GRAFFITI ED ISCRIZIONI DELLA GRANDE GUERRA

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"Le pietre parlano": segni e impronte che i militari italiani hanno lasciato incisi sulle rocce, nelle trincee, nei ricoveri e nei luoghi ove hanno sostato per presidiare, difendere o conquistare spazi che erano e sono parti di Patria. "Se un giorno gli uomi11i taceramw, se l'i11gratit11di11e uccide,-à og11i ricordo: gride-

ramw le pietre". Le pietre come testimonianze di fatti d'arme ormai sepolti nel tempo e dalle quali si riesce oggi a risalire ai lontani avvenimenti storici della Grande Guerra del 1915-18. L'opera proposta è il frutto di decenni di faticose e appassionate ricerche che gli autori, padre e figlio, hanno condotto con impegno quasi religioso, localizzando geograficamente e decriptando graffiti, iscrizioni, targhe e cippi disseminati in quota lungo l'arco alpino del Carso, dell'Alto, Medio e Basso Isonzo. Un lavoro imponente, sostenuto da nobili finalità e profondo rispetto per le nostre imperiture memorie storiche, che raccoglie circa 800 iscrizioni lapidee corredate da oltre 300 fotografie e numerose altre immagini e documenti d'archivio. Dunque, un'occasione importante per valorizzare e portare alla conoscenza di molti l'enorme patrimonio storico nazionale costituito da queste toccanti testimonianze raccolte in uno straordinario censimento, di notevole valenza storica e attraverso il quale è oggi possibile ricordare, affinché non vadano mai perduti e dimenticati, episodi particolari o poco conosciuti di quel lontano periodo bellico che coinvolse milioni di persone.

/11 cope,-ti11a: CARSO - Monte Sei Busi - Quota 118 Fregio dei Cavalleggeri Guide - 5° Squadrone - con il motto del reggimento: "Alla vittoria ed all'onor son guida".


STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

Antonio e Furio SCRIMALI

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GRAFFITI E ISCRIZIONI della

GRANDE GUERRA Dal Carso alle Alpi Giulie - Carniche

"Le pietre parlano"

ROlVIA 2007


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PROPRIETA' LETIERARIA

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1'utti i diritti riseroati Vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione

© STATO MAGGIORE ESERCITO - Ufficio Storico - Roma 2007


Al col. Abramo Schmicl, che in queste ricerche storiche, per primo, ci indicò il percorso eia seguire.

"Se un giorno gli uomini taceranno,

se l'ingratitudine ucciderà ogni ricordo: Grideranrio le pietre."

Il ricordo e la memoria devono essere sempre vive, perché costituiscono l'identità e le radici del nostro passato storico.

Q ueste pagine son o fru tto di un autentico, profondo sentimento di affetto e d i pietà per tutti gli "uomini-soldato" che novant'anni fa h anno vissuto sul Carso, sulle Alpi e Prea lp i Giulie e Carniche l'esperienza di una g uerra durissi ma. Uomini dei quali il te mpo non è riuscito fortunata men te a cancellare le tracce e che meritano, oltre al rispetto, grande attenzione e gratitudine per i "messaggi" che ancora possiamo leggere. Ed è p rop rio l'individuazione e la raccolta cl i questi, il più delle volte nascosti tra gli anfratti e ap pena percettibili, che caratterizza la decisione di raccoglierne una parte in u n libro e proporlo, affinché i cultori delle nostre memorie storiche conosca no e sappiano interpretare i "graffiti cli guerra" e comprenderne la valid ità. Un lavoro cli ricerca e studi durato vari decenni, ma che meritava senz'altro di essere compiuto: lavoro portato avanti ancora oggi, con n otevoli e n uovi risultati, dai componenti il "Gruppo Ricerche e Studi della Grande Guerra" della Società Alpina delle Giulie - Sezione cl i Trieste del Clu b Alpino Ital iano. Una "missione" la nostra in iziata molti anni fa e eiettata dal desiderio di questi "uomini-soldato", espresso attraverso i messaggi scolpiti su pietra o cemento, "di non essere dimenticati". Li abbiamo fo rse esauditi; ed ecco per Voi q ui di seguito, le pietre incise nei momenti forse p iù sere ni o nell'imminenza di una o ffensiva o con lo sguardo rivolto verso casa. Preziose memorie delle nostre radici storiche. Furio e Antonio Scrimali Gruppo Ricerche e Studi d ella Grande Guerra 1915-1918 della Società Alpina delle Giulie, sez. di Trieste del Club Alpino Italiano


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Presentazione

ai primi anni '80, gii autori di quest 'opera si sono dedicati alla ricerca delle testimonianze rirnaste "incise" sui campi di battagh:a del primo con:flitto mondiale, nel territorio carsico e in quello montano delle Alpi Giulie e Carniche. Numerosi sono risultati i "Graffiti di Guerra " ritrovati sui vari .fronti, scolpiti nelle rocce delle trincee, sulle pareti dei ricoveri e delle ridotte. È un sentùnento di armnirazione, e nel conternpo di comm:.ozione, quello che si prova leggendo, a distanza di novant'anni, tali 11iessaggi, affìdati alle nude pietre da tanti soldati che hanno voluto così testinioniare la loro presenza sul territorio, la loro fede nella uittoria, l'obbedienza e il valore, ma anche l'umana dispera.z ione delle sof jèrte ore trascorse tra priva:zioni e disagi: l'isolamento, gli scctt:'ìi r{/ornimenti, il clima inclemente, la preoccupazione per la propria sorte e quella dei Jmniliari lontani. Colpisce il fatto che fra le tante incisioni di nomi, cognomi, paesi d'origine, reparti di appartenenza, motti, non compaia mai una parola di rancore, di odio, per nessuno. Su questo è bene rtflettere profonda·m ente.

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Questa suggestiva testimonianza permette oggi di rievocare gli importanti eventi storici della Grande Guerra che videro coinvolti in entrambi gli schieramenti contrapposti centinaia di niigliaia di uomini. Non si può ignorare che quegli avuenimenti hanno toccato e modificato il territorio di molte regioni italiane, lasciando talvolta tracce indelebili ed epiche mernorie. Con questo volume e attraverso la scelta delle epigrajì di guerra più signifìcative, si vuole riportare alla luce e alla conoscenza cli 1nolti questo importante tassello del vasto patrimonio storico nazionale, affinchè gli episodi e i sacrifìci umani di quel lontano periodo bellico possano essere giustamente e degnamente ricordati nel tempo. Agli autori di questo volume, di indubbio valore storico e documentale, il cui pregio principale è proprio quello di voler ridare alte pietre scolpite la voce di coloro che in guerra le animarono, è rivolto il sentito ringrazia·m ento per l'intenso e meticoloso lavoro svolto in diversi anni, visitando biblioteche, archivi e gli stessi Luoghi che furono teatri di a,.,pri combattimenti. Col. Antonino Zarcone


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Prefazione

urante la prima guerra mondiale, la vita di trincea, con la precarietà che la caratterizzava, aveva consentito il divenire di un evento animistico di notevole importcmza, ovvero la percezione della morte vista però in un contesto immaginativo particolare, più esteso, più anipio, tale cioè da non signffìcare solo il terminare delta propria vita ma il disperdersi di questa nel turbine della tempesta bellica. In effetti, questa che si era conjìgurata ben presto come la prima guerra di massa pregna di tecnologia, tendeva ad "industrializzare" anche la morte, e ciò non solo per l'elevato numero dei caduti ma anche per la scomparsa clell 'identità di essi sul campo di battaglia. la convivenza con la mm1e, che sul piano fisico si sviluppava nello stare giorni e giorni a contatto con cada,veri insepolti, portava inevitabilmente anche ad una convivenza psicologica per cui il pensare alta propria morte non equivaleva più ad una manffestazione di distacco dai!a vita ma, al contrario, ad una modalità per continuare a vivere in quel contesto cosi'particolare quale era quello della trincea. L'uomo, da senipre, è ajjascinato ed impaurito dall'idea della morte, ed è proprio per questo che ha sviluppato una serie di rituali per esorcizzarla e, suo malgrado, accettarla. Sul f1··onte italiano, tra il 1915 ed il 1918, si può dire che fosse nata una vera e propria esigenza di "codificazione " della rnorte, quasi a volersi attribuire, da parte dei combattenti, la garanzia di non es-

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sere uccisi due volte: dal .fì,taco del nemico e, negli anni che sarebbero uenuti, dall'oblio del proprio Paese. Ed ecco, allora, il nascere dei grqffìti, L'aj/ermazione indelebile cli un 'identità, la testùnonianza tangibile di una presenza, l'orgoglio di un 'appartenenza. Le Lapidi e i cippi dedicati ai caduti, ad esempio, hanno un grosso signijìcato simbolico che va oltre il mantenimento cli un contatto animistico con essi per assurgere ad una cfff'ermazione di 'Proprietà morale" dei luoghi ove gli stessi caddero . I fregi, le targhe e le iscrizioni dei vari reparti rinvenuti sulla linea del .fironte, cosi come nelle immediate retrovie, corredate o meno dalla specificazione di un particolare servizio ( comandi, posti di medicazione, sorgenti idriche, ecc.) ovvero integrate da jìrme di singoli -tracciate con la punta della baionetta e racahiudenti in loro un che di timido, di impacciato, di appena accennato, come a volersi scusare di tale "ardire" per voler lasciare traccia cli sé- costituiscono le testimonianze più toccanti di una comunità di combattenti del cui isolamento jìsico dal resto del Paese loro stessi erano stati sovente i creatori e di cui percepivano limiti e regole. Sojfèrenza e mo11e formavano un tutt'uno con la vita del .fronte, dando luogo in quanti la vivevano ad un 'e::,perienza collettiva tale da poter tracciare una linea di separazione netta tra chi l'aveva vissuta e chi no. Pertanto, può hen dirsi che la comunità del fronte si presentava sia come luogo fisico che come luogo dell'anima ma, men-


tre la jìsicità aveva termine con il cessare degli eventi bellici, la spiritualità dei luoghi permaneva nel tempo dal momento che risiedeva nelle anime dei combattenti. 1vJ.a in questo ~'fronte dell'anima " non avevano sede solo i ricordi di guerra, bensf anche i volti, gli incontri, gli aniici, i commilitoni, tutti co?oro con i quali la guerra era stata vissuta. La comunione di esperienze si astraeva in una comunione di animi legati da un sentimento di fratellanza fatto di gioia e sofferenza insieme. li riconoscersi nella guerra vissuta anche dopo averla superata era un segno distintivo di questi uomini. "... Quanto a noi soldati che torniamo, cosa vogliamo fare noi, cli questa Patria che, cadendo, ci han co11fidato? O come avrebbero saputo guidarla bene loro, i cuori più bravi!

Siate con noi, e aiutateci, nostri morti. Vogliamo farne una Patria più giusta e più luminosa . Siamo gli esecutori delle vostre ultime volontà. Lefaremo rispettare". Questi pochi uer~'ìi, tratti da L'Astico, un periodico dell'immediato dopoguerra diretto da Piero Jahier e che aveva appunto com,e sottotitolo la dizione "Giornale delle trincee", ci sembrano compendiare esaustivamente I'imp011anza ed il significato dei grajJìti di guerra e l'assoluta, splendida originalità di questo bellissimo volume ad essi dedicato, che fa onore ad Antonio e Furio Scrùnali, ria:.flèrmandone la genuina e sentita "triestinità", ed all'Ufficio Storico dello Stato 111.aggiore dell'Esercito che ha voluto e saputo attribuirgli l'adeguata rilevanza editoriale. Luigi Emilio Longo


Il censimento delle iscrizioni La ricerca documentale e fotograjìca Il ((Gruppo Ricerche e Studi della Grande Guerra 1915-18;, della Società Alpina delle Giulie; sezione di Trieste del Club Alpino Italiano L ,indagine storica sul territorio

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ai primi anni '80, escursione dopo escursione, abbiamo sentito la necessità di fo tografare tutte le iscrizioni della Grande Guerra che rintracciavamo e con una precisa metodologia; dal 1991 abbiamo iniziato a formare il primo nucleo di un possibile censimento delle iscrizioni che nel 1996 con l'intervento dei soci del neo costituto "Gruppo Ricerche e Studi della Grande Guerra 1915-1918' della Società Alpina

delle Giulie, sez. cli Trieste del Club Alpino Italiano (ideato e fondato dagli autori) si è ampliato, perfezionato e specializzato sempre più, sino a d iventare ufficialmente nel 2000 il "censimento delle iscrizioni". Il "censimento delle iscrizioni" annovera a oggi, con aggiornamento dicembre 2006, o ltre un migliaio di iscrizioni, fotografate e catalogate, con l'esatta posizione topografica.


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L'indagine storica sul territorio

e n naio 2005, uno degli u ltimi ritrovamenti sul Carso della Grande Guerra. Nella Dolina Baracche, sullo sconfinato e desolato altopiano d i Castagnevizza, accurate ricerche hanno individuato, sepolte nel terreno, alcune testimonianze storiche: lapidi in ricordo di ufficiali e soldati caduti su queste postazioni nel 1917, le cui tombe e resti erano rimaste in questa dolina sino alla avvenu ta riesumazione, nei primi anni Venti, per essere trasportati e inumati nei Sacrari. Solo poche tracce d i cemento squadrato davano l'idea che il terreno conservasse delle importanti iscrizioni e lapidi che un difficoltoso sca-

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vo ha riportato lentamente e nuovamente al la luce. Il lavoro nella dolina non è ancora terminato, né gli studi su quanto è riemerso. S.i è ritenuto però cl i inserire q ueste immagini per dare un idea di come si è svolto in questi svariati anni il lavoro di ricerca su di un terreno che solo in apparenza sembra non conservare alcuna memoria. Le diffico ltà che si incontrano in queste ricerche sono molteplici e ancor maggio ri in ambie nte montano, ma la gioia dei ritrovamenti e nel sottrarre queste testimonianze all'oblio ri.paga anche da anni d i sforzi e clona emozioni uniche ed irripetibili.


Le iscrizioni del volun1e '·

a selezione delle testimonianze proposte nell'opera, per praticità di consu ltazione è divisa in tre parti fondamen tali: front.e carsico, fronte prealpino, fronte montano delle alpi Giulie e Carniche, più una finale dal titolo "Tra ieri e oggi". Per ognuna delle zone di riferimento le varie testimonianze vengono proposte con un ord ine che le raggruppa per Arma e specialità (fanteria, bersaglieri, alpini ecc.). Nella sezione "Tra ieri e oggi", sono racco lte invece delle particolari testimonianze di cui erano note solamente le fotografie storiche dell'epoca e, eia queste, si è riusciti a rintracciarle nuovamente sul territorio.

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Il ZONA - SETTORE PREALPINO E MEDIO ISONZO

Copre la zona del fronte che andava dalle alture sopra Gorizia ( Sabotino - Voclice - Kuk - Monte Santo) sino a Tolmino con tutte le quote della destra orografica dell'Isonzo che subirono lo sfondamento di Caporetto ( Korada - Kolovrat - Jeza alture d i Doblar) e l'Altopiano della Bainsizza.

Ili ZONA - SETTORE ALPI E ALTO ISONZO

Copre la zona de.I fronte delle Alpi Giulie orientali e occidentali (Monte Nero - Monte Rosso - Mrzli - Krasij - Rombon) e delle Alpi Carniche (Avostanis - Pal Piccolo e Pal Grande - Coglians - Volaia - Peralba e Chiadenis).

I ZONA - SETIORE CARSICO - BASSO ISONZO

Copre la zona del fronte che si estendeva dall'Adriatico, Golfo di Trieste e Monfalcone, sino alle alture cli Gorizia (Altopiano cli Doberdò - Il Vallone di Gorizia - Monte San M.ichele - Poclgora - Oslavia - Castagnevizza - Opacchiesella - Dosso Fajti).

Al termine cli ogni settore si sono volute presentare anche le iscrizioni più importanti lasciate dall'esercito austro-ungarico. Molto spesso esse si integrano con quelle italiane, ma sopratutto fanno parlare le tante nazionalità di cui era composto l'esercito asburgico.


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Mappa della divisione del censimento

ALPI ARNIC

III ZONA LPI

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Tipologie delle iscrizioni

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e iscrizioni esaminate possono essere brevemente suddivise nelle seguenti categorie:

• A - Lapidi e cippi dedicati a ufficiali e sol-

dati cadllti. • B - (scrizioni a testimonianza dell'esecuzione di importanti opere belliche. • C - Fregi, targhe e cippi ufficiali dei vari reparti al fronte o nelle retrovie , talune anche di pregevole fattura artistica. • D - Graffiti di singoli soldati. A) La prima tipologia è la più semplice da individuare in quanto compare nei tanti siti che furono adibiti a cimiteri militari e nei luoghi di prima sepoltura dei caduti. B) Al completamento di importanti e anche monumentali opere militari (ridotte, gallerie, osservatori in caverna, strade, acquedotti, cappelle votive, ecc.) molto spesso veniva apposta una targa ricordo dai reparti che contribuivano all'esecuzione dei lavori.

C) Queste testimonianze, spesso cli non facile individuazione, si sono rivelate molr.o diffuse lungo tutto l'arco del fronte : spesso i vari reparti segnalavano sia la loro presenza in linea (con nominativi di comandi, fregi de lle rispettive armi e le date dell'occupazio ne del settore) sia l'esistenza sul luogo, di un particolare servizio (centri comando, depositi, telegrafi, ospedali da campo e posti di medicazione, sorgenti d'acqua, ecc.). Iscrizioni interessanti e importa nti sono state ovviamente lasciate anche dai reparti combattenti austro-ungarici con scritte in varie lingue: prestavano infatti servizio unità di nazionalità, ungherese, cecoslovacca, slovena, croata, ecc. D) L'ultima tipologia raccoglie le "firme" dei soldati, appena accennate, nei luoghi oggi sperduti delle trincee di prima e seconda linea, nelle postazioni di ricovero, nelle caverne o sulle rocce, riportanti il nome e cognome, la classe, il reparto di appartenenza e, in alcuni casi, accompagnate da accorati messaggi di speranza: "T.E. nato a ... e morrà a casa sua", "Negli anni più beJli, la vita più triste", o ancora il toccante "urlo" di un fante inciso sulla roccia cli una lunga mulattiera che saliva al fronte: "Mamma tornerò"!


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Perché _una ricerca delle iscrizioni della Grande Guerra

mpliando la documentazione, nel corso degli anni, ci si è resi conto ben presto dell'enorme patrimonio storico nazionale ed anche europeo contenuto in queste toccanti testimonianze, che era sia poco conosciuto che vallltato e incorreva in un lento e progressivo degrado e depauperamento, causato sia dagli agenti atmosferici sia puitroppo da una sottrazione indebita e incontrollata da pa1te di "collezionisti", con il serio rischio di perdere per sempre un importante bene collettivo che permette oggi di rileggere e rivivere epici e drammatici avvenimenti italiani. Già adesso, a d istanza cli pochi anni dall'inizio della ricerca, cli queste preziose vestigia rimane solamente la documentazione fotografica! Nella raccolta fotografica delle varie testimonianze si sono sempre scattate più inunagini per ognuna cli esse e nella p resente pubblicazione si sono preferite q uelle che mostrano le varie iscrizioni il più possibile inserite nel con testo ambientale in cui si trovano.

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La presenza di persone nelle immagini sono state talvolta volute per dare all'ambiente circostante una dimensione precisa a misura d'uomo, per saper determinare con esattezza collocazione e grandezza cli questi importanti reperti. Questa ricerca ha così acquistato una valenza storica importantissima. Da essa a nostro avviso è oggi possibile non solo ricordare avvenimenti particolari o poco conosciuti, ma anche ricostruire e reinterp retare, a distanza d i oltre novant'anni, intere fasi di quel lon tano periodo bellico che coinvolse milioni d i persone. In ultimo vale sottolineare che, nel contesto bellico della I Guerra M.ondiale 1914-1918, (vedi Francia, per esempio fronte e settore di Verdun, Russia, fronte della Galizia ecc.), non si riscontra su altri fronti bellici europei una realtà così diffusa di queste particol.a ri testimonianze rimaste nei luoghi delle battaglie, come invece si osserva lungo il fro nte tra l'Italia e J'lmpero Austro-Ungarico.


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CARSO MONTE Sti I3US! - Q UOTA 118

FREGIO DEI C,WALLEGGERT G UIDE - 5° SQUADROKE CON IL MO'ffO OEt RF.GG IME:-.JTO: '' ALIA VlITORlA ED Al.L'ONOR SON GUH)A" .


I ZONA - CARSO - BASSO ISONZO

l termine della Grande Guerra numerosi autori, che in vario modo si sono interessati del Carso per i loro stud i, hanno dato a questo territorio vari "nomi più ricorrenti" che si ritrovano poi nella letteratura scientifica, ma particolarmente in quella geologica/ geografica e carsico/speleologica. Risultano pertanto comparire in svariati testi il Carso Goriziano, il Carso Isontino, il Carso d i Doberciò e il Carso l\!lonfalconese.

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Gli studiosi sloveni ribattezzarono variamente la parte carsica passata sotto la loro amministrazione; Carso Sloveno, Carso di Comeno e più recentemente Carso Classico. Gli autori cli questa pubblicazione indicheranno (per una più facile comprensione) con il termine Carso tutto il territorio posto nei confini italiani, e Carso di Comeno qu ello posto ora in territorio sloveno interessato dagli avvenimenti della Grande Guerra. Osservatorio verso il Carso


CARSO

ALTOPIANO DI DOBERDÒ

Come raccontare le lunghe distanze che coprivano i/fronte della Grande Guerra dal mare Adriatico al Car:m sino alle alte vette delle A)pi? liceo in una foto, grazie ad una ripresa con il teleobiettivo, in una tersa giornata invernale, il fronte carsico. Esso si fonde con il lontano ji-onte montano delle Alpi Giulie. Tra le nubi svetta proprio il MonJe Nero (Krn Slovenia), simbolo degli alpini, conquistato nei pi-imi mesi di guerra del 1915; invece in basso il campanile di Doberdò, paese emblema della guerra di trincea ectrsica. In questo settore i/fante saj)e/Ja di arrivare nell'allora denoniinato "Inferno di Doberdò ",

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dove il solo fatto di essei-·ui stati "assegnati equiualeva quasi a una condanna a ·111.orte... ". Le trincee, infatti erano sop1·attutto paura ed orrore: paum di perdere la vita, di subire una mutilazione, di uscire all'attacco, e orrore per lo scempio dei co1pi e per le terrihili condizioni ambientali nelle qual-i si era costretti a vivere. In trincea bisognava eseguire gli ordini; e l'obbedienza delle truppe era ottenuta mediante una 1·igida disciplina che partiva dalla prhna linea per portarsi in prq/o ndità nelle retrovie ed anche oltre. Nfa, nonostante le durissime re.gole d isciplinari, i soldati ave1Jano modo di manflestare sentimenti diuersi autoesaltazione, cameratismo, amicizia, spirito di gruppo, senso

del dovere - mentre soprattutto la paura dell'aggressività del neinico riusciva a sviluppare la necessaria tensione emotiva atta a sostenere prove della massima crudeltà e violenza. Nello stesso teinpo, i so/da.ti trae1Janoforza e ::.peranza da una tenace religiosità di tradizione contadina, non poche 1Jolte sconfinante in ataviche.fòrme di supet~<;t-izione popola1·e. In trincea, centinaia cli 1nigliaia di uomini vennero in contatto con un 'organizzazione fortemente gerarchizzata che per la prima volta esulava dai ristretti confini del cctinpo, della famiglia e del paese natio. Molti di essi scop1"irono, per la prima volta, di appartenere ad un unico Stato invece che a inn umerevoli microcosmi regionali.


CARSO TRINCEE SUL MONTE SEI BUSI

Foto di un elemento di trincea elevato a simbolo delle numerose trincee che s'incontrano sul Cm:ço della Grande Guerra. Ognuna conse1·ua il no1ne che gh "uomini soldato" le avevano assegnato. Osservando le carte topogn~/'iche militari dell'epoca o i preziosi schizzi tracciati a memo netl'ùnminen.za del combattimento, si rintracciano questi nominativi tanto irnportanti per ogni tipo di ricerca e studio. Ogni trincea emana un suo.f~1scino particolare, i sensi percepiscono ardimenti, paure represse. ansie, attese crudeli nell'imminenza di uscire all'assalto vel':50 quel groviglio di reticolati, osservati dallejèritoie, che bisognerà superare in coscienti sac1-ffìci. Nessun campo di battaglia ha mai raggiunto la lancinante real/.à di quello carsico: non vi è palmo di terreno che le granate non abbiano scavato; Giuseppe Ungaretti il poeta delle trincee con le sue scarne parole sa trasme/Jerci ancora oggi a distanza di te1npo quelle particolari emozion-i. .. "...ma qui sul Carso ero solo, in mezzo ad altri uomini soli ( .) Il luogo era un luogo nu.dato, un luogo di spavento, tna non era spaventata la nostra anima, era sola, ojfesa... ". L'elemento di trincea proposto nelt 'i111,rnag ine rappresenta l'enihlema

della ''guerra di trincea" alla quale no11 eravarno mentalmente preparati. Mancano nellafoto soltanto i reticolati, incubo della fanteria. ,ninim,e le possibilità di oltrepassare quella barriera di ferro spinato senza essere colpiti dalle rcfffkhe delle mitragliatrici accuratamente prechsjJoste da tempo. Bisogn.òfer,narsi e scavare, scemare nella roccia precari ricoveri, trincee e lunghi camminamenti, in

ogni ora del giorno e della notte, molte volte nel Jàngo con cui bisognava convivere. Ad un certo momento, dopo pochi mesi di guerra, chi a1Jesse spaziato con sguardo radente i campi di battaglia, a stento avrebbe notato segni di vita, questa si svolgeva in modo cauto e silenzioso sotto terra, La ·m ancanza d'acqua, l'ùnpossihilità di potersi muovere, con conseguenze facilmente immaginabili, jàvorì con l'estate


nella calura carsica l'insorgere della dissenteria sanguigna e del colera che da sole provocarono migliaia di vittime. Quando il nialtem.po imperversò costrinse gli uomini delle trincee a convivere con ilfcmgo, rosso e viscido, il cui ricordo rimase talmente impresso ne{le memorie dei reduci da assurgere quasi a simbolo di un mondo da cui erano riusciti niiracolosamente a ritornare. Il Carso dopo le battaglie autunnali del 1915 divenne un unico immenso cimitero. Le ji),glie rossastre di sommacco a ridosso delle trincee ricordano ad ogni autunno il sangue versato da

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tantissimi uo1nini. Uno dei più cruenti campi di battaglia.fu quello de/Monte Sei Busi e ci introduce nel mondo dei .grcq}ìti, della "pietra incisa": la traccia dell'esistenza, il segno di una presenza che ci restituisce silenziosamente il passato. il messaggio di un giorno di vita 1iell 'in:ferno carsico, un senso di avvenuta tra.gedia che però con la sua testimonianza consola i nostri animi. 1vlolti .graffiti sono stati scoperti sui resti delle trincee ove sono state svolte per anni accurate ricercbe, condotte anche nei p1°essi o nelle retrostanti doline. In alcuni casi, per il foro rinuenùnento è stato necessario

liberarli dalla terra, dai sassi e dalla vegetazione che li ricoprivano. M.olta importanza 1Aene attribuita alla datazione, perchè aiitJ.a a individuare il reparto che in quel periodo operava su quel tratto di fronte. Ecco allora emergere un altro aspetto affascinante e nel contempo commovente che induce a proseguire nelle ricerche: o.gni graj.Jìto cela un desiderio d 'eternità, un ''g1·ido " per non essere dimenticati. E mai saranno dimenticati gli uomini delle Brigate di jèmteria Cremona, Savona, Cagliari, Chieti, Friu.l'i, Acqui e del Reggimento Cavalleggeri Guide che si avvicendarono in questi luogbi.


La vita in.Jrincea era assai dura e richiedeva ai combattenti sacrifici immani e prove inimmaginabili di coraggio e forza d 'animo. Ricoveri precari, lunghe notti insonni, caldo e sete d'estate, fango, pioggia e neue in inverno, camniinarnenti umidi, infestati da parassiti e topi, sporcizia ovunque, aria resa irrespirabile da·i miasmi di liquami stagnanti e dal lezzo dei cadaveri in decomposizione giacenti dinanzi alla trincea, nella terra di nessuno. Rintanati a ridosso dei parapetti e sotto il pericolo continuo dei "cecchini': i soldati attendevano ossessionati l'attacco del nemico, oppure si preparavano a

compiere l'ardito "sbalzo" verso le linee contrapposte, votati alla morte, in una co1~ça allo scoperto sotto il micidiale e spietato jì,wco avuersa·rio. Le trincee sul Carso erano scavate nella roccia, larghe un metro o poco meno e profonde circa 2 metri, parallele al fronte di combattimento, seguivano un andamento a zig zag per evitare che gli occupanti venissero colpiti dal fuoco d'·in:fi.lata. Sul parapetto venivano sistemati sacchetti di terra, protezioni di legno o di sassi. Un rialzo consenti/Jet ai soldati di sporgersi per sparare, mentre le vedeue e i tiratori scelti si proteggevano con scudi corazzati dotati di feritoia .


CARSO MONTE SEI BUSI Quota 118 5° SQUADRONE CAVALLEGGEIU GUIDE - ALLA VITTORIA ED ALL'ONOR SON GUIDA Capitano ijodrigo Ripa di Mean a, Tenente Emilio Mariani, Sottotenente Achille. Costa, Sottote nente Nesù da Zara, Sottotenente Fausto Iadone, sezione lanciabombe Tenente? sezione mitragliatrici Sottotenente Andrea Draghi

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Nella trincea di prima linea italiana del 1916 sul monte Sei Busi si rintraccia, su di un muro sh1·ecciato di un cammincmiento che si immetteva nella linea difensiva, questo stupendo fregio lasciato dal 5° squadrone dei Cavalleggeri Guide con il motto del reggimen to. J cavalleggeri, adatti ad una guerra di movimento, vennero nella guerra carsica appiedati perpoter essere impiegati nella logorante guerra di posizione a j ìanco dei fm1ti. Nel 1nag_{?io 1916: le Guide p residiarono le trincee tra q.98 e

q.93 a Monjà.fcone e respinsero reiterati attacch·i avversari subendo notevoli perdite. Successivamente cornbatterono, oltre ch e sul Sei Busi, a Cave di Selz, a Plava, su l monte Vodice, sul rnonte Santo e al Piave. A Voghera, sede per dodici anni di reparti di Cavalleggeri Guide, una lapide testimonia oggi: "Il ricordo cbe avvince le anime nel tempo".


CARSO MONTE SEI BUSI

Quota 118 CAVALLEGGElU GUIDE 1 ° SQUADRONE ALLA VITTORIA ED ALL'ONOR SON GUIDA 22 GIUGNO, 22 LUGLIO 1916

Altra testimonianza dei Cavalleggeri Guide, sempre lungo la stessa linect trincerata del Monte Sei Busi a cui fanno rtleriniento le altre iscrizioni, riportante anche la data della probabile occupazione del tratto di.fi·onte loro assegnato

Questo reparto, nato come tale il 16 dice1nb1·e 189 7. per la prima guerra mondiale costituì la 73 7[1 compagnia mitraglieri appiedata ed incorporò temporanea·m ente il 3 ° squadrone dei Cavallepgeri di Lodi. "Alla vittoria ed all'onor son guida ": questo 'il suo motto, al quale tenne fede da Mon/àlcone a Sacile, guacfagncmdo anche una medaglia di bronzo al u.111. a lla su.a bandiera.


CARSO MONTE SEI BUSI - Quota 118 1 ° SQUADRONE SQUADRA - ZAPPATORI 22 GIUGNO - 22 LUGLIO 1916

Iscrizione dei reparti zappatori inquadrati riei Cavalleggeri Guide. Gli zappatori erano una specialità istituita allo scopo di provvedere imrnediatam.ente con mezzi e materiali propri a quei lavori campali di costruzione di trincee, reticolati e ricoveri, di ripristino della viabilità o interruzione di quella nemica. In questa zona, eseguirono

26

degl-i ùnportanti lavori di rajjorzamento della linea trincerata del monte Sei Busi.

CARSO MONTE SEI BUSI

Quota 118 ALLA Vl'fl'ORIA ED ALL'ONOR SON GUIDA

Poco distante su un altro elemento di trincea il motto dei Cavalleg,geri Guide preceduto dal numero, purtroppo illeggibile, del plotone che incise la scritta.


CARSO MONTE SEI BUSI - QUOTA 111

Restano però facilmente leggibili i 1io11i-i incisi nella parte sinistra:

nominativi di un 14ficiaJe e diversi

S. Ten. Ronco - Cap. Di Dio e Di Salvatore - soldati: Sacchi - Fazio -

soldati, posta al di sotto del parapetto

Costorelli - PagLiaro - Ferrari - Grosio

con le feritoie della trincea di prima linea ·i taliana. L'iscrizione in

- Schiappacasse - Ficicchia. Dai cognom:i si evince la loro

cemento fu danneggiata,

provenien.za da divet:çe regioni

nell'evidente intento di cancellarla, dalle truppe austriache dopo la

italiane. Si tratta di precisi e preziosi riferimenti cbe contribuiscono alla

ritirata italiana sulla linea del Piave

ricostruzione docwnentata

a seguito dello .<Jòndarnento del fronte a Caporetto. Doveva indicare,

dell'intensa attività svolta in questo settore del }i"onte, dove le trincee

nella parte superiore, il nome del

itc1,liane appaiono quasi sempre

reparto e la data del presidio.

sovrastate e minacciosamente

Grande targa ripoi-tante uari

controllate da quelle austriacbe. h~fatti, Le t1'incee di prirna linea del periodo autunno 19.75 - pdmavera 1916 conservano tuttora, in alcuni brevi tratti riconoscibili, le caratteristicbe originarie.


CARSO MONTE SEI BUSI

Quota 118 (18°?) FANTERIA 3° BATIAGLIONE

9a COMPAGNIA OCCUPATA 19 LUGLIO 1915, 5 MAGGIO 1916

Piccola ma impoi·tante targhetta in cemento collocata sulla.parete di una trincea di prima linea rip01'tante la data della sua conquista avvenuta nelle concitate e dif.lìcih fasi della seconda battaglia dell'Içonzo Per l'altra data che cornpare a fianco si può ragionevohnente dedurre (grazie ad altre semplici iscrizioni trovate incise nei pressi:) che tra i reparti che conquistarono e mantennero l'occupazione perparecchio tempo in questo settore de/fronte, vi fossero ancbe reparti del 18° regginientofunteria della Brigata Acqui.

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linea di S. i ltfarl'ino, ccnnminamento sul monte Sei Busi


CARSO CAVEDI SELZ XVII-lV-MCl\.'IXVI

17° REGGIMENTO FANTERIA

5a COMPAGNIA LOPPI A. 1886 MENEGHELLO M. 1895 MOLINARI G. 1895

Poco distante dal cippo di quota 65 di Cave di Selz, in una piccola buca nel terreno è rimasto inciso nella roccia un graj]ìto che riporta i nomi di tre amici con le Loro date di nascita, fanti del 17° reggimentojèmteria Brigata Acqui. Si legge anche: la dal.a, il reggimento d'ajJJJartenenza e la co1nJJagnia. Il giorno successivo all'iscrizione il reggimento usd all'assalto ed ebbe un cruento scontro con i reparl.i avversai·i per la tentata conquisi.a di un trinceramento posto al di là della sommil.à. della quota 65 di Cave di Selz. Quale sarà sJ.ata la loro sorte? Tloro nomi nonfìgurano tra i caduti al Sacrario di Redipuglia. La speranza, rileggendo i loro "giovani " nomi, è che abbiano pol.u.to fctr ritorno alle loro case.


CARSO

Quota 164 Saliente "Trincea delle Ft·asche" 121 ° FANTERIA 1 ° REPARTO ZAPPATORI Su una targa in cemento posta sulla parete.della trincea, gli zappatori della Brigata Macerata incisero 'il numero d 'appattenenz.a del loro reparto a ricordo dei diflìcoltosi lavori di riassetto e di una più qfjiciente jòi·tijìcazione. Questa unità diede il cambio alla B1~i;g ata Sassari dopo la conquista della leggendaria Trincea delle Frasche da parte dei "Sassarini".

30


CARSO · MO~ALCONE 1° REGGIMENTO FANTEIUA

6a COMPAGNIA · 1.9 17 A quota 104, su u:n muretto detla "Trincea dei Granatieri '; la 6" compagnia del 1 °jànteria Brigata Re appose nel 1917 una grande tat;ga. Di

1~ REGGIMENTO FANTERIA S.~ O

antichissime glorie e fiere tradizioni di

SECVRVM-MANET-VNO QVE-R: PE

ardimento, il reggimento conobbe le

BRIGATAflE)

tormentate trincee del Podgoni, di Oslavia, di Peuma, del Crajèrnberg, nella z ona di Tolmino. Fu suLL'Hudi Log, a S.Marco di Gorizia. Dopo Bainsizza, salì su.L .Kobilek, sul Tomba, sul }vfonfenera e nella battaglia jì:naie meritò la rnedaglia d 'argento al v.m.

•· e avates Rouges-1630

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CARSO

CARSO

HUDI LOG - (Slovetù a)

MONFALCONE

1 ° REGGIMENTO FANTERIA 3° REPARTO ZAPPATORI

Nella dolina "Zappatori" sull'arco d 'ingresso di una caverna ricovero si trova la targa dedicata al 1 ° regginiento - Brigata Re. A p oche sino a l decine di metri si trovava, ,,,. 1naggio 19 17, la nostra prirna linea continuamente sottoposta al tiro dell'artiglieria avversaria.

1-Rf G~ ~AP1Jff<fA fil R(p :- l1\ Pp

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QUOTA 104 74 ° REGGIMENTO FANTERIA

2a COMPAGNIA LI 29/3/1917 All'ingresso di una caverna di una linea trincerata si trova una targa in cemento del 74° reggimento fanteria Brigata Lombardia che presidiava attiuaniente questo tratto dijì·onte da cui attaccò più volte le contese quote 121 e 77.


CARSO MONFALCONE QUOTA10 4 74 ° REGGù'1ENTO FANTEIUA 2a COMPAGNIA

29/ 3/1917- L'ANNO DELLA VITTORIA

Nella medesima linea trincerata del! 'iscrizione precedente si rintraccia un 'altra testimonia.n za dei fanti della Bi-igata Lombardia che in qu.esto caso incisero anche la speranza che l'anno 1917potesse essere quello della so~pirata vittoria. Su queste postazioni invece, dopo lo sfondamento del Jì·onte a Caporetto, nell'ottohre 1917 avvenne la ritirata sulle linee deljìume Piave. Il 24 ottob1·e, irffatti, gli AustroTedeschi avevano attaccato dalla

piana di Plezzo alla conca di Totmino, dopo una .fortissima preparazione di artiglieria ed il lancio di gas asfissianti di nuova concezione germanica. Il tratto più debole de/fronte era rappresentato dalla piana di Plezzo, con trincee in scavo di terra sostenute da palizzate in legno, prive di ricoveri, completamente doniinate dal fuoco dell'artiglieria nemica . Dietro le trincee austriache erano stati posizionati un migliaio di lanciabombe che sparavano alfa distanza di circa 2000 metri bombe del calibro di 180 mm contenenti gas asfissianti. I pezzi emno disposti t'uno accanto all'altro, così vicini che i Tedeschi avevano calcolato di poter

raggiungere concentrazioni di circa 100 volte superori a quelle normatment:e ottenibili con l'artiglieria. Oltre a ciò, i Tedeschi avevano effettuato per la prima volta il lancio di un miscuglio di gas dei quali alcuni non avevano ej/etti letali rna era.no altamente irritanti, per cui coloro che ne venivano investiti eremo indotti a strapparsi fa maschera; e il fosgene, la vera sostanza mortale, respirata, provocava la bruciatura pressoché istantanea dei polmoni. I reparti italiani, all'epoca, avevano in dotazione una maschera denominata -poliualenLe,, ma i cui filtri non erano in grado di f ermare 'il fosgene se non alle basse concentrazio·m:.

3:


CARSO (Slove nia) HUDILOG 39° FANTERIA - 3° ZAPPATORI

l'cwgaposta all'interno di una caverna ricovero nella dolina "Zappatori " cbe ricorda la presenza dei.fanti della Brigata Bologna duramente impegnati nel maggio 1917 nel corso del(a decima battaglia dell'lmnzo . Per il loro travolgente impeto nella conquista del saliente di Hudi Log, formidabih1iente apprestato a difesa dagli austriaci, alla bandiera del reggimento.fu concessa fa medaglia di brnnzo al 1; m ., che si aggiunse a quella d 'argento meritata l'anno prima per gli aspri combattimeì1ti sostenuti sull'orlo dell'altopiano carsico a Castelnuovo.

34

Ufficiali del 39° reggime nto fante ria.


CARSO VALLONE DI GORIZIA BONETTI 113° REGGIMENTO FANTEIUA

Targa in cemento del 773° reggimento fanteria Brigala Mantova posta sopra uno degli ingressi di una galleria a.forma circolare, adibita, nella pmte centrale, a inJ'enneria per operazioni chirurgiche di primo intervento.

CARSO PENDICI DEL MONTE SEI BUSI

21 ° REGGIMENTO FANTERIA

"Fortitudo 111ea in bt·achio" UFFICIALI FEBBRAIO MCMXVl Targa di ce1nento del 21 ° reggi-mento fanteria - Brigata O ·emona, posta alla base di un importante vallonceLlo, che aveva lo sbocco nei pressi di quota 118 di monte Sei B1 ,si in un sito, riparato dall 'ojj'esa avversaria, denominato "Salto delle Rocce".


CARSO ALTURE DI VERMEGLIANO

21 ° REGGIMENTO FANTERIA FORTITIJDO MEA IN BRACHIO COMANDA IL 3° BArfAGLIONE TENENTE COLONNELLO SIG. FIORI CAVALIER ADOLFO

11a COMPAGNIA FECIT 1° NOVEMBRE 1916

Ajìanco cli una caverna, cheJìt sede di comando di battaglione ciel 21 °.fànteria Bngata Cremona, si trova l'incisione cleljì egio con il motto inc01np!eto ciel reggimento: "Fortitudo mea in hracbio" ( "La mia 0

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jbrza sta nel braccio"), che, dopo il conjlitto, venne sostituito dal motto "Ad aurum per ignem" (liberamente inteipretato: "Verso la gloria passando per il fuoco': ctjjìncbé si possa mettere alla prova la fedeltà con quctlche pericolo, come l'oro con ilfuoco- CJC. Fam. 9, 16,2). Forse i fanti vollero ricordare in modo originale le fatiche e il loro impegno in quella dura terra carsica battuta non solo da/fuoco dell'artiglieria avversaria ma anche, vista la particolare esposizione di quel tratto dij?'onte, dalla calura

estiva e da/forte gelido vento di bora cbe non concedevano nessuna tregua alla truppa.


21 ° fantetia, "Ai figli d'Italia che combattono per la dvilità dei popoli J.iberi".


CARSO MONTE SEI BUSI

Quota 118 21° REGGL\1ENTO 3° BAITAGLIONE - FANTERIA Al FIGLI D'ffALIA CHE COMBAITONO PER LA CIVILTA' DEI POPOLI LIBEIU 14 .APRILE 1916

Sempre lungo la linea trincerata del monte Sei Busi che conserva le isci'iz-ioni dei Cavalléggeri Guide, si rintraccia anche questa importante testimonianza dell'occupazione di questo settore del.Jì-onte da parte dei reparti del 21 ° reggimento.fanteria Brigata Cremona. All'inizio della guetTa venne ordinato su tre battaglioni, ognuno con quattro conipagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici. Si battè valorosamente tra il 1915-16 nelle trincee di Monfalcone, assicurando con brillanti attacchi e tenaci / resistenze la conquista del Caiw mei'idionale. &pugnò le fortissirne posizioni avversarie ad est di Doberdò, nella zona di]amiano, 1nantenendovisi saldamente, nonostante i violenti, quotidiani bombardamenti. Il 10 novembre 1917 la Brigata Cremona.fu disciolta, i suoi reparti)i,1.rono inco17>orati nella Brigata Tmtona (257° - 258°) di recenteformazione. Ma il 22 dello stesso mese, La Brigata Tortona assunse la denominazione della vecchia Brigata Cremona ed i reggimenti 257° e 258° presero dspettivamente le numerazioni di 21 ° e 22°. Nel 1918, il reggimento.Jit in Trentt:no, a Camporouere, sul monte Asolane, sul Pertica, in val Casilla, sut monte Prassolcm, ad Osterie del ròrcelfetto, rnerilcmdo la medaglia d 'argento al va/or 1nilitare alla bandiera, per le grandi prove di valore date dal suo Il battaglione nella conquista delle i1npo11anti posizioni di monte Pertica e nell'impavida resistenza sul caposaldo di quota 1451 . Fra i componenti del reggimento, sei.furono i decorati con la medaglia d 'oro al v.m. Alla fine del con:fl.itto si contarono le seguei,z.ti perdite: 642 caduti, 2929 dispersi e 4956Jeriti. 38

.-21 )~ F0/rtWUQ_


COSTRUITA DALIA

le specia/itd dell'Al'lna (bersc,glieri e alpini) di una squadra per

di compagnie n1i1ragliatrici, che .fìtrono assegnate alle varie 1t11ità in

1 l! SEZIONE MITRAGLIATRICI

ba1taglio11e. Si provvide allora a

misura di due per brigata e divisione

21 ° REGGIMENTO FANTERIA

completare l'asser.:nazione di una

1a1-ga della sez ioJ1e mitraglic,trici della

sezione di mitragliairie i per q~ni battaglione difante1ia e in seguito si

di fanteria. di tre per corpo d 'armata, in numero variabile pe1· annata e

CARSO - REDIPUGLIA

Biigata Ci-emo11a rimx.muta nel settore monte Sei Busi e coJ1se1vata al museo della lll A rmat.a d i N.edipuglia che allualmente I.a espone nelle sue sale. lLi necessità di aumentare l'efficienza del/ci fanteria segua /'origine della creaz ione dei reparti niit.n:1.glie11. Nel corso del conflitto, o;sta !importanza delle mitragliatrici nella guerra di posiz ione,jit increnientata la difli1sio11e di queste potenti armi. All'inizio delle ostilità, la nostra

dotarono i reggimenti di fanteria, alpini e bersaglieri di una qua rta sezione. Dopo il primo anno di guerra le sezioni mitraglimrici da 314 raggi11 nsero il numero di 811. Tra marzo e aprile del 1916, si crearono 100 reparti auto110111i di mitragliatrici

impiegati a ril?(orzo di alcuni tratti di fronte. Piiì tardi, da agosto a dicem bre, furon o costituiti altri 200

fanterict disponeva soltanto di uua

repa 11 i miirag/ieri con formazione ccwreggiata. Ajìne a JJno, tutti i

sez ione 1nilraf!,liatrici per 1·e Mimento e

reparti mitraglieri assunsero il nome

gruppo alpino. Nell'aprile del 7917, i reggimeJJti di fanteria, alpini e bersaglieri furono dotati di 3 cun1j)agnie m.itmgliarrici, l p er

battaglio"e, i11 sostituzione di 1 compag11iafucilieri (di dette compap,11ie, l doveva ottenersi 1iunenclo 3 delle 4 sezioni mitragliatrici esiste11ti presso il reggimento). Inoltre, i battaglio11i vennero dotati di 2 sezioni pistole111itrc1glic1trici e di 1 sezione lanciato,pedini, raddoppiate dopo poco tempo.


CARSO · REDIPUGLIA

Per i tanh, .fra i turisti e i visitatori, nonché per coloro che transitano sulla

di bon{/ìca delle trincee ed alla

attigua autostrada per Trieste o sulla statale per Udine, la t,isione della

raccolta ed identificazione delle salme, ci si rese subito conto che,

imponente scalinata di pietra cbe sale

stanle le caratteristiche ambientali di

il Carso con le centomila salme di caduti che qui riposano, suscita

quella guerra di trincea, numerosi caduti sarebbero stati destinati a

un 'emozione fortissi-nJa, qualunque possano essere le motivazioni che la

rimanere senza nome, mentre per

sostengano. Redipuglia rappresenta il

numerosi altri apparve impossibile identfficare il luogo della sepoltum.

mito del sacrificio estremo, la sacralità della memoi·ia e del ricordo,

1919, ed ancorpiù nell'anno

l'espressione tangibile di una liturgia religiosa e laica insie-rne. Allajìne

/

40

della prima guerra mondiale, quando si diede mano alla ineludibile opera

fi,t a decorrere dalla seconda 11ietà del

successivo, che verme dato inizio alla sistemazione dei circa, 2000 cimiteri

di guerra identffi.cati a ridosso del .fronte italo-austriaco. Ed allo scopo di onorare ancorpiù co1npiu.tamente il sacr[ficio estre-mo di quanti avevano offerto la loro vita alla Patria, venne jàtta scegliere alta madre di un caduto, nel cimitero di Aquileia, la salma di un soldato sconosciuto che avrebbe simboleggiato per la Nazione il Milite Ignoto, che da allora riposa a

Roma, in una cnpta del Vittoriano, vegliato notte e giorno da una guardia d'onore. Per tutti gli altri caduti, jì,1, realizzato sul colle di Sant'Elia il Cimitero degli Tnvitti della


Terza Armalt;t, nel quale le composizioni di armi, materiali ed

l'elemento tomba-scalinata monumentale non sul colle di S. Eha

oggetti raccolti sui campi di battaglia

bensì sulla collina prospiciente,quella

rappresentavano un signtfìcativo collegamento con i cippi dei cimiteri

quota 89 che nei primi mesi di guerra aveva rappresentato l'approccio delle

alla testa il sacello di Emanuele Filiberto Duca. d'Aosta e degli altri generali che componevano -il suo stato maggiore. La contiguità con il vicino

militari e con l'ambiente della trincea,

truppe italiane con le trincee

cimitero austro-ungarico, posto sulla strada statale per Fogliano-Sagrado,

rnentre le epigrafì accentuavano il carattere evocativo del luogo.

austriache del primo ciglione carsico.

può ben a ragione essere considerato

Inaugurato il 18 settembre 1938 da Nlussolini, il Sacrario di Redipuglia,

un simbolo dell 'ajjì-atellamento de-i soldati dei due eserciti caduti con

con la sua imponente scalinata composta da 22 gradoni scanditi da

onore- in nome delle rispetlive patrie.

Ma sia per le ingiurie del te-,npo che per le d'{ffìcoltà di un 'adeguata sorveglianza il cimitero andava sempre più deteriorandosi per cui

un continuo ·'Presente" scolpito a

verso la metà degli anni 11-enta prese

grandi lettere nella pietra, accoglie i

co17Jo il progetto dell'architetto Giovanni Greppi che proponeva

resti di 100. 000 caduti, raccolti ed inquadrati carne in una parala, con

Colle s. .Elia - Parco della rimem.branza.


CARSO ALTURE DI VERMEGLIANO SEMPRE AVANTI SAVOIA

Viene i-iproposta La caverna, posta a ridosso della prima linea,, sede di comando dei reparti della Brigata Cremona clpe in questo settore si alternò nel 1915-16 con la Brigata di fanteria 11cqui (J 7';.- 18°). Sul lato

J; '.

='',J ~ -

~ ~71;::s...., -

VIMllUAIIO

destro dell'ingresso si travet inciso

sulla roccia il motto "Semprn auanti Savoia''. cbe 1-iecheggia il grido d i attacco del Regio hsercito italiano.

18~REGGIME NTO fANTERIA . -~

._.• CoMPAGN IA

~~ OIV ISION E Y zoNA 0 1 GUER-RA

42


CARSO MONTE SEI BUSI - Quota 118

6 APIULE (1916) 14° Reggimento Fanteria 11a compagnia Caporale Caggiale Ecco il tipico graffito di guerra: una semplice incisione fatta da un soldato della Brigata Pinerolo nel cemento di una trincea durante i probabili favori di riadattamento di un complesso l1"incerato dopo la sua conquista. Nome, reparto e 11.na data che.fèmno desumere, in questa z ona, lavori di ripristino di trincee di massima resistenzct poste nelle retrovie del Jì'onte. Una piccola incisione, u.n messaggio inviato nel tem/Jo dal caporale Caggiale ...


CARSO BONEITI - Quota 208 Sud 114° FANTERIA

RESTAURAVIT MCMXVII 2° BATTAGLIONE

Grq/lìto inciso daifanti del 114° fanteria Brigata Mantova posto al! 'ingresso di una caverna situata alle falde della quota 208 Sud, obiettivo continuo di ripetuti assalti nel corso della settima, ottava e nona hattaglia dell'.lsonzo. La parola "Restaurcwit" può essere interpretata anche come "Restaurant " a segu'ito delta testimonianza di Piero Bosero,

?

44

Jànte del 72° re,ggimento che volle risiedere a Bonetli al termine det confhtto; egli dichiarò agli autori che in quella caverna "l)i troual)a sede lo spaccio reggimentale del 114° gestito dai "soliti" iniboscati che dispensavano a pagamento fiaschi di Chianti e sigari toscani". Alcune persone che banno individuato la caverna non si son dette d'accordo su quanto dichiarato dal fante Bosero ma sono propensi a ritenere come giusta la parola "Restauravit", con il suo significato intrinseco. La caverna è però di modeste

dimensioni e non si prestava a ricovero, per/.cmto gli autori concordano con la testimonianza del fante di Sonetti". Bosero ricevette al momento della morte l'onore delle armi da parte di un plotone di fanteria. Con lui se ne andava l'ultimo combattente che non abbandonò mai in vita il Carso e le sue memorie.


/'

CARSO

"Con impeto irrefrenabile

il nemico sbigottito ne chiamò "lupi"

assaltarono e travolsero le più formidabili posizioni, c.:on orgogliosa

gli implac.:abili fanti (Veliki-Faiti, 1-3 novembre 1916; Flonda r, S. Giovanni D uina, Foci del Timavo, 23-30

SONCINO,

a udacia cercaro no e sostennero la lotta vicina, fieramente, sprezzando i

78° FANTERIA

più gravi sacrifici di sangue ed

maggio 1917; 23 agosto-3 settembre 1917; Tagliamento, 2-3 novembre

3a COMPAGNIA

acquistando fama leggendaria, sì che

1918)".

MONFALCONE - Quota 85 BOCCI LUIGI DISTRETTO DI CREMONA

3° PLOTONE - 9,! SQUADRA

4.4.1917

Lungo la trincea che avvot.ge quota 85 è stata individuata questa semplice iscrizione, contornata da impronte di bossoli di cartucce, lasciata da/fante Bocci Luigi del 78° reggimento, Brigata Toscana. Alla bandiera del reggimento venne concessa la medaglia d 'oro al valor militare:


ll 78° reggimento.fanteria Brigata Toscana comf?attè valorosamente nella Grande Guerra, in val Daone, sul monte Melino, sul Sabotino, sul VelilJi Hribach, sul Faiti, a Fiondar, alle.fòci del Ti11iavo, a San Giovanni Duino, a Gallio, su.I monte Longara, sullo Zomo, sul Sasso Rosso, a Col d'Echele, a Col del Rosso, sul monte Spii, a Echar, sul Cornone; qy incli alle Grave di Papadopoti, al Tagliamento e nella vittoriosa battaglia finale. La Bandiera del re._ggfrnento si J1"egiò di una prima medaglia d 'argento al valor militare per la brillante conquista del Sabotino nell'agosto 1916,· ne ottenne una seconda per la strenua difesa di Col del Rosso e di Col o

/

46

Bandlexa del 78° reggimento fanteria.

d'Echele, sostenuta dagli eroici.fanti del 78° che non conobbero limiti di sacrijìcio e di ardimento nelle aspre giornate del dicembre 7917; ebbe co11ferita la medaglia d'oro al valor milita1·e per l'impeto irrefrenabile, per Lo sprezzo del pericolo, per i gravi sacrf/ìci di sangue ajjì·onlati sul Veliki, a Fiondar, a San Giovanni Duino, al!ejòci del Timavo e sul Tagliamento, nelle epicbe lotte cbe crearono.fama leggendaria agh eroici "Lupi". Agli 14]ìciali e alla truppa jìtrono concesse: 115 medaglie d'argento at v .m., 182 di bronzo, 20 croci di guerra, 2 croci di cavaliere dell'Ordine J\llilitai·e di Savoia. Allajìne del conjlitto si contarono le seguentiperdite: 951 cadut1~ Z623 dispersi e 3989 feriti.


CARSO MAPPA SAN MICHELE NOMINATIVI, TRINCEE E CAMMINAMENTI In evidenza le zone di San Martino

del Carso e Nlonte San Michele con i re!atù;i nominatiui dati alle lrincee e ai camminwnenl'i di collegamento Uno di questi, posto poco sotto la Cim,a

4 del San Michele, ricorda il S.Tenente Rosa di cui si è tmuata l 'iscrizione ripo11tua a pag. 50. (Particolare della carta del

maggio 1916 - Stato dei lauo1·i

Trincee nella zona del Carso di San Martino.

ossidionali sulla }i-onte del Xl Coipo

d'Annata - Tau.8, uofwne IJT. L'Esercito Italiano nella Grande Guerra- SlVfE Ujjìcio Storico)

.LEGGENDA /

______ Trincee - - - - - - - Camminamenti

ITALIANI Capisaldi Ricoveri AUSTRIACI _ _ _ _ _ Linea avanzata

Scala 1 : 10.000


CARSO ALTOPIANO SOPRA BONETTI

Quota 192 118° REGGIMENTO FANTERIA ALLA MEMORIA

DEI CADUTI NELL'OFFENSIVA DEL MA~IO 1917

Il 3° Battaglione pose

il 21 giugno 1917 Sottotenente Giannetti.tù incise. Grande targa in cemento a ricordo dei caduti del 118°jànteria Brf.gata Pado11a. È jJOJta sulla parete rocciosa della "Dolina Steinbruch ", che fu sede del comando di reggimento.

48

La Brigata Padova, costituita nel 19.15 e disciolta nel 1920, partecipò alle seguenti campagne di guerra subendo dolorose perdite: 1915 monte Sei Busi, Monfalcone; 1916 Castelnuovo del C'arso, Passo Buole, monte Zovetto, monte 1vlagnaboschi, Nova Vas; 1917Selo, Hennada; .19.18 Altopiano di Asiago, Col del Rosso. Per le sue imprese audaci ebbe due citazioni nel Bollettino di gueira del Comando Supremo. Oggi questa riparata dolina si trova ùnrnersa nei grandi silenzi di un luogo isolato e di d{[ficile accesso.

Negh ultimi anni è stata sovente mèta di tante escursic>n:i autunnali delle sezioni del Club Alpino Italiano, in ricordo dei ta.nti sacr{fici ed ardimenti.



CARSO MONTE S. MICHELE

22a COMPAGNIA ZAPPATOIU FANTEIUA l<>PLOTONE S.TENENTE ROSA

15-4-916; Una delle poche isci-izioni italiane rintracciate sul Monte S.Michele ma di particolare i mportan.za per la posizione strategica in cui è collocata. Purtroppo è,çmdata distrutta la parte indicante il i-eparto di appartenenza del Sottotenente Rosa che deve essersi

50

distinto in qualche azione di combattimento per la conquista del San tvfichele, visto cbe il suo nominativo compare nella carta geografica. militare - Tav.8 Voi. 111 R. U. - dove un camminamento, che si dirige verso Cima 4, porta il suo nome. L'iscrizione si trova incisa su.I cemento di una parete posta tra una capiente caverna e una galleria cbe immette nella trincea di prima linea, situata in posizione molto avanzata sotto "l'impi·enclibile" Cima 4, neipressi delfamoso "Pulpito "


CARSO MONFALCONE 3° REPARTO ZAPPATOIU 77° FANTERIA

PIAZZOLA CONTROAEREA PER MITRAGLIATRICE FIAT QUOTA93 È una delle pocbe iscrizioni che

ricordano i reparti contraerei ·i n un conflitto che iniziava ad impie,gare i primi velivoli da combattimento. La targa è stata trovata all'ingresso di una postazione quadrata di ridotte dimensioni posta lungo un trinceramento che conduceva verso

quota 93 Dall'altura la mitragliati-ice difendeva i cieli di lvio11falcone sovente sorvolatt: dafl'aviazione nemica. .Le prime incursioni aeree convinsero i vertici militari italiani a istituire anche iprimi reparti "caccia " con il duplice scopo sia di d(fèsa, per impedire agli aeroplani avversari di volare su lte nostre linee, sia di q/Jèsa per poter 1nitragliare dall'alto le trincee austriache. Primo pilota da caccia in Italia, jì,1, l'allora tenente di cavalleria Francesco Baracca, che ottenne il

su.o successo iniziale il 7 aprile J916 quando, nei cieli di jt1edeazza, abbattè un Aviatik austriaco. A quella uittoria ne seguirono, fino al giugno 7918, altre 33. Per le sue audaci imprese gli furono cm~ferite: 1 medaglia d 'oro al valor militare, 3 d 'argento, la croce dell'Ordine Militare di Savoia. Inoltre, per ·merito straordinario di guerra, verme promosso al grado di maggiore.


CARSO LOKVICA (Sloven ia)

Quota 187

49° REGGIMENTO 2° BATTAGLIONE

DAL XXI LUGLIO ALL'AGOSTO ANNO MC.MXVII AEDIFICAVIT

In una dolina dal nome ancora sconosciuto, coperta da abbondante vegetazione, una targa in cemento a[jìorante tra i massi carsici custodisce la niemoria dei.fanti della l:3r4gata Parma che trovarono ricovero per un breve periodo nell'estate del 1917, prima di raggiungere la prima linea nel settore deL.frnnte Fajti-Castagnevizza.

L'ingegnosità dei nostri nùtraglicri: una mitragliatrice Fiat Revelll mod. 14, in postazione conJ:rncrei, montata sulla n1ota di un carretto .

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CARSO (Slovenia) - HUDI LOG Dolina "Siena" Do lina "Ineffabile"

"ARMA FERENTE CIMBRO REGIS

mc PRL'1AE LEGIONIS COHORS Il DUCE CATAIANO VAUA CONSTE ... (?) HIEMALIA

CASTRA TENUIT 1917

Nel mondo di doline del Carso di Comeno, dove anche il silenzio è memoria, nascosta d a immcmsa vegetazione sulla parete nord, sopra l'ingresso cli una caverna. una sci·ittct in latino vergata da qualche

ufj'iciale ci ricorda la presenze, della Brigata Re che si apprestaua alla fortificazione della dolina SienaIneffabile (successivamente chiamata Lornba1dia) e a preparare i ricoueri per l'inverno. La traduzione scelta appare la pit,ì, probahile: "Mentre il nemico austriaco po11ava P,Uerra qui, il secondo balfagiione del primo reggimento della Bi-igata Re sotto l'egida del coma11dante Catalano costruì la trincea difensiva e sistemò il campo invernale·,.

La targa dovrebbe riferirsi alla permanenza n et settore de/fu Rri,gata Re, tra il dicenibre 1916 e i/febbraio 1917, dove partecipò a vari assalti contro le df/èse avve1:,;cwie poste nel ''saliente cli Hu.di Log ·· e sottoposta pertanto a furiosi bombardamenti da parte dell 'arti,glieria avuersaric1.


CARSO VALLONCELLO DI VERMEGLIANO 87° FANTERIA

(?) BAITAGLIONE

Risalendo il "ualloncello meridionale" sui resi i in nwrcttura di alcuni ricoveri, una targa in cemenlo indica la presenza del/'87° reggimento fanteria Brigata Fri11/i con u II piccolo disegno, suIla pwte alta a sinistra, rajfìg11rante un profilo di soldato. Il reggimenlo, con il gemello 88°, fu cosliluito a 1vlila110 nel 1884,

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contemporcmeamenle alla .formazione detla Brigata Friuli di cui fecero parte. c:ombattè valorosamente sul Carso, sull'Isonzo e sugli 1Jlt1jJiani. Si hattè nelle lrincee di Monfalcone e sul monte Cosicb (1975); alle Carn di Selz (aprile 7916) e airestò sul monte J11Iosciagb l'oj)ènsiutt nerniw (giugnoluglio 1976). Inviato sul/alto Isonzo, combattè nella CollCC/ di Plezzo e sul monte Sto!, nella battaglia dell'ottobre 1917: quindi, nel 1978, in val Lagarin.a.


1915 - Un fante nette vie del paese di Vermeglia no. Sul muro si notano due targhe segnaleticbe per raggiungere il Comando del/' 87° reggimento fanteria Brigata Friuli e il Vallonee/lo cli Vennegliano: tutte posiz ioni poste nei pressi della prima linea.

Trincee di Ve rmcgliano.


CARSO DOBERDÒ DEL IAGO

Quota 144 7 ° BERSAGLIERI

Sulle pendici di quota 144, verso il termine di un vallonee/lo si notano due 'ingressi di cavemef01terne11te blindate: sopra l'ingresso della pi1ì piccola si nota il.fregio del 7° reggimento bersaglieri. La caverna, molto ben conservata, fu adibita a ricouero e sede di comando del reggimento cheji1 duramente impegnato, dal novembre 1916 a/l'estate del 197 7, nei vari irruenti assalti per la conquista della contesa quota 144, che gli valsero la concessione della medaglia d'argento al uctlor militare alla bandiera con la seguente motiuazione: "In combattimento ed in tri11cea fu costante esempio di valore, tenacia e di saldezza. Con slancio irresistibile, superate le munite trincee avversarie, conquistava. cli primo sbalzo, le posizioni di Jamian o, dando poscia f![ficace conM/mto alla conqu'islct e/ella Linea d i Fionda r. Richiamato in linea solo dopo due giorni per.fronteggiare un violento attacco nemico, si gettava ancora nella lotta con audacia ed abnegaz ione sublimi. (Quota 144 - ]arnia no- Floncla1; novembre 1916- g iugno 191 7)". Il 7° Bersaglieri è stato uno dei pitì. celebri repa,ti italiani. Soito a Verona il .l O gennaio 18 77 su quattro battaglioni, nel 1886 venne rior!],anizzato su tre (il, X, Xl); il 1 ° ottobre 1910ji1 costitu ito anche un bat1aglione ciclisti (VJJJ), che operò per /uffa la durata della guerra 1915'1918 come unità autonoma, soppresso poi nel 1919. A llo scoppio della prima guerra mondiale, /'Xl ba1taglioJ1e dislocato in Tripolilania venne sostituilo dal!' XI bis che avrebbe poi assunto nel l916 la numeraz ione di XLIV; inoltre, il deposito reggimentale costituiva un alt1'0 battaglione, il XLV, ed assumeva anche il molo di deposito di tulle le compagnie mitraglialrici FJAT dei reggimenti bersaglieri. li 7° venne impiegato ne/l'arnbito delle divisioni difanteria. ma dal novembre 1916fu iJ1quadrato nella li Brigata bersap,lieri insieme alt'] l O reggime1110. Il 3 novembre 1918, l'unità venne tra!iferita via mare da Venezia alla volta cli Trieste. dove nel tardo pom.eriggio dello stesso giorno sarebbero sbarcati per primi i battaglioni X e XXXTX, seguiti poi da altre truppe. Nel luglio del 1924 il 7° bersag lieri fu traefo nnato in reggimento ciclisti, e tale sarebbe rimasto sino al 1936. La sua bandiera è stata decorata, per quanto alt'iene alla prima guerra mondiale, dell'Ordine l'Vlilitare di Scwoia, di una medaglia d'argento et/ u.m. e di una di bronzo al

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battaglione ciclisti.


CARSO DOBERDÒ DEL IAGO

Monte Debeli BERSAGLIEIU 18° REGGIMENTO

6a COMPAGNIA Lungo la linea trincerata posta uicino alla sommità del monte Debeli, su di una scaletta d 'accesso alla trincea, è rimasta una semplice iscrizione che ricorda la presenza della 6a compagnia del 18° bersaglieri. Il reggimento uien.e costituito il 31 gennaio 1917 e insieme con il 17°forma la 111

Brigata bersaglieri. Alla jìne di luglio viene impiegato nel settore di Castagnevizzajìno all'agosto successivo. A settembre è sul Debeli, a metà ottobre viene spostato nella zona dell 'Hudi Log e successivamente, a novembre, si trova impegnato a contrastare l'oflènsiva austro-tedesca sulle linee del Tagliamento e del Piave meritando una medaglia d 'oro al va.Lor militare con la seguente motivazione: ·'Con impeto jìtlmineo si gettava sul nemico, passato sulla destra del Piave, .fiaccandone in

mischie.furibonde la disperata tenacia. Con entusiastico sacrijìcio di sangue contribuiva alla riconquista del primo lembo della Patria invasa, ricongiungendosi nella gloria alle più antiche e fulgide tradizioni dei hel':saglieri. (Fagarè, 16- 7 7 novembre 191 7; Basso Piave, 22 giugno 19.18; 2-6 luglio 19.18)"

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CARSO

VALLONE DI GORIZIA Alture di Devetachi BAITERIA D'ASSEDIO COMANDO

Ad est della strada del vallone di Gorizia, sulle alture che portano sul. ' Carso di Conieno eremo in postazione numerose., batterie di vario calibro. Sul rudere di un manu/atto è stata 'irtdividuata la sede di comando di una balleria d'assedio. L'artiglieria d 'assedio era dotata di pezzi montati su ajjusti

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relativamente 11'ZObili, in grado di essere messi in batteria in breve tempo per eseguire, al seguito d i Grandi Unità, le operazioni cl 'assedio contro località jòrt[/ìcate. Per la molteplicità dei calibri, il numero e la varietà dei tipi di bocche da fuoco, nonché per la loro potenza costituì fa vera ossatura dell'artiglieria dell'esercito durante la prima guerra mondiale. Nel maggio 1915, lungo l'intero fronte, 11 pano d 'assedio era limitato a poco più di 150 pezzi tra cannoni da 149 A e G, obici da 210G, 280A,

Obice da 280.

305/1 7 e mortai da 210. Verso la fine del 1916, la su.a consistenza risultava notevolmente m.i,gliorata, essendo oramai in linea quasi 600 batterie, fra piccoli, medi e ,grossi calibri.


Obice da 3 0;, sparava un proietto di circa 300 kg ad una distanza massima di 14 km.


Batte•·ia da 149A. Il cannone aveva una gittata massima di 14 k.m con un proietto di circa 37 kg.

.·~'Il. . ,, 60

Mortaio da 210A. Aveva una gittata massima di 8 km con un proietto di circa 100 kg.

,.


CARSO

DOBERDÒ DEL LAGO MARCOITINI COMANDO 4° GRUPPO OBICI PESANTI CAMPALI 149 A

In una dolina posta nei pressi di

Marcottini, lungo le terze linee di massima resistenza, un 'incisione nel cemento posta all'ingresso di u,u,t caverna ricovero testimonia la presenza del coma ndo del 4° gruppo obici pesanli campali. Si rivelò di grande aiuto e sostegno per le nostre fanterie impegn ate nelle tre

qffensive autunnali del 1916 sul Carso cU Comeno (Sloven:ict) per la conquista delle postazioni d(fensive auslriache disposte attorno agli abllctti di Lokvica e Nova Vas, ma soprattu tto contro i capisaldi difensivi di quota 265 del Nad Logen-1, monte Peciuka, Nad Bregom. L'artiglieria pesanle campale coslitutva l'artiglieria di Co,po d'Armata cui era assegnata in misura varia in tempo di guerra. No11 era comunque in.frequente l'assegnazione di qualche gruppo p .c.

anche alle divisioni difcmteria aventi special-i mandati tattici. L artiglieria p.c. ebbe un ruolo cruciale nel battere effìcacemente le impouent'i opere dt f ortjficazione del nemico, che i cannoni da campagna leggeri non riuscivano pitì a smantellare. Tpezzi in uso nel nostro esercito erano gli obici da 149 e i cannoni da 102135 e 105 .


Obice da 149A mod. 14 dell'artiglieria pesante campale. Peso del pezzo in batteri.a: 2344 kg; lunghezza del pezzo: 5610 rmn; peso del proietto: 42 kg; gittata massima: 6800 rn.

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CARSO MONFALCONE SOMMffÀ DI QUOTA 104

5 GIUGNO 1917 OSSERVATORIO BATTERIA D'ASSEDIO 950 BIS e BATTERIA 114

Targa in cernento posta all'ingresso di una P<)Slazione blindata con feritoie sulla somniità di quota 104 denoniinata "Tamburo'~ resasi famosa nelle fasi di cruenti scontri per la sua conquista. interessante la postazione dell'Osservatorio da cui si poteva dominare una larga pai1e del.fronte nel settore di Nlo1·?(alcone.

6.


CARSO MONFALCONE

ricorda quel momento .. . 3 aprile

QUOTA93

Gli shrapnel, erano proietti che scoppiavano davanti al hersagUo a una distanza e altezza predeterminate. Sim:ili alle granate, contenevano, oltre alla carica di scoppio, anche un certo numero di pallette di piombo indurito (da 200 a oltre 1000, ciascuna pesante da J5 a 30 gramnii), a seconda del calibro e del tipo della bocca cli fuoco. Quando esplodevano, le schegge e le pallette, sparpagliandosi, coprivano un'estesa zona attorno al bersaglio.

Sui ruderi di una trincea, un ''iscrizione rappresenta un assalto italiano alle linee austriache aventi come caposaldo la temibile quota 12.1. Nonjìgura il nome del reparto, ma solo la~ critta "Savoia ", il grido che echeggiava nel momento dell'attacco. Un semplice, ma terrificante disegno rajjtgura i "pallettoni" micidiali degli shrapnels che piovono sulla testa dell'intrepido.fante. Una data

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1916.


CARSO S.MARTINO DEL CARSO

CASE NEIU g REGGIMENTO 29°RAGGRUPPAMENTO 0

ASSEDIO COLONNELLO RESSE XXX-VIII-MCMXVII

Targa in cemento con illciso il nome del comandante del raggruppamento d·assedio posta all'ingresso di 1t11ct dolina sul cui fondo si apre una g rande ctt1)ilà naturale lunga pi!ì di 25 metri ed altretta11to larga, con UJI altezza media superiore ai 10 metri. La grolla natumle venne utilizzata dai repa11i ungheresi della divisione Honved del generale Lukacìch che difendevano il vicino monte S.Michele sino a/l'agosto del 1916 (sesta battaglia dell'Isonzo). Ne lasciò una soiprendente descrizione nella

primavera del 1976 la corrispondente di guerra a.usi rictca A. Schalek: dal suo racconto si desume che all'interno vennero attuati imponenti lctuoi·i i quali portarono alla possibilità di ojJi·ire ricovero e dormitorio per oltre 800 soldati. Con la co11quista delle truppe italiane del ,nonte San Michele la cavità vellne utilizzata da esse e sopratutto dagli arl(f?lieri acide/li alle varie banerie che teneucmo sotto costante tiro le posizioni austriache. li monte San Michele, estremo caposaldo meridio'l7ale del campo trincerato di Goriz ia. incombeva dal giugno 1915 sulle nostre linee dalle quattro piccole gobbe di 275 metri di quota. All'alba del 29 giugno 1916. da questi salienti partirono lunghe spire di fumo giallognolo cbe

investirono le linee tell'ute dalle Brigate Regina e Pisa sulle pendici del San Michele. Molti uomini passarono dal sonno alla mane, e quelli che erano ancora in vita vennerojìniti a colpi di mazza ferrata dai compo11e11ti di reparti scelti ungheresi sopraggiunti 11e/le t1'incee dietro l'ondata dei gas. .J\,fa dall'altra riva del/1sonzo sopraggi1t11sero due 11ostre brigate ,la Brescia e la JJesca1-a, cbe, al cospetto della strage, rafforzarono la propria determinazione riconquistando in breve tempo le posiz ioni. in questo p rimo impatto con le anni chimiche, noi perdemmo 182 ufficiali e 6250 soldati, mentre le perdite degli ungheresi amniontarono a 1750 uomini, dei quali 500 per un ··ritorno" delle sostanze tossiche causato dal venlo.

6:


CARSO MONFALCONE 10° REGGL.'1ENTO - 16sa BATIERIA MORTAIO DA 210

Fi-egio di un reparto d 'artiglieria posto all'interno di una piccola costntzione in muratura preesistente, ed[/ìcata alle falde della Rocca di Monjàlcone e che.fu adibita a ricovero pei· gli artiglieri. La guerra di po?izione rivelò tutta l'importanza delle hoccbe da j itoco a Uro arcuato, come i 1nortai, cbe risultai-ano di maggior effetto nel tiro contro le trincee ed ol?iettivi dcffilati rispetto ai cannoni.

?

66

Mortaio da 210 piazzato nel bosco vicino alJa Rocca <li Monfalcone.


CARSO

Nei pressi del Sacrario di

sostenere le.fanterie nelle trincee di

prima lilzea.

69 3 BATTERIA 0 'A..5SEDIO

RediJntglia atle.fàlde della quota del monte Sei Busi si apre un vallonee/lo

COSTRUITA DAI SOLDATI

dove si i11sediò il posto coma11do

d'assedio era costituito dai ca1111oni

C.ANTALONI, ROSSI, BARI,

della batteria di artiglieria che

NERVO, MACHJTI1

batteva le linee sovrastanti della

149A, i phì noti medi calibri itaiian i della, Gmnde Guerre,.

IL 25 MAGGIO 1916

quote, 111 e del monte Sei Busi, per

VALLONCELLO DI llEDIPUGLIA

L'armamento della 651' balleria


CARSO (Slovenia) - HUDI LOG Dolina Lombardia 38° Reggimento artiglie ria da camp agna Il Batteria - II Pezzo Serventi . ' 1 Soldato Fiocchi S. 2 caporale Castella9-i R. 3 Soldato Fraticelu 4 Soldato Digianantonio 5 Soldato Perotto M. 6 Soldato Moscariello Capo Pezzo (opera del) Sergen te Albertinetti 20-7-917

?

68

Volete la salute Singolare nonchè eccezionale grq[fito su cemento degli artiglieri e del capo pezzo Albertinetti che ha abbellito l'iscrizione con disegni di .fiori, fregi, piante, cannone, mostrine con gradi ed il simbolo di Casa Reale Savoia. Non è casuale la precisa indicazione della mano: "volete la salute", rivolta vm:m l'entrata della caverna sottostante che q[frì ricovero durante il fuoco dell'artiglieria austriaca. La collocazione e l'importanza della dolina era ben conosciuta dagli

osservatori austriaci dato che questa batteria avanzata costituiva un centro di fuoco d'appoggio per le nostre fanterie impegnate strenuamente nette ojfensive contro il groviglio di reticolati e di trincee che caratterizzavano il saliente austriaco diHudiLog. Nel maggio 1915, il 38° reggimento art(glieria da ccmipagna veniva costituito su comando e due gruppi da 75 mni, mod. .l.906, presso il deposito del 2° rgt. a . cam.


Le prlncipali caratteristiche tecniche e le prestazioni del pezzo da 75 mm, modello 1906 Kn1pp, erano: peso in batteria 1015 Kg; peso proietto 6,3 Kg; gittata massirna 8400m; tiro rapido; otturatore a cuneo; sistema di puntamento a cannocchiale panoramico e linea di mJ.ra indipendente; affusto a deformazione, coda unica e scudo di protezione.

Nel corso del confliuo, per contrastare l'offesa nemica da l cielo, l'artiglieria italiana fu costretta a schierare in funzione contraerei anche cannoni da campagna unontati su lnstallazi.oni cli fortuna. Nella foto una sezione di ca1u1oni da 75 1nodello 1906 durante un allarme aereo.


CARSO

"SEMPRE E OVUNQUE"

STRADA DEL VALLONE DI GORIZIA

"SIC NOS NON VOBIS LUNA UNA

Palchisce Pendici quota 208 Nord

VIRIBUS SUIS COHORS VI

OCCASUM SOUS TENACIBUS DEFIAGRANTIUM TELORUM CV PROGRESSUM HOC AD HOSTEM PERECff MAGNAGO MAIORE ZURlA MONACCIO MONTORVO DUCIBUS HINC HOSTIUM CCCV SINE CURA IRRIDENDO DECEMBRE MCMXVI"

Sulle alture sovrastanti il paese di Palchisce, poco sotto la contrastata quota 208 Nord, intorno ad alcuni resti di grandi ricoveri con ingresso ad arco è rimasta una grande lastra, molto danneggiata, con inciso il.fregio et cannoni incrociati del 2° reggimento a1tiglieria, accompagnato dal motto 'Sempre e Ovunque". Sotto la lastra, una targa di cemento reca incisa un 'interessante iscrizione in latino cbe voleua ricordare un attacco austriaco sorretto dal.fuoco dei 305 e vi1sorosa1nente respinto nel dicembre .1 976

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La lihera trc_1duzione del testo, tratta dal/'importante volume "li Vallone del Carso" del col. Ahrc111w Scbm'id, insig ne stoi·ico della Società Alpina delle Giulie d; 7i·ieste, ci permette di apprezzare e gustare la narrazione cJell'avveniniento: ·'COSI' NOJ NON A VOI All.A PRIMA LUNA m DICJiJl!IBRE AL JRAMONTO DEL SOLF. IL GRUPPO CON LE SUE TJ:,NACT FORZE E CON LA VJOLl!.iVZA DEI PHOIEmll DA 105 SBARAGLTO' IL NF.M!CO

ARRIVATO fi!N QUI, S0T1D Il.

. noi stronchiamo gli ostacoli ai /anli e sicun n~ apnamo il cammin ,.

COMANDO DEL MA GGIORE j\,JAGNAGO E DEI CAPTTANJ ZURlA, 1\1/0NACCO l' MONTORVO .TRNJDENDO E NON PREOCCUPANDOSI DEI COJJCJJ DA

7


Dopo la prima battaglia dell'Isonzo del giugno 7915, con il consolidarsi della guerra di posizione, g li assalti atte trincee nemiche si trasformavanojàtalmeute in cameficine, in quanto il tentativo di ap1ire dei varchi nel groviglio cli reticolati veniva arres1ato dalla fucileria e dalle mitragliatrici a elevata cadenza cli tiro (circa 500 colpi al minuto). Si tentò di superare l'ostacolo de/filo spinato e dei cavalli di.frisia con le azioni di coraggiosi volontai·i dotati di pinze taglia/ili e tubi di esplosivo, ricorre11do anche alji.toco dell'a11iglieria campale, che però ta/volla si rivelava pericoloso per le stesse truppe attaccanti per l'impossibilità dei pezz i: poco manovrabili, di seguire il veloce movimento in avanti dei soldati. Le esigenze belliche imposero allora l'urgente adozione di una nuova bocca da fuoco potente, a tiro curvo, con q/{tlS10 basso a piattaforma, idoneo p er

erano le hombarde di grosso calibro, assai phì pesanti, come le bombarde da 240 mm, denominate C (co,10), L (lungo) e A (allungabile) con r(/erimento alla massima gittata cbe potevano raggiungere, rispettiwmente di 1200, 2500 e 3800 metri, lallciando ordigni con un peso di circa 70 Kg. Una bomba1dc1 ancora pi,ì potente era quella da 400 mm, capace di lanciare u11a bomha di 260 Kg.fino a 4000 metri di distanza. Il 17 novembre 1915, in considerazione della sempre maggiore diffusione ed impo,tanza delle bombarde sul campo di battaglia, il Comando Supremo istituì a Susegana (TV,ì una Scuola bombctrdieri per il personale destinato al servizio delle bombarde. Nelge1111c1io 1916. il Ministero della Guerra sancì le disposizioni relative all'orp,anizzazione del C01po dei Bombardieri, come

postazioni inten't:tte e defilate, dal funzionamento semplice, ad avancarica, in grado di lanciare a breve distanza 1111

specialitcì dell'Anna di Aitiglieria. con una forza di 900

proietto cbe, per la sua notewle carica di scoppio, potesse

bombarde cli uario calibro. Le prime batte1ie OJ'f!,anicamente costituite c!f}luirono a/fronte nelfebbraio19J6. Alla jìne del

annientare postazioni di armi leggere, distmggere ricoveri prote/11~ danneggiare trincee, c1prire larghi passaggi nei fitti reticolati, così da permettere l'avanzata del/e.fanterie. L'E5ercito Italiano utilizzò diversi tipi di bombarde. 1i'c, Le armi di piccolo calibro vi erano le Dumézil di progettazione

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francese, calibro 58 1111n, ,nodello 58A o 58B. Devc,stanti

t~{ficia/i e 34000 uomini di truppa per 157 ba1te1ie cli

1917, /'esercito disponeva complessivamente di 60 batterie di bombarde da 58A, su quattro sezioni ognuna, e 216 sezioni autonome di bombarde da 5813. Ogni batteria era dotata di 12 bombarde da 58 mm.

Carto lina militare dei bombardieri, che comunemente venlvano soprannominati ~del re", una denominazlone mai ufficializzata ma ambita da questi specialisti di artiglieria, al punto tale che s pesso nel tondino del loro fregio distintivo veniva inserito il monog.t'3lllllla di Vi ttorio Emanuele m, formato daUe lettere VE intrecciate.


Bombarda da 240 mm io trincea sul Carso (1917).

Deposito di bombe da. 240.

i


CARSO MARCOTIINI 72a BA'O'EIUA BOMBARDE 1917 APRILE

Percorrendo una ca1Tareccia che po1ta a Doberdò del Lago, addentranqosi tra la uegetazio11e, si raggiunge un valloncello dove all'ingresso di una caµerna s'incontra la saitta della 7Z4 batteria bombarde. Questa batteria, appartenente al 2° Gruppo bombarde, con il proseguimento delle azioni, .fì,1spostata sul Carso di Comeno e la troviamo il 17 Settenihre in uno dei posti più avanzati dell'altipiano: nella tristemente famosa Dolina Aosta. All'ingresso della grande caverna naturale un colpo d 'artiglieria austriaca di grosso calibro colpì in pieno un serbatoio di una j)etforatrice. Si sviluppò un terribile incendio che propagandosi fece scoppiare quaranta bombarde da 240. Ne derivò una strage orrende/ fra centinaia di bombadieri ejànti che si ritenevano al sicuro nella grande cavità.

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Bombarda da 240C.


CARSO Oppacchiasella - (Slovenia) OTTOBRE NOVEMBRE 65a BATIERIA SOMEGGIATA TENENTE LATJ'ANZI

Su/l'entrata di una caverna posta in una dolina, poco distante dalla più grande e jèm1osa Tercenca. vi è il

graffito della 6S' balleria someggiata che seguiva costa11ten1<,>J1te nell'c111tunno del 197 Gi reggimenN 47° e 48° della Brigata .Ferrara Jo1·temente impegnati nella loro cruenta avanzata sul Ccu:w di Come1w. Al centrojìg11rava un fregio purtroppo andato distrutto. In alcune note lasciate nei diari dei.fanti, questa batteria rappresentava un elemento di sicurezza e ve1111e molto apprezzataper alcuni irnpo11c1nti decis ivi interventi di.fuoco in lom

7'


CARSO STRADA DEL VALLONE DI GORIZIA - ABITATO DI ISCEIU STRADA GENERALE BARCO 20a DIVISIONE

Dall'abitato di Isceri, sede di alti comandi dal settembre 1916, ha inizio la larga carrareccia che raggiunge 'il carline ,Gon la Slovenia e prosegue verso Nova Vas posta sull'altopiano di Comeno. Questa strada venne costruita dai soldati italiani, come testimonia la targa Cf[/Ìssa sul muro di una casa del paese, efu intitolata allafigura del generale Lorenzo Barco, comandante in più periodi delle Brigate difa.nteria Barletta, Piacenza e Bisagno. Risalendo la strada, s'incontra una caverna e alla destra del! 'imboccatura si nota la targa che ricorda i lavori conipiu.ti dalla 2(!1 Divisione e conclusi n ell'ottobre 1917, pochi giorni prima della ritirata cli / Caporettol

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La 2Cfl Divisione chefaceva parte del XXV Corpo d 'Armata fu comandata dal generale Barco dal 31 Luglio 1917 al 19 settembre 1918 ed era composta. in quel periodo

dalle Brigate Lombardia, Lari.o, Bologna, Barletta, dall'8 ° artiglieria da campagna e dal XXIX battaglione genio.


CARSO

MONFALCONE 1° REGGIMENTO GENIO 44a COMPAGNIA

Una grande taiga cli cemento. posta sul bordo di una trincea, ,-icorda i reparti zappatori del (ien:io cbe contribuirono, non senza gravi pericoli, ai lcwori cli r(,!/jorzamento e Jort~/ìcazione della lhnceaAdamo, a cavallo della lineafenoviaria e terminante tra le case della per{leria di Mònfalco11e, a difesa di quell'importante e delicato sei/ore del fì"onle.

Il I O reggimento genio aveva preso vita a Pavia agli inizi del 1874, ed alla sua composizione aveuttno contribuito il 7 ° reggi111ento artiglieria (po ntieri) ed il cotpo zappatori, q11est'ullimo con 14 compagnie zappatori ed una ferrovieri. Si trallò dì una composizione che sarebbe poi variala più volte in relazione sia ai riordinamenti cui venne sottoposto e sia alla cessione di repar/.i per la costituzione di nuove un'ità. Dal 1 ° 11ovembre 1895 prese la denominazione di

1 ° reggimento genio zappatori, su quatl ro battaglioni portali poi a cinque nell'estate ciel 1912. Nel corso della prima guerra mondiale il deposito del reggimento mobilitò, complessivamente: 3 7 comandi di btg.ni zappatori, 114 compagnie zappatori, 9 compagnie lanciafiarmne, 1 compagnia pompieri. 40 sezioni da ponte, 3 sezioni lctllciagas, 15 parchi genio cli C.A., 1 sezioni telefoniche peig ruppo alpino e 3 sezioni lelefontche divisionali.

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CARSO

trinceramenti avversari, distanti in

TIUNCEA DELLE FRASCHE Quota 164

alcuni punti non pi1,ì di venti metri. Il

graffito è posto in prossimità del saliente sulla parete di un ma1111Ja110

Castelnuovo del Carso offre al

121° FANTERIA COMPAGNIA ZAPPATORI

adef!,uatamente blindato da u.11

1° REPARTO

reparto del Genio per il posizionamento di mitragliatrici. L'impo1'tante posizione difensiva austriaca venne eroicamente

canimina menli, ma non è agevole distinguere le prime linee del 1915

3-8-1916

iscrizione su cemento di 11,11 repa110 di zappatori ctf_JfJClltenente al 121 ° reggimento fanteria Bri{!,ata J\llacerata, che si a!lernava con la Brigata Sassari

conquistata dai.fanti della Sassari e da allora ogni sardo cbe si reca sul

alla d!fesa della.famosa trincea da cui

luogo, consapevole delle memorie e dei

uscivano continuc1me11te ploto11i e pattuglie di arditi per effettuare

valori cbe vi sono racchiusi, ba la sensazione di accedere ad uno spazio legato p er sempre al/et prop1·ia terra e

.fulminee incursioni sui muniti

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alle proprie tradizioni. Lo stato attuale del terreno ad est di visitatore diversi resti di

dopo la conqui:,ta della trincea delle Frasche. Dirigendosi da Redipuglia verso Sag rado e Castelnuovo, dopo il bivio per Doberdò ci si imbatte 11ella linea trincerata principale del saliente delle Frasche cbe procede verso una rctdura ove è situato il monumento erello in memoria. della Br(gata Sassari.


Le cont'igi~e trincee delle Frasche e dei Razzi rappresentavano 'il vero e proprio si1nbolo del tipo di lotta condotta sin dai primi giorni del conflitto, che esigeva un elevato tributo di sangue da parte di tu tti i combattenti. Contro queste barriere invalicabili di pietre e filo spinato si infransero gli entusiasmi e gli sforzi di vari reparti italiani, sino et cbe non giunsero i.fanti della Brigata Sassari (reggimenti 1.51 ° e 152°), dotati di una capacità innata di adattarsi ad un territorio d(/ji:cile e, soprattutto, vincolati da un cameratismo che rifletteva, rafforzandoli, i legami di amicizia e parentela gicì stretti nella propria terra. La Brigata Sassa1·i era inquadrata nella III Annata, com.a ndata dal Duca d 'Aosta, e venne schierata lungo il settore cbe da San Martino del Carso correua fino al monte San Michele. Il 25 luglio 1915 i valorostfanti: al grido "Viva la Sardegna" conquistavano alla baionetta le posizioni nemiche di "Bosco Cappuccio ". Il 21 agosto, dopo venti ore di ininterrotti e ardii.i assalti, i_fanti conquistauano l'arduo "1hncerone ", una munita postazione austriaca alle falde del monte San Micbele. Ai p1°i1ni di noue1nbre del 1915, i "Sassarini" erano nuovamente in prima Linea, pronti per l'assalto a quegli obiettivi ritenuti.fìno allora imprendibili, per via dei profondi reticolati e del 1nicidialefuoco incrociato delle mitragliatrici cbe li proteggevano. Dopo giorni di violentissim:i attacchi e rabbiosi

Trincea delle Frasche.


contrattacch i, assalti all'arma bianca ejitriosi co1po a corpo, gli Austriaci, :Jìniti dagli intrepidi.fanti della ·'Sassari", erano costretti a cedere te posizioni: il 14 novembre 1915 cadeva la trincea delle Frasche, il giorno dopo veniva espugnata anche quella dei Razzi. Nasceva così il mito della Brigata e di quelli che per gli Austriaci .saranno sempre ''Die Reute Teufet': i ''Diavoli Rossi", dal colore rosso delle loro mostrine. Alla fine della gi.;erra, la Brigata Sassari lasciava sui

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Luigi Cadorna con l fanti della Brigata Sassari al fronte.

vari wmpi di battaglia 1734 caduti, 2085 dispersi, 9104 feriti. Per il suo eroismo, otten. eva 5 citazioni sul Bollettino di guen·a del Comando Supremo e la concessione alta Bandiera di 4 medaglie d 'oro al va/or militare e 2 croci dell'Ordine Jltfilitare di Savoia per i suoi due reggimenti, oltre a 9 medaglie d 'oro individuali, 405 d 'argento, 417 di bronzo, 50 croci di guerra, 4 croci di cavaliere dell'Ordine lVIilitare di Savoia.


CARSO ALTURE DI DEVETACHI BORGATA ROCCA 1° REGGIMENTO GENIO 5ga COMPAGNIA

Grande.fregio ad opera di reparti del Genio sulf'architrave di una grande caverna blindata posta in un profondo valloncello che sale ve1:,;o la famosa quota 187 (ora in territorio sloveno), importante bivio durante le offensive del 1916-1917. Attorno alla caverna so1:geua un grande baraccamento che venne denominato Borgata Rocca in onore

del generale Francesco Rocca che, nel novembre 1915, da colonnello hr(gadiere al comando della Brigata Ferrara sul Carso, meritò la medaglia d 'argento al va lor militare e sul San Michele ed a San Martino la croce dell'Ordine .Militare di Savoia. Promosso maggiore generale nel 1916, ebbe nel 1917 'il comando della 6.3a Divisione, composta dalle Brigate Lecce e Rovigo, con la quale si ba.ttè su.Ile alture a destra del.fiume

Taglia·m ento.

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CARSO

due eserciti contendenti, il solco

STRADA DEL VALLONE

formante il Vallone che separa il Carso Osontino) da quello di

DI GORIZIA MONTE BRESTOVO

Comeno. Oltrepassato il Vallone da

5° GENIO

pmte delle nostre brigate, queste, per

TERZA COMPAGNIA MINATORI

raggiungere ! opposto altipiano e

GENNAIO-AGOSTO 1917

inoltrarsi anche sulle varie sommità, avevano assoluto bisogno de/l'appof!,!JiO della nostra artiglieria divenuta semp re piit numerosa ed ejficienle. Ed ecco l'ordine di costruire gallerie capaci di assicurare sicuro riparo p er le batterie. Tn questo preminente e imjJortanre lavoro si distinsero i

Sul Carso le truppe austrounf!,a1icbe eseguirono, durante fa notte del 10 agosto 1916, un vasto ripiegamento dopo la 11os1ra conquista del baluardo d(fensit;o costituito dal caposaldo del monte SJvlicbele. La sollecita manovra aueva messo temporaneamente, fra i

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minatori del Genio cbe, sull'altum del Brestouo posto dijì-onte cli Nad Logem, scauarono labirinticbe e lunghe gallerie con sbocchi per le artiglierie.


CARSO STRADA DEL VALLONE DIGORIZIA BONETfl

5° GENIO

Sui ruderi di un jJiccolo ricovero, in prossimità della strada del vallone di Gorizia, è riniasto intatto un singolare, significativo graj)ìto inciso su cemento, raffigurante due soldati in divisa che si stringono la mano in segno di aiuto e solidarietà. Sopra le loro jìgu.re il fregio del 5° Genio. Bonetti è un piccolo paese del Carso goriziano che tra il 1916 ed il 1917.fu. intensamente coinvolto dagli avvenimenti bellici. A causa infatti della su.a posizione strategica, venne sottoposto ad u.n continuo e devastante bombardamento da pa11e dell'artiglieria austi-iaca.

CARSO

DOBERDÒ DEL LAGO

5° GENIO

In una dolina collegata tramite camminamenti a varie trincee, jJosta sulla destra della strada che da Doberdò porta all'omonùno lago, si ·n otano vari ruderi di costruzioni adibite a ricoveri e alcune caverne. Sull'ingresso di una eh queste, quasi completamente cementata, è inciso il fregio del 5° Genio che jJOrtò a termine notevoli lavori di dUèsa in un sito, probabile sede di comandi, vicino alla quota 144 e alla linea difensiva in prossimità del lago.

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CARSO QUOTA 164 TlUNCEA DELLE FRASCHE COMPAGNIA ZAPPATORI 3° REPARTO Resti di importa nti trincera menti si trova no nei pressi della famosa quota 164 della trincea delle f<'rascbe dove sor;ge il mon:urnen to dedicato alla

Brigata di.fanteria Sassari. ln una piccola dolina. dove sono 1i masti i

ruderi di u.n ricovero, si scopre questa semplice targa di 1111 repa1to zappatori, che contribuì allu Jo1t{fìcazio11e del trincera mento a vcm z ato.

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lo\'\~ -


CARSO MONFALCONE - Quota 121 1°REGGIMENTO GENIO ZAPPATORI

77a COMPAGNIA

Particolare di un tratto della linea trì/lcerata, rimasta ancora in ottimo stato, cbe circonda la quota J21 e cbe i repai1i del Genio si prodigarono conlìnuamente a fortijì"care in modo adeguato, dato cbe l'importan/.e qttota (da cui si dominava un ampio settore del fronte) rimase per lungo tempo la nostra prima linea. In JJri'l1iOpiano, su un angolo di trincea, il jreP,io del Genio scolpito nel cemento.

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CAUSO MONFALCONE - Quota 121 1 ° REGGl1'1ENTO GENIO ZAPPATORI - 1916

Sulla stessa linea trinceratci

ritroviamo il fregio del 1° Genio e l'anno (cwturmo 1916) in cuifitrono eseguiti g li importanti lavori per la

difese, della quota dopo la sue, conquista cwvenuta nell'agosto. Da tener presente il p ericolo e le difficoltà

incontrate dai reparti del Genio, dal momento che la prima linea austriaca e10- disposta a p oca

distanza .

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CARSO MONFALCONE SCRITI'URA DEL SOLDATO COMPAGNIA MITRAGLIERI FIAT FATTA NELL'ANNO MCMXVII XAPIULE

Lungo la "'Frincea Adamo ·· (cbe nella partefinttle oltrepassa la linea f errovia ria) si trova un'isci'izione di un certo rilievo posta sul parapetto vicino alle feritoie. Fu eseguita il 10 aprile 1917, pochi ,giorni prima della decima bauaglia del l'lçonzo. Rimane purtroppo illeggibile il nome del rnitragliere, autore del grajJìto. Soldati in trincea presso Monfalcone.


All'atto dell'entrata inf!,uerra, l'Esercito ltclliano em care111e di mitragliatrici, armi cbe in quel conflitto si sarebbero rivelate invece di estrema impor1c111za, co11tribue11do in maniera determinante alla dtfesct e al fuoco di coperl ura. Leggere e maneggevoli, di grcmde (jjìcacia meccanica, in grado di erogare uu elevato volunie di.fuoco, le mitragliatrici rappresentarono l'incubo dei fanti di tutti gli schieramenti. Inizialmente l'esercito adottò le Vickers mod. 191 I , prodotte in Gran Bretagna.

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Si trattava di un'arma con canna alettala e dotala di manicotto di raffreddamento ad a cqua. Originariamente camemta per il calibro 7, 7 mm, venne poi modificata per il cc,tihro 6,5 mm. util'izzato dai fucili mod. 1891, l'arma di ordinanza delle /ruppe italiane. La Vickers mod.1911 era alimentata con nastri di tela da 250 colpi e la gìt.tata raggiungeva 1000 metri circa con una celerità di tiro di 100 colpi al minuto.

Mitragliatrice Vickers mod. 1911, cal. 6,5 m m, in dotazione a un reparto di Alpini.


Le mitragliatrici di progetto e produzione nazionale entrarono in servizio a partire dal 1915 ejitrono costruite in migliaia di esemplari. Comparve così la Fiat-Revetli 14, un 'arma derivata dalla vecchia Ferino e perfezionata solo nel 1914. Ra/freddata ad acqua, era dotata di un manicotto metallico origina1·iamente liscio e dotato di speng{fìamma a tromboncino, ma successivamente fu sostituito con un modello dotato di nervature di irrobustimento che aumentavano la dissipazione del calore. Questa

Mitragliatrice Fiat Revelli 14.

mitragliatrice aveva un calibro 6,5 mm ecl era alimentata da caricatori scatolari da50 (e raramente 100) colpi. Tale particolai-e sistema di caricamento rallentava la cadenza di tiro a "soli" 150-200 colpi al niinuto. La gittata utile rag_f!,iungeva i 1500 metri. Montata su treppiede, la Fiat-Revelli pesava circa 38 Kg.

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CARSO SALIENTE TRIN'CEA

DELLE FRASCHE- Quota 164 2a SEZIONE MITRAGLL\TRICI

Gueri·a 191;-1916

Immerso oggi nella vegetazione, questo el~mento di trincea conserva l'iscri.zione della ~ 1 sezione mitragliatr{ci. Il luogo è d([/icilmente individuabile sebbene posto nei pressi della carrareccia che porta al monumento della Brigata Sassari. Era situato sul tratto più avanzato del saliente e quindi il più soggetto

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alle azioni di sorpresa delle pattuglie austriache e ai tentativi di assalti. Il sito ricorda più reparti che si sono dissanguati per la sua conquista. Per primi i fanti della "Siena ", poi i bersaglieri dei 1° reggimento b·is ed infine gli indoniiti sardi della "Sassari ". Fu presidiato a lungo, dal novembre del 1915 all'agosto 1916, da vari reparti di fan teria fi'a cui quelli della Brigata. Macerata. Costituiva una postazione di mitragliatrice tatticamente molto importante, con una piccola caverna ricovero

alle ~palle da cui si diramaua uno scavo che raggiungeva l'avamposto.


CARSO OPPACCHIESELIA (Slovenia) FREGIO MITRAGLIATRICE FIAT 1320a COMPAGNIA

MITRAGLIATRICI 50° REGGIMENTO FANTERIA

1-8-1917 Lungo le trincee scavate

inizialmente dagli Austriaci e occupate, dopo cruenti scontri} dai nostri reparti nelle prirne ofjènsive autunnali del 1916, è stata individuata una targa di cemento posta all'ingresso di una caverna ricovero con incisa una mitragliatrice

e l'appa11enenza della compagnia mitraglieri al .50° reggirnentofanteria. Nell'imminenza dell'undicesùna battaglia dell'.lsonzo, i repa11i della Brigata Parma con i mitraglieri erano stati disposti provvisoiiamente di rincalzo in seconda linea nelle trincee e nelle doline precedentemente ri11jòrzate, atte al ricovero di numerosi uomini. Tutta la linea trincerata è oggi sotmnersa da rovi e folta vegetazione, ma quella Jì.gura di mitragliatrice, nascosta in un angolo di trincea immersa in grandi silenzi, induce alla commozione e al ricordo.

CARSO MONFALCONE - Quota 121 680° REPARTO MITRAGLIERI FIAT

Sulla linea trincerata di quota 121, nei pressi delle "lunette", erano in postazione ·strategicamente importante" alcune mitragliatrici. Un jì"egio ricorda la presenza del 680° rnparto mitraglieri con l'incisione, purtroppo notevolmente rovinata.


CARSO FIUME ISONZO · Gradisca 4° GENIO PONTIERI J2i! COMPAGNIA

Fregio ad ancore incrociate del 4° Genio Pontieri individuato sui resti delle spalle_tte del ponte costruito sul .fiume Isonzo, oggi del tutto scompai~m e cbe probabilmente.fu distrutto al momento della ritirata al Piave.

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Quando g{Utal-icmi ~/òndarono le linee austriache, uno dei maggiori problemi.fu. quello di mantenere intatti i ponti sull'Isonzo ed euentualmente costruirne nuovi, sia per assicurare alle truppe rijòrnimenti e rincalzi, sia per evitare 1'ischiosi passaggi obbligati esposN al tiro delle artiglierie austriache, che dalle posizioni dominanti sulla sinistra deljìume bersagl'iavano ·i ponti, già datla.fìne del maggio 1915, per rallentare la spinta offensiva italiana. L'opera del Genio in questo settore fu determinante: i pontieri lavorarono sotto il jù.oco nemico alla i·ealizzazione di ponti provvisori dapprima e poi di più solidi per consentire il passaggio anche ai grossi calibri delle artiglierie. Tra le opere più rilevanti costntite dal Genio pontieri si ricoi·dano la passerella sull'Isonzo a Salcano (Solkan), il ponte di Jdrisca (Idrsko) nella zona di Caporetto e il ponte davanti a Gorizia. Quest'ultimo, fatto saltare dagli Austriaci in ritirata, uenne 1'iprist'i-nato sotto il cannoneggiamento nemico, permettendo, il 7 agosto, il passaggio delle trupJ;e ·italiane che due giorni dopo conquistarono il capoluogo isontino.


CARSO MONTE SEI BUSI, Quota 118

In un angolo di una trincea di prinia linea rimane una semplice incisione nel cemento inneggiante alla pace, con una colomba che porge un ra,moscello ad un sole alato, simbolo anche di libertà. Il monte Sei Busi è una tjetle ultime propaggini del Carso verso Monfalcone, alta, 118 metri. All'inizio della guerra venne jòrternente tnn;cerato dagh Austriaci e protetto da un potente schierainento d'cwtiglierie, jàcendo

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parte della formidabile linea: De beli, Cosich, Cave di Selz, Sei Busi. Numerosifurono gli attacchi italiani per la conquista di queste impo1-tanti posizioni strategiche, sin dal giugno 1915. Nel corso della sesta battaglia dell'Isonzo, il 10 agosto 1916; gli Austriaci, soprajfatti, abbandonarono il Sei Busi, assieme al Cosich e al Debeli, ritirandosi oltre il vallone.


CARSO BONETTI - Quota 208 SUD 2° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA MONTAGNA 22-2-MCMXVII

Piccola targa in cemento posta sui resti di un elemento di trincea pochi metri distante dall'ingresso di una grande .gmtta naturale chiamata dai soldati "Grolla dell'Artiglieria ". TratJasi di una, delle rare testimonianze indicanti la presenz a di alcuni reparti alpini ancbe sul Carso. Dall"alto della quota, la .l 6c1 hatteria del Gruppo

Udine, cbe net 1917 era in forza a quel reggimento, con i suoi pezzi aveva modo di colpire i trinceramenti austriaci antistanti quota 208 sud e quota 144, nel corso della decima battaglia dell'Isonzo, proteggendo le brigate difanteria e i battaglioni di bersaglieri su un terreno completamente brullo e sassoso, Costituito il 15 luglio 1909 a seguito dello scioglimento della Brigata Artiglieria da Niontagna del Veneto, -il 2° reggimento prese parte alfa pi·im.a guerra rnondiale con i

suoi Gruppi Conegliano, Udine, Vicenza e Belluno, operando su tutti i settori del nostro.fronte alpino, da quello carnico (Pal Grande, Pal Piccolo, Freikofet) a quello isontino (Sabotino, Bainsizza, Veliki Hrihach), da quello dolomitico (Tre Cime di lavaredo, Monte Piana, Passo della Sentinella) a quello del Grappa.

9'.


CARSO MONFALCONE LISERT-MOSCHENIZZA DOLINA DEL GENIO 211 a COMPAGNIA ZAPPATORI 20° BATTAGUONE

45a DMSlONE - 1917 La "Dolina del Genio" non esiste più a causa di notevqJi scavi ~ffettuati nell'esecuzione del grande svincolo autostradale del Liseit. Una zona ricca di memorie st01-iche nguardcmti la 1(fl e l'.l JC1 battaglia del! 'Isonzo. La 45a Diuisione era cornposta

dalle Brigate Toscana e Arezzo. La targa in cemento, che è stata posta in alto su di una roccia, doveua trovarsi proprio sul ciglio della dolina e fu. collocata sul pendio dell'altura del 1vfoschenizza in uno dei posti più avanzati raggiunti negli assalti di avvicinamento alla terribile quota del .Monte Errnada, probabilmente pochi giorni dopo il termine della J(f' battaglia, conclusasi il 28 maggio .Z9.l 7.


Le doline carsiche

lle doline per il loro numero ed importanza strategica spetta il ruo.lo di protagoniste ul campo di battaglia carsico: raccontare la storia delle offensive carsiche nelle "12 Battaglie dell'Isonzo" senza nominarle significa non scriverla affatto o farlo in maniera incompleta. All'interno cli queste conche naturali s'intrecciò l'esperienza militare ed umana cli migliaia cli soldati di entrambi gli schieramenti. le descrizioni dei combattimenti, specie nelle versioni ufficiali, ruo-

tano attorno ai nomi delle doline che garantivano un vantaggio tattico su cli un campo cli battaglia sommariamente e desolatamente piatto. Chi allora avesse spaziato con lo sguardo radente il terreno, a stento avrebbe notato segni di vita: questa si svolgeva in modo cauto e silenzioso nelle profonde doline che costituivano un piccolo mondo a sé stante, e quasi "fuori dal mondo e dalla guerra". "La pri1na dolina che io vidi, poco più grande di una buca di granate, fu dinanzi a

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Cappella Diruta di San Martino del Carso, poi nell'avanzare della guerra chi avrebbe potuto più contarle... il terreno era tutto un curioso gioco cli questi coni rovesciati. ..grandi e piccini... cacciati da una dolina spcwivamo in un 'altra, pareva che il terreno potesse inghiotlirci. .. " (ricordo del tenente Leo Pollini - Granatieri d i Sardegna). A ridosso del fronte erano maggiormente appreizare le doline più piccole e dotate di caverne idonee per il ricovero della truppa. Nelle retrovie invece, quelle di maggiori dimensioni accoglievano interi villaggi di baracche e servizi per i soldati. In quel desolato mondo di pielraie devastato dalla guerra, per gli uomini rintanati nelle trincee e nelle doline, ma anche per gli alti comandi, era mollo difficile orientarsi e diramare ordini cU spostamento o dispiegamenti tattici. Un vero problema che bisognava risolvere: eccq allora .l'ordine dei comandi di dare un nome ad ogni trincea e soprattutto ad ogni dolina (come le vie di una città). Oggi, molti di quei nomi, attraverso una minuziosa ricerca, condotta sui diari storici deì repa1ti e sul confronto di molteplici mappe dell'epoca, sono stati identificati con la precisa localizzazione geografica per più di 285 doline. Luoghi che ci tramandano a

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distanza di tanto tempo le brevi esistenze e il calvario di tanti fanti, bersaglieri, granatieri, artiglieri, zappatori. Ogni dolina ha il nome che le è stato imposto e potrebbe raccontare le ansie, le paure. le speranze, gli ardimenti di uomini-soldato provenienti da tutte le regioni italiane. Ad ogni nome cl i esse potrebbe rispondere uno dei centomi la del Sacrario di Rcdipuglia o dei tanti rimasti dispersi e pietosamente affidati dal destino alla terra rossiccia e.le i Carso, con la frase: "Io c'ero". Lasciamo infine la parola al tene nte A. Stanghellini, ufficiale della Brigata di Fanteria Pinerolo, forse l' interprete più sensibile del mondo di sentimenti collegato alle doline del Carso: "Doline, dal cui j bndo cli miseria e di dolore fu gua1'dato il cielo con tanto desiderio di stelle... ove gli uoniini si riscaldavano in gruppi d 'amicizia dopo ore di trincea di prinia linea.. . ove tutto un mondo d 'amore e cli terro1·e era raccolto come nel palmo cli una mano, perché c'erano le piccole case, ove pareva di nascere ogni giorno che si scampava, c'era l'ora per mangiare, c'era l'ora di osare, c'em l'ora di lavorare e c'era anche il piccolo cimitero per dormirvi l'ultimo sonno in pace... " (Introduzione alla vita mediocre - Milano 1966, A. Stanghellini).


MAPPA NOMINATM DOLINE ALTOPIANO Quota 208

Particolare di 1111a carta rip ortante la sistemazione d{fe11siva delle linee contrapposte e i vari camminamenti d i collegame11to (in blu le linee italiane. in rosso le postazio11i d!fensive au strtacbe) nel territorio car~çico dell 'altopiano soprasta11te il Val/011e di Gorizia (quote 208 Nord e Sud): cli particolare interesse i n ominativi dati alle doline sia italiane che austriacbe. i nomi austriaci erauo probahitmen te desunti da intercettazioni o interrogatori d i prigionieri e disertori. (Pc1rticolare della ca 1ta del 20 aprile 1917 - La sistemazione difensiva sulla.fronte del XIII Co1po d'Armala - Tav.40, volume TV-Tomo I - SMli U./ficio Storico).

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DOUNA S. BARBARA- Lokvica - I carr:i ambulanza del 21° posto di affluenza e sgombero dei fer:itl.

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DOLINA BOMBARDIBIU - Lokv ica - Una delle doline p iù importanti del settore di fronte a nord di Lokvica.


CARSO LOKVICA (Slovenia) DOLINA ONEGLIA NOVARA "IA FORTE" NELLA PREPARAZIONE DEL LUGLIO 1917 DOLINA E CAVERNA CHIAMÒ A NUOVA VITA PER L'AUSPICATO GIORNO

È il più impmtante g rajfito,

scolpito nella roccia, individuato sul Carso di Comeno. Nelle caverne della dolina Oneg,lia si sono succeduti vari comandi italiani, fra i quali anche quello del generale Paolini a capo della 4a Divisione (Brigate Novam, Barletta, Siracusa, 18° Bersaglieri). La scritta ricorda le opere difensive predisposte dalla Brigata Novara pn:ma dell'undicesima battaglia dell'lsonzo nell'agosto del 1917. Da qui sono partiti gli ordini d 'operazione per le brigate assestate sotto la "montagnola di Castagnevizza", vero calvario della fanteria e dei hersaglieri: nel 1917. in una delle caverne si J.rovava anche un centro di intercettazione e ascolto delle comunicazioni telegrafiche nemiche. Scriveva. L'allora capitano Gasparotto (ministro nel primo Gouerno del 1945) nel suo libro "Rapsodie - Diario di u.n fante ": All'ingresso delta. grande caverna a doppia uscita, a caratteri lapidari, si legge il ricordo augurale: "Novara" la Forte. 1\Tella preparazione del luglio 19.17 dolina e ca.v erna chiamò a nuova vita pel giorno auspicato. L'arti,glieria è com.andata dal colonnello Castaldi. In una caverna vi è fa stazione radiotelefonica che Cff/e17a attraver:w il suolo, mediante scctricbe elettricbe, l'a(fabeto Morse".

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CARSO Abitato di BONETTI - Quota 192 DOLINA STEINHOF 163 BATTERIA BOMBARDE

Comandante Capitano Henssler Emilio Tenente Kustermaaut Giuseppe S.Tenente Guerriero Antonio Tenente Carta Mario S.Tenente Pirocchi Adolfo Tenente Ventriglia Rodolfo S.Tenente Zanetti Luigi Offensiva Agosto-Settembre 1917

dei iranatieri. La presenza d i questa htlftei-ia cli bombarde eia 240, temutissime dalle truppe austro1111iaricbe per i loro terribili effe/li distruttivi, c1ssicu1·ò a i reparti, cbe dovevano p rocedere cli di là della quota, una.formidabile e i11dispensabile coperr11ra a tta a smantellare le posizioni d[(ensiue avversarie.

Grande targa i11 cemento posta sulla parete nord della dolina cbe testimonia la presenza della 16° batteria bombarde. Incisi i nomi del comandante e dei vari tfffìciali. Siamo su 1111 terreno che.fii caro alfa menwria del capita110 Henssler e dei suoi bombardieri. Sembra, da pocbe note, che la dolina Stei11hofji1 ancbe ribatezzata "Gambacciani" dopo le, sua conquista. La pro.fonda dolina è posta poco sotto l'importante quota 235 che ricorda le gesta dei reparti

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CARSO

abitato di BONEITI - Quota 192 DOLINA STEINHOF

Questa inedita immagine storica è stata gentilmente donata dal

sig. \lilla di Milan o che ehhe il padre

sergente nella JG0 balleria bombarde -il quale rimase, al termine della guerra, sempre in contatto epistolare con il suo capitano. Nella.foto sca11atc1 nella doliHa SteinhoJ; s i vede il capitano Henssle1; attorniato dai suoi bombardieri, mentre dispone la direzione del tiro della bombctrda. Fregio della specialità d'artiglieria bombardieri.

1(


La prqfo11da dolina, circondata

depressione carsica de11ominata

DOLINA EDERA

per buona parte da alle rocce, fu sede di vari comandi di reggimento e

"dolina Edera": 138° rgt ..f Brigata Barletta, 246° rgt.J Brigata

138° REGGIMENTO FANTERIA

di brigata dalla fine del 11ovembre

Siracusa, 151.0 rgt ..f Bn'gata Novara,

MAGGIO-AGOSTO 1917 246° REGGIMENTO FANTEIUA

1916 all'ottobre del 197 7. la croce dei reparti di sanità indica poi la

78° rgt. be,:~aglieri, 2° genio zappatori, 41" batteria. Al di sotto

AGOSTO-SETfEMBRE

presenza di un posto di medicazione

dei graffiti un piccolo cimi/ero

OTTOBRE 1917

i11stallato stabilmente nella dolina. il luogo distava poche centinaia

raccoglieva le salme di alcuni uj]ICiali e soldc:11i. La doltna per la

ONORE AI CADUTI t;4° REGGIMENTO FANTERIA

di metri dalla prima linea, posta s111/e prime aft11r-e dinanzi a

sua vicinanza alla strada e per le varie puhblicazioni cbe {'banno jàtta

MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO,

Castagnevizza. Teat1'0 cli continui

conoscere, è mèta di tcmli

AGOSTO-SETfEMBRE 1917

sanguinosi scontri, di ì1111umereuoli

escursionisli italiani~ ma anche della

sconosciuti atti d'eroismo delle varie

popolazione locale slovena. In una giornata pa,·ticolai·e del 2006, ù1

CARSO CASTAGNEVIZZA (Slovenia) -

4 1a BATTERIA 2° ZAPPATORI 1916-1917 18° BERSAGLIERI LUGLIO 1917

br~gale di fanteria, he1:>t1glieri, reparti zappatori, artiglieri che

questo luogo, le note del ·'silenzio''

banno voluto ricordare la loro

banno ricordalo ai tanti.fanti che

sqfferta presenza sui massi posti sulla parete sinistm della verde

riposano ancora sull'altopiano, cbe il loro ricordo è sempre vivo.


DOLINA EDERA

Pcu1icolare del p,rr,dfìto inciso a ricordo della presenza del 138°. 154° e del 246° reggimento.fanteria, del 41° artiglieria e del 2° genio. "Il 246° tiene il conia11do nella doline, Edera, capace.ombreggiata da veccbicJ quercie senza foglie, ma verdi di edere. Le capanne sono allineate ad anfiteatro come presepi"'. Così scrisse il capitano Casj)arollo del 246°, nel suo libro ·Rapsodie - Diario di un fante'·, quando si recò nella dolina chiamato dal coma11dan.te di brigata per ricevere /"ordine di dare l'assalto: "La battaglia sa di sa1tP,ue oltre il consueto. Sotto la tempesta che urla e che schia11ta, i piccoli fanti d i Calabria e di Sicilia resta Ilo al loro posto, aggrappc1ti ai resti della trincea nemica. tra i reticolali arruggi11iti. Alle 8 arriva un ordine del generale Paolhtl. Espresso il più alto compiacime11to per il contegno degli ufficiali e delle truppe. Comcmda di riprendere le p osizioni di partenza.. Bisogna (però) attendere la notte. la cruenta dirnostrazioue o.ffe11siva è felicemente compiuta. Sic vos 1ton vobis. i soldati sono sepolti nella dolina lecce Bassa. Sono caduti altri due 14/teiali, f eriti clltri tredici e due dispe1:si. Sono morti cinquantacinque soldati, feriti quctttrocentoventisette; di centoquattordici nou si ha.nno notizie. E" la so11e cli tutte le battaglie carsiche. anche le più umili. L'Tta/ia nonfa.rà mai abbastanza per (1·icordare) i veterani del Carso. il 246° va e, riposo a Fogliano. Restano sulle doline i suoi m orti ". Dinanzi al gra.Oìto del 246° il pensiero corre sempre verso la vicina "i\tlontagnola " di Castagnevizza e ai

fanti del capitano Casporotto ma a.ncbe c1l momentofinale di un 'altJ-ct simile sang11inosa az ione dimostrativa di pochi giorni prima quando ·'.. . dalla dolina Edera si a lza un razzo t1·icolore: Calma rientrata. Che tu sia beneclello, o razzo dai tre colorii".

Il 246° reggimento viene coslituifo a jìne gennaio 191 7 e fonna, assieme al gemello 245° fanteria , la Brigata Siracusa. Tn conseguenz a delle gravi perdite subite contrastando l'avanzata ciel nemico dal/Isonzo al Piave, vie11e sciolto il 13 novembre 1917.

105


CARSO MONTE SEI BUSI "DOLINA DEI CINQUECENTO " La Dolina dei Cinquecento, detta

anche Dolina dei Bersag/.ieri dal pregeuolejì'egio del 15° reggimento presente allq sua base, ospitò un posto di medicazione ed unafossa co1nune che raccolse le spoglie di cinquecento caduti. Una /.apide commemorativa rimane a testimonianza del monumento che segnalava laf~ssa, mentre l'altorilievo del volto del Cristo che ornaua la croce, alta più di due

metri, è stato riposto nell'altare delta cappella uotiva del Sacra1-io di Redipuglia. La dolina rappresenta idealmente tutti questi auvallamenti naturali di origine ca,rsica, luogo di rifugio appropriato per i combattenti, che consentiva di sfuggire alla vista dell'auuersario, divenendo un posto per sostare e riposare, e dove co17:fiuivano rf/òrnimenti, munizioni, acqua e uiveti. Nelle doline venivano allestiti villagp,i, comandi, presidi medici, magazzini e talvolta improvvisati cimiteri di guerra.

?

Dolina dei Cinquecento, 2007

06


MONTE SEI BUSI

stati estratli i resti dei co,pl di cinquecento cadu!i che Ofs8i riposano

"DOLINA DEI CINQUECENTO"

nel Sacrario di Redipuglia.

Fotograjìa storica della doli11a ca,-sica chiamala ·'Doliua dei

Si nota sopm la Jòssa II na croce con la scultura in rilievo ciel volto di

Ci11quece1110 '·. custodita presso i

Crislo, rttrovata negli anni '90 e oggi

Musei Provi11cial'i di Gorizia, scattata

wstorlita nella Cappella Votiva del Sacrario di Redip11glia. Con l'aiuto

CARSO

precisaniente 11el marzo del 1917, qucllldo il Ji·onte, dopo la sesta ba/taglia dellJsonzo, si spostò verso est sullàltipic1110 di Comeno e il ciglio orientale dell 'intero Vallone di Doberdò. Si nota un posto di medicazione e un piccolo cimitero, eia etti seco11clo alcune fonti sono

dellajòto storica sono statì eseguilì notevoli lavori di ripristino ciel sito da parte della Pro Loco di FoglianoRedip11gUa e di veni Gruppi tra wi quello di ·'R icerca e studi sulla Grande Guerra della Società Alpina delle Giulie di ?i-teste ".

1


)8

CARSO MONTE SEI BUSI "DOLINA DEI CINQUECENTO" 1 5° BERSAGLIERI GIUGNO 1916 COMPAGNIA ZAPPATORI

il fregio sj trova sulla parete di un rico'l)ero adibito anche a posto di comando del .15° reggimento bersaglieri. La compagnia zappatori si adoperò probabilmente per l'ampliamento dell'attigua caverna. Per la guerra 1.975-18 venne costituito dal deposito del 6° bersaglieri il 75° reggimento. Trq., il 3 ed il 5 giugno 1916, il reggimento sostituì in linea sul monte Sei Busi il 124°fanteria. il IO giugno, l'f:fl co11ipagnia compì un 'ardita irruzione nella trincea avuersaria denominata ·'Fen·o di cavallo". Il 30 luglio, il rgt.ji,1 dislocato nel settore Polazzo dei Sei Busi e nella prima decade di agosto raggiunse la quota U6 sulla strada JJ!lanottini, Doberdò. Con un altro sbalzo si portò a metà circa del versante occidentale del vallone. !n settembre ricevè il compito di penetrare nelle opere neniicbe in corrispondenza della fronte di quota 208 sud e p rocedere contro la linea q. 241235. Ai primi di novembre, il reggimento.fu trasj'èrito nelle Alpi Giulie in val Dogna. Tn tafe zona, rinzase sino ad ottobre, allorquando iniziò lct grande o.{fèns·iva nemica. Durante il ripiegamento verso il Cadore, giunto a Casere Cuel di Cor, ad est del torrente Chia12ò, 'il reggimento jit completamente accercbiato da numerose.forze avversarie e soprajfatto nonostante la tenace resistenza opposta.


CARSO MONTE SEI BUSI - Quota 111

Rara foto di un repai·to di bersaglieri in una dolina posta molto vicina alla "Dolina dei Cinquecento". La quota 711, 11e/ luglio 1915, Ju teatro disauguinosi comha ttimenti. Da notare le traversine di legno usctte in f errovia, riutilizzate per rinforzare i precari ricoveri.

Oggi, il territorio carsico del campo di battaglia, nella zona del Monte Sei Busi, lamb isce i paes i sottost,mti.

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CARSO MONTE SEI BUSI "DOLINA DEI CINQUECENTO" UFFICIALI MEDICI DOTl'. GI. PARISE, DOTI. UB. BAUDINO, DOIT. ANT. FRANSONI

Sul fondo della do/il/a, addossali al pendio, si presentano alcuni ruderi di costruz ioni i1t murature, e proprio accanto al.fregio del 15° reggimento bersaglieri, si rintraccia un 'et/tra importante iscriz ione. Sono i resti probabili di 1111 primo posto di med icazione avente accanto 1111a caverna a due imbocchi. Fu trasformato dojJo l'a vanzata italiana dell 'agosto 1916 in un vero e proprio o::;pedale dc, campo con sala chirurgica. A c01~ferma di ciò, s11 una parete interna si possono leggere i n ominativi di alcuni ufficiali medici che lì operarono: G'. Pttrise - UB. Baudino - A. Fra11soni; i primi tre nominativi purtroppo non sono phì. leggibili.

L'Albo d 'Oro dei caduti italiani net p,·imo conflitto mondiale, una p11hblicazio11e ufficiale del Ministero della Guerra, riporta la cf(ra di 680.071 morti per varie ca1tse dirette o connesse a/La guetTa. fr1 percentuale dei caduti rispetto ai 5 milioni di niilitari mobilitati nell'Esercito operante e in quel.lo territorialeji, del 13,5%. J.feritiji1rono 1.050.000, pari al 20.8%. LlO


CARSO MONTE SEI BUSI DOLINA DEI CINQUECENTO 16°-123°-124°-138° REGGIMENTO FANTERIA E DEL 15° REGGIMENTO BERSAGLIERI CHE IN QUESTA DOLINA RIPOSANO IL SONNO DELLA GLORIA LA 2a BATTERIA AUTOMOBILE DA 102 QUESTO IUCORDO POSE - LI 10 OTIOBRE 1916

"La Dolina dei Cinquecento", divenuta dopo l'agosto del 1916 zona di retrovia, venne riorganizzata e risistemata dal repai-to della ;261

batteria autonwhile da .102 cbe raccolse i resti di numerosi caduti spar:,i nei dintorn'i, tra rocce canicbe e al di Id dell'ex prima Linea, ·i n una fossa comune posta al centro detfa dolina. La presenza fu evidenziata da una Croce alta due metri circa, con all'incrocio delle braccia un altorilievo raffigurante il volto del "Cristo sq/ferente "(vedi foto della pagina successiua). 11lfa hase venne posta una commovente iscrizione che ricorda i caduti dei principali reparti cbe combatterono in quel settore del

Nei prirni mesi del 2000, durante i primi favori di pulizia e di ripristino della dolina e dei suoi main~/atti, ulteriori ricerche condotte dal "Gruppo ricerche e studi della Grande Guerra'· della 5~4G-C41 Trieste, poi-1arono al ritrovamento dell'iscrizione interrata che originariamente era posta alla base del piccolo monumento.

fronte.

1


112

CARSO - MONTE SEI BUSI "DOLINA DEI CINQUECENTO"

Negli anni Novanta, su segnalazione di un anziano abitante del Luogo inte,>11Jellato dagli autori, venne recuperato nell'intricata vegetazione sotto un cumulo di sassi il volto ciel Cristo che faceva parte integrante della Croce del monumento posto sulla/ossa comune al centro della dolina, allora completamente abbandonata e poco conosciuta. D'accordo col direttore del Sacrario Militare di .RedijJuglia e con Onorcaduti, la sacra <!f!ìgie è stata collocata, dopo un rito religioso, nel! 'altare della cappella votiva posta sulla somniità del Sacrario, a fianco della cripta dei sessantamila soldati ignoti.J1-a cui riposano i cinquecento rinvenuti nella dolina.

?

Prima di essere collocato nell'altare della cappella votiva, quel volto sofferente del Cristo è stato vegliato per alcune ore su !la scalea del Sacmrio dinanzi ai "centom'ila". Quanti soldati avrà visto passare in quella triste dolina del Monte Sei Busi! Prirna della "Via Crucis " perpcntare la sacra immagine sulla sommità del Sacrario, la particolare solennità del momento risvegliò nei presenti l'immortale lirica di Vittorio Locchi: "Tn autunno acqua a rovesci I acqua e vento sulle trincee I e la pouera fanteria I la santa fanteria I sguazzava nelle sue.fosse, alzando il jì-tcile I perché non s'interrasse I colle gambe nel pantano I .fìno ai ginocchi I coi piedi gonjì e lividi I che sprqfòndcwano senipre phì".


CARSO VALLONE DI GORIZIA DOLINA J\,IADONNA

ALL'ANIMA ELETTA DI MANGINI GIUSEPPE, TENENTE138°FANTERIA, 7a COMPAGNIA, MORTO IL 6 NOVEMBRE 1916

Nelle immediate retrovie del fronte erano disseminati centinaia di piccoli cùniteri reggimentali dove trovavano riposo le salme dei tanti caduti. Non è insolito oggi aggirarsi nel Carso e imbattersi, sepolti tra ta vegetazione copiosa, nei resti di

questi piccoli cimiteri: dopo il 1920 tutte le spoglie m011ali vennero recuperate e portate nei grandi Sacrari Jvlihtari come quello di Recitpuglia. Oggi a testimonianza di quei piccoli cirn:iteri restano solamente queste enormi tombe monum.enta!i capovolte tra la vegetazione a raccontare un storia muta di dolore e di eroismo.


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CARSO CASTAGNEVIZZA (Slov enia) IA PUIJZIA È IA SALUTE D ELL'UOMO 1 oa BATTERIA BOMBARDE

Singolare incisione sul bordo di cemento di p na vascaper la raccolta dell'acqua in una dolina (/01:çe denominata Dolina Bivio), posta a un incrocio poco sotto la carrareccia cbe da Castagneuizza porta a Lokuica-Segeti. La dolina si.trovava nei pressi della prima linea. Lafrase incisa, ancbe se appare appropriata, sembra

sia stata pensata con una certa ironia perché in vicinanza del nemico la salute dipendeva da ben altre cose. Nella dolina era in postazione una batteria, di bombarde e nelle vicinanze si possono scorgere diversi ruderi di baraccamenti italiani.


CARSO MONTE SEI BUSI Quota 118 WLAPACE-D. G.

Piccola incisione in un angolo remoto di una trincea posta sulla pdma linea italiana del 1916. Iscrizione molto piccola e rnodesta ma di grande e sc~[jèrta richiesta spirituale: \Xl la pace! La sigla dell'autore, DC, rimane anonima, ma a distanza di tempo ci parla in modo universale.

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116

CARSO VALLONE DI GOIUZIA NADLOGEM GRUPPO DESSIMONE 15 AGOSTO 1917 G.FUSI

Sulle.falde del Nad Logem lungo ' un valloncetio s'incontm una cisterna in cemento p_er la raccolta d 'acqua. Su una parete vi è inciso il nome del gruppo cli !avom del Genio che poi-tò a termine la costruzione nei giorni precedenti l'.l .la Battaglia dell1son.zo. Per il gran numero di reparti che dovevano concorrere all'azione e per l'opprimente calum estiva, la presenza cli una fonte a cui attingere il prezioso liquido costituiva una necessità assoluta.


CARSO LAGO DI DOBElIDÒ

Quota 144 OSSERVATORIO DELLA 28" DIVISIONE

2° GENIO 121:1 COMPAGNIA

30 SEITEMBRE 1917 Targa in cemento incisa dai reparti del Genio sulle pareti di una trincea nei pressi dell 'importante Osservatorio cl.ella 28" Divisione (Brigata Murge e Il Brigata Bersaglieri con il 7° e 11 ° reggimento), collocato nei pressi della sommità di quota 144. JJosto

ct·ossernazione estremamente panon,m1ico da cui si dominava un largo tratto del Ji·onte interessato nell'agosto del 7917 dall 'l 1t1 battaglia dell'Imnzo avente come m èta principale la conquista del Monte Ermada, insidiosa e ultima roccaforte austriaca. I lavori ebbero termine tilla fine di settembre, resi necessari temendo una prossim.a o.ffcms-iva austriaca. Questa avvenne in ottobre ma su II n altro fronte, quello dell'alto Isonzo, e parlò alla ritii-ata sulfiume Piave.

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l18

CARSO MONTE SAN MICHELE COTICI RISERVATO ELIOGRAFISTI DEL 50° RAGGRUPPAMENTO

In una dolina di d[{ficile accesso. anche a ca:usa delta rigogliosa vegetazione che cancella ogni ti-accia, è stata individuata sui ruderi di un ricovero una tm:ga che testimonia la presenza nel luof!,O di una sezione eliografisti del 50° raggruppa mento. la dolina era in posizione riparata dall'ojfesa nemica, da essa in pochi rninuti si raggiungeva un

sito /Josto in posizione più eleuata dove lo sguardo poteua spaziai·e su un opposto largo tratto del.fronte, pennettendo di comunicare rapidamente con i comandi situati al di là del Vallone di Gorizia. Gli eliograjzstt: erano specialisti appartenentiperlopiiì. al Genio, 1na presenti anche nelle unità di fanteria e artiglieria, la cui mansione consisteva nel!'~f/ettuare comunicazioni ottiche per mezzo dell'eliografo, un particolare apparecchio a specchi che rijletteva la luce del sole avvalendosene per la trasmissione diretta, a distanza

visiva, di messaggi in codice Mo1:,e ad altri reparti. Gli eliograjìsti, presenti in tutti gli eserciti e in tutte le 1narine, vennero la1~qcmiente impiegati nella Grande Guerra specie per le comunicazioni/i-a montagna e pianura o da un 'altura all'altra, di giorno come di notte, adoperando in quest'ultimo caso lampade ad acetilene od elettriche. Tra gli anni Venti e Trenta, La specialità degli eliografisti sconiparue con la progressiva d{/litsione dette stazioni radiotrasmittenti fin nelle unità minori.


CARSO - SAGRADO

1° GENIO - 29-6-1916 1A 74° AI MARTIRI

DEI GAS DEL 4°-48°

Fregio del Genio pos/o sopra l'arcata di u11 sottopassaggio della f errovia nei pressi di Sagrado che celebra Le vili ime dei gas a~fissianli lanciati dagli austriaci net settore delji·onte S. Michele-Bosco Cappuccio, all'alba del 29 giugno 7916, che cctusaro110 oltre 6.000 perdileji-a i repai'li che presidiavano Le prime linee e quelli posti nei ricoveri delle immediate retrovie. Jl ji·egio ricorda ifa11/i della Brigata Ferrara impiegati in prima linea sotto Cima 4 del San Micbele.

Vittime del gas sul s. Michele.

Atlraverso il sottopasso si accedeva ad u 110 dei cimite,·i di

guerra, le cui salme furono poi !rasiate a l Sacrario di Redip11glia.


CARSO MONFALCONE

Quota 121 SOLDATO SCONOSCIUTO

Sulla parete della trincea che circonda la quota 12 7 una targa ricorda la presenza di un "soldato sconosciuto ''. in questo pai-Ucolare settore del fronte conleso e devastato dai cruenti combattimenti, ancbe all'arma bianca, dopo la conquista della quota, d1trante i lavori di ampliamenlo della trincea ad opera di reparti del Genio, venne ritrovata una salma irriconoscibile di un soldato, i cui poveri resti ve1mero tumulati nel parapetto d.el/a trincea. Ogf?i questa targa con un.a croce e, una labile iscrizione incisa nel cemento "Soldato Sconosciuto" rappresenta un piccolo, solitario monumento al Milite Ignoto.

Colle S. Elia.

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CAUSO MONFALCONE TRINCEA ADAMO

Grande targa, direzionale e di denominazione di una trincea italiana che serviva per orientare i reparti che dalle retrovie salivano in prima linea e dovevano, senza conoscere il teiritorio, districarsi in un vero e proprio dedalo di trincee e camminamenti. Non fu raro all'inizio del 1915, che interi reparti, soprattutto nei cambi ejfettuati nelle ore notturne, perdessero completamente l'orientamento non raggiungendo in tempo le postazioni loro assegnate per l'assalto.

CARSO MONFALCONE A MONFALCONE - ITALIA.J.'IA

Sul lato nord della linea ti-incerata che circonda quota 121 vi è una targa di cemento-con inciso il nome della città di lvlor?(alcone e la .fi'eccia che indica la direzione per raggiungerla. Una delle rare "tabelle" segnaletiche rimasta intatta delle centinaia che esistevano (la maggior parte di esse erano di legno) utili a non Jar perdere l'orientamento nel labirinto dei camminamenti delle trincee.

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22

MAPPA NOMINATIVI TIUNCEE

La sistemazione dijènsiva italiana

ed austriaca net settore del Monte Sei

Busi quota 1.18 all'ùiizio dell'q[jènsiva del 6 agosto 1916. degne di nota le varie denominazioni date ai trincemmenti e carmninameiiti di co!legame-ntoper orientarsi nel lahirinlo formato dai vari sistemi dffensivi. (Particolare della carta del maggio 1916 - Stato dei lavori ossidionali sulla fronte del XIII e d'Armata - Tau. 9, volume 111, L'Esercito Italiano nella Grande Guerra - SME qffkio Sto1-ico). Salmerie sul monte Sei Busi.

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MAPPA NOMINATIVI TIUNCEE Le, sis te mazion e dffens ivct italt'ana ed austriaca nel sei/ore della Trincea delle Frasche.

(Particolai·e della caria del maggio 1916 - Stato dei lavori ossidionali sulla fronte del X!TT C. d 'Armclta - Tau. 9, volu me li[, L 'Hsercito lta /ic1110 nella G'ra nde Guerra - SMR l!l]ìcio Storico).

Trincea s ul Carso.

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L_ Castello Nuov

·n Rovine

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CARSO MONTE SEI BUSI VERMEGLIANO LUNEITA GRISI

luglio 1916 Dopo le battaglie autunnali in cui le tntppe italiane riuscirono ad aggrapparsi al ciglione car:çico dell 'alt1/Jiano di Doberqp, posto sopra l'abitato di Vermegliano, i Comandi compresero le enormi djfficoltà che incontravano i reggimenti di fanteria per conquistare le modeste alture che stavano loro di.fronte. La massa di reticolati alta due metri, e

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profonda in ce1ti punti anche sei, uanificavcmo ogni possibilità di successo. Ed ecco comparire, durante la pausa invernale, i reparti del Genio che avevano il compito di scauare in piil punti gli "approcci" atti ad avuicinare il più possibile reparti scelti ai reticolati nemici e alle linee difensive poste pochi metri all'indietro: lavori di scavo lunghi e pei'icolosi cbe si protrassero sino all'estate del 1916. Uno degli "approcci" che più degli altri si inoltrava nella terra di nessuno verso la trincea avversaria era stato

chiamato "La kfamzora ". Al termine di esso una tm:f!,hetta in cemento con l'incisione: "Lunetta Grisi" . Il ·man1,tatto poteva contenere una dozzina di soldati. Il teneno da percorrere allo scoperto durante l'assalto si riduceua così ad una ventina cli metri e non piiì ai cento diprima .


CARSO MONTE SEI BUSI - 1915 - 134° F

Dovrebbe trattarsi di una incisione iscritta netL'approccio "Peccl:Jioli" distante 1111a trentina di metri dalla prima li11ea austriaca. !I seconda della posizione o collocazi.one delle difese austriache in questo settore le varie linee distavano tra loro dcti cinque agli ottanta metri. I lavori vennero eseguiti per ottemperare, come già detto, agli ordini del Comando Supremo: ·'L'avanzata verso gli obiettivi si dovrà suo~qere con numerosi approcci. cbe a guisa di te11.tacoli devono essere spinti il piLì innanzi possibi:le". Al termine de/l'approccio approntato per l'appostame11to cli una

11iitmgliatrice, su un tratto di cemento è stato trovato i11ciso il nome del reparto cbe presidiava

quella posiz ione avanzata: il 134° Reggim.ento Fanteria - Brigata Benevento.

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J

....

/


Le caver:ne della Grande Guerra

ttraverso le foto delle iscrizioni e dei graffiti proposti nel presente volume abbiamo iniziato a comprendere quante cavità naturali ed a1tificiali furono adoperate dai rispettivi eserciti bellìgeranti lungo tutto i.I fronte e quanto queste fossero importanti strategicamente: questa è una storia nella storia che, grazie anche alle iscrizioni ritrovate, oggi possiamo tornare a "rivisitare". Fu una guerra dove si scavarono migliaia e migliaia cli caverne, gallerie, "tane di volpe", grotte per il ricovero di uomini e materiali, gallerie di collegamento e d i mina. Una guerra dove fu necessario incavernarsi per sfuggire alle offese del nemico e, come sul fronte alpino, per sottrarsi ai rigori invernali, o per approntare i "fornelli cli mina'' sotto le postazioni nemiche. In particolare sul fronte carsico, il cui territorio è ricco cli cavità naturali, gli eserciti le utilizzarono massicciamente per scopi bellici.. Queste cavità erano anche eccezionalmente grandi e gli austriaci nel progredire della guerra arrivarono addirittura a formare un reparto speciale destinato alla loro ricerca lungo il fron te e nelle retrovie e ai successivi lavori cli adeguamento bellico delle caverne stesse. In questi reparti furono reclutati e operarono soldati e ufficiali. che avevano precedenti esperienze speleologiche e vennero pubblicati dei manuali, veri e propri trattati, sull'adeguamento bellico delle cavità sotterranee. Nelle caverne furono costruite intere baracche ricovero per gli uomini, fu portata la luce elettrica, si crearono centri di ascolto delle comunicazioni nemiche, si installarono importanti centri di comando e, come abbiamo visto, non ci fu dolina

A

che non ebbe la sua caverna italiana o austriaca. La loro diffusione fu determinata anche dal fatto che, per ogni posizione conquistata, l'Esercito Italiano si rrnvò a doverne costruire di nuove per renderle defilate al tiro delle artiglierie nemiche. Oggi scendendo nelle doline e nelle postazioni difensive, si individuano e si riconoscono subito sui due lati defilati rispetto al fronte, gli imbocchi separati delle cavità italiane o austrìache. Ecco come un reduce, il tenente Capacci, ricorda alcuni ep isodi inerenti le caverne : "Da principio j~irono solo i sassi e le sporgenze naturali a proteggerci dopo la breve follia dell'assalto. Poi si innalzarono piccoli muretti, tra Le buche delle granate; poi an~tvò il sacchetto a terra, amico fedele del combattente. Poi si scavarono le trincee e ji,trono via via più solide. Poi, solo in .fìne vennero le caverne. I Comandi al pn:ncipio erano contrari perché ritenevano che il soldato in quelle cavità al riparo si invilisse!!! lvfa poi soprattutto dal Vallone di Gerizia imparamm.o (finalmente) che cosa fossero e quanto utili erano, perché vi trovarnmo quelle austriache, ampie profonde, tortuose in modo da non poter essere infilate dai proiettili. Quante volte vi ho rifugiato durante il bombardamento. Quante volte io e i niiei fanti, per dovere o per timore, non vedemmo sorgere ii sole per tutta una giornata in quella specie di notte polare. Il Lume di candela che si abbassava inesorabilmente segnava il trascorrere del tempo. E dopo tante ore cercavamo ajìannosamente di respirare, immersi in quel odore umido, di cadavere e di terra profonda, di fogna e di topo .. . ".

1;



CARSO MONFALCONE - Quota 98 QUESTA CAVERNA VERGINE

1A LUCE VIDE PER LA PRIMA VOLTA ...(?)

Seguendo la lineu trincerata che raggi11nge quota 93 ad un certo pun lo s 'i neon! ra l 'ingresso di una caverna sovrastata da un artistico ji-egio e da una targa. in parte crollata, che fu collocata per ricordare la scopertu d i questa grande cavità nalurale nel momenlo dell'apprqfondimento della lrincea. Auveniniento d i particolare so,presa. ma di grande impoi·tanza iJJ quel preciso momenlo. A motivo che la graffa non avevc1 mai prima di allora visto la luce del sole, le vem1e scolp ito sull'i11gresso il nome di "Grotta Vergine". Fu allrezzata come ricovero e sui grandi terrazzamen ti creali dai muraglioni s011;evcmo, con ogni probabililà, dei baraccamenti per reudere pi12 con/01-tevole !et vita sotterranea, ai quali si accedeva da una ripida scalinata.

MAPPA DENOMINAZIONE DOLINE ZONA DEL NAD LOGEM

in evidenza le ucffie denominazioni delle Doline 11ei pressi della cima del Nad Logem: in particolarn nella Dolina del (;e/so si troua la galleria con /'·iscrizione "lvi s'acq11e1a l'alma sbigottita··. (Particolare della carta: "Camminamenti e toj)onomasfica delle Doline" - sezione cai·tografica della llJ Armata - (con stampip,fiatura Riservato Personale da non portarsi in pn·nia linea - 20 ottobre 1917). 1


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CARSO ALTUUE DEL NAD LOGEM

(Slovenia) - "Dolina del gelso" IVI S'ACQUETA L'ALMA SBIGO'ITITA L'incisione è posta sotto quota 265, teatro di cnt~nli e ripetuti scontri durante l'ottava e nona battaglia dell'famzo. Incisa sopra l'ingresso di una caverna, una poetica iscrizione rende bene la sensazione di sicurezza che i soldati riceuevano entrando nel ricovero, abbandonando per un momento la cruda realtà di una guerra durissima combattuta su un

terreno particolarmente disagiato . Dopo lunghe ricerche si è scoperto che le pa,role sono state tratte da un versetto di un 'opera del Petran.:a (Fi-ancesco Petrarca da "il Canzoniere'', Canto CXXIX): "Di pensier in pensier, di monte in monte Mi guida Amai~ eh 'ogni segnato calle Provo contrario a la tranqu'illa vita. Se'n solitaria piaggia, rivo ojònte, se '.,1fra duo poggi siede ombrosa ua!le, ivi s'acqueta l'al·m a sbigottita; e come Amor l'envita, or ride or piange, or teme or s'assecura".

Piace pensare che questa mahnconica testimonianza sia una delle u ltime voci che ci pai-fano delle disperate giornate vissute dalle fanterie durante le sanguinose battaglie autunnali del 1916. Dal settore dove era posta anche questa dolina partirono pi1,ì volte all'assalto i.fanti delle Bngate Pinerolo, lomba rdia e Granatieri verso la sovrastante altura, caposaldo austriaco di notevole importanza strategica, che jit irffine conquistata il 2 novemhre 1916 dalla B1·i.gata Toscana.


CARSO MONTE DEBELI LAGO DI DOBERDÒ LANCIAFIAMME TIPO HERZENT-THIIUON, APPOSTAMENTO N.2

2° GENIO ZAPPATOIU ? COMPAGNIA - 1917

Grande iscrizione su ceniento dei reparti "Lcmciajìamme", l'unica individuata sul Carso, posta sull'ùnhoccatura di una cavernetta in una profonda trincea scavata nella roccia. Paolo Caccia Dom'irtioni nel suo libro "1915-

1918"parta diffusamente di questi reparti, avendone/atto parte, e fornisce una cartina che comprende anche questa postazione del monte Debeli. I pesanti lancic~fia·1nme da posizione Herzent Thirion erano dotati di 4 serbatoi cilindrici per il liquido infiammabile, ciascuno del peso di 70 Kg, con un diamet.ro di 40 cm ed una capacità di 125 litri. Utilizzati principalmente in dffesa per sventare l'azione di qualche attacco nemico, avendo getto continuo (500 litri al minuto) e di relativa breve durata ( circa 2

rninu.ti), venivano posizionati in particolari punti tattici, sia sulle linee del sistema d{fensivo, sia su quelle auanzate suscettibili di essere saldamente tenute. Per ottenere ejj'etti importanti, i lanciajìamme da posizione doveuano agire "a massa" così da sba1Tare, con imponenti cortine di fiamme, passaggi ohbligati, cam.m:inainenti e varchi aperti nei reticolati. Per i vincoli dovuti alla mole, al peso, alla complessità delle part-i e dei r(fornimenti, i lcmciajìamme di questo tipo dovevano essere installati in postazioni scelte con molta cura, coperte al!'osseruazione avversaric,t, con sicuri itirierari di accesso, e dovevano ·inoltre avere un posto di vedett:a per l'osseruazione del terreno antistante in modo da poter com.unican1 per tempo, con segnali, al capo del posto di combattimento l'avuiso di scarico del getto ir~/ìammato sul nemico. A causa della uulnerahilità degli apparati e dei contenitort di liquido h~fiarnmabile, la postazione.fì:ssa del! 'apparecchio non doveva mai trovai'Si nella trincea occupata dalla truppa, ma immediatamente a tergo (7-8 m.), ove venivano ricavati ricoueri profondi, in caverne blindai.e resistenti al tiro dell'artig!ierie. Nella trincea andava collocata solo la lancia pronta ad agire da punti convenienti del cigl-io di.fitoco. Per operare alla maggiore distanzapossihile e in tutta sicurezza, si lanciaua per 1O secondi il liquido non acceso sull'obiettivo e quindi si provocava con un razzo l'accensione del getto ad almeno 20 metri dalla lancia. Ogni compagnia dei reparti lcmciafiamnie comprendeua 4 sezioni: 2 di apparecchi pesanti (tipo Herzent-Thirion o Schilt 1) e 2

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di apparecchi leggeri (tipo Schill 2).

INSTALLAZIONE DELL'APPARECCHIO H.T. NELLA TRINCEA

la sezione p oteva mettere in linea 6

posti di cornbattimento, dotati ciascun.o di una coppia di aj)JJarecchi. La compagnia così costituita era pertanto i n grado di spiegare 2 4 postazioni (48 lancic,f fiamme) capaci di un 'azione frontale di j ìamma di oltre un chilometro.

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Addestramento con lanciafiamme Henellt·Thirion,


CARSO MONFALCONE TRINCEA ADAMO RISERVETIA N°4

PEZZO LANCIATORPEDINI Nella parte iniziale della trincea

"Adamo'', verso la linea Jèrroviaria, si trovano varie cavernette adibite a ricovero e deposito munizioni. Sopra l'ingresso di una di queste è indicato il nuniero delta riservetta che le.fu assegnato e la postazione del pezzo di lanciatorpedini. Le sezioni lanciat01pedini presero parte alle azioni belliche/in dal 1916 efurono

utilissime, specialmente durante i gravi momenti che segu'irono la ritirata di Capo1·etto. Una lanciato1pedini poteva lanciare ad una distanza massima di 150 metri tubi di e.,plosivo che, scoppiando, proiettavano una pioggia di schegge sul nemico e potevano aprire dei varchi di circa 2 metri nei reticolat:i:. Le caratteristiche principali del lanciato·17Jedini erano il i'idotto ingombro, 'il piccolo peso e la notevole celerità di tiro (6 colj;i al minuto); inoltre non occorreuano appostamenti speciali per

l'esecuzione del tiro. Una sezione di lanciatmpedini poteua all'occorrenza precedere o seguire la fanteria all'attacco, perché L'intera arma poteva essere agevolmente poi-tata a spalla dai soldati.

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CARSO STRADA DEL VALLONE DI GORIZIA - DEVETACHI VIETATO L'INGRESSO AI 305

Su di un arco in cemento ali 'ingresso di una galleria, posta nei pressi di un interessante raggruppamento di ricoveri in muratura che sorprende per la sua estensione, è chiaramente visibile l'ironica iscrizione "Vietato l'ingresso ai 305". Gli ignoti autori banno jàtto riferimento ai proietti del.famoso mortaio austriaco il cu·i suono possente risuonava inconfondibile durante le battaglie carsiche. La data in testa aH'epigrajè ci riporta alla decima battaglia dell'Isonzo.

Il famoso mortaio Skoda da 30,5 ero era il vanto dell'artiglieria austro-ungarica per la precisione e la potenza del tiro. Aveva una gittata di quasi 10 Km, con un'altezza massima della traiettoria di 4000 metri. La celerità di tiro era di 1 proietto di circa 400 Kg ogni 6 minuti. Un'altra caratteristica era la sua rapidità di spostamento, grazie ad un ingegnoso sistema di scomposizione del pezzo in parti più leggere e facilmente manovrabili.

Un proietto da mortaio da 305 austriaco. Misura 1,13m cd è facilmente immaginabile la sua grande potenza di esplosione.


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CARSO SAN MARTINO D EL CAUSO

Standtpunkt des Kommandos K.u.K. I.R. N° 46 Wahrend der 3u. 4 Isonzoschlacht 1915 uncl der Kamp fe im.Jahre 1916 San Martino

1ur

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Erion,ruoi~mdt?n

' .:, H0<M'1\Besutn \tu~

Ha~ntdi

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E' questa una delle testimonianze austriache più imp01tanti rintracciate sul fi'Onte carsico e che si ricollega ad importanti fatti bellici della zona del Monte San Michele. L'iscrizione è incisa su un. i-·occione carsico nella dolina dove

era posto il Comando del "Infanterie Negiment n.46" a ricordo della 3a e 4a battaglia dell1sonzo nel 1915 e della battaglia nel 1916. La dolina è posta vicino all'abitato di Si\lfarNno del Carso sommersa dalla vegetazione. Notevole interesse riveste ancbe la data cbe compare in un altro masso carsico distante pochi metri dal p rimo: 9 giugno 1916 e riportante la seguente iscrizione, Zur JJrinnerunganden Hocbs en Besucb KuK Hohen G.d.K ERZHERZOG JOSEPH - 9/v7 1916.

Scl'itta incisa a ricordo "dell'altissima " visita ej/èttuata il 9 giugno 1916 a quel posto di comando, vicino alla prima linea, dal CdK (Genera! der Kavallerie) Arciduca Giuseppe. La visita era senz'altro connessa alla preventivata offensiva con l'utilizzo, per la prima volta su/fronte carsico, di lancio di gas asfissianti, ~ferrata il 29 giugno e che costò alle truppe italiane p iù. di 6.000 gassati.


CARSO SELO (Slovenia) K.U.K SAPP. BAON N° 4 BUDAPEST 8KOMPAGNIE

1916-1917 Comando austro-ungarico nei pressi dell'abitato di Se/o. li graj/ìto inciso sull'ingresso della galleria scavata nella roccia è 11110 dei pilì belli del settore cars ico e ricorda gli z appatori del Ce1lio (Sappeiire) del 4° battaglione Budapest. Per la conquista cli Se/o, saliente estremo eletta p enetraz ione italiana su quel

lembo di terra, si prodigarOllO in sa11g11inosi combattimenti le Brigate di Janleria Valtellina, Bari, Piceno e Granatieri. Chiunque percorra oggi quei 11iottoli e carrarecce che p ortano a Se/o sappia cbe nelf"agosto del 7917, novant 'ann.i fa, in quel breve tratto la cm deltà cle!ltt guerra pretese dai "Cra11atieri di Sardegna" oltre duemila perdite, in u 110 dei phì s(e,n(ficativi collettivi atti dì valore. Unct colonna spezzala. nascosla tra i rnvi. ricorda il punto estremo della loro conquista.


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P REALPT

Grnue

MEDIO ISONZO Q UO'JA GENERALE MON'Ji\t'<Altl PL:WA (SLOVENJA) G ALLE RIA SPOLETO C OSTRUITA DA! l"ANTI DELLA BRIGATA AV'El .UNO


MONTE SABOTINO (609 m)

(Slovenia) Il Sabotino, caposaldo austriaco

di eccezionale importanza strategica, fu co1tquista10 dalle truppe italiane il 6 agosto 1916 nel corso della sesta offensiva. Dalla sua cima, che sovrc1sta la città d i Gorizia, oggi lo sguardo scende sino alla valle delfl11111e Isonzo che incclllta per il colore delle sue stupende acq1te: a ben altro dovei/ero pensare invece i soldati italicmi che da queste posizioni si lanciarono all'assalto delle quote del Vodice, del Kuk, del S. Gabriele e del monte Santo.

Sullo sfondo, l'ardito pollte della ferrovia che, nell'agosto del 1916, fu fatto saltare dagli Austriaci per ostacolare l'avanzata italiana verso Gorizia.

Falde del monte Sabotino: momunento del cimitero di !,'llerrra austriaco. Sullo sfondo il crinale del monte Santo.

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MONTE SABOTINO (609 m) CRESTA SOMMITALE (Slovenia)

Come si presenta oggi la zona del fronte del medio Isonzo . In basso, incassate nella prqfonda valle, si snodano le a1,1se dell'Isonzo. Al di là de/fiume s'innalza la cresta con le evidenti quote del monte, Vodice (652 m) e del ·1nonte Ku/e (611 m) Lungo questi erti pendii le nostre truppe douettero salire con grande d{Oìcoltà e valore, a:fJ1·ontando con enormi perdite l'imponente linea df/ensiua austriaca. Dopo la conquista del Sabotino, il comando italiano predispose numerose caverne per accogliere te , artiglierie, disposte propi-to difronte alle quote tanto contese oltre l '.Tsonzo, in aiuto alle truppe che ne tentavano la conquista.

Tdncca italiana suUa c1·est.1 del monte Sabotino. Sullo sfondo il prof'tlo del monte Kuk e del Vodice.


MONTE SANTO (882 m )

(Slovenia) Costituisce uno sperone dell'altopiano della Bainsizza, col

quale questo si protende, a sud-ovest, nella vallata dell 'Tson.zo. Insieme con le successive alture del San Gahriele, del San Daniele e di Santa Caterina, costituiva un baluardo di/ènsivo detta città di Gorizia. Fu attaccato, per La prima volta, dalle truppe italiane durante la decima battaglia dell'Isonzo; con merito e valore il JJJ/230° della Brigata Campobasso (Ufl Divisione),

il .l4 ·maggio 1916, scalate le pendici del ,nonte, giu.nsejìno al convento che vi sorgeva, catturando quasi tutto il presidio austriaco; ma, contrattaccato a sua volta nella notte e non sostenuto tempestivamente da ri1'~forzi, ji,t costretto ad abbandonare /'importante conquista. Nella successiva !?attaglia dell'agosto il Il Co1po dArmata, in seguito alfe/ice sviluppo della nostra manovra sulla Bafrzsizza, riusciva, il giorno 22, ad impossessarsi dq/ìnitivamente del monte Santo, che rimaneva in mano

italiana fino al ripiegamento dall'Isonzo. Ecco come oggi si presenta la zona del monte Santo vista dalla cresta del Sabot-ino: i suoi verdi pendii degradano verso la stupenda valle dell 'Isonzo e, sulla sommità, spicca il santuario cbe durante il conflitto andò completainente distrutto .


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PREALPI GTIJLIE MEDIO ISONZO MONTE SABOTINO

(Slovenia) 78° REGGIMENTO FANTERIA

lc;crizione del 78° reggiinento .fanteria Brigqta Toscana, jJosta su di una cisterna per la raccolta dell'acqua: qui sorgevano anche dei baraccamenti della !?rigata nei pressi delle retrovie de/fronte immediatamente sovrastante. E' una semplice iscrizione, ma è stato deciso di inserirla in questa selezione in quanto è l'unica testimonianza, in

questa zona del fronte, dei.famosi repaiti della Brigata Toscana (i cui jànti erano anche chiamati ·'Lupi di Toscana "). Ebbero un ruolo determinante nella conquista del caposa.fdo austriaco del Monte Sabot'ino, che sembrava imprendibile, nieritando una medaglia d 'argento al Valor 1vfilitare concessa alla bandiera.


PREALPI GIULIE MEDIO ISONZO

"Quota Generale Montanari" PLAVA (Slovenia) BRIGATA AVELLINO GALLERIA SPOLETO

Grande galleria ricovero, cbiamata "Galleria Spoleto ': p osta sotto la quota 38.3, dedicata al Generale Montanari che fu colpito a morte vicino alla sommità durante un'ispezione della p rima linea . Fu costruita daifanti della Brigata Avellino che lungamente presidiarono le pericolose posiz ioni dell'altttra, chiamata ancbe daifèmti "Co!lina della morte". Quanta storia jètt.tct di sacr[/ici, soJfèrenze, ardimenti. racchiusa in quel breve spazio di terreno, nostra "testa di ponte'· sin da/l'inizio delle ostilità. che dal fiume Tsonzo sale verso /'alto. l'alturaj11 chiama ta anche ·'Quota sangui11osa" dai fanti della Brigata Ravenna che per primi riuscirono a conquistare la som mità ma dovendola purtroppo abbandonare subito d opo, ridotti di numero, stremati dal/a fatica e imPossibilitati a 1·icevere i rinforzi. Dfjfìcile fai· passare al di là del fiume. attraverso passerelle sottoposte coni inucune11 te al fuoco avv(mìario, rincalz i e r[/ò1-nime11ti indispe1Zsabi/i. Per oltre due anni si sono succeduti assalti ef eroci combattimenti per il p ossesso della sommità. A guardarla oggi è una ali ura insign'ij'icante, modesta, immersa nella vegetazione, ma nel 1915-1916fu un vero inferno che ingoiò interi battaglion i. l 'e.x imponente cimitero allestito nei pressi di Plcwa testimoniò per m oli i a nni il grande saci-ijìcio che richiese la te11tata conquista di quota 383 o " Quota Generale Monta11ctri ".

Il portale d 'ingresso de/La galleria Spoleto fn abbelliio da u11 fregio e dalla stella militare a cinque p unte. Testimonicm z e come queste, ancora i11ta tte e immerse nel

silenzio, ricordano a l solita rio visitatore cbe da lì passò u na tempesta di fuoco che arrecò d istruzione e morte.


,

)

PREALPI GIULIE

PIOMBAVA SUL NEMICO IN FUGA

per poter oltrepassare la sella di quota 503. Alpini, jànti e bersaglieri si prodigarono inutilmente in continui assalti. L'mti.glieria e una selva invahcabile di reticolati van[ficarono ogni tentativo. Persino gli alpini del "Cervino" non

Nei p ressi della sella di quota 503 posta tra il monte Vodice e il monte Santo si trova inciso nella roccia di una ex carrareccia l'interessante graffito lasciato eia! 43° reggimento fanteria Brigata, Forlì a memoria della conquista del monte Santo. Per più ·mesi si rinnovarono gli attacchi

1°iuscirono ad aprirsi un varco: ma, nel! 'agosto del. 191 7 la tenacia premiava (fanti del 43° e del suo comandante. Dopo la conquista, la banda reggimentale suonò le note della Marcia Reale, diretta dal maestro Arturo Toscanini che, per festeggiai··e /.a vittoria, salì lassù.

MEDIO ISONZO - QUOTA 503

del Monte VODICE - (Slovenia) IL XXIV AGOSTO 19 17 D UCE

IL COLONNELLO CAMAGNA IL 43° FANTERIA DI QUI

:

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Il maestro Toscanini sul monte Santo.


PREALPI GIDL~ MEDIO ISONZO MONTE KUK (611) (Slovenia) POSTO DI MEDICAZIONE Alle falde del ;lrfo111e K11k. nei pressi dell'abitato di Zagara venne collocato, in una caverna, un Fosto di Jlledicazio11e: la grande targa era probabilmente posta al/"ingresso e/ella cavità e la croce era d1j;inla in rosso.

Da qui tra11silaro110 molti deiferilì deiJw-iosi assalti in questo particolare tremo del.fronte: Case di Zagara, Zagomilla, quota 611 del

Ku/J, quota 503 Sella del Vodice.

Oggipurtroppo della targa non rimane cbe questa fotografia, scattata nel 1993, successivamente la targa è scomparsa.

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PREALPI GIULIE MEDIO ISONZO MONTE SABOTINO

Piccolo fregio stemma Sabaudo REGGIMENTO ARTIGLIERIA CAMP. 75aBATTERµ

Percorrendo la lunga cresta del monte Sabotino, si rtntt:accia questa iscrizione posta sul basamento in ce1nento di un ricovero. Essa ricorda le postazioni degli artiglieri che controllavano le cime antistanti e il territorio al di là del fiume Isonzo, del monte Kuk e del monte Vodice.

PREALPI GIULIE MEDIO ISONZO MONTE SABOTINO (Slovenia) SABOTINO QUOTA 609 CAPOSALDO TIRO ARTIGLIERIA

E' questa una delle poche targhe originali rimaste sul monte Sabotino. e non.facenti parte della segnaletica del ex sisterna museale all'aperto che fu creato nei primi anni Venti.


PREALPI GIULIE

iscrizione vuole a nche ricordare

MEDIO ISONZO

l'appoggio.fornito da queste

di cavalleria venne assegnato un

MONTE KORADA (Slovenia) 1° GRUPPO

artiglierie nei combattime11ti che po11arono alla presa di Goriz ia e del

gruppo di 2 batterie su 4 pezzi Krupp da 75 mocl. 1912.

BATTERIE A CAVALLO

monte Sabotino.

7 AGOSTO 1916

L'affermarsi della guerra d i posiz ione costrinse ben presto

Nei pressi del colle di Sveti Jàl?ob (San Giacomo). nelle allora retrovie

p itì una d i riserva. Ad ogni divisione

l'artiglieria a cavallo ad operare

ita lia ne, j it costruita Ile/l'agosto del

come quella da campagna. in.fa lli le

1916 una p iccola.fò11tana ad opera dei soldati del 1° gruppo batterie a cavallo. Nella targa si legge la dceta esatta dei lavori e il n om e del reparto, mentre risulta illeggibile la .Jìrmce in corsivo dell'autore. Questa

batterie vennero appiedate, come del resto pa,te della cavalleria . e impiep,ctte alfrollte o inji11zz ione contraerea. All'illiz io del co11Jlitto esfsteuano 9 bC1t1erie di artiglieriCI a cavallo suddivise in qualfro gruppi

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o

PREALPI Gfl.JLIE MEDIO ISONZO ALTURE DI D OBLAR

(Slovenia) 7° ARTIGLIEIUA FORTEZZA OSSERVATORIO BA1TEIUA D'ASSEDIO , CAPITANO MAZZANE -

17 LUGLIO 1917

Sulla cima del monte Grad, dove era stata costruita una postazione d{/ènsiva, fu edf/zcato anche questo osservatorio per le arti,glierie. Il ricovero centrale, il cui pavimento risulta crollato, porla

sull'architrave dell'ingresso l'iscrizione del 7°Artiglieria e il nominativo del/ 'iinportante osservatorio. Nelle giornate del 24 ottobre 191 7 anche questo settore subl lo sjòndamento del.f·onte: su una linea così vasta si erano lasciati nolevoli vuoti nel terreno boscoso, tra un reparto e l'altro, così cbe le truppe attaccanti austro-tedesche non ebbero grandi clij]ìcoltà ad i11Jìltrarsi tra i reparti e gli apprestamenti d{fensivi italiani ed aggirarli. TI.fuoco di preparazione

avversario, oltre a sconvolgere il sistema d{fensiuo, aveva soprattutto interrotto quasi tutte le comunicaz ioni.


PREALPI GIUUE MEDIO ISONZO MONTE SABOTINO (Slovenia)

2 ° REGGIMENTO PESANTE CAMPALE

183 BATTERIA DA 105 SCULTURA DEL SOLDATO GIUSEPPE BOCCARA, CIASSE 1885, NATO A TUNISI, DISTACC. ..?

Lu11go uno dei sentieri che salgono dalla per(/eha di Nova Gorizia (parte della ci/là di Gorizia in territorio sloveno) alla cima del monte Sabotino, s'incanti-a

l'imponente portale cli una galleria ricovero delle truppe italiane che/u sede del comando di a1tiglieria della Zc'f' batteria del 2 ° reggimento pesan te campale da 105. Nella chiave di volta delrarco di ingresso si può osservare l'artistico capitello con la raf/ì,gurazione ciel.fregio a can11011i e bandiere incrociale con lo stemma sabaudo al centro. L'esecutore ha voluto orgo,gliosamenlejì'rmare la sua opera incicle11do sopra il disegno la scritta. ''Scultura del soldato Giuseppe Boccara, classe 1885, nato et 1illlisi".


2

PREALPI GIULIE

PREALPI GIULIE

MEDIO ISONZO

MEDIO ISONZO

MONTE SABOTINO (Slovenia)

MONTE KUK (611)

Settore di San Valentino

(Slovenia)

Fregio 1 ° Genio Zappatori 305a COMPAGNIA

LIVORNO

AGOSTO 1917

Sul Monte Sabotino, nei pressi dei ruderi cli San Valentino, fu scavata dalle truppe italiane una lunP,a trincea con alcune gallerie blindate ampliate sul sistema dijènsivo austriaco appena conquistato: in una di queste si rintraccia una targhetta cli marmo con una pregevole incisione della .~05a compagnia del 1° genio zappatori, che volle cosi' ricordare la sua partecipazione alla costruzione di questa linea d{fensiva nell'agosto 1917.

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Lungo tutta la linea di cresta del monte Kuk si incontrano numerose caverne ricovero delle truppe italiane, oggi sommerse dalla abbondante e rigogliosa vegetazione ricresduta selvaggia in queste zone abbandonate dagli uomini. Come monito del passaggio della "bufera" della guerra rimane solo il nome dt intitolazione di questa caverna .


PREALPIGIUUE

scavo dell'ùnportante asse viario

MEDIO ISONZO

nelle retrovie delfi·onte: da qui

MONTE KORADA (Slovenia) CANTIERE PLANINA

transitavano, sul ridosso di questa cresta del monte Korada, tutti i

18a COMPAGNL.\ MT

11/ornimenti logistici per i/fronte che

DEL 3° GENIO ZAPPATORI

aveva in quel momento la prima linea sul monte Kuk, monte Vodice e

MARZO 1916 Lungo la strada che da Vrhovlje

sale verso il monte Korada, sotto il muraglione di un'ampia curva, si rintraccia questa interessante targa. Jl 3° genio zappato1'i. aveva in questo settore il cantiere (di lavoro) Planina (nome della località), allestito durante i lavori di tracciatura e di

Durante il conjlitto la forza dei reparti del Genio mobilitati nel prirno periodo (maggio 1915-ottobre 1917) sa.H da circa 12.000 uomini a J 10.000 (i.m nono della fanteria) e nel secondo periodo (ottobre 1917-novembre 1918) oltrepassò nella sola parte comhattente i .l 70.000 uomini, pad adun quinto della .fètnteria combattente.

te alture di Doblar sopra il fiume Isonzo.


PREALPI GIULIE MEDIO ISONZO MONTE SABOTINO (Slovenia) Settore di San Valen tino Strada Podsenica-San Valentino che la 310a compagnia MT 3° Getùo con l'aiuto della 2a compagnia del 151 ° battaglione MT ( Milizia Territoriale) del 22° battaglione e le Centu rie 69, (?), 151, 165, (?), 21, 219, 250, 330, (?) dii-etti dal capitano Gavotti.. (?) compfrono per aprii-e.. (?)orizzonti d'onore e .. (?) ai nostri.. . ? soldati.

Nei settori apjJena conquistati del

Jl lcworofu diretto da un grande

monte Sabotino jèruevano i lavori di apertura cli nuove stnide, vitafiper i

esperto come 'il marchese Nico/.ò

collega11ienti e p er le attività belliche delle offensive ue1·:ço l'avuersario, arroccato su nuove postazioni

Gavotti che 1'itrovereino più avanti, con il suo speciale "C1'uppo Lavoratori Cavotti'~ con alcuni

irnperuie.

sign{fìcativi lavori in galleria sul monte Vodice e che più tard i fu

Qui il duro terreno carsico in .fòrte pendenza fu scavato a p rezzo

anche il costruttore del/.e indispensabili gallerie per le

di duri sac1·ifici e in jJoco tempo,

artiglierie del monte Grappa.

dove originariamente passavano le iniziai.i contese prime linee, jit ape11a una strada che dalle retrovie raggiungeva la pri1na linea italiana.

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_\ OMPIRO NO PER. APR _, , Nrl D .. ON RE E Al NOSTRI

' ·sr . oLOAT


PREALPI GIULIE MEDIO ISONZO MONTE KUK (611) (Slovenia)

5° GENIO MINATORI

6a COMPAGNIA galleria L, galleria .M Particolari j?'egi dei reparti del Genio, posti agli ingressi delle gallerie lungo le linee italiane del monte Kuk: eta notare cbe tutte queste cavità furono ampliate sui p recedenti scavi delle truppe austriache. Occorre ricordare che le lettere niaiuscole stavano ad indicare, nel particolare gergo m.ililai·e italiano, cbe si trattava di gallerie, mentre con i numeri romani uenù;ano indicate le caverne con deposito ·materiali e con i numeri arabi le caverne cli ricovero.

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PREALPI GIULIE MEDIO ISONZO

Monte VODICE · (Sloven ia) 5° GENIO 2 3a COMPAGNIA MINATOIU

Nelt'ùnponente sistema di gallerie, su quattTO livefli, chej it scavato sotto le quote del ·m onte Vodice si rintracciano numerose targhe jJoste lungo i cunicoli o alle hifòrcazioni più, importanti: le targhe a forma di pergamena arrotolata, ricordano le notevoli opere di icavo dei reparti del Genio minatori che ampliarono notevolmente le preesistenti gallerie austriache. Nei labirinti delle lunghe gallerie a più piani, potevano trovare ricovero migliaia di soldati.

Perforat:1:i.ce Romeo. Queste macchine vennero largamente utilizzate nella costruzione di giùlerie, caverne e trincee ricavate neUa l'OCcia.


PREALPI Gll.J\IE MEDIO ISONZO MONTE KORADA (Slovenia)

A MARIA DEDICÒ QUESTO

ALTARE IL 48° ARTIGLIERIA

chiesettct, che rimane nella memoria degli anziani de/paese e di cui oggi rimane, sommerso dalla vegetazione, solamente L'altare che riporta la Lunga iscrizione del 48° !lrtiglieria.

(da campagna) ESSENDONE COMANDANTE E. MALVANI NELL'APRILE 1916

Nei pressi del piccolo paese di Debenje, si trovavano notevoli ricoveri e magazzini dato che la zona, pur nei pressi delfronte, era estremamente sicui-a e riparata alla vista dell'avversario. Qui venne anche costruita dai soldati una

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MAPPA LINEE CONTRAPPOSTE A PLAVA - ZAGORA

La mappa evidenzia, nel dicembre 19.26, le linee contrapposte net settore del niedio Tson.zo di Plcwa e dell'abitato di Zagara: lerrit<wio aspramente cpnteso dopo l'attraversamento delle truppe 'italiane de/fiume Isonzo. Lungo il jìunie al centro della mappa nei pressi di Plava, si notano i ponti interrotti e le poche passerelle costruite per il t1-qnsito nei posti rn.eno in vista all'cwuersai·ùJ. (Archivio Scrima/O

Osservatoti.O di quota 504 sopra Plava (maggio 1917).


PREALPI GIUI}E MEDIO ISONZO - PL.\VA

(Slovenia) CHIESA D I SAN LUIGI 128° REGGIMENTO FANTERIA

costn1ttori della chiesa di San Luigi, caporale Guarnori Francesco (?), caporal maggiore Bonfanti Enrico, caporale Fabbro Luigi e soldati Nogai-a Giuseppe, Povere Giovanni, Poltini Enrico, Zamattio Angelo, Carat·o Giuseppe.

Sulle sponde del Jìume Isonzo, nei pressi di Plava, sorsero tm il 19 16 e il 79 7 7 numerosi cimiteri reggimentali, tra cui il Cùnitero di Guerra del 128° reggùnento f anteria Brigata Firenze. Nel 1919/ìt denominato "Generale Prelli", dal nome dell'ujficiale che per sua volontà testamentari:a uolle essere sepolto tra i suoi soldati. Di questo cimitero oggi rimangono solamente i ruderi della chiesetta di San Luigi, che sorgeva nel perimetro esterno dello stesso. Alla base detla

scala d 'accesso si trova la targa del 128° reggùnento f anteria in ricordo dell'avvenuta costruzione nel 1916.

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1


o

CH IESA DI SAN LUIGI

storia della Grande Guerra, che aveva

" Senza no1ne senza distinzione ma immortale nella gloria riposa in questo cim itero con i com pagni di combatti.mento il soldato Verduri Alberto del 125° reggimento 1fanteria (Brigata Spezia) cadùto e roicamen te il 2/11/1915 - I genito ri e le sorelle qui ricordando posero"

visitato la chiesetta cli San Luigi una lettera recante i11formazioni sul

"La famiglia al suo adorato Riccardo Morze nti sottotenen te nel 4° Alpini caduto il 17 maggio 1917 - ignota è la sua to mba perché nel generoso sacrificio tutto andò disperso persino il nome ma n e ebbe u n altro immortale nei secoli Eroe d'Italia". All'interno della cbiesa di San Luigi sono conservate molte stmggenti lapidi cbe sono una vera storia nella storia: molte di queste sono state affisse alle pareti di questo tempietto dai.familiari dei caduti dopo la.fine / della guerra, tra il 1919e il 1923, poiché successivamente iniziò lct traslazione delle salme nei grandi Sacrari, cosiccbé i piccoli cimiteri reggimentali scomparvero. Sui piccoli muri del tempietto trovò spazio il "dolore" di chi non aveva potuto trovare nulla del proprio marito, _figlio, fratello, ma solamente un 'indicazione del luogo dove era stato dichiarato di0perso. Tra le tante "storie" k,t più stntggente e particolare, soprattutto per come ne siamo venuti a conoscenza, è quella del! 'alpino Riccardo J11orzenti. Unct serie di coincidenze giostrate dal destino ba permesso a distanza di tanti anni di dare nuovamente uolto e "voce" a chi nel "suo generoso sacrijìcio disperse peifino il nome": nel gennaio 2005, ricevevamo da un escursionista di Zorlesco (Lodi), appassionato della

Jvlorzenti, cbe non potevano cel'tO essere state desunte dalla taria. Tramite un conoscente egli si era. messo in contatto col cugino novantenne, unico in vita della fa.miglia Morzenti, il quale, pur conoscendo le vicissitudini del cugino caduto, nulla sapeva della targa nella chiesa di San Luigi. ''.Riccardo Luigi Antonio Morzenti (il nome completo) nasce a S. Angelo

Lodigiano il 15 Giugno 1898.

Quando il 24 Maggio 7.915 l'Italia dichiara guerra all'Austria, Riccardo 1l!Iorzenti, benché osteggiato dai .famigliari e mentendo sulla data di nascita, tenta di arruolarsi. Con documenti falsi si reca a Milano per arruolarsi nei Cacciatori delle Alpi. Parte il 19 giugno dalla stazione di Lodi, ma alla sera è lJià di ritorno, perché al Distretto lvlilitai e, 0

dopo essere stato dichiarato idoneo, viene scoj)el'ta la fabficazione dei documenti. Ricca.rdo non demorde e, sotto il falso nome di Francesco Sottocasa


Nel maggio del 1916, raggiunta la

di anni .18 di Milano (suo compagno di st udO, si reca a Pavia per arruo!ar:'ii. Viene accettato e inviato alla caserma La Marmora di

minima età, si arruola volontario nel

J\lfedaglia d'Argento

4° Alpini, battaglione Aosta. Subito viene inviato in zona di guerra. IL

(Volontario Oasse 1898 - 4° Regg Alpini - 1'vlonte Vodice 8-5-

Torino, nel 4 ° Bersaglieri. Èil 12Luglio 1915. A Torino si reca anche il padre

giovane Santangiolino (sono cosi' detti gli abitanti di S. Angelo Lodigiano)

Ottorino (aveva scoperto dove jòsse il

ad alto rischio, sfidando ogni pericolo. Frequenta in zona di guerra il corso

continua a distinguersi in operazioni

jìglio) che cerca di jètre cambiare idea

Allievi [({fi.ciali e viene nominato

a Riccardo, ·1na, non riuscendovi, strappa una promessa: giunto al fronte avrebbe rivelato la sua uera identità. Il 2 agosto Riccardo, con 120 bersaglieri, parte per l1sonzo. Rimane aljì··onte per due mesi,

Gli uenne concessa sul campo la

1977 - Medaglia d'Argento concessa sul campo: "(!fjìciale &ploratore, essendogli stato ordinato di rinianere di riserua, chiedeva ed otteneva di pmtecipare at!'attacco diJòrti postazioni nemicbe.

comandante di un plotone di

Giunto primo sulle trincee avuersarie,

esploratori. Nella decima. battaglia dell1sonzo,

sotto uiolentissirnojìJoco con lancio di bombe a memo incoraggiava i suoi

alla conquistct del monte Vodice, Riccardo Morzenti, il 18 maggio, cade

dipendenti ad auanzare, dando bella

eroicamente: l'attendente cerca di

comportandosi valorosamente,

riportare la salma verso le linee

ricevendo elogi da iif.jìciali e soldati, ma scoperta la sua vera identità viene

italiane ma è costretto a lasciare il corpo celato sotto alcune ramaglie, in

rimandato a casa.

seguito non verrcìpiù ritrovato.

prova di coraggio, Jìnchè cadeva colpi:to a morte". (Decreto Luogotenenziale 11 aprile 1918). A Riccardo JV!orzenti è rimasta, a S. Angelo Lod(gicmo. intitolata la scuola elementai"e e la via dove è nato.

LA f.AMIGLIA ,AL SUO AOOR.A'TO

RICCARDO ~ORZENTI · ,s. TE'N. NEL 1•ALPINI CADUTO n._17·S·t811 ìGNO'TA E LA SUA TOftlBA , . PEROIIE NEI, GEN~ROSO SACRlflCIO TU'l'TOANOO DISPERSO PERS1N01L IIIOME MA NE EBBE UN AL'TRO l~ORTAl,E NEI SECOLI ··CROE O'ITALlA·

1


CHIESA DI SAN LUIGI

"Mentre fe rveva la tormenta bellica i soldati del 128° reggimento fanteria, grazie alle cure e all'interessamento del colonnello Gualtiero cav. Francesco e del cappellano Padre Luigi Magliacani dei (minori?) Cappuccini, questo tempietto eressero a perenne testim.onianza della loro fede intemerata e santa Zagora 16 dicembre 1916".

2

All'inlemo dei ruderi della chiesetta d i San Luigi è miracolosamente rimasta intatta una larga in ricordo dei combattimellfi che si accesero uiolenti nella soprctstante .zona de/l'abitato di Zagora alle falde del monte Kuk e del monte Vodice nel 1916.


PREALPI GIULIE

alle truppe. Nei pressi del paese cli

MEDIO ISONZO MONTE KUK (611) (Slovenia)

Zagomillct, nelle immediate retrovie sulle pe1tdici del mollfe Kuk, si

IMPIANTI IDRICI

costr11iro110 delle grcmdi cisterne per

Il ARMATA

la raccoltc1 detl'acq11a che veniva poi distribuita alj i·o1lte. Queste targhe ci parlano e, distanza di tanto tempo del grande sforzo fogisti:co compiuto. L'iscrizione rinvenuta ricorda i saldali impiegati negli impianti idrici nel settore di Flava.

SEZIONE DI PLAVA, 1 ° AGOSTO 1917 L ·estensione e11orme de/fronte,

quasi tutto in zone prive di acqua potabile, obbligò f'T11tendenza Generale dell'Rsercito a istitllire, presso i Comandi del Genio di

Armata, speciali Uffici Idrici. per risolvere subito il grave problema delt'approuuigiona mento dell'acqua

16


PREALPI GIULIE MEDIO ISONZO Al.TURE DI DOBIAR

(Slovenia) 1 ° GENIO ZAPPATORI

433 COMPAGNIA Come si è detto, l'acqua aljì•onte era preziosissima e per sode/i.ifare le esige11ze dei combattenti, alle prese con la sete e con i bisogni del rancio e dell'igiene personale, furono costruite numerose fontane nelle zone cli retrovie, come questa nel settore di Doblar. I.a vasca di raccolta è andata distmfla.

PREALPI GIULIB CLABUZZARO-DRENCHIA VALLI DEL NATISONE

Pregevole sc11ltum nel cemento di un'ùnportantefonlcma che riforniva d'acqua migliaia di soldc1ti e animali diretti al vicinojì·onte. L'opera.fu costruifa dai reparti del 5° Genio Minatori: FONTE VID"ORJO liMANUELli 1 SEZI01VE MJNATORJ CJCLIS11

54

- 1916 -


PREALPI GIUIJE - BIACIS CIVIDALE DEL FRIULI LUGLIO 1 916 QUEST'ACQUA PURISSIMA

I CAVALLEGGERI DI ALESSANDRIA DALLE VENE DEL MONTE RACCOLSERO E QUI ADDUSSERO

Altra grande.fontana monumentale in ce,nento sormontata da un artistico.fregio. Notevole costruzione eseguita per merito del 14° reggimento Cavalleggeri di Alessandria cbe in quelperiodo era dislocato nelle immediate retrovie del j i·onte, pronto a f ì·ontegglare, con g rande rnobi!Uà, euentuali penetrazioni nem:icbe, poi fatalmente avvenute nell'ottobre del 1917 con lo sfonda1nento di

I Cavallegge1·j di Alessandria attraversano il ponte deostruito nei pressi di c -.porctto.

Caporetto.

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66

PREALPI GIULIE

MEDIO ISONZO COSTA. DUOLE

(Valle di Guniac-Tohnino, Slovenia) 126° IIBGGIMENTO FANTERIA

Iscrizioni all'interno delJa ciste1-na: • Soldato Aubini Emilio 14.6.1917, Soldato 126° Fantet·h1 (Brigata Spezia), 9a compagn ia iJ murato1·e Bottacchioni Pasquale, Ancona

Questa nio~umentale fontana in cemento è posta poco sotto Sella

Sleme, in una solitaria valle a quota 640, lungo i sentieri che permettevano di raggiungere le postazioni d{/ènsive del monte Jeza, sede ancbe di importanti osse·matori d 'artiglieria, Fu costiuita dai fanti del 126° reggimento nel giugno del 1917, probabilmente nella convinzione che quella sarebbe rimasta una zona di retrovia, Dopo la ritirata di Caporetto, le truppe austriacbe irruppero nelle nosti·e linee proprio in questo settore del fronte,



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PREALPI GIULIE QUOTA383 PLAVA (Slovetùa) 128° FANTERIA

3° REPARTO ZAPPATORI

Incisione nella roccia lasciata nei pressi di un_,ricovero situato sui declivi a sud-ovest della quota 383 dal 3° reparto zappatori del .128° reggimento fanteria (Brigata Firenze).


PREALPI GTIJLIE

U11a delle iscrizioni rintracciate

Il grande masso co11 /'iscriziolf.e si

FALDE QUOTA 383 o "QUOTA GEN. MONTANARI" PIAVA (Slovenia)

rece111emente era rimasta sepolta nella rngetazione da oltre

troua su un terrapieno artificictle creato nel ripido pendio della quota

11ovtn11 ·anni, sulle intricate falde

ove do11euano trovarsi 11umerose

Il 16 SETTEMBRE 1916 COLPffl DA GRANATA NEMICA

della terribile quota 383 denominata ancbe ·'Quota generaleM0111anari".

baraccbe ricovero. poste nelle immediale retrovie della prima linea

PERDEVANO LA VITA GIOVANE E

il generale fu colpito a morte vicino

di fuoco. Qui da u11a grana1aji1J"o110

BALDA ISOLDATI COPPOTELLJ RENATO - CALONI ORLANDO -

alla sommità durante un' ispezione della prinia linea.

colti i quattro f cmti ciel 231 ° e due appa11enenti ai Reali Carabinieri

SEVERI GE1TUUO - PASINATO

Tfanti de/la Brigata Avellino che

(RR.CC.) nel lon1a110 16 settembre

GIOVANNI E PICCOLO AGOSTINO

lungamente presidiarono queste

ESPOSITO VICENZO (RR CC)

pe,icolose posizioni clell'alt1"1"a, la cbiamarono ancbe la "Colli11a della morie'·.

IL 231° REGGIMENTO FANTERIA

PER MEMORIA

7916.


)

PREALPI GIULIE ALTOPIANO DELLA BAINSIZZA

RAVNE (Slovenia)

Anche per i soldati austriaci era fondamentale l'approvvigionamento idrico e qui nell'abitato di Ravne sull'altopiano della Bainsizza nel 1916; allora retrovia clelji·onte per le tntjJpe austro-ungariche, eressero in onore della Principessa Marie Anna von Panna, figlia dell'Arciduca Federico, comandante supremo delle armate imperialt, una grandiosa .fèmtana monumentale.

Nel corso dell'agosto 1917 i soldati italiani occuparono la zona e utilizzarono a loro volta la preziosa acqua della fonte, ancora più rara su questo siccitoso altopiano carsico, lasciando un' importante testùnonianza incisa nella parte centrale della.fontana monumentale. Nelle immc~gini: la.fontana oggi nuovamente immei·:,a nel silenzio e, nella foto storica, le truppe italiane che si rf/èmiiscono d'acqua .


PREALPI GIUIJE ALTOPIANO DELLA BAINSIZZA RAVNE (Slovenia) PRINZESSIN MARIE ANNA

VON PARMA BRUNNEN

Pa rticolare centrale della fontana mon11mentale d i Ravne dedicata alla principessa. Ne/lafotogrcf/Ìa storica i soldati italia11i si disseta110 alla stessa fontana dopo /'111zdicesi111a ballaglia dell'lso11zo.

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'2

LA 7a COLONNA TENENTE COLONNELLO VALLE E LA 5a COLONNA MAGGIORE CASATI

VITTORIOSAMENTE AFFERMANDOVISI - 24-8-1917

Sul muraglione della grande .fontana monumentale austriaca di Ravne, una targa, affissa dai saldali italiani, celebra l'arrivo in questa località dei reparti del 11 Corpo d'Annata, il 24 agosto 1917. L'iscrizione ricorda le due colonne che perprime raggiunsero nel corso dell'avanzata queste zone, nelle concitate fasi dell'undicesima battaglia dell'Isonzo, chejì,1. anche denominata della Bainsizza, dal nome del!'altopiano dove si ottenne il maggiore successo territoi-iale con una forte penetrazione dei nostri reparti netto scacchiere dijènsivo austriaco.


PREALPI GillLIE MEDIO ISONZO

Avce (Slovenia) 1916-1917 YANICSAR. TELEP M. K. NAGYVARADI V

4. NEPF. ZLJ.

Anche le truppe imperiali lasciarono numerose iscrizioni in questo pa1ticolc1re settore de/fronte e questa teslimo11icmza è staia scelta per la SHa grandezza e bellezza e percbè mppresenta una delle nazionalità militanti 11el/'esercito asburgico.

E' una delle più grandi tc,rgbe rintracciate su/l'intero jì-onte dell'Isonzo e si trova nei pressi dell'abitalo di llvce (A uzza), in una zone, ripamta dove sorgeva il villagP,io di guerra '·Yanicsii.r" delle tmppe ungberesi.- la targa in cemento.f1,1.fissata ad una pare/e rocciosa che doniinava la piana e risHltaua visibile anche a grande distanza. Il reparto era il 4 ° battaglione del regio esercito ungherese del distretto di Nagy-Vilrad.


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ALPI GIULIE

C RESTA VRSIC " C OCIJ7.ZOLO C.>\MPERI" 1700 m CIPPO ERE'JTO DAGLI ALPJN'I DEL B ATfAGLIONF. STUVIO ,\ R!CO RDO

DEL FA' IT O O'ARME 1WVENLJTO NtL MAGGIO 1916


ALPI GIULIE SELLA ROMBON Ancora oggi non è difficile, anche in alta quota, imhallersi, come in questo caso a Sella. Romhon ad oltre 2000 metri di q11ota, in spezzoni delle linee trincerate della G'ra11de Guerrce: le feritoie della prime, linea italiana si qflaccia11ano sulla cuspide rocciosa del monte Rombon delle Alpi Giulie occidentali, oggi in territorio slo11e110. Sulla vettc.t del Rombon (2208 m) passava la prima linea austriaca. Piil volte gli alpini tentarono l'assalto senza mai

conquistarlo. Su queste durissime postaz ioni, da mantenere e da. presidiare. gli alpini trascorsero due lunghissimi inverni, poi la rolla di Capo retto spostò il fronte al Piave. Una prima azione in forz e venne condo/la il 23 agosto 1915 dagli alpini del hattaglio1te Ceva che occuparono il monte Cukla, gradino meridionale del Rombon (quota 1765). Il 27 agosto, una colonna attaccò il Rombon, ma le diJ./ìcoltà del terreno e lajo11e difesa avversaria impedirono la riuscila delt'operaz ione. Questa.fu reiterata,

nei giomi 1 J e 12 settembre, dai battaglioni Ceva e Pieve di 7'eco, che riuscirono ad affermarsi sulle quote 2105 e 1826 da dove strinsero la vetta da nord-ovest e da sud-est. Gli Aus triaci mantennero però saldamellte la posizione fori i degli appostamenti scavati nella roccia, contro i quali poco pot'è fa. nostra a rtiglieria .


ALPI GruLIE VALDOGNA MONTEJOF DI SOMDOGNA (1890 m)

Lungo la prima linea italiana poco sotto la cima dello]q/di Somdogna sul uerscmle sud, una galleria blindata conduce direttamente all'interno di un grande ricovero in muratura che so1;q,e sul ver:w:mte opposto. Sullo ~'on.do si staglia il gruppo dello]qf F11art (2666 m) roccc!fo11e delle truppe a:ustric1cbe.

ALPI CARNICHE PASSO DI MONTE CROCE CARNICO MONTE PAL PICCOLO (1866 m)

La stupenda zona si affraversa con la mulattiera di guerra cbe sale dalla chiesetta, nei p ressi di Casera Pal Piccolo, ai Ricoveri Ca11tore. Incastonato come una vera gemma nella 1·occia, all'interno di 1ma grande caverna. si trova il mc/ere del ricovero del battaglione alpini Monte Granero.

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ALPI GIULIE

Sullo .yòndo tra le nubi la cresta del monte Vrata con alla sinistra la

SELIA VRATA

cuspide rocciosa denomillata dagli

MONTE VRSIC (1960 111) (Slovenia)

Trincee co11 cupole d((ensive blindate degli alpini so1~1sono ai quasi 2000 metri di quota del monte \frsic: ancora ogg i sirn'ili fortijìcazioni in ambienti alpi11i così disctgiati destano a nimirctzione per la loro costruzione e per il sacrificio richiesto anche per il solo trasporto in quota del materiale operativo.

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alpini Punta Val/ero iu onore delftt}Jìciale che vi perse la vitti nella sua conquista, e, a chiusura della sella. la Punta Gloria.

S11 queste aspre e ripide montagne le truppe italiane trascorsero due lunghissimi e durissimi inverni.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO (Slovenia)

Settore del Monte Rombon CukJa

Quota dell'Addolorata 1 ° REGGIMENTO ALPINI BATI'AGLIONE VAL TANARO 2° REGGIMENTO ALPINI BA1TAGLIONE BORGO SAN DAL.MAZZO 5° REGGIMENTO ALPINI BATIAGLIONE VAL CAMONICA

Altare degli alpini posto a circa 1900 metri d 'altezza su di 1111a quote, cbefu denomi11c1ta

"dell 'Addolorala" dal nome della cappetleffa e del vicino cimitero di prima linea di cui sono rimaste solo alcune croci ed il muro di cinta, a/le falde del monte Rombon e della contesa qitota del monte Cuklct. Le salme dei caduti riposano oggi nel Sacrario di Caporeffo. L'altare clell'Addolorc1ta fu costruito dai balfaglioni alpini che presero parte ai co111baffime11tì nel seffore Rombon . Del battaglione Borgo San Da/mazzo rimane ancbe una toccante testimonianza sulla lapide tombale del cappellano Francesco Bo11avia, rintracciata nei dintorni, niorlo con i suoi alpini nel cruento assalto aL monte Cukla, il 76 seffembre 1916. L 'altacco era stato portato lungo il ji"onle che andava dalla quota della "del Sctcro Cuore", sotto la velia del Rombon, alla quota cbiamata "Ridottino·· ad est del Cu.kla. Cli alpini dei battaglioni Ceva ( 1° rgt.) e Bicocca (2° rgt.) arrivarono in prossimitcì della veffa del Rombon ma.furono respinti da/fu oco degli Aus triaci che buJ.tarono loro addosso perfino valaughe dì sassi. I baffaglioni Sa/uzzo (2° rgt.) e Borgo San Da/mazzo vennero ancb'essifermati dal violento fuoco dei difensori nella cosiddetta "regione deipiJ1i mugbi ". Più sotto gli alpini del Val Camonica riuscirono a j)enetmre nella ridoua di quota 1583 maji,trono poi obbligati ad abbc111dona1-fa e, seguito degli a.c canifì contrattacchi austriaci. L·azione costò in totale la p erdita di 63 14ficiali, tra cui il magg. Morello, comandante ctel Borgo San Da/mazzo, e 1557 alpini.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO

(Slovenia) Settore del monte Rombon Quota dell'Addolorata del CUkla 2° ALPINI xvm COMPAGNIA BTG.DRONERO POSTO DI MEDICAZIONE Sempre nei pressi della quota denominata dagli alpini "dell 'Addo!orala ", fu scavai.a una caverna con i11gresso hlinda to adibita a posto di medicazione della Zfr compagnia del battagl'ione Dronero del 2° reggimento alpini.

Feriti attendono di essere trasportati nelle retrovie.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTECUKIA

(Slovenia)

In una posizione dominante posta sopra fa Quo/a dell'Addolorata e difronle alla so111111iltì del Monia Cukla, soi-geua un a ltro cimitero degli alpini. Oggi il luogo è p oco frequentc,10, discosto come si trova dal sentiero principale. Le lapidi ri1naste 1icorda1to due alpini del battaglione Dronero: Barbero Battisti classe 1886 e il caporale Giuseppe Micw, caduto il 10 agosto 197 7, il cui cippo dopo tanti anni inuiltl ancora a ·· Ricordi e Preghiere".

ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTE CUKIA QUOTA DELL'ADDOLORATA

(1400 m) (Slovenia)

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Cimitero di prima linea alla quota dell 'Addolomta con croci e lapidi ancora in parte leggibi/1: sorto in uno :,piazzo sovrastante la caverna del posto di medicaz io1te degli alpini del battaglione Dro11ero (vedi fig pag. precedente). Le iscrizioni sono ancora in parte decifrabili e alcuni nominativi dei soldati, i c11i co,pi so110 stati lrasfati al Sacn,trio italiano di Caporeuo (Kobarid), sono allcora leggibili: litornano così alle nostre memorie ancbe l'alpi1w Domenico Frico, di una sezione mitraglic1lrici e l'alpino Sebastìa110 del 2° reggimento alpi11i niorto il 28/5/1916.


ALPI CARNICHE MONTE FREIKOFEL (1757 m)

ALPI CARNICHE ZONA del MONTE FREIKOFEL

8° REGGIMENTO ALPINI 1 11 SEZIONE MITRAGLIATRICI

( 1757 m)

Il PEZZO

Recentemente nel sarto1·e d el

monte Freikofel è stato rintracciato questo gra.Dìto, raffigurante un

1 ° DICEMBRE 1916 Dalla cima del monte Freikojèl

a lpino, inciso in 11,n g rande roccione

una linea difensiva scendeva verso

nelle immediate relrovie della prima

est et! Passo del Cavallo. Detta filtea

linea ilctliana.

correva in m olte parli i/7/erameute 'in galleria: in 1111 ramo di questa si apriva una ridotta blindata con jèriloie dove eremo appostate le

111ilragliatrici di questa sezione.

1:


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ALPIGnJLIE VALDOGNA MONTE JOF DI MIEZEGNOT

(2087 m) VILLA BUCINTORO

Scialpinisti superano il crinale sovrastante, la costruzione denominata dagli al/)ini, con un targa posta sulla facçjata tm le finestre a ogiva, Villa Bucintoro e proseguono ver:ço la vetta poco distante. Oggi con un recu/)ero unico nel suo f!,enei-e sulle Alpi Giulie, la vecchia costruzione del Comando è stata trasformata in uno

splendido bivacco in alta quota e intitolato al reparto alpino che lungamente difese e mantenne queste postazioni: "Ricovero Battaglione Gemona". Nella foto panorcunica esl'iva si possono ammii-ar·e i ruderi dell'eccezionale villaggio di guerra soi-to cr 1956 metri attorno al Comando di Settore di Villa Bucintoro: in alto a destra sjJunta la cima dello Jof di Jl,fiezegnot dove si trovavano la trincea di prima linea e le varie postazioni difensive con osservatori d 'cuti.glieria.

Nella fotograjìa storica alcune jètsi della costruzione del villaggio di guerra: da notare che in una prima fase, negli ultimi mesi del 1915, la costruzione, poi adil?ita a comando, era una chiesetta.


I


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ALPI GIULIE VALDOGNA MONTE JOF DI SOMDOGNA

(1889 m) 71 a COMPAGNIA ALPINI

1917

Da semp~,e lungo tutto il/i-onte l 'apprnvvigionamento idrico rappresentò un grandi:s,<;ùno problema: gli alpini lo risolsero in parte costruendo grandi cisterne per la raccolta dell'acqua piovana. Sullo }o/ di Sorndogna è ri1nasta incisa, su una cisterna costruita vicino a dei ricoveri, la scritta degli alpini della 7.1a compagnia del battaglione Cemorta.

"O ghirba, a me il ruo nome sa certo d 'ironia: tu salvasti la tua, io non salvai la mia 1 1\ifa non t'invidio, no!

Dirà di me la storia che più

dell'acqua tua, sete ebbi di gloria".

(cenotafi.o in un cimitero di guerra)


ALPI GIULIE VALDOGNA MONTE JOF DI SOMDOGNA

(1889 m) 8° REGGIMENTO ALPINI BATIAGLIONE GEMONA 71 a COMPAGNIA 4 ° PLOTONE

173 SQUADRA

1915, 1916 L'unica iscrizione rimasta nella Val Dogna che riporti per esteso la testimonianza dei repa11i alpini del/ '8° reggimento, bat1aglione Gemona: essa ri11lane custodita e

celata in una ·foresta .. di mughi nei pendii sottos1anti lo Jqf di S0111clog11a. Formato a Udine il 1 ° ottobre 1909, ! '8° reggirne/lto alpini incorporò i banaglioni Gemo11a, Tolmezzo e Cividale. Durante la prima guerra mo11diale dette uita ai battap,Iion i Nkmfe 11 rvenis, Cani n, Matajur. \/al Tagliamellfo. Val Fella. Ncttisone e Monte Nero, partecipando a lfe OJJerazioni nelle Alpi Carniche, s111/'Altopiano di Asiago e sul Grappa. L'Ordine

d 'argento al valor militare, jì'egiarono la sua bandiera, me11tre quattroji1rono le medaglie d'oro al v. m. individuali.

Nlilitare di Savoia ed una medaglia

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO Monte CUKIA (1767m) (Slovenia) 25 GUJGNO 1917 2~ ALPINI BATTAGLIONE SALUZZO 23a COMPA,GNIA 1°PLOTONE - 2aSQUADRA

Postr,izioni alle faldrç del monte Culzla in una località denominata "Colletta del Cuhla": ingresso di una caverna 1'icovero, chiusa da un muro in cemento su cui spiccano diverse iscrizioni. A causa di una forte scossa di lei-remoto avvenuto nella zona, fa parete e parte della caverna sono crollati.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO Monte CUKLA settore del SACRO CUORE (1767 m) (Slovenia) 2° ALPINI BA1TAGLIONE SALUZZO zza COMPAGNIA

Dopo la targa della 23a compagnia ecco l'iscrizione della 2~ compagnia che manteneva nel settore del Culi/a le postazioni denominate del Sacro Cuore, dove operavano ancbe gli alpini del Gntj_;po Speciale Bes.


MAPPA ZONA DEL CUKIA, ROMBON E SACRO CUORE

Piano di azione dei battaglioni alpini Saluz zo, Ceva, Bassano e Val Camonica, per la riconquista della quota del monte Culela dalle posizioni di partenza delle quote dell'Addolorata e del Sacro Cuoi·e 10 maggio 1916. (S/01-ia delle truppe alpine- A.N.A.). Coutraj]otte del m onte Rom bon, nella conca di Plezzo, il C11kla ji,1, conquistato la prima v'Olta il 23 agosto 1915 con un esemplare assa lto del battaglione Ceva .

ll 13/ebbraio 1916, 1:/ nemico, con un ben disposto attacco, riuscì a impadronirsene, ma il 10 maggio successivo, i bat1aglioni Sa/uzzo e Bassano lo ristrappai·ono di nuovo al nemico, guidati dal tenen te colonnello Luigi Piglione, cbe lasciò la vita sulla raggiunta p osizione. Per questa valorosa ed estrema azione, all'ufficialefu concessa la medaglia d 'oro al valor militare.

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Pini Mug 1753

250


ALPI GIULIE FRONTE DELL'AI:fO ISONZO Monte CUKIA settore del SACRO CUORE (1767 m) (Slovenia) REGIONE BES ( GHID ?) BATTAGLIONE SPECIALE BES ga COMPAGNIA VILL.\.GGIO DI GUERRA SACRO CUORE

DAL 12 AL 19.. (?)

Il colonnello Celestino Bes.fu per lungo tempo 'il comcmdante di questo settoi·e e rimase.ben impresso nelle memorie del sacerdote Alberto Garaventa che così ricorda nel su.o

90

diario: "Zona del Sacro Cuore - Fra i cimiteri che mi rimasero impressi è questo da noi chianiato Vallone dell'Aquila a circa 2000 metri, nel quale riposano oltre un centinaio di alpini. In questo solitario cimitero si ergeva per la pietà dei combattenti una splendida ci·oce di bianchissimo marmo sul quale si leggeva la seguente espressiva epigrafe dettata dal valoroso colonnello Bes, allora comandante del settore Rombon: ''.Non lacrfrne non fiori! I saci-i morti hanno a con/orto pio, preghiere s14jì-'agi speranze". Ai men-ti del Ceva

jì,1.rono aggiunti quelli del Dronero, Sa/uzzo, Borgo San Dalnzazzo, Val Ccunonica, e di altri di cui ho perduto il ricordo e che hanno successivamente presidiato il Rombon '' (Sacerdote Alberto Caraventa - In Guerra con gli Alpini - Mundus, Nlilano 1935) Tl 27 e 28 agosto 1915 si tentò per la prima volta, da queste postazioni, di conquistare il m.onte Rombon. L'attaccofu condotto dal nucleo di arditi denominati "battaglione speciale" o "gruppo Bes" dal nome del loro comandante Celestino Bes, che con il grado di maggiore sarebbe poi stato anche comandante dal 14/1/1916 al 27/5/191 7 del battaglione alpini Val Tanaro. Per i suoi alti rneriti, fu insignito della nomina a Cavaliere dell'Ordine M-ilitare di Savoia e della medaglia d 'argento al valor militare. Il battaglione speciale Bes era formato eia due compagnie del htg. Ceva e da due compagnie del btg. Pieve di l'eco. Dei piccoli nuclei riusc;ii'ono a raggiungere la velia del Rombon, ma la violenta reazione avversaria e il jì,1.oco dell'art-igl-ieria, imped1~ il successo dell'azione.


Arditi feriti rkntrano d opo I'az1011e. . '


ALPI GIULIE

FRONTE DELL'ALTO ISONZO Monte CUKLA settore del SACRO CUORE (1767 m )

All'i1nbocco di una profònda caverna, l'architrave blindato d 'ingresso1 oggi crollato, portava il .fi··egio di una grande aquila simbolo degli alpini,_c, he sorreggeva il Sacro Cuore di Gesù: in questa zona appunto denominata del Sacro Cuore si trovavano nu1nerosi ricoveri, caverne, comandi e tanti piccoli cimiteri. Il no1ne derivava anche dal fatto che le rocce

?

192

calcaree di questa zona sono tempestate da grandi.fossili di megalodonti, che ricordano molto da vicino la f orma di un cuore con i ventricoli.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO ZONA DEL MONTE NERO (KRN) Monte POTOCE (1996 m) (Slovenia)

136a COMPAGNIA ALPINI 1916 Varie iscriz,ioni della 136n compagnia alpini battaglione Monte Spluga che presidiarono per lungo tempo le postazioni dell'arido acrocoro del monte Potoce. Qui nella durissima pietra,jì,truno scavate projbnde trincee e numerose caverne e ricoveri. Nella foto si evidenziano le postazioni che si portavano verso la vetta del monte Nero che si staglia in fondo sul cielo. Al centro la brulla cupola del Potoce (1996 m) e sullo ifondo la cuspide rocciosa del Lemez, caposaldo della linea austriaca.

1


ALPI CARNICHE PASSO PRAMOSIO (1750 m) PIZZO TL.'1AU 2° ALPINI - 222a COMPAGNIA GALLERIA n.1 LUNGHEZZA METIU 6 4,80

CAPACIT,\l UOMINI 350 GALLERIA n. 3 LUNGHEZZA METIU 68,50

CAPACITÀ UOMINI 380

Importanti gallerie numerate, f acenti parte del sistema d{fensivo italiano a Pa$sO Pramosio, furono scavate dalla 222" compagnia del battaglione alpini Val Varaita che indicò oltre alla lunghezza degli scavi anche la capienza di i··tcovero in caso di necessità. Gli uomini potevano trovarvi riparo sicuro o tras)èrirsi uelocemente da queste

194

gallerie, poste nelle immediate retrovie, alla linea trincemta. che sharraua il valico. Oggi le gallerie n.1

e n.3 sono ancora in parte 1.tisitahili, mentre detla tjJotetica galleria n.2 non è stata trovata traccia.


MAPPA ZONA DEL MONTE NERO (KRN)

Carta del combaltimenro del 76 giugno 1915 per la conquista del monte Nero (Krn 2245 m): in evidenza i toponimi a cui si/a riferimento per numerose iscrizioni e testimonianze ritrovate in questi /uogbi oggi in territorio sloveno (Vrata, Potoce, P11 nta Val/ero, monte Rosso, Kozljak). (L'Esercito Italia no nella Grande Guerra. US.SMJ:::, voi. II - carta n .2). li monte Nero è la montagna pilì alta del bastione che si erge sulla sinistra del/Isonzo, e che e/alla conca di Plezz o, per le successiue vette dei monti Rosso, Sleme. Mn:li e Vodil, dif.!,mda nella conca di Tolmino. le truppe italiane, subito dopo aver varcato il confine (24 maggio 19 15) e passato l'lson:z:o nella conca di Caporelto. risalirono le p rime pendici del monte Nero espugnando l'in tero contra.tforte Vi:5ic-Vrata. La conquista del monte s·tmponeua per dar sicurnzza alle 11ostre posizioni sulla sinistra de/l 'Isonzo e per lo sviluppo della ma11ovra verso Tolm ino. L'al/acco.fi1 ordinato dal generale Donato Etna. com.andante dei due gruppi alpini A e B della 2'' Armata operanti nella zona, per la notte sul 16 giugno; esso doveva essere condotto di so,presa. Truppe alpine del P,ruppo A doueua110 m11ouere dal Koz ljak e reparti del gruppo B dal Vrata. L'incarico dell'attacco dal \!i"(,{,ta.fit affidato alla 35° compagnia del ba ttaglione Susa, comanda ta eia/ capitano Varese; de/l'attacco dal Kozljak. furono i uca rica te l B4" compagnia ciel ballaglione Exilles, comandata dal capitano Arbarei/o. e La 3JC' al comando del capitano Rosso co11 il compito di p11 ntare sulla destra del/'84c', 1Jerso la sella fra

monte Nei-o e monte Rosso. L'azione riuscìpe,fettamente: la colonna del capitano Arharellu i-aggiunse la sommità del monte e, piombata di so,presa sui difensori, li travolse alla baio11etta. Pari111entijò rtunata .fìt l'azione dalla parte del VraJa. dove [!,li alpini del Sttsa costrinsero quasi tutto il presi.dio austriaco alla resa (oltre 200 uomini con 72 iif(iciali).

La conquista del m onte Nero, cosi: rapida e trawlgente, fu de.fì11ita dag li stessi Austriaci "un colpo da maestro " e rimase sempre, per tutta il conflillo. uno degli esempi piiì fu minasi e g /01-iosi di guerrtt alpina. Per essa i battaglioni Exilles e Susa ebbero la meda.glia d 'argento al valore militare.

19


ALPI GIULIE - FRONTE DELL'ALTO ISONZO (Slovenia) Settore del MONTE NERO (Krn) 2245 m E MONTE ROSSO (Batognica) 2163 m Fregio 1 ° reggimento alpini Messi in fuga i nemici, infrante finalmente le inique frontiere e, co1nbattendo valorosamente per nuovi confini della Patria, i soldati, del battaglione Val Tanaro, del primo reggin1ento alpini, memori della religione della stirpe, qui sulla scoscesa vetta del monte, rosso per il

196

sangue, la terra ed il nome, dedicarono a questo sacra.do, desiderato per proteggere col favore cli Dio, le spoglie riunite dei caduti in combattimento, nei campi e nelle trincee, dall'infudare delle piogge e dagli austri, 31 maggio 1916. (Trad. dal Latino)

Sul monte Rosso al termine di una ripida scalinata intagliata nella uiva roccia si trova un grande pilastro con l'incisione di una lunga scritta in latino. La scritta venne dedicata su questo conteso monte,

contiguo al rnonte Nero, dal battaglione alpini Val Tanaro ai com.militon:i caduti. Nei pressi era stato ricavato a picco sul vuoto un piccolo cimitero reggimentale. Sul pianoro che costituisce la sommità del monte Rosso si fronteggiarono per oltre due anni il presidio italiano, che ne occupava circa i due terzi, e quello austriaco. Tutto il pianoro, che appare sconvolto dalle esplosioni, è solcato da trincee e gallerie, e sicuramente la gran parte degli escursionisti non sa che sotto quelle rocce sconvolte


giacciono tuttora le ossa, mai

7 ° rgt. diuentarn110 Pieve di Teca,

recuperate, dei molti fan/i della

Ceva e Mond ovì. Per il primo

Brigata Etna cbe, nelle prime ore del

conf/i!to mondiale. dura11te il quale

mattino del 24 ottohre del 191 7, furono sepolli 11el/e loro lrincee dallo

combattè, oltre che sull'Alto Isonzo, anche sull'Altopic1110 d i Asiago,

scoppio della mi11afa11a esplodere

sul/'Ortigara e sul Grappa, il 1°

dagli A ustriaci.

Alpi1Li costituì altri sei battaglioni, e

Il hattaglio11e Val Tanaro era un.o

precisamente il Mo11te Saccarel/o, il

dei tre sui quali uenne ordinato il 1 °

Monte J\llercantour, il Nlonle Clapie1;

reggimento alpini cosituito a

il Valle Arroscia, il Val "J'cma.ro ed il

Mondavi il 1° novembre 1883. Con il riordinamenlo del Co17Jo. i

Val El/ero.

ba/taglioni assunsero la denominazione delle località sedi dei risf)eltiviDej)osili, p er Clii quelli del

29 luglio 1923, i reduci del battaglione Val Tauaro commemorano i commilitoni cbe a.r rossa.r ono con il loro sangue le aspre p endici del monte Rosso

1S


FRONTE DELL'ALTO ISONZO

contribuì a costruire questi trinceramenti e p1·esidiò

(Slovenia)

nell'autunno del 19.76.

Settore del MONTE ROSSO 2163 m

Il 10 malJgio 1916, la 213a compagnia occupò le trincee del

ALPI GIULIE

(Batognica) 2 ° REGGJJ.'1ENTO ALPINI

venne schierato a colletta di Koz(juk ed al monte Rosso efìno al 26 novembre alternò le sue comJJagnie nelle posizioni del settore di monte

BATfAGLIONE VALLE STURA

monte Nero ed il giorno seguente la 2 14a rinforzò il battaglione Dronero

Nero . Cli alpini, oltre alla sorueghanza delle linee,

OTTOBRE 1916

a colletta I<ozljak . Jl 15, quest'ultima

Nelle trincee btind,,a te sulla sommità del monte Rosso (2.163 ni),

compagnia venne chianiata in Linea

s'impegnarono in notevoli lavori di .fortf(i.cazione delle zone loro

.

posto diji·onte al monte Nero, si rintraccia, all'interno di una cupola difensiva con un piccolo pozzo che i1nmette in u:na galleria, una targa del battaglione alpini \!alle Stura, che

198

delle truppe nel settore. il Valle Stura

sul monte Rosso, per respingere, unitamente al Val Tanaro, un attacco ~/errato dal nemico, mentre il comando con la 215a jìt dislocato di rincalzo alle.frane di Koz(jal:?.. il 1 ° giugno, con la nuova sistemazione

assegnate.


ALPI GIULIE FRONTE DELL' ALTO ISONZO (Slovenia) Settore del MONTE NERO (Krn) 2245 m MONTE NERO COLLETTA KOZLIACK 2° ALPINI

101a COMPAGNIA LUGLIO 1916

L'iscrizione è stata scolpita nella roccia dagli alpini del battap,lione Dronero nei pressi della stazione d 'arrivo della tel~ferica che collegava la Colletta alla cima del monte Nero.

Dalle postazioni del Kozljak nel gtugno del 1915 si mossero le truppe italiane per la conquista storica del Monte Nero: fu un avvenùnento che venne subito circondato da un alone eh Leggenda diventando uno tra i maggiori esempi delle gesta degli alpini Si trattò i11fatf'i eh uno dei piiì. importanti fatti d 'arme dei primi nwsi di guerra del 1915 e suscitò un grande interesse nell'opinione pubblica, che imparò a conoscere il ualore delle truppe alpine.

15


ALPI GIULIE

conquistarono inizialmente il ·m onte

(Slovenia)

Sto! ed il Koz(iak, quindi, il 16 giugno 19.15, la quotaphì alta del

Settore del MONTE NERO (Krn) VIA EXILLES

Il gmjfìto indica il nome della mulattiera.di guerra che saliva dall'abitato di Kosec, vicino a

200

Durante il co71:fl.itto, gli alpini

FRONTE DELL'ALTO ISONZO

monte Nero (2245 m) che svetta nella parte alta della foto . Le ualorose azioni del battaglione Exilles (3° reggimento)

Caporetto, alla Colletta Kozlj'ak, e che fu costruita dagli alpini del

valsero al reparto, oltre alla citazione sul Bollettino di Guerra

battaglione Rxilles per consentire il

del Comando Suprenio, anche la

rifornimento delle posizioni in quota di monte Nero e inante Rosso.

concessione della medaglia d 'argento al valor militare.

"Sali come il camoscio, piomba conte l'aquila, resisti come il macigno".


ALPI GIULIE

ALPl GIULIE

VALDOGNA

VALDOGNA

FORCELIACUEL TAROND

(1740 m) 8 ° REGGIMENTO ALPINI COMANDO

FORCELLA CUEL TAROND (1740 m)

269a COMPAGNIA BELVEDERE DI RIO BUDIC

lungo il sentiero di salita alla Forcella Cuel Tarond

Lungo il sentiero di salita alla Forcella Cuel Tctrond si

s 'il1.contra il cippo della 26<;f' compagnia battaglione alpini Val Fe/la costruito in u11 punto pauommico: il posto

i11contra110 gli imponenti ruderi su due piani in cui eremo

è pa,ticolarmente suggestivo per la vista s1tlle superbe pareti

BATTAGLIONE VAL FELLA

alloggiati i Comandi dei ballaglioni alpini Val Fel!a e Monte Canili.

del Jof di J\!fcmtasio e del Cimone. Un pe,i.siero va a quegli alpini che, pur in quei tristi momenti di guerra, riuscivano 1tgualme11te a godere e a elevare lo sguardo e lo spirito su quelle montagne p er godere della loro vertig inosa bellezza.


W2

ALPI GIULIE

(1740 m)

ditnenticato dal tempo. Sullo :i/Òndo la linea di cresta del Cuel dei Pezz, doue si tmvava la prima linea italiana.

Nei pressi dei ruderi del ricovero cbefu sede di comando del battagl'ione,alpino Val l'ella, un artistico altorilievo in cemento raf/ìgura un alpino di sentinella .fèdehnente riprodotto a ,grandezza naturale, completo di divisa ed equi,paggiarnento. Dopo novant'anni egli è ancora lt~ net grande silenzio della montagna che lo circonda, attento nella sua consegna e

Tl 3 agosto 1915, il coniando del btg. Val Fella dislocò la 269{1 compagnia a q.1581 - Ctap del/Jouet - est dijòrcel!a Bieliga e la 2 70a a jòrcetla di Cuel Tarond - Cuel dei Pezz. Il giorno 20, la 269a si riunì alt 'altra compagnia nelle posizioni di jòrcella di Cuel Tarond. Il battaglione impiegò i suoi reparti in lavori di fortffìcazione e di pattugliamento. Respinti due attacchi

VALDOGNA FORCELLA CUEL TAROND

?

nemici, il 18 ottobre ed il 6 novembre, il Val Fella, il 25 dicembre, restrinse la sua occupazione a q.1622 -jòrcel!a Cuel Tarond-Cuel dei Pe.zz-Crosadòn. Nella pritnavera del 1916, il btg. \/al folla fu 1·ilevato dal b.(g . Monte Canin e inviato nelle retrovie della \/al Dogna. Nell'agosto venne inviato in Val Racco!ana a Punta Plagnis Graguedul.


ALPI GIULIE GRUPPO DELJOF DI MONTASIO PUNTA PLAGNIS (2050 m) 8 ° REGGIMENTO ALPINI 2703 COMPAGNIA BATTAGLIONE VAL FELLA

A dimostrazione dei settori presidic1ti nel tempo da questi reparti, dalla Val D0g11a ci spostiamo sui monti della Val Raccofana dove nei pressi della Punta Plaf,nis (2050111) si rintraccic1 una cisterna per la raccolta dell'acqua che era posta atrinterno di alcuni ricornri e collegata esternc11nente a solchi scavati nella roccia che convogliavano l'acqua piovana all'inlemo della vasca. Sullo ~fondo

il poderoso gruppo del monte Ca11i11 doue il fronte conlinucwa peTpoi arril'are al monte Kombo11.


!04

ALPI GIULIE VALDOGNA MONTE PIPER (2069 m)

Altra cisterna per la raccolta dell'acqua posta all'interno di un ricovero in muratura che era addossato alla parei.e rocciosa del rnonte Piper' Questa volta l'incisione è quasi una rappresentazione allegorica: un alpino cattura con le sue mani L'aquila bicipite austriaca . Nelle fotograjìe oltre ad osservare la completezza della costruzione inserita nell'angolo del ricouero, si può notare quanto importante sia stato l'intervento di restauro che restituisce l'opera completa.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO ZONA DEL Monte NERO (KRN) Monte POTOCE (1996 m) (Slovenia) 5° ALPINI - 136a COMPAGNIA

1916 Come abbiamo già visto l1111go tutto il fronte il problema dell'approvvig ionamento idrico fu sempregrc,ve; ecco ancora una cisterna per la raccolta dell'acqua con una iscriz ione degli alpini della 736" compc,gnia del battaglione M. Spluga.

ALPI CARNICHE GRUPPO DEL MONTE VOLAIA 3° REGGIMENTO ALPINI

231a COMPAGNIA 4° PLOTONE BATTAGUONE VAL DORA

Accanto al rifugio del CAJ ·'lambei·tenghi-Romanin" al Passo Va/aia (1955 m), è stata murata una targa ritrovai.a nelle trincee sourasta.11/i che sbarravano il {)alico.


)6

ALPI GWLIE

ALPI CARNICHE

VALDOGNA

GRUPPO DEL MONTE COGLIANS

SELLA BIELIGA (1450 m)

Gm.ndej1·egio del 3° reggimento alpini battaglione Pinerolo inciso su di una roccia posta sulla sella ùnmediatamente sovrastante il rifugio Marinelti (1900 m ) , n el gruppo del Monte Coglians. L'iscrizione ricorda i reparti alpin i che presidiarono queste postazioni

14 LUGLIO 19 17 509a COMPAGNIA MITRAGLIEIU FIAT 4 ° ALPINI :

Iscriz ione lungo la seconda linea forttfkata di massima _1;esistenza costruita da Sella Bieli.ga e che saliva verso la prinia linea del monte Scbenone: su di una jèritoia blindata si rintraccia la 0critta di questa sezione di mitragliatrici.

n el 1916.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO ZONA DEL MONTE NERO (KRN) PUNTA VALLERO (2076 m) (Slovenia) 1916

austriache della Val T.epena, .fu ajjìdata il 5 gi ugno 1915 al sottoteue11te Valerio Val/ero del battaglione alpini Susa. Alla sua morte. avue1111ta il

5° REGGIMENTO ALPINI Semplice isc1°iz ione degli alpi11i sulle rocce della Punta Val/ero. Tra la nebbia si scorge la Sella

monte Vrata sempre nella stessa zona,. g li.fu dedicato il cocuzzolo da

Vrata e la cu,\pide denoni inala

lui precedentemente conqu istato.

successivo 16 giugno durante un assalto a l contrafforte monte Nero -

Pu111a Gloria.

!.a determinante occupazi011e della quota 2076, da c11 i si p oteuano dominare le posizioni del monte Poroce e osseruare le retrouie

20


ALPI CARNICHE M ONTE FREIKOFEL ( 1757 m )

8° REGGIMENTO ALPINI - 1916 12aALPINA

z a e 3a SQUADRA

Particolare trincea coperta che scendeva c(al Freikqfel verso il Passo del Cavallo: al suo interno, vicino a una postazione con .Jèritoie per niitragliatrice, si trova una grande targa della zi e 3a squadra della 121 compagnia dell '8 ° reg_({imento alpini battaglione Tqtmezzo cbe probabilmente esegui dei lavori di fortfficazione nel 1916.

208


ALPI GIULIE VAL DOGNA - MALGA POCCET 8° REGGIMENTO ALPINI

BATIAGLIONE MONTE CANIN 97a COMPAGNIA

Una delle poche testimonianze della 97' compagnia battaglione alpini Monte Canln è rimasta murata nel muro della malga Poccet, recentemente restaurata. Durante il conjlitto il ricovero era la sede del Comando di settore. Permane ancora nella Valle e tra gli alpini delle numerose sezioni dell'A .N.A. della .zona la lontana leggenda costruita

attorno alla 97' compagnia ricordata carne compagnia "dei hriganu ·· o meglio a11cora "compagnie dai briganz". All'inizio delle ostilità. il 24 maggio 79 15, una parie del co1?fì1te era presidiata dai battaglioni alpini Val Fella e Gemona ed a quest'ultimo dal novembre del 79 14./t,t assegnata la 97' compagn ·ia durante una breve cerimonia tenuta nella piazza di Cemona. Il "Gemonc1 '· ritornava così ad cwere in organico quattro compagnie operative: 65f'-7(f', 71(/ e come già detto la 97'' cbe diverrà col trascorrere dei mesi di guerra sempre

più fam osa e tenuta in 11oleuole consideraz ione da parte d i vari cornancli dislocati nel settore del fronte. Questa compagnia con grande valore e azioni temerarie presidiertì per un lungo periodo la zona de!Jof di Miezeg11ot - Costone Pecceit. Em costituita per la maggior parte da alpini friulani, ma in essa confluirono un fmte gruppo di montanari provenienti dall'Abruzzo e di pastori calabresi. La 9 7' compagnia jì t. ai primi cli aprile del 1916, spostata nell'orgc,nico del battaglione alpini Monte Canin .

20


ALPI GilJLIE

Cresta Vrsic - Monte Vrata

5.5 AL 10.8.1916 LA INVITTA COMPAGNIA ALPINA -

COCUZZOLO "CAMPER!" (1700 m) Gntppo del Monte Nero (Krn)

BATTAGLIONE STELVIO. Nei primi anni '90 è stata

(Slovenia) 5 ° REGGIMENTOALPINI QUESTO RID011"0 PROPUGNACOLO AVANZATO NELLA SACRA CONQUISTA STRENUAMENTE VITTORIOSAJWENTE TENNE CONTRO FURIOSO ATTACCO NEMICO SOVERCHIANTE IL 25-26 MAGGIO 1916 - PRESIDIÒ CON IMMUTATO VALORE SERENO D'ABNEGAZIONE DAL

riportata completamente alla luce, dopo parziale scavo, questa grande lastra in cemento situata nella parte terminale della cresta del Monte Visic denoniinata dagli alpini "Cocuzzolo Camperi" (1700 m) in onore del toro capitano lì caduto. luogo impervio ma di grande ùnportanza strategica a poco più di 2000 metri di quota: "..in un tratto della linea su.Ila cresta le due trincee distavano da

dieci a quindici passi. Penosa e molto d{ffic1le la vita ai due reparti contrapposti cbe la presidiavano. Causa di una serie di tentativi di riscossa da pa11e nemica. e di ten/.ativi di ulteriori assalti da parte nostra c/.?e costarono sempre molto scm.gue, ma lasciarono purtroppo anche sempre le cose al punto di partenz a ". Il cippo venne eretto dalla 13 7:i compagnia del battaglione Stelvio a ricordo del fatto e,i'anne avvenuto nel maggio 1916. Riconoscibili nella foto, al di là della cresta del Vrsic, le cime del 1vfonte Vrata e del 111onte Nero.

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210


ALPI CARNICHE

(origi11ariamente, per tipica usanza,

MONTE FREIKO FEL (1757 m)

abbreviato in 70L 1/2)

8 ° REGGIMENTO ALPINI BATTAGUONE TOLMEZZO

Questo battaglione, il 6 giugno 19.15, riusciva ad occupare il

12a COMPAGNIA

Freilwf el, im,porta llte posizione

1916

inle1posta tra il Pal Grande ed il Pal Piccolo.

!111mediata111ente sotto la vetta del Freikofel, dove erano situate le trincee diprima llnea , sul versante

Uno spesso m u ro con.funz ioni

sud, si apre una interessante

para-scbeggia proteggeva l'accesso alla caverna, cbe era a sua volta

caverna ricovero e al suo i11g resso è

chiusa da una pa1·ete in cui era

posta llna grande targa riproducente i/fregio con l'aquila del/'8°

1·icavata una piccola apertum per

l'ingresso.

reggimento alpini battaglioJ1e

Tolmezzo, 1:Z:1 compagnia

2


ALPI CARNICHE Passo di Monte Ct·oce Carnico Mulattiera di guerra L'eccezionale opera, cli scultura eseguita dai reparti alpini del 3° reggimento lungo la mulattiera di guerra di l}io Monumenz. L'abilità dello scultore, che ha anche jìrmato la suq opera ( Cenllti

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cù Jvli!ano) ba fatto sì che l'aquila se,nbri quasi involai-:çi dalla parete rocciosa cbe sorregge il,Ji'egio del 3° reggimento Alpini con iljì,cile e la piccozza incrociati. La foto ravvicina/a permette anche di apprezzare il Jìne lavoro di scultura e rifinitura dell'opera, che maestri scalpellini inteipellati dagli

autori banno dichiarato essere stata eseguita in non meno di 2 mesi di lavoro. Vale ricordare che si tratta, nell'intero censimento delle iscrizioni, della testimonianza, phì grande e artisticcmiente notevole cbe sia stata rintracciata sull'intero _lì-onte cbe percorreva la re{?ione Friuli Venezia Giulia, dal mare .Adriatico alle Alpi, Il ualico di ivfonte Croce Carnico (1360 m), all'inizio delle ostilità, venne occupato dal hatlaglione alpino Tolrnezzo e dal 30° reg_C!,imento fanteria; gli Austriaci, a loro volta si attestarono sui sovrastanti Cellon e Pal Piccolo nonché sul vicino costone 'Wase", Gli unicijàtli d 'arme di una certa rilevanza si verfficarono nei mesi di marzo e maggio dei 1917. il primo ebbe luogo nella nottefra il 26 ed il 2 7 marzo, quando gli Austriaci, mimetizzati con camici hiancbi e muniti di la:nciajìanime, tentarono di occupat·e la casermetta della Guardia di Finanza, ma scoperti in tempo furono costretti a desistere lasciando su.l ten°eno numerosi morti. Un secondo tentativo, anch'esso andato a vuoto, fu effettuato il 23 maggio, quando la neve era ancora alta alcuni metri, Gli Austriaci, dopo aver percorso una galleria di circa 800 inetri scavata nella neue, cercarono di irrompere all'interno della medesima casermetta dove però il plotone alpino cbe .lJi era acquartierato non si fece sorprendere, ma anzi contrattaccò decisamente ingaggiando con gli Austriaci un violento corpo a co1po. Questi si ritirarono attraverso la galleria, che venne poifatta crollare per impedire l'inseguimento da pa11e italiana.


ALPI CARNICHE

Passo di Monte Croce Carnico Mulattiet·a di guerra ve1·so il monte Pal Piccolo 3° REGGIMENTO ALPINI BATI'AGLIONE VAL PELLICE 224a COMPAGNIA

1916 Lungo la mulattiera cbe risale dal Passo d i monte Croce Carnico verso

il Pal Piccolo, tracciato contraddistinto dal segnavia C.A.1.

401, si incontra n o a lcuni ruderi di ricoveri, posti sollo un ·atta parete rocciosa, che conservano una targa eseguita net 1976 dalla 224.0 compagnia del ha/taglione Val Pellice del 3° regqimento alpini che probttbilmente li ed{/ìcò .

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ALPI CARNICHE CRETA DI TIMAU (2217 m) 8 ° REGGIMENTO ALPINI

Caverna .fòrtijìcata con cemento armato e con ampie feritoie, posta sul crinale nord-est della Creta di Tirnau. Sopra l'ingresso troneggia la grande aquila de/fregio dell'8° reggimento alpini. ~

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ALPI GIULIE VALDOGNA 8° REGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE .MONTE CANIN, 1 2 SEZIONE MITRAGLIATRICI

Stupendo fregio posto sulla galleria dell'8° reggimento alpini, battaglione Monte C.,à.n in, situata sul crinale sovrastante Forcella "Cuel Tarond", dove erano appostate le 1nitragliatrici della 1a sezione. Sullo !ifondo si stagliano le cime del monte Cuel dei Pez e dei Due Pizzi dove si sviluppavano le postazioni della prima linea italiana.


ALPI GIULIE VAL DOGNA Monte JOF DI SOMD OGNA

(18 50 m) 8° ALPINI 71 3 COMPAGNIA-1917

Iscrizione su una c isterna per la raccolta dell 'acqua costruita dai reparti alpiJ1i del battaglione Gemona al!efalde del Jo.f di Somdogna l1111go un cc111a/011e dove al ripam dct!l "avversa r io saliva la telf?/àrica per la vetta.

ALPI CARN1CHE MONTE PAL PICCOLO (1866 m) 1 31a COMPAGNIA BAT fAGLIONE MONCENISIO

Poco sotto la quota dove soi:r~e il 'Trincerone·· italiano sul Pal Piccolo si apre un sistema di gallerie delle

truppe italiane, dove, sulla parete interna di roccia, è rimasto il graffito della 13Jf' cornpagnia del battaglione a/piJ1 i Moncenisio, a hbellito da

un 'a quila stilizzata e dalla toccante riproduzione d i un alfJino in divisa

.fedelmente riprodono con il suo fucile e il cappello piumato.

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ALPI CARNICHE RIDOSSO RETROVIE DEL MONTE PAL PICCOLO 1 ° GENIO - 79a COMPAGNIA BATTAGLIONE MONTE GRANERO

Incastonati nella roccia, restano oggi i ruderi del ricovero costruito dagli alpini del battaglione Monte Gran.ero con il concorso della 79u compagnia del 1°genio. L'ed~ficio a più piani venne innalzato all'interno

di una grande cavità naturale ampliatct per lo scopo. Già di per sé stesso il muraglione esterno che sorregge e forma il terrazzamento su cui sorge la costruzione è un 'opera ciclopica, ed(fi.cato con Ire gradoni sovrapposti di niuro a secco. Nella eccezionale fòtogrctjìa storica della pagina successiva, i ruderi odierni tornano a ripopolarsi e a parlare a distanza di tanto tempo: la taiIJ,a rimasta si intravede sotto il pergolato, mentre in alto al centro si nota il grande fregio lapideo con l 'a quila degli alpini che oggi è esposto nelle sale del museo di Timau dedicato alla Grande Guerra. il battaglione 1vfonte Granero viene costituito nel dicembre 1915 e nel marzo del 1916 è, con le compagnie 125a e 126Y, in zona di operazione nella Carnia alle dipendenze della 26{! Divisione. Alla fine del mese la 126u compagnia viene dislocata a. Casere Pal Piccolo e la 125il ai ricoveri Cantore, dove vengono impiegate in varie attività operative nonché per i rifornimenti dei reparti in linea che banno occupato la suddetta cima. Ajìne aprile, dopo aver inc01porato !'82{1 compagnia provenienJ.e dal Pinerolo, il battaglione assume la d~/èsa della sottozona Pal Piccolo, dislocando i reparti nelle posizioni della cùna e della colletta del Frei/eojèl, con una compagnia in riserva a Casere Pal Piccolo. Le compagnie prouvedono alla sistemazione a dijèsa delle posizioni, alternandosi nel turno di trinceajìno a tutto i:! 1916.


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ALPI CARNICHE MONTE PAL PICCOLO (1866 m) ALPINI BATTAGLIONE MONTE GRANERO - ? COMPAGNIA - 1916

Serie di dossi rocciosi formanti il settore del Caste!to Rosso, dove è possibile rintracciare appoggiata sull'erba e prelevata prqbahilmente da una caverna sottostante, una targa spezzata che in data 1916 ricorda gli alpini del hattaglione Monte Granero. Sullo sjòndo la quota italiana del Pal Piccolo con una piccola parte del Trincerone di vetta; in alto la cuspide rocciosa della Creta di Collina. Sotto la cima italiana del Pal Piccolo, si notano le numerose apertpre delle caverne e delle gallerie di ricovero.

ALPI GIULIE - VAL D OGNA LINEE DIFENSIVE DI FORCEllA CUEL TAROND (1900 m ) 1917 - 8° All' lNl - 635a COMPAGNIA MITRAGLIATRICIFIAT la SEZIONE

Quota 1825 di Forcella Cuel Tarnnd. galle1'ia in parte .fi·anata che ospitava in f eritoie blindate le anni della sezione mitragliatrici del battaglione Monte Canin. l 'ingresso risultava completamente sepolto e la tct1:ga con l'iscrizione a//ìorava dal terreno. Dopo i lavori ctt: scavo l'ingresso è oggi nuovamente visibile.


ALPICARNIC~ MONTE ZERMUIA (2143 m) "L'ALPE DI CARNIA COME FOSSE DEL PIEMONTE, CON AMORE E CON VALORE GLI ALPINI DEL BATTAGLIONE SUSA, QUI VOGLION DIFESA DA L'INGIURIA NEMICA - E OGGI CHE DA ORIENTE INSIEME COI. SOLE APPARE LA GLORIA DI GORIZIA RISORTA, GRIDANO NON LA SPERANZA MA LA CERTEZZA DE LA VITTORIA D'ITALIA - AGOSTO

1916"

Lungo iljìlo di cresta, all'ingresso eh una galleria difensiva si rintraccia, su un caratteristico "cuore" di roccia, questa particolare iscrizione che per il restauro ha ricbiesto vere tecniche alj)inist'icbe e l'utiNzzo di impalcature. La scritta riconta nel. settore alpino la storica oj/ènsiva sul ji·onte carsico dell1sonzo, cbepennise la conquista di Gorizia e del monte Sabotino (6a /?attaglia dell'Isonzo, agosto del 1916). Gli alpini raggiunti dalla notizia vollero lasciare la

1te stimonicmza di quelle gloriose ,giornate incidendone il ricordo nelle ~-acce che dom·i nano dall'alto la jpicmura Ji·"i:u.lanct e da dove, in })articolari condizioni atniosfericbe, i o sguardo rnggiunge ti mare di 'Trieste.

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ALPI CARNICHE MONTE ZERMULA (2143 m) FORTE SUSA

35a COMPAGNIA 1917

La targa fu rintracciata da alcuni escui-~~ionisti:sempre suljìlo di cresta del monte Zermula nel sistema trincerato italiano e portata al Museo austriaco della Grande Guerra di Kotschach-Mauthen, doue, esposta nelle sale, è stata f otografata per l'importanza che riueste, associata alle altre testimonianze rinvenute del battaglione alpini Susa.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTE CUKIA QUOTA DELL'ADDOLORATA 2° REGGlt'1ENTO ALPINI

BATTAGLIONE BORGO SAN DALMAZZO 1916

Targa ajfi.ssa sulle muine dell'edificio dove aueva sede il comando della .13!! compagnia alpini del battaglione Borgo San Da /mazzo


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTE CUKIA - (Slovenia) SETTORE dei "BOSCHETTI" 33a BATTERIA BOMBARDE

la SEZIONE CAPORALE MAZWCCO SERAFINO PADOVA CAPORALE GALLI SECONDO.. . (?)

Nella zona dei Boschetti a quota 900, si trova una piccola caverna blindata con alcune iscrizioni incise sopra l'ingresso. Vi si leggono nonii e provenienza dei bombardieri in forza alla batJ.eria. Nei pressi si rintracciano le piazzole delle bomharde da 58A, che potevano lanciare proietti di circa 30 Kg ad una distanza massima di 800 metri. La batteria era dotata di 12 homharde.

Bombarda 58A.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTE CUKIA - (Slovenia) SETTORE DEI "BOSCHETI'I" 181 11 SEZIONE BOMBARDE 58B 1-10-1917 Scritta incisa sui gradini di una

piccola scalinata sul latp sinistro di una postazione in caverna. Il graffito è della 181n sezione autonoma

bombarde da 58B, pai•te costituente di quei pochi rinforzi inviati sul fronte del IV Coipo d 'Annata nel! 'ottobre 191 7, pochi giorni prima della rotta di Caporetto. La bombarda da 58B aveva una gittata massima di 500 metri e lanciaua p1-cJietti di circa 10 Kg.

Bombarda 588.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO

MonteCUKIA (Slovenia) SETTORE dei "BOSCHETTI" 33a BATTERIA BOMBAlillE la SEZIONE Altra postazione di ricovero dei soldati addetti alle bombarde da 5HA

detla 33a batteria.

Operazioni cli caricam.ento e sparo di una bombarda da 58A.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTE KRASJI ( 1773 m)

(Slovenia) 583 BATTERIA DA 105 - (?) PEZZO

- Capo Pezzo Piroballo Zefirino (?) - Serventi: 1 Soldato Barcarello (?), 2 Bava1-esco Umberto , 3 Sianchin Luigi, 4 Br~ggio Virgilio, 5 (?) Luigi, 6 Bic Romano, 7 Garniato Angelo, 8 Pasello Carlo , operaio Pomoli Alfonso - ? 29 agosto 1917 Sui 1·uderi di un ricovero in muratura, posto in una posizione

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dominante sulla p iana di Bovec (Plezzo), è rimasta intatta questa targa della 58{1 batteria da 105. Dal novembre 797 6, furono costituiti i nuovi gruppi di cannoni da 105/28. Ogni gruppo trainato dell'artiglieria campale pesante era organicamente formato da tre batterie su 4 pezzi della stessa specie (obici o cannoni). Dati tecnici e prestazioni del cannone da 105 erano: tiro rapido, scudo cli protezione, alzo a cannocchiale panoramico, aj/usto a ruote, uomero pieghevole, peso in

batteria 24 70 Kg, lunghezza totale 6, 9 metri, peso del proietto 76 Kg, gittata massima .Z1.200 metri.


Cannone da 105/ 28 pesante campale di progettazione Sclu1eider e prodotto dall'Ansaldo.

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ALPI GIULIE VALDOGNA LINEE DIFENSIVE DEL MONTE JOF DI SOMDOGNA (1889 m)

Fregio 36° REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA

lmjJmtante ricovero osservatorio dell'artiglieria, posto poco sotto la cima dellojofdi Somdogna: ancora peifettamente conservato nelle sue parti in legno, su di una parete spicca ilfregio a cannoni incrociati del 36° 1-gt. artiglieria da campagna.

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Alfa vigilia detta guerra, il reggimento risultava ordinato su comando e tre gruppi con cannoni da 75 rnm mod.1911 Déport,· successivamente il deposito reggimentale jòrmava 4 gruppi e 13 batterie da montagna oltre a 2 batterie d 'assedio. La gittata ·m assima del cannone da 75mm raggiungeua gli 8400 metri, con ampi settori di tiro, soprattutto in elevazione, tanto che il pezzo poteva essere impiegato anche in ruoto contraereo.


ALPI GTIJLIE

4° REGG.ll\'1ENTO

FRONTE DELL'ALTO ISONZO

ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA

MONTE KRASJI (1773 m)

63 BATTERIA

(Slovenia)

KRASJI Villi 7 OTTOBRE 1915

QUI CADDE DA PRODE COLPITO DA GRANATA AUSTRIACA IL VALOROSO SERGENTE MAGGIORE .MENNA VlNCENZO SIA LA SUA MEMORIA COSTANTE ESEMPIO DI VALORE ED ABNEGAZIONE

Sella di quota 1640, poco sotto la vetta del Krasfi, accanto a monumentali ricoveri in muratura, oggi in parte dirocca.ti, sorge quasi intatta un 'alta colonna di jJietra.

.Jìne1nente scolpita cbe ricorda come in questo punto cadde il sott14ficiale Merma Vincenzo. Sullo ~fondo spiccano la cuspide del monte Nero (conquistato dagli alpini nei primi ·1nesi di guerra del 1915) e la cresta del monte Vrata dove proseguiva la p1'ima linea italiana .


ALPI CARNICHE CThffl'ERO DI GUERRA DI COLLINA

70a BATTERIA D'ASSEDIO

"Dal destin o portati a difesa del sacro confine della Patria, sull'alpe ~ccelsa eta valanga rapiti alla vita - Aleggiano !'anime su queste ve tte auspicando alla gloria d'Italia Plumbs 21 novembre 1916". Nel paese di Collina, prima retrovia delj?'onte del Volaia, si rintraccia vicino alla chiesa un cimitero di guerra con una

monumentale lapide che ricorda un 'immane tragedia che :,pezzò le vile di 31 arli,glieri di cui tutti i nominativi sono ricordati nell'incisione. Non si può non rimanere "colpiti" per la valanga che in novembre, con l' inverno non ancora iniziato, scese seppellendo l'intera baueria e i suoi artiglieri: rileggendo ad uno ad uno i norn.i è co·1nmouente chiedersi come potevano adattarsi al clima e alla natura di alta m ontagna il capitano Cadau Salvatore di Caf!,liari assieme ai suoi conciltadini Melis e Seanu o il

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soldato Pappalan:io Sabato di Salerno che portò certamente il ricordo del suo prq/òndo mare tra queste montagne. Fo rse tragicamente essi videro la ne-ue per la prima e ultima uolta! Questa toccante lapide ricorda quanto dura e insidiosaji.,. fa guerra in montagna e quante uittime procurò il "Generale Inverno " a entrambi gli sch ieramenti impegnati a presidiare le linee del_jj-onte anche nel periodo invernale.


La guerra ·iri:_montagna nasce con lo scoppio della prima guerra mondiale e la sua caratteristica principale, oltre ovviamente a quella della particolarità dell'ambiente in cui si svolse, fu quella di non essere una guerra di ·m assa, come queL!a che si conduceva sull'Isonzo, a parte alcune eccezioni come il Col di Lana, l'Ortigam e ancbe l'Adamello, dove si a:ffrontarono parecchi battagl'ioni contemporaneamente . Si trauò per lo più di una guerra fra piccoli repmti, pattuglie, talvolta addirittura jì-a singoli combattenti. Difendersi eia! 1naltempo, dal .fi·eddo, dalla neve diventò spesso più importante della lotta contro il nemico. I soldati.furono occupati a mantenere i collegamenti con il Jòndovalle per ricevere i r(/òrnimenti di cibo e di legna per riscaldarsi. Oltretu/.lo, l'inverno jì-a il 1916 e il 1917fu tra i piiìfreddi e nevosi di quel secolo e anche se i due eserciti sejJpero organizzarsi al meglio pe1' resistere a questi rigori, con la costruzione di ricoveri, cli caverne nella roccia e di chilometri di teleferiche, la vita divenne lo stesso dul'issima, al limite della sopportabi:lità umana. Ci.fii poi il pericolo incombente delle valanghe, un fenomeno che nella guerra in alta montagna nello stesso inverno provocò più vittime dei combattimenti. Nel solo settore del passo di monte Croce Carnico morirono oltre 700 soldati austi'iaci a causa delle slavine. 1vfct tutto il jì··onte venne.flagellato da disgrazie di questo genere. È stato calco/etto che fra il .1915 e il 1918, su/fronte di montagna, escludendo quindi il Piave, l1sonzo e anche i Sette Comuni, due terzi dei morti sono stati vittime degli elementi (valanghe, frane, assideramenti, malattie da

1-a:f/reddamento e spossatezza) e solo un terzo vitt'ime di azioni militari. Circa 60.000 uomini, sommando Italiani ed Austriaci, furono uccisi dalle vala.ngbe; a questi ne vanno aggiunti circa altri 4.0.000 deceduti

per malattie dovute alfi'eddo e agli assideramenti; e infine altri 50.000 circa perirono per i combattimenti, raggiungendo così l'impressionante cf{ra di 150.000 soldati niorti in montagna.


ALPI GIULIE VALDOGNA

LINEE DIFENSIVE DI FORCELLA CUEL TAROND ( 1900 m ) 15° REGGIMENTO BERSAGLIERI 50° BATIAGLIONE SALA CHIRURGICA GAPIALBI

Sul mum di un rudere di una costruzione in muratura sito a Forcella Cuel Tarond a quasi 2000 metri di quota si trovava questa targa del 50° battaglione del 15° reggimento Bersaglieri che qui aveva disposto un luogo di primo soccorso con adiacente la "Sala Chirurgica

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GajJialbi", dedicata all'14/ìciale caduto che comandava l 'impmtante presidio. li censimento si è dimostrato fondamentale in questo caso nel proporre queste importanti testhnonia.nze perché questa è l'unicajòtografia che docunienta la esistenza della targa. in quanto nel .7994 è stata sottratta da ignoti. L'iscrizione è poi anche di fondamentale importanz a in quanto ba. permesso di "segufre ., questo repar/o nei suoi vari spostamenti n ei diversi settori del.fronte: questi sono

infatti gli stessi soldati appartenenti al 15° reggimento he1·:çci.glieri che hanno lasciato testùnonianza del loro passaggio nelle trincee carsicbe nel settore della "Dolina dei Cinquecento ".


Il maggior~ ivlassimo Gapialbi, comandante del 50° (L) battaghone bersaglieri, cadde sul campo di battaglia nel giugno del 1917.

ALPI GilJLIE VALDOGNA UNEA DIFENSIVA di SELLA BIELIGA 15° REGGIMENTO BERSAGLIEIU 51° BArI'AGLIONE REPAJffO ZAPPATORI 1° GIUGNO 1917

Una delle tante testimonianz·e rintracciate sui va.ri jì-onti dove jiirono dislocati i reparti del .15° bersaglieri: in questo caso il reparto zappatori esegid notevoli lavori di d{jèsa sulla linea trincerata cbe da Sella Bieliga saliva atta JJri'lna linea del monte Schenone.

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ALPI GTIJLIE - VAL DOGNA PENDICI DEL MONTE JOF di SO.MDOGNA - Località CARN1ZZA

15° REGGIMENTO BERSAGLIERI 49° BATTAGLIONE REPARTO ZAPPATORI

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LOLLI, FRATUS, GORASSO VIROS AB ROSTE INVICTOS NATURA FECIT

16 GENNAIO 1917 Nella grande lapide compaiono i nomi di tre bersaglieri. Grazie alla documentazione esistente presso l'Archivio detl'UJ:ficio Storico dello SN11:,~ è stato possibile risalire alla loro provenienza e chiarire le vicende che portarono alla loro niorte. Erano: Lo/li Domenico da S.Alberto (Ravenna), Pì·atus Giuseppe da Calcinate

(Bergamo) e Gorasso Antonio di Pozzuolo del Friuli del 15° reggimento bersaglieri - 49° battaglione, deceduti il 16 gennaio 191 7. La scritta in Latino, incisiva e sign{ficativa, "VJN.OS AB ROSTE llVVICTOS l'l.A7VRA FJJCJT" indica la causa del decesso dovuta ad una valanga staccatasi dal settore Carnizza (grupjJo Jo.f di Somdogna): "La natura rese gli uomini invitti dal nemico". Quella lapide solitaria è posta in un sito che emana suggestione e induce a prq/ònda r[/lessione. Posta poco lontano dai sentieri più frequentati rimane quasi introuahile e invisibile all'escursionista. & sa rimane solitaria per ricordare cbe il pericolo maggiore negli irwern:i del 1915 e 1916 derivava da/Le severe condizioni climatiche e dalla precarietà dei ricoveri posti ad alta quota per presidiare ilji·onte e non tanto dall'avversario che patimenti era alle prese con lo stesso nemico: il "Generale Inverno". Dat diario sto,l"ico del 15° reg_~ùnento he1:.;;aglieri: "16 gennaio 1917. Nella mattinata irnperuersaua tormenta imf>etuosissima. f 1·icoveri al Pizzo orientale sono bloccati a causa delta tormenta, Il lavoro per liberarli riescefaticosissimo. A mezzo posti di corrispondenza si ha not'izia che una valanga dal Carmzza ha travolto 12 bersaglieri cbe vengono estratti tutti. Due di essi però morti ed uno in condizioni gravissime. Ulterim'i notizie informano che il bersagliere estratto in gravi condiziorl'i è morto. Appartengono tutti e tre al plotone zappatori del 49° Battaglione. La stessa valanga distrugqe la cucina truppe e 1,((/kiali costruita provvisoriamente i11 sostituzione di queL!a gicì distrutta da una valanga giornijà. Il Sottotenente Valpelli, pa1tito nella mattinata da Setlct Somdogna per recarsi a Spadovai, viene travolto da una valanga scesa dal Kopjàch (!o/di Somdogna) ed estratto in buone condizioni. Un 'altra valanga staccatasi da quota 1671 di Carnizza investe il Sottotenente Pampuri con 4 bersaglieri della I compagnia. Riescono a salvai:çi tutti. Altra valanga caduta dalla stessa quota investe e seppellisce uarie baracche con dentro 18 uomini che si salvano, e distrugge le cucine asportando tutti i viueri. A Sella Somdogna 4 bersaglieri della sezione mitragliatrici "Colt" sono trauolti da valanga; continuano le ricerche per poterli trarre in salvo".


ALPI GIULIE VALDOGNA LINEE DIFENSIVE DEL MONTE

JOF DI MIEZEGNOT (2087 m) COSTONE PECEIT

1917 15° BERSAGLIERI 4a COMPAGNIA - ga SQUADRA

Sistema trincerato del costone Peceit, ruderi di un ricovero: una grande cisterna per la 1'Clccolta clellacq11a piovana con iscrizione dei

reparti bersaglieri. Si tratta dello stesso repa,10 di cui abbiamo seguilo

le tracce anche s11!Ji·onte carsico nella Dolina dei Ci11q11ecento. Su

entra,nbi i.fronti, alpino e carsico, è il repa110 che p i1ì di ogni altro ba lasciato iscrizioni e f regi nei luoghi presidia ti.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO FALDE DEL MONTE KRASJI (1773 m) PLANINA ZA KRAJU (Slovenia)

Sul vasto pianoro sottostante la cima del monte Krasfi sono rimasti poco evidenti i resti del ci1nitero del 6 ° reggimento bersaglieri. Su un solitario roccione restano scolpite le parole dedicate ai caduti dai conunilitoni: "Sono qui riunite le salme di alcunijìgli del 6 ° reggimento bersaglieri cbe bagnarono con il lo1·0 sangue le zolle della nuova antica

Italia e !e fecero sacre - I coinpagni cl'arme del reggimento ". L'isci'izione è riportata nel "Diario cli guerra " di Benito tvfussolini cbe, verso la.fìne del 1915. come bersaf{liere prese parte alle operazioni per l'occupazione del ci-inale del Vi-:5ic. All'inizio del co11flitto, il 6° rgt. venne impiegato nell'ambito delle divisioni di.fanteria. Ajìne maggio tentò di occupare il inonte Visic, ma

19.l6 costitu~ col .l2° rgt., la I Brigata

bersaglieri e fu inviato nelle zone di combattimento di Cule!a, Vel-iki Hribach, Pecinka q. 308, Raccogliano Nel 1.917 si trovò dislocato net settom del medio Tsonzo: Vodice q. 503, Bainsizza, Globokak. Ajìne ottobre ripiegc5 verso il jìwne Tagliamento, ,·esistendo all'avanzata austro-tedesca. Nell'autunno del 1918, partecipò injìne al!'q/Jènsiva di Vittorio Veneto. Su una pietra, dispersa tra l'erba,

per l'intensa reazione avversaria )ii costretto a posizionarsi sul Planina Za

è inciso ilFegio del 6 ° rgt.

Krafu. A setternhre uenne trct4èrito

tutte le salmefurono riesumate e

nella conca di Plezzo, nelle trincee di fronte a Ravelnih. A metà febbraio del

deposte al Sacrario italiano di Caporetto (l(oharid).

bersaglieri. Nei primi anni Venti,


BERSAGLIERI CICLISTI

Nell'Esercito Italiano i reparti ciclisti furono costituiti con la graduale trasformazione dei reggimenti bersaglieri. Da qui la loro denominaz ione di bersaglieri ciclisti. Costituiti in repa11i organici armati di moschetti e di mitragliatrici, 1-aj)/Jresenta,·cmo una specialità della fanteria (fanteria celere). La loro marcia ordi11aria, in sella alle famose biciclette "Bianchi': si aggira1:a sugli 80-90 km, ma in caso di 11ecessità e in condizioni jàuoi·euoli di strada e di stagione, potevano raggiungere a11che i 150 km . Lct velocità medici oraria era di 15-20Km/b. Tale tra~formazione.fu ispirala al concetto di rendere pitì :,piccata nei bersaglieri la caralleristica fondamentale del ·m ovimento celere. la prima compagnia cli ciclisti.fu impiegata nel 1895 per un esperiniento di pochf mesi. Nel 1899 fit costituita presso il 4° reggimento bersaglieri u11a compagnia organica di ciclisti in aggiunta alle dodici compagnie del reggimento. Nel 1905 la 12° compagnia di ogni reggirn.ento bersaglierijì,1, trasformata in compagnia ciclisti. Nel L9 10si.fo rmarono dodici battaglioni ciclisti (su tre compagnie e una sezione mitragliatrici Ma:\:im) destinati ad c1gire con la cavalleria, e a1lche in coopemzio11e con altre armi. Nella dottrina /altica bellica i reparti ciclisti trovarono utile e redditizio impiego in numerose circostanze di guerra e principalm ente: perfacilitare a completare l'azione delle truppe di copertura al/'illizio delle ostilità; per coadiuvare la cavalleria nel riconoscere la .forza e i movime11fi dell'avue1:çc1rio: per concorrere alla

protezione di f!,l'Osse unità f erme o in marcia; per eseguire improvvisi colpi di ,nano; per occupare tempestivamente punti cwcmzati di notevole impo1·tanza nella condo/la della battaglia; per procedere ad attacchi improvvisi sul jì'anco o sul tergo del/'awersario nel corso del combattirnento; per costituire una

riserva mobilissima a disposizione ciel com.anelo superiore; per i11segui1·e il nemico sconfilto o, infine, per I rctttenerlo se uittorioso, agevolando cosi' La ritirata delle truppe. 1 reparti ciclisti potevano inoltre concorrere 11e! seruiz io dt" patt ug!ia e di collegamento per la trasmissione delle notiz ie.

BERSAGLIERI CICLISTI A MOMFALCOME

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ALPICARNICHE

GRUPPO DEL MONTE VOLAJA CIMA OMBLADET (2255 m) 10 ° BATTAGLIONE BERSAGLIERI CICLISTI 1a COMPAGNIA- 1916

Sotto la cima, del nionte Omhladet, Si rintraccia tra i ruderi delle postazioni difensive questa cisterna costruita dai he1:5agheri dislocati a più di 2000 metri di quota e im,piegati come vere e proprie truppe da montagna! Il 19 settembre 1915, il 10° battaglione ciclisti viene schierato tra

Pierabec e.forcella Omhladet, di l'incalzo ai reparti di prima linea. A marzo del 1916, assume la d!(esa delle posizioni comprese tra monte Navagiust - Pi2;fbrchia e Casera Belvedere - jòrcella Ombladet monte Creta Bianca. All'inizio del 1917, il battaglione viene ritimto pe·r impiegarlo nelle operazioni volte alla conquista del monte Santo. Alla dipendenza della Brigata Palermo, gli viene qffìdato il compito di attaccare, il 23 maggio, quota 611 . Con magnijìco slancio, i bersaglieri niuovono verso verso l'obiettivo e

riescono ad ajfermarsi sutleposizioni prese. Dopo aver resistito )ìeramente ai continui contrattacchi, subendo gravi perdite, sono costretti a ripiegare su quota 400. A fine maggio, il battaglione viene sostituito da reparti del 257°.fanteria e si tra!>ferisce nel settore del fronte attorno a Goriz ia; dopo la ritirata di Caporetto è chiamato a d[fendere le posizioni avanz ate su.I Piave partecipando a nu.memsi combattimenti


ALPI GIULIE - VAL AUPA STUDENA ALTA - CASE PRAMOLINA

134° REGGIMENTO FANTERIA PIUMA SEZIONE MITRAGLIATRICI

1917 Muro di una semplice costruzione in pietra che.ft1 sede di comando

della primu sez ione mitrttgliatrici Fiat del 734° reggimento.fanteria, posto sul rouescio del monte Fortin, nei pressi del }i"onte a ridosso della linea denominata '"delle 111.itragliafl'ici''. li reggimento viene.formato il 1° marzo 1975 per dare vi/a assieme al 133° alla Brigata Benevento. È ordinato su tre hauag!ion.i, ognuno cmr quallro compagnie)ìtcilieri ed una sezione mitragliatrici. Viene sciolto ajìne novembre 197 7 a cama delle gravi perdite subite 11el corso del ripiegamento dalla Carnia al Piave.

Mitr..tgliatrice RAT 14

2:


ALPI GIULIE Località PIETRATAGLIATA

REGGIMENTO BERSAGLIERI

ALPI GUJLIE VAL AUPA ABITATO DI S11JDENA ALTA

230° REPARTO

GRUPPO BERSAGLIERI G. RALLI

3a SEZIONE Brusai Emilio

13° BATIAGLIONE .MONTI

23 ottobre 19,16

Grande targa di una sezione mitragliatrici FTAT che qJti aveva il suo ricovero nei pressi d i una linea di difesa che sorvegliava dall'alto l'accesso stradale e cbe proseguiva verso l'abitato di Pontebba.

MITRAGLIATRI CI MAXIM

11 LUGLIO 19 16


in organico al battag lione he1:w;1g/ieri, i mifraglieri, in strategica

appartenenti a reggimenti o battaglioni, adottarono mostriue

c11 i conservò i colori); mostriue con f ondo rosso e tre righe trasversali

posizione difensil.ìa, erano dotali di

pa,ticolari a seconda dell'arma

bianche per /'arma Fiat (reparto

mitragliatrici pesanti Ma.xi1n, ca!. 6,5

mm (stessa cartuccia del fucile mod.

utilizzata. T mitraglieri Max im ebbero mostrine con fondo verde e

costituitosi presso il deposito ciel 77° rgt. della Brigata Toscana, di cui

91), con una celerità di tiro di circa

tre righe trasversali bianche il tutto

conservò i colori).

400 colpi al minuto. Le tre principali mitragliatrici che furono adoperate

su ifondo di panno turchino. Va ricordato che i mi/rag/ieri Ma:xim

dull'l'sei·cito Ilei corso dellaprima

furono sciolti verso la fine deila

Guerra Mondicdefuro110 la Fiat (mod. 1914), la St.Etien11e ( niod.

guerra. Gli r,1/tri adollarouo: mostri/le con

1907) e appu11to la mitragliatrice

fondo azzwro e tre righe trasversali

Ma:xim ( m.od. .1908 e 1911).

bianche per l'arma St. J::tienne (repa,to costituitosi presso il deposito

Nel corso del 7916 i reparti autonomi milraglieri, quindi non

del 50° rg t. della l:Jriguta Parma, cli

239


40

ALPI GIULIE ROTABILE DELLA VAL DOGNA FREGIO DEI BERSAGLIEIU IO SETTEMBRE 1917 FONTE CLOISA

Poco prima della frazione di Chiou.t, è rin~tsta solitaria e poco m~,ibile la monumentale jòntana costruita dai reparti dei, bersaglieri e chiamata Fonte Cloisa. I "cartigli", et/fissi sui due lati, ricordano la data di costruzione. Nei pressi, oltre a terrazzamenti ancora ben visibili, che ospitavano baraccamenti, si trova su. un cocuzzolo un centro difensivo blindato con gallerie e.feritoie per artiglieria.

ALPI GIULIE VALDOGNA LINEA FORTIFICATA DEI PLANS 11° REGGIMENTO BERSAGLIEIU PLOTONE ZAPPATOIU 33° BATTAGLIONE 1916 - GALLERIA GUARAGLIA

Poco distante dalla linea fo11ificata dei Plcms si rintraccia questa grande targa dei reparti dei bersaglieri che intitolarono la caverna, sede di comando, prohahilmente ad un comandante o ad un compagno caduto in combattilnento.


ALPI CARNICHE MONTE AVOSTANIS

Lungo la linea trincerata che scende lungo la cresta est del Mo11te Avostarl'is su un piccolo ripiano è situata una targa in cemento (in pa1te crollata) con unjì·egio riprod1 ,cente un fante.fedelmente disegnato con la propria divisa, giberne, elmetto e fucile. Commovente rctf]ìg urazione di un soldato cli fanteria crnuta nei mi nimi pai1icolari, in un sito pa11icolarmente clisag iato che

dominava una sella strategicamente importanle. Da una fotografia degli anni '50 si è potuto constatare come sotto il soldato incitante all'assalto vi f osse la scritta "Fate tutti il vostro dovere".

ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO FALDE DEL MONTE CUKIA

(Slovenia) CAPORALE AMEDEO SGUACCIN MJRA

VENEZIA

Craffìto con il nome del caporale Sguaccin da ll!fira inciso sul cemento del paretpetto di una trincea nei pressi di un ricovero posto nei pressi della 33" batteria bombarde da 58A.

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ALPI GIULIE

FRONTE DELL'ALTO ISONZO ZONA DEL MONTE NERO (KRN) MONTE PLECA (1304 m)

(Slovenia) 2° REGGIMENTO ALPINI R1COVER0 1MAGGI0RE GIACOMA

Poco sotto la cima del nionte Pleca, in un ampio sjJ!ft.zzo, si /.rovavano grandi baraccamenti: su un muraglione di sostegno è rimasta la grande targa del 'Ricovero Ma.g.giore Giac;mia" che fu comandante del battaglione alpini "Bicocca" e morì durante un tentativo d 'attacco per la conquista del 1',fonte Rombon, il 16 settembre

.1916.


ALPI GIULIE

Ternova, provvedeva ai r((ornimenti

J11Jolto eh più si è appreso del/'87°

FRONTE DELL'ALTO ISONZO

anche per gli artiglieri addetti alle

reggimento - Brigata Friuli - che

CONCA DI PL~AJAMA (1349 m)

(Slovenia)

batterie di obici e mortai da 149. il reparto zappatori del 3 ° battaglione

riempì di 700 11iorti le lontane sottostanti trincee poste davanti a

88° REGG™ENTO FANTEIUA

lasciò incisa la sua presenza su.

.Plezzo (Bovec), a causa del lancio di

3° REPARTO ZAPPATORI

quell'isolato e lontano angolo delle

VII-IX-MCMXVII Planina ]ama: una conca posta a

Alpi Giulie con un grajfito denso di

gas a~fissianti da parte di reparti tedeschi ed austriaci che portò a.Ile

quota 1349 a nord di Caporetto in un settore del fronte JJarticolarmente

1917. Dopo 17 giorni avuenne la tragedia della rottura del fronte a Caporetto con la conseguente impossibilità di poter ra.ggiungere la sponda opposta del.fìu.me 1,onzo per mancanza di ponti e passerelle. Poco o nulla si sa di quel battaglione di jànteria abbandonato a se stesso.

disagevole dove certamente i reparti di fanteria dell'88° reggi1nento - Brigata Friuli - si trovavano in grande disagio essendo la zona a qualtro ore di cammino dal più vicino luogo abitato. Una telejèrica, che partiva da

signijìcato: porta la data del 7 ottobre

prime jàsi della rottura del.fronte. Di quelle dolorose giornate rimane lassù quel grajjìto, circondato da immensi silenzi, posto vicino a dei ruderi di ricoveri. Ore di cammino per mggiungerlo ... ma qualcuno, in un giomo non lontano, vi ha deposto un Jìore.

24:


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ALPI CARNICHE GRUPPO DEL PAL PICCOLO MUIATTIERA DI GUERRA FONDO VALLE-MONTE PAL GRANDE MAMMA IUTORNERÒ - 1916 145° FANTERIA

Lungo la mulattiera di guerra che sale da Timau - Stavoli Roner verso il Pal Grande si incontra incisa nella roccia l'isaùione eseguita nel 1916 da un fante del 145° reggimento fanteria, con la.frase di toccante speranza. '~l!lAivl1l.1,,1 RITORNERÒ". A chissà quale destino sarà andato incontro il fante della

Brigata Catania il cui messaggio rimarrà ancora per molto tempo inciso lassù tra le montagne. Graff'tto che set tras1nettere con semplici parole, quasi una preghiera, il deside1·io struggente di un ritorno a casa per ritrovare la persona a lui piiì cara.


ALPI CARNICHE MUIATIIERA D I GUEIUlA PASSO MONTE CROCE CARNICO PAL PICCOLO

147° REGGli\ fENTO FUCILIERI 3° BAì fAGLIONE Graffito con fregio, inciso nella roccia viva di unc, parete sourc,stante la m11la1tiera di guerra cbe saliva verso le postazioni di prima linea del Pal Piccolo. Operc, deifa11ti del 747° reggimento f anteria - Brigata Gal/anisetta. Nei pressi si trovano delle gallerie Jort((icate con feritoie da cui si domi11avano le postaz ioni

austriache del Passo di lv/onte Croce Carnico. All'inizio del co11Jlitto, gli Austriacijitrono scacciati dalla cima del Pc, / Piccolo da i battaglioni r,/.lpini Tolmezzo e Tagliam ento. li 14 giugno 1915, un improvviso contrattr,1,cco p01tò il nemico a rioccupare Le nostre posizioni, tuttavia l'efficace reazione degli alpini ristahiH iJ1 parte la sit11c,z ione, pur rimanendo la 11etta in mc,no avversaria. Nel marzo del 7916 gli Austriaci sferrarono con successo un n uovo poderoso attacco alle posi.zioni

di quota 1859, ma i caparbi contrattacchi italiani poi-·tarono, al matti110 del 27 mm-zo. alpini, bersaglieri e fanti a rico11quistare la contesa quota. E dopo d'allora gli Austriaci rinunciarnno ad ulteriori attacchi.

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6

ALPI CARNICHE ANTICA SEDE VIARIA DI SALITA AL PASSO DI MONTE CROCE CARNICO 147° REGGIMENTO FANTEIUA ?COMPAGNIA GIUGNO 1916

Cisterna:/òntana, posta immediatamente sotto l'attuale strada cbe si snoda lungo l'antico asse viario cbe saliva da Ti1nau al valico di passo monte Croce Carnico, costruita nel 191 (i da una compagn:ia (il numero non è più leggibile) del 14 7° reggimento fanteria Brigata Caltanissetta, impegnato all'epoca nelle retrovie in importanti opere di iiadattamento 'i? costruzione viaria. Tnteressantefar notare che nei pressi è rimasta incisa ancbe un 'iscrizione di età romana, a testimonianza dell'importanza, fin da tempi remoti, di questo importante 1;alico alpino cbe / immetteva net Norico .


AIPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO

cbe operavano in condizioni di grande svantaggio rispetto ai reparti

MONTE MRZLI (1360 m)

austriaci cbe le dominavano

(Slovenia) 156° FANTERIA

dall'alto, a pocbe decine di metri. Tra gli eserciti belligeranti soltanto le

1 ° REPARTO ZAPPATORI

truppe inglesi, nella spedizione dei

Iscrizione del reparlo zappatori del 1 56° reggimento fanteria Brigata

Dardanelli, si sono trovate ·per pochi mesi" in condizioni simili a quelle

Alessandria posta sul lato di una vasca da bagno in cemento dalla

delle nostre brigate del Mrzli~ il cui

Jorrna pc11ticolare, situata in 1111a

calvario durò invece per quasi tre lungbi an11i.

zona protetta da roccioni. Per lungo tempo il Mrzli rappresentò il massimo tormento fisico per le nostre brigate dt:_/cmteria

24":i


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ALPI CARNICHE MONTE PAL PICCOLO ( 1866 m) FREGIO 132° REGGIMENTO FANTERIA

3a COMPAGNIA Postazioni italiane in caverna nei p ressi dei/fa vetta, in zona "Castello Rosso". Sui ruderi dei ricoveri è rimasto il pi·egevolefr egio a fucili incrociati della 3{! compagnia del 132 ° reggimento fanteria Brigata Lazio. La corona del fregio e gli çmgoli della targa erano decorati con le stellette militari a cinque punte.

Da marzo a settembre del 19.17, il reggimento veniva dislocato in Carnia e presidiava il passo di ·m onte Croce, il Freikofel e il Pal Piccolo. Il reparto era sciolto a jìne novemhre a causa delle gravi perdite subite durante il ripiegamento dalla Carnia al Piaue. i l Pal Piccolo e il Pal Grande, situati sul con/ìne italo-austriaco, erano entrambi oggetto di accanite lotte, poiché quel tratto difronte a veva particolare importanza per gli Austriaci, che di là avrebhero potuto, per la Val Gi-ande e la valle del But,

scendere al Tagliamento e minacciare alle spalle le nostre truppe operanti sull1sonzo.


ALPI GIULIE VALDOGNA ABITATO DI CffiOUT TASSOT

5° GENIO MINATORI 4" COMPAGNIA DISTACCAMENTO MINATORI CHIOUT TASSOT

Le poche case della,frazio11e di Cbiout Tassot dopo l'allo111cmc11nento dei civili furono utilizzate e ampliate dai minatori del 5° Genio che stavano costruendo nelle vicinanze delle grandi gallerie per l'artiglieria, posiz ionata allo scopo di difendere la strada militare della Val Dogna.

,Quella dei minatori può essere cons iderata la specialità phì antica del Genio, annoverando tra le figure pitìfamose Pietro Micca. Soldato nella compagnia minatori de/l'Esercito Saha11do, durante l'assedio di Torino, il 30 agosto 1706, accortosi che un repa,to di Francesi era penetrato nella galleria che conduceva alla piazzaf011e, non esitò a.far brillare la mina posta nel tunnel, saluando cosi~ la cUtà con il sac1tficio della propria vita. Dura11te la Grande Guerra, i minato1·ifu.rono derennin.cmti 11elfa

Uno clegli ingressi delle grandi gallerie, nei pressi della frazione di Chiout Tassot, costrnite dal ; 0 Genio Minatori.

cosiddetta ''guerra di mine", per conquista re le posiz ioni dominanti del nemico alle alle quote, altrimenti imprendibili, scavando profonde gallei·ie nel cuore delle montagne e facendo poi britlare potentissime cariche esplosive, le quali in alcuni casi cambiarono addirittura il profilo di rnolti rilievi.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO GRUPPO DEL MONTE NERO MONTE PLECA (1304 m)

(Slovenia)

6° REGGThIENTO GENIO STAZIONE FOTOELETTRICA

da 75 cm 16811 COMPAGNIA

6 SETTEMBRE 1917 A.PECORA

ProjJrio sulla cima del monte Pleca è rimasta intatta sui ruderi di un ricovei-o la singolare targa del 6° rgt. genio, 168« compagnia, con un

"seipente" che getta.fiamme dalla bocca. Sotto la data, l'autore del graffito ha lasciato la sua.firma. L'l,crizione ricorda che in questa postazione era installata una stazione.fotoelettrica in.unita di proiettore con specchio di 75 centimetri di diametro. Questo poteva illuminare e gettare le sue '.'fiammale" di luce sul monte Nero e sino alle pendici del monte Mrzli, caposaldo austriaco. Le stazioni da 75 cm erogavano un 'intensità luminosa di 42 mili:oni di candele e illuminavano, in

condizioni mnbientali ottimali, 'il terreno antistante ad una distanza massima di 3500 metri con un diametro del fascio di circa 125 metri. Le stazionijòtoelettriche dipendevano dal 6° rgt. Genio che all'inizio delle ostilità mobilitò 117 stazioni di ua1-ù) tipo per il servizio fotoelettrico, che vennero ripartite tra le armate a seconda delle esigenze. Fin dai primi mesi di guerra però, data la vicinanza delle linee nemiche e la conseguente necessità di vedere anche di notte il terreno inte1posto tra le linee, le predette stazioni dovettero


essere notevolmente aumentate di numero; nel maizo del 1916 si istituiva a Padova un 'apposita scuola per gli ufficiali e la truppa da abilitare al comando e all'impiego delle stazionijè>toeleJ.triche. Alla.fine del 191 7, il 6° rgt. comprendeva ben 950 stazioni fotoelettriche. Nel corso della p,uerra, il combattimento notturno raggi1111se una notevole importan za. I p otentifasci luminosi erano m olto 11.tili per cont1vllare i/fronte_. ricercare gli obieflivi clrmmle i tiri ed i bombardamenti nottu rni del/'a11iglieria recare disturbo alfe 1

operazioni dell'auue1:r nrio. l\'o11etemp o ve1tivcm o ir(/alli eseguiti i lavori di rial/amento e scavo delle trincee, si svol.gevano attività d i pattuglia e si/àcevcmo g iungere in p rima linea i rifomimenli. i proieltori espone-vano però a gravi rischi chi se ne serviva, poiché la loro accensione richiamava il.fìtoco n emico.

Messa in postazione di una fotoelettrica.

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ALPI GIULIE VALDOGNA LINEA FORTIFICATA DEI PLANS

1917 5° GENIO MINATORI Risalendo la rotabile della Val Dogna, si inCO'!Jlra a circa 1000 rnetri di quota l'ingresso hhndato, che si apre sulla sede stradale, della lineafort{ficata dei Plans: una jòrmidabile opera d{/ensiva che desta ancora oggi meraviglia per la ciclopica mole di lgvoro e di scavo chefu ej/èttuata in un ambiente montano particolarmente disagevole. f,c/ lineajòttijicata, a carattere prettamente dffensivo, sban-ava praticamente il passaggio nell'Alta Val Dogna da un vei~ante all'altro e sarnbbe stata usata in caso di penetrazione avuersaria oltre /,e prime linee. Le strutture d[/ènsiue scendevano dalla strada attuale sino al torrente Dogna, per poi risalire su.I versante opposto dove esistono ancora oggi, anche se in minor misura e meno conservati, i resti delle trincee blindate con numerose feritoie. L'opera militare iniziata nel 1916 ji,1 terminata nella primavera del 1917 e per la sua collocazione? le caratteristiche dei lavori eseguiti fu. visitata ancbe dal Re d 'Italia Vittorio Emanuele lii accompagnato da alte caricbe militai-i francesi e inglesi. Dalla sede stradale ci si t>Jnmette nella prima galleria per seguire un vero dedalo di corridoi blindati e caverne con feritoie per le artiglierie puntate uerso la Sella di Somdogna. All'interno delle gallerie e sui ji-ontespizi d 'entrata sono più volte riproposti ijì·egi del 5° reggimento genio minatori e in una piccola caverna poco discosta dal sistema fort[ficato si trova ancbe una grande iscrizione dei reparti dei bersalJ!ieri.

Nella prima foto della pagina seguente si notano alcuni escursionisti dinanzi a uno dei piiì iinportanti ingressi, posto nella parte superiore della linea dei Plans. Sull'imponente portale vi sono fregi e iscrizioni dei reparti del Genio, mentre in alto risulta inciso l'anno dell 'ultimazione dei lavori, il

1917. Neti'altra immagine, in un corridoio l?lindato con feritoie della linea fortificata dei Plans, un escursionista munito di torcia osserva un Ji"egio dei reparti del genio minatori che contribuirono alla costruzione di questa complessa linea trincerala in alta mcmtagna.


r- ) .


ALPI GIULIE ACROCORO DEL .MONTE NERO

(KRN) MONTE POTOCE VRATA

(Slovenia)

Poco sotto la sommità di quota 1996 m del monte Potoce, è stato costruito dagli alpini up ricovero in un a11/ratto tra le rocce. Tra i ruderi riinane evidente sull'ingresso una targa illegihile e su una grande lastra di cemento è riconoscibile il disegno, contornato da pallettoni di shrapnel, di una rn.itragliatrice

sistemata su uno strano treppiedi a ruote. All'interno si trovava una cucina - stufa in cemento e un tavolino con le gambe costituite da quattro granate. Sullo sjòndo si intravede la cima del monte \Irata. In questo settore del fronte, posto vicino al monte Nero, a prezzo di enonni sacr[/ìci, i reparti alpini riuscii-ano a costruirsi, in alta quota e in un ambiente brullo e roccioso, confòrteuoli ricoveri in grandi caverne riadattando anche le linee austriache conquistate il 5 giugno

79.15 con un'ardita azione d-i sorpresa pmtata a termine da un plotone di alpini del battaglione Susa, comandato dal sottotenente Valerio Vallero che.fu colpito a morte durante le ultime.fasi del combattimento.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO GRUPPO DEL MONTE NERO

(KRN) MONTE POTOCE (1990 m )

(Slovenia) 397" COMPAGNIA MITRAGLIATRICI FIAT 2a SEZIONE 20 AGOSTO 19 17

Nel desolato altopiano roccioso del n1.0nte Potoce, la linea italiana si era dovuta scauare.fàticosamente nella roccia, metro dopo metro, un ricovero per proteggersi dal nemico e

dai rigori invernali. La lunga galleria era dotata. di f eritoie per le mitragliatrici, deterrente f ondamentale contro ogni assalto cwvei-:çario. La 39711 compagnia mitragliatrici FIATJì,t formata durante la mobilitazione dal deposito del 67° reggimento di f anteria. Oggi questa postazione, lontanissima da ogni sentiero segnalato delta zona, è completamente isolata, raramente visitata dagli escursionisti e ancor meno nel p ei-·iodo invernale.

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ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTE CUKL\ ( 1767 m)

(Slovenia) 8 GIUGNO 1917 RICORDO?

Semplice targa con il,/1"egio di una mitragliatrice FIAT La postazione blindata era di straordinaria importanza per le truppe italiane in quanto dalla feritoia il campo di tiro permetteua di sorvegliare la colletta del Cukla e la sua sommità che spicca al centro della feritoia, proteggendo i d{/ènsori della ci1na dagli attacchi austriaci. In caso di assalto da questa alta postazione i neniici ueniuano presi d'ù1/ìlata alle spalle.


ALPI GIULIE

Monte VRSIC (Ì897 m) gruppo del Monte Nero (Krn) (Slovenia) COSTRUÌ la 1167n COMPAGNIA MITRAGLIERI "FIAT" 98° REGGIMENTO FANTERIA

Fregio ed iscrizione del 98° 1·eggimentofanterict Bi·fgata Genova impiegato in alla montagna hmgo la lunga cresta che inizia dalla sella del monte Vrata e passa nei pressi del monte Vi:-ic dove. s11 un rudere all'ingresso di u1u1 galleria,. è stato individuato il disegno

pa11icolareggiato di una mitragliatrice FIAT

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il 98° reggimentojànteriajì,i im,piegato in alta montagna per dare il meritato camhio ai provati reparti alpini. Jjànti costruirono numerosi ricoueri per ripararsi dalle avverse condizioni atmosjèriche dei lunghi inverni e m:zche postazioni per sezioni mitragliatrici. Per un certo periodo ,., in cui la Brigata Genova aveva i suoi due reggimenti 97° e 98° impiegati nel settore de/fronte di Sella Za Kmju Costone Camperi -Monte Vrsic il comando venne r--!{fidato al generale Achille Papa; l'eroe del monte Pasubio

e di monte Zovetto, alla cui famiglia gli autori sonoparticolannente Le.gati per motilli qffettivi. Egli, auendo la sede di comando a Caporetto (Kobarid), lasciò un ottimo ricordo tra la popolazione di lingua slovena per la su.a umanità e generosità. La sua presenza in prhna linea fu come sempre continua e assidua (comportamento che sull'altipiano della Bainsizza gli costò la vita), accanto ai fanti che presidiavano un impervio ma importante settore del j1·onte, poco distante dal monte Nero.

La necessità di aumentare

l'efficienza dellajànteria segnò l'origine dei i·eparti mitraglieri. Si completarono e si aumentarono dapprima quelli (sezioni e compagnie) assegnati organicamente alla fanteria, quindi si costituirono i reparti mitraglieri assegnati alle gra,ndi unità, dalle brigate alle armate. Tutti, indistintamente, i reparti mitraglieri furono sciolti a jìne guerra.


ALPI CARNIC}jE ABITATO DI RIGOLATO ABBEVERATOIO QUADRUPEDI

1916 SUA ECCELLENZA IL GENERALE CLEMENTE LEQUIO ORDINÒ

In un piccolo spiazzo lungo la strada che attraversa il paese di Rigolato, posto nelle retrovie del jì-onte, si trova una grande fontana del 191 G che fungeva da "Ahheveratoio Quadru.pecW'. Una piccola targa posta sul lato destro della vasca ricorda che lafontana.fu voluta da "Sua Eccellenza il Generale Clemente Lequio" che era il comandante della Zona Carnia.

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ALPIGUJLIE

ROTABILE MILITARE DELLA VAL DOGNA Edgardo Simoni, capitano della IV compagnia Genio, lavorò tenace a questa strada di Val Dogna e morì per la Patri~ in Trentino: ufficiali e soldati, minatori, alpini, territoriali a lui cons,\crarono l'ope1·a finita. Ordinò sua eccellenza il T. Generale Clemente Lequio Ai lati dell'ingresso della prima gallei"ia della strada di Val Dogna, si trovano incise alcune targhe tra le quali, oltre a quella della data di costruzione della galleria completata net 1916, si nota quella jJosta in onore del generale lequio, che ordinò di compiere l'opera. Un 'altra ricorda il tenace lavoro iniziato dal capitano della 4{J compagnia del genio mfrz.atori

Edgardo Simoni, che non riuscì però a vedere conclusa l'ardita strada della Val Dogna, morendo sul fronte del frentino. In sua memoria i genieri, gli alpini ed i territoriali gli dedicarono e a "Lui consacrarono l'opera Jìnita ".


ALPI CARNICI-~E CASERA PRAMOSIO MONTE AVOSTANIS NEGLI ANNI PIÙ BELLI I GIORNI PIÙTRISTI

Iscrizione triste e densa di sig nijìcato, appena accennata e incisa leggermente su una struttura in cernento. Ergendosi in corrispondenza della testata della valle detl'Anger, da dove si diramauano te t:eleferiche ed i sentieri per i rifornimenti austriac-i al Pal Piccolo ed al Freileofel, l'Avostanis costituiva per gli ltaliani

una posizione di prima.ria irnportanza, un vero e proprio baluardo per la dj/èsa del Passo Pramosio e della zona circostante. Per questa ragione venne potentementeforti:ficato con cannoni in caverna e nidi di mitragliatrici. Per tali motivi Le posizioni italiane jìtrono sottoposte ad intensi i bombardamenti, anche con pezzi da 3 05 . Gli Austriaci tentarono invano di impadronirsene: una prima volta il 14 giugnol.915 e poi il 5 luglio successivo. Questo secondo tentativo, tendente ad occupare il Passo

Prarnosio e da l~ con manovra awolgente, prendere alle spalle lo schieramento italiano del fronte a nord di Tùnau, venne effettuato con cinque battaglioni cui se ne contrapponevano due dei nostri. Ma gli attaccanti, dopo ripetuti assalti, jìf.rono costretti a desistere.

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ALPICARNICHE GRUPPO DEL MONTE VOLAU.

Eccezionale grande bassorilievo, vera opera d 'arte, che si incontra lungo la strada che sale alla Ober Wolayer Alm, sottostante il Passo Giramondo ntl gn1.ppo del Volaia, versante austriaco. L'opera raj/i:gura il profilo del maggiore Heinrich Walther comandante del/1111/Jerial - Regio 30° Battaglione Felc(iaeger, con l'esatta riproduzjone delle decorazioni ricevute (M.edaglia dell'Ordine della Corona Ferrea di 3a classe, Croce Militare al Merito di Servizio e Medaglia Militare al Merito di Servizi()) Accompagna la ' scultura, simbolismo tra -il sacro e il prq/ano, un rametto di quercia e d 'alloro. Curiosità vuole che le due opere monumentali rintracciate sulle Alpi, la grande aquila degli alpini di Rio Monumenz e questo bassoi·ilieuo, siano in linea d 'aria a poca distanza e quasi nello stesso settore de/fronte. Due i capolavori, due i valenti artisti costretti a convivere, suji·onti di guerra opposti, in un mondo dove ogni forma d 'arte non aveva dimora. L'unica forte voce che rimbombava sui 1nonti era quella del cannone. Ma quel suono orribile, che portava la ·1norte, ad un certo momento ebbe termine mentre perenni nel tempo rimasero incisi nella viva roccia i due {!,rajfiti a ricordo di una indimenticetbi!e generazione di uoniini-soldato. La fanteria dell1mperiale e Regio Esercito austroungarico comprendeva 702 reggimenti di linea, 4 di cacciatori impe1'iali tirolesi -Kaiserjèieger-, ai quali si sommavano 4 reggimenti di.fanteria ed un battaglione di Felc(féleger della Bosnia-Erzegovina.

11,r,tti i battaglioni Cacciatori da campo, comandati di nonna da un 111,aggiore o da un tenente colonnello, erano articolati su uno stato maggiore, quattro compagnie, una sezione di mitragliatrici su due armi e un quadro di cornpagnia di c01nplemento, da chia1nare in caso di guerra. Facevano eccezione i battaglioni n . 12, 20, 24 e 29, in cu.i una delle quattro compagnie era una compagnia di ciclh;t-i, divt,a in tre plotoni ed una sezione mitragliatrici.

I reparti Cacciatori da campo comprendeuano, oltre ai Feldjaeger propriamente detti, anche sei compagnie di Caccia/or[ di frontiera, o Grenzjileger. Le compagnie 1 g, 3~ 4 a e 5a eremo articolate su u.n comando e quattro _plotoni, la 2!! ne aveva solo tre, mentre la 6a ne aveva cinque. In tempo di pace, i battaglioni risiedevano nella propria area di reclutamento, mentre in guerra vi restava solo la compagnia quadro con funzioni di deposito e addestramento reclute.


ALPI GIULIE FRONTE DELL'ALTO ISONZO ZONADITOLMINO

MONTI SANTA MARIA E SANTALUCIA

(Slovenia)

Lungo un trinceramento nel territorio di Tolmino si apre una caverna, oggi in gran parte.franata, che conserva un 'interessante e quanto mai rara iscrizione degli Ulani, reggimenti di cavalleria dell 'esercito austro-ungarico che, appiedati, per il consolidarsi della guerra di posizione, parteciparono al cor~/litto. Cli appurtenenti ai vari

squadroni erano famosi, oltre che per le loro gesta, ancbe per il caratteristico cop·ri:caj}o chiamato ''schapka ", che per 'il 1 ° squadrone del 12° reggimento era di coloi-e blu scuro. Stupendo e tradizionale copricapo che però nella dura vita di trincea non verme mai indossato. Allo scoppio del/et prima guerra mondiale, nel .1914, la cavalleria dell'Imperia/ e Regio .Esercito austroungarico conservava immutata la sua forrn.azione originaria e le sue specialità: Ussari (16 reggimenti); Ulani (7 1 reggimenti - cavalleria leggera);

Dragoni (15 re&imen.ti - cavalleria pesante). Ogni reggimento era dùJiso in 6 squadroni da campo riuniti in due gruppi cli squadroni, oltre ad un quadro di reggimento cli riservisti. L'arruolamento era spiccatamente regionale: i Draf{oni provenivano dai paesi austriaci, gli Ussari eia quelli ungberesi e gli Ulani dalla Galizia, dalla Bosnia Erzegovina e dalla Croazia. Suf.fi·on/.e italiano alcuni reparti vennero dislocati sul settore dell'alto lson.zo.

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ALPI GnJLIE

FRONTE DELL'ALTO ISONZO MONTE l\-1ERZLJ ( 1360 m)

(Slovenia) ALTAREJ.R. N . 46

Suggestivo altare del monte Mrzli celato e racchiuso nelle viscere della montagna. Dallo scrigno silenzioso e oscuro di una grande cqverna, il cui ingresso era per motivi hell-ici molto piccolo, si penetra in un sistema di gallerie delle l'inee austriache che qui avevano innalzalo l'altare di una chiesetta sotterranea. La targa posta sull'altare ha la prima.frase in

lingua ungherese ed è l'inizio di una preghiera che ·i nvoca la Santa Vergine 1'viaria. La targa e l'altare .fì,tro1w eseguiti nell'anno 191 7 dall'hnperiale e Regio 3° battagh:one del reggimento di fanteria N. 46 per ordine e sotto il coinando del "Major M. Diendot/er". Tl reggimento ungherese aveva il suo reclutamento nella zona di Szeged e portava le mostrine di color verde srneraldo. In questo luogo di culto e di pregbiera, per due anni fu celebrato il Santo Natale, mentre.fuori imperversava la b1 tera della guerra e jòrse, ancora

più impietosa, quella del "Generale inverno". Il nome sloveno del Mrzli Vhr sign{ficava "monte .f1··eddo" e la dislocazione del fronte imponeva ai reparti austriaci il settoi·e nord, dove per tutto l'inverno il sole non portava il suo pur tiepido co11fòrto. Il Mrzli si trova sulla sinistra delf'I,;onzo, .fra lo Sleme e il Vodil, a nord-ovest di Tolinino e a sud-est del monte Nero, da cui di.sta circa 6 chilometri in linea d'aria . Gli Austriaci lo avevano fortemente munito, come posizione protettiva della testa di ponte di


Tolmino . Vennf attaccato dalle truppe dell'8u Divisione a.Lia.fine di maggio e i primi di giugno del 1915, ma le operazioni furono ostacolate dal maltempo e dalle piene dell'l<;onzo. L'attacco fu ripreso tra luglio ed agosto, in ottobre, quando .fìt espugnato il cosiddetto "Trincerone del lvlrzii ", e irffine a novembre, ma l'alta quota rimase agli Aust1·iaci. Il famigerato "Trincerone" era una formidabile linea clj/ènsiva cbe contornava un largo tratto del monte a poca d1/;tanza dalla cima.

Profondamente incavato nella roccia, esso era blindato nella parte più esposta e provvisto di un incredibile numero di feritoie dove spuntavano minacciose le bocche delle rnitragliatrici. Gli Austriaci riuscirono a conseruare -il dominio delle ultirne creste del lvlrzli, situate ad appena 40 metri di dislivello dalle posizioni conquistate dalle nostre truppe.

"SZÙZ ANYJ\NK MÀRIA LÈGY NÈPED OLTALMA." ERBAUT DURCH DAS UNTER KOMDO DES MAJOR M. DIENDORFER STEHENDE K.U.K. INFT. BAON. NR. ID/46. IM JAHRE 1917

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ALTOPIANO DI ASIAGO MONTE CHIESA (2061 m) DOLINA DEGU SLOVENI

Questa testimonianza trova spazio nel volume, pur essendo sita sul lontano fronte

dell'Altopiano cli Asiago, perché essa rico1·da alcuni reparti di reclutamento sloveno dell 'esercito austriaco e soprattutto, nella sua iscrizione, ricorda la cima della più alta uetta delle A lp·i Giulie: il

monte Tricoi-no, oggi simbolo nazionale della Slovenia. Gli appartenenti al reggimento di .fànteria n. 17 Kronprinz incisero nella loro Lingua le seguenti parole: "Su queste rocce il reggimento del! 'erede al trono - Kronprinz - si copre di gloria. O 1i•icorno, casa nostra, per te combutte con pm-seueranza e tenacia". E così un masso anonimo divenne testimone dei volti che avevano a/Fontato, lontani dalla loro terra, il lungo inverno e la battaglia dell'Orti[!,aret. Il ren.dùnento in conibattùnento delle truppe nemiche poteva taluolta uai·iare a seconda della provenienza dei suoi soldati. T,'impero asburgico, i11(atti, comprendeva dive1:5e nazionalità che spesso eremo in contrasto tra Loro per motivi politici e di autonomia, La maggioranza dei reJJctrti cli.fanteria impiegati al .fi onte italiano eremo composti da militan: di etnia slava (slovena, croa.ta e bosniaca). Norwstante tale eterogeneità non si ebbero mai gravi casi di diserzione, uccisioni di i~fficiali, sedizioni o r(/ìuti di obbedienza. L'Imperiale e Regio Esercito rimase nel suo insieme fedele allo spirito sovranazionale e multietnico che lo caratterizzava, assolvendo con onore il proprio dovere fino al termine del co~/litto. 0


TRA JERJ E OGGI "Le pietre parlarw"

Ritrovamenti di iscrizioni a novant'anni di distanza riproposti con la fotografia storica

n questo capitolo finale sono state raccolte delle testimonianze particolari che a distanza di molto tempo hanno voluto per un strano "destino" riproporsi a noi dal passato per essere confrontate con il quotidiano e quindi.. .continuare ad esistere per gli uomini che le hanno volute e scolpite: è come se, più di altre, queste abbiano voluto ricomparire dal passato per non essere dimenticate. Di alcune di esse era nota solamente la fotografia storica e proprio a questo scatto del passato, con minuziose ricerche sul territorio, ci si è aggrappati fino a ritrovarle. Oggi tra queste pagine, passando dalla fotografia storica a quella attuale, si compie un balzo di novant'anni in un attimo, e per un istante si rimane avvolti e presi da una emozione fortissima: possiamo ritornare a loro, uomini-soldati, sentirli ancora vi.vi e presenti, ud ire gli scoppi delle granate, immaginare i gesti semplici del vivere quotidiano anche in una guerra tremenda . Da queste testimonianze "gridano" ancora più forte, dal tempo passato, migliaia di alpini, bersaglieri, fanti, genieri, artiglieri e tanti altri soldati affinché non vengano mai dimenticati. E mai lo saranno.

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ALPI CARNICHE

MONTE AVOSTANIS

Prima linea italiana Iniziamo questo particolare capitolo tra il passato e ilpresente con un sign~/icalivo esempio rintracciato df)po numerose escursioni di ricerca sut!e alte montagne. Da una foto §torica abbiamo voluto, conoscendo bene il settore delfronte dove era stata scattata, ritrovare lo stesso luogo. Og[!,i la possibilitèf.- del cortronto ·i mmediato ci guida net.far parlare pochi muri sbrecciati e silenziose caverne delle nostre montagne. Reco allora come si viveva nelle trincee di montagna: è interessante vedere realmente co·m e erano sistemate a difesa certe zone. Conjì·ontando il medesimo luogo ripreso con la stessa angolatura della jòtogrcifia storica, si notano 11iolti particolari che in realtà potrebbero ~fuggire oggi ad un escur:,ionista poco attento che si recasse in questi luoghi. Sulla destra vi era l'arrivo dell'importante tel(!ferica, la trincea era dotata di nwnemseferitoie e sut retro risultava protetta. Vicino sorgeva una baracca comunicante all'interno con una caverna di cui oggi si scorge l'ingresso. Le pietre, le vestigia costruite con tanta fatica solo cosi tornano a "parlare" al nostro spirito, riportandoci le sqfferenze, le speranze, le "voci" dei tanti che "non ci sono più".


PREALPI GIULIE

sottostai/ti al paese, fu costruita dai

FRONTE DEL MEDIO ISONZO

jànti del 94° reggimento fa nteria B1·iga1a Messina una fontana cbefu

ZONA DELLE VALLI DI DOBLAR (Slovenia)

94° REGGIMENTO FANTERIA (BRIGATA .MESSINA) FONTE ITALIA Come abhiamo già descriflo,

l'importanza del! 'aJJprovuigionamento idrico era fondamentale e non

appenct si poteva imbrigliare una soigente i soldati italiani costruivano cisterne o fontane monumentali.

denominata Fon/e Italia: nei pressi.

sul crinale, sorgeva presidiata dai fanti, la postazione d!fènsiva denominata Cempo11i, che subi' nelle

Jàsi dello .'ifòndamento di Caporetto (24 ollobre 1917) un pesante attacco da parie delle truppe austro-tedescbe

che, anche in questo punto, riuscirono a inserirsi tra le ridotte difensive, non esisteudo per di}jìcoltà

Anche qui, nei pressi del piccolo

orogrc!fi.cbe una linea italiana di

abitato sloveno di Maklavc, nei pendii

djfesa continuati1JCI.

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CARSO ALTURE DEL NAD LOGEM VALlONE DI GOIUZIA BORGO PINEROLO BRIGATA PINEROLO

13°-14° REGGIMENTO FANTERIA SEMPRE PIÙ AVANTI SEMPRE PIÙ IN ALTO OITOBRE 1916

Nel villaggio di guerra della Brigata cli fanteria Pinerolo, ui era un grande masso riportante l'iscrizione lasciata claifcmti del .23° e 14° reggimento. Oggi costituisce uno dei phi grandi grq/]ìti inclil)iduati sul Carso di Comeno. Il

grande blocco di roccia, pei- volontà di Paolo Caccia Dorninioni, Jì,1. tra..~/èiito negli ann'i '60 nel 1v!useo di Gorizia e qui jòtografato nel lapidario di Palazz o Atterns. Durante la guerra, la Brigata Pinerolo operò inizialmente sul .J1·onte isontino contro le posizioni del monte Sei Busi e di Selz, conquistando le quote .111 e l 18. Nel 1916, si accanì sulle Mncee di Doberdò, del Pecinka e del Velifd Hrihach, occupando important'i posizioni ed affermandosi in novembre sul Volkom~fak. A metà maggio del 1917 attaccò in direzione

di Stari Lokua e di Ve1·:çic, contro le altu re delle quote 244 e 251 del cosiddetto "quadri:latero di Hrbci". Durante il ripiegamento al Pial)e, sostenne arditi combattimenti di retroguardia presso Palazzolo e sul fiume Nlonticano. ll mirabile contegno tenuto dalla B1'igata su.i trinceramenti del Carso e nelle operazioni dall'l<;onzo al Piave, le valse, oltre a due citazioni sul Bollettino di guerra del Comando Supremo, la concessione della medaglia d 'oro al ualor militare ai suoi due re&imenti.


Questo macigno, proveniente da quota 242 del Nad Logem, fu inciso il 4 ottobre 1916, quando la prima linea era a poche centinaia di metri, cinque gionii prima che la Brigata Pinerolo scattasse alla conquista del Veliki Hribach.

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2

ALPI GIULIE VALDOGNA

Sella Bieliga 11° REGGIMENTO BERSAGLIEIU 39° BA'rfAGLIONE REPARTO ZAPPATORI 1916

Lun.go l'at~ualepercorso escursionistico "Battaglione alpini Gemona", s'incontra un~grande "rosone" con l'iscrizione del reparto zappatori del 39° battaglione dell'l l 0 reggùnento her:,aglieri, che nel 1916 concorse alla realizzazione dell'allora imponente tracciato militare. Esso era provvisto di numerosi ponti di legno ed uno di

cemento di grande lunghezza. Quest'ultimo collegava con un ardito arco i comandi posti nell'alta Val Dogna (Chiout, Bieliga) con gli importanti capisaldi di prima linea posti sulla lunga dorsale che terminava a Cuel Tarond. Per la guerra, l'l 1 ° reggimento venne impiegato jìno alfehhraio del 1916 nell'ambito delle diuisioni di fanteria, successivamenteji,. inquadrato nella 11 Brigata bersaglieri assieme al 9° rgt e, da novembre, al 7° rgt. ll 3 novenibre 19.78, la Brigata partì via mare da Venezia diretta a Trieste ove

sbarcarono per primi i battaglioni X e XXXIX seguiti poi dalle altre truppe. Nella foto storica l'importante immagine del percor~ço m-ilitare, con il "rosone" dell'J 1° het:,aglieri posto sulla parete rocciosa.


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CARSO MONTE SAN MICHELE "SCHÒNBUUGTUNNEL"

1916 ¼irie jbtogrcf/Ìe storiche e il ritrovamento di alcuni frammenti (auvenuto molti anni jà) di questa grande iscrizione hanno perniesso oggi la ricostruzione delportale d 'ingresso del tunnel costruito nel 1916 dal 7° Feldjaep,er e intitolato al Principe .Alois di Schonburg Hartenstein, conu;mdante della 6&1 Divisione austro-ungarica. Un interessante motivo di visita per gli escui-sionisti che percorrono i sentieri attorno alle quattro cime del monte San Michele, calvario della.fanteria" nelle prime sei battaglie dell'l5onzo.· qual/ardici mesi di logorante guerra di trincea molti dei quali sempre

immersi nel fango di tei-ra rossa. Perdite complessive, tra morti, dispersi e feriti: 111.963.

Con R.D. Legge del 29/10/1922, la zona delle quattro cime è stata dichiarata "Zona Sacra ".


in una dell~fotogrc~/ie storiche si vedono alcuni u:!Jìciali e fanti italiani agli inizi del 1917 attorno all'imponente ingresso delta galleria aitstriaca conquistata il 6 agosto 797 6. Il tunnel lungo piiì di quaranta metri era strategicamente molto i'1nportante per il co1nando austriaco perché pe1forava la sella posta tra Cilna 3 e Ci'lna 2 da dove i repart1: austriaci arrivavano di sorpresa alle spalle della fanteria e dei bersaglieri nei loro vari assalti per la conquista di Cima 3, van(/ìcandone ogni tentativo.

Gli storici sinora, non conoscendo perfettamente il terreno palmo a palmo, non hanno mai preso in considerazione l'importanza strategica del Schonhurgtunnel e della vicina galleria "Generale Luliacich ". A queste gallerie si deve collegare la ji·ase "movimento aggirante" che compare nella Relazione Ujficiale Austriaca subito dopo ogni nostra ir~/iltrazione nel loro sistema difensivo che portava la janteria anche al di là di Cima 3 e Cima 4. "Movimento aggirante" che

van~ficava la nostra permanenza sulle posizioni appena conquistate con enormi sacrifici tanto che interi reparti decimali, molte volte privi di ufficiali, douevano april·:<;i un varco tra le forze avversarie per poter ritornare alle trincee di partenza. Di queste azioni austriache di aggframento, che utilizzavano questi tunnel, trouiamo traccia nei molti diari di ex combattenti ma anche scorrendo con attenzione le pagine dei diari storici dello S.Jvf.E. riguardanti le Brigate di fanteria

27:


6

Brescia, Perugia, Ferrara, Piacenza, Bari, Regina, Alessandria e dei hattaglioni hersaglieri LIV e LVI.

Questo graffito rappresenta qualcosa di più di una semplice iscrizione: sa r.,accontare una JJarte importante della storia di questo monte

proiettavano sui.fìanchi dei battaglioni italiani giunti in prossimità delle cime decimandoli. Le truppe italiane dopo la conquista dei Monte San ll!Iicbele la ampliarono e la riadattamno per un loro uso di ricovero. F.cco come si presenta oggi il

elevato a simbolo del sacr{ficio della fanteria . Da quella galleria usci:uano i

monumentale ingresso della galleria, restaurato grazie al lodevole e gravoso

reparti ungheresi, una volta term:inato

ùnpegno di molti cultori della memoria

i!Jìwco delle nostre batterie, e si

storica.


ALPI GIULIE

VALDOGNA MONTE JOF DI SOMDOGNA (1889 m) 8° REGGli'1ENTO ALPINI 71 a COMPAGNIA TOMBA DEL MAGO 21 MAGGIO 1916

Lungo la prima linea italiana, poco sottostante la somrnità del Jo.f di Somdogna, si trova t 'ingresso blindalo di una "ridotta "fortificata con jèritoie. La curiosa denominazione di "Tomba del Mago " è jò1se dovuta alla particolare struttura interna molto stretta e dalla jòrma a "V" rovesciata. Sull'ingresso come si nota nella foto storica del .1 917 era riprodotta l'aquila, simbolo degli alpini, che però è anelata perdutu. La struttura fu costruita, con una vista superba sulla parete nord deljofdi Montasio (2753 m), dalla 71a compagnia del battaglione Gemona.

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MEDIO ISONZO

Gavotti. Questi si resejàmosoperché, tenendo conto delle esperienze di

MONTE VODICE (SLOVENLI\)

scavo.fatte sui ·1nonti Saf?oNno, Vodice

Galleria Vittorio Emanuele III

e San Gabriele, costruì con il suo Cntppo anche l'estesa galleria Vittorio

PREALPI

Ai fanti del generale Badoglio

luglio 1917 Foto storica.dell'ingresso della galleria intitolata al Re d1talia Vittorio Emanuele ID scaliata nelle uiscere dellt,1, montagna dai reparti del Genio del nucleo "Gruppo Lavoratori Gavotti", molto conosciuto e apprezzato su tutto l'arco del fronte per la carismatica figura del suo comandante 11iarchese ing Nicolò

Emanuele m su.I monte Grappa, dove .Jitrono incavernate le artiglierie che si rilevarono determinanti per la tenuta del.fronte dopo la ritirata di Ca.poret/.o. E' da notare cbe tutte le opere in galleria del Gruppo lavoratori Gavoui vennero denominate e intitolate, dal suo comandante, in onore del Re d'Ttalia e della sua Regina.

Anni fa è stata rintracciata all'interno cle!La profonda galleria sottostante la quota 592 del monte Vodice questa targa sj)ezzata del

.19.17 che, come risulta dalla fotografia storica, originaria.mente era posta sopra l'ingresso a ricordo "dei fanti del Generale Badoglio". La targa restaurata dai soci del "Gruppo Ricerche e Studi detta Grande Guerra " della Società Alpina delle Giulie sezione del C A .I di Trieste è oggi nuovamente visibile all'ingresso detl'imjJortante galleria sul monte Vodice.


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2~


ALPI GIULIE VALDOGNA PLAN D EI SPADOVAI (1100 m ) CAPPELLA DEL BAITAGLIONE ALPINI GEMONA

Un.o dei luoghi più suggestiui ed interessanti de/la Val Dogna, ricco di memorie storiche della Grande guerra, è senz'altro il Plq,n dei Spadouai. Retrovia del_jj-onte, fu, dal 1915 all'ottobre del 1917,u.n importante crocevia di sentieri, carrarecce e mulattiere, ma anche zona di riposo per tanti soldati che scendevano dalle trincee e dai precari ricoveri posti sulle alte quote deljofdi Somdogna, Due Pizzi, Jof di Miezegnot, Cuel dei Pez. Su.I grande pianoro si possono ancora oggi osservare, ricoperti dalla

Inverno 2005

vegetazione, alcuni notevoli ruderi in muratura, sedi allora di comandi, dormitori.finanche a due piani, magazzini, posto di medicazione. Comunque la memoria più signijì'cativa e cli notevole interesse storico è rappresentata dalla Cappella Votiva del battaglione alpini Gemona. l:!.ssa è stata recentemente ristrutturata dai gruppi A .NA. eh Chiusaforte, mentre gli allievi della rinornata Scuola del mosaico di Spilimhergo si sono dedicati al restauro del! 'opera musiua che impreziosisce il pavimento. La traduzione dal latino della dedica presente sul paviinento recita: "Il battagl'ione alpini Gemona Presente per lungo ternpo nelle trincee - Di questa valle - Vigilando

con eroismo sutla tranqu,illità della sua vita - Qui testimonia la sua fedeltà-Armo 1916". L'immagine storica mostra !'avanzato stato dei lavori della costruzione della cappelletta durante la primavera del 1916. Alle spalle s'intravedono parte dei ricoveri cbeforniavano un vero e proprio uillaggio di guerra. Ou.rioso è poi corf/Ì-ontare con la successiva foto fa particolare bravura e cura decorativa degli alpirl'i.fi"iulani che ahhellirono con degli artistici capitelli l'opera ultimata. Nella.foto attuale, siamo a.fìne inverno al Pian dei Spadova( /01:,e uno dei momenti più adatti per addentrarsi nel silenzio carico di atmosfera e di ricordi legati a questo luogo.


Estate 191G

· 917 Autunno 1-

2f


VALDOGNA PLAN DEI SPADOVAI ZONA DELLA CAPPELLA VOTIVA BATTAGLIONE GEMONA

Inverno 1916, villaggio di guerra degh alpini del btg. Gemona al Pian dei Spadovai: <:çccezionale imm.agine che riprende la costruz ione del probabile ricovero comando a cui, con stnwrdinaria maestria, gli alpini aveuano dato le stesse sembianze architettoniche della facciata del Duomo di Cemona del F1·iuli. La costruzione sorgeva nelle ùnmediate vicinanze della Cappelletta del battaglione Gemona:

Inverno 1916

pur solamente lavorando con il legno gli abili esecutori erano riusciti a riprodurre in maniera straordinaria l'originale rosone del Duoino e a creare così in mezzo alla neve una sensazionale e straordinaria inaf?ia di piccolo cctpolavom alpino. Nella foto dell'estate del 1917, se confrontata con quella dell'inverno 1916, si nota l'ulteriore ahhellimento della facciata con l'a.ggiunta dei piccoli rosoni al posto delle due finestre. Nasce allora il dubhio che la costruzione, per la sua s01prendente rassom:iglianza con il Duomo di Gernona, sia stata adibita invece cbe


a comando di settore a vera e propria chiesa per le Jimzioni religiose dei tanti repa11i operanti in ValDogna. Ne!La.fòto a lato, la facciata ori.girtale del Duorno restaurata dopo il terremoto del 1976 che devastò l'intero Friuli. Non si può non rimanere aj/ascinati per carne gli ahili alpini del btg. Gemona riuscirono a i11iitarlo con grande verosim.iglianza per "avere" con. loro, anche in questi boschi della Val Dogna, la sua grandezza e belfezza si11ib0Uca.

Duomo di Gemona, 2006

Estate 1917

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ALPI GIULIE VALDOGNA FRAZIONE DI MINCIGOS GALLERIE DELLE MOROSINE

A sua eccellenza il generale Lequio, nostro buon condottiero nei 1nomenti de/ cimento per la rivendicazione patria - Tenente colonnello Pecco Ferdinando, Capitano Guido Guidi - Aprile 1916 - '~ .. e tutti li b01nbardieri

disseno alli ingegneri, poicbè attignamo a la medesbnafonte siamo fratelli e ciò li ingegneri alto approvarono" Nicolao Tartaglia Frazione Minci[!,o:,~ un piccolo

paese di montagna delle Alpi Giulie, abbarbicato su uno splendido pianoro, dove ancora adesso non arrivano strade dal fondo valle ma soltanto una lunga mulattiera di guerra allargata, su di un sentiero preesistente, dal genio 1nilitare nel 1915. Qui La uita ha fatto il suo corso sino al 1968 quando anche gli ultimi ahita.nti abbandonarono le dif.lìcoltà di un 'esistenza isolata dal mondo. Ora i .figli, allora bambini, i nipoti, ora già uomini, sono ritornati quassù ristrutturando le loro case e rip1·endendo la vita dei 111.ontanari di allora tra questi prati. Attorno a questa località nel .1916 sono iniziati i lauori di un formidabile apprestamento d{fensivo italiano di grande importanza. strategica, cbe, per fa sua p4rticolare collocazione e per la lunghezza delle opere in galleria, fo1~çe non ba eguali sul fronte delle Alpi Giulie. Esso è posto non lontano dal! 'abitato di Dogna, in un angolo remoto e dimenticato ma permeato da tanta serenità e pace, caratterizzato dagli armoniosi, artistic'i ingressi delle monumentali gallerie chiamate "Le Momsine".

le gallerie annate avrebbero avuto grandissimci i1npo1tanza qualora i reparti austro-ungarici fossero riusciti ad aprirsi un varco e penetrare in profondità nel Cuna! del Fen·o, prendendo alle spalle tutti i reparti italiani dislocati nella \!al Dogna, facendo così crollare tutto il nostro sistema difensiuo. Nella zona sorgeuano numerosi baraccamenti efurono utilizza.te anche alcune abitazioni già esistenti, inoltre fu allestita una tel~/èrica di cui rimane ancora la. stazione di arrivo completam.ente in cemento. Anche oggi la tele/erica, ouviarnente rinnovata, viene utilizzata dagli abitanti di Mincigos per traspo1·tare material-i e derrate. essendo la ji-azùme collegata a Dogna solamente da un sentiero. Gli abitanti ricordano e testimoniano oramai attraverso ijìgli che, a differenza di altri JJaesi della valle, essi non furono completarnente evacuati dumnte il conjZitto, ma convissero ajfratellati a. contatto con i soldati e assistettero alla costruzione dell'imponente opera che in parte tra~~fèmnò il loro paese e che mai più ebbe tanti "abitanti". Nelle inunagini seguenti sono ra:ffigurate le targhe che erano poste a Jìanco e nel mezzo dell'ingresso. Da notare che anche quest'opera fu dedicata (ccmie già altre segnalate nel uolume) al generale Clemente Lequio. Curiosa e di pai·ticolare interesse è anche la citazione del matematico, ingegnere e bombardiere Nicolò Tartaglia, nato a Bergan-io nel 1500 e morto nel 1559. L'iscrizione signffica che genieri (ingegneri) e artiglieri (bombardieri) sono J1·atell1: perché attingono alta stessa fonte: quella della matematica. È una

raffinata sottol'ineatura del legame esistente Fa le due Armi dotte, legame materialmente evidenziato dai due.fregi del Genio e dell'Arti.gheria posti sull'ingresso della caverna.


Primavera 1916

Estate 2006

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L'imboccacurn è decorata in alto con tre fregi: quello di sinistra appartiene alla prima batteria artiglieria da crunpagna; quello centrale, rettangolare, indica la località ed il periodo di costruzione della galleria denominata "Le l\fornsine"; quello di destra ricorda una compagnia di Milizia Mobile del Genio.

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PREALPI MEDIO ISONZO MONTEVODICE

(Slovenfa) LA 53a DMSIONE DI FAl"'l'TERIA CONQUISTÒ IL VODICE LI 18 MAGGIO ~917

"Il comandante generale Gonzaga diresse l'azione da queste rocce, ove rimase col suo Stato Maggiore dal 17 maggio al J6giugno 1917"

Non è un caso, ,m a una, volontà precisa, quasi un disegno superiore, che il uolume dovesse terminare con questo graj]ìto. Individuato nel marzo 2005 e sicurarnente salvato da un sicuro oblio visto il luogo in cui era celato. La sua storia è particolare, ed in essa è.forse racchiuso l'anim.o che pervade quest'opera. il ritrovamento dell 'iscrizione, scolpita nel/ci .roccia di quota 592 del Vodice, è il degno coronamento di una vita dedicata alla ricerca di testimonianze dimenticate e di studi sugli aspri terreni dei vari campi di battaglia. Tutto iniziò quando, nel 1979, sulla Bainsizza a "quota 807 Generale Papa '~ Teresina Papa la figlia del generale eroe del .Pasubio e morto su questa quota, ci consegnò una pagina sbiadita del ·'Secolo Illustrato" riportante un articolo a ricordo dei giorni di lottci per la conquista del monte Vodice, corredato da unafotograjìa che ritraeva il generale Gonzaga al su.o posto di comando a ridosso della prima linea, da doue diri,geva le operazioni, nel corso della deciina battaglia dell'Isonzo. Dietro di lui s'intravedeva la roccia carsica incisa con u.na lunga scritta che attirò subilo la nostra attenzione. Sicuramente quel "roccione'' doveua

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ancora trovarsi su una quota del Vodice nascosto dalla vegetazione. Le successive ricerche condotte per diversi anni risultarono però infruttuose, anche per l 'ctmpiezzct della zona da esplorare. Entrati in possesso di un rarissi'lno uolum.e di memorie dell'ing. marchese Nicolò Gauotti, "La guerra del ·1nio Gntppo all'Austria", trouCL?nmo menzione del monte Vodice, dove l'ingegnere era intento nel mese di luglio, nell'imminenza dell 'undicesima battaglia dell'Isonzo, a dirigere lo scauo della lunga gcilleria "Vittorio limcmuele III", poco sotto quota 592. Egh durante la sua permanenza in quel settore del jì'onte si occupò ancbe detl'aniphamento della caverna ricovero sede del comando della 53 9 Diuisione e notò poco distante un 'iscrizione incisa nella roccia. A suo dire si trouava circa 200 metri a sud dell'ingresso della galleria intitolata al Re d 'Italia. Con rinnovato entusiasmo, le ricognizioni vennero riprese, essendosi ora ristretto il campo di ricerca. Il 24 marzo 2005 (çtrana coincidenza ... stessa data della morte a Roma nel 1938 del generale Gonzaga), nel tardo pomeriggio finalmente il grafjìto fu ritrovato, celato tra la folta vegetazione, vicino a quello cbe era stato il comando della 5y1 Divisione. Comimicata la scoperta ai discendenti del generale, insie111.e con il rupote, .Maurizio Gonzaga marchese del Vodice (cbe ci farà dono della foto originale scattata nel 1917), nel mese di settembre raggiungemmo in devoto pellegrinaggio il masso carsico, vicino al quale, con lo sguardo rivolto al grqffito e al terreno circostante ricordam.mo i valorosi

soldati italiani che concorsero alla temerai'ia conquista del Vodice, divenuto in seguito "Zona Sacra " in menioria del sacr{/icio di tante vite umane. H d'altronde, doue un uomo muore con coraggù> secondo il suo destino, quel suolo è suo. il tenente generale Gonzaga principe Jvlàurizio, discendente dalla illustre famiglia mantovana, fu uno degli ufficiali più decorati della Prima Guerra Mondiale . Nel gennaio del 1917, assunse il comando della 53 9 Divisione e passò ad operare nel settore del medio Isonzo, destinato a diventare il principale teatro di guerra nella primavera successiva. Rimanendo sempre vicino ai suoi soldati li portò alla conquista del monte Voclice. S. M. il Ne volle ricompensare di motu-proprio la bella condotta del generale Gonzaga con la massim.a decorazione al valor militare: "Animato dctfortissima volontà, da incrolla.b-ilejìducia nel successo delle armi nostre, con raro sprezzo delpericolo si teneva, durante un intero mese di lotte accanite, a stretto contatto con le proprie tnippe di prima linea, portando loro di persona, nei momenti più critici, la parola anfrnatrice, incitandole con l'esempio alle azioni più ardite, rendendosi cos1~ primo fattore di quelle gesta memorabili che ci resero padroni del Vodice e cbe ci permisero di tenerlo inespugnabi:te di fronte ai phi accaniti {forzi nemici - Vodice, maggio-giugno 1917".

Nell'ottobre del .19.l 7, in seguito alle drammatiche giornate di Caporetto, nella località di Stupizza cercò di arginare l'avanzata ne'l'nica, anche qui sempre in prima linea, ritnanendo gravem.en te ferito.


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Al prode generale, che nell'ora della vittoria ed in quella della scon:fìtta mantenne sempt·e lo stesso aninio di soldato risohtto, fermo, pronto a qualsiasi sacrificio, non conoscendo che una via "avanti sempre, incorttro al nemico", venne concessa una seconda medaglia d 'o1·0 con questa motil!ftZione: "Nel momento più grave eletta guerra, sbarrando con la sua divisione il passo all'avversario pre1nente con vi,gorosa grande offensiva, dava alle sue truppe brillante esempio cli fermezza, di coraggio e di valore

personale, nei siti pi1À, esposti alle o./fese nemiche, e manteneva un così esemplare contegno anche quando fu graveinente colpito in più parti del c01po dal piombo nemico, rinianenclo mutilato, fino a che jì.1 costretto a lasciare, suo nialgrado, il campo di battaglia, sul quale, nel nome del Re e della Patria minacciata, aveua mostrata la via dell'onore: quella che portava al nemico. MagnUìco ese·mpio di atto sentimento del dovere, di sapiente spirito o/Jènsivo, di )1,t!gido eroismo - Stupizza, 25

ottobre 1917". Al term:ine della guerra, oltre alle due medaglie d'oro al valor militare, gli furono conferite la Croce dell'Ordine Jvfilitare di Savoia, tre medaglie d'et1;gento e la Croce al merito di guerra. il generale Gonzaga, dopo le cure e la convalescenza per la grave mutilazione subita, ritornò nuovamente a/fronte nel Trentino e vi l'imase.fino al termine delle ostilità.

i\llonte Vodìce 1941


Nel 1922, fn riconoscimento degli eminenti seruigi resi alla Patria, uenne nominato Senatore del Regno. Fu collocato a. riposo nel settembi'e del 1927 e nel 1932 gli.fu concesso il titolo di Marchese del Vodice . Espresse più volte La volontà, alla morte, di essere tumulato sulla cima del monte Vodice. Dopo il decesso, ctVvenuto il 24 marzo del 1938 a Roma, iniziarono su quota 652 del Vodice i lavori di costruzione del mausoleo dedicato al Generai.e ed ai reparti della 53n Divisione: dal basamento

ll!Ionte Vodice, estate 2005

in pietra scolpita si alzarono sei colonne sulla somni'ità delle quali vennero poste nove aquile bronzee. La foto st.orica del rn.onumento ci riporta proprio alla fine del 194.1. Queste terre stavano per subii·e nuovamente dei sussulti terribili, tanto che non venne mai eseguita una uera e propria inaugurazione del mausoleo, né tantomeno jì,t jJossibile tumulare il co1po del generale Gonzaga all'interno della cripta rivestita da pi·eziosi mosaici, in cui figurano ·i l fregio del casato dei Conzaga e

tutti i 110111,i delle località di battaglia in cui il generale operò con le sue truppe. Alla fine del 1942, le grandi aquile di bronzo jìtrono rùnosse, restando così solo per pochi mesi a custodire, ·m ute testimoni, le imprese del Vodice. La.fotografia dell'epoca rimane così l'unica testimonianza del mausoleo in origine. Nell'immagine attuale si nota il monumento con il ·m onte Santo sullo sfondo,

2


J

?

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Indice q_e i Reparti

ALPINI

4° REGGIMENTO .ALPINI 509li COMPAGNIA MITRAGLIERl

1° REGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE VAL TANARO,

5° REGGIMENTO ALPINI, 207

FV\T 206

5° REGGIMEl\TO ALPINI BATTAGLIONE MONTE SPLUGA

180, 196 2° REGGIMENTO ALPINI BATIAGLIONE DRONERO 101'1

2° REGGIMENTO ALPINI BATTAGLIOJ\E BORGO S.i.u'\l D AL-

5° REGGIMENTO ALPù'\lT BATTAGLIONE VAL C.AMONlCA, 180 8° REGGIMENTO ALPINI, 214

MAZZO, 180, 220 2° REGGIMENTO ALPINI BATfAGLTONE DRONERO POSTO

8° REGGIMENTO ALPINI 1 11 SE7.TONE MITRAGLLATRTCI, 183 8° REGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE G.EMON A 71 li

DI MEDICAZIONE, 181 2° REGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE J\ilONTE BICOCCA

COMPAGNLA, 186, 215 8° REGGIMENTO ALPI>!! B ATIAGLTONE GEMONA 71'1

RICOVERO GIACOMA, 242 2° REGGIMENTO ALPINI B X ITAGUONE SALUZZO 22il

COMPAGNIA 4°PL l 7 "A SQ, 187 8° REGGIMENTO ALPINI BTG GEMO.NA 71 ;i COMPAGNIA

COMPAGNIA, 188 11

COMPAGNIA 1°PL 2li SQ, 188 2° RFGGiiVfENTO ALPINI B xnAGLTONE VAL V ARATTA 222li COMPAGNIA, 194 2° REGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE VALLE STURA, 198 3° REGGIMENTO ALPINI, 212 3° R EGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE Exru.ES, 200 3° REGGIMEl\TO ALPINI BATTAGLIONE MONCENISIO 131 a COMPAGNIA, 215 3° REGGIMENTO ALPINI B ATTAGLIONE MONTE GRANERO, 216, 218 3° R EGGIMENTO ALPINI BATTAGUONF. PINEROLO, 206 3° R EGGIMENTO ALPINI B ATL\Gl.TONE SUSA, 219 3° REGGIMENTO A LPINI BATTAGLIONE SUSA 35.t COMPAGNIA - FORTE SUSA, 220 3° REGGIMENTO ALPINI Bi\'ITAGLIONE VAL DORA 23P COMPAGNIA 4° PL, 205 3° REGGIMENTO All'INT BATTAGLTONE VAL PELLJCE 224il COMPAGNIA, 213

13611 COìvlPAGNIA, 193, 205 5° RFGGTMENTO A LPINI BKlì'AGLTONE STELVIO, 210

COMPAGNIA, 199

2° REGGIMENTO Ai-:PJNI BATTAGLIONE SALUZZO 23

'

- TOMl3A DEL iVlAGO, 277 8° REGGIMENTO ALPINI BATlAGLTONE MONTE CANTN 97 3 COMPAGNIA, 209 8° REGGIMENTO ALPTNT BTG MONTE CANIN 635 11 COMPAGNIA MITRAGLIATRICI, 218 8° Rl3GGIMENTO ALPil\l BATTAGLIONE MONTE CANI>! 1 11 SEZ. MrrRAGLIATRTCI, 214 8° REGGIMENTO ALPINI BATTAGUO:'IE TOLMEZZO 123 COMPAG\!IA, 211 8° R EGGIMENTO A LPlNT BATTAGLIONE TOLMEZZO 12.t COMPAGNIA 2il SQ - 3 11 SQ, 208 8° R EGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE VAL FELLA - COMANDO, 201,202 8° REGGIMENTO AUJIN! BATTAGLIONE VAL F'ELLi\ 269;i COMPAGNIA, 201 8° REGGIMENTO ALPINI BKrTAGLIOl\E VAL FELLA 270!! COMPAGNIA, 203 BATTAGLIONE SPECIALE BES 8 !! COMPAGNIA, 190

2


)4

ARTIGLIERL.\

15° REGGIMENTO BERSAGLIERI 51 ° BATTAGLIONE RE-

2° R.EGGJMFNTO ARTIGLIERIA, 70

15° R EGGIMENTO BERSAGUElli COMPAGNIA ZAPPA.TOR!,

PARTO Z APPATORI, 231

2° REGGIMENTO ARTIGLIERIA D A MONTAGNA, 95 2° REGGIMENTO ART [Glll!.RL-\. PESANTE CA.MPALE 1811 BATTERIA DA 105, 151 4° REGGIMENTO

108, 111 18° REGGIMENTO B ERSAGLIERI, 104 18° REGGIMENTO B ERSAGLIERI 6 ll COMPAGNIA, 57

ARTIGLIERIA DA CAMPAG:-.JA 6 3

BATIE-

10° BATIAGLIONE B ERSAGUER! Ocnsn p COivJT>.AGl\,'TA, 236 GRUPPO BERSAGLIERI G .RALLI 13° B TG Mor-m MITRA-

RIA, 227 7° REGGIMENTO ARTIGLIERIA 0SSF.RVATORI0 B A1TERT,é\ D 'ASSEDIO, 150

GJ.IA.TRICl M AXLM, 238 230° REPARTO 3;i SEZIONE MITRAGLIATRICI, 238

8° REGGIMENTO .A.RTIGLIERlA 29° RJ\.GGRUPPAMENTO D ' ASSEDIO, 65 10° REGGIMENTO ARTIGLIERIA 168;i BATIERIA MOR-

CAVALLERIA

TAIO DA 210, 66 3fr·1 REGGIMENTO ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA,

226

CAVALLEGGERI Dl ALESSAJ\DRIA (14°), 165

38° REGGIMENTO ARTIGLIERIA 2il BATIERIA, 68

CAVALLEGGERI G UIDE

4 8° REGGIMENTO ARTlGLlERIA D A CAMPAGNA, 157

C AVALLEGGERI GUIDE 1 ° SQUADRONE SQUADRA ZAP-

1° GRUPPO BATTERIE A CAVi\J.LO, 14 9 2° GRUPPO BOMBARDE 72!! BATTERIA, 7 4

1 ° SQUADRONE, 25

PAfOlli, 26 (AVALLF.GGFR! GUID E 5° SQL.:ADRONE, 2 4

4° GRUPPO OBICI PESANTI CAMPALI 149A, 6 1 B ATI'ERIA D'ASSEDIO CO.MANDO, 58 10i! BATIER!A BOMBARDE, 114

FANTERIA

16i.! BATTERIA BOMBARDE, 102 33 11 B AlTERIA BOMBARDE, 2 4 1

20" DIVISIONE, 76

33a BAm~R!A BOMBARDE 1 3 SEZI ONE, 221, 223

28ll DlVlSIONE - O SSERVATORIO, 117

4 1 i! BATTERLA, 104

53.i DTVJSTONF D I FANTERIA, 288

58i! BATfERIA DA 105, 224

BRIGATA ACQUI, 42

6511 BATTERLA SOMEGGIATA, 75

BRIGKL\ AVELLINO - G ALLERIA SPOIETO , 145

69.i BATTERIA D 'ASSEDIO, 67

BRJGATi\ NOVARA, 101

7011 BATfERlA D'ASSEDIO,

BRIGATA SASSARI, 79

228

75ll B AITERIA, 14 8

1° REGGIMENTO FANTERLA. 6;i COMPAGNlA (BRIGATA RE), 31

BATfER!A 950 BIS - BATIERIA 114 - O SSERVAfORJO, 63

l O REGGllvlENTO FA.\1 /TERIA 2° J3ATIAGLIONE (BlUGKfA

181 11 SEZIONE BOMBARDE DA 58B, 222

RE), 53

1° REGGIMENTO FANTERIA 3° REPARTO ZAPPATORI (BRIGATA RE), 32 BERSAGLIERI

13° - 14 ° .REGGltVIENl'O FANTERIA (BRLGAii\ PINEROLO), 270 14° REGGIMENTO FANTERIA 1 1'1 COMPAGNIA (BRIGATA

6° REGGIMENTO BERSAGLIERI, 234, 2 4 0 7° REGGIMENTO BERSAGLIERI, 56 11 ° REGGIMENTO BERSAGLIERI 33° BATTAGLIONE PLOTONE ZAPPATORI, 240 11 ° REGGIMENTO B ERSAGLIERI 39° B ATrAGLIOf\E REPARTO ZAPPATORI , 272 15° REGGIMENTO BERSAGLIERI 49° BATTAGLIONE REPARTO ZAPPATORI, 232 1.5° REGGI MENTO BERSAGLTETH 4a COMl'AGNlA 8 ll SQUADRA, 233 15° REGGIMENTO B ERSAGLIERI 50° BATTAGLIONE, 230

PINEROLO), 43 17° REGGIMENTO FANTERIA 5 11 COMPAGNIA (BRlGAlA ACQUI), 29 18° .REGGIMENTO FANTERIA (BRIGATA ACQUI), 28 21 ° R EGGI MENTO FANTERIA (BlliGATA CREMONA), 35 21 ° REGGIMENTO FANTERIA 1ll SEZ. MTTRAGLlATRJ.CI (BRIGATA CREMONA), 39 21 ° REGGIMENTO FANTERIA 3° B ATU,GLION E (BRIGATA CREMONA), 36, 38 39° REGGIMENTO FANTERIA 3° R EPARTO ZAPPATORI (BRIGATA BOLOGNA) , 34


43° REGGIME!:'/TO FANTERIA (BRIGATA FORLÌ), 146

231 ° REGGI.MENTO FANTERIA (BRIGATA AVEWNO), 169

49° REGGIMENTO FANTERIA 2° BATTAGLIONE (BRIGATA

246° RFGGTMENTO fANTElfu\ (BRIGATA SIRACUSA), 104 397!.\ CO.MPAGNIA Mrrn.AGUERI FIAT 2 11 SEZIONE, 255

PARMA), 52 50° REGGI.MENTO FANTERTA 13201! COMP. Mrm.J.\.GLIA-

680° REPARTO MTTRAGLIEIU f!i\T, 91

TRICT. (BRIGATA PARMA), 91 74° REGGIMENTO F AKTERLA 2!! COMPAGNlA (BRIGATA GENIO

LOMBARDIA), 32, 33 77° REGGTMFNTO FANTERIA 3° REPARTO ZAPPATORI

1° REGGIMENTO GENlO, 86, 119

(BRTGATA TOSCANA), 51 78° REGGIMENTO FAi\fTERIA (BRIGA]A TOSCANA), 46, 144

1 ° REGGIMENTO GENIO 3051:! COMPAGNIA, 152

78° REGGUVIENTO FANTERIA 311 COMPAGNIA 3° PLOTOì\'E

1 ° REGCTMENTO GENIO 4311 COMPAGNIA, 164 1 ° R EGGIMENTO GEi'JJO 4411 COMPAGNIA, 77

(BRTGATA TOSCANA), 45 87° REGGIMENTO fANTF.RTA (BRIGKr:t\ FRIULI), 54

1° REGGIMENTO GENIO 58a CO.MP;\GNIA, 81

88° REGGIMENTO fANTERL\ 3° REPARTO ZAPPATORI

1 ° REGGT1YfENTO GENIO 77f!. COMPAGNIA, 85 ]

(BRTGATA Fiuu u), 2 43

0

REGGIMENTO GENlO 7911 COMPAGNIA, 216

9 4° REGGIMENTO FANTERIA (BRIGA'Iì\ MESSINA), 269

2° REGGIMENTO GENIO 12F COMPAGNIA, 116

98° REGGI.MENTO fANTERL'\ 11671! COMP. MITRAGUFRT

2° REGGJMENTO GENIO ZAPPATORI, 104, 131

FIAT (BRIG . GENOVA), 257 113° REGGIMENTO FANTERJA (BRIGATA MANTOVA), 35 114° REGGI.MENTO FANTERIA 2° BATTAGLIONE (BRIGA-

3° REGGIMENTO GENJO 1811 COMPAGNIA - CANTIERE PLANINA, 153 3° REGGIMENTO GENIO 31011 COMPAGNIA, 154 4° REGGIMENTO GEJ\IO P U\!TIERI, 92

'IA MANTOVA), 44 1 J8° REGGIMENTO fa.NTERJA 3 ° BATTAGLIONE (BRIGATA

5° REGGIMENTO G .ENJO, 83, 164, 252 5° REGGIMENTO GENIO IvllNKI'ORT 23 11 COMPAGNIA MI-

PADOVA), 48 121 ° REGGJMFNTO FANTERIA 1 ° REPARTO ZAPPATORI (BRIGATA MACERATA), 30, 78 123° REGGIMENTO FANTERIA (BRIGATA Cr-TTETÙ, 111 124° REGGI.MENTO FANTERIA (BlUGATA C HIETI), 111 126° REGGIMENTO FA]';TERIA 9 .i COMPAGNIA (BRIGATA

NATORI, 156 5° REGGIMEl'ffO G ENIO MINATORI 3 11 COMPAGNIA MINATORI, 82 5° REGGT!v1ENTO GEì\'IO M.!N.t\TORI 4 11 COMPAGNIA lVlINATORI , 249 5° REGGIMENTO GENIO iVIINKfOlli 6!! COMPAGNIA M:r-

SPEZIA), 166 128° REGGIMENTO E.ANTERTA (BRIGA'.!;\ fTRENZE), 159, 162 128° R.EGGll\.IENTO FANTERIA 3° REPARTO ZAPPllTORT (BRI-

Ni\:fORT, 155 6° REGGIMENTO G ENIO 16811 COMPAGNIA STAZIONE FOTOELETI'RIO. DA 75 CM, 250

GAT'\ FIRENZE), 168 132° REGGIMENTO FANTERIA (BRIGATA LAZIO), 248

50° RAGGRUPPAMENTO SEZIONE EUOGRAFISTI, 118

134° REGGlME.NTO FANTERIA (BlliGATA BENEVENTO), 125

l MPlANTI LDRTCI - Il ARlvl.ATA - SEZIONE Pu\½\, 163

134° REGGIMENTO FANTERIA } !.\ SEZ. MITRAGLJATRICI

21 1 11 COMPAGNIA ZAPPATORI 451.! D IVISIONE, 96

(BRIGATA BENEVENTO), 237 138° REGGIME.t'\ITO FANTERIA (BRIGAIA BARLETTA), 104, 111 138° REGGIMENTO fANTERL'\

7'il COMPAGNIA (BRIGATA

AUSTRO-UNGARICI

(BRIGATA CATANIA), 244

M .K. NAGYVARADI V/4 NEPF. ZLJ., 173

BARLETTA), 113 145° REGGIMENTO fa.NTERIA

147° REGGLfVlliNTO FANTERIA (BlliGATA CALTANISETTA), 246

K.K. FELDJAEGER N° 7, 274

147° REGGJì'v1ENTO FANTERIA 3° BATTAGLIONE (BRIGATA

K.K. FELQJAEGER N° 30, 262

CALTANISETIA), 2 4 5 154° REGGIMENTO FANTERIA (BRIGATA NOVARA), 104 156° REGGIMENTO FANTERIA (BRIGATA ALESSANDRIA), 247

K .U.K. lNFANTERTE REGIMENT KRONPRlN'Z N°17, 266 K.lJ.K TNFANTERIE REGJMENT N°46, 1 36, 264 K.U.K. SAPP. BAON N°4 BUDAPEST 8 KOMPAGNIE, 137 ULANEJ\ SKADROì\' l /12, 263



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Ringraziamenti

Desideriamo ringraziare L'[fffìcio Storico dello Stato Maggiore detl'Ei;ercito, in particolare il Colonnello Antonino Zarcone, ii Ten. Colonnello Roberto Di Rosa, il Ten. Colonnello Salvatore Orlando, il Ten. Colonnelto Giancarlo Nlarzocchi, il .l O Maresciallo 1l1aurizio Saporiti, il 1 ° Maresciallo Daniele Prinari, per aver accolto con grande sensibilità la proposta editoriale riconoscendone la valenza storica.

Rìngraziamo: gli eredi del Generale Gonzaga ed il nipote Maurizio Ferrante Gonzaga, marchese del Vodice, i componenti il "Gruppo ricerche e studi della Grande Guerra" della Società Alpina delle Giulie - Sezione cli Trieste del Club Alpino Italiano: Silvio Stok, Giorgio Cian, Leo Turolo, Marco e Aldo Pascoli di Muris di Ragogna e Flavio Azzola di Pontebba. Luciana Laurenti, Silvana Pascoli e Marina Scrimali per la continua assidua presenza collaborativa.

Per ultimo, ma per nostro intendimento, il riconoscimento più vivo ed affettuoso è rivolto all'amico Generale Luigi Emilio Longo, con il quale abbiamo percorso e vissuto tratti importanti del suolo carsico. Egli ha compreso come nessun altro Ia validità delle nostre ricerche e il nostro modo di viverle. Gti Autori


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Sommario

Presentazione

5

Prefazione

7

Il censimento delle iscrizioni

9

L'indagine storica sul territorio

lO

Le iscrizioni nel volume

11

Mappa della divisione del censimento

12

Tipologie delle iscrizioni

13

Perché una ricerca delle iscrizioni della Grande Guerra

15

I Zona - Carso - Basso Ison zo

17

II Zona - Prealpi - Medio Isonzo

139

Ill Zona - Alpi - Alto Isonzo

175

Tra ieri e oggi

267

Indice dei reparti

293

Bibliografia

297

Rin oora zia menti

299



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