GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO VOL II TOMO I

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO NICOLA PIGNATO FILIPPO CAPPELLANO

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO (1940-1945)

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ROMA2002


PROPRIETÀ RISERVATA Turri i diriui riservari

Vietata lo riprod11:Jo11e rmche par:iale sen:a a111ori:.::11:io11e © Ufficio Storico SME - Roma 2002

Copertina di Nicola Pignato I disegni, in scala I :50, se non diversamente indicato, sono di Nicola Pignato

Copyright © 2002 Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito ISBN 88-87940-29-0

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PRESENTAZIONE Il secondo volume della serie bibliografica degli autoveicoli da combattimento in dotazione all'Esercito Ita liano tratta il periodo de lla seconda guerra mondia le. Viene affrontato il tema dell'evoluzione tecnica de.i mezzi corazzati, della loro produzione in Italia, della dottrina tattica d 'impiego, degli o rdinamenti e tabelle o rganiche. No n manca un 'anali si critica del rendime nto delle forze meccanizzate italiane sui vari fronti di g uerra contro i diversi eserciti nemici affronta ti. Come nel primo volume della collana, è particolarmente curata la parte iconografica, con o ltre 800 fotog rafie d'epoca e di segni tecnici in scala di tutti gli automezzi armati adottati dal Regio Esercito o rimasti allo stato di prototipo. Se la storia dei carri armati, delle autoblindo e dei e move nti d ' artig lieria italiani nel secondo conflitto mondiale è sufficiente mente nota e abbastanza divulgata, molto meno lo sono le vicende operative dei treni blindati e armati notevolmente impiegati per compiti cli difesa costiera, azion i di fuoco contraerei e controgue rri glia nei Balcani. Di notevole interesse pe r la rarità dei soggetti e della relativa documentazione sono anche le parti del libro dedica te ai progetti non finalizzati, ai mezzi d i preda bellica ed ai veicoli non regolamentari , ottenuti con soluzioni di fortuna dagli stess i reparti in linea, installando armi e corazzature di circostanza s u comuni automezzi logistici o pianali ferroviari. Scarsamente considerate a ll ' inizio de l conflitto , le forze corazzate ebbero nel corso del la guerra un sens ibile sviluppo, arriva ndo a costituire la punta di diamante del dispos itivo itali ano in Africa settentrionale. Dai circa tre battaglioni carri M disponibi li nel giugno 1940, s i giunse a mobilitare in tre anni o ltre una ventina di ba uaglioni carri medi. ed almeno 35 gruppi e battaglioni semoventi, oltre a numerosi reparti minori a livello compagnia. Quasi sempre inferiori per numero e per potenza dei mezzi, g li equipaggi dei corazzati italia ni cercarono di s upplire con l'abnegazione ed il coraggi o, pagando un elevato tributo d i sangue e l'annientamento di interi reggimenti in pochi c ruenti scontri. Se la produ zione di mezzi corazzati non ragg iunse i livelli deside rati pe r carenza di organizzazio ne industriale e deficienza di materie p rime, dal punto di vista qualitativo si realizzarono alcuni modelli particolarme nte indov inati di mezzi. in grado di reggere il confronto con i corazzati nemici, come la serie dei semoventi da 75/ J 8, 75/34 e 105/25. A testimonianza del discreto re ndimento in combattimento di questi mezzi, i tedeschi li mantennero in produzione fino al l 945 e li impiegarono diffusamente s ul fronte italiano contro le truppe a lleate. S i realizzarono a li vello sperimentale anche m ezzi molto ingegnosi cd innovati vi, forieri di interessanti sviluppi all 'estero, quali il semovente contraerei quadrinato da 20 mm s u scafo M 15/42 ed il semove nte d 'artig lie ria da 149/40. Questo volume, riccamente documentato e frutto di laboriose ricerche d'archiv io, dà lustro alla produz ione bibliografica del l' Ufficio Storico, e si fa apprezzare per la serietà di trattazione e rigore di ricostruzione di vicende storiche particolarmente vaste e complesse come quel le c he coinvolsero le forze corazzate, le industrie e i vertici militari negli anni di gue rra 1940-1945 . Ringrazio, pertanto, gl i autori per l'ottimo lavoro svolto , teso a divul gare con obiettività e serenità di giudizio gli sforzi dell' Esercito e dell'industria bellica nazionale in materia cli meccan izzazione durante la seconda g ue rra mondiale, c he, sebbene no n condussero a lla vittoria, non per questo vanno sminuiti, sottaciuti o rimos i dalla memoria. IL CA PO UFFICIO STORICO Col. Enrico Pino



RINGRAZIAMENTI Sarebbe impossibile esprimere la nostra gratitudine a tutti coloro, che durante la preparazione di questo volume, sono stati prodighi di aiuti, consigli e suggerimenti e - tra i primi - a coloro che non sono più tra noi, come il giornalista Benedetto Pafi, il conte Alberto Bennicelli, il col. George B. ,!arret (U.S. Army), il col. Robert J. lcks (U.S. Army), il generale Gastone Camuri e l'ing. Ivan Bajtos. Desideriamo almeno ricordare per La Loro disponibilità, il personale dell' Ufficio Storico dello S.M.E., dell'Archivio Centrale dello Stato, dell 'Archivio del Ministero Affari Esteri, dell'Archivio Ansaldo, dell 'Archivio Viberti, dell'Ufficio Tecnico Territoriale, dell'Ufficio Pubblicazioni Militari, dell'Unità Tecnologie Materiale Rotabile FFSS di Firenze, del Centro Polifun:;,ionale di Sperimentazione di Montelibretti (Ispettorato Logistico dell'Esercito), del Museo Storico della Motorizzazione Militare, del Museo dell'Artiglieria, del Genio e di quello dei Bersaglieri. E inoltre: il Conservatore del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, il dott. Cesare Falessi, il sig. Gilberto Cipolloni, il sig. Bruno Benvenuti, il dott. Piero Crociani, il dott. Antonio Rosati, il dott. Guido Ronconi, Mr. Hilary Louis Doyle, Mr. David Fletcher del Tank Museum britannico, M. Raymond Surlémont, M. George Mazy di Tank Museum News, Mr. Annin L. Sohns, l'architetto Marcello Di Paola, la dott.ssa Giuseppina De Romanis, il generale Davide Virdis, il generale Cesare Simula, il generale Rodolfo Puletti, il maggiore ( U.S. Army) Howard R. Christie, il ten. col. Paul Malmassari (Armée blindée), il sig. Franco Gabbani, l'avv. Guido Cordone, il col. a. Aldebrano Miche/i, il dott. Francesco Reboli, l'ing. Paolo Rosini, il capitano c . Fabrizio Esposito, il sig . Giuseppe Moriondo, il rag. Giulio Cozzani dell'Otobreda, il sig. Antonio Cioci del Museo del Reggimento "Giovani Fascisti", il sig. Jacopelli dell'Archivio Lancia-Jveco, il sig. Dario Benzi ed il sig. Fabio Temeroli. Uno speciale ringraziamento va infine alla Signora Maria Nisi Pignato per la sua collaborazione alle ricerche e nella realizzazione del lavoro.



ABBREVIAZIONI E SIGLE A

A.= armata AA. = antiaerea a. , art. = artiglieria a.e. = anticarro ace. = accompagnamento AC, autoc. = autocarro A.C.I.T. = Armata Corazzata Italo-Tedesca alp. = alpini A.M. = Amministrazione militare A.O.I = Africa Orientale Italiana. ARE= Arsenale Regio Esercito ARM.I.R. = Armata Italiana In Russia A.S. = Africa Settentrionale AS = allievo sottufficiale Aubl., abm. , a.bl. , am., AB= autoblinda/o AUC = allievo uffic iale di complemento

B b. , bers. = bersaglieri bdf. = bocca da fuoco bm. = bomba a mano B., brg., brt = brigata btg; = battaglione btr. = batteria

e c. , cav. = cavalleria C., cl., cel. = celere ca., cal. = calibro C.A.A. = Centro Addestramento Autoblindo (di Pinerolo) C.A.C. = Centro Addestramento Carristi C.A., C .d.A.= corpo d'armata e.a. = contraerei cam. , camp. = da campagna, campale (artiglieria) Cap., cap. = Capitano/caporale car. , carm. , cr. = carro armato e.e. = controcarro CC. NN. = camicie nere CC. RR. = reali carabinieri Cdo, com. = comando C.E.F. = Centro Esperienze Fanteria (di Furbara) C.I.A.F. = Commissio ne italiana di Armistizio con la Francia circ. = circolare


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATITMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

cn. = cannone COGEFAG = CorrĂštato Generale per le Fabbricazioni di Guerra Col. = Colonnello compi. = complemento cor., cr. = corazzato cost. = costiero cp. = compagnia C.r., C.R. = centro radio C.S. = Comando Supremo C.S.M. = Centro Studi Motorizzazione, Capo di Stato Maggiore C.S.I.R. = Corpo di Spedizione Italiano in Russia C.S.M.G. = Capo di Stato Maggiore Generale C.T. V. = Corpo Truppe Volontarie Cte , comdte = comandante C.V. = carro veloce

D D., div. = Di visione DAK = Deutsches Afrika Korps (Corpo tedesco d'Africa) DCA = difesa contraerea dep = deposito D.G., dir. gen. = Direzione Generale D.G.A. = Direzione Generale di Artiglieria D.G.M. = Direzio ne Generale della Motorizzazione Df = divisione di fanteria

E Esp., E.= esplorazione, esplorante E.P. - E.P.S. = munizionamento controcarri a carica cava. Ecc.= Eccellenza

F f. , ftr.= fanteria FF.AA. = Forze Armate Fr. = Francia fuc., foci!. = fucilieri fmtr. , f.m .. = fucile mitragliatore F.S., FF.SS. = Ferrovie dello Stato fv, fer = ferrovieri

G g., ge. = genio Gab. = Gabinetto G.a.F. = Guardia alla Frontiera G.E. = Grandi Esercitazioni GED = gruppo esplorante divisionale Gen. = generale


ABBREVIAZION I E SIGLE

G., grt., gra. = granatieri GG.FF. = Giovani Fascisti (d ivisione corazzata) G.I.L. = Gioventù Italiana del Littorio G.N.R. = Guardia Nazionale Repubblicana gr. = gruppo G.U., GG.UU. = grande unità, grandi unità

I (i) italienisch (italiano) I.A. = intendenza d'armata I.E = Isotta Fraschini I.G. = intendenza generale I.S.S.T: = Ispettorato superiore dei servizi tecnici

L Lfm, lf = lanciafiamme I, L. = leggero M M. = medio Magg. = maggiore Mob. = mobile M.d.G. = Ministero della Guerra M.N.F. = Milizia Forestale mo. = morta io M.O. = Medio Oriente mod. = modello mon. = da montagna (artiglieria) mot. = motorizzato M.O.V.M. = Medaglia d 'Oro al Valor Militare Mtr., mitragl. = mitragliere mtr. , mitra, mtg. = mitragliatrice M.V.S.N. = Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale

N NEC = nucleo esplorante corazzato nu., n., N. = Nucleo

o O.A.= osservazione aerea O.A.R.E: = Officina Automobilistica R. Esercito O.e. = ospedale da campo OC = osservazione e collegamento O.G., o.d.g. = ordine del giorno O.K.W. = Ober Kommando Wehrmacht o. I. = officina leggera o.m. = officina media

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL'ESERCITO l'fALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

O. M.P. = officina mobile pesante O.M.S. = Oltre Mare Spagna Op. = operazioni O.T.R.E. = Offic ina Trasmissioni R. Esercito

p P.A.l. = Polizia Africa Italiana p.b. = preda bellica P.M. = posta militare P.N .F. = Partito Nazionale Fascista P.R. = Piano di Radunata pz., p. = pezzo (di a,tiglieria) P. , pe. pes. = pesante pg. = pattuglia pes. C. = pesante campale (artiglieria) pl. = plotone P.S. = Pubblica Sicurezza pst. = pistola

Q QG = Quartier Generale

R R. = Regio R.A.C.I. = Reale Automobile C lub d 'Italia RE= Regio Esercito RECAM = raggruppamento esplorante del corpo d 'amrnta di manovra RE.Co= raggruppamento esplorante corazzato RF = radiotelefonica (stazione) rgt = reggimento rgpt. = raggruppamento rim. = rimorchio rimt. = rimorchietto R.M. = Regia Marina, retro marcia R.M.V. = reparto munizioni e viveri (per gr. a.) R.R.R. = reparto riparazioni e recuperi (per rgt. cr.) RSI = Repubblica Sociale Ital iana r.t. = rice trasmittente

s S.atm . , S.A. = semiautomatico (cannone) S.C. = Sotto Capo S.C.S.M.l. = Sotto Capo di Stato M aggiore Intendente Serg. = Sergente SIE= Servizio Informazioni dell 'Esercito SM = Stato Maggiore SMG = Stato Maggiore Generale


ABBREVI AZIONI E SIGLE

S.M.R.E. = Stato Maggiore Regio Esercito smv = semovente sq. = squadra sqd. = squadrone sql. = squadriglia STAM = Servizio Tecnico Armi e Munizioni S.ten: = Sottotenente SU., Sottuffle = sottufficiale SUPER.ALBA= Comando Superiore Forze Armate Albania SUPERESERClTO = Comando Supremo Esercito SUPER.GRECIA= id. Grecia SUPER.LIBIA= id. Libia SUPERSLODA = id. Slovenia-Dalmazia sz., sez. = sezione

T T.A. = treno armato T.B. = treno blindato Ten. Col. = Tenente Colonnello TL = trattore leggero TM = traino meccanico

u U. , uffle = Ufficiale Uff. = uffic io V V.E.

= Vittorio Emanuele (reggimento di cavalleria)

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PARTE I EVOLUZIONE ORGANICA E DOTTRINARIA L'Esercito italiano entrò in guerra il 10 giugno 1940 - ed è da tutti riconosciuto 1 - con una dottrina più che adeguata. Non così purtroppo per quanto riguardava organici e materiali. È stato scritto che queste gravi lacune, indipendentemente dalla scarsa preparazione, giud icata peraltro disorganica e generica, erano state aggravate dal momento scelto per l'entrata in guerra visto che il programma di riarmo, iniziato nel 1938-39, non avrebbe potuto dare i suoi frutti prima di quattro anni. L'errore principale sarebbe stato però, a nostro modesto avviso, a parte quello di non aver protratto il più possibile il periodo di non belligeranza, il non aver provveduto ad approvvigionarsi in tempo utile (ossia prima del settembre 1939) delle necessarie materie prime. Questo avrebbe certamente consentito innanzi tutto di sfruttare per intero la capacità produttiva dell'industria nazionale . Per quanto riguarda il nostro studio, è ben vero che tale capacità per quanto concerneva i mezzi corazzati (calcolata nel 1940 in 100 carri medi mensili), al 1943, era triplicata, ed addirittura quadruplicata per le artiglierie. Pure, la mancanza d i materie prime e l'offesa aerea avversaria, specie nel terzo anno di guerra, impedirono di sfruttarla appieno. Questo senza tener conto dei consumi, che nel dicembre 1939, per un solo anno di guerra - e limitandoci ai materiali d i cui ci occuperemo - erano così p revisti: -

artiglieria di piccolo calibro munizioni in giornate di fuoco (unfoc) automezzi carri armati unità carburanti e lubrificanti (uncel)

60% delle armi schierate; 18 per arma schierata; 40% dell'intera dotazione di partenza; 80% dell'intera dotazione di partenza; a seconda degli scacch ieri.

Il calcolo non teneva conto di eventuali perdite durante il trasporto oltremare. Quanto sopra era vincolante per la questione degl i organic i. Questi, che dovevano essere in dipendenza dei compit i affidati alle unità in base alla regolamentazione vigente, erano purtroppo adattati alle disponibilità dei materiali, che a loro volta, in attesa dei tipi di nuova adozione, apparivano inadeguati alle esigenze. Tale situaz ione si protrasse, in alcuni casi, per tutta la durata della guerra e quasi sempre le nostre grandi unità corazzate ne soffrirono, benché si cercasse d i mantenerle a numero con l'assai discutibile prassi di sottrarre uomini o mezzi da quelle in corso di formazione o addirittura già completate ed addestrate. Ultimo fattore negativo, a parte le difficoltà dell'alimentazione per quanto riguardava personale, material i e combustibili, fu appunto quello dell'addestramento specifico, per cui non erano state approntate strutture atte a formare quella massa di specialisti necessaria per un'arma a lungo trascurata e sottovalutata. Il quadro globale al momento dell'e ntrata in guerra è sintetizzato dalla seguente tabella redatta dal Comando di Corpo di S.M., Ufficio Ope razioni. Fatto salvo quanto indicato in nota, i reparti erano equipaggiati con carri L 3. In A.O.I., come vedremo, vi erano - in aggiunta ai 24 carri L 3 ed ai 24 M 11 - 15 carri ve1 Bizzarri,

Ugo, Grandi unità corau.ate, in Alere Flammam, maggio-giugno 1953, p. 238.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

loci di cavalleria e pochi Fiat 3000, questi ultimi ancora efficienti in Addis Abeba al 9 maggio 1939. SPECCHIO INDICANTE LA COSTITUZIONE DEI REGGIMENTI FfR. CARRISTA Rgt. ftr. carrista

31°

32°

33°

Sede ciel comando ALBANIA

VERO NA

PARMA

NO TE

N umerazione e dislocazione dei battaglioni ciel reggimento I battaglione » II » Ili » IV

- Albania -Albania -Albania - Albania

} divisione «Centauro»

I ba11aglione - Verona * » - Vicenza** II )) - Brescia m » - Peschiera IV

} divisione «Ariete»

I bauaglione » li » IlI » IV

} divisione «Littorio»

-

Parma Parma Fidenza Bologna

10

VERCELLI

I battagJ ione - Vercelli » - Novi L. II » - Bolzano IV

4" Armata

30

BOLOGNA V battaglione - T rieste » - Udine XI Btg. Scuola -Bologna Cp. Meccanizzata - Zara

1° Armata

40

ROMA

C.S. Non mobilitabile

VlII battaglione - Roma » - Palermo Xll Btg. «Sardegna» - Cagliari IN EGEO CCCXII battaglione IN LlBlA IX

battaglione

xx

))

XXI

»

LXI LXIII LX LXll

»

» » »

} cli prevista costituzione.

* 46 Carri M I I ** 33 Carri M 11 - 24 ca1Ti M l I inviati in A.O.I.+ 21 carri M I I cli prossimo invio alla data del 6 maggio 1940


EVOLUZIONE ORGANICA E DOTTRI NARIA

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Al momento, non sembrava previsto l' arrivo di carri M 13 prima di 5 o 6 mesi2 . Le Grandi Esercitazioni del 1939 avevano messo in luce le notevoli carenze del nostro apparato militare. Erano sì stati presentati i nuovi mezzi, ma altri erano ancora in corso di valutazione al Centro Studi; gli Alti gradi dell'Armata del Po non avevano esitato ad evidenziare, nelle loro relazioni, la deficienza di personale specializzato, specie per il basso livello culturale della massa delle reclute, nonché la mancanza di terreni di addestramento per i reggimenti motorizzati «e più ancora per i corazzati>>. A questo proposito, si sottoIineava la mancanza di precise disposizioni per l' impiego e l'addestramento tattico delle unità motorizzate e corazzate all ' infuori delle poche nozioni contenute nelle Norme per il Combattimento della Divisione e nell'Impiego delle Unità Carriste. Le esercitazioni cli autocolonna e cli cooperazione tra le armi venivano svolte in forma ridotta, nei limiti consentiti dalle disponibilità d i carburante. S i rilevava inoltre che la patente cli pi lotaggio per i carri doveva essere indipendente da quella per la guida di automezzi, con la quale non aveva nulla in comune. Perfino la cartografia era insufficiente, occorrendone un tipo a scala intennedia tra la 100.000 e la 500.000. Anche in fatto d i ordinamento le critiche non erano poche. Già ne lla Re lazione redatta dal Comando del Corpo d ' Armata Corazzato - Stato Maggiore, sul le Grandi Esercitazioni Anno XVII si scriveva: Divisione corazzata La formazione che questa G .U . ha av uto alle G.E. an no XVII può tranq u illamente defi nirsi «di ripiego». in quanto non rispondeva né all'impiego né al nome. Si propone= a) - Le D. Cr. dovrebbero essere ordinate su due ti pi, ciascuno fornito di rgt. carri di quattro battaglioni: - tipo pesante • ove predominano i carri pesanti e medi (rollura); - tipo leggero. ove prevalgono i carri leggeri e rned.i (sfruttamento de l successo). b) a parte quanto sopra si rende necessario: - fornire la D . Cr. d i fanteria d 'assalto. montata su au tomezzi cingolati. in grado d i coope rare direttamente coi carri (una cp. di 80-1 00 uomini per ogni btg. di carri M e carri P ); - oppure trasformare il rgt. bersaglieri in maniera che possa compiere. oltre alle fu nzioni esplorative, anche la cooperazione diretta all'azione elci carri. Ciò si potrebbe ottenere costituendolo su un btg. cli 3 cp. motociclisti od 1 cp. auto blindo, 2 btg. bersaglieri autoportati. c) Regg imento di arti:;dieria li materia le e l' ordinamento attuale del rgt. (2 gruppi di 3 btr.), risponde nel comp lesso bene. Peraltro il materiale di artiglieria per D. Cr. dovrebbe essere su affusto corazzato semovente, cli calibro unico, con proietto unico (cartoccio pro ietto). d) Batterie da 20 mm. Difettano quantitativamente e qualitativame nte come nella Div. Mot. e) Servizi, anche per questa G . U. è indispensabile l'adozione di mezzi cingolati per i servizi d i combattimento.

Per l'artiglieria di corpo d 'armata, s i auspicava la sostituzione del 105/28 con il 105/32 d i maggiore gittata e precisione, e del 75/46 e.a. (eccessivamente lento a mettersi in batteria e negl i spostamenti); si rendeva necessaria al più presto la sostituzione del trattore Pavesi con il nuovo trattore med io e l'abolizione del carrello e lastico, rimpiazzando le ruote origi nal i dei pezzi con quelle gommate, in metallo speciale. Si lamentava infine che la squadrig lia O.A. era stata sottratta al comando durante le manovre e se ne ribadi va l'utilità per l'avvistamento di aerei nem ici , segnalazione interruzioni stradali, collegamento e so rveglianza del campo d i battaglia, individuazione obiettivi, osservazione ciel tiro ecc.

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M inistero de lla G uerra - Comando de l Corpo cl i S.M. - Ufficio Operazioni I - Sezione 2 A, N. 45 17 di prot. SEGRETO in data 7 maggio 1940-XVTTT, all'OGGETTO: Costituzione unità carriste per /'A.O.I.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Dopo il ciclo invernale di esercitazioni 1939-40, lo stesso Comando osservava che il reggimento bersaglieri nella nuova costituzione ( 1 btg_ motoc iclisti e 2 autoportati su 2 compagnie) appariva troppo leggero. Per la cooperazione con i carri , si s uggeriva venissero restituite ad uno di detti battaglioni le biciclette, almeno finché rimanevano in distribuzione quelli L. Mancava l'automezzo di squadra (organica e non ridotta) atto a compiere percorsi fuori strada e veniva giudicato insufficiente il numero dei pezzi da 4 7 a meno dell'adozione di trattorini che ne accrescessero la mobilità3. La componente carrista doveva affiancare ai 3 btg. Carri M su 3 compagnie almeno uno di carri L, sempre che non si vogba seguire la seguente soluzione radicale, altra volta proposta: - I battaglione carri P con armamento misto (cannone e mitragliatrici pesanti); - I battaglio ne carri M 13; - 2 battaglioni carri L con l' attuale armamento, soluzione che sembra meglio rispondente alla formazione di raggruppamenti tattici in ordine alle necessità d'impiego. Opportuna la costituzione di pattuglie speciali ne i rgt. carristi destinate a funzioni analoghe a quelle di artig lieria, nei riguardi della ricognizione del terreno idoneo all' impiego dei carri.

Quindi, le manchevolezze nelle dotazioni delle nostre divi sioni corazzate erano certamente note a tutti i responsabili, e sarebbe stato opportuno rinviare l'entrata in guerra fino a che le principali carenze non fossero state eliminate. Va sottolineato che le pubblicazioni «ufficiali», come Esercito Anno XVII, edito a cura dello S.M.R.E., pur ammettendo alcune di esse, sostenevano che la Divisione Corazzata del 1940 comprendeva già in fatto d i carri quanto auspicato (3 btg. M , l P e probabilmente I. L per impiego nella sicurezza lontana ed immediata). Nel ricordare che il materiale in distribuzione al rgt. di artiglieria era il 75/27 motorizzato, si aggiungeva: È però già stata annunziata la sostituzione di detto materiale con altro di nuova costruzione: il cannone da 75/34 che meglio risponde alle particolari necessità dell 'artig lieria per divisione corazzata. Mo lto probabilmente le nuove artiglierie per divisione corazzata saranno incavalcate su affusti semoventi e corazzate, almeno parzialmente .

Alle autoblindo non si accennava ne ppure; della compagnia canno ni eia 47/32 si sc riveva che la bocca da fuoco ottima, precisa, potente e leggera è[ra] trasportata su autocarri leggeri, che prossimamente saranno sostituiti da altro mezzo più idoneo alJo studio.

Questo non sarà mai distribuito, come i carri P che verranno approntati nel 1944; so ltanto i semoventi entreranno in linea, ed in numero esiguo, a partire dal gennaio 1942.

Meccanizzare la divisione celere? Anche questo tipo di Grande Unità non andava esente da critiche. L' unico elemento meccanizzato restava il gruppo carri veloci, divenuto organico alle divisioni dopo lo scioglimento (28

3 Nella Relazione del Comando del Corpo d' Armato Corazzato - Ufficio Stato Maggiore sulle Grandi Esercitazioni Anno XVII, si mostrava invece preferenza per il semovente da 47/32.


EVOLUZIONE ORGANICA E DOTTRINARIA

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marzo 1940) del Reggimento cavalleria carrista4 , mentre finalmente i 2 gruppi motorizzati erano stati dotati del moderno trattore TL 37. Il materiale da 75/18 non aveva ancora sostituito il 75/27; il gruppo da 105/28 era stato eliminato nel 1937 perché troppo pesante per i ponti d 'equipaggio in dotazione. In guerra si pre vedeva di trasformare la 3" in divisione di cavalleria (2 gr. sqd. e I sqd. mitraglieri) binaria, con i 3 gruppi artiglieria tutti a cavallo, btr. da 20 autoportata e con il gruppo cavalleria carrista su 3 sqd. carri Le 1 autoblindo, mentre le altre due celeri avrebbero avuto un reggimento cavalleria carrista con due gruppi (identici al precedente) e il reggimento artiglieria su 3 gruppi motorizzati e btr. e.a. autoportata. Il Comando del Corpo d'Armata Celere, consapevole del fatto che la omonima di vi sione, così com'era stata concepita all' inizio degli anni Trenta (1930-34) doveva essere «ripensata» interessò verbalmente il Comando di una delle di visioni dipendenti (la 3\ allora comandata dal generale b. Mario Marazzani) per uno studio sulla sua eventuale riorganizzazione. Questi si dichiarò contrario ad una trasformazione sostanziale, pur osservando che già a quel momento s' imponevano in campo strategico e tattico i concetti «celerità del movimento, continuità nel movimento». Ma la Divisione Celere, sebbene molto manovriera e agile, poco vul nerabile dall'offesa aerea, capace di agire in qualsiasi te rreno (fuorché in montagna) è relati vamente lenta, ha limitata capacità di fuoco, di urto e di sfondamento, quindi di penetrazione, è costosa, delicata, rapidamente si logora. lentamente si ripristina, non può intervenire in tutte le fasi della battaglia. In particolare si ri leva: - vulnerabilità e relativa lentezza della cavalleria; - insufficiente difesa anticarro; scarsa quella contraerea, - pochezza di mezzi per il passaggio d i corsi d'acquas. - mezzi di collegamento inadeguati (fototelegrafisti e telegrafisti cli massima non impiegabili), - alcuni elementi di servizi (autoreparto) su mezzi impossibilitati a procedere su strade di modesta carreggiata.

Era quindi conveniente trasformarla in D.cl. meccanizzata. Indipendentemente dal contrasto con quanto dal Marazzani affermato in precedenza, va però osservato che alcune delle situazioni indicate non erano p reviste dalle norme d 'i mpiego vigenti. La Circolare 50006 limitava la sua azione a casi specifici, quali: - esplorazione (eccezionalmente, di norma compito d i nuclei celeri); - occupazione preventiva di posizioni; - avanguardia strategica, e - nella battaglia: a) prevenire l' avversario nella occupazione di punti importanti e sensibili; b) piombare sul fianco e sul tergo dello schieramento avversario; c) proteggere i fianchi esposti; d) sfruttare il successo fino all ' inseguimento; e) contenere forze nemiche penetrate in una falla del nostro schieramento; f) proteggere il ripiegamento. Le Norme per il combattimento della divisione (N.C.D.) defin ivano la D.cl. «essenzialmente grande unità manovriera». Sarà invece la divisione corazzata ad avere, secondo il disposto della

4 Ministero della Guerra. Comando del Corpo di S.M. - Ufficio ordinamento e mobilitazione-Sezione ordinamento, N. 00 1910 di prot. ciel 28 marzo 1940-XVIII, ali 'oggetto: Variami alle Jorma-::.ioni di guerra della cavalleria carrista a firma Roatta. 5 M arazzani proponeva che venisse assegnato al genio materiale eia ponte Di Benedetto. 6 Ministero de lla Guerra, Comando del Corpo d i S.M . - Ufficio Addestramento. N. 5000 cli prot. OGGETTO: Truppe celeri e loro impiego, Roma, 8 luglio 1934.


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GLI A UTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERC ITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

futura C ircolare 18000 di cui in seguito, quei compiti di urto peraltro già anticipati nel 1937 e c ioè di «rottura d ' una cons iste nte organizzazione dife ns iva ne mica». Dopo ques ta doverosa precisazione, es aminiamo come il generale Marazzani sugge riva le modalità di trasformazione. Due potevano essere le soluzioni, quella A, totalitaria (sostituzione ciel cavallo), che prevedeva: - Comando e Quartier generale; - 1 nucleo cele re d ivis ionale motorizzato (comando, 2 squadroni su 15 autoblindo c iascuna, 1 motomitraglieri ed uno armi cli accompagnamento) ; - 1 compagnia cannoni anticarro divisionale autotrainati con trattorini; - I reggime nto be rsag lie ri (cic listi) a utotrasportab ile; - 2 reggimenti cavalleria carrista (comando, 2 squadroni arditi, 1 gruppo con 4 sqd. carri L, l gruppo su 2 sqcl. carri M ); - I reggimento artiglieria celere motorizzato (2 gruppi eia 75/27, l eia 100/17, 1 eia 88 AA); - battaglione misto del genio; - sezione sussiste nza; - l autoreparto misto, e l' a ltra, B di co mpromesso, con modifiche all ' organico del reggime nto cli cavalieri che dove va essere così formato: - reparto comando motorizzato, 1 sqd. autoblindo, 1 armi accompagnamento, 1° gruppo a caval lo (2 sqd.), 11° gruppo meccanizzato (2 sqd. ca rri Me I arditi). Ne scaturiva, nel caso A , la trasformazione in divisione corazzata vera e propria, della forza di: ufficiali sottuff iciali uomini di truppa carri armati L carri armati M autoblindo cannoni e obici mitraglie re controaere i da 20 cannoni anticarro (calibro da definirsi) cannoni ace. a nticarro da 47/32 mortai da 81 mitragliatrici da 8 antiaeree e non fuc ili mitrag liatori

380 430 6500 140 70 30 32 18 8 24 10 120 1007.

Era poi prospettata una soluzione cli compromesso (B), nell a quale il regg ime nto di cavalleria avrebbe ricevuto in più uno squadrone autoblindo ed uno armi di accompagnamento, e ridotto ad un sol gruppo la componente a cavallo (gli altri 2 gruppi meccanizzati: uno su 2 sqd. Can-i Le I arditi , l'altro su carri M ), in aggiunta ad altre piccole modifiche di scarsa e ntità. La proposta fu seguita da un secondo studio, in data 5 fe bbra io 1941 e sempre a firma Marazzani, dove, riesaminando la possibilità di impiego della D .cl. in terre ni di me dia e bassa mon-

7 Comando de lla 3" Divisione Celere «Principe Amedeo Duca d ' Aosta», Ufficio S.M. R.P. N. 2641 /S. In data 4 ottobre 1940.XVllI, OGGETTO: Formazione di visione celere.


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tagna, si proponeva, tra l'altro, di sostituire i vecchi carri L con carri M 6 [prima denominazione dell ' L 6] e di inserire nel g ruppo uno squadrone carri lanc iafiamme. Un promemori a, redatto dal comandante interinale del Corpo Celere generale d. Fenari Ors i, in pari data sollecitava magg iore assegnazione di fuoco ai bersaglieri ed alla cavalleria. Nondimeno, senza provvedere ad alcun potenziame nto, nello stesso 1941 s i dec ise l' invio della 3a Celere Principe Amedeo Duca d 'Aosta sul fronte russo , dove nei combattimenti sostenuti fino al 25 no vembre 1941 essa fu fortemente usurata. Il Marazzan i, in una sua relazione, chiese di ricostituire la divis ione inviando le un altro regg imento bersaglieri motorizzato ed un reggimento artiglieria anch'esso motorizzato, rinunciando alla componente a cavallo. Si provvide in tal senso il 15 ma rzo 1942, trasformandola in d ivisione motorizzata e sostituendone il 111° Gruppo Carri veloci San Giorgio con il XIII Gruppo semoventi da 47/32 Cavalleggeri di Alessandria ed infine, rinforzandola - il successivo 27 agosto - con il LXVII Battaglione Bersaglieri Corazzato (su carri L 6) . Come artiglie ria, ricevette il 120° motori zzato che arrivò a comprende re 2 gruppi da 75/27, 1 da 100/17; la 93a e la 120" btr. da 20 e la 75" btr. controcani da 75/39. La I " Cele re Eugenio di Savoia registrò l'aggi unta d i un te rzo reggime nto d i cavalleria e la perdita di quello di artiglieria. La 2" Celere Emanuele Filiberto Testa di Ferro rimase con l'ordinamento orig inale se non per un breve periodo nel quale si trasfo rmò in 134" Divisione Corazzata E.F.TF (1 ° magg io - I O agosto 1942). Per completezza, infine , va ricordato un progetto del IO settembre 1939 pe r un nuovo tipo di G .U . speciale: la Divisione motorizzata leggera, un a unità mobiliss ima con grande potenza di fuoco per inseguime nto o contrattacco. Essa sare bbe sta ta articolata come segue: - comando di divisione e I o 2 comandi di reggime nto con pi. comando e collegamenti ; - gruppo comando su plotone motociclisti, cp. fu cilieri motorizzata, cp. autoblindo, cp. mortai da 81 , cp. genio, plotone CC.RR. e cp. servizi; - gruppo ricerca (presa cli conta tto, esplorazio ne, retroguardia, riserva ecc.) su pi. comando e collegamenti, cp. motociclisti, cp. autoblindo e pi. servizi; - 3 gruppi di combattimento ciascuno su pl. comando, pi. motociclisti, cp. fucilie ri su CL 39 (eventualmente), cp. su 4 pezzi da 47, cp. su 6 pezzi da 20, cp. mitraglieri su 6 armi e pi. servizi. La proposta, tuttavia, rimase sulla carta.

La nuova normativa e l'evoluzione della Divisione Coraz.zatafino all'armistizio Il 19 agosto 1941, dopo i gravi in successi riportati dall' arma corazzata italiana sul fronte dell ' Africa Settentrio nale e dopo aver gettato le basi delle nuove formazioni di guerra per la divisione corazzata, il Capo di Stato Maggiore dell ' Esercito Roatta riassunse ed aggiornò il testo de lla circolare del 1938 aggiungendo all'impiego delle unità carriste le direttive concernenti le divisioni corazzate. La pubblicazione (Stato Maggiore R. Esercito - Ufficio addestramento, C ircolare 18000 Impiego d elle unità coraz-;,ate (norme provvisorie), Roma 1942 - X I X , Riservato) e che riportiamo in allegato, venne a colma re ogni eventuale lacuna ne ll a dottrina e fu seguìta a breve dal la pubbi icazione relativa al l'addestramento (Ministero della Guerra - Ispettorato dell'Arma di Fanteria, N. 3267 Addestramento dei Carristi - Istruzione tecnica individuale - lstru-;,ione f ormale ed addestramento tattico, Roma l.P.S.-Libreria, 1942 - Anno XX). Essa abrogava e sostituiva tutto


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GLI AUTOVEICOLI DA COM13ATTTMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO I940-1945

quanto di ramato dal 1931 al 1937 ed era stata firmata dal Sottosegretario Scuero il 22 ottobre 1941. Nel volumetto era esposto ed ovviamente aggiornato ai nuo vi mezzi ed alle nuove situazioni, in forma più dettagliata che nel passato, quanto necessario per l'addestramento fino a livello battag lio ne; era stata stralciata la parte dedicata ai servizi; mancava del tutto, però, e a differenza che nella pubblicazione precedente, ogni accenno ai col legamenti radio ed alla cooperazione con le altre armi. Separate istruzioni regolamentavano l'impiego dei reparti esploranti: innanzi tutto quello sul R E.Co . (Stato Magg iore R. Esercito - Ufficio Addestramento - Circolare 28000, impiego del Raggruppamento Esplorante Cora:zato - Norme provvisorie) Roma, dicembre 194 1 e - molto più tardi (febbraio 1942) - quella sul N.E.C (Concettifondamentali ai quali deve essere informato l'addestramento dei N. E.C., N. 3000, firmata dal sottocapo di S.M. per le operazioni Vecchiarell i). Non mancò - dopo la normativa redatta dalla Scuola di Applicazione di Cavalleria, Addestramento autoblindo e carri L 6 (Pinerolo, s.d.), una Istruzione sull'impiego e l'addestramento dei reparti autoblindo, N . 4329, Roma, 1942, a cura dell 'Ispettorato delle Truppe M otorizzate e Corazzate. La pubblicaz ione, sempre dell' Ispettorato delle truppe M otorizzate e Corazzate, Circolare N. 4000, La Carta Carrista Anno 1943 XXI, sarà diramata, sebbene g ià citata ne lla 18000, molto in ritardo. Documento di grande importanza per l' impiego dei corazzati, doveva essere preparata in modo da mettere in risalto tutto ciò che può portare ad una limitazione al movimento ed all ' impiego dei carri armati e dei mezzi cingolati in genere. Si p rovvide invece tempestivamente (l 940) al la traduzione di un manuale sui Procedimenti offensivi germanici, ma ovviamente la casistica era limitata al le prime o perazio ni in Polonia e Francia. Seguì la traduzione, a cura del S.I.E . (Servizio Informazioni Esercito) dello S.M.R. E. nel settembre 1942, con il N. 760/S della pubblicazione tedesca D.66 (approvata da v. Brauchitsch il 3. Xll.1940), dal titolo Direttive per la condotta e L'impiego della divisione corazzata, e che evidenziò certe analogie esistenti tra la regolamentazione germanica e la nostra 18000 . Per quanto ormai anch'essa datata, si trattava sempre della normativa che aveva consentito, nell'estate del 1941, g li innegabili successi della prima fase del le operazioni sul fronte orientale. Era di visa in XIV capitoli (I Caratterist iche e costituzione della d.cr. , II Compiti della d.cr., III Condotta della d.cr., IV Le singole armi della d.cr., V L'esplorazione, VI Marcia, VII Schieramento, V III Attacco, IX Inseguimento, X D ifesa, XI Rottura del contatto, XJl Combattimento in circostanze particolari, XIII Sosta, XIV Particolarità de l rifornimento, più un allegato: Designazione degli obbiettivi mediante riferimento alla direzione di attacco). Tra le molte e dettagliate p rescrizioni, degne di particolare attenzione ci sembrano quelle che insistono sull' impiego unitario, a parte la fo rmazione di gruppi misti (§ UJ, nn. 14 e 15), sulla necessità (n. 20) che i comandanti d i ogni grado debbano sceg liere il posto cli comando molto in ava nti per poter tempestivamente e ripetutamente osservare il campo di battaglia, per poter impartire gli ordini a tempo e rendersi conto in ogni momento dei cambiamenti cli situazione. Ciò vale specialmente per il coma ndante di di visione.

Purché i collegamenti con la sezione operazione siano sempre mantenuti - si aggiunge - e si agisca in stretta cooperaz ione con l' av iaz ione (sia per l'esp lorazione, sia per il combattimento vero e proprio) e con le unità vici niori. E ancora (n. 33):


EVOLUZIONE ORGANICA E DOTr"RINARJA

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La dotazione d i autocarri corazzati permette ai fucilieri di seguire sugli autocarri la b. corazzata sul campo di battaglia e di combattere con essa in stretto collegamento. I fuc ilieri combattono appiedati. Con nemico inferiore, o molto scosso, possono combattere sugli autocarri.

Si accenna qu indi all'artiglieria semovente (n. 38), ricordando che [ ...] Il suo armamento e la possibilità d i aprire il fuoco immediatamente la mettono in grado di appoggiare con buoni effetti e per lungo tempo il rapido attacco della d.cr.; la corazzatura e la possibilità cli muoversi su affusti semoventi permettono a una parte dell'artiglieria di seguire i carri anche entro il raggio di azione delle armi della fanteria nemica e di intervenire con fu oco diretto nel combattimento. Carri corazzati comando ccl osservazione rendono possibile ai comandanti che di rigono il tiro ed agli osservatori d'artig lieria d i accompagnare l' attacco dei carri e cli collaborare strettamente con i comandanti della b. carri.

A proposito del gruppo controaerei leggero, si osserva che, finché il btg. anticarro non disporrà di pezzi aventi effetto anticarro a forti distanze, saranno impiegate unità contraeree pesanti agg regate al gruppo leggero, sia per azione contro i carri, sia per la neutralizzazione d i sistemazioni permanenti ; c irca il battaglione del genio, dati i numerosi co mpiti ad esso assegnati, le sue componenti non dovevano essere decentrate alle varie unità approfittando soprattutto dei plotoni pionieri di fanteria. S i provv ide infine a pubblicare- a cura dell ' Is pettorato Truppe Motorizzate e Corazzate un riassunto della pubblicazione tedesca dal titolo Manuale per il pe,jezionamento degli equipaggi e del plotone carri nello sfruttamento del terreno e nella tecnica del comhattimento. Detto manuale, tuttavia, sebbene pubblicato nel 1943, si basava su esperienze limitate ali' impiego dei carri leggeri e medi dell'epoca, anche se si precisavano meglio alcuni crite ri d 'impiego. In particolare, stabilito che tutte le armi devono adoperarsi per preparare la strada ai carri - arma decisiva della battaglia - perché aiutando i carri ciascuno aiuta se stesso.

si definivan o i compiti della fanteria, la quale deve nel suo stesso interesse, appoggiare l'attacco elci carri con tutti i mezzi a sua d isposizione. La fanteria ha a sua disposizione mitragliatrici pesanti e artiglierie di accompagnamento c he può impiegare durante rattacco contro gli obbiettivi noti e presunti

distinguendoli da que lli dei granatieri corazzati, i quali proteggono i propri carri dal l'attacco dei carri nem ic i du rante l' avvicinamento e sulle posizioni di partenza . Durante l'attacco seguono da vic ino per controbattere attacchi di mezzi corazzati dell'avversario e, dopo la concl usione dell' attacco, per proteggere la radunata dei cani.

E non è qui il caso di ricordare che, per tutta la guerra, i nostri bersaglieri delle divisioni corazzate non ebbero né i mezzi , né l' addestramento per svolgere queste azioni ma restarono sempre una fanteria scelta autotrasportata con tutti i suo i limiti. Non si trascurava di accennare alla funzione dei genieri, che


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GLI A UTOVEICOLI DA COMBAfrlMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

appoggiano i caJTi durante la preparazione dell 'azione per l'attacco. Essi rimangono a disposizione nella zona dell a base di partenza e re ndono possibile il passaggio att rave rso determinati settori , spianano le vie di accesso all' interno delle proprie posizioni, apprestano passaggi, preparano fascine per i carri e rimuovono ostacoli e mine. Durante l'attacco seguono da vicino i carri, rimuovono g li ostacoli, gettano ponti attraverso i fossati, rastrellano le mine, danno aiuto a quei carri che fosse ro eventualmente rimasti immobi lizzati e fanno saltare le barriere artificiali anticarro.

Anche sotto questo aspetto, i mezzi de l genio delle nostre GG.UU. corazzate non s i possono praticamente paragonare a quel li dell'alleato; l'unico materiale moderno ricevuto durante il conflitto fu quello per la forma zione cli 30 «sezioni ponte Di Benedetto», atte al superamento cli piccole interruzioni (fino a 12 m senza appoggi intermedi) da parte di carri M 15 marcianti a 40 km/ora. Il materiale, trasportato su autocarro Lancia 3/Ro, pesava 5 t e poteva essere montato in 45' , da una sq uadra di manovra cli 15 genie ri con il solo ausilio di un falcone g irevole. Intanto, per adeguare gli organic i delle divisioni corazzate alla nuova normativa si doveva attendere che l'industria avesse approntato i nuovi mezzi (autoblindo, autoprotetti, carri armati e semoventi), la mancanza dei quali aveva impedito fino alla metà del 194 1 un ammodernamento delle Grandi Unità in parola. Naturalmente, come già accennato in premessa, una delle cause che ne limitavano il nume ro e l'efficienza era rappresentata dalle limitate disponibilità in fatto cli quadri e personale specializzato e dalla modesta dotazione di materiali. È probabile che questo abbia influenzato anche i criteri che presiedettero alla fo1mulazione degl i organici. Come è noto, la divisione corazzata del 1940 e ra formata come segue: Comando di divisione 1 rgt. fanteria carrista su 4 battaglioni I rgt. be rsaglieri su 3 battaglioni ( J motociclisti e 2 autoportati) I rgt. artiglieria s u 2 gruppi da 75/27 e 2 btr. da 20 1 compagnia mista del genio l sezione sussistenza, l sanità e l autoreparto misto. In teoria, l'unità doveva conta re 273 uffic ia li , 484 sottufficiali, 6612 uomini di truppa, 76 fucili mitragliatori, 410 mitragliatrici, 16 pezzi da 20, 184 carri M 11 con a ltrettanti cannoni da 37/40, 8 pezzi da 47/32, 24 pezzi da 75/27, 581 automezzi, 1170 motomezzi, 48 trattori , 39 bicic lette. Ma, in realtà, la prima delle divis ion i corazzate (l 'Ariete, destinata a Tripoli il 7 gennaio 1941 ) sbarcò a Tripoli, con so li 5678 uomini, 117 carri L (di cui 24 lanciafiamme), 14 pezzi da 47/32 e 20 da 37/45, 24 pezzi da 75/27, 16 cannoni da 20, 716 automezzi, 542 motocic li e 103 mototricicli. La divisione, che aveva 3 battaglioni carri L invece di 4, fu presto rinforzata con un battaglione di 51 carri M 138. Una pubblicazione riservata sul nostro Esercito redatta dall 'alleato germanico9 fornisce cifre ancora diverse: circa 3500 uomini, 900 mezzi, 63 fuc ili mitragliatori, 256 mitragliatrici, 26 can-

8 Parte del materia le cle ll'8° bersaglieri, che viaggiava s ul piroscafo Duisburg , - 40 autocarri (2 1 pesanti e 19 leggeri) su 100, 38 motocicli su 63, 80 motocicli biposto su 429, 2 autofficine s u 2, I autosoccorso su 1, 2 pezzi da 47 su 16. 5 stazioni R.F. 3/C su 15 - anelò perduto per il siluramento dell'unità navale il 24 gennaio 1941. 9 OBERKOMMANDO DES HEERES e n St cl H, Abt. Frernde Hcerc West Nr. 960/39, Das italienische Krigshee1; Januar 1940, Militararchiv RHO 18/1 69.


EVOLUZlONE ORGANICA E DOTTRINARIA

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noni da 37, 6 mortai da 81, 8 controcarri da 47, 8 contraerei da 20, 36 pezzi d'artiglieria leggera e 138 carri armati. Purtuttavia, alla luce dell' ottima prova fornita dalle truppe corazzate germaniche d urante la campagna di Francia, lo Stato Maggiore R. Esercito, Ufficio addestramento, fu indotto a rivedere tale formazione ed a presentare le sue conclusioni in un promemoria del settembre 1940 per il Sottocapo di S.M. R. Esercito sull' ordinamento della divisione corazzata. Se ne proponeva uno che realizzasse, tanto nel campo strategico (autonomia) che in campo tattico (forza d 'urto) il massimo rendimento sia di fronte ad una reazione statica che dinamica del nemico. In particolare , si sosteneva la convenienza dell' inserimento di al iquote di fanteria (1 btg.) nei due reggimenti carristi e l' articolazione della massa di carri in unità minori relativamente numerose (con i vantaggi della stretta cooperazione e della fl uidità tattica e logistica). Ne l mentre si era favorevoli ad una forte componente esplorante, ci si dichiarava contrari all'artiglieria semovente per il timore di superare le 20-25 t (massima portata del materiale da ponte della divisione). Tali artiglierie avrebbero potuto essere vantaggiosamente sostituite dall' obice da 105 motorizzato di prossima realizzazione. Nel frattempo, si poteva usufruire del 75 in distribuzione ed aggiungere altri 2 gruppi da 100. Insieme con il 105, si doveva adottare un trasporto truppa c ingolato e protetto. Nel complesso, la nostra G.U. avrebbe avuto la stessa forza d'urto, maggior capacità di fuoco e minor peso logistico della corrispondente unità ge1manica. A dire il vero, esaminando le tabel le d i raffronto i due tipi di div is ione proposti (Tipo 1° e Tipo n °) risulta evidente che esse, pur non raggiungendo la pesantezza della divisione germanica 1940 in fatto artiglierie ed automezzi, prevedevano un quantitativo notevole di carri, riserve comprese: rispettivamente 489 e 499 contro 481. Inferio re era quello delle autoblindo (36 e 44 contro 80) e quasi identico il numero dei blindati trasporto truppe (500 e 600 contro 600). La differenza fra i due tipi stava principalmente ne lla presenza, nel Il0 , di due brigate miste anziché di una brigata su due reggimenti misti e un reggimento bersaglieri su 3 btg. Fu più tardi proposta un'altra formazione studiata dall'Ufficio Operazioni (Tipo 3) con 399 carri, ma senza aliquota di riserva e solo 15 autoblindo; seguì una Tipo 4 (ancora dell'Ufficio Addestramento), nuovamente con 499 carri ma solo 8 autoblindo (dotazione ridotta ma compensata da un Reparto esplorante di Corpo d'Armata). Viene naturale chiedersi se l'estensore fosse al corrente che la produzione nazionale di un anno (azzerando per assurdo i consumi) avrebbe consentito a stento l'equipaggiamento di una sola div isione. Nel citato promemoria per il Generale Capo del l O Reparto, in cui ci si diceva favorevoli a l Tipo n° dell'ottobre 1940, si scriveva infatti: I criteri che hanno indotto a rivedere la costituzione della G. U. tipo I si basano sulla necessità di adeguare lo strumento ai probabili terreni d'azione (montani e desertici). Per quanto riguarda gli scacchieri alpini si potrebbe affermare che non è certamente in simjli terreni che possono trovare utile impiego GG. UU. del genere, comunque costituite. Ciò 11011 toglie che s ia opportuno averne a disposizione un buon numero, per lanciarle verso quegli obiettivi di natura strategica che, a meno di un atteggiamento nettamente difensivo, dovremo pur sempre cercare di raggiungere oltre la fascia monrana.

S i deve aggiungere che il confronto poteva valere con la divisione tedesca 1940, non certo con quella alleata dal momento in cui, ottimisticamente, si sarebbero potuti avere i 500 carri ed i


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATfLMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

500 trasporti trnppa blindati. È poi noto che nel 1941 e certamente a séguito delle esperienze della campagna di Francia, i battaglioni carri della Panzer Division erano stati ridotti a 2 o 3, c iascuno con 57 carri (per 2/3 del mod. 3° e per 1/3 del 4°) 10 . Sta di fatto che nelle riunioni tenute dal Sotto Capo di S.M. del R. Esercito del 10-1 1 e 15 marzo 1941 - XIX, fu fissata una costituzione organica della D.cr. su: - Comando divisione; - R.E.C. ; - I e II Brigata (3 btg. carri M, 1 P e cp. e.a., 2 btg meccanizzati b. ed una cp. e.e. e e.a.); - 1 btg. e.e. divisionale (2 cp. semoventi e 2 motorizzate); - 1 rgt. a. con un g ruppo da 75/18 semoventi (2 btr), 1 da 105/28 (2 btr), 1 e.a. da 90/53 (4 btr.) ed 1 da 20 (4 btr); - btg. misto genio; - servizi . Su queste basi , il J O febbraio, intanto, si era dec iso di costitu ire un Corpo d'Armata Corazzato su 2 divisioni: la Littorio ed un 'altra di nuova costituzione. Altro documento (Promemoria per l'Ecc. il Generale di A. Cavallero, Capo di S.M. Generale, datato 23 maggio 1941) indica che a tale data ancora si inseguiva l'ambizioso disegno: la formazione della «d ivisione corazzata potente» (ma leggermente modificata) con: - 1 reparto esplorante; - 2 brigate, ciascuna su un rgt. carri M 11 , I rgt bersaglieri e l btg. anticarro e controaerei; - 2 reggimenti artiglieria dei quali uno su 2 gr. da 75/18 smv e 2 gr. da 105/28 ed uno su 2 gr. misti da 90/53 e da 20; - serv izi 12• Qualche mese fu però sufficiente per rivedere il problema su basi più realistiche e tornare a stabilire, per le tre divisioni, organici commisurati alle possibilità del l'industria bellica. Nondi-

IO Il mod. 3° pesava 19,5 t ed era armato con cam1one da 50; il 4°, 2 1 t. e cannone da 75. 11 Ogni reggimento carri doveva comprendere: I comando (5 cani M 13);

I btg. carri L 6 su comando su 4 carri e 3 cp. su 13 carri (43 L 6); 3 btg. carri M I 3 c.s. (129); I cp. carri P su 4 pi. di 6 carri e 1 carro comando (25). Questi ultimj dovevano essere temporaneamente sostituiti da semoventi da 75/1 8. La riserva di reggimento comprendeva 11 cani L 6, 24 M 13 e 4 P. Le unità del genio (in parte su automezzi spec iali cingolati e protetti) dovevano essere organicamente co:;tituite in modo da facilitare il decentramento alle brigate di tutte le specialità previste. Il battaglione autoblinde per divisione corazzata era formato dal comando (4 a.bi.), 2 cp. (26) e riserva (7) per un totale di 37. A livello di Corpo d ' Armata, erano previsti I rgt. su 4 gr. da 105, unità controcarri e contraerei da 75, un raggruppamento esplorante di C.A. (scindibile in 2 gruppi di visionali o, eccezionalmente, in 4 nuclei di brigata), con Comando cli raggruppamento celere (2 a.bi. e 2 L 6), Gruppo carri L 6 (43), Gr. autoblinde (20) più riserva (5 a.bi. e 11 L 6). Era previsto infine un gruppo corazzato di C.A. su comando (2 a. bi. e 2 carri L 3), 1 compagnia carri L 3, 1 squadriglia autoblinde ( 13) e una riserva di gruppo (3 a. bl. e 4 L 3). 12 In effetti, poco prima dell'armistizio si riuscì a realizzare una divisione ancora più poderosamente equipaggiata, come si vedrà più avanti. V. Ceva Lucio, Le Forze Armate, U.T.E.T., Torino 1981 , pag. 584.


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EVOLUZIONE ORGANICA E DOTTRINARIA

meno. le perdite furono sempre crescenti e lo Stato Maggiore non poté mai averle a disposizione tutte e tre contemporaneamente. E non s i riuscì a costituirne altre. Le nuove formazioni di guerra furono fi ssate nel l'estate del 1941 e di ramate l' 11 agosto 13. La precedenza all'adeguamento fu data all'Ariete, ma nonostante l'ordine di trasformazione secondo i nuovi organ ici. al 14 settembre non erano stati ancora reperiti i mezzi per tale operazione; fu poi la volta dell a Littorio. Quest'u ltima, trova ndosi nella penisola. poté essere pronta per l' invio in A.S. il 7 dicembre 194 1 (cfr. Diario Comando Supremo) 14 . Fu infine sistemata anche la Centauro (il 5 giugno 1941 il C.S.M.G. ne aveva ordinato l'urgente rimpatrio per completare il suo riordinamento), provvisoriamente con can-i M francesi. L'iter fu il seguente: dopo l'abrogazione della costituz ione d i transizione di cui al foglio in data 27 magg io 1941, esse vennero così ristrutturate:

Divisione Corazzata Comando, S.M. e Q.G. Comando b.cr. Rgt. Bersaglieri Btg. Rgt. Carri M(l) Btg.

Rgt. A. D.Cr. Gr. da 75/27 Gr. da I05/28 Gr. da 90/53 Gr. Semov. 75/ 18 Gruppo Esplorante Btg. Controcarri Btg. misto genio per d.cr Servizi Data approntamento Data scioglimento per eventi bellici

«Centauro» ( 131 3 )

=

«Ariete» ( 132")

=

«Littorio» ( 1338 )

=

l"

....

50

go

XIV, XXII e XXIV.

III, V e Xfl

12° XXL XXIII e XXXVI

31° VII, VIII, IX poi XIII, XIV, XV

132° VII, VIII e IX XII

133° X, XI, XII poi IV, X II e LI

131 °

132° I e If

133° I e JI Ili VI (DIII) DLIV e DLVI

III V (DII) DLIX e DLX

······

IV (DI) DLV e ....

....

111° Gr. cr. «Nizza» Ill 0 Gr. cr. «Novara»

l XXXI

111 b. XXXII? .....

lfI XXXIII

=

=

=

30.12.41?

1942

7.1 2.4 1

A.S. I O aprile 1943

25 novembre 1942

13 S1a10 Maggiore Regio Esercito - Ufficio ordinamento e mobilitazio ne. N.

035000/304 di pro!. all 'OGGETTO: Costitu::Jone, formazione e organici delle divisioni cora::.zate, con 2 allegati, in data 11 agosto 1941 -Xl X. 14 La Lillorio effettuò una manovra tra il Tagliamento e Udine. Supposto: battaglia di sfondamento sul Tagliamento. con obietti vo il Piave. Per le cscrci1azioni di !ruppe corazLate - riferisce sempre il Diario - il C.S.M.G. di scusse con il Generale De Pignier la scelta di un campo scuola nei pressi di Roma.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

1) Fino a nuovo ordine, le divisioni conservavano anche il rgt. cr. L Nel frattempo, già il 19 giugno 1941 (come riferito dal Diario storico del Comando Supremo) si era discussa l'opportunità di utilizzare unità della M.V.S.N. per costituire una «divis ione motocorazzata» Guardia del Duce. Direttive di quest' ultimo del 20-24 luglio richiedevano la formazione di altre due divisioni corazzate (la prima doveva essere denominata Frecce15), il che avrebbe richiesto la dis ponibilità di 600 carri. A queste se ne sare bbe aggiunta una terza e c ioè la 2a celere trasformata. Ma alle prime due, a causa della produzione che, per fare fronte ai consumj consentiva soltanto la formazione di un battaglione ogru 3 mesi, si fu costretti - per i1 momento - a rinunciare. Si ritornò s ull'argomento il 3 maggio 1942, q uando il C.S .M.S. (cfr. ancora il Diario del Comando Supremo) comunicò la decisione di trasformare in Di visione corazzata i battaglioni Giovani Fascisti, e in tal senso furono impartite dispos izioni alla G.I.L. Un promemoria del Console Generale Bozzoni, in data 13 maggio 1942, g iustamente sottolineava la necessità di aggiungere ai due esistenti in A.S. un terzo battaglione, all' epoca in approntamento ad Aurelia (Civitavecchia) e se ne s uggeriva la formazione su plotone comando (con fanfara), I compagnia d 'arresto e 3 d ' assa lto. Auspicava aJtresì la distribuzione alle cp. d ' assalto di mitra Beretta e pugnale, nonché la costituzione di un Deposito succursale, con una compagnia complementi e si proponeva di denominare Primavera la nuova GG. UU. Le proposte furono quasi tutte d isattese. Il 7 luglio il C.S.M.G. convocò il Generale Gandin per l'invio d i carri M alla divisione e il successivo 10 le furono destinati i btg . XV e XVI che s i prevede vano pro nti ai prim i di gennaio . Il comando fu poi affidato, il 26 dello stesso mese al generale De Nisio e il 16 agosto, il C .S .M.G. ordinò la trasformazione del X btg. CC.NN. in btg. «M » allo scopo di completarne la componente fanteria. F inalmente, l' Ufficio o rdinamento dello S.M.R.E. , con fog lio prot. 079950/307 in data 6 settembre 1942 - XX, all' OGGETIO: Costituzione della Divisione Corazzata «Giovani Fascisti» ( I 36") ne specificava la formazione come segue: - Comando e Stato M aggiore - Quartie re Generale (re parto comando, 105a sez. motor. CC. RR. , 136° nuc leo CC.RR. per ufficio postale, 136° ufficio postale, drappello automobilistico); - J 2° nucleo movimento stradale ; - III 0 gr. cr. Monferrato (autobl.); - CXXXVI btg. cannoni semoventi da 47/32; - 1° rgt. ftr. carr. (Comando, .... btg. Carri M (1 ), III0 g r. cr. No vara L 6 su 3 cp., R.R.R. , cp. e.a da 20 mm, 54" O.M.P.), 0 - Rgt. GG. FF. (co mando, 1° e II btg GG.FF. e IH 0 btg. autoportato, X btg. CC.NN. <<M») ; - I 36° Rgt. a. per d.cr. (Comando, XVI g r. btr. legg. mot. da 75/27, XVII g r. ber. Iegg. mot. da 100/17, ... gr. da 105/28 T.M., ( l) ... gr. semov. da 75/1 8 (1), DV I gr. e.a. e e.e. da 90/53 - 2 btr.

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Il Generale Roatta, il 3 maggio .I 941, aveva proposto la costituzione di una nuova di visione corazzata, Frecce, che av rebbe dovuto avere , tra l' altro, 2 reggimenti carri (uno L, formato dai g ruppo carri L de lle divisio ni Celeri e l'altro carri mcdi formato con carri francesi), con il 10° bersaglieri e il 12] 0 artiglieria. Lo scopo era quello di disporre di un corpo d ' annata corazzato e che si ricordasse il primo esempio dell'Esercito in fatto di guerra di movimento nella guerra di Spagna. Il Ministero, tuttavia, pros pettò la scarsa convenienza di utilizzare gli L. 3 per non rimandare di 8 mesi la costituzione della nuova G. U. con soli carri francesi (3 di Renault il primo rgt. e due di Renault e uno di Somua il secondo). Conveniva sulla d isponibilità del 121° dotato dei 75/1 8. Ma com'è noto, i carri francesi arrivarono in quantità in feriore al previsto e il Co mando Supre mo, pur non dichiarandolo esplic ita mente, preferiva carri M. nazionali.


EVOLUZIONE ORGANICA E DOTTRINARIA

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e R. M.V. -88" btr. e.a d a 20, 37" btr. e .a. da 20 , 64 O .M. P. , 136° re p. soccorso stradale su 2 nuclei). - CXXXIV btg. misto genio (Comando, 134a cp. speciale artieri, 234" cp. collegamenti), - Servizi. (1) Riserva di assegnazione. Al posto del gruppo da 75/18 semovente, il XIV e XV gr. di btr. legg. motor. da 65/17, e, al posto del btg. semove nti da 47, il IV btg. e.e. Granatieri. Con foglio N. 086279/307, del 27 ottobre 1942 tuttavia, lo S.M.R.E. comunicava al Comando Sup remo di non poterle assegnare il XVII carri - nel frattempo destinato in Tripolitania - e che erano rimasti presso la divis ione, a Siwa, soltanto lo Sta to Maggio re, il Reparto comando (meno il plotone staffette), il reggimento GG.FF: (comando e 2 btg .), il reggimento d i ar tiglieria (i 4 gruppi di batterie volanti e la btr. e.a. da 20) , la 53a sezione sanità e il nucleo sussistenza. Erano stat i approntati, tuttavia in territorio, il p lotone staffette del Q.G ., il 136° uff. postale, il 136° nucleo cc.rr. per uff. postale, il drappello automobilistico, il 12° nucleo mov imento stradale, il comando del J O rgt. carri, il Il] btg. GG.FF e.e. autopo rtati con reparto riparaz ione e ricuperi, con 54" O.M.P. , cp. d a 20 e O .M.P., la 64a O .M.P. e il reparto soccorso stradale del 136° artiglieria, il 1343 btg. misto genio e la 136" sez. s ussisten za. In approntamento era il X btg. CC.NN. mentre battaglione carri, battaglione semoventi, gruppo semoventi da 75/ 18, gruppo autoportato da 90/53 e.e., 1 btr. e.a. da 20 , un comando autogruppo misto, 2 comandi di autosezione leggera, 2 sezioni carburanti di autopesanti restavano da costituire . A ltre fo nti affermano che la 136" ricevette più tardi il III Btg. Volontari, il X M, le Squadre p ilotaggio zone desertic he 15" e 16" e 2 carri M 14/41. Il 27 dicembre S uper libia proponeva il cambia mento di denominazione da divisione corazzata in di visione fanteria, il che induceva il 24 febbraio lo S.M.R.E. a ribattezzare a far data dal 1° marzo 1943 - XXI, la G .U. quale divisio ne Bersaglieri d 'Africa, essendole rimas to un so lo btg. GG.FF (che passava alle dipendenze del Comando l" Armata) ed assegnandole i reggimenti b. 7° e 8°. I suoi resti seguirono, il 13 magg io successivo, la sorte delle altre unità de ll a l " Armata in Tunis ia. La sfortunata conclusione della campagna in Africa Settentrionale ed un certo migliorame nto ne lla produzione d i mezzi corazzati permisero allo S.M.R.E. di riprendere l ' idea di formare una d ivisione di cavalleria corazzata. N el marzo 1943 fu infatti affidato al generale b. Raffaele Cadorna il Comando della nuova G .U., alla quale fu attribuito il nominativo di Ariete Il (135'1), in memoria dell' omonima divisione che tanto si era illustrata in Africa. Questa, costituita in data del 1° aprile e comple tata nel periodo aprile-agosto 1943 p ur se non ancora perfettamente addestrata nelle sue componenti di più recente formazione, venne a comprendere inizialmente: - Comando div is ione e Q.G. ; - R.E.Co . Lancieri di Montebello (8°), ricostitu ito su autoblindo e semoventi il 15 luglio 1942 e, in base agli organici stabiliti il I O marzo 1943, su: Comando (sqd. comando, con 4 autoblindo, pl. collegamenti, servizi e offic ina); T0 Gr. ( 1° sgd. autoblindo con 17 blindo, 2° sgd. blindo con 17 b lindo, 3° sqd . motocicl isti , con 86 moto e 10 fucili mitragliatori); Il0 Gr. (sq. comando, con 4 semoventi da 47/32 e autofficina, 4° motomitraglieri con 80 moto, IO motocarrelli e 10 mitragliatric i, 5° semoventi da 75/18 con 12 semove nti, 6° semoventi da 47/32 con 16 semoventi);


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERC ITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

lll0 Gr. (sq. contraereo con 12 pezzi da 20, squadrone zappatori-traghettatori con 12 barchetti d 'assalto, l 2 battelli pneumatic i ecc. 16). - Comando brigata; - Reggimento corazzato Lancieri di Vittorio Emanuele II (trasformato nel giugno 1942) su: C.do di rgt. (sqd. e.do di rgt. , sqd. e.a. da 20 mm, R.R.R. con 66" O.M.P.); 1° Gr. carri M (sqd. e.do, 1° sqd. carri, 2° e 3° semoventi da 75/ 18); Il0 Gr. carri M (sqd. e.do, 4° sqd. carri, 4° e 5° semoventi da 75/18); 111° Gr. carri M (sqd. e.do, 7° sqd carri, 8° e 9° semoventi da 75/18). - Reggimento motorizzato Cavalleggeri di Lucca (16°) ricostituito come tale nel maggio 1943, su: C.do di rgt. (sqd. e.do, sqd. motociclisti, sqd. semoventi da 75/1 8 con 12 smv. e 1 carro comando 17); 1° Gr. sqd. (sqd. e .do, 2 sqd. autoportati, I sqd. armi acc.to e e.a., 1 sqd. mortai da 8 1), Il Gr. sqd. (c.s.); 111° Gr. sqd. (c.s.); Comando brigata di artiglieria; 135° Rgt. a. per d.cr (e.do, 2 gr. da l 00/22, Ill0 gr. da 149/19 , 1V 0 gr. da 90/53); 235° Rgt. a. e.e. e s mv. (e.do, 1° e Il0 gr. da 75/32, DC 0 gr. s mv. da I 05/25) ricostituito nel giugno 1943; - CXXXV Btg. controcarri (semoventi da 75/34) di nuova formaz ione; - CXXXIV Btg. genio (proveniva dalla Centauro 1°, come il 135° a.); - servizi (tra i quali autogruppo pesante, su 2 autoreparti). Inte rrotto l' addestramento nel Veneto, la G. U. fu trasferita a Roma tra il 23 e il 24 luglio 1943. Si ig nora se la Divis ione abbia effettivamente ricevuto tutti i mezzi previ sti, che la rendevano il più formidabile complesso corazzato messo in campo dall 'Esercito italiano nella 2° guerra mondiale, ma si è propensi a credere che al momento dell 'armistizio li avesse ricevuti pressoché tutti. Al 9 settembre infatti disponeva di: Effettivi Carri armati M 42 Autoblindo 41 Motomezzi Automezzi Cannoni e.a. da 20 Semoventi da 47/32 Semoventi da 75/18 M 42 Semoventi da 75/34 M 42 Cannoni da 75/32 Cannoni e.a. da 90/ 53 Cannoni da 100/22 TM

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9500 45 50 1000 2000 32 12 124 42 24 12 24

Si ignora se gli fossero stati assegnati gli Il autocaITi protetti, 2 dei quali con stazione radio RF 2 CA in cofan i, come previsto dalle tabelle. 17 Si ig nora se i semoventi fossero stati dotati de lle 12 cingolette (trasportavano ognuna 96 c. ed erano annate di mitragliatore per d ifesa vicina, come risulta dagli organici).


EVOLUZIONE ORGANICA E DOTTRINARIA

Semoventi da 105/25 Ob ici da 149/19

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12 12

Al momento dell 'armistizio vi era una seconda divisione corazzata, la «M», poi ribattezzata, Divisione Legionaria Corazzata Centauro ( 136") dal 30 agosto l 943 18. La costituzione e mobilitazione della G. U. risaliva al 22 giugno 1943, con la seguente formazio ne: Comando divisione e Q.G.; Sezione CC.RR.; 1° gr. cc.nn. Tagliamento (2 btg. su 2 cp. cc.nn. e 1 mitraglieri, da trasformarsi); XLI btg. armi anticarro e accompagnamento; 2° gr. cc.nn. Montebello (c.s.); XII btg. cc.nn. armi anticarro e accompagnamento; Raggruppamento a. Valle Scrivia; Gruppo carri Leonessa; Btg. guastatori; Reparto misto genio; Nucleo sanità; Nucleo sussistenza. I mezzi risultavano dall'allegato riepilogo (2 allegati al foglio dello S.M.R.E., Ufficio Ordinamento, 3a sezione, N . 0075100/3 di prot. in data 22 giugno 1943 XXJ) 19. Era però intendimento dello S.M. - come specificato il 30 agosto - di addivenire alla graduale trasformazione dell a Centauro, allo scopo di farle assumere, per quanto possibile, formazioni e organici che si avvicinassero a quelli della Divisione Corazzata Ariete. A tal e scopo , dopo aver provveduto in pari data alla trasformazione e completamento dello stato maggiore, reparto comando del quartier generale e drappello automobilistico, fu ordinato di inserirvi un nucleo movimento stradale, il 18° R.E.Co. (bersaglieri), di fondere in un solo reggimento i 2 gruppi battaglioni, ed in un solo battaglione i 2 del genio. In data la settembre veniva costituito il J 31" rgt. carri , con relativo comando cli rgt. , destinato ad assorbire il Gr. Carri Leonessa insieme al XIX Btg. Carri M 42. Era previsto, di rinforzo al 136" artiglieria, il DCI gr. semoventi da 105/25. Restava da costituire il comando d i brigata e si prevedeva che dopo tre mesi di addestramento alla cooperazione ed alla conoscenza dei materiali la legionaria Centauro sarebbe stata in piena efficienza. In realtà, al momento ciel suo sc ioglimento (1 2 settembre 1943) la divisione non era in condizioni di combattere:

I8 S.M.R.E., Ufficio Ordinamento, N. 20/84610/2 di prot., all'OGGETTO: Cambio di denomina:ione l " divisione corcr::.::.ata cc.1111. «M » in divisione legionaria cora:::.ata «Centauro» I 36°. Trasformcr;,ione del comando della predella G.U. I9 Armi: 48 moschetti automatici, 78 fucili mitragliatori, 46 mùragliatrici, 42 mortai da 45 e 16 da 81, 20 cannoni da 47/32, 24 lanciafiamme d'assallo. 24 cannoni da 88 con trattori semicingolati: stazioni radio: 2 A 350 , 4 R. 4 A, 10 R.F. 3 C, 2 R.A. 2; automezzi: 36 carri e semoventi, 17 autovetture, 13 autovetturette, I autoambulanza, 75 autocarri pesanti, 75 medi e 94 leggeri, 12 motocarri, 2 trattori con carrello, 6 trattori M, autocarri pesanti trattori. 12 trattori L 37. 6 rimorchi p. 4 1. 3 autofficine, 179 motocicli monoposto. 82 biposto, 7 biciclette. 6 carri forno Weiss. 2 rampe cl i carico, 3 passe relle da guastatori, 9 scale di 111. 2, I O barelle portaferiti. Il tutto per: 262 ufficiali, 374 sottufficiali e 4988 truppa.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

- gli elementi del genio (artieri, collegamenti, guastatori) ancora non avevano iniziato l 'addestramento; - l'artiglieria non aveva ancora iniziato l'addestramento al tiro terrestre; - i due gruppi di battaglioni si stavano contraendo in un reggimento fanteria; - il battaglione carri era ancora, praticamente, ali 'addestramento di equipaggio20.

20 Re lazione consegnata a Brindisi dal ten. col. di S.M. Leandro G iaccone, g iĂ Capo d i S.M. de lla Centauro (A.C.S.).


EVOLUZIONE ORGANICA E DOrfRINARTA

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l - UnitĂ carri L. vengono passate in rassegna dal Capo del Governo dopo le operazioni sul Fronte occidentale (giugno 1940).

2 - Rassegna, sempre in Piemonte, ad una compagnia carri L 35/lf dello stesso reggimento.


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3 - Schieramento del Gruppo Btg. GG.FF. in occasione della consegna di onorificenze da parte del generale Baslico. Sullo sfondo. le Batterie Volanti. (Gioda. Misurala). marlo 1942.


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4 • Un gruppo semoventi eia 75/1 8 del l 'Ariete in azione sul fronte egiziano.

5 - Schieramento della Divisione cli Caval leria Corazzata Arie1e Il. Italia nordorientale, estate 1943.

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SVILUPPI TECNICI Si potrebbe affermare che, sebbene gli uffici tecnici dell'Esercito e delle ditte fossero al corrente d i tutti i progress i del settore ed avessero a disposizione molti materi ali esteri più quelli catturati al nemico , la tecnologia canista italiana dell' inizio del confl itto rimase pressoché invariata fin o ali' Armistizio. Esaminando gli elementi basilari che vengono tenuti presenti nella progettazione di un carro armato, possiamo osservare che l'armamento doveva adeguarsi ai nuov i compiti da svolgere. Non solo battere le organizzazioni difensive avversarie, quindi, ma - in agg iunta - contrastare i carri armati nemici. Il calibro del cannone installato sui carri M, i carri di massa, rimase fermo a quello scelto alla vig ilia della g uerra, cioè il 47 mm: un cali bro certamente valido fino al I 94 1 ma o rmai inadeguato, nonostante i tentativi di migliorarne il mun izio namento in epoca successiva, anche ne lla variante prolungata che equipaggiava il modello M 42. C iò costrinse a utilizzare il carro casamatta con obice da 75 affrettatamente allestito, il quale pertanto dovette essere impiegato non soltanto per azione di accompagnamento dei carri M , ma per opporsi ai carri avversari più potentemente armati. Tale veicolo - denominato semovente - fu poi potenziato prolungandone la bocca da fuoco da I 8 a 34 calibri ed aumentandone più tardi il calibro a l 05. Si sperimentò anche il cannone contraerei da 90 mm, d i efficacia eccezionale contro qual siasi mezzo corazzato dell'epoca, ma penalizzato da scafi cingolati inadatti. In realtà so ltanto i carri casamatta armati con il 75/18 poterono entrare in linea con le d ivisioni corazzate in Africa, risolvendo temporaneamente il problema. Essi si dimostrarono inadeguati ai nuovi compiti sia per inferio rità numerica (nel settembre 1942 si auspicava l'assegnazione di un III 0 gruppo), sia per lo svantaggio, intrinseco nel carro semovente, di non potersi più difendere se immobilizzati, non disponendo di armamento in t01Tetta girevole. Il secondo elemento , la velocità, che è in relazione ad altri due fattori, il peso complessivo del carro (scafo , armamento, equipaggio, rifornimenti) e la potenza del motore, risentiva dei limiti di quest' ultimo, progettato per un veicolo più leggero. A lcuni hanno accusato g li organi tecnici di non avere sfruttato durante il conflitto e come invece era avven uto specialmente neg li Stati Uniti e nell'Unione Sovietica, propul sori di tipo aviatorio o motori da essi derivati. A q uesto proposito, va però anche detto che il problema non era stato ig no rato in Itali a. Un diffuso periodico d i automobi li smo nazio nale 1 aveva messo ampiamente in rilievo tale possibilità, pochi mesi dopo la nostra entrata i n guerra e quindi ancor prima che si constatasse la valid ità cieli ' impiego s ui carri a rmati di motori del genere, e specialmente dei recentissimi motori aeronautic i a c iclo Diese l. Era noto in fatti l 'orie ntamento degli organi tecnici italiani, almeno per i primi due anni di guerra, favorevole a motori a gasolio. L'autore, un ingegnere esperto nel ramo, faceva un esempio: con un motore del peso di 2 kg per CV, e ra possibile in stallare a bordo d i un carro da 10 t (più o meno l' M 11 del tempo) un pro-

1 P lantanicla

1940, pagg. 11-13.

Giacomo, / / moiore Diesel come u11i1à 11w1rice nei carri arm ati, in L'Auto Italiana, novembre


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uLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLU M E SECONDO 1940- 1945

pulsore di ben 250 CV del peso di soli 500 kg, risparmiando un carico prezioso che poteva essere utili zzato a vantaggio dell 'armamento. Ricord iamo che il nostro carro da 11 t montava un motore a nafta del peso di 850 kg e che erogava appena 105/ 125 HP. Nel lo stesso articolo si illustrava il motore Diesel radia le a 9 c ili ndri realizzato negl i Stati U niti per essere montato sui carri. Forse nessuno allora colse l'importanza dell'affermazione che per un carro da 10 t fossero necessari 250 caval li e che qu ind i tutti i nostri carri M erano più che sottopotenziati. Possiamo però giustificare la preferenza per i Diesel, oggigiorno condivisa da tutti i committenti e costruttori di veicoli mil itari. Certamente hanno infl uito i notevoli progressi conseguiti nel loro perfezionamento neg li ultimi decenni, ma anche allora tale scelta era pienamente comprensibile : tra l'altro, il Diesel consentiva maggiore autonomia (consumi in proporzione da 1 a 1,5 rispetto ai motori a benzina) ed offriva agli equ ipaggi minori rischi di incendio in combattimento . La validità di tale preferenza era confermata dal motore da 500 CV D iesel montato dal 1939 sul carro sovietico T-34, del peso inferiore ai 2 kg per CV. A questo infatti, e s in del 1942 , andavano ispirandosi i nostri studi in vista del l'adozione di un propulsore p iù potente per i nostri carri P, penalizzati dallo SPA da soli 330 CV. Certamente, gli esistenti motori stellari a benzina cli e levata potenza potevano essere idone i per i nostri carri, ma a patto che questi ultimi venissero interamente riprogettati. Ulteriori vantaggi potevano ottenersi, e lo si fece, adottando cambi ad elevato numero d i rapporti, anziché que ll o a soli 4 che costitu ivano un difetto de i carri sovietici, T-34 compreso, dove tra le marce esistevano forti scarti. Il cambio a 6 marce aveva il vantaggio di rendere superfluo il riduttore. Per la trasmissione, i nostri carri rimasero ancorati al sistema epicicloidale (che consentiva il dietro-fro nt sul posto e una successione cli archi di cerchio seguiti da tratti rettiline i, il che diminuiva il logoramento delle strade) ancorché fosse stata verificata la superiorità del sistema adottato nei SOMUA francesi (differenziale controllato e differenziale controllato da altro differenziale) e gruppo ep icicloidale controllato (Skoda). Ma questi, s i osservava, comportavano maggiore complicazione meccanica. Le velocità dei nostri carri c ingolati rimasero pertanto inferiori a quelle dei carri stranieri, con le conseguenze facilmente immaginabili. La sospensione non fu oggetto di innovazioni; a parte qualche esperi mento col tipo Christie (carro M Celere), nei carri Me P non c i si discostò da l modello a carrell i derivato dal Vickers Sixton progettato alla fine degli anni '20. Unici esempi di sospensioni a barre di torsione furono quelli studiati per i carri L 35 modificati e per il carro L 40. Ulti mo, ma non per importanza, era ed è l' elemento protezione. Le lastre devono essere opportunamente inclinate, a meno di non raggiungere elevati spesso ri che inc idono s ul peso. Si ricordi che una piastra di acciaio spessa 25 mm arrivava a pesare ben 200 kg al mq, e un carro medio aveva s uperfici che arrivano anche ai 20 mq. Per di più gli scafi e le torrette dei nostri carri M avevano sagome tutt'altro che ottimali. Importantissimo era (ed è), inoltre, l' impiego di acciai speciali che fossero veramente ad elevata resistenza, settore in cui la nostra siderurgia (anche dopo la Seconda Guerra Mondiale) è stata sempre deficitaria. Le piastre superiori ai 30 mm richiedevano infine correttivi «nobili», per noi di difficile approvvigionamento. Si è pure criticato il s istema di montaggio delle lamiere scudo, nei nostri carri M sempre imbullonate e rivettate (a parte q ualche elemento ricavato per fusione) , un sistema che comportava


SVILUPPI TECNICI

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di versi svantaggi contro qualche vantaggio2 . Con i semoventi M 43 si iniziò ad impiegare per certi punti anche la saldatura, ma unico ad avere lo scafo interamente saldato fu il carro esploran te «Lince». Era questo il miglior sistema, che però richiedeva maestranze altamente specializzate. Le corazze fu se invece non erano viste con favore perc hé costringevano acl aumenti di spessori in quanto impedivano trattamenti cli tempera, e di conseguenza ad aumenti d i peso.

Particolmità costruttive dei carri L, M e P I carri annati di nostra produzione appaiono quindi caratterizzati dai seguenti elementi: Scafo. È costituito da lamiere in acciaio speciale rigidamente collegate all'interno di una robusta intelaiatura di profilati e rinforzato da traverse così da ottenere una cassa indeformabile e resistente agli sforzi ed agli urti più violenti. L'un ione delle la miere a ll 'intelaiatura è fatta a mezzo di ch iod i ribaditi e, nella parte superiore, di bulloni di acciaio specia le. Nella sezione inferiore lo scafo è a tenuta stagna. Le lamiere costituenti la corazzatura hanno spessori diversi e sono distribuite in modo da assicurare la mass ima protezione alle parti maggiormente esposte al tiro frontale. La to1Tetta è montata sullo scafo m ediante una cremagliera che permette la rotazione intorno a l proprio asse per 360°. Il so lo carro L 35 è sprovv isto di torretta g irevole. Motore. Varia di tipo e di potenza a seconda dei carri. Essi sono stati appositamente studiati: poco ingombranti ed a forte c ili ndrata. Assume molta importanza la lubrificazione e il raffreddamento dato lo sforzo cui sono assoggettati i motori. La lubrificazione generalmente avviene a mezzo di pompe di mandata e di recupero azionate dall'albero della distribuzione. Il raffreddamento del motore avviene con circolazione forzata d'acqua mediante pompa centrifuga comandata dall'albero motore. Essa richiama l'acqua dai radiatori e la spinge attraverso le tubazioni nelle inte rcapedini dei monoblocchi ; qu i l'acqua sottrae calore alle pareti dei cilindri, ridiscende nei radiatori ove viene raffreddata dai ventilatori. Organi del la trasmi ssione. Costituiti dalla direzione, a lbero di trasmissione, cambio di velocità con eventuale riduttore (nei carri M 42 e P 40 il riduttore è abolito e il cambio è a 5 marce). Organi della direzione e della frenatura. Sono costituiti da un complesso epicicloidale , congegnato in modo da consentire:

2 Più di qualcuno, s pecialmente in Italia - scrisse che le corazze imbullonate erano più deboli di quelle saldate e che , quando colpite, lo sforzo tranciava i bullon i, proiettandoli pericolosamente a ll 'interno del carro. In realtà come disse al coautore di questo lavoro il generale carrista Verri (M.0. V.M. ad Alamcin), ciò non av veniva. Quanto sopra, come s i affermò più tardi in Barlozze11i-Pire l la. Me-:::::,i del 'Esercito italiano I 935-1945, Editoriale Olimpia, 1986, p. 237, non era del tutto esatto. Ma ci sembra il caso di riportare un parere ben più professionale: in un volume edito dalla Chrysler Corporation (Stout W. Wesley, Tanks are Mighty Fin e Things Detroit, Michigan, 1946, p. 138), si legge: «S in dal 1940, l'Ordnance voleva cambiare gli scafi rivettati degli M 3 con quelli saldati, ma all'epoca tale costruzione era prescritta per l' arsenale ed un cambiamento di tale importanza avre bbe ritardato la produ zione. C'era una storiella, cu i veni va dato ampio credito, secondo la quale una granata che avesse colpito direttamente un M 3 avrebbe proiellato all'inte rno i micidiali ri vetti. La verità era invece che i vantaggi dello scafo saldato stavano nel la maggiore robustezza e in una più facile costru zione. I tecnic i cieli · Artiglieria dicono che casi di carristi feriti in tali circostanze non si sono mai verificati». Si sospetta che si sia trattato di propaganda tedesca, scrisse infa11i il Generale Campbell , e che, data l'ottima reputazione goduta in Africa dall 'M3, si volesse minare la fiducia dei suoi equipaggi.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIA NO. VOLUME SECONDO 1940-1945

- la trasmissione alle ruote; - la d irezione; - la frenatura. Il gruppo epicicloidale è di creazione italiana e, a parte qualche variante, costituisce il s istema di d irezione e frenatura di tutti i carri in serviz io . In esso, .l'albero primario del riduttore termina con un pignone azionante una coppia conica, solidale con una scatola cilindrica contenente i meccan ismi di direzione e d i sterzo e che comprende due gruppi di trasm issione, c iascuno de i q uali aziona la relati va ruota motrice dei c ingoli. Ogn i gruppo è costituito da: a) corona a dentatura interna contenuta nella scatola e con essa ruotante; b) un ingranaggio centrale (planetario) ricavato alla estremità cl i un albero cavo uscente dal la scato la; c) 3 ingranaggi (satelliti) posti tra il planetario e la corona dentata e portati da bracci solidali con un albe ro pieno centrale, coassia le con l'albero cavo. L'albero pieno trasmette il moto alla ruota motrice del cingolo. I due alberi, pi eno e cavo, portano all'esterno della scatola una puleggia: quella este rna o di g uida unita all'al bero pieno e quella interna o cli reazione unita all'albero cavo. Entrambe sono munite di freno, comandato dalle leve di guida, poste ai lati del pilota. Il sistema di leve di rinvio che uni sce i fren i a lle leve d i g uida è tale che quando è fre nata la pu leggia di reazione, quella di guida risulta libera e viceversa: la puleggia di reazione è frenata quando la leva di guida è avanti , la puleggia di guida quando la leva è indietro. Frenando la sola puleggia di reazione resta immobile l'albero cavo e con esso la ruota p lanetaria; allora il gruppo dei satelliti, condotto dalla corona dentata, ruota s ulla planetaria e trascina con sé l'albero centrale. Per avere la sterzatura del carro occorre frenare una puleggia d i guida; in tal modo resta immobilizzato il relativo albero central e e con esso i bracci porta satelliti. Questi ultimi possono soltanto ruotare intorno ai propri denti per cui trasmettono il moto alla ruota planetaria e quindi alla puleggia di reazione, senza fare ruotare la ruota motrice dei cingoli. L'altro gruppo di ingranaggi invece, non avendo subìto frenature sulla puleggia cli guida, continuerà a trasmettere il movimento ai cingoli senza nessuna variazione di velocità, ma con tutta la potenza data dal motore, rendendo in tal modo più efficace la sterzata. Q uindi, per ottenere una marcia in I inea retta, occorre frenare ambedue le pulegge di reazione; per ottenere la sterzatura massima è necessario immobilizzare la puleggia di guida corrispondente al lato interno de lla curva; per ottenere una curva di raggio più o meno ampio, è necessario applicare una moderata frenatura su una puleggia di guida, riducendo conseguentemente l' azione frenante, sulla puleggia di reazione. Ruote motrici, ruote cli rinvio e tendicingoli. Le ruote motrici dei c ingoli sono disposte anteriormente ai due lati del carro e ricevono, come già stato detto, il moto dai semiassi della trasmissione. Esse sono costituite ciascuna da una ruota munita di flan ge, a lle quali sono fissati degl i anelli dentati per la tras m issione del moto ai cingoli stessi. I pern i delle ruote sono portati da piastre fissate anteriormente alle fiancate dello scafo. All e estremità posteriori s i trovano le ruote di rinvio dei c ingo li , i cui perni , normalmente, sono portati eia bracci s postabili in senso longitudinale. Tale spostamento provoca l'aumento d i tensione o l'allentamento del cingolo, poiché la ruota di rinvio su cui esso è avvolto segue i movimenti del braccio. Ogni cingolo appoggia col suo ramo superiore su rulli ruotanti su perni fissati ai fianchi dello scafo, che servono anche a guidarlo (ne l carro L 35 i c ingoli sono guidati eia due lo ng herine in legno di acacia).


SVILUPPI TECN ICI

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Il peso del carro è sostenuto da carrelli portanti, dislocati in modo da distribuire uniformemente il carico su ognuno cli ess i; essi sono uni ti all o scafo da un sistema el ast ico. J carre lli possono essere snodati e allora il sistema così formato oltre ad assicurare la sospensione elastica ciel carro, permettendo al carrello di deformarsi, consente al cingolo di adattarsi a qualunque asperità cie l terreno e di mantenersi costanteme nte a contatto con i rull i. Viene così e lim inata una delle cause dello scingolamento. Nel caso del carro L 40, il peso del carro si scarica sui perni dei carrelli mentre alle barre di torsione è affidato il compito della sospensione e lastica; ammortizzatori idraul ici attutiscono i l beccheggio del carro dovuto alle oscillazioni torsionali delle barre . A pparecch.i ottic i e mezzi di visibilità dall ' interno del carro. Pe r la guida, il pilota d ispone d i un portellino sulla parete frontale, manovrabile dall'interno mediante una leva. A portellino chi uso è ancora possibile la v isibilità attraverso feritoie ivi praticate, ma oltre al la visibilità diretta, egli dispone in tutti i carri in dotaz ione al nostro esercito in questo periodo (eccettuati quelli di costruzione prebellica) cli un iposcopio3. Tale apparecchio è essenzialmente costituito da due prism i, cli cu i uno superiore (obbiettivo), sporgente dal tetto della torretta fi ssa ed uno infe riore (oculare), sistemato in corrispondenza degli occhi del pilota. F ra i due prismi è posto un forte spessore di vetro ottico che serve ad aumentare il campo visivo. Il pris ma oculare e lo spessore di vetro sono contenuti in una scato la parallelepipeda infilata nella feritoia cli un c ilindro girevole entro un supporto fissato al cielo ed alla lamiera frontale della torretta fissa. L'iposcopio può così oscillare attorno ad un asse orizzontale e ntro il proprio supporto, permettendo al pilota un maggior campo visivo nel senso verticale. Nei carri M sono .installati due speciali cannocchiali panoramici (periscopi), uno ad uso del capocarro e l'altro del porg itore; c iascuno permette la visuale tutto attorno al carro stesso , essendo disposto in modo da poter ruotare di 360°. Speciali dispositivi ed indicazioni rendono impossibile l' errore di valutazione della direzione verso cui si sta guardando (le indicazioni si riferiscono alla posizione della torretta). Per il carro L 40 e le autoblindo 40 e successive, il periscopio è unico. Ogni arma è dotata di cannocchiale di puntamento con ingrandimento 1/1 4 .

l carri L 35 modificati nel 1942 furono dotati cli iposcopio. Con fog lio ciel Ministero della Guerra - G abinetto, prot. N. 101236/142.31/6, in data 13 gennaio 1943-XXI furono ndoltate in servizio, cassette n. I (cli pronto soccorso) e cassette n. 2 (viveri cli conforto) per c iasc un mezzo corazzato. 3 4


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G LI AUTOVEICOLI DA COM BATTIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECON DO 1940- 1945

CARRO ARMATO FIAT·ANSALDO MOD. L6 SCH:M 6.

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In q uesta tavola murale (Fia1 Ufficio Pubblicalioni Tecniche). dedicala al Ca rro armato L 6 o L 40 sono presenti molli degli elementi comun i a llllli i mezzi corazzati italiani I940-45.


POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI «Le guerre s i incominciano a vincere o a perdere in tempo di pace» . Così si scriveva, nel1'ottobre del I 939 1, in un articolo apparso s u una pubblicazione specializzata nazionale laddove si metteva in e videnza la preparazione tecnica ed o rganizzati va de l l'Esercito germanico, che in soli venti giorni aveva debellato la Polonia. Non si facevano aperti riferimenti alla situazione italiana, ma il paragone con l'industria motoristica germanica era implicito. Del resto, ben poca era stata l'attenzione rivolta alla meccan izzazione del nostro Esercito quando fu stilato il Programma sommario dei nuovi allestimenti e relativo finanziame11to redatto dal Ministero della Guerra. Come risulta dalla lettura del documento, fino ra rimasto inedito, nulla era preventivato per l' Esercizio 1938-39; per il successivo 1939-40 ci si limitava ad una previs ione cli 232 tra carri armati e autoblindate, con un f inanz iamento di 171.200.000 lire. Ancor meno ( 100 unità per esercizio, con soli 81.000.000) per quelli 1940-41 c 41 -42. Per l'ultimo anno ciel programma (1942-43) non era stato ancora fi ssato alcun quantitativo2. Del resto si è già osservato che al 1° settembre 1939 non era stato ancora deciso quali dovessero essere i tipi cl i mezzi blindati e corazzati necessari all 'Eserc ito italiano . Con lo scoppio della guerra in Europa, i processi di valutazione dei poch i prototipi dispon ibi li furono accelerati ed affidati al nuovo Ispettorato Superiore dei Servizi Tecnici, un ente creato alla fine di quell 'anno allo scopo cli sovrintendere alla costruzione dei mezzi bel lici. Come poi riferì il Caracciolo nel s uo libro memorialistico apparso nel 19463, ciò si era reso necessario poiché la prassi voleva interessati «in fatto d i carri armati, per lo scafo l' Ispettorato de lla Motorizzazione , per l'armamento i tecnici dell 'artiglieria e per le apparecch iature radio quell i ciel gen io. Al cli sopra cli questi , il nuovo ispettorato coordinava ed ordinava». Primo Capo ne fu infatt i il Generale Mario Caracciolo cl i Feroleto, sostituito il 10. 12.1940 dal Generale Augusto De Pignier, poi nominato anche Ispettore delle Truppe Motori zzate e Corazzate al momento della sua istituz ione il 1°.9. 19414. ln precedenza aveva dom inato l'incertezza. Il Mini stero della Guerra - Gabinetto, nel Promemoria per il Duce del 19 luglio 1939, lo avvisava che erano pronti in Roma, per essere avviati nelle zone delle grandi esercitazioni anno XVII, nuovi tipi d i automezzi tra i quali - autoblindomitragliatrice leggera (peso Kg. 6300 - velocità Km. 80, autonomia Km 320 - quattro ruote motrici e direttrici - doppio posto di guida - armamento: 2 mitragliatric i in torretta a 360° e I mitragliatrice in casamatta posteriore).

La macchina poteva essergli presentata a Vill a Torlon ia, come avven ne il successivo sabato 22 luglio. Il 20 settembre 1939 l'Ansaldo, nella persona del! ' Amministratore Delegato, aveva in viato al Capo ciel Governo un promemoria (CARRI M I i e M 13) circa le caratteristiche, appunto dei 1 Cabutti,

G ino, La guerra dei 1110,ori, in Motor Italia, Milano, ottobre I 939.

2 A.C.S .. LRT: Ministero della Guerra - Gabinetto, Programma ecc., Riservato. Roma, 26 settembre 1938 XVI.

3 Caracciolo di Feroleto, Mario, E poi? La tragedia dell 'esercito italiano, Corso. Roma 1946, p. 63. 4 11 Generale e.le Pignier reste rà a Capo clell' ls pettorato finché. ne lla seduta clel Consiglio elci Ministri ciel 17 agosto 1944. non fu disposta la soppressione cli tale ispettorato (insieme con quello della Fanteria, delle Truppe Alpine e di quello dell' Arma d i Cavalleria). F u anche soppresso l'Ispettorato ciel Corpo automobilist ico. la cui costituzione. avvenuta dopo 1' 8 scucmbre l 943, non era s tata sanzio nata con regolare provvedimento cli legge. La decisione fu presa per l' oppo1tunità di s nellire la struttura ministeriale e perché molte delle attività erano cessate.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1 945

carri armati M 11 ed M 13, informandolo altresì che la com messa dei 100 tipo M 11 sarebbe stata espletata entro il dicembre d i q uell'anno e c he la consegna cle l campione sperimentale del carro M 13 sarebbe avvenuta alla fine del mese in corso. «Se risponderà», aggiungeva, «se ne costruiranno 400, quantitativo prev isto dai piani di allestimento straord inari per il potenziamento dell'esercito». Pochi giorni dopo, il 26 ottobre, come appre ndiamo dal Promemoria PRESENTAZIONE CARRI ARMATI, alla Piazza d 'armi dei Parioli, M ussolini veniva in vitato ad assistere alle: a) Presentazione cd illustrazione caratteristiche seguenti carri armati: I) - cannone da 47 semovente - in comparazione con carro L/35; 2) - carro armato M/6: 3) - carro armato M/13 in comparazione con carro M/11. b) - Rapida esibizione in velocità dei mezzi. Durata complessiva: circa 45·.

Ma il 30 dicembre, con un secondo p romemoria CARRI M 11 e Ml 3, però lo s i avver tiva che: I dati contenuti nel promemoria del 20 settembre e.a. vanno aggiornati come segue: Carri M.11 dei 100 ordinati. e che dovevano essere pronti nel dicembre 1939: - 76 sono stati collaudati; - 24 saranno presentati entro la I " decade d i febbra io 1940. Ritardo di espletamento è dovuto a perfezionamento apponato nel tra11amento termico delle corazze e a deficienza di materie prime. Carri M. 13 L" Ansaldo ha presentato il campione sperimentale a metà ollobre e.a. Sono già state superate prove tecniche automobilistiche. artiglieristiehc, radio. La commissione sperimentatrice omologherà il carro nella prima decade di gennaio p. v. I 400 carri sono stati già ord inati. le materie prime in approvvig ionamento.

Neanche questa data fu rispettata: il carro fu omo logato in fatti il 15 febbraio 1940 con rich iesta d i nu merose modifiche e con l' impegno di presentare a l colla udo le prime 15 unità me nsili per il giugno successivo. Si era anche provveduto ad omologare l'M .6 (marzo) e l'autoblinda (aprile). Per accordi co n la Direzione Generale della Motorizzazione, le lavorazion i dei primi mezzi ordinati -400 M .13 il 16 novembre, altri 241 M .1 3, 583 M.6 e 176 autoblindo il 18 marzo I 940 - si iniziarono prima delle omologazioni, per non ritardare le consegne. Va ricordato che l'autorizzazione a l lo studio dell 'M.13 e cieli' M.6 era stata concessa dal M inistero dell a Guerra e dietro sollecitazio ne del!' Ansaldo il 13 dicembre 19375. All'entrata in guerra ( IO g iugno 1940). l'Eserci to poté così disporre - in teoria - oltre che dcll'L 3-35 e dell'M 11-39, di un nuovo carro leggero (l'M.6, ride no minato L 6-40) e d i un miglio r carro medio (l' M 13-40). nonché dell ' autoblinda 40 6 .

5 Lettera dell'ing. Rocca a S.E. Soddu su Prod1do11e Carri Armati. in data 16.8. J940 (A.S.A.). 6 Ispettor;ito dell'Anna d i Fanteria, N. 400 1 - Caralleristiche esterne dei carri armati e delle awohlinde in do1a:io11e a/l'esercito, Roma I 940 (approvato il 12 luglio 1940).


POLITICA E PRODUZIONE Dl MEZZI CORAZZATI

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Le relative ordinazioni seguirono il 7 agosto dello stesso 1940: in mattinata, l'Ecc. Caracciolo presentò a l Duce i carri armati M . 13 e d L. 6 nonché l'autobl indo. Questi o rdinò la costruzione di 2000 cruTi M 13, 1000 L 6 e 500 autoblindo approvando Come carro pesante un tipo (il campione sarà presentato tra un anno) da costruire in 500 esemplari e con le seguenti caratteristiche; due pezzi (da 75/l 8 e da 20) abbinati in torretta; 3-4 mitragliatrici; peso di circa 25 tonnellate : 5 uomini di equipaggio ecc.7

In tale occasione l'Ispettore propose che la produzione carri fosse decentrata in tre sedi, delle quali una ne ll 'Italia peninsulare, in modo che, anche nelle più svariate contingenze poi itiche o in qualche difficile s ituazione mi litare, la produzione carrista non s ubisse interruzioni. Sin dal febbraio 1940, l'Ammin istratore Delegato dell'Ansaldo Agostino Rocca aveva invero manifestato l'i ntenz ione di util izzare, mediante opportune trasformazioni, uno stab ilimento dell'I.R.L esistente a Napoli ed all'epoca inattivo, per renderlo idoneo a s volgere que lle lavorazioni che venivano effettuate solamente presso lo stabilime nto Fossati in Ge nova-Sestri. Tale proposta non era stata acco lta per non ritardare l'evasione delle urgenti commesse affidate a lla Società e vi si rinunciò. Sotto gl i auspici della Direzione della Motorizzazione l' Ansaldo tuttavia si accordò con la FIAT perc hé questa s i accollasse la produzione degli M.6 , costituendo così un secondo centro (V. Documento N. 13). La proposta per il 2° (in realtà ora 3° centro , dopo l'affidamento alla Fiat della costruzione di L 6) fu q uindi ripresentata dallo stesso Rocca a l Generale Soddu con lettera in data 20 agosto 1940, nella quale si chiedeva però di portare l' ordinazione dell' M .13 a 1700 unità. Si ricordava che la produz ione del carro e ra stata inc re mentata «ricorre ndo senza lim iti al la voro notturno e festivo» così da supe rare le quote g ià stabilite. Ma nonostante la tragica situazione del settore, il Sottosegretario alla Guerra Soddu la decl inò nuovamente i] successivo 13 settembre con questa stupefacente motivazione: Lo sviluppo del programma di nuove costruzioni, d i cui e bbi modo di parlare, ha subito in questi giorni per superiore disposiz ione, una riduzione piuttosto sensibile. Ne deriva che le attuali possibi lità di mo ntaggio sono largamente sufficienti al bisogno e pertanto non sussiste oggi alcuna convenienza di realizzare un nuovo centro a Napoli .

Tale decisione fu comunicata a Mussolini con un promemoria dell '8 ottobre, nel quale si sosteneva inoltre che la produz ione di corazze da parte di Terni e S.I.A.C. non potesse essere ulterio rme nte incrementata. Non ri su lta alcuna reazione da parte del Capo de l Governo, il c he sembra confermru·e la sua piena (ma ingiustificata, ci permettiamo cli osservare) fiduc ia nelle valutazioni del Sottosegretario. li documento 8 conferma anche l'ordinazione dei 3000 carri. Nel fratte mpo, si dovevano risolvere altri problemi non affrontati in tempo di pace. Il Sottocapo cli S.M. s i occupò, il 2 1 ottobre 1940, cli questioni tecnic he riguardanti: - il carrello per carro M .13 (di difficile produzio ne e quindi meglio, per o ra, il rimorchio): - l'automezzo corazzato (non conviene un tipo eguale ai carri, ma un tipo <<dovunque» bl indato. Si invierà un colonnello in Germania);

7 ACS. Fondo Cra::.iani B. 42. Promemoria dell'Ufficio del Sottocapo cli S.M. per il Capo di S.M. del 7 agosto

1940. 8 Già riportato in Ceva-Curami, op. cit., 1° , p. 302.


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GU AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

- il pezzo semovente da 47 (converrà studiare qualcosa di simile al pezzo d"accompagnamento da 75 corazzato); - le stazioni radio sui carri mcdi (stazione completa su tutti i carri costerebbe molto e troverebbe difficoltà nel nu mero di radiotelegrafisti occorrenti. Deciso: stazione completa sui carri dei com.ti fino a plotone e s u un carro di riserva. Studiare poi apparecchio semplice. olo ricevente, per tutti i carri).

Il 28 dicembre 1940 l'Ansaldo comunicò la effettiva s ituazione delle ordi nazioni (ca1Ti M.13 n. 1.1 4 1, carri L .6 n. 583, autoblindo n. 176), anticipando c he con il potenziamento degli impianti S. I.A.C. e Terni si poteva assicurare un ritmo produttivo di circa 200 veicoli mese dei 3 tipi. La consegna degli L.6 e de lle autoblinde doveva iniziare nel febbraio-marzo 1941. A tale scopo, tuttav ia, poteva no n esse re s uffic ie nte lo s forzo del !' Ansaldo, ma dovevano concorrere, adeguando la loro produzione, i subfornitori (gruppi propulsori FIAT. m itragliatrici BREDA . app arecchi ottici SAN GIORGIO, rulli gom mati PIRELLI). Per l'intens ificazio ne dei programm i tuttavia si prevede vano difficoltà da parte della SAN GIORGIO e de lla BREDA (l'Esercito g ià nel gennaio 1941 aveva previsto di ridurre a 2 le 4 mitragliatric i di ogni M.13)9. Inop inatamente, si verificò un ripensame nto sul centro di Pozzuoli. Già risultava da una lettera de l Ministe ro delle Finanze in data 8 novembre 1940 Anno XIX c irca «la creazio ne in Napoli di un nuovo centro di montaggio carri armali», indirizzata al Direttore Ge ne ra le del!' I.R.I. Menichella. c he li Duce, al quale l'Eccelle nza il Ministro ha sottoposto la questione. ha stabilito che detto centro sia realizzato.

Tullavia si continuò a tergiversare pe r quas i un a nno, provocando inaccettabili ritardi mentre le esigenze aume ntavano; la produzione carri, ali ' Ansaldo, interferiva con quella delle artiglierie: l'Ansaldo, gelo a del suo monopolio. aveva l'impressione che l' Amministrazione Mil itare cons iderasse la Fiat g ià un secondo centro carri armati, avvantaggiato dal fatto di produrre - a differenza dell'Ansaldo-Fossati - pure i g ruppi motopropulsori. Ciò, in quanto l' A.M. g ià si era rivolta i I 30 agosto 1940 - pe r la costruz io ne de l carro pesante - anche a lla Fiat e c iò pote va suscitare un conflitto di interessi tra le due Società, evitato con la conferma che la deroga relati va al montaggio valeva fin quando restassero in produzione il carro leggero L. 6 e derivati. La spinosa q uestione aveva già portato ad una riunione tra gli inte ressati svoltasi a Torino il 26 agosto 1940 seguita da un accordo in tal senso (Convenzione FIAT per carri armati), ma s i complicò ulte rio rmente a segu ito della previ ta fo rmazione, in ambito I.R.I., del gruppo Te rni0.T.0.-Alfa R o meo, cui s i aggregò in un secondo tempo la San Giorgio, per la creazione di un terzo centro di produzione carri armati destinato alla costruz ione de l carro tedesco T. 11 J. Il Gruppo e ra stato patrocinato dalla 0.T.O. (Società per la Costruzione di Navi, Macchine e Artiglierie. con sede e Direzione Generale a Genova) nella persona del suo Amministrato re delegato Ammiragli o Ciano. Ne l settembre l'Ansaldo aveva consultato il Capo di S.M.G. Cavallero. i generali Ago e de Pignier ed il colonnello Girola. i quali avevano cercato una conci liazione suggere ndo velatamente a li ' Ansaldo di proporre alla O.T.O. uno schema di coll aborazione nelle costruz ioni di mezz i corazzaci. In questo documento «segreto», datato 1° ottobre 1941 , in sostanza l' ingeg ne r Rocca. do po aver vantato i decenna li me riti e capacità dcli ' Ansaldo nel settore s peci fi co. ed aver rilevato c ome

9 Ansaldo: Promemoria

sulla Prod1r;io11e dei carri armati M 13 del 28 dicembre 1940.


POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

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Attualmente la capacità di produzione delle parti meccaniche e belliche ciel carro [M.] risulta esuberante rispetto al la produzione delle altre parti, s ia - fin o ad oggi - anche ris petto alle possibilità dell'Esercito di assorbire tutti i carri prodotti, date le enormi difficoltà eia sormontare per la sollecita costituzione organica dei reparti, il loro addestramento. i mezzi di recupero, riparazione e manutenzione dei carri, ecc. Ne consegue che l'Ansaldo periodicamente si è trovata con deposito ingente di parti lavorate e di carri pronti, in attesa cli distribuzione ai repatti.

dichiarava che, quanto alla previ sta costruzione italiana del carro germanico T.III, l' Ansaldo non aveva grossi problemi alla s ua riproduz ione. Tra l'altro, la Mi ssione tedesca s i era meravigliata che la FIAT-Ansaldo potesse impegnarsi ad avviarne la fornitura entro soli 14 mesi e con un gettito di I 00 unità mens ili al Fossati, I 00 a Pozzuoli - il nuovo centro finalmente in allestimento più un'aliquota presso la SPA. Nond imeno, la O.T. O. avrebbe potuto contribuire «alle lavorazioni meccaniche». La O.T.0. rispondeva che, trattandos i d i un carro nuovo, l'esperienza ri vendicata cl ali ' Ansaldo valeva fino a un certo punto e che la sua iniziativa era condivisa dall'Autorità Militare, anche per la riduzione del programma costruzioni d'artiglieria che avrebbe lasciato lo stabilimento quasi inoperoso. Di fronte ad ulteriori contestazioni del l' Ansaldo, Ciano rispondeva poi, cortesemente ma seccamente l' 11 ottobre 1941, che nel merito avrebbe dovuto decidere il Ministero (anche perché i re lativi brevetti erano di proprietà de llo Stato) e che intanto non g li ris ultava che l'Ansaldo avesse, specie in tempo di guerra, il monopolio dei carri 10 . L'ing. Rocca inte rruppe quindi il dialogo con la 0.T.O., ma non rinunciò a perorare i propri interessi - o almeno quelli che riteneva tali - presso la Direzione Generale della Motorizzazione con una lunga lettera del 27 ottobre. Il Ministero, che fino a quel momento si era mostrato apparentemente neutrale, rinunciò per il mome nto alla prod uzione dei carri d i mode llo germani co e mise così termine alla spiacevole disputa. Forse, anche per quanto scritto da Rocca nella sua lettera del 1° ottobre. e da noi integralmente riportato. Nondimeno, co me si legge nel Documento N. 14, le trattative al 5 novembre no n erano ancora state interrotte; lo furono quando giunse l'offerta cli Hitler del carro mod. V I, che indusse una Missione italiana a recarsi in German ia per esaminarlo (Documento N. 24). Nel frattempo, come già accennato, il l 5 maggio 1941 l'Ansaldo, ven uta a sapere che il Ministero della Guerra intendeva interpellare altre Ditte per aumentare la produzione di carri, chiese di nuovo il consenso per la reali zzazione ciel centro di Pozzuoli, che entro sei mesi dalla consegna dei materiali avrebbe potuto iniziare il suo funzionamento. A seguito di ulteriori interventi e dopo un 'en nesima ricbiestaL 1 , sembra che la situazione s i fosse improvvisamente sbloccata, se in data 8 ottobre 1941 l' impianto venne autorizzato , peraltro senza - a quanto ris ulta - essere poi mai entrato in attività. Ma torniamo alle effettive forniture. Secondo Montanari a fine gennaio 1941 la s ituazione dei carri M.13 era la seguente: - 8 alla Scuola di Bracciano - c. 10 a Genova pronti per l'imbarco; - 25 in corso di collaudo; - 60 in uscita di fabbrica.

è conservata all'A.C.S ., fondo lRI serie nera B. 111. Lettera dell 'Ing . Rocca a Favagrossa in Archivio Ansaldo- Copia in A.AA.

IO L'intera corrispondenza Ansaldo-O.T.O. sull ' argomento II


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GLI AUTOVEICOI .I Di\ COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUMI.: SECONDO 1940-1 945

Il programma prevedeva: - 65 a fine febbraio; - 70 a marzo; - 80 in aprile, - 85 a maggio; - 90 in giugno; - 95 in luglio; - 100 da agosto a dicembre. Totale, 1.045 carri nuovi per il 1941 [sic, ma 985 oppure 10701. Il potenziamento dell'organizzazione produttiva Ansaldo, in modo da farle raggiungere i 100 carri al mese ver o la fine del 1940 e quindi di 150 non raggi unse quindi del tutto i suoi obiettivi. L' Ansaldo inoltre era stata incaricata del la costruzione dei nuovi carri leggeri, da prodursi con il concorso degli stabilimenti Fiat, Spa e OCI per quanto riguardava i gruppi propulsori, sospensioni , cingoli e montaggio, e dalla Terni (con la collaborazio ne tecnica de lla stessa A nsaldo) per la lavorazione delle corazze. Il montaggio final e avveniva presso la Spa di Torino. Le prime consegne ebbero luogo a poco più di 15 mesi dall 'ordinazione 12. Ma la produzione cominciò a subire ritardi - complice anche r improvvisa rottura di un maglio alla fine del g iugno 1941. e nel contempo - come si legge ne l fog lio N. 600 di prot. S EGRETO de l Capo di S.M. de ll'Eserc ito in data 24 magg io 1941 -s i rilevavano difetti all 'M.13 (corazzatura fragile. scarsa veloc ità e manovrabilità, per cui si stava sperimentando un motore più potente). Furono abbinati esperimenti con il carro Skoda T.22 ( I 6,7 t, motore da 240 HP) e si mise allo studio - per ordine del Duce - un carro M particolarmente idoneo al deserto per potenza (mobilità) e galleggiamento su lla sabbia. Era in corso d i attuazione. poi, un o rdine pe r 60 semoventi da 75/18 e di 200 autocarri blindati su trattore TL 37 tipo A.S. Le prove comparative con lo Skoda - secondo l'Ansaldo - attenuarono alcune sfavorevoli impressioni suscitate dal nostro M.1 3, pure in v ista della sostituzione del suo motore con uno, più potente, a benzina. La Casa genovese sosteneva che questa sarebbe stata «una solu zione più rapida rispetto alla costruzio ne di un tipo di carro completamente nuovo e tutt'ora in fase sperimentale». In realtà, lo Skoda aveva non pochi pregi , tra cui un più elevato rapporto potenza/pe o e, come avverrà per la versione costruita in Ungheri a, si dimostrerà suscettibile di evoluzione, passando d al pezzo da 47 al 75 mm ed infine, senza modifiche della meccanica . al 105 semovente . È probabile che fattori estranei alle s ue qualità abbiano causato il s uo accantonamento, come la speranza di poter produrre su licenza il Pz Kpfw III germanico, e poi addirittura il Pz Kpfw IV di cui ci e ra stata con cessa la licenza. Il fallime nto di tali trattati ve, che si e rano protratte da l g iugno 1941 all 'aprile 1943, finì per vanificare 13 gli sforzi per disporre di materiali più aggiornati.

12 Inizialmente. la produzio ne delle autoblindo. era affidata alla sola Ansaldo. Dai primi del 1942 - come risul-

ta da una comunicazione della Direzione Generale della motorizzazione in data 7 gennaio 1942. Spa cedeva alla Lancia, in aucsa che lo stabilimento si aurcZ7asse per la produzione dei cani mcdi. la costruzione di gruppi motori e parti di ricambio per trattori. autoblinde e carri L 6 , di cui era satura la capacità produtti va. Più tardi. la Lancia assunse quindi anche la produzione cli autoblinde. I 3 Ccva. Lucio, La Condo/la iwliana della guerra - Ct1vallero e il Comando supremo 1941-42, Fcltrinclli. Milano 1965. pp. 65-71: documento allegato n. 13 p. 155.


POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

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Circa i ritardi, un documento del Ministero dell a Guerra - Direzione Generale della Motorizzazione - D ivi sione I" Sezione I", in data 2 1 luglio 194 1 XIX su lla Situa:ione dei Carri M.13/40 riporta che ne erano in commessa 1.520, dei quali consegnati e d istribuiti n° 599 e consegnati ma non distribuiti perché mancanti di guernitu re di amianto per i freni 11° 127; circa la Situazione dei carri armati L /6, indica che ne erano in commessa 283 , dei quali consegnati e distribuiti n° 13 e consegnati ma non ancora pronti perché incompleti di armamento, apparecchiatura ottica, radio, vern iciatura ecc. n° 91. Se ne evince che a ll 'epoca la produzione mensile si aggirava sugli 80-90 al mese per gli Me 50-60 per gli L. Per la situa:ion.e delle autoblindo 40 (600 in commessa), emerge che ne erano state consegnate e distribuite n° 17 e consegnate ma non ancora pronte perché sprovviste degli apparecchi di puntamento n° 80. Nessun semovente da 47132 su scafo L/6 era stato consegnato mentre, per quanto concerneva la Situazione dei semoventi da 75118, n° 16 erano stati coll audati ed accettati per la parte automobilistica, e n° 8 distribuiti; circa la Situazione dei carri comando per semoventi da 75118 su scafo M .13/40, infine, ne erano stati collaudati ed accettati per la parte automobilistica n° 8, e distribu iti n° 4 14 • I primi carri M 13 con motore maggiorato, che prenderanno poi la denominazione d i M 14, compaiono per la prima volta nella c ircolare dello S.M.R.E. - Ufficio Servizi I, N. 99914 cli prot. SEGRETO in data 27 agosto 1941 15 . Il documento era di viso in più parti: CARR[ L, (c. 900 unità, mante nuti a consumazione e non più destinati in Africa Settentrionale; se ne prevedeva l'utilizzazione per la costituzione di btg. carri L e cp. carri Lf eia destinarsi nelle isole e nell ' Ital ia meridionale, ai depositi unità carriste per primo addestramento, rifornimenti munizioni e riserve). Si passava poi a trattare dei CARRI M 13 (in commessa 2010, consegnati 599, ancora esistenti 406). La produzione di quelli con motore maggiorato sarebbe iniziata con il mese d i settembre 1941. Entro fine agosto ne sarebbero però stati consegnati altri 170 con motore normale. Le previsioni erano di completare il necessario per 5 d ivisioni per il marzo 1942; con ulteriore produzione, un sesto reggimento da destinarsi ad una d ivisione su 2 brigate. Circa i SEMOVENTI DA 75/ 18 ne erano stati ordinati 60, con 120 carri comando e altri 30 carri comando-pattuglia osservazione e collegamento 16 . Ess i erano destinati alle prime tre divisioni corazzate. Trascurando la sezione ded icata ai CARRI DI PROVENIENZA ESTERA, di cui ci occuperemo separatamente, il documento passa a trattare le necessità dei reparti esploranti (RECO. REC e NEC). Per questi erano in commessa 400 CARRI L.6 dei quali solo 40 erano stati consegnati e 64 in collaudo al 5 luglio. S i prevedeva cli completarne la fornitura entro novembre. Di questi 28 erano destinati a funge re da centro radio per i carri Renault e Somua. SEMOVENTI DA 47: ne erano in commessa 300; dovevano essere consegnati da novembre fino ali' aprile 1942 e destinati alle 5 d ivisioni corazzate ed alle un ità esp loranti. Ci rca le AUTOBLINDO, la s ituazione era la seguente: 610 commissionate e 64 prodotte (di cui 47 in collaudo). Per gli AUTOCARRI PROTETTI, in fine, soltanto 200 erano in commessa, mentre il fabbisogno era di 2.699 (504 per i NEC). Si prevedeva d i distribuire i primi 200 ad una d ivisione corazzata. Non si facevano previsioni per la differenza.

14 Copia in A.A A.

15 OGGETTO: Impiego carri armati ed a11;ohli11de, copia in A .AA. 16 Non

saranno mai prodotti.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Gli anni cruciali: 1942-1943 Non si può affro ntare l'esame della produzione in questo periodo senza avere un quadro complessivo più ampio. Uno studio s intetico ma assai ben condotto della s ituazio ne italiana nel 1942, rintracciato negli archiv i militari tedeschi nel 1998 17, così le valuta: Arma corazzata I.) T ruppe corazzate. Ornanizzazione Esistono al momento: 4 reggimenti carri medi (delle 4 D.cr.. una delle q uali in corso cli formazione), c iascuna con 3 btg. su 52 carri ed una riserva reggimentale di 33: 2 reggimenti di carri leggeri (truppe d'armata) più o meno con la stessa formazione: 4 reggimenti quadro, come organi di istruzione e formazione come depositi, con modeste aliquote di materiale; 2 btg. corazzati leggeri, (divisioni celeri) ciascuno con 52 carri. Si prevede l'assegnazione cli un battaglione carri medi a c iascun corpo d 'armata. 1......J Armamento. Presso tutte le unità corazzate vi sono grosse lacune nei mezzi, che oggi si aggirano sul 40%. li loro numero può essere così ipotizzato: Carri medi: circa 150 M 13/40 da 13 t, M 14/41 da 14 t, con I cannone da 4 7 mm e 3 mìtr ; circa 125 R 35 (francesi), da J O t, con J cn. eia 37 mm e I mtg.; 33 S 35 (francesi). da 20 t, l cn. da 47 mm e I mtg. Carri leggeri: circa 250 L 3/35, da 3.3 t con 2 mtg.: circa I00 L 3/35 da 3,3 t, con I mtg. e lanciafiamme: circa 50 L 6/40 da 6.5 t, con un cn. da 20 1run.

I carri medi M 13/40 cd M 14/41 si trovano prevalentemente nelle d .cr. impiegate in Africa Settentrionale, mentre quelli francesi nella d.cr. di stanza in ltalia. I quantitativi prodolti servono soltanto a colmare le perdi te in Africa. Oltre a ciò, solo lentamente affl uiscono ai reparti. Devono essere consegnati dalla Germania ancora questi carri francesi di preda bellica: 225 R 35 12 S 35 50 Renault B 2 (da 32 t). I carri leggeri s i trovano per circa la metà in Africa Settentrionale, per l' altra metà nei Balcani e poch i presso i reggimenti quadro in Italia. L' L 3/35 non può più essere impiegato in campagna. Viene adoperato unicamente come autoblindo e soltanto in modesti quantitativi. Per la sostituzione si de ve fare assegname nto su più sostanziose consegne dell'L 6/40 (v. in precedenza). Un carro pesante P 40, con canno ne da 75 mm e 3 mtg . è in costruzio ne sperimentale. Per superare gli ostacoli è assegnato, ad ogni battaglione carri leggeri, un carro ponte, capace di gettare, sotto cornaa, una passerella in grado di superare ostacoli alti 4,5 m e larghi 6. La po11ata è di 3,5 t. 2.) Autoblinde V. sotto Bersaglieri (IV b 2.) e cavalleria (IV d). 5) Controcarri li numero delle armi controcarri (cn. e.e. e per ftr.) da 47 mm e da 20 mm (e.e. e e.a.) è in media notevole.

[...... l

17 OBERKOMMANDO DES H EERES Gen St cl H/Abt Frcl Hcere West ( IV) Nr 370C 742 g. Kdos in data 1° maggio 1942. Segreto. //a/ie11ische11 Krievheeres (l Eserci10 italiano di guerra), in Mulitara rchiv A mtsdrucksake RHD 18. 170, copia in A.AA.


POLITICA E PRODUZIONE DI M EZZI CORAZZATI

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Sono utilizzate alcune centinaia di fuci loni controcarri tedeschi e di p.b. come pure pezzi e.e. da 37. specie nelle divis io ni in Arrica ed in quella paracadutisti. D) Cavalleria. Organizzazione Fa parte con i bersaglieri delle truppe celeri.

[.........l VI - Economia

l........1 Produzione e capacità produttiva a) carri armati, autobli ndo. Produzione mensile media 1941 circa 80 Capacità produttiva mensile circa 350 La costruzione concerne principalmente il carro M 14/4 1 sviluppato dall' M 13/40, mentre per la sostituzione degli o bsoleti L 3/35 è iniziata 1· introduzione dell' L 6/40, cd in più. in prospetti va quelln di una nuova nutoblindo per il deserto. Oggi. la produzione mensile dei carri e delle autoblindo di tutti i tipi sembra assommi a 60 in totale. b) autocarri leggeri medi pesanti

Produzione media mens ile 1941

3-400 7-800 6-700 1.600-1.900

Capacità produttiva mensile

800 1100 1100 c. 3.000

l....................J Collegata alla produzione di mezzi corazzati ed autocarri. e ra quella de lla dispon ibilità di carburanti. Secondo lo stesso documento, la produzione era di c. 360.000 t all'anno (c. 30.000 al mese) il 20% del fabbisogno e cioè 2,16 mil ioni di t; la d ifferenza veniva colmata dal la Germania e dalla Ro mania. Dal l'inizio del la guerra a fine 1941 le FF.AA. italiane avrebbero ricevuto mensilmente c irca: 17.000 t d i carburante, l 5.000 d i gasol io, 4.200 t d i lubrifica nte, 14.000 t di benzi na avio e 95.000 t di olio per riscaldamento, per un totale di 145.000 t. Il quadro fatto dai tedeschi era, nel complesso, sostanzialmente esatto, ancorché, dalla lettura di questi dati, si desume che presso l'alleato ci si faceva apparire p iù deboli d i quanto in realtà non si fosse. Esistono del le statistiche che indicano quanto le valutazioni tedesche c irca la forza delle nostre truppe corazzate fossero di gran lunga inferiori alla realtà: una per tutte, un noto documento del Comando Superiore FF.AA. in A.S. dava presenti in Libia al 20 maggio 1942: 22 cani L .3 (2 in riparazione), 151 M 13-40 (28 in riparazione), 229 M 14/41 (29 in riparazione), 86 autoblinde 40-41(7 in riparazione) 18. Almeno di questi dati il Comando germanico doveva essere a conoscenza, in quanto l'Armata Corazzata Italo-Tedesca era agli ordini del Generale Romme l. Per restare alla documentazione proveniente dagli archivi dell 'Ufficio Storico (vedremo poi quella di fonte Ansaldo, visto che quella della Fiat-Spa non è a tutt'oggi d isponibile), pubblichiamo d ue grafici (carri armati ed automotomezzi) elaborati dal Comando Supremo nel gennaio 1942. Una tabella specifica meglio rappresenta fa bbisogni e consumi p revisti per l'anno 1942 (Doc. N. 22).

18

Ceva. Lucio. Le For:e armare italiane, UTET, Torino, 1981.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO I 940- I 945

Non sarà difficile confrontare queste statistiche con i dati a consuntivo: nel 1942 vennero prodotti 675 mezzi corazzati (meno di quanto previsto dai tedeschi) mentre un documento del 30 maggio 1941 , dove si prevedeva un aumento della produzione dai 60 carri M .13 di maggio, 78 a giugno, ed 85 fino al l'aprile 1942, sarà smentito dai fatti. Purtuttavia, il censimento del l'aprile 1942 indicava esistenti ben 2500 tra carri armati, autoblindo, mezzi corazzati vari. Sempre per il 1942, disponiamo di un promemoria del Comando Supremo in data 16 gennaio 1943 che registra le introduzioni e le distribuzioni ciel mese di d icembre di quell'anno:

MEZZI CORAZZATI

Distribuiti N.

Enti che li hanno avuti in distribuzione

N.

CARRI ARMATI " L" L/40 normali

l

CARRI ARMATI " M" M/41 normali M/42 idem M/42 ide m tot.

2 15 21 38

434° btg. complementi Centro addes. carr. C. Vecchia Dep. rgt. cr. Lancieri V E. Il tot.

2 15 21 38

8 6 4 18

553° gr. semoventi da 75/18 560° gr. semoventi da 75/ I8 561° gr. semoventi da 75/18 tot.

8 6 4 18

3° Parco automobilistico rgt. cavalleggeri Lodi 5° gr. cavalleggeri Nizza 40° btg. complementi bersaglieri tot.

8 I 16 5 30

SEMOVENTI da 75/18 su scafo M/41

tot. AUTOBLINDE A/41

8 I

16 5 30

tot.

Dep. 5° rgt. bersaglieri

l

Nota: le introduzioni non corrispondono con le distribuzioni, perché tra le une e le altre co1Te qualche tempo.

Eppure, secondo qualcuno, si poteva fare di più e, magari, vincere la g uerra. Pio Perrone, che durante il primo conflitto mondiale aveva occupato un posto chiave nell'Ansaldo, in un suo memoriale del dicembre J 941 19 , azzardò che con una più accorta politica industrial e, l' Italia avrebbe potuto «soddisfare pienamente le sue esigenze belli che» e costruire, tra l'altro, in due anni 20.000 carri armati da 15 tonnellate in media. Ma probabilmente era troppo tardi, ormai, per mettere in atto tutti i provvedimenti suggeriti. L'inizio del l 942 era stato contrassegnato da un estremo ottimismo: un documento Fiat l'unico (tra l'altro anche di difficile comprensione quanto ai tonnellaggi indicati 20) a nostra di-

I9

Ceva, op. cit., p. 193- 195.

2 0 La cifra di 22 t di viso 9, ad esempio, non corrisponde al peso di nessuno dei carri completi in produzione.


POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

SI

sposizione su questo particolare aspetto della sua produzione2 J - sosteneva che la SPA aveva aumentato la sua capac ità produttiva men si le dalle 9 (22 t) uni tà de l I O settembre 1939 alle 204 unità (789 t) del marzo 1942, con una futura programmazione mensi le di 420 (1 582 t) ; per quanto concerne i veicoli da combattimento in produzione, si era passati da 1 tipo (carro armato M 11) a 7 (carro M 14/41 , L 6, semovente da 90/53 , semovente da 75/18, semovente da 47/32, autoblindo Ab 40, autoprotetto AS 37). Altri 5 tipi (carri armati P/40, M 15/42, M celere e camionette CVP 4 e 5) erano in esperimento o in studio, per non dire dei motori, passati da 1 (8 T da 105 cv) del 1939 ai 6 del 1942 (18VT da 68 cv, A BM da cv 90 per autoblinda 40 ed autoprotetto AS 37, 15t da 145 cv per il carro M 14/41 , 15TB per il carro M 15/42, 228 da 275 cv per il carro medio celere, 342 da 330 cv per il carro P 40) e altri 3 in studio (242 da 430 CV, 343 da 460 per carro armato P 40 celere e 344 da 700 cv). In realtà, la fiduc ia era tutt'altro che giustificata, se Ceva22 (traendo i dati dal Diario del Comando Supremo del 4 marzo 1942) ed il memoriale d i Roatta (già Capo di S .M. dell 'Esercito) riferiscono che il gettito mensile era p iuttosto basso: - 60 carri M 14/ 14; - 12 semoventi da 7 5; - 8 carri comando; - 30 carri L. 6 ; - 30 semoventi da 47 ivi compresi carri comando e centro radio. - 35 autoblindo. In realtà, la produzione era un po' più al ta (documento N . 23, Produzione G iugno 1942), ancorché appaia assurdo utilizzare carri nuovi per trarne parti di ricambio. E questo, quando la capacità produttiva annua raggiunta, come ammesso dal memorialista Favagrossa 23, all 'epoca responsabile della produzione bellica, era di 1800 carri armati e di 760 autoblindo. Le cifre riportate in un volume a carattere segreto redatto dal Ministero della Produzione Bel lica (Potenziamento dell' Industria Bellica dal 1939 al 1943), pubblicato a Roma dopo il 25 luglio 1943 indicavano a p. 52 che si era passati da una capacità produttiva di 50 carri mensili (Ansaldo-Spa, 1939) a 150 del 1942-1943, e per le autobl indo da 60 (Ansaldo, 1942) alle 65 del 1943. Per il futuro, non vi sarebbero stati incrementi per q uanto concerneva i cingolati, mentre per il II semestre 1943 si prevedeva che l'Ansaldo potesse produrre 25 autoblindo e 40 camionette, mentre la Lanc ia av rebbe raggiunto, nel I O settembre 1944, un getti to di 75 autoblindo (totale 140). Ancora in una riunione presieduta dal Capo d i S.M.G. il 3 settembre s i continuava in questa visione ottimistica, affermando (il Sotto Capo di S.M. Generale Rossi) che il programma in corso

2 1 Gruppo Fiat, Produzione del gruppo Fiat per /efor::.e armate - Confronto seflemhre 1939-XVII - marzo 1942XX e produzioni ulteriormente programmate. Tori no, marzo J 942-XX in A.C.S., Segreteria personale del Duce, Carteggio Ordinario, fase. 509546/1 . 22 Ceva. op. cit. p. 78 e Roatta, M .. Otro milioni di baionette. Mondadori. Verona, 1946, p. I 58. 23 Favagrossa Carlo, Perché perdemmo la guerra. Mussolini e la prod11::,ione bellica, Milano, Rizzali, 1946. p. 158.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBArrlMENTO DELL' LiSERCJTO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

(715 scafi M.15 in commessa. di cui 300 per semoventi pur se non tutti da 75/34) e con la previs ione di introdurre 40 carri P. al mese (e levab ili a 100 oltre a 50 semoventi nel periodo gi ugnodicembre 1943) offriva sufficiente tranquillità. Ma l'affermazione del Maresciallo Cavallero Non preoccupiamoci dei tipi nuovi: accomentiamoci dei tipi esistenti che sono perfettibili durante la produzione. Inoltre, in certi teatri (Tunisia, Francia) andrebbero benissimo. Fra il fare niente e fare I' M I 5. s i sceglie la seconda solu,:ione.

veniva smentita dallo stesso Capo di S.M. General e il 7 success ivo, quando annotava che sarebbe stato opportuno formare unità corazzate miste italo-tedesche (1 battaglione di carri M ed uno di carri mod. 4°) per eventuali azioni di sfondamento, data l'insufficienza del pezzo da 47 mm contro i nuovi carri avversari. Detto tra parentesi, la presenza del carro armato americano M 4 Sherman tra le forze avversarie in Egitto era stata già annunciata. Infatti. in un articolo pubblicato ne l lug lio 1942 ul diffus issimo ettimanale «Cronache della Guerra» . dove era riportata una corrispondenza britannica a proposito dell a pessima prova che sarebbe stata data (il condizionale è d'obbligo) dagli M 3 «Grant» con cannone da 75 in casamatta s i leggeva: È stato osservato nel Congresso che i migliori cannoni e carri armati americani non sono ancora entrati in azione. In Libia, di falli. i comballcnti britannici non disponevano di alcuni dei nostri carri armati di media grandezza con le torrette girevoli per tulli i 360°. forniti di cannoni da 75 mm migliorati nella potenza offensiva24 •

In una riunione tenuta il 28 settembre 1942 - cioè un mese prima della sfortunata battaglia di El Alamein - s i riparlò della produzione mezzi corazzati. Fu stabi lito di modificare le autoblindo per alleggerirle senza diminuirne la corazzatura (abolizione della doppia guida ed altri organi superflui ) e ci si ch iese come utilizzare i carri leggeri L 6 . Il generale Rossi informò che sarebbero stati convertiti in trattori e portamunizioni, mentre sarebbe proseguita la produ zione dei semoventi eia 47. Tuttavia il Maresciallo, dopo aver osservato che tale semovente da 47 era ormai s uperato (e. difatt i, disporrà il 16 gennaio - ma senza riuscirvi - di sospenderne la produzio ne) ord inò di troncare la fabbricazione di tutti i tipi L 6 anche a costo di mettere a rotta me le parti già lavorate. Rossi comunicò anche, nella stessa occasione. di aver disposto, come da decisione del 18 settem bre precedente. per la costituzio ne di re parti camionette. ma avvertì che la forni tura delle camionette sahariane sarebbe anelata a scapito di quella delle autoblindo, cioè non s i sare bbero più introdotte le previste 35 mensili. li 30 settembre, pertanto, Cavallero sollecitava il Generale Ago. presidente del Comitato Superiore Tecnico Armi e Munizioni, di ridurre o annullare le commesse degli L 6 a favo re degli M 15, in modo da raggiungere i 160 carri al mese25. Il Promemo ria del generale Ambrosio per il Maresciallo Caval lero (Documento N.31 ) del 13 ottobre 1942 ull ' incremento della produzione di mezzi corazzati e che riportiamo con g li al24 Soni, Aldo. Sorpresa di materiale. in Cronache della Guerra. Ro ma. I8 luglio 1942. p. 37. elio !>tc~so articolo, si attribuiva la superiorità del carro tede co mod. 4° al suo impianto di condizionamento dell'aria. 25 Si riteneva possibile raumento della produzione cli carri Ma scapito cli quella degli L. sottovalutando i problemi che vi si opponevano: anzitullo una sola fabbrica di motori (SPA) e la conversione delle aurezzaturc. A detta del Generale Rossi. i consumi mensili erano 26 carri e 6 semoventi.


POUTTCA E PRODUZIONE Df MEZZI CORAZZATl

53

legati, dimostra come il mancato approvvigionamento delle materie prime ecc. rappresentasse il principa le os tacolo a soddisfare le es igenze delle un ità senza interferire con la produzione degl i autoveicoli special i. E nuovamente, in un incontro con Mussolini , fu prospettata l'eventualità cli sostitu ire il P 40 non ancora omologato con il mod. 4° germanico. Ma il 6 dicembre di quell'anno s i presentò insperatamente una nuova- ed ultima - occasione per risolvere la situazione dell'equipaggiamento delle d ue nuove divis ioni corazzate. Il Generale von Horstig recò a Cavallero ]' offerta di riprodurre il carro Pantera. li Maresciallo non poté rifiutare (l 'offerta proveniva da H itler in persona), decidendo di inviare due tecnici in Germania ad esaminare il nuovo carro armato. Da un colloqu io con il Generale Ago, subito convocato, eme rse che in realtà il P 40 non e ra ancora definitivo, visto che si stava studiando di adattarvi il motore del carro tedesco mod . 4° a benzina, in luogo di quell o originale SPA a nafta che poi , invece, potenzierà i carri di serie 26 . La nuova opportunità sembrò quindi la m iglior soluzione. Da un promemoria datato 22 fe bbraio 1943 del Comando Supremo - 11 Reparto - Ufficio Servi zi, al i'OGGETTO: Richieste di muterialifatre alla Parte Germanica, s i apprende che tra queste sono da comprendersi: il motore Majbach [sic. ma Maybach HL 120) per il carro P40 cd il carro PANTERA, per i quali sono stati ceduti da P.G. i relativi disegni. Tale particolare questione venne trattata personalmente dal Generale Mattioli in accordo con il Colonne llo Secco e d 'i ntesa con l'Ecc. Ago.

Quanto sopra è confermato da fonte germanica, secondo la quale in riunioni svoltesi a Roma dal 22 al 24 febbraio, quando ormai Cavallero era stato sostituito dal Generale Ambrosio come Capo di S .M. Generale, fu deciso che ad un anno dalla consegna dei disegni alla Fiat Ansaldo s i sarebbe iniziata la costruzione del veicolo, raggiungendo entro 18 mesi una quota mensile di 50 carri completi con la c lausola che, non appena raggiunti i 25 esemplari, la d ifferenza dovesse andare ai tedeschi. G li italian i furono anche informat i che, nell ' autunno '43 sarebbe stato pronto il Pantera Il , peraltro mai realizzato se non come prototipo . Più tardi (i disegni del mode llo definit ivo P. 43 bis, armato con il 90 mm recano la data del 28 aprile 1943), la Fiat propose un suo nuovo progetto, ispirato al mode ll o tedesco, il P 4 3, poi ordinato in 150 esemplari e il cui prototipo doveva essere pronto per l 'ottobre del 1943 27. Si pensava anche ad un acqu isto diretto di carri Pantera, ma, in effetti, gli unici provvedi menti presi negli ultimi mes i di gue rra furo no la realizzazione del nuovo semovente M.43 (ordinato in 454 unità) e l'abbandono definitivo, dopo la perd ita dell ' Africa, dei prototipi di carri ed autoblindo coloniali (M. sahariano e AB 42). Intanto, era rallentata la produzione dei carri in commessa. Per deficienza di energia elettrica e di carbone, si era registrata una diminuzione nei mesi di settembre, ottobre e novembre. Essa f u, in quest ' ultimo mese, di soli 39 carri M, 14 carri L e 13 semoventi da 4 7. Nessuna autoblindo. E, proprio quando ci si stava risollevando dalla crisi, erano sopravvenuti i bombardamenti aere i. Le conseguenze r isul tano dal! ' al legato Documento N. 28. Lasc ia perpless i la proposta del l'Ansaldo (dicembre 1942) cli incrementare la produzione 1943 a 1735 unità(750 carri con 47/40 e 1020 con 75), quando poi la produzione di gennaio sarà complessivamente di appena 40.

26 Ai primi cli dicembre 1942, l'ingegnere Rocca aveva già informato che «i primi esemplari del P 40 hanno il motore diesel. Quando la produz ione sarà avviata. si prenderà in esame la trasformazione a benz ina.» 27 Comitato per la Storia cieli' Artiglieria Italiana, Storia dell'artiglieria lraliana, XV, Roma 1953, p. 552.


54

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATHMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Il 1943 iniziava qu indi sotto pessimi auspici e con nuovi elementi di incertezza. Da quanto s i apprende dal Diario del Maresciallo Cavallero, in una riun ione allo S.M.R.E., s i fece il punto sulla situazione; in un documento datato 28 gennaio 1943 (Programma Esercito 1943, inA.AA.)28, dove si prevedeva «il massimo potenziamento della produzione carri» si avanzavano caute previs ioni e s i affermava, erroneamente, che non esistevano «unità carri» (forse si intendeva dire, per usare una espressione d'oggi, reparti combat ready). Solo il 28 marzo, tuttavia, l'Ufficio Servizi I dello S.M.R.E., con foglio N. 313076 di prot. SEGRETO , dava un quadro completo dell'effettiva situazione: OGGETTO: Programma di allestimento mezzi corazzati su scafo M 42 ed M 43 per il 1943 (indirizzi omessi) Con riferimento alle decisioni adottate nella riunione tenuta il 15 c.m. , presso il Sottocapo di S.M. Intendente sul l'argomento in oggetto, si dispo ne quanto segue: J - Resta ferma la commessa comp lessiva di 1345 mezzi corazzati su scafi M 42 ed M 43 stabilita nell'ottobre 1942 di cui 144 (120 carri armati M 42 nomiali e 24 semoventi da 75/18) sono stati già introdotti. 2 - Dei ri manenti 1201 ( 1345- 144): b) i 710 di prevista introduzione nel 1943 dovevano essere - I00 carri armati M 42 - 6 1O semoventi e carri comando, b) i 49 1 d i prevista introduzione nel 1944 saranno tutti semoventi e carri comando, nelle proporzioni che questo S.M. stabilirà in prosieguo cli tempo; 3) In relazione a quanto sopra detto: - è revocato l'ordine cli allestimento di 36 carri munizioni, compresi gli 8 per semoventi eia 105/23 (f" 7023 del 24/2/43 della D.G.M.); - la commessa dei carri M 42 deve essere ridotta da 280 a 220; - la commessa complessiva di semoventi da 75/18, 75/34, 105/23 e relativi carri comando, su scafo M 42 ed M 43, è stabilita in complessive 1125 unità (24+6 l.0+491). Lo specchio allegato riporta la suddivisione nelle singole voci dei 7 IO ve icoli finiti di prevista introduzione nel 1943. 4) - Le D.G. in indirizzo sono pregate di uniformare al programma di consegne per il 1943, di c ui al predetto allegato, gli ordini relativi all'allestimento dei materiali di rispettiva competenza. Il Sottocapo cli S.M. Intendente F/to Mariotti

L'ultimo programma dal Sottocapo di S .M . intendente risale al 18 maggio 1943 e lo riportiamo integralmente.

28

Per la pane relati va alla situazione carri, v. Ceva-Curami, op. cit. 1° tomo, p. 44 1-442


POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZJ CORAZZATI

55

STATO MAGGIORE REGIO ESERCITO SOTTOCAPO DI S.M. INTENDENTE

Promemoria

N. 8975 di prot. P.M. 9, 18 maggio 1943/XXI

Oggetto: Programma distribuzione mezzi corazzati per il l 943 Allo S.M.R.E . - I - Il - III - IV REPARTO ALL'ISPETTORATO TRUPPE MOTORIZZ. E CORAZZ. ALL'ISPETTORATO ARMA D.l ARTIGLIERIA AL MINISTERO D ELLA GUERRA - Direzione Generale Artiglieria - Direzione Generale Motorizzazione

P.M. 9 ROMA ROMA ROMA ROMA

In relazione al programma di consegne di cui al f. 385251, in data 27 aprile e.a. , di questo S.M., Uffic io Servizi I, trasmetto i nuovi specchi di distribuzione dei mezzi corazzati, da sostitu ire ai 7 allegati al promemoria 1557 del 28 marzo e.a., che dovranno essere di strutti con le norme m vigore. Il presente promemoria e gli specchi annessi devono essere conservati con le norme prescritte per i documenti segreti. JL SOTTOCAPO DI S.M. INTEN DENTE F/to Mariotti


56

G LI AUTO V EICOLI D A COMBATfl MENT O DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Allcgaio I al promemoria n. 897S del 18-5-43 del S.C.S.M.I. PIANO DI DIST RI BUZI ONE CARRI M 42

Distribuzioni Fabbisogno

Esistenza al

12-5-43 Addcs1ramcn10

31

Rgt. V. E. II

63 + 12

XVI btg. XVII I btg.

18 + 2 18 + 2 18 + 2

18 + 2

46 + 8 194 + 26

3 146+ 17

XIXbtg. Bauagl ioni complementi

maggio

giugno

31 63 + 12 18 + 2 13 + I

S+ I 16 +3 21 +4

Termine delle introduzioni : giugno 1943

I numeri dopo il segno + :-;ono centri radio.

27 + 5 27 + 5


57

POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

Allegalo 2 al propemoria n. 8975 del 18-5-43 del S.C.S.M.J.

PIANO DI DISTRIBUZIONE SEMOVENTI DA75/18 DISTRIBUZIONI Fabbisogno

Esistenza

maggio

giugno

luglio

agosto

seuembrc

ottobre

-

al 12-5-43

Rg1. V. E. li Rgt. Lancieri Montcbcllo XVIII b1g. carri M I b1g.

78

71

7

-

-

-

12 + I

4+1

8

-

-

-

-

26

4

-

22

-

-

-

14 + 2

+2( 1)

14

-

-

-

-

Div. Sassari 14

-

2

8

4

-

-

-

RgL cavalleggeri Lucca

24+ I

+ I

-

-

-

37 +2

8+2

-

24

Addcs1rnmcnto e complementi

-

6

10

2

Il

205 + 6

87 + 6

31

30

34

IO

2

Il

2cp.

Tennjne delle introduzioni: ottobre 1943

I numeri dopo il segno+ sono carri com:lltdo

( I)- Accantonati presso il 433° btg. complementi.


GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

58

Allcg:110 3 :il pmpcmori, 11. K'l75 del 18-5--13 del S.C.S.M.I.

PIANO PI DISTRIBl!ZfONE SEMOVENTI DA7~/34 DISTRIBUZIONI B1g.c.c. per div. flr e c.p.c.c. per rg1. flr.

Fabbisogno

bcg.

I.$+ 2

2cp. I btg.

14 26 14 + 2

2cp. I blg.

14 14+2

2cp. I btg.

14 14 +2

2 cp. I btg.

I

81,1c:n7_a ol 12-5-43

ma"io

giu~no

IO

4 +2

luglio

ago<;IO

scnembre

ottobre

110,cmbrc

dicembre

Div. PASUBIO XTX blg. carn ~1

6 20

8 6

2

12 + 2

2

12 2

12+ 2

2

12 +

Oiv. SABAUDA

Oh. AOSTA

6

8+2

6

14+2

8 3

Il+ 2

2 CJ).

14

3

Il

I b1g.

14 + 2

4

Div. CALABRIA 14

Div. ASSIETIA 10 + 2

Div. BARI

2cp.

14

3

Il

I blg.

14+2

3

Il+ 2

2 cp.

14

3

Il

22 +7 57 + 9

f,3 + R

Div. NA POLI

A~mcnco e comple-mcn11

51 +45 27.,+59

1 • 13 I+ 13

10

10+ 2

l numeri dopo il segno+ :,onn C3rri com;mdo.

+5 32 +5

2+3 36 + 5

3+8 39+ IO

3+5 25 + 7

20+ 4


59

POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

Allegato 4 al propemoria n. 8975 del 18-5-43 del S.C.S.M.I.

PIANO PI PISJRJBl!ZIQNE SEMQVF.NTJ DA 105125 DISTRl8UZIONJ Maggio-giugno

luglio

12 +5

2+5

10

-

-

12 +5

2+5

-

IO-

-

12 +5

2

+5

10

12 +5

2

+2

12 +5

-

2

12 + 5

-

12+ 5 12 + 5 12 + 5

Fabbisog110

... gr.

..

.. ...

..

... .. ,,

..

dicembre

-

-

-

-

-

-

-

10+3

-

-

-

-

+5

10

-

-

-

2

+4

IO+ 1

-

-

-

-

-

-

4+5

8

-

-

-

-

-

4+3

8+2

-

-

-

-

-

4

8+5

-

-

..

12 + 5

-

-

... ..

12 + 5

-

-

12 + 5

-

56+ 7

200 + 67

··•

... ..

settembre

onobrc

novembre

agosto

-

-

2+5

10

-

-

2+5

10

-

-

-

2

10 +2

+3

5+3

3

-

3

5

5

35 + 4

13 + 13

17 + 7

30+ 12

35 +9

35 + 17

35 + 2

35 + 7

Addestramenlo e

complcmcnli

I numeri <lopo il segno+ sono carri comando.


60

GLI AUTOVEICOLI DA COMl3ATTTMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Allegato 5 al propcmoria n. 8975 del 18-.5-43 del S.C.S.M.I.

PIANO DI DISTRIBUZIONE CARRI P40

DISTRIBUZIONI

Fabbisogno

agoslo

senembrc

ot1o brc

novembre

d icembre

1944

20

4

5

-

2

4

5

.... b1g.

40 + 2

3+2

20

17

-

-

-

.... b1g.

40 + 2

3

-

Il

26 + 2

-

-

.. . blg.

40 + 2.

-

-

2

2

36 + 2

-

Addestramento

Allri btg. (eventualmente) e complementi

360+(1)

-

-

-

-

5-

355 + ( I)

500 +6

12 + 2

25

30

30 + 2

45 +2

360 + (I )

I numeri dopo il segno+ sono carri comando su scafo M 43 ( I )- I carri comando vcrnHrno tr.ltli da quelli dei btg. complementi di cui all'allegato 3.


61

POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

Allegato 6 al promemoria n. 8975 del 18-5-43 dd S.C.S.M.I. PIANO DI D ISTRIBUZIONE SEMOVENTI

DA 47/12 E C ARRI L40

Esistenza al 1215

Fabbisogno

DISTRIBUZIONI

carri cann.

carri

carri

carri

carri

carri

cdopl

cdocp

cann.

cdopl

cdocp

magg.

apr. giugno

lug.

agos.

seu.

o tt.

110\'.

dic.

1944

Semo1•. da 47132 CCXXX I II btg.

21

9

4

Il

3

4

16

CXXXI btg.

21

9

4

16

9

4

5

CCXXXUbtg.

21

9

4

I

I

5

74

34

21

3

I

137

61

33

30

14

-

-

19

8

-

Il

19

19

19

19

19

19

19

19

19

19

19

19

19

CXIII gr. compi. XL btg. bers. ( I pi.)

9

26

19

Carri 1.40

Cenlri addestramento

d"cmn.ua

-

-

-

10

8

2

65

25

2

6

6

6

6

6

6

2

75

33

4

6

6

6

6

6

6

6

Reparti carri L della 2' A .

IV gr. Alessandria XLbtg. bers. ( I cp.)

Semm'l'llli da 47/32

Carri L40

In conuncssa

460

444

Introdotti

ill

!!fil

178

42

Da introdurre

Termine delle introdui.ioni: dicembre 1943 • gennaio 1944


62

GLI AUTOVEICOLI DA COM BA"ITIMENTO DELL"ESERC ITO ITALIANO. VO LUME SECONDO 1940-1945

Allcgnlo 7 al pmmemoria n. 8975 del 18-5-43 del S.C.S.M.I. PIANO 01 DISTRIB UZIO NE A UTO BLlNDE Fabbisogno

esistenza a l 12-5-43

magg.

2 (2)

4 6

I

5

9 5

giu.

DISTRIBUZIONE lug. ago. sett.

OII.

nov.

dic.

1944

Mod. 41

Rgt. cavalleggeri Lucca

4

Nec. (d iv. SASSARI)

9

Nec. (d iv. PASU BlO) P.A.I.

9 10

Ncc. (div. SABAUDA) Nec. (div. AOSTA)

9 58

49

XL btg. bcrs. e V gr. Nizlll (complcmcmi)

31

I

Mod. 43 Autoblinde comando

50

Nec (div. ASSIETTA) Ncc. (div. BARI) Nec. (div. NAPOLI) Gruppo S. Giorgio Xl bg1. bers. e V gr.

Commessa mocl. 43: 380 360 abl. - 20 cam/11c Tot. commesse: 1104

9

9

Reparti Supcrsloda

Nec (div. CALABRIA)

Commesse mocl. 4 1: 724 644 abl. - 80 cam/tlc (20 (I) + 60)

I

9

1004 abl. - 100 cam/nc

8

Già introclollc e distribuite: 598

8

22

557 abl. 41 - 41 cam/11c Ancora eia introdurre: 506

5

9 9 9

3

5

5

30

6

5

di 20. già in1rodot1e e

4

distribuite ( 18 ali" A.S.

9 7

20

Nizza (complementi)

52

15

25

25

25

25

87 abl. 4 1 - 360 abl. 43 59 camioncltc (I) Sono quelle del l O 10110

9

9 40

4 99

5

25

25

13 7

227

25

257

per Sahara libico. 2 al rgt. arditi). (2) Da recuperare dal Nec sperimentale .


POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

63

Infatti, sin dal 20 maggio il Ministero dové contestare all a SPA una produzione di gruppi motopropulsori infer iore agli impegni assunti (dal mese di febbraio 1942, 20-22 uni tà per decade), e per i quali la Direzione Generale della Motorizzazione le aveva assegnato il 100% di materie prime29. Con l'occasione, la si avvertiva che in caso con trario essa si sarebbe resa "responsabile di una grave crisi nella produzione dei carri M". Il 2 g iugno, il Generale Ambrosie, nella speranza di influire su lla situazione o rmai d ivenuta critica, aveva ordinato il frazionamento delle commesse per l'introduzione delle migliorie ai materi al i in provvista e l'interruzione della costruzione di quelli superati in modo da indurre le industrie ad accelerare l'entrata in produzione de i nuovi tipi. Non diment ich iamo che il 30 marzo appena due mesi prima - lo stesso Arnbrosio con la segreta e urgente N. 830/Sv di prot. (OGGETTO: Produzione bellica) aveva raccomandato Si dia la precedenza all ' allestimento dei carri P e dei semoventi eia 105, e si acceleri la progettazione e la sperimentazione del nuovo carro avvenire, in modo che non nasca già superato.

Col trascorrere delle settimane, tuttavia, la situazione - indipendentemente dallo sfortunato andamento della guerra e del traumatico cambio di Governo - non dava segni di miglioramento in nessun settore. Il Ministero della Guerra si accorse che andavano pres i drastici provvedimenti ed il 16 agosto 1943 preparò un duriss imo PROMEMORIA PER S.E. IL CAPO DEL GOVERNO, relativo proprio alla Produzione mezzi corazzati. Lo riportiamo per intero: La produzione dei mezzi corazzati (semoventi e carri armati) non ha potuto essere incrementata come sarebbe stato possibile e necessario perché la SPA, preposta a ll'allestimento dei gruppi motopropulsori non ha mai mantenuto gli impegni ass unti, senza che ciò fosse giustificato eia ragioni inoppugnabil i e nonostante tutte le facilitazion i concesse dall 'Amministrazione Militare. In particolare, si precisa che rispetto alla prevista consegna di I IO gruppi al mese. la SPA ha prodotto in meno: - 16 gruppi in maggio; - 11 gruppi in giugno; - 53 gruppi in luglio. T utti i programmi formulati in tale delicato ed importante settore del nostro potenziale bellico non s i sono potuti, in conseguenza, attuare, tanto che lo S.M.R.E. ha rinunziato ad ogni previsione al riguardo. limitandosi ad assegnare le unità disponi bil i alla fine d i ogni mese. Questo Ministero, più che a deficiente organizzazione, attribuisce ciò a scarsa comprensione eia parte dei dirigenti della SPA dei doveri che l'attuale momento comporta, ché, se così non fosse, non s i spiegherebbe come tale Ditta abbia potuto produrre, per es. ricambi da esportare alrestero, quando no n era in condizione d i fornire nemmeno il 20% delle aliquote di ricambi per le quali essa aveva ass unto regolari impegni contrattuali con l'Amministrazione Militare. Il che fa supporre che la SPA abbia avuto più cura dei propri particolari inte ressi che di que lli supremi della Nazione in guerra. Ciò premesso, e dato che esortazioni, lusinghe e minacce a nulla finora sono valse, questo Ministero ritiene che occorrerebbe adottare nei riguardi di tale Ditta. costantemente inadempiente, provvedimenti di eccezione, quali per es.:

29

Lettera della Div. I, Sez. 3", Prot. 19733 a firma Girola, copia in A.AA.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBAT rIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUM E SECONDO 1940-1 945

- o il deferime nto all' autorità giudiziaria dei dirige nti, • o la m inaccia de lla nazionalizzaz ione de ll ' ind ustria, qualo ra in un de te rminalo periodo di te mpo da stab ilirs i a prio ri, la produzione non sia stata rico ndo ua alla normalità e gli impegni integralmente mantenuti.

A l 3 1 magg io 1943 erano conside rati ancora es istenti, in base a un tabulato de l M inis tero del la Guerra - Direzione generale della motorizzazione : - Carri leggeri L /40 e centri radio, L/35 - Carri M /40-41-42 e 43 e centri rad io - Semoventi da 90/53 - Se move nti da 75 s u scafo M/41 M/42 e M/43 - Carri comando per semoventi da 90/53 - Carri comando per semovent i da 75 e I 05 - Semoventi da 47 s u scafo L/40 - Carri comando per semoventi da 47 - Autoblinda 4 1-43 - Camionette 42 e 43 - Autoprotetto A.S. 37 - Autocarro blindato 665 - Rimorchi rinforzati per carri M/4 1 e M/42

982 675 30 404 15 96 223 84 574 75 102 11O 1287

M ancavano alcuni consumi non pervenuti dai vari fronti operativi. L' ultima situazione ri ntracciata, e che riportiamo in allegato (Documento N. 32/3) è anch 'essa carente in quanto : a) dai carri armat i non sono detratte le perd ite; b) il totale dei semoventi comprende veros imilmente i carri comando che non montavano bocche da fuoco. Come antic ipato, dal versante industriale ci sono pervenuti due documenti riepilogativi dell a prod uzione di mezzi corazzati , i due del! ' Ansaldo ( 1940-43 e 1943-45) che, come è stato rilevato anche da altri, forniscono dati che non concordano per qualche aspetto con altri di d iversa provenie nza. Il pri mo riguarda i so li mezzi alla produz io ne de i qual i e ra interessata la Società, e c i lascia perplessi in q uanto si cita un se movente da 75/34 su scafo M 43 che non risulta nemmeno progettato pri ma dell ' armistizio. Ri portiamo integralme nte quello del 1943-45 come Documento N. 38. Inte ressante è la tabe ll a del no vembre 1942 e laborata d all' Ansaldo a nche a riprova dei continui cambiamenti d i indirizzo della parte committente 30 , e il ciclostilato SPA del 5 gennaio

30 Lettera del!' ing. Lombardi ali' l ng. Rocca ciel 9 nove mbre 1942 co n 2 allegati. copia in A .AA. Ne l testo s i tras me tteva la s ituazio ne cronologica delle va rianti a lle o rdinazio ni dei ca rri arma ti. La ta bella comp rendeva tutti i carri M -P a cominciare dalla prima o rd inazione de l 16 no vembre 1939; il primo foglio chiudeva la s ituazione, abbasta nza semplice, fino al 7 maggio 1942 e nel secondo tutte le variazioni ufficiali e q uelle ufficiose trami te URO fUffic io Ro ma I. Si face va notare c he il s aldo al 5 nove mbre I 942 differi va dalle cifre indicate da l Ge nerale Girola all'l ng . Rosini per i segue nti quantitativi: - carri con 47/40 in me no 107 - semo venti 75/34 in più 59 - carri comando in più 12 = 157 - carri porta mu nizioni in più 36 S i evide nzia va a nc he c he pe r 157 dei 500 scafi P 40 o rd inati + 79 in o rdinazio ne, non e ra stata o rdinata la massa oscillante da 75/34.


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POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

1944 (Documento 37) che ne difende la politica in fatto di Meccanizzazione Militare. - Veicoli da Combattimento. Circa la produzione continuata per l 'Esercito gennanico, oltre che delle statistiche Ansaldo, disponiamo di dati parziali e contrastanti sia con quelli fomiti dalla stessa Società (la cui produzione non è detto si sia arrestata il 31 marzo 1945 e che qu indi non sono neanch'essi del tutto affidabili), sia con altri di fonte diversa. Anzitutto: Società Anonima Ansaldo - Genova Rapporto mese ottobre 194331 : [ ... ] Le Forze Armate germaniche banno, solo in parte, confermato le commesse belliche in corso di lavorazione. Allo Stabilime nto Fossati sono iniziati s u o rdine de lle autorità tedesche i seguenti lavori: - 55 semoventi da 75/18 - 80 semoventi da 75/34 - 60 semoventi da 105/25 - 150 carri annati P 40 - 3 1O autoblinde 43 - 300 corazzatine [sic] per autovetture LINCE - 8 littorine blindate. [... ] - Consegne: i principali lavori consegnati nel mese sono stati i seguenti: Artiglieria: 23 cannoni da 75/34 P 40 J 5 cannoni da 75/34 per semoventi 4 complessi da 90/53 per Marina 4 complessi da 135/45 italiana

1

f

23 novembre 1943 Rapporto mese ottobre 1943 - COPIA PER ISPETTORATO

[...l Fossati C irca il 2/3 de lle maestranze è occupato nella costruzione dei 150 carri armati P 40, ordinati dalle au torità tedesche dopo 1'8 settembre. Artiglierie Fegi no Nel mese di ottobre le Autorità militari germaniche hanno visitato nuovamente lo stabilimento. In seguito a tale visita vennero affidati allo stabilimento ordini importanti da consegnarsi entro breve termine e precisamente: - 73 cannoni da 47/40 - 55 cannoni da 75/18 - 150 cannoni da 75/34 per carri P 40 - 80 cannoni da 75/34 per semoventi - 144 cannoni e.a. eia 90/53

L. 4 .380.000 L. 9.432.500 L. 25.1 10.000 L. 16.920.000 L. I 02.960.000

consegna gennaio 1944 » » »

» » »

» » »

consegna marzo 1944.

Durante il mese nessun nuovo lavoro è stato iniziato. Per contro sono stat.i ultimati e consegnati alle ForzeAJmate Germaniche:

Le tabelle sono riportate in Pignato, N icola,/ me::,;:J coraz::,ati italiani 1939-1945, Storia M ilitare, 1996, pp. 14 e 15. 3I

ACS, lRI serie nera, B. 78.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBAlTIMENTO DELL.ESERCITO ITA LTANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

- 45 complessi e.a. da 90/53 - 43 complessi da 75/ 18 - 87 complessi da 75/34 per P 40 - 65 complessi da 75/34 per semoventi - 18 complessi da 105/25.

Milano, 24 dicembre 1943

Non si può concludere il discorso sulla produzione cli mezzi corazzati senza citare la nostra produzione di gomma sintetica. La sola Società Italiana Gomma Sintetica, con il suo stabilimento di Ferrara (1000 operai e 150 impiegati a Ferrara e 170 impiegati presso la direzione di Milano) ne produceva 7000 t annue, 1/3 del fabbisogno italiani. Si aggiunga il fatto che lo stabilimento d i Temi della stessa Società, già in notevole stato di avanzamento, era stato bloccato su ordine delle Autorità tedesche, le quali avevano asportato le principali macchine32. È ovvio che quanto presentato dimostra che la nostra capacità produttiva è stata sempre sfruttata molto al di sotto delle sue possibilità e che ogni paragone tra quanto realizzato in Italia e gli altri belligeranti è impossibi le. Perfino l' industria ungherese, facendo le debite proporzioni, ha registrato risultati migliori. Il generale Caracciolo di Feroleto accusò la Germania di aver esitato a consentire ai nostri stabilimenti di riprodurre in serie i suoi carri e i suoi semicingolati di mostratisi enormemente superiori ai nostri; poi, egl i sostenne, a concessione avvenuta avrebbe lesinato, quando non negato del tutto, le materie prime necessarie per costruirli; incolpò poi il suo successore De Pignie r, per aver ritardato l'entrata in servizio dei numerosi modell i «che escogitò, esaminò o fece costruire» durante il periodo in cui resse l'Ispettorato ed i tecnici delle Case costruttrici, che pur avevano a disposizione campioni di carri catturati, non sarebbero riusciti a produrre o proporre qualcosa di meglio. Uno studioso straniero, l'inglese Deakin. attribuisce anch'egli agli industriali la responsabilità cli essersi opposti alla dec isione di Cavallero cl i standardizzare la produzione su tipi tedeschi; costoro (almeno la Fiat-Spa), con un memoriale del gennaio 1944 ritorsero le accuse sui militari, i quali avrebbero impartito direttive inadeguate. In realtà, le colpe furono un po' di tutti, e l' industria non ne andò esente. Da quanto abbiamo potuto accertare, si può solo concludere che sia pri ma dell'entrata in guerra, sia durante il conflitto, e nonostante una certa continuità negli incarichi chiave (Fabbriguerra con Favagrossa, la Direzione Generale della Motorizzazione con Girola, l 'Ispettorato con de Pignier e via dicendo), non si vollero coinvolgere - come avveniva in Germania - tutte le Ditte che potevano contribuire allo sforzo bellico, v incendo, nel comune interesse, egoismi e diffidenze. E questo sin dal 1936-38. Il Generale Luigi Bongiovann i - come accennato in precedenza - aveva cercato d i suggerire, dopo i nostri insuccessi nei primi sei mesi di guerra, i rimedi perché la situazione non ven isse ulteriormente a precipitare. Nel suo memoriale Vincere la guerra, indirizzato al Capo del Governo il l 5 marzo del 194133, egli così scriveva: Non devesi, d ' altra parte , dimenticare che la produzione di aJmamenti non è che un aspetto della capacità industriale di un paese, vale a dire della sua ricchezza: nei quali campi, la situazione cieli' ltalia è cli assoluta inferiorità, nei confronti degli altri grandi stati. E la Gennania, con la popolazione men che doppia della nostra, ha un reddito nazionale annuo sei volte quello italiano; la produzione normale ghisa e acciaio, indice del potenziale dell'industria,

32 ACS,

IRI serie nera, B. 78. L' inizio del l' attività produttiva era così rinviato alla fine della g uerra, sempre che se ne ravvisasse l'opportunità. 33 NARS T-801, Roll 260, frames 375-444.


POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI

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può valutarsi a 2 per l'Italia, a 20 per la Francia, a 40 per la Germania ecc. Ma, quando la materia scarseggia, il criterio distri butivo assume tale capitale importanza. Io penso che questo criterio non debba essere lasciato agli uffici tecnici e nemmeno ai ministri delle diverse branche delle Forze Armate, ma debba costituire una delle prerogative del Capo di S.M. Generale, al quale dovrebbe altresì competere la decisione dell 'ordine di precedenza delle fabbricazioni di guerra.

Questo, ci permettiamo di osservare, sempre che tale personaggio avesse la necessaria competenza tecnica, come forse era il caso di Cavallero, non certo de l s uo predecessore Badoglio. Ma, secondo un altro Generale (Antonio Sorice) uno dei motivi dell'impreparazione sarebbe dipeso dalle d iffe renti vedute di Pariani , il quale sosteneva che l 'i ndustria naz ionale dovesse adeguarsi alle esigenze dell 'amministrazione militare, mentre Dallolio era invece convinto che la stessa dovesse contenere i suoi programmi entro i limiti della produttività delle industrie. Altro motivo potrebbe essere l'acquiescenza dettata da ragion i di opportuni tà e di carriera dei responsabili delle Forze Armate alle direttive politiche, talvolta in contrasto con i pareri de i tecnici. Ma soprattutto fu l'organizzazione della produzione a risultare inadeguata. È illuminante, a tal proposito, quanto affermò pubblicamente l'ing. Rocca, amministratore delegato dell 'Ansaldo, parlando ad una riunione degl i industriali di Torino il 20 marzo 1943. Egli, dopo aver ricordato che «la produzione beli ica del 1942, con la quale si fa la guerra del 43, è[ra] stata assai inferiore alle necessità ed alle aspettative della guerra ed alle possibilità dell' industria», si dichiarò fiducioso che la creazione del Minis tero per la produzione bell ica potesse migliorare la situazione. A tale scopo suggeriva l'accentrame nto de l comando della produzione e la nomina d i un responsabile per ciascun settore. Dopo avere ricordato che occorreva inoltre ( <<Vi è troppo sparpagliamento di imprese in Italia») la concentrazione delle aziende ed una rinnovata organizzazione, nella consapevolezza - da parte d i tutti - che il te mpo giocava a nostro sfavore, Rocca concluse la sua ]unga disamina ribadendo la sua tesi: «l'industria italiana ha ancora grandi margini di capacità non sfruttate» . Resta oltremodo difficile peraltro, pur dopo avere esaminato tutto quanto è emerso circa rivalità tra le aziende, direttive non sempre coerenti da parte delle personalità ed e nti preposti, insufficiente organizzazione produttiva, individuare il principale motivo per cui la nostra produzione di mezzi bli ndo-corazzati ris ultò assai modesta per quan ti tà e quali tà. Questo dato di fatto fu chiaro sin dai primi mesi di guerra, ed è lecito chiedersi se, vista la scarsa collaborazione tra politici, militari ed industriali, non sarebbe stato più conveniente accordarsi con l'industria germanica del settore per passare gradualmente alla riproduzione dei suoi modelli migliori sin da allora, magari adattandoli (se ciò fosse stato possibile in breve tempo) alle nostre esigenze ed ai nostri teatri di operazione. In momenti in cui era in gioco non solo il prestigio ma lo stesso futuro della Nazione, doveva essere chiaro che questa era la strada da percorrere.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

~-I - Il medio M 13/40 fu l'unico tipo cli carro prodotto nel primo a nno di g uerra all'Ansaldo. Qui ne vediamo un lotto (38 unitĂ ) pronto pe r la consegna a Genova il 4 ottobre 1940.

2 - Ansaldo, Genova, fine 1940. Carri M 13 cli una nuova serie ricevono gli ultimi controlli prima della consegna.


POLITICA E PRODUZIONE DT MEZZI CORAZZATl

3 - La linea finale di produzione dcli' Ansaldo nel settembre 1942. S i approntano le autoblindo 41. ln primo piano, semoventi da 75/ 18.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ES ERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

4 - Can-i L 40 pronti per la consegna alla SPA di Torino. Al centro, autocarri coloniali A.S. 37. Va ricordato che la SPA rimase per tutta la durata de l conflitto, la sola produttrice in Italia cli motori per carri armati. La fotografia risale con tutta probabilitĂ alla fi ne del 1941.

5 - I carri armati ed i semoventi su scafo L 40 venivano invece prodotti interamente alla SPA di Torino. Questa immagine ciel 7 ottobre 1942 mostra dei semoventi eia 47/32 in procinto di ricevere cingoli e armamento.


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rIl •

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..... ...

6. A causa delle incursioni aeree, gli stabilimenti Fiat furono in gran parte decentrati e vennero approntati raccordi stradali e ferroviari. Qui, dall '«A lbum fotografico presentato al Duce il 3 luglio 1943», un padiglione-officina per carri armati a Lenta (VC).

7. Questa immagine de l C.S.M. mostra l'evoluzione nell'armamento delle GG.UU. corazzate: dal carro L 35 ciel 1940 a quello previsto se nel 1943 non fosse sopraggiunto I' Am1istizio, il Pantera.


/


L'IMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE Durante la Seconda Guerra Mondiale, reparti corazzati dell' Esercito italiano agirono su tutti i fronti sui qual i si combatté, parteci pando alle -

operazioni alla frontiera alpina occidentale (1 I /25 giugno 1940); operazion i sul fronte greco-albanese (28 ottobre 1940 - 23 aprile J94 1), operazioni in Balcania (tenitori ex jugoslavi), dal 19 aprile 1941; operazioni in Africa Settentrionale (dal 1° g iugno 1940 al 13 maggio 1943); operazioni in Africa Orientale Italiana (dall' 11 giugno 1940 al 26 novembre 1941); operazioni in Russia (dal 22 giugno 194 1).

A partire dal luglio 1943, e fino al 1° maggio 1945, l'intero territorio nazionale divenne teatro d i g uerra, ancorché le operazioni di elementi corazzati italiani siano state in questo periodo sostanzialmente episodiche. Va ricordato che nel solo periodo dalI' 11 g iug no 1940 al 13 maggio 1943 furono distrutti o catturati N . 5.833 tra carri armati ed autoblindo nemiche, un numero certamente superiore a quello dei mezzi meccanizzati da noi complessivamente impiegati 1.

Africa Settentrionale All'inizio de lla guerra, erano a disposizione dello S.M.R.E. tre d ivisioni corazzate, una delle quali in Albania. Terminate le ostilità sul fronte occidenta le, una di queste fu trasferita in Africa Settentrionale, c he divenne - come affermato dal Capo di S .M.G. Badoglio il 25 giugno 1940 nel corso di una riunione da lui convocata - il principale teatro d i g uerra. Non è questa la sede per rievocare ed esaminare le vicende dell a g uerra ita liana sul fronte africano2, ma ci limiteremo ad esporre le condizioni e i provvedimenti presi per adattare un esercito, studiato ed addestrato principalmente per operazioni al le frontiere alpine, al nuovo ambiente operativo. Sebbene nel periodo immediatamente precedente al conflitto vi fossero state esperienze che non s uscitarono preoccupazion i circa le possibilità di util izzare grandi unità motomeccanizzate in quei territori, non si provvide a trarne le necessarie conseguenze. Il programma d i potenziamento dell'esercito vedeva infatti al primo posto la motorizzazio ne (mobi lità) quindi il rinnovame nto dell 'artiglieria (potenza di fuoco) e, per ultimo, i nuovi carri armati. Non vi e rano state dislocate grandi unità carriste (solo un battaglione carri L per ognuna delle d ivisioni naz ional i e pe r d i più con scarso addestramento). Dei 7 battaglioni preventivati (42 cani L ciascuno) alcuni erano ancora mancanti al 1° novembre 19393.

l Stato Maggiore. Esercito.

/O giugno XVIJI-XXI - Nella ferrea certe::.::.a de i destini della Patria. Milano I 943,

p. 20. 2 S.M.E. - Ufficio Storico. Montanari Mario. 3 Per effetto della mobilitazione:

Le operazioni in Aji·ica Se11entrio11ale Voi. I, Roma 1990.

- [I XX Btg. Carri L (Tripolitania) creava il LX btg. Carri L per la Divisione Sabratlto e il LXI btg. Carri L per la divisione Sirte;


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Il 13 gennaio 1940 il Maresciallo Balbo4, prospettando la necessità di un'offensiva verso l'Egitto, richiedeva Come mezzi occorrenti, per ora indico l'approntamento di una divisione corazzata di rinforzo, sussidiata da elementi celeri blindati; necessari assolutamente saranno reparti di carri armati con canno ne, dato che gli inglesi ne sono ben provvisti e sono quindi in condizione di dominare - sul campo di battaglia - i nostri mezzi corazzati.

È noto che Pariani (novembre 1938) aveva proposto di realizzare nella colonia un arsenale per riparazioni di artiglierie ed anni portatili, un cartuccificio, due officine principali e quattro secondarie per le riparazioni automobi listiche. Mussolini vi si oppose, in quanto già erano state spese - dal 1937 in poi - enormi somme per il potenziamento della Libia. Come criteri operativi, era previsto all' inizio un atteggiamento difens ivo a ovest ed offensivo a est; ma presto si optò per il mantenimento della difensiva anche a est. Pariani5, c he aveva elaborato appena il 30 ottobre 1939 le sue Direttive per l'offensiva in Egitto e le aveva inviate a Badoglio pregandolo di trasmetterle a Balbo perché compilasse, su quelle basi, i suoi Piani di Copertura e di Radunata, se le vide rigettare da Badoglio - che le ritenne basate su una valutazione della situazione in A.S. non più ri spondente alla realtà - il 15 novembre . Questi dispose con lo stesso foglio che tale progetto ven isse riesaminato. Graziani , che il 3 novembre aveva sostituito Pariani come Capo di S.M. dell 'Esercito, s i dichiarò incerto sulla validità del piano e non venne in aiuto di Balbo, il q uale però rimaneva libero di studiare l'offensiva «in caso di condiz ioni eccezionalmente propizie», ma contando sulle proprie forze. Una volta entrati in guerra, il Maresciallo ritornò al s uo progetto e finalmente ottenne la promessa di inviare in Libia la divisione corazzata Centauro, promessa che con vari pretesti non fu più mantenuta. Gli ordini di Badoglio confermarono la difensiva con compiti ancor più riduttivi rispetto al Piano di Radunata 12 e che impedivano la conquista di Sollum. Il 16 g iugno lo stesso Balbo prospettava la sua deficienza di mezzi di manovra sottolineando come avesse di fronte, tra l'altro, una divisione corazzata con 360 tra autoblindo e carri medi. Dichiarava altresì che se fosse stato il comandante inglese, sarebbe stato, già dal giorno prima, sotto Tobruch. Il 20 gi ugno Balbo tornava alla carica ri volgendosi d irettamente a Badoglio. Premesso che non avendo ricevuto rinforzi - aveva «spogliato la 5" Armata di truppe e di mezzi» [primo esempio di quanto un esercito serio non dovrebbe mai fare , pure se in questo sarà incoraggiato il 286 dallo stesso Capo di S.M. Generale], chiedeva che gli venissero inviati una cinquantina di carri tedeschi ed altrettante autoblinde. Essi avrebbero costituito - egli aggiungeva - «la punta di acciaio dell 'offens iva che vogliamo condurre contro l'Egitto». Il Duce avrebbe dovuto intercedere per questo «piccolo dono» presso l' alleato. Arrivati a

- il XXI Btg. Carri L (Cirenaica) creava il LXII Btg carri L per la Divisione Marmarica e il LXIII btg. Carri L per la Divisione Cirene. Affluirono dall'Italia il 4° rgt. Carri M 11 (I° e Il° Btg.) per la I O" Armata e il TX Btg. Carri L per la «Divisione Libica». Quest'ultimo fu semidistrutto con la Colonna «D'Avanzo» durante una ricognizione il 16 giugno 1940 (cfr. Pignato, Nicola , La Colonna d'Avan::.o, in Storia Mi litare N. 55, Aprile 1998 pp. 26-36). 4 Comando Superiore FF.AA. A.S. - Stato Maggiore, n° O1/200063 Op., Tripol i J 3 gennaio I940/XV111°. ARGOMENTO. = Questioni varie riguardanti le/orze armate delf'A.S. (A.C.S., Carte Graziani). 5 Ministero della Guerra, Comando del Corpo di S.M. Ufficio operazioni Il - Sezione 2", fogl io n. 7502 SEGRETO in data 30 ottobre I 939. A.C.S., Carte Graziani Scat. 55, fascicol i 7/8. 6 Telegramma n° 979 op., ibidem.


L"IMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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Trieste, i mezzi sarebbero prosegu iti in treno per Siracusa proseguendo infine da quel porto, con un piroscafo rapido, per Bengasi-Tobruk. Intanto Badoglio, a seguito dell' armistizio con la Francia, autorizzava finalmente Balbo alla preparazione dell 'offensiva e, il 25, gli comunicava l'invio imminente dei carri medi. 11 28 giugno, quindi, giungeva l'ordine di essere pronti a muovere per il 15 luglio7 . Ma il Maresciallo Balbo non poté leggere il telegramma perché caduto con l'aereo mezz'ora prima. Il testimone passò s ubito, come si sa, al Maresciallo Graz ian i, il quale dopo un'altalenanza di ordini, contrordini e ri nvi i e dopo avere ricevuto l' Il luglio due battaglioni d i carri M, aveva preso qualche timido provvedimento per ristrutturare la sua componente corazzata, poté essere pronto all'azione, sia pur con obbiettivi limitati (S id i Barrani). La situazione di qualche g io rno prima (8 luglio) era la seguente: IX btg carri L 46 carri - 17 perduti in combattimento (ora 29); 46 (al corrispondente C.d'A.); XXII » » » 46 (alla Divisione Marmarica); LXII » » » » » 46 (alla Di visione Cirene), LXIII » Rinforzi: a) avuti dalla 5" Armata: XX btg. carri L LXI » » »

50 (alla l " Divisione Libica) 46 (alla 2" Divisione Libica)

b) in arrivo dall'Italia: 4° rgt. ftr. carrista

14 + 14 carri L 70 carri M

In base alla p ropria valutazione delle forze contrapposte (Documento N . 2/2), durante la preparazione dell 'offensiva, non disponendo di gruppi tattici corazzati, la 10a Armata ordinò la formazione, su direttive dello stesso Graziani e per il 15 agosto, di una «colonna celere corazzata»8. Essa era così composta: - Comando; - 1 battaglione motociclisti (su 2 cp.); - 2 btg. Carri L ; - 1 btg. + I cp. Carri M; - 2 gruppi, ciascuno su 2 btr da 75/27 con TL; -1 btr. da20e 1 cp. da47; - I sezione radio con 6 stazioni RF 3C e I R4A, - 1 plotone artieri di anesto; - l plotone chimico con nebbiogeni su autocarri; - 4 autoambulanze. La colonna durò solo 4 g iorni ; Graz iani la fece sciog lie re con telegramma il 19 agosto , perché «finirebbe per risultare organismo pesante [sic] e detrarrebbe molti mezzi cli fuoco a i corpi d 'armata». 7 Ibidem.

8 Comando 10" A rmata - Stato Maggiore, N. O1/641 1, 13 agosto, al i'OGGETTO: Colonna Celere Cora::.::.a1a, a finna Generale Comandante (M. Berti).


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Altra iniziativa, sempre dello stesso Maresciallo Graziani e, come la precedente, non del tutto e rrata, fu quella di provveders i dal 29 agosto di una riserva corazzata, riunendo, nel Comando carri armati della Libia agli ordini del Generale Babini, due raggruppamenti carri, ciascuno su un battaglione carri medi e tre leggeri, agli ordini rispe ttivamente del Colonnello Aresca e del Colonnello Trivioli. Purtroppo, tale accentrame nto fu limitato a motivi addestrativi e cli controllo e quindi l' unità di formazione, che aveva avuto peraltro ben poco tempo per prepararsi, finì per essere nuovamente disgregata per l'impiego, con risultati tutt'altro che favorevoli. Il g iorno 13 settembre cominciò l'avanzata oltre confine; l'azione, per carenza di addestramento e per mancanza di coordinamento, raggiunse i suoi obbiettivi praticamente senza opposizione e in modo caotico, ben diverso dal l'esaltante relazione invi ata al Comando Supremo. L e truppe sostarono in attesa di nuovi mezzi, della costruzione di un acquedotto e di una strada. L'organizzazione dei capisaldi fu manchevole - presentava ampi varchi - e favorirà, come vedremo la controffensiva del nemico. Si apriva nel frattempo una nuova questione: quella dell 'aiuto tedesco. Non è acce rtato se Badoglio abbia effettivamente passato a Mussolini la richiesta di mezzi corazzati tedeschi, mal ' Addetto Militare a Be rlino, Generale Marras faceva conoscere il 3 settembre la disponibilità de l vicecomandante dell 'Esercito tedesco, Generale Jodl, ad inviare a breve scadenza (pro nte nei porti d ' imbarco italiani entro sei settimane dalia decisio ne), una o due divis ioni corazzate . Queste porterebbero il contributo delle proprie esperie nze e, operando fuori del l'estate, non sarebbero ostacolate dai forti calori 9.

L a lettera fu trasmessa il 7 a G raziani dal suo vice Roatta, con l ' alternativa di accettare una G.U. ridotta (ma non nei carri) o di richiedere solo il materiale per 3-4 battag lioni (150-200 carri pesanti lsic ma medi, pe rché sappiamo che all 'epoca la Germania non ne possedeva]) più un certo numero di autoblindo pure pesanti , il cui personale italiano però non sarebbe stato pronto se non due mesi dopo il loro arrivo. Il 24 ottobre Graziani prendeva posizione su ll 'argomento, non man ifestando particolare entus iasmo al riguardo e la cosa finì lì, pur se era stato avvertito da Roatta che, in fatto di can-i medi, non poteva sperare nell'invio d i più di un battaglione carri M ogni due mes i. li giorno 29, il Capo di S .M.G. scriveva a Graziani che il Duce aveva «declinato a Fiihrer l' invio deHa divisione tedesca», che l' avanzata si doveva fermare una volta conquistata Marsa Matrub e che lo stesso Capo del Governo avrebbe «interessato lo S.M.R.E. per l'invio di quanto è richiesto, salvo le autoblindo che non abbiamo e che i tedeschi non ci possono dare». Intanto, il tempo passava e il comando britannico riceveva i necessari rinforzi. Così , se a lla 10" armata g iunse ai primi di ottobre il III Btg. Carri M 13-40 (37 carri), mentre l'arrivo di un altro era preannunciato, quelli che essa aveva a d isposizione (nom inalmente 417 alla fine di sette mbre) ven ivano logorati in azioni di disturbo e che quasi sempre si risolvevano a nostro sfavore, proprio mentre i nostri avversari potevano accantonarne di nuovi e più potenti. L'azione su Marsa Matruh doveva avere, come punta, una brigata corazzata. Mentre Graziani comunicava il 14 novembre a Badogl io di non avere i mezzi necessari per formarla, appena il giorno dopo, il 15, questi a Innsbruck rifiutava nuovamente l'offerta di una potente d ivisione te-

9 R. Ambasciata d'ltaiia. Berlino, Ufficio clell"acldetto militare . 3 settembre 1940 XVII[. lettera al Capo di S. M. Generale. ACS, Carte Graziani, B. 58.


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desca, compromettendo in tal modo non soltanto le sorti della imminente battaglia, ma offendendo a nche l'alleato, per calcolo o - s i spera - per malinteso o rgoglio . È evidente pe rò che a causa delle sue modeste esperienze, anche il Maresciallo Graziani era convinto che una G.U. corazzata s i potesse otte nere mediante reparti ri uniti alla meglio con un tratto di penna, giacché proprio qualche giorno dopo il rifiuto dell ' offerta ciel Feldmaresciallo Ke itel , il 18 novembre, egli ordinava, sulla base di un progetto stilato pochi g iorni prima, di organizzare una brigata speciale di formazion e, da costitu irsi il successivo 25 a M arsa Luch (Docume nto N. 4).

La Brigata Corazzata Speciale È interessante osservare come il progetto di tale G.u. 10 apparisse più pote nte- naturalme nte in linea teorica- delle normali divisioni corazzate italiane dell'epoca. Ne diremo più a vanti. C ontemporaneamente (l' 11 novembre), in vista della ripresa dell'offensiva, il Comando d'armata impartiva nuove direttive 11 d ' impiego. Dopo aver ricordato la conformazione ciel terre no, nel complesso uniforme e desertico, pressoché privo di appigli tattici di una certa importanza e che offre buone possibilità di vista e di tiro solo però se ci s i e leva di qualche metro sfruttando le ondu lazioni, i ciglioni e con mezzi di circostanza. Rete di comunicazioni rappresentata da una rotabile e scarse p iste. Percorribilità del terreno fuori strada discreta. specie in corrispondenza di zone e di piste non ancora percorse da autocolonne o da grandi masse di automezzi. Non mancano però i tratti ove il pericolo di insabbiamento è possibile

e che se meno forti in mezzi corazzati, lo eravamo cli più in artiglieria. Si raccomandavano formazioni di marcia poco vulnerabili da terra e dall ' alto, garantendo comunque I' i mmecliato inte rvento d i controcarri e artiglieria. L'esp lorazione doveva essere sostenuta da nuc le i di carri armati, la G.U. articolata a blocchi, possibilmente a losanga con intervalli tali da limitare l' azione aerea e di consentire l'azione delle artiglierie. Eventuali interventi di meccanizzati avversari andavano arrestati col fuoco delle armi su autocarri, dando il tempo di .inte rvenire alle restanti armi . Le colonne si dovevano appogg iare a vicenda. Avvicinandos i la fase decis iva, le unità dove vano fo rmare una o più masse d ' urto e di manovra. Si ricordava che «non esiste aggiramento anche se il nemico è alle nostre spalle. Ad eliminarlo penseranno le unità restrostanti». Accurate dovevano essere le misure controae re i, di collegamento con la nostra aeronautica e la organizzazione logistica. In caso s i dovessero assume re atteggiamenti difensivi , ci s i doveva organizzare in capisaldi di notevole larghezza (un battaglione ed uno o più gruppi), ripartiti in centri di res istenza, a distanza tale da potersi appoggiare reciprocamente. Ciascuna G. U. doveva far percorrere, giornalmente, la zona c ircostante in un raggio più o meno ampio da colonne celeri. Queste dove vano essere di forza consistente e proporzionata agli scopi da raggiungere, dotate di mezzi di fuoco per azione controcarri e controaerei nonché di radio; ogni G .U. doveva tenerne un ' altra pronta per qualsiasi eventualità.

IO Il documento ufficiale della nascita della Brigata corazzata speciale è riportato integralmente in Ceva-Curami, op. cit .. Tomo 11 p. 216. 11 Comando 10" Armata - Ufficio o perazioni, N. OI /9500 cli prot. in data 11 novembre 1940 XIX, alt 'OGGETTO: Direttive di carattere operativo, a firma M . Berti.


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In particolare: L'azione delle armi anticarro (comprese le artiglierie quando vengono impiegate contro mezzi meccanizzati) deve svolgersi a breve distanza (non superiore a 1.000 m., meglio se intorno a 500 m.) se si vogliono avere effetti sensibili, ed i proietti perforanti devono essere sempre a portata cli mano. Per i cannoni eia 20: approntare cartelle costituite alternativamente da un proiettile perforante e due proiettili controaerei, e cartelle tutte cli proiettili controaerei.

Nulla si diceva circa l'impiego dei carri. A Sidi Barrani, come si vedrà, i capisaldi non poterono appoggiarsi fra loro e questi crite ri erano stati del tutto disattesi. S in dal 18 novembre se ne ebbero le avvisaglie, che portarono allo scontro cui parteciparono due colonne (una con 27 carri M) 12, poi salvate dall'intervento di una terza e dall 'aviazione. Quanto sopra dimostrava c he ormai ne mme no una colonna rin forzata riusciva a garantire la s icurezza tra i capisaldi. L'unica possibilità di contrastare efficacemente i carri da fanteria Ma tilda II da 24 t, gli un ici superiori ai nostri M 11 del Generale Maletti, ma dei quali non s i sospettava peraltro la presenza, sarebbe stato un opportuno schieramento di almeno parte dei 44 pezzi da 75/46 recente me nte arrivati , i quali e rano stati invece dispe rs i tra Bardia, Cirene e Tobruch per la difesa contraerea di quelle local ità 13. Ancorc hé i 48 pezzi da 105/28 (solo a S id i Barran i erano disponibili 3600 granate di questo calibro, più altre in numero impreci sato presso un deposito del XXIII Corpo d' Armata) avrebbero potuto batterli con eguale successo. Invece, gli stessi comandanti non nascondevano la propria sfiducia nei propri mezzi. Il Generale Bergonzoli, il 13 ottobre 1940 scriveva in una sua relazione: [...] V° Carri armati. l carri L da soli non possono affrontare la superiorità tecnica dei mezzi meccanizzati nemici. Possono agire solo in concomitanza con i carri M. Questi ultimi dovrebbero perciò essere ripartiti in 2 aliquote: Una prima per azioni accentrate a massa in una direzione prestabilita; una seconda ripartita tra le grandi unità per azione in comune con i carri L cli cui le stesse dispongono. Nulla vieta che nel corso dell'azione, quando la massa di carri armati fosse chiamata ad agire in favore di unità, che essa venga rinforzata eia carri M. Come s i sa, non si pensò ad utilizzare né i 75/46 né il 105/28 in funzione controcarri e ben presto le difese italiane furono completamente travolte; il 9 dicembre a Nimewa il II 0 battaglione M 11 fu sopraffatto senza combattere. Subito dopo andarono perduti , inoltre, il IX carri L con la 2" Libica, il LXII carri La Bug Bug e il XX carri L all 'Halfaya. In iziò quindi la ritirata lu ngo la litoranea, che avrebbe potuto essere effettuata senza eccessive perdite e salvando fors 'anche le guarnigioni di Bardia e Tobruch solo si fosse impiegata con criterio la Brigata corazzata. Questa fu talmente trascurata c he q ua ndo arrivò il 10° rgt. Bersaglieri a le i destina to, esso fu mandato altrove. Del resto - lo ricordia mo a titolo di curiosità - la sua costituzione non era stata sanzionata dall o Stato Maggiore, il quale però, come s i fa notare in un articolo che ne rievoca le sfortunate vicende 14 , ne d ichi arerà poi lo scioglimento a distruzione avvenuta.

12 13

Montanari, M., op. cit. p. 156. Non poteva essere sfuggito allo S. M. l'i mp.iego eia parte tedesca di pezzi controaere i per il tiro terrestre, contro i «Matilda» li in Francia ne l maggio 1940. 14 Pirrone, Giorgio, La brigata corazzata speciale in Africa settentrionale, in Rivista Militare, n. 3/79 p. 106.


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L' 11 dicembre la brigata medesima, incompleta e di efficienza discutibile in quanto tuttora in addestramento, era stata messa a dispos izione della 10" Armata, con soltanto il LI carri Led il III M 13. In seguito, nella seconda metà di gennaio, fu raggiunta dal V battaglione M 13. Gli altri reparti di cui disponeva erano il 12° rgt. Artiglieria, il XX gr. da 75 C.K., un battaglione bersaglieri, 2 cp. da 47/32, due btr. da 20, un nucleo misto genio, uno s ussistenza. Più tardi , come vedremo, poté ricevere in più una sezione autoblindo, una compagnia lanciafiamme ed un raggruppamento per l'eventuale supporto. Il comandante, Generale Miele, aveva richiesto, il 9 dicembre, anche un plotone carri L 3/lf del XX btg., ma il Capo di S.M della 10", Generale Giuliano, non volle concederglielo. Lo stesso giorno 11 iniziò - more solito - lo smembramento e l' inutile logorio delle componenti: del III battaglione, due compagnie furono inviate a Sollum e poi a Sidi Azeiz e la restante all' Halfaya. Fu poi dato ordine di ritirare il battaglione da Sidi Azeiz a Bardia 15. Intanto il nuovo C.S.M. Generale Cavallero rassicurava telegraficamente, in data 19 dicembre il Maresciallo Graziani, circa rinforzi in carri armati, con questo telegramma: da Roma STAMAGE

a Supercomando A.S.l. C LR ENE

f...] Per ordine del Duce si provvede urgente invio Tripoli rutti i cani ammi mod. 13 [sic, ma M 13] disponibili [...]

Intanto, nella piazzaforte di Bardia erano rimasti la compagnia M 13 (già sull' Halfaya) e due btg. carri L (LXI e LXII). Di questi si salverà solo il primo con un'audace sortita il 15 dicembre. Proseguendo la marcia, con il Generale Babin i al comando della G.U. (dal 22 Miele era d ivenuto Capo di S.M. della 10a Armata - passata nel frattempo agli ordini di Tellera), furono lasciati a Tobruch i superstiti M 11 del 1° battaglione ed il comando del 4° rgt. canisti e ci si diresse verso Ain el Gazala. Fermatisi a Mechili, per riorganizzarsi e rimettere in sesto i carri grazie alle 3 officine 16, si approfittò del l'occasione per sistemare le mitragliatrici da 12,7 su alcuni carri Le sulle 6 autoblindo. Tuttavia gli ingles i erano ormai vicini: il 24 gennaio, la brigata, rinforzata da un raggruppamento motorizzato (Col. Piana) sbloccava il presidio di Mechili sostenendo il suo primo ed unico vittorioso combattimento. Riuscì infatti ad allontanare gli assedianti mettendo fuori combatti mento 15 dei loro carri, ma subendo la perdita di 6 o 7 M del V. TI 3 febbraio, sùbito dopo un attacco aereo che si era abbattuto sul comando uccidendo il comandante del 2° Rgpt. carri, la brigata Babini, cui era stato sottratto il raggruppamento Piana, riceveva l'ordine di dirigersi a Barce per la gebelica meridionale, per essere poi avviata a Bengasi. Giunta a Ghemines il 6 febbraio, vi trovava in sosta l'autocolonna della 10" in ritirata ma, anche, a 55 km daAgedabia, i primi elementi avversari che avevano s barrato la Via Balbia. Per motivi non chiari, il VI e il XXI battaglione M 13 17, appena arrivati dall' Italia, una settimana prima erano stati impegnati a Soluch in-

!5 Durante la marcia, secondo la relazione del tenente Angiolo (A.C.S., Carte Graziani, B. 59 fase. 50, sf. 2), gli M 13 avrebbero evidenziato difetti alle pompe (di fabbricazione italiana). sperequazioni di consumo tra carro e carro, autonomia inferiore a quanto garantito, rapida usura (il motore sforzava) e scarsa resistenza della corazzatura ai perforanti. Dalla stessa fonte si apprende che il 2° Rgpt, aveva una sua officina più una per ciascuno dei battaglioni carri M. 16 Nell 'opera di Emi lio Canevari (Re1rosce11a della disfarla , Tosi, Roma 1948), a pag. 115 si afferma che la brigata era «priva di potere di recupero per la mancanza di officine di riparazione con buona efficienza». C iò però contrasta con le relazioni da noi consultate . 17 Secondo Montanari, op. cit., p. , 441 e passim, il XXI era a d isposizione del comando superiore, il VI carri M, insieme con il 10° rgt. b. e un gr. da 75/46 costituiva riserva d'armata.


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vece di essere immediatamente aggregati alla brigata. Senza dubbio, la presenza di questi due battaglioni carri avre bbe fo rse consentito di superare lo s barramento, c he in vece fu attaccato con i soli resti della brigata (una trentina di carri M). Il nemico aveva avuto il tempo di stendere un campo minato e la sosta imposta al grosso della nostra unità gli permise di rinforzarsi. In tal modo, i reparti dipe ndenti, specie l' artiglieria, persero ogn i contatto con i carri e pure il XXI battaglione can-i M 18, che finalmente doveva unirsi alla brigata non riuscì a farlo. Nond ime no, secondo i testimoni , il 6 si e ra ugualme nte certi di batte re il nemico e poters i d is impegnare con successo. Va comunque sottolineato che il Generale Babini, al mattino del 6 disponeva ancora di circa 16 ufficiali e 2300 truppa, con 36 carri (24 del V, che dovevano procedere a est della Balbia e 12 del III Btg., in retroguardia), 24 pezzi di artiglieria più un 75 C.K. , 18 pezzi da 47, 16 mitragliere eia 20, 5 Solothurn su mototricicli, 7 carri L (con Solothurn e 12,7), 4 autoblindo, 4 motofurgoncini e 320 autocarri. I collegamenti erano affidati ai 30 motociclisti, che assicuravano anche esplorazione e sicurezza. Arrivato il mome nto decis ivo, alle ore 13 ciel 6 febbraio g li M 13 mossero all'attacco: l'artigl ieria non li appoggiò e il raggruppamento motorizzato e gli altri can-i del XXI non riuscirono a contribuire allo sforzo. Così, verso le prime ore del 7 la lotta perse ogni coordiname nto fra ntumandosi in combattimenti s legati ed episodic i e al comando, perduta ogni speranza, non restò che arrendersi. Riuscirono a raggiungere Agheila soltanto pochi elementi del LXI can-i L. L'Armata aveva lasciato sul campo ben 101 dei preziosi M 13. 39 dei quali intatti.

Dal Corpo d'Armata di Manovra all'Armata Corau.ata Italo-Tedesca La distruzione della 1Q3 armata e il precedente depauperamento della S3, operato dalla stessa per rinforzarsi prima della disfatta, avevano fatto sì che I' unica difesa mobile rimanesse affidata, e con poche speranze, alla Di visione Corazzata Ariete appena sbarcata. La situazione difficilissima indusse al ritiro il Maresciallo Graziani ed alla sua sostituzione con il Generale Gariboldi , comandante la sa. Nel frattempo ci si era decisi ad accettare l 'aiuto germa nico , c he si concretò con l'invio cli una di vis ione leggera, «una speciale unità creata apposta pe r combattere i carri armati». Si trattava di una Sperrverbande o reparto d 'arresto, con 111 pezzi controcarri e 30 carri mod. 3°. Mentre il Gene rale Rommel veniva nominato, il 6 febbraio, comandante delle truppe tedesche in Africa e raggiungeva Tripoli il 13, Je prime unità della 5" Divisione Leggera vi prendevano terra il 15. Il 19 febbraio Hitler denominava i reparti s ulla Quarta Sponda Deutsches Afrika Korps. Le truppe tedesche impegnavano s ubito il nemico ne ll a ricognizione del 24 febbra io e il 4 marzo poté iniziare - dopo l'arrivo del VII Btg. Carri M italiano, lo sbarco della 1S3 Divisione Corazzata germanica. Seguì, il 18, la visita-lampo d i Rommel a Ras tenburg (Pruss ia Orientale), dove l' indomani fu decorato della «Croce di Cavaliere con frond e di quercia>> ed, il 24 dello stesso mese, la riconquista di Agheila, l'inizio della prima offensiva conclusasi il 14 aprile con la ripresa della Ridotta Capuzzo.

I8 In un suo me moria le (AUSSME, l 160/D /9/l ). Re/a:io11e riass11111iva degli avvenimenti di guerra cui hanno partecipalo i «Carri annari della Libia», il Generale Babini non accenna al riarmo del XXI Btg. Carri L con gli M 13. Questo aveva lasciato a Tobruch i carri Led era stato riequipaggiato s u M 13 a Bengas i con 36 carri sfusi ivi sbarcati il 22 gennaio insieme con gli altri 36 M del VI. Si può immag ina re con quale addestrame nto s iano s tati poi gettati in battaglia l"uno e l'altro.


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L' 8 agosto l'Ariete - come si legge nel Verbale relativo alle questioni trattate tra le Ecc. Cavallero e Bastico - disponeva ormai d i 3 battaglion i carri M, pur se mancava del reggimento bersaglieri (da recuperarsi). Talune deficienze belliche de i carri erano in via di eliminazione. Altri 36 carri M in discrete condizioni erano stati recuperati e sarebbero serviti all'occorrenza per i rimpiazzi 19. Il 15 agosto si formava il Panzergruppe Afrika (il quale, gradualmente potenziato, dal lugl io J 942 prenderà il nome di Armata Corazzata A.fi·ika o Armata Corazzata Italo-Tedesca). Sin dal suo arrivo, Rommel aveva assunto l' effettivo comando delle forze operanti s ul fronte african o. Ai suoi ordini era infatti stata posta sin dal 7 marzo - quando il DAK era ancora ad Arae Philenorum - la Divisione Ariete e quelle di fanteria Brescia e Bologna. Per quanto concerneva l' impiego, esse agivano secondo le norme di combattimento dell'Esercito germanico, e quindi ogni iniziativa era avocata allo stesso Rommel. Da parte italiana, concluse vittoriosamente le campagne nei Balcani, ci si era potuti occupare il 19 maggio del potenziamento delle forze in Libia, decidendo la costituzione di 2 corpi d'armata mobili (più q ue llo tedesco) con truppe suppletive e se rvizi. Come compone nte corazzata italiana, si dovevano inviare in quel teatro le restanti due divisioni corazzate (Littorio e Centauro), una volta che fossero state riorganizzate in patria secondo i nuovi organici. Leggiamo infatti in un promemoria dello S.M.G. in data 23 maggio 1941 (potenziamento delle forze in A.S.), È stato studiato un tipo di divisione corazzata potente, rispondente al seguente schema: - 1 reparto esplorante; - 2 brigate ciascuna su I rgt. carri M, l rgt. bersaglieri, l btg. anticarro e controaerei; - 2 rgt. artiglieria: uno su 2 gr. da 75/18 semoventi e 2 gr. da J 05/28 e I su 2 gr. misti da 90/53 e da 20; - servizi. Il progetto relativo, importando rallestimcnto cli numerosi nuovi mezzi corazzati è stato inviato al Gabinetto per l'approvazione (non ancora pervenuta). Poiché l'approntamento dei mezzi occorrenti e l' addestramento del personale richiederanno tempo, la trasformazione e conseguentemente la trasformazione delle d ivisio ni corazzate «Ariete», «Littorio » e «Centauro» avverrà gradatamente . Per incanto, le divisioni assumeranno una formazione transitoria su 1 rgt. carri M (o frances i di preda bellica); l rgt. carri L; 1 rgt. bersaglieri; 1 rgt. artiglieria (su 2 gr. da 75/27, I gr. da 100/ 17, 1 gr. misto e.a.), 1 btg. eia 47, 1 btg. misto genio e numerosi elementi dei servizi.

Il g iorno 29 il C.S.M. Generale aveva informato Garibaldi che era intenzione: 1°) disimpegnare le divisioni tedesche per costituire, insieme ad altre forze ital iane, un corpo completamente mobile; 2°) costituire un C. A. italiano per l'assedio di Tobruch; 3°) costituire un corpo mobile completamente italiano; 4°) formare, con i due corpi mobi li , italiano e tedesco, un 'Armata Motocorazzata agli ordini di Rommel, alle dirette dipendenze del Comando Superiore A.S. S i provvide quindi , in v ia pro vvisoria, a dividere le forze in due gruppi dipendenti dal Co-

19 Ministero de lla Difesa - S.M.E. - Ufficio Storico, La prima conlroffensiva i1a!o-1edesca in Africa, Roma 1974,p. 161.


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mando Superiore A.S. (Generale Bastico), uno dei quali (Corpo d'Armata di Manovra) veniva a comprendere: - Reparto esplorante del C.A.M.; - Divisione Corazzata Ariete; - Divisione Motorizzata Trento. Il R.E.C.A.M - la cui costituzione sarà sanzionata soltanto il 26 aprile 1942 (foglio N. 058620 /307 di Prot. all'OGGETTO: Raggruppamento celere tipo A.S.), comprendeva all'inizio20 quali elementi corazzati, I btg. P.A.I. (autoblindo e motociclisti), un battaglione carri M 13 (da formare), uno carri L (IIl/32°), e un forte conti ngente di artiglieria, di cui un raggruppamento btr. volanti (un g r. su 3 btr., uno s u 2, una btr. autonoma e l da 20 anticarro) più gruppi da 20, 88 o 90 e I 05/28 attesi dall'Italia, compagnie mitraglieri, guastatori ecc. La formazione stabi lita nel 1942 lo voleva invece su: - Comando e squadrone comando; - I e II Gruppo celere (ciascuno su sqd. comando, sqd. autoblindo e gruppo btr. legg. mot. da 65); - III Gr. di sostegno (pi. comando, gr. btg. di ftr., l gr. btr. legg. mot. da 75/27 e I da J00/17, btr. e.a. da 20); - autoreparto misto (comando, sezione autoambulanze, 2 autosezioni leggere e una pesante). La componente autoblindo sarebbe stata rappresentata da 2 squadroni autoblindo del TU Gmppo Cavalleggeri di Monferrato. In realtà, la formazione rimase incompleta (Monferrato raggiungerà l' A.S. soltanto in agosto!) e fu sc iolta nel maggio del 1942. Il miglioramento del comando e l'esperienza acquis ita permise l' unico successo tutto itali ano, quando l'Ariete al completo si scontrò il 19 novembre 1941 con forti contingenti corazzati britannici (22" brigata della r divisione corazzata). Al momento in cu i, dopo le alterne vicende, Rommel riprendeva l' iniziativa (maggio 1942), l'Ariete si stava trasformando per assumere la formazione organica stabilita il 15 agosto 1941. Era stata g ià raggi unta dalla Littorio, ma a questa furono subito sottratti materiai i per completarla. In tal modo la Littorio non poté mai più tornare a numero, pur se il 19 giugno, con quello che le restava, iniziò anch'essa ad avanzare in Egitto. Ma ancora alla vigi lia della battaglia decisiva di Alamein, la sfortunata divisione possedeva soltanto parte di quanto previsto e cioè: - carri armati M: n. 11 6; - artiglierie: 75/27 n. J2; 75/18 semoventi n. 18; 88 p.b. n. 2, 88/55 n. 10; 100/ 17 n. 8; mitragliere da 20 n. 1021 _

20

ibidem p. 232.

2 1 L. 11 febbraio I 94 1 un accordo tra il Maresciallo Kcitel. capo cieli 'OKW e il S. Capo di S.M. Generale G uz-

zoni stabiliva per le truppe tedesche in Libia: «devono essere impiegate[.. .] almeno a divisioni complete. Sono ammesse eccezioni solo se, a g iudizio del Comando tedesco, sono mi nacciate direttamente prima che abbiano potuto completamente riunirsi o nel caso nel quale dovesse intervenire una tale crisi che, ove non fosse fron teggiata, potrebbe derivarne la perdita dell' intero teatro delle operazioni .» Anche il Generale Bongiovanni, nel suo memoriale citato Vi11cere la Guerra redatto proprio nello stesso periodo, sottolineava la necessità «di far affluire nella zona di operazioni so ltanto unità perfettamente costituite ed addestrate e non più un ità impreparate e , tantomeno, i loro clementi disgiunti.» Ma nessuno prese i dov uti provvedimenti e si continuò con questo andazzo fino all" ultimo.


L'IMPI EGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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Le due d ivisioni, come si è visto, avrebbero dovuto comprendere ciascuna, nei propri organici un battaglio ne esplorante divisionale (CXXXII e XXXXIII). Quello della Littorio, il CXXXIII, fu invece aggregato alla Divisione motorizzata Trieste come VIII battaglione bersaglieri corazzato nella primavera 1942; mentre presso la Littorio esso fu provvisoriamente sostituito dal III Gruppo L 6 Lancieri di Novara già assegnato all'Ariete insieme con i l II I Gruppo autoblindo Nizza Cavalleria, quest'ultimo giunto in aprile.

In tutte queste operazioni, per le quali si r invia alle corrispondenti pubbl icazioni dell'Ufficio Storico, le d ivisioni italiane furono inquadrate nell' A.C.I.T. o Panzergruppe Afrika, composto principalmente dal Deutsches Afrika Korps (su 2 div isioni corazzate, 2 leggere ed 1 brigata Paracadutisti), del X Corpo italiano (3 di fanteria), del XX Corpo italiano (quello che comprendeva le migliori divis ioni italiane, Ariete, Littorio e Trieste) e XXI (2, di cui una motorizzata), con relative truppe d'armata, tra le quali una divisione e.a. tedesca su 3 reggimenti. In riserva erano tenute la Pistoia e la Divisione corazzata GG.FF Unica osservazione che s i può aggiungere è una maggiore disponibilità di semoventi da 75/ 18 ad El Alamein rispetto a quanto finora si sapesse: g li italiani avrebbero ricevuto in rinforzo altri 48 tra semoventi e carri comando in modo eia non entrare in battaglia con soli 35 cli questi, come affermato nell'opera di Montanari a p.71 122. La GG.FF., come già vis to, non ricevette mai né il suo reggi mento carri M né i suoi semoventi. Si insistette poi in questa logica perversa facendo distruggere, in Tunisia, buona parte della Centauro, non appena essa venne faticosamente completata. Si può perciò concludere che durante tutta la campagna nessuna delle quattro GG.UU. corazzate dislocate in Africa settentrionale fu mai messa in condizioni di operare con tutti i mezzi previsti. Terminato l'ultimo ciclo operativo con l'abbandono dell a Tunisia, g li insegnamenti tratti dalla campagna furon o rilevati nelle relazioni dei principali protagonisti. Si osservò la riluttanza dei tedeschi ad attuare la cosiddetta «manovra del fuoco» da parte delle loro artiglierie», (manovra che da parte italiana si dimostrava efficacissima) s i lamentò la mancanza di reparti esploranti (le sole autoblinde non bastavano, occorrevano anche artiglierie) e si ribadì l'inferiorità dell'armamento dei nostri carri rispetto a quelli nemici (pezzi da 47, utilizzabili fino a 1000 m, contro quelli da 75 protetti da forti corazze). Il Capo di S.M. di Superlibia, generale Albert, il 9 aprile 1943, mise in evidenza gli inconven ienti prodotti dall'impiego eia parte tedesca degli automezzi di p.b. e l'insufficienza dei proietti E.P. da 47 , l'inadeguatezza di certe artiglierie come quelle da 65/17, 75/27 per velocità iniziale, peso del proietto, gittata e mobilità. Si salvavano l'obice da I 00 (per la maggiore potenza del proietto) e il 105, passato ad artiglieria divisionale. Vulnerabili erano gli schieramenti lineari delle batterie, mentre occorrevano gruppi e raggruppamenti mobili e fomiti di efficaci mezzi per la direzione del tiro, di mezzi di osservazione mobili [sebbene previsti, N. D. AA .], collegamenti radio perfetti .

Il comandante dell'Ariete ad el Alame in (Generale Alfredo Arena) inoltrò una sua relazione23, d i cu i riteniamo opportuno riportare alcuni passi: 22 Green. Jack, Massignani, A, Rommel 's North Africa Ca111paig11, Sepl. 1940- Nove. 1941, Cornshohoken Combined Books, 1994, p. 218. 2 3 Ufficio del Capo di S.M.- Considerazioni s11l/ 'i111piego delle varie armi nella battaglia d i e / A/amein, 4 aprile 1943, ma redatta dal Generale b. Francesco Arena (per un anno v/com.Le e poi com. te della Arie le) nel dicembre 1942 a richiesta del Maresciallo Bastico. NARS, It. 4569, Roll 355, frames 596-615.


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La nostra deficie nza più grave è nei mezzi di trasporto della fanteria: né noi né i tedeschi abbiamo mezzi a caratteristiche analoghe delle camionette e J ei Bren carrier i quali consentono il tras porlo della fanteria, con notevole velocità, in tutti i terreni e fin quasi a contalto col nemico. Quello che più si avvicina, da noi, a tali mezzi, è lo Spa sahariano 37. A mio parere, l'organizzazione della fanteria dovrebbe essere imperniata sul concetto del carro squadra: e cioè su un mezzo idoneo a portare su qualunque terreno e fin alle immediate vicinanze cie l nemico, un'arma collettiva d i sufficiente potenza contro i mezzi corazzati attuali e di possibile, immed iato impiego dallo stesso autocarro, il minimo di uomini indispensabili per il suo servizio e una ragionevole autono rnia (una o due giornate) cli acqua, viveri, munizioni e carburante. Detto mezzo dovre bbe essere fornito come le camionette cli bussola, pe r il sic:uro movimento nel deserto. Per le squadre di armi collettive controuomini, lo stesso mezzo consentirebbe il trasporto di due armi. Presso la di visione corazzata «Ariete» si è fatto qualche tentativo in tal senso. che non poté però avere completo sviluppo, sia per deficienza cli mezzi adatti, sia , soprattutto, per l' ingombro eccessivo delle nostre armi controcarri (47 e Solothurn) che richiederebbe l'impiego cli un Lancia 3 Ro per ciascuna squadra di un'arma. L' organizzazione così sommariamente accennata, si riferisce in modo particolare, alla fanteria delle divisioni corazzate (... ] (p. 4-5).

Arena si sofferma quindi sui reparti esploranti notando che sia il nemico sia i tedeschi hanno gruppi esploranti costituiti eia carri leggeri, autoblindo, artiglierie e cacciacarri L...J; presso il XX 0 corpo d'armata si è proceduto alla costituz ione di un gruppo esplorante costituito da autoblindo, carri armati leggeri e 88 cli preda bellica; sare bbe però opportuno che tali organi, del resto previsto, fossero permanentemente costituiti ed assegnati alle Grandi Unità corazzate. (p. 10) (... ) Le nostre bocche da fuoco da 75, eia 100, eia 105 rispetto alle inglesi e alle tedesche, hanno orma i un bracc io troppo corto (anche il 105 non potendo praticamente impiegare la carica massima, non va oltre i 9- 10 km): si può dire ad esse come la madre spartana al figlio che si lamentava della spada troppo corta «fatti più sotto» , e la nostra artiglieria ha infatti serrato e serra sotto, ma esponendosi a duri sacrifici e gravi perdite di uo mini e materiali che potrebbero essere evitati. La mancanza di sospensione elastica rende, poi, dette bocche eia fuoco poco idonee al celere movimento in terreni nei quali hanno dovuto e debbono muovere. 11 90 è un ouimo materiale, come bocca da fuoco, ma monumentale, vulnerabilissimo, poco adatto all'impiego in A. S., specie con le divisioni corazzate. Ottimo I' 88 tedesco, sebbene non abbia ancora trovato, da noi, felice soluzione il problema del s uo traino, il che vale, del resto, anc he per le altre bocche da fuoco. (p. 9).

Passa poi a criticare gli organici troppo deboli per la fanteria delle unità tipo «A.S. 42», la scarsità di reparti controaerei e controcarri per i comandi (almeno una compagnia con pezz i eia 20 e 47) e la necessità di dotare le GG.UU. di numerose artiglierie a doppio compito e .e. e e.a . dei tipi dall ' 88/55 in su. Circa l'inferiorità dimostrata dai carri M armati col 47 (che, scrive, non potranno neanche essere utilizzati per l'esplorazione a causa della loro modesta velocità), Arena osserva: A mio parere, una massa corazzata che voglia, oggi, contrastare efficacemente quella inglese, dovrebbe essere costituita da semoventi migliorati nella corazzatura e nell 'armamento. La funzi one artiglieristica per detta massa, dovrebbe passare a gruppi di semoventi armati con cannoni eia 88-90. Ho g ià detto dell'organizzazione che vorrebbe essere data cli sostegno cli tale massa corazzata; organizzazione essere estesa al battaglione genio, da rinforzare nella disponibilità cli mezzi per la ricerca ed eliminazione delle mjne. Qui aggiungo che sarebbe urgente e necessario organizzare il Comando c la d ivis ione corazzata. il q uale attualmente si muove su l campo d i battaglia con la vett ura 1100 e non ha mezzi di collegamento in marcia, con i reparti dipendenti se non togliendo a i carristi o ai gruppi corazzati qualche carro comando, dei pochi ad essi assegnati per l'assolvimento dei loro compiti. Carri armati comando particolarmente attrezzati ed un picco lo nucleo di mezzi cli combattime nto per la d ifesa vicina (auto blindo e cacciacarri) sono indispensabili per un rapido e sicuro svolgimento dell'azione cli comando (p. 12)

Non accenna peraltro al grave problema de lla mancanza di mezzi di soccorso per carri i n avaria e neanche alla necessità di appoggio aereo in combattimento. In poche righe dedicate al-


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l'impiego dell'aviazione, egli si limita a sottolineare che dal giugno in poi l'aviazione avversaria aveva preso il sopravvento con effetti deleteri. Si tratta, quindi, di segnalazioni piuttosto generiche e che non aggiungono nulla di nuovo a verità ovvie. Entra maggiormente ne llo specifico il lungo memoriale del Generale Bitossi, (Frammenti di una esperienza decennale di guerra motorizzata 1933- 7943 24) redatta alla fine della campagna d ' Africa, laddove questo Ufficiale di cavalleria, g ià comandante della d ivis ione corazzata Littorio in Dalmazia e in Egitto, descrive le sue esperienze. Il documento, dopo un excursus su!Ja divisione corazzata e riunendo quanto da lui co nstatato e segnalato a chi di dovere in dieci anni di comando, indi vidua nel non avere svi luppato al massimo la cooperazione tra le varie componenti delle GG.UU . corazzate e nella mancanza iniziale di semoventi (insufficie nza perfino del 75/34 di prevista dotaz ione) e di carri medi e pesanti, i motivi delle deludenti prove fornite in battaglia. Evidenzia inoltre altre gravi ssi me carenze da lui persona lmente riscontrate nel 1942: l'insufficiente azione di comando e controllo ai maggiori livelli , il non sapersi g iovare dei collegamenti radio e lo scarso addestramento ed ambientamento ciel personale inviato in Africa. La relazione fu trasmessa il 20 maggio 1943 all 'Ispettore dell'Arma di Fanteria Umberto di Savoia ed al suo addetto Sartoris, al Generale Cadorna, al Generale Ambros ia , (Capo di S.M. Generale) al segretario del P.N.F. Scorza, al Capo di S.M. dell'Esercito Roatta ed al Generale Sorice, Sottosegretario alla Guerra. Unico a rispondergli con parole di apprezzamento fu , il successi vo 12 agosto, Cado rna. Questi , che all ora comandava la d ivisione di cavalleria corazzata, così s i espresse: Da Alamcin in poi, l'errore strategico comune a tuna la guerra del! ' Asse non è stato più compensato da una s uperiorità tattica, per lo meno tale eia compensare l'inferiorità di mezzi, specie aerei. Però - aggiungeva, l'offensiva ciel 3-8/4-9 doveva aver insegnato qualcosa! Io dalle relazioni dei miei reparti esploranti, avevo già log icamente conc luso: bisognava ave re il coraggio delle decisio ni. Per quello che ti riguarda, no n ha i avuto fort una agli inizi per lo smembramento della Divisione che aveva personale anziano, e ben affiatato : il disprezzo dei fattori morali ed organici è stata un 'altra caratte ristica di questa guerra. È strano che questo e1Tore sia stato perpetrato eia una generazione che si era accanita a predicare l'inscindibilità de lla Divisione ed a vietare le costituzioni di brigata ed il permane re clell'artiglieria divisionale in Jjnea. Da quando corrispondemmo due anni fa, ho sistematicamente attuato il programma di cui tu fosti antesignano. I gruppi autoblindo si sono affermati s u tutti i fro nti [ ...]

Non va sottovalutata infine, a conclusione di queste note, l' influenza negativa per certi aspetti e positiva per altri rappresentata dal clima e dal terreno dell 'Afri ca ciel Nord nell ' impiego di truppe motocorazzate. Il primo (caldissimo d'estate, sempre molto caldo con occasionali rovesci in inverno e, di notte, piuttosto freddo e tale da richiedere indumenti pesanti anche d 'estate) era abbastanza penalizzante per g li europei. Il terreno, per la maggior parte desertico - in genere sabbioso, appena rassodato dal la presenza di una scarsa vegetazione, non ostacolava più di tanto il movimento di mezzi motorizzati , tranne nella depress ione d i el Qattara. Il cielo limpido - dove di notte le costellazioni erano chiaramente riconoscibili - rendeva facile l'orientamento con la bussola e rendeva possibilì quindi incursioni di sorpresa. Dal punto di vista tattico e strategico, il deserto, pur se offriva scars issima copertura, pe rmetteva una condotta delle operazioni fluida agevolando la guerra manovrata senza problemi di sorta, tenuto conto anche della limitata presenza di centri abitati. Questo purché s i di sponesse di una adeguata ed efficiente organizzazione logistica.

24 A.C.S., Microfilm JAIA, Job I 63, frames 047468. Dattiloscritto datato 20 maggio 1943. XXI.


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1. Gli unici mezzi meccanizzati italiani in Afri ca Settentrionale ali ' inizio della g uerra erano i carri leggerissimi L 3, q ui in una parata del J939 in Libia.

2. L'asso luta indis ponibilitĂ di autoblinde moderne pe r la Brigata Corazzata S peciale costrinse a montare s u autotelai SPA 38 R carrozzerie di vecchie autoblinde Fiat 15 ter.


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3. A questi pochi esemplari si aggiunsero quelle di preda bellica. Nella foto, una Morris A.C. e due Rolls Royce rimesse in efficienza ed armate con una mitragliatrice Breda SAFAT cal. I 2 ,7 ed un mitrag liatore Bren cal. 7,7. L' ufficiale è il Centurio ne Balestra, comandante la Squadriglia autoblindo della Brigata Corazzata Speciale .

4. Uno de i primi problemi che si presentarono per i carri M 11 inv iati in Libia fu quello de i rimorchi per il loro trasporto strategico. Le officine locali realizzarono cosĂŹ le rampe per il loro carico su ordinari rimorchi.


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5. L'arrivo dei carri M 11, a causa dei d ife tti riscontrati, deluse le aspe ttative dei Comandi it.alia ni.

6. I carri L 3 con appa recchiatu ra L non diede ro buo ni risulta ti ne l deserto. Al co nt rario, trovarono utile impiego contro la g ue n ig lia nei Balcani.


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7. Il nemico piÚ subdolo nella guerra del deserto era costituito dalla sabbia, le cui nuvole sollevate in marcia ne compromettevano l'efficienza c ne sve lavano al nemico i mov imenti. L'immagine, scattata nel g iugno 1942, è emblematica di questa situazione.

8. Sardegna, 1942. Un battagl ione carri M schierato dopo un 'esercitazio ne. Si noti la colorazione desertica.


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9. Della stessa formazione fanno parte inoltre un ploto ne can-i L 35, tre ~emoventi da 47/32 e due carri L 6.

IO. Non sempre erano dis ponibili carri armati per l'addestramento delle un itĂ controcarri dei nostri reparti. Qui una delle rare occasioni.


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11. Russia. gennaio 1943. Resti dei carri della Celere. L 6 e ,cmovcnti ùa 47. ùopo la ritirata.

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3. P lotone a cuneo.

4. Plotone in linea (su 5 carri).


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L'impiego in Africa Orientale Italiana La colonia, presidiata da forze relativamente scarse risp,etto alla vastità del territorio e l'es tensione dei confini, avrebbe dovuto avere un'autonomia di un anno. Errate valutazioni politiche e difficoltà finanziarie, nonché l' anticipato inizio delle ostilità imped irono ogni provvedimento al riguardo. Si riuscì solo - e faticosamente - a raggiungere i sei mesi nell'inverno 1940; per ciò che concerne i mezzi corazzati, po i, quando ci si accorse del perico lo incombente, s i inviò quanto si poteva, e cioè due piccole unità25 , una equipaggiata con M 11 e l'altra con L 35. Si trattava della compagnia speciale carri M (24 cani M 11-39 del 32° Ariete), il cui invio fu deciso il 6 aprile I 940; essa s i imbarcò il 28 aprile e ali 'arrivo fu scissa in due compagn ie 321" e 322", destinata l'una in Eritrea e l ' altra ad Addis Abeba. Anche la compagnia speciale carri L (3° rgt. ) fu scissa in 2 compagn ie, 1" e 2". È evidente che un contingente così modesto, diviso per di più in due settori principali e appena integrato dai pochissimi veicoli blindo-corazzati già in loco, non poteva avere alcuna influenza sull 'esito delle operazioni. Sebbene nell ' Impe ro esistessero i mezzi pe r costituire una brigata motomeccanizzata nazionale, da utilizzarsi come riserva strategica, nulla si fece in questo senso. Del resto, una tale unità non si improvvisa. e s i preferì che le scarse ri sorse venissero disperse e logorate in operazioni inutili, come l'occupazione della Somalia britannica. Inoltre, né i reparti «vecchi» di colonia, né quelli giunti dall'Italia nell'imminenza del conflitto avevano a vuto un addestramento alle mode rne forme cli lotta: ines istente la cooperazione tra mezzi corazzati ed artiglieria e nul lo l ' addestramento controcarri per mancanza di armi idonee; per di più , i reparti esistenti erano logori per l' intenso impiego in operazioni di polizia coloniale (alcuni erano passati dalla campagna etiopica vera e propria a tali operazioni senza soluzione di continuità, come gli equipaggi delle unità autoblindo Lancia e 61 1). Inoltre, gli M 11 dovettero frontegg iare, sulla strada cli Cheren, il 3 1 gennaio 1941 i Matilda Il, carri che, come si è detto trattando delle operazioni in Africa Settentrionale, potevano essere fermati solo dai 75/46, qualora si avesse avuto l'in iziativa di impiegarli come controcarri. Anche la 2" compagnia L fu sacrificata senza profitto a Barentù. Non mancarono poi errori d'impostazione: la ripartizione delle forze tra i Governatorati (i cu i capi godevano di ampia autonomia) e la ri serva centrale agli ord ini diretti di Addi s Abeba rese in qualche caso difficile la manovra per linee inte rne anche per remore opposte dai Governatori stessi a privarsi di parte delle proprie forze (come nel Galla e Sidamo). Dapprima si tentò di tutelare l' integrità di tutta la colonia; in seguito, dopo i rovesci dal dicembre 1941 in poi , ogni resistenza organizzata, del genere di quella protrattasi nel Gondarino fino al 27 dicembre di quell 'anno, mirò unicamente - come riportato nel dattiloscritto del Generale Bongiovanni2 6 - a mantenere, per la durata della guerra «qualche zona c he resista alla pressione dei nemici esterni senza ammainare la band iera della Patria, sicché nessuno possa mai affermare che l'Italia è stata scacciata dal suo Impe ro». Esisteva infatti un progetto per la riconquista del!' Africa Orientale, muovendo verso il Canale di Suez, e per il quale nel giugno-luglio 1941 e ra stato pianificato, una volta che fosse stata messa a punto l'armata d 'Egitto, l ' impiego di un 'armata d'Africa d i IO d ivisioni. Nello studio s i 25 Secondo un documento (Forz.a presente i11 A.O.I. al i

O

aprile /940-XVIII) ri ntracciato ali' A. U.S.S. M.E .. ne esistevano 12 in Eritrea, 51 in Amara, 48 nello Scioa, 6 nel Galla e Sidama e 24 nel!' Harar. Solo 15 erano carri veloci; il rima nente era costitu ito da autoblindo e autocarri armati. Dei J 8.365 automezzi. ben 7626 e rano inefficienti riparabili e 3247 fuori uso. 26 Bongiovanni, Luigi, Vincere la Guerra op. cit.


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specificava comunque che queste si sarebbero potute approntare non prima dell'autunno 194227 . E s i trattava di valutazion i ottimistiche, giacché, com'è noto, nel settembre di quell'anno non solo 1'armata d'Egitto era ancora incompleta, mentre le ultime guarnigioni dell'Impero avevano da tempo abbassato le armi. È in quest' ottica, qu indi, che va vista l ' accanita resistenza del campo trincerato di Gondar e l' iniziativa del Generale Nasi d i costruire addirittura, sul posto, mezzi corazzati con materiali di c ircostanza, al lo scopo di protrarne la resistenza. Nell ' altro scacchiere, le modeste unità corazzate a dispos izione parteciparono alla conquista del Somaliland. Questa era stata approvata sia per impedire un 'offens iva che potesse penetrare in Etiopia attraverso la valle dell 'Auash, impresa già riuscita ai britannici all 'epoca del Negus Teodoro, s ia per conqui stare un «pegno » da far valere al tavolo di quella pace che si credeva immi nente. Per questa operazione, svoltasi dal 3 al 19 agosto 1940, fu organizzata, per la Colonna di centro, costituita dalla Divisione speciale H arar su 11 battaglioni e 14 batterie, una «formazione celere» con quanto di meglio s i aveva: Polizia Africa Italiana28 s u autocarri, l I carri M 11 della 322", ] 5 carri L 3 dello Squadrone Carri Veloci Cavalieri di Neghelli e una Sezione autonoma di 5 autoblindo Fiat 611. Tale colonna - incaricata dell'azione principale lungo la pi sta HargheisaBerbera - doveva forzare per avvolgimento le difese britanniche. La colonna di sinistra (l O battagl ioni e 5 batterie) aveva come obbiettivo il porto di Zei la e doveva scendere verso Berbera lungo la costa (avvolgimento a largo raggio) . All 'azione, concorsero, per proteggere il fianco destro della colonna centrale, insieme con le bande Dubat 4 autoblindo Lancia. L' aggiramento non riuscì del tutto e le truppe avversarie poterono rallentare a Lafaruk l'azione italiana per trovare il tempo d i imbarcarsi . La breve campagna, oltre a logorare forze non re integrabili, portò alla perdita di una 611 cannone e al danneggiamento di qualche M 11 . 1 corazzati non svolsero azioni di rilievo fino all ' aprile 1941, quando per una pu ntata offens iva furono impiegate di nuovo le tre unità: la 322" con 1O M 11, il Neghelli con 12 L 3 e la sezione Fiat 611, ora ridotta a 3 macchine più un autocarro armato. Lo loro esistenza si concluse entro il successivo maggio nel tentativo di rallentare l'avanzata dei sudafricani. L' ultimo reparto carri operativo fu, come già accennato, il plotone di formazione che combatté a Gondar, dove erano stati realizzati sei carri armati ottenuti corazzando ed armando trattori agricol i, o ltre ad una grossa autoblindo su telaio Fiat 634. In definitiva, i pochi reparti carristi furono impiegati, da Cassala in poi, in appoggio alla fanteria con risultati più che modesti; le pochissime autoblindo e gli autocarri armati vennero utilizzati soprattutto per la scorta alle autocolonne di rifornimento e di sgo mbero: una delle maggiori preoccupazioni dei comand i era infatti la protezione dei civili, sempre più esposti alle vendette degli indigeni mano a mano che le sorti del conflitto volgevano a nostro sfavore.

27 NARS, 11. Roll 142, frames 252-347, Comando s upre mo, Ufficio Operazioni Africa, Rico11quisra Impero, appunto del 18-22 giugno 1941. 28 La P.A.l. partecipò all'operazione con 22 uffic iali, 1082 guardie e 300 automezzi. ripartiti in gruppi motorizzati, compagnie mitraglieri, reparti polizia stradale e servizi (tra cui stazioni radiogoniometriehe e di intercettazione). Cfr. Quotidiano «Il Popolo d'Italia» del 28 agosto 1940.


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Sul Fronte russo li Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.l.R.), le cui operazioni ebbero inizio il 1° luglio 1941 , non disponeva di unità meccanizzate, se si eccettua il III G ruppo Carri Veloci San Giorgio, dotato di carri L 33 ed inquadrato nella Div isione Celere P.A.D.A. Dopo un breve periodo d' impiego, il Gruppo venne appiedato e quindi rimpatriato il 15 luglio 1942. Con l'arrivo della 3a Armata (ARM.I.R.) il 9 luglio I 942, esso fu sostituito nella stessa G.U. ora motorizzata, dal LVIII 0 B attaglione bersaglieri corazzato equipaggiato con 55 carri L 6-40. La prima azione del battaglione avrebbe avuto luogo a Gorbatowo, dove però una compagnia di 13 carri ne ebbe 12 colpiti in 20 minuti dai fucilon i controcarri sovietici (v. Documento N. 27). Del Xlll 0 Gruppo Cavalleggeri di Alessandria, dotato di semoventi 19 da 47/32, poco si sa. Essi scomparvero tutti nella seconda battaglia difensiva del Don. Fu perciò un gravissimo errore non inviarvi mezzi p iù potenti: il 6 ottobre 1942 erano stati destinati al1'83 Armata in Russia i 24 semoventi controcarro da 90/53 del X 0 Raggruppamento ed il DLV11° semoventi da 75/18 (nonché con 3 gruppi, su comando, 3 btr. e R.M.Y. dei modernissimi pezzi da 149/19). Si ig nora quali valutazioni abbiano portato a rinunciarvi, giacché queste unità mobili - qualora convenientemente e tempestivamente schierate - avrebbero di certo potuto meglio contrastare quei carri armati sovietici che le nostre truppe si trovarono invece a fronteggiare unicamente con un numero alquanto limitato di batterie controcarri da 75/32 e da 75/39. Non è un caso che, al termine della campagna, il Comando dell 'AR.M.I.R ., nell ' O.d.G. alle truppe in data l O marzo 1943, abbia infatti ricordato con rammarico: [ ... ] Solo un mese dopo !" inizio del portentoso attacco con enorme supe rio ri tà di mezzi si son viste avanzare le sue divisioni di fanteria dopo la strage sofferta ad opera delle nostre unità di linea. Furono i mezzi corazzati che poterono passare. e solo essi. (... ]

Nei Balcani

TI 28 ottobre 1940 si aprì il fronte greco-albanese. Strateg icamente il piano G prevedeva offensiva in Epiro ed osservazione e pressione su Salonicco. Pur se quel terreno era poco adatto all'impiego dei carri , la Di visione corazzata Centauro doveva attraversare il confine tra Ponte Perati e Borgo Tellini, per avanzare lungo la direttrice Kalibaki-Giannina-Arta. L'azione avvolgente, alle ali , doveva essere effettuata, a destra, da un rgpt. celere e, a sinistra, da una divisione alpina. La Centauro possedeva all'inizio un reggimento su 4 battaglioni carri L (133, più 37 carri lanc iafiamme). L' avanzata procedette le ntamente ; l'aviazio ne, specie a causa del maltempo, non preparò il terreno anche perché vennero utilizzati 200 aerei invece dei 400 previsti. La divisio ne corazzata gradualmente cedette ad altre unità gran parte dei suo i mezzi finché si arrestò contro la solida linea difensiva greca di Kalibaki. Per evitare l'accerchiamento g li italiani si rit irarono su più forti posizioni in Albania, in quanto solo l'ala destra aveva potuto spingersi abbastanza in avanti . Con l' inizio de lla battaglia di arresto, la Centauro passò in riserva. Non si ebbero qu indi grosse azioni di corazzati, ma si volle comunque rinforzare la divis ione con il IV battaglione carri M 13-40 del 32°, che era già stato destinato in Africa Settentrionale. Questo era sbarcato in Albania il 15 novembre 1940, come reparto autonomo alle dipendenze di Superalba, per poi passare nel gennaio, per l'impiego, al 31 ° reggimento carristi. Quest' ultimo, assegnato alla Divisione Legnano, era stato - com ' era già prassi - disgregato; de i 4 battaglioni originari g li restavano il Il0 e il IV 0 L, i quali furono duramente impegnati a Klisura alla fine del gennaio 1941. Azioni di-


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rette all'occupazione della località chiave e ripetutamente tentate il 27 gennaio dalla 1a compag ni a del IV carri Mallo scopo di pre nde re alle spalle lo schieramento ne mico, fal lirono a causa dell'impossibilità di superare a guado il Desnizes (il ponte era stato fatto crollare) e diversi carri restarono s ulla strada. A guardia dell ' interruzio ne furo no lasciati due carri L , poi perduti durante l' ultimo tentativo nemico di superare la nostra accanita resistenza; tuttavia a ltri carri dello stesso tipo si rivelarono utilissimi per il rifornimento delle truppe in linea. I 7 carri M superstiti (ne e rano andati perduti 8) furono trag hettati per prude nza oltre la Vojussa e concentrati a Be ra t. La Centauro non ebbe pertanto occasione di svolgere operazioni autonome (anche perché priva del reggimento artiglieria impiegato altrove) e il 31 ° s i limitò a svolgere az io ni locali. Il IV tentò di appoggiare un attacco della Bari il 19 marzo 1941 a quota 731 (Monastir) con 5 carri M 13, due dei quali andarono perduti. I greci si vantarono tuttavia di aver catturato, durante tutto il ciclo operati vo, 20 carri armati 29. Era previs to c he il 31 ° dovesse partecipare a ll 'otfensiva in Val Desnizza con due battaglioni carri e due di bersaglieri del la stessa Centauro. Tuttavia, ad iniziare dal 24 marzo il 31 °, ridotto a 50 carri L e 15 M , venne spostato a Tirana, in previsione di un attacco da parte della Jugoslavia, per sistemarsi presto a difesa nelle vicinanze di Scutari, insieme con il reggimento di a rtig lie ria (la componente bersaglie ri e ra in un al tro settore) . Le due compagnie carri M e rano state inserite c iascuna ne i battag lion i carri L 1° e IV0 • L'attacco jugoslavo si manifestò I' 11 aprile con il bombardame nto di Kopliku, che si trova di fronte ad una piana, adatta a li 'azione dei carri. La reazione de l 3 1° fu adeguata: venne ro impiegati anche i carri lanciafiamme (un paio per battaglione) fino a che, dopo 5 giorni di combattimenti, gl i attacchi si affie volirono. li g iorno 15 gli jugoslavi invi avano alle nostre linee parla mentari per un armistiz io c he però non trovava accoglimento , e ne l frattempo facevano affluire artiglierie controcarri dietro il Prrhoni That. Il Generale Pizzolato, comandante della Centauro convinto della resa jugoslava - o rdinava d i avanzare verso il confine senza appoggio di artig lieria e di non aprire il fuoco per primi, e senza il 1° bersaglieri. Due battaglioni del 31 ° (il IV La destra e il I a sinistra, con il II di riserva) si disposero a cavallo della strada, in due scaglioni e con i carri M sulle ali esterne. Si attaccò ali ' imbrunire, accolti da un inte nso e prec iso fu oco controcarri e di artiglieria. La seconda ondata di carri L , superando il ponte, aggirò gli slavi che avevano teso l'agg uato a lla prima o ndata e li travolse; il 1° e il II sfruttarono il successo raggiungendo il 16 Ivanaj. All'alba il nemico era in rotta, ma l'errata valutaz ione era costata 11 carri L incendiati e 5 fuori uso, 3 M distrutti e uno fortemente danneggiato, 3 ufficiali caduti e 5 feriti, 17 tra sottufficiali e carristi caduti e 7 feriti30. 1l 16 mattina finalmente la divisione poté rimettersi in marcia in direzione Montenegro con soli 3 btg. carri a ranghi ridotti ; il 20, presso Ragusa, le avanguardie incontravan o i primi elementi del 33° carristi Littorio. Il 24 la divisione veniva pe rò richiamata a Scutari per essere nuovamente avviata al fronte greco, a sud di Argirocastro, dove la sorprese la fine delle ostilità. Qui, più tardi, fu passata in rassegna dal R e e poi dal comandante della I la Armata; il IV battag lio ne carri L rimase qualche tempo a Giannina e quindi, il 5 maggio tutta la divisione rientrò in patria e fu avviata a Pordenone.

29 Long, Gavin. Australia in the War o.f 1939-1945, Voi. 1°, To Benghazi, Australian War Me moria) 1952, p. 117.

30 Dell'ordine assurdo, come sarà definito nel libro dell'allo ra s.ten. (poi ten. col.) carrista Rinaldo Panetta (Il Ponte di Klisura, Mursia, Milano, 1975) a pag. 272, no n s i trova traccia nel Diario Storico della Divis ione. Non ris ultano tuttavia contestaz io ni a q uanto scrisse Panc ua; il comanda nte dell 'altra compagnia (Camera) in un suo scritto pubblicato nel 1971 sulla ri vista del! ' A.N.C.I. Il Carrista d 'Italia, confermò la circostanza.


L" IMPIEGO DELLE TR UPPE CORAZZATE

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Per ordine ministeriale il personale esperto ed addestrato venne quasi tutto congedato od allontanato e solo in un secondo tempo al 3 1°, una volta ricevuti anche nuovi M 13, fu possibile riprendere 1'addestramento. Questo fu però interrotto il 25 luglio q uando al comando e ai battaglioni 1° e 11° carri L fu ordinato di rientrare in Dalmazia per fronteggiare le attività dei ribell i; tra l'altro, uno dei due tre ni c he lo stavano trasportando a Spalato fu fatto sv iare dai guerrig lieri, provocando la perdita di d iversi automezzi. I due battaglioni rimasero in loco come reparti autonomi e solo il 13 settembre il comando poté tornare a Travesio, dove stavano arrivando i pri mi M 14. li nr0 e il rv 0 battagl ioni L furono fusi per riequipaggiarli sul nuovo materiale ed il 3 1° venne così provvisoriame nte a compre ndere il IV, XII e LI. Ma torniamo alle operazioni contro la Jugoslavia dell 'aprile 194 1 esaminando quanto avvenuto sul fronte settentrionale. La Divisione corazzata Littorio, agli o rdini del G enerale Bitossi e ra e ntrata per il valico di Sussa ne l territo rio nemico 1' 11 aprile. La s ua com ponente corazzata era rappresentata dal 33° reggimento carri L su soli 3 battaglioni (11 7 carri) e la marci a di q uesti c ingolata tranne che per 24 carre llati - senza le soste adeguate al tipo di macch ina , dan neggiò non poco il materiale e d estenuò gli equipaggi. Sette carri dovettero essere sgombrati all'autoparco di Cervignano per inc identi o avarie . I 5 carri M da poco ricevuti non riuscirono a seguire il movimento della divi s ione per la scarsa velocità e per difetti appalesatis i: passarono così dalla testa della colo nna alla estrema coda dei recupe ri. S i notò che i carri armati leggeri non potevano seguire i motociclisti (anche per la differente autonom ia, 60 c ontro 150 k m) e che l' esplorazione risul tava care nte per difficoltà nei collegamenti . S i imparò che le scorte cl i carburante andavano ripartite tra le compagnie carri L per evitare lunghe soste. In soli sette giorni la G.U. pe rcorse 1050 km senza grossi problemi e su itinerari difficili , incontrando scarsa opposizione a parte sbarramenti fac il mente rimossi, poche interruzioni e qualc he isolata sparatoria. Il 12 fu occ upata Ogulin dove si provvide ai riforn imenti; il 14 si marciò s u Seben ico e il J 6 s i raggiunse Knin - già conquistata dopo violenti combattimenti dal pres idio di Zara. Superata Mostar, si raggiunse infine Trebi njie 31, qui incontrando le avanguardie de lla

Centauro. Il Trattato di Roma del 18 maggio 1941, che decideva la disso luzione della Jugoslavia, suscitò il malconte nto dei serbi e i primi focola i di ribellione. Come è noto, lo sbandarsi dell 'eserc ito jugoslavo aveva la sciato in mano alle popolazioni quantitativi di armi che non si poterono interamente recuperare; l'attacco del la G ermania alla Russia, insieme con gli errori commessi dai comandi c he non s i preoccuparono di mon itorare tempestivamente la situazio ne e di garantire la s icurezza de lle truppe nei ten-itori occupati, permisero il graduale sv ilupparsi di una guen-iglia che, pur non impedendo d i massima il controllo del territorio fino ali ' 8 settembre 1943, costrinse a continue o perazioni di repressione impegnando, almeno per quanto riguarda l'Eserc ito itali ano, ingenti forze, e cioè un' intera Armata (la 2 3 ) su 5 corpi d'armata (9 divisioni e una brigata costiera). Da l settembre 194 1, tra difficoltà di ogni genere ivi compresi i diffic ili rapporti con i c roati, si dovettero intensificare i provvedimenti per ristabilire la normalità, azioni c he però non riuscivano ad impedire attacchi proditori a e lementi isolati, piccoli presìdi, imboscate a colonne, sabotagg i ecc. Tutto questo si intensificò dalla primavera cie l 1942 ed o bbligò le nostre uni tà ad interventi sempre più inc isi vi , ma con risultati non sempre corrispondenti alle aspettative. Inoltre, il J 3 lug lio 194 1 in Montenegro e ra scoppiata addirittura una rivolta c he per essere domata richiese una ventina di giorni. Per circa un a nno regnò in quel G overnatorato una certa calma, pur se nel

3 I Bi tossi

Gervasio, op. cit., passim.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMB ATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

1943 vi furono dei ritorni di fiamma, come, ad esempio, dopo che due nostre di visioni vennero avvicendate e una te rza rimpatriata. Queste azioni di guerriglia non comprom isero comunque il controllo italiano anche su questa regione. Va sottolineato che, nonostante l'Esercito i.taliano sia stato impegnato in Etiopia nelle cosiddette «operazioni di polizia coloniale» e che si configura rono in realtà come vere e proprie op erazioni antiribelli, non si fece tesoro di tale esperienza; con un certo ritardo (i primi episodi di ostilità alle nostre truppe nei territori occupati del la ex-J ugoslavia risali vano all 'estate 1941), il Comandante dell ' Armata in Slovenia-Dalmazia, generale Roatta emanava una lunga circolare Comando 2a Armata (S .M.) la N.o 3 C, in tre parti e 3 append ic i, in data 1° marzo 1942 - e che costitui sce un primo approccio ad una seria dottrina di controguerriglia. Ne lla Parte III (Capito lo IV - Come devono combattere i nostri reparti) di tale Circolare, per quanto inerente all'impiego di mezzi blindo-corazzati, s i rappresenta, nell'esplorazione terrestre, la conveni.enza di affidarla a reparti dotati di speciale mobilità (tra i quali autoblindo e carri su rotabili e in terreni adatti); c he, nella sicurezza in marcia e in stazione, le avanguard ie e le retroguardie devono essere dotate ogn i qualvolta possibile - di carri armati, autobl indo e a utoprotetti, senza trascurare il fiancheggiamento. Nell 'attacco, s i raccomanda di «sfruttare largamente la superiorità che vantiamo nei confronti del nemico. Ciò induce a ricoITere, quand'è possibile, 1) all'arma aerea; 2) all' impiego di carri armati, a utoblindo e autoprotetti; 3) all' intervento delle artiglierie e dei m. da 81 " . Ne lla li" appendice, tra Provvedimenti di sicurezza di autocolonne, viene prescritto c he "il primo e l'ultimo automezzo di ogni for mazione d i una certa entità s iano blindati (anche con soli materiali di circostanza) ed abbiano una o più mitragliatrici, brandeggiabili in ogni direzione, pronte in ogni momento a far fuoco da bordo. Detti automezzi devono portare il solo personale necessario per il funz ionamento delle armi e muniz ioni" . Quello di testa deve precedere a distanza la colonna ed essere provvisto di mezzi di segnalazione per dare l'allarme. Si aggiunge che, ove possibile , la colonna deve essere preceduta da motociclisti, da carri e a utoblindo . Nella Ilr' appendice, si invita infine a disporre "affi nché, in attesa cli avere disponibili a utoveicoli protetti , siano blindati con mezzi di ci rcostanza alcuni a utocarri da usare per i servizi di scorta" . Si dovranno però attendere ancora più di sei mesi (21 ottobre 1942) perché venga emanata una c ircolare a carattere generale32. Il documento, a firma ciel Capo di S.M . del R. Esercito Vittorio Ambrosio, si articola in 114 brevi e schematici paragrafi: premessa e generalità; la guerrig li a secondo l'organizzazione ed i procedimenti ciel nemico (il personale, i compiti, informazioni, esplorazioni e sicurezza, il combattimento); la controguerriglia (caratteristiche generali , criteri generali d ' impiego, con cenni su esplorazione terrestre, s icurezza in marcia e in stazione, a ttacco e resistenza; occupazione e organizzazione militare di una regione (con note sulle azioni particola ri di controguerriglia, collegamenti , coope razione dell'aviazione e addestramento).

32

NARS, T-821, roll I frames 17 1 Stato Maggiore Regio Esercito - Ufficio addestramento, C ircolare N. 0 36.000 Combattimenti episodici ed azioni di guerra, ciclostilato di 2 1 pp. A dire il vero, anche l'Esercito germanico ebbe a trovarsi nelle stesse condizioni: il manuale N.f. D. 62/9 (/stnr;.ioni per fronteggiare le bande nell 'fat) fu distribuito soltanto I' 11.11.1 942. Esso sarà in seguito abrogato e sostituito dal più co mp leto 62/9 ( Bandenbekà'm.pf1111g) ciel 6.5.1944 .


L'IMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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Circa l'impiego dei mezzi corazzati, la c ircolare (che non si limita a prendere in cons iderazione la guerra partig iana in senso stretto, ma anche le azioni effettuate da commandos, dai gruppi d'azione a largo raggio nel deserto, da paracadutisti ecc.), li trova utili per contrastare le imboscate alle colonne. Ricordando la tattica consueta - cioè provocarne l'arresto in punti allo scoperto mediante ostacoli ed interruzioni, attaccandone quindi contemporaneamente testa e coda - mette in luce la necessità di una esplorazione vicina condotta con autoblindo, motociclisti e carri armati e cli una sicurezza in marcia assicurata da fi ancheggiamento fisso e mobile. Specificamente, aggiunge(§ 49): Quando, invece si tratti di colonne autotrasportate, conviene. sempre che possibile , provvedere al servizio di sicurezza con mezzi corazzati (carri armati, autoblinde, autocarri protetti), che precedano la testa della colonna del minimo indispensabile per evitare sorprese (constatare l'esistenza di ostacoli posti attraverso la rotabile. far rivelare gruppi in agguato, ccc.). Di norma tal i mezzi devono ri manere a contatto di vista con la testa della colonna. Mancando mezzi corazzati, si impiegano automezzi regolari, sui quali armi au tomatiche siano sistemate in modo da poter aprire il fuoco istantaneamente in ogni direzione. Motociclisti cooperanti con tali mezzi danno un efficace concorso. Il fiancheggiame nto è in genere difficilmente realizzabile in terreni rotti e coperti, a meno che impiegarvi numerose forze: dove possibile si provvede mediante nuclei corazzati o autotrasportati, c he si spingono a distanza tale da evitare che il nemico apra il fuoco di sorpresa a distanza ravvicinata.

A proposito della protezione delle ferrov ie, insieme con le vie di comunicazione, obbiettivo frequente dei partigiani che facevano saltare ponti , passagg i a livello, stazioni e binari. questa va attuata (§ 75) bloccando nuc lei fiss i nei punti di maggiore importanza (opere d'arte, stazioni) e costi tuendo pa11 ug lie mobil i per la sorveglianza dei tratti intermedi. L"assegnazionc di mezzi celeri cli trasporto e cli mezzi blindati alle pattuglie (autoblinde , motocicli. autocarri. carrelli fe rroviari) rende possibile una forte economia cli personale.

Altri impieghi di autoblinde e carri armati leggeri sono prescritti per l'eventuale sbloccamento delle rotabili. Ai reparti di protezione - non inferiori alle compagnie - deve «essere assegnata qualche autoblinda o almeno qualche autocarro bli ndato (anche con soli mezzi d i circostanza - piastre, sacchetti a terra ecc.)>>. Tali indicazioni, che scaturivano, come chiaramente ricordato nella circolare stessa, anche dalle precedenti esperienze italiane in colonia, richiedevano la disponibilità di mezzi che fu rono invece sempre al d iso tto delle necessità. Le Armate di occupazione no n possedevano autoblinde. Com'è noto, quelle di nuova costruzione furono consegnate dall'industria intorno alla metà del 194 1, ed assegnate con priorità ai reparti destinati in Libia. L' inizio della distribuzione degli autoprotetti ebbe luogo ai primi del 1942 (alcuni raggiungeranno il Montenegro in agosto) mentre le autoblindo ferroviarie iniziarono il loro servizio nelle tratte ins idiate ne l settembre di quello stesso anno33; se i tren i blindati , reali zzati con materiali adattati alla megl io, poterono operare sulle linee balcaniche sin dall'ottobre 1941 , si dovrà attendere un anno per vederli affiancati dalle littorine blindate, più adatte alla perlustrazione e ad interventi immediati. Così, mentre il 15 maggio 194234 si decideva di assegnare alle truppe in Croazia tutti i 200 autocarri corazzati in commessa, in una riunione del successivo 18, dedicata proprio al problema

33 Le relati ve norme cl ' impiego furono emanate dal 2° Ragg ruppamento ferro vieri i I 12 ottobre 1942 (cfr. Pignato. Nicola: Mo!Oriiii.1- L e 1r11pp e cora::,::,Clfe iraliane / 9/9- / 994, G.M.T., Trento, 1995, p. 143 e scgg.). 34 S.M.E. - Ufficio Storico, Diario del Comando Supremo, Vol. VlL Tomo 1°, p. 155.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

degli autoprotetti, il Generale Girola informò il C.S.M.G. che occorrevano, per l ' Africa Settentrionale e la Croazia, anche altri 500 automezzi protetti cli ripiego, carrelli blindati per ferrov ia e littorine bi indate. Erano state intanto inviate (aprile 1942) alla 2" Armata per azioni anti sabotaggio in Slovenia perfino una co mpagnia carri M 14/41 e due sezioni semoventi da 75/1 8, poi rimpatriati il l O settembre successivo. Sempre limitati furono comunque i reparti corazzati a disposizione del Comando Superiore FF.AA. S lovenia-Dalmazia (Supersloda):

- 1° Gruppo carri L San Giusto (Divisione Celere Eugenio di Savoia); - Il 0 Gruppo carri L San Marco; - II battaglione carTi Lf/4° rgt. Ftr. Carrista; - 2 plotoni autoblindo (assegnati al VI C.A); - 11° btg. Carri L/31 ° rgt. ftr. carrista (assegnato al XVIII C .A.); - 1 cp. lanciafiamme (2" cp. autonoma carri armati lf, dal 25 marzo 1942); - 2 plotoni autoblindo (assegnati a VI C.A.); - 10 autoblindo variamente assegnate; - compagnia meccanizzata di Zara; - l compagnia autoblindo ferroviarie del genio; - i treni blindati- sempre del genio - n. 2° , 6°; 0 - ] , 5°, 8° (assegnati ali ' XI C.A.) - 3° (assegnato al V 0 C.A.); - 4° e 7° (assegnati al XVIII C.A.); - 9° e I 0 ° (assegnati al VI C.A .). L'utilizzazione da parte dell 'Esercito di treni armati/blindati non era stato previsto all ' inizio delle ostilità. I criteri d ' impiego s uccessivi al loro allestimento (i primi erano stati destinati alla difesa costiera) ed il loro trasferimento nelle zone occupate (per la linea Fiume-Spalato gestita dalle Ferro vie Croate) furo no così riassunti in un documento del Genio Ferrovier i: [...] I treni armati, le autoblindo e le truppe ferroviarie debbono essere considerati come mezzi dati in aggi unta a quelli ordinari del servi zio movimemi, trazio ne e lavori per assolve re quei compiti tattici e la vorativi c he hanno lo scopo di garantire l'a ttività materiale della via ferrata e per permettere di esercitare quei lavori che debbono ripristinare tale integrità. Considerati sotto questo aspello, i treni armati e le a uto blindo debbono essere dati al reggimento ferrovieri per facilitare l'opera ciel servizio lavori nelle particolari contingenze attuali, in quanto lo scopo da raggiungere non deve essere quello di battere i ribelli con i mezzi che circolino s ulla linea ferroviaria ma d is po rre dei mezzi più efficaci per ripristinare delta linea nel caso sia inte rrotta e c ioè sia stata frustrata l'opera cli q ue lli che sono addetti alla protezione e sorveglianza della linea stessa. li treno annato è un mezzo tattico che ha capacità cli fu oco sufficiente per attaccare e difendersi ed ha la possibilità d i portar seco uomini e mezzi per ri pristinare eventuali piccole interruzioni: è q uindi un mezzo c he garantisce a sé s tesso, anche in condizioni d i intenuzione della linea, la possibilità d i assolvere il suo compito cli sorveglianza e lavoro. L'autoblinda invece, un mezzo tattico che ha capacità di fuoco sufficiente per battere truppe in prossimità della linea, ma è nella impossibil ità d i rim uove re un ostacolo anc he leggero c he s ia opposto s ul suo cammi no. È molto facile fermare ed intrappolare ques to mezzo, se agisce isolato. Può essere utilmente impiegato per ricognizione rap ida di una interruzione g ià segnalata e, come mezzo complementare. di protezio ne d i truppe al lavoro e tre ni operai. l...J35

35 Promemoria per il s ig. Capo di S.M . del Comando Superiore FF.AA. «Slocla», Rela:ione sull'impiego dei ferrovieri, a firma del colonne llo Ispettore u·uppe ferrovieri (G. Perotti), datato Sussa, 15 luglio 1942.


UMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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L'impiego effettivo degli 11 T.B. (compreso il T.B. Sussa, non citato in precedenza) fu il segue nte: - perlustrazioni ed ispezioni linee; - constatazione danni; - scorta carro attrezzi; - scorta lavori; - soccorso treni attaccati dai ribelli; - ispezioni e riparazioni linee telefoniche; - protezione dei presidi; - trasporto truppe; - trasporto viveri, munizioni; - trasporto materiale militare; - trasporto feriti; - rifornimento combustibile alle locomotive; - rifornimento acqua potabile; - scorta treni merci; - scorta Ufficiali Generaii o altre personalità.

Nel Comando Truppe del Montenegro erano inquadrati: - IIU3 l O rgt. ftr. Carrista (Podgorica); - una compagnia carri G.a F. - una compagnia carri L. - battaglione agenti di P.S. motociclisti. Quanto sopra, secondo una situazione con tutta probabilità, risalente alla tarda estate del 194236 . Naturalmente, il movimento di guerriglia, con il declinare delle fortune dell'Asse, andò gradualmente estendendosi alle altre regioni della penisola balcanica e costrinse a presidiarle con ingenti forze. In Albania, dove già si trovava una compagnia carri di C.A. , la 31 a cp. Carri L sin dal 17 dicembre 1940, era d islocata la 9° Armata (a Tirana) con 12 divisioni e una brigata costiera. Essa disponeva nel 1943, in fatto di mezzi corazzati, del Il0 Gruppo Cavalleggeri Guide su carri Le il IV0 Gruppo Corazzato Nizza su autoblindo. In Grecia (ed Egeo) operava infine l' 11" Armata ( Atene), forte di 9 divisioni e una brigata; i reparti corazzati ai s uoi ordini erano un Gruppo tattico cele re, il CCCXII battaglione carristi di Rodi (l pi. autoblindo, 13 e 23 cp. carri M), la 51" compagnia carri La Creta, rinforzati dal 12 marzo 1943 da uno squadrone autonomo carri L 40 e, dal 5 aprile dello stesso anno, dal 9° plotone autonomo anch'esso con carri L40. Vi fu poi dislocata l sezione autoblindo, 1 gruppo semoventi da 47/32 ed un gruppo semoventi da 75/1 8, tutti già in Grecia al 29 dicembre 1942.

36 Ministero de lla Difesa - S.M. E. - Uffic io Storico, Le operazioni delle Unità Italiane in Jugoslavia / 94 / 1943, p. 407-408.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTfMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Nella Penisola e nelle Isole Le uniche operazioni che videro un limitato impiego di unità corazzate ebbero luogo sulla frontiera occidentale nel 1940 e durante la sfortunata difesa Sicilia nel luglio 1943. Sulle Alpi, quando il 21 giugno si decise di prendere l'offensiva, in vista di congiungersi con le truppe germaniche che avanzavano verso Grenoble, erano pronte ad intervenire, in direzione Bourg St. Maurice, la divis ione corazzata Littorio e la motorizzata Trieste. Era previsto anche l'intervento della corazzata Ariete (allora la più potente, perché dotata dei nuovi carri M 11) . Una volta superata l'interruzione sul Piccolo San Bernardo, il f battaglione del 33° ebbe ordine il 23 giugno d i attraversare il confine. Superato uno sbarramento di reticolati, che provocò già lo scingolamento di qualche carro, incappò, dopo c. 300 m, in un secondo, collegato con mine a strappo. Un L 3 comando, rovesciatosi, bloccò la strada e la colonna rimase esposta al tiro nemico fino a sera, quando si cercò di recuperare l'equipaggio del carro capovolto, subendo ulteriori perdite. Questo perché non si era provveduto a riconoscere il terreno (dopo l'armistizio si constatò che anche proseguendo, i carri non avrebbero potuto uscire dalla rotabile); i carri furono così ritirati a valle. Un altro episodio negativo si verificò il 24 p iù a sud, in Val d' Are, dove una compagn ia del IV battaglione del 1° fu spinta su un terreno difficile e m inato, subendo anch'essa perdite in uomini e materiali ; anche questo confermò la scarsa utilità dei carri in montagna, senza copertura di artiglieria ed in attacchi su terren i organizzati a d ifesa. A ncor peggio andarono le operazioni dei nostri corazzati in Sicilia. La notevole disparità di forze e di armamento tra i carri Renault 35 e i semoventi da 47 - che pure in alcuni casi si sacrificarono coraggiosamente - ed il poderoso armamento delle truppe d'invasione, oltre a llo scarso coordinamento delle azioni difensive con q ue lle dell 'alleato germanico vanificarono perfino le eccellenti possibilità dei cannoni da 90/53, sia semoventi che autocampali che pure vi erano schierati, gli unici in grado di battere i carri Sherman.. Esisteva in Sardegna un Raggruppamento motocorazzato (c. 5000 uomini) agli ordini - dal 23 marzo 1943 - del Generale b. Scalabrino , così composto: - Comando raggruppamento, a San Gavino; - 32° Reggimento Cani Armati su: Comando e pl. comando (col. Calvi), a Sanluri; II 0 battagl ione carri L (Ten.Col. Longo), a Sanluri; XVI btg. carri M (magg. Furla)37 , a Ozieri; CC btg. carri Somua (cap. Dal Pozzo) a Dolianova; a utofficina reggimentale; 4 cp. motomitragl ieri (8 3 a Saniuri, 9a a Dolianova, 11 a a Dolianova e 13" a Sanluri); - XX 0 btg. fanteria (con 164" autosezione pesante), a reclutamento regionale (magg. Tureddu), a Ussana (Ca); - 1° battaglione cannoni da 47/32, a Sanluri (Ca); - 1° gruppo art. da 75/27 T.M. , a Sanluri.

37 Alla fine

di aprile 1943, come si apprende dal Diario Storico-militare (copia in A.AA.), bimestre maggio giugno 1943. lo S.M.R.E . decise l'avviamento in Sardegna del XVI0 • equi paggiato con 18 carri M 42 normali. 2 carri M. 42 C.R., 6 semoventi su scafo M. 41 ed assorbendo 2 carri comando M.4 I e 18 semoventi M.4 I già elci DLXI Gruppo facente parte del raggruppamento e che rientrava nella penisola.


L'IMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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Tale Raggruppamento , rinforzato per l'impiego dal XXX Gruppo a. da 105/28 e diviso in due raggruppamenti tattici (dislocati a Sani uri e Dolianova), poteva trovare impiego, riun ito, per azioni contro unità nemiche similari che eventualmente sbarcassero nell ' Isola, oppure, articolato in gruppi tattici, in azioni di minore entità a favore di unità costiere o contro aviotruppe nemiche eventualmente atterrate nel Campitano. In Sardegna era dislocato inoltre il Plotone Carristi del 184° Rgt. Paracadutisti Nembo e sembrerebbe - dal 6 luglio 1943 a Sassari fino al 28 agosto, anche il XVII btg. carri M.42. Ricordiamo che al momento dell'armistiz io, i tedeschi tentarono, senza successo di metterlo fuori gioco privandolo, con uno stratagemma tuttavia non andato a buon fine, di tutti i comandanti in modo da aver poi faci lmente ragione dei singoli reparti. In seguito, sempre fro nteggiati ed incalzati dal raggruppamento, preferirono sottrarsi ad ogni confronto reimbarcandosi per il continente. Le truppe dell' Isola non poterono però imped ire che i reparti germanici raggiungessero la Corsica in quanto gli ordini in tal senso an-ivarono troppo tard i. Peraltro, la situazione morale delle truppe scosse dal cambiamento d i fronte non era delle migliori e si rilevava per di p iù la defic ienza di mezzi di trasporto (solo 600 autocarri per i 45.000 uomini effettivamente impiegabili). Il comando dell'Isola d isponeva anche del DLXI Gruppo semoventi da 75/1 8 che non faceva parte del raggruppamento. Dal 6 apri le 1943, l'Isola d'Elba ebbe il XIX battaglione carri M. 42 (20 caITi e 18 semoventi), g ià distaccamento d ipendente dal Comando Difesa Territoriale di Firenze. In Sicilia, la 6a Armata poteva far conto su: - XII battaglione carri L (diviso in distaccamenti ?); - X Raggruppamento artiglieria corazzato su 3 gruppi (24 semoventi da 90/53) più il DLX gruppo (9-10 semoventi , senza pe rsonale?) da 75/18.; - CI e CII battag lioni carri Renault R. 35, 16 carri L 35 e i Fiat 3000 (c. 100 carri) nel Gruppo mobile di Niscemi (Caltanissetta); - TV, CXXXII, CXXXIII, CXXX battaglioni semoventi da 47/32; - DV 0 gruppo su 2 btr. autocannoni da 90/53; - VIl 0 e XI 0 gruppo e.a. da 75 CK; - 10° squadrone autoblinde (1 3 macchine); - Nucleo carristi (6 uff. , 130 u. senza carri)38 ; - 8 treni armati della R. M arina, ma alle dipendenze del! 'Eserc ito. In Corsica, infine, vi erano numerose unità corazzate: - 7" compagnia autoblindo (17 macchine) del 10° Rgpt. Celere; - 1° e XIll 0 battaglioni carri L 35 (70 can-i in totale) del 33° (c.s.); - XX btg semoventi da 47/32 ( 19 carri); - CXXXI btg semoventi da 47/32 (del 31 °); - 1a btr. semoventi da 75/18 (6 pezzi) del DLXI gruppo proveniente dalla Sardegna)39 . I documenti rintracciati non consentono di ricostruire quali fossero i reparti corazzati del R. Eserc ito nel 1943 e, soprattutto, la loro efficienza. Tuttavia una situazione dello S.M.R.E., Uffi38 Potrebbe forse identi ficarsi con il reparto che doveva essere istruito sui carri Pz Kpfw VI Tiger. 39 Dopo aver contribui to a liberare l'Iso la dai tedeschi, questi re parti rientrarono in Sardegna, cedendo il loro

materiale ai francesi per ordine degli anglo-americani.


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GJ,I AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

cio Servizi I, datata 27.5.1942 ci offre un quadro abbastanza dettagliato della situazione complessiva di un anno prima: Comando Superiore FF.AA. Sloda 4" Armata 5" Armata (GG.UU. mobili) 6" Armata 7" Armata (GG.UU. mobili in Toscana) (GG.UU. mobili nel Lazio) (GG .UU. mobili in Sardegna) 6'' Armata (Sicilia) (Pante! leria) (Lampedusa)

7a Armata Montenegro (GG.UU. mobili) Albania (GG.UU. Mobili) Grecia continentale, Isole Jonje e Eubea Creta Egeo (GG.UU. Mobili)

- 123 carri armati leggeri -NN.

- 192 carri armati medi - 8 carri armati leggeri - 41 carri armati leggeri - 13 carri am1ati leggeri - 57 carri armati leggeri - 120 carri armati medi 40 - 26 carri armati leggeri - 13 carri armati leggeri - 8 carri armati leggeri -NN. - 71 (39 carri L 3, 16 carri L 3 Jf, 10 carri Fiat 3000, 6 autoblindo) - 80 (13 carri L 3, 27 carri L 6, 40 autoblinde) - 39 ( 19 semoventi da 47/32, 12 semoventi da 75/18 e 8 auto blindo) 4 I - 12 carri L 3 - 30 (4 carri L 3, 20 carri Fiat 3000, 6 autoblindo).

I Reparti mobilitati Dati ' indice di mobilitazione l gennaio 1943 (I maggio 1943 per artiglieria e.a.) e (con aggiornamenti fin o a ll' armistizio) risultano mobilitati a tali date i seguenti comandi e reparti corazzati:

Fanteria carrista4 2

Deposito 1° rgt. ftr. carrista - Vercelli (Comando di C .A. di Torino): - l O comando d i rgt Carri «M»; 4

0 In nota è scritto Renaufl o Somua con motore a benzina, ma non risulta che i Somua siano mai stati in Sicilia. bensì in Sardegna. 4 1 In una comunicazione de l Comando Supremo a llo S.M. R.E. in data 26 giugno l 943, all' OGGEITO: Potem:.iamemo scacchiere Grecia-Creta, il Comando I Ia Armata rappresentava «le seguenti necessità di nuovi reparti e mezzi per la difesa del proprio tenitorio e della zona italiana: - 3 squadroni auto blindo per assicurare la scorta a lle autocolonne di rifornimento. Tale richiesta ha già av uto inizio di accoglimento con l'assegnazione della compagnia auroblindo di cui al tele di questo Comando Supremo 22943 in data 16 giugno. Le autoblinde sono necessarie L...J - AutocaITi blindati da impiegare nelle azioni contro i ribelli (almeno 2 sezioni autocarri protetti); - 10 littorine blindate di cui al tele 0074/ UT in data 8 giugno cli questo Comando supremo». 4 2 L' uso sempre più comune ne ll'Esercito italiano del termine carro, abbreviazione militare per carro armato, indusse l'Ispettorato delle truppe motorizzare e corazzare alla proposta di modificare la denominazione di reggimenti


L.IMPJEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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- 1° btg. carri P ; - I " e 2" compagnie carri Fiat 3000 (ris pettivamente 207" D. Cost. di Licata e Gruppo de l XVI C.d'A. di Caltagirone); 5a cp. carri L 35; I Compagn ia e.a. da 20 del l 0 ; 1 Reparto riparazioni e recuperi del l 0 ; Comando di autotrasporto btg. carri «M» (disciolto in agosto 1943) Autosezioni per cp. carri M 837", 842", 843" (c.s.)

Deposito 33° rgt. ftr. carrista - Parma (comando di C.A. di Milano): III comando di brigata per div. Cr.; Comando 33° reggimento carri «M»; XV II I battaglione carri «M »; I e II battaglioni carri «L 3»; CXXXIII e CCXXXII battaglioni semoventi da 47/32 per div. cr.; IV battaglione arm i e.e. divisionale (poi LVII btg. smv. e/e): 4" e 5" compagnie da 75/18 semoventi; una compagnia e.a. da 20 mm per div. Cr. per il 33° e una del 133°; un reparto riparazioni e recuperi del 33° e uno del 133°43_ O ltre al 453° btg. complementi carri M., dislocato a Fidenza ed al 454° btg. complementi carri M., dapprima a Civitavecchia, poi a Panna.

Deposito del 32° rgt. fanteria carrista - Verona (Comando C.d'A. di Bolzano): Comando del 132° rgt. controcarri; Comando del 32° rgt. fanteria carrista; I, II, III battaglioni controcarri del 132°; XIII e XVI battaglioni carri «M»; CXXll e CCXXXII battaglioni semoventi da 47/32 per d iv. cr.; XX battaglione an ni e.e. divisionale (poi di venuto btQ. smv. e/e - Corsica): l ", 2" 3" compagnie semoventi da 7 5/18; Compagnia e.a. da 20 mm del 132° rgt.; Comando 101 ° gruppo trasporto carri armati; Comandi 222° e 229° autoreparti trasporto carri armati; 1700", 170 l a, 17028, 1703'\ 1704", 1705", 1706", 1708", 1709" autosezioni trasporto carri armati ; 847", 848", 849" autosezioni per compagnie carri M; Centro istruzione carristi.

Depos ito 3° reggimen to fanteria carrista - Bologna (Comando C.d' A. di Bologna): Compagnia meccanizzata di Zara.

«carris ti», in luogo cli reggimenti «fanteria carrista>>. Nonostante il parere favorevole clcllo S.M .R.E. l'Is pettorato della fanteria, in vista della creazione cli una nuova arma corazzata, decise di rinviare «a fine guerra la soluzione definitiva della questione». 43 Non compaiono, perché non mobilitati, i 433° e 434° battaglioni complementi carri M. il primo distaccato a Fidenza (PR), e l' altro dapprima a Civitavecchia (RM) poi a Panna.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DEI-L"ESERCITO ITA LIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Deposito 31 ° reggimento fanteria carrista - Siena (Comando C.d ' A. di Firenze): Comandi del 31 ° e 131 ° reggimento carri «M>>; XIV, XVII e XIX battag lioni carri «M»; I e II battagl io ne carri «L 3»; CC battaglione carri S.O.M.U.A. ; Cl e CII battaglio ni carri R. 35 ; CXXI e CCXXIV battaglioni semoventi da 47/32 per divis ione corazzata; I battaglione armi e.e. divi sionale (Tunisia - Div. Superç:a) ; 6", 7", 8" compagnie se moven ti da 75/ 18; una compagnia e.a. da 20 mm per div. cr. del 31 °; I :i compagnia fante ria carrista di frontiera: un reparto riparazioni e ricupe ri del 31°; 56a officina m obile pesante, 225° comando di auto re parto trasporto carri pe r btg. carri «M»; 8443, 845", 846" autosezioni per cp. carri «M>> .

Deposito del 4° reggimento fanteria carrista - Roma (Comando di C.d' A. di Roma): TI° Battaglione carri «P» (costituito il I 0 .8.1 943): Il0 battaglione carri lanciafiamme; 10" compagnia carri «L»; 50° comando d i a utogruppo trasporto carri armati pe r d iv. cr.; 223° comando di autoreparto trasporto carri armati; 835" e 836" autosezioni per traspo110 carri a rmati;

Deposito misto truppe Isole Italiane Egeo - Barletta (Comando di C.d' A. di Bari): CCCXII battaglione fanteria carrista; 51 " compagnia autonoma carri L 35.

Sede XII battaglioni carri «L» - Palermo (Comando di C. d 'A. di Palermo): XII battaglione carri «L 3».

Sede XIII battaglione carri «L» - Cagliari (Comando di C.d' A. di Cagliari): Xlll battag lione carri «L 3».

Arma di cavalleria

Deposito reggimento Nizza Cavalleria - Torino (Comando C.d' A. di Torino) III0 e IV0 gruppi corazzati Nizza Cavalleria, 1° e II° Ca valleggeri di Lodi; l O , l O , 3°, 4° squadro ni autoblindo.

Deposito reggimento cavalleggeri Monferrato - Voghera (Comando di C.d' A. di Alessandria):


L'IMPI EGO DELLE TRUPPE CORAZZAJ"E

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Comando III 0 gruppo cavalleggeri Monferrato 1° e 11° squadroni autoblinde.

Deposito reggimento Lancieri Novara - Verona (Comando di C. d' A. di Bolzano): Il0 gruppo corazzato Lancieri Novara; III0 Gruppo Squadroni carri L S. Giorgio.

Deposito rgt. Corazzato Lancieri Vittorio Emanuele II - Bologna (Comando del C.d' A. di Bologna): 10° Reggimento di cavalleria corazzato Lancieri VE. li e 16° cavalleggeri Lucca;

n° Gruppo squadroni carri L S. Marco, oltre al X Gruppo complementi carri M per rgt. carri M.

Deposito rgt. Lancieri Milano - Civitavecchia (Comando C.d' A. di Roma): un Nucleo esplorante celere (N.E .C.).

Deposito succursale reggimento cavalleggeri Alessandria - Codroipo (Comando C.d' A. di Udine): IV Gruppo corazzato Cavalleggeri di Alessandria; 1° gruppo squadroni carri <<L» S. Giusto; XIII gruppo semoventi da 47; I0 e n° gruppo squadroni carri L.6; un plotone autonomo carri «L 40».

Bersaglieri

Deposito 5° reggimento bersaglieri - Siena (Comando di C.d' A. di Firenze): Quartier generale, reparto comando e ufficio postale della 13 l" Di v. Cr. Centauro; Reparto comando tattico per la 13 1a Div. Cr; LXVIII e LXIX Battaglioni del 18° RE.Co.; XXXIX battaglione esplorante; LXVII battaglione corazzato; 7a compagnia autonoma autoblindo; un plotone autoblindo.

Artiglieria (per divisione corazzata)

Deposito 132° rgt. Mt.[sic, ma art.] per di v.cr. - Rovereto (Comando di C.d 'A. di Bolzano): DLVIII e DLXI gr. obici da 75/18 T.M. semoventi; II° gr. di btr. leggere motorizzate da 75/27 - 11 T.M. ; JII/1 32 gruppo cannoni da 105/28 (su 2 btr.); 52" e 54" batterie semoventi da 75/18.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATT'IMENTO DEILESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Deposito 133° rgt. art. per div. cr. - Mantova (Comando di C.d' A. di Bolzano): Comando del 133° reggimento; un reparto M. V. del 133° reggimento per 2 gr. da 75/27 - 11 T.M. ; CCXXXIII gruppo da 75/27 - 11 T.M.; DLIX e DLV gruppi obici da 75/1 8 T.M. semoventi; X gruppo cannoni da 105/28 (su 2 btr.); 53" batteria semoventi da 75/1 8.

Deposito 13 1° rgt. art. per div. cr. - Livorno (comando di C.d'A. di Firenze): Comando del 131 °; un reparto M. V. (Per 2 gr.); 1° e II 0 gr. Btr. Leggere motorizzate cannoni da 75/27 - 11 T.M. del 13 1°; DLIII, DLVII, DLX gruppi obici da 75/1 8 T.M. semoventi; JJI gruppo cannoni da 105/28 del 131 °; 51 a batteria semoventi da 75/18.

Deposito 2° rgt. art. c. a. aut.- Napoli (Comando di C.d ' A.); DV, DVII gruppi e.a. autocampali da 90/53; 241 a btr. autocannoni da 90/53.

Deposito 3° rgt. art. e.a. aut. - Firenze (Comando di C.d' A. di Firenze): CL II. CLIII e DII gruppi (misti su 2 btr. da 90/53 - 2 btr. da 20 mm.); DXI gruppo autocannoni da 90/53.

Deposito 5° rgt. art. e.a. aut. di Padova (Comando di C.d' A. di Treviso): DVI gruppo autocampale da 90/53; 244" btr. autocannoni e.a. da 90/53. N.B. Non si consideravano i reparti disciolti (anche per eventi bellici).

L'addestramento delle truppe corazwte Una delle cause dello scarso rendimento delle unità corazzate italiane durante la 2" Guerra Mondiale va individuata nel deficiente g rado di addestramento . Fino alla vigilia dell a g uerra, i ris ultati non erano stati soddisfacenti, e lo s i era constatato in Africa ed in Spagna. Ma già con lo scoppio della guerra in Europa, si decise di mutare registro. Constatato che era diffusa nei reparti , la tendenza al virtuosismo, e c ioè l'esal tazione de lla capacità di superare ostacoli difficili, fu emanata una breve circolare44 con la quale si richiamava l' attenzione a concentrarsi, invece, sulla - conoscenza perfetta della struttura ciel carro e delle s ue possibilità in re lazione agli ostacoli del te rreno; - alla rapida scelta dell 'itinerario più opportuno per agire in cooperazione evitando rallentamenti pericolosi per il tiro nemico e senza assoggettare il carro ad anormali sollecitazioni.

44

Ministero della G uerra, Comando ciel Corpo cli S.M., Ufficio addestramento 3" sezione, in data 29 novembre 1939, all'OGGETTO: Addestramento delle unità carriste, a firma Graziani.


L.IMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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Si raccomandava altresì di usare le rampe per il carico anche per lo scarico dagli autocarri e ad adoperare per l' istruzione solo i carri a ciò destinati. In vista dell 'adozione del nuovo carro M 13/40, che doveva sostituire nelle GG. UU. il cmrn L 35, con circolare del 14.1 1.1939, si decise inoltre lo svolgimento di tre corsi sul nuovo materiale. Tuttavia, e i.n contrasto con le necessità di ottenere personale addestrato sui nuovi modelli, in data 6 febbraio 1940 veniva a bolito il 3° Corso di addestramento del personale dei reggimenti carristi al i' impiego, condotta e manutenzione ciel nuovo carro M 13 c he si doveva svolgere dal 13 marzo al 27 aprile 1940 e ridotto nel contempo cli un mese la d urata del 2° corso. Tali cors i erano in iziati con il 1° (1 ° .12.39/20.0 l .40), seguito dal 2° ( iniziato i1 24 gennaio e che doveva durare fino al 9 marzo). Ess i, d iretti dal Colonnello Scalabrino, s i tenevano presso il Centro Addestram ento Carristi di Bracciano; per gli ufficiali, parte di esso (15 gg.), per la teoria si svolgeva al Centro Stud i Motorizzazione e il resto, per la pratica, a Bracc iano , mentre per sottufficial i e truppa tutto a Bracciano. Il materiale d idattico era scarso ( I carro M 13 messo a disposizione dalla Ditta, I M 11 /39 d i lamiera già al C.S.M. e 4 carri L 35); l'istruzione doveva addestrare i singoli membri equipagg i alle loro specifiche mansion i per garantirne l' intercambiabilità; in più naturalmente, all' istruzione sulla meccanica, le armi e la rad io dell' M 13. Ogni capoca rro aveva sparato 5 colpi col cannone da 47 e un caricatore con la mitragliatrice; piloti e mitraglieri 3 colpi da 47 ed un caricatore con la m itragl iatrice. Il Centro fu così c hiuso per consentire - s i disse - il rientro degli allievi (12 ufficiali, 30 sottufficiali e 30 truppa) ai rispetti vi reparti. Dopo l'entrata in guerra, si ritornò sulla decisione e i corsi - la cu i durata si ridusse a 19 giorn i, festivi compresi - r ipresero con il 15 luglio presso l'Ansaldo-Fossati di Genova. Anche in questo caso l ' istruz ione poté effettuarsi con l'unico carro M 13/40 e «per circa due o tre o re con alcuni carri di produzio ne durante il collaudo ufficiale». Insufficienti furono le istruzioni di tiro. Se ne effettuarono 3 finché, con c ircolare in data 29 agosto I 940, l'Ufficio Addestramento dello S .M.R.E. sta bilì che ven issero ripresi in Bracciano corsi di addestramento sui carri M 13/40 di durata mensile. fl pri mo ebbe luogo dal 5 ottobre al 3 novembre, clisponenclo per l'effettuazione dei primi 3, con forte aumento degli allievi (fino ad un intero battaglione) e, in proporzione, mezzi ancor più limitati (5 carri L, 1 catTO M . 11/39 e 8 M 13/40). Paralle lamente s i svolgeva l'addestramento specifico per i I personale operaio (sottufficiali meccan ic i moto risti) delle autofficine di battaglione, con 10 g iorni presso il C.A.C., 7 presso lo stabilimento «Ansaldo Fossati» e 7 g iorni presso la «SPA»; per completare la preparazione, si dovevano poi svolgere presso i reparti, una volta che questi fossero ad organici completi, alme no tre lezioni di tiro. Quasi nel lo stesso periodo (a partire dal l O ottobre l 940) il battaglione scuola ciel 3° reggimento fanteria carrista venne scisso in due battaglioni : il 1° s u 3 compagnie A.U.C. e una A.S . ed il Il 0 su 3 cp. allievi operai specializzati. Intanto, con fogl io N. 9722 in data 27 ottobre 1940 (OGGETTO: carristi da specializzare), il S. Capo di S.M. generale Roatta, avendo constatato la scarsità di personale addestrato presso i depositi dei reggimenti carristi (su 3905 militari di truppa, solo 1166 erano specializzati) dovette intervenire per sollecitare i comandi a migliorare l'istruzione tecnico-auto-moto-carrista, in modo da trarre dalla forte al iquota dei disponibili per servizi vari, il maggior numero cli specializzati per le nuove unità da costituire.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMUATflMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Per i sottufficiali, furono previsti due corsi entrambi dal 5 dicembre 1940 al 4 febbraio 1941 (il pri mo per sottufficiali piloti capi-carro, a Bologna, presso il 3° carri sti e l'altro, per sottufficiali capimeccanici-automobilisti, sempre a Bologna presso l'Officina Automobilistica R. E.). Con il 1941 e l'esigenza di formare nuovi reparti , quindi, i corsi per unità corazzate si intens ificarono. Il IV° Corso iniziò il 3 gennaio, seguito dal V 0 il 1° febbraio. Si disponeva poi lo svolgimento del l O corso per sottufficiali provenienti da fanteria e cavalleria, iniziato il 5 feb braio con istruzioni tecn ico pratiche s ui vari compless i del carro M 13, L 6 e dell'autoblinda 4 1. Un corso analogo fu disposto per ufficiali. Seguì un 2° corso per sottuffic iali di fanteria e per ufficiali. Un altro corso per ufficiali degli M 13 ebbe inizio il 6 aprile, nel mentre, con il 1° marzo, si ripresero i corsi sull 'M 13 (Vl 0 ), per un battaglione carri. Già dal 13 aprile fu inoltre organizzato un corso, limitato all 'addestramento sullo scafo M 13, per il personale destinato ai reparti semoventi. Il 4 novembre fu disposto un 1° corso quindicinale per ufficiali di artiglieria destinato sempre ai reparti semoventi e seguito da un 2° di 10 gg. L'Ispettorato delle truppe Motorizzate e Corazzate, disponeva poi un 1° corso perfezionamento sul carro M 13/40 per ufficiali carristi , dell a durata di 25 g iorni e che e bbe inizio il 1° di cembre 194 1. Seguiva un 6° corso per sottufficiali di fanteria. Intanto, il battaglione carri Somua raggiungeva il 30 aprile il C.A.C. per essere convenientemente addestrato. Vi restava fino al 20 agosto. I risultati furono buoni, <<nonostante le difficoltà derivanti dal materiale di rkambio inesistente per tali carri». Il Centro si trasferiva intan to alla Caserma «Duca d ' Aosta» di C ivitavecchia il 20 g iugno 194 1, con formazione su l comando di Centro e l compagnia carri. In ottemperanza a quanto stabil ito dalla circolare dello S.M.R.E. Ufficio Ordinamento e Mobilitazione, Sez. Addestramento in data 17.8. J 941, esso assumeva dal 15 settembre l 941 la costituzione su l Comando centro, 1 btg. Scuola su 1 cp. comando, 1 cp. M 13/40 e 1 cp. mista. Con circolare N. 34020 di prot. , in data 29 maggio 1942, il Centro Addestramento Fanteria carri sta, diventava autonomo: il battaglione scuola ven iva ordinato su comando, 2 compagnie carri Me J mista, con 35 carri M con 20 rimorchi, 2 L 3, 4 L 6, 3 semoventi da 47. Mo lti furono g li enti, a partire dal 1941 , che vennero gradualme nte coinvolti nella o rganizzazione d i corsi per unità corazzate: centri automobilistici (varie sedi), C.S.M. di Roma, C.A.C. di C ivitavecchia. e Centro Addestramento Autob linde d i Pinerolo, per ufficiali e sottufficiali per unità carriste ed autoblindo. Alla formazione di specializzati motoristi, concorsero, centri automobilistici, l 'O.A.R.E. di Bologna e il 4° Reggimento Ftr. Carrista di Roma; per gli allievi specializzati carri sti il 3° d i Bologna me ntre, per i sottuffic iali marconisti radiomontatori per autobli ndo l'O.T.R .E. di Roma. A formare gli ufficiali al materiale provvidero l'O.A.R.E. di Bologna, il C.A.C. di Civitavecchia, il C.A.A. di Pinerolo; ai sottufficiali capi meccanici a utomob. l'O.A.R.E. di Bologna, per quelli marconisti rad iomontatori, l' O.T.R.E. di Roma, ai sottufficiali e carristi operai art. la Breda di Brescia, l'Ansaldo di Genova, e il C.E.F. di Furbara. Alla truppa per reparti autoblindo le varie sedi R.A.C.I. e il C.A.A. di Pinerolo, ai marconisti per gli stessi, il 1° rgt. genio di Torino, la Scuola Centrale Genio d i Civitavecchia, e il C.A.A. di Pinerolo; lo stesso C.A.A. formava i p iloti per carri L 6 e via dice ndo. 1129 d icembre 1941 furono dettate le norme per l'addestramento del gruppo (o battaglione) esplorante corazzato (addestramento al tiro con autoblinda e semovente da fermi e in moto, contro bersagli fissi e in movimento, da dis tanze di 600-700 m con il cannone e di 300-400 con le m itragliatric i, tiro con le a rmi automatiche dalle motociclette, addestramento al pilotaggio, ai collegamenti radio, tattici e d i insieme).


L" IMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE

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Si prese poi un' altra importante iniziativa: la costituzione in Africa Settentrionale, decisa il 12 marzo I 942, di «Centri di Istruzione» per le varie armi e per i carristi, con l'intento «cli faci litare l'ambientamento dei complementi inviati dal territorio nazionale, provvedere alla costituzione di nuove unità e svolgere determinati corsi per specializzazioni inerenti al particolare tipo cli guerra.» Inoltre, il 6 maggio J 942 lo S.M.R.E. Ufficio Servizi I0 prescrisse i quantitativ i di carburanti e lubrificanti (1/20 dei primi) necessari per l'addestramento individuale. Pe r il conseguimento : 1.- del certificato mod. M 2. - e.lei ce11ificato mod. I 3. - ciel certificato mocl. 2 ( in aggiunta al quantitativo occorrente per il conseguime nto del certificato mod. l) ( ...): per carro L 3 per carro L 6 per carro M 14/4 1 per autoblinda per semoventi da 75/18 e 90/53; per semoventi da 47/32

litri

10

»

40

»

60 90 100 100 80 6045

» » » » »

Ove possibile, prima cli raggiungere la zona di operazione, i reparti effettuavano esercitazioni d'insieme. Rico rderemo, per quanto riguarda l'anno 1941, l'esercitazione svoltas i nei giorni 10-11-12 giugno del IX btg. s u 42 carri (5 carri L 35, 41 M 13, 1 can-o Ren.ault), autotrasportato, a sud di Bologna. Lo scarico dei carri richiese 20 ' . Nelle varie fas i, tutti gli M 13 ebbero avarie nella marcia cingolata mentre il funzionamento dei collegamenti rad io si dimostrò ottimo. I risultati indussero il C.S.M. del R. Esercito, generale Roatta a inviare il successivo l 5 giugno, le sue osservazioni all'Ispettorato superiore se rvizi tecnici ed alla Direzione generale della motorizzazione. Il Capo d i S.M. del R. Esercito, dopo aver sottolineato che il carro M 13, così com' era, presentava a) gra vi defici e nze cli ve locità e cli manovrabilità; b) che il 90% delle avarie è causato dai ferodi ; e) che il rimanente delle avarie è do vuto a deficienze meccaniche già rilevate in passato; d) che i mezzi officinistici Lsicj e di soccorso sono insufficienti ; e) che il sistema di trasporto s u rimorchi ordinari non si presta bene al superamento di forti pendenze; f) che occorrono più motociclisti al comando di battag lione e compagnie, ed anc he dei motocaITelli.

45 Per !"addestrame nto e.li re parto:

- Btg. Carri M 14/4 .1 4 t benzina, 25 gasolio - Btg. Carri SOMUA 20 t benzina, 2 gasolio - Btg. Carri Rena11lt 15 t be nzina, 3 gasolio - Gr. Carri L 6 20 t benzina, 3 gasolio - Btg. Autoblinde 15 t benzina, 2 gasolio - Gr. Smv. da 75/ 18(0 90/53) 4 t benz ina. 20 gasolio - Gr. Smv. da 47/32 8 t benzina, 2 gasolio. per 2 esercitazioni mensili con mezzi al completo.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIME TO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Aggiungeva, dopo aver affennato che si sarebbe provveduto alla dotazione di cucine mobili (autotrasportabili) o all 'i mpianto di cucine fi sse s ug li autoveicoli, e di ave re d isposto perché il IX si portasse nella zona di brughiera di Sequals (allora UD) dove farà un ciclo di 12 giorni p ie ni di eserc itazioni tattiche e di tiro, in terreno s imile a quel lo marmarico. L' Ecc. De Pignier, in detto periodo, farà compiere al battaglione una marcia su cingoli di almeno 30 km su strada non accidentata.

Inoltre ordinava di provvedere ad esperimenti comparativi, sui medesimi percorsi e terreni con: -

I cam) M/13 ordinario I carro M con motore maggiorato I carro Somua I carro Skoda T.22

e concludeva annunciando di aver disposto perc hé un reparto carri Rcnau lt P.B ., un reparto carri Somua, ed un reparto autoblindo vadano in Libia a compiervi 15 giorni cli esperimenti in terreni sabbiosi e tipo marmarico, sotto la direzione di ufficiali superiori designati dall'Ecc. De Pignier.

Lo stesso Roatta, con circolare a stampa in data 24 novembre indirizzata ai Comandi di divis ione e livello s uperiore, esprimeva alcu ni motivati rili e vi su ll a esercitazione ad ampio raggio eseguita dalla divisione corazzata Littorio nell' ultima decade d i ottobre 194 1. La riportiamo integralme nte (Documento N. 14), data la sua importanza, paragonabile a quella in c ui fu sperimentata l'Ariete nell 'agosto 1939. Il 14 dicembre 1941 , l'Ispettorato delle Truppe Meccanizzate e Corazzate dettava, con circolare Prot. N. 2235/A le norme per l'addestramento de i primi 3 Squadroni carri L 6 (addestramento al tiro fin o a 700 m, con d isponibil ità di 12 cartocci da 20, 100 colpi ca!. 8 per ogni equipaggio e 2 bombe a ma no per ogni componente di esso, addestramento al pilotaggio a portelli chius i ne lle d iverse condizio ni di terre no e di vis ibil ità, istruzion i teoric he e di guida al personale destinato alla condotta degli autocarri pesanti). Per l'addestramento tattico e tiri cli combatti mento, d i plotone e d i squadrone, venivano assegnati, per ogn i carro, 42 cartocci da 20, 250 cartucce ca.I. 8, 8 tonnellate di benzina, l di gasolio. Pe r l'addestrame nto del II Btg. Carri L/f, in data 29 d icembre 194 1, l' Ispettorato aveva stabilito: - tiro da 400 a 200 m dal bersaglio, tiri con la pistola e lanc io di bombe a mano; con il dardo di fiamma lanci brevissimi a brevissimo intervallo, con assegnazione di 100 cartucce per mitra, 14 per pistola e 2 bombe a mano per ogni componente di equipaggio; - addestramento al p ilotaggio; - addestramento teorico e d i guida autocarro e motocicletta; - addestramento tattico di plotone e compagnia su vari tipi di terreno ed in diverse condizioni meteorologiche; - t iri di combattimento e lancio del dardo di fiamma (200 cartucce e 250 litri di liqu ido infiam mabile per carro).


PARTE II AUTOBLINDO All'inizio della 2" Guerra Mondiale, l 'Esercito ital iano non disponeva di autobl indo moderne, eccezion fatta per le poche 61 l in Africa Orientale. Secondo un noto documento del 1940 1 a l 28 ottobre 1939 esistevano 34 esempl ari (ma forse erano in numero maggiore) del tipo L ancia della Grande Guena, ovviamente di efficacia modesta ed efficienza assai ridotta. A d istanza di un anno, la s ituazione appariva invariata, ancorché se ne dichiarassero in commessa 186, del modello 40. La situazione, soltanto a partire dall ' aprile 194 1, migliorò con la distribuzione graduale dell'ottima Autoblindo 40, p iù tardi perfezionata nel modello 41 . Tu ttavia la prod uz ione totale d i queste (almeno 7 132 ), diluita in circa 29 mesi, e cioè 24 unità mensili non riusci a sopperire alle esigenze di un esercito così numeroso, spec ie tenendo conto dei consum i. Inoltre, un certo numero di a utotelai era servito per real izzare camionette desertiche, e ciò contribuì a rallentare nel terzo anno di guerra la costituzione delle diverse unità esploranti destinate a lle GG. U U . motocorazzate. Intorno al 1943 fu deciso di affiancare a lle a utoblindo medie ed alle camionette una vettura corazzata, la Lince, Q uesta peraltro fu prodotta, a lmeno in o ltre cento esemplari, soltanto nel 1944 e quindi dopo l' Armistizio.

AUTOBLINDA (SPA-ANSALDO FOSSATI)

Sviluppo e produzione Secondo un noto documento Spa del 5 gennaio 19443, «su richiesta del Ministero della Guerra, nel secondo semestre del I 937 fu studiata un' A utoblindomitragliatrice. Il campione è pronto per le prove nel 1939». Erano passati soltanto pochi anni (ma due guerre) da quando s i sosteneva l'inutil ità dell 'autoblinda e che le sue funzioni potevano essere svolte dal carro veloce4 , ma si era ormai consapevoli della necessità d i equipaggiare con veicoli blindati a ruote le unità esploranti da inserire nelle g randi unità corazzate a llora allo studio. La prima notizia sulla nuova macchina comparve però su un quotidiano. Infatti, in un comunicato ufficioso in data 3 febbra io I938 (e pubbl icato sul Popolo d'Italia del 4), si leggeva che

1 Ministero della Guerra - Gabinetto, Poten-;Jamento dei Me::i 11el/'A11110 XVIII, Roma, J novembre 1940-XVlll ( A.U.S.S.M.E., copia in A. AA.). 2 La R.E. 713 B immatricolata il 23 luglio 1943 ccl assegnala il 3 1 lug lio 1943 al Reparto Tattico della Divisione Corazzata Ariete, a Ferrara. 3 SPA, Motorizza:ione Militare, 1039-1943 - Veicoli da combattirnen10, Torino, 5 gennaio 1944 (Documento allegato N. 42). 4 Documento rintracciato all'U.S.S.M.E. sulla Motorizzazione Militare, Docume nto N. 22 allegato al primo volume 1900-1939, datato 1934.


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G U AUTOVEfCOU DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIA O. VOLUME S ECONDO 1940- 1945

Per meglio rendere il corpo [della Polizia Coloniale] efficiente dal punto di vista della dotazione cli mezzi meccanici e tecnici, sono allo studio autoblindo con s peciali sospensioni, atte ai terreni cli colonia.

Agli Ufficiali della Scuola di G uerra, in occasione di una loro visita all'A nsaldo (1 1 aprile 1938) fu mostrato un s imulacro in grandezza naturale del nuovo mezzo molto simile a quello c he sarà il campione presentato insieme con la versione per la Polizia Coloniale. Ed ancor prima della presentazione ciel prototipo, nel programma di potenz iamento dell'eserc ito (3 agosto 1938) fu compresa la provvista cli un certo numero di queste macchine. Tuttavia, l'un ico documento c he entri in particolari è la circolare N. 3305 del 19 novembre 1938, ov'erano indicati i mezzi in uso e quelli in corso di defi nizione, tra i quali, ultima, un'«autoblindom itragliatrice del peso di 5.500 kg, con corazzatura anteriore cli 9 mm, laterale d i 7, altrove di 6, veloc ità massima 70 km/h, ingombro laterale cli 1,80 m , raggio d i volta di 5 ,50 m, autonomia a p.c. su strada 350 km, profondità massima d i guado 0 ,90 m, 3 uomini di equipaggio e 2 mitragliatrici in torretta» . Un appunto del Gen. Pariani in data 26 .12.1938 rivela che I' autoblinda sarebbe stata già in commessa, e che, ne lla primavera del 1939, ne sa rebbero state consegnate 32. Si aggiungeva che ne erano in costruzione anche pe r gli Interni e per le Colonie. Le ottimistiche previsioni al riguardo erano confermate da un altro noto documento , secondo il quale la capacità produttiva dell'industria a vrebbe consentito una produz ione a nnua di 36 esemplari, contro una richiesta, da parte deIJ' Esercito, di 48 a utoblindo5. Il prototipo propriamente detto appare leggerme nte diverso dai d ue che saranno presentati ufficialmente. Le foto Ansaldo recano la data 5 maggio 1939 e l 'indicazione Autoblinda R.E. La prua appare - straname nte - quel la c he sarà la definitiva, a parte i fana li che non sono ancora incassati. 1 portelli s uperiori del motore non mostrano prese d 'aria e la g rigi ia posteriore de llo stesso motore è più piccola; mancano le feritoie nella metà s uperiore dei portelli laterali di accesso e tutti g li attrezzi da zappatore. Tanto la normativa (le autoblinde non sono nemmeno citate nella c ircolare N. 3446 Impiego delle Unità Carriste de l 1° dicembre 1938), quanto i media non danno soverchia importanza alla presentazione dei due prototipi delle autoblinde S PA (uno per la Polizia Coloniale e l'altro per l' Esercito) avvenuta il 15 maggio 1939 in occas ione de ll ' ina ugurazione della F iat Mirafiori. L a Casa torinese, in un suo documento diramato alla stampa (La Fiat per La motoriz-:,azione e l'armamento, s.d., ma dell 'estate 1939) liquida l'argomento in due righe: Autoblinda - Si tratta di un veicolo nuovissimo , all ' avanguardia della produzione mondiale, di alte qualità belliche e dalla grande libertà di movimento.

Nessun accenno alla doppia g uida, che è una delle peculiarità del veicolo. I due nuovi protot ipi si differenziano alquanto . Quello destinato all 'Esercito ripre nde le forme più avviate (rispetto al precedente campione) e presenta anche la prua coperta da due lamie re incl inate. Q uello de lla

5

Favagrossa, C., Perché perdemmo la guerra, Rizzoli, Milano, 1946, p. 57. lvi si fa riferimento a.LI 'allegato alla relazione s ull'o.d.g. Mobilita-;.ione industriale presentato e discusso dal Generale Dallo lio nel febbraio 1939 alla XVI sessione della Commissione Suprema di Difesa, e c ioè alle potenz ia lità cli produzione, s ulle quali si poteva fare sicuro affidamento in condizioni ottimali (ihidem, p. 4 7).


AUTOBLINDO

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macchina destinata alla polizia coloniale (già immatricolata con il n. 002 19) ha invece la prua come il primo prototipo, le ruote folli protette da una blindatura, un grosso faro protetto, o rie ntabile in altezza, sulla parte anteriore della torretta, una stazione radio (con l'antenna sulla destra della sovrastruttura) e una sirena c he si scorge tra la mitragliatrice di poppa e il portello di visuale. Entrambi sono provvisti di fari protetti pe r la marcia nei due sensi e recano a ll'esterno i consueti attrezzi da zappatore e la binda. Il modello sarebbe stato oggetto di una trattativa, non portata a termine, per una fornitura di 48 veicoli (32 per il R. Esercito più 16 in totale per il Ministero degli Interni e quello delle Colonie)6 . La versione per l'Ese rcito fu inviata, nel giugno dello stesso 1939, al Centro Studi Motorizzazione di Roma come Abm. 1, per le rituali prove di valutazione. Subito dopo la stessa macchina prese parte a lle Grandi Esercitazioni Anno XVII, svoltesi in Pie monte nel] 'agosto del 1939 ed ebbe il suo q uarto d'ora di notorietà. A seguito di quanto sopra i tecnici suggerirono alcuni mig lioramenti e modific he. Anzitutto s i provvide a semplifi care i parafang hi e s i s perime nta rono gommature di sicurezza. Si adottò, probabilmente per motivi di facilità di costruzione, la prua del prototi po e finalmente, il 18 marzo 1940, l'autobl indo fu o mologata e ordinata in 176 esemplari come Autoblindo 40. Si prevedeva di esportarne 54 in Jugoslavia e, con l'entrata in guerra dell ' Italia nel giugno 1940, la commessa per il R. Esercito fu portata a 239 esemplari. Contemporaneamente si svolgevano le esperienze con la macchina destinata al Corpo della Polizia Coloniale (che era stato ribattezzato, proprio dal 15 maggio 1939, C orpo di P olizia del1' Africa Ita liana). L'esemplare esposto a Torino sbarcò a Massaua il 3 gi ugno 1939, da dove partì per un lungo giro di collaudo (13.000 km) «su strada e percorso vario, con differe nti temperature e quasi sempre in condizioni atmosferiche avverse durante il pe riodo delle grandi piogge» durato fin o al rientro a Massaua il 12 settembre. Rientrò quindi in Italia, accompagnata da una favorevole relazione e con proposte di modifiche (ruote più robuste e fari incassati, faro di torretta semplificato ed o rientabile ind ipe ndentemente dalla torretta). S i suggeriva anche la possib ilità di re ndere smontabili le corazzature delle ruote di scorta (per utilizza rle quali scudi per le armi di bordo postate a terra) ed abbattibile l'ante nna radio7 . La macchina fu così rielaborata e ribattezzata AB 6 (non si sa se per il peso in tonnellate o per le sei ruote) . Le foto dell'Ansaldo la ritrassero nel giugno 1940, già provv ista di supporto contraere i per la mitragliatrice di riserva montato sul cielo de ll a torretta e di antenna abbattibile. Sulla destra, davanti al parafango posteriore, era fissato il martinetto; sulla sinistra, sempre dietro il parafango poste rio re, vi erano gli attacch i per il treppiede ( era stato adattato a lla mitra Breda 38 quello della Fiat 35). Più tardi, completata del fa ro di torretta, fu inviata alla Scuola P.A.I. di Tivoli per l' addestramento del personale e ritargata 0501. Ne erano state ordinate altre 9. Poco prima era stato defini to quello per l'Esercito (AB 6 targa 116B, N ° telaio 40756, N° moto re 10003, pneumatici 9.00 x 24 Artig lio) nuovamente passato per il Centro Studi e che differiva este rna me nte per le ruote a razze e per il faro a nterio re Notek con re lati ve luc i posteriori, ma non aveva all' esterno il martinetto e il treppiede. La meccanica era stata semplificata abolendo la possibilità di marcia re come un normale automezzo (ruote anteriori direttrici e posteriori motrici). Sorprendentemente, non era ancora prevista l'apparecchiatura radio. 6 Be nvenuti B .. Curami A .. L'aUloblinda Ansaldo-Fial, in Storia Militare. Parma, ottobre 1993, pag. 39. 7 Ibidem, p. 39.


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G LI A UTOVEICOLI DACOMBATflM ENTO DELL"ES ERC ITO ITALI ANO. VOLUME S ECONDO 1940- 1945

Per motivi sconosciuti, il supporto per l'arma controaerei e il faro oscurato scomparvero sul modello di normale produzione. Ci volle comunque un anno perché le prime macchine di serie potessero essere consegnate all ' Esercito: le prime 5 vennero completate ne l marzo 1941. Poté così avere inizio l' istruzione del personale, per il quale fu costituito, presso la Scuola di Cavalleria di Pinerolo, un Centro Addestramento Autoblindo (Circ. del 20.3.1941 ). Questo ricevé anche due autotelai senza corazzatura per scuola guida (un terzo autotelaio del genere era al C.S.M.). La produzione per quell'anno, era stata prevista in 160 esemplari tra il gennaio ed il dicembre . Nell 'agosto 1941 se ne prevedeva un gettito di 60 al mese. Ri sul tò, comunque e nonostante i ritardi iniziali, al 31 dicembre di 250 macchine. Il 1942 ne vide la consegna di altre 302 (ivi compreso il prototipo della camionetta mod. 42 derivato dal!' AB e numerosi esemplari per il Genio ferrovieri), anche se un altro documento (lettera ad Arturo Bocc iardo, A. Rocca 12.67) afferma che le consegne, al 31 dicembre 1942, dovevano raggiungere le 664 unità (e cioè tutte quelle ordinate, .incluse 80 camionette). Notevolmente inferiore fu quella dei primi sette mesi del 1943, appena 72 macchine. Resta scoperto il mese di agosto ed il periodo postarmistiziale, di c ui si posseggono solo dati parzial i, come si vedrà in seguito. Va ricordato che ancor prima che la macchina entrasse in servizio si decise per l'adozione di una nuova torretta armata con cannone da 20 abbinato a mitra cal. 8 in sostituzione dell'abbinamento cal. 8. La modifica fu estesa alle 9 autoblindo della P.A.I. A guanto riferisce il Generale Roatta8, inizialmente soltanto una piccola percentuale doveva essere armata con la mitragliera da 20 in torretta, che però fu montata s u quasi tutte le macchine di nuova costruzione. Soltanto alcune autoblinde impiegate nel 1941 per addestramento e parte di quelle ferroviarie conservarono l'armamento originale di sole mitragliatrici. A partire dalla macchina targata R.E. 125 B , furono montati pneumatici 9.75 x 24 Libia Rinforzato; quelle destinate in Europa conservarono le Artiglio. Anche le indispensabili apparecchiature radio furono definite e montate sulle macchine solo in un secondo tempo. La denominazione dapprima rimase quella originale (AB 40); poi, dalla macchina targa 606 B divenne AB 41. Secondo alcuni, il motore Abm. 1 da 80 CV a 2700 giri era stato aumentato nella cilindrata e nel la potenza per ovviare ali ' aumento del peso causato dal più potente armamento (550 kg e non una tonnellata come da costoro asserito), ma tutto questo non risulta da alcuna delle fonti riportate in bibliografia. Soltanto in due tabelle della Direz ione Generale del la Motorizzazione la potenza è indicata in 100 CV. Le esperienze delle prime fasi delle operaz ioni in Africa Settentrionale avevano indotto g li avversari - in presenza delle mitragliere da 20 mm di cui erano dotate le autoblindo italo-tedesche - a potenziare l'armamento delle loro macchine, cioè a passare dagli iniziali 13,97 e 15 mm a calibri da 20 e 47 mm 9 , facilitate specialmente dalla d isponibil ità di queste armi catturate al1' Armata Graziani. Seguendo appunto, ma con un certo ritardo, la loro soluzione d i montare il

8 Roatta, Mario , Otto milioni di baionette, Mondadori, Verona, 1946, pag. 78 . Ciò non pare corri!:òpondere al vero: l'adozione della 20 mm in torretta fu successiva e la circostanza sembrerebbe confermata d<1lla le ttcrn cli Rosini a Cadorna ciel 19 settembre 1942. 9 Si ebbero inoltre Marmon-Herrington Mk 11 riarmate con il 25mm Hotchkiss, con il 37/45 Rheinmetall e con il 2 pr. per carro ( 40/52), nonché M k 111 con i I 20 mm Solothurn e con i I 2 ,8 cm sPb 41. In genere . ad ogni p lotone autoblindo ne era assegnata un cannone.


AUTOBLINDO

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pezzo da 47 in barbetta scudata sulle autoblindo MH da 5,4 t, si realizzò un modello di autoblinda 40 adattata a semovente ruotato e armata del 47 /32 con otturatore semiautomatico. Il prototipo (poi targato 665 B), fu approntato nel giugno 1942 dal! ' Ansaldo; il suo sviluppo si trascinò fin oltre il 3 dicembre 1942 ma non ebbe seguito. l.ntanto, l'Ansaldo aveva progettato nella primavera dello stesso 1942 ed in base ad osservazioni emerse durante l'impiego delle prime AB 40120mm in Africa Settentrionale, un modello sempl ificato della macchina e più adatto a quel teatro di operazioni il cui disegno dell ' autotelaio porta la data 3 1ugl io 1942. Ciò aveva indotto il Comando Supremo a richiedere, il 19 luglio 1942, la realizzazione di 2-300 «autoblinde alleggerite mod. 42». In una riunione indetta dal Capo di S.M.G. il successivo 29 settembre si precisò che il peso anelava ridotto senza diminuire la corazzatura attraverso l'abolizione della doppia guida e degli organi s uperflui . L'autoblinda fu pronta per il 7 novembre 1942, ma non fu nemmeno inviata al C.S.M. per la valutazione, ufficialmente perché venuto a mancare il finanziamento del Ministero della Guerra, ma più probabilmente a causa della mutata situazione conseguente alla sconfitta di El Alamein. Restava comunque il problema di realizzare la versione di autoblinda con armamento più potente richiesta dal l'Ispettorato Truppe Motorizzate e Corazzate. Basandosi sulle esperienze condotte con l'autoblinda con cannone da 47/32, l'Ansaldo mise allo studio nel settembre 1942 10 un nuovo modello, il quale - anch'esso privo della doppia guida - fu denominato in un primo tempo «Autoblinda 42 con cannone da 47/40» , e che fu presentato al C.S.M. diversi mesi più tardi (maggio 1943) come «Autoblinda 43» ed immatricolata col n. 670 B. Sempre nel 1942, allo scopo di venire incontro alle esigenze manifestate dai reparti al fronte, sul prototipo del!' AB 40/20 mm (targa 126B) presso il C.S.M. erano stati sperimentati un supporto per mitragliatrice e.a. fissato esternamente sull'angolo posteriore destro della torretta, il montaggio - sempre in torretta - di sparginebbia tipo inglese, nonché le sistemazioni di fustini prismatici per carburante e per acqua (due su ciascuno dei parafanghi anteriori, due sulla sinistra della sovrastruttura e tre sulla destra della stessa). Questi ultimi dal l'autunno 1942 furono approvati con diverse siste mazioni (ridotte ad 8) e montati su tutte le macchine di nuova costruzione. Vennero adottati anche i fumogeni di tipo unificato ed un di verso s upporto per consentire il tiro e.a. con la mitra Breda 38 e.a, che vedremo standardizzati sul! ' Autoblinda 43, l'ultima versione della macchina con torretta del! ' AB 42, ord inata nella primavera 1943 in 380 esemplari più 20 camionette su autotelaio 42. Ancora nel 1943, il precedente prototipo 116 B fu trasformato, alla fine del 1942, in autoblindo comando mod. 42. Ne furono ordinati 50 esemplari, ma non si ha notizia della loro effettiva costruzione e distribuzione, sebbene ne fossero stati decisi i destinatari. Ris ultano immatricolate, prima cieli ' Armistizio, almeno 714 autoblindo SPA 40-41, i vi compreso il prototipo della camionetta desertica mod. 42, ma escluse alcune delle autoblindo destinate alla Polizia Africa Italiana. L' armistizio trovò come minimo 20 AB 4 1 ancora in fabbrica, che presto furono completate, nel mentre ne veniva impostata la nuova serie (ABM 43) nella quale si abbinava lo scafo AB 41 (ma con motore Abm. 3 da l 00 CV) alla torretta del I' AB 42, e della quale sarebbero state prodotte alla fine solo 48 unità. Le commesse in corso sarebbero state ridotte a 310 esemplari, da prodursi, a partire da ottobre 1943, in ragione di 25 al mese per l' Esercito tedesco. Ma font i germa-

IO Lettera dell ' ing. Rosini al generale Cadorna, in Brignoli Mariano,

1951, p. 51.

Raffaele Cadoma, S. M .E.U .S., Roma


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIA O. VOLUME SECONDO 1940-1945

niche (OKH-Heereswaffenamt Dienstelle l talien) indicano come prodotte, fi no al 27 febbraio 1945, soltanto 11 AB 40 (1 delle quali comando), 23 AB 4 1 e 60 AB 42 con pezzo da 47 più altre 20 AB 41 nel 1945, la cui somma (114) non coincide né con le fonti «resistenziali» (130), né con quanto dichiarato dall'Ansaldo, cioè 102 tra AB 41 e 43, armate parte con mitragliera da 20 e parte con KwK 50/60 e costru ite 59 nel l 944 e 43 nel 1945. Alcune di queste macchine, rimaste p rive della torretta, furono armate con postazioni d i mitragliatrici in barbetta sulla sovrastruttura. Non è invece confermata dall'evidenza fotografica l'effettiva produzione di autoblinde SPA con armamento da 47 mm o da 5 cm Kwk 60, la cui ordi nazione da parte german ica sarebbe stata di 70 unità.

Descrizione L'autoblinda 4 1 è un autoveicolo corazzato, cio!'ato di grande velocità, atto a marc iare fuori strada s u terre ni non eccessivamente accidentati e non consistenti (sabbia, neve). Ha grande autonomia, possibilità di osservazione a giro d 'orizzonte. armamento automatico a proietto perforante e scoppiante. Dispone di collegamento radio di notevole portata. Complesso meccanico di alto valore bellico, consente ad equipaggi esperii, che ne abbiano sicura conoscenza e lo sappiano opportunamente manovrare, cli trarne ottimi risultati.

Fin qui la presentazione della macchina nelJa relativa istruzione ' 1 e non vi è dubbio che, nella sua categori a, essa non sfigura rispetto alle contemporanee dotazioni dei principali eserci ti. Ciò sarà confermato, se non altro, dalla decisione degli organi tecnici germanici di riprenderne la produzione dopo l'armistizio. A quattro ruote motrici e direttrici, monta le due ruote d i scorta - sistemate una per lato dello scafo - in modo da entrare in funzione come ruote portanti nel caso di superamento di ostacoli; essendo munita di due posti di guida, uno anteriore ed uno posteriore, essa può marciare indifferentemente nei due sensi. Presso tali posti, sono sistemate le leve per il comando dell'inversione del moto, del cambio ed i pedali del freno, della frizione e dell' acceleratore. II cambio di velocità è sistemato al centro dell 'autotelaio e la sua scatola form a corpo unico col motore, essendo ad esso rigidamente fissato. Anteriormente alla scatola stessa, donde esce l'albero secondario, è sistemata quella contenente il gruppo per l' inversione del moto. Dal posto di guida anteriore è possibile impiegare tutti i sei rapporti del cambio d i velocità; da quello posteriore, previo inserimento del gruppo per l'inversione, soltanto quattro dei suddetti rapporti, essendo esclusa la possibilità di marciare alle velocità maggiori (5 3 e 6a). II moto è trasmesso ad una coppia pignone-corona tronco conica. Alla corona è collegato un differenziale centrale contenuto in una robusta scatola di acciaio fi ssata al telaio. Detto differe nziale comanda due semialberi, ciascuno dei quali mette in movimento due alberi di trasmissione. Il motore, che forma gruppo con la friz ione monodisco a secco e con la scatola del cambio, è sistemato nella parte posteriore del telaio. È uno SPA a 6 cil indri in linea, a benzina, a 4 tempi, con valvole in testa, accensione a magnete e lubrificazione a coppa asciutta. Il raffreddamento è a circolazione d 'acqua , attivata da una pompa centrifuga, con radiatore a 12 elementi smontabili ;

11 Ministero

della Guerra, Ispettorato delle truppe Motori zzate e Corazzate, N. 4330, Istru zione sulla condotta

e sulla manutenzione dell'Autoblinda 41, Roma. LP.S. - Libreria, 1942 - Anno XXI.


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l'aspirazione dell'aria avviene dall'interno dell 'autoblinda verso l'esterno. È alimentato da 3 serbatoi (pri ncipale, ausilia rio e cli riserva), con carburatore Zenith tipo 42 T.T.V.P. con limitatore cli velocità; è dotato di fi ltro dell'aria acl o lio (inizialmente a stella in panno). L'avvi amento è effettuabile s ia a mano, con manovella di avviamento posta nella parte posteriore della macchina, s ia - elettricamente - a mezzo cli motorino di avviamento elettrico a limentato da quattro batterie di accumulatori. L'impianto elettrico provvede: - a ll 'illuminazione esterna, con 4 fari (2 anteriori - protetti - e 2 posteriori , a 3 luci), un faro per la marcia a luce oscurata (anteriore) 12 con re lative luci e un fanalino posteriori. - all'illuminazione interna, con 2 lampadine sul cruscotto anteriore e l su quello posteriore, più una lampadina portatile con possibil ità di attacco sia s ulla planc ia anteriore s ia a quella posteriore; - ad azionare due avvisatori acustici elettrici anteriori comandabi li dalle due posizioni cli guida. L'armamento - inizialmente rappresentato, in torretta, da un a bbinamento Breda 38 cal. 8, provvisto di cannocchiale di puntamento - comprende (AB 41 ) una nuova torretta più alta, con un cannone mitragliera da 20 mm abbinato ad una m itragliatrice Breda 38 cal. 8. La torretta poggia sempre s u sfere ingabbiate entro piani di rotolamento, può girare per 360° su sé stessa mediante meccanismo comandato a mano (volanti no con maniglia e con un rocchetto che ingrana in una corona dentata fissata alla to rretta stessa) ; il suo bloccaggio è ottenuto mediante apposito apparecchio. S ia nel model lo 40 che in quell o 41, s ui lati dell a torretta g irevole sono praticate d iverse ape rture (4 ne l primo e 2 nel secondo tipo) che consentono il ricambio dell'aria aspirata dai ventilatori e che sono protette eia convogliatori c he impedi scono l'ingresso dei proiettili. Sui lati dell e torrette (sulla 40 anche in quello posteriore) sono praticate ferito ie orizzontali con portellini manovrabili dall'interno; sul cielo è sistemato un portello d'ingresso, provvisto di portell ino scorrevole a tto a ll 'osservazione verso l' a lto. Ne lla torretta del mod. 40, le arm i sono sostenute da due supporti fissati ad uno scudo scorrevole in senso verticale, il che consente, agendo su apposito volantino, il puntamento in elevazione. Nel model lo con m itragl iera da 20 mm, un secondo portel lo, nel la corazzatura posteriore, perme tte il montaggio e lo s montaggio dell'arma. L' arma mento è completato da un 'altra mitragliatrice Breda su supporto a sfera per il tiro in ritirata. L'arma posteriore, la cui canna è parzialmente protetta da un tubo in lamiera scudo, in posizione d i riposo è fissata con una cinghietta al c ielo dello scafo. Qualora s ulla torretta g irevole del modello 40 s ia stato appl icato l' appos ito supporto, una delle due armi può esser sfilata dal normale a lloggiamento e s istemata su detto supporto per il tiro controaerei. Di regola, esso deve essere montato su una delle 4 macchine di c iascun plotone 13. Lo scafo offre a i piloti , per la visibilità esterna, s ia dalla parte anteriore che da quella posteriore un portello regolame ntare di visua le in lamiera scudo manovrabile dall ' interno; su c iascun fianco, verso la parte posteriore, è sistemata la porta di accesso, d ivisa in due parti (superiore ed inferiore), ciascuna delle qua li è fornita di dispositivo di chiusura; la parte inferiore non può essere aperta se p ri ma non lo è stata quella superiore. Quest' ulti ma è provv ista d i un porte ll o tondo, girevole in apposita guida e con ferito ia verticale che perme tte la postazione eventuale di un 'arma pe r la difesa vic ina.

12 Tipo 13

tedesco NO.TE.K., installato - si ignora il perché - solo s ul prototipo omologato (targa J 16 B). In realtà, nessun esemplare di serie ne fu mai provvisto.


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Per la visibilità indiretta (protetta), il pilota, per la sola posizione di guida anteriore, dispone di un iposcopio; il capocarro mitragliere di un cannocch iale panoramico o periscopio, sistemato nella parte inferiore della torretta, per mezzo del quale è possibile l 'esplorazio ne del terreno pe r 360° senza muovere la torretta stessa. Per le comunicazioni, I' AB 4 1 dispone di una stazione RF3M , un segnalatore ottico ed un'asta di segnalazione. L' apparecchiatura radio è fissata ali ' interno dello scafo sul fianco destro, l'antenna sul lato sinistro. Dal punto di vista costruttivo, lo scafo è costituito da lamiere d 'acc iaio rigidamente collegate fra loro mediante una robusta intelaiatura di profilati, cui sono solidali mediante bulloni a testa esagonale (conica nella parte superiore per ridurre la vulnerabilità). Il fissaggio del complesso al telaio è ottenuto mediante robusta chiodatura che assicura la tenuta stagna. Jl cofano è protetto da speciali grigliati in lamiera scudo; s ul fianco sinistro posteriore è sistemata la marmitta di scarico provvista di uno speciale silenziatore. Sul la lamiera inclinata superiore, al centro, è disposto il bocchettone d'introduzione della benzina nel serbatoio ausil iario provvisto di un tappo sc udato; su l fianco sini stro, tra ruota di scorta e parafango, il bocchettone d ' introduzione della benzina nel serbato io principale. Per il traino dell'autoblinda, nella parte anteriore vi sono un occhione e due ganci laterali e, nella parte posteriore, un man igl ione a cerniera e due ganci laterali. Esternamente sono fissati due badili, una binda (poi spostata all ' interno) e un cavo di traino; sulla fiancata destra è fissata la gravina. Un paiuolo in lamiera di duralluminio costituisce il pavimento interno dell'autoblinda. Esso è fac ilmente smontabil e a settori per consentire l 'accessibilità ai vari organi meccanici. Nell ' interno sono sistemati i sedili ribaltabili, le cassette per dotazioni, gli scaffaletti per i caricatori, un serbatoio isotermico per acqua di riserva e tre estintori. Tutti i modelli di serie hanno ruote a raggiera in acciaio fuso e sono provvisli di catene - divise in due parti - composte di elementi di acciaio.

Derivati A utoblinda comando 42 Questa versione , realizzata al C.S.M. s ul prototipo dell' AB 40 (] 16B), privato della torretta e della mitragliatrice posteriore (ed ovviamente della doppia guida) e con il compartimento equipaggio leggermente rialzato era destinato ai comandi. La blindatura s uperiore era con 4 portelli (2 laterali , uno fro ntale e uno posteriore). Q uesti ultimi due , per le prove al C.S.M., erano stati realizzati con telai a vetri cli forte spessore, per cui pur diminuendo la protezione dell'osservatore a portello alzato, consenti vano una migliore illuminazione del]' interno. Nondimeno presso I' Ansa ldo si preferì sosti tuirli con no rmali portelli in lamiera scudo poco prima del 29 gennaio 1943. L' armamento e la doppia guida erano stati del tutto eliminati. L' adozione in servizio, disposta il 18 novembre 1942, specificava che Il mezzo è stato studiato allo scopo di dotare i Comandi di G. U. corazzata, di reggimento canista, e del g ruppo semovente di artiglie ria, cli un veicolo blindato atto a fungere da sede di comando tattico ed eventualmente a svolgere compiti di ricognizione ed osservazio ne. Il tipo realizzato, infatti, consente ai comandami delle s uddette unità cli esercitare le varie funzioni, nonché di spostars i rapidamente su terreno vario. e di collegarsi, a mezzo radio, con i reparti s uperiori e con que lli dipe nde nti. Il mezzo è blindato contro le mitragliatrici di piccolo cali bro. La corazzatura della pa1te inferiore ciel telaio ripara dalle mine terrestri anticarro.


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L'ordinazione di 50 esemplari di autoblinda comando che ne seguì non risulta tuttavia espletata dalla Casa Costruttrice. Autoblinda con cannone da 47 mm Nel 1942, rilevata l'insufficienza de l l'armamento nei confronti dei mezzi corazzati avversari inseriti nelle formazioni esploranti, l'Ansaldo, per incarico del l' Ispettorato Truppe Motorizzate e Corazzate, studiò un modello - rimasto prototipo - il cui armame nto e ra costituito da un cannone semiautomatico da 4 7 /32 sistemato su affusto a candeliere in barbetta rialzata, protetto da un 'alta e robusta scudatura ad esso sol idale ed abbondantemente munizionato (1 00 granate sistemate in due ri servette di comodo accesso) . Non era previsto a rmamento secondario di mitrag liatrici. Lo scafo, modificato con fiancate verticali , si basava sull'autotelaio 42 (senza doppia guida e con le sole ruote anteriori sterzanti). Questa macchina, presentata nel dicembre l 942 e completata ai primi del 1943, non fu però adottata, forse per l'eccessiva altezza di sagoma. Autobl indo 42 Per semplificare la meccanica (eliminando la doppia guida ed altri organi superflui) e rendere più sfuggente la sagoma del veicolo mig liorandone, a parità di spesso ri de lla corazzatura, la protezione, fu progettata nel maggio 1942 e poi realizzata una nuova a utoblinda s u quel! ' autotelaio Abm 2, con gommatura 11.25 x 24, che la Viberti utilizzava per le camionette desertiche. Il progetto prevedeva l'aboli zione della gui da posteriore e de lle ruote d i appoggio come s ulle camionette, modifica certamente suggerita dall' inutilità di queste complicazioni s u una macchina destinata ad operare in terreni desertici. Inoltre, erano aboliti i serbatoi di combustibile ausiliario e di riserva (sostituiti da 4 fustini interna me nte allo scafo). Una sola ruota di scorta era sistemata sul fianco destro dello scafo medesimo; in più, veniva soppresso il gruppo batterie di destra e leggermente modificato l'autotelaio per adatta rvi la nuova carrozzeria blindata. Nell 'esemplare campione, per aumentare lo spazio inte rno a disposizione dei tre uomini dell'equipaggio, furono riportati all' esterno taniche e ruota di scorta. Un unico faro era montato sulla prua. Denominata AB 42, la nuova autoblinda montava una torretta particolarmente bassa armata, con il consueto abbinamento 20 + 8 mm ma senza i convogliatori per l' aria in un primo tempo previsti; l ' unica ruota di scorta era fissata al fianco destro dello scafo, mentre i 4 fustini di carburante trovavano posto su quello sinistro. Sempre sul lato interno destro era sistemata la stazione RF 3. Veni va intanto allestita I' Autoblindo 43. Questa montava la torretta de l I' AB 42 sullo scafo della precedente A B 4 1 con poche modifiche e migliorie. Contemporaneamente ne era stata realizzata, come a nticipato, una vers ione più potente che fu dapprima denominata Autoblindo 43 e quando venne adottata (16 agosto 1943) mutò il nome m Autoblindo cannone 43 . Anche in questa macchina, l'armamento, costituito da un cannone semiauto matico da 47/40 abbina to a mitra Breda 38 (con 63 granate perforanti e 27 caricatori da 8 mm), e ra concentrato in una torretta, sempre piuttosto bassa ma di costruzione saldata e con corazzatura frontale portata a 22 mm. TI campione e ra stato presentato al C.S.M. il 21 maggio 1943: esso conservava I'autotelaio Abm 2, potenziato però da un propulsore più spinto (I IO HP). L'altezza era diminuita (2,280


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m) e la velocità au mentata ad 88 km/ora; l'autonomia raggiungeva 535 km (grazie pu re ai 4 fu sti ni esterni). L'autoblinda 43, pur non soddisfacendo pienamente la comm issione di collaudo, che vi aveva riscontrato alcuni difetti ed aveva subordinato il proprio pare re favorevole alla condizione di realizzare spazi di frenatura, alla velocità di 80 km/h, non superiori ai 40

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sarà p iù tardi adottata ins ie me alla variante a rmata con la 20 mm. Dei due tipi , già nella primavera del 1943 ne risultavano ordinati 380 esemplari, nessuno dei quali fu però mai consegnato all'Eserc ito, in quanto la dec isione favore vole alla loro adozione fu presa solo il 16 agosto I 943 (foglio del M iniste ro de lla Guerra - Gabinetto Prot. N° 15 1203/142. 31 4 a firma Sorice). Riportiamo il testo del documento: I) È stata sperimentata, con risultati soddisfacenti, l'auto blinda 43. Il) il mezzo ha le seguenti caratte ristiche e prestazioni principali: - peso T. 7 ,2 circa - protezio ne: a) torre tta frontale 111111 22; laterale 111111 8,5 ; cielo mm 6; b) scafo frontale. laterale. posteriore mm 8,5; cielo e fo ndo mm 6 14 : - arma me nto: - 1 mitragliera da 20 mm ed 1 mitra Breda ca!. 8 abbinate in torretta; - 1 mitra Breda cal. 8 in casamatta (in ritirata); - velocità massi ma s u strada Km/h 80; - motore a benzina Cv. 110. Su proposta dello S.M.R.E. e concorde parere delrlspettorato Truppe Motorizzate e Corazzate e dei competenti organi tecnici ne determino l'adozione in servizio con la seguente denominazione «AUTOBLil\TDA 43» III) Dall' autoblinda 43 è stata derivata l'autoblinda con cannone da 47/40, che alle prove sperime ntali di tiro ha dato ris ultati favorevoli. L' auto blinda cannone differisce dall'autoblinda 43 per l'armamento (cannone da 47/40 in luogo della mitragliera da 20 e soppressione della mi tra in ritirata). per il peso (T.8 circa invece di T.7.2 c irca). per la sagomatura della parte superiore dello scafo e pe r le dimens ioni della torretta: tali differenze no n han no influe nza sulle cara tte ristiche e prestazioni del mezzo. Su proposta dello S.M.R.E. e concorde parere dell'Ispettorato Truppe Motorizzate e Corazzate e dei competenti organi tecnici ne determino l'adozione in servizio con la seguente de nomi naz ione: «AUTOBLINDA CANNONE 43» IV) L·allestimento dei due tipi di au toblinda è in corso.

Va rilevato che nella torretta dell' AB 42 montata sulla AB 43 e dove era di nuovo presente il supporto controaerei visto su l prototipo dell' A B 40, l' accesso avve niva attraverso un'apertura chiusa da due battenti. Tra le altre migliorie apportate, a parte il distributore di fumogeni, la più importante fu rappresentata dall'adozio ne del servofreno durante il corso della sua produzione . Questo diede motivo alla d istinzio ne dell'AB 43 in due sottotipi (Autob li nda Ab. 43 normale, fi no all 'autotelaio N. 55783 con motore N . 100143 e Autoblindo Ab. 43 con servo-freno dall' autotelaio n . 55784 con motore N. I00 193).

14 L'istruz io ne dà invece: corazza tura (piast ra anterio re, piastre sui fianchi e piastra superiore da 8 mm), mentre fa cenno di una blindatura inferiore antimina. di spessore non indicato.


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È infine da ricordare che tra l'interruzione della fornitura dell 'AB 41 e l'inizio di quella del!' AB 43 l' Ansaldo produsse dopo l'Armistizio e per l'Esercito germanico alcune AB 41 con la vecchia torretta, completando probabilmente il lotto precedentemente ordinato dall'Esercito italiano. Versione ferroviaria Il 24 gennaio 1942, lo S.M.R.E., IV Reparto - Ufficio Motorizzazione, inviava agli enti interessati la seguente nota (OGGETTO: Autoblindo 4 1 ferroviaria) a firma del Sottocapo di S.M. rntendente Rossi: Questo Stato M aggiore intende realizzare con carattere d'urgenza la_trasformazionc di una certa aliquota cli autoblinde 41 in modo eia renderle idonee a c ircolare anche s u ferrovia a scartamento ordinario. Pregasi pertanto di studiare s ubito la soluzione di tale problema tenendo conto delle esperienze g ià fatte nel 1931 dal reggimento ferrovieri con l'autocarro SPA 25 C IO che venne trasformato a tale scopo. Nello studio si tenga presente: - il trapasso dal movimento su strada a quello s u binario non deve richiedere che la sostituz ione del cerchio gommato con apposito cerch io ferrov iario da montarsi sulla ruota a raggiera unificata con gli stessi dispositivi, analogamente a quanto viene fatto per sostituire al cerchione con pneumatico il cerchio ne con semi pneumatico; - è indispensabile il bloccaggio del doppio sterzo; - è necessario un sistema di sabbiatura per evitare lo slittamento delle ruote; - è necessario un limitatore cli corsa ciel pedale de ll'acceleratore e un comando a mano clcll' accclcratore stesso : - è eia prendere in esame l'eventuale riduzione della flessibilità delle sospensioni: - la velocità massima non deve risultare inferiore ai 50 Km/h.-

La Ditta costruttrice aderì prontamente, e di tutti e tre i modelli di autoblinda prodotti in serie (AB 40, AB 41 , ABM 43) fu realizzata la versione fenoviaria. Le comuni modifiche. che consentivano loro di poter muovere tanto su terreno quanto su ro taia, riguardavano: - quattro ruote gommate normali e quattro ruote ferroviarie; - mozzi portaruote adatti a ri cevere due ruote gommate per parte e d i appositi ti ranti per assicurare dette ruote; - apposite sabbiere, collocate in corrispondenza delle quattro ruote, comandate dal! ' interno della camera cli combattimento da tiranti fless ibili; - un dispositivo di bloccaggio della guida; - un faro g irevole con la torretta; - porta-vetri per l'applicazione ai fari di un disco rosso e verde; - due astucci porta-bandie ra al lato sinistro dell'autobli nda (uno avanti e l'altro dietro); - appositi scacciapietre's. Prima dell'Armistizio vennero prodotte 20 autoblindo così modificate. Risultano tutte immatricolate 1'8 maggio 1942, a partire dalla 304B (Autotelaio N° 47564, Motore N° 1002 1O, assegnata al la Cp. Autob lindo fe rroviarie il 24 settemb re) , 3 15B, 317B , 320B, 328B, 3368 , 339B, 360B, 370, 38 1B, 382B , 373B (la prima armata con la 20 mm), 375B, 379B , 385B, 394B, 403B fino alla 4 13B (Autotelaio 47706 , Motore N° 100352). Non tutte raggiunsero allo stesso tempo il Reparto. Ad esempio, 1 autoblindo ferroviaria targa R.E . 336B (N° autotelaio 4760 3, N° motore !00249) montava, co me le altre, gomme d i sicurezza con rie mpitivo I] 00 x 280 e ruote fe rroviarie portate, fu assegnata alla Compagnia il 22 agosto 1942. Quella conservata al M useo della Motorizzazione (una Abm 43, N° autotelaio 55702, N° Motore 1001 I , matricola I 085) portava la nuova targa ( 1949) El I 00228.

!5 Per ahre notizie c irca le autoblindo ferroviarie, cfr. Pignato, Nicola, Motori!!!/, G.M.T., Trento 1995, p. 138-

149.


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Impiego Dalla normativa consultata 16, si apprende che i reparti autoblinde furono formati con personale di cavalleria e dei bersaglieri, dando origine rispettivamente a gruppi/squadroni/plotoni ed a battaglioni/compagnie/plotoni. Le formazioni organiche erano la coppi a (2 a.b.), il plotone (4, cioè 2 coppie), lo squadrone o compagnia ( I pi. Comando e 4 pi. a.b., con 17 macch ine) e il gruppo o battag lione ( I sqd. o cp. comando e 2-4 sqd. o cp.). Particolarmente idonee alla ricerca di contatto ed alla osservazione, le unità a.b., nell'ambito dei R.E.Co., R.E.C. e N.E.C., e alle qual i essenz ia lmente competeva la ricerca de l nem ico, l'osservazione e il sondaggio delle forze, svolgevano normalmente compiti esplorativi. Eventualmente, esse potevano anche compiere puntate offensive, dare s ic urezza ai fianchi di GG. UU. e provvedere alla occupazione preventiva di località. Le autoblindo agivano normalmente in cooperazione con motociclisti e motomitraglieri, controcarri semoventi ed autoportati, carri armati, artigl ierie semoventi od autoportate, truppe autoportate. ln un particolare ambiente come quello dell 'Africa Settentrionale, tuttavia, non si aveva di massima assegnazioni di unità motociclisti o motomitrag lieri per la loro insufficiente attitudine al movimento in terreni desertici poco consistenti o sabb iosi. Importantissimo era l' orientamento, la maggior possibile autonomia ed il mantenimento della rotta, giovandosi eventualmente di <<pattuglie guida ne l deserto». Delle varie armi di bordo, le mitragliatrici riuscivano efficaci: - a distanze non superiori ai 4-500 m contro truppe allo scoperto ed armi non scudate; - alle minime distanze contro feritoie e opere bli ndate e di mezzi si mi lari, non ché contro le maglie dei cingoli (investendoli con tiri concentrati); Servivano inoltre nell a difesa vicina e in que lla controaerei (se l' a.b. e ra munita di appos ito supporto per il tiro c.a.)17_ Il cannone mitragliera da 20 mm era invece efficace nel raggio di 6-800 m: - contro mezzi corazzati leggeri (usando la granata perforante); - contro centri di fuoco protetti da blindature. Le bombe a mano e le armi indi viduali servivano per la difesa vicina del mezzo. È da considerare tuttavia che la visib ilità dall'interno dell ' autoblinda, per quanto facil itata dagli strumenti ottici, era sempre molto scarsa. Le formazioni d ' impiego, per il plotone erano: - la colonna (== = =); - la linea (Il Il Il Il), =

= - lo stormo (

).

In terreno scoperto, le distanze fra le macchine non dovevano superare i I 00 m. Esse non dovevano mai agire isolate.

I 6 Ministero della Gue rra, Ispettorato de lle truppe motorizzate e corazzate. N. 4329. I.Hruz.ione s11/!'i111piego e l'addestramento dei reparti autohlinde (Norme provvisorie) 1.P.S. - Libreria. Roma 1942 - Anno XX. 17 In A frica Settentrionale, si provvide con suppo11i di circostanza.


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Le formazioni d'impiego dello sq uadrone (o compagnia) erano: - la colonna; - la linea d i colonne; - la losanga; - la linea di plotoni a stormo. Queste ultime due erano caratteristiche del movimento fuori strada. Gli intervalli dovevano essere particola rmente ampi in zone desertic he . In azione, venivano raccomandati al massimo l'occultamento, mascherando le macchine con mezzi di copertura a rtificiale (frasche, ramaglie, teli e reti mimetiche) o naturali (alberature, vegetazione, ombre anche portate, cortine di fumo) o ricorre ndo alla mime tizzazione, c ioè facendo assumere alle a utoblinde stesse con appos ita colorazione la tinta particolare del terreno su cui operavano. Pe r i collegamenti, all' interno dei reparti le autoblindo facevano uso dell 'asta, del segnalatore, della bandiera a lampo di colore, di artifizi, dell'apparato r.t. e di staffette motociclistiche. Eventualmente, di colombi viaggiatori o delle stesse autoblindo. In caso d i a ttacchi aerei durante la marcia su strada, le macchine dovevano aumentare la loro distanza a 200 m, aprendo contemporaneamente il fu oco con le mitragliatrici e.a. (l'estensore dell'istruzione, prescrivendo a pag. 162, di sistemare preventivamente. sull'apposito supporto in torretta, le mitragliatrici posteriori,

dimenticava che tale supporto era presente solo sul prototipo clell ' AB 40). Per contrastare eventuali attacchi terrestri contro la colonna. o durante le soste, le macchine orie ntavano le torrette a lternati vamente verso destra e verso s inistra. Per la manutenzione e le riparazioni, ogni squadrone comando cli gruppo (o battaglione) dis poneva cli un ' autoffic in a mod. 37 o 38 e, per i recupe ri , d i un Lanc ia RO NM soccorso e di un autosoccorso Spa 38 R .

li primo accenno a li 'inserimento d i un re parto esplorante con autoblindo s i trova nello Stralcio sulla Divisione Corazzata, del 10 maggio 1938-XVI, dove è contemplato un nucleo esplorante su una compagni a moto, una autoblindo (su 17 macchine) e una compagnia semoventi lS . Tuttavia la pri ma unità ad entrare in linea (ottobre 194 1) fu un plotone di 3 macchine(+ una TL 37) tratto dal primo reparto ad essere costituito con AB 40, il Gruppo Corazzato Nizza Cavalleria c he raggiunse l' Africa Settentrionale parallelame nte al Battaglione P.A.I., d i c ui faceva parte una compagnia autoblindo su 10 macchine, targate da 50 1 a 510, la prima delle quali era armata con l'abbina me nto cal. 8. Nel contempo veniva e la borata la normati va nel l'am b ito dell'i mpiego del le unità esploranti e si stabiliva il quantitativo di ve icoli da produrre per soddisfare le esigenze dell 'Esercito. Questo ve nne quantificato a l la fin e del 1941 e prevedeva i I seguente fabb isogno in fatto di autoblinde: - 35 per ognuna delle 5 divisioni corazzate, 2 R .E.Co. 194 1. 2 R E.Co. 1942 e 1 R.E. C o. di fo rmazio ne specia le (ma il tipo 194 1 e que llo A. S. compre nde vano 17 autoblindo); - 8 R.E. Co. 1942 per divisioni motorizzate o autotrasportabili (26 a utoblindo ciascuno); - 8 R.E.C. per Corpo d 'A rmata (4 + J 7 autoblindo c iascuno); - 11 N.E.C. per divisioni di fanteria (9 autoblindo ciascuno).

18 Ceva,

Lucio, l e FF.AA.. UTET, Torino 1981. Sez. 5. Allegato 20.


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GLI AUTOVElCOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

L'occorrente per tali unità esploranti era di 720 macchine e quello totale raggiungeva le 755, il cui soddisfacimento - con una produzione mensile di 30 - era previsto per il dicembre 1942. Come si è visto però, gli ordinativi iniziali furono inferiori, mentre si manifestarono necessità inattese (come l'impiego controguerriglia) che distrassero interi reparti : nel solo Comando Superiore FF.AA. Slovenia-Dal mazia (SUPERSLODA) due plotoni autoblindo erano agli ordini ciel VI C.A. e a ltri due a ll'XI, più altre 10 macchine variamente assegnate. Questi vuoti sarebbero stati coperti con le commesse dell' AB 43 che non ebbero il tempo d i essere espletate per il successi vo armistizio. Per diversi motivi, tra i quali certamente quello di utilizzare quadri g ià provenienti da unità motorizzate, si formarono reparti bersaglieri di autoblindo. Verso il I 943, s i costitui rono anche battag lioni espl oranti corazzati, che comprendevano J cp. con 18 autoblinde. Esiguo fu il numero delle autoblinde fornite agli a ltri Corpi Armati dello Stato . A parte quelle che armarono le compagnie della P.A.I. (quella del Btg. Romolo Gessi su 10 macchine, in Libia dall'ottobre 194 1, la 4.a su 7 macchine, del luglio 1942, e un'altra, con 14 macchine, ma sprovviste di rad io, rimasta in Ital ia e inquadrata nella colonna Cheren), s i ha anche notiz ia di una autoblinda 40, già immatricolata R.E. 3 I 2B, consegnata alla Scuola P.A.I. di Tivoli. Due furono cedute alla Milizia Confinaria a seguito di una richiesta da parte del Prefetto di Fiume per acquistarle direttamente dalla Fiat. Esse dovevano essere assegnate a lla colo nna cele re confinaria «M» e vennero concesse dallo S.M.G. il 4 maggio successivo. Un'altra fu ceduta alla Milizia Portuaria il 4 ottobre 1942 a l prezzo di 4 10.313 lire. Dopo la conclusione delle ostilità, nel periodo 1945- 1950, 22 autoblindo normali ed 8 ferroviarie furono riparate presso l'Arsenale di Torino. Gran parte delle macchi ne superstiti furono poi acquisite dalla P.S. A titolo di c uriosità, riferiamo di un ' Abm 43, (autotelaio 55702 e motore 100 111 targata R .E. 162521) utilizzata dal 9 maggio 1946 dai CC.RR. dapprima in dotazione al Btg. Mobi le di Bologna, per passare, poi dal I O luglio 1947 alla L egione CC. d i Messina, e quind i, dal l O gennaio 1949, a lla Legione Abruzzi, a Chieti. Quelle assegnate a l Reggimento Ferrovieri e poche altre erano quasi tutte del tipo Abm. 43 e 41-43. Le ultime 3 autoblindo ferrovia rie in carico a l Reggime nto stesso furono versate il J 2 luglio 1972. Erano state riarmate con la 12,7 M2 in luogo della Breda da 20. Due AB 43, una normale (El 104551) ed una ferroviaria sono al Museo dell a Motorizzazione Militare di Roma. Una AB 40 (già El 104392) s i trova presso il Museo dell ' Aeronautica Militare di Bracciano, un 'altra presso la raccolta Ansaldo di Genova; due AB 41 sono rispettivamente presso i Reggimenti Nizza Cavalleria - I039 B - e Savoia cavalleria - 560 B. Un re litto d i AB 4 1 s i trova alla Scuola di Cavalleria di Lecce, una AB 43 è e retta a monumento nella caserma di Piemonte e una AB 43 ne lla caserma delle Guide di Sale rno. Almeno a ltre tre sono in raccolte estere ed una AB 43 è stata perfettamente restaurata da un privato ita liano. Durante il periodo 4 1-43, risultano comunq ue costitu iti e operativi i seguenti Reparti: - 132° battaglione autoblindo per R.E.Co. su cp. comando (13 autoblindo) e 2 cp. autoblindo (17 c iascuna) in data 1° luglio 1941, poi, dal 1° dicembre successivo, CXXXII battagl ione esplorante corazzato (poi III G ruppo Corazzato) Ni-;,-;,a Cavalleria per d.cr. Ariete 19; - 133° idem (dal IO agosto 1941), poi CXXXIII battaglione esplorante corazzato per d.cr. Littorio dal 25 novembre successivo, infine VIII battaglione bersagl ie ri corazzato per d. mot. Trieste;

19 Con I autofficina mod. 37, 4 autovetturette, 4 autocarri Spa 38 R, 2 autocarri Spa 38 R con altrettanti serbatoi da 2000 litri, I cano ri morchio pesante unificato e 25 motocicl i Gilera t.e. biposto.


AUTOBLINDO

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- 3 autoblinde (del Nizza) facenti parte della Compagnia mista di formazione carri armati ed autoblìndo, dal 10.07.1941, per I' A.S.; - compagnia autoblindo del R.E.Co. 18° rgt. Bersaglieri costitu ito il 1° .02.1942 (trasformata in 7a e poi ricostituita); - lll gruppo Lancieri di Firen:e (su cp. comando, cp. autoblinde (18) e cp. motociclisti), costituito in data 1° febbraio 1942; - III gruppo Cavalleggeri di Monferrato (idem); - (V e V gruppo corazzato Niz::.:,a; - 1°, 2°, 3° e 4° plotoni autoblindo autonomi (Nizza), per un totale di 16 autoblindo (1 3.01.1942); - 1 squadrone autoblindo del 1° gr. RE.Co. Cavalleggeri di Lodi costituito il 15.02.1942; - XL battaglione bersaglieri (corazzato), a far data dal 15 febbraio 1942; - 7" cp. autoblindo bersaglieri, già del 18° Rgt. Bersaglieri (poi in Corsica); - compagnia autoblindo ferroviarie autonoma, su comando e 2 plotoni (10 autoblindo) costituita il 15 maggio 1942 per scorta ai treni nei territori occupati della ex-Jugoslavia. Il 28 magg io le furono assegnate altre 1O autoblinde, portandola a 4 plotoni, che giunsero dopo l'ottobre I 942; - l O e 2° squadroni autoblindo del R .E.Co. Lancieri di Montebello - già del III Gruppo Lancieri di Firenze - (dal 15 luglio 1942); - plotone autoblinde della Divisione Vicenza (di retrovia) per l'8a Armata in Russia, costituito il 22.08.1942 e ricostituito iI I 6.06.43 su 2 macchine; - 2 pl. autoblindo (8 macch ine) per 9° N.E.C. d.f. tipo 43 Pasubio, costituito il 5.06.1943; - id. per 12° N.E.C. Sassari; - id. per 30° N.E.C . Sabauda, costituito il 1.08.1943; - id. per 28° (?) N.E.C. Aosta costituito il 13.06.43; - id. per N .E.C. Lancieri di Milano, costituito il 13 novembre 1942; - pi. autoblinde (4) per il Reggimento motorizzato Cavalleggeri di Lucca (dal l O marzo 1943); - squadrone autoblindo del reggimento Cavalleggeri di Lodi (13 autoblindo) dal giugno 1943; - 8" compagnia autoblindo autonoma, g ià per il M ontenegro e poi ali' IY Armata in Grecia (giugno 1943); - compagnia autoblindo (bersaglieri) per il X btg. esplo rante corazzato per div. mot. Piave a far data dal 15 luglio J943; - 9" cp. autoblindo autonoma (bersagl ieri), costituita il 15 luglio 1943 per il Comando 11 a Armata e disciolta il 3 1 agosto successivo; le 12 macch ine con eq uipaggi passarono al Comando Generale RR.CC. Al 28 settembre 1943 risultavano ai tedeschi circa 200 AB confiscate ai reparti italiani disciolti al 28 settembre 1940; di queste, ben 11 O sarebbero state passate ali 'Esercito croato . Con le restanti 87 essi avrebbero costituito plotoni esploranti su 7 macchine assegnati a divisioni dei Gruppi d i Armate Sud-Est e Sud-Ovest; altre 23 AB 41 ribattezzate Pan:erspahwagen AB 41 201 (i )20 sarebbero state prodotte nel 1944, mentre 60 AB 43, delle 240 ordinate all'Ansaldo dall'O.K.H. come Panzerspah wagen AB 43 203 (i) furono costruite nel 1944 ed un numero imprecisato nel 194521• 20 Regemberger, Werncr. Cap!Ured Armored Cars and other Velt icles in Wehrmacht Service in World War Il, Schiller Military History, 1996, p. 38. 2 1 Sulle AB 41 confiscate agli italiani, i germanici applicarono talvo lta protezio ni addizionali. In Grecia. lamiere piane inclinate sui parafang hi anterio ri ; in provincia di Lubiana, un proiettore orientabi le sincronizzato alla mitragliera ed una lamiera angolata - spaziata - sulla prua dello scafo (cfr. Rivista giapponese Panzer nn. 7 (1995)


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERC!TO ITALIANO. VOLUME SECONDO I 940- 1945

Tre AB 41 (una sezione esplorante) fecero parte - nel 1944 - dello Squadrone di cavalleria inquadrato nel IX Reparto d'Assalto del Corpo Italiano d i Liberazione.

Considerazioni Indipendentemente dalle caratteristiche tattiche e dalle sue possibilità delineate nelle istruzion i del tempo di guerra e che riflettono in sostanza l'opinione pro tempore dell 'Ispettorato, ci si potrebbe basare, per un giudizio s ul! 'autoblindo SPA, sui rapporti tecnici pervenutic i, qua li la nota relazione de l Ten. carrista Dionisi, allegata alla rel azione del Col. Bizzi s ulla missione condotta in A.S . nel marzo 194222 , l'ali. 8 alla contemporanea relazione del Cap. Traniello23 ed il Rapporto preliminare inglese N_ 12 Italian Armoured Car AUTOBLlNDA 40, School of Tank Technology, Egham, May 1943 (stralcio in Documento N. 38)24 • Né, a maggior ragione, sugli «Stralci di relazioni pervenute sulle esperienze pratiche effettuate dal Corpo P.A.I. in A.O.I. con l'Autoblindomitragliatrice Fiat-Ansaldo» dal 3 giugno al 12 settembre 1939, che è relativo ad uno dei prototipi. A dire il vero , questi documenti ne sottolineano alcune carenze e propongono gli opportuni rimedi , ma va sottolineato che - purtroppo - si riferiscono tutte a veicoli costrui ti nella prima metà del 1941 ed impiegati in combattimento da pochi mesi. Meglio quindi attenersi ai giudizi degli «utenti», meno qualificati, forse, ma di più lunga esperienza. Il primo è quello dell'allora Serg. A.U .C. (poi Col.) Giuseppe Quadrini , già appartenente allo Squadrone A.U.C. (70 unità) del CA.A. di Pinerolo25. Impressioni di guida. Favolose! Macchina docile ai comandi (molti autisti alteravano, o meglio, spiombavano, il regolatore di velocità per poter correre di più. e se scoperti, incappavano in sanzioni disciplinari abbastanza forti); in terreno vario, abbastanza pratica (meno in terreni fangosi o sabbiosi per cui bisognava ricorrere a una specie di grattugia - i canali da sabbia - sotto una ruota) ; comodissime le due ruote portanti laterali. In testa, sempre il casco ad evitare bernoccoli per l'urto sul cielo della casamatta; buona aerazione a portelli chiusi con le armi in funzione. Se condotta da equipaggi affiatati (noi li formavamo traendoli da una stessa regione e, parlando in interfono in dialetto, nessuno li capiva) dava veramente filo da torcere.

Un altro, l'allora S. ten. dei bersaglieri Mario PeciJe26, anch'egli addestrato al C.A.A. di Pinerolo, quindi in A. S. dal 1942 con !'VIII btg. bersaglieri corazzato e che aveva vissuto, combattuto ed era stato ferito sul mezzo in questione, lo ricordava in termin i elogiativi ed osservava che:

e 7 ( l989) e Regenberg Werner, Panze1fahrze11ge u. Panzereinheiren der Ordnungpolizei 1936-45, Pozdun-Pallas, 1999 (p. 144 rispettivamente). 22 Relazione sul comportamento dell'autoblinda 41 compilata dal Ten. Carrista Dionisi, in Ceva-Curami, op. cit.. Tomo II p. 254-257. U no dei punti più interessanti riguarda l'esito negativo delle esperienze con gomme di sicurezza in quel particolare teatro d'operazioni, come del resto già emerso durante le prove in A.O.I. 23 Ibidem, p. 297 e 302. In quest' ultimo si mette in evidenza il pericolo d'incendio causato dai 3 serbatoi di benzina, cui si tenterà di ovviare nell' AB 42. Sembra anche che i motori del primo lotto s iano stati di potenza inferiore (solo 75 I-IP!). 24 L'esemplare catturato alla P.A.T. in Libia era il n° telaio 40778, motore n° 10004 l anno di costruzione 194 I, km. percorsi 6.450. Secondo gli inglesi, la potenza sarebbe stata di I 00- I 20 HP. 25 Corrispondenza con N.P. (anno 1977). 26 Corrispondenza con N.P. (anno 1975).


AUTOBLINDO

13 1

Se la corazzatura lasciava a desiderare non era solo per l'acciaio impiegato, ma perché i mezzi contro i quali si operava erano dotati di superiore armamento . .I l motore era ottimo: il carburatore funzionava sempre ad ogni inc linazione. Il personale era stato istruito sul propulsore al C.S.M. di Roma. La potenza era forse leggermente inferiore a quanto sarebbe stato necessario per il peso della macchina, ma sia fuori strada che :;ulla sabbia (con· pneumatic i Libia) e su strada, non ha mai dato fasti di . Le armj furono definite «meravigliose» , sebbene un po' lente.

L' unico g iudizio «ufficiale» espresso poco prima dell a fin e delle operazioni nel Nord Africa è quello, piuttosto laconico, che si trova nella relazione N.S.C./2O25 del 6 aprile 1943, inviata dal Comando superiore FF.AA della Libia al Capo di S.M. per le operazion i: L'autoblindo 40 è un buon mezzo. che però ha dato una eccessiva percentuale d i avarie a causa di difetti nel congegno di sterzo.

L'Esercito degli Stati Uniti , che pure fece portare all' Aberdeen Proving Ground un esempl are d i AB 4 1 probabil mente recuperato in Sicilia (senza però sottoporlo a valutazione prima di demolirlo), non si espresse, nella nota pubblicazione FM 30-4027 che con brevi note: Trazione s ulle quattro ruote motrici e sterzanti. S u terreni accidentati, le ruote di scorta che sporgono al di sotto dello scafo possono sopportarne il peso ruotando sui loro assi, impedendo così che il fondo scafo appoggi sul terreno. Il veicolo può muovere in entrambe le direzioni, ma con velocità di 49 miglia in avanti e 24 indietro.

Caratteristiche 1. Generali Denominazione Costruzione Equipaggio Peso kg Rapporto HP/t 2. Dimensioni Lunghezza m Larghezza m Altezza m Passo m Caneggiata m Luce libera m Gommatura

27

AB4O AB 41 AB43 Ansaldo-Spa = 3-4 u. (l capo autoblinda tiratore, 2 piloti, I tiratore marconista) 6.850 7400 6600 11,6 10,8 15, I

5 ,200 = 1,920 = 2,44028 2,48429 3,200 1,634 0,350 Pneumatici. 9.00-24 (artiglio) 9,75-24 L 9,75-24 Rinf. 10 t.

5,410

= 2,48030 1,620

U.S. War Department, Recognition Picrorial Manual on Armored Vehicles, ltaly - 3 Novembre 1943. torretta g irevole e periscopio . 29 Idem 30 Compreso suppo110 per mitragliatrice contraerea.

28 Compresa


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GLI AUTOVE ICO LI DA COMBA1TJMENTO DELL"ES ERCITO ITALI ANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

(su sabbia) su cerchion i 24 X 7 3. Armamento Principale:

2 mitra 38 ca!. 8 111

E levazione da Orizzontale Secondario:

- 10° a +20° 360°

- l 2° a+20° =

Cannone Breda da 20 mm torretta girevole -6° a +20°

= l mitra Breda ca!. 8 abbinata al cannone 1 mitra Breda cal. 8 posteriormente -6°a+l8° 13°+13°

Elevazione da Settore orizzontale (destro e sinistro) 4. Meccani smi di elevazione e brandeggio manuali 5. Mun izionamento Cannone: mitra Breda 38 ca!. 8

4080

456 1992

408 170431

6. Apparati ottici Cannocchiale colli matore di puntamento per abbinamento Cannocchiale di puntamento per la mitragliatrice posteriore Cannocchiale panoramico per l'osservazione Iposcopio per la guida anteriore a portelli chiusi 7. Protezione Lamiere imbullonate e chiodate Scafo: frontale mm laterale mm superiore mm inferiore antimina Torretta: frontale mm laterale mm superiore mm

8 6

8 8 8

6

N .D.

8,5

18 10

6

8. Comunicazioni Apparecchiatura radio tipo Marelli RF 3 M mod. 1941

3 1 Stab ilito

defin itivamente con fog lio N. 123243 di prot. SEGRETO dello S.M.R.E. - Ufficio servizi I del J 8 novembre I 94 l. XX.


133

AUTOBLINDO

9. Motore Spa a benzina, 4 tempi N. cilindri e configurazione Cilindrata eme. Potenza max HP/kW 80/59 Giri al m' 2700 Serbatoi benzina 1.118+20+57 N. canistri da 20 I

Abm l 6 in linea 4995 80/59 = = 832

Abm 3

100175,5 2800 118+20 8

I O. Trasmissione Frizione monodisco a secco, cambio a 6 velocità tutte avanti e 4 indietro, con inversore del moto. Quattro ruote sono motrici più a ltre due, folli, di appoggio. Freni sulle 4 ruote: a comando idraulico a pedale fino alla ABM 43 con telaio n. 55783 e motore n. lOO I 92; comando idropneumatico a pedale con servofreno dal I' ABM 43 con telaio n. 55784 e motore n. 100193. Sulla trasmissione, comando meccanico a mano.

11. Sospensioni Indipendenti con ammortizzatori idraulici. 12. Impianto elettrico Tensione V 12, con dinamo Fiat 300, motorino d'avviamento Marelli A. 20 batterie N. 4 Marelli 3M F Z 15 e 4; avvisatori e fana leria elettrica. 13. Prestazioni Velocità max km/h 76 id. media su terreno vario km/ h 20 Raggio di volta m 5,500-5,800 30/40/5033 Pendenza max sup. % Gradino m 0 ,35 0,70 Guado m 400 Autonomia km (senza canistri) id. su terreno vario ore c irca 8 N.D. Consumo per 100 km

78

81,2

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5,800 30 0 ,30

= 460

= 56

Immatricolazioni : a partire da 116 B e fino al 714 B. Sono compresi: 173, 174, 175 e 226 B (telai per scuola guida), i vari prototipi, le ferroviarie nonché, le camionette su autotelaio 40 e 42, (vedi).

32 Solo sulle ultime serie. II libretto uso e manutenzione (p. 12) ne ri porta solo 6, trascurando i due sulla fiancata sinistra della camera motore. 33 A seconda delle fonti consultate.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATI'IMENTO DELL"ESERC ITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

BIBLIOGRAFIA - Direzione Superiore del Servizio Tecnico e del Corpo automobilistico, Autoblinda 40 - Appunti sulla costituzione manutenzione e condotta, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1941 Anno XIX; - Ispettorato delle truppe motorizzate e corazzate, Istruzione sulla condotta e manutenzione dell'autoblinda 41, edizione 1942, N. 4330; - Fiat, Autoblinda 40 Fiat-Ansaldo, norme sommarie sul.funzionamento guida, uso e manutenzione, Torino, SPA, 1942; - Fiat-Ansa ldo, Autoblindo 40, Catalogo delle parti di ricambio, scafo, torretta girevole, sistemazione armi, organi accessori, dotazioni, apparati ottici, Ansaldo, Stabilimento Fossati, Genova-Sestri, 1- 1942-XX (1000); - SPA, Autoblinda 40 Fiat-Ansaldo, Catalogo parti di ricambio (autotelaio), I" Edizione, Stampato SPA N. 265 RS - Maggio 1941 -XIX (1000); - Fiat, Autoblinda 40-41 Fiat-Ansaldo, norme sommarie sul fun zionamento, guida, uso e manutenzione; - Fiat, Autoblinda Fiat-Ansaldo 40-41, Istruzione per le riparazioni, Torino, 10-1942; - Fiat-Ansaldo, Autoblinda 43, Uso e manuten:ione, 4-1945 (600); - Fiat-Ansaldo, Autoblinda 43, Catalogo parti di ricambio edizione, agosto 1944 (600); - Scuola di Applicazione di Cavall eria - ÂŤNon ristareÂť - Addestramento autoblindo e carri L.6 (Norme orientative), Pinerolo 1941; - Ministero della Guerra - Ispettorato delle Truppe Motorizzate e Corazzate, Istruzione sull'impiego e l'addestramento dei reparti autoblinde (Norme Provvisorie) Ed. 1942 N. 4329; - S.M.R.E. - Ufficio Addestramento, Circolare N. 28000, Impiego del raggruppamento esplorante corazzato R.E.Co (Norme provvisorie ), Roma, dicembre 1941 ; - S.M.R.E. - Ufficio addestramento, Circolare N. 3000, Concetti.fondamentali ai quali deve essere informato l'addestramento del N. E.C., Roma, febbraio 1942.

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AUTOBLIN DO

Prototipo di autobl inda SPA per Polizia Coloniale 1939

Autoblinda 41 (fi ne produzione)

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136

GLI A UTO VEICOLI DA CO MBATTIMENTO DELL"ESERC ITO ITALIANO. VOLUME S ECONDO 1940- 1945

Autoblinda 4 1 (fine produzione)

Prototipo di autoblinda co n cannone da 47 ( 1942)

Autoblinda comando mod. 42


AUTOBLINDO

Auto&lĂŹnd,'i 42

Autoblinda 41 (ultimo lotto)

Autoblinda 43

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138

GLJ AUTOVEICOLI DA COMBATTTMENTO DELL.ESERCITO !TALLANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Autoblinda 40 ferroviaria


AUTOBLINDO

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l. Simulacro in legno della nuova autoblindo realizzato ali' Ansaldo (Storia Militare).

2. Il prototipo di autoblinda studiato per la P.A.l., nella s ua prima configurazione ( 1939).

139


140

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO 1939-1945

3. TI medesimo visto da 3/4 dietro (F iat).

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4 . Il campione realizzato pe r l' Eserc ito nel maggio 1939 (A utoblinda R.E.), visto di 3/4 dietro da sinistra. S i noti la piccola grig liatura (Ansaldo).


AUTOBLINDO

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5. Lo stesso di 3/4 avanti. La prua s~u·à modificata e riportata alla sua forma originaria (CETEM).

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6. Lo stesso visto posterionnente, con la grigliatura quasi definitiva (CETEM).

141


142

GLI AUTOVEICOLI DACOMBATrIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO 1939- 1945

7. Ancora il proto tipo Abm 6. con gommatura di sicurezza (FI AT).


AUT OBLINDO

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8. Il modello omologato al C.S.M. come AB 40. Presenta il supporto per l'arma contraerei e il faro oscurato, entrambi po i eliminati. È targato R.E. I 168 (CETEM).

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9. li modello AB 40, con la nuova torreua per mitragliera eia 20 mm con mitra abbinata, visto di 3/4 da sinistra (CETEM).


144

G LI AUTO VEICOLI DA COMBATilìvtENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

10. Il posto di guida anteriore de ll' AB 40 prototipo.

11. Sulla torretta dcli ' AB 40-20 mm fu speri mentato anche il supporto a collo cl 'oca per la mitragliatrice contraerei Breda 38.


AUTOBLINDO

145

12. AB 40 vi~ta di 3/4 da destra, targa RE 126B (CETEM).

13 . li prototipo dell ' Autobli nda P.A.I., dopo le modifiche realizzate prima del g iugno 1940. Si tratta sempre della 050 1, ripresa a Tivoli il 18 marzo 194 1 (LUCE, via Pignato).


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALI ANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

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14. Le autoblindo P.A.l. nella prima variante impiegata in A.S.. con qualche lieve differenza rispetto a lle AB di serie destinale ali "Esercito: apparato radio di cipo diverso, martinetto e treppiede mod. 35 montari esternamente (SMEUS).


AUTOBLINDO

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15. Schieramento di AB 40 del Battaglione P.A.l. Romolo Gessi, una delle quali armata di sole mitragliatrici. in au esa di essere passate in ri vista dal Capo del Governo . In primo p iano l"autoblinda ta rga P.A.l. 510. Nellunia (RM), 6 settembre 1941 .

16. Le prime cinque AB 40 consegnate ali 'esercito nel l'aprile del 194 1, con l'armamento di sole mitragliatric i (Ansaldo, via P ignato).


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATl'IM cNTO DELU:SERCITO ITt\LIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

17. C autotelaio dell· AB 40.

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18. Un a utote laio adauato per la scuola g uida, al Centro Addestramento Autoblindo della Scuola d i Caval le ria di Pinerolo. È il R.E. 172B (FIAT).


AUTOBLINDO

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19. Auto blindo 40 in addestramento. al passaggio del torren te Chisone. Galoppatoio di Bauclenasca-Pinerolo . Torino 1941. I due convogliatori posteriori della torretta sono stati aboliti (Grietti).

20. Le prime autoblindo 40 del plotone Ni-:,-:,a e rano sprovviste di apparecchiatura radio. Si noti, s ulla fi ancata il trofeo ciel Reggimento e, al di sopra del portello. il motto ÂŤNICEA FIDELISÂť. Sidi Rezegh, (A.S.) novem bre 1941 (SMEUS).


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GU AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITAUANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

21. Qualche AB 40 (a sinistra) montò la gommatura di sicurezza.

22. Modifiche studiate per mig liorare l'AB 40: supporto per mitra e.a., sparginebbia tipo inglese e supporti per taniche per acqua e carburante di riserva (CETEM).


AUTOBLINDO

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23. Autoblindo della 7" Cp. bersaglieri in addestramento in Corsica, 1942. Non sono ancora dotate di supporti per tanic he, qui legate dietro la torretta (SMEUS).

24. L'Autoblinda 4 1 targa RE 403B, fotografata all'Ansaldo nel maggio 1942 (Rosini, via Pignato).


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

25. L'interno della stessa (come sopra).

26. Autoblindo dell 'ultimo lotto. caratterizzato dai s upport i per taniche (si distingue in primo p iano la R.E. 657B, dell '8" Cp. Autoblindo autonoma). Pinerolo, 18 febbraio 1943 (Quadrini).


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AUTOBLINDO

27. Sempre a Pinerolo, un Ufficiale dimostra i ·utilità delle ruote d'appoggio in tcncno vario (Museo del la Cavalleria, Pinerolo).

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28. Autobl indo 40 dei bersaglieri in A.S. fotografate il 16 maggio I942 (Pignato).

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBAlTJMENTO DELL'ESERCITO JTALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

29. Una macchina dell'VIJT bersaglieri corazzato (la R 2) ancora senza radio e con un supporto artigianale per m itra e.a. fotografata in A.S (Pignato).

30. Autoblindo 4 1 del IV Nizza in addestramento (Archivio Lancia, Bolzano).


AUTOBLINDO

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31. Quattro AB 40 destinate a li 'istruzione dei giovani partecipanti ai corsi premilitari nel I 942 (Pignato).

32. Un' A.B. 40 del Gruppo Nizza dotata di una stazione RF I (o 2) CA. S ulla protezione periscopio è stato fissato un supporto snodato per la mitra e.a. Fronte egiziano, agosto 1942 (SMEUS).


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GU AUTOVEICOLI DA COMBATl!MENTO DELL.ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940- 1945

33. Un'altra AB 40 alla quale è stato fissato posteriormente un supporto per canistri. Dietro la torretta porta una casscua per munizioni e un ' al tra s ulla destra (forse con 6 fumogeni); una cassetta pe r munizioni da 20 è fissata sotto i I bocchettone del serbatoio. Fronte egiziano, 1942.

34. Tunisia, 1943. Adattamenti per arma e.a. e trasporto taniche su AB 41 (SMEUS).


AUTOBLINDO

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35. Autoblindo 4 1 della P.A.l. sempre i n Tun isia, 1943. Si notino le fasce tricolori. In primo piano quella targata Polizia Africa Ital iana 0767. ( LUCE, via Pignato).

36. L' AB 40 targa R.E. 352B , una delle due cedute alla Milizia Confinaria nel maggio 1942 (SMEUS).


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GLl AUTOVEICOLI DA COMBATrlMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

37. U n'AB 4 1 v isia dall'alto.


AUTOBLINDO

38. Autoblindo del N Gru ppo Corazzato Ni::,::,a Cavalleria . Tirana. 1943.

39. La blindo-cannone s perimentale am1ata con il 47/32 rimasta prototipo, di 3/4 avanti da destra.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

40. La stessa (targa prova R.E. 8) dall'alto, cli 3/4 da destra. (CETEM 407M ).

41 . Il prototipo dell'autoblinda 42. privo della doppia guida e delle ruote d i appoggio. Anche la torretta è più bassa cd è stata eliminata l'arma in ritirata, a confronto con I' AB 4 1 in produzione (autunno 1942).


AUTOBLINDO

42-43. Due interessanti viste dell'autoblindo comando. la R. E. 1168 cosĂŹ trasformata (CETEM M/403 M).

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

44. L' AB 43 con cannone da 4 7/40, rimasta prototipo. Si noti la torretta saldata superiormente (CET EM).

45. L'AB dopo le prove al CETEM: è la R.E. 670B.


A UTOBLINDO

46-47. Altre due viste di questo modello, la frontale e la posteriore (CETEM).

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GLI A UTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

48. L' AB 43 - ancora priva della radio - a confronto con una delle ultime AB 41. con distributore fumogeni.


AUTOBI.INDO

49-50. Due viste inedite dell' AB 43, con radio.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

51. Vista posteriore da destra dell' AB 43.

52. Vista dall'alto dell' Abm 43.


AUTOBLINDO

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53. Un plotone autoblindo 40 ferroviarie. costituito nel ¡42 per l' impiego sulle linee dei territori occupati della ex Jugoslavia. L'armamento era rappresentato da sole mitra ca\. 8.

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GLI AUTOVEICOLI DACOMBA"ITIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

54-55. Una delle 4 autoblinde ferrov iarie destinata al la compagnia l ittor ine blindate operante nello stesso scac-

chiere. È la 373 8, armata anche con mitragliera da 20 (FTAT, via Pignato), vista di 3/4 avanti e dietro.


AUTOBLINDO

56. Prima di essere versala al Musco della Molorizzazionc mil itare. questa AB 43 ferroviaria è stata depredala di tulio quanto poteva essere asponato, e perfino del tappo del serbatoio.

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AUTOVETTURE CORAZZATE Dopo la vittoriosa conclusione della campagna in Africa Orientale, lo S.M. R.E . avvertì la necess ità di sostituire i veicoli blindati in servizio, ormai del tutto sorpassati ed insufficienti dal punto di vista numerico. Furono pertanto interessati gli organi tecnici per una sollecita soluzione del problema e in tale ottica ed in attesa di realizzare un modello nazionale, si volle prendere in esame una serie di mezzi costruiti dalla Casa austriaca Austro-Daimler. Questa Ditta aveva infatti presentato, verso la fine del 1936, tre modelli di Panzerwagen: uno pesante a 4 assi e doppia guida, una a 3 assi ed un ' autovettura a 2 assi leggermente protetta. Quest' ultima - denominata ADSK, non fu presa in Italia nella debita considerazione, sebbene un veicolo del genere a trazione integrale sarebbe risultato di indubbia utilità. Al contrario, in Gran Bretagna, dove ai primi del 1938 il Ministero della Guerra aveva espressamente richiesto l'adozione di un armoured scout car (cioè un piccolo blindato per esplorazione e collegamento), l' ADSK fu oggetto d i esame sin dal febbraio di quell ' anno. Dai collaudi e dalle prove comparative con altri cinque concorrenti , emerse che il modello austriaco, a sospensioni indipendenti, presentava eccellenti caratteristiche d i velocità e di autonomia. Questo per quanto la sistemazione del pilota lasciasse a desiderare in fatto di comodità, il motore fosse rumoroso e il sistema d i frenatura ancora inaffidabile . Per quanto scartato, però, l' ADSK sembra aver ispirato tutti i progettisti di questa nuova categoria di blindati , primo fra i quali il Car, Scout Mk I , prodotto in grande serie dalla B.S.A./Daimler per l'Esercito britannico dal maggio 1939. Denominata Dingo (dal nome di una specie di lupo australiana) la macchina fu ben presto sperimentata dapprima sul fronte occidentale e poi su quello de] Mediterraneo. L'Esercito germanico ne aveva recuperati numerosi esemplari in Francia e in Grecia, reimpiegandoli con la denominazione di leichter Panzerspiihwagen Mark I 202 (e) ma non ritenne di dotarsi di un veicolo del genere; al contrario gli italiani, che ne avevano portato a Roma due esemplari catturati sin dalla primavera 1941 , ne intuirono le possibilità. La Dingo, dopo essere stata sperimentata al Centro Studi Motorizzazione, fu quindi inviata alla Lancia perché ne ricavasse una copia. Frattanto - nel settembre dello stesso 1941 - l' ing. Fuscaldo propose una versione blindata dell' autoveicolo «Rombo» da lui progettato. Tuttavia, la lentezza con la quale entrambe le vetture furono realizzate ne impedirono 1' entrata in serviz io prima dell'Armistizio, e solo pochi esemplari della «Lince» furono utilizzati da unità dell'Esercito repubblicano e della Wehrmacht. Si dovette attendere il dopoguerra perché l 'Esercito italiano potesse disporne in quantitativi sufficienti per distribuirli in primis all a Cavalleria blindata. Ma si trattava di residuati bell ici canadesi (i Lynx, una versione perfezionata dei Dingo) e britannici (i più profilati Humber), che rimasero in servizio per una decina d'anni. Le proposte dell ' industria nazionale per version i aggiornate dei piccoli blindati, come la Ferrari F333E del 1983 non furono trovate di interesse dall'autorità militare nonostante la diffusione che realizzazioni del genere hanno avuto in molti eserciti sia in variante combat sia intelligence in epoca recente.

Caproni « Vespa» L' ing. Ottavio Fuscalclo aveva depositato a suo tempo un brevetto per la realizzazione di veicoli a rombo. Le esperienze, riguardanti tanto versioni civili quanto militari durarono dal 1930 al


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

1942, quand'egli presentò il secondo ed ultimo modello della sua vettura blindata. denominata dapprima Caproni-Fuscaldo e poi «Vespa». Lo studio della macchina era stato presentato al Centro Studi Motorizzazione di Roma nel settembre 1941. Come scrisse più tardi il progettista esso fu preso in massima considerazione e fu immediatamente passato l'ordine di costruzione di un esemplare. Questo, costruito dalle officine Caproni di Taliedo, iniziava già le prove il 24 dicembre I94 1 e veniva consegnato al C.S. M. nei primi giorni del gennaio 1942.

In realtà la consegna ciel prototipo (preceduta eia quel la di un model lo in legno in scala 1/ 1O) ebbe luogo, come attesta il verba le cli prova, il 2 febbraio 1942. La configurazione del «Vespa» era ciel tutto originale. Il veicolo era costituito da un assale centrale motore e eia due ruote portanti e d irettric i disposte nel p iano mediano long itud inale. Ne conseguiva che l'appoggio a te1Ta aveva forma di rombo. Dal le esperienze condotte risultarono alcune qualità pos itive, come le limitate dimensioni d ' ingombro, il minimo raggio di volta, l'esuberante potenza installata e la semplicità della meccanica. Modeste apparivano, invece, le prestazioni su strada e mediocri quelle in terreno vario. In particolare, l'impiego sulla sabbia richiese alcune modifiche che permettessero l'adoz ione di ruote e pneumatici più adatti. Pertanto il blindato fu riprogettato e riconsegnato al Centro Studi il 23 g iugno 1942. L'interesse per quella che sembrava la soluzione italiana al problema dello scout car continu ò, come del resto testimoniano due schemi ritrovati a l Centro e che recano la data del 16 e 17 novembre 1942. Ma ormai era già stato consegnato allo stesso Ente - il 1O novembre - il prototipo dell'autovettura corazzata «Lince» e le prove vennero interrotte. Al 13 gennaio J 943, l'autoblindo «Vespa» (R.E. 779B) risultava in carico al 6° Rgt. Autieri di Bologna.

Autoblinda «Lince» Q uest' autovettura è conosciuta con diverse denominazioni: Carro 269 da parte della Lancia, Autoprotetta (Lanc ia) Lince da parte del!' Ansaldo cd infine Autoblinda <<Lince» nell 'Esercito. Invero lo schema arch itetturale era stato copiato integralmente dall'analogo modello britan nico Daimler scout car (autovettura da ricognizione) Mark 1 del 1939 detto Dingo (ma impropriamente g iacché tale nomignolo era inizialme nte stato attribu ito ad un veicolo blindato dell a Al vis realizzato poco tempo e mai omologato dal War Office). La versione ital iana derivata dagli esemplari catturati in Cirenaica e real izzata dalla Lanc ia fu portata al Centro Studi della Motorizzazione il 10 novembre 1942, dove s i stava sperimentando la Caproni «Vespa». La scelta cadde be n presto sul prototipo Lancia (g ià defin ito dal 27 gen naio 1941, data ciel disegno Assieme Veicolo), e di cui nel frattempo erano state stud iate modifiche di dettaglio. Queste comprendevano, tra l'altro, la sistemazione dell'armamento (una mitragliatrice cal. 8 in installazione a sfera), il montaggio di una radio RF 2 CA (solo su un ' aliquota d i autobl inde) e d i gommature di sicurezza. Tali modifiche, «proposte dalla com.missione d i omologazione e dall'Ispettorato Truppe Motorizzate e Corazzate, approvate dallo S.M.R.E.» secondo la Circolare n. J16943 del 29 marzo 1943 che ne stabiliva l 'adozione (sancita nelle Disposizioni speciali del


A UTOVE'ITURE CORAZZATE

173

maggio 1943) sarebbero state «apportate durante la produzione di serie» 1• Lo stesso documento ne stabiliva: «l'impiego in terre no vario con compiti di esplorazione in campo tattico». Il prototipo, esteriormente e come si evince dalle fotografie, era in apparenza assai simile al veicolo originale Daimler. Il motore era però un Lanc ia Astura (2617 e me.) accoppiato ad un cambio meccanico preselettore, con comando idraulico. La manovra, da l punto di vista funzionale, era perfettamente identica a quella del cambio Wilson montato sul modello britannico. Tutti gli organi meccanici erano stati riprodotti fedelmente, salvo talune modifiche imposte dalle attrezzature di lavorazione e dalle caratteristiche tecnologiche dei materiali. La sterzatura era ottenuta mediante le ruote anteriori nella iscrizione in grandi e medi raggi di volta, e mediante l'inte rvento automatico di que lle posteriori per i piccoli. Le prestazioni risultarono in una velocità (sul prototipo) intorno ai 70 km/ h, con possibilità di superare pendenze longitudinali massime di circa il 40% . Una menzione particolare meritano i pneumatici di sicurezza (la Pirell i ne realizzò tre tipi delle misure 7.00- 18). Il primo era a camera d 'aria a menisco, s ubito scartato per difficoltà di montaggio sul cerchio, eccessivo peso e per la forma della camera; il secondo ed il terzo erano invece analoghi a quelli in uso presso I'Esercito britannico e si differenziavano unicamente pe r il tipo di mescola, uno in gomma naturale (e quindi utile all'epoca solo come metro campione) e l'altro in gomma sintetica, destinato ai veicoli di serie. Alle prove, sotto il profilo funz ionale, la «Lince» si mostrò eccell ente, ma la brevità dei collaudi (circa 2000 km) determinata dalla necessità di <<far presto» non consentì di controllare l'effettivo grado di res istenza dei vari organi meccanici, per i quali mancavano, al momento, le parti di ricambio . Si pensi che i pneumatici in gomma s intet ica, che s i comportavano - montati s ul Dingo di preda bellica - in maniera egregia, salvo una maggiore usura del battistrada, furono accettati proprio quattro giorni prima dell '8 settembre 1943. La macchina era stata ordinata in 300 esemplari, ma a causa della nuova situazione la produzione in serie del l'autoprotetta restò in sospeso f inché non fu autori zzata dalle autorità germaniche, che il 1° ottobre 1943 confermarono la commessa originale. Secondo l'Ansaldo, oltre a l prototipo realizzato dopo l'Armistizio, ne furono costruiti l 00 esemplari nel 1944 ed altri 28 nel 1945 . Un documento in data 27 febb raio 1945 dell'Ufficio Armi dell'Eserc ito germanico (OKH), Reparto Italia ne dà per consegnate 104, tutte prodotte nel 1944. R isulta però che dal maggio alJ' ottobre 1944 la Lancia produsse 122 autotelai 269, e la Casa (cfr. Bernabò, Fe rruccio, Storia della Lancia, Torino I967, p. 19) ne dichiara prodotti 250 esemplari.

Descrizione Nel 194 1, come si è visto, l'A utorità militare aveva ch iesto a l la Lancia la progettazione di un autotelaio speciale atto a r icevere una corazzatura per la realizzazione di veicoli blindati. Tra le caratteristiche richieste, e rano la trasmissione sul le quattro ruote, la sospe nsione integralme nte indipendente ed elevate doti di accelerazione e di velocità massima (80 km/ora) . Per ottenere queste prestazioni, l'ufficio tecnico utilizzò come base l'ottimo motore ti po 86 a 8 c ilindri a V stretto, g ià montato sull a vettura Astura I .a serie, conven ientemente mod ificato per ottenere un'alta coppia motrice. Tale motore aveva diametro e corsa 70 x 85 (2617 e me) e un

l disegni .I : 5 della corazza (tipo Carro 269. C. 1259) dal la versione definiti va portano una data cli molto anteriore a quella de Il 'adozione: I 9.2. l 942. Quel li del prototipo (tipo Carro 269. Assieme veicolo. pezzo C. 1243) quella ciel 27.1.42 XX. 1


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

rapporto di compressione 5,5: 1; la potenza massima venne limjtata a 60 CV al regime di 3750 giri. Così trasformato, il motore assunse la denominazione di «tipo 91 » per veicolo «269», successivamente battezzato «Lince». Nell'impostazione generale dell' autotelaio, il motore venne sistemato a tergo, in blocco con un cambio a 4 rapporti accoppiato ad un riduttore a due rapporti; il differenziale, mediante quattro alberi di trasmissione con g iunti cardanici all 'uscita, trasmetteva il moto ad altrettanti gruppi conici , a loro volta collegati a ciascuna ruota a mezzo di semiassi a g iunti omocinetici. Il comando del cambio era a funzionamento idraulico con preselezione. Mediante una levetta spostabile su un apposito settore, il guidatore predisponeva il rapporto voluto: azionando la frizione avveniva automaticamente il passaggio di mru·cia. Un' altra geniale soluzione del veicolo era costituita dal sistema di direzione, che avven iva per mezzo di vite senza fine e settore elicoidale, e con l' intermed iario di uno speciale d ispositivo commutatore di sterzo, che, come già accennato, azionava in un primo tempo le sole ruote anteriori e, quando queste erano completamente sterzate, quelle posteriori. In questo modo si realizzava una grande maneggevolezza e un ridottissimo raggio di sterzo: appena 3,90 m. Le sospension i anteriori e posteriori erano del tipo a parallelogramma con doppie molle concentriche. Queste appoggiavano inferiormente su un piattello fissato in a lto al braccio superiore del parallelogramma ed all' altra estremità su un supporto fissato lateralmente alla corazza. Un tirante in fune metallica fissato elasticamente ai due estremi limitava l' allungamento eccessivo delle mo lle d i sospensione. Il freno a pedale era a comando idrau lico, quello a mano - sulle sole ruote posteriori - meccanico. Le ruote speciali a doppio disco accoppiato montavano pneumatici Pirelli Superflex Artiglio 7.00 X 18. La corazza era costituita da lamiere di acciaio speciale di spessore variabile da 14 a 30 mm, unite per saldatura. L' impianto elettrico a 12 Volt con batteria da 60 Ampères, schermato, serviva sia all'illuminazione che all'avviamento del motore. L'equipaggio era ospitato nel compartimento anteriore, situato nella parte più alta dello scafo ed accessibile normalmente dall 'alto aprendo lo sportello superiore ribaltabile e spostabile. Un altro sportello, situato in basso sul lato sinistro della camera di guida serviva da uscita sussidiaria in caso di impossibilità di aprire lo sportello superiore. Altri cinque portelli, due laterali ed uno posteriore servivano per la visibilità ed altri compiti affidati all 'equipaggio. Nel modello di serie, uno dei portelli anteriori era sostituito dall 'armamento. La camera di guida poteva normalmente contenere solo due persone; un sedile regolabile era destinato al conduttore dell'automezzo ed a lato di questo sedile uno spazio libero era destinato al secondo occupante. Dietro al conduttore, sul serbatoio del carburante, vi era la sede per l'eventuale apparecchiatura radio con in basso una seconda sede per il relativo alimentatore. Era prevista l' installazione di una seconda apparecchiatura radio. La camera del motore, nella parte più bassa della carrozzeria bl indata, era chiusa da una copertura asportabile ed era munita, lateralmente e posteriormente, d i aperture protette per la necessaria aerazione del sistema di raffreddamento del motore. Una traversa tubolare nell ' interno della stessa camera motore serv iva di rinforzo alle pareti laterali sulle quali veniva a poggiare il supporto sospensione ruote posteriori.

Impiego L'impiego previsto era il medesimo di quello de l veicolo o riginale britannico.Nell'Esercito germanico erano utilizzate anzitutto dagli ufficiali di collegamento in zone infestate da partigia-


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AUTOVETTURE CORAZZATE

ni. Secondo una recente pubblicazione2 , le compagnie blindate da ricognizione tedesche contavano ciascuna 9 <<Lince». Ne sopravvivono a tutt'oggi tre esemplari, uno, in discrete condizioni, al Museo della Motorizzazione Militare, un secondo di proprietà della Lancia al Museo dell'Automobile di Torino, stranamente privo della cassetta anteriore ma con gommatura originale, ed un terzo presso la Scuola di Carrismo di Lecce, in condizioni precarie in quanto rimasto esposto all'aperto per circa quarant'anni. Quest'esemplare è caratteri zzato dalle ruote con semipneumatici Celerflex 140 x 620 recuperati dall'autocarretta L 39 e la cui anima era investita sui cerchi originali. Tale modifica risalente al tempo d i guerra era dovuta probabilmente al la penuria di pneumatici normali oppure a motivi di s icurezza, ancorché ne riducesse la velocità a 50 km/ora. Il relitto di una quarta «Lince» , privo di ruote e della cassetta anteriore, ma con una fis sata al parafango posteriore, come nel modello inglese Mk 1 A/WT è stato fotografato a Spalato (Croazia) nel 1995.

Caratteristiche

1. Generali Denominazione Costruzione Equipaggio uomini Peso kg Rapporto HP/t

VESPA Caproni 2 34103 24,5

LINCE Lancia = 31 40 19,11

3,900 2 ,000 1,850 0,280 1,36-1,54 1,650

3,240 1,750 1,650 0,300 1,995 1,470

2. Dimensioni

Lunghezza m Larghezza m Altezza m Luce libera m Passo m Carreggiata

3. Armamento 1 mitragliatrice Breda 38 cal. 8 in installazione a sfera

4. Meccanismi di elevazione e brandeggio manuale 5. Munizionamento

N.D.

36 caricatori

6. Apparati ottici Cannocchiale di puntamento per l'arma

2 Regenbcrg, Werner, Captured Annored Cars and other Vehic/es in Wehrmach1 Service, Schiffer Military/Aviation History, Atg len, PA, 1996. 3 3000 per il prototipo.


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GL! AUTOVE.ICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"F.SERCITO ITALI ANO. VOLUME SECONDO

7. Protezione fronta le mm laterale mm posteriore cabina mm posteriore laterale mm cielo mm fondo mm

1940- 1945

26

30 vert. - 18 inclinata

14

12

26 14 5 4

8. Comunicazioni RF2CA, solo su un 'aliquota 9. Motore Lancia N ° cilindri e config.ne Cilindrata Potenza max HP/kW Giri al m' Serbatoio benzina I. 10. Trasmissione Frizione Cambio Trazione Freni Gommatura Pirelli Gommatura Michelin Stop 11 . Sospensioni

Tipo ARTENA, a benzina 8 in li nea

2972

2617

82/60 3800

60/44 3750 110

62

monodisco a secco 4 marce + RM id. con riduttore 4x4 idraulici sulle 4 ruote, a mano sulla trasm. Libia Artiglio 10.50-16 7,00- 18 7,00-18 4 bilancieri 4 mozzi elastici

a bracci trasversali con molle cilindriche ed ammort.

dinamo motorino di avv.

= =

12. f mpianto elettrico 12 V 13. Prestazioni VelocitĂ max km/h id. in terreno vario Raggio di volta m. Pendenza max sup. Autonomia km

4

80 per il prototipo.

5 2 m per il prototipo.

864

86 46

N.D. 5

3,9

35% 200

N.D. 350


A UTOVETTURE CORAZZATE

177

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01

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3700 - - - ---

--1650--

TI progetto del la pri ma vcllura esplorante elaborato dal l 'Austro Daimler ( 11.1 1.1936).

Schema del!' Autoblinda Caproni-Fu scaldo.

Autoblinda Lancia «Lince».


GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

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Schema Autoblinda Caproni (Ministero della Guerra, Centro Studi Motorizzazione. Sta 16.9.1942).

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AUTOVETTURE CORAZZATE

Prototipo definitivo deirAutoblinda Caproni-Fuscaldo (scala I :26)

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J 80

GLI A UTOVE ICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO [TALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

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Le quattro viste - in origine I :5 qui scala I :22 - provengono dal C. 1243 Lancia & C «Assieme Ve icolo - Carro 269». Recano la data 27.1.42 XX e mostrano la macchina quale fu realizzata come prototipo. Conserva la camera di combattimento identica a quella della Dingo britannica, come pure tutti gli spessori della corazzatura. Solo la grigliatura posteriore del moto re è di versa e il cofano non è più a due spioventi. Manca la cassetta dotazioni frontale, che sarà montata però s ul modello d i serie. Risultano aggiornati ai particolari al 26.10.1942. Nelroriginalc del complessivo appaiono alcune correzioni . come alla inclinazione leggermente diversa della sezione anteriore del tettuccio amovibile ed alle grig lie posteriori. Era stato anche previsto, in un primo tempo. il silenziatore sistemato trasversalmente. a 30 cm da te1Ta.


AUTOVE'HUR E CORAZZATE

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G LI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL" ESERC ITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

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I cinque disegni della Corazza del Carro 269 - in origine anch 'essi 1:5 - sono riprodotti dal C. 1259; sono datati I 0.2.1942 ed aggiornati al 30.3.42, mostrano gli spessori delle lamiere maggiorati tranne que llo della lamiera inferiore, che appare, dal d isegno I :2 del 27.7.42, qui non riprodotto, ridotto da 6 a 4 mm. Si noti che non è prevista l'installaz ione de lla radio; invece è presente il vano per il supporto della mitragliatrice non sistemata sul prototipo, il che fa supporre un successivo aggio rnamento non riportato.


AUTOVETTURE CORAZZATE

1. Immagini del prototipo del Vespa: vi!;ta laterale destra.

2. Vista laterale sinistra.

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GLI A UTOVEICOLI DA COMBAT rJMEI\TO DELL.ESERC ITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

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3. Vista di 3/4 da sinistra.

4 . Modello definitivo: vista frontale.


AUTOVETTURE CORAZZATE

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5. Vista posteriore.

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-. 6. Vista laterale destra.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBAT TIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

7. Vista laterale s inistra.

8. Vista di 3/4 avanti da destra.


A UTOVE'ITURE CORAZZATE

9. Vista di 3/4 dietro da destra.

10. Autoblinda Lince: vista laterale destra del prototipo.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

11. Vista di 3/4 avanti da destra del lo stesso.

12. Vista posteriore del prototipo.


AUTOVETTURE CORAZZATE

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13. Vista posteriore del modello di serie.

14. Vista dalJ 'alto dello stesso (portello chiuso).


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DEILESERCITO ITALIA 10 . VOLUME SECONDO 1940- 1945

15. Vista della camera di pilotaggio e combattimento. Si noti l'apparecchiatura radio.

16. Vista dell 'autotelaio.


A UTOVETIURE CORAZZATE

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17. La macchina vista da destra con portello aperto. Si noti l'antenna radio.

18. Le prime Lince consegnate nel 1944. Tre su cinque sono dotate di radio.


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CARRI ARMATI

CARRI ARMATI - LEGGERI In base alla recente normativa del dice mbre 1938 sul)' Impiego delle Unità Carriste, il carro leggero in distri buzione doveva restare l'L 35. Tuttavia, con la nuova class ificazio ne adottata nel 1940, il previsto carro medio M da 7 t venne a rientrare in questa categoria per essere destinato ad operare, come il precedente, con le unità celeri. Progettato dal! ' Ansaldo come M 6, ribattezzato L 6 (e successivamente L 40) tale carro armato fu costruito interamente dalla Fiat - a partire dal 194 1 - in deroga a precedenti accordi tra questa e l'Ansaldo (v. Documenlo N. 8). Su 583 unità ord inate dall a Direzione Generale della Motorizzazione, l' Ispettorato Superiore dei Servizi Tecn ici stabilì che 300 venissero allestite come semoventi. Per la produzione s i registrarono notevoli ritardi: neanche le nuove scadenze fissate, secondo le quali le prime consegne di carri dovevano iniziare in aprile l 941 e que l le dei semoventi dal successivo luglio, furono rispettate. Intanto, il Capo cli S .M. dell 'Esercito pro tempore, il generale Roatta, aveva deciso - come si evince da un documento del 30 maggio 1941, cli ridurre questi ultimi a 100; la differenza con il fabbisogno di 240 già segnalato al M inistero sarebbe stata colmata introducendo un semovente di nuovo tipo (il 75/34 su scafo M). Ciò nonostante, tra ordini e contrordi ni, la produzione di entrambi i model li continuò oltre la quota fissata all' inizio (583 di entrambi i tipi) ed almeno fino al 1944.

CARRO ARMATO L 40 Sviluppo e produzione Intorno al 1937 - secondo l ' ing . Vittorio Valletta 1 s u richiesta cli nazioni estere - la Fiat e l' Ansaldo avevano iniziato a proprie spese Io studio e la costruzione cli un carro armato da esplorazione. La relativa autorizzazione, eia parte ciel M inistero della G uerra, rich iesta il 19 novembre di quell'anno, fu concessa dopo meno di un mese, il 13 dicembre. Contemporaneamente, lo S.M.R.E. preparava una sua specifica. Stabilito con la C ircolare n. 8800 del 24 giugno 1938 che i carri L (leggeri) potessero raggiungere un peso di 5 t, nella successiva Circolare 3305 del 9 novembre 1938, lo stesso specificava che era in corso di defi nizione un nuovo carro M [medio] del peso di 7-10 T, con autonomia di 150 km su strada e d i 6 h fuori strada, una velocità massima di 25 km/h, un equipaggio d i 3 uomini e diverse soluzioni cli armamento (2 mtg. cal. 8 in torretta, oppure I mtg. da 8 in torretta e I lanciafiamme o I mtg. e un «lanc ia Iiquicli»)2.

Nel dicembre 1938 tale carro armato ricevette la denom inazione di M 8. Lo S.M. prevedeva tuttavia di esaminare al rig uardo un tipo «d' in iziativa Ditte» il cui prototipo doveva essere presentato tra il fe bbraio ed il maggio 1939. Allo stesso tempo, la Circolare n. 3446 (Impiego delle unità ca.rriste del l O d icembre 1938), prevedeva un carro M da 7 T, con una velocità massima cli

1 Promemoria Valletta, giugno 1941 2 Ceva- Curami, op. cit., pag. 261 e passim.


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35 km/h, un'autonomia di 12 h, un equipaggio di 3 uomini e possibilità di superare guadi di 0,90, muretti di 0,80 e trincee di 1,80 metri. L'armamento doveva variare dalle 2 mitragliatrici cal. 8 in torretta alla mitragliera da 20 mm abbinata ad una mtg. da 8, sempre in torretta. Per .il cano armato della sola coppia di armi cal. 8, era anche prevista una versione con lanciafiamme in casamatta. L'M 6 (il tonnellaggio era ulteriormente diminuito) proposto invece dal la Fiat-Ansaldo, armato di un abbinamento cal. 8, non ri spondeva del tutto a tali s pecifiche, a parte la prima soluzione di armamento. Presentato alle più alte autorità dello Stato a Villa Glori il 26 ottobre 1939, no n soddisfece. Purtuttavia, lo stesso giorno il Generale Manera del Centro Studi M otorizzazione manifestò un certo interesse per il carro, condizionandolo ali' installazione in torretta - almeno - di un 20 mm abb inato a mitragl iatrice in grado di agire contro gli aerei . Inoltre, il carro stesso avrebbe dovuto avere a bordo una mitragliatrice di riserva che potesse «funzionare da antiaerea» . In pari tempo si sollecitava lo studio di un semovente da 75 sullo stesso scafo , studio che però si arenò al simulacro in legno3. Subito dopo l'Ansaldo presentò un secondo prototipo, con scafo allungato a causa del posizionamento assiale del motore. fl nuovo M 6 veniva proposto con la possibilità di montare due torrette: una prima, armata di cannone da 37/26, abbinato a mtg. cal. 8 ed un 'altra secondo i desiderata del l' Autorità Militare: mitragliera da 20 anch 'essa abbinata a mitragliatrice. È da rilevare che scarsa poteva essere comunque l'efficacia e.a. di un'arma con settore verticale di appena 25°. Non era prevista la cal. 8 di riserva per eventuale tiro e.a. U n serio incidente occorso a San Polo dei Cavalieri (RM) durante i collaudi (ribaltamento e conseguente incend io del carro) non impedì che l'M 6 venisse ordinato il 18 marzo 1940 (data in cui q uesto prototipo - R.E. S.N., N° motore 30004 fu assegnato all ' 8° Centro, per il C.S.M.) in 583 esemplari ed omologato nel successivo aprile. Le lamiere scudo dello scafo dovevano essere allestite dalla Temi mentre il montaggio del veicolo sarebbe stato effettuato a Torino dalla FIATSPA. Si prevedeva l' inizio della produzione dal feb braio 1941, ma i primi esemplari fu rono consegnati soltanto dal 22 maggio in poi. Rispetto al prototipo armato con il 20 mm del 1939, il carro - ribattezzato L 6 a seguito della Circolare n. 1400 del 13 g iugno 1940 che elevava fino a 8 T il peso dei carri leggeri - le differenze erano minime : martinetto sul parafango anteriore destro, pal anchino accoppi ato al prees istente badile su quello sinistro, cassetta porta attrezzi unica sostituita da due di dimensioni ridotte per consenti re il fissagg io d i un rullo doppio di scorta Slll parafango posteriore sin istro. Inoltre, per diminuire il pericolo d i ince ndi, i bocchettoni dei serbatoi (già ali' interno del vano motore) erano stati spostati all'interno delle cassette porta attrezzi ed i serbatoi furono isolati dal motore. Il mode llo di serie mostrava inoltre alcune diffe renze nel la torretta, il cui c ielo era inclinato anteriormente per raccordarsi allo scudo dell' armamento, di disegno modificato. Le uniche modifiche esterne che sì notano durante la produzione (dalla seconda metà del 1942) a partire dal motore N. 100568 per i Modd. L 40, L 40 Centro radio ed L 40 Trasporto Mun izioni si riscontra-

3 Alcuni studiosi hanno considerato l'M 6 il prodotto finale di una serie di studi per un carro d'assal to dotato di torretta. Il precursore è stato individuato in un prototipo quasi sconosciuto, costituito in realtà da un carro veloce 33 dota to di to rretta armata di mitragliatrice e con una nuova sospensione s perimentato dall'Ansaldo nel J 935 e ne i suoi s uccessivi sviluppi conclusisi nel 1937 senza pervenire ad adozioni lVedi Voi. 1° (1912-1939)].


CARR I ARMATI

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no nel paracalore per marmitta, di nuova foggia e nella differente cassetta porta attrezzi (da carro N. 483 I 5). Fu anche sperimentata la possibilità di montare sul lato sinistro support i per tre canistri, allo scopo di aumentarne l'autonomia. A partire dal 4 agosto 1942, la denominazione del carro fu ancora mutata, in base alla circolare n. 14350, in Carro armato L 40. Con la costituzione dei pri mi reparti fu adottata la variante L 40 Centro Radio. In aggiunta alla stazione radio RF 1 CA del modello normale, vi era una RF 2 CA di maggiore portata, che però comportava la riduzione della dotazione di munizioni da 20 mm a soli 216 colpi. Risultano prodotti, a tutto il 1942, 400 carri L 40. Nonostante interventi in senso contrario al proseguimento della produzione, nel maggio dello stesso anno ne restavano da consegnare 42 unità su 444 commissionati4 • Dopo l'armistizio, alcuni di questi carri furono impiegati nei reparti corazzati dell'Esercito della R.S.J. ; sarebbero inoltre stati consegnati all'Esercito germanico 15 L 40 e 2 L 40 C.R. a tutto il 30 ottobre 19445 , mentre le forn iture per il R. Esercito s i sarebbero dovute esaurire e ntro il 1° dicembre 1943.

Descrizione Il motore, posizionato posteriormente, è uno SPA a 4 cilindri in linea; testa cilindri riportate e canne cilindri riportate, valvole in testa. L'accensione è a magnete, munito di giunto a scatto. L'alimentazione del la benzina, contenuta in due serbatoi sistemati ai lati e muniti di indicatori elettrici di livello, avviene a mezzo di pompa meccanica. li carburatore Zen ith tipo 42 TTVP assicura il regolare funzionamento del motore anche su terreni fortemente accidentati con inclinazione fino a 45°. Il filtro dell ' aria è ad olio con trucioli metallici ed il regolatore di velocità a forza centrifuga. La lubrificazione è a coppa asciutta con pompa tripla ad ingranaggi e fi ltro olio autopulitore. Il raffreddamento a pompa centrifuga e ventilatore centrifugo è assicurato da un radiatore a 6 elementi di forma semicircolare. L'avviamento è elettrico con batteria ed eventualmente dall 'esterno a mano (mediante manovella) e dall'interno a pedale. L'equipaggiamento elettrico (12 V) provvede all'illumi nazione interna ed esterna, alla alimentazione degl i indicatori de i livel li e dell 'apparecchiatura radio, nonchè, come s i è visto, alI' avviamento del motore. La trasmissione comprende un g iunto frizione monodisco funz ionante a secco, un albero a due giunti cardanici ed un cambio a 4 marce e retromarcia provvisto di riduttore, il gruppo finale di trasmissione ed il meccanismo di sterzo epicicloidale. Il bloccaggio delle pulegge di reazione avviene a mezzo di freni a ceppi . Ta li pulegge agiscono sugl i alberi d i trasm issione che sono muniti esternamente di pignoni per l'azionamento delle ruote motrici. La sospensione è del tipo a barre di torsione: i 4 carrel li imperniati allo scafo portano un bilanciere oscillante e con l'altra estrem ità si collegano alla barra di torsione. Ogni bilanciere porta due rull i doppi; le barre di torsione, in numero di 4, sono fissate a due supporti imbullonati sul fondo dello scafo. Un pattino scorrevole in una gu ida inchiodata sull a fiancata del lo scafo ha il 4

Allegato 6 del Promemoria 8975 ciel Capo di S.M. Intendente in data 18 maggio I 943. J, Beute-Kraftfahr;:,euge 1111d -Panzer der Deutschen Wehrmacht, Motor Buch Verlag, Stoccarda I 989, pag. 298. 5 Spielbe rger, Walter,


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GU AUTOVEJCOLL DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

compito di evitare gli spostamenti laterali del braccio di sospensione, mentre un ammortizzatore idraulico a tirante regolabile, collegato da una parte al la estremità osci llante cli tale braccio, e dall' altra allo scafo, attutisce il beccheggio ciel carro dovuto alle oscillazioni tors ionali delle barre. Un dente nettatoio , infine, è montato sui bracci di sospensione dei carrelli anteriori e scarica i detriti che si incastrano nelle dentature de lle ruote motrici. Il cingolo, composto eia 88 maglie uniche in acciaio stampato e a guida centrale unite con perni, è guidato nel suo tratto superiore da due rulli che hanno i perni s u c iascun fi anco dello scafo, mentre il terzo è portato d al braccio del carre llo posteriore di sospensione. Lo scafo, costituito da lamiere di acc iaio speciale collegate all'interno da una intelaiatura di profilati e rinforzate sono unite nella parte inferiore alla stessa a mezzo di chiodi e con l'interpos izione cli tela imbevuta di minio, allo scopo cli ottene re la tenuta stagna. Nella parte superiore dello scafo eletta unione è realizzata mediante bulloni dalla testa a forma con ica, perché meno vulnerabili. Gli spessori delle lamiere sono maggiori ne lle parti esposte al tiro frontale. Lo scafo è diviso internamente in due parti da una paratia verticale e s montabile superiormente. Anterio rmente s i trova la camera di combattimento e cli guida, che contiene g li organi d i trasmissione, i vari comandi , le due batterie di accumulatori, il munizionamento, l'apparecchiatura radio ricetrasmittente, e natural mente l'equipaggio. Nella parte centrale al di sopra dei cingol i essa si allarga formando la torretta fissa; il tetto di questa presenta una apertura circolare di circa un metro di diametro, spostata alquanto sul lato s inistro , sull 'orlo del quale è fi ssata una corona dentata. La supe rficie s uperiore della s tessa costituisce il piano di rotolamento s u cui appoggia, con l' interposizione di una corona di sfere trattenuta da una gabbia, la torretta girevole portante le armi. L'accesso avviene attraverso due sportelli, uno s ul fi anco destro della torretta fi ssa (conferi toia) e l'altra sul tetto di quella mobile; entrambi sono bloccabili dall 'interno. Anteriormente vi è uno sportel lino visuale (con un iposcopio in corrispondenza per la guida a portello chiuso) e, posteriormente, le due feritoie protette da convogliatori, attraverso i quali viene aspirata l' aria per il ricambio. li vano della camera che s i prolunga anteriormente pe r al logare il gruppo cambio e trasmissione finale è chiuso superiormente da una lamiera con uno sportello che consente l'accessibilità ai congegni ed eventualmente la ventilazione dei freni e della camera. La torretta è anch 'essa cost ituita da lamiere di corazza co llegate d all ' interno da ango lari e da uno scudo frontale il quale sopporta uno scudo mobile entro cui è fissato il gruppo delle armi (una mitragliera da 20 Breda mod. 35 e una mitragliatrice cal. 8 s u una c ulla abbinata con congeg no cli elevazione e cannocchiale cli puntamento). Una scuclatura tubolare protegge il congegno di presa di gas; posteriormente uno sportello consente lo smontaggio delle armi. li movimento di direzione della torretta è comandato attraverso ingranaggi azionati eia un volantino; un indicatore avverte il capocarro-mitragliere quando l'arma si avvicina al supporto dell' antenna, che comporta una limitazione in depressione d i 3°. Il comando d i sparo è a mezzo cavi azio nati eia due leve a pedale. Nella torretta sono praticate due feritoie chiudibili ed una terza - con chiusura a corsoio - è praticata ne llo s porte llo s uperio re cli accesso. Sul c ie lo de lla torretta è montato un cannocchiale panoramico. Posteri ormente, nel tetto della camera a motore si aprono due sporte li i con grigi ia per il passaggio dell'aria aspirata; nella parte posteriore, sopra il gruppo ventilatore altre due griglie per lo scarico dell'aria calda. A l radiatore si accede smontando una piastra circolare, cui sono fissati i suppo rti a occhie llo per la gravina. Sui lati della camera motore, sui parafang hi, s i trovano le cas-


CARRIARMAl'I

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sette attrezzi; dietro, sulla destra, il silenziatore di scarico e a sinistra, fissato al parafango, il supporto per il rul lo di scorta e, anteriormente, q uelli per il badile e il palanchino sulla s inistra e l' ancoraggio per il martinetto sulla destra. Sul fondo scafo ci sono il tappo per lo scarico dell 'acqua del radiatore, quello per lo scarico dell 'olio e i due per lo scarico dei serbatoi della benzina; anteriomente e posteriormente sono app licati i due ganci di manovra ed un anello di traino. Trasporto del mod. L 6 e derivati Inizialmente, i mezzi di trasporto per i carri L 6 erano g li autocarri trattori con rimorchio, s ui quali salivano (e scendevano) attraverso rampe di carico, i mezzi corazzati. A partire dall' 11 marzo 19426 fu disposto di togliere le squadre traino al III Gruppo corazzato Lancieri di No vara, LXVII btg . Bersaglieri corazzato e al TTI Gruppo Cavalleggeri di Alessandria. Erano stati presentati al riguardo due carrelli rimorchio della Ditta Adige e uno dalle Officine Viberti. In realtà, l' evidenza fotografica mostra, in data posteriore, i carri di tal.i reparti sui trattori (normal i autocarri pesanti) e s u normali carri rimorchi o a due ass i. Si ignora se il carrell o biga Viberti trasporto carro armato L 6, a 4 ruote pneumatiche e modificato proprio nel marzo 1942, sia stato poi distribuito. Da un documento de llo S.M.R.E. si apprende che la questione Carrelli p er ricupero e trasporto carri L. 40 era ancora aperta alla data del 16 agosto 19437.

Derivati L 6 Semovente da 47 Di questa versione si tratterà a parte, dato il notevole nu mero di esemplari prodotti. T uttavia, per completezza è bene dirne anche qu i. Il semovente da 47/32 non era inizialmente in programma. Sem pre secondo l'Ing. Valletta, già al g iugno 194 l l'ordinazione dei 583 esemplari di L 6 era stata ridotta a 283 per realizzare su 300 scafi restanti 300 unità semoventi. Si ebbe poi una nuova commessa di 161 L 6, mentre quella dei semoventi fu portata a 460 (282 introdotti a maggio 1943 ed altri 178 da consegnarsi entro il genna io 1944). Dopo l'armistizio, 7 4 semoventi comuni (36 comando plotone e 1O comando compagnia) furono prodotti per i tedeschi fi no al 30 ottobre 19448. Il semovente da 47 era stato presentato al Cen tro Studi, in forma di prototipo, in una prima variante a cielo coperto, il l O maggio 1941 . Omologato con p iccole modifiche e con la camera di p ilotaggio e combattimento scoperta, venne subito messo in produzione e distribuito a pa,tire dal 1942. Esso differiva dal carro armato normale L 6 nelle parti seguenti:

6

Ci rcolare dello S.M.R.E., U fficio Ordinamento - 3" sezione n. 0028320/3 di Prot.. in data J I marzo 1942.XX all'oggetto: Mezzi di trasporto per i carri L 6, in A.AA. 7 S.M.R.E. Ufficio Servizi TT - Ele11co delle principali pratiche svolte dall'Ufficio nella seconda quindicina di agos/0 a jìrma del Signor Generale Capo 1/l l?eparro e del Sig . Colonnello Capo Ujjìcio. Copia in A.AA. 8 Jbidem.


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Scafo Esso era privo di torretta mobi le e variava nell a to rretta fissa per la diversa forma de lla parete frontale, dovuta all'applicazione di un cannone. L'apertura superiore della camera di combattimento era riparata da un telone impermeabile scorrevole su aste di guida laterali. Lo sportello laterale era fisso in posizione non essendo più necessaria la sua apertura per l'entrata dell 'equipaggio.

Armamento L'armamento era costituito da un cannone di calibro da 47/32, sistemato anteriormente ed a sinistra della torretta fi ssa. Esso era munito dei relativi congegni di elevazione, di brandegg io e di comando s paro, nonc hé di cannocchiale di puntamento. Il comando di sparo poteva essere a mano o a pedale. Il sedile del cannoniere era fissato sul coperchio che ricopriva la cassetta delle batterie. Le cassette delle munizioni erano due, disposte: - l' una posteriormente al sedile del pilota e contenente 33 proiettili, - 1'altra fi ssata alla parete d i destra della torretta fissa e contenente 37 proiettili. Settore orizzontale d'orientamento del cannone: 27° Settore verticale: elevazione 20° depressione 12° lmpianto elettrico e radio Era soppressa l'apparecchiatura radio; inoltre mancava il proiettore di sinistra per la diversa sistemazione dello scudo del cannone. Dotazioni Gli utensili ed accessori di dotazione erano gli stessi del carro normale, salvo naturalmente quelli riguardanti la torretta mobile ed il relativo armamento, ma con l' aggiunta d i que lli necessari per il nuovo tipo di cannone. Altezza massima del carro 1,69 m Peso del carro a carico completo, compreso l 'equipaggio, circa 6825 kg. Due varianti furono prodotte dell 'L 40 semovente : l'L 40 comando e I' L 40 comando compagnia. I carri Mod. L 40 comando plotone differivano da quelli del Mod. L 40 semovente normale per l'apparecchiatura radio «Mag neti Marelli RF I CA»; conseguentemente, erano state modificate le cassette proiettili, per cui il numero totale dei proiettili per cannone risultava di 49. Il Mod. L 40 semovente Comando Compagnia differivano da quelli del Mod. L 40 Semovente normale nelle parti seguenti: Armamento ed apparecchi ottici: L'armamento è costituito da una mitragliatrice cal. 8, sistemata sul lato sinistro della parete frontale della torretta fissa e di due moschetti automatic i. La mitragliatrice è fissata su un supporto oscillante, solidale con lo scudo sferico di protezione ed è munita del relativo cannocchiale d i puntamento. Impianto elettrico e radio L' impianto elettrico e l'apparecchiatura radio di questi carri sono eguali a quelli del Mod. L 430 Centro radio, che differiscono da q uelli de l Mod. L40 comando plotone per l' applicazione di una nuova apparecchiatura radio <<Magneti Marelli RF 2 CA» in aggiunta a quella già esistente «RF J CA». D urante la produzione si ebbero le seguenti variazioni: - fin o al carro N. 55062 fu mantenuto il portello laterale di accesso;


CARRI ARMATI

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- dal N. 55063 in poi questo fu abolito e le lamiere della torretta fissa appaiono di disegno modificato. Il Mod. 40 semovente comando compagnia rientra in questa serie. Si ebbe dal carro N. 100566 un nuovo paracalore per marmitta. Infine, il Mod. L 40 Semovente tipo Gera completamente allestito come il Mod. L 40 Semovente Comando Plotone (tipo senza portello), ma con l' aggiunta della copertura di protezione (4 elementi imperniati, composti di telaio e rete), del supporto per cannocchiale panoramico e d i a ltre 4 cassette per munizioni (rispetti vamente per 10 , 7 , 4 e 3 co lpi). Era ino ltre dotato di una cassetta per batterie di nuovo modello. L'evidenza fotografica suggerisce la possibilità che sia stato montato un s upporto scudato per mitragliatrice ca!. 8.

L 6 Lanciafiamme Nel dicembre 194 1 apparve il prototipo (targa 3812) del carro L 6 lanciafiamme (poi L40 L.F.), armato con un lanciafiamme abbinato a mitragliatrice ca!. 8 in torretta; adottato il 1° settembre 1942 (Dispos izioni Speciali N. 17 1942), sarebbe stato prodotto in p iccola serie. TI peso di questo carro era di 7 t; portava a bordo 200 l di liquido e 1560 cartucce cal. 8 (65 caricatori da 24). L 6 Trasporto Munizioni Nella primavera del 1942 si ebbe una terza versione del carro: 1' L 40 Trasporto Munizioni da 90/53 , per il rifo rnimento dei semoventi da 90/53 (vedi) consegnato in 30 esemplari tra l'aprile e il maggio del 1942 (targhe da 5 I 65 per l'esemplare campione assegnato al l O Rgt. A. C.A. di Nettunia, RM, e dal 5552 al 5580 per quelli destinati alla Scuo la di tiro di Nettunia ed ai Gruppi 161 °, 162° e 163° del 10 ° Raggruppamento semoventi. Il carro trattore portava a bordo 26 colpi era dotato di rimorchietto per altre 40 gran ate da 90/ 53. Pesava 6950 kg, era più largo (2, 176 m) ed a lto ( J ,562 m senza il supporto per la mitragliatrice) ed era armato con una Breda cal. 8 scudata su sostegno regolabile, nonché di 2 moschetti automatici Beretta per l' equipaggio9.

Impiego (carro armato Mod. L 40) I 283 carri L 6/40 ordi nati in un primo tempo furono immatricolati a partire dal 22 maggio 1941 con i numeri da 3808 a 38 14, da 3842 a 3947, da 38 I9 a 3855, da 3856 a 3881, a 4090. I primi furono assegnati alla Scuola di Applicazione d i Cavalleria di Pinerolo, quindi al Centro Istruzione carristi, al Gruppo Lancieri di Novara, al 67° battaglione b. (5° Rgt. di Siena) al 3° Rgt. Ftr. Carrista, al 18° Rgt. b. (dal novembre 1942), al Deposito del l O Rgt. Carristi d i Ve rcelli, dall' ottobre '41 al Deposito del Rgt. Lancieri di Vittorio Emanuele 11, nell'aprile 1941 all' 8° Rgt. Autieri di Roma (CSM) e dal 28 giugno 1942 al 1° ed al 2° Sqd. Cavalleggeri di Alessandria. Un secondo lotto di L 6 a 5121 (meno il 5165 trasformato in trattore) e fino a 51 89, andò dal 22 settembre 1942 ai Ca valleggeri di Lodi ed alle Guide. Seguirono altri del 1942 con targhe da 5203 a 5239, per poi passru·e da 5453 a 5470. Que lli di costruzione 1943 , da 548 1 a 5489, da 5502 a 5508 e distribuiti ad Alessandria, Codroipo (UD), al 1° Btg. Carri L del 4° Rgt. Carristi, al Btg. Esplorante Corazzato di Pinerolo , all a Scuo la P.A.l. (dal 5454 al 5458, costruz ione 1942, il 20.10.1942).

9

Si ignora se queste varianti furono realizzate utilizzando carri L 40 delle ordinazioni in corso.


200

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATIIMEl\'TO DELL'ESERCITO lTALI ANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Inizialmente, l'impiego e le formaz ioni previste per il nuovo carro L rimasero quelle già in vigore per il carro L 3. Tuttavia, nel pe riodo trascorso tra l'adozione in servizio de ll ' L 6 e l'effettiva consegna dei primi esemplari - anzitutto al Btg. Scuola del Centro Addestrame nto Carristi ed il successivo invio della cp. mista sperimentale (Compagnia speciale di formazione carri a rmati ed autoblinde) con un plotone di 4 carri in Africa Settentrio nale, non soltanto furo no messe allo studio le nuove Formazioni provvisorie di guerra dello Squadrone Carri L 6 (ottobre 1941 XfX) , ma fu anche deciso l'inserimento di due di essi ne l nuovo Raggruppamento Esplorante Corazzato, da inquadrarsi nelle Divisioni Corazzate. Gli squadroni, costitu iti da pi. comando , 1 plotone cr. di riserva s u 4 pi. cr. e 4 pl. cr., per un totale di 7 ufficiali, 26 sottuffic ial i, J 35 truppa, 28 carri L 6, I autovetturetta, l a utocarro leggero, 22 autocarri pesanti, 2 camioncini, 1 autocarro soccorso, 8 motocicli, 11 carrelli e 6 rampe di carico, avevano una forza maggiore cli due plotoni rispetto a lle tabelle precedenti. Furono allo s tesso te mpo previsti Gruppi (per la cavalleria) e battaglioni (per i bersaglieri) di forza variabile di cui in seguito; si formarono poi addirittura plotoni autonomi. Le possibilità d ' impiego nell' ambito del R.E.CO. e rano orientate a sfruttare la sorpresa e l'alto effetto pe1turbatore e deprimente sul morale avversario, dovuto alla velocità con cui si lanciavano sugli obiettivi; alla massa ed alla relativa invulnerabilità contro il tiro delle armi portatili e le schegge.

Le modalità d ' impiego erano intese: - a realizzare nel momento decisivo e ne lla direzione più redditizia una potenza di fuoco e di urto superiore a quella prevedibile da parte nemica; - ad agire contro unità s imilari che a vessero impegnato le a utoblinde , precludendo ad esse ogni libertà di manovra; - ad appoggiare ed este nde re l'azione delle autoblinde quando a ll'attività esplorativa fosse connessa qua lche azione di forza contro elementi isolati nemici p rotetti da lavori campali. La formazione adottata per agire era di norma quella a cuneo, con fronte di 500 m; distanza fra ondata e ondata 300-400 m.

È da notare c he al III Gr. Novara in Egitto furono assegnate, ne ll'ottobre 1942, tre autoblinde (una pe r sqd.) per migliorare i collega menti data la maggiore potenza delle stazioni radio montate sulle stesse rispetto a quelle dei carri. Un impiego imprevisto per i cani L 6 fu , dal 1942, quello controguerriglia, che durò fino all'armistizio e continuò, dopo il 1943, con l'utilizzazione dei caiTi superstiti da parte dell'Esercito repubblicano e della Wehrmacht, c he ne ottenne a nche d i nuovi (2 L 40 centro radio e I O normali). Alcuni cadde ro in mano ai partigiani jugoslavi dopo l'armistizio. Anche la Polizia Africa Italiana ha ricevuto carri L40, 12 secondo una fon te 10• Ris ultano comunque consegnati a lla Scuola addestramento P.A. I. di Tivoli in data 20 ottobre 1942 i veicoli d i produzione 1942 targa R.E. 5455 - 56 - 57 - 58 - 59. Alcuni di essi furono poi utilizzati dal Corpo de lle Guard ie di P.S., almeno fino al 1952. L e F ormazioni provv isorie d i guerra pe r Comand i, reparti e servizi in A.S. (giugno 1942), fasc icolo D , Truppe Cora-;.zate (Specchio n. 4 ) pre vedevano Battaglioni (o Gruppi) Carri L 6 s u J

IO Girlanclo,

Raffaele, PAI, Polizia dell'Africa Italiana, Italia editrice, Campobasso, 1996, p. 64.


CARRI ARMATI

20 1

comando (Comando e ufficiali del Comando, pi. comando (2 carri L 6 comando di btg., 2 carri L 6 centro radio) e 2(3) cp. c r. L 6, per un totale di: 20 ufficiali (27), 60 sottuffi ciali (85), 206 truppa (390), 58 carri L 6 (85), 3 autovetturette (4) , 2 1 autocarri pesanti (28), 2 autocarri leggeri (3), 2 a utocarri soccorso (3). 20 moto biposto (28), 4 carrelli o rimorchi (6), 4 rampe di carico (6). In precedenza, le formazioni provvisorie di guerra del 6 ottobre 1942 avevano fissato, per lo squadrone carri L.6: I pi. comando, pi. carri di riserva. 4 p i. carri L 6, I camioncino, 9 uffic iali, 26 sottuffi ciali ufficiali, 135 truppa, 28 carri L 6, l autovetturetta, I autocarro leggero, 22 autocarri pesanti, 2 camioncini, 1 autosoccorso, 11 carrell i e 6 rampe di carico. Risulta accertata la costituzione delle seguenti Unità equipaggiate con carri armati L 6 nelle date 11 : -1 5.0 1.1942. Pinerolo. 1° e 2° sqd. Cr. L6 (poi inquadrati nel I Gr. Sqd del RE.CO. Cava/Leggeri di Lodi). Solo uno di questi, però, seguì il R.E.Co . q ua ndo fu trasferito nel novembre I 942 in Africa Settentrionale per essere dislocato nel Sahara. - 27 .Ol . 1942. Verona. Ilf Gr. Corazzato Lancieri di Novara, su comando ed il l O , 2° e 3° squadrone, g ià costituiti il 25 ottobre J 941. Assegnato alla d. Cr. Ariete il 5.02 .1942, operativo dal 4.03.1942, g iunse in E gitto ne l g iugno 1942. dove fu aggregato al la D. C r. Littorio. - 22.02. 1942. Si costituisce, con personale del 5° Rgt. b. , il LXVII Btg. bersaglieri corazzato. Dal 27.08. 1942 fu inquadrato nella 3.a D. ce!. P.A.D.A ., dis locata su l fro nte russo. - 10.05.1942. III Gr. C r (Codroipo, UD) e IV (dislocato in Albani a) Cavalleggeri di Alessan-

dria. - 5.08.1942. 1° Squadrone (Piemonte Reale?) della 2.a Di vis ione Celere (E.F.T.F..), d is locata in Francia m eridionale. - 5 .04.1 943. 9° PI. autonomo cr. L40, assegnato ali ' I I.a Armata in Grecia. - .... 1942. li 3° sqd del gr. c r. L San Giusto passa su carri L 6 (Spalato). - 8.01.1943. Due cp. del 18° R.E.CO: bersaglie ri, dapprima in Francia Me ridionale; il R.E.Co. verrà poi inquadrato nella Divisione Corazzata Legionaria Centauro di Roma. - ... 1942. I Gruppo (?) c r. L 6 del Rgt. Cavalleggeri Guide a Tirana (A lbania). Risultano inoltre assegnati: - 23 .12.1941. Sei cr. L 6 centro radio ai battaglioni cani del 32° Rgt. f. cr.

11 Non si cita il plotone di 4 carri L 6 inviato in A.S. a fi ne 194 1 con la compagnia carri ccl autoblindo speri-

mentale. È probabile che i 2 carri di questo modello esistenti al 20 maggio 1942 siano i superstiti di questa unità.


202

GLJ AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. V OLUME SECONDO 1940- 1945

-.... 1941. Cinque cr. L 6 alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo. - 17.08.1941. Quattro cr. L 6 alla cp. mista del Btg. Scuola del Centro Addestramento Carristi .

- 30.0 1.1 943. 3 cr. L 6 a l Centro Addestramento Armi accomp. e.e. e e.a. di Caserta e 3 a l centro analogo di Riva del Garda. - ... 1942-43. 2 cr. L 6 al 4 ° Rgt. f. cr. (Roma). Oggi ne sopravvi ve un esemplare, in buone condiz ioni e già apparte nuto a l LXVII Btg. b., presso la collezione russa di mezzi corazzati a Kubinka (60 km da Mosca). Un a ltro, incompleto, è e retto a monumento nella Caserma «Ge n. Luigi Cadorna» di Legnano.

Considerazioni Concepito in orì gine per la guerra a lle frontiere alpine , questo carro risultò, nelle nuove circostanze, del tutto sorpassato come peso, armamento e protez ione. Pe rtanto, prima ancora che i primi esemplari entrassero in distribuzione, si era deciso di trasformare i lotti successivi in semoventi 12 . P raticame nte ignorato da parte avversaria, fu g iudicato severame nte, nella sua re lazione del 1942 sull ' avanzata in Egitto, dal Gen. Gervasio Bitossi, Comandante de lla Divisione Corazzata Littorio e che ebbe ai suoi ordin i il III Gruppo No vara. Il Generale, che ne era restato deluso, crit icò in partico l.are l' inadeguato a rma me nto e la modesta a utono m ia de l carro, rilevando ne l contempo la scars a preparazione degli equipaggi ai compiti esplorativi che avrebbero dov uto svolgere 13 .

BIBLIOGRAFIA Riservato - FIAT, Carro Armato Fiat-Ansaldo modello L 6 ed L 6 semovente, Norme d'uso e manutenzione, 2" Edizione, Torino, Stampato N. 02806- Vlll-1942-XX- IOOO. Riservato - FIAT, Carro Annata Fiat-Ansaldo Modelli L 40 - L 40 Semovente - Istruzione per le riparazioni, Torino, Stampato N.02834 - V- 1943-XXI-800. Riservato - FIAT Carro Armato Fiat-Ansaldo Modelli L 40, Catalogo parti di ricambio, 2" Edizione Stampato N.02865 - 1944 - 500.

12 Roatta M., Otto m.ilioni ecc., op. cit. Quanto sopra è indirettame nte confermato da l noto «Memoriale Valletta» del giugno 1941. 13 C irca l'effcuivo valore bellico del carro, v. Docume nto N. 25. N. 26 e N. 28. Nel manuale statunite nse War Department FM 30-40 (recognition Pictorial Manual ofArmored Vehicles) del 3 Nov. 1943, alla p. 100 si legge: «Questo è un carro leggerme nte armato e corazzato e non un buon veicolo da combattimento. li suo scafo è anche adoperato pe r un canno ne semovente, distribuito prevale nte mente ai gruppi esploranti. Quest' ultimo è privo di torretta e monta un pezzo d~ 47 111111. s ulla sinis tra della lamiera ve rticale frontale».


203

CA RRI ARMATI

CARATTERISTICHE

L 40

Lungbo1.za ma..s.~ima La.rghozza.

m

. .

11.1:\.SSima

Altezza ma..uima.

.

C,irrcggiata

Pc,,o del carro a carico co,nplct.o (r.omprceo l'oquipnggio)

PRINCIPALI

l 40

I_ 40

Centro Radio Trasp, Munizioni

L 40

Semonnte

L 40

L 40

s,monnte SemOYente Comando Plot. Comando Comp,

3,820

3,820

3.820

3,820

3,820

3,820

1,800

1,800

2,176

1,800

1,800

1,800

2,175 (J)

2,) 75(1 )

1,562 (•)

l,OflO

1,090

1,090

1,800

l,ROO

1,800

l,800

1,800

l,8011

kg. 0840

6880

09GO

kg.G825

08!i0

6810

RJ,'JCA llF2CA

-

RFICA

R~'ICA ltJo'2CA

MOTORE Mod. 18 V1'. variauto 2, alim(mtato

" bon1.,ina

Numoro di cilindri

4

Diarnot.ro dei cilindri

mm

90

Cors:i e:antum

mm

140

Cil:ndr<>tn totale

3

cro 4063

EQUIPAGGIAMENTO ELETTRICO T<n~iono doU•impi:into cl ':1vvi:\11011lo o <l'illu1uìru1ziono

Volt 12. Apparecchiatura radio t rn.smittonto e ricevonto " ~fa-

gnctc Mnrolli • Gruppo di rcgolaziono « Mngni·to Marolli • D iuarno

( I) Compresa la torretta g i,cvolo e il porisoopio.

(•) Escluso il eupporto rrgolnbilo por mltraglfatricc,

RFICA

-

-

ID S

-

-

90 WiitL

300 W:,tt

00 Wnt.t

90 Wntt

00 Wntt

ID8 300 Wnft


204

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Sca1,c Caratteristiche principali. -

-

--

l 40

---

-

L 40

l 40

Centro Radio Trasp. M•n•zlonl

L 40

Sammnta

L 40

L 40

Semovente

Semovente

Comando Plot. Comando Comp.

TRASMISSIONE F riiiono monodisco a secco.

Cnmbio a •1 n1:utio o rotromarci:\. con riduttore. tli vt•.lo c.iU,. Gruppo finale a ruotismi epicicloidali o coppie ciliudricho o.,torno comando ciJlgoli.

SOSPENSIONE Carrolli Mticulati où oscillanti cotlogatì 81000,

" barro

ù i Lor•

ARMAMENTO Canuono aut.omatico in torretta. girevole

Cannono in torrotta fissa Mitragliatrico l\bbinat.a !\I ca.unonc Mitrog\fatrico con nppo ·it.o •u_ppo,to sistom.ito ,mila copertura antoriorll'lC"nto alla lorrotl~• fiesa. .Mitraglia.trico, in luogo dol cn-nnout;, sistema.t:1. tml bto s inistro tlclb p:,reto front.alo ùella lorroLLa fi:!.&;\.

N. 2 (ucili outomn Ud

calibro 20

cali!Jro 20

-

-

-

calibro 8

c.:dibn> 8

-

-

-

-

-

-

(3)

(2)

calihru S

-

-

-

-

-

-

-

-

-

,·.ilibro47 / 32 ""libro47/3i

-

oalihru 8

-

Mod. 8errella

Mod. Borrolta

Mod. Berrolla

(3)

-

(3)

(3)

(3)

(2)

-

(4)

-

-

-

APPARECCHI OTTICI Cl\Ilnocchialo di puntamento

Iposcopio ùi gu.iùa. Cannocchialo panoramico

(2) Sistoroato aul !,etto ùotln torrott.a girovolo. ( 3) Abbinato oll'nrm,,. (4) Abbinato all'arma por L 40 Semovente t-ipo G.


CARRI ARMATI

CARATTERISTICHE

L40

205

PRINCIPALI

L 40

L 40

Cen1ra Radia Tmp. Monlzlonl

L 40

Semoventi

L 40

L 40

Semovante SemaHnte Comanda Plo1. Comanda Comp.

Lunghezzn massima

m

3,820

3,820

3.820

3,820

3,820

Larghezza ma.ssima.

1,800

1,800

2,170

1,800

1,800

1,800

2,176(1)

2,J 75( I)

1,662 (•)

1,090

1,600

J,000

.l,800

J,800

1,800

1,800

1,800

1,800

kg. 0840

0880

0960

kg.0825

0850

os,10

RFICA RF2CA

. .

Altezza n,at.:eima Carreggiata

Pcao do! carro a carico completo (<-omproso l' oquipaggio)

3,820

MOTORE Mod. 18 VT, vn.rhrnto 2 , alimont.;:i.to a. benzi na

Numoro di cilindri

4

Diamotro dei cilin<ld

mm

90

e:nnt.nfli

llllll

1,10

Cora:\

Cil:ndmta tota-lo

cm• 4053

EQUIPAGGIAMENTO ELETTRICO Tcn~iono doll'impi:into d'n.vvi:\.n oulo o d'illuminazioao

Volt 12. Apparecchint ura radio traamiMonlo o ricevonto "- J.Ia· gncto Mnrolli • Gruppo di regolazio110 , Magnete 1forelli , Dilrnmo

(1) Compro.,a la torretta gi•cvolo o il poriaoopio. (•) Esoluso il supporto rrgolnbilo por m1tragliatricc,

RFlCA RF2CA

-

l DS

-

00 Watt

300 Watt

90 Watt

RFICA

-

RFlCA

-

IDS

90 WaU

00 Watt

300 Wa1t


206

GLI AUTOVEICOLI DA COMBA'JTIMENTO DELL"ESERC!TO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

Segue Caratteristiche principali. -

-

...

L 40

.

--· - -

·-·

·---

L 40 L 40 Centro Radio Trasp. t.hnld'"I

L 40

Semonnte

L 40

L 40

Samovcnla Semavcnta Comando Plol, Comar.do Comp.

TRASMISSIONE Friziono tnouodisco a secco.

C:1.mhio a •I marcio o retromarcia, con riduttore tli vdoeiL:t. Gruppo fiualo a ruotismi opicicloida.li o cop11ie ciliH• dricho ostorue comando cingoli.

SOSPENSIONE

Carrelli ,11·ticol"'ti où oscillanti collogaU a barro ùi t..oreiono.

ARDlAMENTO Canuono automatico in torretta girevole

Caunono in torrotta fissa

Mitragliatrico abbinata al ea,unono Mitr:igliatrico con a.ppo·iC-0 tmppo:-1.,o ei.sto111:1to ,mlb coporturn. antoriorm<'nto nlla. torrctt:\ fia~a Mitraglia.trico, in luogo <lol cnnnon•}, ai8tomata, ~111 Lato siui6tro ùolla p.iroto !rontalo ùolla torroLt,.a. ft~e..\. N. 2 fuciH auloinatic i

ca.libro 20

-

caHhro 20

-

-

-

calibro 8

calihro 8

-

-

-

-

-

(3)

(3)

(2)

(2)

t-:.1lihro S

-

-

-

-

-

-

-

,,,liùro47 /32 t::ilibro47/32

-

-

c,dihro 8

Mod. Barrclla

Mod, Bcrrella

Mod. Berrolle

-

(3)

(3)

(3)

-

(·I)

-

-

APPARECCHI OTTICI Cannocchia.lo di puntamonLo

Iposcopio ,li guida Cannoccùia)o panoram ico

(2) Si•tom•t.o su.i tcUo della torrot.ta girovolo.

( 3) Abbinato all'arma. (4) Abbinato all'arma por L 40 Sewovonto tipo G.


CA RRI ARMATI

207

MODD. L 40 - L 40 CENTRO RADIO L 40 TRASPORTO MUNIZIONI

29

22

LEGENDA - MODELLO L 40 1. Marmitta di scarico completa. 2. Paracalore per detta. 3. Proiel tore anteriore. 4. Fanalino posteriore. 5. Fianco destro anteriore. 6. Fianco sinistro anteriore. 7. Parete anteriore dello scafo. 8. Co· pertura anteriore scafo. 9. Portello per ispezione freni. 1O. Pareie posleriore dello scafo. 11. Coperchio per proiezione ventilatore. 12. Telto completo per copertura camera motore. 13. Parel e an• teriore della torretta fissa. 14. Parele posleriore di detta. 15. Parete lalerale sinislra di della. 16. Portellino per pilota. 17. Portello d'accesso alla torrella fissa. 18. Torrella girevole. 19. Portello po· steriore di detta. 20. Ruola molrice. 21 . Calena cingolo. 22. Ruo• la di rinvio. 23. Rullo portante completo per carrello d. sospensione anleriore. 24. Ammortiz.zatore idraulico. 25. Rullo portanIe completo per carrello sospensione posteriore. 26. Rullo di guida complelo. 27. Cassetta destra per attrezzi. 28. Cassetta s inislra per attrezzi. 29. Parafanghi. 30. Supporto per martinetto. 31. Supporlo per rullo di dotazione. 32. Attacco superiore per gravina. 33. Cerniera per sostegno anteriore badile. 34. Scudo per sostegno arma. 35. Proiezione per periscopio. 36. Badile. 37 _Gravina.


208

GLJ AUTOVEICOLI DA COMBATfJMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Le 5 viste del Carro armato L 40

Carro armato L 40 L F


CA RRI ARM ATI

I O~

Carro armato L 40 Trasporto M unizioni (da 90/53)

209


2 10

GLI A UTOVEICOLI DA COMBATTIM ENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

I. INT ERNO DELLA C AM ERA CO MBATTIM ENTO E GUIDA: I - Dispositivo rotazione torretta, 2 - Presa per attacco a spina della cuffia e laringofoni. 3 - Sedi le ribaltabili del servente, 4 - Cassette deposito proie ttili del cannone, 5 - Apparato radio t. e r., 6 - Estintore Tel.um a tetracloruro di carbonio, 7 - Pedali comando armi.

2 . PARETE POSTERlORE DELLA STESSA CAMERA: I - Bocchettone del serbatoio ausiliario dell' acqua cli raffreddamento de l motore. 2 - Scatola ripostiglio ricambi ottici, 3 - Targhetta per l'uso del rubinetto serbatoio benzina, 4 - Rubinetto serbatoi benzina, 5 - Cassetta deposito caricatori mitragliatrici e cassetta deposito proiettili mitragliera.


211

C A RRI A RMATI

3. interno del prototipo di carro M 6, ancora privo di parte del caricamento interno.

CAR.RO ARMATO FIAT-ANSALDO SEZ I O N E

rtmI

f,...,,

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4. Riproduzione di una tavola murale con sezione long itudinale del carro L 6.


212

G LI AUTOVEJCOLI DA COMBAITIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

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5. Il prototipo armato con abbinamento ca!. 8 in torretta visto da destra ...

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CA RRI ARMATI

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7. Vista frontale dello stesso.

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8. L'M 6 con cannone da 37/26 e mitra cal. 8 in torretta.


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GU AUTO VEICOLI DA COMBATTIMENTO DEIXESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940- 1945

9. TI simulacro del semovente da 75 su scafo M 6.

10. Vista frontale del carro che sarà omologato come L 6, con la radio.


CARRl ARMATI

11. La vista laterale del prototipo prima dell'incidente.

12 . ... e dopo l'incidente con la radio.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALI ANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

13. Vista posteriore del futuro L 6.

14. Il modello d i serie dell'L 6/40, visto di 3/4 avanti da destra.


CARRI ARMATI

15. Lo stesso visto da 3/4 dietro da sinistra. Ăˆ il RE 3825.

16. Il primo lotto di L 6 alla Spa, pronto per la co nsegna.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DEL L. ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO I 940- I 945

17. Il prototipo de l carro L 6 1/f, visto di fronte.

18. Vista laterale destra dell 'L 6 1/f.


C ARR I ARMATI

19. Carrello-ri morchio Viberti per carro L 6.

20. Il carrello rimorchio Adige, definitivamente adottato.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATJ"IMENTO DELL'ESERCITO ITALI ANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

21. Il IlI Gruppo L 6 di Novara prima di essere destinato in Egitto. 22. Un L 6 del LXVII bersag lieri. mascherato, sul Fronte russo (1942).

23. Carri L 6 del LX VII auto trasportati da Fiat 666N sul Fronte russo. 24. Un L 6 Centro Radio del LXVll (RE 3996), il 27 agosto 1942 a Jagodnij, sempre in Russia.


CARRI ARMATI

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25. La polvere sollevata in un cambio di direzione da q uesto L 6 (l 'RE 4032) delle Guide, in Albania. Il carro reca i distintivi tradizionali e quelli di prescrizione.

26. Uno sq uadrone L 6 nella Francia occupata.


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GLI A UTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOL UME SECONDO 1939- 1945

SEMOVENTE DA 47/32 (SCAFO L 40) Sviluppo e produzione Il cannone semovente da 47/32, realizzato sul medesimo scafo del carro armato L 6, avrebbe dovuto sostituire buona parte dei pezzi controcarri di eguale calibro su affusto a ruote. Già nel 1937, lo S.M . aveva confermato l' urgenza di re ndere «mobi li e cingo lati» i pezzi da 47, e ne era derivato il prototipo real izzato dalla Breda su uno scafo di L 35 modificato.L'Ansaldo propose, poi , dopo lo scopp io della guerra in Europa e precisamente ne ll 'ottobre 1939, di installare, sempre sullo stesso affusto cingolato, il cannone da 47 Ansaldo semiautomatico a corto rinculo. In seguito, sempre per iniziativa dell'Ansaldo, si decise di realizzare un prototipo, sullo scafo però del nuovo carro L 6, che fu portato ai col laudi ne l maggio 1941. Non si sa quando fu p resa la decisione d i realizzare, invece dei 583 cani leggeri ordinati il 18 marzo 1940, 285 carri e 300 semoventi da 47. È quindi verosimile che l ' Esercito, che si era ormai accorto dello scarso valore del carro L 6, non solo abbia deciso d i trasformarne un 'aliquota in semoventi da 47, ma, riconoscendo i difetti del normale controcarri su ruote (scarsa mobil ità ed e lim inazione dello scudo, pur necessario, per non peggiorarla ulteriormente) avesse man ifestato l'intenzione di ordinarne ben 1960 esemplari. Le esigenze, per il 1942, furono tuttavia limitate a 339 (di cui già 60 erano stati consegnati ne ll 'anno p recedente), qu indi 39 in più della commessa ini ziale. In effetti , il fabbisogno era calcolato in prospettiva in 495 unità. Le ord inazioni, al maggio 1943, ammontavano a 460 1, dei quali soltanto 178 risultavano prodotti; il rimanente doveva essere completato nel gennaio 1944. Le consegne del semovente da 47 sub irono dei ritard i, g iacché al prototipo furono apportate alcune modifiche, prime fra le quali la riduzione a due dei tre membri dell 'equipaggio e l' eliminazione della copertura a portelli. Non tutti erano convinti della sua utilità, e ancor prima che venisse sperimentato in azione (settembre 1942), l'Ecc. Cavallero, convinto anch'egli che il semovente da 47, come l'L 6, fosse superato e propose di interromperne la produzione. Ordini in tal senso furono ripetutamente emanati (il 16 gennaio 1943) ma in seguito - come appare eia un promemoria per il Sottosegretario alla Guerra e il Capo di S.M. dell'Esercito , datato 27.02.1943, del Presidente il Comitato Tecnico Armi e Munizioni (Generale Pietro Ago) - si decise di soprassedere, anche perché molti dei componenti e rano g ià stati lavorati. È quindi possibile che l ' intera commessa sia stata completata durante l'occupazione tedesca.

Descrizione Il carro L 6 semovente differisce dal carro armato normale L 6 nelle parti seguenti: Scafo: Esso è privo di torretta mobile e varia nella torretta fissa per la diversa forma della parte frontale dovuta all'applicazione di un cannone: l 'apertura superiore della camera di combattimento è riparata da un telone impermeabile scorrevole su aste di guida laterali.

1 Allegato

6 al promemoria 8975 del Sottocapo di S.M. intendente in data 18 maggio 1943 XXI.


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Lo sportello laterale è fisso in posizione, non essendo più necessaria la sua apertura per l'entrata del! ' eq uipaggio. Armamento: L'armamento è costitu ito da un cannone da 47/32, sistemato anteriormente ed a sinistra della torretta fissa. Esso è munito dei relativi congegni cli elevazione, di brandeggio e cli comando sparo, nonché di cannocchiale di puntamento. Il comando di sparo può essere a mano o a pedale. II sedile ciel cannoniere è fi ssato sul coperchio che ricopre la cassetta de lle batterie. Le cassette delle munizioni sono due, di sposte: l'una posteriormente al sedi le del pilota e contenente 33 proiettili , l 'altra fissata alla parete di destra della torretta fissa e contenente 37 proiettili. Settore orizzontale d'orientamento del cannone 27° Settore verticale: elevazione 20° depressione 12° Impianto elettrico e radio: È soppressa l'apparecchiatura radio: inoltre manca il proiettore di sinistra per la diversa sistemazione dello scudo de l cannone. Dotazioni: Gli utens ili ed accessori d i dotazione sono gl i stessi del carro normale, salvo naturalme nte quelli riguardanti la torretta mobile ed il relativo armamento, ma con l 'aggiunta cli quelli necessari per il nuovo tipo di cannone. Altezza massima del carro: 1,69 m Peso del carro, a carico completo (compreso l' equipaggio) c. 6825 kg Dell 'L 40 Semovente e del I ' L 40 Semovente Comando Plotone furono prodotte le seguenti varianti: - la prima (fino al carro N. 55062) con porte llo laterale di accesso; - la seconda (dal carro N. 55063 in poi) senza il portello laterale di accesso e con le lamiere della torretta fissa di disegno modificato. Dal motore N. 100566 fu anche montato il nuovo paracalore per marmitta, dal carro n. 483 15 la nuova cassetta porta attrezzi. I carri mod. L 40 Semovente Comando Plotone, differiscono da quelli del mod. L 40 Semovente normale per l'applicazione dell'apparecchiatura radio «Magneti Marell i RF J CA» tras mittente e ricevente. Conseguentemente sono state modificate le cassette porta proiettili, per cui il numero totale dei proiettili per cannone risu lta di 49. Il mod. L 40 Semovente Comando Compagnia (realizzato dal dicembre 1941) appartiene sempre alla seconda variante e differisce dal mod. L 40 Semovente normale nelle parti seguenti: Armamento ed apparecchi ottici: L'armamento è costituito da una mitragl iatrice cal. 8 sistemata sul lato sinistro della parete frontal e de lla torretta fissa e da due moschetti automatici. La mitragl iatrice è fi ssata su di un supporto oscillante, solidale con lo scudo sferico d i protezione ed è mun ita de] relativo cannocchiale di puntamento. Impianto elettrico e radio. L'impianto elettrico e l'apparecchiatura radio di questi carri sono uguali a quelli del mod. L 40 Centro Radio (una «Magneti Marell i RF 2 CA», in aggiunta alla <<RF I CA»). Il modello L 40 Semovente tipo Gera invece completamente allestito come l'ultima variante del modello L 40 Semovente Comando Plotone, con l'agg iunta de ll a cope rtura di protezione


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GLI i\UTOVEICOLI Di\ COMBATTIMEI\TO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

(4 elementi imperniati , composti di telaio e rete), del supporto per cannocchiale panoramico e di 4 cassette per munizioni (rispettivamente per IO, 7, 4 e 3 colpi). Inoltre, era dotato di una cassetta per batterie di nuovo modello. L'evidenza fotografica mostra inoltre una mitragliatrice Breda scudata 38 in barbetta impiegabile dal p ilota, ma che non era stata inizialmente prevista.

Impiego (L 40 Semovente) 2 Del semovente su scafo L 6 sono state rintracciate le seguent i targhe: a partire dal 1941 , 4092, 4096, 4100, 4101, 4110, 411 3, 4173; (1942), 4175, 4 176, 4 177 , 4193, 4253, 4302 q uind i 53 15, 5363 (telaio 35046, motore I 00876), 5368, 5369, 5370, 5371, 5372, 5374 (tutti semove nti comando cp.) fino a 5375 (1943) ecc. Il semovente eia 47 era nato con compiti di accompagnamento, per sostituire presso i reggimenti bersaglieri delle divisioni corazzate il pezzo da 47 su affusto a ruote, che in azione non poteva giungere tempestivamente su l luogo d'impiego, sia per lo sforzo richiesto al personale di servizio, sia perché questo era completamente esposto all'offesa avversaria ravvicinata. Successivamente, era apparsa l'opportunità di: - estendere l'azione di accompagnamento anche in favore delle unità carri L 6, avendo in confronto di quelle un più potente armamento. - affidargli l'azione cl i arresto contro mezzi corazzati nemici. Il semovente eia 47 aveva le seguenti caratteristiche tattiche: - possibilità di spostamento in terreno vario a velocità analoga a quella del carro con cui aveva in comune scafo e motore; - possibilità di sparare, a puntamento diretto e con settore orizzontale di 27° nella direzione di marc ia, appena ferm o, e di riprendere immed iatamente la marcia ( messa in batteria ed usc ita istantanee); - limitato munizionamento a bordo. D a quanto sopra derivava, per il semovente eia 47, l'idoneità all 'accompagnamento dei carri armati similari (per i quali l'armamento principale dell'L 6 era insufficiente); all 'accompagnamento delle fanterie, evitando il faticoso e lento traino a braccia come avveniva con il pezzo su affusto a ruote ed, infine ali' azione contro mezzi corazzati. Per quanto si riferisce all'ordinamento, i semoventi da 47 erano raggruppati in compagnie (o squadroni) di due o più plotoni, ognuno su tre o quattro unità-pezzo. Due o tre compagnie potevano essere riunite in battaglione (gli squadroni in gruppi). l reparti in parola venivano assegnati in proprio: - ai reparti esploranti di Corpo d'Armata (R.E.C.), di Divisione di fanteria (N .E.C.) e di Divisione Motorizzata o Corazzata (R.E.CO.), per l'accompagnamento dei reparti carri L; - alle unità autoblinde, per concorso cli fuoco; - alle Divisioni Motorizzate e Corazzate o a qualche Divisione di fanteria speciale (battaglione e.e. divisionale) per l'arresto;

2 Queste notizie sono tratte da un dattiloscritto, privo cli intestazione, e già utilizzato per un terzo nel voi. XVI della Storia dell'Artiglieria Italiana, Biblioteca cli Artiglieria e Genio, Roma 1952 pagg. 524-525,


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- ai reggimenti bersaglieri delle Divisioni Corazzate ed ai reggimenti di fanteria delle Division i Motorizzate o speciali , per l'accompagnamento, ed, eventualmente, per l'arresto. Si trova così, nelle Formazioni di Guerra della Divisione Corazzata (Agosto 1941 XIX) un Battaglione divisionale e.e. semoventi da 47, su comando e 2 compagnie. Gli organici prevedevano per questi: 13 ufficiali, 23 sottufficiali, 97 truppa, 59 conduttori di automezzi, 21 di semoventi, I autovetturetta, 2 autocani leggeri, 3 autocarri protetti , 19 autocani pesanti, 1 autofficina, I autocarro soccorso, 2 motocarrozzette, 2 motocic li biposto. 2 1 semoventi da 47/32 , 12 carrelli e 8 rampe cli carico. Con gli organici stabiliti nel successivo giugno, si precisò che erano previ sti anche battaglioni cannoni semoventi da 47/32 su 3 compagnie. Il nu mero di semoventi (31 in q uesto caso) fu poi elevato, con Circ. 5 .12.1942, a 34 unità. Intanto. nel settembre I 941 , erano stati definiti gli organici delle unità esploranti (R.E.CO.) per le Divisioni Corazzate Ariete e Littorio; il 16 del successivo dicembre, venivano diramate le nuove formazioni 1942 per i RE.CO., R.E.C. e N.E.C.. dov ' era sempre presente uno squadrone semoventi da 47. Tuttavia, in realtà la maggior parte dei semoventi da 47 equipaggiò battaglioni controcarri autonomi. Dopo l' armistizio, 78 semoventi da 47 furono confiscati dall'Esercito germanico, che nericevette inoltre almeno 120 d i nuova costruzione (10 comando compagnia, 36 comando p lotone e 74 normali). Risultano armate con questo materiale dal 1941 al 1943 le seguenti unità: - I btg. e.e. divisionale per div. f. Superga, su 2 cp. smv. e l fucilieri e.e., con 20 smv. e 8 fuci loni . Opera in Tunis ia nel 1943. - IV btg. e.e. divisionale semoventi da 47 /32 (per div. f. Livorno). Opera in Sicil ia nel 1943. - XX btg. e.e. divisionale semoventi da 47/32 su 2 cp. Semoventi da 47/32 e 1 cp. Fucili e.e. da 20 «S» (per cliv. f. Friuf i), Costituito il I 5.10.1942. Opera in Corsica nel 1943.

- CXXXI btg. semoventi da 47/32 31 ° Rgt. f. Costituito su 2 cp. con Circ. 15. 10.1 942. Opera in Corsica nel 1943. - CXXXII btg . e.e. semoventi da 47/32 per divisione corazzata 32° Rgt. f. cr. Destinato inizialmente alla Ariete, era stato costituito il 10.04.1942 a Verona. - CXXXIII btg, e.e. semoventi eia 47/32. Su 3 cp., opera in Sici lia nel 1943. - CXXXVI btg . e .e. semovent i da 47/32 per divisione corazzata. Costituito, co me il I, il 1°.09.1 942. Opera in Tunisia nel 1943. - CCXXXII btg, e.e. semoventi eia 47/32. Costitu ito il 1°.10.1942. - CCXXX III btg. e.e. semoventi da 47/32. Costituito il 1°.10.1942. Opera in S icilia nel 1943.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIM ENTO DELL'ESERCITO ITALI ANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

- XIII gruppo sqd. semoventi da 47 Cavalleggeri di Alessandria. Costituito il 1° magg io 1942, è inviato sul fronte russo il 3 agosto 1942; è poi ricostituito a Codroipo (UD) nel magg io 1943, con carri L40 e semoventi 47/32. - sqd. semoventi da 47 del R.E.Co. Cavalleggeri di Lodi. Destinato in A .S. e affondato nel 1942. - 1° e 2° sqd. semoventi da 47 del R .E.Co. Lancieri di Montebello. Opera a Roma nel 1943. Ridotto a uno solo nel I 943 . - IV gruppo semoventi da 47 del Rgt. Cavalleggeri di Monferrato. Opera in Albania nel 194243(?). - sqd. semoventi da 47 del X Battag lione Esplorante Di visionale per divisione motorizzata Piave. Costituito il 30.06.1943 . Opera a Roma nel 1943. - sqd. semoventi da 47/32 (su 2 pl.)/4° Rgt. f. cr. Opera a Roma ne l 1943. - cp. semoventi da 47 /32 del 18° RE.Co. bersaglieri, costituito il 1° .02. 1942. R isultano assegnati alla Scuola d i Cavalleria di Pinerolo 2 semoventi da 47/32 entrati poi a far parte, dal 1943, del Reparto Corazzato del la Scuola. Alcuni rimasero in servizio con l'Esercito nazionale repubblicano fino al 19453. Un solo esemplare di semovente da 47/32 (il semovente comando p lotone targa RE 5243) è sopravvissuto fino ai giorn i nostri ed è esposto all'Ordna nce Museum di Aberdee n Proving Ground (MD. USA).

Considerazioni Questo cannone semovente 4 , oltre ad essere di insufficiente potenza, apparve piuttosto delicato e non adatto a manovrare a lungo. Per carenza di carrelli di trasporto - come per l ' L 6, il complesso traino e ra costituito da un autocarro pesante, c he ne trasportava uno nel cassone ed un altro a rimorchio, peraltro già studiati ed ordinati per gli spostamenti superiori ai 45-50 km - il semovente era soggetto a rapida usura e, poiché era spesso privo di un'adeguata dotazione di parti di ricambio a rimanere inefficiente in attesa delle necessarie riparazioni. Nel citato «promemoria» Ago, si confermava

3 A titolo di curiosità, ricordiamo che l' ultima azio ne condotta da semoventi L 6 fu quella del 28 aprile 1945, quando 4 cli questi mezzi, prelevati con uno stratagemma dal deposito misto di Verona ( dove nel gennaio 1945 erano immagazzinati insieme con IO L 3, 3 L 6, 2 M 13 e 2 autoblinde 41) eia un ufficiale dell' Esercito nazionale repubblicano in contatto con la Resistenza e trasportati in una caserma di Padova, furono utilizzati agli ordini di ufficiali della disciolta Ariete Il per impedire l'ingresso nella città delle truppe tedesche in ritirata. 4 Data la sistemazione dell 'armamento. il pilota, in combat timento. lamentava scarsa visibilità s ulla sinis tra. Inizialmente, si cercò d i ovviarvi con uno specch ietto retrovisore. il cui braccio era fissato in corrispondenza dell ' inizio ciel parafango sinistro , che fu però subito abolito.


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che il semovente da 47/32 era indubbiame nrte s uperato, per quanto riguarda la lotta contro i carri armati. data l'insufficienza del suo armamento e la troppo modesta protezione. Però essa presenta req uisiti che lo rendono ancora utilizzabile contro obbiettivi meno potenti e meno robustamente dei carri, siano essi terrestri o navali. [... J Pertanto, in considerazione della nostra scarsità di armi moderne. ritengo utile che i 95 complessi da 47 g ià in stato di avanzata lavorazione. siano ultimati. Tanto più che questo lavoro non incide s ulla produzione dei mezzi corazzati più potenti.

ma il Sottocapo S.M. Operazioni annotava che erano anche utili per accompagnamento. Evidentemente, pure i tecnici tedeschi concordarono. CARATTERISTICHE 1. Generaiità Denominazione Costruzio ne Equipaggio uo mini Peso t Rapporto CV /t Pressione kg/cmq 2. Dimensioni Lunghezza m Larghezza m Altezza m Luce libera m Larghezza cingolo m 3. Armamento Principale

Carro Armato L 40 Fiat-Ansaldo 2 6,840 9,9 3,300-0,610 3,820 1, 800 2,175 0,40 0,26 1 mitragliera da 20 abbinata a mitra cal. 8

Secondario 4. Meccan ismi di elevazione e brandeggio da - I 2° a +20° manuale 360° manuale 5. Munizionamento Cannone cartocci granata 296 cartucce cal. 8 1560

Semovente L 40 da 4 7/2 2-3 5 6.825 9,96

l ,690

1 da 47/326 2 mitra Beretta cal. 8 da - 12° a +20° manuale 27° manuale 70 o 72 1480 cartucce cal. 9 (37 caricatori da 40)

6. Apparati ottici Cannocchiale di puntamento iposcopio di guida cannocchiale panoram ico 7 . Protezione mm Torretta: frontale

5 S ul

40

prototipo 3: capocarro tirato re. caricatore e pi lota. li servente fu poi eliminato, ma fino al carro N. 48467. A partire dal N . 48468 per il Mod. L 40 Semovente e dal N. 48503 per il Mod. L 40 Semovente Comando P lotone. 6


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBA"n'IMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

laterale 15 posteriore 15 cielo 6 Scafo: frontale 30 laterale 15 posteriore 15 cielo 6 fondo 6 8. Comunicazioni 1 ricetrasmittente RF l CA 9. Motore Tipo 10 VT a benzina N° cilindri e configurazione 4 in linea Cilindrata eme 4053 Potenza max CV 68 Giri al m' 2500 Serbatoio 1. 165 10. Trasmissione Frizione monodisco, cambio 4 ve loc ità e R.M., con riduttore epicicli e freni 11 . Sospensioni 4 carrelli (a barra di torsione) e 3 ruote reggicingolo 12. Impianto elettrico 12 V, con dinamo, motorino di avviamento e 2 batterie 13. Prestazioni Velocità max km/h 42,3 Raggio di volta m 4 Pendenza max sup. 40° Gradino m 0,70 Trincea m 1,70 Guado m 1 Autonomia su strada km 200 idem fuori strada ore 5

= = = _7

= =

= =

Per il fronte russo, allo scopo di facilitare l' avviamento dei motori degli L 40 durante la stagione invernale fu adottato, con foglio del M.d.G. - Gab. Prot. N. 74967/103-1 -4 in data 7 dicembre l 942 il generatore di aria calda "Pag hetti" che consenti va, soffiando aria calda attraverso le griglie del radiatore, il riscaldamento contemporaneo di tre carri. Esso constava di un bruciatore di gasolio, un compressore, un motorino Condor, un serbato io ed un carrello. L'ingombro era di m 1880 x 1330 x 1660 mm; il peso totale (senza combustibile - gasolio o miscela be nzina-gasolio) di 353 kg.

7 Per i semoventi comando plotone e tipo G, la stazione era sul lato destro, con l'alimentatore più in alto. li semovente comando compagnia aveva l'altra stazione sul lato sinistro.


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- --

Semovente da 4 7/32 L 40

Semove nte comando plOlone L 40

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1939- 1945

I. Semovente da 47/32 su scafo L 6 presentato al C.S.M. Vista laterale destra del prototipo.

2. JI medesimo, visto posteriormente. Si noti la protezione superiore con i due portelli di accesso.


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3. Ancora il prototipo del semovente da 47/32, visto lateralmente da sinistra.

4. Lo stesso visto posteriormente dall'alto, dopo l'eliminazione della copertura.

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5. Il prototipo visto frontalmente.

6. Lo stesso di 3/4 da sinistra.


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7 . La vers io ne di serie. Su questo semovente. il RE 4100, la camera di pilotaggio e combattimento è provvista cli una copertura in tela.

8. Vista da destra del 4100, con telone ripiegato.


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..

9. Carro comando plotone, con apparecchiatura radio.

10. Carro comando compagnia, con mitragliatrice mascherata da cannone e doppia apparecchiatura radio.


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11. Versione 1944 del semovente tipo G , con mitragliatrice scudata e copertura in rete.

12. I primi semoventi da 47 vennero impiegati in Tunisia. Questo esemplare appartiene a lle serie piĂš recenti, come si distingue dal copri-silenziatore forato (26 gennaio 1943).


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13. Un altro semovente da 47 in marcia, sempre in Tunisia.

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14. Sbarco del semovente da 47 targa 4200 in Corsica.


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15. Un battaglione controcarri schierato per una rassegna (Sicilia, 4 agosto 1943).

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J6.

li carro L 40 trasporto munizioni viene presentato al Sovrano insieme con il semovente da 90/53.

17. Un L 40 trasporto munizioni, senza l'armamento.

18. li rimorchio portamunizioni realizzato dal.la Yiberti per il particolare impiego.


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CARRI ARMATI MEDI Secondo la regolamentazione vigente nel 1939-40, i carri armati medi dovevano equipaggiare un'aliquota- 3 battaglion i su 4 o 5 - del regg imento fanteria carrista per la divisione corazzata. Inizialmente, essi furono rappresentati dagli M 11/39 (v. l O volume) , le cui consegne si protrassero fino alla metà del 1940. Successivamente, si passò a costruire il modello M 13/40 , potenziato per q uanto riguarda il motore ne l 194 1 e qu indi ribattezzato M 14/41. Nel 1942 iI carro m edio fu ancora migliorato, montandovi un cannone più lungo ed un più potente propulsore a benzina. Tuttavia quest'ultima versione (M 42) entrò in linea nel R. Esercito soltanto nel 1943 e non e bbe occasione d i prendere parte alle ultime operazioni belliche contro gli alleati.

CARRO ARMATO M 13-40

Sviluppo e produzione Il carro a rmato med io, poi denominato M 13 fu realizzato d'i niziativa dell 'Ansaldo a seguito della autori zzazione concessa il 13 dicembre 1937-XVI (Foglio del! 'Is pettorato Motorizzazione S.N. 729). Le caratteristiche di massima erano quelle indicate nella Circolare n . 3446 Impiego delle Unità Carrìste 1 , ne lla quale, dopo aver accennato al carro M I J, si indicava un modello M 13 con 35 km/h di ve locità, autonomia di 12 ore in te rreno vario ed a rmamento di un cannone da 47 mm e mitra da 8 mm in torretta, più una o due armi da 8 in casamatta. La realizzazione si concretò a partire da ll a seconda metà de l 1938. Il modello in legno a scala naturale mostrava frontalmente una protezione gradualmente inclinata, a destra della quale vi era una casam atta del tipo adottato nel 1938 per il carro L 3. La torretta, leggermente più bassa rispetto al modello che verrà realizzato, mostrava il cannone spostato leggermente a destra per dare spazio ad una mjtragliatrice Breda 38 indipendente; nella parte posteriore si apriva una via di accesso chiusa da due batte nti , poi soppressa. Il campione fu spedito a Roma il 15 ottobre 1939 e presentava alcune differenze nella postazione dell' abbinamento, di form a squadrata e imbullonata; la prua dello scafo mostrava la piastra ricurva in due pezzi, mentre la torretta si avvicinava a quella c he sarà la sua forma definiti va, eccetto per una feritoia circolare posteriore aggiunta in un secondo tempo e poi eliminata. Il resto dello scafo era identico a quello dell'M 11 , ivi compreso il portello sini stro di accesso. Nella realizzazione del nuovo carro medio, rispetto al precedente M 11 , erano stati anche maggiorati leggermente gli spessori di alcune corazze ed apportate di verse altre modifiche e migliorie (mitragliatrice abbinata al cannone, ecc.). Il 26 d icembre 1939, fu stabilito, in accordo con il Capo del Governo, di interrompe re la produzio ne dell ' M 11 e passare a quella del l' M 13 , specificando che doveva avere la mitra d i riserva impiegabile per il tiro controaerei. Ma era stata già passata il 16 novembre 1939 un ' ordinazione di 430 unità (poi ridotta a 400 1' 11 d icembre dello stesso anno), le cui consegne dovevano essere effettuate a partire dall'agosto 19402.

1

Datata I dicembre 1938 e fi rmata dal Gcn. Pariani. p. 2.

2 Lettera di A. Rocca in data 23 maggio 1940 al S.S. alla Guerra Gen. U. Soddu.


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Il carro - sembra s u sollecitazione de] Gen. Caracciolo, all'epoca a capo dell 'Ispettorato Superiore dei Servizi Tecnic i - fu omologato il 15 febbra io 1940 con richiesta di nume rose mod ifiche. Nella foto del Centro Studi Motorizzazione, il prototipo appare già munito cli radio ricetrasmittente con antenna a stilo. Contemporaneamente, al Centro si stud iava la sostituzione della torretta originale con una di maggior mole, provvi sta d i telemetro e d i c upola, in vista della realizzazione di un «carro osservatorio». Il simulacro mostra una bocca da fuoco simile all'obice da 75. N e l prototipo, realizzato più tardi (1941-42), l'armamento sarà invece costituito da un s imu lacro di cannone da 47 ed una mitra ca!. 8. I primi istruttori sul nuovo materiale vennero formati, a partire dal gennaio 1940, al Corso carrista cli Braccia no (RM) te nuto sui carri M 11 ed M 13; nel febbraio successivo, sempre a Bracciano, il nuovo carro fu presentato alla stampa. Alla metà di luglio, i primi quindici M 13 d i serie furono portati al collaudo e a fine anno ne erano stati prodotti già 235 . Secondo una fonte3, che contrasta con i dati Ansaldo, nel 1940-41 ne erano stati ordinati 1902. Le modifiche più appariscenti cons istono nella p rua in un sol pezzo, la casamatta fu sa in un sol pezzo e il portello laterale rinforzato e con una feritoia semplificata. Nelle s ue memorie, il Gen. Roatta4 scrisse c he il carro M 13, di 13 tonnellate. con motore a nafta e protetto al tiro di arma equi valente.... era nettamente sorpassato, a ll' atto cie l la s ua entrata .in servizio, dalla maggior parte dei carri avversari c ... risultava poco protetto, lento e poco «brillante» nella manovra.

Quanto affermato è a dir poco inesatto, poiché il primo battaglione equipaggiato con questo modello (il III M) entrò in linea nell' ottobre 1940, quando nessuno dei carri avversari , compresi il carro pesante cli fanteria Matilda Il, a veva un armamento s uperiore. A quanto ri sulta, inoltre, i carri inglesi (Matilda escluso, fortemente corazzato ma più lento) a vevano protezione più leggera e velocità di poco maggiori in terreno vario . In un documento del 19445, la Casa Costruttrice sembra però concordare, in quanto ricorda che L'andamento delle operazioni belliche di mostra in modo sempre più evidente la necessità cli au mentare tonne llaggio e velocità dei carri, i q uali hanno armi sempre più potenti, sempre magg iore velocità per manovrare di fronte al nemico, protezioni capaci di sfidare l' arma controcarri eia 20 c da 47 mm. In relazione a questo . i Tecnici del Gruppo Fiat-Ansalclo ritengono superato l'M 11 e così nel 1940 nasce l'M.1 3/40 (Tonn. 14,5, Cav.1 25); nel 194 1 l'M.14/41 (Tonn. 14,5 Cav. 145); nel l 942 l' M.15/42 (to nn. 16 cav., 200).

accusando l'Autorità Militare di aver limitato il peso «per 1'ossessione de l ponte militare in dotazione al Genio Pontieri», sacrificando in tal modo il fatto re protezione. S ia come sia, il carro M 13 dive nne gradualme nte l' equipaggiamento standard delle divis ioni corazzate italiane. Durante la produzione, come s i è accennato, si rimediò ai principali incon3 Comitato per la S.A.I., Storia dell'Artiglieria Italiana, Voi. XV, p. 523. Lo stesso compilatore riporta che l'M 13 fu impropriamente denominato «cannone semovente». 4 Roatta, Mario. 0110 Milioni di Baioneue, Monclaclori, Verona, pp. 77-82. 5 SPA, Mo1ori::;wzione Militare 1939-1943 - Veicoli da Combattimento, Torino, 5 gennaio 1944 pag. 2-3.


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venienti che erano stati evidenziati nel primo periodo d'impiego (dal rapporto, datato 8 maggio J 941 e redatto dal Gen. Sarracino, a capo di. una missione tecnica inviata in A.S., numerosi carri di costruzione 1940 presentavano corazzature fragili e con difetti di lavorazione e di montaggio). In seguito a tale rapporto, dopo aver appreso da un tecnico della S.I.A.C. recatosi in Germania, che per spessori superiori ai 15 mm erano escogitati particolari trattamenti, si presero le opportune nusure. Dal punto di vista meccanico, si intervenne montando i filtri aria ad olio, sul radiatore refrigerante motore, sull'avviatore ad inerzia, sulla pompa di aspirazione combustibile, sulle marmitte di scarico, sul raffreddamento e sulla lubrificazione del motore, sull ' impianto e lettrico, su cambio-ponte, assicurando le modifiche interessanti l ' intercambiabilità fra motore e scafo. Il migliore addestramento degli equipaggi fece il resto, ma anche il modello con motore maggiorato, poi ribattezzato M 416, si trovò in condiz ione di inferiorità quando, nella primavera del 1942, dovette affrontare i carri di costruzione americana M3 da 27,5 t, armati con il 75 mm in casamatta ed il 37 mm in torretta. L'errore da parte della Motorizzazione era stato quello di non aver abbandonato la costruzione del carro M in favore dello Skoda (quando quest'ultimo venne offerto all'Italia nel giugno del 1941 )7, nel q uadro «della produzione dei carri, che da qualche tempo erano oggetto di incertezze e perplessità, con speciale riguardo alle particolari condizioni di impiego in A.S.» 8 Considerando, si scriveva «le sue ottime caratteristiche di veicolo da combattimento», lo si volle migliorare ulteriormente. Già in Libia alcuni esemplari erano stati modificati trasformandone l'alimentazione a benzina (con testa Siata) e a seguito delle esperienze al Centro Studi si decise per il propulsore a benz ina. Si g iunse così alla versione M 42, prevista per la fine del 1941 ma che quando apparve, nel 1943, era ormai decisamente obsoleta. Del resto, pure la trasformazione dell'originale cannone eia 47/32 in 47/40 (il cui modello in legno era stato presentato dall'Ansaldo già dal 12 dicembre 1940 e le cui prove di tiro ebbero inizio sin dal 3 marzo 1941), andò molto per le lunghe. Il nuovo cannone poté quindi essere installato soltanto sul citato M 42. Quest'ultima edizione del carro, la cui adozione fu riportata sulla dispensa 2 ( 16 gennaio 1943) de lle Dis posizioni Speciali, era in complesso un perfezionamento dell'M 41 per potenza (motore a benzina), velocità ed armamento, nonché per l'adozione di nuovi particolari meccanici. A differenza da quanto altrove pubblicato, tuttavia, l 'M 42 non aveva il brandeggio elettrico della torretta e conservava quello a comando idraulico. Le ordinazioni dell 'M 13 furono portate, il 30 agosto 1941 , a 1810, ma solo 710 carri furono del tipo M 40, in quanto i successivi 695 furono del modello M 41 e degli ultimi 220 ordinati come M 42, solo 115 furono prodotti prima dell'armistizio ed altri 24 dopo. Si arriva così ad untotale inferiore (1544). Va aggi unto però che un certo numero dei carri ordinati furono trasformati in semoventi e carri comando per detti e che quindi il totale degli scafi di carri M fu notevolmente superiore alla ordinazione dell 'agosto 194 1.

6 Dal noto «Memoriale Valletta» si apprende che nel giugno 1941 un esemplare dotato di un motore più potente - realizzato modificando completamente quello esistente ed ottenendo una magg ior potenza cli circa 20 CV. s ui J 25 forniti in precedenza, era in esperimento al Centro Stud i Motorizzazione . l nuovi M 41 ebbero, tra l'altro, filtri dell 'aria ad olio e doppio filtro del gasolio; a seguito degli inconvenienti verificatisi in Africa Settentrionale. 7 È noto che lo stesso modello T-22 fu poi costruito in Ungheria e si dimostrò molto versatile. 8 Prome moria di Rocca, amministratore delegato del!' Ansaldo, sulla produzio ne cli carri armati, 28 g iug no 1941.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATrIM ENTO DELL'ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940- 1945

Pochissimi degli M 13 distribuiti nel 1940 erano provvisti di radio ricetrasm ittente. Il problema era stato g ià solle vato il 21 ottobre 1940 e se ne trova r iscontro in un appunto del Gen. Roatta. Si riteneva troppo costoso m ontarla su tutti i carri medi, esse ndo inoltre difficile trovare i radiotelegrafisti occorrenti , e si decise di montarla, per il momento, sui carri dei comandanti (dal plotone in s u) e su un carro di riserva, in attesa di stud iare un apparecchio solo ricevente da sistemare sugli altri carri. Ma presto vi si rinunciò, e dalla metà del 1941, tutti i carri M 13 e 14 e bbero l'apparecchiatura ricetrasmittente RF 1 CA - e, i carri «centro radio», una RF I CA e una RF 2 CA. Le relative antenne a stilo abbattibili man ualmente erano s istemate sulla destra della casamatta. Le apparecchiature furono giudicate discrete, sebbene alquanto delicate. L' ultimo problema che afflisse i carri M fu quello del loro trasporto su strada. Per i carrelli destinati al recupero dei carri sia la Strafurini che le Officine Viberti realizzarono un proprio modello. Dagli stessi appunti, si apprende c he il «carrello per carro M 13» era di difficile produzione e - sempre per il momento - era preferibile ripiegare sul rimorchio. E infatti, a tale scopo si ripiegò su d i un rimorc hio convenzionale (il «Bartoletti , tipo unificato g rande a ral la pe r trasporto carro M 13» ), ordinariamente trainato da un autocarro pesante (Fiat 666N o, più spesso, Lanc ia 3 Ro), che non sembra sia stato adottato, mentre g li s i preferì il modello Yiberti (v. disegno allegato R. 23 l - rimorchio a ralla unificato grande per trasporto carro M 13 - Portata utile 15.000 kg, 12. 12.1940, modificato ancoraggi carro e larghezza 24.12.40, aggiunto 3 ° tirante dal rimorchio N . 55 telaio N. 12603, 5.3.l 943 ). Il Vi berti era trainato da un Lanc ia 3 Ro; costru.ito in serie dal 1941 al 1943 e che inizialme nte era stato presentato anche in versione con ruote munite d i semipneumatici. Soltanto nel 1942 furono ordinati 100 carrelli per carri M con ruote semipneumatiche, sempre costruiti dalle Officine Yiberti. Tale carrello porta carri M «per ricupero di carri armati avariati» era stato adottato il 24 marzo 1942-XX. Non è chiaro, dai docume nti rintracciati, se l' «auto gruppo trasporto carri armati per divisione corazzata», le c ui formazi oni (comando, 1 autoreparto pe r trasporto comando e brigata e rgt. , carri di riserva e semoventi e 3 autoreparti per trasporto carri btg. carri M. , con 246 autocarri pesanti e 225 carrelli o rimorchi) erano state approvate nel gennaio 1942, s ia stato costitu ito per entrambe le divisioni Ariete e Littorio, oppure solo per quest'ultima al momento dell'invio in Africa, v isto che il 7 maggio lo S .M.R.E. dec ise, per ind isponib ilità di mezzi da assegnare allo scacch iere, di accentrare tutti gli automezzi e rimorc hi in Africa riunendol i in appositi reparti presso il 12° autogruppo di manovra. Tale decisione fu formalizzata il 19 giugno 1942, con la costituzione del Cl 0 Autogruppo su comando e due a utoreparti d i 5 autosezioni, con un totale superiore al precedente (258 autocarri pesanti e 243 rimorchi). La soluzione non piacque al Comandante Superiore in A.S . (generale Ettore Ba.stico), il quale, facendo presente, il 19 giugno 1942 con foglio N. 3/8330 di prot. 0.M. Segreto, al Comando Supremo c he al momento disponeva soltanto di materiali atti al trasporto «di poco più di un battaglione carri per volta», ricordò i troppi carri dovuti abbandonare per picco le avarie ne l ripiegamento del dicembre 1941 proprio per carenza di nuclei traino e chiese di riesaminare, del tutto o in parte, l'intera questione. Si ignorano i provvedimenti presi a Roma dopo avere ricevuto, il 25 g iugno, le osservazioni di Bastico. Per il trasporto e lo s barco degli stessi M 13, la R. Marina mise a disposizione le «motozattere da sbarco classe MZ 700», allestite in serie dal 1941. Og nuna di esse poteva trasportare 4 carri M 13 o 14 oppure 3 carri da 24 tonnell ate (tedeschi). Pe r facilitare le operazioni di sbarco e di imbarco dei carri M 13 in porti non provvisti di idonee attrezzature, l'Ansaldo costruì un pontone ad hoc (scalandrone). li pro blema di aviotrasportare il carro M fu affrontato, ma non risolto. Infatti l'aereo da trasporto Caproni CA 180, non andò al di là del progetto.


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A questo proposito, ricordiamo la formazione nella primavera 1943 d i un plotone carristi paracadutisti s u 6 carri M (v. Documento N. 3), il cui impiego potrebbe essere stato collegato a questo progetto, dal momento che all'epoca la divisione aviotrasportabile La Spezia (80a), costituita il 15 novembre 194 1 e considerata disciolta in Tunisia il 13 maggio 1942, non più esisteva.

Descrizione II carro M 13/40 appare essenzialmente invariato, nell'aspetto e nella costruzione, a parte il nuovo motore installato nella vers ione M 14/41, per tutto il corso della produzione. È un autoveicolo a cingoli, corazzato ed armato, atto a marciare e manovrare s ia su strada che fuori strada. È azionato da un motore a ciclo Diesel, a 8 cil indri a V ed è munito di un cambio di velocità a 4 marce e di una retromarcia normale. Incorporato nel cambio è sistemato un riduttore med iante il quale s i ottengono altre 4 marce e una retromarcia ridotta, per l'impiego del carro in terreno vario. La sterzatura viene ottenuta mediante il rallentamento ed il bloccaggio di un cingolo rispetto all 'altro ed è effettuata con l'ausilio di due coppie di freni mediante i quali è possibile ottenerne anche la frenatura. La protezione dell'equipaggio e di tutti gli organi interni è costituita da una corazzatura di lamiera speciale di diffe renti spessori, e questi sono distribuiti in modo da assicurare la massima protezione delle parti maggiormente esposte al tiro . Tali lamiere sono rigidamente collegate da una robusta intelaiatura di profilati e rinforzate da traverse, così da formare una cassa o scafo indeformabile e res istente agli sforzi e agli urti più violenti. Il gruppo motore, con frizione (monodisco a secco, regolabile) radiatori, ventilatori ed avviatore è posto nel retro dello scafo (camera motore). Il cambio di velocità ed il meccanismo di sterzo, unitamente a tutti i comandi e leveraggi relativi, sono sostenuti da un telaio posto all'interno dello scafo nella parte anteriore. È munito di arresto indietreggio. Le ruote motrici, poste anteriormente sono munite di anelli dentati, che trasmettono il moto ai due cingoli, i qual i poggiano posteriormente s u due ruote di rinvio folli munite di tend itori. Il ramo inferiore poggia sul terreno per una lunghezza sufficiente a garantire un 'ottima aderenza e contemporaneamente, una bassa pressione specifica tale da permettere al carro di poter marciare anche su terreni notevolmente cedevoli . La sospensione, attraverso i perni di quattro piastre inchiodate ai fianchi dello scafo, appoggia elasticamente su 4 canelli, due per lato. Ognuno è indipendente dagli altri ed ha la possibilità di osci llare attorno a l proprio perno; costituito da un bilanciere centrale con boccole in bronzo, nelle cui orecchiette sono imperniati due bracci piegati ad arco terminanti con una traversa cilindrica forata e due s upportini ed alla cui estre mità osc illano due bilancieri porta rulli. Ciascuno è fornito di due rulli gommati. La parte elastica è costituita da una molla a balestra, fissata al centro; alle due estremità questa porta due biscottini nei quali sono infilate due scatole cilindriche. All'interno di q ueste sono poste due coppie di molle cilindriche che servono a mantenere il contatto dei rulli col cingolo, abbassando i bilancieri quando questo perde il contatto con il terreno. I cingoli sono costituiti da 84 maglie uguali con aletta unite a cerniera. L'avviamento del motore è effettuabile sia elettricamente che a mano a mezzo di avviatore ad inerzia che è possib.ile manovrare sia all'esterno che all ' interno del veicolo.


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Il carro è munito di impianto elettrico che provvede: all'illuminazione esterna, con due fari a doppia luce ed un fanale posteriore; interna, con due lampadine sul cruscotto e due nella camera di combattimento; all'avviamento del motore. L'armamento è costituito da: un cannone da 47/32 ed una mitragliatrice Breda ca!. 8 abbinata a l cannone in torretta; due mitragli atrici Breda cal. 8 in casamatta; una mitragliatrice Breda cal. 8 che può essere sistemata in posizione contraerei. I cannoni e le mitrag liatrici sono muniti di cannocchiale cli puntamento. L'elevazione ciel cannone è comandata a mano mediante un volantino a sinistra del cannoniere; il brandeggio si ottiene facendo ruotare tutta la torretta del carro; tale movimento può essere comandato a mano a mezzo di apposito volantino a destra del cannoniere stesso oppure attraverso il congegno oleodinamico tipo «Calzoni» a sinistra di questo. Per la visibilità il pilota dispone di una finestra con portello che resta a pe rto durante la marcia normale e chiuso durante il combattimento. In questo caso egli può ancora usufruire della visibilità diretta attraverso la feritoia nel portello oppure ricorrere ad un mezzo di visibihtà indiretta, costituito da un iposcopio il cui prisma obbiettivo sporge dallo scafo. La visibilità è inoltre assicurata da feritoie con otturatore nella fiancata destra dello scafo e nel portello di accesso, nonché sui due lati della torretta, nel cielo della quale sono sistemati anche due periscopi. L'equipaggio è costitu ito, oltre che dal pilota, dal capocarro cannoniere, un mitragliere e un servente che prende posto in torretta accanto al capocarro.

CarroM42 Il Carro Armato M.42 fu adottato con foglio 75551/103. I 4, in data 9 dicembre 1942, ali 'OGGETTO: Carro armato M.42 . Adozione in servizio, laddove si affermava che « il carro in oggetto deriva dal carro M.41 , radicalmente migliorato, in quanto risulta meglio armato, più veloce e più protetto: esso è destinato a sostitruire il carro M.41 nelle nostre unità corazzate finché non sarà distribuito il P. 40». Invero, questo carro era già in produzione dall'autunno 1942: il primo esemplare era stato immatricolato il 2 1 nove mbre 1942 del 1942, con targa R.E. 5022 ed assegnato al Centro Carristi di C ivitavecchia il 28 novembre. Esso differiva dal precedente model lo per il montaggio in torretta del cannone da 47/40 in sostituzione del 47/32 e per avere la torretta fissa con il portel lo d ' accesso s ulla destra e lo scafo ridisegnato nella sezione posteriore, leggermente allungata per ospitare il nuovo motore a benzina 15 TB. In particolare, il carrello posteriore era stato arretrato e il dispositivo tendicingolo modificato; era stata aggiunta la protezione alle marmitte di scarico e, superiormente, erano diversi i grigliati del rad iatore, mentre i portelli del motore avevano anch'essi dei g rig liati per raffreddamento; era stata agg iunta inoltre la cassetta fumogeni posteriormente in sostituzione di uno dei due rulli di scorta inizialmente previs ti. Anche le antenne delle radio erano di nuovo tipo. Era stato aumentato lo spessore della corazza frontale. Il nuovo cambio era a 5 velocità e retromarcia; vi era un gruppo motogeneratore Garelli per la carica batterie; il carro portava infine 5 sostegni (2 a nteriori e 3 sulla fiancata sinistra della casamatta fissa) per fustini cli carburante o acqua. Modifiche apportate ai Carri M durante la produzione A parte le variazioni che differenziavano esternamente, rispetto al prototipo, i mezzi cli serie, ai carri M 13 furono apportate alcune piccole migliorie nel corso della produzione. La prima e


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più appariscente fu quella della sostituzione dei parafanghi lunghi con quelli corti, a partire dallo scafo n. 0752 e, conseguentemente, lo spostamento sul retro del martinetto «Fulmine», g ià su l parafango sinistro, eliminando uno dei due rulli di scorta. Seguì l'adozione del cupolotto per depressione cannone (dallo scafo 0803 in poi) e la copertura del radiatore leggermente diversa con lo scafo N. 0951. Il montaggio della radio, previsto fin dal primo esemplare, si generalizzò ai primi del 1941, e solo in quel l'anno si cominciarono saltuariamente a montare sui fari le prime maschere Care llo. Il carro M 14/41 (o M 13 maggiorato, in quanto dotato di motore 15 T) ricevette tale denominazione dallo scafo N. 1352 e fu anch'esso oggetto di piccole modifiche: parafanghi nuovamente lungh i a partire dallo scafo N. 1402, con consegue nti modifiche ai montatoi, modifiche all' impianto elettrico dal N. 1662 (voltaggio ridotto a 12 V) e modifiche dei telai porta alette dallo scafo N. 1852. Vi fu anche qualche differenza nella foratura dei pezz i e l'adoz ione, in certi punti, di bulloni più robusti , mentre dallo scafo N. 1952 furono introdotti i raschiafango per la pulizia delle ruote motrici e un sistema parasabbia al piano di rotolamento della torretta girevole. Altra variazione, che interessò gli ultimi esemplari dell'M 41, fu l'adozione dapprima di parafanghi rinforzati e, poco dopo, dei supporti per 6 fu stini prismatici che rimarranno sulla nuova versione M 42 e delle maschere Carello sui fari. Naturalmente tali varianti, vennero estese, per le parti che le riguardavano, agli scafi dei semoventi e dei carri comando. Al carro armato M 15/42 le uniche mod ifiche apportate durante la produzione furono I 'aggiunta del distributore candele fumogene e cassetta di riserva candele fumogene (montata posteriormente el iminando uno dei rulli di scorta), mentre ai carri costruiti dopo l'armistizio furono adottate le nuove ruote motrici con 4 denti esterni per ridurre i pericoli di scingolamento.

Derivati Carri Centro Rad io - Si tratta di normali mezzi M 40, M 4 1, dotati o ltre che della stazione RFlCA di tipo normale, che serve per le comunicazioni fra Centro radio e Carri, di una RF2CA di maggiore portata e che serve per le comun icazion i fra Centro Radio e Comando a terra; le due stazioni possono funzionare in traslazione, ossia ricevere comunicazioni dai carri e ritrasmetterle direttamente al Comando a terra e viceversa. L'armamento invece varia per il model lo s u scafo M 42, dove l'abbinamento cal. 8 è soppresso ed il munizionamento è ridotto a 1416 colpi invece dei 2640 del carro normale.

Impiego tattico Dal punto di vista amministrativo, i primi M 13/40 risultano in carico (dal 6 agosto 1940 e targa da 2762 a 2781) al 32° Rgt. Carristi (Brescia), ancora al 32° per il IV Btg. In Albania, i carri targa da 2792 a 2999. Segu irono immatricolati i carri M 13/40 targa 2801, 2809, 2811 , 2915, 2819, 2821, 2823, 2824, 2831, 2834, 2840, 2845 , da 2847 a 2875, 2892, da 2893 a 2899, dal 2908 a 2934, dal 2936 al 2952, da 2954 a 2956. da 2958 a 2964, 2976, 2979, da 2998 a 3000 al VI Btg. Carri dal 25.12.1 940, 3001 , 3002, da 3004 a 3011 a 3043, 3050, da 3071 a 3074, da 3076 a 3102, da 3104 a 31 15, da 3123 a 3162, da 3188 a 3206, da 3208 a 3227, da 3229 a 3254, 3279, da 3307 a 3341, da 3349 a 3350 (centro radio 1941), da 3352 a 3356, da 3359 a 3363, da 3368 a 3387, da 3391 a 3395, da 3397 a 3401, da 3402 a 3403 (centro radio), da 3404 a 3406, da 3407 a 3410


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

(centro radio), 3413 (centro radio), da 3427 a 3435, 3438, 3441 (centro radio), da 3445 a 3486, da 3487 a 3491 (centro radio) a 3498 (centro radio e 1° carro M 14-4 1), 3493 (centro rad io) e 3504 a 3517, da 3519 a 3521, da 3523 a 3526, 3529, 3531, da 3569 a 3576, 3585 (22. 10.41) 3593, 3605, 3622, 3623, 3627, 3229, da 3637 a 3654, da 3656 a 3660, da 3661 a 3679, 3681 , 3683 (l 941), 3687 ( 1942), 3700, da 3703 a 3708 ( 1941 ), da 37 J 1 a 371 O, da 3769 a 3773, da 37 19 a 3723, 3726, da 3728 a 3729, da 3732 a 3739, da 3740 a 3748, da 3750 a 3757, da 3759 a 3767, 3775,3777,3779, da 3781 a3785,3790(1941), 3793,3795,3796,3807,3829,4092,4654, 4657, 4659, da 4660 a 4667, 4669, 4670, 4672, 4674, 4676, 4679, 4680 (25.02.42), 4681 , 4682 (10.04.1942), 4683, 4684 (carro centro radio, 1942), 4685 (centro radio, 1942), da 4686 a 4691, dal 4693 al 4699, 471 2 (centro radio, 1942), 4715, 4718, 47 19, 4721, 4722, 4737, 4760, 4773, 4783,4787,4795, 4800,4819,4829,4830,4831,4833,4839,4842, 4849 , 4850,4853, 4854, 4858, 4860 (10.10.42, 133° Rgt.), 4861, 4863, da 4865 a 4867, da 4870 a 4872, 4874, 4900, 4902, 4906, 4909 e fino al 5021 (Centro radio). Per quanto concerne gli M 42, destinati al Centro Carristi di Civitavecchia, Reggimento Lancieri di Vittorio Emanuele Il di Bologna, alla Scuola di Tiro di Nettunia, al 1° Rgt. Carristi di Vercelli, al 31 ° di Siena, al 32°(per il XVI), al 33° di Parma (per il 433° complementi), le targhe assegnate andavano da 5022 a 5115, da 5189 a 5190, 5212, 5457 e 5497. Seguirono i carri Centro radio da 6029 a 6031 , i normali da 6033 a 6046; altri normali 6106, 6384, da 6389 a 6391 e 6393. Si riprende con il Centro Radio 5880, con i normali da 5883 a 5889, con i Centro radio da 589 1 a 5903, di nuovo con i normali da 5904 a 5957, per tornare ai Centro Radio da 6021 a 6028. Si conclude con i normali 5037, 5041 , 5043, 5055, Secondo quanto disposto dallo S.M.R.E.9 la formazione del battaglione M 13/40, ordinata per il 19 agosto 1940, era prevista su 3 compagnie; tuttavia per il III e successivi fu ridotta su 2 compag nie, con 37 carri M 13/40, 3 autovetture, 5 autocarri dovunque, l autocarro leggero, 1 autocarro Lancia Ro, 1 trattore p.c., 2 rimorchi, 2 autobotti, l officina e 8 motocicli; riportato quindi a 3 cp. , jJ battaglione carri M doveva avere: - Personale: 24 ufficiali, 60 sottufficiali, 413 truppa; - Mate riali: 52 carri M, 5 autovetturette, 6 autocarri «dovunque», 21 autocarri pesanti, 1 rinorchio, 2 autobotti, 2 autofficine mod. 38, 3 autocarri soccorso, 3 carrelli speciali, 3 camioncini, 20 moto biposto, I 2 motocarrelli. I carri M furono impiegati in Africa Settentrionale, sul fronte greco-albanese e jugoslavo e, naturalmente, nella penisola e in Sardegna.

Considerazioni Nella Premessa all'Istruzione sulla condotta e manutenzione del carro armato M 13/40 (edita nel 1942 dall ' Ispettorato delle Truppe Motorizzate e Corazzate) si legge: CARRO ARMATO M 13-40 1 li carro armaro M. I 3-40 è staro costruito pruticolanncntc per impiego s u terreni mediamente accidentati.

9 S.M.R. E. - Ufficio Ordinamento - Riservato Formcr:,ioni Provvisorie di Guerra dei Comandi, Repar;i e Servi-

:,i in Africa Settentrionale, Fascicolo D - Truppe Cora::;:,ate - Roma, maggio 1942.


CARR I A RM ATI

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In relazione al suo tonnellaggio, esso ha ottime caratteristiche tecniche ed armonica proporzione tra «prestazioni armamento e protezio ne». Complesso meccanico di alto valore tecnico e bellico, esso richiede un diligente studio, una ottima conoscenza, una sicura manovra. Comanda nti che non sappiano «mettere a punto» il binomio carro-equipaggio assumono la responsabilità di un inutile e pericoloso consumo di preziose vite e preziosi materiali. Equipaggi «esperti» sapranno trarre sempre dal caITo M. 13-40 risultati ottimi». 1 11 carro

con motore maggiorato ha assunto la denominazione di Carro Armalo M . 14-41 .

Come già accennato, il carro M 13 ali' iniz io non aveva d ato però risultati soddisfacenti. In una relazione inviata il 21 aprile 1941 al Comando di Reggimento dal comandante del VII battaglione cani giunto a Tripoli nel febbraio del 194 1, il mezzo è descritto come inadatto all'impiego in Africa e di scarsa efficienza, anche per aver effettuato un percorso cingolato di 500 km. M a da quanto si legge non è chiaro se oltre ai difetti dei carri questa situazione non sia da imputare in buona parte al personale, descritto come raccogliticcio. Vi è un solo accenno alla mancanza di radio, carenza già riscontrabile nelle immagini della parata di Tripoli, e alla quale, come l'evidenza fotografica dimostra, dopo alcuni mesi fu posto rimedio. Molte critiche vengono rivolte al motore, e ciò è confermato da q uanto contenuto in un prome moria del Gen. Gambara al Gen. Roatta il 23 maggio 1941 : Tutti concordano ne l dire che gli M 13, perfetti come scafo, buoni come armamento e corazzatura, hanno un motore che assolutamente non risponde. Troppo debole; in terreno vario la velocità sviluppata è sugli 8 km ora, perché obbligati ad usufruire pe rmane nteme nte della prima e della seconda marc ia. Rimangono quindi , in azione, alla mercè di un qualsiasi miserabile cannoncino anticarro o mitragliatrice, che fi nisce per avere sempre buon gioco sulla corazzatura, data la loro scarsa mobilità.

Durante la produzione, furono apportati i necessari perfezionamenti e l'opinione comune fu concorde nel giudicarlo me no severamente: un buon carro, ma nel complesso modesto, o vviamente prima di essere effettivamente superato dai carri avversari. Si dimostrava infatti lento, anche perché il suo peso di 14 tonnellate era sovente portato ad almeno 15 dalle truppe in zona di operazioni , dove ogni carro s pesso portava cingoli di ricambio , sacchetti a terra per aumen tare l 'insufficiente protezione frontale, munizioni, e fino a sei fustini per carburante e acqua di riserva. La velocità, se sufficiente in combattimento, non lo era per gli inseguimenti e gli spos tamenti. Il canno ne semiautomatico da 47/32 era però un 'arma eccellente e prec isa , sebbene la sua portata utile rimanesse entro gli 800-1000 m. La sua efficacia du rò fino a quando l' avversario non ebbe a disposizione armi di maggiore potenza dei cannoni da 40 (2 libbre), utilizzabili fino ai 600 m. Era conveniente s parare da fermi, arrestando i carri per brevissimi intervalli. S i auspicava inoltre di aumentare la dotazione di colpi a bordo, almeno a 110. Le mitragliatrici Breda diedero qualche problema di inceppamenti in Africa Settentrionale . Naturalmente il carro restava più che adeguato contro le fanterie nemiche, che fino al 1942 non disponevano di buone artiglierie controcarri 10. Inizialmente si appalesarono inoltre difetti ai filtri ed ai freni (a q uesti ultimi, si disse, per deficienza di amianto). Si rilevò quindi che le piastre della corazzatura non offrivano protezione - come invece si era affermato - ai proiettili da 40 mm del controcarro britannico.

IO Phillis C.E. Lucas, El Alamein, Garzanti, Milano 1962-64, p. 35.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATl'IMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Superfluo ed ingombrante era poi il meccanismo idraulico per la rotazione veloce del la torretta (derivato da quello montato per il brandeggio del cannone da 37 montato sull'M ll ). Questo, in Africa, si dimostrò di scarsa utilità (era raro, in Africa, il dover manovrare la torretta col carro in pendenza) rispetto al sistema manuale. Così il dispositivo frequentemente veniva smontato dagli equipaggi per acquisire spazio ed alleggerire il carro. Comunque, soltanto alla fine della campagna, e cioè nella relazione di SUPERLIBIA in data 16 aprile 1943 (N. SC/ 1025) ed indirizzata al Capo di S.M. per le operazioni, ci si espresse apertamente contro le costruzioni carriste dei due anni precedenti. Vi si legge infatti: Il carro M I 4 è ormai decisamente superato sia come corazzatura, sia come armamento; occorre un tipo di carro armato con cannone da 75 e con adeguato spessore di corazza. Ciò vale a maggior ragione per il carro L 6, che può essere impiegato solo in speciali circostanze, ma non in battaglie di mezzi corazzati.

Ugualmente si espressero - ma sempre a posteriori - i comandanti delle due divisioni corazzate distrutte a El Alamein (per l'Ariete, il Gen. Arena e per la Littorio il Gen. Bitossi). Diverse furono le valutazioni dell' avversario. Secondo il citato Recognition Pictorial Manual of Armored Vehicles, War Department FM-30-40 statunitense del 3 Nov. 43, premesso che per la classificazione italiana l'M 14 è un carro medio , meccanicamente affidabile, ma dalla cattiva sistemazione interna: un sol colpo sulla camera di combattimento mette fuori combattimento, di solito, l'intero equipaggio. Inoltre, è sottopotenziato per tale impiego; la sua mobi lità è modesta, con una velocità di circa 19 km/ora. Coloro che ne avevano fatto esperienza lamentarono le sospensioni piuttosto dure e l 'ingombro de l comando idraulico della torretta (migliore era reputato il comando a mano su i carri britann ici). L'abbinamento delle mitragliatrici aveva, secondo loro, un settore laterale troppo ridotto, anche se le armi erano eccellenti. L'arma controaere i non serviva molto a causa del limitato settore di direzione a meno che non si ruotasse l'intera torretta. Altri scrissero che tra il Crusader e l' M 13 non vi erano grandi differenze, a parte la minore velocità del carro italiano. C i è pervenuta poi una relazione tecn ica dell a School of Tank Technology sul carro M 13-40 di produzione 1942 portato in Gran Bretagna ed ivi attentamente esaminato 11 (in realtà il carro in parola era l 'M 41 targa R .E. 3596 - Numero scafo 01473 - e gli inglesi furono fuorviati dalla ind icazione M.1 3/40 riportata sulla targhetta interna, come per g li altri due M 41 catturati, i R.E. 4867 e 4944 rispettivamente scafo 01903 e 01982 e ivi citati nell 'append ice «A»). Anche se gli estensori non si esprimono sul valore bellico del carro italiano, in questa breve monografia si leggono alcuni interessanti giudizi, che ci sembra opportuno qui riportare: Questo veicolo - in buone condizioni d i marcia - ha una configurazione meccanica simile a quella del Semovente descritto nella Relazione N° 14 della S.T.T.; scafo, sospensioni, trasmissione e riduzione finale sono identici. Il propulsore 8T del semovente (il R.E. 4462 del 1941 matr. 073 l , 11.d.R.) è sostituito dal motore 15 T. Questo è identico se non per l'alesaggio e alcune minori modifiche; la potenza sale da I 05 a 145 B.H.P. U na spaziosa torretta, dalla pianta a forma di ferro di cavallo ed a giro d 'orizzonte, è montata sulla sovrastruttura.

Particolari interessanti ciel veicolo sono il brandeggio idraulico della torretta e il telegrafo manuale tra capocar-

ro e pilota. Su tutto il carro si rileva il solito sistema italiano di costruzione imbullonata.

11

Preliminary Report n° 18 -/ralian 7ànk M 13-40, Military College of Sciencc, School of Tank Techno logy, Chobham Lane Chertsey, November 1943, passim.


CARRI ARMATI

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Circa i punti vulnerabili, Non vi è protezione antischegge al supporto a sfera per l' abbinamento mitragliatrici nello scafo. Le protezioni dei visori, fissate all'inte rno della corazza11L1ra, sono vulnerabili ad un intenso attacco. Un varco d i quasi 5 pollici è stato praticato nell a protezione del l'anello d i torretta sulla sinistra, a llo scopo di dare spazio all' iposcopio del pilota e ciò espone completamente, in quel punto, la g uida della torretta.

Esaminando i commenti rel ativi alle parti per cui si rinvia al Semovente da 75/ 18, si rileva che La corazza più dura trovata s ul veicolo è la piastra frontale ricurva dell' ord ine di 270 Brine!!. La sospens ione appa re ragionevolme nte buona ed offre una marc ia confortevole s u terreno accidentato. A causa dell'articolazione a quattro ruote e dei c arrelli esterni, questo tipo di sospensione è considerato alquanto vulnerabile. particolarmente alle mine.

Altre fo nti inglesi definiscono l'M 13 come «lento, scomodo, meccanicamente inaffidabile e con piastre che tendono a spezzarsi se colpite.» Ciò non corrisponde a quanto riferiscono ufficiali carristi italiani , che escludono quanto sopra e che la concussione potesse liberare i bulloni e trasformarli in proiettili ai danni dell'equipaggio. Nel!' Addestramento dell'Eserc ito nel Medio Oriente, M an uale N. 2, Parte l", Note sull 'impiego tattico dei reggimenti corazzati nel deserto, una pubblicazione inglese del dicembre 1941 tradotta a cura del Comando Superiore Forze Armate A.S ., si legge a p. 91 : III- CARRO ARMATO ITALIANO M 13 Ha una corazza di 30 mm. È armato con un cannone da 47 mm in torretta, con settore di tiro cli 360°. Il cannocchia le però lascia a des iderare (p oor). Ve locità massima 20 mig lia/ora. Come tutti i carri italiani difetta d i comunicazioni nell ' inte rno.

Il generale Auchinleck, tuttav ia, affe rmò che «i carri italiani che ... tendevamo a trascurare come privi di valore, combatterono bene ed ebbero influenza apprezzabile sulla battaglia». Al contrario, tanto font i ing les i che italiane confermano la scarsa rispondenza alle necess ità dei periscopi di torretta, il che costringeva il capocano a sporgersi pericolosamente in combattimento. Fu anche criticato il «teleg rafo d i macch ina» cannoniere-pilota (rectius «indicatore di marcia interno SD I » ), utilizzabile solo con il pezzo a ore 12. Di notevole svantaggio fu, per tutto il conflitto, l'indisponibilità di carri armati per il soccorso e recupero. Le trattrici mod. 32 in dotaz ione ai reggi menti già da quando questi erano equipaggiati con i carri L non sempre poterono supplirv i e quando si rimorchiava un carro mediante un altro dello stesso tonne llaggio, si rischiava quasi sempre di danneggiare la trasmi ssione ed il motore del carro impegnato nel traino. Va evidenziato infine che raramente i battagl ioni carri fu rono al completo delle dotazioni. Ad esempio, l'VIII/132° Battaglione M 13 dell 'Ariete impegnato in A.S . dal marzo 1941 all 'ottobre 1942 ebbe in una sola occasione i 52 carri previsti dagli organi ci e ne ll ' imminenza di una battaglia, il 25 maggio 1942. Le dotazioni furono inizialmente 37, poi 46 (IX Btg. all' atto della costituzione), poi 52.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBA'ITIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO, VOLUME SECONDO 1940-1945

Risultano costituiti i seguenti Battaglioni o Gruppi equipaggiati con carri M : IIV4° Btg. M 13-40 (Brigata Corazzata Speciale) ottobre 1940 A.S. IV Btg. M 13-40 novembre 1940 Albania Btg. MI 3-40 ed M 14-41 (ex IV, su 3 cp.) agosto 1942 A.S. V Btg. M 13-40 (su 2 cp. come III e IV) dicembre 1940 A.S. VI Btg. M 13-40 febbraio I 941 A.S. VII/32° Btg. M 13-40 (Divisione Ariete) marzo 1941 A.S. VIII/132° Btg. M 13-40 (Divisione Ariete) marzo 1941 A.S. lX/132° Btg. M 13-40 (Divisione Ariete) ottobre 1941 A.S. X Btg. M 14-41 luglio 1941 A.S. XI Btg. M 14-41 (Divis ione Trieste) aprile 1941 A.S. XIJ Btg. M 13-40 (Divisione Littorio) dicembre 1941 (affondato) XIII Btg. M 13-40 (Div. Ariete, poi Centauro) novembre 1942 A.S. XIV/3 1° Btg. M 14-41 (Divisione Centauro) agos to 1942 A.S XV/31° Btg. M 14-41 (DivisioneSuperga) settembre 1942A.S. XVI misto Btg. M 14-41 maggio 1942 Sardegna XYll/31° Btg. M 14-41 (Divisione Centauro) agosto 1942 A.S. XVIII misto Btg. M 42 (ex IX cr. L) luglio 1943 Sassari XIX misto Btg. M 42 luglio 1943 Fi renze XXI Btg. M 13-40 ( ex-XXI L) su 2 cp. feb braio 1941 A.S . LV133° Btg. M 13-40 ed MI4-41 (Div. Littorio) ........... 1941 A.S LII Btg. M 13-40 luglio 194 l A.S. I misto Y.E.2° Gruppo Sqd. M 42 (Div. Ariete II) maggio 1943 Roma n misto V.E.2° Gruppo Sqd. M 42 (Div. Ariete II) maggio 1943 Roma III misto V.E.2° Gruppo Sqd. M 42 (Div. Ariete Il) maggio 1943 Roma X V.E.2° Gruppo Complementi carri M agosto 1943 Inizialmente, il battaglione carri M 13 era previsto su 2 compagnie, per un totale di 37 carri armati M 13-40, 3 autovetture, 5 autocarri <<dovunque», 1 autocarro leggero, 1 autocarro Lancia RO, l trattore p.c., 2 rimorchi, 2 autobotti, 1 officina ed 8 motocicli. Sembra che nel III Btg. solo tre carri fossero dotati di radio. A partire dall'agosto 1941 , i nuovi organici s tabilirono la formazione del Reggimento carri Msu: - Comando e Uff.li del comando ( IO+ 1 assimilato, il Cappellano); - Cp. comando e carri di riserva (plotone comando con officina radio campale, plotone collegamenti con 6 carri centro rad io, I autodrappello e 3 plotoni carri di riserva); - 3 Battaglioni carri M. su 3 compagn ie . Ogni cp. comprendeva: Comandante, l pl. comando, 3 plotoni (1 °, 2° e 3°) cmTi M ciascuno con 5 carri; - l compagnia e.a. da 20 (8 pezzi); - 1 reparto riparazioni e recuperi. Per il solo comando: 17 ufficiali, 38 sottufficiali, 272 truppa, 2 autovetture, 33 carri M, 33 carrelli o rimorchi, 5 autocarri leggeri, 1 pesante, 1 vettura sanitaria, 18 motocicli biposto, 7 mototricicli, 8 rampe di carico, I rimorchio, l autocarro con officina radio campale.


CARRI ARMATI

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In totale, il reggimento: 97 ufficiali, 237 sottufficiali, 2069 truppa, 1 militarizzato, 189 carri M, 9 camioncin i, 8 autocarri leggeri, 26 autocarri dovunque, 266 autocarri pesanti , 4 autocarri per O.M.P, 1 vettura sanitaria, 3 autobotti , 7 autofficine (di cui 1 pesante), 13 autocarri soccorso, 17 motocicli monoposto, 32 biposto, 1 motocarrozzetta, 7 mototricicli, 36 motocarrelli, più 4 ri morchi e 232 carrelli (d i cui 13 speciali) e 8 cannoni da 20.

I battaglioni/gruppi misti (su l cp. carri e 2 semoventi da 75) furono costituiti a seguito delle circolari dello S.M.R.E. in data 18 dicembre 1941 e 15 gennaio 1943. Risultano inoltre equipaggiati con carri M 13 i seguenti reparti: - l .a, 2.a e 3.a Cp. Autonoma carri M (costituita e mobilitata in A.S. in data 9.9.42 e disciolta per eventi bellici il 16.11.42); - Compagnia carri M 13-40 del Btg. M isto del 4 ° Rgt. Ftr. Carrista, Roma, - Reparto Autonomo Carri M 13 d i El Bidan (A.S.), 3.1.1942. - Compagnia M 13-40 del Battaglione Scuola del Centro Addestramento Carristi, (C ivitavecchia) costitu ito il 17.8.1941. Ricevette nel dicembre 1942 quindici M 42; - I .a Compagnia carri M della Sardegna, a far data dal 17 maggio 1943. - 15.a Compagnia carri M 42, costituita e mobilitata il 30 luglio 1943 e destinata in Egeo. - CCCCXXXIV btg. complementi , con 2 M 41. Nell 'Esercito repubblicano (l 943-45) carri M e semoventi da 7 5 armarono le seguenti unità: - Gruppo Corazzato Leonessa (G.N.R.); - Gruppo Corazzato Leonce/Lo, - Gruppo (o Squadrone) di cavalleria Tonegutti. A partire dal 1945, termi nate le ostilità, con i carri M recuperati vennero equipaggiati minori unità, sia dell'Esercito che della P.S. Se ne tratterà nel III Volume. Restano oggi diversi esemplari di carri M . In Italia, al Museo della Motorizzazione, l'M 42 già R. E. 511 O (Telaio N° 15091 /42, motore N° 100 11 O, cannone 4 7 /40 39383) e l 'R.E. 5123 (N° telaio 15123/43, N° motore 100238, cannone 30411). Un altro è al Museo della fanteria (targa N° 498 1, Anno 1942, Matricola N° 02012, Motore N° 100921 , Cannone da 47/32 per Carro M 13, Ansaldo S.A. Genova, Peso K g 108, Mat. 38277), in precarie condizioni. È un M 14-41 .

Caratteristiche I. Generali

Denominazione Costruzione Equipaggio Peso t Rapporto HP/t Pressione kg/cmq 2. Dime nsioni Lunghezza m

Carro Armato M 40 (4 1) Fiat - Ansaldo 4 uomin i 13 (1 4)

= 15

4,915 (=)

5,060

M 42

=


252

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL. ESERC ITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Larghezza m Altezza m Luce libera m Larghezza cingolo m Superficie di aderenza 3. Armamento Principale

Secondario

4. Meccanismo di elevazione - di brandeggio

5. Munizionamento

6. Apparati ottici

7. Protezione mm

2,280 (=) 2,370 (=) 0 ,410 (=) 0 ,260

l cannone da 47/32 (=) abbinato a mitra cal. 8 in torretta(=) 2 mitra cal. 8 in casamatta J mitra di riserva e per il tiro e.a.

1 cannone da 47/40 =

= =

Manuale da Oleodinamico/manuale

=

87 cartocci-proietto da 47 2592 carrtucce cal. 8

111

2640

cannocchiale di puntamento 2 periscopi, 1 iposcopio

=

Torretta: Frontale 42 Laterale 25 Posteriore 25 Cielo 15 Scafo: Frontale 42 Laterale 25 Posteriore 25 Cielo 15 Fondo 15

8. Comunicaz.ioni

I RFl CA

9. Motore a gasolio

SPA 8T (15 T)

a benzina N° cilindri e configurazione Cilindrata Potenza max CV Giri al 1' Capacità serb. L.

= = = =

=

=

= = = 30+15 = = =

= =

SPA 15TB

8V

8V

125 (145) 1800 (1900) 145 + 35 di riserva

190 2400 367 + 40 di ri serva + 40 + 6 canistri


C ARRI ARMATI

253

10. Trasmissione

4 avanti e R.M. con riduttore

5eR.M.

11. Sospensioni

4 carrelli, 3 rulli superiori

=

12. f mpianto elettrico

24 V, 2 dinamo, 4 batterie 2 motorin i di avviamento

=

13 Prestazioni VelocitĂ max km/h s u strada fuori strada raggio di volta m pendenza max sup. gradino trincea m guado m autonomia km su strada fuori strada consumo per km/g

30(32) 15 (1 6) 4,50 100% m0,80 2

40 20 = =

= = =

210 (200) IO h 700 (800)

220 (senza canistri) = 1200

BIBLIOGRAFIA - Direzione Superiore del S.T.A.M., Carro M 11/39 e M 13/40 - Descrizione - Funzionamento Manutenzione e Condotta (corso Carrista di Bracciano), 1940. -Ansaldo Fiat Carro armato M 13-40, norme provvisorie di uso e manutenzione. Riservato, Fiat Ansaldo Tipo MI 3/40 - Uso e manutenzione, Stampato Spa N. 264 R.S. - Magg io 194 I-XIX-3000 - Carro Armato Tipo M 13. - SEGRETO - Carro Armato Tipo M I 3-40, Catalogo delle parti di ricambio. Scafo, torretta girevole, sistemazione armi, propulsione ( esterna), sospensione, telaio anteriore e comandi, organi accessori, dotazioni, apparecchi ottici S. Giorgio, apparecchi oleodinamici Calzoni, martinetto Giannetti, Ansaldo, Stabilimento Fossati, Genova Sestri , Genova, 3- 1941- XIX (1000). - Fiat Ansaldo, Carro Armato Tipo M 13-40, Sommarie migliorie al Gruppo moto propulsore, Torino, SPA, Stampato n. 272 RS - settembre 1941-XIX (500). - RISERVATO - Carro Armato M 41, Catalogo delle parti di ricambio. Scafo, torretta gire vole, sistemazione armi, propulsione ( esterna), sospensione, telaio anteriore e comandi, organi accessori, dotazioni, Ansaldo, Stabilimento Fossati, Genova Sestri, 7-1942-XX (1000). - SPA - Riservato Carro Armato Fiat Ansaldo Modello M 42 - Norme d'uso e manutenzione, 1a Edizione Prov visoria. Torino, Marzo 1943-XXI (800). - SPA- Fiat-Ansaldo - Carro Armato M 42 - Catalogo parti di ricambio motore frizione trasmissione cambio ponte, Torino, Stampato SPA N. 300 R.S. Maggio 1943 (1000). - SPA - Carro Armato Fiat-Ansaldo M 42-M 43 Catalogo parti di ricambio, motore, trasmissione, cambio, ponte, 1" Edizione, Torino Stampato SPA N . 313 R.S. - Novembre 1944 (500).


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATflM ENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECON DO 1940- I945

Carro Armato M 13-40 (prototipo)

Carro Armato M 13-40 (serie, parafanghi lunghi)

Carro Armato M 13-40 (serie. parafanghi corti)


CARRI ARMATI

Carro Armato M 41 - Ne lle viste frontale, posteriore e superiore mancano, per chiarezza, gli attrezzi da zappato re (badile. gravina e palanchino), martinetto e tiracingoli.

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GLJ AUTOVEICOLI DA COMBA'!TlMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO VOLUME SECON DO 1940-1945

Carro armato M 14-41 Centro Radio

Carro armato M 15-42

Carro armato M 15-42 Centro Radio


CARR I ARMATI

Sgombnuore per campi minati per carro i'lrnrnto M 41 (Motomcccanica - Offici na

Costruzioni del Genio militare, Pavia 1943)

Carro per assistenza motoristica in combattimento su scafo M 13-40.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

I

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Il rimorchio Vibc11i per il 1raspor10 del carro M (scala I :52) .


259

C ARRI ARMATI

I . Modello in legno dell 'M 13 (Ansaldo, via Pignato).

CARRO ARMATO M 13-40 SEZIOtH

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2 . Riproduzione di un cartellone murale, con la sezione longitudinale del carro M 13-40.

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GLI AUTOVEICOI.I DA COMRATTIM ENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945


CARRI A RMATI

26 1

3. 4. 5. Le viste del prototipo clcll'M I 3 con la colorazione mimetica.

6. Lo stesso proto tipo con la s tazione radio RF J CA nella s ua prima ediz ione, si mile a quella montata a bordo del prototipo clell'M 11 e di quello cieli ' M 6.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

7. Il prototipo del carro M I 3 sul carro rimorchio Vibcrti, trainato da un autocarro Lancia 3 Ro, al C.S.M. Si noti la ferito ia poste riore di torretta. subito eliminata.

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' ~,, ,

1. ...

8. La sospensione del carro M assicurava buone prestazioni anche su terreno fangoso.


CA RR I ARM ATI

9. La prima versione di serie dcl i 'M 13-40.

263


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GLI A UTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

I O. Vista frontale dell ' M 13: sono evidenti le modifiche alla casamatta ed alla prua del carro.

11. Vista di un M 13 del IV 0 Battaglione da destra, su pendio erboso.


CARRI A RMATI

265

12. Vista da sinistra di un M I 3. sempre del IV 0 , impegnato in un guado.

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13. Un M 13 del VIT 0 in Libia, mi metizzato. sul rimorchio, visto da dietro.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL"ESERCITO J"IALIANO. VOLUME SECONDO 1940- I945

14. Un M 13 del IX, già con la livrea desertica. Si noti la diversa forma dello scatoJotto sul radiatore .

15. Un M 13 impegnato in una prova di superamento ostacoli a Civitavecchia. nel 1941.


CARRI ARMATI

16. Sbarco di M 13 della divisione Littorio in A.S.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO fTALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

17. Sch iera mento di M 14-41 in A.S. nel 1942. Questi carri han no già ricevuto i parafanghi interi che erano stati eliminati nelle ultime serie degli M 13-40.

I 8. Gli uhi mi M I 4-41 che presero parte alle operazioni in Tunisia sbarcano a Biserta.


CARRI ARMAT I

19. Il carro M 13 pote nziato, poi denominato M 14. alt' Ansaldo ( J941 ).

20. Confronto fra il prototipo del P 40 e l'M 14-4 l targa 4945 all'Ansaldo nel luglio 1942.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

21. Il prototipo dell 'M 15-42 al C.S. M.

22. Vista frontale di un M 42 di serie (RE 5039).


CARRI A RMATI

27 1

23. Vista laterale destra dello stesso carro (si noti lo spostamento del po1tel lo di accesso sulla destra e il nuovo tipo di antenna).

24 . Vista laterale sinistra dello stesso carro.

25. Vista posteriore dello stesso cano.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1 945

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26. Il carro M 42 Centro Radio . visto di 3/4 avanti da destra. Per la seconda apparecchiatura, non ancora installata. è stato eli minato l'abbinamento ca!. 8.

27. Vista di 3/4 dietro dello stesso M 42, R .E . 5918. Uno dei rul li di scorta è stato eliminato per consentire l'installazione della cassetta fumogeni: la cassetta candele fumogene di riserva è sopra le prese d'aria.


CARRI ARMATI

28. Viste dall'alto dell'M 42 C.R. da sinistra avanti, 29. e eia destra, cli dietro.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIM ENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

30. Un M 42 utilizzato dai tedeschi. È protetto co n mag lie di cingo li di ricambio e dotato di un nuovo concenitore posteriore.


CARRI ARMATI

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31 . Uno degli M 42 prodotti dal l'Ansaldo dopo l'Armistizio. Si d istinguono pe r le nuove ruote motrici con arpioni ed una e laborata mimetica.

32. Versione soccorso su M 42, utilizzata dall'Esercito germanico.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALJANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

33. Esperimenti di salita sul carrello speciale per trasporto carri M Strafurini.

34. Carrello speciale per trasporto carri M (Strafurini): peso 4 940 kg, carico utile 14.000 kg: ingombro longitudinale 6,88 m, trasversale 2 m. Gommatura: SP Cclcflcx 225 x 720,5; raggio di volta 7,80 111. li carro è il prototipo dell'M 11.


CA RRI ARMATI

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35. Carre llo speciale per trasporto carri M (Viberti): Peso 4010 kg; carico utile 14.000 kg. ingombro longitudinale 6.77 m, trasversale 2.35 m: gommatura SP Celerflex 225 x 720.5: raggio d i volta 5.80 m.

36. Lo stesso carrello visto di 3/4 dietro.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

37. Ancora il carrello Viberti, modificato.

38. li complesso traino carri armati M I 3. Per indisponibilità d i carri. è stata usata la sagoma dell'M 11. Il trattore è un Lancia 3 Ro M.


CARR1 ARMATI

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39. Un terzo tipo di rimorchio Viberti per l'M 15-42.

40. Complesso traino definitivo: il trattore è un TM 40.

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GLI AUTOVEICOLI Di\ COMBA'ITIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

41. Un primo modello di rimorchio a ralla unificato pesante per trasporto carri armati M.

42. Complesso traino con rimorchio Viberti per il trasporto strategico de i carri M adottato in servizio (1X 0 Btg. Carri M 13). Nel giugno 1942, ogni autogruppo trasporti carri M per d ivisione corazzata ne contava 243.


CARRI ARMATI

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43. Scarico mediante rampe cli un M 13 dal rimorchio Viberti in A.S.

L 44. Quadrimotore Ca 180 CaprotĂš progettato per trasporto carri M 13.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATI'IMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VO LUME SECONDO 1940-1945

.... 45. Carro M 13 per assistenza motoristica in combattimento.

46. Inte rno dello stesso carro.


CARRI ARMAT I

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CARRI ARMATI PESANTI Com 'è noto, il carro pesante Fiat-Ansaldo ebbe un periodo di sviluppo eccessivamente lungo, e non poté essere prodotto in serie se non dopo l'armistizio. Durante le operazioni condotte in Africa Settentrionale contro gli anglo-americani, le sue funzio ni furo no svo lte, a partire dai primi mesi del 1942, dai cannoni semoventi da 75/1 8 i quali, verso la fine di quell'anno, vennero organicamente ad equipaggiare due delle tre compagnie del battaglione Carr.i M.

CARRO ARMATO P 40

Sviluppo e produzione Il primo accenno ad un cano Psi trova nella pubblicazione Impiego delle Unità Carriste del 1° dicembre 1938, che lo definisce «in progetto» e ne riassume genericamente le caratteristiche: peso 20-25 t. , velocità max 32 km/h, autonomia su terreno vario IO ore, armamento: 3 mitragliatrici cal. 8 in torretta o casamatta e 1 cannone da 47/32 in torretta. Ostacoli superabili: guado 1,20 m, muretto 1,10 m, tri ncea 3 m. L'equipaggio poteva variare da 6 a 8 uomini . Singolare il fatto che l' armamento non variasse rispetto a quello del nuovo carro M . Riguardo ali ' impiego, si prevedeva che i carri P, distribuiti per integrare l'azione dei carri M 12 , veni ssero utilizzati sia in azioni manovrate (decentrati o a massa) che in azioni di rottura (una cp. cani P per ogni btg. cani M). La Fiat, sebbene abbia sostenuto ne l 1944 di essere stata interessata solo nell 'agosto J 940 per la progettazione e la costruzione del tipo P, g ià nell'estate del 1939 si era invece vantata di avere iniziato lo studio di un «carro pesante di rottura armato di cannone» 13 . Vi furono delle incertezze nel definirne le specifiche: inizialmente, non si scattò a priori il 47/32: ancora al 23 luglio 1940 si era incerti tra il 75 ed il 90 mm 14 . Nel frattempo poiché le idee al riguardo non erano chiare neppure per l' industria, una commissione di cui facevano parte «Il direttore generale cieli ' Ansaldo ing. Martinoli , l'ing. Rosini, direttore della Fossati [e progettista di tutti i nostri carri armati] e l' ing. Rogeri , vice di rettore de llo stabilime nto artigl ieria», si recò nella seconda metà di luglio in Germania per esaminare «i problemi inerenti allo studio dei carri armati». Era stato scelto, intanto - e provvisoriamente - il 75/ J 8, e, quale armamento secondario, la mitragliera Breda da 20 mm più 3 mitragliatrici. Il Centro Studi Motorizzazione provvide quindi ad elaborare un primo studio di «carro P», il cui disegno, firmato dal capitano del genio in S.T.M. Ferruccio Garbari fu completato il 25 luglio 1940. Le caratteristiche principali furono così definite il 26 successivo:

12

Il Generale Roatta scriverà, nel 1946, che doveva armare la 4° compagnia del battaglione carri (le restanti dovevano essere equipaggiate col carro M, il carro d i massa (Ot!o milioni di baionette. op. cit.). 13 La Ficlf per fa motoriz::.a:ione e per l 'armamento ciclostilato, s.l., s.d. [ma estate J939J in A.AA. , pag. 5. 14 Ceva-Curami, La M eccanizzazione ecc., !0 , p. 295.


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GLI AUTOVEICOLI DA COM13AIT!MENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Lunghezza totale Larghezza totale Altezza totaJe Altezza cielo torretta principale Altezza minima da terra Peso compreso equipaggio, armi, munjzioni e dotazioni varie Tonn. Potenza motore HP Velocità massima su strada Pendenza massima superabile gradi Muretto superabile m Guado Autonomia

rn 7,32 m3 m 3,40 m3 1110,5

30,5 420 Km32 45 I

m 1,40 km 200 - ore 10

CORAZZATURA Pa11e anteriore Lamiere perimetrali Lamiere di fondo Lamiere del tetto

spessore mm 40 » » 25 » » 14 » » 20

ARMAMENTO In torretta girevole principale con settore orizzontale 360° ( I Cannone da 75/l 8 (+ 20°, - ant. 15° post. I0°) ( I Mitraglia cal. 8 abbinata al cannone) In torretta girevole posteriore con settore orizzontale 234° - 2 Mitraglie cal. 8 abbinate (+ 15° - 15°=) In casamatta anteriore I Cannone da 20 (settore orizz. 50°, settore verticale - 12°).

Accompagnava i disegni una breve relazione tecnica, datata 25 luglio 1940, con il computo dei pesi. Questi raggiungevano 30.950 kg, ma si osservava che una piccola diminuzione (500 kg) si poteva ottenere riducendo la corazza del fondo a 14 mm. Di fronte, poi, a un requisito di 40-50 km di velocità massima, si consigliava di limitarla a 35 poiché non si avevano dati sul comportamento dei cingoli ad andature superiori; ci si raccomandava, inoltre, di ridurre autonomia e protezione se non si volevano aumentare peso e potenza installata. Si ch iedeva infine di specificare il tipo di installazione del cannone da 75 con proietto perforante, capace di perforazione - a 500 m - di 50 mm d' acciaio R 180 (impatto 60°) e con granata ordinaria, così concludendo: Date le scarse conoscenze tecruche, costruttive e di impiego dei mezzi cingolati tedeschi si propone, in sede di collaborazione I. G., di chiedere in visione i vari tipi di carri am1ati e di trattori cingolati oppure di inviare in Germania tecnici militari particolarmente competenti a visitare detti mezzi 15.

Parallelamente, l'Ansaldo presentava un suo simulacro a grandezza naturale di carro P, equ ipaggiato con motore ad iniezione 12 V, a guida centrale e con le due mitragliatrici in casamatta frontale in postazioni separate. L'armamento principale (75/18 e mitragliera da 20) era concentrato in torretta, sovrastata da una cupola pressoché troncoconica per il capocarro. Tuttavia, il Generale Caracciolo, Ispettore Superiore dei Servizi Tecnici, fece realizzare subito dopo i simulacri di due nuovi tipi: dall'Ansaldo e dalla Direzione della Motorizzazione. Quello proposto dal Centro Studi si caratterizzava per la diversa disposizione dell'armamento secondario (mitragliatrici abbinate) e per il motore (a 12 cilindri contrapposti); il simulacro presentato dall'Ansaldo manteneva invece la guida centrale e le mitragliatrici separate della precedente versione, ma doveva

15 Copia dei disegni e della relazione in A.AA.


CARRI ARMATI

285

montare un 12 cilindri a V. Per entrambi l'armamento principale era costituito da un cannone da 75/32 abbinato alla mitragliera da 20 in una torretta di forma quasi identica e con cupola del capocarro cilindrica. Un modello in l a IO della seconda variante Ansaldo, ma più particolareggiato, è oggi al Museo della Motorizzazione; in questo il pezzo da 75/32 è sprovvisto di freno di bocca 16. Il Maresciall o Graziani, allora Capo di S.M. dell'Eserc ito, ricorda il 7 agosto 1940 l'ordi ne del Duce di costruirne 500; le specifiche fissate in quella sede prevedevano un pezzo da 75/18 e uno da 20 abbinati in torretta, 3-4 mitragliatrici, 5 uomini di equipaggio e circa 25 t. di peso. Ci si mise quindi all 'opera per realizzare il progetto definitivo e in pratica fondendo le due ultime proposte: lo scafo del tipo Centro Studi e la meccanica Ansaldo. A titolo di curiosità, va ricordato che dall 'ottobre-novembre 1940, il carro P. fu denominato in base all 'armamento installato, P. 75. Un documento Fiat-Spa riporta tale sigla ancora il 26 ottobre 1941. In particolare, secondo una scheda del C.S.M., il modello scelto nel dicembre 1940 presentava le seguenti caratteristiche: - motore ad iniezione - potenza HP 330 - Peso kg 23.000-25.000 circa longitudinale m. 5,80 - Ingombro

{

trasversale m. 2,60

- velocità massima km.fora 35-40 circa frontali 50 mm. - spessore corazzatura

{

laterali 40 mm.

- annamento: un cannone da 75 abbinato ad l mitra cal. 8 2 mitragliatrici da 8 in casamatta - munizionamento: 50 colpi da 75 - 3000 cal. 8 - equipaggio: 4 uomini - autonomia 200 km. - 1O ore. Registriamo così l'abolizione della mitragliera da 20; tuttavia in alto loco non si era del tutto convinti della necessità di accantonare il 47 /32 - forse perché semiautomatico. Il Capo di S.M. dell'Esercito, generale Roatta così puntualizzava, in una sua circolare del maggio 1941 destinata agli Enti prepostì' 7: Per ordine del DUCE, si studi la possibilità d i applicare al nuovo carro P (che lo stesso DUCE ha disposto si chiami P. 40, perché definito nel 1940) sia il pezzo da 75 già previsto, sia un pezzo da 47, per avere maggiore disponibilità di munizionamento.

16

Questo pezzo, sebbene portato al tiro soltanto il IO febbraio I 94 I era g ià allo studio, nella sua forma con freno di bocca a tulipano, il 10 febbraio 1941, fu installato sperimentalmente su d i un semovente M 40. 17 Stato Maggiore R. Esercito, N° 600 cli prot. Segreto, in data 24 maggio 1941, all'OGGETTO: Materiali di artiglieria, del genio e dei trmporti. Copia in A.AA.


286

GLI A UTOVEICOLI DA COMBATl'IMENTO DELL.ESERC JTO ITALIANO. VOLUME SECONDO

1940-1945

Anche la scelta del motore fu laboriosa: nonostante l'opposizione del progettista Rosini, motivata in un ponderoso stud io in cui egli s i soffermava anche su altri fattori costrutti vi 18 e laddove si mettevano in evidenza i vantaggi del propulsore a benzina, si optò per un diesel, salvo poi a riprendere in esame quello a benzina a produzione iniziata. Uno dei progetti proponeva, come si è detto, un propulsore a cilindri contrapposti, da 450 CV a 1600 giri e del peso di 2000 kg. Fu invece preferito un 330 HP, mentre, a partire dal 1942, si sviluppò una tendenza favorevole a montare un motore a benzina, il Fiat 262, sempre a 12 cilindri a V e della stessa cubatura, derivato dal precedente. Non si addivenne tuttavia né all ' adozione del 262 né a quella del Maybach HL 12, suggerito in alternativa. Intanto si mettevano allo stud io anche varianti speciali del P 40, la coloniale e la veloce (per terren.i non desertici), poi abbandonate. Le prove del carro iniziarono comunque solo nel novembre 1941, «essendo stata - come scrive la SPAJ 9 - particolarmente gravosa la messa a punto del motore». L'incertezza sull'armamento, risolta la questione del calibro, rimase fino alla presentazione del prototipo del 12 novembre di quell'anno a Sciarborasca. In quella occasione, infatti, il carro P 40 fu mostrato con le due diverse soluzioni di armamento, in forma di simulacri. Una scheda da noi rintracciata p recisa i dati d i questo prototipo: CARATTERISTICHE TECNICHE DEL CARRO ARMATO P/40 24 t. circa Peso: Motore: ciclo d iesel Cilindri: N. 12 a V Potenza massima: 330 Cav. 2000 g iri/min. Regime di potenza massima: Velocità massima: su strada: 40 km. Circa Autonomia presunta: su strada 250 km. In terreno vario IO ore Dimensioni d'ingombro Luce libera inferiore: Equipaggio: Armamento:

Corazzatura: Mezzi di collegamento:

larghezza 2,70 m lunghezza 5,70 m altezza 2,45 m

0,44 lll 4 uo mini (previsti) I cannone da 75/18 o da 75/32 1 mitra da mm. 8 in torretta 2 mitra da mm. 8 in casamatta 50-40 mm stazione radio-ricevente e trasmittente Interfono previsto.

La scelta cadrà infine, come s i ved rà, su un terzo tipo di cannone (il 75/34) il che porterà nella primavera 1942 alla riprogettazione della torretta stessa e dell'intero scafo, U n incidente (si disse l'ostruzione di un tubo di lubrificazione del motore) costrinse però a sospendere i collaudi del carro. Nel comunicare il 17 gennaio l 941 che le prove sarebbero ripre18 Carri armati pesanti di nuovo studio. Considerazioni di attualità. Originale in A.A., corredato da mo ltissime fotografie, specie di carri esteri, T-34 russo mod. 1940 compreso. 19 SPA, Mororizzazione milirare 1939-1943 - Veicoli da Combatrimenro. pag. 5.


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se dopo 15 gg., l 'Ansaldo confermava, per parola dell 'ing. Rosi ni, la certezza della sua riuscita, definito di caratteristiche s uperiori a quelle del T. 4 tedesco, di cu i veniva offerta la licenza: il Bataillonfiihrerwagen serie 7 con pezzo da 7 ,5 cm KwK L/24. Nel frattempo, si provvedeva a ridisegnare il carro (marzo 1942) Iimitatamente, come anticipato, alla parte superiore dello scafo ed alla torretta. Ancor prima del collaudo di questo prototipo, e precisamente I '8 settembre 1941, l'ing. Rocca - Ammin istratore delegato dell 'Ansaldo aveva proposto di sostituire l'armamento g ià previsto con un nuovo pezzo da 75/34, in grado di utilizzare il munizionamento del cannone da campagna da 75/32 mod. 37 già in uso. Il 22 aprile il carro fu ordinato in 500 esemplari; il 4 maggio l'Arsenale di Napoli ordinava altrettante masse oscillanti del nuovo 75/34, che, approvato da lla Direzione Superiore del Servizio Tecnico Armi e Munizioni fu portato al tiro il l O luglio 1942, con la versione rielaborata del carro. Si volle tuttavia ancora migliorarlo, sempre nel luglio 1942, dotandolo dell 'apparecchiatura radio e di una sovrastruttura provvisoria che eliminava la corazza frontale curva dello scafo in favore di un diverso disegno angolato in due pezzi e di parafanghi di disegno più li neare. Nel nuovo modello del P 40 , approntato nel luglio 1942, è comunque evidente l ' influenza del T-34 sovietico del ·1940, un esemplare del quale era stato portato a Roma per essere accuratamente esaminato. Il nuovo prototipo fu pronto per le prove di tiro ufficiali, che si svolsero al Centro Esperienze Artiglieria di Nettunia il 12, 13, 14 e 17 agosto 194220. L'esito fa vorevole della valutazione svo ltasi nell 'ottobre successivo al Centro Stud i Motorizzazione portò alla decisione di iniziare a produrre il P 40 già alla fine del 1942 (1 5 novembre), ma purtroppo, a causa dei bombardamenti che colpirono la SPA dal novembre di quell'an no , tale inizio fu spostato al maggio 19432 1• 1 collaudi del nuovo carro, con qualche miglioramento di dettaglio (nuovo scudo a l cannone, differente disposizione delle piastre anteriori e posteriori , anche per consentire il montagg io d i fi ltri dell 'aria a bagno d'olio, de.lle cassette dotazioni, deg li attrezzi, martinetto. fumogeni, ruota portante di scorta ecc.) erano previsti per agosto, mese nel quale, in base al programma del I 8 maggio, dovevano finalmente iniz iare le consegne (4 carri per addestramento , 3 a c iascuno dei primi due battaglion i). Il P. 40 fu adottato in servizio con la Ci rcolare del Ministero della Guerra - Gabinetto, Prot. N° 71873/ 10.3.I.4, in data 25 novembre 1942, classificata il giorno 30 successivo come <<documento segreto». Ne ll a stessa, dopo avere premesso che «le prove di controllo del primo esemplare del carro armato pesante da 25 t. avevano dato risultati favorevoli» e riportato le principali caratteristiche, così si concludeva, prima della formu la di rito: Questo carro è destinato a costituire il carro di massa delle nostre unità corazzate e, quantunque non abbia caratteristiche superiori ai carri esistenti e già in uso. è quanto d i meglio sia oggi possibile produrre da noi: esso rappresenta pur sempre un notevolissimo passo in avanti a quanto si è prodotto finora.

Ben presto era emersa però la necess ità d i carri pesanti più celeri e con armi a lu nga g ittata e si iniziarono, fi n dai p rimi del 1943, g li studi per un nuovo tipo, il P.43 (30 t, motore da 420 HP, 40 km/h, cannone da 75/34, protezione frontale 80- 100 mm, laterale 50 mm), poi perfezionato

20 Copia relazione in A.AA. 21 SPA, op. cit. Ibidem.


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nel P.43 bis, ordinato in 150 esemplari e in fase avanzata di studio alla data dell'armistizio. Questa vers ione era più potenteme nte armata: cannone da 90/42, con 64 colpi. Le sue dimensioni erano : lunghezza 8, 16 m, larghezza 3,04, altezza 2,247 e luce libera 0,437. I cingoli avevano una larghezza d i 0,46 mm. Per il trasporto del carro P, le Officine Viberti dapprima sperimentarono un carrello a gomme piene, collaudato con il T-34 e successivamente un «carro per il trasporto e recupero dei carri armati P.40.» adottato come «Rimorchio porta carri armati P 40», dalle seguenti caratteristiche principali: - peso kg. 10.260 - carico trasportabile kg. 27.000 (poi 30.000) - dimensioni: lunghezza m 13,60 larghezza 111 2,76 - dimensioni: altezza del piano di c,u-ico m 0,50 - 16 ruote con gommatura pneumatica 270-20 ripartite in due carrelli portanti posti al le estremità del telaio: il carrello anteriore è orientabile, memre quello posteriore è amovibile per consentire il carico del carro armato. Le modifiche e migliorie proposte dagli Enti tecnjci ed approvate dallo S.M. sono di lieve entità e possono essere apportale in sede di produzione.

La tendenza a sostituire anche per i carri i motori a nafta con quelli a benzina indusse aprevedere per il P. 40 la sostituzione del tipo 342 con il motore Maybach del carro germanico T. 4, appunto a benzina ma che sviluppava una potenza inferiore (265 CV). Se ne discusse - come si legge nel Diario del Comando Supremo - tra il M aresc ia llo Cavallero e il Generale Ago per la prima volta il 6 dicembre 1942. Un promemoria del Comando Supremo, Il Reparto, Uff. Servizi - Scacchiere Europeo in data 22 febbraio 1943 (Richiesta di Materiali alla parte germanica) che conferma come, alla voce Richieste di armi «tra le varie richieste sono da comprendere: il Motore Majbach (rectius Maybach) per il carro P. 40 e il carro armato «Pantera», per i quali sono stati ceduti da P.G. relativi disegni». La speranza di montarvi il motore HL 120 del Pz Kpfw IV (la Fiat aveva invece proposto iJ suo più potente 242 da 430 CV) non tramontò neppure quando si decise che la costruzione del carro dovesse continuare per i tedeschi. È infatti probabi le che i 38 P 40 ohne Motorf Ortfesten Einbau [senza motore per installazione in posizione fissa] elencati in un documento germanico ciel 27 febbraio 1945 avessero avuto tale destinazione per l'impossibilità di destinare loro i motori Maybach. Un elenco del materiale mi Iitare confiscatoci dai tedeschi dopo l'Armistizio, datato I O ottobre 1943 e rintracciato negli archivi tedeschi dallo storico statun itense Tom Jentz anni add ietro, comprende «5 Versuch [di collaudo] P. 40», il che parrebbe confermato dal fatto che 5 P. 40 erano in serviz io al 31 dicembre 1943 presso l'Ausbildung Abt Siid - un'unità addestrati va che era stata costituita dall' Heeresgruppe C [Gruppo di armate C]. Nel novembre 1943 fu dato ordine dai tedeschi di riprendere la costruzione del carro, il cui tipo definitivo era stato mostrato al Fi.ihrer insieme ad altri mezzi germanici cli nuova adozione al poligono di Arys (Prussia Orientale); sempre secondo Tom Jentz ne se erano ordinati subito 75 ed altri 75 il 5 ottobre (totale 150). L'Ansaldo ne dichiara consegnati nel I 943 I 2 con motore e 11 senza, e nel 1944, 48 con motore e 29 senza, per un totale d i 10 l. Fonti tedesche 22 riferiscono

2 2 Spielberger, W., Beu1epanze1; Motor Buch Verlag, Stuttgard, 1989.


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invece che nel periodo ottobre 1943 - aprile 1944 ne erano in allestimento 150 esemplari, ma nel 1944 soltanto 61 ne ve nnero consegnati. Altre 38 unità, poiché la produzione cli motori non riusciva a tenere il passo con quella degli scafi, furono impiegate, prive ciel propulsore, per difese fi sse23. Qualcuno sopravvisse alle ostilità; uno, completo ed immatricolato ne l gennaio 1949 con targa El 10 1904, è oggi conservato presso la Scuola di Cavalleria di Lecce; un esemplare senza motore è al Museo M ilitare della Motorizzazione. li cannone porta la matricola 64033 con le scritte Kg. 330 e 75/32: frontalmente compaiono i nn. 40054 presso i manigl ioni.

Descrizione Lo scafo è costruito in lamiere scucio cli differe nti spessori, imbullonate ad una struttura rigida interna. U na traversa tra motore e radiatore e due piastre di connessione migliorano l'unione tra le d ue fiancate. La parte inferiore dello scafo è rivettata e stagna per i guadi ; il motore è situato posteriormente e la sua intelaiatura è sostenuta da quattro traverse longitudinali. La camera motore contiene il motore Diesel, con due radiatori e ventilatori insieme con il serbatoio principale e quello ausiliario del carburante, sui due lati. Un dispositivo di traino a carrucola è applicato posteriormente. Lateralmente, vi sono i fori per i filtri aria e gli scarichi e la copertura della camera di combattimento è in cinque parti; quella de lla camera motore presenta un grigliato centrale, due portelli d' ispezione e la copertura grigliata per l'espulsione del! ' aria dei radiatori. Le pareti della sovrastruttura sono inclinate ed alla parte inferiore de lle stesse sono fi ssati i parafanghi s ui quali si notano i filtri aria ad olio, le marmitte di scarico, il motogeneratore Garelli o una cassetta attrezzi (a destra). Internamente la camera d i pilotaggio e combattimento, ospita, oltre all'equipaggio, cambio, trasmissione e cassette acc umulatori, l 'apparato radio ricetrasmittente e parte del munizionamento. Essa è divisa in due parti: anteriormente il fondo è rinforzato con traverse e cantonali ; cambio, ponte e telaio leveraggi poggiano su appositi tasselli. L'entrata dei membri dell 'equipaggio avviene attraverso il portello pilota e dal cielo della torretta; su questa sono applicati due supportini per i periscopi. L'aria entra dal retro della camera, attraverso una feritoia protetta. Sulla facciata sopra il porte llo di visuale vi è l'iposcopio di guida. L'armamento e la mitragliatrice abbinata sono fissati allo scudo fronta le mediante orecchioni; vi è un cannocchiale di puntamento e il comando di sparo è a mano o a pedale. L'arma automatica può essere smontata e fissata ad un s upporto sul la torretta per il tiro contraerei. L'e levazione delle armi è manuale; il brandeggio può essere effettuato sia a mano, sia mediante congegno oleodinamico. Il motore, un V 12 Diesel raffreddato ad aria, può essere avv iato e lettricamente o dall'esterno; è anche provvisto di caldaia per climi freddi.

23 Secondo l'Ansaldo furono costruiti l OI carri P 40. La differenza potrebbe trovarsi in un prototipo rimasto a

Geno va ed uno a Kummersdo rf o altrove. Due motori per carro P 40 furono inoltre montati sul sommergibile C.M. J , entrato in servizio con la Marina Nazionale repubblicana nel 1944. In una relazione dell 'Esercito germanico, datata 5 maggio 1944, sono dichiarate disponibili 100 torrette di Pz Kpfw con 7 5/34 P 40 (i) e 100 M 42 (i) con 37/45 (T.L. Je ntz, in AFV News, September 1974). Alcune torrette, riarmate con il KwK 7,5 cm L/24, e denominate Pz Kpfw-Turm P 40 (Fpz Dt 4814), furono installate lungo la Linea Gotica (Griin Linie) che si este nde va per 320 km da Pisa a Rimini e prevedeva 30 Panzertiirme.


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La trasmissione comprende una frizione monodisco a secco, un cambio a ingranaggi sempre in presa e una trasmissione epicicloidale. Tfren i sono provvisti di d ispositivo ad aria compressa; per i primi 150 carri vi è un freno a nastro sulla trasmissione, da sostituirsi poi con altro dispositivo frenante. La sospensione è simile a quella adottata per i carri M , ma con 4 rulli reggicingolo e carrelli ovviamente più grandi. Il cingolo, monomagl ia con denti d i guida, conta 84 elementi per lato.

Derivati Carro P coloniale e Carro P veloce Studi intrapres i verso la metà dei 1941 , ma non portati a termine. Semovente da I05/23 su scafo di carro P 40 Lo studio di questa variante, intrapreso nel 1942, fu interrotto quando apparve possibile utilizzare al lo stesso scopo lo scafo del carro M. Cannone semovente da 149/40 Ancorché soltanto alcune parti meccaniche del treno di rotolamento fossero in comune con il P 40, il prototipo di questo semovente confiscato dai tedesch i e rintracciato nel 1945 a Hillersleben dal Colonnello Jarrett, che lo fece portare ad Aberdeen Provi ng Ground dove tuttora si trova, può considerarsi un suo derivato. L'Ansaldo Fossati di sua iniziativa studiò a partire dal 194 1 - come d imostra la fotografia della Ditta di un modello in legno datato 11 /1941 - l' installazione di un 149/40 su affusto corazzato e cingolato. I particolari furono definiti nel 1942 (fotografie Ansaldo del modello del febbraio 1942 con il treno di rotolamento più dettagliato). Il progetto prevedeva la sistemazione della b.d.f. da 149/40 del tipo già in servizio, con culla, slitta con freno di sparo e ricuperatori e relativo affustino sul retro d i uno scafo cingolato speciale derivato da quello del P 40. In batteria, essa poggiava su due code incernierate posteriormente (ed aderenti al retro del lo scafo durante la marcia) cui venivano fi ssati i vomeri a cassoni con relativi coltelli. La nuova installazione semovente ovviava alle gravi diffico ltà che ritardavano l'approntamento degli affusti da 149/40 ridu cendo ad uno solo i veicoli necessari al movimento del cannone. La costruzione iniziò nell' aprile 1942 ed il complesso fu allestito prima della metà di agosto 1943. Esaminato a Genova nell'agosto 1943, diede la miglio re impressione, sia per quanto riguardava la sua stabi lità al tiro, sia per la possibilità di movimento in terreno vario. L'Ansaldo assicurava che 20 masse brandeggianti da 149/40 potevano essere tratte dalla normale produzione preventivata entro il mese di dicembre 1943. Circa il motore, lo SPA a benzina, non essendo facilmente riproducibile, si prospettava la possibilità di costruire un motore di eguale potenza ed avente le stesse dimensioni di ingombro, per la fine del 1943. Ma l' Ispettorato di artiglieria non ri tenne, dato ormai il momento politico-militare (si era nell ' agosto del I 943) e considerata la scarsa disponibilità delle materie prime, che non convenisse riprodurre tale materiale di cui non si sentiva grande necessità, ma riteneva opportuno mettere in evidenza che esso: a) richiedeva minor quantità di materie prime e minor quantità di ore lavorative cie l complesso eia 149/40 con i due trattori necessari per il traino (complessivamente 24 t contro 32 t);


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b) che era molto più sollecito a mettersi in btr. (3' contro almeno 17'); e) era mo lto più protetto (assenza di gomme, protezione al motore, radiatore ecc.)24 .

Impiego tattico La funzione di questo carro, secondo la Pubi. 18.000 Impiego delle GG.UU. Corazzate, era quella temporaneamente svolta dal semovente da 75/18. Nell 'imminenza dell 'armistizio furono costituiti due battaglioni carri P, il 1° a Vercelli il 1° agosto 1943 ed il II0 , il 1° settembre, presso il deposito del 4° Rgt. Ftr. Carri sta di Roma. Con circolare 26.6.1943 n. 0073670/3 fu stabilita la Formazione provv isoria di guerra del battaglione carri P: - Comando (pi. comando, pi. recuperi, pl. rifornimento munizioni); - 3 cp. cani P (ciascuna su pl. comando e 3 pl. carri su 4 carri ciascuno). In totale: 25 ufficiali, 65 sottufficiali, 521 truppa, 101 automobilisti, 2 carri comando, 1 autoblindo comando e 40 carri P (uno per la compagnia comando). Non vi fu impiego bellico del nuovo carro, né da parte del R. Esercito né da parte di quello repubblicano. Secondo alcune fonti, buona parte dei carri fu consegnata alla Polizia germanica, che equipaggiò con questi carri 3 compagnie corazzate: due della Polizei e una delle Waffen-S (che avrebbe ricevuto i 15 carri da una unità italiana in Friuli), tutte dislocate in territorio italiano25. Secondo alcune fonti , il primo impiego del carro ebbe luogo su lla c .d. linea Gotica, dove in 4 settori (ciascuno con 12, 18, 8, e 2 carri rispettivamente) i P 40 senza motore (P 40 Ortfest) furono adoperati come fortini interrati. I P 40 delle SS operarono in Friuli e quindi raggiunsero l'Austria senza prender parte a scontri di rilievo. Almeno uno si batté contro i sovietici nell' aprile 1945 con la Compagnia Corazzata del Centro Sperimentale dell'Esercito di Kummersdorf, nella zona di Schweinfurt26 .

Considerazioni Il mancato impiego, e quindi l' assenza di relazioni operative, spiega come sia difficile oggi farsi un'idea delle possibilità del P. 40 di serie. Tuttavia, poiché risulta l'unico carro armato giudi cato idoneo e meritevole di produzione da parte tedesca (in quanto ritenuto equi valente al Pz Kpfw IV, il più diffuso e forse il miglior carro germanico della 2n Guerra Mondiale) tale decisione doveva essere senza dubbio giustificata.

Bibliografia - SPA Torino, Carro Armato FIAT-ANSALDO Modello P 40. Descrizione, Funzionamento, Manutenzione ed Uso, Edizione provvisoria, Agosto 1943 (500).

24

Comitato ecc. Storia dell'Artiglieria Italiana, Voi. XV, B. A. e G., Roma 1953, pp. 548-9. I dati su questo semovente, rintracciati in un manuale germanico, in Pignato N., / mezzi corazzati italiani 193945, Storia Militare, I 996. p. 89-90. 25 Ronconi, Guido, li P. 40 dopo l'armistizio, in Storia Militare, Parma, 2000. 26 Fleischer, Wolfgang, Die Heeresversuchsstelle Kummersd0tf, Podzun Pallas, Freiburg, 1995, p. 140 e J 78.


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- SPA Torino, flat-Ansaldo Carro Armato P 40 - Catalogo Parti di ricambio; motore~frizionetrasmissione-cambio-ponte, l" edizione, Marzo 1944 (500).

Caratteristiche 1. Generali Denominazione Carro Armato P 40 Costruzione Fiat-Ansaldo Equipaggio 4 uomini Peso t 26 Rapporto CV /t 12,30 Pressione kg/cmq 6-0,905 2. Dimensioni Lunghezza m 5,795 Larghezza m 2,800 Altezza totale m 2,522 Luce libera m 0,437 Larghezza cingolo m 0,400 3. Armamento Principale: 1 cannone da 75/34 con mitragliatrice cal. 8 abbinata 4. Meccanismi di elevazione e brandeggio E levazione da -10° a +23° manuale Brandeggio per 360 a comando o leodinamico/manuale 5. Munizionamento (provvisorio ne l R.E.) 63 cartocci proietto da 75/34 576 cartucce cal. 8 (24 caricatori da 24) 6. Apparati ottici cannocchiale di puntamento, un iposcopio e due periscopi 7. Protezione mm Torretta: frontale 50 laterale 40 posteriore 40 cielo 20 Scafo: frontale 50 laterale 40 posteriore 40 cielo 20 fondo 14 8. Comunicazioni 1 stazione ricetrasmittente Rf 1 CA 9.Motore Tipo SPA342 N° cilindri e configurazione 8V


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Cilindrata eme 24047 Potenza max CV 330 Giri al m' 2 100 Serbatoio benzina I 268 + 132 riserva + 7 canistri 10. Trasmiss ione Frizione bidisco, cambio a ingranaggi sempre in presa, 5 velocitĂ e r.m., ponte differenziale epic ic loidale. 11. Sospensioni 4 carrelli e 4 rulli superiori di guida 12. Impianto elettrico 12-24 V, 2 dinamo, 4 batterie di accumulatori, 2 motorini di avviamento 13. Prestazioni VelocitĂ max km/h 40 idem in terreno vario 25 Raggio di volta m 5 Pendenza max sup. 100% Gradino m. 0 ,80 Trincea m 2,500 Guado m 1, 15 Autonom ia 150 km, in colonna 130 (se nza canistri)27.

27 Secondo una tabella del 1942, 280 km su st rada e I 2 h fuori s trada. Il consu mo 1200 g/ km. Per una comparazione teorica tra il P. 40 ed il Pz. K p. Wg. IV, v. In D ocumento N. 23.


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Carro armato P. 40 (serie)


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Carro armato P. 40 (luglio 1942)

Cannone semovente da 149/40

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I. Progetto di carro P. (Centro Studi Motorizzazione, 18 luglio 1940).

2. Lo stesso progetto dicano P., ma con diverso gruppo propulsore.


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C. a. 75

3. Disegno acquerellato del progetto di carro P. 75 (C.S .M .. 18 agosto 1940).

4. Un progetto Ansaldo di carro P. (Simulacro fotografato al C.S.M.).


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

5. Il modello in legno del carro P. al C.S.M. prescelto dallo S.M.R.E.

6. Due simulacri di carro P. preparati al C.S .M.


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7. Un modello I: 10 del tipo approvato.

8. Il primo prototipo, con simulacro del pezzo da 75/18 in torretta, nel dicembre l 941.

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9. Lo stesso con il 75/3 ( 12 dicembre 1941).

10. Genova, 20 luglio 1942: le prime prove di tiro con il definitivo carrnone da 75/34.


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11- 12. La versione valutata al C.S.M. con i nuovi parafanghi e la prua deHo scafo ridisegnata con pannelli provvisori.


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13. Il P. 40 sull 'apposito portacarri.


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J 4. La prima miglioria apportata sul modello in 1: 10 nell ' imminenza del! 'entrata in produzione con filtri dell'aria a olio. Accanto , un primo progetto di P. 43.


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·-. 15. Questo modello in scala I: IO incorpora - tranne i portelli superiori - le modifiche che caratterizzeranno il modello di serie.

16. Il prototipo aggiornato è mostrato a Hitler il 20 ottobre 1943 al poligono di Arys, Prussia Orientale.


C ARRI ARMATI

17. Uno dei primi esemplari di P. 40 all'Ansaldo. nel 1944.

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18. Il progetto ciel P.43 (28 aprile J 943), scala I :74.

19. Il modello in scala l: 10 dell ' ultimo carro italiano della 2a Guerra Mondiale.


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20. Le prove di tiro del semovente da 149/40, ancora senza motore.

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21-22-23. Vista frontale, laterale e posteriore del semovente da 149/40, ultimato nell'agosto del 1943.

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24. Un primo modello di rimorchio per il trasporto del P. 40.

25. Lo stesso visto posteriormente.

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26. Esperimenti con il carro T-34/76 A.


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27. li carrello rimorchio a ralla adottato per il trasporto del P. 40 (Viberti) in posizione di marcia.

28. Lo stesso pronto per imbarcare il caITo.

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CARRI CORAZZATI COMANDO E OSSERVATORIO

Sviluppo e produzione L'origine del carro corazzato comando per artiglieria corazzata può essere fatta risalire ad una corrispondenza intercorsa, nell'aprile 1940, fra l'Ispettorato dell'Arma di Artiglieria, il Comando del Corpo di S.M. e l'Ispettorato Superiore dei Servizi Tecnici all 'Oggetto: Osservatorio mobile corazzato. Le caratteristiche d' impiego di questo veicolo venivano così fissate dall'Ispettore dell 'Arma: - Peso: tale da consentire il transito a carico completo possihiln1.ente sul ponte di equipaggio N. l (e ad ogni modo sicuramente sul ponte di equipaggio N.2); - Dimensioni: L, 1 eh non superiori a quelle ciel carro armato M 11 ; altezza, con attrezzatura per l'osservazione in posizione di «riposo», non superiore a m 2,50; altezza da terra della parte inferiore del carro (compatibilmente con gli altri requisiri richiesti) la maggiore possibile (non meno di 35 cm); - Corazzatura: tale da assicurare la protezione al caUbro 20 mm nella parte anteriore alla distanza di 600 m, ed al cal. 8 in tutte le altre parti a qualunque d istanza; - Velocità: per g li spostamenti su strada, non inferiore a quella del rrattorc TL 37 (possibi lmente con i sol i propri mezzi) e , per gli spostamenti in terreno vario, superiore a quella dei carri armati delle divisioni corazzate (se per ragioni di «tempo» s i ritenesse di utilizzare lo scafo di carri armati già esistenti. deve essere comunque assicurato il movimento su strada con la velocità delle artiglierie motorizzate); - Mobilità: in terreno vario (capacità di scavalcamento di trincee, possibilità di guado, possibilità di superamento rampe a forti pendenze e cli ostacoli verticali ecc.) non inferiore a quella dei carri M 11 ; - Capacità e struttura inrerna: tale da consentfrc: a) il trasporto di 3 persone di equipaggio ( 1 conduttore, I osservatore e l trasmettitore, indispensabili questi due ultimi per consentire l'osservazione e le trasmissioni in qualunque condizione d'impiego); b) l' applicazione cli strumenti per la misurazio ne di angoli e per l' osservazione, e l' applicazione di una mensola almeno (a po11ata dell'osservatore) per poggiare carte e documenti; c) la sistemazione di una stazione radio RF2, con relativa attrezzatura, perché l'osservatore possa comunicare direttamente mediante accoppiamento radio-te lefonico anche da punti d iscosti della RF2, s ia rimanendo su l carro, sia spostandosi fuori di esso (ove occorra) in punti di osservazione soprelevati adiacenti e non accessibili al carro stesso (sistema analogo a quello del centralino filo-radio): - Organizzazione del post.o di osservazione: ampi settori di vista assicurati all' osservatore tenuto completamente al riparo (eventuale uso di paratie mobili) e possibilità cli effetruare la rapida esplorazione di tutto l'orizzonte sporgendosi (allo scoperto) al disopra della corazzatura; possibilità all'osservatore,rimanendo sul carro. di soprelevare il punto di osservazione sino a 5 m circa dal terreno sul quale appoggia il carro stesso; - Sistemazione dell'osservatore: tale da assicurare una certa libertà di movimento durante l' osservazione, ed una sufficiente sicurezza ed una relativa comodità durante il movimento del carro; - Armamento: possibilità di disporre di feritoie (chiudibili a volontà) dal!~ quali poter agire nelle varie direzioni per la difesa vicina (moschetti, preferibilmente automatici, pistole automatiche ecc.).

Dopo molte incertezze, nel giugno 194 1 si decise di realizza.re due tipi di veicolo comando: - un carro osservatorio corazzato, esteriormente identico al carro normale, da denominarsi «carro corazzato pattugl ia o.e.» per il comandante di reggimento, di g ruppo di batteria e per la pattug lia o.e., fornito di telemetro e di radio (centro radio per i comandi di reggimento e gruppo). Se ne realizzò un simulacro di torretta per utilizzare lo scafo del carro M 13-40, e quindi un prototipo presentato al C.S.M. e che non ebbe seguito. - un autoprotetto comando, tipo S.37. Nel frattempo, stante l'urgenza di dotare di 30 carri comando i 6 gruppi semoventi da 75/18 in via di allestimento, si adottò una soluzione di ripiego, consistente nel] 'utilizzare allo scopo un


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carro M 13-40 privo di torretta e chiuso superiormente. L'equipaggio poteva accedervi mediante due portelli dello stesso tipo di quell i già utilizzati per la torretta (oltre che dal portello ne lla s inistra della sovrastruttura). Questo prototipo fu poi modificato portando a 4 il numero dei portelli superiori, s istemandovi due periscopi e dotandolo delle necessarie apparecchiature ottiche e di doppia apparecch iatura radio (1 RF I CA e l RF 2 CA); fu così approvato e se ne costruirono i 30 esemplari previsti. A seguito delle esperienze be lliche il carro comando, fu allestito poi in una nuova serie di 34 esemplari su scafo M 41 ; vi furono apportate alcune modifiche di dettaglio e ne venne potenziato l' armamento. L' ultima serie (carri comando M 42-43) fu realizzata s ui nuovi scafi M 42 con motore a benzina e se ne consegnarono poco più di 163 esemplari prima della capitolazione. Altri 41 sarebbero stati prodotti per le FF.AA. germaniche fino al 1945.

Descrizione Differisce dal carro M 13/40 per essere sprovvisto della torretta girevole e di tutti gli organi ad essa inerenti (armamento, congegno oleodinamico e a mano per il comando del brandeggio della torretta mobile ecc.). Nell a camera di combattime nto, invece, è contenuto l'equipaggio (pil ota a s inistra e mitragliere a destra sui due seggiolini scorrevoli ante riori; il comandante ed il goniometrista s ui due seggiolini fissi posteriori); l'armamento, il muniz ionamento, g li apparecchi ottici, gli strumenti di controllo e gli organi per la guida ciel veicolo. La parte frontale della camera di combattimento è costituita: a sinistra, da una lamiera piana nella quale è ricavata un 'apertura re ttangolare con portell ino di vis uale per la guida; a destra, da una casamatta fissa, nella quale è sistemato l'abbinamento delle mitragliatrici. Sul fianco sinistro della camera vi è un'altra apertura rettangolare per l'ingresso del pilota, munita di portello bloccabile dall ' interno mediante chiavistello e che, a mezzo d i un puntello d i fissaggio, può assumere una posizione di parziale apertura. La parte poste riore porta al centro una lunga feritoia, per il passaggio dell ' aria aspirata dai ventilatori del motore , protetta al l'esterno ed ali ' interno da lamiere di corazza opportunamente sagomate. li tetto porta una larga apertura per l'accesso superiore, che viene c hiusa a mezzo d i un portello ribaltabile a 4 ante. La chiusura dei portelli è assicurata mediante un chiavistello bloccabile dall ' interno. Su l lato s inistro del tetto, posteriormente, è fissato il supporto per il cannocchiale panoramico per l'esplorazione del terreno circostante. S ul fianco destro, a portata di mano del mitragliere, vi è il congegno per la manovra dei portelli per la ventilazione ed il raffreddamento de i freni. Sul lato destro del tetto, sulle due estremità anteriore e posteriore, sono fissati i supporti per le due antenne delle stazioni R .T. (quelle del carro armato M 13 e successivi, tipo Centro Radio). Il mun iz ionamento delle due mitragliatri ci consta di n. 1560 proiettil i circa, contenuti in n. 65 caricatori di 24 colpi ciascuno, sistemati in n. 5 scaffaletti di legno situati nella camera di combattimento. In altro scaffaletto, sono sistemate 45 cartucce per pistola da segnalazione Very. Sulla parte posteriore sono sistemati l'estrattore dei bossoli e la bacchetta flessibile dello scovolo. Dal luglio 1942 l'abbinamento Breda 38 è sostituito nei carri comando su scafo M 14/41 , da una mitragliera Breda cal. 13,2 su uno snodo cardani co con protezione sferic a. li puntamento è


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fatto a mezzo di un cannocchiale abbinato all'arma, che dispone di 420 cartucce da 13,2 (35 caricatori da 12). Vi è poi una mitragliatrice cal. 8 in postazione antiaerea, con 504 cartucce (21 caricatori da 24). Il Carro comando M 42 differi sce dal precedente per avere il portello di accesso del pilota sul lato destro e per avere un munizionamento che comprende 22 caricatori da 24 colpi cal. 8 e 37 caricatori da 12 colpi cal. 13,2. Simile è il Carro Comando per Aero-cooperazione, in cui sono sistemate le seguenti stazioni rad io: 1° Tipo RF 1 CA nonnale per il collegamento fra i carri; 2° Tipo RF3 M2 di grande portata ed a due gamme d 'onda che consente sia il coll egamento con un comando a terra, sia il collegamento con aerei in volo. Queste due stazioni non possono funzionare in traslazione. La stazione RF3 M2 si compone di due cofani distinti, uno per la trasmiss ione e l'altro per la ricezione. Il cofano ricevitore è sistemato di fian co e a destra della stazione RF l CA, mentre quello trasmettitore è montato sul lato sinistro della torretta fissa in prossimità del gruppo ribaltamento antenna. Fra il cofano trasmettitore ed il gruppo ribaltamento è piazzato il sintonizzatore d'antenna. Per poter montare il comando dell ' antenna per la RF3 M2, e c ioè l' antenn a AN.5 occorre praticare sul fianco sinistro della torretta fis sa un'apposita foratura. In questo carro il munizionamento da 13,2 si riduce a 29 caricatori. I carri differiscono dai corrispondenti carri armati per il peso (12,5 t) e per l'altezza (1 ,815 m).

Impiego tattico

I numeri di targa assegnati ai carri comando (scafo M 13/40, dal 12.07.41) furono: da 4470 a 4477, 4479, 4617, 4618, 4621, 4622, 4623, 4625, 4634; (scafo M 14/41) 4637, 4648, 4655, 4656, 4658, 4663, da 5831 a 5843, da 4749 a 4757, da 4888 a 4893, da 5733 da 5735, a 5768, 5763, da 5825 a 5843, 5783, da 5830 a 5843. Per i carri comando M 42 , sono state rintracciate le seguenti targhe: 5684, 6398 e 6399, 6400, 6401, 6402, da 6413 a 6423 ed infine 6432.

I carri comando erano assegnati, in numero di due, al comando di gruppo ed uno per ciascuna batteria. Secondo le fo rmazioni provvisorie di guerra (agosto 1941), sul carro comando era sistemato un f.m. per la difesa vicina. Dopo l'armistizio, 16 sarebbero stati confiscati e reimpiegati dai tedeschi, oltre quelli di nuova costruzione. Almeno due (su scafo M 42) risultano essere stati utilizzati dal Gruppo Corazzato Leonessa della G.N.R Ne sopravvive un unico esemplare su scafo M 4 l (costruzione 1942, già R.E. 5707, scafo N° 06080, motore N . 100847, nuova targatura El 103959) ed un modello di fabbrica in scala 1: 10 dell 'M 42, entrambi esposti al Museo Storico della Motorizzazione Militare.


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Considerazioni I carri comando delle unità semoventi non riscossero popolarità presso gli equipaggi in quanto indifesi contro i can-i avversari e per di più facilmente riconoscibili. Le Note sui materiali di artiglieria impiegati in Libia, stilate nell 'aprile 1942 dal Ten. Col. G. Campagna pe r il 1° Reparto del l'Ispettorato del l' Arma di Artiglieria, evidenziano come i primi mesi d' impiego dei carri comando col V e VI Gruppo Corazzato del 132° Rgt. Art. Div. Cr. Ariete fecero rilevare che: - il carro osservatorio assegnato al gruppo, di caratteristiche identiche ai carri comando di gruppo e di batteria, per quanto possedesse ottime qualità e strumenti che assicuravano massima precisione e sicurezza nel rilevamento obiettivi, si prestava ottimamente all'osservazione solo fintanto che veniva mantenuto in un raggio di pochi km dalle batterie , soprattutto come collegamento con le unità carriste.

Si riteneva pertanto conveniente, allo scopo di disporre non soltanto ai fi ni dell'osservazione del tiro e dell ' individuazione degli obiettivi, ma anche per il maggior rendimento dell' intera massa di manovra, un 'esplorazione più leggera, più celere e soprattutto a raggio più largo, compiuta a mezzo di una autoblinda (come avveniva da parte avversaria) 1• In via subordinata, si rilevava la necessità di montare sui carri comando di gruppo e sui carri osservatorio una stazione di portata maggiore (sugli 80 km), quale la RF.M tipo autoblinda al posto della RF 1 CA2. Ottimo si dimostrò, a bordo dei carri comando osservatorio, il telemetro. Per quanto concerneva l' armamento, si osservava che l'abbinamento mod. 38 costituiva «un complesso forse troppo ridotto per assicurare la protezione del mezzo sia per la ridotta potenzialità che per il limitato settore e ntro il quale poteva ag ire» e si suggeriva pertanto la sostituzione di dette armi con una di maggior potenza (meglio un pezzo da 20). La protezione del carro comando (simile a quella del normale M 13-40) si poteva considerare soddisfacente, ma la parte front ale di essa (la più esposta) fu difesa da una serie di sacchetti a terra, cingoli o lamiere scudo, seg uendo ciò che l' esperienza e la pratica avevano consigliato ai carristi de i battaglioni carri M. L'evidenza fotografica mostra che un carro comando fu munito di una scala osservatorio amovibile, che consentiva di sopraelevare il punto di osservazione oltre i 4 metri.

Bibliografia - Ansaldo, Stabilimento Fossati - Genova Sestri. Carro comando per reparti semoventi da 75118 su scafo M 41 - Catalogo delle parti di ricambio. Novembre 1942.

I Queste considerazioni portarono alla definizione ed all' adozione - il 18 novembre 1942 - dell'Autoblindo comando mod. 42 (vedi). 2 Sui carri comando di successiva costruzione (dal luglio 1942) l'armamento - come già visto - fu costituito da una mitragliatrice caL 13,2 in casamatta e da una mitragliatrice cal. 8 con supporto per tiro e.a.


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®

® Scala 1 : 50

lA - Torretta per carro osservatorio (simulacro). 1B - Carro osservatorio M 13-40. 2A - Prototipo di carro comando su scafo M 13-40. 2B - Portelli superiori del medesimo. 3A- Carro comando di serie su scafo M 1340. 3B - Portelli superiori del medesimo.


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Carro comando su scafo M 41

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Carro comando M 41: supporto sferico goniometro e telemetro (a sinistra) e supporto cannocchiale a forbice tipo C.P. Goerz oppure tipo Zeiss IOx5°

Carro comando M 42


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I. Il prototipo del carro comando, con due piccoli portelli d 'accesso superiori, senza radio e ancora con la colorazione grigioverde, nei primi mesi del I 941.

2 . T ri poli, IO dice mbre 1941. Sbarco d i un gruppo semoventi: in primo piano, il carro comando cli batteria RE 4474, s u scafo M 13-40.


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3. Carri comando e semoventi in marcia verso El Alamein. La loro protezione è stata rinforzata soprattutto con spezzoni d i cingolo.

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4. Il telemetro sistemato su un carro comando M 40 del VI Gruppo (Littorio).


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5. Questa foto della cabina mostra l'installazione delle due mitragliatrici, le due apparecchiature radio (RF I CA a sinistra ed RF 2 CA a destra, con i sacchetti per le cuffie), i contenitori del telemetro, e i tre sedili dei membri dell'equipaggio: pilota e mitragliere a sinistra, marconista al centro (g iugno 1941).


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6-7. TI prototipo del carro comando M 41, con il nuovo armamento (Ansaldo. luglio 1942).

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8. L' interno dell' M 41. visto dall'alto. TI te lemetro è stato rimosso (Ansaldo, luglio 1943). J


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9. Il carro comando M 41 RE 5772 durante un'esercitazione in Italia Settentrionale.

IO. Il carro comando e per aerocopcrazione M 42 (RE 6400). Differiva dal precedente nell a parte posteriore dello scafo per l'installazione del nuovo motore a benzina.


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11. li carro comando M 42 fu inizialmente denominato M 43. Questo esemplare era targato RE 6432.

12. li simulacro della torretta per il carro osservatore M I 3, presentato nel 1940.


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13. Il prototipo del Carro Armato Osservatorio. realizzato ne l 1941 s u scafo M 13-40. Ăˆ evidente la grossa torretta telemetrica. dotata di una mitragliatrice cal. 8 (in aggiunta alle due nello scafo) a sinistra nella finta bocca da fuoco da 47. la cupola e gl i 8 fustini prismatici.


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14. Carro comando M 43.


SEMOVENTI

Le artiglierie semoventi Com'è noto, i semoventi - per motivi che si ig norano - non erano stati inseriti nel programma d i costruzione d i mezzi corazzati del 1939-40, sebbene non mancassero al i 'epoca prototipi e studi. Lo furono invece dal gennaio 1941 in seguito alle prime esperienze belliche, ma non ebbero una certa diffusione se non dal J942. I primi programmi erano imperniati su tre modelli di nuova concezione : a) Pezzo semovente da 75/18. Scafo dell 'M.13. Protezione del pezzo con scudo di 40-50 mm, d i spessore frontale e 25 mm. laterale. Costituzione di un gruppo per ogni reggimento di art. di divisione corazzata. Compito: appoggio specifico. (Eventualmente accompagnamento, in assenza di carri P.). Tiro: per batteria o gruppo, come le rimanenti artiglierie. B) Pezzo da 47. Scafo del carro L 61 Protezione da studiare. Da assegnare: alle fanterie delle div. cor. mot. e cel., ai gruppi esploranti di C.d' A., div. cor. e cel.; ai reggimenti bersaglieri non ind ivisionati. C) Pezzo anticarro mobile di grande potenza. Studio dell 'installazione del pezzo da 90/53 per ora su autocarro unificato, oppure sul «dovunque» colo niale. Successivamente studio del pezzo semovente da 90/53. Compito: azione lontana contro reparti celeri. In seguito, il Capo di S.M. dell'Esercito, con un nuovo documento2 precisava il suo pensiero, nel senso che il semovente da 75/ 18 non dovesse essere più , in futuro, un carro cannone, ma un semovente vero e proprio su scafo cingolato o semicingolato e che avrebbe dovuto sostituirlo nei 6 gruppi già ordinati, consentendo in tal modo ai carri cannone di essere destinati all'accompagnamento dei carri veri e propri. Nel contempo, invitava l'Ispettorato Superiore dei Servizi Tecnici a studiare un adatto veicolo per il comando e l'osservazione ed un altro idoneo al rifomjmento munizioni. Anche il pezzo semovente da 47 era considerato da Roatta soltanto un carro cannone, e alcuni avrebbero preferito sostituirlo con un normale M.13. Egli, pur dissentendo, perché tale carro era - molto alto e appariscente, e quindi poco adatto a permanere in posizione , - esuberante a l semplice traspo110 del pezzo da 47. mal si prestalvaj ad un 'azione di assie me (plotone ed. eventualmente, compagnia).

1 Era

stato deciso, il 20 gennaio I 94 1, con il doc umento 11° 374 di prot. SEG RETO del S. Capo di S.M. Roatta, da cui sono state tratte queste notizie (Ma teriali di ar1iglieria, del genio e dei trasporti), che «qualora non fossero tempestivamente disponibili i pezzi da 20 e le mitr. da 8 necessari all'armamento, è ammesso d i rinunciare temporaneamente alrallestimento di questo ti po di carro, uti lizzando parte degli scafi per i semoventi da 47». 2 Materiali di artiglieria, del genio e dei trasporti, N° 600 di prot. SEGRETO , in data 24 maggio 1941-XIX.


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restava però in attesa del parere dell'Ispettorato S.S.T. e di quello di Fanteria circa l'idoneità del mezzo in parola. Chiedeva ino ltre se non fosse stato preferibile un tipo di semovente vero e proprio (come per quello da 75), su scafo L 6 o L 35, nonché le loro proposte sul rifornimento munizioni e sui carri comando di compagnia per le unità da 47. Ferma restava, però, la decisione di produrne 100 esemplari, magari con qualche modifica. Per i pezzi anticarro mobili d i grande potenza, chiariva che il gruppo su Lancia 3 Ro e i sette gruppi su «dovunque» Breda 51 coloniale previsti dovevano «rispondere a compiti duplici: azione lontana contro reparti carri, ed azione controaerea». Anche a questo proposito, pregava l ' I.S.S.T. di comun icargli se era conveniente «continuare Io stud io di semoven ti da 90/53 incavalcati su scafo tipo carri armato, ed aventi la sola possibilità di tiro terrestre». La risposta dei due ispettorati non si fece attendere: il 3 giugno, l'Ispettore S.S.T. scrisse, circa il semovente d'artig lieria, Se deve avere ampio brandeggio, non può legarsi ad uno scafo di carro armato, ma applicarsi a scafo espressamente costruito. Ho ordinato allo S.T.A.M. e alla S.T. e CA. lo studio in base agli elementi seguenti: - scafo cingolato avente avanti il gruppo motore e propulsione e dietro l' installazione del cannone su piedistallo, con scudo a coffa che segue il movimento del cannone; - pressio ne unitaria sui kg. 0,600-650 pe r c mq. ; - rapporto potenza-peso almeno 15 a l; - velocità sui 60 km.; - ginocchie llo massimo m. 1,80: - sul semovente 4 serventi (pilota compreso) e almeno 50 colpi; - attitudine a trainare, su fondo buono, un rimorchio con 50-70 colpi; - cannone da 75/ I8 o da 75/34 (l'Ispett. Artiglieria preferisce il primo, data la funzione d i appoggio).

In fatto di carri comando, egli considerava preferibile il carro corazzato comando (con telemetro in torretta) come carro osservatorio, mentre come carro comando blindato andava bene l' autoprotetto semicingolato di tipo tedesco e, provv isoriamente, un autocarro blindato S. 37. Quale mezzo per il trasporto munizioni, vedeva il carro L 35 con rimorchio. Diverse erano le valutazioni sul pezzo semovente da 47. Escluso l'impiego del carro M 13, specie per la sua mole, si poteva utilizzare la soluzione di ripiego Ansaldo abolendone la copertura superiore e con qualche altra modifica; per i carri comando, era favo revole ad usare lo stesso scafo armato di due mitragliatrici. Conveniva, comunque, «lasciare il corso alla commessa di 300 esemplari». Anche il «pezzo anticarro mobile di grande potenza» era considerato dal Generale De Pignier un rip iego, da non riprodursi ulteriormente e da ribattezzarsi «Pezzo da 90/53 su autocarro». L' Ispettorato della Fanteria, con comunicazione del 5 giugno 1941, nel mentre si manifestava contrario all ' impiego dell ' M 13, giudicato, oltre al resto, una soluzione antieconomica, propendeva - anziché pe r un carro cannone come quello proposto dall' Ansaldo - per un semovente da 47, sempre su scafo L 6, ma con equipaggio di 3 uomini, postazione in caccia (in prua o al centro) su affusto a cande)iere scudato, basso g inocchiello e un settore d i direzione di 180°. Scafo simile, eventualmente con mitragliatrice, per comandanti di plotone e compagnia. La radio era considerata superflua se non sui carri comando. Il 2 1 gi ug no il Ge nerale Ross i, con foglio N° 11 9 l 4 di prot., ancora a ll'oggetto Materiali d'artiglieria, del genio e dei trasporti rendeva note le decisioni del Capo di S.M. dell 'Esercito: - si restava in attesa dell ' esito deg li studi ordinati per il <<pezzo da semo vente futuro», d ichiarandosi però più propensi al 75/34;


SEMOVENTI

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- per il carro osservatorio, si sarebbe scelto il «carro corazzato pattuglia o.e.»; - quale carro comando, quello suggerito da De Pignier («autoprotetto comando»), - il carro comando già previsto avrebbe assolto provvisoriamente ad entrambe le funzion i; - per i rifornimenti occon-eva un «autoprotetto semicingolato» in attesa del quale sarebbero stati adoperati i carri L 3 e i trattori cingolati francesi oppure dai norma li cassoni trainati dagl i SPA 37; - per il semovente da 47, si approvavano le modifiche suggerite dal l' J.S.S.T. (cabina aperta, pareti abbassate, terzo servente) ecc.;3 - Il «Pezzo controcarri mobile di grande potenza» assumeva la denominazione di «autocannone da 90/53». Non se ne sarebbero più prodotti, oltre i 70 ordinati, una volta disponibili le piattaforme Ansaldo con affusto a crociera, che consentivano, come per l'autocannone, il tiro e.e. e e.a. L'anno 1942 vide finalmente in linea tutti questi materiali. Un documento dal titolo Artiglierie Semo venti4 riassumeva caratteristiche, compiti, ordinamento ed assegnazione di questi nuovi materiali.

,. I SEMOVENTI da 47 e 75 derivati rispetti vamente dal carro L.6 e dal carro M.13 hanno le seguenti carallcristiche: - possibilità cli spostamento in terreno vario e velocità superiore a quella del carro armato col quale hanno a comune scafo e motore, - armamento di potenza superiore a quella dello stesso carro annato, - possibilità di sparare a puntamento d iretto . in settore orizzontale di circa 30° nella d irezione di marcia. appena siano fermi, e di riprendere immediatamente la marcia, ossia messa in batteria e uscita istantanee; - scarso munizionamento a bordo; Il semovente da 75 è dotato in più di cannocchiale panoramico. sicché può essere elemento cli una batteria normale per l'esecuzione del tiro a puntamento indircuo. TI SEMOVENTE DA 90/53 ha le stesse possibilità del semovente da 75, ma velocità inferiore a quella ciel carro armato avente lo stesso scafo. T SEMOVENTI FUTURl da 40, da 4 7, da 75, da 90, montati su autotelai semjcingolati con cingolo lubrificato avranno, come caratteristica essenziale, velocità notevolmente superiore a quella dei semoventi su scafo carro armato, e probabilmente una maggiore dotazione d i colpi a bordo: quindi ne saranno agevolate sia la funzione di accompagnamento sia quella di azione lontana in appoggio a mezzi di combattimento celeri, carri armati e fanterie. COMPITI Da quanto sopra deriva l'idone ità alle rispettive azioni caratteristiche: Il semovente da 47: - all'accompagnamento dei carri annati similari per agire contro bersagli per i quali l'annamento dei carri è insufficiente; - all'accompagnamento di fanterie, evitando il faticoso e lento traino a braccia come avviene su affusto a ruoce; - all'azione di arresto contro mezzi corazzati, il semovente da 75: - alle azioni di accompagnamento già dette per il 47; - all'azione lontana come una qualsiasi batteria. Il semovente da 90: - all'azione d'arresto contro mezzi corazzati, in favore delle unità di fanteria non motorizzate; - all'azione lontana come le rimanenti artiglierie, particolarmente a favore di mezzi di combattimento celeri. O RDINAMENTO I semoventi da 47 sono raggruppati in compagnie (o squadroni) di due o più plotoni, ognuno su tre o quattro unità-pezzo. Due o tre compagn ie possono essere riunite in battaglione (gli squadroni in gruppi).

3 Le pareti tuttavia non furono abbassate. 4

Probabilmente dell' Ispettorato di Artiglieria, s.1.s.d., ma seconda metà del 1942.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBArnMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

I semoventi da 75 e da 90 sono riuniti in gruppi di due batterie su quattro pezzi, ASSEGNAZIONE I REPARTI DI SEMOVENTI da 47 sono assegnati in proprio: - ai reparti esploranti di Corpo d'Armata (R.E.C.) d i Divisione di Fanteria (N.E,C.) e di Divisione Corazzata o Motorizzata (R E.Co.) per l' accompagnamento dei reparti carri L, - alle unitĂ autoblinde, per concorso di fuoco, - alle Divisionj Motorizzate e Corazzate, o a qualche Divisione di Fanteria speciale (battaglione e.e. divisionale) per l' arresto, - ai reggimenti bersaglieri delle Divisioni Corazzate ed ai reggimenti di fanteria delle Divisioni Motorizzate o speciali, per l'accompagnamento ed eventualmente arresto. I REPARTI DI SEMOVENTI da 75 e da 90 fanno parte del Reggimento di artiglieria divisionale e sono assegnati: - alle Divisioru Corazzate, per l'accompagnamento delle ondate carri, eventualmente per l'azione lontana, - a qualche Divisione di fanteria speciale, per l'azione lontana, ed, eventualmente per l'arresto, - a qualche R.E.Co. o divisione destinati a combattere contro avversario abbondantemente provvisto di carri a forte protezione e con am1amento potente.


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SEMOVENTIDA75SUSCAFIDICARRIM Sviluppo e produzione La convers ione del carro armato tedesco mod. 3° (Pz Kpfw III) in StuG o cannone d'assalto, potrebbe, con ogni probabilità, aver ispirato l'analoga utilizzazione dello scafo M 13 per ricavarne un cannone semovente. Quanto sopra emerge daJJa coincidenza tra la pubblicazione suJJa rivista tedesca Signal (12 settembre 1940) di un servizio appunto sullo Sturmgeschiitz e l 'affermazione dell'Ansaldo, secondo la quale «lo studio di questo allestimento era stato da noi intrapreso nei primi di settembre del 1940 a seguito d i contatti avuti al riguardo con il nostro confratello Fossati» 1. Secondo altra fonte2, l'idea del connubio fra l'obice da 75/18 e il carro M 13 sarebbe nata da uno studio del Col. Sergio Berlese del Servizio Tecnico di Artiglieria in collaborazione con il Servizio Tecnico Automobilistico3. Presentato quindi il progetto alla direzione dell 'Ansaldo-Fossati, questa, pochi giorni dopo, e precisamente il l O gennaio 1941 , avrebbe esibito un modello in legno del complesso con affusto a sfera, sulla base del quale si ordinavano senz'altro 30 unità. Secondo l'Ansaldo, l'ordine fu trasmesso il 16 gennaio (v. Allegato Documento N . 7) e a seguito dell 'esito favorevole delle prove di tiro eseguite a Cornigliano iI I O febbraio (su questa data concordano entrambe le fonti), si passò alla costruzione delle prime 30 unità. L'ordinazione ufficiale, rileva tuttavia l'Ansaldo nella citata Relazione, <<Ci fu passata il 10 marzo 1941; però solo per 15 complessi; venne poi portata a 60 unità il 25 maggio; a 144 il 5 dicembre ed a 200 il 17 maggio 1942». Il primo esemplare, giunto a Nettunia, fu esaminato e provato da rappresentanti dello S.T.A.M., dell'Ispettorato Artiglieria e dall 'I.S.S.T. Fu osservato che la soluzione di carro chiuso scelta dall'Ansaldo - sconsigliabile per un pezzo di batteria, poteva convenire per un pezzo di accompagnamento di carri, in attesa del carro P. L'andamento delle ord inazion i non co incide con quanto si apprende da altri documenti sempre di origine Ansaldo4 - ma è noto che i primi semoventi furono consegnati entro il mese di maggio 1941. La produzione subì qualche ritardo a causa di problemi di protezione evidenziati in una lettera di Rocca aJJ' Ispettorato Superiore dei Servizi Tecnici in data 24.4.1941 -XIX e che riportiamo integralmente (Allegato N. 10), in quanto chiarisce alcuni aspetti della genesi del primo semovente itali ano. Il 24 maggio 1941 ne era stato o rdinato il necessario per sei gruppi (due per ciascuno dei reggimenti artiglieria inquadrati nelle tre divisioni corazzate esistenti). È da rilevare che non si registrano in nessun rapporto gravi deficienze nella meccanica del semovente, sebbene realizzato sullo stesso scafo del tanto criticato M J 3. Nel diario del l'Ispettore del l'artiglieria, gen. Umberto Fautilli, è riportato che nel corso della valutazione del semovente da 75/18 ( Nettuno, estate 1941) si constatò che la piastra frontale non resisteva al colpo da 40 mm britannico e si decise di sostituirla con piastre al nichel-cromo che ne aumentarono la resistenza.

I Archivio Rocca 14-5 l.b, Relazione sull'attività del 'Ansaldo S.A. dal 1939 al 1943 nel campo delle costruzioni di artiglieria. Parte generale, s.l., s.d., pp. 34-35. 2 Comitato per la storia del I' A.l., Sroria dell'Artiglieria Italiana, Voi. XV, p. 402. 3 Una riproduzione rinvenuta al C.S.M., scattata durante la battaglia di Francia del maggio 1940 e che mostra uno StuG (il numero 22 sulla fiancata è stato cancellato dalla censura) avvalorerebbe questa tesi. 4 Archivio Rocca 14.27.6., già pubblicato in: Pignato, Nicola,/ Mezzi Corazzati Iraliani /939-1945 nelle schede di riconoscimento iraliane e tedesche, Storia Militare, Parma 1996.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DEI-L"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECON DO 1940-1945

Contemporaneamente si provvedeva alla realizzazione di un carro comando semoventi. Ma già nell ' estate del I 941, a proposito dell'armamento del carro ci si era trovati di fronte ad una scelta tra il pezzo da 75/1 8 e quello da 75/34. Nel documento dello S.M.R.E. n° 11914 di prot. in data 21 giugno 1941 si esprimeva preferenza per il 75/34. Evidentemente il 75/34 per carro non era ancora a punto, e si montò sperimentalmente su uno scafo M 13 il pezzo da 75/32 allora in produzione, senza o ttenere però l'approvazione delle Autorità Militari. Così tutte le unità su scafo M 40 (60) ed M 41 (162) furono armate con la b.d.f. originale e cioè il 75/18. L'ordine di installare i l 75/34 giunse nell 'ottobre 1942, in tempo pe r esser montato s ui semoventi con scafo M 42. Ma in attesa che le masse oscillanti ordinate (327 all'Ansaldo e 173 alla O.T.O.) fossero pronte, fu richiesto che altre 3 15 da 75/18 (da fornirsi per 235 unità dalla O.T.O. e per 80 dall'Ansaldo-Pozzuoli) venissero installate sullo stesso scafo. I primi semoventi da 75/18 su scafo M 42 poterono essere consegnati nel dicembre 1942 e al 12 maggio si era già arrivati a 87. Ne restavano da produrre ancora 118; a tutto luglio si era arrivati a 190; altri 103 dovevano essere ancora costruiti. I primi semoventi da 75/34 (oltre il prototipo del I 942) furo no pronti nel maggio 1943; a luglio, l 'Ansaldo aveva prodotto 94 complessi, ma consegnato soltanto 60 semoventi. Mancano - come in tutti i casi - dati sulle consegne in ago sto e nella prima decade di settembre. l tedeschi si impossessarono, dopo l'Armistizio, di 123 semoventi da 75/18 e 36 da 75/34. L' Ansaldo produsse per l'O.K.H., dal 9 settembre al 31 dicembre 1943, 8 semoventi da 75/1 8 su scafo M 42 e 50 da 75/34 sempre su scafo M 42; nell 'intero 1944 ne furono allestiti, ris pettivame nte, altri 4 7 e 30. Per quanto riguarda i complessi, l'Esercito germanico ne ricevette 12 d a 75/ 18 (più altri 33 prodotti in precedenza per l'Esercito italiano) nel 1943 e 31 nel 1944. Per quel1i d a 75/34, si arriva ad un totale di 20 nel 1943 (più altri 33 g ià destinati ali 'Esercito italiano) e 68 nel 1944. Tuttavia, 29 di questi ultimi furono montati su scafi M 43.

Descrizione Il semovente da 75/ 18 è il normale pezzo da campagna incavalcato sullo scafo del carro armato M 13/40. La massa oscillante è quella dell'obice da 75/1 8 modificata solamente per esigenze di ingombro degl i organi di frenamento. Essa viene suppo rtata con i propri orecchioni su due appositi porta-orecchioni ricavati sullo scudo esterno, il quale, mediante due perni disposti a 90° rispetto all 'orecchioniera, è collegato alla struttura ciel carro. Un grande scudo sferico fissato alla culla e concentrico, consente la necessaria protezione a tutte le elevazioni. Il freno è idraulico e il ricuperatore è a molla; entrambi sono sistemati nell'interno de lla cu lla. Lo scudo esterno in acciaio fuso trattato è di form a sferica e porta in corrispondenza del suo piano verticale gli attacchi mediante il perno e i relativi supporti per il fissaggio alla struttura del carro. Durante il puntamento in direzione, la massa oscillante ruota insieme ai due scudi attorno ai perni fis sati al carro; durante il puntamento in elevazione la massa oscillante e lo scudo interno ruotano intorno agli orecchioni s upportati dall o scudo esterno. A questo sono applicate le scatole di manovra provviste dei volantini per i congegni di ele-


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vazione (da -12° a +22°) e di direzione (20° a destra e sinistra a carro fermo). Per mantenere fissa e ferma la bocca da fuoco durante la marcia de l veicolo, è stata predis posta una barra di co llegamento fi ssata anteriormente, a mezzo di cerniera, sul supporto dello scudo sferico e che può agganciasi all'altra estremità su un apposito supporto a dente fi ssato sulla bocca da fuoco. Per il puntamento si impiegano: - a) alzo (eia 105/28 Schneider modificato per il 75/ 18 semovente); - b) cannocchiale panoramico del tipo l camp. Modificato; - c) livello a doppia graduazione. L' alzo è dipendente, a linea di mira dipendente. li congegno dell 'alzo viene applicato in apposito supportino con incastro a coda di rondine sistemato sul1'orecchioniera destra dello scudo sferico. Per l'armamento secondario (un fu cile mitragliatore Breda cal. 6,5 normalmente sistemato in apposite staffe situate sul lato destro della camera di combattimento) sul tetto della came ra è fissato un supporto verticale, munito di tappo di protezione e che serve di alloggiamento al perno di sostegno fissato s ull'arma. Le munizioni, 44 proiettili in apposite casse situate sul fondo della camera di combattimento, disposti per strati e separati gli uni dagli altri da apposite selle di alluminio, vengono estratte togliendo il coperchio superiore delle stesse svitando gli appositi morsetti. Comprendono: - granata perforante da 75 (cartoccio proietto); - granata da 75 mod. 32 (cartoccio proietto); - E .P. (cartoccio proietto); tutti a carica unicas. Un solo periscopio è situato sulla destra della camera di combattimento; il pilota ha a dispo. . s1z1one un 1poscop10. La camera di combattimento contiene l'equipaggio (la squadra di servizio era composta del capocarro - ufficiale o sottufficiale - e da 2 serventi, marconista-tiratore e pilota), l'armamento e il munizionamento, gli apparati ottici, gli strumenti d i controllo e gli organi di guida del veicolo. La sua parete frontale è costituita da una lamiera scudo piana nella quale è ricavata: a sinistra, un'apertura rettangolare con portellino di visuale per la guida; a destra, un'apertura circolare nella quale trova alloggiamento lo scudo del pezzo. Le pareti laterali sono costituite da lamiere piane sprovviste di apertura, la parete posteriore porta invece al centro una lunga feritoia protetta all'esterno ed all' interno da una lamiera di corazza opportunamente sagomata, per il passaggio dell ' aria aspirata dal ventilatore. I l tetto della camera porta, per l 'accesso dell'equipaggio, una larga apertura chiusa da due portelli ribaltabili; la chiusura di detti portell i è assicurata mediante un chiavistello bloccabile dall ' interno. I portelli possono assumere una posizione di parziale apertura mediante d ue puntelli fissati a cerniera sui medesimi. Sull ' angolo anteriore del tetto, in corrispondenza dell'alzo, vi è un portellino ribaltabi le che permette alla testa cie li 'alzo , quando è montato sul pezzo, di uscire fuori dal tetto della sovrastruttura. Il portell ino è bloccab ile dall'interno mediante chiavistello. Su l lato sinistro ciel tetto si nota ancora il supporto per l ' antenna della stazione RDT. E sul lato destro il supporto per il cannocchiale panoramico per l'esplorazione ciel terreno circostante.

5 Il munizionamento, secondo la prima istruzione sul materiale. era contenuto in alloggiamenti (gabbie) interni alla camera di combattimento; il rifornimento sul campo di battaglia era fatto da trattori corazzati con rimorchio o da autoleggeri sahariani.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATI"IM ENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Sul fianco destro, a portata di mano del puntatore, vi è il congegno per la manovra dei portel ii per la venti lazione ed il raffreddamento dei freni. Per la visibilità diretta, posteriormente al veicolo, provvedono due feritoie circolari, protette da piastre girevoli, manovrate e bloccabili dall'interno, situate lateralmente s ulla lamiera posteriore del la camera di combattimento. L'impianto elettrico differisce da quello del carro M 13/40 per essere provvisto di un solo gruppo di batterie sistemate sulla camera motore (4 batter.ie tipo 3 NF-1 2-1-24 M arelli, ciascuna della tensione di 6 V, collegate in serie) invece di due. I semoventi s u scafo M 42 (da 75/1 8 e da 75/34) differiscono dal Carro Armato M 42 in qualche particolare de l motore (circolazione benzina, motoventilatore per raffreddamento motore ed impianto d 'avviamento e d ' illuminazione).

Derivati I primi esemplari del semovente da 75/ 18 furono realizzati sullo scafo M 13/40; fu poi utilizzato lo scafo M 14/41 ed infine quello M 15/42. L' installazione restava invar iata. Per gli ultimi d ue tipi , l'armamento secondario era rappresentato da una mitragliatrice Breda cal. 8 mod. 38; all'uopo, sul tetto della camera d i combattimento poteva essere applicato un supporto a bocca di lupo, che serviva da alloggiamento alla forcella di sostegno dell'arma. Questa, in posizione d i riposo, era sistemata ali ' interno della camera stessa. Semovente da 75/34 mod. 42 Armato con la «massa oscillante da 75/34 per semovente». Fu adottato in servizio con fog lio del Ministero de lla Guerra-Gabinetto N° prot. 123679 in data 29 aprile 1943. Le caratte ristiche erano: Dimensioni: lunghezza m5,06 larghezza m 2,25 altezza m 2,37 luce inferiore m 0 ,38 Peso 15.000 kg Protezione: frontale mm 30-1 4 laterale mm 25 cielo e fondo mm 14,5 Equipaggio: 3 uomini Armamento: l cannone da 75/34 1 mitr. Breda ca!. 8 Munizionamento: 46 colpi da 75 1104 cartucce cal. 8 Velocità massima su strada km/ora 40 Veloc ità massima su terreno vario » 15 Cv 192 Motore a benzina (Spa 15 T B) litri 327 Carburante Autonomia km200 Ostacoli che può superare: - gradino alto m. 0,90


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- fosso profondo [sic ma largo] m 2,10 - pendenza 45% Radio: RF 1 CA Apparecchiatura lancia fumogeni. In commessa: n. 280 semoventi e 140 carri comando per semovente (i carri comando hanno una mitra cal. 13,2 al posto del cannone).

Impiego

Le immatricolazioni dei semoventi da 75 risultano le seguenti: Per il semovente da 75/18 su scafo M 40: da 4440 a 4444, da 4456 a 4459, 4487 , da 4490 a 4499, 4588, 4589, da 4595 a 4598, da 4600 a 4616. Per quello su scafo M 41: da 4588 a 4589, da 4595 a 4598, da 4618 a 4674, da 5618 a 5674, 5731, da 5689 a 5732, da 5749 a 5752, da 5785 a 5788, da 5792 a 5798. Per quello su M 42, il 5059, 5343, 5366, 5367, 5786, da 5789 a 5791 , 5844, da 6047 a 6050, da 6108 (meno il 6192) a 6 I 99, da 6201 a 6252, da 6261 a 6289 e da 6252 a 6288. I semoventi da 75/34 su scafo M 42 ebbero le targhe 5844 e da 6290 a 6323. Come già accennato, i primi semoventi da 75/18 furo no distribuiti ai gruppi (V e VI) del Reggimento Artiglieria della Divisione Corazzata, con compiti di appoggio, assalto e arresto, nonché, eventualmente, di interdizione e controbatteria. Le formazioni stabilite nell'agosto 1941 (varianti furono apportate il 20 settembre e il 1° dicembre 1942, il 18 febbraio, il 2 lug lio e I ' 11 novembre 1942) prevedevano il Gruppo di batterie da 75/18 o da 75/34 semoventi per divisione corazzata così formato: - 1 comando di gruppo (con 1 autovettura, 2 carri comando corazzati, 2 autocarri L 39, 2 motocicli monoposto e 3 biposto, l mototriciclo); - 2 o 3 batterie (ciascuna su comando, con 1 auto vetturetta, 1 carro comando corazzato, 1 autocarro L 39, 2 motocicli monoposto e 2 biposto, 1 mototriciclo; linea pezzi con 4 o 6 pezzi, scaglione munizioni con 6 autocarri L 39 e autocarreggio, con 6 autocarri leggeri), - l reparto munizioni e viveri (su comando, con 1 autovettura, 11 autocarri leggeri, 1 autofficina, 1 motociclo monoposto, 1 autocarro serbatoio acqua e 3 squadre munizion i con 6 autocarri leggeri per squadra). Gli organici dei Gruppi in A.S. furono su 2 batterie di 4 pezzi da 75/18 semoventi. Tuttavia, dopo la vittoriosa offensiva in Egitto dell ' estate 1942, l' organizzazione delle unità semoventi nell'ambito delle GG.UU. corazzate apparve ben presto inadeguata. Infatti , sin dal 23 luglio 1942, il Comando Supremo rappresentò allo S.M. che in base alle operazioni svolte in A.S. era stato segnalato come desiderabile accrescere nell'ambito dei reparti corazzati la proporzione dei semoventi da 75 rispetto ai carri M.

ed era stato espresso l'avviso che tale rapporto potesse essere di 60 : 40. Il 2 agosto l'Ispettorato del! ' Arma di Artiglieria espresse parere favorevole alla costituzione di battaglioni mi sti e d i gruppi su 3 batte rie e suggeriva, per evitare lo sc ioglimento dei gruppi esistenti che avevano offerto già ottima prova, di inserirvi compagnie carri cannoni M 15 ed ini-


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ziare la costituzione e l'addestramento delle terze batterie dei gruppi semoventi e degli equipaggi ancora occorrenti per portare su 6 pezzi ogni batteria. Tuttavia, le formazioni dell ' 11 novembre 1942 mantenevano il Gruppo di 2 batterie su 6 pezzi da 75/ 18 semoventi. li personale comprendeva: - 19 ufficiali, 21 sottufficiali, 206 truppa, 81 automobilisti, 20 conduttori di mezzi corazzati. I materiali erano: - 4 autovetturette, 16 autocarrette L 39, 31 autocarri leggeri, 2 pesanti, 1 autofficina, 2 autocarri soccorso, l autocarro con serbatoio per acqua, 2 trattori, 7 motocicli monoposto, 9 biposto, 3 mototric icli, 3 mitragliatrici, 4 stazioni radio, 12 semoventi, 4 carri corazzati comando (2 per il comando di gruppo), 2 can-elli speciali. Il programma distribuzione semoventi da 75/18 prevedeva la costituzione, fino al 1942, di: - 2 Gruppi pe r la (DLI e DLII, già V e VI/ 132°) per la D ivisione Corazzata Ariete d al 14.05.1942; - I Gruppo (DLill) per la Divisione f. Superga ; - I Gruppo (DLIV) per la Divisione f. Livorno6; - 1 Gruppo (DLV) per il 10° Raggruppamento Corazzato; - 2 Gruppi (DLVI e DLVII g ià V e Vl/1 33°) per la Divisione Corazzata Littorio; - I Gruppo (DLVIII) per il R.E.Co. Lodi (poi in Grecia); - 2 Gruppi (DLI X e DLX), per la Divisione Corazzata Centauro; - l Gruppo (DLXI), inizialmente non assegnato, poi alla Divisione f. Friuli, in Sardegna e poi in Corsica; - 1 Gruppo (DLXII), non assegnato.

In realtà, i gruppi ebbero destini diversi: - I primi due, costituiti con disposizione del 16 aprile 1941, su comando, 2 btr, 1 R.M. V., furono addestrati a Nettunia e destinati alla Littorio, ma furo no dirottati all'Ariete. Essi, insieme con il DLIV e DLVI furono distrutti a El Alamein nel novembre 1942; - il DLIII andò perduto, probabilmente in mare; - due gruppi, DLI V e DLVI Littorio (20 semoventi) furono inviati in A.S . fra il 24 luglio e il 4 agosto 1942); - Il DLVII passò alla Divisione Corazzata Centauro in Tunisia dove fu annientato nell ' aprile 1943 insieme al DLVIII; - il DLX, inquadrato nella divisione Piave ancora al 1° giugno 1943, sarà trasformato, a seguito della Circolare del 10.06.43, in DC gruppo se mo venti da 105/25 ; - Il 7 .06.1942 lo S.M.R.E . decise che l ' ultimo gruppo previsto (DLXII) non sarebbe stato più costituito. Qualche mese dopo, il 1°.10. 1942, lo stesso S.M.R.E. trasformava su 3 batterie di 6 pezzi i superstiti gruppi semoventi DLIII, DLVII e DLIX da 75/18 (il DLIII era stato probabilmente ricostituito con il personale rimpatriato dall ' A.S).

6 Una sezione del DLI V (semoventi 46 I4 e 46 I6) fu clistaccata dal 9 aprile I 942 in ex-Jugoslavia e prontamente sostitu ita . In agosto era ancora in quel settore.


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Il 31.05.1943, il DLXI gruppo semoventi da 75/18 fu riarmato con 18 semoventi su scafo M.41 , completi di caricamenti e parti di ricambio, 2 carri comando su scafo M.41 (più altri 3 rimastigli dopo la cessione dei propri materiali a1 XVI btg. carri M.), I autocarro con serbatoio, 23 autocarri L/39, 35 autocarri medi, 1 autofficina pesante, 4 motocarri, 5 autovetturette e 18 motocicli biposto. Per quanto concerne infine il DLIX, esso (su 3 btr.) fu affondato - tranne il R.M.V. - e ricostituito in Tunisia nel 1943 su 2 btr. sempre di 6 pezzi, per essere poi anch'esso distrutto in quella campagna. Il passaggio a formazioni miste ebbe luogo a partire dalla trasformazione del XV btg. carri <<M» da effettuarsi in data 15 settembre 1942. Il battaglione risultò composto da 2 compagnie carri M 15-42 e l compagnia di semoventi da 75/18. Tale formazione mista fu poi modificata il 18 dicembre 1942, con una circolare dello S.M.R.E. che ordinava la formazione dei battaglioni su 1 sola cp. carri Me 2 cp. semoventi. Tali organici, in base alla successiva circolare del 15 gennaio 1943 furono assunti da: - I, II e III Gruppi Carri M del Reggimento Corazzato Lancieri di V.E. II; - XVI Btg. carri M; - XVIII Btg. carri M ; - XIX Btg. carri M (2 cp. semoventi da 75/34 anziché da 75/18). Gli organici prevedevano 20 carri M 42 per la 1" compagnia, un semovente comando e 4 semoventi per ciascun plotone per le altre due. Altri semoventi da 75/34 andarono al 31 ° Rgt. Carristi di Siena ed al 31 ° di Verona; almeno uno (il 6310) fu inviato al Distaccamento del Rgt. Cavalleggeri di Alessandria il 12.7.1943. Fu chiaramente a tale scopo che, con Circolare dello S.M.R.E., Ufficio Ordinamento in data 22 agosto 1942, fu disposta la costituzione di 8 compagnie semoventi da 75/18, numerate da l a a 8", su 1 plotone comando e 3 plotoni semoventi (con 1 carro comando, 9 cingolette e 3 plotonj di 3 semoventi); in pari data, altra Circolare prevedeva la costituzione di 5 btr. su 6 pezzi e 10 sezioni semoventi di 2 pezzi, sempre da 75/18, verosimilmente per portare i gruppi superstiti su 3 batterie di 6 pezzi. Ugualmente, una volta entrata in produzione la variante a canna prolungata, si procedette alla formazione di battaglion i controcarri su 2 cp. (7 in programma), armati con i semoventi da 75/34. Il 1°.07.1943 se ne costituiva, il XXX btg. per d.f. Sabauda e 2 cp. (4S3 e 46a) per i relativi reggimenti fanteria. Seguiva il CXXXV btg. e.e. semov. da 75 (su 3 cp. da 75/34) assegnato alla d. cr. Ariete. Uno squadrone semoventi da 75/18 fu infine inserito nel R.E.Co Lancieri di Montebello; un altro fece parte del Rgt. motorizzato Cavalleggeri di Lucca. Con i 75/18 M 42 fu anche equipaggiato il XII/31 ° (su 2 cp.) della divisione f. tipo 1943 Sassari. Alcuni, su scafo M 41 , risultano assegnati al 434° Btg. Complementi presso la Scuola Addestramento di Civitavecchia, a ltri, su scafo M 42, al 432° e al 1° Rgt. Carristi di Vercelli, al 3° di Bologna ed al 33° di Parma, 4 al Rgt. Lancieri di Firenze (FE). Dopo l'armistizio, quasi tutte le unità dislocate nel territorio occupato dai tedeschi dovettero cedere i propri materiali alla Wehrmacht che ne fece uso durante la campagna d' Italia insieme a quelli di nuova costruzione; solo alcuni semoventi da 75/ (18 e 34) furono utilizzati dai reparti corazzati della R.S.I.


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Alcune fonti riferiscono di semoventi da 75/18 impiegati dai tedeschi durante la campagna d'Itali a armati di razzi 28/32 (SWR 40) le cui gabbie erano montate lateralmente alla sovrastruttura. Terminate le ostilità, furono recuperati tutti i semoventi da 75/18 per essere ripristinati e poi distribuiti ad alcune unità dell ' Esercito.

Considerazioni «Ha dato ottima prova il semovente da 75/18, che unisce alla potenza del colpo singolo migliori [rispetto al carro armato M 14] requis iti tecnici e minore vulnerabilità».

Così si esprimeva, nella citata relazione N . SC/1025 datata 6 aprile 1943 ed inviata da SUPERLIBIA al Capo cl i S.M. per le operazioni all a vigilia del concludersi de lla campagna d' Afri ca. Ed infatti, sin da] suo apparire in quel teatro cli guerra, il semovente italiano si era dimostrato un' arma eccellente, in grado di impegnare con successo qualsiasi carro armato avversario. È da aggiungere che, in combattimento, la s ua corazzatura frontale, che gli conferi va una protezione non inferiore a quella di qualunque altro carro dell'Asse, veniva ancora aumentata dall'applicazione di elementi di cingolo e di piastre addizionali (o anche sacchetti di sabbia), mentre il munizionamento di bordo, già di 44 cartocci proietto, era talvolta portato a 100 per carro. A ciò si deve aggiungere che il semovente era più economico e facile a prodursi di quanto non lo fosse il carro da cui era derivato, pur se, come rilevato dalla Schoof o.! Tank Technology7 , la [sua] protezione corazzata generalmente è ben al di sotto degli standard alleati. Nel caso di questo veicolo si è fatto ricorso nuovamente alla pratica italiana delle pias tre imbullonate, e vi è quasi totale asse nza di protezione a ntischegge. D 'altro canto, la [sua] concezione meccanica, la configurazione e la costruzione non devono essere accantonate alla leggera in quan to esse sono esemp i di una efficace e pratica meccan ica automobalis1ica. Il propulsore ha molte caratte ristiche che lo distinguono. È molto compatto, e i componenti soggetti a frequenti esami sono ragionevolmente accessibili - come gli inie ttori . TI motore è chiaramente stato progettato espressamente per l' impiego s u un carro. L'impressione generale c he se ne trae è che la camera di combattimento è al di sotto di quanto richiesto da una produzione in serie ris petto a scafo ed autotelaio, e che la lavorazio ne in certi punti è senza dubbio scadente. (p. 6)

Circa i punti vulnerabili, le prese d ' aria e le uscite sono simili a quelli clell'M 11 /39 sebbene le feritoie del radiatore siano di maggior sezione. Lo scudo sferico potrebbe essere bloccato dal fuoco delle a rmi portatili e l'assenza di paraschegge intorno ad esso aumenta la vulnerabi lità. I portello ni ciel tetto sono spessi soltanto 9 mm e sono di montagg io nettamente modesto; il tiro cli mitragliatrici, eia parte di aerei, può essere efficacissimo. Le feritoie protette, sebbene di costruzione abbastanza solida, sono imbullonate all' interno della parete [posterio re] della camera di combattimento. Questo è corn;iderato una caratteristica negativa ciel modello . (p. 9)

Non è espressa alcuna valutazione sul valore bellico del complesso e l'efficacia della bocca eia fuoco. 7 M ilitary Co llege of Scie nce, School of tank Technology,

Prefim.i11ary Report No . 14 - SEMOVENTE, Chobham La ne, C hertsey, July 1943. Il semovente esaminato era il FIAT ANSALDO, CARRO M 13, TARGA 4462, AN NO 194 1, MATRTCOLA N° 0731 .


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Nelle Note sui materiali di artiglieria impiegati in Libia, redatte dal Ten. Col. G. Campagna per iI l O Reparto del l' Ispettorato dell'Arma di Artigl ieri a nel] ' aprile I 942, a proposito delle pri me unità impegnate inA.S. (Ve VI Gr. Cr./132° Ariete)8 si apprende invece che: - C irca il comportame nto dei mezzi e del materiale, tutti sono rimasti soddisfatti del semovente, che, sebbene un ripiego, si è dimostrato indubbiamente ben riuscito. La velocità ciel complesso, in relazio ne a quella dei carri , è però g iudicata scarsa. La b.d.f. ha deficiente veloc ità iniziale e quindi scarsa forza residua ed eccessiva dispersione alle medie distanze; lento è il servizio al pezzo a causa della mancanza di automaticità dell'otturato re. Tnoltre è eccessivo il tempo morto dovuto al fatto che il capo-pezzo non può far partire il colpo ma deve dar l'ordine al puntatore. S i propone un s istema di comando tipo Bowden. Il complesso alzo-cannocchiale si è dimostrato poco robusto soprattutto a causa dell'altezza della colonnetta del cannocchiale panoramico, c he non si può tenere innestato quando il semovente è in marcia s u terreno vario. con evidente ritardo della rapida entrata in azio ne. li punto più debole risulta nel punto di attacco tra alzo, bicchiere e cannocchiale. Sarebbe desiderabile un cannocchiale di maggior campo. Altrettanto desiderabile sarebbe la instal Iazione di uno scacciafumo per consentire d i sparare a sportelli c hiusi. Il fre no di bocca non ha portato alcun inconveniente nel puntamento, anc he perché, per effetto della posizione del pezzo, rispetto allo scafo, non viene sollevata molta polvere all'atto dello sparo. La massa oscillante da 75/ 18 ha dato ottimi risultati: materiale e congegni e lastici di rinculo e di recupero non hanno fatto registrare il minimo inconveniente ed hanno funzionato sempre con perfetta regolarità nonostante l'eccezionale tormento procurato dalla fortissima pressione generata nella camera dalla deflagrazione della carica di lancio usata ( maggiore cli quella massima da 75/18), dalla forte accelerazione negativa provocata dal rinculo minimo per il quale il freno è stato predisposto e dalle continue vibrazioni e scosse date dal cano in movimento. I1 munizionamento funziona bene, tranne qualche inconveniente nei bossoli già lamentato in Italia (difficoltà di estrazione). È molto sentita la necessità delle custodie dei proie tti (cli carta o cartone) non ancora g iunte. Gli inconvenienti più gravi s i sono invece verificati negli organi cli trasmissione e nel sistema di raffreddamento del motore e precisamente: - numerosi casi di rottura nel s upporto per leva di distacco della frizione: - q ualche caso cli tranciatura dell 'albero di trasmissione; - rottura dell'ingranaggio della 3" velocità e di quello della sempre in presa (quest'ultimo non s i era rotto nei cambi M 14-41 ); - sistema di raffreddamento assolutamente insufficiente; piccolissime perdite di acqua, che possono facilmente avvenire attraverso i numerosi raccordi di gomma od al premjstoppa della pompa, sono state causa cli rapido aumento della temperatura che impone l'arresto del semovente; - armamento secondario: è insufficiente. Il fuci le mitragliatore assegnato non possiede calibro e forza di penetrazione tali da garantire una certa efficacia cli fuoco e, per la sua costruzione è inadatto alle località dove frequente è la polvere trasportata dal vento, c he infiltrandosi nel meccanismo di c hius ura. ne inceppa il funzionamento. Occorre perciò sostituire i f ucili mitragliatori con Breda 38 con supporto controaerei9. È infine indispensabile distribuire ad ogni carro un binocolo a prismi. Per ovviare, infine al non lieve inconvenie nte dell 'assenza di parafanghi posteriori, per cui il cingolo opera una continua proiezione cli te rriccio, fango o g hiaia nell 'inte rno della camera di combattimento, sui congegni cli puntamento, sulle armi e sui radiatori, tale da provocare gravi inconvenienti per la scarsa pulizia dei cartocci granata ali 'atto dell'impiego, inceppamento dei congegni d"alzo, surriscaldamento ciel motore per mancato passaggio d 'aria. Il Comando ciel VI G ru ppo, previa segnalazione all 'Ispettorato, provocò l'immediato invio da parte della Ditta costruttrice della serie completa dei parafanghi, data la riconosciuta esattezza della osservazione. Fino ali ' aprile 1942 ai gruppi eia 75/18 semoventi sono s tati affidati compiti di appoggio ed accompagnamento, con schie ramento in genere alle ali. Le dipendenze, nell 'appoggio specifiche, erano normalmente dal battaglione carri. Le velocità riscontrate sono in media. sulle piste, di 25 km/h, fuori pista eia 15 a 25. e di notte (non consigliabile) eia I O a 12. L'orientame nto avvie ne con la bussola ed il contac hilo metri. Si riscontra la necessità di dotare i carri

8 Dattiloscritto conservato presso la Biblioteca di Artiglieria e Genio di Roma.

9 Si provvide già nell'estate 1942 alla sostituzione dell' armamento secondario.


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(almeno quelli comando e O.C.) di bussola antimagnetica e di irrobustire il contachilometri che si guasta facilmente . Utile può essere, mancando la possibilità di distribuire bussole antimagnctiche cli d iffic ile allestimento, una bussola solare ciel tipo di quelle usate dagli inglesi. Le stazioni RF 1 CA ed RF 2 CA hanno dato buona prova e sono state raggiunte, nel deserto, portate notevolmente superiori a quelle previste. I tiri, generalmente con preparazione immediata a mezzo telemetro, furono eseguiti anche a 7 km; utili effetti si sono registrati a 5-6 km. Non si è ancora verificato l' urto a breve distanza con unità corazzate nemiche. Per difficoltà rappresentate dalla R. Aeronautica, non è stata possibile l 'aerocooperazione. Per quanto concerne il rifornimento munizioni, gli autocarri sahariani cli cui sono stati dotati i reparti semoventi (in sostituzione dei caITi L 35 con rimorchio inizialmente previsti - 2 per pezzo con rimorchio da 500 kg di carico utile, in totale I 00 colpi per pezzo), sono giudicati inadatti. Si fa sentire particolarmente la scarsità di dotazioni di rampe di carico (solo 4 per btr.) per carrellare i 5 semoventi, la ridotta disponibilità di martinetti ( I per btr.) e la mancanza di un carro soccorso corazzato, munito di gru per il recupero dei semoventi immobilizzati. Circa il materiale automobilistico, ottimo è stato riscontrato il comportamento dei Lancia 3 Ro e dei rimorchi Viberti; inadeguati invece al particolare teatro d'operazione si sono dimostrati i mezzi SPA 38/R e le moto Sertum e Gilera, queste ultime utilmente sostituibili con furgoncini 1100.

Tuttavia, con il passare del tempo, l'iniziale entusiasmo per il semovente da 75/18 andò attenuandosi. Nel Promemoria inviato dal generale comandante il XX Corpo in A.S. (De Stefanis) al S.M.R.E. il 23 luglio 194210 si legge:

I semoventi armati con cannone 75/ 18, pur costituendo un ripiego (scarsa gittata e difetti di sistemazioni interne), hanno nel complesso dato buoni risultati e sono molto apprezzati dai nostri alleati, che ce li richiedono con una certa frequenza, specie in questi ultimi tempi. Nel complesso, il semovente, pur avendo i difetti insiti allo scafo ed al motore degli M/ 13 e similari , ha dimostrato: - maggiori qualità difensive (m.inore visibilità, migliore manovrabilità, velocità leggermente superiore): - considerevole capacità offensiva, specie per l' impiego dei proiettili E.P.; - attitudine ad operare da soli, cioè non inquadrati in reparti cani sti o bersaglieri. Per conseguenza, una maggiore disponibilità cli semoventi nella divisione corazzata è stata in principio subito auspicata e successivamente è stata veramente sentita. Nel la relazione del magg. Scalise, g ià dell'Ariete e inoltrata allo S.M. in data 19 settembre 1942, si affermava inoltre che la sua comparsa aveva solo «risolto temporaneamente il problema» . Si auspicava l'inserimento del semovente nell 'organico del battaglione carri (terza compagnia) e il suo impiego unicamente <<a puntamento diretto». Del resto, come si legge in altra relazione, era prescritto che il proietto E.P. doveva <<essere impiegato a distanze inferiori ai 1000 m», distanza insufficiente quando l'avversario aveva artiglierie di pari cal ibro con maggiore portata; si richiedeva quindi che il tiro potesse essere «effettuato anche a distanza fra i 1000 e i 2000 metri . Le formazioni dei carri nemici e le condizioni di visibilità dell' ambiente invitano a un tale impiego». Un nuovo equilibrio avrebbe potuto ristabilirsi con la prevista entrata in linea del semovente da 75/34. Ma questo, all'epoca, non era ancora entrato in produzione e non raggiunse mai il teatro d'operazioni africano.

IO Copia in A. AA.


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BIBLIOGRAFIA FIAT-ANSALDO, Carro Armato tipo M 14141- Carro Comando per semovente da 75118; Carro Semovente da 75118 - Uso e manutenzione (supplemento al manuale uso e manutenzione del Carro Armato M 13/40) Stampato SPA N. 264 RS, maggio 1942 (1700). Ispettorato dell'Arma di Artiglieria, N. 4178, Addestramento dell'Artiglieria Volume. I - Fascicolo: Obice da 75118 semovente. Parte !°: Istruzione sul materiale e sulle munizioni, 1942. Ispettorato dell'Arma di Artiglieria, N. 4345 Addestramento dell'Artiglieria, Volume I, Addestramento del pezzo: Fascicolo, Obice da 75118 Semovente, Parte 4°, Caricamenti, I.P.S., Roma 1942 - Anno XXI. Ispettorato dell'Arma di Artiglieria, N. 4179, Obice da 75/18 semovente, Tavole di tiro sommarie ecc. Tipografia Cav. Pietro Russo, Ro ma, 1941-XIX.

Caratteristiche (tra parentesi i dati relati vi a quello su scafo M 42) 1. Generali Denominazione Semovente da 7 5/ 18 su scafo M 41 Costruzione Fiat-Ansaldo Equ ipaggio uomini 3 Peso t 13,1 (13,250) Rapporto CV/t 11 ,06 (14,4) Pressione kg/cmq 2. Dimensioni Lunghezza m 4,915 (5 ,043) Larghezza m 2,20 (2,23) Altezza m 1,85 Luce libera m 0,38 (0,41) Larghezza cingolo m 0,26 3. Armamento Principale 1 obice da 75/18 Secondario l mitra cal. 8 per impiego e.a. o fuori del veicolo 4. Meccanismi di elevazione e brandeggio Elevazione da -12° a +22° Brandeggio 40° 5. Munizionamento Cartocci-proietto da 75/18 N. 44-50 (1/3 ordinari, 1/3 perforanti, 1/3 E.P.). Cartucce per mitra cal. 8 N. 1104 (46 caricatori da 24) 6. Apparati ottici Alzo per obice da 75/ 18, 1 periscopio e 1 iposcopio. 7. Protezione mm: Frontale 25+ 25 Laterale 25 Posteriore 25 Cielo 15 e 9 Fondo 6


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8. Comunicazioni 1 ricetrasmittente RF l CA 9, 10, 11, 12 (v. per i cotTispondenti carri M) 13. Prestaz ioni 35 su strada (38,4) Velocità max km/h 15 fuori strada (n.d .) Raggio di volta m 6,100 40 Pend. max s up. % 0 ,800 (fonti militari 0 ,90) Gradi no m T rincea m 2, 100 G uado 1,00 2 10 (1 50) Auto nomia km 700 Consumo g . /Km


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Semovente da 75/18 su scafo M 40 con fucile mùragliatore Breda 30

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Semovente da 75/18 su scafo di carro M 13-40 (prototipo)

Semovente da 75/18 su scafo M 40 con mitra Breda 38

Semovente da 75/l 8 su scafo M 4 I


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Semovente sperimentale da 75/32

Semovente da 75/18 mod. 42

Semovente da 75/34 mod. 42

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Antenna a sollevamento manuale per apparati radio carri e semoventi

Antenna a sollevamento automatico (intercambiabile, a partire dal 1942).

Nuove ruote motrici montate dal 1944 sui modd. M 42 e M 43. Da sinistra: sostegno ruota motrice, ruota motrice con arpione guidacingolo, raschiafango (dal catalogo parti di ricambio).


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I. Il prototipo del Semovente da 75/1 8 (pri mi del 1941). Si noti la colorazione grigioverde e l' assenza clell"apparecchiatura rad io.


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2-3-4. L'esemplare di serie RE 4459 del semovente da 75/18 su scafo M 40 (Ansaldo).


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5-6. Uno dei primi esemplari di serie (targa 4447) è presentato a Nettunia dal Generale Cavallero al Capo del Governo nel se11embrc 1941 , prima dell'invio del gruppo in Africa Settentrionale.


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7 . L"intcrno della camera d i combattimento de l semovente s u scafo M 40 . È visibile, a sinistra. l' a lime ntatore dcli 'apparato radio, la strumentazione de l carro. il posto d i guida e l'otturatore del pezzo, (S.M.E. U.S. , 1941 ).

8. Vista frontale da destra e dalr alto d i uno elci primi semoventi da 75/ 18 (il 4599).


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9- 1O. A.S., gennaio l 942. I primi semoventi pro nti ad entrare in azione, scendendo dal rimorchio. Questo esemplare (RE 4149) porta sulla prua il telone. le paline cli batte ria; ha il cappuccio cli volata sulla bocca eia fuoco, ma il nÚtragliatore Breda è in postazione contraerei. Ha ricevuto i primi contrassegni distintivi.


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11. Una delle prime azio ni di semoventi da 75/ 18 de ll'Ariete.


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12. Il semovente da 75/18 su scafo M 4 1 (RE 561 4).

13 . Vista laterale sinistra dello stesso.

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14. Egitto, estate 1942. Un semovente da 75/18 M 40 con protezioni addizionali di circostanza, abbandonato nel deserto per un guasto o perchÊ rimasto senza carburante. La protezione è incrementata da e lementi di cingolo e sacchetti a terra. Sono anche visibili numerosi fustini per carburante e acqua di riserva.

15. Il semovente da 75/ I8 su scafo M 41 targa 5730, uno delle u]time serie, appartenente al DLX Gruppo (Nettunia, 22 dicembre 1942). Si notino i differenti parafanghi e le sistemazioni latera Ii per 6 fustini prismatici che saranno montate anche sull'M 42.


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16. Il semovente da 75/18 RE 6172 su scafo M 42.

17. Equipaggi di M 42 da 75/18 in addestramento a Nettunia.

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18 - Anche il cannone da 75/32 mod. 37 fu sperimentato per ottenere un semovente controcarri cl i maggiore efficacia ed installato a tal fine su uno de i primi scafi M 14 al posto del 75/ 18. La trasformazione si otte nne utilizzando la stessa installazione del 75/1 8 con semplice modifica della s litta. La b.cl.f. aveva una V 0 di 6 10 m/sec e unariservetta di 42 cartocci granata tra perforanti e ord inari.

19 . Un esemplare di serie del semovente eia 75/34 su scafo M 42 (Ansaldo, Genova, 26.03.1 943), visto cli 3/4 avanti da destra.


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20. Una rara foto operativa di semoventi da 75/34 su scafo M 42 del la Divisione Ariete Il in Friuli ( 1943).

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SEMOVENTE DA 90/53 Sviluppo e produzione Il successo del celebre «88» tedesco montato s u un autotelaio semicingolato contro i mezzi corazzati anglo-francesi nel 1940, aveva indotto, sin dal 12 gennaio del 1941, le Autorità militari ad autorizzare l' Ansaldo a studi.are la installazione del nuovo cannone da 90 su autocarro, in fun zione controcarri e controaerei. Lo Stato M aggiore, al quale il 10 marzo vennero presentati i prototipi su telaio Lancia 3 Ro e Breda, passò le prime commesse tre giorni dopo. Ma questi autocannoni non avevano ancora avuto il battesimo del fuoco in Marmarica, quando, il 29 dicembre del lo stesso 1941, pervenne alla Ditta l'ordine di realizzare anche la versione cingolata. Influì certamente la necess ità di contrastare i potenti carri armati sovietici incontrati sul fronte russo, come si evince da un altro particolare: sin dal!' inizio il semovente ricevette la colorazione grigioverde. L'ev idenza fotografica mostra però che il progetto era iniziato g ià in autunno, se la Casa ne aveva realizzato in novembre 1941 un modello in legno, la cui denominazione, stando alla scheda archivio fotografico Ansaldo Art, era semplicemente «cannone anticarro». Il progetto riguardante la parte artiglieresca, e cioè la costruzione ex novo dell'affusto, fu pronto ed approvato a fine gennaio 1942. Fu qu indi a llestito un simulacro a sca la naturale dell ' installazione su llo scafo del carro M 41, opportunamente modificato (come si dirà in seguito) e che venne presentato all'Ecc. Cavallero. Si passò quindi alla realizzazione vera e propria. La protezione della bocca da fuoco era limitata ad uno scudo con due piastre inclinate laterali, e, come tale, fu portato alle prove di tiro il 5 marzo. Nel frattempo si studiava un miglioramento della protezione dei serventi, che apparirà sul prototipo definitivo e quindi su i veicol i di serie. Come scrisse Agostino Rocca, l'Amministratore delegato dell'Ansaldo al generale Ugo Cavallero il 6 aprile 1942, allegando le fotografie del complesso nella sua edizione definitiva e quella dei primi sei complessi ultimati, Tenuto conto del brevissimo te mpo a disposizione (l 'ordine di studio fu del 12 dicembre u.s., l' approvazione del progetto a fine gennaio, le prove del primo esemplare e il «via» definitivo il 5 marzo), e delle caratteristiche principali del cannone da 90 e del carro M.14 già esistenti e che non si potevano più modificare, si è dov uto ricorrere a di versi compromessi, previsti fin dall' inizio, o nde realizzare un complesso per quanto armonico ed efficie nte. T uttavia la realizzazione, per quanto suscettibile di miglioramenti di dettaglio, ha portato ad un'a rma completa ed organica di efficacia e re ndime nto forse s uperiori a quanto inizialmente previsto. Pe r quanto riguarda l' a rtiglie ria, del complesso da 90/53 e.a. mod. 4 1, s i è uti lizzata solo la massa rinc ulante, ovverossia è stato necessario disegnare e costruire ex novo: - la c ulla, onde sopprimere g li equilibrato ri ed ottenere il bilanciamento a peso della massa oscillante; - l' affustino; - il sottaffusto; gli organi di manovra a doppio comando in direzione e in elevazione; - le s istemazioni dei congegni di puntame nto; - le trasmissio ni di sparo; - la scudatura; - la s icurezza di fuoco in marcia con otturatore carico; - gli accessori e ricambi relati vi; - i rimorchietti portamunizioni. Pe r qua nto riguarda lo scafo de l carro M. 14 sono rimaste praticamente inalte rate solo poche pia~tre . Infatti lo scafo è s tato allungato di ci rca 17 cm. e la sospensione è stata s posta ta indietro in modo da assicurare una migl iore ripartizione dei pesi.


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Il motore, che nell'M. 14 è sistemato nella parte posteriore, é stato portato in avanti in modo da lasciare libera la piazzuola per il cannone. La circolazione acqua e o lio ha subìto notevoli varianti per necessità di diminuire gli ingombri. La scudatura dei serventi, in un primo tempo prevista di ampiezza limitata, è stata aumentata per dare una migliore protezione contro il Liro delle armi portatili, sia frontalme nte sia lateralmente e dall'alto. Questa scudatura ha consentito inoltre la migliore sistemazione della apparecchiatura R.T. che si presentava particolarmente difficoltosa. Per quanto riguarda le dotazioni individuali, il semovente deve fare affidamento anche sul trattore porta munizioni (carro L 6 trasformato), che va considerato un complemento inscindibile del complesso come il cassone rispetto al cannone. Ricorrendo a vari accorgimenti, il peso del semovente rifornito, con equipaggio e 6 colpi a bordo 1, è stato contenuto in 15300/ I 5400 Kg. e cioè 800 Kg. in meno di quanto previsto all 'inizio dello studio. Tuttavia esso pesa circa una tonnellata in più del carro normale M.14/41. Le prestazioni complessive istantanee su strada e su terreno sono però ancora sufficientemente buone e prossime a quelle dell'M.14. Naturalmente le 12restazioni massime non devono essere richieste che in casi assolutamente eccezionali e per breve durata, per evitare surriscaldamenti del motore, avarie alle trasmissioni e fusioni delle guarnizioni dei rulli portanti, In pratica, si dovrebbe considerare come velocità massima su strada i 20/25 Km/h anziché i 35 Km/h quali si possono effettivamente raggiungere in piano su rettilineo. Tenendo presenti le Vostre precise direttive. ci siamo preoccupati di approntare tempestivamente non soltanto i complessi, ma tutta l'unità combattente e cioè il semovente 90/53, il trattore porta-munizioni (carro L 6 trasformato) ed i relativi rimorchi, nonché i 15 carri comando. Di questi ultimi - identici a quelli dei semoventi 75/18 - IO sono g ià stati a llestiti e collaudati ufficialmente e 5 saranno sicuramente approntati entro il mese. Dei 30 carri L 6 da trasformare, ce ne sono pervenuti a tutt'oggi soltanto 7: il primo trasformato è partito stamane coi sei complessi semoventi. Gli altri 23 carri ci sono stati preannunciati in arrivo per la corrente settimana: in tal caso, lavorando ininterrottamente senza un'ora di sosta (né notturna, né fest iva) come lo Stabilime nto Fossati ha fatto finora per i semoventi, potremo consegnarli tutti entro il mese. Per i 30 rimorchi, la Ditta Vi berti di Torino, alla quale sono stati ordinati, ci dà buon affidamento di consegnarli gradualmente fra il IO e il 30 del mese.

Le promesse furono mantenute e l' ing. Rocca poteva comunicare al gen. Pie tro Ago, Presidente del Comitato Superiore Tecnico Armi e munizioni, in data 23 aprile successivo: con ri fe rimento alla te lefonata che mi sono permesso di farVi ieri mattina, ci è pervenuto ne l pomeriggio l' ordine di movimento per 11° 12 complessi semoventi, n° 12 tratt01i porta-munizioni. Le spedizioni avvengono oggi ed abbiamo così consegnato regolarmente n° 24 complessi e 11° 19 trattori. Abbiamo pronti fin da l 18 corrente 11° 6 carri comando, per i quali non è ancora pervenuto l'ordine di movimento . Col 25 corrente, secondo l' impegno preso con Voi, noi avremo ultimato, per quanto ci riguarda, gli ultimi 6 complessi; tuttavia la Marelli ci ha comunicato di poter spedire soltanto domani una parte dei materiali radio, per cui i complessi saranno pronti alla spedizione soltanto il giorno 28 e cioè sempre entro il corrente mese. Col 26 corrente mese saranno invece regolarmente pronti alla spedizione gli ultimi 11 trattori porta munizioni e gli ultimi 9 carri comando. Per i rimorchietti po1ta munizioni prodotti dalla Ditta Viberti di Torino, ne è pervenuto sinora soltanto un esemplare regolarmente collaudato. Tuttavia la ditta produttrice assicura di eseguire le consegne entro il mese, con pochi residui per i primissimi di maggio2.

errato: la riservetta di bordo ospitava - come fu evidente nella foto pubblicata già nel 1971 da N. Pignato nel suo Atla111e N. 2 a pag. 55 - 4 + 4 granate. L'errore compare su tutte le pubblicazioni militari ed è confermato dall' osservazione di altre fotografie. 2 Entrambe le lettere in Archivio Ansaldo, Fondo Rocca.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATrlMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

La commessa, passata il 17 gennaio 1942, come si evince da questi documenti, riguardò 30 esemplari.

Descrizione Già dalla lettera dell'ing_ Rocca appare chiara la configurazione d i questo originale cannone semovente, che a partire dalla sua apparizione troverà imitatori sia fra i progettisti tedeschi che in quelli statunitensi_ Si può aggiungere che dopo la consegna ai Reparti furono effettuate leggere modifiche di dettaglio, riscontrab ili dall 'esame delle fotografie. L'Ansaldo progettò un semovente contraerei sullo stesso scafo, con piattaforma di tiro abbattibile, ma del quale ci resta unicamente l'immagine di un modello in legno, datata settembre 1942.

Impiego tattico Le formazion i e organici dei tre gruppi semoventi da 90/53, in corso di costituzione presso i depositi del l O , 2° e 15° reggimenti artiglieri a di Corpo d 'Armata di cui alla circ. 0025050 del 27 gennaio 1942 furono fissati con circ. 0034100 dello S.M.R.E. in data 14 maggio successivo e prevedevano un ' assegnazione d i personale e di mezzi sensibilmente superiore a que lla prev ista dalla formazione precedentemente adottata per i gruppi da 75/18 semoventi. Gli s pecchi 3 contemplavano infatti il Gruppo, su 2 batterie e 1 reparto munizioni e viveri (R .M. V.), per un totale di 18 ufficiali, 24 sottufficiali, 235 artiglieri , 68 conduttori di motomezzi , 23 conduttori d i mezzi corazzati, con 4 autovetturette, 4 carri corazzati comando, 12 A.S. 37 oppure L/39, 8 L/6, 19 autocarri pesanti , 9 leggeri, 8 semoventi, 1 autofficina, 7 motocicli monoposto, 7 biposto, 4 mototricicli, 8 rimorchietti porta munizioni, 12 rimorchi unificati, 3 mitragliatrici e 38 stazioni radio. Le formazion i provvisorie di guerra del Comando cli raggruppamento di artiglierie semoventi da 90/53 comprendevano comandante e ufficiali del comando (12) e reparto comando con autocarreggio (I ufficiale, 6 sottufficiali, 89 artiglieri, 22 automobilisti, l conduttore mezzi corazzati, con 1 autovettura, I autovetturetta, 1 autocarro pesante, 9 autocarri leggeri, 1 carro corazzato comando, 6 motocicli biposto, 12 mototricicli, 6 biciclette, 1O stazion i radio delle quali 8 R.F.2 C.A. - di riserva - e 2 R.4 A. per il collegamento aeroterrestre , 1 rimorchio unificato). Gli affusti semoventi vennero così distribuiti: dal R.E. 5799 al 5886, al CLXI Gruppo da l 5807 al CLXII, dal 5808 al 5829 ai CLX II e CLX IIJ, per un totale di 30 unità. I carri comando ebbero targhe da 5830 a 5843. Il 20 lug lio 1942 fu diramata dall' Ispettorato del l'Arma di Artiglieria la c ircolare n. 16500 S, nella quale si presentavano le caratteristiche del materiale, la costituzione delle unità, i compiti e criteri d 'impiego (azioni di arresto, di spianamento, di interd izione e di controbatteria). La minuta della circolare è stata già riportata integralmente da chi scrive in altra pubblicazione4 e sarebbe troppo lungo riassumerla in questa sede.

3 Stato Magg iore R. Esercito. For111azio11i e organici dei gruppi semoventi da 90/53 e Forma::,ioni provvisorie di guerra del Comando Rgpt. di artiglierie semovenli da 90/53, copie in A. AA. 4 Pignato, Nicola, Mororiii!!!, Le truppe corazzate italiane 1919-1994, G.M.T., Trento. I 995, pp. 123- I 31.


SEMOVENTI

36 1

Il 27 aprile, intanto, i Gruppi assumevano la numerazione a fianco di ciascuno indicata: - gruppo da 90/53 - dep. I O rgt. a rt. d i C.A. (Casale Monferrato) - CLXI; - gruppo da 90/53 - dep. 2° rgt. art. di C.A. (Acqui) - C LXII ; - gruppo eia 90/53 - dep. 15° rgt. art. di C.A. (Pietra Ligure) - CLXIII e venivano assegnati a11'8" Armata con destinazione in Russia. Tale destinazione venne mantenuta nonostante il Supercomando ASI (Africa Settentrionale Italiana) cons iderasse «molto utili in quello scacchiere i semoventi da 90 anche in relazione us ura e perdite subite mezzi corazzati», come da dis paccio invi ato il 26 g iug no s uccessivo al Comando Supremo. Ma il Maresciallo Cavallero fu irremovibi le , e dopo un breve ripensamento, ne annullò il 12 luglio il trasferimento in que llo scacchiere. I tre gruppi erano stati g ià riuniti nel 10° raggruppamento, che successivamente venne denominato I0° Rgpt. artiglieria controcarro eia 90/53 semovente. Nel corso de l suo addestramento e completamento, effettuati a Nettuno, si procedette anche ad apportare miglioramenti di dettaglio a i materiali, e questo già a partire dal maggio 1942. Si dovette comunque atte ndere il 16 agosto 1942 per l' adozione in servizio dei semoventi da 90/53 e relativi carri comando (Dis posi zioni Speciali per l'Armamento, il Munizionamento e l'Automobi lismo, Dispe nsa 163, parte 1). Lasciati a Nettuno 6 pezzi di riserva e per esperienze, lo S.M.R.E. ordinò il 16 ottobre 1942 che il 10° fosse pronto a partire con i C LXI e CLXII e la 63a offic ina mobile pesante subito; il Comando e il CLXIII non appena ultimata la messa a punto. Ma la destinazione fu un 'altra : estremo sud , alle d ipendenze del Comando artiglieria FF.AA. Sicilia (6" Annata). Giunto ne ll ' isola il 15 o 17 o 18 dicembre 1942, il 10° Raggruppamento a. e.e. da 90/53 semovente, al comando del col. Ugo Bedogni , fu dislocato come segue: - Comando 10° Rgpt. a Canicattì (AG) circa 40 km all'inte rno da Porto Empedocle, e cioè in posizione centrale rispetto a lla costa meridiona le della Sicilia; - Comando CLXI Gruppo (magg. Carlo Bosco), dapprima a Canicattì, poi a San Michele di Ganzaria (CT); - Comando CLXII Gruppo (ten.col. Costantino Rossi) a Borgasati, a E. di Salemi (TP) ; - Comando CLXIII Gruppo (magg. Vittorio Cingolani) a Paternò (CT). Al momento dello sbarco (10 luglio 1943) a Licata, la 3.a Divisione statunitense si trovò ad essere contrastata dalla 207 .a Divisione Costiera del gen. Ottorino Schre iber. Questi richiese per tre volte l' intervento del 10° contro i mezzi corazzati avversari, e finalme nte il Comando del X H Corpo d 'Armata poté inviare il CLXI in direzione della stazione di Favarotta. Ma intanto questa era già in mano al ne m ico, e la linea fu stab ilita più a N, a Campobel lo di L icata. Durante il contrattacco sferrato all ' alba dell' 11, tre semoventi rimasero distrutti. Il Comando del X II Corpo inviò a llora di rinforzo gli 8 semoventi del CLIII e poi il CLII già a Gibell ina (TP) ma l'azione fallì, pur se l' attacco americano venne arrestato dal Gruppo mobile Schreiber. Il 17 luglio restavano a questo soltanto 4 semoventi in efficienza. Il CLXII, spostato il 23 su Nicosia (EN) alle dipenden ze de lla Di vis ione di fa nteria Aosta del gen. R omano, con la quale operò; fu poi aggregato (per una batteria) alla 15" Panzer Division. Il 6 agosto, i tre se moventi superstiti spararono g li ultim i colpi. Due d i essi riuscirono a raggiungere Messina il 18 agosto : nessuno, pare, riuscì a varcare lo stretto.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATrJMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Il 31 agosto lo S .M.R.E. disponeva lo scioglimento di tutto il raggruppamento, assegnando il personale rientrato dalla Sic ilia al deposito del 2° rgt. art. di C.A. di Acqui (AL). Per q uanto decorato di M.A. V.M., e citato nel bol lettino di guerra del 24 lug lio, il 10°, pur sacrificandosi con gravi perdite, non riuscì, a dispetto della potenza dei suoi mezzi, praticamente nuovi, a fermare a distanza i corazzati avversari5 . I motivi possono essere stati molteplici: - dispersione del raggruppamento in una zona troppo estesa e priva di buone rotabil i; - errori nell'impiego e ritardi nell'affluenza ai settori minacciati; - terreno d'impiego collinare e inadatto alla manovra di mezzi così delicati; - scarso addestramento. Si può anche supporre che nel particolare ambiente operativo il semovente, che del resto gli stessi progettisti riconoscevano appesantito (ma certo non di più delle protezioni aggiunti ve di cui ordinariamente i nostri carristi usavano caricare i loro carri M in Africa), abbia dato luogo ad inconvenienti meccanici. In realtà, delle numerose foto pervenuteci , due sole mostrano esemplari effettivamente colpiti (uno da destra, l' altro da sinistra nel motore, ma sempre lateralmente). Una terza immagine ne mostra uno sabotato; altre mostrano quattro semoventi abbandonati apparentemente intatti. Uno di questi è quello poi trasferito nel Maryland, come si desume dalla scritta TO COMMANDING GENERAL ABERDEEN PROVING GROUND ABERDEEN MARYLAND CAPTURED ENEMY MATERIEL sulla fiancata sinistra dello scudo. Quando il semovente (il targato 5825 per la storia) finita la guerra, vi fu esposto, come documentato da una fotocolor, la scritta fu cancellata con vernice verdastra senza rifare la chiazzatura, salvando però il disti ntivo. Stranamente, poi, fu obliterata in quella occasione anche la targa anteriore. L'Esercito germanico si sarebbe impossessato , dopo l'armistizio, dei semoventi da 90 rimasti a Nettuno. Tuttavia non ci è pervenuta documentazione di un loro eventuale impiego, eccezion fatta per una foto, scattata alla stazione ferroviaria di Roma, che mostra, su un carro fenoviario danneggiato, un semovente con la mimetica orig ina le (ai reparti erano state sovrapposte a spruzzo, a lla colorazione grigioverde, chiazze color sabbia) e con un rettangolo, alla base de lla scudatura laterale, in una tinta sabbia più chiara su cui era dipinta la Balkenkreuz. Al semovente Ja normativa tedesca aveva assegnato la designazione di gepan.zerte Selbfahrlafette 90153 (i) 801 .

Consulerazioni Dell'effettivo valore del 90/53 in versione semovente (a parte la bocca da fuoco, la cui riuscita è indiscutib ile) non s i possono quindi che formulare delle congetture. Obbiettivamente, il peso dell'installazione era leggermente superiore al limite ammesso dalla portata dello scafo, costringendo il motore a lavorare a carico massimo. Ne risultava quindi, nei confronti del citato carro medio, una minore velocità e manovrabilità.

5

Secondo quanto testimoniato da Renzo Toniolo, ali' epoca sottotenente della l " baneria del CLXI, ben 9 carri armati Sherman , tra i q uali - come narrato nel volume cli Perkings & Rogers, Roll Again Second Armored. The Prelude 10 Fame 1940-43 - quello dello stesso Perkings, furono messi fuori combattimento solo ad opera della sua batteria, nonostante questa fosse sottoposta al fuoco di mortai avversari.


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Fu anche lamentato che, per aprire il fuoco, il semovente doveva fermarsi ed alcuni serventi dovevano lasciare il posto che occupavano durante la marcia e portarsi intorno al pezzo. E, inoltre, che per i lunghi percorsi, su strada ordinaria, il complesso doveva essere trasportato sull 'apposito carro rimorchio. Il problema della vulnerabilità dell'equ ipaggio era però attenuato dall a distanza alla quale il pezzo poteva aprire il fuoco (gittata massima utile, terrestre 14 km), che lo metteva al sicuro dal tiro delle armi portatili. C irca l'efficacia e la precisione della bocca da fuoco, considerata il miglior pezzo controaerei di tutti gl i eserciti dell 'epoca, non si può dubitare. Progettata nel 1938 e collaudata nel 1939, era superiore al celebre 88 tedesco. Il munizionamento, oltre la granata controaerei (V 850) che qui non interessa, comprendeva il cartoccio granata a percussione, il tipo antisbarco (v 0 7 10-592 m/sec) e quello perforante (758 m/sec). Es.isteva anche una granata semiperforante da 90/53 e 90/42 (800 m/sec). Non fu realizzato munizionamento E.P. (a carica cava), ancorché in un primo tempo previsto, in quanto quello a dispos izione g ià era in grado cl i mettere fuo ri combattimento quals iasi carro nemico (perforazione: 100 mm di corazza a 1000 m). 0

R icorderemo, per concludere, che l' Ansaldo non abbandonò la speranza di real izzare una versione cingolata del cannone utilizzando lo scafo M 42 dal motore di maggiore potenza. Nel settembre 1942, infatti, fu progettato un semovente controaerei simi le a quello ideato dai tedeschi sullo scafo del Panther e ne fu realizzato il modello in legno. La costruzione sperimentale di questo e di nuovi tipi di autocannoni armati con il 90/53 fu sospesa dopo 1'8 settembre 1943.

Caratteristiche 1. Generalità

Semovente da 90/53 (scafo M/4 1 modificato) Denominazione Fiat-Ansaldo Costruzione 15,7 Peso t 2 (i serventi viaggiavano su altro veicolo) Equipaggio uomini 9,2 Rapporto CV/t 2. Dimensioni Lunghezza m 5080 2150 Larghezza m Altezza m 0,410 Luce libera m 0 ,270 Larghezza cingolo m 3. Armamento l cannone da 90/53 4. Meccanismo di elevazione e brandeggio: manuali. Settore di tipo verticale da -5° a + 19°; orizzontale 90° 5. Munizionamento 8 cartocci-proietto da 90/53 5. Apparati ottici alzo ottico; 2 cannocchiali panoramici


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GLJ AUTOVEICOLI DA COMBA"ITIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

7. Protezione mm Frontale Laterale Posteriore Cielo Fondo 8. Comunicazioni 1 ricetrasmittente RF 1 CA 9. 10, 11 , 12 Vedi Carro M 14/41 13. Prestazioni Velocità max su strada km/ h idem fuoristrada Raggio di volta m Pendenza max sup. % Pendenza statica trasversale Gradino m Trincea m Guado m Autonomia s u strada km idem fuoristrada ore Consumo g/ km

30

25 25 15

6

25 10 4,50 80 »

0,80 2 1

150 8 1000


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Semovente da 90/53 su scafo M 41 modificato


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GLI AUTOV EICOLI DA COMBATTIM ENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

1. Lo studio de ll' installazione . La bocca eia fuoco è un mode llo in legno a grandezza naturale. Lo scafo è già quello defi nitivo.

2. Il sem ovente alle prove di tiro, a Genova il 5 marzo 1941.


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3. Il prototipo del semovente da 90/53.

4. Sistemazione dei serventi e dell'apparecchiatura radio di bordo.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1 945

•

5-6. Versione di serie del semovente da 90/53.


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7. Un equipaggio posa, in Sicilia dava nti al s uo semovente (RE 5805). 11 distintivo del gruppo - un quadrifoglio - è visibile sulla parete laterale dello scucio.

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Rimorchio trasporto munizioni (da 90/53)


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8. Il carro L 6 per il trasporto delle munizioni, che portava 26 granate. In seguito la mitragliatrice Breda 38 fu dotata cli scudo.

9. Lo stesso con il rimorchiet10, che poteva portarne altre 40. La proporzione e ra di 2/3 granate ordinarie e 1/3 perforanti.


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10. II rirnorcbietto biga mod. 42, per rifornimenti in combattimento . Real izzato dalla Viberti e modificato secondo quanto richiesto dallo Stato Maggiore. Fu adottato il 5 gennaio 1943.

11 . Lo stesso con i portell i aperti. Aveva una portata cli J 500 kg. Il cassone poteva ospitare casse per cartucciame. proietti eia 75 o da 90 mm. casse di cottura o due fusti di carburante o acqua.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBA1TIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

SEMOVENTE DA 105/25 M 43 Sviluppo e produzione Le o rigini cli q uesto semovente sono così riassunte nella relazione Ansalclo 1: li J5/4/42 l'Amministratore delegato dell' Ansaldo in un colloquio avuto con il Generale AGO rese noto che da parte degli stabilimenti Artiglieria e Fossati si stava studiando la sistemazione dell'obice da 105 sullo scafo del P.40. Nel settembre 1942 il Fossati veniva ufficialmente invitato dall'Ispettorato dell'Arma di artiglieria a prendere in esame ed accordarci con la O.T.O. per studiare l' installazione di obici da 100- 105 su veicoli corazzati derivati da quelli attualmente in corso di produzione2. Senonché, in sede di studio per la trasformazione del carro armato P.40, onde renderlo atto a ricevere l'obice da 105, lo stabilimento artiglieria di Genova, che aveva già costruito l 'obice di visionale da I05/20 si era preoccupato, cli propria iniziativa e con tutta urgenza, di allestire un'altra massa oscillante da 105(25), adattata per l' installazione su semovente. Questa costruz ione fu ultimata il 16/1 /43 e il 28/1/43 il c ampione ciel semovente in questione (il cosiddetto bassotto), dopo aver e ffettuato le prove preliminari di marcia e tiro, era pronto per l'esame eia pane dei delegati ciel ministero. Lo studio era impostato sulle seguenti basi: a) postazione d ' insieme sensibilmente identica al semovente su P.40; b) alimentazione a benzina anziché a gasolio, per indisponibilità di quest'ultimo combustibile; c) utilizzazione cli gruppi e complessi già di produzione corrente (M 42); d) dimensioni molto ridotte rispetto al semovente su P.40; e) peso inferiore di oltre il 25%.

Fu inoltre evidenziato che - secondo i programmi allora in corso - i primi carri P. ed i semoventi eia 105 sullo stesso scafo non avrebbero potuto essere operativi, al più presto, se non ne ll'autunno ciel 1943; invece i nuovi se moventi su carro M avrebbero potuto e ntrare in servizio molto prima. Il nuovo materiale fu esami nato il l O febbraio 1943 dall'Ispettore delle Truppe Motorizza te e Corazzate e eia quello cieli ' Arma di Artiglieria 3. Dopo le rituali prove valutative al Centro Studi Motorizzazione (il campione fu presentato il 27-2-1943-XXI) già con alcune varianti ed approvato previa ulteriori mod ifiche e mig lio rie da apportare allo scafo), esso venne sollecitamente adottato con foglio prot. 118692 del Ministero della Guerra - Gabinetto, in data 2 aprile 1943 Anno XXI, a firma del Sottosegretario di Stato Sorice. Lo riportiamo per esteso: Oggetto: Semovente da 105/25. Adozione in servizio.

È stato sperimentato con risultati soddisfacenti un pezzo semovente da 105/25 su scafo derivato da que llo ciel carro armato M 42, realizzato dalla Ditta Ansaldo di Genova. Il mezzo ha le seguenti caratteristiche e prestazioni principali: - peso T. 15,6 - protezione : - frontale superiore mm 70 - frontale superiore inclinata » 50 - laterale superiore » 45 - laterale inferiore » 25

1 Archivio

Rocca 14.51.b. Rela::,ione sull'auivitcì dell'A11saldo S.A. dal 1939 al 1943, pp. 50-51.

2 Un documento dell'Archivio Storico Ansaldo (Pro-Dic 7-11-42 XXI), pubblicato in Pignato, Nicola, I mezzi

corazzati italiani I 939-1945, Storia Militare, Parma, 1996, p. 16-17, riporta di un Semovente P 40 da 105/23. previsto in 60 esemplari il 4 settembre 1942 e ridotto a 50 il 9 successivo. 3 Probabilmente a Genova. Le fotografie recano tale data.


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- posteriore - armamento: - I cannone cal. 105/25 - 1 mitra Breda 38 cal. 8 - velocità massima su strada - motore a benzina

»

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25

km/h 40 Cv. 192

Su proposta dello S.M.R.E. e concorde parere degli enti tecnic i interessati, ne determino l'adozione in servizio con la seguente denominazione: «Semovente ùa I05/25»

Nel promemoria per l'A ltezza Reale (Ispettore de l! ' Arma di Fanteria) re lativo al provvedimento, si aggiungeva che: a) - la produzione in serie del carro armato M 42 è già in atto dal 1942 e ne sono stati allestiti in tuno 120 esemplari. Nel corrente anno, invece, ne saranno approntati solamente 100 esemplari. Ciò perché è stato ritenuto più conveniente utilizzare g li scafi di tale carro (che è armato con cannone da 47/32 fsic, ma da 47/401) per l'allestimento cli semoventi armati con cannoni di calibro maggiore (75/18, 75/34, 105/25). Lo scafo però di detti semoventi, rispetto a quello dei caJTi M 42, è più lungo (m. 19 rsic. ma cm. 191), più basso e viene denominato scafo M 43 ; b) la produzione in serie del 105/25 avrà inizio dal luglio p.v. nella misura di circa 30 esemplari (di cui JO carri comando) al mese4 .

Il 25 febbraio fu passata un'ordinazione di 10 masse oscillanti e, al 30 giugno 1943, l' Ansaldo Genova aveva g ià prodotto i primi complessi. Quanto sopra però contrasta con un documento in data 29 marzo 1943-XXIS, dove si revoca l'ordine d i a llestimento per 8 carri munizioni per semoventi M 43 e si programma l'introduzione, a partire da lug lio, di 130 semoventi da 105/23 [si noti il calibro], partendo con 30 in luglio e 20 per i mesi successivi, nonché di 60 carri comando su scafo M 43, iniziando con 10 per agosto, settembre, 13 in novembre e 17 in dicembre. L'ordinativo era stato inta nto aumentato (il l O aprile?) a 130 unità ed il 10 maggio a 200; le consegne dovevano iniziare ne ll o s tesso maggio (ciò che avvenne: ai primi del mese se ne poté iniziare la distribuzione a i reparti , 12 al DCI Gruppo e 5 al DCII). In giugno, i quantitativi venivano a ncora aume ntati, dapprima a 266 unità, poi a 4546. Altre fonti - non si sa quanto attendibili - riportano che la prima ordinazione (trasformazione dei 30 esempl ari g ià previsti con 75/34 su M 42) sarebbe stata del 6 marzo 1943, seguita da a naloga commessa per altri 170 esempl ari il 14 aprile; il 17 maggio ne vennero aggiunti ancora 66 ed altri 228 il 26 luglio 1943, per un totale di 494. Questo però co inc ide con quanto contenuto ne l noto documento Ansaldo de l!' Arc hivio Rocca (SEGRETO), datato 5. 11.1 943 e che riporta 30 esemplari prodotti nel 1943 e 464 ancora da costrui re. Da altro documento 7 si apprende che la ripartizione della commessa di 325 veicoli corazzati su scafo M. 43 fu discussa il 12 luglio 1943, mentre il 9 luglio si era deciso il programma conse-

4

Copia dei documenti in A.AA.

5 Stato Maggiore R.Esercito, Ufficio Servizi I (SEGRETO), n. 3 13076 cli prot. all"oggetto: Programma di allestimen10 mez.::J coraz.za1i su scafo M 42 ed M 43 per il 1943, copia in A.AA. 6

Comitato per la Storia del!' Artiglieria ltaliana. Storia de/l'Artiglieria l!aliana. Voi. XV. pp. 547-548.

7 S.M.R.E. Ufficio Servizi I. Elenco del/e pra1iche rrarrate nel/a prima quindicina del 111ese di luglio / 943 XXI

- A fimrn ciel Sotto Capo cli S.M. Intendente.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DEI-L'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

gne mensili di masse oscillanti per semoventi M 43 realizzabili nel 2° semestre 1944. L'adozione in serviz io de ll a massa oscilla nte (ribattezzata da 105/25) venne sanzionata so lo in séguito; il foglio del Ministero della Gue1n - Gabinetto, Prot. N. 149873/142.31.2, firmato dal Ministro Sorice è infatti datato 12 agosto 1943 e così recita: Presso il 1° Centro Esperienze Artiglierie sono state portate a termine le prove sperimentali della massa osci llante per semoventi da I 05/25. Visti i soddisfacenti ris ul tati ottenuti, sentite le favo revoli conclusion i de lla commissione o mologatrice e il concorde parere dell'Ispettorato dell' Arma di Artiglieria, su proposta dello S.M.R.E. ne detenni no l'adozione in servizio con la denominazione «OBICE DA 105/25 PER SEMOVENTE».

La produzione del Semovente su scafo M 43 riprese dopo l'Armistizio : un nuovo documento Ansaldo8 riferisce di 29 semoventi a rmati con cannone da 75/34 (IO prodotti nel 1944 e 19 ne l 1° trimestre 1945), 11 con il 75/46 (8 nel 1944 e 3 nel 1945) e ben 9 1 da 105/25 (24 dal 9 settembre al 31 dicembre 1943 e 67 nel 1944). A questi ultimi vanno aggiunti 26 già del R. Esercito p iù uno recuperato previa riparazioni9 . Il medesimo documento riferisce altresì della produzione di 142 complessi da 75/34 per semoventi M (54 già prodotti per le FF.AA. italiane e destinati a ll 'O.K.H. , p iù 20 di nuova costruzione dal 9 settembre al 31 dicembre 1943, più 68 costruiti nel 1944), di 7, tutti prodotti nel 1944 da 75/46 per semoventi M 43 e di 88 da 105/25 ( 16 già prodotti per le FF.AA. italiane e destinati a ll 'O.K.H., più 17 di nuova costruzione e prodotti dal 9 settembre al 3 1 dicembre 1943 e 55 realizzati ne l 1944). Q uesti dati sono in co ntrasto, per q uanto concerne il semovente da 75/46, con quanto riportato circa gli esemplari prodotti (che sarebbero stati 11), giacché di norma s i costruiscono più bocche da f uoco che affusti, semoventi o meno. Tuttavia le fotografie pervenuteci mostrano, di tale semovente M 43 , un prototipo e sei esemplari di serie, corrispondenti esattamente al nu mero dei complessi. Le denominazioni germaniche per tali materiali furono: - Sturmgesch.ùt-;, M 43 mit 75134 (851 ) ( i); - Stunngeschii.t: M 43 mit 75146 (852 ) (i); - Stunngeschtitz M 43 mit 105/25 (853) (i) Leggerme nte d iverse sono le c ifre d i fonte germanica: 1944 Totale Tipo 1943 10 10 StuG M 43 7 ,5 cm L/34 7 7 StuG M 43 7 ,5 cm L/46 3710 8 79 StuG M 43 10,5 cm L/25 A questo proposito dobbiamo citare anche una fonte « resistenziale» che indica 88 M 43 no n meglio specificati prodotti dal 1° gennaio 1944 al 21 luglio 1944 ed altri 9 dal 20 settembre al 13 novembre dello stesso a nno prodotti alla Spa di Torino 1I .

Bollettino mensile DIC-PRO Ansaldo (SEGRETO) dal titolo Produzione Sta/Jili111e11to «Ansaldo» I O rrimestre 1945, totale dal 9-9-1943, copia in A.AA. 9 Un esemplare, anch ·esso g ià del R. Esercito. fu inquadrato nel Gruppo Corazzato leuncello dell' Eserc ito Nazionale Repubblicano. 10 OKH-Heereswa_ffenamt, Dienstelle ltalien, 27 febbraio 1945, in SpieJberger W.J., Militiùf ahrzeuge, B and 12, Stoccarda, Motor Buch Verlag, p. 298. 11 Le11era al Com itato di Agira:,ione Provinciale a l CNL del 26 novembre l 944, in Archivio Istituto Storico della Resistenza, Torino. 8


SEMOVENTI

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Nel dopoguerra un certo numero di pezzi da 105/25, modificati in modo da poter utilizzare il mun izionamento da I 05/22 (J 05 mm. Howitzer M2, M2AJ, M4), furono destinati all'armamento delle opere difensive cli frontiera.

Descrizione Una pubblicazione della Fiat-Ansaldo 12 riporta che il Semovente eia 105/25 utilizza i gruppi motopropulsori del Carro Armato tipo M. 42 sistemandoli in uno scafo convenientemente modificato sia nelle dimensioni che negli spessori. In linea cli massima, lo scafo è allargato di 190 mm rispetto ai veicoli M . 42, è stata eliminata la lamiera anteriore curva sostituendola con due lamiere piane; la paratia tra camera motore e camera di combattimento è stata spostata, lato motore per 200 mm e ciò allo scopo di avere una camera di combattimento cli maggiore ampiezza. Infine sono stati notevolmente maggiorati g li spessori delle corazze costituenti la torretta fis sa, unendo le stesse con saldatura elettriche. L'altezza totale del veicolo è sensibi lmente ridotta rispetto a quella dei semoventi M.42, per la minore altezza dello scafo vero e proprio, e per la minore luce libera dal fondo scafo a terra. Il semovente da 75/46 s u scafo M.43 d ifferi sce dal semovente da 105/25 per aver s istemato al posto del cannone d a 105/25 un cannone da 75/46 ed avere all'esterno della torretta fissa una scudatura supplementare. Il cannone da 75/46 è inte rcambiabile con quello da 105/25 e per conseguenza i due mezzi sono sostanzialmente uguali ad eccezione dell'armamento e del munizionamento. Nella camera di combattime nto sono allogati in tre distinti scaffali n. 42 proiettili per cannone da 75/46 e circa 500 cartucce per mitra A.A. cal. 8.

Impiego tattico L'impiego era previsto in appoggio immediato dei carri P 40, da parte dell'artiglieria della divisione corazzata. L' introduzione di questo materiale dava la possibilità d i un p iù potente concorso a ll'appogg io ed all ' arresto, ed avrebbe permesso cli svolgere con i semo venti un'azione normale di controbatteria. Le formaz ioni provviso rie cli guerra del gruppo di batterie semoventi da 105/25 erano state così stabilite: - 2 1 ufficiali , 32 sottufficiali, 248 artiglieri , 95 automobilisti conduttori di automezzi e 20 conduttori di mezzi corazzati; - 5 autovetturette, 5 carri corazzati comando, l vettura comando, 3 trattori cingolati con carrello per ricupero carri, 23 autocarri A.S.37 o L.39, 24 leggeri , 9 medi, 12 semoventi da 105/25, J autofficina, J autocarro con serbatoio per acqua, 8 moto monoposto, IO biposto, 10 mitragliatrici, 37 stazioni radio. Lo scaglionamento delle munizioni (per pezzo - tutte cartocci-granata E. P.) era il seguente: - con la batteria: 48 colpi col semovente e altri 48 con autocarro porta-munizioni; - con il R.M.V., 120, per un totale di 216 colpi.

12 CARRO ARMATO FIAT-ANSALDO Modd. M 42-M43, Norme d'uso e ma11111enzio11e . 2" Edizione, Torin o Aprile 1944 - XX, p. 173 e segg.


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GLI A UTOV EICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Al momento dell'Armistizio se ne contavano 5 gruppi. Di essi risultano effettivamente completati il DCI ed il DCII che furono passati in rassegna dall'Is pettore del! ' Arma d i Artiglieria in località Colle della Cinfonara, a sud di Nettunia (RM), il 7 .09.43. Il DCI Gruppo del 235° Rgt. Artigl ie ri a Corazzata «Ariete Il» ebbe occas ione di scontrarsi con le truppe germaniche durante il tentativo di difendere Roma il 9 successivo. Il primo M 43, targa 5846 (produzione 1943) risulta consegnato il 2 luglio l 943 alla Scuo la di Nettunia. Ne seguirono 12 targati da R.E. 5847 a 5858. Altri semoventi assegnati al DCI Gruppo il 14 agosto 194 3 a Nettunia (RM) erano stati immatricolati il 6 agosto 1943 con targhe da R.E. 5863 (meno 5872) a 5874. S i conoscono invece le targhe dei carri comando M 42 assegnati al secondo e terzo gruppo da 105/25: - da 6413 a 64 18 (20 lug lio 1943, l' ultimo 6 agosto 1943) destinati al DCll; - da 6419 a 6423 (6 agosto l 943) destinati al DCIII, sempre a Nettunia. In segu ito. molti semoventi di questo tipo presero parte, nelle file dell 'Esercito germanico, alla campagna d 'Italia. È stato accertato che i tedesch i ne avevano ord inati g ià il 5 o ttobre 1943 un lotto di 60 esemplari da l 05/25 e, successivamente, altri. Risulta inoltre che, al 31 dicembre 1943, 25 semoventi erano in servizio con la 336.a Div is ione di Fanteria e la 26.a Corazzata impegnate in Italia e che un anno dopo (al 30 dicembre 1944), 66 ne erano in servizio con i Gruppi di Armate C ed Fin ftalia e nei Balcani 13. Sembra che invece tutti i semoventi M 43 da 75/34 e 75/46 siano stati impiegati in Ital ia alla fine del 1944 ed al l' inizio del 1945 14 . Il relitto del prototipo da 105 fu fotografato nell' immediato dopogue1Ta in un cimitero di carri armati presso Anzio. Due semoventi M 43 da 105/25 furono recuperati dalle truppe italiane che risalivano la penisola nel 1944 15 ed almeno un M 4 3 da 75/34 ri su lta recuperato intatto da e lementi del C. V.L. nel 1945. È probabile che quelli non distrutti in combattimento siano stati demo I i ti dopo la fine delle ostilità, ivi compreso quello g ià in dotazione - da l fe bbraio 1944 all 'aprile 1945 - allo Squadrone Comando del Gruppo Corazzato Leonce!Lo, di stanza a Polopenazze (BS). Risultano comunque formati nel 1943 i seguenti gruppi semoventi da 105/25: - DC (costituito il 20 giugno 1943, su comando, 3 batterie e R.M.V., per trasformazione del DLX gruppo semoventi da 75/ 18), con 5 carri corazzati comando e 12 semoventi da 105/25 , pe r div. cr. Ariete; - DCI (costituito il 10 giugno 1943), per div. cr. Centauro; - ocm (c.s.); - DCIV (costituito il l O agosto 1943); - DCV (c.s.).

Considerazioni

II semovente da 105/25, generalmente noto con il nome di «bassotto», fu giudicato il migliore mezzo corazzato italiano realizzato durante la Seconda Guerra mondiale. 13

AA.VV. E11cyc/opedia o/German Ta11ks of World War Tu·o, Arms & A rmor Press, Londra 1978, p. 231. Ibidem, p. 232. Secondo la sressa fonre, i tedeschi progettavano cli riarmare tutti i semoventi con il 75/46, pezzo che era s tato modificato in modo eia utilizzare lo s tesso munizionamento ciel Pak 40. l 5 Crapanzano. Salvato re Ernesto, Il Corpo ltalia110 di Liberazione (ago.1 w-sette111bre 1944) S .M.E.U.S. Regionale, Roma, 197 1, p. 205. 14


SEMOVENTI

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Caratteristiche I. Generali De nominazione Produzione Peso t Equipaggio uomini Rapporto CV/t Pressione kg/cmq 2. D imens ioni Lunghezza m Larghezza m Altezza m Luce libera m Larghezza cingolo m 3. Armamento principale secondario 4 . Meccanism i di elevazione e brandeggio 5. Munizionamento

Semovente da 105/25 M 43 Fiat-Ansaldo 15,7 3 (pilota, puntatore e servente-radiote legrafista) 12, I 0 ,98 5,070 2,400 1,740 0,350 0,27

1 cannone da I 05/25 l mitra ca!. 8 per impiego e.a. o fuori del veicolo Elevazione da -10° a +18 °, brandeggio 18° a destra e s inistra, entrambi manuali colpi per cannone da I 05 n° 48 cartucce cal. 8 n° 864

6. Apparati ottic i cannocch iale di puntamento , l iposcopio e l periscopio 7. Protezione mm frontale superiore 70 frontale superiore inclinata 50 latera le superiore 45 laterale inferiore 25 posteriore 25 8. Comunicazioni 1 ricetrasmittente RF 1 CA 9. Motore SPA 15 TB (benzina)l6 N° cilindri e configurazione 8V C ili ndrata Potenza max CV 192 giri al ' 2400 Serbatoio I. 316 10, 11, 12 (v. Carro M 42) !6 Il motore dell'M 43 differiva dall'M 42 nella circolazione della benzina (e ulteriormente il semovente da 75/46 s u scafo M 43), nei serbatoi benzina. nel fi ltro aria ad ol io e collettore. nel motoventilatore per raffreddamento o lio motore: la trasmissione nell'albero presa diretta e supporto posteriore cambio, nell ' impianto di avviamento e cli illuminazione.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MEl\'TO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

13. Prestazioni Ve locità max km/ h idem fuori strada Raggio di vo lta m Pe nde nza max sup. % G radino m Trincea m Guado m Autonomia km ide m fuori strada ore

40 (a ltre fonti Fiat 38,40) n.d . 6,5 40 0 ,80 2, 100

1,00 150

IO


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(t_)

I - Semovente da I05/25 M 43 prototipo 2 - Semovente da 105/25 M 43 (serie) 3 - Semovente da 75/46 M 43

4 - Semovente eia 75/46 M 43 con mitragliatrice su affusto trinato 5 - Semovente eia 75/34 M 43

u

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIM ENTO DELL.ESERC ITO ITALIA NO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Semovente da 105/25 M 43 (serie)


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1-2. Il prototipo del Semovente da I 05/25 su M 43 focografato ali' Ansaldo-Fossati il I O febbraio I 943 accanto al Semovente da 75/18 su M 42 per evidenziare l'aumento della larghezza e l'abbassamento della sagoma.


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GLI AUTOVEl COI.I DA COMBATrIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

3-4. Lo stesso al C.S.M., dopo le modifiche (ivi compresi il montaggio dell'apparato radio e l' aggiunta delle sistemazioni per le taniche).


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERC ITO ITALIA NO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

5-6-7 . li modello di serie del Semovente da 105/25 su scafo M 43 a]J' Ansaldo.

8. Alcuni Ufficiali posano davanti ad un semovente M 43 a Nettunia ( 1943).


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9. Il semovente da 105/25 costruito dopo I' Armist.izio.

JO. Il prototipo del semovente da 75/46 su scafo M 43.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

11. Lo stesso visto lateralmente da sinistra.

12. La versione di serie de l semovente eia 75/46 su scafo M 43.

13. Finite le ostilità , si posa sopra questo semovente da 75/34 su scafo M 43 .


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SEMOVENTI CONTROAEREI Mitragliatrici cal. 8 su camioncini Fiat 1100 C.M. e L.M.R. e cannone da 20 mm Breda mod. 35 su autocarro leggero SPA Il Corpo Truppe Volontarie in O.M.S ., sin dalla fine del 1937 provvide a sistemare su autocarro Fiat 618, in postazione contraerea, le mitragliatrici St. Etienne ed a montare le sue batterie contro aerei da 20 mm su autocarri (Fiat 618 e Ceirano 50 C.M.) per la difesa delle colonne motorizzate dagli attacchi aerei a bassa quota. Fu questa la prima occasione d'impiego bell ico del le nuove Breda mod. 35 . Il pezzo era trasportato nel cassone, sistemato su ruote o su treppiede. Nella Metropoli, come si vedrà, esso sarà sistemato a bordo di un au tocarro leggero (Spa 38 R. o «Dovunque») 1• Parallelamente, dopo le esperienze condotte in Patria nel 1936-37, installando i mitragliatori a bordo dell'autocan-etta 36 P, le mitragliatrici Schwarzlose e Fiat 35 (po i le Breda 37) su particolari sostegni e.a. a bordo d i autocarrette 36, e , successivamente, le stesse mitragliatrici mod. 35 e le mitragliere da 20 nel cassone di autocan-ette 35 e di autocan-i SPA 38 R. La scelta cadde infine su quest'ultimo modello. Fu anche uti I izzato l'autocarro leggero Spa Dovunque 35, sia per le truppe metropolitane che per quelle libiche (che vi installarono, per l'impiego e.a., pure la Schwarzlose 07/12). Per caricare le mitragliere da 20 si dotarono questi autocarri cli rampe ciella lunghezza di 1,80 m circa, poi divenute regolamentari. Tuttavia si videro, s ui «Dovunque» della Ariete sbarcati in Libia alla fine ciel gennaio 1941 , tavole più larghe e di lunghezza di c. 3 m. , mentre rampe metalliche cli eguale lunghezza furo no adottate per altri autoveicoli dello stesso tipo adibiti al trasporto delle mitragliere. Le ruote, che già venivano in genere smontate e agganciate esternamente al cassone, talvolta erano state allargate per evitare l'affondamento nella sabbia. In certi casi, le cassette da 4 caricatori (48 cartocci-granata ciascuna) erano portate, sempre all'es terno del cassone, su appositi sostegni (9 per lato) oppure legate (fino a 11 per lato) sopra ognuna delle due rampe fissate lateralmente allo stesso. Una versione atta non soltanto per il tiro antiaereo ma anche a quello anticarro fu studiata nel tardo 1940 in Afr ica Settentrionale presso il 43° Rgt. Artiglieria per df. Sirte. La mitragliera era sistemata, in questo caso, al centro del cassone per mezzo di uno zoccolo di legno; le centinature di cabina e cassone erano state abolite e il parabrezza reso abbassabile; pure il sedile poteva essere abbassato per permettere all'automobi lista la gu ida durante il tiro, limitato nella direzione di marcia da un telaio in ferro. A l cassone, esternamente, erano applicati supporti per le casse munizioni (3 per fiancate capaci ciascuna di 3 cassette), con le quali si potevano portare altri 864 colp i o ltre i 600 che trovavano posto nell ' interno del cassone. L'installazione rendeva possibile il tiro ten-estre a 360° con un angolo morto a terra del raggio d i c. 20 m. Va peraltro rilevato che molte delle mitragliere autocarrate (come quelle sui «Dovunque» della Divisione Corazzata GGFF.) non portavano esternamente al cassone le cassette munizio ni supplementari. Più tardi, l'installazione sul normale autocarro leggero diven ne regolamentare: a segu ito cl i 1 Secondo

le formazioni di g uerra per la di vis ione corazzata (agosto 1941 ), infatti. pe r le batterie in A.S. gli autocarri leggeri dovevano essere del tipo Dovunque. C iascun autoca rro portava: I cannone, il personale di servi zio [5 uomini), 17 cassette di proietti e.a. e 5 cassette di proietti e.e.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATirMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

una disposizione del 27 novembre 1941, l'Arsenale R.E. di Napoli aveva in commessa 2.300 serie di materiali per instal lazione di mitragliere da 20 mm su autocarro SPA 38. Al 7 febbraio 1942, tuttavia, le richieste dei vari enti al riguardo erano ancora di sole 261 di queste ultime. La scelta che ne emerge, in favore del solo autocarro leggero SPA 38 R potrebbe essere stata motivata dalla minore disponibil ità e dal maggior costo del Dovunque, oltre che dalla necessità di risparmiare gomma (6 pneumatici invece di 8, più i due di scorta). La soluzione non fu comunque trovata pienamente soddisfacente. Si legge infatti, nelle note stilate nel 1942 per il 1° Reparto dell' Ispettorato di artiglieria dal Tenente Colonnello G. Campagna2 : La sistemazione della mitragliera da 20 mm sull'autocarro Spa 38 R o sul Dovunque presenta l'inconveniente che l'autocarro viene facilmente messo fuori combattimento. Inoltre i serventi, e specialmente i puntatori, non hanno la minima protezione. Ci vorrebbero gli scudi, un automezzo più basso e possibilmente corazzato. La sistemazione attuale è però utilissima contro l'offesa aerea con serventi freddi e bene addestrati, ed ha dato inestimabili servizi nella difesa delle colonne in marcia.

Nondimeno fu in seguito deciso (9 aprile 1943) di montare anche la mitragliera da 20/70 Scotti mod. 41 su autocarro, a cura dell'Arsenale R.E. di Napoli e probabilmente in installazione analoga a quella già adottata per la mitragliera Breda mod. 35. In precedenza (4 febbraio 1942) era stato peraltro stabilito di montare, sempre su autocarro, la stessa massa oscillante della Breda mod. 35 su affusto a punteria libera con puntatore seduto mod. 40. Centinaia di questi affusti dovevano essere ordinati alla CEMSA. Di entrambe le iniziative però si ignora l' esito. Circa l'efficacia delle armj da 20 mm, basta riportare una fonte nemica (9th USAAF), relativa alle ultime fasi della campagna in Tunisia3: Artiglieria antiaerea Il cannone a.a. da 20 mm rappresenta gran parte della Leichte F/ak impiegata dai tedeschi 4 . È l'arma sulla quale si fa grande affidamento per la protezione delle installazioni e dei convogli e colonne di truppe contro gli attacchi aerei a bassa quota. Le re lazioni ricevute indicano che il 20 mm non soltanto è impiegato per integrare la protezione dei pezzi a.a. pesanti e le altre aitiglierie leggere nella difesa delle installazioni ma anche per proteggere gli stessi cannoni più pesanti contro aerei attaccanti o a bassa quota. Studi sulla organizzazione indicano che ogni cannone a.a. pesante dispone in proprio e per la sua protezione di uno o due cannoni da 20. Come protezione a.a. cli un ' autocolonna o di un convoglio in movimento, è dimostrato che il 20 mm è impiegato autonomamente ed è molto efficace. Un grande numero è impiegato in marcia ed è generalmente noto che, in Libia, i piloti non gradiscono attaccare le colonne nemiche a causa dell'intensità del fuoco dei 20 mm. Essere colpiti da una granata eia 20 mm a 1800 m, o più in alto, tuttavia era considerato improbabile.

L' adozione di un automezzo più basso si ebbe soltanto nel 1943 con l'apparizione della camionettaA.S. 43, sebbene anche questa fosse sprovvista di qualsiasi protezione. L'impiego era

2 Note sui materiali di artiglieria ùnpiegati in libia, dattiloscritto conservato nella Biblioteca cli Artiglieria e Genio di Roma. 3 HQ. US ARMY FORCES IN THE ME, Cairo, Egitto Notiziario N. 2l(SECRET) dalle 12.01 ciel 17 aprile 1943 alle 12.00 del 24 aprile 1943, p. 3 (National Archives), copia in A.AA. 4 Molti documenti e pubblicazioni angloamericane, quando devono ammettere l'efficacia cli un'arma, avversaria, l'attribuiscono ai tedeschi.


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tuttavia diverso: le compagnie camionette da 20 erano particolarmente destinate, secondo la Circolare del 12 agosto 19435, alla difesa mobile e .a. di opere ed impianti della linea costiera e in via sussidiaria alla vigilanza ed alla difesa mobile delle coste.

Non fu trascurata la difesa contro gli aerei a volo radente. Nonostante la modesta effi cacia delle mitragliatrici ca!. 8, al l'inizio dell a guerra fu sperimentato - nel cassone di un camioncino Fiat 1100 - dapprima un affusto binato, analogo a quello già sperimentato anteguerra per una sola arma. Fu poi. adottata, a fine 1941, sempre su camioncino Fiat, un ' installazione binata per tiro e.a. con nuovo sistema di mira, che fu distribuita, in un primo lotto di 68 unità alla Divisione motorizzata Trieste. Finalmente, nel 1943 veniva messo allo studio un semovente contraereo vero e proprio, con armamento costituito da una 20 mm quadrinata s u scafo di carro armato M 15 ed in fase di collaudo al momento dell 'armistizio, che avrebbe sostitu ito tutti questi mate ri ali nel l' ambito de lle unità corazzate. Si prospettava inoltre l'impiego di armi contraerei di maggiore potenza. Una relazione del 19 settembre 19426 aveva anticipato che i materiali da 20: debbono ritenersi superati perché di calibro inefficace [il che non era del tutto vero, come si è dimostrato], sia contro g li aerei, sia contro i carri. [ .. .J Ottima prova hanno fatto anche i materiali da 40 Bofors.

In verità, il Bofors era g ià stato adottato anche da noi e sarà messo in produzione a cura della Breda e della O.T.O. ai primi del 1943. Infine, il 15 maggio 1943 fu proposta allo S.M.R.E. l'adozione del cannone- mitragliera da 25 mm mod. 1938 (di preda bellica francese) installato su autocarro Bianchi Miles (ginocchiello 0 ,87 m), con sagoma limite minimo di sito e con a bordo i 4 serventi più 220-380 colpi. Questo semovente ruotato era stato proposto dal 3° Rgt. a. e .a. de lla 4" Armata per gl i 88 pezzi avuti in dotazione. La relativa autorizzazione dello S.M.R.E. giunse però troppo tardi (2 agosto 1943).

5

Ispettorato delle truppe Motorizzate e Corazzate, n. 5500/ A di prot, Oggetto: Conce lii fondamentali ai quali deve essere info rmato l'impiego delle compagnie camionette e il loro addestrainen/0. 6 Idee sui principal i problemi riguardanti la divisione corazzata destinata a combattere nel deserto dell'Africa Settentrionale, copia in A.A.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

Mitragliatrice St. Ăˆtienne cal. 8 su affusto e.a. mod. 35, sistemata su autocarro F iat 618 M.C. a seguito disposizione del Comando T ruppe Volontarie in O.M.S. (settembre 1937) per la protezione in sosta e in marcia delle autosezioni. Ogni autocarro trasportava, oltre ai serventi, 11 cassette munizioni e 2 cassette accessori. Scala I :40.

I. Sistemazione di una mitragliatrice Fiat 35 s u autocarretta 36 M.T. per la d ifesa contraere i delle unitĂ motorizzate. 11 s upporto originale fu poi montato sulle 36 P. e l'arma sostituita con la Breda 37. Sul l'autocarretta M.T. fu anche sperimentato, senza seguito, il s upporto biarrna.


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Autocarro Spa "Dovunque" 35 con mitragliera da 20 mm mocl. 35 sistemata per il tiro dal veicolo (A.S., J 940-41 ).

Installazione binata per tiro e.a. di mitragliatrici Fiat 14/35 montata su carnioncino Fiat 508 CM.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

..

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-

• ... 11 ....

...

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2. Autocarri Dovunque 35 con mitragliere Breda da 20 mm delle Divisioni Libiche. Le cassette munizioni sono sistemate esternamente al cassone (estate 1940).

3. Sistemazione della stessa mitragliera su Dovunque 35 modificato presso il 42° Rgt. Artiglieria della Divisione Sir1e per consentire s ia il tiro terrestre (parabrezza snodato e sedi le abbassato). sia quello contraere i e il trasporto di 864 colpi nelle casse esterne pjù altri 600 all'interno del cassone (A.S.. autunno 1940).


SEMOVENTI

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4-5. Il primo modello d i camioncino 1100 C.M. contraere i armato con due m itra Fiat 35 cal. 8 abbinate s u di un supporto simile a quello per arma singola sperimentato in Sicilia nelle Grandi Manovre del I 937.


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GLI AUTOVEJCOLI DA COMBATflMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

6-7. Il Lancia tipo Aprilia fu il secondo modello di camioncino contraerei, sempre am1ato con due mitrag liatrici Fiat 35 cal. 8 abbinate s u un s upporto simile al prcccclcnlc, acl essere s perimentato. Presentato a l C.S. M. il 17 luglio 1940 aveva le seguenti caratteristiche principal i: motore da 47 HP, a 4000 giri, carrozzeria chiusa e piccola capote a mantice; peso, con personale e armamento, 1594 kg; dimensioni L 4,36, I 1,65, h 2,30 m, luce libera 0.1 9 m. passo 2,93 m: ve locitĂ massi ma 97.8 km/h (media 75): guado 0,45 m: capacitĂ serbatoio 75 I; pneumatici 6.006.25/16.


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SEMOVENTI

8. Camioncino Fiat I I00 C.M. con installazione binata per tiro antiaereo (1941 ).

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL"ESER CITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

IO. U na mitragliera da 20 autocanata (su Spa 38 R) della Divisione Pasubio s ul Fronte russo.

11. Camioncino Fiat 1100 L.M.R. con abbi namento ca!. 8.


SEMOVENTI

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SEMOVENTE CONTROAEREI DA 20/ 70 QUADRUPLO L'esigenza di opporre una difesa realmente efficace contro il mitragliamento e lo spezzonamento dall 'ar.ia a volo radente, che rendevano così difficile il movimento alle formazioni corazzate una volta perduta la supremazia aerea, si era resa più urgente nelle ultime fas i della guerra. Pertanto, visto che la mitragliatrice Breda 38 cal. 8 disposta in postazione controaerea sulla torretta dei carri M non risolveva asso.lutamente il problema ed occorreva una soluzione che permettesse di armonizzare il requisito di un volume di fuoco sufficiente ad una efficace difesa con quello di una mobilità non inferiore a quella dei carri armati da difendere, si decise di montare una torretta aperta con un complesso di 4 armi da 20 mm Isotta Fraschini sullo scafo del carro M 15-42. Si pensava addirittura di inserire un carro armato con funzione e.a. in seno a ciascun plotone di carri ordinari, ma gli sviluppi politico militari del settembre 1943 ne impedirono l 'adozione in servizio e la produzione in serie. La sistemazione era quanto mai semplice: la torretta controaerei prendeva il posto di quella armata con il 47/40. La massa oscillante era costituita dal fascio delle 4 armi e da una cu lla supporto molto ben equilibrata a massa, e cioè avente l'asse degli orecchioni passante per il suo centro di gravità, il che consentiva un settore verticale da -5° circa a +90°. Naturalmente il settore di tiro di 360° era ottenuto con la rotazione della torretta. Il puntatore manovrava con la mano sinistra il dispositivo idrodinamico già esistente nel carro M per la manovra in direzione della torretta, con la destra il vo lantino di elevazione e con il piede destro il pedale di comando di scatto delle 4 armi. Il perfetto equilibramento della massa oscillante - ottenuto mediante un ampliamento posteriore della torretta, sfruttato da una scaffalatura per i caricatori - permetteva di adottare, nel congegno di elevazione, una vite tangente a passo relativamente elevato al limite della irreversibi lità, cosicché il puntamento in elevazione, anche con aerei a bassissima quota e molto vicini, era normalmente possibile. Il congegno di puntamento era costituito da un mirino a reticolo e da una mira disposti a distanza conven iente dall 'occhio ed il cui asse era tenuto costantemente parallelo a quello delle armi mediante un semplice manovellismo. Il serviz io veni va effettuato da due uomini (il pilota rimaneva al posto di gu ida) e cioè dal puntatore seduto su apposito seggio la e dal porgitore, che provvedeva al caricamento del le arm i e - quando necessario - al disinceppamento delle stesse, in piedi sopra una pedana fissata alla base della torretta e rotante con essa. L'equipaggio rimaneva quindi - qualora venisse aggiunto un marconista (il prototipo tuttavia non era provvisto di apparato radio) - quello del cano armato M.42 normale. Le prove pratiche di funzionamento avevano dato ottimi risultati; quelle di tiro contro bersagli rimorchiati erano appena iniziate alla data del settembre 1943. E' stato accertato che il campione di questo c~rro (per la storia l'R.E. 5890, anno di fabbricazione] 943, N° autotelaio 16002, N° motore 100267, immatricolato il 16 marzo I 943-XXI 0 e assegnato al1'8° Rgt. Autieri di Roma il 16 aprile successivo) fu confiscato dalle truppe germaniche per essere oggetto di valutazione ' .

1 Notizie e

schema forniti dall'allora Tenente Colonnello STA. G iovanni Piacquadio.


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GLI AUTOVEICOLI DACOMBATl'IMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUM E SECONDO 1940- 1945

Una fonte germanica2 riferisce che fu impiegato nell 'aprile 1945 contro i sovietici dal V 0 Corpo Corazzato da montagna SS nelle strade dell a c ittadina austriaca cli Teupitz. I tecnici tedeschi realizzarono nel 1944 un modello (il Flakpanzer IV/3) che mostra una certa somiglianza con il tipo italiano, a parte il peso (22 t contro 15,5). Non sembra possibile, come riferito da altri autori3, che un precedente prototipo sia stato inviato in Tunisia, «per prove in ambiente reale» con un gruppo di tecn ici dell'Ansaldo, a meno che non si tratti di un complesso quadrinato su diverso affusto sistemato su altro autoveicolo del q uale tuttavi a non abbiamo trovato traccia4 .

2 Fle ischer, Wo lfgang , Beutewaffen 1.111d Geni/ der De11lschen Wehrmacht 1938- 1945 . Podzun-Pallas-Ve rlag,

Wolfersheim-Berstadt 1996, p. 46. 3 Falessi Cesare, Pafi Benedetto, Veicoli da comba11imen10 dell'Esercito italiano dal 1939 al 1945, Intyrama Books, 1976. p. 8 J. 4 Un complesso de l gene re è conservato nel Museo della Scuola di Artiglieria C. A. di Sabaudia (LT). li fasc io è identico a quello già montato su semovente.


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\. Vista di 3/4 avanti del Semovente e.a.

2. Lo stesso du 3/4 dietro.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBAHIMENTO DELL'ESERCITO ITA LIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

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Sezione dell'impianto quadruplo J.F. s ul carro


MEZZI DI TRASPORTO FERROVIARI E NAVALI Se per i carri armati Led Me le autoblindo in genere si ricorreva ai normali pianali ferroviari P da 20 t di portata o Poz in uso nelle Ferrovie dello Stato, per i carri P e Pantera si dovettero realizzare gli appositi carri qui di seguito illustrati. Per il trasporto navale, di sponendo unicamente delle 4 c.d. " motocisterne" classe Sesia e Scrivia già impiegate per lo sbarco in Albania di mezzi ruotati e cingolati - oltre a modificare per tali compiti la nave traghetto Aspromonte, si intraprese lo studio, condotto dallo S.M. della R. Marina in collaborazione con quello dell' Esercito e presentato al Comando Supremo 1'8 gennaio 1942, di un nuovo genere di natante, atto a trasportare e sbarcare su spiaggia almeno un carro M. Si segnalava però con l'occasione, che la Marina tedesca aveva già real izzato un mezzo da sbarco di maggiori dimensioni che rispondeva pienamente ai requisiti richiesti. L'esame di questo modello di motozattera, la Marin e Fahr Prahm tipo A, dotata d i portellone anteriore abbattibile ed in grado di caricare carri armati o automezzi per complessive 65 t (tra l'altro all 'epoca assemblata in un cantiere di Palermo per la Marina alleata) e la possibilità di ottenerne i piani originali indussero le Autorità militari ad abbandonare questo studio e ad adattare opportunamente tale tipo tedesco alle nostre esigenze. Se ne ordinarono in un primo tempo 65 unità (classe MZ da 174 t), entrate in servizio tra il giugno ed il lug lio 1942. Gli ottimi risultati conseguiti (buona tenuta di mare, velocità 10-11 nodi, autonomia 800-1450 miglia) portarono ad una successiva commessa di altre 40 MZ (seconda serie da 140 t) consegnate a partire dal marzo 1943, salvo 14 ancora sugli scali al momento_dell'armistizio 1• Altre 20 erano state programmate con materiali germanici (MFP 1943 tipo D, portata 240 t), ma la loro produzione fu interrotta per i noti avvenimenti del settembre 1943. Era infine prevista una terza serie di altre 50 MZ con ulteriori migliorie, serie che non fu nemmeno impostata sempre per gli stessi motivi. La stiva delle nostre MZ, delle dimensioni di 19,50 x 2,90 x 2,75 m, consentiva l'imbarco di tutti i tipi di mezzi corazzati di costruzione italiana. In gene re, furono adibite al trasporto oltremare di 3-4 carri M, ma quelle della seconda serie costruite a Palermo erano in grado di ospitare anche i futuri carri P2 • Va però ricordato che nel luglio 1943 era allo studio un tipo più piccolo di natante da sbarco. Si trattava di una imbarcazione a prora ribaltabile, atta al trasporto su cors i d'acqua di notevole ampiezza e su tratti di mare in prossimità delle coste e al rapido sbarco, in condiz ioni di pronto impiego, di un pezzo da 75/27 o 100/17 oppure carro armato L 40 o semovente da 47 oppure autoblindo Lince o AB 41 o AB 42 o la futura c ingoletta. C irca il Ponte R.E.Co., erano in corso di definizione - sempre nel luglio 1943 - le varianti per la formazione da 35 t e per consentire il passaggio del carro Pantera da 43 t (la carreggiata doveva aumentare da 3,30 a 3,60 m).

per maggiori particolari: Bagnasco, E. , Le moto::,attere italiane nella r Guerra Mondiale, in Rivista Marittima, aprile 1969. 2 Oppure il Pz IV tedesco. 1 V.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO I 94-0-1945

1-2. Carri serie Pcarz per trasporto carri armati P 40: lunghezza telaio 14,5 m, I. 2,65, tara 20.430 t, portat:i. 43 t.


MEZZI DI TRASPORTO FERROVIARI E NAVALI

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3-4. Carri serie Pmx per trasporto carri, con guida sul pavimento per carico di carri armati Pantera (scartamento interno cingoli 1880 mm).

Carri serie Pmx per trasporto carri , con guida per car ico carri armati P 43 (scartamento interno c ingoli 2 100 mm) .


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATrIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

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Carri (costrz. 1943) serie Pmx, poi Pcarx e infine Laalp (schema: scala I :95).

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5 . Carri serie Pmx per trasporto carri armati: 4 sale indipendenti, L utile telaio 7 m, larghezza utile 3, 15 m, tara med ia 13,3 t, portata 19 t, limite di carico 58 t, freno automatico Breda con dispositivo per la variazione di carico.


MEZZI DI TRASPORTO FERROVIARI E NAVALI

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6. Marsa Matruh, Egiuo, tarda estate 1942. Sbarco cli carri armati M 13 e 14 dalla MZ 7 I 3. un natante della I' serie.

7. Una rnotoza1tera della 2" serie (la MZ 774) in navigazione. Fu colpita da aerei nemici sulla spiaggia cli Siderno Marina (RC) il 15 agosto 1943.



GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI AUTOPROTETTI La necessità di disporre di automezzi protetti atti a trasportare - possibilmente anche fuori strada- le fanterie delle GG.UU. corazzate fu avanzata già nel 1938. Tuttavia se ne iniziò a discutere concretamente ai primi del 1941 , quando il Generale Roatta1, il 20 gennaio di quell'anno, in un suo documento2 indicò come prescelto l' Autocarro blindato Telaio del trattore L.37. Protezione contro armi portatili od automatiche, con pallottole ordinarie. Capacità per una squadra con formazione ridotta. Da assegnare alle div. cor. per il trasp01to sul luogo avanzato d'impiego di parte almeno della fanteria e del genio.

Il 24 maggio, nel documento N° 600 di prot. SEGRETO, medesimo oggetto, egli precisava: - Sono in produzione 200 esemplari su trattore L.37 tipo A.S. - Sono allo studio altri due tipi, che risultano però di sagoma molto alta e appariscente. - Per il futuro prego l'I.S.S.T. e quello di Fanteria di comunicarmi se ritengono sia conveniente di ordinare altri esemplari sul trattore L.37 di cui sopra, oppure di studiare altro tipo, su trattore «dovunque» o mezzo semicingolato o cingolato. Sono da tener presente: - convenienza di avere un mezzo che possa portare il più vicino possibile ai reparti carri. e che sia poco appariscente, - questione della forza trasportabile in ogni veico~o (o molta gente in veicolo più grosso, o meno gente inveicolo più piccolo), \ , - possibilità di rapidissima installazione in vari alloggiamenti di mtr. sia in funzione e.a. che terrestre. Sorge, infine, la questione della «camionetta» tipo inglese, od analogo. Sono di avviso che, almeno per quanto riguarda l 'A.S. e gli scacchieri del genere, sarebbe utile un veicolo di tale specie, per trasporto di una porzione delle fanterie e genio della div. cr., e probabilmente anche per i reparti motociclisti (in sostituzione delle motociclette). Anche su questo attendo il parere dei due Ispettorati di cui sopra.

L'Ispettore S.S.T. De Pignier così rispondeva il 3 giugno: AUTOCARRO BLINDATO Come tutte le precedenti, la soluzione concretata su telaio T.L. 37 A.S. è soluzione di ripiego, dettata dalla urgenza postami da V. E. nel gennaio u.s,; purtroppo alla urgenza nella definizione non ha seguito rapidità nella esecuzione. Qualunque altra soluzione su automezzo a ruote di corrente produzione (tipo dovunque o 626)3 è peggiore della precedente per volume e appariscenza del mezzo, e meno idoneo al movimento fuori strada.

1 Roatta, Mario, Generale

di C.d'A., sottocapo di S.M. e poi Capo di S.M. dell'Esercito dal marzo 1941 al gen• naio 1942, quindi nuovamente C.S.M. dell'Esercito dal maggio al novembre 1943. 2 N° 374 di prot. SEGRETO, Materiali di artiglieria, del genio e dei trasporti .. 3 In effetti, il Fiat 626 rimarrà, come vedremo, allo stato di simu.lacro, mentre il «dovunque 35» fu approntato prima dell'armistizio, ma riprodotto soltanto nel 1944.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Aggiungeva, che l' ideale sarebbe stato il tipo semicingolato tedesco da 9 t, capacità 10 uomin i, in mancanza del quale ci si doveva accontentare del TL 37 A.S. o del 626, dal momento che il Dovunque 35 non era più in produzione4 . Circa la camionetta, egli e ra favo revole ad un mezzo analogo alla cingoletta inglese Bren. carrier. L'Ispettorato della Fanteria rispondeva il 5 giugno dichiarandosi anch 'esso in favore del semic ingolato tedesco; per la camionetta, invece, era più propenso all'adozione di una motocingoletta del tipo NSU - già in servizio dal 1940 con l'Esercito germanico - velocissima e che si poteva armare con mitrag liatrice impiegabile tanto per il tiro terrestre che e.a. Con foglio N. 11914 di prot. del successivo 21 (medesimo oggetto), il Capo di S.M. dell 'Esercito stabilì che l'autocarro blindato, ora ribattezzato «autoprotetto», doveva essere il semicingolato unico per gli impieghi previsti , salvo particolari di attrezzatura interna. Precisava, poi , in un documento del 27 agosto 194 1 (N° 99914, Impiego carri armati e autoblinde): A UTOCARRI PROTETTI Situazione n° 200 In commessa su telaio del tratto re L. 37 A.S. con blindatura. Sono in corso prove pratiche di impiego: riserva di ulteriori precisazioni per il completamento dei fabbisogni. Impiego - fabbisogno. 439 compreso RECO; - per I divisione corazzata (formazione su 1 brigata) n° 2 .195 - per 5 divisioni, compresi 5 RECO 11° 504 - per i NEC 63; per 8 NEC Totale....... ...... n° 2.699 I primi 200 (su telaio L. 37 di cui sopra) saranno distribuiti ad una divisione corazzata.

Le consegne furono oltremodo lente. Secondo un documento del M inistero della Guerra Direzione Generale della Motorizzazione, Div. I" - Sez. 2", Situazione mensile degli autoveicoli alla data del 1° marza 1942, la dotazione da raggiungere per l' Autoprotetto «A.S./37» era di 230 unità, ma al 1° fe bbrai o ne esistevano soltanto 6 e solo 11 erano stati introdotti nel mese di febbraio; le commesse - detratte le consegne - erano ancora di 183; si prevedeva di introdurne altri 60 nel 2° trimestre 1942 e 120 entro il 3° trimestre. Ne era stata peraltro già decisa l ' assegnazione (v. Documento N . 17). La questione degli automezzi protetti fu p iù tardi oggetto di riunioni ai massi mi livell i. Il Diario Storico del Comando Supremo5 riporta che il Capo di S.M.G. Cavallero ricevette il 18 maggio 1942 il Generale Roatta e il Generale Girala. In quella occasione, Girala comunicava che il tipo ideato LS. 37] non era idoneo per teatri afri can i anche riducendo eia lO a 8 il numero degli uomini trasportati ma Io era invece per i nostri terreni. La sua produzione era stata rallentata un po' in vista dei cattivi risultati per l' A.S., un pc' per dare p recedenza ai semoventi. [Per il Capo di S.M.G.J Sarebbe opportuno portarne la produzione a venti[me nsili] ed accelerare la consegna dei 72 già pronti. Nel contempo, dare impulso allo studio del nuovo autoprotetto. Nella stessa occasione, Cavallero affermava che tra le necessità del l' Africa Settentrionale e della Croazia occorrevano cinquecento automezzi protetti cli ripiego6 .

4

Ciò lascia perplessi: la produzione del Dovunque 35 fu abbandonata solo nel I 948 ! Probabilmente, non ve ne erano in corso ordinazioni. s s.M.E.U.S., Voi. VB Tomo l. pp 138-139. 6 Esclusi, a quanto pare, i carrelli blindati per ferrovia e le littorine blindate.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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Sempre dalla stessa fonte apprendiamo che al 24 agosto 1942 un certo numero di autoprotetti era stato destinato al Governatorato del Montenegro.

In un documento SPA7 troviamo qualche nota su questi veicoli: Autocarri protetti per trasporto truppe Su richiesta delle Autorità militari la Fiat preparò due esemplari di tale veicolo: uno sul telaio del «Dovunque 35», l' altro su te laio derivato dal T.L. 37. La Commissione giudicatrice sceglie quest' ultimo ma il complesso dei pesi richiesti risulta tale che la Fiat dovette declinare ogni responsabilità circa il buon funzionamento del veicolo. C iò nonostante furono ugualmente ordinati e furono costrui ti con particolari adattamenti perché destinati in Africa Settentrionale. Sennonché vennero poi inviati in Croazia e su quel diverso terre no l' impiego si dimostrò infelicissimo, come la Fiat aveva tempestivamente previsto e segnalato8.

Per di più, non tutti i 200 autoprotetti ordinati furono però costruiti: secondo una fonte9 la produzione si arrestò al 150° esemplare per disposizione del 30 giugno 1942. Il Generale Roatta scriverà - senza entrare nel merito - che erano «per g iunta poco adatti allo scopo», e sempre in attesa dei semicingolati di tipo germanico che non arrivarono mai, tali autoprotetti furono «usati quasi esclusivamente per la scorta a convogli in zone insidiate» 10 • Un documento del Ministero della Guerra, Direzione Generale della Motorizzazione, del l 0 febbraio 1943, precisa però che tra gli Autoveicoli ordinati ed allestiti nell'anno 1942 furono prodotti 192 Autocarri protetti e blindati, ma che in quel l'anno non fu conferita alcuna commessa al riguardo. Ciò contrasterebbe, peraltro, con quanto disposto in data 30 g iugno, a meno che non si tratti di un dato comprendente anche altro tipo (il 665?), ordinato nel 1941. Secondo un documento dello S.M.R.E. Ufficio Servizi I - Ministero della Guerra, Di rezio ne Generale della Motorizzazione, Div. 1" Sez. 2\ Situazione degli autoveicoli alla data del 30 aprile 1943 - escluso il consumo di un anno - era da raggiungere, in fatto d i autoprotetti , la seguente dotazione: Autoprotetto A.S. 37 .................... 230 (esistenza effettiva al 30 aprile 102) Autocarro blindato 665 .. ......... .. ..NN (esistenza effettiva al 30 aprile li 0). Poco si fece per quanto concerneva la produzione del semicingolato tedesco, del quale si erano acquistate le licenze di produzione di un modello medio e medio pesante 11 • Ne erano stati ordinat i 500 per ciascun tipo. Quello da 3 tera il Fiat 727 (portata: 2700 Kg lordi). Secondo un documento dello S.M.R.E., (I V Reparto tecnico, Ufficio motorizzazione) in data 18 marzo 1943, era previsto per l' impiego: in versione non blindata, - come trattore cl' artiglieria e carro munizioni; in versione semiblindata, - come semovente d' artiglieria e.a. leggera (40 mm Bofors) e controcarri (75/34);

7

Motorizzazione Militare - All. 3, Autoveicoli e unità speciali, Torino, 5 gennaio 1944 , p. 6 (Doc. N. 42). 8 Non si menziona il Fiat 665 blindato, il cui sviluppo ebbe inizio nel secondo semestre 1942. 9 Ceva Curami, La meccanizzazione dell'Esercito ecc., op. cit, Yol. I, p. 422. IO Roana, Mario, 0110 Milioni di Baionette, Mondadori, Verona 1946, p. 83. 11 Le trattative con il Waffenamt per il brevetto Richter si erano concluse il 24 aprile 1942.


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GLJ AUTO VEJCOLJ DA COMBATTIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

e, in versione blindata12: - per trasporto di nuclei di truppa (cacciatori di carri, mitraglieri ecc.); - trasporto di munizioni per i carri armati in genere; - installazione di una stazione RF 3M, con relativa dinamo da 300 Watt a bordo. Questi tre compiti dovevano possibilmente essere assolti con uno scafo blindato di tipo unico, da definirsi in accordo tra l'ispettorato truppe motorizzate e corazzate e l'ispettorato di artiglieria. Con il tipo da 8 tonnellate si doveva realizzare: - la versione trattore per il traino di artiglieria di medio calibro (90/53, 105/40, 149/40 e 210/22);

- un semovente da 90/53 o 75/46 per tiro terrestre e e.a., quindi la capacità di trasporto doveva salire a 5 t; - un autocarro soccorso per carri armati. A questi impieghi, già stabiliti il 24 aprile 1942, si aggiungeva - il 31 maggio successivo quello eventuale di un mezzo per 11 genio. Questo si concretò in un progetto elaborato dal Centro studi del Genio e inviato all 'Ispettorato dell'Arma del genio il 15 luglio 1943. Gli avvenimenti che seguirono non permisero a nessuna delle versioni del semicingolato di entrar~ in servizio. Soltanto un certo numero di trattori da 8 t sarà prndotto in serie dalla Breda per l'Esercito gennanico dopo l'Armistizio.

Studio di a11toprotetto s,, Fiat 626 N L' urgenza di realizzare un trasporto truppa dotato di una certa protezione indusse il Centro Studi Motorizzazione a progettare e costruire un modello in legno a grandezza naturale, montato sull'autotelaio del normale autocarro unificato medio della Fiat con motore a nafta. Non sono noti l particolari del progetto, che prevedeva uno scafo aito poco più di 2 metri, ma più basso di quello del normale autocarro, La cabina di guida, cui si accedeva lateralmente, presentava !ìUlla destra un ampio portello dì visuale; i trasportati, che non disponevano dì feritoie, 1wevu110 accesso dalla porta posteriore e sedevano su due panche fronte a fronte; per eventuale dlfosu contro mezzi blindati, dietro la camera di guida era sistemato un sostegno per il fociIone controcnrri 11 S11 da 20 mm, con un settore di direzione di 360° e possibilità di impiego anche contrn IHH'el.

12 Cor11izi1tu1•a IO· J2 mm, con c11paohà di trnsportQdi 1.ma squadra ( I0-J2 uomini).


GLI ALTRI VEICOLI BUNDATI

1. Carro protetto trasporto truppa su autotelaio FIAT 626.

2. Carro protetto trasporto truppa su autotelaio FIAT 626.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

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GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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AUTOPROTETTO FIAT - SPA A.S. 37 COLONIALE

Sviluppo e produzione Le vicende che portarono alla produzione in serie cli questo autoprotetto verso la metà del 1941 sono state già esaminate in precedenza. La produzione non raggiunse - sembra - nemmeno la quota inizialmente stabilita 1 e il veicolo, già inviato in Africa Settentrionale nella versione autoblinda, non fu apprezzato dagli organi tecnici. Il carro protetto, come fu inizialmente denominato, si basava sull'autotelaio del Trattore Leggero 37 per artig lie ria libica, donde la designazione di fabbrica T.L. 37 protetto. Esso era stato adottato con foglio del M in istero della GueITa - Gabinetto N. 8000/ 103.1.4, in data 4 febbraio 1942 all'OGGETTO: Adozione «Autoprotetto S. 37» specificando: È stato recentemente definito ed esperimentato favorevolmente il blindamento dell'autocarro A.S. 37, alla prova del tiro di fuc ileria, per il trasporto di nuclei di fa nteria, artiglieria e genio delle d ivisioni corazzate. Su proposta dello S.M.R.E. e concorde parere degli enti tecnici interessati ne determino l'adozione in servizio, con la seguente denominazione:

«Autoprotetto S. 37» Capacità di trasporto: 8 uomini equipaggiati ed armati.

Era previsto di equipaggiare con questi veicoli, entrati in distribuzione verso la fine del 1941, la fanteria di una divisione corazzata, ma in una pubblicazione ufficiosa2 così se ne scrive, in termini p iù riduttivi: - L'autocarro proietto per il trasporto e gli spostamenti sul campo di battaglia di comandanti e uffic iali, gruppi di uomini, rifornimenti vari ecc., e per il recupero d i feriti. Consta, nel complesso, di un normale autocarro, in cui la carrozzeria è sostituita da pareti blindate. Scoperto nella parte superiore, dispone di installazio ni per l' impiego di mitragliatrici per la difesa vicina e antiaerea.

Si decise così di impiegarlo in prevalenza pe r la scorta alle autocolonne nei Balcani, dove, a quanto si desume dalla documentazione pervenutaci, ben presto dimostrò i suoi limiti, quali la ma ncanza di protezione superiore per i trasportati, c he non di sponendo di feritoie, per impiegare le proprie armi erano esposti al fuoco nemico. La produzione continuò fino al 1942 inoltrato. Si provv ide pertanto a dotare questi autoprotetti di due o più scudetti facilmente amovibili e che riparavano alla meglio i tiratori. Ma tutto ciò non fu considerato sufficiente, e in certi casi s i costruì sul compartime nto tutta una sovrastruttura con numerose feritoie.

Descrizione Il motore è il 18 VT (variante 3, più potente d i que llo del trattore e sv iluppa 67 CV a 2500 giri) ; la tras missione (4 ruote motrici e sterzanti, a disco, con pneumatici 11,25-24), il compres-

1 Ceva-Curani

in La Meccanizzazione ecc. op. cit. I tomo p. 422, riferiscono che la decisione di non continuarne la produzione una volta completati i primi 150 " per incrementare la produzione delle autoblinde" risale al 30 giugno 1942, quindi successivamente alla diramazione del lo specchio cli distribuzione di cui a l Documento N. 17. 2 Le For::,e Corazzate Italian e, Tipografia Novissima, Roma 1943 - XXII, p. 17.


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sore d'aria per pneumatici e l'impianto di frenatura non differiscono da quelli del trattore Sahariano TL 37. La sospensione, infatti, ha le 4 ruote munite di ammortizzatori idraulici «Houdaille»; l'impianto elettrico invece, a 12 V, comprende avviatore e dinamo, con 4 batterie. La carrozzeria è costituita da una blindatura di lamiera scudo in vari pezzi, collegati tra loro mediante armature di fe1TO alle quali si fissano con chiodi e bulloni. L' assieme delle lamiere forma una cassa che riveste completamente l'autotelaio ed è fissata su questo a mezzo di mensolette che uniscono le pareti laterali della blindatura e alle traverse del telaio. Sulla parete frontale della cabina viene ricavato un finestrino, le cui dimensioni consentono un'ampia visibilità per la guida. Il portellino di chiusura di detta finestra è munito di feritoia chiudibile. II cielo della cabina è scoperto. La porta d'accesso è sistemata sulla parete posteriore ed è costruita in due metà. Sul pagliolato anteriore, in lamiera, è posto il sedile del conduttore e, sui Iati interni della carrozzeria, sono sistemati due sedili longitudinali adatti al trasporto di 8 uomini. Il pagliolato centrale è di legno con guarniture metalliche ed è costruito in due pezzi smontabili per rendere accessibiii i meccanismi inseriti nel telaio. Un ampio grigliato sulla parte frontale del cofano motore consente una efficace ventilazione sul radiatore. Apposite guarnizioni applicate al cruscotto evitano il passaggio di aria calda al locale uomini. Le dimensioni d' ingombro della carrozzeria sono: - lunghezza m 4,950 - larghezza m 1,920 - aìtezza m 1,670 L'altezza da te1n della blindatura è di m 0,450 per cui l'altezza totale del veicolo raggiunge la misura di m 2, 120. Il passo è di 2,500 me le carreggiate di 1,574. Nella parete posteriore dei sedili sono installati due serbatoi di benzina (uno per lato, da 100 L). Un terzo serbatoio (90 L) è sistemato entro il telaio ed è accessibile mediante smontaggio del pagliolo in legno. Alcune macchine furono dotate di apparecchiatura radio RF 3M; vi furono anche autoprotetti Centro Radio, con una RF 1 CA ed una RF 2 CA.

Derivati li veicolo studiato in un primo tempo, come autoblindo dotata della stessa torretta delle AB 40, con abbinamento 8 mm3, fu invece realizzato con una nuova torretta semiblindata ed armata con la m itragliera Breda mod. 35. Il prototipo T.L. 37 Autoblindo (e noto al C.S.M. come Autoblindo Africa Settentrionale ital iana) differi sce dal modello - poi adottato come autoprotetto nella sezione posteriore e, naturalmente, nella diversa configurazione della parte superiore atta ad ospitare la torretta.

L'approntamento di tale «Un ità sperimentale autoblindo SPA ANSALDO su telaio sahariano A.S. 37» subì dei ritardi. Il Comando Superiore FF.AA. A.S. il 30 luglio 1941 ne sollecitava l'i-

3 Cappellano F. -

Pignato N., Dal TL37 all'A.S. 43, G.M.T., Trento 1997, p. 37 .


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noltro «al fine di procedere sul posto at esperimenti pratici impiego et rendimento particolare ambiente et evitare così lentezza collaudi burocratici». La citata «memoria» della Spa diffusa nel 1944 ricorda che per venire incontro a necessità prospettate dalle Autorità Militari in A.S. la Fiat, di propria iniziativa in accordo con l'Ansaldo costruisce un esemplare di autoblindomitragliatrice specificatamente coloniale (ABS 37). Le Autorità Militari dell' A.S. compiaciute ne ordinano l'immediato invio sulla linea del fuoco.

Sfortunatamente essa sarà perduta a Sidi Rezegh nell'autunno 1941, prima ancora che se ne potesse verificare l'effettiva validità. Una foto di fonte avversaria la mostra però senza segni d'offesa e si può ipotizzare che essa sia stata ahba11donata a causa di un'avaria. Il fatto che alcune torrette del tipo montato sull'autoblindo siano rimaste alla Breda fino al 1945 ed impiegate (montate su carrello) come cannoni anticarro induce a credere che ne fosse stata già decisa la produzione in serie, probabilmente interrotta a causa della perdita del campione4.

Impiego tattico Fu prevalentemente la scorta a convogli in zone insidiate dai partigiani. Gli autoprotetti, cui erano state assegnate le targhe da 132452 a 132602, furono distribuiti a diverse unità: Deposito carristi 31 ° Rgt. (Siena), 955a sezione autoprotetti e 1118a autosezione mista della Divisione ftr. Macerata, 259° autoreparto autoprotetti del 5° Autogruppo (Trento), 1034a sezione autoprotetti, LXXI0 battaglione motociclisti (Deposito 6° Rgt. Bersaglieri), 1034a sezione autoprotetti dell' 11° autoreparto pesante (Albania), ecc. Nei giorni convul si dell 'Armistizio, i tedeschi si impossessarono di 37 autoprotetti A.S. 37. Altri caddero in mano dei croati e dei partigiani.

Caratteristiche 1. Generali Denominazione Costruzione Equipaggio Peso t. Rapporto HP/t 2. Dimensioni m Lunghezza Larghezza

4

autoprotetto S. 37 Spa-Ansaldo 8 + pilota 5,550 (a p.c. ; portata 770 kg) 5

28,8 4,950 1,920

L'idea di una Autoblinda leggera fu poi ripresa nella primavera del 1944. L'armamento di bordo - costituito in genere da una mitra Breda 37 cal 8 - poteva variare a seconda dei compiti assegnati ai militari. 5


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Altezza Luce libera 3. Protezione mm Frontale e laterale Cielo e fondo 4. Comunicazioni radio 5. Motore Tipo N. Cilindri Cilindrata eme Potenza CV Giri al 1' 6. Trasmissione Trazione Frizione Cambio 7. Sospensione Tipo Gommatura 6. Prestaz ioni Velocità max km/h Raggio di volta m Pend. max sup. % Guado m Autonomia km 290 I. Consumo p. 100 km/I

2 ,130 0 ,38 8

6 1 stazione RF 1 CA o RF 3 M (entrambe per i centri radio) 18 VT var. 3 4

4053 67 2500 4x4

5VeRM indipendente J l.25 X 24 52 ca 8,50 80 0,75 1000 (poi ridotta a 600) 40

BIBLIOGRAFIA SPA, Trattore Leggero «37» Protetto - Uso e manutenzione, SPA, Reparto pubblicazioni tecniche, X-1942-XX (1000). SPA, Trattore modello TL 37, Catalogo parti di ricambio, 4a edizione, Torino, Ottobre 1943 (2000) S PA Ufficio Studi disegno N° 527978 TL. a Scudato - Schema Carrozzeria. Scala 1:5, 307 - 41.


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1 ¡ ~-

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Una prima soluz ione della sistemazione della ruota di scorta e dei serbatoi combustibile per l'autoprotetto (2 aprile 1941 ) . Sembrerebbe piĂš comoda, conveniente e sicura d i quella laterale . I serbatoi saranno poi spostati posteriormente in basso.


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A utoprotetto S. 37


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J. L'esemplare sperimentale montava lo stesso motore cieli ' A.S. 37 (52 CV).

2 . Il prototipo mostra la possibilitĂ di montare la ruota di scorta s ulla destra o sul tetto della cabina (C.S.M.).


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3. L'esemplare S. 37 targa l 32468 ciel 44° Btg. Territoriale di S. Pietro del Carso, con la colorazione grigioverde, ivi fotograrato ne l luglio 1943.

~ . ' t

4 - L' S. 37 definitivo, con apparato radio RF 3M e mitragliatrice Breda 37 (C.S.M.).


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5. Una delle poche foto LUCE degli autoprotetti: tre di questi. della 259a sez. autoprotetti del 5° Autoraggruppamento cl' Armata, in una piazza di Ca bar (presso Fiu me). nel 1943. Il primo" sinistra reca la ta rga I 32458. A des tra, un autocarro francese d i p.b. (targa 99566).

6. Particolare di un autoprotetto fotografato durante una scorta: si notano g li attacchi degli scudetti. Al la colorazione sabbia sono s tate sovrapposte chiazzature m imetiche. A sinistra il distintivo del reparto. a destra quello per autoveicoli del R. Esercito.


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7 . Un autoprotetto armato cli lanciafiamme in azione (zona di occupazione italiana, ex-Jugoslavia).

8. Si scaricano autoprotetli S. 37 e AB 40 in vista cli un·azione s u Metlika, territori occupati in ex Jugoslavia,

1943.


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9. L'S.37 con RF 3 M , targa 132476 della 259" sezione autoprotetti del Comando Sloda, di scorta ad una colo,ma nella marcia verso Fiume. Dietro, un C itroen 45 di p.b. francese (targa 99742).

10 . Un S. 37 su un pianale. Si noti la copertura superiore con le feritoie.


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11 . Una vista da 3/4 dietro da destra dell ·Autoblindo «Africa Settentrionale Italiana» (o TL 37 Autoblindo).

12. L'unica foto operativa de llo stesso veicolo, perduto a Sidi Rezegh (Marmarica) ne l novembre 194 l. A destra, una delle AB 40 del plotone Ni::.::.a Cavalleria.


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AUTOCARRO BLINDATO FIAT 665 NM Sviluppo e produzione Le due versioni del Fiat 665 NM, (autocarro da trasporto a 4 ruote motrici e autocarro blindato) furono adottate con foglio del Ministero della Guerra - Gabinetto N. 71587/103.1.4 di prot., in data 24 novembre 1942, all 'OGGETIO: Autocarro Fiat 665 NM - Adozione in servi-::,io. Come autocarro blindato, era «destinato al trasporto truppe delle unità corazzate». Era inoltre allo studio la sua eventuale trasformazione in autoambulanza per «divisione corazzata.>>Fu assegnato invece ad unità impiegate nei territori occupati dell 'ex-Jugoslavia, tra le quali alcune delle divisioni di fanteria Murge e Re. Lo studio di questo automezzo, denominato inizialmente autocarro scudato, condotto in collaborazione tra la Fiat stessa (che lo produceva come autocarro), il Centro Studi Motorizzazione e l'Arsenale R.E. di Torino, fu concretato verso la metà del 1942. Ordinato in 300 esemplari, era ancora in produzione all a data dell ' Arm istizio.

Descrizione L'autocarro scudato Deriv. 88 è il normale autocarro cui, in seno all'Esercito, viene applicata la protezione e apportate le necessarie modifiche. Il motore è simile a quello del ben noto autocarro 666 N, differendone soltanto per la forma della coppa e per il dispositivo di lubrificazione. Esso è un Diesel a 4 tempi con lubrificazione entro camere a turbolenza, cioè del tipo che realizza la più perfetta combustione, quindi senza tracce di fumo, anche nei periodi di massima accelerazione. La potenza sviluppata normalmente è di 110 CV a 2000 giri/minuto, regime massimo consentito dal regolatore di velocità, e la coppia massima si verifica intorno ai 1100 giri/minuto, ciò che conferisce una buona elasticità di marcia a questo motore. L'avviamento invernale è favorito dalle candele ad incandescenza, poste lateralmente alla camera di combustione ed ali mentate dalle batterie di bordo. Il gruppo dei c ilindri è in ghisa, fuso in blocco con il basamento, mentre la coppa è d'alluminio munita di alette per il raffreddamento dell 'olio. Le canne dei cilindri sono in ghisa speciale indurita e facilmente sostituibil i. Le teste dei cilindri, pure di gh isa, sono fuse a g ruppi di tre ciascuna e portano le camere sferiche di combustione, le val vole con i bilancieri di comando ed i relativi condotti d'aspirazione e scarico. Il condotto d'introduzione dell 'acqua di raffreddamento è raccordato con tanti ugelli quante sono le valvole di scarico, contro le quali vengono a frangersi i singoli getti d'acqua, che così le raffreddano efficacemente. Il condotto di presa d ' aria per le val vole di aspirazione è raccordato a due grandi depuratori ad olio, situati posteriormente al blocco cilindri. La pompa di iniezione e gli iniettori sono dicostruzione Fiat. La prima si trova sul lato destro del basame nto ed è azionata dallo stesso alberino del regolatore di velocità a forza centrifuga. L' estre mità posteriore dell 'albero de ll a pompa d' iniezione aziona a sua volta il compressore d'aria, destinato ad alimentare il servofreno che comanda i freni idraulic i. Detto servofreno è raccordato al condotto di aspirazione dei cilindri per cui aspira aria g ià fil trata. Gli iniettori sono del tipo a spruzzo con ico cavo (getto a campana) cioè con valvolina a codolo inferiore, notoriamente assai meno oggetti ali 'intasamento di quanto non avvenga negli iniettori a piccoli for i multipli. Il circuito della lubrificazione comprende una doppia pompa ad ingranaggi, costituita da una


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pompa di mandata e da una più grande di ricupero. Quest' ultima è raccordata ad un tubo, med iante il quale aspira l' o lio che durante le salite e le riprese si accumu la nella parte posteriore della coppa e lo riconduce nella camera a pozzetto anteriore entro cui si trova il filtro di aspirazione della pompa di mandata. Questo, situato esternamente sul lato destro del basamento, è del tipo autopulitore a dischi metallici imp ilati , circondato da una seconda parte a re lè metalliche concentriche e munito di valvole di sicurezza e di regolazione della pressione. La circolazione d' acqua è attivata dalla pompa centrifuga coassiale all'alberino del ventilatore e licoidale, azionato da una doppia cinghia trapezoidale. Il circuito comprende un termostato situato sulla tubazione d' uscita d'acqua dei cilindri. Il radiatore è ad elementi smontabili unificati. L'avviamento si effettua per mezzo di un motorino elettrico da 10 CV munito di sistema d' innesto a comando elettromagnetico e pignone a ruota libera. L'impianto elettrico funziona alla tensione di 12 Volt per l 'alimentazione delle lampadine e degli altri apparecchi mentre è a 24 Volt per l'avviamento e la carica delle batterie. La frizione è del tipo monodisco a secco, facilmente registrabile e smontabile, dato che è indipendente dal cambio al quale è collegata mediante un coito albero cardanico con giunti a rollini. Il cambio permette di avere 8 rapporti per la marcia avanti e due per la retromarcia, essendo costituito da un riduttore che precede il cambio propriamente detto a quattro velocità e retromarcia. Tanto gli ingranaggi del cambio che quelli del riduttore sono a dentatura elicoidale e sempre in presa, con g li innesti a denti frontali ed imbocco rapido, per modo che tutte le marce risultano silenziose e facili a cambiarsi. Sistemato fra il cambio ed il freno sulla trasmissione si trova il gruppo di rinvio, da cui prendono il moto gli alberi che azionano i due ponti. Esso è costituito da un differenziale bloccabile ad ingranaggi cilindrici , del tipo ipocic loidale, collegato da un lato all 'albero di trasmissione e dall'altro, attraverso un rinvio di tre ruote cilindriche, all'albero anteriore che passa lateralmente al cambio. Ambedue gli alberi di trasmissione sono muniti di g iunti cardanici a rullini. 11 ponte anteriore è costituito da una scatola d'acciaio fuso contenente un differenziale interno - azionato dalla coppia conica collegata all'albero d i trasmissione - e due semialberi, azionati ciascuno da una coppia cilindrica di riduzione. Allo scopo di permettere alle ruote anteriori d i essere motrici e direttrici in pari tempo, la trasmissione del moto, dalle coppie cilindriche ad ogni ruota, viene effettuata med iante un doppio giunto cardanico. L'albero d.i trasmissione terminale passa e ntro un fuso articolato cavo, su c ui è imperniato il mozzo di ogni ruota, e si accoppia col mozzo stesso mediante un manicotto terminante con un disco a denti frontali, che si impegnano nei corrispondenti vani del mozzo. In tal modo g li alberi suddetti debbono trasmettere soltanto la coppia motrice e non sono sottoposti ad alcun altro carico. Il ponte posteriore è costituito da una scatola di lamiera d'acciaio ed anch'esso è del tipo ad a lberi non portanti, c ioè con ruote imperniate direttamente sulle estre mità della scatola, in modo che gli alberi di comando sono soggetti soltanto agli sforzi torsionali di trasmissione, senza alcun carico di flessione. il moto viene trasmesso ai semialberi attraverso due coppie di riduzione, I'u na conica e l' altra cilindrica. L'esistenza del differenziale nel gruppo di rinvio fra i due alberi di trasmissione ai ponti permette di evitare ogn i sforzo anormale, dovuto a una qualsiasi differenza di rotazione fra le ruote anteriori e quelle posteriori. Il bloccaggio dello stesso differenziale serve qualora interessi rendere solidali le trasmissioni dei due ponti. Il ponte posteriore è anche munito d i d ispositivo di bloccaggio del proprio differenziale; inoltre il cambio possiede un dispositivo di arresto indietreggio. Il telaio è a longheroni dritti, collegati da cinque traverse di lamiera d' acciaio stampata oltre a quella tubolare anteriore. esso è munito di ganci anteriori e posteriori nonchè del gancio articolato di tipo regolamentare per evitare il sovraccarico di quello principale. Le ruote sono del tipo


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K con mozzo e razze d 'acciaio fuso e cerchio smontabile. I pneumatici sono semplici anteriormente e doppi posteriormente, tutti a bassa pressione, delle dimensioni di 12,75-24 atti alla marcia s u sabbia e terreni molli. le articolazioni dei tiranti dello sterzo e i perni dei fusi articolati sono montati su rullini , I freni alle ruote sono a espans io ne comandata da chiave, a sua volta azionata da un cilindro idraulico esterno. Il comando dei cilindri idraulici avviene per mezzo di un servofreno ad aria compressa, accoppiato al le pompe idrauliche, (una per i fre ni anteriori ed un a per quelli posteriori) ed integrato da uno speciale gruppo di regolazione montato sul serbatoio dell'aria compressa. Il servofreno è costituito da un calibro ad aria compressa, con relativa valvola di comando, azionata da un gruppo di leve, mediante le quali si vengono a comandare direttamente le pompe idrauliche in caso di emergenza. Il compressore è posto sul lato sinistro del motore ed è azionato dall 'albero della pompa d'iniezione. U na doppia conduttura porta l'aria compressa al giunto unificato d'accoppiamento per i freni de ll'eventuale rimorchio. Il caso dell 'eventuale sganciamento di questo dalla motrice è segnalato al guidatore con l' accensione di una lampadina azzurra sul pannello del cruscotto. II freno sulla trasmissione è pur esso ad espansione e vie ne comandato meccanicamente dalla leva a mano situata a sinistra del guidatore. La ca1TOzzeria è a cassone, con cabina avanzata e guida a destra; la scudatura protegge completamente la cabina d i guida ed il radiatore. L'accesso alla stessa avviene per mezzo di due porte che presentano nella loro metà superiore due sportelli con feri toia muniti di nottolino di arresto. Frontalmente, la visibilità è assicurata da due sporte!I i in corrispondenza di c iascuna metà del parabrezza, anch 'essi dotati di feritoia. A differenza di quelli laterali, gli sportelli anteriori sono incernierati superiormente. Nella parte inferiore de lle due porte è praticato uno sportello per l'aerazione della cabina; nella blindatura frontale sono ricavate le aperture per i fari. Il radiatore è protetto da due lamiere ad incl inazione variabile, con scassi in corrispondenza dei ganci di traino. Le lamiere sono distanziate dal parabrezza in modo da consentirne l'apertura per 3 cm. Lamiere di protezione sono applicate anche dietro i fari e la pedana cruscotto (solo lato guidatore). La scudatura del cassone raggiunge in a ltezza il c ielo del la cabina ed è inc linata a partire dalle sponde laterali. Questa sezione presenta 8 feritoie per lato con relative chiusure e tre posteriormente. A ll ' interno del cassone si accede mediante una scaletta amovibile . Una lam iera protegge altresì il serbatoio del carburante ubicato sulla destra del telaio. L'autocarro blindato può ospitare 20 uomini armati ed equipaggiati, seduti su due lunghe panche di legno sistemate s ui lati del cassone, più i 2 in cab ina. Sul disegno complessivo (scala 1 :10) della FIAT (COMPLESSIVO VEICOLO - STUDIO AUTOCARRO 665 NM SCUDATO Deriv. 88 N. 686600/69220) s i leggono le seguenti annotaz10111:

Modifiche - Aggiunta tabe Ila lamiere utilizzate - 18-7-42 - Modificato tabella lamiere utilizzate - 22-7-42 - Modificata par1e superiore lamiere ricoprimento cabina, variato collegamento superiore scudi cassone, tolto indicatori d'ingombro veicolo, variate feritoie sul la scudatura cabina e cassone. come da particolari 7-8-42 M. Già provvisorio 1741 - 18-9-42. Variata gommatura veicolo da 12. 75-24 a 11 .25-24 - aumentato di m/ m 4 spessore pianale, aggiornata altezza da terra del veicolo; soppresso cassetta estrazione canne cilindri e n° 1 fanale ad olio - 3-9-43. Lamiere utilizzate Scudatura cassone-: (Lamiere indicate dal Centro Studi Motorizzazione di Roma) - N° l-2-3-4-5-6-9-10 - N° 11 (lamiere di mm 4-9 - quelle di spess. mm. 11 e 15 solo per la parte posteriore)


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- (Lamiere indicate dall 'Arsenale R.E. di Torino) - N° 2-4-7-22 Scudatura cabina- : Lamiere indicate dal Centro Studi Motorizzazione di Roma - N° 7 in doppio spessore - N. 9 N° 11 - (solo spessore di mm. 5- 7); mm. 3 applicato in doppio spessore -(Lamiereindicateclall'ArsenalcR.E.cli Torino)-N.3-4-5-6-8- I0-11-12- J4- 19-20 - 21 - (spessori dai mm. 5, 5,5 e 6) NB - Le lamiere per la scudatura cabina devono essere opportunamente rifilate e giuntate per ottenere superfici adatte. - 1 numeri distintivi delle lamiere sono quelli degli schizzi allegati. - Escluso le lamiere contrassegnate con il N° l disponibili presso l'Arsenale R. E. di Torino non utilizzabili; quelle N° 15- 16- 17- J 8 verranno eventualmente adoperate per la costruzione della chiusura delle fe ritoie della scuclatura cassone.

Impiego tattico Contrariamente a quanto in un primo tempo stabi lito, questi autocarri bl indati trovarono impiego non in Africa, come s i evince dalla colorazione e dalla gommatura, nonostante le sollecitazioni in tal senso 1. La commessa, come s i apprende da una comunicazione dello S.M.R.E. in data 29 ottobre 1942, nella quale si chiedeva al Comando Supremo dove dovevano essere avviati i 44 g ià pronti e giacenti a Torino 2 , era di 300 esemplari. Da una s ituazione dell'Ufficio Servizi in data 30 aprile 1943, s i viene a sapere che ne risu ltavano in servizio già 110 esemplari (detratte probabilmente eventuali perdite). Ciò fa supporre che l'ordinazione non sia stata completata alla data dell 'Armistizio. Come già accennato, furono destinati invece ad unità impegnate in operazioni contro-guerriglia nei territori occupati dei Balcani. Alcuni di essi, provenienti dalla frontiera orientale ma ancora con la colorazione originale sabbia, furono visti a U dine qualche g iorno dopo l'armistizio del settembre 1943. Sul tetto della cabina era appoggiato un fucile mitragliatore Breda 30, puntato ne l senso di marcia. Dopo il settembre 1943, il 665 blindato pare s ia stato l'unico mezzo del genere regolamentare in servizio con l'Esercito repubblicano, come risulta da una pubblicazione del 1944 per Allievi Uffic iali. Alcuni furono impiegati dall'Esercito germanico; l'evidenza fotografica ne mostra un esemplare provvisto di una blindatura superiore a spioventi che frontalmente lascia aperta un'ampia feritoia orizzontale.

Considerazioni Certamente uno de i più imponenti trasporti truppe bl indate della 2.a G uerra Mondiale (era alto 2,609 m, rispetto al semicingo lato tedesco mSPW, alto appena 1,70) aveva una portata quasi doppia (22 u. contro 12) e un peso superiore (9,2 contro 7 t), per una pari velocità. I ri sultati del

1

Ufficio Servizi I., 11° 254645 cli prot. all'OGGETTO : Provvista 300 autocar_ri Ficu 65/NM bli11dati. 111 una comunicazione ciel Comando Supremo , I O Reparto, in data 1.9.42 e diretta allo S.M.R.E. (Oggetto: Potenziamento della Libia) si pregava «cotesto S .M. , tra l'altro, di mettere a disposizione della Direzione Superiore Trasporti della Colon ia alcune decine di automezzi speciali sfusi, corazzati e non , quali autoblinde, (con pneumatici tipo 9,75-24 L. rinforzati), autocarri protetti 665 e - meglio - camionette desertiche». 2


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suo impiego nelle particolari circostanze, quando l' altezza è più un vantaggio che una manchevolezza, non dovettero essere negativi se la F iat ne derivò, nel 1943, un modello leggermente più basso (2,49 m) di concezione più moderna e perfezionata, sebbene ancor più pesante e con l ' ormai grave difetto di essere a cielo scoperto (Veicolo blindato trasporto truppa 665 NM con riparo ruote, studio di massima del 14 aprile 1943).

Caratteristiche Peso autocarro scudato Portata utile su strada e fuori strada Velocità massima su strada con pneumatici 12,75 x 24 con pneumatici 11,25 x 24 Pendenza massima sup. In l" marcia, su strada fuori strada

cabina: P rotezione

{ cassone:

Lunghezza Larghezza Altezza Luce libera

9000 kg+ 150 personale (9.200) 2200 kg (corrispondenti a N . 22 persone e relativo bagaglio) (2.000). 57 km/h(50) 58 km/h 1a marcia normale 20,8% (12,75-24) » ridotta 30 % » 1" marcia normale 22,8% ( l 1,25-24) » ridotta 29,8% »

fronta le mm 7,5, laterale mm 5 laterali mm 4,5, posteriori mm 4 ,5 7345 2670 2730 325

mm mm mm mm

BIBLIOGRAFIA

FIAT, Ufficio pubblicazioni tecniche - Autocarro modello 665, 2a edizione, Torino, 1943.


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GLI A UTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL'ESERCITO ITALIANO, VOLUME SECONDO 1940- 1945

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Autocarro blindato 665 NM - Scala I :40


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

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I. TI prototipo al C.S.M.


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2-3-4. Il modello di serie: vista frontale, laterale e posteriore (Centro Storico Fiat).

5. Un esemplare a sinistra, impiegato dalle S.S. dopo l'armistizio in Istria.


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GLI A UTOVEICO U DA COMBATITMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO I 940-1945

Veicolo da trasporto truppe su 665 NM (con riparo ruote) Di questa seconda versione dell'autocarro Fiat 665 scudato non ci sono pervenute molte notizie. Dai di segni originali (qui riprodotti) si desume che, a differe nza dal model lo precedente , non si trattava di applicazione di corazzature all a carrozzeria originale, ma cli una nuova scocca blindata montata direttamente sull'autotelaio_ Il veicolo era sempre a cielo scoperto, ma alquanto più basso. Riportiamo qui di seguito le informazioni allegate al progetto: Studio di massima Veicolo blindato trasporto truppe su 665 NM (con riparo ruote)

15.4.1943

1727 Provv. Scala 1:10

Pesi previsti di carrozzeria Lamiere acciaio spess. mm. 8 Fondo in legno spess. mm. 28 Parafanghi anteriori spess. mm. 15/10 Riparo ruote posteriori s pess. mm. 8 Lamiere passa ruote spess_ mm. 15/ 1O Panche in legno con spalliera Sedile conduttore e fianco Pedana posteriore ribaltabile Cantonali e bullon i Peso totale Persone N. 26 x kg. 100 Peso totale carrozz. e persone Lunghezza Larghezza Altezza Luce libera

kg. 1590 » 200 » 40 » » » »

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40 20

100

kg. 2440 kg. 2600 kg. 5040

mm 7405 mm 2400 mm 2487 mm 325

S i può desumere che - poiché la carrozzeri a bl indata sosti tuisce nella fattispec ie quel la normale cieli ' autocarro (c. 1300 kg), questo veicolo abbia un peso totale di c. 11.000 kg. a pieno carico.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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GLJ AUTOVEICOLI DA COMBATrlMENTO DELL"ESERCJTO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

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La nuova versione del 665 trasporto truppe studiata nella primavera 1943. Scala 1:40


GLI ALTRI VEICOLI BLI NDATI

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TRASPORTO TRUPPE BLINDATO SU SPA «DOVUNQUE» 35 Con la costituzione delle prime brigate corazzate, si cominciò a sentire la necessità di un veicolo protetto per il trasporto truppe, e già nel 1938 vi fu chi propose di utilizzare per i bersaglieri delle nuove GG. UU. l'autocarro Dovunque 6 x 4 in uso, e, qualora si volessero trasformare in divi sioni, dotarle di una versione corazzata dello stesso. Nonostante le riserve avanzate (si obb iettava che la b lindatura, che non poteva essere inferiore agli 8-1 O mm) avrebbe portato ad un mezzo di peso e costo eccessivi, nel 1941 se ne costruì un prototipo. Le esperienze con la conversione del Dovunque 35 s i trascinarono a lungo 1, e si concretarono poco prima dell'Armistizio, per essere riprese molto dopo quei tristi avvenimenti . I disegni della versione definitiva del veicolo (Officine Yiberti , Autotrasporto blindato SPA Dov. 35, Di s. 371 comm. 7725 del 29.9.44) portano infatti la data 22.9.1944. La macchina fu consegnata, in un solo esemplare, alla Brigata Nera Mobile Ather Capelli, I' 1 I. l 1.44. Modificati il 5.12 (sempre de l 1944) diedero origine a quel I i della seconda variante a cielo interamente coperto, peraltro già ipotizzata in precedenza. 11 veicolo fu utilizzato da tale Brigata Nera - la cui sede all'allora Caserma Dogali (ora Lamarmora) di Torino - senza modifiche alla colorazione mimetica ma con armamento costituito da una mitragliatrice Fiat mod. 35 ca!. 8. Nell'aprile del 1945 erano in allestimento altre unità in numero imprec isato - comunque non rilevante - e con cielo protetto . Ne i g iorni 22-23-24-25-26-27 alcune di esse (pare almeno 3), incomplete nella copertura superiore, vennero prelevate da elementi non identificati della R.S.I. Almeno altri due veicoli, completi nelle parti essenzial i, ve nnero requisiti dai partigiani ed uno di essi, appena uscito dallo stabilimento (porta carraia di C. Sirac usa) venne distrutto in Via Delleani con un colpo di Panzerfaust, che provocò due morti, ad opera di elementi della 29. SS-Division (i), mentre altri colpi venivano indirizzati contro lo stabilime nto Yiberti. Un secondo, del quale si erano impossessati 6 o 7 partigiani venne confiscato da altri irregolari che poi si allontanarono sullo stesso, insieme ai precedenti occupanti e non se ne seppe più nulla2 . Il Dovunque «scudato», come fu denominato dalla SPA, era basato sull'autotelaio del normale autocarro Dovunque 35, opportunamente adattato in numerose componenti. Questo infatti aveva subito modifiche a lla circolazione benzina, alle molle ante riori e all' impianto elettrico di avviamento ed illuminazione. Se ne conoscono soltanto i seguenti dati: Larghezza 2000 mm - Lunghezza totale 5300 - Altezza 2350 (veicolo con copertura superiore+ 200). I pne umatici erano della misura 32 x 6 e lo spessore dell a blindatura di 8 mm circa. La capacità del serbatoio combustibile principale era di 150 l. BIBLIOGRAFIA Offic ine Yiberti, Ufficio Tecnico, Disegno N. 371 Autotrasporto Truppe Blindato Spa Dovunque 35, 22.9.1944. SPA, Autocarro Dovunque 35, Catalogo parti di ricambio, 3a Edizione, Torino, 30 maggio 1945. 1 De Simone, Carlo, Conviene trasformare la brigala corazzala in divisione corazzata ? In R ivista di Fanteria, N. 2/1938 p. 87. 2 Notizie fornite dall' Archjvio Viberti agJj AA.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

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Le quattro viste principali del primo modello di Dovunque blindato (con blindatura a cielo scopet1o) dell 'autoprotetto realizzato presso le Officine Viberti nel 1944.


GLI ALTRI VEICOLI BLLNDATI

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Versione 1945 del trasporto truppe blindato Spa Dovunque 35 (\liberti). Scala I :31.


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GLJ AUTOVEICOLI DA COMB ATTIMENTO DELL.ESERCITO !TALLANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

I. Una delle rare fotografie dclrautocarro proteno Dovunque 35. ancora allo stadio d i prototipo. Siamo nella primavera del 194 1. durante una presentazio ne di nuovi veicoli a Umberto di Savoia e al Capo di S.M. E. - l'Ecc. Roana - accompagnato dai responsabili della motoriz.zazione. A sinistra. si intravede il protot ipo del tranore da fanteria T.L.F. ed al centro il 1ra11ore semicingolato di costruzione gcnnanica Dcmag D. 7 da I t del 1939.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIA

·o. VOLUME SECONDO 1940-1945

2-3-4-5. Vista di 3/4 avanti, laterale, 3/4 dietro e dall'alto da dietro (Viberti).


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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AUTOPROTETTO FIAT 666N (R.M.) La R. Marina dovette anch' essa affrontare il problema di realizzare autoveicoli blindati d i circostanza per il servizio antiparacadutisti. Nel g iugno 1941 , all'Ufficio dello Stato Maggiore de lla R.M. pervenne dal Comando in Capo di Taranto un progetto c irca la blindatura di autocarri medi con lamiere da 5 mm. Esaminato tale progetto, l ' 8 luglio MARISTAT autorizzò la trasformazio ne e sperimentazio ne di un primo autocarro, proponendo di ridurre la blindatura abolendo la copertura e la dorsale della cabina di pilotagg io e un tratto de lla protezione del cassone, e d i praticare feritoie sulle fiancate del cassone . L'8 settembre MARISTAT ritornava sull ' argomento raccomandando l' impiego d i piastre in acciaio speciale Terni tipo L.P.A. efficaci contro proietti perforanti cal. 8 mm. Ne l frattempo l'Arsenale di Taranto, in base ad un disegno elaborato nel l' agosto 194 1 (N. 23093) eseguiva la blindatura di un primo autocarro, il Fiat 666 targa R.M. 0220. Essa risultò costituita da due lamiere laterali di 4080 x 1050 x 5 mm, da una frontale di 2080 x 1050 x 5 mm e da due lamiere posteriori chiud ibili a cerniera cli l 040 x I 050 x 5 sistemate al di sopra delle sponde in legno del cassone. Dette lamiere erano in acciaio a E.R. (R = 56-60 kg/cmq A = 18-22) e collegate fra di loro e con il piano de l cassone con delle verghe a U e delle volpi o puntelli. La relazione di MARIN ARSEN così continuava: Il complesso della blindatura ris ulta abbastanza resistente alle scosse a cui va soggetto l'autocarro durante il moto; non è però suffic ientemente sicuro contro i proiettili del moschetto e del fuc ile mitragliatore a distanze inferiori ai I 00 metri dal ti ro. Per la protezione degli arti inferiori degli uomini si possono sistemare dei sacchetti di sabbia lungo le murate in legno del casso ne.

E concludeva ricordando che la spesa era stata (giornate-operaio e materiale) di c. L. 2.500, ma volendo util izzare l'acciaio speciale Temi , il materiale per un so lo autocarro sarebbe costato L. 18.300 e per la blind atura dei 5 autocarri previsti occorrevano 150 giorni dalla data dell 'ordinazione. Il 13 novembre il Comando in Capo del Dipartimento dello Jonio e Basso Adriatico comunicava a MAR ISTAT che non era possibile integrare la protezione con sacchetti di sabbia perché «oltre ad appesantire eccessivamente l'auto mezzo - si sarebbe venuto ad occupare lo spazio destinato alla sistemazione dei materiali e del munizionamento che il nucleo antiparacadutisti deve portare al seguito per ragioni di impiego». Riferiva poi di aver fatto eseguire un esperimento pratico di impiego, dal quale era risultato che : a) - l'auto mezzo ha capacità s ufficiente a trasportare il personale ciel nucleo e cioè un ufficia le (in cabina, accanto al conducente) e 23 uomini (tenendo conto che il motociclista e i due ciclisti usufru irebbero dei mezzi loro assegnati); b) - i materiali ed il munizio namento che il nucleo deve portare al segui to trovano convenie nte sistemazione lungo le fiancate de l cassone ; c) - con l'automezzo carico e in movimento non è possibile, per mancanza cli spazio, fare uso delle am1i, ragione per cui non si ricava alcuna utilità dalle feritoie praticate ne lla blindatura; d) - non vi è possibilità di comunicazione tra gli uomini caricati s ull 'autocarro e la cabina ne lla quale, come si è detto, oltre al conducente, deve trovar posto l' ufficiale comandante del nucleo; e) - il tipo d i blindatura realizzato no n offre s ufficiente sicurezza g iacché: - la lamiera usata viene forata dai tiri di fucile, fucile mitragliatore e mitragliatrice a distanza inferiore ai I 00 m; - lascia completamente es poste le estremità inferiori dei militari caricati nel cassone, inconveniente reso p iù gra ve dal fatto c he in corrispo ndenza di detta parte scoperta sono da siste marsi le mun izioni di reparto (cartucce e bombe a mano);


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

- non offre alcuna sicurezza per l'ufficiale comandante del nucleo, per l'autista (non sostituibile perché solo specialista ne l reparto), per il serbatoio di nafta e per le ruote. In relazione a quanto sopra e ten uto conto che l'automezzo in questione non deve essere trasformato in un carro armato, ma deve essere solo munito di una leggera blindatura atta a dare protezione, durante il trasporto, al personale del nucleo. propongo: I 0 ) lasciare inalterate le di mensioni delle lamiere laterali, frontale e posterio ri, abbassandole sino al piano del cassone e non munendole di feritoie. Si avrebbero così i vantaggi del dare una maggiore stabilità ali' automezzo e di proteggere convenientemente sia gli arti inferiori dei militari, sia il munizionamento portato al seguito. Occorre ndo e con la macchina in moto riuscirebbe più agevole poter far fuoco e poter lanciare le bombe a mano. 2°) Creare uno sportellino sulla lamiera frontale, atto a consentire di poter comunicare tra cassone e cabina. 3°) Impiegare lamiera d i acciaio speciale L.P.A. costruito dalla Ditta Te rni (proposta g ià approvata da codesto Maristat con d ispaccio 50982/S, del 15 settembre u.s.). 4 °) Proteggere nel miglior modo possibile la cabina ed il serbatoio cli nafta 1.

Si ignora se MARISTAT abbia approvato tali proposte e se i 5 autocarri siano stati blindati. Questa trasformazione rivela comunque le difficoltà incontrate dagli enti periferici per provvedersi in proprio di automezzi protetti e l'inesistenza d i rapporti interforze: l' Ufficio di S.M. della R. Marina avrebbe potuto fac ilmente ottenere notizie in merito presso il Centro Studi Motorizzazione del Ministero della Guerra.

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Stato Maggiore della Marina, Ufficio Storico. Copia in A.AA.


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GLJ ALTRI VEI COLI BLINDATI

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Autoprotetto 665 NM (R. Marina)

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945

CAMIONETTE ln base alle esigenze determinate dall 'opportunità di contrapporre alle azioni dei reparti speciali britannici analoghe formazioni, lo S.M.R.E. decise di formare un battaglione Arditi, da costituirsi il 26 aprile 1942, e , il successivo 20 luglio, il 10° Reggimento speciale, da crearsi - su comando e 3 battaglioni - a far data dal I O agosto. Contemporaneamente, per equipaggiare la 3A compagnia del 1° e 11° Battaglione (cp. Camionettisti) si realizzavano nel secondo semestre 1942 due tipi di autoveicoli speciali: CAMIONETTA 42 (SPA -VIBERTI) - Veicolo blindato veloce, con grande autonomia di marcia ricavato dall ' autotelaio cli autoblinda. CAMIONETTA 43 (SPA V/BERTI) - Veicolo come sopra ricavato dall 'autotelaio di autocarro A/S 37 1.

Le commesse conferite nell' anno 1942 erano di: Camionette 42 140 (di cui 20 prodotte) Camionetta 43 180 (nessuna prodotta)2.

Questi dati non coincidono con un documento del dicembre di que l! ' anno 3 dove si legge, commentando una proposta di costituire, presso ciascuna base lungo l'itinerario Tunisi-Tripoli, un nucleo mobi le composto, tra l'altro, di 8 camionette (con 2 mtr. 20-2 pezzi e.e. e 4 f.m. ) avente compito di scorta (perlustrazione a sbalzi) delle autocolonne e di eventuale rincalzo per attacchi alle stesse basi, che Per quanto riguarda le camionette risulta: a) - esistenza attuale: pochi esemplari presso il rgt. arditi: b) - in commessa: 300 unità; c)- in seguito ai danni apportati alle fabbriche nei recenti attacchi aerei la produzione subirà un ritardo( .. .)

e neppure con quelli, s uccessivi, de l Promemoria del Sottocapo di S.M. Intendente n° 8975 del 18.5.1943 (Allegato 7), dove si specifica che: - le Camionette de lla co mmessa mocl. 4 1 sarebbero state 80 e 20 sono quelle del J O lotto già introdotte e d istribuite (18 ali' A.S. per Sahara libico. 2 al rgt. Arditi) ed altre 20 per la commessa mod. 1943. di cui 41 già introdotte e distri buite.

In totale, quindi, solo 120. Diversi ancora sono i dati di produzio ne d i fonte Viberti: - 200 camionette mod. 42, - 166- 169 camionette mod. A.S. 43, dall ' 11 giugno 1943 al 9 gennaio 1946. Sempre secondo la Viberti, altri 13 veicoli del modello A.S. 43 porta-arma (Camionetta Antiaerea s u telaio Spa della Guerra, Direzio ne Generale della Motorizzazione • Divisione I ~ - Sezione r, Principali realiu.azioni di autoveicoli attuate dal 30 giugno 1942 ad oggi, Roma I O febbraio 1943. Copia in A.AA. 2 Idem, Automezzi ordinati ed allestiti nell'anno /942, Roma, I O febbraio 1943. Copia in A.AA. 3 Comando Supremo . I O Reparto, Ufficio operazioni - Scacchiere Africa, Promemoria per il Capo / 0 Reparto, in data 7 dicembre 1942 XXI. Copia in A.AA. 1 Mi nistero


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATJ

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A.S. 43, disegni in data 11. 10.1943 con modifiche 19.10. 29.10, 5.11 e 15.1 1.1943)4 sarebbero stati consegnati a i tedesch i dal 22 al 24 novembre 1943, con carrozzeria modificata su specifica richiesta del'O.K.H.

CAMIONETTA SPA-VIBERTI MOD. 42

Sviluppo e produzione Si è g ià accennato, ne lla pagina precedente, allo sv iluppo ed alla produzione, su cui, peraltro, non è stata rintracciata documentazione esauriente. Le macch ine furo no costruite in due model li, quello ABM 4 1 e quello ABM 42, che differivano per minimi particolari.

Descrizione Non ri sultano ed ite dal le ditte speci fic i manuali, forse perché si trattava di un automezzo destinato a missioni particolari. La camionetta sarebbe stata presentata come prototipo il 9 luglio 1942. Le caratteristiche note sono quel le desunte dalla scheda del C.S.M. che qui di seguito s i riporta: Motore a carburazione; 6 cilindri Potenza HP l 00 Gommatura: pneumatici 11.25-24 Peso kg . 4500 (veicolo scarico) Raggio di volta m. 10,80 Velocità massima su strada km/h 84 in terreno vario km/h 50 Frenatura idraulica Ingombri: longitudinale m. 5,620 trasversale m. 2,260 verticale m. 1,800 Pendenza s uperabi le 50% Armamento: 1 fucilone Solothurn oppure l cannone-mitragliera eia 20 1 mitragliatrice ca!. 8 Autonomia: su strada km. 300 (5 h fuori strada) (*) Equipaggio 4 uo mini Capacità serbatoi: 145 litri di benzina Stazioni radio: 1 tipo T.X.O. - 1 tipo O.C. 3 (*) L' autonomia con 28 canistri da 20 litri+ i serbatoi è di 1500 km su strada o 25 ore fuori strada.

4

Disegni: copia in A.AA.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL. ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO I940- I945

La Camionetta desertica rnod. 42 risulta adottata (vedi Disposizioni Speciali N. 23) il 1° 12 .1 942. Le previsioni erano per un gettito di 40 camionette mensili nel 2° semestre 1943. Sono stati invece rintracciati sia i disegni delle Officine Viberti - S . 241, Camionetta s u telaio SPA Abm 41 e 42 datati 4-6-42 XX (le modifiche si protrassero fin o al 2 .2.43 XXI) e q uelli - sempre Vi berti - S. 305 della Camionetta Il, datato 27. J. 1943 XXI, che differisce dalla precedente solo per avere i c inque fustini delle due fil e superiori all' interno di con tenitori metallici chiusi superiorme nte . Ovviamente, con la perdita dell'Africa, furono eliminati i canali per sabbia. L'armamento principale rimase stabilito in una mitragliera da 20 mod. 35 con congegno di puntamento di circostanza L.P. e dotazione di bordo di 1200 colpi oppure un cannone da 47 mm. mod. 39 con 350 colpi, completato, come nel modello precedente, da mitragliatrici Breda 37 ca!. 8 (una delle quali fornita di treppiede), da l a 3. Ogni camionetta aveva un equipaggio di 5 uomini armati di mitra Beretta 38A e congruo numero di colpi per mjtragliatrice Breda e bombe a mano. L e camionette comando e quelle staffetta erano armate con un 'unica Breda 37. In data 8 agosto 1943, l 'Ufficio Servizi II dello S .M .R .E. aveva preso in esame il montaggio dell 'autoradio RF5 sulla camionetta mod. 42.

Impiego tattico Risultano inizialmente immatricolate le seguenti Camionette desertiche SPA: Anno 28.8.1942

28.9.42

5

Motore 100535

Telaio 47889

Tipo ABM41

Targa R.E. 780B

100540 100498 100541 100547 100553 100518

47894 47852 47895 47901 47907 47872

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781B 782B 783B 7848 785B 786B

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47909

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100556 100561 100564

47910 47915 47908

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100558 100562 100563 100559 100564 100566

47912 47916 47917 47913 47818 47920

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791B 792B 7938 794B 795B 796B

100566

47914

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P = perduta in guerra (R).

6 P.A. Gomme 11,25 x 24 alleggerite.

Assegnazione già X Arditi. poi SMRE Dircz. Sup. Trasp. (P)5 id. id. id. id. id. Dal 20.9.42 a Intendenza A.S.I. (P.A.)6 Dal 4.12.42 Com. Sahara libico Dal 20.09.42 Base Militare Brindisi Dal 4.11.42 S.M.R.E. Dir. Sup. Traspo (P) id. id. Dal 20.9.42 Intendenza A.S.J. Dal 4.12.42 al Com. Mii. Sahara libico id. id. id. id. id. Dal 2. L0.42 al Comando Rgt. Arditi, S. Severa Dal 20. 9.42 Intendenza A.S.I. 4.12.42 al Comando Mii. Sahara libico


GLI ALTRJ VEICOLI BLINDATI

29.8.42 23.9.42

100565 100528

47919 47882

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449

798B id. 7998 Dal 2.10.42 al Comando Rgt. Arditi S. Severa

La prima utilizzazione di queste Camionette 42 ha luogo in Africa Sette ntrionale nel tardo 1942. Un certo numero (18 secondo la fonte citata) sarebbero andate al Reparto formazione Camionette p.le (A.S. 29 novembre 1942-Tunisia 8 aprile 1943). L' unità, facente parte del Raggruppamento sahariano 7 , riceve, secondo l'evidenza fotografica, le macchine targa 790, 791 , 792, 794, 797 e 798 B, con più soluzioni di armamento: 2 mitragliatrici Breda 37 (sulla 794B), fucilone Solothum (sulla 798), cannone-mitragliera da 20 mod. 35 con congegno di puntamento tipo L.P. (sulle 798B e 792B) e pezzo da 47 mod. 39, più due camionette desertiche realizzate in A.S. su autotelaio A.S. 37. In Tunjsia opera, alla fine del gennaio 1943, la 103A/l0 Arditi Camionettisti. Essa ha già perduto le sue 24 camionette a causa di un bombardamento aereo su Torino nel novembre 1942. Il reparto, su comando (3 ufficiali e 30 uomini di truppa) e 3 pattuglie (una quarta rimane a S. Severa, RM, sede del Reggimento), ciascuna con 2 ufficiali e 18 tra sottufficiali e truppa, ripartiti in tre nucleis, è trasferito a Tripoli per via aerea. Ricevuto il materiale (8 su 12 camionette) via mare, in ritardo organizza la sua base a Gabés. La 103Aviene impiegata contro g li anglo-americani soprattutto in azioni di pattuglia dal marzo al maggio 19439 . Il 20 maggio 1943 il Il 0 /X, del quale fa parte la 120A compagnia con 20 camionette, lascia S. Severa per la Sicilia. Durante il viaggio per ferrovia, 2 ne vanno perdute per mitragliamento aereo. Dislocato ad Acireale, il reparto, in occasione dello sbarco anglo-americano, riceve ordine di trasferire Comando e 11 3A cp. a Caltanissetta e 11 Y cp. a Siracusa, ma non può lasciare Acireale per deficienza ili automezzi. A richiesta di un battaglione germaruco in difficoltà, vengono inviate al ponte di Prirnosole 3 pattuglie camionette; il possesso del ponte è mantenuto, ma si perdono 3 ufficiali, 4 sottufficiali e 22 uomini di truppa, nonché 4 carruonette. All'8 agosto 1943 restano 33 ufficiali e 340 arditi con 14 camionette. Una delle maccrune viene abbandonata perché colpita10 prima del rientro sul continente. La 123/ll° Compagnia terrestre, al momento dell'armistizio si trova in Sardegna senza le 24 camionette (probabilmente del modello II del 1943) rimaste a S. Severa. La 133Ainfine, in addestramento, non aveva ricevuto ancora i veicoli. Fonti non identificate riferiscono abbia avuto in valutazione 2 camionette A.S. 43 armate di mitragliera Breda da 20 e mitragliatrice Breda cal. 8. Sono state individuate le seguenti Camionette 42 distribuite al X Reggimento Arditi il 4.4.43: Costruzione

Motore

Telaio

Tipo

Targa

Immatricolazione

1942

100557 100650 100651 100649 100655

47911 55411 55412 55410 55416

ABM42

1160B 1161 1162 1163B 1164

l 5. l.43XXT

1942

ABM42

15.l.43XXI

7 Era un forte raggruppamento di forze indigene e nazionali equivalente press' a poco ad una divisione con comando a Hon (Tripolitania) ed il compito di difendere la vastissima regione del Fezzan contro le offese nemiche provenienti da sud (Tibesti) e da sud-est (Cufra). 8 Gli organici della compagnia su 4 pattuglie prevedevano una dotazione di 24 camionette, 2 autovetture 1100 C. ed 8 autocarri Spa 38R. 9 Re lazione del 2° Comandante (il primo era caduto) in data 20 aprile 1985 (U.S.S.M.E.), Copia in A.AA. IO PARlSET, DANTE, Storia del Paracadutismo, Vito Bianco Editore, 1962, pp. 287 e passim.


450

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

1943

100659 100661 100656 100660 100668 100635 100657 100663 100667 100669 100652 100686 100662 100684 !00688 100674 100694 1001 12 100580 100695 100692 100698 100699 100706 100707 1007 10 10071 1 100708 1007 15

55420 55422 55417 55421 55429 55396 55418 55424 55428 55430 55413 55447 55423 55445 55449 55435 55455 47466 55341 55456 55453 55459 55460 55467 55468 55471 55472 55469 55476

ABM 4l

ABM42

1165B 1166B 1167B 1168B 1170B 11 718 11728 1173 11 748 I 175B I 176B J 178B 1181B 1183B 1184B 11868 l 187B 11888 1189 I 191B 11928 I 197B l200B 1202B 1203B l204B 1205B 1210B 12 11B

26.1.43XXT/25.5.43XXT I5. I .43XXl/26.8.43

Da altre fonti risultano anche le targhe: RE 1177, 1180, 1182, 1185 B. Dopo l'armistizio ed i tentativi del g iorno 9 cli impedire l'occupazione tedesca della Capitale, il X 0 e le sue compagnie arditi camionettisti si sciolgono. Tuttavia, un'aliquota del II battaglione - 46 Arditi con 7 camionette - formano il IO settembre 1943 un Gruppo Arditi Camionettisti italiani e cooperano efficacemente a ripulire Roma dagli elementi badogliani. Con la divisione tedesca alla quale sono aggregati fla 2A Paracadutisti] partono presto per la Russia [il reparto nel frattempo era stato rinforzato fino a contare un centinaio cli paracadutisti]. Verso la fine cli novembre giungono nella zona centrale del fronte, prendono parte come gruppo esplorante a vaste azioni controffensive. Poi sono a Kirovgrad, ad Uman 11 .

Coinvolti nella grande ritirata invernale, nel marzo rie ntrano in Germania, a Wann, dove la 2A viene riordinata. Trasferiti ad un reggimento autonomo, lo seguono in Francia dove contrasteranno lo s barco anglo-americano. I superstiti rientreranno a novembre 1944 alla Scuola paracadutisti di Tradate. Sempre in Italia, dal 14 agosto 1943 24 «Camionette H>> sono andate anche al Comando Gruppo Formazioni «A» 12 appunto per equipaggiare la compagnia mista del Gruppo formazioni 11 LUIGI

C., Nembo e Folgore, in ALI, periodico degli aviatori italiani, N. 5, 4 febbraio 1945-XXIII, pag. 9. Reparto speciale di arditi informatori-sabotatori composto d i italiani del Medio Oriente e di arabi destinati alla Centrale del Muftì in A.S.. per opera7.ioni da condursi in Egitto e nel M.0. Dopo la perdita dell'Africa, era stato tenuto dallo S.M.R.E. a propria disposizione per impieghi speciali e dislocato presso la sua sede di Monterotondo (RM). 12


GLI ALTRI VEICOLI BLI NDATI

45 1

«A» dal 14 agosto 1943 Btg. d'assalto motorizzato. Essa è formata da un plotone comando (3 camionette 42 e 11 camionette SPA 37 modificate; 3 plotoni camionette s u I camionetta comando, 1 staffetta, 2 con mitragliera da 20 e 2 con cannone da 47. Quelle individuate sono: Anno di Costruzione 1943

Motore

Telaio

Tipo

Targa R.E.

100724 100725 100727 100732 100731 100735 100741 100745 100740 100747 100742 100693 100709 10071 4 100716 100658 10071 7 100718 100721 100632

55485 55486 55488 55493 55492 55496 55502 55506 55501 55508 55503 55454 55470 55475 55477 55419 55478 55479 55482 55393

ABM 42

I 100B 11 03B 1105B 11lOB 11 LJB 1112B 1113B

1114B 1115B l 116B 11 178 l 194B 1206B 12078 1208B 1209B 12 12B 1213B 1216B 12 178

Tre di queste, il 9 settembre si scontrano con i tedeschi a Roma e restano abbandonate s ul posto. Altre 10 camionette sahariane del Reparto passano alla Polizia del! ' Africa Itali ana. Due cli queste, in servizio di ordine pubblico, la sera del 6 giugno 1944 si trovano una a Piazza di Spagna e l'altra all'angolo tra Via XXIV Maggio e Via Nazionale. Quest' ultima incrocia un carro armato americano che la distrugge insieme con l'equipaggio (4 uomini di cui due ufficiali), prima che l'altra macchina della pattuglia possa sopraggiungere. Nel dopoguerra, le macchine, 11 delle quali furono consegnate dalla P.A.I. al momento del suo sbandamento agi i agenti di P.S. di Roma il 6 giugno 1944, dopo essere state leggermente modificate per il nuovo impiego (eliminazione dei supporti taniche, montaggio della sirena e dell 'apparecchiatura radio, completamento dell 'armamento e cioè 3 Breda 37 ed 1 mitragliera da 20) saranno riunite in una compagnia del XX 0 Reparto Mobile di P.S. della V Zona (Emilia). Questa unità, costituita il 15 settembre 1948 come «Reparto Mobile Speciale di P.S.» di Cesena (FO) è inizialmente formato da l pi. comando, 2 cp. paracadutisti (armati di mitra Beretta 38A e 1 plotone mitraglieri, più 1 cp. autoblindo SPA 40 «la quale può operare su terreno vario con tutti i mezzi ed è in grado di produrre un volume di fuoco eccezionale essendo essa dotata di mitragliera da 20 e di mitragl iatrici Breda 3713_

13 Polizia

Moderna, Roma, N. 9, 1° settembre 1949.


452

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTlMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

CAMIONETTA A.S. 43

Sviluppo e produzione Il prototipo di questa camionetta, realizzato a seguito delle esperienze condotte in A.S. (a cura del Comando Sahara Libico) con esemplari modificati de ll 'autocarro sahariano A.S. 37, fu presentato al Centro stud i Motorizzazione nella tarda estate del 1942 per i rituali collaudi. Il veicolo, che avrebbe dovuto equipaggiare le nuove compagnie sahariane su automezzi A.S. 37 modificati, previste eia tale Comando e della seguente formazione: I pl. comando (nucleo combattimento e nucleo servizi), pl. cannoni da 47/32 su 3 pezzi, pl. mitragliere da 20 su 3 pezzi, pl. mitragliatrici Breda 37 su 4 armi e pi. fucilieri. Le camionette dovevano essere inoltre tutte armate di mitra Breda 37 ed il personale dotato di moschetto automatico Beretta 38-A 14 . Come si apprende da uno dei pochi documenti pervenuticjl5, essa non era blindata e derivava dall 'autotelaio dell 'autocarro sahariano 37. Il nuovo mezzo da combattimento era stato studiato su richiesta del Comando Super iore A.S . perché venisse assegnato in un primo tempo ad alcuni reparti di sabotatori; successivamente l'assegnazione era stata estesa ai reparti sahariani. Il suo sviluppo ebbe inizio presso la Fiat-Spa, come si evince dalle date dei disegni , prima dell'ottobre 1942, ma per quanto questo sia stato rapido, il veicolo, denominato Camionetta desertica mod. 43 fu adottato solo il 4 gennaio 1943, quando ormai la Libia era perduta. Si provvide pertanto a modificare la macchina per l'impiego in Europa, eliminando tra l'altro le 16 taniche e provvedendola di gomme «artiglio». Le previsioni erano, nell 'estate 1943, di un gettito mensile di 30 unità.

Descrizione Come già anticipato, nel complesso la configuraz ione del l'autotelaio ricalcava quella clel1' A.S. 37, opportunamente rinforzato e con le modifiche già apportate nell' estate 1942 a cura del Comando Sahara libico. In realtà, si trattava di un mezzo ciel tutto nuovo, con pochissime parti in comune con il veicolo da cui derivava. Il motore, tipo 18 VT (Variante 4) era più potente; la frizione, con gruppo posto ali ' interno del volano, era col legata ad un cambio di velocità a 5 marce e rm posto quasi al centro del veicolo d ietro il quale erano situati gli organi di trasmissione e il compressore d'aria per i pneumatici; le sospensioni a ruote indipendenti prevedevano anteriormente molle a spirale e posteriormente una balestra rovesciata, integrate da ammortizzatori idraulici a doppio effetto; le ruote, tutte motrici e a raggiera G iannetti con pneumatici artiglio potevano ricevere organi di aderenza a conchi glia o a tre traversini. La sterzatura era limitata alle sole anteriori; i fren i erano idraulici. La velocità era molto più elevata (68 ,5 km ora). Perfino l'autonomia (con 6 canistri) era maggiore: 1120 km circa. Magg iore anche la pendenza massima superabi le (45°). Tuttavia, la parte maggiormente interessante era la carrozzeria: essa era costitu ita da posto di guida (con sottosedile - ripostiglio). Tra i due sedili, la cassetta portacaricatori per la mitraglia14 Comando Militare del Sahara Libico, Stato Maggiore, Organici e caricamento delle compagnie sahariane su au/ome::.zi A.S. 37. Copia n. I - Segreto (in A.AA.). 15 Promemoria per l'Altezza Reale, Roma, 11 Gennaio 1943-XXI.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

453

trice Breda 37. A sinistra del cofano fisso, il supporto a collo d 'oca per la medesima: parabrezza - limitato al solo pos to di guida - con te laio in lamiera, ribaltabile in avanti; feritoie con cristallo Securit protetto da sportellino di lamiera scorrevole. Il cassone aveva una incastellatura a basamento con ossatura in profilati d i acciaio saldati elettricamente, sponde laterali fisse; quella posteriore, anch'essa fissa, era ri vestita internamente in lamiera dello spessore di 12/10. Il traversone su I passaggio ruote posteriori face va corpo con l'ossatura; nella parte anteriore e posteriore erano ricavati ripostigli viveri. Al centro del cassone, e precisamente a cavallo del traversone, e ra applicato, con attacchi direttamente sul telaio, il supporto unive rsale per mitrag li era da 20 e per cannone da 47/32. Erano inoltre presenti 4 cassette in legno a chiusura rapida per le munizioni. S ui parafanghi a forma poligonale in lamiera d'acciaio dello spessore di 15/ 10 erano sistemati, anteriormente, 2 fu stini (uno per parte) e posteriormente 4 (due per parte). Sul parafango destro erano fissati gli attacchi per il treppiede della mitragliatrice Breda 37 e , ai parafanghi posteriori, una sbarra in tubo proteggeva la ruota a 750 cm da terra. Le pedane laterali facevano da base per la cassa portamunizioni, con ossatura in profilato d'acc iaio e rivestimento in lamiera. Un coperchio nella parte superiore servi va ad introd urre la scorta caricatori per la Breda 37, mentre uno sportello laterale a due battenti ospitava le cassette dei caricatori per mitragliera da 20 o i proiettili per il cannone da 47 /32. Posteriormente era fissato un porta-ruota di scorta; questa era ri baltab ile all' interno e trattenuta mediante un dispositivo con compassi e molle di compensazione in posizione tale da non disturbare il tiro dell'arma. Una tendalina in tela grigioverde era arrotolabile sulla parte posteriore e fissata con cinghie di canapa; aperta, era fissata con linguette al parabrezza e al montantino sinistro ribaltabile; nella parte intermed ia poggiava s u un arco in tubo abbassabile e in quell a posteriore s u due puntoni rientranti e collegati fra loro con un cavo munito di moschettoni. La chiusura era completata da laterali, al cassone, alla cabina di guida, al di sopra del cofano sinistro ed alla parte posteriore. Esternamente, il retrovisore, il portatarga con relativo impianto e lettrico, fanalino con segnalatore di stop e catarifrangente, piĂš le staffe per fissaggio badile, gravina e palanchino. L' illuminazione era e lettrica con dinamo, senza batteri a con cavi cli accensione e candele schermati.

Derivati

Autoblinda Denominata dalla Viberti Carrozzeria speciale su SPAAS 43, deriva senza dubbio da una variante dell 'autobli nda A.S . italiana realizzata nel 1941 s ulla base dell ' autoprotetto A.S . 37 ed armata con la torretta originaria del carro armato L 40. Studiata nel gennaio 1944 (varianti 6 e 8 dell'autotelaio A.S. 43), fu riprodotta in una piccola serie (la carrozzeria corazzata, i cu i di segni recano la data ciel 18.1.1944, ultima mod ifi ca 3 aprile 1944, era definita ÂŤspecialeÂť dalla Viberti che l 'aveva costruita) ed assegnata al Gruppo Corazzato GNR Leonessa intorno al maggio 1944 (2~ e 3~ compagnia, Caserma Dabormida, Corso Lepanto/Corso Stupinigi, ora Unione Sov ietica). Se ne conosce solo una targa: GNR 015 1.


454

GLI AUTOVEICOLI DA COMBAlTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SEC ONDO 1940- 1945

L'armamento era costituito unicamente da quello di torretta: mitragliera Breda da 20 e mitragliatrice coassiale; g li scaffali munizioni erano sistemati nella parte posteriore dello scafo (in alto 5 + 5 cassette caricatori da 20 mm, in basso quelli cal. 8, 4 cassette a destra). Altre due cassette per caricatori ca!. 8 erano sistemate una a sinistra, l'altra a destra del posto di guida. La sistemazione sembra sia poi stata modificata in sede di esecuzione per quanto concerne le riservette posteriori per la cal. 8. L'autotelaio pesava 2620 kg (senza acqua e combustibile), la blindatura 911,23 kg (senza contare i 642 pezzi accessori e cioè bulloneria fissaggio lamiere, cerniere, ganci ecc.). A questi vanno aggiunti la torretta con armi, le scaffalature, i sedili ecc., il serbatoio carburante (situato posteriormente sotto gl i scaffali e che conteneva 120 litri di benzina) e infine, l'equipaggio di 3 uomini.

Carro protetto trasporto truppe Sebbene operativo, si tratta di una variante semiblindata dell' A.S. 43 rimasta allo stadio di prototipo e realizzata anch'essa nel 1944 ma, sembra, allestita presso l'officina centrale o autoparco G.N.R. d i Piacenza. Era in carico alla 1~ Cp. Arditi del Gruppo Corazzato Leonessa, con sede alla Caserma Dogali (oggi Lamarmora) di V. Asti a Torino. L'armamento era costitu ito da due mitragliatrici Breda 37 in casamatta sferica, (in caccia e in ritirata) e i cui treppiedi erano fissati sui parafanghi anteriori. Poteva portare, o ltre al pilota ed al mitragliere, altri 6 uomini. Fu utilizzata dal Gruppo Corazzata GNR Leonessa nel 1944-45 e targata GNR 438.

Ambulanza scudata Durante la campagna in A.S. fu assai sentita l 'esigenza di avere a disposizione, nell'ambito del battaglione, almeno un autoveicolo blindato per lo sgombero feriti, anche di capienza limitata 16 . Tuttav ia, solo dopo l'armistizio fu messo al lo studio presso la Viberti un veicolo ciel genere; alcune parti erano in comune con l' autoblindaAS 43. Il progetto non fu mai concretato.

Impiego tattico La nuova situazione creatasi con la perdita dell'Africa impose una revisione dei criteri d ' impiego per le compagnie camionette che lo S.M.R.E. vo lle costituire nell 'estate 1943 (V. Documento N. 34); i s uccessi vi eventi non permisero però a tali reparti di entrare in linea. Dei pochi esemplari introdotti riportiamo gli estremi: Motore

Autotelaio

Targa

Data immatricolazione

100010 100011 J00012 100014 100017

47269 47270 47271 47273 47276

R. E. I 120B I 121B l 122B I 123B 11 24B

7.7.1943

16 BOTTI FERRUCCIO, La

Assegnazione 28.7.43 Dep. I° Ftr. Carrista VC 29 28 29 28

logistica de/l'esercito, Voi. IV, S.M.E.U.S., Roma, p. 356.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

100018 100016 100022 100023 100026 100028 100020 100025 100029 100021 100024 100030 100034 100003 100032 100057 10007 1 100070

47277 47275 47281 47282 47285 47287 47279 47284 47288 47280 47283 47289 47293 47268 47291 47316 47330 47329

11258 11 268 l127B 1J28B I 129B 1130B 11 318 I 132B 1133B 1135B I 136B 11388 11398 11408 l142B 1143B I 144B 1145B

455 29 29

7.7.43 28.7.43 28.7.43 28.7.43

4.8.43 4° Rgt. Ftr. Carrista Roma

19.8.43 28.7.43 28.7.43

14.8.43 Dep. 33° Rgt. Ftr. C r. Parma 4.8.43 4° Rgt. Flr. Carrista Roma 4.8.43

19.8.43 29.7.43 J 9.8.43

14.8.43 Dep. 33° Rgt. Ftr. Cr. Parma 4.8.43 14.8.43 "

Da quanto appare, né la I~ compagnia/] 0 Rgt. Ftr. Carrista, né la r /4° Rgt. Ftr. Carrista, (costituita nell'agosto 1943 su solo 8 camionette) né, infine quella del 33° sarebbero state completate secondo gli organici stabiliti. Gli esemplari di A.S. 43 disponibili e quell i prodotti successivamente furono in parte confiscati dalla Luftwaffe, che li riarmò con mitragliere da 2 cm Flak 30. Terminate le ostilità, i veicoli res idui di commessa ancora presso la Viberti furono consegnati ai Reparti Celeri di P.S. (ultima consegna del lotto, 9 gennaio 1946; ulteriore commessa di un solo veicolo evasa il 26.1.46).

BIBLIOGRAFIA SPA - Camionetta AS 43 - Norme di manutenzione, 1 edizione aprile 1944 (600); SPA - Camionetta AS 43 - Catalogo parti di ricambio.

DISEGNI AS 43 schema per carrozzeria, 532474, scala 1/1 0, 28.10.42-XXI (ultima modifica 9.5.43: la gommatura era 11 .25-24); AS 43 - Variante 6 - Complessivo tubazione combustibile, 26.1.44, scala 1:5; Offic ine Viberti - Uffici o Tecnico C amionetta su telaio SPA A.S. 43, scala 1: I O, N. S. 255, 11.2.1943 (ultima modifica 29.7.43); Officine Viberti - Ufficio Tecnico Carrozzeria speciale A.S. 43, blindatura - complessivo mamiere, 1:10, Torino 23.1.1944- N° P. 4764; Officine Viberti - Carrozzeria speciale A.S. 43.


456

GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL"ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

Camionetta desertica mod. 42 (11°) - Scala I :40


GLI ALTRI VEI COLI BLI NDATI

457


458

GLI AUTOVEICOLI DA COM BATTIMENTO DELL' ESERC ITO JTALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

10 .

1-2-3-4. Viste del prototipo della camjonetta 42.


GLI A L.:rRI VEICOLI BLINDATI

~ 5~031 ... ...

CAM IONETTA

SPA

A bm • O

5-6. 11 modello definitivo, ancora senza armamento.

459


460

GLI A UTOVEICOLI DA COMB ATTIMENTO DELL"ESERC ITO ITALIANO VOLUM E SECONDO 1940- 1945

7. TI mod. 42 TI con tendalino.

8. La camionetta mod. 42 con armamento Solothum e mitra B reda 37 , fotografata dinanzi alla Farnesina.


GLJ ALTR I VEICOLI BLINDATI

46 1

9 - Una camionetta con armamento Breda da 20 mod. 35. La Breda 37 è stata provvisoriamente sostituita con una Vickers cal. 7,7. A.S., 1942.

10 . Altra camionetta, armata di pezza da 47 mod. 35 e di mitra Breda 38 cal. 8. A.S. 1942.


462

GLI AUTOV EICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

,~-o,~ -- -

••••••

CAMIONETTA SPA Abm 42

J J. La nuova camionetta 42 per impiego metropolitano.

12. Una camionetta 42 armata con il 47 mm e un mitra Breda 37 ciel Btg. d'assalto motorizzato (Roma, Porta S. Paolo. 9.9.1 943).


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

.,. ...... . .;. • r... ·'i ~ ...•, ,,,·/ ·t11

•-.,

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--- - ...

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#

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·.': 13. Camionette del XX Reparto M obile (Roma, 18 ottobre 1952).

463


464

GLI AUTOVEICOLI DA COMBA'ITIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- I 945

l

...

..,

J4. Progeno Viber ti di autoambulanza scudata A.S. 4 3.

1400


465

GLI ALTRI V EICOLI BLINDAT I

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Camionett.a mod. 43 - Scala l :40

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBA'n'IMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-194.5

Carrozzeria speciale su A.S. 43 - Scala I :40

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GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

Camionetta A.A. (2 cm F/ak 38). Scala 1:40.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUM E SECONDO 1940- I 945

Supporto per mitragliatrice Serbatoi acqua - I

Serbatoi benzina

Serbatoi acqua

1-2. Viste del pro totipo cli A .S. 43.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

, -·~ ..V.....if;!;,'7 CAMIONHTA SPA A.S. •3 ;

3-4. Modello defin itivo cli A.S. 43

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATrIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940- 1945

5. Un lotto di A.S. 43 pronto per la consegna. Quelle a sinistra han no già la gommatura A11iglio.

6 . Il trasporto truppe su A .S. 43 (M ilano, 2 5 lug lio 1944)


GLJ ALTRI VEICOLI BLINDATI

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7. TI lrasporto !ruppe su A.S. 43, armato con due mitra Breda 37, durante una paraia militare a Torino. l i distintivo è del gruppo corazlalo l eonessa.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBAITIM ENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

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8-9. Lo Spa A.S. 43 autoblinda.

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SU SPA A.S.43


ULI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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CAMIONETTA A.S . 43 MODIFICATA Ai primi del 1943 - in attesa dell'entrata in distribuzione della camionetta A.S. 43 - fu realizzata, modificando l'autocarro sahariano A.S. 37, un terzo tipo di camionetta, erroneamente conosciuta come Camionetta desertica mod. 43. Come giĂ provveduto in A.S ., la cabina di gu ida fu el imi nata e nel cassone fu sistemato un cannone-mitragliera da 20 mod. 35. A disposizione del capo-macchina era una mitra Breda 37 con parti aggiuntive per il tiro contraerei e relativo treppiede. I 5 uomini dell'equipaggio erano armati di mitra Beretta 38-A. L'autonomia della macchina era stata ulteriormente incrementata mediante la sistemazione di 10 fustini. Distribuite ad una compagnia del battagl ione d'assalto motorizzato insieme alle camionette mod. 42 del II tipo , furono impiegate contro i tedeschi nella difesa della Capitale i1 9 e IO settembre 1943.

I. La Camioncll.a A.S. 37 modificata.


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTI MENTO DELL'ESERCITO ITALIANO VOLUME SECONDO 1940-1945

CINGOLETTE Nel corso delle prime operazioni sui fronti africani furono catturate alcune carrette cingolate britanniche mod. Bren Carriere Uni versal Carrier. Alcune di queste furono portate a Roma (Carro porta-mitragliatrice Universal Carrier Mk 1/2, targhe 5143 e 5144) per essere esaminate da i nostri organi tecnici e in base a lle risu ltanze delle prove si decise di realizzarne modelli di costruzione nazionale. Così la SPA riassumerà i fatt i: Nel periodo luglio-ottobre 1941 le Autorità Militari fanno studiare e costruire esemplari di carri cingolati per esplorazione. Nascono: la cingoletta da 5 Tonn. e la cingoletta da 4 Tonn. (Con due assortimenti motoristici diversi che richiedono prove, trnsformazioni, varianti)... 1•

In effetti, I' Uni versal targa 51 44 fu inviata all'Ansaldo. Qui già si era tentato di risolvere il problema realizzando nel 1937 un campione del 1937 basato sullo scafo del Carro d'Assalto mod. 36 leggermente modificato e che poteva portare 6 uomini più il pilota e si stava ora lavorando ad un nuovo prototipo, più o meno ispirato a l modello britan nico. Questo faceva uso d i parte de llo scafo del carro armato L 6/40 e del motore dell' autoblinda 40. L' equipaggio era formato da 4 uomini; inizialmente, I'armamento era limitato ad una mitragliatrice Breda 38 cal. 8 in casamatta sferica anteriore sinistra. Tale prototipo fu fotografato nel dicembre I 941 accanto all'originale britannico ed al modello in legno della camionetta Fiat 2800 con sospensioni Horstmann, dimostrando che dal punto di vista dimensionale, i tre mezzi erano press 'a poco identici. Nel gennaio 1942 esso fu ribattezzato Camionetta CVB 5; l 'arma era stata sostituita da una Breda cal. 13,2 in una postazione leggermente modificata. Il veicolo recava inoltre due supporti (uno anteriore al centro e l'altro posteriore, anch' esso al centro) per una Breda 38 per l'impiego e.a. o fuori del veicolo. L'installazione di una stazione radio RF I C A con antenna a sollevamento automatico aveva fatto ridurre a 3 il numero dei componenti l'equipaggio2. Secondo una pubblicazione ufficiosa3, questa cingoleua [servivaj per il trasporto al seguito dei reparti corazzati dei rifornimenti munizioni; eventualmente, per il traino e il recupero di mezzi corazzati in avaria e per il trasporto d i personale. È costituita da uno scafo di carro leggero, privo di torretta e della corazzatura superiore, cingolato, armato di mitragliatrice.

La CVB 5 veni va presentata come «Cingoletta Ansaldo L 6» alla valutazione del Centro studi Motorizzazione il 2 febbraio 1942, e in data 7 febbraio I 942 XX, il Generale de Pignier, con

1 SPA, Motorizzazione militare 1939-1943, Torino, 5 gennaio 1944, p. 6. Il memoriale SPAcontinuava con osservazioni assurde e infondate, come quella, contraddetta dall' adozione in servizio, che la cingoletta fosse superata e addirittura inutile. Vogliamo aggiungere, a conferma di ciò, come negli Stati Uniti ne venissero costruite dalla Ford ben 13.893 del tipo T. 16, molto simili al modello italiano e che in Italia, ne l dopoguerra se ne modificarono due esemplari in vista di utilizzarli come «servitori d i fanteria». 2 Secondo Ceva-Curami (La meccanizzazione ecc.) «la stessa F iat divenne per un momento, concorrente del!' Ansaldo per le nuove ca111ione11e cingolate, ma è probabile che si sia trattato di un fatto puramente formale», anche perché a nostro parere i mezzi appaiono progettati per diversi impieghi. 3 Le Forze Corazzate Italiane, Tipografia Novissima, Roma, 1943-XXII, p. 18.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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foglio Prot. N. 658 M, comunicava agli Enti interessati le sue proposte per la commissione d i omologazione ed il programma dei collaudi: a) prove di marcia su strade buone e mediocri, in piano e con dislivello per almeno l 000 km; rilie vo, pendenze. facilità di guida, sistemazione equipaggio, armamenti secondario e .a., munizionamento; b) prove di marcia in terre no vario, di vana consistenza (compresa sabbia) e natura del fondo e pendenze per 200-300 Km. - faaminare se abbassamento di 10 cm dal fondo rispetto al carro L 6 è conveniente. Rilievo di velocità e prestazion i. c) prove di tiro con armamento principale da 13,2 con vettura ferma ed in moto e con armamento secondario mitra mod. 38 - sia contro bersaglio a terra che contro bersaglio aereo. Giudizio su sistemazione delle anni; d) installazione radio a bordo: tipo di stazione più conveniente (ritengo la RF3M per ragioni cli portata); e) sistemazione munizionamento da 13,2 (il massimo possibile) e da 8 mm (2000 colpi in caricatori); f) eventuali proposte di miglioramenti che non implic hino però radicali modificazioni del mezzo (ciò in relazione alle prossime prove con c ingolella a motore Fiat 2800); g) giudizio sui compiti ai quali la camionetta può rispondere.

Secondo una scheda del C.S.M., la Camionetta Ansaldo ave va le seguenti caratteristiche: Potenza motore: 100 HP Peso: 5400 kg Veloc ità: 50 km/h (*) Armamento: 1 mitragliatrice da 13,2 e 1 mitragliatrice ca!. 8 Equipaggio: 2-3 uomini; Autonomia: 200 km (1O ore in combattimento). (*) In origine la velocità e ra di 60 km/h Le dimensioni e rano le seguenti: - Lunghezza senz'arma - Larghezza scafo -Altezza (senza armamento) - Proiezione del cingolo sul terreno - Altezza minima dal suolo -A utonomia

4,000 m 1,800 (totale 1,870 m) 1,350 m 3,850 111 0,26m 200 km (2 serbatoi per 270 litri di benzina in totale).

S ul prototipo era stata montata una stazione RF 1 CA. con antenna a sollevamento automatico. Ali' inizio del 1942, l' Ansaldo-Fossati studiò, senza esito, l' installazione s ulla cingoletta di una mitragliera svizzera Oerlikon da 20/70, della quale aveva ottenuto la licenza di produzione. Intanto, si metteva lentamente a punto la camione tta CVB 4 o Fiat 2800, il c ui campione fu sottoposto all 'esame del C.S.M. entro il 1° semestre del 1942. La relativa relazione del 5 luglio successivo non fu molto lusinghiera; vi furono a pportate delle modific he ed il campione fu riprese ntato al C.S.M. il 18 dicembre 1942. Alcune delle limitazioni di cui alla citata relazione rimanevano, nondimeno la cingoletta fu adottata il 19 febbraio 19434 con le seguenti note a fi rma del Sottosegretario Sorice: = Le prove tecniche e di controllo del primo esemplare di cingoletta capace di trasportare una squadra di 8 uomini più due cli equipaggio oppure un carico utile di 1000 kg c irca hanno dato risultati favorevoli. = Caratteristiche principali del mezzo:

4

Ministero della guerra, Gabinetto Prot. J I 0074 Segreto del 19 febbraio 1943. Copia in A.AA.


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GLI AUTOVEJCOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

- peso kg. 3860 - protezione (frontale dritta) mm. 14 - protezione (frontale inclinata) mm. 8,5 centrale e post. mm.9 fondo mm. 6,5 velocità massima K m/h 61 motore Cv. 66,4 - Il mezzo è idoneo all ' impiego in terreno vario su itinerari poco to rmentati planimetricamente e altimetricamente e può essere adibito : - al trasporto a distanza di squadre mitraglieri o squadre cacciatori di carri; - per la costituzione d i batterie mobili leggere contro-carro (serventi e munizio ni sulla cingoletta); - per traino in terreno naturale di rimorchi di peso non superiore a 1000 kg.

Su proposta de ll o S.M.R.E. e concorde parere degli enti tecnici interessati, ne determino l'adozione in servizio con la seguente denominazione:

«Cingoletta 43» Verosimilmente per essere rimorchiato dalla cingoletta, fu realizzato dalle Officine Viberti un rimorchietto a biga (blindato) per rifornimento munizioni in combattimento, dalle seguenti caratte ristiche: Cassone in lamiera d'acciaio laterali mm 8 Spessore corazzatura { cie lo e fondo mm. 6 con pneumatici Artiglio 7 .00-1 O kg. 480 Peso { con semipneumatici Celerflex kg. 340 Raggio di volta m. 2 lunghezza m. 1,400 Dimensioni cassone lunghezza m. 0,960 { altezza m. 0,500

Ingombro

longitudinale m. 2,450 trasversale m. 1,410 { verticale m. 1,030

Non risulta comunque che la cingoletta (di cui si ignora il numero di esemplari ordinati) né i rimorchietti, ordinati in 50 esemplari, siano stati mai distribuiti, ancorché ne fosse indicata la presenza nelle formazioni di guerra.


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

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Cingoletta C.V.B. 5 - Scala 1:40


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

l -2-3-4. Cingoletta 43.

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GLI AUTOVEICOLI DA COM BATTIMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940- 1945


GLI ALTRI VEICOLI BLINDATI

5-6-7-8. La prima edizione della cingoletta Ansaldo L6.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL' ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

9. Un primo tipo di rimorchio biga blindato per cingoletta (Yiberti).

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I O. La versione definitiva della cingo lena L 6.

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GLI ALTRI VEICOLI BU DATI

I I. L a stessa a confronto con il carro armato L 35.

12. La cingoletta Ansaldo L 6 con la mitragliatrice cal. 8 in postazione.

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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATflMENTO DELL'ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

13- 14. Altre viste, clall 'alto e eia d ietro della cingo letta L 6.


GLI ALTR I VEICOLI BLINDATI

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I 5. Un secondo tipo di rimorchio biga per ri fornime nto munizioni in combattimento. sempre di costruzione Vi berti. con i battenti superiori aperti.

16. I l medesi mo pronto per il traino.



INDICE

Presentazione Ringraziamenti Abbreviazioni e sigle PARTE I EVOLUZIONE ORGANICA E DOTTRINARIA Meccanizzare la divisione celere? La nuova normativa e l 'evoluzione della Divisione Corazzata fino all 'armistizio

p.

3 5 7

13

16 19

SVILUPPI TECNICI ParticolaritĂ costruttive dei cmTi L, Me P

35 37

POLITICA E PRODUZIONE DI MEZZI CORAZZATI Gli anni cruciali: 1942-1943

41 48

L'IMPIEGO DELLE TRUPPE CORAZZATE Africa Settentrionale La Brigata Corazzata Speciale Dal corpo d' Armata cli Manovra al i' Armata Corazzata Italo-Tedesca L' impiego in Africa Orientale Italiana Sul fronte russo Nei Balcani Nella Penisola e nelle isole I Reparti mobilitati Fanteria carrista Arma di cavalleria Bersaglieri Artiglieria (per divisione corazzata) L'addestramento delle truppe corazzate

73 73

li LE AUTOBLINDO Autoblinda (Spa-Ansaldo Fossati) e derivati Autovetture corazzate Caproni "Vespa" Lancia "Lince"

77 80 95

97 97 104 106 106 108 109 109

llO

PARTE

I CARRI ARMATI Carri armati leggeri L 40 (e derivati) Semovente da 47/32 - scafo L 40 (e derivati) Carri armati med i M 13-40, 14/41 e 15/42 (e derivati) Carri armati pesanti P 40 (e derivati) Carri corazzati comando e osservatorio

115 115

172 172 173 193 193

193 222

239 239 283 283 312


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GLI AUTOVEICOLI DA COMBATTIMENTO DELL.ESERCITO ITALIANO. VOLUME SECONDO 1940-1945

I SEMOVENTI Le arti glierie semoventi Semoventi da 75 su scafi di carri M Semoventi da 90/53 Semoventi da I 05/25 M 43 (e derivati) I semoventi contraerei Semovente contraere i da 20/70 quadruplo Mezzi di trasporto ferroviari e navali

GLI ALTRI VEICOLI BUNDATI Autoprotetti Fiat 626 N A.S. 37 Coloniale Fiat 665 NM Dovunque 35 Fiat 666N (R.M.) Cam ionette Camionetta mod. 42 Camionetta mod. 43 Camionetta A.S. 43 e A.S. 37 Modificata Le ci ngolette

p.

327 327 331 358 372 387 397 401 407 407 410 413 425 437 443 446 447 452 473 474




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