GIORNALE DI MEDICINA MILITARE 1943

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Gennaio t943-XXI {jj ( · , . D I -l ( : l ;o -:-· MlìDICINA cMILITARE '(c_)·.-/ , _ . fT1 '\ :./1 2:: Cum sanitate in .uml.f \ ' f""7-'l -;-l l l •• '"' (• Direzione e Amministrazione Mini ste ro della Guerra Roma--....
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MATE R lA LE PER ATTENDAMENTO

PROLUSIONE AL CORSO DI AGGIORNAMENTO

il corso di aggiornamento in malariolog:a, c he, per la concessione della Generale di Sanità tti accingete oggi a al primo comma del programma da me tracciato, quando nel dicembre 1940 ebbi l'ambito ono re di prendere le (U/la Sanità M.litari: << elevazione della cultura professionale del medico mil itate ». Prima condrzione, primo requisito di un organismo consolidarsi, per è la sua solidità culturale.

La Sanità M ilitare, organismo tipicamente militare per disciplina e squisitamente mtdico per cultura, deve ispirarsi alla fisica del soldato, alla .raldezza spirituale dell'esercito. Un esercito non può essere forte, se non è sa:1o nel fisico e ntllo spirito.

Questo corso poi carattere di attualità, perchè il nostro esercito coggi vive, si muove e combatte in ZQne tutte ad mdemia malarica molto elevata, quali: per l'Italia, la Sicilia, la Sardegna, la Calabria, la Campanià e l'agro pQntÙlQ; oltre f.,.ontiera, l'Albania , la Da lmazia, la Grecia, la Corsica, la Russia .

La storia ci trama nda e molto tristi sui danni che alle passate guerre l'infezione malarica impose alle armate combattenti. Ricorderò molto la decimazione dell'esercito inglese a Wa kheren decise le sorti dell'Olanda; che nell'anno 1916 tra k truppe inglesi operanti tra Salonicco ed il golfo di Orphuno la curva paraholica della malaria salì da 90 casi nel mese di giugno a 3o.ooo casi alla fine dell'autunno.

1916 l'armflta francese di Macedonia su 12o.ooo effettivi alle armi ebbe oltre 6o.ooo casi di malaria e nell'autunno dello stesso anno soltanto 2o.ooo uomini furono nelle condizioni di la linea di combatttmento, anch'essi estenuati dal soggiorno in territorio malsano.

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Il giorno 1° febbraio presso la Direzione Generale dell'lstiruto Superiore di S:mit?t !S'(: tnaugurato il Corso teorico-pratico di aggiornamcnt(, in Malmologin pc:r ufficiali medici.

ANNO • I'ASC 1 GIORNALE Spedlzlon" In abbonamento postal" (30 &ruppo)
D I MEDICINA MILITARE

Nel periodo settembre-ottobre 1918, nella zona di Aleppo, l'esercito ingkse ebbe oltre 40.000 casi di malaria e 700 uommt morzrono di ctosa.

Cifre gravi, che mi hanno fatto se mpre e molto pensarc!

Ecco perch?: i' occupar mi ed il prcoccuparmi del problema malarico /'ho considerato un impegno ed un dovtre rli fronte al paese, perchè conil suo esercito il più immune da questa pandemia sigmficaua mantener/o saldo per il combattimento e la vittoria.

Ne conseguirono le m olte previdenze e provvidenze studiate ed attuate nei due anni Ji e lo sforzo assiduo, sollecito , tenace compiuto per adeguare la lotta contro un nemico capace di frantumare l e resis-tenze più dello ' stesso avversario.

Citerò tradotto in cifre il lavoro riassuntivo del ' 42 : molti kmq. di opere di piccola bonifica in Sicilia, in Sardegna e ndle terre d ' oltre frontiera .

Materiali prote ttivi d ist r ibuiti a ll e truppe:

coprivolto: n. 7 0.ooo; Guantoni antimalarici: n . 7 0.000.

Preparati antimalarici so mmin istrat i:

Compresse di chinacei: 4o.ooo.ooo; Compresse di acridinici: roo .ooo.ooo.

Contributo in denaro:

alla Sicilia ed alla Sardegna per la lotta antimalarica L. 6 milioni.

Nei riguardi del territorio nazionale il Regi m e aveva fatto molto e la situazione era notoriamente bt4Pna per effetto delle grandi opere di bonifica dd terreno e delle provvide l eggi dello Stato, t!he si compendiano nella bonifica integral'C e nella ripartizione del latifo ndo

Ciò nonostante nel quadro delle ntalattie o, per meglio dire delle pandem ie, la malaria in questi anni di guerra ha elevato in quantità notevole il suo indice di morbosùà .

ptlre le statistiche del nostro esercito dell'anno 1942 sono morme- · mente più confortanti delle precedenti citazioni, le percentuali raggiunte ci dimo strano che il problema della malaria, che ci ricollega ai nomi dei nostri insignì Maestri Grassi, M arch!afaua, Celli, Bignan1i Bastianelli, all'avanguardia delle Nazioni all'inizio àe!la guerr(l, accenna oggi ad un peggioramento indubbiamente legato al fattore bellico.

Non desidero addentranni nelle cause di queJta aumentata morbosità,meglio di me le dirrrnno gli illu!tri insegnanti che da decenni studiano il pro-

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blema malarico e che tanto spontaneo ed appassionato jerv01·e c tanta squisrta comprensione hanno posto nella preparazione di corso.

Accennerò solo tra alla fluttuazione delle grandi masse esposte molto spesso al prolungato so ggiorno in zone di anofelismo, allo spostamen t o di fiorti contingenti di militari che dalle regioni meridtionali ed insulari d'IJalia vengono trasferite in settentrionali, ove, per la presenza di focolai onofeligeni, individui-portatori di gametociti, sfuggiti al censimento ed alla bonifica, costituiscono pericolosi serha toi di virus e quindi la causa prima e .diretta delta infezioflt' all' inizio della stagione epidemica.

Inoltre cause determinanti la recrudescenza e l'aggravamento della endemia malarica in ltalta sono il turbamento ab servizi igienico-profilattici

civili, l'addensamento della popolazione civile e militare in alcune provincie, specie le so:z? le più ricche focolai e la !tosi completa nei lavon d1 bomftca e nelle relatrve opere d1 manutenz tone per t l nchiamo alle armi di una grande quantità di personale e la ficienza di mano d'opera.

Queste considerazioni di ordine generale, schematicamenk enunciate,

hastano a c hiari re la importanza che la D irezione Generale di Sanità attribuÙCit' alla preparazione cii un nucleo di ufficiali medici sui più imporumti problem i inerenti alla lotta antimalan'ca.

Occorre impedire che la malaria avanzi: i malarici che rimangono nelle file tkli'esercito possono costituire pericolose fonti di contagio, se le misure di bonifica e di profilassi in cQ1'so di attuazione non verranno applicate con quella uniformità di principi , che deve scaturire dalla stretta collaborazione tra ufficiali medici e comandanti di reparto, tra enti militari e civili; se le provvidenze in tema di profilaui, di difesa meccanica e di lotta antilarvale non saranno applicate con coscienza di soldato , con quella esatta valutazione che la importanza dd problema richiede. •••

Queste le principalt considerazioni che dànno impronta al. vostro corso. Neceslità di servizio e ristrettezza di tempo non consentono di protrarre le lezioni e le esercitazioni pratiche oltre il fissato, ma le nozioni che apprenderete dalla viva voce di malariologi di indiscusso valore, che, con lotkvol<' spirito di catmcratitmo hanno accettato di collaborare con la Sanità Militare e che pertanto meritano tutta la nostra riconoscenza, basteranno aJ. orienper/ettament.e sulle p iiì. importanti questioni legate alla lotkJ nca. Il programma è stato elaborato con vero, ,assoluto criterio e con organicità e vi metterà nelle condizioni, alla fìne del corso, di assumere le funzioni di cons«lenti presso le grandi unità ove servizio, portando un valido fontributo nella organizzazione della lotta antimalarica.

E' quanto mai importante oggi conosce:re lk!ne i11< profondità le bari/ari nozioni legate alla profilassi, alla bonifica del terreno, alla difesa mec-

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camca dd/e abitazioni, aLla lotta antilarvale, alk co ndizioni di vita c di .svil uppo delle zanzare malarigene, alla classificazione dci vari tipi di esse, alla conoscenza idrogeologica delle varie zone malarid1e c le altre questioni collattrali che si inseriscono nel quadro delta profilassi, della bonifica umana e della terapia dei maiarici. A questa perfetta conoscenza deve seguire la serie dei provvedimenti da prend"et e in stretta collaborazione con k autorità provinciali, al fine di mantenere unità di indirizzo e tenacia di propositi nella attllazione pratica delle tzorme da impartire. Senza queste importanti nozioni legate alla epidemiologia c alla profilassi delia maùztia non si p(JsSono affrontare situazioni e prendere decisioni, choe, la loro gravità, richiedono ttna feria e coscienk preparazione profeuionale ed una specifica ccmtpetenza in materia.

E' uno il mio scopo: prepararvi de gnammte perchè sulla vostra operrz c fu/la voftra collaborazione si poua fare quell'affidamento sicuro e pofitivo che ci viene richiesto in tm momeizt.c, in cui mantenere salda la compagine fisica delle forze armate è reale fattore di vittoria, è titolo di orgoglio noi medici in grigio-verde.

Alla fine del corso ripartite da questa Roma con la persuasione che la vostra opera è attesa con vitto interesse, per• hè si possano raggiungere nell-a prossima stagione epidemica quei risultati, che, pur contenuti nei limiti delle umane possibilità, e quindi non totalitari, ridtt"tNJno al minimo la casistica delle infezioni malariche. Formatevi un piano organico di lavoro cd affron- f .'ate con serenità e consapevolezza gli ardui compiti che si prospetteranno di volta in volta alla vostra e al vostro intuito. La risoluzione dei numerosi quesiti e delle molte incognibe legate al problema malan·co è affidata al contributo fattivo, che da voi ci attendiamo.

Volontà e diligenza tese al massimo sf'orzo e nella vostra coscienza, !U'lfa vostra anima un solo sentimento che ha nome « »l

Se dalla vortra opera avvenire scaturiranno quei risultati concreti, che si tradurranno nel magg ior benessere fisico dei soldati per l'accrescitaa rcsistt'nza all'infezione malarica, avremo vinto anche noi una battaglia, quella dell'umanità, quella sant:l della vita, quella che dà la tenacia al corpo ed allo spirito del soldato italiano.

Riagrazio vivamente l'Ecc. il pro/. Marotta cl1e !1a voluto dare al corso l'ambito p-restigio del Suo nome; porgo vz've grazie agli in.regnanti tutti per il contributo di lavoro e di fede ch'essi dànno all'esercito nella dura lotta che oggi combatte.

N ella perfetta fusione di cervelli c di cuori è il grande segreto della nostra v tttoria!

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NUCLEO CHIRURGICO S UL FRONTE GRECO-ALBANE SE

NOTE E RILIEVI

Pr of . C.u.Lo CoLu cCI , capitano m«! ico di 'om plc m coc o .

O ve la vita ai limiti dd/' omb ra ; il prodigio dd thim rg• riaccende lt1 viia

La non sembrerà priva di un a certa pretesa, special m t:ntt: se si cons idera che chi scrive è un chirur go. Ma essa non è m ia; la scrisse il col onodio medi co Bacc hett i quando, in una <J·elle sue gite di ispezione alle Unità sanitarie avanz ate del l a I I • Arm ata , ven ne nd gennaio 1941 .in V a l Sb ushica al 40° Nucleo chirurgico che vi si trovava aggregato al 49° O. C. p rCSSQ Bratay.

lo l 'ho r icord ata e l'ho riportata quassù, pcrcbè for se ness un a frase si attaglia megl io a co mpe ndi are l'attività di u n nu cl eo chirur gico, dove davvero il limite tra la viu e la morte è, in t a n ti casi, rappres entato da elementi quasi imponderabili, da frazio ni minime di tempo, da una decisione p iù o meno rapida, da un no nnulla; nessuna frase si adatta meglio all'intimo travaglio del ch irurgo d i prjma lin ea che vede co sì spesso, più spesso degl i altri, con i propri occhi il rapido trapasso della vita più baldanzosa alle tenebre infinite dell ' aE di Jà; nessuna fr ase forse comp end ia m eglio l 'inti ma , ardente aspirazione di chi così s pesso è cos tretto a curare, a te ntare di salvare il camel·ata che ha conosciuto i l giorno pr ima , poche ore prima , nella pi e ne zza della ,.jtà (fig 1-2).

L 'intima comunione con il combattente di pri m a li nea è infatti il previlcgio del chirur go del Nucleo c he funziona jn zona ava nzata : avvie ne così che si stabilisce, d'opo qu alche primo successo, una corre nte di simpa tia dei combattenti verso la propri a un ità chirurgica a va nzata , ciò che ba costiruito se mpre per m e un motivo di grande soddisfazione.

L a vis ita poi che il 40° Nucleo c hirurg ico ed il 49'' O. C. ebbero il 6 mar zo 1941 dal Duce, l'interesse che egli dimostrò per i r isul tati otte nuti ed i l co mpi acime nto che Egli volJe dichiar are costituirono l' altissimo premio per cui pa rvero davvero m odest i tu tti i p iccol i sac rifi ci sosten u t i (figg. 3-4).

Il 40° N ucleo chirurgico, di cu i avevo assunto la direzione il I O ottobre 1940, sbarcò in Albania il 1 ° dicembre 1940 c fu impiegato dal 28 dic embre fino al 30 apri k in V Shushica, dapprim a co lla Divisione al pin a spe -

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Fig. 3. Il Duce ,.i,ita il 6 mar-...:o 1941 il 49 <J. C. il Nucleo çhirurgìcu. Fig. 4· - Il Duce tscc dalla l-:tracchwa opcntori:. del 40• Nucleo chirurgico.

ciale, poi colla. divisione Acqut cd i nfine con il gruppo alpini Dal 1• maggi o, tra slocato a Porto Edda, fu a disposizione dd Corpo d'a:rmata speciale, ed io ivi lo lasc iai per rimpatriare a fine giugno: pochi giorni dopo anche il Nucleo partiva per nuova destinaz ione .

Tranne il periodo d.i Porto Edda , quando il Nucleo svolse attività chirurgica quasi territoriale, ed il periodo del gruppo Pizzi (Io aprile-30 aprile) nel quale, pur avendu il gruppo alpini Pizzi l?artecipato all'offensiva, non si ebbero nel settore che feriti leggerissi mi e qualche altro invece al disopra dt ogni risorsa per cui l'attività chirurgica fu nulla , in tutto il resto dd tempo in cui il 40° Nucleo. fu sp:egato (28 dicembre-Io april e) svolse il lavoro chirurgico del settore divisionale quanto riguardava feriti gravi e fu se mpre aggregato all'ospedale da campo .' p1u avanzato.

I feriti più leggeri venivano mvece avviati agli ospodtùi da campo divisionali più a rretrati ; gli sgo mberi sui centri ospedal ieri di Drasciovitza e di Valona , dato l'ingorgo che questi presentavano, venivano evitati per i feriti gravi, almeno fìnchè: questi non fosse!·o in condiz ioni di essere imbarcati direttamente , senza subire alcuna cura e per lo meno senza. aver bisogno di cure comple sse presso quei centri.

Questo fu. permesso fare perchè la guerra in Val Shuslùca se fu dura. sia per 1degli elementi che per l'acredine della guerriglia, non ebbe quelle puntate altissime che in altri settori contigui diedero delle cifre così elevate di feriti. Così, cQmc ho dètto, fu possibile seguire i ferhi gray\ tutti e i men o gravi quasi sempre per vari giorn i prima di smistarli.

Non si può negare , infatti, che l'optimum, oltre che dalla precocità della çura, derivi dal fatto che il chirurgo c he opera assista il ferito nel decorso post-operatorio. Ciò, è ovvio, non è sempre possibile in guerra; a volte anzi negl i ospedali avanzati si deve evitare, sia per · non limitarne la facile spostabilità e per non pro.vocare, specie in imminenza di azioni, gli ingorghi degli ospedali, sia per evitare le offese che dal nemico possono essere reca-te ai feriti. Con l'arma aerea però nemmeno i centri ospedalieri delle retrovie sono esenti da questo pericolo. I n essi è f orse possibile una più lun ga sorveglianza dell 'operato, sebbene anche questi grandi centri, pressati dall'incessante :tfflu sso dei feriti , nonostante !o c;trenuo lavoro dt:i chirurgi e la meravigliosa organizzazione d'i cui spec :e alcuni erano do tat i, dovessero a vohe per far posto ai nu ovi feriti smista re gli operat i dopo poco tempo.

Ma se assicurar·e al ferito, quando si può, l 'assis tenza post-operatoria del chirurgo che l'ha operato è elemento di grande importanza, e!emento indi spensab ile, sopra ogni alrro, è ch e il ferito, specie di alcuni organ i e regioni, sia ass istito ope ratoriamente al più prcsw possibile.

St: si pensa che al mio Nucleo che distava dalla primissima linea solo pochi ch i lometri (dai G ai 1 o-12 al massimo, a secon da dci se ttori), i fer iti del settore montagn oso giungevano a volta dopo 1 2-16 ore (il mi o primo

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addominale che pure si salvò giunse dopo 22 ore) si può immagi nare cosa avrebbe significato per qu es t i poveri fe ri ti percorrere ancora 35-40 chilometri in auto-ambulanza, specie collo stato delle strade, per d i più spesso ingQmbre di colonne di automezzi. Chi ricorda le strade dii Albania dei primi tempi d ella campagna, -s.ia per le condizion i del fondo, sia per la presenza dì lunghi tratti percorribili i n un unic o senso, per cui avveniva c he delle

lunghe colonne di automezzi dovessero sostare a volte per parecchie ore in attesa c h e si snodasse la colonna che proveniva in senso contrario o per lasciar libera la strada ad urgenti mezzi attesi in linea, può avere idea di c.ome un percorso di pochi chi lo metri fosse tutt' altro che indifferente per i feriti e spesso fossero n ecessarie per tale percorso varie e varie ore, pur considerando che, sempre che si poteva, veniva data la precedenza all ' autoambulanz<J.

E ' poi chiaro che in certe condizioni di viabilità e specialmente nei giorni di az :one è indispensabile, sopra tutto nelle ore diurne e nei tratti scoperti, ridurre al minimo il co non strettamente necessario; vi è infine la necessità di non allungare eccess ivam ente il percorso deUe autoambulanze a d isposizione perchè in tal caso ne sarebbe necessario un m1mero maggiore, non sempre dispo nibil e

Da tutto ciò si desume che, ove condizioni di viabilità, larga d isponibilità di tra sporti o possib ilità di tra sporti aerei lo permettano, è be ne c he il

r i g. 5· - Arrivo tii fcm1 (.:n n il sol:\ O . a Le: Pc: mca ) .

ferito venga portato neilc re trovie , dove potranno essere organiz1:ati dei grandi centri ospedalieri, o addirittu ra in zona m etropolitana.

Ma dove ciò non è possibile bisogna portare avanti gli ospedali da campo con i nuclei chirurgici, d ove il fe r ito avrà al più presto l 'assistenza chirurgica e dove anc he dovrebbe avere, alm e no per i primi giorni, le cure da ll o $tesso primo opera tore .

Saggiamente quindi è stato di sposto neUa campagna greco-albanese o rgani zzando centri ospedalieri neUe retrovie e dispo nendo gli ospedali da campo più fitti nelle zone avanzate di meno facile e meno rapida si presentava l'evacuazione dci feriti verso i cen tri ospedalieri.

Ed ora mi si permetta qualc he parola sui Nuclei chirurgici, su queste Unità Sanitarie su cui sonu stat e fatte mo lte dtiscussioni c che non h an no forse raggiunto la definitiva form azione.

Non vi è dubbio che il Nucleo chirurgico, così come è costituito, rapprese nt i una unità molto facilmente maoeggiabile e spostabi le. R icordo per esampio che il mi o Nucl eu ne llo spazio di 5 gior ni subì ben 3 spostamenti nell' ultim o dei quali fu someggi ato. Il tempo necessario all'impianto della baracchetta operatori a c d ell a tenda e per essere pronti ad operare, per il mi o Nucleo è variato, in tutti gli sposta m enti eseguiti , da ll e 4 ore alle 22

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o re; le di.iferenze di tempo sonQ i mputabili alla prepar aziOne del personale primi impianti fu necessario naturalmente un tempo maggi ore), alb fisica Jei soldati, alle condizioni del terreno , davvero pessinl'.> :n Albania nella stagio ne invernale e che obbligava ad improvvisare soluzioni svariate per sa lvarsi dal fango. Non credo sia possibile ottenere notevole mig liorame nto in questo campo, se non con personale specialissimo e su terre no, diremo così. sperim entale.

L a capacità di lavoro che il Nucl eo può svolgere è quella imposta dai limiti de ll a resistenza del ch irurgo. Al mio Nucleo fu possibile eseguire 22 i nterventi , d i cui vari g rand i interventi e vari altri minori , in 16 ore, interca land o un br eve periodo •d i riposo ed alternandomi con it mio aiuto, che ua chirurgicamente a posto per esser e a iuto chirurgo degli ospedali riun iti di Roma. Molt i alt r i Nuclei, mi si dice , hanno dovuto in altre occasioni lavorare di segu ito per un numero di ore ancora maggi ore. Ma la resistenza fisica <!d chirurgo e dei suoi c.ollaboratori è quasi al l 'estre m o dopo xo-12 ere al massimo; le sue capacità chirurgiche verranno menomate dalla stanse egli , per il nobile scopo di apportare aiuto a tutti i feriti che hanno bisogno dell:t su a opera, d eve continuare ad operare per più lungo periodo ed è evidente ch e il fe-rito non potrà fruire del m assi m o de ll'abilità dell'or..c ra torc.

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Fig. i. · Uwt l:tp tr;uomi J i n

E ' solo con l'istituzione di varie squadre operatorie che si potrà risolvere questo problema; e questo principio ha cominciato ad avere attuazione pratica. Ciò era infatti per il 40" Nucleo nel gennaio 1941 , in attesa di una azione offensiva ed al mio Nucleo furonQ aggregati provvisoriamente dei chirurgi aggiunti L 'azio ne offensiva non essendosi verificata, non ci fu bisogno di ricorrere al lavoro alternato delle varie che io avevo già predisposto.

In una relaz.ione chiesta dalla Direzione generale di san ità militare a tutti i direttori di Nuclei chirurgici )o esposi alcune osservazioni , molte delle ho ragioni di ritenere, furono trovate g iuste e prospettate nella sua. relazione dal Direttore di sanità del Corpo di armata speciale, colonnello medico prof. Alessandro Malice.

L ' aver voluto rendersi conto attraverso le dei direttori dei Nuclei chirurgici delle possibili manchevolezze di mostra la squisita sensibilità della Direzione genera l e di sani tà militare ed il grande interesse a rendere sempre migliore c più perfetto il servizio chirurg ico di guerra. Non appare quindi opp<>rtuno riportare in questa sede le osservazioni formulate (rigu ardo al persona le, al mate rial e ed al funzionamento del Nucleo) che costituiscon o m ate ria sot toposta all' esam e d i detta Dir ez ione generale di san.ità mi li ta re, per cui si ha !a ce rtezz a c h e sarà provveduto a quanto è necessa ri o ed u tilt- nell ' interesse del g ra ndissimo fin e ch e si persegue ; d"altra

Fo )! . Il. • Il 40° Nucl c"
g iw tOn O. r. a
chirur

parte, poichè prevedo che questa mia nota potrà , forse, ven ir stampata solo molto tardi, esse potrebbero riuscire, allora, non più attuali.

Passo quindi ad alcuni dati sui feriti 'Cia me curati.

Gli :nterveqti di una certa impor1anza di cui ho potuto prendere nota ammontano a circa 180. Alcuni feriti hanno subìto due o più interventi per ferite multiple, fino a sei nel ferito n. 67 V. A. Gli interventi furono eseguiti nella più gran parte da me; molti anche dal capitano medico Alieri ciott. Fausto che er.1 mio tenente durante la mia permanenza al 40° Nucleo chirurgico e che qui ringrazio insieme al radiologo tenente Rodelli dott. Ugo della collaborazione prestata; alcuni interventi meno importanti furono eseguiti, sempre sotto la mia responsabilità, da alcuni degli ufficiali degli ospeda li da campo di aggregazione.

Il primo interv ento fu eseguito il 12 gennaio 1941 in un addominale con perforazioni multiple che si salvò. Si sono avuti 11 decessi, di modo che la mortalità rispetto al numero degli interventi è stata di poco superiore al 6 %.

Prima di esporre alcune brevi note sui feriti delle varie regioni, esporrò qualche brevissima considerazione sui criteri che ho seguito nel trattamento delle ferite in genere. Facendo astrazione da quelle di regioni speciali, per le quali vi sono indicazioni e metodi speciali d'i cura, ho cercato di seguire un metodo di trattamento eclettico1 decidendo caso per caso la via migliore da seguire.

Mi pare infatti che il trattam en to primario di cui eravamo un po ' troppo infatuati, forse, ha sublto in questa campagna una forte scossa. Una del!e prime voci già da tempo levatasi contro questo trattamento nelle fratture esposte, fu forse quella del compianto prof. Putti (vedi « Fratturati in pace: (" in guerra )) ) ; ma con il massimo ri spetto al sommo Maestro, r eputo forse <X'cessive, specie pe r le fratture esposte di pace, le sue conc!usioni.

Ma forse condizioni speciali del suolo, condizioni igieniche dei soldati m questa campagna ci hanno fatto r ivedere molti dei concetti che sembravano ormai a<:quisiti definitivamente e ci si è trovati spesso in presenza di cna speciale setticità delle ferite. Io ho potuto nettamente notare questa specia le setticità in un gruppo di feriti, a differenza degli a!tri casi curati . Si trattava, in questo gruppo, di alpini scesi dopo una lunga permanenza da lla linea, i quali, . mentre si recavano a l bagno divisionale, a poche centinaia di metri dal 40"' Nucleo furono fatti segno a tiro di artiglierie. Una g ranata scoppiando in pieno su eli un plotone ne uccise cinque e ne ferì una trentina, di cui 20 in modo piuttosto gra·ve. Tutti questi fer =ti, precocissima.mente curati per !'immediata vicinanza al Nucleo del luogo ove vennero feriti furono da me trattati con il metodo aperto; negli ultimi che operai erano già in atto processi flemmonosi anaerobici; nei primi che aperai, pur avendo lasciato ampiamente aperto, dovetti in molti reintcrvenire dopo 24-36 ore per lo sviluppo dl iniziali processi flemmonosi aneorobici; un laparatomizzato,

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ttnico caso fra tutte le laparatomie eseguite, suppurò. Fortunatamente tutti s1 salvarono ad eccez ione di un cranico gravissimo.

Saggiamente quindi la Direzione di sanità di Alb:mia mise in guardia con due circolari i chirurgi sulla poco opportunità di eseguire il così detto trattamento radica le prjmario nelle condizioni in cui in Albarua si lavorava. Prescindendo da ciò, io penso che in alcune vaste ferite o in altre molto profonde, addentrantisi in masse muscolari , spesso raJe trattamento sia non soltanto non facile ad eseguire e pericoloso p e r i pericoli immediati cui espone, ma anche dannoso e lesivo per g li esiti funzionali che possono res iduare a causa delle vaste distruzioni muscolari che si può ess e re costretti a pra.ticare: se realmente si vuol compiere in maniera perfetta, eseindendo in bloeeo come un tuq10re tutto il tragitto del proi ettile con la sua zona di attrizione. S i pens i cosa può lCiiventar e tale intervento per ferite profonde da grosse scheggie di granata nelle masse muscolari della coscia, specie se poi ci si trov i davanti, come purtroppo spesso, a ferite multiple dello stesso genere.

Ma che in t:asi determinati e ben scelti il trattamento radicale primario possa dare dei risultati ottimi è anche indiscussQ. Io l'h o adottato non solo in alcuni di feriti delle parti molli, ma anche in alcuni articolari ed i n varie ferite ossee o fratture esposte, con risultati ottimi. P er le articolazioni k1 riuscita del metodo r adicale primario può significa re la conservazione dell 'articolo ; nelle ferite oss ee e nelle fratture esposte risparmiare un lung 0 seguito di esiti di osteornielitc.

Ma è certo un trattamento che richiede dal chirurgo l ' applicazione di tutta la sua maturità ed esperienza, di tu.tta la sua cura nel seguire gli infermi . Se il chirurgo che h a operato non ha possibilità , per ragiQni di tempo o per ra gioni di spazio, di seguire colla massima accuratezza i suoi operati con metodo radicale primario per a lmeno 8-10 giorni, tale metodo non s-i tiev( eseguir('.

A questi concetti io mi sono trattando quindi con questo metodo le ferite delle parti molli e ossee o articolari che mi _permettevano una sicura re visione di tutto il focolaio e quando, con molta probabilità, sapevo di poter seguire l'operato. In un caso o due che si dovettero smistare di urge nza fu mandato un ufficiale ad accompagnare il ferito ed a consegnarlo al c hirurgo dell'ospedale dove era trasferito.

Negli altri casi l'intervento consistette in uno sbrigl iament o ampio della ferita, secondo criteri anatomici; nell'estrazione delle scheggie metalliche e · di altri corpi estranei; nella detersione di tutto il focolaio, cercando di elimina re r ccess i e t ramiti , in modo da applicare una mcdicatura quasi a piatto. M olto ho o ttenuto così l'assenza di suppurazione c rapida guarigione delle ferì te anch e ossee.

L::t manca nza dell'apparecchio r adiologico (per guas to che mc ne privò per lungo tempo) mi ha creato. però dd le dif fico ltà per la ricerca dei proict-

ti li; spesso questa ricerca, con relativa estrazione, era banale ed avveniva automaticamente nello sbrigliamento; m qualche caso, anche a distanza del foçolaio principale della ferita, mi è riuscito local izp re ed estrarre dell e grosse scheggie metalliche o per l'es:stenza di un punto doloroso o per altri lievi segni locali che mt hanno guirlato; ma in alcuni altri casi non mi è stato possibile localizzare il proiettile, ed allora ho rinunciato. ad estrarlo, sorvegliando il ferito accuratamente durante tutta la sua permanenza presso il Nucleo e segnalando poi a grossi caratteri sulla car tell a ed informando il ferito stesso che il proiettile non era stato estratto.

Nei feriti operati si è potuto mettere in opera quasi sempr e tutta la terapia sussidiaria coadiuvante in uso e ch6 il caso indicava, fleboclisi, S:Croterapia anticangrenosa preventiva e curativa, antitetanica, ed infine transfusioni sanguigne che in a!cuni casi hanno determinato la salvezza dell'ammalato. Le transfusioni sono state fatte con il m etodo diretto, mediante siringa Jubet. La determinazione del gruppo sanguigno, praticata sn tutti i soldati ed ufficiali del Nuc!eo, come anche su quelli di quasi tutti gli ospedali da campo a cui fui aggregato, ha fornito un gruppo numeroso di donatori universali che si sono dimostrati sempre pronti ed entusiasti e spesso in gara fra di loro.

Come mezzi di anestesia ho adoperato. il più spesso l 'anestesia rachidea e la locale ; per le narcosi .lVevo a disposizione solo cloroformio e scarsissimo etere. Confesso che sul principjo del cloroformio mi dava qualche preoccupazione, data la lunga disabitudine che, come la: maggior par.te dei chirurgi, h o ormai per questo anesll:.- t"co. Ho finito con i l convincermi che , trattandos i di soggetti giovani e robusti, molti dei difetti del cloroformio venivano meno mentre si aveva il vantaggio di narcosi più rapide e complete, quello del minor pericolo di infiammabilità e di scoppio e del minor volume della provvista dell'anestetico.

Volend9 ora passare in rassegna i feriti curati, senza la pretesa di fare un rendiconto clinico completo, ma al solo scopo di segnalare qualche caso più interessante o di mettere in evidenza alcuni rilievi per la cura di ferite di dati organismi o regioni, devo anzitutto far notare la difficoltà di costitu ire dei gruppi ben distinti; molto spesso infatti i feriti presentavano lesioni multiple e non una le sione so la ·era preminente da determinare la fisionomia clinica del ferito e condizionarne l 'esi to.

Posso. anche io constatare c-on altri come il maggi or numero delle ferhe riguardavano gli arti. Il totale degli interventi praticati per ferit e o lesioni negli arti sale a circa 130, con netta preva lenza dell'arto superiore. Notevole il numero delle ferite senza lesioni ossee; notevole anche il numero delle fratture esposte da arma da fuoco , fra cui alcune molta gravi, con estese distruzioni muscolari o ossee. Si cercò di operare in queste in modo da mettere la les ione a piatto, creando delle condizioni ta l i, cioè, per cui non era

necessario praticare za ftam cnti profondi, con zaffi che contornassero il focolaio e si addentrassero fr a i mu scoli. Quando se ne ebbe a disposizione sì medicò con olio di fegato di m erluzzo.

Grande cur a fl:l data alla immobilizzazione. Per l 'omero fu adottato quasi costantemen te l 'a pparecchio in eseguito con mezzi di for -

tuna, cioè con un rriangolo di assicelle di legno incorpo rato con bende gessate (fig. 9). Ri te ngo d i gra nd e u tilità questo apparecchio che ha il solo difetto di essere un po ' voluminoso negli sgom beri dei feriti. Ma esso assicura quasi sempre una buona . c facile rico mpos izione, eli m ina il gonfiore della mano t: dell'avambrac cio che vengono tenu ti soll evati, assicura già ini zia lmente a ll 'articolazione scapolo-omerale una possibilità di abduzione e elevazione di 90o; il .merito pr incipale è poi quello di poter assicurare, in quasi tutti i casi di fer ite co n fratrure espos te, l a facilità di m edicaz ione senza rimuovere l' app arecc hio, con gran de vantaggio e soll ievo del ferito; e di costituire i nfine un apparecchio definitivo che può essere lasciato in sito fino al conso lidamento della fratrura. P erta nto non mi sono m ai servito delle stecc h e d i Thomas per l' arto superio re, che mi sembrano molto poco pratich e.

J6
Fog. 9· • Perito con doppia (rauura esposta dc:! braccio c del. l'"' Jmbraccio : 2pparecchio i n Jhduzione.

ln alcune fratture esposte da feritè da arma da fuoco o da lesioni traumatiche semplici, nelle quali non vi era estesa e comminutiva lesione ossea o muscolare, fu eseguito con successo il trattamento radicale primario. Con successo ho trattato con lo stesso metodo alcune feri te articolari ; qua !che altra con resezione atipica e medicatura a piatto.

Ricord'o il caso di una lussazione esposta totale del piede in valgismo: il esterno aveva superato completamente il cigli o interno dell'astra-

gaio ed il mortaio tibio-peroniero sporgeva completamente dalla breccia cutanea shuata sulla faccia interna dd co!lo del piede. La riduzione in narcosi si ottenne solo sbrigliando longi tudinalmente sul dorso del piede ed abbassa n do fortemente l'astragalo con un divaricatore ; si restringe la breccia, si medica a pia tto e si applica apparecchio gessato.

Molte le lesioni distruttive che obbligarono all'amputazione parziale o totale del h mano o de li 'avambraccio (per lo più lesioni da bombe a mano esplose per imprudenza, molte anche in indigeni albanesi); alcune anche dell 'arto infer iore, tra cui ricordo una enorme ferita della radice della coscia destra con apertura anche dd l 'a ddome all'i nguin e c lesione intestinale.

Parecc hi casi di flemmoni anaerobici di cui alcuni gassosi: in un sol ca:.o dovetti amputare a lla coscia (decesso).

Parecch ie le fratture chiuse trattate con riduzioni e apparecchio gessato.

Cranici ebbi due soli casi gravissimi che decedettero; parecchi fer iti della faccia c mascellari; par ecchi feriti dei globi oculari in cui si fu costretti

17
Fig. 10•• Ferito da scheggia di mortJio al collo c compress ione del plesso brachiale di des tra: sede ddiJ ferita.
2 - di

alla enucleazione dei bulbo; in altri ci si astenne, ma molto spesso le ferite provocarono la perdita della funzione dell 'occhio, purtroppo in qualche caso bilateralmente: anche qui si trattava spesso di imprudenze nell'uso di bombe a mano.

Qualche ferito del collo di cui ricordo due casi interessanti. Un ferito da piccoJa scheggia alla trach ea giuntomi in stato di gravissima asfissia con

enfisema sottocutaneo d el viso, collo e torace: fu salvo con una ra pida trac heotornia. Nell'altro caso una gross:t scheggia di mortaio, penetrata dalla regione paraspinosa sinistra in corrispondenza <Ie lla V vertebr a cervicale, di cui aveva fratturata la punta dell'apofisi spinosa, aveva contornato il collo e si era fermata in corrispondenza deUe brand1-e dd plesso brachiale di destra, determinando monoplegia dell'arto superiore destro. Intervenni su quest ' unico ma importantissimo dato (ero sfomito di apparecchio radiologico e la scheggia non e ra palpabile) con un t:lglio dietro lo sterno-de ido-rnastoideo di destra ed es trassi la scheggia che compnm eva le branche del plesso. Potetti seguire il feriro (fig. Io-I 1) che in 20-25 giorni ebbe regressione quasi completa della mon oplegia.

Ho curato una dozzina di feriti del tot·acc, dì cui una metà con lesioni solo parietali (parti molli, costo! c, scapo la) e metà penetranti. Ho cercato

Fig. 11 - Lo stesso caso ddla figura sede della incisione per estr3rrc la scheggia.

di tr asforma re le ferite penetranti aperte dd torace in ferite chiuse co n a nim i risultati . In tre feriti del torace dovetti esplorare anc he l' addo me .

N ei casi in cui si formò emotorac<:: mi Js tenn i dal vuotarlo e il decorso fu buono.

Ebbi po! un ferito gra vi ss imo da grossa scheggia di grana t a che all'estrazione ris u ltò di du e fr amme nti : essa, penetrata d aJl 'ascclla sinistra perfor ò l a pleura e il polmone di sinistra, interessò ilmedìasti no a nt erior e, passa nd o f ra il perica•rd io integro e lo sterno c h e f ra tturò comminutivamente, i esionò ce rtame nte la pleura destra c forse anche il polmone destro, fratturò il terzo m od.ial e cl avicol a d estra, arr esta ndosi dietro l'articolazione s terno-cla v ico lare, in corrispond e nza de lla qual e framment i ossei, agenda da proiettili secondari, inte rruppero le parti molli. E strassi le sdhcgg ie c stabilii degli opportuni drenaggi, m a si stabilì una grande cavità suppurante pl euri ca si ni stra-m ediastinica a nteriore e nonostante altro intervento di toracotomia si ebbe il d ecesso dopo 24 gio rni .

Addominali: con perfor a ti ve mu ftip l'e dell'intestino operai 5 casi. Tre s.i sa lvarono; in uno di qu esti, ferita da scheggia di granata, coes isteva vasto flemmon e gJssoso della parete add'ominalc; degli altri due guariti uno con 6 perforazioni pervenne al Nucleo dopo 22 ore dalla fe rita; l 'a ltro con 4 perforazioni giunse in condizioni estre m e per anemia acuta. Jn uno dei due deceduti fu dovuta amputare anche la coscia destra alla radice; nell ' altr.o vi era scoppio del colon destro ch e fu rcseca to L1paratomie esplorative 5 , con due d ecessi (in a mbedue coesistevano multip le e gravi ferite di altri organi) Dei 3 guariti in uno vi era lesione contemporanea del rene sinistro e del seno plcurico sinistro per cui si ebbe ematuria ·ed emotorace sinistro: il re ne fu conservato. Alcune ferite delle parti molli addominali sono state esplorate senza apertura del peritoneo. Ho avuto poi occasione di operare 1 0 appendiciti vane e7'nÙ: e laparoceli strozzati.

Ebb i i nfine occasione di praticare van altri interventi mmon , non compresi n ei gruppi so pra es pos ti .

Questo il modes to lavow che mi fu dato svolgere al 40° Nucleo c hirurgico nel $UO impiego s ul fr o nt e greco-albanese.

Sebbene di picco la m o le esso n on è certo stato in util e se ha contribuito a rid o narc alla Patria e a ll a famiglia quei cari ra gazzi che, per lo più durante la notre tempesl'psa, ci ve niv a no trasportati nella fragile baracchetta operatoria, squa ssa t a dal ve nto dove il chirurgo era pronto a dar loro il conforto d ella sua art e , straziato soltanto se le su e m ani n o n riuscivano a leni re i! <l o lore ed a sal vare quella vita che g li ven iva affidata.

....

A quelli per cui tutto fu inutile e che adesso riposano in fondo alla valle, martoriata dallo scorrere impetuoso della Sushica, nel piccolo cimirero di guerra di Giormi (c tantr ne ricomponesti con le tue mani, o amico c camerata Mario Galli, che anche lasciasti laggiù la tua giovinezza) il mio saluto riverente. L a Patria non vi òimentica.

RIAssuN ro. - L'A., dopo aver esposto alcune con .iJerazioni sulle condizioni in cui si svolgeva, nella campagna greco-albanese c più precis a me nte nel suo settore, il servi. chirurgi co, riporta alcuni dati clinico -statlstici sui f::riti operati e sui crit: ri adottati in tali cure.

ZusAMMEKFASS UNG. - D e r Verfas ; er bespricht d ie Art w ie sich in sc:inem Abschnitt wahrend des griec hisch-alban schcn F cl dzuges der :hirurgische Di.ns abw ckdtt· und bcgleitct sci ne Ausfuhrungen mi t klinisch -stn ti sf s:hen Angabcn i.iber clic behandelten Verwund e t cn und i.iber di e bei d e r Behandlun g bcfol gten Grundsa'ze.

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Fig. 1."! . • C1mi u:m tli guc rr:1 t> i Ginnni ( V:. l JJri ma della sist ema zione dcfinìti,•a

Dircaorc: prof. E \!CIXIO M I L , \:0:1

LA FRATTURA DA MARCIA O MALATTIA DI DEUTSCHLAENDER

La malattia di Deutschlaender colpisce per lo più dei soldati; onde i nomi di piedi da marcia, frattura da marcia, fra ttura della r eclu ta 1 pied forcé. Nella vita civile sono colpiti più frequentemente individui in genere obesi , costretti a mantenere per parecchie ore la stazione eretta, se nza adeguati periodi di riposo (camerieri, domestici, maestri di ballo). L 'affezione è più f requente negli uomini; la gran parte dei casi nella letteratura oscilla fra i 19 e 6r anni. Il piede destra, è preso un po' p:ù frequentemente dd sinistro, in qualche caw l'affezione è bilaterale.

Qu esta affezione su cui da tempo e a più riprese è stata richiamata l'attenzione da diversi AA., merita di essere conosciuta specie nel campo sanitario mili tare perchè, anche se non esclusiva della patologia del soldato, da medici militari è stata per prima osservata e d esc ritta.

In tultl i casi la sintoma tologia soggettiva è rappresentat a dall'insorgenza di un dolore localizzato nell'avampiede: dolore che può insorgere durante l a marcia e la stazione eretta o presentarsi anche a riposo.

Nei casi più lievi obbietrivame nte si nQta che il dorso del piede è lie\-emcnte tumefatto in corrispondenza dci metatarsi; in, quelli più gravi è presente un vero e proprio edema che si estende alla superficie piantare. Non si nota la presenza di ecchimosi. Il massimo dolore alla palp azione si provoca in genere all'unione del terzo medio e del terz;o distale dei metatarsi.

L a prima descrizione pare che risalga a Brcithaupt, c hirurgo militare tedesco che nel r855 osservò in parecchi casi una tumefazione dell'avampicde che insorgeva in soldati che erano stati sottoposti a marce forzate, egli chiamò raffczione « Fussgeschwlilst » e la in t erpretò come una teazione mfìarnmatoria delle guaine tend in ee che seguiva al trauma.

W eisbach nel 1877 pensò si trattasse dt una affezion e infiammatoria dei legamenti e la chiamò sind cs mì te m etatarsea.

N el 1887 un A. frances<.:, il Panzat, incriminò la piega del cuoio che sì forma sul dorso delle calzature dei soldati; si produrrebbe dapprima un eciema delle parti molli a cui segu :rebbc una prwifcrazione periostale.

Poul et nel r888 invocò come fattore predisponente la diatesi reumatica.

Nel 189r M artin parlava di sinovite e artrite delle articolazioni dell'avampiede.

ISTITI.JTO DI RADIOLOGIA
ICA DELLA
MED
R UNIVERSITA ' DI ROMA

Con l'avvento della radiolog =a Stehow e Schuldc n ello stesso anno e cioè nel r8gj dimostravano in tutti i casi ia presenza di una frattura dei metatarsi. Le osservazioni successive: di Thiel c, di Momburg , di Kirschner, non al tro che documentare la frequenza della frattura dei metatarsi nell 'affc:ztonc in parola .

La frattura per lo più ha sede in cor ri spo ndenza del secondo metatarso; su 575 casi di Nion, in 112 era preso il 2 ° metatarso, in 98 il 3o, in 17 il 4°, in un caso solo era preso il primo m etatarso.

La frattura era dimostrabili! solo in 28 casi: ciò non fa m eraviglia · perchè molte frattur e parcellari si possono dimostrare radiologicamcnte solo

ncll ' ulter io re decorsQ con la reazione periostale a cui dà n no origine e d'altra parte i pp., s pesso vengono all'esame radiologico tardivamente, quando dopo quattro--sei settimane, si ha la forma;r.ione del callo periostale di forma fusata che circ onda la diafìsi del metatarso ali 'unio ne del terzo medio col terzo distalt:.

Tard ivamente può notarsi solo produzione osteofitaria localizzata, prevalentemente sul lato mediate della d:iafìsi del metatarso, all'unione dd terzo medio col terzo prossimale con la spugnosa a larghe maglie e con focolai di ispessim e nco e piccole zone di rarefazione con aspetto maculato.

Ma in genere nelle 6-8 settimane che seguono, la neoformazione ossea regredisce, si riprist" na la struttura normale della spug nosa , e rimane solo un ispessimento della corticale a testimoniare il punto in cui il processo si è svolto. I pareri sono discordi sulla frequenza con cui si vedrebbe una linea di frattura vera e propria.

Quasi tutti glL AA. sono quindi d'accordQ nel ritenere che la neoformazion e periostale e ]e alterazioni che abbia mo descritte n ell'osso, siano una reazione ad una frattura che non ha subito una conveniente immobilizzazione anche se non è stato esaminato all'inizio il p. e individuata la rima di frattura .

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Fig. r. Fig. 2. Fig. 3· Fig. 1. · tli picd :o nonna!=. - Figg. ::-3. - lrnproma di Jliauo.

Nel 1921 Deutschlaender (sotto il cui nome la malattia è più generalmente conosciuta, specialmente in Germania) in un suo secondo contributo ' argomento, basandosi sulla pres enza di modiche elevazioni termiche e sulla formazione tardiva del <all o in tre pp., credette d'invocare una infezione batterica concomitante.

Altri AA., in seguito pur r :conosccndo la frequenza con cui la frattura era presente, concludevano che essa era il risultato di un sovraccarico su di un piede già debole, sia dal punto di vista funzionale che anatomico.

Per spiegare questa insufficienza anatomica e funzionale, sono state futt e varie ipotes i .

Jansen pensò ad uno spasmo dci muscoli interossei, che avrebbe prodotto una ipe r trofia del tessuto muscolare, e del periostio; si sarebbero pro-

dotte in seguito emorragie sottoperiostalt che avrebbero provocato una osteoporosi e una speciale disposizione alla frattura . A sostegno di questa ipotesi r A. invoca il fatto che le alterazioni del periostio non si riscontrano mai sul margine esterno del quinto metatarso e su éntrambi i margini dd primo metatarso: punti questi che non servono all'Inserzione dei muscoli interossei. Anche la genesi endocrina è stata invocata. Mueller ha notato in due casi la combinazione con il morbo di Basedt>w; in altri con alterazione delle ses5.uali. La costanza e la natura esatta dello squilibrio endocrino, sono però ben lungi dall'essere dimostrate. Si è pensato a una osteoporosi 'Jssea (ch e può riscontrarsi anche nel Basedow), come causa predisponente a fratture per minimi traumi analogamente a quanto può riscontrarsi su altre ossa (u<mlini di vetro, Bali). Ciò del resto si riconnette alla tendenza a far la malattia di Dcutsch laender nel gruppo delle cosidettc <( fratture <Ìa stanch ezza». Si tratta d i ossa diverse (femore, vertebre ecc.) che si fratturano sen2:a che si possa incrinare un trauma vero e proprio. Nell ' anamnesi di tutti questi casi risulta spesso che le ossa erano state sottoposte ad un non comune s trapazzo funzionale. Per analogia a ciò che è ben noto nei materiali da costruzione, si pensa che vibrazion i continue e ripetute (microtraum i) sarebbero in grado di modificare la struttura finemente cristallina delle ossa (perdite dei legami anatomici, rammollimento per con il risultato ult imo di un t essuto osseo meno resistente. La frattura vera e propria si ha n e) corso della nrma le attività che ha portato a ques.to strafunzionale dell'osso .

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Ft g. 4· Fig 5· Fig 4· - ArcJta piantare Fi g 5· - pbnr.Mc i n piede piatto

Ma basta dd resto che esistano de lle forme nell e quali come caratteristica costituzionaJe è la fragilità dell 'osso; a parte le forme di osteops.atirosi totale esisrono delJe forme parziaJi per <' Ui bastano piccoli traumi per le fratture, onde l a denominazione di « uomini di vetro» . Nel campo patologico poi esistono nume rose condizioni di maggior fragilità ossea e basterà ricordare la malattia di Milkmann, ovc si hanno fratture multiple spontanee id1opaticbe e reperto di un a forma di avitaminosi D.

Poicbè nel caso d i firattura dei metata rsi imp ortanza notevolissima J1anno la marcia e la stazione eretta, è opportuno esaminare brevemente quali siano le condizioni statiche del sia in condizioni norma l i che patologiche, andhc perchè molte volte manca g·ualunque alterazione· nell'osso fratturato.

Infatti molti AA. chiamano in causa il piede piatto nel quale si banno alterazroni t!ella linea d'appiombo. e dtappoggio e ove sono state descritte alterazioni della circolazione di tutto l'avampiede (edema - stasi) con alteraz ioni osteoporot;cbe della struttura ossea.

Nella volta piantare si di st ingue un arco lo ngitudinJl e e un arco trasversale. V111rco longitl(dinale è formato internamente dalla faccia inferiore dd calcagno daJI'astralago, dallo scafoide, dai tre cuneiformi e dai tre m ctatarsi interni; esternam ente dal calcagno, dal cuboide e dai due m etata rsi esterni. L'arco tra..(verso è formato anteriormente dalla faccia inferiore dell e t t>s te dei metatarsi. Il secondo e .il terzo m etatarso sono più l unghi e sono

\ l
Fig. 7· Fig. 6. - l..in c 1 dì in piede Fig. 7 Linc:1 di cJrico in piede piJuo.

situati in un piano più elevato degli altri; l'arco poggia a l suolo con le teste d el 1 ° e 5° metatarso. Il margine interno dd piede descrive una convessità rivolta all'esterno (fig. x): a piedi ravvi cinat i i due margini interni delimitano una losanga. Tutte queste curvature sono mantenute dai muscoli, dai legamenti e dalla fascia piantare. In condizioni normali la linea verticale -:he passa per !a cre5ta tibiale, va a cadere sul secondo metatarso (fig. 6).

Durante la stazione eretta e cioè sotto carico, si h a una scompa rsa della convessità che descrive il marg ine interno dd piede: ciò è dovuto a l fatto

che l'astragalo rotante in basso e all 'i nterno s ul calcagno, viene a sporgere sul margine interno del piede.

Durante la d eambul az ione il piede agisce come una leva il cui fulcro è rappresentato dalJe teste dei mctatarsi, la resistenza dalle articolazioni tibio-astralago-calcaneari, la potenza del tendine di AchiJle, e per esso. dai muscoli del polpaccio. Perchè questa leva sia efficiente, il piede nel camminare deve assumere una posizione tale che la linea dì carico che attraversa il centro del ginocchio e dell'articolazione tibio-astragalica, vada a cadere sul secondo dito; bisogna inoltre che la gamba. sia ruotata all'esterno. Perciò nel cammino il piede è temporaneamente abdotto. e l'arco interno si appiattisce leggermente . All'inizio del passo i margini interni d el piede sono paralleli, alla fine dd passo il piede è abdotto.

Il movimento di adduzione è sempre accompagnato da un movimento di supinazione con sollevamento dell'arco longi·tudinale, quello di abduzione accompagnato da pronazione con aobassamento ddlo stesso arco.

l
Fig. Il. Fig. 9· Fig. 8. • Alline.tmcnto normale della tibia c del calcagno in pietic norm3k. - Fig. 9· · Allineamento abnorme in piede piatto: la gamba è spostata internamente.

Fin qui in condizioni normali. In conJtzioni patologiche la particolare funzione portante del piede lo espone facilmente a ddormarsi per diste nsio ne dci kgamcnti passivi e attivi t 1cgamenti e muscoli) del suo schel e tro, con il conseguente crollo della sua volta. Ciò avviene nel pi ede piatto. In esso si ha u no spostame nto della gamba al l'inte rn o, il piede è: in abduzione c in la lin ea di carico viene a cadere all ' int erno dd grosso dito (vedi fig. 7).

Dodd avrebbe r isc ontrato la presenza di un primo metatarso ab n o rmcm ente corro. Ne risulterebbe un atteggiamento in prona zione del piede e un abMrme sovraccarico del metatarso che sarebbe perciò specialmente predi sposto alla frattura.

In altri casi si può avere una tendenza :ùl 'appi anim c nto dell'arco anteriore formato da ll e teste dci m ctatarsi per cui esse vengono ad essere situ ate tutt e sullo stesso piano; la pianta del p iede tende ad allargarsi e specie se esiste una calzatu ra inadatta insorge dolore Tale è la patogen esi della metatarsalgi a anteriore e forse anche della ma latfa di Mort on caratte rizzata d a un dolore spas mod ico in corrispondenza della testa del quarto metatarso. Oltre il dolore, comuni a queste alterazioni della statica del pied e, sono disturbi circo latori che sotto f orma di ede mi si stabilisco no più o m e n o r apid amente.

Il disturbo d i circolo, nel senso della stasi, favorisce il riasso r bime nto osseo, la decalcifica zione, quindi la diminuita res istenza dell'osso ed ecco quindi UJI a ltro elemento per b frattura .

P er la tecni ca del l'esame non oc:.:orrono speciali proiezioni, ma o ltre a!lc due ortogonali, si consiglia anche di est:guire delle proiezioni ob liyuc: so lo in esse :tlle volte è possib ile dimostrare la so ttile linea di frattura o la interruzione d t ll a trabccolatura ossea della spugnosa. E ' consigliabile anch e di adoperare una le n te di ingrandimento e di osservare il radiogramma facendo variare l'intensità della sorgente lumin osa e cambiando l'a ngolo di ;ncidcnza visiva.

Non a stante tutti questi accorgimenti la linea di frattul a spesso non è vi sibile. E' consigl iabile allora di ripet ere il radiogramma a distanza di tempo; intervengono infatti processi di ria sso rbimento osseo per cui la rima di frattura si allarga e diviene rad iologicame nte visibile c pertanto le alterazion i a carico del pe r iostio della compatta e della spugnosa, rivela no fa cilmente il processo.

An che dal punto di vista medico-legale il rilievo di questa for ma è d i una cnta import::mza. nd dubbio di un 'autolesio ne. Se la conoscenza della frattura da marci a sfugge, sono possibtli anche degli errori.

•• •

Dodd riferi_s ce un caso in cui si p rocedette alla amputazione per sospetto sarcoma; solo l 'esame i ogico d t mostrò la vera natura d eU' affezione.

Alla tendo-sinovitc degli estensori delle dita, hanno pensato molti AA. prima dell'era radiologica e sono possibili gli scambi, ma basta un esame radiologico per mettere sulla giusta via. La prognosi è buona senza eccezione.

RIASSUNTO. - L ' A. prende in consid : raz.ion :: la frattura da marcia o m a latt ia di D c u schlaender; ne rias.sum c le vari e t eori e parogenetichc soffermanùosi sull'importanza delle alterazioni della statica del piede , la si ntomatologia cd il quadro radi ologico.

Mette in evidenza l'importanza di un accurato esame radiografico per stabilire una esatta diagnosi specie riguardo alla importanza medico-legale m ilitare.

• ZusAMMENFASSUNC. - D er Verfasser bespricht die Marschfraktur od t r D cutschliindcr. Krankheit und fasst die vcrschied c neo auf d cren Pathogenese bezi.iglichen Theorien zusammen, wobe1 er besond e rs die Wichtigkcit Veranderun ge n in der Srat:k cles Fusses. der Symptomarologie und dcs Rontge nb ildes

E i ne eingehcnd e }{()ntgenwHersuchung crscheint dem V c: r fas rer z ur F es rs tellung e ine.r genauen speziell mit Jkwg auf die wichrigt Frage der militarischcn Gcrichtsmedizìn. von hcrvorragender 13cdcutung.

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CONTR I BUTO ALLO ST U DIO DELLE PETRO SI TI

Pro f. PAOI .l) GRtl'TI , mcdteo.

La petrosite o oworrùelite dell a ro cca pttrosa è stata. definitivamente con side rata come una entità a sè dopo gli studi di Ram ad1e r e la relazio n e di Traina e M crelli tenuta, nel 1935, al XXXI Congresso della Società Italiana di Orologia. L o studio di questo processo supp urativo (per a lcuni AA. anche semplicemente congcst;vo) ch e si or igina dalla cassa tiropani ca o ma stoideo pe r svolgersi a ca r ico dei gruppi cell ulari pb'ilabirin ricì e dell'apice della rocca (apicite) o d:i una sola dj queste due sezioni, è stato in questi u lumi anni, per il notevole appor t o di d ati anatomo-dinic i, se n on completamente be:n conosciuto, certame nte chi arito nei suoi vari aspetti .

Il caso che qui appresso viene riportato rii in fezione profonda della r occa , per léi! particola r e sin tomato logia con la qual e si è presentato discostandosi d a quella ge n eralmente nota, offre l 'op portunità di fare alcune considerazioni d 'o r dine pratico

Soldato R. S., di :mni 22, da Cosenza, cont adi no.

Si ricovera in reparto otorim, il 13 marzo 1942-XX in viato dall'osp.:d. da campo 21.

A. F.: Niente da <:sscre messo i n particolare rilie vo .

A. P. R. e P.: Nulla di import a nt e nel i a prima c infanzia. A 15 ann i ammalò di t ifo del quale guarì senza che gli l'Ìeno re siduati postumi. Ha partecipato alla gucrrn sul &ome greco -albanese. J\icl 1941 ot i te m. p a. bilaterale Ha prat icato varie cure, in seguito alle quali l'orecchio destro è guarito; mentre l'or·ecch io sinistro non h:! otu.:nuro alcun aprr ez znb;) e vantaggio continuando a secrecare e a presentare, quantunqu e a period i , dolori g ravativi, non int ensi, a propagazion e ma.sro'dea.

Esame obbi ettivo geJJerale: Indi viduo di sana e robusta cos titu zione scheletrico· musco lare , in buone condi ziooi di sanguilicazionc e di nutrizione. Colorito della pe;lc t' d cJie mucose visibiJ i roseo. Non adcnopatic in r egion i sosrcne. Nulla a carico degli organi torneo -addomina li e degii altri organi e sistemi princip:lli.

Esame otorino/at·ingologico: Kulla degno di rilie vo alla rino ·farin go-la rin g oscopia.

Ali'o t oscopia A. S. : Cond o tto uditivo ripieno di pus non di Glt · tivo odore. Dopo accurata detersione si scorge la M T. a rros sata e perfo r::tta ne l suo <lll:l.dmnte postero -superiorc.

A. D.: E s iti cicatri z ia l i rcce n: i d c ll'otitc m ed ia pu r ulcnta sofferta. La regione m:tstoid ca di sin is tra, parngon:tta a quella dcii'Jirro bto, si p resenta normale per colorito, iormn e coMis tcnza. Con la profonda c con la perc ussione si ris,·cglia do!or:'lhilità in corrispondenza della reg ione antrale.

L'esame fun z:o na lc a custi c o, pressochè norm:tle a destra, fa r iscontrare a sinistra : :.::corciamento di percezione rer i toni bass i c mcùi dclb tonale . Voc e afon a a

OSPEDALE MIL!TARE. DI ATE.NF. Di:-cuorc : tc. n. colo n ne' lo m edico dott. MARIO l<s1 LL t

meno di un metro; queila di conversa7.iouc a tre metri. Wcber latera li ;r.z:tto a sinistra. Rinnc positivo. Schwabach normak.

All'esame funzionale ves Li bolare non si mettono in evidcnz:1 apprczz:lbili deficit 3 carico dell'equilibrio st:llico c

Pupille bene alla luce, 31 consen so cd all'accomoda7 ionc. Adiadococinesia, ipcrmctria , asincrgia: a !senti .

Persi stendo una tempera t ura c la a carico dell'orecchio sinistro e della m:mvid c, non astante le cure mediche appropriate, si decide di sottoporre l'infermo all'imcn cm o operativo.

27 m:.u-zo 1942-X X. Primo atto operati, o (operatore cap. Grilli, assisterne t e nente Baron, narcotizzaLore Goz1i).

senza inci tk .nti. Nulla al solito tal!lìo retroauricolarc dci tessuti molli. Scollato il periosto, con colpi di sgorbia si l'osso che app:1re del tipo diploico, ir; cor ri spondenza della regione amrale. Si scopre l'antro che si presenta piccolo c profondo con presenza di pus giailastro, cremoso. Si co mpl eta la to!ctt:l ampl i ando la bn:cc i a OjXratoria. Zaffamento ioJoformica. Un punto di ! utura iu alto Jella fer i ta retro rtUri.col:t r e. Ri s veglio norm:1lc.

1 aprile 1942 XX. Prima m edicatura. DOJJO un ri :uzo termico post -opcratorio ndle 4S ore (tempe ratura massima 38") l'infermo non ha avuto più febbre assicurando di sentirsi bene. Rimozione dalla ferita Jdlo zaffo che viene sostituito con guadrett i di garza sterile. _

Nelle mcdicature si è a\·uto agio di cons t atare come la breccia operatoria si r i puìi ' ' a della puruleuta t endendo a gran u lcggi are.

t 1 aprile 1942-XX. L'infermo ha la notte in sonne lamentandosi di dolori addominali e cefalea tcmporo -parietalc sinistra Temperatura 40", p. 92 Visitato d a un medico generico gl i fu riscontrato tumore di milza senza alcun al t ro segno clinico da potcrsi ad una Jctcnninata ma::.uia. Nei giorn i successi vi la febbre è continuata a mantenersi a!t:t con lievi mattutine.

15 ap rile 1942-XX. I Joluri all:t n:gione temporo -porìetalc continuano presentando esacerbazioni nell e ore nonurnc. L'ammalato rifiut:1 i l cibo cd a stento si rie5ec a nuirirlo con alimentazione liquida; si presenta molto Jbb:tttuto, qu:tsi io istato soporoso. La ferita mastoidea, suppurante abbond:lll t eme nte , presenta j.;ranubzìoni pallide c flacc;de. Con la speciilazione non si ri esce a mcttcrt· in evidenza alcun tragitto fistoloso; ma ti r;ca,•a la imprcssiouc dclb Ji o sso non huono nelle regioni pcriantrali. Lin gua umida. Alvo normak. :nunentata notevolmente di volume e di consistenza. Vaccino polivalente, sulf:tmiòici, mcJkllura umid:1 , an:1lgcsici per os, ipodermodisi di s'ero glucosato.

Esami di laboratorio. (Cap. m cd. prof. Lenti).

Esame tu·ine : Tra cce minime di :-. lbumin a. Nel seui mento: cristalli di acido un co r: di ossa Imo di qualche g!ohul., hi.mco, cellule epitelia li , pia t te e rotonde.

Ricerca prtrassita malarico, ripetuto più volte, negativa.

Formula /eucoci taria: polinucle:tti n c utrotìli 74 ''., , cosinofìli O, grandi mononucleati 6 ":. , forme di passaggio 1 ":,

Emocoltura: rw g:n i \'a.

SierodiagnoJi per il tifo, por:rifi c mdteme: ncgam·a.

Esame oculistico: negativo. Norm:dc h motilità dt:i globi oculari.

Esame radiografico del cranio, eseguito nelle proic7.ioni d i Stcm ers e d i Stccnhuis f:1 notare una intercssalltc la zona perilabir inti ca . Perdurando i disturbi si decide sottororrc l'infe rmo ad un sccondo inte rvento opcr:l tl ''0 per rc,·isionarc la breccia chirurgica ed e splorare la endocra nica, pr cv i:J

puntura lombare con la quale si es1rac c:rca 10 cc. cii liquor lim Fi uo, di press10 ne nor· male, e che all"esame album i no -citologico non fece nulla di patologico.

16 apri!e 1942-XX. Secondo atto operati,·o (Gritti, 13aron, Gozzi ).

Si prolw1ga il precedente 1a g!Jo dei tessuti molli in modo da ottenere, con gli un'ini divaricatori automatici messi in sito, una pi ù larga visione della regione oss ea su cui si intervi ene. Si rimuo vono le granulazioni. Si aprono le cellule periantrali pro· fonde che appaiono in preda ad u n proces so di ostcite. Si abbatte la zona intersinusofaccia:e e si ùemolìscc osso maln t o retrobhirimico, scucchiaiando i gruppi cellulari, sottolabidnli co , translabirintico e sop rala hi rint ico poste riore. Oaila lesione osteitica si è guidati ad aprire tutte le cellule cldb punt a ed .l scoprire parte della doccia del seno sigmoideo che appare nom1ale per colorito e pienezza. Si scopre inoltre la fossa cranica media senza notare alcuna altcr:,zi o ne a carico delb dura. Si abbatte la parcle laterale dell'aditus completando la radica le Ba gno di tintura di iodio della cavità operatoria Si zaHa co n garza iodoformica c si lascia aperta la ferita re t roauricolare . Risveglio normale. Non vomi10. Nei giorni seguenti al secondo int e r vento le condizioni gene rali c locali C:lcl l 'infc rmo andarono sempre m ig liorando. Scomparsa della febbre c dci do· lori temporo -parietali. Scarsissima secrezione dalla brecc ia operatoria che andava col· mandosi di buon tessuto di granulnione. La milza, molto ridotta di volume d presentava .a.lla palpazione più molle.

Dopo circa un mese dal stcondo intervento l ' infermo venne inviato in patria io \'ia di guarigione, per licenza di convalcscem.a.

Se riesce facile po r re la diagnosi di petrosire quando in un o perato di mastoidotomia, in segu tto ad un periodo più o meno breve di relativo sere, compare una sind rome identifìc.1bile con quella descritta da l Gradenigo ( suppurazto,ne, emicefalea omolaterale a tipo temporo-parietale e paresi o l isi de ll 'abducente) non altre t tanto può di rsi se tali segni patognomonici si .p rese n tanc incompleti, accompagnati da sintom i gencraJi modificati o da segni, non caratteristici, rilevabil i a carico di altri organi che modifica n d o il quadro clinico sv iano l'otochirurgo dall a -esatta valutazione dci disturbi riscontrati e quind1 dalla condotta da tenere.

Nell'ammalct;to di cui sopra sono stati riferit i i dati principali desunti dal su o lungò diano cli n ico e si apprende co m e, in decima giornata dall'intervento su ll a mastoide, :tbbia presentato suppurazione abbondante, proveniente l'antro ma.stoideo. c cefalea omolaterale temporo-parietale.

Q uesti due segni clinici, non fossero associati alla paralisi del VI, c he può mancare n eUa m età circa dei casi di petrositi, e la emicefa lea no n avesse un carattere nevralgico orbito-ocuJare o trigerninalc come mente suole verificarsi, potevano senz'altro orientare verso u na infezione profonda della rocca qualora non fossero stati prese nti un g rosso tumor e di m iJza e segni generali imponenti che non erano quelli moderati che in genere si osservano in tali affcy,ioni.

Un cri<erio diagnostico poteva essere tratto dall'esame radiog rafico che ha fatto vede re una mmorc trasparenza dei gruppi cellulari perilabirintici posteriori. A tale .proposito sj vuole ricordare come quasi tutti gli AA. siano

d'accordo ndl'attribuire a quest'indagine una grande importanza qua ntunque a mmettano che da so la non possa essere sufficiente a fornire elementi di i ndiscusso valore pe: le fa cili erronee interpretazioni cui può dar luogo. L ' indei risultati <i i un esame radiografico diventa a n cora più ardua, quando, co m e nel caso su riportato, si tt a ttcrà d i dover discernere la vela tuta di alcuni gruppi cell ul ari come es pressione di un processo osteomielitico o una reaziOne ddl a zone!! circostante all'osso recentemente operato .

P er le ragioni su esposte sembrava logico ch e si dovesse sospettare un a infezione di altra natura, sopravvenuta cau sal m cnte od decorso post-operato rio o una grave co mpb canza e n docranica di origine otitica.

La prima ipottsi fu esclusa con gli esami d i laboratorio che risultarono n eg at iv i per la malaria, tifo, paratifi, melitense e settice mia pioge na Non cos ì agevolmente si poteva escludere però una compartecipazione endoc ran ica, nono.stante chr. la punnrr a lombare e la f ormula leucocitaria av essero dato risulta ti normali, dato che, come è noto, la sintomarologia di tali complican ze la p iù varia e all e volte la più mu ta o incostante.

Qu es t ' ultima considerazione clinica giustificava la revisione della brecci a operatoria e l 'esplorazione deli'endocran io.

Fu solo col secondo intervento ope rativo poss ibile escludere l'eventualità di q uals iasi compl:canza di t al g ene re ed accer tarsi inv ece d i una infezione profonda della rocca limitata ai gruppi cellulari perilabìri ntici posteriori ; come è stato in seguito co n fermato dall ' ulteriore decorso cli nico dell'a mmalato .

Circa la presenza del tumore d i milza si è propensi ad ammettere che essa sia stata l'espress:one di fatti r eatt ivi to ss ici di quest'organo al focolaio osteomieliùcu.

Sul verificarsi di questo processo r.ogistico petroso non v'è dubbio che esso si sia determinato per estensione del processo suppura tivo deLl 'a ntro aiJe cellule labìrin ric he posteriori.

Il quadro clinico antecedente al primo inte r ve nto e l'osservazione operatoria rlur:mte la m as toidotom ia, che lasciava nota re una lesione esclusivamente ali 'a ntro, induce a supporre che la petrosite si sia sviluppata per effetto dell'interve nto stesso o m eglio l'intervento abbia r isveg liato focolai late nti, non a ttivi , di entità. tale da n on richiamare l'atte nzione dur:mte il primo att o. chiru rg ico.

P er quanto riguard a la te rapia chirurgica dell e petrositi e delle apiciti o, quando coesistono, di entrambe non vi è identità di vedute tra gli AA. Pe r tanto è d a ritenere ch e sia pr eferibile farsi guidare dalle lesioni senza attene rsi a regole fisse ch e vogliono limitare l 'este nsione del procedimento operativo. In alcuni casi poi, com e i n quello riportato, in cui la fenomenologia clinica è rilevante, diventa una necessità, per non esporsi ad un in su ccesso, esp lorare la cavi t à endocr anica e ciò per la frequenza co n la quale è dato di osservare a carico di essa comp l icanze dipc nJ en ti da un foco laio ostcomielitico della roccJ.

RIASSUNTO. - Viene riporl:lla la s toria clinica di un so ld ato orc:rato di ma stoidotomia nel qu:1le, in decima giornat:l (bll' int ervcmo, si verificò una sind rome caratterizzata da supp urazion e an t ral e obbondante, emicefalea omolateralc temporO ·JY.lrietale , f<! nomeni generali impone nt i e grosw ru more di rnil z::1 . T:1 le si ntomatolog ia, co mune 31 va rie affe zioni , fu po t uta c hiarire con di bbomtorio c con un secondo intervento op e rativo che mise in luce la preS<:n za di foco lai ostco mielitid perilabiri ntici posteriori. Seguono alcune considerazioni non prive d i i nteresse daJ punto di vi sta pr atico .

Z usA MMf. NFAssuNc. - Der unt e rbr e itc t die Krankengcsc hi c ht e eincs an Ma stoi dotomie operierten Solùatcn, de r zchn Tage n::1ch crfo!gte m Eingriff ein Krankh.citsbild darbot, das gc kcn nzc ic hn c t war durch eine r eic hlic he Verciterung der Aorrums, halbsc itigc K opfsc:hm c rzcn lx:sondc: r s in der Schlafe: Schci te!bc in Gegend, machtige All ge meinersc h e inungc n und ci n grosses Mil:zgcschwur. D iese Symptomatolog i e, die versc hi e d e oartigen ge mein sam i st, k o nme Ju rch Laboratoriumunter · suchungc n u nd durch einen erneuten Ein g riH wcrden, der versch ' ede ne os teo m yeliti sche H e rdc der hin tc rcn Lahyrinth gcgcn d aufdcc kte

An schl i cssend hi eran un rerbreitet d e r Ve: fasse r e ini ge Betrachtun gen , die , om praktischcn S t andpunk t aus nicht u ni r.tercssJnt crs.chein e n .

LA MORB I LITÀ DENTALE E PARADENTALE NEL NOSTRO ESERCITO

Nell'agosto del decorso anno, per or di ne delle superiori autorità militari, fui distaccato dir ezione di un ospedale da campo per svolgere un nuovo compi to in un organismo di nu ova formazione, !"ambulatorio odonto iatrico di Armata.

A differenza della ben nota odontoiatrica, di cui è provvisto il Corpo d'Armata, questo reparto assumeva carattere di una certa stabilità, avendo bisogno per il suo funzionamento, d i un local e a sede iìssa. Ris ervandomi di esporre più diffusamente in altro mio scritto la funzion e e il rendimento, traccio nella presente nota su basi st:a:tistico-cliniche il quadro della morbilità dentale e paradentale del nostro soldato, che, esa minato. in zona di operazioni, dov rebbe già un el e mento selezionato. Per tale motivo le cifre che balzano n ei dati statistici risultano veramente impressionanti e giustifica no in pieno la istituzion e di questi nuovi reparti odontoiatrici, che sono. per l'esercito di vitale necessità. Il presente studio, ùltre che mettere in rilievo questo lato J>anità militare, mi ha d'ato modo d1 confrontarlo con un altro da me condotto qualche anno. addietro su i . tubcrcolotici polmonari (vedi cc Studio stomatologico su 500 casi di tuberco losi polmonare », Riv. lt. di Stom., n. 7-8, 1937).

Il confronto è risultato ricco d'i dt:duzi one e porta un n uovo. contiibuto studio sulla patogcnesi della carie dentale c delle paradenziopatie.

I casi esaminati sono stati 300, dci quali 130 venuti spontaneamente all ' ambulatorio per cura, gli altri 170 non chiedenti visita. In rapporto all'età, vanno dai 20 ai 40 anni. Circa la pr<>venienza il numero maggiore è dato dal Distretto di Perugia, dovuto alla presenza di una divisione di detto centro di mobilit az ione, seguìto da quello di Frosinone, di Roma, di Orvieto per un totale di 85 casi; per il re: sto tutte le re gioni d'Italia sono ra pprescntate.

Carie dentaria. Pc:r s1mile affezio ne si è esaminato attentamente ci ascun dente, seguendo un criterio già adottato nell o studio sui tubercolotici polmonari, e cioè tenendo conto dei dcnri già perduti o spontaneamente o da estrazione per l 'affezione stessa , ed escludendo invece quelle forme molto

l j0° OSPEDALE IJA C:\MP O o ARMATA l'irc t wrc : copitano tlou. Al 1\1 u \K KI
l'rof. PAOLO Au \l'LSE, ca puano m .:d1co, d irctturc :unhui.Horio CJ<.i oOIOillriCu
3 - -
Giornale di medicina militare

supe rfi cial i, the avere ancora i ntaccato lo spessore smalreo s1 pres ent;mo con l'aspetto dJ macchie. Ed eccone i risultati: Denti mnn cami per car ie

carbti s\unmrt rl t!i deul i 111 3tu;an ti é c a riat i

\RCAT A SUPER I ORE

mancant i per carie

ARCATA l. ' FER IORE

Co m e si vede) i denti maggiormente colpiti dalla carie so no i 4 primi m ola ri ; simile concordanza si nota anche a ca rico dci secondi molari , pur essendo prece d uti per ordin e di frequenza da l primo prcmolare superiore di sinistra, dal secondo pre molarc supe ri ore di sinistra c dal second o premolare sup eri ore di destra . Completamente immu ni risultano l 'incisivo ce n tra le destro infe rior e) l'in c isivo btcrale destro i nferiore, il canino inferiore des tro . Sui 300 milit:lri esamin ati, 38 immuni <bi processo carioS<J . Si avrebbe perciò una percentuale di imm unità del 12,66 c ptr c0nscguc nza d1 m orb ilità del 87,34 !

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Denti
Denti
Denti Somm• dci
cnnti e cari ati Somma del dtntl manr.anri d
r in feriore
denti m•n
e ll ' arcnta s up<'-
f()R ,\ \lJ LA DE N 'I ARIA 1-;G"ill s l 7 ,. l ; ' :J l 2 l l l l 2 3 l l 5 l Il __ , .. l! l 2.11 ' l ., l l l 52 1H l 86 ' (>3 JS \1 l) ì s 5 }.J. 13 W -> l 8l :!I Ol l l) 18 i<l 17 l'l 2 7 l Il IO 81 () 20 11 2J l () l l l l - -- -- - - - - -- - - -- -2 1 117 1 w ;o 11 n 11 • 11 11 I n 61 109 Js '2 1 o5u l l
FORML' LA OE LL' AR ( AT A D EN1'..\R IA j - 8 -17---:-,0 -, 5 l 1 ,--; ,1 ,-.-,2 l 3 l 4 l 5 l 6 l 7 l 8 l -, l l 8 22 so '23 l :l 21} l 7 1/ 28 :!1 '23 () 2'J 7() ! l 15 :w Q ; o o o o o 11 1 (1 1 2 1 -- - - -- --- -- ----,!1 H '30 7 O O l ù :l l S 15 1'11 117 144 3 'i 4i ft
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Similmente al criterio seguito sullo studio della carie dentaria nei tubercolotici pol monari, i 300 soggetti in esame s: sono divisi in 4 gruppi:

l gt·uppo. Dentatura sana con qualche carie superficiale;

Il gruppo. Qualche carie superficiale con una sola carie penetrante;

Il! gruppo. Qualche carie e carie pem:tranti fino a 3 denti;

IV gruppo. Carie penetranti in p tÙ di 3 denti.

Mettiamo ora a confronto i 4 gruppi dei 300 militari presi in esame co n quelli di 250 tubercolotici di sesso mascbtle.

CARJE DENTARIE DEI MILITARI:

I. gruppo n. 51 con massima frequenza a 2 1 anni.

II. gruppo n. 46 con mas sima frequenza a 27 anni.

III. gruppo n. 70 con m assima frequenza a 25 anni.

IV grnppo n. 133 con massima frequenza a 28 annj.

CARIE DENTAR IE DEI TUBERCOLOTICI :

l. gruppo n. 4!> con massima frequenza a 25 anni.

II. gruppo n. 43 con massi ma frequenza a 25 anni.

III. gruppo n. 48 con massima frequenza a 24 anni.

IV. gruppo n . 101 con ma ssima frequenza a 30 anni.

Dal confronto si può dedurre che l'andamento dd procèsso car ioso sia nei militari che nei tubercolotJci è presso che eguale. Sia negli uni che negli altri il gruppo più numeroso è dato dal quarto, cioè dove la carie si present.:l più grave e diffusa. Anche la massima frequenza rispetto all'età si aggira intorno ai 30 anni nel quarto gruppo, menrre n egli altri oscilla ad età inferiori; il che i nduce ad ammettere che indipendentemente da una ev·entuale tubercolosi polmonare, il processo carioso si va sviluppando man m ano che si avanza con l'età fino aì JO anni: valida tesi per sostenere giormente ciò che avevo. già affermato, essere cioè il processo carioso non influenzabile dalla infezione tubercolare. Con ciò cade l'ipotesi sulla decalcificazione dentaria nella tubercolosi come fattore predisponente al processo carioso. Già non è stato possibile dimos trare categoricamente che il processo carioso presupponga di necessità una decalcificazione e si è solo zato, per via puramente induttiva, che essendo i tessuti duri del dente moko ricchi di sali di calcio ed essendo noto ch e in detti tessuti un ricambio minerale potesse un metabolismo deficitario portare ad una dimi nuita di resistenza. Ipotesi pura e semplice, non suffragata da positivi da? spertmentali. mentre tutto fa supporre eh :: il meccanis mo immu nitario det tessuti duri del dente, pur essendo diverso da quello di a l tri tessuti,

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ccbba essere, al pari di tutt i gli altri, molto c perciò molto oscuro. A me è sembrato, nei mi ei studii sulla encefalite epidemica e sulla ulcera gas tri ca, do.ve si può presentare quella sindrome da me defini ta odontomalacica, secondo cui si ad un quadro morboso che: s"inizia con una mac chia bianca dd colktto e termina con la perdita dcll"intera coro na dcnta ri.a a volte in vo lge r e di tempo fìno alb dell'intera dentatura, che non fosse estraneo il ststema ncr vcso centrale nell"altcrare il metabo lismo ,dentario, portando di conseguenza un depauperamento c con ciò una diminuita capac ità di resistenza di fronte ai comuni germi della bocca, che dallo stato saprofitario passerebbero a quello parassitario. E' certo c he l a dottri n a parassitaria o la chimico-parassitaria ha fa tto il suo tempo, e nemm eno glorioso., qoondo si, consideri che non si è riuscito mai a dimostrare spe rim en ta lment e la specifici tà un determinato agente microbico. Ma vi sono dci fani clinici nel processo carioso che superano di gran lunga qualunque dato spcrimenta.le c fanno vedere chiaramente come è nell 'inti mo dcll 'organ :smo e non nd mondo ester no che va ricercato il complesso e quanto mai osc uro meccanismo patogenetico, e come quello da me indicato, il nervoso, al quale si per il meraviglioso concatenarsi dei fenomeni in natura , l'endocrino, il vita mini co, l'attinico (vedi la u T eo ri a ncurotrofica patoge n ctica della carie dentaria )) la « Stomatologia )) ' n. 3, 4, 5, 1928), n on possa che rappresentare so!tanto il filo co nduttor e . Simili fatti clinici ubbidi sco no alle seguenti leggi:

1 " - La sistematicità della carie dentaria. Noi abbiamo veduto nella statis tica dei 300 casi presi in esame come i primi molari siano i più colpiti per la siste rnaticità del fenome no anche i prem o lari e seco n di molari .

2" - La simmetricità della carie deutaria, fenomeno anc he questo già noto come il pr imo. Nei nostri 300 casi h o potuto osservare la carie simmetrtca in ben 140, ossia circa nella metà dei casi .

3• - La periodicità della carie dentaria. Confrontando l'anda mento dd processo carioso nei militari e nei tubercolotici, ossia in individui sani e malati, abbiamo veduto come esso segua approssimativamente lo stesso sviluppo , raggiungendo ;) massim o d'ella gravità e della frequenza verso i 30 anni. Ciò dimostra che indi pende ntemente da una malattia infettiva grave, come la tubercolare, che è quelb più chiamata in causa come malattia decalcificante e tl uindi .favorevole allo svi luppo della carie il processo carioso segue il suo corso, direi quasi fatale, svilupp::md<..-.si n ell'età giovanile c toc,:ando il suo vertice verso i 30 anni.

Chi guarda a questi fatti clinici con occ hio adusato alla critica n on può assegnare ch e sc arso valore ali 'eziologismo esterno mi c robico , dove, come abbiamo già detto, non si è potuto nemmeno individuare l 'ipotetico ge rme, r> a qu :dunquc: altra causa esogena che potesse compiere il miracolo di co lpire: i denti sistematicamente, simmetricamente, periodicamente.

Da quanto siamo ve nut i esponendo si d eve dedurre c he il complesso patogenetico va rice rcato nello stesso organismo.

Abbiamo già fatto cenno al valore da attribuire al sistema n e rvoso, come, Jltrave.rso l'osservazione clinica eli due m a latti e, l'encefalite epid emi ca e l ' ulc era gastrica, mi è parso di evid enzia re. Con tale riconoscimento, con l'ammettere cioè il sistema nervoso come sovrano r ego latore di m o lte funzi oni organiche, fra le quali la trofica a carattere djrei quasi univ e rsale, noi1 metti amo l'organo dentario in intima armonia col restante organismo, svalorizzando in tal guisa qu e ll 'a uto nomismo cellulare, che già ebbe il suo periodo aureo nel campo ddl 'anatom ia patologica. Di guisa che nel n os tro caso concreto del processo carioso noi vediamo non solo una diminuita capacità di res iste nza cellulare, uno :- tato cioè meioprag!ço locale, ma vediamo anche come simile stato debba mettersi in rapporto con lesi oni o anche con se mpl ici disfunzioni del sistema nervoso. Con la partecipaz ione dd sistema n e rvoso al trofi smo d entario noi possiamo la simmetric ità della carie; pe r la sistematicità della carie debbono agire dei fattori compl essi a noi ignoti, per quanto il sistema n ervoso dovrebbe costituire sempre il filo conduttore per i legami che lo uni sco no a quell'altro meraviglioso che è l'endocrino. Come il sistema nervoso è quello ch e regola l 'universale trofismo organico, così l'endocr ino è il supremo regolatore dello sviluppo: le g hiandole endocrine ci fanno c rescere, maturare , invecchiare. Come non ammettere la loro influenza , anche se ce ne sfugge completamente l ' intimo m eccanismo, nel determinismo dell a sistematicità della carie, quando be n si conosce una precisa cronologia di del sistema dentario ? Possono i premolari e molari essere più suscettibili a cariarsi perchè quel detennin ato pe ri odo dello svi luppo dei rispettivi germi dentarii può coincide re con una fase critica dei rapporti interormonici. E lo stesso di casi della periodic ità <Iella carie. E ' un f e nom eno m e raviglioso anche qu es to, di assistere al maggiore sviluppo della carie verso i 30 anni. Abbiamo già veduto co m e il fe n o meno corra parallelo nei sani e nei tubcrcolotici. Que s1:o fatto scaturitomi dal confronto nello st udio dei due g ruppi, dà una spiegazione ad un fe:nom <:no che mi sembrava par<tdossale, essere cioè, come riferivo nel citato m io srudio. 5 00 casi di tubercolosi po lmonare, l a tube rco losi polmonare e la ca ri e dentaria invcrtsamento proporzionali in rapporto allo stato di gravità. E' che il periodo della maggiore gravità n ell a tubercolos.i polmonare, sec ondo la mia stati stica del già ci tato stud io , è al dis o rto dei 23 anni, mentre C)UCilo della carie è intorno :1i 30. Nella s!cssa tubercolosi polmon:uc, O\'C n o n vi è sorta di dubbio su l suo ez io logismo mi crobi co specifico, il terorganico, di fronte ai fatti clini ci che la sola ba t terio logia e ra incapace di interpretare nel loro gius t o va lore , ha attirato se mpre di p i ù l 'attenzione degli s tudiosi, dando quasi. l ' impre ssione di un cam min o a ritroso, m e ntr e in realtà non si fa che avanzare sempre pi ù profondamente ncll'ind:lgLne, Fmo ad inverrjre il concetto secondo cui la malattia infettiva non è tanto

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sostemt ta dalla virulenza del germe quanto dalla recetttv .ta dell'organo. E wpcrato ancora il co ncetto di loca lizzazione, in quanto non vi è cellula dell'organismo che possa vantare autonom ia assoluta, sia mo costretti a ponare la nostra inda gine sull'intiero organismo Di qui la dottrina costituzionale, fondat.:t da l ppocr:tte padre della medi ci na, e rifiorita specie in virtù di di_.. nici italiani. Lo studio sulla cos tituzi one porta con sè inevitabilmente quello sulla eredità, con turti i suoi gravi c ancora insolut i problemi, onde appare ben mi ser a cosa la nostra opera, quando man mano che si sak per l'erto della ind agine sc ientifica vediamo l'o.r izzonte allargarsi smisuratamente. E non è :tffatto vero che la patologia dentaria possa presentare quesi ti più semplici de ll a patologia d i· qualunqu e altro organo, perchè ogni c<.: llula , og n i tess uto, og ni organo, ogni SLstema ubbidisce alle me de sime leggi c he governano la vita dell'inte ro. organi smo. Per quanto concerne J.a carie de ntaria, dci fenome ni sogget ti a'IIe tre leggi già ricordate della s ist emari c ità, simmetricità e periodicità ci porterebbe inevitabilmente aci affromarc problemi gravissimi cos t ituzione e sull 'eredità, e cioè molto il che non è nel pro6'Tamma de: presente studio. Ma oso appena acce nnare ad un qu es ito che sorge alla mia menlte: ammesso cioè che: la ca rie dent::tria come del resto è opin ione di qualche st udi oso, sia malattia ertditaria, si potrebbe ammcttert a nche che l 'e red itarietà non si manifesti come st"mpl ice predisposizione, ma come lesione stabile, irr evers . ib ile. E se l' ipotesi corrispondesse al vero sarebbe un gravissimo segno involutivo, in virtù della legge biologica se condo cui un organo che non risponde più alla propria funzione è desti na to prima a d ege nerare e poi a perire. Nè l'ipotesi è ecces sivamente ardita quando. appena si rifletta che l ' umanità attraverso i m illenni e con il vivere non più secondo le esigenze della vita primitiva, ha limitato sempre di più la funzione masticante del sistema d en tario. Altro ché ricerc a re le condizioni causa li della àrie, o in un ipotetico germe specifico, o nelh igi e nica della bocca, o in deficienze vitamini che, oppure ar moniche oppure ner vose! Se la carie dentaria rappresentasse realmente un fa tto i.nvolutivo., irrcversibile, ereditabi le, ogni profilassi indjviduale sarelbbe vana ed unico rimedjo non per l'uomo singolo, ma per l'intera umanità, sarebbe quello di restituire al sistema d entario la sua funz ione e attender ' ... àci millenni. Simili considerazioni, se possono apparire fantastiche da un lato. c i portano ad una conseguenza pratica d 'o rdine immediato. c cioè: la migEore cura di conservare i nostri d enti è di masti ca re , masticare, mastica re, magari 33 volte per og n i boccone;, come consiglia medicina joga. La m:tstica zione oltre che mantenere lo stimolo fisiol ogico trasmettendolo o.i cen tri ner vos i, e confere ndo a detti centri il tono mdispensabile per conservare la funzi one trofica, attua una naturale pulizia della bocca, liberanèo la d a i de triti alimwt.tri, c he costituiscono il terreno più favorevole allo s viluppo dc i germi. La puli zi a della bocca de ve essere co mpletata dallo spaz7.olamcn to dei denti.

Di misure profilatticbe, oltre le due già cit.tte, che per k ragioni anzidette non possono conferire l'immunità assoluta alla carie, se ne suggeriscono dePe altre, come la somministrazione di sali di calcio, di prodotti ormoruci c vitaminici; ma per le medesime ragioni non possiamo attenderci nulla di nettamente favorevole, come purtroppo l 'esperienza dimostra. Molto, anz i moltissimo possiamo attenderc i invece dalLa cura conservativa, mediante l'otturazione della cavità cariosa. L 'ott urazione, fatta s 'i ntende lege artis, impeJisce alla flora microbica di trovare nella cavità d el de nte l 'a mbiente ideale per il suo sviluppo e di pa ssare quindi dallo stato saprofitario a quello paras-

dando modo e tempo sdficientt :1i restanti tes;;uti s:1ni t.i 1 djfenJeni ulteriormente dall'attacco dei germi. La difesa naturale va diminuendo man mano che dai tessuti più duri e calcificati d ello smalto, si passa a quelli dentir_ali, ed in fine alla polpa . A qu esta il processo (arioso non dovrebbe ma i arrivare per il tempestivo mtervento riparatore. Ma purtroppo non è così. Si sono già riportate le eloquenti cifre dci denti mancanti per carie o cariati. Si è potuto constatare anche nei nostri soldati che pochissime erano le bocc he curare: sui 300 presi in esame, soltanto 29 ossia appena il 10 % prescnmvano segni di cura conservativa con denti otturati, qualche capsula e qualche raro apparecchio di protesi ! Il cbe dimostra che n ella massa del nostro popolo ancora non si è formata una coscienza odontoiatrica tendente alla conservazione della salute: perchè rit e ngo e sostengo che molto noi possiamo contribuire per il benessere fisico dell'intero organismo, e tanto più salutare sarà la nostra opera quanto più precocemente potremo intervenire, ad evitare che i comuni germi saprofiti deUa bocca, una volta vinte le barriere costituite dai tessuti duri del dente ed invaso l 'organo pulpare, proseguano indisturbati il loro cammino oltre il forarn e apicale , stabilendo quei focolai settici, che ormai non solo attraverso l 'i ndagine clinica e radiologica si sono d imostrati numerosi, ma anche tutt'altro che innocui come ancora qualche retrogrado potrebbe -superficialmente ammettere. Onde si deve ritenere che la nuova istituzione di questi ambulatorii di Armata è tra le più saggie e benefiche.

Paradmziopatie. Seguendo la terminologia moderna le paradenz iopatte abbracciano tutte le manifestazioni , sia a carattere infiammatorio che distrofico del parad e nzio, che è quel complt:sso anatomo-funzionale costituito dalla gingiva, dal periodonto , dall'alv eolo.

Come prima impressione si è potuto constatare c h e il paradenzio del soldato generalmente si presenta sa no. Ho voluto altresì, anche per simili affezioni, fare tl confronto coi tubercolotici e dividere le paradcnzioparie nci 4 grupp t :

1" - Paradenzio sano.

2" - Gengivite marg inale con tartaro.

39
!.Ìtario,

3u

- Gengivite marginale senza tartaro.

- Scgn• evidenti di paradenùte o paradentosJ.

Mctti.::tmo ora a confronto il paradcnzio dei soldati con quello dei tulx:rcolotic i :

l gruppo Paraclcnzio sano:

Il gruppo. Gengivite con tanaro:

Militari Tubercolotici .

Il l gruppo. Gengivite senz.a tartaro:

Militari

.

IV gruppo. Para <.lt: ntite c paradcnt osi : Militari

.

Quali dati si possono trarre dalle suesposte cifre ? Innanzi tutto si osserv a che sia nei mjlitari che nei tubercolotici il gruppo più numeroso è dato dal primo e cioè dal paradenzio sano. Vi è però una superiorità netta nei militari, ove su 300 ve ne sono ben 264, mentre nei tubercolotici su 250 ve ne sono 8G con paradtnzio sano. Vero è che l'età limite massima nei tubcrcolotici si spinge oltre i 6o anni e si sa come le affeziont del paradenzio si fanno più num erose man mano che si passa dalla gioventù, alla maturità., alla vecchiaia, mentre nei militari si sp inge solo finu a 4 0 anni, ma ciò vie ne compensato dal limite minimo che mentre nei tubercolotici scende fino a 10 anru, nei militari invece si ferma ai 20. Inoltre vi è da consjderare che h maggior parte dei tubercolotici sono giovani. La netta superiorità del numero del I gruppo nei miJ itari va naturalmente a scapito degli altri tre, ma specie del II e ancora di più dd III, ovc si notano appena 3 casi, m en tre nel lV è più numeroso, ma sempre molto inferior e al corrì<;pondentc gruppo dei tubcr colotici. Per concludere, volendo tradurre le cifre potremo esprimerci così: nei militari il paradcnzio si presenta sano nella quasi totalità <.ki casi, pochi i casi di gengivite da tartaro, pochissimi di gengivite non da tartaro, qualche caso di paradentosi e paraclentite; nei rubercolotici il parasano for ma il gruppo p iù numeroso, anche g li altri gruppi però sono bene rappresentati. D a quanto esposto si deve ammettere cl1e il paradenzio

Militari Tubercolotici
Tubercolotici
Tubercolotici
N. 264 8() 12 70 21 s6 Età, da a 20-40 I O -)4 21-38 19-49 27-28 IB- so J; rt"qU ( IUa mit$'$ÌIIU :li- 26 23

nella rub erco.losi presenta una maggiore morbilità che nell 'o1ganismo sano e in simile morbilità non deve rimanere estraneo il bacillo di Koch. M a quale il meccanismo patogenc-tico, quando pur si constata una percentuale altiss:ma di gengiva sa na nel! 'o rganismo rubercolare e nell 'età giovanile? Nel mio già citato srudio sulla tubercolosi polmonare così concludevo: « •.. Gi acc hè fattori di esclusiva origine esterna non possono ammettersi, perchè abbiamo veduto, ad t' sempio, come siano numerose le geng:viri senza tartaro negli ammalati di tubercolosi, devono agire fattori e nd ogeni anc h e qui molto complessi, nei qual i se il bacillo di Koch ha la su-a influenza 'S-Ì potrebbe ammetterla con un meccanismo di azione toss1nica elettiva verw il para<Ìenzio, considerato questo come organo emuntori o. In altri termini le sindromi paradentarie ncll 'organismo tubercolare non sarebbero che l'espressione patologica di uno stato tossinico genera le, per cui i tessuti gengivali avrebbero perduto lo stato immunitario che ordinariamente hanno per potere funz ionare da organo emuntorio ... » .

ln un periodo successivo i JU.Jei srudi mi portarono a stabilire che il paradenzio, come organo emuntorio, non solranto. è soggetto a cimentarsi continuamente con sostanze orga n iche -di rifiuto, rappresentate in gran parte complessi proteici non degradati, come potrebbero essere le tossine ru .bercolari, ma anche con un germe, ospite abituale della bocca, uno streptococco anemolitico, che ho repertato costantemente nella co mp agine dei tessuti gengivali. La stato immunitario naturale del paradcnzio, per l'azion e patogena combinata di s imil i fattori verrebbe a rompersi dando luogo ai var ii quad.ri infiammatorii, c he non possono essere interpretati se non come allergici, per una serie di considerazioni c he non è qui il c,aso di esporre. La conferma a sim ile concezione è data dal confronto fra sani e tubercolotici. Negli individui sam i fattori esterni , sia chimico-fisici come il tartaro, che batterici come lo streptococco, poco o nulla possono i n cidere sulla notevole immunità naturale dei tessuti paradental i ; difatti noi vediamo che su 300 militari vi sono appena n casi di gengivite da tartaro, mentre su 2 50 tuberco1otici ve ne sono 70, e corrispondentemente 3 soli casi gengivite senza tartaro rispetto a 3& nei tuber colo t ici. Ciò vuoi dire che l ' elemento batterico rappresentato dallo streptococco può diven ire p atogeno in determin ate circostanze, come nella h1bercolosi polmonare, il che come è noto ha avuto già l:a ma conferma sperimentale. ·

Nei militari, contrariamente a quanto si è constatato p er la car ie J cntaria, le paradenziopatie nor. possono destare al larme per la minim a perce ntuale. M a quei rari casi che si presentano all'osservazione, specie se gravi, sja sotto l'aspetto di piorrea alveolare c propria , dovrebbero essere pres i irL esame con la mas si ma considerazione; pcrchè il piorr o ico non presenta una malattia locale, bens1 è egli stesso un malato, e come t;tle esi ge di essere s tudiato e curato e, se del caso. allontan:tto dalla vita militar e. N on è so ltanto la tubercoiosi, o per meglio dire non è solo il terre no tub e rcolare atto allo sviluppo

delle paradenziopatic, ma vi sono tante altre ma lattie o semplici disfunzioni ol'ga n iche che possono rompert: 1'equtlibrio imm unitario paradentale: ho tracciato un elenco in un mio . studio dal titolo << Piorrea alveolare e infezione focale » (vedi la « Stomatologia itaLiana » , n. 6, 1939), ove i tre sistemi pitl ìncrimjnati sono l 'i ntestinale, il rcna]e e le sierose. Quando ci troviamo d1 fronte ad un militare affetto da una forma grave di piorrea alveolare abbiamo il dovere di tsaminarlo e studiarlo da un punto di vista non strettamente specialistico, ma clinico generak, e procedere agli opportuni p1 ovvedimenti del caso.

CONC LUSIONE.

I 0 - Su 300 militari esaminati in ;oona di operazioni dai 20 ai 40 anni p10venienti da ogni parte d ' Jt nlia si è potuto osservare che la carie dentaria raggiunge l'S7,34 'io . Dei denti i maggiormente colpiti sono i primi e i secondi molari, i premolari superiori cd i secondi premolari inferiori. Completamente 1mmuni risultano l 'incisivo centrale e e canino inferiore destro.

2 ° - Confrontando il presente studio con un altro condotto sui tubercolotici polmonari risulta che l'andamento del processo carioso sia nei militari che nei tubercolotici è pressochè 't' guale, e l a carie più grave e diffusa si pre!>enra verso i 30 anni. Ciò induce ad ammettere che la carit dentaria non è influenzabile dalla infezione tubercolare. Verrebbe pertanto esclusa l'ipotesi che la tubercolosi polmonare porti ad una decalcificazione dentaria.

3° - In base a precedenti studi sull'encefalite epiderojca e sull'ulcera gastrica; in base anche ai dati statistici del presente lavoro, si mettono in evidenza le 3 le ggi che governano il processo carioso: 1) la sistematicità; 2) la sim metri ci tà ; 3) l a pcriodicità della carie dentaria. Simili dati clinici e statistici inducono ad assegnare scarso valore alreziologismo esterno rojcrob ico, mentre avva lorano m aggiorme nte la teoria neurotrofica patogenetica della c:Jrie dentaria.

t( - In base a considerazioni d.i ordine biologico ·sulla costituzione e sull'e redità , che possono aver e la loro inf1uenza nel determinismo della carie dentar.ia, ogni misura profilattica individuale sarebbe insufficiente. Qualche risultato può essere ottenuto daPa funzione;: masticante eseguita metodicamente, :: dallo spazzolamcnto dentario.

5" - La cura conservativa mediante l 'otturaz ione rappre-seoc1 una necessità g:ustificando in pieno la nuova jstituzionc dell'ambulatorio vJontoiatrico d ' Armata.

6" - Se :si confronta il paradenzio dci m ilitari con quello dei tubercolorici, si nota una maggiore morbi 1ità a carico di questi ultimi. In ciò non sarebbe es traneo il te rreno, nel senso che il paradcnzio , come organo emun-

torio, subirebbe gli s timoli patogeni delle tossine tubercolari per via endogena da un lato, e di uno streptococco anemolitico per via esogena da ll'altro: germe repertato co stantemente nella compagine dei tessuti gengivali e, secondo l'A. , fattore allergizzantc, che con la sua attività biologica annullerebbe il potere natura!<: Immunit-ario dei tessuti para-dentari.

7'' - Nei rarissim i casi di paradcntosi e paradcntiti che possono verificarsi fra i militari , specie se giovani, è imprescindibile compito pro.ederc ad un accttrato es ame n on solo ddla bocca, ma dell'intiero organismo, p er scopri re eventuali sofferenze in cons ensualismo pa tol ogico a car.ico di altr i organ i, come l'apparato intestinale, ii respir atorio, le sierose.

- L'A., come dirig\:ntc di un ambulatorio odontoiatrìco di Arm:lta in 7.ona di operazioni, ha Yoluto studiare b morbili!l d e ntale c parallentolc su 300 milita ri d ai 20 ai 40 anni , provenienti da ogni parre d ' ltal!a. b car:e dentaria è risul · tata una percentuale che g iu st ifica pienamente la nuo,·a istituzione. Confrontando il presente studio con altro a11alogo condotto su malati di tubercolos i poi· monarc ha potuto stabilire che il procesw carioso segue presso a lo stesso and:Jmcnro, con un massimo di frequenza c gravità verso i 30 anni, il che induce ad am · mettere ch e l'infezione tubcrcobrc non i nH UJ sce sul meccanismo patogcnetico della carie, da r:ce rcarsi in f:lltori biologici ed organici complessi, dei quali l ' A. ne indica la trama. Circa le paradenziopatie ne rileva la scarsissima e\·enienza nei militari in confr onto ai tubercolotici, donde trae alcune deduzioni di ordi ne biopato logico, che tlovreb bcro indurre ad un acc urato esame o ltre c he loc:Jic nei casi anche se rari , di forme diarroiche gravi in militari gi ov ani.

ZusAMMENFASSIJNG. - I n sein er Eigenschaft al s Lt:i te r des zahnarztlichen Ambula · to riums einer Fcldarmee, hat der Verfas ser Ge lege nheit gehabt bei 300 aus alleo Gegcnden ltali cns stammenden Militarpcrsoncn im Alter von 20 bis 40 Jahr en die ver· schiedensten Formen der vorkommenden de ntalen und paradenta!en Erkrankungen zu studieren. Be ziiglìc h der Zahn.k a ri es hat er festgestellt, dass der Hu ndertsatz dieser E r krankung 87, 34 % aller Falle ausmac h t, die Schaffung der neuen E.inrichtung vollauf gerechtfertigt erscheint. Ein Vergleich di eser Unters uchung mit einer Ah nl i · c he n, die sich auf das Vorkommcn der Lungentuberkulose bezi e ht, hat ergcbcn, dass cle r Kariesprozess dic gleic!he Entwicklung nimmt und der H ohcpun kt der Frequen z und Schwcre um das 30 Lcbensj a hr herum liegt, woraus gesch lo sse n wcrde.n kan n, dass die Tubcrkulose -Infektio n den pathogenen Prozess der Karies nicht bceinflusst; dieser ist dagegcn d1er aut komplexe biologische und organische Fak1oren zuriickzu:fi.ihren, dcren Unterlagen von dem Verfasser aufgczeigt werden. In hezug auf die Paradontiopath 'en, hebt der Vcrfasser deren se ltenes Vorkommcn bei M ilirarpcr · im Gegens:11z zu den Tubcrkulotikcrn , h e rvor und en twickclt hicraus g ewisse b i opath ologische Schlussforgerungen, die in den, wenn auch seltenen, F5llen schwere r Pyorrh6e der Jugendlich en, eine cingenh ende All gcmcin un te rsuchumg neben der L okaluntersuch u ng, veranlasscn sollten.

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LA D1AG NOS1 DI EPILESSIA

lN \ •1EDICINA LEGALE MILITARE (1\0TA PRATICA)

La Medic ina legale militare d ev e asso lv ere l'arduo co mpito dt discrim inare c di sel ezio nare gli element i militari ch e per qualsia si motivo risullin o inidonei al loro arruol a m en to od alla continuazione del loro serv ;zio.

E' indubbia l'alta pt;eparazione richiesta all 'uffic iale med ico , sia per guanto r iguarda b cultura che il tecnicismo pratico, nell'espletame nto di tutte le questioni diagnostiche ch e gli si pre: emano.

Il co lonnello medico Raffa ele D ' Al essand r o esattamente definisce: «per la frequ enza, la complessità e l'importama dei problemi suddetti l'ufficiale. medico può con sider a rsi come un perito in permanenza, esse n do eg li depos itario di interessi individuali, m ilitar i e socia li imp ortanti ssi mi >>.

Fra questi probl t mi , investenti in pieno la r esponsabili tà del per ito militare, risulta in primo pi ano la fr eq uen te di formulare con certezza una sollecita diagnosi di epilessia.

Dall 'art. 29 dell ' elenco A è l 'i n abil ità p er m anen te al servizio militare inc ondizionato all'epilessia , nelle sue varie forme, la quale sia accertata mediante la constatazione di accessi o di epi so di comiziali, motori. sc n sorii, sensoriali, psi ohici, ecc., o del caratte re epilettico, mercè l'esame antropol ogico-c lini co e psic o logico, co mpl et a to dai dati ana mn estici e dat i·apporti informativi.

In dubbiamente per chi ha bu rma prati ca n eu r ologica non può essere difficile diagno s ticare s ia j J tipico accesso convulsivo ge ne ralizzato, sia le co nvu l si o ni parziali o jacksonian e, s ia gli accessi di pi ccolo male ed i relativi equivalenti epil e tt ici. L a s imula z io n e dì detti distu rb i ncvrologici può essere tentata, ma ad un atte nto es ame rivela sempre caratteristic h e negati ve o p e r lo meno contradditoric. Si può dire che la totalità d c i simulatori si ori e nta verso l'acce sso convulsivo t ip ico: esso è più f acile ad eseguirsi , pitl rb ssico, p iù ben delimitato nelle varie di attacco. In vec e la si mul azione del pi cco lo male e d eg l i equival e nti e pilett ici r ic h iedono grande abilità, cnHan z a , p e rfetta interpret az ion e d ei s i nto mi c· sopra tutro l ' :wer avuto a lun go .-cmtatto con m al a ti con s imil i.

OSI' I n \1. 1. S. \\ ICoU co l., n n,. Ilo mnls.:u lll<l 111 R '' "' 1 11 <.ispr dttft: .\'t:umplit Ùi o l l ruo ProJI ' I!J(Ui/c Ru nii iiiJi l (Cuneo) (; l(J'·" ' I ll iOR<,\Ril LU

Ma anche per l'accesso epilettico tip ico il sìmulatore può essere correntemente smascherato poichè gli vengono a mancare le basi neuro-organi dhe del suo male. Infatti nell'accesso simulato man cano i sintomi prodromic i delle varie specie di aura; l'iniziale caratteristico grido epilettico e La caduta sono quasi sempre imitati in mo do difettoso; il volto n on diviene pallido; il polso si mantiene pieno e freq u en te; presenti il riflesso pupillare, la sensibilità cutanea e muscolare; il perì cdo convulsivo è troppo prolungato risp etto alla norma ed è quasi sempre simmetrico bilateralmente nelle contrazioni muscolari; al termine delrattacco il respiro, jl pols o, il colorito del volto mancano delle loro peculiari caratteristiche.

In tale modo è relativamente facile al medico la constatazione di un accesso epilettico per quel che ne riguarda la autenticità o la simulazione.

Ma in pratica le cose si complicano alquanto. Anzi tutto la frequenza àegli accessi può essere rartssima, con periodi intervallari anche d.i un anno o p iù. Inoltre la pres enza del medico al mom ento della convulsione è diffiulmente te mpes tiva per quanto accurato ed immediato sia il servizio di guardia medi ca. In g enere il me dico arriva, e non per colpa sua, troppo in ritardo ?er wgliere tutte le fasi ed il fidar si dell e rela zio ni del personale infermiere non è molto prudente. Queste difficoltà poi si aggravano n d caso d ei simulatori: costoro, si può dire, sanno scegliere sempre il momento opportuno della minore efficienza del controllo organizzato ospedaliero per inscenare la dimostrazione del loro mal e.

Per ovviare a questi inconvenienti ed a queste incertezze nel R eparto neurologico militare del nostro ospedal e si è cercato di giungere, se non alla diagnosi d i epilessia , almeno a quella di costituzione epilettica.

Risulta evidente (Busca.ino) la g rande importanz a dei fattori predisp on en ti che imprimono all'individuo la costituzione epilettica, cioè il tristt privilegio di reagire a cause preparanti, facilitanti e determinanti con la scarica accessuale epilettica. Mancando i fattori predisponenti ben difficilmente le altre cause epilettogene potranno f<>rzare 1'individuo sulle sue resistenze costituzionali tanto d a renderlo epilettico.

Numerosi sono i mezzi pro posti per l 'indagine epilettogena, cioè capad di risvegliare la sca rica ,convulsiva in ind ivi dui costituzionalmente affetti da tara epilettica.

Però sinora non è stato escogitato nessun m ezzo di prova tale da imporre risultati ineccepibili per un a diagnosi di certezz a

Nel nostro reparto neurologi co si è creduto oppo rtuno istituire tutta una serie di ricerche e di prove, in base alle quali i dati ottenuti offrono quas i sempre un quadro di orientamento discretamente prec iso.

Ai militari in discussi o ne sono praticate, ad inte rvalli di tre-qu attro giorni, le segt;enti prove considerate le più attive fra le tante proposte:

1° - da carico con combinata di estratti di lobo r<" di ipofisi (Daneo , Stcfanacc i, Borgare llo) . Al mal a to, a digiuno, si som-

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ministrano grammi 1000 di acqua per os e contemporaneamente si inietta una fiala endomuscolo di T onephin (5 U.) ocl altro preparato consimile (Neuroipofisasi, Pittuglandol, Pituitrin, etc.).

Questa prova è fondata sulla constatazione di fatti clinici, terapeudci , sperimentali, i quali fanno risultare !n modo evidente che la ripetiziont: degli attacchi co nvulsivi è molto e fr equenteme nte in rapporto ad un particolare stato di idratazione deJl"organismo. Sbilanciando ancora più qu esta alterata situazio n e id rica n egli epilettici con somministrazione d 'acqua che viene bloccata con un preparato antidiuretico, il soggetto in esame può essere portato allo stato accessua le clhe in genere si verifica entro una-dieci ore.

Questa prova è veramente buona per il fatto che l'accesso si può provo<.are in modo qua si esclusivo solta nto in individu i certamente epilettici dal lato cost ituzi onal e, però non in tutti gli epilettici (la percentuale è bassa IO %).

2.0 - La prova del cardiazol. L 'introduzione endovena di questo medicina le io soluzione al 10 "% a dosi opportunamente alte (6-12 cc .) e con speciali tecnici determin a in pressochè tutti gli individui normali un ;tecesso convulsivo. Se però noi limitiamo la dose a due -tre cc. non è possibile p rov ocare la cr isi, se non in un numero molto limitato di individui.

A queste dosi ridotte numerosi AA. (Cola pietra, Ventri glia, Chiodi, Angri sani, ccc.) ottennero convulsioni con la fr equenza media del 7o-85 % negli epilettici e del 5-15 % in altri malati affet ti da malattie organiche del sistema nervoso centrale. In individui costituzionalmente sani è fortuito osservare che il Cardiazol e ndov enoso alla dose di 2"3 cc . provodhi il tipico accesso.

3" - La pro va dell' elettroslwck, con l 'uso di dosi di intensità elettrica inferiore alla norma (90-100 Voltaggio- t e mpo t /IO di secondo) dà risultati più incc:rti, ma comunque non trascurabili.

4" - Altre eventuali prove, da noi praticate, sono state: l'adrenalitza al o/" " (Benedek, Bertolani ed altri) per via endomuscolare (1-3 cc.) o per via e ndovenosa (J-s decimi di milligrammo diluiti in soluzione fisiologica); ed li cloruro d'etile per spruzzarnento alle re gioni radiali ( Muck) fino alla forruaziont di uno st rato di n eve.

Questi due metodi si sono però rivelati poco soddisfacenti.

I mili ta r i, in osservazione, sottoposti al vaglio di tutte queste prove, confermeranno in modo sempre m aggiore al medico il sospetto di epilessia o per lo mmo di costin1zione epilettica, quanto più pronte e numerose sar:mno le risposte positive alla provocazione d ell'accesso convulsivo.

In oltre, al fine di disorientare qualsiasi iniziativa diretta ad interpretare e quindi ad aggravare disturbi convulsivi di e ntità anche lieve, noi abbiamo creduto opportuno al le suddette prove di a lternare prove

faise con iniezioni endov enose di sos tanze inerti r ispetto all'eccitabilità del nervoso centrale e di sos tanze che sensazi oni da indurre i simulatori a pensare di dover trarn e profitto con atteggiamenti epilettoidi o con scosse muscolari. Ad ese mpio: e ndov e nos e di ro cc. di gl u cona to di calcio, di 5 cc. Cor::unina, (la cui azio ne è invece n et tamente antiepilettica), di 3-5 cc. di cloruro d 'ammonio, ecc .

Per la di tutte quante le prove è b ene çhe attenda il medico stesso, aiutato da personale insospettabile per onestà e per lealtà 7 eù in luogo nppartato alla vista di pazienti. P e r ogni corsia d i m alati è op portuno, n ella mattinata di prova, non eseguire a t utti medesima applicaZIOne, ma variarle praticando a certu ni pro ve vere ad altri prove fal se.

Durante g li esper im enti , il medico deve tenere un contegno sereno eJ impenetrabile di fronte agli eve ntuali ri'Sultati riscontrati nei sogg etti m esame.

I n tal modo si ottien e un completo d iso ri en tame nto per tutti qu e ll i che potessero presentare un qu alsiasi interese a lla simulazione ed alla esagerazione d ei loro disturbi. Vi ene, ad esempio, ad essere molto compromesso nel giud izio defi ni t ivo un m alato, i l qua le si crede di ri spond ere con un grido epi let tico e con una contrazio ne tonica o clonica muscolare ad una jniezione endovenosa di Coramina dopo di avere vis to in un compagno vicino svilupparsi un tipico epilettico dovuto invece a sostanze convu l sivanti co m e potrebbe esse re . il Cardiazol.

Il simulatore finisce per subir e ques to s tato di impenetrabilità delle prove a lui praticate, t:apisce la situazione non può che peggiorare sempre più per lui e quasi sempre rinunci a spontaneamente alla sua finzione specie se gli si assicura un 'trattame n to di perdono e di compatimento per il suo mom entaneo smarrimento di dignità di ci ttadino e di sol,dato.

Tutti gli altri in esame , riseontrata la lo ro buona fede di malati e la loro attendibilità di costituzione epilettica sono trattenuti in osse rvazione in attesa di una qualsia s i m anifes tazione del loro m ale a carattere spontaneo, p er procedere poi all e pratiche conformi all'ar t. 29 El en co A., riguarà anti l 'atti.tudine fi sica al servizio militare. Se dette manifestaz ion i spo ntanee tard ass ero a manifestarsi oltre un congruo perrodo di tempo d 'osse rvazione propone il militare sospett o di epilessia « p er l'aggregazion e temporanea alla rispettiva compagnia o distacc:tme nto di sa ni tà, per esse re ut il iz zato nei servizi d i fatica , eccetn1ato il se rv izio di assistenza ag li in fe rmi . c perchè si sia meglio in gra do d i accertarne n ella vita at tiva g l i even tu a li epis odi ntrvosi >>.

Con questo nostro metodo di procedura si ot tiene un notevo l e, autom .rt·ico sfollamento degli elementi simulatori e specu lato r i sull'organizzazione dei nostri ospedali m ilitari in rapporto a d un a rapida sicura diag nosi di epilessia, e si dà ai v eri m a lati tutta la dovuta os<;crva zione e v igila nza segu ita dagli opportun i provvedi m en tic sanitari.

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Quanto è stato esposto non è ancora la completa e radicale soluzione di un problema spesso co.sl difficile e deli cato , ma sotto molti aspetti l 'o pera de ll ' uffi cia le medico risulta notevolmente se mplificata ed avvantaggiata elim inando in modo se n sibile le cause di errore e di provvedimenti inadeguati per tutto ciò che rigu arda le proposte JD edico-legaJi d i sospetta epilessia.

RtASSUI'l'O, - L 'A. e spone metod i ed accor!!i menti tecnici al fine di o ttene re migl ior i prove per la Jiag nos i di epilcss ìa io Legnle Militare

ZusAMM ENHSsUNc - Der Verfas:ser b::s pricht die vo n ihm a ngewandte Methode und das tcchoische ver fahrc n um a ut dem der militarischen Gerichtsmed ìzin geoauerc U n tcr lagcn fi.ir d ie Diagnosc der Epilepsie z u gc:w innen.

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IL SERVIZIO CHIRURGICO

NELL'OSPEDALE DELLA C. R. I. DI FOGGIA NELLA CAMPAGNA CONTRO LA GRECfA (' )

Prof. ALf Rbno Rt :>: l>O'IE, capita no capo cl ururgi3 , am!o ndb R. C ltntc :l chtr urg!Ca •Iell a R. Utuvc r>tci d,

L'ospedale <iella C. R. I. di Foggia sorge nei locali di un nuovi SSimo Sanatorio della Previdenza Sociale che la C. R. I. aveva requisito all'inizio della guerra. Esso aveva una attrezzatura completa come luogo di cura per gli ammalati di petto e per i bisogni di guerra si r ese necessario p r ovvedere alla organizzazione di un reparto operatorio; a qu es to scopo scelsi i locali destinati come laboratori cos t ituiLi da un gruppo di quattro stanze : b prima, ne lla quale era già installato un grande autoclave, fu adibita come locale di sterilizzazione, la seconda, ben illuminata e riscaldata, divenne la camera operatoria a settica, la t e rza, comunicante con la precedente, stanza di preparazione dell'operando e degli operatori , la quarta, armamentario.

Il materiale sanitario (letto operatorio, mobili, strumentario) richiesto al Comitato Centrale della nostra Associazione ve nne immediatamente fornito cosiccbè i l serviz io chirurgico si potè svolgere in maniera completa fin dall ' iniz io del funzionamento dell ' ospedale.

li reparto operatorio settico fu montato nei locali di una m edich e ria c fornito di materiale proprio.

Il repa-rto chirurgia era capac e dj r20 posti ma all ' occo rrenza anche i letti degli altri reparti (l 'ospedale poteva ra g giungere i 500 posti letto) venivano messi a disposizione de i ricoverati che bisognava tratte nere per le cure chirurgiche.

Il personal e che fu m esso a mia disposizione era costituito da due ufficiali medici, quattro infermieri diplomati e Qtto infermiere yolontarie della C . R. L delle quali due avevano la specializzazione in cam era operatoria. Il servizio di ass.istenza dei ricove rati fu quindi disposto con turni diurni e n otturni che venivano disimp egnati con lodevole zelo dalle infe rmi e r e volontarie, instancabili anche nei peri odi di affluen z a di ricove r a ti.

Il gabinetto radio logico del Sanatorio, trov ato in perfetta cfficicnu, fu utilizzato per lo stu dio di molti ricoverati e così an che il pi cco lo laboratorio per le più importanti ricerche cliniche.

Durante la campagna contro la Grecia l'ospe da le di Fo gg.ia ha avuto il privilegio di essere djslocato in pross imità del grande aero porto di Foggia,

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ROSSA DI !-"OGG I:\ Dire tto re : tcncn u: colnH nd ln mcdicn clmt. :--: tcot ò P ILl.'MMO. ,
OSPEDA LE OEL.L
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Com unicaz ione :ti Cong resso t!i Chì r u rgi3 di Ru m.t, m.• t,:g•o IIJ
.
Gior nale di medicina mi fù art: .

centro Jogistico importante per il rifornimento di uomini e di materiale bellico alle nostre truppe' operanti in Albania. Gli apparecchi da trasporto germanici, adibiti a questo servizio, trasportavano, nel loro viaggio di ritorno in Italia, d alle unità sanitarie dell'AJ ba nia feriti, congelati c malati che venivano ricoverati nell'ospedale della Croce Rossa. Ogni apparecchio trasportava d:> 20 a 30 individui che le nostre autoa,mbulanze rilevavano appena l'apparecchio si fermava sul campo cosicchè, dopo una mezz'ora dall 'atterraggio lo sgombero era già ultimato .

Il servizio. di trasporto aereo si svolgeva con precisa regolarità per merito degli equipaggi degij aerei e per la cordiale collaborazione tra ì'ospedale da campo della Sanità militare dislocato sull'aeroporto e il nostro ospedale. Durante il trasporto aereo di alcune migliaia di feriti, congelati e mala ti, n on si ebbe, durante il volo? alcun incidente, per quanto molti degl i aerotrasportati fossero in condizioni gravissime.

Dal 21 dicembr e 1940 al 15 marzo 1941, nei quattro mesi di mia perman enza a Foggia, furono ri cove rati in ospedale n. 2741 congelati e n. 1678 feriti, così suddivisi: n 798 nel mese di dicembre, n. 3046 nel mese di gennaio, n. 398 nel mese di febbraio e n. 287 nel mese di marzo. La djminu·zione dei ricoverati era dovuta, nei mesi di febbraio e marzo, all'impianto di un ospedale della Sanità militare nei pressi del nostro, c alla riduzione dei trasporti :1erei.

La maggior parte dei ricoverati erano pieni di pidocchi e si provvide a impiantare un reparto di bonifica fornito di docce e bagni con acqua calda c fredda e di grandi autoclavi a vapore per la disinfestazione della biancheria e dei vesriti.

l feriti presentavano lesioni degli arti (parti moJli e scheletro) del tronco e del capo non penetranti in cavità, prodotte, in maggioranza, da schegge di mortaio e con minore frequenza da proiettili di artiglieria, di fucile, di mitragliatrice e dj bombe aeree. Le lesioni erano di data recente e spesso recentissima (24 ore) e molti er.ono i casi urgenti o. per fatti infettivi minacòosi sopravvenuti a complicare la ferita o per gravi lesioni dello scheletro o per emorragia secondaria che in qualche caso mise in pericolo la vita del ferito. Tutti questi casi venivano tratten uti c convenientemente trattati, mentre i casi più leggeri, dopo. la revis io ne della lesione e la bonifica, venivano smistati sui tr en i ospedale. L'ospedale di Foggia assolveva, quindi, il doppio compito di bonifica c srnistamento e dj centro per il trattamento dci casi meritevo li di una pronta azione chirurgica. Sotto questo aspetto l'ospedale era da considerare alla stregua degli ospedali delle immediate retrovje del fronte dove affluiscono i casi di chirurgia di urgenza esclusi i cavitari che sono trattati n ei nuclei chirurgici.

Tra le infezioni gravissime si ebbero tre casi dj cangrcna gassosa consecutiv:; a ferita degli arti superiori e un caso di edema maligno all ' arto in-

feriore; l'amputazione al 3" m edio del braccio praticata in due casi ebbe buon successo m entre gli altri due casi soccombe ttero perchè era no al di sopra di ogni risorsa chirurgica.

Nella cura delle lesioni è stato ap plica to il principio del tratt am en to pr imario c sz è post:.at particolare cura nell'allontanare tutti i focolai septogeni (proiettili, corpi estranei, tessuti devitalizza6) con evidente vantagg io su ll ' ulteriore decorso della lesione e su ll a enti tà delle com plicazi oni infet ti ve ch e con tanta frequenza si prod ucono a liv ello del le lesio ni di guerra; nei casi complica ti con fatti suppurativi si è ricorso ai drenaggi tubuJari o di ga rza , m ante nuti in posto per il tempo st re ttamente necessario, alle controaperture, alla immobilizzazione dell ' arto colpiro. Le medicature venivano ca mbiate r arame nte e ciò suscitava proteste da parte d ei feriti che non si rendevano conto delle ragioni di un simil e tratt:1mento e acc usavano i m edici e H personale di assistenza di trasc ura ggin e.

Le ferite con lesioni dello ch e giungevano. con ap parecchi provvisori di immob ilizzazione, venivano accuratamente r evisio nate, si asporva il proiettile, sulla guida dell'esame radiologico, le schegge ossee, libere, i tessuti mortifica ti e quin di si appl icav a un appa recchio gessato fenestrato o chiuso a seconda dci casi. 11 trattamento. chiuso alla Truet a risponde bene allo scopo ma ha bi sogno di un ' a tte nt a son·eglianza; in diversi casi è stato necessario aprire l 'apparecchio per dominare una infezione che tendeva a diffondersi. P enso quindi che il metodo è sconsigliabile nelle unità sanita ri e avanzate nelle quali i feriti rimangono ricoverati per por o te mpo e la eventuale insorgenza di gravi complica zioni può passare inosservata.

Tra i molti interventi esegu iti due meritano di essere illustrati brevemente:

I 0 - la sutura del nervo mediano interrotto da u na scheggia al 3° medio dd braccio destro seguita a di stan za di 5 mesi , come ci ri sulta da no. tizie avute dallo. p 1 da un buon ripristino fun ziona le, se non completo, dd nervo ;

2 ° - l a craniectomia definitiva in un caso con una ferita lacero-contusa alla regione parietale dj destra e ferita trasfossa alla spalla d estra con foro di entrata alla regione sottocl avico lare e foro di uscita alla regione 'SOpraspinosa dello stes so lato. Il feri to prese nta va paresi ali 'ano inferiore destro, paralisi all'arto superiore e disturbi della parol a caratterizzati dalla lentezza della pronuncia e dalla diffi co ltà di trovare le parole adatte ad esprimer e i s uoi concetti. L 'esame radiogr a fico del cra nio permi se di escludere una le sione del tavolato osseo e m ise in evidenza num erose piccole schegge metalliche inca strate nello spessore dell'osso ma nesstma di esse pe netra nte in cavità; la regione dell'osso così colpita corr ispo nd eva alla 7-e na di R ola nd o di si nistra. Fu posta la diagnosi di ematoma sotrodu ral c che comprimeva la sottosta nte zo na d i corteccia cerebrale determ inando la paresi d ella metà destra del corpo e i disturbi della paro la; i fa tti paralitici riscontrati a

carico dell'arto super iore erano conseguenza di una lesione non grave del pksso brachiale di destra.

E seg uita la cr aniectomia limit:Ha all:l zona di osso sottostante alla ferita del cuoio capd luto, veniva svuotato una ematoma sottodurale in gran parte coagulato (la ferita rimontava a circa IO giorni prima del ricovero i n ospedale) misto a piccoli frustoli di sostanza cerebrale. Il tisultato posr..operatorio fu brillante poichè, dopo un mese di degenza, il p. riacquistò l'uso della parola n<>rroale, il ripristino dd movimento dell 'a rto inferiore destro e un netro miglioramento. ddla motilità dell'arto superiore destro. Il p. fu successivamente ricoverato nell'ospedale militare di Ales sa ndria dove rimase dege nte per alcuni mesi; si premura va di scriverei che dopo tre mesi dall'intervento era quasi co mpl e tamente guarito, che la ferita alla testa si era chiusa e che il mo v1 mento era quasi normale anche a carico dell'ar to superi o re destro.

11 trattam ento dei congelati durante il periodo d icembre 1940f<::bbraio 1941, jl compit.o più importante svolto dal nostro ospedale. I congelati co n lesioni non gravi venivano subito smistati sui treni ospeda le dopo la bonifica ùel corpo e del vestiario. Vcnivano trattenuti, invece, i congelati con lesioni gravi c specia!mente quelli co mplicati con infezioni delle parri cangrenate, nei quali l ' interv ento rivestiva carattere di urgenza.

Data questa -situazione non ho pon1to applicare alc uno d ei metodi proposti per la (Ur:t dei co ngelamenti e quindi non posso dare alcun giudizio in merito alla loro efficacia. Comunque legge ndo i lavori recente m ente pubblicati su questo argomento (Bartocchi, Austoni, Zanotti, Dondero, Jannarooe, ecc.) si rimane m erav igliati di apprendere che ognuno d'i tali metodi è. ritenuto capace, dali' A. che lo h a proposto, di dare ri sultati ottimi e talora anche sorprendenti E allora o tutti i m etod i d'i cura sono buoni o la lesio ne guarisce facilmente. Secondo la mia opinione i metodi diretti ad eliminar e l 'azione del simpatico vascolare (la resezione o il b!occo. alcoolico o anestetico dei gangli lombari o del ganglio ste!lato, la simpaticectomia pcriarteriosa, il blocco anestetico del canale femorale, della loggia poplitea, dell'ascella, del gomito) e quelli diretti ad esercitare la ginnastica vasco lare attiva e passiva (pavaexter:tpia) possono esse re effi caci, specialmente se sono associati , e se l 'applicazione è precoce

Questi c gli altri metodi di cura sono destinati a fallire il loro scopo n ei casi di congelamento con cangrena diffusa nei q uali tutto il sistema arter ioso del segmento colpito (di sol ito i piedi) è bloccato da embol i che ho potuto cspri m ere dai v:tsi t:mdo una pressione progrediente verso la superficie d i sezione del vaso. Infatti nei piedi amputati sonu venuti fuori dai rami terminali dell'arteria tibiale posteriore, della t ibiale anter iore della peroniera coaguli f ramm entati, disposti a catena, modellati sul

• ••

calibro del vaso, indipendenti dall'intima. l vasi sono chiusi per un lungo tratto, iJ circolo co llaterale è imp ossibile e nessun metodo è capace òì ristala penietà vasale: il destino dei tessuti che erano irrorati da questi vasi è segnato , la gangrena si rapidamente e la demolizione si 1m pone.

La maggior parte dei casi da mc trattati appartiene a questa categoria ed è perciò che ho dovuto pro::edere-, in circa un centinaio di casi alla demolizione delle parti gangrenate. Pe r ottener<:: una più rapida demarcazione tessuto sano e tess uto necrotico ho abolito le voluminoSe fasciature con le quali i congelati giungevano, esponendo i piedi all ' aria e protcggendoli dalle coperte del letto con appostti archetti m etallici. Con l'aereazìone si otteneva in appena 24 ore la trasformazione della gangrena umida nella forma secca con evidente delle condiz ioni generali e con l 'attenuazione del fetore caratteristico d ei piedi congelati.

Le d emolizionj sono state limitate al tessuto necro.tico senza preoccuparsi di fare i lembi di parti molli per ricoprire i .monconi ossei, ciò che avrebbe ridotto le proporzioni del moncone con grave pregiudizio della sua funzione. D i regola non ho avuto bisogno di ricorrere, per fare queste amputazioni economiche, alla anestesia. Per la sezione ossea mi sono servito di una forbice di Liston o di una pinza ossivora. Nei casi di gangrena massiva del piede ho proceduto alla disarticolazione del piede e in qualche caso all'amputazione anatomicha al 3Q inferiore della gamba.

Molti dei casi operati presentavano un quadro morboso complesso nel qua le il congelamento ai piedi si accompagnava a manifestazioni di enterocolite, di bronchite diffusa e di nefrosi con oliguria, albuminuria e cilindruria. Le loro condizioni generali erano scadenti, la temperatura elevata, il sensorio ottuso, la lingua arida, segni di uno stato settico consecutivo al co ngelamento e ai fatti infettivi che erano insorti nei tessuti gangrenati, e segni anche di uno stato di sofferenza dei varii organi per l'azione prolungata del freddo. In tali casi alla terapia chirurgica era associata una terapia medica adatta (ipodermocl isi, trasfusioni di sangue, sulfamidici e la dieta adeguata).

Lo studio radiologico dell o scheletro dei piedi colpiti dal congelamento metteva in evidenza una rarcfazi o ne oosea diffusa che mi ha indotto a confermare le osservazioni di Dondero ma non le sue conclusioni perchè non mi sembra che le alterazioni determinate dal congelamento siano precip uamente ossee, come sostiene questo A. L'osso partecipa alle alterazioni determinate dal freddo e dalle deficienze d i circolo che ne sono la conseguenza c forse con un li mit e di resistenza m aggiore rispetto alle parti m olli. Comunque trovo l ogica la conclusione tcrapeutica alla quak giunge il D onclero e cioè di applicare un apparecchio gessato anche nei congelamenti leggeri allo scopo di prevenire i disturbi lontani lamentati da un gran numero di pp. e finora riferiti a fatti neuritici.

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So n o infine da segnalare tre casi di te ta no in tre sogge tti congda ti ag li ava mpi edi nei quali, no n ostante la demohzione precoce e ge nerosa delle parti congelate e il trattamento con dosi generose di sie ro a ntiteta nico « Lanfr anchi }) per via intrarachidea e intr:tvenosa, somministrate anche dopo narcosi e terea, si ebbe la morte entro lt 48 ore dopo la prima manifes t azio ne del la malattia.

RIASSUNTo. - L'A. com uni ca le sue bue ne l gran numero di feriti, di congela ti ricoverai nell'Osped ale ddla C. R. l. di Foggia durante il periodo dicembre 1940-marzo 1941; ill ustr:J qua lche caso di p:trticolare interesse; . r ic hiama l'attenzion e su talunc forme gravi di infez ione o sse rvate (cdem:l malìgno, g:wgren a gassosa, tetano). Occupandosi dd problema dci congc:ati mette in evidcnz.'l la gravità delle lesiioni anatomiche riscontra t e nei congelamenti di III grado, e la necessità di procedere all'amp ut azione in casi del genere che non po ssono be nefi c iarsi di alc uno dei num e ro si m e to di terapeu ti ci escogi{ati cd applic:lii. Circa le lesi oni ossee determinate dal congelamento non co ndivid e l'opinion e di Dondcro SC(ondo la quale esse sono le lesionj precipu e del congcl;Jmento.

ZusAMMENFASSUNC, - Der Verfassc r beschreibt die von ih m 3.11 c.iner grossen Anzahl von Verwundetcn und Erfrorcnen im Krankenh:.us des I talienischen Rot en K.reuzes iu Fogg ia wiihrcnJ des Zeitraumes Dc zcmbc r 194 0 bis Marz 194 1 gemachtco Erfa hrungen. Er bespricht cinige besonders ìntcrcssantt: Falle eingehender und erwahnt ge wisse Formen schwcrer I nft:ktion (bosanigcs Odcm, Gasg;mgrcn, Starrkrampf). I n der Frage der Erfrierungcn hcbr er die Schwere der bei den Erfricrun ge n III Grades fesrges tellt cn a natomischcn Sch adigungen hervor und weist auf die Notwendigkc it hin in denjcnigen F iillcn, auf die irgendeine de r zahlreichen neuerdings ausgtarbciteten Hcilm ethoden kcine A nwendung finden kann, z ur Am p ut ation zu schre iten. Beziiglich der infol ge von Erfrierungen entstandenen KnochcnbcschaJ igungen, teilt er dic Meinung D ondero's, wonach dicsc bei Erfricrungen die H a u p t hcschacligungcn wiiren, nichtt .

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CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE NEGLI OSPEDALI MILITARI

ELENCO E SOMMARi DEGU TRi'ITT.HI

(Dai verbali pavcnuti alla Vìrc::io uc g<' ucmfe di militMt: ud dic" m bre

BOLOGNA. Capitano medico CE.SARE

Un caso di otomastoidùc traumatica con parcsi del facciale c sindrom e parositica.

Riassumerò molto breveme nte il CISO. U n giovane fant e dopo più di due an11i dt permanenza in A. S. il 24 luglio 1942 fu ferito òa uno scoppio eli min a. Nel reparto entrò l ' II agosto con ferite multiple a l c:1po e r itenzione di schegg ie alla g u:mci a, al12 lingua, all ' arco pala tino destro; fe r i ta lacero padiglione auricolare lacera· zi one da scoppio della M. T. sin., contusione alla- reg ione mastoidea sinistra paresi del facciale da questo lato. Le condhio ni generalì del f erito - tù·hiflm o l'attenzione su questo fatto - erano moJro scadenti. Febbre sci 3!!,5 e dall'orecchio sin. secrezione purulenta abbondante, molto dolente alla pressi one tutta la regione ma sto idea.

La temperatura, l 'oto rrea, i dati otoscopici c la paresi dd faccia le indicavano ch ia· ramente l'intervento c he fu eseguit o il giorno dopo: la mastOiJe era con ges ta con secrezione siero -purulenta raccolta ne lle ce llul e e nell'antro; fu eseguita una mastoidc:cto · mia completa, direi quasi allargata, con a sportaz ione completa dell a .punta cd esplorazione accurata eli tutti i gruppi ceìlula ri (e ra la p:1resi del facciale che mi consigliava ad essere così radicale). Il decorso p<>M operatori o immediato fu normale: temperatura sui 37·5• modica cefa le a e secrez ion e dalla ferita e Jal condotto uditi vo scarsl In 10• giornata circa la sintomatologia cominciò a cambiare, la secrezione specie dalla ferita mastoidea divenne abbondant e, medicando due volte al giorno si trova van o i drenaggi imbe vu ti di pus de.nso cremoso, la cefulca era aumentata e a ripo emicranico sinistro, con dolori violenti ocu lo -orbita ri e spiccat i a !la pressione e sp ontanei, nelle zone eli emergen za delle branche terminali trigeminali, lieve iporeAexia cornea le. La febbre si mantenev a sui 38 come massimo e contin ua, la paresi del fac cia le inva · riata e ne.ssun altro segno d i sofferen7..a a ca rico degli :tltri nervi cranici con particolare vsser vazione dell'abducente che appari va integro. L 'esame radiografi co eseguito in proiezione di Stenvers - la proiezio ne c he forse vermcne meg lio lo studio delle ro e· che - non mise in ev idenza fatti particolari, ma d'altra pa r te in questi casi solo e ccezi onalmente l'esame radiografico p uò port a re molta luce. Il decorso deponeva quindi per una difi(4Sione in profondi tà verso la rocca pe trosa deJ processo suppurativo era quindi logico porri la domanda se ci si trovava di fronte a una petrosite cioè ad una oste ite della rocca petrosa . La mia fin ta di condotta fu questa; mantenere ampiamente aperta la breccia mastoidea, meclicature biquotidiane e lavaggi ri petu ti c abbondanti attra ve rso il condotto e la ferita co n liquido di Dakin, terapia sulfamido -piriùinica per <.•s e per iniezioni a dosi massiv e inizialmente c quindi rapidamente decrescenti, sostenere lo stato generale con una buona nutrizione oltre cure toniche per via i podermica -: infine terapi a sintomatica del dolore. l o non in tervenni un a seconda volta e più rad ica lmente come gli AA. che si sono in• eressati dell'argomemo consigliano, pcrch è r agionando forse più con mente di me dico che so lo Ji specialista, dett i gr:wde importa nz a alle scadentissime cond izion i generali de l ferito; è noto infatti com e in soggetti co n stato generale non buono i decorsi post opera tori possono assumere particola ri aspetti modificando profon damen te i fenomeni local i. Do po un a diecina d i giorn i in cui la simomatologia rim ase prcssochè invariata, il p. infatti prese :t m ig li orar e ; la rrima a diminuire fu la suppura zione, quind i la sintornatologia dolorosa , contempo-

rancameme la parcsi tlcl bcci:!lc anJa, a rapitlamemc n:gn: JcnJo. La ferita granu!cgf:ia va bene e dopo due mcsi circa dall'intervento il p. era sfcbbrato, la ferita mastoidca chiusa, la J<:] f:Jccia)C C il soiJ.tto potC\';1 eS:.t're dimesso. 11 caso da mc molto bn:\' e mcntc potre bbe - io creJo - ponan: a numerose cd anche interessanti Jiscussionj ,·o le ndo in ter pretare tutta la comp lessa sintomatologia prescn· tata. ma ragioni di tempo non pcrmenendo:o, \'Orrei }Oio accennare a quella che pot rebbe essere l'intcrprcta7ionc <.klb sintomatologia dolorosa che l'infermo presenta\'a: Jolori oculo orbitari e a tipo Non potendo ammettere essere dovur i a un vero processo ostcitico Jdla roc ca che non avrebbe potuto certo rìsoh·cre cosl spontaueamentc c rapidarnellle, io rit errei piuttosto che H focolaio suppurativo oto - mastoiilitico, r·articolarmemc violento nel mio caso, abbi ;t stabiliro nella rocca petrosa uno st ato co ngcst i:t io a punto di pancm a nel p! esso ve n oso della cassa ti m pan ica profonda mcD te inter essata dal pro cesso idiamm ator io stesso, come lo dimostrava anche la sofferenza del' facc iale. H o ritenuto quinJi questo c:tso meri tevole di essere riferito non tanto per il risultato brillante, non ceno raro a verificars i in questi malati quanto e piuttosto per iJ decorw clinico complesso c non semp re di facile interpretazione.

BOLOGNA (Ospedale:: militare " Abbadia ,, ). Capitano medico prof. Fn.Ruccto VtGI: Contributo alla conoscenza di alcune: malformazioni dcll'intc:stino c: loro t mpor· ronza clinica.

L'O. riferisce su Juc casi letali verilicatisi mil i tare di Ferrara io due 1ni litari ivi ricoverat i con sinclrome aJciuminale.

Sulla base di una d i sarmonia congenita dell'i ntestino si sono determinate i n due soggetti u n \'Oivolo di una lunga del tenue; in un soggetto il volvolo era avveuu to intorno al Jivcrticolo Ji Mcckel, teso a guisa di corda fino all'ombelico. La t orsione di un così ampio tratto ùdl'intest i no era resa possibi le dalla inserzi one a l ungo pcduncolo del mescntere, per cu i si era deterrrunata un 'ampia mobilità di quasi tutto il (enuc, fino i n vicinanza del cieco.

Nel secondo caso in vece, si rratta,·a di una t i pica tOrsione assile in un mesenteriun: commune. Ricordate le basi anatom iche di queste disarmonie dello S\•iluppo, l'O. si intrattien e par ti co larmente sulla diagnosi clinica che offre in rutti i casi le maru,riori difficoltà anche a tagli iaparaton1ici ndott 1 cd a tale proposito r i ferisce dalla alcuni casi :ass ai dimostrati vi Molto interessante è ìn tutti qu est i soggetti la preesistcnza al volvolo d i freCJuenti pat i c intestinal i che co n molta probabilità sono da riportare ad attacchi da tors ion e, t:hc poi spontaneamente si sono riwlti: di guesti fenomeni so no ind ice di ispes · l'!menti pcritonc.ali t:d aderenze pcriviscerali assai comunj i n t:d i soggetti. Il volvolo :.ssiale del m csente rium commw1e non se m p re conduce all'obitus per una necrosi dell'ausa caduta in torsione, ma può, nel corso di llue o tre g iorni dal momento io cui si determina, c:tusarc la m orte per un fenomeno di natura r i flessa, partito con tutta prohabilità dai tralci nervosi òt:l plesw conten uto nel mcsentere e dai rami nervosi periangioitici stirati nella torsione d el pcduncolo mesenterialc. Ne deriva la necessità di una diagnosi c quindi di un i ntervento precoce, solo mez zo possibile per la resti t utio int cgru m della dci visceri sp l:mcn ici.

BRESCI A. Cap it ano medico EvoARDO PEDONE: A mcbia.si

Dopo a,·e r brevemente accennato caratteristiche cliniche ed anatomo -patolo · ,lriche collie am c bica, l ' O. si è parti co larmente intrattenuro sw criteri di:lgnostici diffcrenziaiÌI fra le coliti amcbichc c quc:te comuni nelle quali vengono r iscontrate all'esame microscopico tultc le :dtrc molte ' ' ariet:t eli protozoi.

Accenna ti i vari metodi di conclude che l'impregnazione con la. miscela di Lu gol doppiamente concentrata dei parassita, è i l miglior m e todo per pote r eseguire una diagnosi rapida e sicura.

Fatta pure un a stat istica sul lavoro compiuto ncWOspeda lc militare c.Ji Brescia su cltre trecento col i tici, dci qual i solt:ln t o un a quaramina furono tro,·ati portatori di ameba istoliti ca, espone le d iffico ltà diagnost ic he incontrate, l'opportunità della perfett a collaboraz ione dd clinico e del c, pe r le.: forme di più difticik indagine, del Cen tro di accertamento all'uopo creato.

CALCI (Ospedal e miJitar c te rr . << Villa Scrni•lario n) . Capi tano medico EucEN IO I sABELU: Le recidivr: malaridlr:.

CERVIA (Ospedale milit:ue terr. <' Montecatini »). Sotto tem:ntc medi co prof ARRIGO PoPPI e sottotenente m ed ico GuAL1I ERO MARZOCC!il: Stll comportamento della grandezza d el more n t:J/a maimia.

Do po avere accennaro ai poch i e cont r atlditori clementi dewmi bili da ll a k·ncratura int orno al comportamento della grandezza del cuore n ei maJarici , g li 00. espongono i risultati di una ricerca da loro condotta su questo proble ma i n un gruppo di 100 s oldati malarici pro\lenienti dai Balcani. S i trattava in maggioranza di recid i ve: d'i nfezioni cont ra tte dai 3 ai 24 mesi prim a ln 6o -:asi L'accert:tmcnto microscopico d imo strò il pl. vivax, in 40 il pl praecox. Tu tti i sogget ti furono studiati c linicament e e furono pre viamente esclusi gli affetti da forme morbose c con partico l:tre atter1zione i por tato ri di cardiopatie o r gan iche sospette o accertate.

Lo studio della grandezza del cuon: fu comp iut o co n il metodo ortod iagrafico , gr uppo in apir essia (non tcrapeut ica) e in 50 cas i (35 da pl. vi\lax c 15 pl. r·raecox) anche durante l 'accesso febbrile (a bri\liÙo cessatO).

La \lalutazio ne dei risultati fu compiura calcoh111ùo in og ni caso lo scarto t ra il DTr. (d iametro trasverso) e il V. C. ( 11 va lore cardiaco di Benedet ti e Boll ini) tro\lati c i corrispondenti valori medi teorici in d i vid uali, desunt i in base all'età e al p eso corf•O reo secondo il m etodo esposto nell a Comunicnzione precedente. Ci si è così me ssi al riparo dalla possibile infl uenza che il org:mico, frequente in questi soggetti, potesse even tualmente sulla grandezza asso lut a del cuore. L ' applicabilità dei dari d i confron to è in quesro caso partico larmente garantita dal fatto che essi provennero da gruppi st:tt istici formati, a l meno per il 50 "(, , pure da militari.

D al co mpl esso de lle r icerche è risultato che:

I 0 • nel gruppo totale e cioè in malarici apirettici (da un periodo vario tra le 12 Ne e i 2 mesi) la grandezza del cuore prcsent'l va l o r i mcdi così prossimi a quelli me · dio -normali desunti d a gruppi di soggetti sani, da scostarsene per frazion i a sso lu tamente trascurab ili ;

2° - non vi sono a tale riguardo differenze di co mpor t amento in rapporto con la specie parassitaria ;

3• - la sc ri:rle deg li scostJme nti risult:l pure aSS:Ji prossi m n a ll a normal e: tra le eccedenze, in un so lo c:rso (t o/., ) si trovavano o lt repassati (c di poc-hisMmo) i limiti teorici della ' ' ariabilità normale;

4• · i ri sultati ottenuti nel gruppo d i 50 casi studiati ortodi:1 g raficarnentc durante l'a cme febbr i le c in api ressia dimo st rarono c he, durante la febbn:, nel 68 % si ha un sensibile impicco lim ento del cuore, nel 22 °{ non si hanno v:rriazioni e solo nel 10 si può parlare di un in grandimento.

Le conclusioni che gli 00. credono di pot ere t rarre d:r questi ri sultati sono ch e In malaria (anche di dat a anticà, scp;pur non propriamente cronic:1) non

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FOrta, in gene::re, a ingrandimento dd cuore quando colpisce soggeui giovani precedent e r,nente smi; e che d ur ante febbri!e è più frequente notare un transitorio impiccolimento, la cui genesi sc:nbr:J da ri ce rca re , almeno in via di ipotesi, nelle moùifìcazioni cmodinamiche (abh rc\ iaz.i c nc ddla Ji:lstolc c: ri duzione del carico diastolico) conseh'11cnti alla ta chicarclia febbrile.

FIRENZE. M:.1g1,.;0r e m ed ico ALFO:-ISO BARBII-;1\I: Caratmist iche attuali dell' infezione luerica.

L'O. , ri co rd :11 a la rc ndcoz:t a variazioni periodiche rileva bile nella storia naturale Jelb s ifilide , accenna all'aumen : o numeriCo, fin ora mod esto, di contagi nuovi che si Ha verificando neg li ultimi anni e ne addita le cause prob a bili.

Ri ch iama poi l'atten z ione caratteristiche più salient i della sifilide attuale: la tjuasi assoluta 1aten7..n ciinica c sicrologica che si istitui sce subito dopo i primi cicli di .._ure moderne.

Di tale larcm:a i llu stra il signjfica to e l ' insidia alla luce delle r ecent i acquisizioni ddla sifilide sperim e ntale e della ciinica.

Esprime il vot.o che venga intensifi cata la prop:Jgnnc.la igienica e vengano fornite se mpre ma ggio ri opporiiJnità di cure ai ceti meno abbienti c alle popolazioni delle <ampagne , an ch e ai soldmi c he torneranno :tlle loro case curati solo parzialrncnre.

Passa ad accennare alla modifi cnione del rapporto abituale tra sifilomi umct e sifi lomi multipli, rilevata di re cente dal Mìnert c: d al Flarer, ne commen ta i l valore e l "int e rpretazione.

Infine segnala la crescente frequenza delle (( infezioni sifilitiche se conde» e discute i concetti di Super e di Reinfezione in base ai moderni orientamenti dottrinali $UIIa immunità c sulla g uarigione della sifilide.

/b. Capitano medico prof. ORAZIO CARERE-COJ.iES: La vitamina B nella fisiopatologia dell 'apparato digert:TIIt:.

Già da molti AA. è stata sotto lin eata l'importanza note vol e che può assumere la vitamina B nella fi siopatologia dcll':1pparato digerente.

Data frcyucnza di forme dispeptiche cd enterocolitiche in militari reduci èall' Africa c dai Balcani, l'O. ritit:ne util e port:Jrc anche in ambiente militare i risultati di alcune sue osservazioni precc:den tcmente condotte in clinica medi ca nei riguardi de ll'im portanza d ella vitamina 81 nella patolo g ia c terapia di alcune manifestazioni <he possono aversi nel ca so di co liti. osservazioni si riferiscono anz.i tutto a tre casi in cui, in pre se n za di malattie inizia lmente c fondamentalmente localizzate nel rubo gastroenterico ( colite ulcero sa ne l primo e nel terzo caso, episodi dispcptici -entc:ro co litic.i dopo nel secondo caso) si ri sco ntrarono complessi sintomato!ogici (idrop<: , alterazion i n ervof e, çardia chc ed cmatologiche) non riportabil i a fatti o ad alterazioni ma im ecc pe rfettamente simili a qudlc che si osservano nel vero beriberi t ropi ca le, e pertJnto inqu:rdrabili in una sindrome di avitam in osi · Bt (be ri -beri enterogeno).

Si ri co rda ancora un altr o caso in cui, a seguito di una prolungata sindrome enterocol iri , a, s i m an i festò un l.juadro di anemi a perni c io sifo rmc gravissima epatoresistcnte. Soltanto l'a ci do nicoani co ridette la re staura7jone della normal e eritropoiesi nonchè ris tab ill la sens ibilità all'e patote rapi a Si ritiene pertanto che la sindrome anemica fosse dovuta ad una ca r enza di vit:Jmina B, (ac. nicotini co). A conclusione di queste osservaz io ni si l'attenz ione sulla u t ili t21 d e lla 5omministrazionc d c:l la vitamin a B 1

sB

e B, in quelle malattie gastro-cntericht: in cui, :1nche in ili sindromi nccc:ntu:lte come quelle descritte, si hanno segn i iievi di avitaminosi (leggeri eJemj, disturbi cardiaci, neuriti periferiche o viscerali, anemia, ecc.).

E' ovvio che la somministrazione Ji vitamine B 1 e B2 deve in questi casi aver luogo per via parenterale, essendo prcsumibilmeme proprio i disturbi intestinlli quelli che impediscono l'a!sorbimcnto della vitamin:t contenuta nei normali :tl imenti.

LIDO DI CAMAIORE (Osped:1le militare terr. <<Oceano >> ) Maggiore medico CI.RO

PAOLErrr: La nell'ora

M ILANO (Ospedale militare terr. « Centro Mutilati JJ) . Capitano medico prof. Awo

VIGANÒ: fratture dd

Esposizione del trattamento delle fratture d ia fis:trie di femore adottato sugli :tm:nalati ricoverati a1 Centro dall'inizio dci suo funzionamento_

Dopo alcune considerazioni di carauere gene ra le, l'O. passa a distinguere per comodità di esposizione tre gruppi di fratture il cui indirizzo è stato di volta in volta diverso.

1° - Nel primo gruppo vengono comprese le fratture giunte relativamente presto i cui frammenti godevano ancora di un a discreta mobilità, L'indirizzo seguito è st:llo quello della trazione continua con un chiodo transcheletrico: l'apparecchio gessato è stato solo raramente usato.

2° - Nel secondo gruppo vengono compre se le fratture giunte tardiv:tmcnt e e viziosameme consolidare in cw fu possibile con un trattamento relativamente semplice, osteoclasi:t, mobilizzarc le fratture e per così dire in una frattura fresca. Il trattamento ulteriore è consistito corr.e ne Ue fratture del primo gruppo essenzialmente nella trazione continua transchdetrica.

J0 - Vengono comprese nel terzo gruppo le fratture v iziosamentc consolidate in cui lao semplice osteoclasia non h<t potuto o non poteva fornire ri sultati apprezzabili (pseudoartrosi). Di volta in volta qui il trattamento è stato impront:llo a ll a particolare i ndicazione del caso. Ridu zione cruenta senza o con trapianto osseo.

Seguono poi cons idera7joni di ordine genera le su!la mortalità e sulla complicazione di queste gravi le sion i.

Illustrazione dei casi più d imostrativ i e proiezione di due film: uno concernente il trattamento in ger.ere delle fratlure di femore: l'altro riproducente i tempi di uo trapianto osseo per pseudoartrosi.

MONTECATIN I-TERME (Ospedale militare terr. , LocanJa Maggiore >>). Sottotenente medi co RoLIINno GIA!'NINI: amcbica.

NAPOLI. T enente colo nnello medico S.\LVATORE VtTAl.E: La simu /(l ziont:.

L'O. inizia con la cronistoria della simulazione che fa risalire all ' uomo pnmlll\' o. il qu ale, vedendo le cure che si apprestavano all' indi viduo ammalato ed i vantaggi c he a questi derivavano da tale stato, cercò di ottenere anche per tali benefic i c pensò di simulare quello stato. Illustra poi la grande c partico lare importanz:t che riveste per il medico i l fenomeno della si mulazione sia per la grande frequenza ùi essa nel · l'ambiente civ il e e militare sia perc hè il suo studio è str:tordinariamentc complesso e irto d i. difficoltt

Indi a trattare la simulazione dal punto di vista psicologico e l'etiologia delle malatti e simulare; analizza minutamente l 'c :; amc del simulatore ri cordando a proposito

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dci mezzi usati meJici legal i Ji una volta il gi uùizio dd Tromb e ua: non sono più c.Ia molti anni che un tri ste ricordo, che si vorrebbe cancellare dall:t storia della mc:Jicina le ga le insieme al uome di quei complici del corpo e dello spirito passati alla p<>l>terità, b quale se ne \' crgogua, soltanto i n grazia delle lorG invenzioni feroci.

I nfine concl uù e discutendo su \tllto lo co mpl esso dd la simulazione: segni di pn:sunzione, sintomi obhictt iv i, diSturbi s ubbit;tti \' i , dat i ri:S ultanti dall'esame indit c uo, personali!?. ncuropsi c hica dd S()ggctto

Esorta ,:mco ra il m ed ico, eh-: si ! ente compreso dcila nohile miss ione che esercita, a sentire l' i Jel Jovere di redimere il simubton: contro il male che l'insidia, c:splicanùo verso di lui opera di educazione e per riponarlo sulla rerta via> t' di n on lasci ar passare impuniti quegl i inùividui che chiaramwte simulatori; reato c h e, specie i11 tempo di guerra, ùcve essere punito c represso in modo efficacemente t:s(•mplare.

NOVARA. Capitano m cù ico prof. CLEMENTE PECO RARO: Aspetri clinici c fisiopatologtct della ncfritc di guerra dd fronte greco-albanese.

L 'O . espone le pri:1cipali caraitcristiche cliniche delle forme di glomerulondrit e diffu sa riscomratc nei soldati reduci dal fronte greco·albanese e le raffronta con quelle chc :Sono statc osscrvatc in occasio ne della gr:1ndc guerra del 1914-1918 c con quelle che si vedono ne i civ ili.

Sulla cas istica passata nd Reparto di medicina dcll'Ospedlal e militare di No,•ara ha rilevato i dati principaJi r e lativi all'età , all'arma, ai segn i prodron1ici, :1lle manifes ta · zioni cliniche, urinarie , ematiche, vascolan, ecc.

Da ques ti rilievi riti ene di poter affermare anzitutto ch e esiste un insieme di dati c!inici che pongono in ev iden za delle differenze tra la ncfritc di guerra e la comune glomcrulonc&ire acuta diffusa, per cui :.pp:tre giustificato il mantenere la denomin a · zionc d i ne&ite di guerra.

Le forme poi verificaresi al fromc gre co albancsc hanno, in alcuni casi, una li sio · 11om i a particolare: ha notato i nfatt i , in tali soggett i, spesso dell'ipertensione o anch e ipotensione. Tal.. comportamento presSQrio, dovuto a capillaro-dilatazionc vie n e ùaU'O. spiegata co n int e rfcreuza di una infe stione amebica c he coesiste &equen · temente in tali sogge tti.

L1 lesione intestinale provocata dall'amebiasi permcuc il riassorbim cnto di quan · tità più o meno notevoli di istamina che, entrata in circolo, suscettibile di svolgere le funzionw e di dil:narc i cap illari con le ben note co nseguenze nella pression<- arte · riOS:l.

La componente p::!rassitaria e l'interferen za e=crc itata da quesra principalmente nel fcg:HO, fa ricmrarc questi casi nei quadro della sindrome erato renale, sebbene inÌ · zialmente la co m ponente ren:tle si:1 st:1ta

L'O. ter mina infine d i scutendo il prohlema ezi o logi co e vari fattori causali che po ssono im·ocarsi.

PADOVA . Sottotcnente mt:dico pro f. A Valutazion e mcdico·legalc dci distm-bi di cuore in •·ijerinH·nto art . 75 c 76 dell'd. A c 9 dell'd. B .

P I ACEI"ZA. C:lpÌt:lno medico PoMPE() PtJrnli.fi post-difrerichc.

L'O. esordisce dicendo che con la d enominaz ione di pnraJisi post -difteriche o poli· neuriti difteriche dobbiamo intendere tutt i i disturbi nervosi sensitivi e motori dovuti difteri ca c che sono causati dall' in ondazione nell'organismo

clcllc toss :n e del bacillo di L offlcr

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Tutte le manifestazioni difteriche anche le più lievi possono dare ad ogni modo ricor<h che le gra\' L polineuriti conseguono ordinariamente alle gravi infezioni difteriche c che sono più frequenti e gravi qudle in cui si ha Ja diffusione del processo alla mucosa nasale.

Esprime l'opinione che la malignità di alcune [orme si debba attribuire zione del bacillo d i LOffler collo stanlococco nd senso che tale vincerebbe i poteri di difesa della mucosa faringea e potrebbe agevolare una più rapida e più cop io sa immi ssione in circolo delle tossine dift eriche

Riferisce di avere avuto nella sua pratica profess ionale una maggiore frequenza <'d una maggiore gravità di complicazion i nelle persone di media età e di età più :tvan7ata.

Accenna inoltre all'influenza che sull'insorge nza di qurste polineuriti hanno le malattie pregresse (dissenteria, tifo, tuhercolosi, ccc.). Aggi un ge che le lesioni nervo se sono di carattere degenerativo, possono colpire tanto le fibre periferiche quanto le cellule centrali in modo diffuso ed in guisa da alterare l'intero neurone.

D escrive poi la sintomatologia delle varie forme cliniche, richiama i segni serniologici che valgono a differe n ziare le paresi e le paralisi post-d i fteriche dalle altre polineuriti e passa poscia a trattare della prognosi, generalmente favorevole, e della cura rappresentata in genere dalla dai dagli stricnici, e prudente cura elettrica galvanica

• Riferisce tre casi di paralisi post -d iftcriche da lui riscontrati in soggetti adulti durame il suo esercizio professionale.

PISA (Ospeda le militare terr. ((La Carità u). medico prof. VHE!"TII'O Dt

FABI O: Nuovi o•·icntamenti dd/a d1irurgia di guerra.

Dopo aver tracciato uno schema delle realizzazion i conseguite dalia Direzione di Sanità Militare, fa una breve rassegna delle p iù moderne vedute sui congelamenti, sulle fratture:, sulle grandi emorragie, sulle lesioni nervose e sulla sepsi. c- dopo un breve cenno ad alcune provvidenze delle armate tedesche, conclude con la constata zione che la Sanità milita re italiana, sot to la gen i ale direzione è al primo posto tra le nazioni belligeranti per fermezza, saldezza, vast ità ed audacia delle realiz7.azioni.

PRATO (Ospedale militare terr. n. 8). C api tano medico ALEs SANnRO FI ORAVAt-: TI : Nou pratiche mila così detta (( Fcbbrù ola crìptogcnctica 11.

Enunciate le varie affezioni morbose (ed i loro sintomi) che possono essere causa della così detta (( Febbricola criptogcnetica u, l'O . si in trattiene su quelb che ritiene debba essere annoverata fra Je più verosimili e cioè: un:t tosw i nfezione tubercolare con punto di partenza dal complesso linfoghiandolare del mediastino. Fa rilevare che pu r non riscontrandosi nel passato dì molti sofferenti di febbricola, sintomi obbi ettivi c- note radiologiche evidenti a carico dell'apparato respiratorio, capita tuttavia rivedere ed a non molta distanza di tempo dell'esoràio della loro febbreua, i medesimi affetti da sopraggiunte complicazioni sierosiriche pleuriche o peritoneali o tanro peggio, da tifo bacillosi nelle sue varie localizz:tzi.oni. Consiglia di sorvegliare e sottoporre precoc.emente questi ammalati a cure remim:ralizzanti, ricostituenti, climatoterapiche anzichi: preoccuparsi di quei frequent i sintomi dell'apparato digerente da essi denunciati i quali vanno conside rati come conseguenz:1, ma non vera causa del loro malessere feb· brile.

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ROMA (Ospeda le militare H Buon Pastore T enen te colonnello medico pro f. Lotu:Nzo CH ER UBIN I : Versamenti pleuri ci.

L'O. si occupa dei versamenti sierosi c delle pleuriti essuùati\'e \'ere e proprie, nffermanJo che è oziosa la disc u ssione se debbano essere curate con o senza pnewn o· toracentcs i e pcrchè <1uesta il più delle vo lte ha la « In dicatio vitalis » e cioè l'urgenza , rappresentand o 'in molri casi il \'Cro pronto socco rso e perchè sempre essa è indicata per abbreviare il de co rso e la degenza dci pazienti nell' ospedale.

L 'O. s i è soffcrmato sulla pncumo t oraccntes i, che egli ch iama u Pn eumotoracentesi onzzontalc libera )) 1 la qual e consiste nel pungere la pleura con un ago ·cannula di mcdio caiibr o tenendo il malato in posizion e orizzontale (nel suo reparto v i è un ta vo lo specia le) e lasciando c he la pieura a seconda della pre ss ione che ha, emetta la quantità di liquid o necessaria, ed aspiri la q uantità d i aria di c ui ha bisogno. T a le metodo è &l a to la rgamente usato nell'ospeda le s u un di. un numero d i malati che supera di molto il centinaio.

E' stato pure spesso in casi speciali usato l'apparecchio di di Morelli che rappresenta sempre un meraviglioso strumento per la cura delle pl euro patie.

Ha p:1rlato poi dci versament i ple u rici c cioè deg li cmpiemi acuti conside ran do co· mc dopo l'uso dci s u Hamidici essi ra ppr esentin o lllna rara comp l i.caz.ione la quale, quando non risolve r apida memc con cure mediche ( uso gener oso di sulfamidici sotto ogn i formn e per og nj v ia compresa la intrap le uri ca), va affidata a l chirurgo.

L'O . ha parlato infine degli cmpiemi cronici , specialmente dei tuberco lari che, · per esperienza, va nn o t rattati con lavaggi, aventi lo scopo d i disintossicare l 'organismo e sopratutto d i irritare beneficament e la pleura. Tali lav aggi però no n devono essere prolungati indefinitam e nte ma solo per un tempo variabile da caso a caso e se mpre r e lativamente bre ve Non ha parlato d e i ve r samenti. emor r agici, poichè costituhcono argomento trattato e dottamente in altra sede.

S A VIGLIANO. Tenent e medico GiusEP PE TosELLl: Congelam enti e l oro terapie .

S I GNA (Ospedale militare terr. «Sc uol e El ementari »). T e nente medico G. CAS c.ELLl : S ulla patogmesi dell'ernia m ediastinica.

TR I ESTE. Sottotenente medi co pr o f. FR ASCEsco PEPEU: Diagnosi e profilassi del dermoti}o.

L'ufficiale medico deve conoscere quest a mal.attia d i guerra, specialmente ora che la stagione favorevole alla sua diffusione c che l e nostre valoro se truppe combattono in region i dov e il dem1otifo è e ndemico. L 'intensa cefale a, l 'a rrossamento ca· ratteristico c la lucentezZa d ell'occhio, l' in i z i o bruscn: accomp ag nato da brividi , la roseo la che compare in ter z a o guarta giornata, il tumore molle de:la milza accertabile già durante l'incubazione, il po lso frequ e nt r- e molle, permettono una diagnosi rapid a c he è necessaria ai fini di una pronta p r ofilassi L'ulteriore decorso , particolarmente la febbre quasi continua, la comparsa dell'esantema, elimineranno già dopo pochi giorni ogni dubbio.

Pi so mma importanza presso la truppa è la profilass i che , per il momen to, çon si st e nella conti nua e d accurata dis infestazione dei so ldati e della popolazi o ne civil e. L'uffic iale medico de ve im prov\·isare negli accantonamenti bagni c stufe e deve i nsist ere che i so ldati pro cedano, appena pos sono , allo spidocchiam ento individuale. Non sono sufficient i le d isi nfestaz ion i pe ri od ich e ; la !otta cont ro il pidocchio deve e ssere

con tinua, eli tutti i t,riorni. L 'ufficia le medi co Jcvc conoscere lo stato di puhzia Jr.:i soldati affidati alle sue cure e non deve stancarsi di dare continuamente dci consigli e di ins istere per la pulizia individuale. Egli, così facendo avrà la sodJìsfazìonc di dominare la s ituazione sanitaria dc:J suo reparto.

Una profilassi particolare, eventualment e anche mediante la vac cinazione, deve essere attuata nei lazzarct ti , noto che le infezioni ospcdal :crc sono panicolar· mente gravi e quasi sempre letali.

/b. Sottotcnente mcJico ALFREIJO Pneumotorace spontaneo 111 corso di pnerJmororace terapeutico.

L'O. ha distinto dal lato e ziopatogenetìco:

1" - pneumowracc spontaneo provocato (prima introdu:tionc );

-z• - pneumotorace spontaneo in pneumotoracc terapeutico iperten sÌ\'O;

3• - pneumotorace spontaneo tern peutico ipotensivo.

Quindi l'O. si è soffermato sulle note anatomo -parologiche, sulla sintom:Hologia subicttiva, obiettiva, sui segni radio!ogici , sui rilievi m:111ometrici dci vari tipi di pneu · motorace (a valvola, chiuso, aperto e comun i cante).

Ha accennato alla diagnosi differenziale, al decorso cd alle complicazionj, ed infine si è soffermato sulla terapia del pncumotorace spontaneo.

VOGHERA. Capitano medico En-oKE BR UNO: Vaccirwzione preventiva antilifica.

L'O. ha riferito su un caso di vaccinazion e preventiva antitifit:a in un ammalato probabilmente già affetto da tifo terminato in esito letale, c sulla opportunità della cura del tifo con il vaccino antitifico per via endovenosa riportandone i suoi ultimi risultati ottenuti in questo ospedale.

lb. Capitano medico prof. GIUSEPPE MAZ2ACUVA: Sull'epiulioma uminif,ro dd te.cticolo.

L I BR I E RIVISTE. C f/ 1 \tf / CA

C. FERRARI: S ulle bandt:: di auorbimento d elta vitamina lJ,. - l< La Ch imi ca e l'Industria », p!lg. 161, 1 94 2-XX.

L 'A. richiama tutti gli stud i eseguit i per spiegare la in cost anza delle bande di as· sorbim ento della vitamina, cosa che non ha permesso finora di usare il metodo spettro· scopko per do sare quant itati vamcnte la vitamina.

Secondo l'A . la differenza che si trova nelle misure escg11i te con soluzi oni di vita · mina B , in so l vcmi neutri (act1 u a, alcool) o in acid i dil uiti si deve att r ibuire non ad una irrcvcrsibil c tk:s:unina z ione del nucleo pirimidini co, con sostituzione di un ossidril<.: :ti grup po aminico, ma ati u 11a ciissocia'l_ione, re ve rsibil e in amb ie nt e a cido, della mo lecola vitarn i nica nel componente pirimidinico e in quello t iazol ico.

L'A. dimostra 1:! sua asserzi•me cou due diagrammi e con esper ienze che g li pe r · me t tono di confermare l'as sen1.a ùi qualsiasi dcs:tm ina r.ione del la vitamina i n solventi neutri cosa che d'altronde importerebbe la i natl i,·a?.ione biologica delle soluzioni ac· quose di vitam i na e la impo ss ibilità di dosare quantitativamcnte la sostanza con il me · rodo del tiocr<>mo.

Viene data una leucratu r a sull'::trgomcnto.

TRON ELLI.

G. CAVAJ LINr c M. Sopra alcu ni N• aci/- d erivati d ella 2 (p. amino -bmunsulfonamid t::) piridina - cc La Chimica e l'Industria ))' pag. 201, gi u gno 1942-XX.

G li AA . , pensando che si poteva trarre vnntaggio nella terapia della tubercolosi (.bll 'uso dci sulfamidici, ne hanno preparati alcuni liposo lubil i quindi capaci di traver· sa re la cuticola cc ro s:1 del bacillo di Koc h.

I preparatori h :mno sintcr izzato, usando i clorur i degli acidi e la su lfamidopiridina piridina an idra, i seguenti derivati a !unga catena lat e rale: decaooilico, un deca· noilico, doclecanoil ico, chaulmMI!r ico e lino!eico.

I compost i ottenuti sono ben cristalli7.7..1ti e solubi li in cloroformio, i n acetone, i n hcn7.olo, in alcool bollente c negli alca li diluili con formazione del sale sodico.

Sono state eseguire prove su animali i nfettati con tubercolosi, con pnc umo cocco I c III , con stafi lococco c con st repto cocco. l ri s ult :l ti ouenut i non sono stat i però favo· revoli. La mancanza di attivit?r può essere attribuita, secondo gli AA. a lla picco la con· ccntrazionc che i preparati ragJ:,ri un gouo uel sangue.

Vengono dat i i uoltre i metod i di preparazione dd J>ulfamidi ci usat i , le lo ro carat· tcristiche chim iche, il metodo per la loro solubi l it?l in olio d i oliva c la con· ccnrraz ione rnggi unta nel s:l nguc della con il più solubi le d i ess i.

TRONELLI.

CHTRURGIA

13. CAPALOI: Direttive dd/a ch imrgù1 di gur:rra . - Rorn:t, Ed. Sanitaria».

Con profonda competenza e raro acume medico di <omp lcmento, illustra le dirctt i \'e della chirurgia di guerr a in un (' manualctto tascabilt:: l> in cui si riconoscono subito due prrgi principali: sintesi c

RASSEGNA DELL A STA MPA MEDICA

l vari, complessi, nuovi problemi che continuamente derivano dalle peculiari contingenze della guerra moderna sono trattati con schcmatica sobrietà e sulla scorta delle progredite acquisiz ioni - anche rece ntissime - della bellica.

I n questa giudiziosa sintesi B. Capaldi dimostra chiaramente di possedere una com· pleta conoscenza dell'argomento, un'acuta intelli genza ed un raro discernimento, che gli hanno consentito di abbracciare, coordinare e condensare in poche pagine l'immant: mole ddla materia.

Nè va peraltro taciuto che - ad utilità di chi, in mezzo al Eragore delle battaglie, sente il bisogno di consultare queste pre--Liose pagine - iJ manualetto è corredato da un indovinatissimo e quanto mai pratico indi ce a rubrica.

U libro - e di ciò bisogna essere grati al generale lngraval lc , capo della Sanità militare - è completato da un estratto sulle « lmuzio1ù per iJ servizio di Sanità io guerra >J per quanto r iguarda i posti di medicazione e le Sezioni di sanità.

Chi infatti è preposto alla responsabili tà di prestare la sua opera nei posti d i medicazione e nelle Sezioni di Sanirà non solo deve conoscere l'attrezzatura di cui può di· sporre e i particolari tecu ici con i quali tale attrezzatura deve essere impiegata, ma deve an che avere precisa cognizione delle norme che regolano la r accolta, lo sgombero e la eu r.a dci feri ti. '

E. CHAUVtN: Il tratramemo di alcune anu 1'ie con il bloccaggio anestetico del peduncolo renale. - «La Pres se Médicale ,, 26 settembre 1942.

L'A. espone un metodo c u ratii'O che raggiunge dei notevoli succ essì con la massima semplicità in alcune anurie, i nliltrando cioè il pc<.luncolo renale con una sostanza a n estetica. La tecnica è analoga a quella per l ' infiltrazion e degli splanonicì.

L'azione dell'anestetico si estrinseca sui fileui nervosi motori e sullo spasmo dell'uretere sui filetti vaso-moto ri e sulla circolazione ren ale; sui filetti secrctori e sull.a secrezione renale.

ln base a queste co nsiderazioni appare chiaro che l'infùtraziooe dd pcduncolo renaie è assai indicata nelle anurie da in queste ottenendo h scomparsa dello spasmo si ristabilisce la permeabilità dcll'uretere e quindi ripristino Je1 passaggio delle urine e si facilita l'eliminazione del calcolo che potrà proseguire la sua e:iminazione. Inoltre si ottiene la scomparsa del dolore.

Buoni risultati si ottengono pure nel le anuJie riflesse. ln quesre è opportuno infilrrare i due pcduncolì. Ed i nfine ri sultati discreti si possono ottenere nelle nefriti acute, rr.entre benefici solo passeggeri si otreugono nelle nefriti croniche, in cui la lesione ana tomo -patologica è fatalmente progressiva.

DERMOS/FILOGRAFTA

V. Qr.): La reazione di !de sulle sierosità della !elione ÌTii zinle lut:th a.

c1 Il Dermosifilografo », n. II , 1942-XXL

L'A. nelle premesse fa risaltare che la pre coc ità di diagnosi nella i nfezione lu e tica c quindi il conseguente opportuno tratramcnto cu rati vo costituiscono un fanore di no· tevole importanza, perchè possa nel lempo determinarsi una completa

H an no quindi importanza rutri i mezzi adatti ad accertare b dingnosi nel periodo pres i crologico e fra essi particolarmente la ricerca del treponema al paraboloide o nell'esame su striscio, data l'opportunità di sempre In di:l g nosi dioica de1la lesione iniziale.

5 - Ciomnlr di medicina miltrnrc

E' noto però come tal e ri cerca non dia sempre risulta t o postuvo e perranto, allo scopo di svelare l'event uale di rea gine speci fic he i n sede di lesione iniziale luetica ed avere attraverso la positività di una re a zione sierologica un dato di certezza per la di<tgnosi di sifi li de in un periodo precoce, fin dal 1921 AA. americani sperimentarono la reazione di Wa sser mann sulla sierosità della si1:ìlosclerosi iniziale.

Sulla base degli esperjmcnti e dci. risultati ottenuti gli AA., ril e vando l'utilità di t ali ricerche nei casi in cui gl i alrri e sa mi abbi ano dato esito ne gati vo, concludevano ch e la positività della reazione lo calt:: ripetu t a in due esa mi successivi è un criter io sic uro per la diagnos i di sifìiide e che tale positività compare alcuni giorni prima di quella sul siero di sangue, ma cht! peraltro l:!. negatività della reazione non esclude in m a niera assoluta l'infezione Juetica

La specificità di tale reazione locale non è però ammessa da tutti.

Pertanto l'A ha r ipreso tali ricerche servendosi della reazione di Ide, di r apida esec uzione, di facile lett ura c ch e possiede il preg io di r ichiedere una minima quantità di liquido in esame.

Il prelevamento della si eros ità de ll a lesione è stato esegu ito, previa accurata lavatura co n soluzione fisiologica, a mezzo tubil'ini di vet ro capillari, deponendo poi il materi a le prelevato nella concavi tà del vetrino porta ogge tti mescola to con una goccia cl e ll'anti &rene di Ide estemporaneamente pr eparato.

I n tutti i casi esami nat i sono state praticate la ri ce rca del treponcma (esam e su strisc io e co lor azione co l metodo di Font ana), Ja reazione di Ide sulla sierosità della lesione iniziale e contemporaneamente s ul s ier o di sangue le reazioni di Ide, di Wa ssermann, di Meinicke, di Sachs-Wit ebs ki.

Poichè lo scopo principaic delle ricerc ht: era qudlo di poter riuscire ad avere un dato sicuro per porre in fase prcsierologica una diagnosi certa di infezione lueti ca , sono stati pre! i in esame per la maggior parte indi vidui portatori di fom1e inizial i recenti con reazioni sie rol ogic hc negatÌ\'t: cd in min or numero sogget ti presentanti già da quaJche tempo lesioni iniziali co n reazioni sierol ogichc positive.

Pe r un ult e riore controllo della spec ifici!à della reaz ione lo ca le sono state estese ri cerche anche a cas i pre$e ntanti lesioni va ri e in sede genita le ( ulc e ra vene rea, herpes simplex).

Nd primo g ruppo, costituito da 23 c.asi, con reperto positivo di treponemi nella sierosità e con reazioni sie rologiche nega ti , ,e, In reaz ione di Id e. sulla sierosità è risultata negativa in 18 pp. c in 5 lievemente positiva (2 1,7 %).

Nel secondo g ru ppo (12 cas i) la reazione di I de sulla sierosità è ri s ul tata pos JUva i rj 8 pp. c negativa in 4 • mentre in vario grado sono risultate positive le reazioni praticat e sul siero di sangue e prop riamente in 5 casi è risult::na positiva lie vemente ( + +) lJ sola re azione di Meinicke , in 4 sono risu.lta re positi,·e in modico grado le vari e n ·azi oni sicrologiche ( + + ) c in tre tali reazioni sono ri sultate concordem en t e cd i n:cn!lamcnte positive ( + + + + ).

1J repertO de) trepanema è stato i n lUtti i cnsi pQS ÌtÌ\'0

N e l terzo gruppo, comprendente 8 soggetti presen t anti in seùe geni t ale lesion i varie ron specifiche, la reazione d i I de sulla sierosità è risultata costantemente negativa.

In base a lle ri cerche ed ai ris ult a ti o!tt:nuti l'A. conclude che la r eazione di ! dc eSCj.tll i ta sulla sieros it à delle lesioni jnizi::tli Juctichc , per lo meno durante il perio do presierologico de ll a infezione, non p uò fornire llkun dato di certezza per una d1:1 g nod prcco<:c e quindi non ha alcun valore pratico ai fini diagnostici e che anche 11cl periodo sierologico della infezione sifilitica la prova locale o(fre una scarsa u tilità, presentando u n valore percentuale d i po sitività inferiore a quello delle varie reazioni esegtt i te sul sie ro di sangue.

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CARLUCCt.

IGIENE

Rt:ndù·onti dell'Istituto Superiore di Sanità - Vol. V, parte Il , r9p-X"X.

Il V volume dei Rendicont i dell ' Istitut o Superiore di Sanità contiene pregevolissime pubblicazioni, di piena attualità, e che meritano di essere opportunamente segnalate per l ' importanza che esse ri vestono anche dal punto di vista sanitario militare.

Fra i detti lavori è da ricordare inn:llui tutto quello veramente poderoso della prof. Lidia La Face sulle malattie trasmesse dagli artropodi , che costituisce, senza alcun dubbio, una messe di noti zie di entomologia medica, che sono interessantissime, non solo dal punto di vista generale, ma anche da quello particolare, cioè per b conoscenza delle modalità d i trasmissione deile singole malattie, delle quali gli artropodi sono il veicolo. Dovendo a:nche tener conto de! fatto che queste malattie hanno notevolissima importanza per le ripercussioni social i ed economiche, nonchè dal punto di vista coloniale. Basta solo :1ccennare al probl ema della malaria, della febbre gialla , delle tripanosomiasi, della peste bubbonica, delle ieishmaniosi, della dengue, nonchè del tifo esantematico, problemi che sono stati , non solo profondamente studiati dall'A. ma anche seguiti accuratamente fino alle più re ce nti acquisizioni in materia.

Altro lavoro che costituisce in modo un note,·olc interesse per il momento attuale è quello del prof. R. Ma gg iora Vergano sui vaccini e vaccinazioni nella profilassi del tifo esantematico, tendendn esso ad illustrare i metodi di prepa razione di quei vaccini che m eglio oggi rispondono al punto di vista della immunità pro61attica, cioè il vaccino Otto -Gildemeisrcr (p reparato mediante culture di rickettsie nell'embrione di pollo) il vaccino Giroud (c ulture de!le ri ckensie nel polmone di tOfX>Iino o del coniglio) e quello classico eli Weigl, preparato con culture di rickettsie nell'intestino del pidocchio, arti ficialmente infettato. L ' A. poi si Ì! pa.rticolarmente fissato sulla preparazione dei primi due vaccini, giungendo a lb conrlusione che i nuovi metodi di preparazione (da embrioni di pollo c da polmotù di topolino o dl coniglio) non sono, per lo meno negl i animali, meno attivi del classico vaccino di W cigl.

Altri la vori, sempre sull'argomento del tifo esantematico, sono quelli di G. Mar iani e I. Archeni , che si riferiscono al la polmonite sperim enta le da Rick e ttsic nel topolino bianco, ai r apport i delle Rickcttsie con le inclu sioni dell'epitelio congiumi vale, r,oncbè alla disinfestazione spontanea del pediculus corporis, venendo con que sto ultimo lavoro ad essere ben precisato a quale t emperatura ambiente, non soltanto il pedi cu./us ha la massima res isten za al digiuno, ma .mche !'embrione rimane vi, o e vitale, nonchc! quali sono le temperature naturali partico iannente adatte per accc:erare la morte dell'insetto.

Ripetiamo che tutti lavnri cO$ litu iscono un prezioso comributo alla cono · di problemi imp orra ntissimi c dimostr:wo con qu a le passione scientifica ed utilità pratica vengano tali p roblemi seguiti dai vari !abor:llori dell'Istituto Super iore d i Sanità. BRu:-:t.

G. SANCIORcr: Disinfettanti e di sin festanti ndl'attuale econom ia di guerra - (< Ri,ista Italiana di Igiene », n. 6, 1942-XX

L 'A richiama l'attenzione su <.1uestion i prati::hc in cident i sulla scelta dei tanti c dei disinfes tanti , soffcrmandosi mngg iorm ente su que lli adibit i ad usi generici t: prende odo in considerazione il punto di vista econornico -nut archico

I disinfettanti più usa t i sono i fenolici, i tormolici c i sali d i mercurio J fen olici (indipendentemente dalla no stra po\'ertà in carbon fossile, dal quale si ricavano ) g ià in tempi normali lo sono anche più ogg i, pcrchè im pe gnat i in u si indu str irtli

di guerra. L e conJjzioni pcggior:mv quando consideriamo ropportunità di aggi u ngere al fen o lo greggio d e l sapone o dc i saponi rcsinosi, per rend er]o più facilmeme emuJ · ncll'acCJU:l. Tra i formolici ricorda il li soformio (miscela d i aldeide fornuca, di solm.ionc acquosa di s:1pone potassico c di essenza di citroniiJo. o di eucalipto), anche esso moho costoso. La ùisinfczione con la formalina del commercio - liquida o polverizzata - può tornnre come costo. I \':lFO!i di fo rm aldeide, all'opposto di q 11a n t o molti crcJono, non ri<·sc,lno efficaci che in p<1 rticolari ambienti, meglio nelle apposite cabine prctlisposte nelle stazion i ,_b disinfezione e quando abbi ano il co ncorso di una adcguat:l temperatura cd umidi à. Per la ricchezza del nostro territori o in mercurio dobbinmo considerare autarchico per eccellenza il b iclor uro di mercurio, per giunta di basso costo: possi:Jmo perciò impiegarlo su vasta sc:J la , specie nella bonifica dc i locnli c come presidio della cos ì detta d1sinfczione termina le. L ' inconveniente d i sciogliersi male nell'acqua si corregge con l'aggiunta di acido cloridrico o di cloruro d i sodio, anche se questa aggiunta può, Ji cvcmeJilc, ritard:Jrne l'azione La formazione di albumi nati d i mercurio, che i mpedirebbero o la boni6ca di un mestru o vrganico può èsscrc mitigata quando il me s truo stesso vengu diluito con acqua e conveni entemente agitato prima che \'cng.a a contatto con il sublimato. Il subli mato può sostituì re il costoso alcool nella delle mani dei chir urgi o come tale o come soluzione questo disinf.c::ttante merita nelle attuali contingenze uu posto di onore.

Ai nosw lgici della tintura di iodio, ùell'alcool, clell'a!cool picrico - oggi più .:he mai costosi - l'A. riconb che Sf: la :intura di iodio ha un potere batteric ida fortissimo r.e h:t anche uno non inJiffc:rer.tc; che l'alcool poco istio!csiivo è più un deterSÌ\'o che un disinfettante; che l' alcoo l picrico possiede un' azione poco s uperiore a quella dell'alwol a lato ùi una cena che si svcl:J nelle persone in tolleran ti. L'alcool denaturato non gode buona stampa : è: ri sultato ch e può contenere germi viv i allo stato d i sporc, ma potrebbe rendersi m<:diantc filtra7jone.

Recentemente in Ita lia sono state studiatt; come disi nfettanti le essenze vegeta li , dell e quali s iamo ricchi. di bergamotto ha un indiscutibile potere batte ricida, ma è di costo e le vato Attraverso ricerche dirette a separare le par ti attive delle essenze vegetaLi ed agrumarie, aum c ntando tc i l potere battenciùa mediante speciali processi di attivazione c costituenJo con esse delle miscele ad azione dnergica sono sort i pro · dotti come la solu:t.ione alcoolica di C itr os il per uso c hirur gico e la soluzione di Citro sil per uso i g i enico.

Magnifico apporto e su ' ' astissim;t scab può <brc l'umile i Jrato di calcio, che sotto form:l di ):me di calce cost itui sce uno dei presidi profilattici bonificatori d i subsrrati organic i larg:tmcntc sfru t\ ato in igi ene e speci e nell'igiene

Dei disinfestanti l'A considera la cakio ciMl !lm iJc, che :tlla rnassimà economic i tà uni sce la doppia proprietà di wssica per i vi,•enti e fertilizzante pe r il terreno. I sustrati s ui quali esplica }a s ua a'ljonc b in omia le so no il terreno, l'acqua e il letame. T erreno ed acqua in cui rro\ ano moti, i di vita uo va c larn: di verm i {lotta contro l'an c hilostomiasi) , mollu sc hi i ntermedi di trc matodi, uo,·a c larve d i in sett i {7.anzarc); te rr en o su cu1 hnzi car.o muridi camp:-ag-nol i ; leta me che il pnbulum di vita d e ll e mo sc h e. P e r la lotta co n1ro le :llO! che già sviluppnre r icord a la Miafon i na Be rl csc c sopr:nuno la Mia cidintt Cor mio a h asc di s iero di I:.1Uc.

D c i di sinfestanti g :tssosi ncorda d i g ·:llldc cfli c:.1c i:1: lo ;r olfo èd quale !'iamo ri cc hi ha il pregio di offrirei un disinfestante potemc cd econom ico. L'oss ido di c:trbonio , l ' acido cianiJrico, b cloropicrin :1 per b loro nott:\'ol c tos si ri t à richieJono molt e caulcle e possono perciò arcre un U ) O ]imitalo.

t\n c hc n elle :tttunli conring e n;r.t ahh i:11110 e h:l Stc\'o li :11\e minim e csigcn7.e del l'I giene. ' "l l'

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G. BRuscH"ETitNt: Su/Ja diffaenziazioru: degli stafìlococchi. - « Annali d'Ig :e ne n , n. 6, giugno 1942-XX.

L ' A_ fa u na abbastanza estesa ra ssegna del! a letteratura sulla d i fferenziazione degli s t afilococchi mediante il fenomeno della coagulazione del plasma ossalato o piasm:tcoagulazione.

Egli ha ricercato ta le fenomeno su 35 ceppi patogeni, 15 ceppi saprofiti cJ 8 di c·rigine ignota tlete rminandone anche il pigmento, l'azione f:u id ifìcante su lla gelatina ed il potere emo!itico. La plasmacoagulazione fu saggia t:l su l plasma umano e sul pla sma di coniglio con ri sulta.ti per lo più concordanti. 11 plasma fu ottc::nuto osS:llando il sangue (al 4 % per quello di coniglio e al 2 % per quello umano), cent rifugando e diluendo il liquido ottenuto in proporzione di 1 :5 con soL fisiologica steril e. A cc. 0,5 di tale liqwdo veniva aggiuJI!O cc. 0,5 di brodocultura di 48 h., si mettevano le provette io termostato a 37° e la lettura veniva fatta ogni ora.

Per alcun i ceppi fu anche ricercato il potere coagulante sul fibrinoge no di coniglio sia delle culture che dei filtrati, i qua l i ultimi furono cimentati anche di fronte a l plasma L'auone coagulante dei filtrati è risu lt ata nettamente inferiore a quell a delle culture ed il fibrinogeno è: meno rego larmente coagulato sia d::alle cu lture che dai fihrati.

La reazione dell'ambiente può varian: tra · pH 5•9 e 8, 7 i terreni con sangue eJ. ascite favoriscono il potere coagulante, il ri sca ldamento impedisce la plasmacoagulanella maggior parte dei casi, mentre per alcun i ceppi si ì: o sservata una certa terrno stabilità delle proprietà coagulanti.

Dalle ricerche e seguite l'A. ritiene di poter concludere che uno stafìlococco che coagula il plasma ed è emolitico possa con tutta probabilità considerato patogcno anche se, considerata la va riabilità della \'Ìrulenza d i uno stesso ceppo. non si possa p retender e 11na concordanza assoluta. FLORIO •

•HALARJOLOG!A.

G. DE FLORA: Primi risultati di un nuovo trattam ento della malaria c delìa sple.nomcgalia malarica. - •< La riforma medica », Napoli , giu g no 19-12 -XX.

L 'A. è stato indotto a srerimentare un nuovo metodo personale di cura antimalarica partendo da premesse d'ordine pratico e dottrina le.

Tra le prime: imponente numero di militari reduci dai fronti della Balcania e delI"A O. I. presentanti manifestazioni malariche, recid i ve o croniche, malgrado tutte le c.ure più razionali eseguite; il cospicuo numero di preparati antimalarici attualmente !o uso; l'insufficienza terapeutica del chinino J prevenire e vin ce re radicalmente !'infezione malarica; il persistere e l'evol versi della sp!enomega lia nei malari ci cosiJetti guar iti, i'abituale cronicizzazione della malattia.

Tra le premesse dottrinali, has:lte su g li studi di alcuni AA . italiani (specialmente i l Raffaele): la nozione oggi acquisita dell'esistenza di un ciclo esoeritrocitico de l parassl!a malarico, durante il quale tr ovandosi g li sporozoiti nel!e cellule ùcl tessuto ret ico lo(specie quello splcnico) Jo ve continuano a evol\'crs i e a moltiplicar si , non possono subire l'azione debellatrice del c hinino, per cui passando occasionnlmcnre in circolo (fase eritrocitica) per qualunque circostanza ::occ identale ( in debolimento delle difese organiche, deficit aiimcntare, splenocontrazione da freddo, da cambiamento di clima, da emozione, e da altre cause) danno l uogo alle rccidi\'C malariche (a ccess i).

L'A., quindi, quale capitano medico capo reparto medicina de ll ' o s pedale militare di Genova -Quarto, ha avuto agio di s , udiarc in 25 ma larici l'applicazione del suo metodo personale fondato sul concetto che, stimolando con sostanze minutamente disperse la

princi pale fun zione r eticolo -en do teiìale - quella granuloressica - si viene a stimolare qu esta funzione an c he in rapporto agl i clementi parassitari e a tutto quel complesso delle difese umorali e i stogcne proprie delle l.llliYità reticolo·endotelia!i.

Qu a le sostanza stimolatrice i'A. ha scelto il rosso-congo, perchè, us at o in sosp ensione adatta, v ie ne a rrovarsi in particcHe colloidali c:ct tron egnrive, verso le quali le cell ule reticolo·endotdiali hanno un panicoi:Jre tropismo, e percht, adoperato con opportuni accorgiment i , si è dimostrato inn ocuo c d.i poco costo.

L'A . detta quind i le norme per la conven ie nte preparazio ne de ll a sospensione al titolo ùt:ll' l % c tra ccia il piano curati vo da eseguir si , suddi vi<.le ndo lo in 4 ·5 cicli e a ltern:mdo le somministrazioni J i r osso ·co ngo endovena con chi7ino e atc:brina (o i taJ china):

1 ° cicl o ( to gio rni ) = 5 ini ezion i di 5 cc. di rosso-congo, e ndovena, a g10 rru alre r ni;

2° ciclo (5 giorni) = li compresse al dì di chin i no biso l fa to, i n 3 volte (o re Io , t6, 22);

3• ciclo (10 g iorn i) = come a" cicl o;

4 ° ciclo (4 giorni) = 3 compresse al di di atebrina (o it:ù c hlna), in 3 volte (a lle ore i ndicate);

5° ciclo ( ao giorn i) = come 1° e 3° ciclo (ta le 5° ciclo non è sempre i nd icato). Nel rife rire i pri mi risultati ottenuti, l 'A. fa gi ust amenre ri levare che le espe ri enze Yolsero tutt e su l trattamento di forme mabrichc in militari reduci dall'Albania o da ll'A. O. I. e pe r tanto in forme partico lanneote r esistent i :al c hinino

I casi sottoposti a l trattamento ir.dicato furono 25, ma da 9 d i essi completamen t e trattati l'A. è ind otto alle segucmi considerazion i :

a) Nessun disturbo imm ediato C• tardivo dopo rinoculazione del rosso;çongo.

b) In un so l caso r ecidivò un soio picLOio accesso febbrile a 38°, mentre n ei rimanenti 8 casi si ebbe in 48 -25 gior ni .

c) 1n t ut ti i mal ar ici si ebbe rapid::J r iduzione del tumore di milza , talora lino a wetà del volume primitivo, e comunque già dopo la 3" o 4" ini ezione di ros so -congo del L0 ciclo: in tutt i i casi chr ha nno completata la c ura, la mil za è ri tornata nei Jimiù normali

d) Alla s plenoriduzione si accompagna la scomparsa dei do lori e della dolorabilità alla r egione sple nica.

e) I n tutti i casi se nsibili miglioria della crasi ematica, della cenestesi e delle condizioni general i

Co ncluclendo, noi, pur plnudenc.lo a questo originale m etod o di cura del prof. De Fl ora, concordi:uno con lui che i casi trattati, sebbene coronat i da risu lt ati così buoni, sono ancora pochi ed a u sp ic hi amo perciò una conferma assa i più a mpia d a parte di tutti quei mcrlici mili ta ri c civili che, per le lo ro particolari att i vità, ha nno modo di sperim e n tare su vasta scala e contro ll are clinicarnenre questo nuovo tr atta m e nto d e lla m alaria acuta e aonici7.zata, su l quale si appuntano nuove spe ra nze per il bene stesso dell 'uman i til.

TRTFILETn.

M

ED I CI NA

G. ScoTTI: A zione d c://'acido nicotm tco sulla p ressione art.eriosn. - « Ra ssegna di Clinica, T erap ia e Scien z e affìni », fase. I V, 1942 -XX.

L 'azioue dell'acido nicoti11ico e dclb sua :uniJe è stata studiara, con indagini, s ia d a l la to biologi co, in rapporto a v:-tri appa rati t:d a di,·crse funzioni, che da qu el lo tcrap c ut ico, nei ri g u :ml i non solo della pd lagra ma anc he di molte a ltre affez i oni.

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L'acido nicottruco e la sua amide esercitano una n etta azione vasomotricc, p erò mentre il primo provoca una rapida vasodilataz.ione dei capillari cutanei con conseguente rosso re specie alla testa cd al collo1 b seconda, esscntlo meglio toll cr:Jta , no111 dà evidenti disturbi vaso motori e quindi il suo impiego viene pn:fcrito a quello dell 'acido quando si vuole utilizzare elettivam e n te l 'azione vas omotoria.

Alcuni AA. hanno studiato le variazioni della pressione sanguigna in sct,ruito a sommi.nistrazione di acido nicotinico e hanno riscontrato, nella ma ggiora nza dci casi, u na diminuzi one transitoria ddla pressione che poi :-itoma alla norma , mentre solo iu qualche caso la pressione resta inva riata ed io qu:.tlche :.tltro la diminu zione della pressione, aozichè transitoria, è duratura.

L 'A. h a studiato il comportamento della p ressione arter iosa dopo iniezione endovenosa (eseguita al mattino, in soggeni a digiuno) di iOO mgr. di acido ni coti nico, in 48 pp. di ambo i sessi e d i età compresa fra i 14 ed i 66 anni, affetti da diverse malattie. Egli riassume i ri su ltati delle sue ri ce rc h e io una t abella, dalla quale ri sulta che r:ella maggior parte dd soggetti la pressione arteriosa ha s u b ìro un abbassamen to che ha raggi unto il massimo subito dopo l'ini ezi one , oppure a distanza di r5-30 minuti da essa, e che è ritornata alla nonna dopo un 'ora dall' i niezione. In pochi soggctri, per l o più adulti, la diminuzione d ella pressione arteriosa è stata prece du t a da un aumento. Noo si sono riscontrate d iffe ren z e del comportamento della pressione in rel azi one a l sesso.

I n conclusione l'acido nicotinico introdotto per v ia endovenosa a ll a dose di roo m gr provoca u na diminuzione, generalmente lieve e transitoria, talora preceduta da un a um e nto, della pressio ne arteriosa, la qual e dopo ci rca u n'o ra dall'iniezione ri to.roa :Jl valore n ormale.

I 'S!COFTS!OLOG!A

A GEMELU : La selezione d el moderno soldato. - c< Scientia >>, m aggio -giugno 19 42 -XX.

La naturale evoluzione della tecnica bellica in ra pport o all'impiego da parte degli moderni di sempre nuovi mezzi offensiv i e difensiv i, logist ici, sanita ri , ecc . determina la n ecess ità ognora più sentita e riconosciuta di adeguare il soldato a ll ' i mp iego dei singoli mezzi che gii sono a ffidat i. Sino a qualche anno fa n ell'a rruol ame nto e n e ll'assegnazione del solda t o a lle s ingole r:r m! e corpi si riteneva sufficiente la valuta zi one di alcuni e lementi fisici e costituzionali c-he più lo r e ndevano atto a svolgere i l suo compito io rapporto alle caratterhtiche tattiche d'i mpiego dj un'arma o corpo f i uttosto che di alt ri .

Però p r a ticamente, già sin d.a allora, si sent i va La necessità di suddi videre anch e i n seno ad una stessa unità militare gl i uomini assegnat i riparte ndoli nei vari se rvizi o nell'impie g o delle varie armi secondo un cr iterio d i sc riminati\·o, c he il coma ndan te del l' unità si veniva formando dal le qualità ed atlitudin i psichiche del singolo so ldato. L 'abil ità del comandante appunto ( tra le altre) nell'avere assai spiccato senso per impiegare gli uomin i dipenden ti i o rapp orto non solo alle doti fi siche ma an c he alle a t titudini più maoiieste ed all e doti di carattere.

L ' impostazione scientifica del problema che vi a via col progredire dei mezzi e delle armi si è dimostrato sempre più importante e d ecisi vo in r apporto a l rendimento degli uomini, si è avuta soltanto quando la psicologia speri m entale ha portato il s uo contr i buto di scienza organicamente composta . Così accade ogni qu alvo lta in un nuovo indirizzo della pratica umana, si innesta, quale elemento diretti\·o, il corpo di dllttrin a ài una scienza sperimentale ch e a lungo svo lto la sua attiviril. ver so indiriz zi apparentemente teorici od a\•en ti fini a sè st a11 ti.

Padre A. Gemelli, già sin dal 1915, aveva dimost r ato l'importanza che i conceni in fo rm ativi della selezione ca ra rtereologic.1 e della psicologia sperimentale p r esentavano nella determir.nione attitudinale e nella va lutazione dci ?iloti. Nel 1917- rS egli aveva condotto ri cerche su l soldato italiane. per la selc7.ione dei mitraglieri e più ta rdi aveva proposto In introduz ione della se!et.iom: dci mìlimri di ogni arma.

Nel 1925 aveva formulato sulla NuQva Antologia, i n un articolo <<Sulla necessità ci i selezione psico!ogica nel reclutamento dci militari », quei principi che trovarono po i larga applicazione in Germania e più tardr n ella massima parte degli eserci ti dell e maggiori nazioni.

Da noi è stato ist i tu i to presso i l Centro Nazionale delle Ricerch e uoa Commiss ione per le applicaziou i delia p sicologia che svo lge la sua opera in t utti i settori delle attività nazion:tli (Forze armate, trasporti, produzione e sc uo la) e che dall ' i nizio della guerra, ha concentrato le sue energie, quasi esclusivamente, sullo studio dci problemi militari.

L 'att ivit à della sezione Forze Armate ebbe ini zio nel 1939 e sin da l principio fu data particolare importanza a1 problema della selezione degli specialist i militari. S i è deciso in seguito la istitu7J onc di u n ccr.tro sperimenta le che ini z iò la sua attività sotto la direzione del prof. Benissoni. Succes!ivamente altri centri stabili sono soni e a ques ti si aggiunsero centri tempo r ane i con personale viaggiante.

l risultati ottenut i per la selezione degl i specialist i hanno dato risultati di notevole utilità pratica. I nfatti i militari selezionati scientificamente sono risultati idonei nel servizio di specialisti nd cento per cento dei casi mentre quelli non selezionati rispo · sero alle esigenze del servizio solo nell'Il % dei casi.

Come metodo di selez ione, a causa di spedali es igenze, la commissione si scr· vita principalmente di qu ello caratterc-ologico, però trascura r e sopr atutto l'accert amento delle disposi zioni attitudinali mediante l'impiego di particolari reattivi.

Si tratta in fondo di Jetcrmiu.are i modi per un migliore i mpiego èel f attore umano_

Si può dire che specialmente per le na"?.ioni più povere il fattore umano è nella orga ni zzazione delle Forze Armate elemento decisivo: sarà forre quell'esercito che a vrà più largamente e con maggiore :Jdottato i criteri di selezione psi cologica. DE NIEDERHii.u'sERN.

RADIOLOGIA

F. SANTAC.nJ: Il quad, o mdiologico della gangr.:na gassosa t: delle inclusioni gnssou nelle ftri tt: di gu ( rta. - << La Radio!. MeJ. )) , V, XXIX, f. to, pag. 357, ottobre 1942-XX.

T enendo pre sente l 'importanza r a<.lio!ogica, per la diagnosi tempestiva <.Ielle infezioni gaSS<.lSC complicanti le ferite di guerra, l'A. espone i risultati delle sue osservazioni f:ltte su 700 feriti sortoposti ad in.Jagine radiologica nella 104 .. ambulanza radiologica da lui diretta sul fronte greco -albanese. In quesù fer iti l 'indagine radiologica mostrò la presenza di inclu siom gassose nd 3 % circa dci casi.

L a presenza di gas nelle ferite di guerra può essere dovuta ad enfisema traumatico esogeno e ad inclusioni gassose prod ott e di ge rmi a virulenza :menuata, "ltrc che al flemmone ed alla gangrena gassosa.

Queste inclu sion i gassore hanno aspetto vario che va presenza d i piccoie bolli c in e sparse a qu e ll o di grandi holle senza concamerazioni, che qualche volta contornano i l proiett i le rit e nuto. La diagnosi differenziale di queste inclusioni è tal -

\'Oita ardua, spec ia l mente per chè spesso aspetti radiologici somiglianti pre se nta il flemmone gangrcuoso . In que st i cas i so lo gli esami radi ologici i n serie ed a breve distanza

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di tempo possono sovvenire, in quan to nel flemmone le raccolte gassose tendono a diffondersi, mentre nell'enfisema traumatico tendono a scompar i re pur potendo esse persistere per alcuni giorni (6-7).

La g-,wgrena gassosa che ha iu comuue con il fkmmone la rendenz a a rapida diffu sione delle inclusioni d i gas presenta una caratteristica sua speciale dovuta al fatto c he l'abbondarne produzione gassosa dissocia frequentemente le fibre muscolari attaccate dalla infezione. Ciò è dovuto alla presenza interfascico!arc di bollicine gassose, che fanno da mezzo di contrasto e dànno un aspetto fascicolato ai muscoli colpiti: quando questi sono i muscoli gemelli della si ril eva uno speciale aspetto a 11 spiga di grano 11 o «a barbe di penna>>

Dallo st u dio intere ssante del Santagati è documentata l'importanza dell'indagine radi o!ogica per una preco::e diagn os i deile complicanze i n forme gassose delle ferite di guerra e della necessità di un:-1 ponderata diagnosi differenziale c di una saggia atte sa armata in vista di inter venti che potrebbero sa lva re una vita od essere i nutilmente mutilanti

IMPALI.OME NL

TRAVMATOLOGIA

L. CoRNI L, M. ARNAUD e J. E. PAtU.AS: Plaies de guerre des m:rfs pbiphùiqut:s. (Con.tidàalions tmatomo -cliniques sur lt:s conséqm:nas physiopathologiques dt: leur cicatrisation). - 1< La Presse >• , n. 40, pag. 550, 5 sette mbre 1942.

Gli AA basano questo lavoro di un centinaio di casi di ferite di guerra degli arti con lesioni antiche operate e rioperate dopo più c.li cinque mesi del trauma iniziale e seguite per la m aggior parte istologicarnente.

Mettono in riìievo che la cicatrice nervosa è costantemente viziosa ed in continua '!Volu z ione e che all a componente paralltica de! quadro cliilico, c.lovuta :lll'interruziooe della fibra nervosa, si aggiunge una componente simpatica sosten uta cost:tntemente c.Ia! tessuto cicatriziale.

L 'aspet to macro scopico ddlt: cicatrici peri ec.l intranervosc, notato durante gli i nterventi, permette di osservare due quadri: uno raro rappresentato da una cicatrice 11 fredda>> con scarsissima congestione infiammatoria e nervo inglobato in una sclerosi totale delle aponevrosi e d e i muscoli, l'altro più &equentc in cui il tronco nervoso è inguainato da un tessuto sclerotico e contemporaneamente congestizio, sanguinante al ntinimo contano. li nervo presenta co3Ì dei fatti di :>erineuritc che difficilmente lo fanno distinguere dai tessuti ,,icini di cui assume, come per mimctismo, lo stesso colore v i noso; questa perineurite si estende molto al di fuori del tronco nervoso, raramente attraversa il nevrilcmma e cost ituisce delle colate di ad c rcn7,e che in g lobano vasi, muscoli ed aponevrosi, specialmente se i f:uti infiammatori precedenti sono stati favoriti da una ferita dei vasi vicini o da emorragie muscolari riFetute.

Lo studio i stologico sull'esame elc i prelevamenti, effettuati nel corso degli interventi, ha fatto rilevare due tipi di lesioni.

Nel primo tipo, sul capo centrak un vero e propno 11 neurogl ioma 11 caratterizzato da una intensa e disordinata pro!iferazione delle .guaine di Schw::1nn contenenti piccoli cilindrassil i assottigliati; sul capo libero del segmento periferico un ((glioma 11 costituito da una proliferazionc p i ù esuberante e più anarchica delle gu::1ine di Schwann vuote e cilindrassili.

Nel secondo tipo l'elemento dominante è rappresentato dalla renione connettivovascolare in cui la proliferazione gliale è associ :ua ad una sclerosi collageno - nbroblastica che infiltr a g li element i nervosi, pro segue sui tess uti vicini e si estende lun go il tronco nervoso con tutti i caratteri della neuro sclerosi infiammatoria.

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Mentre nel primo tipo le lesioui, se non sono proprio stabilizzate, hanno un carattere scarsamente cvolurivo , nel secondo tipo sono in continuo rirnaneggiamemo per l'inflamm az.ione e per i fenorneoi vasomot o ri,

Gli A A., riportand os i ai lavori fondamentali di Leriche sulla componente simpatica delle ferite dci n e rvi, spi e gano l 'origine ri flessa di alcuni fenomeni (artropatie nervosc-osteolisi della testa ucll'omcro nelle ferite della base del cavo asccllare ipertonia speci ale di muscoli paralizzat i ) con le lesioni infiammatorie della cicatrice nervosa per cui le neuroscl erosi, con i loro fatti vas-colari e Ji si accompagnano a dist u rbi t Jc urotrofici p i ù marcati che> i sempl ici cc gl iomi '' ·

I noltre rnenono in ra pporto la maggiore possibi lltà di ri generaz ione del nervo radiale rispetto allo sci a ti co cd a l cubitale con il grado di vascolarizzazione di ques ti tronchi nervosi e con l 'azione dei filetti simpatic i dei <c vasa n erv orum » e fanno rilevare che una pcriueuritc iu fiammltor ia c fin::mco un scmp)jce cc ncuroma » laterale d eterminano delle turbe paralitiche o simra t iche più accent u ate che nelle sezioni complete.

Gl i AA. traggono dalle loro conslatnzioni anaromo e fisiopatologiche le seguent i conclusioni t erapeu t iche :

1 ° - \ •iene sempre più r:afforzato il concetto della precoce pul i zia meccanica mtn u ziosa ed a cc urata delle ferite di guer r a intcress:tnt i un tronco nervoso e deOa sua trasformnione in u na pulita e chirurgicilmcnte asettica.

2° - Prima di sutura re un nervo è necessario :tsportare tutte le zone c o ntuse che possono genera re una cicatrice.

3° - Neg li stati cicatrizia li infiammatori dci nervi bisogna procedere sempre alla cxeresi chirurgica della cicatrice nervosa

SOMMARI DI RIVISTE MED I CHE MlLIT AR I.

G ERM AN I A.

DER D EuTscHE Mu.1Ti\KAR'z:r. - Rivista mensile per gl i ufficiali della Sanità milltare dell'c:scrciro, della marina c dell'aeronautica, Bur eau de r Medizinischeo Referanteo-

Biiitter, B erlino W 9• Li u k str. 23 -24- Fa se. 12 dicembre 1942.

Kriipc: Metodi eli ricerca sierologici per la de terminazione in serie d ei gruppi s:m guigni.

Beming: Criteri importan ti per il medico delle truppe sull'edema .

B/ankc: Sulla morte improvviS3 nel bagno freddo (con specia le riguardo alla m orte improvvi s:-. pe r allergia).

Baberowski : Ricerca sulb capa cità visiva in un t umore intrasdl arc.

Laurcnrius: Diagnosi differenzia le dell'esan tema acuto.

Boldt: Cr iteri fondamenta li pe r il trattamento dei luctici da parte del medico d elle truppe.

Lang: Sulla ques t ione dd la os tcocondrite disseccante e sua genesi.

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- RICOMPENSE AL VALOR MILITARE CONCESS E AD UFF ICIALI DEL SERVIZIO SANITARIO.

MEDAGLIA DI DRONZO AL V.\LOR MILITARE.

BoNELLI Vincenzo di Mari ano e di Palumheri G iulia , da Catan zaro, tenente meJjcu comando truppe Amara. - Ufficiale medico di provato valore, capace, di pregiau qual i tà tecnico-profes,-ionali. Direttore di una infermeria dislocata i n un presidio i solato e Stlcc.essivamenu: con le ma mio ni di aiutame maggiore di un ospedale da campo, si è f"Odigato senza limiti di sacrificio co n alto spirito umanitario e som mo sprezzo d el pericolo, anche sotto le insidie aereo-terrestri, per l'assolvimento del suo dovere.Heghemeder Dembeà, giugno '1940 XVIII -lug:io 194 t -XIX.

CROCE DI Ct!ERRA AL VALOR MILITARE.

Girolamo fu Carmelo e fu Gua rnaccia Carmela, da Alessandria deUa Rocca (Agrigento), tenente colonnello medico clirezione sanità, delegazione int endenza

A. S. - Sotto l'infuriare d,./le offensive aereo -nova/i ne miche curò sempre personalmente la raccolta e la oip edalizzazione dei coìpiti, raggiungendo più volte, con serc:no sprezzo del pericolo, le dipendenti forma z ioni sanitm•:e berJag liate da bombe e da spezzoni incendiari, infondendo nei propri dipendenti, con /' e.rem pio, qeul/a calma, quella serenità e qudla fede, indit-e di siwra vittoria. - A. S., giugno t9-to -XVIII -maggio ' 941 -X IX.

MusTo Pasquale d i Donato e di Anastasia Maria, da Ri pacandida (Potenza), tenente colonnello medico ospedale militare risen•a « Busetta » Tripoli. - Direttore e capo reparto chirurgia di un ospedale mi/ilare di riserva, durante attacchi aerei e ae reo-navali, i.'l cui il luogo di cura fu ripetutam ente colpito, con la fredda calma d egli uomini forri e col massimo disprezzo del pericolo pre.;e tutte l e disposizioni necessarie per il ftmzionam ento del servizio. Sotto l'imperversare delle offese nemiche, in camera operatoria, prodigò tutta la sua attività per lenire le sofferenze, curare /e carni martoriate d ei numerosi feriti. Esempio mirabile di serena imperlllrbabile calma, di alto senso di solidarietà umana. - A. S., 22 dicembre 1940·21 apri:e 194t·XIX.

AvvERS I Riccardo di Giuseppe c eli Fontaoell i M aria, da Imola (Bo logna), tenente medico 236° ospedale da campo. - Ufficiale medù·o, in ocrosione di ripetuti bombardamenti aerei nemici verificarisi nelle immediate vicinanze d ell'orpedale da campo cui era addetto, con la parola e t·on 1iportava la calma nei ricoverati. il trasferimento di detto ospedale in altra zona, avvenuto sotto iJ tiro dell'arti.glie,ia t.vversaria, si prodigava con energia ed alto >emo dd do vere per lo sgombt:ro dt:i feriti t di tutto i l mate riale sanitario. - Coriza (fronte greco), 1 - 2 1 novembre 19 4o -X1X.

Domu Gugl ielmo di Arturo f! di Mcnchi Giulia, da Ascoli P iceno, tenente medico 236° ospedale da campo. - Ufficicle medico, ir1 occasione di ri pewti bombardamerJti aerei nemici, effettuati nelle immediate vi cinatlze dell'ospedale cui era addetto, éon la parola · e l'esempio riporta r ' a la calma nei ricoverati . Durante il trasferimento di d ello <Jspedale in altra zona, avvenuto sol/o il tiro dell'artiglitria avversaria, si prodigava con

NOTIZIE

energia ed allo senso del dovt:re pu lo sgo mb ero dei feriti e di tut/o il materiale sanitario.- Coriza (fronte gr-eco), 1-21 no,embre '940 -XIX.

FAVALI.I f c iNO di B:mis ta e fu Hc.:rtini Clo ti lde, da Castelnuovo Monti (Reggio Emi · Jia), tenente medico diretlorc 30• nucleo ch irurgico. - Direuore di un nucleo chirurgico avanzato, nonostante l'int<:nso tiro dell'artiglieria nemica, prati cava numerosi inurventi, che salvava no da sicura morte u n uf/ìci.'lh: c diversi milita1i di truppa.Zc.:mca, km. 21 della rotabi le di \ alle Shumbini (frome greco), 9 ap1i :c 1941 -XIX.

FuNPARÒ Girolamo d i Giuseppe e fu Fratello Ro saria, da Alcamo ( Trapani ), t enente medico 3H" sezione di sanit:l. - Subalremo presso un reparto so meggiato di seziom: sanità durante: periodo di combatrimc:nti, in zo na battuta dall'artiglieria, morrai e mitragliatrici n emiche, si prodig.wa co n calma c sprezzo del pericolo n ei/o sgo mbero dei numerosi f eriti. Rin:vuto urdine di s postani co! reparto in luogo più s-icuro, si allontanava solo dopo avere provveduto allo arretramento di tutti. i feriti. - Korci:wo -settorc Koze l-Floq (fronte greco), 14 -21 novembre 19-lo-X I X.

GAGLtAlU>I Carlo di Giovanu i c di Carretti M:1ria, cla Milano, tenente medico 30° nucleo ch i rurgico. - l .iffJ ciale m edico addetto a un nucleo chim rgico avanzato, coadi uvallt1 i/ direttore, sotto in tenso tiro di artiglieria nem ica, nel praticare numerosi interventi, che salvavano da sicura morte un u f ficiale e diversi militari di truppa . - ZemcaShimbini (fronte greco), 9 aprile 1941 -XIX.

MARESCALCJi l Bruno fu Domenico e fu Savoia Maria, da Ravenna, tenente farmacista 236° ospedale da campo. - Ufficiale farmaci.<l<t, in occasione di vari bombardamenti Mrei nemici, vcrifìcatisi nelft: immediate vici11anzt: delt'ospedtJic da campo, cui era addetto, ri prodigava a ricondun·e la calma e l a serenità d'animo tra i degenti. Durante il traJfc:rimcnto di de-tto oipedale in altra zona, at1venuto sotto il riro dell'artiglieria avversaria, con. calma ed energia provvedeva a/lo sgombero dd feriti e di tutto i l matertale sanitario. - Coriza (fronte greco), 1-21 novembre 1940 -XIX.

BALBONI Guido eli A:bcrto c fu Berte!?! Corinna, nato a Carrara (Massa) il 4 novembre 1909, sot totcnentc medico complemento del XXV battaglione co lonia :c. - Ufficiale medico, ùz una assai cruenta giornflta di combattim ento in cui il suo battaglione, rinforzato da bande i rregolari, ttgiva contro forze più voltt: superiori, notlcurante dd nutrito fuoco di fucileria c di mitraglùurici avvam rio, .(i prodigava attivamente per la cura di nu nw·oJi feriti, dando esempio di sprezzo del pericolo e di attacca mento al dovere di so!daw e di sanitario. - Azohu r , 3 luglio r938 -XVI.

BARATTo Amedeo di Girolamo e di Cappelletto Maria, da Montebelluna (T rev iso) , sottorenente farmac is ta 48" sez ione sanit3. - Ufficiale farmacista di S'ezio ne sanità, con alto senso d el dorm·e, coadiuvava i colleghi medici n ella raccolta dci feriti sotto il fuoco d! arm i automatiche nemiche. - lkn cc (froncc greco), 20-31 dicemb(e 1940-XIX

CARDONE Cosimo d i Giuseppe e dj Orlando Nicolina, da Pierralcina (Beneven to). sottotencntc mc.:dico 44° fanteria. - Ufficiale medico di baunglione, durante una giornata di aspri comba!fimenti, .ri nell'opera di assis t enza e, in tm m omenr o critico della folla, si spingwa fino alle p,.ime linu per portare soccorso a; feriti gravi g iacenti Jul ca mpn di battaglia, dando provll di s prezzo del pericolo cd alto senso del dovere. - Bcqirit (fronte g reco), 8 aprile 1941 -XIX.

Dotc JNI Enri co di Edmondo e di Fontinati Lucia, da Ferrara, sotrotc:nente med ico 44" fanteria. - Ufficiale medico di battaglione, durante una giornata di aspri combar&imt:nti, si portava volontarianu:nte presso i rt:parti mflggiormmtt imp egnati, pa eu · rrrre sulla lint:a di fuo co i feriti imrasportabili. - Beqirit (fronte: greco), 8 aprile '941-XIX.

GIACOSA Giorgio di Augus t o e di Zaira dell'Oca, da Como, sottotenente medico -:;o0 nucleo chirurgico. - Radiologo c narcotizzatore in un nucleo chirurgico avanzato, sotto intenso tiro di artiglit:ria nemica, pruticava vari esami radiologici e varit: narcosi, che permettevano ai due chirurghi di pmric:Jre numerosi interventi . - Zemca , km . 21 della rotabile di valle dello Shumbinj (fronte greco), 9 aprile 1941 -XfX.

M.AATINA Antonio di Pietro e dj Giuffriùa Erminia , da Galatone, tenente medico 47° r eggimento fanteria. - Ufficiale medico di un reggime1l/o duramente impegnato , m ogni fase- ope-rativa dava pt·ot•a di sprezzo dd pe-ricolo e di tenace volontà. Sempre nei pu·nti più rischioii e dove più era necessaria la sua opera. calmo e sereno dava in ogni esempio di elevato sentime-nto del dovere e di cameratismo - Fronte greco, ciclo operativo , ottobre 22 dicembre 1940-XIX.

LINO Salvatore di Gaetano e fu Maria Bonincontro, da Avola (Siracusa), sottotenente meruco 3° reggimento fanteria - Ufficiale medico di battaglione, in otto giom1 di aspri c violenti combattimenti, esplicava la sua opera con elevato smso dci dovere e sprezzo del pericolo, malgrado il violento cd inumso fuoco di mitragliatrici e mortai uvuersari, che- colpivano lo Ilesso post<> di medicazior1e. - Quota 1492. di Tvanit Vogel (front! greco), 14·21 novembre 1940-XIX.

ToMASSINl Giulio dj Paolo e di Corazza Bice, da Soave (Verona), sottotenente mcdico 6° reggimento alpini. - Ufficiale medico di compagnia alpina, noncura1lte dell'intenso fuoco di artigllen·a r1e-mica , con fermezza e screnit4} esplicava la sua opcra umanitaria al posto di medicazione. - Shcrk Shenkollit (fronte gr<.>Co), 18-19 novembre 194o-XIX.

VERzA Walter di Umberto c di Agazzani Dina, da Reggio Emilia, sottotenentc medico 49° reggimento fanteria. - Sottotcnentc medico di battaglione, durante quattro giorni di aspri combattimenti} con sprezzo del pericolo, Ì11curantc della violenta reazione avversaria, prestava allo scoperto, con calma e serenità, la propria opera, spingen dosi ripe-tutamente sulle prime Line-e. - Blègvi. Vakefit- Gijolct- Llolkes (fronte greco), 14·18 novembre 1940-XIX.

DELLA BoNA Rezio dj Giuseppe e di Mo da li Mine, da Teglio (Ferra r a), sottotencnte II reggimento alpin i - Unico ufficiale medico di un battaglione n/pini, itt un attacro a;ntro forze nemichc prepondernnti, nel fervore della lotta si prodigava generosamente al di là de-lle proprie- mansioni. concorrendo a galvanizzm·e la volt;ntà d egli uomini nel buon esito della battaglia. - Mali· That, 22 dicembre 1940-XlX.

CRIVELLI Mario di Lui gi e di da Torino, sottotencnte medico 21:)0 ret!gìmento artiglieria d. f. - Sottotenc11te mtidico di un gruppo somcggiato in li11ea con la fanteria, pur avendo un congelamento all'estremità, nascondeva il male e lasciava la posizione solo quando era così aggravato tanto di richiedere l'amputazione di un picdc Alto It:nso de-/ dovere cd alto ;;·pirito di sacrificio. - Lckdussh:1j, 24 dic e mbre 1940-XIX.

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MArrEI Luigi fu Matteo e di Biondi Paola , da Marcatino Marecchia (Pesaro) , sottotenente medico 3° reggimento artiglieria. - Ufficiale medico di batteria alpina, in nu.. merosi combattimenti, mnteva in luce ottime doti di medico e di combattente. Accef'ch iat-o col suo gruppo ed altra piccola un ità, si proditava nell'assistenza ai soldati, malg,ado /'int-etuo fuoco di armi au!omaticke a vv::rsarie. Rimaneva poi volontario in tcnt urio nemico a curare i faìti ivi lasciati. - Eleutero (Grecia), 8 novembre 194o-XIX.

ZANCAN Lan&anco fu Giuseppe e fu Sotti Maria , da P adova, so ttotenente 11° reggimento alpini. - Uf fidale medico di compagnia ulpina, durame un violt:nto attac{;(J ttemico, benchè preso sotto il fu{)co dell'artiglieria e dei mortai, che producevano perfra i suoi portnferiti, non esitava a portarsi nelle immediate vicinanz e d ella linea, dove esercitava intrepido il suo comp ito altamente umanit11rio. Sempre presente dove il pericolo era maggiore. Già distintosi al fronte occidentale. - Trcmishta, 1° dicembre 1940-XIX.

- TRASFER IM EN TI IN S. P. PE.R MERITO DI G UERRA DI UFFICIALI DEL SERVIZIO SANITARIO.

PAVANINl Carmelo, sottoteuente medico di complememo. Trasferito per merito di guerra nel ruolo degli ufficial i in s. p. del serviz.i o col grado di tenente, con la segueote motivazione: Ufficiale mcdi,·o di un gruppo di artiglieria di divisione celere . net corso di num erosi co mbattimmti, con esemplare calma e con sprezzo del pericolo, prodigava le sue cut•t: ai feriti spingendosi comin11amentc, sotto i l tiro delle armi auto · matiche nemiche, fin sulla linea d ei pezzi. Avu111 la possibilità di rimpatriare per rotazione, do mandava insistentemente cd oll<:neva di rimanere al suo g ru ppo sch i erato in prima linea e ne: condivideva valorosa m ente le sorti, fino al raggiungimcnto d ella r-·moria. Sempre di esempi o per elevato sentimento del dovere. - A. S., aprile g i u gno 1941 ·XIX.

P ROVENZANO Sa,•crio, tenente medico di complemento. Tr asferito per merito dì guerra nel ruolo degli uffi c iali i1a p. del servizio stesso, coi grado di renente, con la seguente motivn7jonc: Uffici<11e medico di bnttnglioflt: di t:levata capacità profession ale, si di stin gueva in numerosi combattimenti per abnegazione e cosciente sprezzo dd pct i colo . Prigioniero di guerra, manteneva salda la ma fede e la sua dignit2t di italiano c, i spirato al dovere saC7·o d ella ma missione, collnbomv.z ct> n perizia ed ardore alia creazione di tm centro ospedr.liero nel q tJalc, con mezz i di circos tanza, fu possibile curare e d are conforto fisico e morale ai nostri ft!riti. - A. S., fcbbraio ·aprile 1941 -X IX .

- AVANZA.MEN1 ·o PER DI GUERRA.

PANAGIA Antonino, colonnello medico in s . p . Gl i è conferito l'avanzamento per merito di guerra, con la seguente motiv n ione: Direi/ore di sanità di u n corpo d 'a rmata, durante il conf/illo con la Grecia, dava in og ni circo.<tanza, con sere na i niziativa. prove di eccezionale caracità organi zzatitta, di spiri/o di saC11ficio e alta competenza.

VEDOVA1·o Silvio, ca pi t ano medico in s. p. Gli è confer ito l'a,·anzamento per merito di guerra, con la motivazione: Capo uffido sanità di una di vi sione co,.azznta, r. ella battaglia della Mormarica rivelat·a non comuni doti di organizzatore pienament e t i,(pondwti al diffiri/( ambiente d el de.rat o, .cpiccota capacitrì professionale e sprezzo

d el pericolo. In condizioni particolanncfltc delicate e durante gli ampi c rapidi movi· menti delia divisione, con infaticabile alfi vità, superando rischi gravi, cffeuuava diffi · ciii traspot·ti di feriti. Tagliato ftto ri dalla divisione e benchè ostacolato dal fuoc o nt!· mico, attraversando terreno gia occt4pato dall'avvusario, riusciva, con tenace valore ed abili accorgimt:nti a porre in salvo i ft:t ·iti a lui affidati. - A S., novembre 194o -XIX · dicembre 1941-XX.

-PRoMOZ IONI DI UFPJC I ."\LI MEDIC I I>EL SERVIZIO SANlTAR IO.

UFFICIALI MEDICI lN S. P

Maggiore promosso tenente colonnello: UONARDL Dom e ni co

Capitani promossi maggiori: CoRD ERO Adriano, PALLERONt Dino, Iz zo Arduino, MAzzoLt Fernando.

T enenti promossi capitani: Dr Stt:No Antonio, S ANTONASTASO Alfredo.

UFFIClAU CHl MJC I FARMACISTI IN S. P

Capitano promo.rso maggiore: SA:-<1 Carlo.

ONORIFICENZE CONCESSE AD UFFICIALI D EL SERV IZIO SAN ITARIO .

-

ÙRDINl'. DEl ss. MAURIZIO E L AZZARO.

Cavaliere: colonnello medico ABATE Al essandro; colonnello chimico farmacista GoRRF.TA Carlo.

ORDINE DELI..A CORONA o'!T.u.u.

Ufficiale: tenenti colonnelli medici BARONE Giovanni, D E BERSARDO Francesco An · tonio, Ft LOCRANA P asquale, G IA NNOTrt Dino, GIULIANO Celestino, GuARALDI Carlo, LISTA Domenico, Pt ccrou Ermenegildo, CoNTittNO Fcrdin:mdo, D'ATTtJ..to Evandro, SERRA Giuseppe.

DIVI ETO Dl RILASCIARE CERTiFICATI ME.DICI A MlLJTARl IN LICENZA.

Il Sin dacato Nazionale richiama . l 'atte nzione di tut t i i medici sulla in opportun it à di ril asciare certificati di rico ve ro ai mi!itari in li cenza (ufficiali compresi), ammalatis i , per gli ospedali civil i.

- DoNNE NEG LI OSP EDALI MILITARI RUSS I.

Una del Comand o Su premo sov iet ico ha abolito il Corpo degli uffi ciali medici, i quali verranno richiamati alle armi come fanteria di linea, affidnndo alle donne laureate gli ospedaii m i litari c ordina.ndone la leva i n massa. Da una statistica compiuta tempo a dietro da quel Governo si c venuto a conoscere che le donne regolarmente diplomate i n medicina e chiru rgia assommano a 15 mila e che altrettante figura\ ano iscritte alle Facoltà di MoS<.:l, di Leningrado, ccc.

- IL CONGRESSO Dl CARDIOLOGIA DEL 1943 ·

L a Società It aHana di Cardiologia terrà re golarm ent e la sua VIII Riunione annuale nel giorno di domenica 18 aprile '943• alle ore 9> nell'aula della Clini ca medica gene· rale di Milano (Osped::tle Policlinico, via F. Sforza, n. 35)

79

Rdatore sul t c m:. (• La fisiopatologia del circolo venosa » sarà il prof. L uigi Condorelli. ùwrcttore delb Clinica medica di Catania.

Seguiranno nel pomerigg io due conferenze, tenute rispettivamente dal prof. R. Mar g aria, direttore dell'Istituto di Ficiologi :t del l 'Univers ità di Mil ano e dal ma ggi ore meclico di complernento della R. Marina prof. C. Colombi, su cc L 'apparecch io circolatorio a grand i altez7 c (avi:uori) >> c: su « L'appa recc hio circolato rio in profondità (sommerg ibilist i)>>.

Le comun icaz;on i , prderibilrncnte inerenti al tema in discussione, vanno indirizzate alla Segreteria (Clinica Medica, v ia F. Sforza, 35• Milano) entro il 30 marzo 1943• ed accompagna te da un bre,·c rbssunto.

li progr!tmma definit i vo della Riunione con il riassunto della r elaz ione verrà distr i · huito a i so ci nella prima wt i mana di april e .

Direttore responJabìle: D o n. ALFtuòoo [N C IUVALLE, te n ente generale medico. J<cdurr ore: f)(ltt. G tAN :-:A:->TON I , tenente co lo nnello

CE:-:NAIO 1943 XX ! · TIP. REGIONALE • CARLO CATTANEO, 20.

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..Anno 9l" - Fase . 2 F ebbraio :l 943-XXI
Dir e:io :1 e e Amministrazione Ministero della Guerra Roma
MATERIALE PER ATTENDAMENTO

GIORNALE D l MEDICINA MILITARE

OSPEDALE Ml L. IT :\RE 1Jl PIACENZA

· colonnl"llo don.

FRATTURE DEI METACARPI

E· geneTal ment e accettato il concetto che nel trattam en to delle frattw-e si debba dare la pr ecedenza al metodo incruento il quale, si afferma, condi ottenere ottimi ris ultati funzional i - se non sempre anatomicisenza correre i rischi inerenti aJl'intcJ1vento chirurgico. Si aggiunge che quest 'u ltim o implica l'uso e l ' inclusi one nel focolaio di frattura di corpi estranei che costituiscono una remora alla consolidazione (Delitala) e talora richiedono un successivo intervento pcr la loro ablazione. La moltepliòtà stessa dei materiali sperimen tati per l 'osteo-sintesi è un chiaro indice che a nessuno sono state finora riconosciute qualità tali da farlo prediligere fra tutti gli altri; sembra tuttavia che i .fili e i nastri metallici sieno i meno dannosi in proporzione alla loro resistenza. Lunard i ha es eguito in proposito 1icerche sperimentali mlle Ossa lunghe dei conigli incavigliando le fratture <: on materiali di \'aria resi stenza e studiandone il comportamento.

Nel 1923 Giandli, accingendosi alla compilazione della sua opera su -<( Il trattamento cruento delle fratture sottocutanee », premette che esso è in dicato qualora « risultino condizioni anatomiche talu da far ritenere dif.ficile cd impossibile una riduzione esatta od una contenzione efficace con : metodi incruenti »; Putti a sua volta, quando afferma nel IV paragrafo dd suo pentalogo che « non vi è risultato funzionale perfetto senza ridu zione .anatomica perfetta >1, lascia beusì la più ampia libertà sulla scelta del metodo di cura, purchè però ad essa corrispondano i risultati migliori

Questi equilibrati precetti presentano l 'inevitabile inconveniente di non indicare con assoluta precisione quando e solo quando si d e bba impugnare i l bisturi.

E' invero ma i soggettivo il giudizio s ull 'indicazione all'intervento cruento e dovuto in gran parte alla esperienza individuale dei singoli .autori alcuni dei quali ::tbborrono dall 'esporre i di frattura per dar loro una sistemazione sotto il controllo della vista (Boelher) mentre altri confortati da personali· applicano con l'arghczz-a il metodo cruento (Cimi nata).

.AXSO 91° • FA SC. 1 Spedi zione in abbonam<nto posbl t (3" g ruppo) I l fii!IC\10
Ovtt. Gr • KLUIGI DoMr co, cap rtano medocc.. capo rcpa no ch rr urgiJ

L1 traz ione a filo - pratica modificazione dd chiodo di Codivillae, più recente mente il semplice e geniale apparecchio di Delitala per l a pressione diretta sullo scheletro (Pais), hanno notevolmente avvantaggiato il sistema incruento offrendo i m ezz i per raggiungere senza aprire il focolaio di frattura, la ricostituzione anatomica dell'osso leso.

Vi sono però alcun L casi i quali, o per la situazione o per le c;rratteristic he della frattura cor, interposizione di parti molli, richiedono di necessità,.

in base a considerazioni teoriche e pratiche l 'a pplicazione dei a filo e a pressione d]rett:t · sui frammenti (che possiamo considerare semicruenti), ed altri ancora in cui, vista l'inanità di ogni altro presidio, è doveroso l'int ervenire cruentemente per ottenere il ripristino anatomico e funzionale,

A convalidare l'asserto riferirò più avanti sei casi di fratture di metacarpi, osservati all'ospedale militare di Piacenza che per la varietà delle l esioni hanno richi esto l'impìcgo di tutti e tre .i cruento, 'semicruen to ed incruento, con risultati sem pre soddisfacenti. ·

Queste fratture abbastanza frequenti, e tuttavia non molto studiate, presenta no 110 notevol e interesse sotto il p rofilo del m eccanis mo e;?.iolog-Jco,.

Fig. 1. Caso l - Soldato T. Luigi, ricoverato il 3-X-41 Frattura della estremità distale l con notevole $PQSt 1mc-,nto dei frammenti ( •3 -X I-.ji).
r .

dd gioco dei muscoli sugli spostamenti, deUa terapia, e sopratutto in considerazione che costituiscono una menomazione grave della mano, segmento ciell'arto superiore deputato a delicate funzioni e il più importante dal lato lavorativo.

n rilievo pertanto di una frattura della m ano prospetta subito vari problemi la cui riveste carattere di necessità per l'istituzione della

ab (l u. Hote

pi ù appropriata terapia. La chiarificazione del meccanismo di frattura è il primo di q uesti problemi, poicbè, se è il trauma - nelle sue varietà - che produce la lesione, esso però viene complicato od accentuato dal comportamento delle parti molli (musco li, tendini, vasi, legam enti, ecc.) che gono a tr ovarsi improvvisamente in condizioni diverse dalla norma per la mancanza del sostegno osseo e possono agire o per esaltazione della loro funzione, come nel" caso della contrattura muscolare; o per diminuzione, di cui costituisce esempio la detroncazione o la lesione di vasi e nervi.

' ' /''-
Fig. 2. Caso I. - dci gruppi mU5colari a,genrl sul l metJcarpo e sulla l falange del l J1to.

E ' quindi necessario procedere ad una accurata ricognizione anamnestica c obietti va per poter risalire con la terapia le varie tappe della m enoroaz100e.

Sono concetti ovvii, da cui non si deve mai prescindere senza incorrere in inconvenienti, ma nel caso di fratture dei m etacarpi è assolutamente indispensa bil e la massim a accura tezza nel l 'opera di ricompooizione e contenzi o ne perchè una angola tur a di poch i gradi ed un accorciamento di

Fis: 3·

Caso l 5-X -41 E ' stata applicata trazione a filo sulla l falange c contro-este n sione d:t sticn

qualche mil limetro Wla importanza particolare in rapporto alla scarsa lun ghezza dell'osso e all a delicata f unzione a cui esso è destinato.

I met:acarpi, inte rposti fra il secondo ordine dd carpo e le falangi, hanno analoghe caratteristiche anatomicl1e; solo il primo se ne &scosta pa rzialmente essendo più corto degli altri, eli sezione più ampia e dotato di maggiore mobilità dovend o partecipare ai movimentt di apponibilità dd pollice.

D a queste circostanze discende i l rilievo che le fratture del pr•imo sono generalmente diverse da quelle degli altri. metacarpi per l 'aspetto e per il m eccanis mo e devono anche esse re trattate con particolari accorgimen ti

Vi si di s1linguono tre locali zzazioni: a ll' epifisi a quella distale c all a diafìsi , secondo l 'influenza di varie condizioni intrinseche ed estrinseche.

Le prime si compendiano nel trauma e le: seconde - ammessa una integrità dell'osso - sono rappresentate dalla diversità di resist enza dei suoi segmenti c dalla relazione di questi con i tessuti viciniori.

Si riscontra invero c he la estremità prossimale è la più frequentemente ltsa e specialmente a motivo di un tipo eli fra ttura-lussazione la quale, dall ' A. che ì'ha ampiamente descritta, ha preso la den o minazione dii frattura

F•g 4·

Caso l · Rad iografia ddl' osso lcw dopo l'applicazione drlb trnionc · l [ra mmenti sono 111 buona posiz10r.c

di Bennctt. La frequenza raggiunge un valore molto alto, c irca il 25 di tutte le fratture d e i metacarpi (Normann Roberts) mentre negli altri segmenti la percentuale precipita a quote così basse da far ritenere m olto rara la frattura deiJa diafisi (0.43 ?lo ) e della epifisi distale (t. 3 % c irca).

CQmpl ess ivamcntc ;l primo metacarpo assorbe il 26.5 % circa di tutte le fratture dei metacarpi

La frattura della est remità distaie da me osservata è quincli Era le più rare (figura 1). Essa si è prodotta per una caduta con la bicicletta a causa della qua le il pollice è stato schiacciato tra il manubrio ed il terreno, mentre i muscoli adduttore e flessore breve venivano posti in massima t ensione.

Venuta a mancare la continuità dell 'osso, i frammenti si sono trovati soggetti alle forze muscolari e , mentre il prossimale era sollecitato da gruppi

muscolari che per la loro analoga potenza ne mantenevano la pos1z1one, il distale i nvece veniva addotto specialmente per l'azione combinata del fles-sore breve é dell'addllttore che accentuavano l o spostamento osservato e sopratutto contribmvano a mantenerlo.

In tale situazi one non c'era da pensare che un se mpli ce gesso per quanto ben modell ato potesse contenere la frattura poichè esso sarebbe venuto

al contrario a porre in maggior tensione proprio quei gruppi muscolari di cui era invece gioc oforza neutraJizzare l'azione (fig. 2) .

Neppure il sistema dj Bosworth per ridurre un'analoga frattura del quinto (ìnfìssione dei monconi di chiodi su cui si fa le va) poteva essere usato perchè, risolte il pr oblema della ridutzione, sarebbe persistito quello della contenzione messo in evidenza dalle precedenti considerazioni.

Sono pertanto ri corso al metodo della trazione a fi lo esercitata sulla prima faJange sulla quale vanno ad inserirsi quei m uscoli che costi tuiscono un m aggiore ostacolo alla ricomJXlsizione della frattura. Con un apparecchio munit<ì di contro estensione e graduando la forza traente costituita da un (fig. 3) si è potuto ottenere lo scopo prefisso della riduzione della frattura che venne mantenuta in buona posizione (fig. 4) fino alla consoli-

86
Fig . 5· Cas o l. - s - Xl ·41. l fra mmenti SO IIO in buon a pos iz io n e. Segn i evidenti di forma:.:1 one d1 callo osseo

<lazione pur las ciando completamente libere ad ogni m o vimento le altre parti ciell a mano. E' appena degno di un accenno il fatto che il filo non ha lasciato alcuna lesione malgrado la esiguità del l 'osso e la permanenza per .oltre venti giorni .

Allo scadere del mese dalla data del trauma il dito aveva ripreso al completo i movimenti e tutta la sua capacità prensile; l a posizione dei monconi era buona e si notavano chiari segni th formazione di cal lo molto più manifesti in un successivo controllo (figure 5 e 6).

Anche in un altro caso sono ricorso alla trazione a filo Tale applicaZlOnc costituì però solo un tentativo di terapia per una lesione grave per cui fuj in seguito costretto ad intervenire. Trattavas1 di u na frat tura contempo-

ranea del secondo, lerro e quarto metacarpo facilmente diagnosticabile per il dolore vivo alla palpazionc, mtenso edema del dorso della mano, sensazione di scroscio c anormale mobilità rilevabilc in particolare con la manovra suggerita dia: Blauel. L 'esame radiologico fornì la conferma della diagnosi ed in particolari morfologici che dimostrano l'andamento obliquo-spiroidale deJ1e linee di frattura ed il notevole spostamento dorsale dei frammenti distali (fig. 7).

Come l a lesione si sia prodotta non si è potuto completamente chiarire pcrchè il p. riportò contemporaneamente un trauma al capo che obnubilò la .coscienza. Sembra comunque che m mano sinistra chiusa a pugno sia rimasta schiacciata fra il dorso dell'infortunato ed il terreno.

Per confermare questa supposizione ho tentato di riprodurre speriment;ùmente la lesione ma le esperienze eseguite su trenta metacarp i lesi in con<iizioni ritenute analoghe a quelle che causarono la frattura descritta non mi hanno consentito di constatare altro che fratntre più o me no netta.rl1Cnte trasversali. Ritengo pertanto che vi sia stato il concorso di una forza di torsione come sembra dimostrare un ' altra se rie d i esp erienz e in cc rs o che mi propong o <h rendere note in seguito.

hg. 6. Cll•o 1. - Controllo 11 50 gtorm frnnur.1 {;l5·Xl-41}.

Quando il p. venne ricoverato la lesione datava già da due giorni con. impotenza funzionale completa, dolori ch e si irradiavano fino alla spa.Ua ecl edema imponente. In base ad un altro paragrafo del pentagolo di Putti, secondo cui: << Nessuna riduzi one è difficile entro le prime dieci ore; tutte lo sono dopo le quarantotto ore », era logico presumere che si sarebbero incontrate notevo lt difficoltà nella terapia. Questa venne iniziata col sistema più se mpl ice : applicaz;one di un ges so che da mezzo l ' avambraccio giungeva

Caso Il - Solda to B d i a. l] ti t 6-Xl-.p.

La radi ogr.di 1 p on<' i n lo >postamcmo a m ero-pos teriore dci frammenti

fin o agl i spa? i in terdigitaJ.i ed era continuat o da stecche armate, second() Boelhe r, su cui posavano, in trazjone , l e dita corrispondenti ai metacarpi lesi; il tutto applicato d o po c hè, locale, si era tentato di avvicinare i frammenti con manovr a manual e . Al controllo radiografico però si dovette co ns tatare la persist cn za dell o spostamento il chè imponeva un ulteriore trattamento c pertanto sj applicar ono tr<tzioni a filo sulle prime falangi del secon d o , terzo e qu art o dito coll ega ndole ad un siste ma di contro estensione elastica; m a anche qu esto tentativo rimase infruttuoso perchè riusd solo a correggere d m odesto accorciamento (fig. 8).

S1 p ro vò quindi ad esercitare una pressione più dlretta sui monconÌ

con u na la mi na metall ic a introdotta fr a cut e e gesso (fig. 9) coi

88
Fig. ;.

quale procedimento si potrà solo rendersi conto che riconducendo in sito il moncone distale, si spostava in senso palmare il frnmmen to prossimale, chiara dimostrazione che tra di essi vi era interposizion e o di versamento ematico i.P. via di organizzazione o di altri t ess uti. Perciò neppure l ' uso dell 'apparecchio di Deiitala per la pressione diretta sullo scheletro avrebbe potuto servire ed esso sarebbe stato ino ltre controindicato nel caso in esame perchè la punta premente avrebbe dovuto agire attraverso i tendini estensori bloccandoli ed impedendo i movimenti delle dita durante tutto il periodo di contenz1one.

E' noto a questo propooito (Giorgi) (h c qualora non si tengano in esercizio le articolazioni che noP è st rettamente necessario immobilizzare si va incontro a rigidità persistenti c ribelli a l!e cure.

Giudica i quindi necessario intervenire, e, in anestesia locale attraverso due incis ioni praticate sul dorso deUa mano iu corrispondenza del lato radiale del primo metacarpo c dello spazio fra il secon do ed il terzo, mi:si in evidenza i tre focol:u di &attura provvedendo - dopo mod era ta pulizia - alla ricomposi.zione delle ossa ed al loro cerchiaggio con fili mctallid (fig. 10).

L'intervento non presenta particolari difficoltà. L 'unico inconveniente è di d over incidere la sottile lamina fibrosa intertendinea e le ana-stomosi fra i vari tendini degli estensori; inconveniente del resto di poco conto e che

Fi g. 8. Culo Il. - Radiografia cseguit:l dopo 1j1plicnit>nc di ltn:tiOOI a fi lo s ulle prime fa l:1.11gi Wrr ispondcnti ai mctacarpi lesi: è corretto l':occorcl:tm c nto m n perdura lo spostamento in sen so antc ro -postcl'iore.

non dà luogo ad esiti deprecabili. I fil1 metallici furono girati con aghi di Deschamps curva molto stretta che si fecero scorrere aderenti all 'osso per non det er :orare i muscoli interossei.

Ricomposti i piani si suturò la cute con punti staccati in catgut e si un apparecchio gessato che partendo dal te rzo superiore dell'avam-

braccio giungeva dorsalmente fino agli spaz i i nterd igitali e dal lato palmare poco ,)!tre la metà dci metacarpi, lasciando quindi completamente liber i i movimenti delle dita che il p. fu invitato a non trascurare fino dal giorno seguente all ' intervento.

Un me se più tardi, t olto il gesso , si constatò radiologicamente, la perfetta situazione della frattura e l ' inizio di formazion e del callo osseo (fig. n).

Tra scorso un altro mes e il ripristino funzionale era già completo con libertà dci moviment i delle dita.

Fig. 9· CaJo Il . • Ved i ntl te sw.

Confortato da questo risultato usai il cerchiaggio metallico in un altro p. jJ quale aveva riportato frattura del quinto metacarpo per trauma indiretto sul dito corrispondente, tre giorni prima dell'accoglimento.

Sotto il controllo radioscopico si consta tò che la frattura non era ridu<:ibile (fig. 12). Il p. d'altra parte faceva present6 l ' importanza che aveva per lui - intagliatore in Jegno - l ' integrità funzional e della mano.

Il cerchiaggio venne applicato con la tecnica g ià esposta pratic ando l'in<:isione su! dorso dc;LLa mano in corrisponde-nza del margine ulnare dove il

metacarpo è più superficiale. Un mese più tardi si consta tav a che la giustapposizione dei frammenti era mantenuta, che non vi era alcun segno di osteatrofia, ma anzi andava formandosi callo osseo (fig. 13).

A quaranta giorni dall'intervento, dopo dieci giorni daccbè il gesso era s-tato rimosso , la mano aveva completamente ripreso i movimenti.

Pur non dubitando dèll'opportunità degli interventi eseg uiti mi riusciva tuttavia poco soddisfacente la necessità di usare un corpo estraneo non riassorbibile e poichè nello stesso periodo di tempo mi si presentò un'altra frattura d el quinto (fig. 14), dopo aver tentato senza successo la riduzione inc.ruenta,

Fig. IO. Caso 11 • 11 r3diografico escguno dopo ccrchiaggio metalliCo permette di romtatare la pcrfe!la riduzio ne delle rra uure

p1aticai i l cerch iagg:o con un robusto filo di ca tgut n. 6 ch e si poteva ritenere avrebbe impi egato una ventina di gi orni per essere compl eta mente assorbito.

Il ri sulta t o proosimo fu anc he questa vo lta lusinghiero, (fig. 15) ma qu ando un mese dopo l ' inte rvento si abolì il gesso, si dove tte constatare che i frammenti si erano nuovam ente spostati. Lo sposta mento non raggiungeva tuttavi a iJ grado in iziale ( fi g. 16), e consen ti invero una buona ripresa ddla fu nziona lit à . Ritengo particolarmente istruttiva qu esta espe rienz a poichè stà

a dimostra re la ncc.ess.ità cb<: il m ezzo di contenzione intrinseco abbia ad agire per oltre venti giorni ad evitare che l'azion e m uscolare sui frammen ti possa spos t arJi prima ch e Sii sia formato un ca!Jo ab bastanza robus to.

L a diffico ltà invero che si rileva ne l trattamento d elle fra tture in genere e di queste in parti co la re, consiste più che nella ridu zione, nel m antenimento di essa dato anche il fatto che possono variar e le condizi oni entro modesti di t empo. L a rcgressione d ell 'ed e ma , ad ese mpi o, o, come si è già detto , l'assorbimento della contenzio!1e, vengono a crean: un nuovo stato di fatto tal e da poter ri ch iedere un successi vo interven to cruento od incruento. Qu es te due fr atture ch e subirono a nalogo trattamento risultano molto diverse se considerate so tto l'aspetto de ll a ezio logia ; la pri ma si è verificata

fig. ) l. Cato Il · Co ntrollo Si notan u di form':nionc di callo osseo.

a seguito di un trauma i nd iretto che ha agito sul dito corrispondente il quale, venne violentemente abdotto ed iperesteso. La capsula ed i legamenti metacarpo falangei hanno evidentemente resistito all'impulso, forse anche sostenuti dalla contrazione muscolare di difesa che ha posto in tensione i tendini <lei muscoli flessori ed estensori consentendo c he l 'impulso venisse trasmesso a.: meta carpo che, dotato di minore libertà di movimenti, si è infranto. E' un'eve_nienza che va ritenuta molto 1·ara e di cui non ho trovato altre descrizioni. La seconda deve invece imputarsi al trauma diretto conseguente ad investimento automobilistico e si associa ad altra frattura senza

della estremità prossimale del secondo metacar;po il cm trattamento non impose alcun particolare presidio.

A frattura avvenuta 'SOno entrate in gioco le forze muscolari costituite dai muscoli flessori ed estensori agenti con Ja mediazione dei tendini e degli interossei che prendono origine ed inserzione sui metacarpi. Nel caso particolare gli internssei agiscono esclusivamente in dit..ezione radiale pe.rchè il quinto metacarpo come il primo trovasi all 'estre mo della serie e quindi i muscoli si inseriscono solo sulla faccia interna dell'osso.

Facendc. riferimento all 'aspetto della frattura, di cui a fig. 12, si nota che tutta la faccia medi.a le del quinto, è rimasta a far parte del frammento distale che viene quindi avvicinato a l quarto e spostato in senso prossimale con conseguente accorciamento. La logica manovra di riduzione sarebbe stata quella, praticamente impossibile, di agire in contrasto con la forza muscolare che dà lo spostamento applicando una trazione agente in direzione perpen -

{ l 1 93
Fig. 12. CaJO 111 • Soldato L Ma ran o (ncovc:ato 7- XJ!-,p ). frattura ob hqu a del V mctacarpo con notc\ ole spostamento d ci frammenti.

dicolare a qudla del magg io r asse dell'osso. lnvero il tentativo fatto di r iportare sotto la guida dello sc hermo i fr ammenti in giu sta posizione con traz ione sull 'asse son o rimasti infr uttu os i - confermand o le premesse teoriche - perchè si veniva ad accentuar e lo spostamento man man o che la trazione imponeva all e fibre d eg l i in ter osse i una ma g gi ore tendenza al parallelismo con il m etacarpo.

Cmo 111 - Cont ro ll o radiografico n un m"se l ccrciHaggio: perfetta si tuazione dei framn1CJI U ; note vole produzione di callo osseo.

L 'azione degli interosse i è evidente anc he nel caso precedentemente trattato della frattura di tre metacarpi. Si nota infatti che data della frattura , i fram menti sono sposta t i· verso quel lato in cu1 1 muscoli possono agire con più intensità per la maggiore ampiezza delle

1D5CfZIOnt.

N on altrettan t o si pu ò dire per ·wl altro caso c he riguarda una frattura del quarto in un pugilator c. Essa è nettame nte trasversale senza alcuno spostmn en to latera le d<tg:1o di ril ievo (figura 17): logico reperto per la perfetta compensazione d elle forze mus co lari che agisc ono sui frammeriti, il quale viene a confermare l 'importanza della azione degli interossei sug li spos tam enti; si nota so ltanto una ,modesta della fisiologica convessità dorsa le.

94
Fig . 13.
. .

Poichè ho accennato a questa ciirò pure che essa venne trattata naturalmente in modo incruento e cioè con la applicazione di appatecchio gessato munito di stecca da dito e guarì in modo tanto soddisfacente da consentire al p. di produrs i a tre mesi di distanza da questa, e sempre nell'esercizio del pt!gilato un 'a ltra frattura questa volta del quinto metacarpo (figura 18) il che dimostra oltJ c la solidità del callo, la tenacia del p. ndJ'esercitare il suo sport preferito.

Completo questa esposizione dt casi con quello di cui la figura 19 offre l'immagine radiografica. Trattasi di una lunga frattura spiroide senza spostamento notevole dovuta a caduta con la bicicletta e che è stata cUiCata come la precedente e co me la precedente ha avuto ottimo esito perchè a circa un mese di distanza vi era un completo ripristino funzionale e anatomico (figura 20). ·

Sono quindi sei casi per complessive nove fratture di cui una sola a carico del primo (estremità d istal e) e due a carico di ciascuno degli altri quattro metacarpi e localizzate c s ulla diafesi e sull'epifisi prossimale.

Quattro volte la frattura risultò isolata e precisamente erano lesi il primo, il terzo e il quinto metacarpo, una volta si ebbe l'associazione di frat-

95
Fig. 14. Caso TV • S•.ildato F. Mari o ( r icovera to t-XI1·41). Fratlura del V mctacarpo con sposram cmo dci (ra mm enti.

tura del secondo e dd quinto per traumi contemporanei ma distinti, ed una volta tre metacarpi furono lesi insieme e con analogia di modalità e di aspetto.

Dalla sovrapposizionc delle immagini radiografiche si rileva però che mai le linee coincidono ma sono anzi piuttosto diverse ognuna dalle altre, dimostrando così Ja possibilità di un notevole polimorfismo.

La frequenza - ho già rilevato - è varia, pare che il più colpito sia il quinto seguito dal primo dal quarto, da l secondo.

L ' ultimo in graduatoria risulta il terzo fenomeno facilmente spiegabile per la sua centrale che costituisce una protezione contro gli insulti. Per òascun caso poi i valori variano secondo che risulta leso l'uno o l'altro segm ento. Ho già riferito le cifre che riguardano il primo. Nel caso del quinto la più alta percentuale si ha a carico d:ell'epifui distale cvn proporzione dt uno a due rispetto a quella prossimale e alla diafesi.

Tali dati contr ast ano con i rilievi da me fatti il che può tuttavia valutarsi sotto 1.1n esclusivamente causale, dato il numero esiguo delle mie osservazi oni e var rà tutt'al pitt a f a rle consid erare fra le meno comuni.

Fig. 15. Caso l V. - Co nuo ll o c.5cg uito d opo cer chhgg io i n c 1tgut : la è ridotta.

Queste lesioni sono descritte con uoo certa fr equenza come incicknti dovuti all 'esercizio deUo sport. ln particolare L ogroscino (1926) e Brain e G aury (1929) hann 0 trattato in relazione allo sport ddlo sci tentando anche - specie i l primo - di s piegarne la eziopatogenesi. Da questo stu<iio emerge un importante ruolo dd bastoncino.

Altri sportivi soggetti a queste frattu re sono i pugilatori, i frenatori di guidosl itte ed i cic listi . Le due ultime categor ie ne soffrono per analoghe

Caso I V • Comroilo eseguito il :u-Xll- p :1 vet1ti giorni dal : per il precoce ria ssorbimento dello t"Onten zion c i frammenti si sono nuovamente spost ati

circostanze in cui vengono a trovarsi oftre.udo ai traumi le maru, mentre impugnano o la manopola del freno o quella del manubrio.

Nei casi d1 mia osser vazi one si tratta di militari: è tuttavia da precisare che la l esione si è yerificata sempre per attività non inerenti al servizio o comunque non specifiche d i questo. Dal riepilogo risulta che essi sono dovuti a:

I - caduta da un muri cciolo

n - trau ma indiretto

III - esercizio dd

IV - caduta dall a bicicle.tta

V - caduta con la bicicletta a manubrio im pu g na to

VI - Schiacciamento tra m anubrio della bicicle tta ed un camion 2 - Giornale di mcdimw militare

97
Fig. 16.
fra ttura II - III - IV )) v » JV l> III )) l )) II e V.

Tre volte quindi sei l ' uso de ll a bicicletta è in causa. Nella prima però essa rappresen ta so lo un a circostanza occasionale in quanto la frattura si verificò per una caduta a m ani anteposte e pertanto senza che il veico lo avesse a:lcuna altra attinenza con la lesion e oltre a quell a di ayer provocato la cad uta.

Negli altri due casi invece (il V ed il VI) la forza lesiva ha potuto produrre l'effetto perc hè la mano era su lla manopola del ma nubrio.

L 'esercizio del pugilato è sta t o la causa di una so!a d el le fratture desc ri tte (IV) a cui però può essere aggiunta l a successiva frattura del V della q ual e ho d'a to un semplice cenno perchè venutone a conoscenza solo per caso.

D a quanto è stat0 riferito da altri e dai miei rilievi, risulta quindi c he i metacarpi sÌ\ fratturano con maggiore facili tà. quando la man o è stretta a pugno - spec ie se intorno ad u n ogge tto - pur non escludendosi la possibi l ità del la ksionc anc he con altre modalità.

Uno dei canoni fondam e ntali d ella terapia d elle fratture, im pone l'imm obilizzazione delle due artico lazioni situate a m onte e a valle d ell'osso leso; per contro l'esercizio attivo delle altr e articolazioni più o m eno vicine a quelle contenu te nel gesso. T anto per non incorrere nel deprecabile inconveniente di atrofie muscolari e di rigidità articol a ri, f onti di inabilità. prol ungata o permanente e m ot ivi di aspre contestazioni nd caso db assicu r ati o com unq ue aventi diritto a rifusione di danni .

Fig. '7· Cus<> V. - Camicia nera G. Pi etro, di o. 28, ricoverato il 28-XU-1'· Frattura trasversale dd JV mctacarpo.

E' quindi logico e doveroso applicare il sistema migliore per raggiunge! e la consolidazione della frattura in buona posizione, ma questa non è che la base su cui deve esercita rs i la terapia conseguente, la vera efficace ai fini del totale ripristino. Se il presupposto di una buona guarigione anatom ica è necessario, è altrett:mto opportuno che il malato - tolta la contenzione - sia seguito e attentamente vigilato, e mentre ritengo che finchè porta l ' apparcchio gessato n on sia necessaria· la degenza ospeda l iera, questa

l'ig. t8 .

Caso V • La r adiogr afil c:s<:guita a tre m esi d i d ista nza dalla prim ·l fr a ttu r a ; Sl n o b la perfetta co nsolid n ione del IV mctacar po cd una f.r auura dd V pure in via rl i con s,:, lidazion c.

invece diviene quanto mai opportuna dal momento in cui il gesso viene tolto fino a quando il p. può considerarsi funzio!1almente guarito, o, in caso meno fortunato, stabilizzato.

Sulla terapia conseguente alle lesioni· eia tanto si è scritto e parlato e q uanto mai vari i sistem; applicati: bagni di luce, di calore, di acqua calda, macchine le più svariate per i massaggi e chinesiterapia, sono in uso e poichè tali sistemi sono consigliati anc he da AA . che hanno molta esperienza in materia, devono aver dato buoni risultati. Certo sul buon esito agisce molto più che il tipo, il dosaggio della cura, ed è perciò che alcune delle terapie nominate sono esaltate da alcuni e sfuggite da altri .

Non si può non convenire che il metodo più fisiologico è quello d ei movimenti attivi -- che io ho appltcato con risultati soddisfacentissimiperchè grad ua lo sforzo proporzionando Ja capacità dd l 'articolazione a ri-

99

prendere i movimenti a quella <ki muscoli a contrarsi. Cosicchè aumenta di paci passo la tonicità muscolare e l'ampiezza dei movimenti.

Questo sistema può sembrar lento, ma è progressivo e non presenta il pericolo di trovarsi ad un certo punto in condizioni peggiori di quelle di partenza, come spesso avviene con gli altri metodj. I bagni calda. ad esempio producono uno stato di iperemia passiva con edema anche duro de; tessuti che non può ce rto favorire la mobilità. I movimenti passivi,

(:oso VI . · Tcncnle D. Lino, di a. 35 (ricoverato il Frattura del 111 mctacarpo.

for:zati talora fino a costituire una vera tortura per il p., producono a causa dri dolori alterazioni neurotrofiche riflesse con conseguenze deleterie ed i fallac i vantaggi immediati sono scontati l ' indomani con una regressione dei benefici.

Leri che ha consigliato, per evitare questi riflessi, di iniettare prima della im mobilizzazione, soluzioni anestetiche nel lo spazio articolare; pratica utile senza dubbio, ma non sufficiente perchè se si abolisce l'azione riflessa restano le lesioni locali che non possono essere evitate con la forzata la quale rompe aderenze fibrose e vasi, provocando versamenti ematici e cicatrici connettivali che costituiscono a loro yolta ostacolo ai movimenti.

Nei casi descritti ed in numerosi altri di frattura del carpo o dell'avambraccio, ho trovato vantaggioso i.l sistema seguito da Boehler di tenere in ese rcizio le articolazioni e i mus coli af fidand o ai pp. un a palla di gomma

100
Fig. '9·

del diametro di 7-8 centimeutri su cui questi viene invitato a esercitare una pressione con le dita. In pochi giorni i pp. riescono ad acquistare la funzione pnensile della mano c he la più importante e che viene affinata in seguito con ginnastica attiva a mano libera.

Lo studio da me compiuto sui cas i riferiti e sulla letteratura mi porta a

Fig. 20

Coso Jll . · Conuollo rad iografico a un mc$e dalla frattura: ev iden ti $Cgni di formazione di callo O$CO.

I. - Le fratture del I metacarpù - salvo la frattura lussaziooe di Bennett - trovano nella trazione a filo Ja terapia· di elezione.

Il. - Le fratture ublique o spiroidali dd V vanno trattate cruentemente con cerchiaggio metallico.

III. - Le fratture del II, III e IV si gioveranno secondo cast, delle varie possibilità terapeutiche tenendo conto della m o rfologia.

RIASSUNTO. - L'A. descrive sei casi di lesioni traum atiche dci mctacarpi per .complessive nove fratture ed il loro urattamento con met odo incruento, semicruento e cruento

ZusAMMENFAssuNc. - Der Verfa sser beschreibt sechs Falle traumatischer Verletzungen der Mittelhand mit insgesamt neun Knochenbruchen sowie deren Behandlungsweise auf blutigem, unblutigem und gemischtem Wege.

101

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102 tllBLIOGRAFlA.

EFFETTO DEL RISCALDAMENTO SULLA PRESSIONE COLLOIDO-OSMOTICA DEL SIERO DI SANGUE GLUCOSATO

Aus dcn lnsti t u t fu r Physiologischc und Wehrchemie der milirarizdi chc Ak:Jdemic:: (L eiter Obe rfcldarzt prof. dr. K Lang). Berlin.

l'rof . Aa r-:ot.oo D E Nt tn utt lt ' <EK'. medi co

L a pr essione colloi<kH>smotica del sangue è lega ta alla stru ttura fisico chimica delle proteine plasmatich e (albumina, g lobulina).

Il fibrinogeno ha scarsa importanza per la pressione colloido-osmotica s t essa a causa d ella relativa gran dezza delle molecol e e del notevole stato d'i dispersi one mol ec olare. Perciò la pressione co lloido-osmotica è prati cam e nte la -stessa nd pl as m a e nel sie ro (1).

Già da tempo sappiamo che la filtrazione d ell'acqua attraverso la parete dei singoli territori capillari è ]a r rsultante d ella differenza tr a la pressio ne capillare e la pressione osmotica esercitata dalle prot ei n e plasmatiche cont e nute n el sangue che circo la negii stessi capi llari (2). Comunque, anche se altri fattori p iù complessi in tervengono nel r egolare lo scambio di acqua tra sangue e tessu ti, rimane cer to che l a press ione colloido-osmotica eserci tata dai colloidi proteici, svolge, ass ieme a quell a osmotica dei cristaLloidi, la principale funzion e regolatrice degli scambi di acqua tra sangue e tes suti.

Dall a lett<'ra tur a risulta ch e la pressione colloido-osmotica del siero di sa n gue umano, in condizioni fisiologic h e, oscilla all' incirca tra 3o-4o cm . di H o O.

mezzo di sostitu zio ne del sangu e usato nella e mor ra gia acuta a sco po trasfusionale, per avere un posi tivo e duuturo effetto emodin ami co, d eve presentare una pressione coli o ido-os motica c h e si avvicini al massim o a tali valori , o ltr e ch e, be n inteso, avere le altre costanti fisico-chimiche (concentrazione molare , d ensità, viscosità, tensione s uperfi cia le, attività idrogenionica, ecc.) contenut e nei limiti fi siologici.

Dalle ric erche condotte in co lla bo razione con Cassinis e Gennari (3) sulla possibilità di impiegare il plasma o siero di sangue eterologo (bue) a scopo trasfusionale nell'uomo, era emersa la n ec essità di co ntro llare l 'efficacia emodina mi ca del m ezzo medi ante la m isura de ll a sua pressione coll oido-os motica.

Infa tti si tratta di vedere quale può essere ! 'e fferto che viene esercitato sulla de tta pressi one dal riscaldamento cui il plasma o sie ro glucosati dev o-

DIREZIONE GENERALI'. DI SA:"' ITA · MILITARE LA BOR ATORIO D I BIOLOGIA E FISIOLO<;IA Direttore : medico prof. A. !'JtlOUHAI.tSEk:-.

no essere sottoposti per diminuire od annullare ii potere anafilattogeno delle loro proteine.

Pertanto abbiamo adoperato per la misura dd la pressione colloidoosmotica siero di sangue di bue essicato, dopo l' aggiunta d i glucosio in proporzione del 10 %, ridisciolto in acqua distillata e sottoposto, per tempo vario, a diverse temperature immergendQ in bagno d'olio d'ì vasellina oppor· tunamente regolato.

Per la misura della costante fisica ci siamo serviti dell'apparecchio di Hepp (4), adoperando membrane di esteri di cellulosa (fomite dalla ditta Membran Filter Gesellsc haft Gottingen), di cui la permeabilità è corrispondente a tempi di misura per so e per 100 minuti. Il valore della pressione colloido-osmotica è risultato non molto diverso a seconda che si impiegava l'uno o l'altro tipo di membrana, per cui nella tabella seguente ci siamo limitati a riferire i soli valori di pressione ottenuti colla membrana il cui tempo di misura è di' so minuti.

Ridisciolto m acqua distillata a volume corrispondent e a quello del siero naturale . .

Ridisciolto in acqua distillata a volume corrispondente a quello del siero naturale diluito a 1 : 2 ,5 • •

Ridiscioito in acqua distillata a volume corr ispondente a 1 : 2,5 del siero naturale c bollito in bagno d'olio di vaselina, sotto condens:Jtore riflucnt e, per 30 minuti

L a diluizione <lei siero essicato con acqua distillata, per un volume 2,5 volte maggiore di quello del siero naturale, non porta a perdita della pressione maggiore di quello che sia il valore direttamente proporzionale alla diluizione stessa. Tale constatazione concorda con quanto era stato visto già da Hepp per la soluzione di Ringer; egli aveva controllatQ che diluendo ii siero di sangue di bue con soluzione di Ringer , per concentrazioni salienti da o al 100 'Yo, si ha un aumento quasi direttamente della press10ne che da mm. o di H 20 sale a mm. 3SO (4).

Il riscaldamento del siero con ebollizione prolungata per 30 minuti d etermina una forte diminu zione della pressinne colloido-osmotica. Si è voluto vedere quale fosse l'effetto d i un riscaldamento così intenso e prolungato, pc rchè da precedenti ricerche era risultato che soltanto dopo il

2
Prova l
3
TABEl.LA l. Pressione col· SIERO DI SANOUE DI BUE OLUCOSATO ED ESSICA TO loldo-osmotlca in mm di H ,O
3i0
l
1411
17

riscaldamento di circa 3o-40 minuti di ebollizione, si determina una relativa perdita del potere anafilattogeno .:ontrollato su lla cavia.

In seguito si è yoluto stabilire a quale grado di temperatura inizia la diminuzione d el la press ione colloid<r<>smotica.

A tale scopo è stata allestita una seconda serie di campioni di siero, questa volta umano, che erar stato essicato nel vuoto dopo aggiunto glu cosio al 5 % e allo stato congelato. Il siero secco diluito con acqua distillata ste· rile in r apporto di r : 1,75 del volume del siero naturale, è stato riscaldato per tempo Vèlr io da 5 minuti a 40 minuti con temperature crescenti da so· sino all ' eboll izione, sempre i n bagno .d•olio di vaselina e sotto co ndensantore rifluente, secondo le particolar ità espresse nella tabella II , nella. quale sono anche indicati i singoli valori ri scontrati di pressio ne colloido-osmotica.

Dalla tabella II risulta evidente che il riscaldamento a so• per 5 minuti determina una li eve diminuzione della pressione colloido-os mo tica, che per risca l damento a più elevata temperatura scen de progressivamente sino ad

105
-' c:oli P rova Sie ro di s.angwe um ano glucosato Or ado riscaldamento loido·osmotica ed 6 s ìca lo in mm di H20 . l Diluito con acqua distillata sin o l a volume corrispondente a queJlo del SI. etO natural e - 330 2 Dilu i to I : t •75 volte - 195 3 Il )l \) . 5 minuti a so• 191 4 )) ,) )l )) )\ )) 6o• . 183 l 5 " " h )) )) )) 700 87 6 " )l )l ll )l '' So• 7 " ,, Il Il )l Il roo • . . l 21 l 5 minuti all'ebollizione 21 ' 8 .. .. .. 9 " " Il 10 minuti all'ebollizione 2 1 IO " l) Il 20 m inuti all ' ebollizione 22 40 minuti all'ebollizione l Il ., >) Il 23. l
II.

un valore mmtmo che si riscontra in corrispondenza ebollizione (graJìco 1), valore che rimane poi praticamente costante anche quand'o quella sta

prolungata per 40 minuti (grafico II).

Coppo e Fenici avevano già osservato che la pressione colloido-osmotica -dd siero di cavallo coi progressivo risc aldamento da 25° a 62° gradi, scende <la mm. 292 sino a mm. 200 di acqua (5).

Sorge ora la questione di sapere quale sia l 'effetto del sulla struttura .fisico-cbimica JeUe proteine del siero in presenza dj una certa concentrazione di glucosio. Per precisare questo punto si sono posti a dia1izzare per 48 ore in dializzatori di cellophan cc. 10 di siero (prove 2, 3, 7, II in d'icau nella tabella II) contro 100 cc. di acqua distillata.

Nel dializzato si sono ricercati i prodotti di demolizione proteica mediante le reazioni del biureto, della ninidrina, della creatina e i Nessler. Tutte queste reazioni sono riuscite negative nelle prove dianzi citare.

Sono stati anche dosati nel dializzato il glucosio, col metodo di Hageàorn e Jensen, l ' azoto dializzabile col rnicro Kijeldal.

2 Non r i scaldai o

3 Riscaldato 5 minuti :1 ;o•

7 Riscaldato 5 minuti a 100°

lJ Riscaldato all'ebolliziom: per 4o'

IOO
eL•• t,4n • iL - · -'.'11,0. ,_ ... ... ••• ... .. •• Jo lh-'•!..01J ... •• ' l •• ,. •• .. •• •• l< o s t0 t S to 25 .,. 35 410 ,.,. '2o so 6o 70 •o 9o .coo .,., , • .u, 4,.,. .
'"" ess ic cnto- e ri disciolto co n acqua di s tillata 1:1,75 del volume corrispoudente al siero naturale
300 19,6 292 21,0 302 20,6 306 25,9
TABEI.LA
I II .
Glucosio A1.oto diallzzabilc dializz.abilc mg% mg %

Dai risultati d cUa tabella 111 si intravede che prati camente la crescente temperatura e la dhrata del riscaldamento non influiscono sensibiLmente sulla quantità di glucosio e di azoto dializzabili, fatta eccezione nel campione della prova TI dove si è avuto un lieve aumento di ambedue.

Analoghi risultat i si sono avuti con campioni di siero delle s tesse proVt: e sottoposti all

Risulta quindi dimostrato che il riscald-amento del siero glucosato non determina una scissione della m olecola proteica se non per un trattamento prolungato, mentre il comportamento della pressione colloido-osmou:::a suggerisce !'ipotesi che possa avvenire una uni one di più molecole tra loro.

Che quest'ultima ipotesi sia sostenibile risulta anche dal fatto che SOrensen, Adair e Robinson, Marrack c Hewitt (6) e numerosi altri ricercatori, hanno determinato il peso molecolare delle proteine dtel siero di sangue mediante la misura della loro pressione colloido-osmotica. Pure Ron a, e Olkers (7) hanno creduto di poter affermare che l 'a umento della pressione colloido-osmotica di una sol uzione di proteina in via di scissione fermentativa è l'indice dell'aumento della conce ntrazione delle micelle nella soluzione stessa, stabilendo con ciò un rappor to inverso tra peso molecolare delle proteine e la pressione osmotica delle loro soluzioni. Così Adair e Robinson hanno ammesso che la grandezza della molec ola proteica, a parità di concentrazione, è inversa m ente propor;;t:ionale alla misura della pressione osmotica, questo in cste n s ione della legge dei gas di Va n' tHoff.

Tutti gli AA. ammettono infatti che le albumine, essendo dotate di un peso molecolare più basso, dimostrano in soluzione una pressio n e osmotica maggiore di quella del!e globuline, che son o per contro proteine a più elevato peso molecolare.

Dalle ricerch e esposte si può concludere che il s iero di sangue gluccsato, es sicato, rid1sciolro in acqua distillata e riscaldato a temperature crescenti da sino prolungata per tempi vari, va incontro a modifìcazioni fisico-chimiche tali da rendere fugace il suo potere mico.; parallelamente all 'au m ento della temperatura e alla durata del riscaldamento, la pressione colloido-osmotica scende a valori praticamente insignificanti.

Ringrazio il prof. dr . K. Laog per l'acconsentimento dato alla ricerca, per ogni agevolazione conc essa af1inchè i m ezz i sperimentali fos sero approntati tanto celermente c per il cordiale appoggio offerto. Ringra zio inoltre l'Hpt. prof. dr. K. Fischbeck e l 'O. Arzt. Doz. dr. H . Schwieg per gli amic h evoli consigli e il C and. Chem. E. Meinzinger per l'aiuto tecnico.

R !ASSU NTO. - Il siero eterologo g lu cosato, essiccato c disciolto in acqua distillata, usato a scopo trasfusionale, deve essere sottoposto all' ebo llizione per attenuarne il potere anafilartogeno.

107

L'A. ha voluto cont rollare la p r r.ssionc collo ido -osmotica di un si ero così trattat() ; er riconoscernc l'utilità emodinamica.

Le prove hanno indic ato che il riscaldamento vieppiù prolungato determina la progressiva diminuzione della pressione colloido ·osmotica.

ZusAMMENFAsSUNG. - Das zu Transfusionszwcckcn bestimmle getrocknete und io destilliertem Wasser aufgdoste, heterologe Glykose-hahige Serum muss bekanntlich abgekocht werden um seine die Anaphylaxic fordcrnde Wirkung abzuschwiichen

Der Verfasscr hat nun, um seinc hiimodynamÌS<:hc Wirksamkeit zu priifen, òcn kolloid -osmotischen Druck eines auf diese Weisc behandelten Serums kontrolliert.

Die Versu che haben ergeben, dass ùer kolloid -osmotische Druck entsprechend der zunehmenden Erwiirmung progressiv abnimmt und haben nachgewicsen, dass dicVerwcndung eines solchen Serums praktisch nutzlos ist.

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IMPORTANZA DELLA VALUTAZIONE CARD IOM ETRICA IN MEDICINA MILITARE

Prof. Atlll<:o Po PPI. sott o te nr::ntc m edi co, docen te tn Patologia medica, Utt tr. GuAL.T tuo MAR ZOCC Ht , sottotcncn tc speci " IÌ> ta in Rad iolog ia

Un problema che spesso si presenta al medi co militare è quello dì giu-dicare se alla base di disturbi vari riferibili al cuore stia o no una condi zione orgaruca

E ' ben nota la difficoltà ch e talora si incontra in tale giudizio, s pecie quando, come nel caso della m edicina legale in genere e di qudla castrense iu ispecie, si debba, per principio, accogliere con il ma ssim o riserbo que dato anamnestico. Ci si deve perciò affid a re quasi esclusivamente al rilievo dei fatti obbiettivi. Ma, nd caso in parola, si sa quanto sia arod'uo volta valutare es a:ttamcn re il significato di segni anche facilmente app re zzabili, quali un soffio o una aritmia, sì che persino può restare incerto il dizio sulla esistenza di una cardiopatia valvolare b più comune , senza tare i casi in cui manca qualsiasi tipico come nella c. d. « stenosi mitralica muta »

Ma le difficoltà si moltiplicano quando si entra nel campo assai vasto dei ch'e si raccolgono sotto ie denominazioni più o meno va ghe di << nevrosi cardiaca », di « cuore irritabi le », di « miocardia ». Ed è proprio in casi di questo genere che più spesso si imbatte il medico militare, tanto che .sul probl ema di quello che da AA. inglesi fu detto il « cuore del soldato >> ( <1 so]d ie r's heart »),moltissimo si è scritto sin dalla guerra

L'elettrocardiografia è certamente preziosa per chiari re molti quesiti cui il solo esame clinico non sa dare risposta: ma si tratta di un mezzo di indagine che richiede: un'apparecchiatura costosa e per ciò non ancora to diffuso negli stabilimenti militari e che fornisce inoltre dati non sempre decisivi e di interpretazione delicata.

Un elemento su· cui ci si è sempre basati per i giudizi sulla normalità del cuore è rappresentato dalla sua grandezza. S i· ammette infatti ch e · grandimento del cuore sia uno dei segni obbiettivi cardiaci più costanti della insufficienza miocardica.

La sede dell'itto può fornire un criterio sulle d imensioni del viscere: <O.SÌ vediamo, ad esempio, che c erte società di assicurazione richiedono i l rilievo sistematico di questo dato nell e visite pr eventive . Ma si tratta sem -

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DELLA R UNIVERSITA ' DI BOLOGNA Di rtt
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Dire ttore : co lo n nel in m ed ico d o tt G. Cov n t F

pre di un giudizio approssimativo, a volte fallace come del resto anche quello tratto dalla percussione. Per conseguenza sì tende oggi, specie nelle cliniche specializzate, a trascurare i dati pcrcussor i e a basarsi unicamente su quelli radio logid.

La tderadiografia, oltre al dispendio di materiale costoso ed oggi soFrattutto non è ottenihile con qualsiasi tipo di apparecchio c non dà, almeno con la comune tecnica, garanzia di cogliere sempre la srossa. fase della nvoluzione {ardiaca sì da fornire dati sicuramente confrontabili. Il meoodo certo preferibile è qudlo ortodiagrafico che. senza alcuno spreco di materiale e di tempo, consente un esatt'O studio, anche tridimensionale, della grancic;,za del cuor e.

Il principio e la d cll'ort<XIiagrafia sono troppo noti perchè occorra qui ricordarli.

Crediamo soltanto opportuno di far r ilevare come anche con gli apparecchi ne i quali ampolla e scher m o siano solidali, sia eseguibile un ortodìagramma solo che vi sia la possibilità di aUontanare di almeno un paio dì m etri l 'ampolla dallo schermo. A ta.le .cfjstanza infatti può considerarsi che lo sc herm o sia colpito perpendicolarmente d'a l fascio dei raggi incidenti e che q uindi questi possano ven ir e utiliz;zati al fi ne voluto, senza aggravare le cause di errore del m etodo. Quand'o non sia possibile allo:-ranare il tubo dallo schermo, si potrà smontare quest'ultimo e farlo tenere ad erente al t orace dd soggetto in esame

Quanto allo studio ortocardiografico tridimens ionale, esso si compie nel modo più esat to con i l m etodo di Benedetti e Boll ini, che consjste nel rilievo di un ortodiagramma in proiezione dorso-ventrale (su cui &i , misura il diametro Jongitudinale DLo e il diametro di l arghezza DLa, somma delle due perpendicolari abbassate sul DLo dal punto cardiodiafra mmatico destro, D', e dal punto di passaggio tra i l 2 ° il 3o arco eli sinistra, S), e di un ovtodiagramma in proiezione laterale sinistra (su cui si. misura il diametro a nteroposteriore ob liquo DApO, som m a delle due perpendicolari abbassate dQi punti più sporgenti del profilo anteriore c posteriore su una retta che u nisce la biforcazio ne della trachea all'a n golo frenico-sternale). Il prodotto dei tre diametri moltiplicato per il coefficiente di correzione 0,45 dà il « valore cardiaco)) (V. C.), indice cubico del volume del cuore (V.C. = DLo x D La >< DApO x 0,45).

Ma naturaJmentc anch e i dati forni t i da questo metodo, per quan to. più esatti, acqui!>tano significato solo correttamente interpretati. Essendo mfatti assai ampia la variabilità normale, resta sempre delicato giudicare quando siano varcati i coniini verso il campo patologico.

Il radiologo esperto può dare intuitivamente un giudizio il più spesso esatto: ma, a parte i casi al l imite, bisogna tenere conto che, soprattutto n ella medicina militare. è auspicabile la maggiore obbiettività di gi udizio nei

J 1 o
1 l

rilievi semeio tic i c che la poss ib ilità dJ tale giudizio t: bene non sia troppostrettamente legata alla personale competenza de li 'esaminatore.

Nella valutazione della grandezza del cuore soccor re , fino a un certo· punto il fatto che questa è in st retta correlazione con la massa somatica: infatti furono da te tabelle con i valori medi principali diametri ortocardiografici corrispondenti alle varie classi di statura (Otten, von Bernuth, t:ec.), di peso corpore o (Dietlen, Clayt o r-Merrili, R0ss i-Perona, ecc.), di età (Dietlen, Vaquez-Bordet). Da studi recenti, a cui abbiamo personalmente contribuito, è risultato che la misura somatica più adatta a servi re d1 confronto per la grandezza cardiaca è il peso corporeo, >tenendo conto, na turalmente, del sesso c dell'età.

Il riferimento all e tabelle es isten ti rest a peraltro quanto m ai approssimativo perchè (a parte qualche eccezione come quelle di H o.dges-Eyster, Ereitmann e Ludwig) vengono forni ti solamente valori medi o lim :ti di variabilità non desunti da un rigoroso studio s tati stico.

Poi chè una serie di ricerche ci conv inse della insufficienza dell e tabelle precedentemente costruite, fumm o indotti, servendoci dci dati personalmente raccolti in un complesso di circa 1200 sui sani, ad elaborarne dt nuove. per i due. sessi e per le varie età.

Per i motiv i, a cui si è. accennato crediamo che l 'app lica zione dei nostri risultati possa riuscire particolarmente utile per la medicina militare : perciò riportiamo qui, in tabelle appositamente costruite per essere di facile e pronta consultazione, i riguardanti i maschi -dell'età che più interessa la medicina castrense (20·49

N ella nostra precedente fu tenuto conto, oltre che del peso corporeo, d i varie misure somatiche (diametro trasverso e perimetr(} del torace, media perimetrale degli arti) che qui vengono tr asc ur ate anzitutto. per ragioni d ;i semplicità c poi perchè la loro utilizzazione offre scarsi vantaggi nel caso di soggetti già selezionati rispetto a quelle condizioni chep otrebbero rendere meno attendibile il confronto della grandezza cardiaca con i l solo peso corporeo (casi patologici di obesità o magredine, versamenti abbondanti, gravidanza, ecc.).

Le tabelle a lettura diretta che qui presentiamo forni scono anzitutto i valori medi teorici del DTr e del V. C. in rapporto. al peso co rpor eo e all'età. Ma poichè io pratica scarsa utilità p resenta la conoscenza delle sole medie, assa i più importante essendo quella della va ri abilità normale, abbiamo ritenuto opportuno di aggiungere anche i due valori che corrispondono ai limiti , superiore e .inferiore, del campo entro cui si raccoglie la quasi totalità (95,5 %) delle varianti normali. Tali limiti distano dalla media del doppio dello scostamento quadratico medi.o (sigma), in più o in m eno. Non abbiamo riportato, come è uso statistico, i Limiti della variabilità teorica ( :1- 3 sigma) perchè i casi normali che si allontanano dalla media per oltre 2 sigma sono

1 l l

DiMENSIONI CARDIACHE (DTr. e VC .) NO RMALI IN RAPPOR T O AL PESO CORPOREO PER I MASCHI DA 2o A 29 ANN I. (Valore medio e minimo e massim o t r:1 cui è compreso il 95•5 % dei normali )

l lim iti teo rici della var iabi lità uormlle si ottengono a ggiungen do o sott raend o 41) va lore medio, per DTr.: cm. 2.6 e per V. C .: e me. 21 3, c i fre cor ris pond en

al

ri plo dello quadratico medio.

l l 2
OTr V. C l Peso OTr . v c. (in cm.) (in cc.) (in cm ) (In cc.) del - l dd corpo Mrdin l Min. l Min. corpo Mrdia l ,\1in. i Mus Kg. Mass. Medi a Mass. Kg. Med ia Min M.ass. ; l l IU l 40 IQ.Q Q. l 12.7 378 (!62 71 13 11.2 67 1 529 813 l 41 10.9 1 9 1 12 7 52> 383 ' 66 7 72 13.1 11.3 14.9 b76 53-l 818 l l 42 11 l 9.2 12.8 l • 388 672 73 13.2 11. 4 15 68t 539 823 43 11.1 9.3 12 0 l :J\13 677 H 13.2 11 4 15 686 544 828 H Il. t 9.3 1:?.9 1 '>39 'J97 681 75 13. 3 11 .5 15. 1 691 550 s:n 11.2 9A l 13 '>H l -102 (186 11 76 14.4 l t .(1 l 5.'l 6\16 838 t 1.3 l <l.S l t'l l S411 l 407 091 ' 77 n.; 11.7 15.J 701 5W 8-1.3 47 11.4 \1.6 J 13. 2 '>54 l 412 ()9() l 78 13.5 11 7 15.3 705 563 847 48 II .J 9 () 13 2 559 l 417 701 7Y 13.6 t 1.8 15 4 710 568 852 49 Il. '; 9.7 l I J.3 i04 l 421 700 8() 13.7 11.9 15.5 715 573 857 ;o 11.6 l 9.8 13.4 ' 569 427 7 11 SI IJ 7 11.9 15.5 720 578 862 ll .b 9.8 13 .4 •Jz 7 1b 82 13.8 12 IS.b i:l5 583 867 SI l l 52 11 .7 9.11 13.5 ;78 41(• 720 8:1 13.8 12 7:10 '>88 872 53 t t.8 t() 13.6 583 441 us 8{ J3.Y t2.1 15.7 735 ;m 877 54 11.8 IO 13.6 • 88 446 7:30 85 14 12 2 l i. S HO 598 88'.l 55 l t. Il IO. l 13.7 5'13 4'il 735 14.1 12.3 J i . 9 7H oO'l 886 56 12 10.2 13.8 '>98 l 4 5(1 740 87 \ 4.2 12A 16 007 891 57 12. 1 10.3 IJ.Q ()()'\ 161 745 88 14.'2 12.4 16 750 b12 896 58 12.1 10.3 IJ.9 60S l 4(10 750 89 1!.5 16 1 759 (117 90 1 59 12 2 10.4 14 11 13 471 755 • 90 I M 12.6 16.2 764 C>22 906 ()() 12.3 10.5 14 1 6 18 476 700 9 1 14.4 12 6 16.2 769 627 911 61 12.3 10 5 14.1 b2J 481 765 91 14 5 l'l 7 J 6.:J 774 632 916 62 12 4 IO.b f>l7 l 185 769 93 14 , b 1'2.8 16 .4 719 637 921 l 63 10.7 14,'1 012 4'l0 774 <l4 14.6 128 16.4 784 642 92b 64 125 l 10. 7 14 .3 oJ7 l 495 779 Q ; 14.7 12.9 16.5 789 Ò47 93 1 o> 12.1> 10. 8 14.4 642 l 500 784 Q6 H.8 13 16.6 7Q3 65 1 935 l 66 12.7 10 9 14.5 647 '05 789 Q7 I 4 .V 13. 1 16.7 7<)8 940 fl7 1'2.8 11 14.6 652 5 10 794 l <}8 14.\l 13 1 16.7 803 !161 '145 b8 12 8 Il 14 .6 f>S7 5 15 799 li 'l'l 15 13.2 16.8 808 666 950 (Jt) 12.9 11.1 14 7 b62 ';20 60-4 111<1 15 .1 13,'j 16.9 81 3 67 1 9>S ' 70 13 11.2 1•.8 (){>() ">24 808 l l .
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DIMENSfONI CARDIACHE (DTr. e VC. ) NORMALI IN RAPPORTO AL PESO CORPOREO PER I MASCHI DA 3o A 39 ANNI. (Valore med io e valori minimo e massimo tra cui è compreso il 95·5 <>:, de i normali)

I limiti teorici della variabilità .. normale si ottengono aggiungendo o sottraendo al valore med!o, jX'r DTr.: cm. 2,7 e per V. C.: eme. 246 , cifre corr ispondenti al triplo dello scostamento quadr:1tico medio .

3 - Gìornnlt' di militare

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Peso del corpo Kg. 50 SI $2 53 M 55 57 58 59 bO 61 62 63 04 65 60 67 68 69 70 DTr. (l n Media M in. \'. c. (in cc.) Mass. IMdb. l Min. l Mass.l Pe•ll d e l corpo Kg. DTr. (in cnt.) Media Min. l Mass. ! Media l !.lì 11.6 11.7 11.8 ll.CI 12 Il. l 1l.2 12.3 ll.l 12A 12.6 12.6 12.7 12.8 12..1J 12.9 13 13.1 13.1 13 2 13.3 13.3 13.4 J:J.S ll.b 13.6 9.8 13.4 9.8 9.9 13.5 IO IO. l IO. l 10.2 IO.J 10.4 10.5 111.5 !() C IO.b 10.7 10.8 10.8 IQ.CI Il 11.1 11.1 Il.'.! 11.3 11.1 IlA 11.5 ll.à ll.b 11.7 11.11 11.8 13 1) 13.7 IJ.7 13.8 13.9 14 11.1 l lt.l 14.2 1-1.3 14A IU 14.6 14.7 l 14.7 14.8 14.9 1-I.CI l t5 l 15.1 15.1 t5.2 15.3 •• IJ.i t l,CI 15.5 SJ(J 547 SS2 '>58 503 StJCI b07 1>13 618 b24 629 63S 640 b51 oSi li62 li68 073 b19 tl84 loQO 091> 702 372 700 411J 410 121 504 )26 711 71() ìll Tl1 733 738 i41 Wl 7!>5 7b0 700 771 m 782 788 NJ 7Q9 804 810 815 821 826 832 S'H 84J 848 854 71 _, ,_ 71 Ì(l 77 78 81 S'o 8b 87 88 90 91 91 \Il Q) li() 100 IJ.8 12 13.8 l Il l '1.11 Il. l 1-1 12.2 1-1 12.2 11.1 12.J 14.l 11.4 H.3 , 12.5 l &.J 12.5 14.4 1:1..!> Il , > 12.7 H.> 12.'i H.o 12.8 14.7 JVl 14.7 ll.ll 11.8 Il 14.'1 IJ.I IS 13 .! IS 13.2 15.1 IJ•.I l ';.l IJ.l 15.J 13.b 15.4 13.() t;.s n.7 15.0 13.8 15,7 13.9 15.7 13.'1 IS.8 Il 15.!> 15.1> 1;.7 15.8 IU 15.9 lo ICI. l 1(>.1 lb.2 11:>.1 lb.J 16,'j lo!> lb.b lo.7 l :::: i ICJJI 17 17 17.1 11.l 11.2 l 17•.1 l t7.1 17.5 175 708 713 no 7JS 741 761 7b8 774 779 785 790 7% 801 807 812 818 823 819 851 SS!i 862 81>7 V L (in cc.) Min. M ns. 87l 'i(>) ';71 57h 1115 t\20 hJI l>J7 bU 775 1197 iOJ 817 88'1 llS8 8<19 '105 'IlO lllò 921 921 931 938 ll-l9 9S4 <lbO 9bS 971 q7ò 982 987 9')3 998 1009 1015 1020 10'26 10'31

DIMENSIONI CARDIACHE (DTr. e VC.) NORMALI IN RAPPORTO AL PESO CORPOREO PER I MASCHI DA 40 A 59 ANNI. (

l limiti teorici della variabilità normale si ottengono aggiungendo o sottraendo al valore medio, per DTr .: cm. 2,6 e per V. C.: eme. 3 18, ci fre corrispondent i al triplo d ello scostamento quadratico medio.

massimo
l'cJn del corpo Kg. 40 l! 66 /)7 68 69 70 OTr. (in cm.) \', c. (In cc.) Media l ,\lin. l l l corpo Mell!a Min. MasJ.. 11.7 111 11 7 11.6 lJ ,C) 12 12.1 12.2 12.:.! 12.1 11.1> 12.1> 12.7 12.8 ll.Q 13 13 13.1 13:2 13.J 13.4 13.4 13.1.1 l!l 11) 1 10.2 10.1 10 ·1 IO .S 10.1) 1U 7 10.81 IO.Q 10.1) Il 11 , 1 11.1 11.3 11.:1 ll.ol II.S 11.6 11.7 11.7 11.8 li.Q 13.7 12 13.4 11 4 11.5 l I.IJ l J.7 13.8 13.9 11.'1 14 14.1 14.2 14.3 14 3 ' 11.4 11.5 l ·1.11 14.7 14.7 1·1.8 11.9 l S. l l S. l 15.2 15.3 l 'i.4 13.8 12.1 l'i,S 13.8 12.1 15.5 13.9 12.2 15.0 575 '>1<1 5ll4 588 'iOì bO l biO 614 1>18 622 1>27 631 b4U l>oll (>.18 h'il ò57 662 h66 070 b74 (>79 683 687 ll91 ()116 14 12.'1 15.7 70CJ 14.1 12.1 15.8 1 70S 3113 787 3(17 J8l :lQII 403 4()8 -112 41h 420 425 429 4J.I 438 477 481 7'11 7lltt 801) 80S 80'1 813 817 826 8111 831 8'lll 843 848 Si:! 85() 8bO 86'; 8ll9 871 878 882 88() 891 8Q5 485 89<1 48<1 903 4!M 908 498 912 503 917 71 72 73 74 75 7Ct 77 78 79 so 81 !l'l 85 86 87 88 89 90 91 <l'l 93 94 95 \)() 97 'l8 9Q 100 OTr. (In cm.) l Media Min Mct.SS, M edia l 14.:! l 12.5 15.9 709 14.2 14.3 1l.ol u.s 1M 14.6 14.7 H.8 14.9 H Q 15 15.1 15.! 15.3 15.4 15.5 IS.b 15.7 15.7 1;.8 IS.9 16 11.1 l 12.5 Il. h 12.7 12.8 1'2.9 12.11 11 13.1 13.2 13.2 13.3 IJ.I IJ.S 11.(1 11.7 11.7 13.8 13 9 Il 1U IU lS.O l h 16.1 l6.:t 16.3 16.3 111.5 16.6 lf•.6 16.8 16,8 lb 9 17 17.1 17.1 17.2 17.3 17.4 17.4 17.5 17.6 17.7 17.8 10.2 17.0 16.2 14.5 lì.9 111.3 14.() 18 111.4 H.7 18.1 16.> 14.8 18.2 713 717 722 726 730 734 739 743 748 7'12 756 1fl() 765 1tf:l 774 778 782 780 791 7(15 799 803 808 812 817 82 1 825 829 8J.I v. c. (in cc.) Min. lMus. -197 9'!1 501 505 SII 518 522 527 531 5311 5-«l 5-H 548 553 557 562 S6b 570 574 511) 583 587 SOl 5Q6 600 605 609 1>13 017 622 960 9<>.J 90S 972 977 QSI 986 9<)0 998 1003 1007 1011 1015 1()'20 IQ2.1 um 1033 10371 1041 11»6
Valore medio e va lori minimo e
tra cui è compreso il 95•5 % dei normali)
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così esigua minoranza che, in pratica, scostamenti di tale entità sono, con il massimo di probabilità, indizio di fatti patologici.

Resta bene inteso che !a delimitazione statistica non potrà mai sos tituire il giudizio clinico, per il quale i rilievi m etri ci non vogliono essere che una guida meno incerta dd semplice giudizio intuitivo. Potrà sempre accadere infatti, che, come casi normali possono, sia pul' rarissima mente , esorbitare dai limiti della variabilità teorica , in questa siano co mpre si casi che per altri caratteri sono da ritenere patologici.

RIASSUNTO. - Considerata l'i mportanza che un'esatta valuta.zionc della grandezzn del cuore ha per la medicina in e per quella militare in ispede, vengono date tabelle in cui si leggono direttamente i vnlori medi ed i limiti di variabilità normali del cc diametro tras vc rso » e dd cc va lore cardiaco >> , in rapporto al peso corporeo per maschi tr a i 20 e i 59 anni di età.

ZusAMMENFAssuNc. - In Anberracht der bcsondcren Bedeutung die den exaktc:n lvlcssuogeo der Gr&sse des H erzens in der Medizin und spe;.Jell in der Militar-M('dizin zukomrnt , unterbreiten clic Vcrfasser verschiedene Tahellen voo denen die rnittlerco \Vcrte und die aussersten Grenzen der normalen Abweichungen des cc Querdurchroes· scrs >> und cc Herz.wcrtes » im Verh iiltnis zum Korpergewicht mannlicher P crsonen im Alter von 20 bis 59 Jahren, direkt ablesbar sind

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PoPPI A., MARZOCCHt G.: Endocr. Pat ol. Cnstit., 15, 417, 1940; Endocr. Se. Costit.. 16, 00, IQ41.

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UN ANNO DI ASSISTENZA NEURO-PSICHIATRICA ALLE FORZE ARMATE ITALIANE IN GRECIA

l'roi. U>t l>tRro D E t; l\ n1Mo, c:•p113IIO ca po ncuropsichiatrico .

Lungo il tracciato dell ' antica via sacra, che, attraH:rso un valico fra i m<mti Cor id aJio ;:d Egaleo ed il monte Pecile, co llegava Atene ad Eleusi, è situato, neila parte più alta del percorso (a circa 10 km.), l'Ospedale psichiatrico statale di Dafni e, pocQ più in basso sal.e ndo dalla città, l'Ospedale psichiatrico di Chaidari, gestito da un ente di beneficenza. 1l primo di essi, il più importante, è cost ituito da padiglioni disposti a gradinata sulle falde del Peci le ed è pertanto di sliuttu r a piuttosto moderna ; l 'a ltro è cos tituito da alcuni vecchi edifi zJ' sparsi entro una pineta; ma nè l'uno , nè l'altro possono assolutamente competere, come edilizia , come arredamento e co me attività curati va, con la parte dei 6o ospedali psichiatrici italiani.

Dop o che le ba ndiere vittoriose dell'Asse furono innalzate sugli spalti dell'Acropoli (il 28 aprile 1941), si pensò dapp r ima di avvalersi di queste due lStituzioni manicomiali per ospitarvi, in attesa del rimpatrio mediante naviospedale, gli eventu-a li cas i di alienazione mentale c he si fossero manifestati fra le nostr e truppe di occupazione, mentre i malati con forme puramente neuropatologiche venivano accolti nei diversi ospeda li da ca mp o che si era no siste mati nella capita le.

Nd sette m bre però, quando si provvedeva a trasferire uno dei nostri ospedali da r. ampo dai l oca l i del Poli tecnico, che esso occupava parzialmente, a quelll delh clinica pediatrica univ ersitaria, la Direzione di Sanità della nostra Int e ndenza, per poter migli o rare il trattamento dietetico, igienico e sop rattutto tcrapcutico, dei militari italiani alienati e anco ra di più per ovvie ragioni d i amor proprio n az ionale, dec i-se , dopo avere respinto le offerte di alcune cliniche private, di creare un proprio Reparto neuropsichiatrico nell'orbita dell'ospedalt: da campo A tale scopo venne scelto, fra quelli òell'ex clinica pedi at rica , un padig li oncino isolato, composto del solo piano terreno , con finestr e già munite dt rob us te inferriate. Allo scrivente venne affidato il comptto di occuparsi dell'adattamento di ques tQ fabbricato ag li scopi prefissi c ciò venne rapidamente attuato con l'istallazione di 18 letti (aumentati successivamente a 22) fissati al pavimento, d i 2 impianti per bagno in vasca e a doccia, di un piccolo refettorio e parlatorio, dei servizi di cucina , ritirate, ecc , m e ntr e, m edia nte adatte opere murarie, uno dei due ambienti più vasti veniva suddiviso in 6 st.mze tte (con porte munite di lampadine di e tro una rete metallic a , ccc.) e veniva re-

D SP F.l>AL'E MILITARE 1)1 ATE:--11· t t u. wl<l nn c llo m u l ic" 1 i uu. M \ki O h s 11 L1
' l .

cintato co n un muro al to 3 metri uno spazto a l l' aperto , trasformato rapi.damente in giardino.

Questi lavori, progettati definitivamente il 20 setn:mbre, vennero terminar! il 10 ottobre e l ' li ottobre il nu ovo Reparto cominciò a funzi o nare con l ' accoglimento dei 3 miìitari psicopatici rimasti , dopo l ' imbarco di altri G avvenuto il 4 ottobre, nei manicomi di D afni e d1 Chai <lari.

A li '2llesti men to edilizio c: d egli impianti corr ispose nello stesso tempo una cong ma attrezzatura diagnostica e curativa con l ' acquisto di numerosi stm menti e medicina!\ c con l' istaUazione, nel med esimo gruppo di padiglioni, di un ottimo gabinetto radiol ogico e dd !ahorato1 io chimico-batteri ologico d'armata.

Ben presto, tuttavia , la disponibilità dei posti- letto si rive!ò insufficiente non appena l 'opera del Reparto ncuropsichiatrico si es tese all'accertamento djagnostico, alla val utaz ione medico-legal e ed alla terapia anche delle mabttie nervose. Si ravvisò quindi la necessità di aprire u na specie di succursale esclusivamen te destinata a quest'altro tipo di malattie. Q uesta succursale, entrata in funzione ij 29 novemb re 1941 in una quinta e poi in una terza parte dei Padiglione d i medicina, emigrata poi per bre ve tempo in un altro ospeda le, finì col trovare una adeguata sistemazione occupando completamente u n padiglioncino gemell o di quello psichiatrico originario e attiguo ad esso, capace d i .30 posti-letto ra ccol t! in due sole ca m erate.

L 'assistenza effettuata dai nostri solJari di Sanità, che pure non posSt:devano alcun a preparazione specifica, fu tale c he non si è verificato, ad C\:cez iooe di un . tentativo di eva sione rapidamente sve ntato, nessun incidente degno di nòta in tutto questo primo anno di funzionamento e nonostante che il movimento delle a mm issioni e delle rlimissioni sia stato veramente cosptcuo.

Infatti, nel tempo tompre so fra l'n ottobre 1941 e l'u ottobre 1942 stati accolti nel Repar to ncuropsichiatrico 537 individui, olt re a r3.2 visi tati ambulatoriamente e senza considerare gl i ufficiali ed i sottufficiali con affez ioni puramente neuropatologi çhe, che sono stati degenti nei rispettivi reparti di questo Ospedale, gli infermi neur opsichici giu{1icati direttamente d al Reparto di osservazione da quando esso co min ciò a funzionare ( r5 m agg io 1942) c quelli che per varie circostanze sono e ntra ti e r ima sti in altri reparti dt questo Ospedale o in alt ri ospedali. Fra i pochi infermi di questo gmppo è da ricordare un granatiere, con cefalea gravjssima e persistente pe r mcningite !'ierosa sintomatica di un piccolo gliom a c tsti co dell'e mi sfero cerebellare destro. come fu cont roll a to. all'autopsia.

I 517 individui idetti sono affluiti a l Reparto ncuropsichia trico in massima parte dai loro Corp i di appartenenza (343); agli altri vi sono stati tras feriti da altri ospedali della Grecia (76) o <iella città (46) o da altri r eparti di questo Ospedal e (61) o dalle carceri (8) o, all ' apertura del repar to, dai manicomi civi li (3) co me si è già rifer ito.

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La distribuzione fra le varie armi dell 'es ercito di questi 537 individui è la seguente : fanti r88, artiglieri 109, genieri 42, autieri 34, granatieri 33, cavalleggeri 33, so ld ati eli sanità 23, bersaglieri 19, carabinieri 16, camicie nere 16, marinai 9, soldati di sussistenza 5, alpini 4, av ieri 3, guardie di finanz a 3, operai militarizzati I , oltre ad un connazionale civile (con atrofia muscolare progressiva m idopatica).

L ' appartenenza alle varie classi di leva indica un predominio abbastanza delle classi più giovani e poi di quelle del triennio 1914-16, seguìto a breve distanza da quelle del triennio 1917-1 9 Le relatiye cifre sono le seguenti: classi anteriori al 1902:8; I9(>2-o4: 4; 1905-o7:8; 1908-ro: 52; f9Il-13: 87; 1914-16: 126; 1917-18: II I; 192o-22: 141.

Qu'esta massa di militari sfi lati in 12 mesi entro un reparto, lt11 cui capacità n on ha mai superato i 50 posti-letto, con una med ia mensile d'i 43 nuovi entrati, doveva essere, così come è avvenuto, smista ta in maniera tal e da evitare ogni ingorgo, ma senza trascurare un atte nto studio preliminare ed un congruo periodo di cura. A tale scopo ci si è avvalsi anzitutto, con un ritmo che si è dimostrato sodldisfacente, dei mezzi marittimi e ferroviari di rimpatrio per gli ammalati da· trasferire in Ospedali militari del Regno in quanto ritenuri abbisognevoli di provvedimen ti medico-legali o di licenza di convalescenza, finchè n on fu concessa a quest'Ospedale la facoltà di provvedere direttamente in questo senso a'Oche per gli altri Ospedali militari della Grecia (maggio 1942). Anche successivamente ci si è serviti tuttavia di questo sistema per i malati neuropsichici non in grado di viaggiare da so li perchè convulsionar\ od alienati. Per un numero relativamente ristretto di rimp atriandi, per i quali non occorreva una speciale assistenza, si è ricorso altresì, nel periodo anteriore al 15 maggio 1942, all' espediente di tenerli degenti, nell'attesa in Ospedali militari prossim!ori. Perranto si è potuta sempre impedire che il numero dei degenti nel Reparto superasse quello dei posti disponibili o, tutt'al più, per una sola notte e in r are circostanze eccezionali.

Ciò premesso, il m ovimento degli usci ti, può venire riassunto nelle seguenti cifre: guariti e rinviati al corpo 97, smisrati in Italia con mezzi marittimi 159 e con mezzi ferroviari 29, trasferiti in altri Osped!ali della città in attesa di rimpatrio 6o, inviati direttamente in lice.nza di convalescenza 39, assegnat i ai servizi sedentari 19, riformati I. Altri 50 m ilitari furono tra sferiti ad altri reparti di quest 'Ospedale per ragioni di competenza clinica o, più spesso, restituit i al re parto di osservazione dopo lo studia neuropsichiatrico richi esto. Ad altri Ospedali della città ne furono trasferiti 19 (anche questi per motivi di cura specialistica, trattandosi di venerei, dermopatici, malarici ecc.), 12 furono inviati alle carceri e 46 erano quelli presenti nel reparto l'II ottobre 1942· Infine 6 sono stati i deceduti (o,Sg '1{. ): uno pe r tubercolosi polmonare, uno per idrofobia, uno per malaria perni -

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ciosa, uno per lin.fadenire. mediastinica purul e nta, uno per meningite luetica <::d uno solo per amenza febbrile (delirio acuto).

Lo studio statisti.co dei giudizi diagnostici formulati in rapporto alle varie forme morbose dei 537 soggetti esaminati offre questi risultati non privi di interesse.

I casi accertati d i psicopatie, comprese le anomalie costituzionali del c.arattere, sono assommati. a uo (circa il 20 % del totale), così ripartiti: frenastenia u, demenza infanto-giovanile r, amenza 17, schizofrenia 44, s indromi depressive ro, sindromi maniache I, ciclotimia I, psicosi epilettiche (degenerazione psico-somatica epilettica) I , alcoolismo acuto 7, alcoolismo c.-onico 3, a-normalità costituzionale del carattere 14.

Più importante si è presental'o il gruppo delle nevrosi con i suoi 230 casi (circa il so % del totale), così ripartiti: epilessia 59 (compreso 1 caso di .. piccolo male » ed alcuni di c< epilessia psichica l>), isterismo 71, istero-epilessia 7, nevrastenia 52, psicastenia 4, nevrosi traumatiche 13, nevrosi vasomotorie cerebrali 3, acrocianosi 5, balbuzie 3, enuresi 13.

Scarso è stato invece il numero delle malattie organiche del sistema neruoso cmtrale rappresentate dai seguenti 16 casi : tumori endocranici 2, idrocefalo cronico I, emiplegia I (in luetico), sifilide meningea 3, insolazione 3, sclerosi a piastre I, tremore essenziale I, emato mielia 2, tabc I, atrofia muscolare progressiva m.ielopatica I.

Circa 100 sono stati i casi di malattù del sistema tJervoso periferico, in gran parte costituiti però .da manifestazioni ischialgiche, come risulta da questo elenco: nevrite ottica I , paralisi facciali 10, paralisi del n. radiale 1, polinevriti 8, nevralgie dd trigemino s, nevralgie cervico-brachiali s, nevralgie ischiatiche o lombo-ischiatiche 69.

Infine 2 casi concernevano malattie della tiroide (un gozzo c un moroo di Flajani-Basedow).

Altri 44 casi furono riconosciuti di competenza non neut·opsiclziatrica ed in ultimo 36 furono quelli di no·n canstatata infermità, compresi quelli (i più numer06i), in cui l'infermità era di grado così lieve da non richiedere le cure ospedaliere.

Quest'arida casistica r iassuntiva merita però qualche commento. A proposito delle malattie mentali si è notata un'insolita frequenza di stati depressivi con delirio di autoaccusa, o isolati o innestati in maniera abbastanza caratteristica su forme leggermente confusionali od anche tipi · camen te schizofreniche. Questo fenomeno nosologico, già segnalato durante la campagna dell'Africa Orientale ( 1 93S-36), è, a mio parere, dovuto al senso dì timore ispirato dalla disciplina militare, il quale agisce nella profondità del subcosciente in modo tale, da scatenare, più facilmente di altri: questi meccanism i anormali di « associazione per contrasto)).

Fra le sindromi schizofreniche co nclamate si è verificato un prevalere assoluto di quelle paranoidi, caratteri zza te da deliri persecutori, riformatori,

misti ci, ecc. c perfino, in un case>, da delirio inventario, che sì svolgeva sopra Lan fondo evidente di debolezza mentale. Qu es to gio.van isslino ed incolto granatiere si e ra reso moksro presso vari Comandi, perchè in perfetta buona fede insist evJ nella convinzione .eh avere inventato (di nuovo) i timoni di profo ndità pe r i S()mmergibi!i !

I poch t frenastenici er ano rurti, naturalmente, di medio grado o addlrittura deboli di me nte ( cc anormali intell ettivi puri· >> di De Sanc tis), perta nto erano stati capaci d1 imparare anche a leggere e a scrivere, ma c he, a l vaglio della vita collettiva militare, avevano riv ela to un livello mentale non suffi cie nte per comprendere ed eseg uire turri i comandi e quindi erano più d ' impaccio che <l i utilità nell 'impiego dei loro R:eparti . Co.s ì pure gli « anormali affettivo-morali >> (con intelligenza normalq) e quelli « misti » (fra i qual i un morfinomane), anche -se a prima visra potevano apparire come.: soggetti abbastanza sani di mente, sono stati generalme nte allontanati, dopo un :.trtento studio, dai lor<>. Reparti in base ad analogh e considerazioni. Per la maggioranza di essi, peraltro, erano in corso gravi procedimenti d;sciplinari o penali.

D egna d'i rilievo è senza dubbio la frequenza dell'isterismo molto più elevata fra i militari ài quanto non si riscontri in tempo di' pace fra g li individui non mil-itari di s<'sso maschile. A qu esto fenomeno contribuisce fra i soldati delle class i più giovani il persistere non troppo rar o di un certo infa ntilismo psichico. (è notorio che l'isterismo maschile è assai più comune prima della pubertà) e fra quelli delle classi più anziane un insieme di ovvi fattori coscienti o subcoscienti, po tenziati dal perturbamento emotivo-affettivo i ndotto dal richiamo all'e armi (specialmente in tempo di guerra), da attivare ed amplificare tendenze nevrosiche, che, in condizioni normali d i vita, potevano à manere latenti . Molte volte sono dei traumi psichici (incursioni aeree, incendi, esplosioni, siluramenri, ecc.) a rivelare all'improvviso qu este ,tendenze, insospettabiH precedentemente.

I cast di jstcrismo raccolti in qu es ta casistica , prescindendo dalle ne vr osi tr au mati c he iste riche , considerate a parte, erano quasi tutti rappresentati .da form e convu lsive, tranne una dozzina di casi di semplice sonnambulismo, alcuni da cc stato crepuscolare della coscienza » (forma che si ritiene quasi di rransiziom• fra l' isterismo e l' ep il essi a) e pochiss imi da forme puramente neurovegetative visce rali. Un rnalato era molto inte ressa nte dal punto di vista teorico perchè, come reazione ep isodica ad un ' artrite cervicale radiograficamente accertata, prese ntava ipercinesie extr:apiramidali che riproducevano fed elmente il qm1dro delJo « spasmo di torsione » od il fegato appa· ri va leggemH:nte ingrand ito . La sindrome però ebbe un andamento regressivo, che sembrò attes tare la sua natura puramente funzionale .

Fr a gli esempi di nevrosi trau m atica , due soli mostravano aspetti paraliri ci (uno anche con tremore accessionale dell 'arto inferiore affetto) ed un altro most r:wa una carattcri sti c,t ,, camp tocormia >l , identica alle forme de-

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scritte durante la guerra 1915- rH, comparsa su bito J opo il salvaraggio dd soggetto in lU1 naufrag•o t: sfumata completamente nd giro di pochi giorni, cos icchè il militare venne rimandato !n servizio. Le restanti. forme erano banali : o a tipo isterico convulsivo o a tipo n cura s tcnico o a tipo istero-ncura stcnico, tranne una, che pur essend o di appartenenza ncurasteniforme , era sostenuta da lU1a « iporcnsione post -rrawnatica del liquor )) , differente.: da quella descritta da Lénchc solo per l a sua cronicizzaz :one.

Gli individui raggruppati sono l'insegna della n curast c nia presentavan o in parte l a sindrome della neurastenia sessuale grave (con spennatorrca) o più spesso quella de lla solita nevrosi cardiaca, cons iderata sempre con molto scetticismo, specie negli individu i molto giovani, inclini ad ecc edere nd \ izi o del fumare , ecG. I casi d'i cosi detto esaurimento nervoso, molt'> àifl u so nelle sue gradazioni tenui e medie, son o stati ugualmente considerati , dal punto di vista m edjco-legale, con uguale od anche m.•ggiore scettic ism o , almeno. c h e non presentassero numerosi segni obiettivi od una tin ta deprescosì marcata da rasentare la melanco nia.

Maggiore attenz ione hanno attirato invece le manifestazioni di acrocianosi, tendenti al m orbo di Raynaud, ta lv olta con incipiente associazione sderoderm ica, in giovani soggetti reduci dal fronte greco-albanese, sul quale avevano trascorso i me sj dell'inverno. Qualcuno però Ji questi malati ammetteva una rara ercilitaria similare.

Qualche sold ato con gozzo asseriva di aver contratto questa malattia durante la permanenza sul fronte occidentale e di essere immune da ogni precedente familiare in questo senso.

Nei balbuzienti si sono riscontrate forme Ji ba lbu zie costituzionale, però talvolta aggravate repentinamente da un trauma psichico. Tali ilislalie sono state considerate com e presumib ilmente destinate a ridivenire li evi

Fra gli enuretici si sono rinvenute, in 6 casi su 13, malformazioni cong enite del tratto lom bo.-sacrale del rachide ed alcuni di essi erano çavalleggeri , nei quali l ' enuresi era comparsa solo dopo che avevano cominciato gli esercizi di equitazione.

Anche fra i veri sofferenti di isc hialgia si è trova ta una percentual e notevole di reperti radiografici positivi o nel senso di unw lombartrite defOI mante od in quello dell'esist enza d i displasie con geni te della V vertebra l o mbare o della• I sacrale, displasie che tendono a testimoniare (benchè in m:miera non assol n ta, data la loro discreta anche nei soggetti sani) che quello è un luogo tij minore res istenza dell'organismo. Esattamente i reperti radi ografici positivi sono stati 23 sopra il totale di am m alati

Nelle paralisi periferiche de l nervo facciale , spesso a ccompagnate n e lle forme cosidd ette l< a fr igore » da leggero dolore retro-auricolare , si è dimostrata pure W1'utile misura l'esplorazione radiologica sistematica dcii 'ap ofisi ma stoidea del lato affetto. Jn questo modo si è potuta

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svelare in 2 casi una grave mastoidite cronica, che altrimenti rischiava di passare misc onosciuta, data la tenuità dci fenomeni subiettivi che provocava.

E' superfluo com me ntare la scarsezza delle malattie organiche dcl nevrasse in militari eli truppa, per lo più giovani e comunque ancora immuui, generalmente, dai danni dell'azione annosa delle più comuni cause etiologiche di qu este mal attie. I 2 casi di tumore endocranico (oltre quello cerebeOarc già menzionato) erano costituiti da un neunnoma bilaterale del nervo acustico (più sviluppato a sinistra) c da un neoplasma intraprotuberanziale, probabilmente un glioma a cellule immature, data la relativa fre-quenza di questa categoria di tumori m detta sede nei soggetti di età giovanile.

Più 1mportante è invece sottolineare la comparsa non infrequente di polinevriti da sulfamidici per l'uso clandestino ed inconsiderato di tali prodotti (specialmente dell'Uliron) a scopo antiblcnorragico. Si tratta di un j inconveniente piuttosto grave , data la tenacia dl queste forme morbose e la loro resistenza anche ad en ergiche cure co n vitamine antinevritiche, e, se , dovesse anc<.ira es tend ersi, meriterebbe di venire combattuto con un'opportuna propaganda. F i nora però i casi ospitati in Repar to sono stati 3 soltanto, su 8 casi di polinevriti in genere, c negli altri 5 l 'etiologia sulfamidica si poteva esclude re con sicurezza.

Nessun caso invece di polincvritc è stato cons tatato fra i nos tri malarici, 1->cnsl qualche nevralgia unilaterale della prima branca del trigemino ed una soltanto particolarmente ribelle.

A conclusione di questa rassegna e a titolo d'onore, perchè comprova l'alto i ivello morale, in questo. senso, dellt: nostre rruppe in Grecia, va rilela circostanza che i tentativi di simulazione d'i malattie nervose o psi.chiche si sono limitati ad uno sparutissimo numero (da contarsi sulle dita di una sola mano), tutti indi stintamente in individui detenuti o, per lo meno, denunziati, : quali imbastirono per qualche giorno un quadro stuporoso catatoniforme, ma con rivelatrice conservazione dell'istinto della pulizia. Tutti arresero spontaneamente, tranne uno che disa•rmò dopo la prima iniezione "-onvulsivante cardiazolica.

Si dev e altresì segnalare che, per l 'i nt eressamento della Direzione di questo Ospedale, la D:rezione di Sanità della nostra Intendenza ha sempre .concesso o procurato i mezzi più idone i e p i'Ù moderni per gli accertamenti dia g no stici e pef' gli interventi curativi, ritirando quando ciò è stato necessario, per via aerea dall'Italia il relativo materiale. Pertanto anche i malati smista t i suc cessiva mente negli Osp edali militari del Regno non sono stati

!iemplicemente in deposito nell'attesa d e lla partenza, ma sono stati tempestivamente osservati e adeguatamente curati nel periodo iniziale, cioè in quello pitl propi zio delle loro malattie, cosicchè, pcrfino in questo ristretto e parti colarissimo campo, l'lt:1 lia si è mostrata, su questa terra dove fiorirono Je c.r ca zio11i dello spirito umano, m aestra insuperata di civiltà.

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RIASsUSlu. - .Prcmc:ss i i più fondamc:nt:tli a:nni storici sulla creazione e il succcs· :. ivo potenziamento di una attrezzatura ueuropsichiatri ca a integrazione dell':tssistenza (lspcdaliera alle Forze Italiane di occupazione in Grcci:t, l'A. prospett a i <.lati statistici <:oncernenti i 537 uomini di truppa ricoverati ad Atene per malattie del sistema nervoso nel primo anno di attività del relat i vo reparto ed espone: considerazioni d'indole clinico · militare intorno alle singole neuropsicopatie riscon trat e, pervenendo a confortanti conclusioni citca l'alto liveUo moral e delle s udd ette Forze Armate e circa l' efficac ia dci provvedimenti prescehi.

ZusAMMENl'-"S SL'NC. - Voramsc hickung der wichtigstcn historischcn Hinweise auf die Schaffung und dcn spiiteren Ausbau der ncuropsychiatrischen Ausrlistung als Erganzung der flir die l talienischen Besatzun gs truppen in Griechenland eingerichtetcn Krankcnhausplflegc, unterbreitet der Verfasscr di e st atistichcn Untcrlagen ubcr die in Athen, infolge von Erkrankungen d cs Ncrvensystems w a hrcnd dcs ersten Jahrcs seit E\csteren der entsprechendcn AbriJung , eingclictcrtcn 5 )7 Sold:nen. Der Verfasser eot· wickelt eine Reihe von Betrachtungcn klinis c h -militaris che r Art libcr clic cinelnco festgestcllten Neuropsychopnthien und gclangt z u befricdin gc nd e n Schlussfolgerungen in bezug auf den hohcn m o ralisc hcn Stand ucr Truppe sc!bst und auf dic W irk der get roffenen Mnssnahmen.

DUE CASI DI RO TTURA TRAUMATICA SOTTOCUTANEA DEL BICIPITE DA CAUSA DIRETTA IN PAR ACADUTI ST I

Con l'introduzione del « corpo paracadutisti >l nel R. Eserci to , il meoico militare h a cominciato ad osservare delle lesioni da cause violente che, pur rientrando nei class.ici capitoli della patologia chirurgica, hanno inteFig t

resse particolare per << un'impronta speciale », che ne de riva dalla loro etiopatogencsi « singolare »

Non credo di errare dicendo che fra breve si a ndrà costruendo una '' patologia dei paracadutisti n, in cui: il capitolo delle <<les ioni traumatiche » avrà certo un posto -dominante.

Ritengo q1tindi utile comunicare due casi di rottura sottocutanea trau-

m atica del bicipite da causa diretta, avven u ta durante il lancio col para ca dute, ', casi non riconosciuti

CASO 1°. - Croce V. anni 22, paracaùuti s(a; entra all'Ospedale militare "Celio ll 1 il 3 gennaio 1942. Riferisce che il 9 dicembre 194T, durante il lancio dall ' aereo col paracadute, ebbe il braccio S. attorcigliato d,1ll :: fune di \'incolo (vedi fig. 7).

OSPEDALE DI ROM A Dire ttore: 'olonntllo mcùico dou. P ASQI' ALt'<o S ,\z<TOLI
Prof. R I'!MR l O litusso, c;apitanu c:opo liJ re parto chi rurg ia
l l

Avvertì un forte strappo :1l br:.ccio, e giunto :1 terra < t credeva di avere il braccio rott o», « non poteva flettere )ì

Visitato dal medico del corpo e bbe 7 giorni di riposo c poi altri 7 giorni, finchè \ enne inviato al CeUo.

Al nost ro esame risultano netti i segni della rottura sottocuaneJ completa dc: mu · scolo bi cipite S., con retr azione dei monconi muscolari.

Sulla cute nessuna traccia deU'agente v ul nerante; non segni di lesioni vasali o ne r\ ' OSÌ dell'arto superiore S.; presenti e complet i i movimenti atuvt e passlvt della spalla S. e del polso S. La flessione dell'a vamb raccio sul braccio è possibile ma si compie con (( poca forza >> .

Durante tale mano vra appaiono nettament e i due monconi muscolari , separati d a un solco t r asversale eli 3 dita trasverse (vedi fig. J )

Il mon cooe muscolare s u pe riore che ha forma e volum e di un pugno, è ritira to in alto e all'interno, distalmentc al pilastro anterio r e dell'ascella.

11 moncone muscolare infedore invece è più piccolo, quasi la metà, e retratto i n basso ed all ' esterno, poco al di sopra del go m ' to.

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Fig. 2

La diagnosi ·di rottura completa del bicipite venne confermata dall'intervento che fu eseguito in narcosi con la co mun e tecnica che il caso richiedeva (vedi fig. 3, 4).

L 'arto fu immobilizzato in apparecchio gessato per 12 giorni; il decorso fu regolare e buono il risultato funzionale (vedi fig. s).

CAso z•. - Russo E., anni 23, paracadutista; entra all'Ospedale militare del Celio il 10 marzo 1942. Racconta che il 10 aprile, lanciatosi col paracadute, urtava col braccio S. sulla fune di vincolo del compagno che lo aveva preceduto nel lancio (vedi fig. 8)

Atterrato accusava dolori al braccio S. specie nei movimenti di flessione dell'avarobraccio sul braccio.

I giorni successiv i il dolore si attenuò, mentre nella eminenza bicipitale comparve una depressione per cui, sospettata la del bicipite, fu inviato al Celio

Al nostro esame risulta sul versante esterno del bicipite S., la presenza del caratteristi co solco, che si rendeva più manifesto sotto la contrazione del muscolo (vedi fig. 6).

L a forza di flessione dell 'a ntibraccio sul braccio era di poco diminuita.

La nos tra diagnosi f u eli rottura parziale del bicipite (capo lungo) S., a non potè 3\•ere la conferma ope rato ri a, a vendo il p. rifiutato ogni intervento.

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Fig. 3· Fig. 4·

Nei nostri c asi rrattavasi dunque di cc rottur a so ttocutan ea del bicipiteda causa diretta» completa nel primo caso, incompleta nel secondo.

Sappia mo che tra le rotture muscolari quelle del bicipite sono tra le più &equenti . M a si tratta in genere di rotture da causa indiretta, dovute a ccntraz tone involontaria, rifl essa, incoordinata del musco lo .

li nostro tipo <di rotura invece è interessante per. il suo meccanismo pat<>genetico, che abbiamo poruto stabilire con l'aiuto intellige nte dei pp.

Nel I o caso, per una errata manovra del p ara cadurista, la fune di vm_co lo, che va dall 'appa recchio alla bo.rsa del paracadute, compì me zzo giro mtomo al braccio S. del parac aduti'Sta (vedi fig. 7).

Fig. 5· Fig. 6.

Nel momento dello strappo la fune sezionò il muscolo bicipite so.ttostante.

Nel 2 ° caso il paracadutista, lanciatosi p r ima del tempo, batteva il braccio sulla fune di vincolo del co mpagno che lo aveva preceduto (vedi fig. 8).

In entrambi i casi la fun e ha agito. col meccanismo della « compress ione )•

Strangolamento non c'è stato neppure nel 1° caso, perchè la fune formava braccio un mezz e giro appena.

Lo stato dj contrazione dl el muscolo rappresenta una buona concausa : un muscolo dmo , rigido, contratto, sfugge male a ll 'azione e J la su bisce per intiero.

Fig. ì · Fig. 8.

La maggior frequenza poi di queste les ioni al braccio S., spiega col fa tto che, la fune di vincolo, viene dal paracadutista tenuta colla sinistra. Ecco adunque alcune cc malae facta » d'ella fune di vincolo nci paracadtltisti, che è bene conoscere onde riconoscere in tempo.

RIASSUNTO. - L'A. descrive due casi di rouura traum:n ica sottocutauc.:a Jcl m. bicipite s_ nei paracadutisti durante il lanci o, per azione diretta sul bicipite della fune di vincolo.

ZusAMM:ENFASSUNc. - Oer Verfasse r bespricht zwei F51le von bei ùcrn Absprung mtstandenen traumatischen subkutanen Rissen des linken Bizeps bei Fallschjrrnjiigcrn, die auf die unmittlbare Einwirkun g des H altcst:ils auf dcn Musk el zuri.icb.ufi.ihren sind

CONfl:.'RENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE NEGLI OSPEDALI MIUT ARI

ELENCO E SOMMARI DECU -IRCOMENT/ TRATTATI (D ai 11rrbali prr11omti a/111 Dirrziorze generale d1 Sanità militarr nd xennaio 1943· XXT)

AREZZO (Osp. mit. t·err. «Co ll egio S. Caterinn >1). Capitano medico AJ..DO 1:3tANC ALANI: cd autolesio nismo.

/b. Capitano medico fi\ANCESCO CATAI.to·r n: Chirurgia dt gtti!rra.

ATENE (Osp. mi L itaHano). Colonnello meJjco prof. CARLO PAN ARA: Infermità orga · fli ca, sin drom e isterica e si mula zione.

L'O.. premesso un breve cenno sulk: sindromi organico-funzionali assoCÌMe, m :l campo ocuropsichiatrico, presenta uo caso di s indr ome isterica manifcstatasi io un soggetto di ottimi precede nti di sc iplinari ed a ffetto da epiilidirnite c prostatite di nat u ra blenorragica che cosrituì la « Spina >> organica della sindrome stessa.

Questa, protrattasi per mold mesi con disturbi ccncstopatid c modilicazioni del caranere, non adeguatamente valutati nei riguard j cl inici c medico -legali, t &nto da dar luogo a provvcdjmcnti disciplinari ripetuti, cu lminò i n una grave intensa e protraua reazione psico -motoda, giudìcata simulata , durante la quale .il soggetto commise atti di insurbordinazion e c che provocò la su.a d e nuncia al Tribunale Mililare di guerra.

L'O. tratta la diagnosi differenziale del CJSO h1 esam e, escl ud endo la simulazione , ed espon e infin e alcune gener:1li m ll ;; mc,jcdma in rapporto alle ma lattic mentali.

!b . Sottotcnentc m edico ENRICO Ross1: L'otire media suppul'ata cronica.

L 'O ., ten e ndo conto cbc parla sopratuttf) dal punto di vista militare dell' ;;ffezionc. fu una ncna distinzione tra l'orite mecùa cronk a semplice e l'otite media suppurata cronica con carie. Mentre la prima, che non t: una forma grave, viene facil mente diagno sticata, la secoud<1 che può 3Tav issima non viene altrettanto facilmente messa in evidenza.

Si sofferma a lungo sui caratter i distintivi delle due forme c accenna ai criteri clini ci che pcrmeuono di porre la diagnosi. pres e nte che i portntori di forma cronica con carie sono dci malati spes so gravi, anche se i segni clinic i sono modestissimi. P res.enta vent i opera t i di svuota mento m:ts toidei o pctromastoidei radicali (per forme subacut c o cronich e). Questi; mentre clinicamcntc presentavano seg ni modestissimi, passati inosservati anche a visite m e«.liche militari che i p. ::n·evano subito preccdcntememe cd anche Iccentcmcnte, al tavolo ope ratorio presenta\·ano lesioni gravi c alcune volte gravissime, con pa chirnenin g ite circoscritte , ampie djstru z ioni ossee, flebiti e pcriflebiti del seoo lateral e c in tre casi tror:nboflcbiti estesis sime del seno e del golfo giugulare. Gli interventi avevano dovuto molto estesi e demolitori, con apertura. a volte, del golfo del giugulare c allacc iatura del va so al collo.

BOLOGNA. Colonnc!lo me dico prof. F. GtucNl: Singolare andamento di lesioni endocranicM àa scheggie ài granata.

L 'O. presenta un soldato, ferito nell"ag osto u. s. sul Don da scoppio di bombarda. Le numerose scheggie lo investirono in pieno, produccndogli moheplici e vaste ferite specie al to r ace, tutte però superficiali. tramortito e al suo risv eglio in Ospedal e gli fu constatata una emiplegia destra con disartria. La puntura spin:tle diede esito a !iquor emorragico. Alla regione tempora le sin. presentava due piccoliss ime lesioni cuta nee apparentemente superficiali, a cui non fu attribuita importanza Le radio g r afie d el cranio hanno rivelato la presen7.a di tre minuti ss ime schegge penetrate profondamente nelle zone centrali del cervello. Una di es se av ev a evidentemente leso un ramo della Silviana di sin. dando luogo ad una emorragia col effett o dc 11a em ipl egia del lato opposto, co n disartria.

L'O. richiama l'attenzione sul forte potere di pcnctrazionc d e lle sc heg!:,rt: dn scoppio di proiettili da bombarde sui fe riti de l front e Ru sso, facendo constatare in a lcune radio· gralìe di arti le minutissime schegge, vermjformi, che t e mpestano talvo lt a a cent inaia le zone colpite, penetrando profondamente anche nel t ess uto osseo, e prende in considerazione da l punto di vista baUstico la forza esplosi va, la qo:Jiità deg li acciai e l'eventuale studiata inten z ion e de l nemico di ottenere tali ef fe tti.

l b . Sottotcnente m edico p rof. ToMMAM) ViRNI CC ill: Empiema dd m oncon .: t n uppendict: autoamputJJ.ta.

L'O. illustra un caso di empicma del moncone in appendice autoamputata, operato nell'Ospedale militare di Senigallia, facendo rileva re che, per il precedente di un unico attacco appcndicitico, la raccolta purulenra , riscontrata nel monco ne distale d e ll 'a ppend ice, deve considerarsi come una conr inuazionc allo stato latente di que lla stess:1 sepsi che, ne l corso dell 'episod io flogi st ico acuto, determinò l'autoamputazione.

Il caso presenta evidenti analogie con quelli descritti da Razzaboni nel 1927.

L'es:1me isrologico del pezzo ha messo in evidenza che la superficie di ed il primo segmento del mon con e distale erano del tutto oblit e rati. Cib dimo · stra la possibilità che, pur in ambiente settico, possono, talvolta, svolgersi quei processi proliferativ i del connettivo che il quadro dd l'autoamputazione appendico · lar'e chiusa , indipend e ntemen te da lla influ enza di fattori patogc ne tici, intesi nel senso di Deimos, quali briglie congenite, ad ese mpio, che, premendo sull'appendice ne favo · r iscono l'obliterazione prima ancora deila su:; sezione.

Così anche è attendibile l'ipotesi che la necrosi cancrenosa determinante l ' amputazione si sia svolta piuttosto lent a me nte, pe r lo m eno quel tanto che è valso a stabili(e delle solide aderenze protetti ve da parte d cl l' epiploo n, tali da i mpedire, nel momento ddl'amputazione, la propagazione della flogos i al cavo peritoneale.

L'attual e caso dimostra ancora una volta che l'amputazione spontanea dcll"appent.!.ice non costituisce l'episodio termjnale, di un processo flogistico acuto, e che espone a esi ti a distanza, di cui l ' e mpi c ma è uno d ej;lj espo nenti. Da ciò la normn che ogni q u alvolta, nel corso d i un atto o perati vo, d si imbatte in questa evenienza, occorre prol u ngare le manovre di indagine fino a ranto di ri trova re ed as port a r e il moncone distale dell'amputa7. ione. oppure essere sicuri della sua distruzione o t otal r train cordone di connetti1•o fibroso

BRESC I A. Capitano med ico pro f Eul:ENlo Cuti TI: Pnf'umotorac·C' tcmpe utic·o bilaterale

L ' O., capo del Reparto T. B. C dell'Ospedale, espos ti succintament e i concetti sui quali è basata la cura pneumotoracica bilaterale proposta ,bi prof. M. Ascol i. ne fis s<1

ie indicazion i e le contro - indi cazioni, la tecnica, la rego laziom: , gU incidenti e le compLicazioni e dimostra, con contro ll o radiologico, i brillanti risultati tcrapeutici già otten uti in pochi mesi nei solùat i degenti od Repar to da lui diretto. '

I nterviene nella d iscussione il direttore Jdi'Ospcdale, colonnello F. Parente, il quale des idera siano fissati i concetti direttivi sui quali deve basars i il giudizio medico legale circa l' idoneità totale o parziale o la non idoneità al serviz io militare dei g io vani guariti dopo una cura pncumotoracic.1.

A lu.i risponde esa u rientemente !'Oratore esponendo su quali principi deve basarsi il giudizio medico lega le circa il se rvi zio militare nel confronto dci guariti cl inicamente o anatomicamcme dopo una cur:t pncumotoracica.

C AGLIARI. Sottotenentc medico ALVERto SETZU: Linfogranuloma maligno addom i nale_

CALAMBRONE (Ospeda le m ilitare terr. « Vittorio Emanuele III J>). Capitano medico pro6. 0RESTE ANnREt: D eterminazione d di'età di una frattura sulla baie d ei caratteri radiografici del callo.

/b. Capitano medico G t NO Ntst: Profilassi del tifo .

CALCI (Ospeda le militare terr. " Villa Semin:l r io Sottotenentc medico EucEmo MA · s r : Distonie neut·o vegetativt:.

CARBONIA. Tenente medico G rcuo C.\RLF-'iJMO: Emoglobinurit'.

F IRENZE. Capitano medico prof. ORAZ I O CARERE-CoMEs: vuamma B nella fisiopatologia dell 'apparato digerente

Già ùa molti AA. è stata sottolineata l' importanza notevole che può assumere la vitam ina B. nella fisiopatologia dell'apparato digtrcntc.

Data l'attuale frequenza di forme dispeptiche ed entc rocolitiche in militari reduci dall'Afr ica e dai Balcani, l'O. ritiene utile portare anche in ambiente milit are i risultati oi alc un e sue osse r vazion i precedentemente condotte i n <1 Clinica M eùica )• nei rigu a r di de ll 'importanza de lla vitamina B, nella patologia e terapia di alcune manifestazioni che aversi nel caso di coliti. T ali osservazioni si riferiscono anzi tutto a tre casi in cui, io presenza di malattie inizialmente e fondamentalmente localizzate nel tubo ga· suroenterico (colite ulccrosa nel primo e nel terzo caso, episodi dispeptici-enterocolitic.i clopo gast roresezione nel secondo caso) si riscontrarono complessi sintomatologi ci (i drope, alterazioni nervose, cardiache cd cmatologic he) non riportabili a fatt i tossici o ad alterazion i cardio -rcoali, ma irw ccc perfettamente s imili a quelle che si ossen•ano nel vero beri -beri tropicale, e pertanto inquadr ab ili i n una sind rom e di avitaminosi Bt (beri -beri cnterogcno ).

Si ric()rda ancora un'altro caso in cui, a seguito di una prolungata sindrom e ente r ocolitica, s i manifestò un quadro di ::memia pcrniciosiformc bJTavissima epatoresisrente.

SolLanto l'acido nkotioico ridetrc la restaurazione della normale eritro poiesi nonch è ristabilì la ..cnsibil ità all'epatoterapia. Si rmti enc penanto che la sindrome anemica fosse dovuta ad una carenza di vitnmin a B2 (ac. nicotinico). A conclusione di quest e osservas i r ichi :un:t l'attt!nzion c urilirà del la somm ini strnzione della vitamina B, e

in tjudlc malauic gast r o·cntt:richc in cui, anch e io assenza Ji sindromi acccmuate come quelle descritte, si hanno segni lie vi di avitaminosi (leggeri edemi, di sturbi c:.rdiaci. neur iti periferiche o visce rali , anemia, ecc.).

E' ovvio che la somrninistrazione di v itamin e.: 8 1 c deve in questi casi aver l• 1ogo per via parenterale, essendo proprio i disturbi quelli che impediscono l'assorbimento d<'lla vitamina conten ut a nei normali al im enti.

/b Tenente medico prof. CARtO MARSICLI: Lesioni cicatriziali della laringe: da colpo d'arma da fuoco Contributo all'etioparogeru:si dei diverticoli ipofm·ìngc:i.

L 'O. illustra un caso di ferita trasfossa della laringe da proiettile di mitragliatrice. Espone dettagliatamente la sintom at ologia cl inica del c:1so. chiarendo i singoli sin · romi rilevati al momento del trauma.

Riferisce quanto fu osservato a distanza di un anno all'esam e laringoscopico, ciot: l'esistenza di un diverticolo -ipofaringco che rappresenta una rara evenienza sia per la sede anatomica ( ipofarin gc) sia per l'etiopatogenesi (meccanismo di trazione :un ichè di pulsione).

UDO DI CAMAIORE (Ospedale militare rcrr. u Oceano n). Capitano medico ACHILLE RoLLO : Lo tubercolosi e la guerra.

LIVORNO. Maggiore medico Gruuo Sinrctismo dinico.

l b. Sottotenente medico OsCAK lkt.ZARRI: li laboratorio applirato al/n clinica

MESSINA. P rof. GIUSEPPE D'AGATA, direttore Clinica ch irurgica della R. Università:

Terapia generalizzate da germi piogc: ni.

Premesse alcune conside ra zioni Jj dottrinJlc sulle infezioni Ja piogcoi l'O si intrattien e soprattutto sulla parte terapeutica delle infezioni da piogeni.

Tratta delle cure locali, facendo rilevare il benefico effetto, che si ottit:ne con l'im · mobiliz?..az.ionc della parte, accompaguata da ll'azione Jd caldo -umido , specialmente n e l periodo iniziale.

In rapporto alla terapia chi rurgica sul foco!aio flogistico primario l'O. tratta sui vari intervent i proposti, e_numcrandone le indicazioni e gli svantaggi: exc resi io blocco del focolaio primario, interventi cruenti intrafocali e disinfezioni , allacc-iature e rcsczioni vcnose ecc.

Tratta quindi di tutte le cure , dirette ad aumentare c eccitare i poteri di difesa organica : mezzi specifici cd aspecifici.

L'O. s'intrattiene in ultimo della terapia a mezzo di sostanze chimiche, svolgendo con particolare riHevo il capitolo sulla cura su!f.onam idica. Parla della loro preponderame azione batteriostatica, cioè di arresto dello sviluppo e riproduzione dci germi e dell'azione sensibilizzatrice di tali sostan?.e verso i germi, quale preparnionc a meglio poter sottostare ai mezzi naturali di difesa organica.

Accenna alla va ri a azione citostatica de: p rod ott i sulfonamidici, che Ù;ucbbe sp1e · gazione della lcmczza dci proc essi di riparazione negli ammalati sottopos t i a tal e tera · pia: fatto che viene comba ttuto con la somministrazione di preparati vitam ini c i.

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L 'O. sostiene: che i miglitJrÌ risultati si ottengono sfrutt ando caso per c:1so i var i mezz i di tcrapi:J ch irurgica, di cu i dà le norme, associando la cura vaccinoterapica e quella sulfon:lmitlica, Ja adottare sc.:mpre cQn intelli gente sorveglianza.

L'O. formula il voto - a proposito della s ulfonamidiC:l - che altre sostanze .:himkhc po ssano darc i in mano anche nelle infezioni gene ralizzate da ge rmi piogcni, quei buoni dsultati che si sono otte nuti nel campo delk malattie protozoarie, delle sostanze cioè che abbiano affin ità per i germi e scarsa o punto per gli elementi cell ulari del nostro organismo, secondo i postuiati di una l' :acrilis:nio magna » conclamati d aiI'Ehrl ich.

Capi t ano medico prof. GtuSEPPF. AGOSTONt: L'elettrocardiografia nella pratica.

L 'O dopo aver fatto alcune premesse fondamentali di dettrofisiologia e dopo :wer rico r dati i principali d:lti anatomici della dist ribu2i ooe del tessuto specifico e della conduzi one d egli stimoli ne l cuore umano, riferisce come vien registrato, con derivazioni diverse e coi più comuci apparecch i, un elettrocardiogramma.

D escrive l'ecg. normale e l' interpretaz ione delle singole onde.

Passa poi in le principali alterazioni elettrocardiografiche, sia riguardanti di sordin i del ritmo cardiaco, si:t quelle r iguardanti i disturbi funzionali del miocard io, cor redando le con r roiez.ion i L'O. conclude richhmando l'attenzio ne sull'importanza dell'clettrocardiografia nella pratica, specialmente per quanto concerne quelle •• soffcrcn'l.c miocardichc " che non sono va.iutabili con l'indagine clinic:1 e r:1diologica.

l b. Capitano medico prof. GIUSEPPE HELl.ONI: Considerazioni etiopatogeneth·hc. cliniche, diagno.rriche c tcrapeutiche su di un caso di ittuo.

Traendo lo spunto da un caso di inero cnpitato alla sua osservazione nel 2 ° Re · parto Mctlicina l'O. espone io succinto il problema et ioge nc tico delle itteriz ie, problema q uanto mai complesso c su c u.i tutt'ora non è stata fatta luce completa. Tratta dell'origine ana cd epatocc llu la rc del pigmento biliare per mette r e in ev idenza i s uoi intimi rnpport i col ricambio emoglob inico e co i vari prodotti derivanti dalla dist ruz ione dell'cmoglobina st essa; :1ccenna alla difficoltà d i poter determ ina re la quantità dello st esso pigmento sia arrravc rso la bile estratta con sonda duodenale, sia attraverso il bilinogeno delle feci; ricorda, in base a qu:tnto hanno pot u to Le numero se ricerche di moli i quando il pigmento bilbrc nelle sue varie man i festaz ioni (urobilina , bilirubina, bilinogcno, ecc.) ra ggi un ge i limiti patologici e le ragioni per cu i esso :t ta li limiti può pervenire.

Dalla sintomatologi:l del caso preso io esa me si soffer ma più a lungo su alc u ne i o rme ch e :.d css:1, anche in base ai Y:lri eS:lmi chimici , microscopici, sierologici, ecc.,

potevano ricollegarsi c più particol:!rmcntc sull'ittero cata rrale prolungato , sull'i ttero d:l calcolosi, su quello d:l ncoplasia, sulla spirochetosi itte.ro emor r agica; di queste fo r me fa un rapit.lo qu::dro c ne tratta rapidamente i l problema diagnos1ico e terapeutico nei riguarcli degli ammalati che, neilc attuali contingenze cap itano più fre . C]Uentemcnrc all'osser vaz ione t.le l medico nclb sua qualitj di medico militare. L 'O. ricorda pure due forme di ittero che oggi sono di attualità; l'ittero del mal:!rico cht· va co nsiderato come una vera epatite, c l' ittcro da ingestione di medicamentj o di sos t anze chimi c he: di yu csl'ulttmo ri cord a la particolare sintomatolog ia che permette di fa re b diagnosi prima anCl)ra del responso del !aboratorio chimi co. L 'O. condud e ricord:1nòo come ogni caso :tltcntamcnte studi:lto poss:; fonte di utili insegn.'l -

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menti e come ogni ammalato attentamente curato può dare l'intima gioia al medico di restituire oggi alla Patda braccia :mcora salde per impugn:ue l'arma a conseguire la certa vittoria , e man i ancora val ide per domani la rinnovata imperiale grandezza.

MONTECATIN I -TERME (Ospedale m il. terr. 1c Locantla me · dico prof. ERMANN O SANTI: Le i,lfezioni da germi gasogeni.

!b. Sottotenemc mrdico MICHLLANCEW MoRON I: Infe zioni dell 'oruchio medio co me complicazioni nasali acute e croniche.

N APOLJ. Ma ggiore medico U<.o TE STA: Servizio sanitilrio in paet:. Organi direttivi ed esecutivi sul <ertnzto sanita rio in guerra. Servizio pruso Corpi e Reparti in guerra.

lb. ib. : Unità Janitarie di guerra. Sgombero dai posti di m edicazione fino alla '< Ona territoriale.

NETTUNIA (Ospedale mil. spcciaHzzatù). T e nente co lonnello medico prof. PAoLO DE PAOLI: Peritoniti specifiche asinwmatiche.

L'O. ha preso lo spunto da un clinico osservato in uH militare ricoverato, !"lei quale una peritonite specifica diffusa, di tipo mmarico-essudativo, con notevole reazione dei ga ngli Jinfatici m esenterici, aveva avuto del t utto asintomatico fu ri velata da un episodio di occlusion e intestinale, per richiamare l'attenzione su lla frequenza con cui peritoniti specifiche possono decorrere senza palese sintomatologia.

Ha illustrato poi la genesi di tali localizzazioni peritoneali soffermandosi a con · s iderare l'origine ematogena, quella linfatica e per contiguità ed ha messo in rmevo il fatto che, tale varia modalità di inizio, può concorrere, assieme a particobri condizioni di reagibilità del soggetto aHche di tipo allergico, a determinare la particolarità deU'assenza o dell'attenuazione della sintomato logia.

Ha insistito sull'acddentalità del reperto di localizzazioni peritoneali specifiche in occasione di interventi per s indromi appendicolari otl a carico dei genitali femminili; sulla opportunità di sospettare lo:alizzazioni peritoneali asintomatiche i:1 soggetti che abbiano sofferto di pleurite, come haHno dimostrato ricerche _personali eseguite con l'esame r adiologico dopo pneumoperitoneo e quelle più recenti di D addi, Parmigiani e Zucchini con la laparoscopia.

I nfine ha accennato all'importanza di sospettare e ch iarire tali localizzazioni per adeguare i provvedim enti m edico-legal i all'importanza dei casi e per l'istitu7jone della terapia adeguata.

Al termine dell'esposizione ha preso la parola il colonnello medico direttore di sanità del c. d'armata, Malice prof. Alessandro, che aveva presenziato alla conferenza, per portare l'autorevole conferma della sua personale esperienza sul frequente reperto accidentale di localizzazioni specifiche del peritoneo in soggetti sottoposti ad inter· vento per sindromi appendicolari o su quello, assai più raro, operativo accidentale di tubercolosi ignorate del sacco erniario.

li capitano medico Venezian prof. Edmondo ha accennato ad un interessante caso attinente all'argomento s uddetto

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NOVARA. Sottotencnte medi co FRAN <.ESGO MARTElLI: C onsiderazioni su un rruppo di sindromi confusionali rrans itorit.

PISTOIA. ProL Cot.l.AT I NO CANTIERI, Direttore RR. S pedali Riuniti: L'ittt:ro ne-gli ese rciti.

PRATO (Ospcdak mil. terr. n. !.l) Tenente medico G1uuo CESARE MEtANI: Form catipi che di fe-bbre tifoidea

ROMA. Tenente colonn ello medico prof. ANCEW CH IA SSE RINI: Metodo per c:olmart: perditt: di .sostanza dei nervi.

L'O. che nel corso dell'attuale guerra ha eseguito circa 200 interventi per lesioni dei nervi periferici, ria ssume i metodi da lui usati per colmare perdite di sostanza consecutive a tali lesi oni.

Prima di valersi dei mezzi di int erposiz.ione, o di altri espedienti, è necessario ricorrere a rutti quei procedimenti, che possono consentire una riunione diretta dci monconi nervosi. Poichè l ' esperienza ha din1ostrato che la sutura diretta di sezioni nervose nettament e fascicolate è il mezzo mi gliore, per ott e nere la neurotizz.azione del moncone periferico.

Dopo aver accennato ai vant,aggi della sutu ra primitiva (no n facilmente applica. bile durante la guerra, sop.ratutto nella guerra di movimento) l 'O. ricorda che la m obilizzazione an1pia dei monconi nervosi, insieme con adatte posizioni degli arti e del tronco, rappresenta il metodo, che può essere più largamente applicato. Essa può e ssere complétata con La sezione di alcune collaterali dj scarsa importanza funzionàlè.

Altri m ezzi meno frequentemente usati sono: la trasposi:t.ione nervosa; le mio · tornie; le ostctomie e le resezioni ossee temporanee o definitive.

Fa notare che la trasposizione può essere utili zzat a non solo per il nervo cubitale, ma anche per il radiale e per i nervi intercostali (nei casi di anastomosi intcrco storadicobre o intcrcosto- lombare).

La rcsezione ossea può riu scire util e nelle lesioni del radiale, quando coesista fr attura omerale o pseudartrosi; c negli interventi sulla parte alta del plesso brachiale.

Un altro mezt.o, che p uò permettere la sutura diretta, è la resezione io due tempi della cica trice nervosa.

Utilizzando convenkntcmemc questi vari procedimenti, si riesce nella maggior parte dei casi a riunire segmenti nervosi ben fascicolati, anche quando la distanza che li separa è di parecchi centimetri .

Vi sono tuttavia dci casi in cui anche un chiru rgo sperimentato si trova nella necessità di ricorrere a metodi indiretti di riunione .

Fra questi vanno am;itutto menzionati i trapianti nervosi.

Di essi i più adatti sono ce rtamente quelli auto ed omoplastici ; che tutta via pre · sentano l'inconveniente della non facile procurabilit3, sopratutto quando si tratta di riparare un nervo di un certo ralihro.

L'O. ha largamente utili zza to• i trapianti co nservati, facilmente procurabili.

In alcuni casi ha osservato dei ripristini f-unt.ionali not evoli.

P e r quanto riguarda le ana stomosi nervose, esse sembrano sopratutto utili a li vello dei plessi.

Talora è necess ario ricorrere all'impianto diretto di un nervo nel muscolo.

Assai utili si sono dimostrati i trapianti tcndinei , sopra tutto nelle lesioni non direttamente ri pn rahili del ne r\'O ra<.li:Jl c.

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ROMA. Teneme colonnello medico prof. CoRML)tNO GI\COBBE: Ascaridiasi d'imp(}l · tanza chirurg;ca

L'O., in base a casi personalmente osservati, fa ddlc complicazioui cagionate da ascaridi soffermandosi particol:.rmente sul la diaj.!nosi c sul l:l cura ddlt: varie forme d i speuanz.a chirurgica.

SAVIGUANO. Maggio re medico GIUSEPPE D10. A.Noll.EIS: Anomalie c malforma zioni ossee congenite. Importanza dt:lla radiologia particolarmentt: m:lla loro valutazion e medico-legale

L'O. illustra l'importanza che ba la ra diologica scoprire e mettere in le anomalie e le varietà ossee congenite, che spesw g:nza questa indagine, eseguita a regola d ' arte, rimangono ignorate e, di consq,TUenza va lutarne la loro e ntità patologica o meno, specie in rapporto ad azioni trauma t iche o a concomitanti altre malauie. Anche il numero elevato di de tt i casi capitati alla sua osservazione ne l periodo di trenta mesi e cioè sopra un totale Ji 5100 c.:sami dell'apparato scheletrico, dimostra l 'alta percentuale di quesù errori dell ' impul so evolutivo o var ietà schdetriche nell'aro bito di quella ch'è la fiuttazione no rmale o della costituzione; inteSJ nel senso dcii:! sc uola costituzionalistica di De Giovanni, Viola, Pende

Mediant e la dimostrazione praticn e la \'i sione di numerosi rontgcnogr :unmi , h:t i llustrato tutte le principali varietà ossee od ossa soprannumerarie che si riscontrano agli arti superiori ed inferiori, nonchè le più fregucnti e "izi di differ enzia zione regionale della colonna vcrtebralc.

Considera come tali variazioni dalla norma non rappresentano so lo una cunosna scie ntifica, giacchè possono talora da r luogo a v:tri disturbi funzionali. per i quali non è facile trovarne la causa e l'origine e, quindi come si:t importante il fatto che cla una condizione normale con una 'ari et?t anatomic:1, si passa nel c:1mpo pato logico c clinico.

Esamina particolarmente nello studio Jdle piccole ossa anoma le Jclb mano c dd piede, quale possa essere la valutazione medico -legale di concomitanti lesioni tr:Jurna l'iche e altresl come c solo sull'i.nteprctazione del radiologo si basa specialmente sulle questioni di infortunistica, il giudizio di frattura o meno di ossa dd ca rpo e tarso, ,ppurc di ossa anomale o accessorie

Per ultimo si sofferma alquanto più dcttagiiatamcntc sulla varin.ione etcromor hca congeni ta o sacralizzazione della 5• lombare, che rappresenta veramente una anomalia assai frequente e che per il riconoscimento e valutazione dci riflessi medicolegali, assume speciale importanza, Jato che es i ste anc he una s:tcralizz:1zione dolorosa, che venne studiata in modo particolare da Be rtolott i nel 191 7.

Precisa quindi come dopo i lavori dj Putti c : Scaglictti, dalb p:artc degli autori oggi si ritenga che la sindrome neurodocitica lombare o sciatica vcrt eb ral c. debba ritenersi dipendente dall'artrite o dall'artrosi int e rperlun coi:lrl' si:l int erro ma ttca o della neoartrosi e non dalla sacra l izznzionc:

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SA VIGLIANO. Tct!ente medicu REGOLO F ERR,\1\1: Mimitr: oJsifican t r:. SIGNA Capitano medico MtcHEt.E L1s un·r: Patologia d el ioho di Wrisbcrg.

TRIESTE. Sottotcncntc medico prof. fRANCEsco PEPEIJ: Le infezioni da anaerobi.

L ' O. insi ste s ulla necessità di urw precoce per iniziare al più presto u na sierotera pia efficace e descrive i primi sinto mi dell'intossicazione tetanica, sintomi che possono, dopo un brevissimo periodo di incubazione, essere lievissimi ma che permettono già una diagnosi. L 'intervento può troncare immediatamente la malattia.

L ' O. espone poi i vantaggi, dimostrati con le stat istiche che si conoscono dell'altra ,. di qu esta guerra , della sieroprofìlassi che ha ridotto la mortalità per il tetano a 3-4 su 10.000 feriti ed iiJustra infine l'ulteriore progresso che sta realizzandosi con la wtccinopro.filassi.

Nella seconda parte descrive le infezioni prodotte dai germi della gangrena gassosa, la loro frequenza e raccomand a la profilassi chirurgica di tutte le ferite sospette ed il rratta mcnto coi sieri antigangrena.

VOG HERA. C:tpitano medico RENATO SPACCJALBELLO: Dell'azione dei vorr preparati che si usano oggi per la cura untimalaricu.

l b. T enen te medico L u t(H MA N ZONE: Casi di st·abbi.(l curati con metodo Com esatti

L'O. riferisce di aver curato qualche centina i o di casi di scabbia con metodo Comesatt i c di av e re ottenuto sempre completa guar igione in pochi giorni.

__..:_ •

.

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA LIHIU E RLVISTE. CHIM I CA

E. S c HULiiK c P. RozM: Procedimento arimetrico per deu:rmiTUlre i chinoni, specia f· mente il 2 meri/ - 1 •4 nafrochinont: dorato di azione viramin ica K. Una reazione rolorata del 2 meri/ - 1.4 naftoc hinonc . - 11 Mikrochcmie '' · \·ol. XX l X, ottobre •941 , pag. l j8.

Il 2 metil - 1,4 naftochinouc ha assumo grande importanza in quanto possiede un"a:t.ione anticmorr:tgica doppia de lla vitamina naturale. Sono oggi in commercio numerosi prodotti a bnsc di questo chinon:: stabile non solo all'aria ma anche al ri -

E' già stato reso noto un m e todo di t.losaggio quantitativo volumetrico basato sulla nduzionc ddl'ossigeno ch.ioon ic o con sol u zione N / 10 di cloruro di ritaoio (fil) in pn: scnza di un adatto indicatore. Si conosce anche un metodo di dosaggio quantita' ivo color im etrko basato sulb co'o r az iou e gialla intensa c he s i ottiene in soluzione alcoolica con ammoniaca cd c tc::rc etilico dell'acido danacet ico.

Gli autori descrivono un metodo di dosaggio \"Oiumetrico basato sulla riduzione dd naftochinonc:: naftoidrochinone con cloruro stannoso al 10 % in soluz io ne alcoo · lica , cstra 7Jonc del chil!one ridotto con cloroformio e sua titolazionc con soluzione N / 20 o Nl2oo di solfato di cerio (l V) in presenza di p. etossicrisoidina come indicaw rc· dclln o s$iriduzionc. Jl metodo si pre sta anche per la determinazione djretta in soluzioni o!eose del chinone.

Viene poi una rca:t.ionc ("Oiorata del 2 meri l - 1,4 naftochinone ch e si pra1 ica facendo bollire il chinone con acidi minerali.

Si descrive infine un metodo adatto per iso.lare il naf10chinone dalle sostanze che lo contengono in modo d:-e :werlo puro per la titolazione descritta.

TRONI!LLI •

G. RH;c •o : Cum di massa d ella scabbia importanza dd/a furmotecniCfl. nella rcrupia hmzi/;ca. - '' Annali di Medicina Na\·:dc t· Coloniak ••, fase. VTI -VITJ, pag. 359• 1942.

L 'A. è riuscito a preparare w• proc..lott.1 .1 base di benzoato di benzile, che si è dimo stra to efficacissimo nclln cura tanto ddle forme recenti quanto di quelle antiche della scabbia

11 benzoato di benzile, componente del del Perù, era g ià stato usato m preparati che non pre sentavano però vantaggi nè da l punto di vista tcrapcutico nè da quello economico. (Formula Ki ssmayer e form ula Touraine - Laroux).

L'A. ha basato le s ue ric e rch e su tre punti fondamentali:

l. - purificazione del bemr.oato d i benzile. Viene indicato il metodo seguito ;

11 . - scelta di un Jdatto coadiuvante e sincrgizzantc. Furono scelt i il mentolo c il tricloroetilene;

III. · indirizzo verso una forma idrata d i estrema semplicità c di assoluta con · cczion e autarchica. Vengono indicate tutte le regole chimico-fisiche seguite per preuna emulsione stabile ed economica.

In base ai risultati d e ll e ricerche dette l ' A propone u na formula co ntenen t e: henzo:uo di benzile, tridorortikne, mentolo, glicer ina. !:molina , gelat in a, essenze e d

La fo rmula è s tata trovata ctti ma s u 4 00 casi di scabbi.< a nche se co mplicati da fatti infiammatori c utanei prirmti vi e secondari. 11 preparato è perfcttamcnt c stabil e. è privo di azioni noci ve, è di facile usc rd autarchie?.

L'A. si propone di studiare l 'azto m.: profì lattic.1 del medic a mento .

DERMOSJFJLOGRAFIA

E. A.scHERI: Il Bt:rgamon Al/l; nella mra della scabbia. - " Il Dermosifil o grat o , n. 11 , 1942-XX I.

In questo momcnro mer it a tutra l' attenzione degl i studiosi la r icerca di pre sidi tc r apeutici autarchici atti all'impiego nell e affezioni cutanee di più frequente riscontro c che per la loro facil e diffusione, com e per la ri chiedono un consum o cospicuo di medicamenti a base di eccipienti grassi.

La reg istra in proposito lo<levoli t en tati vi con brillanti risultad c t r a essi sono meritevoli ùi atte nz ione le espe rienz e condotte da alcuni AA ( Maimon e, Bergamasco, Anedda) mediante u n d er i vato delJ'c sse nz..:t del bergamotto.

L ' A. , data la rapidità di qu ést o siste ma di c ura de lla scabbia, ne ha attuato J'applicaz.i on e presso iJ reparto dcrmocelt ico dell'ospedale milit are di sott o · ponendo a trattamento coJ Be r ga m o n Alfa So ind i vidui .

11 metodo seguito è stato il seguent e: al mattino della prima gior nata bagno e frizione con sapo ne mo:lc di pot assio per 2.0 miouti, insistendo particolarmente nell e note sedi di predilez ione; fri zio ne con Berga mon (ci r ca 5o 6o g rammi per individuo) su tutt o l'ambito cu tan eo, escluso il capo: avvolgi mc:n to òcl p. in un lenzuolo e pe rman e nza a le tto. Nel pomeriggio dello stesso gio r no nuova fr iz ione c successi, a pe rmanenza a letto.

Nella seconda giornata di cura : ai mattino, al o a lla se r a t rattam en ti > co n Bcrgamon come sopra.

Nella terza giornata : bagno di pulizb e d ini z i o del periodo di osservazione. pr e via cl isinkstazionc degl i indument i.

S u So pp. trattati con il suddetto procedimcnt< o la guangaone st è ,-e ri licata in ; 1 ca si, m ent r e negli altri 9 si è r eso necessario di protr:tme la cur:t solo per qualch e giorno.

In comp lesso esito costan teme nt e e .r api da men t e favorevol e.

L'azi o ne be nefica del Bergamon è stata e"idcntc anch e su modiche m:mifestazio n i pioderm.itiche presenti in alcuni cas i.

A ccanto alla manifesta effietc ia de l m edica m ento i: da segnal are la per fetta tol! erabi lit à d i esso.

Le espcricn:t,e co ndott e dall'A . consentono le seguenti co nclusioni: azione anti · par:1ss.itaria sicura; rapidi t à notc, ol e non eccedente in genere le due gio rnat e; efficacia sulle derma t osi complic:m ti la scabbia; netta mancanza di a zio n e tossica o irrit:lnte: semplicità di artuazione prati ca: m :111can7.a tii odore sgrade vo le ; cos to modico: p r c tt .t aut:lrch ia del prodotto .

C AR LUCC I l l

IGIENE

L CANNAVÒ: l 3 segni clinici d1 Castcllam ne/h· diagnosi di coli re amcbi ca. - " Archi · vio Italian o di Scien ze medi che coloniali e di p:tr:tssi to lo g i:: >• , n. _;, m:tr zo 1942-XX.

L'A ., premesse alcune cons id era?..io ni sulle ilifficolt:ì @gnosti c he dall'amebiasi intestinal e cronica data l.a sintomatologia vaga cd incerta cd i numerosi aspetti clin ici della medesima, prende in considcr.tzione i 3 segn i clinici di Castell a ni c he, .ins ieme all'esame coprologico, possono indirizza re i l medico verso la diagnosi esatta delle enteropatie amebichc.

T:tli segn i, comunicati tb l Castellan i nel 1935 e confermati da numerosi studiosi, 3 e precisamente:

11 t 0 , o punto doloroso subensiforme o sottoxifoid eo o intraxifoideo (o punto di Castellani n. 1 , secondo la terminologi3 introdotta c.la F. Pull è) consiste nel dolore r -ro vocato dalla pressione digitale al disotto della apofisi ensiforme.

Il 2°, o segno medio ascellare (o punto n. z eli Cast e llani, secondo F. Pullè) consiste in una z ona di ottusità rilevabilc attorno al punto c.l ' incr ocio fra la lin ea ascellare media di destra ed una !.inca circo lare c he pass i due dita al di sotto ddla areola mammaria di destra.

li J0 è rappresentato da una picco la str iscia di ottusità alla ba se toracica destra, poster iorm ente presso la colon na verte bralc.

L ' A. hn esa minato 224 soggetti affetti da sindromi dissenteriformi, ricercando .in

i del Castellani: questi furono ril evabili solo in quei casi nei quali la dia · gnosi di amebiasi fu confermata dal riscontro del parassita nell e feci ; non fu ritrovato mai alcuno dei 3 segn i in altre forme di enterite dissenteriforme.

Qualche volta la dei segni clinici del Castellani precedette l ' indagine co proscopica di conferma.

Dei 3 de'scritti quello di più frequente riscontro è il 1°, riferibile presumibilmente all'esistenza di ulcera zion i o almeno di les ioni d i certa entità della muc osa del colon trasverso.

P CoTRUFO: Rilievi dcurocardiografici nell'amebiasi c modifica z ioni di crsi m seguito a cura cm ctinica. - (t La Riforma Medica )), n. 43• 1942-XXI.

E ' un buon contributo allo studio dell'amebiasi c ddla c ura emetinica, contribu to che appare tanto più interessante in quanto l'amebiasi è tema di grande attualità ed importanza in questo periodo.

Molto scarsi sono in letteratura i la vor i sull'argomento Costantino ha descritto alterazioni ecg. rilevate in amebiasici; Lu chc rini ha studiato l'azione tossi ca che l'emetina produce nel cuore man mano che ci si av v icina ai lim iti della toll e rabilità indiv iduale per quest ' alcaloide .

L'A. s i è proposto di: h ia sici: accertare le moùifica z ioni elett roc:ardi ogr a fic he che si ris co ntrano negli amemctina; indagare se queste s i modi(jcano per l ':tzione tc r:tpe utic,'t ddl'c -

- constatare se le alterazioni elettrocardiografiche dovute all'azione tossica dell 'e metina si verificano o meno nep;li am eb iasi ci c he si gio, ano d e lla cura.

In 29 amcbiasici, ricoverati nella R. Clinica Malattb Tro picali e Subtropicali di Napoli, l'A . ha eseguito elettrocardiogrammi (sono st a te ril ev ate solo le 3 derivazioni

GoRL

penfcrichc), pruna, durante c dopo il tratt am ento emctinico. l pp., oltre alla cun emctinica (2 ctgr. al giorno) sono stati sottoposti alle particola ri norme igieni che e die · tetiche che, secondo l'esper ien za eli Cas tell an i •: Jacono, hanno grande importanza coadiuvante nella c ura specifica ( riposo assoluto a letto, latte diluito per i primi 3 giorni, a cui si grada tam en te fr utt a, rapioca, riso o pastina glut inata , carne, qualche uovo).

Dall'esa me dci tr acc iati eleurorardiografici \' engono d esunti i seguenti dati:

Tutti gli amcbia s ic i stuJ iati presentano alt e razioni et:g. eli maggiore o minore cn · tità e pi ù frequentemente: basso (4l:! % dci casi), dent e llature di QRS (4 r %).

spianamento o n egatÌ\' ità di T (38 %), bradica rdia (3 4 %), aritmia sin usa le ( 41 %), cxtrasistolia ( 10 '.'u dci casi).

La cura e nu:tinica ha prodotto note,·olt: miglionamemo di t ali alreraz.ioni e Ul casi completa sco mp a rsa di esse, senza dar luogo a quei segni ecg. dovut i all'a · z ion e noc iva dd farmaco s ul cuor c, rilevati da altri AA.

Dai rili ev i su esp o sti si può dedurre:

r0 - il maggior num ero delle alterazioni ecg. riguardano disturbi miocardici (basso voltaggio, dentellature cd un c i na mem i di R. c S.; T spiana ta o ne!,rativa), distu rbi che sfuggo no all'esame clinico m ent r e sono nettamente apprezz.1 bili all'esame e!e tui co;

2n - le altc.raz.ioni riscontrate sono probabilmente do\'utc, in gran part all'ame · hias i per la costa n za cd unHorrnid d e i reperti anormali nei casi st u diati c per za assoluta di altr e cause c he avre bb e r o potuto dare detti r eper ti;

3" - la cura c m ct i nica consente SJX!SSO, insieme con il migl iorament o de ll a ma · iattia, u na re in tcgra:rjo ne, per lo meno parziale, delle alterazioni miocardichc ril ev at e;

4 ° - la cura cmctin ica non peggiora le condizioni de l miocardio dcll'amebiasico. quand o css:t venga is ti tuita con piccole dosi quotidi ane (2 crgr .) c co n l':tiuro di par· 'tcolari norm e .igicnkhe.

H KuEwE : S ull'uso d ei di sinfetr.anti in forma di g occiolin e c di nebbiu." Z em ral · blatt fiir Baktcriolog ic » , 148, p ag. 1942

Da dh·crs i anni s i ì: tent a t o di u sare i disinfettanti sotto f orma di goccioline. Con tale m ezzo una disinfezione deg li o ggett i, sia lisci, che, a maggior ragione scabri. non è poss ibile , pcrchè tra le goccioline esistono sem pre del le lacune n elle quali i ger · mi present i non vengon o a contano del disinfertante. Lo stesso è da dirsi per quanto riguard a la disinfezione dell'aria degli ambienti . Si è perciò ce rca to di u sa re i dis in · fettanti in forma di aerosol, .in cui i liquidi mi crobicid.i si tr o \•ano aJ lo sta to colloidale e pertanto sono mol to s t abili ed hanno uno sviluppo enorm e di supe rfic ie, veneodos i così ad aumentare grandemente j l contatto tra essi e gli acro so li batterici.

L ' A. ha saggiato il pot ere micr ob ic id a di disinfettanti (è stata impi egata prcva · lc ntement e una soluzione saponosa di crcosolo) a llo stato di aerosol cd ha co n statat o c h e i germi aderenti agli o g gett i , specie se questi hanno superficie sfuggono facilm e nte al l 'azione battericida del l' aeroso l disinfe tt ante c quindi tale forma di disinfezione non è adopera bile per dis infe ttare p areti, pavirrcnti e. a maggior r ag ione, d a to lo sca rso potere di penctrazi.onc, feci, pu s, ecc.

P e r con tro il K licwc ha vi sto c h e i disinfetranti lin iss im::unenu: ncbulìzzati, purr-.hè in trodotti in sufficiente quantità c lasciat i ag ire per un tempo conveniente, :;ono di di sinfe ttare l 'aria i n q uinata di un ambiente. Per una camera d i roo fil sa · r eb bc n ecessa ria l 'azione di 6 -7 cc di sol conce ntrata sa ponosa di creoso lo per 20 - 30 minuti .

q ..:!

L 'A. preconizza l 'uso di aerosoli disinfettanti per le sale operatorie e per i ric o · veri per malattie in fettive, ma nell a stesso t empo fa presente che i disinfettanti attwùmente in uso non possono impiegati in tale forma nelle camere di degenza. perchè irritano le vie respiratorie o sono tossici.

Il Kliewe si riserva di com uni ca r e risult:tti onen uti con altri disinfettanti .

M ALARIOLOGIA

G. RA FFAELE e G. SANDICCH I : Alcuni esperimenti con ti prodotto Gamefar. - << Rivi sta di Malariologia », Ro m:t, 6, 1942-XX.

La necessità di importare da lontani paesi i (luantitarivi di china indispensabili a coprire il notevole fabbisogno di prodotti chinacei occorrenti all'Italia per le innumC · revoli zone malariche in patria, c n ei territori occupati dalle Forze Armate , e la impossibilità di provv e dere ai rifomimenti ::nz.idetti per l'Jttuale stato di guerra, banno fatto assumere nel nostro p:1efc, come in altre nazioni , grande sviluppo alla preparazione e produzione dci farrnaci sintetici antimalarici.

Ma altro motivo di preferenza di tal! prodotti è quello di ordine sciemitico, con seguente ai buoni risultati ottenuti da qualche tempo con i preparati sintetici per la loro azione cont ro i parassiti malarici, nione ::issa i spesso più durevole e della chiniTUI, la quale, come è noto, non ha quasi alcun pot<·re sui gamctociti del Plasmodium falcipa rum, non riuscendo infatti ad impedire la diffusione della terzana maligna mediante gli anofeli, e non ha vera cfti ( acb nella profibssi causale della ma · !aria

Gli AA. pa ssa no, quindi, ad esaminare l'az.iom: dei vari preparati sintet ic i attualmente in uso; l'atebrin c la plasmoclltntl e i prodotti italiani corrispondenti l'ltalchina e il Gamefar, soffermandosi su questo farmaco ùi nuova produzione e della cu i espe rimentazione sono resi noti i r isultati col la vo ro in es.tme.

Chimicamente il Gamcfar è il z -z' -lios5 i- mctan -ùinaftalin -d i carbonio de lla 6-me · tossi-8 -d ietilamino- l -amino -pentano-<:hinolina e si deve ritenere che t-osso abbia le stesse c.pplicazioni della plasmochina, di cui è la riproÙtll•ione.

Gli esperimen ti condotti AA non furono molto numerosi, perchè esegu iti d 'inverno, e s i svolsero su soggetti c.:oo malaria sperimentale o con infezione spontanea Furon o trattat i complessivamente col Gamd:Jr 8 pp. portatori di gamctociti di Plasmodium falciparum, somministrando loro una dose giorna liera di gr. o,o3 per 5 giorni consecutivi o una dose unica di gr. o,o2 . lo tuili i sogge tti s i ebbe b diminuzione rapida e poi la scomparsa delle sernilunc dal sangue.

I n alcuni pp. t r attat i come sopra, nei qual i venne prov:na la capacità delle semi lune ad infe ttare gli anofeli, si potè constatare che questi, che s'infettav:mo facilmente prima dell'inizio delia terapia, già al giorno di cura non s'infettavano più, mal grado che le semilun e permanessero nel sangue in numero sufficiente a dewrmina r c l 'infezione.

Pertanto gli AA. concludono mctlendo in evidenza la rnpida az.ione steri lin.antc del Gamefar sui gametociti e l'assenza completa di fenomerù tossici da parte di questo preparato se adoperato nelle dos i anzidene. che sono quelle indicate dalla casa èi produ z ione e che rappresentano in effetti il dosagr,io utile ai fini dell'efficacia cu · rativa.

Rite niamo , peraltro. molto sign i ficativa un'ulteriore considerazione degli AA., i quali, tenendo presente la simigliann dcHa struttura chimica del Gamdar con quell a

'43

delln plasmochina, accennano alla possibilità d'impiego del .nuovo composto amminochinolinico nella prevemJonc delle recidive, e anche nell a profilassi causale della malaria , sia da solo che associa to alla chinina; ciò, perchè, secondo Mudrow, la plaè l'unico preparato che dimostri di avere azione, sebbene debole, sui parassiti csoeritrocitici della fase monogomica primaria descritta, nel 1939-40, negli uccelli e nell'uomo.

.\4EDICINA LEGALE

1:. CARVACI.IO: {\•f edi ci na ! t:galc 2 a ed iz. Milano, Corticem, 1942 .

E" qu est a la seconda edizione d e l bel manu11l c di Medicina le!,>a.le pratica del Carva gl io che ebbe tanta m e rit:Jta fortuna nella prima edizione rapidamente esaurita. E ' m e rito fo ndam entale dell'A. di avere dato a <JUCsto suo manuale un carattere di vera praticità, sfuggendo tutte le disquisizioni dottrinarie inutili c mantenendosi sul terreno pratico dell'interpretazione ed applicazione de lle leggi c dei regolamenti che indirizzano l'attività med ico -lega le dèll'u(ficiale medico.

Il lavoro t: in questa seconda cJizionc diviso i.n due volumi.

Il primo comprende akuni capitoli intmduttivi di medicina le gale generale applit ata alla specialità militare, nei qunli i concetri generali medico-legali vengono adat · ta ti ai concetti speciaU che il perito militare de ve possedere per l'esercizio della sua arte. I mportanti sono il capitolo riguardante i criteri di orientamento per la redazione della perizia c quelli che richiamano i concetti d i prova, rischio, idoneità, capacità, validità, ecc., e di causa, conc au sa, occas ione, ccc.

I capitoli dedicati alla dipend e nza da causa di servizio illuminano veramente l'importante quesùone con una chiarezza ed un a semplici tà veramente eccezionali, specialmente pcrchè sono prospertat i moltissimi degli aspetti, si può dire innumerevoli, che l 'infort uni stic:J. militare può presen tare. Rivive nei numerosi esempi illustrativi l 'esperienza personale dell'A. Egli ha tratto, da tutte le argomentazioni , che intorno legge sulla dipendenza da causa di servizio sono state fatte, una sintesi felice e c hiara, pianam e ntc: es post:t, a ccessibil e anche a coloro ch e si iniziano nella pratica ·ncdico -lcgale militare.

La seconda pnrte del l \ ' Oiume è. òcdic:Jta alla frode nell ' ambito dei dist urbi morbosi, che l' A. presenta in una sua cbsstficaz ione personale. l o essa la simulazione è nettament t: separata dall 'a utole sio nismo, che in talune trattazioni è variamente mescolato c confuso con la sim ulaziont. In questi capitoli la frode vieile quindi c hiaramente prospettata in tutti i suoi aspetù, dissimulazione compreS3.

Il 11 volume è dedi cat o al commento deg li articoli d egli elenchi delle imperfe'lÌoni cd infe rmità ri g uardanti l'atti t ud ine fisic a ;,l servizio militare. Le infermità consid e rate in ogni articolo prima in una breve nota di patologia, che serve per poi considerare le diverse forme morhosc s otto i var i aspetti e nei vari rroblemi che da esse possono sorg-ere in rapporto alle esigenze del servizio militare, co mpreso il gi uJizio sul la dipendenza da causa di st:rvizio

Questo volume ha un valore didattico in eM ima bile per la formazione medicolegal e dei gio van i uf fì.:" iali medici ai qua li vengono JJrospettati e lum eggiat i tutti i problemi medico ·leg:tl i c he potranno essere chiamati ad affrontare. Difatti specialmente ai giovani è dtdicato questo manuale. Ma esso sarà molto utile anche ai medici militari provetti perchè molti aspe1ti discutibili dci vari probl e mi di m edicina legale m ilitare sono in esso c hiariti c d illu s trati in modo esauriente. Uno dei grand i pregi

di questo lavoro del Carvaglio è appunto questo commento degli articoli degli Elenchi, specialmente perchè: li c<>mpreude rutti, anche quelli. ri gua rdanti le infermità specialistiche, troppo spesso trascurate dal medico

Il manuale è un tutto organico completo, di lettura piacevole per lo stile prettamente toscano dell'A. ch e rende accessibile a tutti l 'ampia materia ch e v i viene trattata. Esso onora la bibliografia medica militare italiana. E questa seconda edi:7ione non potrà non avere il succecsso che arrise alla prima. IWPAU..OMENl.

MEDICINA INTERNA

F. N:wMAIER: Terapia dd diabete insipido con il metodo di Cignolini. - << Minerva Medica >>, n. 48, dicembre 1942.

Nel corso di alcuni .suoi studi sulla roentgen terapia della sindrome di H and - Schuller - Christian (lipoidogranuloma tosi con localizzazioni endocraniche e quindi d iabete msipido secondario) Cignolini osservò, nel 1927, che l 'applicazione dei raggi Roentge n su parti scheletriche lontane dal cranio aveva determinato in un c:Jso, oltre alla scomparsa dei focolai scheletrici di infiltrazione lipoidogranulomatosa 1 anche la progressiva diminuzione della po liuria c della polidipsia. In ruendo la possibilità che la roentgenterapia avesse influito sull'anomalia del ricambio idrico proprio in seguito alla sua azione sullo scheletro ed avendo ottenuto una controprova con l'applicazione dd tratramento · in parecchi cas i puri di diabete insipido, nei quali conseguì buoni risultati con aJta percentuale di guarigioni, Cignolini propose il trattamento del diabete insi· pido con la roentgenterapia dello scheletro. Egli stesso trattò, nel 1928, i primi due e successivamente altri quattro infermi, ottenendo in qualche caso 11na guarigione rapida e duratura, in altri solo vantaggi parziali e io qualcuno nessun vantaggio.

L 'A. ha po t uto trattare, nel 1940, due in ferm i di diabete i nsipido co l metodo di CignoUni, di cu i espone la tecnica. Riferisce minutam ente le storie cliniche cd il risultato conseguito, il quale nel primo caso è stato notevole: diminuzione della quantità giorna.liera di urine da 1 :2 litri a 4 all'inizio d d la cura e a 3 litri dopo un mese dalla .fine del primo cido cu r ativo; un anno dopo la diuresi si manrcn ev a costante ad una quantità giornaliera di litri 2 }{ di urina. Nel secondo caso, invece, la quantità delle urine, da 14 litri giornaJjeri è scesa, all'inizio della cu ra, solo a 9 litri, mante · r.endosi sulla stessa cifra anche dopo un mese; in seguito ad un secondo ciclo di cura si è avuta u n'ulteriore diminuzione da 9 litri a 7- 7 Y, litri.

L'A. accenna anche all'eventualità di alterazioni secondar ie cutanee ed ema tiche consecutive all'applicazione dei raggi Roenr gen: esclude la poss ibilità delle prime, mentre ammette, invece, il pericolo di quelle ematiche, pe r cui è necessario effettuare un contrqllo con ripetuti esami ematologici. E' inevitabile, infatti, che si avveri un modico grado di leucopenia, il quale si è verificatll anche nei due casi trattati dall'A.

Circa il meccanismo d'azione del trattamento esso non h:t trovato ::mcora alcuna sufficiente spiegazione e non è, per il momento, nemmeno possibile avan7,a r e delle ipotesi. Non meno difficile è la spiegazione del diverso comportamento dei singoli wfermi verso la cura.

1 45
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DI GIORGI.
- di mct!icma

OFTALMOLOGIA

G. PrERI: Intorno al d eco rso delle fibre simpatiche oculari nell'uomo. - ·• l ! Policlinico ,, n. 44• novembre 1942.

L 'A. espone succiutamente l 'anato mia dell e fibrt simpatiche destinate all'occhio , come sono state fissate dalle c lassiche ricerche Ji Bud ge c di Bern:ll'd.

E' noto che la sezione di queste fibre determina la sindrome di Bernard·Horner: miosi, restringimento della rima e lieve enoftalmo, mentre la stimolazione provoca un quadro clinico opposto: midri asi, maggiore ampiezza della rima palpebra le ed esoftalmo.

I n contraddizione a quanto sopra l 'A . constatò h comparsa della sindrome paralnica del simpatico oculare in un p. in cui av eva prat icato la rcsez.ione del segmento del simpatico dorsale comprendente i gangli 6·7-8 dorsali dello stesso lato, con una interruzione quindi che è aJ un liveUo più basso dì quello nel quale le fibre ocular i penetrano nel cordone stesso. Analoga osservazione venne fatta da Pieri in .altro caso in seguito ad inie z ione anestetica paravertebralt: a livdlo Jcl 4 gangl io simpatico dors.ale.

Ohre que sti due casi personali l'A. ricercò nella lettera tura se fossero stati pubblicate osscrvnioni e ne ha trovata UO.J descritta da .Fischer in cui la paralisi venne rilevata dopo f. a. f. a livello della 7" verteb ra dorsale ed ancora un'altra del!Critta da Zimmermann in cui la sindrome di Horner si verificò in seguito a cauterizzazione elci tessuti ' ·icin.i :ù corpo delLa 4" e vertebra dorsale cd infine due casi nei quali si ve ri ficarono sindromi da i rritazione del simpatico oculare in seguito allo sviluppo di un tumore del mediastino posteriore (Eizas) ed in seguito a frattura da schiac ciamento della 4" vertebra lombare con lesione midollare (Hcsse).

Nessuna interpretazione o conciusionc l'A. trae da queste osservazioni, che affer · ma di aver raccolto ' ' come elementi solidi cd inecccpibil i di possibili uJte rtOrl ".

ORTOPEDTA

V. PtrrTr, O. ScAGLIETTI c M. PA.LTittNnERr: Le frattu re - Bologn a , L. Cappelli cd .. 1942-XXI.

L ' atlante sulle fratture venchrali che h:1 in questi giorni visto la luce , edito dalla Casa Cappelli, è una pubblicazione verameme superba. Essa fu ideata nelle sue linee fondnmcntali da Vìftorio Putti e compare a due anni eli dis tanza dalla prematura dipartita del Maestro , come vero atto di fede e di amore <li due su·:>i dhccpoli, i! prof. O. Scaglir:tti ed il prof. M. Paitrinieri. Oper.1 indubbiamente completa sotlo tutti j punti di vista, viene ad :1rrkchire b letteratura ortopedi ca d i una documentazione che non tro va alcun precedente riscontro, e che, oltrepassando per l'a m piezza e la completezza della tratta7.ione e la ricc h ezz a di documentazion -:: il ca mpo pura mente spcci::distico, offre, sia a tutti i m e di c i come anche a quelli che si deJicano alb ricerca scientifica, pagine del m ass imo interesse. tanto dal punto di v i sta pratico come dottrinale

L a impon e nte casistica rac colta n e ll'I st ituto Ri z7.o li di Bolog n n, ed ancor più la completez.:.r.a nella documcnta7.ione delle cartelle cliniche (nelle quali sj trovano pure affermate le direttive d e l M <lCst ro), h anno o(fcrto agli AA la possibilità di di -

DASTOLJ.

sporre di un maH:rialc veramente eccezionale così che questo « Atlante delle fratture "f'Crtebrali » costituisce, non solo per l'ltalin, un'opera unica nel suo genere, Jna regge il confronto e supera quanto di meglio in mtrito è stato pubblicato oltre Alpe ed oltre Oceano, sia per la ricchezza di materiale, sia per la superba documcntaziont: icono · grafica, nonchè per la chiarezza e precisione del testo.

L 'opera si inizia con un capitolo illustrativo, che dà ragguagli sulla evoluzione attraverso i tempi del problema e curativo delle frat ture vertebrali. Ad tsso segue il capitolo della statistica. A tale proposito è da rilevare che gli AA. hanno fondato la loro trattazione sulla f)sservazione di 500 casi di fratture vertebrali, studiati nell'Istituto Rizzoli dal 1899 al 1939· Le varie modalità con le quali si instaurano le fratture vertcbrali, la loro frequenza a riguardo della sede, del sesso, dell'età, delle complicazioni, ecc. sono minutamente esaminate e c hiaramente in limpidi diagrammi e schemi illustrativi.

D opo aver prospettato le varie modalità con le quali si instaurano le lesioni del rachide, gli AA. si soffcrmano a lun go, c con ampi particol::lri, sulla anatomia patologica delle fratture vertebrali. E' questo, fra i tanti, uno d ei capitoli più interessanti dell'opera: di 22 preparati anatomici di frattu re vcrtcbrali si trova riportata una insuperabile documentazione fotografica, radiografica e clinica, ùi alcuni anche lo studio istopatologico, con particobrc riguarùo alle concomitanti lesioni midollari c radicolari.

Nel capitolo che gli AA. hanno intitolato: 11 Anatomia radiografica>> ritroviamo, documentate in modo perfetto, tutte le possibili fratture dei vari componenti vcrte· brali e dei vari tratti del rachide, dclucicl:tte da limpi di schemi, che rendono agevole Ja lettura e la interpretazion e dei casi più d ifficili, correJate poi, tutte quante le fra tture stesse, Jel reperto clinico, poichè mai !!li AA., nel loro diligentissimo lavoro, banno disgiunto il quadro clinico eia quello :111atomico oppure radiografico, mantenendo così alla materia trarrata un carattere eminentemente pratico, che è uno dei pregi fondamentali di questo Atlante.

La sintomatologia delle lesioni l- minuzios.1m e me descritta e documentata con fotogrammi dell a massima c.hiare:na. ln lJUesto capitolo poi, acc:mto alle nozioni di fisiopatologia, che d e bbono condurre al giudizio di seJe c di entità della lesione nervosa, sono esposti, nelle loro più minut e particolarità scmeiologiche, tutte le possibili manifestazioni cliniche, conneSS\! alla lesione midollare ovvero radi cola.re, così che l'o pera offre, anche al neuropatologo, pagine di note vole interesse, con una documentazione clinica perfetta, per la forma, !a rigorosità di indagine e la chiarezza di documentazione.

La diagnostica differenziale Jc.:llc fr:ttture del rnchidc costituisce un altro capitolo dal quale il lettore può ritr:.rre la prova dell'ampio orizzonte nel quale hanno potuto spaziare gli AA. Solo disponendo di un materiale casistico veramente colossale è possibile documentare in modo così limpido le diversità clinkhe e radiografiche esistenti fra le varie affezioni ossee e del disco e le fratr urc vertebra li.

La sobrietà poi della tratt:tzione delle singole eventualità, e soprattutto la documentazione con radiogrammi, veramente unici nel genere, agevola ìl rilievo dei caratteri differenziali.

La cura delle fratture vencbrali, che si concreta nel binomio ridu7ione -immobilizzazione e sulla quale anche I ppocrnte si tratt e nne, è cons iderata dagli AA. in rapporto alla prcsen7..a o meno di les ioni nervose (fratture micli che ed amidiche).

L a tecnica della riduz ione e immobilizza7jone delle fratture amidiche in apparecchio gessato e la riduzion e chirurgica delle frattu re mieliche sono minutamente descritte ed esa urientemente docum en tare, come pure sono chiaramente descritte le modaurà della fisioterapia, che deve portare al eomolidamento della guarigione cd a riparare i danni della lunga immobilizzazione.

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Inoltre, nelle pagine dell'Atlante di Putti, Scaglietti e Paltrinieri, è chiaramente !nsegnato e Jocumentato che ogni paraplegico può, con i sussidi dell'ortopedia e con adeguate cure, esser posto in grado di recuperare, e con relativa efficienza, le proprie capacità. Si di un par.aplcgico flaccido o di uno sono descritte e le cure fisiche e g li apparecchi ortopedi c i che possono condurre ad un brillante successo, restando con questo dimostrato che l'attesa passiva che seguono alcuni chirurghi e neurologi in simili ca s i non ha ragione di essere.

L'opera degli AA. si chiude con un capitolo Jedic:lto aj risultati ed alla guarigione delle fratture vertebra li: l'analisi di tali risultati, resa possibile dal controllo $Ìstematico dei malati a lunga distanza dall'epoca delle fratture, ha agevolato agli AA. il g iu dizio in merito alla utilità cd efficacia del la c ura. Le molteplici serie di radiogramm i riportati, che dimostrano in modo chiaro i processi riparativi, hanno porto poi occasione per utili osservazioni, svolte con acuta criti ca e basate anche su alcuni reperti anatomici ed istopatologici, corredati dn macrofotografie e microfotografie interessantissime.

Ben 25 pn g ine di bibliografia cons ultata testimoniano la coscienz iosità ed il rigore scientifico dai quali sono stati animati gli AA. nel loro la voro e ben 325 illustrazioni, molte delle quali a colori, e tutte nitidissime, :mestan:> b grand iosità della documentazione

L'Atlante delle fratture vertebrali, voluto V ittorio Putti in co ll aborazione coi suoi discepoli, e da questi ultimi portato a termine, seguendo le direttive materiali e id eali del Maestro, è veramente degno della fama del ortopedico e della Sua Scuola e torna pure ad onore della CasJ EditrÌCt! rhe ne ha curato la superb:a ed iz ion e tipografica in grande formalO. BRUNI.

RADIOLOGIA.

W. HEtstc: Sviluppo di pellico{t! radiografiche alla luce del g10mo. - <• Der deutsche miJitiirarzt l> , f. 5• maggio 1942.

Sono note le scatole di sviluppo alla luce del sole, che consentono di eseguir e operazioru fotografiche su rotoli di pellicole alla luce del giorno senza camera scura. La camera scura è per il radiologo un concetto inscindibile dall'apparecdtio radiologico. Tuttavia accade sovente di dover esegu i re ind agini radiologiche al letto del malato e specialmente in sala operatoria, lontani cioè dalla camera scura dell'Istituto di radiologia, spesso in condizioni nd le quali è necessaria la più rapida lettura del radiogramma, da cui può dipendere l'ulteriore decorso dell'intervento. Ma intanto si perde tempo prezioso dovendo le pellicole essere portare per lo sviluppo nella camera scura, che tal volta sì trova lontana. In questa situazione l'A. ha sentito il bisogno di disporre di una scatola di sviluppo alla lu ce d el sole per pellicole radiografiche. Egli Eece i primi rentativi in questo senso neii'Ist i tulo Centrale eli Radiologia dell'Ospedale Virchow di Berlino, ma nel gennaio '38, per chiamata alle arm i , dovette interrompere le ricerche. Queste furono continuate dol dott. Vog!er del Laboratorio Roentgcn della Ditta Schering. Si giunse così ad un a p parecchio che consente di sviluppare radiografie sul posto senza camera scura, con gran risparmio di te mpo, prezioso specialmente durante gli inter venti chirurgici. Con l'jmpicgo di liquidi di sviluppo e di rapidi si può ridurre a pochi minuti il tempo interc orrente fra la prcs:t de l radiogramma e la sua lr.trura. Con questo metodo la pellicola viene posta in un metallico, e successivamente, come al solito, tra gli schermi, che vengono compressi l'uno verso l'altro a leggera pressione. La cassetta radiografica ha in un lato corto una fessura. Da questo

lato essa viene introdotta, dopo ia presa del radiogramma, in una scanalatura schermata alla luce della tank di sviluppo. Mediante il movimento di una leva si decomprimon o gli schermi e la pellicola con il telaio cade per gravità nella tank attraverso la fcssura della cassetta che intanto si è aperta. La tank viene chiusa con un chiavistello a chiusura ermetica alla luce mentre la cassetta radiografica ,-uota viene staccata dalla tank.

Attraverso un 'apertura scherma ta alb iuct: viene quindi introdotto il liquido di :.vil uppo . La capacità d e lla tank è tale che le due facce della pellicola vengono ugualmente bagnate dal liquido. Ad operazione sviluppo eseguita si vuota la tank dal liqui do :Jttraverso una apertura di scarico, schermata anch ' essa alb luce, posta nell a part e inferiore. Si la va la tank con acqua e si Yersa il bagno di fissaggio. Presto quindi il radiogramma si fissa e può essere tratto fuori dalla tank ed esaminato

E' allo studio la costruzione d'un che permetta anche di caricare le cassette alla luce del giorno.

Questo metodo di sviluppo potrà certamente rendere se rvizi negli ospedali, e potd eventualmente esse re util e nelle unità sanitari e da campo nelle zone di opera7.1001.

La dotazione occorrente t: costituita da un portafìlmi, da una cassetta di presa, da una tank per svilupr_o e fissaggio.

W . H :EISIC: Diapositive e copie di radiogrammi mediante fotografie a piccolo formato - 1• Der deutsche militararzt l> , fase. 4• 1942.

L 'A. par te dalla cons.iderazionc che il medico, durame il servtzlo miHtarc, per la necessità di allegare i radiogrammi alle cartelle cliniche che si in viano agli archivi centraH, deve rinunziare a servirsi in seguito dei radiogrammi a scopi scientifici, spesso anche davanti a reperti rari che gli si erano presentati. E' vero che anche in seguito i radiogrammi sono a disposizione, ma spesso ess i sub iscono nei trasporti danneggian.enti per rotture od altro che li rendono inutilizzabili.

Per non privarsi di questi documenti radio logici si potrebbero ripet ere i radio grammi importanti. Ma tra gli alt ri inconvenienti di questo metodo il più grave è che in par,ecchl casi è impossibile ripetere il o perchè il p. è stato nel frat tempo operato o perchè il reper1o si modificato per altre circostanze.

Una reconda possibilità è quella di preparare una pellicola duplicato direuo, con l'inconveniente del raddoppio del consumo di pellicole.

La terza possibilità è quella della prcparnionc di diapositive. Per questa preparazione l ' A. usa un metodo nel quale si se r ve di piccola macchina fotOf,'l'aiic:J qualunque a pellkola. Egli fissa il radiogrammà che vuoi riprodurre ad un comune negativoscopio di cui si dispone in qualunque unit?l radiologica, e dispo ne l'apparec chio fotografico all'altezza del r ad iogramma, regolando la distanza a seconda della grandezza desiderata. Per i comuni apparecchi fotogrdlci sarà sufficiente la distanza eli un metro ed un tempo di posa di - t/ 25 di secondo con un'apertura di diaframma di circa 6,8. Evidentemente con alcune proYe si trova l'optimum di illuminazione. Per fotografare pellicole più piccole e quindi do,•endo scendere a distanze inferiori ad un metro, sono necessari, a seconda del tipo di macchina fotografica, una lente apposita ed un apparecchio di regola7jone della dis tanza. Con gucsto sistema, con m. t,6o di si possono riprodurre 36 radiogrammi con una minima per ogn i riproduzione .

Do vendo proiettare dei racliogrammi essi si possono fotografare nella succession e voluta e dopo 1-2 ore il materiale diapositivo da proiettare è pronto per l'uso. I n que

( MPALUJMENI

sto modo è impossibile uno scambio nell'ordine dcllt: riproduzioni, come può verificarsi con le dia posi t ive in vetro.

Per la proiezione si può usare ogni tipo di proiettore a picco lo formato anche del tipo d i quelli per lo studio delle Roentgenmicrografic , che oggi sono ab bastan za d i ffusi.

Un altro \ antaggio di metodo è che que ste piccole r iprod uz ioni po ssono essere riprodotte su carta uel numero c nella granJezz.;l volut i . Queste riproduzioni carta sono ind icarissime per sostituire nelle cartelle cliniche i radiogrammi originali. Con q uesto sistema ogni medico ed ogni sezione radiologica p uò pro c u rar si, con poca spesa e con mod esti mc:t,4i, un archivio radiologiro che avrà a nche i l van t aggi o ci i non occupare che po chissimo sp.tzio.

(li si stema tu/l'altro r h e nuovo, ma va ;egnaiPtO perch( veramwte di prati ca 11 t ilirà. - N. d. Ree.).

TRAUMATOLOG I A

M. At.BERT MoucHET: F1·artures d.:s npophyse; lo m bai res . - cc La P resse Médicale », n 46, p 6; 1, 17 Ntobre 1942.

L'A. prefer isce il termin e di apofisi costiformi a quello di \lpofisi rrasverse pc rchè lo ri d cnc anatomicamente più esatto.

Le fratture delle apofisi costiformi lombari sono più frequenti di quello che non si cred a cd i pi ù colpit i ne sono g l i uom i ni da.i venti ai sess:111ta anni. P redispongono di pi ù a quest o genere di fratture alcuni (minatore, tcrrazz iere, oper aio di fabbrica), tutte le cadute da un,1 certa altezza, i co l pi sulla r egione lombare ed i brusch i sforzi eseguit i per so'llevare un forte peso.

Circa i l meccanismo di produzione, sono stati invocati traum i diretti e tra u nù indirett i dov u ti alla contrazione muscolare brusca del muscolo q u adrato de i lomb i c he provoca lo strappam en to dell'apofisi.

Le pi ù frc:q uentcmcntc frati urate sono le apofisi della terza vertebra lom bare; vengono in ordine decresce nte la sccond:1 e qu:1rt3 cd infi ne b prima c quint a. Q ue lle (el lato sinistro sono lc:sc p iù spesw di quelle del lato destro ed i n ge nere la frattura ri guarda parecchie apofi si e t utl c una vicino all'altra. La r ima di frattura si trova sempre i n a dd collo, in vicinanza dell'impianto della base sul corpo ve rtebrah.: cd ha, in genere, un decorso perpendicolare maggiore dell'apofisi Gli s postamenti d ei frammenti non sono frequenti, ma quando esiswno avvengono se mpre in basso ed in fuori, tran ne che ndle pri m e due vertebre lombari dov e questi spo s tamcnti si verificano vc rw l'alto.

Il quadro clinico d i queste fratt u re non è molto caratterist ico: il dolore vivo, spesso sincopale subito dopo il trauma, i dolori lomba r i decrescenti d'intensità ne i giorni successivi , la rigidità dell a colonna vertcb r ale c la comranura dci m uscoli sacroiomb-.ui rappresentano d e i sintomi com uni semplice contusione lomba r e ed alla distorsione vt:rtcbrale.

l segni più fondatamente sospctt i sono l'ecc h imosi lombare, il dolore vi vo localizzato, alla press ione digitale, al di fuori della linea spinosa c l'aw:ggi:u n ento contratto in fless ione anteriore che i n fles si one larc r:1lc (scoliosi :tntalgica).

Ma per quanto l'esa me clinico possa essere minuzio so, la diaWtosi di qu est e f r atture non può t:sscrc fa t t a e h(' co n l' c.'Samc r:1diogrnfico eseguito con parecchi e i nc i cicnzc. Lo studio radiologico d i queste lesioni deve essere molto acc u rato al lo scopo di evitare non improhahili cause di t•rrorc quali calcoli urctcral i cd anomali e congc -

nitc della colonna vertebrale, sp<:cia lm en t c quando s1 tratta di fratture interessanti l'apofisi costilorme della prima lombare.

Queste fratture si conso!id:wo cor: un callo che può esse r e esuberante o vizjoso quando esiste una certa diastasi del frammento; il consolidamento avviene con un callo fibroso trasparente ai X. Allo spostamento dci frammentj vcngcmo attribuiti i dolori persistenti che rappresentano i postumi più fastidiosi di queste fratture e che sono dovuti alla irritazione dei muscoli e <.lei nervi delle vicinanze da parte del frammento spostato.

Queste lesioni dànno un'incapacità lavorativa totale che può durare da due a cinque mesi quando si tratta di fratture multiple ed un ta sso di incapacità lavorativa permanente parziale dal cinque al venti per cento.

Il trattamento di queste fratture consiste uell'immobilizzazione su letto duro, in Jecubito dorsale, per tre o quattro settimane; raccomand abili sono le iniezioni locali anestesiche di novocaina. Inutil e l'applicazione di un :opparecchio gessato; l'intervento chirurgico, consistente nell'estirpazione del fr3Jllmento, è indicato solamente nei di notevole spostamento con dolori intensi e persist e nti per parecchi mesi.

!t THURn. : L ' himatome sous-durat mwmatiqu r:. - '' L3 Presse Méilicale ll, n. 48, 1942.

L'A dopo aver esposto l' antica concezione patogenetica dell 'ematoma sotto durale traumatico, secondo la quale il versamento di sangue sarebbe dovuto alla rottura di vasi neoformati in seguito ad una infiammazione primitiva consecutiva a reazione ..:ongéstizia della dura madre, fa notare che i moderni :uezzi d'indagine, encefalografia, ventricologra.fia, unitamentt> all'int e rvrmo chirurgico precoce, mettono in chiaro la vera natura dell'ematoma sotto durale traumatico poichè permettono uno studio coce della lesione.

Avviene spesso che il traumatismo , sovr.nte di poca importanzn, passa facilmente inosservato specie quando è già trascorso un lungo periodo di tempo e la sindrome r.he ne deriva, simile a quella dei 1umori cerebrali, è ,lttribuita ad una predisposizionc o ad una meiopragia della meninge.

Paragonando l' ematoma sottodurale con quello ex tradural e risulta che mentre il sccondo è costituito di sangue coagulato, d3 i segni della compressione cerebrale e mette rapidamente Ul pericolo la vita del malato, il primo, in vece, è una vasta raccolta di sangue liquido che si estende sulla superficie cer ebrale e dà luogo ad un lungo periodo lucido.

Da ricerche eseguite dall'A. risulta che il sangue proviene da emorragie cerebrali traumatiche che avvengono nelle regioni esposte al colpo o al contraccolpo e, poscia, sotto l'impulso Jell'emorragia , si verifica la rottura delle leptomeniogi e la penetra· zione del sangue nello spazio sottodu rale.

Per tale meccanism o la viene ad essere costi tuit a di liquiçlo cefalo-rachidiano più o meno emorragico e quindi non coagulabi le.

Il versamento viene in seguito lirrutato da un deposito di fibrina c il sangue assume, per trasformazione dell'emoglobina, una colorazione bruno- verdastra da cui iJ nome di « Biligenia emoHtica locale » Che i l liquor <.li venti emo rrag ico lo prova la puntura lombare, sempre che essa venga praticata nelle prime due o tre settimane dopo il trauma.

Per quanto riguarda la diagnosi essa non può essere posta con sicu rezza che con un solo mezzo : la trapanazione cranica esplorativa.

PLA.S'O NA.

Questa pratica, eseguita subito dopo il t r auma, permette di scoprire la lesione, di curarla per mezzo del semplice drenaggio c di evitare la formazione dell'ematoma sotto dural e cronico.

La sintomatologia dell'ematoma sottodurale non è in rapporto con la quantità del versam ento: s i possono osservare d e lle forme fruste i n c ui i sintomi si riducono alla sola cefalea la quale, essendo freq uente dopo i traumi cranici, non viene gi usta m ente valutata. L'A. raccomanda di non por r e facilmente diagnosi di sindrome com m o zi onale senza prima aver eliminato la possibilità dell' esistenza d i les ioni ev o lutiva me · diante una pneumo encefalografia.

Se alla cefalea si aggiungono vomiti, turbc psich ichc e papilla da stasi la diagnosi di ematoma sottodurale s'impone e non r esta a ltro che precisarn c la mediante la ventricolografia; il diagnostico ha pu r e il suo giusto fondamento se sopravvengono crisi jacksoniane o em i paresi a tipo progressivo.

La terapia è costituita da.ll'intervento chirurgico; esso sarà tanto p iù fucile e darà i migli o ri r isultati quanto più precocemente è stata fatta la diagnosi.

Se l'ematoma è antico e circoscritt o d'una parete troppo spessa, si può asportare i l tutt o attraverso un grande lembo frontoparietalc .

l'aie intervento , certo, non è esente da peri col i specialm ente se lo st ato dell 'am · malato è precario.

D el resto se s i r icorre s istematjcam ente alla t r apanazione esplorativa in tutti 1 casi di ben fondato dubbio diagnostico della lesione in questione, si ha il vantaggio di eseguire un'ope r azione m o lto sempl ice e di ottenere sic uram ente la guarigio ne per semplice svuo tamen to a copdizi one che il trauma non risalga a di du e mesi.

M1cA.u z n .

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, ·.

- RICOMPENSE AL VALO:R MILITARE CONCESSE AD UFFI C I ALI DEL SE:RVIZ I O SAN I TAiliO.

MF.DAC LIA n'ARGENTO AL VALO'R M I UTARE

PAVONE Aolon.ino ili Giuseppe e fu Castellaneta Giovanna, da Gioia del Colle tBar i), maggiore medico ufficio sanjtà militare truppe Amara. - Maggiore capo ufficio sanità di un comando truppe, organizzava, con rara capacità professionale e tecnica, gli importanti e complessi servizi sa nitari sul fronte di dd settore occidentale dc/l'Amara. Tal; tervi;oi t:gli teppt: çurare e perfezionare, çontrollandoli personalmente di co ntinuo: a tali! scopo recandosi sovente in primissima li nea, permancndovi a lungo, a nche durante vi.olwte azioni offensive dd nemico; ese mpio agli stessi combattenti di alto senso del dovere , di profondo spirito di sacrificio, di sereno coraggio. Gli atti di valore e f alto esempio di dedizione, venivano confermati in successive azioni Ji guerra nt:lle quali le rare doti dc:ll' ufficiale rifulgc-vano ancora una volta. - Metemma, ottobre -ctic.embrc 1940: Blagir-Celg-:'1. aprile -maggio 194 T; Dembeà, giugno-luglio lQ4I - XlX.

ANN:IBALflt Loris di Giovanni e di Ciarocchi Gina, da Offida (Ascoli Piceno), sotto · medico 4° bersaglieri. - Ufficiale medico di un battaglione bersaglieri, si offriva di far parte di un reparto in carica to di attuare un colpo di mano nelle ii ru:e noniche, assictlrtmdo (assistenza sanitaria nell'ardimentosa impresa. In nove J?ÌOrni di co ntinui aspri co mbattim enti, si prodigava in maniera ammirevole m:l/a ma missione , d esta ndo l'ammirazione del personale dipendente . Ferito g,.avemente, ment re medicava tm bersagliere, si rammaricava di non pour continuare a prestare la sua o pera in favore dei colpiti. - Erz ckc, 14J 1· 1464 (fronte greco), 12-2r novembre 11)-to -XlX.

MEDAGLIA 1)1 BKONZO AL VALOR MILITARE

CACH"tTI Dino Pjctro fu e fu Venezia Del Giudice, da Montignow (Apu ania), capitano mcilico 2 ° reggimento hersaglieri. - Mutilato e volontario di g uerra, dirigente d el servizio s11nita rio di reggim ento , si portava volontariamente presso una compagnia molto avanzata e pressochè isolata. Giuntavi attraverso zona battuta dalle armi nemiche, prodigava ai feriti ed ai malati l'opera sua, concorrendo a tenere alto lo spirir.o di qru:l reparto in posi zione m olto espoJta. - (fronte greco), 3-6 marm 1941 XIX

MANGIO NE fu Gaetan o c fu Spada Anna, ùa Licata (Agrigento), capitano med ico quarticr genera le comando superiore FF AA. A. S. - Ufficiale medico, colto, di alte capacità profe,·sionali, quale dirigent.: del servizio sanitat-io del comando superiore dellt: FF. AA. A. S., dava chiare prove di elevate doti ai mente e di cuore e di i nco ndizionata dedi z ione al dov ere. Nel corso di una grande offt:nsiva dell'avversario, chiedeva di essere trasje1ùo in prima linea pt·esso l'ufficio operazioni. Successivament<: m critica fase di ripiegam c:nto "-i prodigava infaticabilmente, i ncurante della frequen te aaea ntmi ca nella st4(1 opera in zona j(Jrtemente battuta, dando prova costank: di coraggio, alta peri z ia c sp irito di <acrificio. Esempio ammirt!vole di coraggio perso -

NOT I Z I E --·· ---

naie, salde virtù militari c cosciwza dd/a sua nobile mi.-.;iont:. - A. S., dice mbre 1940f(·bbraio 1941 -XIX.

P ozzi CoR.So Gaetano di France sco t: di I sabella, da Lccct:, ccnturiont: me · Gico, 219.. legione CC. NN . - Dirigente il servi zio stmitflrio di una legione CC. NN., già volonUl,.io in Etiopia. in due giorni di combatti mento dava provt; di capacità e di valore. Con generoso slancio e grave rischio personale si porlllva netle zonc maggior· mente battute dall'artiglieria nemica pt:r soccorrere il colpiti, su scita ndo l'unanime ammiraziont: dei combattenti. - Buq Bu q-S idi el Barrani, 15· 16 settembre l9fO·XVfll.

RliNDlNA Mich ele tu Antonio c f u La Port a da S. Marco in L1mis (Fog · giil), tenente m cJ ico 77° battaglione co loni ale. - Ufficiale medico di ttfte virtù milikm, ha chiesto per se come privifegio di essen: asstgnato a truppe operanti. In un duro combattimento, trovatosi prcuo un battaglione coloniale raggiungeva co n mira · bile celerità il posto do ve più numerosi crono i feriti, e con felice iniziatitla, aiut4to .colamente da pochi infermieri ascari, con sereno sprezzo dd pericolo, in zona scoperta e battu/11 dall'intenso fuoco dell'artiglie1ia, organizzava un posto di medi caz ione ed assicurava da .colo il soccorso a i gloriosi f eriti. Etemf'Ìo fulgido di coraggio, di alto sentimento del dovere e di ele tto spirito di sacrificio. - Meremma, 6 novembre 1Q4o -XIX.

C •NCOLANI Igino fu P:10lo ç fu M a ri aci Adele, da Recanati ( Ma cerata), capo manipolo medico CC. NN. - Ufficiale medico di un battaglione CC. NN. affrontava sere namente pericoli c disagi, dislocando il posto di medicaziom: nei punti più avanzati, pur di assimrare il perfetto servi z io sanitario . Co lpito leggcl' mente ad una mano e benchè febbricitante, rimaneva al suo posto per la cura di nume·rosi feriti. · in una critica situazione, raccoglieva i disp ersi di un reparto albanese e li riportava in linea, dando cosi miwbile eu mpio di d edizione al dovere e di brillanti vi rtù mi/irari - Monte Vipiakut (fronte g r eco), Z S no vembre 194o -XIX.

SPADO NI Mario di Na z.zarcuo c d i Saturni Co lomba da Os tra V etere (A ncona), capoma nipolo medico 219" legione CC. NN. - Ufficiale m edico di lxrtwgJione, durante una vittoriosa azion e off ens iva incu,.ante del viole nto tiro dell'm·tiglieria nemica attraversava più volte con s prezzo d el pericolo zone battute per soccomm: feriti che ripetute volte trasporlllva personalm ente al posto di medicazione, dando magnifico ese mpw di alto senso dd do vere e d i ardim ento. - Buq Buq - Sidi cl Barrani, 15·16 sette mbre r94o -XVIII.

FoNTANA Antonio fu Salvatore e di Gerolamo Lconida , da Gibell ina ( Trapani), sottotcnentc medico 67'' coloni a le. - Medico di un battaglion e coloniale in operazioni. in pieno co mbattimento, sotto mtmso fuoco di fucileria ne mica medicarta e curava in mod(l altamente umano molti feriti, recando si, per quelli giudicati gravi, aJ rispettivo repart o Già dùtinto.ci in precedenti azioni per gli Jtessi moriviDabat, 12 aprile 1941 -Xl X

D ENZA Pa olo cli F elice <.: d i Rit:n.:i Giulia da Montecorv in o Rovella (Sa lerno), te: •ente medico go regg. bersaglieri. - Durante un violento attacco di m ezzi cora zzati e fanteria nemici, sotto intmso fuoco di artigli eria c armi automatich e, si prodigava mccssantemente nel prestare la propria opera ai numerosi feriti, dando superba prova di g rande calma. sere nità di s!'irito e padronanza di se stesso . Allorq14ando la difesa.

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complt:rumcTJtc accerchiata da P1C<:zi coruz zati, cm co.<trclla '' difendersi con bombe a mano e la situazione pm·eva di sperata, manuneva esemplare contegno rincuorando i feriti e incitando i co mbattenti con parola f erma , calma e gioviale. Mirabile esempio di coraggio c grande atlaccammto al d ov t:rc , - Quota 186 - Ca puzzo. 15 mag gio 194 1-XlX.

AGOsTo Dionigi di Eu seb io c di Cam: dl Torino, sottotenente med ico ciivisione < l Julia l> - U fficiale medico di reparto operante i solato, in condizioni diffi· ci/i di clima c di terreno, adempi va co n zelo la sua missio ne curando nazionali e ne miei, spingendosi più volte sino alle prime lin ee. Di n otte partecipava a servizi di put· tuglia cd i spe zio ni In un ripi c:ga m ento aveva cura di sgo mbe rare i feriti malgrado du la zona fo sse in parte occupata dal ne mico. - M . Fa c ia -Kugi -Grems (fronte greco), 5 7 8 dicembre tg4o XIX.

CROCE DI CU hiU\A VAI.OI\ Mti JTAI\t

MENNILLO Fr ancesco di Edoardo c di Colle Teresa, da Bari, capitano medico t • reggimento bersaglie ri. - Dirig :mtc il servizio sa nitario di un se ttore, durante una giornata di aspri combattimenti, si prodigava nella sua operJ sanitaria, portandosi ovc più micidiale era il fuo co, p er curare i num erosi feri ti , sopperendo di persona alla deficie nza dei ponaferiti, senza curarsi d c/ di sagìo c dd pericolo cui si esponevaM. Kala se ( fronte greco), 9 dicembre 194o XIX

Mocc r Aldo fu Gioacc hi no e ùi Tain cl li Ada, da Firen ze, capitano farmacista !JS pt: dale militare Ben gas i. - Ufficiale farmacista addetto a reparto operante, visto chiuso t/ provvedeva a raccogliere ed acco mpagnare feriti ed ammalati ad un cenrro ospedaliero dove cooperava alla riorgani zzazione malgrado l'ambiente locale ostile c prestava diuturnam e nte amore voli preziose cure ai d egenti con vìrile energia c costante abncgaziom:. - Z. 0 ., fehbraio ·apr il e 194 1-X I X

TABAR ELLI De Fatis di Man s uet o e di Gruber France sca, da Rovereto (Trento). capitano medico dell'esercito germanico 5• divi si one rgt. z. le. V. 200. - Ufficiale medico di tmità t edesca dislo cato vicino alle nostre, durante un attacco ne mico ad portanti posiz i oni difese da truppe italiane so rto intenso IÌro avversario, noncuran tt: del p ericolo, si prutava volontariamente per la cura e lo sgo mbe ro d ei nostri feriti .Bir cl Mdauu a r (Tobruk), 3· 4 ma ggi o 1941 XIX .

DE Mt.rrHAEI S Domenico di Mi ch e le e fu Ma rtu cci An gelina , da S. Croce di Ma · gliano (Campobasso), tenente m edico D elegaz. inte nd. della Tripo litania. - Sorpruo da improvviso violento arracco aereo nemico ,t u/ porro, d opo av er curato l'imbarco di ammalati c feriti m una nav e ospeda le, successivamente colpita da spczzon i incxndiari che pro vocarono un principio d' ince ndio a bordo, spontaneamente si prodigava per mettere in salvo i feriti c gli ammalati. Riman eva sul posto, allo scoperto , p erdA · rando l'offesa ne micc1 c la reazio ne co ntrae rea , infonde ndo calma con la parola e crm fcscmpio fino a quan do ttmi furono posti in saltto. - Tripoli, 9 luglio 194t-XIX .

FERRARI Ern esto fu Giulio c ùi T alg:.t i Mari a, da Milano, tenente medico , comando superio r e FF. AA. Al ban ia , quarti e r e general e. - m edìco, addetto al comando rupcriore FF. AA. Albtmia si di rtinguev!J pa· l e su: spiccatissime doti morali e culeu rali dimostrando in va,·i c e rip etute occasioni alto spirito di abnegazione e profondo se nso di attacmmcnto al d over<' .-11 <eguito di ufficiali del co mando supe riore. in n-

cogrlzioni r:d ispezioni avanzate. pur sOI!O il fuoco nemico ed in zone fortemc:ntt: bat:ute, continuava a prestare la pr·opria opua professionale con per/erra calma c puizia, dim ostrando grande sprez::o dd pericolo.- Zona di operazione, 20 giugno 1941 -XX.

ScmANl Mauro di Anuro e dì Maglione Candida, da Vico del Gargano (Foggia), Lenente medico ospedale rrulitare Bengasi. - Ufficiale addetto a reparto opaantc, visto chiu so il ripiegamcnto, provvedcva a raccogliere cd accompagnare feriti cd ammalati ad un centro ospedalù:ro, dove cooperava alla riorganizzazione malgmdo l'am· biente locale ostile e prestava diuturrumu:nte amorevoli ctm: ui dt:genti nazionali con t>iriic energia e costante - Z. 0., febbraio -aprile 1941.

BERTONE Giuseppe di Carlo e di Giornpìccolo Concetta, da Comiso (Ragusa), mag· giore medico ospedale Tri poli - Direuurc: di un ospedale militare: di ,·im·va durante un bombardamento atreo nemico che colpiva con bombe e spezzoni inandiari vari padiglioni, ferendo alcuni militm1 prot ·ocando un principio di incendio accorreva immediatamentt: nella zona battuta e con sprezzo dd pericolo, nobile: e.>em pio ai dipendenti, soccorreva e traeva in saft,o i feriti giacenti ft·a l e macerie. - Tripoli, 6 luglio 1941-XIX.

PANCO NESI Carlo di Egisto e di Mori Eustacchia, da Lastra J Signa (Firenze), mag giore medico comando truppe Amara. - Ufficiale superiore medico di provata capa· cità professionale, nel corso dell'attuale confliuo, in zona di operazioni, si ? prodigato senza limiti di sacrificio nel portare provvida auistenza sa nitmia ai degenti in ospedali, provenienti in numero considerev ole dai vari fronti di guerra. Spesso egli con ammirevole altruismo c sprezzante del pericolo ha svolto la sua opera durante intensi bombardamenti aerei nemici. Esempio di magnifico c01·aggio, alto semo di dedizione a/la causa. - Dembcà, giugno 194o -giugno 1941 -X IX

BRAZZAVENTRF. Giuseppe fu Silvestro c di L'Episcopo Angela, da Gagliano Castelferrato (Enna), centurione medico M. V. S. N. - Sollo ti /tloco avversario che si abbatteva con particolare violenza su/ìe sistemazioni dt:/l'inf'!rmcria, procedt:va impas· sibile alla medicazione dei feriti senza a/erma preoccupazione pt'r il suo rischio perso · naie, dimostrando elevato senso militare e genero <o shmcio ttmanirorio. - Bahar Dar, 18 marzo 1941 -XIX.

SQUil.LANTE Attilio di Gaetano e di Comella Anna Maria, da Savignano Irpino (Avellino), capitano medico 584° ospedale da campo. - Uffinalc dt elevate virtù mi· litari durante ripetuti bombardamenti aerei de/l'rutvem:rio ndla città di residenza, incurante del pericolo si prodigavJ in .<occorso dei feriti. Durante un'offensit'a del ne· mico ed in fase di ritirata, pur sottoposto a bombardnmt:nto e mttragliamcnto con spi· rito sereno e con grave rischio personale la ma opera ai colpiti. Esempio di coraggio, senso del dovere e spirito di sacrificio. - Cirenaica, 8 gennaio -3 febbra io 1941-XIX.

VEDOVATO Silvio fu Federico e fu Mele, da Salerno, capitano medico _32° reggimento fanteria carrista. - Dirigente il servizio ,·anitario di reggimento car· rista, durante un lungo ciclo operativo si distingueva per capacità organizzativa e pro· fessionaJe, dimostrando coraggio. elevato spirito militare, alto senso d ei do ver(. ln dura marcia di inseguimento in zona desertica, sotto ripetuti att.acchi aerei, si proditava per il pronw soccorso e lo rgombero dei feriti. ln di particolare impor ·

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tanza nc:lle quali il reggimc:nto fu duramente provato, si portava volontariamen te sul!e prime linee sotto i ntenso tiro di artiglic:ria, solo preoccupandosi della sua Esempio di abnegazione, di altruismo, di sprezzo del pericolo. - Fronte di T obruk Jprilc -maggio 194' -XJX.

- PR OMOZIONI DI UFFICIALI MEDI CI DEL SERV IZIO SANlTARIO.

UFFICIALI MEDICI IN s. P.

Tenente colonnello promosso colonndlo: FERRARI Ugo.

Maggiori promossi lenenti colonm:lli: BRIGANTI Antonio, CALÌ Domenico, GoPFRWI Luigi.

Ter1ente promosso capitano: Do: N !CIII LO RuggJCro.

- ONORIFICENZE CONCESSE AD UFFICIALI DEL SERV I ZIO SANITAR IO .

DEl SS. MAURIZ IO E LA ZZARO.

Ufficiale: colonnello medico c .. LOAROI.A Fr.lncesco.

Cavaliere: coEonnelli medici I NDELICIITO Giuseppe, SA VINI Gualtiero.

ORDINE DELLA CORONA D'ITALIA.

Ufficiale: colonnelli medici DE CASTRO lgnnio, M uRA Salvatore; tenenti colonnelli medici BIAN CO Giov. Battis ta CAI'UTO Biagio. Fu.IBEK Giuseppe, FIUMARA Antonino, lA sELLI Mario , N11 NN I Carlo, TRIFIUTJ'l Igino , V JRCILLO S:n•erio; maggiori medici Bott7.El.LI Giovanni, CAMPAGNA Gaspare, LoR P.NZIN I Giuseppe, PELLEGRINO Francesco

C(wa/ien:; rnediço c,\R!:RJ Lcon.,Jrr.lo; capitani medici D1 TRAPANI Sal · va tore, PANTÈ Dom enicCJ

L'Alt ezza Reale il Principe di Piemooue \'[;itn militare spedftli7tnlo dì N ettu nìo

AGAR ITAL I ANO.

Il Duce ha ricevuto, presentatigli dal Commi ssario generale per la pesca i realiz zatori dell'agar italiano rica\'ato per inizialÌva del Commiss:uio stesso, dalle n os tre alghe marine e lagunari.

Il prof. Antonio P.ieroni, odina rio di chimica f:lrmaceutica nella R. di Parma, presidente della Sa,·oma Medicinali S. A., b:t esposo al Duc e il proce sso pe r la preparazione di questo nuo vo prodotto importato prima cl elb guerra dal Giap · pone, che è indispensabile come terreno di coltura b:ttteriologica per !a dei vaccini, dei sieri, ecc. ed ha particolari appliozioni nelle industrie delle conserve alimentari ed in quelle tessili. Egli ha inoltre riferito su nu ove iniziati ve a ut a r chiche deJJa Società, connesse col settore del la pcsc..1.

Il Duce si è vivamente interessato a questa nuova atti vit à r ea li z7.ata dal Commi s · sariato generale per la pesca con !.t collnhorazio n e Jet prof. P.ieroni c de l dott . Gra ziadei, presidente e consigliere del egato d el la Savoma e del dott. M aclu ra del Commis che ha elaborato il processo di lavorazione: egli h a espresso a tutti il suo com pi ac imento.

- NORME PER LA SPED I ZIONE DI MEIHCINALI Al PRIGIONIERI U1 GUERRI\,

Allo scopo di ovviare a ritardi odia spedizione dei meJicinali de st inati ai prigio nieri di guerra, l'Ufficio Prigi onieri della Croce Rossa It aliana comunica quanto seg u e : L ' invio dei medicinali non può essere fatto, per ora, c h e attraverso l 'Ufficio Pri gionieri della Croce Ro ss a Italiana , via Pu glie, n. 6, Roma. Le famiglie int e ressat e;: devono curare che il pacco di medicinali venga inv i ato, sigillato, direttamente da ditte farmaceutiche legalmente ricono!>ciute in Ita lia, le quali do vranno rimettere, a parte. un elenco del contenuto in triplice copi.1, meuzionondo il peso lordo c oeno JJoochè il valore.

- fu LA LOTTA CONTRO I..A 11JBERCOLOS I.

La Federazione italiana nazionnle fascista per la lotta conrro l a tubercolosi ha co sdtuito un Centro bibHo grafico degli studi su!la tubercolosi; esso racco glie già oltre 250.000 schede di pubblicaz ioni comparse a partire dal 1926, razionalmente vagliate ordinate e classificate, I richiedenti rx:r ogni in dicaz ion e bibliografica fornita dovranno corrispondere, a titolo di rimborso spese di trascrizione, L. r per ogni scheda. Le ri chieste vanno inclirizzate a !ta F crl.-:::razio ne, Schedario della tubercolos i, via Naz ionale 200, Roma.

Giovedl 2r gennaio, presentato dall'Ecc. Domenico Marotta, Oircttore General e d ell'Istituto Superiore di Sanità e dinanzi ad un folto pubblico di personalità della medicina e dell'Esercito il prof. E. Zavattari, dell'Università di Roma, ha tenuto una l ezione su: << Le basi biologiche della patologi:t tropic:tle ,, nell' Aula Magna di quei!'Istit uto.

Il conferenziere dopo aver rapidamente trncdato il qu :tdro generale dell'ambien t e tropicale: mette in evidenza che la differ enza fondamentale dci p:1esi trop ic:tli risiede essenzialmente nel fatto che mentre nei paesi temperati g li agenti eziologici esogem

-
- C o NFERENZA ì\LL' l snruTo SuPERIORE 1>1 SANJT.t

Jelle principali malattie vanno ricercati sopratu t to fra i batteri e gli ultravirus, nei paesi tropkali invece detti agen ti sono in pre\'alcnza rappresentati dai

Su <]UCsta impost azione vengono esaminati alcuni gruppi di malattie . Vi ene così documentato il fatto scoperto dal: ' oratore nelle acque dci territori m er idionali del · l'Etiopia non si trova il il eh! sp iega l':1sscnza in quei paesi di 2lcune infez ioni batteriche. Successivam e nte ve r.gono illustrate le malattie da miceti e quelle da parass it i animaii; per chiudere con le malatrie da alimentazione determinate anche esse dal]e condizioni generali ambi e ntali.

I n base a questa documentazione vir.:ne ribadito il principio che la patologia tro· picnle non si esaurisce nclb diagnosi dell,t forma morbosa, nclia prescrizione delht terapia, ma che al contrario t'ss a è un a biologia della malat ri a, è una pato log ia che si innesta s ulla biologia delle razze um:'tlle, sulla b iologia degli organismi che vivono nel tropico, sull a valut a zione dei r apport i che intercorrono f r a ambienti fisico, floristico, faunisti co e uomo, sulla si nte si di tutte ques t e conosce nze innestate da un la to nel fallo morboso, armonizzate dall' altro nel g rand e quadro de i processi fondamentali della vita.

- CoNGREssi E coNVEGNI.

La Società It aliana di Cardiolog ia terrà regolarmente la sua V lii Riu nione annuale ne l gior n o eli domenica 18 aprii-: 194.3• :11le o r e 9• nell ' aula della Clinica Medica Generale di Milano (Ospedale Policlinico, via Sfo r za, n. 35).

R e!atore sul tema: " La fisi opa tologia del circol o venoso », sa r à il prof. Luigi Condorel li , di r ettore della C)jnica Medica d i Catania.

Seguiranno nel pomeriggio due confert:nzc, 1enut c r ispettivamente dal prof. R. M argaria, direttore dell' I stituto di Fisio logia d';II'Università d i Milano e dal maggiore medico di complemento della R. Marina prof. C. Colombi, sul << L' apparecchio circolato ri o in profonditlt (so mm ergibilisti) n.

Le com uni cazion i, prcferibilment r: inerenti al tema in discussione, vanno ind i· rizza te alla Segreteria (Clinica Med ica, via Sforza, 35, Mil ano) entro il 30 marzo 1943, cd accompagnate da un bre ve riassunto

Il programma definit i vo della Riu n io ne con il riassunto della Relazione verrà distri buito a i soci nel la prim a se ttimana di aprile.

Direttort: ruponsabile: D ott. ALF IIEDo INGP.AVALLE, te n ente general e m edico

R edattore: D ott. M ARIO GIANNANTO!';I, te nente co lonnello m ed ico.

ROMA, FEIIIIKAIO 194J X}(I - Tll'. REC:IO!"Al..E - CARLO CATTANEO , 20. -

r6o
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ROMA 19 43 - ANNO :XlCI

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TIPOGRAFIA REGtONAU3
l no 91" - Fase. 3 •'-
Marzo 1943-XXI
Direzione e Ammini strazion e Mini stero della Guerra Roma

MATERIALE PER ATTENDAMENTO

Il processo, secondo ctù queste produzioni fibrose origin::tte dal foglietto viscerale della pleura si attaccano consecutivamente alla pleur a parietale attraverso la falda liquida che riempie la cavità pleurica , è facile comprendere dopo quello che si è detto dell ' organizzazione delle pseudomcmbrane.

In effetti quando il l.iquid u pleurico è ancora scarso, ovvero quando esso volge al riassorbimento, le pseudomembran e di maggior spessore toccano la pleura parietale a cui rimangono lassamente adese, ma più tardi, iniziandosi

f'i g 3· _ lln"antica aderenza plcu n cJ n for m a d i s tnechia dt tess uto fibroso con un C:I[IO :1dcrcntc >UI pol mone c l"altm c.1po lib<:ru pcrc hè d:tlla parete to raci ca h cll"iV> bre ed :I Sp<>rta re l'organo.

T , rcs< uto polmon a:c - z. aclc

anche dalla pleura parietale lo stesso processo di organizzazione, ne segue ohe tutta la pseud omcmbrana finisce per trasformarsi in un di connettivo continuo che si estende dal foglietto viscerale a quciJo parietale della pleura, costituendo un ' aderenza definitiva spessa ed estesa che diventa molto più tenace quando il versamento liquido sarà completamente scomparso.

Essenzialmente diverso è il quadro anatomcnpatologieo delle così dette pa chipleruriti, da queste aderenze c da questi ispessimenti circoscritti per quanto larghi della pl eura.

La pachipleurite consiste in un proc,esso infiammatorio diffuso, vegetante e hbroide dei due foglietti pleurici, il quale però non porta ad un accollamento cicatriziale colmando la cavità per sinfìsi , anzi in questa rimane un versamento più o meno abbondante di un essudato diverso :l seconda dei cast.

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r cn?:a co n capillar i
3 -
di mrdiàn:J

Sempre sotto i l r igua rdo anatomo-patologico della pachipleurite tubercolare in senso stretto, si distmgu ono due forme e cioè la forma sclero-fibrosa c l a forma fibro-cascosa, ma come si è detto, nell 'una e nell'al tra forma la cavità pleurica rimane beante.

Nella forma sclero-fibrosa, dopo lo svuota mento del liquido, si trova che . 1 polmone è letteralmente rivestito da un a specie di piastra o cotenna spessa, rigida, quasi liscia, di colorito biancastro.

Questo denso tessuto d'involgimento si costituisce lentamente per metamorfosi scler otica del conn ettiv o formato a spese delle pseudomembrane t delle neomembrane.

In so;tanza il processo di orgamzzazione connettivale è più intenso e generale in modo da estendersi a tutta la superficie del polmone. Si stabilisce una progressiva ipergenesi fibrosa con partecipazione del tessuto eh.stico della pleura specie in corrispondenza dell a limitante esterna di questa.

Arrivata al suo stato di completo sviluppo. questa spessa contenna risulta in massima di strati sovrap posti di fasci fibrosi in oui scarseggiano o quasi scompaiono gli elementi cellulari che sembrano ridotti al solo l oro nucleo. Del resto, a più forte ingrandimento, essi spiccano tanto maggiormente sul fondo chiaro del tessuto, giacchè tutto il sistema fibrillare ha acquistato un aspetto ialino e si tinge anche pallidamente con i colori protoplasmatici .

Si potrebbe dire che gb elementi di tutto il connettivo neoformato si sono esauriti per dar luogo , con il loro corpo protoplasmatico, alla ricca ipergenesi fibrillare.

Tuttavia, scorrendo sotto il microsc opio tutto questo spesso strato di rivestimento polmonare, troviamo che un maggior nume&o di clementi ce llulari si trova a contatto diretto della superficie polmonare, dove il processo di neoformazione è ancora attivo e concorre a produrre nuovi fasci di fibrille che respingono quelli posti più superficialmente.

Bisogna per altro ricordare che anche in questa fase inoltrata, esaminando larghi tratti di superficie pleurica , capita talora riscontrare nello spessore del tessu to, q ,ualche piccolo focolaio incapsulato con i caratteri di una minima raccolta lin.focitaria, in cui il processo infiammatorio se non è spento, è per lo meno totalmente arrestato dal den so involucr o fibrillare che lo circonda .

La fig. 4 riesce a darci una chiara idea della speciale struttura che cat atterizza il tessuto della pachi.pleurite.

Abbiamo scelto precisamente un tratto in cui, oltre a lla intensa ipergcnesi fibrillare , si riscontra anclhe un o di questi focolai interstiziali con accumuli di dementi linfocitari c presenza di un essudato albuminoso.

In sostanza , a questo m omento, non abbiamo nel reperto istologico alcun elemento che possa farci riconoscere la natura specifica del processo. Vicevers a, neUa forma fibrcx ascosa , noi abbiamo lo stesso processo di ipergenesi fibrillare che segue a lla formnzione delle pseudomcmbrane e della neomem-

brana, ma i fasci fibrosi non riman gono come nella fo rm a preceden t e regolarmente disposti a l disopr a della superfi c ie pol mon are, ma si trova n o più disorientati tra l oro per la fo rm azione nello spessore dello strato di masse case06e che var}amente l i respingono.

Il tessuto in gen ere è an ch e più ri cco di elementi ce llul ari co me es pr essione di un pr ocesso fl ogis tico ancora più o men o attivo. Anzi , in co rrispondenza dei fo colai caseosi, s ulla parete ch e ser ve a loro di limite, si ar riva

del

r ,

spesso a riconosce re cell ul e giganti e ce llule cpitelioidi, cioè gli elementi specifici di una reazione granul omatosa.

Andhe i vas i sono in q u esta form::t più numeros i, sebbene spesso con pareti ia line , ed essi ci spiegan o la possibile forma z ion e di em orragi e nella par hi pl eurite tubercolare, tanto più .facilmente, in quanto la limitante elastica esterna si trova spesso usur ata dagli stessi prodotti caseosi che si avanzano verso la superficie.

La fig. 5 ci dimostra la costituzione della forma fibrocaseosa della pac rup leuri te, in cui si r iscontrano grossi f ocola i caseosi , con cell u le gigan ti ancora ben conservate.

Un para gon e col repe rto pr ece dente dell a f orm a sclero-fibrosa ci lascia megli o ricon oscere l a differenza tra l e du e m oda lità della pach ipleurite

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Fig 4 · - Tratto ùi pachiplcurite costituita da uno spesso s trato di fasci fibri llari con la presenza di un focolaio reatrivo incapsulato nd t CSS\ltO porzione focolaio rcatovo • 7, stra to fibr()S() della pachipl curitc · tess uto polmonare

Intanto, a lla dip endenza di questi forti ispessimenti fibrosi della padùpleurite, capita ta lora di O$Servare una s peciale trasformazione degli strati più superfi cia li della grossa strnti tì cazione fibr0$ a che involge il pol mone.

G iov a r icordare però ch e, comune mente , nello spessore questi strati fibrosi esistono qua e là lobi cini di tessuto ce llul o-adi p0$o, m a per quanto riguarda la speciale mod ific;.zionc in C'lame, n on si tr atta .più di picc ole zone di grasso inte rca late tra i densi fasci fibr os i della pachipleurite, m a invece è

r, 1, focolai cascosi - 2, tessuto fibroso.

tutto i l piano s u per fi ciale della s pess a cotenna pieurica c he va incontro all a metamorf0$i cellulo-adip0$a.

Sembra anche clhe questa metamor fos i non sia stazionaria, ma lentamente pr ogress iv a a ca r ico dci f asc i più profondi , per modo ch e mano mano si riduce sempre p i ù quell'inv olucr o fibroso c he CO$tringe i l polmone come in una r obusta g a nga rigida e du ra

L a r agione di quest a speciale modi.fi ca della paduplcurite, va ri cercata tra l 'altro nella ricca vascolarizzazione ch e il t essuto presenta in d ipendentemente d a fatti in fi amm a tori acu ti in atto, c dall a cons ervata mobilità della cass a t oracica . Sembra perta nto c he , mentre la ricca ci rcolazione riesce a mantenere una ce rta s u cc ulen za, un maggi or contenuto liquido inte(stizia le , contempor anea mente i movimenti de ll a parete t oracica ries cono a determinare

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Fig. 5· - Il to istologtco della pnc:h t pl cUIItC da paragonare col referto precedente. In mc:zzu agli strati fibrosi si riscon tran o grosse masse cascosc con c lementi giganti ancora conservati.

una delamioazione e una rarefazione tra i fitti fasci fibrosi. In queste cond izioni gli elementi cellulari dei tessuti presentano prima u n rigonfiamento del loro corpo pr otop las m atico e poi una corrispondente metamorfosi adiposa probabilmente anche in rapporto alle disturbate condizioni trofiche loca li.

Così si assiste a questa progressiva trasfor mazione del tessuto pleurico ispessito, che richiama in certo qual modo i fenomeni della sclerolipomatosi èhe si stabiliscono intorn o ad :mtichi pro (·essi di fl ogosi cronica viscerale.

S'intende inoltre c he per il polmone questa trasformazione della pachipleurite è capace di ridare all ' organo una maggiore poosibilità nei suoi momenti di espansione e quind1 rappresenta un a specie di compenso naturale al disturbo che in primo tempo provo::ava il forte e denso ispessimento della pleura. ·

La fig. 6 ci fa vedere ques ta metamorfosi ceUulo-adiposa degli strati più superficiali del tessuto fibroso in un classico caso di padùpleurite

Lo strato cellulo-adiposo è già divenuto così ampio che non si abbraccia in un sol campo microscopico non os tante il pìccolo ingrandi mento.

Guardando ad occhio nud o per trasp:trrnza i relativi preparati istologici, Sl vede pure che questo strato superficiale cdlulo-adiposo ha per confine libero una linea abbas tanza netta e regol are che ric orda quello endoteliale del1a plcura normale.

Fig. 6. . cun degli 'trati più super ficiali . r. stra to - :z, strato fib roso • 3 · p.1 rc nchima polmonan: con focobi c:rlcificari

Nel gruppo Ji queste pleuriti croniche spccificlhc ci rimane a ricordare le forme purulente e le forme emorragiche. Nella forma purulenta si ha un intenso passag gio nel liquido pleurico di leucociti che si trasformano in puscoli di pus, così la pseudomembrana su lla pleura viscerale è rappresentata ùa uno spesso strato di -::.seoso, costituito da leucociti t: in via di sua volta la ncomcmbrana è costituita da una sa>tanza noide inti l trata di leu coci ti nec rotici , da m ateri e caseose con qualche cellula gig:mtc.

Qu esto csitu dipende principalmente da una maggiore virulenza dei b:1cilli che acquistano caratte re piogeno, e dal fatto che il tessuto pleurico non possiede la capacità di lott:tre specificamente contro l'agente roicrobico per dar luogo allo sviluppo di un tes suto granulomatoso.

Tuttavia si ha spesso lo sviluppo d1 uno strato fibroso che si oppone canicamentc alla diffusione dell 'agen te infettivo e sotto questo riguardo la pleurite purulenta veniva paragonata da Laennec ad un ascesso .freddo incapsulato. ·

La pleurite emorragi ca si distingue per un numero più o meno cospicuo dt emazie nell'essudato, e per la scarsa reazione organica e per le profonde lesioni vascolari da cui dipendono le facili emorragie.

-In corrispondenza d e lla m:omembrana i vasi sono spesso trombizzati e la loro parete è colpita da degeneraziont ialina per cui frequentemente si rompono dando luogo a emorragie intcrstiziali e a versamenti di sangue libero. Sebbene si riscontran o molti bacilli, i tubercoli sono piuttosto scarsi e irregolarmente sviluppati.

A carico del polmone sottostantc si ris con tr ::mo fatti di sclerosi c di linfangiti.

A completare questo quadro generale si distingue ancora la granulosi della plcura dhe anatomo-patologicamentc si trova car:ttterizzata da un infiltrame nto fatto di piccoli focolai tubercolari che sviluppanda>i profondamente respingono le due membrane limitanti elastiche della sien:\Sa e finiscono per rom perle.

Questi foc olai all'inizto risultan o solo di un aggruppamento di elementi linfoidi, in prossimità di un vaso, che racchiudono dei bacilli. Più tardi questi linfoidei acquistano l' aspe tto di granulazioni miliari e risultano di un piccolo numero di follicoli tùberc ola rì con cellule giganti. Oltre che intorno ai vasi queste produzioni tubercolari si sviluppano in corrispondenza di quei rudimentali nuduli tinfati ci di cu i normalmente è provvista la sterosa.

Così cbssificati i m oltcplict reperti che caratterizzano le varie fonue anatorno-p a tol ogiche della rlcuritc tubercolare, se nel rispettivo determinism o deve certamente intervenire b virulenza dei e le condizioni orga-

niche del soggetto obc ne è colpito, occorre d'altra parte prendere in considerazione il meccanismo secondo cui si svolge l'infezione per meglio rendersi ragione di tanta diversità del quadro anatomo-patologico.

Prendendo ad esame la classica forma della pleurite sierosa, che talora si presenta come la prima manifestazione di tutto il processo m orboso, cioè senza altri fatti precedenti acce rtabili clinicamente, sorge il problema per sapere se effettivamente possa esistere un'infezione primitiva della pleura. Sotto un punto di vista strettamente teorico il tatto non sarebbe da escludersi.

Bisogna a ll 'uopo tener presente, come osserva Peron, che i le ucociti per le loro capacità migratorie sono capaci di inglobare il bacillo a liv ello de i bronchi e quindi trasportarlo fino alla cavità pleurica, dove trovando un terreno più adatto e condizioni anatomiche speciali può soffermarsi c dare origine ad u n p rocesso specificu.

Questo meccanismo sarebbe confermato dal fatto che nella cavità pleurica si possono , in determin:lte condizioni, trovare celLule contenenti pu lviscolo di carbone o di altre sostanze fagocitate nel polmone.

Del resto un fenomeno analogo e forse più evidente si .può osservare in corrispondenza della sierosa peritoneale, in quanto viene da molti autori sostenuto che il bacillo tubercolare a r rivato con gli alimenti nell'intestino p uò ugualmente essere inglobato dai fagociti e così attraversare la mucosa senza produrvi lesioni specifiche per arrivare fino al peritoneo e alle glandole mesente ridhe, dove per un certo t empo rimarrebbe in vita latente per dare origine, solo più tardi, ad un processo specifico di peritonite o di adenite tubercolare in coincidenza, per esempio, di un debilitamento più o meno grave dell 'organismo.

Del resto molti altri au tori come K ossel, Kelsa ch ammettono anche per altre loc alità che i m icrobi in genere per opera dei leucociti possono a ttraversare tessuti sani per arrivare in punti lontani, dove sarebbero ca paci di spiegare qu elle speciali evenienze di rnicrobismo latente che si studi ano in patologia, specie nel campo delle affezioni intestinali e delle sepsi del cellul are pelvico.

Di parere contrario è il Kuss, il quale ritiene che il bacillo tubercolare, di norma, provoca sempre un'alterazione più o meno cospi:cua nei tessuti che attr aversa, e che queste lesioni di passaggio, per minime che siano, sarebbero sempre reperibil i con un'attenta e min u ta au topsia. Certo, quando esiste un abbondante versamento nel cavo pleurico questo può mascherare comp letamente un pi ccolo focolaio polmonare primario, ma dopo il ri assorbimento e lo svuota mento del l iquido anclhe clinicamen te e radiologicamente sarebbe possibile mettere in evidenza tali focolai.

Ma a parte c1Ò, si ritiene oggi che esistono delle ple u riti sicuramente tubercolari in cui anche con i metodi più sensibili di ricerca non si riesce a mettere in evidenza l'agente specifico. Si tratta in tali casi di flogosi pleuriche t..he insorgono, come espressione di u n'in fi ammazione collaterale, la cui caus a

va ricercata in una diffusione di veleni tubercolari da l focolaio polmonarc , aozichè dali 'arrivo diretto di bacilli (Fegiz). Però in questi stessi casi non mancano altri clementi che stanno a l'esistenza di un terreno tuberco lizzato, anche se le ripdute ricer che sul versamento abbiano dato risultato negat i vo; si è potuto trov:m : il bacillo perfino nel sangue circolante jn certe pleuriti apparentemente primitive, come pure lo stesso bacillo si è riscontrato nello stomaco di alcuni pleuritici che risultavano clinica mente indc:nni da loc a lizzazione polmon a re (Frederik se n).

In conclusione, la esistenza di una tubercolosi pleurica primitiva non risulta fino ad oggi dimostrata sicuramente, di maruera che in senso clinico si può riserbare il nom e di pleuro-tubercolosi primitiva a quella che rappresenta la prima manifestazi one evide n te della in un soggetto fino allor a indenne. Per le f or me di pleurite del periodo postprimario e per q,uellc ir. generale secondarie ad a ltre lesioni organiche, i l meccanismo patogenetico risulta di solito ben chi aro: o si tratta di una diffusione per continuità dal polmon e o per contiguità da organi vicini, ovvero si tratta di una ripetizione metastati ca per via linfoe m atogena.

La pleurite emat ogena colpisce in tali casi soggetti già alle rgici, ma non è facile spiegarsi perc hè talvolta i bacilli circolanti nel sangue vadano a fissarsi esclusivamente sulla pleura e sulle altre contemporaneamente, risparmiando altri organi attraverso cui avviene pure il passaggio dei germi.

In Schminke e Sternberg pensano che le localizzazioni extrapolmonari, della dissemmazionc ematogena tendano ad interessare di preferenza gli organi e tessuti originati dallo stesso foglietto embrionario. I predetti autori distinguono pertanto le metastasi endodermiche (polmone, laringe , intestino) quelle ectodermiche (cute ocdhio), le metastasi mesenchim ali articolazioni , ossa ) ed infine quetle mesodermiche (apparato urogenitale).

Per quanto la deriva zJOnc degLi organi mesenchimali e mesodermici secondo questo aggruppamento, sia fatta con una ce rta larg hezza, il concetto sostenuto da Schminke e Sternberg fa pensare a particolari stati di meiopragia dei tessuti derivati dall o stesso fogiietto arnbrionario, per cui tali or· gani si dimostrerebbero più re cettivi verso il bacillo di Koch. Secondo il nostro modo di vedere queste localizzazioni a gruppi dt determinati organi si potrebbero spiegare col meccanismo delle infezioni focali, cioè esse avverrebbero su organi e tessuti precedentemente sensibilizzati e per una specie di acclimatazione del germe nella sede di origine c per conseguenza sui tessuti di derivazione embriologica similare .

Ma per la pleurite manifest amente secondaria a polmonare dello stesso lato abbiamo poi speciali meccanismi di propagazione, a seconda l'evoluzione del processo polmonare.

In un certo numero di j}'" bacillo penetra direttamente nella cavità pleurica per effrazione con () senza pneumatorace spootaneo. all'inizio

deUa polrnonare con la degenerazione di granulazioni tubercolari superficiali , si può avere l 'apertura del piccolo focolaio nella pleurica, con penetrazione di bacilli che vengono poi disseminati dai movimenti respiratori

Altra volta si tratta di traumatismi del torace che possono provocare piccole lacerazioni della pleura e del parcnchima nel quale già si trovano bacilli se anche non si siano costituiti veri tubercoli.

1, punro dd h laccraz.ionc · 2 , piccol a rac< ))ta cmatic:s subpleurica -

3· tessuto polmonarc con processi tubercobri.

Bastano in tal caso minime soluzioni di continuo per dar passaggio ad un certo numero di bacilli senza che si stabilisca un pneumotorace. In qualche osservazione d 'ordine medico-legale si è potuto qualcun a di queste lacerazioni pleuriche in coincidenza di una polmonare, per lo più con semplici processi di alveolite in corrispondenza della perforazione pleurica. La fig. 7 ci fa vedere una di queste lacerazioni della pleura che in particolare presenta una forma a valvola, nel senso che i bordi del foro sono tagliati a sbieco per modo che si ricoprono vicèndevolmente.

Subito al disotto della lacerazione , il parenchima ,polmonare presenta fenomeni di alveolite desquamativa ; vere lesioni si presentano un poco più profondamente distanti dalla superficie pleurica. Un 'a ltra modalità del meccanismo patogenetico è quella c he si può osservare in coincidenza di una delle g landole tracheobroncbiali e mediastiniche.

fig. 7. - Piccola lacerazi one rleuricl di origine traumatica in un polmone con lesioni tubercolari in profondit;t distanti dalla soluzione di continuo.

In queste adenopatie, che rappresentano spesso il reliquato di una infezione primaria, è prev a lente la pleurite dal lato destro, per i rapporti più immediati che il gruppo destro delle linfoglandole tradheobronchialì contrae con la pleura mediàstinic a.

in tali evenienze la flogosi pleurica può essere l 'esponente di una ci.i.ffusione per contiguità del processo ghiandolare, oppure rappresentare una reazione essudativa a tipo perifocale, che può svolgersi nella grande cavità pleurica o interessare la scissura interlobare (Fegiz).

Però lo studio istologico in questi stessi casi ci dimostra che la diffusione dalle linfoglandole alla pleur a può effettuarsi con altre modalità. In primo luogo in queste linfoglan dole tubercolari i processi di cascasi sono talora molto estesi, così da interessare pressochè tutto l'organo. Fra le diverse linfoglandole del gruppo se ne possono di quelle che risultano completamente di una massa caseosa rinchiusa in una capsula fibros a più o meno spessa_ Ma la capsula stessa frequentemente distesa presenta qua e là dei punti più deboli c he possono perforarsi e così dar luogo a passaggio di materiale caseoso, che finisce per cadere nel cavo pleurico se non vi siano aderenze all'intorno. Occorre all'.uopo tener presente che alcune delle glandole ilari già in profonda cascasi sporgono liberamente nel cavo pleurico e quindi presentano una condizione molto favorevole a ll'a ccennato versamento di materiale caseoso.

Un reperto molto dimostrativo al riguardo lo abbiamo nella fig. 8 che tisponde ad una sezione in senso sagittale dell 'i lo .polmonare e ci fa v«:dere precisamente qualcuna di queste glandole in profonda caseosi sporgente liberamente nel sacco pleurico.

Talora il m eccanismo di diffusione è anche più complesso. Non si tratta più di linfoglandole ilari in profonda cascasi ma di linfoglandole semplicemente iperplastiche co me avviene in una fase ancora n:cente della infezione ganglionare. In queste condizioni assistiamo ad un cospicuo ingrossamento dei follicoli sotto-ca psulari i cui elementi cellulari prima invadono il seno linfati co marginale e poi ne superano i confini per infiltrarsi anche nella capsu la della linfoglandola.

Se si tien conto che i leucocitl possono inglobare i bacilli e poi con i loro movimenti ameboidi trasportarli lont an i, s'intr.nderà facilmente come i leu cociti carichi di bacilli, uscendo dalle vie linfatiche possono attraversare la capsula e penetrare nella pleura provocandovi un processo specifico.

Come si vede, assai complesso resta il meccanismo patogenetico delle pleuriti, alle cui modalità vanno in buona parte attribuiti i vari quadri anatom o patologici che la pleurite tubercolare presenta.

D 'altra parte, se non in mod o assol uto per lo meno in senso clinico mantenendo distinta una tubercolosi primitjva e una secondaria della pleura, s'intenderà che nelle due evenienze ::tssai mutevo le e variabile sarà il comportamento dei due tessuti: il plcurico ed i l polmonare che si trovano in intimo contatto.

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Sotto questo rapporto, un lav ':':-.J sistematico si può dire che non è stato ancora fa tto , perchè abitJ•::!mente si cerca di studiare sepa ratameote le due· localizzazioni. quac: che ognuna potesse evolvere per propri o conto senza dare delle forme complesse pleuridbe-po lmonari.

!:t effetti la prevalenza clini ca dell'una o dell' a ltra locali zz azi one gius tificano questo modo di vedere e sol o per la plc uro. cort icalitc , speciale entità

morbosa, si cominciano a studiare in associazione i due processi patol og ici: quello plourico e quello polm ona re.

Si tratta di uno speciale processo reattivo di natura tubercolare della pleura e del polmone ch e sarebbe una delle manifestazioni più banali della tubercolosi dell'adolescente c dell' ad ulto (Rieux).

Anche Sergent considera la cortico-pleurite come uno speciale tip o anatomo-clinico costituito oa un 'inlia mmazio:1e de Il P. parti superfici al i del po i-

Fig. Il G hi and o la iLorc in pro fond.t cascos i che lihcramcnte nel plcurko. 1. 1. lin fvglun nd ol c - ;!. plc u nc.1 P. P t essuto polmonnrc

mone a carattere congestizio o caseoso accompagnato da una pleurite a carattere produttivo.

Ma già dalla duplice espressione usata dagli AA., talora di pleuro-cortica lite, talora invece di cortico-pleurite, implicitamente risulta che nella patogencsi del proc<:sso, per alcuni si ammette lJn'evoluzione in senso pleuricopolmonare, per altri un a evoluzione in senso polmonare-pleurico, ciò che in massima si spiega con gli stretti rapporti anatomici che esistono tra pleura e polmone. Comunque. )imitandoci a queste somma r ie osservazioni, si potrebbe la pleuro-corticalite considera re in effetti come l'esagerazione a carico del polmone di quelle stesse alterazioni che comunemente si riscontrano in tutte le diverse forme di fl ogosi pl e uriche di natura tubercolare, con che verrebbe anche ad ammettersi che l'evoluzione dci process o più di solito è di origine plcu r ica.

Però non è neppure da csdudcrsi del tutto la possibilità dhc talora l ' infezione sia di provenienza p olmonare, nel senso che i bacilli penetrati nell'organo vadano a loc<l li zza rsi nelle sue zone corticali risparmiando quelle centrali.

Tutto ciò ci induce ad :1mmettere peculiari condizioni non solo per quanto rigu:1rda le capacità del virus, ma più ancora per quanto riguard a la costituzione dell'org:mo stesso. le cui modalità str;utturali di elasticità, di circolazione, di sviluppo del componente l 'infatico, possono variare da caso a çaso in modo da facilitare verso le zone super ficiali del polmone una derivaziome non solo dei germi, ma anche delle sostanze corpuscolate che comunque capitano nella canalizzazione bronco-alveolare.

Questi fatti debbono essere presi in osservazione anche rper quanto r iguarda le scissuriti c he , in certo modo , vanno intese come delle forme circoc;critte di plcuro-corticaliti. l nvero :1nche per le scissuriti , se condo Bczançon e De J ong h anno dimostrato, con l e Jesicni della pleura interlobare esisterebbero specia li alterazioni del tessuto sottopleurico, che richiamano perfettamente quelle della pleuro-corticalite.

Come si vede, si tratta di un di primissima i mport anza dhe merita ulteriori ricerche d'ordme anatomo-clinico e sperimentale, per meglio precisare le interdipendcnze .patogenetiche che passano tra le tre entità morbose: la pleurite, la pleuro-corticalite e la scissuri te che tanta parte oggi occ upano nel campo dell:1 T isiol ogia.

CONC LUSIONI.

La forma siero-tìbrinosa è fra le più frequenti della pleurite tubercol a re e per molto tempo fu ritenut:1 di natura idiopatica.

Le rispettive alter :tz ioni ana t orno-patologiche della sierosa più clhe dai r e perti autopsici si possono bene studiare nella loro evoluzione dalle osserva -

zioni spe r imentali con le quali si r iesce a seguire m etodicamente la formazione de ll e pseudomembran e, della neo mcmbrana, la reazio ne del connettivo' fondamentale pleu r ico e la consecutiva organizzazione con la metamorscler otica del tess u t o. Contemporaneamente, tanto nelle ricerche :tutopsicbe che in quelle sperimentali nelle varie fasi de l processo, si ries ce a mettere in evidenza lo sviluppo di caratteristiche formazioni granulomatose dhe la vera natura t u bercola re della reazione pleurica.

Oltre la fo r ma siero-fibrinosa la infezione tubercolare della p leura può 3Ssumere la forma di pachiplcuri t e, che a sua volta si distingue in sclero -fib rosa ·e fibro-caseosa . In tutte c due queste modalità, si trova un forte ispes5imento del connettivo pleurico che forma una specie di cotenna dura intorno a l polmone e risulta di tessuto sclerotico ricco di fibre e povero di elementi cellulari, ma mentre ndla forma fibr o-caseosa si trovano nello spessore di questo tessuto grosse masse caseose con cellule giganti, nella fo r ma sdero-fibrosa al più si riscontrano anti<"hi focolai infiammatori linfocitari restati incapsul a ti dai fasci fibrosi . Una speciale considerazione merita la particolare metamorfosi celluio-adiposa che tal ora possono subire i fasci più superficiali di q u esto strato cotennoso che avvolge il polmone, con che l'organo può riacq u istare in certo modo, m aggiore libertà nei movimenti respir ato ri.

Infine, nel campo di queste pleuriti croniche di origine tuberco lare, ci rim:me a ricordare la forma purulenta, quella emorragica e la granulosi tubercolar e, cara tterizzate ri spetttva mente le due prime da un ess udato puru· lento ed emorragico per speciale virulenza dei bacilli e per peculiari modalità strutturali delle pareti vasali del tess uto pleurico, mentr e nella granulosi pleurica esiste un esteso infiltramento di piccoli focolai tubercolari nel tessuto della sierosa.

Nella patogenesi delle vari e forme di pleuriti tubercolari si è già accenna to che quella sierofibrinosa, detta andhe a /r igo re, non è in senso stretto primitiva , ma secondaria ad altro focol.lio tub erco lare polrnonare o di altro organo dell'individuo. S'intend e per tcmtc che essa si sviluppa o per continuità di processo o per via linfoernatogcn a Meglio ancora per le altre for me si può dimostrare que\to mec canismo patogenetico e in questi casi la loc alizzazione dei bacilli alla sierosa pleur1ca ripete in certo modo il meccanismo delle infezioni focali in genere, per le quali il germe batteri co predilige i ' te ssut i precedentemente sensibilizzati e che abbia no la stessa derivazi one da uno dei foglietti bl astode rmici. In modo subordinato la djffusione del processo d al polmone alla pleura può effettuarsi per la caseosi, la fusione e lo svuotamento di un tubercolo su-

perficiale del polm one nel cavo p le urico. Anch e i traumatismi possono av ere la lor o i m portanza, de termina n do p icco le la::c r azioni attr av erso cui i bacilli del tessuto polm ona re arrivano a ,fars i strada nella pleura.

lnfin c anche tbllc linfogl :mdolc tub er co lari ilari si può avere di ffusione dell ' infezi on e della pleurl tenendo con t o c h e qu este g lan d ol e spor gono diretta mente nel cavo p leurico.

In tutte queste diverse evenienze, dati gli s tr etti rapporti anatomici che esistono tra la sien)Sa plcurica e il tess ut o polmon::.re , si dev e ritene r e che questo, in via primitiva o sec ondaria , debba prendere parte a l complesso delle lesioni che cara ter izzano i l p r ocesso.

Un o speciale ese m pio d i questa associazione di l es ioni pleuro-polmon are ci è dato dalla pleuro-Cortict;lite, denominata da al tri cortico-plcurite in consid e ra z ione appun t o della d iversa via seguita dal processo, dalla pleu ra al polm one, o viceversa, dal polmone al la pleura.

Si tratta di una particola r e entità :mat omo-c linica costituita essen zialment e da una fl ogosi delle parti superficiali del p olmone a carattere conges tizio o caseoso, acco mp agna to da una pleurite a caratte r e produttivo (Ser gent).

Un reperto analogo si può r iscontrare a r iguardo delle scissuriti, ohe sono d elle flogosi plcuri c h c ci rcoscritte alla pleura i nterlobare con concomitant i lesioni del t essuto sottop leurico, c he richiamano quelle della pleurocorti ca lit e.

In sostanza, a varie forme di pleur i te tubercolare per a rriva re a ll a pleuro-co rti ca l ite e alla scissurite, noi abbia m o una serie di alter azioni in c ui con le l cs10ni pleuricbe si :1ssoc1a un risentimento più o m eno grav e del tessuto polmonare sottostante, dalle cui speciali inte rdipenden zc si potrebbero desumere clementi inter essan t i per la patogcnesi di questi processi specifici associati tr a l o r o.

- Nello studio istopatologico dellt; varie forme d i pleuriti tubcrcolaii si riscontra , a seconda de i casi. un cointeressamcmo più o meno note vole del prossimo parenchima polmonarc. Le lesioni polmonari in co ntinuità con quelle p leuri c h c, si spiegano tenendo pn:scntc il meccanismo patog c nct ico d e ll'infe zione pleurica. Da queste icsioni associate ma n mano $i a r ri\·a :11 c aratteristi co quadro del la pleurocorti cali te . speciale entit:'a an:nomo ·c linica dcll'infe7ione tubercol ar e. A questo quadro si a vvicinano anche le scissuriti, che s:m:hbero anatomopatoloricamentc delle pleuro ·cortica liti circo · sc ri tte ai solchi interlobari.

D:ù confronto di tutte quest e v;:;r ic alterazioni pleuro -polmona ri , resta anche m eglio chiarito il loro relativo meccanÌ$010 pa togcnet ico.

- hi slopJt holo gischc Studium d (·r ve rschicdencn For mcn von tuberkuloser Rippenfcllenlziindung e r gibt, von Fall zu F<ill , eine m ehr odcr we niger auffallcnde Mi tbetciligung d es n:ich$t l iegcn den Di c

• ••
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als F ortsct zung dcrjenigcn des Rippcntclls, er kl:ircn s ich leicht wenn man sich den pathogenetischen Vorgang de r ruppenfcll -I nfektion

Uber diesc: mit einander ver bund encn Sch iiden gclanw m:m z u dcm chara kt eristisc h en Bild der Korti.lca1itis des Rip penfells, eine typische anatomi!ch -kl i nischc E rschcinung der Tubcrkulo sc: l nfe ktion. Diesem Bilde is t , anatom.isc h -pathologisch ausgcdriickt, d ic auf dic inter lobiiren Furchen bcschranktc Kortikalitis cles Ri ppenfells na he

H a lt man ver sc hied enc n Veriind c run ge n der Pleur:1 und de r Lunge gcgc:n I:Ìna n der, so wird auc h ihr gegense itiges pathogenetisches Verhalten besscr \'t:ntiindlic h.

___,.

L'ITT E RO ACRlDINICO QUALE MEZZO DI AUTOLESJONI SM O E DI SIMULAZIONE c•1

l>o tt LEoSAlU>o Ok le nente· mcc hcu d1 capo Il metlicina Dtm G IUS I PPE M n ARF.sE , SOII Cl lCliCnt:: 111 Cd 1CO dt complementO, d i rcllOrc biologia

L o sco po della presente n ota è quell o di illustrare un n u ovo mezzo di a utolesi onis mo, d a poco temp o in aug e, e di additare alcuni accorgimen ti tecnici e segni clinici ta li d a rend ere pra tica ed alla portata di tutti Ja ricerca de!J a sos t anza inc rimi na ta ... ; la conoscenza di questa forma è peraltro pa rtj co la rm cn t c i mp o rtante , essendo tale sos t anza l arg amente usata a scopo terapcu6c o

Er:1. capitato sott o la osservaziOne di parecch i medici mili tar i d 'i mbattersi in a mm a lati che già avevano sofferto d ' ittero ma che n e presen tavano recidive a disranza più o m eno breve di tempo.

A prima vista, q ucst t casi facevano pensare ad una ri cad uta del male, senonchè alcuni clinici fecero sospettare trattarsi di una fo rma provocata.

Si andò così alla ri cerca di tutte le sostanze pjù cc mu ni provocatrici ò 'ittero; ma le indagini died ero esito n.egativo.

L ' itt ero persisteva, v'e ra in alcurù casi una modic a epato m ega l ia; però le feci erano colorate, le sclere di colorito talvolta n ormale, il colore giallo visibile soltanto n elle parti scoperte : tale ult ima nota clini ca faceva pensare c he ne potesse essere responsabi le una sostanza f otodin a mi o c he veniva elim inata m o lto l entamente .

Ci sorse il sospetto c h e p oteva trattarsi di sostanze del tipo acridinico, per un criterio essenzi:otl menle pratico, poi ch è esse eran o accessibi li a ll a vendi ta, di poco costo, di poco volume ed il l or o uso poteva giustificarsi, un a vol ta scoperto, come mis ur a terape u tic a , nascon dend o così fa cilmente cd ab ilmente iJ fine della simub zior.e.

Le prime in d agirj, eseguite su questa g uida, ne l L abor atorio dell'Ospeda le ed in quello Chimico Pr ovinciale ( r) confe rmarono vieppiù i l sospetto, essendosi isolata un a sos tanza gialla che aveva alcuni caratteri comuni con i preparati acridi ni ci (la so lubilità nell ' etere la fl uorescenza a lla l uce di w ood).

( ") l nw> ro è :u r i vJ tO in Rcrln1on,. nd giug no •9·12·

(1) Jn ques to sono stati esegui ti gli esperi menti sull'a?.ionc della lu ce di W ood, '\ò li O In guida del Direttore pro(. cui si riv o lgrmo vivi rin g r3Ziamcnti.

OSI'CD \ tf MILITAR E TERHITUR II\LE DI :\CERRA D1rcttnrc; cnl .. nndln dou. L u iGI
t. '

Queste prime inda gini furono eseguite su di un caso peraltro antico ed in cui l'eliminazione era al termine, ma servirono come base per le ulter iori ricerche che hann o permesso di escogita re degli accorgimenti di tecnica solo medi ante i quali è possibile svelare nelle urine la sostanza, che si presenta sempre in dilu izione bassissima.

Il nostro studio è fermato su 3 cast i quali presentano:

I u - colorito giallo vcrdastro della cute (predomina in genere la sfumatura verde sul giallo) del capo specie del viso, delle mani , mentre il resto della c utt: è indenne;

2'' - tachicaràia (c on rare crisi di tacbicardia parossistica) e corrispondente tacbisfigrnia. Tachipnea relatlvamente dissociata dalla tachicardia (in due di essi: battiti cardiaci e pulsazioni = 100 a l m'; atti respiratori = 22 al m');

3" - liev e epatomegalia a ttpo congestizio.

Uno dei pp. ha ta c hicard ia e tachipnea più accentuati, pulsazioni = n8 al m ' ; atti respiratori = 28; epatomegalia più notevole); j l fegato che superiormente è nei limiti nor mali , inferiormente deb orda di circa due dita dall ' arcata costale.

In questo ultimo , precedentemente era stato riscontrato risulta da esame riferito nella cartella cLnica) urobilina nelle t.Uine.

Le varie ricerche di lab oratorio danno il seguente risultato:

a) nessuna alterazione del ricambi o em oglobin ico ;

b) le urine non conteng ono pigmenti biliari nè urobilina nè uroeritrina ; si hanno però dei dati molto significativi, di cw uno il colore ha carattere direm o quasi patognomonico;

c) il colore dell'urina- dato differenziale che si distingue nettamente da quello d 'individ u o normale ed è precisamente identico in tutte e tre le urine incriminate - è giallo tendente al verdastro.

Altri dati che si sono riscon trati in un solo dei tre (quello ad ittero più marcato e, in genere, a sintomatologia più evidente) sono:

1° - Basso tasso azotcmicc e glicemico (Azotemia = 0,22 °1oo, Glicemia = 0,64 °1... ).

2 ° - Le piastrine del sangue, di numero pressochè normale, appaiono tutte isolate. Altro valore a questi ultimi dati non diamo (accorreranno a proposito studi più completi e più accurati e controllati su più vasta scala) che quello di segni che svelano probabilmente una concomitante alterazione delle funzioni epatiche; nozione questa molto importante, da tenersi sempre ben presente, come vedremo.

L a ricerca dei preparati acridinici è stata fatta basan d osi sulla proprietà della base Atebrin di essere solubile in solventi organici non mi scibili con acqua (etr. re, 'alcool amjJico, cloruro di metilene). L e soluzioni sono fluore-

3 - Giorm,/.: di medicina militare.

scenti: sottoposte all'azione della luce di Wood (r) presentano netta fluorescenza gialla, non disturbata dall'acido cloridrico.

L ' Atebrin viene inoltre precipitata dalla soluzione jodo-jodurata formando u n precip itato brunastre, dal cloruro mercur ico formando un precipitato bianco e da reattivi che contengano il mecurio e l'jodio come quello di Taruet (cloruro mer cUi ic o gr. 1,35 - joduro potassico gr. 5, acido ace ti co glaciale I cc. - acqua ad 100 cc .). Con questo ultimo reattivo si può anche arr ivare, per via ncfelcmetrica, alla determinazione quantitativa del farmaco io parola.

E' opportuno aggiungere che soluzioru molto diluite di acridinici non danno a precipitati in seguito all 'aggiunta di tali reattivi.

Per potere quind i giungere ad u na conclusione certa, sono state eseguite le prove:

Urine esaminate:

I 0 - Urina sospetta.

2" - Urina

3° - Urina di individuo cut per 2 giomi s'e ra somministr:lta atcbrin (o,3o gr. pro

4o - Urina di individuo cu1 per 2 giorni s'era somministrata tripaflavina (0,30 gr. pr o die) .

D i ogni ca mpiont: di unna sono stati presi 350 cc., ri dotti a roo cc., cui si è aggiunto un cc. di N a OH , soluzione al 35 % : si è avuto così un discrete precipitato bianco-fioccoso; si è aggiunto un ugual volume di etere c si è agitato lungamen t e ed a più riprese. Si è separato l'etere. Io si è fatt o evaporare in tanti vetrini d; orologio e si -sono eseguite le prove fisico-chimiche.

Si sono avuti i seguen ti risultati :

Urina sospetta f l UriM dopo

Et ere

Es amt mi· croscopico

Esame mi· croscopico del residuo etereo

Luce di Woo d

L'etere si colorato lievemente in gial · lo

Etere rimasto i nco· Etere colorato in giaJ· Etere di colo rito più l !o re lo giallo

Sostanza gialla amor· Negativo (Non forme \.rislnlli n cespn!!liCI· C:r istatli a cespuglict· fa, qunk he cristal- crista lline) ti incoi<Jri 1 ti in colo ri lino acidulare ineo · lort

Tinta ,·erdastra con fluorescenza j!i:tlla: non disturbata dal· l'ttct

N:o n fluorcscen1.a. Tinta grigio·vcrdc con riflessi cri. Con I'Hcl la tinb si la piì1 gri· ginstra

Tinta con lluorcscen1.a l!ialla che non cnmboa co· lo re previa •Kgiu n· tn di tic!.

Colorazione \'e nl a. strn con ftuoresccn· za che non viene incupita dal· l' •ggiunta di Ilei.

Reazione co n soluz Jodo·Jodurata

Reazione co n soh11 . d.i cloruro mercu- l neo

(l) - è n

• (l)

(t) La luce: di Wood utilizza ]1, uhravi o lette cmaMtc da una lampada di i n camera oscu ra.

194

Da questi esperimenti si poteva dedurre:

1 ° - che l ' urina m esame conteneva certamente una sostanza colorante diversa dai pigmenti dell'urina normale;

2 ° - che, presumibilmcnte, nell'urina sospetta vi fossero acridinici;

3" - tale deduzione veniva confermata Jall 'esa me delle urine alla luce di W ood: la tinta verdastra con fluorescenza gialla, non disturbata dall'HCL , nota comune all ' urina sospctt:t e a quella d opo somministrazione di atebrina e di tripaflavina e non alrur.ina normale, dep oneva per la presenza nell'urina in esame di preparati che del resto corrispondeva esattamente al dato clinico della scnsibilizzazionc alla luce (fotosensibilizzaziont) del pigmento (azione fotodinamica degli che era d iffuso soltanto sulla cute del capo, e ai caratteri fisici dell ' urina;

f - l'assenza delle reazioni con soluzione j odo-joùurata c con soluzione di cloruro mercunco veniva infirmata nel suo valore negativo, inquantocchè la negatività nelle urine in esame poteva dipendere d:tlla scarsa concentrazione in cui trovavasi m esse l'A te br ina.

Si è proceduto allora, sulla spia Ji quanto era stato osservato nei precedenti esperimenti, all 'esa me di urine m o lto concentrate, usando per di più l'accorgimento di agitare più volte (lo st è fatto di r / 4 d'ora in 1/ 4 d'ora per tre ore) l'etere in modo da facilitare al massim o possib ile la soluzi one in esso dd precipitato acridinico.

11 procedimento tecnico eseguito è il seguente:

Sì mettono a bagnomaria a 6o" 1000 cc. d'urina sospetta fin o a ridurla a( volume di 100 cc. Il colore deIl 'ur.ina sos petta da giallo-verdastro si trasforma in bruno-mogano.

50 cc. di urina, così rido tta, si pongono in imbuto separatore nel quale si aggiungono 20 cc. di una soluzione concentrata al 30 "(1 di cloruro sadico e r5 cc. di etere 6Jtr;tta. Si agi ta con le modalità su indicate, si separa l'urina c si aggiunge all'etere 3 cc. di HCL N j 2o, agitando ripetutamcntc e separando in provetta l'a cido cloridrico che si presenta con verdastra, e s'aggiungono 1 o 2 gocce di reatt ivo di Tanret: si forma istantaneamente un precipitate bianco.

Si è fatto il controllo con campioni di soluzioni scalari di Atebrina e di tripaAavina al o,2 %, di recente preparate, scegliendo quella che presentava istantaneamente il precipitato.

Si è visto così che in tutti• e tre j ca:si incriminati il colore era uguale alla soluz ione di Atebrina, m ent re nell'urina normale la reazione è stata chiarame nte negativa.

Non abbiamo determinato quantitativamente il contenuto di Atcbrina nell'urina sospetta perchè non ritenuto ne cessari o.

Abbiamo compiuto prove di controllo in vivo, mediante provocazione è...i ìttero da somministrazionc di Atebrin (e a dosi terapeutiche e ad alte dosi) t)l:trc ch e su individui sani anche su individui affetti da malaria, con e senza risentimento epatico, per svelare il comportamento dell'acridin ico . . . ne1 vart cast.

Abb iamo somminis trato per otto g io rni dosi quotidiane

(0,30 gr. al giorno) e per altri ott(J giorni abbiamo elevato le dbsi a gr. o,6o al giorn.o, coi seguenti risultati:

l. · Individuo mn lari co (l)

(con epato srlcnomc·

2. • lndidduo ' " ' .

(con sp lenom egalia)

:l. · lndh idnQ co n iltcro x ' Rradic.rdia ap- '

CJI•to tossico pena dim inuì· ta Ida flO a 63 l puls. rn')

4. - In dividuo sano Ben co n- Norma le No r male Color acridini· ' '. x x + serva to co (2) '

ALLA F IN E DELLA SECONDA SETTIMANA:

l. - In div i d uo malari co (con Cilato sp lenome· gali a)

2. · l ndh·iduo rnnlarico (con

3. • Individuo con ittcro c pnto tossi c n

• · • Individuo san o

x Lieve as te nia

Un po' più acnccentuato del precedente x )( ltkro marcato con locnlizuz.ioue :ti -viso

tachicardin (da oSa 72 puls. al m')

Basso peso spe· l >. cifico 1010 x -+

Lieve tnchi cn r- 1 peso spe- li - x x - + (da 70 n 75 cifico JOIO puls. al m ' )

diminu- Aspetto mo lt o x - x x nuzionc della torbido b"di car dia (da 60 a 63 puls. a l m') l

no-

tevole (rla 72 a 100 puls. al rn')

Colore nctbmrntc acridinico

- + x x l •••

• (l) li segno x è = nulla di parlic<llarmcnte im1 orlante, ne i conf ronti dello stat o precedente, dopo somministrndonc di Atehrin

11 SC $f110 - è - IICI("a tiv o

Il + è - rms itivo.

Il - + è dubbio •.

(2) Si definire cosl li col ore caratte r istico che S\"Ci a In di derh•Ati a crillin ici : giallo con sf umature ,·crdast re c <nu ance • di nuorescerm1.

•••
terapeutiche
Urine non concent rate Urine conc.te Stnto Colore l{itmo ·- 1·· - 1- - b(U t-.•u u·- 4J o .,._ delta cute C nratt<ri fis ici -:::·a = ·i: "'O.:: r.:·= ·""....(':! "'- e: .C u u (..; Ju u
> " " - x x - +
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l x - x x -+
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Lasciando da parte considerazioni che ci porterebbero l ontano dal nostro compito, anche pcrchè esse devono essere il risultato di stuili più approfonditi e di lav ori più precisi e più metodici che r ichiederanno maggior tempo, cosa che a aoi non risulta sia stato fatto finoggi, possiamo trarre per ora le seguenti

CONCLUSIONI.

Ai .fini clinici :

I 0 - Le alte d osi di Atebrina agiscono più sugli individui sani che sui malati e tra qucst'uJtimi agiscono molto di meno su quelli che portano una lesione epatica c danneggiano molto meno dei san i, i malar1ci.

2 ° - Lo st.ato per così dire tossico si estrinseca oltre che in u n ittero intenso che si estrinseca sulle parti ddla cute esposte alla lu ce (azione fotodinamica del pigmento acridinico) in tachicardia, tachipnea e in epatomegalia a tipo co!lgcstizio.

3° - La ricerca dei prcpar:ai acncl in ici, se, fatta nelle feci e nel sangue. richiede una tecnica molto delicata da praticare in Labor atorio, può essere praticata nelle urine agevolmente e u sando alcuni accorgimenti tecniciè effettuab ile in ogni posto da chiunque e con mezzi semplici, albt portata Òi tutti (I).

Il reperto delle urine ha valore di !;Icurezza, coll'avvertimento però che l'es:tmc venga eseguito sulle urine appena f'messe o su quelle massimamente concentrate a seconda clze rispettivamente esso è contemporaneo all'ingestione c all'assorbimento dd farmaco , oppure viene eseguito a distanza di tempo.

Ai fini medi.co-legali possi:1m 0 dare , per la diagnosi, qu esto schema completo:

Premessa fondamentale

Segni di presunztone

\

La presenza eventuale di urobilina non de la coesistenza di un ittero artificiale e, nel caso particolare, di un ittero acrid inico ( (potendo questo aver det erminato - in dosi alte- un interessamento pat a logico epatico).

Stato generale buono.

Stato afehbrjle.

C olorito itterico giJIJo-verdastro qualche volta , alle sclere e sempre alla cute delle zone espo1 ste alla luce e principalmente del volto.

Tachicardia con rare crisi di tachicardia parossistica.

A ssenza di pigmenti biliari nelle urine .

l
(r) aamc si pui> eseguire in qualsiasi lu ogo di fortuna; bastu avere a propn:t tlt>vosizjone, :l.\Stem(; aa pochi clementi di rca7. ionc, qualche provttta , un fornello per b:agnwnaria e .tdl e pìpettc.

Segni di probabilità - nel caso che m ancano i segni j di presunzione - che diventano segni di certezza se coesistono quelli o se 1 s: ritiene che mento si riferisca ad antica data e quindi l'eliminazi one avviene da molto tcm po.

Colore delle urine nettamente giallo-verdastro con <1 nuance » di fluores cenz a.

Nella reazione chimica, colore giallo dell'etere separato e, all'esame microscopico del residuo etereo, presenza di cr istallini incolori, specie aciculan.

Segni di certezza

Alla luce di W ood tinta verdastra delle urme con fluorescenza gialla, tinta non disturbata dall ' aggiunta di HCL.

Metodo nefelometrico (praticando l'esame secon d o la tecmca su esposta) su urine molto concentrate o facendo separatamente le due reazioni con soluzione .iodo-jodurata e con sol uzione di cloruro mercurico.

Nel comunicare quest i nostri stud 1 accurat:1mente eseguiti, abbiamo la convinzione di aver fatto cono scere dei dati importanti per la individualizzazione dell'ittero acridin1co, con l'intento di contribuire al perfezionamento diagnostico di una forma che allo state• incomincia insidiosamente a àiffondersi e che richtede di essere ben conosciuta sia ai fini clinici che ai fini medic o-lr.gJ li.

Un part=colare riugrazi a mento va al tenente co lo;,nello medic o Pezzullo dotto r Luigi , direttore di qucstr· O spe dale:, che, con l 'entusi asmo che lo distingue per le ricerche scientifiche, ci ha seguito con assiduo interessamento nel nostro lavoro.

RIA SSUNTO. - Gli AA . si sofferrnano a parlare di alcuni cas i di ittero acridinico da loro studiati e svelati attraverso particolari accorgimenti di not e reazioni chimiche e di rili ev i clinici con relative prove di controllo.

Gli AA. che espongono dettagliatamente la tec nica da loro eseguita con i risultati ottenuti , suggeriscono i m cz7. i pratici per addivenire ad una diagnosi di tale forma c he, utili zza ndo un in siem e di sin tomi i quali \'engono enumerati ai lini clinici c mc: · dico -legali, può essere fatta da chiunque in qualunqu e pono di fortunJ.

:-oFA ssUNG. - Die Vcrfasscr b csprc.:hcn c inigc von ihm:n beohachtetc Falle: von a kridini sc h e r Gclbsucht, die s ie du rc h Anw cnd ung h;k:lllnter chemischcr Rcaktion e n unter Beac h t un g gewisscr Ersc hcinun g c n und durch k l inische Beob::achtungen n ebs t dcrcn Kon• rollt: n, auidcckcn konnt nl.

Di e Verfasse r bcsch reibcn dic \'Oil ihncn a nge wandte T cr hnik :msfuhrlich, sowie die von ihnen erziclten Res uhat c und sc hb gc n cin praktischcs di;1gnostisches Verfahren vor, w clc hes auf Grund de r z u klini: c h c n und ger ic ht smcd iz ini sc hc n Zwec ken aufge · zah h e n Symptomc, von jcdcrmann liberali wcrdcn bnn.

Dott it u ro Bc:. :-.ot , w uot cnente med ico

J::i:i as "sh: lltc m i l ita r e nella R ClinicJ ddl e rrw bttic t roptc ali d i

Fra le prime scgnalazioni che hanno avuto larga eco nel mondo scientifico, in seguito alle ricerche di M . Giaquinto Mira compiute per conto dello Ispettorato Supenon: di Sanità d el Governo Generale dell'A. O. l., vi è quella de l ritrovamento del simulium damno sum ìn diversi Juoghì dei Galla Sidamo, l'agente trasmettitor e della oncocercosi umana africana.

G 1à nel 1919 il Brumpt in A,merica (Guatemala, Me ssico) descrivendo l'oncocercosi americana (o. Caecutiens) aveva stabilito che la malatt ia era trasmessa da alcuni simuiùlae (s. avidum, s. ochraceum, s. mooseri); ma in Africa nt'lla Sierra Leone solo nel 1926 il Bladdok era a determinare che l 'onconce rcosi africana era data da un'altra specie d1 sim uiidae, il damnosum un dittero nematoccro di tre mm. di lunghezza. Successivamente le dimostrazioni della sua presenza si erano p otute avere soltanto in alcune regioni dell 'Africa occidentale (Congc Belga).

Le onconccrcosi americana e africana sono filariasi che hanno come agente trasmettitore queste varie specie di .;imulidae le q uali ìnocul ano le larve della filaria mediante puntura nel sottocutanco degli individui. L ' o. americana è detta per la cecità cui p orta inesorabilmente con un quadro clinico grave dato da iperpiressia e gr avi fenomeni nervosi; l'o a&icana invece non sempre porta alla cecità, il suo dec0rso è più lung o, ma meno grave Istologica mente il reperto nelle due forme è quasi identico.

L a filiaria responsabile dell'o africana è la f. tlf)lvu/us (Leuckart o microfilaria nuda (Rodenwaldt) perchè priva di guaina. Le larve o micr ofilarie si sviluppano nel torace dd sim ulium damnosttm e da questo già d opo otto giorni possor.o ve nire inocul ate nel sottocutaneo d i uomini o donne ospiti definitivi senza differenza di percentuali; i ragazzi sembrano colpiti in minor numer solo perc h è meno esposti alle cause determinanti la lattia, come sarà detto in seguito. Nel lu ogo della puntura non si ha reazione , nè si ha reazione gene rale. Segue quindi un periodo di latenz a durante il quale le microfil arie migrano per vie c he ancora ci sono ignote neiPorganismo, finchè giunte ad una certa maturità fissa no nel sot tocu ta neo originando i caratteristici noduli complicati spesso da un a sintomatologia cutanea prurigi nosa o da quella ocubl re o dall'altra, assai controversa, elefantiasica.

I NODULI o tumori oncocercotici, sede di una o più coppie eli vermi adulti , sono d ovuti a reazione connetti val e. Non aderenti alla cute, di gran -

453° OSPElJALE DA GAMPO
O N C O C E R C O S l A F R l C A N A
L'

dezz a var ia, massima di un uo vo di p1 cc1one, di consistenza molle-fibrosa , per lo p iù indolen ti spontan eam ente ed alla palpazione, non destano di sol ito l 'atte nzion e dei malati. Situati nel sottocuta neo quasi sempre negli spazi intercostili, asc ellari o poplitei, tal vol ta sono in region i soggette ad a ttrito di cinture, legacci o vesti, procurando m olestia più o meno sopp orta bile specie se sono, come possono es ser e, non iso lati o due o tre, ma numerosi anche qui ndici o venti, disposti non si mme tr:camente, non ril evati, imme diatamen te al d i sotto della superficie cu ta nea. Ed è questa indo lenza , ques ta ubicazionc norr ril eva ta , questa piccolezza talvolta estrema dei sing oli elementi, insieme alla innata degli indigeni per quanto può riguardare la propria persona, che r ende difficoltosa l a diagnosi di oncocercosi senza una indag ine se mejol ogica attenta , accurata, con un rilievo palpatorio sistematico e compiuto se possibile ne l le più idonee condizioni di luce ( lu ce incidente).

La SI NTOMATOLOGI A CUTANEA prurigi nosa t provocata dag l i embri oni vivi e da quelli m orti. E ' stata variamente discussa dagli A. A .. Presenta talv o l ta fasi ortoca rio idi c persist en d o può provocare pachidermia ed anche licb eni fi caz ion c . M ontepdlier, D agou ill on e L a Cr o ix osservaron o manifestazioni papulari trasformatesi in vescicolo-pustolc con croste bene aderent i che lasci arono po i una ulcera zione irregolare e quindi u na cica trice.

La "SI NTOMATOLOGI A OCULARE è la più grave perchè determina una cecità precoce c lentamen te progressiva (anc h e in 15-20 Cecità c he proviene dalla invasione del bulbo oculare da parte delle m.icrofi larie provocanti lesioni reattive di irid ocoroi d ite (Hirsette, Appelman s, Ro dhain) e non da fatti tossici com e era ritenuto fi no a p ochi anni fa. Le rnicrofi larie perforano la membana sderocomeale in prossimità del limbus cd invadono irrepara... bi lmente la congiuntiva, la co rnea , l'iride , i corpi ciliari, la cor oide ed il nervo ottico (Ruata). La sintomatologia oculare è, così, complessa con fotofobia , diminuzi on e della vista, senso di for micolio e trafitture m oleste e do lorose ; congiuntivite d iifusa, irite, in1ìltrati superficiali co rneali di col ore grigiastro puntiformi o confluenti s pecie nel limbus ed edem a palpebrale.

Le MANIFESTAZI O NI ELEFANTIASICHE attribui t e alJe vivaci reazioni che }e mic ro fil a ri e provocan o nel connettivo (padllderma, lidhenificazione, ostac ol o alia circolazi9ne l infatica etc. ) sono state assai discusse ed è stato visto che n oP c'è una relazione assolut a fra o. c m anifestazioni oculari. Alle volt e si sono vi sti casi di elefantiasi senza oncoce rcosi ; altre, infine, casi di elefantiasi dello scroto per es. con le ghiandole regiona li invase di mi crofilarie (Onzilleau).

La DIAGNOS I , pertanto, al di fu ori di queste complic azioni ora d ette si avvale soprarutto, trovato il tum ore , dello esa me ist ol ogico del tum o re on-

200

cocercoticc stesso e si giova anche, negli individui sospe tti, durante il periodo iniziale di latenza, della prova della deviazio ne dd complemento con antigene ricavato con soluzione acquosa dal l iquido del tumore stesso. I nol tre altre prove sebbene non sempre fortunate -saranno la ricerca delle microfilaric nel sangue circolante specie durante elevazioni ternùche , nel liquor e nelle stazioni ghiandolari dove confluiscono i linfatici dellar regione infestata dal tumore. La ricerca si farà anche nella cute e nella congiuntiva bulbare (Hissette) che d ovranno essere asportate in piccola parte previa anestesia locale, esaminando poi a frr.s ::- o d op1) scissione m anua le c .:an l ' aggiunta di soluzione fisiolog ica, alla temperatura ambiente di 3t·

Bisog na ricordare come alcune di queste ric erc he appaiano fondamentali in qu ei casi d ove il tumore per partic olari stati anallergici o per la estrema sua piccolezza uon po trà essere rcpert ato.

L 'INF.IMAZlONE si ha negli individui che abitano o sostano perchè addetti a piantagioni varie, in prossimità di corsi d 'acqua che corro no fra rive ombrose, fr a fitta vegetazione a basso arbu sto. E' in queste zone om brose cd umide che si m oltiplicano le larve del simf'lium damnosum e vivono g li adulti senza allontanarsi pi:l! di 5 - 6 m. dal loro nido. Particolarmente le larve vivon o fra i sassi dalle acque coperti d'alghe di cui si· n utrono. La uiofosi avviene in un bozzolo seri co e l 'ad ulto nasce sott 'a cqua emergendo poi in una bolla d'aria. Le femmine soltanto pung ono l'uomo e parùolarme nte durante le ore del giorno e di più quand o il cielo è coperto, fuggendo di solito le ore a ssolate <. quelle di pioggia. Delle volte un numero immenso di simulidae attacca l 'ind ividuo con morsica ture dolorose. M a a considerare l'importanza delle m anifes tazi oni nodulari n o n c'è proporzio:1e fr?. individui contmua mente esposti ed altri men o esposti alle punture. 11 Brumpt attribuisce ciò allo stato di qu asi i mmunità dci sogge tti già infe sta ti.

Per la DIAG N OSI mFFERENZJALE occo rre tener presenti sia le var ie formazioni nodulari occasionati interessanti il connettivo scttocutanco, sia le formazioni nodulari proprie dei p-..tesi trop1c ali . Tra le prime sono le formazioni da corpi estranei tal vcl ta ben circ osc ritte c senza alcuna reazione infiammatoria. Questi n oduli tuttavia, per lo più isolati, di solito si ritrovano nelle parti più esposte a traumatLsmi. Anche i germi piogeni possono dare formnioni nodulari che a differenza di quelle dovute a streptostafilococcbi a decorso esclusivamente acuto, hanno invece tendenza dopo un breve inizio acuto a persistere per parecchio tempo senza più alcuna reazione flogistica. Sono da ricordare infine: l o st adi o iniziale nodulare dello scrofuloderma quando ancora non inte re ssa la cute e, per quanto assai rare , le formazioni nodulari del sarcoide di Darrier Roussy; ma sopratutto nelle rt:gioni tr 0pica li si incontrano frequentemente pazienti affetti da « noduli juxta articolari » l e caratteris tiche nod cs ità multiple , pruriginose, a sede per ò

201

periarticolan: e partlciJiarmente sulla faccia estensoria della articolazione, a disposizione simmetrica, di consistenza duro-fibrosa, non aderenti alla cute, della granden;.a di solito ÒL una noce. Pungendo tuttavia le nodosità trovate ed esaminando a fresco, come s'è ncordato, una gocc ia del materiale al microscopio, la presenza o Passer.za di micro.filarie fugherà og ni dubbio per la diagnosi di oncocercosi.

lsTOLOG ICAMENH io studio del tum ore oncl)cercotico dà un reperto caratteristico, i l nodulc essendo cest1tuito non da tessuto tumorale vero e proptìo, ma da tessuto granulomatoso in rutto simile a quello che si sviluppa intorno aci un corpc Alla sezione si rinvengono i vermi adult i• ed un gran numero di microfilarie in una o più cavità cistiche ripiene di liqu ido vischiuso, sanioso, talvolta purulento.

Nei gangli linfatici alcuni ricercatori non hanno trovato lesioni (Fullebon , Simor, ); altri l ieve grado di iperplasia connettivale

TER:\Pl.\. l trattamenti con arsenobenzoli, emetina e tutti gli altri medicamenti chimici aon hanno dato alcun risultato. L'unico g io vamento che si può arrecare è con l'aspor-tazione chirurgica dei tumori dove si trovano i vermi adulti. La guarigione delle form azioni nodulari è però possibile tal,·olta in seguito a processo suppurativo di al tra origine che invada la :zona dd nodulo. C on la suppurazione vengono espulsi i vermi e, avvenuta la guarigione, si vedrà che il nodulo è scomparso.

Altre volte si hanno rictSsorbiment i spontanei di noduli per morte di vf'rmi che vr.ngo l10 pure essi riassorbiti.

Di non si hann o calcificazioni. Se il nodulo avrà avuto aderenze con il periostio si potrà verificare una limitazione a qu alc he movimento. La lesione oculare invece dj solito non guarisce più. Alla iniziale miosi per i primj tempi corteggibile con atropina, seguirà una miosi definitiva per formazi one di sinechic posteriori esito di essudati plastici (Ruata) e di conseguenz a aboltzionc dei riflessi pupillari alla lu ce ed alla accomodazione.

La I>ROGNOSt per la oncoce rcosi africana quoad vitnm è benigna.

PROFILASSI . Ideal e sarebbe ave si sia certi della pres enza del simulium damnosum, il rendere mad n tte le condizioni di ambiente allo insetto con la distruzione di tutte le erbe e vegetazioni inutili in prossimità delle acque; oppure giungere anche alla evacuazione del la zona infestata. Allo scopo po i di evitare la puntura del .szmttlium che pung<' durante le ore del giorno come s'è ricordato e cioè durante le ore di lav oro, notevoli risultati 'SL otterrebbero con la protezione delle pa rti scoperte della cute degli individui addetti aHe coltivazion i. del cotone e del caffè, coltivazioni che determinano le condizioni ideali al soggiorno ed alla moltiplicazione del simulium cra mr>osu m .

- Re.:clltÌ ricer che di m cJi ci i:aliani (' ompiure nel tl:l'ritorio etiopico harulO portato in diversi luoghi al ritrovamento Jcl (1 S imu lium damnosum » agente trasmettitore della Uncoarco;i africarm e successivamente alle iuJ:a g ini su malattia, mai fino :ad :tllora scgnabt:a c- dimostrata regioni dell'A. O. l.

Pertanto vengono descritte le Je1erminanri di qudl:l filariosi, le: attente indagini se m cjo logi che c he occorrono 1wr la sua e, infine, la sintomarologia clinica con le sue gravi complicnioni , le quali frequentissima quclb oculare che porta ad una precoce cecità.

Dopo un cenno sulla terapia, conosciuto ii t• moJu; vivc.:nJi )l dd " Similium tlamnosum " si segnabno alcune norme profibtti,hr. che portcn:b l.: cro 3 risultati ideali nella :otta contro l'insetto potendo, solo co sì, effic:1ccm c ntc combattere I'Oncoarco si africana e contribuire al migiioramento. su basi delle condizioni s:lllitaric del noImpero.

ZusAMMENFAssusc. - Dic ncuesteu Forschungcn Jc.:r Aer7.t<: im c.:tiopischen Gebiet, haben in vc.:rsch icdenen Gcgc.:nden z ur Entdeckung dcs (( Sirnulium damnosum ,, , Uebertracgcr der afrikani>'chen UrtCOC(:rcofi und zur Erforschung dic:scr Krankheit gefuchrr; die bisher nic.: im Ccbic.:t Ost:tfribs wc.:dc.:r sign:tli siert noch bemcrkt wurd e.

Deswegen wurdc.:n sowohl ciic tliescr Fibrio s i. wic au ch aufrner k samc semelojogische Ermittlungcn vorgc.:nommcn w1d t cschricben, Jie zur Fcststellung der Diagnose dienen, wie auch dic k lin.ische Simpomntologic mir ihren schwcrcn Kompli kationen, unt e r dcncn Jie sehr hacufig erscheim:nJe Augen Simpomatologi die eint: fruehzcitige Erblindung zur Folge ha:.

Nachdem man durch dic.: T erapie dcn <• modus vi\'cndi " dcs (( Simulium damno sum 11 cnrdcckt hat, wurden cinigc prophyl:-aktischc Rcgcln (Normen) bekannt, durch die man imstande bei idcalen Erga ebnissen, di e des losektes vorzunehmcn und auf wirksamm somit dic.: ofrikani>che Oncocercofi zu bekaempfeo. Dadurch koenntc man natuc.:rìich 7.Ur Bcsscrung der Gcsundheitslage (Sanitaer e Lage) in inscrem Kaiscrreich, au f B:tsis, bcitragcn.

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S ULLA RICERCA

DEI COMPOST I ACRIDINICI NELL ' URINA

( ATEBRJNA lTALCI-IINA , CH EMJOCHI NA) l>

La ricerca nell'urina dei comp osti acndinict qu ali Atebrina, ltalchina, Cbemiochina, .in usc presso le F orze Armate per la pr ofi lassi antimalarica, assume in tempo dt guerra speciale jmportanza per il controllo dell ' effettuata profilassi da parte dei mtlitari c ai fini medico legali per scoprire eventuali Jtter1 ac r.idinici da parte d i simulatori. T ale ricerca viene esegW.ta sull'urina, perchè i comp csti in parola si el im inano principalmente per la via renai e . I r equ isiti di una pr ova che si pres tt ad una pratica applicazione su vasta sca la , spessu in condizioni affatto ideali, Je vono essere: specificità della reazione, semphcità di e rapidità d i esecuzione. Un a reazione molto semp li ce, r iportata da vari AA. , è 1:1 seguente : sr- all'acido nitrico officin:tle si aggiunge, senza m esc olare, una solu zion e acquosa di atebrina, si fo rma un anello alla superficie di separazione dei liquidi; per agitaz ione il tutt o si colora in rosso, senza A parte il fatto che t ale reazione non è spec ifica de ll' atebrina c prodotti similari, essa non si presta per la loro ricerca c.ell'urina, in quanto altre sos tanze in essa contenute pos!IOno dar e, per strati1icazione con acido nj trico , anelli colorati in rosso. I me tod i di ricerca òell'atebrina, genera lmen te usati, consistono nell 'a lcalinizzare l ' urina per separare la base c nella successiva estrazione con etere o alcool am.ilico, i quali appaiono colorati in vcrcre giallastro quando l'urina conti ene atebrina o i talchina o chem.iochina. In verità abb i amo potuto constatare che tale reazione è evidente solo nel caso in cui l ' urina contenga notevoli quantità delle sostanze in esame, mentre per quantità più piccole, ma anco ra appr ezzab ilj, l'etere! o l ' alc oo l amilic o appajono incolori. P iù acc urata è la tecnic.l seguente (W ats R. C. e G os h B. N. R ecords Malari a Survey of In d'i a, 4, 1934, pag. 367): alcalinizzare 100 cc. di urina con ro gr. di carb ona to di potassio. Aggiu ngere 20 cc. di alcool amili co; agita re. Trasportare in una provetta asciutta l 'alcool amili co : se qu esto è t orbido aggiungere qualche goccia di soluzione satura di carbonato di potassio. In presenza di atebrina si ha una fluorescenza verde. Sensibilità, affermata dagli AA . : presenza di atebrina nell'urina in diluizione di r : ro.ooo.o oo.

Abbiam o però potu t o constatare che a tale diluizi one la flu orescenza è vi si bile so ltanto ai raggi ult ravioletti. Essa , in oltre, può essere confusa con '

c;E :'-. l:. k :\ LE DI SANITA ' M! LrJ ARie L.1 l-.v r Jt<mo J i Mic roh •ologia e tto re : maggio re m edi co don. C .a.ABRÒ
m.og0 tc> re ch im ico (3 r m 3costa , c:1po sc? oonc
o n GAU R11 1f.

la fluorescenza azzurrastra che si ha con q u esto metodo quando ne ll 'urina è presente urobi!ina. Il metodo è poco pratico, richiede forti quantità di reattivi, una attrezzatura di laboratorio più complessa per ricerche sistematiche su larga scala, senza contare che i vapori di alc oo l amilico, usato in forte quantità, possono riuscire noctvi.

Allo scopo di trovare qualche modifica ai metodi in uso che permettesse u na m aggiore chiarezza e prec1sione di risultati, sono state eseguite delle prove m questo laboratorio, somministrando atebrina o italchina a d1eci militari truppa che si sono vo lon tariamente prestati. Mentre sono ancora in corso gli espe rimenti per q uanto riguarda il tempo e la modalità di eliminazione dt tah composti da p:-.rte d ell 'o rganismo, riteniamo utile portare a conoscenza il metodo da no i spe rimentato e che ci sembra molto bene, '>Ìa per la sua sensibilit.ì s1a per la semp li cltà e rapidità di esecuzione. Si ver$anc in un adalto tubo da saggio (del diametro di 2 cm. circa) 15 -20 cc. di urina e si alcalinizzano fo rtemente con circa 5 cc. di ammoniaca eone. Si aggiungono in segLùto 7-8 cc. di etere etilico e si dibatte dolcemente, per non provocare la formazi one di i una emulsione, capovo lgendo il tubo, tenuto chius o co l dito ad una estremità, una quindicina eli volte. Ciò fatto si lascia il tutto in riposo per pochi minuti, allo sc opo di far separare l 'e tere . E' nece'>Sario e indi<>pensabile, per la riuscita della reazione, che l'etere separato alla superficie dell'ur ina sia perfettamente limpido. Per accel erare tale separazione, a volte lenta e difficJe, basta versare nel tubo due o tre grammi di solfato di sodio secco c dopo qualche minuto agitare lievemente CO'l una bacchettina di vetro l'etere sop rasta nte all'urina, senza toccare quest'ultima. Mediante una pipetta si trasp or ta l'etere limpi do in un altro tubo da saggio pulito ed asc iutto, nel qua le, tenend olo leggermente inclinato, si versano goccia a goccia 2-3 cc. di ac ido solfo rico concentrato, facend o cadere l' acido lungo le pareti del tubo, in modo da n on farlo mescolare con l' etere. Alla superficie di separazione dei due liquidì appare subito un caratteristico anello verde giallastro, che si vede nettamente, specie esaminando su f ondo bianco. Dal colore verde più o meno intenso dell'anello s: può giudicare anc h e, in grosso m od o, ]a quantità di atebrina contenuta nell ' urina. L a reazione è stata provata , seguendo la stessa tecnica, su urine contenenti rabarbaro, pirarnidone, chinina, urobi lina, pigmenti biliari, acido picrico, prodotti sulfamidi ci, chinolinici ecc. m a sempre ha dato risultati negativi, per cui non esitiamo ad affermare che essa è s pecifica dei composti acridinici. NcPe soluzioni acquose d1 atebrina, la reazi one si mostra ancora nettamente positiva pe r diluizioni di r :s.ooo.ooo.

Il procedi mento è basato sulle note propri età chimiche dell'atebrina o prodotti simùari. Trattando infatti l'atcbrina co n ammoniaca o gli alcali 1tninerali o carbonati alcalini si libera la base sotto f orma di un olio viscoso

giallastro, solubile in etere. L' acido solforico, in cui l 'atebrina base è molto solubile, la estrae totalmente d a ll'etere, dando lu ogo alla formazione dell'a-

nello di cui si è Dopo m olte o re l'anell o si allarga e alla fine, con l'evaporazione dell 'e tere. b base passa tutta in soluzione nell 'ac ido sol fo rico, c he assume una fluoresccnzn verde gialbstrn.

- L'A. ùopo aH:r accennato i 1ari mctodi di rircrca qualitativa dci composti nell ' urina , espone un metodo di ricerca da lui moùificato, che per sensibilità, per c rapidirà di esecuzione s i presta bene per la ricerca c.l clra tebrina c prodotti si milari ncll'ur ina.

- 1'\ach cincm H inweis auf die zur tJuan titativcn Fcststcllung der akridinischcn Verbmdungcn im Urin Meth odc n, untcrhreitet der Verfas ser eine von ihm um gesta ltcte dic sich intolgc ihrcr Gemtui)!kcit, sowie Einfachhcit und SchncJl igkc it der Durchfuh run g z ur Fc ststelhmg dcs Atcbrins und iihnlichcr Erzcugr :issc im Urin gut cignct.

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577 •581 ( '939)· Coopcratira Milano, HH ,.

___ ..,___ _

I SULFAMIDICI NELLA STOMATOLOGIA

Do tt. At.vts E PF•E<><•>< , tcnc·tH c capo reparto.

Da quando nel 1935 fw-ono mess1 m commercio i primi suHamidici, il loro uso si estese in tutti i camp1 del!a medic in a e le ricerch e per trovare derivati sempre più efficaci divennero intensissime.

Così, trov ato il cc Prontostl rosso !>, efficace specie contro gli strcptococchi e dimostrato che l'azione antibacterica era dovt1ta non a l radicale azoico ma al paraminico (Mitti, J3ovet, T refouel) furono sperime ntati nuovi prepa rati con il r adicale paramino-fenil-sulfamidc (Streptosil) i quali si rivel arono attivi nelle forme date d::t strcptococchi, virus fìltrahile tracoma , mcningococco, streptoba ci llo Ducrc y _

Vennero studiati poi i derivati sulfamidici con azione più spiccata sulle forme stafilococciche, e tra questi i dis:;ulfonamidici (Uliron, Cocladina , Antir.occina), si dimostraron o molto attivi contro le forme stafilocnccichc e gonococcidhe, ma assai tossi ci per la presenza dci due gruppi metilici.

Proseguend o le ricerche , 11el 1938 Wbitby fece conoscere gli otti m i risultati ottenuti con i derivati piridin.ici, i quali agendo anc he sulle forme streptococciche, stafilocciche e colibacill ari sono di azione più intensa nelle f<mne morbose causate da diplococchi , ma più tossici dei dissulfonamidici.

Cercand o di eliminare questi difetti si :mivò allo studio dci derivati tiazolici, meno tossici dei precedenti, m eglio eliminal:lili dall'organismo , di nione terapeutica nettamente superiore ai piridinici contro gli sta fil ococchi e e · - a di concentrazione nel sangue - di uguale efficacia ai pirid1n.ici per le forme gonococciche e meningococciche.

Ma le ricer c he sulla chemioterapia sulfamidica non si ar rest nrono qui ; nel 1940 in America fu rivel ato un nu ovo derivato, la Sulfamido guanidina, cd in seguito comparve anche in un derivato guanidinico, il quale si dimostrò attivo contro le diverse for.ne di infezioni intestinali , l'Aseptilguanidina.

Nel campo stomatologico le ricerche sull'azione terapeutica dei sulfamidi ci furono iniziate più in ritardo rispetto alle altre specialità della m edicina e tuttora tali ricerche non abbondano.

Nelle affezioni stomatologiche mediche di settica la suLfamid oterap ia ha dato a lla maggioranza degli AA. buonissimi r isultati ed i n Ital ia Ruspa, dopo aver preso in esame e curato coi sulfamidici un centinaio di cas i con diverse manifestazioni infettive della bocca, concluse dicendo dhe

INFERMERIA PRCSIUi t\RIA - IC ICI
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le stomatiti, le gengiviti, le pericoronariti e le disodontiasi sono state le affezioni nelle quali ha ottenuto i migliori risultati c che senza l'intervento del chirurgo furono portate a guarigione con la sola terapia sulfamidica associata a norme igienico-dietetiche.

Vedremo in segulto quali ragi oni s i poss ono addurre per spiegare la maggiore efficacia dei sulfamidio ne ll e affezioni della boccale.

Nei process1 paradentitici Kamrat e Lehourg nel 1939 ottenne r o ottimi risultati con l'uso della Novamidc 109 M.

Ruspa osservò anche un buon migl wramento nei processi paradentitici con l'uso dei sulfamidi.ci , m a rilevò che questi miglioramenti avvenivano specie nelle forme acute. I l numero dei è però troppo esiguo per poter fornire un giudizio preciso.

Nelle adeno linbngioiti ccrvi<'..ali di origine odontogena Ruspa ebbe solo miglioramento con l'uso d i tlazolici c fu necessaria l'estrazione del d ente per aver la guarigione.

Nelle varie forme stomatologiche dh;rurgiche settic he , i risultati dell 'uso dci sulfamidici n on se no co aco rdi c mentre gli americani annunciano guar:ìgioni di ostc o flcmmoni odont og eni anche 24-48 ore altri , fra i qu a li pure Rus pa, sono meno ottimisti ed i risultati da loro ottenuti consigliano un atteggiamento più prudente . Così su 23 casi di asces.>i odontùgeni e flemmoni esaminati e cur a ti con sulfamidi ci per via orale e parenterale, Ruspa ebbe: 2 casi letali per setticopiemia e consecutiva trombosi del seno cavernoso; 2 casi di ittero con contemporanea cianosi i un caso con solo ittero, mentre i rimanenti 18 non guarirono che dopo 1'intervento chirurgico. Lo stesso A

1n seguito a ricerche su 24 casi di osteitc ed osteoperiostite riferisce che in un caso di osteite il p. versò in pericolo di vita, per diffusione del processo al pavimento della bocca e successiva setticemia benchè fosse stato trattato con sulfamidic1 in d osi e tempo opportuno e solo con l 'asportazione del Jente cariato si ottenne un miglioramento. In un altro caso si verificò lma nevrite passeggera diffusa agli altri inferiori ed in un terzo caso si manifesta r ono sintomi di intolleranza con disturbi gastrici e vomito. Nei rimanenti casi si ottenne con l a cura s ulfamidica un miglioramento, ma la guarigione avvenne solo dopo l'intervento chirurgico.

A questo propos1to credo non inopportun o riferire di un caso curato d a un valente dentista clhirurgo, da mc seguito nella sua evoluzione clinica. Si trattava di una avanzata disod ontiasi del dente del giudizio cariato, con raccolta purulenta sotto il cappuc cio gengivale con forte reazione della mucosa e tris m a. D opo aver incis 0 lart;amente il cappuccio gengivale, dato esit o al pus irriga ta c disinfett ata b cavità neo formata si rinviò l'avulsione del dente a causa del forte trisma. Dopo 36 ore non avendo nessun accenno di miglior:Jmcnto, si estrasse il dente e, malgrad o il trisma fosse pressoc h è invariato, il tr:lUma fu minim o .

La cura sulfantidica inttnsa, iniziata due giorni prima dell'incisione del cappuccio gengivale, fu proseguita e intensificata dopo questo ink rvento ma non si ebbe nessun giovamento in quanto l 'i nfezion e si al pavimento della bocca ed avvenne una setticopiemia che portò a morte il p. malgrado tutte lr. cure me<L.cbe e chirurgiche prestate.

Kammt e Lebourg nel 1939 utilizzando la N ova mi&e 109 M. su 200 p. affetti da manifestazioni infettive stomatologichc riferisc ono risultati oltremodo soddisfacenti come, per esempio, guarigioni di osteoflemmoni, ascessi odontogeni e paredent1ti apicali nella media di giorni e senza nessun <.aso di !nt olleranza.

Anche Goldschmidt ottenne buoni risultati con sulfamidotera:pia nelle celluliti perimandibolar\ da disc.xlontiasi del dente del giudjzio.

Shireus propone wta cura mista siero- su lfamidica nella gangrena gassosa da praticarsi nelle prime ore di incubazione a scopo profìlattico abortivo, e nelle infestioni già m atto a scopo terapeutico. L ' A. consiglia cd insiste di praticare tale terapi::t dato che <.Juesta in ogni modo non può essere dannosa.

Recentemente (maggio 1942) il prof. Domagk riferendosi alle sue esperienze richiamò particolarmente sulla importanza che il sulfa· mid'ico « Tihatm » e « Marfanil >> posson o- avere sul trattamento delle ferite settiche c conclude che nel campo sperimentale i suddetti sulfamidici si sono dim ostrati di prevenire e guarire la gangrena gassosa.

Weid.ecamp uulizzando il Prontosil nclie fonmc miste di tubercolosi ossea e a>tcomielitc, ha constatato che l'azione dii questo si.Jlfamid ico è in proporzione ind'irctta rispttto al tempo cui risale l'infezione mista e conclude per la necessità di ulteriore ricerche allo scopo di accertare l 'effetto dei l avaggi dei tratti fistolosi con Prontosil, dato che il numero dei casi studJati finora è esiguo.

Nelle cisti rad i.co lari fu usata anche la sulfamidoterapia ma si ottennero risultati incerti e le guarigioni sicure avvennero solo dopo l'intervento chirurgico.

Del pari, nelle calcolosi salivari infette con scialodochite fu usata da R uspa la sulfamidotcrapia seguita dall'asportazione del calcolo ed il decorso fu ottimo

Nelle ferite e nelle fratture infette la sulfamidotcrapia fu da molti AA. e somministrata sotto varie forme (pomata, iniezioni, polvere) dando quasi sempre un buon contributo per la rapida guarigione, prevenendo eventuali complicazioni causate da llo stato settico. Abbiamo già accennato come Shireus consiglia la terapia mista siero-sulfamidica, per prevenire e curare b gangrena gassosa e come Domagk at tira l'attenzione suLl'azione tcrapeutica del « Tiba·tin » e l< Marfanil n

I sulfamidici fur ono usati anche per render e possibile l'iniezione di anestetico nei tessuti infiammati c si è visto che essi evitano le n sulfamidico viene iniettato assieme àll'anestet.ico e p oic hè la para-amido-

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Giornale di medicina mrlitare.

fenil-sulfamid'e può agire tanto da acido che da base, questa viene ad' influenzare favorevolmente anche il PH. dci tessuti infiammati oltre che ad agire sul fatto settico.

Fu asserito che i sulfamtdici se associati agli anestetici perdono la loro azione curativa ; Tempcstini invece, in seguito alle ricerche fatte, dimostrava che tale ipotesi era infondata .

Fra le forme infettive stomatologiche pertinenti anche alle altre specialità più jmportantr, nella sinosite masccllare purulcnta, che nella maggioranza dci casi ha origine odontogena, i sulfamidici si dimostrarono di grande giovamento, pur non potendo ovviare sempre l'intervento chirurgico. I sulfamidici in questo caso rendono più facile l 'intervento e più raptda la guarigione evita ndo l.e complicazioni.

Anche nelle forme infettive generalizzate dì origine stomatogena i sulfumidici vennero impiegati, ma come abbiamo visto non sompre si dimostrarono ed anche se associati all'atto chirurgico non sempre riuscirono a portare a guarigione. Infatti mentre alcune volte la semplice cura sulfamid!ca, somministrata a dosi e tempo opportuno, basta per portare a guarigione, altre volte dovette essere all'intervento chirurgico, altre volte ancora neppure questa associa?:ione riusciva ad imped'ire la diifusione dell'infezione.

Le vie dt sommtmst razione dei sulfamidici nelle affezioni stomatol ogiche h anno una grande importanza; la via locale si presta molto bene e per i vantaggi che presenta è la più consigliabile. Così la sedie delle affezioni stomatologiche può impedire la somministrazionc sulfamjdici per os, mentre ottima è la loro somministrazione per via l ocale sia sotto forma di polvere pasta dentifr icia, pomata, colluttorio sia per iniezioni locali endofocali, penfnca li oppure associate endo-perifocali; inoltre vi è la via endovena, di rapida introduzione ma anche di rapida eliminazione; tanto per via endovena che per via orale la sulfamide, dopo ave r raggiunto la concentrazione optimum nel sangue (4-Q mgr. per cento cc. di sangue), viene distribuita uniformemente in tutti i tessuti eccetto in quello osseo e quello adiposo. Questi tes sut: rimarrebbero perciò indjfesi dalla cura sulfamid!ica non locale. A questo proposito sarebbe di grande interesse conoscere con precisione il meccanismo di azione dei sulfamidici; la maggioranza degli AA suppone che i sulfamidici espl ichino una azione sui germi sia legand 'osi all'acido paraaminico-benzoico, componente indispensabile per la vita dei streptococchi, come sostiene W oods, o facendo perdere ai germi il l oro potere di difesa e facilitando con ciò la fagocitosi (Whitby) sia inibendo, una volta assorbiti dai germi, la attiv1t.à metabo]ica fino a rendere impossibile la loro riproduzione (Whitby), ovvero arrc:stando Ja fermentazione protoplasmatica, come ritengono Domagk, Donatello, Sohlossenbcrger.

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An che i risultati ottenuti .:1ella pratica sol!o tali da consigliare la via l oc ale ; T cmpestini c B.ianco applicando le iniezi oni endo e perifocali in 107 casi di ascessi, fltmmoni e idrosad eni te: di diverse regioni del corpo, ottenn ero la guar igione in 3-4 giorni in 92 casi e in 19-20 giorni negli altri 15 casi. In o ltre in 38 cas1 di ascessi caldi na t ica trattati con sulfamidici per via localt ebbr g u arigioni nella media d i 3 giorni e gli altri 8 nella m edia d i 19 giorm .

Riberi o, M arotta ed altri ann uncia r ono di aver otten uto bu oni risultati con la somministrazione locale dei sulfamitl ici i i no!tre degtù di rilievo sono i ri'lultati « ecceziona li» ottenuti dal dermato logo J aege r col trattamento sulfamtdico locale in certe affezioni delle mucose, come pure i buotù ri sulta ti e la praticità dt tale via di somministrazione nel campo dell a medicina milit:tre (De Gaudenzi).

Tuttavi a, malgrado i vantaggi ed i buoni risultati ottenuti nella somm inistrazionc per via l ocale dei sulfamidici non dobbiamo svalutare nel campo stomatologiw le a ltre Yic, questo anche pe rch è è risaputo che i sulf <l mid ici sommirustrati per os e via endovc;na ,·engono distribuiti nella saed è a questo fatto che penso sia da attnbuirs i la m aggiore efficacia della sulfamidoterapi a orale e parcntcrJlc delle affezioni settiche della mucosa boccale in quanto i rulfamidici eliminati con l a saliva, agirebbero l ocalmente ed in modo continuo.

Ria s!: umendo }>@Ìa m o che nella st omatologia le ricerche tcrapeuti ca dci sulfamidici sono t utt'altro che esaurite.

D alle ricerche de1 va ri AA. risulta che in crumpo stomatologico le varie f or me settic he med iche della mucos a lunn o risposto megl io alla sulfamidot erapia. Qu esta maggiore efficacia credo poterl&J attribui re in parte anc he alla prest:n.za dei :mlfamidici nella saliva .

Nelle f o rm e stomatologiche settiche chi r urgich e i sulfamid1ci si dimostr ar on o grande giovamento ma non tale <fu escludere sempre l'atto dhirurgico l a quale pretesa è considerata d ai varli AA . come un errore med ico in quanto se anche i sulfamidici in qua! che caso chiru rgico all 'inizio, • ·possono fare abortire l 'affezione c he sta per formarsi, ciò n on avviene nella maggioranza delle a ltre forme ove si richiede 1'in tervento chirur gico, così si descrivonL) casi letali perchè, sebbene curati opportunamente con sulfarq\d'ici, fu rono risparmiati dal 'i nteryento chirurgico, m en tre altri n elle ste-;c:,. condizioni grayi vennero salvati con l'intervento del chirurgo.

Per quello ch e rigu arda le vie di sommi nistrazion e da prefcrirsi in stomatol ogia è consigliabile la via locale sia perchè più sicuramente porta il medicam en to nella quantità < · nei t essuti voluti, sia perchè può essere somminis tra ta con la stessa pun tura esplorativa, cvacua,tiva o anestetizzante, sia perchè evita i disturbi di intolleranza, sia infine perc h è nella pratica si è dimostrata spesso più efficace d'elle altre vie.

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RtA SSUNTO. - Nel campo stomato!ogico le ri cerche sulla sul(amidoterapia satrseg· giano. Da qua nto fu rilev:uo dai vari AA. risulta che que sta terapia ha dato risultati migliori n elle affez io ni settiche medi che della mu cosa boccale che non in quelle chi · rurgichc, nelle quali la sulfamidoterapia facilita l'intervento ed accelera la guarigione evitando le complicazion i, m:t non può escludere semp re l'atto chirurgico . Questa ma ggior eff icacia n el le forme settiche ne!la muco sa boccale viene att ribwta dall'A. a nche all'azione loca le del sulfamidico elimin:llo con la saliva. L ' A . cons iglia la via locale di somministrazione sia pcrc h è è la che porta il medicam ento nel t ess uto osseo e adiposo s ia perchè m egl io associabile con le cure chirurgiche, si a per l' efficacia con(erm::tta nella pratic::t.

- Oic Erf::thr u ngeo iiber die W ir ku ng der Sulphamydbehandlung bei Erkrank un gcn de r MundhohJ.: sind ziemlich sparlich. Aus den Angaben e i nigcr Autoren crgibt sich, dass $ÌC sich bei der 13ehandlung medizinischer Erkrankungen septischer An der Mundschlcimbaute vie! bcsse r bewah rt hat als bei chirurgischen Erkrankun gen, wo durch Anwl!ndun;; d e r Sulphamydotherapie der Eingriff erleichtert wi rd und dic H cilung un ter Vermeidung von K ompl ikation cn beschl e unigt wird ohn c dass j-cdoch in allcn F alle n der chirurgische Eingriff umgangen werden k onn te D e r Verfasser schreibt d icsc grosscre Wirksamk cit cles Mittels bei den scptisch c n Forme n d e r Mund !chlcimhauterkrankungen auch der or tli chen Wirkung des Mitt cls z u, das durch den Spcic h e l ausgeschicdcn wird. D e r Verfasser e mp fiel t die lokak

Verabr cichung des Mitt cls, 5C i es weil die!c Art der Verabreichung als einzige Med ik ament dcm Knochen uncl Fcttgewebe unmitt clba r zufiihrt, es weil sic s ic h am bcsteo mit der chirurg isc h cn Behandlung vereinigen Hisst und weil sie sich sc h : iesslich erfah rungsgemass am be sten bcw3hrt hat.

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Direttore: capitano medico

SU UN NUOVO METODO DI CURA DELLA SCABB I A

Dou. S\LVArou Dt '"filan o m cda co Dott. EuO AROO souote nuuc mc<lico

La scabbia, maJauia sociale, ha sempre interessato i l medico militare, percbè, in tutti i temp!, è stata laigamente riscontrata fra i soldati. La malattia dilaga specialmente in 1empo di guerra, tra le truppe in campagna, obbligate a viver e molto spesso, per necessità di cose, in ambienti dliiSadatti, agglomerate, in condizioni igieniche di r.ado soddisfacentj.

Il rapido diffondersi della malatt ia nella · comunità esige sempre un energico intervento curativo e profilattico per ogni caso riscontrato.

Molte terapie furono usate con s.uccessi più o meno brillanti, più o meno rapidi. La terapia ideale da usarsi per i soldati in campagna deve soddisfare le !Cgucn ti cond izioni:

1 " sicurezza dei risultati;

2" facilità d ' impiego;

3o guarigione nd minor tempo possibile;

46 - materie prime autarchiche e r eperibiH in quantità rilevanti.

Passeremo in rassegna i principali sistemi di cur<tJ, per soffermarci poi su una nuova terapia, incidentalmente scoperta presso il centro di profilassi e cura della scabbia di una divisione mobilitata.

La cura classica, imposta dall'esperienza, e dal lungo uso è quella con l a pomata di Elmerich e con la pomata ai polisolfuri, le quali senza dubbio, rispondono ai requisiti della sicurezza e rapidità d ci risultati, ma con una certa frequenza dànno luogo a derrn.iti irritative e non possono essere usate su regioni eczematizzale, facilm en te riscontrabili negli scabbiosi.

Non è poi da trascurarsi il fatto che qualche volta tali pomate non pei1Vengono preparate a regola d 'arte, per molteplici ragioni. Tale cura dassica presenta inoltre gravi inconvenienti riguardanti s peciaJmente tutto il complesso dell'organizzazione, ostacolando sopratutto l'intendimento del risparmio da pGtte d eli 'E rario.

La biancheria usata dall'ammalato rimane intrisa completamente di grassi, spesso non saponificabili, per cui occorre:

1° - una maggiore quantità di legna pe r sottopoda rjpetutamente alla bollitura, a vapore, pe r l' es trazione del grasso dal tessuto;

2 " - m.aggiore spreco di sostanze l isciviatri("i e detersive;

3o - conseguente maggi r,r e della biancheria.

468 o OSPEfMLE DA Ct'u\iPO
c
d
u. SALVATORE SJMOSI:

Inconveniente più grave: il forte consumo di grassi, usati come eccipienti nella confezione della ·pomata, dei quali in questo periodo di emergenza, la Nazione ha un particolare bisogno.

Altro me dicamento usato è il benzoato di benzile, derivato della serie aromatica, dimostratOS I otti mo wtto ogni punto di vista, ma per la preparazione del quale scarseggia la materia prima.

Altr:t cura presenta il vantagg1o d el! 'i mpiego di sostanze autarcJùche, è quella con gh iposolfìti di sodio al 40 'io , e acido cloridico al 4 % soluzione da usarsi separatamente, m edian te frizioni, ciascuna della durata di 40 minuti, sull'jntcra superficie cutanea. Questo sistema riéhiede largo impiego di personale, non sempre disponibile negli ospedali da campo, inoltre pr ovoca spesso l'insorgenza di dermiti, 'Sia a carico degli ammalati che a carico cld pers0nalc addetto.

Merita menzione pure la soluzione di solfuro di calci·o di Vleminek.x:

Fion di zolfo gr. 250;

Cal ce viva gr. 150;

Acqua gr. 2500, che si ottiene facendo bollire gli ingredienti suddetti fino ad ottenere 1500 gr. d1 liquido, da spalmare sulla cute dell'ammalato dopo bagno di pulizia. Questo me todo, pure impiegando farmaci di produzione comune ed autarchica, noc è. di comoda attuazione, per la mancanza presso i reparti mobilitati non solo di zolfo ma specialmente di calce viva, la quale, anche se fosse in dotazione, presenterebbe gravi diffic oltà per la conservazione . La soluzi·one di solfuro di calcio provoca. inohre frequenti dermiti.

E ' stata scartata l'antic:t cura con i vapori di zolfo, perchè un ospedale da campo non dispone di attrezzatura adatta e non sostituibile con mefozi di fortuna.

Non prendiamo in considerazione altri metodi di cura, numeoosis-simi, anche se ott:mi, perchè richiedono l 'uso di sostanze non autarchiche e d ' alto costo.

Fin dalla costituzione del centro di profilassi e cura della scabbia in questo ospedale, ci siamo preoccupati d1 cercare un mezzo di cura tale da elimin are, per quanto è possibile, i lamentati inconvenienti e sopratutto lo enorme co:1s umo di grassi, che con l'uso di pomate vengono sottratti ad i mpi eg hi molto più .i mportant i. per la Nazione in guerra . Il m etodo che stiamo per espo rre, ci sem bra rispondere a quanto ci eravamo prefisso.

Nel rilevante numero d1 ammalati curati con i mezzi consentiri dalla farmacopea militare , alcuni presentavano, oltre alle lesioni caratteristiche della sc:1bbia, delle piaghe multiple. c he abbjamo trattato l'impiego della comune soluzione di steridrolo a l 10 (dieci per mille) senza applicazione locale di pomata antiscabbiosa, preoccupandoci di curare anzitutto le piaghe ed in un secondo tempo la scabbia. Si è notato che nelle regioni trattate con la di steridro)o non solo si aveva la rapida guarigione e detersione

214

delle piagh e, ma contemporaneamente l'attenuazione e la scomparsa del prurit o; i'ammalato accusava migli o r a mento e senso di euforia.

In alla cura si notava una lieve disidratazione d e lla cute sulle regioni trattate.

Sospettando che il cloro potesse avere un'azione su ll 'acaro, abbiamo provato l'applicazione delht soluzione: rulle regioni colpite d'cl scabbia, ma non presentanti alcuna p iaga, ottenendo un sorprendente successo in quanto che i sintomi su bbiettivj della scabbia si attenuavano rapid'amente e si dileguavano nel periodo di pochi giorni.

Pure i sintomi obbiettivi (vescicole, eminenze acariche , cunicoli) regredivano di pari passo.

Incoraggiati da questi primi risultati si pensò di esperimentare s u più larga scala il metodo, portando la soluz:one a concentrazioni maggiori: 2D-30 °( oo (venti-trenta per mill e).

A questo riguardo, pur notando che la maggior concentrazione, entro i limiti riferiti, non apporta nessun disturbo ai pazienti, non · b a; effetti notevoli nei riguardi de i risultati.

Con la soluzione al ro o; oo (dieci per mille) sono stati curati in questo centro di profilassi e cura della scabbta un centinaio di casi

Il metodo usato è il seguente: applicazione di due impacchi quotidiani sulla r egione affetta da scabbia, che vengono lasciati in sito una o aue ore.

Negli Ì!lten·alli fra gli impacchi si praticano frizioni su tutta la cute \3-4 fri?:ioni a l giorno).

Il trattamento vene proseguito fino alla sco m parsa totale d ei sintomi soggettivi (prurito).

A cura u ltimata s i nota:

1 ° - lieve d1sidratazione ddla cute;

2 ' - regressionc tota!e dei sintomi obbiettivi.

In segu ito, se la diSidratazione si presenta di un certo grado e tale da dare senso di bruciore o lieve prurito (inconfondibile con quelli da scabbia pcrchè molto meno intenso e continuo) si procede ad una, due applicazioni d i ossido di zinco, sufficienti a dare alla cut e l 'aspetto normale.

Circa il meccanismo d'azione si pensa che la morte d'di'acaro avvenga per azione diretta del cloro. Non è da escludere che la progressiva disidratazione della cute possa di per sè creare un terreno poco adatto allo sviluppo ed alla vita dell'acaro.

Su cento casi curati, il periodo m edio, necessario alla scomparsa dei sintomi della scabbia è il seguente:

n. 14 CaSI: gg. 2

32 )) )) 3

)l 20 )) )) 4

14 ))

4 ))

gg. 5

215
))
))
))
n r6 casi: )) 6 ))

I casi ai qualj corrispondono un periodo più lungo di degenza si riscontrano ad ammalati da lungo tempo contaggiati, con profonck lesioni da scabb ia e che presentavano complicazioni (eczemi).

Col mezzo di CUI'él> escogitato (n'Jll ci consta cho il metodo sta stato altra volta sper imentato) si sono ottenuti i seguenti risultati:

I 0 - il numero dei giorni di cura è limitato ad una media di c irca · 4 (quattio) giorni;

2° - nessun disturbo secondario è dato alla cute;

3o - maggiore ri spa rmio di legna, sapone e di biancheria che non h a più bisogno di essere sottoposta a diversi, complicati e costosi procedimenti per essere sgras:sata;

4° - eliminazione completa del consumo dci grassi che, data la diffusione ddla malatti<l' è attualmente notevole; .

5o -l'uso di un medicamen to di facile .imp ie go, di costo limitato, autarchico, di facile conservazione e di larga distribuzione presso i r eparti mobilitati e in linea, pet cui può ri sultare facile la bonifica, anche presso gli stessi reparti per i soldati affetti da scabbia, sia pure in di luogo sfavorevoli.

RtASSUNTo. - Gli AA. propongono per la cura della scabbi<t soluzioni di cloro al IO Ofoo·

ZusAMMENFASSUNG. - Die Verfasser schlagen dic Bcni.itzung ciner IO 0 / 00 ChloriOsung fiir die Bekampfung der Kra: zc vor.

216
· .

CONFERENZE E D IMOSTRAZION I CLINICHE NEGU OSPEDALI M I LITARI

ELENCO E SOM.\IARI DEG LI r/RG( J.\-fEN 1"1 TRATf.-11"1. (Do1i tJIIIJ di S umtiì mili tarr nel ft"b broi o 19 4 ]-XX/).

AREZZO (Ospedale mil. territ o riale). Capi1ano medico UM8 EI\TO BE!"\1: Malattie dell'apparato respiratorio

L'O. riferisce di una uumcrosa ca sistica di malati dell'apparato re spiratorio sof· fermandosi sull'importanza dell ' esame rad10logico, sul rratt:Jmento sul(amidico delle polmoruri, sulla differenza d'evoluzione deile forme tubercolari dell'apice a dpo produttivo e le forme infiltrative tubt-.rcolari c sul trattamento ddle cssudative. Riporta un caso d'infarto polmonarc manifcstatosi dur01ntt: un:l flebite.

ARPINO. Sottotenen •c mt:dico prof. VITo PATRONO: Vecchio e nuovo in tema di malaria.

L'O., dopo aver brevement e accennato ai concetti sulla patogenesi della infezione malarica, ricorda la ipotesi di Golgi (1893) e di Grassi (1901), ripresa nel 1931 da James e ulteriormente dimostrata e sviluppata in particolar modo da Raffaele e la esposizione sommaria dei risultati c delle conclusioni delle ricerche di Corradetti e cti Missiroli (che non si allontanano essenzialmente dai concetti claS!ici), secondo t.ui le forme csocritrociùche del parassita .!Thllarico :.vrebbero solo una importanza zoologica, e non sarebbero nè la causa della re sistenza dei parassiti all ' azione dei medicamenti, nè la deiJe recidive.

Sulla guida dei fatti finora incquivocabilmeme e da turti accertati, l'O. cerca di conciliare le due opposte concezioni c conclude che la terapia della malaria deve seguire una triplice diretùva, e cioè: t" - distru g gere le endoeritrocitiche del parassita malarico (col chinino, con l'atebrina e con altri medicamenti); 2 ° - potenziare i processi immunitari dell'organismo; 3• - agire sull<! forme esoeritrocitiche del parassi ta malarico con medic:.menti capaci di ancorarsi in maniera atùva alle cellule del sistema reticoloendotcliale (l'O. accenna alle ragioni, per r.ui preferisce - almeno per ora - gli arsenobenzoli). ·

Trattando dci medicamenù attivi sulle forme endocritrodtiche del parassita malarico, l'O. espone i favorevoli risuitati da lui ottenuti nella malaria da p)asmodium falciparum con l'uso di un preparato a base di 4 -4' dklminodifenilsulfone, di cui prospetta il probabile meccani! mo d'azione.

A tal riguardo l'O. r icorda i moderni concetti sui fenomeni di respirazione cellulare e l'importanza che in essi hanno alcune vitamine (PP, B, B, C), accennando infine ai primi risultati di tutto un gruppo di ricercht: thc ha in corso sui rapporti tra malaria e vitamine.

BRESCIA. Tenente medico prof. GwsEPPJ:: PoRTA: Tecnica operatoria.

L'O. espone succintamente Ja tecnica operatoria, le jndical-Ìoni, le controindica7loni e i pericoli dei vari mc·todi di indagine endocranica (vcntricolografie, t:ncefalografic, angiografie) secondi") la tecnica di Dand>·· De Martcl, Mak Comoel, Capelle, Dogliotti, Balado, Buigel, Egas Monitz.

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CAGLIAR I. Ten e nte medic o Pt ET ttO Pt NO: P r: rniciou malaricht:.

L 'O. òiscut e 1111 caso di roma n1abr i•o c-apitato alla su:>. osservazione nel II rep:mo medicina. Dopo ave r acce n nat o breve mente al problema dia g nostico differenziale, si intrattiene sull'ct iopa togcncs i dd grav(· quad ro morboso le più mod e rne vedut e .

Tr atta delle pe micio se in ge ne re c de l loro po!imorfismo si nt omatolo g i co.

In siste su lla nc:ccssjtà di un tempes ti vo or ientamento diagnoMico e di un più c he tempesu vo int erve nto tcrapeutico, se si \' Uolc ave re speranze di sah are gli infermi.

CALA M BRONE (Ospeda le mil. t errito ri ale t< Vittorio Emanuele III >> ). T enen te mcdico ANGIOLO D EL GuEKR-\: l ntos rica<t.iont- d(/ trini!•'o tolu olo (toltune).

CALCI (Ospeda le mil. territoriale c, Villa Sem in :'lr io >•). P rimo capitano medico Gru

SE PI'E M oRI: ln filtrtlfo precoce di Asmann.

L 'O., dopo aver definito l' ln filtrato di Asmann, cr iti cato il termine precoce ed esposto la ricca letter:llu ra s ull 'a rgtlmento, si diffonde ampiamente sul qu ad ro cl i nico e radiologico di questa entità mo rbos:t, che rap presenta un a delle var ietà p iù freq u e nt i della tubercolo si ini zi:tlc dcll'aduho.

P as$a poi a descri \·erc tutte le cogni z i on i ez i opatogenetiche di qu esta m alat d a, vecchie e moderne, ed il reper to an:nomo ·patol og i co. In fine tra tt a della c ura cons igliando la sanato ri:ll e e b colla sso terapia precoce.

FIR ENZE. Maggiore medico prof. CARLO ALE SSANDRI: Pleu riti.

Partendo da ll 'osse rv azio ne del num ero rilevante di pleuritici visti nel Reparto accert amenti nel 1942 (3.6oo su lo.ooo malati) l ' O. fa alcune .:onsideraz io ni d'ordine e ziolo g ico e più d'ordine patoge netico della m:tiattia spec ie: in riferimento a studi eseguiti s u militari all'Istituto Forlanini di R oma

Inoltre si soffcrma sulle differt-nze patogeneti che d ella pleurite secca in rapport o all a pleurite essudat i va dal lato terape urico, avendo n o tato come risult anza frequente l 'esito plastico della pleurite, nei militari a cui era st ato tolt:> il liquido in un momento non propizio a taJe operazione, cons ig lia di non pr ocedere <!d essa, se non nei ca si di S i sofferm a in oltre su l valore di una d i:t g nosi precoce (possi bilme nte radiografica) d e lle pl euriti seconda rie a lesioni polmonari o preceden ti o co nte mporanee alia pleurite stessa per stabi lire te mpesti\'amentc un pneumotorace terapeutico in sostituzione della pleur ite.

LIVORN O Capitano medi co EGisTO Spunti di lona dinica e nella tu baco/osi.

Dopo una breve nella storia ddl a tubercolosi, l 'O . ri bad isce il conce tto della spec ifi c ità pato gc net ica tlella malattia:, confuta le var ie teorie sul la ereditarietà della t bc. polmonare, precisa l'importanza delle indagin i cliniche, r adio lo gic he e di laboratorio, illustra la comples sa organizzazione per la lott a contro la tuberco!csi

LU CCA (Ospedale mi l. te rrit o ri a le n. 4). M aggiore mc,l ico AtlJ ERTO NicOLA!: ]1/ust radi c.zsi curati in ospedale, co" esi t o di te Ulcus Tropicum ,,

MILANO. Capitano medico pro f. L eONARDO SAN SON E: .;;;ndromi ! plMichr.: e spie no · epatiche. FiJiopatologìa e ciinitù.

Esposte in breve sintesi le nozioni più rece nti di istofisiologia splenica, viene ampiamente discussa la parogenesi del 11 tumore di milza », sottolineando che il /alfore congestìzio e l'iperplasìa pulpare si integrino :t vicenda nel determinismo dcl:e moclificazioni volumetrkhc del vircere ipocondriaco , sl da realizzare i due aspetti anatomopatologici della splcuomegalia cougcstizia e della splcnomcgalia fibroadenico.

L'O. richuma poi l'attenzione sulla diagnosdca delle splenomegalie e varie indagini necessarie ad una esatta :mpostnionc del giudizio clinico, soffe rmandosi a lungo sulle sindromi emolitiche, s plenomegalie tubercolari e sulla cosìdetta splenomegalia trombo -flebittco di cui r1e traccia i quadri clinici e le moderne concezion i patogenetiche.

Accenna, infine, alle complesse sindromi Rantiane ed alla loro provvisoria sistc· mazione nosografica, concludtndo c:hc allo stato in dcrte sindromi, non può essere riconosciuta alla sp le nomegalia alcuna priorità patogenetic:l.

/b. Capitano medico prof. CAI<LO MANctu : Sul giudizio di dipendw za da causa de servizio di ferite, lt:sioni o infermità. ( Pr()('edura. Criteri applicativi)

!b. (Ospedale mil. territoriale «Pr incipe di Piemonte 11. Centro mutil:!ti). T enente medico prof. FRA NCESCO MANORUZZATO; L'urea e la cura delle oJteomieliti di guerra.

La cura delle con l'urea , proposta nel 1938, era nata da esperimenti eseguiti con larve di mosca nelle ferite suppurate.

Dalle ricerche condotte in America secondo il sistema Baer, l 'O. si era convinto che l'azione delle larve non era totalmente meccanica ma anche bio logica e chimica; ricerche ulteriori hanno appurato infatti che l'escremento delle larve contiene allan · toina e urea, una delle sostanze più semplici derivant i dalla trasformazione proteinica ùell 'insetto.

L 'O. ha iniziato la cura delle osteomieliti e delle ferire settiche con due diverse soluzioni di urea, una del 2 l'altra satura.

Le virtù terapeutiche del medicamento sono dall'elimin azione dci prodotti oecrotici; la soluzione toglie l'odore alle piaghe, stimola il 7.ante e porta in un periodo relativamente breve alla guarigione.

Il metodo impiegato nelle osteomieliti spontanee dell'infanzia e dell'adulto ha dato risultati ottimi. Nei feriti di guerra l'urea è stata usata io un centinaio di casi su osteomieliti da fratture esposte in prevalenza femore e tibia.

L'O. passa quindi a descrivere il metodo chiuso secondo la Scuola Putti.

Esposti i due sistemi c ribadito il presupposto iniziale di ridurre ed immobili7.zare la frattura esposta, conclude che l'urea dà risultati p iù brillanti nelle osteomieliti spontanee o quando si tratta di agire w processi settici localizzati in superficie.

Il metodo chiuso della Scuo la Putti si è dimostrato più efficace nelle ostcomieliti secondarie a fratture esposte di guerra; in questi casi disturbando la ferita non si fa c he riattivare il focolaio e,! ini bire le difese organiche iocali.

L'O. consiglia quindi di usare l'urea ne!le os teomieliti spontanee ed in tuttL 1 proc essi settici nei quali sia possibile :.gire in s uperfic ie o dove venga chiesto un forte del processo di granulazione, ma di :menersi al metodo chiuso per le osteomieliti di guerra.

.219

571° OSPEDALE DA CAMPO. Sonotenente chimico farma cista W ALTER Rossi: Preptmtti sul/amidici e loro

Prem esso un breve cenno storico suile prime ricerche dei preparati sulfamidid, l 'O. si sofferma sui vari tipi di preparati e sulle loro az,ioni specifiche nei vari germi (stre ptococchl, gonococch i, pneumo;:occhi).

D ei principali prodotti l ' O. illustra bre\'emente la struttura le caratteristiche e gli effetti terapeutici.

Tra tta in modo ampio su di un nuovo preparato sulfamidico contro le infezioni intestinali : << La solfogu:u1idina >• e suJla terapia sulfamidica assodata

In f i ne accenna ai criteri che si devono usare nel prescrivere e sommtnlstrare, a se· conda dei casi che loro si presentano, i vari f ul fumidici .

l>IACENZA. Maggiore medico AussANDRO MoTTI: T a.:; pia medica dell'ulcera gastrica.

L'O. ha iniziato il suo dire con richiamo sommario alle principali dottrine eziopatogenetiche dell'ulcera che an cora oggi contendono il camFo.

Si è dilungato quindi sulla terapia medica dell'oJcera gastrica trattando estesamente dei provvedimenti esscnzialmenrc igienico-dietetici che: devono esstre U$:lti in ogni caso; e dei provvedimenti essenzialmente medicamentosi che potranno 'ariare da caso a caso, ilJustrando tutti i metodi di cura u s:.ti e soffermandcsi in modo speciale sul trattamento con iniezioni di << Pepsina » e con iniezioni endovenose di u Benzoato di soda>>

Ha concluso che la terapia igienico-dietetica applicata con rigore costituisce la cura classica dell'ulcera gastrica; gli altri provvedimenù di cura hanno essi pure valore considerandoli come terapeutic! complementar i, integrativi della classica cura igienico-dietetica.

PISA (Ospedale mil. territoriale << La Carità »). Maggiore medico prof. Gu1oo CoLOMBINI: Criteri di opportunità relativi al tratwm e nto chirurgico dei monconi di arti residuali a gangrena da congelamc:nto per o/tener/i ortopedicamente adatti.

L 'O. ha riferito su circa 8oo casi dei quali una centuria trattati chirurgicamente ed ha concluso:

1° - che le demol izioni chirurgiche uei casi di gangrena umida o settica debbono essere eseguite quanto più è possibile precocemente;

2° - che le demolizioni in casi di gangrena secca o possono essere tardive, senza però attendere la caduta spoutanea del « caput mortuum » e che si debba i ntervenire su tessuti sicuramente integri c ricoprire i monconi sufficientemente di parti molli;

3° • che la cura di .1ttesa sia nei casi di gangrena umida che secca possa essere quella degl i impa cch i di alcole, disidratante nel primo caso, mantenente la forma secca nel secondo.

Ha passato poi in rassegna i vari metodi di ana lgesia -anestesia da lui adoperati dando la scelta all'uno o all'altro a dci casi.

l b. T enent e medico ALFONSO GRASSEJ.LII'll: Nej1ùi di guerra

SA VIGLIANO. T enente medico GIOVANN I CAPITOLO: Genesi della tu baco/osi postprimaria.

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TREVISO. Tenente medico RoooLFO SMERALDI e Sonorenentc medico prof. FuRIO CAVAZZANI: Considerazi oni cliniche sul/a sordità isterica.

Gli 00. riferiscono. da una vasta serie di osservazioni cl iniche analoghe compiute nei primi diciotto di Jttività del reparto otorinolaringoiatrico dell'Ospedale milit ar e di Treviso, un gruppo di quattro casi di sordità totale o subtotale che , in alle ca ratteristiche cliniche generaii, neuro;ogiche, otoscopiche, otOfunzionali, ma sopratutto sulla scorta di criteri anamnestici e ad una attenta va lut azione della costituzione psichica dei soggetti es:Jminati, sostengono di poter classificare quali manifestazioni di sordità psichica ·isterica.

Dopo sintetica esposizione della sca r sa casistica affidata finora alla letteratura, e dei rilievi clinici generai i ed otorino!aringoiatrici al riguardo, discutono particamente, nelle osservazioni raccolte, tutta la s intomato!ogia, ne val uta no i fan ori predisponenti che distinguono in tre categorie: 1° • fattori costituzionali; 2 4 • fattori ambientali; 3° - fattori auricolari concomitanti; aggiungono da ultimo al c une considerazioni attinenti sopratutto alla terapia e alla valutazione d ella malattia nell'ambito mcclico-lcg:Jle mi!itare, concludendo come ad una attenta osser , 1azione clinica e neuro!ogica c ad una insistente c magari pro:ungata terapia suggest iv a (buoni risultati gli 00. ottennero in due cas i con intensa faradizzazionc delle regioni aurico!o-temporali) siano affidate le miglior i di

!b. Sottotenente medico prof. FuRIO CAVAZZANI: Contributo alla conoscenza delle: micosi del cavo orale: glossite da " criptococcus tWt:tl t: l)

L 'O. descrive un caso assai raro c dall ' aspetto clinico oltremodo singolare di loca· lizzazione rnicotica nella lingua determinata d:a un blastomic-ete identificato con il « Criptococcus u veae ,, : l 'osservaz ione compiuta irn un militare di leva ricovera to nell'OMilitare di T re viso, viene dopo dettagliata descrizione clinica e anatomo-patologica differenziata con le affeziom simìlari acl impiant o analogo determinate da localizzazioni linguali specifiche, ncop lastiche, tmumatiche c da agenti in fiammatori comuni: la risoluzione della forma morbosa in seguito ad una terapia costitu i ta da coll u to r i con una soluzione idro-alcoolka .:li saEolo e mento!o, può rappresentare, ex ad.iuvatìbus, un elemento favorevole per b diagrnosi di glossite micot ica

TRIESTE. Cap itano medico prcf. FRANCF sco PEt>EU: LA difterite.

La tossinfczione difterica può presr: nrare un quadro clinico tanto vario come poche altre malattie infettive: semplice tonsil:itc. angina membranosa, forma larin gea discendente, angina maligna, in fezione del le mucos!: ddl'occhio, della bocca, del naso, dci genitaU, infezione dell'orecchio esterno, della cute, delle ferite La di<1gnosì deve essere precocissin1a, c neppure poche ore devono essere per d ut{" se v uo!e r endere più sicuri i risultati della sieroterapia. Purtroppo anc he troppo sp-:sso si attende l 'aggravarsi della malattia per ricorrere ad un medie•) ed anche questi non sempre interviene imm ediatamente: così accade, non di rado. eh C' la sieroterapla viene inizia t:\ appena in quinta o. sesta gio rnata e poi l ' in successo dclb c ura v i ene;- nttribuito alla scarsa effic-acia del Slei O.

L'O. consiglia l ' iniezione unica di 20-50 mila unità nei muscoli e, nei casi molto gravi, parte in vena e parte ne i muscoli, raccom:Jmlando una esa tta anamnesi in quanto a regrcsse iniezioni di siero ed una e\'entualc descnsibili zzazione prima dcll'ini e7ione endovenosa. L 'esperienza ha dimostrato che la somministrnionc di dosi m:tg g iori non migliora i risultati.

22 1

L'O. espone l'attuale tecnica c.li prepara:z.ione dei diversi tipi di siero in commercio, ed osserva c he il maggior numero di insuccessi è dovuto al ritardato intervento. Io cert i casi molto gravi sarà utile la sicroanatossiterapia che potrà risparmiare qualche caso di paralisi

L'O. tratta poi della profilassi sierica ed anatossi\'accinica ed espone il meccanismo d'azione di quest'ultima cercando di spi egarne anche i vari insuccessi. Secondo l'O. per uoa s icura sono necessarie 3 iniezioni di anatossina non concentrata e 2 iniezioni di concentrata. Molto utile si dimostra i'iniczionc ùi richiamo dopo un anno.

VOGHERA. T enente medico Lu1c1 BIANCHI: Trattamento immediato delle fratture.

/ b. Tenente medico O scAR SnmNI: Awolesionismo.

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HROMATOLOGIA.

G. BuoGo: Scienza dell 'ali m enmzionc. - Ed. Macrì, 1942-XXI.

E' uscito, per i tipi dell'editore Macrì di Bari, in elegante veste tipografica, il nuovo tranaw, così atteso, Jel prof. Giulio Buogo sulla << Sc.ien7-a dell'alimentazione)>.

L 'opera davvero encomiabile ra pprcs::nta, come l ' A. stesso la definisce, un a lo g ica continuazione del suo trattato di chimica bromatologica.

L ' A. affronta un problema che occupa e preoccupa la mente clt:gli st udio si, specia lmente nel mom ento attuale, con felice senso realistico, esamindolo sotto i suo i molteplici aspett i, con quella e quel senso d i respons::sbibd, che gli sono carat· t eristici.

AnzituHo la concez,ione ddl'op<.:ra è basata su concetti asso:utamcnte moderni; l'A., dopo un capitolo i ntroduttivo sull'oggetto ed i f ini della scienza dell'alimentaz,ione, esamina i diversi alimen ti (acqua, glucidi, lipidi e protidi) aggiornando tutte le nostre conoscenze al riguardo. l due capitoli successivi sono dedicati allo studio d egli enzimi e delle vitamine; l'A. sintetizza le più :noderne conoscenze sull'importante capitolo delle vitamine, int cgrandole con notizie la cui importanza, per i loro riferimenti pratici, non può sfuggire ad alcuno.

Segue una compendiosa trattazione sul m e!abol:smo dci gl ucidi, de i lipidi e dci protidi con un'aggiunta ri fle•tente i regimi dietetici in alcune delle più impcrtanti deviazioni metaboliche. Un breve capitolo le nostr e conoscenze ziooe del lattante, della gestante e dei vecchi.

Particolare interesse prescntr. il cap itolo sui proce ss i di conscrvaziont: èegli alimenti: tutta la vasta bibliografia in materia ed i piti recC'nt i realizzati dal la r ecnica in questo vitali ss imo settore, rigua r da viene passato in rapida, ma esauriente ra sSC'gna dall'A., che non trala$cia di accennare al valore vitanumco degli alimenti conservati, il dibattuto argomento che ranto inte ressa l'industria conservie ra italiana.

Il pr oblema alimenrarc in regime autarch ico che presenta un interesse immcdi:no di così palpitante attualità non poteva sfuggire al Bury go che ha volu.ro me tterei al co rrente delle realizza zion i attuate anche i n campo fondamenta l mente impo r · tante per la Yita della Nazione.

Un breve cenno l ' A. dedica alla produzione de gli alime nti sinte tki rendendoci edotti delle novità c delle realizzabili in q u esto

Chiude l'opera concetti modern i in rapporto con l 'orto ge nesi .

Non era agevole, nè riassumere i multifom1i di u n problema così vasto. E' merito del Buogo averne saputo sintetizzare cd espo rre in modo chi aro e semplice gH più complessi, a ve r prospc nato i lat i più interessant i , c d ir ci pi ù seducenti di questo vas to argomento, con quella ve rsatilità che è una delle sue peculiari caratteristiche.

Ed un altro innegabile merito va riconosciuto all 'A., merito che egli aveva già a cq uisito con le sue precedenti pubblicazioni; quello cioè di aver att i nto alle fonti

RA SSEGNA DELLA STAMPA MEDICA ---- - ----
LIB R I E RlVISTE.

bibliografiche italiane, mettendo in giusto risalto l'opera dci Maestri più i nsigni, come q u el la dd più oscuri ricercatori.

Il Buogo h:t arricchito la bibliografia italiana di un 'oper a di fondamentale impor· tanza, de l tutto originale e che apporta perciò un notevole contr ibuto all a lettera t ura scientifica italiana.

CHIRURG IA.

M. P S11NTI' e M. BERARD: Tumr:ur, ;_ égéwntcs cndobronchiqucs guérit:s par pm:umccromi.: totale.'' La Pres se Médicalc H , n 50, p. 709, 21 novem bre 1942

Gli AA. hanno avuto modo di osservare, in questi ultimi tre anni, cinque casi tipici dj ' ' adenomi hroncruali >l di cw due tr atta ti con la pneumectomia totale; si r iservano in un l:tvoro ult e riore J i pubbli ca re l'in sie me della documentazione anatomica e clinica.

II problema tcrapeutico di questi tumori è molto importante e delicato : consiste nello sc egliere la linea di condotta fra h dell':Jsportazione endoscopica, ac compagnata o no da radiumterapia o radioterapia cd i pericol i dcll'cxeres i polmo nare larga

Più che la diagnosi i stologica biopsica, nei r iguardi del la m a :ignità o meno d el tumore, dc vono aver pt:so, per la te r apia, l'evoluzione locale della lesione e la ripe rcu ssione meccanica del ncoplasma sul territorio bronr.opolmonare sottogi accn t e. La malignità locale della lesione si basa sui caratteri delle connessioni :matomiche ch e il t u more ha preso con la parete bronch ia le.

La diversità dei ca r atteri anatomici, rilevata nelle varie osse r vazioni, dipende dalla diversa origine del tumore (residui dci bottoni bronchiali, gh iandole della parete) oppure dalla sua proliferazionc eccentrica.

Si può t rattare di un polipo pedunco!Jto che si cst!!riorizza nel bronco, d i una lesione ancora endobronchiale, ma largamente scssile, di una lesione parietale a d evoluzione esobronchialc ed infine di uno dci ws idett i c< tumor i a iceberg >1 di cui la sola parte vi sibile è q uella che appare nel lume del bronco, meutre la parte che non s i vede con l 'endoscopia finisce per serrare in u na specie di ganga lo scheletro bronch iale. In questi ultim i tipi i l trattamento completo per via endoscopica non è possibile. A questo si unisce il fatto che il tumore, bloccando il l ume bronchiale, può creare i n seguito delle lesioni importanti nel territorio polmon:1re sottogiaccnte rappresentate da ascessi de l polmone e di latazioni bronchiali.

La coesistenza di suppurazioni polmon:lri o bronchiali provocano a scadenza più o meno lunga delle sinfisi plcuric he serrate che rendono molto difficoltosa un'cxcresi polmonare. Perciò è meglio operare malati prima che insorgano delle c omplicazioni infettive, in modo da poter eseguire una pneumcctomh in plcura libera.

Quindi il problema delle indi cazioni terapeutiche varia a seconda dd tipo di tu · :nore : in quelli m olto limitati c sopratutto nettamente peduncolati si può eseguire l'as porta zio ne col broncoscopio, in quelli !argamente sessili e ad estensione esobronrhiale si deve praticare una pneumectom:a o una lobectomi:ì nei casi in cui l'impianto sull'albero bronchiale è basso.

Gli AA. avvalorano questi concetti con la prese nta z ione delle storie cliniche, degli i nterventi e dell'es:une dei peni d'operazione di due casi di tumor i vegetant i endobron chiali operati con di pncumectomia tot a le, in cui j caratteri istolo g ici si opponev:1no, a prima aù una tcrapb così radicale, m e ntre lo sviluppo anatomi co esteso most rava. della loro asportazione per via endoscopica.

Scorrt

La rimozione di ques1 i tumori col broncoscopio, anche nei casi più favorc\'o l i di ripermealizzazione bronchial e, non i nflu e n z a m ai le lesiori broncopolmonari sottostanti alta neoformazione le costituite da lun g a d::ta, $Ono se mpre irre ve rsibili.

CALVET: Volvulus du gr(le <t teumos - « La Presse MéJica lc n, n. 52, p. 740, 5 dicembre 1942.

L ' A. un assai intere ssante, di te tano gener:tlizzato c he ha avuto o n· ginc da un volvuìo dell'uilimo tratro de l tenue.

L'ammalata, in perfetto benessere, è stata colta da dolori acuti addominali seguiti da vomito alimentare. Cessat a la colica e scomparso il vomito, la p. accudiva alle sue occupazioni e si alimentava quasi malgrado awe dsse una dolenzia diffusa a tutto l'addome. Dopo quanro giorni si accorse ili non poter più aprire la bo cca ed il parlare le diveniva difficile per cui chiese l'intervento di un medico.

Il trisma ha richiamato l' attc>nzione del sanitario. Esso rra mtenso, non permetteva l ' apertura della bocca e qualunque tentativo era doloroso. L'addome s i presentava moderatamente meteorico, asimmetrico per la pre se nza di una rilevatezz.a della metà òestra diretta in basso col massimo di sporgenza alla r eg ione paraombelicale. Non si notavano dcatrici antiche nt: ernie sospette: stato generale buono, temperatura 37°,6.

Si pensò ad una occlusione e ad un t etano inizi:!le per quanto non $Ì rjuscisse a mettere in evidenza la porta d ' ingresso.

Pertanto si decise l' intervento in anestesia ge nerale con taglio sopra e sotto ombelicale.

All'apertura del peritoneo s i è notato un liquido sanguinolento, fetido e l'esame del tenue ha mostrato un 'a nsa, della sua porzione terminale, torta con un angolo di 360° a causa di una briglia sclerotica che strozzava l 'a nsa medes ima. Questa appariva di colore nero e grigio verdastro, sottilissima, ma non ancora perforata. Poichè la re!'czione della briglia e l'abolizione dei volvulo non avevano modificare l'aspetto del · l'ansa e d el suo meso si dedse la resczione su un tratto di 45 cm. d'intestino.

L'intervento è stato condotto a termine senza incidenti c quando l'ammalata ha ripreso la coscienza è stata colta da una cris i d i tetano S'inter\"enne con calmanti, siero f isiologico ipertonico e siero antire:anico (t6ooo U . in dodici ore).

Malgrado tale trattamento è morm dodici ore dopo l ' intervento in preda ad una crisi di tetano generalizzate.

L'esame microscopico del contenuto intestin ole dell'ansa recisa, ha n: ost rato numerose forme mkrobiche, presenza di cocchi t.' bacilli sporigeni unitamen te alla flora abituale del contenuto cecale.

Per la ricerca del bacillo ili Ni coliiier si son segui t i d t i C mcwdi: l'inondazione nel topolino e la cultura in vi tro.

Col primo metodo si è \' isto -.: he l':mir.1al.:, '!nt ro la decima ora, presentava delle contratture tetaniche caratteristiche c mori\"a, con tutti i segni del tetano, entro la cinquantesima ora. •

Il bacillo si è coltivato in terreno nutritivo glu<os:Jto in un lUbo di Y van Hall.

L'esame praticato 48 ore dopo ha messo in eddenza i tipici bacilli di Nicoliiier.

Questa prova batterioloJ!lca ha dimostrato come il bacillo specifico si può tro vare nell'intestino umano allo stato saprofitico, O\"e si può moltiplicare senz.a danno p<:r l'individuo ; ma dopo la torsione ili un'ansa , In necrosi dei tess uti che ne deriva, offre tutti gli elementi di ilisintegrazione proteica per la su3 Yirulenrazione e l'elaborazione della sua tossina. MI

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Pusn:-;A. J_
5 - di m edim1a militare
C \1 17. 11.

CHIRUNGIA GENER ;JLE.

P. TA GAR IELLO: Una valvola a tre vie .zpplicabiù: a qualsiasi smnga pe1 la facile esr:cu<:ione della trtJsfusionr: di .•angue puro. - « Il Policlinico •> , Scz. Pratica, A. L. , n. 2, 11 gennaio 1943-XXI.

E' la tlescrizionc di un sc.:mp!icissimo, gt;, m uso da c irca un anno, pc.:r le trasfusioni, nc.:lla Cli nica Chirurgica dt:lla R U. di Pauova. 11 dispositivo si compone di tre pezzi. Un corpo centrale cui si innestano tre diramazioni. Due tli gueste, munite di tubi di gomma cd aghi c.!a trasfusione, vanno mesi in comunicazione con le 'e ne rispettivamente del e del receuorc. Alla terza diramazione inne sw la siringa. All'interno del corpo centralt: s uddetto si :1datta un tronco di cono, aho un paio eli centimetri, che a circa m età della sug altcna porta tre fori. Questi sono disposti in modo che se la siringa è. in comunicazione con la vena del datore la via per il ricev itore è sbarrata c viceve rsa . Con una piccPla rotnione del tronco di cono interno !a siringa viene messa :!lternativamente in comunicazione con il datore e con il reccttore, così da permettere il passaggio d:tlla vena del primo a quella del secondo. 11 terzo pezzo è una specie di staffa ch e tiene insieme le altre due dell'apparecchic.·. U n indice esterno mostra qual'è la comunicazione zperta.

A questo apparecchio si può applicare una da 5 cc. Heco rd od :1 becco Record.

Il funz ionamento è molto semplice: la siringa non si inceppa mai durante la traperchè non fa che un movimento dr va e vieni e nui di <orsione. Nè può incepparsi il tronco di cono interno ptrchè difficilmente penetra sangue tra p.-.rete e cono e perchè l'escursione rotatoria di csw è solt:mto di circa 20''.

L 'appa recchio completo consta di: una siringa Record o di qualunqu<: tipo purchè :1 becco Record, una vah•ola :1 tre vie, due tubi di gomma (si può usare un Nelaton smussato alle es tr emità e diviso in due), due raccordi per aghi, cluc aghi per l singoli pe7.'li smontati si steril izzano con l'ebollit.ione in acqua distillata. Po i si ;;sciugano con cura e si spalmanCI di nelle s uperfici che debbono venire a contatro con il sangue. Infine si monta l 'apparecchio, il c ui funzionamento si pro,·a con olio di vasellina sterile, del qu:rlc si espelle l'eccesso =on mo, imenti a vuoto dello stantuffo, a lubrificazioue avvenuta. Quindi si pratica la trasfusione introducendo nella vena del rec etto re l'ago a lui destinato, ìibcro dal raccordo. Penetrati in vena con tutta la cannula si rimette il mandrino nell'ago. Adesso si stacca la siringa dalla valvo la a tre vie, c i si assicura che l'ago per il datore è in comu uicazione con la via per la siringa c lo si in troduce ndla ,·cna del datore. Si lascia defluire un po' di sangue, che si raccoglie in una bacinella c <.]unndo defluisce in :.bbondanza s'innesta la siringa riemp iendola e vuotandob, per la via destinata al ricettore. quattro-cinque volte per eliminare l'eccesso d'olio di va $e llin a rimasto aderente alle pareti de ll'a pparecchio. Quindi si jnncsta l'ngo de l rccettore e si ln trasfusione.

L'A. di tenere ndln mano sinistra tr:> il 2° e 3° dito la valvola a tre ,-ic. mentre il pollice esegue la commutazione delle.: vie, c di la siringa tra -l o c- 5° dito; ];, m n no d. deve pro : vt:dere ai movimc n t i dello stantuffo del h\ siringa.

L"apparecchio va ac curatam e nte lavato dopo ogni trasfusione.

Con questo sistema l'A. asserisce di poter eseguire qualunque tipo di trasfu sione. che diventa così dc lb semplicità e può essere prat icata da una sola persona. :!nc he trasfondendo notc, o li qu:mtit3 di

hii'AI.LOMENI.

J. BlRA UD: La mc:nace u ctuellr: du Typhu; o;anthinwtiquc: w Europe et lt:s possibilir(s d 'y pare.r." Bullcttin dc l'organisation d'hygièi1c de b Société cles Nations 11 , \'Ol. X, extrait n. 1.

Jves Biraud, capo dd scr\'itio ùi informaz.ioni epidemio logiche della $e z io ne d ' igiene del Segretariato della Socict3 delle Nazioni, ha avuto modo <.li raccogliere i dati ufficiali più recenti eire <! !a situazione attuale del tifo cs:uncmatico in Europa

Il ricordo delle ecatombi provocate, durante la prima guerra mondi:Jle in Europa, dal tifo esantemat ic o mette que sta malattia a l centro delle preoccupazion i della opinione pubb li ca c delle autorit3 sanitarie di diversi paesi

I dati statistici dànno un quadro veramente impre ssionante di quello che fu nell'altra guerra il pericolo del tifo esantematico. Basti accennarne Nel 1915 in Scrbia vi furono 135·000 morti su una popolazione di 2 milioni e mezzo di abitanti; in R omania dal 1916 al 1919 si ebbero di\'ersc di migliaia di \'ittime. In Ru ssia dove la malattia era stata sempre endemica, da 15o.ooo casi come media annua di prima della guerra, si saH rapidamente ai 6.6oo.ooo casi del 1920. Durante la guerra e n ell'immediato dopo guerra si calcolano a 25.0oo.ooo i casi di tifo esantematico in Russia.

Oggi siamo ben lontani da tali. cifre, ma pure, nei paesi di abitu:Jle endemh dell'Europa orientale, si registra un aumen:o 'iCnsib i lc in rapporto agli nnni p r ecedenti. Inoltre sono forma sporadica, il tifo csamcmatico i: comparso in regioni dell'Europa .:entrale c occident:Jlc precedentemente indenni. Fin ora nell'Europa orientale non sembra ci sia da anentlersi un ritorno alla gravità pandemica ch e si è avuta durante 1:. prima gucrrJ mondiale, e ciè fra l'altro anch.: in del la gran massa di uomini immunizzatasi spontaneam c nl'e durante precedcmi epidemie. In quanto ai paesi deU ' Europa occidenra 1c nconchc per e ssi il pericolo del tifo esanrem:nico costit uisce una minaccia se ri a, almeno fino a quando la popolazione resterà indenne da pidocchi. Tu ttavia l' estendersi ed il prolungarsi c.lel conflitto coo l'aggra,·arsi dello squilibrio economico c l'aumento di miseria fatalmente derivamene, g li ammassamenti cii uomini in condizioni ig ienich e pe ss ime, la migrazione di grandi d i popolazione, 'ccc. possono trasformare b sporadicitlt i n cpidcmh nelle regioni dove il tifo e santematico esiste, e parte rendere a cr. essibili all'epidemia le re gioni che fin ora ne sono rimaste ind e nni.

In vista dell'eventuale apporto di virus da pane ddln popolazi o ne e <.Ielle truppe provenienti da zone lnfette , le autorità do vr:mno tendere a rendere la popolazione p iù refrattaria che sia possibile me di :111tc due me zzi: lo spido cchiamcnto pre\'entivo e la vaccinazione.

Lo spidocchiamento pre ventivo è in suffici e nte fino o qunnJo non abbiano a comparire casi di malattia. Quando questo:. ÙO\'CSsc pre seorarsi è necet sario r icorrere alle vaccinnioni. E qui l'autore fa una minuta rassegna dci di versi tipi di vaccino tentati, descrivendone le diverse tecniche di prepara z ione e di sommi ni strazione, dil'efHcacia e la eventunle scelta.

Secondo l'A i vaccini con \'iru5 u cci so (ti p o W<.:i g l, Cox, Castaneda , ccc.) co n feriscono a tutt i i vaccinati un ;t 1..c rta prot e zione , riducendo le pos $ihilità <.li contrarre la malania o la gra\ ità di questa , ma non sono capaci di impedire sempre l'infezione. I vaccini invece ottenuti con viru s Yi,·o (si adopera per que sti \'acla Rickettsia mooseri, s pecie nffin t: ;olia Rickensia prowaz e ki, agente del tifo munno) attenuato secondo vari procedimenti, e largamente s perimentati , specie dai Frances i , nell'Af rica del Nord, conferire bhero una prl)!·e zion c in genere più forte , ma di -

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IGIENE.

:sgraziatamente non costante, nel senso che differenti lotti d i nccino possono dare delle percentuali di r eazioni c di risultati profilattici qualche volta assai differenti l'uno dall 'altro

Nel complesso però l ' A. è del parere che l ' impiego giudi;doso dei met odi mod erni di vaccinazione insieme alle pratiche sistematiche di spidocchiamcmo sono sufficienti .a parare efficacemente la minaccia del tifo esantematico in Europa.

PARVIS: Sull'accertamento diagnostico dell'a m ebiasi e su un metodo rapido di colo razione delle amebe intestinali - t< Annaii d'Igiene>), n. 10, ottobre 1942-XXI.

Nello studio dell'amebiasi, argomento attualmente di grande interesse in Italia, una parte eli primo piano spetta ad un preciso accertamento diagnostico, sopraLutto sulle inda gini di ial1Qratorio.

Di queste, alcune si sono dimostrate di dubbia utili zz3Zione pratica: taH la ricerca rt: ul turale delle amebe, le prove sierologìche di dev iazione del complemento con ant igeni amebici, la prova biologica in gatti giovani, la dimostrazione d i una marcata eosiuofilia nel materiale dissenterico o la presenza di cristalli di Charco't·Leyden.

Elemento fondamentale su cui deve fondarsi il giudizio diagnostico è la Jimostra7Ìone diretta del parassita con l'esatto rilie vo delle sue ca ratteristiche morfologiche . Il metodo di ele-.done è sempre la osservazione a fresco del materiale, che permette un buon orientamento sul reperto protozoario La dimo5trazione della ameba istolitica nella tipica grossa forma vegetativa, mobile, ematofaga, è, con tale tecnica, assai facile. Agevole è anche l'accertamento di fronte al reperto di caratteristiche e numerose d sti tetranuclcate.

Al di fuori di queste due circostanze, solo l'esame previa fissaz.ione e colorazione può permettere un re sponso positivo di sicurezz.a. Sulla opportunità deUa colorazione per l'accert amento della in(ezione amebica non vi è più discussione.

Le tecniche di colorazion e sono numeros issi mc : tra quella che più risponde in pratica è la colorazione con ematossilina ferrica di Heidenhein; ma questo metodo, :<tnche con le recenti modificazioni, presenta !'inconveniente di richiedere un tempo notevolmente lun go, circa quattro ore consecutive. .

L'A., ri cercando un metodo di co lorazione che presentasse il vantaggio di una certa rapidità di esecuzione, si sen•ito ddla ematossilina ferrica di Wei gert, che in istologia dà buoni risultati per coioraziom nucleari. L 'ematoss ilina ferrica di Wei gert t: così costi tuita: soluzione l: J gr. di ematossilina in roo gr. di alcool a 96°; soluzion e 11: 4 cc. di una s oluzione acquosa di cloruro ferrico al 29 un cc di HCL a l 25 '95 cc. di acqua distillata.

Le soluz ioni separate si conservano a lungo, mentre b miscela si altera rapidamente. Prima dell'uso si me scolano part i uguali della l c della 11 La tecnica cons igl iata è la seguente : gli strisci su vetrini porta o g getti vengono immersi, ancora umidi, in liquid o di Schaudinn per 20' o più, poi ,·engono in .alcool a 70° iodato per circa 2o' per neutralizzare il subli ma to del fissatore, e quindi in alcool a 70° per 30' o più . Dopo breve lavaggio in acqua si colora per 3' 5' in ematossilina di Weigert, quindi nuovo lavaggio più prolungato in acqua di fonte per far virare la color azione al violetto scuro. Disidrataz ione nella serie ascendente degli alcool , poi ch iar ificazione in xilolo e montaggio in balsamo del Canadà.

In com ple sso si richiede poco più di un'ora c mezza. T risultati ottenuti sono stati <1ttimi. Tale tecnica potrà r endere utili nella pratica, cooperando a d i minuire le troppo fadli cause di errore nella diagnosi delle forme dissenteriche.

ME!':-IO:"mA.

I CuBA: di proctssi tubucolttri poi monn ri in portatori di lesioni specijic.Ju: cxtrapoimonari. - « La Meteorologia Pratica )l, o. 3• 1942-X.X.

L ' A., primario radiologo dell'Ospedale al Mare Jel Lido di Venezia, nei sistematici esami radiologici ddl'apparato respiratorio eseguiti agli ammalati degenti in detto luogo di cura, ha st udiato l'infl u enza st.tgionale sulla frequenza dci casi di generalizzazione o di riacutizzaz.ionc polmonar-: Ji p.-ocessi tubercolari in portatori di lesioni tubercolari extrapolmomri cd ha rib•ato in proposito l'esistenza di un « acme primaverile » particolarme nte evidente nei mesi Ji marzo, aprile, magpio. Analogo rilievo non era :;fuggito ad altri studiosi e particolarmcntc al Besson studiand o la mortali tà per tubercolosi polmonarc a P:trigi negli anni 1904 13 e 1923-32·

Cercando poi d'indagare le cause del fenomeno c precisamente il meccanismo d'azione della influenza stagiona le, l'A. ritiene che queste invasioni bacillari partenti eia focolai sierosi, gangliari, ostco:Jrticolari ed anche polmonari più o meno silenti, più che ad un a esaltata virulenza del germe sono do\'ute ad una caduta dc i poteri di difesa dell'organismo, che comp:tre in primaYera ed è $icu r amentc di natura a llergica. A comprova di questa ipotesi le variazioni stagionali de ll a allergia tuber · colinica dimostrate dalle osservazioni di vari AA. e sopratutto da quelle di Hamburger sul l'aumento della sensibilità cutanea alla tuber colina in primavera.

Questa variazione allergica è probabile sia dovut'a sopratutto al rapido aumento di intensità Jella irradiazione ultravioletta dei raggi solari che - come è noto - si determina in primavera e la cui influenza è particolarmente avvertita dall'organismo dopo (( la notte ultraviol et ta dell'inverno». Anche la carenza vitaminica, specie per le vitamine A e C, p a rticolarmente intensa alb fine dell'inverno, è in parte responsabile dello squilibrio immunitario dell'organismo. Non si può escludere, infine, che il più frequente determinarsi in primavera di particolari situazioni meteorologiche possa influire dannosamente, turbando il sistemJ neuroYcgetativo , piuttosto labile nei tuberI"Olotki. R uocco .

.\ IALARIOLOGIA.

A. MISSIROLI: Terapia d ella malarifl. - Estratto dalla 2 " edizione della (( Le7joni sulla epidemiologia e profilassi della malaria )), Roma, A. XX.

Questa interessante monografia del noto c chiaro malariologo tratta della moderna terapia della malaria parrcndo dai dettami dell':uuica scuola rom3na che fa capo a Marchiafava e Bi gnam i, la cui monumentale opera non può ritenersi sorpassara anche oggi che nuovi indirizzi tcrapeutici si vanno sempre più e meglio affermando L'A. inizia ii suo lavoro, che ri ves1e particolare importanza donrin a lr.: oltre che pratica, prendendo le mosse dai concclti di quei grandi Maestri sulla guarigione spontanea della ma lar ia nelle sue tre forme tipiche (tcrzana benigna, quartana ed estivo· autunnaJe) per passare subito alle moderne conce7ion.i sulla immunit à e sulle recidive. Sulla genesi di gueste ultime 1.' A. si sofferma a lungo, dichiarando una volta il suo disscntimento dalla interpretnione d,na alla riproduzione di essa ne ll'uomo dal Raffaele e da altri insignì AA ., per i quali i plasmodi della malaria umana presentano una fase di sviluppo nelle ce llule del sistema reti colo-endoteliale, dove i parnssiti pos · so no permane re a lungo (c icJ o eso -eritroc itico) e fuoriu sc ire. poi ad interv:11li per dar luogo agli accessi febbrili delle recidive. L 'A ., che ammette la fa se di sviluppo nelle cellule reticolo -endoteliali nei riguardi dei delb malaria non l'am · per l'uomo perchè, dice, non è scientificamemc e cita i ri suhati delle lndagini da lui compiute sul macacus rhesus, ri sultati le cui spiegazioni sembrerebbero, !JCrÒ, poco convincenti.

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L 'A. pre nde quinòi a tratt a r e deir::z io n e dci mcdic:11111:nti parassiti malari ci, disc ut endo a lun g o s ulle indi caz ioni p it• opportune del l'u so della C hinir1a, poichècome eg li fa rilc1 are - la chinina agis ce in m;HlÌCr:l e in misura diverse secondo lo stadio di sv iluppo tk i p lasmoJi, secondo le p:1rassit a r ic ( P! vivax, P/. immaculatum, P/. ma/a riac), secondo le diCfcrenti 1·arietà d i CÌ:lscun:t specie di par:1ssiti malari ci (es. P/ ovale), e infine a seconda della resistenza di essi in rapporto d el diver so grado di res ist t:nza dell'individuo <.oll' infez ione .

L 'A. poi ad esami n are i prodotti :mt imal arici w cceduti alla chinina dopo che i mi crob iologi ebbero notato c he essa non Jttaccava i g ametociti del P/ ìm m acu/atum c c he qui nd i non e ra possibile co l solo s u o uso sopprimere la sorgente dell'infezione secondo il m t todo profilartico prccon izz ato d:1 K och. E ' qui interessant e seguire l ' A. nella tralt az ione d dl'ar gomr.:nto, dal le di Ehrlich e Guttmann sulla dficacia terapeutica a ntima la rica del b lu di merilcne e di alcuni prodotti arsenicali uno alle rice r c he chi mico -cliniche di V:Jr i AA. e specia lm ente dello Schulemann, cui s pett a il m e rit o di ave r tr :tcciato la nuova \' ia partendo d el blu di metilen e s ul P/. m alariM, per cu1 s i è gi unti :1 poco a poco alla Chinol ina ( age nte sul P/. rectum), al1:1 Plasmuchina c gr uppo - Certuna- cont ro il P/. ìmm aculatum) e alle combinazioni del gruppo d cll'ac ri d ina , tra cui l ' A te brina .

L ' A. prende in conside r nio nt: b struttura imica dei nucvi prodotti, 1ncnendo in giusto rili evo le brillanti affer m az.ion i dell'industria italiana (che ha ri p r odotto, con 1'/talchina c il C he m iochi n , !' At ehr ina e, co l Gamefar, la Pl:t!'moc hin:J ), e tr :l lt ;: quindi dell a scelta del medicam ento e dell e relative dosi.

E sposte, po i , le differenti vedute dei vari AA. sul meccanismo d ' azione dei medi<.::lme nti antimalarici, mecca ni smo c he , come egl i gi u st:Jmente a!serisce, non è ancora .:onosciuto con prec ision e, l ' A . p a ssa alle norme per la somministrazione dei preparati anzidetti, le quali devono corrispondere al triplice prin ci pio ù ' inrerv e mre prontamente, con dosi adeguate di medicamenti e per un tempo sufficiente.

Dopo un cenno al trattamento deii'Emogli binuria, l'A. c hiu de il l avo r o esa minando le vie di somministrazionc dci preparati :liHimabrici . In proposito discute sui mod i d'introduzi0ne del chinin o nelle varie cont i ngenze. t hinrendo quali siano per lui ìc vie pit't convetùemi ed opport une.

La m on ografia, ed ita per i tipi dello St :thi limento tip ografico ditta Armani di M . Courricr, è: co r redata di n umerosi utili c c he illustrano il testo 1n modo dtiaro c d origin:tlt:.

TRIFILETil.

. \. F

c F. D1 L oRE!'IZO: Anemia pernJCt osa dissimulata n el d eco rso di un'infczÌ0111! mt1larica acuta. - « La Riforma Mcdica >• Napoli , agos to 194 2-XX.

Gli AA. si pongono a n z itullo il quesito anemie perniciose progressive in mnlari ci pe r pura coi11cidenza o se r ealmente il par:tss ita ma larico possa essere fattore etio logico della g rave e mopatia. ·

A conforto dclb seco n da tes i cita no vari casi: qu ello di Castellani, dello Zeri, di Cod:t, di G hi zzctt i: tutti guariti o mi g liorati notevolm e nte in :t Ila c ura a ntim;-rbrica. Accennano poi aìle ossc r vn ion i d i Ricux e Dek:Jt c r, di Demo lard, Aub ry c c infin e desc ri vono i casi di Bcnh:1mou e

I n qu est i, però, la mabria non potev a essere messa in causa ch e: p: r qualche prece· dente anamnestico, poichè manca1·ano i 1eperti dei nel sangue; anz i, ne l caso di Bascrga, anche all'esam e istologico non fu possihi!c ri nven ire negli organi alcun ri · i ievo pa t ologico ri fcr ihilc :1lla mnbria cron ica .

230
OR1·u:o:ATO

A der im ere i dubbi sulb etiologia , era di queste forme morbose gli AA. ritengono utile la pubbli caz ione del loro caso, nel quale la malaria, :ICcena ta con rep<:rto positivo nel sangue e negli organi emopoietici, coesistendo col quadro ematologico e clinico classico dell'anemia perniciosa, rileva, in evidenza molto maggiore che nei due casi sopra accennati, il valore delle forme di anemia perniciosa dissimulata dalla mal:lria.

Dopo aver riportato accuratamente il caso in tutti i suoi dettagli, specialmente in quanto si riferi!cc agli es:1mi collaterali (reazione di reazione di Van dt:n flergh, emometria, prove di emorragia, tempo d i coagulaz ione, emomielogramma, ecc.) , gl i AA. passano alla discussione sulla dei rapporti della sintomatologia <:mato logica con la malaria.

Considerato che l'attività malarica era gra,·.aa dalb prerenza dei parassiti nel sàngue circolante, ma che, invece, il reperto non era dimostrativo, per cui il diagnostico poteva propendere per una etioiogia malarica dell'affezione, rilevano come la pùntura sternale chiarisse la incerta di:lgnosi confermando il criterio ab adjuvantibu; per il quale si era ottenuto un notevole miglioramenro con la cura epatica, mentre con la terapia ant im alarica (che pure aveva dat:> risultati favorevoli clinicamente e parassi · tologicamente) non solo la anemica non volse alla guarigione, ma si aggr:wò al punto da mettere in grande pericolo la vita dd paziente.

GH AA., pertanto, t·ondudono che ponendo mente da una parte alle relazioni dell'anemia perniciosa riguardo alla patologia del sistema reticolo -endoteliale e all'azione del par:lSSita malarico sugli reticolo-e ndote;ia!i, non si può non che la malaria, :.gendo magari su elementi latenti, ha dovuto essere il fattore della pa r tko!are deviazione della er itrogenesi rappresentata dall'ancmb per· niciosa.

Si deve quind1 concordare ron gli AA sulla necessità di svc:Jare a terupo l'anemia perniciosa là dove essa si nasconde sotto ahr:t sindrome, :mche se questa sia ben eviuente, per evitare che la w-ave anemia, non comba ttuta :; tempo, porti il p. a sicura morte.

TRJFILEITJ.

RADIOLOGIA.

E. BuLLO: Studio stratigrafico dei tumori medi.winici ed ilari. - « La Radiologia Medica Jl, vol. XXX, fase. 2, 1943.

Con la stratigrafia si e)plorano , come è noto, i particolari di un determinato strato di organo o di apparato, senza sovrapposizionc di imma gin i appartenenti a piani di· versi. I risultati che così si ottengono, sono superiori :; queili che si hanno con tutti artifici · adoperati sinora per superare le difficoltà djagnostiche derivanti dalla fusione Jn una sola immagine dei vari elt:mcnt i in con t rati dai raggi X nel loro decorso attraverso un organo.

La stra t i grafia è stata largamente adoperata nello dio delle forme cavitarie tuber · colari del polmone, affermandosi <.ome metodo di gran valore. Per numerose altre affezioni polmonari le ricerche stratigrafiche sono in una fase iniziale, e lo stesso può dirsi per le affezioni del mediastino. Nello studio di queste invece il metodo stratig rafico può dare ottimi risultati, in quanto i processi che colpiscono tale regione possono passare inosservati, essendo ne · ostacolato il riconoscimento Jalb intensa opacità determinata sovrapporsi delle numerose ombre propri<:: di questa regione La stratigrafia consente l del mediastino in tutta la sua cstensìone e profondità e non pre!enta chff1coltà tecn iche di attuazione, anche in ammalati gravi .

231

Le prime stradgralìc dd torace per lo Mudio dd medbstino vanno fatte a livello della biforcazione t racheo -bronchialc c so!o in tempo verranno :;ssunti gli stratigrammi a livello dei piani sopra e wttostanr i J quello medio -toracico .

Premesse alcune nozioni sugli as petr i st rat igrafici Jcgl i i:i e del mediastino nelle .:ondizioni normali, l'A. passa ::Ilo studio dei tumori m cdiasti nici c ilari, compr endendo fra questi i processi verJmcnte neoplastici, primitivi c seconda ri , c le diverse aùcnopatie a tipo l in fograJlulornatoso, lcucemicc, tubercolare, ecc.

Con la u1daginc stradgratica, gli ingrossamenti ghiandolari a livello degli ili appaio no come formazioni omogenee, ro tondcggiant i, a contor ni netti, spesso Jobati, di vari:! grandezza, di discreta opacità Se coesiste una compressione bronchiale, è ri conoscibile dalla diminuzione di calibro del bronco. I n caso di neopl:lsma, oltre alla stenosi bronchiale, si apprezza una irregolarità delle pareti, espressione dell' infiltr azione neopl:lstica della mucosa e sottomucosa.

Anche nei riguardi dei puramente m cd iastinic i la stratigrafia si dimostra molto utile e spesso sono in evidenza i segni iniziali eli processi patologici, consisten ti in deformazioni tal ora li ev i di alcuni contorni anatomici de ll 'o mbra mediana.

Delle localizzazioni neoplastiche r etrocarcliachc l' A distint,rue due tip i : qu el le centra li che lasciano inalterato l' aspetto dell'ombra mediastinica e qut;lle marginali, che ne provocano deformazioni di m aggio re o minore en tità. Le neoplasie del primo tipo, le centrali, frequentemente determinano alterazioni della t r achea e dei grossi b r onc hi di biforcazione, con!istenti i n spostamenti o eli essa (scoliosi t ra chea lc), o aspetto tortuoso con calibro normal e; oppure stenos i tracheale o dei grossi bro n ch i. Se le neoformazioni sono situate a livello del l 'angolo intcrtracheo -bronchlale, lo allargano. Con la st ra tig rafia si possono facilmente escluder e le neoplasie intrin!eche della trachea cd esplorare i reali confini c la rea le cstcwsiQn·! dc: processo morboso e i suoi rapporti con gli organi vicUù.

Per i tumori bronchiali i segn i più i mportanti che si raccolgono con la stratigralia sono l'esistenza di stenosi, di irr egolar ità paret i c di spostamento del bronco, la presenza di una zona centrale molto opaca intornr. al broncc e di una zona periferica sfumata e meno intensamente opaca. A questi segni non si può attr ibuire un val ore assoluto.

L ' A . conclude affermando che anche nel campo delle affezioni ilari e m edianistiche, la stratigrnfia rappre sen ta un v:tlido aiuto alle indagini radio!ogich e abituali.

SALSA NO.

SOMMARI DI RIVISTE MEDICHE M ILIT ARI.

A!'NAL I m MwlciNA N:\VALE E C01..oN IALE. - Direzione ùella Sanità militare marittima. Mini ste ro clel1:1 Marina. Roma Anno X LI X, fase. 1-11 , genna io -febbraio 1943-XXJ.

M. Mona cel/i: Note c osservazioni s u le ep idcrmofizie.

E Sotto: L' acqua ossigenata elettro litica pura stabi!c a 1 3 0 vol. per la potabiliZ7.:1· zionc Jcllc acque con speciale riguardo all'igiene mi litare.

F Della Monica: Note sulla pratica della disinfenazione c della derattizzazione a mezzo dcll'n c id o cia nidrico allo stato gassoso e dell'anidride solforosa.

F Schupfcr: Le variazion i giornaliere de l potere risolutivo reti.oico e loro im port :mza per le misure ottiche di precisione.

M. Massoni: Ossen·az ioni e ricerche sull'azio ne seco ndaria tossica dei derivati acr idioici an ti ma larici.

B. A/osi: Cura c profilassi dello malarb - Ch inino o acrinidici ?

R. Le Schiavo : Intossicazione acuta e cronica fra i saldatori elettrici.

DER DEUTSCH MILITARARZ1'. - Rj\'ista mensile per gli ufficiali Jt::lla Sanità militare del · l'eserdto, della marina e dell'aeronautica. Bureau der Medizinischcn Rcfcranren · Bliitter, Berlino W 9• Linkstr. 23-24. t , gennaio 194 3

Uwcn: Sul modo di tenere aperte le ferite di per mczw di speciali di varicatori.

Bahis: Contr ibuto r.ll'allacciatura ddl'ipogastrica nelle ferite della

Kcuten: L'apparecchio per la ric erca di corpi est ranei " Boloskop )} in 100 opcr:1 :doni su proiettili e scheggie di granata.

Pfeifcr: Esperienze rndiologich e di guerra in prossimità de l frome nei grandi com · batt i menti.

Miiller: Sulle cause di mone nelle prrfrig-.:rnioni lo cali .

}(erger: La diagnosi della glomerulo nefri te acuta al carnfO.

Fama: Disturbi di convergenza oculare in seguito a ti fo esantematico.

Hallervorden: Alterazioni anatomo patologichc del sistema nervoso centrale nel tifo esantematico.

Gaede e Kairics: Ricerche sulla cpidemio:ogia e diagnostic:J della tularemia.

Kaifer: Contributo sulla frequenza dcll'indebnlimento visivo a seguito di de\·iazio · ne monoculare .

Barth: Esperienze ororinolaringoiotri;:hc in un ospedale da campo.

Kindler: Osrervazioni sul cosidetto ronzio auricolare « obbietti vo l) sulla insorgenza, ed importanza medico militare.

Springorum: Sulla causticazionc esofagea a causa di soluzion i alcaline nell'uso del Tauchretters.

Schroer: H cofano per gruppi s:mguigni c suo contenuto nd Wehrkreis III. Fase. 2, febbraio •943·

Peiper: Quando e come deve essere operata una cerebrale infctt:l.

Pfeifcr; Sulle forme di manifestazione e sulla meccanica de ll e ferite d'arma da fuoco del cranio.

Zohlen: Bendaggio gessato del bacino nell 'a i'P:trecchio a sospensione. Sullo st:.tica della fasciatura gessata.

Tidorv: L'importanza della gastroscopia nel giudizio sulla idoneità al servizio milita r e dei gastropatici. ·

Tschuschner: Sulla sintomatologia dell'embolia e dell'appendicite.

Kcttler: Sulla apoplessia nei giovani so ldati.

Pfanncr: Sulle infezioni da batteri che sviluppano gas.

Beck: Sul trattamento del l'edema gassoso .

Kibler: Sulla febbre dei cinque giorni e sulb sua importanza per la diagnosi dif· fcrenziale

Sai/e: Trattamento della di ssen teria bacillare con I' Eubasinum e confronto con alt ri metodi di trattamento.

Jrmghanns: Suii'Olobintin (40 %) per la scnsibilizzazione di casi sul(amidorcsistenti ùello gonorrea maschile prima del trattam ento con un nltro preparato sulfamidico.

L en d/e : Sugli avvelenamenti presso la truppa.

Hornung : Contributo sulla refrattarietà \'erso gli ectoparassiti.

"'3.,- .)

-RI COMPE NSE AL VALOR MILI TAR E CONCESSE AD UFFI CIALI DE L SE RV I ZIO SAN ITARI O.

CROCE DI GUERRA AL VALOR MILITARE.

ANUi\EOLE'fTJ Gi uli o fu Rinaldo e di C!crici Giuseppina, da Milano, tenente medico 6r' sezione di sanità. - Sollo violento tiro di mortai e d 'artiglieria, agendo di iniziativa e con mezzi li milati, si prodigava generosamen/e nel prestare i nstancabile:, efficace opera di valente chirurgo. prov vedendo al/'assi srenza e allo sgombt:w di nu · mcrosi ferili c dando esemp io di sereno co raggio, elevato senso del dovere e spiriro di sacrificio. - Monastir -Kodra -Pesclani -Sc indeli (Val Voiu ssa), 25 gennaio-23 aprile I941 XIX.

BIANCHI Giov:lllni di Augusto e Ji Ida Batacchi, da Milano, tenente medico 5° r<:ggimcnto alpini. - Ufficiale medico di compagnia alpina, in vari comballime nti diJiocava il suo posto di medicazione sulle primissime posiz ioni, por tando cos1 , con sprezz o dd paicolo, al massimo rendimclllo la sua opet·a di assistenza umanitaria. Durante un attacco , seg u iva volontariamente, in zona battutissima, un altro reparto rprovv isro di sanitario. - Fronte greco, 14 no,·embre- 15 dicembre 1940 -XIX.

BocctHNJ Ettore fu Michele c di Rosa Cerracchio, da S. Giorgio del Sannio ( Bene· vento), tenente medico dire :i'Jone sanità intendenza superiore A. S. - medico, durante un furio so bombardamento aeronavale in un porro della Libia oric·nta/e, con sprezzo del pericolo si recava spontancame'lfe tz soccorrere i ricoverati di un luogo di cura colpito da bombe avver,;aric. Partecipava al disseppellimento dalle macerie dei feriti, prodiga ndo con gcr.IC1'05itù c abnegazione la sua op:: t'fl di sanitari(' dando nobilr: c:sempio di r.ltruismo. - L ibia orienta!c , 11 giugno 1941 XIX.

CAPELLI Flaminio di Luigi, da Apuania, tenente 1° reggimento bersaglieri. - U ffi · eia/c medi co di battllglion e, seguiva nei posri più avanzati i vari reparti, prodigando con zelo t: sprezzo del pericolo le prime cw ·e ai numerosi ft!riti. Durante una nostra azione offensiva, viste lt: difficoltà di trasportare i ft!riti al posto di m edit'azione, volontariamente si recava sulle prime linee per assolvere la sua nobile mission-e. (Juota 254 Ha ni -Hotit -Vulka lai -La go Scutari (fronte greco), 9·10 ap rile 1941 -XlX.

GArri FARINA Mario fu Federico e di L aganà Adelaide, da Napoli , tenente medico 583° ospedale da campo. - Chirurgo di ospedale da ca mpo avanzato, dava bella prova di calma, sprezzo del pericolo cd alfaccamcnto al dovere, operan do sott.o iJ tiro di aerei nemici uffi ciali e soldati intmsporrabili gmvcmente feriti. - Derna, 26 -28 gcn · naio 19 41 -XJX.

GE MM EI.l ARO Antonino ùi Carmelo e di Zuccardo Santa, da Paternò (Catania), ICOente medico 4 ° reggimento fanteria. - In un mom ento critico della lotta, seguiv11 il comandante di battagliom:, in posizione scoperta ed intcnsamcn :e batt t1 ta, per inci · :are i dipendenti, che di slan cio si portavano al contmualto, riconquistando una posi::ione pruedcntemen te perduta. - Curi Nelkes (fronte greco), 17 novembre 1940 -XIX

GIROTTO Angel o fu Pacifico e di Lorenzoni E lvira, da Tribano (Padova ), capo manipolo 6° nud t•o chirurgi co. - Dit ctto 1c di chirurgico avanzato, instan cahilc

NOTIZIE --------- --------

nt:ll'adempimento dd proprio dovere. durante nove me.fi di servtzto ininterrotto nr:fle zone più avanzate dim ostrava in ogni contingenza bt:llica le più elevate doti di me· dico e di soldato. - Cirenaica, luglio 1940 fehbraio 1941-X IX.

MAsr Aldo di Alberto e di Adelaide M!chelotti, da Firenze, tenente medico ospe· dale da campo 868. - Nonostame l'inco•IJbente minaccia di avvolgimento di forze coraz zate nemiche c solto violento c reitcrato bo mbard.m11:nto e mitmglianu:rJto con superbo sprezzo del pericolo ed alto Ipirito di sacrificio si prodigava n ella rac· colta e n ella cura dei fc:riti. - Agedabia, 5-6 febbraio r941 -XIX.

PETRINI Ugo di Domenico c di Onofri Domenica, da Mercato Saraceno (Forlì), tenente medico 502° battaglione CC. NN. - Ufficiale medico di battaglione, venuto a co!U)scenza che una nostra pattuglia era fortenlt:nll: attaccata, si portava sollecimmmtc sul posto e nonostante l'inten.o fuoco di fucileria twversaria, iniziava la ma opera umanitaria elle portava a termine con ammirwole s.angl4e freddo. Esempio di llt/accamcnto al dov ere e del pericolo_ - Krn. 34 pista Az,ozò-Cclgà, :23 luglio 1941-XlX.

SARDO Fernando tu Vito e di Cipriosi Giuseppina, da Castiglione Sicilia (Cat::.ni a), capomanipo!o t8° legione CC. NN. - Ufficiah medico di dette virtù militari e pr:oJessionali. Accorreva prontam ente duranu violenta azione di mortai avversari pruso un gruppo di fe,·iti. Fatto succtmit•amente segno a ripetute raffiche di mitragliatrici restava ml posto fino al compimento della ma alta missione. Esempio magnifico di coraggio, calma e sprezzo del pericolo. - M.i Skutarait, 15 genna io r94 r-X I X.

ANNtBALl Lodovico di Giuseppe e eli Audisio Beatrice, da Orvieto, sottotcnente medico 86° baTtaglione coloniale. - Dirigente il servizio sanitario di battaglione colo · nia/c; già disti ntosi in precedenti operazioni, con sommo spre zzo del pericolo, portava il primo soccorso ai je1iti sulla linea di combattimento, mettendo in luce beli<' doti di coraggio e di attaccamento al dovere. - Cdgà, r8 maggio 194 1·XI X.

Azzou Gino di Santino e fu Folini Orsola, oa Pome (Sond rio), sotto· tenente medico 5° reggimento alpini. - Ufficiale medico di compagnia alpina, durante un attacco effettuato dal proprio reparto, sisttmava il posto di medicazione a contatto della prima linea ed inct4rante del tù·o avversario adempiva con serenità al .<uo dovere. - Fronre greco , 31 dicembre 1940 ·22 aprile 1941 -XIX.

BRINCHELI Francesco di Sah-atore e di Pri<Jlisi Mari:1, sottotenente medico 3° reggirr.ento fanteria. - Ufficiale medico di battaglione, già distintosi in precedenza, durante aspri combattimenti, si prodigava nel/'aJsistenzc dei numerosi feriti sotto l'infu · 1·im·e del fuoco nemico. - Quota Veshes (fronte greco), 6-9 dicembre '9-to -XIX.

CAMODECA Gian Battista fu Giuseppe e di Ferrari Giulia, ùa Frascineto (Cosenz:t), sottotenente medico 8° reggimento a:pini. - Ufficiale medico di compagnia alpina in aspri combattimenti, sorto violento t: preciso fuoco di artigliui:t e mor· tai da 81 avt,ersari, incurante. ma conscio del pericolo, prestava la sua magnifica opera di soccorso inccuanremente ai numerosi feriri del battaglione. Dava ripctutamente prova di alto senso del dovere. Già distintosi in pre::edcnti combattimmti. - M:-di Quelqucs (Albania), 28 no\'cmbrc 1940-XIX.

.., --.)t )

CATIABENl Caio M.ario fu Guido e di Gaianti Lucia, da Milano, sottotenenre mcdico 6t• sezione di sanità. - Sotto violento tiro di mortai c di artiglieria nemica, prestava instancabile cd incumntt: del pericolo, la s110 opaa umanitaria, curando con inul/igenza, iniziativa c pcrizitt numerosi feriti. E se mpill cor:zggio, spù-ito di sacrificio cd elevato scnso del dovere - (Val Voius · sa), fronte greco, 25 gennaio -23 aprile 1941 -XIX

DE Ltso Nicola di Giovanni e di De Stdano Enrichetta, da Bovino (Foggia), sottotenente medico ospedale coloniale principale Gondar. - medico con fun<:ioni di caporeparto chirurgia di un ospedale: colonitllc, in quaLciasi t"Ot.'tingmza si prodigava ,con alto senso di dedizione alla causa c spirito di solidarietà umana, alle cure dei feriti dimostrando ottima preparazione professionale Durante ripetuti intensi bombardammti nemici eseguiti sza ne/l'intcmo nelle adiacenze, con sommo sprezzo del peri colo rimanctta presso il reparto per assister<! i degenti gravi a muoversi. Dura11te intenso bombardamemo ucreo nemico, in cui rimanevano colpiti molti ricoverati, nel generoso tentativo di dare loro la sua opera, rimaneva anch'egli ferito. Esempio di dedizione al dov ere, scn:no .rprezzo dd puicolo, ammirevole altruismo. - Gondar, luglio 1941 -XIX.

FABRIZIO Raffaele di France sco e di Manzo Adelaide, da Napoli, sottotcnentc medico 868° ospedale da campo. - Nonostante l'incombente minaccia di avvolgimento da parte di forze nemiche corazzate, con audacia ed alto spirito d i sacrificio si prodigava nella raccoita nei/a cura dei feriti altresì delicate operazioni chirurgiche sotto violento e 1citerato bombardamento e mitragliamento aereo. Nobilt: esempio di sprezzo del pericolo ed attacCt1mt:nto al dovere.- Agedabia, 5-6 febbraio 1941 -XIX

FERRARA Lanfranco di Giuseppe e di Giuseppina Vercellese, da Tornaco (Novara), sottotenente medico 32° reggimento fanteria carrista. - Ufficiale medico di battaglione ca rrista, in occasione di numerosi combattimenti, ed in terreno scoperto, prestava la sua instancabile opera di soccorso e di assistenza dimostrando calma e serenità esemplari. Sotto violento fuoco di artiglieria nemica raggiungeva allo scoperto la linea pa trasportare un ferito grave, sostituendosi ai porta-feriti ocettpati altrove. Esempio di •lltmismo e di elcvato senso del dortere. - Tobruk, aprile -giugno 194l -XlX.

FtoRINESCHI Fiorino di Michel e c di Fatima Ducceschi, da Pistoia, sottotenente medico 83° reggimento fanteria. - Ufficiale medico di reggimento, durante lungo. ciclo di opera<:ioni, oltre a prodigar.ri nella sua opera sanitaria, si recava più volte volonta· riamente sulla prima lint:a dei vari settori rer accele rare lt: operazioni di smistamento dei tlumt:ro;i fel'iti. - Bilishti-Goloborda -Zagoriciani -Kalivaci -Dunica (fronte greco), 1 ° no1·cmbrc-2o dicembre 1940-XIX.

L.-. MANNA Mado di Giuseppe e di Turchiarolo Teresa. da NnpoU, sottotenente mrdico St 0 battaglione coloniale. - U/ficialt: medico di battaglione coloniale, durante accaniti combattimenti contro formazioni ribelli, si portava fra i reparti più impegnati per compitn·e la sua pietosa opera. Visto cadert: ferito un ufficiale, si lanciava allo scoperto in zona battutissima per soccorrer/o. Essendo decedt4tO l'ufficiale, con l'aiuto di <m sottufficia/e, portava la sal ma in posto riparato. Semp,·e gener-oso e sp,·ezzanre dd j•ericolo neli'assolllimento della sua missione. - Torrente F etta m -Strctta Ccusa-Micael ( A. O. I.), 16-17 ottobre 1940 -XVIIJ.

LoMBARDO Luciano fu Umberto e di Lucia Nobile, da Gioamante Gelti (Ragusa). sonoreoente medico 6o0 reggimento artiglieria d'Africa. - M.:dico di un gruppo di artiglieria in posizione, sotto violento bombardamento aereo, si prodigava nella cura dei feriti, sprezzante di ogni pericolo e dando prova di alto senso di abnegazione.}.1etemma (A. O. I.), 23 dicembre 1940-XIX.

PAPPALARDO Salvatore di Salvatore e di Russo Rosalia, da Zafferana Etnea (Catania), sottotenente medico r• raggruppamento artiglieria misto. - Ufficiale medico di un taggruppamento di artiglieria dislocato su un importante settore di guen·a, dava ins.tan:abilmentt: la sua attittitit preziosa ed umanitaria, sempre presente dove necessitava la sua opera. Incurante dei pericoli, dei disagi, dd/a stanchezza, sotto violenti tiri dell'artiglieria nemica eseguiva, con mirabile calma e serenità, difficili interventi chiru rgici, dimostrando profondo senso di altruismo, alte doti militari, cosciente e sereno 1prezzo dt:l pericolo. - Metemma, dicembre 194o-geonaio 1941-Dembcà. febbraio· aprile 1941-XlX.

RENDINA Giovanni fu Michele e fu Giuseppina Fanelli, da Forenza (Potenza), sot· t oteoente medico 2° battaglione gemo speciale. - Ufficiale medico di elevate virtù militari. Durante operazioni di guerra sul fronte di Mct.:mma, sì prodigava con infaticabile attivitli, sfidando l'insidia di disside11ti, a portare l'opera sua lungo 200 km. di pista a numerosi distaccamenti ivi dislocati. Durante un attacco in cui il nemico aveva impegna to un distaccamen to, noncurante del pericolo, portava prontamente soccor;o ai feriti dimostrando coraggio, sprezzo del pericolo t: alto senso del dovere. - Terri · torio dell'Amara, giugno 194o luglio 194t XlX.

TARABINI CAsTELLANI Giovanni fu Luigi e di Giulia Bellati, da Modena, sottotc · oente medico ospedale da campo 868. - Nonostan te l'incombente minaccia di avvol· gimento da parte di unità corazzate nemiche, con audacia ed alto spirito di sacrificio pur sottoposto a reiterato bombardamento e mitragliamento aereo, si prodigava nella raccolta e nelle cure d(i feriti. - Agedabia. 5-6 febbraio 1941 -XlX.

BIANCHI Ernesto fu Giulio e fu Elvira Ruggieri Buzzaglìa, da Volterra (Pisa), sot · rotenente medico 3° reggimento granatieri di Sardegna. - Rimasto unico ufficiale medico al reggimento granatieri in tutti i combattimenti in cui ha partecipato il reggimento, noncurante del pericolo e per quanto egli stesso ammalato, dava tutta la sua opera per curare i feriti, dando luminosa prova di coraggio, abnegazione e alt o senso del proprio dovere. -Nord di Lekdushaj, 28 dicembre 1940-XJX-3 gennaio 1941 -XJX.

CALZETTI Giuseppe di Gjovanoi e di Leporati I sminda, da Parma, sottotenente medico 1° gruppo ban de d i confine. - Ufficiale medico in una banda di confine, in r:ari ed aspri combattimt:mi. in zone espostt: e battute, prestava calmo c sprezzante del pericolo la sua opera umanitaria. Durante tma violenta azione, metteva in evidenza elevato sentimento altruistico e coraggio, portandosi a curare i feriti nelle primissime posizioni e sotto il tiro di fucileria. - Quarà (A. O. I.), 29 gennaio 1941 - XIX.

SciARRONE Francesco di Giuseppe c di Scopelliti Rosa, da C:1mpo di Calabria (Reg· gio Calabria), sottotenente medico ospedale militare Bengasi. - Ufficiale medico addetto a reparto operante, visto chiuso il ripiegamento, provvedeva a raccogliere ed ac· compagnare feriti ed ammalati ad un centro o.spedalicro dove cooperava alla I'Ìorga · nizzazione malgrado l'a mbi ente locale ostile e prestava diuturnamenrc amorevoli pre· ziose cure ai degenti nazionali con virile energia c cost :mte abnegazione. - Z O., feb · br aio -aprile T941 XIX.

2 37

PtsANELL I Umberto, sottotellt:nlt: m edi co di complt:mcnto. Trasferito per merito di guerra nel ruolo degli ufficiali in s. p. del servizio &tesso, col grado di tenente, con la seg uente moli vazione: '' Ufficiale medico di compagnia a1·diti, già disti n tosi in cinque mesi di azioni belliche per calma e audaàa, parte ci pava ani m osa m ente, col ruo reparto. ,,J conrmssalto contro il nemico che: t entava u n aggÌI·a mento; giu n to tra i p7·imi su di una posizio ne fortcnu:mr contesa, solto violento fuoco. si prodigava nella sua ge n erosa missione. Caduti tutti gli ufficiali, inc ita va con ia parola e con {e sempio di sprezzo dd puicolo gli arditi rimasti, i quali wscivano così a co n tenere forze soverchianti, che contro di essi si accanivano. Bella figura di m<'dico e di combattente». Fronte greco, d icemb re •94o aprilc •94 1-XIX.

PtRRELLI Or:JZio, souotenentc medi co di complemento. per merito di gucrm nel ruolo degli ufficiali in s. p. de l servizio stesso, co l grado di tenente, con la seg uente motivazione : u In d uro c sanguinoso scontro i n cui ven iva mortalmen te coltJito il suo comtmdanu di compagnia, i n curante del fu oco micid ial e e delle armi automatichc nemiche, rituciva a portarsi al suo fianco pc1· le pri m e cure c solo a stento, i nseguito dalla fucileria avversaria, potew raggiungere il repa rto in ripiegamento. Dimesso da u n ospedaletto da campo. non usufm ì va del perio do di riposo concc$soglì, ma ritornliVa subito i n linea con alto se nso tlt:l dovert: t: di amore, per quan to i n condizioni liriche rruurie . In sucassit1n nzi:me, si lanci avn a soccorso d i u n ufficial e gra· vemt:ntt: ferito, alfrllt' t:Nando lungo tratte di terre no scoperto e vìolen u:mcn tt: battu ta da armi automatiche t: mortai n emici e so/fermandosi comggiosamt:nte >Ìno a che non avveniva i l fortunoso sgombe10 del ferito Confermava an cora una vol ta il suo slancio generoso, esplicando con m/ma ed (lmorc la su.1 mission e du rantt: d uc giorn i di combattimento, esponendosi ripetutamente tll fuoco t iolento drll'artigliet·ia nemica 11 Koprensca, 8 dicembre 1940 -X IX - Vcndr('scia, 13 febb raio t'H 1-XTX - Mali Spadarit, 9-10 marzo t g p -X I X.

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D I UFF I CIALI MEOICl I)EL SERVI ZIO SA NI T AR IO

GFH CIAI. I MEDIC I IN S. P.

Tenente co lonn ello promosso colonn ello: RA co G iovanni.

Maggiori promo ssi tw cnti colonnelli: BtFASO Augusto, BAvA Anuro, FONT-\:-1.'\ l'i· colò, DJ CASOLA G iuseppe, MAsTROJANNI Dccio, PALA Michclino, CARPfNO Rodo l fo, TACLIAF ERRO CE J Filiberto, GALDI BEtJ-A Vincenzo, GRECORINI Pietro, I NGR IA Loren zo, T o MA SF.LLI Antonino, CoLOMBA Nic olò, BAITACLIA M.ic hele, MANClONE Giuseppe, Dt RA CO Prospero, A NNA IWMMA Ermanno, PARACOI'IA Pie t ro, Mo RcANTl P ao lo, CALOGERO Vito, lotNt Francesco, hmRENDA M:meo.

Capitani promossi maggiori: S11 s1 Mau co, LAB J!.LLA RTE Omzio , AMEI'ITA Audenzio, Po.LESTRA Rocco, ScRÒ Nicola, ALvJ s t Elmo, N usnEo Vincenzo, AR CA.RI Gaetano, PERçopo Vinc e nzo, SAIIATIN·:> Ricc:t rdo, PA NTÈ D o m en iro, F urttNO Raffae le, P trrARt Ernesto, PAsCE Rt D omenico, R usso Sebastiano, Mfli.AI ON I Vincenzo, TA u Ro Fr:mcesco, MoREt.u Gaetano, L OJODIC E C:Jtalùo, StNAN S t IJ QRI I mani , CoMo Mariano , MARTORANA A ldo, G uA ·

M:1rio, T ALtE:-lTO Aniello , PF.RJIO"E CAPANO Federico, nE Nn:nERHAUSERN Arnoldo, ARAGOKA Carmelo.

Tenmti promossi capitani: SAt.vo Carmelo, Gu tu En1 Aldo, PoN A Gaspare.

- l N S. P . P.ER
MERITO DI GUERRA DI UFFICIAL I DE L SERVIZIO SANI TAR IO .

UFI'IC IALI CHIMICI f ARMACI STI IN S. P

Capit ani promossi magg10n : GouiA Auge!o, VICARI Carmelo, AIELLO Domenico, SALTINI Pietro , CoR JH Domenico.

- VIs i TE I L LUSTRI AL CENTR O MuTILATI 01 RoMA.

Il g iorno 8 febbraio u . s. l 'A. R. il l)uca d'Ancona ha v tsltato il C<:ntro Mutilati 11 Principessa di Piemonte n. Rice vuto da l Dir ettore e da tutti g li ufficiali del Centro l' Ahczza Reale, dopo una br eve so sta nella Cappella, ha vis itato i , ari i r epa rti , tratte · ncndos i presso ciascun infe rmo c confortando tutti co n fen·ido cuore. Si è poi intrattenuto nella sala di r iedu cazione fisica . ove h.t 2ss istito ad eserci2 i gi nnastici eseguiti dai m u tilati degli ar ti. AJ termine della visita l' R•:alt ha espresso il suo \' i vo compiacimento c si è qu.indi allontanato fra gli ap plau si dei mut ilati riconoscenti.

Il giorno 16 febbraio u. s. lo stesso Centro è stato visitato dal prof. Sauerbruch, D i ret t ore della CUoica Ch iu r gica di Be rlino, c h e ha assistito anche a due int e r.•enti chirurgici praticati da l tcn. col. medi co Manna e cap. medi co Sovena .

- CoNFER ENZA.

Il giorno 11 marzo u. s. nci! ' Aula Magna de ll' Isti tuto Superiore Ji Sanità il prof. Ma k s Samec ha tenuto una conferenza su " l p rocess i enzimati ci dell'amido in rapporto a Ila sua costituzione )>

L'illustre confer e nziere , Direttore dell'Istituto di Chimica dell'Univers ità di L u · bi:ma, ha svolto l'ar go mento dinan z t a un folt o p ubblico di studio si , c h e gli ha tributato alb fin e una ca lor o sa dimostrazione d'ammirma sjmpat ia

2 39
Ufficia li medici pam: cipa nti al Corso di Malariologia prc.<>o l'Istituto S upaiorc di Sa nità.

In occasione del s uo decennale la « Rivista di Commissariato e dei Servizi Amministrativi Militari » ha raccolto in un bel volume intere ssantissimi scritti logistici del· l'Ecc. il gene rale Ambrogio Bollati: <<Problemi logistici della gue r ra moderna ». ( L. 25).

La ben nota competenza dell'A. e la particolare i mportanza dell'argomento i n questo periodo renderanno numero si i lettori di questa pubblicaz ione che si raccomanda :1nc he per la sua elegante e sobria veste tipografica

- CoMMEMORAZ IONE DI Comvtu A.

Promossa dalla società medico-chirurgica holo gnese, il z8 febbra io, nell'aula delle lezi on i della clinica ortopedica dell' Istituto <<F. Rizzoli » è sta to solennemente cornme· mo rato il fondatore dell'ortopedia italiana, Alessandro Codivilla.

Alla celebrazione sono i ntervenute numerosissime personalità del campo scientifico medico italiano, autorità cittadin e c numerosi feriti di guerra ospiti del cen t ro orto· pedico, ch e ha sede nell'Istituto Rizzoli.

Il presidente deUa socie tà chirurgica, prof. Leonardo Martinottì , dopo aver dato lettura di numerose adesioni, ha rievocato Alessandro Cod i villa, an nunciando infine la imminente pubblicazione di un volume contenen te la biografia e scritti inediti dello u:omparso.

Successivament e la grande figura e l'opera di Cod i villa sono state rievocate dai proff. Bartolo Negrisoli , Francesco Delitala, Gherardo Forni e Africo Serra.

D ove sta pre cisamente la Sa nta Sindone ? Lo sanno soltanto la Maestà del Re Imperatore, il Principe Umberto di Savoia, il cardinale arcivescovo di Tor ino e il c u stode della R . Cappella ol tre il notaio che ha rogato l'atto legale che registra come la sacra preziosa reliquia cristiana e sabauda sia stata trasportata e si stemata io luogo sicuro, fuori da ogni pericolo di guerra. Ma la Santa Sindone continua ad essere oggetto di importantissimi studi ed ora se ne aggiunge u oo del senatore prof. Giacinto Viola dell'Università di Bologna, studio che presentato a l Papa per le feste di P asqua, i n un complesso di studi scientifici stesi da un gruppo di dotti italiani e che sarà offe r to qua le omaggio degli scienziat i italiani per il giubileo episcopale di Eugen io P acelli.

Lo studio del senatore Viola, professore e merito di medi ci na all'Unive rsità di Bologna, sarà esclusivamente antropomet rico diretto a constatare le reali mis ure e fo rme del corpo di Cristo avvolto nella Santa Sindone mediante l'esame accurato scientificamente delle impronte su d i essa lasciate.

ROMA, MARZO 194J X XI

tenen te generale m edico. colonnel lo m edico.

- PuBBLICAZiONE.
- UNO STUDIO ANTROPOMETRICO DEL SEN. VIOLA SULLA SANTA SINDONE. : Dott. A Do tt. MARIO • CARLO CATTANEO, 20.

per il cuore e per la circolazione

l ndtc <1 1i oni

Labilità vasomotoria con pressione circolatoria bassa : Conv11lescenu- ipoton l o - grov id11nu- disturbi dello vtcch itia

Lesioni circolatorie generali :

l n Il u z "-d i l t e r1 t e- t u ber co l os 1- t i f o- p o l m o n 1te.

Collassi gravi: Oper11z i on1- p4rt i- em o rrog i e- sch o k. Conl

.\=. ) 01'· r Jl· infi: i dt e(!O. )h il ,inC oç;: ,
u •ON In commcroo r..s. do 0,06 gr c loquldo •1 10% .· . ,... . . l M• •cth H R*"• a C , v • C lo p,,..• .,. 1
TlPOGRAFIA RBGIONAL.S ROMA 1943 -ANNO XXI l J . . ! . '
Anno 9J " - Fase. 4
1t. Apr ile J94:3-XXI
Dire zione e Ammini s trazione Mi nis t e ro della Guerra Roma
TENDE DA CAMPO MATERIALE PER ATTENDAMENTO

GIORNALE D I MED1CINA MILITARE

S<.;UOL:\ D ' APPUCAZIONE D I SAN ITA' MILITARE

ULTERIORI RICERCHE SUL METABOLISMO DI CRESCITA DEI GERMI

PRIMA PARTE.

l mtet pnmt contributi sper.ime::ntali rel ativi allo studio del metabolismo di crescita dei germi , resi noti negli anni 1937-38 (x), hanno dimostrato che , quantunque affini biologicamente, ciascun germe del gruppo tifo-coli presenta attitudini metaboliche di crescita sue proprie, e che codesta proprietà viene mantenuta anche variando la composizione del terreno di coltura, ossia di un fattore ambientale cihe, specie in rapporto alla crescita, semhra avere un 'importanza preminente. Il valore essenziale ·di codesti risultati consiste nel fatto che essi recano un contributo alla dimostrazione dell'individualità biochimica di cias t una specie batte rica conside r ata dal punto di vista dinamico, e cioè sotto l'aspetto di entità vivente nel pieno espletamento delle sue funzioni metaboliche, collegate all'edificazione di nuove cellule. I fatto ri essenziali di siffatta individualità che contrassegna ogni specie di virus (in teso in senso lato), r isiede ovviamente nell'attrezzatura enzimatica : onde si deve ammettere che ciascun germe è dotato di funzioni fermentative le quali, quantunque siano suscettibili di modificarsi largamente per il mutare delle condizioni ambientali, formano però un complesso solidale che conferisce al metabolismo del germe le proprietà di metabolismo di specie. Ciò deve valere naturalmente tanto per gli (nzimi costitut ivi (abituali di Gorini), quanto per gli mzimi adattativi, intendendo questi ultimi sia nel senso di veri e propri arricc h imenti della celtlu la batterica favoriti da fattori ambientali, sia come invece vorrebbe Quastel (2) , nel senso di funzioni variabili, dipendenti piuttosto da fattori atti ad interferire sui rapporti fra enzima e substrato.

Se tutto ciò ha importanza dal punto di vista strettamente naturalistico, l'importanza non scema quando i germi vengano conside rati in qualità di agenti di malattia, nonostante che il concetto di indiv idualità di specie sia già solidamente fondato sull'analisi minuta delle funzioni patogene svolte dai singoli germi nella compagine dei tessuti animali , nonchè sulle relative

ANNO 91° • FASC. • S pedìzionc In 1bbonamento postale (3° l( ruppo) APRILE •?•J·Xll
Dir e tto re : magg ior !(Cnctale medico pro f. A. G u .-uso Pr of. AnREOO Gt:P.t.11 s o, m.1ggiore generale med ico .

proprietà immunologidhe. Poi chè però .funzioni patogene e proprietà immu::lOlogiche sono stretta mente connesse al metabolismo generale, si può supporre con molto fondamento che le ricerche comparative sul ricambio dei germi durante la crescita siano sus cettibili di apportare nuovi ed utili elementi per una migliore precisazione dd concetto di individualità biochimica; e, oltre a ciò, di recare contributi ulteriori alla conoscenza dei meccanismi con cui l e singole specie batteriche svolgono le rispettive funzioni patogcne nell'organismo animale.

t " - MATERIALE E METODI USATL

Allo scopo di confe rir e alle ricerche un'estensione conveniente, sono state studiate le modificazioni chimiche indotte sui terreni di coltura delle seguenti specie batteriche: tifo, paratifo A e B, bacterium coli, bacilli dissenterici di Shiga, Flexncr, Sonne, Hiss-Russel, Strong, madampensis, bacillo piocianeo, bacilli Ceylonensis A e B, b. enteritidis, columbense, asiatoideus, suipestifer, b. di Danisz, del colera dci polli, bacillus morgani, abortus aequi; micobatterio della tubercolosi uma na ed aviaria e infine sta.filococco aureo , stafilococco albo, pneumococco.

La maggior parte dci germi f u ottenuta jn coltura su brod<rpeptone insemenzando i l terreno con un'ansata normale di germi. La crescita fu poi lasciata svolgere per 48 ore in termostato a 3t· Il micobatterio della hlbercolosi fu invece coltivato in brodo glicerinato, lasciando i palloni in termostato quattro settimane a temperatura di 3t c 42", rispettivamente per la varietà umana ed aviaria.

Per le ricerdhe relative alle modificazioni indotte dai singoli germi nel rispettivo terreno di coltura si seguì un procedimento generale consistente nell'allestimento di una quantità conveniente di terreno colturale, nella distribuzione del mezzo nutritivo in appositi palloni in qu antità uguali (cc. soo) c nella determinazione dei valori di partenza di ciascun elemento che fu oggetto d'indagine, prima di procedere alle semine . Le stesse analisi furono poi ripetute dopo la crescita batterica , previo alJontanamento dei germi mediante filtrazione per filtro Seitz.

A) C O MPORTAMENTO DELL 1 AZOTO TOTALE. eseguite col metodo d1 Kjeldhal. I valori de li 'N totale prima e dopo la crescita delle specie bacillari sono racc olti nelle tabelle n. I e 2, mentre le tabelle n. 3 e 4 contengono i valori dell 'N totale prima e dopo la crescita rispcttiv :t ment(' del micobattcrio <iella tubercolosi e dei cocch1. Le cifre riport:tte esprirnou o ì grammi di N totale per cc. 10 0 0 (mille) di terreno di coltura.

DETEI\:.IINA7 10NE DEl. t.' AZOTO TOTALE

Brodo Para tifo Tifo 5tcrile A 3,192 J, t J6 J, t7 8 l Brodo Mada m- Cey lonensis sterile pensis A 2,7-14 1 1 716 2,66o
Parntifo Baclerium Flcxncr So nne H Ì$S·Russe1 B coli ··3,ro8 2,996 3,170 :;,oSo .),070 2,980 l
Ceylonc nsis Suipestlfcr l EnteriUdis Columbcnse Asiatoìdeu9 Pullorum 1.! l l --·-2,6Jl 1,6]4 2,688 :z,s9o 2,682 ' . • Tabella n. 3· DELL'AzOTO TOTALE. Brodo st rrilc Tubercolosi umana Tubercolosi aviaria 3,010 2,772• 2,772 Strong J,o.p Morgani Tabella n. r . l3,o8o Tabella n. 2. Ahprtns aeq ui ,,ssJ l vJ
DETEKMIJIIIIZIONt DELL'AZOTO TOTALE.
Brodo tlufle 2,457 Brodo Pari tifO ParaUfo Tlfo steril e A B o,J 44 o,J47 0 1320 o1 290 Varlulonl + o,g - 7 - •s,1 pe r cntuall l Brodo Ceyloncns i• Ce ylonensis Madampensi s sterile A Il 0 1292 o 1 289 o,:ro8 o, t6'1 Variu:.ioni per ce ntuali - o, t - 28,7 - '1 3 Tabella n . 4· 0ETf.RMINAZ I ONE I>ELL.AZOTO TOTALE. Starllococco albo Pneumoc:occo 2.290 2,198 :r,ot 2 2 DETER.MINAZ I ONE OELI. 1 AZOT0 AMINICO. Daettrlum Sbi&a Flexner So nne H i;,s -Russtl coli 0 1246 o,:rs.t o,:zss o,179 o,:r6o l - 28,4 - 26 -34 - 18, 8 - 24,4 l 0ET!Ju.UNAZIONF. DELL'AZOTO AMINICO. Entcritidis Co lumbcnsc Aslatoideu s Sultlc<tiftr Oanltt Pu Il o ru 111 o,:r '1 9 0 1301 o 1231 0 1 196 0 1 18 3 o 1 272 - l"' 7 l 2,7 - 20 - 32,8 - 37 - 6,8 l l Stro"& 0 1304 - 11 16 Morganio , tgg - Jl,ll Tabella n. 5· l J>yocianeus l - . -0 1 212 - J8,3 Tabella 11. 6 . Abortu s acqui0 1243 - •6,7 l N .l.l-

Qu:mtunque l e quan t i tà resiJue dell'N totale del t erreno di colt ura siano notevo lmente divers e dopo la crescita delle singole specie batteriche, non è poss i bile alc una f ond ata valutnione in r ap p orto ad eventuali pr op riet à legate alla crescita La m ag g io re o min o re utilizzazione d ell ' N t ot a le del terreno è infatti in str etto r apport o a due fattori fon dam en tali consistenti nell ' intensità delb c re scit:t (numero delle unità b atteriche pro l iferate) e nel con tenuto in N di ci:1sc un a cellula batterica. Q uesti due fattori sono a loro volta la rg a mente influenzati dal tipo di corn pO'>ti fungenti d a fon te d i N , ess endovi specie batteriche capaci di utiiìzzare per la sintesi pro teica anc h e l'N di co mpooti m o lt o se mplici come il carbonato d'ammonio (3), e specie batteriche m olto meno adattabi li, in quanto un a bu ona crescita è condizionata dall a presenza nel ter ren o di fonti azota t e consistenti in proteine m ol to co mpl ess e e app artenenti a determin:1te specie an.i m al i. Tenend o pr esenti le interferenze esercitate da qu esti fat to ri, i r is ultati rel ativi al comportamento dell'N totale sca turit i dalle presen ti ricerche, se r vono piu ttosto da termin e di riferimento per l 'impos tazione di nuove ri cerc h e .

L a determ inazion e del l 'N amin ico è sta ta esegui ta col metod o di Schit1SOrensen e le ci&e r elative a questa q uota azo tata son o ra ccolte nelle ta belle 5, 6_, 7 , 8: esse esprim ono in grammi per r ooo le q u:mtità reali di N :t minico :1l netto dell 'NH 3.

In base ali 'esame co mp:1rativo d ci risultati, 1 ge rmi stud iati appaion o s u ddivisi in due gruppi: un primo g rupp o co mprendente il bacillo del tifo, il b .. columbeose , li m icobotterio d ella tubercdosi :.tvi:Hia e lo pneurnococco i cui terreni d i coltura mostrano, d opo la cres cita, aumen t i p iù o m eno n.otevoli dell'N a min ico; cò un secondo gruppo formato d ai rimanenti ge rm i i quali invece, con la cresc ita h an n o i ndo tt o m oclifi cazioni del terreno del tutto o pposte. Un compor tam en t o a parte lh a dimostrato il micobatteri o dell a tubercolosi um an a, la cui crescita non ha influenzato m ini m amente il ter r eno di coltura in rapport o al contenuto in N :lminico

Tanto i germi del prim o quanto quelli del secondo gruppo si sono co mportati d 'a ltr a parte in mod o tutt'altro che un ivoco rel ativam ente a lle va ri Jzioni da essi indotte sull'ammontare dell'N a mi nico. Fra i germi del prim o gruppo un estremo della serie è rappresentato d al b. dc) tifo che lh a incrementato m o lto le gger mente codes ta qu ot a azotata , m en tre a ll 'es tr em o opposto sta lo pneumoc occo il cu 1 terreno, dopo la crescita, cont eneva il 47 "{:, in più d i N aminic o.

Nel secondo gruppo, comprendente i ge rmi il cui terren o d ì coltur:t contenev a, d opo la cresci t a, quantità minori di N aminico rispetto a quell e di partenza, un estremo della se rie è dall o stafilococco a lbo (- r ,8 e l 'estremo v pposto dal b. piocianeo (- 38 %). Il b aci ll o maclam-

-:> l-,)
B) V ARIA ZIONI Q UANTJ"J..\-rtVE AMJNJcO.
Srotlo s terile rlfo ------ ---0 1 101 0 1 1 01 Varla:don l lnva r . porccntuall l Tabella n. 7· DETf.IUIINAZIONEBrodo Tubercolosi umana Tubercolosi a viaria 0,261 0, 261 o,Jt4 Varinioni percentu aH invariato + 20 Tabella n. 8. DET ERMINAZ IONE DELL'AZOTO AMJNICO. Bro<lo sterile Stafilococco l S1afllococco 2J bo Pneumococc:o l -· o,•6s o 1 161 0 1 1 62 l Variuionl percentuali - - 1,8 f- 47
DELL' "ZOTO AMMONIACALE.l'nratifn l'aratifo l Shiga Fluner ,, o (.:fJ ii l O,IJO o,•7J o,17 .1 o 1 .J t ..l 0 1225 JS t 61 l l 61 l 109,9 l :z:: , 'T' l l Sonnr S t1'0ng ll l o. t6 6 O,ltl!l o,•BK ! 6 4,3 ' 66 l 86 7 j Tabelle n. 9 · l'yoci ancu s0 1256 l ss .. l l l l IV ...:. c-
DETERMINAZIONE
J).E 1)1 LL'A.t..>TtJ Ar.IMOIS I.\CAl.h. - - - - l Ccylonensls l Suipe-;lifrr , l 8todo l'nlrrihdil A•iatoidcus Oanlsz l'ullorum sterile A l _ li -':- - -- - . ' o1o1J o,•os o,•o; o,q2 n,O(fJ 0,057 O,IH o,•ss u,uli .l o,115 Variuloni + 4 IO!ìJ 666 tuSJ t t66 t- 775 71JI ·; 375 . l ... 591 ' l Tabella n. 11 0ETERMIN/\ZI O NE DELL'AZOTO AMM O N IA '::ALE. flrodo sterile Tubrrcotcui umana Tubercolosi aviaria 0,187 0 1202 o,210 Variuionl + 8 + 1:1 Tabella n. 12 . DETERM I NAZION E DELL'AZOTO AMMONIACALE. Brodo sterile Stalllococco Statilococco albo Pn cumococco o.ns 0 1 145 0 , 116 Varluioni + 2 6 l + ofO invariat o Tu/1cll41 n. JIJ. -Abortu> .\l"r11anl arqul - -o,t77 0 , 111 J + liJS l 1]75 l l l l ... _,.. "'-l

pensis (il cui terreno ha mostrato variazioni minime contenu te nei limiti <lerrore) ed i l micubatterio delb tubercolosi umana , mos tra rono invece un comportamento intermedio p oichè, come si r ileva dalle cifre, le quantità di ì' aminico, dopo la crescita, rim ase ro invariate.

P er quanto riguarda il rnicobatterio della tuberc o losi umana sì possono quindi confermare i risultati di L ong (15) le cui ricerch e h anno dim ostra t o ch e codesto germe m os t ra, durante la crescita, una spiccata tendenza a manten ere costante u na ctrta concentrazione degli aminoacidi del terreno. Secondo L ong ciò accade s p ecialmente q uanòo il terreno di coltura contiene pept oni o p roteine, che il m icoba tterio attacca e disgrega secondo un ritmo di inten sità il qu ale è grossolanamente proporzionale al consumo degli aminoucidi. Il b. madampensis se mbrerebbe comportarsi in m odo analogo.

A vanti di affacciare un'interpretazione dci r isultati ottenu ti con gli a Itri germi, è oppor tu no prendere in esame anc h e le :; !tre due quote azot ate che furono ogget t o d'indagine, ossia l'N ammoniacale e l 'N purinico.

C) Az oTo AM MONHCALE.

I dati relativi all'N ammoniaca le soM r:lcc o lti nelle tabelle 9, I O. u, 12. L e cifre espri m ono come al solito i grammi per 1000 cc . di terreno. La de termin azione dci valori è stata fatta col metodo di Folin a l ca rhon a to di sodio.

I risultati ottenuti di m ostrano che ad eccezione del bacillo del tifo c del lo pne um o:::occo, tutti gli altri genm, quantunque in misura diversa, h anno prodotto, durante la c rescita , un aum ento di ammoniaca nel terreno di coltura. Di fronte ad aumenti modesti come quel l i dd micobatterio dell a tubercolosi uman a (8 %) ed aviaria (12 " ,, ) stanno a umenti notevolissimi s u -

peri ori al 1000 % osservati per i l b. Cey lon ensis B, Asiatoideu s, suipestifer , morgani. P oic h è lo sviluppo di cociestt germi si accompagnato, quantunque in varia misura, ad una diminuzione dell 'N aminico. si potrebbe pensare che l ' incremento dell ' NH. sia collegato alla desaminazionc degli aminoacidi del terreno . L ' NH 3, in altre parole, proverrebbe dall'attacco operato dai germi sopra questi derivati pro te ici. In realtà ciò è possibile per mezzo di varie modalità d'attacco: desaminazione ossicla t iva, oppure idrolitica con punto d'attacco su ll 'a-car b onio e formazione consuntiva di un chetoacido e risp ettivamen te di un ossiacido; ancora attacco ossida tiv o oppure idrolitico in altra posizione della molecvla del l 'am i noacido essa pure vettrice di N (aminoacidi a ro matici) , con liberazione di composti ìnter m edi diversi a seconda dell'aminoacido metabolizz:.to.

P arte di codeste possibilità d 'a ttacco sono state accer t ate anche re centemente da H ills (4) per diversi co:c hi gra m -positivi e gra m -negativi nonch è per il bacillo del tifo. I n genera le secondo qu esto A. , i cocdhi gram-positivi contengono n el loro protopbsm:t un enzim a ch e scinde idroliticamente

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l'arginina con f o rma zio ne di NH 3 ed u re a, vale a d ire secondo un meccanismo il cui punto d 'a ttacc o è rapprese n ta to contemporaneamente dal gruppo guanidinico e d all 'a -<: a r boni o . 11 bacillo del tifo è pure capace, secondo Hill s, di attaccare in ae r obiosi l'arginina form :mdo però soltanto NH 3 : questa potreb be derivare d a una vera e prop ria desa m.ina zion e del composto i n corrispondenza dell 'a-car bonio, opp ure dalrultcriorc degradazione dclru r ea liber atasi pe r idrol isi del g rupp o guanidinico.

Men tre le su ccitate ricerche d i H ills d ocu m ent ano l'esistenza nel corpo batterico di attive idro lasi esplicanti fun zioni fermentative sopra amin oacidi già complessi come l'arginina, l'att:tcco di questi composti in generale è res o più ch e possibile dal fatto c he m olte specie batteriche sono in possesso di fermenti respira to r i eminici (cianosensibili) e deìdrasici (privi dì ferro) come appare dai risul tati di Bourn ct (5), Br:lUn e Gug ge nh eim (6), Quastel e Wh etham (7), Jorg (8), D co t1 o (9) ed

P osto dunque ch e rNH 3 formatasi ex novo n el terreno di coltura provenga dall 'a ttacco degli aminoacidi da parte d ei ge rmi durante la crescita, questi ultimi, in base al co mp or t a me nto fi nale deii ' NH 3, appaion o s u scett ibili di un ' ulterior e s ud div isione in rappo rto all e ri spettive atti tu dini m et abolidhe.

Così il bacillo del tifo c lo pneumococc o, i cui terreni di coltura m ostrano d opo la crescita diminuzione dell'N ammico ma nessun aume nto dell'NH 3, sembrerebbero poco o punt e at ti :'1\la d esa m inazion e degli a m inoacidt dur ante l a crescita, onde fondata l:1 supposizione secondo cui l e sintesi proteiche necessarie per i ' edificazione di nuove unità batteriche vengano fatte da codesti germi ut ilizzando direttamente g l i amin oacidi li be r antisi gradatamente dall ' attacco del peptorae, nonc h è quelli già esistenti nel terreno. Gli altri germi se mbr ano invece co m por tarsi in tutt'altro modo; essi infatti , sebbene in varia m is ura , i m poveriscono dt am inoacidi i l terreno , ma in pari tempo m os tra no attitu dini dcsamin ;m ti p iù o m eno spiccate. Codesta funzione metabolica p otrebbe essere in rappo rt o a particolari esigenze d i energia l egate alla crescita, oppure all a :1.o rmalc del met abolis m o ordina.rio. Un'altr a p ossib ile sp iegnione del fenomeno potrebbe consiste r e nel fatto che codesti germi siano formati da proteine del tutt o specia l i, onde la sintesi di queste diventa possibile sol tan to qu ando sia preceduta da u na scomposi zione molto avanza t a dei composti azot:.l ti del terreno. In r appo rto a quest'ultima eventualità è interess a nte rile vare che qual ora fosse d im ostra ta. nel corso della sintesi una larga pa rtccip azJOn e dell'ac ido aspa rti :: o e glutammico, ciò costituir ebbe un r eperto di not evole valore per a mmettere che a nche i protofiti sono in grad o di avviare le sin tesi pr oteiche ric orrend o al p r cr cesso di transaminazione secondo Braunstein c Kritzmann (10).

Un'ultima possibile spiegazione dei fatti osserva ti che d 'a ltra parte non esclude le precedenti , è quell a che vede nelle più o meno elevate quantità di NH3 formantesi nel terren o un composto deriv:m te dall 'a utoli si precoce

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di unità batterich e rapidamente pr oliferate. Come tutte le cellule in generale, anc he i batteri sono infatti dotati di endoenzimi (catepsine) liberantisi dopo la morte dell a cellula a ventl funzione proteinasica (disintegratrice delle prote ine native) nonchè pe p tida sica (agen ti cioè sopra i primi composti della degradazi on e pro te ica c he essi scomp ongono fino agli aminoacidi). Codesti enz imi largamente studiati d a Dernby (u) , Borghi (12), Corper e Sweany (r3), nonchè da altri AA. , an aloga mente a quelli delle cellule animali, si mostrano partico larmente attivi in quelle specie batteriche a metabolismo molto esaltato. Poichè dunque anche le catepsine batteriche fanno per così dire da spia in rapp orto ali 'intensità con cui decorrono durante l a vita i fenomeni del ricambio, la intensa e precoce autolisi rappresenta una proprietà di specie batteriche metabolicamentc molte attive, ossia con biodhimismo orientato in senso spiccatamente favorevole a l a rgh e li berazioni d'energia. Attesi i rapp orti stretti esistenti fra a lto potenziale energetico e proliferazione cellulare (16), anche la precoce ed intensa au t olisi è tutt'altro che in contrasto con l'interpretazione che vede nell'aumento di NH 3 del terreno di coltur a il segno indiretto di una precedente moltiplicazione mol to spiccata delle cellule batteriche.

L' ampiezza con cui è avvenuta l'autolisi nelle singole specie batteriche cimentate nel corso delle presenti r icerc he , può essere valutata in base al comportamento dell ' N purinico del terreno dopo la crescita. Codesta quota azotata è stata determinata col metodo di Kru ger e Schmidt (14) modificato d a Arthus e le cifre relative, esprimenti la quantità di N pu rinico in gr ammi per cc. rooo di terreno, sono raccolte nelle tabelle 13 , 14, 15 , r6. L ' esame <ielle cifre dimostra dhe l'N purinico è rimasto invariato soltanto per l o stafilc.1CI.JCCO aureo e che invece è diminuito oppure aumentato per tutti gli altri germi. Diminuzione delle purine del terreno dopo la crescita è stata usservata per il bact. morgani , per il micobatterio tubercolare uman o ed aviario, nonchè per lo stafilococco albo e lo pneumococco; mentre per gli altri germi si ebbe aumento più o meno accentuato.

La ragione per la quale l ' aumento dell'N purinico offre la possibilità di va lu tare l 'ampiezza dell'eventuale autolisi è in rapporto al fatto che tale aumento presuppone un a sint<.'SÌ preventiva delle purine da parte del germe, onde la quantità eccedente rispetto a quella di partenza non può provenire che dai germi lisati per azione postmortale delle già rammentate catepsine.

Infatti le purine sono incluse nella moleco la dei nucleoproteidi, ossia di una frazione protidica dei germi biologicamente m o lto importante e che ogni germe sintetizza in modo diverso da tutt i gli altri, in quanto sono per l'appunto i nucleoproteidi a conferire a ciascun germe la specificità di specie.

Codesto fatto dimostrato ed a mpiamente illustrato da Lustig e Galeotti (17)

D) AzoTO PUR INI CO.

è stato largamente confermato in seguito in modo concorde da tuttl 1 batteriologi (Zinsser e P ar ker , H eidclbergcr, Avery e D ubos, Anderson, ccc.).

In base al comportamento dell'N purir.ico può quindi affermar e chr ad eccezione dei germi già ric ordati, e a proposito d ei quali sarà detto in seguito, tutti gli altri nei cui. terreni codesta quota azotata è aumentata, sane andati incontro ad un 'a utolisi la cui intensità è proporzionale alla maggiore quantità di N pur:inico trovato d o po la cresc i ta.

D a questo punto di vista il bac. di D :misz cci. il bact. enteritidis sono apparsi i più attivi, mentre d bacillo columbense ed il piocianeo h anno dimcr strato un 'attività minore. Il fatto che gli aumenti dell'NH. e dell'N purinico non vadano sempre di pari passo può ec;sere fa cilmente spiegato tenendo prec;ente che l'attacco dei substrati da parte delle catepsine battericlhe è suscetti bil e di effettuarsi in modo diverso potendo essere, per il variare delle condizioni ambientah, più aCL:entuato nel senso dell'estensione o della prcr fondità. Nel primo caso si osserva allora un incremento notevole dell'N purinico e quantità di NH 3 relativamente scarse, mentre nel secondo il compor t amento delle due frazioni azotate è del tutto inverso.

Un cenno a parte deve essere fatto per il ba c . p.iocianeo c per il bact. columbense i cui terreni di coltura hanno dimostrato, dopo la crescita , un aumento dell'N purinico relativamente scarso rispetto alla quantità di NHl formatasi ex nova.

Per il bac. picxianeo la spiegazione deve tener conto del fatto che il pigmento, la piocianina, rappresenta per il germe un vero e proprio pigmento respiratorio. Orbene , la piocianìna, composto chimicamente abbastanza noto appartenente alla serie delle fenazine, eccitando l a respirazione e faver rendo quindi le reazioni ossidati ve ( desaminazione con larga formazione di genera condizioni ambientoli inadatte per un buon espletamento dell'a utolisi (aumento dell'N purinico). Questa infatti viene attivata dalla caduta del potenziale ossidativo (Waldschmidt-Leitz, Purr, Rond oni, ecc.), ossia presuppone un a condizione che difficilmente può realizzarsi in presenza della piocianina.

Trattandosi invece di un germe non pigmentato, i fatti ana loghi osserva ti per il bac. columbense devono essere altrimenti spiegati. La larga formazione dell'NH 3 .indotta dal germe nel terreno di co ltura senza un aumento corrispettivo dell'N purin:ico, può essere in rapporto o a spiccate esigenze energetiche , oppure alla già rammentata sintesi di proteine speciali costituenti il corpo batterico, sintesi che diventa possibile soltanto utilizzando come pietre costruttjve materiali azotati molto semplici.

Il bac. morganì , il micobatterio della tubercolosi umana ed aviaria, nonchè lo stafìlococco albo e lo pneumococco !hanno invece attinto largamente ai composti purinìci durante la crescita e n on sono per nulla soggiaciutj al disfacimento autolitico. Evidentemente si tratta di germi aventi proprietà biologiche diverse dai precedenti alcune lacune delle quali , essendo già note.

contribuiscono a spiegare il compo rtamento osser va to nel corso dell e presenti ricerc h e. Per il micobatterio dell a tubercolosi, ad esempio, le già r amm entate ri ce rche di Corper e Sweany (13) che hanno dim os trato la lentezza del r i cambio generale e l'anJamento es t remamente lento dei fenomeni autol itici, si ra ccordano intimamen te ai nostri r isu ltati. Da ta l'epoca nella qu ale si fecero, presenti determinazioni, è m olto pr obab ile che per il micobatterio tubercolare fosse r o ancora in corso attivi feno meni di proteosintesi legati alla crescita. Null a di preciso si può dire invece per gli altri germi di qu es to gruppo prima c he non siano esp letate ricerche apposite, quantunque nel caso dello pneumococco sia noto che in t erreni piuttosto semplici a l brodo peptcr. ne, l a moltiplica zione avviene con una certa lentezza. Essendo dunque dopo 48 ore in pieno svolgimento la prim a f<JSe d ell a crescita, è del t utto logico Che facciano difetto i fenomeni di auto l isi.

E) S A Li MINERAL I

l d at i relativi ai sali minera li son o r accolti ne lle tabelle 17, z8, 19, 1u c, come al solito le cif re esp r imono i g r amm i di sostanza per 1 0 00 cc . d i terreno P er qu an to si riferis ce a lla metod ica seguita per le singole dete rminazioni pr-eciseremo che il d osagg io dei cloruri fu effettuato col metcxl o di Mohr-Larsson, mentre per i fosfati si ricorse a lla determinazione volum etrica con acetato di uranile. Il calcio fu determinato col classico metodo di Kramer e Tisdall, mentre il po tassio lo fu con m etodo co lori metrico-fotoelettri co, studiato nei lab oraton dell.t Scuol a.

L 'esa me dell e cifre dimostra che le va r ie specie batteric h e durante la cres cita h an n o utilizzato i sali minerali del terreno in diversa m is ura. Per codestj elementi si r icade però nell a stessa difficoltà di interpretazione rel ativa all'N totale. La possibilità di giudizio in rapporto ad una util izzazioae di grado m aggiore o min ore dei diversi sali, ed eventualmente degli ioni r ela ti vi da parte delle singole specie batteriche, presupp one infatti la conoscenza della reale intensi tà dell a crescita, va le a dire qu ante unit à batteriche si fo rmate n ella co ltur a. Questo lato m o lto interessante della ricerca, che investe questioni strettamente con n esse al metabolismo miner ale dei germ i. è in corso di precisazione per m ezzo di appos ite esperienze.

L 'esame delle t abelle 2r. 22, 23, 24 r accoglie 1 dati relativi ad alcune determinazioni chimico-fisiche dei terreni prim a c dopo la crescita b-.1tterica. Le variazioni osserva t e non appaiono facilmente interpretabili in base agli svil u ppi delle presenti ricerche.

F) M omF JCAZIONI F t s t co-cHIMICHE J>EL TERR ENO.
...
DE1' Ek Ml NAZICINt I>M J..'A/.OTO I'UkiN l( O, - -l Para tifo P ara tifo Tifo 'higa l'ltxnu So A Il coli l -- -o , • JS o, ,s z o , a 76 o 1 all3 o1 a89 o, ll.o9 0,187 o 11 6o l Variazioni ,.l 11,5 + JO JS.S -fO 39 +- 25 j - j8 : al! l ' l 0l1'EIL\CINAZ IONE OEU. ,AZ01'0 PURINICO. l l l l l Brodo s terile Mndftlll(lt'llSÌS l_ A f.n trrhld ls . Co lumbcn sc Asl aloidcus S uipcslifer r>a ni sz l'u ll n ru 111 Il l - -- - - l ---o,o78 0,119 o, as8 o, •S? n 1 162 o 1o84 o 11 33 0 1163 o, l i J o, Il li Varlulonl zs,s + 1 0 2 101 t 120 -1 7,6 l 70 -t •o8 f IlO + 35 ,5 prrcrnluali l l bella 11. 15 . DETERMINAZIO N E DEU.' AZOTO P URINICO. Rrodo slrrilc TuMrcolosl umana Tubercolosi aviaria -o , 3 79 0 1 191 o,•s8 l Variuloni pcrctntuall l - 4 9 - ss ·rabella n . 'J · !>trong P)'ocianrus . (),l 8; o, '1 7 l 311 : l t ,J: T t-bella r1 1 -1 · l ' \borllls Morgn ni -0 10 -fCJ o,o97 - .17 l J'f N V\ w
DET I:II MI I> Ai' I OI\1:. IH.I.L.AZOTO I'U IONI CO . .-l flrodtl sterile $t alil ococco aure o St•filococco albo l l, o,t 37 O.IJ7 o, Il i) \'>rfUÌ <lOI percentuali iln ;triO' h' - b l l>ll SALI --Pri ncip i l Paratifo ruatifo 1 Dacte rium ml nrra ll. riccr- l:lrodo Sterile l Tifo l l'lexn e r ca li A Jj coli l l - --l l l l l Cloruri . 3o97 1 3,900 3 .970 J 11)00 J.l)67 J, 971 3 .967 F osfati . 1,5 39 1.5 39 l 1.47 2 l 1,4p l 1,4 7 2 l ' ··17 l ,473 Solfati tracce tra c ce tracce l tracce l tracce tri!CCe tracce Ceneri . • l ?,J<P 9,150 l 'J,0 88 8,904 S ,I)H 9 ,Jlh 9,336 Calcio o,o-11 o ,o ,1o o,o39 o,o26 u 10JY 1 0.0.10 o ,o-111 l Potassio ', 57 .l l , 3.\7 l l .Jl> J I ,Jh.l l .si .l ',s 1 1 N U - 1 c loruri sono Ha li dclcrminott In funtiune dell'I o ne U ·, l lo slall dell '•!) nc l' O ;·· Il ca lc m come • •• l Tc1bclla n. t6. Pncumococco 0,12 9 - 6 1"tlbcl/a 11. t 7 . Sonne l StrOnl( ' l'yocianen s • Ru1se l 1 l ___ l __ 3.97 1 . J,I)OJ 3,97 1 3-971 1, 509 l ,sos l -!d'l 1.-!05 tracce tra cce trac ce tra cce ll,9llS ll,85'l 8,1JN o 1o37 o,o ,p n,oJ.I 0,026 l l l •,'17'1 1 , -jl b 1,259 c Il polas,•o co me hli iC K N V1 ..Jo.
PrincitJi minerali Orodo MadRm· Ccylo · Ceylo - Coluaunensis nr-nsis Entuitldis AsiatoiUeus ricercati s t<rilc pen sis A 13 ben se Cl onui 3,705 J,670 3,687 s,688 J,6fl7 J,688 J,688 Fosfati '•4 14 l ,41" 1, :;so 1a2 J8 t, Z,:H 1,2 _,l) 1,286 ' l Solfati tracce tracce tracce tracce tracce tr01cce tracce l ' l Ceneri 9,334 Il 4 , 4(1(' 8,6]0 s,5-1l 8 ,6 s.. l Calcio o ,o s7 o ,o-1• l o,o-19 o,o45 o,os6 o,o.F o,o.p Potassio t ,286 0,9-H 0,9 66 o,9 H l'l ()l 0,9()6 l ' l S uipcstifer l'ullorum 3.67o 3 ,6z a 3,705 l ,27 t I.JSO t,J80 tracce tracce tracce l 8,8JO 8 , 098 8,7 12 l o,o-to 0,051 o,o49 l t ,286 1 1 1 206 T a bella n. dJ . Aborlus l Morgani aequi l il l! .l 100J 3,6s6 Il l l' I.J50 ,30-1 Il l l lraccc tracce l l ' 8, 71i6 8,488 l o,os:J o,oH l l 1,106 1 ,o-t C) I.J V t VI
DETERMINAZIONE DEl SAL I MINERALI.
l DETERMINAL.IONl. DE l r..INEkALI Tabella 11. 19 . Principi min erali ricercati llrodo umana a vi ari a l Cloruri . ., 3,77 3 3,6..6 3,6 13 Fosfati. .l ' -4 72 •,•37 • , oss So lfa ti . tr a cce tracc e tracce Ceneri l li C alcio o,oJs o.o:a7 o,o:z -. Potassi o l ,J6 9 •,36 -l •,J6 <l h Tabella n. 20 0 ETE.UI I l'AZ ION E DEI SALI WI NI!IlALl.Principi minerali ricercati Brodo s terile Stafiiococco Stafilococco albo Pncumococco C loruri 3. 19' 3,191 2,992 J ,t78 Fosf ati . o,970 0,932 0 ,9J l o, 9 1 9 Solfa ti tracce tra cce tracce t r a cce Ce n e r i . s,o28 s ,oo8 4,6o6 4,832 Calcio . o,os.. o,os3 o,oso 0 053 Potassio l o 1629 l o,629 o, 47Z o,s •u •

ETERM I NAZION I FISICHE E CHIMICO..F I SICHE.

Rlc:crcn

Peso .specifico a + 1 5° (Westphal)

Indice r efrattometr ico a + 17 15" (PuUrichZeiss) .

Punto c ri oscopico(B eckman ) .

Tensione supe rficial e in dine a + 20° ( Lecomte Nouy)

Viscosità a+ 15° (Qstwa.l d ) . .

Cond uci b i lità elettr ica a + 2 5° .

Polarim

Il C) s .... "'-· ;; ., g: " :=
• • . • •
P H a + 18 n Brodo Tifo sterile t 1o 135 1,13Z , ,3380 1,33794 - o , 67'' - 0 ,720 H, 5 H, 6 11 1J06 ' •' 25 2 0,01487 o 1o 15 85 - ,,,oo - 11 1o 0 7 I O 6,95 D
Pa ra Ufo Puatlfo Bactrrium Shiga 1 : 1exncr A n c:oli l 1 135 1,0125 1101 26 0 10134 1,01.2 6 1,3J809 1,33771 ,,33778 1, 3 3801 l ,33777 - 0,730 - o.68 1 - 0 : 70° - 0 175° - 0 1 72<1 ,6 4<\ , 2 45 ,5 6 44, 9 1, 11 5-1 1108 12 l ,0 9 40 I,IISJ 1,0 9 40 o,o1571 9 0 10 15J.l5 0 1015224 0 1015979 o1o161 12 - o,95u - J,oso -0 , 950 - 11 10° - r,os•• 7 1zo 7,1 o 6,9 8 7 1oo 7,os HissSo n ne Rus se l 110130 l 1, 012-j l ,3 3801 1,3 3763 - 0 , 74° - 0,7 20 45.4 -15.4 1,107 2 l ,09 0 J o ,o •s-17 - J,os" - t 1oo0 6 1JO G,so T11belta n. 21. Strong Pyoci•n cu s 11012 6 11012 7 1, 3 3 7 93 I,J 3 80 H - 0 ,73" - 0,720 45,8 4oH 1 1 16 8 5 110 6 33 0,0 15H 7 0 101522 3 - 11oo0 t 1 0S 0 6,6 5 8 , 25 !..) Vl '-1
etri a a + .zo"
CeyloRicerca nensis sterile pen sis A
specifi-
a
6
Brodo Madam-
Pe so
co
+ 15 ° (Westpbal) r1otr8 ,tll 18 11 0 11
tometrico a + l 7·5' ' (PulfricbZeiss l ,33699 l ,3.3 669 l ,33 68;
crio · scopi co (Beckmai!D} - o,65o - o,6s0 - o,6o" Tension e superiiciale in dine a-+20° (Lecou 'ite N ouy) ot 6,s 4 6,6 47, 9
iseo si tà a + l 5o (Os twald) l ,20 fl l ,09 2 7 ' • ' 906
nducibilità ele ttrica a + 2:5" o,o• J 81 0 101422 o,oqor Polarimetria a+ 20° _,o - ,o - ,o l PH a + r8° 7r 2 5 6,9 6,7 5 l DET
MINAZIONI
e C I-IIMI C()-F ISI C
E. ' Ceylò· ncnsis Enterilldi s: Co lumbense ;\ si ato illcus Su ip cstircr l B r ,o1rr 110116 0 1011 3 r ,or q 1,0115 l ,33694 r13 3684 l ,33075 l ,J J09 '·JJ 68s - - o 1641 - o ,63" - o ,6 t 0 - 0,6 ..0 45,+ 45,4 -15,6 ..s.s +6,8 l' •+85 t 1 r8 25 l : 1123 l ,09 97 11 1926 o,or4 67 0,01452 o 1oq32 o ,o •s•z o, o r.1s 7 -o ,95o - r.oso - 1,020 - o 98° - •,os 0 6,9 5 7 .3 7 ,6j 7 , 1 5 7,rs l l l Oanisz l'ullorum l J ,o I O!) 110 111 1,3 37 17 .33727 - o,68° - o ,6 o" so, 48,8 l' 1.! 98 l ,0114 o 1or5223 o,o "15 39 -•",... 7)'\ ],15 Tabt!la n. 22. Abortus Morgani aequi 1,or 1 1 r,o rrs ,337 1,3:1 715 -0. 69 ' - o , sso 5' , s -1 9, 5 1,072 4 l' 1281 o o,or4S74 o,o•49 3 . e -0, 90° 7.5 7, 2 N Vl 00
fndice r e frat-
Punto
V
Co
ER
Fl SICiiE
ii
2 59
0ETERM!N.-\ZION"I
l Ri c e rc• Brodo ste rile Tubercolosi umana Tubercolosi aviari a l Peso sp ecifi co a + 1 5° (We stph al ) 1,022J 1,0181 1,0 180 Indic e refrattometrico a + (Pulfrich Zei ssJ 17 .50 '·3·1358 •. J 4o8s l.J oj051 Punto crio scop ico (Beckmann ) •. 6 5<> I.JO il 1. 22 t\ Te nsione sup erficiale in dine a 40 1 4].7 46.!:1 + 20" (Lecomte du Nouy) V iscos ità a + t 5° (Ostwald) . 1.837 4 l 80J 1. 385 2 Conducibilita elettrica a + 25 " . 0.01288 0,01 137 0.01195 Polarime tria a + 20° . . - O -.o • l :;, - o. s oo - 0 ,] 0 o l PH a ..:.. t 8" . . li.s 5 6.2 5 6. ]O" T abella n. 24DETERMI:-.tAZIONI fiSI C H E E C HIMI CC>-F I SIC H E Ricerca Brodo sieri le Stafilococto Starilococco Pncumococco aureo albo l Peso sp ecifico a + t5° ( We stph al) 1. <:098 1.00')6 l ,00<)5 • .oogS I ndice refrattom etrico a + 17.5° (Pu lirich Zeiss) l. JJ60 1 l .,i5'J7 1. 3;)648 1. 3369 Punto èrioscopico (Beckrnann) - o (loll - o.(lo • - o . slP - o.6 • • T ension e superficiale in dine + zo• (L e comte du Nouy) a 48. 2 50.2 5' .8 Viscosi tà a + 1 5° (Ostwa ld ) 1.1878 1, 11 09 l.t8i4 J.t8;S ' Conducibilità elettrica a + 25 " ' 0.01 17 3 0 0 1 208 0 01 , s.. 0 .01 2] 2 Polarimetria a -1 2 0 11 - o \15 , - (>.So J - 0 \)0' - o. go ' P H a + 18° . ;.s Ì·-1 7 62 7-45 l
Tabella n 23.
FISICHE E CHIMI CO..F l S ! eHE.

Da un punto di vista strettamente chimico-fisico, le modificazioni indotte nel terreno di coltura dalla crescita batterica sono certa mente molto complesse, consistendo esse in un assieme di fenomeni interferentesi vicendevolmente per l'intervento di fattori legati alla vita del ge rme, alla sua energia di crescita, nonchè alle sue attitudini più o meno spi::cate all'adattamento. A complicare ulteriormente la questione oltre alle proprietà generali di specie, intervengono anc h e le proprietà di ceppo onde, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non è ancora concesso di assurgere a generalizzazioni in base a dati di cui non semp re si amo in grado di co mprendere l 'inti mo signifi cato, essendo essi stessi effetto di fenomeni co m plicatissim i legati alla plasticità della m ateria vivente.

CONCLUSIONI.

L e presenti ricerche, che contin u ano e ampliano le precedenti, hann o nuovamente dimostra t o c h e la s pecificità del le specie b atteric he non consiste soltanto di fattori sta ti ci (composizione chimi ca della cellula batterica svelabile essenzialmente con metodi immunitari), ma anche di fattori dinamici espri ment isi per me zzo di orientamenti m etabolici di crescita, i quali, specialmente sotto l 'aspetto quantitativo, sembrano essere caratte risti ci per le singole specie . Il proseguimento delle ricerdhe di rà p oi se oltre alle differenze quantitative capaci di imprimere determinate caratteristiche alla cres cita, esistono anche fattori metabolici specifici qualitativi. r ris ultati conseguiti fino a questo m omento sono naturalmente riferiti soltanto a ll a crescita in vitro, ossia a condizioni del tutto particolari che non impegn ano la virulenza del germe. D 'altra parte però avanti di affrontare ricerche in condizioni estrem amente variabili, quali sono per l 'appu nto quelle proprie dei germi in ·funzione di parassiti , è indispensabile fissare, se possibile, dati di riferimento conseguiti in condizioni più semp lici dominabili dell'esperimento con minori difficoltà.

Si precipita Jl pot:;ssio dall a soluzione cloridrica delle ceneri sotto for ma di cob a ltinitrito. Il precipitato, separato e lavat e per centrifugazione, viene disciolto a caldo in acido cloridrico concentrato. Si porta poi a secchezza la soluzione ottenuta, su bagno ::t sabbia. Il residuo, colore azzurro chiaro, viene d isciolto in soluzione alcoolica di solfocianuro ammonico con form azione di solfocian ur o di cobalto di colore azzu rr o intenso. L 'intensità dell a colorazione viene misurata con un colorimetro fotoelettrico e si determina il contenuto in potassio per mezzo di una curva campione precedentemente

METODO CO LOR IM.ETRICO ELETTRO-FQTOME11HCO PER IL DOSAGG IO D'EL POTASSIO.

prepara ta con lo stess o metod o una soluzione d i cloruro di pot:lssio a titolo noto. (18 , 19, 20).

RIASSUNTO. - L'A ., a cont i11Ua7.io nc di ri cerche precedent i, h a determinato le vari az ion i qu anti!ative dell'N totale, aminico, purimco, nonrhè dci :sa li mineralj, in dotte ne i te rreni ui colt ura dalla cresc it:. batter ie:..

Dal comple sso dei ri su ltati nppare che l:t formnionc di nuove unitÌ\ batteriche avviene col s uss idi o di an i,·azioni metabol iche le quali, specialmente se conside rate dal punto dj vista quantit:uim, semb ra no cons i stere in propr ie tà di st intive ili specie.

Z usAMM ENFAssusc. - Als Fort:.ctzung friihen: r Versuchc hat der Verfasscr dic qu anti tati ven, in dcn Niihrood c n dcs Wachstums ,·crschiedene r Baktcricnartcn ,·erursac h ten V criinderungen cles Amyn, Puri11 - un d und der Min crals:.lze:: llllt er such t.

Es ergiht s ich Jass bc.:i jcdcr lbktericnart die Erzcugun g ncuer Z cll e inhciten durch clic Ak ti\'ierung del" mcta ho!isc:hen Funktion c n stattfindct, clic, beso nJ ers we nn \ ' Om quantitati \"e n Standpunkt bct rachtct, schcinha r eine Ch:traktcristi k jcdcr einzd ne n Art darstdlen.

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SULLE POSSIB ILITÀ TERAPEUTICHE DELLE LESION I TRAUMAT ICHE MI DOLLARI TRAVERSE E RADICO LAR I

Le lesioni traurnatiche radicolo-midollari, costiruendo una entità clinica se mpre grave e spessissimo mortal e a più o meno breve scadenza, rappresentano, oggi, un problema rerapeutico d'i attualità.

Tutt'a ltro che infrequenti complicazioni delle fratrure vertebrali, se Scbmieden m 30 14 fr<itture del rachide ha potuto trovare lesioni radico lomidoll ari più o m eno. gravi nel 20 ; dei casi, anche e sopratutto nelle statistiche di guerra queste lesioni per ovvie rag io ni complicano in una altissima percenrualità le ferite da arma da fuoco interessanti la colonna vertebrale.

I singoli sc:gm e nti del midollo p<!rÒ nelle lesioni vertebrali sono inte· ressati con varia frequenza in rapporto spec ialmente con lo spazio ch e l'elemento midollarc occupa nel canale osseo Siccome il rapporto tra il volume del midollo e il ca libro dello speco vertebrale varia nelle altezze , essendb minimo nei S<:gmcnti cerv icali e massimo in quelli lombari dove l o spazio del cana le è occupato solo dagli elementi della cauda, la frequenza dell ' interessame nto radicolo,..midollare nelle fratture e nelle ferite interessanti il rachìde varia con l 'altezza d iminuendo dall'alto in basso: è di circa il 90 % nelle lesi oni interessanti il tratto cervicale dlclla colonna, di circa i l 50 % in quelle interessanti il tratto dorsale e di circa il 43 % in quelle del tr at to lombare.

Le fratrure della colonna, sia che riconosc ano il meccanism o deUa flessione forzata d'el sia quella dello del corpo vertebrale, interessano più frequentemente i segmenti più mobili del rachide e cioè, in ordine di frequenza, la cerniera dorso-lombare (le due ultime vertebre dorsali e le due prime lombari), il tratto cervicale, e, più raramente, il tratto dorsale. E ' noto che a causa della direzione che generalmente assume l a frattura dali ' alto in basso e da Il 'indietro in avanti, il frammento superiore, per l'azione musc ola re e per il carico, tende a sposta rsi in avanti e in bass0 e, tr:IScinando di sè la vertebra soprastante, il canale vertebrale viene ad essere modificato sia nella direzione ;he nella ampiezza del lume. Cos1 il midollo viene ad essere :n un primo grado ang0!ato sul margine supero-anteriore del fr a mmento inferiore !della vertebra fratturata cd in un

OSPEDALE MlLITr\RE D I RUM.'\ Dircu or e: colunnd l.:> me dtco dnu SASTOLI CENTR O DI NElJROC HIR u RG I.o\ Dtreno re : tc11. cul .mocllo mcùico prof. A . C111.<ssu •s •
f)o n. Dtc to S,\1 \1 :0:1, le nen te med ico , a i uto

grado più avanzato compresso fra questo margine e la lamina d 'ella vertebra so prastantc.

Le les ioni midollari in conseguenza variano dalla semplice commozione sen;za lesioni apparenti, alla compressione per mezzo di un framm ento osseo (o di un versamento ematico), fino alla sezione che può essere completa quando fra 1 segmenti del rachide sopra e sottostanti al focol aio di &attura è avvenuto uno spostamento tale che la continuità del canale vertebrale ne risulti com pletamente interrotta. Anche a carico dei nervi spinali le lesioni variano da uno stiramento ad una compressione o ad. uno schiacciamento con interruzione completa, quando il foro di coniugazione è ristretto per lo spostamento vertebrale o addirittura

Le lussazioni senza frattura, per quanto relativamente rare, possono avere sul con tenuto nervoso del canale rachideo le stesse conseguenze ricor<late.

Nelle: ferite da arma d·a fuoco le lesioni vertebro-midollari e radicolari riconoscono spesso a ltro me ccanismo e variano con il calibro, la forma, la forza viva, l a direzione e il ptmto di azione del proiettile; la co n tem poranea ksione ddl'demento nervoso è anco.ra più frequente &ia a causa dell'azione stessa dall'agente vu ln erante, sia per la violenta proiezione nello speco ddle schegge ossee d'a questo mohi lizzate, e sia perchè il danno osseo spesso è tan to esteso da rendere più facili le lesioni secondar i·e pe r co mpress ione, stiramcnto o schiacciamento a carico del midollo e delle radici.

Facendo astrazione dai fatti legati al fattore infezione che tanto spesso accompagna e complica l e ferite dà arma da fuoco, e riferendosi alle ric.:erche anatomo-patolog iche di Licm, Uffreduzzi raggruppa in qua t tro gruppi essenziali le lesioni traumatiche radicolo-midollari:

r• interruzione totale o parziale del midollo o di u na o più radici n ella l oro continuità causala in genere da proiettili o dall'azione di scheggie ossee;

2° - oecrosi traumatiche per fatti emorragici e compressivi;

3" - ematomielie;

4° - alterazioni del midollo e delle radici per emorragie meningce o alterazioni aracnoidee .

Ricordando che la pato!ogia: dei traumati smi del midollo è essenz ialment e una patologia radicolo-midollarc, poichè quasi sempre so no interessate anche le radici, diversa sarà la sintomatologia a seconda dell'entità, e dell'estensione in larghezza della l esione .

E' noto che n ei giorni seguenti la lesi o ne si ha spesso per un periodo più o meno breve la cosidetta « sindrome di interruzione fisiologica del » che presenterà le stesse manifestazioni cliniche sia che si tratti dl una l esione che abbia prodotto una sezio ne anatomica più Q meno pJeta del midollo, sia che si tratti di una contusione o di una semplice commozione midollare.

Il decorso delle lesioni midollari si suole distinguere in tre periodi clinici:

1 ° - periodo di choc o di corna mido!Jarc contraddistinto da plegie e defic it sensitivi ptù o meno estesi, parestesie e dolori, turbe simpatiche, sfì n tcr iche, écc.;

2 ° - periodo dell'automatismo midollare, che compare dopo un tempo var iabile da una setti m ana ad uno o due .mesi o più, con comparsa dei riflessr di difesa (o d i automa tismo mi.dullarc) del tono muscola re, di minZIOni riflesse, ecc.;

3o - periodo del recupero della (u nz :one, che iniz ia in media 5 o 6 settimane dopo l 'i ncidente e può evo l vere anche in tempo m olto lung o. Questo ultimo periodo, n aturalmente, è legato alla presenza di alterazioni anatomiche r eversibi li: si stabil isce in modo più o meno comp leto nelle lesioni midollari parziali e manca completamente nell e sezioni totali in cui è so stituito invece dalle alterazioni definitive n ei vari terr ito ri dipendenti. ·

Le lesioni midolbri pi ù gravi evid entemente sono quelle trasverse complete. La m or talità per esse è molto e levata ed i pazienti, anc h e quando riescano :l s u perare il primo periodo di choc c le eventua l i infezioni primari e, vanno quasi sempre incontro alla morte per la grav ità delle complicazioni causate _Qai fatti paralitici definitivi.

Sono n ote le varie cause che possono condurre a morte i pazien ti affetti da lesioni mjdollari: l ' estendersi dei decubi tJi, :t deperimento, l a cachessia, ecc.. Ma la causa più co mune <lell'epis;odio terminale è d'a ricercare n ell'infezione urin aria ascenJente per la necessità di svuotare la vescica con ri petuti cateterismi o con un catetere a permanenza; ed an che in quei casi fortunati in grazie a specia li attenzioni, si è potuto evitare l 'insorgere di infezioni urinarie, l a stasi vescicale porta a poco a poco all'insufficienza renale, all'ipertensione e all'uremia, C<J n un andamento c he ricord a quello dei prostatici .

P erciò è sopratutto verso q u esti disnrrbi che in genere si indirizzano i vari sistemi ter apt:utici, beninteso tenendo presen te che, nel decorso talora molto prolungato della infermità, i fenomeni sfinte ri ci - come qualche altro gruppo di - possono subire una a tt enuazio ne per lo stabilirsi d i fen ome ni di autom atismo che si manifestano con del le minzioni apparentemente abbastanza regolari.

Va ino ltre ricordato che lo stabi!irsi di un alone di infiltrazione emorragica o di edema acuto intorno a lla ·zona di contusione o d:i sezione può t emporaneame n te in ibire l a funzione di a ltre zone del mid ollo senza pertanto .: h e queste sia n o irrepa r a bilm en te perdute nella loro vitalità e funzionalità: la succes'l)Va r egressione di questi fatti farà poi spesso modificare 1:. d iagnosi e la prognosi di alcun e lesioni midollari che nei prim i tempi erano apparse totali c irreversibili. Questa possibilità, naturalmente, come impone una cautela nelle conclusioni diag nostiche e prognostiche delle pri·

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me osservazion i, sconsiglia le terapie chirurgiche affrettate a m eno che non si tratti di interventi <.he rientrino nella chirurgia di urge nza (estrazioni di scheggie comprimenti, riduzione di fratture del rachide ecc.) o di inter•enti indirizzati a pr eve nire le infe zioni locali e urinarie.

Solo quand<> ia attenuazione della sindrome funzionale abbia dato la possibil ità di delimitare con esattezza la reale entità della lesio ne si potrà pensare a is ti tuire una terapi a t: hirurgica ch e sarà allora intesa a mo:ii lkare quelli che sono gli esiti defini6vi, i più gravi dei quali sono legati alla pa1 aplegia, 3.llè alterazi oni del trofismo cd ai disturbi sfinterici.

Praticamente si può che in tema di rcrapia chirurgica riparativa n elle lesioni midollari .moltC> si è tentato ma poco si è concluso, fino a quando delle nuove vedute non hanno ::tperto ai vecchi sistemi terapeutici dci nuovi

La sutura fra i due monconi del midollo sezionato si è dimostrata un intervento puramente teorico, c gli stessi AA. che l 'anno eseguita ne banno defini to i· ri sultati pratici del tutto illusori . Mauclaire, a-d ese mpio, riferendo su un caso da lu i operato, dice es sere l'intervento estremamente laborioso e che nel suo caso venne a cadere su una guaina di tessuto fibroso cicatrizia le che gli rese impossibile la dissezione e la liberazione del midollo. 11 L a sutura d d mid o llo , conclude l ' A., è il più delle volte impossibile».

D 'al tra parte sembra ancora più illusorio ritenere che aver ridonato a due segmenti di mi dollo, per mezzo 1di una sutura, una continuità anatomica, significhi anche aver tm:t continuità fisi ologica che permetta un ripristino delia funzi one Risulta !i più positivi sembra aver dat o l'anastomosi fra le radici spinali superiori al livello della lesione e le radici pertinenti ai segmenti rnidollad compresi o sottostanti alla zona traumatiz.zata, con lo scopo di tentare la neuro tizzazione di quest' ultime. Ma anche questa operazione è d i difficile esecuzione per il fatto che le radici nervose sono sprovviste d'i neurilemma e perciò non si presta no aHa sutura: infatti anch'e un ago con un filo sottilissimo, non trovando appoggio $U un guscio neuri !emmatico, dissocia i fascetti di fibre il cui insieme costituisce la radice nervosa e la sutura ben difficilmente tiene.

Il primo accenno a qu es to intervento sembra si debba a Monro, ma esso fu ampiamente illustrato da lavori sperimentali di Kilvington, Vidal, Budenko, Moskale nko, ccc.

Come riferiscono Serra e Ferraro, Kilving to n nel 19<>7, sper im entando sui cani, recise nello SfXCO le radici ventrali e dorsali della U e III S. ritenendo cos) d1 privare la vescica dcll'inncrv;lz.ione secondo i dati forniti dalle eo;perienze di Andc:rs on. L ' A. ottenne una incontinen za di urina. Procedette: poi atei un affrontamento fra il c;1po centrale d'e lla I. S. sezionata con i moncoru periferici delle H- [JI radici riuniti globalmente, ottenendo un ripristino, soddisbccnte delle mot!lità vescicale.

Nel 1909, nella clinica di Bird, lo stesso A. tentò l ' intervento sull'uomo ma l ' esito fu negat lvo, secondo l 'A. per errore di tecnica poichè, avendo operato in due tempi, si tmvarono al reintervento molte aderenze che impedironQ il perfetto affrontamento dei monconi radicolari.

Secondo Serra e Ferraro, a parte l'intervento non riuscito, alcune obiezioni si possono fare agli esperimenti di Kilvington:

1° - non avere escluso con esperimenti di controllo la possibilità di un ripristino spontane1) della funzione vescicale, evenienza possibile specie negli animali;

2 ° - ::ver effettu ato l ' intervento da un sol lato lasciando integra l'innervazione dell'altro lato;

3o - non avere escluso la possibili tà che, a causa della integrità midollare, il ripristino della funzi one vescicale potesse essere attribuito a lle r ad'ici contigue dello stesso plesso sac rale.

Un tentativo direttamente sull'uomo fu fatto nel 1912 da Frazier e Mills. In un paziente affetto da paraplegia e incontinenza di urina in seguito a frattura della V L., I e II S., dopo un m ese fu praticata la sutura per affrontamento diretto del capo centrale della r"' radice lomba re col capo periferico della III c IV S. globalmente riunite dopo essere state sezionate.

Un mese dopo l 'intervento il p. percepiva la distensione della vescica alla introduzione di 200-250 cc. di sol. borica e otto mesi dopo riusciva a trattenere le u r ine :<nche per 12 ore e a svuotare volontariamente la vescica, pure parzialmente.

Anche a questo risultato secondo Serra e Ferraro si possono muovere delle obiezi oni :

1° - possibilità di supplenza de i segmenti lombari in tegri l a cui innervazione periferica, altraveno il ganglio mesenterico inferiore, potrebbe agi re su ll o sfintere liscio del la viscica;

2° - possibilità di una azione vagalc sulla vescica;

3o - possibilità di una ripresa automartica della funzione.

Alla luce di questi tentativi nel 1922 Serra e Ferraro eseguirono per loro conto ùerc he speri.rnentali sui cani sopr atutto per smdiare la possibilità di un intervento chirurgico .in casi di lesioni radicolari estese e di lesioni midollari trasverse.

Per ovviare alle possibtli obiezioni g ià mosse a Kilvington, praticarono la sezione midollare trasversa tra L. V II e S. I esc!udendo cosl dalla funzione iJ midollo sacrale e sopprimendo ogni .possibilità di intervento della via piramidale. Eseguirono po; l'affrontamcnto dei capi radicolari con tre tecniche diverse:

1° - affrontamento diretto del moncone centrale della IV L. , con quello perifP.rico della V L. ;

2° - i n nesto autoplastico costituito un tratto della VI L. inte rposta fra L . V e L. VII ;

3" - innesto ser iato fra Vll-V I t: V L.

Negli animali, sacrificati dopo un periodo variabile dai 23 ai n8 giorni , il processo di reinncrvazione (studiato anche jstologicamente) risu!tò ·abbastanza soddisfacente.

In seguito a tali ricerche i suddetti AA. giungevano, &a le altre, alle seguenti conclusioni:

1• - nei cani operati i risultati sono stati guclli di un ripristino funzionale della motili:à. L'esperimento ed il reperto microscop ico hanno permesso di stabilire che ci'ò è dovuto alla reinncrvazione per parte di fibre nervose neofor mate provenienti dal capo centrale neurotizzatore e distribuitesi nei vari campi radicolari. Il ripristina funzionale inoltre non è espressione d"i supplenza eventuale per parte di meccanismi automatici o collaterali;

2° - possibilità di efficace innervazione di più campi radicolari da parte di un sol gruppo di cellule rad ico lari;

3• - possibilità di applicazione dell'intervento per il ripòtino funzionale della motilità anche nei casi di lesio n i mid ollari.

P er quanto riguarda la vcscfca dagli esperimenti di Serra e Ferraro è risultato che, dopo un primo periodo di ritcnstone e un successivo di incontinenza, gli animali sembravano riprendere la funzione normale di svuotamento.

Accettate le possibilità chirurgiche di tali interventi nel campo sperimentale, anche Crescenzi ne l 1924 intraprese delle ricerche che furono condotte sui cani con la stessa tecnica di Serra e Qu:esto A. giunse alle seguenti conclusioni :

r • - è possibile l 'i nnerv az ion e di un campo radicolare anche zando come neurotizz ator e un gruppo di cellule si.tuate nel corno anteriore opposto a quello del campa radicolare da innervare;

2° - è anche indifferente che il gruppo di cellule radicolari neurotizzatrici sia situato nel midollo, rispetto al campo radicolare da innervare, in posizione più· elevata o inferiore;

3• - nell'anastomosi tra due radici delle quali una in connessione col midollo e .l'altra da esso scontinuata, è possibile avere in quest'ultima passaggio di fibre neoformate nel doppio senso. centrifugo e centripeto;

4o - è possibile ad un gruppo di cellule eli un corno anteriore innervare con funzione ben distinta campi radicolari mu ltipli sia orno che controlaterali.

L'insieme di tutti questi risultati' faceva bene sperare per una applicazione più larga del m etodo nel campo della terapia chirurgica.

Più tardi Pousepp effettuò alcuni interventi chirurgici basati appunto sui risultati sperimentali ricordati. Egli applicò il sistema delle anastomosi interradjcolari anche in casi di paralisi non traumatica:: in quattro giovani, sofferenti di esiti di polidnliditc ed in cui altri soccorsi chirurgici od1 ortopedici si erano dimostr3ti inutilj, sezionò le radici L. Il, L. III , L. IV , anasto-

mizzandole rjspetti vamente con D Xl e D XII. ln due casi ebbe il ripristino di alcuni

In un caso d i les ione della cauda lo stesso A. suturò alcune radici di questa con la D 12, ottenendo la ccs snione della incontinenza vescicale.

In un giovane che da due anni l}rcscntava paraplegia flaccida ed incontinenza ano-vcscicale in seguito a ferita da arma da fuoco in corrispodenza della I L. Pousepp sezionò la XII radice dorsale da ambedue i lati anastomizzandone g!i estremi prossil11<lli con 6 radici sezionate dell a cauda equina. Dopo due mesi dali ' intervento la incQntinenza degli sfinteri era scomparsa.

Chiasscrini, richiamandosi ai risultati citati degli sperime ntatori ed ai primi ri sultati clinic : parzialmente posiLivi ottenuti da Pousepp, veniva nella determinni o ne di dovn insistere sulla via da questi mtraprcsa. Scartava però la tecnica di una anastomo.si interradicolare ed in d icava come nuova via da la anastomosi tra nervi i ntcrc ostali cd' alcune radici della cauda. Gli es p :: rimenti e le conclu sioni specialme nte di Crescenzi davano un fondamento teorico a. questa nuova tecnica.

Secondo Chiasserinì la ragione principale che farebbe prefer ir e l'anastomosi intercosto- radicolare risiede nel fatto che la riunione e il ravvicinamentQ ira i nervi intercostali e le radiò del la cauda può esser m eg l io garantita che nelle anastomosi interradicolari. In quest ' ultime i nfatti bisogna procedere :1l'a sutura di rami nervosi di finezza estrema c privi di guaina; nelintercosto- radico!are si trova invece da un lato il ncuri lemma mentre intorno al fascio delle radici della cauda si può costituire una guama di sostegno a r tificiale.

L ·A. così descrive la sua prima operazione:

<< Io ho appor tato delle m odifiche graduali nell 'intervento con l'inten:r,ionc di render lo meno dannoso per il p. c dr cr eare delle condjzioni più adatte alla n c urotizzazione successiva . Attu ai m e nte .o,pero in due tempi. Nel primo tempo escguisco la bminectomia definitiva di due vertebre l o mbari. D opo l ' incisione della dura madr e riumsco le r adici della cauda in un fascio, che circondo con un lembo tdi fascia bta conserv:tta, alto ci rc a un centimetro. Ottengo così lo scopo di formare intorno a queste radici una guaina artificiale che po.trà perm e ttere più tardi dt rendere più fac il e e s icura la anastomosi con i cordon i ncurotizzanti.

<< Il secondo in tervento dovrebbe aver luogo un a settimana o dieci giorni dopo, quando si sono st:tbil!re suffi cienti aderenze tra la guaina di fascia hta e le radici clelia cauda. Non con vie n e attendere più a lungo per non rendere troppo difficile lo scoprimento della zona bminectomizzata. Messa in evidenza la cauda la dove essa er:1 stata inguainata con fa scia lata, per mezzo di due incisioni, che partendo d all'estremità superiore della prima incisione mediana si dirigono in alto e lateramente, procedo allo scopri mento c ali ' isolamento di due nervi intercostali da ciascu n l ato (di abitudine il X c X I ). Questi. sezionati presso a poco al l ivello della l inea asccll:u e posteriore,

vengono isolati quasi fino all'apofisi trasv ersa e con u na pinza, al diso tt o d t:i musc oli dors :lli fin c h è le loro estremit à a toccare la breccia di laminectomia e possano C5scrc così co nclotti in m ezzo alle radici dclh cauda. allora queste con lama m o lto :tffìlata al livello del bordo superiore delb di fascia lata precedentemen te avvolta intor no :td esse t.: metto a rontatto con la sez ione perif erica del fascio delle radici le estremità dti nervi inte rcost a l : isob tam ente o a due a due. Questo con t atto è mantenuto da puntì di se ta c he fissano il neur ilemm a d e i nervi alla guain:t di fascia lata » .

N el periodo c h e va dal H)32 Jl 193 4 Chiasscrinj applicava il suo metod o su quattro casi cii les ioni conseguenti n vcrtebrali a varir altezze fra D. XI e L. l illu strandone i ri'sultati. Nei primi due pp. ebbe ripristino completo della continenza UTÌnaria , in un caso d opo circa tre mesi , nell ' altro dopo 5 mesi l due pp. era no in g rado di ritenere le urine per molte ore e poi urina vano con fo rza. In qu esti due casi l'intervento era stato praticato più d i un anno dopo rt trauma e si era lim itato all'anastomo si di due soli nervi intcrcostali con alcune radici della cauda equina. Il terzo p . venne a m orte il terzo giorno dall'operazione per complicazioni broncopolmo nari. Nel quarto caso tn cu i l'intervento, praticato due mesi dopu il traum a, era s tat o eseguito secondo la tecnica descr itta , n on solo si o ttenne il ripristin o della contmenza ur inari a ma , a distanza di sci mesi dal secondo intervento, il p. era in grado di contrarre utilmente alcuni gruppi muscolari delle due coscie, soprat utto a destr:1.

L ' A. d opo questi pnmi 4 casi gi u ngeva alla conclusione che l 'operazione da lui proposta, sopratutto se praticata in epoca rel ativa me nte precoce, può mi gliora re notevolmente le sorti di qlKsti pp. dal punto di vista del trofismo, della motilità , c sopratutto dei disturbi sfinteric i .

Natura lmente occorre tener e nella giusta considerazione il fatto che st opera su malati particolarmente fr agili, spesso portatori di es tesi decubiti , in cui qua si sempre esiste, per lo m eno in potenza, un fattore infettivo. L'A. dà grande importanz a alle c.: ure dirette ad e vitare !:t for m az ione o il persistere delle escare, non solo per i d:mni rbe queste p ro vocano quale porta d 'en trata di gravi infezioni , ma anc h e perc hè negli interventi in due tempi esse r itardano la secon da fase e la rendono più difficile e t:tlora impossibil e. Per evitare l' epiciidimite, poichè qu esti ammalati devono per lungo tempo portare la sonda a dimora, l ' A. crede oppo rtuno eseguire la sezione profilattica dei deferenti. R iguardo al momento pi ù propizio per l 'anastomosi l'A. ri tiene che sia preferibile intervenire il più presto possibile, appena: si è accertata l 'esistenza di una lesione ,rojdollare trasv e rsa total e.

L'A. d opo que sti primi 4 ca si h a pratkato altre volte il suo intervento con risultati m olto spesso assai soddisfacenti, c recentemente, nel Centro di neuroc birurgia dell ' Ospedale m il itare dj Ro ma da lu i diretto è inte r venuto s u un ferito dell'attuale guerra m odificando sensibjlmcnte la tecnica ricord a t a.

Si tratta di un soldato che aveva riportato circa un anno prima una ferita da scheggia di mortaio alla regione lombare sinistra : l a scheggia, ancora ritenuta nelle parti molli in vicinanza della doccia paravertebrale, aveva prodotto Ja della Il L. con grave lesi one dell'elemento nervoso contenuto nel canJle rachideo a questa altezza. I sintomi erano quelli di u na sezione comp!e ra f:ra L. r c L. 2 con paraplegia , gravi disturbi sfìnterici e trofìc i: ecc. Il p. all'ingresso nel n ostro Centro prese ntava anche i segni di una infezione uriuaria e decubiti abbastanza estesi.

Fu 5-ubito una cistostomia sovrapubica e, avendo una laminectom ia limitata all'altezza della lesion e vertebrale dimostrata l a real e gravità della les ione nervosa a ssolutamente irreparabile con un intervento locale, Chiasserini ha sottoposto questo p. dopo qu alche tempo ad una nuova operazione di anastomosi da lui idca.ta e per la prima :voltai esegu-ita.

H a praticato due incisi oni: una lungo l ' XI spazio intercostale S. che g li ha permesso l ' isolamento dd X e XI n ervo intercostale fino al l ivello dell'ascdlare anteriore, e un'altra qua sJ perpendicolare alla prima verso la r egioOè lombare. Attr<lverso quest' ultima, dopo sezionato lo psoas secondo la direzione delle sue fibre, è stato m esso in evidenza un cordone del pl es so lombare che ?: stato isolato, preparate per un certo tratto e sezion ato in vicinanza della linea dei fora mi intcrverteb rali , in prossimità della sua emergenza . E ' stata quindi praticata una anastomosi fra l'e strem o distale di questo cordone lomb are e i due nervi intercostali precedentemente preparati. Il p. è stato operato da troppo poco tempo (circa due mesi fa) per poter :iferire su i risu.Jtati clel!"intervento, c del re s to l 'in te rvento stesso è stato incompleto essend o stato limit ato a un mlo iato e a una sola radice lombare. S arà riferito più a mpi amente sul caso qu :m:do la terapia chirurgica sarà completata da una nuova operazione e qua ndo sarà trascorso il periodo di tempo necessa rio p er poter pa rl are d i mu l tati. Oggi si può dire solo che il p. ha sopportato beniss imo l'atto operatorio e sembra averne ricavato già un certo giovamento se per lo. meno i disturbi tr o.fici dal lato operato sono nettamente migliorati ri spe tto a ll 'a ltro lato.

Comunguc abbiamo creduto ugualmente di un certo inter esse citare il · caso - sia pure senza poter illustrare i ri su ltati definitivi della terapia chirurg ic a su di esso appl icata - perchè in esso Chiasserini ha notevolmente m odifica t o, e per la volta, la tecn ica della sua anastomosi. Qui infatti non è stata eseguita una anastomosi in tercosto-radicolare, come l'A. l'avev a descritta nei suoi precedenti lavori, ma una anastomosi tra ne rvi intercostali e un cordone del p!<sso lomb a re.

CoN CLUSWNI. - Da guanto abbiamo ri cordato sembra ormai sperimen· talm en te e cl inicamente dtmostrata la poss ib ilità di intervenire con qualche successo anche in gu e llc gr avi l esioni radic olo-midollari che fino a pochi anni fa veniva no abbandonate al lo ro f a tale destin o. E' indiscutibile infatti che la

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operazione proposta da Chiassc rini h a già fornito qualche risultato molto incoraggt ante non solo all 'A. m a anche a qualche altro chirurgo ch e h a voluto seguime la tec ni ca, ed è possibile che l 'u ltima m odifica dall'A. appo rtata alla tecnica origi nari a ne m igliori ancora i r isul ta ti. L a nuo.va anastomosi fra gli in terc os tal i ed i cordoni plcssu a1 i, inbtt h oltre che per mettere di sem plificare enorme m en te l'in tervento, che può essere benissimo co mpiu to in un sol tempo, consente una sutura più faci le e sicura fr a elem en ti provvisti di una guaina n eurilemmatica su cui i punti hanno mig liore presa, eliminando la necessità d i ricorrere all'artificio ddla guaina di fascia lata ritenu to indispensabile nelle anastomosi intercosto-radicolari.

RtASSVNTO. - L'A. dopo :wer ri.:ord:llo la patolog;a c la clinica delle lesioni t r aumatiche radi colo -midollari, f:J accenno al"c d 1fficolt à legate alla terapi a di queste lesioni. Cit a poi i r isultati delle anastomosi in t crraJicolari ottenuti sta nello esperimento che ,,eJJa clinica. Riferisce in seguito sui principi su cui si basa l 'anastomosi im ercosto -ra · dicolare proposta ed eseguita da Chias scnni, sulla tec nica e sui primi ri su lt ati di questa operazione, e qu i ndi su u na nuova a nastomosi, proposta cd eseguita pure da ClliasseJi ni , fra gl i intercost:ùi e i cordoni del plcsso lom bare. Conclude ch e pare orma i sperimenta lmente e clinicamente la po ssibili t à d i i nter venire con qualche successo anche i n que lle gravi lesioni radicolo -midollari che fino a pochi anni fa venivano abbandonate al loro fataie d es tino

ZusAMMEh'FASSUNO. - Nach Erwahnung der Pathologie und der Klinik der traumatischen Verletzungen der Ne.rvenwurzeln und de s Riickenmarkes-, bcspr icht der Vcrfasser kurz die Sch w ierigkeit der Hehandlung solcher Falle. Er berichte t iiber d i e, s ei ec experimental ode r kli nisch mit der Nervenwurzel Anastomose erz ieltcn Ergebu isse u nd iiber die Grun dlagcn der von Chiasserini vorgcsch la genen und ausgcfiihrten interkostal- Nervenwurzel Anast<>mosc; er clic T e chnik und d "e ersten Ergel>r isse dieser Operation u nd bespricht sch li essli c h eine ebenfalls von Chiasserini vorgcschlagene und au sgefiihrte Anastomose der I nterkostalncrve n und der Strange Jcs Lumbalplexus. D er Verfasser kommt zu dem Schluss, dass es nunmehr klinisch und expcrim e ntal crwiwescn zu sein scheim, d ass clic Moglich1eit besteht mit Erfolgaussicht auch in solchen F àllen schwercr Verletzungen der Nervenwurze ln und des Ri.ickenmakes, zu intcr venieren, die bis vor einigen J ahren als ih rcm tragischcn Schicksa l i.iberlasscn werden mussten.

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OSSERVAZIONI SU UN CASO DI SINDROME METATARSO-FALANGEA DEL KOEHLER

L'affezione così chiamata dal nome del radiologo tedesco che nel 1914 per primo la descrisse, e che viene anche chiamata seconda malattia di Koehler, o malattia di Freyberg-Koeihler (dagli Americani) e anche, impropriamente, epifisite, presenta notevole interesse, sia per la sua relativa rarità, sia per le questioni eziopatogcnetiche che vertono intorno ad essa ed anc h e dal punto di vista medico-leg a le militare. R itengo perciò utile descrivere un caso capitato alla mia osservazione, facen dolo pre cedere da qualche ricord o sull'affezione stessa.

Il Kochler ne dette comunicazione per la prima volta con le seguenti parole: « .•• In occasione di sofferenze riferite in corrispondenza della seconda articolazione mct:ttarso falangca, il roentgengramma ci fa talvolta rilevare un aumento nell'ampiezza dello spazio ar ticola re , che può arrivare fino a l doppio del normale: tale reperto può anche presentarsi nella terza articolazione od anche in ambedue contemporaneamente In oltre la testa del corrispondente metatarso appare ne ttamente sclhiaccia ta .. . N ::lturalmente tale reperto è patologico, per quanto all'autore rimangano oscure le cause e La natura dell'affezione » . Dopo questa prima segnalazione, ci sono state altre osservazioni, e la sindrome si è precisata nel suo quad ro r:tdiologico (essenziale per la diagnosi) e clinico. Si sono pre cisa te le r egole terapeutirhe , si è lumeggiata la patogenesi dell'affezione, anche in base ai numerosi reperti istologici.

La malattia è più frequente in soggetti di età media e soprattutto gi oIn qualche caso (M a ffeo) ha carattere familiare. Si inizia con dolori .in corrispondenza dell 'a rticolazione metatarso-fa langea , o della testa del second o m etat ars o, specie nella deambul az ione, che talvolta viene notevolmente limitata . Obbiettivamente si nota leggera tumefazione delle parti molli al òorso del piede, specialmente in corrispondenza della seconda articolazione m etatars o-fa langca dove pure esiste dolo rabilità alla pressione sia dal lato dorsale che piantare: non si ha ar rossa mento nè ipertermi:t. Nei radiogrammi si osserva generalmente quanto segue:

1 ° - il contorno della superficie articolare della base falangea si presenta piuttosto appiattito;

25° C HIR t; RU I<..:O Darcttorc: capiw nc medico don. B• Lr•I '\"O
Don. Gn:<FR \:<cu TA SS I:< ,\kt, so u mcnc mc m cd 1co r ad1ol"go I.

2 • - lo spazio articol:.tre è quasi in tutti i casi aumentato di ampiezza in modo molto vario ed irregolare;

3• - il contorno articolare della testa del secondo mctatarsalc perde la sua regolare è appiattito, e anche a prominenze irregolari;

4• - nei casi che da tempo, nell'estremità esterna dello spazio a rticola r e, si possono osservare una o più ombre di densità ossea, del volume da una capocdhia di spillo a una lenticc h ia , rotondeggianti i

s• - il capitello m ctatarsalc è raccorciato;

6• - tutta la metà distaJe del metatarso, tranne rarissime eccezioni presenta il diametro trasverso aumentato gradatamente da l punto di mezzo verso l'estremo distale. Si h a inoltre aumento d i spessore della corticale.

II.

Dal punto di vista :m..ttomo-patologicc (JX!r quanto siano abbastanza rare le ricerche istologiche, dato che il trattamento è eminentemente conservativo) si è osser vato, complessivamente, quanto segue:

Dilatazione della caps ula articolare, modico amp l iamento de ll a cavità 3 rticola re , modic c aumer,to del liquid o $Ì n <.;viale, ispessimento in toto della membrana sinoviale che.: talvolta presenta spiccata iperpl asia villosa. Il capitello metatarsale .in cerll casi ••ppa re quasi normale, con lievissime alte r azioni i in casi più avanzati si osse r va rig onfiamento della metà distale del metatarso, appiattimento e ineguaglianza dell a superficie articolare , usure cartilaginee, a ll argamento dell'epifisi Talvolta i l quadro è simile a quello dell 'artrite deformante con corpi liberi articolari.

La cavità rnid o lbre del talvolta, si vede riempita di gram•lazioni grigio ross:tstre. e il c:1pite ll o può essere avvolto da cotenne connettivali. Non pus

Qu an to ai reperti ist o logici, si nota un tessuto connettiv o, a carattere ora prevalentemente fibroso, or:t più ricco di ce llule e di vasi, situato per l o più sotto la cartilagine articolare , c che sostituisce più o men o estesamente l a spongiosa epifisaria distrutta. Questo tessuto connettivo o di granulazione si originerebbe dal pcriostio metafis:uio e penetrerebbe nell'osso e nei canali midollari al limite fra cartilagine epifìsaria e carti lagini articolari. La distruzione della spongiosa cpifisaria si amme tte dipenda da necrosi subc ondrale della sostanz a ossea, in zone talvolta a forme di cuneo, con presenza qu a e là di trabecole nccrotiche di spongiosa . Si ha addensa m ento totale, necrosi midollare. L a parte nen otica è delimitata d:tlla spongiosa sana da una densa zona connettivale, par te fibrosa e parte ce llul are assa i vascolarizzata, con cellule a tip o In <]Uesto tessuto di granulazi one si hanno osteoclasti ed elementi òi osso neoform:tto.

2 73
3 - Giorun[" di m :-tltt ÌII.J

Secondo taluni AA. come Axfhausen la causa della necrosi ossea iniziale sarebbe dovuta a un difetto di nutrizione per occlusione embolica (micotica) di un ' arteria epifìsaria terminale; i successivi processi reattivi e di rigenerazione condurrebbero a un rusgregamcnto dell'epifisi , e, talvolta, a successiva frattura -dell ' epifisi o dell'estremo distale della diafisi, per traumi anch e minimi. In ogni modo questa frattura è sempre una manifestazione seconda ri a. Ma non si è dimostrata, in nessun caso, l'ostruzione vasale embolica. Tuttavia, forse, questi a rresti di nutrizione in zone circoscritte possono essere anche effetto di spasmi vasali secondari a stimoli meccanici locali. L 'eziologia sarebbe dunque, in un ce rto senso, traumatica: è comunque da escludere un pregresso traum a grosso lano, e da considerare piuttosto stimoli meccanici cronici , quali l ievi compressioni spesso e a lung o ripetute. E questi fattori turberebbero (per eccesso di funzi one) il limite di tolleranza del tessuto osseo (ri cordare - per l'analogia - le fratture da marcia !) eventualmente già compr omesso da altri elementi , quale talvolta il piede piatto, o l'uso di calzature scomode o con tacc o alto o a una debolezza del! 'a pparato ligamentoso: il che porta un eccessivo continuo sopraccarico funzionale della testa metatarsalc. Necrosi ossea subcondrale, dunque, consecutiva a disturbi di nutrizione per defici ente irro razione sanguigna, da alterazioni circolatorie: per esempio interruzioni vasali per stirarnenti traumatici. Ed è a questo proposito interessante il caso riferito da K. Geffert (1937) di un caso di morbo di Koehler insorto in una ballerina quattordicenne.

Naturalmente vanno tenute nel debito conto le cause generali che producono indebolimento del sistema osseo: di natura tossica, tossi-infettiva, disc.rasica (anemia) diatesica, armonica, carenziale (ricordare le fratture da fame).

La terapia deve essere prevalentemente conservativa: riposo , impacchi, diatermia , massaggi; se del caso fasciat ura di sostegno, bendaggio amida to , o scarpa gessata o scarpa con supporto adatto. Vann o associate cure ormoniche (se è il caso) e calciche. Generalmente per la guarigione occorrono circa sei mesi; segno favorevole è il regredire del gonfiore e della dolenzia. Prima di procedere all'intervento chirurgico conviene aspettare almeno un anno, quando i sintomi persistono intensi e tenaci , malgrado i procedimenti fisioterapici e le contemporanee mi sure tendenti a scaricare il piede dal punto di vista fun zionale. La rcsczi o ne del capitello, dhe è l'intervento il più antico ed il più usato, ha di alterare la statica normale del piede o perato potendo così dare disturbi duran te la marci a.

Perciò a lcu ni AA. , pare con bu on i risultati , dopo la resezione parziale o t ota le dd capitello, prati cano un tr apian to osseo con un frammento t olt o, insieme a l pcriostio, generalmente dall a tibia.

EsPOSI ZIONE DEL cASo. - C. Ferruccio, anni 32, celibe, colono, 8o0 reggimento fan· teria «Roma».

Padre affetto da ernia, madre morta a ;6 anni di emorragia cerebrale. Il p. ha tre i.rateUi e due sorelle che godono buona salute.

Altri due fratelH sono moni poche ore dopo il parto, per cause che il p. non sa prtt1Sare.

Nato da parto ebbe allattamento materno, sviluppo fisico e psichico norm ale. Non ricorda di avere sofferti i comuni esantemi dell'infanzia. A 12 anni ebbe una paraUsi periferica (reumatica ?) del facciale di destra che guarì perfettamente. A 20 anni prestò il regolare servizio militare, ed ha avuto succe ss ivi richiami, durante i quaU è stato sempre bene.

Nell'ottobre del 1941 , essendo militar<' al Fronte Orientale, dopo lun ghe e fati cose marce (fece parte della colonna Chiaramonti) cominciò Jd avvertire dolore in corri·

m.

spondenza della pianta dei piede sinistro, senza aver prima notato molestia dalle calzature. Ta le dolore a um enta \' a cam:ninaudo e col riposo d iminu iva. Da allora la sint omatnlogia è andata lentamente aggravandosi, tanto che il p noo può appoggiare la pianta del piede, c cammina zoppkando. Sta :neglio dopo il riposo della notte.

Fumatore modico, buon hcvitore e maogiatore. Nega lue e altre malattie vene r ee.

Viene inviato al nostro Reparto per accertamento radiologico.

E:.-ame obbiettivo: Nulla ili notevole rilcvasi in corrispondenza dei vari organi e apparati, tranne che in cor ri spondenz a del piede sinistro, ove si osserva, in corrispondenza della 2"' articolazione metatarso -falangea, una tumefa:.done coperta da cute di aspeno normale. Ta le tumcf:Jzione. che la palpn ione localizza in corrispondenza della metà distale del 2 ° meutarsale, che appena in grnndita cd ingrossata, è: dolen t e alla palpazione, ed è di consisten1.a ossea ed un po' irrego lare. L'estremità del metatarso è dolente a ll a palpazione anche dal lato piantare.

Non piede piatto, nè :1hre deformità congenite o acquisite.

Esame radiog rafico del piede sinistro : <( A carico dd 2° metatarsale, dell'articohlzione metatarso -falangea, e de ll a prima si mettono in evidenza le alte:razioni taratterist ichc della <<S in drome mt.:ratarso -faiangca de l Koehler 11 (v_ figura). IV.

L 'affezione , nella semplicità del suo decorso, delia sua obbiettività, e nella chiarezza del reperto radiogr:lfico, non lascia adito a dubbi di sorta sulla di agn<X'ìi .

Si h a infatti ap piattirn eiLto della f accia articolare prossimale della prima falange, allargamento ed alte razione dello spazio articolare; appiattimento della superficie a rticola re del capitello, che appare ingrandito e de formato; ingrossata notevolmente,, inoltre, è la metà distale della diafisi metatarsale. Non segni. di frattura re cente nè di callo osseo; e questo ci permette ' a priori di escludere una frattura sia secondaria, sia primitiva (che det resto non figu r a nemmen o nell'anamnesi), sia la C<X'ìiddetta << frattura di marcia )) desc ritta da Deutschlaender.

La notevole alterazione dello spazio articolare, e l'ingrossamento dell'epifisi met atarsalc concorJano coll'anamnesi ch e depone per u na durata già notev o le dell'affezione (ottobre-maggio). Cl inica mente , si può facilme nte escludere un a forma tubcrcobre per l'assenza di fatti specifici nella storia e nell'obbiettività del malato, c per la mancanza di partecipazione della cute (arrossamento) e dei tessuti periarticola ri a l processo Lo stesso dic.1si per u na for m a di lu etic3, dato che i l p. (per quanto non si sia potuto ri corre re a!r:Jcce rt a m c!1 t O sie rol ogico) non ha n essun segno nè anamnest ic o nè obbiettivo (cu tar.eo, vascolare, viscerale o nervoso) di luc prcgressa. e per il c:trattc r e del dolore, che di notte si calma anzi dhè esace rb a rsi

Facilmente, e per r agioni ovvie, si esclud e una fo rm a acuta (decorso !)

c.s1eitica od osteomielitica, o una forma neoplastica; ip otesi tutte del resto,

c h e. per quanto poco sostcrubili dal punto dì vista clinico, sono del tutto eliminate dal caratteristico qu ad ro r ad iologi co.

Anche in questo , come negli altri casi di m a lattie di K oeh lcr , non si ties ce a mettere in evidenz a un a precisa ca usa etiologìca; si può ammettere (ma in via di pura congettura) che prcesistesse una mci op ragia congenita che può avere favorito l'insorgere dell'affezione per le notevoli prestazioni fun zionali richieste al piede (lunghe marce) che a poco a poco possono aver pnxlotto alterazioni tr ofi.lhe c nccr otic he; da tener presenti anche i fatti di c:trattere generale , quali la stanchezza e la mediocre alimentazione a cw il p. è stato sottoposto in que l duro ed eroico periodo delle operazioni

Dal punto di vista terapeutJco. cb t o c he la sintomatologia dolorosa del nostro p., per quant o notevo le, tende ad attenuarsi col riposo, è da consigliarsi una cura conservativ;l cd basata essenzialmente sul riposo , m a'isaggi, appli cazioni diatermiche; eventua lmente un bendaggio amidato c, gessato che riposi il p!CdC. La malatti a, per cui nel nostro caso mi sembra ovvio si debba riconoscere ln dipcndcnz:t da causa di servizio, rientra n ell'art 20 -Elenco A delle infermità: ed a mente (h detto articolo, d:1ta la guaribilità dell 'affezi one, si dovrc..bbe concedere una licenza di conva lescenza di sei mesi al eventualmente prorog:1bìlc. Solo se la m :tlattia dur asse oltre un anno conseguente inabilità parziale o totale ai servizi, sarebbe il c:1so d.i pensare ad altn provvedimenti. E perchè si decidesse in mer ito, jl p. è stato smist.rto, per il rimpatno, verso gli cspeda li delle rttrovie.

- L'A. riport:l un c:tso di sindrome· metatarw· falang ea del Kodaler. facendolo precc:dc re da un brev e es:unc d elle nttua!i cono scc:nz.e sulraffczione; c discute b malauia d:tl punto di ecziologic'.) c tcr:tpeutico :tggiungcndo :mche alcune sui provvedimenti medic-o lcgnli milit:<ri dn pren<.lcrsi rigu:mlo.

ZusAMMEl"FASSVNG. - Der Vcrfasscr hcrichtc t ubcr e in cn Fall \ '011 Mindfu ss ·phabngal Erkrankung nach Kohler; cr schid..t cine kurze Bcspnx htttlg Jes Swnùc3 unscrer Kenntniss e dari.iber \•oraus u nd bespricht sodnnn d:ts Krankh<:it sb ild \'Om ii ti olog ischen und Standpu;tkt i c r ru!fo zum S::hluss e ini gc lkmerkungcn nn ti ber d ie im Hinbli ck nuf dic militiirischc Gcri chtsmcdiz.in zu crgrcifendcn

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Mi·

OSPEDALE MILITARE DI TREVISO

l>i!-ettore: tenente colonnello dott. Anumo VtGCJASO

CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLE MICOSI DEL CAVO ORALE

GLOSSITE DA « CRIPTOCOCCUS UV .tE>>

Doti. Fuato CAVAZ:UNI, tenente medico, capo repa r to

D. Giuseppe, anni 20, contadino, residente a Godega (Treviso).

Proviene dalla visita medica della Commiss ione di Lev a del Di stretto Mi litare di Treviso che lo ricovera in questo Ospedale militare per accertamento diagnostico; giunge alla nostra osservazione il 17 gennaio 1942-XX.

Anamnesi familùJrc: Negativa.

AnamMsi personale remota: Nascita e sviluppo regolari: ebbe i comuni esan temi dell ' infanzia. Nega l'infezione luetica, e non r icorda di aver sofferto di alcuna malattia di rilievo prima dell'attuale.

Anamnesi personale prossima: L'at tua le affezione è iniziata quattro anni or sono, epoca in cui cominciò ad avvertire una lieve di gonfiore a carico della ling u a; di lì a poco compa r vero sulla punta piccole vescicole di colorito da prima rossastro indi bianco -translucido in corrisponden7.a delle quali il p. riferisce di avvertire come un senso di doloro pungente che si accentua specie nei movimen ti della deglutizione. L 'affezione si mantenne invariata sino ad oggi non senza aver determinato, a detta dd p., una stabile wmdazione della punra dell'organo colpito ed accompagnandos i ,

con periodi d'intervallo talora dj alcuni mesi, ad esacerbazioni loc<tli c regionali con ingorgo c induramento del pavimento della bocca a tipo di flemmone delle logge sottomanrubol ari.

11 p. non ha risentito disturbo di carattere generale da tale affezione: è ncorso alle visite dei medici generici del iuogo e ha praticato cure locali e generali di vado tipo, non precisabili, senza alc un giovamento apprezzabile.

obiettivo ( 18 gennaio r942 -XX) dimostra quanto

Soggerto ben nutrito e sa ngwficato d"aspetto non sofferente.

L 'esame del capo nulla rivela d i particolare.

Al collo non si palpano gangli linf:u ici aumen ta t i dalla norma; normali anche !e regioni angolo -mandibol:ui, meni re nr.lla regione softomet'tale mediana si apprezz.<tno alcune linfoghiandolc modicam ente aumentate di volume, di consistenz 1 dura, indolenti, mobili sui piani profondi, non aderenti su quelli

Nell'esame del cavo attrae subito l':tttenzionr: l'a sFe tto della lingua: questa si presenta notc\·olmentc di volum e in to:o ma nel r. uo rerzo anteriore. La sua faccia superiore si presenta arrorsata e solcata da tinte profonde qualche millimetro entro le quali la mucosa è an!:or più iperemica ma :,enza soluzioni di continuo nè sanguinante; 2lla p unt a e sui margini ovc le si presentano più evidenti, si notano numerose minute rilevatezze emisferi che del volume di una testa di spillo di colorito cit rino , opalescenti (vedi fi gu r e); osservate con una Jente d'ingran· dimento appaiono abbastanza tenacement e aderenti alla muco sa da cui sono distaccabili senza cmoraggie, circondate .alb base d' impi anto da un sottile alone di ipercmia. N e ll a faccia inferiore della lingua c a lato delle caruncole linguali il reperto è ancor più evidente mentre ai lati del frenulo esistono piccole nodosità del volume di un cece in cor·

rispondenza delle quaii la mucosa del p:n·imcnto orale è ,. i,·am<.:nte e finemente punteggiata d a emor ra gie minuti ssi me (ved i figure).

Il mesofaringe , i pil as tri. !c tonsill e p:.l :uine, pr cscn t:ltlo dd tutto normale.

L 'affezione cu;Ì descritta .:i parve sub1to d ' aspetto oltremod o singolare e di diagnos1 non fac i le: tal une affcziom del cavo or ale, tra le quali son o numeros e le localizzazioni is o late n ella liltgua come nella for ma da noi descritta, dovevano essere innanzitutto differenziate; ci limiteremo ad elencarne brevememe i caratte ri clinici:

1 "- Le glossiti di origim· infiammatoria comune: risalgo n o, in generale , per la maggior parte det all'attrito continu o della lingua con tro un dente <.ariato o sc hegg ia to; in s ua corrispondenz:1 si produce da prima una ulccrazione attorno a cui, in si instltuisce un a infil tr azione cronica indurativa ,che non cede ai comuni trattamt nti fino a c he pe rsiste la causa determir:ante rappresentata dalla lesi o ne dentaria. Tal e forma di glossite oJontogena è tuttavi a difft:renziabile nel no:;t r o caso per hl mancanza di qu<tls1asi l esione a carico degli incisivi mccfiani sia inferiori che superiori.

2 ° - Le glossiti aftosc·: si riscontrano 10 genere nella prima infanzia c sono caratterizzate da picc ole lesi oni supenfici::ll i mo lteplici, ricoperte d'a (:sc;uda to giallo-cremos o.

3'' -Le gLossiti croniche uln:rclllt' t' callose: semplici (da differenziare con le forme ul cerativc specifiche e neoplastJche che elencheremo in seguito): tali lesioni si instituisco no in seguito a S\ uo t.Lmento incompleto di ascessi linguali o para linguali o per initazi on c meccanica continua (da caria dentaria o da dentt sc h eggiati).

4" - Le gloSSLtt tubercolari: iniziano, in generale, dapprima con numerose piccole nodosità di colore grigi o-gi alletto, sporgenti in superficie, che in seguite ulcerandosi confluiscono fino a formare la tipica ulcera tubercolare della iingu.a; ques t a si presenta a superficie irregolare, pallida, ric operta di essudato grigwstro, con margini cbpFrima in seguito sporgenti, ora arrovesciati ora sottominati. T a lvolta, m luogo dell'ulcerazionc si ritrovano dd le fessure ragadiformi a varie profo:1dità, stellate, circonda t e però sempre da granulazi oni flaccide. I tessuti circostanti si dimostrano, in entra mb e le forme , duri , infiltrati, senza però raggiungere il grado della infiltrazione profonda quale si riscontra sifilitica.

La ulcerosa tubercolare è, nella quasi totalità dci casi second a r ia a lesi oni polmonari, laringce e di altri organi.

5o- Le glossiti l uetiche nei vari stadi di :

a) ulcera dura o si fil oma inizialt: dt:lla lingue: manifestazion e abbas tan z a rara c he si istitujsce in genere alla punta o sui m argini in vi-cinanza; è r appresentata d a una perd'ita di tessuto , superficiale, senza segni fl ogis tici di vicinanza, non dolente, nè infiltrata, n on tendente al fagedenismo, ma con ri sen t imen to l infog hi andola r e r egionale cosp icuo;

b) placche mucose: m anifestazione del secondo stadio dell'infezione luetica. Le lesioni car:1tteristiche sono localizzate alla punta e sui margini della lingua e si ritrovano come formazioni bianchìccie rotondeggianti e come ragadi o abras;on! senza sl:!gni infiammatori conco mitanti ;

c) le gloss1ti sifiliLiche terziarie, nelle due forme d'i glossite sante e di gomma della lingua: nella prima forma l'organo è indurito in toto, atroficu, llclla seconda, dopo un o stadio che può essere abbastanza lungo in cui la lingmt presenta una tumefazi one ed una infiltrazione abbastanza circo:;critta, si determina un p1 ocesso di necrosi granulo-grassa per cui si produce u:1a perdita di sostaì1za con la formazione di una vasta 11lcera .

6" - Le ulccri cancaose lingua/ i: rappresentate da ulcerazioni estese, profonde, irregolan, a cercine duro; colpiscono in maniera qu asi assoluta il sesso mnschile c nell'età dai quaranta ai anni: si accompagnano a dolori la:1cinanti , ad ingorgo neoplastico notevole e precoce dei linfonodi regionali cd hanno il carattere ddla facile sanguinabilità che le differenzia dalle forme analoghe.

A tale elencazione si possono aggiungere ancora tre tipi di affezioni linguali, l'ut;a congcn:ta - la così detta lingua scrotale -, le r i manenti rappresentate dalla glossite dei fumatot"i e dalla glossite da flora di Vincent. Nella lingua scrotale l 'orga no prcsentasi non tumefatto, molle, indolente; le solcature che carattenzzano la forma sono d irette trasversalmente ed hanno, nd fondo, la ,mucosa d 'as petto normale.

Ln glossite dà fumatori: è costituita essenzìalmente da ulcerazioni piccole, <iisscminate, superfic i ali.

La glo.Hite ab flora di V incent: localizzazione rara, di cui tl Fortunato, che recentemente ne O<>servava alcuni casi, così ha fissato le caratteristiche cliniche ed anatom0-patologJChe :

1° - In izio senza causa apparente o a seguito di piccole lesioni da causa dentaria o t!"aumatica.

2° - Assenza di iperterm ia.

3° - Dolenzia da prima localizzata ad un punto e po1 a tutta una metà o a tutta la lingua .

4" - Bruciori a tutta la lingua. Difficoltà sempre crescente alla masticazione, deglutizione, fonazione e palpazione.

5'' - Reazioni! infiammato ria della l ingua a volte localizzata a cercine intorno all' ulcerazt one, a voltt estendentesi alla base del!a lingua e fin'anche a!la epiglottide.

6'' - Presenza di. chiaz.ze leu cop lasiche diffuse anche a zone lontane dall 'ukerazione.

7' - Aspetto varjo d:elle ulcerazìoni che possono assu mere o il carattere ragadiforme c craterifor m e con margini sottominati, fondo necrotico, ric operto in parte da essudato biancastro; in altri casi l 'aspetto pu ò essere

quello <li un nodulc soprael evatc sulla supe r ficie ling u ale ricope r to da mucosa ulcer ata c d a c5s u ciato biancastro.

8• - Strjscio sempre pcxlltivo per 11 Vincent in coltura quasi pura.

9" - Impi anto alcune volte :;u zona normale , nelle for me dovute a cause tra um atiche, <Jvvero su tessuti alterati da fatti discrasici o da inizio di forme neoplastiche.

Se alcune di t ali affezioni a loca lizzazione linguale in base al se mplice esame dell'organo colpito pote Ya no essere discusse, qu;1si tutte erano facilmente d iminabih considerando nel l '.insie me il quadro clinico gene rale : la natura tubercolare pe r l a cronicità e stazionarietà della forma nel caso in esam e e L'assenza ài qual siasi lesione analoga in al tr i distretti dell'organismo; la form a cancerosa per l'et à d el p. , la lu nga du ra ta c la stazionarietà de lle lesioni, l a mancanza di uno stato cachettico c di uno evidente risentimento gangli onare r egionale; le forme infiam m ator ie linguaii semp li ci per la mancanza d ! un a dentaria dete r minante. Le riman enti affezioni lingua li si elim inavano da sè, come la glossite aftosa c la glossite dei fumato r i, per i dati clinici ed anamnetici.

R i m anevano in tal m odo i n discussione con ìa forma osservata: I) la glossite luehca; Il) la glossite da fl ora di Vincent.

Ed in realtà, parti cola rmente con una forma lu etica a loca liz zazione lingua!e, specie nella fo r ma terz iaria rappresentata dalla già accenn ata glossite scle r osante, l'aff ezione lingual e m esa m e presentava molti punti d i contatto: anche in tal ca'>o s; ritrovano infat t i l 'induram en t o con a trofia s uccessiva d ell'o r gano; nel la forma sclc rosante lu etica lingua le, in supe rfi cie si ha tuttavia la fo rm azione di placche d'in C:urimcnto a is o le rotonde od ovalari di rosso-cupo c non la formazione delle caratteristiche vescicole da n oi descritte nel case riporta to.

Noi praticammo subito tut tavia R. W. su l sie ro di sangue che riuscì negativa e che, riattivata , S<Jrtiva analogo risull ato . Pr aticam mo, nel mentre si istituivano ricerc he collaterali, una te rapia anti lueti ca arse nicale (neosalva rsan endovenoso) ex adiuuantrbus, senza ottenere risultato app rezzabile; anzi, alla fine d el primo ciclo si produsse una reazione fl ogis tica actJta d d pavimento orale con tumefa?.ione cos picua della re gione sottomentale mediana e febbre elevata; l 'affezione intercorrente si r isolveva spontaneamente in breve tempo. R isulta to analogo otten eva una cura iod'ica perorale (K. iod uro) continuata per una ventina d1 giorni .

N el contempo aveva m o pr ovv eduto ad esegui re alcune indagini complementari di lab oratorio: un esame emocromocitometrico completo (2(2/ 42) non fonuva alc un dato d'iverso dalla norma; negativo l 'esa me delLe urine; la 1·icerca battcr ioscop ica di r etta con p re lievo dall ' intern o delle piccole vesciche e d alb loro bac;e d'impianto consentiva il r eperto di una flora batterica prese ntat a da stafilo e streptococchi, con assenz a di for me ifo rnicetic he, di sp1rilli e di fusi for mi. Cadevano in tal mod o sia la eventualità prospettata

dt una glossite da flora di Vincent sia quella , pur ritenuta improbabile ma tuttavia abbozzata, di una lesione actinomicotica linguale (la localizzazione actinomic o tica Jella lingua, assai rara, è costituita da un 'ulce ra simi ltuberw lare ma colmata tiai caratteristici granuli color giallo-zolfo).

L 'esa me istologico ripetuto, con biopsia delle vescicole e del tessuto linguale d 'i mpianto forniv a il segu ente risultato (4/2/ 42 - rs/ 2/ 42): reperto di li eve iperpla5ia papillare dell'epitelio, senza sa;petto di malignità.

Alcune cellule mostrano vescicolosa altre tendono alla trasformaziOne cornea. Coesiste in profonàità al disotto dello stato basale, un esil e stratcrello d 1 dementi bi anc hi , tr a i qu:1li prevalgono i linfoci ti con rari vasel!ini. Non zone di necrosi.

La Jiagnosi dopo gli esami .fin quì espletati era ancora incerta, quando un dato d1 ; mportauza decisiva ci veniva offert o da un esame batteriologico :1el contcmpc· miziJto seminandG in terreno di Sabouraud il contenuto delle picco le vescicolc iingua li: dopo alcuni giorni dal trapianto nel terreno menzionato si poteva osservare la formazi one di un a patina cremosa, umida , l iscia e lu cente in superfic1e, di colorito btanchiccio. Nell'esame a fresco si poteva c hiara mente osserva re la presenza di un blastomicete di forma rotond'eggiante od ovalare del diametro di 4-6 m icro m : k blastospore apparivano ben co!orabili co l Giemsa c fornit<; , di una so ttile membranella e d:i un nucleo di color rosso vivo che ris:1 lt.ava chiara m ente nel protoplasma co lorato in azzurro chiaro (l).

In coraggiati dal r isul tato che ci :tpriva b via ad una diagnosi fino allora ritenuta problematica, cercammo nella bib1iogra1ia dcii ' argomento. e benchè con una certa difficoltà, ci riuscì d1 documentare a pieno l'eziologia della forma m orbosa attraverso i riscontri clinici e biologici pubblicati. Ne elenchiamo qui brevemente la letteratura iniziandb dall ' unico caso analogo che ci risulta descritto di blastomicosi linguale da criptococcus. Nel 1936 il Lugh , a Bari, osserva utta ram lesione l ingu.aJe che per alcune settimane nor. riesce a diagnosticare: w1 giovane di 23 anni presentavasi cki tre anni softcrente di un 'affezione della lingua rimasta indiagnosticata e rcsistl':nte nd ogni cura. La lingua prcs cntavasi tumefatta , dolente, percorsa da profonde solcature longitudinali c wn numerose piccole vescicole giallastre sulla punta c sui margini. Gli esami di la boratorio dim ostrarono che l'agente dell ':1 ffezi onc era un blastomicete, il Criptococcus uvae. Questa nuova specie di Cr iptococcus non era stata ancora isolata dalla l ingua .

Le m orbose determinate da micosi di tale natura sono. pre.ssochè unicamente, limitate al faringe, ai pilastri a l palato m olle e a ll ' ugola: con tali caratteristiche d'impianto si presentava infatti il caso osservato da Motta nel 1925 in ctu, nelle sedi sopra elencate, si notavano piccole colo-

(T) Ultcnnn rkerc hc cohoaali c sr>n•• in corw nd Reparto :\natnmo-Plrr>logico dd. 1'05pedak Civ •lc: di Trcv• so ,:,rcuo ptof. M . l o. molnni che rin;;rnio per !:l gentile ,,(fnt:rm•

niette di elementi vcscicolosi, puntiformi, di colorito grigio-gialletto, rotondeggianti, appena !!olkvah in superficie. La tonsilla palatina yenne in tal caso secondariamente interessata e ricoperta da una patina bianchiccia simile ad una falsa membrana.

Per la prevalenza della localizzazione a livello del! ' ugola , al micete così identificato fu assegnata la denominazione di Criptococcus uvae. lo seguito les ioni di tale natura vennero ancora, sibbene con grande rarità, osservate, come fanno fe<:re i tre casi pubblicati nei 1931 da Gandini , tutti però d1 localizzazioni esclusivamente limitate al far inge; lesioni micotic he }i nguaii >da Criptococcus uvae, per quanto ci risulta, non vennero finora dcscritte dopo il caso del Lu g li c he rimarrebbe perciò il primo della Letteratura. Che nel nostro caso si tratti indubbiamente di una affezione linguale di n atu ra é, oltre che -dai risultati degli esami di laborato rio esperiti e riscontro macrcscopico della lesione, ribadito anche dalla controprova tcrapeutica per cuJ, dopo poche c;ettirnane di una adatta terapia (Collutori :::on una soluzione idr o-alcolica <ili salolo c :nentolo) tale affezione che perdurava da vari anni si di mostr:wa , pressochè in to t:dità , risolta .

RlAS SUNTO. - L ' A. illustra un caso molto raro e sin go lare di loca liz.za z.i one mJcotica determinata da un blastomicete identificabile con il Criptococcus u vae; l'affez.ione riguardava un giovane di 20 anni, era iniziata da quattro anni e rimasta fino allora indiagnosticata. La preci sa detcrmina<.ionc della malattb cd una terapia adeguara portarono a rapida guarigione.

Z us AMMENFASSUNC. - Der Verfasscr bcspnchr eincn sch r schcncn und merkwiirdigcn Fall mikotischcr Lokali sation an der die durch einen mit dcm Cripto· cocc us u\·cae nichr· g lci chstel:baren Blast omy ket en verursacht worden ist. Die Erkrankung des 20 jahrigen Bctroffcnen har vor \' Ìcr Jahrcn i>egonnen und war hisher nicht richtig erkannr worden Die richti ge unù dic ùcm Fall cntsprechende 13ch andlung fiihrten zur raschen Hei lung des P:Hientcn.

BI BLIOGRAFlA.

V. FoRTUNATO: Atti Clinica O R. L. della R. Uni ,·ersità di Roma, ' 9'19·

Lucu: L ' Otorino-Laringologia I talian a, n. 5• no,•emhre 1938.

GANDlNl: L 'Ororino·Laringologia ftaliana, 1931.

MorrA: Atti R. Ace dei Fisiocritici in Sien:1, r8 dicemhre 1925

Pou..t.cc r-NANNIZZI: Bologna, Cappelli, fase. VI, pag. 54·

SANCIORCI: P athol og ica, pag. 138, 1912

SANCIORCI: Pathol og ica , pag. 209, 1927.

T.EccE: Boli Sez. ltal. Soc. Tn ter. di Microhiol., dicembre 1936.

ANEURISMA ART ER O -V ENO SO

DEI VAS I FEMORALI DI SI NISTRA

Prof. DHE:O:nt , m ed ico,

Ecco l'esposizione anamnestica del caso osservato:

ferdinando Pontiggia, Ji Andrea, classe '9'5• distretto di Milano. Caporal maggiore del 3° rcgg. lx:rsaglieri, pwveniente daii'Osped:Jic militare eli riserva n. 1 (Dnjepropetrovsk), ent r a nel l' Ospedale militare <<Colon ia F:1ra >l in Chjavari il 24 febbraio '942.

E' stato ferito sui fronte nei pres si di Gorlo\'ca, da proiettili eli m itr aglb, rnt: ntre er:l in cornb:lllimcnro. Ricoverato suhito presso la V Sezione di Sanità, dove furono diagnosti c He due <l ferite d'a. d. f. (fucile mitragliatorc) transfosse delle pani molli alla cosci:J e gomito Ji sinist r a )) ' fu po i trasferito il 22 dicembre 1941 all'Ospedale di risen·a n. 1.

Il Pontiggia narra che, al momento della ferita, si comr folgorato l'arto inferiore sinistro eJ ebbe forte comrazione di nessione ddl:l gamba sulla coscia c della coscia sul bacino. La contrazione in parola cedette completame nte qualche giorno dopo. Minima è stata le perdita di sangue.

Casualm e nre, durante il viagl'(io ver$0 l'Ospedale di c ioè dopo 25 g10r m dal fe rim ento, il bersagl!ere percepì, passando I:J mano sul1:1 tegiono;: colpita, una strana pulsazione con fremito, sulla qu:-elr richiamò l'attenzione dei sanitari.

STATO PRESFNTE (25 febbraio m942). - Giovanetto sano , di costituzione abbastanza robusta cd in buon $t:Jto di nutri:.done non ha importanti malattie prcgrcssc , se si eccettua una forma di ittcro catarr:llc, sofferta nel 1939· Appartiene a famiglia sana. Non si è rnJÌ co n tagia •o di malattie ve nere:- o sifi lìtiche: le reazioni sierolog ic he per b lue ci sono risultate negative.

EsAME LOCALE. • Coscia sinistro: Una piccl)la wluz10n .o: Ji rominuo cutanea, 0\·ale con diam e tro maggiure di 4 mm. drca in sen so tr:ISI' e rsa !e, ricoperta da crosta, sulla pom:riore in corrispondcn7.a all'unione del 3" supcr i1, rc col 3° medio, r:tppre · senta il foro di entrarti del proielfi/e.

Sulla facc ia mcd iaic, ::! l' unione Jd 3" medio col inferiore. cioè press ' a poco :11la a ltezza Jcl c:wale di Hunter, s-i trova altra soluz ion e di cont i nuo, l egge rmente più lar ga , r o to nda, pure ri copert:J da crosta, ch e corrisronde al foramtt di t4Jeita.

A cari co d e lla mcclialc della co scia si rilc1•a un sollevamento dei t essuti tc: g um en t:lri, diffu so. a limiti non LH: n ne tli, a caratt e re int c rmittentc, sincrono coi b:ltt iti che, partendo dal foro di uscita, circ:J 4 dita al di sopra del punto di congiunzione del 3" medio col 3° inferiore d el la cos ci:J Non esi s tono modificazioni di \'Oiume d e l seg me nto in parola, nè vi sibili alterazioni di c ir colo superficiale; non edema alla g:unlm cd al p ie d e nc:mc h c d o po pr o!un g :H:J s tazione erena. L'u nico disturbo hm

:r.ional e rc siduaro è la $tan c hc :t7a preco ce alla

mentre le se nsibilità tcrmotattile c dolorifica d el l'arto sono ben conscr\ atc ,

OSPEDALE MILITARE « COLONIA Ft\RA E PI:\G<.;JO • - CHIAVARI D l<'ncntc colon Ilo mcthco d o tt . c;w,r.t•Pf D•:<nt :!'' C!Jimrp.m Rc p..r! o : c .t p li IJI <J m cclt cu p ruf. ( i un \Rt.\ Gn "' ''"'
-

Colla palpazione si percepisce un a piccola tumefazione del volume di una no cciola, di forma oblunga, occupante una zona di circa 5 cm. di lunghezza. La tumefazione ha una consistenza elastica, che sincro n icamentc al polso si fa tesa: è chiarissimo ad ogni sistolc cardiaca l ' aumento in toto del su o H>lume.

Si palpa inoltre nella r egione corrispondente al canale di Hunt er un fremito sistolico, rude (thriJI), la cui tra smissione è più manifes ta lungo il capo centrale dc i vasi che lungo quello periferico e si perde verso l'alto.

La pulsazione della pedidia si avver te poco valiJa.

Coll 'ascoltazione stetoscopica si sente evidentissimo sulla parte un soffio sistolico .a timbro metallico, che ha il ma ssimo di intensità su l foro di usc ita del proiettile e che p r ogressivamente si indebolisce lungo la lin ea di propagazione, cioè verso l'alto.

I repcrh palpa torio ed ascol tatorio e soprattutto la direzione, secondo l a quale il soffio si propaga, stabiliscono la diagnosi di aneurisma arterovenoso de t vasi femorali: i l thrill è infatti un rumore prod otto dal sangue arterioso, chr penetra vorticosamente, attraverso la comunicazione esistente tra i due vasi, nella corrente venosa che possiede mino r pressione, con diffusione vers o l'alto e verso il basso Il soffio riconosce la stessa origine fisica, cioè i l passaggio del sangue attraverso un pertugio ristretto in una cavità più ampia quale è quella rappresentata dalla vena dilatata a causa ddl'aumcnto di press ione nell'interno di essa, creatovi dalla immissione del sangue arterioso.

La prova del circolo collaterale, applicando il lacc io subito al di sopra dell'aneurisma, al 3u superiore della coscia sinistra, non rende esangue il piede corrispondente e la isch emia, determinata colla pressione digital e su una piccola zona del d or;o del p1edc:, scompare abbastanza rapidamente. La controprova del laccio alla radice della coscia e della pressione digitale esercitata sull'iliaca esterna rende esangue il piede e stentatissimo iJ circolo tegum entario.

Tale dato serneiolog1 co è risultato a distanza di più di due mesi e si ritenne p1ù che sufficiente per il ristabilirsi di un bu on circolo collaterale e venne a d1metìtrare <:hc la aneurismatica si era for mata al di sotto della femorale profonda.

Questo ri lievo permise di s tabibre l 'in t ervento: cioè l'asporta zione della sacca aneurismatica .

OPERA Z IONE (2 3-3·42). - Anes tcsta rachidea. Taglio per la scopertura dei vasi f em or aH: st cade sul muscolo :sar toria, che viene is ola to St procede all 'a pertura del canale dt Hunter (v. fig. n . 1).

Il pian o operatorio inizia lmente era di mettere allo scoperto i vasi femorali per scollameato e di procurare, se possibile, d'i ricostitui re, mediante sutura, la continuità delle pareti di ciascun vaso. La parte aneurismatica appare del tutto accollata per la lunghezza di 4 cm. circa ed avvolta in fitto tessut o cicatriziale, che non consente e l'ic;olamento singolo

dell'artena e della vena, ed il tentatwo di una plastica, per cui si deve eseguire la estirpazione de l tratto vasale l eso, previa quadrup lice legatura.

Nel segmento asportato sono compresi i vasi appartenenti alla grande a nastomotica assieme al nervo safeno. Ri-:: ostruzione dei :piani a str ati.

DEcoRso POST-<JPEkATORIO. - L' esperienza ha riconosciuto che, dopo la legatura dei vasi, a prescindere dal pericolo tutt'altro che piccolo di necrosi

o di gangrena, non r aramente, anche dopo settimane, si riscontrano ancora evidenti disturbi di circolazione, cianosi, freddo, turbe sensitive della cute ecc. Nel mio caso invece il decorso post-operatorio fu ottimo. La vitalità dell'arto rimase conservata in modo perfetto c non si ebbe a notare nessun importante disturbo di circolo, tranne un modico edema venosa, che ha interessato la gamba ed i l piede sinistro per circa 48 ore. La cute non dette nemmeno per un'istante la sua n or male sensibilità ed il suo normale calore. Cusì pure la funzionalità dell'arto mteressato non ha subho la benchè minima modificazione. Solo la perfetta cicatrizzazione della fe r ita operatoria fu ritardata di qualche tempo, per una necrosi di cin qu e cm. lungo

Fig. 1 - Veduta d t scorcio ddb sacca a. nel C.1nAie di Hunt<'r . • s = .; artorio verso l ' es terno.

il margine esterno della ferita stessa, che si imputa ad un alterato trofismo topico per l'asportazione del nervo safeno.

EsAME DEL PEzzo ANATOMico. - Il sacco aneurismatico estirpato ha l'aspetto di un piccolo tumoretto, ricoperto da fitte ed estese aderenze, contratte coi tessuti Colla loro ablazione si mettono a nudo i segmenti arterioso e venoso. L 'anastomosi avviene per fusione diretta dell'arteria colla

vena per un tratto di x cm.: al disopra e al disotto <ili essa i d'ue vasi sono riuniti dJa. tessuto connettivale interposto (v. fig. 2).

L'arteria ba in tutto il suo decorso calibro normale: solo presenta una modica dilatazione a forma fusata in corrispondenza e poco oltre il tratto che l ' unisce alla vena femorale. La vena stessa è fortemente dilatata per circa 5 cm. : la dilatazione raggiunge il suo massnuo in corrispondenza del punto in cui esiste la comunicaziOne fm l ' arteria e la vena; ya poi diminuendo gradatamente verso la parte centrale e per i ferica del vaso.

Fig. :z. - Sacca aneurismatica asportat2. a= arteria - v= vena
4 ·- ài meàtcina .'

Questo rilievo concorda pjenamente con quanto già è riconosciuto per la pratica numerosa di cast offerti nel period'o beUico che in vicinanza della comunicazione artcro-venosa sul segmento venoso yi è dilatazione dei suoi estremi centrale e periferico, st:.tbilìtasi per l a proiezione violenta, con cui viene gettato il sangue arterioso nella vena. La yena aderente in comunicazione coll'arteria si dilata così centra lmente e perifericamente ed è una vera e propria varice aneurismatica. Questa dilatazione può mant enere la form a di fuso, come nel caso in studio, o di sacca. L 'es tremo centrale dell'arteria si .assottiglia, si atrofizza, perde la sua resistenza e si dilata.

F1g. 3· - Sacca a n eu ris matica riempita di bario , per d.imost ra.re la comunic azio ne fra arteria c vena. c = comunicaz io ne ancro- vcnosa.

Anche esternamente si riconosce il pooto dl comunicazione, pe rchè quivi la varice assume l'aspetto di un noduio, abbastanza circoscritto, molle, riducibile, Jel volume quasi di un grosso pisello.

Subito dopo l'a..c;portazione della sacca aneurismatica artero-venosa, vicue introdotto ndla cavità vascolare del bario, che mette in evidenza una comunicazione fra arteria c vena, rappresentata da un pertugio del diametro di 8 mm. circa, come è visibùe nella fig. 3·

Aperti poi i lumi .arterioso e venoso secondo l'asse longitudinale, si rileva la presenza di un breve trag;tto d i forma irregolarmente rotondeggiante del -diametro di quasi 1 cm. , r.lelimitato dalle pareti postero-laterali dell'arteria ed antero med,iale della vena , riunite insieme da un processo di

Detto tramite, che appare in parte ricoperto da coaguli sanguigni d i vecchi a data, si apre nei lumi vasali mediante due or ifici di forma ovalare, dii cui quello a canco della vena è più ampio. Essi si presentano circondati

da un cercine rilevato, che ha fatto assumere ali 'int ima un aspetto cicatriziale (v. fig. n. :4)·

A 3 mm. dall ' o r ific10 aneuris matico dd tronco arterioso si nota l'origine dell'arteria ge:1u suprema (o grande anasto motica).

L 'ESA ME ISTOLOGI CO (fig. 5, 6, 7) ha dJmostrat o che fondamentalmente la sacca è caratterizzata dalla combinazione di processi regressivi c di processi neoformativ ! svoltisi nelle sue pareti.

'l· • d ' ins ie m e: ddb sacc a 3ncuri smatic:a · ç = c o municaz ione artcro-vc nosa

Esaminando la porta dell'aneurisma, si osserva una decisa interruzione delle tie tuniche vasa)j e soprattutto del tessuto el astico, le cui lamelle in alcuni punti sembrano nettamente tagliate, in altri sfrangiate e arrotolate, come se avessero subìto una lace r.l Zlone. Nell'avventizia però l'arresto non è così brusco come negli altr!. strati, perchè nltre lamelle conne ttive addossain cert1 punu la sua continuità. In essa sono microscopicamente vxs.tbih qua e là focolai di periarterite, che , seguen d o i vasa vasorum, perforano la membrana eJa.,ticn e si approfondano nella medi a .

Nel tratte interrotto um• zafto di tessuto t:onnettivo giovane ha sostituito la perdita tdi sostanza parietale, approfondandosi perfino nell'intima. A questo processo di connettivizzazione hanno contribuito tutte e tre le tuniche: intima, media ed avventiz1a.

Nessuna neoformo.zione di fibre elastìche invece è avvenuta: in mezzo al tessuto cicatriziale compatto infatti le colorazioni elettive (Weigert) non hanno dimostrato la pres enza di elementi elastici, che ai margini delle pareti lese, come già fu detto, appaiono invece nettamente stroncati.

PAToGENESL - - &.eludendo una semplice contusione delle pareti vasali in base al reperto microscopico, il proiettile d<:ve aver prodotto una soluZÌQne di continuo nelle pareti stesse, d'i cui l 'interpretazione dd meccanismo di emostas1 spontanea ci lascia alquanto perplessi.

Uno dei sintomi cap1tali, classici, delle ferite, qualunque sia il loro agente eziol og ico, è l'emorragia-, la quale sarà tanto più abbondante e grave, quanto più notevole è l'importanza db vasi colpiti.

Tale nozione però ha avuto parecchie occasioni di venir smentJta, specie àalle condizioni create dallo di guerra , perchè il fatto paradossale che una ferita di vasi di cospicu!C dimensioni potesse verificarsi senza alcuna perdita di sangue era noto pure ai vecchi chirurgi militari, che non soltanto lo avevano ma avevano cercato già di spiegarne il meccanismo, ed anche nella penultima guerra mondiale tale eventualità si è verificata tutt'altro chP. raramente, serbando talvolta spiacevoli sorprese a chirurgi, che non t-rane prevenuti su di essa.

Fig. 5· - Comunicazione fra 3rlcria c

Anche nel mio caso, nonostante la duplice ferita vas:t lc , è mancata l ' emorragia immediata

Quale è stato :l meccanismo ùi occlusione, che l ' ha impedita?

Non certamente la presenza Ùl un corpo estraneo (lo stesso proiettile vulnerante), perchè trattavasi di ferita transfossa. Può aver giovato l'atteggiamento assunto dall'arto !nferiore sinistro, essendo rimasto, per qualche giorno dopo la ferita, in une s tato di fless ion e della gamba sulla coscia e di quest ' ultima sul bacino.

L 'e mostast spontanea deve qui ndi necessariamente essere dipesa anche da cause intrinseche, che riesce tutt ' altro che facile mettere in luce.

Non è qui il caso di invocare il solito meccanismo che si verifica nelle comuni ferite da strappamento, con consecutiva formazione di un coagulo occludente, nè concorrono nella mia osservazione le circostanze concomitanti atte a favorire questa fortunata evenienza : diminuzione della pressione arteriosa per shoch, per anemia in seguito a copiosa emorragia primaria.

Una spiegazione della mancata emorragia grave potrebbe consistere nel fatto che il proiettile, insieme all ' azione perforante, abbia avuto una azione contundente, abbia funzionato da « écraseur >> sulle pareti vasali : lo stesso meccanismo con cui, ad es., due fogli sovrapposti, perforati da un comune bucabiglictti, restano fra loro aderenti per i contorni della foratura.

2 93
Fig. 6. - lntcrruzoonc delle: fibre: elasticloc che immesse in tessuto connettivo in vm di intensa prolifcrazionc:.

Oppure la pallottola nd su o pas!>aggio &a arteria e vena, dopo ave r ricacciato i ed averli distesi prima di può aver determmato una ferita laterale a stampino delle pareti, j cui bordi, al ritorno dei vasi su se stessi per il cessare della causa distens1va, possono essersi affrontati e collabiti.

L'accollamento , esteso a tutto il bordo della lesione, e che nel caso considerato rich1ede come necessaria i l parallelismo tra le due ferite, può essere st.lto rinforzato dall'apporsi del connettivo avventiziale e perivasale.

Questa consideraz ione eti ol ogica conserva però solo il valore di un ' ipotesi, anche perchè non giustifica pienamente i l riliev o fatto della presenza dei residui di un coagul o antico nel lume fistoloso.

Può ammettersi invece che tale emostasi sia avvenuta per la retraziooe della tun ica media dei due vasi, che si sia accartocciata verso il lume vasaJe e, producendo così J' acco llamento delle pareti, abbia stabilito le condizioni necessarie per la forma z ione del trombo e l ' em 05 tasi.

Non è neancht; d a escludersi un'azione a valv o la dei lembi pa r ietal i delle ferite col c;occorso dell 'i nevitabile coag ul o , che subito deve essersi formato

Un altr( l mod o di emos tas1 spontanea, c he si può verificare, per quanto r a ramente, nelle ferite laterali , è d ato da una specie di piegatu ra del vaso su se stesso, così che la parete opposta al punto ferito fa una for t e sporgenza a guisa di valvola. Questa djsp os izi one vien e spiegata , ammettendo che quando un pr oiettile colpisce un vas o , Hrisciando sulla sua parete esterna, eser cita

294
Fig . 7· - Co nn ettivo do sporgc ntç nel lum e a= avve nt izi a b = mu scnb rc c = i ntima

$U una trazione violenta: la tunica media viene lacerata e le formazioni elastiche sono io certo qual modo aspirate c trascinate dietro il proiettile; esse vengono rovesciate in fuori nel tratto di parete ferita, mentre quelle della faccia opposta vengono proiettate verso l ' interno diel vaso e formano così una di valvo!a che chiude il lume del vaso e talora anche la perforazione dcila pmete.

Que.o;tJ. meccanismi, che, secondo le osservazioni di numerosi AA., sono esatti, non sono però i soli: in altro modo si può verificare l'emostasi. Essa può essere l'effetto di un'eccitazione dd simpatico periarterioso, che determina una mtensa vaso-costrizione segmentaria con notevole riduzione del calibro dci vasi, rea lizzando così la sindrome dello « stupore arterioso », che è stata una d'elle rivelazioni della chirurgia della passata guerra.

Questo spasmo riflesso dei tratto vasale colpito avrebbe agito, mentre si sarebbero iniziati quei processi rigenerativi sufficienti per tamponare la l esione vasale.

Anche l'azione contentiva dell'aponeurosi del canale di H unter, la quale mantiene accollati j due vasi femorali, può infine essere intervenuta, almeno 1n parte, col favore della pressione esercitata dalle parti molli circostanti e della contrattura dei muscoli soprastanti, ad evitare la più temibile conseguenza di tale ferita, contribuendo ad impedire la fuoriuscita di sangue specie dalla vena. Abbia pure agito l ' uno o l ' altro o parecchi insieme di questi meccanismi, nella soluzione di continuo dei vasi, da me studiati, deve essere é\vvenuto in un primo tempo un consolidamento del contenuto con formazione di un coagulo, che 3! gt11sa di tappo avrà occluso la lacerazione. La l tsione dell'endotelio, in corr:sponJeuza della ferita, ne ha poi favorito, mediante la deposizione di fibrina, piastnne ed eritrociti sulla superficie lesa, la trasformazione in trombo, il gualc ad un dato momento o per rammollim ento o per aumento della prC$sione endovasale, ha ceduto e, lasciando una certa pervietà dei vasi, ha creato la p0SS;.bilità del circolo artero-venoso.

Tale tamponamento immediato ha permesso la messa in moto dei poteri dei tessuti viciuior.i e success ivamente, mentre da un lato il coagulo primitivo ed i componenti del trombo a poco a poco vennero riassorbiti, lasciando in situ solo quei residui, macroscopicamente rilevati, dall'altro canto lo strato fibrinoso, ottima impalcatura per la edificazione connettiva le, venne sostituito dal connettivo, che si diparte dall'intima , media ed avventizia sia dell'arteria che d'ella vena, a livello della primitiva perdita di sostanza, che venne così arginata da l callo vascolare.

L a !ntcrruzionc nella continuità delle pareti vasali, anche se così riparata, ha provocato un'.1lterata resistenza, o meglio una cedevolezza di fronte aH a pressi0ne del sangue: ne è derivata una distensione delle pareti vascolari, che ha dato l uogo alla formazione di un aneur isma artero-venoso, di modico g r ado però ben circoscritto, perchè la neoformazione compensatoria delle pareti, in corrispond'enza delle sopravvenute dilatazioni, aveva raggiunto,

a lmeno fino al momento deiJ'r.same, un grado sufficiente di sol idi tà, da impedi re una lacerazione completa degli strati vascolari.

RIAssuNTO - L ' A. r iferis ce su d1 un caso di aneur isma artero -Yenoso della femor al e di sinistra , in seguito a ferita d ' :uma da fuoco, ed in base al r eperto dell'esame istologico, eseguito sulla sacca asponata, ne prospetta i possibili mec.:: ar.ismi patogeoetici

Z usAMMENFAS SUNG. - Der Vertasser Lerichtet uber ein durch Schussverletzung hervorgerufe o es Aneurysma der linken Femoralis. Auf Grund des an uem operativ entfernten Sack gcwonnenen hi stologischcn Befundes bc sprich t e r die Moglichk eiten der pathogenetischen Entste hun gs weise.

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-.l

LA TERAPIA SULFAMIDJCA ASSOC IATA IN STOMATOLOG IA

Pmf. LA:t.z.no fEL'!:.k!CO, cap.

La chemio-terapia delle malattie infettive da Enrlich (sostanze coloranti c derivati organici dell'arse:Iico e dell'antimo n io) aveva trovato ottimo impiego nella l otta contro tripanosomi e -spirochetc, ma nessun successo era stat0 r aggiu nto nei tentativi fatti per vincere le malattie batteriche, finchè Domagk dopo numen;se e lab oriose ricerche sul potere a'lltibatterico db alcune particolari sostanze, dimostrò che una sostanza colorante azoica, il cloridrato di sulfamidocrisoidina (prontosil degLi. AA. Mietzch e Klarer che l'ottennero per sintc9i nel 1932) aveva la proprietà di guarire i topi da infezione streptococcichc provocate sperimentalmente. Si allora tutta una serie di ricerche e sperimentali su tali derivati az oici è ben può dirsi che oggi la chemioterapia sulfamidica è all'ordine del giorno. Sono s tati presi in esame ì segutnti punti della que st=one:

1° - Meccanismo d 'i. azione dei su lfamidici: l ' ulterior e sviluppo della ipot<'si emessa da Domagk portò alle seguenti considerazioni: o ammettere una possibile trasformazione di tali sostanze nell'organismo in un derivato avente azione diretta sui microrganismi o ammettere il susseguirsi di alcll!ne fas i in uu dato ordine costante e cioè azione della sulfamido-crisoidina su i germi patogeni che permetterebbe in un st:condo tempo una più facile ed efficace azione aggressione e distruzione dei germi da parte dei .macrofagi. Secondo altri AA. (Levaditi, Voisrnan, Krasnof) i sulfamidici non av rebbero alcuna battericida sui germi, ma la loro azione si m anifesterebbe attraverso modificazioni da essi provocate sui germi stessi. I su lfamidici imped irebbero ai germi la formazione della loro capsula protettiva (Levaditi); le tossine l oro elaborate sarebbero neutralizzate· (Osgocd) infine eserciterebbero un'azione stimolante sul midoll o essen (Carnpbell) con aumento di reticolociti in circol o. I avrebbero infine sia in vitro che in vivo un potere esclusivamente batteriostatico, immobi]jzzerebbero i germi rendendoli più facile preda degli elementi aspecifici di difesa dell 'organ ismo.

2 ° - Inconven ienti della terapia sulfamicfica: l'uso dei sulfamidioil apportc:rebbe della mucosa gastrica c0n di nausea c vomito; provocherebbe l' insorge re di manifestazioni cutanee quali eruzioni morbilliform i assumenti spess o l'aspetto di papule orticariode; alterazioni

MILITt \RE DI RI SE RVA N. 1
orc: çol. medico prilf. Gt \ CI:."TO F ELS.\l<t
OSPEDt\U:.
Diren

interessanti il nevrassc con m::mifcstazionc dì cefa lee e disturbi visivi e talora addir\ttu.ra delle psicosi; alterazione dd la funzi one epatica con m ani festaZione di ittero tossico. Una maggiore importanza viene attri buita alle alterazioni a carico del sangue, meta-emoglobinemia, solfo-emog lob inemia , anemia e leu copenia fino alla agranu locitosi.

3Q - M odalità di impi ego c dosi : sono stati descritti casi di som ministiazione ad alte dosi di sulfamidici pe r via o rale , p arenterale. D 'accordo per k sudette v-:e di somministrazione, n on lo si può essere per quanto concerne la somministrazione ad alte dosi poichè questa sarebbe l a prin cipa le ca u sa degli incunvenienti più sopra descritti

I sulfa mìdi ci hanno incontrato u n'accoglimento entu sias ti co nella medicina e nella generale ed in quella specia·listica, tuttavia dopo i primi cntusi:1smi e dop o i prim i accurati studi sul lo ro rea le meccanismo di azione, si è venuta for mand o l'opinioue c h e i primi non sarebben.1 del tutt o g iu stificat i da.i risultat i conseguiti . Si è pe rtanto cerCélitO di individttar<" q u a le f osse la causa degli insuccessi che h anno portato alla consi deraz ione s uddetta .

Abb ia m o scritte a ll 'inizio che i suHamidici non avrebbero un vero potere battericida m a pi1.1ttosto batteriosta ti co e che c ioè riuscirebbero soltanto ad Immobilizzare i germi rendendoli più facile preda degli elementi aspecifi ci di difesa dell'organismo. Questa affer m azione dà adito a d una consider azione la quale può spiegan:i i numerosi insuccessi della terapia su!famid ica. Rifl ettendo infatti sulla cos tatazione che i su lfamidioi sono uni ca mente batteriostatici c che nella lotta con tro i germi ha nno bis ogno del concorso degli elementi della dife sa aspcc:fica de ll' orga ni&mo, si comprende come venendo a m ancare od essendo scarsi tali poteri di d ifesa, la distruzione dei ge rmi non può essere totalitaria. Sono .i ClSl di infezioni croniche, di forma purulent a ad andamento torpido quelli nei quali sopratuttc i sulfa mi dic i riuscirebbero m eno efficaci I processi purulenti qu-alunque sia l a l oro genesi batterica in realtà si attenuano di molto in seguito all'mtervento dell a terapia sulfa m id ica; il pus diminuisci! sino a scomparire, la 9irM matologia subiettiva do lorosa scompare e così la sif'lto m atologia obiettiva del fatto infìammt!Jtorio. Si raggiunge insomma la guarigione clinica ma i germi non sono tuttavia scomp arsi, essi si sono annidati, viv nno di una vita late nte fin0 a che dura l 'azione dei sulfami dici, pro11ti a r idiventare vir ulenti e provocare una riaccensione di un processo ptwulcnto o infettivo ap parellte mente spento, riaccensione spesSl, a•s sai più ·grave de l prjmitivo proces so. Sovente ancora un processo clinicamente diventa cronico, ne è esempio caratteristico l'uretrite-gon ococc:ca, la quale m al grado la vasta app!icazionr di sulfamidici sott o s pecie farmaccut ;<:he difficilmente guarisce con la sola terapia sulfa m idica

Un altro fatto va poi pre so in considerazione c cioè c he dati gli inconvenien t i cuj sovente 1dà luogo l a terapia su 1famidica per la sua tossicità, è prefer ib:le accorciai!: l a d urata n onc hè la dose di t ale te ra pia.

Specchio riasmmivo dei casi trattati con la terapia insu.lino mlfamidica

SULFAM I OICA IN SULI NA CHIRURGICA DELLA CURA

Sinusiti odontogcne 5

" gr. st r eptosil 20 u. r. insulina Apertura del seno 7 g. sulfamidici

Tiazolo pro die 13os pro Jie c drenaggio 12 g. insulin:1

Cist i suppurate del l dott. di Wanhon

2 gr. streprosil 20 U. l. insulina Escission e 5 g. sulfamidici l Tiazolo pro die IJos pro die 5 g. insu lina

CiHi radicobri 3 suppurate

Ascessi c flemmoni l 2 odontogeni

Osteiti odontogenc 2

2 gr. strcptosil 20 U. l. insulina Esciss ione 5 g. sulfamidici

Tbzolo pro die Ros pro die 5 g. i nsulina

3 gr. strcptosil 20 U . l . insulina Apertura c 7 g. sulf:trnidiri

Tiazolo pro die Bos pro die drenaggio 7 g. insulina

' gr. strcptosil 20 U. [. ins ulina A vulsionc dei dc n t i 6 g . sulf:tmidici

Tiazolo pro dk Bos pro dic.: c.: drenaggio g. insulin:t

Adeniti ce r vicali 5

2 gr. strcptosil 20 U. 1. in sulina A vulsionc dci denti 5 g. sulbmidici

Tiazolo pro die bos pro die ca riati 5 g. insulina

Guarigione Gu:trigione Guarigione Guarigione G u arig ione

l Gengiviti paradcntiti , r '7 stomat iti

Disoùomiasi 5

2 gr. strepwsil 20 U. I . insulina Medic:tzione l 7- 14 g. sulfamidic i

Tia z olo pro die Bos pro clic 7 14 g. insulina

2 gr. strcptosil 20 U. T . insulina Avulsione 4 g. sulfamidici

Tiazolo pro die Bos pro dic •l g.

Guarigione Guarig ione

N. l
MAI.A T TIA
l
TERAPIA
DURATA
l l
ES no
..., \0 \0

Ad ovviare· gli ormai numerosi insuccessi, diversi studiosi hanno tentato l'associazione di sostanze ad azione farmacologica nota con i sulfamidici. Sono state descritte: un'associazione nucleino-.sulfarnidica (Sanarelli, Marfori); una associazione chinino-sulfamidica; un ' associazione esametilentetraminasulfamidica, vaccino-sulfamid i ca e molto recentemente un'associazione sierosulfa.midica comunicata da U>ewenthal e già attuata da diversi clinrci, un ' associazione anestetico-sulfamicùca (Bianco).

Brunetti e Verdolini dopo averne saggiata l'efficacia in un forte numero di casi hanno proposto glucosio- insulina- $lfamidìica. Essi basarono le loro ricerche sulle cognizioni ormai note riguardanti l'azione e }'Jimpiego d eli 'insulina. E' noto oggi infatti che J'insulina agirebbe in piccola parte aumentando il metabolismo, ma sovrattutto favorendo un accumulo di 1dr.1ti di carbonio rendendo più pronti i processi riparatari e determinando un'azione più efficace sui processi infett.'I'VÌ con l'aumento dei fenomeni degli aspecifici di difesa: aumento della fagocitosi e dell ' azione delle cellule isti.ocitaf1ie c spostamento del pH verso l'alcalinità meno favorcvo!e allo sviluppo dei germi . Noi abbiamo voluto saggiare nelle forme purulente e infettive del ca;vo orale questa associazione terapeutica che Brunetti c V erdolini hanno sperimentato in otoiatria con risultati molto soddisfacenti.

Abb:amo trattato cinquanta casi riportati nello specchietto riassu:1tivo poichè ·troppo lunga sarebbe la descrizione particolareggiata dei singoli casi i quali diversi nelle manifestazioni dioiche ed anatomo-patologiche, hanno peraltro una eziopatogenesi pressocchè uguale ed hanno subito \ll1 trattamento terapeutX:o costante.

Abbiamo seguito nella cura lo schema proposto dagli AA. succitati ed abbiamo pertanto somministrato sei compresse di sulfarnidici per os. in tre l ' volte e per ogni gio.rno e 20 unità di insulina in due volte dopo la colazione e dbpo la cena e per ogni giorno sino alla, completa guarigione. Durante la cura abbiamo consigliato ai pp. l'assunzione di bevande molto zuccherate; aranciate e limonate. Abbiamo costantemente eseguito l'interve nto chirurgico volta a voita necessario per i singoli casi ed atto a favorire la risoluzione del processo i:1ft-1tivo potendo così valutare l'azione prevalente o complementare della terapia insulino-sulfamidica. E' stata scrupolosamente osservata la più rigorosa igiene orale e l'asepsi durante gli interventi e le medicazioni, si oa evitare l'insorgere di nuovi focolai o la propagatZione ad altri organi vicini o lontani .

Dall'esame dei casi da noi trattati con lo schema di cura descritto risuJta quanto segue:

I 0 - Il successo è stato costante nei casi dia noi trattati con l'associazione glucosio-insulino-sulfamidica, ciò che non ci era stato concesso di· constatare nei numerosi casi trattati precedentemente con i roli sulfamidici.

2° - L'intervento chirurg ico che può essere evitato spesso in altre forme specialistiche, va tenuto presente in odontoiatria e praticato costa ntemente nei

casi di processi flogistici del cavo orale poichè favorisce ed affretta la guangiOne.

- Con la terapia associata la febbre scomp:ue più rapidamente, la sc::crezionr purulenta si attenua con ptù rapidità e scompare con un più breve vo!gere di tempo, da a 7 giorni; i processi di riparazione sono più pronti e ciò è dovuto all'azione spiccatamente anabolica dell'insulina.

4, - Essendo più rapida i'azione dei due composti associati, meno forte e p:olungata è; ia dose da somministrare e pertanto meno frequenti gli L'lCOnvenienti dovuti ad una alta e protratta somministrazione di sulfamidici.

5o -I processi flogtsti ci risentono prontamente ed efficacemente di tale associaJ;ione terapeutic:a evitando talora l'intervento della cura chirurgic:t ; ; proc t.::ssi crouici pur non rispondend o prontamente come i primi, 1·isentono efficacemente della azione <. hc l'insulina -svolge sopratutto sui poter i aspecifici di difesa dell 'organismo.

Concludendtl penante p05siamo affe rmar e chr dati i r :sultati favorevoli ottenuti anche da noi nella nostra specialità l 'associazione d'ell'insulina ai sulfamidici appor ta un potcnziamento della terapia dovuto sopratutto all'azione stimolatricc sui processi aspecifici di difesa ed all'aumento dei processi anabolici c.ntrambi dalla snmmioistrazioPe di insulina. La associazione insulino-sulfamidica ha sulle altre associazioni, sopratutto siero e vaccino sulfamit.!iche, il vantaggio d i non apportare alcuno inconveniente nè dovuto all'insulina pe r se stessa che viene somministrata a piccole dbsi, nè ai "SUlfamidic:, che anzi l'insulina apportando una certa alca•linità all'organismo neurraliz:z;a in qualche modo le complicazioni ematologiche dovute alla somministrazione di alte dosi dt sulfamidici.

Chiudiamo questa nota con le stesse parole di Verdolini il quale a prop os ito dell'associazione insulino-sulfami&ca scrive:

« La terapia glucosio-insulina.:sul fa.midica che qui ha avuto dimostrnior.e dioica esclusivamer:te nel campo della specialità, può logicamente avere campo di applicazione in ogni caso di indicazione della terapia sulfamidica )) .

RtAssur-<To. - L'A. h a studiato l'associazione dell ' insulina ai sulfamidki in so casi ottenendo risuitati costantemente lusinghieri.

ZusAMMEN FASSUNG. - Der Verfasser hr.t d:ts des I nsulins un d der Sulphamydc :w so F iillcn studien und berichtct i.iber dic damit erzielten standig gunstigcn Erfolge.

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302

CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CLINICHE

EtENCO E SOM.\fARJ DEGU ARGOMENTI TRATTATI. (Vai tJt'r/>oli pervrnut1 al/11 D;rr:wnl! grr.eralt' di Sanit} miht11re ud marzo 19-11 XXI).

CARBONIA. Maggiore medi co PI ETRO T uvERI: Saturnismo.

L 'O . , accennate alcune no7jon i generali sugli usi industriali, sui caratteri fisici c vie di assorbimento del piombo, si è tra ttenuto ad illustrare le pri n cipali m:Jnifes tazioni sintomatologiche dell'intossi cazione cronica, specialmente nei riguardi d c:gii operai addett i :alle fonder ie delle m i niere, di cui è medico di fabbrica, mettendo in rilievo le pi ù recenti ved ut e su lla pa t ogcnesi d i alcuni sintomi.

Presen tat e le diffi coltà della diagnosi clinica e ancor.t di più di que ll a medico !t>gale, h a co ncluso segnala ndo l'importanza delle n orme profil attichc c le più r ecent i acquis i zion i in tema di terapia.

CORTONA (Osped:a le m il. terr.). T enente medico GINO CoNTI : L'infaiont: malarica .

FIREN ZE. Tenente colonnello m edico prof. ALDI:.I\T O Coliti.

Do po a ve r dìfferc nzbto !c co lui dissente r iformi da ll e classiche co liti bacill a ri ed amebiche, l 'O illustra gl i aspetti clinic i fondamentali che offrono le coli ti protozoarie, sopratutto sostenute dall'ameba coli, dal balantidium coli e dai flagclbti (lambl i e, chilomnstix, tr icomonas e dopo :wer accennato anche alle sindromi dissenteriformi offerte dalla malaria, dal bla -azar e dall:a tripanosomiasi, traccia un quadro diagnostico, terapcutico e profibttic0, con l'i ncitare i medici un mag g iore st u tlio d ella parassitologìn, d a ll::t quale dobb iamo tutti trarre noz ioni necessarie per la conoscenza dì m alatt ie che h anno tendenza a diffondersi nel nostro Pa ese.

l b. M:aggiorc medico prof. CARLO

P artendo dall'osservaz io n e del numero rilevanrc di ple uri tici visti nel Reparto accertamenti ne l 1942, l'O. fa alcune considerazioni d'ordine eziologico e più d'ordine r-ato geneù co de ll a malauia specie in riferimento a studi eseguiti su militari a ll ' I stituto F orlani ni di R oma .

Inolt r e si sofferma sulle differenze patogenctiche della pleurite secca in rapporto alla pleurite essudath·a dal lato terape utico; avendo notato come ri sultanza frequente l'esito pl as ti co della pleurite, nei mmrari a c ui era sta t o tolto il liquido in un momento non pro pi z io a tale operazione, cons ig lia di non proce dere ad essa, se non nei cnsi di neces sità. Si wfferma inoltre sul v alore di una diagnosi precoce (possib ilmen t e radiografica) delle pleuriti secondarie a lesioni po lm ù n ar i o preced ent i o contemporan ee alla pleur ite st essa per stabilire t e m pestivamc.:nte un pneumotorace

FIRENZE. Maggio r e medi co prof. L EONARI>O CARERI: Chirurgia cranica di guara

L ' O. si trattiene a parlare delle ferite cranio cerebrali da arma da fuoco, r ecenti, illu st r ando sindromi f u nzio n :ali (lesione da scopp io di grosse ca riche di

NEG LI OSPE D A LT MlLl T ARI

esplosivo in vtcmanza del c ranio leso); mette in e,•idcnza quanto sia delicato i l compito del chirurgo , anche per qu este lesioni, in una gue rra di movimento e razzat a tenendo presenti le diffi coltà del trasporto che per questi gravi feriti non può essere che aereo in un territor io vastissimo e senza vie di comunicazion e

Dà indicazioni sulla prima cura che i crJniolesi debbono ricevere presso i posti avanzati di soccorso, mettendo in guardia contro interventi incompleti (semplici cr ani ec tomi c che non hanno alcun scopo, mancanza d i un esame r adiogra fico, tecnica er rat a, ecc.) ·

Riti ene che i operati non devon o es..ere trasportati , neppur e tn aereo, se non dopo almeno una setti man a dall'intervento; sar ebbe opportuno c he la d egenza potesse p ro!ungarsi fino a 15 20 gio rni .

/b. (Ospedale mil. terr. << Careggi •l). Capitano mt>dico Awo GRECO: Su ulctmc affezioni n on ulccrose del d uodeno.

L'O. ha brevemente esposto il qu:1dr:> :tnato mico, clinico c rndiologico dell a duodenite della duodenite e morragica e ddla duodenite itte ri ca (duodenite in corso di ittero cata rrale). Ha quindi trattato un po' più ampiamente de ll e sre nos i duodenali, e particolarmente quelle dipendenti da· periduode ni te infiammatoria ed essenziale, da compressione int e r m it tente del pedunco!o mesenterico, ecc ; ed ha infine parlato dell'occlusione :.cutissima del duodeno, nota generalmen te sot to la de nomin azione di <<d ilatazione gastrica acuta >l , la cui casistica sembra in quest i ultimi mesi notevolmente' aumentata

LIDO DI CAMAIORE (Ospedale mi! terr. << Ou:ano »). T enente medico GtusEPPE

GtANNErrJNJ: Le mahmie ven eree c i! proble ma d ella [o,·o prevenzione fra le rruppt: in tempo di guerra.

MILANO Capita no medico p rof. ANTor-:Jo P>\I.EARI: L'osceuo cerebrale traumatic o.

L 'O. ha esposto rapid ame nte !l decorso clin ico dell'ascesso soffcrmandosi ad esamicare i diversi sintomi dei qu:lttro st adi in cui si può .) ividere; r.ssi so no: l'iniziale ( 1° stadio); il latente od ambUlatorio (2° stadio); il manifesto (3° stadio ); ed il terminale (4° stadio). Si è soffcrmaro sulla s indrome ipertensiva, su ll e conv uls ioni e sui segni infiammatori liqu ora li.

Ha poi rico rdato i sintomi d ci foco!ai dipendent i dalla comp romissione delle di · verse strutture int eressate, a delll! zone ce rebrali colpite, ed ha particolarmente insistito sull'c,·enicnza che il periodo di latemr;a pos sa essere molto lungo sino ai 1 5 20 anni e più .

L'ossen azionc pcrwna le d i akw1 i casi in cui l'ascesso cerebrale è rimasto $ilentc per molto tempo in antichi traum:nizz:lti, ta nto di guerra quanto ci vJli, è stato confront ato con a ltri cas i consegnati alla letteratura dell'argomen t o. Per la diagnosi diHer enziale ha segnabto di tenere in con siderazion e l 'ascesso extra cd intradurale, la trorn · bo si del seno, la mening ite purulenta diffu sr. ed E tumore cereb r ale.

Sull' anatomia patologic a o ltr e a ri rorda re i quattro str ati in cui viene divisa la par ete d e ll 'ascesso, h 1 par b to d c ll 'J z icne dei corpi granul o -adiposi e della loro o ri gine awentiziate ed ematogena, del l'i perplasi:J cd ipertrofia della g lta astroc itaria non solo in vicinanza ma anche nelle zone lontane dell'a sc esso, infine alterazion i gliali d i tipo n:gn : s5ivo nelle zone ,·icine e Ji tipo progressivo jn quelle lontane dall a a!ccssuaJc.

l

Riguardo alla terapia ha elencato i pregi e<.) i difetti dei tre metodi principali che sono: quello del drenaggio ampio ed aperto, della puntura evacuativa ripetuta secondo Dand y e dell'enucleazione capsulare secondo Vincent.

Alla fine ha illu strato delle enceblop-afie pra tic:tte in casi di ascessi cerebrali traumatici.

MILANO. Capitano medi co prof. C AR LO S11nORt: Le delle linfoghiandolc c del midollo.

Le linfo c le mielopatie rappresentano un campo Jclb patologia di difficile sintes i l'ausilio dei dati anatomo ·p:uologici la cui conorcenza ne chiarisce la int erp retazione, la valutazione clinica !emeiotìca, terapcutic a c prognostica l costituenti anatomici delle linfoghiando!e (e del tessuto linfoìde in genere. Jiffuso al cavo orofaringeo all'intestino, alla milza, ecc.) 1° • elementi stromal i (fihrodti che formano i setti e la capsula); 2° • endoteli che ri vestono le vie linfatich e e sa n g uigne: 3° - istiociti detti anche retoteli (elementi totipotenti - t'moistioHasti - che. colo rabili vitalm ente, stanno nei punti oodali del diffuso , finis s imo reticolo :-:rgemofilo della ghianèola) ; 4° · elementi gi3 io evoluzi-.one emopoietica: linf()i)last i c linfociti. Nel midollo fondamentalmente si trovano gli stessi costituenti soltanto qui dalb cellula totipotente - l'emoistioblasta -· derivano: i polinucleati, attraverso l'e mocitoblasta, il mieloblaS(a ecc.; le emazie, attraverso il proeritroblastJ, gl i cr itrohlas ti ecc.; i mor.ociti attraverso il le piastrinr. 3tt r avers('l il rnegacariobbsta e infine le plasmacellule (di derivazione discussa). La patologia: infiammatoria, aplastica, neopla · stica, può interessare tutti questi vari anatomici: qur.lli di sostegno, quelli endoteliali, quelli reticolo -istiocilari, quelli pret:amcr.te paren chimali ( t erie linfocitaria, leucocitaria, ematica, piastrinica ecc.). Le for-me infiammatorie sono in massima parte linfoghiandolar i: dalle adeniti semplici con tutte ie varie possibilità evol utive (ipe rplastiche, fibrose , necrotichc ecc.), aden iti tbc. (nelle quali il giudizio istopatologico può esprimere jj grado dell'allerg ia tissuralc) a quelle luetiche e actinomicctiche, al granuloma di Nicola s Favre, al Jinfogranul o ma maiigno a ::ziologia ancora ignota (svalutata la teoria di un virus capace di provocare encefaliti nel coniglio - prova di Gordon -, non dimostrata la natu ra tbc .) Tra le forme iperplastiche e tumorali delle ghiandole a seconda degli clementi di ori g ine si distinguono: i fibrosarcomi, gli endoteliomi, i rctot elsarcorni (o reticolo -istiocitomi), i linfosarcomi. Dal linfosarconu è pos · sibile il passaggio alla linfoadenosi aleu cemica e leuce mica. Questa constatazione clinica, i risultati sperimentali - Storti, Apitz ecc. (trasmissione di leucemie per innesto e provocazione di leu cemie mediante sostanze cancerogene), - le indagini istologicheci tol ogiche - Sirtori-Fiorani (le cell ule leucemiche hanno i medesimi caratteri delle <"ellu le tumorali), - le considerazioni fisiologiche- funzionali sulle particolari caratt eristiche del tessuto emopoietico che necessariam e nte si riflettono sui processi ne oplastici dello stesso tessuto (Wandergewebe, Organinfiltrationen, ecc.), i criteri e i risultati t crapeutici (radioscnsibilità IO;} irreYcrsibilità): so no dati che gius tificano la supposta natura tumoralc di tutte le leucemie. Nel midollo accanto alle mielosi leucerni!: he vi sono le mielosi eritremiche (con presenza in circo lo di erìt robl asti-leucemia di Di Guglielmo e di Cooley), le rnielosi eritroleucemiche (con presenza io circolo di elementi della serie bianca c rossa immaturi), le reticolo-c ndoteliosi !eu:emichc o hon l pro liferazione di elementi istiocitari o endoteliali con immissione in circolo o meno), le plasmocitosi nodulari, diffu se e anche Jeucemiche (sotto questo nome si intendono oggi i mielomi che nel massimo "dei casi risultano esser costituiti da elementi plasmacelluJarj più o meno tipici). Le reazioai mieloidi devono in vece essere inte se come condizioni transitorie di iperplasia midoilare de terminate da a ge nti tossinfc ttivi

5 ( ;iornalr di m «dJ< ina llllillllrc.

con immiSSJone in circo!o dì e lement i bianchi immaturi dove però, a dHferenza delle leucemie vere, non es•ste hiatus lew.:emko nè a ti pia citologica, nè i rreversib ilit à del processo. U: forme apltmidu: sono pro prie del tc 5suto midoli:lre c a seconda che colpiscono la serie leucoci ta ria soltanto o an c he quella emati ca definite: a pl asia parziale o granulo citopcnica ( quei!J primiti va chi a mata an..:he a gr anulocitosi di Sc hul t7.e, qu e lle secondarie definite: tossi che, infe 11ive, ecc.); aplasia total e e panmidoptisi di Frank (il midollo è ridotto a ce llul e adipose, el ementi linfo i di e reticolo). L'an e mia, la più tipica e fre qu e nte malattia del sistem a emoformatore , può e ssere determinata da fa tti tossi ci, tossin(ctti vi, dis tru z ioni midollari, carem.e ferriche, disfun z ioni endocrin e (l e anemi e non miJollari, almeno in un prlmo tempo, sono le emolitiche e quelle da diates i emorragica). Queste mie lopatie anemizzanti determinano, a seconda dell ' age nte , dd modo e del tempo , anemie normo -iper o ipocrorrUche. L 'anemia perniciosa inv ece è caratt e rizzata dalla :.o mparsa :ii megaloblasti che, già presenti e normaii .in un periodo della vita embrionale, derivano nell'adulto dir e tt ament e dall'e moistioblasra midol lare senza la fa se int e rm e dia dell'emocitoblast a Concludendo il vasto quadro d e lle linfo e mie lopatie può essere ridotto a pochi processi quando si tenga presente l 'identica deriva zione c natura dei due sistemi: ca:-atterisriche per le linfopatie sono le forme infiammatorie (tbc.. lue, granuloma maligno, adeniti in genere), caratteristiche pc:- le miclopati e le forme aplast:iche par· ziali o totali; comuni alle un e e a ll e altre sono le forme iperplastiche e tumorali capgci di dare nell e ghiandole il Jinfosarcoma, la leucemia linfatica ed i rumori a partenza Mromale, reticolare ed endoteliale, nel midollo le miclosi leucemiche, le eri tremiche , le eritrolem:emiche, i plas mocitomi cd i tumori del reticolo-endotelio solitari o diffusi, leucemici o non.

MJLANO (Centro Mutilati). Sottotenentc medico LIBERO MOTToLA:

L 'O. espone una statisticd di tutti gli amputati ricoverati nel 1° Reparto Traum a · tologico de l Centro Mutilati eli Milano dal gennaio 1942 al dicembre 1942.

Dopo avere accennato allo stato dj essi al :nomento de: ricovero si intrattiene s u gli in convenienti dell'amputazione piana, la quale, secondo l ' O., dovrebbe essere eseguita solo in circostanze ecceziona li e nei posti sanitari molto avanzati oppure come regolarizzazionc eli amputazioni traumatiche, qu a ndo non esi sta la possibilità di ottenere degli adeguati lembi muscolari e cutanei; in tutti gli altri casi il sistema eli elezione dovrehbe essere quello classico, a lembi con ampi drenaggi.

Vengono poi elencate le cause che hann0 richiesto la riamputa7jone, con p:mico l are riguardo alle procidenze ossee, alle osteomieliti del moocone, alle proliferazioni periostali, c alle piaghe rorpide. A questo pwHo l'O. si sofferma sugli esiù a distan z a degli interventi eli plastica cutanea est:guiti nei conge bti, esiti nella maggiore parte de i casi poco brillanti e che han no provocato molte delu!>ioni.

Vengono infine esposte alcune note di tecnica dt.:lla riamput:tzione mettendo in evidenza i vantaggi e g li svantaggi del sistema apcriostal e c di quello sottoperiostale.

1'\TETIUNIA (Ospedale mil. specializzato). Capitano medico prof. EoMOI'\OO VENF.ZJAN: Risultati di interventi di artrodesi pet tubercolosi oJteo·articolari .

L'O. dopo avere ricordato le prem ess e hio iogich e c meccaniche su cui poggi a la cura d e lla tubercolosi ostco -an icolarc ncli"adulro c dopo essersi intrattenuto ponanza che in que st i ultimi ann i Ì'. ve nuto assumendo, in nelle les io n i d e lla colonna e d e ll'arto inferior e, l'artro d es i extra -articolare, riferisce sui risultati di diciotto artrodc si praticate su rico vera r i Si ebbe in tutti guarigione per prima e r apida anchilo si delle articol azioni interes.<" ale.

3 0 0

229" OSPEDALE DA CAMP(1. Ca p nano m cd ko FR""CESC•) SWitii i O TAtTO: c chirurgia mfortunistica in rrlff'"' 'o 111111 ;oci< IÌJ.

L 'O. dopo aver il comnito della ter apÌ!l si soffer m a d e lle (rau ure, sulle leggi della riduzione, de lla trn.tion c e della (Ontrotrnion c Ricord a po i che per b co ntenzton c a l H:mp licc apparecchio gcss::Ho non imbottito in alcuni t ipi di f r att ur:: occorre asso c iare la tr azione con fili m ct .tllici: la durata del · l' immobiliz1.az ionc è varia c i dbturbi di questa n:ngono ciimin:Jti con la ter:1pia cinematica. Accenna poi nll'csamc r:HJialogico ckllc fr:mure ct.l uj nUO\' Ì grandi istituti di cura. L'O. traru a poi l 'argomento Jc.:lb tera p ia dell e fratture csrostc te -. tnti c d e lle fratt u re esposte infette !econdo i dcnami del ll o hl c r c dopo a ve r illuMrato il metodo della esc issione c della sutura d el!e feri t e a ccen na alla prepara z ione del traum:ltizzato ed ai t r ap iant i cu1anci. Enum era i ca si della cura opc:ratoria delle fratture recenti ed accenna alla terapia dei rit:lidi d i consolidazione e d elle pscudo artro s i soffcrmandos i sulla perforazione ossea di Bck . l ufmc !'0. parl.t ddb riedu caziont: fum·ion:;le c del · l attuale organizzazione sanitaria.

PE RU GIA. Magg ior;; medico CAL IME. no

RA.!.•I'A(:NJ: Un caso di hrual/osi grave.

Il conferenziere, dopo a ve r p:1rlato brucellosi e sull e attu al i vedute nei riguardi della malattia , illu stra un caso gr:tvissimo curato t! guarito presso que sto O spedale M il it a r e.

PI ST O I A (Ospedale mi l it are terr. ·· Sc uo le Fros in ! .. ).

LENA : Il tifo esantt:maticc.

Col:)llncllo medico F o-

L 'O., ha fano. la storia del dt'r motifo come mabttia Lipic:unente castrense e ne ha l".sam ina ti i rapporti dimti e indircni col !cnomeno bellico, dennendo le cause molte· plici, ambientali e sociali, che i nfluiscono su l determinismo delle epidemie. Ha poi descritto le caratteri stiche cliniche della m alattia, accennando alle più recenti acqui sì · 1-ioni in materia d er ivate dalla esperienza del la campagna d i Russia, e soffe rmandosi sull a importanza delle forme inapp:trenti. H a concl uso con una dettaglia t a ri v ista d ei metodi va ccinaJ i di cui è possibile disporre, e delle varie norm e di profilassi dirette a combattere eventuali min acce di diffusion i epidemiche; ad esse sopr attutto, co mpenc.i.abili in ra dicaJ i disintestaz.ioni , ambientali, in dividual i, e di massa, è affidato il com· piro di salvaguardare le collettività militari e civili da un pericolo che l 'attuale s it u azione bellica può rendere part icolarmcnte incombente.

SA V I G LI ANO. T enent e m ed ico E M,\l'UeLE GtANNONE: Situ.s int' t:r.fu s visct:rum

L 'O. pre sen ta un caso di Situs in vers us v iscerum accenn ando ai tipi d i mostruo sit à in ge neral e e sofferm andosi sulla etiologia della malforma zion e. Sviluppa poi le m oderne t e orie sulla formazione della eterotassi specialmente quella d e ll'italiano Martinotti, asse rtore della importanza delle vene onfalo ·me senteric hc ne l cjcterm i nismo della trasposiz ionc viscerale. Conclude con un riferimento medicina legale militare c discut e l'art 79 El. A.

TRIESTE. C3pitano medico prof. fRA NCF.sco P EPF.U: D t:rm atiu ufo/iat i va.

L 'O. presenta un soldato ammalato di Dermatite esfolbtiva generalizzata subacuta. La m alattia s' ioj ziò con li eve male ssere, gengivite , o stin ata e d un mod esto

o>fÌtema sul !ronco. Dopo venti giorni l '::ritcma, simile al morbilli.fonne, andò aumentando e s'iniziò un periodo febbrile irregolare rialzi fino a 40°. Fu inviato all'Ospedale come sospetto di morbillo. Dopo pochi giorni tutto il corpo, dal capo ai piedi, si ticoprì di una crosta secca e poco dopo incominciò la desquamazione, che si protrasse per diverse setrinlane. Sopravvenne anche una piodermite con numerosissimi ascessi in tutte le parti del corpo, il quale presentava un'epidermide tutta a.rrossata ed estremamente secca. Il reperto ematologico con 59 % di eosinofìli fece pensare ad una forma allergica di origine alinlentare. Prurito, secchezza della pelle ed ascessi, produssero all'ammalato notevoli sofferenze e le sue condizioni genera li divennero molto gravi. La cura consistette nella regolazione dell'intestino con clisteri e piccole dosi di sale purgativo , unzioni di tutto il corpo con clio di oHva cd in seguito con Dcrmovitamina, som· :ninistraziooe di vitamine, dieta vegetariana con molte arance, iniezioni di anatossina stafilococcica con le quali si fece rapidamente scomparire la piodermite, bagni e pen· ncllazioni con permanganato. Dopo 3 mesi dall'in izio della malattia il migliora.meoto notevole e si può già prevedere !a pro ssima guarigione.

L'eosinofilia va dimimrendo. L 'O. avanza l'ipotesi che disturbi intestinali possano avere causato il di proteine non degradate e sensibilizzato l'organismo, il quale ad ulteriori stimoli re:tgì con le manifestazioni dermatitiche. L'abnorme eccita· oilità rifl essa gastroçutanea può avere per fondamento anche qualche deficienza costi· tuzionale, con una ipofunzione ep:uica, dato che nella famiglia sembra si sia verificato un ' altro caso analogo.

/b. (Ospedale militare terr. " C. Stuparich n). Sottotcnente medko prof. ViTTORIO CAPRI'.RO: Effetti fisio -parologici del!'accelerazione nel volo.

L'O., dopo aver messo in evidenza che la velodtà con cui viaggia l 'u omo non ba 2lc una intluenza sul nostro organismo, mentre fonte di effetti traumatici fisiologici può essere sola la variazione di velocità o di direzione, ha discusso separatamer.te le condi· zioni fisiche e le ripercussioni sul nostro organismo delle prestazioni di volo in cw st hanno delle accelerazioni o decelerazioni, soffermandosi in particolar modo sugli effett i delia centrifugazione e i rimedi più efficaci contro i suddetti effetti.

VOGHERA (Ospedsle militare terr.). Capitano medico prof. GtusEPPE MAZZACUVA: Std!e lesioni ulcerative digitali dei piedi.

L'O. riferisce e presenta tre casi di lesioni ulcerative digitali dei piedi da applicazioni topiche di caustico chimico determinate a scopo autolesionistico, illustrandoli dal lato etiopatogenetico, clinico, anatomo-patologico e medico legale.

·. ....-....:----

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA LIBRI E R!VISTE.

CHIM I CA

T. WtELAND: Sull'acido glutammico do , tun •ol"i. - «&r. d. d. chcm. Ges. », 75• 10o.1, 1942·

Le ricerche di Kogi td Erxleben sulla presenza dell'acido d -gl utamm ico nei tumori sono state contrastate da AA. ingksi cd americarù che auribuiscono la pre senza dell 'a cido racemico all'az ione dc: reattivi. Jl Widand propone un nuovo metodo per isolare l'acido glutammico. La soluzione dell'idrolizzato proteico, neutralizzata, viene fatta passare attraverso una color:na di ossido Ji alluminio acido il quale quan · titativamente gli acidi aminodicarbossiìici . L a cist i na, anche essa trattenuta, viene asportata lavando con acqua satura di acido solfidricv. P er eluire si è usata una soluzione di idrato sodico cd anche acqua di barit e. Il seco ndo metodo, pur non essendo quant.itativo, usa un reattivo facilmente eliminabile come solfato mentre la soda caustica, per la successiva azione ddl'acido clorid:ico, forma cloruro sodic:o che inquina il cloridrato dell 'a minoacido.

Si concentra nel vuoto a piccolo volume !a soluzione ottenut a dalla eluizione e si precipita l'acido gl u tammico faccndc gorgog li are acido cloridrico gassoso a 0 °. Il cloridrato ottenuto è quasi purissimo e può essere usato direttamente per la determinazione del potere rotator.io che ammontò a + 31,0° (teorico = + 31,6°) in acido cloridrico al 9 %- Il metodo ha il pregio di e liminare le cri stallizzazioni, necessarie per avere un prodotto puro, che possono cau sa re nei rapporti tra i due antipodi. Stu diando le proteine di sei diversi tumori l'A. ha trovato che l ' acido g lu tammico iso· lato è composto per il 99 % dalla forma naturale della serie levo.

Viene infine riporta'to il proredimt'nto u sato .

CHIRURGIA

TRONELLI.

"'bi c,;;:;. H. KiiFER: Chirurgia di guerra. - · Dresda e Lipsia, Theodur Steinkopff, 1943·

Nella sua s• e 6• edizione è stato pubblicato il volume t ( Chirurgia di guerr; ,, del dott. H. Kafer << guida per gli u fficiali medici delle forze :lrmate >> accompagnato dalla prefazione - a11a sua 3• edizione - del generale medi co, capo del servizio sanita rio militare tedesco, prof. dott. S. Handloser.

E' un lavoro pregevoli ssimo io cui è condensato tutto il frutto delle espe ri enze di valo rosi chirurgi sui vari fronti d.i guerra, guid a verameute preziosa per j medici presso le truppe combattenti e nelle unit3 sanitarie avanzate, tanto freguentementc di fronte a st ringenti e gravi problemi di natura chirurgica.

Il libro suddiviso in un a parre generale etl una speciale premette nella pri ma, in forma chiara e concisa, un rapido quadro della organizzazione del servi zio sanitario in guerra e dell'impiego delle truppe di

Tr atta poi delle attuali armi di guerra e del loro effetto, del grave importantissimo problema degli sgomberi, dell'apparecchio radiografico da campo c, diffusamente, della

.•.. '\ ",.._ lx.:4 ... '":ç.:. tic : .:; Zs ·:: t!f.rt ::

gent: rale tecnica c hirur gic:l, dd !t: fcr itt:, dt:llc infezioni, d e l collasso e shock, ddle ane· ste si c, delle emorragie, ecc

L.! pane specia le s'interessa delle ferite dci vari organi c ! Ìstemi.

Alla p resente ed i zione non potd certo mancare. come :tlle precedenti , l ' accoglienza più lusin gh iera di guanti vorran no, con intd ligc mc tecnica cd amorosa cura dar vaEd o aiuto ai Yalorosi fe ri t i e contribuire alla

Bv o:-ot> ANE.

DERMAT O L OGI ,-1

H. \" o iiWI:--'H EL: Le maltl llie d ella {'t: Ile e d ::gli organi ses.<uali. - Stuttgan, FerdinanJ

En k c.

Quest'opera pregevoliss ima sono ogn i rigunrdo co lma una delle ma ggi ori lacu ne, specie n el campo d e lla medicina mili tare Essn è frutto delle espe ricnz.e fatte durante !:t g u e rra mondiale.: e eli a ss iduo st udio e bvo r o nella specialità.

Tro ve r anno ÌJ1 essa gii st uJ enti e d jltl1an zi : utto i medid militari una eccellente guida in un ca mpo importantiss imo c f in o r:t poco coltiva to.

Il libr o, ben s u dd iv; so nelle sue varie p<Jrti e ri cca r!lente illu st rato, tratt:l con accu· rat a prec isione c c hìarc'l.Z:J d elle cut:Jnt:e, lumeggiandone g !i speciali caratteri c la spesso diificilc dì:lgn os i

Co n eguale :Jccuratczz a vi vengono t rattat e le mal a ttie veneree bencht: più brev e· mente, pcrchè con rì feri m c:rtro :1 quc.: ll c eli precip u o int e r esse militare .

11 lavoro me rita la mi g li ore a ccogl ienza sia pt•r i pre g i, sia per g li scopi che s t prefigge ed il r calt: vant.1gg io potrà ritr arnc b cura del p ersonale alle armi.

8 UON0l'A!'òh.

IGIENE

E SAnA: L' « Acqua o;stgenata <'lettrolitica pura s tab ile a 1 ; o vol. n pt:r l a porobifiz. zazioru: d elle acque con parti colttre all' igi ene mi/iran:.,, cii Me· dicina c Coloniale '' • ge11na io -kbbraiu 1943·

All'A., c h e iu precedc ntt ; ice rche studì:uo i l potere batt e ricid u ùel l 'acqu:1 os sige n ata e:ctt rolìtica pura stabile a 1)0 vol., proÙolla dalb S x ietà Montecatini , con risult at i tan to f:lvorc, oli d:1 consentire alla Dirl' z ione Gener:ll(' della Pub blica dj estende re il me todo alla pra t ica , ha voluto Mudiarne le possibilità di impiego per la potabilìzza z ione dell e acque, in v ist::: delle a ppl ic:11: ioni che un tale m e todo potrebbe n d l"ìgien e militar e.

La con idon e i mezzi chimki risr cnde esige n z e dj una masp rat i c it :Ì ed assic ura :ùle trup pt! il pronto rifornim e nto di acqua esente da micror· ga oismi pa t ogc.:ni. Nel quadro delle es ige nze imp os t e dalla guerm, è pure .importante g arantire la salubrità dell'acqua c he, tcmporancamcnt::: comervat:l, debba essere tra· spo n ata a wstan za, per vie dj tc rra o di man::; in tali casi sono ev id e n te mente prde· ribìli i m etodi di depurazione ad a?.ion '! cont inu a, ch e servano a pr eservare !"acq ua da inquin amen ti a ccidcnt:l li durant e il tra sport o.

L'a z ion e batt eri c ida dcll'acllU:J oss ihren:tta nell'acqua e ra già stata ogge tto ùi ri · r crchc, ma di ver se.: ra gion i impe diro no nel passat o di sfruttarla in pratica: il basso titolo dì H , n ei pr o dotti di allora e scarsa stabilità dì ess i, le jmpurc zze do v ute a pre·

3 l ()

di metalli tosstcJ, l'ck:vato costo. L'acqua ossigenata elettrolitica 130 vol. con· tiene il 39 di H 2 0 2 , è stabile, è esente di sostanze tossiche costa poco.

L'A. ha esegu ito prove di lxHtericidia sul B. Coli, sulla S. Typhi, sulla S. Paraty· phi B, sul B. Shiga K.ruse, sul B. paradisscntcrico Flcxner, sul vibrionc colcrigeno. Con l'aggiunta del o,5 per mille di acqua ossigenata elettrol itica, il B. Coli non è di· mostrabile dopo ore tre c minuti trenta di contatto a ttmpcrature ambiente e Ji espo · sizionc alla luce; tempi di sopra\·vivenza progressivamente minori si hanno per la S. Typhi, la S. Paratyphi B, il B. Shiga -Kruse, il B. paradissc nterico Flexner, il vibrione colcrigeno.

Il tempo di sopravvivenza dd B. Coli i; alquanto più lun go in un'acqua con elevato contenuto di sostanze org:111ichc.

Il rilievo importante è che l'acqua ossigenata non subisce nell'acqua una apprezzabile dissociazione, se non m:i limiti , sempre modesti data la stabilità del prodotto, riferibili all'azione della luce e delb temperatura, scmprechè questa si innalzi sensibil· m eme: dopo dieci giorn i l'acqua ossigenata è ancora dimostrabile in abbondante quantit:t nell'acqua mediante il reattivo vanadico, ed a tale epoca l'acqua tranata consen·a un apprezzabile: pote;c haHericida sul B. Coli.

La concentrazioni: del o.; per mi!le non m<Jdifica minimamente i caratteri organo· lettici dell'acqua.

La comparazione con i clorant! l'açqua ossigenata elettrolitica ha un a azione bat· ;cricida più lenta, m:1 in compenso non modifica i caratteri organolettici, non abbiso· gna di f; p resenta la persisrem a del potere battericida per almeno clieci giorni.

L'importanza pratica di un effetto batterici«.!a che può così lungamente potrarsi è C\' Via nei di a cque ch e che dehbano essere trasportate a distanza o debbano essere per tempo con• crv :ne

M. CERABOI':\: Coma polimorfismo malarico. - « Rivista di Mal:lriologia l>, vol. XXI, fase. 4 , Roma, 1942.

Per i medici che esercitano ir. zone malariche, rssi medici o medici dviii, que sto studio clinico del dott. Mario Ccr:1bona non può non riuscire di particol are interesse pratico.

L 'A. accenna anzitutto ...!le forme cliniche tipiche dell'infezione malarica e alla sintomato logi a dei rispettiv i accessi mah:rici, <: passa poi a una disamina breve ma completa delìe varie c, morbose che la malaria induce nell'organismo umano, ciò che costituisce i: noto polimorfismo di questa infez ione (sindromi e morragiche, gastriche, dis senteriche, itrero-emorrJgiche, cutanee, respiratorie ( bronchiti, polmoniti c talora edema articolari nevralgiche e nevritiche, nervose (d el iranti, maniache gr:wi, afasiche, convulsivanti. epilettiche, coreiche, co· matese).

Come si avvene dal titolo Jel lavoro. !'A. si soffcrma sul coma malarico facendo not are come le sindrom; -:omatose presentino una !oro particolare importanza poichè sonv quelle che richiedono una pronta diagmosi <-d un immediato intervento terapcutico.

Descritti cinque casi di coma :nalarico, l'A ne studia la patogenesi discuter.do la diagnosi differenziale con quelle forme morbose che possono dare una sintomatologia approssimativa ad esso, quali: l'encefalite epidemica, la meningite cerebro-spinale, la meningite tubercolare, i tumori cerebra li, l'l!morragia cerebrale, lo shock ipogli.:emico, gli accessi epilettici; vari coma (diabe tico , uremico, epatico, alcoolico, da alcaloidimorfina, eroi.'la, atropina - c cb intossica7.ioni esogene - piombo, mercurio, ossido e solfuro di carbonio).

3 l l

L'A. rileva come molte volte sia di fucile la diagnosi, specialmente quando l'anamnesi è muta e manchi il sussidio del laboratorio. Conclude perciò che in caso di coma di dubbia diagnosi in zona malarica oppure in ammalato proveniente da località malarica , si deve pensare sempre all'infezione mabrica, c interve nire tempestivamenre ed energicamente con alte do si di chinina per via endo venosa o endomuscolare. Tanto pi ù che la chinina somministrata non apporta alcun dar:no ove il coma non sia di natura malarica, mentre nel ca so opposto i chinacei in dose generosa hanno decisiva importanza per la gua r igione.

PAT OLOGIA CO LONIALE

E. ZAVAITARI : La schistosomiasi nell'Africa it<Jiiana. - ( t Rassegna Sociale dell'Africa I taliana», anno V, n. ll , novembre 1942-XXI.

L'A. che in seguito ai suoi numerosi viagg; di studi llt'llc !Jiù diverse regioni de ll'Africa Italiana, in Cirenaica, in Tripolitan ia, nel Fez zan e nel Sah ara lib ico , m Somalia e nei territori eti opici meridionali situati fra l'alto Giuba e il lago Rodo l fo, h a avuto occasione di fare ricerche sulla presenza e diffusione della Schis t osomiasi (v escicale e int es tina.l e) , si pone il quesito se, e fiov a qual punto possa ques!a affezione svilupparsi anche da noi in forma endemica e si ferma a considerare un tale pericolo in rapporto all'Africa Settentrionale !>pecialm ente io ri g uardo al momento attuale in cui le nostre truppe combattono in Tunisia , r egione notoriamente soggetta all' affezione stessa. Dopo avere sommariamente trattato la patogenesi, l 'ez iologia, l'epidemiologia delle di verse forme di Schistosomiasi, prend e io esame le due p rin cipali forme , Ja vescicale cioè e l' inteslinal e così comuni in Egitto, a ccenna al focolaio di Dcrna di Schistosomiasi ve scical e e a queilo, pure di Schis. vescica le, tanto diffuso ne l Fezzan e dta l'Al ge ria e la Tuni sia come particolarmru:e infe tte da Schistosoma haema tobi um tanto che, secondo Anderson, in certi territori s i ha una percentuale di colpiti de l 30 % !>ull'intem popolazione. In r apporto a quan to si conosce sul modo di diffusione de l parassita, l ' A. si occupa della faun a relativa alle due citate forme (Ge neri L-ymnaea, Planorbis, Ph ysopsis, Bulinu.(), ma si ferma s pecialmente alla constatazione rld Bulinus contortus a Derna e nel Fczzan, fa t.ta poi anche nell'oa si di Gat e già n ota anche per l'oasi di Gianet in Algeria. D i sc ut e ndo poi sulla pr crcnza d i Planorbis pfeif. feri successivamente dimostrata nell'oas i di Gat per la quale alcuni AA. sostengono la di un focolaio di Schistosomiasi intestinale, egli si dichiara contrario a ta le ipotesi sost enendo che se qu alch e caso della forma int estinale si in Libia e ssa ha origine piutt osto dall 'O riente, dall'Egitto cioè che dall'Occidente.

In conclusione senza escludere la possibilità, m olti) remota però , del formarsi di una zona endemica di Schistoso mia si intes tinale nell'oasi di Gat, egli ritiene che la fonna dominante sia quella vescicale cleli a è il Buiinus contortus che è pre sente in tutto il margine settentrionale del Sahara Resta dunque dimostrato c he i soldati nostri si trovano o ggi in regioni ad endemietà pi ù o meno ma ssiva e dov e le infest azioni si rendono fac.ili per Il' fort: occasioni di bagnarsi in acqua infestata , e se noi cons ideriamo che e per il ritorno loro i r. e per l'affluire di pri gi onieri in Italia si possono inquinare molte delle nostre acque nelle qu a li è nota la p resenza del Bu linu s conrortus, non si può m•n di sconoscere la che si fonni anch e presso di n o1 qualche zona endemica di una infestnione lhe non è e ccessiv ament e grave nei suo i ris ultati, non è m e no im portan te per la nece ssi•.!l Jj un lu ngo t r att amento c ur ativo e per la min orata capaci1à dcllr. no stre for z e combatte nti tanto rece s.sa ri c pe r la dHesa della Patria T Esn.

ANNALI Dl MEDICINA NAVALE E CoLONIALE. - Direzione Generale di Sanità militare Marittima, Ministero della Marina , Roma. Anno XLIX , fase. Hl -IV , marzo -aprile 1943-XXI.

E. Pampana : Malaria in guerra.

V. Porta : Valore ed estensbne del di ((d isturbo o malattia funzionale >, m patologia.

M. Massani : Effetti patologici della respirazione di o..sigeno a tensioni elevate.

V. V aZeri: Contributo personaie sul primo trattamento òelle ferite degli arti nportate in combattimento nav:;le.

B. BIMi: l preparati sintetici nella e cura del l:. malaria.

G. Guerrieri: Complicanze oculari nella maschera ecchimotica da compressJOne toracica.

G. Pe zzi: La st ra tigrafia dei gangli tracheo bronchiali nella tubercolosi pdmaria dell'adulto .

G. B. Mattace Raso: Anti cor pi aggiutioam i nelle ncfriti da bicromato potassico.

G. Trimigliozzi: Ur: altro caso di polincurite da sulf:Jmiclici.

GERMANIA.

Dmt 0EU1"SCH MILITARARZT. - Rivista mensile per gli ufficiali della Sanità mi lit are dell'esercito, della marina e dell'aeronautica. Bureau der Medizinisch en ReferaotenBlatter, Berlino W 9• Linkstr. 23-24. Fasr. 3• marzo 1943.

Dormanns: Sul «carico di adanamento 1> quale medica generico e medico militare.

R eichenbach : Esperienze con un cemro di .t.:c<:rtamento e cura della paradentosi al campo. Esperienze sul suo impiego al fronte orientale.

Heim: L ' Infibulamento midoll are delle oss a lunghe secondo Kiintscher.

Peiper: Quando e come deve essere operata una ferita infetta del cervello ?

Pfeifer: Sulle forme e la meccanica delle ferite d'arma da fuoco dt:l cranio.

Pfeil: Debbono le fedtc dell'addome opt'rat<: anche dopo do d ici ore ?

W erthmann e Tci.rchinger: Sale operatorie su automezzi . Esposizione comparativa sulla loro possibilità d'impiego.

Knepper: La necrosi aponevroùca ::1 tipo progressivo.

Hubridz: La tubercolosi del ginocchio quale causa di errore.

Zehrer: T etano a segui to r.li riempimento di fistole.

Lanàsiedl : Strana forma d'insorgenza di molteplici casi di meningite benigna.

MUl/er: Relazione su refert i oculari nel dermotifo.

Ruther e Dorow: Contributo sull'epatite epidemica.

SOMMAR I DI
Rl VJSTE MEDICHE MJLITARI.

SAN ll AR I O.

MARIOITl Carlo tli Augusto e di f l'lici A...lelc , da Caldarola ( Macerata ), tap itano medico 83" n:gg. fant eria. - Dirigt:nte il servizio sa nitario di un n:gg1m-:nto in linea, m cinq u e mesi di int ensa at ri vità opaativa, spicca to senso dc:/ dovere , prodigava la sua assistenza con ogn i amorevole cura ed elevJtO u n so di tJltrui smo. Dr.rante aspro combattimento, fatto segno il suo posto di m edicazion -: a grcJve pericolo di acce rch iamento in seguito ad una infi!tra:Gio n e n emica, pro vvedeva a mettere al ri paro i feri ti , e riunito tutto il pasonalr dispo nibil e, con corarJgiosa azior1e personale lo disponeva a difesa sventando la m i narcia d rl!'avversario , rui infliggeva perdite. - F::ont e greco, clicemhrc 1940-23 aprile 1941 -XIX.

CERUTI Anuro d i Bnrtolomeo c Ji Bcrutto Giuseppina, da Torin o, sottotenente medko 3° gr uppo alpini « Valle'' · - Ufficiale m edico, :;e nuto a conoscenza de alcu ni alpini eraTJo rima.<ti gravemeflfe feriti in posizioni avanzatiui me, sprezzanu del colo e sotto il fuoco TJemico, accorreva i n loro soccorso. Successi va m ente, entrato i n tma ca;a, ove cm ricoverato u n mili ta re ferito, fatto segno a fuoco di avversari, a n nidati in case: vi cine, as.wlv eva ugualm ente la .<ua missione, riu scendo a sottrarrt: se susso, i f eriti ed un gruppo di porta feriti, alla mina cda di accc,·chiamcnto. - Kr:wjska Gora Godz (&-o nte jugoslavo). 9 april e 1941 -XIX.

SFONDRtN t Luciano di Carlo e di De Bernardini Antonietta, Novara, sottotem:nte medi co X bauaglione ge nio spec in lisr i a rtieri (a lla memoria). - Ufficiale medico d i r.m battag lione, durante un bombardamento at:reo si prodigava nel portare soccorso ad altri militari colpiti, fin chè, investito da sc hegge di bombe, si abbatteva al suolo c spirava pronun ciando parolr di patl'iotti.< mo. - Umm er Zerem, 12 dicembre 19 .p - XX.

D I CUERM /IL VALOR MILITII.RE ,

MALI CE Al essandro di Vincenzo c di Di Fazio Lucia da San Severo (Foggia), ten . colonnello medi co com ando C.A. specia le. - Direttore di .ranità di C . A . in guerra, d urante quattro mesi di dura lotta assolveva la sua missione con al to senso u manitario e grande capacità t ecnica. Nei lJiorni di più inte nsa lotta si spingeva presso le u nitii montane più avanzate per portare il mo contributo di chirurgo d ' al to valore nella medicazion e dei f eriti che affittivano dalle lina ai po.rti di medi caz ione. - Albania , gennaio -23 april e 1941 -XIX.

l PI'OLITO Edmondo di Michele t.: {u Pepe Elisa da S. C aterina (Cosenza). capitano medico 34" sezione di sanità. ·- N el c-orso d i aspro e sangui noso co m ba ttim ento prece deva la sezione .ranità c co n attrezzatura scarsa ed im provvisata pr r:stava la sua op era a num erosi feriti con instancabile attività giorno e notte sotto viol r:nto

NOT I Z I E
- RICOMPENSE AL VA L OR MI L ITARE CONCESSE AD UFFIC l ALl DEL SER VI Z I O
D I BRONZO Al VALO!< MILI T AR E. CROCE

!zro de·ll'artigli cria n c: m im. E;c: m pio d• .>c:rc:n o spre::.zo dd pc:ricolo, rc:mimemo d ei dovt:re ed eleva ta co m prtn.no n e d ::lta .•t •a mù.rione - Z o na .ti T obruk, 15 16 apr ile 1941 -XIX.

RA c Nt G uido d i Antonio c d i Caro lin a Bé rnasccni, da T nnwli (C1mpobasso) , c:t · pitano med ico ospc d:: lc m il il :tre - U1/iciale m c: dic; oddc:uo 1 rc:pm to opc runte, visto chiuso il ripit:gftmalto pro c , t ·t· d r:vu a raccog, i crt:' cd acco mragTi arc: faiti ed ammalati ad un ce ntro o •rc:dalit:ro, dove cooperava ulla riorgani::::a ::. iull l.', malgmdo f'.unbi enre !omlt:' ostile e prc:;tava diurumamente amorevoli pn:::.iosc cun: ai d c:ge nti Tl a::.ionali con virile en ergia c: coNan t e .:bne·ga::.ione. - Z () ., fc bbr ;tio .lprilt: rç.p -XIX

Paol o ui \ ' in ce n zo c di

T t: rCS:l. <b L'dine, tt.: ncnte m ed ico 2° artiglieria alpina . - Gffiaalt: m edico di bafferia ulpina, durarw: un 'azio ne, sotto viole nto liro di artiglic:ria ne m ica, sprez.::ante dd perh·olo e bcndt? m eno mato in sal ute. rimaneva al >'110 pMto. uc·,-o,nmdo anche in zo ne ,.,·opcrtc per m eglio asso lven: la sua miuione. Altre volt e d i;tintosi per coraggio cd r:l c:va to ,-entimwro dd dot't: rt:. - Varr i L1mit Quota 1022 Bcs henik K om Janit L<:$ko , iku ( fr onte greco), dicembre m -to X IX ap r ile 19-t l X:lX.

D ' di Ces:1rc c di lYO raz i CauJid.1, ùa Rom a. tcucnte medico nucleo so m cggia ro I V brig. colo n - Co mandante di un nude u sunitù di brigata t oloniale dava reite rau: prove di d ed h iom: al do vere e coraggio permnafe. Se mpre prese nte sul campo di batraglia, ,('O n scar ri m ezzi, i n difficili con di z ioni r: con grave rischio , dù1get'll p e:r;on ,dm e rt!e: p e r mol t e ori: l o smi • dei f e11ti. V e nuto a couosanza c he un collega, su nituri(} di un battaglio ne imp egnato in co mbr1trinu:n:o , era 1 imu.sto ferit o, volo n tariamente lo so.<ritui va c sfidando ogni pericolo si pl'odigava n ella stia opera, dando bello ese mpio di virnì militari - G;liLlb:H ·Me temm:r , 21 no\'cmbre

1 9-fO XIX .

Sot.ERO Mirco di V alentino c c.li l:l:tgnar:t Lui :>:l, dJ M oru;.:zo ( UJin e), t ene nte 11cdico ospcd:1le militare di ri serv:a <<V itto rio E m:rn udc III " · - Ufficial<:: capo repo,·to r hirurgico, durante mten so bom bu rdam e nto ae n::u ne mico, du: colpiva /'o;pedulr.:. sebb e ne ricoverato e co n valescen t e, con .rp ,-, z;:;o d d pericolo, (ttco n ·c:va volonmrìamenu n/ 1eparto ufficiali per pres tare ltr su« ope· ru ai feriti più g ••u•i, organ izzand(me co n peri ?:ia e ca lma il tmsporto e (' ro di ga ndo, con u m ano .;ensc' d c·t d otn: re, Jr: cure del caso. Barcc. Cir enaica, 5 scw:: mhre 19 4 1 XI X .

D1 FRANCF.SCO GuMavo c.li RJffae!e G iu lio c J i Elvira Lo n i, da Campoc hiaro so t to tt:n c nt c med ico 1° gr u ppo bande ,!i confint:. - U ffi ciale m edico di una banda di confint. calmo ;·pre:::::a ntc d"'! grave rischio dumrm: violc:•lti co mbattim enti , nelle primissime po.;i ::. ioni e soflo i ! ti ro d ella fuàfaia n e mica, si pro digava a curare ed a p orre ! f eriti in luogo defilatr; Co n la ma opera g en erosa co m·or· r cva in mom e nti di fficili a i i m omle d r:i re parti. - Quarà ( A. O. T.), 27 ·29 genna io 1941 ·XIX .

FIORI!'fESC HI Fio rino d1 Mi chel e c d i D u ccesc hi J:::uim a, Ja Pi stoia , sott ot c n en te medico 83° r eggi m en to f<tntcrìa - So /l o ir•te nso e co ntinuo bombardamento avversario, quale ufficiale m edico addetto ,rd u ·1 posto di medi caz ione, di ogn i pericolo, continuava ndia sua missiQnt: di cura d ei faiti, anclle quando, minacciato di aggiramento, correva serio riuhif; di t adcre i n man o ne nuca - Kungullit (f ront '! greco}, 7 aprile 194t -XIX.

.) 15

MARCHESINI Ettore di Carlo e di Basso Giuseppina , :b Genova, sottotenentt: medico CXX btg. CC. NN. d'assalro. - Sotto imenso bombardamento n emi co, incurame dd pericolo, si portava in una di fucile mttragliatore colpita da avversaria, per soccorrere i feriti Benchè co n tuso pd tTollo del ricovero del comando del battaglione, rifiutat:a di abbandonare Ìa linea e provvede va a curare i feriti e sgom · brare i caduti - Kosica (fro!lte greco) , 12 aprile 1941 -XIX

- A V o\ N ZA MENTO PER MERIT O DJ G UERRA.

Cu.oAROLA Francesco, co lonn ello medico in s. p. Gli (: co nferi to l ' avanzamento per merito di guerra, con la seguente motivazione: Ufficiale m edtco di gTande valore, distintosi in tutti i rami del sen•izio t·d anche n r:l campo ddl'inugnamento. di sanità presso l'intendenza del rorpo di spdiz ion e italiano in Russia e sucaui ttamente direttore di sanit à d ell'armll tll italitJna in Ru;sia, organizzava sapientemenu il sert1izio sanitari o e, supuande> eccezionali- difficoltà , ne assicurava il per/ttto fun · zionamento nt:/ co rso delle operazioni svolte nel bacino del Donez e nelle battaglie co mba ttute sulle r·ive del Don Costante esempio di assoluta d edizio ne aJ dovere portava, con la sua opera, prezioso contributo allo .rrnluppo delle operazioni. - Fron:t e ru sso, t lu glio 1941 XIX - s<>ttemhre 1942-XX

PROMOZIONI DI UFFICIALI DEL SERVIZ I O SANITARIO.

UFFICIALI MEDICI IN S. P .

T men t i rolonnelli promossi colonnelli : D 'ALESSANDRO Raffaele, CoNFALONE Raffaele, DE MARTINO Ro sAnOLL Roberto, P LAtA Nata le, GARBACNt G iu seppe.

Maggiori promossi tenenti roionm:lli: PANZUTO Filippo, DE A LESSI Evasio , Ft s tCHE LLA Giambatt ista, MJLA NA Glletano.

Capitano promouo m aggior·e: SALVATORE Francesco.

T en en. t e promosso capitano: SuRAc t D omenico.

- O NORIFI CEN ZE CONC ESSE AD UFFICIALI DEL SERVIZIO SAN ITARIO.

ORDINE DEJ.LA o'hALIA.

Commendatore: colonnelu medici BAsso G Ba ttista, lM PERIALF. Cesare; colonnell o chimico fa rm acist a PARRJ Wnlter.

Ufficiale: colo nnello medico FERRARI Ugo; tenente colonneilo medico Sot..ERt Gio · vanru.

Cavaliere: ma ggio ri medici ALB ERGO Vito, ANDOLFATO Mario , ANDREOTTI Oscar. ARAGON A Filippo, BARILE Tommaso , BAilTO!'<"E Lu igi, BERARDINONE Enrico, CA l.I F.:-;oo

Gennaro, CAMMAMNO Vito Alfonso, CANcELLOTTl Enri.:o, CASSANDRA Lui gj, CAVAUE.RE

Gino, CEBRELLI Giuseppe, CHINÈ Mario, C JusrtANI Michelang elo, D ' AL ESS IO G . Batti · sta , DA sTOLI Dom enico, D E LA uRENZI Vincenzo, DE RocAns Antonio, Dx M oNACO Mi chel e, Eu sEt Carl o, FARINA Antonino, FEoEu Alberto , GEM MA Salvatore, Giuseppe, GIUD ICE Ferdinando, GOMFZ DE AvALA Au gusto, GOR I Giovannj , GM:o-:nE

-

Pasgu a le, btPA LLOME NI Sebastiano, .i...APE NTA lnnoce nzo, Giuseppe, LAsc.uo Alfredo, Lo Nco Giu seppe. MAsctNI Giovanni B:mis ta, M""'DÒ :\lfredo, MAR ESCA Corrad o, MASs ARA Gaetano, MAURO Biagio. MAXIA C(lsimo, Mario, M ELILLO Mario, MEsNILLO Francesco, MoDUG NO Francesco, Guid o , l\:AI>OLITA:-11 Enrico, 0L tVERIO Alvise, Orrt.VIANO F a u sto, Tuliio, P.wu Floko, P EP E Giuseppe, PttEITE M ar io, P RESTILEO Vincenzo, RA GN I vuic.lo , R EGGIO Miche le , RICCI Emanuele, Ru occo A lcssan<.lro, Pi et ro , ScADUTO Pasquale, N M boria, StsTo Eugenio, T ACLIAPERRt G uido , TE0 !'-'1 G iulio , T EST A Ugo, T RorrA Enrico ; maggiori chimi ci farm acist i A uo1s1o Giulio, BERNH'H Fo sco, BoccHI NI Francesco, CARUst F e rd ina ndo , Gt..\olHERINt Gi u se ppe. LI CATA Salvatore, MA ZZ ARA C':: HIO Bernardino, PORTELU Giuseppe. Pozzuo u F rancesco, RI CC'.ARD I Giu seppe, RoTT ECU A Enzo, SANTEUSANIO Mario, SECRE F erd inando, SEVERI!'! Giuseppe, Srt. o AvECC HIA Domeni co, TA l'CRED I Gabriele.

- ONORIFICENZE.

I tenent i co lo nne ll i m edic i FILIBECit dott. G iu seppe e SPEZZAFERRI prof. Anton io sc. no stat i insigniti Jelb croce al merit o deli'Aquib tedesca ci i r• classe co n spade

Il maggiore medico LIBERI dott. F ede rico è stato insignito della c roce al merit o de ll 'Aqu ila tedesca di TI I classe con spa de.

Tali distinzioni sono state concesse ai p r edetti uHicial i med ici in riconoscimento dell'opera da loro svo lta a l fr onte russo.

ENCOMIO soLENNE TRIIStiTATo AL DIRETTO RE G ENER '\U: DELL.lSTITUTO SuPERIORE ot SAN I TÀ, Ecc. PROF. MAROTTA.

Il 21 aprile 194 3-XXI la R eale Accademia d'It :ll ia ha tributato a ll ' Ecc. prof. D omenico Marotta, direttore genera le dell' I st i t u to Superiore di Sanità, il seguente e neo · mi o solenne:

<< Fra quanti nell'ultimo vemennio h.mno curato in It alia la formazio ne di grandi cent ri di ric erca scient i fica st a i n primo pi:mo Domeni co Marotta

<< Come ricerca to r e e come storico ddb sc ienza h a al suo att ivo u.oa vasta produz ione scien tifica personale.

<l C ome direttore de ll ' Isti t uto Superiore di Sanità, è riuscito in pochi anni ad assic u r are vita e consistenza a quel poderoso organismo, che cos ti tuisce oggi un o dei maggiori istituti scientific i di E uropa. Egli lo ha dot at o nel modo più ampio e moderno, c, valendosi anc h e de ll'o pera di eminenti collaboratori, ha curato con entusiasmo e c on sicura conoscenza dci grandi problemi scientifici attu ali, tant o le gran cli linee quanto ogn i aspetto dell'artività de ll 'htiruto. La quale attraverso i sette organi speri:neotali dipendenti (di Biol ogia, di Ch.imica, di Fi sica, di B:meriologia, dl Epidemiologia, eli Ingeg neria Sanitaria, di M ala ri ologia) si esplica in campo vastissimo , che va dalle esperienze sulla disimegra z ione deg li atomi e s ulla r adioatt i vi tà artificiale, alle delicate ricerche di ulrramicroscopi a elettroni ca, -.gli di a lt a spc tìroscopia , alle complesse r icerc he sulle vitamine e s u gl i o rm rmi, c .1gli studi sulla preparazion e di s ie ri e vaccini. Fra que sti son o da segnalare per la !oro importanza socia le il siero antipoliomieliti co ed il vaccino contro il tifo esantematico.

11 L'Istituto Superiore di Sanità costituisce oggi anche un .:ent ro di attrazione per i ricercatori e gli studiosi delle va rie p rovincie italL'lne e sta diven tan do sempre più, pe r opera del Marotta , un punto di convergenza di e ricercato ri stranieri, c he periodicamente vi si re can o per esporre gli ultin1i risultati delle loro ricerche e per discutere nuovi indirizzi di stuclio e nuove vedute scientifiche >> .

- RICOGNIZIONE RAI>lùlOCI CA DELLE RELIQUIE D I S. DoMENICO.

1n occasione ddla rcct.nte delle ossa di Domenico, a Bologna, per porre al si c uro da eventuali offes.; aeree quel gioiello ch'è opera di Nicolò Pisano, di Nkolò da Bari e di Mich cb ngclo, i tre buchi riscontrati s ulla cassa di legno, in r:Jcchiusa. h:wno gcuato angosciosi òuhbi nel l:!rgo stuolo dei fedeli sulla conservazione, nclrintcrno, dci sacri iesti •· ... che Cristo - elesse all'ono suo per >>.

Ed è stato per trant]uillizzarc tutto il mondo dci cristiani che ha avuto luogo la r delle relit1ui e Jel Santo senza aprire la cassa, per mezzo della radiografia , esperimento questo per la prima volta :.pplicato per esplicito desiderio delle autorità

L'illustn: prof. Palmi eri, direttore dell'Istituto di Rat!.io logia dell'Unive r sità eli Bologna, coadìu\"ato da esperti tecnici, valendosi di un com une apparecchio, ha eseguito numcrose radiografie in modo da ottenere una visione completa dello stato dei sac ri resti dd corpo di San Domenico.

Il prof. Palmieri ha dichiarato che nell':wtichissima cassa dì castagno selvatico, aperta nel 1383 per toglicrvi il capo del Santo, esiste olt r e a tutte le pani FrincipaH dello scheletro, anche la mandibola che rima se nella cassa quando fu tolto il teschio Fer riporlo nell'apposito reliquario or:; custodito in un convento di Fontanellato in di Parma.

Le ossa, però, non sono compostt:- date le diverse traslazioni.

Il prof. Emilio Veratti, già ordinario di patologia generale, nella R. Università di Pavia, in occasione del suo collocamento a riposo per raggiunti limiti di età, allo scopo di onorare la memoria del compianto figUolo dott. Giampier o, che fu uno dei nùgliori di questa Facoltà medica, ha donato all'Università la somma di L 100.000 al fine di istituire un premio perpetuo di L. 5.000 da intitolarsi al neo -la ureato in medicina e chirurgia che avrà presentato e discusso la migliore dis · scrtazione di laurea.

Con tale ciargizione il prof Veratti ha voluto anche dimostrare il proprio affetto all'Università di Pavia, nella quale trasco r so tutt a !:1 carriera, salendo alla Catt edra illustrata da l suo gran de maestro Camillo Golgi.

Nell'Aula Magna d c ii"Istiruto Supe ri <:re di Sanità il prof. Eugen Haagen, direuore dell' I stituto Statale d'Igiene dell'Università di Strasburgo, ricevuto daii"Ecc prof. Do· menico Marotta , direttore dell'Istituto ha tenuto una lezione su « l problemi immunitari nelle malattie da "irus » .

Il conft:ren1.ierc ha detto di un nuoYO metod o per dimostrare l'immunità nelle <h , irus. 11 metodo è basato su l!na prov:1 di d i ur. pro· cedimento combinato se rologico c b•nteriolo!!ico conosciuto sotto il nome di prova di protezione del topo Un virus si ottiene dopo un ceno num ero di Per la prova in si adopcr.t un:1 diluizione del virus che uccida in un detcrmin:no t empo un dctermin:Jto uumero Ji topi con una garanzia dd 100 % (dose limite mortale).

-MuNIFico AITo DEL t>ROF. EMILlo VERA·m. - CoNFERENZA AL L ' I sTITUTO SuPERIORE m SANITÀ PuBBLICA.

La Maiiscschutzprobe può servire per lo studio dell'immunità nc :!'influcnz:• epi· demica. Questa stessa prova è dh·cntata per la conoscenza del virus cnce · falitico specifico, virus della poliomielite e del cncdalitc di S. Egli ha terminato parlando dcll'awcnirc della siero profìbss i nell e mal:lltic virus facendo ri sal tare che essa ha valore prarico soltanto se può essere ulilit:zata poco pr im :1 che abbia luogo l ' infezione. Non può dare t:f·ll'immur.in;aziooe passi • a, cioc gli organi ed i tessuti sono già invasi dalla malattia.

A distanza di pochi mesi sono scompars i <.lu c M.1estri ddla scienza medica italiana, tra i più cari al cuore di noi tutti. Sono scompJrsi improvvisa mente lasciando un vuoto incolmabiJe non solo nella fitta schiera di allievi che il loro generoso animo c la loro alta dottrina avevano !.nputo errare nei luil g hi :mni di fecondo lavoro , anche in tutti quelli che onorano la scienza ed i su oi cultori.

Di Oddo Casagrandi, nato :1 Lugc di Ra ·.-enna nel 1872 e dec-::duto a Milano nel gennaio u. s. e di Ottorino Uf/rcduz::.i, r•ato a Girgcnci nel 1881 e morto, per tr:tgico incidente automobilistico, a T orino, nelle aprile, non diremo d e lle innumcre· voli benemerenze acquisite, dal primo nel campo dell'Igiene e dal secondo in quello della Chirurgia, pokhè le ri viste ed i peri.:>dicj !arg:1mente le hanno messe in giusta e doverosa evidenza, oè diremo della loro '>pera di Maestri, che tutti ammirano nei tanti e tanti discepoli che onorano le nostre Università; limiteremo il nostro commosso ricordo all'azione altamente meritoria .:h'essi h :: nno svolto, nell:t nostra famiglia. fra i soldati in guerra.

Oddo Casagrandi; pur essendo esonerato dal l:e rvitio :nilitan:, volic prendere pHrte :ùu grande guerra. E fu Ispettore del batterio iog1co della 2a Armata, prima, e di rutto l'Esercito operante. dopo. Assimilato al grado di m:1ggior generale medico nei duri anni al fronte non conobbe tregua, passando da un ospedale all'altro, ovunque prodigando i tesori della sua cultura e : frutti preziosi della sua larga e meditata esperien za, sempre contribuendo in maniera efficac-issima a mantenere le nostre truppe lontano da ogni malattia infettiva. F u un benemerito del nostro servi7jo c per ques t.o oggi qui rendiamo alla sua memoria il più altto tribuw di nconoscen1e ammiraZi one.

Ottorino Uffreduzzi, nobile e fervido spirito patrio<tico, prese anch'egli p:ntc alla grande guerra con l'ardore della sua gio\':l!"!e età Dovett::r o cert() rifiorirgli nel cuore i ricordi del bene fatto, della riconoscenza app:1rsa in tanti occhi di feriti, curati e guariti , delle intime e profonde soddisfazioni d 'esse re stato anch'egli un a rteft cc del la vittoria d'Italia nel 1918, se l'anno scorso volle partire volontario, col grado di tenente colonnello medjco, per ìe lontane steppe del Don. Il Maestro, più che sessantenne, già toccava l'apice della sua fortuna terrena. Nell'età in cui l 'interno sole incomincia a impallidire e a tramo11tare egli volle il rido c;cl l:t scienza con un atto che ebbe lo splendore e la magnificenza di un'aur >ra. Direttore di una delle più illustri clini che chirurgiche del Regno, amato e riverito in ogni ambiente che ha il culto dello spirito, famoso per la sua dottrina anche oltralpe ed oltremare, egli non ave\·a da chiedere altro alla vita. Eppure le chiese il privilegio di pote r ancora donare alla Pa · tria in a':mi la sua sapienza, la sua bontà, i suoi ferri miraco losi. E cos ì partì per il fronte orientale con la 11 pattuglia bianca » del la sua clinica. la Sanità Militare , commoss:J e infi n itamente grata, vuole oggi ricordare per aff1darlo alla memoria che il futuro avrà dello scienziato, perchè ben degno dell'indimenticabile Maestro è l'in segn amento che da esso si inn:tlza : essere

- Lurn DELLA sc i ENZA MEDICA.

e bello che sempre ciascuno dia alla Patria non tutto si: ma più che tutto se, che sempre ciascuno operi non secondo le sue forze m 1 di là dalle sue forze.

- CONCORSI.

L'Accademia di Storia dell ' Arte Sanitaria (Roma, Lungotevcre in Sassia, 3) bandiper l'anno 1943 i se,guen6 concorsi a premio:

t 0 - Premio ((Massimo Piccinim >> per le nvendìcazioni inedite italiane ne! campo delle arti sanitarie. L. :woo lorde in due premi da L. rooo ciascuno. Scadenza 28 ottobre 1943-XXI.

2° - Pr emio <( Elide Piccinini $tramezzi » biennale (b:mdito fu1 dallo scorso anno) per studi inereori alla storia delle scienze mediche e delle arti sanitarie in genere con particolare riguardo alla parte spettante all'Italia, studiata mediante ricerche originali ed inedil'e. L . 4000 lorde in due premi da 2ooo lire ciascuno. Scadenza 28 ottobre 1943 XXI.

3° - Premio istituito dal Sindacato Nazionale Fascista Veterinari per un lavoro di storia della veterinaria. L 1000. Scadenza 31 dicembre 1943-XXII.

4° - Premio istituito dal Sindacato Nazion;ale Fascista Farmacisti per un lavoro j llustrante un'antica corporazione farmaceutica fatto da un farmacista professioni sta. L. tooo. Scadenza 31 dicembre 1943 -XXII.

5° - Premio << CO -FA ll, istjtuito dalla Compagnia farmaceutica S. A. per un lavoro eseguito da un farmacista professionista illustrante i rapporti farmaceutici fra la G ermania e l'Italia. Scadenza. 31 dicembre 1943-XXIT.

I lavori inediti dovranno essere presentati alla segreter ia della Accademia, in triplice copia dattilografata cont rassegnata da un motto In unita busta chiusa corrisponderà il nome del concorrente. P er i concorsi 1° e 2° è necessario allegare il certificato di appartenenza. alla cittadinanza italiana, al P. N. F. e <tlla r:tzza ariana.

Per i concorsi 3°, 4° e 5° è sufficiente unire il certificato d'iscrizione all'albo professionale.

L'esito dei concorsi sarà reso noto la secondi a domenica di gennato 944 -XXIJ .

Dirt:ttorc rcsponsabi:le : Dott. At.FREOo LNGRI\VALLE, tenente generale medico. Rcdau orc: Dott. MARi o GtANNANTONI, tenente colonnello medico.

320
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ROMA, AriOI.E 19·f3 X)(I - TIP. RE() I Q:-; '!tl.E • CARW C'A TIA:-IE01 20.

per il cuore e per la circolazione

labilità vasomotoria con pressione circolatoria bassa:

Conv.slescenu -lpotonl.s- gr.svid.snu- disturb i dcii• vccchl•l•.

lesioni circolatorie generali :

n Il ue nz .s-d if t e rlte-tubucolosi-tl r o - polmonite

Collassi gravi : Oper«zloni- parti - emorr•gie- schoL

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Confn..,.,; In f lc do 0,06 9' c o1 10% lwl•• "• L M.onclll· H v.• p,,.u,., 1
' ........ f ... r ... < l ' ) ) ( l ... ( ) J t' 0 0', [tì l ....... .... • lTIPOGRAFIA RBGIONAU ROMA \943 - ANNO XX I
Anno 9f 0 - Fase . 5 • e Amministrazione Ministero Guerra Roma o
MATERIALE PER ATTENDAMENTO •"

D l MEDICINA MILITARE

LE COLJTI DISSENTERIFORMI PROTOZOARIE

Accanr.o alle coliti dissenteriche classiche, bacillari c amebichc, csùtono in clinica altre fprmc di coliti che somigliano alle prime, ma si differmziano da esse per le manifestazioni morbose che sono più leggere c per l'eziologia nettamente diversa. Mentre nelle prime il numero delle scariche alvine è molto gra1zdc, nelle seconde mai è superiore alle 8 o 10 evacuazioni giorna-liere c le feci, pur essendo anche mttco sanguinolmte come nelle dissenterie vere, non hanno l'aspetto di <' lùvatura di carne» quali si presentano nella dissenteria bacillare, o come « sputo emorragico )) , come si osservano nella forma acuta della tiwentcria amebica: Ji può auue anche nelle coliti diJJenteriformi qualche scarica muco sanguinoknta e {'ur-i/orme, ma non così abbondante, quasi un'apertura di ascesso, come si può vedere in certe forme J.1f'avi di amebiasi intestinale cronica recidivante. Insomma, tutto il quadro ddle dissenterifiormi, ad eccezione di quello che può offrire la colite ulcerosa grave, è molto meno imponente di quanto si vede nelle coliti dissenteriche, perchè infatti la febbre o non c'è o è bassa , l'aspetto generale del malato meno tossico, i dolori addominali meno forti, il tenesmo meno penoso; infine nelle coliti Jissenteriformi, anche quando durano da molto tempo, non si ha quello stato di denutrizione e di pallore che invece è caratteristico della dissenteria amebica; fa eccezione soltanto la colite ulcerosa , sindrome dùscnteriforme p{lrticolarmente grave, e tuttora intensamente studiata.

Le coliti che occorre tener presenti nella di ogni giorno, comrprendono due gruppi fondamentali, di cui uno è costituito dalle coliti parassitarie protozoarie, l'altro dalle coliti primitive acttte e cronic'lze. tra le quali la P'iù interessante dal punto di vista clinico e la più importante dal pu'flto Ji vista pratico e terapeutico, è la forma ulcero.ra grave. Non dobbiamo dimenticare che sindromi dissenteriformi possono presentarsi come manifestazioni sintomatiche di malattie diverse, che incidano in qualche modo .sulla funzione escretrice dci tubo digerente, specialmente della sua porzione recto-sigmoid a: cos) la poss iamo osservare nel corso di un avvelena-

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OSPEDALE MILITARE TERRITORIALE DJ MONT EOLIVETO CEN TRO ACCERTAMENTO ,1MEBICI

mento da mercurio , od in · quello di una m:frite acuta o cronica, di uno scom· penso cardiaco, di un morbo di Basedow, di affezioni infiammatorie o ru:opla.st iche dell'utero o degli anne:·si, della vescica, nel carcinoma del retto; in tutte queste circostanze patologiche del colon possono essere espulse delle feci muco-sangwinoh:nti ed anche puriformi, attraverso dolori crampi/armi e tene.smo rettale.

Il gruppo delle colit1 protozoarie di cui intendo occuparmi oggi, quando se ne eccettui la sindrome amebica, è molto poco noto al medico pratico: ma esse van diventando sempre più frequenti all' osservazione quotidiaJla, sopratutto tra i militari reduci dai paesi caldi, i quali a loro volta trasmettono i germi con singolare fa cilità anclze tra i militari metropolitani e tra i civili che abbiano contatto con loro.

l parassiti che sostengono questo gruppo di coliti, sono: qualche am eba diuersa dall' A. l., il Balanti d ium coli , a/ermi flagellati i parassiti malarici, il Kala-Azar, i tripanosomi.

Generalmente si ritiene che solo i'A. I. sia capace di provocare una .<indrome dissenterica, mentre le altre forme di ameba che si possono trovare nell'intestino umano sono considerate come ospiti commensuali, che mai divengono patogene per J'uomo; contro questo concetto assolutista sono insorti distinti tropicalisti !Come il Brumpt, il Dobell, il Jeps e soprattutto i clinici , i 'quali harmo osservato coliti dissenteriformi non sostenute da amebe istoliticlte, nè da altri elementi bacillari o para.ssitari, ma nelle cui feci si trovano soltanto amebe coli in gran numero.

Nel 1930 il prof. AlloJi della clinica dei compianto prof. Michdi a T orino , che tutti ricordan o quanto fosse seria ed onesta, pubblicò cinque casi rtudiati nel modo più completo e più convincente, nei qual i appariva evidente l'azione patogen.a dell'A. C. L 'anno dopo il Pen-so di Roma ritomò su questo argomento, e con numerosa casùtica confermò questo concetto, non però condiviso da parecchi paFassitologi, i quali si appoggiano più su nozioni microbiologiche che su fatti clinici, i quali per la verità contrastano vivamente con le affermazioni degli scienziati puri. E ' verissimo che l'A. C. si può trovare, anche spesso) 11cll'intestino deltuomo perfettamente sano; ma è altrettanto vero clze questa ameba può costituir e l'unico reperto parassitario in casi di coliti dissenteriformi acute o croniche, le qU'ali guariscono quando essa, con mezzi terapeutici, è fatta scomparire.

Secondo la mia esperienza moite coliti sono originate da invasione nel grosso intestino di amebe coli; ed ho trovato vecclzù: coliti, che avevano resistito a tante cure tentate per guarirla, che finalmente guarirono quando scomparuero le numerose amebe coli che erano state trovate all'e .rame microscopico delle /'e ci. i n questi cast i parassitt sono abbondantissim i , e tal· volta , pur con-servando i caratteri microbiologici che li differenziano nettamente dall'A, I ., possono accruùtarc certi aspetti non comtmi, cioè apparire più grandi ed am!he presentare inclusioni di globuli rossi, assumendo co.rì

J2l

qud di clzc i: proprie ddl'A. l. Ora, nei ann i che già ho passato ad esaminare clinicamen te c parassitologicamcnte soldati cntt:rocolitici, in ai casi numerosi d i amebiasi provocati dall' A. / ., ho incontrato anche casi di colitt acute c cromchc in cui, all'esame coprologico, non si trovavano amebe coli sia allo stato vcgctativo elle cistico: forme 10 le tratto non con l'cmctina, elle è asso- . tutamcntc mcfficace, ma con altn mcdtcamemi protozoan come lo stot1 arsolo, il Yatrcn, il trial c spt:ciulmentc· il blt>tl di metilcnc, ottmcndo la scomparsa dci parassiti in pochi g10rni c la guangtone dd/e cobtt. Cotuludcndo, sulla patogcmcità dell'A. C. t o IJo questo concetto, frutto d 1 un'c.rpcrté'r1Z•1 assai lunga: pur riconosccnao ampttlmcntc clu: quato protozoo, assai frequente nei nostrt climi, si adatta factlmente nd grosso intcstmo dd/' uomo nostrano, può rimanere innocuo anche pcr m pa tteolari circostanze può .umu:ntare talmente di numuo, puù in tal modo la stta virulenza, • da vincere la difesa dell'intestino infertato, da as.rumcrc un cawttcrc aggres· . swo contro la mucosa del colon e drtcrminan: un processo colirico mucoso o muco Le coliti provocatt> dall'A. C. sono per lo più miti, c, anche quando sono cronidze, fao/t a gt.farirc: ciò si spiega con la maggiore bt:l!igmtà dcllt> lesioni anatomo-patologtche dci colon, clzc mai sono 1.

L'azione patogena dall'A. C. sulla mucosa dell' mtestmo cra.r- ... ro, è itz rapp orto al grande mmuro de t protozoi, cd ,,gft clementi tossici che '/ pos.fono dcrivm·c dai loro corpt, che lwmw, come qu<'llt dt tultt glt essen vtt'etzti, una fase di t'd rma distruttiva, e quindi una formazione di sostanze tossiche capaci dt mflmrt> mila fiunuonc mtt'stwalc, provm·ando diarree coliche, mctcorismo, rmric/u· dt gas fetidi, <. milo stalo gmcralc, dclaminando disappetenza, nervosismo. deperimento genera/t:, cd anche cosi11ofilia osservata da vari AA.

Una colite mila quale non sì dìscutt', e clu: am::i pit't delle altre si avvicina alla dwcl1lc1 ia amebtca clasnca, è qut>/lu protJOcatn dal Balantidium Coli, ttn protozoo ciltato, difftctlmt'ntc cmt dt'llc epidemie. ma piuttosto dci cari sporadici tra ceJtt roggrui puì t'sposlt al contagio, che sono i contadini, i macellai. t>d a' trc persone cu•wtt rapporti con i maiali, i quali possono osp1tare nel loro ÌIJft'stÙJo qttt'fto parassita. ln preparati dz feci questo protozoo si riconosce al microrcopio percllè è. grande (misura 6o-1oo micron m lunJ?ht>zza. 5o-7o n11cron m larfrllczza) cioè più del doppto di una growt amc·ba i.rtnlttica; posru:de due nuclei. uno grandt' a ferro d1 cavallo, quart nel mc:zzo del corpo allu!are, t>d uno più piccolo situato nt:ll'ansa del faro di cat1a/lo; le czglm occupano tutta la sudel corpo La forma durrvole di protozoo è rappresentata dalla cistt' rotonda, con nucleo sf.mdunarr periferico graude 50-60 micron;

1 Balantidz, svilupp att dalle cirtt, pm• tnmo nel/,, part>tc mtf'fllllale, rpccialil contenuto del colon t.· alcalmo, e vi producono ulcerazioni che molto somigliano a qurlle amelncl1e, profonde cd 11 margmi nalzati. 1

parassiti ol!rc che nelle pareti mtcstinalt, si possono trovare nei tubuli ghiandolari, vene e negli spazi lm f'9tici, possono penetrare profondamente fì"no alla sierosa, provocure pafoMziom, determinare puitoniti. Se raggiungono Le vene determinano metastasi, cd ande ascr-ssi epatici e polmonari: il Balantidium coli insomma è il protozoo che più si assomiglia afl ameba istolitica nella sua azione morbosa, pur sempn: al di sotto di essa in tutte le cliniche che determina: le quali consistono in una colite acuta con i noti carattt:ri dissentcriformi, che facilmente diviene cronica andle perchè è difficile la terapia e quindi la guarigione di questa parassitosi. La diagnosi è facile al mi! roscop io, impossibife senza l'esame delle feci, perchè questa partico/(lle colite non presenta nessun carattere spuiale discriminativo.

Personalmente qui in Ita lia fra i nostri solrbti non ho trovato alcun caso di Balantidiosi; però il co lLega capilano prof. Satta, che per qualche mese fece ricerche di laboratorio sulle feci di sospetti a.mebici qui in Firenze, mi riferì di o.uervati due , che, per un disgraziato malinteso, non furono t·icoverati per cura. a Monteo/l{)t:lo ; ritengo ad ogni modo che in Italia la Balantidiosi sia stata semp" Utia malattta piuttosto rara, almeno da quanto si può dedurre dai lavori pubbltcati da Riccitelli, da Sangiorgi, da Vanni, da Penso, il quale ultimo studiò tre casi, fra i negri dell'Africa Anche in Frrmcia la casistica è piuttosto eccezionale. I nvece nei paesi dell'Europa sNtentrionale, sop1attutto in Svezia., Norvt!gia , Russia e Germania la malattia è molto conosciuta pere/tè molto diffusa. La terapia è t u tt'altro che facile ciò che rende molto ri.rervata la prognosi, soprattutto a riguardo d'ella durata della malattia, che spesso si prolunga per 5 e Io anni, e può finire rmche con la morte, o per una complicazione fatale (ascesso epati,co o polmonare ), o per cachessia. Fra i mrdicamenti antìprotozoari l'emetina non è efficace, lo stovarsolo poco e poco il Yatren. Sono stati raccomandati i di.steri di chinino (gr. 0,7 5 in JOO dì acqua, aumentando progressivamente fino a 1 gr. in 500 di acqua), ma senza averne .<ttecessi sicuri. I n qualche caso curato m Egitto ho adoperato con fortuna i ciùteri di iodoformio in sospensione gommosa (T/ 2, 1 gr. di iodo/ormio) e clisteri di nitrato (}i argento ( 0,30 fino a o, 50 ed anche 1 gr. o/ oo). Le miszm: profilatticlu: consistono nel vigilare le acque dei pozzi cl1e abéiano specialmente contatto con le stalle dei suini, nel raccomandare la più grande pulizia a coloro che abbiano, per ra· gioni di mestiere, rapporti con i maiali, i quali ospitano con pre:uenza questi proto zoi nei loro intestini. Nel caso particolare nostro , poichè sappiamo che nei Paesi nordici, e soprattutto in Germania ed in Russia parassitosi è diffusa, sarà da tenersi presente di fronte alle eventuali coliti dissenuriform i c/Je ci p otranno capitare in reduci, operai e militari, da quelle regtOm.

Più importanti, in pratica, sono da considerarsi i flagellati quali agemi patogmi di co/il i dim:nteri fo rmi: solo da pochi anni questi protozoì sono stu-

diati e clinicamente interessanti; venti o trema anni /a eJa,tJO notz ai microbiologisti puri, i quuli lt consideravano come degli zoo-parassiti commensuali ddl'uomo e di altri mammiferi, totalmente innocui. Ma nella guerra dal '15 al '19 i noslrz medici elle f urono a contatto delle truppe com/;attenti, specialmente con quelle operanti nei Balcani, ed in Francra quelli che vzdero soldati provenienti dalle co/ome o asiatiche , notarono che disturbi più o meno gravi erano certamente dcteunmati da parassitr intestinali che non erano associati assolutamente alle amebe; questt erano protozoi della classe dei flagellati, ed erano tappresentati da tre ordini più comunemente r-itrovati; la Lamblia o Giardia intestinalis, il Tricomonas intestinalis, il Chilomastix mesnili. li Sangiorgi, che ebbe allora oc< asione di studiare lungan'Unte la fauna intestinale delle truppe nostre operanti in Albania, c a1i fare confronti con quella delle truppe residenti a Venezia, notò che accanto all'azione dissenteriforme esercitata dalle amebe istolitiche, 'disturbi intestinali anche gravi erano sostenuti dtt questi tre tipi di fllagellati, che invece si ritrovavano raramente nei soldati di Venez ia, nei quali piuttosto erano presenti altri fiageilati , verarrteme fino ad oggi da ritenersi innocui. Quando io 15 anni fra. mi re<ai in Egitto, e mi trovai in presenza di una. quantitt't di malattze mtestinali che cost ituiscono la patologia più importante per frequenza e per varietà nosologica di quei Paese, mi convinsi rapidamente delia parte che questi flagellati hanno nella c/inua delle enterocoliti. Questa convinzione è stata ribadita ora in Italia da un'esperienza di oltre due anni passati a studiare mìlitari emerocolitici di provenien z e diverse, e nei quali gli sressi flagellati si sono 1·itrovati nelle loro feci patologiclle, o associati alle amebe istolitichc, ad altre amebe ritenute non patogene per l'uomo, o associati tra di loro od anche isolati . Quando erano associati all' ameba istolitica, ho dovuto constatare l'irt:flucnza morbosa elle essi esercitavano aggravando la sindrome amebiasica, cosl da doverlt affrofitttre te• llptutic.tmente fin dall'inizio, onde s pi,mare la via ad una guarigione raz ionale dd/a malattia p-iù importante; quando erano soli io ho spesso riconosciuto elle tutta la sindrome intestinale dissent.eriforme, ed anclze certi fatti morbosi collatcra!i, era 'JO legati afl'aziortt: locale traumatica o tossica esercitata da questi pa:· assiti, così da doverM ammettere, senza riserve, l'azzone patoge na ancow negata o discuSJa da molti AA. Certo , i flagellati di cui pm·lo possono anche e.uere ospiti innocui dell'intestino umano, ma ciò dipende da circo!tanze particolari, inerenti alla loro temporanea virulenza, al numero di essi, oppure da!la fortunata difesa istiocitaria dell'epitelio intestinale, o infù.•e dalla reazione del mezzo in cui JÌ trovano i parassiti e che si rende inadatto a!/11 loro esistenza. In ogni ,·aso i flagellati non hanno mai la capacità aggressiva delle amebe istolitiche, nè del Balantidium coli, ma la !ore importanza in patologia intestinale è evidente. sopratutto nella clinica delle coliti disse!lteriformi, e non sarà mai studiato a fondo Ufl colitico , se f1011 SQ/a'1f10 esamina:e sue feci Ja/ punto dz ursta p:ara.rsitologico.

3 ,-)

Di questi flagellatt patogeni il più intct·essantc è la Lamblia intcstinalis o Giardia intestinalis: fin dal 1887 il nostro Grassi, il quale vedeva tutti i problemi parassitologici con intuito clinico che gli scrvl per dominare il problema malari.co, attribuì alla Lambl:a un'azione patogcna. Il parassita era stato scoperto da Lambl in Boemia nel 1859 nelle feci di bambini affetti da enterocoiite, ed aveva dato origine ad interminabili descrizioni c discusrioni, c!Je risorsero pitÌ vivaci dopo l'affermazione del Gra.ssi, ed hanno continuato fino a pochi anni or sono: perchè sebbene i laboratoristi le abbiano .sempre trovate in feci di ammalati intestinali, essi affermarono t h e questo protozoo era un coprofìlo, ed un commesuale, innocuo per l'uomo. Che la Lamblia sia capace di dare origine a.d una sindrome intestinale dissenleriforme, ormai c'è accordo tra tutti; ma dobbiamo al Penso, parassitologo romano di grande valore, lo studio più eJ·auriente su questo protozoo, sulla sua mor· !ologia, biologia e capacità patogena ( 1929 ). Per il Penso la Lamblia o Giardia, <ome preferisce diamarla , 11012 è solo un agente di forme dissenteriche più o meno gravi, ma è capace di determinare sintfromi morbose con completa assenza di fatti c:ntcrocolitici (anemia, eosinofilia, deperimento generale, insonnia, neuroastcnia) e ciò per elaborazione dì una sostanza tossica, espressione della sua attività btologh·a, che questo protozoo produ.ce c mette in circolo a vu.luerare la fun z ione del midollo osseo o d'el sistema nervoso. Per questo è da considerare la Lamblia come il protozoo intestinale più importante in clinica dopo l'ameba zstolitica, anche se è infinitamente meno aggressiva del Balantidium coli.

La Lamblia ha una struttura molto comples!a, che non intendo certo descrivere qui: dal punto di vista pratico dirò che essa ha u 1:a grande zza media di 1 5 x 7 mù:ron , ha tl!la forma a pera vista di faccia, a ramaiolo vista di lato. Nelle feci fresche , al microscopio , osservate ad un forte ingrandimento, si scorge questo animaletto muoversi vivacemente, ruotando attorno a se stesso, agitante i flagelli posteriori come una piccola coda, assumente per lo più la forma Ji una microscopica sogliola. Le sue àsti sono caratteristiche c riconoscibili, soprattutto se colorate col doppio Lugo/: appaiono come piccoli ovoidi elicoidali, gran ttli 8 x 12 micron con una riga mediana che li d111idc in due parti, con due o quattro nuclei ai lati di essa. Colorate col Giemsa le Lamblie appaiono chiare nella loro morfologia, con due nuclei, d corpo basale nel mezzo, i due axosttli che partiscono media/mente il proto zoo, e gli otto flagelli di.spo:tt ;n quattro paia.

Seco ndo la mia esperienza la La.mblia è oggi da noi molto diffwa, sia tra i militari reduci dai Paesi d'Oltre mare, sia in quelli che mai hanno abbanionato la Maclrc Patria; la troviamo anche tra la popolazione civile, soprattutto nei bambini. Prima di recarmi in Egitto avevo eserc-itato la medicwa per molti anni, particolarmente in rappi'Jrlo alle malattie del tubo digerente , in varie regio11i del antro e del nord ma poche volte avet'O avuto orraçione dì trovare coliti dissenteriformi sostenute da La.mblic, comt'

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del resto da altri flagellati. Anche Allodi in Pzemonte, Pemo a Roma, se pure hanno segnalato la LAmbliasi come un'irr[lesti"One di notevole interesse in Italia tra la popolazione civilt:, non hanno però rilevato che ersa fosse molto estesa. IL Sangiorgi nell'altra guerra la trovò specialmente tra i soldati di Albania. Oggi, da quando son ritornato in italia, mi è parso che la patologia intestinale provocata dai flageilati c specialmente dalla Lamblia, sia notevolmente accresciuta: non vi è dubbio che una ragione di questa diffusione si deve ricercare nei con!.atti ctretti che la popolazione civile ha con i soldmi, i quali risultano infestati in una notevole percentuale; e poichè la L amblia intestinale dell'uomo è mo!to simile a quella del topo, è certo che i soldati si tontaminano attraverso la disse minazione di cisti che questi roditori .semidomestici fanno tra gli accampamenti e /e trincee. Il meccanismo del contagio è uguale a quello di altri protozoi, cioè per l ' ingestione delle cisti, elle, giunte nel duodeno trovano un ambiente ottimo per ii lom sviluppo nel contenuto in mezzo al qua!e esse possono vivere e moltiplicarsi . Il loro modo di diffondersi nel tratto digerente dà luogo a varie manifestazioni cliniche, tra cui tre più zmportanti debbono essere tenute presenti: se le LAmblie risalgono il coledoco e raggiungono la cistifellea, possono prouocarvi sindromi infiammatorie simulanti la colicistite; se restano nel tenue e si moltiplicano in gran numero , vi determinano sindromi entuitiche acute e croniche, dovute all'aggressione degli epiteli intestinali dia parte degli innumeri protozoi, elle inibiscono i processi di digestione e di assimilazione, si rileva dagli esami coprologici, che dimostrano abbondanti residui alimentari indigcriti , fibre muscolari ad evidente striatura, cellule di patatt> cariche di sostanza amilacea, in m ezzo ai quali, ancora in fase vegetatwa, nuotano centinaia di Lamblia nel campo microscopico. Più spesso questi rassiti ragj;iUnJ;ono in gran numero il colon, dando luogo a fatti colitici, che assumono fin dal principio un carattere dissenteriforme, mai. per6 così imponente e grave come si osserva nelle coliti amebiche, ma in ogm caso tale da dovere essere riconosciuto e diaJ;nosticato se si vuole curare e guarire. Dai più recenti osservatori, tra cui cito volentieri Sangiorgi, Allodi e Penso che hanno per i primi in Italia studiato questo argomento, si è chiaramente dimostrato che il meccamsmo patogenetzco delle enterocoliti da Lamblie sz fon d a sopra l'azione irritante esercitata dai numerosi parassiti sulla mucosa intestinale e sull'azione tossica che si sprigiona dal corpo dei protozoi nel loro metabolumo vitale; azione meccanica che si traduce in diarrea mucosa od anche talvolta sanguigna, azione tossica elle si rivela in uno state generale scadente in disturbi nervosi che vanno dall'insonnia alla cefalea, alla eccitazione neuropsichica, in disturbi Jella crasi sanguigna, che possono essere di anemia e di eosinofilia, fatti che, come già ho detto, possono sussistere anche in completa assenza dei fenomeni morbosi intestinali. ·

La diagnosi lambliasi non è di fifì cile, anzi è facilissima se si pratica si.<tnrtatit:amente l'esame delle feci, come dovrebbe farsi per ogni sindrome

intestinale: a fresco, tenenav it preparato microscopico ad una tempcratr4>rr. di almeno 37• , co11 un /orte ingrandimento, si vedono numcrosissimi e mobili.csimi questi anima!etti; se JJ pralica wz sondaggio duodenale nt!lla bile A che si ertrae possono trouam milioni di questi protozoi mobili. & si esaminano le deiezioni a bassa temperatura o colorale con Lugo/ forte, si nconorcono le Lamblie morte e abbondantissime le cisti.

La cura, che fino a qualche anno fa era di f ficilissima perchè le Laml;/ie resistono ai più notz parassit1cidi, aLl'onetina, allo stovarsolo al Yatren, al !imolo, è oggi divenuta facile e molto semplice con l'uso dei preparati arridinici, come l'atebrina e l'italchina: somministrando tre pastiglie al giorno di U<no di questi preparati per 5 o 6 giomi con.rccutivi , le Lambiie e le loro cistt venJ;ono distrutte e, per l u più, per sempre: talvolta occorre ripetere cura dopo 7 o 8 giorni, e sempre si devono controllare le feci anche dopo qualche mese per es jere sicuri della dd protozoo. Se qualche rara volta questo trattamento è fallito, ho ricorro con successo al bleu di metilenr , dandone per 5 giomi, Wl gwmmo nelle 24 ore, diviso in tre cartine o piliolc. In genere, scomparso dalle feci il parassita, si r istabilisce rapidament-e la funzione inte! tinalc e, con cs ca, lo stato generale m igliora: lo stesso si può ottenere anc/1e nei casi in cui le La m bile abbia 10 invaro la cisti,'dlca, e a abbiano determinato i fenomeni genertJ/i di cui ho parlato.

Gli altri due flagellati che facilmente si ritrovano nelle feci di colitici sono : il Chilomastix Mesnili, ed il T rico mon as intestinalis.

Il Crulomastix è un piccolo flagellato piriforme, assai pirì piccolo della Lamblia ; possiede 4 f lageLli ed è perciò mobilissimo; si moltiplica per divisione, si incista per la disseminazione dc/La specie. Esso è piìì facilmente togeno nei climi caldi, ma anche tra noi è stato spesso tJOV.?to n elle feci d ei colitici: nove casi furono studiati nel 1940 nella clinica dì Roma i cui risul!ati furono pubblicati nella sezione pratica dd Policlinico dal prof. Dc Mur o. Clinicamente questo parassita dà origine ad una colit e catarrale, ad evoftt:ziom: estremamente Lenta , du: può degli anni se non si identifica e si cu ra: in certi casi pubblrcali da Giibei durava da 18 anni, in un caso di Morcnas da 11 , e 5 in due del Dc- Muro. la cura io ho ottenuto i migliori risultati con il blett di metilcnc e con lo stovarsolo.

E parliamo ora del T ricomonas intcstinalis, flagellato di cui ho constatato la J!_ra.nde frequen za. nelle fe ci dei sold(lti che vengono esaminati per disturbi dissenteriformi: si troua sovente auociato all'ameba istolitica, ad altri flagellati specialmente alle Lamblic , ma spesso è anche solo, e può determinare delle diarree così intense da t'icordare perfettamente quelle dissenteriche: distintt tropicalisti come Clzawn , Bzllet, Bmm pt, Le Bantec hann o descritto casi di diarree so tenute da soli Tricomonas, disturbi clze scomparivano con la scomparsa di questi protozoi . Il Tricomona.s è l'unico flagellato che si presenti nelle feci disscnterifomti sotto due aspetti differenti, messi in rilievo dc1 Bi/let: la forma flagellata e la forma ameboide.

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La forma flagellata è pinjorme, lunga 10 o 15 micron, larga 6-10 mtcron ron protoplasma cosparso di piccole vescicole chiare c/1e sono dei vacuo/i a/imer;tari; al centro dei protop!:J.Jma è il nucleo, piuttosto grosso , ovolare ed alla estremità arrotondata t' un altro pzccolo nucleo che è il ce ntrosoma d'a cui provengono i flagelli, organi vibrati/i che servono alla locomozione del proto zoo. l flaReliL descritti dalla maggior parte degli AA. sono 4, ma Bil/et tze ha. vitto un quinto in certi Tt'icomotuu che per lui son poi qudli che soli son capaci di prot'ocare disturbi dissenterici , e nei quali può ritrovarsi l'aspetto ameboide in cui si trasforma questo fiagellato. Non è- il caso qui di approfondire questo punto interessante della biologia del Trico monas, che pure riveste un indìscutibile valore per ciò che riguarda la patogenicità di questo protozoo: il quale può trovarsi in soggettt pe1 fettamente sam, ma esser presellte anche in feci dissenteri/ormi come solo agente provoc atore della colite.

Che certe coliti dissenteri/o1 me siano SO! tenute dal y, icomonar inteJtinalis è già da molti anni dimortratù da distinti clinici come Lahbè, Roux, TJe schie m in Francia, in Inghilterra da D obe/li, nell'Argentina, dove è molto diffuso, dai Castex, in Brasile da Escudero e d'a Escomel. IL Castellani il più competente clinico trop1caltsta italiano, vede la questione così: << Questo parassita non è in generale patogeno. Quando UJ1 paziente ha dei flagellati nelle e presenta dei d i!tm·b1 intestiwli, non. ci si accontenti mai della diagnosi di flagelloJi itJU'Jtmalc , ma si facc :a la ricerca dell'ameba istolitiàz , "di baàlit dissentenci e di altri germi patogeni, e soltanto quando tutte le ricerche, fatte rip:ct utanu:me, av•a•mo dato esito negativo 1 In diagnosi di enterite da flngcl/qti sarà giust ificata , speàe se il numero dei paraJJiti è comiderevole >>. H o voluto riportare con esattez?:a le parole del nostt o clit!ico perchè troppo grandt: è la sua autorità m que!t i argomenti: pure con le riserve che ognuno loKicamente accetta, h e il Castellani ammette che il Tricomonas come il Chilomastix diano origine a coliti dissenteriformi Del resto il contatto con numerosissimi colittci tra i militari, quale io· ho avuto in quuti due anni, mi ha condotto a queste constatazion i: una 110tevolt: percentuale di soldati affetti da a iarree dùse nte1 iformi p iù c. men o gravi, più o meno croniche, avevano nelle feci gran numero di Tricomonas o Chilomastix, soli o ambedue associati t1a loro , mentre erano assolutamente assenti le amebe istolitiche e le loro cisti. Inoltre le feci di qttcstt parauitati presentavano macroscop icamente e microscopicamente i segni di un proceuo mfiamma.torio della mucosa intestina/t:, e cioè muco, sangue, epiteli del colon sfaldati ed in via dz degenerazione, globuli bianchi mono e polinucleari m grande quantità. Iniziate le cure, dopo pochz giorni i parassiti scomparit'ano, i fatti clinici regredivano, le feci ritornavano normali; e tali modificaz ioni persistevano anche dopo settimane e mesi, comt: potemmo comrollar(' 1n militari che ritornare più volte per le indagini a Monteolivt:to Da ciò ho anche tratto la convinzione che almeno nei nostri climi la infe- ' ,

..., .,9:>-

stazione da Tricon1onas e da Chilomastix è reiativamentc-leggua, in quanto factlmente guarisce; però se non è trattata con mezzi adeguati può mantenere i fatti colitici per un periodo lungo anche di anni.

Dal punto di vista del contagio, invece, tanto il Tricomonas quanto il Chilomastix come la Lamblia, si debbono considerare come.. p1otozoi mo lto facilmente diffusibili La letteratura medica anche aggiornata, mette in rilievo diffico ltà notevoli circa la cura di queste infestioni da flagellati; lo stesso nostro Castellani nel suo trattato recente di malattie t ro pical i riconosce c he « il trattamento curativo è molto difficile >J Egli consiglia un forte purgante con 40 gr. di olio di ricino o di solfato d i sodio, e poi per Ile giorno astringenti quale il salolo , il bismuto, la tannalbina. Escomel in Brcv sile usava l'esi enza di trement inas sotto forma di sciroppo, e questo metodo è stato ad ottato aa quasi tuttz gli AA. che hanno curato le coliti da Tricomonas; ma la trementina irrita fortemente la mucosa gastrica ed è perciò mal tollerata. lo ho ripres o il bleu di metilene consigliato per il primo dal Castellani ma in dosi che ho creduto di do ve re elevare notevolmente : infatti egli prescrive 18-36 ctg. al giorno della sostanza colorante, mentre io ne dò r gr. nelle 24 ore, diviso in tre cart ine, ed ho visto che in 5 o 6 giorn i 1 Tric&monas , co me altri spariscono e le coliti anclu: quando erano cron iche e di lunga durata. La rapidità di guarigione ottenuta col bleu d i metilene , che h o potuto controllare in parecchi militari} è veramente importante e cre do che sia utile insistere sulla efficacia di questa sostanza colorante nei/a terapia delle malattie prot ozoarit: , perchè essa non appare bene affermata. l niz iata dall' Erlic/z e da Guttman contro i parassit z malarici, appunto p er l'affinità che essi presentavano verso questo colore di anilina, non dette i risultat i che essi sperat!ano; e non c'è da meravigliarsene quando si p ensi alla re sistenza dc:gli ematoz oari per i numerosi prodotti che tl1a via la più elevata chemioterapia ha elaborato contro di loro: ad ogni modo non v'è dubbio che nei casi leggeri di malaria il bleu di metilene ha una azione antiprotoz oaria sicura. Il Castellani lo raccomanda in varie forme protozoarie intestinali, ma in dosi c he a 1rte sembrano troppo leggere c perciò :1orz sempre attivt'; egli non sorpassa i 36-40 ctg. al giorno. l o ho ripreso ad usar/o nelle coliti dissenteriformi proto:::oarie, perchè sono convinto che que.rto colore di anilina, çhc "ha la proprietà di attaccarsi co!) rap idamente al protop lasma cellulare vivente, deve influire sulla fauna intestinale che. co m e le Lamblie, le amde coli, i Tricomonas, non penetra sotto la mucosa ma vive alla superficie appena attaccata .711'epitelio: ma questo prodotto deve essere in quantità adeguata percl1è possa ag ire sul contenuto colico in me -=zo al qtwle pullulano i parassit1; i quali tanto più p resto m oriranno quanto più lar gamente entreranno in contatto con la sostanza colorante. Tanto pi ù che una parte di questa viene tras fm·mata nell'organismo in un prod'Otto incolore, !euco derivato, che probabilmente i: .<attratta all'azione spccz fica che noi ricer· chiamo contro 1 parassiti. Meglio sarebbe pota trasportar!' intatta fino al colon la massa dì sostanza che impieghiamo terap'Crfticamente, e lo faremo ,

330

quando le condizioni del lavoro farmaceutico lo pt:rmetzeranno, con una ben fatta chaatinizzazione. Il bleu di metilenc· agisce così bene sui protozoi nella loro forma vegetat,iva, come sulle cisti. La sua somministrazione agli ammalati non ha mai dato luo go a disturbi di intolleranza, nè da parte delle vie digerenti , nè del metabolumo gentrale. Qualche ttolta. è utile imieme alla themioterapia, di adotta · e in soggetti infestati da flagellati, uno speciale regime dietetico e di somminist1are medicamenti come lu pcpsina e L'HC/ raccoma.ndati giustamellte d.tt· V'anni, per modificare il contenuto putrefattivo intutinale, dove tali protozoi trov.wo wz favoret·où: terreno di sviluppo. conJando di seguire: questi ammalati co n frequenti esami di feci, perchè sono possibili le recidive, anche nei semo che questi parassiti scompaiono per qualche tempo dal contenuto intestinale e poi ricompaiono, d1mostran,do in realtà c he non erano distrutti ,·ompletamente; 11anno perciò ripetute di tanto in tant o le somminirtraziClni del mea·icamcnto fino a clu: non si sia pasuasi ddl ' assoluta foro dirtruzione. Un altro faJto che voglio metUrt: in evùlc!,za prima di abbandonare l'argomento dei flagellati è questo; quando li ho trovati assodati all'ameba istolttica in cart di gravi coliti dissenteriche, ho sempre rite11uto necessario, prima di iniziare il trattam ento antiamebico di distruggere i fjagcllali, perchè lro visto, e com e me hanno visto altri, che la Lnro presenza contribuisce a rendere più tenact: la resisten za dei rizzopod1.

Altri protozoi patogem per l'uomo possono provocare sindrom i colitiche dissenterif,'Ormi, ed anche in un primo momento, quand1o cioè ancora non hanno creato il quadro c/assù:o dei/a loro infestazione.

Il Plasmodi o m alarico, specialmente negli attacchi di perniciosa, può iniziar/i con vere e proprie mamfesta z ioni dissenteriche a W I\Lttere emonagico, che s c-ompaiono con la remwione della febbre; nel sangue intestinale si trot tano abbondanti gli ematoz oari c la .sindrome colitica guarisce con la cura .specifica chininica e acridinica. Nei malarici cronici e nella terzana benigna ho osservato recidive cl1e insorgevano cotz la febbre caratteristica e diarree, a,nche con enterorragie: un caso mi ,;apità quando facevo servizio a S. M. Nuoua, in un militare ricOl'CI(IIO, dre guarì perfettameflfe con la sommini.strazione de gli an ti 111.1laric i.

La tripanosomiasi può presentare, come una delle manifestazioni morbose, una sindrome aisse n terifvt'mc , caratle1 i:::zata da abbondante presenza di .sangue nelle feci: tra i globu/; rossi si ritrovano all'esame microscopico i tripanosomi; qualcl1e volta la sindrome dissenterica è rimpiazzata da semplice diarrea ostinata.

La L eis hm :miosi interna o Kala Azar può avere nei suo decorso dei/t: crisi dùsenteriformi, e nel evacttato dall'intestino si possono trovare i corpi di Leishman; all'autopsia si possono constatare nd colon le numerose ulcerazioni, dove pullulano i parassiti specifici.

Ho voluto oggi limiture questo stu dio sulle coliti dissenteriformi al solo gruppo protozoario, per.chè troppo l ontano mi avrebbe portato anche la trattaztone di quelle forme infiammatorie primitive del colon cl1e si presentann

33!

con una gra daz101;e di sintomi eli ; ici delle coliti muco-emorragiche: tdle f c;rmc ulcerose , rimaste fino ad oggi, dal pumo di vista . eziologico e patogenetico, un aiSo!uto mistero. Le c oliti protozoarie meritano di essere ben conosciute dai medici pratici, perchf: , se fino a qualche tempo f'a potevano essere considerate come rare o quanto meno poco frequenti, oggi esse capitano spes!O all ' osservazione del medico che studia bene i suoi ammalati. Il capitolo delle coliti tanto difficile e tanto va.sto, si trova sempre illt"'-mÌliato da un esa me cop rologico, il quale non deve m: gligere gli elementi parassiti, ma atJzi ricercar/i COTl la pzÙ wana'e CUra e t:ompetell z o: il CUrante Che richiecfe dal laboratorista un'inda gine sulle feci del suo ammaiato, Ùve perciò saper/a rich1edere ed il labomtor is t,; deve essere in g1a tfo d'i rispondere. Se t!Of(liamo esser sinceri, dobbiamo che: nella scuola medica l'insegr.amento della parassitolowa non ha mci av uto uno svolgimento adeguato alle cog!'lizioni che il med'ico aovrebbe po)ted erc per chiarire le sindromi morbose che la pratica offre g1omalmentc. Og11uno di noi è entrato nella profesrione quasi totalmente digiuno d1 c ono.ccenze microbiolv giche , mentre anche i più modesti medici sanno abhastanz a dei /;atteri e della loro azione patogena; ed i !aboratoristi conoscono bene la batteriologia, assai meno bene la para.sJitologia. A mio parere bisog ti a completare questa lacuna culturale: le recenti f(Uerre che hanno spinto gli uomini da un capo all'altro del mondo , hanno , svilttppato rapporti patologici t r a k diverse regioni ddla terra, mescolando agenti patogeni di tanle affez ioni che per lungo tempo restarono localizzati nei loro paest d'origine . Quest i gerrni di malattie conosciute da certi sanitari e da altri no , la guerra li lza diffusi dovunque, adatta11doli magari ai climi nuovi verso i quali hanno emigrato. Tra la guerra del '14 e quella attuale sono già trascorsi una trentina dz anni e non certo inutilmente da! punto di vista che ora ci i nte1essa; la patolog .=a umana lza subìto dd/e trasformazioni profonde in Europa, soprattutto per un fluSJo eh ma 1attie scono sciute che sono endemuhe in pae, i, di clima differente dal nortro: tra queste di importanza fondamentale sono le ma!attie protozoarie, che specialmente in Italia, per il suo clima mediterraneo , e per la prr:senza di una fauna intermed1iaria r1ettrice assai ricca, trovano una grande facilità di sviluppo.

In questa come nell'altra guerra si può ben dire che questo delle para.sfitosi è stato l'argomento di medicina che più ha interessato il corpo sanitario militare e civile: ma non è ancora venuto il momento pit't difficile per noi, che abbiamo eletto il compito di tutelare la salute dei nostri simili ; esso ci aspetta alla fine tklla guerra , quando ritomeranno dai vari fronti di battagha e di prigionia migl iaia di reduci che avra.11no vissuto in paesi tanto differenti dal nostro per clima; per ab itudini di vita , malattie contagiose, i quali avranno fatalmente ospitato nel loro organismo germi di affezion i a 'toi poco note, clze pur dovremo capire c co mbattere per difendere i singoli e la collettività. L 'esperienza che intanto Jtia mo facendo nei nostri ospedali militari ci sarà di grande aiuto, non fosse altro avrà destato in noi tutti quella c clinica, che è alla base di tutte le nuove conoscenze.

ANDAMENTO DELLA MORBO SITÀ

PER ALCUNE MALATTIE INFETTIVE NELL'ESERClTO

DAL 19 33 AL 1942

Lo studio della morbosità per m alattie infettive nell ' esercito, e, partico la rmente , per quelle ma lattie quali l a febbre la m a la r ia, ec-r ., dhe colpiscono più frequentemente l 'individ uo nell'età adulta, astraendo, quindi, da quelle a ltre, quali il morbillo , l a scarlattina, l a pertosse, che colpiscono a preferenza l'infanzia, offre uno specia le interesse, in qu anto si tratta di sottoporre a valutazione statistica elementi selezionati tra l a popol azi one, om ogenei per composizione, per età, non!( hè per condizioni di vita, esposti alle stesse cause .di a ffaticamento, ag li stessi disagi, a tutte quelle pecul ia rità relative alle condizioni di clima e di a mbi ente, che cos tituisc ono un per fe tto equilibrio nell a vita di tali collettività um an e. Ove, poi, si vog l ia effettuare un raffronto tra l 'incide nza delle ma lattie nell'esercito e n ell a popolazione civile, si ri esce indubbi a mente a stabilire in qu al e mod o la vit a militar e poss a eventualmente influire sulla frequenza delle mal a tt ie stess e. In o ltre, sulla base .della osservazione di dati recent i, pe r questi ult imi a nni , si possono precisare con es atta valutazione le ca use per cui lo s t ato di gue rra abbia influito sulla morbosità per le singole m alattie infettive .

M i è sembrato quindi non pr ivo d i interesse esaminare, in base ai daJi provvisori finora disponibili, l' and amento della morbosità nell'esercito per alcune m alattie infettive di m aggiore rilievo. E' bene avvertire che si tra tta d i da# rprovvisori - desunti d ag li specchi di denuncie decadali - le cui cifre possono d i_fferire in misura più o m en o notevole da quelle definitive. In oltre, ho consid er a to - ai fin i di raffronto - se m pre i dat i provvisori> anche qu ando si dispone va .dei dati definitivi. E ' noto c he, purtroppo, per quanto riguarda la m orbosi tà, le denuncie, anch e tr a la popolazione civile, lasci ano m o lto a d es iderare sulla loro m atematica esat tezza, particolarmente per <JUelle forme a decorso lieve e per l e manifestazioni m orbose in primo temp o non fa.:il m en te o prontamente diagnosticabili, che spesso non veng ono denunciate. Da ciò ne risultano, spesso, .dati inesatti, e pertanto si imp on e la necessità di esse re tnolto cauti nell'apprezzamento degli indici d i. morbosità i quali devono giustamente interpretat i per n on cadere in er rore ed a lterare in t ale m odo i risultati della stat isti ca sanitaria.

Pr emess o qu anto sopra, passo senz ' altro ad esaminare l 'andam ento d i a lcune malattie iotfcttive nell'esercito in <JUCsti ultimi anm .

DIR EZION E < , ENE KAI. E 01 S. \l\iiTA ' MILITA RE
Prof. A :< l Oli i O Sr E?.UFHRr , tenente co lonne ll o m edico, capo sez.io nc igi ene

QUOZIENTI DI MORBOSITÀ PJ'R 1000 FORZA MEDIA PER ALCUNl:: MALATTIE INFETTIVE

NEGL I ANNI DAL 1933 AL 1942 (a) (b).

(a) Cifre provvisorie.

(b) A scopo di confronto, si riportano, qui di seguito, i quozienti di morbosità definitivi per 1000 della forza media, per gli anni dal 1933 al 1935:

Come si vede, per la scarlattina, il morbillo, la parotite, la meningite cerebro-spinale epidemica e la difterite, i quozienti provvisori e definit ivi quasi coincidono; per la (ebbre tifoide e paratifi e per l'influenza, le differenze sono trascurabili ; per la tubercolosi polmonarc, la dissenteria am ebica , la m:llaria primitiva e recidiva, la sifilide e la blenorragia, in vece, le differenze sono notevoli.

334 Tabella 1.
A N N l MALATTIE 1933 l l 1935 l 1936 l 1937 l l 1939 l 1940 l 1941 l 1938 1942 Scarlattina o, 18 0,13 0, 18 0 , 24 0,39 0,31 0,16 0 ,3 3 0 ,23 0,26 Morbill o . 3 , 98 4, 18 4 ,35 4 ,46 3,57 4,68 1,57 4,06 2,90 1,96 Parotite . . 7,74 8,53 9,77 11,90 12,92 10,08 4,61 11,78 9,45 1 2,60 Febbre tifoide e paratifi . . . 0,79 0 , 99 1, 03 0,7 1 0,92 0 ,91 0 ,62 0,66 0,73 1,05 Tubercolosi polmonare 0,72 0,54 0 ,4 11 0,74 0,78 0,38 0,51 0,33 Dissenteria amebica 0,02 o,n5 0,05 0,03 0,07 O, l ti 0,11 0,29 0 , 37 0,56 Dissenteria bacillare - 0,01 - - 0,02 0,02 - 0,04 - 0,01 Meningite c. s. epidemica . 0, 12 0,13 0 ,09 0, 14 0,17 0,25 0111 o,n 0, 16 0,12 Difte rite 0,06 0,04 0,06 0,07 0,09 0,10 0 , 10 0,12 0,07 0,15 Malaria primitiva 0 , 73 0,89 0 , 52 1,26 0,16 0,67 0,39 1,79 3,01 7,26 Mal a ria recidiva . 1,70 l , 17 1,52 1,35 1,07 0,59 1,04 2,81 6,43 Sifilide 2,18 l,s5 2,38 2,63 3,25 3,ll 2,04 1,73 0,86 1,54 Blenorragia . 10,6 2 l 1,00 1 2,80 12,65 16,68 13,42 7,01 6 , 55 2,69 5,25 I nfluenza 23,68 5,4 1 1 3,0(1 10,08 10,43 5,08 2,95 2,61 o,7L 0,29
M A L A T T l E •.!. • ·g .. .; .. .. s; . .. c ,g ·c c o.., .!! .... ..,,!;! -s., :! A N N l.. .,·- 'i:.:: E ::: 8= ·;:: :.:=· :E:< = .. .c o c ..o "'"" ::c ., ...... ;;e «i ·u o "' ;:: o .l;u -Él -.. .. :::e o cv ::E a. .o., :o .. c "' .f-o l .... Q. 0 .... Q. iii ::E 1933 0,2 3,9 a,5 1 ,0 1,1 0,03 0,1 0,06 1,2 8,3 2,38 17,81 2 1,9 1934 0,1 4,1 9,1 1,2 0, 9 0,20 0,1 0,05 1,5 8,1 2,32 18,96 6,5 1935 0,2 4, 3 10,6 1,3 0,9 0 ,07 0,08 0 , 06 l ,o 11,5 3,09 20,4 10,2

Per ovvie ragion i si riporteranno so l o ci&e relative e, cioè, solo i quozienti di morbaòità. V ole re considerare dfre assolute, qu ando vi sono vari azioni , spesso m olto sensibili, da anno ad anno, della forza a ll e a rm i, condurrebbe sicuramente a conclusioni errat e .

Nella t ab. I sono r iport ati i quozienti di m o rbos \tà per 1000 della f o r za m ed i a, relativi alle malattie prese in considerazione e nella tab. 2 i nu m eri indici calcolati ponendo i quozienti del 1933 = JOo, considerando, cioè, a titolo di riferimen t o, l'anno 1933 com e anno base.

335
MALATTIE 1:-IFETTIVE D,\L 1933 AL 1942, POSTO
. A N N l MALA. TTIE 1934 l l l l 1938 l l l l 1935 1936 1937 1939 1940 1941 1042 l Scar lattina 72 100 133 217 172 89 183 128 144 Mo rbillo 105 109 112 90 118 39 102 73 49 P arotitc . 110 126 154 167 130 60 152 122 163 Febbre tifoidc e paratifi 126 131 90 11 7 11 6 79 84 93 133 Tubercolosi polmo nare . 75 62 67 ]03 109 53 71 4 6 82 Dissenteria :amebica . 250 250 ISO 350 800 55 0 1450 1850 ::aoo Meningite c. s. epidemica 108 75 J17 142 209 92 225 133 100 D ifterite 67 100 11 7 ISO 167 167 200 117 250 Malaria primiti va 122 71 173 105 92 54 246 413 99-i Malaria recidiva 69 89 79 63 35 27 62 165 378 Sifilide . 85 110 122 15 0 144 95 79 39 71 Blenorra g ia 105 121 ll9 157 128 66 62 25 50 Influenz a 23 55 43 4l 22 13 11 3 l l l l
Tabella 2.
NUMERI
INDI C I DELL:\ MORBOSITÀ PE'R
ALCUNE
IL 1933 = 100.

I noltre tJli quozienti sono rappresentati grafi: amcnte m scala semilogaritmica nelle figg. I c 2 ( J ).

Esaminerò pnma brevemente le singole m al at tie.

SCARLATTINA. - Pr esenta un and:amcntc osci ll an te , con la caratte r istica dhe i quozienti dci primi anni (1933-35) sono deci sa mente inferiori a quell i degli anni successivi. Il minim o valor ,e si h a nel 1934, il massim o nel 1937 , con una differenza di p unt i 0, 25.

MoRBILLO. - Dop o ave re present ato un aumento regolare ed uniforme fino a l 1936, la morbo5i tà diminui s::e nel 1937, aumenta ancora nel 1938, anno in cui raggiunge il valore p i ù elevato di tutto il decennio preso in considerazione, diminuisce nel 1939 e presenta un nuovo aumento nel 1940 , per poi diminuire gra.datamcnte fino al 1942.

( 1) è In in cui gli .• lli s ull' a>><: dd ic a,;c,issc (\ inca oriuo ntal c:) sono (>c • cia.cun nnno, mt111rc ddlc o rd matc verticale) son o n o n 1hi tta/ori d ca l (ll <IZ lt: IHI di mo r l>()sltà , ma dai corrispondenti logctrit mi, pur esse nd o tali quozienti r ipor· rati dlfc llanwmc ptr comod n à di le ttur a.

li <Ici gr:1fici !leni c<,mu1wmcnae ;('miloga rit m iri con!iS tc nel f atto che essi con se ntono di dct nmi nan·. >CIIZ:I ricorrere a ca lcoli pni o mt' ll (> lungh i, i l rapporto tra la intensi tà di un f<:num cnn (nel nos tro caso la m•>rlxmtà ) 111 un <l ato ann o c la intensi tà dello fenomeno 10 un anno prcrcdcn tc cd in wl modo la varin1o nc pc:ccn tu alc del fenomeno tr a i due an ni con siderati.

Un vanà a i co11cc u i csprcss!. Supp<miamo di calco lare b diminuzione cicll 1 morbusità pc. mo rbillo dal 1933 al 194 2. Ci ò s i ouic nc, po nendo eguale a 100 il v:•lorc dd quoziente di pe r il 1933 (3,1)8) e calco lando qu :1k valore :tssumc in qucsro ca so il <Juoz ic iHC dd 1942 (1 9(\) ca lcolando cioè il 100=49,2 ). Il che si gniflu che

- fatto 3.')8 <=l!uule a HKJ.O - 1,9f> d iv1enc .; cp, c, poichè aoo - -1 9·2= 50.8. la diminuzione dell a morbo"tà per mor billo r isulu dd 50,8 %-

Il v:ll urc mttnu ao auravcrso il preced ente caic •> lo si pui> facilmente, ' on suffi. ci cntc ap11ro,si m.1 zion c, anche col mc atxh grafico seguente: si pone, delle onlinatc , una di carta con l'e stre mo infe riore in dell ' asc issa 1933. si segna s u d1 cldl' r"d in nra r om>!xmd en!c :norbomà nel ' 933· Si b fin o a fJrc: C<Hn c1dct c l 'cstr<·mo mfe• iore con segna, ta l<' str iscia, b corrispon dente aitczzn della morbosità.

Si 1:onc nuov a mente la su·isci 1 i11 corr ispondenza

1933 e si innal za parallcb mc nlc n ll'n s><: delle o rd i na te 111 modo che l'c>Lrcmo ddl'ordinnta più clcnrn sc gnaro sulla str1 SC1:1, corri sponda 100.0 d el w.1fico c cJcllc ordi nate di ral e grafico a qua le valo re l'eHr cn1o dcll'o:df n ntn ma norc ( t ,!)6) scgn nro s ulla striscia

In a:.le modo vien e a costruire, i<lcalmcntc. un nu ovo in cui si è art ifici osamente ridott.\ dcl l 'ordina t.t m ngg1ore (3.9 8) all'inrcrv allo comprcw tr;t l 'asse delle a>CI SSC c l' cnr<-mo d d l'urd1n ata cui corrisponde il \alure del l ognr111no di 100,0 : C<lrri spondentcmcntc, n ello rapporro, si ri durr.\ l'onhnatn min ore ( a.Q6) il cui c:çtrcmo i n fe1'iorc rimarrà in divid u ato. Halla !cal-I d e lle 1\Tclinatc. dal valore: dd logari amo dì (vai!lrc cui si riduce l a morho si rà t.\)() qu:.ndn la morbos ir:\ 3 9!1 è f:tlt:t = tou,o).

Nel !!ranco, l a r1.1 100 l' estremo ml/11)((' r. 5' · c ll e\i (><J«i:un o n irc w n .... che l a diminu:dune p! rccm uai c morbosi t'l per m(l rbi llo è Jcl 5 1 '( ( ao,·.- 49\ tb l 193.3 a l l i)4 2.

J>r oc('dimc ntn si S('j!UC pe r m Ì> IIr are l ' au mento pcrccn :uolr: in questo caso si fn ri cgu:tic n 100 .0 il \'a lorc p1Ì1 ba>SO ddl'on lin ata.

(".o me è Ovvio, poi, qualora l ( )!flfU:O - j.'O ill c Ì: il p<'r \a fi g. 2 - no n C<JntCil)!l rordi n:11 a 100. s i potri1 ripetere il rnJ<i"n:amcnto - ciMa l'uguaglianza delle scale - riport a nd o i sin;:"h \'nlori •Ile c.Crc r,o; 10,0 mtJitiphcatc r i>pcttl\·arncnte per 100, c: per 10.

• • *
" i\" ;· ., ":: 110.0 110,0 100.0 ,_ l 80.0. l 6o.o 100,0 k-- 80.0 6 0.0 l j- 140.0 30.0 40.0 30 .0 l l l l l l 120,0 ! l _ !" l -- ' 20.0 l OD 8 .0 6.0 l '" : - ; ---3.0 1- - --, - l l - : l 4 .0 2.0 l . . . - - l 2 ,0 l l o ...... :L l l l • --j __ ....... l . ...-r· -- -0.8......,... - 'T 1 _..,..._. - ·-:v'";-o.., 0 ,6 --+----1-----. - _-_L_ _____;::- L l 1.0 0. 8 0.6 04 - - - - -1-1---t. .. l . 0.3. ..• . . ·· -... . .. -r0 .t ·...... j_ o ,;.. o • • • l • o •••• o l. l o_ ·; l ', · ... o ,' • •• o o 2 .... ... l , • •• • , +------'', - ·i· l ..... ... , '. , ., ....... • 1 ____ • • •• ,' .,....... ....... ' ,... 0.4 . . 0.3 0,2 ................__ .. ', , , ................ ...· -- -- -- - ,-........... .... _....... l ' , ....... l _,. v 0 .1 , ____.. 1933 1934 1935 1936 1937 1938 1939 1940 1941 1942 0,1................ . .. SCARLATTINA ------- fEBBRE TlfOIDE E PARAT ifl -=-==>-=-=- MORBILLO MENINGI TE C.S. EP IDEM IC A - PAROt:I TE INfLUENZA t:ig. 1. • Morbosiù, per l()()() della forza media, per scarl:utina, morbillo, parotitc, febbre tifoidc c paratifi, meningi t e c. s. cd influenza. w w 'l

• per 1000 della forza media, per tubercolosi pol m onare, malaria primiriva, malaria recidiva, sifilide c blenorragia. (E' stat:l omessa In rapprescncnione di qu ozienti di morbosicà per òifteritc, per dissenteria amcbica c per dissenteria bncillnrc, dato il basso val ore di coli quozienti).

:::: l l l l l -· l l 1- l 10.0 -· - · . - -·--t ,, . -1 l l 8,0 -..... -' ., , +-<--·- .""' ......_ . 6.0 -1- - · ..... ___ . - -= 4,0 ' · - -- r- ' '13,0 .. ......................... ·"·, t -;// l . ....... ............... ··•·· · , ·"' 2.0 l 1.......... ..... .. ... .. ······ l ,_ .. l !><. l ... ··.1.0 "7" . . l .. · .. . ..···i 0.8 • /7 ·••••• _ .•• • • • l O ............... ""' - jf / / - ··- !.-:· l,6 -.... ........., I L t"-./" - f- ,V-. 0.4 /_ "7'0,3 rJ' ._...- ............. --;;?" 0.2 O.l 1933 1934 1935 1936 1937 1938 1939 1940 1941 TUBERCOLOSI POLMONARE MALARIA PRIMITIVA MALARIA RECIDIVA ... ........ ......... . SifiLIDE· - ·-·-·-·- BLENORRAGIA 30.0 l 200 10,0 8,0 6.0 4.0 3.0 2,0 1.0 0,8 0,6 0,4 0,3 0,2 0,1
w w 00
Fig. 2.

PAROTITE. - Aumenta fino a l 1937, anno in cui raggiunge il massimo quoziente del decennio e, successivamente, diminuisce fin o ol 1939; r isa le nuovamente nel 1940 e, dopo una diminuzione nel 194 1, ascende notevolmente nel 1942, raggiungendo qua si lo stesso valore del 1937.

FEBBRE TIFOIDE E PAR.-\TIFI (A e B). - Presentano un an .damento osci llante, con i valori più bassi nel 1939 c nel 194 0 ed i valori più elevati nel 1935 e nel 1942.

TuBERC OLOS I POLMONAP.E. - Dopo una progressiva decrescenza fino al 1935, aumenta dal 1936 al 1938, e dal 1938 al 1942 presenta alternat ivam ente curve decrescenti ed ascendenti che però non raggiungono il valore del 1938 .

DisSENTER IA AMEBI CA. - I quozienti di morbosità , bassissimi all ' inizio del periodo considerato, presentano un netto aumento negli ultimi anni, fino a raggiungere il valore più elevato nel 1942.

MENINGITE CER EBRO-SPINALE EPIDEMICA. - L a morbosità si presenta oscillante, con un minim o nel 1935 ed un m assimo nel 1940 , seguito, molto da vicino, dal quoziente del 193l:t

DIFTERI'TE. - An alogamente alla dissenteria amcbi : a, sebbene i n mod o meno netto, ·presenta una tendenza all'a um ento negli ultimi anni; infatti, mentre fino al 1937 i quozienti si m antenevano al d isotto del 0 ,1 ol oo, dal 1938 in poi, soltanto ne ll ' anno 1941 sono sta ti ancora magg iormente inferiori a tale cif ra ed hanno r aggiunto nel 1942 i l valore più elevato di tutto il period o.

MA1.A.RIA PRUUTIVA E RECIDIVA. - La morbosità, dopo avere presentato un andamento salt uario fino al ll'939' nel quale anno si è av ut o il valore minim o del decennio, dal 1940 ha incominciato nuovamente e sistematicamente a risalire, fin o a r aggiungere il valore m assi m o nel 1942.

1NFLUENZ.o\. - Presenta una chi ara, n etta tendenza alla dim in uzione, pur attraverso qualche oscillazione nei primi ann i , da un massimo di 23,7 •l oo , nel 1933, ad un minimo di 0,29 °/ oo, nel 1942.

SIFILIDE E BLENORRAGIA.- - L a morbosità è molto irregolare: per entrambe si h a un massimo nel 1937, cui segue una diminuzione fino al 1941 e quindi un nuovo aumento nel 1942 , in confronto c on l' anno precedente.

Tra tutte le mala tti e co ns idt' rat e, la massima morbosità medi a ne l decennio in esame è presentata d alla pa1·otite, malattia che, com'è noto , si diffonde notevolmente e contro la quale poco possono le comuni nor me di pr ofilassi; seguono: la blenorragia, la qu ale, pe rò , negli ultimi anni - ove si eccettui il 1942 - presenta una tendenza alla diminuzione; l'influ en-

339
• *.

za, che, ana logamente alb blenorragia , dopo avere raggiunto quozienti abbastanza elevati nei primi anni del decennio (nel 1933 segna il quoziente più elevato tra tutte le m ala ttie in esame), scende poi a quozien ti molto bassi cd infine il morbilLo e la sifilide.

L a minima m o rh osi tà si ha per la difterite, cui seguono l a meningit e cerebro-spinale epidemica , la dùJenteria amebica e la scarlattina.

T ra le altre malattie (malar ia pr i miti va e recidiva; febbre tifoide e parat i/i ; tubercolosi polmonare) che prcsen t:1no una m orbosità media un particolare cenno merita la malaria (p r imitiva e re ci div a), che, dopo aver presentato bassi qu oz ienti fin o al 19 4 0, nel 1942 segna i piLJ al ti quozi enti tra tutt e le malattie considerate, inferiori solo a l quoziente avutosi per la parotite.

All o scopo d i esaminare l a dell 'a ndamento delle singole malattie ed :1cce rtare qu:1li tr:1 esse ·presentano le maggiori va ri azioni in dipendenza di fatto ri ambientali o individ ual i, bo calcolato, per ciascuna malatti a, a il coefficiente di variabilità (C. V. (1), i cui valori sono riportati qui M di seguito, in ordine decres ce nte:

A parte l ' alto coefficiente di va riabilità che si ha per la amebica, che si deve att ribuire esclusivam ente al basso valore dei quozienti di morbosità per tale m a lattia, i valor i più elevati si banno per la malaria primitwa e recidiva. e ·per l 'influenza; per quelle m alattie, cioè, le quali o , com e la m alaria, più delle altre risentono delle condizioni ambient:1li , ovvero mostrano, come l'i nfluenza, ricorsi epidemici .

Una v:tr i abilità media presentano la blenorragia, la meningite spinafe epidemica, la l :t scarlattina , la sifilide.

Coeff dì 1·nrìa bìlìtà Coeff. dì variabìliti MAL ATT I E (c. v. MALATTIF. (c. x 100 l l l Malaria pr lnllU\' :l 11 5,0 Scarlattina 32,S D issenteria am cb ica 100 ,0 Sifillde . 32, l Malaria recidi\'a . 91,7 Morbillo 28,6 Infl uenza 91,5 Tuberco losi polmooare 27,3 Blenorragia . . 43,5 Paro ti te 2.,3 M en ingit e c. s epit.l emi ca 35,6 F ebbre tifoid e e paratifi 17, 9 Difterit e . . . . 34,5
(t) Per il calco ln del coefficiente di cfr es.: NrcEFORO A.: Il r»dodo sMtùrù·o - l'rincipato E·l. 16t.

La blenorragia, dhe primeggia in t.tlc gruppo, ri sente, come è noto, del modo in cui vengono :l ttuate le nonne Ji profilassi. D all'esame delle cifre riportate sembrerebbe potersi dire cbe l'applicazione di t nli norme si va sempre piti perfezionando e lo stesso può dirsi ·per !:1 sifil ide. I valori sarebbero indubbiamente m antenuti in cifre pÌLI mo:..lcs te se n on vi fosse il contnbuto dato dal notevole apporto di nulattie celtiche per b prostituzione clandestin a che, in questi anni di guerra, è tle: isamente in incidend o, quin d i, per il brusco rialzo dei quozienti, sul valore del C. V.

Le rimanenti forme m orb ose sono m a lattie a cicli epidemici che non m o.c;trano però brusche ri accensioni come l'influenza .

Bassa è, relativamente, la vari :1bilità del morbillo, ùlell:.t tubercolosi polmonarc, della parotitl1 e Jelle ft ·bbri ti/o-parat ifoidi , che presentano la maggiore stabilità.

Dal raffronto effettuoto con i quozienti relativi alla popolazi o ne del Regno, si rileva che, per tutte le malattie, i dati statistici per l'esercito sono costantemente superiori a quelli della popolazione civile, anche per quelle malattie proprie dell'età infantile , qu ali il morb illo, l:I scarlattina, la difterite. Ciò, probabilmente, è da attribuirsi oltre che ad una incidenza vera mente maggiore tr:l l'eserci to, an,:: hc e sostanzial mente una accuratezza e disciplina nelle denuncie.

Nel concludere quest:l rassegna della m orbosità nell'esercito per alcune malattie infettive e tenendo presenti le ri se rve fatte inizialmente, può dirsi, in base alle cifre elaborate, dhe O\·e si eccettuino la malaria primitiva e recidiva , per le altre forme morb ose e, cioè, scarlattina , parotite, tubercolosi polmonare e difterite gli aumenti verifìcatisi nel 1942 si mantengo:1 o entro limiti modesti, tali da non dare alcuna apprensione sulle condizioni sanitarie delle nostre truppe nell'attu ale periodo be!Jico. Similmente sono da ritenere di scarsa entità gli aumenti che si hanno per !;1 jifi!idc e la blenorragia, i cui quozienti, nel 1942, sono d'altro lato, inferiori ai corri 'ì pondenti ·quozienti del 1938 e del 1939, c quelli per la _flebbre tifoide e parati/i, il cui quoziente è solo .di poco superiore a quello del 1935. In diminuzi one, rispetto :t} I 941, sono, nel 1942, il m orbil lo, la meningite cerebro-spinale epidemica, l'influenza.

Per quanto riguarda le infe zioni ti/o-parati/oidee pur cssenJo fat:llmente lega te , nella loro curva ascensionale, a tutte le guerre, specie a guelle protratte per lungo tempo, che incidono sulle condizioni fisiche e sullo st:tto igienico generale delle grandi masse ,di individui , si può a fferm are con meditata sicurezza che nulla viene tr alasciato nella organizz az ione profilattica con tro tale m ala ttia.

Per la malaria -· il cui quoziente di morbosità nel 1942 ha segnato, in codronto del t941, un notevole aumento an::: he nella popolazione civile -

3·P

i provvedi menti acquist:mo più vasta portata in relazione alla gravità del fenomeno ed al fatto che alcuni focolai, una volta sopiti per effetto delle grandi opt:re di bonifica realizzate dal Regi me e rimasti individuati quali zone di anofelismo senza mal a ri a, con gli spostamenti di cospicue masse di truppe tra le quali indubbiamente deve sussistere una percentuale di gametiferi , si sono riaccesi determinando in tale modo una nuova diffusione della malaria. Per questa malattia, tome pu tutte le altre di cui sopra si è accennato, unica mèta è quella di riportare le cifre statistiche ai valori normali.

Raggiungere c s uperare tale mèt a è nella profonda, volitiva aspirazione di tutti coloro che, nelle file ben serrate della Sanità Militare , hann o l 'onore di servire la P a tria, consapevoli del suo alto destino l

RIASSUNTO. - L'A., in base ai dati prov\'isori finora disponibili, ha esaminato alcune caratteristiche della morbosità per !e principali malattie infettive durante il decennio 1933-1942. Dall 'esame compimo si ril eva come solo per la malaria e per la febbre tifoide c p::1r:nifi, nel 1942, si siano avutf aumenti significativi. Per tutte ]e altre malattie, invece, i quozienti del 1942 sono inferiori, o, al più, eguali a quelli degli anni precedenti Conclude quindi rilevando come le c:ondizioni sanitarie dell'esercito nd 1942, nonostant e le particolari contingenze di ordine sanitario legate allo stato di guer ra , possano ritenersi soddisfacenti.

- AuE Grund der vorliiufig verfi.igbaren Unterlagen hat der Vcrfasser einige Grundziige der Krankheitsstatis tik cles l talicnischen H eeres in bezug auf das Vorkommcn der haupt siic hlichsten wiihrend dcs zchntes 1933· 1942 ein er eingehencien Untenuchung unterzogen. Aus djesem Stuclium geht hen·or, dass lediglich bei Mai:Jria, und Paratyphus eine ausse rgcwohn liche Zunahmc ?.u verzeichnen ist (im Jahr e 1942). Bei allcn anderen Erkrankungen ist daclic Zahl der Falle im Jahre r942 geringer, oder hochstens gleich hoch , wie an den Jahren. Abschliessend i st dahcr der Verfasser der Meinung, dass der Gesundheit sz ustand im italienischen Heere wiihrend des Jahres 1942, trotz der aus serordentlich cn , mit dem Kricge zusammrnhiingcnden Umstiinde, auf san.itiirem G eb ict als befrieJegcnd anzu se hcn sei .

'Z#/- - -,_

Direttore: medico AR:-:otoo DE

OSSERVAZIONI SUI METODI SFJGMOGRAFICI PER LA DETERMINAZIONE DELLA GETTATA SISTOLICA NELL ' UOMO

t>E m aggiore medi co Gn:s trrE Motwzzr. ten e nte medico

Questi ultimi anni hanno visto un rapido sviluppo dei metodi di determinazione sfigmografica della gettata sistolica. Le cause di questo mento da paite degli studiosi non sono difficili a comprendersi. Il metodo sfigmografìco è certamente più semplice e rapido di quello gassometrico ed ha su di questo il vantaggio di non richiedere alcuna cooperazione da parte <iel soggetto. In secondo lu ogo esso non è suscettibile di variare la respirae la circolazione d eli' individuo in esame; il che non ci sembra si possa affermare, con sicurezza e in ogni caso, per i metodi basati sull ' inalazione di gas estranei all ' organism o. D a ultim o esso fornisce, al dato della gettata sistolica, i valori di numerose a ltre funzioni emocircolatorie di notevole interesse, quali la dUiata dell'efflusso sistolico, la vel oc ità dcii ' onda sfìgmica, il modulo di elasticità del sistema arterioso et c.

Purtroppo però i Iisultati pratici dei metodi fisici non sempre corrispondono alle premesse teoriche. Mentre nell ' uomo e nell ' animale in condizioni basali essi dànno generalmente dei dati concordanti con quelli ottenuti coi metodi gassometrici , i risultati diventano men o soddisfacenti quando si esperimenta in condizioni non basali o su individui ipertesi (cfr. Apérìa , I, 2 , 3). 11 campo di app licazi one dei metodi sfigmog rafi ci è dunque ristretto. Trovare una formula che permetta di dare ai meto di sfigmografi ci una validità generale rappresenta naturalmente l'obbiettivo precipuo del ricerc atore. Esso appare ancor lontano e difficile a raggiungersi. M a il mezzo migliore per arrivarvi è certo quell o che consiste nell'indagare sulle ragioni della divergenza che si manifesta in condizioni no:1 basali fra dati sperimentali e te oria. Queappunto è la via che abbiamo prescelto nel presente lavoro.

I.- PRINCIPI GENERALI DEI METODI SFIGMOGRAFICI PER LA DETERMINAZlONE DELLA GETTATA SISTOLICA.

I metodi sfigmografici di determinazione della gettata sistolica nell ' uomo hann o formato oggetto recentemente di due ampie mon ografìe di W czler e Boger (4) e di von Recklingh ausen (5); i loro princìpi fondamentali sono

DIR EZ IONE G.E:-\ERAL E D! SAN ITA' MILITARE Laboratorio di Biologia FiJiopotologia

stati esposti c di sc ussi dal Pupilli (6) e dal P inotti (7) e sottoposti ad un a cnt ica serrata per opera di A pé ri a ( r, 2 , 3).

L'esi sten za di queste r iviste sinte tiche ci esime d a una esposi zi one dettagli a t a della letter atura. Per tale motivo non ci occupere m o òei procedimenti di Bazett , von R rc klin g h:lUsen e A péria e tratt ere m o so lo dci m etodi di Bromser e R anke e di Wez l er c Boger, co me qu elli c he h an no trovato più larga diffusione ne l le incbgini di fisiol ogia e pato logia umana. L e n os tre rice rdh c del resto hann o i nt er essato unicamen te i princìpi emodi nam ic i e l' esec u zione pr atic a di questi d ue so li metodi sfigmog rafi:i.

Il seg m ento del sistema a rterios o che iucomincia a livell o delle valvol e aortiche c termina a un livello imprecisato in corrispondenza dei vari tronchi nati dall'aorta presenta una funzione particolare, che ri corda quella dell a camera d'aria (Windkessel) Ji un a pompa. << Scopo di entrambi gli strumenti è che il liquido scorra ininte rr ottamente. Ciò è otten uto in a mbedue i casi grazie al fatto che ad ogni pressione della p omp a non solamente il liquido ? sospinto in avan ti , m a altresì vie ne mes.<io in tensione un corpo elastico; il qu ale a sua volta preme sul liq uid o e continua a sospingerlo innanzi, qu an do la pomp a s tessa non esercita p ressione alcuna. Questo corpo elastico nel caso delle arterie è la loro parete el astica, nel caso deUa pompa è l'ari a che si trova nella ca m era a l di sop ra del l 'acqua l) (Weber, r827; cfr. 4, p ag . 307).

Il m antice [ I l può quindi esse re considerato co me un recip iente a pare t i elastic he inter calato fra il ven tri co lo sinistro e il sistema d elle a rteriole c de i capi ll a r i. Dur:mte il periodo di efflusso sistolito il mantice arterioso r icev e più sang u e dal cu ore (osti o cardiaco) c he non ne cede alle arteri ole e ai capillar i (os ti o periferi co); d 1 conseg uen za il s u o volume a umenta cd au menta pure la tensione delle pareti clastiche delle gra ndi arterie. Durante la di astole il sangue continua a d efl ui re dall ' ostia per iferico e a ll'iniz io della nuova sisto le, se si è in condizioni d ' equi l ib r io, il volume del manti ce arterioso è ritornato di nu ovo qu al'era in precedenza E ' dhiaro che l a getta ta sis t oli ca (Vs) si com pone di due parti : del volume di sangue che esce dall'estremità del mantice arteri oso durante il pe r iodo d ell ' efflusso sisto li co (volume di scorrimento sistolico: sys t o lisc hes Durchflussvolume n) e del vo lum e (V.) di sangu e che es ce durante la diast o le, ann ullando l' a umen to sistol ico d i volu m e del manti ce ar t erioso (volume d ' acc umul o : Speicbervolumen).

x) Vs = V. + V !

E' chiaro che se ci ri esce di determinare l' aumento di volume del mantice arter ioso durante Ja sistole, e se conosciamo qu al 'è i l r apporto fr a il volume d 'acc um olo c la getta t a sist ol ica , possiamo ca lc olare indirettamente que-

f•J Il tl'rn11r.c « Win dkessd » è tradotto m i talt a no con " sej!m c nto arterioso d'amplia· :>.ione • ( Pupill i, 6) c •• r iscrv 1 ciastic:t • (!'10 t• t CÌ, i); il termi n e di cc mantice arterioso », per qu a nt o forse nwnn rtg->row, h n un \':tiMc i<k:t 11 vo pì •'t immcclia to,

34 4

st ' ultimo valore. I m etodi per la d cte rm in nion e sfìg m og r.tfi ca della gettata sistolica c he d ac-: ingiam o a prendere in es a me si hasano :-tppunto su qu es to . . . prmc1p10.

Ricerche ana to mi c he dimostr:mo c he i l r apporto fra la sez ion e del l ' aorta ascenden te e 1:1 som m a de ll e sezioni dei r a mi nati dall'aorta è u g uale a ll ' un ità. Di co nseguenza il m a ntice arteri oso può essere consi d era to come un cilindro, il cui volume (V) è dato dal prodotto dell a lun ghezza (L) per l' area di sezione dell 'aorta asce nd e nte (Q). Il volume d 'acc umul o (V,) sarà quindi dat o d al prodotto di L per .lQ , c h e è l 'a um en t o c he subisce la sezione dell ' aort a dur a nte b sistole.

2) V, - .l Q · L

Calcol iamo innanzitutto 6. Q. Seguendo Fran k possiamo le proprietà elastiche del a rteri O'ìo co l coefficient e di ebs ti cità di volum e E'

3) E' .l P .lV

ove 6. P è l 'a umento d i pressione c h e viene prodotto nel mantice a rterioso d a un aumento di volum e .l V. Il m od ul o d i el asticità di vol um e 'l del m a ntice è all ora da:

'1 = E' . V.

Ora, secondo Fr a nk , si può a.pplicare per la determinazi one di le m odul o la n o ta f ormula :

5) "· = o • a=

ove p è il pes o s pecifico del sa ngu e e a è la ve locità dell' onda s fìgmi ca Da 3) , 4), 5) si deriva allora la:

6) . M a se si considera cos tant e [:1 lungh ezza L del m antice arterioso, si può sc nvcr e:

7) ?. Q

da cui si rica va : 8) !lQ = .lP·Q.

? (1 -.:

P oid1è 6. P è l a pressione differenziale (Pmx-P ...,), Q si ri cava da t.tbd le c;tatis tiche di Suter , p. = r,oo ed a si deter min a facilmente misurando il ri-

345

tardo di tempo Il t che separa l'onda sfìgmica del polso centrale (p. es. carotide o) da quella del polso periferico (p. es . femorale), è possibile mediante la formula 8) ricavare il valore di mediante un ' analisi sfigrnografi.ca accoppiata a una semplice determinazione di pressione arteriosa .

Veniamo ora al valore di L. La determinazione dell a lunghezza del mantice arterioso è stata sorgente di maggiori controversie.

Bromser e Ran ke ammettono che

9) L = K·S·a

ove S è l a durata della sistole c K è un coofficiente inferiore a 1. Durante la sistole l'onda progredisce ad una velocità a per un tratto S · a; la lunghezza del mantice arterioso è solo una frazione di questo tratto , a causa delle riflessioni che subisce l'ond a sfigmica. Riunendo la 2), la 8) e la 9) avremo quindi:

IO) ùf .·Q · S V, = K. ----F • a

Wezler e Boger seguono un a via diversa. Essi ammettono, per ragioni che disc uteremo più sotto, che a·T

11) L =--4 ave T è la durata delb cosidetta oscillazione fondamentale (Gmndschwinkung). Secondo gli Aa. T rappresenterebbe il periodo dell'onda stazion aria che si forma d all'interfer enza dell'onda centrifuga con quella prodotta chi fenomeni di riflessi one che si hanno all'estremità periferica del manti ce arterioso.

Dalla 2), daU'8) e dalla n) si ric ava allora:

r2)

b.P·Q T·a ùP·Q·1 VI = - - ----F • a= 4 4 · F · a

Conosciuto V, , si tratt a di risalire al valore di Vs ; è necessario a tale v. scopo conoscere il valore del quoziente • Vs

Bromser e Rankc ammettono che la velocità di deflusso del sangue dal m antice arterioso sia costante durante la sistole e l a diastole; ne consegue dbe

I3) t V.; = V, .D

ove t è la durata complessiva della ri voluzion e cardiaca e D è la durata della diastole. Sostituendo nella 13) il valore di V, - IO), si ha: ò.p . Q . s . t Vs = K . -'-------

• a · D

ç

La 14) ha solo valore approssimativo, giacchè è impossibile che la velocità di deflusso sanguigno sia costante per tutta la durata del polso. L 'errore può però essere eliminato introducendo un fattore di correzione che, conglobato a K , dà origine ad una nuova costante Z.

Z · 6.P ·Q · S · t

Vs = p • a · D

La 15) è appunto la formula definitiva di Bromser e Ranke per il ca lcolo deiJa gettata sistolica.

Wezler e Boger invece partono da premesse diverse. D alla integrazione delle aree sistoliche e diastoliche delle curve del polso centrale, essi giungono alla conclusione che:

Vs = 2 V •.

Dalla 12) e dalla 16) ricavano allora:

:lP . Q

Vs = T 2 ? · a

che è la formula di Wezler e Boger per il calcolo della gettata sistolica.

II.- CRITICA DEI METODI

SFIGMOGRAFICI PER LA DETERMI NAZIONE DELLA GETIATA SISTOLICA.

I metodi esposti al paragrafo precedente sono basati su un certo numero di ipotesi, intese a semplificare relazioni emodinamidhe assai comp lesse. E' ch1aro che ciascuna di queste semplificazioni può forma re oggetto di critica (cf r. Apéria, x). Non sarebbe giusto però ignorare che i metodi hann o dato buona prova, almen o in particolari condizioni. Così Wezler e Thauer (8) hanno determinato la gettata sistolica nel cane seguendo il principio di Fick (misura del consumo di 02 e delb differenza artero-venosa) e coi metodi sfigmografici , trovando r isultati concordanti; M atthes (9) è giunto ad analoghe conclusioni misurando parallelamente nell'uomo la gettata sistolica coi metodi sfigm ografici e col metodo all ' acetilene.

[n realtà tutti i metodi di misura della gettata sistolic a nell'uomo, quelli gassometrici non esclusi, presentano notevoli cause d'errore. Sarebbe quindi sbagliato scartare a priori i metodi sfigmografici perchè basati su ipotesi emodinamiche troppo sdhematiche o per chè fanno ricorso all'ausilio di dati statistici nella determin azione della sezione dell ' aorta. Il problema è piuttosto quello di vedere se i metodi sfigmografìci sono o no basati su principi almeno approssimativa mente validi c se ta le validità è o no di caro:1ttere genera le. Occorre quindi restringere l'indagine a quei punti che oc cupano una posi-

347

zione c hiave nei fonJamentì teorici del metodo e saggiare tali punti in svariate condizioni sperimentali.

Ci sembra che gli argomenti più suscettibili di controversia siano la deVa terminazione della lunghez za L del mantice arterioso c del quoziente Vs

[ra volume J'accumulo e gettata sistolica. Nei lo r o riguardi, deJ resto, i pr ocedimenti di Wc z ler c Boger dtvergono da quelli di Bromser e Ranke.

Consideriamo innanzi tutto la determinazi o ne di L. E ' chiaro che la difficoltà consiste nel precisare il punto ove il sistema arterioso cessa di funzionare da m:mticc. Wez ler e BOger, svilupp a ndo c oncetti introdotti da Frank , pensano che t ale punto coincida con quello in cui avviene la riflessione principale <.kll' on da sfìgmica. Esso ùovrebbc quindi tronrsi in corrispondenza di ramificazioni del tronco arterioso o di brus che variazioni dell'elasticità delle sue pareti. La rifl essione deve p o rtare a fenomeni di interferenza fra l 'onda n o rmale e l'onda reflua principale e quindi alla form azione di onde stazionarie. Ciò sarebbe appunto dimostrato da Frank e (cfr. 4). La prova fondamentale in f avore dell'esistenza di onde stazionarie sarebbe data dal fatto che per esse vale, in una stessa persona e nell'ambito del mantice arterioso, la relazione seguente:

t8) ,, = a T = cost.

ove ì. è la lungh ezza dell'onda stazionaria, a è la velocità dell'onda sfìgmica, T è la durata della oscillazione fondamentale (Grundschwinkung) dci sistema arterioso. Dunque ì. è un valore che si può ricavare immediatamente da due dati dello sfigmogr a mm a (a , 7); è c!hìaro che se À è in un ra pporto costante con L , è p ossibt le ricavare con metodi puramente sfigmola lunghez za del manti ce arterioso (L).

Frank e su ::cessivamente We zler e Boger (4) hanno seguit o questa vj a . E' noto che in una canna esiste un r a pporto costante fra À e L. Se

alle due estre mità vigano le stesse con di zioni di riflessione si ha L =2 (caso di una canna aperta o chiusa ad ambo l e estremità); se vigano diverse condiz ioni di riflessione (caso di una canna chjusa ad un estremo solo) si h a

L = . Frank pensa clhe sia L =- ; \Vezle r c Boger, che introdussero 4 2

per primi il metodo di misurare T sulla fem o rale invece che sulla ì.

pensano invece che L =. Infatti da misure eseguite risulta che in base ), 4

a L =, l" estremità del mantice arterioso viene a trovarsi nel territ orio 4

dell'arteria iliaca. Proprio là dove la parete arteriosa passa dal tipo elasti co a quello musc olare (Benningh of, 10); e là dove si ha un brus :o aumento

À
À À

della velocità d eU 'onda sligmica, che in seguit o si ma ntiene relativamente costante (Gauer, II). I n corrispondenza dell'arteria iliaca si avrebbero quindi le condizioni idea li per la realizzazione del fenomeno della ri flessione.

E' chiaro che nel procedimento di Wezler e Bog cr o ccorre fare u na netta distinzione fra ciò che è d a to sper iment:tle da ciò che è ipotesi, più o meno suffragata da dati indiretti. a · T è indubbiamente un dato spe rimentale, qualunque sia l'interpretazioue dhe si voglia dare a questo valore; però esso si può interpretare come un:1 ben definita lunghezza d'onda solo se l 'oscillazione fondamentale da cui si ricava il periodo T è di forma sinusoidale e se si considera a = cost. (a parità di condizioni) per tutto il m antice arterioso. Vedremo ch e nessuna di tutte queste premesse si verilic:1 pien amente. Ma :mche risolta questa difficoltà. la natura stazionaria dell ' onda

c l'esistenza di un r;lpporto L = - restano so lo delle ipotesi suffragate, m a

n on dimostrate, d a dati indiretti

Bromscr e R anke seguono un a via dd tutto diversa. Per essi la lunghezza L del mantice art erioso è data da l tragitto a · S che co m pie l'onda sligmica durante il periodo di efflusso sisto[jco. Senonchè a · S non può rappresentare la lungh ezza del mantice, almeno nell'uomo, perchè il suo valore su pera la lunghezza di tutto il sistema arterioso. La lunghezza de l mantice arterioso (L) deve esse re q uindi una frazione di a · S. Ciò non impedisce

' l l l di . l dh . s . (l Q

1 ca co o, a con zwne natura mente e sJa L = cast. uesto appunto

è sostenuto d:1 Bromser e R an ke. Essi :tffer m ano che nell ' uomo si ha S·a in qu anto l' onda sligmica r iflessa è già ri tornata al cuor e alla --= 2) L

fine della sistole e quindi h a percorso u n tratto S · a pari al doppio della lunghezza del mantice arterioso. Me dia n te ricerche su anima li nei qu al i a l posto del cuore era stata posta un a macchina puls a nte Bromser e colbbora t ori (cfr. 4) hanno ce rcato poi ult eriormente di precisare, in via sperimenta le m a S · a con un procedimento indiretto, il valo re dJ . Concludendo per Bro mser

c R anke L = K . S . a, ove K è una costante inferiore a r. Anche per la for mula di Bromser c Ranke oc corre ben scevera re i dati di fatto dalle ipotesi. S · a è un dato sperimentale (per quanto a sia solo una med ia, non essendo questo valore costante nei vari seg m enti arteriosi c he costituiscono il mantice). In vece il valore di K e sopratutto l a sua cost:mza sono solamente de lle ipotesi; suffr:tgate da d ati indiretti. non tutti ordanti fra di loro.

Rimane o ra da pigliare in esame il rapporto -' Vs

34 9
ì
4
L
v

Si è visto che Bromser e Ranke presuppongono costante il deflusso sanguigno ne ll a sistole e nella diastole, il che del resto è la premessa necessaria per la validità della formula: t xD

da loro prescelta. Questa costanza .ài deflusso non è però dimostrata; essa anzi non è neppure verosimile, almeno in ogni caso. L'errore che viene fatto a

0,20 sec. V

è però considerato (pure arbitrariamente) costante e conglobato con K nel fattore Z.

. La formula di W ez ler e Boger : Vs = 2 V,

è basata per l'uomo sul fatto che il rapporto fra l'area sistolica e l 'area diastolica del polso centrale è approssimativamente ugu ale a I. Ora, a parità di resistenza perifc;rica, il deflusso sanguigno deve essere proporzionale all'integrale della pressione in funzione del tempo; il minore valore della pressione diastolica è appunto compensato dalla maggiore durata della diastole dimodochè il volume di scorrimento dovrebbe essere pressochè uguale al volu me d'accumolo.

Indubbiamente questi dati di Wezler c Boger !hanno un significato non trascurabile , se si a mmette come dimostrata la costanza delle resistenze periferiche. M a anche se si concede questo fatto non mancano i motivi di dub-

350
Fig. 1 - a. - Sfigmogramma carotideo in clinostatismo. Tempo, o,2o sec. Fig. 1 • b . - Sfigmogramma carotideo in ortostati· smo. Si noti l 'acco rciamento della durata del poi· s so (t) c la variazione del rapporto. Tempo

bio. Ci si può chiedere anzitutto se il metodo di registrazione ci permette di dire che l'area de l polso corrisponde veramente all ' integ rale della pressi one in funzione del tempo in corrisp ondenza dell'arteria regi strata; subordinatamente ci si può domandare se tale integrale cordsponde a quella dell'intiero m an tìce arterioso; da ultimo è lecito pensare che l 'esistenza di un v ra-pporto r : I per il quoziente1 , anche se è consi derata come dimostrata

jn condizioni basali, non si possa estendere a priori ad altre condizioni. Basti pensare dhe ogni acc eler azione della frequen za cardiaca è accompagnata

da una modifica z i one del rapporto - > e quindi del r appo rto f'ra durata

della sistole e dura ta della di astole (cfr. fig. r).

II I. - PIANO DELLA RICERCA .

Ci siamo proposti di controllare i metodi sfig mogr afici di Bromser e R anke e di Wezler e Boger nei l oro principi emodinamici e nei risultati globali da essi forniti.

Abbiamo limit at o il controllo dei principi emodinamici a i due punti fondamenta li che abbia m o esposto al paragrafo precedente: determinazione

d i L e del quoziente - Per la determinazione di L abbiamo seguito il V s À procedimento di W ezler e Boger (L = - ) e di Bromser e Ranke 4 (L = K · S · a); a bbia mo p oi confrontato i due procedimenti calcolando il S . a V 1 V 1 quoziente . Per il controllo del rapporto - e quindi del quoziente)-/ 4 V2 Vs abbiamo misurato con un integrafo le a ree sistoliche e dias t ol idhe del polso

sist r centrale; e calcolato in base :a questi dati il rapporto fr a e J •

Già Wez ler e Boger (12, 13) avevano eseguito queste misure sull ' uomo. s . a ; ·sisl

di3sl I dati .da loro ottenuti per e per il rapporto fra pdl e pdt r igua r)..j 4 o o dano però solamente individui in condizioni bas ali di circ olo; vicevers a essi ).. hanno determinato il valore di - anche dopo vari .interventi farmacologici 4 (iniezioni di simpaticomimetici etc.) suscettibili di variare in m isura l a circolazione.

Il nostro punto di partenza è stato d iff erente Ci siamo proposti di stud iare sistematìcamente le variazioni dei valori d ianz i ricord ati col passaggio

35 1
v2
s
t
v,
f
!:

dal cl in o- E ' noto che tole passaggio determina una notevole variazione della circ olazione (l e tter a tura c metodi d'indagine in R izzo, 22).

Questa si manifesta con un aumento della frequenza del polso, una notevole diminuzi one delb gett a ta sistolica e una diminuzione minore del volume minuto; questa ultima determina a sua volta un aumento della differenza <t rtero- venosa (cfr. Christensen, 14). C ol dal cline- all ' ortostatism o è possibile quindi , nello spazio di pochi se condi , variare in via puramente fisiologica e in modo perfettamente reversibile la circolazione; e saggiare in tal guisa i principi cmodinamici delle formule in esame. E' chiaro inbtti

che se il rapp orto - viene a variare in misura apprezzabile, la formula di

Wezler e Boger non può avere validità generale. Se poi L varia, ciò può essere indubbiamente l'espressi one di un fenomeno fisiologico (variazione ortostatica delb lunghezza effettiva del mantice arterioso); ma in tal caso, se en-

tr a mbi i procedimenti sono esat6, deve rimanere costante il qu oziente S . a ). ; 4

Un contr o llo dei valori gl obali ottenu ti coi m etodi in esame non può essere fatto in via puramente sfigmografica. Occorre infatti controlla r e i dati ottenuti con procedimenti gassometrici. Nel presente lavoro ci siamo limitati a determinare il consumo di 0 2, la prod u zione di co2 e la superficie corporea; e a calcolare il Q. R. e le calori,: prodotte in condizioni basali. Ese· g uita poi, a breve distanza di tempo e nelle identiche condizioni, la determinazione sfigmografica del volume minuto, si calcolavano in base a tali risul tati l'indice cardiaco e la differenza artero-venCYSa, i cui valori oscil l ano entro lim iti relativamente ri st r etti in condizioni normali (c&. Cbristensen , r8 ; Wezler e Boger, 4).

L'altra via per un controllo dei metodi sfigmografici è quella di determinare parallelamente il volume minuto col metodo all'aceti len e. Tale ricerca è stata più volte fatta (l etteratura in Wezler e Boger, 4); delle ricerche r ecenti ricordiamo quelle di Matthes, favorevoli ai metodi sfigmografici, e quelle di A péria, nettamente sfavorevoli. E ' intenzione, data questa contradditorietà di risultati, dì eseguire in uo secondo tempo controlli del genere, estendendoli anclhe a individui in I V. - TECN ICA.

Le ricerche sono state eseguite su uomini, in genere d.ai 20 ai 30 anni, ch e si tr ovavano a digiuno da 12 ore. I soggetti venivano sul tavolo di Viob c lasciati quivi a per 30 minuti. Quindi si registravano si multan eament e gli sfìgm ogrammi clellc arterie carotide e femorale, e si determinava l a prcsmassima e minima in corrispondenza dcii 'arteria ornerai e; la

3 -., )-
v.
V :

nazion e della pressione veniva fa t ta co l m etodo di K orotk off, us ando u n manometro R iv a-Rocc i . Le s t esse ricer che venivano poi rip etute pon endo l ' indivi duo in ortos t atism o medi ant e una rota z ione di 90° impressn al tavolo di V i ola.

Gll sfi gmogr ammi veniv an o reg is t rati otti camente, con manometr i di Fran ck. Questi erano coll eg a ti , mediante tub i di gomma di eguale lu ng b ez-

l' ag. l. · S/tgmogJamma carot ul.:v (a) fcmorrttc (l>) Tempo 0,20 sec

Su l della fcmorn lc c indicata la d u rata dclb u osci llazio ne lon da m c ntalc » (T)

r.he q d31 primo :li secondo dello .figmo)!ramn1a rimrdo tra l o sfigmogr-:a mm a c:aro u ,Jco c qudlo femorale è: misu r :Ho d.all'intcrv.allo da : cmpo ( D. t) che passa tra d ue p u nti si !Unti in corri spo nùcn7-1 del l 'unio ne f r a i + mpcriori cd jl dci tra tti

:a scen den ti dci polsi ccn u al c c pcrifcrÌj;:O. L a uur:ua t otale del polso (t) è stata m isurata prendendo come punw di rife r imento l 'inillio d!d poi>O centrale.

za e d i egual spessore ad imbut ini di vetr o, c he venivan o app l ica ti nel p unto o ve le pul sazioni erano meglio avvertite. Gli imbutini veniva no applicati abb astanza fortemen t e ::di a cute m edi ante ap p osite c.i nghie, in m odo da ev itare l a registr azione si m ulta !1ea del fl ebogr:tmma.

:l - Giornale di

353

Diverse prove di controllo ·pe rmettevano di assicura rsi ogni volta della bontà dell'appar ecchia tur a. Il procedimento migliore è quello di collegare medi ante un tubo ad y l o stesso imbutino alle due capsul e manometriche :

Il limite di tra sis to le e diastole è rappresentato dalla incisura (i). Secondo Wc:zlcr c Tbaucr si è preso come riferimento il punto più basso ddl'incisura, che è delimitabile in ogni ,aso. Con ciò la durar.t di S viene ad essere lievemente superiore dd reale.

Sul $CCOndo polso è rappresentato il procedimento di W e?.lcr v c Bogcr per la misura del quoziente - ' Questo viene determinato integrando l'area v

ststo '= tasto •c:a e poso centra c ; st ottengono m t•u m o 1 va on 1

l" d ' l' d l l l 2 • - ' od l d'J sist. J diast.

Nel P• im o poho tal e misun non stata eseguibi le pcrcbè l'inizio c b fine non si trovano sulla linea orizzomalc.

si devono ottenere in tal modo due traccia ti nei quali i punti caratteris tici sono perfettamente sincroni (fig. 4-a). N on importa> ai fini di ottenere qu esto risultato, dhe l a sensibilità d ei du e manometr i ottic i sia ugua l e; è necessario invec e che siano rigora>a ment e ugual i i tubi di gomma che servono

354
Fig. 3· - S/igmogramma , arotidco Tempo 0,20 sec.

ca r mid co in clino>tatismo; registrato dallo stesso punto, con due manometri di diversa sensibi lità Si noti l 'equiva lenza dci due tracciati. Tempo o,zo sec.

Fig. 4 -b Sfigmogramma del! , carotide (a) e della succlavia (b), ir: clinostatismo, a dimostrazione dell'cquivalenz.1 dci due polsi centrali. Tempo 0,:10 sec.

Fig. l ''· - Sligmogramma della succlavi -1 (a) e della femorale (b), al triangolo di Scarpa, in dioostlltismo. Tempo 0,20 sec.

355
Fig. 4·3. Sfigmogramma

per le connessioni c cl1e non siano applicate pinze a pressione su l'uno o sull'altro. Un altro utile con t rollo consiste nel mettere .in rapporto i due manometri con due arterie simmetriche (le due carotidi o le due femorali); anche in tal caso le misure devono portnre agli stessi risultati.

Nelle figg. 2 e 3 è riportato un frammento di trac cia to, da cui si può avere un esempio delle misure che venivano eseguite ad ogni prova. l va lo ri determinati sono a, T, S, D c t. Il metcdo per la determinazione di ciascuno di essi è dato qui appresso, ed è uguale a quello usato da Wezler e Boger. a la velocità di propagazione dell'onda sfigmica, espressa in cm /sec E' noto che questa velocità va ri a nei diversi segmenti arteriosi , avendo i valori minimi nell'aorta ascendente, medi nell 'ao rta discendente, massimi nelle arterie degli :uti (Bczett e coli., 19; Gauer, 20). Il valore di a da noi misurato è quindi una media. Se è il ritardo fra il polso carotideo e quell o femorale, espresso in sec, se L è il maggior per corso dell'onda sfi grnica fem ora le rispetto a quella carotldca, si ha a =

. ln pratica tl.t si misura

pigliando l 'in tervallo fra due punti situati in corrispondenza dell'unione fra i 4/5 superiori e il r/s inferiore del tratto ascendente degli sfigmog ramm i carotidei e femorali. L si determina misurando il tratto che va dalla fossa del giugulo all'ombelico, aggiungendo ad esso il tratto che va dall'ombelico al punto ove si è registrato lo s6gmogramma dell'arteria femorale, e sottraendo il tratto che va dal giugulo al punto ove si è registrato lo sfìgm ogramma carotideo.

T è la durata della cosidetta <c oscillazione fondamentale » (Grundschwinkung) espressa in secondi; si ottiene mi surando l 'intervallo fra il primo e secondo m assi mo dello sfigmogramma femorale. Abbiamo potut o confermare l 'osse rvazione di Wezler e Boger (4) secondo la quale T h a l o stesso valore sullo della succlavia e su quello della femorale.

S è la durata della sistole, o più esattamente dell'efflusso sistolico ( « Austreibungszeit » degli AA. tedeschi). Si misura determinando la distanza fra l'inizio dello sfigmogramma carotideo e l 'incisura corrispondente alb eh i usura delle val vo le aortiche. E' opportuno seguire 1a tecnica di W ezler c Boger e pigliare come riferimento il punto più basso dell'incisu ra; con ciò la determinazione è res a molto più sicura, anche se si compie un piccol o errore, d ov uto al fatto che la sistole termin a in r ealtà quando inizia la brusca discesa che porta alla formazione dell ' incisura. Registrando simult:meamcnte gli sfigmogrammi carotideo e dell'arteria succlavia (fig. 4) abbiamo potuto accertarci della loro equivalenza; abbiamo di conseguenza utili zz:lto co me « polso centrale 11 quell o della carotide, m o lto più facile ad attenersi.

D è b durata della va mi surata dall'incisura allo inizio delb pulsazione c;tr otide:t successiva. t = S + D è la durata del polso. S, D e t

_!:_
357 T abella l VAR I AZ I ON I a T CLINO-A LL 'O RT OSTATISMO D I COL PASS :\GGlO 0 -\L 4 -OI.\IINU · l 1 CL IN OSTATI SMO O RT OST ATI S,\\ 0 Z IONE % di N O M E l l }. T ì. À T ). }. a 4 -l 4 V. G. 5 2 7 46 2 2 43 6o 736 " 25! 185 .. 6 2J,3 1 M . R. l 6p 4 297 H i l9 35-1 25 -! I>J '4,8 3 C. D. 742 4 1i J09 77 6;6 ' 2 49 ! 6 8 4 2 -15·5 .. M. L. 66z · s-z 6 :H8 S; s;s :;o6 2 \)8 o; .23 5 V. R. ] 1 2 ·.u 6 J IO 77 1020 'J$ z 28 8 /2 6, ,. 6 G. A. so ,. '3 41 21.> 8 67 9 19 265 2.+J 6o 10,4 7 F. G. SJO ' -!56 2.p 6o 610 l ' 334 204 51 •s ,o ' 8 L. 733 ' 4 99 375 9' ' ; 6 5 4 24 2 185 .j 6 49·5 9 P. G. 61 4 372 57 6 a 2!)6 18 -j -j 6 1 9,3 IO c. w. .j 68 '375 175 4J 530 l '30-1 16 1 -jO 6,9 Il D. M. 6 76 331 226 ' s 6 i 57 l ' 197 1-! 9 3 7 33,9 1 2 R. A. ;,·6o ' 399 Z2 J 55 (, i ' 31 -1 209 51 5.-! I J S. C. sos '396 255 6:; 666 'J..t 9 2 19 54 1-j ,Z l i F. A. ' 40 -! 2J 4 6:; - 16 l ·:;..ro u8 57 9o 5 l l 15 C. P. 6oz 'H6 z68 n- ;o8 l ·8z; 231 57 17,8 l J6 O. M 625 ' 407 254 6:; ·-o l ;,, zl> ; 16 ·' -jO J6 ,s '7 B. G. 65-1 406 ..r6s 6 1 i 35 '217 15 \1 39 36,0 18 M M. 6.j6 ' 458 296 H 930 '284 z6.; 6;, 12,1 19 P. G. 7>15 '31 4 241 6o 6q 5 '228 I SS 39 35,0 20 E. M. 66J '465 3°7 77 712 ' 27 2 19 4 .j8 37,8 21 P. G. 752 ·sos :;So ss 4() 0 '28 0 118 32 6z, 4 Mz4 ,4 c M 13,3 6ll M o.s i

sono espressi in secondi. La frequenza è naturalmente data da

Non in tutti gli sfigmogrammi S e sopratutto T sono misurabili con esattezza. Nelle tabelle l-III sono riuniti solamente i casi in cui entrambi le misure erano possibili.

A scopo di controllo è stata poi calcolata, secondo le formule di Bromser e Ranke e di Wezler e Boger, la gettata sistolica (V s) e il volume minuto (Vm). All ' uopo era necessario sol::tmente determinare i valori di Z, t', Q e ù.p. La di Bromser e Rankc Z era presa uguale 0,5 , seguendo Wezler e Boger ; p era preso uguale a r,o6. Q veniva calcolato su un diagramma ca>truito da Wezler e Boger (4) coi dati statistici di Suter. tl.p veniva espresso in dine/cmq, e ottenuto moltiplicando la pressione differenziale (espressa in cm Hg) per 13,6 e per 98r.

Negli stessi individui veniva poi determinata , immediatamente prima di iniziare l 'in dagine sfigmografica, il metabolismo basale mediante l'apparecchio di Melli. Si otteneva io t a l modo il consumo di O,, la produzione di C02 e il Q. R.; a fine esperimento si determinavano il peso e l ' altezza e si ricavava da questi due dati il valore d'ella superficie corporea.

In passesso di tutti questi dati si procedeva al calcolo dell 'ind ice cardiaco (i. c.),

volume min. (litri)

l. c. = superf. corporea (mq)

tl cui valore è in condizioni normali 2.2 + 0,3 (Grollman, r6)

Si determinava anche il quoziente

Cal orie prodotte nelle 24 ore

Volume minuto (litri)

che è uguale a 367 + 12 % in condizioni normali (Wezler e Boger , 4).

Infine s1 calcolava la differenza artero-vena;a, corrispondente al quoziente:

consumo di 0 2 pro min (cc)

vol. min. (litri)

che è pari in media a 52,5, in condizioni normali (W ezler e Boger, 4).

a·T

V - VARIAZIONI DI COL PASSAGGIO DAL CLINO-ALL'ORTOSTATISMO · 4

Nella tabella I sono i valori di a (cm lsec), a · T (cm) e di 2._ 4

che secondo Wezler e Boger r app resenta la lunghezza effettiva L del mantice arterioso.

6o F =t

F;g. 5-a. · StigmogrJmma c:Jrotidco (a) c ( b) in clinos rati,mo. Tempo o,zo sec .

Fig. o;-b. - Stigmognmma carotideo (a) e femorale {b) in ortr>mtumo. Si noli, nei çonfronli dello sfigmogrammJ A, la diminuzione della dd p<>lso ( t) , do,•ura al!'accder:u.ionc orrostarica ddla frequen7..a cardiaça: la dimiouziwe di T (oodarmuuic) c di 6. t (ritardo dd polso periferico risp:tto a quello cc•Hralc). Da pure la diminuzione ddl':tmptczza ddle puEsazioni, piu e'·idtnrc sulla frrr. orak che l tra:ci ,ti A c B !ono st.tti presi alla distanzn di un minuto, mantenendo inalterata In scnsibiliù sistemi di rcgistrnionc.

F ig. 5-c. - <;figmogramma caro rideo (a) (h) in dinostarismo. Il tracciato è stato preso 30 sec. dopo B. 15 dopo il passaggio in ortostatismo. Notare che l'ampiezza delle pulsnio n i è ancora maggiore che in a.

b .. .. .. "
"
(\
n
Il

Risulta chiaramente dalla tabella che tale lunghezza, calcolata secondo W czlcr e Boger, varia col pass;Jggio dal clino-all 'o rtostatismo. A parità di tutte le altre condizioni, si osserv a che la lunghezza è sempre minore in ortostatismo (cfr. fig . 5). Il valore medio (M) della diminuzione ortostatica di

L è pa ri al 24 %; ma si hanno scarti n ote vo li da questo valore. b deviazione media essendo pari a r3.3 e il quoziente M essendo uguale a 0,54 ·

S · a

VI. - IL QUOZIENT E IN CLINO- E IN ORTOSTATISMO. i- / 4

Si è visto cibe secondo Bromser c Ranke si ha:

L = K·S a

Secondo Wezler e Boger .invece:

L = _!:_ 4

Entrambi i metodi di determinazione di L portano a valori sufficientemente esatti di gettata sistolica, in condizioni b,1sali; almeno secondo le ricerche di M a tthcs (9) sull'uomo e d i Wezlcr e Th aucr (8) sugli animali. Se entrambe le formule predette sono esatte d ovremmo ave re:

S · a I --- -

ì-/ 4 R

ove K -= cost. E ' <Uuaro che se le varinioni di L osservate col passagg io dal clino-all ' ortostatismo sono l'espressione di un fatto fisiologico, ed i metodi restano appHcabili in ortostatismo, il valore di K non dovrebbe variare. Un cambiamento notevole di K dovrebbe significare che almeno l'uno o l'altro dei due procedimenti non risponde più.

S·a

In clinostatismo il r apporto ì./ 4 è in media pari a 2,81; il che concorda in modo rimarchevole col valore (2,80) trovato da W ez le r e Boger. In ortostatismo in vece si h a (in medi a) :

S · a ). j 4 con un aumento del rg,2 rispetto :t i cl inosta tismo (cfr. tab. II). L 'aumento è apprezzabile; è opportuno però rilev a re che gli scarti sono notevoli , specialmente in ortostatismo. La deviazione media è infatti 0,23 in clinostati.l M roo smo e 0, 56 in ortostatismo; il qu oziente è 8,15 nel primo caso, M

IN CLINO- E I N ORTOSTATISMO.

l l l l l ' l l
QUOZIENTE
rUNO>;TATISMO NOME l I T· :·/ l s Tl l l l l l R. 1>5 2 . 3 '71' -15.5 JO'i 297 1 i -1 ,., 1.,,,(' l :z 1C. D. 2JJ J09 7i l l l 3 1 V. R. 712 1'26<1 'i.ìù 191 JIO il l So; 'Zi'i i. J-! 1 4 G. A. • 9K 2(.18 67 s ' F. G. •j:6 z.p 1 6o SJO ' 4 5b 17 3 6 l '13-1 • 300 161> 213 1 5J G. A. 712 ZJ6 1 J65 1 91 7 L. N. 733 • 3ZJ . 4911 • c. w. ·''T'J"' ,. ! 109 175 43 9 1 0. M 16;6 .,ii ·334 l 187 226 s6 l IO , R. A .)bO • 2{tCJ • J<Jtl 1.)0 55 l l c. sos . 2 77 39'' l .ì9 255 6J l l 12 F. A. .582 · z .;Il ,.o,. 1.)0 2Ji 6.; l l B. G. ' 40 6 I J 05-1 • 291 19C. 26 5 61 l l l , 1 M M 646 '3 1!i ' 458 203 2<lll i4 l l l 1'5 E. M 6bj,'3i 4 ' 465 2-j] , JO'i l i7 P. G. 7-15 t' 2 JS '32-! 175 2-11 1 6o 16 l l'7 M. L 662 , JhJ • 5 z(t i;l-j8 871 1 '8 P. G. 75 2 ',114 ' SC>S 2 ;6 380 s.- 1 l . l l l Tabella
S·a IL
À/ 4
Il
l ORTOSTATISMO Sa Sa 2 s T s. T al 7'9 291 '3.54 Zl2 254 ,6.,; 3,37 J,OJ 676 ' 2 35 ' 24 fl •.;8 • 68 ·12 J,;ti 2d8 1010 '219 ·z8z i2 J, ll l 2,95 91CJ z6s 1 17 24,1 , 60 J 1ltz 2,88 610 zH '33-1 204 204 5 l ì.99 3 1 l.jO '2'12 270 "'l, ., -!, h8 ;6.; 2 .)9 '24 1 1 7J. •Ss -1 6 J,i -1 l 2,54 SJO l ii 'JO'f 94 l 01 40 .! , Js L) 3i .,s., l 3 , 3 4 i S'i ' 0 93 • ' 97 ;o l :.j9 1 . 6-j( '324 145 ,51 .... , .) 2,21 é66 • z 19 '3 29 1-!5 2 Il) 54 z1hll 2 138 7lb " J20 1-j6 228 1 57 1 , ;ift t61 2 :"33 "Zll '217 159 .l<l 5 9JJ. Z-!8 l 2.; 5 zll4 2J I 260 Ò5 3a51> il l • 2(2 19-! l -! 8 3,8 695 '228 39 2,92 '222 'H 3,l)5 l 2./b 875 '235 'JOU 20(t 2118 bi J,Oi 1 28 1 j J ·z8o 2, 76 460 '231 !Oh J,JI M 2,1> 1 3.35 ù M o.23 c. M o,s(> l ù M · I OO 1oo 0 l M li, 15 IJ i M 1 ,;o ,, l . l
111
1 0RTOSTATIS\f0. C LIN OS TATISMO ORTOSTATISMO N O ME VARIAZIONE% di S· a S al l l l l M. R. 20 7 + ... ,l z C. D. 2JJ 158 - J.! ,t 11 Il 3 V. R. l l) l l2 + l 7,2 .. G. A. 11)8 21i + 9.6 5 F. G. 173 + l 7.9 l'l 6 G. L t b6 27 6 + 66,o 11 i L. N. 236 1 7 l - 261o l 8 C. W. 109 9 4 - • 1 ,7 l 9 D. M. t Si ;o - 59:4 l R. A. IO 150 1.1 5 - :;,3 Il s. c. l J9 1-+.) - 4, 3 u F. A. •so 6 - 2, 6 l I J B. G. 1') 0 J6 J - 14,i ... M. M. JO J 2JI + 13 .7 l 15 E. M. 247 .s.. - 2 5,5 I O P. G. .- . t :> •H - 11 ,9 l i M. L. 240 206 - • .. , 1 . 18 P. G. J J6 t06 - ss,o
Tabella
VARIAZIONI DI S . a CO L PASSAGGIO D ".L CLINO- ALL

16,70 nel secondo. In complesso, dunque, possiamo ritenere dhe K non è costante; il suo valore medi o è 0,35 in clin osta tis mo , 0.,29 in ortostatismo. E' chiaro che questa variazione deve indicare che l ' una o l'altra delle due formule non si applica pien amente in condizioni ortostatiche.

E' difficile dire, in base a queste sole osservazioni, qu a li delle due formule non risponde. E' indubbio però che le variazioni di ).j4 c.ol passare dal clino-all'ortostatismo, essendo tutte negative , non sono almeno tibili coll ' ipotesi di un accorciamento ortostatico del mantice arterioso; nessuna illazione, anche in via puramer.te ipotetica, ci sembra invece p otersi fare in base alle variazioni del tutto irreg olari di S · a (cfr. tab. UI).

VII.- IL QUOZIENTE 1

.di as t.

INCLINO- E IN ORTOSTATISMO.

Si è visto che W czler e Boger (4), integrando le aree sistoliche e diastoliche del polso centrale, hanno ottenuto due valori dhe stanno fra di . loro nel rapporto di I a I. Essi considerano tali aree come l'espressione rispetti{ s ist.

dias t. vamente di J e del mantice arterioso, nelle qu a li p rappresenta la pressione pulsatoria che s'innalza al di sopra del livello della pressione minima. Considerando le resistenze periferiche praticamente costanti,

fSsi deducono da questo fatto che si ha - = 1.

Data l ' importanza che questa deduzione ha per il metodo di Wezler e Boger, abbiamo voluto sottoporne a controllo le basi sperimentali. Ci siamo poi proposti di vedere se il rapporto fra le due ::tree vari col passaggio dal clino-all'ortostatismo, che determina un ' accelerazione della frequenza car-

diaca e quindi una variazi one del rapporto D ·

Abbiamo misurato le aree servendoci di un integrafo che è stato gentilmente messo a nostra disposizione dall'Istituto di Fisica della R. Università di Roma (1) Abbiamo avuto cura di pres ceg liere per la misura quei polsi nei quali l'inizio della sistole e la fine della diastole si trovavano su una linea orizzontale (cfr. fig. 3). Ogni valore di area sistolica o diastolica r a ppresenta la media aritmetica di 3 misure eseguite coll ' integrafo.

Dalla tabella IV risulta cbe il rapporto R fra le due integrali è in genere vicino all'unità e tende a diminuire col passaggio dal clino-all'ortostatismo. Questi dati sembrano dunque confermare, in complesso, le osserva-

( 1) Ringraziam o i professori E. Amaldi c G. C. Wi ck pe r o•·crci concesso !"uso ùcll"apparc:cchio e per i p reziosi consigh di rui ci sono stati !:a rg hi.

pdt • o
v,
f
V:
S

zioni di Wez ler e Boger (4). Nella tabella IV i polsi contrassegnati da una stessa lettera (S, V, M , Ma) appartengono ad un'unica registrazione, fatta in uno stesso individuo. Risult a chiaramente che gli scarti del valore medio t:he si osserv ano in uno stesso individuo, in condizioni apparentemente del tutto cost anti, sono n o tevoli.

Questa sola cons t atazione ci ammonisc e a non accettare ad occhi chiusi i valori numerici sovraesFos t i; ma a porci invece la domanda se veramente le aree sistolic h e e diastoliche del polso centrale ci dànno i reali valori di

sist.

di ast rdt e rdt per tutto il mantice arterioso. o • o

Tr:1lasci amo il problema se l'integrale della pressione in funzione del tempo in corrispondenza di un punto limitato del mantice arterioso possa estendersi alla totalità di questo. Tale questione è infatti d ifficilmente aggredibile per via sperimentale. Rim ane però sempre la questione se il metodo di re gistrazione sfìgmog rafìca impieg ato per le ricerche sul l ' uomo - e quindi a tegumenti integri e con sistema di trasmissione ad a ria - ci perme tt a di ottenere con sicu rezza i valori di tale integ ral e in corrispondenza del polso centra le r egistrato.

Per controilare il metodo abbi amo m esso in comunicazione un singolo imbutino con .due manometri ottici di Fran ck , preparati in modo di avere sensibilità assai diverse. Le misure si rifer iscono a polsi carotidei di uno stesso indiv idu o, nelle identiche condizioni a distanza di pochi secondi di tempo. I valori di S, D, t ricavati dai dm: tracciati corrispondenti allo stesso polso risultano rigorosamente eguali. Il quoziente R è il risultato 1,05 e r ,o8 per il primo polso; 1,68 e 1,72 per il secondo polso; 2,1 e 2 per il terzo polso. Pure avendo scelto appositamente polsi a valore di R molto differenti, la concordanza fr a i due tracciati corrispondenti a un singolo polso rim ase semp re soddisfacente. L 'irregolarità dei risultati ripor tati alla tab IV n on è quindi da attribuirsi a transitorie perdite o imperfezioni dei manometri di Franck o del sistema di trasmissione.

Abbiamo allora registrato simultaneamente , e separatamente, gli sfìgmogrammi cor ris pondenti a due punti simmet rici delle due carotidi comuni (destra e sinistra). Abbiamo de terminato il valo re di R nei due polsi centrali corrispondenti ad una medesima ri voluzione cardiaca. I tubi di collegamento erano identici nei due casi, ma la sensibilità dei sistemi di regi· strazione era scelta appositamen te diversa. Andhe qui i valori di S, D e t risultarono perfettamente uguali nei due sfigmogra mmi . Vi ceversa i valor i di R risultarono notevolmente diversi nei due sfigmo gra mmi corrispondenti ad una stessa rivoluzione cardiaca (tab. V). Indubbi amente la divergenza dei risultati riportati nella tabella V, tutti otten uti su uno stesso individ u o, rappr esenta un limite ; in qu:tnto si era cercato apposita mente di in· grandire le cause d ' errore . M a i dati sono suf'ficienti a farci comprendere come i l metodo di Fr anck, ottimo per la registrazione dei valori di tempo

f.
!:
l l l l IL QUOZ f ENTE R = r s ìst. l pdl o ( dìa<t. l • o C LINO S TATISMO N R s - l - a 0 ,1)6 s - t - b o ,oo s - l - c 1,o.; s - I O - a 11nl\ s - I O - b L.?l' s - IO - C J Med ia t 1 05 v - t - a t,q V - l - b I :JO V- t - c l' 20 Media J • .!J M- .l - a I .OJ M - l - b l'q l'II - 2 - c 1 ,1..! Medi :t l • l l) Ma - l - a O_ltf M a - - b o, 9 5 Ma - 2 - c o ,9 " Med ia o,91 , 6.) ) T a bella I V I N CLINO- f. I N l O RT OS T A TI S MO l N R s - .l - g l o ,S3 s - .l - g: I ,J .) s- g !l o 1')6 s - .lO - a l ,o..z l l s- b J I OJ l S - .lO - C 1,06 I.O.j v.. - a l ,26 i l \'-+ -b 1 ,o-4 l '" - -l - c 0,99 l 1,0 9 )l - IO - a J ,20 l l l l i M - 8 - b 0, 99 l ) l - 9 - c l 1,oo l :\ 1eJ i:J 1,oo l - J - a o l:lo l• ., :\Ja- J - l> o,S .; l ·l M a- 3 - c o,no Il l n o 8.; l .l

dell ' emodinamogramma, appaia malsicuro quando venga richiesto di dare una misura quantitativa della pressione. Ci sembra inverooimile che differenze cooì fo rti si abbiano realmente nei valori delle integrali della pressione in funzione del tempo delle due carotidi. E ' più probabile che l'insieme dei tessuti interposti fra la colonna sangujgn a caro tidea e il sistema dj registrazione e il modo di applica z ione di questo sulla cute, introducano notevoli cause d'errore. E ' certo possibile Iidurle; ma ci sembra assai difficile il poterle considerare praticamente nulle e considerare le aree sistoliche e diastoliche da noi misurate come l'espressione fedele delle rispettive integrali della pressi one in funzione del tempo E di conseguenza ci sembra azzardato con-

eludere in base a tali mi sure c he - =

VIII. - VOLUME SISTOLICO, VOLUME MINUTO, INDICE CARDIACO E DIFFERENZA ARTERO-VENOSA DI OSSIGENO CAL · COLATI IN BASE AI METODI SFIGMOGRAFICI.

Dai dati ottenuti abbiamo calcolato, secondo le formule di Brornser c Ranke e di Wezler e Bèiger, l a getta ta sistolica e il volume minuto in din oc in ortostatismo. Dal confronto coi dati del metabolismo basale si è poi calcolato, naturalmente per le sole condizioni clinostatiche, l'inilice cardiaco di Grollman, il rapporto fra calorie prodotte e volume minuto e infine la

V,
r.
RAPPORTI FRA AREA SISTOLICA E ARE:\ DIASTOLICA NEGLI SFIGMOGRAMMI DELLE DUE CAROTIDI COMUNI CORRISPONDENTI A UN -\ MEDESIMA RIVOLUZIONE CARDIACA. Il C AR OT ID E DESTRA C AROTIDE S INISTRA l Are a sis tolica Ar e a s is t o lica N. --Are a di as tolica Area dia s tolicll l u ,9o 2 1 1.1 ;: '•'; • , 88 3 1, oo l ,30 1,06 l ,3 3 5 l ,2 5 •, 68
Tabella V

differenza artero-venosa di ossigeno. Solo in una parte dei cas1 tutte queste misure poterono essere eseguite in un singolo individuo.

Ricerche di questo genere abbondano nella letteratura. La maggior parte è stata eseguita col metodo di Grollmao (cfr . Christenseo, 14). Alcune determinazioni, tra cui ri :: ordiamo quelle eseguite dal Cassinis (17) sul soldato e sull'atleta, sono state .fatte colla formula di Liljestrand-Zander, che den va la gettata sistolica semplicemente dal valore dell a pressi one arte riosa. Ricerche coi metodi sfigmografici sui rapporti fr a metab ol ismo basale e volume minuto sono state eseguite di recente da Wez ler, Thauer e Greven ( 18, 19).

Il metodo sfigmografico, da un punto di vista puramente teorico, è particolarmente adatto questo genere di ricerche. I nfatti il volume minuto viene determinato con metodo completamente diverso da quello che dà il consumo di 0 2. Se i che lega no questi due ordini di grandezza sono concordanti ciò acquista, naturalmente, un notevole significato.

In un primo tempo ci eravamo di estendere le ricerche di Wezler, Thauer e Greven; allo sçopo di vedere su un gran numero di casi, normali e in condizioni di ipertiroidismo, i rapporti fra indice cardiaco (volume minuto riferito alrunità di superficie corporea) e consumo basale di 02 (per min e per mq . di superficie corporea); nonchè i rapporti fra metabolismo basale e differenza artero-vcn osa di ossigeno. Le ricerche preliminan compiute sui princìpi emod!namici dci metodi sfigmografici, che abbiamo ri-portato ai paragrafi precedenti, !hanno però creato in noi la convinzione che sia ancora prematuro elaborare in questo senso i dati ottenuti. Il materiale da noi raccolto può servire solamente, per ora almeno, ad uno scopo p iù modesto; che è quello di vagliare ulteriormente i metodi sfigmografici, studiandone anche l' applicabilità in condizioni non basali, in particolare modo in ortostatismo.

I risultati ottenuti sono stati r aggruppati in due tabelle Nella tabella VI sono riuniti i casi normali, nei quali il metabolismo basale non devia di più del 15 % dai valori standard. Nella tabella Vll sono raggruppati i casi di metabolismo basale aumentato; questi presentavano altresì tutti (colla sola eccezione dei nn. r e 7) i principali segni clinici di ipertiroidismo.

Negli individui normali, in condizioni di clinostatismo, i valori di Vs ottenuti secondo W ezler e Boger c secondo Bromser e R anke concordano fra loro in modo veramente soddisfacente. Il valore dell'indice car d iaco è in meclia 2,42 colla prima formu la , 2,46 colla seconda formula. I quoziente Cal 01

e -.- (o differenza artero-venosa di ossigeno) sono rispettivamente 422 Vm vm e 61 col procedimento di Wezler e Bogr.r, 426 ,e 61,6 col procedimento di Bromser e Ranke. Si ricorda che i valori medi normali trovati da Grollman col suo metodo sono 2,2 + 0,3 per l'indice cardiaco e 59 per la differenza artero-venosa di ossigeno; i valori ottenuti coi metodi sfigmografici in con-

r l N. Nom e POSÌIÌOnel R. Cii no 26 Ortol 2 V• D. Ci i no 2J Orto'3 M. L. C lino Orto4 F. G. C lino l i Orto5 P L. C ii no 6 T. G. C lino 29 i P. G. C lino 21 Orto8 L. N. CLio o 33 9 c. w. C lino 21 OrtoIO R. A. C lino 25 Ortol l Clino 28 Ortol .l M. G. Clino Jl 13 F. A. Ci i no 31 Orto1-j C. P. Clino J2 Orto15 S. P. C li no 26 t O l. F. Cii no JO l i E. M. Cii no 2-1 Orto.,.--;v 1 1..: .!l-.' •.r:-:+ l V O L UME MI NUTO , I NDI CE CARD I ACO E D I FF ERE NZA .... l Sup. Corp. 0:/min O: (minxm2 reso Kg C.tl. h m2 cc cc ' t,.p -t 6 201 q t l i 15 - - - -'·59 so 175 lj.lO - -t,S6 66 2J8 12] t;oo - - - -l ,ss 5-t H i t •·" •5os - - - -l ,68 6o 264 1Si 1805 ',is 53 t-ti> '855 l ,8 -t 72 - -- - - -l ,66 59 2-t2 H5 1/20 t,H 6 J - -- - - -1,65 Si 20.) U-t 1450 - - - -t ,S6 6; 259 IJ9 1875 - - -l ,93 74 280 1-t5 1750 t,6.s 62 2-1 5 qS 1740 - - - -l ,s l 65 268 q8 1830 - - - -t,6 .. s6 -l ,6; 6o ZS-1 152 t Sts ,,69 59 .160 153 18.;o - --r.t 145 8,6 ù :'tf - too l l M 5,9, Deo.·iaz. valori Sl 3ncbrd ..J 5 ". + '-t- 4+ l - j + l l l + 9;+ 9- 8 ,. + 6- 5 + l l+ 7+ q + 13 l ·l l \'s c: ;+,8 1 l i1,6 so.S , Il, l ;S,o l lì, l 6t,o 38,6oo,o t,o l l Q,O St,o 1.1,o li: l 86,o l ;o,s 'l'l,o ;•,s 8;,o l 7J,o l lj,o \ l J. :, J, l,! ;,o 5 ,8 J ,6 l ·5 3Il 3,O i •4 2 -t s 2 5 2 3 2 4 l

Tabella V I

369
RTE.RQ-VENOSA D 'OSSIGENO NEGLI INDIVI DU I
WEZLER E I!OOER BROMSER 'E RANKE l'rtq Vs Vm Vm Ca l <>t Vs Vm V m Ca! 0: l. t c. =mz Vm Vm cc l. l. c. =m• Vm Vm 5j 74,8 :J.96 2 178 :156 so,8 7 2,5 J,8s 2,7 1 J6 8 52,2 s6 •p,6 2,33 - - - 47,3 2,6 .. - -69 so ,8 J , so 2,20 4 92 79,7 6 o,2 ... ,s 2,6 1 4 13 6 7 ,4 92 2 104 - - - 32,8 3,02 - -59 78 , o i, Go 2,47 369 sr,8 6s ,o 3,84 2,0 6 4 32 6z 1o 69 27,1 .,sr - - - a8 ,s ' •97 - -5' 6 r ,o J,•o 1,96 486 70,2 6o,o 3,06 ",93 49 2 71,3 ;8 38,6 J,oa - - - 381o 2,98 - -68 - - - - - 75.2 5,13 3,0 5 35 1 s•,s 67 6o 1o ..,oz 2,29 ibl 6 3,7 73,9 4,94 a,8t 376 5 1:9 50 8r 1o 4, 06 2,21 - - 68, 4 3.·P , ,8 5 -So 49,0 l 3:\H - - - ss, , ,66 - -., 8r,o 5 ,s2 J.51 296 -f 1.5 ss,o 6,13 3,68 281 39,5 ,. 66 56 ,o 3,69 2 ,11 - - - - - -67 2J 10 •·54 - - - - - - -s6 66, 5 J,70 2,24 39' 55.5 - - - -H •P,s 3,07 - -- - - - - -52 861o 6 2,3 9 4 Z2 sS,o - - - -67 381o 2 .5 5 - - - - -70,5 -t ,5z 2,33 387 62,0 - --Si 96.o 5,48 3,3 1 318 H,i - - - -ss 3':5 2,67 - - - - - - -6o 87,0 s,zo 2,8; 35.2 5 l ,s - - - -70 38,0 2 ,66 - - - - - -6o s6,o 3,36 2, l l - - - - - -73 J6,6 2/18 '•53 708 g8 , 8 39,5 z,88 l ,7 3 630 88,2 55 7310 -., or z,Ji 456 fl s,o 67,0 3,69 2' t l! -196 70, 5 iJ 2J 10 l ,68 -- - - - - -M 2,42 422 6r. o 2 146 .p6 6t ,li • t. M o,.;2 lSJ 1o s t. M o,51 65 l l ,5 t. !\-1· 100 t9,6 t. M·I f)O 18 16 - M- ' 3,2 l 7,2 M 20,7 15,2 . 1 - di medicina militari!.
NORMALI,
370 V O L U ME MINUTO , I NDICE CARDIACO E DIFFF.REN Z Sup. Corp 0:! / mln O::Jmln x m' dei va ler N No r o, itione Ftà m' Peso l(g Cal. 24 h SIAni!Jn! cc cc •• l \ ·.G. Cii no 24 l ,81 6z Jl2 173 :u30 .,... Orto - - - - - -2 P. G. Cii no 22 l ,ss 6 7 303 IOJ 2060 + li 3 \'. R. Clin o 2 1 1,59 s8 3 18 199 2150 - of j Orto - - - - - -4 G. A. Cii no 20 l ,5 9 49 375 23S 2520 7 6; Orto - - - - - -s G. L. Clino 29 l .s.. 5 1 JOS • 98 20 60 +.s Orto - - - - - -6 C. G. Clin o l O 1,56 s6 :t68 1]1 . s.. o T 1f 7 P. G. Ci ino J l •,6 9 59 269 IS S •760 + 18 Orto - -- - - -8 D. M. Ci ino 2 1 t ,6 6 54 291 175 20J O .l. l b Orto - - - - - -9 L. L Cii no 33 • ,4 9 47 2ii 186 1890 + jl IO s. c. C lin o '" • .59 57 ' 75 173 1930 li l l O. M Cii no 25 l ,52 so 277 182 J 888 + J l Orto - - - - -12 13. G. Ci ino 30 l 62 57 346 2 1J 2180 + of 1 Ono - -- - - -13 D. G. Cii no 29 •,77 6s J86 2 17 2410 t +S 14 M. Ci ino 22 l t 55 6 2 2'1] 159 18oo + 11 Orto - - - - - -. l l l

Tabella Vli

37 1
o-V ENOSA D 'oss
O
AKTER
iGEN
NEGL
IPERTlROIDEI. WE Z L E R E B QO r l< BROM S ER E RANK f Vm Ca l O: l Vm l Ca l l O• Vs Vm Vs \'m cc l i.('. ='ini \m Vm cc l l. c.= m• \'m Vm 59 90, 2 5,.P 40 1 .; 8 ,8 - - - -8.; 25 ,0 .z , l 2 - - - - - - -12.) Hr 3 5 55 3 7 1 54,5 J l ,J 3,91 ...! J .l • 52 6 n ,s 99 77,5 7, M• -.,s z J8 l 1, 4 8 6, o s,.;z 5·30 25 l 37 4 100 24 ,2 2 l - - - 29,9 - -88 42,11 3,75 2 ,JO 6;2 10010 - - - -97 26 ,2 2,43 - - - 36 ,9 3,57 - -]2 63,5 ,.,56 2,95 45l \J ],O - - - -;8 rg ,o l s - - - - - - -7i ,.s,7 3,76 z, l -.89 71 '" 61 , o 4, 6 9 2,99 3 9 2 57, 2 .)l ss,o 33 1, 56 407 0 2, 2 - - - -61) HtO 3r0 4 - - - - = - -6 1 59,0 3 ,6o 2,1 i 51t5 So,S 68,9 "·.21 l 2,5 3 ..sz 69,2 '5 3 IJ 10 1,98 - - - 8J1 r 1z4 - -93 8 1 10 7, 55 s,os 251 J Ci18 - - - -i l ss,o J,Sg Z, JS soli i4·5 - -i5 5<4 , 2 4,06 2,68 i OJ o S,z - -. -81 JO,S 2, 47 - - - - --; 6 gr 1o 6,92 3 15 so , o l o .. , o l i ,<JS 274 4),6 95 39,9 3,8o - - - 2( ,9 1,6 5 - -l SI - - - - - r z 8Jo 6" J ,08 3 70 59,2 •;)72 64,0 4 16o 2 1<;6 391 53, 3 ;o,o .;,o-1 3, 2 5 3 57 49.0 s.. 1815 2,5 0 - - - 24,9 2,0 9 - -.. M J ,l l p8 bJ 3, 28 3 7 9 s 6, 1 6 M 0,5 2 8g 1278 1109 75 11,0 6 M " roo r 6,7 l 0,8 .z o , J 3 3,2 • 9 , 7 19,6
I

dizioni c linostatiche basali sono .dunque, in complesso, soddisfacenti. Leggermente inferiori sono le cifre trovate da Wezler e BOger (4) col loro metodo: Ca/ 367 + 12 per il quoziente e 52,2 per la differenza artero-venosa di V m osstgeno.

Tabdla VIII

Col passaggio dal dino- all'ortostatismo il volume sistolico d.imìnuisce, e la diminuzione è tale che non è compensata dall'accelerazione ortosta tic a della frequenza cardiaca; ne consegue una diminuzione del volum e minuto. Tale diminuzione in tre casi (nn. 4• 5, 7) è lieve, dell'ordine del 2 ')(, ; negli altri casi è assai forte , dell'ordine del (cfr. tab. VIII). Una diminuzione ortostatica del volume minuto, per al tr o assai incostante, era già stata osservata coi metodi gassornetrid (letteratura in Ohristensen, r8). Secondo alcuni pochi dati ottenu ti di recente con questi ultimi metodi da Liljestrand, Lysholm e Nylin (20) , essa potrebbe arrivare a circa il 50 %; con un aumento di circa il 100 '';, della differenza artero-venosa d'ossigeno. Variazioni più lievi e incostanti sono state ottenute invece da Matthes (9).

Per parte nostra crediamo sia opportuno di procedere molto cauti nell'assegnare un significato va l ori ortostatici ottenuti coi metodi fi c i. Ci sembra significativo il fatto che i l volu me minuto o rtostatico differis ce notev olmente (a differenza di quello clinostatica) a seconda che veng:t

MODIFICAZIONI ORTOSTATICHf. DEL VOLUME MINUTO IN INDIVIDU I NORMALI. N. NOME Variuione % Variazione % secondo la formula di W. e B. secondo La formula di B. e R. l M. R. - .p ,2 - 30, 4 2 c. D. - .p , 7 - 27 , 2 3 M. L. - 59.4 - -t8,7 .. F. G. l - z, s - 2,6 5 P. G. - 2:9 3 6,7 (Ì c. w. - ss,J7 R. A. - l 78 s. c. - 42 189 F. A. -47,7IO c. P... s,sIl P. M. - 5s,2 -

calcolato colla fo r mula di Wezler e Boger o con quella di Bromscr e Ranke (cfr. tab. V III e in particolare iJ caso 5). D'altra parte ci lasciano perplessi gli alti valori di differenza artero-veoosa di ossigeno che si possono approsc;imativamente calcola r e ammettendo (con Liljestrand e coli., 22) che il consumo di aumenti del ro-15 % col p:1ssaggio dal clino-all 'ortostatisrno. Solo controlli fatti coi metodi gassometrici potranno permetterei di far ci un ' idea obbiettiva del reale significato delle cifre di volume minuto riscontrate in ortostatismo coi metodi sfigmografici.

Anche in condizioni di ipertiroidismo (dr. tab. VII) sc o mpare, in clinostatismo come in ortostatisrno, la concordanza di risultati fra i valori di vol ume minuto calcolati secondo Wczler e Boger e quelli ottenuti secondo Bromscr e Ranke. Si tratta del resto, molto spesso, di individui tachicardici nei quali ben difficilmente si può ammettere che valgano le condizioni emedinamiche postulate per gli individui normali in condizioni basali (ad es. v V1 l = 1). Anche qui l'indagine gassometrica permetterà di chiarire meglio il problema. Ma già la semplice constatazione del divergere così marcato dei risultati ottenuti coi metodi sfigmografici, quando ci si allontana dalle condizioni basa li e normali, ci sembra parlare fortemente contro la loro applicabilità genera le.

IX. - DISCUSSIONE.

Pig lieremo in esame partitamentc il problema della determinazione di v. L (lunghezza del mantice arterioso) e del quoziente Vs (rapporto fra volume d'accumolo e gettata sistolica). Da ultimo discuteremo brevemente sui valori di volume di i ndice cardiaco e di differenza artero-vencsa di ossigeno, che abbiamo trovato coi metodi sfìgmografici.

Assai controversa è la determinazione di L. Il principio di Wezler e Boger

L = a·T 4

richiede che siano dimostrate vere almeno tre premesse:

a) Natura strettamente sinusoidale della cosidetta oscillazione fon damentale (Grundschwinkung). Solamente in tal e caso infat ti, si può parlare di una ben determinata lunghezza d'onda ì , = a · T.

b) Dimostrazione che il valore ), da no i calcolato corrisponde ad h ), un'onda altrimenti n on possi.:.tmo affermare c e il rapport o L è espresso da un numero intiero.

373

c) Esistenz a alle estremità del mantice arterioso di condizioni di nflessi oni tali d a giustificare l'egu:1glianza

L _}:_ 4

Non è nostra intenzione - almeno nel presente lavoro - di iniziare una critica dal punto di vist a fisico d elle concezioni di Wezler e Boger. Tuttavia dall'insieme dei nostri tracciati ci se m bra indiscutibile il fatto che l a cosidetta « oscillazione fondamentale ) > non h a caratteri sinusoidali. La distanza fra il primo massimo e il minimo dell'onda non è infatti quasi m ai uguale alla distan za fra il minimo c il secondo massimo; e l ' andamento generale non è certo sinus o idale ma è piuttosto quello di un ' onda smorzata. Evidentemente numerose armonidhe si sono sovrapposte alla reaJe onda fondamentale; che può essere trovata solo procedendo a un'analisi di Fourier.

Ma anche se si procede a ta le analisi - e si determina il periodo della vera oscillazione fondamentale - il va lore della lunghezza d 'onda può essere calcolato solo presupponendo costante a, almeno per tutto il m antice arterioso Ora è noto (Bazett, 15; Gauer, II) che questo non si verifi ca strettamente. D'altra parte non è detto che ), cor risponda necessariamente ad un'onda stazionaria. Wezler e Boger (4) sostengono che la natura stazionaria dcii 'onda, di cui lo sfigmogra mm a dà i l periodo T , è dimostrata da l fatto che a · T = cost. in uno stesso individuo. Veramente a · T = cost. cantterizza qualsiasi fenomeno armoni co; e d 'altra parte la natura di onda stazionaria non può risultare d:d comune sfigmogramma, c he ha per ascissa il tempo. Essa potrebbe essere dimostrata solamente dall'analisi di più sfigmogrammi presi contemporaneamente lungo 1l m :mtice arterioso; qualora questa dimostrasse la presenza dei caratteristici nodi e ventri. Ciò è ovviament e assai difficile a realizzarsi suH'uomo, anuhe prescindendo dal fatto che il tratto dhc va dal cuore ali 'arteria femorale ha una lunghezza che è solo circa r / 4 di quel la di ),.

Del resto gli stessi Wezler e Boger h anno descritto diverse condizioni sperimentali in cui a · T varia in una s tessa persona; noi pure ne abbiamo identificata una nel presente lavoro (passaggio dal clino-all 'ortostatis mo). Wezler e Boger pensano che queste variazioni sono l'espressione di a llungamenti od accor ciamenti del mantice a rterioso. Ciò è indubbiamente possibile.

Ma da un punto di vista puramente logico non ci sembra giustificato spiegare le numerose eccezioni che si trovano ad una presunta legge, facend o una ipotesi che presuppone come dimostrata l a legge stessa. Infatti è chiaro

ohe può Jarci la del arterioso solo a patto che 4

a · T sia costante per un determinato v:tlore di L ; m:1 l'unico m o do di conos cere L è appunto q uell o di determinare il valore a · T.

Tuttavi a le nostre osservazioni sfigmografiche , pur sollevand o dei dub-

bi circa la validità generale della fo rmub L -, non portano alcun

374
a·T
a·T
4

elemento nettamente contrario ad essa. La diminuzione di a·T osser4 ' vata col passaggio dal cl in o- all ' ortost a tismo, po trebbe essere certamcntç !'espressione di un accorciamento ortostatico del mantice arterioso, dovut o a fenomeni vasomotori.

La formula di Bromser e Ranke : L = K·S·a d sembra invece assai più in contrasto coi risultati delle nostre ricerche. Condizione essenziale per la validità di tale formula è infatti che K sia costante. Ora noi abbiamo visto che K varia, e precisamente aumenta, col passaggio dal clino-all'ortostatismo. I ndubbiamente il valore di K da noi S · a calcolato, essendo il reciproco di À / 4 , sarebbe ingiusto !ncolpare a priori degli scarti osservati la formula d i Bromser e Ranke (S : a) ; quella di Wezler e Boger (),/ 4) potrebbe pure essere chiamata in causa. Ma le variazioni di S · a col p assaggio dal clino- all ' ortostatismo sono talmente irregolari e, almeno apparentemente, prive di significato, che ci sembra giusto imputare wpratutto ad esse l'incostanza del valore k·

. L'integrazione delle aree s istoliche e diastoliche del polso centrale ha dato risultati nelle grandi linee concordanti con quelli ottenuti da Wezler e Boger. Effettivamente in diversi casi il quoziente :

Veniamo ora al problema del quoziente

si aggira attorno all'unità. Va notato però che col p::tssaggio dal dino- all ' ortostatismo il quoziente si abbassa , spesso in misura apprezzabi le; d'altra parte gli scarti dei valori medi che si hanno facendo più determinazioni :su uno stesso individuo, nelle identiche condizioni, sono notevoli.

Questi dati di fatto suggeriscono alcune considerazioni. Innanzi tutto è

assai p r obabi le che il rapporto VJ vari a seconda degli individui e delle condizioni in cui questi si trovano; che esso quindi non abbia il valore di una costante emodinamica generale come è implicitamente presupposto da Wezler e Boger (4). L e variazioni del rapporto •fra le due integrali col passaggio da l dino- all'ortostatismo avvalorano del resto questo modo di vedere.

E' probabile che assegnando un valore fisso al quoziente Vs si facciano err ori più grandi che non calcolando la lunghezza del mantice arterioso pe r

375
v
V:
rs is l. l :dt o l. pd t • o
v.
v.

via anatomica e presupponendola cos tante, come si fa col procedimento di Apéria (3). D 'alt ra parte è lecito domandarci se le aree sistoliche e diastolicihe del polso centrale ci dànno realmente i valori delle corrispondenti integrali della pressione in funzione del tempo per tutto il mantice arterioso; le prove di controllo eseguite e r iportate nel testo dimostrano che questa ipotesi deve considerarsi (in molti cas i almeno) problematica.

In complesso uno studio dei prindpi emodinamici dei metodi sfigmografici porta a conclusioni piuttosto pessimistiche sulla loro applicabilità. Non è quindi senza sorpresa che si constata che i valori del volume minuto , dell'indice cardiaco di Grollman, della differenza a rtero-venosa di 0 2, calcolati in base ai metodi sfigmografici su individui normali posti in condizioni basali, sono in complesso soddisfacenti. I valori medi sono in accordo con quelli ottenuti coi metodi gassometrici; e i dati presentano una notevole concordanza quando vengono ricavati colla formula di Brornser e Ranke e con quella di W ezler e Boger. Manifestamente in queste condizioni le semplificazioni introdotte per rendert' possibile l ' esecuzione del metodo non si allontanano troppo dalla realtà emodinamica; e forse gli errori si elidono parzialmente. Ma il semplice pass aggio dal clino-all'ortostatismo, o l 'esa me di casi patologici di ipertiroidismo, abolisce la concordanza fra i risultati ottenuti coi d u e metodi e porta a cifre di volume minut o che devono essere considerate come soggette a cauzione.

Indubbiamente anche nella dete r minazione dei valori che sono comuni alle due formule devono introdursi delle cause d'e r rore. Ad es. a proposito della determinazione di 6.p, a parte gli errori inerenti al metodo di Koro tkoff (cfr. Bromser e Liedholm , 2r ; W czler e Boger, 4), rimane sempre aperto i l problema se i va lori letti in corrispondenza dell 'a rteria omerale siano appl icabili a tutto il mantice ar terioso Come osserva Apéria (1) , la pressione è certo differente all'inizio e alla fine del mantice arterioso; per parte nostr a possiamo aggiungere che tale differenza deve certo aumentare col passaggio da l clino- all'ortostatismo. M a i fattori c he spiegano la brusca scomparsa della concordanza di risultati fra i metodi di Bromser e Ranke e quelli di Wezler c Boger, non appena ci si allontana dalle condizioni basali, vanno n at ural-

mente ricercati sopratutto nell a valutazione di L c Vs . Quivi infatti divergono i procedimenti propri ai due metodi; e d'altra parte le ricerc he da noi

compiute sulla determinazione di L e di Vs fanno pensare <: he almeno le principali i potesi emodinamiclhe che sono alla base dei metodi sfigmografici non sono di a pplicabilità generale.

Vedi am o ora di trarre le conclusioni dai dati di fatto raccolti. l metod i sfigmog rafici sono basati su un cer to numero di semplificazioni di f eno meni emodinamici assai complessi. E' facile criticarle da un punto di vista teori co,

V,
v.

e Sl può anche dimostrarne il carattere non rigoroso eseguendo determinazioni sfigmografic h e in adatte con d izioni sperimentali. Qu esto appunto abbi a m o cerc ato di fare nel presente lav oro. Ma la ri ce rca n on può esaurirsi in questo suo aspetto neg ativo. I ri s ultati d!elle det erm inazioni di volu me minuto porgono nu ovi pr ob lemi. Occorre sp iega re perchè i m etodi sfig m og r afici diano r isultati concor dan ti fr a lor o, in accordo con quelli es istenti n ella letteratura e con quell i forniti d a ll'i n d agi ne g a.sso metrica. O :corre altresì spiegare perchè qu es t a concordanza si faccia men o s tretta, fino a d a re in ce rti casi r is ultati del tutto malsicuri , quando c i si all ontana legger m ente dalle condizioru bas a li, come avviene ad esempio co l p assaggio da l clin o- a ll 'or tos tatism o Non ci semb r a che equazioni f onda mental mente sbagliate portino, in qualche caso almeno, a r isu ltati in complesso giusti , per semplice eliminazione reciproca di error i. d lascia pe rp lessi il che for mule cmodinamicbe che vor r ebbero avere p ortata generale abbiano cos ì ri str etto campo di apjplicazione. In r ea l tà occorre ancora ampia mente indagare . Indaga re dal pu n to di vista fi sico sul problema della dete rm inazi on e del volu m e del m antice arte r ioso; controll:lre dal punto di vista bio logico, eseguendo mis ure paralle le coi m etod i gassometrici. Le presenti r icerche vo rrebb ero essere appunto la premessa di alt re , più a mpie, da svolgersi secondo queste due djteziOru.

CONCLUSION I

Sono state eseguite ricerche, coi m anometri ottic i di Fr anck , sui metodi sfig m og r atici p er la d eter m inazione della gett ata sistolica nell'uom o c su alc uni dei princì p i emodinamici che ne costituiscono il fondamento teorico. I r isu ltati otte nuti sono i seguenti :

a·T

1 ° - Il v a lore , che secondo W ez l cr e Boge r dà la lun g he zza ef4 fettiva (L) del mantice ar t eri oso (Windkessel), d imi nu isce in me dia d el 24.4 col p assaggio dal dino- a ll" ortostatismo.

2 ° - Il valo r e 5 · a, che è alb base del procedimento di Bromse r e R anke di determinazione di L , varia !n m odo del tutt o irreg o lare col passaggio dal din o- all' o rtos t atismo. s a

3" - Il va lore medio del qu oziente a · T aumen ta da 2,8r a 3·35 col 4 passaggio dal dino- ali 'ortostatis m o; e presenta forti scarti dal va lor e m edio in queste ultime cond izjoni. Si dedu ce da qu es to btto che nella for mul a di Bromser e Rank e

377

k non è costante e che, per questo solo fatto, i risultati dai due metodi , anche se concordano in condizioni basali, devono divergere in orta;tatismo.

4o - Con un integrafo son0 misurate le aree sistoliche e diastoliche del polso centrale in dino- e in ortostatismo ed è stato misurato il rapporto fra i due va lori Si è osservata una tendenza alla diminuzione co l p assaggio dalla prima alla seconda posizione. Da prove di controllo eseguite sul metodo di registrazione ottica è risult ato però che la misura delle aree sistoliche e diastolic he del polso centrale non ci permette di ric:wa re in mod o sicuro il quoziente fra e j per il mantice arter ioso. Questi (atti devono • o • o

ripercuotersi sul valore di Vs , c.he Wezkr e Boger hanno calcolato appunto con questo metodo. App:ue dubbio che questo quoziente abbia il valore di una costante emodinamica generale, come è presupposto nello sviluppo della formula di Wezler e Boger.

5o- La determinazione del volume minuto, dell'indice cardiaco di Gr ollman, delJa differenza artero-venosa di ossigeno, fatta in base ai risultati dei metodi sfigmografici e di determinazioni del metabolismo gass05o, porta a valori soddisfacenti, nell'uomo normale posto in condizioni basali. Coi metodi di Wezler e Boger e di Bro mscr c Ranke si ottengono rispettivamente i stguenti valo ri medi: per l'indice cardiaco 2,42 e 2-46, per il quoziente Cal. giornaliere Vm 422 e 426, per la differenza artero-venosa di 02 61 e 6r,6.

Vi è quindi notevole fra i due metodi e coi risultati delle determinazion i gassometrichc (se condo Grollman l'indice cardiaco. è 2,2 + 0.3, e differenza a rtero-ven osa è in media 59).

6" - In ortostatismo e anche (negli ipertiroidei) in din05tatismo, cessa la concor-danza fra i due metodi sfigmografici e gli stessi valori assol uti appaiono spesso malsicuri.

t - I d ati ottenuti vengono discussi. D a essi sembra risultare che i metodi sfìgmografici, e i priocìpi emodinamici su cui questi sono basati, non sono di portata generale. Nell'individuo normale, in condizioni basali , le semplificazioni introdotte nella teoria emodinamica permettono ancora di ottenere buoni risultati; ma basta anche una piccola modificazione, qual 'è il passaggio dal clino-all'ortostatismo, pe rchè l'approssimazione non appaia più disfacente.

RIASSUNTO. - Con ricerche sfigmografichc sono stati sottoposti a controllo i me· todi di Bromscr e e di We::zler e Boger per la determinazione della getta t a si· ncll"uomo. In particol:Jre stato studiato c discusso il problema della dctcrmi · della lunghczz:J del man!Ìce arterio so e del fra vo lume d ' accumolo

v,

<: gettata sistolica. E ' risultaw <h c i metodi stessi, mentr e Jànno v;;lori soddisfacenti neg li individui normali in condizioni ba sall , non so no più applicabili con sicurezza nell'ipertiroidi smo e negl i stess i individui nom1ali in condi zioni d'ortostatismo. Sono discusse le probabi li ragioni di qu cst i faui

ZusAMMENFASSUXG. - Die z ur Best immu ng <.ks Sc hl agvoiumcns am Menschen von Bròmscr und Ranke so wic von Wc zlcr und l3 oge r erJ:tc ht en Mct hoden sin d ,·on dc n Verfas.o:e n du rch sphygmographìsche Me ss ungen e incr Nachprufung untcr zogcn worden Die Fr:1 gen der Bcstimmung de r wirksam e Wind kP.ssc ll iinge und des Ve rh ii ltnisses z. wischen dem Speicher\'olumens und dem Schl:lgvolumens we rd en bcsonders eingchend unters ucht un ù bcs pr ochen Es h at hìcraus crgcben, dass dicse Me tho dc n wohl bcfri cdigc nde Werte fi.ir das Normalindi, iduum unrer Grundu ms:t t zlx:d ingungen li dern, abe r jo Fiillen von Hy pe nb yreoid ismus und bei dcn glcichen Normalindividuen in stchcnder w ge, nicht m chr mit Sichcrheit anwendbar si nd. Die wahrscheinli ch cn Grund e fur di esen werdcn be sp roc hen.

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t'l

FUNZIONAMENTO DELLA STUFA GIANNOLLI A CALORE SECCO (NOT A PRATI CA)

D o lt. G eculuro F ruM2 , lcn e nle colonnell o medico,

Ai fini della difesa profilattica, pa rticola rmente nelle a ttu ali contingenze .di guerra , è ovvia l'imp ort anza detl a disinfes t azione degli indumenti ed altri capi di vestiario dei mili tari provenienti dalle diverse località.

La stufa « Giannolli », in dotazione al nostro R. Esercito, funziona , come è n oto, a vapore flu ente e a vapore sottopressione, m a, come già fece osservare l a Dire zion e Generale di Sanità Mil ita r e (Circo lare 2C)66/ I del 16 novembre 1942), i capi di vestia rio trattati in tal modo si presentan o, a disinfestazione avvenuta, det erior ati ed !n alcuni cas.i. anc he inservibili.

Si aggiunga pur e che gli indumenti stessi appena venuti fu o ri d all a stufa non poosono essere imm edi ata mente indossati, perchè ancora impregnati di vapore. D' al tro :canto la disinfestazione .degli ind ume nti dai pidocchi e dai Iendin i la si otti en e sicur::t mente ed in breve tempo già a 6o" C. e col semplice calore secco.

In un recen te lavoro (1) L. La F ace riporta i d a t i r accolt i d a Buxton sugli effetti causati da t empera ture elevate sui p idocchi e sulle l or() uov a. Li riporto integralmente:

Le uova non schiudono se esposte:

per 5 minuti a 6o o C. per IO m inuti a 55° C. per I ') mi n ut i a 5 0 " C. pe1 25 minuti a 49" C.

Gli adu lt i mu oiOno:

entro 5 m inuti a 52° C. en t ro 20 minu ti a 5<1QC . entr o 6o minuti a 47" C

Le anzide tte consi d er azion i, di capitale importanza nell'att ua le m omento, per comprensibili r ag ioni , indusse r o la nostra Dire zione G enerale di Sanità a disporre l a cos truz ione di impianti a ca lore secco, specialmente p resso le stazioni di bonifi ca confinaria.

( r ) L. L11 F111:1 : Lt: m alattie rra,m cuc tluglì aru·o podi .- i r.-um i st •i l uppì d cll' t:ut om ol ogùJ ,;,dica iRcndiwnti • l.sl i tulo S uper iore di S uur :, · V(JI. \' , Il • 194 2- XX )

DI REZ IONE DI SANITA' MILI TA RE OELLA DnFESA TERRITORJ .-\LE !)! BOLOGN :\ Di retto re: ge nerale med i co prof. N rco LA

Detti impianti sono fissi, ma ne sono stati costruiti andhe mobil i: perciò si trattava dì vedere se era possibile utilizzare a talore secco anche la stufa <( Giannolli )) , che è in dotazione a tutte le unità sanitarie, senza peraltro alterarne il funzionamento a va•pore .

Inc oraggiato e guidato in tale iniziativa .dal Direttore di Sanità, generale medic o Bruni, injziai le prove su una delle stufe in dotazione alla Sezione dì disinfezione e, successivamente, presso lo stabilimento Mangilli, che gentilmente mise a mia di.spo5izione materiale e personale. deviatore di vapore

D ai pnm1 esperimenti risultò che non era agevole ottenere eli temperatura in tutti i punti interni della stufa, verifican.dosi una stratificazione d'aria, IC on differenza fra gli strati più bassi e quelli più elevati tra i I0-15° c.

In oltre si osservò che era mol to laborioso mantenere una temperatura costante nell'interno della stufa (78:80° C. per mezz ' ora) operchè anche quando ciò si otteneva col più oculato e diligente controllo del _governo di calore, tuttavia erano inevitabili gli in più o in meno della temperatura stessa. Ci o nost:mte si costatò che la temperatura, in nessun 1punto dell'interno della stufa, era inferiore ai 75° C. , come dai controlli eseguiti con termometri a massima, collocati nell'interno della stufa, e da altri a bulbo interno, ma a lettura esterna.

a-------
Fig . 1

Più tardi nell ' officina dell'ospedale militare di Bologna, officina diretta òa l diligente e molto esperto capo-tecnico sig. Boni , si r iuscì ad ovviare agli inconvenienti dianzi accennati con facili accorgimenti e idonei ..dispositivi .

Essi sono:

a) Deviaton: di va pore (fig. r)

E' formato da un tubo dj ferro lung o mm. 670, con ractordo a squadro (fig. r-a), che s'innesta foro d 'immissi one del vapore (fig. I-b) esistente nell'interno della stufa.

Il tubo anzidetto, leggermente curvato in basso, finisce all'estremità libera a be<Xo di clarino.

AREATO RE

Il deviatore ha lo scopo di obbligare l'aria calda a circolare per tutto l'interno del corpo della stufa e, quindi, andhe ·fra gli indumenti, realizzando così quello che si voleva ottenere, cioè di eliminare le stratifiiC azioni di aria a differenti temperature.

b) Areatore (fig. 2).

E' una fusione di ghisa (fig 2-a) il cui corpo è formato da una fl angia (fig. 2-b) (diametro esterno mm 150 spessore mm. 15), nella quale è incorporato un cilindro (fig. 2-c) avente un'inclinazione di circa 50°. Nello spazio frontale del cilindro travasi un incavo (fig. vti), nel quale si assesta un anello in amianto che serve di guarnizione. Nell'interno del cilindro stesso vi è poi un supporto trasversale (fig. più spesso al (entro, dove è praticato un foro filettato di 1) 2 pollice, attraverso i l quale scorre un perno, pure filettato (fig. 2-f) , lungo mm. 140, che serve ad aprire o chiudere, mediante a-pposito volantino (fig. 2-g) un coperchio di ghisa, che è leggermente convesso all'esterno (fig. 2-h) .

.2 e . '' l •, : b ' ' ' l ' ' ' f ' '9
Fig

Su ogni sportello della stufa è un areatore , con l ' accorgimento che i due areatori non debbono trovarsi in asse col cor po della stufa. Così collocati, essi determinano una aspirazione di aria all'esterno e, creando nell 'i nterno della stufa un sistema di ventilazione differenziale , !facilitano la uniforme diffusione del calore.

Inoltre la chiusura o l'apertura degli areatori fa aumentare o diminuire , a volontà, la temperatura nell ' interno della stufa.

c) Carrata porta (fig. 3J·

Costruito in !Canna di ferr o ha forma rettangolare. Alle due estremità ed al centro del carrello vi sono tre trasversi ricurvi (fi.g. 3-a) d i cui uno mu-

Fig

nito di maniglia di legno per la manovra (fig. 3-b). Lateralmente al carrel l o sono fissati , a raggera, venti cannette di ferro (fig. J<), lunghe mm. 210 ed c:quidistanti fra loro mm. 170. Il carrello scorre fra due guide di ferro angolari. Esse sono fissate con quattro squadretti e bulloni alla parete superiore della camera interna della stufa e, prèeisamente, in prossimità degli sportelli.

Infine al centro dello sportello di carico è collocato un astuccio portatermom etro protezione interna. Nel detto astuccio è infilato un termo-

1a l •a l l l l 1a l l l l l l : e
- - -d PORTA INDUMENTI --- d
CARRELLO
.
3

metm metalli'co a quadr an te col bulbo i ntèrno, ma :1 lettura esterna. Il termometro è graduato fino a 120°.

Un dubbio poteva sorgere, ed era che, nella stagione invernale, con temper ature esterne molto basse, non si potesse ottenere la temperatura voluta. Ma si ritiene che tal e inconveruente non debba verificarsi , anzitutto perchè il rivestimento esumo della stufa « Giannolli » è di legno, quindi protegge bene la dispersione di calore ed, in secondo luog o, percbè, come noto , l'intercapedjne esistente rend e l'ambiente interno indipendente da quello esterno . In ogni mod o, elevand o un po' la pressione, si può sempre ottenere la temperatura voluta.

Per il regolare funzionamento della << Giannolli >> a .:a lare secco è bene attenersi alle s·eguen ti norme: ·

Dopo ave r raggiunta la pressione di va·pore di circa I atmosfera, controllandola mediante il mancm etro, dbe segna la pressione del gene r ato re di vapore, si .dà inizio al nella m:miera seguente:

T0 - aver cura che g l i indumenti. appesi a ll' apposito carrello scor revole, non &iano eccessivamente stipati1 t5sendo questo n ecessario alla buona. riuscita della disinfes tazione;

2° - dopo aver chiuso lo sportello di carico, si aprono gli a rea to ri;

3° - mediante l'::tpposito volantino ce ntrale che apre la valvola di comurùcazione, s ' immette un po::o di vapore nell'interno della stufa (la durata 5 - Giorno/t: di medicina militart:.

Stufa Giannofli : dispo>izi o ne degli indumenti nel carrello intern o

di questa immlsswne non dovrà superare un minuto primo circa),. per o t tenere il rirnescolamento dell'aria;

4° - si chiudano gli areatori, e, successivamente, si sospenda l'immissione del vapore, l asciando che l a temperatura interna salga a 8oo C. , avendo cura di controllarla mediante l'apposito termom e tro a l ettura esterna co llocato sullo sportello;

5° - volendo raggiungere la detta tempe ratura in breve tempo, basta im mettere per pochi secondi a ltr o vapore a d intervalli di 5 minuti circa (se la temper atura dovesse superare gli so· c. basta aprire per pochi secondi gli. areatori per far rit ornare la temperatura al limite stabilito di So• C.) ;

6• - raggiunta la temperatur a di 80° C. si c ontrolla che essa resti tale per circa 20 minuti.

Come si è detto in pri ncipio, bast erebbero anche 6o• C. per la durata di 5 minuti per avere sicuramente l'uccisione dei pidocdhi e dei loro però siccome potrebbe verifi:arsi il caso che non in tutti i punti fosse ragtale gr ado di calore, p<:rciò è consigliabile, per maggiore sicurezza, salire fino a So• C., dato che questa temperatura , a secco, non altera gli indumenti.

Oggi, nelb giurisdizione della Difesa Territorial e di Bologna , tutte l e << Gi an noi li >> in dotazione funzionano a calore sett o e con risultati soddisfacenti. Gli indumenti ne escono asciutti e quel po' di vapore acqueo di condensazione, che si forma, aprendo l o sportello1 evapora rapidamente.

Le operazioni di di sinfes tazione degli indumenti si eseguono con facilità, rapidità e sopratutto, ripeto, col vantaggio che i vestiti non si alterano c che, appena terminata l 'operazj one di disiriestazione, essi possono essere immediatamente distribuiti. Perciò, in definitiva, l'utilizzazione della stufa « Giannolli » a calore secco costituisce, senza dubbio , un notevole vantaggio, con l 'unico inc onveniente che la capacità della stufa stessa viene l imitata, perchè gli indumenti debbono essere sistemati piuttosto radi affinchè il calore penetri dappertutto. In ogni modo, dato che per la disinfestaz ione sono più che sufficienti 20 minuti, il rendimento è sempre notevole.

- Der Vcrf:mcr heschreibt die Verwendungsart bei trockcncr Hitze, des von dcm Itali cnischcn H ccrc Libc.rnommcneo << Giannolli >l Ofens.

RtASSUNTO. - L'A . desc r ive il modo di utilizzare a calore secco la s: ufa u Giannolli ll jn dotnione presso jJ R. E sercito.
. i

CONFERENZE E DIMOSTRAZIONI CUNICHE NEGLT OSPEDAU MILITARI

Ef.E..VCO E SOM.\1.11<1 VEGLI ARG0.\1/JN'fl TJun·ATI. (Dai vrrbnli txn •t ·l/1111 a/In Dirt::: iont di Sanitil mi/itarr 19·1J· XXI)

FIRENZE. Maggiore medico prof. LEOKAI\DO CARER I: Chirurgia cmnù·a di guerra.

L'O. si trattiene a p:1rlare delle ferite cranio ccrebr:tli cla arma da Cuoco, rece nti, 11ìustranclo particolari sindromi fun zionali da scoppio di grom: cariche cli esp!o· sivo in vicinanza del cranio leso); mette in evid e nz:t quanto sia d elicato il compito del chirurgo , anche per questt: lesioni , in una guerra di movimento e motocorazzata te· n encJo presenti le diffi coltà d e i tr:tsporlo che per questi gravi feriti non può essere che aereo in un territorio \':lSI c se nz :1 vie di comunicazione.

Dà indicazioni sulla prima c ura che i cranio lesi debbono rice ve re presso i posti a vanzati di soccorso, mettendo in gu:trJia contro interventi incompieti crani ectom ie che non hanno aicun scopo. mancanza di un esame radiografico, tecnica errata , ecc.).

Ritiene che j cranio cen:br r.li o;.:erati non devono essere trasportati, neppure 10 aereo, se non dopo a l meno una dall'intervcnw; sarebbe opportuno che la degenza potesse prolungarsi fino a 15 20 giorni.

l b. Capitano medico ORAZIO CAAER.E CoM.Es: La trasfusione di sangue fresco e conservato. Nuovi orientamenti tecnici e terapeutici.

Sulla ba se della diretta es perienz-a acquis tata nella direzione del Centro Datori di Sangue di Firenze, l'O. espone i più moderni indiri zz i ne lla tecnica e terapeutica della trasfusione di sangue. Si ricordano in primo luog o i notevoli contributi portati all'argomento da studiosi della Sanità Mili t are (De Bernardinis, Mag:iulo, Ca ssinis). Si ri· corciano i vari metodi di tra sfusion e ùiretta cd indiretta e gli apparecchi per trasfu sione d'urgenza, unici che po sso no utilm e nrc adoperati in o s peda i i da campo. l vari m ezz i di stabiliZ7.azione e conscr vn ione dci sant,ruc producono nel s:tngue stesso delle modi(icaziooi biolog1che e chimiche con diminuzione del potere sostitutivo e aumento di quello stimolante: di ciò si deve tener conto nell'adoperare il sangue &esco o consen·ato , quando si può scegliere i due. Le tra sfu sion i con mezzi speciali (sangue cadaverico, sangue placentare, siero &esco, soluzione di pln sma omologo o eterologo essicoto, sospensioni concentrate cti eritrociti o leucocit i, sangue di soggett i conval esce nti) hanno spec iali indicazioni di nece ssità o di terapia e debbono essere più conosciute ed appl icate. Si ricordano g li incidenti imm ediati o tardi vi da trasfusione r.d i mezzi recentemente con sigliati per pre venirli o combatterli.

Nella di guerra l'indicazion e più fre qu e nt e resta quella dell'emorragia acuta , io cui la trasfu sione agiscr. nel modo più per la sua azione t on ica contro lo shoc post -cmorr:1gico che rappresenra la più frequente causa di morte. Per questa consid erazione si consi g lia soprattutto per la patolo gia di guerra l'uso del sangue o plasma conservato o delle soluzioni di plasma che per azione tonico·vascol are non sono inferiori al sangue &esco e vice vers:t nettamenle preferibili per la rapidità dell'iotervento. Si accenna quindi ai vari mezzi propos li per il tra sporto del conservato c per l'organizzazion e del servizio di tr:1sfusione in zone di

F I RENZE. Capitano medico ENRICO U1 diagnosi radiologica de/l'ulce1·a duodenale.

/b. Capitano chimico farmacist :l R oBERTO RtrARBELI.I : Il giudizio igienico di un 'acqua.

L'O. parla delle due gran ùi categorie di acque sotte rrane e, :tcqu c freatiche o :1 li · vello !iocro ed acque artesiane c J a wndo:ta forzat3, del loro modo Ji purificazione, a Yolte per filtrazion e e soven te rt:r ci rcol:t zio ne !'ercol::mte m:i terreni kmurati. L 'O. illustra le m:ce ss ità ddlc ri cerche mineralogiche, ;;coiogicht: , st ra t i g ra f iche e dcrnogra · fiche, deSt·rivc dett:Jgliaramente le ,·arie determ i nnioni chimiche c b:ltteriologiche, il· :ustra i dh·crsi reperti l:'d infine espone come il coordin:Hon: delle \':lric ricerche , cioè l'igie ni st a, :mi, i giudizio igienico.

/ b. (Ospedale mil. terr. •< Carcggi >•). T cnenrc medico CARLO BA I"C t Ch ' cosa si deve richic:dere dal l':tdio logo

LTDO DI CA:VI t\ I ORE mil. tcrr. << Occ:1no Il). Sottotenente m edico L u 1C1 Cen ni di traumatologta dei t e mpi di p ace e di g uerra.

L UCCA (Osptdale m il. tcrr. n. 4). Capi• ano medi co FRAI'CEscOKI: L'ascesso ron.;i1/are e .sue t'o m plican:;e.

M CJN T ECAT IN I (Ospedale mi!. tcrr. << Locanda M agg iore 11 ) Tenente medi co F n \ScF.sco BliRTO:-ICIN I : Di,;.centcria bacillare .

176" OSPEDA L E DA CAMPO. Maggi o re medico F' tiA:-ICESCO SANTAGATI: La l obitc media.

L' O. premctH: alcuni dati an:uomici s ulla lobnione po lmonarc, nwttc::ndo i n rilic,o h: frequenti dev inioni dai limiti norm:1ii, spec ie per qua n to riguarda i l lobo m edio. Studi recent i hanno inf:.ttti potuto dim vs trarc c h e l'anatomia di que sto lobo c dci pi:lni scissur:lli, specie d i destra, m olto frcquemcmente diversa da qucll:l g ià no ta e ciò in rapporto ad anom,die co stituzion a li congenite, ac quisite c ad alterazioni scconch ri c a proce ss i m orbosi. La di tali de\'Ìazioni dalla norma è di importanza not evole per una mig l iore d elle varie sindromt c:inico - radiologichc che si riscontrano a carico de l polmon e dest r o

L 'O . passa quindi a trattare IJ Jcl!t: lobiti m edie facendo not are che la clin ica di affezion i l; di diWci lc \' a'utazionc, ciò che può esse re fuc.ilmcntc intuibile date le frequcn r i v:1riozioni an:uomo -fi siologiche c fi siopato! ogichc del lobo medio.

L'O. espone quindi la parte rauio!og tca f:tcem.lo not:tre c h e !'irJa · g ioe rontgcn nello studio delle a f fc:r.ion i ciel !obo medio de,·c semp r e essere conòotta con m olta diligenza usnndo, oltre ailc comuni pro iezioni, anche qu ella in lordosi for· zata Ji Fleiscltncr.

l n proiezione sag itta le si gt:ner:11rncntc un'opacità a limite s uperiore o ri zzonta le e netto cd a !im i te infe rion.: iPdt:tcrminato, rim:10 c ncio l i hcra la r egione polmon:1re co rris p<mdcntc al seno wmplcmcntarc in proiezione l:ttcra!c l' op:1· acqu ist:t forma trinnt! o lar c :1 limiti netti con b base in ,·icinanza del seno costo diaframmatico ante rior e e l'apice ve rso l' ilo. Nel r nc!iogramma esegu it o n ella posi7ionc

di iordosi accentuat a o di Flci schner invece si ha l'immagine di un triangolo isoscele con la base sul mcdi:1s1ino c l':tpice laterale.

L'O nccenna quindi nlla ùi.tgnostica differcnzi::lc udlc lob iti medie specie in r:lpporto alla int erlohite della pala inferiore ddl:t sciss ura destra, infiltrazioni JUXt:mi ssurali del lobo inferiore cd alle pleurichc has!lari saccatc nella grande cavità.

Riferisce infin e di lobitc media capitati alb sua ossen azione durante i primi due anni di servizio prestato oltremare in zona di opera:t.ioni con una ambulanza rad iologica.

Su circa un migliaio di r adiogrammi del torace e seguiti, di cui Goo poSitiVI per affezioni varie respiratorio, ha riscontrato JieCl casi d i lobiti medie.

Si trattava di polmoniti :t!ipichc a decorso prdungato ed inizio subdolo, con sintom ato logia dinica scarsa c non ben definita, per cui non era st:ato possibile porre la diagnosi di affezione del lobo medio. In tali casi era stata im ccc sospcttat.l an affezione tubercolare.

L'O . illu stra i radiogrammi <:seguiti nelle varie proiezioni, anche a distanza di tempo, che hanno permesso di il processo morboso nelle sue varie fasi, ed tn alcuni casi fino alla completa r est itutio ad integrum.

Dopo aver ricordato l 'i mportan za della esatta Jiognosi Ji_ tali affezioni punto di vista della medicina leg:1l:.! militare, l'O: ait:fern;ando l_a una più intima collaborazione fra ìntcrnista e r aù1o!ogo, CJO c h e d a le m1glion posstbllidi di diagnosticare le affezioni del lobo medio sia in rapporto alla sede che alla loro natura.

PERUGIA. M aggio re medico CoNTI: Sul dermotifo e mila sua profilassi.

l b. Capitano medi co L u1c1 F liRR.ETTl: Esplorazione radiologica del tubo digerente, con particolare riguardo alla diagnosi mdiologica di appendicite cronica.

l b. Capitano medico prof. BRAJO Fuso: Fùrolc cutanee di origine dentaria.

/b . Capitano medico MARI O MARCH ION!'II: Ouervazionc sul tr,uramento delle /aire in gut:rra.

PRATO (Osped:ù: mil. tcrr.). T enente medico MARIO BtNAitE.l ll: /nfilrraro precoce di A.rmann-Redekrr.

L'O. parla di numerosi ca s i da lui osservati nell'esercizio ddia sua professione e anche durante li negii ospcJ:ili militari. L 'in(iltrato precoce è spesso una manifestazione iniziale dell'infezione tubercolare deli'adulto. La sua ubicazionc più frequente è in sede sottoclaveare e interclcido -ilan:; più rara nel lobo interiore. L'infiltro1to precoce può essere denomina to anche cssudati,·o pc:- la su a costituzione anatomo -pnlologica di un nucleo centrale di tessuto tubercolare e di una re:azionc cssuJativa rcrifoca!e . La subicttiva è talvolta evidente, talvolta sta r sa; qudla clinica obicttivn in molti casi poco evidente, onde l::t Ji controlli ra diologici e specialmente radiografici : ciò sopratutto, co nsid erando ]a freque nte evoluzione anatomo - patologica in cavernizzazione e la necessità quindi di intl'rvenire, quando è possibile, con la collassoterapia pneumotoracica arrestando rosl l 'evol uzion e della malattia e favorendo il proc esso di cicatrizzazione dcll'infilrrato stesso.

SAVIGLIANO. Ma ggiore medico G. DE A.soRus: Un caso di ostcopecilia o osuopatia condenranrc di sse minata.

L'O. presenta un militart! d1 32 nnni che è .1lle armi dal dicembre 1940 nel quale l'indagine radio logica della m :mo destra per frattura dei metacarpi, ha messo in evidenza come re perto occasionale una tipio .: ranl altenzione ossea e carattere condensante detra osteopccilia.

Il paziente non presenta alcun disJUrbo nè alcuna alterazione eli organi interni ad eccezione d i una cari e estesa n quasi tutti i molari ed incisi vi superiori.

L'indagine radiolo gic a eseguita ai diversi seg menti dello scheletro ha messo in evidcm..a alle piccole ossa delle mani e dei pi edi, alle epifisi dell ' omero e al tratto vicino delia cavità glcnoidt'a dell a scapola nonchè all'epifisi distali della tibia e pcrone d i ambedue gli arti e specialmente al bacino e superfici anicolari coxofemorali diverse isole di comparta densità a forma di chiazze della grandezza varia da una testa di spillo a qu ell a di una lenticchia, in qualche punto rag g ruppate.

L'O. dopo aver illustrato d ivers i radiogrammi accenna al · problema etiolo'gico in gran part e ancora ignorato, agli studi aoatomo-istologici C!eguiti sul nodulo ost eopecili co recentem e nte da qualche A . e infine discute la diagnosi differenziale coo di· verse altre manifestazioni morbcse della densità ossea cioè di osteopatie condensanti a carattere puro o sistematico e particolarmente con la mcloreostosi e osteopet rosi

l'

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA

LIBRI E R IVI STE .

CHIRURGIA.

\V. ZILUdER: Chù·ut-gia di guara negli ospedali di ri.urva. - Dresden -Lcipzig, Ed. Theodor Steinkopff.

L'A. ha voluto mettere a profitto della generalità il frutto delle proprie esperienze e di quelle di valorosi colleghi della Pru ss i;l Orie ntale sul trattamento da fare, in condo tempo, alle ferite di guerra neg li ospedali di risen·a. Lun g he esperienze fatte durante la campagna di Polonb e quella attuale sul fronte orientale che permisero, finalmente, di superare le precedenti c.fucordanze di criteri e r aggiungere anche m tale campo una necessaria unità d'indirizzo.

Il libro è suddiviso in una parte generale ed una speciale, in 19 capitoli: lavoro di vari collaboratori La p3rte generale s'occupa delle avvertenze generali sul trattamento dei feriti negli ospedali di ri serva, delle infezioni delle ferite, delle emorragie tardive, ddle scottature e congelamenti, delle ferite dci va s i e loro e$iti successivi, di quelle dei nervi, di quelle con ritenzione di proiettile.

La parte speciale s'intt·ressa del trattament.> delle ferite dci vari organi, sistemi ed apparecchi.

L 'opera, veramente pregevole per il suo altissimo scopo ed il solido contenut o, colma una importante lacuna nel campo àcll:.a chiru r gia di guerra e merita perciò di essere Jetta e consultata da quanti sentono il dovere di contribuire efficacemente alla cura dei feriti di guerra per conservarne la vita, attenuarne le gravi sofferenze, !imitarne le residuali deficienze organiche e funzionali.

DERMOS/FILOGRAFIA.

L. Souwu e A. MAcRl: Osserva zioni sul comportamento della risen1a alcalina dopo applicaziofli cutanee di farmaci a reazione acida e ,, reazione alcalina. - et Il Dcrmosifùografo ,., gennaio 1943·XXI.

Gli AA. riferiscono i risultati di indagini condotte a ll o scopo di accertare, se durante e dopo l'applicazione sulla cute di alcuni farmaci di uso comune in terapia dermatologica, si verificano vJriazioni sull'cntit3 della riserva di alcali (R. A.) del plasma sanguigno.

Tale studio ha attinenza con un piano di indagini sistematiche con dotte dagli AA., relative aJ potere di assorbimento de lla cute umana in condizioni normali e patologiche.

Per le osservazioni sono state scelte alcune tra le più comuni m edicaz ioni topiche d'uso abituale in terapia der matolog ica, e cosl da parte sono st.1ti presi in considera zione due acidi, uno inorganico, l'acido borico e l'altro organico, l'acido salicilico, mentre dall'altra sono state prese in esame due pomate a rea zi one nett am e nte alcalina.

BuoNOPANE

comune nella ternpia dc:l a scabbia, c cioè la pomata di Helmerich e quella di Wilkinson -Hebra. L a prima deve la sua al carhonato di potassio e la ,J! sapone verde in essa contenu!o.

L'acido borico è stato U$a to wtto forma di vaselina borica a l 5 10 % in casi di sicosi volgare, di sicosi tricofitica , di impetigine.

L'acido salicilico è stato usato forma di vaselina o lanolina salicilica al 5 -20 %, applicata su cute sana o affetta da pioder mi e, sia io combinazione con lo zolfo, io laoolina -vasclioa (zolfo sublimato al Jo ": , acido a 2 s u forme tricofitiche rorpide superficiali e infiamm ato rie profonde e con l'ittiolo i n l:tno lina - va:e:in a (irt iolo al 10 '}{, , acido salicili co al 2 '?{, ) su chiazz e psoriasiche dopo asportazione delle squame.

Le poma te d i Helmerich e di Wi l kinson - H cb ra sono state usate i n adult i e in ragazzi affetti da scabbia non complicata.

Gli alcali fissi di stati valutati col no to me todo di van Slyke e Cullen, basato sulla determinazione della capacità del plasma sanguigno a fissare C0 2 •

La determinazione della R. A. è esegu ita in ogni soggetto, r ipetutamcore, su campioni di plasma ottenuti da va ri salassi praticati prima dell'applicazione cutanea del medicamento in esame c rir.t:tuti poi a varia di s:a nza di t empo dall'inizio di essa.

Su ogni campione di plasma sono state eseguite 2-3 determinazioni , ottenendo valo r i, in centesimi di cc. di uguali o con scarti non rilevanti. E' stata in ogni c.aso presa in considerazione la media ar itmetica tra i valori ottenuti nelle varie determ i nazioni. Sono stati presi in esame 30 soggett i, r ipett:nd o in ognuno di essi la determinazione della R. A. per .2-4 volte a varia distanza dall' inizio della medicazione.

Al fine di evitare possibili influenze perturbatrici sulla R. A. da parte di fa t tori estranei le r i cerch e sono state e seguite in soggetti r icoverati in cl i nica, tenuti a riposo in letto e ad una d ieta per quanto possibile uniforme. l pazienti ne i quali sono state esperimentate le medica1.ioni a reaz ione adda sono stati sottoposti al sa lassa p r e,·entivo, all'applicazione cutanea e a successivj salassi d'ora in ora n e l corso della mattinata, r imanendo digiuni durante il breve periodo d i espcrimemo. Gli sca bbiosi sottoyosti ad applicazioni cutanee delle pomate a reazione alcalina so no stati salassati ogni 24 ore sempre a digiuno e alla ora del mattino.

Su 22 soggetti sottopoeti ad appl icazioni cutanee più o meno d i pomate a rea · zion c acida su cute sana e su cute alterata da ' ' ari processi morbosi 10 non hanno presentato oscillazioni notevoli n e i \'alori della R. A., mentre 10 hanno prese ntato una dimin u zione e soltanto 2 un aumento.

Su 8 scabbiosi sotto p osti ad estese applicazioni cutanee di pomata a reazione alcalina 3 non hanno presentato oscillazioni not evol i nelle cifre della R. A. mentre in 5 si è avuto u n netto aumento.

Dai 1isultati dell e loro ossen·azio n i gli AA. traggono le s eguent i conclus ion i :

1° - Nel le ricerc he effe ttuate è stata ri sco ntrata con una certa frequenza dopo cutanee di poma1:1 a reazione acida un abbassamento de lb capacitìl del pla · sanguigno a fissare m e ntre dopo applicazioni di pomate a reazione aknlina è stato rilevnto un aum e nto.

2 " • I n base ::tlle conoscenze sui poteri di assorbimento cutaneo in generale, si può prospettare l'ipotesi che le suddette varia7.ioni della riserva di alcali fissi del sangue possano essere in rapporto all'a ss orbimento dci farmaci esperimentati.

3° - T ale ipotesi, cht: merita ulteriori conferme, pe r alcun i medicamenti (acido salicilico, acido bcrico) avvalorata da quanto è noto cir.-::t 1:!. loro spiccata att itudine ad essere assorbiti dalla pelle san:1 ed in proporzio 1i superiori dalla cUle alterata da processi morbosi.

CARLU CC t.

FISTOLOGTA.

W. KRli i NIIERC: Der Kohlcnh)'drautoffwc: ch st:l bc:i Snucr!toffnwngel l Mitt. Du Blutzuchc:r (Il metabolismo dei glucidi nel deficit di ossigeno). - '' Pflugcrs Arch. )), 1942, 246, 129 -135·

Se un individuo viene tenuto in un:1 c:1mcra a bass:1 pressione o !c rcspir:1 miscele povere di 0:• si osserv:t un:1 diminuzione ddb glicemia. Per un:t pressione di 0 2 corrispondente a 8ooo metri, la dim i nuzione della glicemia è del 40 45 Ciò è do vuto al fatto che l'anossia determina un aumento del metabolismo glucidico ri· spetto al metabolismo dci lipidi c dci' protidi; di consegucnz:t i tes suti pitt glucosio al sangue.

G. MARSILI Lr.aELJ.r: J<icc:rche mila eccitabilità della cortt:ccia arebellarc: c: cerebrale a vari pe6odi dalla morrc: dc:/l'anim ale. - « Arch. Fisiol. l•, 1942, 42, 415 423.

Quanto vivo no le cdlule nervose dopo dcil:.t circolazione ? Si ritiene gene· ralmente che i neuroni corticali c cerebellari, es!·cnuo st·nsibilissimi alla anossia, sopra,·· poch i secondi all'arresto del cuore E' noto infatti che basta una compressione bilaterale delle carotidi, dell:1 durata di circa 30 secondi, pe r arrestare l'attività elettrica della corteccia cerebrale.

Ora queste ricerche del Marsili Libell i ..:i costringono a rivedere ta:c modo di vede r e. L ' A. , utilizzando il metodo delle asimmetrie posturalì dì G . giunge alla conr.lusione sorprendente che i :leutonì corticali sono nncma eccitabili coll'::pplicazione locale di srricnina entro 1 0 minuti dall"arresto della circolazione; i neuroni cerebdlari sono ancora ea:itabili colla stricnina 25 minuti dalla morte dell'animale. Poichè i neuroni della corteccia cerebrale in rap porto coi motoneuron ì spi nali attraverso almeno una sinapsi, c i neuroni cortico ccrebe;l;rri attra verso più sinapsi, i futd osser· vati dal Libelli implicano che la sinapt ica è ancora possibile dopo un periodo straordinariamente lungo di nsfissi:1. MoRuzzt.

I GIENE.

V. PuNT0!-•11: Manuale: di miaobiologia medica. -:- Studio Editoriale degli Istituti Uni · Socrate Bucciarelli, Roma, 1943-XXI. Prezz o L. 240.

Il nuovo trattato di microbiolo g ia medica Jcl prof. Vittorio Punt on i vede la luce qucst 'anno c segna, con la tcrz:J edi;done, una tappa veramente luminosa c geni:Jle. Nelle sue <J57 pagine è racchiuso tutto ogg i si conosce relativamente alle più moderne acquisizioni ncl vastissimo campo della microbiolog1a, la cui evoluzione si compie con un ritmo sempre più per l'appa$SÌOn:lto fervore che anima e guicb la non estgua schiera di sckmziati e ricercatori nel mondo scientifico.

Ecco pcrchè il Puntoni, ordinario òi h:mcrio lo g b nella R. Università di Roma, nella sua specificd e profonda cnmpetenza, sorretta da un ardore giovani le e da una tempra vivacissima di n on s i è fermato alla seconda edY.c:ione, pubblicata nel 1935, ma ha voluto qucst' :-mno, con gesto altamente significativo, durante il succedersi degli eventi di gue r ra, offrire, agli studiOsi, con b sua opera, un'oasi di sere· nità ovc attingere i l conforto che può provenire alla mente umana dalla conoscenza delle infime co!e della natura.

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11 manuale, pur conservando nelle sue iince fondamentali la chiara e precisa veste tipografica delle precedenti edizioni, è ;micchito in ogni sua parte di nuovi capitoli e di una più vasta e compl:: ra trattazione sui capito li preesistenti. Così, nella prima parte riguardautc il micro sco?i o, vi souo due novità relative alla microscopia per fluorescenza cd al microscop io

In ordine di successione, tutta la pane generale delia batteriologia è stata riveduta c compl e tata ; è nuo vo il sullo << Studio del! ' alimentazioot" batterica,, - sviluppato quello sullo << Studio della resis tenza di batte ri agli agenti fisici e chimici >lmolto più est esa la trattazione rel a ti va ai « Saggi sui disinfettanti».

Per quanto si ri fe risce alla parte speciale della batteriologia, ogni capitolo è stato ampliato e sviluppato, con particol:;re riguardo quelli relativi al b. typru, di cui è messa in particolare rilievo la costituzione amigena; ai batteri capsulari, ed alle leptosp.ire. Molto opportunam e nte modificato il capitolo sui fermenti lattici il cui studio, in questi ultimi anni, ha a\ uto un particolare impul so io Italia ed all'estero.

Anche il capitolo della mitologia è stato aggio rnato dall ' A. che da decenni si è dedicato allo studio di questa branca della microbiologia con vera e profonda passione.

La protozoologia presenta, m alcune parti, importantissime modificazioni e preci· samente nei cap itoli relativi ai tripanosomi , dei quali viene fatta una più completa e $Ìstematica cla$Sificazione, alle Leishm ania, di cui sono più ampiamente trattati il ciclo di sviluppo. i mezzi di trasmissione, i metodi di coltura e la parte inerente alla terapia.

Particolare cenno m e rit a la trattazione veramente magistrale riguardante i virus filtrabili. Sono stati rivedutj ed ampliati i vari m e todi di filtrazione - la colrivabi!ità su diversi terreni - lo studio sulle dimensioni, che ha potuto essere aggiornato mediante i prog r essi ottenuti col microscopio elettronico - le teor ie sulla immunità ematica e qu ella istogen a e, finalmente, la natura dci virus filtrabili, nel quale capitolo è trattata la recente teoria delle virus-proteine.

Nella esposizione sulle malattie d a virus filtrabili vi sono nuovi capitoli sulla psittacosi, sulla malattia di Nicola s-Favre e sul la malattia dj Auyeszki (pseudo -rabbia).

L'opera veramente geniaie del Pun toni costituisce una vera affermazione della scienza italiana e segna un prog resso tangibile nello studio della microbiologiJ .

Non è po ssibil e costruire tanta mole di cogn izioni, nelle quali risalta l ' apporto di un a origin alità di studio c di una profo nda osser \':JZ Ìon c analitica, se non si è so rretti da un'ansia se m pre più crescente di nuove indagini c da una fede eccezionale. E' quin · di per noi cos a g radita rend e re al Ma es tro il doveroso omaggio della nostra sincera ammirazione apprezzando iJ suo volume e gi udicandolo uno dei più chiari, più Jimpidi trattati di microbiologia, dal qua!e con uguale in te resse , pu: ranno attingere cognizioni preziose, per lo studio e per la vita profe ss ionale , s tudenti di m edicina c medici

Il Puntoni può es5cre pago d e lla s ua opera che è espressione, oltre che del suo vi, iJo intelletto di scienz iato , anche della passionP. ardente con c ui egli ha dedicato le sue integre energie spirituali e ment:-di al lo st u d io dei prel>lcmi della j gienc e della mi c robiologia c he, nella cost ituis cono la più bella per il bene della umanità.

A. GuARIKO c L. BAI(BIERI: La te-rapia t'accmnu cndoueno.<a nei/e infezioni tifo-paratifiche - " Il Policlini co))' sez. pr:a. n. 46, 1942 -XXI.

L a t erapia v::tccinica dà costanti e !>uoni risult .Jt i nelle infezioni : ifoparitific he, come hanno dimostrato anche recentemente num-:rost lavori sull"argomento. e pochi ormai sono coloro i quali curano ancora queste infezioni c on t erapia sintomatica , conYinti cht: « b malatt ia dc\ e fa re il suo corso >• .

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SrEzZAFERRI.

Gli AA. hanno wn il loro lavoro voluto apportare un'ulteriore dimostrazione dell 'efficacia di questa terapia cndoYenosa c, contemporaneamente, hnnno voluto sperimentare un nuovo tipo di vaccino, denominato « Anatifo », il quale è costituito da patine da culture mist>;; di t.ifo, paratifo A e B, uccise con formolo e l asciate in termostato a 40° per 15 g iorni.

Questo vaccino è stato impicgMo nclia curJ. ili 37 casi di infezioni del gruppo tifo e paratifo, tutti con siero od cmocultnra positive, e di 7 casi di (( febbri :orestinali con cmocultura e negative >>.

Si è avuto un solo caso di decesso, non dovuto all'infezione tifoidea, ma a ne.Erite probabilmente precsistclltc; tutti gh altri malati sono perfettamente guadù senza recidive. Il decorso è risultato abbreviato da un dì 4 giorni ad un massimo di 16, esc lusi 5 casi la cui durata è stata prolungata, fino ad un :nassimo di 35 giorni, per lo più da compli cazioni (2 p. con entcrorragie, 1 con ascesso da iniezione).

La vaccino-terapia endovenosa fu iniziata dalla 5. alla 17' giornata e diede in tutti i casi, ottimi r isultati; è bene iniziare la cura al più presto

Le do si adoperate furono progressivamente crescenti (negli adufti: 10-25·50·100 milioni ; nei bambini di età inferiore .ai 10 anni: dosi proporzionate).

In genere per ottenere la gu.arig1cne clinica furono sufficienti dalle 3 alle 4 iniezioni endovenose, compresa qualche iniezione pratkata dopo l'apiressia allo S<cpo di «consolidare la guarigione »

L'enterorragia non costituisce controindicazione per il proseguimento della c ura.

Intervalli fra una iniezione e l'altra: due -;: re giorni; abitualmente 24-48 ore dopo la 3• iniezione la febbre scompare; in caso che questa persista è bene praticare altre iniezioni a dosi medie (so-70 milioni) fino al i 'apiressia persistente.

A causa delle intense teazioni febbrili e generali dovute a! vaccino, in alcuni casi, allo scopo di evitare lo shock, fu anche praticata, secondo le recenti esperienze di Cor ell i, una iniezione endovenosa di pantopon iniettato lentamente (2 -3 m'), all'insorgere del brivido; in questi casi lo shock fu ev itato con grande sollievo dei mal ati e l'azione terapeutica del vaccino fu ttgualmentc effica ce.

Gli AA concludono che i loro risultati confermano io pieno quelli ottenuti dai precedenti ricercatori, risult:1ri che s i giudica r e molto quasi brillanti.

ARCARI.

S. SANTll.LO: Studio sui compol'lamentc del poure battericida nel sang ue di malati al· fetti da malattie chirurgiche. - (< d'Igiene »1 anno LIII , n. r, 1943·

l n passato il potere battericida del sangue :s ui bntteri è stato oggetto di numerose ricerche, alle quali hanno largamente gli AA. it a liani: è stato st ud iato il p. b. in rapporto con il trattamento dt immuniz7.azione attiva e passiva degli individui e si è visto che durante la vaccinazione diminuisce notevolmente (Gori); si è visto che il p. b. verso i ceppi Eberthiani è assente nel sangue di tifosi in stato setticemìco (Lusena), che la malattia da siero osta..:ola l'esplicarsi di esso (Ciantini), che il trattamento prolungato con tos sina st r ep:ococcica, introdotta in piccole dosi per via endovenosa, riduce il p. b. del sangue degli animali trattati verso tutti i ceppi di streptococco (Collina), che il p. b. aumenta n ei blenorragici, speci e dei sottoposti a vaccinazione (De Giorgio). Nei riguardi del p. b. non sono ancora st:lte prese in condderazione le malattie chirurgiche, probabilmente perchè gli indjvidui affetti da tal i forme possono essere considerati, sotto alcuni punti di vista, come sani.

Con queste ricerche l 'A. hn voluto controibrc se ii comportame nto del p. b. ne1 malati di forme chirurgiche non alcuna di nota e se nei malati di forme settiche il p. b. subisse modificazioni caratt e ristiche e costanti.

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Lo swdio è stato cscgujto cimentando sangue citratato proveruentc da pp. 3ffetti da forme chirurgiche settiche ed ,, settiche e siero privato del potere complementare proveniente dagli stessi malati.

r ge r mi verso i quali è stato cimentato il comportamento del potere battericida sono stati il b. di Eberth, g li strc ptococc hi, g:i stafilococchi ed il o. della difterite.

Nei malati di forme chirurgiche settiche il p. b., presente i batter i tifici e difterici, manca invece verso i due gruppi piogc ni.

Nei malati di forme: il comportamento dd p. b si è dimost r .\to nettamente attivo, nei riguardi dci germi, in proporzi<.>nc, naturalm e nte, :tUa diversa resistenza d i essi. Da questo punto di vista l'A. ha costatato che in ordine decrescente la resistenza de ll e specie batteriche usate ad un p. b. segue quest'ordine: st rep tccocco, stafilococco, difterite, tifoidc.

Nei sieri privati del potere comp1ementare l'a7ionc battericida si è dimostrata ridotta.

Le ricerche si sono estese a controllare il p. b. del siero um:mo fresco, del siero di coniglio fresco, e dci J;icri agglutinanti del commercio.

MENNONNA.

MALARIOLOGIA

G. CANALI, E. COROACCI e Pt>ANE LLI: biopsia del midollo osseo mediante la punstemale nel/u malaria. - 1c di Malariologia ll , vol. XXI, fase. 4• '942.

Non è possibile, data la natura dd la,·oro, procedere ad una sua recensione detta·

Gli AA., inf:Jtti, e saminano particamentc i discordanti risultati delle ricerche eseguite dai precedenti osservato ri che hanno considerato il problema della biopsia del midollo osseo nella ma l aria mediante la puntura stcrnale, sia dal punto di vista par assitologico che da quello ematologico. Essi passano quindi alle ulteriori ricerche 1 erdii controllo.

Il lavoro è infatti corredato da una copiosa documentata , allegata sob agli estratti.

Vengono descritti c studiati 23 casi di ma!aria acuta recente, dei quali 4 da Pl. ;alciparum, uno da Pl. ma/m-in<:, 14 d::t PJ. t'i va x e 4 con assenti nel sangue: il parass i ta fu riscontrato negli midolbi in 13 casi, quind. in poco più che nella metà dei casi.

Indagato lo stato parassitologico dd midollo srcrnalc in confronto del sangue periferico e le caratteristiche della formula mielografica prima e dopo la cura Sff=Cilica chinino -arsenicale. e considerato chP. le oscillazior.i dei r<!pcni fra caso e caso devono probabilmente la !oro importanza anche a fattori indjviduali, gl.i AA. pervengono alle seguenti conclusioni:

A) Dal lato p-arassitario, m:: la malaria acuta non pcrntCtosa iJ reperto della pu.ntma stcmale non è stato superiore a quello del sangue periferico, anzi spesso il reperto di quest'ultimo è stato superiore al primo.

B) Dal lato ematologico, è stato soprattutto:

l 0 - aumento delle cellule reticolo ·istiocitarie nella fase anna della malattia;

2° - scarsezza o assenza di emocitoblasti;

3° • aumento, talora marcato. delle plasmocellule;

· a u mento dei gr:mulociti poli morfonvck:ll i ;

5o · spicc:lto numero di promidociti;

6" - reazione e r itrohbs1 ir a note\ o le , de i hasofili

SOMMAR I D I MED IC H E MILI T ARI .

D ER OEuTSC H MII.ITARAR:i.T - Rid s ta men s ile per g i i uffi c iali della Sanità mi li tare de ll'esercito, dd :a marina c dell'aeronautica. Hurc.:nu d e r Medizi n is chen RcfcralllcnBtatte r, Berlino W 9• Linkstr 23-24. F:1 sc 4 :1pr ile ' 943·

Ever c Brix: La pro'a di Ì\ a qu a!e metodo rapido J iJgnostko - L:1 dh gn o si sicro! ogica cli tifo esan: cm:nico in con t in ge n7.c campa li.

R ii h c: La tube r colos i po lmonarc qua le com:cg u c ntt· a speci ale impiego.

,\-leye r: Bronch iecta,ia c s indrome di Kàrtagcne r.

Abd: Sulla ques tione dell"enter ite con special e riJ:,rtl:lrdo dell"indn g inc

Wesclmann: Sul sign i fic:HO dd b di bmhlic nel duodeno c dell e vie b il i:tri.

,. l . ne l sist.:ma

Usadd : Su!l'Js pon:l7.ion c di proie t tili ri c nuti - U n cont r ibuto alla raccomandaz ione d ell' i mpi ego dcii<' fi..:

Eichhoff: Il trattam eoto d d:e lesion i cra n iche che riducono gl i spazi

Hofmann: Indica 'l. ionc degli imen·cnti ope ra tivi a d i fe r ite d'arma da fuoco d ci uen i periferici.

Lclmwnn : Sulla <}tu.:st ione d e lia rc sc7. ionc di articola7.ioni fer it e da arma fuoco.

Schrotler: fratt u ra lenta de l collo del femore.

H on ccker: L es ionj da sonaccarico del o sseo

Stmt·hc: D esc ri z ion e ùi un ap J arccchio se mplice d'irrig::t;-.ione per cav i tà settiche drennte.

t::\GJJ[R J:\.

- Rivist:t sc ir n t ific:t ù cgl i ufi io: inli mt:ùic i un g ht·rcs i Budapest. I X Gyali-

17 - F ase . 1y.p.

L . S zc nren dre y : dci rcp:mo o : uli st iro n c ll 'os pecb lc d i Mi skolo negli u lti mi selle :111n i

A. To1ok: Un ca:.o im c·n·s,: III W di lifo csanw m:qko .

E. l'a ulik: L.1 ma !:ltlia cntcr ic:l

7.. C rork c: : Di;1gnosi de ' le cmorr:tgic i n t er n e bt{: nti !n se g uito a lt:t. io ni

S . lki mo czy : Forun o: o lo .

L. D arabos : Su di un caso intcr ::,•:mtc ;li nc r rosi cutanea da m:nita copi :lt i va .

L. Dombos Katò: Sulla J1 , in fe1, i.:n c.: ti :\\ e 1:11 rin c con solu1.ioni d' ipod o r i to.

397
TR I
-·;..--- -

- RI CO MPENSE AL V -\LOR MJLIT :\Rf. CONCESSE :\D tJ FFI CIALI DEL SERVIZ I O SANTTARIO.

MEDA GLIA DI BRONZO AL VA!.OR Mll.JTAJ\E.

CARNOVALE Francesco fu Antonio e fu Turco Emilia, Ja Chiaravallt: Centrale (Ca · tanzaro), centurione medico 164 • legione CC. NN. - il servizio sanitario arditamente e con sp rezzo del pericolo, si portava volontariamente in zo na ovtm-::cua e baffuta dal violento fuoco nemico per pt·estan: la sua a favor e di numerosi feriti. Per quanto ammalato e co n gli arti inferiori congelati, rifitttava il riçovero in O>pedale per rinuuu: re in l inea durante giornate di dura azio ne e ,·ontinuare la ma opera umanitaria, in particolari dif ficili momenti, datm magnifico ese mpio di valore.

- Guri T opit, quota 1876, •1'13 apri le 194 1-XIX.

PRACANICA Giov:mni fu G iu seppe r. di La Motta Giuseppa, da Messin a, sonoteneme medico reggimento lli bauag!ione. - Ufficiale medico di un battaglion e di fanteria operame in zona montuosa, disimpegnava ia sua missione con ammirevole altruùmo in dilficili condizioni cli m atologirhe, prodigando le sue cure c f eriti, assiderati e congelati. l n a.< pro combarrimento contro tlvversario soverch i ame, in uno partiço!are si tuazio ne prmdeva viva parte alla lotta, impi egando una n:itmglio tricc, rimasta privo di serventi , c wncorrendo ad 11rrestare /' ,JVanzara nemica. A m malato al cu ore cd inviMto tJai superiori a portarsi in zcma più riparata pu l'ulteriore sgombro, non abbandonava iL suo posto, se non quando il battaglione, ricevuto il ca mbio, lasciava la posizione che avevo stre nuamente difesa. - Kllz:Jnil Osuavich Varr i Lamit (fromc greco), 14 noYcmbrc •3 dicembre 194o-XIX.

CROCE DI CIJERR A AL VALOR MILITAR E.

SABATI!':I Angdo fu Vincenzo e fu Cino t ti Rosa, da La Spezia, co:onnello m edico intendenza sup. A. S. direz. sanità. - Dirt:ttorc del suvizio sanitario in A. S. si è co.<tanrem entc p1·odigato oltre ogni limite m ette ndo in qualità di organi zzatore ed animatore, spirito di sacrificio e sprezzo del pericolo. Volontà cd ardire lo spinsero durante la barragfia della Marmariur, in momenti duri c difficili, fin sulle prime linee , sotto l'infuriare d d/' offensiva n e mica per infonde re nei dipendenti la pa ssione, l' ent u.riasmo e la ft:d e nella sicura vit•c•rÙt. Esempio costantt: di alte t'irttÌ militari e di elevatissimo spirito d el d overe e d el .racrificio. - Marmarica -C ire naica, r8 novembrc -3 t dicemb re 194r-XX.

SANTILLO Tommaso fu Clcm c n11 · c di T ercsn Scogna miglio, cb S. Maria Capua Vetere (Napoii), m -::dico int enden7.a superiore A. S., dire z ione sanità mi !itare.In un ospedale. durante un intenso bombardamento aereo n emico, in roi era stato colpito un reparto, si prodigava n ell'organi-zzare lo sgombero dci f eriti. - Barce, 5 settembre 194 r-XIX

ZF.NNARO M:1rio di Lui g i Gentile 1· di P :m"' iNti tla (Vc.nczia), sottotrn c nre medico 9° reggimento :.t l pini - U ni co ufficiale m edi co di un battaglione alpin i impegmuo in duro combattimt:ntl), d'ini z iati va si spingeva con il posto di m edica· zionc in posizione ava n za !(; cd i ncurante d ell'intenso bombardamento nemico ossolvt:t' a

NOT I ZIE

serenamente la sua opera, rimanendo al suo poito jinchè la conquiJta di una importante quota coronava l'eroica im{l1'Csa dc! rcpfzrto. - Guri i Topit (fronte greco), 12-r4 febbraio I9<p -XIX.

AVANZAMENTO PER MERITO 01 GUERRA.

GuARNACCIA Giro'amo, tenente colonnello mcdico in s. p. Gli è confc:rito l'a\'aJJzamento per merito di con la $e!:(Uente motivazione: Ufficiale superiore m edico di elette virtù professionali c militari, h11 dato in ogni cìrcoJtanza luminoJe prr>vc di indi>cuua caparità c di somma dedizione al dorerc. In terra libica durante numerosi bombardam cnti aerei, pur sofferente per recente malulfia, si adoperava sof!o il fuoco nemico c con sereno sprezzo del pericolo, t1d organin:are il trasporto dei ft:riti in località più sicure. a curare i pir'ì grar•i cd a porre in .mlvo i prezio.ri. materiali. F..rempio costante di mira bili virtù di soldato e di apouolo ndla ma mh>"ionc di medico. - · Africa settentrionale, giugno 1940 -XVITI -no\ embre 194r -XJX.

- PROMOZIONI DI UFFICIAL I MEJ>JCI DEL SERVIZIO SANITARIO.

u FI'ICIAI.I MEDI CI IN s. P.

Maggiori promossi tenenti colonndli: CAMPACl'<A Gaspare, NICOLOSI Antonio, DE LuciA }{affaele, DRAco Calogero.

Capitani promossi maggiori: MoRGILLO B ,IMONTE Nicola, XHEVDET Asllan.

Tc:n cnti promoui capitani: PEDER7 0L I Franco, BARBERI Renato, C1c10 Girol:'lmo, GIORDANO Sa\·crio, ZIPAkO Vittorio, F1d..ANCA G 2ctano.

UFFICIALI CHIMI<':! FARMACISTI IN S. P.

Capitano promouo m aggiore: PRI •:OLO Alfom o.

ONOR I FICENZE CONCESSE .W UJ-'FICIALI DEL SERV I ZIO SANITAR I O.

0RDI:'>E OEI ss. MA UJUZIO E LAt 7.ARO.

Cavaliere: colonnello medico Antonio .

ORotNE ot;LL.\ CORONA n'ITALIA-

Commendatore: colonnello medico MoRELLI Mario.

U fjiciale: medici D 'ALESSANDRO Ra ffaele , RAGO Giovanni; tt:nent i colonnelli medici GERMANO Giuseppe::, PIAZ ZA Guido, TA!"CREDI Urb ano, ZANFACNA Ric cardo.

Ca,,aliue: copitanj medici LE ONE Ta cito, PAPA Augusto, Pt'lì' ARI Ernesto.

- lL MICROSCOPIO ElElTRO.NfCO E LE St.iE POSS I BILITÀ DI APPLICAZ I O NE.

Nell'Aula Magna Superiore di Sanità, il dott. in g. Bodo von Borries, del Laboratorio di ottica ekttronica della Siemcns e Halske di Berlino, ricevuto dall'Ecc prof. Domenico Marotta, dell'Istituto, ha tenuto una lezione sul «micr oscopio elettronico e le di applicazione »

La prima parte delia conferen7.a rigunrda i fondamenti della microscopia a lu ce e r iferisce come sia stato costruito un microscopio di elevatissimo ingrandimento usando raggi e!ettronici invece di r:tggi luminosi. Qu esto :tpp:lrCcchio può dare immagini di oggetti cento volte più piccoli di queili che possono essere ' ' isti col microscopio ottico.

399

La seconda parte d ella ìezion e riguJrda le numerose e presenta alcuni esempi di ricerche esegu ite con questo strumento: Sono state mostrate proie1.ioni di soggetti mctallografici che a lla luce parlicolarità strutturali finora sconosciute dei più importanti materiali tecnici, acci:llo t al!uminio.

Nel campo della batteriologia sono presentati vari esempi c tra questi anche; alcuni riguardanti i pregevo li la,·ori che sono :n corw nell' I stitu to Super iore di Sanità, su agent i patogeni, in parti colare qu el li del tifo petccchia!c.

Con questo me todo di ricerca si può spi ngere più pr ofondamente lo sguardo nella struttura <lei batteri.

Le ricerche nel camr-o dello sruoio dei hanno mostrato che i corpi e!ementari appaiono fondamentalmente diversi ne :la loro dai batteri, risultato mo!to importante nella questione, oggi por t icolarmeme discu:·sa, della natura deg!i agenti delle malattie da virus. Inoltre sono st:lte mos!rate fotografie ancora non pubblicate di fibre musco:a ri di tessuto connettivo e collageno, dalle quali risulta che il supermicroscopio apre una nuova strada anche nel campo della istologia.

I nfine il conferenziere ha rilevato come con il comple!so dei Ja,·ori che vengono fatti negli Istituti ùi ricerca nel campo della supcrmkroscopia stia sorge n do una nuova scienza, quella ddln struttura fine dcJla materia vivente e inanimata.

AUTO-QPER AZIOm CON L 1 AUSTLIO DI UNO SPECCH I O.

" L 'operazione è riuscita e il pazi ente vive » : que$ta felice dichiarazione hanno potuto fare tre chiru r ghi brasiliani accorsi in tutta Eretta al C-:tFczza le di un loro eminente co:Iega, il prof. Moldi no Figueiro, che, colto tla un im provv iso e grave attacco di appendicite, non ba trovato altra via di uscit:l che quella di au t o-operarsi Il fatto, in vero non comune, è avvenuto - secondo quan to si legge su Angri!l - così: Da qualche tempo il prof. Figueiro, conscio del suo stato, aveva l'intenzione di recarsi d a un collega di sua fiducia per farsi operare, ma una infinità di cont rattempi glielo aveva impedito. L 'altra se ra, al termine d'una fatkosa gio rnata, mentre s i trovava nel suo studio fu improvvisamente assalito da acutissimi dolori, sulla cui origine c sulle cui conseguenze in caso di non immedi:\to intervento chirurgico egh non poteva (arsi illusioni. Si trascinò quindi al teldono, ma i tre eminenti colleghi cui aveva pensato di ri volgersi erano già u sciti, c hi per recarsi a cena e chi a te:ltro. Intanto i dolori avevano raggiunto iJ mas simo, c Figuciro temeva ili perdere da un momen to a ll' altro i sensi, il che gli sarebbe stato fatale P e rctò, raccolte tutte le propri<. forze, chiamò il suo infermiere avverrendo!o che aveva deciso di operarsi subito c da solo. Questi, ;,bituato alle difficili operazioni del principale, non si impressionò e, come se si trattasse d'un comune cliente, lo distese sul lettino, pose davanti a questo uno specchio e, seguendo fedelmente le istruzioni, preparò i ferri, disinfettò ben bene l:1 pa r te e praticò una iniezion e per anestesia locale. Qu ando tutto fu p ronto, Figuciro, gua r dando la propria immagine riflessa nello specchio, procedette all'operazione . Non ebbe tuttavia la forza di cuc ire il taglio, al che provvide l'infermiere. Turt o andò così bene che quando i tre coUcghi, ritorna ti alle ri spettive :1birazioni e informa ti dell'urgente appello di Figueiro, a cc ors ero trafelat i al suo c:!pezza le, non poteron far altro che dichiarare di trova r si di fronte a un vero capolavo r o dell'arte chiru ·

Dirt:/lore responsabi le: Dott. ALFREDO

Redattore: Dott. MARIO GJA:""

ROYA, MACCJO 194 3 - XXl

tenente generale medico. colonnello medico.

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ar3 od stA t sulle et a bl1Ì ilÌori 2f(\lf !tro i se..., òiJ!IJO Ìl" ;ti. :.bÌJlll!l 3tta!SC u c. ' ùOl i!J co . prof1U ': \2 lc«U J ob i rr. Ul di fig:.tlt(. ' di {jlllll'

per il cuore e per la circolazione

fndrC<JliOOI

labilità vasomotoria con pressione circolatoria bassa : Conv.,lucenu- ipotonì"- grdvid.,nt<!- disturbi dcii<! vecchiaio.

lesioni circ olatorie generali : l n l l u c n z o- d i ft c 11 t e- tubercolosi- t i f o-polmoni te

Colla ssi gravi : Optr.,zioni- emorragie- schok.

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Confcl.ioni in r,.t. d. o.o6 9'
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Direzion e e Amministrazione Mi nis tero del l a Guerra Roma

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MATERIALE PER ATTENDAMENTO

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GIORNALE D I MEDICINA

:JSP!.I >AI.E MIU T ;\J.{E IJl ROM :\ Oorcw,rc: culonneli(l onc:d tco don. P. S \!<TOI I

SU ALCUNE MALATTIE DELL'APPARATO DIGERENTE IN RAPPORTO CO N L' IDONEIT A AL SERVIZIO MILITARE

:•roE. Asro:<ro llON•o rr.s, c1 p1uno mL-Jicu dr <o nw kmento , lluccntc 111 l'atoloJ..TÌ:I m cr il c.l. rcp:or to oncthnn ;l.

L'art. 8o El. A delle imperfezioni e infermità riguardanti l'attitudine'&/ fisica al servizio militare precisa, a pr oposito delle affez ioni del tubo gastroenterico, che sono inabilitanti in modo assoluto: (< i vizi di conformazione e le malattie di un viscere addominale, gravi e croniche e i loro esiti quand o per natura, grado e sede, o perdhè abbiano ind o tto grave risentim ento sull o stato generale, diano la sicurezza di permanente inabilità >> . Inoltre sono co mr-rese nell'articolo 8o « le fo rme croniche e gli esiti insanabili dj peritoniti >• nonchè << le ptosi vis ce r ali n o tevoli e che inducano gravi di sturbi funzionali >> .

Aggiunge però a c hi arimento il detto articolo: « Tutte queste inferm ità sempre dopo osservazione in un ospedale militare: quell e ritenute suscettibili di modificazioni, quando persistano oltre il periodo di rivedibilità e nel militare dopo inf ru th1ose cu re e i peri od i d i licen za di di cui al n. 5 delle '' avvertenze generali " 11

Il n. 5 dell e avvertenze generali di ce testu :dm ente : « Un militare tr ovato affetto da inf ermità o lesioni, che per gli iscritti motivano la riforma al termine del period o dell a r ived ibilità, sarà dichiarato inabile p erm:men temente quand o b infermità o lesi on e persista n onostante la cura e congrui p eriodi di licen za d i conv alescenza 'dt durata in ogni modo tale da non oltreil termine dc1la ferma di leva >J.

Questo è quan to è scritto nell'elenco d elle infermità e imperfezioni riguardanti l 'a ttitud i ne fisica a l serviz1o milita re: questo è per così dire il codice in base al qu ale il medico mil i ta r e giud ica e mand a.

Nell'elenco non sono specificate l e m a lattie del tubo gastr o-e nterico ma è stata las ciata ovviamente libe rtà di azion e a l medico giudic ante che ws1 può spaziare entro certi limiti e prendere decisi oni ragionevoli in m odo da non ledere gli interessi dci militari c nello stess o temp o operare con giustizia .

In base a questi crite ri fissati d a lle autorità militari devon o essere esaminati i g astr.oen teropaz ienti ch e si presentano all a visita per un esatto giu-

Sp ediz10n< an po'bi le grup po )
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GI CC. KO oo t ; XX l MILITARE
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dizi o diagnostico derivato da dementi obiettivi di valore inconfutabile c per un g i udizi o prognostico e med ico leg ale per quanto possibile esatto. Per ottener e un tale risultato bisogna 1.-ihe anche gli ospedali militari possano d isporre di tutti quei m ezzi che l a mod erna semeiotica mette oggi a nostra disposizione e che specialmente nel campo delle m alattie del sistema digerente bann o il più grande valore. E' vero che oggi grande è l'affollamento degli ospedali mibtar i, veramente cospicuo il numero dei gastroenteropazienti da esaminare tutti i giorni, m a è anche vero che sono necess ari per Je diagn osi esatte delle ricerche cliniche (esa mi delle feci, esami endoscopici, minuti esami radiologici) senza dei quali molti giudizi risulterebbero errati.

E l 'e rrore, che pure è nella natura stessa dell'uomo, in questo ca mpo deve essere, per quanto possibile, evitato per non inviare sotto Je armi dei soggetti che sono inad atti alla vita m il itare perdbè incapaci di sopportare quei disagi sia fisici sia alimentari che una vita di tal genere comporta . 1 sofferenti di stomaco e di intestino sono i più noiosi fra tutti i malati milita r i e sono quelli che rendono pesante il servizio dei medic i reggimentali perchè essi sono capaci di presenta rsi a visita anche ogni gi orno per convincere i mt>dici sulla realtà dei loro disturbi c per essere esonerati dai servizi.

Un elemento non trascurabile poi è anche quello di evitare che , arrucr lando soggetti malati di stomaco o intestino, si peggi ori la loro condizione creando quella falange di gastroenterolesi c he , alla fine del servizio militare, chiederanno le pensioni di invalidità per malattie pre-esistcnti c dhe il servizio militare avrebbe aggravato fino ad un punto invalidantc.

Per queste ragioni è necessario che il medic o che deve giudicare di t al i malattie · non si limiti a vedere il suo m a lato ali 'atto della visita ma lo veda anche con gli occhi della mente nella sua vita futura cioè in qu e lla vita che il militare deve fare una volta che sia stato arruolato sotto le armi: cioè co-noscere le influenze che in esso esercita il clima, gli esercizi fisici, l 'a limmtazione. ecc.

Si sa quanta importanza ha il caldo e il freddo nel determinismo di varie m a lattie di sto m aco e intestino o neli 'aggrava r e delle affezioni prc-csistenti: basta riferirsi alla colite cronica per comprendere l' importanza di questi elementi climatici. Qu esti fattori si moltiplicano poi quand o tali soggeni per ragioni milita ri sono inviati in Colonia o in regioni dove il freddo è tr oppo intenso e inada tto ad organismi abituati a vivere nei nostri climi temper a t i.

Non spenderò molte par ole per mettere in rilievo l'import anza fondamentale che ha l'alimentazione per il soldato.

L 'a limentazione del iulian o, calcobto in base :.1 tabelle preparate secondo criteri rig orosamente scientifici e pratici, è senza dubbi o sana, sufficiente ai bisogni del in rapporto ai lavori che compie e al in cui vive (e ciò anche in m o m enti di restrizi one generale), equiHbrato in tutti i suoi componenti (idrati di ca rboniv. grassi, proteine, sostanze aromatiche, vitamine, ecc .). Pe rò qu es ta specie di alimentazione per quanto rigo--

J

rosa e controllata. s o ffre della m anc he volez za dt tutt e le forme Ji al iment a· z ione co llett iva. preparazione dtgh a liment i per le co llettiv i tà più o me n o numerose ries ce se mpr e, per qu antt sfo rz i si f:lcc iano , sensibilmente diversa dall ' aliment nione domestica in quant o le vivande risult ano o poco saporite o troppo saporite, o tro pp o cotte , o m::tl co mbinate, in maniera da perdere in tutto o in parte quelle ca r at ter ist ic he gust :J tive che r a ppres en tan o un elemento non indiffere nte nel processo deJJa digestione.

A ciò occorre anche aggi ungere la m aniera come i pasti vengon o cons umati , il più delle volt e in nella gavetta non 5c mpre hcn c la va ta in precedenz a, a so lda t o sdr:1iato per te rra , ecc.

D opo consum a t o il r a n cio i so ldati n on sempre possono concedersi un period o breve di sies t a che può essere necessario a l comptmcnto del processo di gestivo: s pesso anzi , sub ito dopo i p:1sti, vengono sottoposti a fatidbe, a marcie , ed esercizi fisi ci che comunque inibiscon o la d iges ti one. E tutto ciò senza voler parlare dell' al imentazione delle truppe i n guerra dove qu es ti elementi nega t ivi vengon o :mcor più potenziati, nè di quei fattori tossici votalo:a ag?rava.no di cose (abuso di fumo. ab uso vtm, Ltquon fortt specte nc t cltmt freddi, ccc .).

Di tutt i questi elementi , che io h o appe n a accennato, devono tener con-

t o qu ei medic i che giud icano soggetti affetti d a m a latti:1 del tubo gastro-ente-

r ico prima di deci der e ddl a lo r o a ttitudine a l 5ervizio mil itare. Ma oc correrà andhe che guardino il soggetto nel s u o complesso , come l'indiri zzo costituzi ona listico d clb medicina m oderna impone, per rendersi conto della influenza che un even tu ale d lst urbo de! tubo gastr o-en teri co, quale potenziatore di tutte le energie org =miche, esercita sull 'o r ga ni sm o in generale.

In base a queste e ad a ltre considerazioni che verranno fatte successivamente , mi pare opportun o di aggiornare il problema di alc une a ffe zioni g astro-enteriche. al lume delle m ode rne conoscenze, trattando della g astri te cronic::c (g. c.), dell ' ulcer a g. d. (u. g. d.) c della co lite cronica (c. c.) n on amebica, e tralasciand o quelle altre a ff ezio ni la c ui trattazi one si può trov are in qualunque libr o di medicina .

LA GASTRITE CR O N l C:\.

Se si consultano tratt1ti :mche rece nti c ben f atti di p a tol ogi:1 medi ca s i. trova bens ì citata la gastrite cronica ma h' sua trattazi one appare fatta in maniera del tutto sommar ìa. L :t ragione di ciò sta nel fatto che tale affezione, confusa prima con altre m a latti e, solo recen temente ha :tcquistato una indivi d u alità nosologicamente precisa.

Fino a 15-20 anni fa non si ser.ti va parlare mai di gastrite: se un soggetto si presentava a n oi accusando dei d is turbi di stomaco e non av eva nè un ' ul cera nè un ca ncr o, veniva ca tal ogat o fra i dispeptici. La dispepsia era la parola che copriva col suo mant o la nos tra ignoranza in m oteri a .

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Il medico colto che non st content.tva della sola voce « dispepsia '' andava oltre e, a seconda della sua cultura e della sua prefe renza , aggiungeva i termini di ipcrcloridia, ipocloridia, ptosi dello stomaco , dilataz.ione, intossicazione, indigestione ecc., ma rimaneva però sempre nel campo dell'impreciso. Altri . pitt spesso, parlavano di nevrosi gastrica.

Oggi invece noi con a>ciarno bene la gastrite cronica, specie per il contrib uto fornito da AA. italiani (Alessandrini, Bonadies, Allodi , ecc.) e perciò abbiamo il dovere in ogni caso di precisare la diagna>i in tutte le s ue varie forme clinidhe e anatomo-patologiche

Dal punto di vista etiologico vari sono i fatto ri da prendere in considerazione: l 'a limentazione incongrua , la masticazione insufficiente, l'abuso di fu m o, l'abuso di alcolici, l' ingestione di alime nti o troppo caldi o troppo freddi, ecc. A ccanto a questi fattori per così dire esogeni occorre aggiungere i fattori endogeni: nefritc cronica, ana fil assi, in tossicazioni varie, infezioni focali, ccc. Tutti questi fattori quando agiscono per lung o tempo finiscono col determinare delle alterazioni croniche della mucosa gastrica che ass um ono peraltro un diverso aspetto anatomo-patologico e clinico. Così mo una gastrite cronica catarrale una g. c. ipertrofica, g. c. ulcerosa. g. c. emorragica, g. c. atrofica, ccc.

La sintomatologia di queste affezioni è va ria ed assume aspetti clinici non sempre nettamente definiti: però in linea gene rale predominano i dolori alla regione epigastrica, talora senso di peso dopo i pasti , eru ttazion i acide, pìn)Si, spesso vomito costituito o di solo contenu to alimentare o di resid ui alimentari commisti a mu co e sangue. Qu ando tale sintomatologia dura per vario tempo e la gastrite assume un andamento ingravcsccnte non tardano a farsi evidenti uno stato ane m ico più o men o accentuato e un decadimento delio stato gener:tle con denutrizione più o m eno spiccata.

Dì fronte ad una sintomato logia co me lluella suddc tt J costituita di elementi vaghi ed in ogni caso comuni aò altre malattie di stomaco e di fegat o (ulcera gastrica, fegato di:>p<.ptico, colccistttc di grado lieve , ecc.) si può fac ilmente comprendere come 1a diagnosi non può essere basata se non su esami c;pcciali che però non sono sempre alla porta ta d: tutti e che comunque non possono essere applicati su larga scala negli ospcd:1li militari dove è note vole ii numero dei m a lati da csammarc e scarso il tempo disponibile specie in periodi eccezionali come intendo alludere al sondaggio gastrico all'esame radjologico con il metodo del piccolo riempimento e alla gastroscopia che è il metodo di scelta.

Il sondaggio gastrico è di tecnic a relativamente facile e può essere applicato anche in tutti i casi un a vo lta che si sia potuto addest ra re del persor.ale di assistenza a tal genere di manovra. P erò o ccorre che l ' esame del succ o gastrico non sia limitato sol o all'acidimetria ( H C L l ibero e aciù ità totale) ma sia integr:1to a ltresì cbll'esa me microscop ico del sedimento in c ui pa>sono essere m essi in evidenza il muc o, il sangue, i lcucociti pitt o meno conscr-

vati, le cellule cosinolìle, le celluk di sfald a mento della mucosa iniÌ;u nmata , ecc. Con qu esta mtcgr.tz.i onc l'c :>a mc del succo gastri co potrebbe. sec ond o Allodi , fornire clcmentt tmpo rt:mti per un:• dtJgnosi esatta più che è possibile.

L ' esame b:ttteri c>ScopJC o e l e ric crohc del po tere ba tt ericida del succo gastrico estratto a digiun o posson o a\'c re. secon do A lcssa ndrin i . mo lt o m aggior val ore delle citodiagn os i qu ando si è sicuri di ave r usato tutte le Cltltelc atte ad evi t:•re l del succo con i germi dcii :l bocca e quando si tr ovino nello sto ma co germi c he, come il b. coh, non è ospite delb bocca e che invece è presen te net l iquidi estratti da stomaci g:1stritici. Tale m etodo però. occorre s ubito dire, è sol o eccezi on almente app lic: tbile per ragioni faci lm ente i11tuitive.

L'es:une radiologi.:-o nelb g:-.strite cronica rich1edc pazienza e tecni ca acc ur ata per c hè occor re studiare la struttura delle plichc co l m etodo del pi ccolo riempiment o che, se bene esegu i to, può dar<' buoni risultati. D all'esa me radi o logico così eseguito nelle g. c . si posso no mettere in evidenza:

- Cnteri mdm:lli quali l'tp o tonia muscol a re, l' au ment o dell a peristalsi antrale con o nÙ ;: profontb. il vuotamcnt o r:1piùo, b dentellatura vanabile del la grande curvatura nelle pc..sc succ ess1ve c la dol orabilità d iffusa alla palpazi one: :t lcuni AA. dànn o impo rtanza alle rigidità dell'antr o per cu i esso pe rde l'aspett o oppure sacciforme del. l' antr o e alla dilat az ione del bulb o duO< icn:de che presenta cosi Jclll pliche m olto più grosse.

2 ° - Cntcn dm·ttJ quah la maggi o re ampiez z a delle pliche che non !:i riesce a far scomp:ui re con le man ov re pa lp:nor ie c neppure a <.l cf la direzi one a bn or me. l 'asp<.: tt o m olto tortu oso di es se. Nella gas trit e atrofie::. vi è invece un ass o ttigl ia ment o delle pl içhe. In cas o è possibile radJOlogicamentc mettere in ev1dcnza pers!n o i segni dell a g:.st rite erosiv:t. La gastroscopia è il met odo di ricerca indispensabile per le di ag nos i di gast r ite e per le sue vari età. An zi, si può òire che la g . c. è stata individuata m ercè la sc opert a della gastn)Scu pl:t. N on posso n r.: ppme per sommi capi accennare ai referti enècscopici nella g:1strite cronica perchè questa è m ateria troppo speci a listica per esse re ripo rtata in un articolo che si pr opone scopi di indole generale. ( Vedi: B o i'ADIES: Re{Jerfl mdoscopici nella g. c. Att i de ll'A ccademi a Medic a di R om:1 c Att i dell'Accademia Lan cisiana di R om:1 , anno 1934-35).

N on mi occup o in questo a r tic olo delb tecnic a endosc op ic:l che pure il on è difficile solo assistendo a qualche seduta di dimostr:Jzioni p ratiche. Mi preme però d i mettere subito nelb evidenza l'err ore in cu i cadono quelli che sostengo no c he si tr a t ti di un opcrJ.z.ionc gra vement e traumatizzata c c he può ripugnar e per l e sue brutalità. Nulb di p1t1 incs:ltt o. La gastrosc opia è una manov ra che , se btt :l con ga rbo e con la do \'uta c:natela. non nu oce a l m:1la to e non f'tiÙ dar h1 0go. come non ha da to lu ogo

nelle m ie mani , ad inconvenienti di sorta. E tanto ciò è vero che, malati non nervosi e no n ecccs'iivamente trnpressionabilt, si sottopongono anche per varie volte a lla stessa m anovra; c anzi dirò di più, che se noi , per un senso di gius to equilibrio e di naturale rigu.J.rdo ver-.>o i malati, ci siamo limitati a due o tre gastroscopie nello stesso soggetto, quand o il cas.o lo h a richiesto, altri AA. str:'lnieri. &a cui Schindler, parlanc nelle loro pubblicaziom addirittura di venti e più gastroscopie fatte nello stesso soggetto. Tutto ciò sta a dimos trar ci senza dubbio che la man ov ra , se p ure può sembrare impressionante, non è affatto traumatizzante e comunque non è mai tale da presentare periwli di sorta una volta che siano usati tutti gli accorgimenti di una tecnica corretta.

F atta la diagnosi di gastrite cronica in bas<' ai dati obiettivi finora esaminati si presenta la soluzione dal quesito che dal punto di vista militare h a la m assi ma importanz a e cioè quello progna>tico.

Un soggetto affe tto da g. c. è idoneo a l se rvizio militare incondizionato ? Si può rispondere senz ' altro negativamente a questa domanda. Il m ahto di g. c. non può sopportare il servizio militare e i disagi ad esso inerenti. Però siccome la malattia può guarire o migliorare in maniera notevole, il giudizio definitivo sarà rimandato di t empo in tempo tenendo conto del miglìor:lmcnto che sarà controllato di volta in volta. Ad ogn i m odo anc ht: se è guarito , il gastrico cronico va considerato come un malato in equilibrio instabile, come un soggetto compens:tto finchè vive jn famiglia e fincbè si alimenta con riguardo e alterna i pasti e il lavoro in maniera opportuna; se viene arruolato sotto le armi e si sottopone a dis ag i fisici ed alimentari si scompensa facilmente e sì ammala. In base a questo concetto noi dobbiamo considerare, mutatis li malato di g. c. come il portatore di un vizio cardiac o compensato.

Ciò si di ce dal punto di vista generale. D ;}l punto di vista particolare si deve considerare la for ma specifica di g. c. di cui ti sog getto è affetto per i provvedimenti speciali.

Se un soggetto presenta u na sempbct gas trit e cronica catarrale imputabile a cause che si p ossano presumere occasionali, e perciò eliminabili, si 1può attendere qualche mese (2-3 mesi di c sottoporre successivamente il soggetto a l b r ipetizione degli esami onde cons tatare b sua eventuale guarigione. Se il secondo esame eseguito dopo 2-3 mesi mos tr:t un reperto di migli o ramento si può modifi ca re il giudizio primitivo assegnandolo ai servizi sedentari.

11 criterio dell'esame locale <.leve essere in questi casi integrato dall'esame generale Jcl soggetto perchè quando la gastrite è in atto incide in mod o mdi!ìcutibile sullo stato generale, sulb nutrizione e sulb sanguificazione. Se 1l cricrio locale di migli o ramento coincide con un miglioramento delle condizi oni generali si può ritenere c he In gastrite c:ltarrale è guarita o è sulb vi a dell:l gu:lrigionc.

Le erosive. emorragiche, ipertrofiche che determinano un grave stato di deperimento organico per insufficiente utilizzazione delle sostanze a limentari , richiedono periodi di esenzione dal servizio militare anche più lunghi di sei mesi in sei m es: .

Le gastriti atrofiche dhe determin:mo delle form e anemic he talora gravi (ane mie agastriche) sono anch'esse mal attie gravi che richiederanno provvedimenti più severi per dar m odo ai soggetti di applicare quelle terapie che possano, se ben fatte, permettere una ripresa della funz ione emopoietica. Le gastriti ulcerative con ulccrazioni profonde devono essere considerate alla stregua dell'ulcera gastrica in quanto , secondo una concezione cor rente (Koojtzny- L eotta- Bonadies), pa;sano rappresentare il primo passo verso l'ulcera gastrica propriamente detta ( ulcera di Cruveiller).

In line a generale , tenendo conto po.i dell'influenza che sullo stomaco in gen ere e sullo sto ma co gastrico in particolare esercita i l caldo intenso, la temperatura umida, il freddo intens u, bisogne rà in ogni caso escludere detti m ilit::tri da R eparti ope ra nti in climi o troppo caldi o troppo freddi

ULCERA GASTRo-DUODENALE.

Per quel che si riferisce a ll ' ulcera g. d. il problema si presenta ancora p:ù ardu o dal nostro punto di vista tenendo specialmente presente la sinto m atologia ddla malat"lÌa che è varia nei singoli individui in rapporto con la sens ibilità individuale, con lo stato anato mi co dell a lesi one, con le attitudini di vi ta dei soggetti, con la loro ali mentazione , con l'epoca in c u i si e con la pa;sibihtà dh c si crei una frode su una m a lattia che alle volte o ffre sca rsi ele menti di gi udiz io dal punto di vista obiettivo.

Non ritengo di dover dire sull 'ulcera g. d. quello che è noto a tutti sia dal punto di vist::t etiopatogeneticç c sia da l punto di vista della s int oma t ologia clinica. Solo desidero :1cccnn:1re a qualche fatto c be si presta a conside razioni importanti dal punto di vista del riconoscimento diagnostico. Nelia ric a clinica corrente l 'a namnesi di questi malati è uno dei punti importanti: si sa quel che sc r iveva il Mayn1ham su q uest o argomento e cioè essere l'anamnesi nelle m a lattie uno degli elementi fondamentali p er indi rizzare la mente del diagnosta verso un giudizio il più delle volte tdefinitivo: nelle malatti e dello stomaco, egli diceva, occorre un 'ora d i anamnesi e · poc h i m inuti di esame obiettivo. C ome si troverà il m edico che esaminando un militare, si fa guidare d:t un simile conce tto ? Questo crit er io che serve o ttim amente nella pr:1tica civil e ncn può essere :tpplicato nel campo milit:tre percbè man ca qui i l pres u ppos t o della buona fed.:-.

Ed allor a, senza l 'anamnesi a quali elementi semeiologici bisogna far ricorso per djagnosticare un ' ulcera g. d. ?

La dolorabi lit à assert:1 nelle varie z0ne dell'epigastrio ? A proposito delle dolorabilità sull'epigastno è no to come gli AA. abbiano disegnato di-

verse zone o punti sensibili, diretti o dt Irradiazione, sulia parete addomin:1le a seconda che si tr dtti òì ulcera della piccola curvatura dello stomaco, della regione ::mtralc, del piloro, del duodeno c via di seguito. In tali zone sensibili la d olorabilità viene provocata o con la semplice palpazione o con la percussione col martello dei riflessi o con la se m p l ice percussione col dito: in alcuni casi sono state trovate delle zone di lptralgcsia lung o una zona compresa fra la V e la VII costola tr a l 'ascellare posteriore e la colonna vertebrale.

Ma non è dh.i non vede l'inopportunl*:à di affidarsi a simili criteri, quanto ma i vaghi ed imprecisi , specie nel c::tmpo militare .

Quale valore assegna re all'esame delle feci ? All.infuori dei cas i nei quali viene accusata un emorragia gastrica, tale indagine non h a alcun valore pratic o. Nè bisogna dimenticare che si tratta di una pr ova di una del ica tez za estrema; che deve essere eseg uit a c.on b massima cautela per evitare che una positività di essa possa essere presa per elemento probativo. A tal fine la prova deve essere fatta tenend o j} soggetto ricoverato in Ospedale Militare e rigorosamente sorvegliato dal punt o di vista alimentare, il che è difficile ad attenersi. Nè il valore da dare al suo risultato merita tante precauzioni c tante cure nel\ 'esecuzione di

Altra prova tenuta in considerazione nella diagnostica dell'u. g. J. è l 'esam e del succo gastrico estratto con la sonda o in un unico campione senza pasto, o estratto dopo colazione di prova, in un uni co campione, o estratto frazionatamente tenendo la sonda a perm anenza nello stomaco, o estratto dopo iniezione di sostanze stimolanti specifiche della secrezione

Ma anche questo esame ha in realtà scarso valore perchè è stato dimostrato come i va lori dell'acidità gastrica non sono sempre in rapporto con la presenza dell ' u. g. d. nè possono darci indizi sicuri sia sulla gravità delle mabttic c sia sulla sua reale essenza an:ltomica. Si è scritto tanto su questo argomento: però aliJ fine tutti gli AA. ch e !hanno studiato bene questo capitolo. h ::mno finito con l 'a mmettere che dai dati del gastroaòdigramma, comunque ottenuto, lpOCO vi è da ricavare quando si voglia formulare un giudizio diagnostico certo di ulcera g. d.

Eliminati pertanto codesti metodi di esame che , come abbiamo visto. si sono dimostrati imperfetti non rim a ngono da prendere in considerazione se n on quei rilievi squis ita mente obiettivi che sono rappresentati dalla gastroscopia e dall'esame radiologico.

La gastroscopia, che è un metodo eccellente per le diagnosi della gastrite cronica, nel campo dell'u. g. d. h a dismuso un poco per gli scarsi risultati ottenuti o per lo meno per i risultati non proporzionati all'aspettativa che t:tle metodo di indagine aveva suscitato all'inizio. Qu ando l'ulcera è localizzata in un punto dello stomaco che cade nella parte esplorabile con lo strument o. non c'è dubbio che ass ume allora la massima importanza perchè l 'u lcera viene vista direttamente dal1 1osservatore. Però purtroppo, allo stato J ttuale delle nostre conoscenze in proposito, si deve ammettere che tale even-

tualità non sì presenta che di r ado. La gas tr oscapi.t può sc o prire i segni mdiretti dell'ulcera sotto forma di una gastrite dell'antro, sotto forma di uno stato spastico del viscere ecc M a questi dati hann o evidentemente un valor e pratico molto scarso.

E allora non r imane che l'c!>ame radiologiccJ come il più c fondamentale elemento diagnosti co i n cui deve in ogn:. c:tso essere il giudizio.

Non entro delìbcratamentt; nel campo riservato a specialisti r adiologi per dire del valore che assume la nicchia di H audek dal punto di vista diagnostico e il Yalorc di tutti gli altri c;cgni indiretti di ulcera. R esta però inteso c h e l'esame radiologico deve essere fatto bene e con tutta la possibile attenzione pe r poter accertare realmente la presenza di questi segni, b loro costanza in tutti sc ri ogrammi, ecc.

Accertata l ' ulcera si present;; il secondo problema anclh ·esso importantissimo e anzi fondamentale c cioè quello prognos tico e medic o legale.

Dal pWlto di vista prognostic o, dir èl così generale, la mi a esperienza nel ca mpo delb gastro-enterologia mi permette di affermare che la malattia non è grave per sè e dhe , se è opportunamente curata. pur persistendo anche a lungo, persino vari decenni, può non nchiederc provvedimenti eccezionali specie di indole chiru rgic a. Vi sono soggetti per tre o quattro volte all'nnno h an n o cnsi dolGrose di var ia intensità e di varia durata ; d ur ante tale periodo tengono un 'a lim entazione speciale di riguardo) prendono degli alcal ini e stanno a riposo: i period1 dolorosi ->i esaurisc o no e tutto si dilegua cosi senza conseguenze. Accanto a questi malati vi sono quelli che hanno periodi di dol ori più lungni, dhe soffrono di più e che devono nccess:triamrnte dere ogni a li mentazione e stare per va ri giorni a dieta latte a assoluta . Questi ultimi d evono usarsi maggiori rigu ardi sotto tutti i punti di '!ist:t, altrimenti l 'intensità del dolore a ument a e Sl va gr.1e:i ualrnrnte i11contro :1 tuttt.: qudlc scquele di complicazioni che r.ivcstonu ;mportanza notevole per le conscgucn?.e che possono derivare: le grandi emorragie digestive , le perforazioni, la degenera zione canceros a, le stenosi p1lonchc, le s t ennsi medi o-gas triche co11 stomaco a clissidra, le periviscerit i, la perforazione graduale dell'ulcera nel fegato o nel pancreas, le coliti, Jc peritoniti saccate ecc. Come si può fare per decidere quando si tratta di forma di ulcer a della prima natura c che possiamo dire benigne e senz::t comp licazioni e quando invece si tratta di forma della seconda n atura con possibilità di complicazioni o con co mplicazioni in atto?

Qui sta l 'ac um e e l ' ahilità del diagnosta.

Un soggetto pallid o . astenico, m agro, il quale afferma di aver avuto deliq u i nel corso di un periodo eli dolori gastrici può farci r:lgionevolmentc pensar e ad un ·em orragia digestiva anc he se n o n è stata grave e cataclismatica , c anc h e se n on è stato scoperto 1l sa n gue nelle feci (melena).

Cn a ltro soggetto il quale aveva dolori a dlStanza di due-tre ore dal pasto e che ci dice come la crisi d olorosa si sia che egli si sente lo stomaco ingombro lino a l pasto successivo, dbe ha venuto mentre prima non l 'av eva, ci farà pensare ad una stenosi pilorica che si va istituendo gradualmente.

Da queste complicazioni più lievi e più frequenti si va per gradi verso le forme più complesse e più gravi. In tutti questi casi la clinica, il laboratorio. l'indagine radiol og ica sono sufficien ti a farci diagnosticare la complicazione e lo stato del soggetto.

Dal punto di vista del servizio militare l'u. g. d. come deve essere considerata ? Secondo me, accertata l'affezione, il soggetto deve essere considera to inidoneo al servizio milìtare perchè, qualunque sia la gravità de ll 'affezione , e in suo grado, la malattia non è compatibile con la vita mi l itare . Si può solo fare eccezione per quelli ufficiali che fanno servizio nella stessa sede in cui hanno il loro domicilio abituale: tali soggetti possono prestare servizio militare condizionato allo stesso m odo come esercitano l ' attività nel campo civi le: e si sa di ulcerosi che nell a vita civile hanno attività per nulla limitate e talora addirittura prodigiose.

Accanto ai C:lSJ di malattia bene accertata vi sono quelli nei qu ali anche l'esame radiologico più accurato non permette di mettere in evi d enza la nicchia di H audek. In tali casi n on vanno trascurati i segni indiretti dell'ulcera o di una :sofferenza gastroJuodemle. Questi soggetti potranno essere inv1at i in licenza per periodi relativamente brevi (tre mesi) onde ripetere gli esami periodicamente per prendere poi quel1c decisioni c he saranno suggerite dal1e modificazioni che si potr anno scoprire nei Sl!ccessivi esami clinici e radiologici.

Quand o si può didhiar:1re guarita un ' u. g. d. ? Non c'è nulla di più difficile di questo giudizio prognostico ! Quando 1l soggetto non soffre più si può considera re guarito o ha solo un miglioramento dei suoi disturbi ?

La sco mp a rsa dell'immagine di nic.:hia radiologica è segno di guarigione ?

No. Nessuno dì questi elementi soggettivi ed ogget t ivi ha valore asso l.uto. Un soggetto in fase di remissione de i disturbi , se viene arruolato sotto le e sottoposto ad alimentazione collettiva, recidiva con la rn :1ssima fàcilità Perciò i te r mini di sei mesi di convalescenza ripetuti fino a due anni :lOn sono esagerati.

V ì so no casi nei quali l'es ame radi ologico non mette in evidenz a nessuna immagine di nicchia nè segni indiretti di ulcera oppure riveb scarsi segni indiretti e in ogni modo im uffici ente pe r la diagnosi.

Come bisogna comp ortarsi di fronte a questi soggetti ?

Mi pare che un giudizio di inidoneità, anche se solo temporanea, rapi'resenti un pr ovve dim en to di eccessiva larghezza e comunque non basate s u elementi obiettivi che valgano a giustifi carlo . Si può invece emette re un giudizio di idoneità. Se la malattia non è esistita e non esiste, il soggetto Ì' uò bee a gev o lmente ;l scrviZ!O militare Se :d con trario la m a latti a esis tev a

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allo stato dt latema o di quiescenz:t, gli strapnzt fisici e il disag io a limentare varranno a m ett erlo in ev!dcnza agen do così da ve r i e pr opri riv eiatori cl in ic i di quell 'a ffezio ne c he er a stata in un primo mo mento misc onosc iuta per m ancanza di ri lievi semcio lùgi ci.

La periduoderute de ve essere .mc h' essa considerata come facente parte del quadro deli ' ulc era duodenale: e perciò ancihe in questi casi i l giudizio deve essere quello adott a to pe r l'uicera, ten t_-n do con to del fatto c he le dcform nioni del duodeno Si)no l 'effetto, in ogni caso, o eli un ' ul cera in atto o di un ' ulcera allo stato di qui e;;cet.za e se mpre in grado al più picc olo errore di riprendere a in tutte le sue complete Occo rre r icord are che l'ulcer a du oden a le o non guarisce :tfb tto o se si ha un miglioramento , questo dur a qu an t o dur a l 'ali mentazione di riguardo e la vita igienica: al prim o errore la sinto ma tologia dell'ulcera si ripresenta senz'altro .

Un a categor ia m olto numerosa di miJ ita r i è quella. degli ope ra ti di stomaco. Qu esti sogge tti sia il genere d; operazione subìta, o la gae la rcsezione più o m eno a mpia dello stomaco, devono tutti essere esonerati dal servizio mifitare perchè oltre ad avere una capacità digestiva m olto limita ta, sono hcìlme nte soggetti a recidiva dell ' ulcera sull a bocca a nasto matica ( ulcera peptica). Inoltre essi sono qu asi cos tantemente portatori d i un a gast rite più o men o estesa d ei contorni nella neostomia co me io stesso ho potuto cons ta t a re in m olti ClSl esaminati gastroscopicamente. Sebbene apparentemente gu ariti yuest i sogg etti si dev ono considerare più deg li altri in fase di eq uìl ibrio instabile e perciò fa cilm ente sogge tti a scompcnso al m inimo dis o rdine die tetic o.

LA COL ITE.

V as to e diffi ci le è il c.unpo d ell a colite sia sot to l' aspe tt o clinico e terape uti co c sia princ ipalmen te so tt o l' aspe tto medic o le ga le in rapporto con il servizio militare. Un fatto è certo <:d è quello che nell a clientela privata si vedono molto meno CIS! di colite di q uanti non se ne vedano nei Reparti di <X>Servazione deg li ospeda l i mil itari.

Ciò dip ende , secondo me , dal b tto che nel c:1m po m il itare vengono valorizz a te delle sintomatologic :tddo minah a tipo di colite che nell a pra ti ca clinica corren te, non so:1o prese in considerazione . In vari anni di servi z io in Reparto dj sp ecialità gastrot:nter ologica ho vist o certo m olti casi di colite , ma si \ledono meno casi di coli te m un anno in ospedale di q uanti non se ne ved ono in una settim an a in un Re pa rto di osservazione di un ospedale m i lit:J.re. Di qui b ne cessi tà di d ire qualche cosa oh c va lga a m ettere a punt o anc he questo im portante pr.1hlema della colite .

0PERI\T l DI STO MACO.

Naturalmente n on tr.merò qui della colite acut a la quale per il suo quadro sintomatologico c dinic o c per la n<:cessità di un a te rapi a tempesti\' a e razionale richiede il r icovero in Istitut o di cura.

M olto i mp ortante è la colitr connessa co lreotam eba istoliti ca, la col ite come viene comune m e nte chiamata. mentre sa r ebbe più proprio parlare Ji con prev:tlcnte localizzazi one colica. Qu esta malatti a è or m ai ben n o to per studi an>rofonditi di parassitologi, clinici di rn a bttie tropicali e medici Questi u ltimi anzi , per esse rsi trov ati d eg li altri :1 cont.1tt0 con h :mn o portato un contributo veramente no tevo le sulrargomcno sia sotto l'aspetto clin ico e sia sott o !'aspett o medi co legale. N on mi p a re ptrClÒ c he jo tratti gui la questi o ne de ll ' amebiasi.

Desidero inve ce occuparmi di quelle fo rme di coiite che ri conosc on o ::tltrc cause ali ' infu o ri dell'amcha, che h:mno deco rs o nettamente cronico c ontinu o o intermittente c d hc , compromettendo in maniera più o meno grav e lo stato generale, 1iduc on.o ]a capac ità lav or.1 tiv a dei e di conscguenz:t anche la loro idoneità a l servizio m ilit:.rc.

Dal punto di vista eti ologic0 va rie S•JI1C le cause ca paci di un a co lit e. Oltre <1 ll 'a m eba istolitica che rappresent:l, si può dire la più importante, alt ri p:tr assiti sono capa ci d i .dtcrare aua t om ica mcntc le mucose del colon: la lamblia, il babntidium col!, il tricoceblo, il tri comonas , i l cerconconas.

Dal punto di vista dei germi patogcni si può dire in linea teorica che tutti i germi possono d.tre un a col ite, m :t fra tutti , qu elli ritenuti più direttamente r esponsabili, sono 1l dipl os treptococco .:li Bargen. i bacilli del grupjp o dissenterico di Shiga, Kruse , Flexncn, Stron g , il bacterium coli, i bacilli del gruppo tifo-paratifo gli streptococchi c gli stafilococchi.

Oltre a queste cause parassitarie e infettive altre ve ne son o che dev o n o essere tenute in. grande considerazione: cause tossiche endogene (anafilassi, nefritc c r onica con uremia) c ca use tossidhe esogene (intossicazione da pl n mho da fosforo, da mercuno).

Un ' alimentazione incongrua in sogge tti predispos ti per caratteri e r editari e costituzionali e per fattori c lir.1 atici può d::trc una colite come pure nelle stesso senso può agire l'abusc• di clisteri , di purganti 1 di sostanze m rdic amcntose.

Stabilitasi una colop:nia p e r qu :dcun a delle cause sop r adcttc o per ] "associazione di due o più fatt ori, si manifesta una sintomatologia clinica che. con oppor tune ·variazioni, si r i pete nei vari soggctt1.

Tal o ra il quadro cs o rdiscr. in f orma acuta con febbre, dol o ri na1i più o m eno v.io lenti, aumento delle na .: uazioni giornaliere che tal ora il numero di dicci o quindici al gi o rno, m:-tlessere, astenia. D opo un temp o variabile si h :1 \In ":-tt.tcminim c òci turbi m a non si p iù :ti benesser e primitiv o . Se è una colite cronica che !lroccdc: o con

decorso contin uo sebbe ne con un qua Jro più atten uato oppure è ca ratterizza to da fasi di dolori a lternate ;t fasi di relati vo benessere. In tutt i i casi però preJominano i seg uenti sintomi: dolori :ll!d omin alì clt cara ttere va ri ab il e (senso di peso, di ten zione, d i stiramento, di g onfiore), tenesmo che a umenta dopo le evacuazioni , d imagra me nto pi ù o men o spicca to, m alrsscre, cefalea, asteaia .

Questo qu adro sintomatologico si ripete nei v.1ri soggetti con var ia intensità in mppo rto non solo con la gr avi tà della mala tti a m a specia lmente um la suscettibilità indiv idu a le.

Dal punto di vist:l a nato mo-patologico le co liti si m ani festano in vari o grado: dalla semplice congestione delle mucose si p assa alla for.ma caratterizzata dell ' em orragia più o m eno spicca ta (co lite emor r agica), alla forma di ulcer az ioni supc rfic ia h o profon de (colite ulcerativa), alla forma cosidetta prod uttiv a o polipt)Sa nelle qu ali, Jccanto a ll a ulcerazione, si hanno delle neoformazioni c ica tr iz iali che cos tituiscono i pùltpi: in casi non rari in rapporto con le ulcera zi0n i si proJuc ono anc he ddle stenosi parz ia li del colon che per le modificazioni che :ndu cono :1) lum e intest ina le, aggr av an o ulteriormente la malattia.

Nella colite il pi ù dell e vo l te viene colpito tutto il grosso intestino dall a valvo la ileo-ceca le fino al retto (procto-coli te): qu and o il retto viene r isparmiato dalla m alattia difficiJmente lo è anc he il s.igma colico ed è per questa ragione che l'es a m e signoscop ic o non deve essere mai trascura to nelle diagnos i di qu es ta m alattia .

D a l punto di vis ta delle diagnosi quali sono i sintomi che, specie dal f>Uoto di vist a mili tare, dev ono essere presi nell a m assima considerazione ?

La colite può esse re diagnosti cata bene e con sicurezza solo tenend o gli ammalati per più giorni ricovcr:1ti in ospeda le rigorosamente contr ollati 11 primo e più .importante sintomo della col ite cronica d a mettere in eviccnza è la fre quenz a delle sca ri che in genere le evacuazioni si ripetono al m eno quattr o-cinque vo lte a l giorno nei casi di medi a gra vi tà, nei casi gravi anche più di cinque volte. Se m;1nca questo crite rio la non può farsi con sicurezza .

L 'impo r tanza dell'esame delle fed non può c non deve essere m:ti trasc urato O ccorre però che il risultato di esso di.t elemen ti proba tivi o sotto il punto di vista dei parassiti, o del sangue, o del muco, o delle cellule di sfaldamento della muccsa, o del muco-pus. Basare la di agnos i della co lite su un aumento del mu co intestina le è un er:-ore <he df:ve essere evitato come deve essere gu cllo di br la di:1gnosi basan d ob su un aumento più o meno cosp ic uo di incisura del co lon risc ontrato radiologica mente. L a se mplice presenza di muco specie in picco la quantità, dice Al essand rin i, non è suffic iente per farc i formulare la diagnosi di colite: acca nt o a formt che st anno a significar e lievi deviazioni dell ' equili bri o endocrino, esistono cas i che 'Ono nel territor io di confine fr a il normal e e il patolog ico : cos ì il mu co c he

riveste le feci nei casi di stitichezza c quello dhe si produce in certi indi"idui nelle scariche provocate da un purgante o da un clistere c che sta a dimostrare l'esagerazione di un meccanism o di difesa fisiologica a stimoli che colpiscono il colon. I parassiti che più di frequente si riscontrano nelle feci sono il balantidium coli, la lamblia, il tricocefalo. Anche gli ascaridi in determinate condizioni possono dare una colite cronica; ma si tratta di vermi che una volta ricon osci uti possono essere eliminati e con essi viene eliminata la causa che mantiene in atto la malatt ia.

Il problema delJa batteriologia della colite cronica che tante discussioni ba provocato nel campo degli specialisti deve essere considerato come ancora !nsoluto, e perciò ta[e da non poter essere preso m considerazione nel campo <ielle diagnosi anche se ha qualche valore sul campo della etiopatogenesi.

E infatti quale valore si potrà attribuire al reperto del coli nelle feci o al reperto del diplococco di Bargcn o alle va rie specie del bacillo dissenterico ? Senza dire poi che, specie per quel che si .riferisce al bacillo dissenterico da molti AA. ritenuto responsabile di certe forme di colite, il loro reperto non sempre è facile, anzi alle volte addirittura impossibile, anche ricorrendo a procedicnti di tecnica non sempre di facile applicazione.

Le prove di agglutinazione dei germi oltre a presentare difficoltà non lievi di ordine pratico sono di scarso valore diagnostico tenuto conto di quanto si è detto rel ativa mente al problema batteriologico delle coliti.

L'esame endoscopico sulle coliti è necessariamente limitato perchè il sigmoscopio non può penetrare nel grosso intestino che per 33-35 cm. c cioè fino ad una certa altezza nel sigma colico. Però quando con l'esame sigmoscopico noi riusciamo a mettere in evidenza un reperto di infiammazione : ronica dell'ultima parte del colon noi potremo facilmente arguire che la parte soprastante dell'intestino è ugualmente infiammata La mia esperienza, basata su un numero notevole d1 sigmoscopie eseguite nell'ospedale di S. Spirito in Rom a nel Reparto Speciale per malattie dell 'apparato digerente, mi ha dimostrato dhe poche davvero sono quelle coliti nelle quali manca i l reperto di alterazione più o meno grave della E perciò ritengo che tale mezzo di esame non debba essete mai trascurato tutte le volte cbe si ha bisogno di un dato obiettivo incontrovertibile per le diagnosi di colite come nel caso dei militari.

Molto aiuto può portare alle diagna;i l ' esame radiologico: però, come ho già accennato, non bisogn a esJgerare neIl 'interpretazione di tale esame nè dare maggior valore di quello che merita alle incisure del colon più o meno marcate. La radiologia ci potrà dare un buon aiu to se potrà mettere in evidenza delle stenosi, delle poliposi, dei diverticali e specialmente se sarà in grado di darci il disegno della mucosa che a s u a volta , ci potrà aiutare nell'interpretare un reperto coprologico

Dal punto di vjsta prognostico come devono considerarsi le coliti croniche ? Si tratta certo di mal attie gra vi che non potranno mai pe rme ttere

l 'esplicazione del servizio militare e perciò raffezione , quand o è obbiettiva t a in base ad elementi certi come quelli accennati, richiede l'esenzione del servizio militare. E, poichè le cause pa;sono essere eliminate con adatte cure e permettere il ripristin o anatomico e funzionale dell' intestino crasso, così la non dovrà essere d efinitiva ma rinnovabile di tre mesi in tre mes i o di sei mesi in sei mesi . Quando si è stabilita una poliposi e una stenosi l:l inabilità potrà anche essere assoluta e definitiva.

Negli a ltri casi e cioè quando si tratta di coliti così dette spastlche, di coliti membranose , di coliti ricorrenti in soggetti neurosici e in cui la pnrgnosi è buona, il soggetto potrà anc he essere dichiarato Idoneo al servizio magari con assegnazione ai se rvizi se dent ari e con esclusione da zone di operazione a clima o troppo ca ldo o troppo fredd o.

Si pr esentano a visita frequentemente soggetti nevropatici i quali, fra i tanti disturbi della cenestesi, accusano anche dolori ad domina l i di varia intensità e durata , accusano tenesmo rettale e non di rado aument:tta frequenza di scariche alvine. Questi soggetti non possono e non devono essere considerati dei colitici cronici nè in senso clinico e nè, più c he mai , in senso aoatomo-patologico. Per questi soggetti nel maggior numero dei casi si deve pronunzi are un giudizio di esclusione dal servizio militare perchè essi non sono idonei a .sopportare le fatiche dell a vita del soldato, ma in questi casi l 'eventua le tprovvedimento medico legale deve essere motivat o dalla sindrome neur as teni ca e non dalla colite dhe non esiste nel senso c he :tbbia m o indicato.

Queste sono le direttive d.i m assima da seguire di fr onte alle a ffezion i orgaruche dello stomaco e dell'intestino. Per pronunciar e gi ud izi precisi occorrono nozioni molto chiare dal punto di vista clinico t anatomo-patologico per non cadere in errore. Mano a mano che ci allon t aniamo dalle lesioni anat omiche nettamente apprezzabili dal punto di vista obiettivo facèndo ricorso a tutti i mezzi che la moderna semciotica ci mette a disposizione per entrare nel campo della pura fisiopatologia gastroenterologica la precisione della diagnosi si fa sempre più problematJC.'l e difficilissimo l'a pprezzamen to pr ognostico. In questi ultimi casi, e più che in ogni branca della medicin a interna, la gastroenterologia richiede grande acu m e , l unga esperienz:t 1 grande minuzia nella raccolta dei sin tomi e critica affinata per il loro appr ezzamento, conoscenza della alimentazione praticata nell'esercit.:> e soprat:utto conoscenza della medicina int erna per i contraccolpi che )e affezioni gastroente r iche possano da r e a ll' organismo influenzando anch e altr i importanti organi ed altre importanti funzioni.

R t ASSUNTO. - L'A., dopo aver passato rapidamente in rasse gna le condiz.ioni dj igie ne alimentare del soldato italiano in pace c in guerra, in patria e oltre i confini, l'i ferma a considerare alcune malattie dell'apparato digerente in rapporto con l ' idoneità fisica al se r vizio militare.

T tldla gastrite cronica be: ne :JCCC rtat a con l'ausilio di tuui i moderni mazi di funzionale, compresa la gastroscopia, c conclutle affermando che gli stati gravi di tale mal:mia devono essere cons id erati ragione di inabilità al scn ' Ì7jo mjlitare incondizionato.

Per l'ulcera esprime il parere che debba considerarsi in abilitante qu:111do è radiologicamcme bene e\'identc e quando è complicata.

Per la colite cr onica l"A. si ferma a trattare particolarmente il problem a diagno Hico che è della massima importanza e a tal fine richiama l'attenzione sull'esame delle feci esegui to con cri teri scientificamente precisi, sull'esame radiologico e specialmente sull"esame rctto -sigmoscopico affermando ch e senza detti esami la diagnosi della ma· lattia è da ritenersi non probativa. Quando la tliagnosi è certa e sicura può essere gius tifi cato, nei casi g ra vi, un giudizio di inabilità.

- ;-.;ach cit:er kurzen Obersicht der gesundhcitHchen Verhiilt ••Ì sse cles italienischen Soldaten in der H eimat und ausserhalb der Granzen, im Kricg und i m F rieden, unterzicht der V crfasser cinige Krankheiten des V e rdauungsapparates mit Riicksicht auf die T auglichkeit t.um Militiirdienst, einer naheren Betrachtung. Er befasst sich zunlichst mit der chronis.chcn Gastritis, und ist der Mcinung, dass wcnn clic Erkrankung unter Zuhilfcnahmc nlle r m odcrncn Untersuchungsmethoden, t:'Ìnschliesslich der Gasuroskop•e, festgestcllt ist, die schweren Falle davo11 als fi.ir den Militardienst dauernd uut:mglich angesehen w erden mii ssen .

Bc:tii g li c h des Magen -Zwolffin)!erdarmgeschwi.irs, glaubt der Verfasser, dass einc dau e rnde Untauglichke:it nur Jr.nry :lllg e no:nmen werden muss, wenn die Erkrankung '1ach vorgcnommener unzweifelh aft feststeht und we.nn es sich um komplizierte Falle hnnd cl t.

In bezug auf clic chroni schc Kolitis legt der Verfasser besonderen W ert auf ltochst bedcmsamc diagnos t ische Problem und macht tmf die Wichtigkeit der streng wisscnschaft lich durch g.cfi.i hr ten Stuhluntersuchung, aut die Rontgcnuntersuchung und :JUf dcn rekto -sigmoskopi schen Refund aufmerksam, da er die Oberzeugung gewo uncn h abe, dass ohne Anwcmlung dieser die Diagno se immer unsi· cbcr sci. Falls dje Diagno Y! unzweifelhafr femtehr, darf· in sc hweren Fallen · :.uf d:mcrnde Untau(jl ichk c it erbnnt wcrden.

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FRATTURE ISOLATE DELLO SCAFOIDE TARSALE

Le fratture isolate dello scafoide tarsale si verificano con notevole rarità. Scorrendo infatti la letteratura che le riguarda e confrontando le varie statistiche (Abadie, Destot, Serafini, Lucca, ecc.) si rileva che i casi pubblicati superano di poco il centinaio. La scarsità dei casi descritti è certo dovuta in parte anche alla difficoltà diagnostica che a volte tali fratture presentano sopratutto all'indagine clìm ca, ma anc he talvolta a ll ' esame radwl ogico, sicchè parecchi di tali casi , come uno dei nostri, decorrono per lu ngo tempo ignorati.

Per questa rag ione, anche agli effetti medico-legali in medicina militare mi è sembrata opportuna la documentata pubbli cazione di tre casi occorsimi durante soli se i mesi d i serv1zt c radiologico presso il 31° Nucleo chirurgtco.

Gioverà far menzione di alc uni ricordi anatomici. Lo scafoide è posto all ' interno del cuboide lungo il margine interno del piede. L a sua faccia articolare prossimale o posteri ore, molto concava e di f orma elittica è in rapport o con l a testa dell'astra gal o, la su a faccia articolare a nteriore, convessa, è di visa da due creste smusse con vergenti in basso in tre facce tte articolari che corrispondono ai tre cundformi. Alla sua estremità medi a le l'osso si prolunga in una tuberosità che si dirige in basso ed all ' indietro e che dà inserzione al tendine del tibiale tposteriore. T alora suJ margine inferiore dello scafoide un po ' al disotto dell ' estremo esterno vi è un a piccola fac cia artico lare per il cuboide. Il tubercolo dello scafoide, d 'ordinario saldato, resta talora indipendente e forma l ' osso sesamoide del tendine del tibiale posteriore (os tibiaù extemt/.m ).

Dal punto di yista anatomo-patologico si possono distinguere fratture del corpo e fratture del tubercolo.

Le fratture del corpo possono essere a d ue, tre o più frammenti:

·frequentemente la linea di fr a ttura è p:traliela a ll ' asse d el piede ed i frammenti possono rimanere a contatto: è però facile un certo grado di sp ostamento. T J lvolta la frattum è a tre frammenti, ciascuno dei quali corrisponde a d un cuneifor.me.

Le fratture del tubercolo sono assai rare: molto facilmente esse si con· fondono con l'esistenza dell'os tibia/e externum. Per la diagnosi differen -

DIREZIONE DI SAKIT.\' L'fTENDEN7 -\ Cù:VI ANDO SUPE RIORE F F. AA. ALBANIA Dirett o re : colo nnell o m edico do tt CA\IM \R\TA 31 ° N uclro Clt irurgico
2
- Giornale di m1:dici na militare

ziale occorre tener presente che l' os tibia/e externum è nella grande maggiOranza dei casi bibterale e che solo eccezi onalmente esso si presenta unibterale.

EZIOLOGIA E SINTOMATOLOGJA CLINICA.

Le circostanze nelle quali si possono produrre fratture dello scafoide sono così cbss!licate da Lasserre:

l. - Frattura causa indiretta:

a) traumatismo sul d orso del piede;

b) caduta in av anti con fissato;

c) torsione del piede senza caduta;

d) .:a d uta sulla punta del piede;

II. - Frattura da causa diretta.

La prima delle eventualità è tra le più frequenti e si è verificata in due dei nostri casi (figg. I e 2 e figg. 4 e 5).

Se un trauma colpisce .il dorso cl el piede, l ' arcata piantare viene appiattita e lo scafoide si schiaccia tra la testa dell'astragalo i cuneiformi (sopratutto il primo) mentre i legamenti mantengono l'osso in sito.

Ritengo che tale meccanismo indiretto sia stato la causa della tura nei casi delle figg. I e 2 e figg . 4 e 5 nei quali essendo una ruota d ' autocarro o di carretta passata sul dorso del piede, in regione scafoidea, potrebbe essere messa in discussione andhe la frattura da ca usa diretta. Ma a ragione il Deutschlander ed altri AA. apinano che la frattura diretta dello scafoide debba considerarsi l 'eccezione fra le eccezioni; solo un corpo tr aumatizzante di assai piccole dimensioni può infatti colpire isolatamente lo scafoide e fratturarlo. Nei nostri casi l'azione prevalente deve certamente essere stata indiretta avend o le ruote à ei veicoli determinato un appianamento dell ':•rcata piantare.

La frattura può anche verificarsi con ,meccanismo di sch.iacciamento dell ' osso tra l'a<;tragal o ed j tre cuneiformi per liD impulso applicato sta anteriormente sulle punta delle dita (caduta sulla punta dei piedi come nel nostro caso della fig. 3) oppure posteriormente sul calcagno.

Secondo alcuni AA. la frattura indiretta dello scafoide è facilitata dalla situazione anatomica in cui si trova l'osso, che condiziona la distribuzione delle forze che agiscono su di esso. Infatti , mentre la sutperficie posteriore è sollecitata uniformemente da un unit:o osso (astragalo) , anter iormente l'osso riceve l 'impulso disuguale àei tre cuneiformi secondo i piani divergenti de i rispettivi meta tarsi: detta disuguaglianza nell'impulso ricevuto dalla faccia a rticolare anteriore costituisce verosimilmente la causa determinante la frattura. D'altra parte alla spinta esercitata dall'astragalo al centro della faccia posteriore dello scafoide, fa opposizione la valida resistenza dei legamenti che fissano l ateralmente le estremità dell'osso, per cui questo , allungato tra -

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sv ers a lmen te c so ttop osto a supcr - inflessionc, fi nisce col romp ersi co me una ca nna fi ssa t a alle es tr em i tà con le m ani può spe zzarsi sot to l a rprcss i onc centr a le del gin occ h io (Cat t erin a)

t=antc L. Lui gi, J i rcrtlOt:l ncgativ :a

A. 1' P.: Mcn11c: prc sta' a sc: n izi .. ne:): li accantonamenti una ru o ta di gli passava S<.Jr•a i l òors.n del pit-dc J.

E. O.: Tumefazione: ciel piede dcstr.:> $pc:ci almc:ntc nella regio ne sc:tfoidc:a. D o· lorc alla d cll:o regione, <Jila!;i completa imp<Hcnza

Diagnosi Frattu r a i50bta ddln Lin<::t di (r:lltura obliqua da.ll'aho in c tlnll"int crno a ll"cstcrno. Lit>vc •postamcnto <ki frammenti

Fig. 1.

Per qu :mto riguard a le fratture del tuberc:olo scafoideo, esse possono verificarsi per strappamento da contrazione brusca del tibiale posteriore o per strappamento co mbinato all'azione antagonista di un trauma applicato sul dor$0 del piede.

Sono descritti inoltre neJia letteratura alcuni casi di frattura indi ret ta dello scafoide per torsione del piede (adduzione-supinazione) senza ca duta.

Nella sintomat ologia j } dolore non m anca m ai : spesso è violentissimo Quasi tutti gli AA . concordano nel ritenere assoluta l'impotenza funzionale c che $ia assai difficile all ' ammalato fare qualche passo. Questo è vero nei casi d'i fr a tture CQ111plete, comminute e in quelle come nelle figg. 4 e 5, con lu ssazione dei frammenti. Invece nei mjei due casi p1ù lievi (figg. I e 2 e fig. 3) l 'i mpoten za funzionale non era completa. An zi il mal a to della fig. 3 camminò per molto tempo nonostJnte avesse lo scafoide fratturato, pur accusando vivi dolori alla regioné scafoidea. Ritengo perciò che non si debba atte nd e re l'impotenza funzionale per prospettare la diagnosi clinica di frat· tura dello sc::tfvide e che si debba, in caso di forti dolori alla regione scafoidea, sottoporre il traumatizzato alla indagine r:tdiologica per evitare che fr atture, pure lineari e magari incomp lete d'ello scafoide non vengan o diagnosticate e non siano perciò sottoposte tempestivamente a l necessario peri odo d ' imm ob ilizzazione. n dolore alla pressione digitale in sito è sempre

Fig. 2. - Lo stesso c11so della fig. r in proiezione laterale.
,,

presente e bene rilevabiJe. Secondo Finsterer un segno patognomonico della frattura dello scafoide è il fatto che la pressione esercitata secondo l'asse maggiore del piede e dall'avanti all'indietro è molto più dolorosa che la pressione ese rcitata perpendicol armente a detto asse. Tutti i movimenti attivi e passivi sono molto dolorosi. lJ piede si presenta sempre tumefatto specialmente nella regione lesa; nonostante il g onfiore, nei casi in cui vi è fra t-

Cap. mag g. P.. Vtto, anni 25. Aoannntsi rc:mr.ta negativa

A. l'' 1'.: Ci un mc$e prirr1a , ldl'incl.aginc una an terreno .accidentato sa ltò in un scnz 'ac qu l cadendo sulla puma dei pacdi. Avvenì subito un violento d olore io :cgio nc scafoH.ica, m 1 gli fu pos:.ibilc pro<c;:u•rc, sia pur<' l:• marcia. Data la lieve sintomatologia clinic.'l stato poi immobiliz znto per quulcnc giorno con f:lsci:t nun gessata e cur:ao con impacc hi lr>Caii Pcr.;Jster.. lo doi<>ri in rcgi•J nc è s tato inviato ali 'esame radiologico.

E CJ : Lieve tum efazione in rcgson :: sc:aCoidca. 'ic\'1 dolori alla suddma rq:ione durante la deambulazione cd alla p.1lpnionc digitale .

Dil1f!rJOsi radioloticn: Frnuura isolM:t dello scafoidc. Linea cla fr:atmrn Lic ,•c spostamèn to i n avanti dd frammento s u,pcrio rc COh :altNn•nnc della linea :micul:t rc cuncosçafoirl:: l.

tura completa, si può palpare una salienza dovuta ad un frammento scafoidco Tale salienza può essere mediate o superiore, come nel caso delle figg . 4 e 5·

Quando1 come nel caso succitato, lo scafoide è schiacciato, il piede è deviato in adduzione e flessione perchè l'articolazione medio-tarsica è diven-

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Fig. J.

tata p:iù obliqua dall ' interno all ' estern o e dal di dietro in avanti. In oltre i l margine esterno del piede è di lunghezz a normale mentre si accorcia il m argine interno ed aumenta la concavità della volta piantare. E' assai raro percepire rumori di scrosci o per la piccol ezza dei frammenti e per la loro scarsa mobilità.

:'\r li.g l i cn: P Sa lva ton:, a nni

Ana mn esi r emo ta

•1. / ' .: Me ntre cond u ce'' ' u n m u lc• t: .t in .• ntc u nn c:t; r e u a a Spt'S3 v tvc n , essend os i il mulo tm p ro vvisamcot :: im bi?.zitu c: tc JH.Ifl d o c&li el i ferm arlo , ve n iva i n vestito da un a delle car re tte ch e >tb'U ivano c u na r u o ta gli J>3>S:J I' ,1 sul do1 :-o del pi ede d estro.

1:. O.: Dolo re imc n so in co r rìspo •dc nza ' d e lla .mico la z.ione m cd iota r sic a cd in regio ne scafnidca d O\ c :!Ila palpnz ion = Jigi t al c si ha l a scnsaz to n c d 1 pe rcepi r e un a salic n za ossea l mo" imc n ti •li cd cstcnsitm c d i :1 b<l u zio nc c d i ad d uzione dc ll' ava mpicd c son o limi t:tti e pro .-oca no imc nsi,si nH ' dolore . l mpotcm.a lum:i ronak comp k ta.

ìJiag uosi radiol<.gico : Fr .ou u r a com minu t a .tello scnfo id ,· cnn l u ssazinne di u n t,rrosso fram . m ento al di so pra

Q UADRO RA DIOLOGICO.

L ' esame radiologico è in ogni caso indispensabi le per un esatto ed im· mediato giudizio diagnostico, prognostico, curattv o e medico legale. D etto esame si dimostrò ad ogni effetto risolutivo nei tre c asi sottoposti recentemente alla mia osservazione, nella mia qualità di radiologo d'el 31° Nucleo chirurgico.

Fig. 1 ·

Lr fratture del corpo dello scafoide possono essere tras versali, oblique in basso e infuori o verticali. Le fratture trasversali, anche se lineari e senza note\>oli s.postamenti dei frammenti, sono ben visibili con una proiezione bterale leggermente obliqua dall'alto in basso (fig. 3) mentre in questi casi la proiezione dorso-pbntare può essere di scarso valore dbgnostico. Nelle fratture con spostamento dei framment1, il frammento superiore si può prese ntare luss ato al disopra dell'astragalo (fig. 4). Talvolta si possono ave re fratture delb sola parte inferiore dello scafoide e in questo caso l'immagine radiologica fa vedere il superiore e più voluminoso, quasi conservato nella sua posizione e struttura normale, mentre il frammento infer iore, piccolo, ha acquistato una densità strutturale più marcata dovuta al suo schiacciamcnto tra il cuneif orme e la testa dell'astragal o .

Talora le linee di frattura non sono visibili o si possono riconoscere radiografiqmente con grande difficoltà tanto da rend'ere dubbio il giudizio diagnostico: in questi casi delb forma dell'osso, le modificazioni della sua struttura c talora la ddla sua ombra a quella delle ossa vicine pumettono d'i riconoscere la lesione. Occorre però ricordare eh<: anche nella sindrome sc:!foidea di Kòhler (osteodistrofia meta cpifisaria giov:milt rara) l'osso si presenta notevolmente rimplccolito specialmente a danno dei suoi di;:.metri antero-postcrion, ispessito t: con !>Comparsa tot:1le delle trabecole strutturali; detta sindrome non deve essere confu-;a con una frattura da schiacciamento o con esiti di essa.

Le fratture dd tubercolo sono assat rare; esse fur ono descr itte da Monchet, da Landwehr ed altri.

La linea di frattura è di solito obliqua dall'indentro all'infuori e dallo :tvnnti all'inèietro. La tuberosità scafoidea si vede separata dal resto dell ' osso e può essere scambiata, anche da radiologi esperti, con )a presenza dell'os tibiale erternum del quale ho già ricordato l'esistenza quando h o descritto i principali caratteri anatomici dello scafoid!e. Di solito un radiogramma di paragone con l'altro piede può ch iarire la questione per quantCJ siano stati descntti casi (Pfitzner e Mon ch et) di os tibia/e ertanum unilatera1e.

TERAPIA, DECORSO ED ESITI.

Se la frattura dello scafoidc non è tempestivamente diagnosticata e viene lasciata a sè senza le cure opportune, si ha còme esito un piede piatto valgo traumatico che quasi sempre si associa a contratture muscolari e ad artrite medio-tarsica assai dolorosa.

E' grande quindi anche dal punto di vista medico-legale militare l'import:mza di tempestivi ecll oppo r tuni provvedimenti terapeutici.

Quando vi sia frattura con lussazione dei frammenti (figg. 4 e 5) bisognerà tentare anzitutto la riduzi one incruenta dei frammenti stessi Le ma-

novre dì riduzione dovranno Cl>Serc compiute tutte in anestesia locale, rachid.ea o generale, sono dolorosisstme. Occorre tentare d 'aumentare la distanza tra lo scafoide ed i cuneiformi wn una forte trazione ed abduzione dell'avampicde in .modo d i poter riporre il frammento scafoideo lussato nella propria sede con una opportuna pressione digitale diretta.

In seguito si praticherà un bendaggio gessato in posizione di abduzione d'ell'avampiede con m ode ll a mento della volta piantare, che dovrà essere mantenuto per 30 giorni. Bisognerà poi far portare al paziente per lungo tempo una scarpa munita di piantare per impedire che si formi un appiattimento tardivo della volta del piede c he ha come conseguenza frequente un'artrite def orm ante mediotarsica.

Nei casi però, tutt'altro che infreq uenti (come il nostro delle figure 4 e 5), in cui la riduzione incruenta non può riuscire , occorre intervenire cruen-

Fig. 5 · ·'Lo srcsso coso d ella fig. 4 in proiezione dorso piantare.

temente sia per rimuovere gli os tacoli lega mentosi che si frappongono alla r iduzione dei frammen ttl uss ati o per praticare l 'es trazione di uno o più frammenti , sia infine, q uando si renda necessario, per procedere alla scafoidectomia.

L 'in tervento cruento è tuttavia da pr atica rs i non in osped ali da campo di prim o sgombero perchè il lungo tempo non è recuper abile. In questi ca5l, nei qu ali non riesce la riduzione incruenta , è quindi opportuno per il chirurgo di ospedali dt primo sgombero, smistare l'ammalato a tergo dopo avere proceduto ad una opportuna immobilizzazione l:on bendaggio

Nei casi invece (come quelli delle figure 1 , 2 e 3), nei quali si ha fr attura line are incompleta o cQmpleta sen za notevole spostamento dei fram· menti, si procede ad un bendaggi o gess3to con modellatura dell a volta pi antare che si tiene in posto per venti- trenta giorni, facendo seguire poi cure fisiche. Questi traum atizzati guariscono bene e sono rec uperabili in breve tempo. Tal i furono indirizzi terape ut i Cl seguiti dal direttore del 31° Nucleo chirurgico tenente medico Ant oni o Papa e che dettero ottimi r isultati nei casi da 001 descrittt.

R IASSUNTo. - L'A. affermata la rarità delle fratture iso late dello scafoide t arsa le, ne espone il q uadro anatomo-patologi co, le n o te p:nogenetiche, la sintom atologia clinico -radiologica e la terapia. D à quindi la descr izio ne clinica e la documentazione radiografica di tre casi occorsi alla sua osservazione nel servizio radio logico del 31° nucl eo chirurgico. In base a detta casistica, r ichiama l'attenzione sulle difficoltà diagnosti che di tali fratture e su i gra,·i esiti dei casi non diagnosticati a tempo e di conseguenza non correttamente trattati.

l nsiste perciò st11l!a assoluta necessità nei traumatismi della regione tarsale, di una pronta ed accu rat a indagine radiologic a che sob può perm...:ttere una esatta diagnosi e una convenien t e co ndotta terapeutica.

ZusAMMENFASSUNC. - Der Verbsscr hebt dic Seltcnhcit des Vorkommens ,·on Bri.ichen des Kahnbeines des Minelf usscs hervor u nd schildert daran anschliessend das sic h bietende anatomisch -pa t hologische Bild, die pathogenctischen Me rkmalc, den klinisch -r ontgenologi schen Symptomenkomplcx und die Behandlun gsart Ansch li essend uoterbreitet der Verfasser die k]jnischc Beschreibuog und die rontgenologischen Unterlagen von drei ihm bei dem Rontge nlaboratorium der 31. chirurgischen St ation vorgckommenen Fiillen solcher Art. Auf Grund di ese r F alle macht er auf die Schwierigkei ten der diagnostischen Festst ell ung solcher Frakturen aufmcrksam und auf den bedenk]jchen Ausgang der nichr rcchtzeitig erkannten und daher auch oichr richtig behandelten Falle.

Der Ve:rfasstt be steht daher auf die Unerlassllch ke it eìner mogli chst ba!Ji gen und sorfiil tigen Rontgenuntetsl.lchung i n alleo F iill en von Mit tdfussbeschadigungen, da nur eine U ntersuchung solc.her Art eine zuverliissige und eine entsprechende Hchand l ung ermoglicht.

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ST-SIMO:-:: Das schmerz haf;c Os Tibia/e cxtemum. - D. Zt sc hr f. Chir., rg tS.

__...... .. ••""'·.::·;.. . - -

DIREZIO!'\E DI SANITA" XVU CORPO D ' ARMATA

Dir c u o rc : cu lo nncll<· medico pr o f. M \t tCE

OSPEDALE MILITARE Di ARPINO

D trcuorc: tcn. colo nnello med ico d o tt. E. Gt 100 Vr'int TT I

SULL' ATTIVITA ANTIMALARICA

D I A M t N O D IFE N l LS U L FON E

IJo tr. Vno i' ATRO:-Iv , m ed ico .11ua r, c lthc ru ri<>c cnte da p atolo)!Ì ,1 m nlt ca nella R. da K<>m a.

Dei mcdicamtntl. dotati di una sicura attività c ur ativa nella ma laria acu ta nessuno si è dimostrato capace di evitare in maniera costante e duratura le reci dive: nè la brillante interpretnione data al fenomeno da Raffaele !.:1 valso finora a molvere il problema.

Le ricerche compiute in questi ultimi ;lnni hanno permess o di dimostrare, per i plasmodi de lla malaria degli uccelli, la esistenza di un c iclo di sviluppo che si compit:, aozichè ne i g lobuli rossi del sangue, nelle cellule del sistema reticoloendoteliale (Raffaele; Jamt:s e Tatc; Brumpt; Manwcll e Goldstcin; Kikuth e Mudrow, ccc.).

Secondo Raffaele, le forme reticoloendoteliali (o esoeritrociriche o apigmeutate) deriverebbero direttamente dagli sporozoiti e comp:lrirebbero quindi nell'organismo in · fetto prima delle forme endoeritroci tiche (pigmentate) (periodo di incubazione). A un <.lato momento, dagli schizonti apigmentati del ciclo monogonico primario reticolòendote li a le originerebbero due sorta di merozoiti: gli uni (istotropi) capaci di invadere nuovi elementi dd reticolocndotclio, gl i altri (emotropi) capaci di invadere i globuli ro ssi del sangue, dando origine così a quella sequela d i genera zio ni parassitarie che gl i studi ormai classici sulla malaria hanno dimostrato essere responsabili dei tipici accessi febbrili con tutto il corteo delle manifestazioni d:niche della malatt ia acuta.

Trasportando in campo umano questi risultati - sulla guida di osservazioni e di ricerche cliniche permesse dalla pra:ica della malariotcrapia nella paralisi progrtssiva -, Raffaele ha sostenuto che ie recidive sono dovute alla persistenza di forme apigmentatc nelle cei lule del reticolo endotelio e non già alla persistenza di forme pigmentate nelle cellule rosse del sangue, com'era opinione dei classici e come tuttora sostengono Missiroli ed altri malariologi di valore. Si comprenderebbe la impotenza degli :3n timalarici a prevenire le recidive, in quanto il chinino, l'atebrina e gli altri medicamenti fio qui noti (esdusa forse e fino a un certo punto la plasmochina) distruggono rapidamente le .forme endoeritrocitiche del parassita, ma sono senza azione sulle fom1e .che compiono il loro ciclo di S\"Ìluppo nelle celluie reticolocndoteliali.

Nell'incessante ricerca di nuovi medicamenti , che - meglio di quelli già noti - fossero in grado di rispondere ai postulati di una energica e .radicale terapia antimalarica, i sulfamidici non potevano non attirare l'attenzione degli studiosi. Senonchè, attivi negli animali - tanto da riuscire a sterilizzare le scimmie dal .plasmodium Knowlesi (Coggeshall) -, i ::omuni preparati finora in uso contro le infezioni da cocchi ·si sono dimostrati praticamente privi di efficacia nella malaria dell'uomo.

Essendo sta to dì recente risolto .in maniera :;oddìsfa ceute i l problema dell:-t ra;stcità d el 4-4' diam i nodifenilsulfooe , che nelle infezioni streptoc:occ iche dei t opi è ri sult at o circa cento vo lte più attivo della sulfamide tle e C oll.; Fouroeau), le ricerche sono state riprese con i nuovi preparati a hase di que $ta sost;mza.

Nella molecola del 4 -4 ' diaminodifem lsu lfonc vi è il gr uppo $02 , m entre nella mo lecola della sulfamidc vi è il grup po SO, NH:.

Nei preparati del comme rcio la tollerabilità del 4 -4 ' cfuminodifenilsulfone viene in linea di ma ssima ra ggi unta mediante Jggiunta di glucosio o di galattosio , sì da realizzare u na specie di s i ntesi protettiva analoga a quella .:hc nell'organismo s ì compie mediante la coniu ga zione con l'acido g lì c uronico. L a scissione del glucoside nel tubo d igerente, con conseguen te messa in libertà del 4 4 ' diaminodifenilsulfone, da r ebbe probabi lmente conto della relati\·a toss icità dei preparatj, ove vengano somministrati per via orale (Ri[>ano). Di qui il prece tto della somministrazione parenteral e e preferibilmente endovenosa dci pre parati a base eli 4-4 ' diaminodiferùlsulfone, an c he a Uo scopo di poter ra ggiungere senza pe ri .:oli dosaggi dC'\·ati.

I pnm! risultati favorevoli , resi noti da Coggcshall, Maier e Best, mi h :mno indotto a portare anche i l mio contributo a queste ricerch e, approfittando del fatto che i l gran numer o di malarici ricovera ti nel nostro os pedale p o teva pcrmettermi di sdezi ona.re e di seguire nel migliore dei modi il materiale di studio.

I risult ati da me consegui6 saranno qui ripor ta ti in maniera so/fe rma ndomi più che altro su ll a interpretazione loro.

Il 4-4' diaminodifeoilsulfone me adoperato è s t ato reso a tossi co m edia nte aggi unta di destrosio e di bisolfito sadico, e il composto così ottenuto è stato sciolto in acqua io proporzion e del 6o %: sì che, considerata la quantità d.i glu cos i o c d ì bisolfito sadico presenti , il contenuto in principio attivo pu ò calco lato intorno a gr. 2 per ogni IO c. c.

In tutti i casi st udiati (9 casi di mal ar ia da plasmodium falci pa rum e 8 casi di ma laria da plasmod i um vivax) ho somministr:tto il S. per via end ovenosa triquotidianamente, con l 'i nterv allo di 4 o re tra un a iniezione e l ' a ltr a. L a quantità i nie tt a ta ogni v olta è stata di 5 o di IO c. c. e ogni singolo trattJmento ha avuto u:1a dur at a osci ll an te tra 4 e 6 giorni, ave n dbmi ricerche p relimm ari dimost ra to la rela tiva inefficacia di tra ttamenti più brevi. In compl esso dunque le quantità di 4-4' di a minodifenilsulfon e -dides tr osio-solfonato sadico somministrate ad ogni individuo per ogni ciclo di cura sono r im as te co mprese tra un min i m o di gr. 36 in 4 giorni e un m ass im o di gr. ro8 in 6 giorn i .

I 0 - L a t o ll cra bilit à a l m edica mento è s t ata ottima , anche se J'ioiezi one Ycniva pratica t a ra p id am ent e c d o p o i pasti. U nic o fen o men o osse rvato in

gualch e rams1m o caso, una fugace e mal definibile sensazione gustativa e olfattiva insieme ( un mi sto di zolfo bruciato e di orzo :1bbrustolito) lim itata alla dw ata de ll 'iniezione.

2 ° - Con rip etu ti esami di urin a h o potuto m ettere in evidenza in qua lche caso solo lievi tracce di urobilina: per il valo re c he può avere, va però detto che in casi g li accessi fe bbrili enmo stati, du ra nte i l tr atparticolarmente i ntensi od ostinati.

3° - Al con trario dei comuni sulfamidici, ch e di solito dànno leucoper:ìa (Barasciutti e Tondi), i l 4-4 ' dia m inodifeni lsulfone-didestro;io-solfonato sodico ha bsciato praticamente invariato il numer o dei globu li bianchi: il che ha i l suo valore, ove si consid'eri che la mal a ria è già di per sè m a latti a leucopc:nizzante ( B1 andti).

4° - curativa del 4-4 • diarninochfenil:mlfon e ne lla mal aria acuta dell ' uomo è risultata indu bbia : essa però si è m anifestata in maniera ass:li pi ù netta nell a m abria da plas m odium falcipa rum che non in quella da pl as modium viva x

Con w1 a dose complessiva gi ornalier a di gr. r8 di 4-4 ' diaminodifenilsulfonc -d idest rosio-solfon:tto sadico tutti i casi di malar ia estivo-a utunna le h anno sfebbr ato entro I o al massimo 2 giorni (vedi fig. r); alcuni casi invece di mal:1ri a terza na pr imaveri le, sottopos ti allo stesso trattamento, h anno sfebbrato solo dopo 5 o 6 giorni (vedi fig. 2).

D osi co m plessive giornalie re di gr. 9 s,pesso sono risultate p oco effi caci: sì che soggetti. che già avevano ben e reagito ad un trattamento con gr. I 8 giornalieri , non hann o tratto vantaggio d a un trattam ento con gr. 9 (vedi fig. 3)·

Nei pochissimi casi di malana ùa plasm od i u m vivax, che hanno ceduto presto e bene ad un tr atta mento con dosi rel ati vamen te piccole di 4-4' diaminodifeni lsulfone, h o potuto convince rm i ch e i buo n i ris ultati p iù che a l med icamento erano da i mputare al particobre equ ilibrio raggiunto tra il pac i fenomeni immunitari dell 'orga nismo ospite.

5 3 - In tutti i cas i l'esame mic roscopico ba permesso di documentare una più meno rapida scomparsa dei parassiti asess uati da l sa ngue. Le se mil u n e in vec e e .i gameti della terzana primaverile non mi è sembrato fossero influenzati dal medicamento.

- D opo un u nico ciclo di cura la re cidiva si è avu t a nel roo% dei casi, però in linea di m assima pi ù presto ne i casi di t erzan a primaverile (dopo ro-30 giorni), più t ardi nei cas i di m a laria estivo-autun na le (dopo 20-50 giorni).

Nei casi di f ehbre terz anaria pura ( d a p l as modiwn vivax più spesso, m a an che da pl as m odi um fa lciparum) la recidiva si è avut:l proprio nel giorno i n eu: l'accesso febbrile sarebbe co mparso se m ai api r essia vi fosse stata.

Gran parte dei lavori dedicati allo studio d.i nuovi medicamenti antim alarici non sfuggon o alla critica che può essere espressa dalle parole di M:uchiafava e Bignam i « per la facilità a guarire spontaneamente della terzana comune , questa è la forma di malaria sulla quale si è più vantata da alcuni AA . l'azione :mtimalarica di va r ie sostanze preconizzate in questi

G clN 2. 4 5 6

ultimi anni » Il fatto dunque che il 4-4 ' · diam ioodifenilsulfone più che nella terz ana primaverile agisce in m aniera rapida e sicura proprio ne ll a m alaria es t ivo-au tunn ale, di cui si conosce l a resistenza che ta lora offre allo c;tesso c h inino, togl ie ogni dubbio circa la realtà di un'azion e antiparassitaria del nuovo medic a mento: dubbio che il critico potrebbe fondare sul numero non certo grande di casi fin oggi dag li altri e d a me studiati.

La vasta esperienza da me acquistata durante lung hi m esi di servlZlO in un grande ospedale per mal a rici mi permette addirittura d i a ffermare che

•••
l"! ( =6 v ' ,) A. ... rv V\ pfa ,_ r. ! +.. l ·r
41°
Fi g 1 - Curva tumica di un soggetto con malaria da plasmod ium fa lcipn ruro tr a ttato co n 18 al gi orno di 4 -4' diaminodifcnil. sodico.
CIO .... .... < ..... .. V\... -.4- .... • ('('\ . 4 ..... N ..... 'f?..... - o • ..... 0\ Lco < -,.....o ..c:::IO ....;t tO ,.,.- """- .., ,. :::> .... l$ ..,. - 7 .. ( l'oo... .......... ++ t .;t o! t l)_ c. c ... o":i) ... oc: c :> " ;. :> (.) 4 3 1

nella malaria estivo-autunnale acuta (o riacutizzata) il 4-4' diaminodifenilsuJfone, .in quantità appropriate, risponde spesso, se. non addirittura meglio (il che in q ualche caso si potrebbe anche sa5tenere), per lo meno in maniera non seconda ai preparati acridinici (atebrina), cui si dà il vanto di essere particolarmente attivi éontro il plasmoclium falciparum (Missiroli). Tuttavia, a svantaggio del nuovo medicamento, vanno annoverate:

1 " - la sua r apida eliminabilità (Coggeshall, Maier e Best; Ripan o), che, se anche limi t a il pericolo di fenomeni tossici, non ca5tituisce ceno un progresso di fronte alle modalità di ricambio dell'atebrina, da poi che, eliminandosi que..c:t'ult.ima in maniera assai lenta - fino a un massimo di 6o70 giorni (Massa; Traina)-, il più lungo soggiorno nell'organismo d'à garanzia di una più protratta attività nociva sui plasmodi della Jffialaria;

2° - la sca1sa attività sul parassita della tcrzana primaverile;

3o - la obbligatorietà - almeno per ora - della somministrazione parenterale (preferibilmente endovenosa), e non una ma più yolte al giorno: fatto que.-;to che ha gran peso nella lotta contro una malattia a carattere socome la malaria.

Si pot rebbe discutere - e fame al m eno cenno è doveroso - circa una c\·entuale attività del 4-4' diaminodifeni l su lfone sulle forme reticoloendoteliali del parassita malarico; il che, ove fossero perfettamente dimostrate anche nell'uomo le ved'ute di R affaele sulla genesi delle recidiye malariche, costituirebbe un notevole progresso di fronte ai farm ac i antimalari ci oggi in uso. Mancando però ancora nell'uomo criteri clinici o laboratoristici atti a documentare in m aniera obiettiva una ta l e attività, il quesito a rigor di termini non potrebbe rimanere che allo stato potenziale. Che se poi, dando p er dimostrato quel che in effetti è da d<imostr:lre, volessimo considera re ogni re<-idiva quale espressione del persistere nel reticoloendotelio di forme apigmentate attive. saremmo costretti a negare senz'altro qua ls i asi azione del 4-4' djaminodifenils ulfone sul le forme esoentrocitiche cPel parassita malarico, poi che costantemente si è avuta la recidiva nei casi da me studiati. Del resto il fatto che nei casi da me studiati le recidive sono comparse in di massima più presto in quei malati in cui meno attivo si era dimo-strato il medicamento nel troncar'e gli accessi febbrili (pazienti con malari a da plasmodium yivax), insieme al fatto che nei malat i con febbre terzanaria rura (da p!asmodium vivax più spesso, ma anche da plasmodi um falciparum) La recidiva si è avuta proprio nel giorno in cui l 'accesso febbrile sa· rebbe compa rso se ma: apiressia vi fosse stata, depongono a favore un a attività per l o meno prévalentem ente emotropa del 4-4' diaminodìfenilsulfone e documentano - almeno nei casi da me studiati - l'origine d e lle recidive da forme endoeritrocitiche del parassita malarico sfuggite aU'azione del m ed ica mento

Il r.ìilevare , per inconfondibili dati clinici, ch e alcune recidive a breve scadenza sono dovute con tutta alla rinnovellata attività di fo rm e

43l

Fig. J .• Curva termica di un soggetto con malnri1 da pta.modium trattato lll un prim.o tempo con ;: r. 1i! a.! gi.orno di 1 ·4' diaminodifeniùulfone-did es trosio-solfonato rodico, in un con gr. 9 al giorn o ddlo stesso prodotto. Da notare il di verso comportamento della febbre di fronte all e d iversr dosi del medicamento.

w 5) .. 1\" :t a. l :t 1:.: t (J 3 4 l 5 6 l 1 2.«) 32. l4 35 1'11) l l l l 4 41° 40° 39° 38° 31° 36° 35° A f :: ' l ! Jj 1111 t1 "" . :; H l l l l \ l 1 1·t .A Y'\ 'JA 1/ ' V\ l"' fu .JM A LV "' 'l V "V \ v-p; lfolc41
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endoeritrocit!Che del parassita malar.ico non bastl certo ad escludere a priori Ja eventualità che in altri casi le - e specie quelle a lunga distanza di tempo - possano essere d ovute alle forme apigmentate reticoloeodoteliali : basta però a farci chiedere se è proprio necessario che un medicamento debba essere attivo sulle forme reticoloendotdiali perchè sia capace stroncare in maniera definitiva la infezione malari<:a. l o credo che ove si r iescisse a trovare il m ezzo di sterilizzare completamente l'organismo dalle forme che compiono il loro ciclo di sviluppo nelle cellu le rosse del sangue, un gran l.'asso avanti nella cura radicale ddla malaria potrebbe considerarsi raggiunto, da poi che è noto - e anche Raffaele aderisce con qualche va r iante a qu esto concetto - come dalle forme endoeritrocitiche possano trarre o r igine forme che si indovano nel r eticoloendotelio, compie nd o j,·j il lor o ciclo di svi lup po (Corradetti; Jamcs ; Schulemann ; V.llblobos), ed eventualmente assumendosi l' incarico eh alimentare le recidive con il meccanismo patogenetico pros pettato da Raffaele . In questo ordine di idee, la scoperta de lla attività antimalarica del 4-4 ' òiaminod ifenilsulfone acquista un particolare valore, in vi sta di un suo particolare meccanismo d ' azione.

Come è noto, la scoperta dell'antagonismo -tra acido pe sulfamide (Woods; Selbie) ba fatto emettere la ipotesi - per più versi ormai ben documentata - che i sulfamidici agiscano impedbldo ai germi di utilizzare il cosidctto <l fattore di crescita di cui pare accertata la natura vitaminica. Non è improbabile Aunquc che anche per i parassiti malarici esista un « fattore di crescib » di natura vitaminica - forse cfliverso per le diverse specie parassitarie - (alcune mie ricerche clinico-sperimentali ancnra in corso convaliderebbero questa ipotesi) e che il 4-4' diaminodifenilsulfone agisca appunto impeden done la utilizzazione. A tal riguardo credo abbia valore - e ritengo utile riferirlo 1l fatto che il 4-4 ' diaminodifenilsulfone si è nelle mie man i assa1 meno attivo sul plasmodium falciparum se somministrato contemporaneamente a mgr. 300 giornalieri di am.ldt dell'acido nicotinico (vedi fig. 4).

Trattandosi solo di ricerche di orientamento, c non avendo la possibilità di adoperare l'a c ido p-arninobenzoico, ho pensato di sperimentare l'addo nicotinko per le seguenti ragioni :

t 0 - perchè è dimostrato come l" acido ni cotinico rappresenti un ( l fattore di cresci ta ,. per a.lcuni germi (Matti, Nitti, More! c Lwoff; Erlenmeyer e Wurgler);

2° - perchè l 'acido nicotinico è capace di annullare su alcuni germi l'nionc della su lfa piridhla (Mc Ilwain ; Erlenmcycr e Wiirgler), che Je ricerche di Coggcshall c Majer hanno dimostrato attiva contro il plasmodium Knowlesi in oculato nelle scimmje.

Se nei casi da mc srudiati l' a mide dell"acido nicotinico non è riuscita ad annullare co mpletam ente l 'attività antimalarica del 4 4 · diaminodifcnilsulfone, ciò può essen: anche dipew - almeno in parte - dalle dos i impiegate (probabilm ent e scarse), da poi che nei rapporti quantitativi tra " fattore di crescita)> e sulfamidki vige entro ceni limiti la legge di massa ( Ma:zza e Lenri).

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Fig. -1 · • te rmi cn di un sogge tto co n m:ol nr ia da pl as modium fak t pn n un tr.llt:t1oo 111 un pri onu Wlllf"' ,·n n gr. 1ll al giorno di ·l· ·;' .tiJmi nod i fc ail sulfon c-diòc> lr<l'i<>->o lfonatu •V<I ico. c in un Hcu11du con lot >l<">' ·' •rtt:llltii•Ì d d prn<)ottfl + mgr. 300 nl g tur nu . li nnu dc: dc ll 'ncu lo nicoti mco. l)a r: •>l:l r c il pcr•Ì.tcrc più J l u ngu tldla khhrt (ron rcl .tti\·., rtpnto p:tr;o>mario) durame .A il t r :t WII n c ntu curnbina tu.

l l l 4 l S l 6 l 1- l l 31 l 38 l 3' l 40 l 4.1 l /J.I 4.3 l 44 41 Q l l l l l l l 1... .... ... . ... . ..•• 400 l l l l l • :: MCJT.. 38° l t \ l l Il l l l l; Ad 31° 36° IN 35° . +tlt
w V1

Ove questa ipotesi (che tra l'altro spiegherebb e bene il diverso comportame nto del plasmodium vivax c del q:>lasmodi um falciparum di fronte al 4-4' diaminodifenilsulfone) venisse pienamente dimostrata, risulterebbe evidente la grande utilità di associare il nuovo medicamento a l chinino, o meglio ancora all'atebrina, nella cur.1 della malaria, perchè, agendo su i pacon medicamenti a diverso meccanismo si potrebbe ottenere una più comp let a dell'organismo. In alcuni. casi di malaria estivo-autunnale in cui l'atebrina non mi aveva dato rapidi e netti risultati sull a curva termica, l':tggiunta d:i quantità ridotte di 4-4' diaminodifenilsulfone mi ha consentito di conseguire brillanti risultati.

Conciudendo: il 4-4' diaminodifenilsulfone nella terapia della malaria non può sostituire assolutamente il chinino o l'atebrina, se si eccettuino particolari casi di estivo-autunnale in cui non si possa o non si voglia adoper:•re detti medicamenti: associato però al chinino o meglio ancora all'atebrina, i.l 4-4' diaminodifenilsulfone potrebbe rendere servigi notevoli specie nella malaria da plasmodium falciparll}lll, probabilmente in r apporto cnn un diverso mecc anismo d'azione sulle forme endoeritrocitiche dd pa· rassita.

RtAssu:-;To. - L'A. ha srudiato in 17 casi di malaria (9 da plasmodium falciparum e 8 da plasmod.ium vivax) l'attività terapeutica del 4-4 ' diaminodifenilsulfone, reso atossico mediante aggiunta di glucosio e di bisolfito sodico.

L'attività curativa del nuovo meilicamento sulla malaria acuta dell'uomo è r is ultata indubbia: e,ssa però si è manifestata in maniera assai più netta nella malaria da plasmodium falciparum che non in qudla da plasmodium vivax.

Avendo constatato che l ' acido nicotinico inibisce ent ro certi limiti l ' attività antimalarica del 4 ·4' diaminodifenilsulfone, l'A. pensa che questi agisca impedendo l a utilizzazione di un probabile <( fattore di crescita » di narura vitaminica, necessario aHo sv iluppo del parassita nei globuli rossi del sangue. Di qui la utilità che potrebbe avere l'associazione chinino o atebrina + 4 -4' diaminodifenilsulfone, perch è, agendo s ui parassiti con m edicamenti a di verso meccanismo d'azione, si potrebbe otten ere una sterilizzazione più completa dell'organismo.

ZusAMME:-<FASSUNC. - Der Verfasser bat an 17 Fiilleo von Malaria (9 aus Plasmodiuro falciparum, aus Plasmodiurn vivax) clic Heilwirkung des, durcb Biegabe von G lykosc und Natriumbisulfit entgifteten, 4 -4 ' Di<lminodifenilsulphons st udiert.

Die Heilwirkung des neuen Med ikamentes bei der menschlichcn Malaria ist o hn e jedeo Zweifel festgcstcllt worden: sic war jedoch bei den auf Plasmodium falciparum zuriickgehenden Fallen erheblich grosscr :-ds bei den auf Plasmodium vivax zuriickzufii hrenden Vorkomm e n. von dem Verfasser fcstgcstellt wordcn ist, dass Nikotinsiiure bis zu c inem gew issen Grade die antimalarische Wirksamkeit dcs 4 -4' Diaminodifeni!sulphons hemmt, nimmt cr an , dass die Akti vitat dcs Mitte ls darauf zuruchzufiihren ist, da ss es die Auswirkung eines wahrscheìnlichcn << '' vitamìnischer Art verhindert. d e r fiir di e Entwicklung des Par:tsiten in den roteo Blutkorperche n uncntbehrlich

ist. Hieraus crgiibe sich dic: :--lutzlichkcit ciner e\·crHu cll c: n Verkoppclung des Chin.ins oder Atebrins mi t 4 ·4' de nn di t.: Einwirkung auf de n Parasiten mit Mitteln die einc vo n ein.a nder abweichende Akti onsmechanik aufwcisen, konmc7u e.iner umfassendercn Stcri lisierung- cles Organismu s fiihren.

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4 37

DA SIERO CON AFASIA IN SOLDATO FERITO AGLI ARTI

Oott STil-.\ '- 0 $1 F.fl:-<r. tenente di cornpkmclllo. .uuw ndla R Cl rnr ca ncu rop;u:luarnc;r .ti Ro m a.

La neu ropsich1atria di guerra risente del dinamismo della scienza in genere e della m edicina in specie. I n essa casi nu ov i o rari , o situazioni inaspetta te o insospettate, si susseg uono senza posa. Raccogliere ogni singolo taso che pos sa presen t are i nteresse , se non per n ovità , almeno per attualità, mi p ar dovere di ognuno che stia ogni giorno a conta tto con la pato logta del m omento. Trat tati e conferenze sono utili e necessari al p ratico militare ; ese mpi quot idiani, tratti dalla realtà e illustrati obi ettivamente, senza ri serve di scu o le o d i tradizi oni .immobilizzanti, gli sono indispensabili. L a medietna leg ale militare ha bisogno ogni momento di diretti ve e orientamenti c he le poss on o provenire soltanto d"ll'esperienza vissuta. Ogni contributo, a nche modesto, apportato a tale scopo riusci rà sem pre proficuo. Con t a le i r:tendimentG m i accingo ad illustr are i l caso segu ente, che rientra , per molti risp etti , ne i fini di queste mie ..:onsidcrazioni ch e mi auguro condivise e att uate da molti.

Per fo rnire dati in d ispensabili e sufficient i all 'u lteri ore epic ris i, riporto qui sotto gl: enunc ia ti delle successive ca rtelle clini che da mc esa minate :

M. Ga ribaldi , cap. magg. fant. Entrato in ospedale da campo i l 7 novembre 1941. Il p. non risponde e non si accorge quando emette involonta riamente uri ne. Riflessi rot ul ei più acce ntuati a D . Non Babinsh Pu pille reagenti alla luce. Paresi del braccio

D. Parali s i alla gamba D . Si trasbisce in Italia.

Nave o spedale. - Condizioni ge nerali gravi ; emipleg ia D . Trepid az ione epilet to ide d el piede e della rot ula D. Riflessi tendinei n otevolm<!Iltc vivaci. Afasia motoria. Mediante P . L. s i estrae l iquor limpido, senza d i pressione. Negativo l'esame ra di og rafi co della Yoha cranica.

Osp. mi l. ma r - Esame radiografico del cran io: nessuna lesione de ll a vo lta cr:mica. Osp. mi l. di Bari. · Cart. clin P roveniente daii 'Aib:wia. 10 marzo 1941: medicazio ne 13 mar:r.o 194 1 : viene tra sfer ito all'osp. d i Brescia con treno

Osp. mil. di Brescia. · Deg. 14 ma r zo 19 4 f·1 4 giugno 1941. Esame del sangu e: s icro ·diagnosi per lucs ri suitato dubbi o. Medicazione. 14 maggio '94 1 : note, o l mcnt e miglio ra t a dcambub z ionc. 26 g iu gno 1941: trasferi to all'Osp. mil. di Rom a

Ri:ISSunto anamnestico ed E . O . Osp. m il. di Brescia: Richiamato il 24 dicembre 1940. F er it o il 7 no ve mbre 19 4-1. .. (s u ccess ivi r icov eri fino a Brescia). A N. cd E . O.: G entil izio negativo. arto sup. D. F e rita da schegg ia t e rzo medio del braccio cd reg ione cru rale a D . Af:J s ia. Pupilla D .

Le r c:a7.ioni ai ,·ari s tim oli sono D ericit S·latico c dinamico Jcl V, YII, IX.

USI'El>:\LE MILI T.\ RJ:: !)J R()MA O : rcnn rc : 'olo nndl n medico prof. u,.o ç,>SIS I 5

XII motori. Emiplegia D. ipotonia et tipo corticale. Riflessi oro fondi clono della rotula ed inesauribile del piede. Aboliti i rifles;i addominali c cremasterici. Non Babi11ski neppure con le manovre succedanee. Bcchterew massimamente positive. Sebbene l'esplorazione fine non sia po ssibile per !e condizion i eli afasia, si mette in evidenza un disturho della sens ibilità in senso deficitario di grado elevato. Tanto le alterazioni della motiluà che quelle della sensibi lit à sono più spiccate nell'arto superiore che in quello inferiore D . Afasia mctoria con qualche disturbo della comprensione.

Osp. mil. Celio di Roma. Rep. neurochir. VI chir. 26 giugno 1941.

Dia,gnosi: emiparesi spastica. Afasia. Si trasferisce al Policlinico Umb erto L Rep. chir. Cart. clin.: il p. sente, ma non parla, perciò è impossibile raccogliere notizie.

Esami speciaU: fundus oculi negativo. Visus = I. C. V.: nei limiti. Liquor: albumina 0,2 <>,, , Pandy, Nonne-Appelt neg:uive. Esamt ci tom.: 2,1. :Microscopico : qualche linfocito, qualche polinudeato. E s ame radiolcgico del cranio: profilo settore :tlterato, con sella piccola chiusa. E. O.: cicatrice lineare lungo l'asse del bracci o D. in co rrispondenza della faccia esterna dello stesso al terzo inferiore lunga circ:t 3 cm.; piccola cicatrice in co rrispondenza della regione crurale D. Cicatrici di antica data: una in corrispondenza della bozza frontale S. lineare, l'altra io corrispondenza della bo zza frontale D . irregolare. S. N.: pupille uguali, rea genti alla luce e all 'accomodazione. M otil ità dei globi oculari normale. Deficit statico del VII inferiore D. Diminl17.ione del riflesso corneale di D . Nulla per gli altri nn. cranici (per i! II c VIII v. esami speciali). Motilità del capo normale. Paresi spastica dell'arto superiore D. che è tenuto in atteggiamento di se miflessione dell'avambraccio sul braccio, della mano sull'avambraccio con le dil:l flesse. Tono, trofismo e muscolare dell'arto super iore S. normaU. Discreto gr:ttlo di ipcrtonia dell'arto inferiore D. dove però la forz :1 muscolare è conservat a. Tono, trofismo e forza muscola re dell'arto inferiore S. normali. Riflessi tendinei ed csteoperiostei degli a rti di S. pronti ed estremamente vivaci. Clono inesauribile della rotula c del piede. Non Babioski Addominali inferiore D e cremasterici D. Prova indice -naso, calcagno -g inocchio piuttosto irregolare, anche a S. Non dimostrabili disturbi grossolani della sensibilità, super ficiale e profonda. Deambul:tzion c pareto -s pastica a D. Afasia motoria. Ospedale mil. del Celio. Reparto neuropsichiatrico. 31 agosto 1941.

E. O. (praticato dal relatore).

Condizioni generali: scheletro proporzionato, ma gracile; ossa lunght: piunosto esili ; trofismo scarso; colorito della cute c delle mucose pallido. Coslituzione gracile e deliçata.

Esame neurologico: oculomiJzionc normale; rima palpebrale D. più ampia della S. Muscoli periorali di D spianati, labiale più stirato a S. Emiatrofia facciale D. Angolo superiore soll evato a S. Naso deviato a S. Nell'atto di digrignare i denti l'angolo orale di S. viene stirato più di quello di D. ugola deviata a D. Nel cavo orale la metà D. della lingua appare più bassa. Movimenti del collo possibili c completi. Arto superiore S. nulla. Arto superiore D .: braccio addotto; avambraccio semifl esso: poliice flesso, le ahrc: dita flesse sul cavo della mano e sul pollice. Ad arti protesi, il S. si solleva normalmente, il D. si solleva non oltre il manubrio dello sterno conservando lo stesso atteggiamento che allo stato di riposo. l potrofia note\'ole di tutti i muscoli dell'ano superiore D. Arto inferiore D.: ipotrofia di grado piò modico che nell'arto superiore. Movimenti più limitati che a S. Nella deambulazione l 'arto D. traccia una linea elicoide. Ai movimenti passivi esso oppone una resistenza maggiore della norma. Riflessi achillei o rotulei e più vivaci a D. A D. clono del piede c della rotula , esauribili. Afasia. Mo\'imenti masticatori limitati a D.

Esame del lin g uaggio: ordini dati a l p. dietro le sue spalle: perfett a me me guiti, tutti.

Par ole ripetute:

D.: mamma - babbo - - vino - cavallo.

R. : mamn - p-.1do - sado -o o oto - dato S<"to.

Pa role spontanee al comanJo:

D.: Dì quello che sai dire da te.

R.: ma ma - papà - pc p<1 - maèe.

Lettura: si ordina al p. di leggere su di un giornale la rubrica: <! Cronaca di Roma " ·

R.: il p. emette soltanto alcuni suoni letterali, poi dice: ota; poi tace.

Lettura di sole lettere isolate: legge solo o, a, c.

Facendogli cercare sul giornale lettere corrispondenti a quelle pronunziate dal r e · latore , egli segnala: O, C; str:nta a tro,·are ia I, io cui vece torna ad insegnare la C. Solo insistendo, dice: aah, poi l.

lnterrogat·orio del p.: Il p. è molto int elligente e percepisce esattanJente le domande rivoltegl i. Il relatore le formula in modo che la rispo sta possa essere facilmente dat a dal p. co i mezzi sottoindicati e facilmente percepita dal relatore. stesso. Il p. r ispond e a me-.tzo di movimenti del capo, affermativi e negativi, e, quando può, di gesti con l'arto S. accompagnati da una mimica completa ed espressi"a a S. linlitata, ma anche espressiva a D ., da uno sguardo del pari espressivo e intel}j gente e da suoni vocali di tonalità adeguata al concetto cht: non si può esprimere con parole intiere e proprie. in tale modo e con tali semplici e pazienti artifici , l'interrogatorio riesce, completo e si può, con esso, racco gliere un numero notevole di dati anamnestici, come i seguenti : Padre morto per cad uta; madre vivente c sana. Un fr:1tdlo sano; nessun parente aJ manicomio. Professione meccanico. Mo glie da tre anni affetta da un 'affezione ossea all'Beo S. Il p. nega recisamente malattie veneree. Non bevitore. Fuma. Nega malattie prcgn:sse anche da ragazzo. Non nool inf!uenza, non reumatismo articolare , non dolori alle ossa. Non cefalea anteriore o posterio re alla paralisi. La paralisi venne d'improvviso, mentre il p. stava in pi edi , non perdita di cosc ienza , non caduta. Non fu preceduta o accompagnata da disturbi visivi, Ua vertigini. II p. accusa anche ipoacus ia (controllata dal relatore). Nega di essere stato ferito al capo. Accenna Ìn\'ece chiaramen te ai punti ove fu ferito (v. s.). Conferma vivacemente di non aver perduto la coscienza, nè al sopravvenire della paralisi, nè quando fu ferito . Ricor da il numero delle medicature ricevute, nega anche di a ve re battuto il capo quando fu ferito. Con la mimica, col gesto e conta ndo con le dita della mano S. fa capire che la paralisi venne otto gio rni precisi dopo che fu ferito, insieme con l'afasia e con l 'ipocus:ia. Rico rda anche i particolari dell'iniezione ant it etanica, che gli fu prati cata nei glutei il giorno stesso della ferita.

L' attenzione del p. è vigile, esatta la per.::ezione delle domande e cki co mand i. La memoria è ben conservat a; il p. non presenta anomalie del contegno, c nonostante la gravità del suo caso, sopratutto per l'afasia, una notevol e serenità di spirito. Ad analoghe domande mostra d'interessarsi anche de lla propria famiglia e della pro· pria cura.

L 'esame degli organi interni rh ela: cuore nei limiti, toni normali Polso uguale , ritmi co, media pressione. Apparato respiratorio: qualche accenno di catarro nei gro ssi bronchi. Siste ma linfoglandolare nulla.

Esami speciali: esame otoscopico: si osserva cerume che viene asportato; la membrana timpanica D. si presenta di aspetto cicatriziale per antica otite media purulenta cronica guarita (2 settetnbre 1941).

Esame radiografico del cranio: zella piccola, apofisi rlinoidi anteriori e posteri o ri unite a ponte (2 settembre 1941).

Urina: a:. 40 ; colore giallo, aspetto limpido; oJorc n ormale ; re:tz ionc al torna sole acida; mucopu s asseote , albumina assente, glucosio assent e.: (:z settemhrc 1941).

R. W. nel sangue: negatÌ\•a.

Dal 21 agosto al 29 agosto , pri ma di esse r e tr as fe ri to al nostro re p arto , a' eva fatto 11 5 applicnìonj g:J l vaniche

Se, i niziando l ' epicrisi, pe nsiamo un momento alla classica distinzione, tutt ora in vigore, tra m ala tti a org anica e mal att ia così de tta funzion ale, vediamo subito come di quest'ultima n on si p ossa parlare nei riguardi d el nostro p.

Basterebbe ave r rig uard o aU ' emiatrofia che, nel nostro caso, accom pagn ava la emip ares i degli arti c del f acc iale, a lla paresi stessa di quest ' ultimo, c sopratutto ai disturbi del lingu aggio, affatto di carattere funzionale, all'ìnsUffìciénza dei mm. masticatori di D. , ai cl assici atteggiamenti degli arti stessi, alla deambulazione elicoide, pe r potere affermare nel modo più assoluto com e imp ossibi le il carattere funzionale di tali disturbi. E' da n otare , a questo p roposi t o, anc he il lento e gradua le , m a non completo, miglior amento dei d isturbi, sensitivi e m otori, dci tutto disfor m e dai capricciosi e improv vis i ritorni cUi integr.zlm d'egh isterici. L 'esame stesso poi e dd contegn o del p . facevano escludere dd tutto di ess er e in presenza di un is t erico e neanche di un simulatore. Tuttociò per la n a tura del quadro n oso logico in esame. Nè molte parolt: vi sono da spendere per quello che riguarda la diagnosi di sede dell a lesione dalla quale origina ron o i disturbi neurologici del p. Anc he 1! m odo con cui si produsse la lesione se cioè si trattass e d1 una emorr agia o di una m a lacia dei .:entri relati vi , n on ha per noi tanta i mport an za, qu anta ne ass ume la causa della lesione stessa. Il pensiero corr e dapp rim a ad una lesione da causa luetica, ad una arterite luetica, ch e pot rebbe essere suffragata anche dall ' età in cui i l p. fu colp ito da tali disturbi. Il p però non prese ntava segni di sorta di manifestazi oni primarie o secondari e in tal senso, n è i dati ana mnesti ci, per quanto si debba essere cauti i n tal m a ter ia, offriv ano un appigli o qualsiasi per attaccarsi a siffatta ipote!>i. L 'esa m e sierodiagnostico diede risultato dubbio la prima volta , negativo 1a :seconda. Riteniamo pertanto n on potersi fondatamente sospettare una origine luetica dei dist urbi in qu es tione , q uan do m ancava q ua lsiasi dato probativo dell a medesim a. , Si è tant o parlato, scritto e discusso sulle così de tte nefriti di guerra, che av rebber o avuto i l loro centro di svi luppo proprio in q uel fronte greco-albanese nel quale il n os tr o p. fu ferito e successivamen te colpi t o dall'emi,plegia con afasi a, che il pensare ad unn a ffezione renale come causa della med esi m a non sarebbe del tutto fuori lu ogo, aggiungendovi anche l a circa;tanza della stagi one inverna le, p ropizia, pe r il fredd o e l 'umidità , a fa vorire l' infiamm azicni del rent. M a l'anamnesi m inu t a racco lta e dal p. e dai vari diari clinici, l'esame delle ur ine , l 'esa me del fundus oc ul i e quello della pressi one a rteriosa (polso) non o ffrir ono nemmeno il più l ont ano argo mento per poterei

f::tr di agnosticare un' a rterite o dei disturbi circolatori tali da provocare un ' emiplegia, che s i ÒO\'cssero ric onncttere a lesioni o disfunzioni del rene st esso .

D el pari, l ' es ame del cuore e le notizie anamnestiche c cliniche che escluser o qualsiasi affezione reumatica pregressa nel p. ci spingono a rifiutare l ' ipotesi di una end ocardite reumatica con conseguente embolizzaziooe della silvi ana e sue diramazioni, tale da darci l ' emiplegia di cui il p. fu vittima. Di recente si è :mche parlato c scritto di un ' azione diretta & l freddo su ll a crasi sanguigna e, conseg uentemente , della normalità c anorm.alità della funzione Cl rcolatoria negli espa;ti a l freddo. Che il p. nella campagna inverna le cui prese parte fosse eventualmente esposto a basse temperature è da a mmettere s<:nz'altro. Si deve però :mche r icordare che insorse quando il p. ferito e ricoverato d a o tto giornt, non subl certamente l'influsso di basse temper ature, come forse l 'a veva subito in linea pur senza provame disturbi rilevabili e rilevati .

Escluse anche per ragioni anamnestiche e cliniche altre malattie a c ui d:.gli AA. si suo le risalire pe r trovare la causa prima di disturbi simi li a que lli del p., siamo costretti :1 rifarci ad altri elementi per formulare un ' ipotesi e z i ol ogjca che sembri la meno lontana dal vero.

La costituzione scheletrica dd p., euritmica sì, ma piuttosto gracile, conferm a ta anche dall'esame radiografico dd cra nio (ossa della sella), il suo wlorito della cute e delle mucose pallido, la pressione del polso tutt ' altro che cievata, ci riportano ad una ipofunzione dell'apparato circolatorio, almeno per quelle che riguarda le sue più minute diramazioni.

s: può dunque ammettere nel ncstro p. una ipoplasia e, forse , una fragi lit à ::ongenità del sistem:t dei capi ll ari, anc h e senza aver praticato la capi lche non si potè praticare. Ne consegue che qualsiasi agente esterno 0 interno che influenz:.sse tale minoraziooe congeni ta dc i capillari avrebbe p<Jtuto portare :1d un a rottura dell'equilibrio circolatorio già precario ed instabile per le suddette ragioni.

SI! o ra ci metti:tmo alla ricerca di tale agente nel nostro p. possiam o accertare che l 'unico agente estraneo al suo organis mo di cui si hanno notizie in v ppugnabili, negli otto giorni trascorsi tra le ferite e l'insorgere dell ' emipleg ia , e che possa avere determinato delle reazioni qualsi:tsi fu l'iniezione di si ero :mtiteta nico praticatagli nei glute i il giorno stesso ddle ferite agli arti.

Senza entrare qui nel vasto dominio della sierologia, richiamo soltanto alcuni elementi, su cui l'esperienz a clinica, quella di l aboratorio e le rice rche di co ntroll o sugli animali si so no, nrmai , trovate d ' accorcJio.

E' pacifico, innanzi tutto, che un'iniezione di siero, fatta a scopo preventivo o curat i vo , può prod\ure nell'org anismo delle reazioni loc:1li o genera l i . immediate o t ardive, al cui co mplesso il v. Pirquet diede i l nome di « malatti a d a siero » E ciò per quello stato particolare prodotto da un-. prima sensihi l izz az inn ( c be fu chiam :1 to stat o a na fibttico. T :. le st:lto, c c m 'è no t o . può

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durare m o h. i mesi e, ;1 nche, parecchi anm, m ogni caso è d ifficile stabilire < l quando prcc i$ amcnte comincia c: quand o cessa » . N o n so lo non è agevole .fissare il temp o e i l modo in cui avven ne la prima scnsibiltzzazione, ma anche per mezzo di quale agente essa sia avvenuta. Tale azione, infatti, non è s trettamente s pecifi c a di un dato e, d'altra parte, questo può sensibilizzare f o rganism c qualunque sia la sua p o rta d'ingresso , e anche se entrato m qu a ntità Questo spiega l'insor genza di fenomeni anafilatti ci anc h<: in soggetti nei qu : tl i n o n si può p r ova r e una precedente iniezione di siero o, pure, si può escludere del tutto. Se ci rifacciamo poi a rilevare i d iversi fenomeni v:tlcndoci, per brevità, della tabella del Kammerèr, la più n oL1 , n o i vediam o che essi possono verificarsi in tutti i tessuti, a pparati e o rgani. Per 11 sangue s i n o ta hl leuc o penia, la t r ombocitosi, variazioni diverse dt:lla crasi sanguigna sino ad arrivare alla così detta « crisi emodasica di Per i ' apparato circolato rio si nota ipotonia o ipertoo.ia, s pJ smi o paralisi vas:tl i, s tasi, proc essi sclemtici , periarteritici, endoarteritici; a lte r azioni delb Gli spasmi e le parali s i v:mli di natura a llergica, che p e rtano a lla stasi « causano l'an os iemia nonchè alter<tzioni della permeabilità che po rtnno fir , o llla fu oruscita dd pbsma e Jcgli elementi m o rfologici del sangu e c son o cosl Ja c ausa de ll 'essudazione c quando al liquido fuoriuscito si trovino m esco lati gl i eritrociti, si ri scontrano gl.i e ssudati cm.) rragici n

Nel no.'\tro p. nel quale t'SlStcva lma probabile ipoplasia c !abilità capi i· lare e su l qu.ale vennero l convergere non poche d i quelle cause generali che bcilitano l 'insorgere delle r eazioni a nafilattiche (freddo , st r apazzi di guerra, e mozioni , f o rse qualche infezione focale del le ferite) può r i tenersi giustificata l ' ipotes i d i una end oarterite, o, megl io, di u n a tr o mb oarte rit e e, anche , di pro prio in quel territorio che v1 è più soggetto. A nc h e si può ammettere un ': tzio ne cc m binata d o vuta pure a spasmi vasali, non estr anei :.gli accidenti da Non è da fa re appunt o che l'emiplegia sia insor ta ad otto gi o rni di distanza dall'iniezione dii siero, pcrchè. è ben noto che i fenomeni a llergici no n si presentano tu.tti fin d.a l principi o c non se mpr e tutti insieme , e , d'altrJ parte si sa che la permanenza del siero antitetanico r.ell'organis m o inocu lato viene computata almeno a qualche settimana . ll n ùS t r o caso pertant o rientra nel la categoria di quelli nei quali una iniezione di siero ant!tct:mico , molto probabilmente la prima, fu seguita, a poca dis tanza da effetti in g ran parte non r eversibili, anche se, in principio non i mpressionanti , co me , invece, in altri casi consimili nei quali, a fenomeni prim a ri molto più spi ccat i, seguì p oi miglioramento e rapida guarigione.

Tratta nd osi dì un solda to ferito in g uerra d t:: bbo aggiungere alcune mie personali c onsiderazi o ni di natura meclico-legale, senza pretendere ad un g!Udizio infa llibile. data l'ebsticità ddla n;t a t e ria .

Per le ferite riportate agli a rti in combattimento, qual o ra avessero avuto p a rti colari c o nseguenze , b questione è p:tci6ca. Pe r l'emiplegia e afasia , data

Hl

la natura organica di detti disturbi , è ben ovvio che non si .Possa parlare d i simulazione o di esagerazione di sorta L'unico punto in cui si potrebbe d'iscuterc è quello della ipoacusia destra che il p. dichiarò sopravvenuta con gli altri disturbi, mentre l'otoscopia rivelò una pregressa otite cronica destr a. La questione più importante riesce quella se l'emiplegia e l'afasia del p. debbono o no ripetere la loro origine dall'iniezione di siero antitetanico, fatto per me indubbjo e, in tal caso se ci sì debba limitare ad attribuire il caso alla cate. goria d'el rischio generico di guerra o del rischio specifico, suscettibile perciò di particolare indennl2:zo, esclusa, ben s'intende, ogni responsabilità anche generica dd medico che praticò, come d'uso e di norma, l'iniezione. A me parrebbe, che, anche se non ci si volesse appoggiare a pure ragioni di diritto, il fatto stesso che un'iniezione preventiva antitetanica si fa non solo in un ferito di guerra, a tutela della sua immunizzazione fisica personale, ma secondo i postulati ammessi dalla medicina militare, anche per all'esercito combattente o per non sottrarre ad. esso una urutà combattente , dovesse essa considerarsi come una pratica fatta in servizio e per d'i servizio; e quindi tale dovrebbe essere considerata anche nei suoi effetti , pure se questi riuscissero contrari allo scopo per cui si praticava. La medicma legale militare non può non seguire l'evoluzione della sua corrispondente civile: giacchè il diritto è unico, anche se i campi ed i casi in cui esso debba applicarsi siano molteplici e vasti.

RIA SSUNTO - L'A. dcscrh·c clinicamcllle un caso di emiplegia d.a siero con a iasia c riferendosi al concetto del Mingazzini dalla cui scuola egli proviene, che ogni cosi detta predisposizione debba riportarsi a un presupposto anatomico e istologico , atrri · buisce il caso in questione ad una reazione anafilattica da siero manifestatasi in un sÌ · stema capillare ipopla sico, fragile c funzionalmente labile, aggiungendo in propos ito 2lcune considerazioni medico legali militari di attualità.

Zus AMMENFASSv KG. - D e r Ve rfasser beschreibt einer. F all von halbseitigcr K. or pcr· lahmung, begleitet ' ' On Apha s ie, infol ge von Serum, und fiihrt, ausgehend von ck:m von seinem Lehrer Mingau.ini aufge stellten Grund s atzes, ùass jeder sogenannten Veranlagung cime anatomi.sche oder histologisc he Voraussetzung zugrunde liege , diesen Fati auf eine anaphylaktische Reaktion auf Se rumbasis zuriick, die in einem hypopl astischen, werùg widerstadsfahigcn und funktionell labilen Kapillarsystem entstan den sei und fiigt eini ge vom Standpunk t 1 er miltarischen Gerìcht s med:izin aktuellc PK· trachtungen .an.

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SULL' ALCOLIZZAZIONE DEL AURICOLO-TEMPORALE NELLA CURA DELLA FISTOLA SALIVARE DEL DOTTO DI STENO NE

Dali 'osservazione fatta c he , in seguito all'alcolizzazione della terz a branca del trigemino nel forarne O\'ale, ed a Ua sezione f1siol ogica ottenuta per anes tesia troncubre del dentale inferiore, si realizza un arresto della secrezione salivare parotide a , è nata la ragi one di st ud iare analiticamente e di prat icare una nuova procedu ra nella cur a della fistola del dotto di Stenonc.

Le premesse su cui si fonda lo strappan1ento del capo centrale del nervo a uricola- tem porale, sostenuto da Lériche (5) in proposito, e l'inquadramento o ffertoci da Nuzzi (6) sui rapporti anatomo-fisiologic i intercorrenti fra quinto c settimo nervo cranico alla in.r1ervazione della parotide , hanno suggerito di attuare l' alcolizzazi one tron culare dell ' auricola - temporale onde inibire la secrezi one della ghiand ola ed il prosciugamento del dotto fistolizzato.

Non sempre dt facile a ttuazione te r apeutica si è dimostrata in pratica l' impresa di ottene re ragione delle fistole stenoniane: i molteplici piani operatori escogitati, ed i vari trattamenti medici suggenti, sono prova di ciò, delle causticazioni di Malgaigne e di M olliere sino a quella della tr asposizione del dotto alla De Guise.

La bipolare angine dell'auric o la-temporale c gli intimi rapporti di questo nervo con l'arteria meningea lasciarono un po' perplessi nell'accettare la exeresi del capo centrale del nerv o , malgrado i bu oni ris ultati ottenuti da Dieulafé (r), mentre l'alcolizzazione della t erza br anca del quinto, a ll a base cr:mica, :sembrò eccessiva misura, tanto più che nel riferimento datoci da Stropeni (8), propugnatore del metodo, si rilev a come la fistola residuassc, dopo il trattamento anche ripetuto, sebbene da questa n o n gemesse più saliva mista a pus, ma soltanto pus.

E', d ' altronde, ammissibile che se la exeresi non realizzi sempre lo strappamento delle rad'i.ci del nervo, ne induca alterazioni ascendenti nell'intima struttura di questa, per cui pensare che l'alcolizzazione diretta possa rispondere a l prefisso scopo, con analogo meccanismo isto-patol ogico, sembra cosa cn nseguenziale, e di ragionevo le attua z ione

OSI' tmAL E MI LiTAR E , \ " l !l A \ 'fR<: \ OtretLn rc: co lonnello mcdtco G rnrrn P \ l l ' l4R O V RE PARTO CH IR U RG ICO Rcp lrl<>; capi1.11ltl medico dott. SlZ.Z I

Caso clinico. - Guast a ton: Giordano Mich dc da Frattamagg iore dasse 1 9 20 , attua lmente in sen•izio presso il l Battaglione to 0 Reggimento ge nio, Capua.

Padre e madre , morti di malattie imprecisate ; nulla d'importante nel gentilizio.

Individuo di buona costituzione schelet rica e muscolare , abito lon giiioc:o. Riferisc e di non a ver sofferto alcun mal e, ad eccezione dei comuni esantemi dell'infan zia. Ne l 1940 subì un int erve nto chirurgico per e r nia. Niente di patologico nei vari organi ed a pparati.

L ' attuale malattia risale al me se di aprile c. a., quando l' infermo incominciò ad avvertire dolor i alla na rice ed al mascclbre di destra, per cui venne inviato in osservazione dal Corpo all'Ospedale militare di T orino; i lo riscontrarono affett o, a quanto dice l'infermo, da sinusitc mascellarc c lo sottopo se ro ad iniervcmo operatorio (via bucco-nasale). Durante la fine della degenza, allorchè era quasi g uarito dei postumi operatori, il p notò che la guancia destra, diveniva tumefatt a c si andava a rr ossendo. Dopo qualche giorno gli venne una ra cct)lta nella sed e e di lì a qualche settimana fu dimesso in licenza di :::o nvalescenza di mesi due, nella della ferita chirurgica permaneva solo un piccolo orifiz.io fistoloso secttnentc. Ritornato al Corpo veniva in viato all'O spedale militnre di Roma, dove otteneva ancora due mesi di licenza di Espletata la convalescenza e ricmrato al Corpo fu mandato all'Ospedale militare di Napoii, da cui usci va co n alt ri 20 giorni di convalescenz.l. Finita la convalescenza poichè dall'orifizio fisto loso a gemere no -

tevolc secrezione, n ;n nc Jirelto, tra mllc Ospt:<hk milit :. re di Caserta, militare di A versa.

Presenta attualmente sulla linea tr ;.go-comr>lÌssurale Ji destra, nella della guan· eia un orifizio fistoloso cb cui fuorie sc e della serre.lione purulenta mi :s ra a sali va. La cute circostante è di colorito normale: ed infossata in corrispondcn:r.n ùell"vrifizio suddetto ; vi è una adenite latero·cen·icale sa tel lite; nit:ntc .Ji note,·cle all'impalca tura sc heletric a, come risuh:. ar.che da radiogrofico. Si m edi ca a piatto, con pomata allo streptosil: dopo akuni giorni, pershtcndo la secrezione, Nuzz.i pratica l'alco lizzazionc del nervo auricolo -rempor:1k, iniettanJo nel sottocutaneo 2 cc. Ji alcool, trago ed orifizio auricobrc all'alt ezza del condi lo mandibolarc. Li eve reazion e locale. Al terzo giorno dalla fi sto la non geme più saJi,·a, ma solo poco pus.

In quindicesima giornata anche la secrezione purulcnta è esaurita, c jJ tramite fi . stoloso appare rip:.rato. La guarigione permane all'uscita del p. dal R ep arto ( 10 noYembre 1942), dopo oltre um ci a lr:.kooliz:t..rl (- ionc.

Varia è la eti ologia della fistola salivarc a seconda che provenga di\ un btto patologico (carcinoma, lupus, sifilide, necrosi da calcolo); o &t una caus a (ferita, asportazio;,e di neoplasia, plastica facciale, incisione chirurgica di raccolte, ecc.); nè mancano nell a letteratura cause di fistole congenite, quali quelle riportate da Jalaguier (3).

Sono registrate, ma meriterebbero una pa rticolare valutazione sopra· tutt o rispettc alla patogenesi c all'anatomia patologica, le fistole provocate da ascesso dentario (Mauclaire), e quelle consecutive a mastoidect L'mia (Scltrei ber).

L'idea di guarire la fistola legat ura del dotto di Stenonc venne proposta da Dupuytren, fu accertata da Velpeau, e praticata da Vibor e Braman, ma si realizzò per lo più con insuccesso, perchè si ebbero casi Ji r!tenzione, c coruccuti va infezione suppurati va.

Riesce facile intendere il valore ed apprezzare i risultati dci diversi procedimenti cruenti o non cruenti usati dai van AA. , in epoca a noi più prossima, per ottenere il proc:ciugamento della ghiandola, giacchè questi procedjmenti possono mettersi in relazione con direttive basate sull:a osservazione anatomica e sul contro llo sperimentale di qu;1nto succede nella ghiandola, dopo l'impitgo delle diverse ter<!pie .

Ferrarini (2), con ]avori compiuti nei c::mi riferisce su la resczione e ltt legatura del dotto, e dimostra che un vero processo di atrofia sussegue all'atto chirurgico. Successivamentt Tait con altro contributo sperimentale (cani, ratti, conigli) una necrosi atr o fica, secondaria :tll'ostruzionc del dotto, e la dichiara proporzionata nell a sua estensione al grado e all a durata della occlusione provocata.

SuH'uomo le osservazioni di Pietri (7) confermano però senza dimostrazione istologica l'atrofia seconda r ia alla legatura del dotto , e la dichiarano precoce, specie nei casi (rari) in cui la fistola non sia sede dì un processo infct-

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t ivo; la inattività della ghiandola sarebbe: rapida e permanente dopo i traumatismi. 11 tessuto parotideo apparve sderotico al taglio, ed aderente al connettivo ambientale, a l prefato A., mentre, come riferisce F. Lemoyne (4) nelle ricercht! di F. S. Lee, jl connettivo andrebbe incontro a un processo di ipertrotia serrata, analogamente a quanto accade dopo la sezione della corda 1el timpano, nella quale condizione, però, se è yero che le cellule tendon o a perdere le loro caratt,eristiche morfologiche ed a scomparire, quelle sierose m buona parte rimangono e dimostrano conservare una certa attività secretoria.

Cole, pertanto, valutando la reattività dei connettivi alle irradiazioni, suggeri l'impiego della terapia X, e del ra<lium nei casi in cui la legatura del dotto si dim 0strasse impraticabile ed insufficiente, e Burnam di Baltimora, 01.vendo attuato questa iàea, riferisce che in primo tempo si ha una reazione violenta e mclto cospicua dei te:>Suti: gonfiore massivo della guancia, turgore della ghiandola, e, in secondo tempo, si verifica un'atrofia progressiva del parcnc hima che verrebbe sostituito gradualmente da tessuto fibroso.

Sarebbe superfluo riferire i. tentativi di valore puramente storici praticati dagli antichi, quali la compressione della ghiandol a raccomandata da Mais onnener, e l'impiego d'i c.'lustici o di agglut inanti, e della fog l ia d'oro di Malgaignc, nè ricorderemo naturalmente la compressione della carotide e l'<lSportazionc sic et simpliciter della ghiandola, ma ci piace accennare senza commenti ad un lavoro di Mollìe re di Lione, che risale al 1884 (citato da Pietrì), in :ui si parla di iniezione intraparotidea di olio fenicato, analogamente a quanto dice di aver praticato Cocchieri usando la trementina. Va ricordato, però, tra i veri trattamenti chirurgici, quello eseguito da De Guise c che va sotto il suo nome, sebbene pare fosse conosciuto già in epoca precedente, .:onsistente nell'escissione della fistola con isolamento del capo centrale del dotto e reimpianto di questo, per trasposizìone, nella mucosa orale, previa legatura c fissazione con fili di seta; la successiva necrosi stabilizzer ebb e una .fistolizzazione endorale. Tale processo è applicabile, naturalmente molto di rad'o, e cioè solo quando la fistola non è i nfetta, ed il dotto non sia ulcerato . c distrutto in parte da processi ulcerativi o neoplastici; nei quali casi più favorevole applicazione i piani operatori di Nico lavi, Langebeck , Kaufm an, Braun, ecc.

Notizie bibh ografic he precise e dettagliate, in merito, sono riportate t!Stesamente in un articolo di Dieulafé (x), e nel la voro di Pietri, sulla .scorta della tesi di Rousseau, che racchiud'e la bibliografia completa sullo argomento.

A titolo di riferimento ricordiamo Benedict che sembra sia riuscito a g uarire una fistolizzazione causata da una gom m a sifi li tica medi ante l a r.scissione e la sutura.

Caevardine pare abbia potuto, a quanto riferisce, estirpare la ghiandol a , dopo avere esciss.i e rispettati i rami dd facciale: ad una temporane a paralisi, la ripresa definitiva ed il :ripristino della mimica.

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Cole, Hamilt on, J ennings e altri vanuno de i successi avendo drenato v e rso la bocca il capo centrale del d o tto, sec ondo tecniche ope rative diverse, ma c he si riportano a qudla fondamcnt:1lmt:nte sos tenuta da De Guise.

In perfetta an t 1tcs i col concetto d i consegu ire l 'atrofia dell a ghiand ola medi an te la compressione, K onindjy (9) raccomanda il mass aggio e calda, .1d Ju cend o J me rito d i l] UCSta un piÙ vivace ri ca mbi o loca le dei tessuti, azione · paragonabilc :1 quella indotta dai caustici, ed un ' azion e ana lgesica che favori_scc l' a rresto dell a sec r ezion e st essa, attrav erso un meccanismo nervoso rifi esso, assai vcrosi m Jie c paragonabile a queLl o provocato dalla neuroexcresi alla L erichc (; ) , o dalla sezione fisiologica tempor a nea (Nuzzi, l. c.) ot tenut a con l 'a nestes ia tronc u bre del dentale inferiore, o prolungata, se non defir:itiva, realizzata con J' alcoo lizzazione della br anca m asc ell are inferiore.

Preceduto da un lav or o di A igrot sull 'anato m ia del nerv o auricola-temporale e :mlla distribuzione ili qu esto, Leri c he nel 1915 pubbli cò un caso di avulsione del nerv o con succe:.siva atrofia della ghiandola, e, success ivamente, Dieulafé (1917) ne co munic a undic i cas i con risultato positivo (1 ° caso: cessazione 1mm od i a t a della s ec rezione ; negli altri, da 5 a 8 giorni); Weitz riporta un di fistola datante da venti mesi, e curata radical mente con detto metod o; Tr omp ne r icord a n ltri 3 casi personal i.

Nel 1920 la bontà del metodo fu mdircttamente con fermata d a lla alcooìi zzazione (cc . 3 d'alcool) de ll a branc.l del 5\ operata nel forarne ovale da Stropeni, c ripetuta due volte.

Nel 1935 Nuzzi tracciò i limiti della inqu ad r atur a a nato m o-fisiologi ca riguardante le vìe della sensibilità e della motilità ri co rrente vcrificatasi f r a V e Vll nervo cranico, r icamando i rapporti che con queste fomazioni bann o gli elementt par asi mpati ci nonchè le fibre efferenti del nucleo salivare superiore e del nucleo .:; alivare inferiore, parallebmente a llo schema di Delrnas e Laux. Ri por ti a mo dall o sc ritto p r ec it ato quelle n ozioni c he illustrano la fun· zione .Jel .at.: ricolo-temporale ed il m eccanis m o d'i azione dei rami c he da questo si partono per portarsi a lla parotide: ciò allo scopo di fornire gli elementi di base dottrina ria c he si relazionan o a lia pratica della a lcooli zzazione d èl nerv o :lllricolo-te mp ora le , da noi escogitata ed usata.

Il nervo o temporale superficiale, si stacca dall a porzione p os te r iore d el n. m asce lla re in feriore, con due r adici che abb raccia no l 'a rteri a meninge a medi a, per poi d iri ge rsi in d ietro ed in fuori verso il collo del condile m andibo la rc e passare, fra tuberc o!o zigomatico e condotto uditivo esterno, verso !a tempora le.

Questo nervo POSSiede anastomosi oltre che con una bran ca discendente del nervo dentale anche col nerv c tcmporo- facc iale, branca terminale superiore del faccia le . A su a volta il dentale mferi ore ha un paio di ra mi

co l nerv o linguale, il qu:tle ultimo ne possiede uno con la corda del timpano, ramo del facc ia le, ed un a ltro con i l grande ipoglosso, o ltre i

• - GioriUl/( di militart.

449

rJ.mi che lo rapportano al ganglio simpatico sottomascellare ed al ganglio simpatico sottolinguale. L'auricolo-temporalc ha, inoltre, altri fi.luz.. zi che si uniscono ad alcune fini terminaziooi del trigcmino, presso la regione sottozigomatica. In tal modo risulta un duplice circuito nervoso, attraverso cni si compie H meccanismo d,clla sensibilità e della motilità fra V e VII .

Dal simpatico intra-assiale si portano alla catena latero-vertebrale fibre afferenti attraverso il nervo intermediario di W risberg, il ganglio genicolato, j} facciale, la corda del timpano, il i inguale per raggiungere quindi il ganglio sottomascellare e quello sotto linguale.

L'origine di tali fibre s1 rintraccia nel nucleo salivare superiore (VU) mentre sono dd nucleo salivare inferiore (IX) qudle che si accompagnano al glasso-faringeo stesso, le quali dopo aver attraversato il ganglio di Anderscb, per il nervo di Jacobson e per il nervo piccolo petroso superficiale, vanno' a fare nei ganglio otico ili Arnold.

Unitamente al linguale decorrono quelle fibre simpatiche che, dopo essersi anastomizzate con la corda del timpano, andranno a distribuirsi con funzioni vasodilatatrici e alla ghiandola sottomascellare ed a quella sottolinguale.

Attraverso piccoli gangli intraghiandolari si distribuiscono alla parotide i rami secretivi provenienti dall'auricola-temporale, ma non è da escludersi che vi arrivino fibre secretorie provenienti dal facciale, lungo l'anastomosi esifra il temporo-facciale e l'auricolo-temporale.

Da quanto si è ricordato è da ammettcrsi che la sezione fisiologica (o tanto più quella da alcolizzazione) della 3A branca del V, e specilicatamente del ramo auricol o-temporale, possa .inibire la secrezione parotidea La interruzione della conducibilità di questo ultimo nervo, i cui rapporti di unione col VII non sono trascurabili , assicurerebbe in linea di massima, il blocco delle fibre comunque provenienti e dirette alla parotide stessa.

ll caso clinico su cui abbiamo riferito ha dato conferma alle nostre premesse , provandoci che la fistola salivare da ferita infetta del dotto di Stenone: puÒ guarire mediante l'alcoolizzazionc del nervo auricolo-temporale, proposta ed attuata da Nuzzi.

RJASSUNTO. - L'A ., a proposito di un caso di fistola salivare infetta del dotro dj Stenone, ricorda Je v arie tera pie US2 te e dà un rapido sguardo analitico alla letteratura Illu s tra una nuo\'a pratica cura t Ìl•a, proposta ed eseguita da Nu zzi, consistente ncll'alco o li zzaz ione del ne rvo auriC'olo -temporale. n caso trattato è stato coronato da successo

Z us AMM E)'IFAssu r-:c. - Bei Besprechung de3 Falles einer infuierten Speichcldriisen· fist e l des S t enonianischen Aus fiihrungsganges, erwahnt der Verfasser die d enen zu deren Heilung angewandten Behandlungsmethoden und analysicn dabei kurz di e darauf bez.iiglic he Lit e rarur Er beschreibt sodann eine neue, von Nu zzi vor-

geschlagene und durchgefùhrtc, ;1uf Alkohol isation des Schl:ifen -Ohren Nc:rvs bt'rU· hende BehandJungsmcthod e, dic in dem ' ' orglicgcnden F all a ••gewendet wurde und anstandslos zur Heilung fùhne.

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w-

SOPRA UN SUPPOSTO OLIO DI CREOSOTO E SUL CREOSOTO GREGGIO SOLUB JLIZZATO QUALE NUOVO DISINFETTANTE

La qu antità dei disinfettanti ri chiesta in questo periodo di emergenza è veramente Come è noto, le sostanze più largamente usate sano quell.e di maggiore disponibilità :;ul mercatc naziona le e di prezzo minore.

La disponibilità del d oT uro di calce come disinfettante dipende sia dalla quantità del cloro che può essere attribuita ai servizi sanitari, sia dai suoi altri molteplici usi.

Il fenolo è conteso fra le industrie chimiche, 1e farmaceutiche e le applicazioni igieniche, ed :tltrcttanto è da dire per l'olio di catrame e la forma ldeide.

Ad aggravare le possibilità della produzione di sostanze per la grande disinfezione, intervengono i saponi di resina ed i saponi in genere, i quali, pur essendo indispens abili per disperdere stabilmente nell'acqua i disinfett<>nti non solubili in essa, sono oggi di difficile approvvigionamento. Si de ·ve noodimeoo considerare che ln difesa degli eserciti 'e delle nazioni contro le mabttie mfrttive, recl ama l'attuazione, su vasta scala, non soltanto de1le provvidenze profilattiche ind iv iduali e collettive, ma a ltresì della disinfezione con sostanze di sicura aziont e di larga disponibilità.

Soluzione ideale sarebbe quella di poter trovare prodotti solubili in ac qua , di basso costo, di sicure proprietà antisettiche, di facile e continuativo approvvigionamento. Ma questa guerra mondia le che va abituando dovunque all'adozione di di pratica efficenza, sibbene non sempre aderenti alla perfezione desiderata, ha spinto, anche nel campo dei disinfettanti, ver:so la ri cerca di prodotti nuovi in possesso dei requisiti fondamentali per essere usnti nella gr ande disiofez!one degli a mbienti e degli acca mpamenti.

A: .fine di desti nare l'olio di catrame in settori attualmente preminenti, è stato posto recentemente a disposizione della Sanità Militare un considerevole quantitativo di olio di creosoto, per la sua utilizzazione nella grand e disinfezione.

Avend o dovuto esaminare tecnicamente il caso, ritengo utile esporre nella presente nota i risultati relativi.

Come è noto co l nome di creosoto si indicano le &azioni fen oliche a punto di ebollizione elevato del catra me di carbon fossi!e o di alcune varietà di lignite. E' dunque un nome evidentemente improp r io, in quant o

DIREZION E l ; F. N ERALE !JI SA:--IITA ' MLLIT:\RE

ad un prodotto minerale, mentre farebbe pensare ad un derivato vegetale proveniente dalla distilbzione del catrame d i faggio.

All'.malisi, qutsto olio di creosoto in esame, ha tbto i seguen t i risult:lti: ·

Liquide mobile di colore rosso bruno, di reazione acida al tornasole, limpido, co!'l odore catramoso . Misc1bile w n l'alcoo.l, con l'etere, col cloroformio c col benzolo.

Soiubile a freddb nella proporzione dell'87 •1,;, in una soluzione acqua.a di soda cau'>tica al 18

Fra 200° c 22c · C. distilla il 70 <y,••

D2 3o= I .oso.

Indice d i rifrazione a 20° C. = 1 , 702.

Gr aci o termoscl fonco: 37.

Punto di congelamento = non si soli,iifica nemmeno a -20° C.

Ricerca dei fenoli: pa;itiva specialme nt e per quanto riguarda i deriv::tti del pirogallolo.

Tito!o fenolico: 90 ?(. espresso in fenolo.

La partico larità più saliente è la f ortissima solubili t à (87 % a freddo) nella ;ol u zione di caustica al I R<)(,. Essa depone in senso negativo per l 'identificaziwe come « olio di creosoto » di questo prodotto, essendo noto che gli olii di catrame minerah in genere c il derivato della loro rettificazione, noto con l'tmpropria denominazione di olio di creosoto, non si sciolgono ne lle lisci vie alcaline del titolo ro ..;.- 20 % sotto forma d i soluzione stabile nelle alte concentrazioni necessarie a conferire loro sicure prop rietà disinfettanti nelle diluizioni acquose del l 'ordina ri o pratico impiego da l 3 al IO ' '{,. E' !nfatti ben noto che gli oli i di catrame minerale, m ate r ie prime per ottenere . le creoline e il c reosol liquido e solido, debbono essere convenientemente dispersi in sol uzion! acquose di saponi di resina per dar luogo ai disinfettanti li quidi e solidi noti coi nomi di creolina e creosol. T ali oli i di catr am e minerale sono ben sca rsamente: solubili nell'acqua tanto che dibattuti con essa le conferiscono solo lievi proprietà b-atteriostatiche ma non é!Dtisettìche. Sono anche pochissimo emulsionabil i nelle liscivie alcaline e l'emulsione è di brevissima ed imperfetta stabilità.

Il cosidetto olio d! creosoto oggetto della presente nota ha, a del vero olirJ di creosoto minerale proveniente dalla tlistillazione del catrame di carbone o di lignitc picca, la pregevole proprietà di essere stabilmente c fo r temente solubile, 87 %, nelle l iscivie alcaline al IO- 20 %. Esso non è pertanto olio di creosoto m inerale perchè questo , nei riferimenti del suo pratico uso come disinfettante acquoso, è di impossibile impiego quan· Jo, com·e ora, non si possa sempre e largamente disporre degli opportuni suoi emulsionanti acquosi quali il sapone di resina, i saponi in genere, o gli alcoli superiori solfonati. L ' olio di creosoto minerale non è solubile nell':tcqu;; e nelle liscivie. E ' pertanto evidente che l'olio di creosoto in que-

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stione non è di natura minerale, appunto per la sua proprietà di essere fortemente e stabilmente solubile nelle liscivie alcaline.

Siccome poi alla ricerca sistematica dei principali costituenti chimici del prodotto di è risultato presente anche il guaiacolo, ho ritenuto di dover alla sua precisa identificazione. Anzitutto si è effet· tuata una depurazione med'1ante ripetute soluzioni in liscivia e separazioni con ac1do cloridrico dalla soluzione alcalina. Finalmente, con rettificazione mediante distillazione frazionata, sono state ottenute le seguenti ioni: frazione costituita da guaiacolo e creosolo; frazione costituita da creosoli e xilenoli.

Il prodotte finale depurato ha un punto di ebollizione compreso fra 2 0 0 7 225" C. , contiene il 50 7 6o % di gu aiacolo, creosoli, e xilenoli; non solidificante nemmeno a - 20° C., solubile I :no in acqua bollente, .solubi· lissimo stabilmente neiJe liscivie caustiche al IO 7 20 %, solubile nei pnncipali solventi organici ; reagisce positivamente in azzurro, verde, bruno in soluzione acquos a e in viola, a zzurro, verde, bruno in soluzione alcalina , col cloruro ferrico.

E' evidente che questo prodotto impropriamente denominato olio di cr eosoto e proposto come materia prima per ottenere sostanze dbtinate alla grossa disinfezione degli ambienti degli accampamenti e delle stalle, non deve essere con:;iderato olio di creosoto di catrame minerale sibbene, in base a quanto ho esposto in questa nota, creosoto greggio di catrame vegetale.

Vista poi la pregevole proprietà d'i questo creosoto greggio di essere fortemente e stabilmente solubile nelle liscivie caustiche fino all'elevato tenore d e l1'87 'X, nella soluzione di soda caustica a IO 7 20 %, ho pensato che può CS>ere 1lltilizzato come pregevole materia prima per la fabbrica· zjone di disinfettanti in semplice soluzione acquosa alcalina, l'esigenza di dover usare sost:;nze disperdenti costa;e ed oggi presso che introvabili , quali la colofoni a l ' oleina, la resina e simili , necessarie per ottenere i saponi , o gli alcoli superior.i solfonati, che sono i mezzi disperdenti necessari a distribuire la fase dispersa (oli .di catrame o fenoli) nel mezzo disperdente acquoso.

Per quanto concerne l'uso dei disinfettanti nel servizio sanitario militare (in tempo di guerra per ovvie ragioni, il consumo dei disinfettanti presso le Forze Armate è enorme) è da ri l evare inoltre che presentemente tanto la solu1.ione sapona;a d'i formolo, quanto la soluzione saponosa di fen olo e di cre oso li sono di d i fficile approvvigionamento anche per la scarsità sul mercato n az iion:de della formaldeide, dei fenoli e degli olii medi dj catrame. sostanze indi spensabili ad altre industrie ed esigenze belliche pre· minenti.

Ho potuto jnvece constatare che usando il creosoto greggio, il quale per la larga disponibilid che l'Italia e la Germania hanno di cascami provenienti dalla la·vorazione del faggio rappresenta una materia prima non

disprezzabile nel settore dei disinfettanti. si ottiene con semplice, spedita ed economica tecnica, un ottimo disinfettante col seguente procedimento già tradotto in pratica presso l 'Istituto Chimico-Farmaceutico Militare: in chil0grammi trecento d1i acqua di fonte si fanno sciogliere, agitando, chilogrammi duecento di soda caustica commerciale del titolo di circa l'Bo % in NaOH, attenendosi cosi una lìscivia della du = I,33-:- I,35 che contiene il 30 -:- 32 % circa di NaOH. In questa soluzione appena ottenuta e perciò ancor calda, nota col nome di liscivia dei saponai, sì gettano, agitando continuamente, chi.logrammi 500 di creosoto greggio. La soluzione avviene perfettamente ed è acc ompagnata d:l eleyazione termica ed imbrunimento molto accentuato . Si ottiene cosl un liquido sciropposo bruno, stabilissimo, solubile in tutte le proporzioni con l'acqua, il quale ricorda l'odore del creosoto.

DETERMlNAZlONE QUANTITATIV .>. DEL CR.EOSOTO. - Per determinare quantitativamentc il creosoto nella soluzione acquoso-alcalina ottenuta come sopra ho ..ietto, si procede nel seguente modo: in un cilindro graduato a t. s. da 50 cc. si introducono cc. 20 del liquido sciropposo in esame e poi cc. 20 di ac1do solf1.1rico I :I. Si chiude, si agita dolcemente e si legge, dopo raffreddamento, l'altezza dello stato oleoso. Esso non dovrà essere inferiore ai IO cc . Indicando con a il numero dei cc. dello strato oleoso il contenu to d i creosoto greggio percentuale è dato da a x 5·

DETERMINAZIONE QUANTITATIVA I>EI FENOLI. - In un imbuto separatore si introducono cc. IO dell'olio separato con le modnlità descritte nella precedente determinazione e poi cc. 20 di etere; per ultimo si aggiungono cc:. 20 di soda caustica al IO <J:.• Si ag ;tano dolcemente i liquidi. Così facendo i fenoli e il creosoto si sciolgono nella soda mentre che l'etere estrae gli idrocarb uri del tipo del petrolio e della paraffina e le sostanze estranee insolubili nella soda. Separato lo strato acquoso si lava per due volte l'etere :on ro cc. di soda caustica al IO % e si separano successivamente i due strati acquosi unendoli al primo. Ciò fatto l'etere si getta. Si trasporta, allora, nel separatore il liquido complessivamente ottenuto, lo si acidifica nettamente con acido cloridrico diluito r :4, si aggiungono 20 cc. dt soluzione satura di cloruro sodico c si estrae più volte con etere etilico. Le soluzioni eteree si r iuniscono in un matraccio tarato, si distilla l'etere e si pesa il residuo dopo completa eliminazione dell'etere.

Dovrà otteners! un residuo fenolico pari al 75 <>), dell'olio sottoposto al saggio.

·Per quanto concerne l ' azione disinfett:mte, il controllo effettuato nell'Istituto di igiene della Scuola di Applicazione Sanità Militare, ha rivelato che lJ soluzione alcali-caustica di creosoto greggio, oggetto della presente nota, cimentata di fronte a batteri dimostra di possedere un potere di-

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sinfettante migli ore anc he di quello ottenuto con la soluzione saponosa di fenolo. Sono stah praticati saggi alle diluizioni dell ' t % , del 2,5 % d'el 5 '(., delto ','/,, . La di l uizione in acqua preferibile è quella al 5 ';., e il disintettante così diluito è stato saggiato sulle seguenti specie batteriche: staphilococcus pyogencs ;mreus, bacterium coli comrnune, corynebacterium diphteriae.

Dal controiJo suddetto risulta provato che il creosoto di cui trattas1, ncll:1 <;oluzione da me proposta , deve considerarsi un buon disinfettante alla diluizione in acqua del 5 %. Esso può essere usato per le comuni d 'isinfezioni delle latrine, degli urinatoi, delle stalle, dei cortili e degli accampamenti. Ben si comprende che l'odore penetrante e persistente del creosoto così soiubilizzato, rimane anche alla diluizione del 5 % e perciò il disinfettante non è indicato per locali chiusi o poco vcntilabili.

Il preg io di questo nuovo disinfettante dipende dalla facilità della sua preparazwne, dal basso costo e dallo svincolo di dovere usare resinati, sapom o a lcoli solfonati per emulsionare o disciogliere ii .:reosoto greggio.

RIASSUNTO. - L'A. , dopo aver preso iin esame un supposto olio di creosoto posto a &;pos.iz.ione della Sanità militare come materia prima, ha potuto stabildre, attraverso l'identificazione, che detto prodotto impropri amente denominato olio di c reosoto, non dev 'essere considerato olio di di catrame minerale, sibbene creosoto greggio di catrame vegetale. Dopo 3\'eme st udiato le caratteristiche, l'A. fissa i metocu per la utilizzazione come disinfettante per le grandi disinfezioni, di costo e senza vincolo di dover usare resinati , saponi o alcali solfonati.

La soluzione acquosa otùmale per l'uso di tale preparazione è indicata nel 5 %, .in seguito a controlli esperiti presso l' Istituto d'fgiene della Scuola di Applicazione dell a Sanità militare, i quali hanno dimostrato che la soluzione alcali-caustica di creosoto greggio di catrame vegetale, alla diluizione predetta, rivela un potere disinfe ttante migliore anche di quello ottenuto con la soluzione 1o.1ponosa di fenolo.

SUL PERIODO PIÙ FA VOREVOLE PER ESEGU IRE LO STR ISC I O Dl SA>:GUE NEI MALARlCI

In numerose Unità Sanitarie presso le quali ho avuto occasione di prestare servizio, ho potuto constatare co me sia ormai in valso l 'uso di eseguir e lo striscio di sangue pe r la ricer ca del parassita, prop r io durante l 'accesso. Ed io stesso ho seguito per un certo periodo, tale consuetudine, fmu a che mi sono accorto che non sempre i reperti corrispondevano a lle aspettative, e che invece l'esame dell o striscio di sangue eseguito al di fuori dell'accesso dava risult::tti 1più frequentemente positivi. E che l e case debbano andare effettivamente così ce lo insegna la conoscenza del ciclo biologico del parassita e il fatto ormai ben noto ed accertato che il cc brivido che inizia l 'accesso febbrile nella malaria corr isponde al m omento della riproduzione o moltiplicazione, che dir si voglia, dei parassiti malarici ; e quindi al momento in cui diventano liberi nel sangue (Grassi).

Pertanto è stato mio intento, eseguire qualche ricerca per stabilire, se possibile, i l m omentu ptù per la ricerca del Dando uno sgua r do alla letteratura a questo proposito, si trova che le opinioni sono assai discordanti.

La ricerca del parassita ha suscitato l ' interesse di numcrosissimi ricerca tori i quali si sono tuttavia p1ù che altro del metodo di colorazione o di speciali accorgimenti per mettere più facilmente il p las m odio, in evidenza. Tutt'altro chi! numerose e affatto concor di sono le indicazioni •Jtferte:i dai vari AA. wl momento più favorevole pe r eseguire uno striscio di sangue in individu o che presenti un accesso malarico.

Laveran , lo scopritore del plasmodio (t88o), dice testualmente: •• Sur 79 cxarnens faites peu de temps avant des acces, j'a i trouvc k:s parasi tes tout !es cas; sur 286 cxamens fait pendant acces, je !es ai trouve 213 fois , sur 164 ex:tmens fait quelqucs heures apres un acces de fievre, je les ai trouve 141 fois. C'est donc un peu avant le:> .lccés 3U bicn 3U debut dcs accés que f' cxamens du sang do it Cltt: fait Jorsqu'on se j)fO · pose de rechercher Ics parasites '' .

Celli dice semplicemente che per 1:! tcrzana benigna c quartana si possono seg uire in circolo tunc le forme del parassita, mentre per l:; estivo-au tunnale ciò è assai più difficile:, pcrchè l'e,·oluzionc ha luo g o negli organi interni.

· Le ricerche COIHcnutc nel pre se nte lnvoro sono s tate "cguitc in Dalm.tzin c s u cnsi di m abr ia tc nann i>eni gna: pmrd•l><'r'l pert3nto no n tr.warc co nferma in altre regioni <l•••c prevalga la tcrznna mnl i;: 11 n o la qu ar t ana.

' 7"o ù$1'11> \1 F I> A 1>'.\Rc\f.\ ' l' t\ Dan llo trt•: c.•pH.mu nhdl4'' 1 d.,u \ 1 .,.,'4i B IIZ\:,Ju

Grassi durante il brivido e quando la febbre sale di regola si lrovano tnnto i piccoli anelli e volte in tale periodo iJ reperto è del tutto negativo.

Marchiafava ritiene che per autorizzare il medico a parlare di risultato negativo, l'esnme del sangue deve essere stato accurato, paziente, sopra parecchi preparati ben riusciti nei vari periodi della febbre e della apiressia e che non è sufficiente a ciò uo esame fatto in fretta cd in un solo periodo dell'accesso, specialmente in quello ddla invasione.

Zavattari sostiene d1e iJ prdevamcnto del sangue non può essere praticato ind-ifferentemente in qualsivoglia momento, ma è conveniente che sia com piuto un'ora o più prima dell'insorg ere dell'accesso febbrile, perchè è in questo periodo che i parassiti si possono mette re più facilmente in evidenza.

!zar nel cc Trattato di medicina interna » di Ceconi non parla in particolare dd moment o per la punrura, ma ricorda che l'inizio dell'accesso febbrile, che dura generalmente 5 ·9 ore, è legaw alla di numero si globuli rossi parassitati.

L'acme della febbre è invece caratterizzato da numerosi giovani schizonti con rare forme adulte in ritardo.

]emma nel «Trattato di Pediatria» di Feer si esprime così.: cc E' preferibiJe pro<edere alla ricerca nell'acme dell'accesso, mai all'inizio».

Per Cannata invece, nel cc Trattato di Pedi atria» di Frontali, il momento più opportuno per il prelcvamento del sangue è sul principio dell'accesso febbrile.

Muhlens nella « Clinica Moderna » di K!emperer scri ve che nello stadio del brivido e della febbre si riscontrano nel sangue periferico in prevalenza le fo rme di divi· sione (morula) e le forme anulari.

Per Ascoli è nel periodo febbrile che la ricerca riesce di solito positiva ; ma può dare buon frutto anche nella apiressia e nel completo benessere c rimanere s terile pur con febbri forti e protratte.

Come si vede da questa breve rassegna bibliografica non è facile orientarsi, in base a tante opin i oni disc ordi; è perciò che ho creduto oppcrtuno di portare il mio modesto contribtJto a questo :trgomento, che riveste una certa importanza specialmente nel momento attuale in cui i nostri medici sono chiamati a prestare la loro cura in zone eminentemente malariche (Cro<'lzia , Dalmazia, isole dell ' Egeo, Grecia, Albania).

Molte volte essi si trovano in condizioni sfavorevoli o, perchè non sono in pc&esso di un buon microscopio con gli ingrandimenti adatti, o perchè sono costretti a « dare una semplice occhiata>> al vetrino, essendo sovraccarichi di lavoro di questo genere, e ancora perchè non tutti possono ave re una particolare competenza in ematologia e parassitologia; è soprattutto nendo conto di questi fat ti che ho voluto redigere questa nota, con uno scopo eminentemente pratico, in modo che la ricerca possa venire eseguita, da tutti i m edici in condizioni anc he non adatte, con più probabilità di successo.

Prima di entrare nella esposizione delle mie ricerche ritengo utile dhiamare per sommi capi il ciclo biologico del parassita malarico , per re alcune considerazioni teoriche.

• ••

Ciclo asessuato o schizogunico. - L:l zanzara infetta l'uomo, inoculandogli gli spo · rozoiti ossia parassiti malarici giovanissimi che provengono dall'elemento fecondato (z.igote) nello stomaco ciella zanzara; questi penetrano nelle cellule del reticolo endo· tclio dove si trasformano irùzialmcnte in forme apigmentate che dànno origine poi a parassiti (mcrozoiti) di due tipi: a) emotropi i quali invadono i globuli rossi e si trasformano in parassiti pigmentati iniziando il ben noto ciclo di svil u ppo cndoglo· bu.lare che determina gli accessi febbrili; b) istotropi che ri tornano neUe cellule del re· ùco.lo endotelio e come gli sporozoit i si sviluppano in forme apigmentate le quali daranno a loro volta origine ac.l altri merozoiti emotropi e istotropi (questo ciclo nel reticolo endotelio è una recente acquiSJzione di Raffaele).

l parassiti emotropi (merczoiti) invadono i globuli rossi dove si accrescono a spese del protoplasma dell'elemento ospite (durante questo periodo si chiamano rrofozoiti O schizonti) passando attra\"ersO 3 diversi Stadi. [l parassita in questo periodo di invas ione è piccolissimo e va ingrandendo sempre più e, dotato di movimenti ameboidi, può naturalmente assumere le forme più strane (a castone a anello piccolo, medio, grande, bilobaro, ecc.); in seguito il protoplasma comincia a mostrare dei granuli di pigmento e il nucleo si moltiplica (forma a rosetta o a margherita); si formano così altrettanti piccoli nuclei circondati da unJ parte di protoplasma e in tal modo vengono :: formarsi tanti nuovi piccoli esseri (merozoiti) che, al momento della rottura del globulo rosso, invadono il circolo dando luogo al brivido acccssuale per penerrare poi in altri globuli rossi c riprendere la loro evoluzione.

Questi piccoli esseri che pro\"engono dai trofozoiti e che preru::lono il nome di me-rozoiti, ricominciano il ciclo fino al nuovo accesso febbrile. Bisogna ricordare c he il uumero dei parassiti non aumema necessariamente dopo ogni accesso, come si potrebbe pensare in base .ti f:Hto che un elemet1to maturo contiene 10, 16, 20 merozoiti; infatti in corrispondenza di ogn i febbrile avviene l'inclusione nei globuli bianchi di un certo numero di corpi in scissione (Golgi), e questo fatto e il fatto constatato da Basrianelli e Bignami che non tutte le forme adulte vengono a sporulazione, ma che divenute in p:lrte libere nel muoiono, spiegano il per chè i globuli rossi invasi dalle giovarù amebe durante l'accesso, non sono mai tanti quant i si aspetterebbero di vederne, daro il numero di forme adulte e delle di scissione preesbtenti (Marchiafava).

Il ciclo asessuato, che si compie s(J/o m/l'uomo dura per il parassi ta della terzana benigna (plasmodium vivax) e maligna (laverania malariae) 48 ore, per il parassita della quartana (plasmodium malari3e) 72 ore.

Ciclo se.rsmzto o .rporogonico. • Ad un certo momento del ciclo asessuato alcuni trofozoiti subiscono w1a deviazioni! evolutiva e anzichè subìre le trasformazioni verso le forme a rosetta evolvono verso speciali elementi detti gametociri , perchè rappresentano gli elementi sessuali, microgamete (maschile), macrogamete (femminile).

Per questi elementi destin ati alJa r iproduzione della specie, la fecondazione può avvenire solamente nello stomaco della zanzara; pertanto se una zanzara punge un individuo che non abbia ancora in circolo i gametociti , non sarà mai infettante; se invece la zanzara i ntroduce con il sangue ingurgitato i gametociti, questi nel suo stomaco subiscono deHe trasformazioni per le quali il microgamete sotto forma di flagello penetra nel macrogamete fecondandolo, e dando luogo a un nuovo elemento (zigote); <.jUesto genera a sua volta poi gli sporozoiti che giunti nelle ghiandole salivari della zanzara e inoculati nell'uomo, dànno origine al ciclo asessuato.

I gametociti quindi si formano ne! sangue umano e sono perciò in esso reperibili. ma la loro fecondazione può avvenire solo nello stomaco della zanzara.

Il periodo di tempo necessario perchè gli sporozoiti giunpno nelle ghi:tndole sa · livar i della zanzara è di circa Io giorni.

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I l pnioJo di tempo pcr ch è cl()po la puntura della zanzara si manifesti il primo ;;cccsso fcbbrik è pure di circa 10 giorni, ma può va riare (periodo di incubazione).

Sarà ancora opportuno ricordare che !'cmatozoo della qua r tana, trovandosi in tune le sue fasi di vita nel !anguc circ.o lame, pu (l t·sscre seguito con la o sscrvnz.ìonc ru molti prcpar:lti n e lle sue tlivcr.;e forme cvclutivc (Golgi); che questo fenomeno si ve rifica pe r J' em atOZOil della terzana benigna (Antoli! ci); in corso di ter· zana maligna im ecc si tro, ano in circo lo soltanto le forme gi ova ni Jel ciclo asessuato mentre le adult e pe r lo più rin•an go no negli organi int e r ni.

La des :: rizione del ciclo biologico del par assi ta mal:uico si prest;t dunque , in riferimento al mio scopo di lavoro, :aile conside r azioni seguenti.

Nel sangue umano noi possiamo trovare tutte le più svariate forme del ciclo asessuato e le forme (eccezione fatta in generale per la febbre maligna) , m a mentre il reperto àellt· forme sessttate indipendente d all ' accesso febbrile , il reperto delle forme asess uate vi è invece intimamente legato, onde ci troveremo di fronte all'una o all'altra forma asessuata a se::onda che l'esame del sangue venga eseguito durante o prima o dopo

Se lo striscio viene praticato all ' inizio dell'accesso, .i merozoiti sar:umo o l iberi nel plasma, o aderenti ai gl obuli rossi nel tentativo di penetrarvi, o già incl usi nei globuli stessi . Ma i parassiti in questo momento sono giovani , << appena nati » della gr:mdezza di t iJ. o poco più (Businco) di forma discoide. In tal caso :1 meno che l'esaminatore non abbia una particolare competenza in parassitologia, sarà facile incorrere in errori; a questo proposito Bign :uni ammonisce che per molti anni anc he medici espert i nelle osservazioni microscopi che hanno sosten ut o non essere i parassiti malarici nettamente distinguibil: dalle alterazioni banali dci globuli rossi. Evidentemente dunque, almeno in teori:1, l ' accesso febbrile non è ce rto il mcr ment o più consigliabile per eseguire l ' esame del sangue

Naturalmente nel tempo che precede l'accesso ci !"roveremo di fronte al reperto di fo rme mature di scissione; nel periodo susseguente a lla defervescenza invece s i troveranno le forme giovani e solo più tardi le forme mature c h e daranno origine, rompendosi , al nuovo accesso.

Questo l'andamento, almeno teorico , delle cose : ora mi sono preoccupato di eseguire una serie di r ic er clh.e allo scopo di vedere se a l lato prati co gli avvenimenti seguano lo s tesso ritmo ; i risultati delle mie ricerche hann o confermato i dati teoric i, salv o le debite eccezioni sulle quali mi intratterrò più oltre.

Fra l a numerosa casistica d.i malari::i di guesto ospedale h o esam.inato 30 casi , tutti di m ala ria terzana benigna; h o dovuto escludere la e la tcrz ana maligna pe r )a scarsi tà di casistic3; i pochissimi casi giun t i nel nr)s tro ospedale emno già stati diagnmtic3ti e chininizzati altrove.

• • •

ln questi 30 soggetti ho cscgujto lo stris cio 4 volte al gi orno, quindi 8 volte per ogni ciclo di 48 ore, e precisamente: all'inizio dell':.tccesso, d opo circa 8, 12, 18, 24. 30 ore e finalmente dopo 44 ore (ossia 4 ore prima dell'accesso seguente); la r icerca in taluni casi è durata 48 o re (un ciclo), in altri ore (due cicli), sempre senza sommi ni strazione di preparati antimalarici . Sarà oportuno ricordare ch e per inizio dell 'accesso intendo i primi disturbi inerenti ali 'accesso febbrile e non solamente il brivido; in genere l' accesso inizia con un periodo di (reddo (brividv) che può durare da un quarto d'ora a mezz·'ora e anche più; talora tuttavia l'inizio dell'accesso avv iene a caldo e poi segue la renionc vasococ;trittiva, e !:• temperatura interna in generale non solo si eleva e notevolmente dur:tnte il brivido. ma di regola precede il brivido di un tempo p1ù o meno lungo; lho premesso questa avve rtenzu per c h i:trire che il brivido non costituisce sem pr e l'inizio dell'accesso, m a talvolta però può anc he costituirne la fine (Bignami)

L 'esa me dei parassiti è st:tto eseguito con la comune te..:nica dello st r iscio di sangue, su un vetrino con fissazione del preparato in alcool assol ut o per 30 · circa, e con colorazione di solu zione di Giemsa (r gtt. su I cc. di :tcqua) per circa 6o minuti primi.

I risultati ottenuti si possono e=- primcrc sintetica men te come segue:

a) Per quant o riguarda l'esame cseguitç a ll 'inizio dell'accesso o 1,2 ore dopo l 'inizio di esso:

r• - in 4 esso ha dato un risultato negativo;

2 ° - in altri 5 casi furono trov:lti solo rari elementi della grandezza di t !J. circa, interpretabili come parassit i malarici , m a comunq ue di difficile interpretazione diagnostica;

3" - in altri 13 casi si sono trovate rarissime forme ad anello pi ccolo e rare forme asessuate m ature (forme a margherita o a rosetta) ;

4° - in alt ri 6 casi oltr e a rare forme di ane lli e a forme asessuate m ature sono stati osserv:1ti gametc citi ;

5o - nei due casi furono trovati numerosissimi anelli g randi con forme pigmentate, e con rare forme asessuate mature (casi di malaria terzan:1 benigM doppia). ·

b) Con l'esame eseguito circa 4 ore pnma deU 'in izio del! ' accesso si ottenne che :

r" - nei cast di cui ai numeri I , 2, 3 del gruppo a) , erano ben visibili rarissime forme ad anello gr:tnde pigmentate ritardatarie , e discreto numero di forme asessuate ma ture o quasi mature;

2 ° - nei casi di cui al numero 4 gruppo a), sono state ris contrate numerose forme ad anello grande. forme asessuate quasi mature e gametaciti:

3" - nei due casi di terzana benigna doppia di cui al n. 5 gruppo a), numerose forme asessuate mature con forme ad anello medio e grande.

c) Con l 'esame eseguito circa 8 ore dopo l'inizio dell'accesso (quasi verso la fine d eli ' accesso) si ottenne che :

1° - in due dei 4 casi di cui al n . 1 gruppo a) la ricerca è stata negativa;

2 " - negli a ltri 2 dei 4 casi ho osservato pochi elementi ad anello piccolo;

3° - nei casi di cui ai nn. 2 e 3 gruppo a) forme a piccoli anelli;

4" - nei casi di cui al n. 4 gruppo a) , numerooe forme a piccoli anelli con qualche r a ra forma asessuata matura;

5o - nei due casi di cui al n. 5 gruppo a), numerosissime forme a piccoli anelli e discreto numero di forme ad ane ll o grande e in via di maturazione.

La ri cerca per ogni vetrino è durata circa mezz 'ora .

tf) Negli strisci eseguiti nelle rimanenti prese il referto è stato dhiaramente positivo con presenza di forme tendenti al tiro immaturo (piccole) u maturo (grandi) a seconda che si era meno o più lontani dall'accesso febbrile passato.

D ai risultati di queste ricerche si può dunque dedurre che mentre negli strisci eseguiti prima o al la fine dell'accesso il reperto è stato sempre positivo (eccezione fatta per due casi alla fine dell ' accesso) e per di più con forme di facile riconoocimento , negli strisci eseguiti all'inizio dell ' accesso i l reperto è stato meno frequentemente positivo e precisamente: negativo su 4 , incerto $U 5, positivo sugli a ltri 21.

In questi ultimi casi però (esclusi i casi di terzana doppia) la positivit.à dei reperti è stata confortata dalla presenza solo di pochi parassiti, con rarissime forme giovani o mature all ' inizio dell'accesso, mentre negli strisci eseguiti prima o dopo di esso, il reperto è stato più riccamente positivo; pertanto anche in questi casi le probabilità di diagnosi sono assai più numerose eseguendo lo striscio al di fuori dell'accesso.

Riassumendo dunque , su 30 casi, in due soli (quelli terzana doppia)

è stato indifferente eseguire lo striscio prima o all'iniziq dell'accesso o alla fine ; per gli altri 28 casi in 9 la ricerca è stata negativa o incerta e in 19 scarsamente positiva durante l ' accesso; in questi 28 casi le probabilità aumentano dunque eseguendo la ric.erca al di fuori dell'accesso. P er spiegare poi i diversi reperti degli strisci di cui al gruppo a), reperti che sembrano con trastare con i dati teorici .-mesposti , faccio notare che:

a) non tutti i parassiti di uno stesso ciclo si accrescono ed ev olvono contemporane amen t e ; alcuni possono giungere a maturazione prirntl degli altri, scindersi e dare origin e ai m er ozoiti i quali possono già esse re divenuti parassiti ad anel lo nel m o m ento in cui tutt; gli altri parassiti , giunti a maturazione, dànno lu ogo all ' accesso; altr i invece possono avere une sviluppo ritardato e pertanto scindersi d opo g li altri, per cui al momento del brivido si possono trovar e in circolo ancora delle for me imm ature; questi modi di comportarsi son o abbastanza f requ enti e dàon o la spiegazion e dei reper ti in cui si trovano conte m poraneamente forme asessuate giovani e m ature (n. 3, n. 4 gru ppo a);

b) in casi d i m alaria r ecidiv:1 o d1 m alaria che duri da qualche tempo incurata, ci poss ono essere n el sangue i gametociti indipendentemente dal momento dell' accesso febbrile ; quest o spiega perdhè si trovano fo rme sessuate e asessuate insiemt• (n. 4 grup po a) ;

c) in casi infine di terzane doppie o qu artane doppie o triple all 'in izio d ell'accesso non si troverann o con ogni probabilità i parassiti che hann c dato origine all'accesso stesso, ma si troverann o invece le forme evolut ive dbe scateneranno l 'accesso doppio o triplo ecc. Questo com portamento spiega appunto i reperti nei miei due casi di ter zana doppia (n. 5 gruppo a).

P rima di terminare, dev o fare ancora presente che queste ricerche sono state limitate ai soli casi di terzana benigna c potrebbe pertanto d a rsi che per la quartana e terzana maligna le cose si svolgessero in m odo sensib ilmente d iverso.

P er qu anto rigua rda la qu artana gli AA . sono concordi nel sostenere le anal ogie con i l ciclo biologico della terzana benigna Nei riguardi inve ce dell a terzana m aligna è opinione (Marchiafava, Ferrio, Grassi, Celli, ecc.) ch e l' esame del sang ue si presenta più difficile che nelle infezioni benigne, perchè nella infezione estivo-a utu nnale il reperto del sangue può even tualmente r iuscire negativo soprattutto a ll 'inizio d ell'accesso febbrile.

Sostengono an cora che in circolo si trovano soltanto l e forme giovani d el ciclo asessu ale , mentre le adulte pe r lo più rim angono negl i organi interni.

Da quanto venuto finora esp•)nendo, risulta c h e è consigliabile eseguire l o s tr iscio di sangue sempre al di fuori ddl' accesso ma/arieo, contrariamente dunque a quanto si usa fare; eseguendo la r icerca q ualclhe ora prima - 3-4 ore - si trover ann o in parte forme asessuate mature d i facile riconoscimento e ta li d a n cn prestarsi dubbi anche per esa m inatori poco esperti; pungendo invece d opo l'accesso - s-8 ore - si trover anno forme di parassiti ad anell o piccolo e m edio, di pi1'1 d ifficile riconoscil

C o NcLusiONI.

mento , ma sempre ùi diagnosi piuttosto agevole; la stessa casa vale anche per il pe ri odo di tempo di apiressta comp reso fra questi due momenti .

Nelle f or m e sospette di malaria estivo-au tunnale sarà opportuno esegui re lo striscio s-8 ore dopo l'accesso febbrile.

- L 'A. ha compi u to alcune ricerche su l momento più favo revole per mettere in evitle nza i p.uassiti malarici nel \ an guc circolante in cas i di malaria terzana hemgna, giungendo alla conclusione che è consig! iabile eseguire la ricerca sempre durante l'apirc! sia, qualche ora prima del l' ini zio dell'accesso febbri!e.

- l>cr Vcrfasse r hat nach Jem Zcitpunkt gdorscht, der sich 1-ur Festste llung der Malariaparasitcn im kreisf:nrlcn Bh.!t der aJI gutartiger Terti anMa lar ia er krankt cn Patientcn am be stcn eign et und ist zu dem Er gebni s ge lan gt, Jass es sic h empfehle solc hc Unters uchu ngen immer bei Fieberfreiheit vorzur.ehmen uod zwar, wenn mogl ich, einige Stunden ,·or Ausbruch cles Fieberanfal les.

B IBLI OGRA FI A.

AscOLI: La m alaria, 1915.

BIGNAMI e MARCHIAI'AVA: La inft:ziont: malaricd - Ed. Va llardi, 1902.

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11 f ' 1' • \ • , . l ' '

(. fJ /)El Su \ l IU Rl Vé<JI I l kGWIE:V"rt 1"JUT1'. 4TI

, 0.11 t '(l/•,tfi p t·rt '<'lll•lt 11/l,t Dm:z itJtt C' di S1111ibt ttC'/ 111<1gg io ' 9-1 f XXI ).

GORIZ I A. T ene nt e medico LuciANO V .:dute ti/tu nii ml fl 'uttnm.:nto dd/e fratttm: t: ddl.: / t:ri te articolari di gw:r-r'T.

(Ospedale mil. specializzato) . Tenente colonnello medico ER.\IANNO Pro ceui suppurati vi di origine dt:nt« ; .t i

L'O. dopo a ver accennato alla etiolog ia e pato gc nesi dell e infezioni bucco- den tarie ed illustrato le vie d i propagazione, sia anatomiche che anomali, per le q uali i processi suppurativi s i propa gano dalle regioni dentarie e paradcntaric alle varie regioni dd cranio, della dd pavimento ddl..! bocca e del collo, discut e sulla diagnosi differenziale fra i process i fisto losi ed i flemmon.i orali e pcriorali di origine dentari a e queJij di altra origine, indicandone i segni per poter ne ricono sce re il punto di partenza de ntario

L'O .infine h a dato le norme rerapeutiche indicando le vie di agg ression e di detti processi suppurativi c [lemmonosi per pr even ir e le co mpli cazi o ni e i pericoli da esse der ivanti.

Conclude invocando una m:1 ggiore collaborazione tra medico , chi rurgo ed odontoiatra, per portare prontamente i pp. a gua rigione ed e vitare ad essi, a volte, lunghe e sofferenze.

229° OSPEDALE DA CAYI.PO. Tenente medico GIORG IO SAPPIKO: La diagnosi dilf!!renzialt: dei vasument1 endopt:ri ton!!ali

L'O. suddivide i versamen ti endoperitone:Jii in liquidi e gassosi.

I n p rimo luogo si occupa dei versamenti liquidi che sono di gran lunga i pi ù comuni. Dopo aver descritto i sintomi in ba se ai quali si arri va all a diagnosi generica di versamento liqui do libero o saccato, JYdrla della di ag nos i differenziale fra i versamenti endoperitoneali e la pseudo-ascite dei bambini, il me gaco lon , l'infiltrazione edematosa de lla pacete addominale, l'idronefro si, la cisti ovarica, la gravidanza e la ritenzione d'urina. •

Poi si occupa dei da ti forniti dalle indagini di labora torio, chimiche e mtcroscopiche e batteriologiche sul liquido estratto dalla cavità peritoneale con la puntura esplorativa e d e lle loro u tilità per la diagnosi differenz iale della natura d el versamento.

T rattata la diagnosi differenziale dci versamenti liquidi da un p u nto di vista generale, si occupa della diagnosi dei versamenti da ca usa meccan ica soffermandosi particolarmente sulla diagnosi differenziale delle singo le malattie , che soglicoo e possono dar l uog o a versamenti dj tale p:nogenesi.

Sono questo si intrattiene speci a lmente sulla pielotrombos i c s ull e cirrosi vc nose del fegato sia primitive c he seconda rie.

D opo si occupa della diagno si differenz ia le dei versamenti cl::! ca u sa ed infine di quelle dei ve r sa men ti da cliscr2sica.

CONFE RENZE E DI M OSTRAZ ION I CLINIC H E NEG LI OSPED.1Ll M/ L/T ARI
5 - Giornll i,. di milirarc

L 'O. passa poi a trattare dci \"èrs:Hnc.:nri costituiti da san g ue t· s , i luppa b d iagnosi djfferenzialc degli cmoperitonei dati dalle gravid:toze extra-merinc , dalla rottu r a dell'utero gravido, dalle ferite e dalle rotture traumatiche dell ' intestino , della mil za 1; del fegato, dalle r otture spontanee delb milza nella infezione tifosa.

Per ultimo l 'O. si occup:t dei pne um opcri tonei, accenna alla loro patogenesi e t r atta la diagnosi differenziale con .il metcorismo intestinale e la peritonite gassosa.

PERUG I A. Capitano medico FKA:-<CESCO Cou: Le mvcme rubacolari dal lato nioparogenaico c clinico.

L '0. Jopo 3\' er dimostr:llo come la ca\'erna polmonare sia la più tipica della ti si, passa a parlare Jdlc.: origini della stessa (infiltr:lto precoce, lobite , foco · ]ai multipli micro-nodulari confluenti) della sua localizzazione. D csc ri'"e la sua fo rm a· zione causata daJ trauma polmona r c ispkatorio in un tessuto leso secondo il concetto di Forlanini e della sua Scuob e lo tratta dal punto di vista anatomo·patologjco, clinico e terapeutico.

Conclude dicendo come la della diagnosi renda più dtic:1ce la cura.

/h . Tcnt:ntc meJico PI ETRO NEùRI: Orien tamenti sul servtzto di profilassi e delle malattie veneru nel R. Esercito.

PIACENZA. Magg iore medico LuiGI BEST I\: Su un caso di « lichen ruber planus •· .

L'O. ha presentato un ricovera to del Hcparto Ossenaziont: dell'Ospedale.

Il malato presentava una der matosi datante da oltre cinq ue anni. Il maggiore Bcsta illustrando il caso, che presentava mauifeslazioni micro -papulose c papulose ep i dermi · che di data recente a carattere primitivo; e manifestazioni evolu t h c di eruzioni cutanee meno recent i, coi caratteri d i papulc e macchie ac romiche :lt rofodermic he ; inoltre manifesta7ioni cutanee con carattere di chiazze atrofico·sierose con tipici grani cornei; dopo aver svolta la discussione diagnostica differenziale, conclude'"a colla diagnosi Ji « lichen ruber plan u s •> di Wilson, con t ipiche chiazze di lichen atr ofico di H allo pe a u . Di interesse notevole per la singolarità clinica del caso, le manifestazioni rcgrcssive del <• lichen ruber planus >>, :!\'enti carattere di papule c di c hi:tzze :mofoleucoclermiche.

L 'O. ha concluso col ricordare brevemente le teorie cziopmogenctiche, risto -pato· logia e la cura del u lichen ruber planus ;

P I ACENZA. Sotto tenene medico prof. GIUSEPPE RETTASl: Un cnso raro di an.e nua perniciosa.

L' O. riferisc e s u Ji un caso caratterizzato Ja un inizio anno ft-bbr iit: , a nemia marcat issima a tipo emolitico, fatti ulcero necrotici del c:wo orale , gl0ssite, 1: morragie gengivali, notevole spl<:nomcgai ia, e dal lato ematologico, per la serie r ossa, da anemi:l jmcnsissima a tjpo ipercromico, macrocitos i, megalocitosi , normoblastosi e megaloblzmosi, per la serie bianca, modin. leucope ni:l con prn enza in circolo di numerose cellule imm a ture (mieloblasti e qualche cmocitobla sto) c da piastrinopcnia. Dal tat o istopatologico trasformazione mcgalobbs1ic:1 dd midollo osseo.

l'\ e illustra le caratteri < ; khc cl inic he cd cmato lo1!ichc, in . . a scopo Jj diagnos i le ,·arie forme di unop:lti e c orienta H suo con· ceno diagnostico ve rso un a miclosi acuta a tipu meg:do blastico. guarigione clinica ottcnutn cGn la tcr :t pia epatica co nferm:t la dia)!nos i di anemia

PISA (Os pedale mi!. tcrr. " La C:tritit 1•). medi co Uco Le forme aripiche t meno co muni della ,1Wiorin acttllt.

La del le forme mabrichc ndl' :tmbientc militare ha indotto 1"0. a trar · tare delle forme atipiche c di quell e meno comuni della malaria acut a, nelle quali non è raro potersi imbattere, speci:tlmcn le nf'i reduci àa zone tropicali .

L'O. ha, quindi , passato in rh·ista tali forme nelle tre specie di in fez ion e da pl!lsmodio malarico , e specia lment e in quell:t da plasmoruum falciparum , nella quale la s intomatologia è estremamente complessa e mul t iforme, m ragione delle molteplici lo· cal iz z azioni c h e può a ss umere il parassita nell'organi smo umano.

L'O. ha anche accennato alle moderne ved ute sulla infezione mabrica , :secondo le questa sarebbe u'la affezione rt: : icolo e ndotcli :-de che una :1fkzionc eJTiat ica, a l quale stadio giungere bbe in ,·ia secondaria.

Ha terminato ri co r<hndo le morbose della malaria

PlSTOI:\ (Osp<:dale mii tcrr. ) . Dw. Uco Sifilomr. multiplo .

PRATO . Tt:n e ntc medico. MAo\ 10 81'1.\>\I:.LI I: Tifo esan.tl.'malico.

Jb T enente medteo Gtuuo \tEust: Su di un nuovo tipo di ngo per pneumororace nrtificiak

L'O. dopo aYcrc pass:n o in m tsta i ' ':Jri lipi di ago per poeumo:orace 3 ttualmcntc in uso e che più o meno s! propongono di ov,·iare incom emen:i della otturazione du r ante l'introduzione di a ria o nel cavo plcurico, mostra un ago da lui idento.

Tale ago che fu oggetto già eli comunicnione alla Accademia Medi c:a Pi stoiese " Filippo Paci n i )1, è costituito da ur. :1go di tipo co mune per pntx, di calibro corrente , con scano il più ridotto possibile, chi uso alla sua estremità, tagliente e portante due piccoli forellin i: uno pro p rio al di sopr:t della otturazione dalla parte del taglio , l 'altro mezzo millimetro più in aho dalla par;e opposta.

In tal modo si ovviano agli incom enient i della ouurazione, mentre si ha un'aspirazione più ra pida e più \'a lida.

Cf-l/MI CA.

W. PARRI: ed indice di rifrczzion e: i'vfodulo molc colare di ,·ifrazione. Nota l.cc Gazzeun Chimica It aliana " • vol. 73• fase. 11, pa g. 59• '94 3·

Lo studio dell'architettura molecolare ha usato come co ntrollo i l di S u gde n ( P) e la rifrnione mob-ol J re (M . R.).

L 'A. propone ora un a ierza relazione: il mod ul o molccolare di rifrazione (M.R.M ): ( n '' _ (d' .)- n ) \.f R. \1. = 2n· a d

1n cui n è l 'i ndi ce di rifrazione, d la densità e M / d il volume mol<:colare.

Questa re lazione viene a dare jmporr:tnza :u legami atomici e attenua l 'irregob rità frequente nella R 'vi.

l valo ri calcolati per b M . R . M. sono molto vicini a q u elli del paracoro per il fatto ch e i diversi legami contribuiscono in modo diverso al risultato finale pur conservando ogni relazione con la propria individu:tlità.

D a lla guasi costant e coincidenza tra i valori del parac oro e qu elli della M. R. M . deriva che si può stabilire un rapporto tra tensione su perficiale ed indice di rifrazione

c, forse , anche tra indice di rifrazione e dielemir.:t .

Vi ene dato un ampio eknco di sostanze per ognuna delle quali s i indicano: peso molecolare, densità, indi ce di ri frazione, modulo molecola re cii rifrazione e paracoro di Sugdcn.

UERMOSIFILOGRAF/4.

A VERSAR!: La cura della >cabbia ed u 11 nuovo prt!pararo al solfo colloidale. - <• Le Forze Sanitarie », n. 3• 15 febbraio 1943 -XXI.

L a cura Jd la scabhia è all'ordine del giorno essendo indipeosabile argmarne la dJffusione specie nell 'att u ale momento . Non fa pertan t o mer aviglia la continua ricerca di nu ovi mezzi curati\ i più efficaci, più rapidi ed economici.

Ino ltre la mancanza o la scarsezza di mo l te sostanze e sopratutto de i più com u ni eccipient i rend!e necessario escl uder:: componenti non solo non compl etamente autarchici, ma anc he quelli che, pur essendolo, hanno bisogno di eccipienti grassi o alcoolid

Gli st udio si da un lato e le industr ie nazionali dali 'altro si sono dedicati con zelo a questo import:lnte problema e vi è infatti un fervore di at t ività pct risolverlo cd è noto che ciò b.a porrato ad alcuni success i ottenendo preparnzioni che potranno essere preferite. anch e a limitazioni cessate, sostituendo vecchie formule ar r etrate e sop ratutto alcune estere prrscriue senza adeguata g iustificazione di preferenza

App::micn e alb ripresa di \·ecc hic formul e e('or.omiche il metodo di cura Alimenti Rossini, cost ituito da applicazioni di ,lu c soluzioni (acido

L l B f{ l E f{ l V l S T E
RASSEGNA DELLA STAMPA MEDIC.-1.
T ROI'EL LI.
..

cloridrico c iposoltito di sodio. oppure solforic o ed iposo lfi to di sodio) svilup panti anidride allo Mato nascente.

Il solfo, il più economico do;:gli aca r icidi ed il più aularcbi co, è il rin1edio più sicuro e il più adatto alla cura di masse. come dimostra l ' e sperienza de l celebre scabbiosario dell'ospedale « Saint -Louis >1 di do\'C· dal passa10 al presente attraverso :a pomata di Helmerich e a del Mili:m e recentemente con aitre formule, si è sempre fatto ricorso al solfa.

Lo stesso Mitigai , prodotto ted esco tanto prescritto, è un com posto d i solfa untuoso c non privo di incon\'cnienti.

E· :tcccrtato che le irritazioni da solfa sono prodotte quasi esclusivamente o cl a preparati comenenti solfa non r ur o poco l<:vaw, a grani grossi o da preparazioni galeniche mal fotte o con eccipienti di ca tti v a qualità.

Altre volte le dermat iti da tecnica rerapcutica eccessi v:tmeme energica.

L ' A. riferis.:e eh -: presso la R. Clinica ùi Napoli sono st at e largameme sperimentate varie formule galeniche c \ ' arie specialità, in parte o completamente autarchiche, con pregi rd incom·enienti più o meno nore,·oli.

Quella però che, dopo numerose prove, è parsa la miglion: i; una preparazione dei laboratori S. A. L T. di Sak rno a base di solfa colloidale che travasi in commercio sotto il nome di << Acarolisina )), E' presentata in sacc h etti di polvere fine e bianca da gr. 100, che al momento de;ruso viene ver;ata in una boccctt:J contenente gr. 400 di acqua calda o fredda. Allora si presenta come una lo.-jonc a s ospen sione leggerissima, rhe solo lentament e precipita al fondo c che bcilmemc torna in sospensione con lieve agitamento.

La sua alcalinità, niente :tfbtto irritante, non solo la sua importanza per la reazione lenta che pro\'oca sullo solfo, ma anche p<.-rchl:, saponificanùo i !,'Tassi della pelle , rende possibile il cont atto tra loz.iooc cd epidermide c facilita la rottura e la penetrazione nei solchi, anche in assenza di spazzola tura , la gua le è sempre traumatizzante e innestatrice di piogeni.

L'A. fa presente che il m <:to do di cura più consigliabile c che di\ i migliori risultati è costituito da due massaggi giornalie ri per tre giorni consecutivi, con due soli bagni, di cui uno prima di iniziare la cu r a e l 'altro dodici ore dopo la fine di essa, cambiando la biancheria personale e da letto dopo ciascun bagno. Non occorre adoperare spazzob nè altre tecniche tr aumatizz:mti.

E' possibile anche sostituire i bagni con lavaggi sempl ici c finanche omettcrli. Per evita re recidive è necessario che tutte le persone di fami glia facciano contemporaneamente la c ura. E' bene disinfettare la b:anch<.·ria c g lj abiti con bucato o con ferro c<tlJo.

Con tale preparato sono stati c urati tutti gli sc::1bbiosi prcsentatisi durante vari mesi aj dispensari e quelli in clinica.

Dal prolungato u so del prodotto suindicato l'A. trae le seguenti conclusioni:

L'effi cienza è sicura c controllata. Le recidive, piuttosto rar e, si sono , -erific:He solo nella percentuaJe dei migliori antiscabbiosi e sempre dovute a grossolane noncuranze r.eJle appHcazioni o a riprese di contat to con familiari non curati.

Dopo una o due frizioni il prurito cessa o si attenua molto.

Nessun::1 irritazione è provocata e spesso è notevole un 'azione calmante sulla pelle , tanto che può essere adoperato senza inconvementi nei bambini ed t: sopratutto note · vole un'azione benefica s ulle piodermjti concom itanti.

La cura può essere ambulatoriame01e.

L'Acaroli sina non ha odore sgradevole, non macchia, nè corrode la biancheria, è un prodotto essenzia lmen te autarchico, non richiedendo impie go di sostanze razionate e, per il modo come viene presentato. elimina finanche la necessità delle bottiglie, ed i! trasporto, per il poco volume che occupa, è facile.

E' note,·olme!lle econom ico percht: un solo pacchctto di Acarolisina dà, co n l'aggiunta d i :tcq ua, gr. 4()0 di lozione $Uffìcie.nte per h cura completa di un malato .

I pregi terapeutici e a utarchici surriferiti hanno indotto !a R. Clinica dermosifìlo · l'atica di Napoli ad adott:.re l' Ac:.rolisina per i propri bisogni. C.-\Rll:CCI.

FISIOLOGIA

F. HILDF.BKASirr : Oie Gehimdtmhbluumg im Elektroshork - Klinwsch•·. (La ci• ·coluzio nc ct:rc:bmle m:/J'el!:ttroJhock). 11, 947 -949, 1942.

L 'elettroshoc k int r odotto da Ba1te!li nella fisiologia e applicato per la prima vol ta da Ccrletti c Bini nell'uomo, oltre all'importanza terapcutica dimostrata da questi ultimi AA., è un mezzo d'indagine prezioso per lo stu dio della patogcnesi dell'epilessia (per una più ampia esposizione cfr. Riz7.o in questo Giornale, 90• 161, 1942).

H ildebr:mdt dimost r a, sperimentando sui cani, che la circolazione cerebrale aumenta fino al 6oo % d urante l'ele ttrosh oc k; l'aumento si ha anche quando le conv ulsioni sono assemi, perchè la corrente è p:tssata per un t e mpo troppo breve.

Queste rice rche, che con{crmano qu:mto avevano visto Penfield c co li . ( 1939) col metodo della fa r adizzazione della zona corticale motdcc, dimos tr ano una vo l ta di più errata l 'ipotesi patogenetica che fa di un vasospasmo la causa dell'epi lessia. Nell ' attivit:l com uls i va non h:t ischemia :na al contrario iperemi:.l dei centri.

\V. F. KREMER: T influcncc of the arcbdlttm on vegeta tive f11nctions. ( Influenza dd c·e,·vellctto funzioni v(gctative). - " Acta bre'' · ncerl Physiol. " • 12 , •942.

Da tempo i clinic i avevano osscrv:no disturbi vcscicali negli individui affetti da sindromi cerebellari ( Bakke r ). Queste osservazioni parevano in contrasto co i dati della fisiologi:l, chc ammette\·a solo funzioni del cervelletto. Ora secondo l'A. la stimolaziom: del cervelletto produce contrazioni della vesc ic a. Queste ricerche sperimenta l i avvalorano quindi l'opinione c h e il cervelletto ha un 'azione sul sistema nervoso vegetativo.

IGIENE.

A. CIIECC., cc r c A. FusAR ou: Sulla fii'Cienza di cm ticorpi Vi nel siao di ma/ari e di por. tatori di S. typhi c suJI':mporranza diagn ostica di tali anticorpi. - '' Rh·ista Italiana d'fgiene '' • A. 1 r, n. to , ott()bre 1942.

Gli AA si propon!{ono u na serie di ricerche per chiarire i r apport i i nterco r renti fra presenza degli anticorpi Vi nel sangue e portatori o di tifo. Hanno esaminato gruppi ùi popolazione di una zona da ' ':lri anni colpita da una endemia ritica, p raticando l'esame delle feci a -475 individui e, a 16 7 di ques t i, anche l 'esa me sierologico per b riccrc:1 delle: agglutininr: H O Vi e dell'anticorpo Vi mediante la dni:lzione del com pl e mento.

Dci 167 individ ui sottoposti ddle feci e ,lei :sang u e 71 (.p,) ".,) co ntenevano O e H ; 4 di lJUC ti risu ltarono portato r i Non st:na alcuna relazione fra tipo di aggluti nine e di portatore.

47°

w ricerc.t ùclle agglutinine Vi è st:tt:J in 10 indiv!dtti ùei 3 port :nq rJ, lJno dei 4 porta tori Jj cui sopra non conteneva agglutinine Vi .

In un'altra serie dì ri cerche , eseguita su di un gruppo di portatori cron1c1 e sani d:t prima, i d ue AA. hanno const:u::no che i flnchè: eliminano il b. tifico, conservano una a ggl utinazione Vi positiva c :: he, quando l'esame delle feci dh enta ncgati•: o. sc ompaiono pure le Vi.

Per me7.7o della de,•iazione dd complemento, escj:,rui ta su quasi tutti i sieri precedentemente esaminati, è stato po ssi bile m euere in eviùen za anticorpi Vi anche nel siero del portatore, di cui privo di :.gglutinine Vi. In oltre tali reazioni di de,•iaziooe del complemento sono risult:ue posith e anche a diluizioni molto superiori 3 quelle necessa ri,. a dare positiva la prova di agglutinazione.

L' esame sicrologico è stato c:scguito anche su 135 malati dei quali solo 70 risultarono colpiti tifo e eli quest i solo 8 risultarono !JOSsederc an ticorpi Vi: questo nu · mero esiguo si tr:lttandosi d i malati nella fas e iniziale (J -11 settcMrio).

A conclusione òcllc loro ri cerche i oue AA. si dichiarano sfavorevoli alla ricerca, a scopo diagnostico, degli anticorpi Vi nel siero dci sia perchè, in assenza delle Jgglutinine H c O. non è po ss ibile rh·clare gli anticorpi Vi, s ia perchè sono rari agli inizi della malattia.

In seguito ricerche sui portatori, essi ritengono che la r icerca degli anticorpi Vi potrebbe una ricerca p:·c liminarc per la selezione degli individui da mttopo rre in seguito all'esame delle feci.

Riguardo alb possibilità c he individui che non elimin:mo il b. tifico ma che possc:ggono anticorpi Vi si:mo realmente pon:uor1, , ·ier.e il dubbio che, al momento <lell'cs.1mc, i b. tifici non venissero temporaneamente

Viene infine proposta, per la sua alta sensib ilit à, la de l per dimostr:tre la di anticorpi c he, in no? è molto. C<'mplessa cJe ,la dimoslr:IZI :>nc c.Je llc agglu u mne V1, la :: ua prauca non di m com·enient i .

MALARIOL OGIA .

A. ColUW)ETTt: Fondamenti di una lotta an tim fllarica nell'Africa Orientale Italiana. -

1c Rivista sociale dell ' Africa Italiana » , R oma, dicembre 1942 -XXI.

Per quanto, purtroppo, questo articolo del noto malariologo dell' I stituto Superiore di Sanità non sia più di attualità, tuttavia dal puoto di vista scientifico - e pratico - esso si appalesa tuttora

L'A. mette anzitutto in rilievo come in Italia sia stata possibile l:1 redenzione dalla malaria di gran parte del territo r io - med iante l:t grande bonifica idra u lica ed agrari3 , dalla lotta antianofelica c da U!'l'iutensa somminist razio ne di medicamenti ant imalarici - per le particolari proprietà biologiche delle specie anofeliche pre.enti nel nostro Paese.

1\"ei terreni coltivati, infatti. le due uniche va ricd d i Anophda murulipennis (labranchiae cd eluftu) non :ltt ccc hiscono, onùc ne deriva ch e la sc ompare in gui t o a bonifica dalle paludi e dagli acquitrini.

Ciò, in\'ece, no11 si ' 'critica in A. O. l. o, e, tra una vcmina di specie a o otcliche innocue, una ve ne è che è considerata il più tremendo vettore Ji m::alaria es istente nel mondo: I'Anophc/c; gambiac.

L'A., che ha studiato per 30 mesi il problema maiarico nell'Africa Orier.tale, ha ap · profondito lo studio della dell'A. gambiae allo scopo di dedurne le direttive da seguire nei futuri programmi di lotta antimaiarica in quelle regioni, che la nostra volont:\ e la nostra fede sapranno far ritornare in nostro saldo e duiaturo possesso.

Tra le caratteristiche biolo g iche dell'A. gambine spiccano principalmente i seguenti:

1 o • estrema variet:ì dei focolai !arvali;

2 ° - tipicità del focolaio !arvale (raccolta temporan ea d'acqua piovana du r ante le grandi pioggie in pozze, fosse, e perfino nelle orme lasciate nel fango dagli zoccoli degli equini e bovini, nei solchi deile ruote dei carriaggi e delle automobili;

3° • resistenza delle larve all'immersione subacquea e allo scuotimento;

4o - bre, e durata della vita !arvale.

Citati gli insufficienti risultati della lotta antilaiVale praticata dal Barber, n e lla N igeria , col verde di Parigi e col petrolio, e scartate le possibilità di successi contro l'A gambiae con la bonifica agraria (diffusione dell'A. gambiae nel Brasile), l'A. conclude che nel momento attuale non si avrebbe alcun mezzo efficace per eliminare la malaria dai territori dell ' A. O. 1., malaria che potrà essere solo combattuta mediante la difesa meccanica scientificamen te eseguita e mediante profilassi : cure medicamentose.

Occorre, pertanto, e noi concordiamo con l'A., promuovere nuovi studi sulla biologia ùell'Anophdès gambiac per giungere alla scoperta del punto debole dal qua le attaccare que sto terribile vettore del flagello malarico

TRIFIUTTI

OTORINOLARINGOIATRIA.

A. BAROLA: Tubc:rcolosi e cancro dc:/ rinofaringc: - « Il Valsalva l> , aprile '94 3·

L'associazione della tubercolosi al c a ncro, in una stessa regione od organo, è una eventualità quanto mai rara e secondo lll13 statistic:t di Bobbio questa associazione è presente all'incirca nel 3 per 1000 dei casi esaminati.

L'A. nell'illustrare un caso di :;ssoc iazione tubercolare neoplastica, a sede rinofarin · gea, con metastasi ghiandolari al co!!o , os sen•ato ir. una p. di anni, torna sulla dibat · ruta questione del preteso c1 antagonismo ), e sistente fra le due affezioni che dimostra essere presente anche nel caso da lui studiato.

Lo stesso A. per quanto riguarda la diffusione della oeopbsia alle ghiandole re · gioòali già primitivamente colpite dalla tubercolosi, non ritiene 'che la. linfa e le vie linfatiche in genere possano avere alcuna a z ione inibìtrice sullo sviluppo secondari o della neoplasia, in organi ghiandolari primitivamente colpiti dalla tubercolosi.

Infine le cliniche eà istologiche riscontrate nel caso di neoplasia da lui illustrato , confermano le recenti vedute del Di Vestea sul problema del linfoepi· te lioma. ANTOCNol.l.

PATOLOGIA COLON7ALE.

A. CASTELLANI: L'ulcera del deurto. (Sintom.uologia, etiologia e riprodu ziont: Jperimen/11/t:) - cr Archivio Italiano di Scienze Medi che Coloniali c di )> , "ol. XXIV , fase. I , 1943-XXI.

In un breve lavoro ricco di notiùe e di fatti accertati, l'A. , presenta un nuo,•o c.1· p itolo di patologia interessante l'Africa del Nord, relativo alla così detta cc ulcera d el deserto )),

Fra le truppe oper anti nell ' Africa d d Nordi c specia l mente n ell e re g ioni dcsertiche, vi sono stati , nella recente numerosi casi di un ' ulcera ddla gambn 3 lunghissimo decorso, causa di molt o fastidio ai soldati, spesso costretti a lunghe: degenze ospedaliere. I soldati battezzarono questa affezione come ulcera del deserto c i medici in gene re la ritennero u lcera tropicale.

Di questa ulcera pos sono distingu<.rsi Jue forme: gudla aperta e quc:l b coperta da cr os[a ; nella forma aperta si vc Jono sul 3° medio o sul 3• inferiore della gamba, 1 - 2 · 3 · 4 rarament e più ul ce re , ciascuna di forma od un po ' ovale e deJia grandezza da un centesimo ad una m o neta da cinque lire. Il margine è pe r solito r egolare, non sottominato; il f()ndo è rosso e può presentare delle granulazioni; alle volte qua e là si vedono piccole masserelle di p u s; alle volte tutto il fondo è bagnato da o come coperto da un sottilissimo ve lo purulc nto ; alle volte si vedon :J piccole pseud o mcmbrane fibrinosc. In torno all'ulcera vi è assai frequentemente un alone infiamm:ttori<J con arrossamemo vivac'! e tumidezza.

L'ulcera è in molti casi poco do lente , in casi, se il soggetto non sta a riposo, assai dolente. Non vi è pr urito o solo iieve e passeggero. Genera lmente le ghiandole i nquin3 li non sono ingrandite nè dolenti.

Nella forma coperta dell' ulcer a vi è un a crost a di co lorito brunastro o ro ssasrro o giallastro o bia ncastro, che si estende perifericament e al di là d el margine . Tolta la c rosta a ppare un 'ulcera per lo più supe rficiale con i caratteri menzionati.

Castellani distingue quest a ulcera tropicum e dalrulccra dd Vc ld , m base, oltre che ai sintomi, all'etiologia.

Nell'ulcera de l deserto l ' A. ha isolato un microrganismo, per il quale ha propo sto il nome di Mi crococc u s (St r cptococcus) onycetoides, de l quale precisa i caratt t: ri pr i ncipali, anche in compa ra zione con a l tri mi cr organismi dello stesso g ruppo .

La riprodu zione sperimentale dell'ulcera, con un a o due ansate del microrganismo is olat o e col t ivato su ag:tr tripsi nat o , st at a tentata in due volontari ed ha avuto successo in tu tt i c due.

Circa la denominazione d3 dare :r questa ulcera, l'A. 3CCcttercbbe quella com unemente us:tt3 dai sol dat i di cc u lcera d e l deserto >> se quest:1 denominazione non fosse stata usata da vari AA . per de notare affezi oni differ entissime . le varie denomin3zioni possibili, po t rebbe acceuarsi qu e lla di c1 ulcera del deserto micetoidea >> .

TJSJOLOGJA.

G. CosTANTINI: l quadri clinici d ella polmonan: ne1 militari. - c1 Rid st;;r cti Pat ologia e Clinica della tubercolosi >> , fase. V , '943·

Ne l numero dello scorso maggio d ella tanto apprezzata Rivista, numero t.lcdkato ad alcuni partkolari aspetti assunti dalle m 3la!tie tubercolari nei mil ita ri in relazion e alle contingenze belli che , il prof. Gennar o Costa nti ni espone, nella parte p rima, il frutto delle osservazioni fatte presso il Centro sanatoriale « M. Malpighi >> di Mont ecatone di lmol3, presso il qu al e , in un padiglione speciale sono st ati ric ove rati , 1941 in poi, numerosi militari provenienti sia d3i vari teatri di guerra che dal territor io nazionale.

In analogia a quanto era già stato cons tatato io milit:tri r ico,·erati 3II' Jstituto 11 C. Forlanini )) ed esposto da Daddi e Montan ini, I"A. ha potuto osscn·arc una particolare gravità di decorso clinico di cui è prova l'elevata mortalità che si è fra i m i-

473

litari (circa il 50 " , in confronto all::t totalità <.ki a differenz:l deli'8,5 ··..., rag!!Ìunta per i rico\'er:ni civi li ).

Tale differenza t: mot;, atn c.blla pre, alenz.t assolut:!, constatata nei militari, di processi e>sud:ujvi pneumonici e bronco pneumonici a decorso acuto; talvolta con aspe tto di lohite o di infiltrato precoce p:r lo più cor: infiltrati satelliti e con tendenza cvol ut i va difficilmente domin::tbiie con collassoterapi:t.

Pure assai frequentemente furono constatate forme produtti\'e di tipo rruliarico :on esiti in menjngite.

:--=eli:: forme nodulari, pc.- le quali il decorso ì: stato più lento t: crontcizzantt:, si e non di rado diffusione :al altri orgaui.

Nessuna apprezzabile differenza di decor si è constatata nei mi:itari reduci di'li \'ari fronti di g-uerra i n confronto di qucili pro,·enienti da: territorio nazionale. In vece si ì: potuto constarar:: che le forme più gra v i si so no avute tra i soggetti più giovani c tra i contadini.

Per l'interpretazione di t::li diwrsità di CJU:ldri .:linici c di decorso l'A. si djmosrra poco propenso :td .tcceuare l'ipo:esi, gi;t <:me ssa in casi analogh i dopo il conflitto mondi:llc 1915·19t8 e riaff:t cciata :mch c di r ecente, ma con maggior prudenza, che possa rratlarsi di tubercolosi da prima in fezione in quanto, a suo avviso, mal si comprenderebbe come tali infc;zioni primarie ;ardive debhano presenta r si con tanta fre<:Juenza solo nei militari in questo pcriod<> di guerra. Egli !: invece piuttosto propenso a ritcncrc che debba tr:1tt arsi di processi di reinfezionc e più frequentemente endogen:1, nei quali la partico lare gravità sarebbe d:1 un difetto di difesa bio!ogica sia spcdfic::t che Solo in qu:l:che caso entrerebbe in gioco una supcrinfezione esogena.

Comunque sia , nc: l determinismo dci cljr.ici e del decorso descritto, avrebbero. secondo l'A. notevole impor tanza i fattcri co r.di zionali ca ra tteristici della vita de l so ld:llo, par tic olarmente g ra, osil in tempo di guerra per ;c fatiche, azioni p:rfrigeranti. prcoccupnioni, patemi <.l':mimo, e, '>Otto certi aspetti l 'alimentazione, non tanto in senso quantit:Hi,·o quanto piuttos to qualitativo, sopratlutto per deficienza di vitam i ne data b somministrnione di c ibi cotti o conservati. Anche il f ::tttorc selezione, che in guerra richiede ine"i ' ab ili criten più restrittivi dei consueti, può a\'ere importan7.a in quanto, in portatori di processi tubcrcolot ici o con postumi di p:curitc in condi7ioni di vita partic olarmente in:1datw, J-'OSsono manifestarsi localizzazioni specifiche col decorso eccezionalmente grave descritto.

L3 conoscenza di tali particolarità di decorso e \ 'arietà di quadri clinici dovrebbe indiri?.Zare verso adatte m isure di profibssi e di terapia intese a limitare, il più possi· hile. le funeste della t u bercolosj sia sui c h e sulla sarut3 della r azza. lndiscutibilrncnte di notevole interesse scientifico e pratico sono le ossen·azionj del prof. Costan t ini sui quadri cliruci c particola rit à d i decorso che assume con frequenza la tuberco lo si polrnonare nei militar i ndl':lttuale fase della guerra, e che conferma n o quanto già era stato constatato presso altri istituti eJ e r ::t stato oggetto di discuss ione in occasione dd convegno sulla tubercolosi di guerra del ma gg io 1942.

Nell'interpretazione del le cause de ll e particolarità ossen·atc, non riesce molto age· vole comprendere come l'azione di fattori condizion ali , dei disagi in genere della \'ÌI:l del soldato in guerra, dovrebbe agire più s ui giova ni contadini, che sono indubbiamente assuefatt i meg-lio alle fatiche , alle perfrigerazioni e difficoltà di v ita , che non sui sogget ti della stessa età provenienti dai ceti operai nei quali in vece l'infc zione t ubercolarc: t:d eventuali tare morbose spec ifi che sono dn considerarsi più diffuse

A parità di disagi scmbrcrebbc logico che proprio in questa ultima c:llegorj:t do · , esscro verificarsi con maggior c gra' ità riaccensioni a carattere grave Ji affe z io ni polmon:tri specifich e

474

Sembra quinJj Jchbano a, cre impvrtanza anche altri fattori. fra cui, non da traS<:urare, qucll'imponcJcr:tbile difetto di difesa biologica spccifìc:1 che, :mchc f:ma astrazione dall:t prima infezione, graverchbc sulle meno assucf:mc, nel corso di molt e generazioni all ' infezione tubercolare

Ricerche ulteriori, Ja eseguire su un:.t casisrica molto estesa, sar:wno quindi neces per con più sicura attendibilità, le cause delle particolarità di decorso c dei quaJri clinici constatati. DE p ,, OLI.

V -iRIE.

'C. 01 At C HELBU RC: Problemi sanimri d, guam. - Mjbno , Born 1; i:tni, 194 3. L. 20.

E' da poco apparso ndle mostre di tutte le librerie questo libro dell'originale collana H Avventure cJcl •• , alla quale editore Bompiani, r.ur tra le difficoltà del momemo, cont inua a tanto \·igoroso impulso.

Il volume, com'è detto nclia fascetta pubblicitaria è •< una visione sinte ti ca della \' 3sta mirabile organizzazione che agisce silenziosamente pt.T proteggere la validità fisica c psichica dei combattenti e delle popolazioni )), Diciamo subito che la ' ' visione '' ha la sua essenziale per il pubblico prof:mo, più che per i medici, specie se militari; ma aggiungiamo, a giustilica?jonc di queste righe, che b lettura di es$a è utilissim:l anche a questi ultimi per il benefico risultato che ne e cioè per l'opera ch'essi sarehhero indotti .1 per divulgare questo lihro. Perchè !l precipuo S<:opo del vo :ume è di far conosçere ai non medici gli aspetti più interessanti dci problemi r anitari, che la guerra crea, non tanto per esaltare l'operosa e premurosa ;:ur:l della scicnz:1 medica che tutto fa per m :mtenere esercito c popolazioni nelle mi:-,liori condizioni di sa lur c (lUantCI per cccit:t rc , c qui il libro riveste un carattere patriouico, l'opera di tutti perchè anche in queste settore la conco rdia d'intenti frutti più copiosi e hc:1efici. Quando il cittadin!> di una nazione in guerra conosca le inderogabili neçr.ssit3 igienico -profilattiche per tener lontano le infettive, è certo eh ' egli più age\ olment e :; ottostà ad c non cerca di sfuggire a qudlc previdenze c pro1·videnze che potrc:1hero, se non comprCSf: nelle loro finalità, sembrargli superflue; la massaia conosc:t fino a qual punto è sfruttabile un cibo ond e non ne \ 'ada perduta una benchè mi :tima parte, è certo che può anch'essa concorrere a rendere meno difficjle il problema a:imentarc

Oggi che la guerra ha superata la differenza fra ctcrcito combattente c popolnione ci1 ile perchè portato o può portare le • sue micidiali ofbe in ogni campP t!clla vita nazionale, una larga conoscenza dci problemi sanitari è condizione di primo ordine per giungere alla vittoria. La cultura è b più lumino sa delle armi lunghe; non solo quella che può possedere un numero ristretto · di studiosi, per quale giust:Jmente potè affermare che b vittoria del 1870 dipesa superiorità della Cattedra universitaria tedesca c Togo che l'arma più efficace del Giappone per vincere i Russi nd H)O) r; r:l st:Jto il microscopio, ma anche quella di cui è in possesso la maggior parte dei cittadini, utilissima sempre per sopperire :1 mancanze . per superare disagi e per prevenire cal:unirà, per attenua re, in ogni caso l'offesa nemica.

Il libro che qui si segnala c si raccomand:J compie qu e sta nobile missione. I pr,'hlemi sono tra i più interessanti :1 conoscersi (lotta contro le malattie infet1ive: problemi s:-anÌ!ari iner enti alla guerra colonia!e, alla guerra nei climi freddi , a quelb su l mare e alimentnzione; reai'. ioni del sistema nen oso alle emozioni

475

belliche; problemi sanitari delle popolazioni civili); la loro trattazione è limpida, documentata. A lettura terminata la passione per la nostra guerra s'alimenta di una , ·crità c onsolante: che lo stato della s alute degli eserciti e delle popolazioni civili dell'Ass e è più che soddisfacente, condizione essenzia le per proseguire nella lotta; mentre lo spirito s'afforza, per le utili cognizioni che ha acguisito , sì che più preparato si sente per le future battaf!lie.

GtANNANTOl-:1.

S0:"-1\I:\KI 1>1 IUVJ STE MEDICHE MJLJTARI.

DER DwT sC tl MtLIT;.:AAitZT. - Ri, ista mensile per gl i uf ficiali della Sanità militare dell'esercito, della marin.1 e dell ' aeronautica. Bureau der Mcdizinischen Referam enBliitte r , Berlino W 9, Linkm. 23 24 Fase. 5 maggio 1943

Nothhan1: Osscn azioni sull'itte ro epidemico.

Bemsdorf: Idee fondamental i sulla febbre volinica.

Wachsmuth c Wirr z : La triade $into m atie<:, congiunti\'itc, en teriti. uretrite, artrite

j(il/ian : L ' apparecchio gessa lo applicato in trazione come metodo di scelta per la cura Jclle feritt: d'arma da fuoco con frattura al campo.

Rcìchard: Esiti tardivi dd le ferite d':m na da fuoco della testa. Sul ripristino clelln parola dopo ferite della lingua.

Braun: Semplificazione degli inter\'cnti per proiettili c sc h eggie ritenute .

Link: Sui rapporti tra bioni Jcntarie ed alterazioni gastriche nel loro significat o per il medico reggimentale.

Fischr:r: Su di una strane forma di e sulla questione della dipendenza da causa di servizio militare.

Ur:bich: Importan za dell'arteriografia per la sutura \' asale a seguito di ::.neurismi Ja ferite d'arma da fuoco.

M ufltr: Le infrazicni da aff:u ir.a mcnr o nei militari.

Gcilxndorfer ; L ' importanza della rotuJ a bipar tita per il medico r eggi mental e.

Stra1sr:r: Protesi provvisoria per arto inferiore costruita nel labora t orio di un ospedale di r iserva.

Brandt: Proiettil e ritenuto nella natica c

Rrv t sTA 1)1 MEDICINA AERONAUTI CA. - Ufficio c cntr:tle di Sanità. Mini stero dell'Aer onautica, Roma , anno VI, n. 1, mar7 o 1943 ·XXI.

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V. Piaantini: L':tnossia acuta pro,·ocata dnlla rc spir:tzionc di miscel e povere ùi ossigeno.

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G. C. Rovigati: La ed il s uo impiego quale si mpaticomimetico. Ricerche psicofisiologicho su acronaviganti

L. Famglin, V. Piaccnrini e T. Gt:nnnrc: L a velocità della ci r colnion e del sangue nell' anossia.

CR OC E 01 c;l FRR \ .\l. v \l uR .\III ITARE

Lui gi di R aftaclc e (u Ad·:le, da Ari:tno Irpino .-apitano medico ospedale militare d i Porta Azizia. - Aiutante m aggiore di un ospedale, durantr tm bombarda mento aereo dell'avversario che colpiva un padiglio ne dt:l luogo di cura, si portavll su l posto e con gmvc rùchio pusonale si prodigava al soccorso dei feriti trasportando/t puionalm e nte al riparo. Prrdura ndo l'offesa ritornava sul posto persis t endo nella ma op:-ra generosa incuorando ed incitando i dipendenti Bell'esempio di abnegazi one, virtù ed alta cosci enza della propria miuio ne. - T ripoli, 6 -7 luglio 1941 -XIX.

TA.'ITJ!'I J Emnnucle fu Car lo e fu Gall iz zio h Anna. da V:: ro!l<J, c:-!pitano medic9.Chirurgo addetto ad uTUJ seziont· di sanità, t•t:niva inviato in pri m a linea presso un reggi mento c he, per violento ttereo, aveva riportato u n;ibili perdite. Curav{J mi posto, nonosta nte un a nuova a::ionc di mitragliamt:nto i ft:riti, c he poi traspor·tava presso la propria Je::ione. Il g ior no Jeguc nt e, co m andato, q uale c hirurgo, pruso un ospedale da campo, fatto seg no a nu merosi bo m barda f"l enti aerei , c he t ·on scheggit: in ves tivano il fa bbricato dt:ll'ospedalc , {011 calmo e ;crenit?t t:J·eguiva importanti atti operatori, contribue ndo eflica('emcnte, col ruo ese mplare conrc:gno. 11d infondere tranquillità ai faiti e al pauJIIolc che direi!Or>lcntc lo coa diuvatili. - (fr on t e rusw), 19 20 agosto H}..j t-XIX .

CRocE Cnrlo fu Giuseppe e d i Vinccn7 ina Gicrlicri, ùa S. C<Ji l:l\'CSC (Torino), ten ence medico ospedale militare di Porta A:dzia. - Ul/iciole di guardia ad tm ospedale durante un bo m ba rdam c flfo acn:o dell'avversario si portava nella z ona battuto da bombe incendiarie e di rom pwti e co n ge neroso slancio entrava in un n:parto in fiam m e ivi prodigandosi in stancabilmeme riu.;cendo a scongiurare gravi ssim i dann i. Ese mpio di co raggio, abncgazion! e spr<'::-::o d el pc:ricolo. - T r i poli , 6 -7 lu glio 'Y 41·XTX.

FRANCH I L EVA:-I TINl T orello eli Vincenzo e di Ma dd:tlcna, da San Casc ia no in Val di Pesa (Firenze), tenente medico 0° rcgj!imento alp ini. - Uf!icialt: medico di un reggim ento alpini, duran t e offensiva, as..mm eva il co m ando di un et:n· tro di fuo co, dando ptJrsonale eum pi o di ardim r nto c di sprezzo dt:/ p ericolo N elle giornate conclusive d ella nostra attan::ata, si prodigava nel cumre i f.:riti c m/l'animare gli alpini pt:l corw:guimwtt> della vittoria. - Zo n a di 22 d ice mbr e •9-f O·XIXErzeke, r8- 21 aprile 1941 -XIX

T UFANO Antonio di e di AntonJetta Risi, tenente meùico ospedale milit are di Bengas i . - Ufficiale medico addetlo a reparto operante, visto chiuso il ripi ega menro provvedeva a raccogliere ed accompagnnrc feriti cd ammalati ad 1111 centro otpeda/iero dove coope ra vo alla malgrado l'ambiente locale o.<til e e pre;tava diuturnam mte am or evoli cure ai d egen ti nm:ionali con virile en ergia e costante abnegazione . - Z. O., fehhra io ·aprile 19..p XIX.

DE FELICE di Gius e ppe e ùi Maria Rcdr:t, sottotenentc medico 8° r egg imento r c r!ag li cr i. - Cflià ,rfe m cd il' () d i butMgfion c dur tTJ/t: 1111 11 io !tn to mmll'ltti·

NOT IZI E R I COMPENSE AL VA!-O R CONC f. S$li. .-\0 l'I'F!Cl:\Ll DEL SE RVIZIO SAN I TA R! O.

solfo intt:n.ro fuoc-o di artiglitritl r armi automatiche nemiche co ntinuava a pn:la. .rua opera con calma sangue f reddo In un momento critico del combattimento, in cui la situazione sr:mbrava co mpromr:u:1, pu .- non trascurando la sua funzi one saniloria, .ri prodigava n r:/ coadiuvare ii comanàante del pn:disposi -:, iont: ddl'ultima dife sa dr:lla loca li!à che già da più ore era sttJto strenuamt:ntt: contt:sa al nemico. Bril/antr: di C!>raggio r: inc·ondizionata dt:di::ionr: al proprio do vur:. Sollum, 15 maggio 194 I -XIX .

PERRELLA Nicoi:J di Michel e, da P osirano (Salerno), sottotenente medico, comanòo militare del Sahara libico. - Ufficiale nwlico di un fortino .rahariano allacca to alle brr:vi dista nze da numr:rosr: autoblirulo n emiche, assolveva con calma du/iziont: la ma opr:r.l di sa nitario, e contribuendo con ltz parola il comportamento a co mba11cnti lo n r:lla vittoria_ - Murzuk, 11 gennaio 194 I-XIX

- LA FEsTA DEL SERVIZio s.... N i nRio MILITARE .

Il 4 g iugno è st:Jta cc:ebr:tt:J :n ·.utti gli stabilime rni sanitar i militari , con austc:re raccolte cerimonie, il tto0 annuale de lla fondazione del Servizio Sani tar io Mil it are, t ra i fervidi consensi e la simpatia c!elle va rie Armi e degli altri Servizi dd R. Esercito. l riti si sono svelt i in ciascuna sede con l' intervento dei gerarchi Jc:l Regime, delle più alte militari, CÌ\'ili ed ecclcs i:tMi c he, delle più spiccntc personalità mediche ed accndemiche.

Al nostro Direttore generale so no pervenuti , fra gli Jltri , i seguenti telegrnm mi, auspicanti alle future glorie della Sanità militare :

" Annuale fe sta corpo sanit:!rio militare che do\'unquc assolve :suoi compiti con tradizionnlc capacità tecnica sentimento del do\'ere val or e e: spirito di sncrificio invio s aluto augurale mio et dei fanti d ' Italia. - Maresciallo d' Itali a Umberto di Savoia •>

<c Nel giorno in cui glorioso corpo s anitario m ilitare rievoca sue tradizioni di sac rificio e di abnegazione invio a voi uffi ci aJj sott uf ficiali et truppa dipendent e mio più fe rvido augurio. - Adalberto di Savoia-Ge no v:t >>.

"Nell'odierna ricorrenza invio mio augurale snluto ufficinli et grcgnri tutti sa nitario militare che co n prontezza ardimento fraterna solidarietà assolvono il loro alto compito in nobile gara coi camera t i comb:lltenti fenni in uniC:J feùc: quella della vinoria. - Il Sottosegretario di Stato Soricc > • .

" R icorrenza annuale fondazione corpo san itario militare :1 voi et personal e tu llo co n vi,·a ammi r azione per alta opera svolta giunga a nome quc:sto Stamaggiorc g enerale mio cordiale sa luto et fervi do auspicio pe: futuro. - Ge nera le Ambrosia "·

Anche con una leth: r:t al nostro Ca)•O l'Ecc. il generale Amhro sio ha vol uto esprimere per !:1 Sanit2: militare la sua ammiraz ione e il suo alto voto :tugurale per l'opera com piut :t c per quella da sv ol ge re in questo duro periodo d ella guerra. Siamo lieti di portarla a conoscenza dei nostri lettori pcrchè in ciascuno s'ace la propria volontà di vittoria incitatn a sempre più nobili c ge · neros r proposut:

" Caro lngra,·alle, ri corre domani della fondnionc del Corpo Sanitnrio Militare. Desidero che in questa occasione giunga 01 te il mio più fervido salu1o, nel qua le vibra tutta )' :ammirazione per l :alta opera gucrriern cd umanitaria che sta do' unquc wolgcndo il nobil e Co r po. L ' ltn lia è della Sanit:i Militnrc · prepa -

modt'rnirà di art rc:tz.:u ur .:l, a lt<• di abncg:t:donc b al primo posto - si può affcrmarlo con sicun - ir a le organizzazioni dd genere d cgl: altri paesi europei. Mi f.: . dur.que , g rato, esprimere a te cd a tutto il personale sa nitario il mio più , .i,·o co mpi:tcim e nto per l'opera tinorJ pre stata c·d il più fer\'ido aug·urio per tluella fu t um . :\ te un n panicobrc esp ress io n e delb mia stima e cordhlità l)

n nostro Capo, p t r la ricorrenza b us1a , ha dira:nato il seguente ord in e dd g10 rn o ; •< Ufficiali, sottuffìciali, caporali c , lc:l lr. Sanità Militarr.::, « la Sanità Militare celebra ogg i il u :> 0 annua le della s ua fonda z ione m p1cno fervore di guerra..

"Non giorno di è ma !!l•)mo di sosta nclla ùura perçhè ciascuno di noi possa gu::mbrsi :ntorn o e ricono H t-re g li !, p<: re h è farsi un esame di coscienza pe::r domandarsi se per un so lo istante ha m :10cato alla so· !enne promessa che qu:wdo ahbr acr iò un <lpo swbto, quello d d medico, q uando sposò una fede , quella ùi sold ato.

u Vorrei che tutti, stretti a me , p'>teste giurare che sui campi di battaglia c nelle corsie di ospedale , nelle ' ' e g lie tra i combattenTi, i medici in grigio\'erde mantennero salda la lum inos:1 tradizione della Sanit?l Militare, chinandosi sul dolore, vivendo una pa ss ione c s rc sso mescolando la loro porpora co! dei d'armi, accomuna ti nel sacrificio e nella gloria.

« Riaffermato il gi uram ento, ripren diamo il con fierezza di soldati c co n !a nostra anima piena d'amore c di s:;cr:1 umanità, fino al giorno della vittoria. Sarà quello g iorno di festa e di !uce, perchè :n rerno nel cuore la gioia di tutto il popolo italiano nella inebri:mt c v ision e dclb nostra lt aìia, l:tnci:ua sull e vie del mondo al suo impe riale destino.

(i E' il nostro imperatiro di t,rio rno: P tr il Re · per il Duce 1• .

A Roma la cerimonia commemon•tÌ' a s'è S\'Oha in un 'atmosfera se mplice cd aust era, intonata alle contingenze deli'ora Dopo il rito r eligioso nella Cappella di Santa Caterina a Magnanapoli, la celebrazione ha a\'uto luogo all ' O s pedale militare dd Celio, alla presenza del Direttore gcnernlc delia Sanità Militare, tenente generale medico Alfredo lngra valle. Il uffi c ia le è stato Ùctlo dal Dirwore di Sanit;, del Corpo d'Armata , colonnello medico Malicr.

Dopo a, er ricordato le origini del Corpo cd i continui progressi fatti nell a su:1 or· ganiz.zazione, preparazione tecnica del personale c nei mezzi d ' inda gine c di cura , l'oratore con vivida parola ha parlato delrvpera altamente patriottic:t e d umanitarìa dal Corpo svolta con competenza ed elc,·ato senso del don·rc in pace cJ in g uerra , in occasione di epidemie c calamitj nazionali, e delle ricompense di cui stato tinora insignito. NeU'attualc conflitto, ha detto l'oratore, che per cstensiont' c mezzi J'offcsa ogni precedente , il Corpo Sanitario, saldo nella sua strut.tura cd aggiornmo nella preparazione tecnica, seguendo le diretth e di un Capo che con rara perizia ed in so nnt: fatica ne regola c guida le sorti, affianca con· animo fiero c risoluto i re parti in lotta, dando ogni giorno sublimi pro ve di di eroismo, ili :tbnega·r.ionr.::, di assoluta dedi z ione al dov ere. l'opera finora SYolta c le henemercnzc acquisite, il co · looncllo MaUce ha affermato che il Corpo Sanitario Militare sarà in avvenire se mpre più degno delle sue gloriose tradizioni , della stima e della fiducia in esso ripo st e ed ha rivolto un caldo appello agli ufficiali , ai sottuffidali ed ai militari di truppa perch t: nell'attuale ora storka in cui la Nazione in armi , agli ordini di M;1csrà il Re ed Imperatore c so t t o la guida sapiente del Duce , affronta i p iù duri s acrifi ci per reali zz are In sua YCra unità nazionale per la co ntrastata lihcrtà dci mari. accre -

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sccrc il s uo prestigio nel mondo e mar ciare verso i suoi più alti destini, sia uno, sentito e forte il proposito, uno i l grido: collaborare con t u tte le energie al conseguimento clelia vittoria nel nome sacro dell'Italia, del Re lmoeratore e del Duce.

Da eguali sensi di profonda riconoscenza per i nostri Cad uti e di esaltazione per le glorie passate è stato ispirato ogni discorso celebrativo negli stabilimenti sanitari dipendenti. E dovunque è stata riconfermata la volontà di tendere ogni ene r gia di mente c. di cuore per il raggiungimento del solo scopo che oggi alìmenta la certezza di rutti: la vittoria.

Con questo luminow auspicio, dopo la sua giornata di sosta , la Sanità Militare ha ripreso fervida c il suo cammmo.

- L un·r DELI A MtLIHRE.

Si è spento 1'8 giugno , a 67 anni, il tencm e generale medico della riserva Alfred o Molisani, nativo di Casalbordino (Chieti).

Entrato nell 'esercito come sortoteneme medico nel 1900, prese parte, dopo aver prestato servizio nelle "arie Armi, alb can1pagna libica; per breve tempo, perchè motivi di salute ne determinarono il rientro in ftaiia. Nel 1915 raggiume. d opo pochi g iorni dallo scoppio della guerra, la zona di operazione e vi rimase per più di un anno. c:splicand o la s ua atti\•ità, fra l'altro , come direttore dell'ospedale da campo 041. Lasciato il territorio di guerra, prestò servizio presso le djrezioni di sanità di Firenze e d i Rom a. Nel 1929 ebbe la direzione dell ' Ospedale militare di Genova. Col grado di co lonnello fu assegnato , ne: 193r al Collegio Medico Legale e successivamente nel 1937 come Presidente alla Commissione Medica Superiore per le pensioni di guerra. Nel 1938, collocato fuori quadro ebbe la promozione :1 maggior genera le medico, e nel 1940, essendo nella posizione ausilia ria, quella a tenente generale. Lasciò la Pres idenza della Commissione Medica Superio re per le pensioni di guerra nel 194JQue sto, in breve, il suo stato di servizio, che fu denso di feconde opere per il vivo attaccamento al dovere e per l'alta dottrina che sempre accrebbe con amore e con tenaria. Docent e in otorinolaringoiatria, ebbe tale una conoscenza di questa branca che tutti in ogni occasione gliela riconobbero vasta e profonda. Ma ebbe, anche fuori deì <' ampo della sua specialità, un'ordinata e ben assimilata cultu ra , cosl in medicin a come in chirurgia. Per questa s ua eclettica padronanza delle varie discipline, oltre che per la conoscenza delle rclati"e leggi in materia pensionistica, egli potè svolgere una preziosa attività nel campo medico legale militar e:. Per molt! anni, nel CoUegio Med ico Legale, nel Comitato di liquidazione per le pensioni privilegiate e infine nella Commissione Meruca Superiore per le pensioni di guerra, eg li fu un lavoratore sagace ed assiduo, da tutd stimato ed amato.

La s ua dipartita lascia un profondo ra mmarico io q uanti ebbero la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne l'ingegno perspicace, il car:lttere franco e sereno, i modi COf'tesi e signorili.

Alla desolata famiglia e al suo fratello Ricdardo, tenente colonnello chimico far · mncist a, il nostro Giornal e invia le espressioni più schiette del s uo profondo cordoglio.

Direttore responsabile: Dott. l NORAVALLE, tenente gen erale medico

Redattore: Dotl. tenente colonnello medico.

• :20.

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per il cuore e per la circolazione

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l ab il it à vasomotor ia con pr e ss ione circolatoria bassa : ipoton1 c1 - drsturbi della vecchiaia.

lesioni circolatorie general i:

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