STATO MAGGIORE ESERCITO - Uff ICIO STORICO
TERZA OFFENSIVA BRITANNICA IN AFRICA SETTENTRIONALE LA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN E IL RIPIEGAMENTO IN TUNISIA (6 SETTEMBRE 1942 - 4 FEBBRAIO 1943)
TOMO I
NARRAZIONE E ALLEGATI
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ROMA
1961
TIPOGRAFIA REG IONALE • ROMA • PfAZZA MANFREDO FA?\ìl ,
42
INDICE
Premessa . Parte prima: La preparazione (6 settembre - 22 otto~re 1942) Pa,-te seconda: La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942) Considerazioni sulla battaglia Parte terza: La manovra di ripiegamento (4 novembre 1942 - 4 febbraio 1943)
Pag.
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II
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Considerazioni sul ripiegamento
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Conclusione
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Allegati
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Indice analitico della materia
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Indice dei documenti riportati nel testo
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Indice dei documenti allegati .
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Indice degli schizzi contenuti nel Tomo li
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SII
Elenco delle abbreviazioni
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PREMESSA
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a battaglia di Alam el Haifa, combattuta fra il 30 agosto ed il 5 settembre 1942 e conclusasi con una vittoria difensiva dell'8"' armata britannica, chiudeva definitivamente il ciclo operativo che caratterizzato, pur con la frequenza dei ritorni offensivi britannici, da tma prevalenza di atteggiamenti offensivi delle forze dell'Asse, aveva portato l'Armata italo - tedesca alle porte di Alessandria, ad El Alamein. Quella battaglia fu l'ultimo sforzo compiuto dalle nostre truppe nel tentativo di aprirsi la strada verso il delta del Nilo e la sua conclusione puntualizzò esattamente la situazione del momento in A.S.: mentre le forze italo - tedesche avevano dimostrato di essere, ormai, impari al compito di spingere ulteriormente in profondità la propria avanzata; le forze britanniche, a loro volta, misero in evidenza come non fossero ancora in grado di risolvere definitivamente la lotta a proprio favore. Il Generale Montgomery, infatti, malgrado le propizie circostanze che gli offriva l'esito per lui favorevole della battaglia, si astenne dall'intraprendere una immediata controffensiva, in quanto non era del tutto soddisfatto del grado di addestramento e dell'attrezzatura della sua Armata. · In tali condizioni, la reazione controffensiva britannica non avrebbe potuto conseguire altro successo che quello di imporci un ripiegamento che era prevedibile non sarebbe potuto andare, al massimo, oltre El Agheila; ne sarebbe derivato, in ultima analisi, un notevole vantaggio per l'Armata italo- tedesca che sarebbe stata portata dagli avvenimenti a sottrarsi alla precarietà, nella quale si tro-
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6 vava, di uno schieramento vincolato ad una linea di comunicazioni enormemente lunga ed assai esposta e vulnerabile. LA condotta e l'esito della battaglia di Alam el Halfa non mancarono di esercitare notevole influenza anche sul morale dei combattenti: - da una parte, contribuirono a far superare la crisi di sfiducia in cui le truppe dell'8"' armata britannica da tempo si trovavano, dando ad esse la precisa sensaz·ione che, se fossero state ancora impiegate con razionale criterio di economia, avrebbero certamente raggiunto, con il passare del tempo e con il continuo e costante loro accrescimento, una tale superiorità sull'avversario da rompere decisamente l'equilibrio e far pendere il piatto della bilancia a proprio favore; - dal/'altra parte, concorsero a determinare, nelle truppe .. italo -tedesche, lo spegnimento di quell'euforia che in esse aveva acceso la travolgente avanzata del giugno sino ad El Alamein, euforia che però aveva già subito una notevole attenuazione in seguito all'infruttuoso primo tentativo di aggiramento delle posizioni britanniche effettuato fra il 1 ° ed il 3 luglio e per effetto del logorio sofferto nella battaglia difensiva protrattasi dal 10 al 27 luglio; per la prima volta, inoltre, le truppe italo - tedesche avevano assistito al fallimento di una manovra condotta dal Maresciallo Rommel ed avevano avuto occasione di fare amare constatazioni sulla inadeguatezza delle proprie forze aeree a competere con l'aviazione britannica. Aveva, perciò, inizio un periodo di intensa preparazione intesa a raccogliere mezzi, a potenziare le unità e l'organizzazione logistica, a rt·nvigorire gli animi dei combattenti in vista di una battaglia che era dato di prevedere non avrebbe tardato a scatenarsi per iniziativa dei Britannici che, costretti da esigenze connesse con la situazione generale di tutti gli scacchieri operativi, avevano il vantaggio di una breve linea di comunicazione con i loro porti, nei quali si registrava l'affluenza di ingenti quantitativi di rifornimenti di ogni genere e natura.
7 Nell'impossibilità di riprendere l'offensiva entro breve tempo (1) e per le superiori decisioni di non abbandonare le posizioni raggiunte (2), le truppe italo - germaniche avrebbero dovut.o necessariamente affrontare e condurre difensivamente, sulle posizioni di El Alamein, la nuova battaglia, se questa si fosse pronunziata prima che il loro grado di efficienza avesse consentito la ripresa dell'iniziativa delle operazioni. Il periodo di preparazione andò dal 6 settembre al 2 3 ottobre 1942; fu di febbrile attività organizzativa ed addestrativa da ambo le parti ed impegnò al massimo grado Comandi e Stati Maggiori, navi ed aerei, nel proposito e nel tentativo, di ciascuno degli avversari, di superare l'altro nell'affluenza di nuove unità e nel potenziamento delle disponibilità di mezzi e materiali. Fu una gara serrata, nella quale esercitava un peso decisivo non tanto la potenzialità dei rispettivi territori metropolitani quanto la possibilità di assicurare il tempestivo arrivo nello scacchiere operativo di quanto occorreva, in personale e rifornimenti, per affrontare una battaglia che poteva essere decisiva. Questa gara per il miglior livello di efficienza e di preparazione non poteva che esser vinta da quello, dei due contendenti, che sarebbe riuscito ad esercitare un efficiente controllo delle rotte marittime avversarie e ad assicurarsi libertà di movimento su rotte non sottoposte o sottratte ad analoghe interferenze del nemico. Non mancarono, in tale periodo, altre attività e preoccupazioni concorrenti: in esse vanno inquadrate le varie incursioni effettuate dai Britannici sulle retrovie, allo scopo di tenerle in allarme, distogliere forze dalla fronte e rallentare il flusso dei rifornimenti, nonchè gli studi effettuati e le predisposizioni attuate dal Comando italiano per parare a minacce provenienti dal Sahara Libico. (r) STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO: « Seconda controffensiva italo - tedesca in Africa Settentrionale: da El Agheila a El Alamein >>. Ed. 1951 (allegati 50 e 51). (2) Vds.: Riassunto del discorso pronunziato dal Maresciallo Rommel il \ 22 settembre 1942 (allegato 1).
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8 LA battaglia di El Alamein ( 2 3 ottobre - 4 novembre 1942) spezzò il precario equilibrio che aveva sempre regnato in Africa Settentrionale tra le forze contrapposte t, insieme con il successivo sbarco anglo - americano ( 8 novemb1e) sulle coste tfell'Africa Settentrionale francese, determinò la definitiva supremazia, soprattutto di mezzi, da parte delle Potenze anglosassoni. Rotta la fronte di El Alamein, l' sa armata britannica passò all'inseguimento che, pur se condotto con l'abituale prudenza e con una circospezione tale da non riuscire ad agganciare e sconfiggere le forze italo - germaniche, conseguì, con il favore del!' enorme disagio creatosi nelle superiori autorità e nelle forze del/' Asse per effetto del!'apertura del secondo fronte africano, il risultato di costringerle ad un continuo e graduale ripiegamento sino al ridotto difensivo della Tunisia. Qui, tra la fine del gennaio ed i primi del febbraio 1943, le residue truppe dell'A.C.I.T., trasformatesi in 1a armata italiana, si unirono a quelle inviatevi direttamente in precedenza e condussero le 11ltime disperate battaglie sino al 13 maggio, giorno in cui la Bandiera fu definitivamente ammainata in Africa Settentrionale.
L'esposizione degli avvenimenti nello scacchiere del!' Africa Settentrionale dal 6 settembre 1942 al 4 febbraio 1943, comprendenti, perciò, la preparazione della battaglia di El Alamein, lo sviluppo della battaglia stessa ed il successivo ripiegamento sino alle posizioni di M areth (Tunisia), costituisce oggetto della presente monografia nella quale, ovviamente, si sono incluse, sia pure sotto forma di semplici accenni e limitatamente a quanto è parso necessario per una chiara intelligenza dei fatti, indicazioni occasionali sullo sviluppo della guerra negli altri scacchieri e, soprattutto, sui vari aspetti del problema dell'alimentazione della lotta attraverso il Mediterraneo. Questo libro, dunque, si inserisce 11ella serie di lavori monografici dedicati dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore alle operazioni del secondo conflitto mondiale nei vari scacchieri e teatri di guerra.
9 Non ha carattere di Relazione ufficiale, pur essendo molto prossimo ad essa in quanto basato escìusivamente su fonti documentarie. Si tratta, però - si ritiene doveroso precisarlo - di fonti non sempre complete o, per lo meno, non di tutte le fonti possibili poichè gli avvenimenti furono tali da costringere molto spesso alla emanazione di ordini verbali e le circostanze estremamente dinamiche e tumultuarie della lotta portarono in più casi alla distruzione o alla dispersione di documenti. Ne è stato possibile integrare le fonti di archivio italiane con quelle tedesche perchè queste, per analoghe e per altre ragioni, si sono inaridite ben più di quanto già di per sè non lo fossero per il sistema, a tutti noto, del Maresciallo Rommel, di far ricorso ad ordini « sul tamburo » dei quali solo di rado è stato dato di rinvenire tracce di piena attendibilità. Tale deficienza di documentazione, che si è ritenuto opportuno e conveniente esplicitamente qui dichiarare, ha indubbiamente creato intralci non lievi ed ha opposto difficoltà numerose nella elaborazione di questa monografia; essa può aver reso più arduo e complesso il lavoro, ma in nessun caso ha esercitato la benchè minima incidenza sulla più assoluta obiettività della esposizione e sulla più scrupolosa aderenza alla realtà dei fatti. Queste due caratteristiche, poste a presupposto basilare della presente monografia, sono state perseguite e conseguite, per evidenti ragioni connesse con la già avvenuta pubblicazione di opere straniere sullo stesso ciclo operativo, con maggiore impegno e con maggior senso di responsabilità di quanto, addirittura, non fossero quelli imposti dal dovere morale di consegnare queste pagine alla Storia. IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO
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PARTE PRIMA I
LA PREPARAZIONE (6 SETTEMBRE • 22 OTTOBRE 1942)
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I. - LA PREPARAZIONE ITALO - GERMANICA
L'organizzazione di comando in Africa Settentrionale alla data del 6 settembre 1942 e successive modificazioni prima del1a battaglia di El Alamein
L'organizzazione di comando in Africa Settentrionale era stata profondamente modificata per effetto delle disposizioni emanate dal Comando Supremo in data 12 agosto (1). A seguito di tali disposizioni a partire dal 16 agosto :
l'Armata italo - tedesca (A.I.T.), agli ordini del Maresciallo Rommel, passava alle dirette dipendenze del Comando Supremo, al quale faceva capo direttamente per le sole questioni operative; 1° -
2° - il Comando Superiore delle Forze Armate dell'Africa Settentrionale veniva soppresso e si costituiva, in suo luogo e per sua trasformazione, il Comando Superiore Forze Armate della Libia, retto dal Maresciallo d'Italia Ettore Bastico. La sua giurisdizione si estendeva a tutto il territorio del Governo Generale della Libia, alla cui sicurezza doveva provvedere tramite due comandi operativi: - il Comando Difesa della Tripolitania, alle cui dipendenze erano i settori di Zuara, Homs, Garian, Sirte, la Piazza di Tripoli e il Comando del Sahara Libico; - il Comando Difesa della Cirenaica, con i settori di Gialo, Agedabia, Barcee .le Piazze di Bengasi, Derna e Tobruch;
3° - veniva costituita una Delegazione del Comando Supremo in Africa Settentrionale, denominata DELEASE, che, retta dal Gen. di C. d'A. Curio Barbasetti di Prun, aveva essenzialmente funzioni di (1) Per i motivi che avevano portato a tali modificazioni vedasi: S.M.E. UFFICIO Srouco:
op. cit., pag. 220 e seguenti, e relativi allegati 58, 59 e 6o.
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grande organo alimentatore dell'Armata e doveva rappresentare un « autorevole giunto elastico » tra Comando Supremo e Comando del1'Armata italo- tedesca. A questa Delegazione erano riservati i compiti di : - presiedere, a mezzo della Intendenza A. S. posta alle sue dipendenze, alle operazioni inerenti al ricevimento di tutti i rifornimenti in afflusso dalla Madrepatria per le forze operanti in Egitto ed ai trasporti di cabotaggio, automobilistici e ferroviari dalle basi alle zone d'impiego; - provvedere alla sicurezza di tali trasporti; ~ coordinare il funzionamento dei rifornimenti italiani con quelli delle FF. AA. germaniche, specie nei riguardi del funzionamento dei porti e dei trasporti di cabotaggio e ferroviari; -, segnalare al Comando Supremo tutte le necessità deIJe FF. AA. italiane operanti in Egitto. Delease aveva giurisdizione territoriale sulla zona delle retrovie dell'Armata italo- tedesca; in tale zona esercitava funzioni di comando sulle truppe italiane in transito per raggiungere l'Armata e su quelle ritirate dal fronte per riordinamento ; funzioni di comando, limitatamente alla parte disciplinare e amministrativa (esclusa, cioè, la parte operativa), aveva pure sulle truppe italiane dell'Armata. Alle sue dipendenze furono anche posti: ---,, il Comando Marina della Libia (Marilibia) con le relative organizzazioni che svolgevano attività connesse con i compiti propri di Delease;
- il Comando della 5a Squadra aerea e le dipendenti forze aeree italiane operanti in Egitto adibite alla protezione aerea delle retrovie e del traffico di cabotaggio. In sostanza, venivano affidati a Delease: la difesa contraerea e costiera delle retrovie dell'Armata, il funzionamento dei porti della Cirenaiea e l'intero apparato logistico. Con tale organizzazione, il Comando Supremo mirava essenzialmente al raggiungimento di due scopi: riservare a se stesso la possibilità di intervenire presso il Comando dell'A.I.T. senza organi intermediari ritardatori ed affidare la complessa attività dei rifornimenti e delle riparazioni ad un organismo (Delease) specificamente
ad essa adibito, alleggerendo il Comando Superiore FF. AA. della: Libia da mansioni che non fossero quelle precipue di Governo. Ne derivava, però, di conseguenza, che mancava un comandante unico dello scacchiere africano che avesse attribuzioni operative e logistiche insieme, nonchè tutte le responsabilità a queste inerenti. Si registrarono, perciò, interferenze, lacune e confusioni, che ebbero talvolta nocive ripercussioni sulla condotta delle operazioni e sulla alimentazione della lotta in quanto ordini e direttive all' A.I.T., per essere emanati direttamente dal Comando Supremo, non sempre potettero essere aderenti alle situazioni in atto, e l'alimentazione del campo di battaglia spesso non riuscì a svolgersi in sintonia con le· misure di protezione della linea di rifornimento da attacchi da sud,. dal mare e dall'aria, poichè a tali connesse esigenze erano preposti organi di comando e territoriali diversi che non potevano non risentire della mancanza di un'azione coordinatrice e di una unitarietà d'indirizzo. Il 19 settembre, a parziale modificazione dell'organizzazione in atto, il Comando Supremo ordinava che : 1° - Delease assumesse piena competenza sul settore di Tobruch e sulle truppe, italiane e germaniche, in esso dislocate; 2° - l'Armata corazzata italo-tedesca (A.C.I.T.) (tale era dal 16settembre la denominazione ufficiale, cui corrispondeva, in tedesco, quella di Deutsch - italienische Panzerarmee) assumesse analoga competenza sull'intera zona ad oriente del confine libico - egiziano; 3° - l'oasi di Giarabub fosse posta, ai fini operativi, alle dipendenze di Siwa - e quindi dell'A.C.I.T. (v. pag. 248) - e logisticamente alle dipendenze di Delease. Successivamente il Comando Supremo completava e ritoccava l'organizzazione in questione, disponendo ( allegato 2) che, a partire dal IO ottobre, l'intera Cirenaica dipendesse da Delease a cui di-• sposizione passava lo Stato Maggiore di Superlibia per i compiti operativi inerenti alla Cirenaica stessa. In particolare ( schizzo I): -,- veniva definita la ripartizione territoriale della Libia e fissato il limite tra la zona di competenza del Comando Superiore FF. AA. della Libia e quella di Delease (limite occidentale, allora in atto, del settore Agedabia - Gialo fino a Gara el Beda, poi il 20°· meridiano);
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veniva modificata la denominazione dei Comandi di Difesa Tripolitania e Cirenaica rispettivamente in Comando Militare della Tripolitania e Comando Militare della Cirenaica, che assumevano rango di Comando di Corpo d'Armata; - veniva disposta la costituzione di distinti comandi di artiglieria, genio e carabinieri per Superlibia e Delease, nonchè la scissione dell'Intendenza A. S. in una Intendenza di Superlibia ed una Intendenza di Delease. In base a tale ordinamento, oltre il Comando Militare del Sahara Libico, che assumeva il rango di Comando di Divisione (1), passavano alle dirette dipendenze di Superlibia: - il Comando Marina Tripoli per tutte le questioni di competenza della Marina inerenti all'organizzazione e difesa delle coste e dei porti della Tripolitania; - il Comando Aerosettore Ovest della 5• Squadra aerea che assumeva la denominazione di Comando Aeronautica della Tripolitania - per tutte le questioni operative e disciplinari, ferme restando le dipendenze da Superaereo, specialmente per gli interventi in Mediterraneo. Questi provvedimenti erano stati decisi dal Comando Supremo allo scopo di eliminare le lacune che si erano rivelate nell'organiz. zazione ( allegato 3) in occasione e per effetto di operazioni svolte nelle retrovie da reparti speciali britannici (2). Con questa nuova organizzazione di comando si affrontò la battaglia di El Alamein. In sintesi, dunque: - esistevano in A. S. tre distinti Comandi operativi: . l'A.C.I.T., che aveva la responsabilità del fronte di operazioni ed era investito anche dei compiti ài difesa terrestre, costiera ed aerea nelle sue proprie retrovie .fino al confine libico - egiziano; . Delease, cui erano devolute attribuzioni operative di difesa costiera ed aerea nelle retrovie cirenaiche; (r) Il Comando del Sahara Libico era già stato assunto, in data 15 settcm• brc, dal Gcn. di brigata Alberto Manncrini. (2) V. La preparazione britannica: operazioni contro le retrovie italo• germaniche (pag. 55).
. Superlibia, al quale faceva direttamente capo il Comando del Sahara Libico, mentre già la minaccia di una possibile creazione di un nuovo fronte nell'Africa Settentrionale francese gli conferiva diverse altre responsabilità organizzative; - il Comando dell'A.C.I.T. godeva praticamente di ampia autonomia; ma il Comando Supremo si era riservata la possibilità di ogni forma di intervento, in momenti di emergenza, pur senza poter avere, data la sua distanza, esatti elementi di giudizio; -, il passaggio dell'Intendenza A. S. alle dipendenze di Delease aveva portato a una gravitazione dei centri logistici nelle immediate retrovie dell'Armata e al loro appesantimento; - la coesistenza di forze armate di due Nazioni creava non lievi complicazioni che, malgrado l'alleanza e tutta la maggiore reciproca comprensione, erano causa, talvolta, di inevitabili attriti; - l'esistenza di un Comando Sud Europa (r), retto dal Maresciallo Kesselring, le cui attribuzioni nei riguardi del Comando Supremo italiano e nei confronti dell'A.C.I.T. non erano ben chiare e definite, provocava in alcuni casi interferenze ed equivoci capaci di aumentare gli attriti anzichè eliminarli e prevenirli. Alla vigilia della battaglia, perciò, la macchina bellica dell'Asse in Africa Settentrionale non appariva dominata e retta da una volontà unica e non era quindi nelle migliori condizioni di funzionamento di comando, nel momento in cui si apprestava ad affrontare la dura e difficile prova.
Gli intendimenti operativi alla fronte egiziana
La sfavorevole conclusione del tentativo di aggiramento delle posizioni britanniche, effettuato fra il 30 agosto e il 5 settembre 1942 e noto come battaglia di Alam el Halfa, con. la conseguente necessità di assumere atteggiamento difensivo fino a quando l'afflusso dei rifornimenti non avesse consentito di riprendere in esame l'ipotesi offensiva, doveva porre al Comando Supre(r) Il teatro di guerra tedesco era stato suddiviso in tre teatri di operazioni: Nord, Centro e Sud Europa. Quest'ultimo era denominato più propriamente « Alto Comando Sud )) : 0.B.S. (Oberbefehl Sud).
2. -
Al
18 mo italiano e al Comandante dell'A.C.I.T. il problema se attendere la eventuale ma prevedibile prossima offensiva britannica sulle posizioni di El Alamein o se invece portarsi su posizioni retrostanti. Ma l'ipotesi di arretrare volontariamente e tempestivamente su posizioni, ad esempio quelle di Sollum - Halfaya, di per se stesse abbastanza forti e capaci di consentire un accorciamento delle nostre linee di comunicazione ed un contemporaneo allungamento di quelle avversarie, non venne, in realtà, neanche presa in considerazione. Sicchè, mentre nel mese di giugno il Comando Supremo italiano si era mostrato contrario alla corsa fino ad El Alamein e aveva finito per accondiscendervi solo a malincuore, e mentre ancora, durante i primi tentativi di attacco da parte britannica sulla fronte di El Alamein, era stato il Maresciallo Rommel a prospettare la convenienza di ritirarsi sulle posizioni del vecchio confine e il Comando Supremo italiano aveva insistito perchè l'Armata restasse in posto, ora l'uno e l'altro si trovavano perfettamente d'accordo nel voler attendere ad El Alamein l'offensiva nemica. Era comune opinione e diffuso convincimento che la ripresa delle operazioni sarebbe avvenuta per iniziativa dell'8& armata britannica. Di tale avviso era anche lo stesso Maresciallo Rommel che, all'indomani dell'insuccesso di Alam el Halfa, aveva comunicato al Quartier Generale del Fiihrer e al Comando Supremo italiano che, qualora i rifornimenti non avessero raggiunto il ritmo necessario, non si sarebbe potuto far fronte in alcun modo ad « una grande offensiva britannica» (1). Il 22 settembre, in occasione del suo allontanamento dal fronte per un periodo di cura e di riposo in Europa, affidando il comando interinale dell'Armata al Generale Stumme, il Maresciallo Rommef gli comunicò che, nel caso di una « grande offensiva britannica», era sua intenzione di ritornare sul teatro di guerra africano, ritenendo che anche il più capace comandante di truppe corazzate non potesse prendere decisioni giuste se non conosceva abbastanza gli inglesi e non aveva esperienza del loro modo di combattere (2). In (1) Nelle annotazioni personali del Maresciallo Rommel (in base alle quali ~ stato elaborato il libro « Guerra senza odio », Garzanti, 1959) frequenti sono-
gli accenni, nel periodo 6-21 settembre, al suo convincimento di una prossima offensiva britannica. (2) Il Generale Stumme aveva comandato il XL corpo d'armata corazzato sul fronte russo.
tale occasione il Maresciallo Rommel tenne un rapporto ai Comandanti di Corpo d'armata e di Divisione dell'A.C.I.T. ( allegato r ) . Dopo aver esaminato rapidamente la situazione in atto, il Maresciallo Rommel, elencate sommariamente le cause che avevano portato al fallimento della battaglia di Alam el Halfa ed indotto l'A.C.I.T. ad interrompere l'operazione offensiva (1), dichiarava che l'Armata avrebbe potuto riprendere il suo atteggiamento aggressivo solo se e quando avesse disposto di mezzi adeguati; nel frattempo si sarebbero dovute adottare misure difensive integrate da spunti offensivi dove il nemico ne avesse offerto occasione. Affermato, quindi, che l'avversario, in caso di attacco, avrebbe sviluppato un'azione in profondità, accompagnata da probabili azioni sulle retrovie con paracadutisti, incursioni via terra, sbarchi sulle coste e che quindi bisognava tenersi pronti a difendere con forze mobili non solo la fronte ma anche le retrovie fino ad Agedabia, Rommel aggiungeva e precisava che: - il nuovo schieramento aveva portato all'allontanamento delle forze mobili dalla linea ed alla loro dislocazione a ridosso delle unità di prima schiera per dare a queste un ulteriore appoggio di artiglieria e mezzi e.e.; le forze corazzate, quindi, pur essendo impiegate per la difensiva, erano pronte a scattare in caso di un impiego offensivo, sia per eliminare le infiltrazioni nemiche sia per agire nelle retrovie; ---; fra i due gruppi corazzati del nord e del sud era stato costruito uno sbarramento minato di notevoli dimensioni, che doveva arrestare il nemico all'altezza di El Ruweisat; - la fronte sarebbe stata rafforzata con mezzi difensivi di arresto, ma alleggerita di personale per risparmiare forze e ridurre le perdite; i due Corpi di armata in linea dovevano tener presente l'eventualità di resistere senza il sostegno di truppe celeri o corazzate. All'uopo sarebbe stata fornita un'ulteriore quantità di mine; - sulla posizione di resistenza bisognava « vederci chiaro » ed attuare piani minuziosamente prestabiliti, nulla lasciando all'iniziativa dei comandanti di battaglione o di compagnia; - lo schieramento sarebbe stato ritoccato nel termine di poche settimane, sì da metterlo in condizioni di non temere « neppure un attacco colossale ». (r) S.M.E. - UFFICIO STORICO: op. cit., pag. 247 e segg.
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Raccomandato, infine, di curare l'occultamento di tutti i mezzi e in particolare l'interramento degli autocarri, invitava a dare sviluppo all'addestramento mediante corsi per ufficiali e istruzioni per i reparti, da svolgere in collaborazione tra Italiani e Tedeschi. Dai concetti espressi in tale riunione non risulta che il comandante dell'A.C.I.T. avesse dato ai comandanti di grande unità dell'Armata un qualche orìentamento sui probabili intendimenti operativi dell'avversario e nemmeno che avesse manifestato una sua concezione sulla condotta della battaglia difensiva, se si eccettua quella di far resistere in posto le truppe della posizione di resistenza e di eliminare le infiltrazioni nemiche con le forze corazzate (1). Il 23 settembre il Maresciallo Rommel si recava in Europa. A Roma prendeva contatto con le autorità politiche e militari ed al Capo di Stato Maggiore Generale, presente il Maresciallo Kesselring, dichiarava (2) di prevedere prossimo un attacco britannico, probabilmente al centro, dove lo schieramento deU'A.C.I.T. era debole: in tal caso, però, l'azione avrebbe cozzato contro un vasto campo di mine e l'attaccante sarebbe stato contrattaccato da nord e da sud. Prospettava, poi, le principali necessità dell'Armata: 120.000 tonnellate mensili di carburante, ivi compreso il fabbisogno dell'arma aerea e quello per le truppe tedesche (precisato, quest'ultimo, in 30.000 tonnellate mensili), laddove i rifornimenti fino allora effettuati non avevano mai superato le 80.000 tonnellate complessive ogni mese; - possibilità di effettuare i trasporti per avvicendare 30.000 uomini, di cui 12.000 ammalati; un tale mancato avvicendamento avrebbe potuto portare al crollo del fronte, di cui, in tal caso, il Comandante dell'Armata non si assumeva la responsabilità; -, effettuare un'azione tendente all'occupazione di Cufra, partendo _da El Agheila e vivendo per qualche tempo sulle scorte del posto, per poi ritirarsi (3). (r) L'aver usato il termine infiltrazioni lascia supporre che Rommel non ritenesse possibile uno sfondamento in forze. (2) CAVALLERO UGo: « Comando Supremo, Diario 1940- 1943 del Capo di S.M.G. », Cappelli, pag. 334· (3) In sostanza il Maresciallo Rommel, preoccupato per le minacce sulle retrovie (v. appresso), intendeva distruggere a Cufra la base dei reparti speciali britannici. Nel suo libro « Guerra senza odio », già citato, a pag. 247 egli fa colpa al Maresciallo Cavallero e al Gen. Barbasetti di non aver voluto effettuare la proposta azione su Cufra.
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L'indomani, 24 settembre, il Maresciallo Cavallero e il Maresciallo Rommel venivano ricevuti alla Rocca delle Caminate dal Capo del Governo italiano, al quale Rommel, dopo aver lamentato la scarsità di artiglierie, esprimeva il parere di non credere ad una offensiva nemica e dichiarava che se questa fosse avvenuta era possibile attuare una difensiva manovrata con contrattacchi ad obiettivi ]imitati. Per una nostra ripresa offensiva prospettava la necessità dell'invio in Libia di altre due Divisioni, una italiana ed una tedesca, ed almeno trenta giornate di carburante di riserva. Mussolini ricordava, a conclusione del colloquio, l'importanza del Mediterraneo ed accennava all'eventualità della creazione da parte nemica di un secondo fronte: « Abbiamo perduto la battaglia sul mare; per riavere il predominio bisogna riprendere la pressione su Malta ». E' interessante rilevare la evidente discordanza fra gli apprezzamenti sulla situazione in Libia espressi dal comandante dell'A.C.I.T. al Maresciallo Cavallero il 23 settembre e quelli esposti a Mussolini il giorno seguente. Nel primo colloquio, il Maresciallo Rommel, dichiarando di prevedere prossimo un attacco nemico, tendeva evidentemente a sollecitare l'invio di adeguati rifornimenti ed a risolvere il problema dell'avvicendamento dei 30.000 uomini; nel secondo, mostrava di non credere ad un'offensiva nemica e faceva, anzi, intravedere la possibilità di una nostra ripresa offensiva qualora fossero state inviate in Libia altre 2 Divisioni. La diversa funzione e principalmente il diverso temperamento dei due interlocutori _____, il primo, secondo Rommel, da pungolare, l'altro da (<solleticare» - spiegano, forse, le ragioni della discordanza. Il Generale Stumme, resosi conto della situazione delle forze contrapposte, inviava, il 3 ottobre, al Comando Supremo una relazione ( allegato 4), che in sostanza riecheggiava gli argomenti e i concetti già più volte espressi dal Maresciallo Rommel: preoccupazioni per i rifornimenti e per probabili attacchi alle retrovie ed ai porti; opportunità che non venissero impiegate le forze mobili dell'Armata per contenere e respingere eventuali tentativi di sbarco in forze dell'avversario; convenienza teorica ma impossibilità pratica di prevenire l'azione offensiva nemica con un attacco dell'Armata corazzata.
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In questa relazione nessun nuovo elemento di valutazione della situazione e di orientamento operativo veniva fornito, a parte alcune sommarie notizie circa l'afflusso di altre forze nemiche ed i preparativi avversari preludenti ad una imminente offensiva. Veniva appena adombrato il concetto di far seguire, all'auspicata vittoria difensiva, una controffensiva che si proponesse il compito di annientare 1'8a armata britannica ed avesse come obiettivo l'occupazione di Alessandria. Anche questo concetto, però, sul quale il Generale Stumme non dava particolari indicazioni, in sostanza altro non era se non un ampliamento di quello relativo ad una difensiva manovrata con contrattacchi ad obiettivi limitati, accennato dal Maresciallo Rommel al Capo del Governo italiano nel colloquio del 24 settembre. In conclusione, dunque, appare evidente come alla vigilia del1'offensiva britannica, prevista e programmata, il Comando dell'A.C.I.T. non avesse una esatta e chiara visione del possibile sviluppo dell'azione nemica e, soprattutto, non avesse un ben definito criterio di come condurre la battaglia difensiva. Sembra quasi che il Comando attendesse che si manifestasse l'urto britannico per decidere, in conseguenza ed in relazione ad esso, il proprio comportamento. In pratica, dunque, un atteggiamento di passività che doveva portare inevitabilmente ad agire a rimorchio dell'avversario.
Il problema dei rifornimenti attraverso il Mediterraneo nei suoi riflessi operativi ( 1)
Alla fine di agosto 1942 la situazione dei rifornimenti in A. S. si presentava assai grave e le prospettive future non davano adito a scorgervi miglioramenti, mentre alla possibilità di alimentazione, attraverso il Mediterraneo, delle truppe dislocate in quello scacchiere era strettamente legato e condizionato non tanto il successo della lotta quanto lo stesso svolgimento - indipendentemente dai risultati - delle operazioni. Perciò, nella fase di intensa preparazione, iniziata all'indomani della battaglia di Alam cl Halfa - all'esito sfavorevole della quale non era stato del tutto estraneo anche il mancato tempestivo af(1) Vs. pure, al riguardo, S.M.E. - Un1c10 ST01t1co: op. cit., pag. 255 e segg.
flusso di carbu°fanti - il Comando Supremo si dedicò con ogni cura, nel tentativo di risolverlo, al problema dei rifornimenti. Lo affrontò nei suoi aspetti generali, emanando le necessarie direttive capaci di imprimere adeguato impulso al traffico e di eliminare gli inconvenienti che specialmente per intralci di competenze si erano verificati; lo esaminò con senso pratico, cioè anche dal punto di vista occasionale e contingente, adottando misure di immediata attuazione e dando disposizioni per assicurare, entro i limiti del passibile, la regolarità dei trasporti. La gravità della situazione non sfuggiva all'attenzione del Comando Superiore Sud Europa, retto dal Maresciallo Kesselring, il quale compilava uno studio ( allegato 5) sulle cause delle perdite di naviglio e sulle misure ritenute conseguentemente necessarie per migliorare la situazione dei rifornimenti. Tutti gli argomenti in esso toccati erano già ben noti al Comando Supremo italiano che non aveva mancato di farne oggetto di richiamo dell'attenzione degli Stati Maggiori delle tre Forze Armate, per i provvedimenti di loro competenza. Le misure assunte dal Comando Supremo per avviare alla migliore possibile soluzione il problema si concretarono: - nella più esatta e chiara codificazione della materia dei trasporti marittimi, mediante la precisazione della condizione giuridica degli equipaggi delle navi mercantili e degli aeromobili civili adibiti al traffico dei rifornimenti militari; - in un maggior dosaggio delle scorte navali ed aeree ai convogli marittimi; - nelle disposizioni tendenti a rendere più efficienti i legami informativi fra gli organi addetti ai trasporti e quelli incaricati di disporre le scorte aeree, sì da evitare il ripetersi dell'inconveniente, talvolta verificatosi, di comandare scorte che, per l'improvvisa mancata partenza dei convogli, divenivano inutili; - nella istituzione di appositi organismi, ciascuno dei quali con precisi compiti ed attribuzioni in materia di rifornimenti alla Libia: Comitato per le scorte; Comitato misto navale e aeronautico; Commissariato generale militare straordinario per i combustibili liquidi.
Il Comitato per le scorte, la cui presidenza veniva affidata al-
i'Ammiraglio Sansonetti, avrebbe dovuto eliminare le possibili interferenze fra Marina ed Aeronautica avocando a sè la determinazione, in sede tecnica, del tipo e dell'entità delle scorte ai convogli, in base alla precisa direttiva che questa protezione del traffico dei rifornimenti si sarebbe dovuta considerare indispensabile sino al punto che, ove occasionalmente si fosse verificata la impossibilità di attuarla, non si sarebbe dovuto lasciar partire le navi. Il Comitato, altresì, era incaricato di promuovere accertamenti ed inchieste in caso di sinistri o disservizi marittimi. Al Comitato misto navale ed aeronautico, costituito presso lo Stato Maggiore della Marina con personale italiano e tedesco, venivano conferite attribuzioni capaci di consentire _,. ai fini della più efficace protezione dei trasporti - la massima utilizzazione, mediante rapido e costante coordinamento, delle informazioni relative ai movimenti di navi da guerra e mercantili avversarie che, in possesso della Marina e dell'Aeronautica tanto italiane quanto germaniche, interessassero anche solo indirettamente il traffico dei nostri rifornimenti marittimi e, particolarmente, quelli per l'Africa Settentrionale. Il Commissariato generale militare straordinario per i combustibili liquidi, cui fu preposto il Gen. Favagrossa (1), veniva istituito in relazione alla constatata necessità di accentrare in uniche mani questo importante settore deJl'organizzazione logistica che richiedeva di essere trattato in forma « dittatoriale ». A conferma dei criteri che avevano portato all'adozione di questi provvedimenti, ed in vista di ulteriori sforzi per il sempre maggior potenziamento del traffico marittimo, nella riunione dell'n settembre (2), relativa all'organizzazione dei trasporti marittimi per il gior(1) Il Gen. Carlo Favagrossa ricopriva la carica di Sottosegretario per le Fabbricazioni di Guerra. Egli aveva sostituito, il 1 ° settembre 1939, il Gcn. Alfredo Dall'Olio nella carica di Commissario per le Fabbricazioni di Guerra, elevata al ruolo di Sottosegretariato il 23 maggio 1940. Tale Sottosegretariato, con attribuzioni ampliate, fu trasformato, il 6 febbraio 1943, in Ministero della Produzione bellica. Il Gen. Favagrossa ne continuò a mantenere la direzione, con nomina a Ministro. (2) Riunione operativa tenuta a cura dello $ . M. Marina, giornalmente, presso il Comando Supremo. In essa venivano esaminati di volta in volta i problemi relativi al traffico marittimo cd emanate le disposizioni per i trasporti marittimi del giorno successivo. Vi partecipavano alti ufficiali della Marina e saltuariamente ufficiali tedeschi e le più alte autorità militari dell'Asse (Marescialli Cavallero e Kesselring).
no successivo, il Maresciall~ Cavallero ricordò ai presenti la superiore direttiva di « alimentare la Libia come se vi fosse battaglia in corso». In realtà, questa direttiva costituiva già da tempo la più viva preoccupazione a tutti i livelli gerarchici e non venivano risparmiati sforzi di ogni genere per evitare che le truppe italo - tedesche dislocate in A. S. potessero crollare per carenza dei rifornimenti, qualora il nemico avesse iniziato un'operazione in grande stile. Per quanto assorbiti sino all'estenuazione dagli avvenimenti in Russia, anche i Comandi germanici si interessavano e si preoccupavano della lotta nel Mediterraneo, come risulta dal colloquio di Mussolini con il Maresciallo Kesselring, avvenuto alla Rocca delle Caminate il giorno 13 settembre 1942 ( allegato 6 ). Tuttavia, malgrado gli sforzi compiuti dal Comando Supremo per potenziare il traffico marittimo con provvedimenti vari tendenti ad eliminare inconvenienti, a coordinare gli sforzi, a meglio utilizzare gli scarsi mezzi disponibili, aJ centro del problema dei trasporti marittimi nel Mediterraneo rimaneva sempre Malta che, dopo il rinvio dell'operazione intesa alla sua conquista e dopo la soppressione del martellamento aereo (giugno), aveva rinsaldato le sue forze, provocando falcidie sempre più gravi nel naviglio italiano. Le crescenti esigenze operative e logistiche per la nuova situazione creatasi in Africa avevano assorbito quasi totalmente le forze aeree che avrebbero dovuto invece servire per neutralizzare la base aeronavale di Malta, cosicchè questa era ormai libera di esplicare in pieno la sua capacità offensiva contro i nostri trasporti marittimi. Nè la nostra Marina, per deficienza di nafta, nè la nostra A viazione, per deficienza di apparecchi, erano in grado di assicurare la protezione dei nostri convogli e, tanto meno, di ostacolare efficacemente i trasporti anglo - americani destinati a rifornire Malta. Si era venuta così a creare nel Mediterraneo una situazione a nostro evidente svantaggio e aggravata dal fatto che i Britannici, con l'aiuto crescente dell'aviazione americana e dei sommergibili giunti dagli Stati Uniti, avevano intensificato la guerra al traffico. Le navi in convoglio o isolate, specie le petroliere, erano subito individuate dagli apparati radar nemici e continuamente attaccate dal momento della partenza fino all'eventuale arrivo (1). Questa grave situazione indusse il Maresciallo Cavallero a prospettare, in termini che ben risentivano della drammaticità del mo(1) S.M.E. - UFFICIO STORICO: op. cit., pag. 257.
mento, al Generale Rintelen (1) l'assoluta necessità di riprendere le azioni di neutralizzazione di Malta: « se si neutralizza Malta egli affermava - vinceremo tutte le battaglie in Africa. Se non la neutralizziamo, le perderemo tutte >>. L'argomento era tanto scottante e incalzante che il Capo di Stato Maggiore Generale ritornava ancora su esso con incessante insistenza e continuità : il giorno 8 settembre precisava: « se arriveremo al Nilo, avremo il possesso dei campi. Ma per questo occorre avanzare, per avanzare occorrono i trasporti, per avere i trasporti occorre neutralizzare Malta »; e il giorno 11 settembre ripeteva ancora: « Malta è la mia delenda Carthago »; ed il 30 settembre « chi dice Mediterraneo, Egitto compreso, dice Malta ». Sull'angoscioso problema di Malta il Maresciallo Kesselring con•cordava pienamente con il Capo di Stato Maggiore Generale italiano, ma faceva presente, il 7 settembre, che con i due gruppi da caccia tedeschi a disposizione non era possibile svolgere un'azione efficace, sia per la stanchezza degli equipaggi, sia perchè non era agevole percorrere su monomotori più volte al giorno il braccio di mare fra la Sicilia e Malta con il rischio di cadere in acqua ad ogni momento. Il 12 settembre confermava di essere convintissimo dell'importanza del Mediterraneo e dichiarava che avrebbe fatto tutto il possibile per assegnare qualche stormo da caccia per azioni su Malta. Aggiungeva però che tale assegnazione sarebbe stata attuata soltanto dopo la caduta di Stalingrado, perchè non si potevano interrompere le operazioni in corso in quel nevralgico settore del fronte orientale. Dopo varie discussioni fra i capi militari delle due parti, nelle quali i rappresentanti italiani sostenevano la improrogabile necessità di neutralizzare l'isola con un forte martellamento aereo ed i Tedeschi, pur riconoscendo la giustezza di questa tesi, dichiaravano di non essere in grado di dare il loro concorso di mezzi, che era peraltro indispensabile, alla fine si pervenne alla decisione che l'operazione progettata doveva essere comunque intrapresa e ne fu stabilita, quale data d'inizio, il 10 ottobre. Intanto, poichè era logico prevedere che i Britannici se avessero intrapreso un'offensiva in Egitto avrebbero cercato di agevolarne l'esecuzione mediante una estensione del quadro operativo ad altri settori del Mediterraneo sì da richiamarvi o, quanto meno, da fissarvi forze e mezzi dell'avversario, il Comando Supremo italiano program(x) Generale Ennio von Rintclen, Addetto Militare tedesco a Roma.
27 mò di adottare, quale misura preventiva, il provvedimento di dislocare un'·aliquota di forze navali jn Egeo. T ale progetto era pienamente condiviso dalle autorità militari germaniche, fra le quali il Maresciallo Kesselring, che già più volte aveva espresso il parere di agire verso il Mediterraneo orientale con mezzi navali - potenziando particolarmente Rodi e Scarpanto e di riservare ali'azione degli aerei la zona del Mediterraneo occidentale. Questo orientamento programmatico del Comando Supremo consentiva di conseguire un duplice risultato: concorrere ad assicurare indirettamente le nostre rotte per l'Africa agendo sui convogli britannici diretti da Alessandria a Malta e, nel contempo, contrastare eventuali tentativi di sbarco nemici nell'area del Mediterraneo orientale, posta sotto controllo delle forze dell'Asse. L'attuazione del progetto, tuttavia, era strettamente vincolata al problema della nafta, le cui disponibilità erano notevolmente scarse. Per risolvere, sia pure parzialmente, questo problema, il Capo di Stato Maggiore Generale interessò il Generale Marras, Addetto Militare a Berlino, perchè prospettasse all'O. K. W . (1) la necessità di provvedere ai preventivati invii di carburanti con ogni sollecitudine e nei quantitativi fissati, al fine di assicurare il rifornimento alle truppe operanti in Egitto e Cirenaica ( allegati 7 e 8). Si rivolse, poi, direttamente al Feldmaresciallo Keitel (2), per rappresentargli la necessità ( allegato 9) di costituire un deposito di 20.000 tonnellate di nafta al Pireo ed a Suda, per conto delle autorità germaniche, in modo, però, che fossero disponibili anche in caso di esigenze operative italiane. Giustificava tale richiesta con la necessità di effettuare uno schieramento di mezzi navali in Egeo che, precisava, se rispondeva a criteri operativi, offriva anche il vantaggio di consentire la intensificazione del ritmo dei trasporti verso l'Africa, provvedimento, questo, « indispensabile di &onte alla situazione » del momento ed alle previsioni per il futuro. I trasporti marittimi per l'Africa Settentrionale, infatti, erano aspramente contrastati dal nemico, che infliggeva perdite sempre più gravi. Gli affondamenti raggiunsero cifre altamente preoccupanti : nel solo periodo dai primi di settembre al 23 ottobre 1942, ben 27 navi (1) Abbreviazione di « Oberkommando der Wehrmacht»: Comando Supremo delle Forze Armate germaniche. (2) Capo deli'« O .K.W. ».
mercantili (1) furono colate a picco; ed anche assai sensibili furono le avarie subite dal naviglio, per effetto di offese avversarie, in navigazione o nei porti. Anche il naviglio da guerra era sottoposto a gravi offese e subiva perdite incolmabili: nel secondo semestre 1942, ben 42 unità di superficie, per un dislocamento complessivo di 25.469 tonnellate, e 15 sommergibili, per un dislocamento di 11.4n tonnellate (2). All'immenso <lanno della perdita in sè e per sè di questi mezzi navali era da aggiungere quello che, da un punto di vista contingente, poteva apparire anche più pesante ed era direttamente deteriore ai fini operativi: la perdita, cioè, di materiali veramente pre(1) E cioè: settembre: cisterna Picci Passio, 4 settembre: piroscafo Padenna, 4 settembre: piroscafo Davide Bianchi, 5 settembre: piroscafo Albachiara, 10 settembre: piroscafo Arno, 17 settembre: piroscafo Carbonia, 17 settembre: piroscafo Rostro, 22 settembre: motonave Apuania, 22 settembre: piroscafo Leonardo Palomba, 24 settembre: piroscafo Fiume, 24 settembre: motonave Cyprus, 28 settembre: motonave Francesco Barbaro, 8 ottobre: piroscafo Dandolo, 8 ottobre: motonave Lupa, 9 ottobre: rimorchiatore Stefano, 10 ottobre: piroscafo Alga, 10 ottobre: piroscafo Enrichetta, 13 ottobre: cisterna Nautilus, 13 ottobre: piroscafo Loreto, 19 ottobre: piroscafo Beppe, 19 ottobre: rimorchiatore Roma, 19 ottobre: piroscafo Titania, 20 ottobre: motonave Lero, 23 ottobre: piroscafo Amsterdam, 23 ottobre: rimorchiatore Pronta, 23 ottobre: piroscafo Arco Azzurro, 23 ottobre: piroscafo Bengasi [. Di questi, 17 vennero affondati da sommergibili, 7 affondarono per azione aerea, 1 per urto contro mine, I per naufragio e 1 per cause non. precisate. Fra tutti, 5 furono colpiti in porto e 22 affondarono in navigazione. fa) S. M. MARINA - UFFICIO STORICO: « La Marina italiana nella seconda guerra mondiale. Dati statistici », pag. 199, Tav. LXXVIII. 2
ziosi, che assai faticosamente si riusciva a produrre o a mettere insieme, caricati sulle navi affondate (combustibili, automezzi, materiali d'artiglieria, munizioni, ecc.). Alcuni dati statistici sono, al riguardo, molto eloquenti e significativi: - mese di settembre 1942: materiali avviati in A. S., 96.903 tonnellate; materiali giunti a destinazione, 77.526 tonnellate; perdita del 20%; - mese di ottobre 1942: materiali partiti, 83.695 tonnellate; giunti nei porti di destinazione, 46.698 tonnellate; perdite del 44,3%. Le perdite maggiori investirono proprio il settore più delicato e sensibile ai fini operativi: quello dei combustibili liquidi. Nel mese di settembre, si registrò una perdita del 22,74 % (su 40.200 tonnellate spedite, ne giunsero a destinazione 31.o61); nel mese di ottobre, la percentuale di perdita toccò la cifra del 51,86% (partite 25.77r tonnellate, giunte in A. S. sole 12.308). Da questi sommari dati statistici (1) si può anche derivare la constatazione che nel mese di ottobre non solo le percentuali delle perdite furono superiori a quelle del settembre, ma anche il quantitativo di materiale inviato dall'Italia fu inferiore. Talchè i due fenomeni, sommandosi, concorsero, per vie diverse, a gravemente compromettere la capacità e le possibilità di resistenza delle truppe italo - tedesche, proprio nel momento in cui si giocava la partita decisiva dalla quale dipendeva il destino stesso dell'Africa Settentrionale. Il problema, dunque, era assai complesso e grave; richiedeva soluzioni energiche e definitive capaci di affrontarlo e risolverlo alla base stessa delle cause che lo originavano, laddove, invece, tutti i prov, vedimenti adottati apparivano quali momentanei tamponamenti di (1) A proposito di questi dati conviene osservare che essi, se riferiti ad un settore di rilevamento più vasto, appaiono sensibilmente diversi. Infatti, tenendo conto del flusso dei rifornimenti in A. S. per tutto il periodo della guerra (cioè, dal giugno 1940 al gennaio 1943) la media dei carichi perduti si riduce al 14% (Vds.: S. M. MARINA, op. cit., pag. 104). E' evidente, però, che si tratta di una « media generale » che può avere valore ai fini di una indagine con esclusive finalità statistiche ma non esclude, dal punto di vista pratico e concreto dell'alimentazione della lotta, che nel momento cruciale di questa si sia verificata una percentuale di perdite dei carichi ben del 44,3%, ed ancora più elevata se riferita ai carburanti la cui mancanza o inadeguatezza alle esigenze operative determinava una vera e propria paralisi.
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falle ed, in sostanza, del tutto inadeguati all'importanza della questione ed alla delicatezza della situazione. Così il Maresciallo Kesselring si limitava a suggerire di ricorrere al sistema di non far navigare navi isolate, di dotare le navi stesse di strumenti per la ricerca e l'individuazione degli aerei nemici, di intonare i metodi d'azione contraerea alle caratteristiche del volo radente usato dal nemico per l'attacco. Ed il Comando Supremo, da parte sua, trovandosi nella davvero tragica situazione di dover assicurare l'alimentazione - specie di carburanti -, in A. S. con disponibilità di quantitativi ognora più ridotti e con mezzi di trasporto sempre più esigui perchè soggetti ad una falcidia impressionante, ricorreva ad ogni passibile espediente pur sapendo che questo, come tale, pateva rappresentare un semplice occasionale rimedio e non certo la radicale necessaria eliminazione di un male: nel quadro generale organizzativo, disponeva la intensificazione dei lavori di costruzioni navali con assoluta precedenza alle cisterne in cemento; impostava la realizzazione di navi molto piccole e veloci, capaci di sottrarsi alquanto agevolmente agli attacchi avversari; faceva iniziare i recuperi possibili delle navi affondate, per ripianare in qualche modo le perdite; nel quadro dei provvedimenti pratici occasionali, disponeva la installazione, sulle navi, di palloni che creassero difficoltà agli aerei nemici nei loro voli radenti; abbandonava, per i rifornimenti, il criterio di effettuarli con navi isolate ed instaurava il sistema dei grossi convogli; provvedeva a che il carburante destinato in A. S. vi fosse trasportato con naviglio da guerra (cacciatorpediniere e due sommergibili già attrezzati a tale scopo); disciplinava con apposite norme il cabotaggio e l'utilizzazione dei mezzi portuali in A. S. In particolare, a tal riguardo, veniva intensificato il traffico marittimo fra Tobruch e Marsa Matruh, limitando i trasporti terrestri alla sola benzina e facendo ricorso, per questi, anche ai trasporti ferroviari per ridurre al minimo indispensabile il movimento degli automezzi. Tutte queste misure, comunque, non potevano avere se non una modesta efficacia, giacchè anche la nostra Marina Militare, gravata dell'enorme peso di ingenti trasporti e di scorte, era inceppata dalla deficienza di nafta, talchè in data r5 ottobre lo stesso Ammiraglio Weichold, Comandante in Capo della Marina germanica in Italia ed ufficiale di collegamento con il Comando Supremo, aJlarmava i suoi superiori ( allegato ro) dichiarando: « La situazione di carburanti della Marina italiana diventa talmente seria da comtromettere in ma-
niera decisit1a i normali compiti operatit1i e in un tempo non lontano, da renderli addirittura ineseguibili . . . Se non possono t1enire anteposti i compiti di guerra italiani e germanici .. . la situazione delltr condotta della guerra e dei rifornimenti in Mediterraneo si troverà in bret1e tempo davanti a una catastrofe » . In data 18 ottobre il Comando Supremo redigeva una realistica situazione delle disponibilità di nafta per la Marina e delle previsioni ad essa relative, dalla quale ( allegato 11), rilevata la consistenza a metà del mese e considerati i minimi consumi necessari nella seconda metà del mese stesso, risultava, in base ai programmi di rifornimenti, la deficienza di ben 19.000 tonnellate di nafta. Una tale crisi non era nuova nè contingente; il Maresciallo Cavallero già si era espresso in termini inequivocabili nei quali questa crisi, che ancora non era tanto grave quanto lo divenne sempre più in seguito, era ben delineata e suggeriva espressioni che inquadravano esattamente il problema nella sua sostanza e nel suo fondamento: « ... quando si fa una guerra oltremare, la prima battaglia si svolge sul mare stesso. A fine agosto siamo stati soccombenti a causa degli affondamenti delle navi che portavano combustibili liquidi 1 ).
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Il giorno 10 ottobre, come da piano predisposto e concordato con il Comando germanico, aveva inizio l'azione aerea tendente alla neutralizzazione di Malta. Ma dopo appena sette giorni da tale inizio, il Maresciallo Kesselring, vivamente impressionato dalle perdite che l'azione provocava,. era orientato a sospenderla. Di tale avviso si mostrò anche Goering; e non valse l'insistenza del Maresciallo Cavallero che rappresentava la inderogabile necessità di perdurare nello sforzo di neutralizzazione dell'isola in considerazione anche del previsto imminente trasporto di tre Divisioni (2) nella Tripolitania orientale; nè valse l'intervento del Generale Fougier (3) che suggeriva di non sospendere ma anzi di rinvigorire l'azione di smantellamento della fortezza mediterranea di Malta dove risultavano tuttora efficienti, malgrado le perdite, un (t) La frase era stata pronunciata da Mussolini nella riunione del 1° ottobre (v. pag. 33). (2) Divisioni: fanteria « La Spezia »; corazzata cc Centauro»; motorizzata e< Piave >>. Quest' ultima fu, invece, inviata in Francia. (3) Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica dal 15 novembre 1941.
32 centinaio di apparecchi: i Tedeschi - che, forse, già sentivano il maturarsi degli eventi sul fronte russo - rimasero irremovibili nel loro divisamento di abbandonare l'impresa della neutralizzazione aerea di Malta. Sicchè, a solo dieci giorni dal suo inizio, questa azione venne sostanzialmente modificata nella sua condotta e nelle finalità che avrebbe dovuto conseguire e l'isola continuò ad esercitare la sua inflessibile funzione ed a gravare angosciosan;iente su tutti i combattenti d'Africa, che cominciavano a rendersi conto della inanità dei loro sacrifici giacchè la deficienza di rifornimenti avrebbe anchilosato ogni ulteriore possibilità di sviluppo delle operazioni. L'importanza di Malta era stata sottovalutata prima della guerra, sicchè non erano stati predisposti piani e mezzi atti ad eliminare militarmente l'isola con adeguata azione di sorpresa immediatamente all'inizio delle ostilità; era stata trascurata, nel corso della guerra, quando il fulmineo sbalzo ad El Alamein aveva portato a soprassedere all'operazione predisposta, sia pur tardivamente, per occuparla; veniva condizionata, quando la cruenta partita in A. S. si avviava al suo epilogo, ad esigenze di altri scacchieri operativi. E le conseguenze non potevano non essere funeste.
Potenziamento delle Forze Armate italiane
Se molto grave era il problema dei rifornìmenti dello scacchiere africano sì che Comando Supremo e Stati Maggiori dimostravano di nutrire per esso le più vive apprensioni e ponevano ogni cura nel tentativo di avviarlo a soluzione in ogni modo e con qualsiasi mezzo, non meno imponente e preoccupante si presentava quello, di gran lunga più vasto e complesso, relativo alla necessità di un sostanziale potenziamento delle Forze Armate per adeguarle alle esigenze della guerra tanto nella sua fase in corso quanto in relazione ai prevedibili suoi sviluppi futuri. Erano trascorsi, dall'inizio delle ostilità, due anni e si era, quindi, verificato in pieno quel fenomeno che, comune a tutti gli stati di guerra, risulta tanto più sensibile e grave quanto più il patenziale bellico del Paese - in ogni settore della vasta gamma di elementi che lo compongono - sia, così in senso assoluto come in senso relativo o contingente, modesto e deficitario : graduale esaurimento delle scorte; impoverimento sempre maggiore delle fonti di produzione; estensione della lotta nel tempo e nello spazio; superamento tecnico
33 dei mezzi per essa disponibili. Ecco, in termini necessariamente schematici e generici, i principali aspetti del gFave problema. Una prima riunione, per fare il punto sulla situazione e detenninare gli ulteriori sforzi da compiere, fu tenuta a Palazzo Venezia il 27 settembre 1942 (v. verbale· della riunione, allegato 12 ). Vi furono esaminate, da parte del Capo del Governo, del Capo di Stato Maggiore Generale e del Sottosegretario alle Fabbricazioni di guerra, le condizioni di ciascuna Forza Armata con specifico e particolare riferimento ai settori fondamentali della produzione di guerra (prodotti siderurgici, acciai speciali, alluminio, materie pregiate); si pose in evidenza come alla base dello sfprzo bellico stesse il problema dei combustibili e dell'energia elettrica; si sottolineò la necessità di dare maggiore impulso alla produzione aviatoria. Toccati i punti più salienti del potenziamento delle tre Forze Armate e della Marina mercantile, il Capo di Stato Maggiore Generale rappresentò l'urgente necessità di provvedere alla difesa del fronte occidentale libico e di trasferire, a tal fine, in A. S. almeno due Divisioni, la corazzata «Centauro» e la motorizzata· « Piave », in aggiunta alla Divisione << La Spezia», il cui invio era già stato disposto con destinazione a Misurata e con orientamento operativo verso il Sahara Libico (1). Il Maresciallo Cavallerò dichiru-ò di ritenere che con questi provvedimenti si sarebbe patuto far fronte alle necessità più urgenti, mentre altri problemi, riguardanti soprattutto il riordinamento di unità gi:à schierate al fronte alpino, sarebbero stati risolti nel corso dell'inverno.. Una seconda riunione ebbe luogo, con la partecipazione delle maggiori autorità militari, il 1 ° ottobre. Mussolini mise in rilievo che dei quattro scacchieri operativi in atto (egiziano, russo, bakanko, occidentale) il più importante era quello africano, in considerazione della situazione politico-strategica contingente, che, oltre a richiedere l'impiego in operazioni effettive di IO Divisioni (di cui 2 corazzate: << Ariete » e « Littorio > )) sul fronte egiziano, vincolava numerose altre forze per difendere 1a Tripolifania e per una eventuale preventiva
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(1) La Divisione « La Spezia i> fu poi fatta affluire sulla linea di El Agheila per imbastirne gli apprestamenti difensivi e per ricevere i resti dcll'A.C.I.T. in ripiegamento da El Alarnein. Per la « Piave », v. pag. JI, nota 2.
3· - Al.
occupazione della Tunisia, qualora si fossero manifestati sentori di sbarco di forze anglo-sassoni. Fatto il punto della situazione dell'Esercito, venne alla conclusione che occorreva: - mantenere al massimo l'efficienza delle divisioni che operavano in Russia ed esaminare la possibilità di aumentarle; - rendere particolarmente potenti le divisioni operanti al fronte egiziano; - dare quanto occorreva alle divisioni sulla fronte danubiana ; - mettere in efficienza le divisioni che erano alla frontiera occidentale. Per quanto concerneva la Marina, rilevati gli sforzi da essa compiuti in fasi di fortissimo impegno, il Capo del Governo ricordò e precisò, in particolare, che : - nei giorni 27 e 28 agosto sì era perduta la prima fase della battaglia sul mare con gli affondamenti delle navi che portavano in Libia i combustibili liquidi (1); - mentre una volta (15 o r-6 anni prima) egli era contrario alla costrazione di navi portaerei -,. le qu<!,li sarebbero state utili solo se l'Italia avesse dovuto battersi oltre lo stretto di Gibilterra - , ora eta convinto che senza questo tipo di navi non si poteva accettare battaglia: « esse sono il parapioggia delle nostre forze navali »; -;. le perdite più gravi si erano avute nel settore delle siluranti, dei sottomarini, dei cacciatorpediniere e delle torpediniere, per cui si imponeva la necessità di costruirne ancora. (1) Erano stati affondati in tale circostanza: - il piroscafo Istria (carico), 27 agosto 1942, a nord - nord~t di Ras d Tin (bombe di aerei); -- il piroscafo Diepi (carico), 27 agosto 1942, a nord di Tolmetta (bombe di aerei); - la motonave Manfredo Campeiro (carico), 27 agosto 1942, a ponente di Capo Spada (colpita da siluro di somnkrgibile e successivamente affondata col cannone dalla nave scorta, perchè non fimorchiabile); - il piroscafo Paolina (carico), 27 l\i'Osto 1942, a 6 miglia da Capo Bon (urto contro una mina). Le prime tre navi portavano circa 730 tonnellate di carburanti, 170 automezzi cd altri rifornimenti destinati alla Libia. (Contrariamente alla dichiarazione di Mussolini, nessun piroscafo era stato affondato il 28 agosto).
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35 Rilevava, inoltre: - che l'incrociatore da 10.000 tonnellate era ormai sorpassato perchè la sua velocità, che rappresentava il -suo princip;ile mezzo di difesa, non gli consentiva più di sottrarsi all'azione dei mezzi navali nemici che lo avevano superato in sviluppo di velocità; - che i sommergibili tascabili non avevano dato fino allora che modesti risultati; - che gli stessi Mas di piccolo tonnellaggio, che potevano servire bene nell'Adriatico, non erano in grado di essere impiegati nel Mediterraneo. Occorreva arrivare ad un tonnellaggio di 6o-8o tono. per poter reggere il mare grosso. Nei riguardi dell'Aviazione, si presentavano difficoltà di produzione, causa la continua trasformazione degli apparecchi, sia da caccia sia da bombardamento. Bastava accennare al fatto che per i primi si era passati dal Macchi 200 al 202 e da questo al 225. Si doveva pure constatare che il ripiego cui si era ricorso di montare il siluro sull'S. 79 non aveva conseguito buoni risultati in campo pratico poichè l'aeroplano da bombardamento non s1 era dimostrato idoneo all'impiego del siluro marittimo. Occorrevano : - un apposito aereo con siluro speciale; - bombardieri a tuffo ed aerei per trasporto normale e per trasporto di paracadutisti; - un adeguato armamento per gli aerei. Circa la Marina mercantile, fattore indispensabile per la guerra, le gravi perdite sino allora subite (850-900.000 tonn.) ponevano con estrema serietà il problema di un adeguamento e potenziamento. Per quanto si riferiva alle materie prime : - carbone: occorreva averne roo.ooo tonn. di più al mese; ~ energia elettrica: la situazione era stata preoccupante fino al 15 settembre. Occorreva difendere i bacini perchè Churchill aveva detto che intendeva bombardarli e si poteva supporre che Io avrebbe fatto; - mano d'opera : il servizio del lavoro per immissione nell'industria aveva reso solo per alcuni settori; occorreva utilizzare il personale femminile ed anche quello minorile.
Ricordato che un altro dei problemi più difficili e penosi della nostra situazione era quello della nafta, Mussolini precisò che, per quanto riguardava le forniture dell'alleato, non si poteva dire che vi fosse intenzionale malafede: « Non vi ( dolo se la parte germanica non riesce a mantenere ciò che promette ». Dopo tale esposizione, in seguito a breve commento del Maresciallo Cavallero : - il Generale Favagrossa (Sottosegretario alle Fabbricazioni di Guerra) illustrò il problema della produzione, indicando le materie maggiormente deficitarie: carbone, alluminio, rame e manganese; - il Generale Fougier (Capo di S. M. dell'Aeronautica) elencò il quantitativo di materie prime che sarebbero occorse per portare la produzione di velivoli da 250 a 300 mensili ; -, l'Ammiraglio Riccardi (Capo di S. M. della Marina) presentò uno specchio in cui erano elencate le materie necessarie alla Marina, venendo alla conclusione che il loro quantitativo avrebbe dovuto essere raddoppiato; - il Generale Ambrosia (Capo di S. M. dell'Esercito) informò che per porre in efficienza 30 divisioni (4 di meno del numero fissato da Mussolini) l'Esercito avrebbe dovuto avere un aumento di 27.000 tonn. di siderurgici al mese e di 1005 tonn. di rame; - il Generale Ago (investito di incarichi speciali) affrontò i due scottanti problemi della produzione dei carri e del potenziamento della difesa contraerea. Informò, in particolare, che la produzione dei carri sarebbe salita al numero di 120 mensili nel gennaio 1943 ed a 150 in marzo, a condizione che .fossero assicurate le materie prime, i combustibili e le maestranze. A conclusione della riunione, Mussolini rilevò che tutte le deficienze prospettate derivavano dal fatto che l'Italia, secondo gli accordi, avrebbe dovuto entrare in guerra solo nel 1942, ma affermò altresì che la Storia non poteva scegliere nè orari, nè itinerari: « Se nel 1925 si fosse dato maggior impulso all'autarchia oggi il problema sarebbe stato risolto ».
In aderenza al concetto che lo scacchiere africano era il più importante, autorità civili e militari si adoperarono per potenziare innanzitutto unità e reparti in Africa Settentrionale. Emanarono per-
37 tanto, ciascuna per la parte di propria competenza, una serie di disposizioni, intese ad ottenere:
a) nel settore delle armi: - l'integrazione del carro M 15 con una più forte aliquota di artiglierie semoventi, allo scopo di compensare la sua inferiorità nei confronti di quelli inglesi; - la conversione dei carri L 6 in trattori porta munizioni e, nel contempo, la riduzione o l'annullamento della commessa dei carri stessi a favore della produzione dei carri M 15; - l'aumento del 50% della produzione dei carri M semoventi, in modo da arrivare almeno ad un quantitativo di 140 al mese ai primi di gennaio 1943; - l'invio di 300 mila mine anticarro, di cercamine, di almeno 10 mila aerorifornitori, di alcuni radio-localizzatori per Bengasi e del maggior numero possibile di autoblindo per completare gli organici delle Divisioni « Ariete » e « Littorio »; b) nel settore dei reparti: _,,. l'approntamento in territorio nazionale di 5000 complementi al mese per alimentazione ed avvicendamenti nell'Africa Settentrionale; ......., il frammischiamento di reparti italiani e tedeschi, in modo da consentire ai primi di avvantaggiarsi del migliore armamento anticarro dei secondi, dotati cli maggior numero di pezzi idonei.
La difesa del Sahara Libico
Nel quadro della difesa delle retrovie dell'Armata corazzata, dei porti di sbarco e delle linee di rifornimento, non poteva non essere tenuta in grande considerazione la minaccia, sia pure ancora solo potenziale nell'estate del 1942, che sul Sahara Libico (1) esercitavano le forze della Francia Libera che il Generale Leclerc andava organizzando a Fort Lamy (2) e che già nel maggio di quell'anno (1) Il Sahara Libico comprendeva tutto il retroterra della Tripolitania e della Sirtica, per un'estensione di circa 900.000 kmq, compreso fra il 22° e il 30 ° parallelo ed il 10° e il 20° meridiano (schizzo 1 ). (2) Nell'Africa Equatoriale Francese, a sud del Lago Ciad.
avevano effettuato incursioni nel Fezzan con pattuglie da combattimento appoggiate dall'aviazione. Più imminente e concreta, peraltro, si presentava l'attività dei reparti speciali britannici (cc Commandos » e « Long Range Desert Group ))) ( 1), quantunque le loro incursioni si fossero localizzate, fino all'estate del 1942, alla sola Cirenaica e non si fossero rivolte contro i presidi del Sahara nè avessero mai raggiunto la Tripolitania. Nella situazione che si era venuta a creare per effetto ed in conseguenza degli avvenimenti e delle operazioni svoltesi nel corso della seconda controffensiva italo - germanica, il Comando Supremo e il Comando Superiore FF. AA. della Libia decidevano di consolidare maggiormente il Sahara Libico con il duplice scopo di assicurare il flusso dei rifornimenti alle unità in linea e di sottrarre i centri logistici ad azioni di distruzione da parte nemica. In data 1° settembre il Comando Supremo impartiva disposizioni a Superlibia perchè provvedesse al potenziamento del Sahara Libico mediante : - la sollecita assegnazione a quel settore di adeguate aliquote di personale, delle armi necessarie e di un piccolo blocco di automezzi speciali (autoblindo, camionette, autoprotetti); - l'urgente adozione di particolari misure logistiche (servizi a terra, scorte di carburanti e lubrificanti) nei principali campi di aviazione del Fezzan, per consentire, all'occorrenza, la tempestiva affluenza di aliquote dell'Aeronautica; - la sostituzione nei servizi dei presidi del traino meccanico con quello animale, allo scopo di ricuperare automezzi da avviare ai reparti mobili del Fezzan. (1) « Queste unità, ben comandate, ben equipaggiate, dotate di automezzi desertici assai veloci (fino a no km. ora) a larga autonomia cd idonei a muovere sulle piste sabbiose, si appoggiavano· a basi lontane (oasi di Bahariya, oasi di Cufra, oasi di Kargha, oasi di Qara e Ain Tcitun, a est di Siwa); costituivano basi avanzate a 100 + 200 km. dagli obiettivi, con la complicità di tribù indigene a noi ostili; piombavano poi, con pattuglie ardite di poche « camionette » e quasi sempre di notte, sui campi di aviazione, depositi di carburante, munizioni o altro materiale, parcheggi di automezzi, accampamenti, colonne di rifornimenti; e molto rapidamente operavano distruzioni, appiccavano incendi, effettuavano interruzioni stradali, infliggevano perdite, per poi subito sparire di nuovo nel deserto )). (S.M.E. - UFFICIO STORICO: op. cit., pag. 200).
39 In relazione a tali ordini, Superlibia preavvisava il Comando del Sahara Libico ( allegato r 3) delle misure che erano in corso per completare le unità del Sahara e dotarle di mobilità nonchè per realizzare una completa attrezzatura logistica dei principali campi aeronautici del Sahara stesso; e, avvertendo il Comando Sa Squadra aerea ( allegato 14) dell'ordine del Comando Supremo inteso a dare immediato inizio alla predetta preparazione logistica dei campi, orientava il Comando stesso sulla ripartizione in due gruppi dei mezzi aerei da far affluire nel Fezzan (mezzi necessari in via normale; mezzi necessari in caso di emergenza) e l!J invitava a determinare e segnalare i campi da organizzarvi, i mezzi aerei . ritenuti necessari, i quantitativi di carburante, lubrificante, munizioni e materiali vari occorrenti oltre quelli già esistenti nei campi, nonchè i necessari mezzi di difesa contraerea e terrestre. Allo scopo poi di opporsi in modo specifico alle incursioni dei reparti speciali britannici, il Comando Supremo e Superlibia, ciascuno per la parte di propria competenza, diramarono altre disposizioni tendenti: - ad organizzare reparti dotati di camionette armate di preda bellica; - a modificare le autoblindo per alleggerirle senza diminuirne la corazzatura (abolizione della doppia guida e di altri organi superflui); - a produrre camionette !\peciali, sul tipo di quelle inglesi; -"- a sostituire gli automezzi allora in dotazione alle compagnie sahariane con altri del tipo « camìonetta desertica l>, per mettere detti reparti in condizioni di competere con i mezzi similari del nemico; - ad utilizzare intanto }!automezzo A.S. 37 (modificato) con l'installazione di una mitragliera da 20 e di un cannone da 47 / 32 ( allegato r 5). · Tutta questa serie di provvi!dimenti _,. alcuni dei quali non riuscirono nemmeno ad essere attuati per deficienza di mezzi - era sostanzialmente una soluzione del tutto inadeguata alla importanza del problema. Ne erano pienamente consapevoli i comandi interessati e, a tal riguardo, è assai eloquente ed inequivocabile - anche per i suoi accenni al prevedibile sviluppo delle imminenti operazioni - il seguente documento che si trascrive nel suo testo integrale:
GOVERNO GENERALE O.ELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE DELLA LIBIA STATO MAGGIORE
N. 01 / 17036 Op. Segreto di prot. Argomento: Difesa Sahara Libico. P. M. I 1 li 7 settembre 1942 All'Eccellenza il Maresciallo d'Italia Conte Ugo Cavallero Capo di S. M . Generale - Comando Supremo - P. M. 21 Ho ricevuto il Vostro teleavio n . 32237 Op. in data 1° settembre e tenuto conto dei provvedimenti che mi preannunziate, per guadagnare tempo, ho già disposto, in accordo con la Delegazione del Comando Supremo in A. S., per avviare subito al Sahara Libico una parte dei compkmenti occorrenti, sottraendoli momentaneamente ad altre esigenze. Tale personale sarà compensato con una parte dei complementi di cui mi annunziate l'invio e per i quali ho già segnalato allo S.M.R.E. le specializzazioni occorrenti. Analoghi provvedimenti si stanno attuando per le armi di più urgente necessità. Nulla invece è possibile fare per il momento - se non lo studio - per la predisposizione logistica dei campi aeronautici del Pezzati; invero le esigenze della fronte egiziana e, più ancora, il non fortunato andamento dei trasporti maritlimi han fatto sl che la situazione carburanti avio ( e auto) in Libia è diventata precaria al punto da compromettere, come Vi ho telegrafato, financo l'ordinario svolgersi delle già rare ricognizioni aeree nel Sahara Libico. Comunque, i provvedimenti in . oggetto - e dei quali mi permetto di rinnovare la preghiera di attuazione urgentissima - non possono rappresentare che un primo passo verso quel potenziamento del Sahara Libico che di giorno in giorno appare sempre più necessario ed urgente. Invero, data anche la situazione sulla fronte egiziana quale è venuta a crearsi in seguito ai recenti avvenimenti, non è da escludere che nel prossimo autunno e forse anche fra gli ultimi di questo mese e i primi giorni di ottobre, possa manifestarsi un contemporaneo attacco da oriente e da sud; ciò che precluderebbe ogni possibilità pur modesta di spostamenti di forze e di mezzi dalla fronte egiziana a quella sahariana; e già è a Voi nota la situazione organica e logistica
delle nostre truppe combattenti nell'Armata italo - tedesca; situazione che Vi prospettai, nella sua interezza, con mia lettera 01 / 13926 datata 28 luglio e che ancor oggi non è sostanzialmente migliorata, specie per quanto riguarda gli automezzi, pur essendo di molto peggiorata per quel che riflette i carburanti. E' quindi sommamente importante, e urgente, che siano avviati a Tripoli gli automezzi sahariani di cui V i ho rivolto richiesta con mio 01 / 1q863 datato 28 agosto e che vi s'aggiunga qualche sezione di autocarri idonei non già a muovere sulle dune, ma almeno a marciare sulle piste desertiche; nonchè le necessarie scorte di carburanti e olii. Ed è del pari essenziale la celerità, come Vi ho prospettato, dell'.avviamento dell'annun·ziato reparto motocorazzato. Ma tutto ciò, a mio giudizio, non sarebbe sufficiente per dare una sia pur parziale sicurezza di resistenza contro un'azione in forze che il nemico - co'tne da sempre più frequenti e sicuri indizi risulta - sembra avere in animo di compiere contro il Sahara Libico. Vi sottoporrò pertanto fra pochissimi giorni il risultato di uno studio che ho in corso e dal quale risulteranno i reparti e i mezzi ritenuti indispensabili per mettere in grado il Sahara Libico di fronteggiare ogni possibile evenienza. Per intanto, come ho già detto più sopra, urge affrettare l'attuazione dei provvedimenti di cui è cenno nel teleavio cui rispondo: Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate della Libia ETTORE BASTICO
II. - LA PREPARAZIONE BRITANNICA
La riorganizzazione Ancora prima della battaglia di Alam el morale e materiale del- Haifa importanti cambiamenti si erano ve1'8• armata britannica rificati nei Comandi britannici: il 15 agosto il Gen. Auchinleck, Comandante del Medio Oriente e che esercitava anche il comando dell'8" armata da quando il Gen. Ritchie era stato rilevato da tale incarico, veniva sostituito, . nelle sue due attribuzioni, rispettivamente dal Gen. Alexander e dal Gen. Montgomery. Questi, all'atto dell'assunzione del suo comando (1), trovò 1'8" armata articolata su due Corpi d'armata: il XXX, -comandato dal Gen. Ramsden, e il XIII, comandato interinalmente dal Gen. Freyberg, subentrato al Comandante titolare Gen. Gott peIito qualche giorno prima in un incidente aereo. Il Comando dell'Armata non disponeva di un Capo di Stato Maggiore in quanto il Gen. Auchinleck aveva preferito avocare a sè ie attribuzioni di tale carica; Sottocapo di S. M. era il Gen. brig. Francis De Guingand. I due Corpi d'armata (XIII e XXX) inquadravano Divisioni già veterane di guerra in Africa giacchè alcune avevano partecipato ai precedenti cicli operativi, alla battaglia di giugno, al ripiegamento su El Alamein e, tutte, ai successivi tentativi controffensivi. Adeguatamente rinforzate in uomini e materiali dopo questo periodo opeIativo, esse erano state affiancate da altre Divisioni trasferite dalla 9• e dalla 10• armata, sicchè già nella battaglia di Alam el Halfa 1'8" armata poteva schierare le seguenti Grandi Unità: 9• divisione australiana (brigate XX, XXIV e XXVI australiane); 1" divisione sudafricana (brigate I, Il e III sudafricane); 5• divisione indiana (brigate V, IX e CLXI indiane); (r) Avvenuta praticamente il t3 agosto e solo formalmente il r5 dello stesso mese.
43 2• divisione neozelandese (brigate V e VI neozelandesi, e una brigata di cavalleria); 44• divisione inglese (brigate CXXXI, CXXXII e CXXXIII inglesi); ro• divisione corazzata (brigate VIII, XXII e XXIII corazzate); 1 divisione corazzata (1) (brigate IV e VII corazzate).
Uno dei principali criteri ai quali il Gen. Montgomery ispirò la propria azione sin dal momento dell'assunzione del suo comando fu quello di non lasciar disperdere l'esperienza acquisita nel corso degli :avvenimenti verificatisi nello scacchiere ed, anzi, di trarre da essi ogni possibile insegnamento da utilizzare al massimo negli eventi successivi. Approfondì, perciò, lo studio di tali avvenimenti, cercando di determinarne aspetti positivi e negativi e di individuarne le cause. Ne trasse concrete conclusioni alle quali intonò il lavoro di preparazione dell'Armata, tendente ad una riorganizzazione strutturale, ad un potenziamento qualitativo dell'inquadramento e quantitativo dei mezzi ,e materiali, ad una elevazione dello stato di efficienza morale, ad un miglioramento delle capacità tattiche mediante specifico ed adeguato addestramento. Quale prima necessità organizzativa e strutturale dell'Armata vide la costituzione di un Corpo d'armata corazzato a somiglianza di quello di cui disponeva, nel campo avversario, il Gen. Rommel. Potentemente armato con ottimi materiali e perfettamente addestrato, questo Corpo non avrebbe mai dovuto presidiare fronti stati,che, ma costituire la punta d'acciaio in azioni offensive ed intervenire nella fase conclusiva della battaglia per renderla decisiva. « Proprio per mancanza di un corpo corazzato non eravamo mai riusciti a concludere niente di buono. La formazione di questo corpo di tre o quattro Divisioni, sarebbe stato il mio compito principale» (2). Il 12 agosto, appena giunto al Cairo, il Gen. Montgomery aveva chiesto al Gen. H arding, Sottocapo di Stato Maggiore del Comando del Medio Oriente, di esaminare la possibilità di costituire tale Corpo d'armata, utilizzando le unità già esistenti in Egitto ed equipaggiando le Divisioni corazzate con i 300 nuovi carri Sherman provenienti dagli Stati Uniti e attesi a Suez per il 3 settembre. Lo stesso giorno il Gen. Harding aveva dato risposta affermativa, pro(1) Alle sue dipendenze erano anche il xo• e l'u0 reggimento Ussari. (2) M ONTGOMERY B. L.: « Memorie », Ed. Mondadori, 1959, pag. 107.
44 mettendo che il X corpo d'armata, di nuova costituzione, sarebbe stato formato da tre Divisioni corazzate: 1•, s•, 10a, ognuna su una brigata corazzata, una brigata di fanteria, truppe divisionali, e dalla Divisione neozelandese, su due brigate di fanteria e una corazzata (1). Mentre si procedeva alla costituzione del X corpo d'armata, il Gen. Montgomery chiedeva e otteneva il pronto invio della 44• divisione inglese (che infatti prese parte alla battaglia di Alam el Halfa) e sollecitava il successivo invio della 51• divisione Highland, che cominciava ad arrivare a Suez a metà agosto. Veniva inoltre completata e restituita all'8" armata la 501 divisione inglese, che aveva partecipato al ciclo operativo estivo. Il Gen. Montgomery, fin dal suo arrivo, non era rimasto soddisfatto dell'organizzazione del Comando dell'Armata, nè dei comandanti di Corpo d'armata di cui disponeva. Aveva, perciò, subito attribuito al Gen. De Guingand, Sottocapo di Stato Maggiore, la carica di Capo di Stato Maggiore dell'8• armata, e gli aveva affidato una ampia sfera di poteri, allo scopo di tenersi libero da ogni e qualsiasi preoccupazione di dettaglio che avesse Potuto distoglierlo dagli essenziali suoi compiti di comando. Aveva, poi, ottenuto l'assegnazione dall'Inghilterra del Gen. Horrocks, già suo divisionario, quale comandante del XIII corpo d'armata, rimasto privo di comandante titolare dopo la morte del Gen. Gott; aveva sostituito il Gen. Ramsden, comandante del XXX corpo, con il Maggior Generale Leese che comandava in Inghilterra la Divisione corazzata delle Guardie; aveva affidato il comando del nuovo X corpo al Gen. Lumsden, che in precedenza aveva comandato nel deserto la 1 • divisione corazzata; eliminato il comandante della 1 divisione corazzata, aveva ottenuto di sostituirlo con il Gen. Harding, sottocapo di Stato Maggiore del Comando Medio Oriente; infine aveva fatto venire dall'Inghilterra, pcrchè assumesse il comando dell'artiglieria dell'Armata, il Gen. brig. Kirkman, ritenuto dal Gen. Montgomery il miglior artigliere dell'Esercito britannico. Rimaneggiati, così, tutti i comandi circondandosi di ufficiali di sua fiducia, ottenuta la concessione di nuove Grandi Unità delle (1) In effetti, ai primi di ottobre il X corpo d'armata risultò costituito dalle Divisioni corazzate 1• e 10• e dalla 2• divisione neozelandese cd alla battaglia di El Alamcin partecipò, in formazione rimaneggiata per la circostanza, con le due Divisioni corazzate 1• e ma, essendo la Divisione neozelandese tornata a far parte del XXX corpo, anch'esso impiegato. Per quanto riguarda 1'8" divisione corazzata v. nota a pag. 94.
45 quali già si iniziava l'afflusso, avviato il cbmplet_amento in uom1m e materiali di tutti gli altri reparti, il Gen. Montgomery poteva dedicarsi con particolare cura all'elevazione del morale delle sue truppe. Secondo quanto il Gen. De Guingand gli aveva riferito al momento del suo arrivo all'B• armata, « il morale degli ufficiali e della truppa non era buono; l'lr armata aveva bisogno di una guida sicura e di qualcuno che la ten~sse in mano con polso fermo; c'era troppa incertezza nei ranghi ed egli pensava che la valutazione delle cose non fosse giusta >> ( 1). In conseguenza di tale stato d'animo, nell'8'" armata gli ordini erano spesso discussi e criticati da inferiori che pretendev;mo "di conoscere ogni questione meglio dei loro stessi superiori ed océorreva alle volte insistere vigorosamente perchè si ottenesse l'eseéuzione delle disposizioni impartite. L'Armata era costituita in massima parte da unità già veterane e pratiche di guerra, che il Gen. Montgomery qualificava « truppe veramente magnifiche » (1) malgrado esse fossero rimaste talmente colpite e disorientate dai recenti avvenimenti che le avevano ricacciate sino ad El Alamein, da aver perduto ogni fiducia nel proprio comando. Il Gen. Montgomery si rese esatto conto di quanto grave e pericolosa fosse la situazione e si persuase che tale stato di sfiducia non poteva essere eliminato se non con la concretezza di una vittoria da conseguire sul nemico con irrilevante numero di perdite. La battaglia di Alam el Haifa gli concesse questa possibilità: egli riuscì a prevedere il piano di Rommel e ad assumere adeguate predisposizioni difensive; ed il risultato di quella battaglia produsse, per 1'8'" armata britannica, conseguenze ben più vantaggiose di quanto una semplice vittoria difensiva avrebbe dovuto normalmente comportare. Rommel sferrò, ad Alam el Halfa, un attacco senza convinzione; da parte britannica, invece, la battaglia venne impostata e condotta con criterio unitario « d'armata »; la potenza dell'8• armata si sviluppò secondo un piano preciso e il Comando riuscì a dare una ferma impronta a tutte le fasi della lotta. Ne risultò che ufficiali e soldati riconobbero la necessità d'una direzione unica, sensibile e pensosa del loro destino. Cominciava, così, a risorgere la fiducia nel Comando e a rinfrancarsi il morale degli uomini. (I) Mo:..,GOMERY: « Memorie », pag. 126.
Conseguito questo risultato, il Gen. Montgomery non lesinò mezzi e sistemi per consolidarlo e per diffondere cd estendere i sensi dello spirito di corpo che ne conseguivano. Il Comandante dell'Armata rinvigorì l'addestramento dei suoi reparti che giudicava del tutto deficitario e, peraltro, di estrema importanza, data la necessità di amalgamare elementi già provati al combattimento con numerosi nuovi c6mplementi delle più disparate provenienze (v. anche pag. 104). Ebbe perciò inizio, subito dopo il 6 settembre, un ciclo addestrativo di particolare intensità, nel quale si svolgevano esercitazioni che riproducevano, con la maggiore possibile approssimazione, le condizioni e l'amoiente della lotta e si curava l'efficienza fisica degli uomini, il loro• orientamento durante la notte, il controllo dei movimenti, la tecnica della rimozione delle mine. Malgrado tutto, però, i progressi addestrativi erano piuttosto, lenti e modesti ed il Gen. .Montgomery se ne preoccupò tanto da decidersi financo a modificare il suo piano di battaglia per intonare i propri concetti operativi a quelle che erano le effettive possibilità di rendimento degli uomini. Infatti - come più diffusamente si preciserà in seguito - in data 6 ottobre egli decise che, anzichè tendere alla distruzione iniziale delle forze corazzate italo - tedesche, per poi rivolgersi contro le Divisioni di fanteria, avrebbe cercato di disgregare prima le formazioni di fanteria, partendo da una serie di basi solide, procedimento, questo, più adatto alle capacità delle sue truppe. Il Gen. Montgomery sperava che il Comando avversario non avrebbe assistito inerte alla distruzione del proprio sistema difensivo statico e avrebbe lanciato al contrattacco i mezzi corazzati, ed allora i carri dell'S• armata avrebbero sostenuto in posizione e non in movimento gli attacchi avversari, il che era preferibile in relazione al minore addestramento ed alla ridotta attitudine alla manovra dei carristi britannici. Contemporaneamente alla preparazione morale e addestrativa proseguiva quella materiale. Secondo quanto afferma il Gen. Alexander tra il 1° agosto e il 23 ottobre affluirono all'S• armata 41.000 complementi (oltre quindi gli uomini che vi giungevano con le· nuove Unità). Nello stesso periodo l'S• armata ricevette 1000 carri armati, 36o vetture e 8700 veicoli. Per provvedere ai molteplici compiti di manovalanza che diversamente avrebbero dovuto essereassolti dalle truppe combattenti, venivano costituite 49 compagnie· pionieri. Per fronteggiare le esigenze di mezzi. di trasporto, che l'espe-
47 rienza dei precedenti cicli operativi faceva prevedere basilari per po-• ter spingere a fondo l'offensiva, 1'8a armata venne dotata di 46 com-pagnie Generai Transport per il trasporto di viveri, munizioni, carburanti ed acqua, nonchè di 6 compagnie trasporto carri, mentre altre7 compagnie Generai Transport venivano tenute in riserva (1).
Si era da poco esaurita la spinta offensiva che aveva portato le truppe italo - tedesche sino ad El Alamein ed era appena scongiurato il pericolo corso dall'intera organizzazione britannica in Egitto per effètto di tale- • fulminea e vittoriosa avanzata, che già it Primo Ministro inglese cominciava a richiedere la ripresa dell'attività offensiva da parte dell'8a armata ed esercitava a tal fine tutta la sua pressione che a stento il Capo di Stato Maggiore Imperiale, Gen. Brooke, riusciva a contenere, nell'intento, di evitare che venisse impartito al Gen. Auchinleck l'ordine di una offensiva da considerare, in quel momento, del tutto prematura (2). In una sosta al Cairo, nel corso di ,un viaggio per Mosca, Churchill, il 3 agosto, ebbe notizia dal Gen. Auchinleck, Comandante· del Medio Oriente - e, al momento, anche Comandante dell'8a armata - che nessuna offensiva poteva essere programmata, per taleArmata, prima del 15 settembre. Il giorno 4, in una conferenza svoltasi al Cairo con la partecipazione di Smuts (3), Brooke, Auchinleck, Wawel (4) ed altri, il Primo Ministro, fatto un esame della situazione generale ed esposto il" La decisione britannica di prendere l'offensiva. Coordinam<:nto con l'apertura del secondo fronte africano e genesi di questo
(1) Una compagnia Generai Transport poteva rifornire una Divisione a 50 miglia (ottanta chilometri) da una base logistica. (2) Field Marshal ALANBROOKE: ,<L'espoir change de camp. Carnets de· guerre », ed. Plon, Parigi, pag. 319. Il Generale Alan Brooke venne, dopo la guerra, elevato alla dignità di Pari; in tale occasione unì il nome Alan al cognome Brooke, chiamandosi. cosl Alanbrooke. Nel presente testo egli viene pertanto citato come Brooke, con riferimento alla sua opera in guerra, e come Alanbrooke con riferimentoal suo « Diario di guerra ». (3) Smuts Jan Christian, Maresciallo britannico, Primo Ministro dell'Unione Sud Africana. (4) Già Comandante del Medio Oriente durante la prima offensiva britan-nica ed, in quell'epoca, Vicerè delle Indie.
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progetto di un'offensiva anglo - americana nell'Africa Settentrionale francese, analizzò le possibili. relazioni fra tale operazione e lo sviluppo di una vasta offensiva verso occidente partendo dal Medio Oriente; interrogò poi di nuovo il Gen. Auchinleck sulla data probabile della sua offensiva, ma non rimase per nulla soddisfatto delle sue risposte. Di qui ebbero origine quelle modificazioni di comando cui si è accennato a pag. 42: il Primo Ministro britannico propose al Gabinetto di Guerra _, che accettò - di scindere in due il Comando del Medio Oriente e di affidare i due nuovi comandi, Medio Oriente e Vicino Oriente, rispettivamente ai Generali Auchinleck e Alexander. Da quest'ultimo sarebbe dipesa 1'8a armata il cui comando, ini1 zialmente affidato al Gen. Gott, veniva poi, per la sua morte verificatasi i~ 7 agosto, attribuito al Gen. Montgomery. Il Gen. Auchinleck. rifiutò il nuovo incarico. Il Gen. Brooke partì il IO per Teheran con il Primo Ministro e prima della sua partenza si intrattenne sul tema delle future operazioni in Africa Settentrionale con il solo Gen. Alexander poichè Montgomery non era ancora in posto. Il giorno 19, di ritorno da Mosca, Churchill e Brooke, insieme ad Alexander, si incontrarono con il Gen. Montgomery presso la sede del comando nel quale da qualche giorno egli si era insediato. Nel corso dell'incontro il nuovo comandante dell'8a armata fece un'esposizione della situazione; indicò come intendeva affrontare il presunto imminente attacco di Rommel e disse che, respinto tale attacco, avrebbe continuato i preparativi, già iniziati, per la propria offensiva, della quale tracciava le linee essenziali: avrebbe attaccato nella parte settentrionale della tronte, per la cui rottura riteneva gli sarebbero occorsi sette giorni; successivamente avrebbe lanciato il corpo corazzato del quale era già iniziata la costituzione. Questa esposizione fu fatta con tale convinzione che Churchill ritenne tutto come già acquisito. Il passaggio della direzione delle operazioni in Egitto nelle mani di Alexander e Montgomery aveva tranquillizzato il Capo di Stato Maggiore imperiale nei riguardi della situazione all'estremità orientale del Mediterraneo; egli passava perciò a dc.finire con gli Americani le intese concrete circa il progetto di operazioni nell'Africa Settentrionale francese con il quale si doveva coordinare la programmata offensiva dell'8• armata britannica.
49 Nel dicembre 1941, a seguito dell'attacco giapponese a Pearl Harbour e dell'entrata in guerra degli Stati Uniti, Churchill si era incontrato con il Presidente Roosevelt ed in questa occasione era stata presa per la prima volta in considerazione l'effettuazione di un'operazione denominata « Gymnast >>, consistente nell'invio di rinforzi in Africa Settentrionale francese dietro invito francese. Questo piano Churchill -Roosevelt non assunse forme concrete per la constatazione di una insufficiente disponibilità di tonnellaggio di navi da trasporto; ed il Gen. Brooke, che considerava il progetto «prematuro » e « completamente privo di realismo», ebbe successivamente agio di inserirlo in un quadro di ben definite finalità strategiche nel senso di stabilire che l'operazione « Gymnast » non poteva avere altro scopo che quello di riaprire il Mediterraneo e che tale risultato non era conseguibile se non mediante un coordinamento con operazioni offensive dirette dalla Cirenaica verso Tripoli (in quel momento le forze contrapposte si fronteggiavano all'altezza di El Agheila) ed in connessione con una vittoria britannica nel deserto occidentale (1). L'avversione dell'ambiente militare responsabile britannico al piano elaborato dal Primo Ministro nel suo incontro con il Presidente degli Stati Uniti derivava dalla valutazione concreta della disponibilità complessiva di forze (2) in relazione ai compiti in atto da assolvere, a quelli prevedibili imminenti ed alle necessità di alimentazione delle Armate impegnate nei vari teatri di operazione in un momento nel quale il ritmo degli affondamenti ad opera dei sommergibili dell'Asse assumeva proporzioni preoccupanti (si giunse, nel marzo r942, alle 800.000 tonn. di naviglio affondato). Il 1° aprile r942 il Segretario alla Guerra americano Henry Stimson e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Gen. Marshall, sotto posero a Roosevelt un piano d'invasione della Francia settentrionale, (1) ALANBROOKE, op. cit., pag. 222. (2) Agli inizi del 1942, con la progressiva estensione della coscrizione, l'Esercito britannico contava alle armi 2.250.000 uomini. Gran parte delle forze dislocate nell'Isola era addetta alla difesa costiera, a quella contraerea ed a quella degli impianti. Vi era solo un modesto numero di Grandi Unità in perfetto assetto di guerra, ma esse costituivano una massa di manovra per far fronte ad ogni eventuale imprevisto e, soprattutto, al caso _ ritenuto non improbabile - di un'aggressione della Spagna da parte dell'Asse. I rifornimenti di complementi alle Armate impegnate oltre mare assorbivano una media di oltre 40.000 uomini mensili.
4· - Al.
,,, 50 redatto dal Maggior Gen. Dwight Eisenhower, Capo del Reparto piani e operazioni dello Stato Maggiore dell'Esercito statunitense. Questo piano si proponeva lo scopo di dare un valido aiuto alla Russia, per alleggerire la pressione che su essa esercitava la Germania mediante l'assorbimento di forze tedesche su un nuovo teatro di operazioni nel quale avrebbero potuto trovare impiego le forze americane per battere definitivamente l'Asse in Europa ed essere così libere di rivolgersi poi in massa contro il Giappone, in Pacifico. Il piano, che non considerava affatto quello relativo al Nord Africa francese adottato nel dicembre precedente, prevedeva l'invio in Gran Bretagna, nell'estate, di due Divisioni corazzate (o tre di fanteria) e, a primavera del 1943, di 400.000 soldati e aviatori, da portare a 1.000.000 (una trentina di Divisioni americane) se il tonnellaggio disponibile lo avesse consentito. Insieme con diciotto Divisioni britanniche, tali forze avrebbero traversato la Manica e costituito in Francia il secondo fronte. Se la pressione tedesca sulla Russia avesse reso necessario anticipare l'azione, un'operazione preliminare di sbarco - detta « Sledgehammer >> -. sarebbe stata tentata nel1'estate del 1942, essenzialmente da forze britanniche, con l'intento di costituire una testa di sbarco da tenere tutto l'inverno, per intraprendere nel 194~ operazioni di più vasta portata, denominate « Round Up ». Nella concezione di Stimson e di Marshall il teatro decisivo era quello francese ed era indispensabile opporsi ad « operazioni di fantasia », quale essi consideravano la « Gymnast », che Stimson giudicava la « più insensata delle operazioni di dispersione delle forze >>. Il Presidente Roosevelt decise, allora, d'inviare a Londra il Generale Marsha11 cd il proprio emissario segreto Harry Hopkins per proporre il nuovo piano al Primo Ministro britannico e ai suoi Capi di Stato Maggiore. Dopo una serie di conferenze, di incontri e di riunioni a vari livelli, esaminato e discusso il piano in relazione a tutti i suoi aspetti ed alle difficoltà che per eseguirlo si sarebbero dovute sormontare, il 14 aprile si pervenne ad un accordo in seno al Comitato di Difesa britannico, presenti gli esponenti americani, su questa base: cominciare immediatamente a riunire in Gran Bretagna forze terrestri ed aeree americane in vista d'una offensiva di grande portata attraverso la Manica nel 1943 ed eventualmente, se l'urgenza l'avesse imposto, dì uno sbarco nel 1942.
51 Quest'accordo poteva apparire un sostanziale impegno agli occhi degli uomini di Stato; in realtà, invece, negli intendimenti degli esponenti militari era solo una semplice convenzione circa la convenienza di una tale impresa se e quando si fossero verificate le condizioni per attuarla con ampie p~obabilità di successo. Il 21 maggio arrivò a Londra il Ministro degli Affari Esteri russo, Molotov, per concludere un trattato d'alleanza con la Gran Bretagna e insistere per l'apertura d'un secondo fronte; ma ripartì senza ottenere una promessa esplicita, dovendosi accontentare di qualche accenno sulle operazioni progettate. Diventava sempre più difficile per i capi militari britannici, che si rendevano conto delle difficoltà delle operazioni, resistere alle pressioni politiche, interne ed estere, per l'apertura del secondo fronte. Il Gen. Brooke, attraverso appositi approfonditi studi, dimostrava la pratica impossibilità di costituire una testa di sbarco al di là della Manica e la sua scarsa convenienza operativa in relazione alla pochezza delle forze impiegabili, mentre la Germania disponeva in Francia e nei Paesi Bassi di ben 25 divisioni. Alla fine anche Churchill si arrese all'evidenza dei fatti, e l'rr giugno il Gabinetto britannico adottò fa decisione di non tentare alcuna operazione di sbarco, a meno che non si fosse del tutto sicuri della sua vittoriosa riuscita. Gli Americani compresero, allora, che a Londra si era restii non solo ad effettuare nel 1942 l'operazione « Sledgehammer », ma anche a dar corso nel 1943 all'operazione << Round Up». Di conseguenza nuove e immediate consultazioni tra i due alleati si rendevano necessarie, e il 18 giugno Churchill e Brooke si recarono negli Stati Uniti dove, nel corso di una serie di conversazioni, i capi militari convennero circa l'opportunità di non effettuare nell'anno azioni premature in Europa e di limitarsi - anche in relazione all'incerto esito delle battaglie che allora si svolgevano in Russia e in Libia ed alla intensità assunta dall'offensiva sottomarina dell'Asse __,, a concentrare in Inghilterra riserve strategiche per far fronte ad ogni non prevedibile eventualità. Mentre i capi militari raggiungevano tali accordi, il Segretario di Stato alla Guerra americano, Stimson, sollecitava il Presidente Roosevelt ad avviare l'operazione «Bolero » (1) e Churchill consegnava (1) Denominazione convenzionale dell'operazione di concentrazione delle forze americane in Gran Bretagna.
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allo stesso Roosevelt una nota nella quale, dopo aver dichiarato che nessun capo militare britannico era stato capace di stabilire per il settembre 1942 un piano di sbarco ch e avesse la minima probabilità di successo (implicitamente egli voleva sottolineare come nemmeno gli Americani avessero concretato nulla in proposito), concludeva che non era possibile restare inattivi sul teatro atlantico durante tutto il 1942 e che bisognava, nel quadro generale di « Bolero », preparare qualche altra operazione che permettesse d'impadronirsi di posizioni vantaggiose. In tale prospettiva, concludeva Churchill, « deve essere studiata l'operazione nel Nord Africa francese ». Si delineava, così, una palese divergenza di vedute fra esponenti politici e capi militari circa gli sviluppi da imprimere alle operazioni; e mentre il Gen. Marshall riusciva a piegare verso la propria tesi il Presidente Roosevelt che sapeva e riconosceva di non aver molta familiarità con il campo della tecnica militare, il Gen. Brooke aveva da compiere un'opera più ardua nei confronti di Churchill che non aveva « mai minimamente dubitato di avere tutto il genio militare del suo grande antenato Marlborough » (1). La riconquista di Tobruch da parte delle truppe dell'Asse, la vittoriosa avanzata di queste ed il conseguente ripiegamento in Egitto dell'8• armata determinarono una grave situazione che fece cadere studi e progetti britannici relativi ad una ripresa dell'iniziativa mediante operazioni di sbarco. Si trattò, però, di una semplice sospensione di breve durata poichè, non appena un equilibrio parve ristabilito sulle posizioni di El Alamein, Churchill riprese a caldeggiare l'idea di uno sbarco, questa volta in Norvegia. Gli Americani, esasperati dalla instabilità degli orientamenti britannici, a metà luglio si decisero a porre una precisa alternativa: o per l'autunno si sarebbe intrapresa l'offensiva in Francia, o lo sforzo principale americano sarebbe stato dirottato dall'Atlantico al Pacifico. Roosevelt, più moderato di Stimson e di Marshall, ritenne di intervenire con notevole attenuazione di questo dilemma e, per il tramite di Hopkins, così si espresse: « io non credo che noi possiamo attendere sino al 1943 per dedicarci alla Germania. Se è impossibile colpire con l'operazione « Sledgehammer », scegliamo l'altra possibilità più favorevole, che non è quella del Pacifico. L'operazione (1)
ALANBROOKE,
op. cit., pag. 315.
53 « Gymnast >> ci procurerebbe il controllo dell'Africa occidentale e chiuderebbe i suoi porti al nemico. Essa ci consentirebbe di incominciare ad assicurarci la padronanza del Mediterraneo » (r). Il 18 luglio giungevano in Gran Bretagna Hopkins, Marshall e King (2). Essi avevano istruzione dal Presidente Roosevelt di esaminare con i capi militari americani già in posto _,.. Eisenhower, Mark Clark, Spaatz e Stark (3) - e con i Capi di Stato Maggiore britannici la possibilità di intraprendere l'operazione « Sledgehammer », per alleviare lo sforzo russo; ma se si fosse concluso che l'operazione in questione non era possibile, dovevano ricercare su quale altro teatro di guerra le truppe americane avrebbero potuto combattere nel 1942. Dei tre inviati americani uno, Hopkins, voleva agire in Africa; il secondo, Marshall, in Europa; e il terzo, King, preferiva il Pacifico. Mentre gli Americani si riunivano con gli altri capi statunitensi già presenti a Londra, Churchill convocava presso di sè tutti i capi di Stato Maggiore britannici, giungendo con essi alla conclusione di dire agli Americani che la sola operazione realizzabile nel 1942 era la « Gymnast » ma che, partecipandovi anche gli Americani, doveva essere possibile spingere gli sbarchi fino ad Algeri, a 300 chilometri all'interno del Mediterraneo, stabilendo così le basi di un futuro grande fronte in Europa. Dal 20 al 22 luglio i capi militari britannici cercarono di convincere quelli americani dell'impossibilità di effettuare uno sbarco in Francia; e questi ultimi, arresisi alle argomentazioni dei colleghi inglesi, chiesero nuove istruzioni al Presidente Roosevelt. Il 23 Roosevelt comunicava di accettare la rinuncia ad un fronte occidentale nel 1942 e si dichiarava favorevole ad un'offensiva nel Nord Africa francese. Il 24 luglio l'accordo venne concluso circa un'operazione « Gymnast >> ampliata nella sua concezione e nelle sue finalità e ribattezzata « Torch ». Comandante in capo dell'operazione fu designato il Gen. Eisenhower, che fu ufficiosamente informato della sua nomina da Marshall, al Claridge, il 26 luglio, e a cui disposizione fu posto uno Stato Maggiore combinato avglo-americano. (1) filANBROOKE, op. cit., pag. 320. (2) Capo di S. M. ddla Marina degli Stati Uniti. (3) Comandante in capo della Marina statunitense m Europa.
54 L'Unione Sovietica venne avvertita che non era possibile l'apcr tura di un fronte occidentale in Europa; Roosevelt telegrafava a Londra che sperava di poter inviare prima della fine del mese di ottobre 8o.ooo uomini (compresi gli aviatori) per partecipare alle prime fasi dell'operazione. Con il raggiunto accordo definitivo sull'apertura di un secondo fronte nel Nord Africa francese non tutte le difficoltà erano state superate ed altre se ne presentarono circa il « punto di applicazione » dell'operazione di sbarco. Anche qui le divergenze furono notevoli: i Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate americane erano restii ad addentrarsi in Mediterraneo per il pericolo di vedersi tagliate le comunicazioni con l'Atlantico da un'azione avversaria che si fosse valsa delle posizioni del territorio spagnolo dominanti i due lati dello stretto di Gibilterra. Essi, pertanto, avrebbero voluto limitarsi ad effettuare lo sbarco sulla costa atlantica del Marocco; i Britannici sostenevano, invece, la tesi - condivisa anche da Eisenhower - di sbarcare la totalità delle forze alleate sul litorale algerino, per raggiungere subito Tunisi e Biserta. L'occupazione di queste località, congiuntamente ad un'azione offensiva che sul fronte orientale africano avesse respinto l'Armata italo- tedesca verso Bengasi e Tripoli, avrebbe garantito il possesso di estesi territori della costa nord - africana ai due estremi del bacino mediterraneo ed avrebbe quindi consentito un controllo aereo su tutto il percorso dei convogli diretti a Malta. Questo era il solo sistema ritenuto idoneo a rompere il blocco del!'Asse nel Canale di Sicilia ed a consentire la riapertura del Mediterraneo con pericolose minacce nel Sud Europa. Per indurre gli Americani ad aderire a questa tesi, i Capi di Stato Maggiore britannici proposero di ritardare l'operazione, differendola al mese di novembre. Ma Churchill, impaziente, propose telegraficamente a Roosevelt la data del 14 ottobre per lo sbarco. Da Washington si rispose negativamente, anche per effetto dei costosi impegni che nel frattempo erano stati assunti nel Pacifico meridionale. Le numerose e gravi divergenze furono, alla fine, risolte in sede di intese e di contatti personali, pervenendo alla conclusione di effettuare uno sbarco più consistente a Casablanca ed uno minore ad Algeri. Il 22 settembre Eisenhower fissò, quale data per l'operazione nell'Africa del Nord, quella che la Marina americana aveva proposta fin dall'inizio: 7 novembre. Churchill, pur ritenendo che la data
55 fosse troppo dilazionata, l'accettò; ma, ansioso com'era di assumere l'iniziativa delle operazioni, continuò ad insistere perchè venisse sferrata al più presto l'operazione « Lightfoot » sulla fronte di El Alamein. Il Geo. Brooke, invece, riteneva che un'anticipazione dell'attacco in Egitto avrebbe potuto comprometterne il successo con ripercussioni negative anche sull'operazione di sbarco « Torch ». Su tale visione della situazione i capi militari britannici erano d'accordo. Montgomery aveva già reso noto che avrebbe attaccato la sera del 23 ottobre, con la luna piena. Alle insistenze di Churchill perchè si attaccasse in settembre, Alexander volle sentire il parere di Montgomery, il quale rispose che i preparativi non potevano essere completati in settembre e che un'offensiva in detto mese sarebbe stato uno scacco mentre per ottobre egli garantiva il successo. In tal senso Alexander rispose a Churchill. Alla fine del mese il Primo Ministro cercò ancora di far anticipare di un giorno o due l'attacco in Egitto, ma senza risultato. Le due offensive rimasero dunque stabilite: quella << Torch » per il 7 novembre, quella « Lightfoot >> per il 23 ottobre, sebbene per questa ultima la conferma definitiva della data venisse comunicata da Brooke a Churchill solo il 16 ottobre (1).
Le operazioni contro le retrovie italo - germaniche
Allo scopo di rallentare l'afflusso dei rifornimenti alle forze italo - germaniche schierate ad El Alamein e di creare nei Comandi dell'Asse uno stato di preoccupazione che li spingesse a destinare notevoli aliquote di forze alla difesa delle retrovie distogliendole dalla fronte di combattimento, il Comando britannico organizzò ed effettuò, nel corso del mese di settembre, un complesso di operazioni di « guerra di corsa», battezzato « big party», inteso a provocare scompigli, panico, disservizi e distruzione delle organizzazioni logistiche mediante attacchi in profondità agli aeroporti, ai centri logistici, alle vie di comunicazione. Modesti e quasi del tutto trascurabili furono i risultati conseguiti da queste operazioni per quanto concerneva l'indebolimento delle possibilità logistiche italo- germaniche; senza dubbio, invece, (1) AumROOKE, op. cit., pag. 392.
uno stato di tensione e di continuo allarme venne a determinarsi soprattutto nei Comandi che, costretti a parare minacce dimostratesi possibili in ogni luogo e da ogni parte, si trovarono nella necessità di adibire a tale esigenza difensiva numerose forze che vennero perciò distolte da altri impieghi più aderenti al combattimento sul fronte. Lo stesso Comando dell'A.C.I.T. fu obbligato, durante la battaglia di El Alamein, a proteggersi le spalle ed a sorvegliare in forze le proprie immediate retrovie. Gli obiettivi fissati dal Comando britannico erano: la distruzione delle opere portuali, delle batterie costiere e contraeree, delle attrezzature logistiche nelle basi di Tobruch e Bengasi (1); l'inutilizzazione della ferrovia e degli impianti di Barce; l'occupazione di Gialo, tanto per coprire il ripiegamento delle truppe destinate ad attaccare Bengasi quanto per disporre di una base di partenza per le incursioni dirette a minacciare ed a disturbare il collegamento stradale, nella Sirtica, fra Tripolitania e Cirenaica.
Azione britannica contro Tobmch (13- 14 settembre 1942)
L'azione da condurre contro Tobruch era probabilmente, negli intendimenti britannici, la più importante; certamente la più complessa. All'azione erano stati destinati, oltre alle unità dell'Aviazione, della Marina e da sbarco (2), reparti terrestri provenienti dal deserto: un'operazione combinata, quindi, organizzata nei più minuti particolari. « Conquistare i dintorni della zona portuale - precisava l'ordine per l'azione _,,. con trt4ppe da sbarco per permettere alle unità navali l'entrata in porto e quindi, con azione immediata da terra e da mare, distruggere tutto il naviglio esistente in porto, le banchine, i moli, i depositi di carburante, le officine e le installazioni portuali » . L'operazione venne effettuata nella notte sul 14 settembre. Le truppe da sbarco (« Forza A »), imbarcate su alcuni cacciatorpedi(r) « Se fossimo riusciti a distruggere i depositi di carburante e rendere inutilizzabili le attrezzature portuali, anche per una sola settimana, prima o dopo una battaglia importante sulla linea di El Alamein, il risultato sarebbe potuto essere disastroso per il nemico ». Au:XANDER H.: « D'El Alamein à Tunis et à la Sicile ». Charles • Lavauzelle, Paris, 1949, pag. 31. (2) Le forze della Marina e da sbarco provenivano da Alessandria.
57 niere, avevano il compito di occupare la zona ovest del porto. Erano costituite da un battaglione; plotoni mitraglieri e mortai; elementi del genio attrezzati per grosse distruzioni; personale di artiglieria destinato a servire i nostri pezzi eventualmente catturati. Truppe del deserto ((( Forza B ») (1), provenienti da Cu&a, dovevano muovere da Sidi Rezegh ed alle ore 21,30 del 13 settembre inizio del bombardamento aereo -, attaccare ed occupare le batterie costiere e contraerei di Marsa Umm esc-Sciausc, ad oriente del porto di Tobruch, per proseguire quindi verso ovest contro le batterie piazzate nella zona meridionale del porto stesso. Per assolvere quest'ultimo compito dovevano penetrare nel perimetro orientale della Piazzaforte, simulando di essere una colonna di prigionieri scortata da finti militari tedeschi (elementi travestiti). Altra unità, denominata « Forza C », di analoga composizione della precedente « Forza B », ma con effettivi alquanto ridotti e imbarcati su motosiluranti, doveva sbarcare il 14 settembre a Marsa Umm esc-Sciausc per appoggiare l'azione della stessa cc Forza B ». Una formazione navale ( cc Forza D ») - incrociatore leggero « Coventry », quattro cacciatorpediniere e nove motosiluranti dopo aver scortato la « Forza A » doveva rimanere al largo fino al tramonto del 14 per reimbarcare le truppe, ad operazione ultimata~ e scortarle ad Alessandria. Altro nucleo (« Forza E ») - costituito da segnalatori imbarcati in un sommergibile ......,. doveva, a partire dalle ore 2.45 del 14y illuminare con luci rosse l'entrata della Marsa Merira (nord di Tobruch) e facilitare con segnalazioni i due sbarchi ad est e ad ovest del porto. Infine, piccoli natanti avrebbero dovuto raccogliere nella nottetra il 18 ed il 19 settembre eventuali dispersi nella Marsa Scegga (15 chilometri a nord di Bardia). Sia lo sbarco della « Forza A» a Marsa el-Auda (ovest di Tobruch), sia quello della « Forza C >> a Marsa Umm esc-Sciausc in(1) Tale unità era costituita da un battaglione, un distaccamento cannonieri contraerei e navali (per l'impiego di pezzi eventualmente catturati), una. sezione m.itraglieri, elementi del genio, dei collegamenti e dei servizi, una pattuglia del L.R.D.G. (Long Range Desert Group) per l'esplorazione nel deserto.
contrarono l'immediata reazione delle forze terrestri e navali della Piazzaforte (I). In particolare, una compagnia di marinai, italiani e tedeschi, arrestò e respinse i guastatori sbarcati dai cacciatorpediniere della « Forza A »; un gruppo autocarrato di marinai del battaglione San Marco, prontamente accorso da Tobruch, arrestò una colonna della cc Forza Ci> di Marsa Umm esc-Sciausc; batterie della difesa ed al-cuni cacciatorpediniere aprirono un fuoco violento contro le unità navali nemiche, impedendo loro di penetrare nel porto. Dopo l'alba entrarono in azione una ventina di aerei da caccia italiani, che .fino alle 8 mitragliarono e bombardarono il naviglio -nemico, arrecando perdite. Poco dopo si alzarono in volo anche aerei tedeschi che infersero -altri duri colpi alle unità navali britanniche. Torpediniere e motozattere italiane, uscite dal porto, rastrellaTono le acque antistanti, salvando numerosi naufraghi inglesi. Mentre si svolgeva la breve lotta, il Comando italiano faceva af-fluire truppe autotrasportate da Derna, Ain el Gazala, Bardia e Bu Amud e, precisamente: due battaglioni del 1 reggimento bersaglieri; un battaglione del 35° fanteria « Pistoia »; un gruppo autoblindo << Monferrato »; altri reparti minori di fanteria ed artiglieria; elementi tedeschi di fanteria, artiglieria e carri. Questi reparti, però, non vennero impiegati perchè le forze del presidio riuscirono da sole -ad aver ragione in breve tempo dell'avversario. Il Gen. Alexander dichiarò (op. cit., pag. 32) che « l'attacco fu un fallimento ». Il bilancio della breve lotta, in cui si distinse il battaglione « San Marco », fu il seguente: - perdite nemiche: l'incrociatore leggero « Coventry », i cacciatorpediniere « Sikh » e « Zulù >i e 7 motosiluranti affondati; oltre 6oo prigionieri rimasti nelle nostre mani; numerosi morti e feriti sia a terra, sia in mare fra gli equipaggi delle unità affondate ,e fra le truppe da sbarco, che non erano riuscite a prendere terra; ---, perdite italo - germaniche: 15 caduti e 43 feriti italiani ed I caduto e 7 feriti germanici. (1) Le forze a disposizione del Comando Piazza di Tobruch all'inizio dell'azione nemica erano: un battaglione del reggimento San Marco; una -.compagnia di formazione della Marina; reparti del XVIII battaglione carabinieri e del V battaglione libico; due battaglioni tedeschi di formazione (circa 700 uomini complessivamente), oltre alle formazioni navali.
59 Incursioni nemiche L'incursione contro Bengasi doveva essere contro Bengasi e Barce effettuata da una colonna di 40 automezzi (14 settembre 1942) della Special Air Service Brigade, proveniente dall'Egitto via Cufra, con il compito di distruggere il naviglio, i depositi e gli impianti portuali, nonchè gli aerei sui campi di Benina e della Berca, e di liberare i prigionieri. Alcuni automezzi dovevano dirigersi sui campi di aviazione; il rimanente delle forze doveva puntare rapidamente sul porto ed impadronirsi dei punti di approdo, segnalare con razzi luminosi il conseguito successo e favorire l'approdo ad un nucleo di « Commandos » che sostava al largo. L'attacco iniziò alle ore 4 del 14 settembre alla periferia di Bengasi, in prossimità del bivio per Soluch. La colonna nemica incontrò immediata e vivace reazione dei posti di blocco italiani che ne arrestarono l'avanzata con un breve ma violento scontro. Altre forze italiane accorsero, ma il nemico, fallita la sorpresa, ripiegò rapidamente, abbandonando morti, prigionieri ed alcune camionette sul terreno (1). La formazione navale riprendeva la via del ritorno, senza aver sbarcato i « Commandos ». Quasi contemporaneamente all'incursione su Bengasi, un picco• lo reparto del Long Range Desert Group, partito il 1° settembre da El Fayun (zona del Cairo), irruppe dalla gebelica sud ed attaccò Barce con il compito di distruggere aerei e depositi di carburanti sul "campo di aviazione, impianti ferroviari, magazzini d'intendenza. Le 15 camionette, di cui era formato il reparto, riuscirono ad attraversare con qualche perdita l'abitato ed a sorprendere la difesa del campo di aviazione, dove distrussero 16 aerei ed altri 4 ne danneggiarono. La reazione delle truppe italiane indusse i Britannici a rinunziare a qualsiasi altro obiettivo ed a ritirarsi rapidamente, inseguiti dalla nostra aviazione che li raggiunse nella zona di Gerdes-Gerrari, dove subirono ulteriori perdite (2). (1) Il Gen. Alexa.nder (op. cit., pag. 32) dà una differente versione di questo scontro: « Questa colonna raggiunse senza ostacoli la destinazione, però un mutamento nei piani avvenuto all'ultimo minuto e basato su informazioni inattendibili causò l'abbandono del/'operazione dopo che era stato effettuato un attacco contro una parte delle difese che erano in allarme ». (2) Alexander (op. cit., pag. 33) scrive che « una incursione diversiva contro Barce venne coronata da successo ». In effetto, pur non essendo stato completo, il successo fu apprezzabile, se si considera la scarsa entità delle forze e dei mezzi impiegati in relazione ai risultati conseguiti.
60 L'attacco nemico a Gialo (16 settembre 1942) e il blocco dell'oasi; la successiva azione di sbloccamento da parte italiana (21 settembre)-
Documenti nemici rinvenuti a Tobruch, e prontamente utilizzati, facevano conoscere che l'avversario avrebbe effettuato il 16 settembre anche un'azione per occupare Gialo. E difatti il 16 mattino una colonna britannica, proveniente da Cufra e costituita da un battaglione motorizzato, rinforzato da armi contraeree e da alcune batterie di artiglieria, attaccò il locale presidio (circa 500 uomini con 40 mitragliatrici ed 8 pezzi da 77 / 28), il quale, già preavvisato, potè temporaneamente respingerla. Successivamente, nonostante l'intervento da parte italiana di piccole formazioni aeree, che effettuarono ripetute azioni di bombardamento, e la vivace reazione delle truppe del presidio, il nemico riusd a prendere il contatto ed a bloccare l'oasi, sottoponendo il presidio a continua azione delle sue artiglierie, che si protrasse per alcuni giorni. Il Maresciallo Cavallero, ch'era giunto il 17 dall'Italia, nell'esaminare con il Maresciallo Bastico e con i Generali Barbasetti e Marchesi (1) la situazione operativa complessiva della Libia, dispose che fosse montata d'urgenza un'azione per lo sbloccamento di Gialo. La sera stessa del 17, dopo altri attacchi e contrattacchi, la situazione del presidio si aggravò. In tali contingenze, il Comando Superiore della Libia, che non aveva forze disponibili, otteneva da Delease alcuni reparti i quali, con autotrasporti ed aviotrasporti, vennero rapidamente trasferiti dalla Marmarica ad Agedabia. Intanto, nelle more della preparazione, l'aviazione italiana intensificava i bombardamenti, manteneva sotto controllo le retrovie dell'oasi, vigilava i movimenti del nemico. Il mattino del 19 i preparativi erano ultimati ed alle ore 12 una colonna di formazione (2), agli ordini del Gen. Giovanni D'Antoni, partiva da Agedabia. (r) Comandante della 5a Squadra Aerea in Libia; fu sostituito il 19 ottobre 1942 dal Generale di Squadra Aerea Mario Bcrnasconi. (2) La colonna era così formata: - com. 35° rgt. ftr. « Pistoia »; - I btg. del 35° rgt. ftr. (incompleto e senza armi di repart0); - II btg. del 35° rgt. ftr.; - LVII btg. bers.; - uno squadrone « Monferrato » (su 21 autoblindo); - gr. da 75/27 mod. 1900 (su due batterie);
6r Causa le pessime condizioni delle piste e l'elevata temperatura, la marcia divenne ben presto lenta e difficile. Una trentina di autocarri rimasero insabbiati. Finalmente, dopo strenui sforzi, alle ore 3 del 21 l'avanguardia raggiunse i pressi di Gialo. Alle ore u,30 tutta la colonna si attestò all'oasi. Il nemico, in base al criterio di non lasciarsi ingaggiare da forze superiori, nella notte aveva in gran fretta ripiegato in direzione di Cufra, vanamente inseguito da aerei e da nuclei di autoblindo. Nel complesso il « big party» era fallito: i reparti speciali britannici erano riusciti a conseguire solo in misura molto modesta i loro obiettivi. Se, come conseguenza del fallimento, fu sfatato il mito della « irraggiungibilità » delle camionette britanniche, il che contribuì a ridare fiducia alle truppe dell'Asse, e fu anche smorzato lo spirito d'intraprendenza delle formazioni speciali del nemico, non è men vero che l'impanenza del tentativo effettuato nella seconda decade di settembre preoccupò seriamente i Comandi italo - germanici, in previsione dell'eventualità che tentativi del genere si sarebbero ripetuti in concomitanza con la prevista offensiva britannica sulla fronte di El Alamein. 1l nemico aveva subito non lievi perdite e, dopo di allora, non compì alcun altro tentativo per attaccare le linee di rifornimento, ad eccezione di alcuni riusciti sabotaggi sulla ferrovia del deserto da parte del Long Range Desert Group. Ma questa rinuncia a proseguire sulle orme del « big party» non poteva essere nota ai Comandi dell'Asse e, su essi, la patenziale minaccia continuò a gravare, così come il Comando britannico aveva sperato ed ottenuto (r). - gr. da 100/17 (su due batterie); -
un pi. carri armati su 4 carri « M/ 41 »; una btr. di formazione su 5 semoventi da 75/r8; tre btr. da 20 mm.; 138 autocarri, 4 autoambulanze, 4 autobotti. (r) « Dal punto di vista materiale le incursioni erano state un fallimento e le nostre perdite erano state gravi, ma è possibile che esse abbiano avuto gli effetti psicologici che avevamo sperato. Probabilmente contribuirono a inchiodare la Divisione « Pistoia >l a Bardia ed a far divergere l'attenzione di Rommel sulla possibilità di incursioni marittime sul suo lungo fianco aperto del litorale. Per esempio la 90• divisione leggera, dopo la conclusione della battaglia di Alam el Haifa, venne spostata indietro a Daba ed impiegata in difesa contro uno sbarco, e la Divisione «Pavia» venne trattenuta per alcune settimane a Matruch con lo stesso compito». (ALEXANDER, op. cit., pag. 33).
m. - LA VIGILIA DELLA BAITAGLIA
Ulteriori predisposizioni per la difesa della Libia
Le incursioni effettuate dal nemico nel mese di settembre contro le nostre retrovie imposero, per i manifestati loro caratteri organizzativi ed esecutivi, la necessità di una più efficiente e consistente protezione del territorio libico ed, in particolar modo, della Cirenaica sino alla Sirtica. Il Comando Supremo ritenne di dover rimaneggiare tutta l'organizzazione e, a tal fine, emanò le disposizioni ( allegati 2 e 3) che portavano alla ripartizione di attribuzioni, compiti e responsabilità precedentemente indicati (v. pagg. 15 - 16). A sua volta, il Comando Superiore FF. AA. della Libia il 22 settembre diramò ai Comandi Difesa Tripolitania e 5" Squadra aerea le « Direttive per le operazioni nel Sahara Libico » ( allegato 16 ), con le quali, premesso che le forze del nemico di possibile provenienza da sud e sud - est ammontavano, secondo dati del servizio informazioni, ad una decina di battaglioni e a pochissime squadriglie d'aviazione, forze, queste, non tutte impiegabili contro il Sahara Libico, dove potevano prevedersi azioni condotte solo da un migliaio di combattenti con artiglierie e mezzi aerei in proporzione, prescriveva: 1° - CoMPITO DEL COMANDO SAHARA Lrn1co: difendere ad oltranza il Fezzan contro le offese nemiche provenienti da sud (segnatamente dal Tibesti) e da sud - est (segnata.cnente da Cufra). 2° - CoNCETIO DELLA DIFESA ( .schizzo 2 ):
a) avvistare l'attacco nemico, sègnalandone entità e direzioni; ritardarlo e logorarlo in una zona avanzata, definita dalle località di: El Gatrun -Tegerhi - El Uigh el Chebir - Uau en Namus - Tmed Bu H asciscia - Bir Zelten; b) difendere ad oltranza la posizione costituita dall'allineamento delle oasi di Gat- Murzuch- Umm el Araneb - Tmessa - Zella;
c) in caso di cedimento ddla posizione di resistenza, portare la difesa sulle posizioni del ridotto centrale, costituito dalla zona Hon-Socna. 3° - ORGANIZZAZIONE DELLA DIFESA : in ciascuna delle tre zone(avanzata - di resistenza - ridotto centrale) sistemare presidi fissi, ciascuno organizzato su due posizioni difensive rinforzate con lavori. campali e semipermanenti: - una prima posizione, esterna, comprendente di massima tutte le attrezzature militari e l e risorse idriche del presidio, nonchè,. eventualmente, il campo di aviazione; ___. una seconda, interna, comprendente solo gli elementi vitali della difesa ed avente uno sviluppo adeguato alle forze, così da assicurare la continuità del fuoco lungo tutto il perimetro. 4° - CONDOTTA DELLA DIFESA:
- affidare ai presidi .fissi la resistenza ad oltranza anche se oltrepassati, avvalendosi degli stessi come punti d'appoggio per le· truppe mobili; - impiegare le truppe mobili con compito di esplorazione in profondità, presa e mantenimento del contatto (quelle della zona avanzata), difesa degli intervalli e contrattacco (quelle della posizionedi resistenza). 5° - Utilizzare l'aviazione con compiti di ricognizione e di offesa, specie quando le grandi distanze impedissero di far accorrere in tempo forze terrestri nella zona minacciata. Prevedere l'afflusso di aerei di rinforzo. 6° - Svolgere, non appena i mezzi lo consentissero, puntate in_ profondità di elementi leggeri per distruggere i depositi costituiti dal nemico nel deserto o attaccare elementi nemici in marcia o in wsta..
7° - ÙRGANIZZAZIONE LOGISTICA; a) costituzione, in ciascun presidio, di scorte intangibili per15 giornate di vita (viveri, acqua, medicinali) e per IO giornate operative (ro unità di fuoco per tutte le armi, materiali del genio, ecc.), oltre alle scorte necessarie per rifornire i reparti mobili, nonchè scorte di carburante riferite a 15 giorni per i servizi del presidio e IO per le truppe mobili;
b) costituzione nella « terra di nessuno » di piccoli depositi occultati, per agevolare i reparti in esplorazione; e) intervento della Delegazione Intendenza o. 1 per i rifornimenti e gli sgomberi tra la costa ed Hon; di qui in avanti organizzazione a cura del Comando Sahara Libico; à) potenziamento dell'attrezzatura automobilistica. Successivamente Superlibia richiedeva al Comando Supremo le forze e i mezzi necessari per un adeguato potenziamento del Sahara Libico. La richiesta, compendiata in un allegato al foglio 01 / 17549 Op. del 24 settembre 1942 ( allegato 17 ), si riferiva, in complesso, all'assegnazione di: - un btg. ftr. A.S. 42; - due batterie da 75 / 27-00, -di cui una mobile; - una cp. autonoma autocarrata mortai da 81; - una batteria e.a. da 20 mobile; 250 camionette desertiche per la trasformazione delle compagnie sahariane; - due squadriglie C.R. 42 e una squadriglia da bombardamento; - automezzi necessari per la motorizzazione del btg. « Savona » e di una batteria 75/ 27-00, già in posto. Contemporaneamente Superlibia rivolgeva al Comando Supremo, analoghe e motivate richieste ( allegato 18) per il potenziamento della difesa della Libia. Esse conseguivano dalla constatata necessità di: ....... consentire ai presidi la protezione degli obiettivi militari vitali; ....... assicurare la vigilanza delle coste e una prima reazione locale nei tratti più sensibili di esse; - disporre di riserve mobili per fronteggiare l'imprevisto e ristabilire situazioni compromesse; - proteggere con forze mobili la Cirenaica e la Sirtica dalle frequenti incursioni da sud e sud- est; - assicurare una soddisfacente efficienza alla difesa contraerea almeno nei principali porti. Nel complesso i reparti, mezzi e materiali richiesti per la Libia (oltre quelli già elencati per il Sahara Libico) comprendevano :
-
2
reggimenti di fanteria con complessivi 7 battaglioni;
~ 2 gruppi d'artiglieria di piccolo calibro, con complessive 7
batterie; -
1 gruppo autoblindo su 2
-
2 battaglioni misti genio;
-
2 battaglioni T.M.;
squadroni;
---, IO cp. mitr. da posizione;
- 72 mitragl. senza personale; -
47 pezzi controcarro con personale; 5 batterie antinave; 2 batterie e.a. da 20; - 5 autosezioni pesanti; - 8oo tonnellate di materiali, essenzialmente filo spinato e paletti per reticol~to. Veniva inoltre sollecitato il potenziamento dell'aeronautica della Libia con almeno uno stormo da bombardamento pesante e uno leggero, oltre adeguate aliquote di unità da caccia. Il Maresciallo Bastico faceva inoltre presente che quanto richiesto si riferiva alla situazione politico - militare del momento e prescindeva quindi dalla difesa della frontiera tunisina per la quale i calcoli andavano portati sul piano delle Grandi Unità e non più dei battaglioni; tuttavia, concludeva il Comandante Superiore della Libia, sarebbe stato opportuno disporre in Tripolitania di una pur modesta massa di manovra, costituita da una divisione motorizzata. Il profilarsi dei gravi eventi, che andavano intanto maturando ad El Alamein, polarizzò però l'attenzione del Comando Supremo sulla minaccia proveniente da est. Mentre perciò veniva provveduto all'invio della Divisione di fanteria « La Spezia » (1) e del R.E.Co. (2) « Lodi » -, che, peraltro, trovarono poi un impiego necessariamente diverso da quello preventivato - ben poco potè essere avviato in Libia di tutto quanto era stato richiesto con carattere di indispensabilità ed urgenza. (1) La Divisione di fanteria e< La Spezia » (Boa) era, originariamente, Divisione aviotrasportabile. Fu trasformata nel maggio 1942, perdendo la sua particolare caratteristica. (2) Raggruppamento Esplorante Corazzato.
5. - Al
66 Le misure del Comando Supremo in vista dell'aggravarsi della situazione nello scacchiere mediterraneo
In una riunione tenutasi il 16 ottobre presso il Comando Supremo (v. verbale allegato 19), il Maresciallo Kesselring, riferendosi
alla situazione generale in Africa e nel Mediterraneo, informava di aver già più volte conferito con il Maresciallo Goering circa la necessità di sostenere maggiormente l'Italia in mezzi e materie prime; in un prossimo incontro gli avrebbe prospettato anche la convenienza di una più stretta collaborazione tecnica e materiale fra Italia e Germania. Manifestato il proPosito di potenziare Creta per frustrarvi un eventuale tentativo di sbarco nemico, Kesselring chiedeva quali fossero le nostre intenzioni per Cufra, dichiarando che se avessimo avuto il possesso dell'oasi e la disponibilità dei quantitativi di carburante occorrenti, èli là si sarebbe potuto portare la minaccia al Tibesti. Il Maresciallo Cavallero a tal riguardo osservava che si Poteva ottenere una certa garanzia contro le provenienze da Cufra con le forze in affluenza in Libia. Difatti « la costituzione di una massa di manovra al centro (della Libia) con le Divisioni « LA Spezia», « Centauro» e «Piave» di prossimo invio » avrebbe permesso di agire sia verso sud, sia verso sud - est e, all'occorrenza, anche verso occidente. « Questa massa - concludeva il Capo di Stato Maggiore Generale --., costituirebbe un vero premio di assicurazione per tutta la Libia >> . Il 18 ottobre. il Maresciallo Cavallero segnalava al Capo del Governo ( allegato 20) che il progetto italiano di schieramento navale nel settore dell'Egeo (r) interessava molto l'Alto Comando germanico, che aveva in conseguenza aderito, sia pure ponendo il vincolo di alcune condizioni, alla nostra richiesta di accantonarvi una riserva di 20.000 tonnellate di nafta (2). Aggiungeva che anche i Tedeschi si trovavano in difficoltà, ma << l'importanza dello scacchiere mediterraneo è da essi pienamente riconosciuta ». Date tali premesse era necessario, concludeva il C~po dello Stato Maggiore Generale, che fossero fatti tutti gli sforzi affinchè la lotta in detto scacchiere potesse essere vittoriosamente sostenuta dalle armi dell'Asse. In relazione a tali intendimenti il 20 ottobre il Comando Supremo confermava brevemente per iscritto ( allegato 22) al Generale (1) V. pagg. 26-27. (2) V. allegato 21 .
germanico presso il Comando Supremo (1) quanto già il Maresciallo Cavallero aveva verbalmente notificato circa le predisposizioni operative assunte per lo scacchiere mediterraneo: - delimitazione di responsabilità operativa fra Delease e Superlibia, rispettivamente alla Cirenaica e alla Tripolitania; - invio, già iniziato, di unità motorizzate per rinforzare la Tripolitania e previsto loro impiego quale riserva del Comando Supremo per eventuale intervento nell'ovest cirenaico; - intensificazione delle predisposizioni difensive nel Sahara Libico; - completamento delle operazioni di preparazione per l'esigenza C/ 4 (2); - previsto potenziamento del Possedimento dell'Egeo mediante misure già in corso; - programmata modifica allo schieramento delle forze navali, subordinatamente alla risoluzione del problema della nafta. Il giorno successivo, alla consueta riunione per l'organizzazione dei trasporti marittimi, il Maresciallo Cavallero dichiarava che occorreva tenersi pronti a fronteggiare un'iniziativa nemica in Libia. La supposizione era pienamente condivisa dal Generale von Rintelen, il quale precisava che occorreva prepararsi a difendere la frontiera occidentale della Libia, in quanto era prevedibile un'azione nemica contro la Tunisia. Il Capo di Stato Maggiore Generale ne conveniva e dichiarava che per sopperire alle due necessità - occupazione della Tunisia e difesa della Libia ad occidente - occorreva provvedere all'invio in A. S. di numerose altre truppe: minimo due Divisioni, oltre una massa di manovra che, pur molto ridotta, non poteva essere inferiore ad almeno una o due altre Divisioni. Sarebbe stato pure indispensabile tener pronte in Sicilia adeguate riserve, e tutto ciò significava ancora una volta: << Malta e nafta». In definitiva, concludeva il Maresciallo Cavallero, il trasporto delle truppe e la preparazione della C / 4 erano due problemi che si abbinavano per cui, anche se si rinunciava all'operazione su Malta, l'isola avrebbe sempre costituito il centro di gravità del problema del Mediterraneo; l'andare avanti in Egitto non sostituiva l'operazione su Malta; il problema della nafta era fondamentale. (1) Generale von Rintelen, contemporaneamente anche Addetto Militare. (2) Sigla convenzionale del progetto di una nostra eventuale operazione di sbarco in Tunisia.
68 Il 22 ottobre aveva luogo a Taormina, nella sede del Comando Sud Europa, un'altra riunione fra i Capi militari italiani e germanici, presenti il Maresciallo Cavallero, il Maresciallo Kesselring, il Generale Fougier, il Generale von Rintelen ed altri. La conoscenza di quanto, in questa riunione, fu oggetto di discussioni e di scambi di vedute è particolarmente interessante perchè consente di formarsi un'idea abbastanza chiara ed esatta della precarietà della situazione generale dell'Asse in Mediterraneo e della visione che i capi responsabili italiani e tedeschi avevano dei possibili intendimenti operativi del nemico nel momento in cui mancavano solo 24 ore all'inizio dell'attacco britannico sul fronte di El Alamein. Si trascrive, perciò, qui di seguito, nel suo testo integrale, il verbale di quella riunione, del quale due aspetti essenziali acquistano, in breve sintesi, importanza capitale: - il Capo del Governo italiano riteneva possibile un'azione a breve scadenza in Egitto, sulle nostre retrovie in Africa cd anche in Egeo, ma escludeva un pericolo immediato o prossimo per la frontiera tunisina. Il Maresciallo Cavallero riferiva tale visione operativa senza aggiungervi alcun commento; è evidente, quindi, che la condividesse. Lo sbarco alleato nell'Africa francese aveva luogo solo sedici giorni dopo; - il Maresciallo Kesselring riteneva che l'attacco britannico in Egitto, se si fosse verificato, avrebbe trovato la sua origine più in ragioni politiche che in moventi militari, il che porta a supporre che egli non pensava che l'azione sarebbe potuta essere risolutiva. COMANDO SUPREMO
P. M. 21, 24 ottobre 1942 VERBALE DELLA RIUNIONE TENUTA A TAORMINA PRESSO LA SEDE DELL'O.B.S. IL 22 OTTOBRE 1942
Presenti: il Maresciallo Cavallero - Eccellenza Fougier - Gen. A.A. Cerruti - Cap. Vasc. Girosi il Maresciallo Kesselring - Eccellenza von Rintele11.
Maresciallo Cavallero - Premetto che scopo della riunione è quello di esaminare in primo luogo la situazione generale mediterranea.
Il Duce ritiene che dobbiamo considerare l'ipotesi peggiore e cioè un attacco nemico a breve scadenza e questo sarà particolarmente vasto, intenso e simultaneo sul fronte egiziano, dal Sud con provenienza da Cufra e dal Sahara Libico. Verosimilmente sarà attaccato anche l'Egeo. Per il momento non si ritiene di prendere in considerazione anche la frontiera tunisina che potrà entrare in gioco in periodo più lontano. Il problema quindi che si pone è quello di rinforzare tutto lo schieramento mediterraneo. r) L'Egeo è in corso di rapido potenziamento. Per il momento abbiamo sospeso lo spostamento, pur già approvato dal Duce, della Forza Navale a Levante per deficienza di nafta. Per dare un'idea della gravità della nostra situazione nafta, i CC.TT. che hanno scortato l'ultimo convoglio si sono dovuti rifornire dagli incrociatori dislocati a Messina e così pure le tre torpediniere, che eseguono in questo momento il rastrellamento antisommergibile sulla rotta di Ponente, dai CC. TT. dislocati in Sicilia. Il Generale von Rintelen è al corrente della situazione e se ne sta interessando. Nel colloquio che avrà luogo domani fra il Duce ed il Reichmaresciallo certamente si parlerà della nafta. 2) Il rifornimento del!'Armata corazzata d'Africa è un problema fondamentale specie per quanto riguarda i carburanti. Abbiamo avuto l'incidente del « Panuco >J . Il « Proserpina» è partito questa notte e per misura precauzionale superando non poche difficoltà ho fatto approntare per il 2 5 c.m . la cisterna « Luisiano » a Taranto. In relazione agli avvenimenti sarà regolato il traffico. Ci sarà un convoglio di 2 cisterne e 2 piroscafi il 28 o il 29 ( in dipendenza dell'arrivo del « Proserpina ») ed uno importante il 2 od il J novembre. Maresciallo Kesselring - Ritiene che la situazione in Egitto non sia cambiata sostanzialmente e se l'attacco avrà luogo sarà più per ragioni politiche che militari. Non vi sono raggruppamenti di navi che possano far pensare ad un colpo di mano su Creta e Rodi. A Cufra la ricognizione di ieri ha rivelato solo due o tre apparecchi. Oggi ha disposto un'altra ricognizione sulla strada da Cufra al Nilo. In sintesi ritiene che oggi la situazione egiziano - libica non è preoccupante ma potrà diventarlo più in là.
70 Comunica che gli è stata affidata la responsabilità della difesa delle coste egee occupate dai Tedeschi e di Creta. Ritiene che per questa difesa sia fondamentale lo schieramento Rodi - Scarpanto - Creta e della zona del Pireo. Qt,ando si saranno portati 4-5000 uomini a Rodi è sua impressione che mancheranno ancora a Rodi ed a Creta i mezzi controcarro. Ritiene che l'unico reale pericolo per entrambe le isole sia costituito da uno sbarco di carri armati e da una continuata azione aerea. Per Creta ha dato disposizioni che realizzeranno una buona sicurezza contro l'azione aerea. Ritiene assai importanti i seguenti punti: r) Effettuare il previsto schieramento navale. 2) Stabilire esatte intese per il reciproco appoggio aereo. 3) Organizzare un distaccamento di sbarco da poter trasferfre rapidamente nel punto minacciato. A questo scopo sono necessarie almeno 5 motozattere. 4) Stabilire un comando unico. Il suo personale convincimento è che più importante di tutto sia l'effettuazione d elio schieramento navale.
Maresciallo Cavallero - E' anche il nostro desiderio ma, come ho già detto, manca la nafta. Sono d'accordo che non ci sono indizi importanti d'attacco. Ma la direttiva del Duce di considerare l'attacco non lontano tiene conto del fatto che, se per il potenziamento dell'Egeo si può fare relativamente presto, per realizzare quello inteso a fronteggiare le provenienze da Cufra o dal Sahara Libico si richiede tempo. Perciò dobbiamo mantenere questa ipotesi alla base dei nostri provvedimenti. MaresciaJlo Kesselring - La nostra situazione africana è diventata
-più debole perchè: I) Non sono stati portati sufficienti uomini, specie per gli avvicendamenti. 2) Mancano i carburanti e gli automezzi. Pensa che gli attuali provvedimenti, specie per i carburanti, rischiano di arrivare tardi. Ritiene che sarebbe necessario accelerare lo sbarco dei carburanti a Tobruch. Il 29 c.m. l'Armata corazzata avrà una sola giornata di operazione, e la benzina avio sarà ridotta a r 500 T.
Maresciallo Cavallero - Questa crisi è dovuta alle difficoltà del traffico. Le petroliere sono state fortemente attaccate, danneggiate ed anche affondate. Si tratta di cause di forza maggiore dovute alla guerra, contro le quali lottiamo con tutte le nostre forze. La deficienza forte della benzina avio della f Squadra aerea è poi dovuta in particolare al fatto che, essendosi deciso di fare cassa comune con i reparti aerei germanici, è stato spinto al massimo il rifornimento di carburante tedesco. Ad alcune osservazioni del Maresciallo Kesselring circa la regolarità di inoltro delle petroliere il Maresciallo Cavallero ripete che il Comando Supremo segue con la massima intensità questo problema ed egli stesso se ne occupa quotidianamente. Per i dettagli esiste il Comitato misto al quale possono e debbono essere fatti presenti tutte le questioni e gli eventuali desiderata. Per essere pronti ad ogni imprevisto e dopo avere avuta comunicazione dal Maresciallo Kesselring che trasporterà via aerea 2 50 T. di carburanti per l'Armata corazzata, il Maresciallo Cavallero dispone che la nostra aeronautica si attrezzi rapidamente per l'eventuale trasporto in volo di carburanti ( raccolta di lattine nei campi). Maresciallo Kesselring - Comunica che fra 8 o ro giorni ha intenzione di recarsi in Africa, via Creta e, se il Maresciallo Cavallero potrà, anche a Rodi. Maresciallo Cavallero - Come ha già detto il Duce, ho disposto il trasporto di truppe per la Tripolitania. Questa massa deve considerarsi nucleo di riserva e serve per proteggere le spalle dell'Armata corazzata e costituirà anche il primo nucleo per guardare la frontiera tunisina. Il Fiihrer aveva consigliato di dislocare in Tripolitania due Divisioni corazzate ed il provvedimento aveva avuto sostanziale inizio ( Divisioni « Littorio » e « Giovani Fascisti »), ma l'avanzata in Egitto ha assorbito tutte le riserve. Bisogna pertanto ricostituirle. Questa necessità vitale ci impone di tenere aperta la rotta di Ponente. Maresciallo Kesselring - Fa presente che questi trasporti non debbono influire su quelli per l'Armata corazzata ed il Maresciallo Cavallero concorda.
72 Maresciallo Cavallero - Per mantenere aperto il traffico è necessario liberare al massimo la rotta dai sommergibili e battere Malta. Su questo argomento ha luogo un'esauriente discussione alla quale partecipano tutti i presenti. I sintetici punti di vista esposti sono i seguenti:
Maresciallo Kesselring : r) IJ Reichmaresciallo gli ha comunicato da parte del Fuhrer che le perdite su Malta sono state più forti di quelle previste e quindi che l'azione così non può essere continuata. 2) Egli pensa di attrezzare con piloti di Stukas e da caccia almeno 40-50 Jabos per attaccare gli uroporti. Questo provvedimento richiede però del tempo. Ha chiesto altri tre gruppi da caccia. 3) Conta di aumentare le scorte dirette sui convogli e il numero dei cacciatori notturni e degli apparecchi muniti di disturbatore, in modo che ogni convoglio sia scortato per tutta la notte, perchè ha notato che gli attacchi si sono pronunziati non appena questi apparecchi si sono allontanati. 4) Chiede che da parte della R. Aeronautica siano atlmentati in Sicilia i cacciatori ed i Cant Z per gli attacchi notturni. 5) Le rotte dei convogli devono continuamente essere variate e qualche volta si facciano navigare i convogli solo di giorno, cercando di ridossarli per la notte. 6) Non ritiene che con gli attacchi che potrà condurre si possa impedire la partenza degli aerei da Malta, ma confida molto sulla protezione diretta dei convogli. L'avanzare dell'inverno con il cattivo tempo renderà gli attacchi aerei più difficili e bisognerà cercare di sfruttare il cattivo tempo. Eccellenza Fougier: r) Allo stato attuale è escluso da parte nostra qualunque potenziamento della Sicilia ed al riguardo ha pronta una situazione assai precisa della R. Aeronautica che si riserva di far vedere al Maresciallo Kesselring. I successivi potenziamenti della Libia hanno assorbito molte forze. 2) Se l'avanzarsi della stagione invernale diminuirà un poco gli impegni delle scorte sulla rotta di Levante, esaminerà quello che si potrà fare per la Sicilia. 3) Ritiene che con particolari accorgimenti qualche cosa per battere Malta si potrà fare, ma confida molto sulla scorta diretta dei
73 convogli che, opportunamente intervallati, può assumere notevole consistenza. 4) Ha pronti dei razzi a paracadute con cavetti contro gli aerosiluranti, che sarebbe conveniente la R. Marina sperimentasse a bordo delle navi. Maresciallo Cavallero - Riassume la discussione e fissa le seguenti direttive: r) Proseguire con il massimo sforzo i trasporti di carburante. 2) La R. Aeronautica si attrezzi per trasporto aereo di carburante. 3) E' stabilito che i trasporti per la rotta di Ponente sono indispensabili, ma si è tuttavia d'accordo che non debbono incidere su quelli per l'Armata corazzata. 4) Per la rotta di Ponente è indispensabile tenere presente Malta e su questo argomenta è necessario un ulteriore contatto fra il Maresciallo Kesselring e l'Eccellenza Fougier. 5) Si attribuisce la massima efficacia alla protezione nelle ore diurne, ma rimane il problema della protezione notturna per la quale l'O.B.S. farà il massimo sforzo. · 6) E' necessario che il Comitato studi molto nel dettaglio la condotta dei convogli per vedere anche se è possibile far navigare qualche convoglio solo nelle ore diurne. 7) E' opportuno che la R. Marina sperimenti i razzi a cavetto che ha ~isponibili la R. Aeronautica. Maresciallo Kesselring -. Si dichiara d'accordo e fa infine presente: r) ,Che per la nota deficienza di tonnellaggio si potrebber<> impiegare navi di bandiera spagnola per i traffici in Egeo, in modo da_ricuperare le navi che trafficano in quel settore. 2) Sarebbe _inoltre necessario rivedere la questione degli sbarramenti .di Tobruch per rendere l'accesso al porto più sicuro. Il Generale von Rintelen - Espone quanto per incarico dell' O.K. W . ha esposto al Maresciallo Cavallero sui problemi considerati. Gli obiettivi sono così classificati: r) Rifornimento dell'Armata corazzata.
74 2) Rinforzo di Creta e dell'Egeo. 3) Costituzione delle riserve in Tripolitania.
4) Trasferimento delle unità da gt4erra a Levante. L'esecuzione di tutto ciò richiede della nafta. Supermarina in accordo coll'Amm. Weichold ha esaminato la .situazione ed ha concluso che, se si arriverà a disporre di 40.000 T. mensili, saranno assicurati i rifornimenti in Africa solo del 50 per cento, cioè i soli rifornimenti normali dell'Armata corazzata. Per assolvere tutti i compiti occorrerebbero almeno 60.000 T. mensili. Dalla Romania, nella stagione invernale, malgrado gli aiuti che si daranno in carbone e gas, non se ne possono avere più di 20.0 00 T. Al riguardo fa presente che per cercare almeno di non fare ridurre le quote di ottobre e cioè di poter raggiungere le 35.000 T., è oggi a Bucarest una missione tedesca. La differenza fra quello che può dare la Romania e le necessità .della Marina italiana non può essere colmata che dalla Marina tedesca, ma non sa in quale misura. Ha fatto presente all'O.K. W. queste conclusioni, ma non si conoscono ancora le decisioni.
Eccellenza Fougier - Fa presente che lo stesso grave problema si presenta per la R. Aeronautica che dispone solo di 11 .ooo T. men.sili di carburante contro un fabbisogno di 22.000 T. Questa deficienza fa sì che non si possono far funzionare le scuole ed altri servizi importantissimi. Questo fatto incide ed inciderà .sempre più gravemente sull'efficienza della R. Aeronautica. Ne parlerà anche con il Reichmaresciallo Goering. Da quanto si desume da questa come dalle altre riunioni precedenti - che si sono riferite - , appare evidente come l'affannosa ricerca di una via di uscita da una situazione ~empre più grave ed intricata fosse viziata da una generica impreparazione dell'Italia ad una guerra di grandiose proporzioni (1) e da una errata impostazione della condotta delle operazioni in Mediterraneo, riferita soprattutto alla mancata eliminazione della pungente spina di Malta. (1) V. anche: « Considerazioni riassuntive » (pagg. xg6-202) della monografia ddlo S.M.E. - UFF1c10 STORICO: cc L'Esercito italiano tra la 1• e la 2• ,guerra mondiale », 1954.
75 Nel periodo che va dalla battaglia di Alam el Halfa a quella di El Alamein i Britannici, oltre ad effettuare le incursioni sulle nostre retrovie, di cui già si è parlato, tentarono colpi di mano ed attacchi locali tendenti a saggiare la solidità delle posizioni italo - germaniche e a migliorare il loro schieramento con la conquista di qualche utile appiglio tattico. La reazione delle truppe italo - tedesche fu sempre vivace, energica ed immediata. Durante tali azioni, sensibili furono le perdite dall'una e dall'altra parte, anche in conseguenza della presenza di vasti e profondi campi minati che si estendevano lungo tutta la fronte (1). Tra le azioni di maggior rilievo sulle posizioni di El Alamein, in tale periodo, va ricordato l'attacco sferrato il mattino del 30 settembre contro Deir el Munassib, ali'estremità meridionale della fronte. Dopo un'ora di intensa preparazione di artiglieria, una colonna nemica, costituita da un battaglione del « Queen's Royal Regiment » della CXXXI brigata (44• divisione inglese) rinforzato da circa 40 carri, attaccava, sotto la protezione di cortine nebbiogene, il IX battaglione del 187° reggimento «Folgore », sistemato in quel settore a caposaldo avanzato. Penetrati nei varchi aperti dall'artiglieria, i reparti britannici venivano investiti a brevissima distanza, di fianco e da tergo, dal fuoco della 26a compagnia ed arrestati frontalmente dal lancio di bombe a mano della 25a. Un'altra colonna nemica, composta prevalentemente di carri armati, urtava più a nord contro la 21 compagnia, coinvolgendo nell'azione elementi tedeschi del battaglione « Hub.ner » (Brigata Ramcke). Il nemico, duramente provato in questa azione, fu costretto a sospenderla; comunque, alcuni elementi della colonna attaccante riuscirono ad interrarsi e a mantenersi su q. 95, al margine settentrionale della depressione di Deir el Munassib. L'impresa fallì e gli Inglesi lasciarono sul terreno Attività operativa nei mesi di settembre e ottobre. Prodromi della battaglia
(1) Tra le perdite da noi subite in tale fase sono da ricordare, anche perchè provocarono cambiamenti nei comandi proprio alla vigilia della battaglia, quella del Comandante la Divisione « Brescia » - Generale di brigata Alessandro Predieri - caduto il 13 ottobre percorrendo la zona dei campi minati e quella, il 18 ottobre, del Comandante il X C. A., Generale di C. A. Federico Ferrari Orsi, vittima di una mina nella zona di Deir el Munassib durante un'ispezione alle posizioni avanzate.
numerosi carri, 200 tra caduti e feriti e 150 prigionieri nelle nostre mani. Il Comando dell'A.C.I.T. rilevò il brillante comportamento del battaglione della « Folgore », la cui reazione si era dimostrata particolarmente efficace e tempestiva. Nelle ultime settimane precedenti la battaglia l'aviazione nemica si dimostrò particolarmente attiva tendendo a paralizzare o quantomeno a rallentare il flusso dei rifornimenti italo - tedeschi. Nell'ampio settore operativo della Libia essa aveva oramai raggiunto una decisa superiorità di mezzi (1) che le consentiva di mantenere l'iniziativa. Oltre alla zona di schieramento dell'A.C.I.T. furono sottoposte a numerose incursioni aeree, di cui alcune violentissime, molte località delle retrovie, in particolare quelle costiere. T obruch subì il maggior numero di bombardamenti aerei; seguirono, in ordine decrescente, Bengasi, Marsa Matruh, Bardia, Fuka, Bug Bug. Il 9 ottobre il nemico impiegò sulle posizioni di El Alamein e nelle vicine retrovie oltre 700 aerei volo fra caccia e bombardieri. Tale azione aveva lo scopo, successivamente appreso, di saggiare la reazione delle forze aeree dell'Asse, in previsione dell'imminente offensiva, di provocare forti consumi di benzina avio, la cui scarsità era ben nota ai Britannici, e di scuotere il morale delle truppe italo tedesche con una massiccia dimostrazione di forza. Se tale ultimo risultato non fu per nulla raggiunto, è indubbio che danni notevoli, quantunque non proporzionati allo sforzo compiuto, furono arrecati alle nostre basi logistiche, ai parchi automobilistici e, in minor misura, alle autocolonne in movimento ed allo schieramento delle artiglierie. Il 18 ottobre i nostri servizi di informazione segnalavano ai competenti organi operativi la imminenza di una offensiva britannica, a conferma di analoga indicazione fornita il 10 ottobre, con la quale era stata precisata l'epoca del probabile inizio dell'attacco intorno ma non prima del 20 ottobre. Nella zona di schieramento del nemico erano stati rilevati automezzi in numero superiore al normale; si era constatato come le basi logistiche di alcune Grandi Unità fossero state spinte in avanti; il Comando dell'8• armata britannica (1) Nella prima decade di ottobre radio Cairo annunciava che i Britannici avevano in Africa aerei da caccia tre volte superiori in numero e singolarmente superiori in qualità a quelli dell'Asse; ancora più favorevole ad essi era la proporzione dei bombardieri.
77 risultava spostato in sede tattica a breve distanza dalle truppe; l'attività aerea era in aumento. Concordi dichiarazioni di prigionieri ed intercettazioni radio confermavano gli intendimenti del nemico, che ostentava illimitata fiducia nell'esito della lotta. Ebbero inizio, infatti, quelle che potrebbero definirsi le operazioni preliminari della battaglia: puntate offensive ed incursioni di piccoli reparti; impiego di proietti fumogeni tendenti a mascherare l'opera delle pattuglie adibite a disattivare i nostri campi minati; violente azioni delle artiglierie, specie nel settore nord del nostro schieramento. Dal 19 al 23 ottobre l'aviazione britannica effettuò una vera e propria preparazione vicina dell'attacco, martellando con massicci bombardamenti la zona di schieramento dell'A.C.I.T. e i punti più sensibili ddle retrovie, soprattutto i campi d'aviazione avanzati. La reazione della caccia italo - tedesca fu energica e riuscì ad infliggere al nemico perdite notevoli; le nostre perdite, però, furono proporzionalmente più gravi e rilevanti fur_ono anche i danni subiti dai campi. Le nostre già modeste disponibilità subirono una sensibile inflessione che valse ad ancor più accentuare, a nostro svantaggio, il preesistente squilibrio delle forze aeree contrapposte (1).
(1) In proposito, così scrive il Maresciallo MONTGOMERY-:. (« Da El Alamein , al fiume Sangro », Garzanti, 1950, pag. 23): « La superiorità aerea cosl raggiunta fu tale che durante la giornata del 23 ottobre i nostri apparecchi da caccia fecero continue pattuglie volanti sui campi di atterraggio nemici senza essere molestati ,i.
PARTE SECONDA
LA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN (23 OTTOBRE - 4 NOVEMBRE 1942)
Le posizioni italo - tedesche di El Alamein (terreno, viabilità, sistemaz-ione difensiva)
La battaglia di El Alamein, che ha preso il nome dalla piccola stazione ferroviaria situata a poco più di 100 km ad ovest di Alessandria, è stata combattuta su quella parte dell'ampio tavolato dell'Awlad 'Ali, compreso fra il meridiano di Marsa Matruh e il Delta del Nilo, che corrisponde alla strozzatura, ampia 55 km, delimitata a nord dalla costa del Golfo degli Arabi ed a sud dalla depressione di El Qattara ( schizzo 3). Questa depressione si prolunga sino all'oasi di Siwa sulla frontiera libico - egiziana e, formata dal fondo Erosciugato di un antico mare interno, ricoperto da sabbie mobili e da saline paludose, è del tutto intransitabile agli automezzi e in alcuni punti anche agli uomrn1. La fascia costiera si allarga, ad occidente della strozzatura, sino a raggiungere, progressivamente, un'ampiezza di 80 chilometri .all'altezza di Marsa Matruh; si estende verso oriente, in un'ampia zona a configurazione generalmente pianeggiante denominata « Deserto Occidentale », sino al corso del Nilo, interrotta solo dal Uadi el N atrun, fra Alessandria e il Cairo, e dal Gebel el Qatrani, più a sud. Limitando l'esame del terreno ( schizzo 4) alla zona di schieramento dei grossi degli eserciti contrapposti, fra il meridiano di El Qasaba el Sharqiya (14 km E.-S.E. di El Alamein) ed il meridiano di E l Dab'a (al 170° km della rotabile costiera), si osserva come il terreno si presenti a forma di piano inclinato che sale dalla costa verso l'interno sino a congiungersi agli impervi ciglioni della depressione di El Qattara. Entro questi limiti non si possono individuare caratteri morfologici capaci di determinare differenziazioni fra diversi tratti del terreno; comunque, in relazione all'importanza che in ambiente desertico acquistano rilievi e depressioni anche se di per se stessi molto
6. - Al
modesti, la zona può essere suddivisa in tre fasce: settentrionale, centrale e meridionale, tutte con orientamento pressochè equatoriale e con altitudine crescente da nord a sud. La fascia settentrionale, compresa fra il mare e la curva di livello di q. 50, ha una larghezza di una decina di chilometri in corrispondenza di El Qasaba el Sharqiya; si allarga fino a raggiungere i 30 km all'altezza di Sidi'Abd el Rahman; si restringe ad una ventina di chilometri ad El Dab'a. La linea di costa fra El Alamein e Ras Abu el Guruf è orlata da paludi salate e da una serie di cordoni collinosi o dunosi che procedendo verso occidente si spezzettano in piccoli dossi od assumono la conformazione di banchine, come quella che si trova fra Ras Abu el Guruf e Ras el Dab'a. Poco più a sud, ad una distanza di 3-4 chilometri dal mare, corre il fascio stradale e ferroviario Alessandria - Marsa Matruh, sussidiato fra El Qasaba el Sharqiya e Sidi'Abd el Rahman da alcune piste. Ancora più a sud, il terreno è uniforme, sodo o sabbioso, talvolta cespuglioso, raramente pietroso. Le ondulazioni ed i pianori si alternano a depressioni ed a conche. Fra El Alamein e la stretta catena di El Ruweisat si estende verso occidente un'ampia e lunga striscia di terreno pianeggiante, che, dopo le piccole depressioni di Deir el Dhib (J km a nord dello sperone occidentale di El Ruweisat), di Deir el Shein (poco a nord dello sperone stesso) e di Deir el Abyad (a 5 km a nord - ovest di tale sperone), raggiunge, dopo una quindicina di chilometri, l'ampio pianoro di Tel1 cl Aqqaqir (q. 43) -Tell el Manfsra (q. 47), da dove prosegue verso nord - ovest fino a rompersi sugli isolotti dunosi che fronteggiano a sud la stazione di El Dab'a. Il pianoro di Tell el Aqqaqir- Tel1 el Manfsra è fiancheggiato a sud - ovest dalla lunga depressione di Deir el Murra. I rilievi di maggiore interesse tattico, compresi in questa fascia~ sono: Tell'Alam el Shaqiq (q. 24) sulla ferrovia, a 10 km ad est sud-est di Sidi'Abd el Rahman; il Posto Thompson, subito ad ovest; la dorsale di Teli el'Eisa (q. 23 trigonometrica e q. 25) e Tel1 el Makh- Khad (q. 21) a 6 km sud - sud-est di Tel1 el'Eisa (1); l'altura (1) Queste due alture furono occupate dagli Inglesi nel corso della battaglia difensiva di El Alamein (rn - 27 luglio 1942). Si venne, cosl, a determinare un ampio saliente avversario nel nostro schieramento. (Y.: S.M.E. - UFFICIO STORICO: « Seconda controffensiva italo - tedesca », pag. 168).
di Sanyet e! Miteiriya. Questa linea di rilievi è in parte fronteggiata ad ovest da altri rilievi e dossi, quali (da nord a sud): q. 16 e q. 31 di Tel1 el Salhabi (2-4 km ad est-sud-est di Sidi'Abd el Rahman); quota trigonometrica 28, a 6 km a sud delle predette; quota trigonometrica 33; Kidney (q. 30), così denominato dagli Inglesi per la forma a « fagiolo » dell'altura. Il terreno della fascia centrale, compreso fra le curve di livello di q. 50 e di q. 150, è alquanto più movimentato e comprende leggere ondulazioni ed ampi pianori. La catena del Gebel Bein Gabir (q. 93), 7 km a sud di El Qasaba e! Sharqiya, e quella di Alam el Haifa (q. 132) trovano il loro prolungamento verso occidente rispettivamente nella lunga catena di El Ruweisat e nel sottile cordone di Alam Nayil (q. 89). Ad occidente di questi due ultimi rilievi, si estende un vasto pianoro, con quota media di m 70, che è spezzettato da numerose depressioni, quali quelle di El Mireir, di Deir el Qatani, di Deir el Harra, di Deir Abu el Hiqeif, di Deir Abu el Marakiz, di Deir el Nifil. Nello spazio tra Alam el Haifa ed il cocuzzolo di Samaket Gaballa (q. 109), 23 km a sud - sud-ovest, si estende un pianoro che, rotto dall'ampia depressione di Deir el Agram, è contor.qato, ad ovest ed a sud, dalle depressioni di Deir el Muha.fid, di Deir el Munassib e di Deir el Ragil. Poco a sud di Alam Nayil, si estendono le depressioni di Deep Well (ad est) e di Deir el Angar (ad ovest). La depressione di Deir Alinda è la continuazione verso occidente di quella di Deir el Munassib e si collega, dopo una interruzione di circa un chilometro, con la depressione di Deir el Qattara, la quale delimita a nord - est, con le depressioni di Deir el Qass, di Deir el Qassa e di Deir Abu Sheiba (q. 89), l'ampio pianoro sassoso di El Kharita. Fra le depressioni di Deir el Harra e Bir Abu Sheiba si trova il (< Passo del Carro » (« Pass for Cars )> nelle carte inglesi), ad oltre 100 metri di quota ( 1 ). La fascia meridionale è costituita prevalentemente di rilievi collinosi, pianori e uadi ed è delimitata a meridione dalla linea sinuosa, non ben definita, che segna il ciglione settentrionale della depressione di El Qattara. (1) Da non confondere con l'altro « Passo del Carro » che si trova a sud del Gebel Khirag, al margine settentrionale della depressione di El Qattara.
I rilievi, specie verso sud, sono spesso rotti da ripide scarpate, o scoscendimenti, che in taluni punti raggiungono in breve spazio il fondo di El Qattara, il quale, estendendosi ad alcune decine di metri al disotto del livello del mare, si presenta come un orrido scenario di elevazioni e di avvallamenti sabbiosi. L'altipiano di El Taqa ha una altitudine media che supera i 200 metri e si prolunga verso est con il troncone di Naqb cl Khadim (q. 219)-Naqb Raia- Qaret el Himeimat (q. 216), verso nord con la scarpata del Gebel Kalakh (q. 173), verso nord - ovest con il Gebel Sanhur (q. 208) e verso sud-ovest con il Munqar Labbaq (q. 183). Dopo la strozzatura di Erqayib Abu Gabara, dove si trova il Passo del Cammello ( Camel Pass), l'altipiano si prolunga verso nord ovest con il Gebel Khirag (q. 221) ed il Qaret Abu Saq (q. 198) e verso sud con il Munqar Abu Dweis, che, alla quota 229, si affaccia come un bastione sulla depressione di El Qattara. Fra il predetto bastione ed il Gebel Khirag si trova, come già detto, l'altro « Passo del Carro 1> (q. 222) attraversato dalla cc Pista rossa ». All'epoca della battaglia, le linee di comunicazione gravitavano, come è ovvio, verso la costa ed erano costituite, come già detto, dal fascio rotabile - ferroviario Alessandria - Marsa Matruh, sussidiato da alcune altre strade secondarie, percorribili da automezzi leggeri. Da El Alamein e, più ad ovest, da Qattara Boring Works si staccavano due piste: quella cc rossa » ( « Stein-Piste ») e quella cc d'acqua » (o <e Rommel-Piste »), che, con andamento sud - sudovest, raggiungevano la depressione di El Qattara: la prima per il Passo del Carro e la seconda per il Passo del Cammello. Dalla cc Pista dell'acqua », ad 8 chilometri a sud di El Alamein, si diramavano la « Whisky-Piste » e la cc Chianti-Piste», o « Pista del Chianti », che, dopo essersi avvicinate tra loro a qualche centinaio di metri sul costone orientale di Qaret el Himeimat, raggiungevano anche esse la depressione di El Qattara. Una pista trasversale - la cc Tonnen-Piste » ~, partendo da Deir el Munassib, attraversava la « Rommel - Piste » a Bab cl Qattara, la « Pista rossa >> ad est di Hisiyet Busata, l' « Ariete-Piste » a q. 101 e proseguiva quindi verso occidente passando per il Passo del Carro. Un'altra pista - la « Otto-Piste » -, partendo da Sidi'Abd el Rahman, seguiva per un certo tratto l'« Ariete-Piste », quindi proseguiva verso sud fino ad allacciarsi alla « Pista rossa » a nord nord-est di Hisiyet Busata.
Da Sidi Abd el Rahman si staccava una linea telegrafonica che percorreva su palificazione le immediate retrovie dell'A.C.l.T., si collegava con la « Pista rossa>) a sud di Hisiyet Busata e, dopo aver superato il Gebel Kalakh, raggiungeva a Qaret el Himeimat l'estremo limite meridionale dello schieramento. Fra Sidi'Abd el Rahman e Hisiyet Busata la palificata seguiva, ad un dipresso, il tracciato della « Pista dell'Ariete » (1), che si collegava. con la « Pista rossa >> poco a sud di tale ultima località. Inquadrato fra il mare e la depressione di El Qattara, il sistema fortificatorio difensivo dell' A.C.I.T. era costituito da una profonda fascia, a forma sinusoidale, di opere campali e campi minati. Questi ultimi erano disposti, dal mare alla zona poco a sud di Bah el Qattara, su due ordini continui, paralleli all'andamento della fronte, a distanza variabile fra loro dai 2 ai 4 chilometri e collegati da campi disposti in senso trasversale, che nel loro insieme determinavano una serie di scompartimenti, o sacche minate, denominati, da nord a sud: H, J, L, K, B, C, D ( schizzo 4). A sud di quest'ultimo scompartimento, e fino all'altipiano di El Taqa, il sistema dei campi minati si alleggeriva e semplificava in quanto era costituito da una unica fascia con solo qualche saltuario abbozzo di sacche. Da Bab el Qattara si staccava altra zona di campi minati che si sviluppava con orientamento verso sud - est sino a Deir el Munassib e, di qui, con andamento nord- sud, sino all'altezza di Qaret el Himeimat. Questa fascia minata era stata sottratta agli Inglesi nella battaglia di Alam el Haifa; era un intricato labirinto di linee minate, che costituiva un prolungamento a sud della fascia centro-settentrionale, con la quale si saJdava in corpo unico. Altre zone minate erano state create nei punti di maggiore sensibilità tattica o di più agevole percorribilità, lungo il margine settentrionale della depressione di El Qattara, fra Quaret el Himeimat e il Gebel Khirag. Questi campi minati non erano collegati in sistema fra loro ed avevano funzione di protezione di elementi difensivi attivi. Infine, altre due fasce minate, su due ordini paralleli, erano state disposte in zona arretrata, in corrispondenza del centro del sistema: una, in senso equatoriale a forma di S coricata, aveva la funzione di copertura dei rovesci del fianco destro del settore setten(r) Denominata, nel tratto settentrionale, anche « Pista di Abd el Rahman l,.
86 trionale; l'altra, nel senso dei meridiani, aveva la funzione di contenimento di attacchi nemici sferrati al centro della fronte e di concorso alla copertura suddetta. La loro costruzione, ultimata in tutta fretta paco prima dell'inizio della battaglia, era stata voluta dal Comando dell'A.C.I.T. in base alla supposizione che il nemico avrebbe ripetuto la sua manovra ormai abituale: attacco a sud ed avvolgimento dello schieramento mediante conversione in direzione della costa. Questa supposizione si manifestò errata ed infondata; il nemico attuò altra manovra e i due estesi campi minati collocati nelle immediate retrovie dell'Armata italo - tedesca esercitarono nel corso della battaglia una funzione di ostacolo e di frazionamento delle nostre stesse forze, impedendo la manovra delle truppe corazzate da sud a nord e ritardando l'afflusso dei rifornimenti al centro dello schieramento. Nel suo complesso organizzativo, dunque, il sistema dei campi minati presentava: una fascia antistante ininterrotta, di varia ampiezza, appoggiata ad una zona immediatamente retrostante, costituita da sacche o scompartimenti minati intervallati sui rovesci ed intersecati nell'interno da corridoi liberi che avevano lo scopo di incanalare il nemico su direzioni predisposte soggette al fuoco di tutte le armi e da ogni provenienza. Ad integrazione dell'ostacolo passivo minato, appostamenti in iscavo per armi di vario tipo, protetti da reticolati di filo spinato, abbondantemente sparsi un pa' dovunque. Pochi, invece, numericamente e di modesto sviluppo i fossi anticarro (1 ). Nell'interno delle sacche minate erano stati collocati proietti di artiglieria e bombe da aerei, per la più parte di preda bellica, la cui esplosione era comandata a distanza mediante accensione elettrica. Erano questi i cosiddetti « giardini del diavolo ». I posti avanzati disponevano di cani addestrati a dare l'allarme all'avvicinarsi del nemico. (x) Per ulteriori particolari riguardanti l'organizzazione del dispositivo difensivo italo - tedesco, V.: S.M.E. - UFFICIO STORICO: << Seconda controffen siva italo - tedesca », pagg. 184 e 185, nota. Si consideri, comunque, che il dispositivo indicato in tale volume è quello della prima metà del luglio 1942, epoca alla quale la monografia si riferisce. Da allora alla metà <li ottobre 1942 la sistemazione difensiva era molto migliorata e progredita soprattutto per quanto concerne: - l'estensione, frontale cd in profond ità, dei campi minati; - il rafforzamento dello schieramento delle truppe sulla fronte; - il servizio di vigilanza e l'organizzazione della difesa costiera.
Da questa breve e sommaria espos1z1one dei più rilevanti caratteri topografici e difensivi del campo di battaglia di El Alamein, si può, sinteticamente, rilevare: a) il terreno, esaminato sotto l'aspetto delle difficoltà opposte al transito, non presentava limitazioni al movimento di reparti, anche se motocorazzati, delle forze contrapposte. Condizioni migliori si trovavano più verso il nord; queste peggioravano, in un quadro di relatività, a mano a mano che si procedeva verso il sud, senza mai giungere, però, ad opporre gravi ostacoli alla transitabilità, sino alla depressione di El Qattara. Nella conformazione generalmente pianeggiante, le depressioni, le conche e i leggeri avvallamenti, come le piccole alture, le dorsali ed i cocuzzoletti assumevano un notevole valore tattico, rispettivamente per le possibilità di occultamento dei reparti in sosta od in movimento, e per quelle di osservazione e di dominio di fuoco;
b) la viabilità era buona lungo la fascia costiera, servita dal fascio rotabile e ferroviario Alessandria - Marsa Matruh, che costituiva l'unica via di comunicazione, e quindi di alimentazione, dei due eserciti contrapposti. Non esistevano linee di irradiazione che, staccandosi in zone arretrate dal fascio suddetto, adducessero ai vari punti del fronte, ma solo piste di arroccamento: complete quelle dell'A.C.I.T. (« Ariete-Piste » e « Otto-Piste »), che permettevano lo spostamento delle unità, nonchè l'alimentazione della lotta, in qualsiasi punto della fronte; parziali quelle del nemico (« RommelPiste » con le diramazioni delle << Whisky-Piste )> e « Chianti-Piste »), che terminavano nel settore centrale, in quanto intercettate dalla nostra zona dei campi minati (r); e) il sistema difensivo italo - tedesco era, nel suo complesso, ben congegnato, anche se non mancavano lacune dovute essenzialmente a deficiente disponibilità di materiali di rafforzamento. Tali lacune, comunque, non erano così gravi da infirmare la solidità del sistema nel suo insieme che, appoggiato da una parte al mare e dall'altra alla depressione di El Qattara, non aveva fianchi esposti ed aggirabili, sì che il nemico era costretto ad azioni di forzamento e (1) Nell'imminenza dell'attacco, i Britannici provvidero alla costruzione di 6 piste - non meglio precisate e quindi non riportate nello schizzo 4 - per lo spostamento delle unità dalle zone di concentramento (oltre 40 km dietro la fronte) al settore di impiego.
88 di rottura solo in seguito alla riuscita delle quali poteva tendere a sviluppare manovre di aggiramento. I salienti del Sanyct cl Mitciriya e di Dcir el Shein, nel settore centro-meridionale, e di Deir cl Munassib, in quello meridionale, offrivano condizioni favorevoli all'attacco, mentre la difesa poteva avvalersi dell'appoggio d'ala dei corrispondenti rientranti di Kidncy (a nord) e di Bah el Qattara per operazioni in contromanovra delle unità mobili sui fianchi delle colonne attaccanti. Ben meno efficiente era il sistema in relazione alle forze attive disponibili per il suo presidio. La scarsità di queste, tanto come numero di reparti quanto come numero di effettivi in ciascun reparto, portava inevitabilmente ad un disscminamento lungo l'intero fronte, la cui enorme estensione assorbiva ogni disponibilità di personale cd armamento, a tutto detrimento delle unità di secondo scaglione che, nella totalità dei casi, avevano una consistenza che raggiungeva, nelle condizioni più favorevoli, I / 8 della forza complessiva dei settori (laddove è noto che i criteri tattici dell'epoca fissavano ad almeno I/ 3 delle forze complessive le relative riserve). Va inoltre ricordato che la profondità di molte sacche minate raggiungeva i 4 km: inconveniente grave ai fini del loro controllo, perchè dal margine posteriore di esse era praticamente impossibile intervenire, tranne che con azioni di artiglieria, per impedire o disturbare il lavoro di sminamento che l'avversario aveva effettuato nella fascia marginale anteriore. Altro inconveniente grave, da rilevare, era la mancanza di camminamenti di congiungimento fra ricoveri e postazioni e la generica assenza di ogni forma di protezione per i Comandi delle GG. UU. che si affidavano, per essa, all'interramento cd al disseminamento degli automezzi.
Schieramento delle forze contrapposte alla data dd 23 ottobre '42 (schizzo 5)
A) - SCHIERAMENTO ITALO-TEDESCO. La sera del z3 ottobre le forze del1' Armata corazzata italo- tedesca (r) in Egitto erano così schierate :
(1} La formazione delle Unità italiane in Egitto alla data del 23 ottobre 1942 è riportata nell'allegato 23; 9uella (sommaria) delle Unità tedesche nell'allegato 24.
a) in prima schiera:
- a nord (tra il mare e la depressione di El Mireir inclusa) il XXI corpo d'armata (Generale Gloria fino a mezzogiorno dd 26 ottobre, successivamente il Generale Navarini): 7° reggimento bersaglieri e Divisioni di fanteria « Trento » e « Bologna », 164a divisione germanica e due battaglioni della Brigata paracadutisti « Ramcke »; - a sud (fra la depressione di El Mireir e Qaret el Himeimat) il X corpo d'armata (Generale Frattini fino al 26 ottobre, poi il Generale Nebbia): Divisioni di fanteria « Brescia », « Folgore » e « Pavia», due battaglioni della Brigata paracadutisti « Ramcke »; b) in seconda schiera: le Divisioni corazzate « Littorio » e 15"" germanica nel settore Nord; « Ariete » e 21• germanica in quello Sud; e) in riserva d'Armata: due divisioni, entrambe nel settore Nord: la 90• leggera germanica (a cavallo della rotabile costiera fra Ras Gibeisa - a nord - est di Sidi'Abd el Rahman - e Ras el Kanayis) e la Divisione motorizzata « Trieste » (anch'essa a cavallo della rotabile fra Ras Abu Girab ed Habu Haggag, a sud di Ras el Kanayis) (1). Le Grandi Unità di seconda schiera e di riserva erano inquadratenel XX corpo d'armata (Generale De Stefanis) e nel D.A.K. (2). Inoltre, più ad occidente: - il 58o reparto esplorante tedesco era adibito alla sorveglianza del settore costiero Ras El Kanayis - Marsa Matruh (inclusa); - il 288° reggimento corazzato granatieri tedesco (3) presidiava il settore Marsa Matruh - Sidi cl Barrani, già tenuto dalla Divisione « Pavia »; 0
(1) La Divisione « Trieste », già precedentemente in linea, vi era stata sostituita dalla « Pavia » nella seconda metà di ottobre. Quest'ultima si schierò sul margine settentrionale della depressione di El Qattara, fronte a sud, e la « Trieste » fu trasferita nella zona di Fuka, per un breve periodo di riordinamento e di riposo. Ebbe l'incarico di collaborare con la 90• divisione leggera germanica nella difesa costiera, entro il settore sopra precisato. (2) « Dcutsch Afrika Korps » (Gen. Ritter von Thoma); in italiano: « C.T.A. » (Corpo Tedesco d'Africa). (3) Denominato anche « Raggruppamento speciale tedesco », « GruppoMenton », « Raggruppamento Menton », perchè comandato dal colonnello, Menton.
- aliquote della Divisione «Pistoia», alle dipendenze di Delease, si stavano concentrando nella zona di Bardia; _,. la Divisione « Giovani Fascisti » con il rinforzo di qualche reparto tedesco presidiava l'oasi di Siwa; - la Divisione fanteria « La Spezia» stava per ultimare il suo trasferimento, per aviotrasporto, dalla madreeatria alla Tripolitania. L'organizzazione della difesa doveva rispondere al criterio di logorare l'attaccante con il fuoco, oltre che con l'ostacolo, durante l'attraversamento della fascia minata e di arrestarlo col fuoco e con il movimento il più a lungo possibile davanti alla linea di resistenza, allo scopo di dare il tempo necessario alle unità corazzate di intervenire con contrattacchi tempestivi e nelle condizioni più favorevoli dovunque si manifestasse una falla o un cedimento. Tenuto conto della scarsità delle forze in relazione all'estensione della fronte, la duplice reazione di fuoco e di movimento imponeva la necessità di avere tutte le forze disponibili proiettate in avanti: le fanterie, per assicurare una prolungata resistenza in posto, previa l'organizzazione di posizioni molto solide. sulla linea di resistenza; le artiglierie divisionali, per poter battere il terreno antistante la linea di sicurezza e la fascia dei campi minati; i battaglioni di 2° scaglione, ove esistenti, per le reazioni di movimento nell'immediato rovescio della linea di resistenza; le unità corazzate, per i contrattacchi più massicci dovunque la minaccia si profilasse grave e pericolosa. Nel complesso, la posizione difensiva, dall'avanti all'indietro, era così organizzata : - una cc linea di avamposti >J (r) coincidente, grosso modo, con il margine anteriore del primo ordine di campi minati ; - una zona di sicurezza, comprendente tutta la fascia dei ,campi minati, nella quale erano state realizzate sacche minate, intervallate da corridoi; - una linea di resistenza, corrispondente al margine posteriore ( ossia al lato ovest) deile sacche minate ed alle bretelle di allacciamento allo sbocco ovest di ciascun corridoio. (In particolare, ( 1) Cosl chiamata in base alle direttive del Comando dell'Armata. Corrispondeva all'incirca, per caratteristiche e compiti, alla « linea di sicurezza » del1'allora vigente regolamentazione tattica dell'Esercito italiano.
1
91 tale linea si sviluppava sul margine posteriore della seconda fascia dei campi minati, si avvicinava alla prima nella zona di Deir el Shein, dove era organizzato un complesso di capisaldi di battaglioni; si riallacciava quindi alla seconda fascia, in corrispondenza della sacca C, per riavvicinarsi di nuovo e fondersi con la prima fra Deir Umm Khawabir e Deir el Munassib; di qui proseguiva fino a Qaret el Himeimat su quella che era la prima linea degli ex campi minati inglesi); _,. una pasizione di resistenza; che aveva una profondità di 2- 3 km; -,- una zona di schieramento delle artiglierie di medio calibro, che coincideva all'incirca con quella delle unità corazzate e sulla quale erano schierate le artiglierie di Corpa d'armata e di Armata. La « linea degli avamposti >> era costituita da capisaldi di compagnia avanzati, dislocati in zona di sicurezza sull'immediato rovescio del primo ordine di campi minati. Oltre ai normali compiti di osservazione e segnalazione, essa aveva anche il compito di rompere con il fuoco le colonne d'attacco nemiche e di cercare di incanalarle, ove passibile, verso pasizioni prestabilite. I battaglioni di 1 ° scaglione erano schierati lungo la linea di resistenza ed organizzati parte in capisaldi di compagnia e parte in capisaldi di battaglione. I capisaldi di compagnia erano costituiti da un certo numero di centri di fuoco composti da una squadra fucilieri rinforzata e da un pezzo controcarro, con passibilità di azione a giro d'orizzonte e protetti tutt'intorno da una fascia minata. Questo tipo di centro di fuoco venne denominato « Alamein » ; la sua pianta schematica è riprodotta, a titolo esemplificativo, nello schizzo 6. I capisaldi di battaglione erano costituiti da un complesso di capisaldi di compagnia e da artiglierie anch'esse organizzate a capasaldo; ciascun caposaldo di battaglione aveva una fronte ed una profondità rispettivamente di 3 e di 2 chilometri. Lo scarso numero di battaglioni e la loro modesta forza numerica, in rapparto all'estensione della fronte, impedivano di disparre forze consistenti in 2 ° scaglione, cosicchè queste ammontavano ad una entità variabile fra 1/7 ed r/8 (anzichè 1/3, come di norma) delle truppe di fanteria disponibili. L'integrità della linea di resistenza era condizione indispensabile per il mantenimento delle posizioni e quindi per il successo
92 della battaglia difensiva, in quanto molto difficilmente le unità corazzate italo - tedesche avrebbero potuto tener testa alle formazioni similari avversarie, molto numerose e più potenti, una volta che queste fossero riuscite a sfociare in campo aperto. Pertanto, oltre ai battaglioni di 1° e 2° scaglione, sulla posizione di resistenza erano schierate la massa delle artiglierie delle Divisioni di 1• schiera e forti aliquote delle artiglierie delle Divisioni corazzate (italiane e germaniche) di 2• schiera, in modo che le une e le altre fossero in grado di battere l'intera fascia dei campi minati ~ e possibilmente anche il terreno antistante alla linea degli avamposti .......,. e che aliquote di entrambe potessero assolvere, da posizioni ravvicinate, anche la funzione controcarro. Poichè gravitavano a due a due sugli stessi settori, ciascuna delle Divisioni corazzate si sovrapponeva all'altra («Littorio» - 15• germanica, « Ariete » - 21• germanica) su un fronte di oltre 20 chilometri. Questo ampio schieramento a cordone era dettato dalla necessità di intervenire tempestivamente con contrattacchi locali dovunque o, quanto meno, nella maggior parte dei punti minacciati. A tale scopo, sia nel settore nord ( « Littorio i> e 15• germanica), sia in quello sud (« Ariete» e 21• germanica), furono precostituiti speciali gruppi di combattimento misti italo-tedeschi, detti « Raum >> (1), agli ordini di un comandante italiano o tedesco. Come nella battaglia difensiva di El Alamein (ro- 27 luglio 1942), permase il frammischiamento di unità italiane e tedesche nei settori delle Divisioni « Trento » e 164\ che erano schierate a battaglioni alternati, uno italiano e uno tedesco. Tale schieramento fu voluto e mantenuto dal comandante dell'A.C.I.T. per rinvigorire - si disse - i nostri reparti, dotati di poche e scarsamente efficienti armi anticarro. Il provvedimento, peraltro, causò inconvenienti nell'azione di comando, solo in parte compensati dalla maggiore solidità complessiva del fronte e dallo spirito di emulazione che animò i reparti di nazionalità diversa. Fino ai primi di ottobre, lo schieramento della Divisione « Trento» e della 164"' divisione tedesca - settore su cui si abbattè (r) « Raum », in tedesco, significa « spazio >i, «luogo », « posto » e con tale denominazione si voleva intendere il raggruppamento di alcuni reparti, in genere un battaglione carri ed un battaglione di fanteria motorizzata, che erano dislocati in un determinato spazio o in una località.
t
93 l'attacco principale nemico _,,. era diverso da quello poi in atto al I battaglioni italiani e tedeschi, oltre ad occupare il margine posteriore delle sacche minate H, J, L, K e B, presidiavano anche gli intervalli, per cui ogni singola sacca risultava contornata da capisaldi su tre lati (Nord, Ovest e Sud). Allo scopo di assicurare la continuità della linea, il Comando dell'A.C.I.T. dopo la partenza del Maresciallo Rommel ordinò l'arretramento dei battaglioni disposti negli intervalli e l'apprestamento di una sistemazione difensiva lungo il margine posteriore della fascia minata, da assumersi entro il 20 ottobre. La rettifica creò un inconveniente in corrispondenza dell'altura di Miteiriya. Quivi, ed in particolare nell'intervallo fra le sacche L e K, la posizione di resistenza venne a risultare senza dominio sulla zona antistante e sull'ostacolo costituito dai campi minati, per cui elementi nemici, che vi avessero messo piede (come in effetto avvenne durante la battaglia), oltre ad essere in grado di spazzare tutti gli osservatori dei comandi e di artiglieria colà dislocati, si sarebbero trovati a distanza di assalto ed in alto rispetto alla posizione di resistenza. Inoltre, avrebbero disturbato qualsiasi nostro movimento sul tergo della posizione stessa e, per converso, consentito ad altre truppe britanniche di raccogliersi al coperto e di neutralizzare non visti i nostri campi minati. I movimenti per l'occupazione della nuova posizione furono iniziati il 18 ottobre a scaglioni giornalieri di compagnia ed ultimati il 20 dello stesso mese, tranne per il battaglione I/62° (estrema sinistra della Divisione), il quale, per non creare un vuoto tra sè e la destra del 125° reggimento tedesco, che il 18 ottobre non era pronto ad arretrare, li iniziò il 20 e li ultimò tra il 22 e il 23 ottobre.
23 dello stesso mese.
B) ScHIERAMENTO BRITANNICO (schizzo 5). Alla stessa data del 23 ottobre, 1'8• armata britannica - la cui costituzione organica è sommariamente riferita nell'« ordine di battaglia » ( allegato 2 5) - era così schierata (da nord a sud) : -
in prima schiera : . XXX corpo d'armata (Generale Leese) dal mare al costone di El Ruweisat incluso, con le Divisioni di fanteria: 9• australiana; 51• « Highland )) ; 2• neozelandese; 1• sudafricana; 4• indiana; . XIII corpo d'armata (Generale Horrocks) da El Ruweisat
94 a Qaret el Himeimat, con le Divisioni di fanteria: 50• britannica (rinforzata da un gruppo di Brigata greco e dal II gruppo di Brigata « Francia Libera»); 44• britannica. A sud di quest'ultima, il I gruppo di Brigata « Francia Libera» della 1 divisione corazzata britannica; -
in seconda schiera : . X corpo d'armata (Generale Lumsden) con le Divisioni corazzate 1• e 10", nel settore del XXX corpo (nord dello schieramento); . 1 divisione corazzata (meno il I gruppo di Brigata « Francia Libera» in 1• schiera), nel settore del XIII corpo d'armata. Altre forze erano alle dirette dipendenze del Comando s• armata ( allegato 2 5) ed altre ancora erano dislocate nella zona del Delta e, quindi, in condizioni di essere alquanto prontamente impiegabili (1). I due settori, Nord e Sud, avevano all'incirca la stessa ampiezza (rispettivamente, in linea d'aria, 27 e 28 km). In quello Nord erano concentrati due Corpi d'armata (XXX e X) con un totale di 7 Divisioni (s di fanteria e 2 corazzate); in quello meridionale, era dislocato un Corpo d'armata (XIII) con 3 Divisioni (2 di fanteria ed I corazzata) più 3 Brigate (2 francesi ed I greca). Questa gravitazione delle forze a nord sarebbe dovuto essere chiaro indice dell'intendimento britannico di esercitare lo sforzo principale in quel settore; ma l'affluenza del X corpo d'armata sulla fronte solo nell'imminenza dell'inizio della battaglia non con(1) Le « Memorie » del Maresciallo Montgomery (cd. Mondadori) a pag. 150, nella ripartizione delle forze per la battaglia, indicano: - nel quadro del X C. A.: un'S• divisione corazzata, della quale non si ha poi traccia nello svolgimento della battaglia poichè, incompleta, fu sciolta cd i reparti trasferiti ad altre Divisioni; - sotto la voce « formazioni ausiliarie » : la I brigata greca, che era in effetti in rinforzo alla 50• divisione; la I brigata « Francia Libera », che faceva parte della 7• divisione corazzata; la II brigata « Francia Libera », che era alle dipendenze della 50• divisione; la IX brigata corazzata, che faceva parte della 2• divisione neozelandese; la XXIII brigata corazzata, che faceva parte del XXX C. A.; una « colonna volante francese» che dipendeva dal I gruppo di Brigata « Francia Libera ».
95 senù al Comando dell'A.C.I.T. di rendersi conto dell'effettivo schie-• ramento delle forze avversarie se non nel corso già avanzato della. battaglia (1).
Il 23 ottobre erano, quindi, di fronte, prontea darsi battaglia, 12 Divisioni dell'A.C.I.T., di cui 4 corazzate, e 10 Divisioni dell'8a armata britannica, di cui 3 corazzate, oltre· a truppe di Corpo d'armata e reparti minori (tra cui, da parte italo - tedesca: Brigata Ramcke, Raggruppamento « Menton »; da parte britannica: I brigata greca, I e II brigata « Francia Libera >>). Ma tali cifre non possono assolutamente dare un'idea concreta del rapporto delle forze, per rendersi conto del quale occorre por mentealla composizione delle Divisioni, alla costituzione dei battaglioni ed al loro armamento. Le Divisioni di fanteria italiane in A. S. erano di massima costituite da 6 battaglioni di fanteria e 4 gruppi d'artiglieria da campagna. La Divisione cc Folgore )>, però, aveva solo 2 gruppi da 47; la Divisione « Brescia>> 5 battaglioni invece di 6; la Divisione cc Pavia >> aveva solo 4 battaglioni e 3 gruppi; la Divisione << Trieste 1> 5 battaglioni, 3 gruppi, I battaglione carri M/ 13. La Divisione di fanteria germanica (164a) aveva 9 battaglioni e 1 reggimento di artiglieria. Le Divisioni di fanteria britanniche (intendendo sotto questa voce quelle di tutti i paesi del Commonwealth) avevano di massima· 9 battaglioni di fanteria, I battaglione mitraglieri, 3 reggimenti arComputo e raffronto delle forze contrap~ poste
(1) La composizione dell'S& armata britannica è stata dedotta da un documento fornito dallo S. M. britannico; lo schieramento è stato tratto dalla cartina 2 del libro di Montgomery « Da El Alamein al fiume Sangro » (pag. 14). Poichè alcune unità, come il X corpo d'armata corazzato, affluirono sulla fronte solo nell'imminenza della battaglia, è da ritenere che il Comando dell'A.C.I.T. abbia valutato in difetto l'entità delle forze nemiche al momento dell'attacco. Comunque, sin dal 24 ottobre erano note tutte le unità britanniche che parteciparono alla battaglia. Queste, infatti, erano state individuate una per una - come risulta da documenti all'epoca redatti dal Servizio informazioni italiano - anche se lo schieramento ad esse attribuito non corrispondeva esattamente alla realtà.
tiglieria da campagna, I reggimento artiglieria controcarro, 1 reggimento artiglieria contraerea leggero (1). Però la 9• divisione australiana e la 51• « Highland » avevano in più I battaglione carri; la 2 neozelandese era su 8 battaglioni di fanteria, 1 mitraglieri e 3 battaglioni carri; la 1• sudafricana aveva IO battaglioni di fanteria, 1 mitraglieri, I carri e 2 reggimenti autoblindo; la 50•, compresa la I brigata greca e la II francese, aveva II battaglioni di fanteria, 1 mitraglieri e 5 reggimenti artiglieria da campagna; la 44• inglese aveva solo 6 battaglioni di fanteria ma 4 reggimenti artiglieria da campagna. Le Divisioni corazzate italiane ( « Ariete » e « Littorio ») erano costituite ognuna da un gruppo di autoblindo, 3 battaglioni carri M, 2 battaglioni bersaglieri autoportati e I controcarro, 8 gruppi di artiglieria, l'« Ariete » ( di cui 6 organici e 2 in rinforzo) e 5 gruppi, la « Littorio >) (di cui 2 di semoventi per Divisione). Le Divisioni corazzate germaniche (15•, 21•) comprendevano un reggimento carri, un reggimento fucilieri, un reggimento artiglieria, un reparto esplorante. Le Divisioni corazzate britanniche (1a, 1, 10•) avevano costituzione varia: la 1• era su 3 battaglioni carri, 2 reggimenti autoblindo, 4 battaglioni di fanteria motorizzata, I battaglione mitraglieri, 4 reggimenti artiglieria da campagna, 1 semoventi, 2 controcarro, 2 di artiglieria contraerei leggera; la 10• comprendeva 6 battaglioni carri, 1 reggimento autoblindo, 5 battaglioni fanteria, 4 reggimenti artiglieria da campagna, 1 controcarro, 1 controaerei; la 1 (compresa la I brigata francese) aveva 5 battaglioni carri, 3 reggimenti di autoblindo, 5 battaglioni di fanteria, 5 reggimenti artiglieria da campagna, 1 controcarro, 1 controaerei leggeri. La forza organica dei battaglioni di fanteria si aggirava sugli 8oo uomini per i battaglioni dell'8" armata britannica, 450 per quelli italiani e tedeschi. In sintesi, tenuto conto delle differenze fra Divisione e Divisione, i dati organici medi erano i seguenti: 6
(1) Il reggimento d'artiglieria britannico (chiamato da campagna o a cavallo, ma comunque motorizzato) era su 3 batterie (eccezionalmente 2); ogni batteria su 8 pezzi da 25 libbre (il cosiddetto pezzo da 88 inglese). Pertanto un reggimento aveva, di massima, 24 pezzi.
97 Div. ftr. italiana
Div. ftr. britannica
16.000
Forza complessiva (uomini) 7.000 Armi automatiche (compresi i moschetti automatici) 248 Mortai 18 Pezzi di artiglieria da campagna 48 Pezzi di artiglieria controcarro 72 Pezzi di artiglieria contraerea leggera 16 Automezzi 36o
1.500 220 72 136 48 2.550 (di cui 256 cingolati).
La comparazione delle forze schierate nei due campi opposti risulta quindi più evidente se, anzichè riferirsi al numero delle opposte Divisioni, si confronta il numero dei battaglioni, dei carri e pezzi di artiglieria: Forze germaniche
Totale
Forze britanniche
27
69
78
I
l
8
Pezzi di artiglieria da campagna 371
200
571
939
Pezzi controcarro leggeri
300
' 450
72
72
Forze italiane
Battaglioni di fanteria
42 (1)
Battaglioni mitraglieri
150
Pezzi controcarro pesanti Pezzi contraerei leggeri Pezzi contraerei pesanti
.· i 750 (4) 600
!
Carri armati
259
Autoblindo
poche diecine
238
1.35o 497
I !
1.506 (2) 764 (3) 48 (s) 1.348 500
(1) Compresi due battaglioni guastatori. Per quanto riguarda la forza organica dei battaglioni di fanteria britannici, italiani e tedeschi vedasi la pagina ~(2) Di cui 3 da 18 libbre, 870 da 6 libbre, 6o4 da 2 libbre, 7 da 50 mm., 22 da 75 mm. (3) Bofors da 40 mm. (4) Nella quasi totalità erano rappresentati da mitragliere da 20 mm. (5) Da poUici 3,7.
7· - Al.
E' importante rilevare come dai primi di settembre (battaglia di Alam el Haifa) al 23 ottobre (inizio della battaglia di El Alamein) le forze britanniche fossero aumentate delle seguenti unità: VII brigata di fanteria indiana, XXI brigata di fanteria indiana, LXIX brigata di fanteria britannica, CLI brigata di fanteria britannica, CLII brigata di fanteria (Highland), CLIII brigata di fanteria (Highland), CLIV brigata di fanteria (Highland), I gruppo di brigata greco, Il gruppo di brigata « Francia Libera », II brigata corazzata, IX brigata corazzata, XXIV brigata corazzata, II brigata contraerei, XII brigata contraerei, ed erano diminuite della IX brigata di fanteria indiana. Nessun aumento si era invece registrato, nello stesso periodo, nelle forze dell'Asse, se non di mezzi sfusi e di due battaglioni complementi a parziale ripianamento delle perdite (1). Basta tale confronto a porre in luce come la battaglia dei rifornimenti si fosse ormai risolta a favore dei Britannici, favoriti dalla possibilità di far giungere rinforzi lungo le rotte oceaniche, meno insidiate di quelle mediterranee e praticamente sottratte alla offesa aerea. Le cifre sopra indicate sono di per se stesse assai più eloquenti di qualsiasi discorso nel dichiarare la netta ed indiscutibile superiorità delle forze britanniche rispetto a quelle italo- tedesche. Tale superiorità appare ancora più sensibile ed imponente ove il confronto numerico venga integrato anche da quello qualitativo dei mezzi disponibili da ambo le parti. Carri armati. I 1348 carri deU'8• armata erano dei seguenti tipi: 285 Sherman, 246 Grant, 421 Crusader, 167 Stuart, 223 Valentine, 6 Matilda. Ad essi si opponevano i 497 carri dell'A.C.I.T., di cui (1) Gli elementi della Divisione «Pistoia » già affluiti al 23 ottobre non presero parte alla battaglia di El Alamein. I due battaglionj complementi (« Piceno >) e « Lupi di Toscana ») parteciparono ad essa nella sua fase terminale.
I
I
)9 239 carri M e 20 carri L italiani, 30 Mark Il, 170 Mark III e 38 Mark IV tedeschi. Considerate le caratteristiche meccaniche e balistiche di ciascun tipo di carro (1) e la distribuzione quantitativa di tali tipi nelle due masse corazzate contrapposte, si può agevolmente constatare come il grosso delle forze corazzat,e britanniche fosse costituito dai tipi Sherman (285 carri) e Grant (246 carri) con i quali, per le loro caratteristiche tecniche (forte protezione, armamento ad alta capacità di perforazione) potevano competere con sufficiente efficacia solo i Mark IV, la cui complessiva disponibilità ascendeva a 38 carri. Tutti gli altri carri - specie quelli italiani, che erano oltre la metà della massa corazzata italo - tedesca -, erano tecnicamente in netto svantaggio rispetto a quelli inglesi, particolarmente per armamento e per spessore della corazzatura. (1) Sherman (americano): I cannone da 75 in torretta; 2 mitr. da 7,62; corazzatura 75 mm.; peso 30 tonn.; velocità 40 km/h; autonomia 230 km; equipaggio 5 uomini; Grant (americano): 1 cannone da 75 in casamatta; 2 mitr. da 7,62; corazzatura 75 mm.; peso 29 tonn.; velocità 40 km/h; autonomia 300 km; equipaggio 4 uomini; Stuart (americano): 1 cannone da 37; 1 mitr. da 7,62; corazzatura 45 mm.; peso 13 tonn.; velocità 50 km / h; autonomia 300 km; equipaggio 4 uomini; Valentine (inglese): 1 cannone da 37 o da 57; 1 mitr. da 7,7; corazzatura 6o-65 mm.; peso 27 tonn.; velocità 25 km/h; autonomia 300 km.; equipaggio 4 uomini; · Crusader (inglese): r cannone da 37 o da 57; I mitr. da 7,7; I lanciabombe da 5 cm:; corazzatura 42 mm.; peso 19 tonn.; velocità 40 km / h; autonomia 300 km; Matilda (inglese): 1 cannone da 37; 1 mitr. da 7,7; corazzatura 75 mm.; peso 26,5 tonn.; velocità 25 km/h; autonomia 250 km; equipaggio 4 uomini; M / 40 (italiano): 1 cannone da 47 / 32 abbinato ad I mitr. Breda da 8 in torretta; 2 mitr. Breda da 8 in casamatta; 1 mitr. Breda da 8 per tiro contraerei; corazzatura 42 mm.; peso 14 tonn.; velocità 30 km/h; autonomia 210 km; equipaggio 4 uomini; LI40 (italiano): 1 cannone da 20 abbinato ad 1 mitr. Breda da 8 in torretta; corazzatura 40 mm.; peso 6 tonn.; velocità 42 km/h; autonomia 220 km; equipaggio 2 uomini; Mark Il (tedesco): 1 cannone da 20; I mitr. da 7,92; corazzatura 40 mm.; peso 10 tonn.; velocità 50 km/h; equipaggio 3 uomini; Mark III (tedesco): 1 cannone da 50; 2 mitr. da 7,92; corazzatura 30 mm.; peso 22 tonn.; velocità 40 km/h; equipaggio 5 uomini; Mark IV (tedesco): 1 cannone da 75; 2 mitr. da 7,92; corazzatura 6o mm.; peso 25 tonn.; velocità 35 km/h; equipaggio 5 uomini.
IOO
Armi controcarro. Un notevole squilibrio a favore dell'8• armata britannica esisteva anche nel delicato settore dell'armamento controcarro, in· relazione soprattutto alla presenza nei battaglioni di fanteria. motorizzata del pezzo da 57 mm. che aveva notevole gittata, forte velocità iniziale ed elevata celerità di tiro; era estremamente mobile ·e maneggevole sl da potèr essere trasportato anche su camionette. Il pezzo italiano da 47 / 32 non poteva in alcun modo reggere al confronto, per le sue gravi deficienze, fra le quali: la mancanza di scudo,_l'impossibilità di traino, la modesta gittata, la piccolezza del calibro del tutto insufficiente ad ottenere la perforazione della gran massa (66%) dei carri nemici. Anche il pezzo tedesco da 50 / 35, mobile e maneggevole, non era efficace contro i carri più pesanti dell'avversario. Ottimo, invece, era il pezzo da 88 / 55, che però era stato destinato, nella maggioranza dei casi, ad assolvere anche funzioni contraeree, al fine di contrastare in qualche modo la incondizionata superiorità aerea britannica. Artiglierie. Le artiglierie italiane erano, eccettuate poche bocche da fuoco, antiquate e nettamente inferiori a quelle nemiche per qualità balistiche e meccaniche. La massa era costituita da pezzi da 75 / 27 e da IOO / 17 con gittate utili, rispettivamente, di 6 ed 8 km e con scarsa idoneità al traino meccanico, tanto che nei lunghi trasferimenti si doveva ricorrere all'autotrasporto per evitare danni irreparabili al materiale. Le artiglierie inglesi, comprese· le più pesanti, erano assai mobili ed avevano tutte, a fattor comune, elevata gittata ( n - r2 km), grande celerità di tiro e maneggevolezza. Anche le artiglierie tedesche erano modernissime, tecnicamente di gran pregio e capaci di dare brillanti prestazioni. Ma il loro numero era molto scarso. In materia di artiglieria, per una più adeguata visione complessiva del quadro, non può tralasciarsi un cenno al problema delle munizioni, settore, questo, nel quale alle disponibilità inglesi praticamente illimitate faceva riscontro una défìdenza cronica da parte nostra. Una tale deficienza, naturalmente, non va intesa in senso assoluto chè, in realtà, essa non giunse mai, se non in casi ed in situazioni del tutto eccezionali, a non consentire ai pezzi di far calcolo sulle loro dotazioni; ma molto spesso essa agl sotto forma di preoccupazione per gli eventuali ecoessivi consumi, sino al punto che, proprio per la battaglia di El Alamein, il Generale Stumme diede ordini all'artiglieria di non reagire alla preparazione avver-
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saria, per necessità di economia di munizioqi in vista dello sviluppo della battaglia. Aviazione. Senza addentrarsi in questo campo, la cui vastità non consente di trattarlo in questa sede, pare sufficiente limitarsi a ricordare che, per dichiarazione delle stesse fonti documentarie avversarie, le forze dell'Asse non riuscirono mai a raggiungere una efficienza pari ad un solo terzo dell'Aviazione britannica. A completare questo schema valutativo delle forze, nel suo aspetto qualitativo, ancora una considerazione sembra opportuna ed è quella che si riferisce al concorso dato alla composizione dell'S" armata britannica da quasi tutti i Paesi del Commonwealth e da alcuni alleati. Mentre le forze corazzate erano costituite quasi esclusivamente di elementi inglesi, i battaglioni di fanteria erano ripartiti per nazionalità : 26 inglesi Il numero dei battaglioni inglesi si rife9 indiani risce sia a quelli delle Divisioni di fan9 sudafricani teria britannica sia a quelli compresi ro scozzesi nelle Divisioni corazzate e indiana. I 9 australiani battaglioni .scozzesi comprendono quelli 7 neozelandesi della 51~ divisione ed uno della 4a divi5 francesi sione indiana. 3 greci E' chiaro come lo sforzo numerico, relativamente modesto, richiesto ad ogni Stato, avesse consentito a questi di selezionare gli elementi per offrire i migliori. Perciò l'S• armata era veramente, dal punto di vista del materiale umano, quanto di meglio l'Impero britannico potesse mettere in campo.
Il piano d'attacco bri- Al Comando britannico l'impostazione della battaglia offensiva di El Alarnein si presentava in termini del tutto diversi da quelli delle precedenti battaglie combatt:ute nel deserto fino a quel momento. Le forze contrapposte si fronteggiavano fra il mare e la depressione di El Qattara e, cioè, con i fianchi appoggiati ad ostacoli inaggirabili. Si trattava, pertanto, di affrontare e condurre una battaglia di rottura, che richiamava alla
tannico (piano «Lightfoot »)
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mente procedimenti e risultati delle grandi operazioni di sfondamento della prima guerra mondiale. Il problema, per il Generale Montgomery (1), consisteva in questo: - « Primo. Praticare una breccia nelle posizioni nemiche. - « Secondo. Far passare il X, corpo d'armata, costituito da forti nuclei corazzati e da truppe mobili, attraverso quella breccia, in territorio nemico. - « Terzo. Sviluppare successivamente una serie di operazioni, atte a distruggere le forze di Rommel ». L'apertura di una breccia comportava, tra l'altro, il lavoro di disattivazione di campi minati assai estesi e profondi talvolta ancµe alcuni chilometri; di qui la necessità di iniziare l'attacco in ore notturne e di disporre nel tempo stesso di un minimo di luce quale poteva aversi solo in una notte di luna piena. La scelta del comandante britannico era quindi limitata, in ogni mese, ad un ben determinato periodo; e il Gen. Montgomery, tra l'impegno di non procrastinare ulteriormente l'inizio dell'operazione e la necessità di non esporsi ad eccessivi pericoli di fallimento dell'azione, decise, in relazione al rallentamento imposto alla sua preparazione dalla battaglia di Alam el Haifa, di attaccare con la luna piena di ottobre che cadeva il 24 del mese. Questa decisione contrastava con gli orientamenti del Primo Ministro britannico che ad ogni costo avrebbe voluto far iniziare !'-attacco in settembre per meglio coordinare l'offensiva nel deserto con alcune previste operazioni russe e con lo sbarco nel Nord Africa francese, ormai fissato per i primi di novembre. Ma il Gen. Montgomery, sostenuto dal Gen. Alexander, fu irremovibile sul suo programma e minacciò addirittura di lasciare il comando se lo si fosse variato, e Churchill, considerato anche il successo già ottenuto dal comandante dell'8• armata ai primi di settembre, fu costretto a cedere. Nella battaglia di rottura condizione essenziale del successo è l'opportuna scelta del tratto ove praticare la breccia, scelta che può rispondere o al criterio tattico di investire il settore più debole del1'organizzazione difensiva nemica o al concetto strategico di puntare alle più redditizie direttrici di sfruttamento, indipendentemente dalla consistenza della difesa avversaria. Nel caso che si presentava (r) « Memorie », pagg. r38 - 139.
ro3 al comandante britannico, le difese più deboli dell'Asse erano nel settore meridionale dello schieramento, mentre la direttrice che poteva consentire più pasitivi e concreti risultati era data dalla rotabile costiera, nel settore settentrionale. Scrive (op. cit., pag. 44) il Gen. Alexander: « • . . la fronte nemica poteva essere paragonata ad una porta, imperniata ali'estremità settentrionale. Spingere il lato cedevole ( ossia quello sud) poteva farla girare all'indietro per un certo tratto prima di poter provocare un qualsiasi danno serio, ma un colpo fortunato alla cerniera avrebbe scardinato l'intero fronte spalancando la porta ». Se questa è la spiegazione - non sappiamo se derivante da una concezione effettivamente aprioristica o da una elaborazione a posteriori --, del Gen. Alexander per la scelta delle direzioni di attacco, il Gen. Montgomery, che rivendica fieramente a se stesso il concepimento del piano di battaglia, più semplicemente dichiara che l'impostazione data alla battaglia derivò dalla ricerca di qualcosa di nuovo: « Si noti che il mio piano si distaccava dalla tradizionale tattica del deserto, che prevedeva l'offensiva principale sul fianco meridionale, o interno, per poi sviluppare una manovra aggirante verso il mare. Considerai che, se il mio attacco principale si fosse sviluppato nel settore meridionale, dopo il forzamento delle linee ci sarebbe stata soltanto una direttrice da seguire, quella verso nord. Il fatto che un determinato sistema tattico fosse stato sempre adottato da tutti i comandanti del deserto, mi sembrava per ciò stesso una buona ragione per agire in modo diverso. Progettai di attaccare non dal mio fianco sinistro o dal mio fianco destro, ma un poco più a dritta del centro; dopo aver rotto lo schieramento avversario, avrei potuto dirigere le mie forze sulla diritta o sulla sinistra a seconda delle circostanze )1 , (« Memorie >J , pag. 142). In realtà, però, la direttrice di attacco principale scelta dal Gen. Montgomery fin dai primi giorni di settembre, e cioè subito dopo la battaglia di Alam el Halfa, non era al centro ma proprio a nord; a tale scelta egli si mantenne fedele anche quando modificò le modalità dell'azione. In una iniziale elaborazione del suo piano, egli aveva progettato di effettuare l'attacco principale a nord, con il XXX corpo d'armata, cui affidava il compito di realizzare due corridoi nelle difese italo - germaniche e nei campi di mine. Il X corpo sarebbe allora passato attraverso questi corridoi e avrebbe occupato un terreno importante a cavaliere delle vie di rifornimento del nemico; i carri dell'Asse, secondo il pensiero del comandante britannico, certamente non sarebbero rimasti inerti e si sarebbero
lanciati al contrattacco, andando così incontro a distruzione sicura. Quanto al XIII corpo d'armata, a sud, esso avrebbe avuto il compito di penetrare nelle posizioni nemiche e di operare con la i divisione corazzata allo scopo cli attirare i carri dell'A.C.I.T . in tale direzione, al fine di facilitare la penetrazione a nord del X corpo. L'azione nel settore meridionale si sarebbe dovuta svolgere con molta prudenza, sì da evitare gravi perdite e da conservare alla 1 divisione corazzata un livello di efficienza tale da consentirne l'impiego nelle operazioni di movimento che si sarebbero rese necessarie a seguito dello sfondamento. Questo piano era stato concepito dal comandante dell'8a armata britannica praticamente una ventina di giorni dopo la sua assunzione di comando. Ma, controllando l'addestramento delle proprie unità, il Gen. Montgomery si persuadeva che l'Armata non aveva raggiunto un grado di preparazione tale da assicurare la piena riuscita del suo piano di battaglia. « La maggior parte dei comandantj erano giunti alla ribalta per la loro capacità in battaglia e perchè non c'erano a disposizione clementi migliori; un buon numero rivestivano un grado superiore alle loro reali capacità e pochissimi avevano la dote di saper addestrare i reparti. Alla fine di settembre, nutrivo seri dubbi circa la possibilità che le truppe potessero portare a termine ciò che si richiedeva loro; il piano era semplice, ma era troppo ambizioso. Se non fossi stato più che attento, le Divisioni e le tmità avrebbero dovuto sostenere dei compiti che avrebbero potuto sfociare in un fallimento, a cagione dell'inadeguato grado di addestramento. L'B" armata aveva perduto circa 80.000 uomini dalla data della sua formazione e ben poco tempo era stato dedicato all'addestramento dei rincalzi » (1). A seguito delle perplessità che venivano facendosi strada nella sua mente, il Gen. Montgomery decise, al 6 di ottobre, di modificare il piano d'azione. « Il mio piano iniziale era stato basato sulla distr"zione delle forze corazzate di Rommel; ciò che sarebbe rimasto della sua A rmata, e cioè le unità non corazzate, sarebbe stato annientato con facilità. Questo principio concordava con la dottrina militare del momento, universalmente accettata. Decisi, invece, di rovesciare il procedimento, alterando in tal modo l'intera concezione circa il me(1) MONTGOMERY: « Memorie », pag. 143.
105 todo di combattere la battaglia. Il mio piano modificato era di respingere, o contenere, le forze corazzate nemiche, mentre avremmo intrapreso una sistematica distruzione delle Divisioni di fanteria, che tenevano il sistema difensivo. Queste Divisioni non corazzate sarebbero state distrutte per mezzo di un processo di « sgretolamento » , in quanto il nemico sarebbe stato attaccato dai fianchi e dalla retroguardia e tagliato fuori dalle sue fonti di rifornimento. Queste operazioni sarebbero state accuratamente organizzate da una serie di basi stabili e sarebbero rientrate nei limiti della capacità delle mie truppe. Mi guardavo bene dal pensare che le forze corazzate nemiche sarebbero rimaste inattive, mentre era in corso la distruzione graduale di tutte le forze non corazzate/ esse sarebbero state lanciate in massicci contrattacchi. Ciò avrebbe secondato i nostri piani, poichè il miglior modo di distruggere le forze corazzate nemiche era quello di costringerle ad attaccare le nostre forze corazzate, saldamente attestate in posizioni difensive. Il mio scopo era quello di tenere le mie forze corazzate oltre l'area in cui avrebbero avuto luogo le operazioni di sgretolamento. Avrei quindi sfruttato a nostro vantaggio i campi minati nemici, usandoli per impedire alle forze corazzate avversarie di interferire con le nostre operazioni; ciò si sarebbe potuto ottenere chiudendo gli accessi attraverso i campi minati con i nostri carri, e saremmo quindi stati in grado di insistere nel nostro piano, con ritmo incessante. Il successo di tutta l'operazione sarebbe dipeso, in massima parte, dalla possibilità che il XXX corpo d'armata riuscisse nella battaglia di rottura, aprendo i corridoi attraverso i quali sarebbero passate le Divisioni corazzate del X corpo d'armata » (I).
L'attuazione di questo disegno operativo, che ricevette il nome convenzionale di « Lightfoot », è così descritta (2) dal Generale Alexander ( schizzo 7, che ne presenta una interpretazione grafica): « L'attacco doveva essere effettuato dal XX,X corpo d'armata impiegando, da nord a sud, la 9 .. divisione australiana, la 51 .. Highland, la 2 .. neozelandese, la 1• sud-africana. Le prime due dovevano dirigersi verso ovest su una linea presso a poco parallela alla catena T ell el'Eisa e al disotto di essa per praticare il corridoio settentrionale e le (1) MoNTGOMERY: « Memorie », pagg. 143- 144.
(2) Op. cit., pagg. 44 - 45·
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ultime due dovevano attaccare in direzione sud-ovest per assicurarsi il possesso della catena di Miteiriya e aprire un corridoio meridionale attraverso le difese. La 4• divisione indiana, anch'essa sotto il comando del XXX corpo d'armata, doveva effettuare un'incursione diversiva lungo la catena del Ruweisat. Quando il XXX corpo d'armata avesse praticato questi due corridoi attraverso l'intera profondità delle difese nemiche, il X• corpo d'armata con - da nord a .sud - la 1 .. divisione e la 10• divisione corazzata, doveva passare attraverso i corridoi e prendere posizione su un terreno di propria .scelta all'estremità opposta dei corridoi stessi. Era abbastanza probabile che il nemico avrebbe contrattaccato immediatamente con i suoi mezzi corazzati al fine di chiudere la breccia. L'avesse o non l'avesse fatto, la fanteria del XXX corpo d'armata avrebbe proceduto immediatamente alla distruzione metodica della fanteria nemica dapprima tra i due corridoi e poi su ciascuno dei suoi fianchi, operando in direzione nord della catena di T ell el'Eisa e in direzione sud della catena di Miteiriya. Il X corpo d'armata at1rebbe impedito ai mezzi corazzati nemici di interferire con queste operazioni. Questa fase della battaglia avrebbe quasi certamente provocato una forte reazione da parte delle forze corazzate nemiche che difficilmente avrebhero potuto starsene ferme ad ossert1are la distruzione della propria fanteria. Ciò sarebbe stato a nostro vantaggio, poichè avremmo costretto il nemico ad attaccarci sul terreno che avevamo prescelto. « Simultaneamente ali'attacco principale, il X III corpo d'armata, con la 7• divisione corazzata, la 44'· divisione e la 50.. dit1i.sione al suo comando, dovet1a attaccare nel settore sud. Bisognava fare due attacchi, uno attorno al fianco meridionale con la ra brigata francese diretta contro Qaret El Himeimat, e l'altro a nord di Himeimat con la 44& dit1isione appoggiata dalla 7.. dit1isione corazzata. L'intenzione era, se possibile, di fare una breccia in quelle posizioni nemiche, attrat1erso le quali noi a(lremmo potuto sfruttare il successo; se l'operazione di Himeimat andat1a bene la IV brigata corazzata leggera avrebbe doppiato il fianco meridionale e sarebbe .stata lanciata in una puntata contro El Dab'à, per distruggere i magazzini di rifornimento che colà si trot1avano ed impadronirsi dei campi di atterraggio. Ma il t1alore principale che io mi aspettat10 dal!' operazione del XIII corpo d'armata era di distrarre l'attenzione nemica dal/'attacco t1itale del nord eI in particolare, di mantenere di fronte ad esso le due Dit1isioni corazzate che già si trovat1ano su
quel fianco. Allo scopo di assicurarci che il processo di contenimento e di frizione agisse in nostro fat1ore piuttosto che in fat1ore del nemico, t1enne deciso che la 7• dit1isione corazzata dot1esse essere mantenuta possibilmente intatta e non dot1esse andare incontro a perdite che l'avrebbero resa inefficiente. La IV brigata corazzata leggera non dot1et1a essere lanciata contro El Dab'à senza un ordine specifico ».
Il Comando britannico, persuaso che la stessa situazione strategica generale del momento avrebbe dovuto portare per logico processo deduttivo a far ritenere quanto mai probabile una propria iniziativa offensiva in Egitto, e convinto che i preparativi dell'8a armata non sarebbero in alcun modo sfuggiti ai servizi informativi del1'Asse, pervenne alla conclusione di non poter basare l'azione sull'elemento sorpresa e di doversi, quindi, limitare a perseguire la sorpresa stessa solo per quanto si riferiva alla data di inizio delle operazioni ed al punto di applicazione dello sforzo principale per lo sfondamento del fronte. Venne, perciò, elaborato ed attuato un preciso e minuto piano di inganno tendente a sottrarre all'osservazione e ad ogni indiscrezione qualsiasi indizio di addensamento di mezzi e di concentramento di reparti nel settore nord. Questo piano, messo in atto con larga dovizia di mezzi e di sistemi (numerosissimi materiali finti: pezzi di artiglieria, cassoni munizioni ed autocarri sostituiti nottetempo con materiali effettivi sì che al rilevamento fotografico aereo nessuna modifica era registrabile nella situazione delle retrovie; inizio di costruzione di un acquedotto diretto verso il sud, sì da ingannare circa la imminenza dell'attacco ed il settore di suo sviluppo; mascheramento curato nei più minuti particolari; organizzata diffusione di false notizie) conseguì in pieno il suo scopo solo per quanto si riferiva al settore d'attacco giacchè, circa l'inizio dell'offensiva, questa, oramai, era così radicata nelle previsioni che se ne era in costante e continua attesa da un momento all'altro. Fra il 19 ed il 20 ottobre il comandante dell'8• armata riuru tutti gli ufficiali superiori dei suoi tre Corpi d'armata e ad essi illustrò personalmente ed in ogni dettaglio il piano d'azione, inquadrato nella situazione, nelle finalità da raggiungere e nelle modalità esecutive. Un tale preciso inquadramento degli ufficiali rientrava
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negli intendimenti del Comandante quale condizione essenziale per ottenere da partè di tutti la più esatta e completa cooperazione alla riuscita dell'impresa.
SVILUPPO DELLE OPERAZIONI.
Da quanto sin qui riferito, si può desumere come il piano britannico per la battaglia di El Alamein prevedesse tre distinte fasi di sviluppo: - prima fase: ro~tura della .fronte, mediante azione di forza delle fanterie, ed apertura di corridoi nella sistemazione difensiva italo - tedesca; incanalamento, lungo tali corridoi, delle forze corazzate di seconda sclùera. e loro dislocazione su posizioni idonee, di propria scelta,: al di là dei campi minati; - seconda fase: metodica eliminazione (« demolizione >>) delle nostre unità di fanteria sclùerate sulla posizione difensiva, mediante una serie di combattimenti ravvicinati; logoramento delle forze corazzate dell'Asse qualora esse, in questa fase deJla lotta, fossero intervenute nel combattimento a sostegno delle fanterie; - terza fase: « eruzione» in campo aperto delle forze corazzate per battere ed annientare le similari italo - tedesche e creare, quindi, le condizioni necessarie per l'avanzata generale.
« AZIONE DI RqTIU:&A » (dalla sera del 23 al mattino del 25 ottobre) ( schizzo 8).
PRIMA FASE:
Alle ore 20.40 (1) del 23 ottobre ebbe inizio una violenta preparazione di artiglieria britannica effettuata da circa 1000 pezzi. Dopo circa 15' di azione, diretta essenzialmente contro le nostre artiglierie, si ebbe una pausa di 5 minuti, quindi il fuoco venne ripreso, · spostato, questa volta, sulle posizioni avanzate è sullo sclùeramento delle fanterie. Nello stesso istante, le Divisioni di r• schiera dei Corpi d'armata britannici XXX e XIII iniziarono l'attacco. (r) Nelle relazioni britanniche l'inizio della preparazione d'artiglieria è riferito alle ore 21.40. Ciò in quanto da parte britannica era stata adottata la cosiddetta ora legale, che metteva gli orologi un'ora avanti rispetto all'ora solare.
La 9.. divisione australiana e la 51• divisione « Highland » mossero, in direzione ovest, sul 24 fra T eli el'Eisa e Tel1 el Makh-khad, per aprire, nella zona minata ad esse antistante, il corridoio settentrionale; la 2• divisione neozelandese (con la IX brigata corazzata), coperta sul suo fianco sinistro dalla 1• divisione sudafricana, puntò in direzione ovest - sud-ovest per praticare il corridoio meridionale, in corrispondenza dell'altura di Miteiriya. Contemporaneamente, all'estremo limite nord del nostro schieramento, la XXVI brigata della 9• divisione australiana attaccava, fra Tel1 el'Eisa ed il mare, le posizioni tenute dai battaglioni I e III del 125° reggimento tedesco; nella parte sud del settore del XXX corpo d'armata britannico, la 4• divisione indiana investiva il nostro dispositivo difensivo della dorsale di El Ruweisat. I combattimenti si protrassero asperrimi per tutta la notte; gli elementi dei posti avanzati della Divisione « Trento » e della 164" divisione germanica, investiti in pieno dall'attacco, « si batterono fino all'ultima cartuccia, poi caddero sul campo o vennero fatti prigionieri » (1); anche alcuni capisaldi del 62° reggimento fanteria e< Trento » e dei battaglioni tedeschi I e III del 382° reggimento furono sommersi. All'alba solo il II battaglione dello stesso 382° reggimento si batteva ancora, benchè ridotto ad appena due centri di fuoco, con una forza totale di circa 40 uomini; ed il nemico poteva proseguire l'avanzata verso sud- est minacciando di avvolgere l'intero III battaglione del 61° reggimento fanteria « Trento». L'energica e pronta reazione di questo, il cui esemplare e valoroso comportamento in tale situazione gli valse l'onore di una citazione sul Bollettino di guerra, sostenuta dal valido e tempestivo intervento dei gruppi I e III del 46° artiglieria, riuscì a sventare la minaccia di aggiramento. Verso le ore 8,30 del mattino del 24 ottobre le Divisioni di 1• schiera britanniche avevano in alcuni punti superato la nostra linea di resistenza. Alle ore 2 della stessa notte le Divisioni corazzate 1• e 10• del X corpo d'armata britannico si erano mosse dalla loro zona di partenza e si erano portate a ridosso delle Divisioni di fanteria di 1• schiera del XXX corpo onde penetrare nei corridoi da queste praticati nei campi minati del sistema difensivo. Settore Nord: Azione britannica nella notte
(1) RoM~lEL, op. cit., pag. 258.
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Il loro movimento subì ritardi rispetto alle predisposte tabelle di marcia giacchè l'estensione delle zone minate risultò maggiore di quanto i Comandi britannici avessero previsto (1) e le Divisioni di r• schiera furono costrette ad impiegare maggior tempo per l'apertura dei corridoi transitabili (2). Inoltre: - la r• divisione corazzata, che seguiva la 51• « Highland », fu inchiodata nel suo movimento da « una forte posizione nemica >) , per cui << la U brigata corazzata alle prime luci del giorno era ancora nel campo minato >) (ALEXANDER, op. cit., pag. 50); --, la IX brigata corazzata (della 2 1 divisione neozelandese) e la 10• divisione corazzata, accolte da intenso fuoco delle artiglierie e dei pezzi controcarro della difesa, furono costrette ad arrestarsi sulla dorsale di Sanyet el Miteiriya, entro la zona dei campi minati, riuscendo ad attestarsi con alcuni reparti sulle pendici occidentali dell'altura solo alle ore 7.30. « Questo - scrive il Generale Alexander - fu un serio ritardo. Era indispensabile, volendo assicurare il successo del piano del Generale Montgomery, che il X corpo d'armata potesse sfociare dal corridoio al fine di conseguire la libertà di manovra che gli avrebbe permesso di .sfruttare la sua grande superiorità in mezzi corazzati» (op. cit., pag. 50). Secondo il piano del Generale Montgomery, le Divisioni corazzate avrebbero dovuto sfociare al di là dei campi minati al mattino del 24. Nel caso che i corridoi non fossero stati completamente aperti dalle Divisioni del XXX corpo, le Grandi Unità corazzate dovevano aprirsi esse stesse il varco, combattendo. Ma, nella mattinata, il Comandante dell'8• armata apprese non solo che le Divisioni corazzate non erano sboccate in terreno libero, ma che restavano praticamente nell'inazione in mezzo ai campi minati. (1) « In effetti - scrive il Generale Alexander vasto campo minato >> (op. cit., pag. 50).
l'intera zona era un
(2) I Britannici erano particolarmente attrezzati ed addestrati per la rimozione delle mine. L'apertura dei varchi veniva praticata a mezzo di carri cc Scorpion >> e con l'impiego di apposite squadre costituite da un gruppo di sminatori e da un gruppo di appoggio. Sotto la protezione di quest'ultimo, fornito di armi automatiche, il gruppo sminatori provvedeva alla localizzazione ddle mine mediante specifici rivelatori ed alla loro successiva rimozione previo disinnescamento. I corridoi aperti venivano poi delimitati con fettucce; i loro imbocchi indicati con tabelle e con segnali luminosi non visibili dalla parte dell'avversario.
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L'offensiva britannica era certamente prevista ed attesa; si trattava, però, di previsione basata su logiche supposizioni e su una valutazione complessiva dell'andamento della; guerra e, conseguentemente, di un'attesa del tutto generica che non valse ad evitare che l'attacco britannico, per quanto concerneva la sua violenza e la sua direzione, si manifestasse di sorpresa e che conseguisse, pertanto, il risultato di determinare incertezze e perplessità nel Comando del1'A.C.I.T., la cui reazione, intonata a criteri razionali e di organicità,. tardò a pronunziarsi fino al mattino del 24 ottobre. Difatti, solo alle ore 6.15, dopo un'intera notte di combattimenti affrontati dai singoli reparti nel quadro dei loro compiti di resistenza sul posto, il Comando dell' A.C.I.T. ordinava al XXI corpo d'armata ed al D.A.K. di ristabilire immediatamente la situazione, con l'impiego di forti aliquote delle Divisioni corazzate « Littorio » e 15• germanica, che dovevano « ricacciare il nemico oltre la posizione di resistenza », già intaccata, in più punti, dalle unità di 1• schiera britanniche. In base a tali disposizioni, che furono successivamente estese anche alle altre Unità in linea : -, un gruppo di intervento (forze della 15• divisione corazzata germanica, il IV battaglione carri ed il DLVI gruppo semovente della « Littorio >>) muoveva al contrattacco e riusciva ad eliminare alcune brecce create dal nemico entro la nostra posizione dì resistenza in corrispondenza delle sacche J e L, mentre le artiglierie di Armata e di Corpo d'·armata (XXI) intervenivano a più riprese contro concentramenti di automezzi e di fanteria nemici nella zona di Tel1 el'Eisa. I carri rimasero sulla linea raggiunta sino a quando venne riorganizzata, sia pure embrionalmente, una nuova linea difensiva con fanteria tedesca, in sostituzione delle ormai esigue e sparute forze dei battaglioni I e III del 62° fanteria; ~ il Comando della Divisione « Trento» alle ore 8,12 disponeva, in esecuzione degli ordini ricevuti dal Comando del XXf corpo d'armata, l'avviamento in linea del battaglione di 2° scaglione, II del 61° fanteria, per riconquistare le posizioni già tenute e perdute dal II/62°, duramente provato. Ma detto battaglione, del tutto privo di mezzi di trasporto idonei al combattimento ravvicinato, fu costretto ad effettuare un movimento a piedi che risultò
La reazione italo - tedesca. Primi provvedimenti del Comando dell'A.C.I.T. per fronteggiare la situazione
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lentissimo e laboriosissimo perchè soggetto ad un violento fuoco nemico che gli procurò gravi perdite. Dopo un'ora di faticosa marcia, il battaglione si trovò nella materiale impossibilità di proseguire il suo spostamento e, perciò, fu richiamato sulla sua posizione 9i partenza, chè ogni ulteriore tentativo di avanzata sarebbe stato oltremodo oneroso; __,. il Comando del XXI corpo d'armata alle ore 9,20 impartiva l'ordine al comando del 7° reggimento bersaglieri di tener pronto su autocarri l'XI battaglione, in 2° scaglione sulla costa, per effettuare la saldatura; s::ompromessa dallo sgretolamento del I / 62° fanteria, tra i reggimenti germanici 125° (a nord) e 382°; ma l'iniziativa presa dalla 15a divisione corazzata tedesca di ricostituire direttamente e con propri mezzi la linea rese superfluo l'impiego di detto battaglione che rimase nella sua dislocazione.
Prosecuzione degli attacchi nemici (pomeriggio del 24 e notte sul 2;) e sbocco di forze corazzate poco oltre i campi minati
Il Generale Montgomery, considerato come per effetto della riuscita sorpresa tattica i primi risultati conseguiti fossero complessivamente assai favorevoli, ritenne essenziale perdurare nello sforzo ed ordinò _al X e XXX corpo d'armata di « spazzare il corridoio senza ritardo » (ALEXANDER, op. cit., pag. 50) per consentire alla_massa corazzata di portarsi al più presto oltre la fascia dei campi minati (1). Giudicando, poi, che le Divisioni corazzate del X corpo non si erano impegnate, fino a quel momento, con tutto il loro slancio offensivo, convocò a sè il Generale Lumsden, comandante del Corpo (r) Ro~!MEL (op. cit., pag. 267), così descrive le modalità di attacco dei Britannici: cc Dietro una muraglia di fuoco e cortine di nebbia artificiale, la fanteria attaccante avanzava per rimuovere le mine ed eliminare ostacoli. Nei punti sfavorevoli la direzione dell'attacco veniva spesso cambiata sotto la protezione della nebbia. Quando la fanteria aveva aperto i passaggi fra le mine, attaccavano i carri armati pesanti e, a brevissima distanza, la fanteria. Questa manovra veniva eseguita con particolare abilità durante la notte. Il più intenso addestramento delle truppe doveva avere preceduto questa offensiva. << Nella battaglia manovrata i carri armati britannici forniti di cannoni a lunga portata si avvicinavano fino ad una distanza variabile dai 1800 ai 2500 metri, poi demolivano col fuoco concentrato i nostri carri armati, i pezzi anti•
d'armata, e gli ordinò di eccitare e sospingere i dipendenti comandanti di Divisione, minacciando la loro immediata sostituzione con capi più energici (MONTGOMERY: « Memorie », pag. 155). L'attacco venne ripreso alle ore 15 del 24 dalla 51• divisione e dalla ra divisione corazzata nella zona del corridoio settentrionale. Si combattè accanitamente durante tutto il pomeriggio. I residui reparti del 382° reggimento fanteria tedesco e talune formazioni della 15• divisione corazzata germanica, che avevano ricostituito la linea difensiva, dopo tenace resistenza furono costretti a ripiegare sotto la pressione della nuova ondata d'urto. In particolare, la II brigata corazzata britannica, appartenente alla Ia divisione corazzata, alle ore 18 riuscì a superare in alcuni tratti il secondo ordine di campi minati ed occupare posizioni ad occidente di essi. Nello stesso tempo, la Divisione sudafricana conquistava, nel corridoio meridionale, alcuni capisaldi sulla dorsale di Sanyet el Miteiriya. Verso le ore 22 anche la 10• divisione corazzata rinnovò l'attacco lungo l'asse del suo corridoio, ma incontrò tenace ed accanita resistenza da parte del 433° reggimento tedesco e del III battaglione del 61° reggimento fanteria della nostra Divisione « Trento » che già, durante la notte precedente, era riuscito con brillante azione a sottrarsi all'aggiramento che lo minacciava in seguito alla caduta dei capisaldi del II battaglione del 382° reggimento tedesco. All'alba del 25, però, una colonna di carri britannici piombò sui rovesci del battaglione (III/61°) sopraffacendone la compagnia arretrata ed alcuni centri di fuoco della compagnia di sinistra. Ma questo difficile momento di crisi fu abilmente superato grazie alla energica azione di repressione tempestivamente effettuata da due gruppi di artiglieria (I e III/ 46°) ed all'intervento del già provato battaglione II/61°, di 2° scaglione, inviato in rinforzo al Ill/61°. Alle 2,30 della notte sul 25 il Comando del X corpo britannico rendeva noto al Comando dell'8a armata che la spinta della ro• divisione corazzata nel corridoio sud non riusciva a progredire perchè ostacolata dai campi di mine e dalla resistenza attiva degli Italo Tedeschi e riferiva che il comandante della Divisione aveva dichiacarro e contraerei, mentre i nostri proiettili non avevano a quella distanza forza perforante. Le quantità enormi di munizioni necessarie ai Britannici per questo procedimento ( talvolta sparavano oltre 30 colpi su un solo bersaglio) venivano portate loro senza interruzione da speciali automezzi corazzati. Il fuoco dell'artiglieria britannica era diretto da osservatori che seguivano l'attacco a bordo di carri armati».
8. - Al.
rato come, anche se le sue forze fossero sboccate dal corridoio, egli si sarebbe trovato in difficile situazione sui contrafforti cli Miteiriya, giacchè la sua Divisione era poco addestrata e non adatta ad operazioni cosi difficili, onde egli desiderava restare sulle posizioni raggiunte. Il comandante del X corpo sembrava condividere la tesi del suo divisionario, talchè il Generale Montgomery lo convocò presso di sè insieme con il comandante del XXX corpo ed ancora una volta invitò ad una più energica condotta della fase della lotta, confermando i suoi ordini e ricorrendo alla minaccia di immediata sostituzione dei comandanti che non si fossero sentiti o dimostrati in grado di assolvere i compiti ad essi affidati. Alle ore 8 del giorno 25 la brigata di testa della rn• divisione corazzata e la IX brigata corazzata ( 2 • divisione neozelandese), proseguendo l'azione di penetrazione attraverso la zona dei campi minati, riuscivano a completare quasi del tutto l'apertura del corridoio ad esse assegnato e a sboccare sugli immediati rovesci della nostra linea di resistenza, allineandosi, alla loro destra, con la II brigata della 1• divisione corazzata. Veniva, così, raggiunto, ventiquattro ore più tardi, l'obiettivo che, secondo gli intendimenti operativi britannici, doveva essere conseguito il mattino del giorno 24 ottobre. Mentre si svolgevano tali avvenimenti, fu effettuata un'incursione di mezzi navali britannici, i quali, simulando uno sbarco nei pressi di Ras Abu Hashafa (est di Marsa Matruh), dovevano, secondo le intenzioni del nemico, vincolare la 90• divisione germanica nella zona costiera. Avvistata ed attaccata da nostri aerei, la formazione navale invertiva la rotta portandosi al largo, dopo aver perduto una motolancia che, colpita, esplodeva.
Settore Sud: Tentativi britannici cli sboccare oltre i campi minati e tenace opposizione della Divisione « Folgore»
A sud del XXX corpo d'armata britannico, il XIII corpo sfe.çrò l'attacco contro l'ala meridionale del nostro schieramento difensivo con le due Divisioni 7' corazzata e 44" di fanteria. Queste avevano il compito di aprire due varchi in corrispondenza del settore Deir el Munassib - Qaret el Himeimat. Il loro attacco si svolse sotto la protezione di azioni cli artiglieria di violenza e proporzioni inusitate che si protrassero pressochè ininterrottamente per tutta la notte sul 24 ed investirono in pieno l'intero
rr5 fronte presidiato dalla nostra Divisione « Folgore ». La 1 divisione britannica riuscì a forzare gli sbarramenti minati più avanzati della difesa ed a penetrare nella zona di sicurezza in corrispondenza di quota ro3. L'avanzata, attraverso questa breccia, della XXII brigata corazzata fu tenacemente contrastata dall'azione di fuoco delle nostre artiglierie e dalla violenta reazione dei posti avanzati del « Raggruppamento Ruspoli » (battaglioni VII del 186° reggimento « Folgore >> e VIII guastatori), che opposero accanita resistenza durata tutta la notte sino a quando, all'alba, non furono del tutto sommersi. La penetrazione della 1 divisione corazzata britannica progredì fino a raggiungere la quota trigonometrica u5; ma ogni ulteriore tentativo di praticare un varco nel secondo ordine dei campi minati fallì per la tenace e valorosa resistenza dei battaglioni del (< Raggruppamento Ruspoli >> i cui uomini « quando si trovarono privi di munizioni, balzarono dalle loro bm.he ed assalirono i carri armati con le bombe a mano >> per partecipare al contrattacco sferrato da reparti della 21 .. divisione corazzata tedesca appoggiati dal V gruppo artiglieria semovente della Divisione «Ariete». Questa reazione di movimento determinò la sospensione dell'attacco nemico che non fu ripreso se non nella notte successiva; le formazioni avversarie furono sottoposte, per l'intera giornata, all'azione di fuoco costante deUa nostra artiglieria (1). Nella stessa notte sul 24, contemporaneamente all'azione svolta dalla 1 divisione corazzata britannica, una colonna nemica, costituita da un battaglione del « Queen's Royal Regiment >> e da un battaglione della I brigata « Francia Libera >>, raggiungeva, con ampio movimento aggirante per il sud, la scarpata meridionale di Qaret el Himeimat - N agh Rala. Queste posizioni erano tatticamente assai delicate ed importanti, giacchè costituivano l'estremo appoggio d'ala (1) I gruppi organici del 185° reggimento artiglieria «Folgore» avevano l'armamento proprio delle unità par'acadutisti e, pertanto, disponevano solo di materiale da 47/ 32. Perciò la Divisione aveva ricevuto in rinforzo: I gr. da 75/27 del r 0 reggimento artiglieria celere della Divisione (<Brescia»; 1 gr. da 100/r7 della Divisione «Trieste»; 1 gr. da 88/55 della Divisione « Ariete»; 1 gr. da 90/53 della Divisione «Ariete»; r gr. misto germanico. Inoltre, concorsero alla battaglia, oltre all'artiglieria di Corpo d'armata, gruppi II e IV del 26° reggimento artiglieria della Divisione «Pavia>).
u6 meridionale di tutto lo schieramento difensivo; il loro scardinamento avrebbe consentito all'avversario di investire direttamente lo schieramento delle artiglierie sui rovesci della Divisione « Folgore » e di aggirare ad ampio o a piccolo raggio le posizioni difensive frontalmente attaccate dalle altre unità del XIII corpo d'armata. Raggiunto il pianoro immediatamente a sud di Nagh Rala, la colonna sferrò l'attacco cui oppose accanita resistenza il V battaglione del 186° reggimento «Folgore>> che fu costretto, nel corso della notte, a cedere qualcuna delle sue posizioni. All'alba, però, un impetuoso ed energico contrattacco sferrato dal battaglione stesso, con la partecipazione anche di reparti del II battaglione del 27° reggimento fanteria « Pavia >> schierati nei pressi della selletta di Nagh Rala, cui si aggiunse pure un plotone della compagnia artieri della Divisione « Folgore», riuscì a ristabilire le posizioni ed a riconquistare tutti i punti perduti nel corso della notte. Per tutta la giornata del 24 il nemico non effettuò altre azioni di qualche rilievo. A sera, un nostro contrattacco, sferrato in corrispondenza dello schieramento del « Raggruppamento Ruspali » con deboli forze (2 compagnie del II battaglione del 28° reggimento fanteria <(Pavia» (1) appoggiate da 12 carri armati tedeschi), non conseguì i risultati sperati e si concluse con gravi perdite (2); comunque, si riuscì a ristabilire una linea continua, sia pure esile, fra i due reggimenti della <<Folgore» (186° e 187°) che correvano il rischio di perdere il collegamento tattico. Nella notte sul 25, dopo una violenta preparazione d'artiglieria, il nemico riprese l'attacco sospeso nella mattinata. (r) Nell'imminenza della battaglia e durante il suo svolgimento la Divisione << Pavia » cedette in rinforzo alla <<Folgore >> circa i due terzi delle proprie forze. Vennero, gradualmente, a schierarsi nel settore della << Folgore » e passarono alle sue dipendenze: il 28° reggimento fanteria al completo; due compagnie del II battaglione del 27° reggimento fanteria (dislocate nella selletta di Nagh Raia con il V/ 186° reggimento << Folgore ») ed il 26° reggimento artiglieria meno il III gruppo. Questo afflusso di forze della Divisione « Pavia » nel settore della « Folgore » conseguiva a disposizioni del Comando X corpo d'armata in relazione all'importanza assunta, nel corso della battaglia, dall'ala meridionale del nostro schieramento. (2) In quest'azione cadde eroicamente il tenente colonnello Principe Marescotti Ruspoli di Poggio Suasa, comandante del Raggruppamento. Alla sua memoria fu conferita la medaglia d'oro al V. M.
117 L 'azione fu condotta, questa volta, dalla 44a divisione di fanteria, la cui CXXXI brigata riuscì ad intaccare la linea di resistenza in corrispondenza del VII battaglione del 186° reggimento << Folgore » ed a costituire una piccola testa di ponte sugli immediati suoi rovesci. La XXII brigata corazzata della 1 divisione britannica tentò allora di penetrare nella breccia aperta, ma ne fu decisamente ostacolata dal fuoco della difesa ed il suo movimento non riuscì a progredire. Questo risultato fu « conseguenza sgradevole» - afferma il Generale Alexander - della mancata occupazione, nella notte precedente, delle posizioni di Qaret el Himeimat, dalle quali l'artiglieria della difesa poteva effettuare micidiali << tiri d'infilata » sulle due brigate inglesi. In tali condizioni ed in armonia anche alla iniziale determinazione di non logorare la 1 divisione corazzata e di tenerla in efficienza per successivi impieghi, il Comando britannico autorizzò il XIII corpo d'armata a sospendere l'azione, e le due brigate ripiegarono; paichè « era chiaro che qualsiasi ulteriore tentativo per forzare un passaggio attraverso il (secondo) campo minato avrebbe avuto come risultato gravi perdite che non potevano essere accettate » (ALEXANDER, op. cit., pag. 52).
In definitiva, al mattino del 25 ottobre la fase di rottura della fascia dei campi minati nel settore Nord si poteva considerare conclusa, ma l'obiettivo di primo tempo, assegnato alle forze corazzate, era stato conseguito, con la conquista dell'altura di Miteiriya, solo parzialmente, essendo falliti gli attacchi per l'occupazione del costone di Kidney. Nel settore Sud il XIII corpo d'armata, se aveva << fallito nella sua missione secondaria » quella cioè di creare dei varchi -, era riuscito, tuttavia, a mantenere nell'incertezza il Comando dell'A.C.I.T. (1) il quale, nel dubbio che un attacco in forze ( 1) Tale situazione di incertezza fu aggravata dalla contemporanea crisi di comando in cui venne a ,trovarsi l'A.C.I.T. per effetto della improvvisa morte del Generale Stumme, avvenuta nel corso di una sua ricognizione lungo il fronte, la sera del 24 ottobre. Al Comando si apprese la fine del Generale Stumme solo nella mattinata del giorno 25, allorchè ne fu rintracciata la salma. Assunse il comando interinai.e dell'A.C.I.T. il Gen. von Thoma, comandante del D.A.K., in attesa del ritorno in Africa di Rommel disposto subito da Hitler alle prime notizie dell'inizio della battaglia. ln crisi di comando si trovavano anche alcune Grandi Unità dell'Armata: il Generale Navarini, comandante del XXI corpo d'armata, rientrato in Italia
rr8 potesse essere ancora sferrato in quel settore, vi trattenne le Divisioni corazzate «Ariete» e 21a germanica, ivi dislocate. In particolare, la situazione si presentava come segue ( schizzo 9): - a nord, il XXX corpo d'armata britannico aveva spazzato gran parte della fascia dei campi minati per un'estensione di circa Io chilometri, formando un'ampia sacca ad occidente di essa tra q. 28 - Kidney - El Wishka (Palm); tre brigate corazzate si erano attestate sugli immediati rovesci della nostra linea di resistenza, in corrispondenza dei corridoi prestabiliti. Reparti di fanteria delle Divisioni « Trento » e 164• e della 15a corazzata mantenevano uno stretto contatto con gli elementi avanzati nemici, mentre gruppi corazzati misti italo - tedeschi (Divisioni « Littorio» e 15• germanica) si trovavano su posizioni arretrate, pronti ad intervenire nel combattimento; ----,, a sud, unità del XIII corpo d'armata britannico erano state validamente contrastate nella loro avanzata dalla tenace opposizione della Divisione « Folgore » e successivamente arrestate davanti alla linea di resistenza, dove « non ,, erano riuscite a « fare una breccia », grazie anche all'intervento di una formazione mobile italo - tedesca; __,, al centro, in corrispondenza dei settori tenuti dalla Divisione «Bologna », dalla Brigata Ramcke e dalla Divisione « Brescia», lo schieramento era rimasto pressochè inalterato.
SECONDA FASE: «DEMOLIZIONE,, (25 - 30 ottobre). Pervenuto alla costituzione, entro la mattinata del 25 ottobre, di una buona testa di ponte nel settore settentrionale della sistemazione difensiva italo - tedesca, il Comando britannico passava all'ulteriore prosecuzione del suo piano tendente a : per avvicendamento, non era stato ancora sostituito e il XXJ corpo d'armata era perciò comandato interinalmente dal Generale Gloria, che aveva ceduto il comando della Divisione « Bologna » al proprio vice-<:omandante Generale Aldo Reggiani; il Generale Navarini tornò in Africa e riassunse il comando del XXI corpo d'armata alle ore 12 del 26 ottobre. Il Generale Ferrari-Orsi, comandante del X corpo, era deceduto pochi giorni prima della battaglia, ed il X corpo era comandato interinalmente dal Generale Frattini, che aveva, perciò, temporaneamente lasciato il comando della Divisione << Folgore ». Il 26 ottobre, alle 12, giunse, ad assumere il comando del X corpo, il Generale Nebbia.
-,. sgretolare progressivamente le nostre difese statiche nel settore Nord; - esercitare, in quello meridionale, una pressione tanto forte da convalidare nel Comando dell'A.C.I.T. il convincimento che da quella parte si dovesse sviluppare l'azione principale ed a fondo, sl da vincolare in tale settore le due Divisioni corazzate « Ariete » e 2 1• tedesca. Però « la feroce resistenza incontrata dai Neozelandesi» nella notte precedente indusse il Generale Montgomery a spostare verso il mare l'azione principale di cc demolizione », al fine di sorprendere la difesa mediante una deviazione dell'asse di gravitazione dell'attacco e di occupare talune posizioni che « disturbavano » gli Australiani. Contemporaneamente, la 1a divisione corazzata avrebbe dovuto approfondire la breccia nel corridoio settentrionale e lanciare, qualora se ne fosse presentata la possibilità, la II brigata corazzata su Sidi Abd el Rahman, alle spalle del nostro schieramento difensivo.
OPERAZIONI DAL POMERIGGIO DEL 25 ALi:.,A SERA DEL 28 OITOBRE.
Settore Nord: Contrattacco italo-tedesco. Azione britannica di « demolizione » nella
A mezzogiorno del 25 ottobre un forte attacco britannico si pronunziò nell'ampia sacca creata sino a quel momento nel nostro dispositivo, in corrispondenza del comparzona costiera timento minato designato con la lettera J ( schizzo 9). A questa ulteriore spallata di rottura, si oppose l'immediata reazione italo-tedesca: i battaglioni carri II/8° tedesco e LI (quest'ultimo era affluito dal « Raum >> settentrionale a quello centrale) e IV della « Littorio » mossero al contrattacco, impegnando violentemente le forze nemiche e costringendole, verso le ore 15, a ripiegare senza che fossero riuscite ad approfondire la loro breccia. Perdite gravi da entrambe le parti. L'azione si spostò verso il mare, dove si registrò, nella notte tra il 25 ed il 26 ottobre, un attacco sferrato dalla 9• divisione australiana. Quest'azione si risolse con esito favorevole per l'attaccante che riuscì ad estendere il saliente per circa 2 chilometri verso nord e ad occupare la q. 28.
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La Ia divisione corazzata britannica, invece, non potè progredire verso ovest perchè i reparti italo - tedeschi avevano provveduto a sbarrare lo sbocco occidentale del corridoio aperto nel campo minato dagli Inglesi, poco a sud del costone di Kidney, con una robusta cortina difensiva contro la quale si infransero i tentativi britannici di approfondire la loro penetrazione e di sfociare oltre la zona minata. Per sottrarre al possesso del nemico l'importante posizione di q. 28, che dominava tutto il terreno circostante, alle prime ore del 26 ottobre il Comando del XXI corpo d'armata ordinò un contrattacco che fu effettuato dall'XI battaglione bersaglieri. Questo mosse dalla zona costiera, dove era dislocato, e, dopo una marcia lenta e difficile, eseguita sotto l'azione incessante dell'artiglieria nemica, si attestò nel pomeriggio nelle prossimità della quota. Quivi il battaglione iniziò l'attacco con il concorso di reparti della 15" divisione corazzata germanica e della « Littorio » appoggiati dal fuoco concentrato di tutte le artiglierie schierate nella zona in condizioni di intervenire. Il nemico oppose una strenua resistenza e gli attaccanti riuscirono solo dopo aspri combattimenti a guadagnare i margini occidentale ed orientale della quota, la cui sommità rimase peraltro nelle mani del difensore. Il battaglione si organizzò a difesa insieme con una compagnia tedesca, dopo aver liberato alcuni artiglieri precedentemente circondati dal nemico.
Settore Sud: Rinuncia del nemico a proseguire l'azione
Verso le ore 14 del 25 ottobre, una colonna di una quarantina di carri (IV brigata corazzata leggera della 1 divisione corazzata britannica) e due battaglioni di fanteria attaccavano il caposaldo della r2a compagnia del IV /187° reggimento « Folgore». Dopo lotta violentissima, che condusse a fasi di corpo a corpo, il nemico veniva respinto con perdite particolarmente sanguinose, lasciando sul terreno 22 carri armati immobilizzati. Nella notte sul 26 l'avversario compiva l'ultimo tentativo di rompere la fronte della «Folgore ». Avendo constatato la saldezza della nostra resistenza decise di far massa contro il saliente di Deir el Munassib, allo scopo di impadronirsene e di irrompere quindi lungo un allineamento vallivo (Deir el Munassib - Deir Alinda), che
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da quelle posizioni si diparte. Dopo la consueta mass1cc1a preparazione di artiglieria e di nebbiogeni, al sorgere della luna (ore 22) la LXIX brigata di fanteria (50• divisione) e reparti delle Brigate « Francia Libera » mossero su tre colonne all'attacco contro le pasizioni del IV /187° reggimento. Una colonna, composta di 2 battaglioni « Green Howards » (1) e di una compagnia autoblindo riprendeva il fallito attacco del pomeriggio contro il capasaldo della 12• compagnia; un'altra colonna, formata di elementi d'assalto degaullisti, impegnava la 10• compagnia; una terza colonna, costituita dai battaglioni del reggimento « Royal West Kent i> (2) e dal battaglione carri 4/8 Hussars (3), investiva da ogni lato il caposaldo presidiato dall'n• compagnia. Contemparaneamente venivano impegnate da altre unità le pasizioni del II battaglione. Alle ore 23 l'intero fronte del 187° rgt. era così premuto da ogni parte. I due gruppi di artiglieria a disposizione del reggimento (III del 1° artiglieria celere della Divisione « Brescia » e I del 21° della Divisione « Trieste») effettuavano azione di sbarramento a ritmo accelerato nei rispettivi settori di azione. Aliquote del IX battaglione, in 2° scaglione, venivano spostate nella notte per rafforzare le ali dello schieramento, particolarmente minacciate. Verso le ore una gli attacchi diretti contro le posizioni della 10• e 12" compagnia potevano considerarsi stroncati. Le colonne avversarie, in seguito alle gravi perdite subite, desistevano da ogni tentativo di progresso e si accontentavano di mantenere impegnata la difesa. Grave si manifestava invece la situazione dell'n" compagnia. La fronte di tale reparto, come quella di tutta la Divisione « Folgore», correva sulle pasizioni tolte ai Britannici nell'offensiva italo tedesca di fine agosto (Alam el Halfa) e si appoggiava a campi minati attraverso i quali l'avversario aveva in precedenza praticato dei varchi segreti costituiti di tratti di mine non innescate. Accadde così che la difesa, convinta di essere protetta dovunque da una fa. scia continua di campi minati, si vide improvvisamente raggiunta dalle colonne attaccanti nemiche, che avevano utilizzato indisturbate i varchi esistenti, solo ad esse noti. (1) Appartenenti alla LXIX brigata di fanteria della 50" divisione.
(2) Appartenenti alla CXXXII brigata di fanteria della 44" divisione.
(3) Appartenente alla IV brigata corazzata leggera della i divisione corazzata.
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I vari centri di fuoco della compagnia, attaccati su ogni lato e premuti da presso dai carri armati, si difesero disperatamente. La lotta durò violentissima per un paio di ore; poi, uno alla volta, i _pezzi controcarro esaurirono le munizioni e, non potendo esserne riforniti perchè rimasti isolati, furono costretti al silenzio. Le armi automatiche venivano soverchiate dai carri. Alle ore 4 solo un paio di centri di fuoco resistevano ancora; la quasi totalità degli uomini della compagnia era caduta sulle postazioni (1). Alle prime luci del 26 ottobre, il comandante il IV battaglione riuniva i superstiti e alcuni ridotti elementi di rincalzo, con i quali imbastiva una linea di difesa più arretrata che si opponeva con tanta validità all'ulteriore tentativo di irruzione del nemico da indurlo a sospendere definitivamente l'azione. Il Generale Alexander, al riguardo, scrisse: « si trovò che il nemico era in forze e bene appostato, pertanto non si insistette nell'attacco » (op. cit., pag. 54).
Ritorno del Maresciallo Rommel. Sue prime disposizioni (pomeriggio del 26 ottobre) per fronteggiare
In seguito alla notizia dell'offensiva britannica ad El Alamein, il Maresciallo Rommel interruppe subito il suo soggiorno in Europa e rientrò al suo Comando dell'A.C.I.T. la sera del 25 ottobre. la situazione La situazione gli apparve subito preoccupante, sia per il rapporto delle forze contrapposte, nettamente favorevole al nemico, sia per i successi già da esso conseguiti sino a quel momento, sia, infine e soprattutto, per la situazione dei carburanti (2) che imponeva limitazioni all'impiego reattivo delle truppe mobili. Grave si presentava pure la situazione (r) In quest'azione cadeva eroicamente, guidando un ultimo disperato tentativo di contrassalto, il comandante della compagnia capitano Ruspoli, fratello del tenente colonnello, comandante il Raggruppamento omonimo, caduto sul campo il giorno precedente. Alla sua memoria fu conferita la medaglia d'oro al V. M. (2) La situazione, abitualmente grave (pagg. 22, 68 e seguenti) subì un ulteriore peggioramento per l'affondamento, avvenuto il 26 ottobre, della nave cisterna « Proserpina n di 4.869 tonnellate. In proposito, così scrive il Maresciallo Rommel (op. cit., pag. zl½): « lA
..situazione dei rifornimenti si avvicinava a una catastrofe. lA nave cisterna « Proserpina ", il cui arrivo avrebbe portato un miglioramento, era stata bomlJardata ed affondata davanti a Tobruk. Fra Bengasi e il fronte c'era ancora
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delle munizioni la cui disponibilità, se la lotta si fosse a lungo prolungata, si sarebbe sempre più ridotta per il limitato ed inadeguato afflusso dei rifornimenti dall'Europa. In seguito agli attacchi e contrattacchi dei giorni precedenti, i nostri comandi si erano formati un'idea ben chiara della situazione e degli intendimenti dei Britannici. « Lo schieramento delle forze nemiche - si legge nel diario storico del 26 ottobre di Delease gravita nel settore Nord dove, in giornata, sembra siano affluiti nuovi elementi; appare ormai chiaro che il nemico farà lo sforzo principale in questo settore che presenta, ai fini operativi, il vantaggio delle comunicazioni stradali e ferro viarie atte ad alimentare l'azione in profondità ». Sulla base di tale valutazione ed in considerazione che il nostro schieramento iniziale non rispondeva più alla nuova situazione creatasi, il Comando dell'A.C.I.T. emanava talune disposizioni tendenti a raccogliere un forte raggruppamento di forze nel settore Nord. Ordinava, pertanto ( schizzo 10): a) l'affluenza nella zona di Sidi Abd el Rahman: - del Raggruppamento Kasta (1), ritirato dall'estremità meridionale del fronte di schieramento; - del 580° reparto esplorante ( 1 ), trasferito dalla zona di Marsa Matruh; - di un reggimento della 90& divisione leggera, spostato dalla zona di El Dab'a; b) il trasferimento del IX battaglione carri e del VI gruppo semoventi della Divisione « Ariete » dal settore Sud a quello Nord; c) lo spostamento del 3° reparto esplorante (2) da Siwa a Marsa Matruh.
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carburante per i viaggi di rifornimento di 2 o 3 giorni. Con queste scorte dovevano muoversi anche le unità motorizzate ». A sua volta, Cavallero annota nel suo Diario (op. cit. pag. 355): - 26 ottobre (nell'apprendere la notizia dell'affondamento): « Adesso il problema è vedere quello che si fa per rimediare >). - 27 ottobre: << Illustro (al Duce) la situazione sullo scacchiere medite"aneo. Da Lecce e da Tatoi si porta carburante per via aerea. Urge rifornire benzina per l'Armata corazzata. Gli prospetto l'assillo e le difficoltà. li Duce ne conviene e mi dice che questo problema gli rode il fegato da mattina a sera ». . (r) Faceva parte delle truppe tedesche d'Armata. (2) Apparteneva organicamente alla 21• divisione corazzata tedesca.
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In attesa dell'affluenza di Grandi Unità organiche nel settore Nord, i reparti, di cui alle lettere a) e b) dovevano costituire il primo nucleo della riserva di Armata. Oltre a tali predisposti movimenti iniziati il 26 ottobre, nella giornata del 27 vennero effettuati i seguenti altri spostamenti: ~ la 21• divisione corazzata germanica si portava dal settore meridionale alla zona a sud - ovest di El Wishka (Palm); - la 90• divisione leggera germanica abbandonava il settore costiero ed andava a dislocarsi nella zona a sud - est di Sidi Abd el Rahman; - la Divisione « Trieste», che aveva già iniziato il movimento verso est (1), si trasferiva nella zona ad occidente di Sidi Abd eI Rahman, nel tratto compreso fra la Moschea omonima e il km 165 della rotabile costiera. Allo scopo di dare organicità alla difesa, in relazione anche ai possibili e già delineati intendimenti del nemico, che portavano ad individuare lo sviluppo dell'attacco a fondo nel settore settentrionale, il Comando dell'A.C.I.T. affidava la responsabilità di tutto il settore Sud al Comando del XX corpo d'armata, creando in tal modo un unico organo operativo. Passavano pertanto alle dipendenze di tale Comando, oltre alla Divisione « Ariete », le truppe del X corpo d'armata, la Brigata Ramcke ed alcune batterie tedesche dislocate nel settore. Veniva disposto, inoltre, che il III gruppo autoblindo (< Nizza Cavalleria» (2), in quel momento dislocato ad El Dab'a, fosse schierato all'estremo sud del fronte, e precisamente sulle posizioni di Naqb el Khadim (3), al posto del raggruppamento Kasta trasferito a nord. Con lo stesso ordine il Comando del settore Nord passava a disposizione del Comando del D.A.K., che veniva ad avere alle sue (1) In seguito ad ordine dell'Armata, il 65° reggimento fanteria ed il III gruppo del 21° artiglieria effettuavano, nella notte tra il 26 ed il 27, lo spostamento dalla zona di Abu Haggag a quella a sud di El Dab'a, avvicinandosi al fronte di circa una sessantina di chilometri. (2) Con il gruppo « Nizza Cavalleria» (Divisione «Ariete»), che precedentemente si trovava a Siwa, e con !'VIII battaglione bersaglieri « Trieste», che ad esso si univa, proveniente da Marsa Matruh, si costituiva il « Gruppo squadroni Nizza», alle dipendenze del Comando XX corpo d'armata. In complesso, il gruppo veniva ad avere la seguente forza: 14 autoblindo « Nizza >J, 10 autoblindo dell'VIII battaglione bersaglieri e 9 cacciacarri. (3) Quest'ultimo movimento fu eseguito nella notte sul 30 ottobre.
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dipendenze: il XXI corpo d'armata (Divisioni «Trento», « Bologna>>, 164~ germanica), le Divisioni «Littorio» e «Trieste», oltre alle Divisioni corazzate tedesche 15a e 21a. La 90• divisione leggera germanica rimaneva in riserva d'Armata e pertanto vennero restituiti alla Divisione « Ariete » i reparti già inviati nel settore Nord. Da queste disposizioni, emanate nei giorni 26 .e 27 ottobre, si può dedurre che il Maresciallo Rommel intendeva: a) effettuare il concentramento delle forze corazzate e della riserva mobile nel settore Nord in aderenza alla situazione che lasciava trasparire l'intendimento del nemico di continuare ad esercitare colà lo sforzo principale; b) dare, in relazione allo spostamento delle Unità ed al rimaneggiamento dello schieramento, un assetto organico alla difesa, affidando al D.A.K. la responsabilità del s~ttore Nord ed al XX corpo d'armata quella del settore Sud.
Decisione britannica La lenta e contrastata avanzata delle truppe di rimaneggìamento britanniche nel settore Nord, i limitati sucdelle forze e « arroton- cessi ottenuti nel settore meridionale dal damento » del fronte XIII corpo d'armata e le perdite (1) in (sera del 26 ottobre) uomini e mezzi subite dall'8a armata nel corso dei primi tre giorni di combattimento indussero il Generale Montgomery a rallentare il ritmo delle operazioni sia per concedere un momento di riposo alle truppe in linea sia per rimaneggiare le forze e costituirsi nuove riserve per la successiva spinta in profondità dell'offensiva. Il primo provvedimento di rimaneggiamento delle forze doveva essere il ritiro in riserva della 2• divisione neozelandese. Il suo settore doveva essere rilevato dal(1) « Le perdite della fanteria erano state gravi ed in alcune formaz ioni, particolarmente presso i Sudafricani e i Neozelandesi, noi non disponevamo che di limitati rinforz i ». (AtEXANDER, op. cit., pag. 54). Anche le truppe italo - tedesche avevano subìto perdite sensibili. Il 62° reggimento fanteria « Trento » era ridotto ad una forza complessiva di 250 uomini; il III battaglione del 382° reggimento fanteria della 164a divisione germanica contava I ufficiale e IO uomini (successivamente il battaglione fu rinforzato); il III battaglione del 115° reggimento fucilieri della 15a divisione corazzata, 3 ufficiali e 40 uomini.
126 la 1• divisione sud-africana che a sua volta sarebbe stata sostituita dalla 4• divisione indiana. Prima però di procedere alla fase esecutiva di questi movimenti si doveva provvedere a « rafforzare ed arrotondare il fronte ». Di conseguenza nel pomeriggio stesso del 26 (schizzo 9) la Divisione neozelandese (2•) e la Divisione sud-africana (1•) mossero all'attacco e riuscirono ad ampliare, nel corridoio meridionale, in corrispondenza del contrafforte di Sanyet el Miteiriya, la testa di ponte, procedendo verso ovest per circa un chilometro. In questa azione furono investiti reparti tedeschi e del 61° reggimento fanteria i quali, intensamente battuti dalle artiglierie e dai mortai in postazione sul costone di q. 30, furono costretti ad arretrare sotto la pressione frontale delle fanterie nemiche. Un gruppo d'intervento italo - tedesco (da parte italiana: XII battaglione carri e DLIV gruppo semoventi della « Littorio ») passò al contrattacco ,senza riuscire, tuttavia, a conseguire risultati di qualche rilievo perchè intensamente bombardato dall'aviazione e sottoposto ad un massiccio concentramento di fuoco delle artiglierie avversarie. Tra le ore 19 e le ore 21 i tiri, eseguiti anche con proiettili fumogeni, divennero estremamente violenti ed i Britannici ripresero l'azione riuscendo a sopraffare, dopo tenace resistenza, una compagnia ed alcuni centri di fuoco dei battaglioni II e III / 61° fanteria. Nel corridoio settentrionale, intanto, la 51• divisione inglese rafforzava le posizioni avanzate e la VII brigata motorizzata (1• divisione corazzata) occupava nella notte l'altura di Kidney (1). Il I/382° tedesco, schierato poco a nord dell'altura stessa davanti al IV battaglione carri, veniva attaccato da camionette inglesi. In seguito al pronto intervento del LI battaglione carri e di una batteria semovente la situazione veniva ristabilita. Le perdite risultarono notevolmente sensibili (2). (1) « Nelle nostre mani - scrive il generale Alexander - essa doveva essere la chiave di quello che era il nostro fronte difensivo » (op. cit., pag. 55). (2) Complessivamente, nelle prime tre giornate di combattimento (dalla sera del 23 alla sera del 26 ottobre) le pcrdit-c subhe dalle truppe italo - tedesche ammontavano, secondo la valutazione del comando dell'A.C.I.T., a 3.619 uomini, così ripartiti: - Italiani: caduti 159 - feriti 424 - dispersi 1.372 - Tedeschi: caduti 148 - feriti 459 - dispersi 1.057 Totale: caduti 307 - feriti 883 - dispersi 2.429.
127 Contrattacchi italo-te-
Con l'occupazione di Kidney, in corrispandenza del corridoio settentrionale praticatonel nostro sistema difensivo e con l'ampliamento del corridoio meridionale sull'altura di Miteiriya, l'8a armata britannica aveva raggiunto - sia pure con ritardo (26 ottobre e notte sul 27) rispetto al programma pianificato e per effetto di una serie di operazioni secondarie: consolidamento, rettifiche, ed « arrotondamento » di posizioni - le due zone che· costituivano i suoi obiettivi di primo tempo, cioè della fase di rottura. Il Comando dell'A.C.I.T. percepi subito l'importanza dei successi conseguiti dal nemico e lanciò ripetuti contrattacchi per cercar di recidere salienti pericolosi, eliminare infiltrazioni, contenere la. spinta dei Britannici. Ma questi, con il proposito di realizzare un nuovo raggruppamento di forze della maggiore potenza d'urto possibile, riuscirono a non lasciarsi impegnare a fondo e limitarono la loro reazione a massicci interventi di artiglieria ed all'impiego particolarmente intenso dell'aviazione. Il nostro primo contrattacco fu sferrato all'alba del giorno 27 dal XII battaglione carri e dal DLIV gruppo artiglieria semoventi della Divisione « Littorio », in direzione della q. 34, e pervenne alla· totale eliminazione delle infiltrazioni nemiche verificatesi nella notte. Verso le ore 9 il IV battaglione carri della «Littorio» con l'appoggio di una batteria semoventi muoveva poco a sud del costone di Kidney, dove partecipava ad un breve scontro di carri sostenuto, da reparti della 15• divisione corazzata germanica; ancora nella stessa mattinata l'Xl battaglione del 1 bersaglieri, appoggiato da aliquote di mezzi corazzati delle Divisioni <<Littorio» e 15• germanica, attaccava il nemico su q. 28, riuscendo a migliorare la situazione della difesa in quell'importante posizione. A queste azioni locali faceva seguito, nel pomeriggio, un contrattacco ben più consistente, condotto da un robusto raggruppamento di reparti della « Littorio », dell' << Ariete » e delle Divisioni: germaniche 90\ 15• e 21" contro le ali del saliente nemico creato in corrispondenza della sacca minata J. Scopo di questo contrattacco, secondo l'ordine dell'Armata, era di « ristabilire ovunque la linea di resistenza ». A compito ultimato questi reparti sarebbero dovuti passare in riserva. La colonna settentrionale _, reparti della 90a divisione leggera germanica, XXIII battaglione del 12° reggimento bersaglieri e Lf battaglione carri della « Littorio )) - riusciva ad avanzare poco a deschi (27 e 28 ottobre) ( schizzo 11)
128 sud di q. 28; ma gli iniziali risultati conseguiti venivano frustrati da un violento tiro di artiglieria e da una azione aerea avversaria di imponente proporzione. La colonna meridionale, costituita dalle altre forze del raggruppamento, fu anche essa sottoposta ad un terrificante fuoco di artiglieria e venne arrestata e contenuta dal nemico potentemente dotato di numerosi pezzi controcarro e di carri armati agenti da postazioni fisse. La nostra azione di contrattacco, sicchè, sulla quale si faceva largo assegnamento per riequilibrare la situazione e per ripristinare l'efficienza della posizione difensiva, fallì del tutto e le colonne di attacco ripiegarono con gravi perdite sulle loro basi di partenza. Nel settore Sud il nemico rinnovava l'attacco con un forte reparto francese rincalzato da un battaglione del « Queen's Royal Regiment ». L'immediata, decisa reazione del caposaldo della ro• compagnia del IV/ 181 « Folgore » ed il tempestivo intervento delle nostre artiglierie stroncavano il tentativo di allargare la breccia nella zona di Deir el Munassib e l'avversario veniva rigettato con gravi perdite. In complesso, alla fine della giornata il Comando dell'A.C.I.T. si era formata l'opinione che il piano inglese tendeva « a logorare le nostre forze e ad esaurire le nostre riserve di munizioni per poi lanciare l'attacco risolutivo ». Sempre con il proposito di « arrotondare », rettificare e consolidare il fronte, nel corso della mattinata del 28 ottobre i Britannici condussero attacchi in corrispondenza dei compartimenti minati K ,ed L sommergendo, dopo dura lotta, un nostro caposaldo di fanteria situato a poco più di un chilometro a sud di El Wishka e determinando alcune soluzioni di continuità nelle nostre posizioni. Nelle brecce si incunearono mezzi corazzati nemici che però vennero respinti da un nostro contrattacco sviJuppato da forze di fanteria e corazzate italo - tedesche (forze italiane: XII battaglione carri e DLIV gruppo semovente della «Littorio»). Venne allora inviato in rinforzo alla Divisione «Trento)) un battaglione della Divisione «Piceno>> (1), che fu schierato in 2° scaglione sulle posizioni già precedentemente tenute dal II battaglione del 61° fanteria. (1) Affluito dall'Italia quale battaglione complementi.
Vennero pure raccolti in un solo reparto, al quale fu data la denominazione di II battaglione del 62° reggimento fanteria, tutti i superstiti di questo reggimento. Essi raggiungevano, in totale, la forza di 250 uomini e furono schierati, nonostante la evidente loro scarsa efficienza, in secondo scaglione. Il favorevole esito del contrattacco, prima; questi occasionali provvedimenti,. poi, che valsero in qualche modo a suturare la posizione di resistenza; l'energica azione di fuoco, infine, esplicata dai gruppi I e III del 46° reggimento artiglieria della Divisione << Trento >) consentirono di contenere e respingere tutti gli attacchi tentati dal nemico nella giornata del 28 per ampliare la breccia nel corridoio meridionale. Dal settore del suo XIII corpo d'armata il nemico trasferì altrove (al settore Nord) le proprie forze corazzate, mantenendo il contatto con la nostra linea, a sud, solo con truppe di fanteria e limitandosi a sottoporre le nostre posizioni ad una violenta ed incessante azione di fuoco di artiglieria. Tale situazione si protrasse sino a tutta la notte sul 3 novembre, quando le nostre truppe di questo settore ripiegarono su posizioni arretrate. In questa particolare fase operativa, che vide il nemico scarsamente impegnato in operazioni terrestri, l'aviazione britannica sviluppò un'intensa attività sul campo di battaglia, sui nostri campi d'aviazione e sulle retrovie con l'impiego di poderose formazioni di caccia e di caccia-bombardieri. Sul terreno di lotta l'azione aerea nemica si dimostrò particolarmente attiva nel settore Nord, dove le nostre posizioni furono attaccate per buona parte della giornata del 27 quasi ogni ora da circa 20 bombardieri per volta. La R.A.F. estese la sua azione anche alle zone di retrovia di tutto il fronte ed ai campi di aviazione avanzati. Il campo di Fuka fu oggetto di due pesanti incursioni; vennero mitragliati il campo di Abu Aggag ed un treno ospedale che era in sosta nella locale stazione; alcune tende ricovero della 232• sezione sanità furono distrutte; la linea ferroviaria subl l'interruzione di alcuni , suoi tratti nei pressi di Marsa Matruh e questa stessa località riportò danni rilevanti. Vintervento delle nostre formazioni aeree nel cielo della battaglia determinò violenti scontri con perdite gravi da ambo le parti.
9· - A\.
130 ÙPERAZIONI DELLA NOTTE 28 - 29, DEL 29 E DEL 30 OTTOBRE.
Il Generale Montgomery, che la sera del 26 ottobre aveva deciso di sospendere temporadese ed attuazione da neamente le operazioni per poter effettuare parte britannica dtl un diverso raggruppamento delle forze per secondo tempo del una successiva spinta in profondità (cfr. paraggruppamento delle gina 125), in seguito al fallimento del conforze trattacco sferrato nel pomeriggio del 27 dalle forze corazzate dell' A.C.I.T. in corrispondenza del saliente del compartimento minato J, decise di attuare il primo tempo del suo programma di rimaneggiamento delle forze, ritirando in riserva la 2a divisione neozelandese. Poichè, però, la situazione si presentava ancora del tutto incerta e non lasciava adito ad esatte previsioni sugli avvenimenti futuri, egli non si sentiva in grado di stabilire in quel momento (28 ottobre) dove avrebbe potuto sferrare il « colpo finale », pur essendo orientato ad attuarlo sulla fronte del XXX corpo d'armata. Le perdite già subite, però, e le difficoltà incontrate gli consigliavano di attenersi ad un rigido criterio di prudenza. Decise, perciò, di far assumere al XIII corpo d'armata atteggiamento difensivo o di attesa; << di allargare la fronte delle Divisioni » (in la schiera) e di costituirsi una robusta riserva della quale avrebbe potuto aver bisogno Ritiro in riserva della
2• divisione neozelan-
« per il colpo finale )) .
In base a tali concetti : ~ nel settore meridionale, il XIII corpo d'armata britannico ampliò la propria fronte estendendosi sin quasi all'altura di Sanyet el Miteiriya (1); - nel settore settentrionale la 51a divisione (meno I brigata) diede il cambio ad una brigata ddla Divisione australiana, p~rchè questa risultasse potenziata in vista dell'azione da svolgere verso nord; - la riserva fu costituita : . dalla 2a divisione neozelandese, già ritirata in seconda schiera, che venne rinforzata con due brigate (CLI della 50• divi(1) Il XIH corpo d'armata aveva il compito di « compiere ogni sforzo, mediante azioni di pattuglia e di artiglieria, per prolungare l'ansietà del nemico in quel settore, ma non si dovevano intraprendervi grosse operazioni i,. (MONTGOMERY: « Da El Alamein al fiume Sangro )), pag. 32).
sione dislocata nel settore sud e CLII della 5ia divisione). La Divisione, perciò, risultò costituita da 5 brigate Oe due, già dette, di rinforzo e le tre - e IX corazzata, V e VI di fanteria neozelandese organiche); . dalla 1a divisione corazzata; . dalla 1 divisione corazzata che, nt1rata dal settore meridionale, venne anch'essa rinforzata da un cc Gruppo di brigata di fanteria autocarrata » costituito dalla CXXXI brigata e aliquote di artiglierie sottratte alla 44a divisione (settore meridionale). Questo fu il raggruppamento iniziale delle forze. Esso subì, poi, nel corso dello sviluppo delle operazioni, alcuni rimaneggiamenti per adattamenti di forze e dipendenze alla situazione.
Propositi di np1egamento del Maresciallo Rommel (28 ottobre)
Mentre nel campo dell'8a armata h'ritannica, pur non mancando preoccupazioni per le gravi perdite sino a quel momento subìte, il Comando era concettualmente proteso a sviluppare sino in fondo l'operazione intrapresa ed a raggruppare a tal fine le proprie forze per metterle in grado di affrontare l'azione decisiva, nel campo italo - tedesco il Maresciallo Rommel maturava propositi di ripiegamento (r). Contrariato e deluso per il fallimento del contrattacco sviluppato nel pomeriggio del giorno 27, egli era pervenuto al convincimento che l'A.C.I.T. non solo non era in condizioni di respingere l'avversario ma non era neppure in grado di poter ulteriormente far fronte ad attacchi di tale violenza e condotti con tanta prevalenza di mezzi quali erano quelli subiti a partire dal 23 ottobre. La situazione generale sul fronte, se non era proprio del tutto disperata, non era certamente delle più favorevoli: le perdite in al(1) « Quella mattina (:28 ottobre) decisi di arretrare sulla posizione di Fuka ancor prima che la battaglia avesse raggiunto la sua acme, qualora la pressione britannica fosse diventata troppo forte ». ROMMEL, op. cit., pag. :27r. Allo scopo di fissare concetti e modalità esecutive della difesa, egli fece il giorno successivo una ricognizione in loco insieme con il suo capo di Stato Maggiore colonnello Westphal. 11 piano prevedeva lo sfruttamento delle posizioni cbe da Abu Haggag (ovest di Fuka), sulla costa, correvano verso sud per q. 137- q. 163- Deir Sha'la (q. 155) e q. 174 fino alla depressione di El Qattara ( schizzo I 2).
cune Divisioni di fanteria erano state sensibilmente forti così da ridurne notevolmente la capacità combattiva; la disponibilità complessiva di mezzi corazzati ascendeva a 335 carri armati efficienti (148 tedeschi e 187 italiani compresi, in questi ultimi, tutti quelli dell' « Ariete » schierata nel settore meridionale); causa di viva apprensione era la ridottissima consistenza delle dotazioni di munizioni e dei quantitativi di carburante (r). In tale situazione il miglior partito sarebbe stato - secondo il Maresciallo Rommel - quello di arretrare sulle posizioni di Fuka, qualora la pressione dell'avversario fosse divenuta troppo forte. Una simile decisione comportava però la perdita di gran parte della fanteria non motorizzata, sia a causa della deficienza di automezzi e di benzina per il suo trasporto, sia per la difficoltà di sganciarla dal nemico. Per poter attenuare le gravi conseguenze che la ritirata comportava nei riguardi delle fanterie e passare dalla lotta di posizione a quella di movimento era necessario nel settore Nord imporre al nemico un tempo di arresto in loco ed indurlo ad interrompere l'attacco con una strenua resistenza delle unità motocorazzate schierate in linea. Ma tali unità erano scarsamente efficienti e quindi non in grado di assolvere compiti del genere, per cui « l'Armata corazzata doveva studiarsi di portare con sè verso occidente il maggior numero possibile di carri armati e di armi» (2). Estendendo la visione su tutto il fronte di El Alamein, il comandante dell'A.C.I.T. rilevava che lo sganciamento ed il successivo ripiegamento della fanteria, costituita prevalentemente di Italiani (3), avrebbero creato l'apertura dei settori centrale e meridionale, attraverso la quale il nemico avrebbe potuto lanciare le sue unità motorizzate e tallonare le nostre forze in ritirata. Per evitare che ciò avvenisse, occorreva creare od avvalersi di due condizioni: la prima, che lo sganciamento della fanteria fosse effettuato di sorpresa e col favore dell'oscurità, « caricare sugli automezzi delle colonne il maggior numero possibile di reparti, formare, un largo fronte con le (1) Ben diversa era la situazione britannica: « lo stato dei carri armati (alla sera del 26 ottobre) - scrive il Maresciallo Montgomery (<< Da El Alamei al fiume Sangro », pag. 30) - mi dava più di 800 veicoli e la situazione del munizionamento era buona>>. (2) RoMMEL, op. cit., pag. 271. (3) « Le forti unità italiane di fanteria costltuivano per me, in aperto deserto, una palla al piede, poichè non disponevamo di automezzi». (ROMMEL, op. cit., pag. 274).
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unità motorizzate e ripiegare combattendo )>; la seconda, che il nemico avesse già assunto lo schieramento per l'attacco e quindi una formazione tale da impedirgli di cambiare improvvisamente dispositivo o di spostare tempestivamente le sue unità entro i vuoti lasciati sul fronte dalla ritirata dei nostri reparti. Comunque fossero andate le cose, rimaneva fermo il proposito che « in nessun caso (l'Armata) doveva aspettare sul fronte di El Alamein il proprio annientamento » (1).
In relazione agli intendimenti dei due comandanti delle Armate contrapposte Montgomery tendente a crearsi una forte riserva per imprimere maggiore vigore alla azione in profondità e Rommel a concentrare le sue forze nel settore minacciato per contenere fin quanto possibile ogni ulteriore progresso dell'avversario ---,,, le giornate del 27 e 28 ottobre furono utilizzate per gli spostamenti, le sostituzioni e l'articolazione delle forze e, contemporaneamente, per lo sviluppo di quelle azioni ad obiettivi limitati - già in precedenza descritte - che dovevano permettere ad entrambi di affrontare la ripresa della lotta nelle migliori condizioni possibili. Attuati i principali movimenti da ambo le parti, la situazione, la sera del 28 ottobre, era la seguente ( schizzo I 2): Schieramento delle forze contrapposte la sera del 28 ottobre
a) SETTORE NoRD: - A.C.I.T.: . 4 Divisioni di fanteria (delle quali solo due - cc Trieste » e 90a germanica - efficienti; le altre due - <e Trento » e 164" germanica - molto provate e ridotte in mezzi ed effettivi); . 3 Divisioni corazzate (delle quali la 21• germanica in buone condizioni; la « Littorio » e la 15• germanica scosse da gravi perdite); _.. 8.. armata britannica: . 5 Divisioni ed r Brigata di fanteria (delle quali, quattro - 9• australiana, 1• sudafricana, 51• « Highland », 4• indiana - in (1) RoMMEL, op. cit., pag. 271.
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prima schiera ed una molto rinforzata - 2• neozelandese - più una Brigata greca, in seconda schiera); . 3 Divisioni corazzate (delle quali una - la rn• - meno una Brigata motorizzata, in prima schiera e le rimanenti - 16, 1 e una Brigata cfella 10• - in seconda schiera). b) SETIORE Suo:
-
A.C.I.T.: . 4 Divisioni di fanteria (« Bologna », « Brescia», « Folgore», « Pavia ») ed 1 Brigata paracadutisti germanici; . r Divisione corazzata ( « Ariete ») ; - B• armata britannica: • 2 Divisioni di fanteria (50• e 44• meno una Brigata ciascuna) ed r Brigata francese. Si può dunque calcolare, con buon grado di approssimazione, che il nemico avesse concentrato nel settore settentrionale, ampio non più di 20 km. in linea d'aria, oltre i due terzi delle proprie forze, ivi compresa la totalità dei reparti corazzati, destinando al settore Sud - ampio circa 40 km. - il rimanente terzo, scarso. Per contro, le forze italo - tedesche risultavano dislocate per tre quinti nel settore Nord e per due quinti in quello Sud. A questa diversità di dosaggio, riferita alle forze disponibili dei due opposti campi, conviene aggiungere anche il rilievo circa le diverse possibilità operative delle parti contrapposte, non tanto riferite alla disponibilità, alla consistenza ed alla efficienza delle forze, quanto al loro schieramento tattico. Mentre, infatti, il Comando dell' A.C.I.T. disponeva, quale sua riserva, di un'unica Divisione di fanteria - la << Trieste », essendo state impiegate in linea la 90• leggera e la 21• corazzata tedesca - i Britannici si erano costituita una potente e validissima riserva, in massima parte corazzata (2 Divisioni corazzate - 1• e quest'ultima rinforzata da una Brigata di fanteria - più una Brigata corazzata della 10• divisione ed I Divisione di fanteria - 2 • neozelandese - rinforzata da due Brigate), che consentiva al Generale Montgomery di scrivere, poi: << così venni a crearmi una forte riserva pronta ad erompere oltre le difese del nemico e ad infliggergli il colpo che lo avrebbe fatto crollare ».
7:
135 Tentativo
britannico
Alle ore 22 del 28 ottobre, preceduto da
di eliminare il nostro un'ora di violentissima preparazione d'artiglieria sferrata da centinaia di bocche da fuoco sulla zona ad occidente di q. 28, ebbe inizio un attacco condotto in direzione nord dalla 9• divisione australiana ( schizzo r3). Questa azione, suggerita dalla constatata impossibilità di superare il blocco dei carri armati dell' A.C.I.T. in corrispondenza del corridoio nord, doveva essere, negli intendimenti del Comandante dell'8• armata britannica, preliminare e preparatoria dello sviluppo a fondo del piano di prevista e programmata attuazione nel •settore costiero. Ad essa avrebbe dovuto far seguito, con immediatezza, una puntata verso occidente, lungo la strada e la ferrovia, fino a Sidi Abd el Rahman; a questa operazione, considerata determinante, venne destinata la 2• divisione neozelandese, rinforzata, come in precedenza detto, dalle brigate CLI e CLII. Le Divisioni 51• e 1" sudafricana avrebbero dovuto assumere, nel corso dell'azione, atteggiamento difensivo. Tutti i tentativi dell'attaccante di sbloccare le nostre difese in corrispondenza della sacca furono infranti dal violento fuoco delle nostre artiglierie. Anche a cavallo dd fascio rotabile-ferroviario la XX brigata australiana fu nettamente arrestata, ad est del << Posto Thompson », dal 125° reggimento tedesco. Al centro, inve:e, nell'intervallo tra le sacche J e H, la XXVI brigata australiana riuscì ad aprirsi un varco. Qui la lotta imperversò violenta per diverse ore. Poi, uno alla volta, vari centri di resistenza dell'XI battaglione bersaglieri e del II/ 125° reggimento germanico furono sopraffatti o catturati e gli Australiani poterono proseguire la loro penetrazione verso nord. Il mattino del 29 ottobre il nemico, sempre appoggiato dal tiro dell'artiglieria, continuò ad esercitare la sua pressione sulle nostre ormai sparute forze in linea. Il XXIII/ 12° bersaglieri, schierato 2 km a sud - ovest di q. 28~ fu costretto ad arretrare; i superstiti del II/ 125° fanteria tedesco, sostenuti da reparti della 90• divisione leggera, riuscirono a stento a sganciarsi e ad aprirsi una via di ritirata verso occidente. Nella mattinata stessa, circa quaranta uomini dell'XI/7° bersaglieri, catturati dal nemico nei combattimenti della notte, riuscirono a sottrarsi all'avversario ed a rientrare entro le nostre linee. In complesso, a parte fluttuazioni locali e qualche lieve inflessione dello schieramento difensivo, l'azione, per dichiarazione dello saliente costiero (notte sul 29 ottobre)
stesso avversario, « sortì un successo solo parziale » in quanto, se potè creare un breve saliente, puntato a guisa di pollice verso nord fino a circa un chilometro dalla strada costiera, non riuscì a superare la tenace resistenza delle truppe italo - tedesche e, pertanto, il comando britannico rinunziò all'esecuzione della successiva fase del programmato impiego della 2• divisione neozelandese. Nella stessa notte sul 29 ottobre si registrarono anche due tentativi di sbarco sul tergo delle nostre linee, a 20 ed a 40 chilometri ad est di Marsa Matruh. Entrambi questi tentativi fallirono, sventati dal tempestivo intervento dell'aviazione italo - tedesca e da una efficace reazione delle artiglierie costiere.
Colloquio Rommel - Nella delicata situazione del momento e per Barbasetti. Disposizio- la gravità delle decisioni da assumere, il ni per un nuovo schie- Maresciallo Rommel ravvisò la necessità di ramento. un contatto diretto con il Maresciallo Cavallero, ma questi, nella impossibilità di assentarsi dal Comando Supremo, dove era trattenuto da pressanti impegni (1), incaricò il Generale Barbasetti di Prun di sostituirlo presso il Comandante dell'A.C.I.T. Il colloquio ebbe luogo il 29 ottobre ed, in esso, Rommel ( allegato 26) dichiarò tutta la sua preoccupazione di essere costretto a soggiacere alla prevalenza nemica se non fossero stati attuati immediati provvedimenti capaci di far giungere in Libia munizioni, carburanti e rinforzi di uomini. In particolare, egli fece rilevare: - che le nostre Divisioni non potevano resistere agli attacchi degli Inglesi, la cui superiorità era enorme in aviazione, fortissima in carri pesantissimi e pesanti, forte in artiglieria e soprattutto in munizioni; - che le truppe italo - tedesche in linea, già ad effettivi ridotti, avevano subìto gravi perdite; era stata già impiegata la riserva, e << solo con arte di giocoliere si riesce a chiudere i buchi »; - che il problema dei rifornimenti era vitale per l'Armata (1) Nel diario di Cavallero, in data 29 ottobre, si legge: « La mia attività è tutta tesa verso i trasporti. Per questo non ho aderito all'invito di Rommel. I.A situazione si salva qui ».
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corazzata italo - tedesca, poichè se il nemico avesse continuato ad attaccare e quel problema non si fosse risolto « solo due o tre giorni ci resterebbero di vita ». Dopo aver delineato la situazione generale della Libia, relativa anche alle retrovie, che erano presidiate da effettivi irrisori, il Maresciallo Rommel faceva rilevare che per alleggerire la grave situazione contingente occorreva l'invio di forti quantitativi di munizioni, « perchè se ne consumano in quantità superiore agli arrivi n; di benzina, « perchè oggi la limitatissima disponibilità costringe a tenere i carri fermi o a limitare i movimenti per non restar poi fermi ( 1); di uomini, « perchè la truppa è esaurita ». Tenuto conto, pertanto, di tali deficienze, che non permettevano di sottrarsi alla pressione nemica ricorrendo alla manovra, il comandante dell'A.C.I.T. dichiarava di non vedere altra soluzione che « di dar battaglia fino ali' estremo sul fronte di El Alamein >). Alla fine del suo discorso il Generale Barbasetti gli prospettò il programma dei previsti arrivi dei rifornimenti, ma il Maresciallo Rommel subito obiettò che fino a quando la benzina e le munizioni non sarebbero giunte in Libia non avrebbe potuto fare alcun affidamento sui programmi stessi. In realtà, la gravità della situazione in Libia, riferita soprattutto alla consistenza delle disponibilità di carburanti e munizioni, era già stata oggetto di discussione, ad altissimo livello, in un'apposita riunione tenuta a Palazzo Venezia il 27 ottobre ( allegato 27 ). Ne erano conseguiti provvedimenti d'urgenza ( allegato 28) i cui risultati, comunque, non potevano essere che aleatori in quanto era indispensabile appoggiare i rifornimenti ai porti di Bengasi e di Tobruch che erano praticamente alla mercè dell'aviazione britannica. Ad acuire maggiormente le apprensioni del comandante del1'A.C.I.T., giunse la notizia che il piroscafo « Luisiano » (2), inviato in Africa Settentrionale in sostituzione del « Proserpina >> - affondato dal nemico, come già detto, il 26 ottobre - era stato colato a (1) L'autonomia carburanti per i mezzi tanto a benzina quanto a gasolio, delle unità moto-corazzate italiane, alle ore 20 del 28 ottobre era la seguente:. - Divisione « Trieste » : km 70 - Divisione « Littorio >> : km 16o - Divisione «Ariete » : km 200 (2) Il piroscafo « Luisiano » (cisterna) di 2552 T.S.L. fu affondato a 20 miglia per 26o0 da Navarino.
picco da un siluro di aereo. Questo fu un altro grave colpo inferto dall'avversario alla nostra già scarsa disponibilità di carburante (1). Nel pomeriggio del giorno 28 un'allarmante notizia dava due Divisioni nemiche giunte a circa 100 km. a sud di Marsa Matruh, provenienti dalla depressione di El Qattara. Furono immediatamente inviati sulla zona aerei e reparti esploranti che non trovarono alcuna traccia del nemico e confermarono, così, il dubbio già sorto circa la falsità della notizia (2). Fermo nel proponimento di resistere ad El Alamein, pur con la riserva di evitare la distruzione delle truppe, il Maresciallo Rommel, in previsione di una più violenta ripresa della lotta, predispose l'adozione di un nuovo schieramento difensivo meglio rispondente alla situazione del momento ed ai possibili successivi eventi. A tal fine emanò i seguenti ordini, che trovarono esecuzione nelle giornate del 30 e 31 ottobre ( schizzo z2): a) la 21a divisione corazzata germanica, fino a quel momento raccolta ad occidente delle sacche minate L e K, doveva essere sostituita dalla Divisione motorizzata « Trieste » (movimento da effettuare nel pomeriggio e durante la notte dal 30 al 31 ottobre) e passare in riserva mobile di Armata più a nord; (t) « Ora eravamo definitivamente a piedi» - commenta il Maresciallo Rommel a pag. 272 della sua opera. Ed il Maresciallo Cavallero (Diario): « 29 ottobre. Abbiamo perduto anche il « Luisiano ». Telefono a Riccardi, -ordinandogli di orientarsi sul « Giordani» e d'inviarlo in Africa con la forza della disperazione>> . ... « lA perdita del 11 Luisiano » non rende ancora la situazione del tutto disperata, ma bisogna che arrivino il <e Portofino » e poi il 11 Giordani >>. Potr~ mo ancora perdere il cc Portofino >>, ma se non a"ivasse il « Giordani » la cofa .sarebbe veramente molto grave ». Anche queste ultime due cisterne furono, purtroppo, affondate: - il piroscafo « Portofino » di 6424 T.S.L. il 6 novembre 1942 nel porto di Bengasi a mezzo bombe di aerei; - la motonave « Giulio Giordani » di 10.534 il 17 novembre 1942 a nord - nord-est di Misurata a mezzo siluro di aerei. (2) Il Maresciallo Rommel (op. cit., pag. 273) attribuisce la trasmissione di questa allarmante notizia al nostro Comando Supremo. In realtà, però, la notizia stessa era stata originata - accertatamentc da fonti informative germaniche e conviene, con l'occasione, rilevare come non fossero stati infrequenti i casi nei quali informazioni di vario genere, successivamente dimostratesi del tutto false ed infondate, fossero state poste -3 base cd a giustificazione di determinati provvedimenti operativi adottati da Rommel in contrasto con l'orientamento dei Comando italiano.
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b) la 15• divisione corazzata e la 164a divisione di fanteria <lovevano assumere, rispettivamente, la responsabilità <lei settori: dal mare a un chilometro a sud di Kidney e da tale punto sino a Deir el Dhib; e) la 15• divisione corazzata doveva assumere il comando di tutte le truppe della 164° divisione dislocate nel proprio settore; d) dovevano cooperare: - con la 164• divisione: le Divisioni « Trento » ( compreso il battaglione del 62° reggimento fanteria in fase di ricostituzione) e «Trieste>> (meno il 65° reggimento fanteria); - con la 15• divisione corazzata: la Divisione corazzata « Littorio » e il 65° reggimento fanteria; e) la Divisione corazzata «Ariete» ed il 33° gruppo esplorante tedesco dovevano spostarsi in zona più vicina alle prime linee, al fine di rendere più tempestivo il proprio intervento a favore del X corpo d'armata (1). A queste disposizioni di carattere organizzativo venivano aggiunte direttive riguardanti la condotta del combattimento e riferite: all'atteggiamento da assumere in caso di impiego di nebbia artificiale da parte del nemico, alla disciplina del fuoco in azioni notturne, alla difesa della linea ferroviaria e della rotabile costiera, alla protezione delle basi logistiche. Venivano, poi, inoltrate richieste di un immediato rifornimento per via aerea di cariche cave adesive da impiegare nella lotta contro i carri armati. Nell'intento di sopperire alle necessità imposte dalla situazione, Delease assegnava al XXI corpo d'armata il battaglione « Lupi di Toscana » (2), che sarebbe giunto il 2 novembre a Marsa Matruh e quindi avviato in zona ad ovest di Sidi Abd el Rahman, dove sarebbe passato alle dipendenze tattiche della 90• divisione leggera germanica; inviava un gruppo da 105/28 alla Divisione « Pistoia » per rafforzare le posizioni di Sollum - Halfaya; concentrava a Marsa ( r) Negli ordini impartiti non venivano date disposizioni per la 90• divisione leggera tedesca. Come risulta dagli avvenimenti successivi, essa <iontinuò a grav,itare nel settore costiero con funzioni di riserva settoriale per la prote• zione immediata del fascio rotabile-ferroviario. (2) Il battaglione fu assegnato al 6r 0 reggimento fanteria « Trento », il quale, con l'aggiunta di 200 complementi, doveva ripianare le gravi perdite suhìte e ricostituire la sua formazione organica su 3 battaglioni, ossia: « Lupi di Toscana », I e II fusi in un solo battaglione, BI completato dai 200 com-
140 Matruh 150 autocarri, che venivano messi a disposizione ddl'A.C.I.T.; disponeva, infine, l'avviamento al XX corpo d'armata di 20 carri armati e 6 semoventi da 75 / I 8. A sua volta, il Comando Supremo accelerava l'affluenza in Africa Settentrionale dei rimanenti battaglioni della Divisione « Pistoia » e stabiliva che la Divisione « La Spezia » rimanesse alle dipendenze di Superlibia, quale Grande Unità di riserva a disposizione del Comando Supremo stesso.
3• F ASE: (( ERUZIONE )) (31 OTTOBRE - 4 NOVEMBRE). Nel corso della mattinata del 29 ottobre il Comando britannico pervenne nel convincimento che Rommel, probabilmente in conseguenza delle azioni condotte dalla 1• divisione corazzata e dalla 9• divisione australiana (pag. II9), avesse raccolto tutte le sue forze corazzate nella parte settentrionale del fronte. In base a tale sensazione, il Generale Montgomery ritenne che le forze italo - tedesche si fossero suddivise per nazionalità: tedeschi a nord, italiani più a sud con limite di settore in corrispondenza del margine settentrionale del corridoio nord aperto nei campi minati. Pertanto, « alle ore 11 dd 29 ottobre », prese la decisione di « sferrare l'attacco finale nel punto di congùmzione, appoggiandosi decisamente contro il fronte italiano » (1). Conoscendo che lo sbarco anglo - americano nel Nord Africa francese sarebbe stato iniziato 1'8 novembre, il Comandante dell'8a. armata britannica era vincolato dalla necessità di ottenere un suc• cesso sul proprio avversario sufficientemente in tempo per poter esercitare un'azione efficacemente favorevole ai fini dello sviluppo del-
11 piano britannico per l'operazione « Supercharge ». Nuovo fallimento delle operazioni preliminari nel settore costiero
plcmcnti. L'incalzare degli avvenimenti non permise, però, che il battaglione « Lupi di Toscana » fosse schierato in linea, in quanto venne fermato sulla strada litoranea, nella zona di El Dab'a, per l'assolvimento di altri compiti. Il 62° reggimento fanteria, invece, veniva a risultare su 2 battaglioni: il battaglione « Piceno », allora assegnato al reggimento, cd un battaglione di nuova formazione, costituito dai superstiti dei preesistenti 3 battaglioni. Quest'ultimo battaglione venne posto alle dipendenze tattiche del 382° reggimento tedesco. (1) MoNTGOMERY: « Memorie », pag. 158.
l'operazione « Torch »; altro vincolo di urgenza gli era impasto dal bisogno di occupare campi d'aviazione avanzati, nella zona di Martuba, al fine di provvedere alla indispensabile copertura aerea di un convoglio in partenza da Alessandria a metà novembre, destinato a rifornire Malta estremamente bisognosa di alimentazione in vi.veri e carburanti d'aviazione. Montgomery, perciò, decise di dare inizio all'attacco nella notte sul 31 ottobre, impiegando la 9a divisione australiana in direzione nord con obiettivo la costa, sì da attirare in tale zona l'attenzione del Comando italo - tedesco. Nella notte fra il 31 ottobre ed il 1° novembre la 2• divisione neozelandese, su una Brigata corazzata (IX) e quattro di fanteria (CLI, CLII inglesi; V e VI neozelandesi), avrebbe dovuto attaccare a fondo nella zona immediatamente a nord del corridoio settentrionale praticato nei campi minati, sì da creare una breccia attraverso la quale avrebbe dovuto sfociare l'intero X corpo d'armata con le sue Divisioni corazzate. A questa operazione, le cui direttive furono impartite il mattino del 30 ottobre, venne dato il nome convenzionale di « Supercharge >> (1). Un grafico schematico ed approssimativo relativo a tale piano (ricavato da una relazione di Alexander) è riportato nello schizzo 14. La giornata del 30 ottobre trascorse in relativa calma operativa ed anche l'attività aerea britannica, ostacolata da avverse condizioni meteorologiche, si manifestò notevolmente ridotta rispetto ai giorni precedenti. Questa parentesi. di calma fu utilizzata dall' A.C.I.T. per compiere i movimenti e gli spostamenti delle unità dei quali già si è parlato e, da parte inglese, per mettere a punto il proprio schieramento. Questi preparativi avversari, rilevati dall'intenso movimento di automezzi, non sfuggirono alla nostra osservazione e fondatamente se ne ticavarono indizi certi di un imminente attacco su vasta scala nel. settore settentrionale. Alle ore 23 del 30 ottobre ebbe inizio una violenta preparazione di artiglieria inglese che durò esattamente un'ora. Al termine di essa, la 9• divisione australiana scattò all'attacco ( schizzo r 5). (1) Tratto dalle « Memorie » di Montgomery (pag. 159) si riporta nell'allegato 29 il testo completo dell'ordine di operazione dell'8" armata britannica.
Mentre le altre truppe premevano frontalmente, la XXVI brigata, partendo dal saliente creato da essa stessa due notti prima, puntava in direzione nord, travolgendo il CCCLV gruppo da 77/28 italiano da posizione, schierato nei pressi di q. 140 sulla ferrovia, « i cui uomini - scrive Rommel (op. cit., pagg. 274- 275) - opposero una valorosa resistenza e caddero sul campo o riuscirono ad aprirsi la via, combattendo, fino al vicino settore ». La mattina del 31 ottobre grosse formazioni nemiche si trovavano già sulla strada costiera, dove attaccarono alcuni reparti del 361° reggimento tedesco (9o• divisione), che era schierato in seconda linea. Malgrado la tenace resistenza dei reparti tedeschi in loco ed il contrattacco effettuato dal reparto esplorante della 21• divisione corazzata (1),, gli Australiani riuscirono ad aprirsi la strada verso nord fino a raggiungere con gli elementi avanzati la costa. Contemporaneamente, altre due colonne volgevano ad oriente, chiudendo così in una sacca i due battaglioni del 125° reggimento tedesco ed il X battaglione del 7° reggimento bersaglieri. Appoggiato dal fuoco di tutte le artiglierie disponibili nel settore e da violente incursioni aeree, un impetuoso contrattacco ( schizzo 16) fu sferrato alle ore 12 del giorno 31 dalle truppe della 90• divisione leggera e della 21• divisione corazzata, che riuscirono a ridurre la zona di irruzione avversaria, ma non ad eliminarla dd tutto a causa del fuoco concentrato del!' artiglieria e del bombardamento aereo nemico che dispersero carri armati e fanterie. Nel pomeriggio fu possibile, tuttavia, ricacciare il nemico dalla zona a nord della rotabile e raggiungere, alla fine della giornata, la linea Bir Sultan Omar-Hut. Ristabilito il collegamento con il comando del 125° reggimento fanteria tedesco, un raggruppamento di truppe d'assalto riprendeva alle ore II del giorno successivo, 1° novembre, l'azione a cavallo della strada, riuscendo a rioccupare la q. 24 di Teli Alam el Shaqiq. Furono in tal modo liberati i due battaglioni tedeschi del predetto reggimento che, rimasti accerchiati per oltre 24 ore, avevano resistito in posto con singolare bravura. A tarda sera del 1° novembre, la nostra linea, in corrispondenza della zona d'irruzione (1) Nella notte stessa dal 30 al 31 ottobre erano in corso i movimenti di sostituzione della « Trieste » con la 21• divisione corazzata tedesca, per cui quest'ultima potè intervenire nel combattimento con il solo suo reparto esplorante.
nemica del giorno precedente, si raccordava, dalla q. 24 anzidetta,. con il rimanente schieramento lungo la ferrovia fino a Hut, indi a. Bir Sultan Omar (r). In definiùva, l'azione della 9., divisione australiana non conseguì i risultati programmati dal Comando (2) ed il Generale Montgomery ne trasse la precisa sensazione che se l'operazione « Supercharge i> fosse stata sferrata, come da piano, la notte successiva, avrebbe corso serio pericolo di risolversi in un fallimento. Decise, perciò, di rinviarne l'inizio dell'esecuzione di 24 ore e, paichè talerinvio avrebbe potuto esser vantaggioso per gli Italo -Tedeschi, stabilì di controbilanciarlo estendendo la penetrazione in profondità di altri 2 km (portandola, quindi, complessivamente a 6 km) ed assicurandole una violentissima azione di appoggio di fuoco ottenuta mediante la concentrazione di una massa di 360 pezzi di artiglieria. In particolare « Supercharge » - precisa il Generale Alexander (op. cit., pagg. 58 e 59) - <e doveva essere un'operazione molto simile a quella del 2 3 ottobre. Avanzando in direzione ovest su un fronte di 3600 metri (3), le brigate di fanteria CLI e CLII ( 50a e 51., divisione), appoggiate dalla XXIII brigata corazzata,. dovevano praticare un viale attraverso le nuove posizioni del nemico, spazzando i campi minati man mano che passavano. Nello stesso tempo il XXVIII battaglione Maori e la CXXXIII brigata di' fanteria ( 44a divisione) dovevano occupare alcune importanti località nemiche sui fianchi del!' avanzata. La IX brigata corazzata, seguendo da presso la fanteria, doveva allora avanzare di oltre 1800· metri al di là del suo obiettivo e penetrare attraverso una forte cortina di cannoni, che sapevamo essere in posizione lungo la pista di' Rahman », ad occidente della quale doveva formare poi una testa di ponte. (r) L'attacco fu guidato dal Generale von Thoma. Il Maresciallo Cavallero fece pervenire al Comandante dell'A.C.I.T. il seguente messaggio: « /f Duce mi incarica di esprimervi il .suo vivo apprez zamento per il riuscito contrattacco da voi personalmente condotto. Il Duce desidera inoltre confermarvt la sua piena ,fiducia che sotto la vostra guida la battaglia in corso sarà portata· ad una vittoriosa conclusione ». (2) « Anche questa volta - commenta il Generale Alexander - non fu possibile spazzare l'intera area di fronte alla tenace resistenza nemica » (op. cit.,_ pag. 58). (3) Vedi schizzo 1 4.
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Schieramento dell'Armata corazzata italo tedesca alla data del 1° novembre (schizzo 17)
Mentre nel settore costiero si svolgevano le operazioni sin qui descritte, venivano effettuati i movimenti delle unità disposti dal Comando dell'Armata corazzata italo- tedesca il 29 ottobre :
1° - la Divisione « Trieste » iniziava alle ore 12 del 30 ottobre il trasferimento, che terminò nella notte, nella zona di Alam Burt Sabai el - Gharbi, sostituendovi i reparti della 21& divisione corazzata che gradualmente si spostarono verso nord, ad eccezione del II/ 104° reggimento, rimasto in sito. ' I gruppi II, IV e III del 21° artiglieria vennero schierati a difesa, rispettivamente, del settore del II/ 104° reggimento germanico, del 66° reggimento fanteria e del 65° reggimento fanteria; 2° - la Divisione corazzata « Ariete » si schierava nella zona 2 km a sud di Qaret el Abd - 3 km a nord di Naqb el Khadim <:on il grosso delle forze nella. zona di Qaret el Kadim. In particolare, la Divisione assunse la seguente dislocazione: . V /8° bersaglieri nei pressi di q. 84 a 2 km a sud di Qaret el Abd; . III battaglione e.e. dell'8° bersaglieri a un chilometro ad ovest di q. IIO di Raqabet el Retem; . XII/8° bersaglieri a 3 km a nord-est di Naqb el Kadim; . IX / 132° carri M e VI gruppo semoventi 75/18 a Qaret d Khadim (nord); . X/ 132° carri e V gruppo semoventi 75/ 18 a Qaret el Khadim (sud); . XIII/132° carri M a q. u2 di Raqabet el Retem. Nel complesso, il mattino del 1° novembre lo schieramento italo - tedesco si presentava come segue ( schizzo r 7): a) il settore Nord, al comando del D.A.K., era suddiviso in due sottosettori : - sottosettore della r 5a divisione corazzata, in cui agivano: la predetta G. U., il X/7° bersaglieri, la Divisione «Littorio», il 65° reggimento « Trieste » con un gruppo d'artiglieria, ed i reparti della 164• divisione rimasti in sito (125° reggimento fanteria); - sottosettore della r 64a divisione, in cui operavano: i propri reparti rimasti in linea, la Divisione « Trento » e la Divisione « Trieste >> (meno il 65° fanteria).
La Divisione « Bologna », che con la « Trento » continuava a dipendere dal XXI corpo d'armata, conservava una funzione a sè stante, pur nel quadro operativo del settore Nord, e pertanto costituiva altro sottosettore ed aveva con sè due battaglioni della Brigata paracadutisti tedesca « Ramcke » ; b) il settore Sud, al comando del XX corpo d'armata, comprendeva le Divisioni « Brescia », « Folgore» e « Pavia » del X corpo d'armata, l'« Ariete » del XX e reparti vari tedeschi, tra cui altri due battaglioni della Brigata paracadutisti tedesca « Ramcke »; e) in riserva d'Armata: 90• divisione leggera (meno i reparti in linea) e 21• corazzata, schierate in corrispondenza del settore Nord. E' da rilevare che nel sottosettore della 15• divisione corazzata era concentrata, oltre alla 90a divisione e ad un terzo della 164" schierato in linea, la massa delle forze corazzate (Divisioni 15•, « Littorio » e 21") , mentre nel sottosettore della 16f divisione erano schierati soltanto i rimanenti due terzi della Divisione stessa e la « Trento ». La Divisione « Trieste » era schierata a cavallo dei limiti di sottosettore delle Divisioni 15• corazzata e 164" ed aveva funzione di perno di giunzione fra i sottosettori stessi. La Divisione « Ariete », oltre ad avvicinarsi alla « Folgore >J, schierata in linea, si era spostata verso sud concentrando la massa delle forze corazzate nella posizione centrale di Qaret el Khadim, da dove era possibile intervenire con azioni di contrattacco verso nord, verso est e verso sud. In definitiva, nell'imminenza dell'attacco decisivo nemico, il Maresciallo Rommel disponeva sul fronte Nord, fra il mare e Deir el Dhib - zona focale della battaglia -, di 4 Divisioni di fanteria (« Trento», << Trieste », 164" e 90"), già tutte notevolmente provate dai combattimenti svoltisi fino a (!Uel momento, e 3 corazzate ( (< Littorio », 15• e 21•) due delle quali (« Littorio » e 15") anch'esse già sottoposte a gravi perdite. A questa disponibilità di forze corazzate si aggiunse, il 2 novembre, l' « Ariete » . La massa di tali forze gravitava nella zona fra il mare e Kidney, in corrispondenza, cioè, del nuovo corridoio che i Britannici intendevano aprirsi verso occidente.
IO. -
Al.
146 Sviluppo della « Su- Alle ore I del 2 novembre aveva inizio l'apercharge » e battaglia zione a fondo britannica che si pronunziava di Tell el Aqqaqir con una intensa e violenta preparazione di (2 novembre 1942) artiglieria e dell'aviazione, durata tre ore. Tutto il dispositivo d'attacco britannico si metteva in moto ( schizzo 18) mentre masse di bombardieri si spingevano in profondità sino al meridiano della stazione di Ghazal. Circa cento « commandos » effettuavano uno sbarco a Ras e! Dab'a, ma subito dopo, verso le ore 2, erano costretti a riprendere il mare ed a rinunciare alla loro missione; unità leggere della marina britannica effettuavano azioni di fuoco contro la costa. Sempre durante la preparazione, una ventina di autoblindo, appoggiate da dieci carri armati, riuscivano ad infiltrarsi nel nostro schieramento ed a raggiungere, fra le ore I e le 2, le zone di Alam Abu Busat (circa 4 chilometri ad ovest di Tel1 el Aqqaqir) e di Deir el Murra, effettuando azioni di disturbo contro nostri comandi, autocolonne ed autocarri isolati. Nell'incursione l'avversario ebbe la perdita di 3 carri armati; circa 25 automezzi della Divisione « Trieste» vennero distrutti. Contenuto a nord, nella zona di Bir Dugheim, il nemico riuscì a sfondare ai due lati di q. 28, urtando contro il 200° reggimento di fanteria tedesco <9o• divisione leggera). Ivi l'attacco fu contenuto dal pronto intervento delle riserve della Grande Unità. Successivamente le truppe britanniche crearono un'altra breccia a sud-ovest dell'altura, intaccando profondamente la nostra posizione di resistenza. Più a sud, in corrispondenza di q. 33, furono investiti e travolti il 1/ IIS reggimento tedesco (15• divisione corazzata) ed il 65° reggimento fanteria « Trieste». Il nuovo corridoio nel nostro schieramento fu aperto - in adesione al piano nemico prima indicato dalle brigate di fanteria CLI (a nord) e CLII, appoggiate dalla XXIII brigata corazzata, tutte e tre alle dipendenze della 2a divisione neozelandese. In esso avanzò la IX brigata corazzata, la quale fu ritardata nel movimento (1) dalla tenace reazione delle nostre 0
(r) « Tale ritardo - scrive Alcxander - si rilevò molto costoso poichèall'alba (la brigata) si trovò nella morsa del potente schermo dei pezzi anticarro nella pista di Rahman, anzichè di là di questa come era stato stabilito »
(op. cit., pag. 6o).
truppe e dal fuoco di artiglieria, che le causò gravi perdite (1). Purtuttavia la brigata, seguita dal 4° reggimento autoblindo sud-africano, continuò ad avanzare convergendo a sud- ovest in direzione di Tel1 el Aqqaqir, nella cui zona fu impegnata insieme con la 1• divisione corazzata, che intanto era riuscita a sfociare dal saliente. Dietro a tali forze seguivano la 1 e la rn• divisione corazzata, mentre le brigate corazzate avanzate (IX, II ed VIII) compivano una conversione all'esterno per far fronte ai nostri contrattacchi. Nelle prime ore del mattino la 21• divisione corazzata e reparti della 154, non impegnati in prima linea, si lanciarono al contrattacco rispettivamente da nord e da sud - ovest, allo scopo di eliminare il saliente creato dal nemico ad occidente della Pista dell'« Ariete». Divampò allora un'aspra e furibonda battaglia di carri armati, alla quale parteciparono anche le sparute forze delle Divisioni « Littorio )> e « Trieste>>. Gravi risultarono le perdite da entrambe le parti. Una massa di oltre 400 carri armati, 15 reggimenti di artiglieria e numerose squadriglie di aerei sottoponeva le nostre truppe ad un micidiale e continuo martellamento, la cui intensità ed il cui ritmo indicavano con assoluta evidenza l'estremo squilibrio delle forze contrapposte e specialmente dei mezzi che, nella battaglia, assumevano un ruolo di decisivo e determinante valore a favore del nemico. Anche i cannoni da 88 mm. tedeschi, che in precedenza erano sempre riusciti ad imporsi ai carri armati britannici, si dimostravano ora inefficaci nei confronti dei nuovi tipi di carri pesanti del nemico. « I carri armati della « Littorio » e della « Trieste >> - scrive Rommel (op. cit., pag. 279) ___, venivano abbattuti uno dopo l'altro dai Britannici. l cannoni anticarro italiani da 47 mm, esattamente come i nostri da 50 mm, non avevano alcuna efficacia contro i carri armati inglesi ». Per tutta la giornata imperversò violenta la battaglia ai margini esterni della breccia di 4 - 5 chilometri, creata dal nemico nella zona di Teli el Aqqaqir. (1) In questa azione la IX brigata corazzata perdette 87 carn armati (AUXANDER, op. cit., pag. 6o). cc Come fu giorno - scrive a sua volta Montgomery (« Da El Alamein al fiume Sangro », pag. 36) - la IX brigata corazzata leggera urtò contro un formidabile sbarramento anticarro e durante la giornata soffri perdite superiori al 75% ».
148 Gli artiglieri della « Littorio », dopo sette giorni di strenua lotta, durante i quali avevano avuto notevoli perdite, erano ridotti a difendere solo i loro pezzi; gli ultimi elementi corazzati ed i bersaglieri appiedati della Divisione vennero sommersi dopo eroica resistenza. Alla sera del 2 novembre rimanevano solo due compagnie bersaglieri motorizzate più alcuni carri che cooperavano con i Tedeschi. Il 65° reggimento fanteria « Trieste », come già detto, era stato circondato e sommerso. Il 66° si trovava ancora sulle posizioni occupate al limite sud della breccia, ma in posizione critica. Le artiglierie della Divisione, fortemente controbattute, avevano subìto forti perdite in uomini e materiali. L'XI battaglione carri, che aveva combattuto più a nord con le forze corazzate tedesche, era stato praticamente distrutto. La Divisione «Trento », già duramente provata fin dall'inizio dell'offensiva nemica, riceveva ora un altro duro colpo. Perdite molto gravi avevano subìto anche il D.A.K. e la 164" divisione germanica. Le riserve erano state tutte impegnate duramente, meno l' « Ariete ». cc Dopo dieci giorni di combattimenti - commenta Rommel (op. cit., pagg. 280-281)-l'Armata era esaurita al punto di non essere più in grado di opporsi efficacemente al prossimo tentativo nemico di sfondamento. Un'ordinata ritirata delle truppe non motorizzate non appariva più possibile a causa della grande scarsità di automezzi. Le unità veloci erano anche esse fortemente impegnate nella lotta e non potevamo attenderci che riuscissero a sganciarsi al completo. In tale situazione dovevamo perlomeno prevedere un progressivo annientamento dell'Armata. In questo senso avevo informato appunto quel giorno il Quartier Generale del Fuhrer » .
' Ordini di Rommel per Alle ore 20.50 del 2 novembre il Generale il ripiegamento della Mancinelli, Capo dello S.M. di collegamento Armata ( 2 novembre) tra il Comando Supremo e l'Armata corazzata italo- tedesca (Colacit), dava al Comando Supremo la prima precisa notizia circa la reale situazione ed un orientamento concreto sulle conseguenti determinazioni di Rommel, con il seguente telegramma :
COMANDO SUPREMO
Colacit Data 2 novembre 1942 Ore 20.50 Testo: 5172. Da Stato Maggiore collegamento at Comando Supremo et Delegazione Comando Supremo. Situazione ore 17. Nostro contrattacco habet molto ridotto penetrazione avversaria che si limita ora ad una profondità di un paio di km su una fronte di circa 6 km at cominciare da un km sud - ovest quota 28 verso sud. Combattimenti sono stati accanitissimi et hanno costato ingenti perdite al C.T.A., alla Divisione « L ittorio » ed in parte alla Divisione «Trieste». Anche avversario habet subito fortissime perdite specialmente in carri armati. Rommel ritiene però che nemico possa ancora alimentare azione con ingenti riserve intatte mentre noi abbiamo quasi esaurito nostre possibilità. Maresciallo ritiene pertanto assai difficile riuscire mantenere posizioni qualora avvenisse attesa intensificazione sforzo avversario. Habet ordinato che stanotte Divisione corazzata << Ariete » si porti alla destra C.T.A. Habet dato inoltre disposizioni preventive per eventuale tentativo sottrarsi et ripiegare su posizioni già segnalate con 5096 del 30 ottobre. Tale ripiegamento verrà ordinato soltanto in caso estrema necessità. MANCINELLI
In realtà, il Maresciallo Rommel era pervenuto alla netta convinzione che l'Armata italo - tedesca non era più in grado di sostenere ulteriori attacchi nemici che fossero condotti con tanta dovizia di mezzi qual era quella che era stato dato di constatare sino a quel momento e, pertanto, benchè le proprie truppe si battessero ancora molto validamente e con estremo vigore (1), nel pomeriggio del 2 novembre assunse la determinazione di sottrarsi al combattimento e di portare le sue forze sul meridiano di Fuka. Intendeva effettuare un ripiegamento graduale su posizioni intermedie, onde imporre all'avversario successivi tempi di arresto senza lasciarsi im(1) Radio Londra, nel suo comunicato del 2 novembre, dichiarava: << il nemico ha combattuto bene e caparbiamente in contrattacchi; Rommel dispone di truppe bene addestrate e pronte, se necessario, a morire».
pegnare in combattimenti a fondo che sarebbero stati capaci di produrre la totale distruzione delle sue truppe. Nella fase iniziale del ripiegamento, alle unità motocorazzate sarebbe spettato il compito di assorbire e contenere tutta la pressione britannica, per consentire lo sganciamento delle fanterie non motorizzate; successivamente, le stesse unità motorizzate avrebbero dovuto ripiegare anch'esse, ma molto lentamente, per interp0rre il maggior spazio p0ssibile fra il nemico ed i reparti in allontanamento, a piedi o con automezzi, dal camp0 di battaglia. Prima linea di sbalzo all'indietro ( schizzo r9): il meridiano 850 ( 1), da raggiungere nella notte fra il 2 ed il 3 novembre con le fanterie appiedate e nella giornata del 3 con le unità mobili. I movimenti iniziali dovevano essere considerati preparatori di quelli successivi da effettuare verso la prima p0sizione intermedia di Fuka, ed i Comandi di Corpo d'armata ne erano stati informati. Qualora la situazione lo avesse consentito, la ripresa del movimento verso la predetta posizione di Fuka sarebbe stata effettuata nella notte fra il 3 ed il 4 novembre, secondo modalità che sarebbero state successivamente stabilite ed indicate. Tali intendimenti del Comandante dell'A.C.I.T. venivano tradotti in ordini esecutivi nel p0meriggio del 2 e nella notte sul 3 novembre; questi poi furono parzialmente modificati per esigenze operative derivanti da difficoltà pratiche incontrate nella loro esecuzione. Schematicamente, gli ordini impartiti prevedevano: a) l'arretramento sulla linea di primo sbalzo di tutte le unità di fanteria non motorizzate, ad eccezione del X corpo d'armata (a sud), che si sarebbe arrestato al margine posteriore degli ex campi minati inglesi (2); b) l'arretramento (a nord) della 90• divisione leggera su posizioni ad immediata protezione del nodo stradale di Sidi Abd el Rahman e l'organizzazione difensiva della rotabile costiera con reparti largamente scaglionati in profondità; (1) Si tratta del meridiano 850 della rete chilometrica ortogonale riportata sulla cartografia dell'Egitto. (2) Si tratta dei campi minati costruiti dai Britannici precedentemente alla battaglia di Alam cl Haifa e rimasti nelle mani dcli' A.C.I.T. al termine della battaglia stessa.
e) la contemporanea azione di contenimento e di arresto da parte delle unità motocorazzate alla sacca di Teli el Aqqaqir e più a sud e loro successivo arretramento sul meridiano 850. r. - Settore meridionale. Prima ancora di diramare gli ordini di ripiegamento, Rommel, alle ore 14.45, ordinava alla Divisione « Ariete » di spostarsi nel settore Nord e raccogliersi, per le ore 6 del giorno 3 novembre, in zona Deir el Murra « per partecipare alla battaglia decisiva ». Doveva muovere immediatamente con un terzo delle forze e raggiungere la zona di Deir Abu e1 Hiqeif (zona di raccolta intermedia), dove sarebbe affluito successivamente, muovendo al tramonto, il resto della Divisione. Il gruppo squadroni « Nizza Cavalleria », dislocato verso la depressione di El Qattara, doveva rimanere in sito passando alle dipendenze del X corpo d'armata. Più tardi ordinava al Comando del X corpo d' armata (r) di ripiegare sul margine posteriore degli ex campi minati inglesi (Bab e1 Qattara - Gebel Kalakh - el Taqa) per proseguire successivamente a cavallo di due itinerari sulle posizioni, già prestabilite, del meridiano di Fuka. In considerazione dell'evolversi della situazione e del nuovo raggruppamento delle forze (spostamento verso nord della Divisione corazzata cc Ariete >> - in corso ---, e della 21• corazzata tedesca), l'A.C.I.T. prescriveva che per le ore zero del 3 novembre: - il Generale Nebbia (comandante del X corpo d'armata) avrebbe assunto la responsabilità di tutto il settore Sud; ---, le Divisioni corazzate italiane ( « Ariete » e <e Littorio ») e la Divisione motorizzata « Trieste» sarebbero tornate agli ordini del XX corpo d'armata (Generale De Stefanis). In esecuzione di tali disposizioni : a) la Divisione corazzata e< Ariete >> effettuava i movimenti stabiliti e raggiungeva nella notte sul 3 la zona poco a nord di « Pass far Cars » dove, presi gli ordini dal comandante del XX corpo d'armata, proseguiva verso nord - est, schierandosi, nel tardo pomeriggio del 3, fra Alam Burt Sabai el Gharbi e Deir el Beida, fron(J) Il radiogramma dell'Armata premetteva: « Di fronte ad un nemico superiore in forze, l'Armata deve ripiegare combattendo passo a passo. « Il ripiegamento deve avere inizio subito. « Linea da raggiungere: il meridiano di Fuka >>.
te ad est. Rimasero in posto, a disposizione del X corpo d'armata : i battaglioni V (autoportato) e III (controcarro) del1'8° bersaglieri, due batterie da 105/28 ed una da 75/27 del 132° artiglieria; b) il Comando del X corpo d'armata ( schizzi 19 e 21 ), dopo aver preavvisato le Divisioni dipendenti, alle ore 22 diramava il suo ordine di operazione, che stabiliva: immediato inizio del movimento di ripiegamento; linea da raggiungere : il meridiano di Fuka; spostamento a piedi, utilizzando gli automezzi disponibili per il trasporto delle armi, delle munizioni e delle scorte di viveri ed acqua. Raggiungimento, entro l'alba del giorno 3, del margine posteriore della seconda fascia di campi minati e schieramento delle Divisioni: « Brescia » a nord, « Folgore » al centro, « Pavia » a sud. Ripresa del movimento nella notte sul 4, per colonne di Divisione ed a scaglioni, onde portarsi sulla linea: Deir Sha'la-q. 174Qaret el Bersim, seguendo due itinerari : - nord (Comando di corpo d'armata, Divisione « Pavia », Divisione « Brescia »): Deir el Qattara -Deir el Harra-q. 137q. 142-Alam el Teira-Deir Sha'la; _..., sud (Divisione « Folgore »): km 44 della Stein Piste (Pista Rossa)- Qubur Shamata - Alam el Nuss -q. 164 - q. 174. Il ripiegamento sulla prima linea di sbalzo iniziò alle ore 22,30 e la rottura del contatto avvenne senza reazione avversaria. Il mancato inseguimento da parte del nemico, il tenue chiarore della luna e la breve distanza (circa 15 chilometri) fra la linea avanzata e quella arretrata, consentirono di far compiere agli automezzi disponibili numerosi viaggi che si protrassero indisturbati sino a mezzogiorno del 3 novembre. Nella stessa mattinata del 3 lo schieramento risultava come segue (schizzo 19): - Divisione « Pavia», fra Qaret el Khadim (nord) e la depressione di El Qattara; - Divisione « Folgore », fra Qaret cl Khadim (escluso) e q. u2 (nord); - Divisione « Brescia », fra predetta quota II2 e la zona di Bab el Qattara. La Brigata paracadutisti « Ramcke » aveva compiuto anch'essa il ripiegamento, secondo gli ordini ricevuti, nella zona di Hisiyet Busata, senza essere disturbata dal nemico.
2. - Settore centrale (1). Il XXI corpo d'armata ricevette l'ordine alle ore 20,30 del 2 novembre di ripiegare nella notte, <( sotto la protezione del X:X corpo d'armata e con automezzi fornitigli da quest'ultimo », fino alla linea Bir el Abd- margine ovest di Deir el Beida. Schieramento: Divisione « Trento » ( a nord) e Divisione « Bologna » fronte a nord - est. La predetta linea doveva essere tenuta per il giorno 3. Successivamente, nella notte sul 4 novembre, il Corpo d'armata doveva riprendere il movimento, con autocarri forniti da Delease, fino alla linea di Fuka. Nella notte sul 3, come prestabilito, le Divisioni iniziarono il ripiegamento, rompendo il contatto con il nemico senza sua forte pressione. Il movimento venne protetto : - nel settore della Divisione « Trento J>, da due compagnie; - nel settore della Divisione «Bologna», da un battaglione. Le truppe, compiendo la marcia a piedi (giacchè non avevano ricevuto i prescritti automezzi dal XX corpo d'armata, perchè indisponibili) e trainando a braccia le armi controcarri, raggiunsero entro la mattinata le posizioni assegnate. Il I / 39° fanteria della (< Bologna» si trasferiva, invece, nei pressi del km. 158 della rotabile costiera per essere impiegato, fronte ad est, a sbarramento della strada. Quasi contemporaneamente, nella notte, in aderenza agli ordini dell'A.C.I.T., il Comando del XXI corpo d'armata si spostava dalla zona di El Kharash (6 km. sud- sud-est di Tel1 Ghazala) nella zona di Sanyet el Nif (9 km. a sud-ovest di El Dab'a). Lo schieramento del Corpo d'armata risultò con l'ala destra quasi in corrispondenza del varco lasciato fra le due bretelle di campi minati e quindi più arretrato rispetto a quello stabilito dall'Armata. 3. - Settore settentrionale. Nella notte dal 2 al 3 novembre il XX corpo d'armata riceveva l'ordine di ripiegare e schierare le tre Divisioni nella zona Deir el Murra - Bir el Abd. Il comando tattico del Corpo d'armata doveva spostarsi per le ore 4 del giorno 3 dalla zona « Pass for Cars » nella zona ad ovest di Sanyet el Murra. II (1) Lo schieramento dell'A.C.I.T. era suddiviso, all'inizio della battaglia, in due settori: Nord (XXI C.A.) e Sud (X e.A.). Successivamente, però, i[ Comando dell'Armata, con la ricostituzione del XX e.A., considerava tre settori: settentrionale (dove era concentrata la massa delle truppe motocorazzate), centrale (XXI e.A.) e meridionale (X e.A.).
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gruppo corazzato « Lancieri Novara» (Divisione « Littorio ») doveva inviare alcune blindo a nord presso il D.A.K. (1) per far fronte ad eventuali incursioni di camionette e autoblindo nemiche. Il concetto dell'A.C.I.T. era, come già accennato, che il Corpo d'armata ripiegasse « combattendo davanti il fronte del XXI corpo a'armata ed a nord dello stesso fino in zona est del meridiano 8 50 della quadrettatura ». Sulla base di tali ordini il Comando del XX corpo d'armata <emanò nelle prime ore del 3 novembre le seguenti disposizioni: - la Divisione « Trieste », con il 66° reggimento fanteria ed i gruppi Il, III e IV del 21° reggimento artiglieria (le altre forze erano state perdute), si doveva subito raccogliere in Deir el Murra; - il Comando della Divisione « Littorio », con parte dei resti della Divisione (2 compagnie bersaglieri autotrasportate e 2 pezzi da 100/ 17), si sarebbe dovuto portare in giornata, seguendo il movimento delle unità germaniche, a nord, nella zona ad ovest di Deir el Murra. (In questa circostanza, un battaglione carri di formazione su 20 -carri - quanto rimaneva cioè di mezzi corazzati alla « Littorio » passava alle dipendenze della 15a divisione corazzata tedesca); - la Divisione corazzata « Ariete » (2) avrebbe dovuto raggiungere la zona a sud di Deir el Murra (3). All'alba del 3 novembre il comando tattico del XX corpo, come .stabilito, si trasferiva nella zona ad ovest di Sanyet el Murra. Con(1) Non è stato dato, sinora, di accertare con tutta attendibilità dove fosse dislocato il Comando del D.A.K. e, perciò, non ne è stata riportata indicazione nello schieramento di cui allo schizzo 19. (2) La Divisione corazzata « Ariete », dopo aver lasciato un'aliquota delle sue forze al X corpo d'armata (v. pag. 152), era rimasta con: - il comando dell'8° reggimento bersaglieri con un battaglione; - il 132° reggimento carristi su 3 battaglioni (totale 120 carri M); - il 132° reggimento artiglieria su: . 2 gruppi semoventi (15 pezzi); . r gruppo da 75'27 (2 batterie); . r gruppo misto ( r batteria da 105'28, 2 batterie da <]0/53, r batteria da 88/55); - clementi dei servizi. (3) La Divisione (< Ariete », quando il Comando del XX corpo d'armata :impartì gli ordini ad essa relativi, era già in movimento verso la zona Alam Burri Sabai- Alam cl Bilusiyat; rimase, perciò, qui schierata nella sera del 3 novembre, a protezione del ripiegamento del 66° reggimento fanteria (< Trieste ».
temporaneamente, sfruttando l'incerta luce dell'alba, iniziava il ripiegamento la Divisione «Trieste», ad eccezione del 66° reggimento fanteria, che, non riuscendo a rompere il contatto con il nemico, potè effettuare il suo movimento solo a sera, sotto la protezione della Divisione « Ariete,, che - come si è detto _, nel pomeriggio si era schierata in zona Alam Burt Sabai. Nello stesso pomeriggio i resti della Divisione « Littorio ,, si trasferivano nella zona prestabilita, che raggiungevano verso le ore 19.30, mentre l' « Ariete » rimaneva ancora in loco. Come risulta dallo sviluppo degli avvenimenti, in pratica il XX corpo d'armata non esercitò alcuna protezione diretta a favore del XXI, in quanto questo, non disturbato dal nemico, potè compiere il primo sbalzo all'indietro entro la mattina del 3 novembre, nello stesso momento in cui il XX iniziava il ripiegamento con la Divisione «Trieste ». La protezione, invece, sebbene non prevista, avvenne nell'ambito di quest'ultimo Corpo d'armata, e precisamente a favore della « Trieste ,, da parte dell'« Ariete», la quale pertanto raggiunse la zona a sud di Deir el Murra solo il mattino del 4 novembre, anzichè il mattino del 3, come previsto dagli ordini iniziali. Più a nord, il D.A.K. rimase schierato a semicerchio davanti alla sacca nemica, tra Bir Gibril Khamis e Tel1 el Aqqaqir, mentre reparti di fanteria, in prevalenza della 164• divisione germanica, disseminati su quasi tutto il settore settentrionale, andavano raccogliendosi sulle posizioni arretrate prestabilite. Nella zona costiera venne arretrata tutta l'ala sinistra dello schieramento. La 90• divisione occupò le posizioni fra q. 16 di Teli el Salahbi e Gibril Khamis; il 125° fanteria (164• divisione) venne ritirato dalle posizioni avanzate, che aveva mantenute per undici giorni, e schierato poco a nord di Sidi Abd el Rahman, fronte ad est; analogamente il X battaglione bersaglieri, ritirato dalla prima linea, fu schierato a cavallo del costone di q. 27, poco a nord del km 150 sulla ferrovia. Sulla strada costiera, oltre alle forze ora menzionate ed al I/ 39° fanteria, erano affluiti intanto il 3° reparto esplorante tedesco proveniente da Marsa Matruh _, che fu dislocato a El Dab'a, e il battaglione « Lupi di Toscana l> che, mentre giungeva nella zona, ricevette ordine di schierarsi nei pressi della stazione di El Dab'a, passando alle dipendenze della 90• divisione germanica.
Attivissima fu la R.A.F. che, nel tardo mattino de] 3 novembre, impiegò sulla strada costiera 200 caccia-bombardieri in violente azioni di bombardamento, spezzonamento e mitragliamento di tutti gli automezzi che comunque la percorrevano. Nel complesso, la prima fase esecutiva degli ordini di ripiegamento dell'Armata italo- tedesca e, cioè, la delicata azione di sganciamento delle fanterie dall'immediata pressione dell'avversario e la rottura del contatto da parte di aliquote delle forze motocorazzate (XX corpo d'armata), si svolse con minori difficoltà di quanto era dato di supporre ed i movimenti per il primo sbalzo retrogrado si compirono pressochè indisturbati. 11 nemico non percepì la nostra manovra : il giorno 3 novembre il Generale Montgomery riteneva che « l'avversario era sul punto di ripiegare » laddove, invece, le nostre truppe in quel momento erano già in fase di avanzato ripiegamento, iniziato sin dalla sera precedente. L'attività delle modestissime forze lasciate in retroguardia, lo schieramento controcarri lungo i margini deJla sacca di penetrazione britannica e l'atteggiamento delle residue forze corazzate dell'A.C.I.T. avevano completamente tratto in inganno 1'8"' armata. Nel settore Sud, i Britannici solo nel tardo pomeriggio esplicarono una notevole attività di fuoco, che si abbattè sulle posizioni già abbandonate dai reparti del nostro X corpo d'armata, a seguito della quale iniziarono la loro avanzata che non valse a ristabilire il contatto. Nel settore centrale il XXI corpo d'armata raggiunse le nuove posizioni ad esso assegnate senza intralci ed ostacoli ai suoi movimenti. Nel settore settentrionale l'avversario, proseguendo l'azione già intrapresa il 2 novembre, effettuò attacchi locali, ma con una certa esitazione e con evidente cautela. Più impegnative risultarono le operazioni condotte dalla VII brigata motorizzata della 1"' divisione corazzata, nella notte sul 3 novembre, e dall'VIII brigata corazzata della IO" divisione corazzata, all'alba, nel tentativo di aggirare le nostre posizioni ad ovest e sud - ovest di Tel1 el Aqqaqir, al punto di giunzione fra il D.A.K. ed il XX corpo d'armara. Questi attacchi non ottennero che qualche lieve infiltrazione di pochi elementi ed in pratica __, secondo ammissione dello stesso avversario - non conseguirono alcun risultato concreto.
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La decisione di resi- Le condizioni, insperatamente favorevoli, nelle quali era stato possibile effettuare la rottura del contatto per il mancato contrasto dell'avversario alla nostra manovra di sganciamento, davano fondato motivo di ritenere che il ripiegamento avrebbe potuto proseguire - una volta effettuato lo sganciamento anche del D.A.K. e della 90• divisione leggera, ancora a stretto contatto con il nemico - senza grave o irreparabile compromissione della residua capacità combattiva dell'A.C.I.T. Il Maresciallo Rommel concretò allora, il mattino del 3 novembre, il suo concetto d'azione per il raggiungimento delle posizioni di Fuka: movimento per settori, nell'ordine: settentrionale, centrale e meridionale, con assoluta precedenza delle truppe non motorizzate dei primi due settori, sotto la protezione attiva delle unità motocorazzate in essi dislocate. In adesione a tale concetto operativo e facendo leva sulla constatata temporanea inattività dei Britannici, alle ore 12.30 del 3 novembre veniva impartito al XXI corpo d'armata l'ordine di riprendere con immediatezza il movimento verso la zona di Fuka; il X corpo e la Brigata « Ramcke >> sarebbero rimasti, per il momento, sulle posizioni raggiunte. L'ordine testualmente prescriveva: « Il nemico al momento non incalza. Si deve subito incominciare il ripiegamento dei reparti, compresi i battaglioni presso il km 1 58 della strada e presso El Dab' a, scavalcandoli verso la zona a sud e sud - ovest di Fuka. Lì sistemazione di una nuova posizione... Brigata << Ramke >> e X! corpo d'armata rimangono per ora nella vecchia posizione». Erano state appena emanate le disposizioni esecutive di questo ordine quando al Comando dell'A.C.I.T. veniva trasmesso un messaggio del Comando Supremo che notificava la decisione di Mussolini di mantenere << a qualunque costo l'attuale fronte»:
stere sul posto (pomeriggio del 3 novembre)
COMANDO SUPREMO
Ufficio Op/ Africa In cifra - Qualifica: P.A.P.A. Indirizzi: Colacit
3 novembre 1942, ore 11 .10 A mezzo (tele-cifra-filo)
N. 33346 Op. Pregavi comunicare Rommel che Duce ritiene necessario mantenere a qualunque costo attuale fronte poichè secon-
do avviso Comando St4premo territorio egiziano non offre posizioni idonee se non per sosta et temporanea resistenza per riordinamento forze. Per estrema precauzione Delease habet avuto già da vari giorni ordine imbastire con pochi reparti et artiglierie disponibili posizioni Sollum -Halfaya. Ciò beninteso senza sottrarre alcun elemento a quelli che sono destinati ad Acit. Rifornimenti vengono spinti con ogni mezzo, via aerea et vta mare. UGO CAVALLERO
A sua volta Delease riceveva istruzioni perchè, in caso di ripiegamento, la sola linea di difesa utilizzabile dovesse essere la Sollum Halfaya: COMANDO SUPREMO
In cifra - Qualifica: P.A.P.A. Indirizzi: Delease
3 novembre 1942, ore 12.30 A mezzo ( tele - cifra - filo)
N. 33347 OP. Delease per Eccellenza Barbasetti. Comando Supremo ritiene indispensabile che Armata corazzata tenga a qualunque costo attuali posizioni. E' del parere che nella deprecata ipotesi di un ripiegamento, territorio egiziano non offra possibilità di sosta se non per riordinamento e temporanea resistenza e che la sola linea di difesa utilizzabile, nonostante suoi difetti, sia, come più volte già indicato, quella di Sollum -Halfaya che avete avuto ordine di imbastire. Qualora in estrema ipotesi Rommel si trovasse costretto ad arretrare, manovra tra fronte attuale e confine cirenaico non potrà essere regolata che da Comando Armata corazzata. Ciò per vostro orientamenttJ. Maresciallo Kesselring parte stamane ore ro e conferirà in giornata con Rommel sttlla base dei concetti sopra esposti e che pienamente condivide. Aggiungo che rifornimenti vengono spinti con massima alacrità. Quanto a predisposizioni che riteneste indispensabili da parte di Delease tenete presente necessità di evitare di dare ad alcuno sensazioni deprimenti. Uco CAvALLERO
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Al Maresciallo Rommel perveniva, inoltre, anche il seguente telegramma di Hitler : « Al Maresciallo Generale Rommel.
« Con piena fiducia nella vostra personalità di capo e nel valore delle truppe tedesche e italiane ai vostri ordini, il popolo tedesco segue con me l'eroica lotta difensiva in Egitto. Nella situazione nella· quale vi trovate non può esservi altro pensiero che continuare a resistere, non cedere di un sol passo e gettare nella battaglia ogni arma, ogni combattente di cui si possa ancora disporre. Considerevoli rinforzi di unità aeree saranno inviati in questi giorni al comandante in capo del Sud. Anche il Duce e il Comando Supremo faranno il massimo sforzo per farvi giungere i mezzi per il proseguimento della lotta. Nonostante la sua superiorità numerica, anche il nemico arriverà alla fine delle sue forze. Non sarebbe la prima volta nellastoria che la volontà più forte trionfa dei più forti battaglioni del nemico. Alle vostre truppe, però, non potete indicare altra via se non quella che conduce alla vittoria o alla morte. AnoLFO HITLER » .
In conseguenza di questi ordini e per mettersi in condizioni di eseguirli, Rommel doveva sospendere il ripiegamento già intrapreso verso le posizioni di Fuka; ricondurre in linea i reparti in movi-• mento retrogrado e schierarli nella zona che era stata obiettivo del primo sbalzo dopo lo sganciamento; portare su queste stesse posizioni anche le unità motocorazzate che erano tuttora a contatto del nemico per assolvere il compito della protezione del ripiegamento delle altre; organizzare la resistenza ad oltranza su queste posizioni ~ coincidenti all'incirca con il meridiano 850 - e su quelle ancora occupate nel settore meridionale. Rommel indirizzava al Fiihrer il seguente messaggio: « Il nemico, negli ultimi giorni, ha aperto nel settore nord, con 4-500 carri armati e forti unità di fanteria, una breccia di 10 km per una profondità di 1 5 nel tratto più importante del campo di battaglia, distruggendo quasi totalmente le truppe di prima schiera. « Si fa di tutto per resistere, ma le perdite sono tanto elevate,. che non si può contare su un fronte consistente e continuo. « Sono pienamente convinto della necessità di tenere ad oltranza le posizioni e di non cedere di un passo. Credo, però, che la tattica britannica di distruggere una dopo l'altra le nostre unità con i
160 più duri concentramenti di fuoco e i persistenti attacchi aerei non potrà che produrre il nostro danno e portare alla distruzione progressiva delle nostre forze. « Nella .situazione attuale non resta, quindi, che la guerra di movimento, come tmica possibile per contrastare l'avanzata al nemico e infliggergli t4lteriori danni, e per evitare a noi la perdita del teatro di guerra africano. « Prego autorizzazione in tal senso. Se mi sarà accordata, intendo di ripiegare manovrando e riportare, con successivi sbalzi, le truppe su una nuova posizione svolgentesi da Fuka verso sud. « Di questo fronte, lungo 70 km, la parte meridionale, che ha la larghezza di circa 30 km, non è attraversabile da grosse unità corazzate. Maresciallo ROMMEL >>.
Poco dopo le ore 15 del 3 novembre (esattamente alle 15.11) dal Comando dell'A.C.I.T. veniva trasmesso al XXI corpo d'armata l'ordine di sospendere il ripiegamento e di mantenere e difendere a qualunque costo le posizioni in atto, riportando in linea i reparti che eventualmente già fossero in movimento verso occidente. L'ordine pervenne al Corpo d'armata alle ore 17 e solo alle ore 18,30 fu possibile diramare - in cifra, a mezzo radio - le conseguenti disposizioni esecutive ai Comandi delle Divisioni dipendenti. La « Trento», che ancora non aveva lasciato le proprie posizioni, non incontrò alcuna difficoltà ad eseguire i nuovi ordini; la « Bologna », invece, era in movimento verso ovest sin dalle ore 14 e non potè decifrare il messaggio se non all'arrivo alla tappa della giornata. Per richiamare in linea questa Divisione, il Comando di Corpo d'armata avviò, sugli itinerari di ripiegamento, propri ufficiali; questi, però, non riuscirono a rintracciare il Comando della Divisione che, per effettuare una ricognizione delle posizioni da occupare sul costone di Fuka, aveva preceduto il movimento delle dipendenti unità. Solo dopo ricerche rese laboriose dall'oscurità della notte, detti ufficiali raggiunsero i comandi dei due reggimenti 39° e 40° la cui truppa, però, era in tale stato di stanchezza da non poter riprendere subito il cammino in senso inverso. La sera del 3 novembre il Comando dell'A.C.I.T. ordinava al XX corpo d'armata, che con le Divisioni « Trieste» e « Littorio» aveva pressochè ultimato i movimenti di primo sbalzo, di effettuare un nuovo schieramento nella ~ona ad ovest e sud-ovest della depres-
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sione di Deir el Murra. Reparti eventualmente avviati verso le retrovie dovevano essere riPortati in linea e ivi impiegati. Lo schieramento doveva essere attuato alle prime luci dell'alba del giorno 4. In particolare, l' « Ariete », schierandosi fra Deir el Murra ed il Bir el Abd, doveva prendere contatto, sulla sinistra, con la 15• divisione corazzata, non appena il D.A.K. avesse compiuto l'arretramento previsto, e sulla destra con il XXI corpo d'armata (Divisione « Trento »). La linea doveva essere mantenuta e difesa fino all'ultimo e non poteva essere abbandonata senza esplicito ordine del Maresciallo Rommel. Anche nel pomeriggio del 3 novembre, come al mattino, l'attività aerea nemica fu notevole. Vennero effettuati numerosi attacchi, specialmente contro il nostro traffico sulla litoranea in zona El Dab'a, causando la distruzione di basi logistiche e di autocarri con rifornimenti (1). Altri attacchi aerei erano stati diretti contro i nostri convogli in mare. Nelle giornate I e 2 novembre furono affondati con siluri o bombe di aerei il piroscafo Tripolino nel golfo di Bomba, la motonave Brioni a Tobruch e la motonave Zara al largo di Tobruch. Un'incursione aerea, effettuata su tale piazzaforte il 2 novembre, causava 22 morti e 250 feriti.
La posizione di Sidi Abd el Rahman verso la quale, perciò, si erano rivolti accaniti e ripetuti attacchi nemici - costituiva un solido appoggio dell'ala sinistra del nostro schieramento difensivo, il cui mantenimento agevolava e consentiva la possibilità di effettuare la rottura del contatto nel settore Nord senza eccessive difficoltà. Il Generale Montgomery, valutando l'importanza della Posizione e considerando, peraltro, che il grado di efficienza delle sue truppe impegnate nell'azione era tale da non consentire ad esse di perdurare nello sforzo verso nord e verso ovest, decise di aggirare da sud le nostre posizioni intorno alla sacca di Tel1 el Aqqaqir (schizzo 19). Dopo una marcia notturna, Superamento britannico del nuovo schieramento (4 novembre)
(r) « Frattanto la nostra aviazione attaccava in forza i mezzi di trasporto ammassati l'uno contro l'altro e che ripiegavano lentamente in 1-itirata offrendo eccellenti obiettivi sulla strada tra Ghazal e Fuka ». (ALEXANDER, op. cit., pag. 61).
lI. - Al.
la V brigata indiana, in concomitanza con l'azione svolta sulla destra dalla 51.. divisione, attaccò alle ore 2.30 del 4 novembre a 6 o 7 chilometri a sud di Tel1 el Aqqaqir. All'alba la cortina anticarro dei nostri cannoni, che aveva tenuto il nemico inchiodato sul posto, fu costretta ad arretrare ricomponendosi però più a nord con fronte a sud- est. La notte trascorse senza altri movimenti del nemico. Il Maresciallo Rommel ne approfittò per lo sganciamento e l'arretramento delle unità corazzate tedesche sulle P.<)Sizioni del meridiano 850. La 90• divisione leggera effettuava una conversione all'indietro, portandosi con l'ala destra all'altezza di Teli el Gora; nel contempo il D.A.K. ripiegava sull'ampio pianoro di Tel1 el Manfsra con la 21._ divisione corazzata a nord, il reparto combattente del D.A.K. (r) al centro e la 15.. divisione corazzata a sud, in collegamento sulla destra con l'« Ariete ». Il mattino del 4 novembre ( schizzo 20) si era venuto a formare così un vasto fronte semicircolare, il cui ramo settentrionale si prolungava verso est con la 90• divisione e quello meridionale si allacciava al XX corpo d'armata. Più a sud era schierata la Divisione « Trento » ed, oltre la bretella occidentale dei campi minati arretrati, il fronte proseguiva con la brigata « Ramcke » ed il X corpo d'armata. L'azione nemica venne ripresa alle 7 del mattino del giorno 4 novembre ed investì il fronte dal mare alla depressione di Deir Abu el Hiqeif, sviluppandosi lungo tre direttrici di attacco (da nord a sud): - la prima, da q. 22 a Sidi Abd el Rahman; - la seconda, dalla zona di Teli el Aqqaqir ad Alam Abu Busat; - la terza, dalla zona di Alam Burt Sabai el Gharbi a Bir el Abd. Lungo la prima direttrice agì la 9.. divisione australiana che solo ad attacco sferrato potè constatare, con somma sorpresa, comele posizioni già tenute dagli Italo - Tedeschi e che costituivano quel saliente lungo l'asse stradale costiero contro il quale erano stati effettuati vani tentativi di penetrazione nei giorni precedenti, fossero (1) Si tratta del reparto, della forza di una compagnia, che, costituito in origine per la difesa del comando tattico del Corpo d'Africa Tedesco, venne impiegato talvolta in combattimento con compiti speciali.
del tutto sguarnite. Le nostre truppe avevano ripiegato, secondo gli intendimenti operativi superiori, senza che l'avversario, benchè a stretto contatto, ne avesse avuto il minimo indizio ed una qualsiasi percezione (v. pag. 156). L'attacco, perciò, si abbattè sulla 90a divisione leggera, nelle nuove posizioni da essa occupate a seguito della conversione retrograda effettuata durante la notte. Questa sostenne l'urto strenuamente e con grande vigoria e valore. Lungo la seconda direttrice mossero le due Divisioni corazzate 1• e 10• con il compito di portarsi sul costone di Alam Abu Busat
e di puntare, di qui, verso nord, per raggiungere la zona di Tel1 Ghazala, sulla rotabile costiera. Quest'azione investì in pieno lo schieramento del D.A.K. e si manifestò con particolare violenza sulle alture di Tel1 El Manfsra, presidiate dal « reparto di combattimento » del D.A.K., elemento di giunzione fra la 15a e la 21a divisione corazzata tedesca. Malgrado la più strenua resistenza opposta dalle truppe germaniche, le divisioni britanniche riuscirono ad averne ragione. Il « reparto di combattimento» risultò completamente distrutto e, nell'azione, venne catturato il Generale von Thoma, comandante del D.A.K. (1). Fu sostituito, nel comando, dal colonnello Bayerlein. La Divisione «Ariete», che al mattino del 4 novembre aveva già assunto lo schieramento che le era stato ordinato nella zona a sud di Deir el Murra, cercò, dinanzi alla nuova situazione creata dal}'attacco avversario, di ristabilire la continuità della fronte congiungendosi a nord con la 15• divisione corazzata tedesca. Riuscì a prendere contatto con le ormai deboli forze di questa unità ma, per ef. fetto di infiltrazioni verificatesi lungo il limite di settore fra XX e (1) li Gen. von Tboma aveva dato notizia al Maresciallo Rommel che colonne britanniche erano riuscite a sfondare il fronte più a sud dello schieramento del D.A.K. ed avevano, quindi, sopravanzato verso ovest le Divisioni tedesche. Rommel non volle credere a tale informazione ed obiettò doversi trattare della Divisione « Trieste ». Il Gen. von Thoma, perciò, si recò di persona in prima linea per confermare la sua iniziale notizia e, in tale circostanza, venne catturato. Solo a seguito della conoscenza di tale cattura Rommel si rese conto della realtà della situazione e vide la necessità di disporre l'immediato ritiro delle truppe tedesche. Il Generale Alexander, nel riferire intorno a tali avvenimenti, conclude e commenta che gli Italiani sarebbero stati « abbandonati al loro destino )),
XXI corpo d'armata, rimase isolata sulla sua destra e staccata dal rimanente schieramento difensivo a sud. Premuta di fronte, superata sulle ali ed aggirata da carri armati pesanti che le piombavano alle spalle, l' « Ariete», ridotta senza nemmeno un solo colpo per i suoi pezzi, non era più in grado di opporsi alla stretta dell'accerchiamento avversario ed a stento riusciva a svincolare dalla morsa pochi elementi isolati ed il comando di Divisione. La « Trieste)) concorse al combattimento dell'« Ariete)> dandole tutto l'appoggio delle proprie artiglierie che riuscirono ad infliggere notevoli perdite all'avversario, a prezzo però del loro totale sacrificio. Il 66° reggimento ( « Trieste ») malgrado le sensibilissime perdite subite riuscì con grandi difficoltà a disimpegnarsi ed a ripiegare. La Divisione « Littorio » prese parte al combattimento con un proprio battaglione di formazione nel quale era riuscita a raccogliere tutti i suoi carri ancora efficienti (una ventina, in totale - vedi pag. 154) inseriti nelle file della r5a divisione tedesca. Si concludeva, così, la « disperata lotta dei piccoli e scadenti carri armati italiani del XX corpo con circa 100 carri armati pesanti britannici che avevano aggirato » sul fianco destro scoperto gli Italiani i quali combatterono « con straordinario valore » (1). Nelle prime ore del pomeriggio anche lo schieramento del D.A.K., dopo aspra lotta, veniva intaccato in più punti. Lungo la terza direttrice d'attacco (segnata, inizialmente, dall'allineamento Alam Burt Sabai el Gharbi- Bir el Abd) agì la 2& divisione neozelandese rinforzata dalla IV brigata corazzata leggera della 1 divisione. (r) RoMMEL, op. cit., pag. 288. Il Maresciallo Rommel così continua la sua descrizione: « Uno dopo l'altro i carri armati esplodevano o si incendiavano mentre il violentissimo f 11oco dell'artiglieria nemica ricopriva le posizioni della fanteria e dell'artiglieria italiane. Verso le I 5 .30 parti l'ultimo messaggio radio dell' « Ariete l> : <C Carri armati nemici fatta irruzione a sud dell' « Ariete >l, con ciò « Ariete » accerchiata. Trovasi circa 5 chilometri nord-ovest Bir el Abd. Carri (( Ariete )> combattono "· La sera il XX Corpo italiano, dopo valorosa lotta, era annientato. . . Con la « Ariete l> perdemmo i nostri più anziani camerati italiani, ai quali, bisogna riconoscerlo, avevamo sempre chiesto più di quello che erano in grado di fare con il loro cattivo armamento >l .
Delineatosi, verso mezzogiorno, il successo sul fronte del XX corpo, la 2a neozelandese fu lanciata in un profondo movimento verso ovest con il compito di assicurarsi il possesso del costone di Fuka. Essa penetrò rapidamente nel vuoto creatosi nello schieramento del XXI corpo d'armata ; travolse le residue forze della Divisione <( Trento » rimasta del tutto isolata (1); raggiunse ed incalzò la Divisione « Bologna >> già avviata verso posizioni arretrate, ne sopravanzò le ali e provocò l'annientamento dei singoli reparti attaccati separatamente in piena crisi di spostamento; completò, infine, la separazione del X corpo d'armata dalle rimanenti unità dell'A.C.I.T. Le gravissime perdite subite nella mattinata del giorno 4 novembre; la assoluta indisponibilità di riserve, giacchè tutto era stato impiegato nella lotta; le ampie falle create nel dispositivo difensivo dal nemico che, completamente motorizzato, penetrava in esse e dilagava alle spalle dei tronconi ancora schierati, materializzavano la tragicità della situazione nella quale era assai evidente come al1'A.C.I.T. non fosse rimasta la benchè minima possibilità di ulteriore resistenza in posto.
In conseguenza di così gravi eventi ed allo scopo di evitare che il D.A.K. e la 90• divisione leggera venissero tagliati fuori da azioni nemiche avvolgenti per il sud, il Comando dell'A.C.I.T., che pure per tutta la mattinata (l'ultimo messaggio al riguardo era delle ore 11,08) aveva insistito presso il XXI corpo d'armata perchè riportasse immediatamente le sue truppe sulle posizioni in parte abbandonate nel pomeriggio del 3 (2), solo poche ore più tardi, ed esattamente alle ore 15,30, emanò l'ordine generale di ritirata sulle previste posizioni di Fuka. Tale ordine derivava da una concreta valutazione della situazone che trova efficace sintesi nel seguente documento redatto dal
Ordini per il ripiegamento sulle posizioni di Fuka (pomeriggio del 4 novembre)
(1) L'ultimo radiogramma della Divisione « Trento >> porta l'indicazione delle ore 13 e testualmente dice: « Munizioni quasi esaurite. spareremo tutte sul posto ». (2) L'ordine si riferiva, evidentemente, alla aliquota della Divisione « Bologna », messasi in marcia verso ovest e che non era stato possibile riportare in linea causa la stanchezza delle truppe (v. pag. 16o).
u
166 D.A.K. alla sera del g10rno 4 novembre e che s1 trascrive testualmente: Radiomessaggio n. ro840 ore 20.00. Al Comando Supremo
Segreto
RELAZIONE GIORNALIERA DEL 4-II-1942.
Nelle ore antimeridiane la Diuisione corazzata «Ariete», il Corpo tedesco d'Africa e la 90• divisione leggera d'Africa, compresa la r64'· divisione leggera d'Africa, hanno respinto parecchi attacchi di fanteria e di robuste forze corazzate. Viceversa, nel primo meriggio, dopo rinnovate azioni con numerosi carri armati pesanti, sostenute da fortissimo fuoco d'artiglieria, il nemico è riuscito a sfondare il fronte del Corpo tedesco d'Africa in tre punti. L'eliminazione di questi sfondamenti, a causa della mancanza di riserva, non è stata possibile. Contemporaneamente la Divisione corazzata « Ariete » è stata ripetutamente attaccata, sia sul fronte, sia sul fianco da circa 100 carri armati. Forti contingenti della Divisione, o sono stati distrutti o, dopo valorosa resistenza, sono caduti in mano avversaria. Non è dato sapere, sino a questo momento, dove si trovino i resti della Divisione corazzata « Littorio » e della Divisione motorizzata « Trieste ». Già in precedenza il XXI corpo d'armata era stato sfondato da robusta forza corazzata e, con alcuni suoi reparti, aveva ripiegato verso ovest. Successivamente la ricognizione aerea ha informato che il X corpo d'armata, fortemente premuto dal nemico, del pari ripiegava verso ovest. A causa del ripiegamento del X e XXI corpo d'armata, della distruzione della Divisione corazzata « Ariete », nonchè degli sfondamenti presso il Corpo tedesco d'Africa, l'attuale fronte non può più essere tenuto. Perciò, anche al fine di evitare che il Corpo tedesco d'Africa e la 90• divisione leggera d'Africa restassero tagliati fuori, si è dovuto impartire l'ordine di ripiegamento sulle posizioni di Fuka. Per il momento non è dato giudicare se si riuscirà a costituire ed a mantenere colà un nuovo fronte. Il Generale delle truppe corazzate von Thoma, incaricato del comando del Corpo tedesco d'Africa, mentre tentava di impedire, con il suo scaglione da combattimento, la penetrazione di forze avversarie, risulterebbe caduto in mano nemica, dopo la distruzione del si~o scaglione dinanzi alla linea più at1anzata.
Le unità tedesche (D.A.K., 90a e 164a divisione) iniziarono subito il ripiegamento, muovendo, grosso modo, lungo l'asse della rotabile costiera. Il XX corpo d'armata, che doveva raggiungere con i resti delle sue Divisioni una zona situata a 25 chilometri a sud- ovest di Fuka, effettuò il movimento nella notte sul 5 novembre, percorrendo un itinerario parallelo alla litoranea ad una distanza di circa 20 - 25 chilometri a sud di essa, allo scopo di dare sicurezza sul fianco interno alle colonne defluenti lungo la strada costiera. I carreggi con gli elementi di scorta dovevano essere avviati, invece, ad ovest di Fuka, lungo la litoranea, con l'ordine di costituire, appena giunti a destinazione, posti di blocco divisionali destinati a raccogliere gli sbandati. Il Comando del XXI corpo d'armata impartì, a mezzo ufficiali, disposizioni alle Divisioni (1) ed ai battaglioni « Lupi di Toscana >> (v. pag. 139) e I / 39° fanteria (v. pag. 153), schierati sulla strada costiera, di effettuare subito il ripiegamento ordinato. Il movimento venne ben presto ostacolato da infiltrazioni ed incursioni di elementi corazzati e blindati nemici. Il Comando del X corpo d'armata, cui l'ordine di ripiegamento pervenne alle ore 16, emanò nella sera stessa (ore 19) le conseguenti disposizioni (schizzo 22):
a) linea di previsto schieramento a sud di Fuka: Deir Sha'laq. 174 - 2 km nord - ovest di Qaret el Birsim - depressione di El Qattara (ad 8 km. a ovest di Qaret el Tarfaya);
b) movimento in tre sbalzi : - entro il mattino del 5, sull'allineamento Deir el Barra - Qaret Abu Saq (25 km circa dalle posizioni di partenza); - entro il mattino del 6, sull'allineamento Alam el Teira (q. 145)-Alam el Nuss (30 km circa dal precedente); - entro il mattino del 7, sulla linea prestabilita a sud di Fuka (a circa 20 km dalla linea di secondo sbalzo);
e) due itinerari di ripiegamento : - a nord: Deir el Qattara -Deir e! H arra -q. 137- q. 142 Alam el Teira -Deir Sha'la, a disposizione della Divisione « Bre(1) In effetto, il Corpo d'armata disponeva solo delle residue forze della Divisione «Bologna» e del 7° reggimento bersaglieri, essendo stata la « Trento )) pressochè sommersa dai combattimenti del pomeriggio.
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scia ))' delle artiglierie di Corpo d'armata, del XXXI battaglione guastatori; - a sud : km 44 sulla « Pista Rossa )> - Qubur Shamata Alam el Nuss - q. 166- q. 174, a disposizione del Comando di corpo d'armata e delle Divisioni « Folgore » e « Pavia » (<< Folgore » in testa).
d) Modalità di ripiegamento: immediato inizio del movimento, da effettuarsi a piedi, per colonne di Divisioni protette da robuste retroguardie organizzate dalle Divisioni stesse. Il gruppo <<Nizza cavalleria », adeguatamente frazionato in nuclei, avrebbe dovuto provvedere alla protezione del Comando di corpo d'armata, al fiancheggiamento dell'itinerario nord previo collegamento con la Divisione « Bologna », e concorrere alla sicurezza del fianco sinistro della Divisione «Folgore )> . In questa difficile e complessa operazione di ripiegamento, svolta sotto la costante pressione dello stretto contatto con il nemico, quando le azioni avrebbero dovuto assumere il carattere della estrema dinamicità ed i movimenti quello della maggiore possibile celerità, la deficienza degli automezzi che aveva costituito sia ai fini logistici che a quelli operativi una delle maggiori remore durante tutta la campagna condotta sino a quel momento (1), veniva ad esercitare un ruolo determinante e ad influire con aspetti di vera tragedia sulla sorte delle nostre truppe, specie del XXI e del X corpo d'armata. Sin dal 2 novembre, allorchè Rommel aveva formulato l'iniziale suo piano di ripiegamento generale, Delease era stata sollecitata dal Comando dell'A.C.I.T. ad approntare a Marsa Matruh un parco di 500 automezzi pesanti, ma riuscì a costituire una colonna di solo 150 autocarri dei quali 50 con rimorchio, per una capacità complessiva di trasporto di 3000 uomini con armamento di reparto. Questa colonna, avviata al X corpo d'armata, fu decimata dall'offesa aerea avversaria lungo tutto il suo percorso per raggiungere il Comando di destinazione, sicchè a momento opportuno questo non ricevette che appena una quindicina di autocarri, ai quali vennero ad aggiungersene altri cinquanta che, assegnati a Delease per l'inoltro al XXI corpo, furono, invece, avviati al X. ( 1) Cfr. pag. 132 e (( Seconda controffensiva italo - tedesca in Africa Settentrionale », S.M.E. - Uff. Storico, pag. 205.
Il XXI corpo avrebbe dovuto ricevere un rinforzo di automezzi dal XX ma quest'ultimo, per propria indisponibilità, non potè provvedere in alcun modo a tale esigenza. Costrette, sicchè, a muovere a piedi, le nostre truppe, appesantite anche dall'esigenza di trasporto a braccia delle armi e di quant'altro era possibile trasferire per far fronte alle necessità di lotta e di vita, non potevano non essere la più facile preda delle formazioni avversarie ormai dilaganti da ogni parte ed assolute padrone della situazione.
CONSIDERAZIONI SULLA BATTAGLIA *
:L'impostazione della .battaglia da parte britannica
L'assai grave e concreto pericolo corso dall'Impero britannico, a metà anno 1942, per effetto della vittoriosa offensiva italo-tedesca che partava le forze dell'Asse ad appena 100 chilometri da Alessandria e, quindi, a sfiorare una vittoria che aveva tutti i presupposti e presentava le condizioni per essere risolutiva, convinse i responsabili politici anglo-americani della inderogabile necessità di compiere ogni sforzo per allontanare la minaccia dal Canale di Suez, per riacquistare piena libertà d'azione in Mediterraneo e per fare del Nord Africa una immensa base di partenza per la conquista dell'Europa. Da questo convincimento germogliò la progettazione della vigorosa offensiva sulla fronte egiziana coordinata con l'apertura di un secondo fronte nell'Africa Settentrionale francese. Il graduale e progressivo inserimento nello sviluppo della guerra dell'industria americana, con risorse praticamente illimitate, permise alla Gran Bretagna di ricevere una alimentazione di rinforzi materiali, essenzialmente in carri armati ed aerei, tale da consentirle di distogliere da altri scacchieri operativi un consistente numero di Grandi Unità (v. pag. 98) e di poter realizzare, per la prima volta, sul fronte egiziano, una superiorità totale e, cioè, non limitata, come in precedenza, a parziali aspetti delle esigenze della lotta ma -estesa a tutti i campi : effettivi numerici dei combattenti, numero delle bocche da fuoco, entità e tipi di carri armati, forze aeree, di-
* Queste « considerazioni » non vogliono spostare sul piano critico i caratteri della monografia che restano quelli, indicati nella Premessa, di semplice esposizione narrativa e documentaria degli avvenimenti. Esse, pertanto, non formano commento dei fatti, ma solo sintetico riepilogo di essi e di quei ]oro particolari aspetti non specificamente propri del quadro della narrazione.
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sponibilità di munizioni, automezzi, rifornimenti operativi e logistici cli ogni specie. La decisione di conferire all'8• armata un potenziamento risolutivo si accompagnò a quella di ritoccare l'organizzazione di Comando nel senso di separare nuovamente il Comando del Medio Oriente da quello dell'8" armata, affidandoli a due generali diversi che non fossero moralmente scossi per effetto del ripiegamento al quale le forze britanniche erano state costrette dalla travolgente e vittoriosa avanzata italo - tedesca. La scelta di Alexander e Montgomery fu, senza dubbio, particolarmente felice e conseguì risultati altamente favorevoli. Per disPosizione di Churchill al Comando dell'8• armata era già stato designato il Generale Gott (v. pag. 48) la cui morte determinò la designazione di Montgomery, sostenuta dal Capo di Stato Maggiore Imperiale, Generale Alan Brooke. Il pilota da caccia tedesco che abbattè l'aereo nel quale viaggiava il Generale Gott certo non immaginava, con quella sua azione aerea, di contribuire a determinare una svolta decisiva di tutta la guerra, giacchè è indubbio che la personalità del Generale Montgomery ebbe un grande peso sulle operazioni in Africa Settentrionale ed esercitò una influenza determinante nei loro risultati e sulla loro conclusione. Personalità complessa che indubbiamente ebbe agio di manifestarsi e di affermarsi con il favore di una situazione di assoluta superiorità di mezzi nella quale le fu dato di agire, ma che certamente valse anche a completare - soprattutto dal punto di vista morale - le favorevoli circostanze di essa e che ebbe la capacità di sfruttarla sotto ogni riguardo ed in ogni suo aspetto. Un attacco alla fronte difensiva di El Alamein, che non presentava fianchi esPosti o scoperti e che era protetta da una profonda e complessa organizzazione di ostacoli, non Poteva che ricalcare i lineamenti delle battaglie di rottura del primo conflitto mondiale. Esclusa, per tutta una serie di circostanze generali ed ambientali, ogni possibilità di tenere assolutamente segreto l'intendimento di sferrare un'offensiva .....,. la cui previsione rientrava nella logicità delle cose - il Comando britannico si limitò a perseguire la sorpresa tattica (v. pag. 107) con l'adozione di tutti gli accorgimenti capaci di disorientare l'avversario circa la data di effettivo inizio delle operazioni, il punto di applicazione dello sforzo principale e le modalità esecutive dell'azione.
172 I tre principali termini del problema operativo britannico (« quando », « dove » e « come » attaccare) furono posti e risolti, sia pure solo in linea teorica e, cioè, programmatica, dal piano « Lightfoot » (v. pag. 101). L'offensiva doveva avere 1ruz10 con una certa precedenza di tempo sugli sbarchi anglo-americani nell'Africa Settentrionale francese, per coordinarsi con essi ed agevolarli in relazione ai manifestati timori americani che giudicavano le località stabilite per gli sbarchi stessi troppo all'interno nel bacino mediterraneo (v. pag. 54). Per questa esigenza, ed in relazione alla necessità di iniziare le operazioni con il favore della luna piena (v. pag. 102), venne decisa la data del 23 ottobre che Montgomery fu molto risoluto nel far rispettare anche contro gli orientamenti e le insistenze di Churchill che avrebbe voluto fosse anticipata (v. pag. 55). Fissata, alfi.ne, definitivamente tale data, tutti i preparativi e le predisposizioni per la battaglia vennero intonati al criterio di indurre gli avversari a ritenere che 1'attacco sarebbe stato sferrato molto più tardi (v. pag. 107). Ma la perseguita sorpresa, in questo campo del «tempo », fallì completamente, giacchè i nostri servizi informativi riuscirono a precisare con notevole anticipo la data di inizio dell'offensiva che indicarono con approssimazione matematica (v. pag. 70). La determinazione di effettuare l'azione principale di rottura nel settore settentrionale del fronte derivava da una valutazione dei vantaggi che ne sarebbero potuti conseguire (v. pagg. 102-103): lo sfondamento - secondo la similitudine fatta dal Generale Alexander ----, avrebbe portato non alla semplice apertura della porta ma al suo totale scardinamento, e questo doveva essere lo scopo del1'operazione cui si intendeva attribuire carattere risolutivo. Questa scelta della direzione di attacco principale nel settore difensivo più robusto e meglio organizzato doveva costituire altro elemento di sorpresa tattica per il difensore, che sarebbe stato naturalmente portato ad escludere che l'attaccante intendesse rinunziare ad esercitare il proprio sforzo maggiore contro il tratto più debole della difesa, tanto più che questo tratto coincideva con l'ala meridionale del fronte la cui rottura avrebbe consentito un largo aggiramento da sud di tutto il sistema difensivo, ricalcando la traccia di tutti i precedenti tentativi offensivi.
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Ma il Comandante dell'8a armata britannica ricercava proprio qualcosa di nuovo (v. pag. ro3) ed in questo campo della scelta di « dove » attaccare conseguì in pieno la ricercata sorpresa in quanto i Comandi italiani e tedeschi solo ad attacco inoltrato si persuasero dell'effettiva gravitazione a nord dell'avversario (v. pagg. III e r23). In stretta connessione con il problema della scelta del settore di azione principale si poneva quello delle modalità esecutive dell'attacco, giacchè con esse si poteva controbilanciare l'inconveniente di dover investire il tratto più forte della difesa. Il problema, in realtà, non esisteva perchè era talmente enorme e praticamente illimitata la disponibilità complessiva di forze e mezzi da parte britannica che era sufficiente disporre un adeguato raggruppamento delle unità per conseguire una schiacciante superiorità in qualsiasi punto della fronte, qualunque fosse la sua consistenza difensiva. Le modalità esecutive dell'impiego delle forze, pertanto, si Ponevano all'attenzione non in relazione al rapporto fra attacco e difesa ma in funzione degli scopi finali da conseguire nell'azione. In base all'esperienza delle precedenti battaglie combattutesi in Africa Settentrionale sino a quel momento, il Generale Montgomery si era persuaso che 1'8& armata non aveva mai potuto conseguire successi risolutivi per mancanza di una forte riserva. Perciò prima cura fu quella (v. pagg. 43 e 44) di costituirsi, a somiglianza di quanto era già stato da tempo realizzato da parte italo-tedesca, un Corpo di armata di riserva (il X) potentemente armato, bene equipaggiato, solidamente addestrato, la cui disponibilità avrebbe determinato la possibilità di far fronte a qualunque situazione e di poter perseguire i propri piani senza troppo preoccuparsi delle reazioni avversarie. Un attento esame delle posizioni difensive da superare indusse il Comandante dell'8& armata britannica a decidere la preliminare eliminazione delle truppe nemiche (prevalentemente non corazzate) schierate a presidio statico dell'organizzazione difensiva. Annientate queste forze mediante azioni in cooperazione fanteria - carri, le truppe mobili avversarie (di massima corazzate) sarebbero rimaste prive di basi di appoggio per il loro intervento manovrato e sarebbero state, quindi, costrette a ritirarsi o ad accettare battaglia in condizioni di assoluta inferiorità (v. pagg. ro4 e ro6). La battaglia, quindi, secondo gli intendimenti operativi britannici si sarebbe dovuta sviluppare attraverso tre fasi : « rottura » della
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fronte, « demolizione » delle posizioni difensive statiche, « eruzione » in campo aperto per distruggere le forze corazzate italo-tedesche. Le prime due fasi erano affidate, essenzialmente, ai Corpi d'armata XXX e XIII; la terza fase al X corpo d'armata. Le cose, però, non furono così semplici come Montgomery aveva previsto nè si svolsero esattamente secondo il piano « Lightfoot >> predisposto. La resistenza opposta dalle truppe italo-tedesche risultò di gran lunga superiore a quella che il rapporto delle forze avrebbe consentito di supporre ed impose al Comando britannico, nel corso dell'attacco, una radicale modifica dello schieramento iniziale ed un diverso concentramento di forze nel settore dell'azione principale (v. pagg. 125 e 130) in mancanza del quale - e, soprattutto, nell'eventuale mancanza di un'adeguata disponibilità di mezzi per attuarlo - la terza fase di « eruzione >> in campo aperto delle unità corazzate non si sarebbe potuta attuare. Comunque, nella situazione determinatasi, questa terza fase richiese l'impostazione di un nuovo piano che fu quello dell'operazione denominata « Supercharge » (v. pag. 140), complementare ed integratore dell'iniziale e< Lightfoot », del quale ricalcava le linee generali, ma con applicazione ad un settore più ristretto e con una concentrazione di forze, sulla direttrice principale dell'azione, superiore a quella predisposta ed organizzata, per l'inizio dell'attacco, il 23 ottobre.
Con la battaglia di Alam cl Haifa (30 agosto - 5 settembre 1942) che, sostanzialmente, aveva rappresentato un tentativo di aggiramento delle posizioni britanniche di El Alamein, si era venuta a determinare una situazione che poneva il problema della convenienza o meno di abbandonare le posizioni raggiunte per occuparne altre retrostanti, più solide e sotto molti riguardi favorevoli (v. pagg. 17- 18). Questo problema presentava la possibilità di tre soluzioni operative: La concezione operativa italo - tedesca
ritirare e concentrare sul ciglione Sollum- Halfaya la massa delle forze, sotto la protezione di unità mobili di copertura spinte in avanti; I .. -
1 75 2~ - predisporre l'arretramento delle unità meno mobili sulleposizioni di Fuka e di Marsa Matruh, ed effettuarlo solo quando si fosse pronunziata imminente una offensiva nemica, opponendo a questa una manovra in ritirata condotta dalle unità motocorazzate;·
f - mantenere le posizioni raggiunte (El Alamein) e condurre, su esse, una battaglia difensiva resistendo ad oltranza, in caso di offensiva nemica, :fino a quando non si fosse determinata una rottura di equilibrio fra attacco e difesa. Queste tre possibili soluzioni richiedevano ed imponevano, in ogni caso, la preventiva organizzazione a difesa di posizioni retrostanti allo schieramento in atto, con particolare riguardo al ciglione Sollum - Halfaya che per natura e configurazione del terreno nonchè· per la maggiore relativa vicinanza alle basi di rifornimento offriva le migliori condizioni per una prolungata resistenza. Una siffatta organizzazione arretrata avrebbe consentito di adeguatamente impiegare le fanterie non motorizzate, sottraendole al pericolo cui esse, per la loro scarsa mobilità, erano esposte in caso di offensiva nemica (pericolo che costituiva una delle più gravi preoccupazioni dei Comandi responsabili) e facendo ad esse assumere funzioni di. perni di manovra delle unità mobili corazzate, la cui azione di contrasto sarebbe riuscita a logorare l'avversario imponendogli di montare frequenti e successivi attacchi. La prima soluzione e, cioè, il ripiegamento della gran massa . delle forze su posizioni retrostanti più idonee, dovrebbe essere considerata, sia pure « a posteriori ))' la meglio rispondente alla situazione del momento in base al fatto che lo stesso Generale Alexander,, in una sua relazione, dichiara: « è impossibile dire oggi se fu per sua iniziativa o per ordine di Hitler che Rommel tenne tutte le sue· forze avanzate ad El Alamein; ma se egli avesse organizzato una solida posizione difensiva più indietro, a Matruh o a Sollum, con leggero velo di copertura per trattenerci ad El Alamein, il problemasarebbe stato molto più difficile a risolversi» (op. cit., pag. 19). In realtà, la decisione di non ripiegare dalle posizioni di El Alamein non fu del Maresciallo Rommel che, invece, come alcuni Generali italiani, fra i quali anche il Maresciallo Bastico, Coman• dante Superiore delle FF. AA. della Libia, era dell'avviso, che ripetutamente rappresentò, di arretrare lo schieramento. Egli si era reso esatto conto, nel corso della battaglia difensiva condotta dai Britannici fra il 10 ed il 27 luglio, che le truppe italo-·
germaniche avevano raggiunto il massimo delle loro p0ssibilità operative e che mentre il problema dei trasp0rti attraverso il Mediterraneo minacciava di aggravarsi sempre più, per l'avversario si apriva un periodo di p0tenziamento. Pronto, com'era, a carpire gli attimi favorevoli per lanciarsi in avanti, Rommel era altrettanto rapido nel valutare la pericolosità di alcune situazioni che gli consigliassero di sottrarsi al contatto del nemico. Ed il 17 luglio, nei pressi di El Dab'a, egli prospettava al Maresciallo Cavallero « la opportunità di ripiegare dalla posizione di El Alamein non potendo garantire di attendere nemmeno una settimana per l'arrivo dei rinforzi promessi » (r). Due giorni più tardi, il 19 luglio, Rommel insisteva ancora sulla necessità di un ripiegamento generale e la sera del 22, in seguito ad un forte attacco britannico, assumeva la decisione di emanare l'ordine di ritirata se il nemico avesse persistito nell'attacco. Si era, dunque, verificato un capovolgimento delle concezioni operative: Rommel che, abbacinato dal << miraggio delle Piramidi )>, era riuscito a superare l'opposizione concettuale comune un po' a tutti e ad attuare la sua irruenta avanzata in Egitto, era ora propenso a ritornare sui propri passi e suggeriva il ripiegamento; Cavallero, che sino al 23 giugno era rimasto fermo nel convincimento di non potersi addentrare in Egitto senza che prima fosse stata occupata Malta, riteneva che non si dovesse nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi di una ritirata ora che l'Armata era schierata ad El Alamein. Anche il Maresciallo Kesselring, che era stato oppositore delle direttive del 27 giugno con le quali il Comando Supremo fissava Suez quale obiettivo dell'Armata, non appoggiava ora il nuovo orientamento di Rommel in quanto un ripiegamento avrebbe messo in crisi i campi d'aviazione avanzati dell'Asse. Il dissenso di concezione fra il Comandante dell'A.C.I.T. ed il Comando Supremo italiano venne risolto ·a netto favore di quest'ultimo con la direttiva impartita da Mussolini in data 19 luglio: « La battaglia di Tobruch è chiusa; quella di domani sarà la battaglia del Delta ... Prima conditio sine qua non, per preparare la nuova battaglia, è quella di conservare a qualunque costo le attuali basi di partenza. Ogni altra ipotesi deve essere scartata a priori ». (1) Cfr. S.M.E . - UFFICIO STORICO : « Seconda controffensiva italo-tedesca », pag. 186.
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Sulla base di tale premessa cd in considerazione che il tempo lavorava a tutto favore dei Britannici, grazie ai notevoli rifornimenti che ad essi affluivano in Egitto, il 17 agosto il Maresciallo Cavallero emanava, a nome del Comandante supremo, le direttive per l'avanzata al Delta, allo scopo di sconvolgere l'organizzazione avversaria prima che questa si rafforzasse ulteriormente. Kesselring e von Rintelen proposero di rinunciare all'offensiva, stante la scarsa disponibilità di carburante per le forze terrestri ed aeree. Rommel stesso, preoccupato dell'aggravarsi della minaccia al traffico marittimo attraverso il Mediterraneo (v. pag. 22), condizionò la sua accettazione del piano ad un ben dettagliato programma di rifornimenti di carburanti e munizioni nei porti di Tobruch e Bengasi. Angustiato perchè la recente offensiva da poco conclusasi non gli aveva fatto cogliere quel successo definitivo nel quale egli sperava, contrariato ed alquanto malandato in salute, Rommel chiese, il 22 agosto, di essere sostituito nel comando. Poi si piegò alle superiori esigenze delle cose e, pur convinto nel suo intimo che era grave errore riprendere l'offensiva, il 30 agosto ne dava l'ordine esecutivo. L'azione fallì, ed a tale risultato è da ritenere che non fosse del tutto estranea la scarsa decisione con la quale egli la impostò e diresse le operazioni. Ma la conclusione della battaglia di Alam el Haifa non riuscì a spostare minimamente i termini del problema che restò immutato fino al momento in cui 1'8" armata britannica iniziava la sua grande offensiva a fondo. Il Comando Supremo italiano rimase fermo nella sua concezione che l'offensiva italo - tedesca fosse solo rinviata di qualche tempo e, perciò, l'ipotesi di un abbandono volontario delle posizioni di El Alamein e, quindi, di un tempestivo quanto provvido arretramento, non fu presa nemmeno in considerazione (vedi pagg. 17- 18). La seconda soluzione, e cioè lo spostamento su posizioni retrostanti preorganizzate, da effettuare nell'imminenza dell'inizio dell'offensiva britannica, rappresentava un logico e razionale compromesso concettuale, una volta esclusa __,. essenzialmente per esigenze di ordine politico e psicologico - la prima soluzione. Il tipo di lotta, prevalentemente meccanizzata, che si conduceva in Africa Settentrionale, avrebbe dovuto portare a considerare il fronte di schieramento ad El Alamein un perno di manovra per l'azione delle unità mobili corazzate e non un fronte statico da te-
12. -
Al.
178 nere a qualunque costo, tanto più che quelle pos1Z1oni non erano state prescelte ma erano quelle che si erano raggiunte nell'offensiva precedente e che non erano state superate solo per esaurimento di essa. In realtà, però, questo fronte non si prestava ad alcuna possibilità di manovra nè davanti, a contatto, com'era, con lo schieramento avversario, nè sui fianchi, costretto, com'era, fra il mare e la depressione di El Qattara (v. pag. 85). L'unica possibilità, dunque, che si offrisse a Rommel era quella di « preparare una manovra all'indietro: non importa in quale direzione, purchè ricercasse una battaglia mobile a suo vantaggio. Attendere sul posto significava un guaio certo perchè il grosso della sua Armata era composto da fanteria non motorizzata; perciò se il fronte fosse stato sfondato quelle forze sarebbero state facile '{>reda dei carri nemici l> (1). Sarebbe stato pertanto opportuno _., aggiunge il critico militare inglese - che il Maresciallo Rommel avesse adottato la tattica del 1918, adeguandola alla maggiore velocità delle unità motocorazzate e, cioè: raccogliere, nella imminenza dell'attacco, la massa delle sue forze a 50- IOO miglia indietro « così che quando si fosse verificata la necessaria pausa dell'attacco, la maggior forza possibile sarebbe stata disponibile alla mano per il contrattacco » . I motivi per i quali questa soluzione non venne adottata sono chiariti dallo stesso Rommel il quale, pur ammettendo e riconoscen• do che l '8• armata britannica fosse più idonea per la lotta contro fronti fortificati che non per la battaglia aperta nel deserto, ritenne di non potersi « assumere la responsabilità di spostare il peso principale della lotta difensiva su operazioni in aperto deserto » (2), in quanto:
a) il rapporto delle forze motorizzate era troppo sfavorevole all'A.C.I.T., per cui si era costretti a scegliere un tipo di lotta in cui anche le formazioni non motorizzate « potl:ssero avere un peso » (2); b) la cronica scarsità di carburante poteva imporre di dover troncare la battaglia con conseguenze molto gravi («In una battaglia difensiva manovrata la mancanza di carburante significa la catastrofe») (2); (1) Generale J. F. C. F uLLER: « Machine Warfare ». (2) ROMMEL, op. cit., pagg. 253 e 254.
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c) la superiorità aerea britannica imponeva notevoli limitazioni per l'impiego delle unità motorizzate. Non c'è dubbio che queste ragioni addotte dal Maresciallo Rommel avessero un logico fondamento ed esercitassero un peso notevole nella determinazione della decisione assunta; c'è di fatto, però, che esse avrebbero potuto militare proprio a favore della tesi di conferire alla battaglia imminente una impostazione di manovra anzichè di resistenza in posto. Infatti: - le truppe non motorizzate, se tempestivamente ripiegate su idonee posizioni, non avrebbero mancato di partecipare ai combattimenti e di sostenere, in essi, la « loro parte», giacchè avrebbero potuto dare valido sostegno alle unità motocorazzate che, manovrando in ritirata, ad esse si sarebbero potute efficacemente appoggiare. Il successivo ripiegamento da El Agheila sino in Tunisia ha ampiamente dimostrato tale possibilità, malgrado le forze corazzate del1'A.C.I.T. fossero, in tale fase delle operazioni, di gran lunga inferiori a quelle disponibili agli inizi della battaglia di El Alamein; - la scarsità di carburante sarebbe stata ancora più pericolosa qualora il ripiegamento ----. come, del resto, operativamente era da prevedere e da considerare - si fosse dovuto effettuare sotto la pressione dell'attacco nemico; - la superiorità aerea nemica avrebbe certo ottenuto maggiori e più vistosi successi su truppe moralmente scosse perchè soggette ad un ripiegamento imposto da una vittoriosa avanzata avversaria, che non su colonne in movimento retrogrado organizzato nel tempo (di notte) e nello spazio (avviamento su itinerari predisposti). Il fatto vero è che se Rommel fu decisamente favorevole, come si è detto (v. pag. 175), ad un arretramento dello schieramento, tale suo orientamento durò sino al momento d'inizio della battaglia di Alam el Halfa; successivamente a tale battaglia egli dimostrò di aver mutato opinione, tanto che non oppose alcuna obiezione allorchè il Comando Supremo impartì la direttiva della resistenza ad oltranza sulle posizioni di El Alamein. Il giorno IO agosto egli ebbe a dire al Generale Barbasetti che « la grave crisi della seconda metà di luglio era superata ,, ; il 24 settembre dichiarò a Mussolini di non credere ad un'offensiva britannica ed, anzi, gli fece intravedere la possibilità di una nostra offensiva sol che fossero state inviate in Libia altre due Divisioni ed
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una riserva di carburante per trenta giorni (v. pag. 21). Ed anche Stumme, solo venti giorni prima che i Britannici assumessero l'iniziativa, prospettava al Comando Supremo la possibilità, nel caso che non si fosse riusciti a « prevenire l'attacco nemico in grande stile con un nostro attacco » - intendimento, questo, che egli attribuiva al Maresciallo Rommel e che dichiarava di condividere __., « di trasformare la vittoria difensiva contro un'offensiva in grande stile da parte inglese, in un contrattacco da parte nostra » (v. pag. 21 e allegato 4). Un tale mutamento di opinione, in Rommel e nel suo comando, non poteva che conseguire ad un loro senso di riacquistata fiducia per effetto del miglioramento della situazione complessiva delle forze determinata dalla disponibilità delle Divisioni « Bologna », « Folgore )), « Pistoia », 164a germanica, Brigata paracadutisti e 19a divisione e.a. tedesca. Ma essi non controbilanciavano la loro pur naturale euforia per i rinforzi che ricevevano con una esatta valutazione del contemporaneo rafforzamento dell'8& armata britannica (v.pagg. 46 e 47, 76, 95, 98) e della grande potenza d'urto che, di conseguenza, questa gradualmente andava acquistando. Rommel afferma: « Non potevo neanche lontanamente immaginare l'entità delle forze di cui i Britannici effettivamente disposero » (1). Mentre, però, Rommel sottovalutava le forze terrestri avversarie, attribuiva a quelle aeree peso e possibilità certamente superiori alla realtà, in quanto lo sviluppo della battaglia dimostrò, in pratica, come i danni inferti dalla R.A.F., se furono indubbiamente gravi, non raggiunsero quell~ proporzioni catastrofiche che il Comando dell'A.C.I.T. prevedeva e paventava. In pieno sviluppo della battaglia le Divisioni e< Trieste » e 90a tedesca, spostandosi da ovest, e le Divisioni « Ariete» e 21a tedesca, spostandosi da sud, affluirono nel settore settentrionale senza subire _r.erdite di gran rilievo da parte dell'aviazione britannica; e, del resto, anche durante tutta la ritirata dell'A.C.I.T. sino in Tunisia, la schiacciante superiorità aerea britannica ebbe senza dubbio notevoli ripercussioni negative soprattutto nei confronti dell'ordine del movimento delle colonne, ma non influì in modo determinante sullo sviluppo complessivo delle operaz1on1. Mentre, dunque, da una parte Rommel decideva di attendere sul posto l'urto nemico, dall'altra parte Montgomery temeva che (1) Op. cit., pag. 2~.
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l'avversario gli sfuggisse. « Il grande rischio ad El Alamein - scrive ~ era questo: il nemico avrebbe accettato battaglia e combattuto sino alla fine?» (« Da El Alamein al fiume Sangro », pag. 40). Il piano cc Lightfoot » si basava sul presupposto che le truppe dell'Asse non solo avrebbero accettato battaglia, ma si sarebbero impegnate a fondo, sino alla fine, sulle posizioni di El Alamein. Se una tale eventualità non si fosse verificata (ecco il « grande rischio » che correva Montgomery), sarebbe venuta a mancare per 1'8• armata la condizione pregiudiziale ed indispensabile per l'assolvimento del suo compito di distruggere l'A.C.I.T. sul posto, essendo del tutto aleatoria la possibilità di annientare le forze italo - tedesche in una battaglia manovrata, come le precedenti operazioni avevano già dimostrato e come la ritirata in Tunisia dimostrò ancora. La nostra tempestiva sottrazione all'attacco del nemico avrebbe, quanto meno, imposto un rinvio ad altra epoca e ad altra offensiva della ricerca della risoluzione della lotta in Africa Settentrionale, senza considerare i possibili riflessi sull'apertura del secondo fronte. Ma le circostanze furono tutte a favore dei Britannici e, per circostanze, si devono intendere, essenzialmente, la incertezza del Maresciallo Rommel, la valutazione non del tutto precisa della situazione da parte del Comando dell'A.C.I.T., l'intervento dell'autorità politica di Roma e di Berlino nel determinare gli orientamenti operativi prima e nell'influire sullo sviluppo delle operazioni, poi. Le truppe dell'Asse accettarono battaglia e la sostennero sino al limite estremo delle loro forze. Così comportandosi concorsero in misura determinante all'assolvimento del compito dell'8a armata britannica ed alla realizzazione del piano avversario. La terza soluzione e, cioè, quella di non abbandonare le posizioni raggiunte (El Alamein) e di sostenere su esse una battaglia difensiva offriva due possibilità di condotta operativa: resistenza ad oltranza; resistenza intonata ad un criterio di elasticità intesa nel senso di rompere il contatto prima del totale esaurimento della capacità difensiva e non appena delineatasi la impossibilità di contenere l'attacco. Rommel adottò la decisione della resistenza ad oltranza in posto con un semplice temperamento - al quale, peraltro, non corrispose l'adozione di nessuna preventiva misura particolare - sintetizzata nella sua espressione « in nessun caso (l'Armata) deve aspettare sul fronte di El Alamein il proprio annientamento >>.
Ma la difesa ad oltranza di pos1z1oni organizzate presuppone, perchè si possa avere una sia pur minima probabilità di infrangere l'attacco avversario, la disponibilità di una gran massa di fuoco e di adeguate riserve, settoriali e generale, con le quali poter, rispettivamente, logorare l'attaccante ed arrestarne l'impeto e la progressione, eliminare le inevitabili infiltrazioni locali, respingere quelle penetrazioni che, progredendo malgrado l'intervento delle prime riserve, minacciassero di provocare vere e proprie rotture del fronte. Ma, ad El Alamein, l'A.C.I.T. accusava una netta inferiorità di fuoco (quantità e qualità delle bocche da fuoco - disponibilità di munizionamento) nei confronti dell'attaccante, e tale inferiorità era ancora più sensibile se riferita al rapporto fra le due aviazioni (v. pagina 95 e seg.). La notevole scarsità delle forze, inoltre, non consentiva di poter assegnare a ciascun compito reattivo distinte e specifiche unità (riserve settoriali e riserva generale), sicchè entrambe le funzioni dovettero essere affidate agli stessi reparti (Divisioni corazzate) il cui schieramento, di conseguenza, non poteva non risentire di tutti i riflessi negativi derivanti da tale duplice compito da assolvere. Non ultima, in ordine d'importanza, era la considerazione, che il Comando dell'A.C.I.T. non avrebbe dovuto farsi sfuggire, relativa al logorio cui le Di visioni corazzate sarebbero state sottoposte in un prolungato impiego per azioni di contrattacchi locali. Tale logorio non avrebbe potuto mancare di incidere sul necessario mordente delle Grandi Unità e sulla loro capacità di utile ed efficace intervento a massa in caso di sfondamento nemico. Il Maresciallo Rommel dovette rendersi conto di tale circostanza il mattino del 28 ottobre, quando prese in serio esame la decisione di un ripiegamento (v. pag. 131) la cui necessità, però non sostenne con quell'energia che pure gli era abituale, al fine di ottenerne l'autorizzazione da parte dei Comandi Supremi italiano e tedesco (v. pagg. 159- 16o). Si piegò, anzi, piuttosto supinamente all'ordine superiore di spingere sino all'estremo limite la resistenza ad oltranza, cedendo inspiegabilmente a considerazioni di prestigio e di carattere politico, e rinunziando ad ogni residua possibilità, che gli rimaneva, di poter effettuare un'azione manovrata a largo raggio. In conclusione, la difesa statica e non integrata da un concetto di manovra, ad El Alamein, era votata, a r.riori, al fallimento, come ebbe ad ammettere e riconoscere lo stesso Rommel dichiarando
che « nelle condizioni in cui affrontammo la battaglia, la vittoria ERA IMPOSSIBILE » (1 ). In tale sua esplicita dichiarazione, però, Rommel precisa pure che « tutti i nostri sforzi, come dimostrarono i fatti, a nulla giovarono contro l'enorme superiorità britannica, non perchè avessimo preso misure sbagliate... ». Si deve senza il minimo dubbio e senza alcuna possibilità di discussione convenire circa la superiorità assoluta ed addirittura schiacciante, sotto tutti gli aspetti, dei Britannici, ma non si può, analogamente, condividere in pieno la valutazione che non fossero state prese, da parte italo - germanica, « misure sbagliate». Tale ultimo giudizio del Maresciallo Rommel è quanto meno discutibile perchè, pur senza voler supporre che l'adozione di una diversa soluzione, ad El Alamein, avrebbe potuto consentire di tener testa vittoriosamente ai Britannici, la cui superiorità - che si è detta non avrebbe certo consentito il verificarsi di una simile ipotesi, è da ammettere che una tempestiva sottrazione della massa delle nostre forze alla violenza dell'attacco avversario avrebbe quanto meno permesso di durare più a lungo nella lotta e, almeno, di tentare una condotta manovrata della battaglia.
Da parte britannica, lo sviluppo della battaglia offensiva fu intonato al criterio di non affidare nulla al caso e di rifuggire, quindi, da qualsiasi improvvisazione anche se suggerita da favorevoli occasioni e circostanze impreviste. Il piano era assai semplice e lineare e, quindi, di per se stesso efficace pur con la mancanza totale di ogni concezione di manovra: attacco frontale in un settore ristretto per praticarvi una breccia capace di consentire la irruzione delle forze corazzate. L'azione si sviluppò in strettissima aderenza a questo piano la cui rigidità di impostazione non può considerarsi in alcun modo temperata dalla concentrazione delle forze attuate in fase di esecuzione nè dagli spostamenti frequenti delle direttrici d'attacco, in quanto quella e questi, contenuti entro ristretti limiti di spazio, rappresentarono, in sostanza, provvedimenti assunti per
Condotta della battaglia
(1) Op. cit., pag. 257.
intonarsi al piano e non adeguamenti del piano stesso all'andamento della battaglia. Le operazioni furono condotte con una impronta metodica, assumendo talvolta un carattere guardingo che dà un po' l'idea che !'Sa armata britannica, pur essendo pienamente .fiduciosa nel successo, procedesse con una certa circospezione e prudenza. Questo atteggiamento derivava dalla temibilità dell'Armata italo- tedesca il cui alto prestigio, acquistato nelle precedenti battaglie, si imponeva al rispetto dell'avversario e la cui vivacissima reazione manifestata fin dalle prime battute delle operazioni, la sera del 23 ottobre, consigliava i Britannici di non abbandonarsi a facili euforie e ad eccessivi ottimismi. L'8a armata britannica, in relazione all'organizzazione difensiva da superare, si trovava nella necessità di dover aprire di forza alcuni passaggi attraverso i campi minati e costituire, quindi, sui rovesci di questi, adeguate teste di ponte, a sostegno e protezione dello sbocco in terreno libero della massa delle forze. L'operazione, perciò, aveva molte analogie esecutive con il classico forzamento d'un corso d'acqua e, pertanto, alla difesa si poneva il duplice problema di: - impedire l'attraversamento dell'ostacolo (zone minate) opponendosi, così, alla creazione di teste di ponte entro la posizione di resistenza. Un tale compito non poteva che essere assolto dalle truppe di fanteria di linea (funzione di arresto) con larghissimo appoggio di tutte le artiglierie di ogni tipo (funzioni di interdizione e di sbarramento); - evitare il consolidamento sia pure solo parziale delle teste di ponte, se e non appena formatesi, mediante vivaci ed immediate reazioni di movimento locali. Questo secondo compito era di specifica pertinenza di reparti corazzati e motorizzati, la cui consistenza doveva essere, logicamente, dosata di volta in volta in relazione alla effettiva natura del1'operazione (tamponamento di falle iniziali o eliminazione di teste di ponte già formatesi a vari livelli di robustezza). Il problema venne risolto mediante la adozione di uno schieramento molto avanzato tanto delle artiglierie delle Divisioni di 1• schiera quanto delle stesse G. U. di 2a schiera.
Tale soluzione era imposta dal tipo delle bocche da fuoco disponibili, il cui braccio d'azione era tale da non consentire efficaci interventi sul vivo del dispositivo avversario da posizioni più arretrate e, per quanto attiene alle Divisioni corazzate, dalla supremazia dell'aviazione nemica alla quale il Maresciallo Rommel attribuiva la capacità di paralizzare la progressione del movimento dei gruppi tattici avviati al contrattacco se questi fossero partiti da lontano e fossero stati, quindi, per maggior tempo esposti all'azione aerea del1'avversario. Questi criteri di condotta della difesa, se erano suggeriti dalla situazione del momento, facevano anche parte delle concezioni tattiche di Rommel che, alquanto in contrasto con gli orientamenti dottrinari dell'epoca seguiti anche dai maggiori esponenti dell'esercito tedesco, vedeva la difesa tutta spinta in avanti, come dimostrò ancora, più tardi, quando, nel 1944, fu incaricato di organizzare la difesa del « Vallo Atlantico » ( 1). La soluzione adottata ad El Alamein presentava indubbiamente il vantaggio di conferire una maggiore possibilità di resistenza alle posizioni avanzate. Presentava, per contro, due gravi inconvenienti, . ' e c1oe: - ogni fluttuazione sia pur di modesta profondità della linea di resistenza, pressochè normale ed inevitabile, avrebbe coinvolto a;11che pa_rte dello schieramento di artiglieria o, comunque, esercitato npercuss10ni su esso; - sarebbe stata notevolmente inficiata ogni possibilità di effettuare contrattacchi in forza, per materiale mancanza di spazio sufficiente a consentire lo schieramento e lo sviluppo di una manovra, anche se elementare, da parte di Divisioni corazzate. Questi due inconvenienti, potenzialmente insiti nella soluzione adottata, si registrarono in pratica, ed influirono notevolmente sulla condotta della battaglia. La impostazione concettuale della difesa, di mantenere ad ogni costo le posizioni e di eliminare le penetrazioni avversarie, a mano a mano che si fossero verificate, per evitarne l'ampliamento ed impedire ad esse di assumere proporzioni di vero e proprio sfondamento,. portò allo spezzettamento della reazione che, ad eccezione solo del(1) « LA fanteria doveva mettersi in posizione sulla spiaggia e dietro di essa le unità corazzate dovevano schierarsi così vicino che la loro artiglieria potesse battere la spiaggia ». RoMMEL, op. cit., pag. 4o6.
186 l'azione del giorno 2 (v. pag. 147), si manifestò, di massima, attraverso una serie di continui e frammentari contrattacchi locali, condotti da gruppi tattici misti italo - tedeschi precostituiti, e non a massa. Tutto ciò tornava a vantaggio dell'attaccante, il cui comandante -ebbe a farne testimonianza affermando: « ero ben contento che il nemico continuasse ad assalirci, soprattutto in modo frammentario » ( 1). Al Maresciallo Rommel non sfuggì, nel corso della battaglia, la individuazione della necessità di manovrare le proprie forze e di raccogliere tutte le unità mobili corazzate nel settore settentrionale del fronte: - per sferrare con esse un contrattacco in massa, di consi$tenza tale da riuscire a respingere definitivamente l'avversario; - oppure per dar battaglia al nemico in campo aperto, dopo averlo fatto progredire nella sua avanzata mediante una tempestiva retrocessione della difesa statica, sì da guadagnare spazio sufficiente per tale impiego delle unità corazzate. Questo concetto operativo, però, non trovò conseguenziale ed adeguata esecuzione pratica in quanto Rommel: -'- attuò solo parzialmente la concentrazione dei suoi mezzi corazzati, decidendosi ad ordinarla solo molto tardi, nella continua sua preoccupazione di provvedere alla protezione del fianco destro dello schieramento, anche quando ormai gli sarebbe dovuto apparire evidente il disegno del nemico di esercitare lo sforzo principale nel settore Nord; ---:- non si risolse per una battaglia manovrata, preoccupandosi, forse anche eccessivamente, della superiorità aerea avversaria che -avrebbe inflitto gravi perdite alle nostre Divisioni corazzate, e della scarsezza di carburante la cui disponibilità non avrebbe consentito di durare in combattimento per il tempo necessario ad un simile tipo di manovra. Lo schieramento delle unità corazzate della difesa, a blocchi di Divisioni largamente intervallati fra loro (due a nord e due a sud), portò a far ritenere che Rommel avesse voluto indebolire il centro del fronte per allettare il nemico ad attaccare in quel punto e contrattaccarlo, così, da nord e da sud stringendolo in una morsa micidiale. (r) MONTGOMERY: « Da El Alamein al fiume Sangro )), pag. 28.
187 Che questa idea Rommel avesse inizialmente avuto non si può mettere in dubbio ove si consideri quanto egli stesso ebbe a notificare ai Comandanti di G. U. il 22 settembre prima del suo allontanamento dal fronte ( allegato 1) e l'esposizione del suo disegno operativo fatta al Capo di Stato Maggiore Generale (v. pag. 20) il 23 settembre. Egli, però, successivamente abbandonò questo piano che era del tutto condizionato alla supposizione che il nemico sarebbe caduto, troppo ingenuamente, in quella che fu ritenuta e definita una << trappola » che, del resto, non poteva scattare per mancanza di adeguata disponibilità di spazio. Benchè ricorressero tutte le condizioni che facevano prevedere con assoluta precisione l'offensiva britannica, pure questa, in pratica, conseguì la sorpresa in campo tattico, riferita all'effettivo inizio dell'azione di rottura ed al punto di applicazione dello sforzo principale (v. pag. ru). Questa sorpresa, comunque, non conseguì effetti di gran rilievo in quanto determinò l'unico inconveniente di ritardare di alcune ore (fino al mattino del giorno 24) la prima reazione organica delle unità destinate al contrattacco, ritardo che peraltro non fu esiziale giacchè le truppe in linea assolsero brillantemente il loro compito difensivo e di contenimento sì che le unità di r& schiera britanniche riuscirono appena ad intaccare in qualche punto la posizione di resistenza penetrando in profondità entro limiti assolutamente normali, quali non sarebbero stati evitati anche in mancanza della sorpresa. Sorpresa di maggior consistenza e determinante di ben più vaste conseguenze fu invece subita dall'attaccante stesso che non supponeva e non aveva previsto di incontrare e di dover superare un ostacolo minato così profondo qual era quello realizzato dalla difesa italo - tedesca, nè una reazione tanto vigorosa quale fu quella delle truppe dell'Asse. Sicchè, l'attacco non riuscì a raggiungere entro il mattino del 24 gli obiettivi di primo tempo fissati dal piano d'operazione e, cioè, l'altura di Miteiriya e il . costone di Kidney. Questi obiettivi furono raggiunti con sensibile ritardo sul programma operativo, rispettivamente il mattino del 25 ed a tarda sera del 26. Di conseguenza la fase di «demolizione>> (v. pag. n8) iniziatasi con l'attacco condotto dalla 9• divisione australiana in direzione della costa venne a sovrapporsi e ad accavallarsi alla fase di rottura, non ancora completata. Prima, però, che questa fase della battaglia si concludesse con la conquista di Kidney in corrispondenza del corridoio settentrio-
188 nale, il Generale Montgomery decideva di rimaneggiare il raggruppamento delle proprie forze (v. pag. 125) per ridare vita, impeto e vigore all'attacco che sembrava andasse gradualmente affievolendosi. Da parte opposta, il Maresciallo Rommel disponeva l'affluenza nella zona focale della lotta di nuove unità (Divisioni «Trieste», 90& e 2ra tedesche) determinando cosl una concentrazione di forze della difesa, specie corazzate, nel settore di gravitazione dell'attacco. Da tale concentrazione fu esclusa la Divisione corazzata « Ariete >> che non venne spostata dal settore meridionale nel quale era schierata. Non è dato di stabilire se questo provvedimento rispondesse al criterio di fare della Divisione un'estrema riserva da impiegare nel momento cruciale della battaglia o in altri casi di imprevedibili necessità, oppure derivasse dalla preoccupazione di non depauperare di forze il settore meridionale dello schieramento. E' probabile che avessero esercitato una determinante influenza entrambe le valutazioni; è molto verosimile, però, che la seconda avesse avuto una forte prevalenza, giacchè Rommel continuò a considerare, durante tutto il corso della battaglia, la possibilità che i Britannici intraprendessero un'azione anche sull'ala destra dello schieramento difensivo, per effettuarne un avvolgimento totale. Malgrado la concentrazione di forze attuata nel settore dell'azione principale dell'avversario, il Maresciallo Rommel quando vide fallire il robusto contrattacco sferrato nel pomeriggio del giorno 27 (v. pag. 127) prese in seria e concreta considerazione l'opportunità di un arretramento sino alle posizioni di Fuka, prima che la battaglia raggiungesse « la sua acme» (v. pag. 131, nota 1). Indubbiamente l'operazione presentava gravi difficoltà, la maggiore delle quali era costituita dalla deficienza di automezzi che rendeva quanto mai problematico il celere spostamento delle fanterie non motorizzate. Comunque, l'unico momento nel quale sarebbe stato possibile tentare, sia pure con qualche rischio, l'esecuzione di tale operazione, si presentò proprio nei giorni 27 e 28 ottobre, in quanto il nemico era in fase critjca di riordinamento e di nuovo raggruppamento deJle proprie forze (v. pagg. 129 e 130) e non sarebbe stato, perciò, in grado di effettuare un tempestivo intervento e di esercitare una organica e razionale azione di inseguimento alla quale, peraltro, sarebbe stato ancora .possibile contrapporre le Divisioni motocorazzate italo - tedesche che, in riserva lungo la costa, erano in condizioni di prontamente schierarsi a ridosso delle nostre unità di
fanteria per agevolarne lo sganciamento e per proteggerne il ripiegamento. Il Maresciallo Rommel non si decise per il ripiegamento su Fuka nel fuggevole momento particolarmente favorevole, e perdette, cosi, l'unica occasione propizia che gli si era presentata. Pur non decidendosi per l'arretramento, egli, però, rimase fermo nel proposito di evitare, comunque fossero andate le cose, l'annientamento dell'Armata ad El Alamein (v. pag. 133). Questo proposito signi1icava l'intendimento di sottrarsi alla pressione del nemico solo quando questa avesse raggiunto le proporzioni di un'assoluta ulteriore insostenibilità, e ne derivava la possibilità. di ritirare solo le unità motorizzate con la conseguenza di abbandonare, in pratica, al loro destino le unità. di fanteria. Di fronte ad un nemico rivelatosi sin dall'inizio dell'attacco formidabilmente forte, fu gravissimo errore persistere in una lotta che non presentava spiragli di speranze, rinviando a tempi successivi, nei quali era da prevedere che la situazione si sarebbe notevolmente aggravata, un'operazione di sganciamento e di ripiegamento che nelle condizioni del momento nel quale era stata intravista presentava buone probabilità di riuscita. La tenace resistenza opposta dalle truppe italo - tedesche in corrispondenza dei due corridoi praticati nei campi minati e, per contro, il successo conseguito dalla 9• di visione australiana nel settore costiero, la notte sul 26 ottobre (v. pag. n9), indussero il Generale Montgomery nell'idea di rinunziare ad insistere nello sforzo attraverso i corridoi e di premere, invece, a fondo lungo il fascio stradale e ferroviario dove si sarebbero potuti conseguire risultati decisivi ( « pensai costantemente al problema di stabilire forze corazzate nella zona di Rahman, che era la chiave del sistema delle retrovie nemiche ))) (1). Di qui, il secondo tentativo britannico di eliminare il saliente costiero dell'A.C.I.T., effettuato dalla 9• divisione australiana nella notte sul 29 ottobre (v. pag. 135). Ma l'accanita resistenza della nostra difesa fece desistere il nemico dal proposito di proseguire l'azione a fondo, sicchè esso soprassedette all'impiego della 2 • divisione neozelandese che avrebbe dovuto, secondo i piani, sfruttare il sue( 1) MoNTGOMERY: << Da El Alamein al fiume Sangro » ,
pag. 29.
cesso degli Australiani e progredire sino al raggiungimento di Sidi Abd el Rahman. Constatata la difficoltà di procedere lungo i corridoi aperti nei campi minati, e vista la impossibilità di forzare la difesa in corrispondenza dell'asse rotabile e ferroviario costiero, il Comando dell'8a armata britannica fu indotto a spostare la direzione dello sforzo principale portandola ad incidere sul margine settentrionale del corridoio nord aperto nei campi minati (v. pag. 140) che riteneva il limite di settore fra truppe italiane e truppe tedesche. Pensava che tale spostamento dell'attacco avrebbe determinato condizioni favorevoli di successo tanto in conseguenza della delicatezza del punto di applicazione, quanto per la sorpresa che si sarebbe potuta conseguire sulla difesa, la cui attenzione era ormai polarizzata nel settore costiero dove essa aveva fatto affluire anche la 21• divisione corazzata tedesca. La « Supercharge », però, basata su tali convinzioni, non poteva, in realtà, nè creare disorientamento nella difesa nè conseguire la sorpresa, in relazione al modesto scarto della sua direzione di attacco (4--5 km più a nord) rispetto a quella del piano « Lightfoot » e nei confronti del settore costiero dove il difensore avrebbe potuto pensare ad una prosecuzione dell'attacco. Nel quadro di così ristretti limiti di spazio, le unità mobili tedesche, gravitanti verso la costa, erano sempre in grado - come in effetto furono _, di intervenire tempestivamente nella lotta. Anzi la 21• divisione corazzata, dislocata a nord della zona di irruzione nemica, si trovò in condizioni favorevoli per contrattaccare il fianco settentrionale delle colonne della « Supercharge » . La battaglia di Tel1 el Aqqaqir del 2 novembre (v. pag. 147) produsse ulteriori gravi perdite nelle forze dell'Asse già duramente provate e determinò una situazione tanto pericolosa che il Maresciallo Rommel, nel pomeriggio, assunse la determina,_zione di effettuare il ripiegamento generale su Fuka. Nel settore Nord, le unità potevano, per loro configurazione organica, procedere alla rottura del contatto ed a graduali sbalzi in ritirata senza eccessive difficoltà; nel settore Sud, invece, il X corpo d'armata veniva a trovarsi in una situazione assai critica e delicata in quanto doveva muovere in pieno deserto senza poter contare sulla indispensabile protezione di carri armati dei quali era rimasto del tutto privo in seguito al trasferimento della Divisione corazzata (< Ariete >> nel settore centrale (v. pag. 151). Questa difficile situa-
zione veniva aggravata dall'ordine del Comand'o dell'A.C.I.T. di attestarsi, nella notte sul 3 novembre, alla linea dei vecchi campi minati inglesi di Gebel Kalakh (avanzata di circa 15 km rispetto al nuovo schieramento generale intermedio sul meridiano 850) e di iniziare il movimento a partire da nord, anzichè dall'ala meridionale esposta. Questi ordini, ed in particolare quello che privava il X corpo• d'armata di una protezione del suo ripiegamento, indicano esattamente come Rommel, dopo dieci giorni di combattimento, fosse pervenuto nella determinazione di accettare il rischio di uno sfonda-mento nel settore meridionale, pur di assicurare un adeguato appoggio alle unità non motorizzate del settore centrale (XXI corpo d'armata) e di salvare quanto più possibile di carri armati e di formazioni corazzate. Già nel pomeriggio del 2 novembre, sicchè, egli aveva abbandonato l'idea di <( formare un largo fronte con le unità motorizzate e ripiegare combattendo »; ne derivava che, inevitabilmente, il X corpo d'armata, privo, com'era, di adeguato numero, di automezzi, veniva da quel momento abbandonato a se stesso. Il movimento retrogrado sulla prima linea di sbalzo fu attuato con molta lentezza; ciò non di meno non si verificarono irruzioni di colonne motorizzate nemiche che pure erano da supporsi e temersi,. nè si registrarono intralci provocati da qualsiasi altra azione avversaria. Questo favorevole risultato fu conseguito mediante la tenaceresistenza delle nostre truppe del settore Nord che riuscirono a stroncare l'attacco britannico e fu conseguenza di ben scarsa intraprendenza degli attaccanti che bandirono ogni ricorso ad azioni un po' spregiudicate che nella situazione del momento avrebbero potuto consentire il raggiungimento di larghi successi (v. pag. r56). Rommel approfittò della esitazione del nemico ed alle ore r2.30• del 3 novembre ordinò al XXI corpo d'armata di riprendere il movimento in ritirata. La Brigata « Ramcke » ed il X corpo, invece, dovevano, per il momento, « rimanere nella vecchia posizione » cioè· su quelle raggiunte entro il mattino del 3 novembre (v. pag. 157). Questa disposizione indica chiaramente l'intendimento del Comandante èlell'A.C.I.T. di utilizzare il X corpo d'armata italiano e la Brigata paracadutisti tedesca come fianco difensivo meridionale destinato a creare, nei limiti delle proprie possibilità, un ambiente dr sicurezza, contro le provenienze da sud> a favore delle forze corazzate raccolte ed operanti nel settore settentrionale. In tal modo si veniva a determinare una situazione piuttosto anormale dal punto,
di vista tattico operativo e, cioè, l'impiego di truppe di fanteria non motorizzata a favore ed utilità di quelle motocorazzate. E' da ritenere che tale concetto rispondesse alla necessità che nella battaglia manovrata che si profilava imminente le unità corazzate assumessero un ruolo preponderante per cui conveniva preservarle ed assicurarne al massimo la integrità; ma le modalità di traduzione in pratica di tale concetto non potevano riuscire a risolvere il problema che esso affrontava. La prosecuzione, infatti, del ripiegamento a nord ed al centro, non assecondato dall'ala destra che doveva rimanere ferma, veniva ad accentuare notevolmente e ad ampliare la già grave e pericolosa soluzione di continuità creatasi fra i due tronconi dello schieramento, facilitando, cosi l'irruzione dei mezzi corazzati avversari e le loro possibilità di manovre di avvolgimento che si spostavano dall'estremo sud del fronte verso il centro di esso. La situazione dell'A.C.I.T. ed, in particolare, delle sue unità non motorizzate divenne assai grave e si preannunziò tragica quando, nel pomeriggio del giorno 3 novembre, fu sospeso l'ordine di ripiegamento (v. pagg. 157 e 159) per l'intervenuta disposizione di resistere ad oltranza sulle posizioni raggiunte al mattino. Il XXI corpo d'armata aveva già iniziato la ripresa del movimento e con tutta probabilità sarebbe riuscito a raggiungere le posizioni di Fuka senza danni e senza difficoltà, se non avesse ricevuto l'ordine di interrompere la sua marcia; le Divisioni «Ariete », l< Littorio » e ,, Trieste >> erano dislocate nella zona a sud di Deir el Murra, per cui l'intero XX corpo d'armata avrebbe avuto anche esso la possibilità di r'aggiungere la zona di destinazione alquanto agevolmente; il X corpo, pur trovandosi in una situazione assai critica - come si è detto - avrebbe potuto avvantaggiarsi del notevole ritardo e della lentezza con cui si muovevano le contrapposte unità nemiche e si poteva, quindi, con buon fondamento ritenere che avrebbe potuto guadagnare il distacco di una giornata di marcia sull'avversario se avesse ripreso il movimento retrogrado nella notte dal 3 al 4 novembre, come previsto dall'iniziale piano. Le unità tedesche, infine, prevalentemente motorizzate, erano in condizioni assumendo i compiti e le funzioni di scaglione di sicurezza ( 1) - di rallentare ed arginare il nemico se avesse incalzato e successivamente sganciarsi per raggiungere anch'esse .il ciglione di Fuka. (1) Secondo la dottrina tattica all'epoca vigente. (A tale dottrina ed alla relativa terminologia si è fatto ricorso, entro i limiti del possibile, in questa Monografia).
Insomma, pure se adottata con notevole ritardo, e quando già la situazione generale si presentava critica e difficile, la soluzione di ripiegare su posizioni meglio rispondenti per la difesa e più onerose per il nemico (in quanto gli interponevano davanti uno spazio tale da costringerlo a montare tutta una nuova organizzazione d'attacco) avrebbe avuto concrete ed effettive possibilità di realizzarsi senza eccessivi danni, per favorevoli impreviste condizioni di vantaggio offerte dallo stesso nemico. I Britannici, infatti, irremovibilmente ligi al criterio di non fare un passo avanti se non preventivamente predisposto ed organizzato, sostarono sulle posizioni raggiunte il mattino del 2 novembre sino al mattino del giorno 4, senza esercitare azioni di rilievo che disturbassero i nostri movimenti. « Era tutto tempo perduto per noi commenta amaramente Rommel (1) _,. poichè avremmo potuto approfittarne per raggiungere Fuka con tutte le nostre unità subendo verosimilmente soltanto perdite modeste. Non avrei mai osato sperare che il Comandante britannico ci lasciasse una simile occasione. Ora essa passava senza che noi ne approfittassimo >> . Ciò avvenne per l'inopportuna interferenza delle autorità di Roma e di Berlino nella condotta delle operazioni, per cui Rommel fu costretto a sospendere il ripiegamento che già, in realtà troppo tardi, aveva disposto e ad ordinare la resistenza ad oltranza sulla linea raggiunta la mattina del 3 novembre (v. pagg. 157- 159) conseguendone solo risultati negativi: una serie di intralci per ricondurre sulle posizioni le unità che già le avevano abbandonate per effettuare il prescritto spostamento; perdita di tempo prezioso ai fini della condotta della manovra in ritirata; ulteriori gravissimi danni agli uomini ed ai materiali, subiti in una giornata - 4 novembre di resistenza ad oltranza che nella situazione del momento non aveva significato ed inevitabilmente doveva sfociare in un ripiegamento. Anche in questa occasione, dunque, il Generale Montgomery fu più che altro assai fortunato perchè riuscì ad infliggere un ulteriore ben duro colpo, capace di esercitare ripercussioni su tutto il successivo sviluppo dell'operazione, alle truppe italo- tedesche, non per preciso suo merito o per chiara sua determinazione, ma solo per effetto di una errata disposizione di resistenza ad oltranz-a dettata da autorità politiche dell'Asse dislocate a migliaia di chilometri dal teatro di guerra. (1) RoMMEL, op. cit., pag. 285.
13. - Al.
Conclusione
Con la battaglia di El Alamein, l'ago della bilancia, che nel corso degli eventi della lotta sostenuta in Africa Settentrionale per circa 2 anni e mezzo aveva oscillato con ritmo periodico ed alternato fra le opposte forze: - settembre 1940: avanzata italiana dal confine a Sidi el Banani; - 9 dicembre 1940 - febbraio 1941: prima offensiva britannica, da Sidi el Barrani a El Agheila; - aprile 1941: prima controffensiva italo - germanica, da El Agheila al confine; - 18 novembre 1941 - 17 gennaio 1942: seconda offensiva britannica, dal confine a El Agheila; 21 gennaio 1942 - settembre 1942 : seconda controffensiva italo - germanica, da El Agheila a El Alamein, si spostò definitivamente a favore dei Britannici che dal 4 novembre 1942 ebbero via aperta, se pur non del tutto libera e talvolta contesa, verso la Tunisia e, di qui, verso la « Fortezza europea ». La battaglia di El Alamein segnò, dunque, una svolta decisiva nella storia del secondo conflitto mondiale : da essa ebbe origine il ramo discendente della traiettoria per i Paesi dell'Asse e, per contro, dell' « onda di vittoria » come Churchill definì la ripresa controffensiva che subentrava alla prudente strategia difensiva adottata fino a quel momento dai Britannici. Fu una battaglia combattuta con ostinatezza, con calma e con metodo da un attaccante convinto e sicuro che la superiorità indiscutibile dei propri mezzi avrebbe finito col fargli conseguire il successo; fu una battaglia condotta con accanimento, con impeto e con ardore dal difensore che pur percependo la inanità del suo sforzo si rendeva esatto conto come dall'esito della lotta dipendesse il destino di tutta l'Africa e, forse, dell'intera guerra. L'ordine di resistere ad oltranza impartito il 3 novembre dalle autorità politiche compromise in modo grave ed irreparabile la salvezza di quanto a quella data era ancora efficiente e valido e ridusse notevolmente la capacità combattiva dell'A.C.I.T. Comunque è da ritenere che quell'ordine non fosse la causa determinante della sconfitta chè questa era insita nelle condizioni strategiche, tattiche e logistiche nelle quali l'Armata italo- tedesca affrontò la battaglia. Queste condizioni erano, nel loro complesso, tali che l'esser riusciti a tener fronte all'avversario per dodici giorni ed a contendergli il passo malgrado la sua schiacciante superiorità materiale, costituisce
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di per se stesso titolo d'onore ........, che va doverosamente ed obiettivamente riconosciuto - per le armi italiane e tedesche. Un titolo d'onore così meritatamente conseguito da ingenerare la supposizione che, malgrado l'enorme divario dei mezzi e le condizioni generali alle quali si è accennato, l'esito della battaglia avrebbe anche potuto essere sostanzialmente diverso e diametralmente opposto se il Comandante dell' A.C.I.T. avesse affrontato la lotta con minor sfiducia e avesse sfoggiato, nella condotta delle operazioni difensive su posizioni organizzate, quelle stesse doti di sagace ed ardito manovratore delle quali aveva dato ampie prove nello sviluppo di azioni tattiche in terreno libero.
PARTE TERZA
LA MANOVRA DI RIPIEGAMENTO (4 NOVEMBRE 1942 • 4 FEBBRAIO 1943)
PRIMA FASE: DA EL ALAMEIN AD EL AGHEILA
(4-2.4 novembre 1942)
Direttive del Coman- Alle ore 21,30 del 4 novembre il Comando do Supremo per il ri- Supremo, resosi conto della grave situazione piegamento creatasi sulla fronte di El Alamein (v. pagina 165) ed avendo constatato l'impossibilità di esecuzione del suo precedente ordine di resistenza ad oltranza sulle posizioni raggiunte con il primo sbalzo retrogrado compiuto dall'Armata (v. pagg. 157 e 158), prendeva la decisione di lasciare al Maresciallo Rommel libertà di manovra per il ripiegamento su Fuka condotto in modo tale da assicurare l'arretramento anche delle unità non motorizzate:
Da Comando Supremo a Colacit. 4 novembre 1942 - ore 21,30.
N. 33380 Op. per Maresciallo Rommel. Parte prima. Premesso: a) che Comando Supremo habet ieri ordinato mantenere posizioni dell'Armata; b) che .nelle azioni successive tale ordine non habet potuto avere pratica attuazione et che fronte Armata si est notevolmente arretrato perdendosi quasi interamente il vantaggio delle posizioni organizzate; c) presa conoscenza dei documenti che il generale germanico presso Comando Supremo habet qui comunicato per ordine 0.K. W.; Duce habet ravvisato utilità lasciarvi libertà manovra per portare at passo at passo Armata sulla posizione di Fuka come da voi proposto in modo da assicurare l'arretramento anche delle unità non motorizzate.
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Parte seconda :
Duce ordina che ogni cosa utile al nemico sia sistematicamente distrutta negli spazi che vengono abbandonati, ivi compresa ferrovia, suoi impianti et vagoni che non possono essere sgomberati. Parte terza:
Comando Supremo continua massimo sforzo per intensificare rifornimenti anche via aerea. Hahet già disposto afflusso costà un gruppo aerei caccia mentre rinforzi aerei germanici sono in movimento. Altre informazioni darà verbalmente generale Gandin che giungerà costà domani cinque corrente. UGO CAVALLERO
Contemporaneamente vemvano impartite a Delease le seguenti direttive operative: Co.MANDO SuPREMO
I Reparto Ufficio Operazioni - Scacch. Africa Prot. n. 33381 Op.
P.M . 21, 4 novembre 1942
All'Eccellenza Curio Barbasetti di Prun Capo di Delease
e, p. c., All'Eccellenza il Maresciallo E. Bastico Comandante Superiore FF. AA. L ibia. Oggetto: Direttive operative. A seguito telegramma 33359 data 3 novembre, trasmetto copia del telegramma 33380 oggi diretto al Maresciallo Rommel. Vostri compiti nell'attuale situazione: 1° - Di preminente impòrtanza assicurare l'alimentazione del!'A .C.!. T . in mezzi corazzaii, reparti e rifornimenti. In particolare, dovranno essere fatti affluire tutti gli automezzi, che è possibile sottrarre ai servizi, alle Divisioni di fanteria per assicurarne il movi-
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mento e dovranno essere avviate alla posizione di Fuka quante più mine sarà possibile. Qualora necessario, collaborare con il Comando A.C.l.T. per assicurare l'ordine e la disciplina nelle sue retrovie. 2° - Ai fini di cui al numero precedente, dovete garantire con ogni mezzo il regolare funzionamento dei porti di Tobruch e Bengasi, assicurandone la difesa controaerea ed aerea ed accelerando al massimo gli scarichi. J° - Continuare l'organizzazione della posizione di Halfaya con i reparti della Divisione « Pistoia >J presenti in Marmarica od affluenti e con tutti i mezzi che vi sarà ancora possibile trarre dalla Cirenaica. 4° - Esaminare, con tutta prudenza, quanto convenga avviare ·ad occidente della linea di Agheila tenendo presente che, per assicurare l'ordine, la difesa costiera ed antiparacadutisti, i vari presidi della Cirenaica conviene siano orientati alla resistenza ad oltranza e che non è per ora possibile arretrare artiglierie della difesa costiera e contraerea di Bengasi e di Tobruch. 5° - Vigilare le popolazioni indigene del Gebel cirenaico, assicurando l'ordine interno con estrema fermezza. All'organizzazione della posizione di Agheila provvede. Superlibia, essenzialmente con la Divisione « La Spezia». Tenete però presente che presidi Agedabia e Gialo sono necessario complemento di tale posizione: la.sciate quindi a tali presidi le forze di cui attualmente dispongono. Il Capo di S. M. Generale UGO CAVALLERO
Sulla base di tali disposizioni, Delease ordinava che il Comando della Divisione « Pistoia >> assumesse la responsabilità tattica della zona Bardia - Sollum - Halfaya, attuando lo schieramento precauzionale e le predispcsizioni difensive già previste, e che gli organi preposti intensificassero la sorveglianza della costa e delle vie di comunicazioni stradali, provvedendo a perfezionare le misure relative alla difesa dei presidi, dei campi di aviazione e degli stabilimenti vari, con l'intesa che tale difesa si sarebbe dovuta attuare mediante resistenza in posto~ sviluppata con la massima energia e
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senza nessun arretramento o sgombero che non fosse preventivamente autorizzato. Il mattino del 5 novembre il Comando Supremo ampliava e puntualizzava le sue prescrizioni comunicando al Maresciallo Rommel che nella ipotesi del verificarsi della necessità di · proseguire il ripiegamento ancora più ad occidente delle posizioni di Fuka, sarebbe stato utile un tempo di arresto sulle posizioni di Marsa Matruh allo scopo di consentire la disponibilità del tempo necessario a migliorare l'imbastitura difensiva della linea Sollum - Halfaya e di far affluire su essa la Divisione « Pistoia » e la Divisione « Giovani Fascisti » da ritirare da Siwa. Tale ordine, che si trascrive, fu inviato la sera del 5 novembre a Superlibia che lo ricevette il mattino del 6 alle ore 5.25: Da Comando Supremo a Superlibia. ( trasmesso ore 2 3.05 del 5 novembre - ricevuto il 6 novembre I9fJ2, ore 05.25 ) . 33394 Op. Per Eccellenza Bastico. Riferimento vostro 18694 Op. del 5 novembre, ore 15.45. Per vostro orientamento comunico seguente ordine impartito stamane at Maresciallo Rommel. Già avete avuto conoscenza istruzione data at Delease. Comincia. 1 ° - Avvenimenti di ieri, dei quali est pervenuta notizia solo stamane, inducono il Duce at insistere perchè nell'arretramento at passo at passo si assicuri con ogni sforzo ripiegamento unità fanteria. Posizione Fuka servirà certamente per sosta et riordinamento. Mancanza qualsiasi imbastitura su tale linea impone di prevedere misure necessarie per eventuale prosecuzione movimento cui decisione est lasciata interamente Comando Armata Corazzata. Particolarmente utile in tal caso potrà essere arresto su posizioni Marsa Matruh anche per dare tempo at perfezionare imbastitura linea Sollum - Halfaya sulla quale Comando Supremo fa affluire Divisione << Pistoia » et tutti i mezzi disponibili, specialmente armi anticarro da Italia. Anche carri armati potranno affluire in secondo tempo.
2° - Qualora difesa dovesse portarsi su questa linea, est da pre-
vedere che ala destra sia costituita da Divisione « Giovani Fascisti » da ritirarsi in tempo utile da Siwa. In tal caso converrà mantenere
occupazione mobile at Giarabub. Comando Supremo ha ordinato Delease ripristinare campi minati almeno sugli accessi principali ddla posizione Sollum -Halfaya -Sidi Omar. Finisce. 3° - Per quanto riflette Cirenaica, resistenza viene predisposta su linea Sollum -Halfaya dove affluiranno molte armi da 47, da 20 -et un certo nuf!Zero cannoni da 65. Est previsto anche sollecito arrivo alcuni reggimenti germanici. Per quanto concerne 'Tripolitania, convoglio in movimento porta armi et mezzi per completare Divisione « Spezia >> più un centinaio carri armati fra italiani et germanici, circa i quali saranno impartite disposizioni come pure per automezzi in arrivo. Ho inoltre disposto per sollecito aviotrasporto 5° reggimento bersaglieri compresa compagnia motociclisti. Questo est quanto può per il momento essere inviato Tripolitania. Trasporto Divisione « Piave » non est possibile effettuare in questo momento. Divisione « Piave » verrà portata in Sicilia pronta per lo imbarco non appena circostanze lo consentiranno. Su di essa pertanto non potete per ora fare alcun assegnamento. UGO CAVALLERO
Dal complesso di queste prime disposizioni, impartite dal Comando Supremo, appare chiaro ed evidente quale fosse il suo concetto operativo: --,- effettuare sulle posizioni di Fuka una semplice sosta, allo scopo di provvedere ad un primo riordinamento delle unità inevitabilmente soggette alla crisi iniziale del ripiegamento; - imporre al nemico un tempo di arresto sulla linea di Marsa Matruh; - sottoporre il nemico ad una ulteriore e più prolungata battuta d'arresto sulla linea Sollum - Halfaya, per guadagnare il maggior temPo possibile ai fini del potenziamento dell'organizzazione ,difensiva arretrata; - rallentare al massimo la progressione dei Britannici mediante la resistenza ad oltranza dei presidi della Cirenaica; - utilizzare tutto il tempo così guadagnato per sgomberare l'attrezzatura logistica ad ovest delle posizioni di El Agheila sulla -cui organizzazione difensiva, attuata e potenziata in questo tempo, si sarebbe dovuta basare l'ulteriore difesa della· Cirenaica.
Perciò il Comando Supremo aveva disposto che, a partire dalle ore 12 del 4 novembre, la striscia di territorio comprendente Marada - El Agheila - Marsa el Brega, già sotto la giurisdizione di Delease, passasse, da questa, alle dipendenze dirette di Superlibia. Gli avvenimenti, però, ebbero ben diverso sviluppo. Il ritmo delle operazioni risultò molto più rapido ed incalzante di quanto si era previsto e si sperava, e dopo solo circa venti giorni il nemico riuscì a raggiungere le porte della Tripolitania. Qui, nel « collo della bottiglia JJ sirtica, si arrestò, per far serrare sotto la sua imponente organizzazione logistica; e riprendeva subito la sua avanzata - ormai inarginabile per effetto di tutto il complesso della nuova situazione in Mediterraneo - che proseguì senza sosta, salvo un breve tempo di arresto in corrispondenza di Buerat, sino in Tunisia.
Ripiegamento sulle po- Quando il Comando dell'A.C.I.T., alle ore sizioni di Fuka ( notte r5.30 del 4 novembre, assunse la determinasul 5 novembre - gior- zione di impartire l'ordine di ripiegamento nata del 5 novembre) generale sulle posizioni del costone di Fuka ( schizzo 21) · (v. pag. 165), la situazione creatasi sulla fronte di combattimento si presentava già estremamente grave e difficile, tale da rendere assai aleatoria la riuscita della ritirata e da compromettere, addirittura, la stessa possibilità di dare esecuzione all'ordine. li Comando britannico, infatti, non appena percepita la sensazione dell'avvenuta rottura dello schieramento difensivo italo - tedesco nel settore Nord (v. pag. 165), spinse a fondo l'intero X corpo d'armata corazzato, cui diede in rinforzo la 2 a divisione neozelandese, tratta dal XXX corpo, ed assegnò il compito di estendere in profondità la penetrazione puntando con due Divisioni corazzate (1a e 10&) su El Dab'a e di raggiungere rapidamente Fuka con la divisione corazzata che, con movimento aggirante da sud, avrebbe dovuto prevenire e tagliar fuori le retroguardie dell'A.C.I.T. I Corpi d'armata XXX e XIII avrebbero dovuto .subito iniziare l'azione di rastrellamento e procedere ad eliminare ogni residua resistenza ed a scardinare eventuali ulteriori tronconi difensivi. In queste condizioni ed in una tale situazione operativa la no-
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stra ritirata non aveva modo nè possibilità di svolgersi in base a razionali criteri organici e con il vincolo di una rigida disciplina stradale che avrebbe richiesto tempestive predisposizioni organizzative. Ne derivò che il ripiegamento, iniziato su ampio fronte ed avviato, per la maggior parte delle unità, in zona desertica, andò gradualmente sempre più convogliandosi ed addensandosi verso la rotabile costiera, per Ja maggiore facilità che questa offriva al movimento e per l'istintiva necessità dei comandi di ripristinare i collegamenti gerarchici interrotti, al fine di essere orientati sullo sviluppo delle operazioni e sugli intendimenti superiori. Conseguirono inevitabili ed insanabili intasamenti sull'unica strada, soggetta, peraltro, agli incessanti attacchi dell'aviazione avversaria, con frammischiamenti di personale e mezzi e con nocive e gravi confusioni. Comunque, sia pure ,attraverso notevoli difficoltà, facendo leva sul senso di iniziativa. e sulle risorse di intuito personale, le unità assai ridotte nei loro effettivi per le perdite subite nei giorni precedenti - riuscirono a raccogliersi, quasi come per un tacito appuntamento, poco ad ovest del meridiano di Fuka. Qui, secondo gli orientamenti superiori, si sarebbero dovuti schierare (da nord a sud) : - la 90a divisione tedesca e la brigata << Ramcke », nella zona di Abu Haggag; - il D.A.K., nel settore compreso tra q. 136 e q. 137; - il XXI corpo d'armata, poco ad ovest di q. 141 di Sanyet el Tagaza; - il XX corpo d'armata, in zona di q. 163; - il X ·corpo d'armata, tra Deir Sha'la e la depressione di El Qattara. Alle ore 6 del mattino del 5 novembre le forze corazzate britanniche riuscirono a ristabilire il contatto con le truppe in ripiegamento: un primo scontro si registrò a circa IO km a sud- ovest di El Dab'a; un duro combattimento si accese più tardi, verso mezzogiorno, nei pressi della stazione ferroviaria di Gala! fra reparti della IOa divisione corazzata inglese e la retroguardia dell'A.C.I.T. Benchè di breve durata, questi combattimenti furono, per la loro intensità, capaci di produrre un tempo di arresto all'avversario
206 ed un rallentamento nel suo inseguimento, sì che la più parte delle unità di previsto schieramento a cavallo della strada costiera ad ovest di Fuka riuscì a disporre del tempo necessario per giungere ed attestarsi alle sue posizioni. Non ugualmente ciò fu possibile per alcune aliquote della 164• divisione tedesca e per alcuni reparti della Divisione « Bologna ». Questi ultimi in particolare (quasi tutto il 40° reggimento fanteria, il 39° fanteria, meno il I battaglione, ed il I gruppo del 205° reggimento artiglieria) che, già in pieno ripiegamento, lo avevano interrotto in seguito al contrordine del 3 novembre (v. pag. 16o), vennero intercettati, circondati e costretti alla resa. La contemporanea mancanza di ogni notizia relativa alla brigata « Ramcke » - che dal settore meridionale della &onte doveva trasferirsi nella zona costiera di Abu Haggag - ed all'intero X corpo d'armata in ripiegamento in piena zona desertica, dava, al complesso degli avvenimenti, una piega tale da consigliare l'adozione, sulle posizioni di Fuka, di uno schieramento più raccolto e, pertanto, i corpi d'armata XX e XXI (1) furono fatti inserire sulle posizioni centrali interposte fra le zone di schieramento delle truppe tedesche della 90• divisione e del D.A.K. Nel pomeriggio del giorno 5 era stata imbastita la seguente organizzazione difensiva: - a nord della litoranea e ad ovest di Abu Haggag, la 90.. divisione tedesca; - immediatamente a sud, i resti del XXI corpo e precisamente i seguenti elementi della Divisione « Bologna » : . I battaglione del 39° reggimento fanteria al completo; . elementi vari del 40° reggimento fanteria, riuniti in un battaglione di formazione; . 205° reggimento artiglieria su due gruppi da 75/27 (III e IV); . due compagnie del battaglione autonomo « Lupi di Toscana» non indivisionato; (1) Tutte le Unità che parteciparono alla battaglia di El Alamein conservarono il loro nominativo anche durante il ripiegamento, pur essendo rimaste con effettivi irrisori. II X corpo d 'annata, invece, scomparve dd tutto, essendo stato sommerso nella lotta.
- ancora più a sud, il XX corpo d'armata con i resti delle· tre Divisioni « Ariete », « Littorio » e « Trieste » ( 1): -': infine, neUa zona tra q. 136 e q. 137, il D.A.K. Si trattava, nel complesso, di unità già molto provate e ridottea ben scarsa consistenza, fra le quali una discreta efficienza presentavano solo i resti della 90& divisione leggera tedesca. Comunque, nella situazione del momento, il Maresciallo Rommel riteneva di poter svolgere ancora una efficace azione di contenimento sul ciglione di Fuka, fra Abu Haggag e q. 137, almeno sinoal pomeriggio del giorno 6 novembre, al fine di riuscire a recuperare le unità attardate nel movimento retrogrado nel settore costiero e di sostenere sia pure indirettamente il ripiegamento del X corpo, d'armata nel settore meridionale. Impartì, perciò, i conseguenti ordini per opporre sulle posizioni raggiunte ad ovest di Fuka una resistenza capace di arginare e rallentare la progressione dell'avversario. Tali ordini venivano riconfermati alle ore 16 del 5 novembre; nia poco più tardi, essendo stata avvistata una forte colonna corazzata (probabilmente della divisione corazzata britannica) la direzione del cui movimento la portava ad aggirare, da sud, le posizioni dello schieramento difensivo sul costone di Fuka, il Comando dell'A.C.I.T. si decideva a rinunziare al suo programma di temporanea resistenza sino al pomerig-gio del giorno 6 e disponeva senz'altro la immediata prosecuzionedel ripiegamento sino alla zona a sud - ovest di Marsa Matruh. Veniva, così, definitivamente abbandonato a se stesso il X corpo• d'armata.
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(r) Le forze residue delle tre Divisioni del XX corpo d'armata erano le seguenti: - « Ariete » (comando, :2 compagnie bersaglieri motorizzate, :2 pezzi di calibro imprecisato); « Littorio J> (comando, :2 compagnie bersaglieri motorizzate, :2 pezzi da 100/17); - « Trieste » (comando, 66° reggimento su :2 battaglioni di :2 compagnie ciascuno). Inoltre esistevano alcuni carri della (< Littorio », che avevano partecipato ai combattimenti inseriti nelle formazioni tedesche, e dell'« Ariete» che ripiegarono isolatamente su Marsa Matruh. I carri efficienti, complessivamente r:2, vennero trattenuti per l'ulteriore impiego; gli altri furono avviati con autotraini e mezzi di ripiego alle basi arretrate.
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Ripiegamento del X All'estremità meridionale del campo di batCorpo d'Armata (5 - taglia, in base agli ordini emanati alle ore 7 novembre) ( schiz- 19 del 4 novembre (v. pag. 167), il X corpo zo 21 ). d'armata, in condizioni difficilissime di terreno desertico, in gravissima situazione di mezzi, di viveri e di munizioni compiva il tentativo - del tutto disperato - di raggiungere l'allineamento di Fuka. Sull'itinerario più settentrionale (Deir cl Qattara-Deir cl Harra - q. 137-q. 142 - Alam el Teira -Deir cl Sha'la) la Divisione « Brescia » iniziava il movimento alle ore zero del 5 novembre, articolata su 3 scaglioni : 1 ° scaglione, motorizzato, in testa, costituito prevalentemente dall'autocarreggio divisionale e dei reparti; dal 1° reggimento artiglieria celere meno un gruppo; dal XXXI battaglione guastatori di corpo d'armata (r); - 2° scaglione, a piedi, costituito dal 19° e dal 20° reggimento fanteria; - J° scaglione, autoportato, con compiti di retroguardia, costituito dal comando del 9° reggimento bersaglieri; dal XXVIII battaglione dello stesso reggimento; dal V battaglione dell'8° reggimento bersaglieri della Divisione « Ariete »; da un gruppo del 1° reggimento artiglieria celere. Lo scaglione motorizzato raggiunse agevolmente ed indisturbato la prima linea di attestamento (2). Per lo scaglione appiedato, (r) Questo battaglione, agli ordini dd Maggiore Caccia Dominioni, a causa dell'oscurità della notte non riuscl a rintracciare lo scaglione motorizzato della « Brescia », al quale si sarebbe dovuto accodare. Prosegul, perciò, il ripiegamento per proprio conto, seguendo un itinerario diverso da quello stabilito. Alle ore 23 del 4 novembre giunse nei pressi di Passo del Carro. Qui si unl alla brigata cc Ramcke », lungo la pista per Alam el Washka (schizzo 21). Respinto, alle ore 10 del 5 novembre, un attacco condotto da autoblindo nemiche in questa zona, il battaglione sorpassò la brigata « Ramcke » e continuò isolato il ripiegamento sino ad Harf cl Baiyard, lungo la pista che vi adduce direttamente da Alam cl Washka. Trovata sbarrata la strada da carri inglesi, cambiò direzione di marcia dirigendosi inizialmente verso sud e successivamente verso ovest, lungo la pista di Bir Khalda, seguendo la quale giungeva alfìne sulla litoranea, ad ovest di Marsa Matruh, alle ore 12 del 6 novembre. (2) La prima linea di attestamento stabilita dal Comando di corpo d'armata si estendeva (v. pag. 167) da Deir cl Harra a Qaret Abu Saq. In pratica essa risultò occupata lungo una linea molto più ridotta e, cioè, da Passo del Carro ad Alam Gaballa.
invece, la marcia risultò faticosissima e solo verso le ore IO del giorno 5 novembre esso riusciva a raggiungere la zona di Passo del Carro, dopo che la retroguardia aveva respinto un tentativo del nemico di intercettazione del movimento. Sulle posizioni alfi.ne raggiunte, la situazione si presentò subito assai grave per le truppe che, oltre tutto, lamentavano una notevole scarsità di viveri e preoccupanti condizioni dello stato sanitario generale. Infatti, reparti motocorazzati avversari si presentarono a nord - ovest, a nord e ad est del Passo del Carro, e tutto lasciava prevedere che essi si accingessero a sferrare un attacco concentrico. Le unità della « Brescia » si organizzarono subito, alla meglio, in difesa, ma il comandante della Divisione ritenne che non fosse in alcun modo possibile opporre una qualsiasi resistenza e decise, perciò, di salvare, quanto meno, i reparti motorizzati. A tal fine chiese autorizzazione, via radio, al Comando di corpo d'armata, perchè il ripiegamento fosse immediatamente ripreso, sopprimendo la sosta sulla prima linea di attestamento. Il Comando del X corpo d'armata ricevette la comunicazione, ma non fu in grado di rispondere alla richiesta perchè i propri mezzi radio erano inefficienti, sicchè dopo una lunga e vana attesa, il Comando della « Brescia » si decise ad ordinare, d'iniziativa, la ripresa del movimento, alle ore 11.30. Era, però, appena ultimato l'incolonnamento delle unità, quando si sferrò, improvviso e rapidissimo, l'attacco nemico che ebbe facilmente ragione di esse, in piena crisi. Pochi automezzi, che erano riusciti, malgrado tutto, a mettersi in movimento nel tentativo di sfuggire alla inevitabile resa, furono poco dopo raggiunti da mezzi corazzati nemici e catturati. Sull'itinerario più meridionale (km 44 di « Pista Rossa» - Qubur Shamata-Alam e1 Nuss - q. 164 - q. 174) effettuavano il ripiegamento le Divisioni « Folgore» (in testa) e « Pavia ». La «Folgore» muoveva alle ore 23.30 del 4 novembre con il seguente dispositivo: - avanguardia: VI battaglione del 186° reggimento paracadutisti; II gruppo del 26° reggimento artiglieria della Divisione <<Pavia»;
- grosso: 186° reggimento paracadutisti (meno il VI battaglione, in avanguardia); II battaglione del 187° reggimento paracadutisti; comando del 185° reggimento artiglieria; I gruppo da 47 / 32; I gruppo del 21° reggimento artiglieria <e Trieste»; batteria da 88 14. - Al.
210 dell' « Ariete »; compagnia minatori artieri; compagnia collegamenti; Quartier Generale; - retroguardia: 187° reggimento paracadutisti (meno il II battaglione, col grosso); II gruppo da 47/32. Verso le ore 9, elementi meccanizzati nemici svolsero azioni di disturbo contro la retroguardia, ma ciò non influl sul movimento dell'intera colonna che alle ore 13 del 5 novembre raggiunse al completo la zona di Alam Gaballa. Qui si pronunziò un attacco del nemico incalzante che, però, fu stroncato dal pronto intervento dell'artiglieria, che già aveva preso posizione, sicchè le unità poterono provvedere, indisturbate, ad organizzarsi a difesa. Il grosso della Divisione « Pavia », che seguiva nell'ordine di movimento la «Folgore », raggiunse il punto di incolonnamento (km. 44 della Pista Rossa, detto la « Rotonda ») solo alle ore 2 del 5 novembre, a causa dell'interferenza dei movimenti fra i suoi reparti e quelli della « Folgore >>, interferenza che provocò confusione, disorientamento e rallentamenti. La rimanente aliquota della Divisione « Pavia » (I battaglione del 27° reggimento fanteria) si portò al punto di incolonnamento, muovendo direttamente dalla sua zona di schieramento distaccata all'estremo meridionale dell'intero settore. Dispositivo di marcia: I scaglione: 28° reggimento fanteria; - 2° scaglione: Comando 26° reggimento artiglieria e IV gruppo del 26° reggimento artiglieria; - 3° scaglione: Quartier Generale, XVII battaglione genio e servizi; - 4° scaglione: Comando e I battaglione del 27° reggimento fanteria; - retroguardia: II battaglione del 2f fanteria e III gruppo del 26° reggimento artiglieria (I). Durante la marcia, la retroguardia veniva attaccata da forze corazzate e costretta alla resa. Il resto della Divisione poteva invece raggiungere la zona di Alam Gaballa dove si organizzò a difesa, dopo aver preso contatto con la Divisione « Folgore » nel momento in cui questa era sottoposta all'attacco nemico, che respingeva. 0
(1) Il 26° reggimento artiglieria della « Pavia » disponeva di 3 gruppi (II, III e IV). Il II era stato assegnato alla <<Folgore ».
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La presenza di forti nuclei corazzati nemici nella zona di Passo del Carro, segnalata, come si è già detto, dal comandante della « Brescia», induceva il comandante del corpo d'armata, che nelle prime ore del mattino aveva raggiunto Alam Gaballa, a riprendere al più presto la marcia verso occidente. I comandanti delle Divisioni «Folgore » e « Pavia », pertanto, ricevettero ordine verbale di iniziare il movimento alle ore 17.30 e di raggiungere direttamente il meridiano di Fuk.a (distante oltre 40 km.) per la sera del 6 o, al più tardi, entro la notte dal 6 al 7. Alla Divisione « Brescia », la cui sorte era ancora ignota al Comando di corpo d'armata, l'ordine di ripresa del movimento fu trasmesso a mezzo di apposita staffetta su autoblindo. Sin dal mattino del giorno 5 erano stati richiesti, a Delease, urgenti rifornimenti per i quali era stata indicata la zona di Qubur Shamata, a circa 12 km ad ovest - sud-ovest di Alam Gaballa. La situazione, però, non consigliava di sostare ulteriormente in attesa dell'arrivo di questi rifornimenti e, perciò, malgrado la scarsezza di carburante, di viveri e di munizioni, all'imbrunire la « Folgore» e la « Pavia » riprendevano la loro marcia verso ovest. Furono costituite due colonne: una con circa 3000 uomini appiedati della « Folgore >> ; l'altra, poco più a nord, con 16oo uomini della «Pavia », su autocarri. Le due colonne procedevano affiancate, a sbalzi, in un movimento notturno lento e difficile perchè non seguiva un itinerario rotabile e, quindi, tale da provocare accavallamenti e frammischiamenti. Capitò, così, che all'alba del giorno 6 la Divisione « Folgore», che aveva complessivamente perduto terreno rispetto alla «Pavia», venne a trovarsi a nord di essa anzichè a sud, avendone incrociato la direzione di movimento. Un attacco di mezzi corazzati nemici si abbattè sulla retroguardia della <<Folgore » con maggior violenza del giorno precedente, cosi questa fu travolta e dispersa e dovette essere ricostituita con altri reparti. Il Comando del corpo d'armata alla stessa ora si trovava, nel corso del suo ripiegamento, poco ad ovest di q. 145 di Alam el T eira, sull'itinerario nord già assegnato alla Divisione << Brescia ». Verso le ore 10 una provvidenziale pioggia offriva alle truppe il benessere di potersi dissetare. La Divisione « Pavia » raggiungeva, poco più tardi, la q. 174 di Bah el Qa'ud (quasi sul meridiano di Fuk.a) ma accusava gravi
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vuoti fra i suoi effettivi, subiti per guasti agli automezzi e per mancanza di carburante che aveva costretto molti autocarri a fermarsi. In totale si contavano 8oo uomini, con soli 6 pezzi di artiglieria con limitatissime munizioni e qualche mitragliatrice. I resti della «Folgore », intanto, continuavano a marciare penosamente nella distesa di sabbia. Il comandante della Divisione, spinto avanti l'autocarreggio, aveva ordinato, per far fronte in qualche modo al nemico incalzante, che i reparti, tanto del grosso, quanto della retroguardia, procedessero a sbalzi, alternandosi nel movimento e nelle soste. Verso le ore 15, quando mancavano appena 5 chilometri al raggiungimento della linea di Fuka, il nemico sbarrava improvvisamente la via di ripiegamento ed, avanzando da tutti i lati, costringeva gli sparuti resti della valorosa Divisione alla resa. Il comandante del corpo d'armata che, come si è detto, muo.veva sull'itinerario nord, ignorando ancora la effettiva situazione generale, verso le ore 9 inviava un ufficiale alla ricerca del Comando dell'A.C.I.T. per informarlo circa il suo posto di comando, per chiedere rifornimenti e per prospettare la possibilità - che, evidentemente, non era realizzabile ___,,. di eseguire una puntata in direzione nord sul fianco e nelle retrovie del nemico (r). Alle ore II Delease, che seguiva con trepidazione le sorti del X corpo d'armata, chiedeva la designazione di un altro posto a terra per l'invio di rifornimenti a mezzo aerei; ma l'incalzare degli avvenimenti non permise l'effettuazione di alcun lancio. Delease aveva già compiuto due vani tentativi di rifornimento: un'autocolonna con carburanti, acqua e viveri destinati alla Divisione « Pavia», avviata il giorno 5 per la pista di Fuka, venne a trovarsi coinvolta in un combattimento tra carri armati inglesi e tedeschi e fu costretta, protetta da una formazione germanica, a ritornare a Fuka, dopo aver subito perdite; altra colonna di rifornimenti, approntata per il mattino del 6 a Marsa Matruh, non potè partire a causa del la $ituazione determinatasi dopo l'abbandono di Fuka. , Nelle prime ore del pomeriggio, I'A.C.I.T., considerato il ritmo incalzante che aveva assunto il ripiegamento nel settore costiero, im(r) L'ufficiale, attardato nella sua missione da notevoli difficoltà, raggiunse
il Comando dell'A.C.I.T. presso il cimitero della ridotta Capuzzo soltanto il mattino del giorno 9 e, cioè, due giorni dopo che gli ultimi resti del X corpo d'armata erano stati sopraffattti e catturati dal nemico.
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partiva al X corpo d'armata la direttiva di proseguire con tutte le forze disponibili direttamente su Marsa Matruh. Questa distava ancora un centinaio di chilometri, in linea d'aria, dalle posizioni raggiunte. Le truppe erano logore ed assetate e perciò il comandante del corpo d'armata, al quale non era ancora pervenuta alcuna informazione circa gli avvenimenti che avevano determinato la nuova situazione delle dipendenti unità~ decideva di non riprendere il movimento se non dopo aver ricevuto i rifornimenti già richiesti a Delease. Ordinava, pertanto, alla « Pavia >> di organizzarsi a difesa intorno alla zona di previsto lancio dei rifornimenti; analogo ordine sarebbe stato impartito anche alla « Folgore >> quando sarebbe giunta alla tappa. Ricevuta, però, notizia dell'avvenuta cattura degli ultimi resti della « Folgore », il Generale Nebbia doveva rinunziare, a tarda sera del giorno 6, al suo progetto di attendere i rifornimenti e dava ordine di riprendere il movimento verso Marsa Matruh alle ore 6 dell'indomani 7 novembre. Era stata da poco ripresa la marcia quando, alle ore 7, il Comando del X corpo d'armata, accerchiato da autoblinde nemiche in agguato, veniva rapidamente catturato. Analoga sorte subivano più tardi, verso le ore II, i resti della « Pavia » che avevano ripreso il ripiegamento lungo la pista di Kir Khalda. Si concludeva, così, la tragica vicenda del X corpo d'armata che eventi di guerra su altri settori del fronte avevano costretto ad abbandonare le posizioni sulle quali si era strenuamente ed ammirevolmente battuto durante la battaglia di El Alamein, riuscendo a tener fronte al nemico con alta dignità e riconosciuto valore. Ogni sforzo, talvolta davvero sovrumano, era stato compiuto nel tentativo di effettuare un ripiegamento in condizioni difficilissime; ma ogni sforzo era riuscito vano. Lo stesso Generale Alexander, parlando della ritirata del X corPo d'armata, disse : « Alcuni tentarono di sottrarsi alla resa con una marcia in direzione ovest. Essi formarono una lunga colonna decisa ad affrontare ogni rischio, ed alcuni individui indubbiamente perirono nel deserto mentre cercavano di guadagnare le retrovie con i propri mezzi >> (op. cit., pag. 63).
Ripiegamento nella L'ordine di ripiegamento nella zona a sud zona di Marsa Matruh ovest di Marsa Matruh, impartito nel pome( notte e mattino del riggio del giorno 5 (v. pag. 207), non giunse 6 novembre) per mancato collegamento, al XXI corpo d'armata, il quale, al mattino del 6 novembre, venne a trovarsi con i residui reparti della Divisione « Bologna » ancora sulle posizioni di Fuka ( schizzo 22). Attaccati verso le ore 8 da nuclei di carri armati nemici, essi si batterono energicamente; ma, dopo violenta lotta, in parte furono travolti ed in parte ripiegarono a scaglioni sotto la protezione di un'unica batteria rimasta efficiente, che fece fuoco fino all'ultimo per ripiegare poi a sua volta pezzo per pezzo. La 21• divisione corazzata tedesca fu costretta, nel corso del suo ripiegamento, ad arrestarsi a sud - ovest di El Qasaba per mancanza di benzina. Raggiunta, verso le ore ro, da forze corazzate britanniche, si difese bravamente disponendosi a quadrato. Durante il combattimento, il reparto esplorante 580, ritirandosi a sua volta da Fuka, pervenne alle spalle del nemico e gli procurò perdite. Ciò malgrado, però, la situazione della G. U. rimase disperata perchè i richiesti rifornimenti di benzina non giunsero ed il comandante della Divisione, dopo una snervante attesa durante la quale subì altri attacchi nemici, fu costretto a disporre la distruzione di tutti i carri armati che erano rimasti immobilizzati, decidendosi a ripiegare con la sola aliquota in grado di proseguire. Durante la notte una torrenziale pioggia trasformava il deserto in un vero pantano e molte piste risultavano impraticabili. Tutti i movimenti furono perciò costretti a seguire l'unico itinerario della strada costiera, già in più punti intasata ed ostruita da automezzi (1). Anche il movimento dei Britannici subì un notevole rallentamento che esercitò una incidenza « sul concetto dell'inseguimento consistente nell'aggirare continuamente attrat1erso il deserto ìl nemico che si ritirava lungo la strada » (2). (1) « Le condizioni della strada erano indescrivibili. Colonne in completo disordine, formate di automezzi in parte tedeschi, in parte italiani, s'ingorgavano fra i campi minati. Solo raramente potevano avanzare, ma per poco, poi subito tornavano a fermarsi. Molti autocarri venivano tirati a rimorchio e la scarsità di benzina era grande, dato che con il movimento di ritirata il fabbisogno di carburante era notevolmente aumentato ». (ROMMEL, op. cit., p. 307). (2) ALEXANDER, op. cit., pag. 6-J.
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Malgrado tutte le difficoltà, le residue forze dell' A.C.I.T. riuscirono a raggiungere la zona di Marsa Matruh, dove al pomeriggio del 6 novembre lo schieramento risultò il seguente ( schizzo 22): ~ 90a divisione: da Gerawla fino a un chilometro a sud dell'incrocio della ferrovia con la pista per Siwa; - raggruppamento « Menton >i : da quest'ultima località fino al km. 22 della pista di Siwa; ~ XXI corpo d'annata: a Marsa Matruh; - XX corpo d'armata e D.A.K.: dietro l'ala destra e il centro del raggruppamento « Menton >>; - reparto esplorante 580: a protezione del fianco sud. Nella sera dello stesso giorno 6 novembre il Comando Supremo dava notizia al Maresciallo Rommel, tramite Colacit, dell'intendimento di concludere il ripiegamento sulla linea Sollum - Halfaya Sidi Omar ed ordinava, contemporaneamente, a Superlibia, di accelerare al massimo l'organizzazione a difesa delle posizioni di El Agheila. COMANDO SUPREMO
Colacit
Op. Africa 6 novembre 1942, ore 20.45
N. 33429 Op. Comunicate Rommel seguente telegramma: « Duce mi incarica dirvi che segue con appassionato interesse sforzi che state compiendo per assicurare ordinato ripieiamento Armata corazzata. Duce ritiene che Armata debba arrestare suo ripiegamento sulla linea Sollum -Halfaya -Sidi Omar. Tempestivo afflusso Divisione « Giovani Fascisti » da voi già ordinato potrà secondo pensiero Duce facilitare compito. Per dare tempo effettuare prima imbastitura linea et riattivazione campi minati è sommamente desiderabile che ulteriore movimento retrogrado A.C.I.T. sia quanto più possibile ritardato. Duce ha anche ordinato che aviazione si metta condizione di dare efficace appoggio alla difesa sulla linea ora detta >> (I).
uGO CAVALLERO (r) Analogo telegramma venne rnv1ato a: - Superesercito - Superaereo · Superrnarina. - A Superaereo per O.B.S. - A Delease per Gen. Barbasetti.
COMANDO SUPREMO
Op. Africa Superlibia
6 novembre 1942, ore 23
N. 33428 Op. Seguito 33394 data 6. In relazione sviluppi avvenimenti fronte egiziano est necessario orientarsi anche caso peggiore cioè che forze leggere nemiche aggirando ostacolo presidi Cirenaica possano rapidamente giungere alle porte Tripolitania. Occor1·e perciò accelerare al massimo organizzazione posizione Agheila affrettando affluenza Divisione « La Spezia» et altre unità et mezzi che potrete trarre da Tripolitania oltrechè reparti Divisione « Centauro » in corso affluenza Tripoli. Tenete presente che personale per completare unità carri « Centauro» verrà aviotrasportato Tripoli mentre est in studio aviotrasporto battaglioni 5° bersaglieri direttamente at campi Sirtica, Tamet aut Ara Fileni, secondo possibilità approntamento tali campi che ci indicherete. Date notizie su affluenza et successivi movimenti unità verso posizione Agheila. UGO CAVALLERO
Delease disponeva, di conseguenza, lo stesso giorno 6 novembre, che: - il presidio di Marsa Matruh (Comando, truppe e servizi) ripiegasse su Tobruch; - i presidi della Cirenaica opponessero resistenza ad oltranza contro i reparti nemici che li avessero investiti; - la Divisione « Giovani Fascisti», dislocata a Siwa, ed il IX battaglione autonomo, dislocato a Giarabub, si trasferissero al più presto a Sidi Omar. L'ordine relativo a questi movimenti conseguiva a preventive intese intercorse con il Comando dell' A.C.I.T.; il trasferimento della « Giovani Fascisti » a Sidi Omar non potè, per le circostanze che saranno riferite di seguito, realizzarsi. In campo britannico, il Generale Montgomery tendeva ad mtercettare la ritirata dell'A.C.I.T. e, a tal fine, fatta attestare la IO.. divisione corazzata a Fuka, disponeva che: - la 2 • divisione neozelandese tallonasse, sulla stessa loro direzione di ripiegamento, le truppe del grosso italo - tedesco;
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- la 1• divisione corazzata, con movimento aggirante da sud, puntasse verso la costa poco a sud - ovest di Marsa Matruh, con obiettivo la località << Charing Cross» (1); - la 1 divisione corazzata agisse a sud della 1• divisione corazzata a protezione del suo fianco sinistro e dell'intero dispositivo britannico. Verso mezzogiorno, la 2"' divisione neozelandese raggiungeva con la IV brigata corazzata, che agiva alle sue dipendenze, Maaten Baggush sulla strada costiera. La 90., divisione tedesca riusciva a bloccarne la progressione verso ovest, sì che il comandante del1'8"' armata dispaneva l'intervento della IO.. divisione corazzata che faceva muovere da Fuka con il compito di incalzare su Marsa Matruh. A sera, la 1• divisione corazzata britannica prendeva contatto con gli elementi avanzati della nuova linea difensiva italo - tedesca lungo l'allineamento: q. 132-Mingar Sidi Hamza- Bir Sidi Hamza Bir Qa'im - Mingar Qa'im. Il profilarsi di un attacco da est e da sud induceva il Maresciallo Rommel, che non voleva e non era nelle condizioni di impegnare le sue truppe in combattimento, ad ordinare (ore 12 del 7 novembre) il ripiegamento ( schizzo 2 3): ~ del XX corpo d'armata, a Bug Bug; - del XXI corpo d'armata e della 164• divisione tedesca, nella zona Halfaya - Capuzzo (2). Il D.A.K., la 90• divisione, il raggruppamento « Menton » ed iI reparto esplorante 580 avrebbero dovuto ripiegare l'indomani, giorno 8, nella zona di Sidi el Barrani, e venivano preavvisati a tal riguardo. Il ripiegamento di queste unità fu, invece, effettuato nella notte sull'8 novembre dopo che la 90"' divisione, violentemente attaccata da massicce formazioni di fanteria nel pomeriggio del 7, era riuscita a contenere l'azione avversaria, a respingerla ed, infine, a sganciarsi(1) Presumibilmente nome convenzionale, in quanto la località non è riportata sulle carte topografiche. La si è localizzata, per approssimazione, nello schizzo 22. (2) I resti del XXI corpo d'armata (elementi della (e Bologna») e della 164• divisione tedesca proseguirono il loro movimento direttamente verso le posizioni di El Agheila. Il Comando del corpo d'armata si fermò, invece, ad Halfaya per assumere il comando di quel settore in attesa dell'arrivo delle altre Unità.
• Ripiegamento sulla li- Nelle prime ore del mattino del giorno 8 nea Sollum - Halfaya novembre, la ro• divisione corazzata britan( dal pomeriggio del 7 nica, dopo un ulteriore scontro con la 90• ·al mattino del 10 no- divisione tedesca in retroguardia ed a seguito vembre). Sbarco an- di brevi combattimenti contro altre forze g lo - americano nel schierate sulla cinta difensiva di Marsa Nord-Africa francese. Matruh, penetrava nel campo trincerato, occupandolo. Nello stesso momento, suJle coste del Nord-Africa francese prendevano terra le prime formazioni di sbarco del contingente anglo -americano destinate all'apertura del secondo fronte mediterraneo. Si materializzava, così, con tutto il peso delle sue effettive conseguenze, quella minaccia che, prevista quale ipotesi o supposizione già da qualche tempo, si era delineata nella sua concretezza solo dal giorno 5 novembre, quando era stato individuato, a Gibilterra, un _gigantesco convoglio anglo - americano. Le ipotesi e le congetture erano state, allora, le più disparate. C'era chi riteneva, sulla base di non illogici ragionamenti e di precise valutazioni, trattarsi di una massiccia alimentazione di rifornimenti all'isola di Malta; c'era una corrente tedesca che sosteneva la tesi di un tentativo di sbarco, ma a tal riguardo si affacciavano due distinte ipotesi relative alla località di approdo che si indicava a Creta e al Peloponneso oppure, sostenuta da von Rintelen, in Sar<legna o in Corsica; c'era, infine, l'opinione più generalizzata del Comando Supremo, che faceva capo allo stesso Mussolini, per la quale si riteneva che il convoglio fosse diretto ai porti dell'Africa Settentrionale francese per assalire, di qui, alle spalle, l' A.C.I.T. In attesa che la situazione si chiarisse, vennero adottate misure di rafforzamento del fronte africano mediante l'accelerato invio in Africa Settentrionale di 4 battaglioni della Divisione « Brennero », <li un reggimento della Divisione corazzata « Centauro », da dislocare in Tripolitania, e di pezzi controcarri destinati a raffittire lo schieramento difensivo sulla linea Soll um - Halfaya, mentre si prendeva in considerazione la possibilità di effettuare un attacco a fondo contro il convoglio nemico in navigazione, cullando per un momento anche la illusione di poter ottenere una vittoria aeronavale -capace di controbilanciare la depressione generale già molto acuta per la ritirata in corso in Egitto. Ma in una riunione del giorno 7 novembre fra il Maresciallo Kesselring, il Generale von Rintelen, l'Ammiraglio Weichold, il Generale Fougier ed il Maresciallo Ca-
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vallero, quest'ultimo ebbe a dichiarare il rammarico che la « nostra forza navale » non potesse « agire per mancanza di nafta», sicchè ci si dovette limitare alla semplice decisione di cercare di patenziare l'aviazione italo - tedesca in Africa Settentrionale mediante richiesta di mezzi aerei all'O.K.W. Il Maresciallo Goering telefonava a Kesselring di « distruggere il convoglio nemico »; ma questo, in pratica, non incontrò difficoltà di sorta a raggiungere i porti di destinazione e lo sbarco venne effettuato regolarmente, mentre il potenziale bellico dell'Asse subiva, sul mare, proprio in quei giorni, un altro duro colpo e perdite sensibili ( r). Per evidenti necessità di coordinamento strategico e per avvantaggiarsi dell'inevitabile crisi, inizialmente quanto meno morale, che la notizia dello sbarco avrebbe determinato nei comandi nemici e nei reparti in ripiegamento, il Generale Montgomery faceva muovere da Marsa Matruh, nello stesso mattino del giorno 8 novembre, il suo X corpo d'armata perchè incalzasse nell'azione di inseguimento con obiettivo di primo tempo la frontiera libico - egiziana e con obiettivo successivo la Piazza di Tobruch. La massa delle forze britanniche agiva lungo la direttrice della rotabile costiera mentre la 1 divisione corazzata, operando più a sud, tendeva ad aggirare, dalla sinistra, le unità italo - tedesche in ritirata. Nella difficile situazione del momento, il Comando Supremo, nel tentativo di far fronte alla grave piega degli avvenimenti, disponeva che : - l' A.C.I.T. avrebbe dovuto effettuare la più lunga resistenza possibile sulla linea Sollum - Halfaya, assumendo in proprio la responsabilità della difesa del territorio della Cirenaica sino al meridiano di Bir Hacheim. Passavano, perciò, alle dirette dipendenze dell'A.C.I.T. i porti di Bardia e di Tobruch, nonchè tutte le forze già schierate o in corso di affluenza sulle posizioni da difendere; (1) [l 6 novembre, infatti, in seguito ad incursioni aeree nemiche sui porti di Bengasi e di Tobruch, il nostro naviglio subiva ulteriori perdite. A Bengasi furono affondati il piroscafo (cisterna) « Portofino » (v. pag. 138, nota r) e la motonave (cisterna) « Lombardi » cd incendiati un dragamine e due cacciasommergibili, fra i quali il « Sant' Antonio »; a Tobruch furono affondati il piroscafo cc Etiopia » ed una motozattera tedesca e gravemente danneggiato il sommergibile « Scicsa » successivamente autoaffondato, il 12 novembre, in occasione dell'abbandono di Tobruch.
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- Delease avrebbe continuato ad assolvere i suoi comp1t1 istituzionali nei confronti dell'A.C.I.T., riducendo le proprie attribuzioni operative al rimanente territorio della Cirenaica; - tutti gli elementi ed organismi non specificamente interessati alla difesa diretta della Cirenaica sarebbero passati a disposizione di Superlibia, trasferendosi ad ovest del meridiano di El Agheila. In relazione a tali direttive superiori, Delease, in data 9 novembre, impartiva ordini per lo sgombero del personale e dei materiali di non diretto impiego operativo ( allegato 30 ), mentre, a sua volta, Superlibia impartiva i seguenti ordini per lo schieramento degli elementi che passavano alle proprie dipendenze: GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA CoMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE DELLA LIBIA
Stato Maggiore Segreto N. 01 I 18801
P. M. 11, li 9 novembre 1942
Argomento: Scliieramento reparti. Al Comando settore Agheila-Marada Alla Delegazione Intendenza n. 1
P.M. 115 P.M. 3
e, per conoscenza: Alla Delegazione del Comando Supremo in
A. S. P.M. 27 Al Comando Militare della Tripolitania P.M. 220 Al Comando Superiore CC.RR. della Libia P.M. 11 Al Comando Settore Sirtico Nucleo P.M. 3 Al Comando Superiore Artiglieria della Libia P.M. 11 I. - Sono in corso di affluenza in zona Sirtica tutti gli elementi non indispensabili in Cirenaica, compresi piccoli reparti organici. Per disposizione del Comando Supremo tutti gli elementi che vanno a dislocarsi ad ovest del meridiano di El Agheila passano alle dipendenze di Superlibia. Il. Il Comando settore Agheila - Marada è pregato di costituire un posto di blocco ad Agheila per il controllo e l'avviamento degli elementi di cui sopra secondo le direttive seguenti:
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a) i reparti organici, idonei a potenziare la difesa, anche se parzialmente efficienti, passano, a tutti gli effetti, alle dipendenze di detto comando di settore; armi e materiali per il loro completamento siano richiesti all'Intendenza A. S. (Delegazioni n. 2 e n. 1 ); b) gli elementi delle truppe e servizi, non organicamente riuniti in reparti, siano avviati verso ovest presso il costituendo centro di raccolta disorientati a Sirte e a Buerat ( il Magg. Graniti di Delease è incaricato della costituzione e organizzazione di detto centro); c) personale e mezzi d'Intendenza siano invece fatti affluire presso gli stabilimenti d'Intendenza lungo la via Balbia. La Delegazione Intendenza n. I dia gli ordini particolari per la loro eronta riutilizzazione, facendo sgomberare verso ovest, fino a Tripoli, tutti i materiali da ripristinare o di non pronto impiego ( armi, laboratori d'artiglieria, materiali chimici, ecc.). In modo particolare siano rinforzate di personale e mezzi ( specie di cucina) le tappe di Agheila e Sirte. III. - I parchi automobilistici si dislocheranno a Crispi ( 2° ), Naima (21°), caserma del km. 28 da Tripoli (5°). ll centro d'istruzione di fanteria si ricostituirà a Misurata a cura del proprio comandante e quello di artiglieria a T arhuna a cura del Comando Superiore Artiglieria ( indicanti ai posti di blocco a cura del Magg. Graniti). Automezzi: - civili a Tripoli: a disposizione Intendenza Africa Settentrionale; - reparti automobilistici: nella zona di Gioda, Misurata e Zliten. IV. - Il Comando Superiore CC.RR. predisponga per il servizio di polizia militare, particolarmente nei centri di prevedibile maggiore traffico ( Agedabia - Agheila -Sirte - Misurata). Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore Forze Armate della Libia ETTORE BASTICO
Il pomeriggio dell'8 novembre, l'A.C.I.T. aveva raggiunto il seguente schieramento ( schizzo 2 3):
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- D.A.K., 90a divisione e raggruppamento « Menton », a Sidi el Barrani (1); - retroguardia (elementi della 90• divisione) ad Abar el Sakkuti (circa 50 km. ad est di Sidi El Barrani); - XX corpo d'armata a Bug Bug. Alle ore 15.30 riceveva ordine di spostarsi a ridotta Capuzzo, seguendo il lungo e tortuoso itinerario: Abar Abu Sofafi - stazione Bir Habata - linea ferroviaria Capuzzo ( schizzo 26), per evitare la rotabile già molto intasata del ciglione di Sollum e per occupare temporaneamente, insieme con un reparto esplorante tedesco, le alture a nord di Bir Habata; - XXI corpo d'armata (Comando e Divisione cc Pistoia»), nella zona di Halfaya. Il Comandante dell'A.C.I.T. si riprometteva di mantenere la zona di Sidi el Barrani sino al mattino del IO novembre, soprattutto per avere il tempo di smaltire l'ingorgo delle coloPne ripieganti su Sollum lungo la rotabile costiera. Una sintesi riepilogativa della situazione è data dal seguente 9ocumento delle ore 22.30 dell'8 novembre: Comunicazione Armata Corazzata Africa (Op.) dell' 8 novembre 1942, ore 22-30 prot. n. 10993 segr. Il Corpo Africa Tedesco, la 90• divisione leggera e il reggimento corazzato Granatieri Africa, dopo aver respinto parecchi attacchi di rilevanti forze di fanteria nemica contro Marsa Matmh , infliggendo gravi perdite al nemico, si sono ritirati nella notte fra il 7 e l' 8 novembre verso ovest sottraendosi così all'accerchiamento da parte di forti masse corazzate del nemico. La 90• divisione leggera si sostiene, a circa 40 km, ad est di Sidi el Barrani, su entrambi i lati della strada costiera, contro una divisione corazzata nemica che preme da vicino su largo fronte, mentre il Corpo Africa Tedesco è schierato presso e a sud di Bug Bug, fronte ad est, in seconda linea. E' intenzione di mantenere il terreno di Sidi el Barrani fino al ro novembre mattino per dar tempo al deflusso delle colonne fortemente intasate davanti al passo di Halfaya. I resti del X,X corpo 1. -
(1) Il 58o0 reparto esplorante che, in base agli ordini del giorno 7, avrebbe dovuto anch'esso dislocarsi nella zona di Sidi e1 Barrani, proseguì direttamente per Sidi Omar.
d'armata ed un reparto esplorante ledesco da ricognizione sono statt inviati da Bug Bug in direzione di Habata per occupare quelle alture. I resti del XXI corpo d'armata, la 164• divisione leggera e labrigata Ramcke saranno riordinati nella zona di Sollum superiore Bardia - Capuzzo. L'arma aerea nemica ha attaccato il giorno 8 novembrenuovamente in prevalenza la strada costiera, ad onta della forte protezione della nostra caccia ed ha distrutto numerosi automezzi. 2. -
3. - Il comando delle truppe viene reso nuovamente difficile, oltrechè dalla già annunziata perdita di mezzi di trasmissione, an-• che da forti stazioni emittenti disturbatrici. 4. - Nell'attacco contro le posizioni di El Alamein il nemico· ha adottato i seguenti metodi: a) attacco contro posizioni: preparazione di artiglieria di parecchie ore con fortissimo consumo di munizioni; avanzata della fante ria d'assalto dietro una cortina di fuoco ed abbondante nebbiaartificiale per lo sgombero delle mine ed eliminazione degli ostacoli; frequente cambiamento della direzione d'attacco con annebbiamento delle posizioni sfavorevoli; (la nostra artiglieria non è stata in grado, per mancanza di munizioni, di distruggere le posizioni di partenza e di controbattere efficacemente l'artiglieria nemica); dopo aver creato passaggi sgomberi da mine, attacco di carri armati dirottura pesantissimi seguiti immediatamente dalla fanteria. Il nemico è particolarmente addestrato ed abile negli attacchi notturni, nei quali adopera carri pesantissimi quale artiglieria d'assalto; b) combattimento ravvicinato: lenta avanzata dei carri pesanti . d'assalto fino a circa 1 .800 metri. A questo punto fuoco concentrato contro i mezzi anticarro, l'artiglieria e.a. pesante ed i carri armatt e loro distruzione, mentre le nostre armi non perforano ancora a questa distanza i carri nemici. L'artiglieria autocarrata che segue viene accompagnata da numerosa artiglieria leggera mobile. I carrt armati sparano anche con granate dirompenti ed agiscono così da artiglieria corazzata. Il nemico fa passare attraverso le breccie numerosi carri da ricognizione, mandandoli lontani dietro il fronte. Questi carri si precipitano sui reparti delle retrovie per creare confusione-tra le colonne di rifornimento, ecc.
5. - Situazione rifornimenti: a) munizioni: la truppa ha circa un quarto delle dotazioni. In Tobruch 1 un/oc, in Bengasi circa mezzo unfoc, in Tripoli r unfoc. Il munizionamento è deficitario ed ammonta complessit1amente, al massimo, ad 1 unfoc (1); b) carburanti: le scorte sono sufficienti solo per 4 o 5 giorni, essendo andate perdute circa 2000 tonn. in Bengasi a seguito dell'incendio della cisterna «Portofino ». L'aliquota giornalmente trasportata per aereo di 160 metri cubi in media è insufficiente. Si prega perciò ancora una t1olta, mettendo in seconda linea il trasporto di personale, di far trasportare per t1ia aerea giornalmente 400 metri cubi facendoli affluire per ora a Gambut. Al Comando Supremo la situazione del momento era vista, sulla base di osservazioni dirette effettuate sul fronte di operazione e riferite soprattutto al settore delle forze aeree ed all'andamento del ripiegamento, nei seguenti termini che portavano alla valutazione conclusiva della possibilità di riuscire ad arginare definitivamente l'avanzata britannica lungo la linea di confine libico - egiziano, mercè l'intervento di un'adeguata massa d'aviazione: COMANDO SUPREMO
l Reparto 8 not1embre 1942-XXJ Promemoria per il Capo di S. M. Generale. Credo opportuno riferire a V. E. alcune osservazioni personali separatamente da quanto ha formato oggetto di collaborazione con il Generale Gandin. Alla sera del 5 not1embre le forze aeree efficienti ed atte al combattimento erano costituite: 1. -
(1) Un/oc (unità di fuoco), dato logistico convenzionale, usato per praticità di calcolo (peso e volume) nel trasporto delle munizioni a piè d'opera, nei rifornimenti o negli ammassamenti per determinate azioni. Il numero dei colpi della un/oc variava col calibro e la celerità di tiro della bocca da fuoco. Come dato orientativo, una un/oc aveva: 250 colpi per pezzo, per i piccoli calibri; 150 colpi per pezzo, per i medi calibri; xoo colpi per pezzo, per i grossi calibri.
- forze aeree italiane: 14 Mc. 202, 7 Cz. 1007 bis, 15 Mc. 200 - Cr. 42 con bombe alari; - forze aeree tedesche: 21 Me. 109, 13 Stukas, circa 20 He. 111 - fu. 88 - Me. 110. Eleuate perdite si sono auute sui campi per mitragliamento e bombardamento ininterrotti negli ultimi tre giorni. 2. - La ritirata delle forze aeree italo - tedesche è auvenuta in modo molto regolare. Lo scavalcamento dei reparti è stato tale da consentire sempre un minimo di difesa st~lle colonne in ritirata. Poco sulle linee.
3. - Lo schieramento al giorno 7 mattina era il seguente: - forze aeree italiane: campi della zona di Tobruch; - forze aeree tedesche: campi della zona di Gambut; - reparti misti: campo di Menestir ( zona Sollum). li potenziamento logistico di questi campi era già in atto, quindi l'efficienza dei reparti che vi si sono radunati è sempre stata ottima ed ha consentito sin dal giorno 7 mattina la protezione efficace della rotabile e soprattutto del ciglione di Sollum. Praticamente tutto il materiale di auiazione è stato tempestivamente sgomberato e salvato. Gran parte dei veliuoli inefficienti per i mitragliamenti sui campi potranno essere in linea entro un mese. 4. - La ritirata delle trt4ppe lungo la strada si suolge molto ordinatamente. Anche sotto l'effetto dei mitragliamenti ho personalmente constatato l'ottimo contegno dei soldati. Ho percorso quattro uolte il tratto Sidi el Barrani-El Astas ( Marsa Matruh) ed ho calcolato approssimativamente il numero degli automezzi che hanno sfilato dalle ore 8 del mattino alle 16 del pomeriggi_o. Dal calcolo fatto è possibile ualutare che nei giorni 5, 6 e 7 siano sfilati non meno di 9 mila autoueicoli. Fra gli autocarri ho spesso notato carri armati, semouenti, cannoni a.a., batterie autotrasportate. Nei posti di blocco i Tedeschi riescono senza fermare la colonna a far deviare gli autocarri di determinate unità, mentre per gli Italiani è indispensabile un interrogatorio che determina l'arresto della colonna. U 75 per cento dei mezzi che ho visto sfilare erano germanici. Dalle notizie raccolte sul posto e dalle mie impressioni personali sono convinto clie se si esercita una tempestiva azione in massa
15. - Al.
di aviazione contro le forze terrestri inglesi si può contare su decisivi risultati e sul probabile rallentamento della loro avanzata. Se sarà possibile disporre di una massa tale da agire con continuità ininterrottamente anche per soli pochi giorni ho la convinzione che si riuscirà ad arrestare l'avanzata del nemico sulla linea del vecchio confine.
Di conseguenza, il Comando Supremo insisteva presso il Maresciallo Rommel perchè fosse prolungata il più a lungo possibile la resistenza sulle posizioni di Sollum- Halfaya; rappresentava al1'0.B.S. la indispensabilità dell'apporto aereo al fine di rendere possibile la resistenza; invitava lo Stato Maggiore Aeronautica ad impartire le disposizioni per l'impiego delle nostre forze aeree in stretto collegamento con quelle germaniche: COMANDO SUPREMO
Op. Africa 8 novembre 1942, ore 17.05 Deleas.e per Maresciallo Rommel N. 33449 Op. Duce, presa conoscenza vostra ultima comunicazione, mi incarica insistere su necessità che resistenza sulle posizioni Sollum -Halfaya sia prolungata quanto più possibile. Duce ritiene che ove mancasse tale resistenza non solo sarebbero compromessi sgomberi indispensabili dalla Cirenaica, ma sarebbe posta in dubbio persino possibilità costituire difesa su linea El Aghei/a. Duce, pur lasciandovi piena libertà azione, desidera che di quanto sopra teniate il maggior conto. Uoo CAvALLERO COMANDO SUPREMO
I Reparto N. 51076 Op. di prot.
9 novembre 1942
Oggetto: Direttive per le forze aeree in A. S. I. All'Ecc. Fougier, Capo di S. M. della R. Aeronautica. In data odierna ho trasmesso all'O.B.S. le seguenti direttive per ordine del Duce:
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« L'evolversi della sitttazione in A. S. I. conferma la possibilità di organizzarsi a difesa sulla linea Sollum-Halfaya. (< Presupposto essenziale di tale possibilità è l'apporto di forze aeree sufficienti per battere le forze corazzate nemiche dopo aver riconquistata la necessaria libertà di azione nell'aria. « Lo schieramento dei campi della zona di Tobruch, le loro possibilità logistiche, la soddisfacente situazione carburanti consentono che lo sforzo possa essere effettuato con il massimo rendimento. « Sull'immediatezza di questo sforzo risiede la maggiore possibilità di resistere sulla linea prestabilita ».
E' ovvio che tali direttive debbono intendersi estese anche alle nostre forze aeree, le quali, però, pur mantenendo lo stretto collegamento con le forze aeree germaniche, dovranno essere essenzialmente impiegate a diretta collaborazione con le forze terrestri italiane. Vi prego di impartire a questo riguardo precise disposizioni alla 5" Squadra. Il Capo di S. M. Generale UGO CAVALLERO
Durante la mattinata del giorno 9 le forze britanniche proseguirono la loro avanzata verso ovest con la 2• divisione neozelandese lungo l'asse della rotabile costiera e con la 1• divisione corazzata a sud di essa. La retroguardia dell'A.C.I.T. assolse il suo compito di rallentamento della progressione avversaria, arretrando complessivamente di una ventina di chilometri. Nel primo pomeriggio, .alle ore 14, il Maresciallo Rommel si incontrava, a Capuzzo, con il Generale Barbasetti di Prun, allo scopo di prendere specifiche intese e di accordarsi in merito al comando unitario della Cirenaica orientale disposto dal Comando Supremo (v. pag. 219) e che Rommel aveva obiettato di non poter assumere per mancanza di adeguata disponibilità di mezzi di collegamento. Il colloquio, nella tensione della delicatezza della situazione, non fu esente da espressioni di un qualche risentimento ( allegato JI ), ma un accordo fu raggiunto con l'accettazione da parte di Rommel dell'accentramento nelle proprie mani del comando di tutte le truppe dislocate nella Cirenaica orientale. Si convenne che si sarebbe fatto ogni sforzo per « tenere il fronte di Halfaya », pur dovendo escludere la possibilità di una « lunga
resistenza » per la scarsezza delle forze disponibili e per la materiale impossibilità di disporre tempestivamente della Divisione « Giovani Fascisti» che, già in movimento, era conveniente dirottare per Gialo su El Agheila. Fu, inoltre, convenuto di: - sospendere l'invio di truppe non motorizzate sulla linea Sollum-Halfaya; - sgomberare tutto ciò che era possibile su Marsa el-Brega, comprese le artiglierie mobili e le truppe di Tobruch; - trasferire in Italia, per via aerea o con qùalunque altro mezzo, ogni elemento non motorizzato. Alla richiesta avanzata dal Capo di Delease di restituire il nostro XX autogruppo e di dare anche un cameratesco aiuto per l'autotrasporto di almeno una aliquota di nostri soldati con autocarri tedeschi, che talvolta trasportavano carichi di cose del tutto superflue quando, addirittura, non arretravano vuoti, il Maresciallo Rommel opponeva un netto rifiuto dichiarando di disporre del solo minimo indispensabile per l'autotrasporto delle proprie truppe. Il colloquio aveva termine alle ore 15.30; ed il Maresciallo Rommel, rientrato subito al Quartier Generale, in seguito alla constatazione che la pressione nemica lungo la fascia costiera si era accentuata, ordinava il ripiegamento sulla linea Sollum - Halfaya. Il contatto diretto fra Rommel e Barbasetti metteva in chiara evidenza una certa tensione nei rapporti fra comandi alleati, conseguenza inevitabile del risentimento per la triste sorte cui erano state sacrificate molte unità italiane all'inizio del ripiegamento. Ed il giorno successivo, 10 novembre, il Maresciallo Cavallero aveva una energica e ferma presa di posizione intrattenendo il Generale von Rintelen sulla condotta di guerra da parte del Maresciallo Rommel, affatto aderente agli intendimenti operativi del Comando Supremo. Allo scopo di ribadire gli ordini precedenti, il Maresciallo Cavallero, dopo aver ricordato la necessità di resistere sulla linea Sollum -Halfaya, precisava al Comando dell' A.C.I.T., a nome di Mussolini, come fosse indispensabile che l'eventuale ripiegamento si svolgesse sistematicamente a sbalzi successivi, in modo da guadagnare tempo ed assicurare l'ordinato ripiegamento delle forze e dei mezzi dalla Cirenaica, con particolare riferimento al deflusso delle forze italiane non motorizzate, mettendo in comune tutti i mezzi disponibili.
229 10 novembre
1942
Maresciallo Rommel, Duce habet preso conoscenza vostre comunicazioni di ieri et di stamane alt Egli ritiene che, qualora una resistenza abbastanza proltmgata sulle posizioni. Sollum -Halfaya non fosse eseguita, risttlterebbe compromessa anche possibilità preparare difesa linea Marsa el Brega alt Ciò tanto più che sviluppo situazione nel Nord Africa francese et nostro già avviato intervento rendono sempre più indispensabile non precipitare gli avvenimenti in Cirenaica et assicurare salda difesa Tripolitania per poter sfruttare a fondo vantaggi che nuova situazione presenta alt Oltre at resistenza sulla linea Sollum -Halfaya, est indispensabile che eventuale ripiegamento sia fatto sistematicamente per sbalzi mccessivi in modo da gt,adagnare tempo et assicurare ordinato ripiegamento forze et mezzi della Cirenaica alt Duce richiama vostra attenzione personale sulle necessità che sia assicurato deflusso forze italiane non motorizzate mettendo in comune tutti i mezzi disponibili per compensare grande deficienza mezzi di trasporto della parte italiana alt Duce desidera Vostra comunicazione rnl contenuto di questo telegramma alt UGO CAVALLERO
Ordine sostanzialmente analogo emanava lo stesso giorno xo l'O.K.W. Con esso, Hitler richiamava l'attenzione del Maresciallo Rommel, perchè gli eventuali ulteriori movimenti in ritirata fossero organizzati in modo da rendere possibile lo sganciamento dal nemico anche delle formazioni non motorizzate, inclusa la Divisione « Pistoia » . Intanto, in base alle disposizioni del pomeriggio del 9 novembre, tutte le unità dell'A.C.I.T. ripiegarono sulle posizioni previste di Sollum - Halfaya, ad eccezione della 90a divisione leggera e del 3° reparto esplorante che si attestarono a Bug Bug in funzione di retroguardia. Nella mattinata del giorno successivo, sebbene il nemico non incalzasse, la 90• divisione leggera ripiegò anch'essa nella zona di Sollum, mentre il 3• reparto esplorante si diresse verso Sidi Omar, andando ad affiancarsi a sud - ovest del 58o0 reparto esplorante, già in loco (v. nota I di pag. 222).
Alle ore 19 del IO novembre, la massa delle forze dell'A.C.1.T. venne a risultare concentrata nel triangolo Sidi Azeiz - Halfaya --Sidi Omar. In particolare, lo schieramento era il seguente ( schizzo 2 3): -:- Comando XXI corpo d'armata e Divisione «Pistoia », ad Halfaya e zona a sud - ovest di Halfaya; - 90• divisione leggera, a Sollum; - 3° e 58o0 reparto esplorante, a nord- est di Sidi Omar; - D.A.K., a Capuzzo; - 288° raggruppamento speciale (« Menton »), a nord di Capuzzo; - XX corpo d'armata, a sud - ovest di Sidi Azeiz.
Il nemico proseguiva la metodica e regolare sua avanzata con la 2• divisione neo-zelandese a nord, preceduta dalla IV brigata coraz-
zata leggera in avanguardia, e con la 1 divisione corazzata a sud, sull'altipiano. A sera, elementi avanzati di questa Divisione, già individuati nella zona a sud - est di Sidi Omar, varcarono in qualche punto il confine cirenaico. Si profilava, cosl, l'intendimento del nemico di tentare l'avvolgimento del fianco destro del nostro schieramento difensivo sulla-linea Sollum - Halfaya.
Ripiegamento sulla li- La minaccia di aggiramento dell'ala destra nea Tobruch-El A- delle Posizioni difensive sulla linea Sollum dem e, successivamen- Halfaya, delineatasi la sera del giorno 9 con te, sulla linea B. Tem- la comparsa dei primi elementi della 1 dirad - Ain el Gazala visione corazzata inglese nella zona a sud ( dal mattino dell'r 1 est di Sidi Omar, assunse una più concreta al mattino del 13 no- pericolosità, durante il giorno IO, sia in vembre) conseguenza della progressione del grosso della Divisione stessa, sia per effetto dell'avanzata, a nord, della IV brigata corazzata leggera, verso il ciglione di Sollum. Il Comando dell'A.C.I.T. ritenne opportuno, perciò, effettuare il ripiegamento sulla linea successiva Tobruch - El Adem. Prescrisse due itinerari: - la via Balbia, a nord, riservata al XXI corpo d'armata (Divisione « Pistoia ») ed alla 90• di visione leggera; il reparto esplorante
58o doveva muovere sul ciglione a sud della Balbia per proteggere il fianco meridionale del XXI corpo; - il Trigh Capuzzo, a sud, assegnato al XX corpo d'armata ed al D.A.K., che avevano il compito di fronteggiare eventuali attacchi avvolgenti nemici da sud verso nord. Lo stesso itinerario doveva essere percorso dal raggruppamento « Menton » con funzioni di retroguardia e dal 3° reparto esplorante che, precedendo nel movimento il grosso della colonna, doveva raggiungere il ciglione meridionale di El Adem per esplorare la zona verso sud - sud-est. Il movimento per questo sbalzo in ritirata, ordinato nel tardo pomeriggio del 10 novembre, ebbe inizio alle ore 5 del giorno 11. Nel buio della notte stessa, prima dell'alba, reparti della IV brigata corazzata britannica riuscirono ad occupare il passo di Halfaya a seguito di una rapida azione di sorpresa, che valse ad eliminare e sopraffare alcune unità della Divisione « Pistoia » (1) e tre batterie di artiglieria tedesche che, lasciate in retroguardia, furono investite dall'attacco nemico nel momento nel quale, sconsideratamente senza misure di sicurezza, erano intente al caricamento degli automezzi per effettuare, a loro volta, lo spostamento in ritirata. All'alba l'avversario, già sull'altipiano al di là dei valichi, marciò verso nord - ovest e stava per pervenire alle spalle della <)O.. divisione leggera tedesca quando questa, appena accortasi della grave minaccia, riusciva all'ultimo istante a sottrarsi all'accerchiamento. Nella mattinata dell'n novembre gli ulteriori movimenti in ritirata si svolsero regolarmente e senza interferenze da parte nemica. Alle ore 15,30 il Comando dell'A.C.I.T. comunicava il proprio intendimento di mantenere la linea margine est della Piazza di Tobruch- El Adem fino a tutto il 12 novembre e precisava, a conferma degli ordini precedenti, i compiti affidati a ciascuna unità. In particolare ( schizzo 24): - XX corpo d'armata, divisione corazzata e 33° reparto esplorante, dovevano difendere la zona di El Adem, a sud di Tobruch, estendendosi sino a coprire le provenienze di Bir Hacheim; 0
1,
(1) li I/35• reggimento fanteria subl complessivamente (morti, feriti e dispersi) la perdita di 238 uomini (ufficiali, sottufficiali e truppa). Il III battaglione armi e.e. del 35° fanteria e la 25., compagnia di marcia ebbero 233 uomini fuori combattimento. Complessivamente la Divisione subl, in questa circostanza, la perdita di 512 uomini.
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dovevano coprire, fronte ad est, la Piazza di Tobruch; - Divisione « Pistoia », doveva schierarsi anch'essa ad est di Tobruch, a cavallo della rotabile costiera, sulla sinistra delle unità tedesche; - raggruppamento « Menton » e 3° reparto esplorante, ad Acroma, in riserva d'armata; ----'- 90• divisione leggera, doveva attestarsi sulla rotabile costiera, ad est di Tobruch, all'altezza di Sidi Bu Amud. In Tobruch erano dislocati, per la difesa della Piazza: circa 15 batterie di artiglieria italiana di vario calibro, alcune batterie tedesche in difesa contraerea e costiera, tre battaglioni di fanteria, un battaglione « San Marco », un battaglione carabinieri e due battaglioni di formazione tedeschi. Il mattino del giorno II questi due ultimi battaglioni tedeschi ripiegarono di loro iniziativa ed il comandante della Piazza, Generale Ruggero Cassata, che aveva ricevuto ordine di assicurare la difesa delle posizioni sino all'estremo, venne a trovarsi in gravi difficoltà perchè, una volta provveduto allo schieramento del fronte a mare, non aveva che da poter impiegare un solo battaglione per la difesa del fronte a terra sud. Nella mattinata dello stesso giorno 11, il Maresciallo Rommel aveva comunicato al Comando Supremo, anche in relazione a qualche rilievo mossogli per il modo con cui conduceva il ripiegamento, che la scarsezza degli effettivi lo costringeva ad adottare una condotta temporeggiante del combattimento e che, comunque, avrebbe tentato, finchè possibile, di rallentare l'avanzata del nemico, al fine di permettere un ordinato sgombero della Cirenaica. Il ripiegamento di formazioni non motorizzate italiane sarebbe stato effettuato mediante autocolonne ed automezzi isolati tedeschi e la Divisione « Pistoia » sarebbe stata impiegata in riserva, non appena ultimato lo sgombero della posizione di Sidi Omar - Halfaya - Sollum. A sua volta Delease emanava disposizioni affinchè: - il I battaglione del 336° reggimento fanteria « Piceno » (1), -
21& divisione corazzata e reparto esplorante 58o ,
(1) Fra la terza decade di settembre e la fine di ottobre del r942 la Divisione « Piceno », dislocata nelle Puglie, inviò in Africa Settentrionale, in seguito ad ordine dello S.M.R.E., tutti e tre i battaglioni del 336° reggimento fanteria, già trasformati in precedenza in battaglioni AS42. Uno di essi (v. pagina 128) partecipò alla battaglia di El Alamein con la Divisione << Trento ».
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dislocato a Derna, fosse messo a disposizione del Comando militare della Cirenaica per l'impiego nel settore di Agedabia; - i Comandi « Littorio n e « Trieste n del XX corpo d'armata fossero sgomberati su Sirte ( 1); - un'autocolonna di rifornimento di gasolio, benzina e viveri a secco per 4 giornate fosse avviata da Agedabia verso Gialo per la Divisione « Giovani Fascisti n che, intanto, proseguiva la sua marcia di ripiegamento. Provvedeva, inoltre, in attuazione delle previste predisposizioni difensive nel settore di Agedabia: - ad avviare al settore Agedabia - Gialo n. 6 semoventi, 12 carri armati, 1 batteria da 105/28, 1 batteria da 100/17, 8 pezzi da 65 / 17 ed I battaglione di fanteria; - a far presidiare le località di Sceleidima - Antelat - Agedabia - Gialo con forze ammontanti complessivamente a 3 battaglioni, 9 batterie varie, 4 batterie da 20, 17 carri M, 6 cannoni semoventi da 75/18 ed 1 squadrone autoblindo. Il movimento di ripiegamento su strada procedeva ora abbastanza ordinatamente, ma inevitabilmente a distanze serrate. La disciplina era ottima. Le colonne di autocarreggio continuavano la ri(1) Il provvedimento venne determinato dal fatto che, in considerazione della scarsa consistenza dei reparti ed allo scopo di creare una sola unità che agisse riunita e nelle mani di un unico comandante, era stata disposta la costittJZione di un « Gruppo di combattimento XX corpo d'armata », per cui i due comandi suddetti si rendevano esuberanti. Il Gruppo risultò così formato: - Comando dd Gruppo: il comando della Divisione « Ariete », rinforzato da elementi dei Comandi delle Divisioni << Littorio » e « Trieste»; - un nucleo esplorante: III squadrone autoblindo « Monferrato » e resti del gruppo <<Nizza» (n. 14 autoblindo); due compagnie bersaglieri della « Littorio »; - 66° reggimento fanteria della «Trieste», su 2 battaglioni di 2 compagnie; - artiglieria: 2 pezzi da 75/27 ed I pezzo da 100/ 17 dcli'« Ariete » ed uno della << Littorio ». I pochi carri armati che erano rimasti al XX corpo d'armata furono in parte abbandonati e distrutti durante il percorso da Marsa Matruh ai passi di Halfaya ed in parte avviati con i pezzi di artiglieria inefficienti verso località arretrate. Il Comando dd Corpo d'armata rimase in vita con tutti i suoi elementi per seguire e dirigere il Gruppo di combattimento in stretta collaborazione con il D.A.K. con il quale aveva sempre operato in precedenza.
:234 tirata verso Sirte. Lo sgombero della Cirenaica aveva assunto un aspetto totalitario: molte donne, vecchi e bambini venivano avviati verso Tripoli. La situazione dei carburanti, dopo il rifornimento avvenuto a .Sollum (r), si presentava di nuovo preoccupante, ed il Comando del1'A.C.I.T., nel segnalare l'inconveniente a Dclcase, stigmatizzava il fatto che fosse stata data la precedenza aJl'aerotrasporto di uomini per l'Armata anzichè ai più necessari rifornimenti. Allo scopo di rallentare l'avanzata del nemico furono minate numerose zone a Capuzzo e sulla via Balbia fra Sollum Alto e Tobruch. I ponti sulla via Balbia, nonchè gli impianti ed i binari della ferrovia del fronte fra Capuzzo e Tobruch, furono distrutti. A sera del giorno II, la 2• divisione neozelandese occupò Capuzzo, Sollum e Bardia. Più a sud, la 1 divisione corazzata, che seguendo il ciglione della scarpata aveva attraversato la frontiera il giorno precedente, piegò verso nord - est e si congiunse, a Capuzzo, coi neozelandesi della 2• divisione. Questa Divisione rimase a presidio della zona di frontiera, e l'inseguimento fu proseguito dalle Divisioni corazzate britanniche 1• e 1. Il 12 mattina il Comando dell' A.C.I.T. confermò e ribadi l'ordine di mantenere le posizioni raggiunte, difendendole almeno sino a sera, allo scopo di assicurare il tempo indispensabile al decongestionamento della rotabile costiera su!Ia quale, nei pressi di Ain el Gazala, si erano verificati ingorghi di notevoli proporzioni, simili a quelli già registratisi ai passi di Halfaya, ed intasamenti delle colonne di sgombero verso ovest. Nel pomeriggio si accesero combattimenti ad El Adem. Il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata sostenne un breve scontro con autoblindo nemiche provenienti da ovest e sud ovest (lungo l'Hagiag Batruna). I Britannici non insistettero nella lotta e passarono ad attaccare con forti formazioni aeree le truppe e le colonne in ripiegamento sulla via Balbia. In conseguenza di tali scontri nella zona di El Adem e per la segnalata presenza di altre forze nemiche a sud della stessa località, il Comando dell'A.C.I.T. alle ore 21.15 emanava l'ordine per l'ulteriore ripiegamento. (1) RO-EL, op_. cit., pag. 315.
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Veniva precisato, quale compito dell'Armata, quello di impedire la progressione dell'avanzata nemica sulla linea Temrad -Ain el Gazala (1), almeno sino a tutto il giorno 13. Il Gruppo di combattimento del XX corpo d'armata ed il D.A.K. avrebbero dovuto iniziare il movimento alle 5 del mattino del giorno 13 e seguire la direzione della pista per Temrad. La 90• divisione avrebbe dovuto portarsi ad Ain e! Gazala e zona a sud - ovest, sotto la protezione esercitata da forti aliquote del D.A.K. che, a tal fine, sarebbero rimaste ad Acroma fino a quando non fossero transitati gli ultimi reparti della 90• divisione. Il 3° reparto esplorante ed il raggruppamento « Menton » avrebbero ripiegato su Tmimi, il giorno 13. In zona più arretrata, il XXI corpo d'armata, la brigata « Ramcke » ed i carreggi avrebbero proseguito nella loro marcia verso Marsa el Brega. I movimenti si svolsero regolarmente e senza ostacoli: il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata ripiegò sull'itinerario El Adem - B. Ailet e! Maguri e successivamente, assieme alla 15• divisione corazzata tedesca, per Eluet el Tamar -Bu Allusc-Bir Temrad; la rimanente aliquota del D.A.K. lungo un itinerario parallelo e più a nord; la 90• divisione a cavallo della via Balbia. Nella stessa mattinata del 13 novembre tutte le posizioni prestabilite venivano raggiunte e presidiate. Intanto la IV brigata corazzata britannica il giorno 12 occupava Gambut ed El Adem, mentre la CXXXI brigata (2) lungo la via Balbia puntava, seguita dal grosso della 1 divisione corazzata, su Tobruch. La Piazza, già sgomberata da tutte le truppe italo - tedesche, veniva occupata, senza difficoltà nè opposizione, alle ore 9 del 13 novembre. Gli impianti portuali erano stati distrutti secondo il piano predisposto, ed erano stati resi inutilizzabili tutti quei materiali e quelle attrezzature che non era stato possibile sgomberare. (1) « La linea di Gaza/a era il punto critico di qualsiasi ritirata verso occidente, come è sempre stato dimostrato nelle varie battaglie africane. Mentre nel 1941 -42 noi potemmo allontanarci con abili manovre, fortunatamente senza notevoli perdite, le truppe del Generale Bergonzoli, ostacolate dalle unità appiedate, qui rimasero prese ». ROMMEL, op. cit., pag. 317. (2) La CXXXI brigata di fanteria autocarrata apparteneva organicamente alla 44• divisione di fanteria cd era stata posta alle dipendenze della 7• divisione corazzata quando ad El Alamcin il Generale Montgomery aveva rimaneggiato lo schieramento in vista dell'operazione « Supcrcharge » (cfr. pag. 131).
Riunione del 13 novembre. Esame della situazione e conseguen ti disposizioni
Il giorno 12 novembre il Capo di Stato Maggiore Generale giungeva in Libia e, valutata sul posto la situazione del momento, che imponeva la soluzione di gravi ed urgenti problemi, indiceva una riunione che ebbe luogo l'indomani, 13 novembre, alle ore n, nella cantoniera sede del comando del campo d'aviazione K 3 di Bengasi. Parteciparono alla riunione: il Maresciallo Bastico, Governatore Generale e Comandante Superiore delle FF. AA. della Libia; il Generale Barbasetti di Prun, Capo della Delegazione del Comando Supremo in Africa Settentrionale; l'Ammiraglio Giartosio, comandante della Marina della Libia; il Generale Bernasconi, comandante della s• Squadra aerea; il Generale Giglioli, Capo di S. M. di Superlibia. Esaminata la situazione nei suoi vari aspetti, venne stabilito di ( allegato 32 ): a) organizzare la resistenza sulle posizioni di Marsa cl Brega El Agheila, alle soglie della Sirtica, facendo affluire ad ovest di esse tutti i materiali ancora esistenti in Cirenaica. Forze italiane utilizzabili per la difesa, quelle già affluite ed in corso di affluenza, ossia: la Divisione di fanteria « La Spezia », la Divisione corazzata «Centauro », la Divisione « Giovani Fascisti », la Divisione « Pistoia » e gli altri reparti provenienti dalle retrovie dell'A.C.I.T.; b) effettuare nella zona di Agedabia uno schieramento di copertura avanzata delle posizioni di Marsa el Brega - El Agheila, con l'impiego di 3 battaglioni di fanteria, una ventina di carri armati, alcune autoblindo e batterie; e) far affluire in zona Sirte - Misurata, per il loro riordinamento, le unità, i servizi e i materiali dcli' A.C.I.T. in ripiegamento; zona di raccolta per la parte germanica quella di Nofilia; ti) rinforzare la difesa contraerea della Tripolitania con i materiali sgomberati da Marsa Matruh, Tobruch e Bengasi. Era opinione di tutti i convenuti che con tali provvedimenti si sarebbe potuto opporre un primo tempo di arresto all'avanzata delle colonne nemiche, pur esse provate duramente dalla battaglia, sottoposte al continuato sforzo di lunghissime marce ed in crisi di sempre maggior allontanamento dalle loro basi logistiche senza che fossero state ancora organizzate nuove basi più ravvicinate in Cirenaica.
Ripiegamento dalla linea Bir Temrad - Ain el Gazala alle zone di Maraua ( 14 novembre) e di Barce- el Abiar (15 novembre) ( schizzo 2 5)
Le vaste possibilità operative che si sarebbero offerte al nemico, una volta che avesse superato la stretta di Ain el Gazala, imponevano la necessità di un sollecito ed immediato sgombero dell'intera Cirenaica occidentale. Le colonne corazzate avversarie, infatti, avrebbero potuto puntare direttamente su Agedabia .....,. come già avevano fatto nel febbraio 1941 (1• offensiva britannica) e tentato di fare nel dicembre 1941 (2• offensiva britannica) - operando per l'interno lungo la corda dell'arco costiero cirenaico al fine di tagliare la ritirata alle truppe dell' A.C.I.T., costrette a seguire la via Balbia soprattutto per la grave deficienza di carburanti che non consentiva di conferire ad esse una sufficiente autonomia capace di portarle ad affrontare il ripiegamento su malagevoli piste dell'interno e lontane dall'unico possibile asse di rifornimenti. Dovendo, quindi, cercare di non farsi prevenire dal nemico ad Agedabia, pur essendo legato ad un itinerario assai più lungo di quello dell'avversario, al Maresciallo Rommel non rimaneva altra possibilità di risolvere il grave problema che quella di guadagnare tempo sui Britannici; e, pertanto, alle ore 2 del 14 novembre emanò gli ordini per l'immediato abbandono delle posizioni della linea Bir Temrad -Ain el Gazala e per la ripresa della ritirata verso ovest. Questa si sarebbe dovuta intonare al criterio di un forte scaglionamento in profondità dei reparti e della loro articolazione in modo tale da poter far fronte ad eventuali puntate avvolgenti del nemico provenienti dalle nu~erose piste dipartentisi da El Mechili e dalla rotabile per Charruba - el Abiar verso la costa. Il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata doveva raggiungere nella giornata Maraua, percorrendo l'itinerario Bir Temrad - Bir Halègh - el Aleba - e! Ezzeiàt - quadrivio di Gasr el Garmusa - bivio di Acquaviva - Maraua. Lo stesso itinerario doveva seguire il D.A.K., mentre la 90• divisione leggera e gli altri reparti dovevano marciare a cavallo della via Balbia. L'improvvisa ripresa del ripiegamento portava il nemico a perdere il contatto con la nostra retroguardia (9o• divisione tedesca). Esso avanzò su due colonne : la 1• divisione corazzata, lungo la -strada costiera, raggiunse Tmimi nella stessa sera del 14; la 1 divisione corazzata dalla zona di Capuzzo e da Bir Hacheim si portò a Segnali ( nord) da dove puntò, con ampio movimento aggirante,
verso nord, nel proposito di cadere sul fianco delle nostre truppe. Occupò Martuba il giorno seguente, 15 novembre. Per la possibilità, che ora aveva, di utilizzare i campi di atterraggio di Ain el Gazala, il nemico, che nei giorni precedenti aveva dovuto alquanto rallentare la sua azione aerea, cominciò ad intensificare i suoi bombardamenti e numerosi attacchi a bassa quota vennero attuati lungo la Balbia e specie nella zona di Agedabia. Le perdite subite dalle nostre colonne in ripiegamento furono sensibili; qualche apparecchio venne distrutto al suolo sui campi arretrati. Malgrado la pressione nemica non fosse incalzante, alle ore 19.30 del 14 novembre il Comando dell' A.C.I.T. ordinava la prosecuzione dei movimenti in ritirata durante la giornata del 15. In particolare : - il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata ed il D.A.K. dovevano raggiungere la zona el Abiàr- Barce, lasciando una retroguardia sul Gebèl cl Abid a cavallo della rotabile Maraua Barce; ~ la 90a divisione leggera doveva provvedere a minare la zona gebelica e ripiegare sulla linea Slònta -Beda Littoria; ~ il 3° reparto esplorante doveva raggiungere Soluch e tenersi pronto a spostarsi su Antelàt; ~ il 33° reparto esplorante doveva dislocarsi a Sceleidima ed il raggruppamento « Menton » ad Agedabia. Il Comando dell'A.C.I.T. avrebbe seguito nel movimento, spostandosi a Barce e successivamente a Bengasi ed a Sidi Ahmet cl Magrun. A causa della deficienza di carburante, dovuta anche al fatto che il traffico era stato dirottato da Bengasi, nella giornata del 15 il movimento delle colonne si svolse con difficoltà. Il D.A.K. potè mettersi in movimento solo verso mezzogiorno, raggiungendo in serata la zona di cl Abiàr-Barce. Il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata riuscì, dopo pressanti richieste, ad ottenere i rifornimenti solo a Barce. Durante il movimento ebbe ordine di dislocarsi in zona Sidi Mahiùs, fronte a sud- est; alle ore 16 attuò tale schieramento. Nel frattempo la <)O• divisione leggera, che fungeva da retroguardia, arrestava i primi elementi nemici della IV brigata corazzata comparsi sulla linea Beda Littoria - Slonta.
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A seguito della riunione del 13 novembre e delle prime disposizioni in essa impartite, il Comando Supremo, valutata la nuova situazione generale determinatasi in Africa Settentrionale per effetto dell'esito della battaglia di El Alamein, vide la necessità di una radicale modifica dell'organizzazione di comando nello scacchiere libico rispetto a quella attuata nell'agosto (v. pag. 13) e decise, di conseguenza, di ripristinare l'unità di comando, accentrando poteri e responsabilità nella persona di un solo Comandante e sciogliendo la Delegazione del Comando Supremo in Africa Settentriona.le (Delease): Scioglimento della Delegazione del Comando Supremo in A. S. (16 novembre 1942) e nuova organizzazione di comando in Libia. Predisposizioni difensive sulla linea di El Agheila.
COMANDO S UPREMO
13 novembre 1942, ore 23.20, Superlibia. Testo: 03 / 16493. Da Comando Supremo at Superlibia at Delease per conoscenza at MAI at Superesercito at Supermarina at Superaereo at Guerra Gabinetto at Comando Supremo - per Generale Magli, Dal 16 corrente la Delegazione del Comando Supremo in Africa Settentrionale cessa dal ftmzionare. Ecc. il Generale Barbasetti' con il suo Capo di S. M. passerà at disposizione del Maresciallo Bastico per quegli incarichi che riterrà di affidargli; si varrà di parte· del personale dello S. M. di Delease et il restante personale di Delease rientrerà at Superlibia. I Comandi Superiori dei CC. RR., artiglieria e genio Delease si fonderanno con i corrispondenti di Superlibia. La. 5• Squadra aerea, Marilibia, l'Intendenza Africa Settentrionale e l'Ufficio collegamento con il Comando tedesco passeranno· alle dipendenze di Superlibia. Per il disbrigo delle pratiche disciplinari e amministrative in corso, Delease costituirà un Ufficio stralcio alle dipendenze del Generale Passi. CAVALLERO
A partire dal 16 novembre l'A.C.I.T. e tutte le forze armate dislocate in Libia passavano agli ordini del Maresciallo Bastico, cui veniva impartita la direttiva di arrestare il nemico, con resistenza ad oltranza, sulle posizioni di Marsa el Brega - El Agheila - Marada:
COMANDO SUPREMO
15 novembre 1942, ore 20.50 N. 33562 Op. Superlibia. Per Maresciallo Bastico. Contrariamente quanto erasi ritenuto, Generale Nehring ha avuto altra destinazione. In sua vece verrà F hen quale comandante del D.A.K. Tenuto conto di ciò, ho telegrafato at Maresciallo Rommel quanto segue. Comincia. Duce ha ordinato che difesa Tripolitania si deve fare sulla linea Marsa Brega-El Agheila-Marada. Confermo perciò necessità guadagnare tempo quanto più possibile per concretare organizzazione detta linea. {ntanto, tenuto conto urgenza, ho creduto utile dare al Maresciallo Bastico seguenti ordini: 1) Fino at Vostro arrivo sulla linea Marsa Brega -Marada, Bastico continua at provvedere organizzazione della linea facendovi affluire truppe et mezzi disponibili. 2) Maresciallo Bastico disponga per primo schieramento artiglierie destinate difesa della posizione. Dette artiglierie sono quelle delle unità già esistenti in Tripolitania et quelle delle unità in ripiegamento. 3) Fino at nuovo ordine da parte Vostra, Generale Navarini, appena giunto nella zona Marsa BregaJ assuma comando della linea et proceda organizzazione di essa. Maresciallo Bastico continua ad interessarsi direttamente della linea et della sua organizzazione fino al momento Vostro arrivo. Finisce. In relazione at quanto sopra, Vi prego di superare le inevitabili difficoltà et i piccoli conflitti di competenza che il periodo di transizione produrrà senza dubbio. Comunicazione at Maresciallo Rommel sua dipendenza da Superlibia sarà fatta al momento in cui egli assumerà il comando della linea. Vorrete perciò regolarvi in conseguenza et cercate collegamento con Maresciallo Rommel per coordinare rispettiva attività. UGO CAVALLERO
Il giorno 16, allorchè il Maresciallo Bastico assumeva il comando, Mussolini gli indirizzava il seguente telegramma ; li 16 novembre 1942, ore l 3.55 A Superlibia Prot. 33570 Op. Per il Maresciallo Bastico. Ho preso conoscenza del Vostro 191 JI odierno. Provvedimenti segnalati rispondono bene alle necessità attuali soprattutto se portati at termine con dovuta tempestività. Nella difficile ora ricordate a tutti che volontà et fede dei Capi est di decisiva importanza et che nessuna situazione est grave se il Capo non la ritiene tale. Da forze in deflusso si può et si deve trarre molto. Est noto che nemico est in crisi et sta avanzando sinora con poche forze. Da madrepatria sarà inviato tutto il possibile per rinforzare linea stabilita che si deve, ripeto, si deve tener ad ogni costo se si vuole, come vogliamo, conservare la Tripolitani.a. Conto su di Voi, caro Maresciallo Bastico, et sono sicuro che il vincitore di Santander sarà, come sempre, all'altezza del suo compito. MussoLINI
Il Maresciallo Bastico, pur conoscendo esattamente come la situazione fosse « quanto mai seria e gravida di imprevisti », si dichiarò « fiero >> di riassumere il comando di « tutte le truppe operanti nella Libia » proprio in funzione delle « circostanze eccezionalmente delicate »; ma nel farne esplicita dichiarazione al Capo di Stato Maggiore Generale non mancò di attirare l'attenzione di questi sulle difficoltà che si sarebbero potute incontrare nelle relazioni di comando con il Maresciallo Rommel che conservava il comando del1'A.C.I.T. (1). In relazione ed in conseguenza delle nuove direttive superiori: (1) Pur trattandosi di una corrispondenza privata, il cui contenuto non presenta specifico interesse ai fini della conoscenza degli avvenimenti nello scacchiere, si riporta integralmente ia lettera ( allegato 33) indirizzata dal Maresciallo Bastico al Maresciallo Cavallero, in data 16 novembre 1942. perchè in essa vengono espressi giudizi sulla personalità di Rommel, che possono riuscire di grande interesse per gli studiosi.
16. - AL
- Delease dava disposizioni, il 15 novembre, per il passaggio alle dirette dipendenze di Superlibia, a partire dalle ore zero del 16 novembre, di tutti i Comandi, enti e reparti posti ai propri ordini sino a quel momento ( allegato 34); - il Comando Superiore FF. AA. della Libia provvedeva subito ad impartire le direttive generali e gli ordini particolari per la organizzazione di una solida posizione difensiva (v. anche, in seguito, pag. 261). Questa veniva articolata in due settori: Agedabia - Gialo ed El Agheila - Marada, e posta sotto il comando del Generale N avarini sino al momento nel quale il Maresciallo Rommel fosse giunto ad Agedabia e, passando alle dirette dipendenze di Superlibia, avesse assunto il comando della nuova posizione. Lo schieramento che si andava realizzando nella zona di Agedabia avrebbe dovuto assumere la funzione di copertura avanzata delle posizioni Marsa el Brega - El Agheila -Marada ed assolvere un compito di resistenza ad oltranza per consentire un ordinato sgombero della Cirenaica. La colonna della Divisione « Giovani Fascisti », in ripiegamento da Siwa su Gialo, non appena raggiunta tale ultima località, si sarebbe spostata, unitamente all'intero presidio di Gialo stesso, per Agedabia su El Agheila. Le posizioni di Marsa el Brega - El Agheila - Marada dovevano, intanto, essere occupate secondo i seguenti criteri: - schieramento a grossi blocchi, specialmente forti quelli a cavallo della Balbia; - impianto di campi minati, almeno sugli accessi principali alla posizione Marsa cl Brega - Maaten Giòfer - Marada e fra i capisaldi; - resistenza in p<>sto, fino all'ultimo uomo ed all'ultima cartuccia, anche in caso di avvolgimento e di superamento da parte del nemico. La nuova organizzazione difensiva avrebbe disposto, almeno inizialmente, delle seguenti forze (già in sito o ancora in affluenza): - 6 battaglioni della Divisione « La Spezia »; - 4 battaglioni della Divisione « Pistoia >>; - 4 battaglioni della Divisione « Giovani Fascisti »; 2 battaglioni carri della Divisione « Centauro >> ;
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5 ° reggimento bersaglieri della stessa
« Centauro )> ; una quindicina di gruppi di artiglieria dei vari calibri.
Il presidio di Agedabia avrebbe dovuto assicurare una resistenza di otto giorni, a partire dal 13 novembre, per consentire l'esecuzione dei necessari lavori di rafforzamento sulla linea arretrata di El Agheila. In relazione a tali disposizioni superiori, venivano costituiti, per ordine del comandante della posizione, tre sottosettori: di Agedabia, alle proprie dirette dipendenze; « Nord » (da Marsa eI Brega a Maaten Giòfer), alle dipendenze del comandante la Divisione « La Spezia » (Generale Pizzolato); «Sud » (da Maaten Giòfer a Marada), alle dipendenze del comandante la Divisione « Pistoia » (Generale Falugi). A complemento ed a rettifica di quanto disposto da Superlibia il 9 novembre (v. pagg. 220 - 221), Delease, con altra circolare del 15 novembre, emanava anche le disposizioni relative al riordinamento ed alla riutilizzazione degli elementi provenienti da est. A tale scopo venivano istituiti: - 3 centri di riordinamento, rispettivamente : nella zona della cantoniera del km 46, ovest del bivio en Nofilia, per il X corpo d'armata; nella zona della cantoniera del km 97, ovest del bivio en Nofìlia, per il XX corpo d'armata; nella zona di es Sultan (km 76 ovest del bivio di en Nofìlia) per il XXI corpo d'armata; 2 campi di concentramento, uno a Sirte ed uno a Bueràt el H sun, per gli elementi isolati da avviare successivamente ai centri di riordinamento, se effettivi alle G. U., ed ai centri di istruzione, se appartenenti ad unità non indivisionate; - una zona di raccolta unità del genio ad est di Sirte; - centri di istruzione a Gioda per la fanteria, carristi, artiglieria, autoblindisti e servizi vari; - centro di raccolta e di riparazione ad est di Sirte per il 12° autoraggruppamento, al quale dovevano passare tutti gli automezzi comunque esistenti presso i centri di riordinamento delle G. U., ad eccezione di quelli indispensabili per la vita degli elementi presenti ai centri stessi. I parchi automobilistici 2°, 21° e 5° dovevano dislocarsi - come da disposizioni di Superlibia __, rispettivamente a Crispi, Naima e caserma del km 28 da Tripoli.
La sera del 15 novembre il Comando dell'A.C.I.T. comunicò alle Unità dipendenti che il nemico avanzava soltanto lungo la gebelica sud ( 1 ). Ordinava, pertanto, alla 90a divisione leggera di mantenere per il giorno 16 la linea Beda Littoria-Slonta ed al D.A.K. quella di Barce - eI Abiar ( schizzo 2 5). Il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata doveva trasferirsi, invece, il mattino del 16, nella zona di Benina per proseguire il giorno successivo su Sidi Ahmed el Magrun (2); i resti del XXI corpo d'armata avrebbero raggiunto direttamente le posizioni di Marsa el Brega, dove si sarebbero schierati insieme con le Divisioni « La Spezia » e « Pistoia », già in loco, e con la Brigata paracadutisti « Ramcke » e la 19• divisione contraerea (3). La 90• divisione tedesca, in retroguardia nella zona Slonta - Beda Littoria, non subì serie minacce o pressione da parte della IV brigata corazzata britannica giunta a suo contatto; solo il giorno 16 i Britannici occuparono Derna evacuata. Il loro inseguimento fu, verosimilmente, ostacolato dalle piogge e dalle mine ed anche l'attività aerea venne alquanto limitata e ridotta rispetto ai giorni precedenti. L'inclemenza del tempo rendeva assai arduo e penoso anche il ripiegamento dell'autocarreggio e delle autocolonne italo - tedesche, specie in corrispondenza dei tornanti della strada nei pressi di Barce e di Tocra, dove si verificavano ingorghi ed intasamenti. La deficienza di carburante, sempre grave, immobilizzò ad un certo momento aliquote di truppe tedesche, mentre la scarsezza delle munizioni limitava ogni possibilità di affrontare combattimenti. L'affondamento del piroscafo « Giordani », con un forte carico di carburante (4), contribuì ad aggravare la già critica situazione. Sosta del grosso delle forze dell'A.C.I.T. nella zona Beda Littoria - Barce - el Abiar (15-16-17 novembre)
(1) Si trattava - come sarà detto in seguito - di forze esigue costituite da due colonne mobili lanciate dal nemico sulla pista d Mechili - Zt. Msus. (2) La ripresa delle piogge, che aveva ridotto notevolmente la percorribilità del terreno di natura argillosa, consigliò il Comando dcli'A.C.I.T ., su proposta dd Comando XX corpo d'armata, di far precedere di una tappa la marcia di ripiegamento del Gruppo di combattimento, scarsamente motorizzato, al fine di evitarne l'attardamcnto rispetto al movimento complessivo. (3) La 19• divisione contraerea tedesca (19• Flak div.) era stata impiegata precedentemente, prima e durante la battaglia di El Alamein, nella difesa contraerea lungo la costa e in talune località più importanti, quali Tobruch e Mars:i Matruh. (4) V. nota r a pag. 138.
Poichè il movimento di ripiegamento dell'A.C.I.T. seguiva l'andamento dell'arco costiero cirenaico, il Generale Montgomery fu tentato - come Rommel temeva e come giustamente aveva supposto - di avviare una robusta colonna lungo un itinerario interno che segnasse la corda dell'arco, ripetendo così la stessa manovra eseguita nel dicembre 1941 (1) e che potesse prevenire ad Agedabia il grosso dell'A.C.I.T. Ma egli << era deciso a non correre alcun rischio » (2) e, pertanto, si limitò a prescrivere al suo X corpo d'armata di inviare in quella direzione solo alcune autoblindo. Successivamente, rilevato come le forze italo• tedesche fossero attardate per mancanza di carburanti, ordinò al X corpo di rinforzare la colonna di aggiramento e poi, non essendo stato possibile realizzare questo intendimento, dispose che forze mobili, costituite dall'u 0 Ussari e dai « Royals », sotto il comando della divisione corazzata, fossero dirette su Zt. Msus, attraverso il deserto. Occupata el Mechili, queste colonne si spinsero verso ovest - sud-ovest e raggiunsero nella sera del 16 novembre una zona a 50 miglia da Zt. Msus. Il 17 non si verificarono avvenimenti di qualche rilievo e pertanto alla fine della giornata la situazione non aveva subito sostanziali mutamenti rispetto al giorno precedente. In complesso: - l'A.C.I.T. risultava ampiamente scaglionata in profondità lungo l'arco nord-occidentale del pianoro cirenaico con la 90• divisione leggera ancora sulla linea Beda Littoria - Slonta, il grosso nella zona Barce - el Abiar ed elementi vari a Sidi Ahmed el Magrun (Gruppo di combattimento XX corpo d'armata), Soluch, Sceleidima ed Agedabia; - il nemico aveva reparti avanzati (IV brigata corazzata leggera) a contatto con la 90• divisione ed altri reparti leggeri nei pressi di Zt. Msus, mentre il corpo d'armata di testa (X) si trovava scaglionato lungo la via Balbia con la 1• divisione corazzata nella zona di Tmimi e con una colonna, probabilmente della t, a Derna.
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(1) S.M.E. · UFFrc10 SrnRtco: « Seconda offensiva britannica in Africa Settentrionale e ripiegamento italo - tedesco nella Sirtica orientale (18 novembre 1941 - 17 gennaio 1942) », 1949, pag. 124. (2) ALEXANDER, op. cit., pag. 71.
Nella serata del 17 novembre (ordine delle 21.39) il Maresciallo Rommel, preoccupato dalla penuria di carburante che limitava la possibilità di movimento delle proprie truppe ed allarmato per la minaccia esercitata dalla colonna nemica giunta in prossimità di Zt. Msus, ordinava di raccogliere l'Armata nella zona compresa tra Agedabia e Bengasi e la predisposizione dell'abbandono di quest'ultima, malgrado la situazione si presentasse non eccessivamente grave ed, anzi, abbastanza favorevole per guadagnare un po' di tempo a favore dell'organizzazione difensiva delle posizioni di El Agheila. Il grosso delle forze di inseguimento, infatti, era notevolmente distanziato (200 km in linea d'aria fra Tmimi e Barce, cioè fra i grossi delle forze contrapposte) e la colonna già segnalata dall'aviazione, il mattino del 17, ad est di Zt. Msus, era rallentata nel suo movimento dalla pioggia, che aveva impantanato il terreno, e non costituiva, per la sua entità, una minaccia preoccupante. A tal riguardo, il servizio informazioni italiano aveva fornito elementi concreti che davano il giusto peso a questa minaccia che non si presentava grave. L'ordine di ripiegamento per il giorno 18 precisava: - Gruppo di combattimento XX corpo d'armata, avrebbe dovuto provvedere alla difesa della zona di Zuetina, verso cui si era messo in marcia fin dal pomeriggio del giorno 17, muovendo da Sidi Ahmed el Magrun; - il D.A.K., si sarebbe trasferito a Sidi Ahmed el Magrun; ~ il 33° reparto esplorante, sarebbe rimasto nella zona di Sceleidima per difendere quest'importante nodo; - la 90• divisione, avrebbe dovuto portarsi a Bengasi; - il 3° reparto esplorante, si sarebbe portato da Soluch nella zona ad est di Zuetina dove sarebbe rimasto in riserva, a disposizione del Comando d'Armata; - il raggruppamento « Menton », avrebbe dovuto assicurare il mantenimento di Agedabia. Il Comando dell'A.C.I.T. si sarebbe stabilito a Sidi Ahmed el Magrun sino a nuova comunicazione. Raccolta delle forze dell'A.C.I.T. fra Sidi Ahmed el Magrun Sceleidima - Agedabia ( 1 8 novembre)
Sin dal giorno 15 era cominciato lo sgombero delle attrezzature logistiche della Piazza di Bengasi, proseguito ininterrotto nei giorni successivi; talchè la mattina del 18 alcuni cacciatorpediniere, che
trasportavano carburanti da scaricare in quel porto, dovettero essere dirottati. Nella stessa mattinata veniva avvistato un convoglio britannico di 15 navi in navigazione a nord - est di Derna. La supposizione che il nemico intendesse effettuare uno sbarco a Bengasi (r) indusse il comandante della Piazza a far allontanare subito varie chiatte trasportanti carri armati e materiali vari; gli impianti portuali e le installazioni di carico e scarico furono distrutti o inutilizzati. Le chiatte, poco dopo di aver lasciato il porto, vennero affondate e ben poco si riuscì a recuperare del loro carico. Nel pomeriggio, la 90• divisione ebbe l'ordine di abbandonare Bengasi e di trasferirsi nella zona a 5-IO km a sud-ovest di Agedabia; il D.A.K. ricevette disposizione di proteggere, nella sua zona di dislocazione di Sidi Ahmed el Magrun, lo sfilamento per questa località della 90• divisione, e di raggiungere, a compito ultimato, entro il giorno 19, la zona di Zuetina-Agedabia. Entro lo stesso giorno 19, il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata si sarebbe dovuto dislocare nella zona a circa 25 km a sud• ovest di Agedabia. Allo scopo di assicurare il movimento di ripiegamento sulle posizioni di El Agheila della Divisione « Giovani Fascisti » e delle truppe di Gialo, Superlibia ordinava al presidio di Agedabia di mantenere tale località fino allo sfilamento delle colonne dirette a Marsa el Brega. Analogo ordine diramava alle ore 21.05 il Comando dell'A.C.I.T., comunicando alle unità interessate come fosse proprio intendimento di tenere la zona nord, est e sud · ovest di Agedabia con reparti motocorazzati fino all'arrivo della Divisione « Giovani Fascisti » da Gialo. La situazione, alla sera del 18 novembre, era la seguente :
a) Forze italo - germaniche: 90a divisione leggera, in movimento da Bengasi verso Agedabia; - 33° reparto esplorante, a Sceleidima; - D.A.K., a Sidi Ahmed el Magrun; - Gruppo di combattimento XX corpo d'armata e 3° reparto esplorante, nella zona di Zuetina;
(1) Il convoglio, invece, era diretto a Malta, ove giunse lo stesso giorno e « il suo arrivo ugnò la fine dell'assedio » dell'isola
pagg. 7<>-71).
(ALEXANDER,
op. cit.,
-
raggruppamento « Menton », ad Agedabia; 1• aliquota della Divisione « Giovani Fascisti » e truppe già del presidio di Gialo, ad Agedabia; 2• aliquota della Divisione (< Giovani Fascisti », in movimento su Agedabia, dove giungeva nella notte (anzichè il giorno 21 come era previsto); --': Comando dell'A.C.I.T., a Zuetina; - presidi di Soluch, di Sceleidima e di Antelat, in movimento su Marsa el Brega. -
b) Forze britanniche: - grosso del X corpo d'armata, a Tmimi; - IV brigata corazzata leggera, in avanguardia, all'altezza di Maraua; - due colonne mobili, già attestate nella zona di Zt. Msus. Nella giornata impegnarono le truppe tedesche a Sceleidima ed Antelat, i due passi principali della scarpata de!J'altipiano occidentale cirenaico, « senza riuscire a penetrare » (ALEXANDER, op. cit., pag. 71).
Ripiegamento ad Age- All'inizio della battaglia di El Alamein, il dabia delle truppe del settore Siwa - Giarabub era presidiato: settore Siwa-Giarabub - dalla Divisione corazzata << Gio(8-18 novembre 1942) vani Fascisti >> (1) che aveva schierato nell'oasi di Siwa la massa delle sue forze (Comando, 2 battaglioni, 3 gruppi di autocannoni) ed aveva spinto verso est, a Qara, sul margine occidentale della depressione di El Qattara, un distaccamento, formato da una compagnia del II battaglione e dal 3° reparto esplorante tedesco; - dal IX battaglione autonomo, cui era stato dato in rinforzo un gruppo di autocannoni tratto dalla Divisione (< Giovani Fascisti », dislocato a Giarabub. A circa 200 km a nord - est di Si wa era schierato, in località Ras Qattara, il IV battaglione libico, dipendente, però, dal settore di Marsa Matruh. ( schizzo 26)
(1) Ai primi di luglio del 1942, quando l'Armata italo- tedesca si trovava già schierata sulle posizioni di El Alarncin, la Divisione corazzata « Giovani Fascisti >• era dislocata nella zona Soluch - Ghcmines, a sud di Bengasi. Durante il mese fu trasferita verso il confine libico - egiziano, dove si dislocò, in due gruppi di forze, a Capuzzo cd a Siwa. Il 1 ° settembre fu tutta
La Divisione dipendeva, per l'impiego, dal Comando dell'A.C.I.T. ; per l'organizzazione e l'alimentazione logistica si appoggiava direttamente a Delease. Il suo Comando fu praticamente tenuto del tutto all'oscuro degli avvenimenti sul fronte di El Alamein e dell'evolversi della situazione nel corso della battaglia. Dall'A.C.I.T. ebbe il solo ordine - che puntualmente esegui la mattina del 28 ottobre ~ di rafforzare il distaccamento di Qara per prevenire, attaccare e distruggere un'autocolonna nemica segnalata nei pressi della depressione di El Qattara. Questa notizia, però, risultò successivamente infondata. Solo il 6 novembre l'A.C.I.T. ordinava, tramite Delease, al comandante della « Giovani Fascisti » (Geo. Di Nisio) di ripiegare su Giarabub, ritirarne il presidio e portarsi, al completo, a Sidi Omar. Per consentire l'esecuzione del movimento, Delease inviò una colonna con i necessari rifornimenti di carburante, che giunse a Siwa la sera stessa del 6 novembre, e preannunziò l'invio di altra colonna di autocarri a Giarabub per caricarvi il battaglione di quel presidio, sfornito di automezzi. In relazione all'ordine di ripiegamento, il Comando della Divisione ritirava il distaccamento di Qara; disponeva la distruzione o l'interramento dei materiali che non era possibile trasportare; predisponeva il carico degli uomini, armi, munizioni, viveri ed acqua, per una razionale utilizzazione degli automezzi disponibili che erano circa un centinaio, compresi una ventina inefficienti, nessuno dei quali del tipo desertico. Nei giorni 6 e 7 novembre, nel corso dell'allestimento della colonna, giunse a Siwa il IV battaglione libico il cui comandante, raccolta a Siwa, ad eccezione di un gruppo artiglieria distaccato a Giarabub. Il 17 settembre ebbe in rinforzo il 3° reparto esplorante della 21• divisione corazzata tedesca. La Grande Unità continuò a conservare, impropriamente, la denominazione di Divisione << corazzata » anche se non ne ebbe mai nè la consistenza nè le caratteristiche di armamento. La sua formazione, infatti, prevedeva, quali clementi essenziali: 1 reggimento di fanteria carrista su 3 battaglioni; 1 reggimento di fanteria autoportata su 3 battaglioni; 1 reggimento di artiglieria su 6 gruppi dei quali 2 semoventi. La Divisione, anche in seguito al riordinamento del 1 ° dicembre ( allegato 36) rimase sempre priva del reggimento di fanteria carrista e dei due gruppi semoventi. La sua fanteria autoportata, invece, fu ordinata su 6 anzichè su 3 battaglioni (2 reggimenti).
privo di qualsiasi ordine del Comando di settore (Marsa Matruh), vistosi sorpassare da elementi motorizzati nemici, aveva ritenuto di dover assumere l'iniziativa di ripiegare sul Comando di Divisione, dislocato a Siwa, e mettersi a sua disposizione. Alle ore 5.30 dell'8 novembre ebbe inizio il movimento da Siwa. Per le pessime condizioni della pista, lunghi tratti della quale erano sommersi da estesi ed alti banchi di sabbia, solo alle ore 8 del1'indomani gli elementi avanzati della Divisione raggiungevano Giarabub. Qui non era giunta la colonna di automezzi preannunziata da Delease: era stata intercettata dal nemico. Il problema logistico, così, si aggravava: altri 400 uomini dovevano essere caricati sugli automezzi già al completo ed insufficienti alle minime e pur ridotte esigenze dei reparti della Divisione. Il rapido evolversi, intanto, della situazione ed il celere inseguimento dei Britannici, che già raggiungevano il confine libico - egiziano, consigliavano il Maresciallo Rommel a modificare l'ordine iniziale ed a disporre, il giorno 9, ch e la colonna proveniente da Siwa puntasse direttamente sulla zona Gialo - Agedabia - El Agheila, giacchè non avrebbe potuto giungere in tempo sulla scarpata di Halfaya (v. pag. 228). Ed, in effetti, la sera stessa del 9, elementi celeri nemtc1 avevano già raggiunto la zona a sud- est di Sidi Omar (v. pag. 230). Nella situazione del momento, l'ordine di dirottamento impartito alla Divisione « Giovani Fascisti » valse a salvarla; esso, però, presentava ed imponeva eccezionali difficoltà: il percorso si allungava ancora di oltre 400 chilometri, per la più parte su pista proibiti va e fino ad allora praticata solo da m ezzi leggeri speciali. La colonna cercò di alleggerirsi al massimo e riprese il movimento da Giarabub alle ore 10 del 10 novembre, articolata su quattro scaglioni, ciascuno composto da una aliquota di fanteria e da un gruppo di artiglieria. I passaggi di uadi profondi, gli insabbiamenti, gli attacchi aerei nemici, la necessità di disattivare campi minati, la grave crisi di carburante e d'acqua ben presto resero la marcia estenuante; molti tratti dovettero essere percorsi a piedi e le truppe furono costrette frequentemente a spingere gli automezzi a forza di braccia. In queste condizioni, durante il primo giorno di marcia non fu possibile compiere che appena 50 chilometri; nei seguenti giorni II e 12 novembre il movimento fu alquanto più spedito e controllato da un aereo del presidio di Gialo che riuscì a stabilire ed a mantenere i collegamenti che valsero a far raggiun-
gere la Divisione da un'autocolonna con rifornimenti inviata, a cura di Delease, da Agedabia per Gialo. Questo provvidenziale arrivo di rifornimenti valse a migliorare la situazione ed a rinvigorire le forze per affrontare le gravi difficoltà opposte al movimento dal frequente e continuo insabbiamento degli automezzi. Alle ore 16 del 15 novembre la testa della colonna raggiunse Augila; tutto il resto della Divisione era molto scaglionato in profondità e notevoli difficoltà furono incontrate per il superamento ed il passaggio dell'uadi el Chatt, a circa 50 chilometri ad est di Gialo, avvenuto sotto il mitragliamento di aerei nemici. Il tempo impiegato per superare l'ostacolo valse a consentire la riunione dei vari scaglioni, fra i quali si ebbero a lamentare perdite di preziosi carichi di carburante, incendiati dall'azione aerea avversaria. Queste perdite riducevano sensibilmente la disponibilità complessi va, sicchè non era dato di proseguire il movimento con l'intera colonna e si imponeva un suo adeguamento ed il conseguente ricorso all'accorgimento, che venne adottato dal Comandante della Divisione, di suddividere la colonna stessa in due aliquote; la prima si sarebbe messa immediatamente in movimento impiegando tutti gli automezzi utilizzabili. Non appena giunta a destinazione avrebbe rinviato tali autome-.lzi, con le necessarie scorte di carburante, a ritirare la seconda aliquota. Questa, frattanto, agli ordini del vice comandante della Divisione, si sarebbe raccolta nella zona fra Gialo ed Augila per riordinare i reparti ed avrebbe, poi, di qui proseguito verso Agedabia spingendosi sin dove le sarebbe stato possibile e sino a quando non sarebbe stata incontrata dall'autocolonna di ritorno. In base a tale decisione la prima aliquota iniziò il movimento nel pomeriggio del 16 novembre. Era costituita da: I battaglione « Giovani Fascisti »; una compagnia del II battaglione « Giovani Fascisti »; una compagnia del IX battaglione autonomo; un gruppo da 75/ 27; un gruppo da 65 / 17; elementi del Genio; gran parte del Quartier Generale divisionale. A sera inoltrata del r6 novembre tale prima colonna raggiunse Agedabia. La seconda aliquota della Divisione, portatasi a Gialo, vi rinvenne sufficienti quantitativi di carburante ed ebbe, così la possibilità di proseguire con i propri mezzi e di effettuare il suo spostamento ad Agedabia, che raggiunse la sera del giorno 18, senza attendere gli automezzi di ritorno. Il presidio di Gialo fu ritirato da un'autocolonna inviata dal Comando del Presidio di Agedabia.
La sera del 18 novembre (v. pag. 247) la 90" divisione leggera era in movimento di ripiegamento da Bengasi verso Agedabia; le altre unità dell'A.C.I.T. erano schierate nel quadrilatero Sceleidima - Sidi Ahmed el Magrun - ez Zuetina-Agedabia; la seconda aliquota della Divisione « Giovani Fascisti » stava per raggiungere Agedabia. Unità nemiche, già segnalate nella zona di Zt. Msus, erano comparse a Sceleidima e ad Antelat, dove erano state impegnate da truppe tedesche. Per la giornata del 19 novembre il Comando dell'A.C.I.T. intendeva assicurare, con la salda occupazione di Sidi Ahmed el Magrun, il movimento di ripiegamento verso sud della 90'" divisione leggera e concentrare la massa delle forze nella zona di Agedabia. In esecuzione degli ordini relativi a tale intendimento e che erano stati impartiti nel pomeriggio del 18 novembre ( schizzo 27): il D.A.K., assolto il suo compito, ripiegò da Sidi Ahmed el Magrun a ez-Zuetina, dopo che la 90• divisione leggera era defluita dalla prima località; il 33° reparto esplorante si trasferì da Sceleidima a Sidi Ahmed el Magrun; il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata si spostò da ez - Zuetina a sud - sud-ovest di Agedabia; la 90• divisione leggera, compiuto il movimento previsto, si schierò a cavallo della via Balbia, nella zona immediatamente a sud - sud-ovest di Agedabia. Nella stessa giornata del 19 novembre la seconda aliquota della Divisione « Giovani Fascisti», raggiunta Agedabia (1), proseguì il movimento verso le posizioni di Marsa el Brega - El Agheila, che raggiunse il 22 insieme con i presidi di Giarabub, Gialo, Agedabia (solo una aliquota), Soluch e Sceleidima, nonchè con i servizi di Armata. Nella giornata del 20 si trovavano a difesa immediata delle posizioni di Agedabia l'altra aliquota del presidio stesso (1 battaglione « Piceno », I squadrone autoblindo « Monferrato », 1 compagnia carri M, I gruppo artiglieria da 75/27, una batteria semovente 75/ 18) al comando del Generale D'Antoni, la 90• divisione leggera, il raggruppamento « Menton » ed il 3° reparto esplorante che nel frattempo si era spastato da ez-Zuetina - schierati a semicerchio, fronte ad est.
Ripiegamento dell'A.C.I.T. dalla zona di Agedabia alle posizioni di El Agheila (19 - 24 novembre)
(1) La prima aliquota della Divisione « Giovani Fascisti » si era messa in movimento verso El Agheila il giorno precedente.
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Lo stesso giorno 20, una delle due colonne nemiche (u• Ussari), già segnalata a Sceleidima il r8, entrava a Bengasi, da due giorni sgomberata dalla 90• divisione leggera. La dislocazione approssimativa raggiunta dall'A.C.I.T. nella mattina del 21 novembre è riportata nello schizzo 27. Nel pomeriggio il Comando dell'A.C.I.T. ordinava (schizzo 28) che per il giorno successivo il 33° reparto esplorante continuasse ad assolvere le funzioni di sbarramento della via Balbia a Sidi Ahmed el Magrun; la 90• divisione leggera, il raggruppamento « Menton >> ed il 3° reparto esplorante rimanessero con lo stesso compito nella zona di Agedabia; il D.A.K. ed il Gruppo di combattimento XX corpo d'armata si trasferissero rispettivamente a 25 - 35 km e 50 -55 km a sud - sud-ovest da tale località. Alla mezzanotte del 21 novembre elementi nemici, appartenenti ai « Royals », ristabilivano il contatto con la nostra retroguardia nella zona di Agedabia. Il mattino successivo una quarantina di carri armati ed autoblindo, appoggiati da alcune batterie (1), eseguirono incursioni in direzione di Giof el Matar e di el Haseiat. Le puntate furono respinte. La presenza di elementi celeri nemici nelle predette località indusse il Comando dell'A.C.J.T. a far ripiegare anche le altre unità schierate a Sidi Ahmed e! Magrun e ad Agedabia che sbarravano gli accessi nord e nord - est della linea di difesa Marsa el Brega - El Agheila. Ordinava, pertanto, che, sotto la protezione del Gruppo di combattimento XX corpo d'armata e del D.A.K., che dovevano rimanere in loco, nella notte fra il 22 ed il 23 novembre la 90• divisione si spostasse nella zona compresa fra le due unità stesse, mentre tutte le altre truppe (le rimanenti forze del presidio italiano di Agedabia, i reparti esploranti ed il raggruppamento « Menton ») ripiegassero contemporaneamente dietro la linea Marsa el Brega - El Agheila. Nella giornata del 24 novembre le unità completarono i movimenti di ripiegamento e perfezionarono lo schieramento sulle nuove posizioni. Si concludeva, cosl, la prima fase del ripiegamento che aveva portato l'A.C.I.T. dalle posizioni di El Alamein sulla linea di El Agheila a protezione diretta del territorio della Tripolitania. (1) Si trattava probabilmente di reparti della XXII brigata corazzata della 7• divisione corazzata.
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L'effettiva consistenza e la capacità combattiva delle forze italotedesche costituivano oggetto di apposita relazione di Rommel al nostro Comando Supremo: Riservato - segreto - solo a mezzo ufficiale. Comunicazione del Feldmaresciallo Rommel in data 17/ u ore 09,25 Nr. prot. 141 / 42 / 11300 segr. Riassumo qui di seguito le mie precedenti comunicazioni sulle condizioni e la forza combattiva dei reparti dell'Armata corazzata italo - tedesca. Le truppe tedesche ed italiane hanno mantenuto la posizione di Alamein, dal 23 / IO al 4/ II, trattenendo tt4tte le forze. Il giorno 4/ 11 il nemico è riuscito, mercè la sua grande superiorità di carri armati pesanti, cannoni a.e. pesanti, artiglieria pesante e mtmizioni, nonchè numerosi reparti di bombardieri pesanti, a sfondare la posizione in 5 punti su largo fronte. La penetrazione principale ha avuto luogo nel settore nord su circa 20 km di larghezza, per quanto proprio in quel ptmto siano state radunate le t.ruppe italiane e tedesche comunque disponibili. Tutte le truppe hanno subito gravi perdite in questi ininterrotti accaniti combattimenti. Esse sono state frantumate pezzo a pezzo dal 'enorme superiorità materiale del nemico in terra e nel/'aria. Dopo lo sfondamento nemico, solamente aliquote dell'Armata hanno potuto raggiungere combattendo la posizione di Fuka, senza riuscire, tuttavia, a costituire ed a mantenere il nuovo fronte. Fin dal primo giorno, il nemico è riuscito ad irrompere con forze fresche nelle posizioni in parecchi punti. Le perdite finora avute sono nel dettaglio le seguenti: a) Il X corpo d'armata italiano colle Divisioni « Brescia », « Pavia », <<Folgore» fu attaccato da rilevanti forze corazzate nemiche durante il ripiegamento dalle posizioni di Alamein a quelle di Fuka. Esso è ben riuscito a raggiungere combattendo le posizioni di Fuka, ma cadde poi dopo tenace, valorosa difesa quasi completamente in prigionia britannica per la deficienza di automezzi, di carbr,rante e di acqua. b) Del XXI corpo d'armata italiano, la Divisione << Trento » fu fortemente menomata sul fronte di Alamein e perdette già il giorno 24/ IO la metà delle sue forze. La Divisione << Bologna>) ed
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i resti della Divisione «Trento», più volte tagliate dagli sfondamenti nemici, subirono gravi perdite. Nel successivo ripiegamento, sulle posizioni di Fuka il Corpo d'armata fu quasi completamente distrutto. Ne rimangono solamente un battaglione e mezzo e due gruppi di artiglieria. e) Del corpo d'armata motorizzato, le Divisioni « Littorio» e «Trieste», impiegate nella difesa contro tentativi nemici di sfondamento nel settore nord della posizione di Alamein, subirono gravissime perdite, mentre la Divisione corazzata «Ariete», attaccata di fronte, di fianco e di tergo, veniva distrutta dopo valorosa difesa. Del Corpo d'armata rimane ora solamente uno scarso reggimento rinforzato senza carri armati.
xx,
d) La forza combattiva del Corpo Africa Tedesco, impiegato con la I 5• divisione corazzata dall'inizio dell'ottobre e con la 2I... divisione corazzata dalla fine di ottobre, è attualmente solo quella di un reggimento rinforzato. e) La 90• divisione leggera, gettata parimenti molto presto nel combattimento, possiede ancora la forza combattiva di circa un battaglione e mezzo rinforzato. t) La I64• divisione leggera di fanteria ha avuto le più forti perdite di tutte le truppe tedesche. D i 9 battaglioni ne restano circa 2 , di 6 batterie circa 2. Per r,e ndere mobili gli uomini questi resti sono stati suddivisi fra le 3 altre Divisioni germaniche. Non appena la situazione lo consentirà, la Divisione sarà riordinata e ricostituita. g) L a brigata Ramcke ha solamente la metà del personale ed ha perduto quasi tutte le armi pesanti. h) La I9• divisione Flak ha perduto 50 cannoni pesanti e 60 leggeri. Essa è stata nel frattempo ricostituita su 24 cannoni pesanti e 40 leggeri. i) Delle 17 batterie germaniche d'armata ne rimangono 8. Lo spirito combattivo delle truppe è intatto, come è dimostrato dal loro buon contegno durante la ritirata. Tenendo conto della· Divisione « GG. FF. » e delle Divisioni « La Spezia i> e « Pistoia » e di quella corazzata « Centauro >i, la forza combattiva totale che rimane comporta solamente circa r debole Divisione tedesca, 3 Divisioni di fanteria italiane ed r Divisione corazzata italiana. A questo proposito è da tener conto della minor forza ed armamento delle· Divisioni italiane nei confronti di quelle germaniche.
Per contro il nemico può attaccare fra 2-3 settimane, ad onta delle sue indubbiamente gravi perdite, la posizione di Marsa el Brega con 2 Divisioni corazzate e 4 motorizzate. Situazione rifornimenti: Non è stato possibile predisporre un abbondante rifornimento dell'Armata in carburante e munizioni. L'Armata è stata costretta perciò ad essere avara di ogni colpo. Ad onta di ciò, le attuali consistenze in Africa sono molto scarse, di guisa che le truppe non avranno - dopo il loro schieramento nella posizione di Marsa el Brega che 0,3 a 0,5 unfoc. Il trasporto in linea delle scorte ancora giacenti a Tripoli ( r unfoc) richiede molto tempo ed è reso molto difficile dalla deficienza degli automezzi e dei mezzi di cabotaggio. Le consistenze di carburante sono attualmente del tutto esaurite, di modo che le truppe tedesche sono attualmente immobilizzate. L'Armata abbisogna giornalmente in media di 400 tonn. di carburante. Se questo suo fabbisogno di carburante non viene regolarmente soddisfatto, vengono posti in forse tanto la condotta delle operazioni quanto i rifornimenti. Le perdite di automezzi per effetto dell'azione nemica e dell'eccessivo sforzo materia/e sono straordinariamente elevate. La truppa ha viveri per sei giorni. Ulteriori scorte di viveri si trovano a Tripoli. Per il loro trasporto alle truppe occorrono almeno sei giorni. Data la diminuita nostra forza e la più che seria situazione dei rifornimenti, la posizione di Marsa d Brega - che è minata solo scarsamente e che manca di una protezione naturale dei fianchi può essere difesa contro un attacco di rilevanti forze nemiche solamente se: a) arrivano al più presto le armi anticarro, i carri armati ed i cannoni con abbondante munizionamento richiesti con dispaccio dell'Armata (Op.) del 16/ 11; b) vengono migliorate subito radicalmente le situazioni munizioni e carburanti. Questo è possibile però solamente mediante l'impiego immediato e senza risparmio, in ampia misura, di navi ed apparecchi; c) viene sensibilmente rinforzata la nostra aviazione. A.C.I.T. Africa RoM~mL coMANDANTE
SECONDA FASE: DA EL AGHEILA ALLA TUNISIA
(25 novembre I942 -4 febbraio 1943)
Problemi e provvedimenti logistici ed operativi connessi con il ripiegamento. Schieramento sulle posizioni di El Agheila
Sin dal momento nel quale lo sviluppo delle operazioni sul fronte di El Alamein e l'andamento dell'offensiva britannica presero una piega che lasciava intravedere la necessità di un profondo arretramento delle posizioni, peraltro inizialmente non esattamente valutabile, si pose, in tutta la sua imponenza, il grave problema degli sgomberi che, per i suoi molteplici riflessi di varia natura e per specifiche attribuzioni e responsabilità, doveva essere risolto esclusivamente dalle Autorità militari italiane. Si trattava, infatti, di sottrarre al nemico ingenti quantitativi di materiali di ogni genere che altrimenti sarebbero stati suo bottino; era peraltro indispensabile che questi materiali non venissero distrutti ma che fossero riservati per le future esigenze operative. Si trattava di porre in salvo, sgomberandoli dalle zone che sarebbero state occupate dall'avversario, migliaia di civili con i loro beni mobili e l'attrezzatura amministrativa delle zone stesse; si trattava, infine, di provvedere all'organizzazione difensiva arretrata del territorio coloniale. Questi compiti, inizialmente frazionati ~ ma sempre in un quadro di strettissime interdipendenze e di indispensabili correlazioni - fra Ddease e Superlibia, gravarono solo su quest'ultimo a partire dal 16 novembre, data di scioglimento di Dclease. Schematizzando e sintetizzando, tali compiti possono raggrupparsi sotto tre voci distinte, pur essendosi dovuto provvedere ad essi nello stesso momento, con gli stessi mezzi ed in un unico quadro complessivo: sgomberi e distruzioni; disposizioni operative e logistiche; provvedimenti ordinativi.
17. - Al.
Sgomberi e distruzioni. La vittoriosa avanzata delle truppe dell'Asse, che le aveva portate a _penetrare profondamente nel cuore dell'Egitto, sino ad El Alamein, aveva imposto la necessità di spingere avanti anche l'attrezzatura logistica e di costituire riserve, depositi e magazzini di consistenza tale da far fronte a tutte le esigenze, di vita ed operative, della gran massa delle forze dislocate in Egitto. Ora, quando le esigenze del momento imponevano di arretrare tutta questa organizzazione, il problema si presentava di un immenso peso e di enorme difficoltà. Basti por mente ai seguenti essenziali termini, contrastanti, che ne condizionavano la soluzione: - assoluta necessità di recuperare quanto più possibile, per una successiva utilizzazione, in considerazione delle scarsissime possibilità di rifornimenti dalla madrepatria e della povertà nella quale si era ridotta la Tripolitania che aveva subito ingenti perdite per effetto di bombardamenti aerei e praticamente non era stata più rifornita da quando tutto il traffico di alimentazione era stato dirottato verso i porti cirenaici ed, in particolare, su Tobruch, punto di sbarco meglio attrezzato e più prossimo alla zona avanzata delle operazioni; - enormi distanze da percorrere, su un'unica strada peraltro soggetta alle offese aeree nemiche, per trasferire in sicure zone arretrate i depositi avanzati; - enorme scarsezza di automezzi, anche in relazione alla necessità di far fronte, con quelli di in tendenza, alle contemporanee esigenze delle truppe impegnate in combattimento ed in ripiegamento; - ristrettezza di tempo disponibile, per il celere procedere dell'avanzata avversaria, per la tardiva decisione della ritirata delle nostre truppe, per la impossibilità di prevedere esattamente la durata dei tempi di arresto e lo sviluppo reale della manovra in ritirata. Questo arduo problema, aggravato dalla già accennata necessità di provvedere anche allo sgombero di gran parte della popolazione civile, diveniva ancora più complesso e sotto molti riguardi delicato, per effetto del contemporaneo lavoro di posa di campi minati e di creazione di interruzioni tendenti ad ostacolare e rallentare la progressione avversaria, nonchè di distruzione delle attrezzature la cui
utilizzazione avrebbe giovato al nemico agevolandone l'avanzata. In questo particolare settore di attività, l'opera dei comandanti e dei reparti del Genio, che vi erano preposti, si presentava quanto mai complicata perchè ogni distruzione, pur dovendo essere tempestiva, non doveva essere prematura al fine di non tornare pregiudizievole alle esigenze di vita e di combattimento dei nostri reparti. Malgrado tante e tali difficoltà, superando ostacoli di ogni natura e facendo ricorso ad ogni possibile espediente, a tutti i ripieghi immaginabili e ad una minuta e capillare organizzazione, che nelle condizioni del momento parve addirittura prodigiosa, si riusd a sgomberare: - tutti gli enti a carattere territoriale (distretti, depositi, ecc.); __., i tribunali ed i detenuti; - alcune migliaia di prigionieri di guerra; - circa due terzi delle batterie contraeree da posizione; - i centri d'istruzione fanteria, carristi ed artiglieria; - 16 ospedali da campo completi e 5 incompleti, su 26, e quasi tutte le rimanenti formazioni sanitarie; - tutti i feriti e malati. Di questi solo 150, perchè sanitariamente dichiarati « intrasportabili », dovettero necessariamente essere lasciati a Marsa Matruh; - circa la metà dei materiali sanitari (quasi tutti medicinali); - quasi tutte le unità e gran parte del personale dei servizi di commissariato, Postale e delle tappe; - gran parte delle armi in dotazione ai magazzini e dei materiali di collegamento non impiantati; - i tre parchi automobilistici con il personale ed aliquote macchinari e parti di ricambio; - la quasi totalità delle unità del servizio trasporti. Di queste, infatti, solo un autogruppo ed un autoreparto non furono recuperati perchè vennero raggiunti dal nemico ad El Dab'a, dove si registrarono le maggiori perdite di materiali perchè il centro logistico impiantato in quella località dovette funzionare, per esigenze operative, sino all'ultimo momento, sicchè l'autocolonna (circa 150 automezzi) che doveva sgomberarlo fu raggiunta dall'avanzata nemica nel momento nel quale, ultimato il caricamento, si accingeva a muovere.
..
Comunque, benchè si fosse riuscito a sgomberare, dal territorio abbandonato, tanti mezzi e materiali, le perdite furono assai gravi cd in alcuni casi irreparabili. Un calcolo approssimativo fatto al termine della prima fase del ripiegamento, comprendente il complesso delle perdite subite dal}'inizio della battaglia sino allo sgombero della Cirenaica, dava, con esclusione di quelle relative alla Marina ed all'Aeronautica, le seguenti cifre:
Personale (morti, feriti, dispersi): 29.301 uo011m; Armamento: - armi individuali: 37.000; - armi automatiche: 3.300; - armi controcarro e contraeree (mitragliere da 20 e da 25, pezzi da 37 e da 47): r.700; - mortai da 45: 70; - mortai da 81: uo; - pezzi di artiglieria : 380; - carri M: 46o; - carri L : 50.
Automezzi: -
autoblindo: 40; automezzi: 7.300 (r); motomezzi: r .550.
Materiali (limitatamente alle dotazioni di Intendenza e con esclusione, quindi, di quelli in proprio alle G. U.): -
sanitari: tonn. 430; derrate : tonn. 1.700; vestiario ed equipaggiamento: tonn. 1.6oo; munizioni: tonn. rr.100; del genio: tonn. 5.200; chimici : tonn. 250; automobilistici (esclusi gli automotomezzi): tonn. 670; carburanti e lubrificanti: tonn. 68o.
(r) Di cui 5.250 delle Grandi Unità e 2.050 dell'Intendenza; oltre la metà di questi ultimi era giacente presso i Parchi perchè inefficiente.
La quasi totalità dei rifornimenti provenienti dalla madrepatria faceva scalo nei porti di Marsa Matruh, di Tobruch e di Bengasi. Queste località erano perciò divenute sedi di depositi e magazzini di notevolissima importanza, ed erano state dotate di impianti e di attrezzature logistiche che assorbivano consistenti reparti e numerosi mezzi per l'indispensabile difesa terrestre, costiera e contraerea. Quando il ripiegamento dalle posizioni di El Alamein si manifestò inevitabile e a mano a mano che l'avanzata britannica progrediva verso ovest fu necessario evacuare quelle località prima che venissero occupate, sgomberare le scorte in esse accantonate, procedere alla distruzione di tutto ciò che non sarebbe stato possibile trasportare, nonchè delle attrezzature e degli impianti da sottrarre alla utilizzazione dell'avversario. Marsa Matruh fu abbandonata nel pomeriggio del 6 novembre, dopo aver messo in salvo gran parte dei suoi depositi e dopo aver provveduto alla distruzione pressochè totale di tutte le sue attrezzature. Il Gen. Cassata, comandante la Piazza di Tobruch, ricevette ordine dal Comando dell'A.C.I.T. di assicurare la resistenza ad oltranza sino alle ore 12 del giorno 12 novembre. Solo dopo questo momento si sarebbe dovuto attuare lo sgombero: e così fu, previa la distruzione, anche qui, di impianti fissi e di attrezzature intrasportabili. Per Bengasi, Rommel riservò a se stesso l'ordine di distruzione delle attrezzature portuali che diede alle ore 10 del giorno 18. Già da due giorni, però, i piroscafi che vi erano diretti erano stati, certo prematuramente, dirottati. Disposizioni operative e logistiche. Nel quadro delle nuove attribuzioni e deJla responsabilità diretta di comando conferite dal Comando Supremo al Comando Superiore Forze Armate della Libia (v. pag. 239) questo, dopo le prime iniziali predisposizioni occasionali, dovette affrontare a fondo il problema operativo e logistico che gli si presentava invero assai complesso e difficile. Il nuovo fronte difensivo, secondo gli intendimenti superiori, doveva svilupparsi sulle posizioni di Marsa el Brega - El Agheila. Queste, nella situazione del momento riferita tanto all'andamento
del ripiegamento dall'Egitto ed in Cirenaica quanto all'atteggiamento difensivo assunto sul nuovo fronte tunisino da poco apertosi, costituivano la più avanzata delle linee successive la cui difesa poteva consentire un guadagno di tempo ai fini del mantenimento in vita dello scacchiere operativo dell'Africa Settentrionale, in vista e nella speranza di un diverso evolversi della situazione strategica relati va anche ad altri scacchieri o teatri d'operazione. Le altre linee erano: la Buerat el Hsun; la Tarhuna - Homs col campo trincerato di Tripoli e quella degli Shotts in Tunisia. La posizione di El Agheila (linea Marsa el Brega - El Agheila Marada) si sviluppava su terreno ( sc/1izzo 29) prevalentemente paludoso, intercalato da vaste saline ed estesi banchi sabbiosi a carattere spesso dunoso. Era naturalmente forte ed opponeva notevoli difficoltà ad un attaccante proveniente da est, per la presenza della Sebcha Mugtaa es Seghir, quasi all 'estremo limite nord, e della Sebcha Maaten Gheizel più a sud. Fra queste due zone paludose si interponeva, con andamento pressochè equatoriale, l'Uadi el Faregh che poteva essere elemento determinante di un incanalamento dell'attaccante. Sul rovescio, la posizione era coperta dalla Sebcha el Chebira che, in sistema con altre minori, compartimeotava il terreno su una ampiezza di fronte di circa 6o km ed una profondità di 40. Per l'imbastitura difensiva di queste posizioni di El Agheila, le forze inizialmente disponibili erano date dalla Divisione « La Spezia », da alcuni reparti in afflusso della Divisione «Centauro », da piccoli reparti e mezzi sfusi che Delease prima e Superlibia poi avevano potuto raccogliere nelle retrovie. Esse vennero integrate e potenziate mediante esecuzione di lavori di rafforzamento ai quali furono prontamente adibiti tutti gli organi di lavoro comunque disponibili (reparti del genio, centurie lavoratori nazionali ed indigeni, imprese civili). Mez,zi e materiali furono fatti affluire ad El Agheila, previa raccolta di tutte le dotazioni ancora esistenti nei depositi della Tripolitania e loro concentramento in magazzini e stabilimenti subito organizzati nelle immediate retrovie del nuovo fronte difensivo. Si provvide all'organizzazione di un collegamento tattico fra il Sahara Libico e l' A.C.I.T. A tal fine, fra le posizioni di El Agbeila ed il grosso presidio di Zella, attraverso quello di Marada, vennero collocati posti fissi di guardia e di vigilanza; furono stesi campi minati nelle zone di più facile percorribilità degli automezzi; fu isti-
tuito un regolare servizio di pattugliamento affidato ad autoblindo cd automezzi sahariani con il compito di impedire infiltrazioni di clementi celeri avversari. Parallelamente a questi provvedimenti di specifica natura tattica ed operativa, si rese necessaria la soluzione di problemi di natura diversa ma ad essi intimamente connessi: la riorganizzazione di tutta un'attrezzatura logistica che potesse adeguatamente subentrare a quella che gli eventi avevano distrutto o disperso. Particolarmente delicato ed impegnativo si presentava il settore del recupero, per un ulteriore successivo impiego, del personale che le vicende della battaglia e le vicissitudini del ripiegamento avevano portato a sbandarsi. Vennero, perciò, costituiti appositi centri di raccolta (suddivisi per nazionalità: italiani, in zona di Sirte; tedeschi in zona di en Nofìlia), di riordinamento e di istruzione (distinti per Armi), cui furono preposti elementi della disciolta Delease o Comandi di Unità che avevano perduto consistenza organica, con il compito di provvedere a tutte quelle operazioni capaci di consentire la rimessa in efficienza, morale, organica ed operativa degli uomini destinati alla ricostituzione dei reparti (v. pag. 243). Analogamente, si doveva provvedere al recupero ed alla raccolta dei materiali e dei mezzi, specie di quelli automobilistici la cui disponibilità era estremam ente scarsa, tanto che il trasporto della Divisione « La Spezia » sulle nuove posizioni di El Agheila aveva imposto il ricorso ad ogni specie di ripiego e, pur con la utilizzazione di autocarri ed autobus rispettivamente addetti ai servizi portuali ed agli autoservizi civili, aveva richiesto dodici giorni dovendosi eseguire il movimento in tre riprese successive. Gli automezzi dei reparti avevano urgente bisogno di revisioni e riparazioni dopo il logorio cui erano stati sottoposti e per i danni che avevano subito; era necessario, inoltre, effettuarne un riordinamento ed una ridistribuzione, perchè gran parte di essi si erano aggregati a reparti cui non erano in organico, per la dispersione delle proprie unità di appartenenza. Un altro aspetto enormemente grave del problema logistico riguardava l'assoluta esiguità delle scorte di viveri e di materiali di consumo. Per rendersene conto con concreta precisione, è il caso di ricordare come a metà novembre in tutto il territorio della Tripolitania e della Sirtica esistessero, per il fatto che gran parte del traffico marittimo era stato avviato ai porti della Cirenaica da quando lo sviluppo delle operazioni verso Oriente aveva portato la massa
delle truppe nel cuore dell'Egitto, i seguenti quantitativi dei principali e più essenziali generi: 4.900 tonn. di farina; 640 tonn. di benzina; 870 tonn. di gasolio; 125.000 colpi di artiglieria di piccolo calibro; 65.000 colpi da 47; circa 50 giornate di viveri vari.
Provvedimenti ordinativi. Sulla base dell'attrezzatura creata per la riorganizzazione dei reparti e mediante l'adozione di adeguate misure ordinative capaci di definire formalmente la situazione dei reparti maggiormente decimati dalle vicende della battaglia e del ripiegamento e tendenti alla ricostituzione sia pure graduale di nuove unità valide ed efficienti, Superlibia procedette ( allegato 35): ......,. allo scioglimento delle seguenti Grandi Unità, per le quali venivano impiantati « uffici stralci » nella zona di Zavia: . X corpo d'armata; . Divisioni « Pavia », « Brescia », « Bologna », « Trento », « Folgore », «Ariete», « Littorio »; - alla ricostituzione, mediante completamento e reintegro di personale e mezzi a buon livello di efficienza, di: . due Corpi d'armata: XX e XXI, rispettivamente su due e su tre Divisioni. Il XX Corpo venne formato con le Divisioni corazzate « Centauro » e « Giovani Fascisti »; il XXI Corpo inquadrò le Divisioni « La Spezia », « Pistoia » e « Trieste » (quest'ultima trasformata in tipo « A. S. 42 »); ......,. al riordinamento di numerosi reparti non indivisionati, specie di artiglieria e.a., del genio e dei servizi (principalmente sanitario, di commissariato ed automobilistico). Furono inoltre costituiti due raggruppamenti di artiglieria di Corpo d'armata, ciascuno su 6 gruppi. Complessivamente, si riusd a ricostituire ex novo o a completare: 32 battaglioni di fanteria, dei quali 3 controcarri; 3 battaglioni carri M; 122 batterie di artiglieria; 6 battaglioni del genio; 1 autogruppo di manovra forte di 500 automezzi; unità dei servizi; stabilimenti vari di riparazione e parchi automobilistici. SCHIERAMENTO SULLE POSIZIONI DI EL AGHEILA.
La vasta e multiforme attività esplicata da Superlibia m c1a-scuno dei molteplici settori dei delicatissimi ed impegnativi proble-
mi da risolvere per far fronte ad una situazione di crisi addirittura tragica conseguì in brevissimo tempo risultati che potevano inizialmente apparire utopistici. Ed ai primi di dicembre, sicchè, era già possibile schierare sulle posizioni della linea Marsa el Brega - El Agheila 4 Divisioni italiane complete più aliquote della « Centauro» (tre Divisioni in 1• schiera: « Pistoia», (< La Spezia», « Giovani Fascisti »; una in 2• schiera: « Trieste ») per un complesso di: 26 battaglioni di fanteria; 2 battaglioni carri (42 carri M e 15 semoventi); 19 autoblindo; 85 batterie di artiglieria dei vari calibri; 6 battaglioni del genio (1). A queste forze si aggiunsero, al termine della prima fase del ripiegamento, le superstiti forze germaniche che conservavano un buon livello di efficienza: 90., divisione leggera e tre reparti esploranti (totale circa 6 battaglioni); 49 carri armati; circa 40 pezzi e.e. e e.a. da 88; un centinaio di pezzi di artiglieria da campagna. Per quanto prodigiosa ed insperata fosse stata, però, la riorganizzazione delle forze, la loro efficienza complessiva e la situazione logistica in generale dello scacchiere continuavano ad esser tali da non pater pensare di far fronte alla ulteriore progressione dell'offensiva britannica. Già, infatti, si andava concentrando, di fronte al nostro nuovo schieramento, una forza d'attacco avversaria nei confronti della quale era da registrare un notevole squilibrio dell'opposta difesa. I nostri comandi operativi in sito valutavano le forze avversarie, limitatamente a quelle di 1• schiera, a 26 battaglioni di fanteria, 180 batterie (comprese le e.e. e le e.a.); 450 carri armati; non meno di I 50 autoblindo. Grandi Unità di 2• schiera ed ingenti quantitativi di materiali e munizioni affluivano verso il fronte dai porti di Bengasi e di Tobruch che, riattivati, erano stati messi in condizione di ricevere il flusso di rifornimenti dalle lontane retrovie britanniche e di costituire basi avanzate per l'alimentazione della lotta. Per eliminare o, quanto meno, per ridurre questa sproporzione fra le forze contrapposte, sarebbe stato indispensabile ricevere robusti rinforzi dall'Italia. Malgrado, però, la migliore buona volontà del Comando Supremo ed i suoi favorevoli propositi al riguardo, di ben scarsa consistenza furono gli invii dalla madrepatria. Nella se(1) Dati sommari sulla consistenza delle Divisioni italiane in Tripolitania alla data del 1° dicembre sono riportati nell'allegato 36.
conda quindicina di novembre si riuscì a trasportare in Tripolitania, in totale: 2 battaglioni carri M della Divisione « Centauro », una parte del 5° reggimento bersaglieri ed un gruppo da CJ0/ 57> della stessa Divisione, aliquote del R.E.Co. « Lodi » decimato per affondamenti ed un ben modesto numero di pezzi isolati di piccolo calibro (47/32 e 65/17). Questi rinforzi, già di per se stessi di scarsa consistenza, non poterono nemmeno essere assegnati, nella loro totalità, al fronte est, giacchè l'apertura del fronte tunisino assorbì una parte di essi e, precisamente, l'aliquota del R.E.Co. «Lodi », parte del 5° bersaglieri, alcuni reparti carabinieri e mitraglieri e qualche batteria di artiglieria. Il secondo fronte africano cominciava a far sentire in pieno tutta la sua influenza sulla condotta delle operazioni nello scacchiere libico.
Le due principali posizioni difensive quella di Marsa el Brega - El Agheila e quella di Buerat - el Hsun -, su cui si poteva contare per imporre al nemico un tempo d'arresto, erano oggetto di valutazioni profondamente dissimili da parte dei capi responsabili dell'Asse. In una riunione tenuta presso il Comando Supremo la sera del 17 novembre, presenti i tre Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate e il Sottosegretario di Stato alla Guerra e presieduta dal Maresciallo Cavallero, il problema della preferenza da dare alle varie possibili linee difensive venne ampiamente trattato e tutti concordarono che quella di Marsa el Brega - El Agheila era la sola in grado di consentire una resistenza prolungata; in particolare il Capo di Stato Maggiore Generale pose in rilievo come la rinuncia ad El Agheila e quindi un sollecito ripiegamento verso la Tunisia (giacchè le altre linee avrebbero al massimo consentito una sosta passeggera) non avrebbero lasciato il tempo necessario per organizzare il nostro fronte in quel territorio ( allegato 37). Ben diverse erano in proposito le idee del Maresciallo Rommel. Questi, fin dalla battaglia dell'autunno precedente in Marmarica, aveva manifestato una chiara tendenza, nelle fasi di ripiegamento, ad accelerare in tutti i modi gli sbalzi all'indietro. In sostanza, egli cercava di guadagnare tempo unicamente portandosi all'indietro il più
Discordi valutazioni sull'ulteriore condotta del ripiegamento
rapidamente possibile e frapponendo spazio fra sè e il nemico: il tempo guadagnato sarebbe stato in funzione di quello impiegato dal nemico a percorrere il terreno abbandonatogli. E' chiaro che, anche ammesso che il difensore ripieghi più in fretta di quanto non avanzi l' attaccante, il guadagno con tale sistema si riduce a pochi giorni. Secondo i Comandi italiani, invece, il tempo doveva essere guadagnato non solo portandosi indietro, ma dando la sensazione al nemico di volergli opporre seria resistenza su ogni linea di sbalzo: ciò avrebbe comportato per il nemico, ad ogni sbalzo, la necessità di una presa di contatto ricognitiva, di un afflusso di forze consistenti e di uno schieramento per l'attacco in forze. Quando si fosse avuta la sensazione che l'attacco stava per maturare, allora si sarebbe dovuto effettuare il nuovo sbalzo all'indietro, obbligando i Britannici a perdere altro tempo per incolonnarsi e riprendere l'avanzata. Un tale tipo di manovra era certamente più complicato, ma era il solo che potesse veramente far guadagnare tempo per organizzare le posizioni retrostanti. Rommel, preoccupato di non farsi agganciare neanche minimamente per non wttoporre ad ulteriore logorio le sue forze, non aderì alla concezione italiana nè nel dicembre 1941 nè nel periodo che va dal novembre 1942 al gennaio del 1943. Il punto di vista del Maresciallo tedesco, che il 20 novembre inviava a Roma il Generale De Stefanis per esporre al Capo del Governo italiano il proprio pensiero, risulta chiaramente dal seguente telegramma inviato lo stesso giorno 20, alle ore 16, dal Generale Mancinelli al Comando Supremo e a Superlibia: Telegramma in partenza il 20/ r r / 42 - ore 16. Da Colacit At Comando Supremo At Superlibia N. 527 r Op. Rommel /1abet oggi inviato Generale De Stefanis esporre Duce suo punto di vista situazione. Tale punto di vista est in sostanza non resistere su linea Marsa Brega con deserto Sirtico alle spalle, ma portarsi oltre deserto altezza Buerat e/ Hsun. Maresciallo vorrebbe pertanto portare senz'altro forze non motorizzate su detta linea arretrata sulla quale dovrebbero organizzarsi mentre le poche unità motorizzate rimaste dell' A.C.l. T. rimarrebbero Marsa Brega per costringere avversario schieramento proprie forze et
realizzando così apprezzabile guadagno tempo. Tale concetto deriva da persuasione Rommel che forze disponibili siano impari affrontare in battaglia decisiva mezzi che in termine relativamente breve nemico potrà concentrare su fronte Marsa Brega. In tal caso sarebbe assai difficile tentare con nuovo ripiegamento salvare forze fanterie italiane non motorizzate. A mio giudizio tale concezione, pur basandosi su apprezzamenti realistici, non tiene sufficiente conto del fattore tempo. Forze disponibili su linea Marsa Brega sono da ritenersi sufficienti far fronte primo attacco nemico che sarà presumibilmente condotto con forze valutabili at circa 2 Divisioni corazzate menomate di quanto sarà andato perduto nel lungo inseguimento. Seguirà attacco sistematico quando grado preparazione consentirà nemico mettere in valore superiorità materiale che habet trionfato at Alamein. Per affrontare tale attacco occo"erà tempo notevole, probabilmente non inferiore ad un mese. Occo"erebbe prevedere almeno in larga approssimazione quale potrà essere nostro grado efficienza entro tale termine onde pervenire ad un fondato giudizio situazione et conseguenti decisioni operative. Est fin da ora da ritenere che masse sbandate tedesche ben poco contributo potranno fornire ricostituzione immediata unità combattenti per deficienza armi pesanti le sole apprezzabili nel tipo di lotta qui in atto. Fine. MANCINELLI
Il giorno 21 il Maresciallo Cava1lero riceveva il Generale De Stefanis il quale, interrogato sui motivi che inducevano Rommel a non volersi fermare sulla linea di Marsa el Brega - El Agheila, rispondeva che il Comandante dell'A.C.I.T. disponeva di forze troppo esigue per far fronte all'attacco che si sarebbe verificato entro due o tre settimane e che, in conseguenza, voleva tenere quella linea solo con le truppe motorizzate, tirando indietro le truppe a piedi. Il Generale De Stefanis aggiungeva di non sapere dove Rommel volesse andare a finire e riferiva che il Maresciallo tedesco aveva « persino parlato di capitolazione » (1). Il Capo di Stato Maggiore Generale faceva allora presente che, in una riunione di un'ora prima, tutti i Comandanti d'Armata, appositamente interpellati, si erano dimostrati concordi con le sue idee e cioè che una troppo rapida ritirata agli Shotts significava ritirarsi nella cittadella della ca(r) UGo CAVALLERO: « Comando Supremo », op. cit., pag. 392.
pitolazione, ciò che il Capo di S. M. Generale non intendeva permettere mai. Lo stesso giorno 21, presumibilmente dopo aver ascoltato il Generale De Stefanis, il Maresciallo Cavallero presentava a Mussolini il seguente promemoria sulle posizioni difensive in Libia, nel quale, riepilogate le proposte di Rommel e sintetizzato il parere del Generale Mancinelli, si concludeva con l'avviso di durare, fìnchè giudicato possibile, sulla posizione di Marsa el Brega - El Agheila - Ma rada: COMANDO SUPREMO
I REPARTO - UFFICIO OPERAZI0:-11 SCACCHIERE AFRICA
21 novembre 1942 Posizioni difensive tn Tripolitania ( te/. 527 1 Generale Mancinelli
20-Xl). Generale Rommel. Per la prosecuzione della lotta in Tripolitania, e tenuto conto della scarsità delle forze disponibili, propone, anzichè la posizione di Marsa el Brega - Marada, quella di Buerat el Hsun, la quale oltre a migliorare l'esecuzione dei nostri rifornimenti - imporrebbe al nemico l'ulteriore attraversamento dell'intero deserto sirtico. Rommel vorrebbe senz'altro portare su detta posizione le forze non motorizzate, lasciando sulla Marsa Brega quelle motorizzate al fine di dare un tempo d'a"esto al nemico.
Generale Mancinelli ritiene che l'insieme delle forze, ora disponibili su Marsa Brega, siano sufficienti a resistere a un primo urto, non ad un attacco sistematico in forze, per « montare» il quale occorrerà, peraltro, al nemico almeno un mese. Tenuto conto di ciò, la decisione definitiva dovrebbe basarsi anche sulla valutazione di quanto si potrà avviare dal territorio in detto mese per ricostituzione A .C.I. T. (trasporti). Ufficio. La linea Marsa Brega - Marada è certamente ancora vicina alle nuove basi nemiche ( Bengasi - Tobruch) e lontana dalle nostre (Tripoli, e specialmente Tunisi e Biserta).
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La posizione di Buerat el Hsun ha gli opposti vantaggi de!la Marsa Brega; è però tatticamente meno felice. Obbligherebbe a sgomberare gran parte del Sahara Libico; non avrebbe più alcun appoggio dall'aviazione di Creta. D'altra parte per l'atteggiamento difensivo ad est, al quale siamo e saremo per diverso tempo costretti, la questione « guadagno di tempo » anche su linee successive è essenziale. E' in qt~sto quadro generale che dovrebbero essere viste eventuali successive difese: in ultima analisi sulle seguenti tre posizioni: M arsa Brega - M arada; Buerat el H sun; linea degli Shotts ( definitiva) in T tmisia. Nella fase in corso si concorda col Generale Mancine/li nel ritenere che le nostre forze ora a Marsa Brega-Marada possano resistere al 1° urto nemico al quale dovranno seguire alcune settimane prima che si verifichi un 2° veramente in forze. Questo periodo di tempo è essenziale per riordinare e ricostituire le nostre forze, che non devono essere poste in ulteriore crisi attuando un nuovo immediato ripiegamento su una posizione in cui nulla vi è organizzato, tanto più che l'attuale scarsa disponibilità di mezzi obbligherebbe con tale procedimento a nuovi dolorosi sacrifici in personale e materiale. Si ritiene pertanto necessario: - durare, finchè sia giudicato possibile, sull'attuale posizione Marsa Brega-Marada, e riorganizzare sull'immediato suo tergo le forze motocorazzate del/' A.C.I.T.; - ricostituire intanto più indietro, anche a Buerat el Hsun, gli elementi ripiegati clie, avendo maggior bisogno di riassetto, non possono immediatmente rendere per la difesa della linea di Marsa Brega; - quando sarà giudicato necessario, spostare gradualmente da Marsa Brega a Buerat el Hsun le fanterie, sostituendole a Marsa Brega con forze mobili; - ripiegare nello stesso tempo e gradualmente le unità del Sahara Libico; - dare al più presto inizio alla messa in efficienza della linea francese degli Sliotts, che dovrebbero costituire estrema garanzia per ogni eventualità.
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Non è escluso che - se gli arrivi dall'Italia consentiranno di ricostituire anche in Tripolitania un buon nucleo di forze mobili -, appoggiati alla posizione di Buerat el Hsun, che il nemico investirebbe in sfavorevoli condizioni logistiche ( base pit} prossima Bengasi, a circa 700 km), ci sia possibile riprendere anche ad est una iniziativa delle operazioni sia pure a raggio limitato, allo scopo di infliggere perdite all'at1t1ersario e ritardare cosl l'ulteriore eventuale estremo ripiegamento agli Shotts. Tutto, insomma, dipende dalla soluzione del problema trasporti, problema al quale sono in questo momento dedicate tutte le nostre energie. Dobbiamo intanto tenere sulla posizione di El Agheila. Per quanto tempo? Lo si vedrà. Uco CAVALLERO Dello stesso parere del nostro Comando Supremo era in quel momento il Maresciallo Bastico il quale, avendo anch'egli ricevuto il già citato telegramma del Generale Mancinelli, riteneva doveroso esporre al Comando Supremo il proprio pensiero, cosa che faceva con il seguente telegramma: GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
CoM. SuP. FF. AA. AFRICA SETTENTRIONALE STATO MAGGIORE
21 novembre 1942, ore 13.15
Telegramma in partenza. P.A.P.A. - Cifrato - Segreto • Via radio. At Comando Supremo 01 / 19393 Op. Riferimento 5271 Op. del 20 novembre di Colacit. Linea difensiva Marsa Brega-Agheila -Marada, come venne tmanimemente riconosciuto et come risulta t1erbale riunione Bengasi 1 3 corrente, est la sola adatta, sia per organizzazione già in atto sia per posizione naturale, che consenta difendere Tripolitania. Arretramento su linea Buerat, che non offre alcun appiglio tattico, che non est minimamente organizzata et che non si potrebbe tempestivamente organizzare per difetto di tempo et materiali, arrecherebbe seguenti gravissimi inconvenienti: primo: costringerebbe at ulteriore
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ripiegamento che, generando sfiducia et arrecando nuove gravissime perdite in uomini et materiali, renderebbe effimera ogni resistenza; secondo: importerebbe sgombro et perdita truppe Sahara Libico, in un momento in cui attacco da sud è da ritenersi imminente, con conseguenze che potrebbero anche essere disastrose sulle truppe ripieganti da Agheila su Buerat; terzo: farebbe perdere tutti campi aviazione Sirtica, costringendo aviazione Asse affollarsi pochissimi campi Tripolitania; quarto: avvicinerebbe offesa aerea nemica su Tripoli in modo da rendere assai aleatorio funzionamento porto dando per l'opposto ampio respiro at quello Bengasi; quinto: aggraverebbe problema rifornimento idrico data nessuna risorsa in zona Buerat; sesto: comporterebbe, senza averne mezzi, totale sgombro popolazioni Misuratino su cui per di più sono affluiti nazionali Cirenaica. Circa possibilità resistenza linea Marsa Brega -Agheila - Marada est evidente che essa dipende sia da potenza attacco nemico sia et più da nostro ulteriore rafforzamento linea stessa con mezzi potenti specie artiglierie et carri germanici da fare affluire dall'Italia. Est superfluo rilevare che funzionamento porto Tripoli est il fattore principale di tali affluenze. Comunque resistenza su linea Buerat sarebbe in ogni modo infinitamente minore... .. (Omissis) ..... BASTICO
Quanto al Maresciallo Kesselring questi, in una riunione tenuta presso il Comando Supremo italiano il giorno 22 novembre, non solo si esprimeva in favore della linea di El Agheila ma pensava che Rommel fosse già in grado, volendo, di contrattaccare, sia pure ·con obiettivi limitati (1). In definitiva, tutti i capi responsabili, italiani e germanici, erano d'accordo di non lasdarsi agganciare dal nemico. Solo che, mentre Rommel era dell'avviso di ripiegare immediatamente sulla successiva posizione di Buerat, i Marescialli Cavallero, Kesselring e Ba·stico (confortati in questo dal parere dei Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate italiane e dei Comandanti di Armata italiani dislocati in Europa) ritenevano che si dovesse durare fino a che il nemico non si fosse schierato per l'attacco e ciò allo scopo di gua<lagnare il maggior tempo possibile. (1)
Uco CAVALLERO, op. cit., pagg. 394-395.
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La discordanza di opinioni circa il valore difensivo delle varie possibili linee di arresto ni di Marsa el Brega - dell'avanzata avversaria ed i conseguenti El Agheila contrastanti orientamenti sulla ulteriore condotta delle operazioni non potevano mancare di determinare una delicata situazione di imbarazzo e di tensione che nelle particolari condizioni del momento era notevolmente grave. Il Maresciallo Bastico cercò per primo di dirimere il dissidio concettuale in sede di specifici accordi con il Maresciallo Rommel. Il giorno 20, quindi, concordava con lui un colloquio per uno scambio di vedute, che aveva luogo il giorno 22 presso il Comando del XXI corpo d'armata. Il Maresciallo Bastico non poteva disconoscere che le argomentazioni di Rommel a favore della propria tesi fossero « indubbiamente solide » e ne riferiva al Comando Supremo soprattutto per ottenerne una indicazione dei rifornimenti sui quali si sarebbe potuto far conto, potendo dipendere da tale fattore l'adozione dell'una o dell'altra determinazione operativa.
Direttive operative per
la difesa delle posizio-
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
CoM. SUPER. FF. AA. AFRICA SETIENTR. STATO MAGGIORE
li 22 novembre 1942, o,·e 21.15 P.A.P.A. - Cif,-ato - Via radio - Segreto. Comando Supremo N. 01 / 19448 Op. Per Maresciallo Cavallero. Come avevo stabilito fin dal 20 corrente, ho avuto, oggi 22, un colloquio con Maresciallo Rommel at Agheila presso Comando XXI Corparmata. Rommel ha subito dichiarato clie situazione est cattiva, et habet soggiunto: Comincia. Truppe tedesche efficienti sono ridotte complessivamente at circa una Divisione provvista di sufficienti armi anticarro et artiglierie et sessantina carri però logori et inferiori at quelli americani. Rinforzi non sono giunti ad eccezione di una diecina di ca"i. Da parte italiana si dispone di ventisei battaglioni et una sessantina batterie, in maggioranza piccoli calibri, oltre at reggimento
18. - Al.
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bersaglieri in arrivo et ai seuanta carri della « Centauro », più quattro battaglioni et otto gruppi artiglieria ( 17 batterie), in corso di riordinamento. Anche con queste ultime, le forze disponibili consentono appena schieramento lineare da Marsa Brega at Maaten Giofer, con qualche elemento rincalzo et sono perciò impari ad una efficace resistenza contro forze preponderanti. Abbiamo inoltre scarsissima aviazione et una linea rifornimento da Tripoli lunga 800 chilometri. Nemico dispone invece di carri, artiglieria, munizioni, aviazione numerosi et decisamente superiori in qualità, specialmente nei carri armati. In queste condizioni ritengo che nemico possa sfondare su litoranea et aggirare linea da sud-est. Faremo nostro dovere et ci batteremo su linea fissata, ma saremo annientati, anche perchè così impegnati non sarebbe più possibile portare indietro Divisioni fanteria italiane sfornite automezzi. Ritengo quindi necessario, prima di farci agganciare, ripiegare, combattendo, su linea Buerat in modo da mettere fra noi et nemico lo assetato deserto Sirtico et obbligarlo at avanzare at cavallo rotabile che potrebbe essere intensamente battuta da nostra aviazione. Ciò est tanto più necessario perchè attacco può venire contemporaneamente, et a breve scadenza, da est e da sud. Conterei, potendo disporre di molte mine, completare ripiegamento su Buerat in quindici giorni aut in tre settimane. Dopo avremo la battaglia; ma in queste tre settimane possono arrivare rinforzi che est più facile far affluire at Buerat che non at Agheila. Finisce. Argomenti Rommel sono indubbiamente solidi; mie obiezioni sono state quelle che ho rappresentate con or/ 19393 / op. Per venire però at una conclusione mi est necessario conoscere reali possibilità et tempi afflusso rinforzi aviazione, truppe, mezzi et carburanti. Finora est giunto assai poco. Inoltre occorre conoscere situazione che si sta determinando in Tunisia et entità forze che vi sono et che vi affluiranno. Perchè se Ttmisia non viene tenuta solidamente et non ci arrivano rinforzi, tanto varrebbe battersi fino all'ultimo ad Agheila, invece che at Buerat. Anche Maresciallo Rommel ha mani/estato necessità di essere at conoscenza quanto avviene Tunisia. Infine Maresciallo Rommel mi ha pregato vivamente di dirvi che egli desidera conferire qui con V. E. al più presto dato che nell'attuale situazione est urgente prendere decisioni specie se queste concordassero con suo punto di vista. BASTICO
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Il Maresciallo Cavallero aderì senz'altro alla richiesta di Rommel di un'apposita riunione, e questa ebbe luogo la mattina del 24 novembre presso il Comando dell'aeroporto tedesco di Ara dei Fileni. Torna conto riportare integralmente il verbale di questa riunione, tanto per l'importanza degli argomenti in essa discussi, quanto per il suo valore di riepilogo conclusivo della battaglia di El Alamein, della prima fase del ripiegamento e della situazione del momento fatto dal Comandante diretto (Rommel) che quegli avvenimenti aveva vissuto momento per momento e seguito abbracciandoli in un superiore quadro d'insieme. CmtANDO S u PERIORE FoRZE ARMATE DELLA LIBI A STATO M AGGIORE
P. M. 11, li 24 novembre 1942 Riunione tem,tasi il 24 novembre 1942, alle ore 1 r, in una tenda del Comando Aeronautico tedesco dell'aeroporto di Ara dei Fileni. Erano presenti:
da parte italiana : - il Maresciallo d'Italia Cavallero, Capo di S. M. Generale~ - il M aresciallo d'Italia Bastico, Governatore Generale e Comandante Superiore delle Forze Armate della Libia, - S. E. il Generale di Squadra Aerea Bernasconi, Comandante la 5.. Squadra Aerea, - il Generale di Divisione De Stefanis, Comandante il XX corpo d'Armata, - il Generale di Divisione Giglioli, Capo di S. M. di Superlibia, - il Generale di Brigata Mancine/li, Capo dello S. M. italiano di collegamento presso l'A.C.I.T.; da parte tedesca : - il Maresciallo dell'Aria Kesselring, - il Feldmaresciallo Rommel, Comandante l'A.C.l.T., - il Generale di C. A. von Rintelen,
276 - il Generale dell'Aviazione Schiedemann, - il Colonnello Westphal, Capo di Stato Maggiore del/' A.C.l.T. Mar. Rommel : Dichiara che la battaglia di El Alamein è stata perduta in seguito ad una indiscussa superiorità avversaria in aviazione, carri armati, artiglieria. Da tre settimane prima dell'attacco 300 apparecchi pesanti bombardavano giornalmente le truppe italiane e tedesche. Artiglierie pesanti martellavano le nostre posizioni per ore intere. Nuovi carri, con una corazza dello spessore da 15 a 18 cm ed armati di pezzi da 90 e da 105, hanno potuto iniziare l'azione a grande distanza e distruggere le armi della difesa ed i nostri mezzi corazzati. Così sono state distrutte a poco a poco le truppe della difesa in 12 giorni di dura~ battaglia ad Alamein. Fin dalle prime ore la battaglia si è prospettata talmente dura, che al nord le Divisioni di seconda linea, la 1 5a divisione corazzata tedesca e la « Littorio », hanno dovuto essere impiegate per chiudere la falla verificatasi. Più tardi anche la Divisione « Ariete» è stata impiegata allo stesso scopo. Si ebbe subito l'impressione che, malgrado i nostri sforzi, a causa delle gravissime perdite che subivamo, non sarebbe stato possibile rigettare il nemico dal campo di battaglia che si era spostato nelle nostre posizioni. Il 4 novembre il nemico è riuscito a sfondare in cinque punti nel settore del C. T.A. e dell' « Ariete )>. Il Comandante del C. T.A. si è subito portato in prima linea con le sue ultime riserve. Sfondato il fronte, l'avversario ha subito tentato di tagliare le nostre comunicazioni con Fuka, ciò che gli è stato impedito, portando sulle alture di Fuka le truppe restanti. Su queste posizioni vi è stata un'altra battaglia; il 9 corrente però il nostro fronte ( 90• divisione leggera ed altri reparti) veniva nuovamente rotto (r). Tutti gli attacchi erano largamente appoggiati dal!'azione dell'aviazione avversaria. I resti dell'Armata riuscivano ad oltrepassare i campi minati di Marsa Matruh e consentire alle truppe e servizi ripiegati due giorni di sosta. Alcuni reparti già avvolti hanno combattuto valorosamente e sono riusciti a raggiungere le nostre posizioni. Tra essi la 21a divisione corazzata. Mentre i resti delle Divisioni corazzate proteggevano le lunghe colonne che ripiegavano verso ovest, una brigata corazzata si è por(1) Per l'esattezza v. pag. 229 e schizzo 23. (Nota dell'Ufficio Storico).
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tata St4lle alture ad ovest di Marsa Matruh per proteggere il ripiegamento. Natt,ralmente tutto questo afflusso di autocolonne sulla strada non poteva svolgersi ordinatamente. D'altra parte la strada era l' unica via, perchè chi andava fuori strada in breve era sommerso. Ho impiegato tutti gli uomini possibili per trattenere il nemico, il quale ha nuovamente tentato di tagliare la strada tra Marsa Matruh e l'Halfaya. E' stata molto difficile la protezione delle colonne in transito al passo dell'Halfaya, che defluivano verso Sollum. La 90• divisione leggera ed il C.T.A. si sono 1empre alternati alla retroguardia. Il XX corpo d'armata è stato spostato verso sud, p_er la protezione della linea ferroviaria da Barrani in avanti. Tutto questo movimento è riuscito, malgrado l'imperversare degli attacchi aerei; si è però creata una situazione, che non ha permesso una resistenza al passo Halfaya. Infatti, appena la 90• leggera vi aveva preso piede, il nemico ha immediatamente tentato l'aggiramento dal sud. Sono andati perduti gruppi di artiglieria pesante e reparti della « Pistoia ». Non è stato quindi più possibile di proltmgare il fronte dell'Halfaya verso il sud con la Divisione « GG. FF. », che non sarebbe più arrivata in tempo, per cui si è reso necessario di farla ripiegare per Giarabub - Gialo - Agedabia. Non si è potuto mantenere la linea di Tobruch, perchè non erano disponibili che poche tru.ppe non motorizzate. Anche sgomberando Tobruch è stata lasciata in retroguardia la 90• leggera col C.T.A. e con il X1X corpo d'armata, che sotto la pressione nemica hanno ripiegato sulla linea di Agedabia. La manovra più difficile è stato il ripiegamento dalla Cirenaica, perchè si temeva che il nemico tagliasse la strada ad Agedabia, nè si potevano inviare delle truppe per impedire ciò, per deficienza di carburanti, che affluivano per via aerea, il che impediva di dare una mfficiente scorta a truppe che si sarebbero dovute inviare nel deserto. L'attività dell'aviazione nemica in quei giorni è stata intensissima, sia di giorno che di notte, e molti automezzi e carri armati sono andati distrutti. Però molto materiale ha potuto essere sgomberato da Bengasi e l'avanzata nemica è stata ritardata, facendo saltare le serpentine della Balbia. Il maltempo ha impedito al nemico di avanzare da Mechili - Zt. Msus su Agedabia. E' stato così possibile ripiegare su Agedabia, senza essere eccessivamente disturbati; ad Agedabia la retroguardia Menton è stata fortemente impegnata
dal nemico ed ha subito delle forti perdite. Da rilevare che il nemico ha sempre potuto disporre di ingenti quantitativi di munizioni. Nel frattempo il Maresciallo Bastico aveva costituito il fronte di Marsa Brega ~M. Giofer-Agheila con le Divisioni « La Spezia » e «Pistoia». Il fronte, lungo 160 km., si estende fino a Marada. lA Divisione « GG. FF. », arrivata in salvo da Siwa, era stata messa tra le Divisioni « lA Spezia » e « Pistoia ». Le retroguardie, che ieri 2 3 ed oggi 24 erano ad Agedabia, sono state portate sul rovescio della nostra linea, dove hanno pure ripiegato i resti della 90• divisione leggera ( un battaglione e mezzo, con 30 armi controcarro). Il C.T.A. dispone attualmente di 35 carri, 12 pezzi controcarro, 14 pezzi di artiglieria. Il XX corpo d'armata di 10 autoblindo, 1 5 pezzi controcarro ed 1 pezzo d'artiglieria. Non ha più alcun carro. Con le forze attualmente a disposizione, la linea Marsa Brega Marada può essere occupata soltanto nel settore settentrionale. E' costituita a capisaldi. Vi sono dei campi minati e dei reticolati costruiti l'anno passato. Tra caposaldo e caposaldo vi sono spesso intervalli di 3 - 4 km. Sono state collocate 30.000 mine. Da rilevare che ad Alamein ne avevamo messe 500.000. Dietro il fronte sono state dislocate forze mobili e reparti esploranti, in modo di poter dare un appoggio, in caso di un attacco nemico a cavallo della Balbia. Dietro la linea di Agheila vi sono numerosi soldati tedeschi senza armi controcarro e senza mitragliatrici ( resti della 164' div.) , circa 3.000 uomini e numerosi soldati dei Corpi d'armata italiani. I numerosi autocarri e mezzi, che sono stati colpiti dall'aviazione nemica, hanno dovuto essere lasciati sul posto. Il nemico ha seguito il nostro ripiegamento con reparti della 7• divisione corazzata attraverso il deserto sud-gebelico e con la 2• divisione neozelandese lungo la Balbia, di cui sembra che il nemico abbia rimesso a posto le interruzioni, perchè da ieri sta marciando da Bengasi verso sud. E' da ritenere che il nemico attacchi dapprima con queste due Divisioni; si spera di fermarlo, ma la battaglia sarà molto dura, perchè il nemico, al momento dell'attacco, sarà nuovamente appoggiato dall'aviazione e disporrà certamente di molte munizioni. Bisogna tener presente che parte delle truppe dislocate ad Agheila sono nuove alla battaglia e certamente all'inizio saranno impressionate dall'efficacia del fuoco avversario. Sulla linea si dispone di una
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sessantina di batterie, ma quasi tutte di piccolo calibro. Vi è scarsezza di munizioni. Per ora si dispone soltanto di un terzo di giornata di fuoco. Al primo dicembre la disponibilità sarà di mezza giornata di fuoco. Da tenere inoltre presente il grado di stanchezza delle truppe che hanno ripiegato da Alamein. Fra 2-3 settimane il nemico potrà mandare ali'attacco 2 Divisioni corazzate, 4 Divisioni motorizzate, ossia: 420 carri, 300 autoblindo, 360 pezzi leggeri, 48 pezzi pesanti, 50 controcarri pesanti. Nello stesso periodo a noi non possono giungere rinforzi. Si ritiene inoltre che il nemico non attaccherà soltanto frontalmente, ma anche con manovra aggirante dal sud, in una zona di 50 km, che non può essere guardata per mancanza di forze. Anche il presidio di Marada è assai esiguo. Il nemico ha quindi la possibilità di tagliare la via ai resti dell'Armata e di annientarli. Le richieste di complementi in truppa, armi e materiali sono state fatte, ma chissà quando giungeranno, specialmente se giungeranno da Tunisi, che è la via più lunga. Giungeranno troppo tardi. L'Armata ha impiegato tutto per tenere il fronte di Marsa Brega -Marada, ma le sue forze sono limitate e non si potrà fare nulla, se dovesse avvenire uno sfondamento della posizione. A tergo si trovano delle truppe quasi disarmate. Se verrà ingaggiata battaglia sulla predetta linea, non sarà poi possibile organizzare una qualsiasi altra difesa verso Tripoli. Gli ordini avuti dal Duce sono stati di difendere questa posizione ed essa sarà difesa. Si fa anche presente che vi è scarsezza di carburanti. Attualmente arrivano Bo tonn. al giorno, mentre ne occorrerebbero 400.
Mar. Kess.: Esprime il parere, che, se si lascia il fronte di Agheila, il fronte tunisino verrà minacciato, in ispecie se il porto di Tripoli non dovesse funzionare bene. Le posizioni di Buerat non difendono sufficientemente i porti di Tripoli, Biserta e Tunisi. Bisogna quindi resistere ad Agheila. Mar. Rom.: Afferma di aver fatto presente al Fuhrer che, se le forze che attaccheranno dovessero essere superiori alla 7" divisione corazzata ed alla 2• neozelandese, non si potrà resistere. E' già difficile ora sganciarsi dal nemico. Mar. Kess.: Dichiara che in Tunisia non siamo ancora abbastanza forti per poter difendere la testa di sbarco. Se si perde la Tunisia, si perde ttmo lo scacchiere africano. g quindi necessario che
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il Mar. Rommel combatta il più lontano possibile dal fronte tunisino. Le truppe che hanno ripiegato da Alamein hanno combattuto valorosamente ed hanno inflitto delle perdite al nemico; sarebbe la prima volta che una Armata avversaria, dopo un percorso di oltre 1 300 km avesse ancora la forza necessaria per sfondare un nuovo fronte. Non si sa ancora quando le Divisioni corazzate e motorizzate nemiche potranno essere validamente impiegate. Il X corpo d'aviazione di Creta ha inflitto ed infliggerà ancora gravi perdite al nemico. Se da tempo è stato deciso di tenere le posizioni di Agheila ad ogni costo, bisogna tenerle ad ogni costo. Occorrono però dei rinforzi in caccia e bombardieri alt'aviazione africana. Occorre che i pezzi da 87 giungano al più presto. Occorre far affluire del carburante per i trasporti. E' necessario poter disporre dei porti di Tripoli e della Tunisia, perchè soltanto così potranno arrivare i rinforzi ed i mezzi necessari a Rommel. M olti mezzi potrebbero essere aviotrasportati, se non si dovesse trasportare per via aerea il carburante.
Mar. Rom.: Insiste nel dichiarare che non è possibile rimanere sulla nota linea, perchè le truppe mancano di mezzi, munizioni e carburanti. Portarsi a Buerat è prolungare la vita dell'A.C.l .T. Ritiene però che ormai, sgomberata Agedabia, è difficile sganciarsi, tanto più che mancano i carburanti necessari per i trasporti.
Ecc. Bern.: Fa presente che, ripiegando sulla linea di Buerat, rimarrebbero soltanto 4 o 5 campi per tutta l'aviazione italiana e tedesca, il che sarebbe assolutamente inmfficiente. Mar. Cav. : Fa presente che si è riportata la media di scarico del porto di Tripoli a 2000 tonn. Superlibia farà di tutto per potenziare lo scarico, impiegando truppe e maestranze locali, non essendovi la possibilità di inviare dall'Italia portuali. Prega l'Ecc. Bastico di unificare gli sforzi tendenti ad un sollecito miglioramento delle possibilità di scarico a Tripoli. Mette in evidenza che, se si dovesse ripiegare su Buerat, il porto di Tripoli servirebbe ben poco. Ecc. Bast. : Dichiara che sarà fatto tutto il possibile. E' però necessario potenziare la difesa contraerea del porto di Tripoli. Mar. Kess. : Promette che saranno inviate batterie e radiolocalizzatori. Mar. Cav. : E' necessario costituire due autoreparti di manm•ra, uno italiano, l'altro tedesco, ciascuno di almeno 200 automezzi.
Il Mar. Bastico consegna al Mar. Cavallero un appunto, in et.i sono indicate le condizioni indispensabili per effettuare un eventuale· ripiegamento su Buerat. Esse sono le seguenti: occorre che i tedeschi ci diano almeno 500 automezzi idonei, se vogliamo portare indietro la Divisione « LA Spezia» e le artiglierie. Questi automezzi devono essere dati alla nostra Intendenza. Occorre poter disporre in Libia di una forte aviazione per poter proteggere l'eventuale ripiegamento. Occorre avere le spalle sicure in Tunisia. Se queste circostanze non dovessero verificarsi, sarebbe un'illusione parlare di un ripiegamento su Buerat. Necessita quindi difendersi ad oltranza sulla linea Agheila Marada.
Il Capo di S. M. Generale rientrava nello stesso pomeriggio del giorno 24 a Roma ed era in grado di far conoscere le decisioni prese, trasmettendo, alle ore 16.30 del giorno 25, al Maresciallo Bastico, il seguente ordine : Da Comando Supremo at Superlibia
N. 33707 Op. Per Maresciallo Bastico. Ho riferito al Duce quanto espostomi colloquio 24 corrente. Duce dispone: 1°) Prolungare quanto più possibile arresto su linea Marsa Brega tenuto presente che periodo piogge sarà verosimilmente at nostro favore. 2°) Al più presto attaccare decisamente avanguardie nemiche in presenza per riprendere iniziativa et imporre ad esse deciso arresto. 3°) At questo fine stretta collaborazione con arma aerea anche proveniente da Creta, come accordato ieri con Maresciallo Kesselring. At rinforzo caccia provvedono tanto O.B.S. che Superaereo. 4°) Ripiegamento su linea Buerat può essere considerato nel solo caso che un attacco nemico in forze decisamente prevalenti si delineasse. 5°) Tale movimento deve essere preveduto in ogni particolare et organizzato in precedenza. Ciò per misura prudenziale et riservatamente. 6°) Per automezzi vedere telegramma a parte. 7°) Eventuale scelta del momento per ripiegare deve essere fatta di concerto con Maresciallo Rommel et Governatore Libia et
movimento deve essere autorizzato da quest'ultimo. Per parte nostra vorrete chiedere autorizzazione Duce :Salvo assoluta urgenza nel qual caso potrete decidere direttamente. CAVALLERO Sulla base di tale deciso orientamento superiore, il Maresciallo Bastico notificava a Rommel la determinazione definitiva assunta dal Comando Supremo per la difesa delle posizioni sulla linea Marsa -e! Brega - El Agheila. Comunque, per premunirsi contro ogni sorpresa e per evitare una deprecabile impreparazione di fronte ad eventuali diversi sviluppi delle operazioni, invitava il Maresciallo Rommel a studiare, in via strettamente riservata, le modalità esecutive per un ripiegamento che si fosse reso necessario sulle posizioni di Buerat ed, intanto, disponeva che su tali posizioni si trasferisse il Comando del XX corpo d'armata per studiare e predisporre una linea difensiva sulla sponda occidentale dell'Uadi el Chebir, che sarebbe stata presidiata, a cominciare dal mare, con i reparti della Divisione « Trieste» e gradualmente potenziata ed integrata con altre unità riordinate e rimesse in efficienza. Tali sue direttive e decisioni il Maresciallo Bastico portava, contemporaneamente, a conoscenza del Comando Supremo. GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA CoM. SuPER. FF. AA. AFRICA SETTENTR. STATO MAGGIORE
P. M. 11, li 26 novembre 1942, ore 12.40 P.A.P.A. - Cifrato - Segreto - Via radio. Ufficio di Collegamento Germanico presso Superlibia. Per Maresciallo Rommel, Comandante Superiore A.C.I.T.
.et, per conoscenza: Stato Maggiore Collegamento con A.C.l.T. ( Colacit ). 01 / 19587 Op. Duce ordina la resistenza sulle posizioni di Marsa Brega, il che sarà anche agevolato dal periodo delle pioggie. Prospetta inoltre convenienza attaccare al più presto avanguardie
nemiche per imporre ad esse deciso arresto; a tale scopo est assicurato anche concorso aviazione da Creta come da accordi con Maresciallo Kuselring; tanto O.B.S. che Sttperaereo provvederanno rinforzare caccia. Per parte mia Vi lascio arbitro decidere circa convenienza attt non di eseguire attacco. Preciso invece che nessun ripiegamento defle esse-re ordinato senza mio preflentiflo esplicito ordine, da provocare soltanto in caso di assoluta necessità. Poichè però detto ripiegamento potrebbe rendersi necessario nel caso attacco nemico in forze assolutamente preponderanti est opportuno studiare tale eventualità, come d'altra parte già avete ordinato, ma in via strettamente riserflata. Sto provvedendo raccogliere automezzi necessari per eventuale trasporto in due viaggi delle truppe et artiglierie italiane che ancora sono prive di mezzi. Circa infine XX corparmata Vi ho già lasciato libero decidere circa gruppo combattimento Cantaluppi. Diflisione « Trieste » si sta ricostituendo con cinque battaglioni et quattro gruppi. Preferirei non impiegarla; ditemi tuttavia vostro pensiero. Ho disposto affluenza munizioni et nuof/e unità artiglieria verso Agheila. Con l'occasione mi è gradito, caro Maresciallo, confermarvi la fiducia che laflorando assieme da buoni camerati riusciremo a superare l'attuale grave momento. BASTICO
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
CoM. SuPu. FF. AA. AFRICA SETTENTR. STATO MAGGIORE
li 26 novembre 1942, ore 12.40 P.A.P.A. - Segreto - Cifrato - Via radio. Comando Supremo Roma 01 / 19610 Op. Ho trasmesso al Maresciallo Rommel le direttive di cui f/ostro 33707, lasciandolo peraltro libero di decidere sulla convenienza di effettuare azione offensifla contro avanguardia nemica. Rommel sembra in questo momento propenso a resistere su posizioni Marsa Brega come ordinatogli: ma dato suo carattere est anche da tener presente eventualità che egli, come già altra volta
fatto, iniziasse ripiegamento senza necessità et senza ordine (1). Per premunirmi contro siffatta pericolosissima eventualità ho ordinato al Comando XX corparmata di trasferirsi at Buerat et preordinare una linea in quella zona. Ho inoltre disposto che Divisione « Trieste » si ricostituisca in detta zona su cinque battaglioni et quattro gruppi che saranno pronti tra qualche giorno. Non escludo di impiegare la ricostituita « Trieste » su posizioni Marsa Brega qualora situazione si assestasse et ho chiesto di conoscere in merito pensiero Rommel che vi comunicherò. Stiamo alacremente ricostituendo le poche altre unità possibili specie artiglierie che faccio afflt,ire su posizioni Agheila man mano pronte. Per automezzi rispondo a parte. BASTlCO
La disposizione per la quale nessun ripiegamento si sarebbe dovuto compiere ad ovest della linea di El Agheila senza ordine o senza preventiva autorizzazione del Maresciallo Bastico provocò un vivace risentimento da parte del Maresciallo Rommel che, il 27 novembre, obiettava a Superlibia che tale prescrizione contrastava con le disposizioni verbali dategli dal Maresciallo Cavallero nella riunione del 24 novembre ad Ara dei Fileni (2). Egli dichiarava, perciò, come fosse sua intenzione di attenersi agli ordini di Mussolini e di Hitler e di resistere, quindi, ad oltranza sulle posizioni di Marsa eI Brega sino a quando il loro abbandono non fosse stato imposto dall'attacco nemico - come ad El Alamein - o richiesto dalla situazione del fronte tunisino. Altro disappunto il Maresciallo Rommel esprimeva nei riguardi delle disposizioni relative allo scioglimento di alcune nostre Grandi Unità e dell'assegnazione della Divisione « Trieste )> alla zona di Buerat, in quanto: - in base all'ordine di resistenza ad oltranza sulle posizioni di El Agheila, con impiego di tutte le forze disponibili, non poteva (1) In realtà questa supposizione trovava, più tardi, esatta conferma, perchè il 12 dicembre, in seguito al pronunziarsi delle prime azioni preliminari dell'attacco nemico, il Maresciallo Rommel assumeva la decisione di iniziare senz'altro il ripiegamento verso le posizioni di Buerat (v. pag. 275). (2) Nel resoconto della riunione, già testualmente riportato, non vi è alcuna traccia di ordini particolari impartiti direttamente a Rommel da Cavallero, nè di essi è dato di rilevare notizia in altri documenti.
assumersi la responsabilità di avviare a Buerat gli elementi rimasti della Divisione <<Trieste» (1)~ - neppure poteva rinunciare alla ricostituzione delle Divisioni « Ariete » e « Littorio », giacchè la scarsa consistenza della ,<Centauro», le forti perdite del D.A.K. ed i presumibili modesti rifornimenti tedeschi non gli avrebbero consentito la formazione di quella massa corazzata assolutamente indispensabile per far fronte alle prossime operazioni. Rommel concludeva che, a seguito di uno studio riservato elaborato per l'eventualità di un forzato ripiegamento su Buerat, non era in grado di fornire automezzi per l'autotrasporto delle truppe italiane, dovendo provvedere allo sgombero sulle retrovie di ancora 10.000 soldati tedeschi. Chiedeva, infine, l'assegnazione di 500 automezzi italiani da mettere a disposizione del XXI corpo d'armata, diversamente la perdita della massa delle forze italiane sarebbe stata inevitabile. Superlibia, a parte il grave problema degli automezzi che solo parzialmente riusciva a risolvere ( allegato 38 ), aderiva alla richiesta di Rommel di trattenere sulle posizioni di El Agheila gli elementi della Divisione «Trieste », e precisava (27 novembre) che lo scioglimento delle Divisioni « Ariete >> e « Littorio >> era provvedimento imposto dallo stato di efficienza delle Divisioni stesse: GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPER.
FF. AA. DELLA LIBIA
STATO MAGGIORE
27 novembre 1942, ore 12.15
P.A.P.A. - Cifrato - Via radio. Stato Maggiore italiano collegamento con A.C.I.T.
01 / 19660 Op. Per Generale Mancine/li. Rommel afferma non poter consentire scioglimento Divisioni << Ariete >> e « Littorio >> . Ri(1) Si trattava dei due battaglioni (I e II/66° fanteria) della Divisione « Trieste >J, già appartenenti al
<< Gruppo di combattimento XX corpo d'armata» che si trasformò ed assunse la denominazione di « Gruppo di combattimento (di formazione) Ariete>> . Questo, chiamato anche cc Gruppo Cantaluppi » dal nome del suo comandante (generale Cantaluppi), si trovava schierato ad El Agheila ed era costi-
286 spando a mezzo vostro pregandovi di spiegargli che lo scioglimento è imposto dalla pratica distruzione purtroppo avvenuta di tali grandi unità di cui sarebbe inutile unere in vita il solo comando. Con minimi elementi superstiti « Ariete » et « Littorio >> et con elementi « Centauro » gitmti et in corso avviamento speriamo mettere insieme una Divisione pur modestamente corazzata che metterò at disposizione A.C.I.T. come già fatto per il primo battaglione carri. Fra pochissimi giorni disporrò di alcuni gruppi artiglieria et forse qualche battaglione. Sono peraltro riluttante a mandarli Agheila perchè contegno Rommel nei riguardi resistenza Marsa Brega non mi riesce chiaro nonostante ripetuti colloqui. Vi prego esprimermi vostro pensiero circa reali intenzionì Rommel. Circa automezzi oggi parte per XXI corpo un autoreparto di 100 pezzi at cui seguirà domani secondo analogo con comando di autogruppo. Per ora non posso fare di più, ma spero ottenere ancora qualche risultato fra pochi giorni. Anche sotto questo aspetto è dunque essenziale guadagnare tempo. Frattanto radtmo presso Buerat, per ogni evenienza, Divisione « Trieste » in corso ricostituzione su cinque battaglioni et quattro gruppi oltre al nucleo Cantaluppi rimasto presso A.C.l.T. Prossimi eventi suggeriranno se lasciarla Buerat quale imbastitura schieramento nuovo aut impiegarla zona Agheila. Per quanto superfluo ritengo farvi presente che vostra azione presso comando tedesco oltre a carattere informativo deve tendere a volgarizzare, chiarire et sostenere, al caso anche energicamente, direttive et intendimenti Superlibia. BASTICO
In definitiva, si deve constatare come si fosse verificata una ben strana contraddizione in termini : il Maresciallo Bastico, nella previsione e nel convincimento che Rommel avrebbe abbandonato le posizioni di El Agheila il più presto che gli sarebbe stato possibile 1 spiritualmente e concettualmente orientato com'era a ripiegare sulla linea di Buerat -, si preoccupava di pervenire ad una preventiva sia pure embrionale organizzazione difensiva di questa linea, destinandovi, a presidio, i superstiti elementi della « Trieste » appena riordituito da 2 battaglioni di fanteria (quelli del 66°), 2 battaglioni carri M/ 41 (XIV e XVII), incompleti, un gruppo artiglieria <JJ/53 della Divisione « Centauro» ed il III/ 3° artiglieria da 75/27 della Divisione «Pistoia».
nati; il Maresciallo Rommel, pur non essendo convinto della convenienza di resistere ad El Agheila, reclamava la piena e totale disponibilità delle truppe efficienti per difendere le posizioni che, « in pectore », già aveva deciso di abbandonare per ripiegare su Buerat.
Improvviso viaggio in Europa del Maresciallo Rommel ( 28 novembre 1942)
La situazione indubbiamente assai critica dei mezzi e dei materiali disponibili; le insuperabili difficoltà che si incontravano nei rifornimenti; la inadeguatezza delle forze ai compiti imminenti da assolvere; le divergenze degli orientamenti concettuali e degli intendimenti operativi erano tutti elementi capaci di determinare in Rommel uno stato di apprensione e di orgasmo negativamente incidente sull'equilibrio e sulla serenità che sono indispensabili ad un Comandante impegnato in difficili momenti operativi. Il Generale Mancinelli, in data 28 novembre, in sede di risposta alla comunicazione (pag. 281) fattagli dal Maresciallo Bastico il giorno precedente, dava un quadro assai concreto dello stato d'animo di Rommel e dei suoi risentimenti ( allegato 39) precisando: « Rommel et il suo Stato Maggiore sono del più nero pessimismo. Non crede che riusciremo a fermarci Tunisi et non crede arrivino importanti rinforzi et comunque è convinto nostra in/eriorità materiale anche se rinforzata di fronte più moderna et ricchissima attrezzatura avversario » .•. « ne deriva intima persuasione impossibilità efficace resistenza et si presenta interrogativo se in tali condizioni Rommel possa rimanere al comando Armata dove farà certamente proprio dovere da quel grande soldato che è ma senza animo et senza fede )>. Nel tentativo di risolvere direttamente la difficile situazione provocando di persona i provvedimenti più adeguati e sollecitando l'intervento di Hitler, il Maresciallo Rommel il mattino del 28 novembre improvvisamente decise di recarsi in Europa. Lasciò, pertanto, il comando interinale dell'A.C.I.T. al Generale Fehn e si limitò a fare una semplice segnalazione del suo allontanamento a Superlibia, dichiarando di « sentirsi obbligato a con/erire personalmente con jl Fuhrer, Comandante Supremo delle Forze germaniche, sulla situazione ed approvvigionamento delle truppe tedesche del!'Armata corazzata d'Africa».
288 Tale atteggiamento del Comandante dell'A.C.I.T. non poteva mancare di destare il più vivo rammarico da parte del Maresciallo Bastico, che stigmatizzò con aspri termini il palese atto di indisciplina che, se « compiuto da qualsiasi generale italiano, avrebbe condotto questi dinanzi al Tribunale di Guerra per abbandono di posto di fronte al nemico >>. Il Maresciallo Cavallero, a sua volta, informato direttamente da Bastico del fatto ( allegato 40 ), ne prospettò tutta la gravità all'Addetto militare germanico in Roma (1). Non poteva, naturalmente, trattarsi che di una protesta solamente platonica. Rommel parlò con Hitler. Gli fece comprendere la necessità « di prendere in considerazione lo sgombero a lunga scadenza del teatro di guerra africano, visto che, secondo tutte le esperienze, non era più da attendersi un mutamento della situazione dei trasporti >> e lo avvertì che « se l'Armata avess.e dovuto rimanere nel NordAfrica sarebbe andata distrutta » (2). Passò, poi, per Roma, dove ebbe contatti con il nostro Comando Supremo; rientrò, infine, in Libia dopo quattro giorni di assenza. Durante la sosta a Roma telegrafava all'A.C.I.T. che, in base alle direttive ricevute da Hitler e da Mussolini, tutte le truppe, anche non motorizzate, dovevano essere impiegate sulle posizioni di Marsa el Brega. Questo ordine, che confermava la decisione di resistenza ad oltranza sulla linea in quel momento occupata, dichiarava una modifica degli orientamenti concettuali del Maresciallo Rommel, dovuta alle promesse fattegli di tempestivi invii di armi e mezzi necessari. Si verificò una salutare reazione nel Comando dell'A.C.I.T., con un ritorno alla fiducia ed alla ferma volontà di tenace resistenza. Tutte le unità e tutti i reparti, comunque impiegabili (D.A.K., 90a divisione, reggimento corazzato granatieri, gruppi esploranti) furono subito avvicinati ai rispettivi settori d'azione e vennero portati in linea anche altri 800 uomini della 164a divisione tedesca, che si trovava a Zavia per riordinamento, nonchè numerosi elementi dei servizi e del carreggio. (1) Colonnello von Waldenburg. Aveva sostituito, nella carica, il Generale von Rintelen, ferito in un incidente aereo durante il ritorno a Roma, dalla Libia, il 24 novembre. (2) Ro~{MEL, op. cit., pag. 332. Il Maresciallo Rommel riferisce (ibidem) che Hitler « si eccitò a dismisura » per i suggerimenti di abbandono dell'Africa e confermò l'ordine di resistenza ad oltranza sulle posizioni di El Agheila.
Sguardo d'insieme al- La sera del 28 novembre, presumibilmente la situazione in Medi- in seguito al colloquio avuto con il Mareterraneo. Evoluzione sciallo Rommel e all'esposizione da questi degli orientamenti sul- fattagli delle condizioni dell'Armata in la difesa della Tripo- A&ica e delle sue necessità, H itler scriveva litania a Mussolini ( allegato 41) per invitarlo a personalmente intervenire al fine di superare le difficoltà relative ai rifornimenti diretti in Africa ed alla sicurezza dei trasporti marittimi. L'esatto quadro della complessa e grave situazione di questo particolare settore della guerra in Mediterraneo, che aveva condizionato e condizionava lo sviluppo e l'andamento delle operazioni terrestri nello scacchiere, veniva, allora, molto efficacemente e realisticamente delineato dallo Stato Maggiore Marina che, al riguardo, in data 29 novembre, redigeva un apposito circostanziato promemoria riepilogativo ( allegato 42). In questo, veniva inequivocabilmente ricordato e puntualizzato: « Le forze leggere della flotta italiana sono state sottoposte per due anni e mezzo ad tm regime di sforzo superiore ad ogni possibilità di resistenza del materiale e del personale. Le unità perdute, sia nel servizio di scorta che in quello diretto di trasporto di materiali, sono state molte: 5 3 su 1 28 che ne possedevamo all'inizio della guerra; mentre ne sono entrate in serviz io 19. Le unità che hanno bisogno di lavori e di riparazioni assolutamente im prorogabili si vanno facendo ogni giorno pit', numerose: ammontano oggi a 39 sulle 94 esistenti. Gli stabilimenti di lavoro non sono più in condizione di provvedere alla sollecita riparazione di tante unità insieme... Ed è anche esatto che "occorre solamente navigare" (1). Ma è proprio questo il problema centrale di tutta la nostra guerra, il problema superiore ad ogni previsione che le circostanze hanno imposto alla Marin.:i italiana: navigare senza posa per alimentare una guerra oltremare contro un nemico che ha avtlto sin dall'inizio una enorme superiorità di mezzi navali e che è veni,to acquistando e poi accrescendo col tempo la mperiorità dei mezzi aerei, potenziata dalla posizione eccezionale di quella base di Malta che esso ha sempre considerata la sua più grande forza in Mediterraneo ». (1) Appare chiaro, da questa espressione, come il documento fosse stato redatto in seguito ed in relazione alla lettera ( allegato 41 ) di Hitler a Mussolini.
19. - Al.
La situazione generale nel Nord - Africa, quale si era venuta a determinare dal 23 ottobre in pai, per effetto della battaglia di El Alamein e dello sbarco anglo-americano, era oggetto anche di specifico documento redatto, in data 30 novembre, dal Comando Supremo. Lo si riporta testualmente: COMANDO SUPREMO
P. M. 21 , li 30 novembre 1942 Promemoria.
1) La situazione generale nel Nord Africa impone il dovere di impedire ali'at1t1ersario la congiunzione delle due Armate operanti in Libia ed in Tunisia. Ne consegue la necessità che l'Armata corazzata italo - tedesca operante in Tripolitania imponga ali'avt1ersario un movimento in at1anti il più lento possibile e perciò mantenga le posizioni il più a lungo possibile. Ciò anche per consentire il potenziamento delle unità già sbarcate in Tunisia, alle quali spetta il compito di ampliare la testa di sbarco e successivamente respingere le unità anglo-americane e degaulliste oltre il confine tunisino e fino alle basi di sbarco. Gli è perciò che all'Armata corazzata italo - tedesca della Libia è stato dato ordine di mantenere il contatto con l'at1t1ersario, obbligandolo ad uno schieramento di forze per l' et1entuale attacco e ripiegare in tempo di posizione in posizione, qualora questo attacco si manifestasse con assoluta superiorità. Tali disposizioni corrispondono al parere espressamente formulato dall'O.K. W. 2) Nel quadro operatit10, di cui al precedente numero, il potenziamento del 'Armata corazzata italo- germanica sotto tutti i punti di t1Ìsta costituisce condizione necessaria al 100 per cento, in quanto l'Armata corazzata deve ottenere il rallentamento dell'avanzata dell'avversario nella misura che i mezzi con cui è possibile alimentarla potranno consentirle. Alla realizzazione di tale condiz ione il Comando Supremo dedica ogni particolare cura perchè il potenziamento stesso è in rapporto diretto alle possibilità di resistenza e conseguentemente al ricercato guadagno di tempo e di spazio.
3) Ciò premesso: a) Dal 4 novembre ( inizio ripiegamento Armata) sono partiti dall'Italia per Tripoli n. 12 piroscafi per complessive 39.000 tonnellate circa di materiale, 640 automezzi e 95 mezzi corazzati. Di questi sono giunti a destinazione: n . 9 piroscafi con complessive tonnellate 32.000 circa di materiali, 600 automezzi, 85 mezzi corazzati. Degli automezzi e del tonnellaggio su indicato, appartengono alle Forze germaniche: 11.000 tonnellate di materiale circa; 190 automezzi; I 4 mezzi corazzati. b) La capacità di scarico nel porto di Tripoli, all'inizio e durante l'offensiva in corso, risultava sensibilmente ridotta non tanto per la deficienza di mano d'opera, quanto soprattutto per scarsità di attrezzatura portuale, che, su richiesta della stessa Autorità germanica, era stata trasferita a Bengasi, Tobruk ed altri porti ed ancoraggi dell'Egitto. Ed allorquando, per lo sviluppo assunto dalle operazioni, il nemico ha potuto potenziare Malta, anche i bombardamenti, susseguentisi di giorno e di notte sul porto di Tripoli, l1anno ulteriormente diminuito la già ridotta capacità di scarico. Ne è pertanto conseguita una lunga sosta dei piroscafi mercantili in porto con conseguente temporaneo blocco del porto stesso. Su tale situazione ha altresì fortemente influito la mancanza assoh,ta di nafta nel porto di Tripoli, mancanza che ha impedito alle navi di scorta di rifornirsi e di fare tempestivamente rientrare in Patria i piroscafi già scarichi, nonchè l'imprevisto ed improvviso trasferimento in detto porto del naviglio che, con materiale di sgombero, aveva dovuto ripiegare da Tobrnk e successivamente da Bengasi. 4) Indipendentemente dalla situazione su esposta, il Comando Supremo, mentre disponeva per il ripristino dell'attrezzatt-1ra del porto di Tripoli e per il potenziamento della difesa e.a., provvedeva al potenziamento dell'Armata corazzata italo - tedesca con avviamento: - via mare ( piroscafi << Chisone >) e « Veloce » con automezzi e carburanti; piroscafi « Palmaiola », « Etruria», « Audace >, con
carburanti tutti in partenza nella giornata del 30; sommergibili vari con munizioni e carburanti); - via aerea ( personale - armi - munizioni - carburanti); - via terra ( da Tunisi per Gabès) con autocolonna di autotreni partita il giorno 29 da Tunisi; avviamento questo che non vuol significare che la via di rifornimento terrestre per la Tunisia possa considerarsi normale ( e ciò in dipendenza della situazione operativa locale). 5) In relazione a quanto è detto al n. 1, il guadagnare tempo e spazio non richiede in modo assoluto un flusso ininterrotto di rifornimenti a Tripoli, ma una alimentazione sufficiente ali'Armata per l'assolvimento del suo limitato compito. In vista di tale necessità il Comando Supremo ha manten_uto e continua a mantenere il traffico marittimo con Tripoli. Ed i frogrammi predisposti prevedono l'avviamento via mare entro il 1 5 dicembre di circa 20.000 tonnellate di materiali e carburanti oltre a non meno di 500 autoveicoli, mezzi corazzati compresi.
6) E' fuori dubbio che, perchè sia assicurato l'arrivo a destinazione ed il conseguente scarico di tutti i piroscafi avviati dall'Italia, occorre: a) neutralizzare fortemente Malta; bJ assicurare la tempestiva disponibilità della nafta occorrente; c) destinare al traffico per l'A. S. tutto il naviglio mercantile che, per velocità e per picchi di carico, si presti allo scopo: e l'Italia ha già dato tutto quello che aveva. Beninteso che la possibilità di mantenere e di alimentare contemporaneamente il traffico per la Tunisia e la Tripolitania dipende essenzialmente dalla disponibilità del naviglio di scorta, disponibili~à che, causa le perdite e le avarie, è in sensibile continua diminuzione. Su ciò riferirà a parte la R . Marina. Una tale indagine sulla situazione generale del momento e la conseguente sua valutazione in un quadro di naturali interdipendenze fra esigenze operative e reali possibilità di soddisfarle con il ritmo e la continuità dei rifornimenti e dell'alimentazione da esse richiesti, non potevano non esercitar,e una influenza determinante
sugli orientamenti concettuali relativi alla condotta della difesa della Tripolitania. I fermi e ribaditi propositi di resistere ad oltranza sulla linea cli El Agheila (v. pagg. 236-281) avevano cominciato a trovare attenuazioni, fin dal 21 novembre (v. pag. 269) in una più realistica visione delle effettive possibilità operative determinate in base alle finalità che la situazione del momento consentiva di perseguire. L'iniziale concezione operativa del Comando Supremo aveva, dunque, subito una certa evoluzione negli ultimi giorni di novembre, e la si può così schematizzare: - resistere fin quando possibile sulle posizioni della linea Marsa el Brega -El Agheila - Marada, e riorganizzare sugli immediati rovesci delle posizioni stesse le forze motocorazzate dell'A.C.I.T.; - ricostituire in posizioni arretrate, anche a Buerat el H sun, quegli elementi che per effetto del ripiegamento avevano subito un tale decadimento di efficienza da richiedere un riordinamento che non ne consentiva un pronto impiego sulla linea di Marsa el Brega; _,. spostare gradualmente, non appena lo si sarebbe giudicato necessario, le fanterie dalla linea Marsa e! Brega - El Agheila sulle posizioni di Buerat, sostituendole sulle prime posizioni con forze mobili; - ripiegare nello stesso tempo e con criterio di gradualità le truppe del Sahara Libico; - iniziare al più presto il rafforzamento delle posizioni degli Shotts in territorio tunisino, che avrebbero dovuto costituire estrema garanzia per ogni eventualità.
Disposizioni per il graduale ripiegamento sulle posizioni di Buerat
Mentre i provvedimenti e gli apprestamenti difensivi sulla linea Marsa el Brega - El Agheila proseguivano con alacrità e di giorno in giorno si perveniva ad un miglioramento dell'organizzazione - che al 1° dicembre risultava quale è riportata particolareggiatamente nello scliizzo 30 -, a tarda sera del 1° dicembre 1942 il Comando Supremo impartiva al Maresciallo Bastico il seguente ordine (1): (1) L'evidente contrasto fra la disposizione, contenuta in quest'ordine, di iniziare anche subito il ripiegamento su Buerat cd il precedente orientamento
At Superlibia. 33814 Op. Per Maresciallo Bastico.
Ore 23.45
Comunico seguente ordine del Duce:
1°) Vi autorizzo iniziare graduale ripiegamento A.C.l.T. su nuot1e P?sizioni prestabilite previa sollecita affluenza mezzi trasporto necessari.
2°) Unità mobili devono rimanere in sito più a lungo possibile non soltanto per coprire movimento fanteria ma anche per agire offensivamente contro elementi avanzanti del nemico. 3°) Fanterie non dotate automezzi devono essere sgomberate con automezzi forniti da codesto comando. 4°) Su nuot1e posizioni dot1rete portare in tempo anche le artiglierie meno mobili.
5°) Movimento da farsi a scaglioni nelle ore notturne per sottrarsi osservazione et offesa nemica. 6°) Con tutti i mezzi disponibili, con battaglioni del 5° bersaglieri, con reparti germanici arretrati, con lat1oratori comunque raccolti et prigionieri intensificate prima organizzazione posizione Buerat fino quando non potrà occuparsene il Maresciallo Rommel, del Comando Supremo, in più occasioni ribadito, di prolungare il più a lungo possibile la resistenza ad El Agheila e di ripiegare su Buerat solo per effetto di massicci attacchi avversari e quando lo si sarebbe giudicato necessario, indica una evoluzione concettuale del nostro Comando Supremo, maturata nel giro di poco più di un solo giorno. E' da ritenere, quindi, che a determinarla, non debba essere stato estraneo lo stesso Rommel nel corso di colloqui avuti durante la sua sosta a Roma, sulla via del ritorno in Africa Settentrionale. Dal Diario del Comando Supremo ( allegato 43) si rileva che una riunione ebbe luogo fra le ore II e le 15.30 del 1° dicembre. Ad essa presero parte, fra gli altri, anche Goering e Rommel. Al termine della riunione Cavallero confermò: << Il ripiegamento da Marsa el Brega deve avvenire il più tardi possibile J> . Nel corso del colloquio aveva affermato: « Solo il Duce potrà decidere se Rommel dovrà ritirarsi sulla linea di Buerat >>. Non è da escludere - benchè non se ne siano trovate tracce documentarie - che Rommel abbia avuto un colloquio anche con Mussolini e che sia riuscito a convincerlo delle proprie idee. Questa ipotesi potrebbe trovare convalida nel fatto c~.e il telegramma preparato per Bastico prima delle ore !5.30 (venne, infatti mostrato a Goering durante la riunione) porta l'ora di inoltro delle 23.45. Bbbe, quindi, ur, lungo « iter >J cht potrebbe essere spiegato con l'intervento d' Mussolini.
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posizione sulla quale, in pieno accordo tra Duce et Fuhrer, A.C.l.T. deve fare arresto definitivo et ciò in connessione con operazioni del/' Asse in Tunisia. Numero ingente mine et grande quantità materiale a/forzamento affluisce urgenza da Germania. 7°) Prot1vedete anche in tempo per graduale spostamento aviazione. Rommel informato. Fine dell'ordine. Aggiungo per notizia che con Maresciallo Goering qui presente si stanno prendendo intese per rinforzare in primo tempo con armi et munizioni Armata corazzata et per organizzazione trasporti. Attendete comunque arrivo Rommel che sarà costl domani due corrente. Previsto incontro per necessaria precisazione tempi et modalità. Comunicate notizie. Fine telegramma. UGO CAVALLERO
Nella mattinata del 3 dicembre il Maresciallo Bastico ed il Maresciallo Rommel si incontravano sul campo di aviazione di Tamet per concordare i particolari del ripiegamento sulla nuova linea e la organizzazione di questa, sulla base degli ordini superiori. Venivano prese le seguenti decisioni, che Bastico notificava al Comando Supremo: GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
CoM. SuPER. FF. AA. AFRICA SETIENTR. STATO MAGGIORE
Segreto - P.A.P.A. - Cifrato - Via radio. 3 dicembre 1942, ore 20.10 Comando Supremo Roma 01 / 19933 Op. Per Maresciallo Cavallero. Riferimento vostro 33814 Op. del primo corrente. Oggi tre dicembre ore 10.30 sul campo aviazione T amet at ovest Sirte ho avuto noto colloquio con Maresciallo Rommel. Colloquio est stato improntato massima obiettività et cordialità. Sono state prese seguenti decisioni. Riferimento carta 400.000 foglio Beni Ulid. Primo: A.C.l.T. ripiegherà da attudi posizioni su quelle di Gheddahia, immediatamente at ovest di Buerat. Andamento linea
che sarà precisata da Maresciallo Rommel dopo ricognizione in corso, si svolgerà, grosso modo (1), su posizioni at cavallo Uadi Zemzem quota 97- Gheddahia- Uadi el Macassar. Elementi avanzati occuperanno sponda sinistra Uadi Bei el Chebir. La linea che si appoggerà a sinistra alla Sebca el Auenat, avrà sulla destra la massa di manovra. Sarà inoltre tenuta la posizione di Bu N gem da organizzare a grosso caposaldo con truppe che ripiegano da Marada et Zelia. Secondo: ripiegamento avrà inizio notte sul 6, data qt~esta che est stata fissata dopo maturo esame delle esigenze logistiche et che anche Maresciallo Rommel ha giudicato non procrastinabile. Ripiegamento sarà effettuato at scaglioni di mezza Divisione at cominciare da Divisione «Spezia». Terzo: Presidio Marada ripiega su Zelia nella notte sul 7. Successivamente detti presidi ripiegano su Bu N gem (2). Quarto: Maresciallo Rommel emanerà disposizioni esecutive per ripiegamento. Sono state date tassativ~ disposizioni perchè personale, armi, artiglierie, munizioni, scorte et materiali varii siano integralmente sgombrati. Nostre truppe disporranno entro giorno 7 di 500 autocarri oltre quelli che hanno in posto. Tengasi presente che scorta carburanti presso reparti avanzati consente solamente lo spostamento delle unità da ripiegare, dopo di che, se non giungessero rifornimenti benzina et gasolio, situazione diverrebbe insostenibile. BASTICO
Nel medesimo tempo, Superlibia incaricava il Comando del Sahara Libico di studiare la sistemazione delle truppe dipendenti, tenendo presente : - l'opportunità di un immediato alleggerimento logistico dei presidi orientali; - la necessità di assicurare l'ala destra dell'A.C.I.T. con il saldo possesso della zona H on - Uaddan-Socna; di collocare un forte presidio a Bu Ngem; di organizzare il pattuglia.mento del tratto Bu Ngem - Hon e delle provenienze da Zella. (1) V. schizzo ]I. (2) In effetto, le truppe del presidio di Marada, anzichè ripiegare sul presidio di Zelia e quindi proseguire insieme su Bu Ngcm, raggiunsero quest'ultima località seguendo per un tratto il movimento del XXI corpo d'armata sulla via Balbia (v. pag. 299 e schizzo 33).
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Mentre si prendevano queste misure, relative all'organizzazione del disposto ripiegamento, si doveva lamentare la perdita dei piroscafi « Veloce » ed « Audace » con carico di combustibili liquidi. Si aggravava, così, sensibilmente, la già tanto precaria situazione dei carburanti, sino al punto che Rommel era costretto a segnalare a Superlibia la impossibilità di effettuare il movimento nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre. Altra notevole deficienza veniva sottolineata nel settore automobilistico in quanto il XXI corpo d'armata non aveva potuto ricevere che solo 280 automezzi dei 500 che gli erano stati assegnati. Malgrado tali difficoltà, ulteriormente esasperati dall'affondamento di altri tre piroscafi(« Gualdi », « Minerva » e « Palmaiola »), il Maresciallo Rommel si decise a non dilazionare ancora il movimento di ripiegamento dalle posizioni di El Agheila che dispose di iniziare senz'altro nella notte dal 6 al 7, giacchè molti segni premonitori facevano ritenere imminente un attacco nemico. Montgomery, infatti, faceva serrare sotto il suo dispositivo d 'attacco (schizzo 32). Il Comando del XXX corpo d'armata britannico assumeva il comando dello schieramento avanzato, subentrando al X, che rimaneva a presidio della Cirenaica. La 51a divisione, nel settore settentrionale, riceveva l'ordine di mantenere la pressione sull'avversario, mentre la 1 divisione corazzata - che era passata alle dipendenze del XXX corpo d'armata - doveva osservare e logorare le nostre truppe schierate nei settori centrale e meridionale della linea di difesa. La 2& divisione neozelandese si stava concentrando nella zona attorno ad el Haseiat col compito di aggirare, a momento opportuno, il fianco meridionale della nostra organizzazione difensiva. Mentre gli ultimi elementi delle nostre retroguardie ripiegavano sulle posizioni di El Agheila, una colonna nemica, procedendo lungo la fascia costiera, raggiungeva il 25 novembre la zona di Bu Grada, ed un gruppo esplorante muoveva da B. el Ginn in direzione di B. es Suera. In zona Tmed el Hofra - circa I IO chilometri ad ovest di Marada .....,. un nostro reparto celere contrattaccava 8 camionette nemiche, disperdendole e facendo prigionieri. Nei giorni successivi, 18 bombardieri britannici fecero incursioni su Tripoli, provocando l'incendio del piroscafo « Sirio », danneggiando la motonave « Git~lia », il brigantino (< Unione», il piroscafo « Sportivo », e colpendo un campo di famiglie di militari libici. Ai primi di dicembre, i nostri servizi di informazione segnalavano la presenza di oltre 500 automezzi avversari a sud - ovest della
linea Agedabia - el Haseiat ed il concentramento di forti nuclei motorizzati a cavallo dell'U. el Faregh, presso Maaten Bettafal, ad Ain en Naga, ad cl Haseiat, a Maaten Gheizel. La nostra aviazione eseguiva intense azioni di bombardamento e mitragliamento sulle colonne nemiche in movimento ed in sosta nella zona di Agedabia; anche l'aviazione britannica era molto attiva e compiva numerosi voli di protezione a favore delle proprie truppe e frequenti incursioni offensive nelle nostre retrovie.
Ripiegamento del XXI corpo d'armata sulle posizioni di Buerat
Il ripiegamento dalle posizioni di El Agheila
su quelle di Buerat ebbe inizio nella notte sul 7 dicembre, con il trasferimento di una prima aliquota della Divisione « La Spezia» e del presidio di Marada che si portarono, rispettivamente, nella zona di Arco dei Fileni ed in quella di Bir el Merduma (schizzo 33). A mano a mano che le unità di fanteria italiane si avviavano verso le nuove posizioni arretrate, venivano sostituite, in linea, da formazioni motocorazzate italo - tedesche. Il giorno 8 il XXI corpo d'armata aveva assunto una dislocazione in profondità, lungo la via Balbia, fra l'Arco dei Fileni ed il bivio di en Nofilia, con la Divisione « Giovani Fascisti» (1) scbierata fra il mare ed en Nofilia, dove doveva organizzare una posizione di retroguardia. L'allontanamento dal fronte di El Agheila avvenne senza il minimo contrasto da parte del nemico, la cui attività si limitò ad azioni aeree di ricognizione e di attacco sulle prime linee ed in profondità nelle retrovie. Il giorno 9, le unità in ripiegamento avevano raggiunto la seguente dislocazione: (1) La Divisione « Giovani Fascisti>> apparteneva organicamente al XX corpo d'armata, ma era stata posta alle dipendenze tattiche del Comando del XXI, quando a questo era stato affidato il comando di tutte le truppe schierate al fronte est (El Agheila) fino all'arrivo sulla posizione del Maresciallo Rommel. Il Comando del XX corpo d'armata si trovava a Buerat con la Divi~ionc << Trieste » (XXI corpo d'armata) per provvedere all'organizzazione difensiva di quelle posizioni. L'altra Divisione del XX corpo d'armata (la << Centauro») aveva gli unici reparti (due battaglioni carri) giunti in Tripolitania schierati ad El Agheila, inquadrati nel raggruppamento Cantaluppi.
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- Divisione «Pistoia », nella zona di Arco dei Fileni; ___;. Divisione « Giovani Fascisti», nella zona di en Nofìlia; - truppe dell'ex presidio di Marada (1), al bivio della Balbia per en Nofìlia; - Divisione « La Spezia», nella zona di es-Sultan. Sulle posizioni di Buerat, dove queste unità erano avviate, già affluivano, intanto, gli altri reparti che, da varie provenienze, erano destinati a presidiarle ed il Maresciallo Bastico, il giorno 8, indiceva una riunione ad Homs allo scopo di dare le direttive che potessero conferire, in relazione al personale ed ai mezzi disponibili, la necessaria organicità ai lavori di rafforzamento. A tale riunione partecipava anche il colonnello Wcstphal (2), incaricato dal Comando dell'A.C.I.T. di collaborare con il comando del XX corpo d'armata nell'organizzazione e nella direzione dei lavori. La gravissima situazione dei carburanti riduceva notevolmente l'attività della già scarsa nostra aviazione e vincolava le truppe corazzate schierate ad El Agheila limitandone qualsiasi possibilità di azioni manovrate. Perciò il Maresciallo Rommel, ad evitare che queste truppe fossero travolte inesorabilmente da un eventuale ma non improbabile attacco in forze dell'avversario, decise di adottare un dispositivo di difesa molto profondo e comprendente una posizione intermedia di raccolta nella zona di en Nofìlia. Questa posizione doveva essere tenuta da truppe del XXI corpo d'armata, ad esclusione della Divisione « La Spezia» che veniva fatta proseguire su Buerat, per recuperare e renderne disponibili per altre esigenze gli automezzi. Questa decisione di Rommel non trovò consenziente e favorevole il Maresciallo Bastico, che valutava tutto il rischio ed il pericolo cui veniva esposto il XXI corpo d'armata che, se fosse stato attaccato da unità mobili avversarie, si sarebbe trovato nella impossibilità di svincolarsi per mancanza di automezzi. Dal canto suo Rommel non poteva rinunziare alla logica e prudenziale misura di costituire un punto di appoggio preorganizzato, (1) Due compagnie sahariane, una compagnia G.a.F., un gruppo da 77/ 28 su due batterie. (2) Già capo di Stato Maggiore dcli' A.C.I.T. (v. pag. 276), risulta comandante della 11>4• divisione tedesca alla data dell'B dicembre.
sui rovesci delle posizioni di El Agheila, a sostegno e protezione della raccolta delle unità mobili che fossero state costrette alla ritirata da un aggiramento per il sud contro il quale non avrebbero potuto reagire controffensivamente data la deficiente disponibilità di carburante. Ed, in realtà, quest'azione si verificò. Il Maresciallo Bastico, pur preoccupandosi della sorte che sarebbe potuta toccare alle truppe del XXI corpo d'armata schierate ad en Nofilia senza autocarri, non poteva non riconoscere la fondatezza e la bontà della decisione presa dal Maresciallo Rommel; ma non aveva in proprio la possibilità di far fronte alla situazione e si doveva limitare a rivolgersi al Capo di Stato Maggiore Generale per sollecitare l'invio dei rinforzi necessari ed indispensabili alla difesa della Tripolitania ( allegato 44). Indicata la scarsezza dei rifornimenti giunti sino a quel momento (n dicembre) e la loro inadeguatezza tanto alle nuove esigenze quanto alle sole normali necessità, concludeva sottolineando che << anche la fede può divenire vana se non è integrata dalla forza >> .
Sganciam ento delle unità m otocorazzate italo - tedesche dalle posizioni di El Aghei-
Lo sgombero delle posizioni della linea di El Agheila da parte delle unità di fanteria avviate ad occupare le posizioni di Buerat proseguiva ininterrotto e continuo anche nei 1a (12 di ce mb re). giorni 10 ed II dicembre ed il loro moviCompletamento del ri- mento era ancora in corso quando, alle ore piegamento dell'ACIT 3 del 12 dicembre, si manifestarono i primi a Buerat (31 dicem- sintomi concreti del nuovo attacco inglese. Sottoposto ad azione di fuoco d'artiglieria bre 1942) per una durata di circa tre ore, il caposaldo denominato << Dante >> ( schizzo 29), situato a cavallo della rotabile costiera all'altezza di Marsa el Brega, il cui presidio era stato assunto, dopo lo sgombero dei reparti di fanteria, dai resti della brigata paracadutisti Ramcke, veniva attaccato e conquistato da unità della 51• divisione britannica. I difensori ripiegavano sulle prossime ed adiacenti posizioni tenute dalla 90• divisione leggera tedesca. Poco più tardi, nelle prime ore del mattino, un'altra azione di attacco, sostenuta da carri armati ed artiglierie, si pronunziava contro il caposaldo avanzato di Bir es Suera. Ad una iniziale penetrazione dell'attaccante seguì un pronto intervento della 15• divisione
corazzata tedesca il cui contrattacco riuscl a respingere il nemico ed a ripristinare la situazione. Era evidente il carattere preliminare di assaggio di questi attacchi, preparatori di una più massiccia azione a fondo del nemico che Rommel prevedeva si sarebbe registrata l'indomani, il 13 dicembre. Egli, pertanto, sempre preoccupato della scarsa disponibilità di carburanti che non gli consentiva una condotta mobile e manovrata della battaglia ormai imminente, assumeva la decisione di ripiegare senz'altro, iniziando il movimento in ritirata, da condurre secondo predisposizioni già impartite, nella stessa notte sul 13 dicembre ( schizzo 34). Durante la mattinata del 13 gli Inglesi ripresero e continuarono a battere con le artiglierie le nostre posizioni, ormai già sgombere ed abbandonate, il che indusse la supposizione che essi non avessero avuto la percezione del nostro ripiegamento (1). Il mattino del giorno 14 un'azione avvolgente da sud (zona di Maaten Giofer) condotta da forze corazzate britanniche, investì il « Gruppo di combattimento Cantaluppi >> (2), schierato nella zona di q. 49, a circa 10 km a sud - sud-ovest della 90" divisione leggera tedesca che assolveva compito di retroguardia nei pressi di El Agheila. La lotta si protrasse cruenta ed accanita sino a sera: il gruppo « Cantaluppi i> riuscì ad arginare prima e ad arrestare nettamente, poi, l'attacco nemico, sventando la minaccia che con esso si veniva a pronunziare sul fianco meridionale della 90• divisione tedesca e consentendo a questa di ripiegare al completo senza impegnarsi in azione. Si disimpegnava, a sua volta, lamentando la perdita di 14 (1) Il Maresciallo Montgomery (« Da El Alamein al fiume Sangro », pag. 46) a proposito di questa azione precisa: « Due giorni prima (dell'inizio dell'operaz ione fissata per il 14 dicembre) dovevano entrare in azione le artiglierie pesanti e l'aviazione. Diramai i miei ordini l' 11 dicembre e subito cominciò una tattica di incursioni su larga scala. Il nemico prese le scorrerie per l'attacco principale e si snervò; nelle pn'me ore del 13 dicembre cominciò a ritirarsi protetto da retroguardie fornite dalla 90• divisione leggera ». In realtà, invece, quelle che Montgomery chiama « scorrerie >>, solo cd esattamente tali furono giudicate dagli Italo-Tedeschi che ne individuarono con precisione il carattere di azioni prdiminari e non le confusero con l'azione a fondo che Rommel prevedeva si sarebbe pronunziata il giorno 13 (cioè con un giorno di anticipo sulla effettiva pianificazione avversaria) ed alla quale era sua ferma intenzione di sottrarsi in tempo senza farsi agganciare. (2) Si identifica col « Gruppo di combattimento XX corpo d'armata » (v. pagg. 285, nota 1 e 298).
carri e di 90 uomini. Ventiquattro carri nemici rimasero distrutti o immobilizzati in quest'azione in merito alla quale il Maresciallo Rommel ebbe ad esprimere il giudizio (1) che (< gli Italiani si comportarono in modo eccellente e meritarono il più vivo riconoscimento». La 90• divisione tedesca ed il Gruppo << Cantaluppi » si portarono sui rovesci della stretta di El Mugtàa, il cui presidio venne assunto dalJa 21• divisione corazzata germanica. Al pomeriggio del 15 dicembre si aveva il seguente schieramento ( schizzo 34): - il D.A.K., a protezione delle unità retrostanti, con: . la 21• divisione corazzata, fronte ad est, nella stretta di el-Mugtàa, . la 15• divisione corazzata, fronte a sud, nella zona di Guerat el Gibs - Graret es Suueda; - il 33° reparto esplorante, nella zona di B. Scemmer, con funzioni di fiancheggiamento; - la 90• divisione leggera, nella zona dell'Uadi Matratin; - la Divisione << GG. FF. », nella zona di en Nofilia. Le altre unità e reparti erano in sosta od in movimento lungo la Balbia e si trovavano dislocati : --,. il raggruppamento « Menton », nella zona di Arco dei Fileni; - il reparto esplorante 580°, a Gasr el Haddadia; - il « Gruppo di combattimento Cantaluppi », nella zona di Marsa el Ihudia. Nel contempo, il XXI corpo d'armata aveva la Divisione « Pistoia » in movimento verso le posizioni ad ovest di Buerat e le altre due Divisioni ( << La Spezia » e « Trieste ») già in loco. I Britannici avanzavano con un dispositivo articolato su due colonne: a nord, la 1 Divisione corazzata che nella giornata del 14 dicembre aveva scavalcato la 51• divisione nella zona costiera; a sud, la 2• divisione neozelandese che, partita il 12 dicembre da el Haseiat, aveva seguito un itinerario molto a sud dell'Uadi el Faregh, ad oltre 70 km da El Agheila, per convergere su B. el Merduma e puntare sulla rotabile costiera. Questo ampio movimento aggirante da sud portò la 2• divisione neozelandese a contatto con la 15• divisione corazzata tedesca in zona (1) ROMMEL, op. cit., 3• edizione, pag. 340.
Gucrat el Gibs, ed al conseguente attacco sferrato il 15 dicembre. L'azione (schizzo 35) si estese anche al 33° reparto esplorante tedesco schierato nei pressi di B. Scemmer. Contemporaneamente, anche la 1 divisione britannica investiva, lungo la via Balbia, ad cl Mugtàa, la 21• divisione corazzata tedesca. La situazione delle due Divisioni germaniche, sottoposte ad azioni concomitanti britanniche che le stringevano da est e da sud minacciandole di incapsulamento, divenne ben presto assai grave e preoccupante. Si tentò, allora, di costituire uno sbarramento difensivo all'altezza di el Merduma, ma questo, frettolosamente organizzato, non p<>teva opporre una valida resistenza e veniva facilmente infranto e superato dai mezzi corazzati britannici nella sera del 15 dicembre. Venne, perciò, ordinato il ripiegamento generale di tutte le truppe motocorazzate del]' A. C.I.T. sulla posizione di raccolta già predisposta a en No.filia. La ritirata doveva essere compiuta nella notte sul 16 dicembre; ma all'alba di detto giorno la 15• divisione tedesca risultava tagliata fuori, nella zona di el Merduma, da aliquote della 2• divisione neozelandese che, proseguendo il loro movimento verso la costa, avevano raggiunto, nella stessa notte, l'Uadi Matratin e si erano attestate su posizioni dominanti, in prossimità della strada costiera, a contatto con la 90• divisione leggera tedesca. La 15• divisione tedesca dovette aprirsi di forza la via della ritirata su en Nofilia; anche la go• divisione leggera fu costretta a ritirarsi perchè le proprie posizioni si dimostravano insostenibili. I Britannici, vedendosi sfuggire l'avversario, spinsero avanti~ lungo la rotabile costiera, la IV brigata della 1 divisione corazzata; ma questa, attardata da interruzioni e dalla presenza di campi minati, non riusd a riagganciare le unità tedesche e pervenne nei pressi di en Nofilia solo a sera del 16 dicembre. In tale situazione il ripiegamento non poteva arrestarsi nella zona di en Nofilia e doveva proseguire verso ovest, e pertanto: - l'aliquota della Divisione « Giovani Fascisti», che era stata tenuta ferma ad en Nofilia per garantire una zona di raccolta alle truppe motocorazzate antistanti nel loro ripiegamento da El Agheila, venne avviata, nella notte sul 17 dicembre, a Sirte e sostituita, nella sua funzione di perno d'appoggio, dal D.A.K.; - analogo ordine di ripiegamento su Sirte ebbe anche il gruppo « Cantaluppi »;
- tutte le · altre unità tedesche si scaglionarono profonda.. mente lungo la via Balbia (nell'ordine, da ovest ad est: 90• divisione, raggruppamento « Menton », 33° reparto esplorante, 580° reparto esplorante, D.A.K.) sì che il movimento potesse svolgersi senza il pericolo che i Britannici intercettassero la rotabile con puntate aggiranti da sud. L'incolonnamento del D.A.K. e del 33° reparto esplorante, a chiusura ed a retroguardia dell'intero dispositivo assunto per il ripiegamento, avvenne a seguito di un attacco sferrato da queste unità contro reparti britannici che nella mattinata del 17 dicembre erano riusciti a raggiungere la via Balbia e ad isolarle nella zona di en Nofì.lia, dove esse si erano attardate perchè prive di carburanti. Nella sera del 17 gli ultimi elementi in ripiegamento raggiungevano Sirte e trasferivano ad altri .reparti (della 90• divisione leggera), attestatisi nella zona di es Sultan, il compito di retroguardia. Si concludeva, così, con i combattimenti del 17 dicembre, la serie di operazioni svolte per lo sganciamento da El Agheila. I Britannici avevano avanzato, verso ovest, oltre le posizioni della linea Marsa el Brega - El Agheila; avevano ottenuto che le forze italo- tedesche ripiegassero senza imporre ad essi lunghe soste ed impegnativi combattimenti, ma non erano riusciti nell'altro loro intendimento di tagliare la ritirata all'avversario e di chiuderlo in un accerchiamento definitivo. Nella giornata del 18 dicembre soltanto nuclei esploranti nemici cercarono il contatto con la 90.. divisione leggera, dislocata con funzioni di retroguardia ad es Sultan ( schizzo 36). La massa delle forze britanniche si limitò a serrare nella zona intorno ad en Nofilia, mentre grosse formazioni di cacciabombardieri attaccavano ripetutamente le nostre unità in ripiegamento in direzione di Sirte e la retroguardia. Un movimento aggirante dell'avversario,, sboccato sulla via Balbia all'altezza di B. eI Ahmar, cadde nel vuoto. La sera del 18 dicembre gran parte delle forze in ripiegamento si trovavano scaglionate nella zona di Sirte, mentre il gruppo « Cantaluppi » aveva raggiunto l'Uadi Bei el Chebir e la Divisione « Pistoia >> giungeva sulle posizioni di Buerat. A partire dalla sera del 18 dicembre si registrò una sosta nell'attività combattiva: nessuna pressione si verificò sulle nostre retroguardie schierate ancora ad oriente di Sirte, giacchè, evidentemente,. i Britannici erano impegnati nella raccolta delle proprie forze nella
zona di en Nofilia e nell'organizzazione logistica che, data la distanza dalle loro basi di alimentazione, cominciava a non esser più tanto facile quanto prima. L'A.C.I.T. utilizzò questo momento di calma per completare l'affluenza delle unità sulle posizioni della nuova linea difensiva di Buerat, per potenziare le posizioni stesse con lavori campali, per assicurare una protezione allo schieramento mediante la dislocazione di forti nuclei mobili lungo l'Uadi Bei el Chebir (schizzo 37 ). L'ultima aliquota della Divisione << Giovani Fascisti » completò il suo ripiegamento raggiungendo il giorno 19 il settore ad essa assegnato ad ovest di Buerat. La 90• divisione leggera nella notte sul 21 dicembre ripiegò nella zona di Tamet e successivamente a Tmed Hassan. La 21• divisione corazzata si schierò il 22 sull'alto Uadi Bei el Chebir. Il reparto esplorante 580° si inserì fra la 90• e la 21• divisione; il 33° reparto esplorante venne schierato nella zona ad ovest di Fortino. La 15• divisione corazzata rimase schierata nella zona di Sirte. Nel frattempo: - il « Gruppo di combattimento Centauro » (1), sostituito sull'Uadi Bei el Chebir dalle unità corazzate tedesche, ripiegava e raggiungeva il 2 1 a sera la sua zona di schieramento definitiva ad ovest dell'Uadi B. Umm er-Rmet ; - la Divisione « Trieste» - che il 21 aveva distaccato un battaglione del 6(, fanteria, rinforzato da una batteria da 100 / 17, nella zona di B. el Agubìa (a sud di Gheddabia), allo scopo di impedire infiltrazioni nell'intervallo fra l'ala sud della 164'" divisione germanica ed il Gruppo di combattimento « Centauro » - perfezionava il suo schieramento nella zona di Ras cl Gherina; - le truppe dell'ex presidio di Marada, già sistemate a caposaldo a Bu Ngem, iniziavano il 23 il graduale sgombero della località per schierarsi nella zona di el Faschia. La soppressione del caposaldo di Bu Ngem fu voluta dal Maresciallo Rommel, il quale intendeva dare profondità e protezione 0
(r) Si tratta del « Gruppo di combattimento XX corpo d'armata », detto poi « Gruppo Cantaluppi », che assunse tale nuova denominazione ad iniziare <lai 22 dicembre c942 (v. nota :2 a pag. 301).
20. -
Al.
ravvicinata all'ala destra dello schieramento, mentre Superlibia riteneva necessaria la sua esistenza per assicurare il più a lungo possibile il collegamento e la protezione delle comunicazioni con i presidi del Sahara Libico, ancora in atto nel Fezzan e ad Hon. Il giorno 24, in seguito alla segnalata avanzata di colonne nemiche a sud di Sirte (zona: Sidi Iahia - Samiet Fras - el Machina),, l'A.C.I.T. ordinava il ripiegamento della 15a divisione corazzata che avvenne nella notte ----,- da Sirte alle posizioni ovest di Buerat. Poco dopo il mezzogiorno del 25 dicembre i Britannici occuparono Sirte. Il giorno 27 dicembre reparti esploranti britannici prendevano contatto con il nostro dispositivo di sicurezza avanzato lungo l'Uadi Bei el Chebir, costituito dalla 90"' divisione leggera, dal 580° reparto esplorante e dalla 21• divisione corazzata che, durante la notte, ripiegarono sulla posizione di resistenza protetti da proprie aliquote attestatesi davanti a Buerat ed a Sonda. A compito ultimato, di protezione del movimento dei rispettivi grossi e di bloccaggio degli itinerari rotabili adducenti a Gheddahia, questi due nuclei di forza ripiegarono anch'essi, nella notte sul 29 dicembre, sulla linea di resistenza. Grosse formazioni di autoblinde e di carri armati britannici, intanto, andavano serrando sul dispositivo di difesa per individuarne andamento e sviluppo. Il giorno 31 veniva ultim ato lo sgombero del caposaldo di Bu Ngem. La consistenza delle forze contrapposte era, quantitativamente,. così calcolata : - Italo - Germanici (fra prima e seconda schiera): . 45 battaglioni di fanteria, dei quali 33 italiani e 12: tedeschi; • IIO carri armati (metà italiani e metà tedeschi); . 40 autoblindo; • 162 batterie di vario calibro (comprese le contraeree)► delle quali 122 italiane e 40 tedesche. - Britannici (solo in prima schiera): . 36 battaglioni di fanteria; . 350 carri armati; ... . 100 autoblindo; . 220 batterie di artiglieria.
I Britannici avevano però la possibilità di notevolmente incrementare queste forze per la constatata ma imprecisabile disponibilità di numerosi reparti, specialmente di fanteria ed artiglieria, in seconda schiera e profondamente scaglionati nella Sirtica ed in Cirenaica. Al 2 gennaio 1943 l'A.C.I.T. aveva completato lo schieramento sulle posizioni della linea Buerat - Gheddahia, secondo lo schema particolareggiato di cui allo schizzo 38.
Mentre era in pieno svolgimento la manovra di sganciamento dalle posizioni della linea Marsa e! Brega - El Agheila - Marada e mentre con ogni sforzo si andava organizzando e rafforzando la nuova linea di Buerat Gheddahia, già cominciava a delinearsi un nuovo orientamento di Rommel - che il Generale Mancinelli subito portava a conoscenza di Superlibia - circa la convenienza di trasferire tutte le forze del1'A.C.I.T. in Tunisia, per riunirle alle altre forze ivi affluite e muovere, con esse, alla conquista dell'Africa Settentrionale francese. Il Maresciallo Bastico, in data 15 dicembre, prospettava in termini assai chiari e realistici la nuova situazione al Maresciallo Cavallero, sollecitandone precise ed inequivocabili direttive:
Orientamento circa l'ulteriore ripiegamento sulle posizioni di Tarhuna - Homs
h, CoMANDANTE SUPERIORE FF. AA. DELLA LIBIA
P. M. 11, li 15 dicembre 1942 Eccellenza il Maresciallo d'Italia Conte Ugo Cavallero Capo di Stato Maggiore Generale Comando Supremo Roma Signor Maresciallo, la comtmicazione fatta a Voi e a me dal Generale Mancinelli con radio 5506 datato I 3 dicembre ed analoghe impressioni riferitemi da Tunisi, conferiscono più concreto aspetto a un problema che era già stato adombrato fra le possibilità anche dal Vostro radio 34005 Op. dell' r 1 dicembre.
lo non credo che, fin da ora, il Comando dell'A.C.I.T. abbia intenzione decisa di ritirarsi rapidamente in Tunisia; ed anche l'esodo di mezzi germanici attraverso il confine libico-tunisino si è finora limitato - secondo accertamenti da me fatti compiere alla frontiera - a circa 200 automezzi, con circa 800 uomini, pochi mezzi d'artiglieria e poche autoblindo. Ma è evidente che l'ipotesi è considerata con crescente attenzione dai comandi germanici. Ed è del pari evidente che, da un momento all'altro, l'ipotesi può diventare progetto ed il progetto realtà, specialmente se perdurassero la totale mancanza dei rinforzi promessi - indispensabili per arrestare il nemico sulle posizioni di Buerat - e l'attuale tragica crisi nei rifornimenti tutti, prospettata anche a Voi, signor Maresciallo, col teleavio riassuntivo or / 20282 dell' II dicembre. E' invero palese che le stes~e ragioni che fecero ritenere impossibile al Maresciallo Rommel la resistenza sulle predisposte posizioni di Marsa Brega-Agheila sussistono, a maggior ragione., per le non predisposte posizioni di Buerat - Gheddahia. Infatti, il Maresciallo Rommel ( e tanto meno io) non ha mai detto nè pensato che il ripiegamento su Buerat mettesse la difesa in condizioni migliori, ma ha invece sempre esplicitamente affermato che esso aveva l'unico scopo di far guadagnare tempo per consentire l'affluenza dei mezzi e delle truppe necessarie per arrestare l'avversario. Così purtroppo essendo, l'esperienza del passato ci dimostra che da un giorno alt' altro la decisione di ripiegare in Tunisia può diventare attuale per il nostro alleato, che ha fondate ragioni per ciò fare, che non è legato da vincoli sentimentali alla Tripolitania, e che ha mezzi praticamente sufficienti per trasportare tutte le sue truppe. Questa eventualità, da riguardare con occhio realistico, lascerebbe ancora una volta alla mercè del nemico non solo e non tanto le nostre Divisioni che, dopo gli sforzi fatti per concentrare automezzi, potrebbero forse essere in buona parte ripiegate, quanto le truppe della Tripolitania e del Sahara e i non ricchi ma pur ingenti magazzini e stabilimenti dell'Intendenza e di Tripoli. E ciò, beninteso, a prescindere dalle organizzazioni e dalle risorse civili, che in ogni caso rimarrebbero in loco. Se quindi anche il Comando Supremo avesse in animo di addivenire, in caso di necessità, ad un ripiegamento in Tunisia, sarebbe indispensabile che io lo sapessi con tutta l'urgenza che il caso ri-
chiede. Senza volere nè potere far previsioni, è peraltro lecito dedurre dall'esperienza di Marsa el Brega che il nemico può montare in pochi giorni un apparecclzio offensivo capace di costituire tm reale pericolo per il nostro schieramento e tale quindi da indurre il Maresciallo Rommel a sottrarsi al pericolo manovrando in ritirata: nè consentitemi che io lo affermi - varranno ad arrestarlo, come non son valsi in passato, i contrarii ordini Vostri e miei. In altri termini, e riassumendo: - le nostre attuali forze non bastano a dare affidamento di resistere a lungo contro l'B" armata britannica; - i tedeschi quindi possono, da un momento all'altro, ed anche assai presto, tradurre improvvisamente in atto il loro attuale orientamento generico verso un ripiegamento in Tunisia; - questa decisione, più o meno improvvisa, importerebbe per noi la perdita sicura di parte delle Divisioni e della quasi totalità delle truppe della Tripolitania e del Sahara, nonchè dei magazzini. E' dunque necessario ch'io abbia, e subito, chiare direttive in proposito da Voi, signor Maresciallo, per potere, a seconda dei casi: - o iniziare fin d'ora, con le necessarie cautele, lo sgombero logistico e di qualche reparto sulle zone tunisine che mi saranno indicate; - o apprestarmi a tutto sacrificare, per difendere fino all'ultimo col maggior onore possibile la Tripolitania. Con franchezza di soldato ho detto crudamente a un altro soldato la verità. Voi sapete quanto io sia affezionato alla Tripolitania; comprendete quanto mi addolorerebbe il lasciarla. Ma la situazione dev'essere guardata in faccia quale essa è; e il dilemma sopra esposto non ammette soluzioni intermedie. BASTICO
Due giorni più tardi, il 17 dicembre, Bastico si incontrava a Buerat con Rommel, per un colloquio da questi richiesto. Aveva, così, agio di constatare e di confermare come l'orientamento ormai definito del Comandante dell'A.C.I.T. fosse quello di abbandonare la Tripolitania. Ne riferiva al Comando Supremo ( allegato 45) indicando esattamente le ragioni esposte da Rommel a sostegno ed a giustificazione
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della propria tesi; precisando le obiezioni opposte a Rommel e la conferma datagli dell '« esplicito ordine di resistere ad oltranza >> sulle posizioni da lui stesso prescelte ad ovest di Buerat; formulando alcune considerazioni, a termine delle quali esprimeva il proprio avviso che la difesa ad oltranza delle posizioni di Buerat rappresentasse ancora la soluzione migliore, « a patto, però, che la madrepatria, compiendo subito uno sforzo veramente eccezionale, facesse giungere » gli indispensabili rifornimenti e mezzi. In un primo tempo il Maresciallo Cavallero confermava l'ordine di resistere « ad oltranza )> e << con la massima decisione » sulle posizioni di Buerat, impegnandosi ad inviare tutto quello che avrebbe potuto alimentare e prolungare la resistenza; successivamente, però, il Comando Supremo, a seguito di ulteriori, più approfondite e più realistiche valutazioni dello squilibrio delle forze contrapposte e delle insormontabili difficoltà dei rifornimenti, perveniva a conclusioni più aderenti alle argomentazioni di Rommel, riconoscendo che una difesa ad oltranza sulle posizioni di Buerat avrebbe portato alla inevitabile perdita totale delle truppe a piedi, in grande prevalenza italiane. Il 21 dicembre Bastico dava al Comando Supremo il seguente quadro assai realistico della situazione complessiva e specifica della Tripolitania e delle possibilità di effettuarne una valida difesa:
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF.
AA. AFRICA SETTENTRIONALE
STATO MAGGIORE
Via Radio - P.A.P.A. - Cifrato.
li 21 dicembre 1942, ore 13.10
Comando Supremo
01 /20774 Op. Per Maresciallo Cavallero. Ricevuto vostro 34155 Op. unitamente at 34157 Op. firma Duce et sono convinto necessità resistere su posizioni Buerat il più a lungo possibile ·ma sono del pari di avviso che situazione debba considerarsi con senso realistico et cioè sulla base delle possibilità contingenti create dalle forze disponibili, dalle caratteristiche della posizione prescelta, dalla situazione dei rifornimenti et in particolare carburanti et munizioni.
3II Primo: le forze sono quelle note: oso dire che si sono fatti miracoli per accrescere la loro efficienza qualitativa e quantitativa et soprattutto per dotarle di artiglierie ma oggi non ho più nè un uomo nè un pezzo disponibile, avendo anche dovuto provvedere, in seguito at Vostro ordine, at potenziamento settore Gabès, et Vi est pure noto che nostri carri armati, ridotti ad una sessantina, et nostre armi co~trocarro, non sono in grado opporsi efficacemente at quelli avversari. Secondo: la posizione di Buerat, che Maresciallo Rommel nel colloquio avuto con lui ad Agheila il 22 novembre aveva esplicitamente dichiarato la sola possibile et che oggi afferma essergli stata imposta, non offre appigli tattici di qualche consistenza; est un pianoro sabbioso, senza dominio alcuno sul terreno antistante, percorribile in ogni senso et facilmente aggirabile. Per rendere questa posizione forte occorrono lavori ingenti et ingentissima quantità materiali rafforzamento di cui non vi est più disponibilità alcuna. Bisogna pertanto accettarla per quello che est ai fini operativi, cioè intrinsecamente debole sotto ogni punto di vista e senza possibilità di migliorarla in breve tempo. Terzo: tutti i possibili provvedimenti logistici atti a fronteggiare la situazione sono stati attuati, riuscendo perfino a costituire un autogruppo manovra forte 500 automezzi, ma anche in questo campo oggi con quanto dispongo non mi est possibile fare di più. Il munizionamento est ridotto per i calibri più importanti da 1 ,5 at 3 unfoc et quindi non rispondente alle esigenze di una prolungata et vigorosa difesa. La situazione carburanti est sempre più che critica e l'esiguo e per di più non sicuro apporto tunisino non la migliora sensibilmente. Essa è quindi tale da non consentire un impiego manovrato dei mezzi corazzati et neppure dei reparti motorizzati. Se la situazione non muta si deve perciò pensare non ad una difesa attiva ma prevalentemente statica. A questo si deve aggiungere che la penuria di benzina avio limita in tal misura l'apporto della già scarsa aviazione da non poter contare su questa come mezzo efficace di offesa et quindi di contributo effettivo alla difesa. Questa est la situazione considerata realisticamente ma anche obiettivamente. Epperò, anche facendo astrazione dall' « animus » del Maresciallo Rommel che non nasconde di subire la situazione anzichè accettarla e persiste sulla necessità di un ripiegamento in Tunisia,
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agendo così in senso negativo sulla volontà combattiva dei comandi et delle truppe, confermo che il prolungarsi della resistenza sulle posizioni di Buerat per quel tempo presumibilmente non breve, di cui est cenno nel Vostro radio 34155 Op., non può fare astrazione da quello sforzo eccezionale di cui at mio radio 01 / 20584 del 7 dicembre. Questo ritengo era mio dovere di dire, et non a scopo di declino di responsabilità ma di necessaria precisazione. Et poichè Duce mi chiede di accusare ricevuta del Suo radio 34157 Op., Vi sarò grato se vorrete comunicarGli anche il contenuto del presente. BASTlCO
Ma, contemporaneamente, lo stesso giorno 21 dicembre, il Comando Supremo precisava a Superlibia che alle truppe della Tripolitania doveva essere affidato il compito di « resistere il più a limgo possibile», e solo due giorni più tardi, il 23 dicembre, il concetto veniva ulteriormente attenuato con la prescrizione di « guadagnar tempo », in attesa che un miglioramento della situazione in Tunisia avesse permesso l'invio in Tripolitania delle forze, delle armi e dei mezzi necessari. In data 27 dicembre il Comando Supremo emanava le sue << Direttive per le operazioni » ( allegato 46) nelle quali il nuovo orientamento veniva riconfermato e ribadito: « I.A guerra in Africa settentrionale ( Libia e Tunisia -Algeria) deve essere considerata secondo un concetto unitario e le operazioni dell'A.C.l.T. devono essere collocate in questo quadro operativo di insieme». Con il presupposto di non esporre l'A.C.I.T. a perdite irreparabilj « la manovra deve svolgersi gradualmente e per tempi successivi ( linee di Buerat, di Homs, di Tripoli, di Zuara, ecc.) ed essere basata sul/'azione controffensiva delle unità mobili e corazzate ». Ma anche le nuove direttive del nostro Comando Supremo, benchè assai più aderenti ai criteri di Rommel di quanto non fossero gli iniziali orientamenti operativi per la difesa della Tripolitania, non trovarono consenziente e favorevole il Comandante dell'A.C.I.T. che, in un colloquio del 31 dicembre, espresse a Bastico il suo avviso di iniziare subito il ripiegamento dalla linea di Buerat. Il Maresciallo Bastico, rilevando ancora una volta una netta discordanza fra gli orientamenti operativi di Rommel e gli ordini impartitigli, rappresentò subito al Comando Supremo questa nuova circostanza con il seguente dispaccio:
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FF. AA. DELLA LIBIA STATO MAGGIORE
Radio • Cifrato - P.A.P.A.
3 1 dicembre 1942
Comando Su.premo N. 01 /21240 Op. Per Maresciallo Cavallero. Avuto oggi colloquio con Maresciallo Rommel preceduto da breve conversazione con Maresciallo Kesselring. Preserzte colloquio Generale Gandin. Ho comunicato Rommel, per la parte che lo riguarda, direttive di cui vostro 34245 Op. del 27 corrente. Maresciallo Rommel ritiene indispensabile, se si vuole evitare possibilità annientamento grandi unità italiane et germaniche non mobili, di non impegnarle in combattimento et di iniziarne immediato ripiegamento dalle posizioni di Buerat, per scaglioni et linee successive. Ritiene che sganciamento totale Divisioni non mobili da posizioni Buerat possa effettuarsi in otto giorni. Rommel quindi intende rimanere sulle posizioni Buerat con sole truppe mobili, che però non vuole impegnare per non logorarle subito et trovarsi poi in difficoltà durante manovra ripiegamento. Egli habet esplicitamente dichiarato che ripiegamento sarà effettuato con modalità seguite da Agheila at Buerat, cioè sottraendosi at combattimento sia at Buerat sia più indietro, et che egli, inoltre, una volta ricevuto ordine ripiegamento, intende di essere lasciato pienamente arbitro di stabilire mccessivi tempi di manovra. Resistenza su posizioni Buerat est dunque praticamente esclusa at priori et entità guadagno tempo resta affidata at velocità avanzata nemica. Deciso atteggiamento Rommel trova fondamento nella necessità impostagli di evitare perdite irreparabili nelle truppe non mobili, necessità che egli a mio avviso sopravvaluta," ma, at mio avviso, est in netto contrasto con Vostra direttiva di resistere sulle posizioni di Buerat il più a lungo possibile. D'altronde egli afferma che ogni altra soluzione porterebbe pericolo annientamento di parte almeno delle grandi unità non mobili. Accettando tesi Rommel di immediato ripiegamento, vengono ad essere quasi certamente sacrificate truppe Sahara Libico et massa truppe Tripolitania, nonchè gran parte stabilimenti et magazzini et dotazioni Intendenza. Est superfluo soggiungere che immediato ripiegamento,
verrebbe senz'altro rilevato dal nemico conferendo nuova audacia .et celerità at suo inseguimento ora frenato da nostro schieramento Buerat. Est del pari superfluo ricordare che durante eventuale ripie,gamento generale sono necessari rifornimenti carburanti circa 900 tonnellate giornaliere fra noi et tedeschi et aviazione. Dando invece giusto valore at vostro ordine di resistere il più a lungo possibile sulle posizioni di Buerat et accettando cioè una battaglia difensiva, a cui tutti i nostri sono ormai orientati, condotta con tutte le forze, si potrebbero avere probabilità di successo, guadagnare maggior tempo et salvaguardare anche nostro prestigio militare che continui ripiegamenti senza combattere comprometterebbero agli occhi nostre stesse truppe. Poichè mio pensiero dissente nettamente da quello Maresciallo Rommel, et non est stato possibile anche in colloquio odierno conciliarli, accogliendo il desiderio espresso da Rommel, et che per mia parte pienamente condivido, Vi rappresento la necessità di far.mi conoscere con la massima urgenza quale delle due soluzioni codesto Comando creda adottare et in conseguenza quali ordini espii.citi sieno da impartire at Maresciallo Rommel. BASTICO
Il Comando Supremo, allora, stabiliva ( allegato 47 ): - la esclusione di sostenere una battaglia difensiva, con tutte 1e forze, sulle p0sizioni di Buerat; - la effettuazione dello sganciamento delle fanterie, fuori della pressione avversaria, a cominciare dalle truppe meno mobili; - azioni controffensive condotte dalle unità mobili contro gli dementi avanzati dell'avversario, allo scopo di guadagnar tempo, nella misura di 6 settimane (tre settimane per il raggiungimento delle posizioni Tarhuna - Homs da parte delle truppe corazzate dell'A.C.I.T.; altre tre settimane per il raggiungimento, da parte delle .stesse truppe, del fronte orientale del campo trincerato di Tripoli). Tali disposizioni del Comando Supremo il Maresciallo Bastico notificava a Rommel autorizzandolo, di conseguenza, ad iniziare il ripiegamento quando lo avesse giudicato opportuno ( allegato 48 ). Così, l'iniziale concetto operativo di condurre la difesa ad oltranza sulle posizioni di Buerat si era gradualmente attenuato sino alla sua radicale modifica, analogamente a quanto si era già verifi«:ato per le posizioni di El Agheila.
Rimaneva, tuttavia, il criterio di guadagnar tempo, facendo leva sull'impiego delle truppe corazzate. Poichè, però, i Britannici avevano ripreso il contatto con il nostro schieramento ed un attacco era da prevedersi a breve scadenza, il Maresciallo Rommel insistè presso Superlibia per dare subito inizio al movimento di ripiegamento delle unità a piedi, in considerazione che il numero di automezzi disponibili in totale era appena sufficiente al trasporto dei mezzi e dei materiali che richiedeva non meno di 10 giorni di tempo. Aggiungeva che egli avrebbe resistito il più a lungo possibile prima di arrivare alle posizioni di Tarhuna- Homs e quindi a Tripoli; ma rappresentava che non gli era possibile assicurare il guadagno delle sei settimane prescritte dal Comando Supremo, giacchè questo era un elemento condizionato dalla spinta propulsiva del nemico e per contro dalla necessità di non impegnare le unità mobili sulle posizioni di Buerat per non logararle sin dall'inizio e trovarsi poi in difficoltà durante la manovra di ripiegamento. Sottolineava, infine, l'estrema delicatezza della manovra affidatagli - che definì « un'arte » tenuto conto anche della scarsa disponibilità di carburante. Il Maresciallo Bastico riferiva tutto ciò al Comando Supremo e ne riceveva disposizioni che trasmetteva a Rommel nei seguenti termini: GovERNO GENERALE DELLA LIBIA
CoMANDO SUPERIORE FF. AA. DELLA LIBIA STATO MAGGIORE
li 4 gennaio I 943 All'Ufficio di collegamento germanico presso Superlibia per Maresciallo Rommel - Comandante Superiore A.C.I.T. or/ 194 Op. Ho comunicato at Comando Supremo obiezioni formulate con vostro radio n . 3 data 2 gennaio circa termini fissati per adempimento vostro compito et circa vostra responsabilità~ Comando Supremo, conformemente mia interpretazione, precisa che limiti tempo fissati sono orientativi et che dovete fare ogni sforzo per superarli anzichè abbreviarli. Vostra responsabilità consiste insomma nel guadagnare il maggior tempo possibile. BASTICO
Venne, di conseguenza ed in definitiva, stabilito che il ripiegamento delle unità a piedi avrebbe avuto inizio nella notte sul 3 gennaio. Per facilitare il movimento, Superlibia metteva a disposizione dell' A.C.I.T. il III autogruppo di Intendenza, con 500 autocarri.
Disposizioni esecutive per il ripiegamento dell'A.C.I.T. sulle po• sizioni di Tarhuna Cussabat • Homs
Il Maresciallo Rommel impartì i seguenti ordini per il ripiegamento ( schizzo 39): ~ Due linee intermedie (1) di sbalzo, prima di giungere alle posizioni definitive : • 1• linea, con andamento approssimativo: B. d Màngaa (sulla costa)-B. el Churgia (sulla Via Balbia) • Sedada (sulla pista Gheddahia - Beni Ulid); . 2" linea, lungo la congiungente Beni Ulid - Bir Dufan Misurata. - Posizioni da raggiungere: zona U. Tenzina -Gasr Uchirra (a sud di Tarhuna)- Cussabat-Homs. - Itinerari di ripiegamento: . Buerat - B. e1 Churgia - Gioda - Misurata - Zliten - Homs, assegnato al XXI corpo d'armata (Divisioni (< La Spezia », <( Trieste » e « Pistoia »); . Gheddahia - Sedada - Beni Ulid -Tarhuna, riservato al XX corpo d'armata (Divisione « Giovani Fascisti », 164.. divisione tedesca, truppe del presidio italiano di el Faschia). - Modalità di ripiegamento: . Movimento a sbalzi e per scaglioni, delle truppe non mobili, sotto la protezione di tutte le unità motocorazzate (15.. e 21• divisione corazzata, 90a divisione leggera, reparti esploranti, Gruppo « Centauro » del XX corpo d'armata) incaricate delle funzioni di retroguardia. In particolare: 1° tempo: trasferimento di un terzo della forza di ciascuna Divisione (non mobile) sulla linea di 1° sbalzo (Sedada - e1 Curgia), (1) Indicate, negli ordini di Rommel, con la dizione « linee di resistenza di unità motorizzate ».
mediante utilizzazione di tutti gli automezzi disponibili e ritorno di questi per il ritiro del secondo scaglione di forze; 2° tempo: trasporto sulle posizioni della 2& linea di sbalzo intermedia (Beni Ulid-Misurata) del secondo terzo delle Divisioni di fanteria, e ritorno degli automezzi sulla linea di partenza iniziale (Buerat - Gheddahia) a disposizione dell'ultimo terzo delle forze a piedi _che avrebbero ripiegato solo al pronunziarsi dell'attacco avversano;
3° tempo: trasferimento dell'ultima aliquota direttamente sulle posizioni di Tarhuna- Cussabat - Homs. Ritorno degli automezzi sulla 1• linea intermedia per il ritiro delle forze a suo presidio e loro trasporto sulle stesse posizioni di Tarhuna -Homs; 4° tempo: ritiro delle forze dalla 2• posizione intermedia. Si trattava, in realtà, di un troppo complesso meccanismo che, suggerito dalla scarsità degli automezzi, era evidentemente soggetto al fallimento della esecuzione non appena fosse stato influenzato da una qualsiasi non prevedibile circostanza. Superlibia intervenne suggerendo una più semplice soluzione di trasporto, che in pratica fu, poi, adottata.
La graduale evoluzione della concezione operativa del Comando Supremo, per la quale, dopo l'abbandono della Sirtica, era stata autorizzata la ripresa del movimento di ritirata dalle posizioni di Buerat e si era limitata la finalità della difesa su tali posizioni al solo « guadagno di tempo », faceva agevolmente prevedere che il ripiegamento dell' A.C.I.T. oramai avrebbe proseguito fino in Tunisia come, del resto, era chiaro ed espresso orientamento di Rommel. Con tale prospettiva, tutta una serie di nuovi problemi si presentava a Superlibia e due, fra questi, assumevano la massima importanza contingente: - la organizzazione a difesa di id0nee posizioni per garantire almeno un minimo di protezione e di sicurezza alle spalle dell'A.C.I.T. in ripiegamento, preservandone le retrovie da occupazioni con provenienza dal fronte tunisino;
Predisposizioni organizzative per il nptegamento in Tunisia
- il ripiegamento delle truppe del Sahara Libico e della Tripolitania, in vista di un ormai inevitabile e tacitamente ammesso sgombero ed abbandono totale del territorio coloniale. Erano due problemi per alcuni aspetti strettamente connessi, che Superlibia non era in grado di integralmente risolvere in quanto le sue attribuzioni erano ancora localizzate al territorio coloniale e non potevano estendersi, senza pericolo di determinare ingerenze nocive ed interferenze dannose, in territorio tunisino sottoposto a giurisdizione tedesca. In ogni caso, però, e ciò non di meno, il Maresciallo Bastico ritenne necessario avviare di propria iniziativa alcuni reparti a rinforzare la esigua disponibilità di elementi dislocati nella zona dj Gabès (1), considerando l'importanza vitale di questo settore soggetto, peraltro, ad essere occupato dal nemico con pochissime forze e senza alcuna difficoltà. Una evenienza del genere avrebbe determinato la recìssione dell'unica via di rifornimento ancora disponibile e la impossibilità del congiungimento delle forze della Libia a quelle già affluite in Tunisia. Perciò Superlibia si preoccupò anche di imbastire un'organizzazione difensiva, sia pure solo embrionale, fra gli Shotts e Gabès, che affidò alla vigilanza del Comando Militare della Tripolitania direttamente responsabile della difesa della Libia verso le provenienze da nord - ovest e, quindi, delle retrovie dell'A.C.I.T. in ripiegamento. A questi iniziali provvedimenti sì aggiunsero quelli, non meno impegnativi, di: --,, dare inizio ai lavori di ripristino e di rimessa in efficienza delle posizioni, già a suo tempo fortilicate dai Francesi, di Mareth; - rafforzare e potenziare la consistenza difensiva del margine orientale della piazzaforte di Tripoli; - impartire le disposizioni per la inutilizzazione del porto di Tripoli prima che cadesse in mano britannica e per attuare interruzioni lungo la via Balbia; .._,. disporre il tempestivo trasferimento dei centri di istruzione che vennero avviati a Zuara, a Sabratha ed a Zavia. (1) La vasta zona di Gabès era allora presidìata solo dal 334° gruppo celere germanico e dal R.E.Co. « Lodi », che, giunto in Libia per le esigenze difensive della Tripolitania, a fine novembre fu inviato, invece, con altri reparti nel Sud Tunisino (cfr. pag. 266).
Il Comando Supremo approvava tutti questi provvedimenti già attuati e, in data 1° gennaio 1943, disponeva la costituzione del settore di Gabès, che veniva posto alle dipendenze del Comando Militare della Tripolitania, e stabiliva, quale limite di separazione del territorio di competenza di Superlibia da quello della 5a armata· germanica in Tunisia, il 34° parallelo, passante poco a nord di Gabès. Per il ripiegamento delle truppe del Sahara Libico e dei presidi della Tripolitania, da armonizzare con quello dell'A.C.I.T., il Comando Superiore della Libia dispose:
Prima fase: le truppe del Sahara Libico, ripiegando da sud, si sarebbero raccolte, insieme con i reparti ancora efficienti dei presioi della Tripolitania, sull'arco gebelico, da Garian a Nalut, dovesarebbero passate anch'esse alle dipendenze dirette del Comando Militare della Tripolitania (Generale Roncaglia) (1) per assolvere il compito di protezione del fianco meridionale dell' A.C.I.T. sia durante il suo schieramento suJ!le posizioni Tarhuna - Homs sia neI corso del successivo ripiegamento da Tripoli in Tunisia ( schizzo 40). Netta separazione delle truppe, secondo una distinzione in « nazionali » e « libiche », in previsione della non lontana necessità di procedere al totale congedamento di queste ultime. Schieramento delle truppe nazionali (del Sahara Libico e della Tripolitania), alle dipendenze del Generale Mannerini (Comandantedel Sahara Libico), fra Garian e Giado (escluso); schieramento delletruppe libiche, agli ordini del Generale Buttà (Comandante il R.C.T.L.), fra Giado e Nalut (settore occidentale). Seconda fase: in connessione ed in conseguenza della ritirata dell'A.C.I.T., ripiegamento verso ovest, lungo l'arco gebelico, per Jefren - Giado - Nalut e, quindi, in Tunisia, per ed-Dehibat e per Bourg le Boeuf, su Foum Tatahouine, località, queste ultime, già presidiate da nostri reparti. Successivo schieramento a nord - ovest del Gebel Ksur, a prosecuzione del compito di protezione del fianco dell'A.C.I.T. Come movimenti preliminari, attuati allo scopo di restringerela vasta zona di difesa, Superlibia ordinò il ritiro dei presidi di Tmessa e di Zella rispettivamente su Socna e Uaddan. Predispose, (1) Il Comando Militare della Tripolitania assunse il comando delle truppe schierate sull'arco gebelico il 18 gennaio 1943. Il 24 si spostò in Tunisia, dislocandosi a ed-Dehibat. Il 26 passò alle dipendenze dell'A.C.I.T.
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inoltre, che una volta resa inutilizzabile la via di rifornimento normale (Buerat - Gheddahia - Bu Ngem - Hon) di tutto il Sahara, ne fosse organizzata una di emergenza da Garian ad Hon, per Mizda ,esc Sciueref. Infine, prescrisse che qualora il presidio di Gat - dislocato nei pressi del confine sud-algerino con compito di resistenza ad oltranza - fosse stato sopraffatto ed il nemico avesse cercato di procedere lungo la direttrice Serdeles - Ubari - Sebha, il Comando del Sahara Libico avrebbe dovuto procedere alla occupazione della stretta di Techertiba con proprie forze. I provvedimenti disposti da Superlibia erano ancora allo stadio ìniziale di semplici misure orientative quando, il 27 dicembre, venivano individuate formazioni autoportate avversarie in movimento, nel deserto del Fezzan meridionale, verso nord. Queste formazioni, già da tempo rilevate in preparazione sul versante settentrionale del Tibesti, venivano segnalate dalla nostra esplorazione terrestre come dementi avanzati di una brigata rinforzata francese (r) dotata di numerose armi e.a. pesanti ed appoggiata dall'aviazione britannica. Questa minaccia investiva direttamente le truppe del Sahara Libico (v. pag. 37) le cui forze ammontavano a circa 6ooo uomini, ripartiti fra numerosi presidi distaccati a centinaia di chilometri l'uno dall'altro e con costituzione mista di nazionali ed indigeni. Alle dipendenze del Comando del Sahara Libico erano stati posti anche due campi di aviazione (Hon e Sebha) che, con una disponibilità complessiva di 25 - 30 apparecchi dei vari tipi (caccia, ricognizione, bombardamento, trasporto), costituivano il distaccamento dell'aviazione del Sahara, con personale particolarmente addestrato e conoscitore dello speciale ambiente nel quale era destinato ad agire. Dipendeva, per l'impiego, dal Comando del Sahara Libico anche una unità tedesca, denominata Sonderkommando « Dora », dotata di autoblindo, di automezzi armati e di aerei da ricognizione in propno. Il Sahara Libico era organicamente costituito in modo da poter assolvere alla duplice funzione di arresto e di manovra e, cioè: - una azione statica, cui erano preposti reparti libici da posizione ed artiglierie in istallazioni fisse; (x) Erano le truppe agli ordini del Gen. Ledere, già da tempo operanti in Africa. Cfr.: pag. 37 e S.M.E. - UFFICIO SroRico: « Seconda controffensiva italo-tedesca in A. S. », pag. 63.
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- un'azione mobile, a favore degli elementi statici e capace di consentire una concentrazione di forze ove si fosse resa necessaria per decidere una situazione e risolvere un combattimento. A tale compito, imposto dalla enorme vastità dell'ambiente, erano preposti reparti di fanteria nazionale ed indigena ed unità mitraglieri, tutti autotrasportabili, nonchè carri armati leggeri, autoblindo, artiglierie da campagna e formazioni sahariane e mehariste. Il 1° gennaio 1943 il Comando Superiore FF. AA. della Libia informava il Comando del Sahara Libico del disposto ripiegamento dell'A.C.I.T. dalle posizioni di Buerat e, di conseguenza, dava le disposizioni esecutive per attuare il ripiegamento verso nord, nelle zone già prestabilite. Il movimento si sarebbe dovuto attuare articolando le unità in tre blocchi : - blocco di Gat, in parte camellato, su itinerario autonomo, · ed in parte montato su automezzi che sarebbero affluiti da Sebha; - blocco di Brach e Scbha, che avrebbe iniziato il movimento dopo aver ritirato e raccolto i presidi di: Uau el Chebir, cl Gatrun, Umm el Araneb, Umm el Abid, Murzuch; - blocco di Hon, che avrebbe dovuto effettuare il movimento in due tempi successivi: prima le truppe non motorizzate e successivamente, dietro ordine specifico di Supcrlibia, le truppe autonomamente mobili.
La manovra di ripiegamento dell'A.C.I.T. dalle posizioni della linea Buerat - Gheddahia in Tunisia può essere suddivisa in tre tempi. Questi non sono determinati da vere e proprie azioni di arresto in corrispondenza di posizioni difensive, bensì sono individuabili in relazione a tre particolari momenti del ripiegamento, delineati dai diversi caratteri delle modalità esecutive adottate e dall'atteggiamento assunto dai Britannici:
La manovra di ripiegamento in Tunisia (2 gennaio -4 febbraio 1943)
Primo tempo (2 -14 gennaio 1943): comprende le operazioni di ripiegamento fino allo sgombero totale delle truppe non mobili
21. -
Al.
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dalle posizioni di Buerat e l'occupazione, da parte loro, delle retrostanti posizioni di Tarhuna -Homs. Secondo tempo (15 - 19 gennaio 1943): riflette il ripiegamento delle unità mobili dalle posizioni di Buerat; la loro azione di contrasto del nemico sviluppata fra le due posizioni intermedie; l'inizio dello sgombero della seconda posizione e il graduale ripiegamento delle unità sul perimetro della piazza di Tripoli e nella zona, subito ad ovest, di Zavia. Fra questi due primi tempi si inserisce lo sviluppo della 1~ fase della ritirata delle truppe del Sahara Libico e dei presidi della Tripolitania sull'arco gebelico Garian-Nalut. Ultimo tempo (20 gennaio - 4 febbraio 1943): comprende le operazioni relative all'ultimo atto del ripiegamento, fino alle posizioni di Mareth, di tutte le truppe, rispettivamente da Tripoli (A.C.I.T.) e dall'arco gebelico (Sahara Libico e reparti della Tripolitania - 2 fase, pag. 319). 3
Ripiegamento dell'A.C.I.T. dalla linea di Buerat- al Mareth. 1° tempo: spostamento delle truppe non motorizzate sulle posizioni di Tarhuna - Homs ( 2 - 14 gennaio); trasferimento in Tunisia della 21 divisione corazzata tedesca
Secondo il piano predisposto ed in esecuzione del programma fissato (pag. 316), nella notte sul 3 gennaio ebbe inizio il ripiegamento daUe posizioni di Buerat di una prima forte aliquota, pari a circa un terzo delle forze di ognuna delle Divisioni « Pistoia », << La Spezia >> e « Giovani Fascisti >> . Il movimento avveniva in assoluta libertà, e, cioè, senza che il nemico avesse in alcun inodo concorso a determinarlo giacchè, sino a quel momento, la sua azione si era limitata a semplici puntate di assaggio, effettuate da elementi celeri blindati e da artiglierie assai mobili, con l'evidente scopo di determinare andamento e consistenza del nostro schieramento. A questa esplorazione terrestre avversaria, manifestatasi particolarmente attiva sul fianco meridionale della linea difensiva, aveva corrisposto una localizzata ed adeguata reazione del Gruppo « Centauro >> e delle unità germaniche schierate in quel settore. 3
Anche l'aviazione aveva lasciato pressochè indisturbati i reparti schierati, limitandosi a semplici missioni di ricognizione della linea e delle retrovie e concentrando, invece, massicce azioni di bombardamento sul porto di Tripoli ed in talune zone logistiche arretrate. Lo sganciamento dalla linea delle nostre unità non passò inosservato ai Britannici che lo rilevarono con la loro ricognizione aerea. Ma essi, benchè il momento fosse assai critico per l'A.C.I.T., lo lasciarono trascorrere senza prendere alcuna iniziativa. Questo atteggiamento dell'8• armata britannica derivava, come era palese ed evidente, dalle difficoltà nelle quali essa si trovava per portare a completamento la propria organizzazione logistica. Il porto di Bengasi, punto di affluenza delle correnti di alimentazione della lotta più prossimo alla zona delle operazioni, era già troppo distante perchè i Britannici potessero intraprendere un'azione offensiva senza un preventivo ammasso di materiali e mezzi a portata immediata delle truppe; e perciò Montgomery non si sentiva di dare inizio ad un attacco senza aver prima la sicurezza di poterlo logisticamente sostenere in maniera tale da raggiungere in un unico sbalzo il porto di Tripoli e, cioè, una base di alimentazione idonea a consentire la prosecuzione dell'avanzata (1). In una tale situazione e con tale orientamento 1'8• armata aveva adottato uno schieramento che non destasse prematuri allarmi di inizio di operazioni, giacchè una eventuale anticipata ritirata degli Italo - Germanici avrebbe << moltiplicato i suoi problemi » (2). Perciò lasciò a contatto con le posizioni di Buerat la IV brigata corazzata leggera ed una Brigata della 51• divisione, schierata all'Uadi Bei el Chebir. Tutto il resto dell'Armata era tenuto indietro. Alla data del 2 gennaio, i nostri servizi informativi precisavano la seguente situazione del nemico: 3 o 4 Brigate di fanteria - di cui 2 della Divisione neozelandese - ed I Brigata corazzata della divisione corazzata, schierate a cavallo dell'Uadi Bei el Chebir; r Brigata corazzata (ro• divisione corazzata) sull'Uadi Tamet, a circa 40 chilometri a sud della Balbia, altre 3 Brigate di fanteria ed r corazzata concentrate nella zona di Sirte.
t
(1) « .•. calcolai di poter riprendere l'offensiva il 15 gennaio e decisi di non muovermi prima di allora, qualunque cosa Rommel avesse fatto .... » (MONTGOMERY: « Da El Alamcin al fiume Sangro », pag. 51). (2) ALEXANDER, op. cit., pag. 79·
Dopo il primo sbalzo indietro, la sera del 4 gennaio sulle posizioni di Buerat era rimasto poco più di un terzo delle forze italiane e gran parte delle unità tedesche, le quali, portandosi in linea, assunsero uno schieramento tale da sopperire all'alleggerimento delle unità addette alla difesa. Più in particolare ( schizzo 41 ): --,- elementi della Brigata paracadutisti « Ramcke », della 90• divisione leggera e del D.A.K. si inserirono, rispettivamente, nei settori delle Divisioni «Pistoia », « La Spezia » e « Giovani Fascisti >>, che già si erano alleggerite di circa due terzi delle proprie forze avviate indietro; - i reparti della Divisione « Giovani Fascisti », allontanati dalla linea di Buerat, si erano portati nella zona a sud di Tarhuna; - i reparti del XXI corpo d'armata (due terzi delle Divisioni «Pistoia», e< La Spezia » e «Trieste») in parte si erano concentrati nella zona a sud - ovest di Tauorga ed in parte proseguirono per Homs; -,- il 33° reparto esplorante sostituì ad el Faschia il presidio italiano che fu avviato a presidiare il bivio a nord di Sedada; - il reparto esplorante 58o e le truppe già costituenti il presidio di Bu Ngem, si raccolsero anch'essi nella zona di Sedada. Mentre si completava e si migliorava lo schieramento delle truppe mobili sulle posizioni di Buerat, una constatata maggiore attività · intrapresa dall'avversario ed altri sintomi di una rafforzata consistenza delle puntate di assaggio britanniche davano motivo cli supporre che presto si sarebbe verificato un attacco lungo la direttrice Bu Ngem -Fortino, particolarmente favorevole all'attaccante in quanto portava all'aggiramento del dispositivo difensivo ed a non incontrare ostacoli di campi minati, la più parte dei quali era stata sistemata lungo la fronte dello schieramento. Per parare tale minaccia, l'A.C.I.T. provvide suqito a rafforzare adeguatamente l'ala meridionale del fronte ed a costituire un fianco difensivo dell'intero schieramento: -, richiamando da Beni Ulid il Raggruppamento «Menton >l e schierandolo subito a nord del Gruppo « Centauro »; -, dislocando la 15& divisione corazzata nella zona compresa fra il fianco destro del Gruppo « Centauro » e q. uo cli Gr. Recha; - ripristinando l'impianto di un presidio a difesa dell'importante nodo di el Faschia, cui venivano adibiti elementi tratti dai reparti esploranti; 0
- occupando, infine, le posizioni antistanti la rotabile fra Bu Ngem e Fortino, con i tre reparti esploranti (3°, 33° e 580°) che, così, costituivano un prolungamento verso sud ed alquanto avanzato della linea difensiva Buerat- Gheddahia. Per effetto di tali provvedimenti, alla sera del 7 gennaio la situazione delle forze italo - tedesche veniva a risultare quale è graficamente riportata nello schizzo 42. Il giorno 9, le unità schierate sulle posizioni di Buerat, ad eccezione di qualche reparto tedesco (paracadutisti della Brigata « Ramcke »), vennero posti alle dipendenze del Comando XX corpo d'armata; le unità in fase di organizzazione difensiva sulle posizioni di Tarhuna - Homs passavano alle dipendenze del Comando del XXI corpo d'armata, trasferitosi a Cussabat per presiedere alla sistemazione della nuova linea. Intanto, andava, gradualmente, sempre più intensificandosi l'attività delle opposte pattuglie ed artiglierie e l'aviazione britannica, malgrado l'ostacolo di difficili condizioni meteorologiche, riprendeva con maggiore vivacità le sue azioni di bombardamento specie su Homs e su Tripoli. Se ne ricavò la percezione di un imminente attacco in forze che il nostro servizio di intercettazione radio riusciva a confermare ed a precisare nei dettagli relativi al completamento dell'organizzazione offensiva nemica entro il 15 gennaio ed all'inizio dell'operazione per tale data. Deciso a non farsi agganciare in combattimento sulle posizioni di Buerat, il Maresciallo Rommel ordinò il trasferimento, entro la notte del 14 gennaio, delle rimanenti forze di fanteria, a scaglioni, con inizio da quelle schierate a nord (« Pistoia »). L'andamento delle operazioni in Tunisia faceva ritenere assai prossima un'azione anglo-americana nella stretta di Gabès, con l'evidente scopo di determinare una totale e definiti va separazione delle due Armate dell'Asse (quella del fronte ovest, dislocata in Tunisia, e l' A.C.I.T., sul fronte est, in Tripolitania). Perciò il Comando Supremo, l'n gennaio, invitò Superlibia ad esaminare, d'intesa con l'A.C.I.T., la possibilità di trasferire nella zona di Sfax, in Tunisia, la 164• divisione tedesca, a condizione, però, che tale trasferimento non avesse pregiudicato l'ulteriore sviluppo del ripiegamento dell'A.C.I.T. nè ne avesse ridotto i tempi.
Considerando la particolare importanza operativa della stretta di Gabès (1) e la conseguente necessità di destinarvi una Grande Unità dotata di elevata capacità combattiva, il Maresciallo Rommel propose l'invio della 21• divisione corazzata anzichè della 164" divisione da lui ritenuta non idonea ad intraprendere operazioni a largo raggio. Nel suo quadro di valutazioni a tal riguardo ( allegato 49) , il Maresciallo Rommel escludeva la possibilità di trasferire in Tunisia una delle Divisioni italiane, per la scarsezza degli automezzi di queste. Il Maresciallo Bastico, nel segnalare al Comando Supremo la proposta di Rommel, sottopose all'esame un'altra soluzione del problema: quella di utilizzare la Divisione corazzata « Centauro», alcuni reparti della quale erano già dislocati in Tunisia all'altezza del 34° parallelo e le cui rimanenti forze erano in parte inserite nell'A.C.I.T. ed in parte in corso di affluenza dall'Italia. Questa soluzione poteva costituire un compromesso capace di far fronte alla nuova impellente situazione tunisina senza, peraltro, provocare il danno di un sensibile depauperamento dell'A.C.I.T. in una fase assai difficile della ritirata. Ma il Comando Supremo preferì adottare la proposta di Rommel, pur confermando la direttiva di non ridurre la durata del ripiegamento dalla Tripolitania in quanto il completamento dell'organizzazione difensiva a sud di Gabès richiedeva ancora non meno di due mesi. Rommel ribadì il suo convincimento che sarebbe stato assai arduo e problematico interdire per tanto tempo ancora il raggiungimento della linea del Mareth da parte dell'8• armata britannica, le cui forze erano notevolmente superiori. Comunque, Rommel mise subito in movimento la 21• divisione corazzata ed un battaglione da ricognizione (Reingold), che già la sera del 13 gennaio erano raccolti a Beni Ulid onde proseguire per la Tunisia. Più tardi Rommel ebbe a dolersi ed a rammaricarsi di aver troppo frettolosamente effettuato lo spostamento della 21• divìsione corazzata - e solo a cose fatte ne aveva informato Superlibia - in quanto l'efficienza combattiva dell'Armata subì un notevole calo, di gran lunga superiore a quello che lui aveva supposto e considerato. (x) cc La stretta di Gabès era il nostro punto vitale ». RoMMEL, op. cit.,
pagg. 351-352 •
Dopo una serie di piccole avvisaglie e di puntate di assaggio su Umm el Araneb e su Murzuch, si veniva delineando un'azione la Tripoli tania soll'ar- concreta, intrapresa da unità francesi deco gebelico Garian - golliste, sul fronte meridionale del Sahara Nalut (r"' fase: 5-17 Libico. Qui, venne dapprima attaccato ed gennaio 1943) ( schiz- investito il presidio avanzato di el Gatrun e, subito dopo, quelli di Umm el Araneb, di zo 40) Murzuch, di Sebha. Questi presidi, di modesta consistenza perchè costituiti da appena una compagnia dotata di qualche pezzo di artiglieria di piccolo calibro, opposero una strenua resistenza (che fu anche sottolineata dal nemico stesso allorchè annunziò alla radio la loro capitolazione) e, sottoposti a dure e massicce azioni di artiglieria e di aviazione, mantennero le loro posizioni sino all'estremo limite delle proprie possibilità difensive. L'intervento delle compagnie sahariane non valse a sbloccarli dall'assedio, e furono costretti alla resa: Umm el Araneb, il 5 gennaio; el Gatrun, il giorno 6, quando ancora non erano stati raggiunti dagli automezzi inviati per il loro ripiegamento. All'alba del giorno 5 iniziavano il movimento i presidi di Brach, Sebha, Umm el Abid, Uau el Chebir ed il primo scaglione di elementi non mobili del presidio di Hon. Il presidio di Murzuch, che ancora il giorno 5 era impegnato dal nemico, solo all'alba del 7 potè mettersi in movimento con una carovana camellata. Il presidio di Gat, non essendo riuscito a riunire i numerosi cammelli occorrenti per il movimento, fu costretto a rimanere in posto. Solo successivamente, entro il 16 gennaio, una sessantina di militari del presidio poterono essere sgomberati via aerea a Tripoli. I movimenti procedettero regolarmente. Solo qualche contatto con elementi celeri del nemico, che muoveva all'incirca sullo stesso asse di movimento Sebha - Hon. L'8 gennaio il Comando del Sahara Libico si stabilì a Mizda, assumendo alle proprie dipendenze anche i presidi libici di Mizda, e1 Gheria, esc Sciueref ed il LV battaglione complementi « Savona )> ( 1), sgomberato da Hon. Ripiegam ento delle troppe del Sahara Libico e dei presidi del-
(1) Il battaglione, già alle dipendenze del Comando Piazza di Tripoli, era stato inviato a rinforzare il presidio di Hon dopo che la Divisione di fanteria « Savona », adibita alla difesa costiera della Tripolitarùa era stata trasferita (fine giugno• primi di luglio 1941) al confine libico - egiziano per presidiare, insieme con alcune unità tedesche, le posizioni di Halfaya - Sidi Omar.
L'aviazione del Sahara, trasferitasi da Hon e da Sebha al campo di Assabaa (Gariàn), continuò ad assolvere il compito di esplorazione delle provenienze da sud e da est e di mitragliamento di elementi motorizzati avversari rilevati specialmente nella zona dell'Uadi Zemzem, in prossimità della pista el Gheria - Mizda. Il giorno 9, l'ultimo scaglione degli elementi non mobili di Hon si trovava in movimento, quale retroguardia, da esc-Sciueref ad el Gheria; raggiunse Mizda l'n gennaio. Il giorno prima il nemico aveva attaccato il presidio di esc-Sciueref, composto di truppe libiche, occupando la località. Il 12 le truppe mobili di Hon, nel ripiegare su Mizda, attaccarono a loro volta i Francesi a esc-Sciueref, in concomitanza con i reparti mobili di el Gheria e col concorso del!'aviazione del Sahara, e li dispersero. Il 14 raggiungevano Mizda anche le truppe del lontano presidio di Uau el Chebir, dopo aver percorso oltre 1200 chilometri attraverso il deserto e respinto numerosi attacchi di formazioni nemiche. Sul confine tunisino, intanto, reparti di Gadames occupavano, il IO gennaio, Maricsa in seguito a vivace combattimento. Alla data del 17 gennaio le truppe del Sahara Libico avevano compiuto la prima fase del ripiegamento e si trovavano schierate a difesa del settore orientale del Gebel nel tratto Garian - Jefren (compreso), anzichè nel tratto Garian - Giado, come era stato stabilito precedentemente. Delle forze del Sahara Libico, già dislocate nei presidi dell'interno, furono ricuperati complessivamente i seguenti reparti: battaglione « Savona >>, cinque compagnie sahariane, una compagnia mortai da 81, un reparto celere su camionette, il reparto autocarrato « Lodi», il nucleo autoblindo, tre compagnie libiche, due batterie da 75/27, due batterie da 20. I carri L 6 «Lodi», ad eccezione di due, furono tutti perduti per avarie ai motori o per insabbiamenti, data l'impossibilità dell'autotrasporto per mancanza di automezzi. Tutti questi reparti ricuperati, che costituivano il meglio di quanto disponeva il Sahara Libico, furono posti alle dipendenze del Comando Militare della T ripolitania per potenziare la difesa dell'arco gebelico da Garian a Nalut, fronte a sud, e per proteggere l'ala sud - occidentale dello schieramento dell'A.C.I.T. sulle posizioni Homs -Tarhuna, prima, e sulla linea T.A.G., poi (1). (r) La linea T.A.G. era costituita dal sistema difensivo Tripoli-Azizia Garian (derivava la sua denominazione dalle iniziali delle tre località) che
Alle prime luci del 15 gennaio, il XXX corpo d'armata britannico, articolato su due colonne che durante la notte avevano serrato sulle nostre posizioni difensive della linea Buerat Gheddahia, sferrò l'attacco che si manifestò subito con assoluta preponderanza di sforzo contro l'ala meridionale aggirabile del fronte (schizzo 43). L.a 15• divisione corazzata tedesca, in località Fortino, ed il Gruppo cc Centauro », a nord di essa, opposero una valida ed efficace resistenza all'avanzata avversaria e riuscirono ad arginarla e contenerla sino al punto di costringere i Britannici a sospendere l'attacco per rimaneggiare il dispositivo facendo serrare sotto le artiglierie. L'azione venne ripresa nel pomeriggio, ma ancora una volta trovò un ostacolo notevole nel pronto ed efficace intervento delle artiglierie della 15• divisione corazzata tedesca. Questa, però, a sera, venne a trovarsi in una situazione che ne obbligò il ripiegamento sull'Uadi Zemzem, ed il nemico perveniva alla conquista di el Faschia e si attestava sulla riva dell'uadi. Era evidente il carattere di azione preliminare di quest'attacco e l'esperienza di El Alamein e di Marsa el Brega portava alla logica supposizione che nella notte sul 16 gennaio si sarebbe sviluppata l'azione risolutiva su tutta la fronte. I servizi informativi dell'A.C.I.T. davano, in quel momento, la seguente situazione del nemico (schieramento da nord a sud di fronte alle posizioni della linea di Buerat): 51• divisione, 1• divisione corazzata (2 Brigate corazzate ed 1 motorizzata), 1 divisione corazzata (2 Brigate corazzate ed I motorizzata), 10• divisione corazzata (1 Brigata corazzata ed I motorizzata), 2• divisione neozelandese (2 Brigate), 1 Brigata « Francia Libera » ed 1 Brigata greca. In affluenza: 50• divisione inglese e 4• indiana. In realtà, il piano di battaglia dei Britannici - come risulta dalle relazioni dei Generali Alexander e Montgomery - era di attaccare con due colonne: a nord, la 51• divisione doveva premere lungo Ripiegamento dell'A.C.I.T. dalla linea di Buerat al Mareth. 2° tempo: spostamento delle truppe motocorazzate sulla linea Tarhuna-Homs e movimento dell'intera Armata verso ed oltre la piazza di Tripoli (15-19 gennaio 1943)
aveva lo scopo di sbarrare le provenienze dalla frontiera occidentale della Tripolitania (cioè dalla Tunisia) e di assicurare il possesso dell'importantissima: base di Tripoli.
la via Balbia; a sud, la 1 divisione corazzata e 2• divisione neozelandese dovevano effettuare un ampio movimento aggirante sull'ala <lestra dello schieramento. La XXII brigata corazzata doveva operare fra i due assi di avanzata, puntando su Bir Dufan, pronta a gettarsi verso l'uno o l'altro fianco, a seconda del bisogno. Tutte queste forze operavano alle dipendenze del XXX corpo <l'armata, che fu portato avanti da posizioni arretrate solo il 14 gennaio. L'aviazione, che doveva conquistare il dominio dell'aria, avrebbe iniziato la sua azione con massicci bombardamenti sulle nostre posizioni, immediatamente prima dell'attacco. In una tale situazione e dinanzi alla prospettiva dell'imminente azione a fondo britannica, intonandosi ai criteri generali fissati per la condotta della difesa, alle ore 20 del giorno 15 il Comando del1'A.C.I.T. ordinò il ripiegamento generale sulle posizioni di Tarhuna - Homs. Dovevano fronteggiare l'avversario (schizzo 44): - il raggruppamento dei reparti esploranti 3°, 33° e 580°, sull'Uadi Scetàf, all'altezza di Gasr el Asued; - D.A.K. e «Centauro », a Sedada; - il Gruppo paracadutisti « Ramcke », a B. Giarabua; - la 90• divisione leggera, sulla via Balbia, all'altezza di Tual e1 Sefar. Nella notte le unità ripiegarono secondo gli ordini ricevuti, senza che il nemico incab.asse. Il 16 gennaio la pressione dei Britannici si manifestò molto forte, in quanto il Generale Montgomery aveva ordinato che « l'avanzata venisse condotta con grande risolutezza ed alla velocità massima » (I). Nelle prime ore del pomeriggio aspri combattimenti, che si protrassero fino a sera, vennero sostenuti a sud di Sedada dalla 15• divisione corazzata e dal Gruppo «Centauro ». Gravi furono le perdite di questo ultimo che venne a trovarsi in gravi difficoltà per mancanza di carburante. Sulla via Balbia, la 51• divisione britannica raggiungeva B. elChurgia; nella zona centrale la XXII brigata corazzata puntava in direzione di Bir Dufan. (1) MONTGOMERY:
cc Da El Alarnein al fiume Sangro », pag. 55.
33 1 Durante la notte sul 17 tutte le unità motocorazzate dell'A.C.I.T. riuscirono a ripiegare sulla linea Beni Ulid - Tauorga. Nelle prime ore del pomeriggio del 17 un forte gruppo motocorazzato nemico attaccò la 90• divisione nella zona di Tauorga, costringendola a ripiegare; verso sera la colonna meridionale nemica raggiungeva Beni Ulid; la XXII brigata corazzata si avvicinava a Bir Dufan e la 51• divisione si trovava nella zona di Crispi. Il Comandante dell'A.C.I.T., tenuto conto dell'estensione della fronte in relazione alla scarsezza delle forze disponibili, ritenne di non essere in grado di resistere sulla linea Tarhuna- Homs più di uno o due giorni e, considerata la preoccupante situazione della benzina e delle munizioni, temette di non riuscire a far ripiegare parte delle sue truppe su Tripoli (1). Questo timore si aggravò in seguito all'occupazione nemica di Ben Ulid che favoriva la possibilità di un'azione avvolgente del fianco sud - occidentale dello schieramento, capace di compromettere la ritirata anche delle truppe operanti nel settore costiero. Il ripiegamento sulla linea Tarhuna- Homs veniva completato nella mattinata del 18 gennaio; nello stesso momento, forti aliquote delle Divisioni « Giovani Fascisti », «Trieste» e « La Spezia» erano già in movimento verso le posizioni della cinta orientale di Tripoli. Il nemico, che già la sera del giorno 17 aveva raggiunto Beni Ulid, nelle prime ore del giorno 18 occupava anche Bir Dufan e Misurata Marina; ma, a causa delle numerose interruzioni stradali attuate dalle nostre truppe nel settore costiero e per le difficili condizioni di percorribilità del terreno, era costretto a rallentare notevolmente la sua avanzata (2). Perdeva, così, il contatto con le nostre unità in ripiegamento, malgrado fossero anch'esse attardate dalle (1) Il Maresciallo Rommel ammise e riconobbe (op. cit., pag. 354) che le possibilità difensive della linea Tarhuna - Homs « erano straordinariamente buone perchè i Britannici in un attacco da sud e sud -est dovevano attraversare un terreno sabbioso e inadatto, e senza dubbio, se noi avessimo avuto un rifornimento migliore, saremmo stati in grado di respingere per lungo tempo gli attacchi nemici ». (:2) « L'avanzata si arenò ed io provai, per la prima volta da quando avevo assunto il comando de/l'Vl/1 armata, una vera ansietà. Se non raggiungevo Tripoli entro il limite dei dieci giorni impostomi dalla situazione logistica, potevo trovarmi di fronte alla necessità di una decisione difficilissima: potevo essere costretto ad arrestare l'avanzata e probabilmente a ripiegare su Buerat e anche pii} in là, per mantenere in efficienza i rifornimenti dell'Armata. Mi decisi quindi ad accelerare il passo delle operazioni e a dar battaglia cosi di notte
33 2 stesse difficoltà del terreno e talvolta costrette a spingere a braccia gli automezzi che, sovraccarichi, affondavano sul fondo sabbioso. Nel complesso, alla sera del 18 gennaio, la situazione, pur se piena di minacce, non destava preoccupazioni immediate: sembrava anzi offrire la possibilità di guadagnare qualche giorno di tempo, prezioso per lo sgombero dei depositi e servizi della Tripolitania, giacchè 1'8a armata, più che spostare verso ovest il centro di gravità dell'attacco, tendeva ad estendere la propria azione fra Tarhuna e Garian solo con l'impiego di elementi corazzati (autoblindo) e motorizzati di non grande entità, nel tentativo di ricercare il nostro fianco scoperto. Da Garian a Nalut (pag. 328) erano ormai già schierate le truppe del Sahara Libico e della Tripolitania, ma la loro occupazione era discontinua e l'intervallo Garian - Tarhuna del tutto scoperto. Il successivo giorno 19 ( schizzo 4 5) il nemico esercitò una forte pressione in direzione di Tarhuna, ma fu contenuto dal fuoco concentrato delle nostre artiglierie. Altra colonna si trovava, verso mezzogiorno, in marcia da Beni Ulid in direzione di Garian; nel pomeriggio era costretta ad arrestarsi all'altezza di Bir es-Sueda da una efficace azione degli Stukas e dalla difficile percorribilità delle piste. L'aviazione britannica si dimostrò particolarmente attiva, bombardando senza tregua le nostre retrovie. In considerazione della minaccia che si profilava sul fianco destro, il Maresciallo Rommel spostò verso occidente la 164a divisione e la Brigata « Ramcke », allo scopo di parare e contenere la spinta nemica in direzione ed a cavallo della strada Tarhuna - Castel Benito. Malgrado tali misure, tenuto conto del grave pericolo che avrebbe corso tutta l'Armata in caso di successo dell'azione nemica ad ovest di Tarhuna _, che alcuni indizi rivelarono essere nei programmi inglesi (1) - nel pomeriggio stesso del 19 gennaio, nel corso di una ricognizione, Rommel emanò ordini perchè: come di giorno, allo scopo di irrompere attraverso la posizione Homs - Tarhuna e di raggiungere il mio obiettivo. Ordinai che si eseguissero attacchi al lume della luna su entrambi le direttrici di marcia, diramai istruzioni molto energiche per l'acceleramento dei nostri sforzi ed enunciai chiaramente quel che mi aspettavo dai comandanti e dalle truppe ». MONTGOMERY: « Da El Alamein al fiume Sangro », pag. 56. (1) Documenti catturati ad un ufficiale superiore inglese indicavano la direzione Garian - Zavia come la più redditizia ai fini delle operazioni in corso. Vennero rilevati, inoltre, alcuni automezzi che cercavano di filtrare nella Gefara lungo una pista ritenuta (e tale era di fatto) fino allora impraticabile.
333 - il XXI corpo d'armata ripiegasse subito con una parte delle forze sulla cinta di Tripoli ed una parte ad est di Zavia, avendo come retroguardia la 90• divisione leggera; - il XX corpo d'armata con la Divisione « Giovani Fascisti » e il Gruppo « Centauro » si trasferisse immediatamente nella zona a sud di Zavia; - il Raggruppamento esplorante si spostasse nella zona di Azizia; - il D.A.K. si portasse a 15 chilometri a sud di Castel Benito. La 164• divisione e la Brigata paracadutisti « Ramcke » dovevano rimanere, come retroguardia, immediatamente ad ovest di Tarhuna. Al Raggruppamento esplorante ed al D.A.K. competeva la sorveglianza degli sbocchi dal Gebel.
Ultimo tempo del ripiegamento al Mareth: A.C.I.T. - Truppe del Sahara Libico - Truppe della Tripolitania ( 20 gennaio - 4 febbraio 1943)
I movimenti disposti da Rommel nel pomeriggio del giorno 19 gennaio trovarono regolare esecuzione durante la notte sul 20, ( schizzo 46) e furono ostacolati solo da incessanti azioni aeree avversarie. Il nostro Comando Supremo non approvò l'ordine per essi impartito dal Maresciallo Rommel, giudicandolo del tutto prematuro ed addirittura precipitoso; e Mussolini ne mosse rilievo al Comandante dell'A.C.I.T., sottolineando come la decisione di ritirare le truppe dalla linea Tarhuna - H oms fosse in contrasto con le sue precedenti direttive ed indicasse la rinunzia ad assolvere il compito affidato all'Armata in data 1° gennaio, per il quale si sarebbero dovute impiegare sei settimane nel ripiegamento dalla linea di Buerat al margine orientale della Piazza di Tripoli (v. pag. 314). L'accelerazione del ripiegamento in Tunisia avrebbe potuto compromettere la situazione in questo scacchiere, che ancora non era in grado di ricevere le nuove forze giacchè le posizioni difensive da occupare non erano state ultimate ed erano in fase di approntamento. Il Maresciallo Cavallero si portava in Libia lo stesso giorno 20, ed aveva un colloquio con Rommel, durante il quale questi giustificava la sua decisione con la schiacciante superiorità delle forze avversarie, che tentavano l'aggiramento del fronte difensivo, e con la scar-
334 sezza di carburante che non consentiva d'intraprendere un'azione decisamente mobile e manovrata dei mezzi corazzati. Concludeva con il mettere in evidenza la necessità di assumere una decisione definitiva che non poteva essere altra che una delle due: o effettuare un'azione di difesa ad oltranza nella zona a sud - est di Tripoli correndo l'alea di subire un totale annientamento dell'Armata, oppure portare Ja massa delle forze sulle posizioni di Mareth in un accettabile stato di efficienza ed in tempo utile per esercitarvi una valida funzione. Il Maresciallo Cavallero riferiva, telegraficamente (ore 22.45 del 20), a Mussolini il colloquio avuto con Rommel. Dichiarava, in tale sede, come la minaccia di aggiramento, che aveva « fortissima presa » sul Comandante dell'A.C.I.T., fosse più « potenziale che imminente » e come risultasse che Rommel avesse assunto la decisione di ripiegare già da tre giorni e, quindi, indipendentemente dalle circostanze dell'ultima giornata che egli adduceva a giustificazione. Concludeva: « Si deve riconoscere che il nemico est ormai presente in forze molto notevoli specie coraz zate et che il guadagnare tempo riesce tanto più difficile quanto più l'azione avversaria procede con continuità. Rommel assicura che le unità corazzate nemiche procedono all'attacco spiegandosi direttamente dalla formazione di marcia, ma est altrettanto vero che necessita imporre al nemico un arresto dovunque possibile, senza di che il nostro ripiegamento potrebbe tramutarsi in una rotta pericolosa. Questo punto ho illustrato at Rommel ampiamente. Intanto, per ottenere se possibile una maggiore manovrabilità delle forze mobili, si sono presi provvedimenti per accelerare arrivo carburanti. Bastico habet 120 carri cisterna in movimento fra Tripoli et Tunisi et viceversa. Arrivo gasolio procede bene; abbiamo avuto purtroppo infortunio dieci motozattere. Si est inoltre stabilito che Bastico completerà la messa a disposizione di Rommel dei 350 automezzi da lui richiesti per con/erire mobilità at secondo terzo fanteria. Inoltre si est stabilito, come da vostro ordine, Duce, che aviazione si impegni a fondo coi mezzi disponibili, sebbene Rommel dimostri di non apprezzare molto questo concorso. Su argomento aviazione riferisco con telegramma a parte. Ho cercato di agire st4 Rommel con molta forma ma anche con grande energia. Egli ... ha finito col dirmi che il suo movimento di ieri et di oggi non est stato un ripiegamento ma uno scaglionamento di forze in profondità... I movimenti avvenuti, et che non era più possibile fermare, hanno portato indietro tutte le fanterie, nè est da pensare
335 di riportarle innanzi tutte od in parte. Così purtroppo la più grande parte del vantaggio di tempo che si contava ottenere nel passaggio dalla linea di Homs at quella di Tripoli est stato perduto. Tengo stretto contatto con Rommel insieme con Maresciallo Bastico ». Nella situazione del momento, dunque, caratterizzata principalmente dallo sgombero già avvenuto delle Posizioni gebeliche (Tarhuna -Homs) e dall'eftettuato trasferimento in Tunisia della 2 1A divisione corazzata tedesca, si doveva necessariamente rinunziare ad ogni Possibilità di imporre un prolungato tempo d'arresto alla avanzata del nemico prima delle Posizioni di Mareth. L'orlo dell'altipiano gebelico, infatti, costituiva l'ultima posizione della Libia capace di offrire appigli tattici idonei alla difesa; più ad ovest ed a nord - ovest, la Gefara si presentava assai agevole e percorribile in ogni senso con la sola eccezione per la striscia costiera intercalata da sebche. AH'altipiano gebelico si collegava, formando sistema unico con le sue Posizioni, il campo trincerato di Tripoli (1). Questo era costituito da un notevole complesso di opere permanenti, costruite sin dal tempo di pace, ed abbastanza ben protetto. Concepito, però, in funzione di un concetto di difesa contro le provenienze dalla Tunisia, presentava il suo lato orientale estremamente debole e, peraltro, non del tutto ultimato in quanto, con il crollo della Francia nel 1940 e con il delinearsi della probabilità di guerra solo sulla lontana fronte egiziana, la costruzione delle fortificazioni di Tripoli era stata sospesa ed erano state, addirittura, disarmate varie opere per recuperare soprattutto i pezzi controcarro. Costruito, naturalmente, in base ai criteri operativi della dottrina del tempo, le opere fortificate rispondevano al criterio di far fronte ad attacchi condotti con sola fanteria, al massimo appoggiata da qualche esigua aliquota di carri armati. Non si prevedeva, allora, la possibilità di impiego a massa di intere Grandi Unità corazzate, specie in ambiente desertico (2). Poichè il sistema fortificatorio permanente non proseguiva, verso sud, oltre la zona di Castel Benito, esso era soggetto all'aggiramento, da parte di unità mobili motorizzate, attraverso la percorri(1) Per particolari organizzativi, vds. pag. 69 della monografia: << In Africa Settentrionale - La preparazione al conflitto - L'avanzata su Sidi el Barrani (ottobre 1935 settembre 1940) » dello Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico. (2) Analogo criterio risultò essere stato seguito dalla Francia nella costruzione della zona fortificata di Mareth.
bilissima zona della Gefara in corrispondenza del tratto Bir el Gennan - Azizia. In tali condizioni si dovette senz'altro escludere l'ipotesi peraltro studiata ed esaminata nei più minuti particolari esecutivi di effettuare la difesa di Tripoli occupando il campo trincerato, in quanto i reparti destinati alla difesa sarebbero stati inevitabilmente bloccati ed aggirati e, presto o tardi, avrebbero dovuto cedere per esaurimento. In considerazione di tale situazione e dinanzi alla realtà dell'ormai avvenuto abbandono della linea Tarhuna - Homs, la sola che avrebbe potuto consentire una efficace e valida azione difensiva, Mussolini stesso rappresentava al Maresciallo Cavallero la convenienza di adottare la seconda delle soluzioni prospettate da Rommel e, cioè, quella di portare possibilmente al completo le forze del1'A.C.I.T. al confine tunisino. Intanto, sin dal mattino del 18 gennaio, il Comando Superiore delle Forze Armate della Libia, forte dell'esperienza maturata per le non infrequenti improvvise decisioni del Maresciallo Rommel, di propria iniziativa emanava adeguate direttive ( allegato 50) per coordinare il ripiegamento verso ovest di tutte le truppe ancora comunque esistenti in Tripolitania, nonchè dei reparti aerei, delle unità della Marina e di ogni altro ente, con il movimento dell'A.C.I.T., qualora questo avesse avuto esecuzione improvvisa. La misura adottata si manifestò, in pratica, assai utile ed opportuna giacchè, come si è detto, nel pomeriggio del giorno 19 il Maresciallo Rommel, dopo una sosta di appena 48 ore sulle posizioni di Tarhuna - Homs, ordinò il ripiegamento generale. La sera del 19 gennaio Homs e Tarhuna venivano occupate, rispettivamente, dalle Divisioni britanniche 51a e 1 corazzata; sul campo di atterraggio di Bir Dufan si installava l'aviazione da caccia inglese. Consapevole dell'estrema sensibilità di Rommel alle minacce di aggiramento, il Comando britannico dispose che la IV brigata corazzata leggera, operante sull'estremo limite sud - occidentale del dispositivo di avanzata, si spingesse ancora più verso ovest sì da manifestare concretamente un intendimento di avvolgimento dell'ala meridionale dell'A.C.I.T. Se Rommel avesse reagito a questa minaccia, la 51& divisione britannica, rinforzata da 150 nuovi carri armati della XXII brigata corazzata (già tenuta in riserva al centro delle due di-
337 rettrici principali di attacco ed avviata verso la costa, su Zliten, in seguito allo spastamento da Homs a Tarhuna della Brigata « Ramcke ») avrebbe dovuto spingersi a fondo lungo la strada costiera, puntando direttamente su Tripoli. Le difficoltà del terreno, rese ancora più gravi dalle praticate interruzioni stradali, rallentarono notevolmente la progressione britannica e solo la sera del 21 gennaio la 51a divisione riuscì ad affacciarsi sulla piana di Tripoli, dopo vivaci scontri sostenuti con la 90• divisione leggera tedesca subito ad ovest di Homs e nei pressi di Corradini. Nella mattinata del 22 gennaio veniva occupata Castelverde ( schizzo 47). La XXII brigata corazzata scavalcava la 51• divisione per aprire la strada di Tripoli. La 1 divisione corazzata britannica il giorno 20 si impossessava delle alture fiancheggianti la stretta attraverso la quale la strada discende, da Tarhuna, nella piana di Tripoli, ed il giorno 21 i primi carri armati della Divisione sboccavano nella pianura. Nello stesso giorno, elementi della 2• divisione neozelandese attaccavano Garian e, benchè validamente contrastati da precisi ed efficaci interventi dell'artiglieria della difesa, riuscivano a proseguire verso Azizia. Poco a nord di tale località, la 15a divisione corazzata tedesca sferrava un violento contrattacco che riusciva, sul momento, ad arrestare l'avanzata del nemico. Ma Rommel, vedendo il cerchio <lell'attacco stringersi sempre più, ordinò il ripiegamento delle forze di retroguardia sulla cintura di Tripoli e delle altre forze a sud- est di Zavia. Gli elementi non motorizzati dei Corpi d'armata XX e XXI furono fatti proseguire, invece, su Zuara ed oltre. Il 22 gennaio reparti corazzati avversari rinnovarono l'attacco nella zona di Azizia e su Castel Benito. In seguito alla perdita di quesfultima località e allo sgombero di Garian, avvenuto il giorno precedente, il Comandante dell'A.C.I.T. ordinò, nel pomeriggio del 22, il ripiegamento dalla cintura di Tripoli, da effettuare nella notte. Nelle prime ore del mattino del 23, poco dopo ultimato lo sgombero delle nostre truppe, Tripoli veniva occupata dall'11° reggimento ussari (1 divisione corazzata) proveniente da sud, con il quale si congiungeva il 1° << Gordon Highlanders » della 51• divisione, sboccato da est. Queste ultime operazioni britanniche per la conquista di Tripoli furono occompagnate e caratterizzate da una notevole intensifi-
22. -
Al.
cazione dell'attività di disturbo e di sabotaggio esplicata dal « Long Range Desert Group » . Questo reparto speciale, particolarmente addestrato, aveva ripreso, durante il ripiegamento dell'A.C.I.T., quella funzione che già aveva esplicato nel periodo immediatamente precedente l'inizio della battaglia di El Alamein e che si inquadrava fra le operazioni preparatorie dell'offensiva britannica (v. pag. 55 e segg.). Frequenti furono i tentativi effettuati, nel corso della nostra ritirata da El Agheila a Buerat, per portare scompiglio nelle retrovie dell'A.C.I.T. ed effettuarvi atti di sabotaggio capaci di scuotere il morale delle truppe, di infirmare l'azione dei comandi e di intralciare in ogni modo le operazioni di ripiegamento. Nel loro complesso, però, questi tentativi risultarono vani ed i risultati effettivi da essi conseguiti furono ben scarsi e modesti. Nel corso dell'ulteriore ritirata dell'A.C.I.T. su Tripoli, gli « squadrons » si proposero obiettivi ben più ambiziosi : raggiungere i nostri Comandi più elevati nella zona fra Misurata e Castelverde, catturare comandanti di alto rango, creare insanabili crisi di funzionamento nei Comandi stessi, impossessarsi di documenti segreti. Sfruttando le favorevoli condizioni ambientali, i reparti sabotatori inglesi riuscirono a filtrare alle spalle dell'A.C.I.T., passando fra questa e il presidio di Hon, ed a raggiungere la zona a sud delia via Balbia, all'altezza di Misurata e di Corradini, dove le anfrattuosità del terreno e la sua copertura consentivano facili occultamenti. Le loro azioni, però, fallirono tutte, per la solerte vigilanza e per la pronta reazione opposta <iagli elementi incaricati della protezione dei nostri Comandi, la cui organizzazione si dimostrò assai effidente. Isolatamente o a piccoli gruppi gli incursori ed i rispettivi mezzi caddero nelle nostre mani. Fra essi, anche il loro comandante, Colonnello Sterling, venne catturato; i superstiti da queste infruttuose azioni dovettero rinunziare ad agni ulteriore tentativo e solo in minima parte riuscirono a ripiegare sulle loro lontane basi. Sgomberata Tripoli, le forze italo - tedesche si schierarono, fronte a sud, nella zona litoranea compresa fra Zavia, Agelat e Zuara. Rommel dispose che le truppe non mobili si spostassero, a scaglioni, lungo la via Balbia e, scavalcandosi, si attestassero a sud della rotabile, in corrispondenza dei maggiori nodi di comunicazione, sì da bloccare tutte le provenienze dall'arco gebelico attraverso la pianura della Gefara e proteggere da eventuali tentativi di interruzione nemica quella che era l'unica arteria di ritirata in Tunisia.
339 Le truppe motorizzate, alle quali si aggiunsero vari reparti italiani che organicamente non motorizzati erano stati montati per l'occasione su automezzi, assunsero funzioni di retroguardia a protezione della fascia costiera e della rotabile contro le provenienze da est. Assicurato, con una salda occupazione, il mantenimento dei due perni principali dello schieramento, costituiti dalle posizioni di Sorman - Zavia, nella zona costiera, e dal nodo rotabile di el Uotia, al limite occidentale della Gefara, l'Armata riprese il movimento verso la Tunisia il giorno 24 gennaio. Assunse uno scaglionamento assai profondo ( schizzo 48) lungo la Balbia, a blocchi di Divisione: - 90a leggera, « Giovani Fascisti » e 164\ tra Sorman e Zavia; - 15• divisione corazzata, ad Agelat; - Divisione « Pistoia», a Zuara; - Divisione « Centauro », a Zelten; - Paracadutisti « Ramcke >> , a Pisida; - Divisione « Trieste », già pervenuta in territorio tunisino, a Ben Gardane; - Divisione « La Spezia », anch'essa già spostatasi in Tunisia, a Medenine; _,. Raggruppamento esplorante, al nodo rotabile di el Uotia. Nel corso del movimento le formazioni vennero ancor più diluite e ne risultò notevolmente accentuato lo scaglionamento in profondità. Le unità non motorizzate, spostandosi a sbalzi successivi ed alternati, si portarono direttamente sulle posizioni tunisine di Mareth, dove iniziarono subito la loro sistemazione difensiva; le truppe motorizzate proseguirono anch'esse il loro movimento verso la Tunisia, continuando, però, ad assolvere funzioni di retroguardia lungo la via Balbia. Le forze britanniche si dimostravano, sul momento, paghe e soddisfatte del notevole successo conseguito con l'occupazione di Tripoli, che rappresentava un obiettivo capace, sotto tutti gli aspetti, di costituire il fine ultimo dell'intera offensiva intrapresa ad El Alamein, e perciò non esercitarono più alcuna pressione di qualche entità. sul nostro ripiegamento nè rinnovarono minacce o tentativi di avvolgimento.
Anche i Comandi britannici avevano, in quel momento, da risolvere un imponente problema organizzativo e logistico e non potevano certo pensare alla possibilità di spingere l'avanzata verso la Tunisia senza aver prima provveduto a costituire adeguate basi di alimentazione cui presupposto indispensabile era la rimessa in efficienza delle attrezzature portuali, da noi distrutte il 20 gennaio prima di abbandonare Tripoli, ed il ripristino delle vie di comunicazione sconvolte soprattutto dalle azioni aeree. Si limitarono, perciò, ad affidare alla 1 divisione corazzata, rinforzata dalla IV brigata corazzata leggera, il compito di mantenere il contatto con le nostre unità in ripiegamento e di esercitare su esse la propria « pressione sino a Zuara », in prossimità della frontiera tunisina. Quest'azione si manifestò assai cauta e lenta e non provocò disturbi nè interferenze di sorta sulla nostra ritirata che subì, invece, notevoli fastidi solo dall'aviazione nemica, assai attiva tanto di giorno quanto di notte e contro la quale le nostre possibilità di reazione erano molto limitate. Il giorno 25 gennaio ( schizzo 49) la 90• divisione leggera, un battaglione della 164a ed uno della r5a corazzata, in retroguardia, mantennero le posizioni di Sorman - Sabratha - Agelat. Abbandonavano, invece, Zavia, che veniva subito dopo occupata dai Britannici. Il Raggruppamento esplorante rimaneva ancora schierato nella zona del quadrivio di el Uotia ed inviava propri elementi sulla gebelica settentrionale. Tutte le altre unità dell'A.C.I.T. erano scaglionate sino a Ben Gardane; alcune di ,esse avevano già raggiunto le posizioni di Mareth ed incominciavano ad organizzarvisi a difesa. Il 26 gennaio ( schizzo 50) le truppe in retroguardia vennero attaccate da forze motocorazzate britanniche nella zona di Sorman. Ripiegarono di solo qualche chilometro verso ovest, e riuscirono a mantenere ferma l'occupazione di Sab.ratha. La 164" divisione, che il giorno precedente aveva raggiunto il confine tunisino a Ras Agedir, si concentrava nella zona Foum Tatahouine con il compito di sbarrare le provenienze da sud e da sud - est. Le posizioni della linea di Mareth, già quasi tutte occupate dalle truppe non motorizzate, cominciavano ad assumere consistenza e ad acquistare un preciso profilo, nel quale rimanevano sgombre le sole zone di previsto schieramento dei reparti _, di massima corazzati ancora in fase di ripiegamento.
34 1 Il giorno 27 gennaio, le residue forze in retroguardia proseguirono, nel quadro del programmato ripiegamento a scaglioni, il loro movimento verso la Tunisia, sotto la pressione - peraltro alquanto debole e certo non preoccupante - di forze avversarie procedenti lungo la rotabile costiera e, dalla gebelica settentrionale, verso nord. La 90• divisione leggera abbandonò Sabratha e si portò a Zuara; il Raggruppamento esplorante, dislocato nella zona di el Uotia, si scisse in due aliquote che si diressero, rispettivamente a Foum Tatahouine ed a Ben Gardane ( schizzo 5 r). La prima di tali aliquote fu, però, fermata nella zona di Gr. el-Gedid, mentre a nord - ovest della 164• divisione tedesca, già dislocata a Foum Tatahouioe, venivano a schierarsi reparti provenienti da Nalut che ricevevano il compito di assicurare il possesso dei passi montani di obbligato transito a sud - et di Ksar el Hallouf. Questa dislocazione generale rimase pressochè immutata nei giorni 28 e 29 gennaio: la 90• divisione leggera germanica, dislocata a Zuara, ricevette l'ordine di mantenere il possesso della località sino al giorno successivo a quello del definitivo e totale ripiegamento delle truppe del Sahara Libico e della Tripolitania; la Brigata « Ramcke » avrebbe dovuto assicurare il presidio di Pisida sino a tre giorni dopo il passaggio in Tunisia degli ultimi elementi della 90• divisione. Reparti della Divisione cc Pistoia » vennero spostati nella zona di Zarzis, con funzioni antisbarco. Contemporaneamente al ripiegamento dell'A.C.I.T. dalle posizioni di Tarhuna- Homs verso la Tunisia, avveniva anche la graduale e concomitante ritirata delle truppe del Sahara Libico e dei vari presidi della Tripolitania. Queste, in base agli ordini ricevuti dal Comando Superiore della Libia ( allegato 50) ed in relazione al compito ad esse affidato di provvedere alla protezione del fianco meridionale esposto dell'A.C.I.T. tanto durante la fase del suo ripiegamento quanto nel suo schieramento sulle posizioni di Mareth, ~i erano raccolte e schierate lungo l'arco gebelico, fra Garian e Nalut, assumendo la dislocazione schematicamente indicata nello schizzo 52. Tale schieramento fu raggiunto il 18 gennaio, e cioè un giorno prima che Rommel iniziasse il movimento dalla linea Tarhuna - Homs. Questo fianco difensivo rivolto a sud, estendentesi dal meridiano di Tripoli sino al confine tunisino, costituito da robusti pre-
34 2 sidi a loro volta protetti da distaccamenti avanzati (Mizda, B. Allagh, Sinauen, Tgutta, Gadames), potenziato ed integrato da predisposte interruzioni stradali, sbarrava tutte le comunicazioni adducenti dall'altipiano meridionale alla Gefara tripolina e creava un ambiente di sicurezza a favore dell'A.C.I.T. Fra il 19 ed il 21 gennaio, reparti motorizzati avversari avanzarono da sud - est verso la rotabile Tarhuna-Garian. Il presidio di Mizda, attaccato il 21 mattina da reparti del Generale Ledere, tenne brillantemente fronte all'avversario che riuscì a respingere e, poi, a contenere per l'intera giornata ( schizzo 40). Le truppe del Sahara Libico, che nel frattempo erano passate alle dirette dipendenze del1'A.C.I.T ., avevano cosl assolto il loro compito protettivo dell'ala meridionale dell'Armata cui avevano assicurato il tempo necessario a ritirarsi indisturbata e potettero, sicchè, ripiegare su Jefren, nella notte sul 23, secondo gli ordini ricevuti. Nello stesso giorno 23 gennaio, reparti motorizzati britannici ed anglo - francesi puntarono verso il tratto di rotabile Jefren - Giado. Per effetto di tale minaccia, considerato che l'A.C.I.T. ormai già aveva raggiunto la zona fra Zavia e Zuara. Tutti i presidi del fianco difensivo gebelico iniziarono il graduale ripiegamento per trasferirsi, secondo le disposizioni, in Tunisia e raggiungere la nuova zona di schieramento fra Ksar el-Hallouf e lo Chott Djerid. Tale trasferimento fu complesso e laborioso e presentò enormi difficoltà pratiche organizzative. Il presidio di Gat, eccessivamente distante e privo di automezzi (v. pag. 327), venne accerchiato da una formazione mobile nemica. Il giorno 19 rifiutò la resa che gli veniva offerta dall'attaccante e continuò la resistenza fino al 23 quando i suoi superstiti, ridotti appena ad un centinaio, vista vana ogni possibilità di aiuti esterni e considerata ormai del tutto inutile l'ulteriore resistenza, furono obbligati ad ammainare la Bandiera. Lo squadrone carri L / 40 fu costretto ad abbandonare tutti i suoi carri per la loro inidoneità a muovere in terreno desertico; la quasi totalità delle dotazioni dei materiali fu distribuita agli indigeni, o venne distrutta, per mancanza di mezzi di trasporto. Il presidio di Gadames ripiegò su Nalut, iniziando il movimento il 25 gennaio; Gadames venne occupata dal nemi<:o il 29 gennaio; Nalut fu sgomberata il 31. Il 3 febbraio fu ultimata la evacuazione della Tripolitania da parte dei residui elementi e, alle ore zero del 5, venne sciolto il Co-
343 mando Superiore delle Forze Armate della Libia, forze che, tutte transitate in Tunisia, furono inquadrate nelle Grandi Unità impegnate nelle operazioni del nuovo scacchiere.
Non appena si era delineato il primo orientamento concreto circa la decisione del Comando Supremo di dover necessariamente abbandonare il territorio della Tripolitania e concentrare tutte le truppe nello scacchiere tunisino, gravosi problemi si erano posti al Comando Superiore FF. AA. della Libia che venne a trovarsi nella necessità di dover fronteggiare nuove ed impreviste situazioni ed esigenze. Queste, ridotte alla loro più schematica e semplice espressione, riguardavano: 1° - l'assicurazione del possesso di una via di comunicazione, da considerare vero e proprio cordone ombelicale, che collegasse l'A.C.I.T. alle zone di Sfax e Gabès, in Tunisia. Queste zone assumevano, gradatamente sempre più, fisonomia e funzione di retrovia dell'Armata, ed erano a loro volta condizionate alle possibilità di alimentazione da Tunisi e Biserta, unici punti di afflusso degli indispensabili rifornimenti provenienti dalla madrepatria; 2° - la necessità di conferire un certo grado di efficienza, sia pur minimo, alle posizioni difensive che l' A.C.I.T. avrebbe dovuto occupare in Tunisia al termine del suo lungo ed estenuante ripiegamento, sì da evitare crisi di organizzazione la cui pericolosità non era dato di prevedere giacchè non si potevano formulare ipotesi di nessuna natura su quella che sarebbe stata la condotta delk operazioni da parte britannica e sulla spinta che gli avversari avrebbero impresso alla loro offensiva nella fase finale e conclusiva di essa; 3° - l'inderogabile bisogno di sgomberare in Tunisia il maggior numero possibile di mezzi, di materiali e di uomini dalla Tripolitania, in buon grado di efficienza in vista di un loro ulteriore impiego nella lotta; 4° - la risoluzione del grave problem.t, cui eràno connessi anche motivi umani di solidarietà e di legami affettivi, relativo alla popolazione civile esistente in Tripolitania.
Attività operativa e logistica del Comando Superiore FF. AA. della Libia per il ripiegamento in Tunisia. Perdite italiane relative allo stesso periodo
344 Nel quadro dei provvedimenti tendenti a garantire la disponibilità sicura ed efficiente delle retrovie tunisine dell'A.C.I.T. e della linea di comunicazioni con i porti settentrionali, si poneva il problema di far fronte alla minaccia che si andava profilando verso Tebessa e Gafsa, a sud della 5• armata germanica, dove un sottile, debole e discontinuo velo di nostre truppe non sarebbe stato assolutamente in grado di interdire all'avversario il raggiungimento della costa fra Sfax e Gabès (v. pagg. 325 e 326). Era evidente la grave pericolosità di una tale minaccia la cui realizzazione avrebbe reso del tutto vani i grandi sacrifici affrontati durante l'intero ripiegamento, in quanto l'A.C.I.T. e le altre forze e mezzi recuperati dalla Tripolitania non sarebbero riusciti a congiungersi con la 5&armata tedesca dislocata in Tunisia. Questa, d'altra parte, interessata essenzialmente alla difesa delle basi di Tunisi e di Biserta, era inevitabilmente protesa a gravitare verso il nord con le sue forze ed a non distogliere, di conseguenza, proprie truppe, da un impiego inquadrato nei suoi compiti principali, per incaricarle della protezione di un settore che doveva necessariamente considerare secondario in relazione agli scopi da perseguire ed all'entità delle forze complessive disponibili. Il Comando Superiore FF. AA. della Libia, rendendosi esatto conto della delicatezza della situazione e dei vari fattori che la condizionavano, non esitò a spostare in Tunisia, di sua iniziativa, la Divisione « Centauro », che mise a disposizione della 5• armata tedesca con il vincolo dell'impiego nella zona di Gafsa, allo scopo di parare la minaccia che da questa parte gravava alle spalle del1'A.C.I.T. Questa Divisione venne, così, ad aggiungersi alla 21• divisione corazzata tedesca, già ceduta da Rommel (v. pagg. 325 e 326), per potenziare l'Armata che si andava organizzando in Tunisia, a favore della quale Superlibia cedette alcune unità dei servizi fra i quali, di grande rilievo ed importanza in quel momento, uno dei parchi automobilistici disponibili in Tripolitania. Il problema dell'organizzazione difensiva delle posizioni che l'A.C.I.T. sarebbe andata ad occupare una volta ultimato il ripiegamento in Tunisia, si presentava anch'esso assai complesso, soprattutto per la scarsezza dei materiali di rafforzamento disponibili, per la difficoltà di ricevere i mezzi di lavoro occorrenti e di trasportarli
34'5 in sito, per la deficienza di mano d'opera specializzata il cui impiego sarebbe stato necessario per ridurre i tempi di lavorazione. Si trattava di ripristinare vecchie fortificazioni già costruite dai Francesi davanti a Mareth, abbandonate e semidistrutte, e di conferire ad esse una valida efficienza intengrandole con altri lavori campali, con ostacoli passivi e con la messa in opera di mezzi di arresto. La direzione della complessa organizzazione fu affidata al Generale De Stefanis (1), a cui disposizione venne messo tutto ciò che· fu possibile concentrare, in mezzi, materiali ed uomini a Mareth. Si dovette ricorrere ad ogni forma di espedienti, e vennero impiegati elementi tratti dalle unità dei servizi a mano a mano che queste si rendevano meno indispensabili alle esigenze dello scacchiere tripolitano; fu raccolto personale da ogni dove e vennero adibiti ai lavori, finanche, uomini già lungamente provati da una permanenza di oltre 35 mesi in Libia e che, perciò, erano stati raccolti a Tripoli in attesa di rimpatrio. Malgrado queste provvidenze straordinarie, solo gradualmente· ed approssimativamente si riuscì a raggiungere la cifra programmata di 10.000 uomini da adibire ai lavori. Per quanti sforzi si compissero e per quanta buona volontà si ponesse, l'organizzazione difensiva non poteva che procedere assai lentamente, tanto che quando l'A.C.I.T. pervenne sulle posizioni da presidiare, la loro sistemazione era ancora molto arretrata e dovette essere completata dai reparti operativi. La crisi risultò superata solo verso la metà del mese di febbraio,, e sulle posizioni, alla data del 20, si assunse lo schieramento ripor-tato schematicamente nello schizzo 53 (2). Questa crisi non ebbe ripercussioni operative perchè non si registrò, essa durante, alcuna. pressione nemica. (1) Aveva comandato il XX corpo d'armata alla battaglia di El Alamein e durante il ripiegamento fino al 25 novembre 1942, data in cui fu sostituito, dal Generale Bitossi. (2) L' A.C.I.T., pur continuando ad inquadrare anche unità germaniche, assunse, il 5 febbraio 1943, la denominazione di 1" armata italiana e ne prese il comando il Generale Giovanni Messe, già Comandante del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.). Il Maresciallo Rommel assunse il Comando del Gruppo di armate costituito dalla r• armata italiana e dalla 53 germanica. Il 10 marzo venne richiamato in Europa e sostituito, nel comando del Gruppo, di armate, dal Generale von Arnim.
Lo sgombero in Tunisia dell'attrezzatura logistica e delle dotazioni esistenti in Tripolitania fu, indubbiamente, il più arduo e complicato problema che si pose a Superlibia. Quantitativi, mole e peso dei materiali di ogni natura erano davvero ingenti giacchè se le deficienze lamentate erano effettive e certo capaci di influenzare negativamente la stessa condotta delle operazioni, esse si riferivano essenzialmente ai generi di primaria importanza in combattimento ed al munizionamento di più largo consumo, ma non si estendevano al più vasto settore degli impianti, dei macchinari, delle attrezzature varie che erano, invece, abbondantemente dislocate in Tripolitania e la cui preziosità ne sconsigliava l'abbandono suggerendone, anzi, il recupero ad ogni costo per una eventuale futura utilizzazione. Il tempo disponibile, però, si dimostrò assolutamente inadeguato anche al più contenuto e ristretto minimo delle esigenze di sgombero, in quanto il ritmo impresso da Rommel alla condotta delle operazioni di ripiegamento fu talmente incalzante da non consentire lo smantellamento delle attrezzature logistiche ed il trasporto in Tunisia di tutto ciò che non conveniva abbandonare. Gravissime limitazioni, inoltre, erano poste dalla ben modesta disponibilità di mezzi di trasporto, la quasi totalità dei quali doveva essere, necessariamente, riservata alle esigenze di movimento delle truppe. Nè, d'altra parte, gli sgomberi potevano essere effettuati diversamente che per via ordinaria; e neppure è da pensare che fosse possibile iniziarne l'effettuazione con un certo anticipo, sia perchè le operazioni in corso non consentivano una prematura riduzione dell'efficienza logistica in Tripolitania, sia perchè non era ancora chiaramente delimitata l'area della Tunisia nella quale si sarebbe dovuta attestare l'A.C.I.T. Non minore influenza esercitarono sulla soluzione di questo arduo problema le seguenti altre circostanze che si accennano senza una specifica analisi per la chiara evidenza del loro peso: ----. l'iniziale orientamento operativo verso l'adozione di un sistema di difesa basato sulla resistenza ad oltranza da condursi prima sulle posizioni di El Agheila e, poi, sulla linea di Buerat. Questo criterio operativo aveva portato ad una notevole concentrazione in :zone avanzate di forti dotazioni dei servizi che gli affrettati ordini di ripiegamento e la scarsità dei mezzi di trasporto obbligarono ad
347 abbandonare in parte, con conseguente riduzione delle residue disp~ nibilità complessive e relativa necessità di non tralasciare lo sgombero in Tunisia, a momento opportuno, di tutto quanto rimaneva, che era un minimo indispensabile alle ulteriori esigenze di lotta nel nuovo scacchiere; - la insicurezza dei trasporti marittimi verso l'Italia e di cabotaggio verso i porti tunisini, che consigliava - e per i generi ed i mezzi di maggiore necessità, obbligava - di fare affidamento quasi esclusivamente su spostamenti per via ordinaria cd a rinunziare al trasferimento in Italia delle attrezzature non indispensabili ai fini della condotta delle operazioni; - la presenza, nel territorio della Colonia, di un numero notevolmente elevato di enti a carattere territoriale, quali depositi, distretti, direzioni varie che, dislocati in Libia sin dal tempo di pace e per le normali attività amministrative, era pur necessario sgomberare, con evidente incidenza sulle già preoccupanti cure richieste dai reparti operanti; - il lento ritmo del servizio riparazioni automobilistiche, determinato da deficiente disponibilità di parti di ricambo e dal fatto che i parchi automobilistici - ad eccezione, solo, del 20°, di sede a Tripoli - furono quasi sempre in movimento perchè coinvolti ed inseriti anch'essi nel ripiegamento; - le gravi difficoltà di ogni genere derivanti dalla enorme lunghezza della linea di rifornimento che, temporaneamente ridottasi per effetto del ripiegamento ad El Agheila ed a Buerat, ridivenne di nuovo estesissima allorquando, nella terza decade di dicembre, non fu più passibile fare affidamento sul porto di Tripoli reso del tutto inutilizzabile dai bombardamenti aerei e dalla sempre maggiore insicurezza della sua rotta marittima, e si fu costretti a far capo esclusivamente ai parti di Tunisi e di Biserta. Nonostante un così vasto complesso di ostacoli e di difficoltà, si riuscì a trasferire in Tunisia la quasi totalità delle unità dei servizi e circa un terzo di tutte le dotazioni di magazzino. Fu un risultato notevole il cui conseguimento non può, onestamente, non suscitare un senso di ammirazione, ove lo si inserisca nel quadro della complessa manovra di ripiegamento e lo si valuti alla luce della inevitabile crisi morale prodotta dal dover abbandonare
un territorio che per mille ragioni non era da considerarsi coloniale ma un vero e proprio lembo di Patria. Le perdite, comunque, furono assai gravi. Maggiormente sensibili furono, ovviamente, quelle di materiale del genio e del munizionamento d'artiglieria, pesanti ed ingombranti: legnami, cemento, filo di ferro spinato, materiali vari da costruzione e di rafforzamento, proiettili da 149 e da 152. Possono essere eloquenti ed indicative alcune cifre, riferite al periodo 16 novembre 1942 - 3 febbraio 1943 e, quindi, comprensive anche dei recuperi effettuati all'atto dello sgombero della Cirenaica (1): - Servizio Sanitario: ospedali sgomberati, 22; perduti, 1; materiali sgomberati, 370 tono.; perduti 680 tonn.; - Servizio di Commissariato: materiali sgomberati, 650 tonn., escluse le derrate; perduti, 400 tonn., compresi gli indumenti ed il vestiario distribuiti alle popolazioni civili della Libia; - Servizio di Artiglieria: munizioni sgomberate, 2000 tonn., oltre alle dotazioni regolamentari e supplementari dei reparti; perdute, 9000 tonn.; - Servizio del Genio: materiali sgomberati, 270 tonn., costituiti per la quasi totalità da mezzi di trasmissioni; materiali perduti, 16.000 tonn., in genere da costruzione e di rafforzamento; - Servizio Automobilistico: materiali automobilistici vari e parti di ricambio sgomberati, 850 tonn.; perduti, 280 tonn.; copertoni e camere d'aria sgomberati, n. 11.500; perduti, 2100; automezzi e motomezzi in riparazione presso i parchi, sgomberati, n. 1000; perduti, 2000. Altre perdite : - personale: 2000 uom1m; - armi automatiche : 70; - armi accompagnamento: 20; - pezzi d'artiglieria: 16; - carri armati : 31. (1) Più precisamente, vds. pag. 26o.
349 Assai arduo era anche il problema riguardante la popolazione civile della Colonia, problema cui si connettevano, come si è accennato, anche motivi affettivi e di doverosa solidarietà umana. Si trattava di oltre 50.000 persone, con le relative masserizie che nella maggior parte dei casi rappresentavano i soli beni che ad esse erano rimasti, nei cui confronti era necessario adottare misure particolari e straordinarie. Il loro sgombero in Italia si dimostrò praticamente impossibile perchè si correva un'alea troppo forte esponendoli ad un pericolo enorme su una rotta marittima del tutto insicura ed insidiata da ogni tipo di minaccia. Sconsigliabile era anche lo sgombero in Tunisia di questa popolazione, giacchè, a parte le insormontabili difficoltà dei trasporti, il provvedimento non poteva considerarsi definitivo: sarebbe stato solo un differimento della soluzione integrale del problema, con un inevitabile aggravamento della già tanto precaria situazione della forte massa di civili costituita da gente di ogni età e condizione. In un campo così delicato i Comandi Militari non potevano assumersi la responsabilità di adottare decisioni di propria iniziativa e, perciò, intervennero disposizioni governative in base alle quali fu stabilito di lasciare in posto la popolazione civile che, d'altra parte, per l'alto grado di civiltà degli avversari e per il loro immancabile senso di comprensione, non avrebbero potuto subire, dall'occupazione, altro danno se non quello inevitabile di una crisi iniziale morale ed organizzativa. A mano a mano, perciò, che venivano definitivamente abbandonate le varie zone dalle nostre truppe, furono consegnati alle autorità amministrative civili, che rimanevano sul posto, i generi indispensabili per poter far fronte a tutte le esigenze di vita della popolazione per la durata di un mese. Era il minimo che si potesse fare, era sostanzialmente solo una prova ed una dimostrazione concreta di una solidarietà umana e fraterna; ma era anche il massimo che, nella situazione difficilissima del momento, si potesse realizzare. Per non privare la popolazione civile di una indispensabile base di organizzazione dei servizi pubblici, si cercò di lasciare questa nella maggiore possibile efficienza anche se, da un punto di vista strettamente militare, il provvedimento tornava a vantaggio diretto del nemico. E così, pur nell'assoluta deficienza delle disponibilità complessive, si cedettero alle autorità locali i quantitativi di carbu-
35° ranti necessari al funzionamento dei vari impianti, particolarmente di quelli idrici ed elettrici, e si evitò Ja distruzione delle attrezzature di pubblica utilità. Purtroppo non fu sempre agevole ottenere la piena comprensione di queste esigenze da parte germanica che, talvolta, sia pure per necessità operativa, assolse il compito di attuare le distruzioni con uno zelo forse eccessivo ed, in qualche caso, anche non a proposito e non a momento opportuno.
CONSIDERAZIONI SUL RIPIEGAMENTO Da un ciclo operativo tanto vasto ed esteso, nel tempo e nello spazio, come quello che, in A. S., si prolungò dall'ottobre 1942 sino ai primi di febbraio 1943 e portò il fronte di combattimento dall'interno dell'Egitto al cuore della Tunisia; da un'operazione di così ampia portata da conseguire risultati decisivi, in campo tattico ed in campo strategico, quale fu quella che determinò l'abbandono totale e definitivo di tutto il territorio libico; da un ripiegamento assai complesso per i suoi problemi tattici, logistici ed organici e notevolmente delicato per i molteplici aspetti morali che vi furono connessi, è evidente come una larga messe di dati di esperienza ed una lunga teoria di ammaestramenti potrebbero desumersi e ricavarsi attraverso un'indagine critica adeguatamente approfondita. Una tale indagine, però, non rientra nei termini di impostazione di questa monografia che, come si è più volte ripetuto, vuole avere solo carattere espositivo e documentario degli avvenimenti. Le considerazioni che seguono, pertanto, non vogliono nè possono avere la pretesa di costituire un quadro conclusivo o un consuntivo razionale dell'esposizione sin qui fatta; esse sono solo le più immediate, naturali e spontanee riflessioni che affiorano al termine di uno studio analitico e ne costituiscono un riepilogo sintetico della materia.
Criteri e condotta dell'operazione
Allorchè l'andamento della battaglia combattuta sulle posizioni di El Alamein cominciò a determinare la concreta sensazione di uno squilibrio così notevole delle forze e dei mezzi contrapposti da far ritenere inevitabile la sconfitta dell'A.C.I.T. se avesse persistito nel disegno operativo della battaglia, al Maresciallo Rommel si pose in tutta la sua imponenza il problema di come poter sottrarre alla distruzione la sua Armata, conservandole un livello di efficienza
35 2 tale da consentirle la ripresa della lotta se e quando si fosse verificato - adeguatamente determinandolo - un mutamento delle condizioni. Questo problema, ovviamente, non presentava che un'unica soluzione che, comune a tutte le circostanze di guerra nelle quali uno dei due avversari risulti battuto in combattimento ma non definitivamente vinto ed annientato, consisteva nel rompere il contatto .con il nemico e nell'interporre spazio davanti a lui, portandosi indietro. Da una tale obbligata soluzione scaturivano due problemi parti.çolari: la scelta del momento della rottura del contatto e la individuazione delle posizioni sulle quali arretrare, rispondenti al maggior numero possibile di requisiti favorevoli, quali, principalmente: configurazione topografi.ca del terreno intrinsecamente forte, almeno in senso relativo; ampiezza idonea a consentire lo schieramento difensivo dell'Armata; distanza dalla linea di precedente contatto tale <la imporre al nemico la necessità di una totale nuova organizzazione dell'attacco e da ricavarne la disponibilità del tempo occorrente al riordinamento materiale, organico e morale delle truppe sottoposte all'arretramento. Del problema della rottura del contatto e della sua soluzione negativamente influenzata da interferenze di natura politica, già si è parlato (v. pagg. 188 e 193). Quanto alle nuove posizioni sulle quali effettuare lo schieramento dell'Armata una volta conseguito lo sganciamento dalla pres, sione avversaria, si registrò subito un contrasto di vedute fra le autorità responsabili italiane e quelle tedesche, le prime intenzionate a sfruttare il ciglione Sollum - H alfaya, le seconde, e particolarmente Rommel, orientate sin dal primo momento ad arretrare sino ad El Agheila, anche se per un momento sembrò che condividessero l'opinione del Comando Supremo italiano. Pare di non potersi mettere in dubbio che nelle condizioni nelle 9uali venne a trovarsi l'Armata subito dopo aver raggiunto le posizioni di Fuka e, cioè, a conseguita rottura del contatto, la determinazione di Rommel si imponesse quale logica e naturale conseguenza dell'inadeguata se non del tutto errata condotta dell'operazione di sganciamento dall'avversario e quale inevitabile derivazione dall'imprevidenza, che ora si scontava, di non aver provveduto a momento opportuno, nel corso dell'estate, a rafforzare ed a predi-
353 sporre una efficace organizzazione difensiva della linea Sollum- Halfaya e della Piazza di Tobruch. A questi due gravosissimi problemi, rottura del contatto e scelta delle nuove posizioni di schieramento, un terzo, di enorme e decisi va portata, venne ad aggiungersene allorchè 1'8 novembre 1942, nella fase iniziale e si potrebbe dire preliminare del ripiegamento, si verificò lo sbarco anglo- americano nel Nord-Africa francese (v. pagina 218). La creazione del nuovo fronte africano non poteva mancare di esercitare una notevolissima influenza sullo sviluppo delle operazioni in corso alla fronte egiziana, in quanto: - determinava la necessità di un coordinamento fra l'impostazione e la condotta della manovra di ripiegamento con le provvidenze operative in corso di adozione in Tunisia per fronteggiare la nuova situazione ivi creatasi; - acuiva lo stato di disagio e di difficoltà delle unità dislocate in Libia che si vedevano inevitabilmente destinate ad esser sempre meno alimentate tanto in conseguenza delle esigenze di rifornimenti al nuovo settore operativo quanto per effetto della insicurezza delle rotte marittime, sempre più insidiate, intercettate e controllate dagli Anglo - Americani che, inoltre, assumevano decisamente il totale dominio del cielo; - provocava profonde ripercussioni di ordine concettuale e spirituale giacchè, mentre i Comandi italiani di ogni livello, se erano fermamente orientati a salvare nella maggior misura possibile le forze ed i materiali, pensavano anche che non si dovesse in alcun modo rinunziare alla difesa del territorio libico pure a costo di gravi e dolorosi sacrifici, i Comandi tedeschi, ed in modo particolare il Maresciallo Rommel, pervenivano al convincimento della inanità della lotta e ricavavano, dalle loro previsioni dell'esito della guerra in Africa, una insanabile depressione delle proprie condizioni di spirito. Queste condizioni generali e tali circostanze, pur se al loro stadio iniziale, suggerirono la decisione (v. pag. 236) alla quale si pervenne attraverso stadi successivi (v. pag. 226) di risolvere il problema della scelta delle nuove posizioni puntando direttamente sulla linea di El Agheila. Una volta adottata questa decisione, la configurazione geografica dello scacchiere e l'ambiente topografico valutato soprattutto nell'aspetto delle sue comunicazioni, finivano
23. - Al.
354 per dettare le modalità esecutive della ritirata. Le unità in ripiegamento non avrebbero dovuto tendere a conseguire altro risultato che quello di frapporre il maggior spazio possibile fra sè ed il nemico; l'entità di tale spazio avrebbe consentito di guadagnare il tempo indispensabile per provvedere alla successiva organizzazione difensiva e tale tempo sarebbe stato certamente integrato dalla inevitabile riduzione di velocità di progressione dell'inseguitore costretto a superare molte difficoltà e vincolato, in relazione alla profondità del movimento da compiere, allo spostamento di tutto il suo apparato logistico ed alle esigenze di sicurezza. In base a tali criteri il ripiegamento avrebbe dovuto seguire gli itinerari più brevi e diretti; seguì, invece, l'arco costiero cirenaico, pur affrontando il pericolo di vedersi prevenuto, sulle posizioni da raggiungere, dal nemico cui veniva lasciata la disponibilità delle piste interne (v. pag. 237). Ma, nel caso specifico, il concetto di brevità non andava inteso in senso chilometrico bensl in relazione alle condizioni di percorribilità della strada, alla possibilità di rifornire con frequenza i reparti che non disponevano di larga autonomia ed, infine, all'adattamento concreto alla situazione operativa nella quale il grande asse rotabile costiero costituiva una inevitabile attrazione per unità e comandi che, sottoposti ad una ritirata inizialmente non esattamente predisposta e non minuziosamente organizzata, potevano su essa trovare quei collegamenti dei quali sentivano bisogno ed un orientamento pressochè automatico. Nel ripiegamento sino ad El Agheila, pertanto, non è dato di individuare una precisa idea di manovra; solo concetto ispiratore del Comando dell'A.C.I.T. fu quello di effettuare il più rapidamente possibile un trasferimento verso occidente; e, date le condizioni particolari nelle quali si realizzò lo sganciamento dal nemico nonchè i dubbi e le interferenze (v. pag. 192) che caratterizzarono l'inizio della ritirata dalle posizioni di El Alamein, un tale atteggiamento era inevitabile e, forse, anche il solo attuabile. La manovra, intesa nel pieno senso della parola ed inquadrata in tutto un vasto ambiente di criteri razionali, di situazioni operative, di condizioni interdipendenti si manifestò nella seconda fase del ripiegamento, da El Agheila in Tunisia, pure se si sviluppò attraverso continue alternative determinate dagli orientamenti e dalle conseguenti disposizioni dei massimi Comandi italiani per la resistenza ad oltranza, dall'apparente accettazione di Rommel di tali orientamenti e dal relativo suo adattamento agli ordini che ne
355 derivavano, dagli improvvisi capovolgimenti di situazione determinati dalle decisioni (v. pagg. 308 e 333) talvolta intempestive e precipitose cli Rommel, di riprendere il movimento retrogrado. Sino alle posizioni di Marsa el Brega - El Agheila una ininterrotta e molto spesso caotica colonna continua di automezzi di ogni genere e tipo costituita da unità frammischiate e disorientate, appena protetta da sparute retroguardie e soggetta a frequenti ingorghi ed intasamenti per mancanza di una organizzazione dell'unico itinerario, che sarebbe stata cli indispensabile utilità, e per effetto di micidiali incursioni aeree avversarie, fu l'espressione della urgente necessità di allontanarsi in qualunque modo dal nemico, di sottrarsi con ogni mezzo e sistema alla sua pressione, di creare davanti a lui un vuoto che infrangesse il suo piano di distruggere totalmente l'A.C.I.T. Successivamente, da El Agheila in Tunisia, si trattò di un organico complesso di Grandi Unità impegnate in un armonico spostamento, con alternanza di schieramenti: raccolti sulle linee di difesa (El Agheila; Buerat; Tarhuna- Homs) o su quelle intermedie di sbalzo; articolati in profondità in quelle zone (regione Sirtica; costa della Gefara) le cui condizioni ambientali avrebbero consentito all'avversario l'impostazione e lo sviluppo di operazioni attraverso le quali gli sarebbe stato agevole pervenire alla intercettazione della ritirata. In questi casi, gli scaglioni in ripiegamento assunsero idonee dislocazioni a cavaliere dell'asse di movimento ed in corrispondenza cli quelle località che per la presenza di piste provenienti dall'interno o per la configurazione topografica del terreno si prestavano a favorire azioni avvolgenti da sud condotte dal nemico. In corrispondenza delle linee difensive e di quelle intermedie, invece, gli schieramenti racco! ti delle unità assunsero i caratteri della difesa manovrata: azioni ritardatrici sviluppate mediante l'impiego di retroguardie incaricate di evitare il ristabilimento del contatto con il nemico (Marsa el Brega; Uadi Bei el Chebir; Beni Ulid), fuoco di interdizione spinto alle maggiori distanze, largo ricorso all'ostacolo passivo ed ai mezzi di arresto; grossi su posizioni abbastanza organizzate ed incaricati della vera e propria azione di resistenza. Si trattò, però, sempre __,, secondo il concetto di Rommel, non condi viso dai Comandi italiani - di una resistenza allo stato potenziale, una resistenza, cioè, che solo in forma indiretta svolgeva un'azione ritardatrice in quanto aveva una ben delimitata durata nel tempo dovendosi esplicare solo per costringere il nemico a montare l'at-
tacco e con l'intendimento di sottrarsi ad esso mediante l'impiego di elementi mobili dislocati in zona di sicurezza ed incaricati di effettuare azioni di disturbo capaci di contribuire a determinare il prolungamento delle operazioni preparatrici e preliminari dell'attacco da parte del nemico. La protezione del fianco destro dell'Armata, esposto al pericolo di avvolgimenti da sud, fu cura costante di Rommel durante tutto il ripiegamento; ed egli adottò adeguate misure, di volta in volta, in corrispondenza di ciascuna delle linee difensive successivamente occupate (ad eccezione, solo, della linea di El Agheila, in merito alla quale si dirà in seguito) e di ogni zona di sosta. Non uguale cura, invece, dimostrò Rommel nel seguire il criterio di reagire contro le punte avanzate incalzanti dell'avversario, non appena ne avesse avuta l'occasione favorevole. Tali occasioni non mancarono perchè frequenti sono i casi, nel corso di un ripiegamento, nei quali l'inseguitore si trova in condizioni di temporanea e locale inferiorità rispetto al nemico che ripiega: questo, avvicinandosi alle proprie basi, si rinforza laddove l'altro, procedendo nell'inseguimento, si allontana dalle proprie basi ed è costretto a tempi di pause ed al conseguente impiego di semplici aliquote incaricate di mantenere il contatto non sempre sufficientemente sostenute e spesso isolate ed un po' in balia del proprio destino. Molte volte Rommel avrebbe potuto e dovuto approfittare dei momenti favorevoli per reagire con rapide puntate controffensive di unità motocorazzate contro le avanguardie nemiche; ne fu evidentemente sconsigliato dalla scarsissima disponibilità di carburanti e di munìzioni, ma ne fu anche e soprattutto impedito dall'orientamento mentale che si andava gradualmente consolidando in lui e dalla depressione morale, innegabile, che sempre più l'assalì, giorno per giorno, nel corso del ripiegamento. Visto fallire il suo proposito di conseguire la completa distruzione delle forze italo - tedesche sulle posizioni di El Alamein, il Generale Montgomery non ritenne ancora del tutto perduta la possibilità di risolvere decisivamente la battaglia e di pervenire al totale annientamento dell'A.C.I.T. lanciando all'immediato inseguimento delle superstiti e battute unità avversarie 1'8" armata ormai vittoriosa. Malgrado, però, fosse evidente che il ripiegamento si sarebbe dovuto necessariamente effettuare lungo l'asse stradale costiero, il solo capace di offrire quella maggiore rapidità di traslazione che nella situazione del momento era condizione indispensabile per un
357 esito favorevole della ritirata, il Comandante dell'8• armata britannica si limitò a tallonare l'avversario avviato alquanto confusamente verso ovest, senza neppure tentare, almeno inizialmente, di tagliargli, mediante aggiramento da sud, la strada. Ne avrebbe avuto la facoltà, giacchè disponeva di mezzi idonei a muovere su piste desertiche ad elevata velocità; inseguendo, invece, direttamente il nemico non ottenne altro risultato che quello di concorrere indirettamente ad esercitare una spinta che portava ad accelerare il deflusso e l'arretramento che erano la sola salvezza dei reparti italo - tedeschi. Esistevano differenze sostanziali &a le circostanze che determinavano questa terza avanzata britannica verso occidente e quelle che avevano dato luogo all'analoga precedente del novembre 1941 - gennaio 1942: allora il Maresciallo Rommel si era ritirato di propria iniziativa, per determinazione studiata e valutata in un quadro di esigenze logistiche che consigliavano un arretramento; ora, invece, l'A.C.I.T. era stata battuta in battaglia ed era costretta dalla superiorità dei mezzi avversari e dal successo conseguito dai Britannici ad effettuare una ritirata in -condizioni morali e materiali notevolmente critiche, quasi disperate e tali da non lasciar prevedere la probabilità di una rapida ripresa. Ciò non di meno, Montgomery fu assai prudente e guardingo (v. pag. 245) ed adottò misure precauzionali certamente eccessive che svuotarono l'essenza stessa dell'inseguimento in profondità da lui disposto e valsero ad imbrigliare la spinta offensiva della sua Armata riducendone sensibilmente ogni possibilità di successo. Uniformandosi al medesimo criterio al quale si era ispirato per la battaglia di El Alamein, sintetizzato nell'espressione da lui stesso usata di mantenere « l'equilibrio sul campo di battaglia » mediante la costituzione di una robusta Grande Unità di riserva (il X corpo d'armata corazzato) il Comandante britannico ritenne utile, nel corso dell'inseguimento, di assicurare «l'equilibrio strategico dell'Armata » ed, a tal fine, dislocò, in determinate zone (come, ad esempio, ad Ain el Gazala ed a Tmimi) forze che dessero sicurezza <e contro il pericolo che insuccessi o sorprese di carattere locale si convertissero in vantaggi importanti per il nemico 1> (1). Il criterio della creazione di un ambiente di assoluta sicurezza, conseguito a qualunque costo perchè ritenuto base indispensabile di (1) MONTGOMERY: << Da El Alamcin
al fiume Sangro », pag. 59.
fiducia, in una battaglia mobile combattuta nel deserto, fu rigorosamente seguito nella prima fase dell'inseguimento e, territorialmente, fino a quasi tutta la zona cirenaica. Successivamente tale criterio parve, se non del tutto abbandonato, quanto meno applicato con minore impegno; ma ciò non fu tanto conseguenza di un nuovo e diverso orientamento concettuale quanto esigenza imposta da difficoltà logistiche che, effettive o potenziali, imposero, rispettivamente, di distogliere dalla loro funzione di << equilibrio » quelle unità che vi erano destinate (impiego degli automezzi del X corpo d'armata nel trasporto di approvvigionamenti da Tobruch) e di conferire rapidità al movimento per pervenire alla occupazione del porto di Tripoli prima che la progressione verso occidente fosse stata paralizzata dall'enorme distanza delle basi di Tobruch e di Bengasi.
Sviluppo della ritirata e della manovra di ripiegamento
Un aspetto di particolare rilievo, per i suoi riflessi di assai delicata natura, sul quale è inevitabile che venga attirata specifica attenzione allorchè si esaminino gli sviluppi della ritirata da El Alamein e della successiva manovra di ripiegamento, è quello riflettente la diversa posizione e la conseguente diversa sorte delle truppe italiane nei confronti di quelle tedesche. Questo aspetto emerge dal fatto, che non ha mancato di provocare anche aspre critiche all'indirizzo del Maresciallo Rommel, che gran parte delle forze italiane vennero abbandonate a se stesse sul campo di battaglia di El Alamein senza che nulla si fosse tentato, nella fase iniziale dello sganciamento dal nemico, per sottrarle alla totale sopraffazione ed alla cattura (v. pagg. 163 e seg. e 228). In realtà bisogna obiettivamente riconoscere, attraverso l'esame analitico degli avvenimenti, che pur se le decisioni del Comando di Armata non furono del tutto esenti da qualche errore e furono, soprattutto, influenzate dal rapido susseguirsi ed accav~llarsi di circostanze capaci di determinare crisi e disorientamenti, la sorte di quelle truppe italiane che furono abbandonate al loro destino era segnata da una serie di inevitabili fattori condizionali e non fu certo conseguenza di una deliberata volontà ,di trascurare la loro salvezza. Anche la comune e corrente opinione che i Comandi tedeschi avessero sottratto gli automezzi ai reparti italiani concorrendo, così, ad esasperarne le critiche condizioni è -
359 salvo, bene inteso, alcuni casi nei qua]i il fatto è vero, ma si tratta di episodi sporadici - più conseguenza di dicerie artatamente messe in circolazione dalla propaganda britannica che aveva tutto l'interesse a creare dissapori fra le truppe delle due Nazioni dell'Asse, che frutto di constatata realtà. Le Grandi Unità italiane erano organicamente dotate di scarso numero di automezzi ed erano, pertanto, soggette ad occasionali e temporanee assegnazioni da parte dell'Intendenza quando avessero dovuto effettuare spostamenti e trasferimenti mediante autotrasporti. A parte ogni ovvia considerazione de1le numerose circostanze che potevano rendere aleatorio l'afflusso degli automezzi a momento opportuno (scarse disponibilità anche da parte dell'Intendenza; ignoranza delle piste percorribili da parte degli autisti normalmente dislocati in altri settori ed impiegati in diversi servizi; possibilità di intercettazione del1e colonne da parte di mezzi celeri avversari infiltratisi nelle brecce; difficoltà di rintracciare in zona di combattimento ed in mutabili situazioni i reparti di destinazione) è evidente come lo sganciamento dal nemico e ]a ritirata con criteri tattici sarebbero stati più agevolmente effettuabili se si fosse avuta disponibilità diretta ed immediata dei mezzi di trasporto occorrenti. Inoltre, la più parte degli automezzi italiani, tanto dei reparti quanto di Intendenza, non era tecnicamente idonea a muovere fuori strada e su piste in ambiente desertico. Molti automezzi, perciò, non erano in grado di procedere speditamente ed erano costretti ad attardarsi ed a far appiedare il personale che trasportavano. La stessa composizione organica delle nostre unità e le caratteristiche tecniche dei nostri mezzi automobilistici furono, dunque, ]a prima causa reale ed effettiva della cattura di gran numero di militari raggiunti dagli inseguitori in piena crisi di movimento e di isolamento o di dissociazione organica dal resto delle proprie unità. A queste cause, che si potrebbero dire intrinseche, altre se ne aggiunsero di natura circostanziale. Principali fra esse : - ]'impianto concettuale della battaglia, che portò la totalità delle truppe germaniche (ad eccezione solo della brigata « Ramcke ») a gravitare nel settore settentrionale del fronte ed a trovarsi, perciò, occasionalmente in prossimità de11a rotabile costiera che, a ripiegamento deciso, fu l'asse stradale di più facile percorribilità e più agevole per la ritirata. Data la situazione operativa, le truppe italiane si trovavano nelle condizioni diametralmente opposte;
- le autocolonne italiane, essendo generalmente costituite con automezzi di Intendenza, alle loro deficienze tecniche sommavano anche quella di una inadeguata attrezzatura contraerea a bassa quota. Erano, perciò, soggette quasi del tutto passivamente all'offesa aerea nemica che riusciva agevolmente a distruggere ed immobilizzare mezzi con conseguente disorganizzazione del movimento, pericolosi intasamenti, isolamenti di reparti ed elementi che rimanevano preda dei veloci inseguitori dilaganti da ogni dove in virtù della propria disponibilità di mezzi speciali; - l'ordine di Rommel di far ripiegare prima le truppe non motorizzate dei settori centrale e settentrionale e poi quelle del settore meridionale (X corpo d'armata). Questo ordine derivava, nella concezione operativa del Comando dell'A.C.I.T., dalla considerazione che mentre al centro ed al nord del fronte di schieramento Io sganciamento delle fanterie (Divisioni: 164' germanica, « Trento », « Bologna ») poteva avvantaggiarsi. della protezione delle unità motocorazzate che, destinate a ripiegare in un secondo tempo, potevano mantenere il contatto con l'avversario ed arginarne temporaneamente la progressione, più a sud, invece, la mancanza di unità corazzate o comunque idonee a coprire la ritirata del X corpo d'armata avrebbe creato le condizioni, qualora tale Corpo d'armata avesse retrocesso, di aprire un ampio varco all'ala meridionale dello schieramento difensivo; le unità britanniche, perciò, sarebbero state largamente agevolate e addirittura invitate ad effettuare movimenti aggiranti da sud verso nord, alle spalle della sistemazione difensiva delle rimanenti forze dell' A.C.I.T. E' una tesi; scaturiva da una valutazione basata su condizioni del momento, e non si può, quindi affermare con risolutezza che fosse concettualmente errata. Errata, però, si dimostrò all'atto pratico in quanto nello sviluppo delle operazioni si verificò esattamente il contrario di quanto si era voluto evitare e, cioè: l'allontanamento dal settore centrale e settentrionale delle truppe di fanteria portò a dover mantenere la linea di contatto con sole truppe corazzate e queste, per le loro stesse caratteristiche costituzionali, non potevano in alcun modo coprire tutto il fronte ed assicurare la continuità dell'occupazione della linea. Si determinarono, perciò, dei vuoti e, specificamente, si aprì una vera breccia sul fianco sinistro del X corpo d'armata, breccia che le unità avversarie non si fecero sfuggire l'oc-
casione cli sfruttare, lanciandosi in essa ed isolando, così, l'intero X corpo d'armata. Se la concezione operativa del Comando dell'A.C.I.T. avesse portato, invece, a far ripiegare per prime proprio le truppe schierate nel settore sud del fronte, sarebbe stata assicurata la continuità della linea secondo il procedimento - che, del resto, era consueto in quanto già precedentemente attuato in circostanze più o meno analoghe ~ di « accartocciamento» dell'ala esposta ed aggirabile. Questa conversione all'indietro dell'ala meridionale avrebbe trovato anche un agevole e prezioso punto d'appoggio nello sbarramento minato trasversale (v. pagg. 85 e 86) già da tempo realizzato proprio per evitare o arginare manovre di avvolgimento da sud. Si può, perciò, fondatamente ritenere che se la notevole deficienza di mezzi di trasporto fu causa della perdita del X corpo d'armata, essa non fu la sola causa : vi si sommò lo scalamento dei tempi di ripiegamento disposto dall'A.C.I.T. che, in pratica, si dimostrò errato. Comunque, il fattore predominante e decisivo della situazione che venne a· determinarsi e delle dolorose conseguenze che ne derivarono fu la disposizione impartita da Roma e da Berlino, il 3 novembre, di resistere ad oltranza (v. pag. 157) dopo che Rommel già aveva impartito gli ordini per il ripiegamento sul meridiano di Fuka. Intercorsero esattamente 24 ore (dal pomeriggio del 3 al pomeriggio del 4 novembre) prima che il ripiegamento definitivo fosse ripreso, senza la perdita delle quali (e senza gli inconvenienti che si dovettero lamentare per effetto degli ordini contraddittori che si fu costretti ad emanare) si può con sicurezza ammettere, sulla base di un preciso calcolo dei tempi e delle località effettivamente raggiunte alle varie ore nel corso della ritirata, che l'intero X corpo d'armata e la Divisione «Bologna» sarebbero stati in grado di pervenire sulle posizioni del meridiano di Fuka senza essere agganciati dall'inseguitore. Non si può, certo, con analoga sicurezza affermare che anche· l'ulteriore ripiegamento di queste unità, oltre Fuka, sino al ciglione Sollum - Halfaya si sarebbe potuto compiere senza danni e prima che il nemico avesse ripreso il contatto. Si può, comunque, con buon grado di attendibilità, quale è fornito dalla constatazione già sottolineata che l'avanzata britannica'. procedette inizialmente assai guardinga e prudente, affermare che, se non tutte, gran parte delle unità avrebbero potuto porsi in salvo,
anche oltre Fuka. Ogni indagine circa i caratteri che avrebbe p0tuto assumere il successivo sviluppo delle operazioni se Rommel avesse disposto, sul ciglione Sollum - Halfaya, di consistenti aliquote di fanteria, rientra nel campo delle ipotesi e della fantasia. Non ci si può, però, sottrarre al ricordo dell'esperienza maturata attraverso gli avvenimenti dell'anno precedente quando la Divisione « Savona », accerchiata, resistette per due mesi interi riuscendo a bloccare la rotabile costiera ed imponendo ai servizi britannici un lungo ed ozioso giro attraverso il deserto e determinando, così, notevoli ritardi nella condotta delle operazioni dell'8• armata britannica. La linea di Fuka, che secondo gli intendimenti operativi del Comando dell'A.C.I.T. avrebbe dovuto assolvere la funzione di « zona di raccolta » di tutte le truppe sottrattesi al contatto del nemico e provenienti dalle posizioni di El Alamein, non potè che solo parzialmente rispondere a tale progettato compito in quanto le difficoltà incontrate nello spostamento su essa dalla massima parte delle unità di fanteria, scarsamente dotate di mezzi di trasporto, ed il ritardo di 24 ore causato dal fatale ordine del 3 novembre fecero sì che numerosi elementi venissero sopravvanzati dai mezzi motocorazzati avversari lanciati all'inseguimento e si trovassero preclusa la via <lella ritirata. In particolare, lo schieramento previsto per il X corpo d'armata .( schizzo 21) poteva essere assunto solo in caso di ripiegamento effettuato d'iniziativa e, cioè, al momento voluto e senza l'interferenza della pressione del nemico. In realtà, pur nella critica situazione generale dell'andamento sfavorevole della battaglia, tali condizioni si verificarono fuggevolmente; ma la sosta sulle posizioni iniziali protrattasi dal pomeriggio del 3 al pomeriggio del 4 novembre per effetto dell'ordine di resistenza ad oltranza non consentì di cogliere il momento particolarmente ed occasionalmente propizio, e venne -offerta al nemico la p0ssibilità di ristabilire il contatto e di incunearsi nel sistema difensivo fino ad isolare il X Corpo distaccandolo dal resto dell'Armata. A questo punto Rommel, costretto dalla forza degli avvenimenti ~ rinunziare definitivamente alla resistenza in posto ed a disporre il ripiegamento, si vide per necessità di cose anche obbligato a modificare lo schieramento predisposto sulla linea di Fuka (che ripeteva, all'incirca, i lineamenti di quello adottato ad El Alamein) ed a restringere la « zona di raccolta ,, al solo costone di Fuka dove venivano a concentrarsi tanto le unità corazzate quanto i resti dei Corpi
d'armata XX e XXI inizialmente destinati a presidiare il settore centrale del nuovo schieramento. Lasciò, invece, immutata la dislocazione predisposta per il X Corpo che veniva, così, inevitabilmente abbandonato a se stesso. Era la situazione che quasi lo imponeva, la situazione che presentava un problema assai arduo e difficile, che il Comandante dell'A.C.I.T. preferì non risolvere in alcun modo, lasciando andare le cose secondo le disposizioni già adottate in occasione dell'iniziale decisione di ripiegamento da El Alamein. E non appena il 5 novembre si delineò la minaccia nemica di aggiramento del fianco meridionale scoperto, Rommel adottò subito il criterio di salvare il salvabile, senza nulla tentare per offrire alle fanterie del settore Sud una minima possibilità di salvezza, giustificando, successivamente, la sua determinazione col dire che « altrimenti tutto sarebbe andato distrutto e nessun soldato del!' Armata corazzata avrebbe più passato il confine presso Sollum ». All'altezza di Fuka, di Marsa Matruh e di Sidi el Barrani le truppe in ripiegamento effettuarono soste di brevissima durata, attuate solo per necessità di qualche rapido riordinamento e di un minimo di riposo, ma senza alcun criterio tattico ed operativo di interferire in una qualsiasi forma sull'avanzata del nemico. Una prima battuta d'arresto ---:' che negli intendimenti del Comando Supremo doveva essere forte e prolungata (v. pagg. 219 e 226) - si sarebbe potuta e dovuta sviluppare sulle posizioni di Sollum Halfaya allo scopo di : - provvedere ad una radicale riorganizzazione delle colonne ripieganti, la cui necessità, dopo gli eventi occorsi, era evidentemente incalzante; - consentire il totale sgombero della Cirenaica; - guadagnare il tempo occorrente ad attuare una efficiente organizzazione difensiva delle posizioni della linea arretrata Marsa el Brega - El Agheila. Il presidio già in atto, da parte della Divisione «Pistoia))' del ciglione di Sollum - Halfaya offriva condizioni favorevoli ad imbastire un'azione tattica di arresto dell'avversario. Ma la celere avanzata di forze nemiche su Sidi Omar, dove esse pervenivano la sera del 9 novembre, esercitò notevole influenza su Rommel inducendolo a rinunziare all'esecuzione di azioni ritardatrici all'altezza del confine libico - egiziano ed a far proseguire il ripiegamento direttamente sulla linea di El Agheila.
Non è improbabile che il Comandante dell'A.C.I.T. fosse già intimamente orientato in tal senso e che la minaccia della puntata britannica su Sidi Omar fosse stata solo una concorrente e non la determinante della sua decisione. Rommel, infatti, ancor prima che tale minaccia assumesse una consistenza reale e concreta, dirottò la Divisione « Giovani Fascisti » che, già in movimento da Siwa per portarsi ad assumere uno schieramento sull'ala destra delle posizioni di Halfaya, venne avviata direttamente nella zona di Gialo - Agedadabia (v. pagg. 228 e 242). Ciò valse, in pratica, a salvare la Divisione che quasi certamente non avrebbe potuto raggiungere la zona di Halfaya prima che vi fosse pervenuto il nemico; ma significò la rinuncia a qualsiasi tentativo di opparre una resistenza a1l'avanzata britannica sulla linea del confine libico - egiziano, rinunzia provocata da una semplice minaccia di forze inglesi di scarsa consistenza e lanciate a notevole distanza dai propri grossi senza il sostegno dei quali ad esse non si offrivano grandi possibilità operative. Conviene, a questo punto, rilevare anche come alla Divisione « Giovani Fascisti » l'ordine di abbandonare la zona di Siwa e di trasferirsi a Sidi Omar fosse stato impartito solo il 6 novembre, quando già, cioè, l'A.C.I.T. aveva raggiunto, ripiegando, la zona di Marsa Matruh. Questo notevole ritardo con il quale il Maresciallo Rommel pensò o si ricordò della Divisione « Giovani Fascisti », quando egli fin dal 29 ottobre si era personalmente interessato della definizione della linea di Fuka (v. pag. 131), potrebbe confermare l'opinione che il Comandante dell'A.C.I.T. fosse stato totalmente assorbito dai gravi eventi della battaglia di El Alamein e non avesse spinto lo sguardo oltre il campo tattico giudicando, almeno inizialmente, sufficiente il presidio della Divisione « Pistoia » della zona Sollum - Halfaya per appoggiarvi un'azione ritardatrice. Gli Inglesi occuparono di sorpresa, nella notte sull'n novembre, il passo di Halfaya; ma la sorpresa fu resa possibile e si registrò perchè sin dal pomeriggio del giorno IO novembre la Divisione « Pistoia » aveva ricevuto l'ordine di abbandonare le posizioni (v. pagine 230 e 231) e gli ultimi suoi elementi furono raggiunti dagli inseguitori in piena crisi di caricamento. E' evidente, dunque, che pur senza il favore della sorpresa, l'occupazione del passo di Halfaya da parte britannica sarebbe stata, in ogni caso, assai agevole perchè Rommel non ne contestava il possesso all'avversario. Dopo le gravi e pesanti perdite subite ad El Alamein, la « Pistoia » e la << Giovani Fascisti » erano le sole Grandi Unità di fan-
teria (1) delle quali egli disponeva per il presidio di posizioni intermedie, a cominciare da quella di Sollum - Halfaya, sul lungo cammino del ripiegamento; ed esse, pur se con un livello di efficienza alquanto ridotto ed in una situazione organica di mezzi e di armamento non delle più valide, erano certamente in grado di costituire efficienti punti di appoggio per azioni manovrate delle unità motocorazzate e di concorrere, così, ad imporre successivi tempi di arresto all'avanzata dei Britannici. Rommel rinunziò a tale impegnativo impiego delle due Divisioni; e si deve ritenere che a ciò non fosse estranea la preoccupazione di non riuscire a salvarle per la scarsezza dei loro mezzi di trasporto, preoccupazione che doveva essere invero notevole dopo le accuse che gli erano state più o meno palesemente e da ogni parte rivolte di aver abbandonato al suo destino l'intero X corpo d'armata e dopo gli interventi di Hitler e di Mussolini che lo invitavano ad organizzare il ripiegamento in modo da rendere possibile lo sganciamento dal nemico anche delle truppe non motorizzate (v. pagine 228 e 229). Dal confine libico - egiziano ad El Agheila, il ritmo del ripiegamento fu, fino alla stretta di Ain el Gazala, imposto dalla celerità di progressione dell'avversario; successivamente fu condizionato e determinato dalla scarsezza del carburante disponibile e dai relativi rifornimenti che automaticamente fissarono i tempi di sosta e la lunghezza delle tappe. In questa seconda parte del movimento, cioè da Ain el Gaz.ala ad El Agheila, l'articolazione delle formazioni e degli scaglioni ed il loro alternarsi nelle soste e nei movimenti furono improntati ad un criterio di notevole prudenza da parte del Maresciallo Rommel che apparve molto guardingo. Non dovette essere estraneo, a tale suo atteggiamento, il ricordo di quanto si era verificato nel corso delle due precedenti campagne invernali ed in particolar modo in quella del 1940 - 41, quando le nostre truppe non motorizzate avevano trovato notevoli difficoltà di movimento in Marmarica tanto da divenire facile preda dei celeri reparti avversari. Sfuggiva, però, in tal caso, al Maresciallo Rommel la considerazione che la situazione nella quale egli ora si trovava era sostanzialmente diversa da quella del dicembre 1940: allora gli Inglesi ave(1) La Divisione « Giovani Fascisti » era solo nominalmente «corazzata ». Al riguardo vds. nota a pag. 248.
vano m1z1ato la loro avanzata verso occidente partendo da Sidi eI Barrani; adesso il punto di origine del loro inseguimento era ad El Alamein, sicchè ad Ain el Gazala doveva essersi già notevolmente ridotta la loro capacità propulsiva in quanto anche per essi esisteva un problema logistico che non poteva essere sottovalutato e che inevitabilmente frenava progressivamente le loro possibilità di avanzata. Il guadagno di 8 giorni di tempo a partire dal 13 novembre, ordinato da Superlibia (v. pag. 243) al presidio di Agedabia fu ottenuto, in realtà, non tanto per effetto di reazioni opposte all'avanzata del nemico (che, anzi, aveva perduto il contatto) e di tempi d'arresto impostigli, quanto per la scarsezza delle forze - e per la lentezza - con le quali ravversario si portò in quella nevralgica zona di copertura antistante alle posizioni della linea di El Agheila. Su queste posizioni, il Comando Supremo italiano, forte di una duplice esperienza riferita alle operazioni delle precedenti campagne sullo stesso fronte, riteneva e sperava che si sarebbe potuta esaurire la spinta offensiva britannica ove ad essa si fosse opposta una valida resistenza, tanto più efficace quanto più prodotta in una situazione di prevedibile crisi dell'avversario determinata dal notevole suo allontanamento dalle proprie basi logistiche. Il grado di riordinamento già raggiunto e perfettibile delle nostre truppe nonchè le caratteristiche topografiche della linea potevano convalidare quanto meno una buona speranza che l'azione di arresto definitivo avrebbe avuto serie probabilità di esito favorevole. Un tale orientamento (v. pag. 202) in base al quale furono anche assunte le disposizioni relative all'organizzazione difensiva della linea ed allo schieramento su essa delle truppe (v. pagg. 242 e segg.) non era, però, condiviso dal Maresciallo Rommel che cercò di far prevalere la sua tesi che si fondava, essenzialmente, sul criterio che, in base al rapporto delle forze e date le condizioni generali delle nostre truppe e delle nostre disponibilità di mezzi e munizioni, il guadagno di tempo sul nemico fosse raggiungibile solo in funzione dello spazio che si sarebbe potuto frapporre davanti a lui (v. pagine 266 e 267). La discordanza di valutazioni circa la funzione da attribuire alla linea di El Agheila non investiva, in realtà, il solo campo tattico e non si localizzava al semplice aspetto della condotta, in quel momento, della manovra di ripiegamento. Si profilava chiara la tendenza di Rommel a raggiungere il più presto possibile il nuovo fronte tunisino. Questa tendenza, che significava l'abbandono di
tutta la Libia, non sfuggiva alla sensibilità del nostro Comando Supremo che, comunque, indipendentemente da ogni altra ragione che militava a favore di una soluzione che avesse escluso tale abbandono, si trovava dinanzi al grave problema dell'organizzazione difensiva del nuovo scacchiere tunisino che richiedeva tempo, un tempo che solo una accorta ed adeguata condotta del ripiegamento in atto in Cirenaica poteva assicurare. Si pervenne, perciò, a quella che potrebbe dirsi una soluzione· di compromesso; e fra l'iniziale criterio della resistenza ad oltranza sulle posizioni di El Agheila ed il divisamento di Rommel di trasferirsi direttamente sulla linea di Buerat, fu adottata la decisione peraltro piuttosto vaga e tale da non escludere possibilità di dubbi ed equivoci - di « durare » fìnchè possibile ad El Agheila (v. pagine 270, 293 e allegato 37). In un tale quadro concettuale, lo schieramento assunto dal1'A.C.I.T . sulla linea di Marsa el Brega- El Agheila - Marada non poteva mancare di denotare la preoccupazione di Rommel di sottrarre le sue unità mobili anche al solo contatto con i reparti avanzati britannici durante i preparativi di questi per l'attacco delle posizioni. Perciò fin dal 25 novembre tali unità mobili vennero portate a ridosso dello schieramento delle unità italiane in linea, laddove, invece, un più logico e naturale loro impiego sarebbe stato proprio nella zona antistante la linea stessa e, soprattutto, sul fianco destro della posizione di resistenza. Un simile schieramento avrebbe reso quanto mai difficile e complesso l'attacco britannico del 14 dicembre (v. pag. 301) che non avrebbe potuto avvantaggiarsi delle favorevoli condizioni create all'insieme dell'azione dall'aggiramento condotto da sud dalla 2• divisione neozelandese. L'azione britannica, peraltro, fu negativamente influenzata dal convincimento che Rommel, ritirate le truppe non motorizzate, avrebbe accettato battaglia con le sue forze corazzate rimaste sulle posizioni dopo lo sgombero delle fanterie. L'attacco, perciò, venne montato con le cautele, richieste dal caso, che si tradussero in una lentezza prontamente sfruttata da Rommel a proprio vantaggio; l'azione britannica, inoltre, venne inficiata dall'errore tattico di aver aperto il fuoco contro i nostri capisaldi ben prima che la 2• divisione neozelandese avesse completato la sua manovra avvolgente da sud. Questa precipitosa apertura del fuoco da parte britannica fu un concreto segnale di allarme che permise alle unità tedesche di ripiegare tempestivamente - intenzio--
nate, com'erano, di non esparsi al vero e proprio attacco britannico --, e di sottrarsi, così, indisturbate alla minaccia di esser tagliate alle spalle dall'azione aggirante della 2• divisione neozelandese. Una volta modificato il proprio concetto iniziale di sviluppare ad El Agheila una resistenza ad oltranza, il nostro Comando Supremo - che a tale modifica era stato evidentemente indotto tanto dalle argomentazioni indubbiamente anch'esse valide e realistiche di Rommel quanto dalle sue interferenze (v. pag. 293, nota r) di ogni genere, ivi incluse le sue dirette pressioni esercitate con sistemi che <:rearono situazioni di imbarazzo non certamente favorevoli all'armonia di comando ed alla reciproca comprensione (pag. 287) - ritenne che si sarebbe patuto ottenere sulla linea di Buerat quell'arresto definitivo del nemico (v. pag. 295) che le circostanze non avevano consentito di perseguire al « collo della bottiglia » ad est della Sirtica. Lo stesso Comando Supremo non ignorava che questa linea non si prestava ad una resistenza prolungata, e tale constatazione era stata fatta in sede di riunione del 17 novembre (v. pag. 266 e allegato 37). Ciò non di meno la preferì (e non è da escludere che a questa preferenza non fossero estranee anche evidenti considerazioni morali) a quella, più arretrata e perciò più addossata a Tripoli, di T arhuna - Homs. Fu un errore. Un vecchio canone basilare della dottrina militare avverte che « l'attacco e l'offensiva procedendo si esauriscono>> (Clausewitz); 1'8& armata britannica due volte raggiunse il punto massimo critico nel corso del suo lunghissimo spostamento lungo tutto il territorio libico: ad El Agheila ed in prossimità di Tripoli. E lo stesso Generale Montgomery riconosce ed ammette che se tutta l'attività organizzativa spesa a favore della linea di Buerat fosse stata concentrata sulle pasizioni di Tarhuna - Homs, difficilmente la sua Armata avrebbe potuto raggiungere Tripoli entro il mese di gennaio giacchè la lunghezza dello sbalzo da El Agheila a Tripoli creava enormi difficoltà logistiche. Perciò, un tempo di arresto che fosse stato imposto a momento opportuno, al momento, -cioè, nel quale il nemico toccava il secondo punto critico della sua avanzata, lo avrebbe messo nella pratica impossibilità di proseguire l'inseguimento e di raggiungere il Porto di Tripoli, unico capace di risolvere la crisi dell'alimentazione logistica dell'Armata (v. pag. 331). Anche per le posizioni di Buerat si registrò una evoluzione o, meglio, una graduale modifica - del concetto operativo in base .:al quale vi si sarebbe dovuto condurre l'azione difensiva: all'iniziale
proposito di resistenza ad oltranza, espresso in data 1° dicembre (v. pag. 295) faceva seguito, venti giorni più tardi (21 dicembre) il criterio di « resistere il più a lungo possibile » e, solo due giorni doPo, la prescrizione generica di « guadagnar tempo » (v. pag. 312). Questo guadagno di tempo veniva precisato, il 1° gennaio, in 6 settimane ( allegato 47) e tale precisazione se era basata su una valutazione delle esigenze soprattutto organizzative traeva spunto, certo, dalla constatata necessità di imporre termini perentori al Maresciallo Rommel il cui deciso orientamento ad accelerare la ritirata era ormai dichiaratamente inequivocabile. Il vincolo di tempo non fu rispettato : ancora una volta la ritirata fu assai rapida, ma non vi fu estranea la spinta che le diede l '8• armata britannica per la quale il raggiungimento di Tripoli era condizione essenziale di riuscita conclusiva di tutta la sua offensiva. Rommel, comunque, fu prematuro ed addirittura precipitoso nel1'abbandonare le posizioni di Buerat (v. pag. 333). Era una inevitabile e conseguenziale derivazione dal suo orientamento operativo e dalla sua valutazione dell'intero problema dello scacchiere africano, del tutto dissimili da quelli delle Autorità militari e politiche italiane. Rommel era fermamente persuaso che l'Armata corazzata italo tedesca, se fosse riuscita a trasferirsi senza ulteriori perdite in Tunisia, avrebbe potuto assolvere ancora compiti impegnativi ed esercitare una funzione efficace se non addirittura determinante in quel nuovo scacchiere dove le fanterie non motorizzate, scarsamente utilizzabili in Libia per la modesta loro mobilità, avrebbero trovato condizioni ambientali molto meglio rispondenti alle loro caratteristiche. Ed, in realtà, i fatti confermarono questa previsione circa le possibilità di un valido ed efficacissimo impiego delle Divisioni italiane sul montuoso e movimentato terreno tunisino. In un più vasto quadro di considerazioni strategiche, riferito a tutta la guerra nella quale l' « Asse» era impegnato, Rommel riteneva inevitabile la perdita dell'Africa. Le truppe ivi dislocate erano, secondo lui, inesorabilmente destinate alla distruzione; tanto valeva, perciò, accelerare l'abbandono dell'intero scacchiere, cercando di mettere in salvo, prima che si fosse dimostrato troppo tardi, la massima parte di quelle unità il cui addestramento maturato attraverso complesse operazioni e la cui esperienza bellica le rendevano di prezioso inserimento nella difesa attiva dell'Europa. Una tale concezione non era comune a tutte le Autorità militari e politiche italiane e tedesche la massima parte delle quali vedeva,
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invece, nel bastione africano l'avamposto della difesa della ,, fortezza europea ». L'Africa aveva, in quel momento, una duplice funzione strategica : quella di consentire una disponibilità di tempo sufficiente a provvedere alla sistemazione difensiva del territorio europeo e quella di evitare o, quanto meno, di ritardare il più possibile la perdita totale e definitiva del Mediterraneo. In un quadro operativo meno vasto e più localizzato, l'Armata corazzata italo - tedesca doveva mantenere lontana dalla Tunisia l '8.. armata britannica almeno per il tempo occorrente a conferire allo scacchiere tunisino una organizzazione ed una patenzialità rispondenti alle esigenze della battaglia decisiva che in quel territorio si sarebbe dovuta combattere. Nella discordanza delle concezioni strategiche stava la diversità delle valutazioni operative e delle modalità esecutive della manovra in ritirata. Rommel tendeva essenzialmente a guadagnare spazio, cercando in ogni modo di evitare combattimenti di un certo rilievo che avrebbero potuto compromettere l'efficienza residua delle sue truppe; il Comando Supremo italiano e gli altri Comandi operativi, invece, pur rendendosi conto della necessità di sa!vaguardare al massimo l'integrità dell'Armata, ritenevano che il guadagno di tempo si sarebbe dovuto conseguire tanto cedendo spazio quanto mediante azione attiva di contrasto dell'avanzata nemica. Comunque, essi si piegarono in ogni caso alla volontà di Rommel che riuscì sempre ad imporre le sue idee, malgrado queste si imperniassero solo su aspetti strettamente militari ed ignorassero del tutto la pericolosa incidenza che l'abbandono della Libia poteva avere sul morale e sull'opinione pubblica dell'Italia, già stremata dalla lunga durata della guerra. Peccherebbe di estrema infondatezza e di assoluta arbitrarietà un giudizio che dicesse quale delle due tesi contrapposte rispondesse meglio alle esigenze del momento. Occorre comunque rilevare che se il Comando Supremo italiano accettò, malgrado i diversi suoi orientamenti e benchè con riluttanza, le decisioni di Rommel, non lo fece per accondiscendente accomodamento, anche quando parve che il Comandante dell'A.C.I.T. ricorresse ad ogni sistema pur di affermare ed imporre la propria concezione. In realtà, le argomentazioni di Rommel erano suadenti, erano logiche, erano ragionate e convincenti e nella delicatezza ed incertezza di alcune situazioni il nostro Comando Supremo dovette arrendersi alla prova dei fatti e rinunziare alle sue stesse concezioni operative per adottare quelle
37 1 tesi più pratiche che Rommel suggeriva per cercare la soluzione migliore del grave problema del momento. Il problema stesso esisteva per effetto di due errori precedenti ai quali non si poteva più riparare: l'essersi spinti così addentro in territorio egiziano sino ad El Alamein, ed il non essersi sottratti tempestivamente all'offensiva nemica non appena se ne era profilata con evidenza e chiarezza la possibilità. Ancora una volta ed anche in Libia, la condotta delle operazioni era stata subordinata ad esigenze politiche.
CONCLUSIONE
Alcuni caratteri ambientali del territorio africano, quali: l'enorme ampiezza degli spazi, l'assenza o la scarsezza di appigli di ogni natura, la mancanza di risorse locali con i conseguenti vincoli delle operazioni all'autonomia delle unità e di queste alle basi lontane, conferiscono alla battaglia manovrata in zone desertiche molti aspetti simili alla battaglia navale nella sua impostazione concettuale e nelle sue modalità di condotta. La mobilità, infatti, è fattore essenziale di vittoria, vittoria naturalmente intesa tanto nel senso di imposizione della propria volontà all'avversario quanto in quello di non soggiacere agli intendimenti del nemico ed alla sua iniziativa; la stasi costituisce gravissimo pericolo perchè, mentre da una parte riduce o elimina del tutto le possibilità di vittoria che nel movimento hanno un loro presupposto basilare, dall'altra assoggetta e vincola all'intraprendenza dell'avversario; la ritirata è regolare e normale azione di combattimento quando la situazione sia così favorevole al nemico da metterlo in condidizioni di conseguire un facile successo; la rapidità di decisione per sferrare attacchi con altrettanta celerità e convinzione allo scopo di distruggere le forze contrapposte è indice di efficienza e capacità di comando ed è anche elemento base ed essenziale di vittoria non appena se ne presentino propizie occasioni, il più delle volte fugacissime. Ad El Alamein, 1'8& armata britannica aveva a suo vantaggio tutte le condizioni che avrebbero potuto consentirle una vittoria decisiva e totale : superiorità assoluta, quantitativa e qualitativa, di mezzi e di armamento; iniziativa dell'operazione, volontariamente intrapresa, con valutata e libera scelta del momento più opportuno e del punto più idoneo di applicazione dello sforzo principale; organizzazione logistica nella massima efficienza; situazione morale, politica e strategica di pieno favore. Per non perdere nemmeno in minima parte questi vantaggi, il Generale Montgomery si era astenuto, dopo la vittoriosa conclusione
373 della battaglia di Alam el Halfa, dallo sfruttare con immediatezza il proprio successo, giacchè, in concreto ed in ultima analisi, tale sfruttamento non si sarebbe potuto risolvere che con un semplice arretramento delle posizioni delle truppe italo - tedesche e con il beneficio, per queste, di attestarsi su posizioni ad esse più favorevoli e meglio collegate alle basi arretrate da una linea di comunicazioni più breve e meno esposta. Perciò, sul piano delle considerazioni di stretta natura militare, fu grave errore, commesso dalle Autorità politiche e dai Comandi operativi dell'Asse, quello di attendere a piè fermo, sulle poco idonee e troppo vulnerabili posizioni di El Alamein, l'offensiva britannica che mille indizi indicavano per certa e la cui entità e portata non era sconosciuta. In merito a questo errore molto si potrebbe discutere; ma l'indagine andrebbe ben lontana e fuori dai limiti e dalle finalità della presente monografia, perchè dovrebbe necessariamente entrare nel campo delle relazioni fra Comandi militari ed Autorità politica e dovrebbe inevitabilmente diffondersi sul tema stesso del regime politico e dei suoi caratteri peculiari. Basti, comunque, a tal proposito, la semplice considerazione di per se stessa più eloquente di un lungo discorso - che mentre il Generale Montgomery, una volta decisa e fissata la data d'inizio dell'offensiva, la mantenne ferma e fu irremovibile dinanzi alle più vive insistenze di Churchill che la voleva anticipare, il Maresciallo Rommel fu costretto a riportare in linea le sue unità, dopo che già aveva disposto il loro ripiegamento verso Fuka e mentre questo era già in atto, per la sua soggezione e subordinazione all'Autorità politica distante - nel più vasto senso della parola - dal campo militare. All'errore degli Italo - Tedeschi di non essersi sottratti in tempo all'urto nemico, che pure prevedevano violento e risolutivo, che certo conoscevano condotto con forze e mezzi superiori, corrispose, da parte britannica, un atteggiamento meno deciso di quanto la sua netta superiorità in ogni settore avrebbe consentito, un indugio nello spingere a fondo l'azione conclusiva della battaglia che il vantaggio dell'iniziativa e le premesse organizzative avrebbero richiesta. Così lo scopo che 1'8" armata britannica si riprometteva di raggiungere, la distruzione dell'avversario, non fu conseguito, se non nella limitata misura che si riferisce alle perdite, più o meno gravi, che del resto ogni battaglia provoca anche quando non sia battaglia programmaticamente decisiva.
374 L'A.C.I.T. riuscì, infatti, a sganciarsi ed a conservare, malgrado la durezza dei combattimenti iniziali, una buona capacità combattiva ed una considerevole validità, benchè nocive interferenze e deprecabili incertezze sul campo tattico avessero negativamente influenzato le operazioni di rottura del contatto con il nemico e la prima fase della ritirata su posizioni retrostanti. La maggior parte delle forze e delle attrezzature della Tripolitania fu salvata. Lo scopo di distruggere l'Armata italo- tedesca, non conseguito con la battaglia di rottura di El Alamein, poteva ancora essere raggiunto dai Britannici nel corso della successiva fase di inseguimento. L'andamento e l'esito della battaglia ne ponevano le più concrete premesse; il rapporto delle forze in lotta e lo squilibrio, enormemente aggravatisi, fra le due parti, ne rendevano possibile la previsione ed anche alquanto agevole l'ottenimento. Ma la direttiva operativa del Comandante britannico di « non correre rischi » frenò la spinta di propulsione dell'S• armata; la costante preoccupazione di Montgomery di disporre sempre in ogni momento di riserve ad immediata portata di impiego e di rifornimenti capaci di assicurare un'abbondante alimentazione della lotta qualora si fosse riaccesa, fece notevolmente attardare l'inseguimento e fece sfuggire ai Britannici propizie occasioni nelle quali avreboero potuto avere facilmente ragione delle ridotte forze italo - tedesche nei momenti della loro maggiore ed inevitabile disorganizzazione. Per contro, in più circostanze a Rommel si presentò la possibilità di effettuare qualche puntata controffensiva che avrebbe arginato l'inseguitore, ne avrebbe creato stati di crisi locale di imprevidibile portata, avrebbe consentito di conseguire qualche successo le cui conseguenze potevano essere notevoli sotto molteplici aspetti. Rommel non sfruttò i momenti favorevoli a tali azioni: accusava la grave preoccupazione di non poter impegnare i mezzi corazzati data l'estrema povertà di carburante che limitava ogni iniziativa del genere, ma bisogna riconoscere che se tale condizione effettivamente esisteva, ad essa si accompagnava pure l'orientamento concettuale, al quale il Comandante dell'A.C.I.T. era ormai irremovibilmente pervenuto, di evitare in ogni modo perdite, di salvare quanto più sarebbe stato possibile, di portarsi nel nuovo scacchiere tunisino senza correre alee di sorta. Lo spirito aggressivo di Rommel si era quasi del tutto spento ed era subentrato in lui un senso di fatale rassegnazione alla ineluttabilità delle cose.
375 La totale distruzione in battaglia delle forze avversarie non era il solo scopo che fosse stato assegnato all'8& armata. Questa aveva un compito ben definito, per il cui assolvimento la distruzione dell'avversario poteva quasi considerarsi un mezzo: il compito di liquidare la partita in Africa Settentrionale e di liberare il Mediterraneo, in stretta armonia con le operazioni di sbarco in Tunisia ed in connessione con la costituzione del nuovo scacchiere nord-africano. Se lo scopo della distruzione dell'Armata italo- tedesca, in pratica, fallì, il compito nel quale tale scopo si inseriva e si inquadrava fu, invece, assolto in pieno dai Britannici, con esatta e regolare sintonizzazione di tempi sul piano della loro strategia mediterranea. Certo, se essi fossero riusciti a conseguire nella battaglia di El Alamein quel risultato decisivo che avevano programmato, presumibilmente tutto l'ulteriore corso della guerra avrebbe avuto un andamento ed uno sviluppo diverso; se fossero riusciti a pervenire, durante l'inseguimento, a quella risoluzione mancata nella battaglia, il compito di eliminare il teatro d'operazioni africano e di disporre liberamente del Mediterraneo sarebbe stato assolto almeno sei mesi prima, con quali conseguenze non è dato di supporre. Non vi è dubbio che i Britannici ne avessero le più ampie e vaste possibilità. Queste si fondavano sulla loro assoluta superiorità in ogni campo: nel campo della potenzialità terrestre, dove qualità e quantità dei mezzi e dell'armamento nonchè disponibilità di fonti di alimentazione pressochè inesauribili creavano per essi una situazione di netto vantaggio suJl'avversario; nel campo aereo, dove il loro predominio era schiacciante anche se in realtà esso non esercitò tutto quel peso che avrebbe potuto avere specialmente durante il lungo e lento inseguimento; nel campo navale, dove il dominio del mare ebbe una parte determinante agli effetti risolutivi della lotta, perchè valse ad ostacolare tutti i rifornimenti italo - tedeschi, fin quasi a paralizzarli, rendendo precaria e talvolta tragica la situazione delle nostre unità in Libia. A queste condizioni di foro netto vantaggio, i Britannici potevano aggiungere il non lieve contributo che ad esso davano: l'errore iniziale commesso dagli Italo -Tedeschi di non sottrarsi tempestivamente all'attacco; la serie di interferenze, e conseguenti equivoci ed incertezze, che facendo ritardare lo sganciamento delle unità e determinando la perdita di un buon nerbo di esse, influì negativamente sull'impostazione di tutto il ripiegamento e sulle possibilità italo tedesche di sviluppare una manovra in ritirata con criterio e moda-
lità che non fossero condizionati dagli intendimenti avversari che praticamente dettarono le linee dell'operazione; dissidi di opinioni, diversità di valutazioni, inevitabile depressione morale, mancanza di reattività. Di tutto ciò i Britannici non seppero o non vollero approfittare. Specialmente all'inizio dell'inseguimento la scarsità delle forze destinate all'aggiramento delle unità nemiche in ripiegamento e l'esitazione o il ritardo con cui furono condotte all'attacco le colonne destinate ad agganciare le retroguardie avversarie non consentirono ad essi di pervenire a quella definitiva risoluzione della lotta per la quale esistevano tutte le premesse e le più ampie possibilità. Così, l'Armata corazzata italo - tedesca riuscì a trasferirsi nel nuovo scacchiere tunisino in condizioni di buona efficienza complessiva e dotata ancora di _un elevato grado di capacità combattiva. Con essa si portarono in Tunisia tutte le altre unità esistenti in Libia, nonchè la più parte dei mezzi, dei materiali e delle attrezzature. Questo risultato merita, dal punto di vista della tecnica militare, il più alto apprezzamento, tanto maggiore quanto più si tenga conto delle enormi difficoltà di ogni genere che si dovettero superare e la complessa e delicata situazione del ripiegamento generale e dell'abbandono totale dell'antica Colonia. La terza offensiva britannica in Africa Settentrionale doveva e poteva essere l'epilogo della guerra in Mediterraneo; non ne fu, invece, che il preludio del penultimo atto.
ALLEGATI
Allegato 1.
RIASSUNTO DEL DISCORSO PRONUNCIATO DAL MARESCIALLO ROMMEL IN UNA RIUNIONE DI COMANDANTI DI CORPO D'ARMATA E DI DIVISIONE IL 22 SETTEMBRE 1942 Inviato dall'Ecc. Barbaseui a Superlibia il 26 setkmbre con foglio n. 2686 Sit. A) Situazione e impiego dell'Armata. Abbiamo dovuto interrompere le recenti operazioni offensive, in dipendenza della situazione catastrofica dei rifornimenti. In pochi giorni sono state a.ffondate parecchie migliaia di tonnellate di naviglio. L'attacco era., d'altra parte, legato alla luce lunare. Le operazioni ci hanno offerto utili ammaestramenti. Solo chi agisce di sorpresa e rapidamente potrà conseguire un successo; occorre attraversare nel minor tempo possibile campi minati; ogni fermata dovuta a necessità logistica - come fare il pieno dei serbatoi - è dannosa. Una volta iniziato un attacco, questo deve svilupparsi senza fermate di nessun genere per rifornimenti o altro; solo la rapidità fa subire le minori perdite. Siamo stati obbligati a fermarci, per rimuovere i campi minati, e per effettuare rifornimenti di carburanti; ciò ha consentito all'avversario di concentrare, contro di noi, artiglieria ed aviazione. Prima dell'attacco i comandanti delle aviazioni tedesca e italiana ci avevano assicurato che non avremmo avuto da temere da parte dell'aviazione nemica; di fatto l'efficienza di questa non era stata giustamente valutata. L'azione aerea nemica è stata forte; i bombardamenti diurni e notturni sono stati il nostro incubo, specie per i loro effetti morali. lo confido che le nostre forze aeree riescano ad ottenere analoghi effetti ai danni del nemico. I combattimenti della caccia hanno scarsa conseguenza; l'impiego degli stukas è risultato stillicidio. Abbiamo dovuto sopportare i bombardamenti aerei, ripetuti sui medesimi punti; il nemico è riuscito anche di notte a trovare i suoi obiettivi; ha preso soprattutto di mira i pezzi contraerei e da 88. L'Armata ha interrotto l'offensiva ed ha assunto atteggiamento difensivo su posizioni che saranno favorevoli per un attacco futuro. Abbiamo potuto comprendere nelle nostre posizioni meridionali i campi minati inglesi, e abbiamo a nostra disposizione terreno dominante, che ci offre buone disponibilità per ulteriori operazioni.
lo confido che nella prossima settimana, o nei pross1m1 mesi, noi potremo rafforzare l'Armata. Il problema è solo questione di rifornimenti. Importanza capitale riveste la padronanza. nel Mediterraneo. Per ora l'Armata non riceve abbastanza per vivere. Noi tutti amiamo di procedere verso l'Egitto, ma adesso non possiamo arrischiare una nuova offensiva. lo passerò all'offensiva quando avrò abbastanza per farlo; forti dotazioni di benzina, mezzi di ogni genere ed effettivi completi. Nel frattempo ci teniamo sulla difensiva. Naturalmente la difesa sarà integrata da spunti offensivi qua e là; dove il nemico offra occasione. L'Armata assumerà uno schieramento migliore, in modo da liberare gran parte delle forze mobili. Attualmente sono schierati sulla fronte i C. A. XXI e X. Se il nemico dovesse attaccare, attaccherà modernamente; non solo tra il mare e la depressione di El Qattara, ma in profondità, oltre il confine egiziano. Le ultime puntate effettuate da Cufra fino a Barce, fino alle porte di Tobruch, e nei pressi di Bengasi, vanno considerate solo come esperimento. Il tentativo sarà probabilmente ripetuto con maggiori mezzi per risolvere la situazione. E' vero che la via di Cufra è lunga; ma anche per noi nessuna strada è stata abbastanza lunga. Il nemico è superiore a noi in fatto di forze aeree; è probabile che impieghi anche paracadutisti. Perciò, per tenerci in Africa non basta difendere la fronte; occorre essere tanto mobili per poter dare dei colpi da qua fino ad Agedabia. Nelle nostre retrovie non esistono forze consistenti. Può darsi che il nemico tenti uno sbarco dal mare sulle nostre retrovie; agli Inglesi non importa perdere qualche migliaio di Canadesi o di Polacchi! Ad ogni modo, noi dobbiamo essere pronti per battere il nemico dove lo troveremo. Il nuovo schieramento ha tolto dalla linea le forze mobili, mettendole a ridosso delle unità di prima schiera per offrire a queste un ulteriore appoggio di artiglieria e di mezzi c.ç. Fra i due gruppi corazzati del nord e del sud è stato costruito uno sbarramento minato molto grande, che deve arrestare il nemico all'altezza di El Ruweisat. Le singole colonne corazzate sono attualmente impiegate per la difensiva, ma sono pronte a scattare in vista di un impiego offensivo: sia per annientare unità nemiche che riuscissero ad infiltrarsi nel nostro schieramento, sia per agire nelle retrovie anche lontane. La fronte sarà alleggerita, per risparmiare forze e ridurre le perdite. Agli avamposti di combattimento sarà data una ulteriore difesa di mine e.e. e contro fanteria. Sarà effettuata una ulteriore posa di bombe per aerei nei « giardini del diavolo».
Tutto ciò richiede progetti esattamente elaborati, da realizzare pezzo per pezzo. Anche sulla posizione di resisten.z a bisogna vedere chiaro; attuare un piano prestabilito; non si deve lasciar fare ai comandanti di battaglione o di compagnia. Tutte le armi debbono essere sfruttate. Bisogna tener presente che potrebbe darsi che i due C. A. fossero tenuti a difendere la fronte, senza poter contare sul sostegno di truppe celeri o corazzate. Non sono preoccupato sulla possibilità di resistenza di queste forze. Dobbiamo solo provvedere a rafforzare la fronte. Lo schieramento che sarà ritoccato nel termine di poche settimane darà modo di non temere neppure un attacco colossale. Una cosa mi preoccupa: interrare e mimetizzare gli autocarri, fino al confine egiziano. Ho sorvolato la fronte e le retrovie; in queste ultime si è adottato un regime di vita di tappa. Gli automezzi, per noi tanto preziosi, siano interrati di un metro e mezzo e tenuti bene distanziati fra loro. Questo può sembrare, adesso, non necessario; chi si è goduto l'inferno dell'aviazione nemica sa cosa dobbiamo attenderci in occasione di un attacco avversario. Prego di curare molto l'occultamento di tutti i mezzi.
B) Addestramento. Il nuovo schieramento che verrà assunto dall'Armata deve consentire agli ufficiali di prendere alla mano i loro reparti. Occorre dare sviluppo all'addestramento con corsi per ufficiali o istruzioni per reparti. E' mio desiderio che l'addestramento sia sviluppato in collaborazione tra Italiani e Tedeschi. Fino a tanto che le unità italiane non saranno dotate di armi migliori, esse dovranno essere sostenute; attraverso la collaborazione sarà possibile dare appoggio ai soldati italiani. Noi abbiamo, ad esempio, ricevuto recentemente una settantina di pezzi e.e. pesanti ed altrettanti da 88. Ciò costituisce un notevole rinforzo, perchè nello scorso maggio avevamo solo 24 pezzi da 88, a prescindere dai semoventi russi da 76. Abbiamo inoltre ricevuto un rinforzo di obici semoventi da 150, ccc. ecc. Vedrò prossimamente il Duce, spero che le forze italiane siano presto dotate di armi moderne. Raccomando di adoperarsi a favore dell'addestramento dei minori reparti. I singoli comandanti si plasmino i loro reparti con idee proprie. La compagnia tedesca è capace di un grande sviluppo di fuoco. E' necessario che le armi migliori, più potenti, siano servite fino ·a che si abbiano uomini nei reparti. Far capire questo concetto a tutti gli ufficiali.
La compagnia, anche se ridotta di forza, deve essere in grado ugualmente di combattere; per ottenere ciò occorre che essa disponga di un buon armamento e lo sappia impiegare. Ciò è questione di addestramento. Raccomando di sfruttare questo tempo ai fini dell'addestramento e della collaborazione. Sarà utile costituire raggruppamenti o reparti di addestramento e svolgere con essi azioni dimostrative, allo scopo di elevare in tutti i reparti la capacità combattiva. Speciale riguardo va dato all'istruzione sulla rimozione delle mine; non deve spaventare la possibilità di dover attraversare un campo minato. Per quanto riguarda i corsi, prego dare sollecito inizio a questo lavoro di collaborazione. Non ho nulla in contrario a che siano concesse licenze ad ufficiali, anche superiori. Io stesso mi assento per servizio: vedrò il Duce ed il Fiihrer e poi prenderò qualche giorno di riposo. Spero di poter ottenere per l'Armata tutto quello che è necessario. l! generale Stumme, che gode la mia piena fiducia, mi sostituirà durante la mia assenza.
Allegato 2.
NUOVA ORGANIZZAZIONE MILITARE DELLA LIBIA COMANDO SUPREMO
I REPARTO Ufficio Operazioni Scacchiere Africa P. M. 21, 7 ottobre 1942 Oggetto : Nuova organjzzazione militare della Libia.
Allo Stato Maggiore R. Esercito Allo Stato Maggiore R. Marina Allo Stato Maggiore R. Aeronautica Al Comando Superiore FF. AA. Libia A Delease e, per conoscenza : Ministero Guerra - Gabinetto Ministero Africa Italiana - Ufficio Militare
In considerazione della attuale situazione operativa e della necessità di potenziare l'assetto militare della Tripolitania viene disposto quanto segue: 1° - a partire dal 10 ottobre e.a. l'intera Cirenaica passa alle dipendenze di Delease; 2° - limite tra le zone di competenza del Comando Superiore FF. AA. della Libia e di Delease : l'attuale limite occidentale del settore Agedabia Gialo fino a Gara el Beda, poi il 20° meridiano (schizzo allegato - omesso);
3° - in base alle proposte particolareggiate che faranno Superlibia e Delease, Superesercito provvederà a completare la costituzione di distinti Comandi artiglieria, genio e CC. RR. per Superlibia e Delease ed a scindere la attuale Intendenza A. S. in una Intendenza di Superlibia e una Intendenza di Delease (in conformità delle proposte fatte con f. 9<>155 in data 17 settembre u.s.). In accoglimento delle proposte fatte dal Maresciallo Bastico, allo scopodi adeguare gli attuali Comandi di Difesa Tripolitania e Cirenaica ai compiti operativi che loro competono, ne viene modificata la denominazione rispettivamente in Comando Militare della T ripolitania e Comando Militare della Cirenaica, dando ai Comandi stessi rango di Corpo d'armata e gli elementi essenziali di tale comando.
Analogamente al Comando Militare del Sahara Libico (posto alle dirette dipendenze di Superlibia) viene attribuito rango di Comando di Divisione; 4° . il Comando « Marina Tripoli» passa alle dirette dipendenze di Superlibia per tutte le questioni di competenza della Marina inerenti alla organizzazione e difesa delle coste e ' dei porti della Tripolitania, ferma restando l'attuale dipendenza da Marilibia per quanto riguarda il traffico tra Tripoli e la Cirenaica, che interessa essenzialmente Delease; 5° . l'attuale << settore ovest» della 5" Squadra Aerea passa alle dirette dipendenze operative e disciplinari di Superlibia, ferme restando le attuali dipendenze dirette da Superaereo, in particolare per gli interventi in Mediterraneo. Il Comando di Settore assumerà la denominazione di Comando Aeronautica della Tripolitania, con giurisdizione coincidente con quella di Superlibia. Superaereo emanerà le disposizioni esecutive.
Il Capo di S. M. Generale Uco CAVALLERO
Allegato 3.
DIRETTIVE PER LA DIFESA DELLE RETROVIE CoMANDO SUPREMO
N. 432 di prot.
P. M. 21, li 19 settembre 1942
Oggetto: Direttive.
Alla Delegazione del Comando Supremo m Africa Settentrionale
Posta Mi/ilare 27
e, per conoscenza : Al Comando Sup. FF. AA. - Libia
Posta Militare I I
Gli ultimi avvenimenti hanno messo in evidenza alcune lacune nelle nostre provvidenze in atto a protezione delle retrovie, specie di quelle comprendenti tutto il territorio della Cirenaica fino alla Sirte. Le presenti direttive, che traggono spunto da tali lacune, si riferiscono alla vigilanza e alla difesa nei riguardi delle provenienze dal deserto: provenienze che hanno per base di partenza e di rifornimento l'oasi di Cufra. Il problema di questa oasi sarà esaminato a parte in concorso con l'O.B.S. Dclease deve frattanto al più presto e coi mezzi che saranno via via resi disponibili attuare i seguenti provvedimenti : 1° - rinforzare il centro mobile di Giarabub in modo che questo possa collegarsi sicuramente con Siwa e Possa organizzare una vigilanza a carattere continuo della comunicazione con Gialo, in concorso con quest'ultimo presidio; 2° - costituire un centro mobile di forza adeguata a Gialo, con compito analogo a quello del centro mobile di Giarabub, nonchè col compito di collegamento con Marada;
3° - costituire un centro mobile di forza adeguata ad Agedabia il quale possa all'occorrenza rinforzare anche Gialo ed agire eventualmente sulle direttrici che portano alla Sirte. Fra questi provvedimenti hanno particolare importanza ed urgenza quelli relativi alla costituzione dei centri mobili di Agedabia e di Gialo. Compiti di questi centri mobili: - guardare le provenienze da sud spingendo la vigilanza a largo raggio; - tenersi collegati fra di loro; - minare le provenienze da sud, specie in corrisPondenza dei tratti ove tali provenienze debbono incanalarsi per passaggi obbligati, nonchè in corrispondenza dei corsi d'acqua.
25. - Al.
Il Comando Supremo non può fare particolari assegnazioni di forze e di mezzi per la costituzione di questi centri mobili. E' perciò necessario che Delease trovi modo di costituirli gradualmente ma al più presto avvalendosi di reparti che potranno essere resi disponibili nell'economia generale delle forze nonchè di aliquote sottratte alle unità giunte o in arrivo dalla Madrepatria per scopi di ordine generale. Il Capo di Stato Maggiore Generale
Uco C.wALLERO
Allegato 4.
RELAZIONE DEL GENERALE STUMME AL MARESCIALLO CAVALLERO
CoMANDO DELL'ARMATA CORAZZATA AFRICA
IL Co~tANDANTE IN CAFo 1• Nr.
u9/ 42 Segreto per il Comando
Riservata per mezzo di ufficiale Z. O., 3 ottobre 1942
A Sua Eccellenza il Maresciallo d'Italia e Capo di S. M. del Comando Supremo Conte Ugo Cavallero Signor Maresciallo I Mi permetto porgere a Vostra Eccellenza i miei più sentiti ringraziamenti per il radiogramma del 1° ottobre. Il Feldmaresciallo Generale Rommel discusse molto dettagliatamente con me la situazione dell'Armata corazzata italo - tedesca. Quale suo sostituto in carica condivido in ogni punto le sue concezioni. Ritengo che il Feldmaresciallo Generale Rommel abbia esposto durante la sua permanenza in Italia, sia a Voi che al Duce, il suo giudizio sulla situazione e le conclusioni che ne derivano. Da allora non si sono verificati mutamenti sostanziali nella situazione. Non mi resta, quindi, che riepilogare i punti più importanti: 1° - Il nemico ha alle spalle il Delta del Nilo con i suoi efficienti porti e possiede pertanto una base vantaggiosa per i rifornimenti ed i rinforzi delle proprie truppe. L'avvicendamento delle Divisioni 9• australiana e 503 inglese, da noi supposto e comunicato a suo tempo, non si è verificato. Bisognerà piuttosto tener conto che l'avversario ha fatto affluire negli ultimi giorni al fronte nuove forze ammontanti a circa 1 - 2 Divisioni inglesi, I brigata greca e truppe jugoslave di minor entità. Sarà necessario contare anche sull'affluenza di ulteriori rinforzi. L'intensificata attività delle truppe di esplorazione e la puntata inglese presso Deir el Munassib vanno messe in relazione con il tentato sbarco presso Tobruch, nonchè con l'attacco all'Oasi di Gialo; l'approvvigionamento di Kufra in corso e l'avanzata inglese proveniente dal deserto con direttrice Bengasi sono da valutare come preparativi di un'imminente grande offesiva. 2 ° - L'Armata corazzata italo - tedesca prende tutte le contromisure necessarie per essere in grado di respingere con successo tale grande offensiva inglese. Le premesse per respingere un attacco frontale alle posizioni di El Ala-
mein sono date sostanzialmente dal rapporto delle forze. Mediante lo scaglionamento in profondità della difesa, che sarà ultimata presumibilmente verso il 20 ottobre, l'effetto dell'intenso fuoco di preparazione dell'artiglieria avversaria e degli attacchi aerei prevedibili potrà venir attenuato. Ciò è della massima importanza per il fatto che il nemico dispone di una notevolissima supremazia aerea e di una pressochè inesauribile quantità di munizioni. Per l'attuale condotta dell'azione difensiva si tratta di apprestare con tutti i mezzi le posizioni e di formarsi mediante un'esplorazione ininterrotta un quadro possibilmente completo del nemico. Bisognerà però anche tener conto della circostanza che il nemico non si limiterà a sferrare solo un attacco frontale ma che sbarcherà contemporaneamente sulla costa nord - africana nel maggior numero possibile di punti e cercherà, inoltre, di penetrare, per esempio, partendo da Kufra con unità motorizzate, in profondità nel fianco dell'Armata. Ho accennato nell'ultimo colloquio con l'Eccellenza Barbasetti all'importanza di frantumare in tempo utile tale posizione di partenza del nemico mediante un attacco da terra e dall'aria. Contro tentativi di sbarco di modeste proporzioni, per esempio nella zona Marsa Matruh - Tobruch, si dispone a parer mio di sufficienti forze di difesa. Fino a qual punto siano assicurati gli apprestamenti difensivi di Bengasi da parte delle truppe della Delease non sono in grado di rendermi conto. Mi permetto far presente in questa occasione che la garanzia circa la difesa di Bengasi, che costituisce il nostro più importante porto di rifornimento, è di importanza determinante. Se si dovesse verificare il caso che le truppe impiegate per la difesa costiera nella zona Marsa Matruh -Tobruch risultassero insufficienti per respingere tentativi di sbarco da parte di rilevanti forze nemiche bisognerebbe necessariamente far affluire a tale scopo dei reparti motorizzati tenuti in posizione di attesa dietro le linee di difesa. Ma d'altra parte ciò sarebbe inopportuno, poichè a tali forze sarebbero destinati altri compiti in caso di una grande offensiva da parte del nemico.
3° - I molteplici compiti, citati nel capoverso 2°, da effettuarsi durante un'azione difensiva il più possibile mobile, possono venir soddisfatti da parte del['Armata corazzata italo - tedesca solo se essa potrà disporre di g,·andi riserve di munizioni, carburanti e vettovaglie. A Vostra Eccellenza sarà ben noto che ciò non si verifica attualmente. Pertanto la massima preoccupazione del Comandante in Capo, Feldmaresciallo Gen. Rommel, ed anche la mia, è che si raggiunga un rapido, energico miglioramento nella situazione dei rifornimenti, del completamento dei reparti e del trasporto oltremare dei rinforzi tedeschi approntati in Italia. Il Feldmaresciallo Gen. Rommel avrà già esposto ogni particolare anche a tale proposito. Posso pertanto tralasciare di dilungarmi su tale problema. 4° - Sono pienamente d'accordo col Feldmaresciallo Gen. Rommel che sarebbe senza ogni dubbio opportuno di prevenire la grande offensiva del nemico mediante una nostra azione di attacco. Tale attacco dovrebbe avere anzitutto come obiettivo l'annientamento dell'S& armata. Ulteriori obiettivi da predisporre sarebbero quindi la presa di Alessandria ed in un secondo tempo un'operazione con direttrice il Cairo per il possesso del Canale di Suez. Nelle condizioni attuali della situazione strategica navale ed aerea nel Me-
diterraneo non ritengo possibile approntare prossimamente in tempo utile i mezzi di rifornimento e le unità di rinforzo necessari allo scopo. Ritengo per contro possibile sfruttare il successo riportato nel respingere una grande azione offensiva inglese, procedendo da parte nostra ad un'azione di contrattacco. Obiettivo di tale azione controffensiva dovrebbe essere ugualmente anzitutto l'annientamento dell'8• armata e la successiva presa di Alessandria. Se una simile operazione potrà venir proseguita con direttrice il Cairo non può essere giudicato fino da questo momento. Determinante per la possibilità di effettuare la predetta operazione controffensiva resta come premessa un potente approvvigionamento di mezzi di rifornimento, ed in genere l'intensificazione delle operazioni di rifornimento costituisce il problema decisivo nell'ultei·iore prosecuzione della condotta delle operazioni. Pertanto mi permetto esprimere nuovamente la necessità che tutti gli sforzi degli Enti militari interessati tendano ad ottenere un radicale miglioramento nella situazione dei trasporti d'oltremare. Esprimo la speranza di poter quanto prima procedere alla personale presa di contatto con Vostra Eccellenza contemplata già tante volte e con l'assicurazione della mia più profonda stima sono
di Vostra Eccellenza devotissimo STUMME
Allegato 5.
STUDIO SULLE CAUSE DELLE PERDITE DI NAVIGLIO E SULLE MISURE CONSEGUENTEMENTE NECESSARIE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE DEI RIFORNIMENTI
IL CoYANDANTI. SuJ>ERIORE Suo Q. G., 8 settembre 1942 Al Comando Supremo A) Cause delle perdite di naviglio: a) Mancanza di una direzione unica che comprenda Marina e Aviazione. In particolare hanno portato danno: - l'attenersi troppo rigidamente alle rotte prestabilite; - le frequenti variazioni di partenza, rotte e arrivi ai porti dei convogli, variazioni dalle quali sono derivate straordinarie incertezze per la protezione aerea; - la tardiva emanazione degli ordini; - la mancanza di un comando dittatoriale specialmente in A. S. b) Insufficiente protezione da parte della caccia. e) Inadeguata attrezzatura delle navi in fatto di apparecchi ricercatori. d) Mancata azione di disturbo dei radiolocalizzatori avversari. e) Mancanza di difesa aerea notturna attiva. /) Errato comportamento degli equipaggi delle navi in fatto di: - spegnimento degli incendi; - abbandono delle navi; - organizzazione del rimorchio. g) Inadeguata protezione dei porti africani e di Creta. Mancanza di attacchi aerei su Malta, Gibilterra, ccc.
B) Misure necessarie: r. - Direzione unica dittatoriale come da proposta formulata a parte. Giudizio da parte dei tribunali di guerra in tutti i casi di perdite. 2. - Rinforzo della protezione aerea anche con lo spostamento di forze da caccia sull'intero fronte marittimo siculo - italo - greco cd in A. S.
3. - Rinforzo e miglioramento della protezione dei convogli con navi da guerra ed aerei (Ju 88 C 6, Me uo). 4. - Estensione della protezione alla notte, intensificando l'azione di disturbo ed impiegando caccia notturna.
39 1 5. - Uùlizzazione preordinata, per i rifornimenti, di tutte le piccole navi, dei sommergibili e delJe unità da guerra di scorta ai convogli, su larga base e con rotte continuamente variabili. 6. - Intensificazione degli aviotrasporti, sino a raggiungere le 500 tonnelJate giornaliere, mediante aumento degli aerei da trasporto e con l'impiego di alianti. 7. - Aumento dell'afflusso dei rifornimenti in Grecia, in modo che da Creta possano essere trasportate 500 tonnellate giornaliere. 8. - Incremento del traffico costiero coi seguenti criteri: - trasporto dei materiali pesanti su natanti; - trasporto dei carburanti con la ferrovia; - limitazione del traffico con autocarri. A tal fine necessita una direzione dittatoriale o dell'intero traffico tra Tobruch cd il fronte o, quanto meno, del traffico costiero tra Tobruch e Marsa Matrub. 9. - Sottoporre gli equipaggi delle navi mercantili alla legislazione mili• tare di guerra. 10. -
Rinforzo della difesa dei porti con armi contraerei ed apparecchi
da caccia. n. - Neutralizzazione di Malta, degli aeroporti palestinesi e, per quanto possibile, degli aeroporti egiziani noti come basi di partenza per le azioni contro il naviglio. KESSELRING
39 2 Allegato 6.
VERBALE SINTETICO DEL COLLOQUIO MUSSOLINI - KESSELRING A ROCCA DELLE CAMINATE IL 13 SETTEMBRE 1942 (1)
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Il Maresciallo Kesselring porta il saluto del Fi.ihrer e dice che egli è della stessa opinione del Duce per quanto riguarda la situazione politica. E' convintissimo della importanza capitale del Mediterraneo e farà tutto quello che potrà fare al riguardo. In questo momento ha molte forze impegnate a est e ovest, ma promette uno stormo da caccia che potrà agire su Malta. Prima di darlo però bisogna che Stalingrado cada perchè non si possono interrompere le azioni in corso. Aggiunge che il Capo di S. M. Aeronautica Jesirl'tkcn è convinto che serve presto e quindi appena possibile lo darà. In due o tre giorni dopo la caduta di Stalingrado tornerà a parlare al riguardo per provocare l'assegnazione. I gruppi della Sicilia hanno 42 nuovi apparecchi. Un altro gruppo viene aumentato e quindi si potrà contare su 80 apparecchi. Attende altri 2 - 3 gruppi da caccia e poi con la forza che darà anche Fougier spera poter fare attacchi efficaci su Malta. Attualmente avendo 100 apparecchi più 80 di Fougier conta iniziare senz'altro la pressione su Malta. Il Maresciallo Kesselring comunica poi che ha chiesto rinforzo di trasporti aerei per poter arrivare a 500 tonn. al giorno. Fa molto assegnamento anche sui s.m. da trasporto tedeschi e afferma che li ha richiesti ma è cosciente del rischio che presenta il passaggio di essi da Gibilterra. T rattasi di s.m. da 450 tonn., 600 e fino a 1000 tonn. Per quanto concerne la caccia notturna, ha chiesto i 4 Do 217 con strumenti speciali Linchtenstein e gli Ju 88 e C 6 che sono molto,.. armati (4 cannoni e 4 mitragliatrici) molto adatti per la caccia notturna. Ogni gruppo da combattimento avrebbe un gruppo di Messerschmid no più 12 Ju 88 cioè 4 squadriglie solo per la protezione. Gli apparecchi di disturbo (a bordo di aerei) vengono portati a 6. Ha chiesto anche una btr. a lunga portata per battere Malta, ma l'O.K.W. non può concedere perchè i pezzi dopo 120 colpi sono fuori uso. Il Maresciallo Kesselring informa poi che la situazione carburanti è cattiva perchè Maikop non è ancora efficiente e le due raffinerie costruite in (1) Il colloquio, al quale partecipò anche il Maresciallo Cavallero, avvenne alle ore n e durò meno di un'ora, come risulta dal diario del Comando Supremo alla data del 13 settembre 1942 (domenica). . Nell'arcl1ivio dell'Ufficio Storico dello S.M.E. noo esiste però il documento riguardante il colloquio stesso e pertanto si riproduce integralmente il « verbale sintetico », tratto dal volume di Emilio Canevari « La guerra italiana - Retroscena dcfla disfatta », pag. 60S, Tosi edi:ore, Roma 1949.
393 Germania richiedono 2 mesi di tempo per produrre. Tuttavia cercherà di fare avere 500 tono. di benzina extra all'Aeronautica italiana. Il Maresciallo Kesselring informa inoltre che circa il potenziamento della ferrovia in Grecia il Fiihrer è della stessa opinione del Duce e mia e che bisogna spostare il traffico verso il Pireo, ma non ha i mezzi per potenziare la ferrovia. Metterebbe a disposizione nostra tutta la sua organizzazione purchè noi dessimo gli operai. Altro argomento trattato con il Fiihrer dal Maresciallo Kesselring è stato quello dell'aumento della difesa e.a. Il Fiihrer ci lascia le batterie ma non può lasciare il personale che gli serve per appoggiare di più la Panzer Armee. Ha molta fiducia nei pezzi da 88/41 perchè arrivano fino a 12.000 metri. Li darà alla P.A. in Africa. Intende poi dare grossi carri armati e forti quantitativi di munizioni. Adesso i mezzi sono tutti avanti a Stalingrado ma la situazione si delinea come favorevole.
394 Allegato 7.
TELEGRAMMA DEL MARESCIALLO CAVALLERO AL GEN. MARRAS
COMANDO
SUPREMO
Ufficio Tmsporti
17 settembre 1942, ore 11.25 Generale Marras, Capo Missione - Berlino. N. 5564/ Tr. Spedizioni olii minerali da Romania sono fortemente deficitarie specialmente per gasolio et olio combustibile R. Marina. Contro 19.000 tonnellate gasolio programmate, nella migliore ipotesi partiranno 10.000 tonnellate et contro 50.000 tonnellate olio combustibile partiranno solo 38.000 .tonnellate. Data situazione ben nota et mancanza scorte fine mese non si avranno prodotti disponibili per bisogni contingenti anche per gravi perdite ultimi fatti guerra per complessive tonnellate 5816 benzina, tonnellate 3571 _gasolio, tonnellate 1098 avio, tonnellate 750 petrolio et tonndlate 500 olio combustibile. Occorre prospettiate immediatamente O.K. W. che necessita modo .assoluto sopperire mancato invio 9.000 tonnellate gasolio et 12.000 olio com.bustibile con forniture dirette da FF. AA. germaniche. Necessita inoltre ven_ga immediatamente dato ordine rimettere altre tre tradotte carburanti in partenza diretta per Italia onde accelerare tempi percorrenza, impiegando viaggi tradotta giorni otto contro 15 occorrenti per trasporti misti via terra et fluviale. Gravità situazione deve essere considerata nel quadro operativo reale -che impone rifornire urgenza truppe operanti Egitto et assicurare minimo di resistenza Tripolitania e Cirenaica. Prego dare assicurazioni intervento immediato et tenermi giornalmente al corrente pratiche svolte. Uco CAVALLERO
395 Allegato 8.
SOLLECITO DEL MARESCIALLO CAVALLERO AL GEN. MARRAS
Messaggio in partenza. Telescrivente
22 settembre 1942, ore 19.10
Generale Marras, Capo Missione - Berlino. N. 56'j3/Tr. Si ringrazia di quanto comunicato col tele n. 2640 S. Situazione gasolio, olio combustibile et carburanti in genere raggiunto punto tale che richiede provvedimenti immediati per fronteggiare situazione et provvedere specialmente rifornimenti Egitto et Libia. A tutto 21 corrente risultano partite da Romania 39.000 tonnellate contro 93.000 concordate. Dovrebbero quindi partire dal giorno 22 a fine mese tono. 54.000 cui corrisponde media giornaliera di 6.500 tonn. pari a 15 treni il che est materialmente impossibile. Quindi assicurazioni date non possono certamente avere esito. Necessita nuovo intervento et prospettare quanto sopra per ottenere fornitura diretta gasolio ed olio combustibili da Germania. Per quanto riguarda interessamento Capo trasporti tedeschi informasi che finora risultato est negativo perchè ieri et oggi partito da Romania solo un treno anzichè due et domani partiranno due treni anzichè quattro. Quanto sopra risulterebbe dipendere da mancanza locomotive et non da deficienza prodotto. Prego intervenire nuovamente tenendomi corrente risultati che assolutamente devono essere conseguiti. Uco CAVALLERO
Allegato 9-
LETTERA DEL MARESCIALLO CAVALLERO AL MARESCIALLO KEITEL
P. M. 2r, li 23 settembre 1942
Eccellenza Feldmaresciallo Wihlelm Keitel Capo di S. M. Generale delle FF. AA. germaniche
P. M. 21
Eccellenza, In occasione del passaggio del Feldmaresciallo Rommel per Roma ho avuto l'opportunità di completare con lui l'esame della situazione che già avevamo fatto insieme pochi giorni or sono in Egitto e di esaminare con lui e con il Feldmaresciallo Kesselring alcuni problemi di comune interesse ivi compreso quello del Mediterraneo. Il Feldmaresciallo Rommel vi metterà al corrente di quanto è stato insieme discusso e in particolare di un progetto di dislocazione d i forze navali nell'Egeo, progetto che deve essere sottoposto al Duce. Questo progetto avrebbe notevoli vantaggi dal punto di vista operativo, ma la sua attuazione richiederebbe la presenza nello spazio dell'Egeo di un certo quantitativo di nafta in modo da assicurare alle nostre forze navali la possibilità di rifornimento in sito. Si tratta di circa 20.000 tonnellate che dovrebbero essere depositate a Pireo e a Suda per conto delle autorità germaniche in modo tuttavia da averle disponibili per il caso di necessità operative. Come il Feldmaresciallo Rommel vi chiarirà, questa misura permetterebbe altresl di intensificare il ritmo dei trasporti verso l'Africa, provvedimento che è indispensabile di fronte alla situazione attuale e alle previsioni che si possono fare per il futuro. Vi prego, Eccellenza, di non voler considerare questa mia come una formale richiesta ma soltanto come un contributo alla migliore soluzione del problema intorno al quale ci affatichiamo con tutti i nostri sforzi. Mi è gradita l'occasione, Eccellenza, per porgervi l'espressione della mia deferente affettuosa cordialità. Abbiatemi CAVALLERO
397 Allegato
10.
DISPACCIO DEL COMANDANTE DELLA MARINA GERMANICA IN ITALIA AMMIRAGLIO WEICHOLD ALL'ALTO COMANDO DELLA MARINA GERMANICA
15 ottobre 194-2
In luogo delle forniture di nafta previste per il mese di settembre per la Marina italiana dalla Romania di ca. 40.000 tonn. sono state fornite in totale solo 32.031 tonn., delle quali ca. 6.000 tonn. non possono per ora venire utilizzate, mancando tuttora il prodotto di miscela. La preoccupante scarsa fornitura fino al I O ottobre delle forniture del mese di ottobre in ragione di tonn. 474 di nafta miscelata e di 1.649 di pacura non miscelata lasciano ritenere come inevitabile per questo mese una ulteriore ingente mancata fornitura. Con ciò, nonostante la fornitura sussidiaria di 12.000 tonn. di nafta delle scorte della Marina germanica, la situazione di carburanti della Marina italiana diventa talmente seria da compremettere in maniera decisiva i normali compiti operativi e in un tempo non lontano da renderli addirittura ineseguibili. Il Comando Marina germanica fa presente nella maniera più categorica che se non possono venir anteposti gli interessi per i comf1iti di guer1·a italiani e germanici a quelli del ,·ifornimento interno della Romania, LA SITUAZIONE DELLA CONDOTTA DELLA GUERRA E DEI RIFORNlMENTI IN MEDITER· RAIIEO SI TROVERÀ IS BREVE TEMPO DAVANTI AD UNA CATASTROFE.
Comandante in Capo del Comando Marina Germanica in Italia \VEICHOLD
Allegato I I .
PROMEMORIA DEL COMANDO SUPREMO SULLA SITUAZIONE NAFTA
li 18 ottobre 1942 Situazione nafta mue di ottobre Le previsioni di un grave peggioramento della situazione nafta formu• late il 1° ottobre per il mese in corso si vanno purtroppo verificando. La consistenza a1 1° ottobre di nafta per le caldaie, nei depositi della R. Marina e sulle navi viaggianti verso i depositi stessi, era di: T. 25.000 Le introduzioni nei suddetti depositi effettuate dal 1° al 14 ottobre sono state : dalla Germania T. 6.000 dalla Romania T. 8.000
Totale
T. 39.000
Il consumo di nafta prelevata dai depositi, nel suddetto periodo, pur contenuto nei limiti più ristretti possibili, per mantenere efficiente il traffico, è stato di . . T. 23.000 Quindi rimanenza di nafta di cui dispone la R. Marina al giorno . T. 16.000 14 ottobre è di . Previsioni per la seconda metà del mese : Poichè le spedizioni finora avvenute dal xQ ottobre sono: dalla Romania (pacura pesante) T. 3.000 dalla Romania (nafta R. Marina) T. 3.000 dalla Germania (nafta R. Marina) T. 6.000 escludendo le suddette 3.000 T. di pacura pesante che come altre 6.000 spedite in settembre per essere utilizzate: dalla R. Marina occorre miscelare con uguale quantitativo di prodotti leggeri (gasolio, petrolio) la R. Marina può ricevere dal 14 al 31 ottobre: dalla Rotnania: resto spedizioni settembre . T . 2.000 spedizioni prima metà ottobre T. 3.000 dalla Germania: saldo delle 12.000 T. cedute T. 6.000 Totale .
T. n.ooo
Dovendo mantenere l'attuale ritmo del consumo, occorreranno per la rima. nente parte del mese circa tono. 30.000. Mancheranno quindi tono. 19.000.
399 Per sopperire a tale mancanza urgerebbe: a) utilizzare le 9.000 tonn. cli pacura pesante suindicata miscelandole· con pari quantitativo di prodotti leggeri (gasolio, petrolio), che sulle importazioni del mese dovrebbero essere prontamente messi a disposizione della R. Marina. Si otterrebbero così altre 18.000 tonn. di nafta R. Marina; b) sollecitare una ulteriore cessione di nafta dalla Germania e contemporaneamente premere sulla Romania per un aumento delle esportazioni verso l'Italia, esportazioni che in questo mese stanno subendo una fortissima contrazione.
Allegato 12.
VERBALE DELLA RIUNIONE TENUTA DAL DUCE A PALAZZO VENEZIA
il giomo 27 settembre 1942 con il Capo di S. M. Generale ed il Sottosegretario di Stato alle Fabbricazioni di guerra Il Duce informa di avere preso visione della situazione relativa a ciascuna Forza Armata presentata dal C.S.M.G. e legge seduta stante la relazione riassuntiva presentata dal Fabbriguerra. Fa poi una rapida rassegna della situazione prendendo in considerazione gli aspetti fondamentali del problema (prodotti siderurgici, acciai speciali, allumini e materie pregiate) e pone in evidenza come a base di tutti questi problemi stia quello del combustibile tanto solido che liquido, e della energia elettrica. Sottolinea la necessità assoluta che nel quadro del potenziamento generale delle nostre Forze armate sia tenuta molto presente l'Aviazione, perchè l'aumento della nostra produzione aviatoria si impone in modo perentorio. Il C.S.M.G. riferisce che il problema dell'Aviazione può essere risolto in misura sufficiente soltanto se possiamo assicurarle la disponibilità di alluminio e di acciaio speciale e fa una breve disamina della situazione di alluminio. Il Duce pone in evidenza i notevoli risultati che si possono avere dalla produzione di bauxite e suggerisce al Fabbriguerra che di questa disponibilità di materie prime si faccia un notevole scambio con la Germania per altre concessioni. L'Ecc. Fava.grossa riferisce sui consumi di alluminio presso le ditte costruttrici di aeroplani e sulle necessità di semplificare la lavorazione per ridurre la misura eccessiva degli sfridi. Aggiunge che per quanto riguarda il legname vi è la possibilità di sostituire lo spriiss, che non possiamo più procurarci, <:on l'abete rosso e la robinia. Chiusa questa parentesi il Capo di S. M . G. riprende l'esposizione e conclude che, per quanto concerne le tre Forze armate : 1° - Per la Marina militare si è in grado di prevedere che il programma approvato dal Duce per il 1943 potrà essere condotto a term~ne.
2° - Per la Marina mercantile si è assicurato il necessario pèr la ultimazione del programma in corso e per la costruzione di un certo numero di navi in cemento e rimane da risolvere solo il programma 1943 della Federazione armatori.
3° - Per l'Aeronautica il C.S.M.G. si richiama a quanto esposto più "Sopra e sottolinea che un sensibile aumento della produzione non può essere ottenuto senza aumento delle materie prime. · 4° - Per quanto riguarda l'Esercito la nostra presente situazione dì materie prime non ci consente di completare ìl potenziamento delle 20 Div. del
fronte russo e egiziano mentre non si può pensare al potenziamento di altre 10 Div. come è necessario. Ciò a prescindere dal problema inerente alla difesa
contraerei del territorio che occorre aumentare notevolmente. Il Duce passa allora ad esaminare lo schieramento delle nostre unità e prende in considerazione la frontiera occidentale. La considera come un fronte unico nei suoi tre settori delle Alpi, delle isole e della Tripolìtania. Asserisce il Duce che un aumento notevole della produzione bellica nei campi aereo e terrestre richiederebbe un intervento della Germania dopo un esame con le autorità responsabili delle nostre possibilità operative e delle necessità che vi sono connesse. Il C.S.M.G. informa che in relazione alla grande urgenza che presenta la difesa della Libia a occidente è necessario pensare al trasferimento in Libia di almeno due Divisioni che si possono distogliere dalla frontiera occidentale con l'approssimarsi della cattiva stagione. Queste due Divisioni sarebbero la (< Centauro >J e la «Piave» (una corazzata e l'altra motorizzata) e il trasporto dovrebbe farsi non appena si sarà ripresa la pressione su Malta e quindi si possa riprendere la rotta di ponente. Ciò a prescindere dall'aviotrasporto ormai deciso della « Spezia », trasporto che si deve iniziare il 30 corrente da Castelvetrano. Questa Divisione sarà trasportata a Misurata, tenuto conto delle possibili operazioni verso il Sahara Libico. Il Capo di S. M. G. ritiene che con questi provvedimenti si possa far fronte alle necessità pili urgenti mentre l'inverno potrà essere utilizzato per lo svolgimento del programma in progetto e per il riordinamento delle unità sottratte al fronte alpino. Il Duce si dichiara soddisfatto di queste misure e passa a interessarsi della produzione di carri armati. Chiede se la produzione dei veicoli corazzati minori e cioè delle autoblindo e degli L 6 non può essere diminuita a favore della produzione del carro M 15, nell'attesa che si possa pensare al P 40. IL Capo di S. M. G. ritiene che ciò debba essere esaminato perchè per poter approntare almeno un'altra Divisione corazzata cd assicurare l'alimentazione di 4 Divisioni corazzate occorre aumentare elci 50% circa la pro· duzione attuale. Il Duce pensa che la produzione dovrebbe essere portata ad almeno 16o carri al mese. Il C.S.M.G. prende impegno di esaminare subito il problema con gli esperti della motorizzazione avvertendo che l'aumento della produzione dovrebbe vertere principalmente sui semoventi da 75, tenute presenti le direttive del Duce a questo riguardo e la circostanza che il carro M 15 è praticamente su· pcrato, tenuto conto anche del suo deficiente armamento (cannone da 47) e aggiunge che bisognerebbe accelerare anche la produzione del P 40. Fa anche presente come l'approntamento di una nuova unità corazzata comprende numerosi altri problemi, compreso quello degli autocarri. Il Duce considera che convenga iniziare i passi necessari presso le autorità germaniche. Il C.S.M.G. informa che ha già fatto sentire a questo riguardo l'O.K.W. che senza opposizioni negative ha preso tempo a dopo ultimate le operazioni alla fronte orientale.
26. - Al.
Comunque rimane stabilito che l'Ecc. Favagrossa dovendo, come ha comunicato, prendere presto contatti con il Sottosegretario di Stato Thomas cominci ad affrontare il problema. Il Duce fa presente dopo come era necessario considerare anche l'ipotesi che l'alleato non possa darci un aiuto sensibile. Sottolinea come dall'esame complessivo del problema appaia essenziale la disponibilità di carburanti e di energia elettrica e si propone di esaminare se intanto la quantità di combustibili di cui dispone il Fabbriguerra per le industrie belliche non possa essere aumentata. Il problema viene esaminato e si conclude che se il Fabbriguerra potesse ricevere 100.000 t. in più al mese un grande passo potrebbe essere fatto almeno per tutta la durata della stagione invernale in modo di avere per la primavera prossima conseguito qualche risultato apprezzabile. Ciò in aggiunta al rendimento dell'impianto idroelettrico del Medio Adige che secondo comunicazioni del C.S.M.G. dovrebbe essere approntato per fine anno con una produzione di circa 40 milioni di KW. mensili (da versare all'impianto della Marghera per ottenere così circa 1.6oo t. di alluminio al mese). Il Duce conclude che si adoprcrà personalmc;nte per ottenere al Fabbriguerra, sulle disponibilità mensili di carbone, un aumento a beneficio dell'industria bellica e dispone perchè una riunione plenaria sul problema del potenziamento delle Forze armate e della Marina mercantile abbia luogo presso di Lui giovedì 1° ottobre alle ore 17.
Allegato 13.
PREAVVISO DI PREDISPOSIZIONI PER IL POTENZIAMENTO DEL SAHARA LIBICO
GOVERNO GEN"EllALE DELLA
LIBIA
Comando Superiore Forze Armate ddla Libra Stato Maggiore
Segreto
N. 01/17021 Op.
li 7 settembre 1942
Argomento: Relazione. Al Comandante del Sahara Libico
Han
e, per conoscenza: Al Co-mando Difesa della Trip<>..1itania
P. M. 220
Ho preso atto di quanto mi comunicate con la relazione n. 05790 del
27 agosto e mi compiaccio per l'attività svolta in quest'ultimo scorcio di tcmpc e per l'appassionato contributo che vi hanno dato tutti i vostri dipen• denti alla risoluzione dei numerosi problemi che interessano codesto scacchiere. L'attuale situazione dell'A.E. e quella prossima, prevedibile, impongono di persistere, con ferma, costante tenacia, nel lavoro che tende al massimo potenziamento del Sahara Libico, specie per quanto si riferisce all'organizzazione difensiva dei presidi, al completamento dei reparti, all'attività informativa e di vigilanza terrestre ed aerea, al continuo miglioramento del servizio riparazioni automotomezzi. A titolo orientativo soggiungo che questo Comando, di concerto col Comando Su premo, provvederà: - al sollecito integrale avviamento del personale e delle armi necessarie (per i complementi libici che occorrono alle cp. da posizione e alla 2• cp. meharisti provveda codesto Comando con reclutamenti diretti, nelle regioni ritenute più convenienti); - a dotare le cp. sahariane dell'automezzo adatto per assicurare loro le caratteristiche di manovrabilità essenziali per un impiego redditizio; - a dotare il Sahara Libico, non appena i mezzi di trasporto dal P::iese lo consentiranno, di un reparto mobile motocorazzato; - a dare mobilità agli clementi che è necessario rendere mobili (per es. btg. ftr. « Savona l>) e, possibilmeote, a mettere assieme un certo numero di
automezzi di manovra, sia per servizi di rifornimenti straordinari, sia per trasporti di reparti normalmente non autocarrati; - al potenziamento delle dotazioni di materiali, munizioni, derrate, carburante, mezzi idrici, ecc.; - a dare immediato inizio ad una completa e seria predisposizione logistica (servizi a terra, scorta carburanti e lubrificanti) nei principali e più idonei campi aeronautici del Sahara Libico, allo scopo di consentire, all'occorrenza, rapida affluenza e immediato rendimento di aliquote d'aeronautica. A questo riguardo, preciso che i mezzi da far affluire nel Sahara Libico al momento del bisogno, saranno ripartiti in due gruppi e cioè: - mezzi necessari in via normale, ossia mezzi che dovrebbero essere nel Sahara e che la deficienza di velivoli impedisce di avviare subito; - mezzi necessari in caso di emergenza, ossia mezzi occorrenti per fronteggiare un eventuale attacco nemico e cooperare con le truppe della difesa;
-
a concretare direttive per la difesa del territorio.
E' da tenere ben presente da tutti che il tempo stringe e ogni giorno è prezioso in vista dello scopo che dobbiamo assolutamente raggiungere.
Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. Libia ErroRE BAsnco
Allegato Inf·
PREDISPOSIZIONI LOGISTICHE NEI CAMPI AERONAUTICI DEL FEZZAN
Gov:E.RNo GENERALE DELLA LtBIA
Comando Superiore Forze Armate della Libia Stato Maggiore N. 01 / 17013 di prot. Op.
P. M. 11, li 7 settembre 1942
Argomento: Predisposizioni logistiche nei campi aeronautici del Fezzan.
Al Camando 5"' Squadra Aerea
P. M. 3750
e, per conoscenza:
Alla Delegazione Comando Supremo tn A. S. Al Comando Difesa Tripolitania Al Comando Aerosettore Ovest Al Comando Sahara Libico
P. M.
27
P. M. 220 P. M. 3700 Hon
Il Comando Supremo ordina di « dare immediato inizio ad una completa e seria predisposizione logistica (servizi a terra, scorte carburanti e lubrificanti) nei principali e più idonei campi aeronautici del Fezzan, allo scopo di consentire, aJl'occorrenza, rapida affluenza e immediato rendimento aliquote aeronautica ». Per orientamento di codesto Comando preciso che i mezzi aerei da far affluire nel Fezzan al momento del bisogno sono da ripartire in due gruppi, con i compiti per ciascuno di seguito indicati :
I. - Mezzi necessari in via normale, ossia mezzi che già dovrebbero essere fin d'ora nel Fezzan e che solo la deficienza d'apparecchi impedisce di avviare subito. Compiti di questi mezzi: - ricognizioni quotidiane sulla zona compresa fra l'allineamento Ghat Murzuk - Zelia, il 20° parallelo all'incirca, e i meridiani 9° e 24° (Cufra), ricognizioni da eseguire nella misura e secondo l'indirizzo che la situazione contingente sarà per suggerire ai comandi in sito; - azioni di bombardamento sulle basi nemiche del Tibesti e sugli apprestamenti logistici offensivi in corso di costituzione in detta regione e nella zona compresa fra il Tibesti e le nostre posizioni avanzate;
- ricognizioni e azioni saltuarie di bombardamento nella zona di Fort Lamy e lungo le piste che da detta zona portano al Tibesti. II. - Mezzi necessari in caso di emergenza, ossia mezzi occorrenti, in più dei precedenti, per fronteggiare un eventuale attacco nemico e cooperare con le truppe della difesa. Compiti di questi mezzi : - rinforzo alla ricognizione e al bombardamento; - azioni di mitragliamento e spezzonamento, specialmente sugli automezzi delle colonne nemiche in marcia nel deserto; - azioni di cooperazione con le truppe della difesa in caso di attacco nemico.
••• Sulla base di queste direttive, codesto Comando determini e m1 segnali con estrema urgenza: 1° - Campi del Fezzan da organizzare logisticamente per gli scopi anzidetti, avvertendo che parte almeno di essi dovrà essere a tergo della linea Ghat - Murzuk - Zelia, ossia usufruibili anche quando si combattesse su detta linea. 2° - Mezzi aerei ritenuti necessari per il I e per il II gruppo di compiti dianzi specificati.
3° - Attrezzature necessarie per i mezzi aerei occorrenti in via normale e per quelli previsti in caso di emergenza. 4° - Attuale capacità dei campi del Fezzan a ricevere e rifornire reparti aeronautici (precisare per ciascun campo quanti reparti e di quali specialità e tipo d'apparecchio vi si potrebbero dislocare e per quante giornate di normale attività vi troverebbero rifornimento). 5° - Quantità di carburante e lubrificante, di munizioni di lancio e di caduta e di materiali varii speciali della R. Aeronautica siano da accantonare, in più di quelli già ivi esistenti, in ciascuno dei campi di cui al n. r e nell'ipotesi che fossero impiegati nel Fezzan tutti gli aerei del I e II gruppo computati come richiesto al n. 2. 6° - Personale di manovra da fare affluire a ciascun campo, in più degli equipaggi, nelle ipotesi I e II, precisando se la R. Aeronautica sarebbe in grado di provvedere al trasporto, in tutto o in parte, in caso di improvvisa necessità.
'f - Mezzi di difesa contraerea e terrestre ritenuti indispensabili per dare ai campi un minimo di sicurezza: nell'ipotesi che vi siano dislocati solamente i materiali, come ordinato dal Comando Supremo;
-
nell'ipotesi che v1 siano dislocati anche i reparti, in caso d'emergenza,
e quale pane di tali mezzi potrebbe essere fornita dalla R. Aeronautica.
8° - Forza complessiva approssimativa, in ufficiali e truppa, che risulterebbe dislocata in ciascun campo nell'ipotesi II (emergenza), così da averne norma per le predisposizioni di vettovagliamento e sanitarie.
Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. Libia ErrollE BAsTICO
Allegato 15.
CAMIONETTE DESERTICHE
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
Comando Superiore Forze Armate della Libia Stato Maggiore Segreto N. 01 / 17296 di prot. Op.
P. M. n , 17 settembre 1942
Oggetto: Camionette desertiche.
P. M. 21
Al Comando Supremo
Seguito 01 / 16863 del 28 agosto, si trasmettono alcune fotografie con la mitragliera da 20 e il cannone 47 /32 installati sullo A. S. 37 modificato, a cura del Comando Sahara Libico. L'installazione della mitraglia da 20 risponde pienamente a tutti i requisiti; l'arma ha possibilità di tiro sull'intero giro di orizzonte e alle prove l'automezzo ha dimostrato la massima stabilità (foto da n. 1 al n. 6). Anche l'installazione del cannone 47/32 è del tutto soddisfacente: il settore zenitale è quello normale del pezzo; il settore azimutale è pari a 36o0 ; nel tiro e.e., con una elevazione inferiore a 100 millesimi, è ridotto di circa 12° in corrispondenza del volante di guida dell'automezzo. Nelle prove di marcia con il pezzo, la camionetta ha confermato le sue caratteristiche di stabilità, senza diminuire affatto la sua proprietà di transito, facile e sicuro, su zone estese di dune (fotografie dal a. 7 al n. 10). La base fissa collocata sul cassone dell'A. S. 37 modificato è comune per il pezzo da 47 e la mitragliera da 20, tanto da consentire facile intercambiabilità dell'automezzo per le due armi.
d'ordine Il Generale di Divisione Capo di S. M. EMILIO GIGLIOLI
Allegato 16.
DIRETTIVE PER LE OPERAZIONI NEL SAHARA LIBICO (Stralcio) GovERNO GENERALE DELLA LIBIA
Comando Superiore Forze Armate della Libia Stato Maggiore
N. or/ 17475 Op. Segreto
li 22 settembre 1942
Carte annesse: N. 1 ( r). Argomento: Direttive per le operazioni nel Sahara Libico. Al Crmiando Difesa Tripolitania Al Comando 5a Squadrn Aerea
P. M. 220 P. M. 3750
e, per conoscenza: Alla Delegazione del Comando Supremo in A. S. Al Comando Difesa Cirenaica Al Comando Sahara Libico
P. M. P. M. Hon
27 210
Le presenti direttive sono basate sulle ipotesi seguenti: - Africa del nord francese fedele al regime d'armistizio; esclusa perciò ogni offesa proveniente dal sud algerino; - situazione avversaria attuale o prevedibile in prossimo avvenire; - occupazione territoriale attuale; - situazione nostra attuale, considerando già realizzati i potenziamenti m corso (v. allegato n. 1) (1).
• •• I. - Compito del Comando Sahara u·bico: difendere a oltranza con le proprie truppe ed i propri mezzi il Fezzan contro offese nemiche provenienti da sud (segnatamente dal T ibcsti) e da sud-est (segnatamente da Cufra). Il. - Forze del nemico: sono quelle risultanti dai recenti documenti dell'Ufficio «I»: una diecina di battaglioni e pochissime squadriglie d'avia(1) Omessi (Nota dell'Ufficio Storico).
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zione. Di queste forze sono da considerare ora impiegabili contro il Sahara Libico - date le risorse in mezzi di trasporto e l'attrezzatura logistica reparti varii, motorizzati, per un complesso massimo di 1.000 combattenti .circa, con artiglierie e mezzi aerei e servizi in proporzione. Con queste forze il nemico può tentare, muovendo dalle basi avanzate del Tibesti, di impadronirsi della zona meridionale del Fezzan (Murzuch Zuila • Tmessa) o, quanto meno, della zona Gatrun -Tegerhi-el Uigh e! Chebir - Uau el Chebir, per farne base di ulteriori e più vaste operazioni verso nord.
III. - I concetti ai quali la difesa deve uniformarsi, sono: a) Posizione da difendere ad oltranza: allineamento delle oasi di Gat, Murzuch, Umm e1 Araneb, T messa, Zelia. La difesa di questa zona è assicurata: - dai presidi fissi nelle singole località, con compito di resistenza in posto - fino all'ultimo uomo e all'ultima cartuccia - anche se avvolti e -Oltrepassati; - dalle truppe mobili, con compito di manovra allo scopo di: . battere i reparti nemici che tentassero avanzarsi negli intervalli fra i presidi fissi; . concorrere dall'esterno alla difesa di questi; . sbloccare i presidi accerchiati; . contrattaccare e distruggere le forze nemiche in ritirata. b) Zona avanzata: la fascia di territorio definita dalle seguenti località: Gatrun · T egcrhi • el Uigh cl Chebir - Uau en Namus - Tmed bu H asciscia Bir Zelten. La zona avanzata ha la funzione di avvistare l'attacco nemico, d.i segnalarne direzioni e entità, di ritardarlo e logorarlo. Vi adempie a mezzo di: - presidi fissi con compito di resistenza in posto - fino all'ultimo uomo e all'ultima cartuccia, anche se avvolti e oltrepassati - e di punti d'appoggio per le truppe mobili; - truppe mobili, con compito di: . esplorazione in profondità lungo le probabili direttrici d'attacco; presa e mantenimento del contatto con le forze nemiche in movirnento; sfruttamento di eventuali propizie occasioni per distruggere nuclei isolati, senza peraltro impegnarsi in combattimenti contro forze superiori; . mantenimento del contatto in fase di ripiegamento sulla posizione di difesa ad oltranza, nel caso m cui 1 presidi fissi venissero sopraffatti. c) Ridotto centrale: la zona di Hon • Socna ha le funzioni di « ridotto centrale » del sistema e, come tale, è l'ultima posizione della difesa, nella
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deprecata ipotesi di cedimento della pos1z1one di resistenza: avrà come presidio fisso, e non impiegabile per altri scopi, un battaglione fanteria con artiglierie. IV. - I presidi fissi della zona avanzata e di quella da difendere a oltranza, nonchè Hon e Socna, debbono essere sistemati a difesa con lavori campali e semi permanenti, seguendo i concetti sotto indicati: a) Per ciascun presidio si prevedano due posizioni difensive: - la prima, esterna, può comprendere o no il campo di aviazione ove esiste, e comprende, di massima, tutte le attrezzature militari e le risorse idriche del presidio; - la seconda, interna, comprende soltanto gli elementi vitali della difesa, e deve avere uno sviluppo complessivo adeguato alle forze del presidio, così da assicurare la continuità dei fuochi sull'intero suo perimetro. b) La posizione esterna ha lo scopo di dare sicurezza al presidio contro incursioni di elementi leggeri. c) La posizione interna ha lo scopo di assicurare la difesa contro attacchi in forze.
d) e) f) g) V. - Essenziale è il compito dell'Aviazione nello scacchiere sahariano, dove le enormi distanze e la mancanza di copertura consentono di rilevare con grande anticipo i movimenti avversarii e impediscono spesso di far accorrere a tempo forze terrestri nelle zone minacciate. Sono perciò ugualmente importanti la ricognizione aerea e l'offesa aerea. A entrambe, io condizioni normali, provvede il Comando Sahara Libico con gli aerei assegnatigli in proprio. In caso di emergenza alì'luiscono in sito nuove forze aeree; r:rciò i campi devono essere organizzati - come da ordini appositi - per ncevere, rifornire e custodire questi aerei di rinforzo. VI. - Piccole operazioni offensive. Nonostante l'atteggiamento difensivo generale impostod dalla situazione, è opportuno svolgere, non appena i mezzi disponibili siano per consentirlo, qualche ardita puntata in profondità di elementi leggeri molto mobili e bene armati. Obiettivi di queste operazioni possono essere : - i depositi materiali e carburanti costituiti dal nemico nel deserto e segnalati dall'Aviazione o da informatori; - elementi nemici io marcia o in sosta nella terra di nessuno, rilevati dall'esplorazione; - elementi delle basi avanzate avversarie (campi d'aviazione, depositi materiali, ecc.).
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VII. VIII. - Nel quadro logistico occorre: a) Dotare ciascun presidio fisso di scorte intangibili per 15 giornate di vita (viveri, acqua se occorre, materiali sanitari) e per 10 giornate operative (10 unfoc per tutte le armi del presidio, materiali genio e collegamenti, ecc.). Aggiungere a tali dotazioni scorte viveri e munizioni per rifornire i reparti mobili destinati ad appoggiarsi, nelle loro operazioni, a ciascun presidio. b) Costituire nei singoli presidi scorte di carburante adeguate non solo alle necessità del funzionamento dei servizi (per 15 giorni), ma alla consistenza automobilistica dei reparti mobili che, secondo gli intendimenti operativi del Comando Sahara Libico, a ciascun presidio si appoggiano per le operazioni (scorte per 10 giornate operative). e) Costituire nella « terra di nessuno >J piccoli depositi avanzati bene occultati, per agevolare l'attività dei reparti in esplorazione.
à) Conferire ai campi d'aviazione la potenzialità per accogliere improvvisamente, e far vivere e rifornire, reparti aerei affluenti al momento del bisogno. Studio generale e disposizioni esecutive sono in corso a cura Comando 5" Squadra Aerea, secondo ordini dati a parte. e) Organizzare i rifornimenti e gli sgomberi del Sahara Libico in modo che il Comando Sahara Libico debba provvedere con i propri mezzi soltanto da Hon in avanti. Fra la costa ed Hon devesi provvedere a mezzo Delegazione Intendenza n. I o anche a mezzo di imprese civili.
f) Potenziare l'attrezzatura automobilistica del Sahara Libico non solo con l'aumento di automezzi (provvedimento in corso), ma rinforzandone l'officina auto in personale specializzato, attrezzature e parti di ricambio.
li Maresciallo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. Libia ErroRE BASTICO
Allegato 17.
PROVVEDIMENTI PER IL POTENZIAMENTO DEL SAHARA LIBICO
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
Comando Superiore Forze Armate della Libia Stato Maggiore Allegato n. 4 al foglio n. or/ 17549 Op. del 24 settembre 1942, diretto al Comando Supremo. I. • Problemi di primo tempo, tn corso.
A) Nel quadro della vigilanza e della esplorazione terrestre: a) attuazione di un servizio di vigilanza terrestre mobile: in corso; b) organizzazione di due pi. motorizzati leggeri: in corso; c) assegnazione di un reparto motocorazzato: dalla madrepatria (sono già arrivate 5 autoblindo). B) Nel quadro dei presidi fissi: a) assegnazione di una cp. mtr. libica da posizione, su due pi., da destinare a Tmessa : in corso di costituzione; b) assegnazione di una sezione art. (due pezzi) 77/28 da destinare a Tmessa: in corso di costituzione; c) completamento organico dei reparti: con assegnazioni dalla madrepatria. C) Nel quadro dei reparti mobili: - costituzione di due cp. sahariane: una è in corso di costituzione per ora solo personale - presso il centro istruzione - sezione ftr. - di Derna; la seconda sarà costituita in un secondo tempo. D) Aviazione: - rinforzo all'Aviazione sahariana pcrchè disponga in via normale di: . due squadriglie Ca 309, . sei velivoli S. 79, . sei velivoli S. 81, . una squadriglia Cr. 42: vi provvede la 5• Aerosquadra. E) Nel quadro logistico: - provvedimenti sono in corso per costituire scorte intangibili, potenziare aeroporti, organizzare rifornimenti e sgomberi, potenziare l'attrezzatura automobilistica (in particolare il servizio delle riparazioni).
Il. - Problemi dì secondo tempo, ma pur essi molto urgenti, cui provvedere con assegnazione dalla madrepatria: a) assegnazione di un btg. ftr. A. S. 42 per il presidio cli Hon, in sostituzione del btg. « Savona » da autocarrare; b) motorizzazione del btg. «Savona » con un'aliquota di automezzi tratta dal blocco richiesto con 03/ 12280 data 21 agosto; e) assegnazione di una cp. autonoma autocarrata mortai da 81; d) rendere mobile la btr. 75/27 - 06 su ruote di gomma ora in postazione fissa a Hon con un'aliquota di automezzi tratta dal blocco richiesto con 03/ 12280 in data 21 agosto; e) assegnazione di due btr. 75/27-06, di cui una mobile; f) una btr. e.a. da 20 mobile; g) assegnazione di 250 « camionette desertiche» per la trasformazione delle compagnie sahariane, comprese le due di prevista nuova costituzione (gli autocarri che saranno ricuperati in seguito alla trasformazione delle cp. sahariane sono da destinare in rinforzo all'autogmppo del Sahara Libico); h) due squadriglie di Cr. 42; una squadriglia da bombardamento (S. 79 o tipo simila:e) da impiegare in caso di emergenza.
Allegato 18.
RICHIESTE DEL MARESCIALLO BASTIC0 AL COMANDO SUPREMO PER LA DIFESA DELLA LIBIA
GOVERNO GENI.RALE DELLA LIBIA
Comando Superio,·e Forze Armate della Libia Stato Maggiore N. 01/ 17524 Op. Segreto
P. M. II, li 24 settembre 1942.
Argomento: Potenziamento diksa della Libia.
Al Comando Supremo
P. M. 21
Seguito 03/ 12280 datato 21 ag,osto. Nello scorso luglio - agosto, per superare quella che potrei chiamare << la crisi di Alamein », non ho esitato a togliere dalla Libia, per avviarli ad est, come il Comando Supremo ben s:a, reparti, armi e mezzi fino all'estremo limite consentito dalle semplici necessità della vita dei presidi. La situazione di penuria di forze conseguente non può tuttavia durareE perciò ho da tempo ripreso in esame le esigenze della difesa del territorioe delle coste della Libia, esigenze che, alla luce degli eventi di questi ultimi giorni, hanno assunto un risalto ancor più evidente non solo nei riguardi della Libia, ma in quelli stessi del fronte egiziano. Giudico quindi indispensabile ridare, e presto, alla difesa della L ibia. h, capacità di garantirci da sorprese e da modesti attacchi da parte del nemico. In particolare ravviso la necessità di: a) consentire ai presidi più importanti la protezione degli obiettivi militari vitali per le nostre forze armate; b) assicurare la vigilanza delle coste e una prima reazione locale nei tratti più sensibili di esse; e) disporre di riserve mobili, per fronteggiare gli imprevisti e ristabilire situazioni momentaneamente compromesse; ti) proteggere con forze mobili la Cirenaica e la Sirtica dalle ormai troppo frequenti incursioni da sud e sud- est, incursioni che potrebbero anche assumere l'ampiezza di veri e propri attacchi; e) assicurare un'efficienza soddisfacente alla difesa contraerea almeno dei principali porti. Alla esigenza à) il Comando Supremo ha già provveduto con le direttive 432 datate 19 settembre, senza peraltro assegnare nuove forze. Per la esigenza e) ho già rivolto al Comando Supremo le minime richieste con i miei fogli 01/17081 datato 12 settembre e 01/ 17402 datato 21 settembre.
Per le speciali esigenze del Sahara Libico sono in corso i noti potenziamenti di primo tempo, e sto per chiedere i mezzi ancora necessari per dare un assetto rassicurante a questo delicato settore, oggi direttamente minacciato. Per il completamento dei reparti esistenti ho già esposto la situazione e formulato le richieste con mio 03/ 12280 datato :n agosto. Con il presente foglio, infine, formulo le richieste relative alle esigenze a), b), e e), richieste che contengo nei limiti non già dell'indispensabile calcolato teoricamente, ma di quello che ritengo essere le possibilità pratiche della madrepatria e dei trasporti. L'allegato I espone, in ordine di precedenza, quanto appare indispensabile e urgente per la Tripolitania e per la Cirenaica. E' inoltre, più che opportuno, necessario potenziare l'Aeronautica della Libia con almeno uno stormo da bombardamento pesante ed uno leggero e con una adeguata aliquota di unità da caccia. E' troppo evidente che, in questo scacchiere, una robusta aviazione ha valore preminente. E gli eventi di questi giorni lo hanno confermato. Tutto quanto ho finora esposto presuppone immutata la situazione politico - militare attuale: prescinde cioè dalla difesa della frontiera tunisina; chè se da questa una seria minaccia dovesse manifestarsi, non è a battaglioni, ma a grandi unità che si misurano le forze occorrenti a fronteggiare la situazione. L'eventualità è forse remota ed è problema che solo il Comando Supremo può affrontare, investendo esso non solo la Libia, ma tutto il bacino del Mediterraneo. In attesa di eventuali direttive per tale ipotesi, mi astengo da proposte e tanto più da richieste. E' tuttavia mio stretto dovere prospettare la necessità di disporre in Tripolitania di una pur modesta massa di manovra - da limitare per ora a una sola divisione motorizzata - atta a fronteggiare gli eventi che dall'est, dal sud e forse dall'ovest avessero a manifestarsi.
Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. I.ibia ErroRE BAsTtCO
Annesso n. I al foglio 01 / 17524 Op. del 24 settembre 1942 POTENZIAMENTO DIFESA TRIPOLITANIA
Occorre:
a) Per costituire riserve mobili settoriali, oggi mesistenti: -
un reggimento fanteria su 4 battaglioni; un gruppo artiglieria mobile p.c. su 4 btr.
b) Automezzi: - almeno 3 autosczioni di autocarri pesanti per autocarrare un'aliquota di ciascuno dei quattro btg. di fanteria, riserve mobili settoriali.
e) Per dùimpegnare altrettante compagnie mtr. libiche, ora sulla costa, da destinare a presidio di località dell'interno: - sei compagnie mitraglicri metropolitane da posizione (è da consi• derare la difficoltà che si incontra a costituire nuovi reparti libici, per lo scar• sissimo gettito dei reclutamenti che appena consente di mantenere a numero i reparti esistenti).
cl) Per integrare la difesa costiei-a in atto: -
40 mitragliatrici senza personale, 20 pezzi e.e. col personale, - due batterie in funzione antinave. -
e) Reparti vai-i.· - un battaglione misto ?e~io su : una compagnia artieri, una compagnia artieri di arresto, una compagnia collegamenti, un plotone idrici, - un battaglione T.M. f) Per provvedei·e alla difesa e.a. bassa di obiettivi secondari ma non trascurabili: - due batterie e.a. da 20.
g) Materiali di rafforz amento: - circa cinquecento tonnellate di materiali vari, specialmente filo spi· nato e paletti da reticolato.
P OTENZlAMENTO DIFESA CIRENAICA
Occorre:
a) Per costituire riserve mobili settoriali, oggi inesistenti: - un reggimento fanteria su tre battaglioni, - un gruppo artiglieria mobile p.c. su tre batterie.
b) Automezzi: - almeno due autosezioni di autocarri pesanti per autocarrare una aliquota di ciascuno dei tre btg. di fanteria, riserve mobili settoriali. e) Per integrare la difesa costiera in atto: - quattro compagnie mitraglieri metropolitane da posizione, - 32 mtr. senza personale, - 27 pezzi e.e. col personale, - tre batterie in funzione antinave.
d) Reparti vari: -
un battaglione misto genio (come per la Tripolitania), un battaglione T.M.
e) Materiali di rafforzamento: - circa 300 tonnellate di materiali varii, specialmente filo spinato e paletù da reticolato.
Per il pattugliamento corazzato e veloce delle comunicazioni più importanti della Sirtica e dt'lla Cirenaica occo"e: - un gruppo autoblindo su due squadroni.
Allegato 19.
VERBALE INCONTRO CAVALLERO - KESSELRING DEL 16 OTTOBRE 1942
presso il Comando Supremo, presenti il colonnello Otzen ed il maggiore Mi/o e successivamente gli ammiragli Riccardi e Sansonetti
li Maresciallo Kesselring esordisce informando che le perdite dell'Aviazione dell'Asse nel cielo di Malta sono gravi per effetto della tattica della caccia inglese, tattica che consiste nell'attacco dall'alto con sole alJe spalle. Le perdite nemiche sono molto più rilevanti e tuttavia l'azione per ottenere una soddisfacente neutralizzazione di Malta durerà più a lungo del previsto (in sintesi circa 25 perdite tedesche e 7 nostre; circa 70 del nemico). Il Maresciallo Kesselring informa poi che è prossima la venuta del Maresciallo Goering in forma non ufficiale. Asserisce di aver già parlato più volte con il detto Maresciallo della necessità di sostenere di più materialmente l'Italia (mezzi e materie prime) e che questi avrebbe assicurato di sostenere questa tesi presso il Fi.ihrer. Aggiunge il Maresciallo Kesselring che intende approfittare del prossimo incontro con il R. M. Goering per parlare in merito ad una più stretta collaborazione materiale e tecnica tra Italia e Germania. Il Capo di Stato Maggiore Generale informa il Maresciallo Kesselring che, in esito ad una propria lettera fatta recapitare al Maresciallo Keitel per tramite del Maresciallo Rommel, nei prossimi mesi invernali la Marina germanica cederà all'Italia, in compenso dei rifornimenti diminuiti dalla Romania, una quantità di nafta di oltre 40.000 tonn. ivi comprese 20.000 tonn. da servire per l'Egeo, quale riserva operativa, in relazione ad un previsto schieramento di forze navali italiane in quel settore. Il Maresciallo Kesselring informa poi che il Fi.ihrer gli ha affidato la responsabilità della difesa aerea cli Creta e delle coste ccl isole greche occupate dai Tedeschi, e che pertanto ha preso contatto con il Gen. Lochr che ha analoga responsabilità nei Balcani fino a Salonicco. Aggiunge che detto Generale agisce sotto le sue direttive; il Gen. Loehr verrà presto a fare visita di dovere al Capo di Stato Maggiore Generale. Il Maresciallo Cavallero ricorda di aver conosciuto il Generale Lochr ad Uman durante il suo viaggio in Russia, al seguito del Duce, e dice che lo rivedrà con piacere. Il Maresciallo Kesselring prospetta poi l'opportunità di potenziare l'Egeo, con particolare riguardo a Rodi e Scarpanto. 11 Capo di Stato Maggiore Generale risponde informando di aver già in corso i provvedimenti del caso. Il Maresciallo Kesselring aggiunge che da parte sua intende mettere Creta in maggiore efficienza e che invierà colà molti mezzi anticarro perchè ritiene che un eventuale tentativo di sbarco nemico sarebbe cffetruato con concorso
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di carri. Esprime poi la sua inquietudine per i trasporti per l'A. S. I. e la• menta deficienza di benzina a Creta, tanto che ha dovuto sospendere per IO giorni i trasporti aerei da questa isola verso l'Africa. Il Maresciallo Cavallero risponde che in fatto di trasporti è stato fatto da parte nostra tutto quello che era umanamente possibile e che i ritardi sono spesso dovuti a causa di assoluta forza maggiore, ad esempio quello di tre giorni nella partenza del Portofino per la presenza di sommergibili nemici ai quali si è dovuto dare la caccia. Aggiunge che i programmi di trasporto della nostra Marina non possono essere intesi con assoluto vincolo per le date di approntamento dei piroscafi, le quali sono soggette a varianti specialmente per avarie, dato l'intenso logoramento cui .assoggettiamo tutti i nostri mezzi, scorte comprese:. Il Maresciallo Kesselring risponde che è ben lungi dal voler fare critiche; ha manifestato le sue apprensioni solo perchè l'Armata corazzata ha corso il rischio di non potersi più muovere per deficienza di carburante; con il programma che gli è stato comunicato dal suo ufficio stamane egli è ora tranquillo. Il Capo di S. M. Generale assicura al Maresciallo Kesselring che segue personalmente e controlla ogni giorno tutti i provvedimenti in materia di trasporti spingendo al massimo gli sforzi di tutti gli organi necessari. Il Maresciallo Kesselring sa che è in seguito a intervento personale del Maresciallo Cavallero che il problema trasporto carburanti è stato risolto negli scorsi giorni; e ringrazia sentitamente. Il Capo di Stato Maggiore Generale informa che ha pronto un convoglio di tre navi cd un altro di due (Tripolino e Schillin) tutti per la rotta di ponente e chiede quando si potd prevederne la partenza in relazione all'azione in corso su Malta. Il Maresciallo Kesselring risponde: « Al più presto possibile; da domani lo stato di neutralizzazione di Malta consentirà di far passare ciò che si vuole ». Aggiunge il Maresciallo Kesselring che Supermarina ha scelto una rotta più lontana dalla costa della Grecia per sfuggire alle insidie dei sommergibili, ma questo rende molto più difficile il servizio di scorta aerea. L'Aviazione italiana non può intervenire dai campi dislocati su detta costa. L'Aviazione tedesca potrebbe dare la scorta ricorrendo ai Ju 88 e 110, ma in questo momento non ne ha disponibilità. Inoltre il Maresciallo Kesselring informa che l'Aviazione tedesca ha av• vistato, nelle ultime settimane, non meno di 30 sommergibili nemici, li ha battuti costringendoli a rimanere immersi e di ciò ha dato notizia a O.B.S. cd alla Marina italiana. Eprime il parere che, quando sono avvistati dei sommergibili nemici, occorre tenerli sempre sotto il controllo del!'Aviazione per obbligarli a stare immersi in condizioni tali da non poter nuocere ai nostri convogli, e ciò fino a quando questi non siano passati. Il Maresciallo Kesselring chiede poi quali sono le nostre intenzioni per Cufra. Il Capo di Stato Maggiore Generale risponde che, per il momento, non vede la possibilità di una azione terrestre da Gialo su Cufra; informa dei provvedimenti in corso per la Tripolitania.
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Il Maresciallo Kessclring afferma che per agire su Cufra occorrerebbe creare una base a Gialo per potere addirittura sbarcare truppe aeroportate nei pressi di Cufra. Il Capo di Stato Maggiore Generale comunica inoltre che con i convogli in corso arrivano dei mezzi che consentirebbero già una certa garanzia verso le provenienze da Cufra. Ma quello che più importa è la costituzione di una massa di manovra al centro, con le Divisioni Spezia », (< Centauro >> e « Piave » di prossimo invio; tale massa potrebbe agire verso sud, verso sud - est e, se occorre, anche verso occidente. Questa massa costituirebbe un vero premio di assicurazione per tutta la Libia. Il Maresciallo Kesselring si dichiara pienamente d'accordo. Aggiunge che se noi avessimo il possesso di Cufra e la benzina necessaria si potrebbe di là portare la minaccia fino al Tibesti. Informa poi di avere in progetto un'azione su Uadi Haifa, scalo ferroviario degli inglesi in Egitto per l'Etiopia. Vorrebbe mettere a terra, in questa località, dei sabotatori particolarmente addestrati, fare saltare i ponti e interrompere la ferrovia. Il Capo di Stato Maggiore Generale esprime qualche dubbio sulla utilità di una simile azione, tenuto presente che la ferrovia si interrompe ad Uadi Haifa e riprende solo ad Assuan, 300 km. più a valle. Ritiene che i risultati di una simile impresa, che il Comando Supremo ha studiato vari mesi addietro, non siano tali da giustincarla, per il momento. Il Maresciallo Kesselring dichiara di rimettersi al parere del Maresciallo Cavallero; si limiterà per ora al semplice studio. Sopravvengono intanto gli Ammiragli Riccardi e Saosonetti, espressamente convocati, e si esamina la questione dei prossimi convogli. L'Amm. Riccardi informa che, secondo la impostazione dei programmi della Marina, la possibilità di un convoglio per ponente non sarebbe prevista che per il 24, ma che il Maresciallo Cavallero ha ordinato di modificare questo programma in modo che il convoglio possa partire subito. H a esaminato il problema e crede di poterlo risolvere purchè sia rimandato il doppio spostamento navale che era previsto (corazzate da Taranto a Napoli ed un gruppo di incrociatori in Egeo). Un opportuno ritardo di questo spostamento, per quanto concerne le corazzate, potrebbe risolvere il problema. Una breve discussione di dettaglio conferma questa possibilità e l' Amm. Riccardi è incaricato dal Capo di Stato Maggiore Generale di approfondire i particolari. Rimanendo frattanto inteso che si faranno tre convogli contemporanei e che questi dovranno essere io mare rispettivamente a sud della Sicilia e ad est della Grecia per il giorno 19. Dei due convogli che seguono la rotta orientale, uno fariì rotta accostata alla Grecia per fruire della protezione aerea dei caccia italiani. A questo punto la conferenza viene interrotta perchè tutti i presenti passano nella sala delle riunioni per attendere alla giornaliera conferenza relativa al problema dei trasporti. (<
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Allegato
20.
APPUNTO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE PER IL DUCE
COMANDO SUPREMO
Il Capo di S. M. Generale
li r8 ottobre 1942 Qui uniti si trasmettono alcuni documenti relativi alla questione della nafta. In sintesi la nostra situazione in fatto di nafta è assai preoccupante e, come Voi avete notato, Duce, si aggraverà anche per la maggiore esigenza dei trasporti che conseguono dall'aumento delle forze in Libia. Mi permetto richiamare la Vostra attenzione: 1° •
sul telegramma dell'Amm. Weichold al suo superiore Comando;
2° • sul documento germanico che nell'approvare il nostro piano di fare uno schieramento navale robusto nell'Egeo accetta anche la nostra richiesta di formare nell'Egeo una riserva di 20.000 tonnellate, che sottrae però al quantitativo destinato ai nostri trasporti.
E' evidente e mi risulta in modo preciso che questo nostro progetto di schieramento navale interessa molto l'Alto Comando germanico. I nostri alleati si trovano anch'essi certamente in difficoltà, ma l'importanza dello scacchiere mediterraneo è da essi pienamente riconosciuta ed è necessario che siano fatti gli sforzi indispensabili perchè la lotta in questo scacchiere possa essere dalle armi dell'Asse vittoriosamente sostenuta.
Allegato 21.
TRASFERIMENTO DI CARBURANTE IN EGEO PER LA MARINA ITALIANA
IL GENERALE TEDESCO PRESSO
IL QUARTIER
DELLE FORZE
GENERALE
ARMATE ITALIANE
Addetto Militare a Roma Roma,
14 - 10 - 1942
Oggetto: Olio combustibile per le forze marittime italiane nell'Egeo.
Comando Supremo
Io conformità con i piani italiani riguardanti lo spostamento del centro di gravità della condotta di guerra marittima nel bacino orientale del Mediterraneo la Marina germanica si darà premura di aiutare le forze marittime italiane nel miglior modo possibile. Nei prossimi mesi invernali la Marina germanica cederà all'Italia in compenso dei rifornimenti diminuiti dalla Romania una quantità di olio combustibile ancora da precisare, la quale, però, eccederà io ogni modo le 40.000 tonn. D'altra parte la Marina germanica attualmente non è in grado di trasferire più di 20.000 tonn. di olio combustibile come riserva operativa dell'Egeo. Perciò la Marina germanica propone a codesto Comando Supremo quanto segue: La Marina germanica trasferirà 20.000 tonn. dell'olio combustibile destinato per l'Italia al Pireo e Suda. Queste 20.000 tono. serviranno alla Marina italiana quale riserva operativa, ma resteranno esclusivamente a disposizione della Marina germanica. Il Comando Superiore della Marina germanica si riserva il diritto di ricorrere in parte a questa riserva a sua disposizione per gli assegni mensili all'Italia. Oltre a ciò la Marina germanica non può assumere l'impegno di mantenere queste scorte sempre a 20.000 tonn. Quest'olio sarebbe trasportato per ferrovia in Italia e la Marina provvederebbe per l'avviamento via mare al Pireo ed a Suda, perchè già ormai le vie ferroviarie nei Balcani sono totalmente ingombrate. Si prega di voler comunicare, se e in quale grado gli intendimenti italiani sarebbero realizzabili su questa base. d'ordine: Col. 0TZEN
Allegato
22.
PREDISPOSIZIONI OPERATIVE PER LO SCACCHIERE MEDITERRANEO
COMANDO SUPREMO
N. 12344 Op. di prot.
P. M. 21, 20 ottobre 1942
Oggetto: Predisposizioni operative per lo scacchiere Mediterraneo. APPUNTO PER IL GENERALE GERMANICO PRESSO IL COMAl'<DO SUPREMO
Come è stato verbalmente comunicato dal Capo di Stato Maggiore Generale, il Comando Supremo ba ritenuto necessario: 1° - conferire a Delease piena responsabilità O{X'.rativa in Cirenaica, {X'.r ottenere sempre più stretta aderenza fra compiti di Delease e compiti dell'A.C.I.T.; 2° - limitare la responsabilità operativa di Superlibia alla Tripolitania, rinforzando io pari tempo questa ultima con unità motorizzate di cui si è iniziato il trasferimento dall'Italia; 3° • prevedere l'impiego almeno di queste unità quale riserva del Comando Supremo per eventuale intervento nell'ovest cirenaico e definire la dislocazione di esse tenendo presente questa esigenza; 4° - intensificare le predisposizioni verso il Sahara Libico; 5° - portare a termine la preparazione per l'operazione C+ Inoltre, siccome è da prevedere che, in caso di iniziativa nemica sul fronte egiziano, il piano Of>('.rativo dell'avversario interesserebbe anche altri settori dello scacchiere del Mediterraneo: a) è stato previsto il potenziamento diretto del Possedimento dell'Egeo mediante misure che sono in corso di attuazione; b) è stata prevista una modifica allo schieramento delle forze navali italiane nel senso che è stato verbalmente prospettato; e) l'attuazione della suddetta modifica è però subordinata al problema della nafta. E' infine da tenere presente quanto segue: - le misure sopra indicate richiederanno un maggiore sforzo {X'.r i trasporti e per le scorte (nafta); - assume sempre maggiore importanza la neutralizzazione di Malta. Generale M1,cu
Allegato 23.
GRANDI UNITA' ITALIANE SCHIERATE SULLE POSIZIONI DI EL ALAMEIN E NELLE IMMEDIATE RETROVIE ALLA DATA DEL 23 OTTOBRE 1942:
X corpo d'armata ( divisioni « Brescia », « Folgore », e « Pavia »). XX corpo d'armata ( divisioni «Ariete», «Littorio» e «Trieste») (1). XXI corpo d'armata ( divisioni « Trento» e «Bologna»).
ORDINE DI BATTAGLIA DEL
X
CORPO D'ARMATA t2J
Comando: Comandante (interinale, fino al 26 ottobre): generale di div. Frattini Enrico; successivamente il generale di div. i.g.s. Nebbia Edoardo. Capo di S. M.: col. di S. M. Faccio Mario Stato Maggiore. Quartier Generale. Comando artiglieria C. A. Comando genio C. A. Truppe e Servizi di C. A.: 9° rgt. bersaglieri: comando, XXVIII btg. autoportato, LV II btg. autoportato; XLIX gr. da 105/ 28; CXLVII gr. da 149/28; XXXI btg. guastatori; X btg. genio artieri: comando, 1• cp. speciale artieri, 2• cp. speciale artieri; X btg. collegamenti: comando, 89° cp. telegrafisti, 124• cp. marconisti; 15• cp. d'arresto; (1) All'inizio della battaglia la Divisione «Trieste» era schierata nella 1.ona di Fuka e costituiva riserva d 'Armata. (2) Nd settore del X corpo d 'armata e alle dipendenze dello stesso operavano anche due battaglioni della Brigata paracadutisti • Ramckc • germanica.
•
30° nucleo sussistenza; 65° ospedale da campo; 241° ospedale da campo; 28• ambulanza odontoiatrica. Divisione di fanteria « B,-escia » ( 27•)
a) Comando: Comandante: gen. di div. Brunetti Brunetto. Capo di S. M. : ten. col. di S. M. Bruno Bruno. Stato Maggiore. Quartier Generale: reparto comando, 127' sezione CC. RR., 8• squadra pilotaggio per zone <lese rtiche, 96° ufficio postale, 96° n ucleo CC. RR. per ufficio postale.
b) Truppe: 19° rgt. fanteria: comando, compagnia M. da 81, I btg. A.S. 42, II btg. A.S. 42; 20° rgt. fanteria: comando, compagnia M. da 81, I btg. A.S. 42, II btg. A.S. 42, III btg. A.S. 42; t'. rgt. artiglieria celere : comando, I gr. da 100/ 17 mod. 14, III gr. da 75/27 mod. 06, IV gr. da 75/ 27 mod. 06, V gr. da 88/55 e.a. e e.e., 401• e 404• btr. da 20; XXVII btg. misto genio: comando, 823 cp. artieri, 27• cp. collegamenti.
e) Servizi: 34.. sezione sanità; 34• sezione sussistenza.
Divisione di fanteria «Folgore» (z85•) (1)
a) Comando: Comandante: gen. di div. Frattini Enrico. Capo di S. M.: maggiore s. S. M. Verando Giovanni. Stato Maggiore. Quartier Generale: reparto comando, 185• sezione mista CC. RR., 9• squadra pilotaggio per zone desertiche, 26o0 ufficio postale, 260° nucleo CC. RR. per ufficio postale. b) Truppe: 186° rgt. fanteria: comando, compagnia cannoni da 47/32 (10 pezzi), V btg., VI btg., VII btg., compagnia serv1z1; 187° rgt. fanteria: comando, compagnia cannoni da 47/32 (10 pezzi), TI btg., IV btg., IX btg., compagnia serv1z1; 185° rgt. artiglieria: comando, I gr. da 47/32, Il gr. da 47/32, btr. servizi; VIII btg. guastatori; 185• compagnia mortai da 81; 185• compagnia collegamenti; 185• compagnia minatori artieri.
(1) Proveniva dalla trasformazione della Divisione paracadutisti « Folgore», la quale era costituita dai reggimenti paracadutisti 1°, 2°, 3° e reggimento artiglieria paracadutisti, che a fine luglio 1942 assunsero rispettivamente la denominazione di 185°, 186° e 187° reggimento fanteria ,, Folgore » e 185<> reggimento artiglieria « Folgore n. Con questa trasformazione la Divisione perdeva la denominazione di « paracadutista ». Sotto la data del 15 settembre, la Divisione assumeva la formazione binaria: 2 reggimenti fanteria (186° e 187°), ciascuno su tre battaglioni, ed un reggimento artiglieria (185°) su due gruppi.
c) Servizi: 185• sezione sanità; 185° reparto trasporti; 20• sezione sussistenza.
Divisione di fanteria «Pavia» ( 17•)
a) Comando: Comandante: gen. di brig. Scattaglia Nazzareno. Capo di S. M.: ten. col. s. S. M. Onnis Gustavo. Stato Maggiore. Quartier Generale : reparto comando, 679• sezione mot. CC. RR., 6• squadra pilotaggio per zone desertiche, 54° ufficio postale, 54° nucleo CC. RR. per ufficio postale.
b) Truppe: 27° rgt. fanteria: comando, compagnia mortai da 81, I btg. A.S. 42, II btg. A.S. 42; 28° rgt. fanteria: comando, compagnia mortai da 81, I btg. A.S. 42, II btg. A.S. 42; 26° rgt. artiglieria : II gr. da 75/27, III gr. da 75/27 mod. 06, IV gr. da 75/27 mod. 06, 77 e 432• btr. da 20; XVII btg. misto genio: comando, 46• cp. artieri, 17 cp. collegamenti.
c) Servizi: 21• sezione sanità; 3• sezione sussistenza.
ORDINE DI BA1TACLIA DEL
XX CORPO D'ARMATA
Comando: Comandante: geo. di div. i.g.s. Dc Stcfaais Giuseppe. Capo di S. M.: col. di S. M. Ruggcri Ladcrchi Cesare. Stato Maggiore. Quartier Generale. Comando Artiglieria di C. A. Comando Genio C. A. Truppe e Servizi di C. A.:
Truppe organiche: XXIV btg. misto genio : comando, 70• cp. telegrafisti, oo• cp. artieri, ')Oa cp. artieri.
1. -
2. - Truppe 2• cp.
in rinforzo:
bers. motor.;
8• btr. da 20 del 132° rgt. art.
3. - Servizi: nucleo sussistenza; 1o6° ospedale da campo; 579° ospedale da campo; 16° nucleo chirurgico. Divisione corazzata « Ariete » ( r 32•)
a) Comando: Comandante: gen. di brig. Arena Francesco Antonio. Capo di S. M.: magg. s. S. M. Perrone Guido. Stato Maggiore. Quartier Generale: reparto comando, 6-p• sezione mot. CC. RR., 132° autodrappello, 13• e 14• squadra pilotaggio per zone desertiche, 132° ufficio postale, 132° nucleo CC. RR. per ufficio postale.
b) Truppe: Ili gruppo cr. « Nizza Cavalleria Il; 132° rgt. fanteria carrista: comando, !J( btg. carri M, X btg. carri M,
XIII btg. carri M, cp. e.a. da 20, reparto riparazioni e ricuperi, 40~ O.M.P.; 8° rgt. bersaglieri: comando, V btg. autoportato, XII btg. autoportato, III btg. e.e.; 132° rgt. artiglieria: comando, I gr. da 75/27, II gr. da 75/27, III gr. da 105/ 28, ~AXI_ gr. da 88/ 55, XV gr. da 105/ 28, DI gr. da 90/ 53 e 20/ 35, V gr. da 75 / 18 semov., VI gr. da 75/ 18 semov., 42• O.M.P., 132° reparto soccorso stradale; XXXII btg. misto genio: comando, 3 I 32 cp. speciale artieri, 2323 cp. collegamenti. e) Servizi: 132a sezione sanità; 1323 sezione sussistenza; 82° autogruppo misto.
Divisione corazzata « Littorio » ( 1 333 )
a) Comando: Comandante: gen. di div. Bitossi Gervasio. Capo di S. M.: ten. col. s. S. M. Giampaoli Mario. Stato Maggiore. Quartier Generale: reparto comando, 5~ e 233 squadra pilotaggio per zone desertiche, 853 sezione CC. RR., 133° autodrappello, I 33° ufficio postale, 1333 sezione CC. RR. per ufficio postale.
b) Truppe: III gruppo cr. « Lancieri Novara»; 133° rgt. fanteria carristi:
43 1 comando, IV b!g._ carri M,. XU btg. carri M,. Ll btg. carri M, cp. e.a. da 20,
35• O.M.P.; rgt. bersaglieri: comando, XXIll bcg. autoportato, XXXVI btg. autoportato, XXI btg. e.e., 3° rgt. artiglieria celere: comando, CCCXXXII gr. bis da 100/17, II/ 133° gr. <la 75j27, XXIX _gr. da 88/55, 5• btr. da 20 e.a. del 133° rgt. art., 4o6• btr. <la 20 e.a., DLIV gr. da 75/18 scmov., DLVI gr. <la 75/18 sernov., 41• 0.M.P.; compagnia mista genio. 12°
e) Servizi: 133• sezione sanità; 133• sezione sussistenza.
Divisione motorizzata « Trieste» ( 101•) a) Comando: Comandante : geo. di brig. La Ferla Francesco. Capo di S. M.: ten. col. s. S. M. Ruta Sandro. Stato Maggiore. Quartier Generale: reparto comando, 22• sezione CC. RR. mot., rn• e n • squadra di pilotaggio per zone desertiche, rn1° nucleo movimento stradale, 101° autodrappello divisionale, 56° ufficio postale, 56° nucleo CC. RR. per ufficio postale.
b) T ruppe: 65° rgt. fanteria: comando, I battaglione, II battaglione, autoreparto reggimentale;
43 2 66° rgt. fanteria: comando, I battaglione, II battaglione, autoreparto reggimentale;
21° rgt. artiglieria: comando, I gr. da 100/17, II gr. da 100/17, III gr. da 75/27, 146a e 4rra btr. da 20 e.a.;
VIII btg. bersaglieri;
JS.I btg. ca,rri M l3i III btg. misto genio.
e) Se,·vizi: 90.. sezione sanità; 8o0 autoreparto misto (su 3 auto - sezioni leggere, 1 autosezione pesante, 1 autosezione mista, 2 sezioni carburanti autoportate, 1 nucleo soccorso stradale).
ORDINE 01 BATTAGLIA DEL
XXI coRPO D'ARMATA (r)
Comando: Comandante (interinale fino a mezzogiorno del 26 ottobre): gen. di div. Gloria Alessandro, successivamente il geo. di div. i.g.s. Navarini Enea. Capo di S. M.: col. di S. M. Ledda Gavino. Stato Maggiore. Quartier Generale. Comando artiglieria C. A. Comando genio C. A.
Truppe e Servizi di C. A.:
7° rgt. bersaglieri : comando,
X btg. bersaglieri, XI btg. bersaglieri, autoreparto; 8° raggruppamento art. d'A.: comando, ~_XXII1 gr. da 149/40, LII gr. da 152/37, CXXXI gr. da 149/28; (1) Nel settore del XXI corpo d'armata operavano anche la 164& divisione fanteria gt,rmanica e due battaglioni paracadutisti « Ramcke » .
433 genio: LXV btg. collegamenti, XXVTI btg. artieri; nucleo sussistenza; ospedale da campo; ospedale da campo; nucleo chirurgico; ambulanza odontoiatrica. Divisione di fanteria « Trento » ( 102•)
a) Comando: Comandante: gen. cli brig. Ma.sin a Giorgio. Capo di S. M.: teo. col. s. S. M. Ferraioli Giacomo. Stato Maggiore. Quartier Generale. reparto comando, 266• sezione CC. RR., 12• squadra pilotaggio per zone desertiche, 109° ufficio postale, 109° nucleo CC. RR. per ufficio postale.
b) Truppe: Organiche: 61° rgt. fanteria: comando, compagnia mortai da 81, I btg. A.S. 42, II btg. A.S. 42, III btg. A.S. 42; 62° rgt. fanteria: comando, compagnia mortai da 8 1, I btg. A.S. 42, II btg. A.S. 42, III btg. A.S. 42; 46° rgt. artiglieria : comando, I g r. da 100 / 17 mo<l. 14, II gr. da 100/ 17 m od. 14, lII gr. da 75/27 mod. 06, JV gr. da 75/ 27 mod. 06, 412• e 414• btr. e.a. da 20; LI btg. misto genio: comando, 161• cp. artieri, 96• cp. collegamenti.
28. - Al.
434 In rinforzo: IV btg. granatieri e.e.; CCCLV gr. da 77/28.
e) Servizi: 51a sezione sanità;
51• sezione sussistenza. Divisione dì fante1-ia « Bologna >i
( 2 5•)
a) Comando: Comandante: gen. di div. Gloria Alessandro. Capo di S. M.: ten. col. s. S. M . Ceschi Paolo. Stato Maggiore. Quartier Generale: reparto comando, 73.. sezione CC. RR., 'f squadra pilotaggio per zone desertiche, 58° ufficio postale, 58° nucleo CC. RR. per ufficio postale.
b) Truppe: 39° rgt. fanteria: comando, compagnia mortai da 81, I btg. A.S. 42, III btg. A.S. 42; 40° rgt. fanteria: comando, compagnia mortai da 81, I btg. A.S. 42, II btg. A.S. 42, III btg. A.S. 42; 205° rgt. artiglieria : comando, I gr. da 100/ 17 mod. 14, II gr. da 100/ 17 mod. 14, III gr. da 75/ 27 mod. 06, IV gr. da 75/ 27 mod. 06, 43 e 4373 btr. e.a. da 20; XXV btg. misto genio: comando, 62a cp. artieri, 25" cp. collegamenti.
e) Servizi: 24• sezione sanità; 17" sezione sussistenza.
435 Allegato 24.
COSTITUZIONE SOMMARIA DELLE FORZE TEDESCHE IN EGITTO ALLA DATA DEL 23 OTTOBRE 1942
a) Truppe d'armata: raggruppamento tattico « Kasta »; comando artiglieria 104 (in effetto era un raggruppamento di artiglieria di calibri diversi); 288° rgt. corazzato granat1er1 (detto anche Raggruppamento speciale o Raggruppamento (< Menton )>); 580° reparto esplorante; 19• divisione Flak (contraerei). h) Corpo Tedesco Africa (D.A.K.): 15• divisione corazzata: comando; 8° rgt. carri armati; n5° rgt. fucilieri; 33° rgt. artiglieria motorizzato; 33° reparto esplorante; elementi vari (controcarrii, pionieri, collegamenti, servizi). 21• divisione corazzata: comando; 5° rgt. carri armati; 104° rgt. fucilieri; VIII btg. mitraglieri motorizzato; 155° rgt. art. motorizzato; 3° reparto esplorante; elementi vari (controcarri, pionieri, collegamenti, servizi). c) 90• divisione leggera: comando; 361° rgt. fucilieri; 200° rgt. fucilieri; 155° rgt. fucilieri; 228° rgt. (ex Daumiller - reparti pionieri e controcarri); gruppo « Burchardt » (reparti pionieri, mitraglieri e controcarri); elementi vari (collegamenti, servizi). d) 164• divisione fanteria: comando; 125° rgt. fanteria; 382° rgt. fanteria; 433° rgt. fanteria; 220° rgt. artiglieria; elementi vari (controcarri, piomen, collegamenti, servizi). e) Brigata paracadutisti « Ramcke » su 4 battaglioni, denominata anche « 1• brigata cacciatori dell'aviazione».
Allegato 25.
ORDINE DI BATTAGLIA (DATI SOMMARI) DELL'8• ARMATA BRITANNICA ALLA DATA DEL 23 OTTOBRE 1942
TRUPPE
n'ARMATA:
I brigata carri per l'apertura dei varchi nei campi minati, costituita di due battaglioni del Royal T ank Regiment. I brigata corazzata, composta di elementi di 3 battaglioni Ussari in ricostituzione. II brigata controaerei su: I rgt. di artiglieria e.a.I.; 2 btr. di artiglieria c.a.p. (r). XII brigata controaerei su: 3 rgt. di artiglieria e.a.I.; 2 rgt. di artiglieria c.a.p. XXI brigata di fanteria indiana su 3 battaglioni, per la protezione del Q.G. Unità minori. Elementi dei servizi.
X CORPO D'ARMATA. Organi di comando, elementi del genio e dei servizi.
divisione corazzata (britannica): II brigata corazzata su 3 btg. carri ed 1 btg. motorizzato. VII brigata motorizzata su 3 btg. mot. Rgt. autoblindo « Royal Lancers >>. 1 btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale: 3 rgt. di artiglieria da campagna; 1 rgt. di artiglieria semovente; I rgt. di artiglieria e.e.; 1 rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti vari del genio. In rinforzo: « Hammerforce » composta di: 1 rgt. di autoblindo (sudafricano); 1 rgt. di artiglieria da campagna; I rgt. di artiglieria e.e.; I rgt. di artiglieria e.a.I. 1•
(r) La batteria britannica è normalmente su 8 pezzi.
437 10•
divisione corazzata (britannica);
VIII brigata corazzata su 3 btg. carri ed I btg. di ftr. XXIV brigata corazzata su 3 btg. carri cd 1 btg. di ftr. CXXXIlI brigata di fanteria autotrasportata (1) su 3 btg. di ftr. Rgt. autoblindo « Thc Royal Dragoons ». Artiglieria divisionale: 4 rgt. di artiglieria da campagna; 1 rgt. di artiglieria e.e.; 1 rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti vari del genio. XIII CORPO D'ARMATA. Organi di comando e truppe di C. A. (reparti autobiindo e reggimenti di carri armati finti). 7• divisione corazzata (britannica): IV brigata corazzata leggera su 2 btg. carri cd I btg. di ftr. XXII brigata corazzata su 3 btg. carri cd I btg. di ftr. 3 rgt. autoblindo. Artiglieria divisionale: 3 rgt. di artiglieria da campagna; 1 rgt. di artiglieria e.e.; I rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti van. Elementi dei servizi. In rinforzo: 1 rgt. ricognitori divisionale; I gruppo di brigata di fanteria liberi francesi su 3 btg. di ftr., 2 rgt. di art., reparti controcarro e con troaerei, una colonna volante. 50a divisione di fanteria (britannica): LXIX brigata di fanteria su 3 btg. di ftr. CLI brigata di fanteria su 3 btg. di ftr. I gruppo di brigata di fanteria greca su 3 btg. di ftr., I rgt. di art., clementi vari. 1 btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale: 4 rgt. di artiglieria da campagna; 1 rgt. di artiglieria e.e.; 1 rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti vari. Elementi dei servizi. In rinforzo: II gruppo di brigata liberi francesi su 2 btg. di marcia e 2 cp. controcarro. 4,t divisione di fanteria (britannica): CXXXI brigata di fanteria su 3 btg. di ftr. ( 1) Organicamente apparteneva alla 44"' divisione di fanteria.
CXXXII brigata di fanteria su 3 btg. di ftr. CXXXIII brigata di fanteria autotrasportata (assegnata alla 10• div. cr.). I btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale: 4 rgt. di artiglieria da campagna; 1 rgt. di artiglieria e.e.; I rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti van. Elementi dei servizi.
XXX CORPO D'ARMATA: Organi di comando. Truppe di C. A.: reparti autoblindo sud - africani; 3 reggimenti di artiglieria di medio calibro; XXIII gruppo di brigata corazzato su 4 btg. carri (1), 1 rgt. di art. semovente ed 1 rgt. di art. e.a.I. ,f divisione di fanteria indiana (2): V brigata di fanteria indiana (riserva di C. A.) su 3 btg. di [tr. VII brigata di fanteria indiana su 3 btg. di ftr. CL XI brigata di fanteria indiana su 3 btg. di ftr. 1 btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale: 3 rgt. di artiglieria da campagna; I rgt. di artiglieria e.e.; 1 rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti vari. Elementi dei servizi.
51• divisione di fanteria « Highland »: CLII brigata di fanteria su 3 btg. di ftr. CLIII brigata di fanteria su 3 btg. di ftr. CLIV brigata di fanteria su 3 btg. di ftr. I rgt. da ricognizione. I btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale: 3 rgt. di artiglieria da campagna; I rgt. di artiglieria e.e.; I rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti vari. Elementi dei servizi. In rinforzo: 1 btg. carri della XXIII brigata cr. (1) Di cui 3 assegnati alle Divisioni 13 sudairicona, 9& australiana, 51 3 Highland. (2) Le brigate dell3 4• divisione indiana ave,·ono ciascuna 2 battaglioni indiani e I britannico.
439 9• divi.rione di fanteria australiana: XX brigata di fanteria australiana su 3 btg. di ftr. XXIV brigata di fanteria australiana su 3 btg. di ftr. XXVI brigata di fanteria australiana su 3 btg. di ftr. I rgt. di cavalleria australiana. I btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale : 3 rgt. di artiglieria da campagna; I rgt. di artiglieria e.e.; 1 rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti vari. Elementi dei servizi. In rinforzo: 1 btg. carri della XXIII brig. corazzata. divisione di fantel'Ìa neozelandese: V brigata di fanteria neozelandese su 4 btg. di ftr. VI brigata di fanteria neozelandese su 3 btg. di ftr. IX brigata corazzata britannica su 3 btg. carri ed I btg. di ftr. 1 reggimento di cavalleria (1) neozelandese. I btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale: 3 rgt. di artiglieria da campagna; 1 rgt. di artiglieria e.e.; I rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti vari. Elementi dei servizi.
2•
divisione di fanteria sud - africana: I brigata di fanteria sud - africana su 3 btg. di ftr. II brigata di fanteria sud- africana su 3 btg. di ftr. III brigata di fanteria sud - africana su 3 btg. di ftr. r rgt. autoblindo sud - africano. r btg. mitraglieri. Artiglieria divisionale: 3 rgt. di artiglieria da campagna; 1 rgt. di artiglieria e.e.; r rgt. di artiglieria e.a.I. Genio divisionale: reparti van. Elementi dei servizi. In rinforzo: 1 btg. carri della XXIII brig. corazzata. I gruppo riserva divisionale (sciolto il 31 ottobre 1942) composto al 23 ottobre 1942 di I btg. di ftr., t btg. carri (2), 1 rgt. autoblindo (2) e I btr. controcarro. la.
( 1) Su carri armati. (2) Quello sopracit:ito .
Allegato 26.
RELAZIONE DI DELEASE SUL COLLOQUIO ROMMEL - BARBASETTI DEL 29 OTTOBRE 1942
DELEGAZIONE DEL
CoMANDO SUPREMO IN AFRICA SETTENTRIONALE (DELEASE)
Stato Maggiore N. SD/ 1g6 di prot.
P. M. 27, li 29 ottobre 1942
Riservato personale - Segreto Argomento: Colloquio odierno.
Al Sig. Maresciallo d'Italia, Capo di Stato Maggiore Generale A seguito telegramma odjerno di risposta al vostro 3325. Riferisco abbastanza fedelmente (perchè preso appunti) e senza commenti quanto mi ha detto oggi 29 nota persona: « Le nostre divisioni non possono resistere agli attacchi inglesi che sono fatti con superiorità enorme in aviazione, fortissima in carri pesantissimi e pesanti (nonostante ne siano stati distrutti 300 ne restano 1500); forte in artiglieria e sopratutto in munizioni tanto che gli Inglesi fanno fuoco tambureggiante per più ore. « Con questi mezzi, nemico ha potut-0 occupare zona sicurezza e parte di quella di resistenza. « Attacchi continuati per più giorni hanno inflitto Coni perdite, per cui le unità tedesche sono molto deboli; del resto sono entrate in azione con effettivi già ridotti. Analogamente è accaduto per le truppe italiane, specie per la "Trento". « Se l'avversario continuerà così, non ha speranza di sostenere la lotta e di sbarrargli la strada verso ovest. Il nemico passerà con la sua massa travolgendo le poche forze che saranno rimaste; è già stata impiegata la riserva e solo con arte di giocoliere si riesce a chiudere i buchi. « Nel fronte sud c'è in seconda linea solo l' "Ariete" con un paio di batterie tedesche. <( A nord è in seconda linea la "Trieste", ma deve essere ora portata in prima schiera per liberare una delle due tedesche per impiego mobile.
44 1 « Carri disponibili solo 6o - 70 tedeschi; 160 italiani, ma questi, che pur fanno bene, hanno bisogno di sostegno di artiglieria e non si possono sempre contrapporre ai carri inglesi. << Si deve in ogni modo constatare che, nonostante tutte le inferiorità, ogni soldato italiano e tedesco fa il suo dovere. cc Ha quindi l'impressione che ci si avvicini alla fine dell'Armata, la quale nelle attuali condizioni sarà sopraffatta. 1c La questione dei rifornimenti non è la sola ragione di questa crisi eccezionale, ma con un decisivo miglioramento dei rifornimenti la crisi si può alleggerire. E se non si riesce a risolvere la questione dei rifornimenti e il nemico continua ad attaccare, la fine sarebbe molto prossima : solo due o tre giorni ci resterebbero di vita. « Ci si potrebbe salvare con un impiego di grandi quantitativi di munizioni tedesche che devono essere portate via aerea. Se ciò avvenisse, si potrebbe tenere il fronte anche nonostante la superiorid dei carri inglesi. « Nel complesso, dunque, non esistono grandi speranze di resistenza. e< E cosa accadrebbe se la fronte si spezzasse e fosse battuta questa Armata, di cui è comandante il Duce (che agisce secondo gli ordini del Duce)? « Desidera fortemente che il Duce sia messo al corrente di questa enorme crisi che attraversiamo. « Dalla fronte al confine egiziano vi sono solo due battaglioni e un reparto esplorante; c'è il presidio di Siwa e un battaglione libico. In Cirenaica vi è, certo, paca forza : anche Bardia e Tobruch terrebbero poco. C'è da fare poco conto sulle truppe dei servizi, che si ritirerebbero. « Non è possibile rompere il combattimento per sottrarsi all'avversario; indipendentemente dalla scarsezza di truppe che potrebbero ritirarsi, manca benzina per la manovra. « Non c'è che la soluzione di dar battaglia fino all'estremo sul fronte di El Alamein. « La serietà di questa situazione era già stata vista da lungo tempo ed erano stati informati gli enti competenti di Roma e di Berlino. Certo la crisi deriva da difficoltà dei rifornimenti. « Egli aveva chiesto otto unità di fuoco e trenta di carburante; la situazione è invece nota: egli li chiedeva perchè immaginava già la durezza dei futuri combattimenti. « Ai primi di settembre si era già fatto esperimento circa gli aerei e la quantità di munizioni nemiche. « A fine settembre (1) partì per l'offensiva a malincuore, perchè le truppe non erano complete, mancava benzina e si avevano scarse munizioni. In quella occasione inoltre ci eravamo ingannati sulle truppe nemiche, e, a differenza di quanto il Maresciallo Kesselring aveva assicurato, l'aviazione inglese ci diede sensibili disturbi. « Purtroppo in settembre e ottobre è poi venuto ben poco per le truppe tedesche. Nonostante questa inferiorità di mezzi, il soldato tedesco farà fino (r) Deve intendersi « fine agosto » perchè si riferisce alla battaglia di Alam el Halfa (30 agosto - 5 settembre 1942).
44 2 in fondo il suo dovere (e altrettanto farà quello italiano, ho detto io) ed il Maresciallo stesso darà tutto sè stesso per la resistenza. « Se il nemico dovesse sfondare sulla fronte nord egli cercherebbe con tutte le forze disponibili di attaccare da sud: quello che avverrà in seguito egli non può ora pi:evedere. « La crisi attuale sarà fatale se il nemico durerà altre due - tre giornate -col ritmo attuale: per alleggerirla è indispensabile l'invio per aereo di forti quantità di munizioni, perchè se ne consumano in quantità superiore agli arrivi; occorre benzina, perchè oggi la limitatissima disponibilità costringe a tenere i carri fermi o a limitare i movimenti per non restar poi fermi; e sono necessari uomini, perchè la truppa è esaurita. << Occorrono subito cinque - seimila uomini tedeschi con relativo armamento : in seguito ne occorreranno 30.000 » . La nota persona ha pregato che quanto sopra (che mi è stato riferito in via strettamente confidenziale, presenti solo Mancinelli e Westphal) sia comunicato solo al Duce, al Maresciallo Cavallero e rimanga strettamente segreto. Non faccio commenti nè rilevo contraddizioni. Alla fine del suo discorso ho detto al Maresciallo quale è il programma dei previsti arrivi (fogli portati dal maggiore Pistoni). Egli ha detto che fin quando la benzina e le munizioni non sono in Libia non ci può contare e non può quindi basarsi sui predetti programmi, che, in realtà, non ha voluto nemmeno scorrere. Ho chiesto quali aiuti desiderava da Delease: egli, a differenza del pas-sato, non mi ha fatto alcuna richiesta speciale, oltre quella di benzina e ci.sterne e trasporti marittimi segnalate dal maggiore Otto ieri l'altro e che ho tutte soddisfatte; ha soggiunto che Delease non può dare quello che non ha e che ora si tratta di un quadro molto vasto, che dipende solo da Roma. Ho anche esaminato, nel colloquio, la situazione logistica italiana: e gli ho fatto osservare che essa non era così catastrofica come quella che egli attribuiva alle sue truppe; e ne ha avuto sollievo. Quanto a mia opinione personale dirò che dalle notizie da me raccolte risulta indubbiamente che la crisi è assai forte e può anche diventare assai grave, data la grande superiorità dei mezzi messi in azione dall'avversario rispetto ai nostri mezzi terrestri e aerei (anche oggi ci siamo trovati in presenza di bombardamenti aerei della zona avanzata) ed alla possibilità che sembra l'avversario abbia di alimentare la battaglia con truppe tresche, mentre le unità italiane e tedesche - specie nel settore nord -, già sotto organico prima della battaglia, hanno dopo cinque giorni subita una forte falcidia. Ma, sfiorata cosl questa parte operativa che non è di mia competenza, <lirò che ritengo che ogni provvedimento, specialmente di non troppo piccola mole, si possa attuare nel senso da lui voluto, può servire a sollevare la fi,. ducia del Maresciallo che, tra l'altro, ha abbandonato la tattica a largo raggio delle unità corazzate da lui usata nelle sue brillanti azioni del giugno e luglio e si limita - per questione di carburanti - ad azioni di raggio assai ristretto, che difficilmente possono avere risultati considerevoli. Il Generale Capo della Delegazione CURIO BARBASETTI DI PRUN
443 Allegato 27.
27 ottobre 1942 • XX VERBALE DEL COLLOQUIO AVVENUTO IL 27 OTTOBRE 1942 A PALAZZO VENEZIA TRA IL DUCE, IL CAPO DI S. M. GENERALE, IL MARESCIALLO GOERING ED IL MARESCIALLO KESSELRING Argomenti: Esame della situazione in A.S.I. ed in Mediterraneo. Il Maresciallo Kesselring informa che fino all'atto della sua partenza la situazione era buona. Esprime qualche dubbio sulJ'atteggiamento del Maresciallo Rommel che egli giudica indeciso. Il Maresciallo Goering interviene dicendo che sembra infatti talvolta che il Maresciallo Rommel subisca le impressioni del momento e cambi troppo facilmente le sue opinioni, ma in realtà non è così. Aggiunge che non vi sono ragioni per pensare che l'armata corazzata non tenga, a condizione che arrivino tempestivamente i rifornimenti. Il Maresciallo Kesselring concorda e assicura che andrà lui stesso ad interessarsi personalmente della partenza della cisterna << Luisiano >>. Affluenza di aeronautica tedesca. Il Maresciallo Goering accenna a tre gruppi di aerei, ma non chiarisce bene se si tratta di nuova affluenza o di spostamenti di forze già esistenti in Italia. Trasporti per l'A.S.I. Tanto il Maresciallo Goering come il Maresciallo Kesselring sono concordi nel riconoscere i nostri sforzi. Il Maresciallo Gocring aggiunge che manderà un gruppo di Ju 52 dalla Russia allo scopo di arrivare ad un trasparto di 200 tonn. al giorno di carburante e chiede cosa possiamo fare noi a questo riguardo. Il Capo di S. M. Generale risponde che mettendo assieme tutto quello che abbiamo si può arrivare a 50 aerei cioè ad un trasparto di 100 tonn. di carburante. Il Maresciallo Kesselring promette di dare benzina necessaria. Trasporti a mezzo sommergibili. Il Maresciallo Goering informa che in Germania sono in costruzione s.m. da carico di 900 tono. Offre i piani di costruzione. Il Capo di S. M. Generale in forma che già da oltre 6 anni aveva studiato la questione e che attualmente ne abbiamo in costruzione due da 6oo tonn. (in realt.1 sono 4). 11 Duce interviene e ordina che i s.m. in costruzione siano portati a 6. Inoltre dispone che 10 degli attuali sommergibili siano destinati ai trasporti carburanti. Il Capo di S. M. Generale fa presente il pericolo delle esalazioni ed il Maresciallo Gocring lo esclude. Dice che la Marina è conservatrice e che
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444 bisogna superare questa resistenza. Per trasportare il massimo tonnellaggio suggerisce di togliere i siluri e limitare il personale di bordo al massimo. Il Capo di S. M. Generale informa poi che ha fatto mettere a disposizione della Marina 3 c.t. per trasporto di carburanti. Il Maresciallo Gocring cd in particolare il Maresciallo Kesselring (che non sapevano la cosa) si dichiarano molto soddisfatti di questo provvedimento. Dispaccio del Fiihrer recapitato dal don. Ley. Il Duce dà notizia di quosto dispaccio ed il Maresciallo Goering informa che il Fiihrer starà fino al 31 ottobre al Q. G. e poi si recherà a Monaco. Successivamente gradirà incontrare il Duce al Brennero. Il Duce esprime il desiderio che l'incontro avvenga a Berchtesgaden.
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445 Allegato 28.
MESSAGGIO DEL COMANDO SUPREMO A DELEASE 30 OTTOBRE 1942
30 ottobre 1942 A Delease, per Generale Barbasetti. Ricevuto vostro rapporto su noto colloquio alt In sintesi et tranne alcune contraddizioni permane come fondamentale questione rifornimenti alt Tra questi comprendo anche carri armati sia italiani che germanici che vengono inviati con prossimo convoglio alt Nuovi aerei trasporto da Russia sono 150 più 20 rimorchi aerei alt Con nostro contributo potremo trasportare giornalmente un minimo di 500 tonn. alt Domani partono da Taranto 3 cacciatorpediniere et una nave veloce con complessive 400 tonn. munizioni tedesche alt Arrivo a Tobruch previsto sera 2 et mattino 3 alt Rimanente programma trasporti marittimi vi est noto alt. Rommel informato oggi di tutto personalmente da Kesselring costà giunto stamane alt D'ordine generale Magli alt
Allegato 29.
ORDINE DEL GENERALE MONTGOMERY PER L'OPERAZIONE « SUPERCHARGE »
Segretissimo 30 ottobre 1942 PIANO DELL'8" ARMATA
r. - L'operazione Supercharge avrà luogo nella notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre. L'operazione è diretta a: a) Distruggere le forze corazzate nemiche. b) Costringere il nemico a combattere allo. scoperto e forzarlo quindi a consumare carburante, con continui e costanti movimenti. e) Tagliare le vie di rifornimento del nemico e impedire il movimento dei servizi logistici. à) Far ripiegare il nemico daUe sue piste d'atterraggio e dai suoi aeroporti avanzati. e) Provocare la completa disintegrazione dell'armata nemica, con la combinazione di a), b), e) e d). Compiti del XXX corpo d 'armata 2. - Attaccare di notte, dalle attuali posizioni avanzate, fra i quadretti 297 e 301 nord. Attaccare fino ad infiltrarsi verso ovest, per una profondità di 4 chilometri.
3. - Non appena raggiunti gli obiettivi finali, pattuglie corazzate e di fanteria si spingeranno ulteriormente a ovest, in modo da coprire l'uscita all'aperto delle divisioni corazzate, consentendo loro di sfociare e di spiegarsi con maggiore facilità. 4. - Le ali di penetrazione siano fermamente tenute e le loro estremità orientali siano sicuramente collegate con le nostre posizioni attuali. 5. - Tutta l'area di penetrazione sia sgomberata e organizzata in modo da consentire libertà di movimento e sia tenuta fermamente, in modo da costituire una salda base dalla quale sviluppare operazioni offensive. Operazioni del X co,-po d'a1'1rJata
6. - Il X corpo d'armata irromperà all'aperto, attraverso la via d'infiltrazione provocata dal XXX corpo d'armata.
447 7. - Carri armati, inizialmente almeno due reggimenti, saranno lanciati attraverso la zona della testa di ponte, prima dell'alba del 1° novembre, e si spingeranno verso nord- ovest, ovest, sud - ovest e sud. Compito dei carri armati sarà di opera.re offensivamente sulle vie di rifornimento del nemico, di distruggere tutto ciò che incontreranno e di impedire· che rifornimenti o rinforzi giungano all'avanguardia dalle retrovie. I carri armati dovranno essere pronti ad operare in forma autonoma per qualche giorno, strangolando i rifornimenti del nemico e usando ampiamente del carburante e dei rifornimenti dell'avversario. 8. - Il X corpo d'armata dovrà assicurare, come primo obiettivo, tutta l'area di cui a Pt 46 in 858299- Teli El Aqqaqir in 86o297. Le operazioni dovranno quindi essere sviluppate in modo da: a) Distruggere le forze corazzate nemiche. b) Provoca.re la disintegrazione completa delle retrovie avversarie. 9. - L 'asse generale delle operazioni del X corpo d'armata, fermo restando l'esaurimento del compito di cui al paragrafo 8 (a), seguirà la direttrice n.o. verso la Stazione di Ghazal, in modo da aggirare le forze nemiche nella zona di Sidi Rahman e da tagliarle fuori. 10. - Il movimento in avanti del X corpo d'armata sarà calcolato in modo che l'area del primo obiettivo sia consolidata prima dell'alba del 1° novembre, e che le operazioni sia.no sviluppate da quell'area, iniziando dal levarsi del sole.. 11. - Sia chiaramente inteso che, qualora il XXX corpo d'armata non riuscisse a conseguire l'obiettivo finale, di cui ai paragrafi 2 e 3, le divisioni coraz zate del X corpo d'armata dovmnno aprirsi il varco fino a raggiungerei! primo obiettivo.
X e XXX corpi d'armata 12. - Il XXX corpo d'armata terrà pronta la divisione neo - zelandese per occupare l'area del primo obiettivo del X corpo d'armata (vedi paragrafo 8), in modo da lasciare libero il X corpo d'armata per le operazioni offensive contro le forze corazzate nemiche, o per il movimento a o.o., verso la Stazione di Ghazal.
13. - Durante tutta l'operazione si richiederanno, fra il X e il XXX corpo d'armata, frequenti contatti, cooperazione e collegamenti. 14. - Se questa operazione sarà coronata da successo, provocherà la completa disintegrazione del nemico e sarà causa della sua distruzione finale. Sarà, pertanto, coronata dal successo. Una decisa azione di comando sarà vitale; una completa fiducia nel piano e nel suo successo sarà vitale; non ci devono essere indecisioni; il rischio deve essere accettato integralmente; non sono ammessi <<mugugni». Mi appello a tutti i comandanti affìnchè questa operazione sia eseguita con determinazione, affìnchè le loro formazioni combattano coraggiosamente e sappiano instillare in tutti i gradi ottimismo e spirito offensivo. Supercharge ci farà consegui.re la vittoria.
XIII corpo d'armata
15. - Il XIII corpo d'armata farà il possibile, sul fianco meridionale, prima e dopo il calar della sera del 31 ottobre, per far pensare al nemico che un attacco sta per essere lanciato su quel fianco. 16. - Il corpo d'armata si terrà pronto per entrare immediatamente in azione, non appena sia chiaro che il nemico è sul punto di cadere.
Riserve d'Armata 17. · 7a divisione corazzata (meno la IV brigata carri leggeri). CXXXI brigata di fanteria (Queens). Queste due formazioni saranno tenute in riserva, pronte per l'impiego, m base allo svilupparsi della situazione.
Operazioni della R.A.F. 18. - La R.A.F. ha una parte di capitale importanza nell'infliggere al nemico danni morali e materiali. Questa parte sarà intensificata a partire da domani in poi e raggiungerà il suo punto culminante non appena sarà lanciato Supercharge.
Conclusione 19. - Sappiamo da tutte le fonti di informazione che il nemico è in condizioni critiche e che la sua situazione è difficile. Le operazioni offensive continuate dell'8a armata e della R.A.F. lo hanno ridotto in tali condizioni che un duro colpo inflittogli ora completerà la sua _rotta. Primo stadio dell'azione è l'operazione che inizierà questa notte, sul fianco settentrionale, la 9• divisione australiana; il successo di questa operazione avrà eccellenti ripercussioni sulla riuscita di Supercharge. Quanto a Supercharge, iniziando da domani sera 31 ottobre - 1° novembre, esso costituirà il secondo colpo di potenza micidiale, un colpo dal quale ritengo che il nemico non sarà in grado di riprendersi.
449 Allegato 30.
SGOMBERO A TERGO DI PERSONALE E MATERIALI NON DI PRONTO IMPIEGO
DELEGAZIONE oEL CoMANOO SuPIUMO IN AFRICA SEITENTRIONALE DELEASE
Ufficio Ordinamento e Addestramento Urgentissimo - Segreto N. 4544 Ord.
P. M. 27, li 9 novembre 1942
... Indirizzi . . . Oggetto: Sgombero a tergo per-sonale e materiale esuberante delle G. U. operanti. Per il rapido riordinamento degli elementi affluiti in zona Bardia - Tobruch, S. E. il Capo di Delease ha disposto quanto segue: 1° - Con gli automezzi esistenti presso i centri di riordinamento di corpo d'armata, dovranno essere sgombrati a tergo il personale ed i materiali, secondo ordini che impartirà il Generale Sozzani sulla base delle direttive già avute verbalmente. 2° - Inizio dello sgombero: oggi 9 novembre. 3° - Per ognuno dei tre centri di corpo d'armata, il Generale Sozzani designerà un generale il quale stabilirà il personale ed il materiale che deve essere sgombrato; per quest'ultimo dovrà essere caricato soltanto quello utile ai fini bellici, dando la precedenza ai materiali di armamento e di collegamento. Siano assolutamente esclusi dal caricamento tutti i materiali di arredamento vario (tavoli, sedie, brande, ecc.) e quant'altro di ingombrante e non strettamente indispensabile. 4° - La scelta ed il numero degli automezzi da adibire al trasporto sarà fatta dal colonnello Papi di questa Delease, col criterio di usare anzitutto quelli meno efficienti. Tutti gli automezzi esuberanti passeranno a disposizione di questa Delease per altro impiego. 5° - Per lo sgombero del personale sarà seguito il criterio di dare la precedenza a que1lo dei servizi, dei Quartieri Generali, delle basi e dei reparti che non hanno consistenza organica. 6° - Il personale del XX C. d'A. dovrà essere lasciato presso il centro di riordinamento, a meno che non si tratti di elementi che per condizioni fisiche non siano di pronto impiego.
29. - Al.
1' - Gli automezzi del XX saranno lasciati tutti a disposizione del corpo d'armata stesso. Le autofficine resteranno in posto per la rimessa in efficienza dei mezzi corazzati rapidamente riparabili. Carri armati, autoblindo, artiglierie, abbisognevoli di grandi riparazioni, dovranno essere sgomberati. 8° - Col primo scaglione partente sia destinato per ciascuna G. U. un ufficiale di provata esperienza cd energia, col compito di organizzare i centri di riordinamento nella nuova zona. 9° - Su ciascun autocarro deve essere designato un capo responsabile della disciplina; questi deve essere munito di autorizzazione a fuma di uno dei seguenti ufficiali: - Generale Sozzani; - Generale Paoletti; - Generale Costa; - Generale Roveda, oppure del Capo di S. M. o del Sottocapo di S. M. di Delease. 10° - Per gli elementi di Intendenza provvede il Generale Palma. Per quelli del genio, il Generale Rossi. n° - Lo sgombero sarà, in primo tempo, effettuato in zona Bengasi Ghemines. 12° - Gli automezzi che effettuano il trasporto (meno quelli rimorchiati che verranno lasciati in zona Bengasi - Ghemines) devono essere subito fatti ritornare in zona Tobruch, per successivi trasporti, a disposizione di questa Delease. 13° - Comando Militare Cirenaica è pregato provvedere per la designazione della zona di sosta da assegnare a ciascun corpo d'armata. 14° - Presso ciascun centro di C. d' A. ( nella zona Bengasi - Ghemines) saranno trattenuti gli automezzi indispensabili per la vita dei reparti nella misura di un autocarro per ogni cento uomini. Con tali automezzi dovrà essere provveduto immediatamente, all'arrivo in zona, al prelevamento delle armi e munizioni per tutti indistintamente i militari non provvisti di armamento individuale. Il prelevamento sarà effettuato a Bengasi. presso i magazzini di Intendenza. 15° - Comando Militare Cirenaica, Intendenza, Comando CC. RR. di Delease, dispongano, mediante i rispettivi organi di controllo e di polizia, perchè gli ordini di cui sopra abbiano integrale esecuzione. 16° - Per il successivo eventuale sgombero ad ovest della zona Bengasi Ghemines saranno date ulteriori disposizioni. d'ordine Il Generale di Brigata Capo di S. M.
c. PASSI
45 1 Allegato 31.
COLLOQUIO BARBASETTI - ROMMEL DEL 9 NOVEMBRE 1942
DELEGAZIONE DEL CoMANDO SUPREMO IN AFRICA SETTENTRIONALE DELEASE
CoLLOQUIO DEL GENERALE BARBASETTI COL MARESCIALLO ROMMEL PRESSO RIDOTTA CAPUZZO IL 9 NOVEMBRE 1942 (ORE
I4- 15,30)
Sono presenti il Generale Mancinelli, capo dello S. M. di collegamento con l'A.C.I.T., il colonnello Westphal, capo di S. M. dell'armata, il colonnello Piacentini, sottocapo di S. M. di Delease. Gen. Barbasetti. Presenta copia del telegramma ritrasmesso da Delease e contenente le disposizioni del Duce circa la difesa della linea dell'Halfaya.
Mar. Rommel. Assicura di averlo ricevuto. Gen. Barbasetti. Sulla linea sono già schierate le truppe della « Pistoia »; la << Giovani Fascisti» è in marcia e vi potrà giungere entro il giorno 11. Anche il IV battaglione libico, che l'Armata aveva lasciato a Qattara Spring, è riuscito a raggiungere Siwa e segue la Divisione. Questo oltre quanto verrà indietro dell'Armata. Sull'Halfaya è giunto il Generale Navarini col suo Comando, con un battaglione bersaglieri ed un gruppo artiglieria. Stanno anche affluendo i pochi mezzi corazzati rimasti al Generale De Stefanis. Molto doloroso il sacrificio del X corpo d'armata, abbandonato nel deserto, nonostante l'invio dei noti 150 autocarri richiesti. Le unità italiane, che non sono motorizzate ed hanno pochi automezzi, impiegano necessariamente più tempo di quelle tedesche a muovere; occorre non allontanarle troppo dalla strada. Mar. Rommel. E' questo forse un rimprovero? Dal Fiihrer non è giunta alcuna parola di disapprovazione. Il X corpo d'armata si sarebbe forse salvato se il ripiegamento non fosse stato sospeso per ventiquattro ore in seguito all'ordine giunto da Roma di resistere sul posto. Gen. Barbasetti. Io ho fatto una constatazione per ricordare una necessità delle truppe italiane che anche in questa battaglia si sono comportate valorosamente ed hanno fatto quanto era umanamente possibile subendo tante dolorose perdite. Mar. Rommel. Sono contento delle unità italiane. Anche quelle tedesche si sono sacrificate, il numero dei prigionieri è superiore a quello dei prigionieri italiani.
45 2 Il nemico sta ora premendo lungo la litoranea. E' a 30 km. ad est di Sidi el Barrani, ha aperto il campo minato e avanza con forti masse e con piccoli distaccamenti lungo la ferrovia. Sono in retroguardia : i resti della 90" tedesca, ora ad est di Sidi Barrani, un gruppo esplorante sulla ferrovia; i residui delle rimanenti forze tedesche e del XX corpo d'armata stanno ripiegando. Sull'Halfaya ci sono i 3 battaglioni « Pistoia>> e un battaglione tedesco frazionato; il gruppo Hein è arretrato per raccogliere i dispersi. Gen. Barbasetti. La «Pistoia» ha anche un battaglione « Piceno» perfettamente a posto, reparti corazzati (una compagnia autoblindo e una carri, una batteria semoventi) ed anche tre gruppi d'artiglieria, compreso uno da 105/28 inviato in rinforzo. E' necessario conoscere gli intendimenti del Comando dell'Armata per la difesa. Mar. Rommel. Intenzione dell'Armata era di tenere la linea dell'Halfaya e per questo contavo sulla Divisione « Giovani Fascisti». Senza di essa non si può fare resistenza lunga ed è importante far cadere nelle mani del nemico il minor numero possibile di soldati italiani e tedeschi. Chi non è motorizzato cade, quindi deve essere subito raccolto nelle Piazze di Tobruch e Bardia. Gen. Barbasetti. La « Giovani Fascisti>> ha iniziato subito il movimento e sono stati inviati immediatamente automezzi per rinforzare i pochi che aveva, non poteva arrivare prima dell'u. E' da prevedere che il nemico non sia in grado di procedere con troppa celerità; si avrà così il tempo di organizzare meglio la difesa. E' inoltre evidentemente indispensabile un comando unico, sicchè, riferendomi agli intendimenti accennati nel Vostro telegramma di ieri al Comando Supremo, non saprei come si potrebbe comandare in due. Mar. Rommel. Devo contare sulla possibilità che il nemico sia domani sera davanti all'Halfaya e sarò già fortunato se riuscirò a farvi ripiegare le truppe ancora indietro. Non ho mezzi per comandare perchè mancano collegamenti. Ho pertanto prospettato la necessità della vostra collaborazione per il comando delle truppe italiane. Gen. Barbasetti. Naturalmente collaborazione massima come sempre, ma è indispensabile che il comando sia tenuto da uno solo; Lo dimostra anche il fatto che avete già sentito il bisogno di dare disposizioni dirette perfino al comandante della piazza di Tobruch. Mar. Rommel. D'accordo; il comando continuerà come in passato. Gen. Barbasetti. Il settore operativo di Tobruch è alle mie dipendenze, esso viene ora a trovarsi nel campo d'azione dell'A.C.I.T. E' opportuno confermare se il comandante riceverà ordini diretti da Voi. Ma,·. Rommel. Provvederò io. Gen. Barbasetti. Per giungere qui a Capuzzo ho risalito l'interminabile colonna di automezzi che occupa tutta la strada. Sono quasi tutti tedeschi, molti di essi trasportano cose inutili e numerosi sono anche vuoti.
45 3 Dopo lo sforzo fatto e le perdite subite ben pochi sono gli autocarri italiani. Occorre scaricare inesorabilmente quanto non serve per l'impiego successivo e lasciare gli automezzi per le truppe. E' necessario il cameratesco aiuto di autocarri tedeschi e restituire quelli italiani da tanto tempo a disposizione della vostra Intendenza. Va inoltre stabilito dove la enorme massa degli automezzi tedeschi deve raccogliersi. Da parte nostra, mentre presso Bardia funziona già un centro logistico, nella zona Bardia - Gambut stanno raccogliendosi i pochi reparti isolati e i disorientati che hanno potuto ripiegare, nonchè gli elementi del XX C. d'A. che erano alle basi. Delle unità tedesche ritengo ci siano i reparti di tre divisioni. Mar. Rrnnmel. Non sono tre divisioni ma tre battaglioni con artiglierie; raccogliendo tutto avrò forze tedesche corrispondenti ad una divisione. Contavo di avere per domani sera a $idi Omar la Divisione « Giovani Fascisti» perchè non è da escludere che il nemico faccia una deviazione nel suo movimento lungo la zona costiera ed attacchi la divisione in marcia. Per gli autocarri tedeschi ho incaricato un generale. Essi per ora vanno oltre Tohruch. Gen. Barbasetti. Se così fosse sarebbe necessario far deviare la <e Giovani Fascisti» su Tobruch. Mar. Rommel. Si tratta di vedere se è preferibile portarla qui o a Gialo. Gen. Barbasetti. Dipende anche dalla durata della resistenza prevista su questa linea. Mar. Rommel. Mezza giornata perchè non posso farmi agganciare dal nemico. Gen. Ba,·basetti. Così non solo non si resiste sul confine, ma si perde tuno perchè non si ha tempo di ripiegare. Mar. Rommel. Occorre portare quanto più possibile ad El Agheila. Gen. Barbasetti. Ma su queste posizioni giungono rinforzi: un battaglione completo e autocarrato è ora a Bardia, altri tre affluiranno. Mar. Rommel. Sono insufficienti e giunge:anno tardi. Gen. Barbasetti. Non possiamo dimenticare che l'ordine è di resistere qui. Siamo due soldati, quindi potremmo anche fare una bella fine. Mar. Rommel. Si cercherà di tenere il fronte dell'Halfaya finchè possibile, ma non si può comandare senza collegamenti. Gen. Barbasetti. Manderemo subito staz. radio al XX e XXI C. d'A. La <e Pistoia » dispone dei suoi m~zzi cli collegamento. Mar. Rommel. Si cercherà di motorizzare le truppe tedesche. Occorrerà fare altrettanto per le truppe italiane. Gen. Barbasetti. Ci mancano assolutamente gli automezzi, perciò è indispensabile almeno restituirci il XX autogruppo italiano. Mar. Rommel. Non è possibile, occorre per autotrasporto unità tedesche; l'autogruppo fu una delle condizioni pregiudiziali per il nostro intervento in A. S.
454 Gen. Barbasetti. Ciò accresce molto le già gravissime difficoltà iu cui c1 troviamo anche per la «Pistoia>>. Tenuto conto che essa ha solo pochi automezzi idouei, occorre fare di tutto per facilitare il suo movimento. Mar. Rommel. La farò operare a cavallo della strada. E resta allora stabilito: - il presidio di Siwa - Giarabub deve ripiegare per Gialo su El Agheila; - nessun ulteriore invio di truppe non motorizzate sulla linea dell'Halfaya; - sgomberare tutto ciò che è possibile su Marsa el Brega, anche artiglierie mobili e truppe di Tobruch; - sgomberare in Italia, via aerea o con qualunque altro mezzo, ogui altro elemento non motorizzato. Ciò per diminuire il numero dei prigionieri.
455 Allegato 3:2.
VERBALE DELLA RIUNIONE TENUTA NELLA CANTONIERA SEDE DEL COMANDO DEL CAMPO D'AVIAZIONE K .3 DI BENGASI, IL GIORNO 13 NOVEMBRE 1942, ALLE ORE 11
GovERNo GENERALE DELLA LIBIA Comando Superiore Forze Armate della Libia Stato Maggiore P. M. u, li 13 novembre 1942 Oggi, 13 novembre 1942, alle ore I r, nei locali della cantoniera predetta, si è tenuta una riunione, cui hanno partecipato: - l'Ecc. il Maresciallo d'Italia Conte Ugo Cavallero, Capo di S. M. Generale; - l'Ecc. il Maresciallo d'Italia Ettore Bastico, Governatore Generale e Comandante Superiore forze armate della Libia; - l'Ecc. il Generale di C. d'A. design. d'armata Conte Curio Barbasetti di Prun, Capo della Delegazione del Comando Supremo in A. S.; - Segretario: il Generale di divisione Emilio Giglioli, Capo di S. M. del Comando Superiore forze armate della Libia (I). 1° - Il generale Barbasetti riferisce sulla situazione dell' A.C.I.T ., quale gli risulta dalle comunicazioni ricevute. Il complesso della situazione, che il Generale Barbasetti ha indicato solo per sommi capi, risulta daU'anoesso allegato. 2° - I convenuti esprimono concorde parere che la sola linea per opporre un arresto all'attacco nemico sia quella di Marsa el Brega - Agheila - Marada; essi ritengono che la linea di Misurata non offra una seria possibilità di resistenza, e che sia inoltre troppo ravvicinata a Tripoli. Tutti poi convengono sulla necessità di organizzare l'arresto del nemico sulla predetta linea e di far affluire al più presto possibile ad ovest di essa tutti i materiali che sia ancora possibile far defluire, oltre quelli che sono stati sgomberati, con lodevole energia, da parte di Delease.
3° - Per la difesa sulla linea di Marsa el Brega -Agheila - Marada occorre contare suUe unità affluite, o in corso di affluenza, da tergo, e specialmente sulla Divisione di fanteria aviotrasportabile « La Spezia » e sulla Divisione corazzata << Centauro». Sembra si possa anche contare sulla Divisione di fanteria « Giovani Fascisti», che sta ripiegando, autocarrata, da Giarabub - Gialo, (1) Alla riunione parteciparono anche l'Ammiraglio Giartosio e il Gen,e rale Bcrnasconi. (Nota dell'Ufficio Storico).
sulla Divisione di fanteria << Pistoia » e sugli altri battaglioni e reparti che provengono dalle retrovie dell'Armata corazzata (A.C.I.T.). 4° - Una sommaria occupazione avanzata rispetto alla posizione di Marsa el Brega - Agheila - Marada viene data dalla zona di Agedabia, dove è in corso di attuazione un piccolo schieramento di copertura (3 battaglioni di fanteria, una ventina di carri armati, alcune autoblindo, alcune batterie). 5° - E' previsto che le sparute unità dell'A.C.I.T., che sono in ripiegamento, affluiscano in zona Sirte - Misurata, per il loro riordinamento ed il possibile completamento, subordinato agli arrivi dalla madrepatria. Rimane stabilito che il Generale Barbasctti proseguirà il riordinamento, già iniziato, delle unità, dei servizi e dei materiali in corso di defluenza. Stabilirà, in accordo con Superlibia, i luoghi di raccolta. Per la parte germanica è stata indicata, quale zona di raccolta, quella di Nofilia. 6° - Per quanto riguarda le artiglierie, si ritiene che la difesa della linea richieda lo schieramento di una trentina di gruppi, di cui almeno un terzo di medio calibro. Presentemente si hanno presso la Divisione « La Spezia » 7 gruppi, complessivamente di scarsa potenza (3 da 65/17 su due batterie, I da 77/ 28, 2 da 75/27, r da 105/28 su due batterie). La <<Centauro» ha un gruppo da 90 su due batterie, la Divisione « Giovani Fascisti » 2 gruppi da 75/ 27, I da 65/ 17, r da 100/17. Due gruppi possono essere raccolti da Gialo e da Agedabia. T otale 14 gruppi. Il resto dovrebbe essere colmato con le artiglierie che defluiscono da est. Non si conosce quanta artiglieria l'Armata potrà ripiegare; una indicazione al riguardo si potrà avere solo nei prossimi giorni.
7° - Per rinforzare la difesa contraerea della Tripolitania si ritiene di poter provvedere con i materiali sgombrati da Marsa Matruh, da Tobruch e da Bengasi, se da parte germanica saranno messe a disposizione le artiglierie contraeree che avesse recuperato. 8° - L'Aviazione si è trasferita nei campi della zona tra Bengasi e Tripoli. Si trova presentemente schierata tra Martuba e Nofilia; nei prossimi giorni arretrerà gradatamente ad ovest della linea Agheila, fino a Tripoli. Le perdite dell'Aviazione non sono state sensibili. Il comandante della 5a squadra aerea, Ecc. Gen. Bernasconi, presente al colloquio, ritiene tuttavia necessario un sensibile rinforzo per poter dare un efficace appoggio alle truppe schierate sulla linea Marsa el Brega - Agheila Marada e per poter proteggere le zone di concentramento della truppa e dei mezzi (verrà ordinato il massimo sparpagliamento). 9° - Nulla di particolare si segnala per la Marina, trattandosi di problema tecnico che Supermarina potrà esaminare. 10° - I convenuti ritengono che, con i provvedimenti sopraindicati, si possa opporre un primo arresto all'avanzata avversaria che sarà, verosimilmen te, rallentata dalle difficoltà dell'organizzazione del movimento, dei rifornimenti e dal logorìo dei mezzi meccanizzati e corazzati.
457 E' indispensabile però che nuovi mezzi, m primo luogo carri armati e artiglieria dei tipi germanici, siano fatti affluire rapidamente dall'Italia, insieme con armi anticarro, munizioni, carburanti (anche, naturalmente, per aviazione), parti di ricambio e altri rifornimenti.
Il Maresciallo d'Italia Capo di S. M. Generale Uco CAvALLE.Ilo
Il Maresciallo d'Italia Governatore Generale e Comandante Sup. FF. AA. Libia ETTORE BASTICO
L'Eccellenza il Geo. Barbasetti, capo della Delegazione del Comando Supremo in A. S., ha concordato con il presente verbale io tutte le sue parti.
Il Generale d, Divisione Capo di S. M. del Comando Superiore FF. AA. Libia Segretario EMILIO GICLIOLI
Allegato al verbale della riunione GOVERNO GENUALE DELLA LIBIA
del r 3 novembre 1942
Comando Superiore Forze Armate della Libia Stato Maggiore Comando X C. A. con le Divisioni « Brescia», <<Pavia» e <<Folgore»: perduti. XXI C. A.: divisioni «Trento» e « Bologna)>: perdute. XX C. A. con le divisioni «Ariete», << Trieste» e « Littorio»: ridotto a un gruppo di combattimento con due cp. bers., nucleo autobl. « Monferrato », 8 pezzi da camp., alcuni pezzi e.e. <<Pistoia»: ripiegata dall'Halfaya, col 35° fanteria, I/36° fanteria e I gruppo da 75/27, 1 gruppo da 100/17 e 1 gruppo da 105/28 su due batterie. « GG. FF. »: ripiega su Gialo con i suoi due battaglioni fanteria e 4 gruppi, il IV btg. libico e il IX btg. A. S. di Giarabub. Reparti genio d'Armata: ripiegano quasi rutti, .mentre quelli delle divisioni sono stati coinvolti con gli altri clementi delle G. U. Una parte (la più preziosa) degli stabilimenti d'Intendenza è io corso di sgombero. I depositi di materiale deficitario di Tobruch e Bengasi, per quanto possibile, sono stati sgombrati. Da Tobruch e da Bengasi sono state o saranno inviate indietro intere batterie organiche contraerei e campali. La nostra Aviazione sta ripiegando sui campi delle zone tra Bengasi e Tripoli. Sono incaricati dell'ordine delle immediate retrovie il Generale di divisione Sozzani cd i Generali di brigata Costa, Roveda, Paoletti.
Allegato 33.
LETTERA DEL MARESCIALLO BASTICO AL MARESCIALLO CAVALLERO IN DATA 16 NOVEMBRE 1942
Zona Op., 16 novembre 1942 Caro Cavallero,'
Ho preso conoscenza del radio col quale mi comunichi che il Maresciallo Rommel conserverà ancora il comando dell'A.C.I.T. e che pertanto la mia .richiesta di un ufficiale generale di grado elevato, quali potevano essere Roatta oppure Messe, non può essere accolta. Da buon soldato ho sempre accettato senza discutere i comandi che ripetutamente mi sono stati dati in condizioni sempre critiche: così per la Spagna dopo Guadalajara; così per l'Egeo quando la sorte di quel possedimento era giudicata delle più precarie; così in Africa dopo il primo ripiegamento; e sempre ho avuto la buona sorte di condurre felicemente a termine i compiti volta a volta affidatimi. Ma anche in Africa, quando mi si tolse il Comando delle Forze Armate dell'Africa Settentrionale, per restringerlo a quello assai ridotto delle Forze Armate della Libia, gli obiettivi di Alessandria e del Cairo apparivano raggiungibili in breve momento. Perciò, il provvedimento, anche se, come si disse, dettato da considerazione di ordine superiore, non poteva non dolermi. E di fatto me ne dolsi sino al punto da chiederti, per la seconda volta, il rimpatrio (la prima, come ben ricordi, fu quando ti scongiurai di arrestare la pericolosa corsa di Rommel su Alessandria); me lo negasti; ed io, da buon soldato, non ritenni di insistere, pur presupponendo che questa mia arrendevolezza avrebbe potuto essermi ascritta, in seguito, a colpa. Ora, in una situazione quanto mai seria e gravida di imprevisti, ml s1 e conferito nuovamente il comando di tutte le truppe operanti nella Libia : e di questa riassunzione, appunto perchè avviene in circostanze eccezionalmente delicate, non potrei non essere fiero. Senonchè, quando me l'hai annunciata verbalmente, ho sentito il dovere di esporti il mio pensiero nei riguardi del Maresciallo Rommel che, durante il periodo in cui era stato alle mie dipendenze, non solo non aveva mai obbedito, ma aveva anche tenuto nei miei riguardi una forma non sempre disciplinarmente corretta; che avevo giudicato, e giudico tuttora, valoroso soldato ma in difetto di molte delle qualità necessarie ad un comandante in capo; e che oggi, anche se non per sua colpa, ha perduto non poca parte di quell'ascendente personale, che poteva anche compensare la scarsa simpatia e il minore affetto suscitati fra i nostri; e di rappresentarti, in conseguenza, la
459 necessità di sostituirlo con altro comandante più comprensivo, e, soprattutto, più disposto ad obbedire agli ordini superiori. A tale riguardo mi accennasti che la possibilità di una opportuna sostituzione non era da escludere, ma che appunto per ciò non era il caso di irrigidirsi, almeno pel momento, in una opposizione di principio. E di ciò pienamente convenni. Ma oggi, con la conferma che il Maresciallo Rommel conserverà il comando dell'A.C.I.T. e che pertanto la da me auspicata sostituzione è da escludere, un dovere di lealtà mi impone di sottoporre al tuo illuminato esame la delicatissima situazione di un comandante che, a parte ogni giudizio sulle qualità professionali di un suo dipendente, sia pure di altissimo grado, non può confidare nè sulla sua obbedienza e neppure su di una sua cameratesca e devota collaborazione. Cosa questa <li evidente gravità, specie quando al dipendente stesso, in virtù del comando conferitogli, saranno affidate, di fatto, le sorti della battaglia che rutto fa ritenere debba fra non molto divampare di nuovo violenta. Da buon soldato, quale mi credo, sono sempre pronto ad accettare gli ordini datimi, e ad esplicarli con ogni mia migliore volontà, ogni possibile energia, ogni mia più sentita passione: ma poichè, ad onta di ogni mio buon volere, potrei trovarmi in una situazione quanto mai delicata, ho ritenuto di manifestarti con tutta obiettività il mio pensiero, affinchè se ne possa cenere conto per ogni eventuale ulteriore decisione. Con affettuosa devozione, tuo BASTICO
Autodattilografato.
Allegato 34. DISPOSIZIONI CONSEGUENTI ALL'ABOLIZIONE DELLA DELEGAZIONE COMANDO SUPREMO IN AFRICA SETfENTRIONALE DaEc,o.z1om DEL Coi,uNDO SuPREMO IN AFRIC,'. SETTENTRIONHE D ELE,,'.SE
Stato Maggiore Ufficio Ordinamento e Addestramento
N. 4675/0rd. di prot.
P. M. 27, li 15 novembre 1942
A tutti i Comandi, Enti e Reparti delle Forze Armate dipendenti da Delease.
Argomento: Delegazione del Comando Supremo in A. S. 1° - Per ordine del Comando Supremo (telegramma n. 03/16493 in data 13 novembre), dalle ore zero del giorno 16 novembre la Delegazione del Comando Supremo in A. S. cessa dal funzionare. 2° - Comandi, unità ed enti che la costituiscono passano alle dipendenze di Superlibia. 3° - In particolare, passano- a disposizione di St1perlibia: - l'Ecc. il Generale Navarini, con gli attuali elementi del Comando XXI C. d'A.; - le seguenti forze, finora dipendenti disciplinarmente e operativamente da Delcase : - truppe del settore Agedabia - Gialo; - Divisione cc Pistoia »; - Divisione cc Giovani Fascisti »; - reparti organici, che si conta affluiscano dalla Cirenaica ed alla cui raccolta provvede il Generale di brigata Costa, agli ordini dell'Ecc. Navarini, e ci~: - battaglione « S. Marco »; - XVIII e XIX battaglioni CC. RR. mobilitati; - I battaglione cc Piceno»; - battaglione di formazione A. S.: 22", 23• e 24• compagnie di marcia, più la 16a compagnia di marcia (comandante: Magg. Biancheri); - battaglione bersaglieri A. S. 42 del 7° bersaglieri (comandante: ten. col. Lonzu); - reparti organici d'artiglieria e del genio: alla loro utilizzazione provvedono i rispettivi comandi superiori. 4° - Sulla fronte di Agedabia affluiranno anche i reparti costituenti il gruppo di combattimento del XX C. A.
5° - Il Generale di divisione Gloria, valendosi del personale del Comando Militare della Cirenaica, presiederà al rapido riordinamento del personale e dei mezzi provenienti dai corpi d'armata X, XX e XXI, che si stanno raccogliendo nella Sirtica, e darà ordini per il funzionamento dei centri raccolta disorientati di Sirte e Buerat el Hsun. Per l'assolvimento di tali compiti riceverà direttive a parte. Avrà a disposizione il Generale Paoletti (per i campi di Sirte e Buerat). Si occuperanno del riordinamento dei centri di C. A. : - il Generale Gloria stesso per il X e XXI C. A. (si varrà del Generale Roveda per il X C. A., del Generale Reggiani per il XXI C. A.); - il Generale Bitossi per il XX C. A. (si varrà dell'opera dei Generali Ticchioni e Pederzini). 6° - I Comandi CC. RR., artiglieria, genio di Delease si fondono con i rispettivi Comandi Superiori di Superlibia. I Comandi Superiori stessi assumono i compiti di riordinamento delle truppe direttamente dipendenti e dei rispettivi centri di istruzione artiglieria e genio: possono attingere tutto ciò che occorre anche ai campi di concentramento di cui al numero 5.
1' - Passano inoltre alle dipendenze di Superlibia: - il Comando Superiore Regia Marina in Libia e il Comando V Squadra Aerea; - lo Stato Maggiore italiano di collegamento con l'A.C.I.T.; - l'Intendenza A. S.; - il 12° autoraggruppamento (che, per il riordinamento, riceverà direttive a parte); - il reparto speciale topocartografìco. 8° - Centri di istruzione : fanteria, carristi, servizi, automobilisti, alle dipendenze del Generale Cassata, riordinano, inquadrano ed approntano gli elementi vari provenienti anche dai settori di Marsa Matruh, Tobruch, Derna, Barce e dalla Piazza di Bengasi o comunque dalla Cirenaica. Per l'assolvimento dei compiti suddetti il Generale Cassata riceverà direttive a parte. Sede del centro: Misurata. Ai centri di artiglieria e del genio dovranno affluire, secondo disposizioni dei Comandi Superiori interessati, gli elementi rispettivamente di artiglieria e del genio provenienti dai settori sopra indicati, o direttamente dipendenti da Delease. 9° - L'Ufficio « I » diviene organo unico di Su~rlibia. A cura dd Generale Fassi funzionerà un Ufficio Stralcio di Delease ( P. M. 27), col quale le unità e gli enti già facenti parte di Delease corrisponderanno per quanto concerne le pratiche riflettenti il periodo 16 agosto t5 novembre 1942. Il Generale Capo della Delegazione 10° -
c. BARBASETTI DI PRUN
Allegato 35.
RIORGANIZZAZIONE GRANDI UNITA' E REPARTI
CoM ANDO SUPERIORE
FORZE ARMATE DELLA LIBIA
Stato Maggiore N . 03/16728 di prot. O/M
P. M. n, 21 novembre 1942
Oggetto : Riorganizzazione G. U. e reparti.
All'Ecc. il Gen. Conte Curio Barbasetti di Prun All'Ecc. il Gen. Enea Navarini
a ¼ staffetta a ¼ staffetta
e, per conoscenza :
Al Nucleo X corpo d'armata (Gen. Roveda) a 1/z staffetta Al Comando XX corpo d'armata a ¼ staffetta Al Comando XXI corpo d'armata a ¼ staffetta Al Comando Milita,·e Tripolitania a ¼ staffetta Al Comando Divisione corazzata « Centauro i> a¼ staffetta Al Gen. Alessandt-o Gloria - Comandante Centri di riordinamento a;!i staffetta Al Comando Superiore CC. RR. a ¼ staffetta Al Comando Superiore Artiglieria a 1/z staffetta a ¼ staffetta Al Comando Superiore Genio All'Intendenza A . S. a ¼ staffetta Allo S. M. di collegamento presso A.C.l.T. a¼ staffetta In relazione alla nuova situazione originata dai recenti eventi bellici, determino:
I. - Le seguenti grandi unità rimangono cosi costituite: a) comando XXI corpo d'armata, con le: - Divisione « La Spezia», - Divisione «Pistoia» (A.S. 42), - Divisione « Trieste »i> (che cessa, per ora, di essere motorizzata ed assume la formazione A.S. 42); b) comando XX corpo d'armata, con le: - Divisione cr. «Centauro», - Divisione cr. « GG. FF. ». II. - Siano considerati sciolti per eventi bellici : - comando X corpo d'armata, - Divisione «Pavia», - Divisione «Brescia»,
- Divisione « Bologna», - Divisione «Trento», - Divisione <<Folgore», - Divisione cr. «Ariete», - Divisione cr. «Littorio» cd i comandi e reparti in costituzione organica di dette unità, salve le eccezioni, di cui ai numeri successivi. III. - Passino subito a far parte organica delle Divisioni « Pistoia » e « GG. FF. » (come da ordini già impartiti con foglio 03/ 16627/0.M., datato• 17 corr.) i reparti di seguito elencati: a) Divisione «Pistoia»: - I battaglione « Piceno », - battaglione Biancheri (con le cp. 16", 22•, 23•, 24"); b) Divisione « GG. FF. »: - battaglione « Lonzu » del 1' bersaglieri che, col LVII btg. bersaglieri e col battaglione di formazione del 1' bersaglieri, costituirà il 2° reggimento della Divisione. Non appena completato di personale e di armamento sarà assegnato alla Divisione anche il battaglione controcarri « GG. FF. >> attualmente in via di costituzione alla Casa di Ristoro dell'Ara dei Fileni. e) Inoltre: - passino a far parte della Divisione cr. «Centauro», tutti i carri M, i semoventi da 75/18 e le autoblindo delle Divisioni «Ariete» e <e Littorio» 1 che ripiegano o~lla linea di El Agheila; - siano assegnati alla Divisione « La Spezia » i gruppi di artiglieria: CCCXXXI da 77/28, CCCXXXII da 75/27, CCCXLIII da 105/28, le tre batterie da 75 / 46 già schierate nella zona di El Aghcila con compito contraereo e controcarri. Per queste tre ultime batterie, il Comando Superiore Artiglieria disponga la riunione in gruppo, costituendone il relativo comando ed assegnando ad esso un numero ordinativo provvisorio. IV. - Man mano che saranno stati ricostituiti e completati di armamento, verranno fatti affluire in linea i seguenti reparti di primo tempo: a) fanteria : - un battaglione mortai da 81 su tre compagnie, - tre battaglioni A.S. 4-2 (di cui .....__ uno di granatieri), - un battaglione CC. RR.; b) artiglieria: - due gruppi da 75/27 su due batterie ciascuno, - un gruppo da 100/17 su tre batterie, - due gruppi da 105/28 su tre batterie ciascuno, - un gruppo da 87,6 P.B. su due batterie. Tutti i reparti di cui sopra verranno ripartiti fra le grandi unità del X.X e XXI corpo d'armata, e ad esse assegnati, a cura dell'Eccellenza Navarini, in base sia alle necessità delle stesse grandi unità sia alle esigenze dello schieramento difensivo già in atto sulla linea di El Agheila.
Criterio di massima: cost1tmre ciascuna Divisione di fanteria su due reggimenti di fanteria di tre battaglioni ciascuno e un reggimento di artiglieria, inizialmente di almeno tre gruppi (di piccolo e medio calibro). Per le Divisioni corazzate (( Centauro >) e « GG. FF. » si tenderà gradualmente a raggiungere la formazione organica per ciascuna di esse prevista. V. - L'Eccellenza Navarini disporrà anche per la ripartizione fra le grandi unità dei Corpi d'armata XX e XXI di tutti i reparti di fanteria e di artiglieria che ripiegano comunque sulla linea di El Agheila con un grado tale di efficienza che ne consenta l'impiego immediato. VI. - Nel ricostituire le grandi unità conviene - ~ quanto possibile rispettare i vincoli organici e mantenere vive le tradizioni, attribuendo ad esse nome e ordinativo di grandi unità disciolte. Ad esempio, I btg. «Trento>>; II btg. « Pavia», ecc. VII. - L'Eccellenza Navarini è pregato di: - comunicare urgentemente e di volta in volta, a questo Comando ed all'Eccellenza il Gen. Barbasetti, tutte le assegnazioni di reparti (sia ripiegati dall'est che affiuiti dall'ovest) effettuate a favore delle grandi unità del XX e XXI corpo d'armata; - comunicare entro il 28 corr. la consistenza organica raggiunta dalle grandi unità schierate sulla linea di El Agheila, specificando gli ordinativi dei reparti che - a tale data - costituiscono ciascuna grande unità. VIII. - Tutti gli altri battaglioni, gruppi, compagnie genio, che man mano sarà possibile ricostituire presso il Centro riordinamento e presso i Centri istruzione (oltre quelli elencati al capo IV), verranno avviati alle grandi unità, su ordine di questo Comando, fino a far loro raggiungere la prescritta formazione organica. IX. - Con gli elementi di classi meno giovani (dal 1915 in su) siano subito costituite cinque compagnie fucilieri e mitraglieri da destinare alla difesa dei campi di aviazione, alle dipendenze della 5& Squadra Aerea. Sia inoltre completato il 350° reggimento fanteria che sarà impiegato per la difesa costiera. X. - Per ciascuna grande unità disciolta sia costituito un ufficio stralcio col personale strettamente indispensabile, appartenente ai vàri elementi costitutivi della G. U . medesima (esempio un ufficiale superiore capo ufficio; un ufficiale inferiore per reggimento più l'ufficiale d'amministrazione; un ufficiale inferiore per il battaglione misto genio). Il comandante del quartier generale con l'ufficiale di amministrazione curerà la sistemazione matricolare e amministrativa degli elementi direttamente dipendenti dal Comando della G. U. Tutti gli uffici stralcio - dopo un conveniente periodo di organizzazione presso i cenrri dei C. d'A. - raggiungeranno Zavia, sistemandosi presso il deposito dell'86° reggimento fanteria, dove riceveranno, a cura di questo Comando Superiore, direttive e programma di lavoro da compiere nel più breve tempo possibile.
Xl. - Le richieste di materiali vari occorrenti per riordinare le dotazioni dei reparti dovranno essere rivolte direttamente alla Delegazione Intendenza n. 3 (Sirte). Le richieste di armi di fanteria e di automezzi dovranno invece essere rivolte a questo Comando; quelle per le artiglierie ·al Comando Superiore Artiglieria. Il Mare sciallo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. della Libia ETTORE BASTICO
30. - AL
Allegato 36.
FORMAZIONE E COSTITUZIONE (DI MASSIMA) DELLE DIVISIONI ITALIANE ESISTENTI IN TRIPOLITANIA ALLA DATA DEL 1° DICEMBRE 1942
Divisione di fanteFia «Pistoia>> (A. S. 42) Fanteria: 35° rgt. ftr. (I, II, III btg.); 36° rgt. ftr. (I, II, III btg.). Artiglieria; 3° rgt. art. : I gr. da 100/17 (una btr.), II gr. da 100/ 17 (su tre btr.), III gr. da 75/ 27 (su tre btr.), IV gr. da 75/27 (su tre btr.); in rinforzo : CCCXXXII gr. da 75/27 (su tre btr.), II gr. da HYj/ 28 del 24° raggr. di C. d'A. (su 2 btr.), 1• btr. da 65/17, 2• btr. da 65/17. Genio: in affluenza. Servizi: 51~ sez. sussistenza.
Divisione di fanteFia
e< LA
Spezia>>
Fanteria: 125° rgt. ftr. (cp. guastatori, I, II, III btg., 2 sez. da 20); 126° rgt. ftr. (cp. guastatori, I, II, III btg., 2 sez. da 20); XXXIX btg. espi. (3 cp.); LXXX btg. e.e. (3 cp.); in rinforzo: btg. cc San Marco >> (3 cp.), VI btg. « CC. NN. >> (4 cp.). Artiglieria: 8o0 rgt. artiglieria : I gr. da 65/ 17 (su tre btr.), II gr. da 65/17 (su tre btr.), III gr. da 65/17 (su quattro btr.); CCCXLIII gr. da 105/ 28 (su tre btr.); in rinforzo : 8 btr. di vario calibro (comprese quelle del CCCXXXI gr. da 77/28). Genio: LXXX btg. misto genio e 89a cp. artieri.
Servizi: 8oa sez. sanità; 18oa sez. sussistenza. Divisione corazzata « Giovani Fascisti » Fanteria: rgt. « GG. FF. » (I e II btg., III btg. e.e.); 8° rgt. bersaglieri (LVII btg., btg. « Lonzu », X btg. del 7° bers.); in rinforzo : IX btg. autonomo e due cp. G. a. F. Artiglieria : 136° rgt. artiglieria: 88• btr. da 20, XIV gr. da 65/17 (su 3 btr.), XV gr. da 65 /17 (su 3 btr.), XVI gr. da 6'j/ 17 (su 3 btr.), XVII gr. da 100/ 17 (su 2 btr.); in rinforzo: tre btr. di vario calibro. Genio: XXV btg. misto. Servizi: 53• scz. sanità. Divisione fanteria « Trieste>) (A.S. 42) Fanteria: 6'j0 rgt. ftr.: I, II, III btg. (costituiti rispettivamente con reparti delle Divisioni «Trieste», « Bologna » e «Trento); cp. mortai da 81; 66° rgt. ftr.: I e I{ (appartenenti per l'impiego al cc Gruppo di combattimento Ariete») e III btg. (quest'ultimo costituito dal IV btg. e.e. cc Granatieri di Sardegna »); cp. mortai da 81. Artiglieria: 21° rgt. art.: I gr. da 100/17 (su 3 btr .), III gr. da 75/27 (su 3 btr.) (costituito da reparti del 46° rgt. art. « Trento»), IV gr. da 75/27 (su 2 btr.) (costituito da reparti del 205° rgt. art. cc Bologna » ); 2 btr. da 20 e 1 da 75/50 Skoda. Genio: LII btg. genio. Servizi: 9()6 sez. sanità; 176• scz. sussistenza. Divisione corazzata « Centauro »
La Divisione aveva parte degli clementi costitutivi in Italia, parte in Tunisia e parte in Tripolitania.
In Italia: Quartier Generale a Castelvetrano. Reparto comando tattico a Castelvetrano. Comando I brigata corazzata a Bra. 5° reggimento bersaglieri: autoreparto a Racconigi; 5• cp. motociclisti, XXIV btg. autoportato ed automezzi van a Castelvetrano. 31° reggimento carr1su: XV btg. carri M/ 41 in Corsica; personale di 2 cp. del XVII btg. a Murello. 131° rgt. art. D. cr.: reparto comando con 48• 0.M.P. e R.S.S. in Sicilia; I e II gruppo da 75/ 27 e III gruppo da 105/ 28 in Sicilia; .PLIX gruppo semoventi da 75/ 18 a Nettunia; DLX gr. semoventi da 75/ 18 a Livorno. I btg. e.e. divisionale: truppe a Castelvetrano; materiali a Napoli. XXXI btg. misto genio (personale) a Cherasco. Servizi: a Cherasco, Racconigi, Carmagnola, Bra e Cavallermaggiore. In Tunisia: 1 cp. di formazione del 5° reggimento bersaglieri a Gabès. Elementi del XIV e XVII btg. carri M/ 41 (una compagnia per ciascuno) nella zona di Gabès. In Tripolitania: Comando Divisione ed aliquota del Q. G. a Villa Vivolo (presso Tripoli). 5° rgt. bersaglieri col comando, XIV btg. autoportato e XXII btg. armi accompagnamento e e.a. ad Homs. 31° rgt. carristi col comando a Miani: XIV btg. carri M/ 41 ( 1• e 2 • cp.) e XVII btg. carri M / 41 ( 1• cp. ed una cp. di formazione su 13 carri cd un semovente da 75/18) ad El Agheila; cp. da 20 mm. e.a. e reparto riparazioni e ricuperi con 50• O.M.P. al km. 5 della rotabile di Zuara. Gruppo autoblindo « Monferrato » ad El Agheila. 131° rgt. art. D. cr.: DII gr. misto 90/53 e da 20 ad El Agheila.
Allegato 37.
ESAME DELLE POSSIBILITA' DIFENSIVE DELLA TRIP0LIT ANIA E DELLA TUNISIA, IN RELAZIONE ALLA LORO INTERDIPENDENZA OPERATIVA
SINTESI DEGLI ARGO~ENTI SVOLTI NELLA RIUNIONE DELLA SERA DEL 17 NOVEMBRE 19 42 PRESSO IL Co;1,1ANDO SUPREMO, PARTECIPANTI: I CAPI DI S. M. DELLE FF. AA. ED IL SorrosEGRETARIO DI STATO ALLA GUERRA
Viene esaminata la situazione in Libia ed in Tunisia. Il Capo di S. M. Generale dà notizia degli sbarchi avvenuti m Tunisia, del programma in corso per l'affluenza di nuove unità e delle notizie che si hanno sul nemico. Informa che il Comando germanico ha disposto l'invio di tre Divisioni di cui una corazzata, una semicorazzata ed una motorizzata più minori elementi . non indivisionati; aggiunge che intenzione del Comando germanico è di prendere l'offensiva verso l'occidente appena possibile, almeno per raggiungere in primo tempo una posizione buona ed economica. Informa che i trasporti marittimi vengono alacremente organizzati e si ritiene potranno procedere -speditamente. Il Capo di S. M. Generale passa poi a prospettare la situazione in Cirenaica : il ripiegamento dell' A.C.I.T. avviene regolarmente. La posizione di El Agheila si va imbastendo abbastanza rapidamente. Problema grave è quello del rifornimento carburanti all'A.C.I.T. e vi si sta provvedendo con tutti i mezzi. Ordine del Duce resistere sulla posizione di El Agheila. Si esamina il valore di questa posizione. Tutti concordano che essa rappresenta cc il collo di bottiglia» per l'entrata in Tripolitania ed è la sola che offra possibilità di resistenza prolungata. Si esaminano anche le posizioni di Buerat, di Misurata e di Homs e tutti ritengono che esse possono servire soltanto per momentaneo arresto; che, se vi fossimo ridotti, Tripoli risulterebbe praticamente perduta ed allora si renderebbe necessario il proseguimento della ritirata verso la Tunisia. Su questo ultimo argomento il Capo di S. M. Generale si riserva di ritornare. li Maresciallo Cavallero riprende, dopo ciò, l'esame del problema inerente alla difesa della linea cli El Agheila. L'Ecc. Ambrosia chiede quale obiettivo si proponga di raggiungere questa difesa. Il Capo di S. M. Generale informa che è intenzione del Duce di difendere questa posizione ad oltranza tenuto presente, come tutti già hanno convenuto, che la difesa della Tripolitania non sarebbe più possibile dopo che fosse stata perduta la linea di El Agheila; e che, nelle peggiori e più disperate ipotesi, l'eventuale perdita della Libia deve essere ritardata il più a lungo possibile.
47° L'Ecc. Ambrosio interviene per far presente che se la eventuale perdjta della Libia è anche soltanto considerata come ipotesi estrema il problema deve essere posto in altro modo, cioè se convenga mandare ancora uomini e mezzi in Libia. Il Maresciallo Cavallero risponde che, in primo luogo, ogru nostro sforzo deve essere fatto per impedire che una simile ipotesi possa verificarsi; e inoltre osserva che per quanto critica possa presentarsi la situazione, la nostra decisione di mandare in Libia il minimo di mezzi e di uomini che stiamo avviando è indispensabile per assicurare all'Armata corazzata almeno una sosta per il suo riordinamento dietro una posizione sufficientemente imbastita. Tale imbastitura ci è stata consentita soprattutto dall'invio fatto tempestivamente della Divisione « La Spezia >J, di una parte dell::i « Centauro J> e di altri minori elementi. Comunque, se tale sosta non fosse assicurata, nulla ci sarebbe più da sperare dall'Armata italo - tedesca per il seguito delle operazioni. Tutto lascia ritenere, aggiunge il Maresciallo, che, tenuto conto anche delle piogge ormai iniziate, lo schieramento di forze importanti avversarie di fronte alla posizione di El Agheila richiederà almeno qualche settimana, come ha gi:\ rappresentato il Comandante dell'A.C.I.T. Avremo perciò quasi certamente il tempo di completare il nostro schieramento, rinforzare le unit:\ del!' A.C.I.T. (oltre ad un centinaio di carri che le unità tedesche hanno salvato, sono gi:\ in Italia pronti al trasporto altri 100 carri e 200 cannoni germanici), anche un rinforzo di aviazione è stato richiesto ali'Alto Comando Tedesco. Circa la possibilità dei trasporti il Maresciallo Cavallero fa presente che si sta aprendo la via di Tunisi dove nostre forze sono già sbarcate e saranno seguite da importanti altri rinforzi di truppe corazzate e motocorazzate germaniche, gi:\ in corso di affluenza in Italia; è evidente che una rinuncia alla difesa di El Agheila e perciò un sollecito ripiegamento verso la Tunisia non lascerebbe il tempo necessario per la formazione del nostro fronte in quel territorio, fronte che le Potenze dell'Asse hanno stabilito di creare con ogni sforzo. Reciprocamente, la creazione di questo fronte è, all'evidenza, il presupposto indispensabile perchè la Tripolitania possa essere mantenuta il più a lungo possibile, altrimenti essa sarebbe attaccata anche da Occidente, con che la partita sarebbe chiusa. Tutti i convenuti esprimono parere concorde su quanto è stato esposto dal Capo di S. M. Generale. In particolare il Capo di S. M. dell'Esercito dichiara che dopo tali considerazioni egli conviene sulla necessità che il fronte della Tripolitania venga rinforzato allo scopo di potervi durare il più a lungo possibile. Beninteso, riprende il Capo di S. M. Generale, è necessario assicurare il collegamento fra la Tunisia e la Tripol itania; tale collegamento è rappresentato dalla rotabile e dalla ferrovia; punti essenziali Sfax e Gabès. Si sono avute notizie che questi due punti sono minacciati. Bisogna immediatamente rinforzarli. L'Ecc. Ambrosio propone che ciò sia fatto mediante sbarchi diretti a Sfax e Gabès allo scopo di non distogliere forze dalla Tripolitania. Il Maresciallo Cavallero risponde che piccole formazioni germaniche sono gù a Sfax e Gabès, e che egli ha provveduto ad un pronto rinforzo da Tunisi nell'intento di creare un settore Sfax - Gabès incaricato di garantire con occupazione appropriata il possesso di questa zona.
47 1 Chiede all'Amm. Riccardi se un concorso via mare sia possibile ed informa che per domani sera sarà pronto a Napoli un piroscafo con un battaglione della Divisione « Superga » rinforzato da artiglieria, e che ne è stato previsto lo sbarco a Sfax. Carri armati cd altri mezzi seguirebbero da Tunisi. L'Amm. Riccardi risponde che lo sbarco a Sfax è possibile, ma che egli prderircbbe l'avviamento di un rinforzo dalla Libia. Il Capo di S. M. Generale fa presente la difficoltà di impoverire le poche forze destinate al presidio della linea di El Aghcila, anche per la scarsa disponibilità di mezzi di trasporto. Comunque si riserva di esaminare la questione ed intanto dispone che il R.E.Co. << Lodi » già destinato al Sahara Libico e di cui i materiali sono già sbarcati, venga completato d'urgenza del personale, da trasportarsi subito per via aerea, e formi con altri elementi già pronti una colonna per Gabès. Il Maresciallo Cavallero dispone che il Gcn. Gandin, C:ipo Reparto Operazioni del Comando Supremo, parta il giorno 19 in aereo per Tripoli insieme con il Generale Imperiali, designato dal Capo di S. M. dell'Esercito per assumere il comando del settore Sfax - Gabès. Il Gcn. Gandin organizzerà subito la partenza da Tunisi di un battaglione autocarrato con una batteria cd altri elementi; il Gen. Imperiali assumerà il comando del Settore, alla dipendenza del Gen. Nehring che comanda il Corpo di sbarco in Tunisia. E' previsto di portare le forze di questo settore ad una Divisione. Inoltre il Capo di S. M. Generale chiede al Generale Fougier se sia possibile, in caso di bisogno, portare truppe per aereo a Sfax. L'Ecc. Fougicr risponde affermativamente. Uguale conferma dà l'Ecc. Riccardi per quanto riguarda eventuali trasporti via mare. Viene perciò previsto il trasporto a Sfax o a Gabès di un battaglione per via aerea. All'occupazione del settore il Maresciallo Cavallero stabilisce di aggiungere due compagnie di carri armati più una batteria da 88 che sarà data dal1'O.B.S. come da accordi già presi. Per rapidità di esecuzione le due compagnie di carri armati saranno date per il momento dalla Tripolitania, che le ha pronte a Tripoli salvo immediato reintegro. Per completare l'esame della situazione e delle sue possibilità, il Capo di S. M. Generale ritorna, come si era riservato, sull'argomento dell'eventuale perdita di El Aghcila e conseguente ripiegamento verso la Tunisia. Tutti convengono che in tal caso la sola linea di arresto possibile ed attuabile sarebbe quella degli Shotts tunisini. Tutti convengono che questa soluzione avrebbe valore soltanto dopo che le forze di sbarco in Tunisia fossero riuscite a stabilirvisi saldamente, giacchè, in caso diverso, la duplice offesa, convergente da O\'CSt e da sud, conferirebbe alla nostra resistenza su due &onti un carattere <li assoluta precarietà. Necessità quindi, anche sotto questo aspetto, di mantenere i due fronti più a lungo possibile distanti tra loro e perciò di «durare» a qualunque costo sulla linea di El Agheila, tenuto conto che le lince succcssi\·e, alle quali pure si pensa per imbasùrle, non potrebbero mai dare un arresto sia pure temporaneo, ma soltanto una sosta passeggera. T utti i convenuti, separatamente interpellati dal Capo di S. M. Generale, dichiarano di convenire pienamente su questa conclusione come sulle precedenti.
47 2 Allegato 38.
SITUAZIONE AUTOMEZZI
GovuNo GEmllALE DELLA
CoMANDO SUPERIORE
Lrn1A
FF. AA. DELLA LIBI A
Stato Maggiore Tcleavio
P. M. n, 26 novembre 1942
Comando Supremo N. 4126/Serv. Per Maresciallo Cavallero. Rispondo Vostro 33708 data
25 nov. La crisi degli automezzi in Africa Settentrionale ha sempre costituito una delle più gravi e mai eliminate preoccupazioni, come molte volte questo Comando et Delease hanno anche rappresentato al Comando Supremo. La separazione fra Delease e Superlibia dello scorso agosto lasciò la Tripolitania in penuria di automezzi ancor più grave del consueto. Il ripiegamento di 16oo chilometri ha largamente inciso nelle già scarse disponibilità di Delease ed ha ca.usato dispersione di mezzi e soprattutto altissime percentuali di perdite e di inefficienze. D'altra parte sempre nuove esigenze si aggiungono alle passate, come ad esempio il fronte ovest che adesso assorbe in permanenza circa 8o autocarri oltre a quelli occorrenti per i rifornimenti, nè vale a compensarle il non grande accorciamento del fronte est (800 km. tra Tripoli ed Agheila). Fin da quando ho riassunto il comando di tutte le truppe della Libia, ed anche prima, mi sono dunque preoccupato ed occupato con la più vigorosa attività per superare la crisi particolarmente grave dei trasporti automobilistici, sia recuperando automezzi dai reparti reduci dall'est - e la cifra di 70 che vi dissi essere presso un solo comando di C. A. derivava appunto dai primi risultati di tale lavoro -, sia sopprimendo ancora i servizi non indispensabili, sia stimolando le riparazioni presso tutti i parchi e le officine. Ma le riparazioni dànno poco e stentano a mantenere il pareggio coi nuovi guasti, per la endemica deficienza di parti di ricambio, aggravata dalla perdita del 700/o delle dotazioni esistenti in Cirenaica ed in Egitto. I servizi non indispensabili, dopo le drastiche riduzioni effettuate, sono ormai ridotti praticamente a nulla. Rimane dunque soltanto il ricupero dai reparti ripiegati dall'est; e ad esso ho dedicato e dedico, come già detto, la più fattiva energia. In tali condizioni non mi sarebbe stato possibile a{fermare che potevo scnz'altro costituire autoreparti per motorizzare le truppe dislocate sulla linea di Agheila; e ricordo invece di aver detto che avrei fatto di tutto per cercare di organizzare detti autoreparti. Ad ogni modo parmi che se anche un malinteso fosse sorto questo non avrebbe potuto avere influenza sulla decisione di resistere ad Agheila, in quanto questa fu presa fin dalla scorsa estate e con-
473 fermata più volte fra cui con Vos.tro foglio 33381 del 4 nov. (N. 185)67 dell'Uff. Op.). L'opera inflessibile per ricuperare ovunque automezzi è in corso e ho fondata speranza di ottenere qualche risultato. Infatti, sin da ora sono stati ricuperati dai reparti ripiegati circa 100 automezzi dei quali però 80 inefficienti. Ed altri ricuperi seguiranno. Ho inoltre già disposto l'avviamento a disposizione del XXI C. A. di un autoreparto su 100 pezzi, sottratto all'Intendenza e perfettamente inquadrato, che partirà domani 27. Ma tutto ciò non basterà. Il Comando germanico esclude in modo assoluto la possibilità di dare un qualsiasi concorso di mezzi cd anzi afferma di avere esso stesso circa 10.000 uomini appiedati. Non solo; ma il Comando tedesco dichiara di non potere nemmeno restituire in tutto o in parte il nostro XX autogrnppo pesante, datogli a suo tempo in gestione, che si sta mutando in enfiteusi. E ciò pur avendo i T edeschi una massa d'automezzi tale da importare - secondo una recente affermazione del Maresciallo Rommel - un consumo quotidiano di ben 400 tonnellate di carburante, in momenti normali, di fronte al nostro attuale consumo giornaliero di circa 150 tonnellate. Devo quindi contare molto sugli avviamenti preannunziati dal Comando Supremo e sul potenziamento delle riparazioni mediante grossi e solleciti invii di parti di ricambio. Soggiungo da ultimo che l'azione aerea. nemica sulla Balbia può avere - se si svolgerà con l'attuale schiacciante superiorità di mezzi - conseguenze non liete per la nostra scarsa disponibilità di automezzi; e questa è una ragione di più per sollecitare ancora una volta l'auspicato potenziamento della nostra aviazione da caccia. BASTICO
474 Allegato 39.
LO STATO D'ANIMO DEL MARESCIALLO ROMMEL, SECONDO GLI APPREZZAMENTI DEL GENERALE MANCINELLI Telegramma decifrato in arrivo part. il 28 novembre 1942, ore 12,20 arr. il 28 novembre 1942, ore 13,47
Da Colacit At Superlibia N . 5368. Rispondo al telegramma 1<j66o/Op. del 27 corrente. Decifrato da ufficiale. Data assenza Rommel non ho potuto parlare con lui circa «Ariete» •et « Littorio ». Ho comunque chiarito con Capo di S. M. trattasi di misura che regola stato di fatto sopraggiunto per evento bellico mentre rimane impregiu.dicata questione eventuale ricostituzione dette Divisioni che hanno nomi gloriosi ... (1) et quando possibile et opportuno. Circa intenzioni Rommel egli intende resistere Marsa Brega et ripiegherebbe soltanto sotto minaccia attuale essere travolto da forze preponderanti aut sotto imperativo nuova situazione su fronte tunisino. Ritengo che Rommel siasi risentito perchè codesto Comando si è riservato ordinare eventuale ripiegamento. Egli pensa che sotto impulso pressione nemica autorizzazione giungerebbe troppo tardi mentre ... che egli ordini ripiegamento non necessario implica sfiducia nella volontà di tenere finchè possibile attuali posizioni. Rommel afferma che insistenza è in .contraddizione con direttive verbali Maresciallo Cavallero. Come ho purtroppo accennato verbalmente Rommel et il suo Stato Maggiore sono del più nero pessimismo. Non crede che riusciremo a fermarci Tunisi et non crede arrivino importanti rinforzi et comunque è convinto nostra inferiorità materiale anche .se rinforzata di fronte più moderna et ricchissima attrezzatura avversario. Tale apprezzamento, che ha indubbie basi realistiche valutazione situazione materiale, è probabilmente influenzato et reso più severo da umana tendenza .comandante Armata trovare esclusivamente in fattore materiale ra.gione propria sconfitta. Comunque ne deriva intima persuasione impossibilità efficace resistenza et si presenta interrogativo se in tali condizioni Rommel possa rimanere al comando Armata dove farà certamente proprio dovere da quel grande soldato che è ma senza animo et senza fede. E' veròsimile che Comando Armata abbia in studio anche provvedimento per salvare il salvabile in caso di impossibilità resistenza et che Rommel solleciti al Fiihrer direttive anche per questo caso estremo. Circa avviamentq gruppi (?) et battaglioni disponibili alcuni giorni credo sia opportuno specialmente se non motorizzati accostarli intanto linea Buerat almeno fino ritorno Rommel che porterà presumibilmente maggiori (?)- elementi giudizio. MANCINELLl
(,) Puntini di sospensione e punti interrogativi corrispondono a gruppi non decifrati nel testo originale. (Nota dcli 'Ufficio Storico).
47'> Allegato 40.
IL MARESCIALLO BASTICO AL MARESCIALLO CAVALLERO IN MERITO ALLA PARTENZA IMPROVVISA DEL MARESCIALLO ROMMEL CoMANDo S u rERIORE FORZE
ARMATE AFRICA SETTENTRIONALE
Stato Maggiore Zona Op. 28 novembre 1942 Caro Cavallero, nel mio radio odierno, col quale ti ho comunicato l'improvvisa partenza del Maresciallo Rommel per Berlino, ho aggiunto « mi astengo da qualsiasi commento »: ma opino che tu stesso debba concordare meco che passare la cosa completamente sotto silenzio, sarebbe, da parte mia, come prescindere di proposito dalla dignità del grado e dalla carica che rivesto. Il Maresciallo Rommel sa perfettamente di essere alle mie dipendenze; questo suo gesto è quindi un atto di aperta indisciplina e di pieno disconoscimento della mia autorità di Comandante Superiore e di Governatore Generale. Compiuto da qualsiasi generale italiano avrebbe condotto questi dinanzi al Tribunale di Guerra, per abbandono di posto di fronte al nemico. Siccome però il Maresciallo Rommel non appartiene al nostro Esercito, e poichè militano a suo vantaggio ovvie considerazioni di natura politica, comprendo per• fettamente come sarebbe vano chiedere una qualsiasi sanzione a suo carico; ma ciò lo confermerà - ancora una volta - nella persuasione di essere arbitro di ogni suo atto e di potere disconoscere a suo talento l'autorità e gli ordini del Comando italiano. Quali possano essere le conseguenze di un siffatto stato di cose facile è comprendere: ma credo del pari pacifico che, a mia volta, non possa assumermi la responsabilità di esecuzione di ordini, da chi ha dimostrato di prescindere da essi, sia apertamente, sia sotto pretesto di situazioni che impongono decisioni immediate. Epperò, a conferma di quanto ti ho esposto nella mia precedente lettera del 16 corrente, ti rivolgo, di nuovo, la più viva preghiera di prendere in esame la delicatissima posizione in cui mi trovo e nella quale non posso più a lungo rimanere. Come soldato, ripeto, non conosco che un dovere: l'obbedienza agli ordini superiori; ma anche /'obbedienza non credo possa significare rinuncia al prestigio ed a/l'autorità del comando. Dolente di dovere accrescere le molte e gravi preoccupazioni cbe pesano su di te, mi è grato confermarti i sensi della mia devozione. BASTICO
Allegato 41.
ESORTAZIONI DI HITLER A MUSSOLINI CIRCA I TRASPORTI IN LIBIA
28 novembre 1942, ore 20.50 Duce!
Mi viene comunicato in questo momento che il porto di Tripoli è bloccato da 14 giorni da numerosi piroscafi da carico destinati a rifornimenti e sgombro. Fino al 4 dicembre nessuna nave per l'Armata corazzata sembra possa giungere a Tripoli. La Marina da guerra italiana affermerebbe di non disporre di navi scorta per poter assicurare i trasporti a Tunisi e Tripoli. Date queste premesse, la Tripolitania non può essere mantenuta.. L'Armata Rommel ha necessità d'un afflusso ininterrotto di materiali e rifornimenti tanto su Tripoli, quanto da questo porto, mediante traffico costiero, verso il Golfo della Sirte; i materiali esistono, in larga misura, nell'Italia Meridionale. Occorre soltanto navigare ed in particolare far partire i piroscafi già da lungo tempo destinati a Tripoli e già carichi. La rotta d'accesso Tunisi - Tripoli non è, al momento, utilizzabile. Io Vi prego perciò caldamente, Duce, di fare tutto il possibile affìnchè tali difficoltà possano essere superate, sia per quanto riguarda il porto di Tripoli, sia per quanto ha attinenza alla organizzazione della sicurezza dei trasporti. Il Maresciallo Goering si recherà a Roma col Maresciallo Rommel per comunicarvi il mio pensiero. Con cordiali camerateschi saluti. Vostro ADOLFO HITLER
477 Allegato 42.
RIFORNIMENTI PER LA TRIPOLITANIA li 29 novembre 1942
SuPEIUU.RINA
Argomento: Rifornimento della Tripolitania.
Promemoria n.
122
1. • Il porto di Tripoli è in questo momento pieno di navi sotto carico; vi erano ieri sera 8000 tonnellate da sbarcare per le quali occorreranno ancora 3 o 4 giorni. E' previsto per il 3 dicembre l'arrivo di un nuovo convoglio di 2 grossi piroscafi con 900 tonnellate di carico e, nei giorni successivi, quello di una serie di piccoli piroscafi con carburanti e munizioni per circa 15.000 tonnellate. Sta di fatto che, proprio mentre avevano inizio le operazioni anglo• ame• ricane nel N.A.F., era in corso una grande operazione di rifornimento della Libia, diretta per metà in Cirenaica e per metà a Tripoli. Giunsero così il 9 novembre nel porto di Tripoli, quasi contemporaneamente, approfittando del momento favorevole, 8 piroscafi con 17.759 tonnellate di materiale, 78 carri armati, 420 automezzi e dal 9 al 29 novembre ne sono arrivati altri 5, portando il totale dei rifornimenti arrivati in questo periodo a 32.371 tonn., 132 carri armati, 620 automezzi, mentre si sono perdute 5 navi con 12.500 tonn. di carico. La grande quantità di materiale arrivato ha richiesto molto tempo per essere assorbita, dato che il porto di T ripoli, in parte per nostra iniziativa e in parte per insistenti richieste dei Comandi alleati, era stato depauperato, nella scorsa estate, della maggior parte delle sue risorse portuali per guarnire i porti e gli ancoraggi della Cirenaica e dell'Egitto. Occorre tener presente che le nostre risorse in fatto di mezzi portuali (rimorchiatori, bettoline, pontoni, ecc.) erano all'inizio della guerra molto li• rnitate. Nessun paragone possibile con le risorse anche di un solo grande porto nordico tipo Amburgo. L'occupazione deÌla Dalmazia e quella della Grecia, le perdite subite nelle due ritirate della Cirenaica del 1940 e del 1941 le hanno ulteriormente ridotte. Nessun aiuto è stato possibile ottenere in questo campo nemmeno dalla Francia vinta, la quale non ha dato neanche un rimorchiatore. T ripoli, dopo alcuni mesi di forzata inattività, si è trovata di fronte ad un enorme lavoro che ha dovuto svolgere con pochi mezzi, mentre la scarsa difesa contraerea non ha potuto impedire le continue incursioni diurne e notturne. Nonostante ciò, dal 9 al 28 novembre sono state sbarcate 33.312 tonn. con la media giornaliera di r.753 tonn., risultato che deve essere considerato come il migliore ottenibile.
2. • Ora che Malta è stata rifornita e che gli aeroporti della Cirenaica sono in mano del nemico, gli attacchi aerei su Tripoli sono tali da impedire
il funzionamento del porto. In questi ultimi giorni sono state gravemente danneggiate due delle tre motonavi veloci sotto scarico ed una torpediniera di scorta. Oggi a mezzogiorno un attacco di otto quadrimotori ha colpito ed incendiato tre piroscafi. ed alcuni rimorchiatori. Nei giorni venturi gli attacchi si moltiplicheranno e porteranno a nuove perdite di navi ed a una diminuzione del ritmo di scarico. 3. - Effettivamente le forze della Marina da guerra non sono sufficienti a proteggere insieme il traffico per Tunisi e quello per Tripoli. Le forze leggere della flotta italiana sono state sottoposte per due anni e mezzo ad un regime di sforzo superiore ad ogni possibilità di resistenza del materiale e del personale. Le unità perdute, sia nel servizio di scorta che in quello diretto di trasporto di materiali, sono state molte: 53 su 128 che ne possedevamo all'inizio della guerra; mentre ne sono entrate in servizio 19. Le unità che hanno bisogno di lavori e di riparazioni assolutamente improrogabili si vanno facendo ogni giorno più numerose: ammontano oggi a 39 sulle 94 esistenti. Gli stabilimenti di lavoro non sono più in condizione di provvedere alla sollecita riparazione di tante unità insieme. A questo logoramento sono state sottoposte non solo le unità per loro natura destinate al servizio dei convogli (avvisi scorta) ma anche tutte le torpediniere che erano state progettate per azioni di vigilanza e di offesa nel Canale di Sicilia e altrove, nonchè i grandi cacciatorpediniere di Squadra, per dimensioni ed armamento poco adatti alla scorta dei convogli e, del resto, oggi così ridotti in numero (solo 19 di tipo moderno e 7 di tipo antiquato), da costringere spesso le forze navali all'immobilità, come è avvenuto nel caso dell'ultimo convoglio di rifornimento di Malta, quando i soli 4 Ct. presenti nello J'onio erano impiegati in servizio di scorta o per trasporto diretto di benzina. La situazione attuale delle navi che è possibile adibire permanentemente alle scorte (cacciatorpediniere antiquati, torpediniere vecchie e nuove, avvisi scorta) è la seguente: unità pronte: 36; unità in riparazione: 32. Con 36 unità, anche mettendo continuamente a concorso i CC.TI. delle Squadre, anche rinunciando ad ogni possibilità di caccia sistematica ai sommergibili, non vi è la possibilità di assicurare protezione sufficiente ai traffici in atto e cioè: rifornimento della Tunisia, della Tripolitania, della Corsica, della Grecia, della Dalmazia, dell'Albania, traffico Egeo, traffico delle cisterne di nafta, rifornimento di combustibili dalla Sardegna per il continente. Va tenuto presente che una scorta navale per adeguarsi alle offese aeree di oggi dovrebbe essere molto numerosa: l'ultimo convoglio inglese arrivato 2 Malta proteggeva 4 navi da carico con tre incrociatori e 18 fra Ct. e navi scorta. Le nostre navi sfidano invece tutti i giorni il nemico avendo nella migliore delle ipotesi due unità di scorta per ciascuna e spesso meno; molte vanno senza scorta. Ma nessuno sforzo, nessun rischio è mai sembrato eccessivo e nonostante le grandi perdite le partenze sono sempre continuate senza interruzione.
479 4. - Il problema è reso più grave dal fatto che le nuov1ss1me navi veloci da carico sono quasi tutte scomparse; non ne avanzano che 5 valide delle 31 che ne possedevamo. Vanno anche scomparendo i piroscafi di media velocità (10 nodi) e si deve ricorrere a quelli di 8 ed anche di 7, ciò che raddoppia l'onere delle scorte perchè raddoppia la durata del viaggio. 5. - Per apprezzare lo sforzo delle ultime settimane occorre tener presente che tutti i nostri mezzi erano ai primi di novembre schierati a levante per proteggere il meglio possibile il contrastatissimo traffico con la Cirenaica. Lo spostamento a ponente è stato assai laborioso anche perchè bisognava trasferire molti piroscafi carichi e scarichi provenienti dai porti più diversi. 6. - Le navi sottili hanno dovuto in questo periodo, come in altri momenti, provvedere anche a quella forma essenziale della difesa del traffico che sono gli sbarramenti di mine. Si deve proprio allo sbarramento completo del Canale di Sicilia, tanto faticosamente eseguito, quello che è forse oggi il maggior vincolo alle possibilità operative del nemico in tutti i mari, e cioè la chiusura, per lui, della via mediterranea. TI completamento e il rinnovo di questo sbarramento esigono l'impiego di numerose unità minori che sono da prendere sempre tra le stesse. 7. - Il problema è complicato dalla deficienza della nafta e dalla difficoltà di farla affluire in tutti i porti dai quali è necessario che parta il traffico. Cosi la mancanza di nafta a Tripoli, in seguito all'affondamento delle unità che la trasportavano, ha contribuito a ritardare molti movimenti. Nell'occasione occorre mettere in luce che se non verrà aumentato l'attuale programma di rifornimento di nafta per il mese di dicembre è presumibile che fra tre settimane dovremo sospendere ogni trasporto. Come è noto, in questo momento le corazzate e gran parte degli incrociatori della flotta sono vuoti o semivuoti. Così la mancanza di combustibile e la mancanza di scorte, l'una e l'altra dovute al consumo per il rifornimento della Libia, ci hanno tolto al momento opportuno ogni possibilità di gettare contro le forze navali nemiche operanti nel Nord Africa francese il peso della nostra Flotta da combattimento, peso che avrebbe potuto avere una parte decisiva. 8. - Nelle previsioni sulle possibilità del traffico è indispensabile tenere presente che nei mesi invernali la percentuale dei giorni nei quali essi sono ostacolati dal cattivo tempo è molto alta, specialmente nella zona del Canale di Sicilia. L'aver dovuto forzare il mare tempestoso della passata settimana ha messo temporaneamente fuori servizio non meno di 7 unità.. 9. - La presenza a Malta di una forte aviazione da caccia, che si era già dimostrata molto pericolosa con i mitragliamenti a bassa quota delle unità navali di scorta ha in questi ultimi giorni presentato un nuovo aspetto : quello di rendere impossibile la scorta antisommergibile ai convogli nella zona di 150 mg. intorno a Malta. In una settimana sono stati perduti in questo modo 7 idrovolanti dell'aviazione per la Marina e 7 apparecchi di Armera (1). (1) Sigla di • Armata aerea •· (Nota dcll"Ufficio Storico).
10. - Dall'insieme di queste circostanze scaturisce l'estrema difficoltà di continuare il traffico con Tripoli altrimenti che con piroscafi minori per rotte costiere senza scorta diretta. E' inoltre confermata l'impossibilità di alimentare contemporaneamente la Tripolitania e la Tunisia. Questo apprezzamento è pienamente condiviso dall'Ammiraglio Comandante della Marina germanica in Italia. Esso è stato riconosciuto anche nel Comitato misto per l'organizzazione e la protezione del traffico, Comitato nel quale i rappresentanti della Marina germanica e dell'Aeronautica germanica, come quelli di Supermarina e di Superacreo, hanno modo ogni giorno di approfondire io ogni particolare le possibilid, le difficoltà, le prospettive presenti e future del problema. E' da notare che nessuna divergenza importante è mai sorta in seno al Comjcato. 1 r. - Elemento fondamentale che incide sulle possibilità di alimentazione della Libia ed anche della Tunisia è il potere aereo nel quale il nemico è venuto gradatamente acquistando una decisa superiorità. Questa supremazia potrebbe essere contrastata in un solo modo: riprendendo una potente azione offensiva a fondo conlro la base aerea che per la sua posizione ha il massimo peso sul nostro traffico e cioè su Malta. Una. simile azione, anche senza rag_giungere gli effetti totalitari che se ne potevano sperare in passato e che in parte furono temporaneamente raggiunti nd maggio scorso, avrebbe però certamente l'effetto di riportare il problema io condizioni di possibile soluzione.
12. • Riassumendo: E' certamente esatto che « l'Armata di Libia avrebbe necessità di un afflusso ininterrotto di materiale di rifornimento tanto su Tripoli quanto nel traffico costiero verso la Sirte ». E' certamente esatto che « i materiali esistono in Italia e possono essere resi disponibili in larga misura ». Ed è anche esatto che, « occorre solamente navigare ,,. Ma è proprio questo il problema centrale di tutta la nostra guerra, il problema superiore ad ogni previsione che le circostanze hanno imposto alla Marina italiana: navigue senza posa per alimentare una guerra oltremare contro un nemico che ha avuto sin dall'inizio una enorme superiorità di mezzi navali e che è venuto acquistando e poi accrescendo col tempo la superiorità dei mezzi aerei, potenziata dalla posizione eccezionale di quella base di Malta che esso ha sempre considerata la sua più grande forza in Mediterraneo. La Marina si è prodigata oltre ogni limite di sforzo del materiale e del personale per mantenere fino ad oggi l'afflusso in Africa dei rifornimenti occorrenti. Continuerà a farlo, ma le sue possibilità diminuiscono continuamente e con ritmo tale da far prevedere che tra poco potranno divenire inadeguate a qualsiasi compito. E' certo che d'ora innanzi non sarà possibile assicurare il minimo indispensabile rifornimento agli eserciti d'Africa, nonostante ogni sacrificio, se l'Asse non riacquisterà la prevalenza aerea nel Mediterraneo centrale, cominciando dalla ripresa di un'azione efficace e continua sulla base di Malta. R1CCAROI
Allegato 43.
RIUNIONE DEL 1° DICEMBRE 1942 PRESSO IL COl\1ANDO SUPREMO
DIARIO DEL COMANDO SUPREMO. STRALCIO DELLE NOTIZIE RELATIVE A RIUNIONE TENUTA DALLE ORE II ALLE
15,30
DEL 1• DICEMBRE 1942
Riunione con il Maresciallo Gocring. Presenti: Amm. Riccardi, Gcn. Fougier, Gen. Gandin, Maresciallo Kesselring, Maresciallo Rommel, Amm. Weichold, v. Pohl. Esaminiamo d'altra parte la situazione di Rommel. Essa è in complesso nota. Egli ha bisogno di rifornimenti in uomini cd in materiale. La posizione di Marsa Brega non è una delle migliori: è aperta al sud e manca di acqua e non si presta ad una buona difensiva. Il Duce ha disposto affinchè tale posizione sia mantenuta finchè è possibile. Rommel vorrebbe ritirarsi sulla posizione di Buerat. Anche il Fiihrer considera che tale ultima sia migliore della prima. D'altra parte c'è lo svantaggio di essere troppo vicino a Tripoli e quindi il nemico potrà a,ttaccarc anche di giorno con forze aeree. Comunque, finchè la Tunisia non è pienamente potenziata e finchè noi non saremo almeno ad Algeri la posizione di Buerat dovrà essere assolutamente tenuta.
In sintesi la situazione va oggi esaminata sia dal punto di vista tunisino che da quello di Rommel. Per Rommel la cosa è ormai chiara: bisogna fargli avere più rapidamente possibile armi, carri e mezzi; il problema del personale passa in seconda linea. Solo il Duce potrà decidere se Rommel dovrà ritirarsi sulla linea di Buerat. In tal caso bisogna sin d'ora provvedere che la nuova posizione sia preparata. A questo punto dò visione al Maresciallo Goering del telegramma che ho preparato per l'Ecc. Bastico (v. ali. 1) (1), quello spedito alle ore 23,45. li Maresciallo Goering concorda ed afferma energicamente che a Buerat si dovrà resistere ad oltranza. A mia volta mi rivolgo a Rommel e gli faccio presente che il ripiegamento da Marsa Brega deve avvenire il più tardi possibile.
(1) Si omette essendo riportato nel two a pag. 294. (Nota dell'Ufficio Storico).
31. - Al.
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Allegato 44.
SITUAZIONE LOGISTICA ALL'l l DICEMBRE 1942
GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
FF. AA. DELLA LIBIA Stato Maggiore
COMANDO SUPERIORE
Teleavio
P. M. 11, li n dicembre 1942 CO'mando Supremo - P. M. 21
N. 01 /20282 Op. Per Maresciallo Cavallero. Ancor prima ch'io riassumessi il comando anche del fronte est fu concordemente convenuto con Voi, signor Maresciallo, nella riunione del 13 novembre et come risulta dal verbale della riunione stessa di cui avete copia, essere indispensabile che nuovi mezzi, in primo luogo carri armati et artiglieria dei tipi germanici, et sensibili rinforzi di aviazione fossero fatti affluire rapidamente dall'Italia assieme con armi anticarro munizioni carburanti parti di ricambio et altri rifornimenti. Da allora, ed è passato un mese, se il nemico ha progredito più lentamente del previsto, nuove necessità si sono però aggiunte alle preesistenti et segnatamente: primo: quelle del fronte ovest che assorbe sempre maggiori forze dalla Libia (finora R.E.Co. « Lodi », tre battaglioni, sei batterie piccolo calibro più quattro da 20, mezzi et personale dei servizi); secondo: quelle della impostami posizione di Buerat, che si stende su di un nudo et ovunque ben percorribile terreno, oggi privo di apprestamenti difensivi anche minimi, pei quali difettano per di più materiali rafforzamento ed attrezzi lavoro da tempo richiesti. Da allora per converso, se molte sono state le mie insistenze, sono qui giunti rinforzi et rifornimenti non già straordinari come convenuto, ma inferiori al normale tanto da mettere non solo in crisi gravissima et senza precedenti i carburanti, che qui sono la vita, ma in penuria ogni servizio et financo i viveri. Volendo citare qualche cifra, sebbene sia at Voi già nota, ricordo i principali arrivi di truppe et mezzi dopo il 13 novembre: sedici carri armati M/ 14, ventotto autoblindo del R.E.Co. «Lodi», ventotto cannoni di piccolo calibro, sessantanove pezzi da 47, ventiquattro armi da 20, ventisette mortai da 81, armi portatili varie; ottantacinque automezzi et venti rimorchi, centonovanta motomezzi; circa milleduecento uomini del R.E.Co. «Lodi», del 31° reggimento carristi et di compagnie controcarri « GG. FF. ». Quanto ai rifornimenti di viveri munizioni carburanti et materiali vari, sempre dal 13 novembre at oggi, sono giunte in complesso per il R. Esercito meno di ottomila tonnellate, di contro at un fabbisogno mensile medio, sempre per il solo R. Esercito, valutato in oltre trentamila tonnellate; est giunto cioè poco più di un quarto del rifornimento occorrente in linea normale et sono di conseguenza diminuite non
poco le già modeste scorte. Ogni mia insistenza appare pertanto non solo giustificata ma doverosa perchè se posso in coscienza affermare di aver per la seconda volta fatto anche ciò che non sembrava possibile ottenere, per ridare consistenza alle nostre forze, cosa questa che anche il Maresciallo Rommel ha francamente riconosciuto, debbo tenere anche presente che la lentezza con la quale il nemico ha fino ad ora addensato le sue forze non est indice di debolezza ma proposito di presentarsi alla nuova lotta con schiacciante superiorità. Nè devo del pari dimenticare l'inferiorità qualitativa dei nostri carri et dei nostri anticarro, fin troppo nota agli stessi soldati. E' perciò, ripeto, mio dovere di dirVi, signor Maresciallo, che la situazione può diventare insostenibile, anche indipendentemente dal nemico, ma per sola insufficienza logistica. Questa situazione, che non esito a definire angosciosa, diventa ogni giorno più di pubblico dominio, et si va diffondendo, nonostante ogni sforzo, la non infondata sensazione che la Libia sia abbandonata at se stessa. Pe,togliere tale sensazione, non vi est quindi che un mezzo, cioè la pronta soddisfazione di quelle esigenze che Voi stesso riconosceste indispensabili il 13 novembre, che Vi ho dianzi ricordato, et che acquistano ogni ora più impellente valore. Qui, posso affermarlo, come soldato et come comandante, tutti siamo pronti ad compiere come sempre et con inesausta fede intero il nostro dovere, ma anche la fede può divenire vana se non è integrata dalla forza. BASTICO
Allegato 45.
COLLOQUIO BASTICO· ROMMEL DEL 17 DICEMBRE 1942 A BUERAT GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA
FF. AA. DELLA L IBIA Stato Maggiore
COMANDO SUPERIORE
P. M. rr, li 17 dicembre 1942, ore 21
Radio • Cifrato - P.A.P.A. • Segreto Comando Supremo. N. 01 /20584 Op. Oggi 17 dicembre ore 11,30 in seguito at richiesta Maresciallo Rommel mi sono incontrato con lui Buerat. Colloquio come sempre ispirato serenità et franchezza. Maresciallo Rommel habet esposto situazione attuale A.C.I.T. et est passato quindi esaminare ulteriori sviluppi situazione data mancanza assoluta rinforzi et rifornimenti promessi et quasi assoluta certezza che nulla aut ben poco potrà arrivare. Premesso che cc animus » Rommel, come già avevo previsto et segnalato, est decisamente orientato at abbandono Tripolitania scopo riunire sotto un Comando unico che egli giudica indispensabile forze A.C.l.T. et forze T unisia. Habet giustificato suo punto di vista dicendo: primo: nella situazione attuale est da escludere che prevista resistenza ad oltranza sulle posizioni ovest Buerat (che egli dice aver accettate solo perchè ordinatogli) possa effettuarsi con speranza successo per deficienza ap• prestamenti difensivi et per scarsezza munizioni et carburanti che non consentono difesa attiva; secondo: accettare battaglia su posizioni ovest Buerat nelle condizioni attuali porterebbe at disastro; terzo: ripiegando su linee successive anche con rifornìmenti deficitari ma con opportuna condotta operazioni sarebbe possibile ritardare avanzata avversaria; quarto: delle linee successive quella che potrebbe offrire maggiore possibile resistenza est linea Homs - Cussabat - Tarhuna • Garian; quinto: ripiegamento definitivo dovrebbe in ogni modo essere effettuato su linea Gabès; sesto: soluzione da me prospettata est unica che possa dare speranza di riprendere, insieme con truppe Tunisia, offensiva verso ovest aut verso est. Chiusa esposizione Maresciallo Rommel.
Dico subito che ho avuta impressione che Rommel non sia al corrente situazione strategica tattica et logistica Tunisia. Ho fatto a mia volta presente at Rommel : primo: convengo con lui nel ritenere non possibile condurre, con probabilità successo, sulla linea ovest Buerat battaglia difensiva nelle condizioni attuali degli apprestamenti et dei rifornimenti; secondo: nella situazione attuale dei carburanti et data scarsezza automezzi disponibili dopo battaglia Egitto, non sarebbe in ogni modo possibile portare in Tunisia sia nostre truppe che nostri stabilimenti et depositi Intendenza, senza i quali non potrebbe essere effettuata qualsiasi azione in Tunisia; terzo: qualora fosse esclusa possibilità di resistere ad oltranza sulla linea di Buerat convengo con lui nel ritenere che sola linea possibile da approntare per difesa oltranza est quella di Homs - Cussabat -Tarhuna - Garia.n, che meglio delle altre si presta, per natura, at una organizzazione difensiva, per altro ora inesistente; quarto: una resistenza ad oltranza sulla linea Homs permetterebbe un parziale sgombro su Tunisia apparecchio logistico Tripolitania; quinto: qualsiasi decisione da prendere est strettamente legata at quanto sta avvenendo in Tunisia et in particolare alla possibilità di allargare, consolidare, alimentare l'attuale precaria testa di sbarco; sesto: comunque trattandosi di decisioni di eccezionale portata strategico - politico - morale, ogni decisione deve essere presa, senza alcuna pressione da parte nostra, dalle alte autorità competenti; settimo: aderisco sua richiesta sottoporre quanto sopra at giudizio Comando Supremo con preghiera far conoscere al più presto decisioni; ottavo: in attesa confermo esplicito ordine di resistere ad oltranza sulle da lui prescelte posizioni ovest Buerat. Aggiungo per codesto Comando alcune mie considerazioni : primo: ritengo che come già ad Aghcila et così at Buerat anche per linea Homs Maresciallo Rommel rappresenterà uguali ragioni per giungere ad analoghe conclusioni ossia ripiegare celermente per difetto mezzi et carburanti; secondo: sulla linea Buerat est stato portato et impiegato il poco materiale rafforzamento, attrezzi lavoro, mine, collegamenti racimolato, dopo di che nulla est rimasto; terzo: i 500 automezzi faticosamente raccolti per rendere possibile spostamento da Agheila divisione « La Spezia » sono insufficienti per trasferire su altra linea non solo « La Spezia» ma anche divisione « Trieste », ormai ricostituita, et altri numerosi reparti, batterie et servizi affluiti da ovest su linea Buerat; quarto: linea Homs comporterebbe abbandono popolazione et territorio Misuratino et comporterebbe perdita quasi totale truppe Sahara Libico, che avrebbero at disposizione, per ripiegare, con i pochissimi mezzi disponibili, sola cattiva pista Sciueref - Mizda; quinto: occupazione campi aviazione Sirtica et Misuratino renderebbe inutilizzabile porto Tripoli;
sesto: np1egamcnto in Tunisia, che aggraverebbe et estenderebbe portata considerazioni sopra esposte, porterebbe di conseguenza perdita maggioranza truppe et totalità magazzini et depositi, in quanto ripiegamento da Agheila si riferiva quasi soltanto at tre Divisioni fanteria, mentre ora oltre at quattro divisioni et numerosi reparti riordinati et semi territoriali, comporterebbe sgombro base logistica Tripoli che est stata sempre basilare per Libia. Concludo perciò esprimendo avviso che difesa ad oltranza posizioni Buerat, dove truppe farebbero come sempre tutto il loro dovere, rappresenta ancora soluzione migliore at patto però che Madrepatria compia subito uno sforzo veramente eccezionale per far giungere quanto est all'uopo indispensabile in rifornimenti et mezzi. BASTICO
Allegato 46.
DIRETTIVE DEL COMANDO SUPREMO (27 DICEMBRE) SULL'ULTERIORE SVILUPPO DELLA MANOVRA DI RIPIEGAMENTO FINO ALLA TUNISIA COMANDO SUPREMO
I lùPARTO Ufficio Operazioni • Scacc. Africa Prot. n. 34245 Op.
P. M. 21, li 27 dicembre 1942
Al Maresciallo d'Italia Ettore Bastico Comandante Superi01·e FF. AA. della Libia. Oggetto: Direttive per le operazioni. I. - Il Duce ha preso conoscenza del Vostro telegramma 01/20951/Op. in data 25 c.m. e mi incarica di confermarvi che compito dell'A.C.I.T. è di resistere sulle posizioni di Bucrat « il più a lungo possibile». E' evidente che una resistenza ad oltranza che fosse spinta, secondo l'ipotesi da Voi ammessa, all'annientamento dell'Armata corazzata, non avrebbe scopo. La guerra in Africa Settentrionale (Libia e Tunisia• Algeria) deve essere considerata secondo un concetto unitario e le operazioni dell'A.C.I.T. devono essere collocate in questo quadro operativo di insieme. U. • L'arretramento dalla posizione di Marsa Brega • El Agheila ci fu imposto dalla impossibilità, dovuta ai ripetuti affondamenti, di far giungere in tempo i rinforzi e i mezzi necessari. La linea di Buerat ha potuto ricevere fin qui un minimo di alimentazione quotidiana, ma l'invio di sostan ziali rinforzi non è stato possibile nonostante gli sforzi compiuti a tal fine; nemmeno è da prevedere che ciò possa farsi nelle prossime settimane (via diretta su Tripoli preclusa; scarsa potenzialità della via terrestre Tunisi - Tripoli per l'avvenuta distruzione di locomotive e per la scarsità di automezzi dovuta agli affondamenti; avvenuto ritiro di una forte aliquota degli aerei tedeschi da trasporto per l'invio in Russia, ecc.). III. • Le suesposte condizioni e la constatata impossibilità di alimentare ad un tempo i due scacchieri tunisino e libico pongono un limite alla durata della nostra resistenza sulla posizione di Buerat, fermo restando che il guadagnar tempo costituisce per noi il presupposto essenziale. Perciò, stabilito da Voi l'inizio del movimento secondo il concetto di non esporre le truppe dell'A.C.I.T. a perdite irreparabili, la nostra manovra deve svolgersi gradualmente e per tempi successivi (lince di Buerat, di H oms, di T ripoli, di Zuara, ecc.) ed essere basata sull'azione controffensiva delle unità mobili e corazzate.
IV. - Mentre questa manovra si verrà svolgendo, le truppe dello scacchiere tunisino agiranno per guadagnare spazio quanto più possibile verso ovest, anche per far posto alle truppe dell'A.C.I.T. che dovessero essere impiegate in quello scacchiere e renderne possibile il successivo schieramento. V. - Nel frattempo il Comando Supremo intensificherà con ogni mezzo l'afflusso dei rifornimenti, specie carburanti; a tal fine è necessario che i mezzi di trasporto corrispondenti non vengano distratti per altri scopi. A questa condizione, che è di vita per l'A.C.I.T., ogni altra esigenza deve essere subordinata. VI. - Sgomberi. E' lasciato a Superlibia i! compito di determinare il complesso dei provvedimenti a ciò relativi. Urge intanto: 1° portare subito in zona sud Gabès tutto quanto può essere utile (&igenti, reparti, operai) per accelerarvi i lavori difensivi, già ordinati; - provvedere con reparti tratti dai presidi della Tripolitania all'organizzazione della difesa costiera dal confine libico a Gabès (minacce possibili da Malta); 2° sgomberare in Tunisia gli elementi più utili ai fini operativi, delle attrezzature, depositi e magazzini di intendenza; - avviare in Tunisia, a disposizione del XXX corpo d'armata, mezzi e reparti per la difesa contraerea e costiera, sguarnendo gradualmente località della Tripolitania, non esclusa Tripoli, con precedenza ai mezzi e reparti più efficienti, e procedendo agli scioglimenti necessari; - accelerare gli sgomberi sull'Italia degli avvicendandi, anche via Tunisi; 3° - subordinatamente all'assolvimento dei compiti ora detti, sgomberare in Italia gli altri militari non utilizzabili nella nuova situazione. VII. - lnutilizzazione porto di Tripoli: disposizioni a parte. VIII. - L'ufficiale generale del Comando Supremo, latore del presente: foglio, potrà illustrare: anche nei particolari la situazione generale e fornire ogni altro elemento di informazione che fosse desiderato.
ll Capo di Stato Maggiore Generale Uco CAVALLERO
Allegato 47.
DIRETTIVE DEL COMANDO SUPREMO (1° GENNAIO 1943) SULLE MODALITA' ESECUTIVE DELLA MANOVRA DI RIPIEGAMENTO COMANDO SUPREMO
I REPARTO Ufficio Operazioni - Scacc. Africa
Radio cifrato - P.A.P.A.
P. M. 21, 1° gennaio 1943, ore 21
At Superlibia.
N. 30013 Op. Superlibia per Maresciallo Bastico. Duce ha preso conoscenza vostro telegramma or/ 21240. Opinione vostra et opinione Rommel sono estreme ed opposte fra loro; entrambe in contrasto con direttive Comando Supremo. 1° - Direttive 34245 data 27 dicembre del Comando Supremo permangono immutate. 2° - Battaglia difensiva sulle posizioni di Buerat con tutte le forze est da escludere. 3° - Sganciamento delle fanterie at cominciare da quelle meno mobili deve essere effettuato fuori della diretta pressione avversaria. 4° - Movimenti possono essere iniziati in qualunque momento, fermo restando quanto est ordinato at successivo n. 5. 5° - 11 guadagno di tempo dipende dall'azione controffensiva delle forze mobili sugli elementi più avanzati dell'avversario. Ciò deve essere fatto et aviazione deve dare il massimo concorso. 6° - Per poter effettuare lo sgombero degli elementi et dei materiali utili per l'ulteriore condotta della guerra est necessario: a) guadagnare circa tre settimane prima che le unità mobili et corazzate dell'A.C.I.T. abbiano raggiunto la posizione di Homs; b) guadagnare circa altre tre settimane prima che forze mobili et corazzate dell'A.C.I.T. abbiano raggiunto la fronte orientale del campo trincerato di Tripoli. 7° - Raggiunta la posizione di Homs esaminate, di concerto con Rommel, et fate conoscere se et quali unità possono essere avviate direttamente Gabès senza compromettere condotta della operazione come est stata prescritta. 8° - Nel quadro dei tempi, di cui al n. 6, sia lasciata libertà di azione al Maresciallo Rommel, al quale spetta la responsabilità che i tempi indicati siano ottenuti. 9• - Dovendosi coordinare svolgimento manovra con situazione su fronte tunisino Comando Supremo interverrà con ordini successivi. Uoo CAVALLERO
Allegato 48.
DIRETTIVE DI SUPERLIBIA AL MARESCIALLO ROMMEL SULLE MODALITA' ESECUTIVE DELLA MANOVRA DI RIPIEGAMENTO COMANDO SUPERIORE
FF. AA. DELLA LIBIA Stato Maggiore Segreto - Riservato alla persona.
N. 01/59 Op.
P. M. u, li 2 gennaio 1943
Al Maresciallo Rommel - Comando Superiore A.C.1.T. Oggetto: Direttive per le operazioni. Il Comando Supremo, al quale ho fatto conoscere quanto mi avete esposto nel colloquio del 31 dicembre circa i Vostri intendimenti operativi, con suo radio odierno mi comunica i seguenti ordini che Vi trasmetto per la loro integrale esecuzione: 1° - lo sganciamento delle fanterie, a cominciare da quelle meno mobili, deve essere effettuato fuori della diretta pressione avversaria; 2° - in relazione alle esigenze operative, nel quadro complessivo della guerra, è necessario: a) guadagnare circa 3 settimane prima che le unità mobili e corazzate dell'A.C.I.T. abbiano raggiunte le posizioni di Homs; b) guadagnare circa altre 3 settimane prima che le forze mobili e corazzate dell'A.C.I.T. abbiano raggiunta la fronte orientale del campo trincerato di Tripoli;
3° - il guadagno di tempo, di cui al precedente n. 2, lettere a) e b) dipende dall'azione controffensiva deUe forze mobili sugli elementi più avanzati dell'avversario. Ciò deve essere fatto e l'aviazione deve dare il necessario concorso; 4° - nel quadro dei tempi, di cui al precedente n. 2 lettere a) e b), è lasciata a Vostra Eccellenza, cui spetta la responsabilità che i tempi indicati siano ottenuti, libertà d'azione; 5° - raggiunta la posizione di Homs, dovrà essere esaminato, con me, se e quali unità potrebbero essere avviate direttamente a Gabès. Poichè con Vostro radio n. 103 del 31 dicembre 1942 mi avete fatto presente che Vi occorrono, come minimo, dieci giorni per compiere il ripiega-
49 1 mento sulle posizioni di Homs delle unità non mobili, Vi autorizzo ad iniziare il movimento quando lo giudicherete opportuno. Metto all'uopo a Vostra disposizione il III autogruppo d'Intendenza di 500 automezzi, che è in movimento verso la fronte. Mi riservo darvi notizie circa il campo trincerato di Tripoli. Vi prego accusarmi ricevuta del presente ordine.
Il Maresciallo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. della Libia ErroRE BASTICO
49 2 Allegato 49.
PROPOST A DEL MARESCIALLO ROMMEL DI TRASFERIRE IN TUNISIA LA 21• DIVISIONE CORAZZATA, ANZICHE' LA 164• DIVISIONE LEGGERA COMANDO A.C.I.T. N . 7/43 Segretissimo
12 gennaio 1943
Personale al Capo di S. M.
Al Maresciallo d'Italia e Governatore Generale della Libia Eccellenza Bastico (1) Ho ricevuto l'n corrente pomeriggio tramite Superlibia il marconigramma del Comando Supremo con il quale il Maresciallo Cavallero mi prega, in seguito a domanda dell'O.K.W., di comunicare se, mantenendo invariato l'attuale compito di guadagnare tempo il più possibile (almeno 2 mesi fino al raggiungimento delle posizioni di Mareth), sia possibile la cessione della 164• divisione leggera per la difesa della zona di Sfax. A tale riguardo di permetto di rispondere quanto segue : In considerazione dell'attuale sfavorevole rapporto di forze fra l'A.C.I.T. e 1'8" armata inglese, una sottrazione di forze dell'Armata significa, in linea generale, un indebolimento che necessariamente non può non avere che influenza sui futuri combattimenti. Ho già segnalato una volta che dipenderà soprattutto dal nemico, se i limiti di tempo orientativi assegnati per il ripiegamento potranno o non essere mantenuti. Ogni indebolimento delle forze combattive dell'Armata porterà ad una diminuzione del guadagno di tempo. A parte ciò, la sottrazione di forze significa una diminuzione della capacità difensiva sulla posizione di Mareth, che deve essere tenuta definitivamente. D'altra parte, io sono pienamente convinto che un'eventuale vittoriosa avanzata nemica nella zona di Sfax e la conseguente interruzione della mia arteria vitale, porteranno con sè le più gravi conseguenze. Se ora in tale direzione si manifesta probabile un pericolo acuto, per parare il quale la 5• armata corazzata non dispone delle forze sufficienti, dovrebbero essere al più presto inviate nella zona di Sfax le forze necessarie, tratte dalla mia Armata. Occorre però nello stesso tempo accettare l'inconveniente che, per conseguenza, l'Armata sarà costretta, con tutta probabilità, ad un ripiegamento corrispondentemente più celere.
11
(1) Analoga comunicazione il Maresciallo Rommel inviò al Comando Supremo il giorno gennaio alle ore 23,55. (Nota dell'U(lìcio Storico).
493 Non è neppure necessario che io confermi che, anche con forze diminuite, farò di tutto per conseguire il maggior guadagno di tempo possibile per lo sgombero della Tripolitania e per l'organizzazione della posizione di Mareth. Posto dunque che sono fondamentalmente disposto ad inviare al più presto forze della mia Armata nella zona di Sfax (e che anzi lo ritengo perfino urgentemente necessario), accettando il conseguente più sollecito sgombero della Tripolitania, resta da esaminare soltanto la questione se la 164a divisione leggera, considerata dall 'O.K. W., è in condizioni di assolvere con probabilid di successo il compito per essa previsto. La forza della Divisione è scarsa. All'incirca no mitragliatrici, 35 mortai, 15 pezzi e.e. medi e pesanti, 3 pezzi leggeri da fanteria, I batteria obici campali leggeri costituiscono l'intera potenza di fuoco. La forza combattente ammonta a 3.526 unità. Nelle ultime settimane la Divisione è stata parzialmente motorizzata a spese di altri reparti. Tale motorizzazione non è assolutamente sufficiente per una condotta mobile delle operazioni sul terreno. Con questo la Divisione è bensì idonea per compiti difensivi, ma non è in condizione di intraprendere operazioni offensive di raggio più ampio. A ciò è da aggiungere che soltanto difficilmente potrò ritirare la Divisione dal suo settore, particolarmente minacciato. Essa sarà disponibile solo quando la posizione di Buerat verd definitivamente las::iata. L'impiego di una delle Divisioni italiane a me sottoposte in luogo della 164a divisione leggera significa senza dubbio, data la migliore dotazione di artiglieria e di pezzi controcarro delle Divisioni italiane, un aumento della sola potenza di fuoco. D'altra parte, tali Divisioni sono per intero non motorizzate e pertanto solo in condizione di attuare una difesa fissa. Inoltre, l'arretramento di una Divisione di fanteria italiana durerebbe eccessivamente a lungo a causa della deficienza di automezzi. Sia la 164a divisione leggera che ognuna delle Divisioni di fanteria italiane dipendenti sono previste per l'impiego in prima linea nella posizione di Mareth. Sono dell'opinione che, se la protezione della Tunisia meridionale con forze della mia Armata non può essere evitata, occorre impiegare a tal fine forze sufficienti ed idonee a qualsiasi compito. Propongo pertanto la 21a divisione corazzata, compreso il gruppo esplorante. Benchè la sottrazione di tale Divisione comporti certamente, in confronto all'eventuale cessione della 164a, una maggiore diminuzione della forza combattiva dell'Armata, essa consente d'altra parte una protezione notevolmente più efficace. A ciò si aggiunga che la 21a divisione corazzata è prevista, nel quadro della successiva difesa della posizione di Mareth, quale riserva di Armata, dietro la fronte. Indipendentemente dalla decisione, se e quale Divisione della mia Armata dovrà essere trasferita, deve essere per tale scopo messo a disposizione carburante supplementare. La 21a divisione corazzata richiederebbe a tal fine circa 6oo metri cubi; qualsiasi altra Divisione un quantitativo notevolmente minore. ROMMEL
494 Allegato 50.
DIRETTIVE PER IL RIPIEGAMENTO IN TUNISIA Govs.RNo GENEllALE DELLA
Lis1A
COMANDO SuPEIUORE FF. AA. DELLA L1s1A
Stato Maggiore Segreto - Riservato personale. P. M.
11,
18 gennaio 1943
All'Eccellenza il Comandante Militare Tripolitania All'Eccellenza il Comandante 5a Squadra Aerea Al Sig. Comandante Superiore R. Marina in Libia Al Sig. Comandante Superiore Artiglieria Libia Al Sig. Comandante Superiore Genio Libia Al Sig. Comandante Superiore CC. RR. Libia Al Sig. Intendente della Libia Al Sig. Comandante della Piazza di
P. M. 220 P. M. 3750
Argomento: Ripiegamento verso ovest.
Tripoli P. M. II
P. M. II P. M. u P. M. 210 Tripoli
e, per conoscenza:
All'Eccellenza il Comandante del XXI C. d'A. All'Eccellenza il Comandante T1·uppe del Mareth Al Sig. Comandante del XX C. a A. Al Sig. Generale Capo S. M. Colacit
P. M. 221 P. M. 85
P. M. ooo P. M. 34
I. - La situazione determinata dall'offensiva nemica e il compito affidatomi dal Comando Supremo di partare sulle pasizioni del Mareth la massa delle forze della Libia impongono di accelerare i tempi previsti per il ripiegamento verso ovest. Non è dato prevedere con esattezza quali possano essere i tempi stessi; ma, pur essendo assicurato ogni sforzo da parte dell'A.C.I.T. per guadagnare il maggior tempo possibile, non è escluso che le posizioni di Homs - Tarhuna vengano da noi sgombrate entro pochissimi giorni e che si combatta sulle posizioni est Tripoli, brevemente, già verso il 21 - 22 gennaio. II. - La disponibilità di automezzi è nota. L a massa di quelli militari e una larga aliquota di civili sono state messe a disposizione dcli'A.C.I.T. Con quel che resta si può provvedere a stento ai più urgenti e necessari rifornimenti. Perciò ciascuno dei comandi in indirizzo deve in massima contare, per il proprio ripiegamento, sui soli automezzi che già sono a sua disposizione.
495 III. - Ciò premesso, le linee fondamentali del ripiegamento sono: a) Il Comando Militare Tripolitania con le truppe dipendenti dal Comando Sahara Libico e dal Comando R.C.T.L. ripiegherà lungo l'arco gebclico, valendosi anche della strada pedegebclica, su Nalut e di B per Dehibat e Foum Tatahouine sul tratto di fronte compreso fra Ksar el Hallouf (compreso) e lo Sciott cl Gerid, continuando ad adempiere al suo compito di protezione del fianco meridionale di tutte le forze della Libia. Pertanto dalle ore o del 19 gennaio il Comando Militare Tripolitania cessa di avere attribuzioni territoriali sulla Libia, trasferendosi nella zona occupata dalle proprie truppe. b) Il Comando Piazza Tripoli assume dalle ore o del 19 alle sue dipendenze, oltre a tutti i reparti della Piazza, tutti quelli in difesa costiera fino al confine tunisino, passando a diretta dipendenza di - questo Comando. Provvede - secondo ordini esecutivi che saranno man mano emanati al ripiegamento dei sopra ricordati elementi, sfruttando al massimo la ferrovia Tagiura - Zuara, e procedendo verso ovest per via ordinaria. e) Il Comando 5• Squadra e il Comando Superiore Marina Libia presiedono al ripiegamento dei propri elementi, coi propri mezzi, nel quadro generale del ripiegamento. In panicolare spetta al Comando 5• Squadra di assicurare la continuità del concorso dell'aviazione alle operazioni terrestri e al Comando Marina di realizzare il massimo possibile di distruzioni nel porto di Tripoli (riserva d'ordine esecutivo). a) I Comandi Superiori CC. RR., Artiglieria e Genio coordinano il ripiegamento degli elementi da essi direttamente dipendenti con quelli dipen• denti dai rimanenti Comandi, dando la precedenza a quelli di più urgente impiego sulle posizioni del Mareth e oltre. In particolare: - il Comando Superiore Artiglieria presiede al np1egarnento, con mezzi che verranno forniti dall'Intendenza, del maggior numero possibile di artiglierie contraeree di T ripoli e delle batterie da 20, con le quali ultime provvederà essenzialmente alla protezione del traffico sulla via Balbia; - il Comando Superiore Genio organizza le distruzioni, la cui esecuzione verrà man mano ordinata dai Comandi tattici e assicura il funzionamento • dei collegamenti fra questo Comando e i principali Comandi tattici secondo ordini che verranno man mano precisati. e) L'Intendenza Libia, con i pochi automezzi rimasti disponibili, provvede ai rifornimenti indispensabili e sgombra quanto possibile con il seguente ordine di precedenza: munizioni deficitarie, armi, materiali minuti d'artiglieria, materiali di collegamento, rimanenti munizioni, materiali automobilistici, materiali vari. Quanto non possibile sgombrare sarà naturalmente distrutto o, se utilizzabile, distribuito alla popolazione civile. IV. · Il Comando dell'A.C.I.T. provvede al ripiegamento delle proprie grandi unità. Di massima, si varrà per i suoi movimenti di tutte le comunicazioni a nord del Gebel (accordi con il Comando Militare Tripolitania per l'eventuale sfruttamento in comune della pedegebelica).
V. - E' essenziale portare al Mareth le artiglierie e le armi di reparto al completo col relativo munizionamento. Riserva di ordini per lo schieramento sul Mareth: fin d'ora però il Comando Truppe Mareth, sulla base degli orientamenti già ricevuti dal Comando A.C.I.T., provvederà ad avviare nei rispettivi settori gli elementi man mano defluiti da est. VI. - Il Comando Superiore CC. RR. provveda ad organizzare un valido sbarramento a nord di Gabès al fine di impedire il deflusso irregolare di clementi vari a nord del 34° parallelo (fanno eccezione i servizi di Intendenza ed i reparti organici). Gli eventuali elementi disorientati siano avviati ai Centri Istruzione fin d'ora dislocati in zona Zarat. Ricevuta.
ll M arescia/lo d'Italia Comandante Superiore FF. AA. della Libia ETTORE BASTICO
INDICI
32. - Al.
INDICE ANALmc o DELLA MATERIA Pag.
Premessa
5
PARTE PRIMA
LA PREPARAZIONE (6 settembre - 22 ottobre 1942)
J. - LA Pl!EPARAZIONE ITALO - GERMANICA
13
L'organizzazione di comando in Africa Settentrionale alla data del 6 settembre 1942 e successive modificazioni prima della battaglia di El Alamein
13
Gli intendimenti operativi alla fronte egiziana
17
I! problema dei rifornimenti attraverso il Mediterraneo nei suoi riflessi operativi
22
Potenziamento delle Forze Armate italiane
32
La difesa del Sahara Libico
37
JJ. - LA PREPARAZIONE BRITANNlCA
42
La riorganizzazione morale e materiale dcll'8• armata britannica
42
La decisione britannica di prendere l'offensiva. Coordinamento con l'apertura del secondo fronte africano e genesi di questo .
47
Le operazioni contro le retrovie italo - germaniche .
55
Azione britannica contro Tobrucb (13 - 14 settembre 1942)
56
Incursioni nemiche contro Bengasi e Barce (14 settembre 1942)
59
L'attacco nemico a Gialo (16 settembre 1942) e il blocco dell'oasi; la successiva azione d i sbloccamento da parte italiana (21 settembre)
6o
III. - LA VIGILIA DELLA BATTAGLI.A
62
Ulteriori predisposizioni per la difesa della Libia
62
500 Pag.
Le misure del Comando Supremo in vista dell'aggravarsi della situazione nello scacchiere mediterraneo
66
Attività operativa nei mesi di settembre e ottobre. Prodromi della battaglia
75
PARTE SECONDA
LA BATIAGLIA DI EL ALAMEIN (23 ottobre • 4 novembre 1942) Pag.
Le pos1z10ni italo• tedesche di El Alamein (terreno, viabilità, sistemazione difensiva)
81
Schieramento delle forze contrapposte alla data del 23 ottobre 1942
88
A) Schieramento italo• tedesco
88
B) Schieramento britannico .
93
Computo e raffronto delle forze contrapposte
95
Il piano d'attacco britannico (piano « Lightfoot »)
101
Sviluppo delle operazioni
108
Pn"ma fase: (< Azione di rottura » (dalla sera del 23 al mattino del 25 ottobre) .
108
Settore Nord: Azione britannica nella notte sul 24 .
109
La reazione italo• tedesca. Primi provvedi menti del Comando del1'A.C.I.T. per fronteggiare la situazione
rr 1
P rosecuzione degli attacchi nemici (pomeriggio del 24 e none sul 25) e sbocco di forze corazzate poco oltre i campi minati .
112
Settore Sud: Tentativi britannici di sboccare oltre tenace opposizione della Divisione «Folgore>>
114
campi minati e
Seconda fase: « Demolizione » (25 • 30 ottobre)
u8
Operazioni dal pomeriggio del 25 alla sera del 28 ottobre
n9
Settore Nord: Contrattacco italo• tedesco. Azione britannica di molizione » nella zona costiera .
<< de-
119
Settore Sud: Rinuncia del nemico a proseguire l'azione .
120
Ritorno del Maresciallo Rommel. Sue prime disposizioni (pomeriggio del 26 ottobre) per fronteggiare la situazione .
122
Decisione britannica di rimaneggiamento delle forze e (< arrotondamen• to » del fronte (sera del 26 ottobre) .
125
Contrattacchi italo- tedeschi (27 e 28 ottobre) .
127
501
Pag.
Operazioni della notte 28 - 29, del 29 e del 30 ottobre .
130
Riùro in riserva della 2a divisione neozelandese cd attuazione da parte britannica del secondo tempo del raggruppamento delle forze .
130
Propositi di ripiegamento del Ma~esciallo Rommel (28 ottobre) .
131
Schieramento delle forze contrapposte la sera del 28 ottobre .
133
Tentativo britannico di eliminare il nostro saliente costiero (notte sul 29 ottobre)
135
Colloquio Rommel - Barbasetti. Disposizioni per un nuovo schieramento
136
Terza fase: « Eruzione» (31 ottobre - 4 novembre) .
140
II piano britannico per l'operazione « Supercharge ». Nuovo fallimento delle operazioni preliminari nel settore costiero .
140
Schieramento dell'Armata corazzata italo - tedesca alla data del 1° novembre .
144
Sviluppo della « Supercharge >J e battaglia di T eli el Aqqaqir (2 novembre 1942) .
146
Ordini di Rommel per il ripiegamento dell'Armata (2 novembre) .
148
La decisione di resistere sul posto (pomeriggio del 3 novembre) .
157
Superamento britannico del nuovo schieramento (4 novembre) .
161
Ordini per il ripiegamento sulle posizioni di Fuka (pomeriggio del 4 novembre) .
165
CoNSIOERAZIONl SULLA BATTAGLIA •
170
L'impostazione della battaglia da parte britannica
170
La concezione operativa italo - tedesca
174
èondotta della battaglia
183
Conclusione .
194 PARTE TERZA
LA MANOVRA DI RIPIEGAME1 TO (4 novembre 1942 - 4 febbraio 1943) Pag. PRJMA FASE:
DA EL ALA.\IEIN AD EL AGHEILA (4 - 24 novembre 1942)
199
Direttive del Comando Supremo per il ripiegamento .
199
Ripiegamento sulle posizioni di Fuka (notte sul 5 novembre - giornata del 5 novembre)
204
502 Pag.
Ripiegamento del X corpo d'armata (5 - 7 novembre) .
2o8
Ripiegamento nella zona di Marsa Matruh (notte e mattino del 6 novembre) .
214
Ripiegamento sulla linea Sollum - Halfaya (dal pomeriggio del 7 al mattino del 10 novembre). Sbarco anglo - americano nel Nord Africa francese
218
Ripiegamento sulla linea Tobruch - El Adem e, successivamente, sulla linea B. Temrad - Aio cl Gazala (dal mattino dell'n al mattino del 13 novembre) .
230
Riunione del 13 novembre. Esame della situazione e conseguenti disposizioni
236
Ripiegamento dalla linea Bir Temrad - Ain el Gazala alle zone di Maraua (14 novembre) e di Barce - el Abiar (15 novembre).
237
Scioglimento della Delegazione del Comando Supremo in A. S. (16 novembre 1942) e nuova organizzazione di comando in Libia. Predisposizioni difensive sulla linea di El Agheila
239
Sosta del grosso delle forze dell'A.C.I.T. nella zona Beda Littoria Barce - e! Abiar ( 15 - 16 - 17 novembre)
244
Raccolta delle forze dcli' A.C.I.T. fra Sidi Ahmed el Magrun - Sceleidima -Agedabia (18 novembre) .
246
Ripiegamento ad Agedabia delle truppe del settore Siwa - Giarabub (8 - 18 novembre 1942) .
248
Ripiegamento dell'A.C.I.T. dalla zona di Agedabia alle posizioni di El Agheila (19- 24 novembre)
252
SECONDA FASE: DA EL AcHEILA ALLA T UNISIA (25 novembre 1942 • 4 febbraio 1943)
257
Problemi e provvedimenti logistici ed operattv1 connessi con il ripiegamento. Schieramento sulle posizioni di El Agheila
257
Discordi valutazioni sull'ulteriore condotta del ripiegamento
266
Direttive operative per la difesa delle posizioni cli Marsa el Brega El Agheila
273
Improvviso viaggio in Europa del Maresciallo Rommel (28 novembre '42)
287
Sguardo d'insieme alla situazione in Mediterraneo. Evoluzione degli orientamenti sulla difesa della Tripolitania
289
Disposizioni per il graduale ripiegamento sulle posizioni di Buerat .
293
Ripiegamento del XXI corpo d'armata sulle posizioni di Buerat .
298
Pag.
Sganciamento delle unità motocorazzate italo - tedesche dalle pos1z1oni di El Agheila (12 dicembre). Completamento del ripiegamento dell'A.C.I.T. a Buerat (31 dicembre 1942)
300
Orientamento circa l'ulteriore ripiegamento sulle posizioni di Tarhuna - Homs
307
Disposizioni esecutive per il ripiegamento dell'A.C.I.T. sulle posizioni di Tarhuna • Cussabat • Homs
316
Predisposizioni organizzative per il ripiegamento in Tunisia
317
La manovra di ripiegamento in Tunisia (2 gennaio - 4 febbraio 1943)
321
Ripiegamento dell'A.C.I.T. dalla linea di Buerat al Mareth. 1° tempo: spostamento delle truppe non motorizzate sulle posizioni di Tarhuna - Homs (2- 14 gennaio); trasferimento in Tunisia della 21a. divisione corazzata tedesca .
322
Ripiegamento delle truppe del Sahara Libico e dei presidi della Tripolitania sull'arco gebelico Garian - Nalut (xa fase: 5-17 gennaio 1943)
327
Ripiegamento dell'A.C.I.T. dalla linea di Buerat al Mareth. 2° tempo: spostamento delle truppe motocorazzate sulla linea Tarhuna • Homs e movimento dell'intera Armata verso ed oltre la piazza di Tripoli (15 · 19 gennaio 1943) .
329
Ultimo tempo del ripiegamento al Mareth: A.C.I.T. - Truppe del Sahara Libico - Truppe della Tripolitania (20 gennaio - 4 febbraio 1943)
333
Attività operativa e logistica del Comando Superiore FF. AA. della Libia per il ripiegamento in Tunisia. Perdite italiane relative allo stesso periodo
343
CONSIDERAZIONI SUL RIPIEGAMENTO
351
Criteri e condotta dell'operazione
351
Sviluppo della ritirata e della manovra di ripiegamento
358
CONCLUSIONE
372
INDICE DEI DOCUMENTI RIPORTATI NEL TESTO Pag.
Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. della Libia · Stato Maggiore • N. 01/17036 del 7 settembre 1942 al Maresciallo Cavallero: Difesa Sahara Libico
40
Comando Supremo • 24 ottobre 1942: Verbale della riunione tenuta a Taormina presso la sede dell'O.B.S. il 22 ottobre 1942 .
68
Colacit · T elegramma n. 5172 del 2 novembre 1942, ore 20,50 a Comando Supremo e Deleasc: Situazione ore 17
149
Comando Supremo • Messaggio n. 33346 del 3 novembre 1942, ore u,10 a Colacit: Ordine di mantenimento del fronte a qualunque costo
157
Comando Supremo · Messaggio n. 33347 del 3 novembre 1942, ore 12,30 a Deleasc: Disposizioni per il caso di ripiegamento .
158
Telegramma di Hitler al Maresciallo Rommel • 3 novembre 1942: Ordine di resistenza ad oltranza .
159
Messaggio del Maresciallo Rommel ad Hitler • 3 novembre 1942: Richiesta di autorizzazione per il ripiegamento
159
Relazione del D.A.K. al Comando Supremo • N. 10840 del 4 novembre 1942, ore 20
166
Comando Supremo • Messaggio n. 33380 del 4 novembre 1942, ore 21,30 a Colacit per Maresciallo Rommel: Libertà di manovra per il ripiegamento su Fuka
199
Comando Supremo · N. 33381 del 4 novembre 1942 al Generale Barbasetti, Capo di Delease: Direttive operative . Comando Supremo - N. 33394 del 5 novembre 1942 a Superlibia per Maresciallo Bastico: Comunicazione per conoscenza direttive ope· rative; notizie su afflusso rinforzi Comando Supremo · N. 33429 del 6 novembre 1942 a Colacit per Maresciallo Rommel: Ripiegamento sulla linea Sollum • Halfaya • Sidi Omar Comando Supremo • N. 33428 del 6 novembre 1942 a Superlibia: Ordine di accelerare organizzazione posizione El Agheila . Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. della Libia . Stato Maggiore • N. 01 / 188o 1 del 9 novembre 1942 al Comando Settore Agheila • Marada e alla Delegazione Intendenza n. 1: Schieramento reparti .
200
202
215 216
220
Pag.
Comunicazione dcll'A.C.I.T. - N. 10993 scgr. dclJ'8 novembre 1942: Situazione; intenzioni operative; procedimenti di attacco da parte nemica; situazione rifornimenti .
222
Comando Supremo - 8 novembre 1942 • Promemoria per il Capo di Stato Maggiore Generale: Situazione forze aeree; informazioni sull'andamento della ritirata
224
Comando Supremo - N. 33449 dcll'S novembre 1942, ore 17,05 a Deleasc per Maresciallo Rommel: Necessità prolungare resistenza su posizioni SolJum - Halfaya
226
Comando Supremo • N. 51076 del 9 novembre 1942 al Generale Fougier, Capo di S. M. della R. Aeronautica: Direttive per le forze aeree nell'Africa Settentrionale Italiana
226
li Maresciallo Cavallero al Maresciallo Rommel • 10 novembre 1942: Necessità prolungata rcsislcnza su posizioni Sollum - Halfaya; modalità eventuale ripiegamento
229
Comando Supremo • N. 03/16493 del 13 novembre 1942 a Superlibia e Dclcase : Scioglimento Dcleasc .
239
Comando Supremo - N . 33562 del 15 novembre 1942 a Superlibia per Maresciallo Bastico: Difesa Tripolitania su linea Marsa Brcga - El Agbcila
240
Mussolini a Superlibia per Maresciallo Bastico • Telegramma n. 33570 del 16 novembre 1942 .
241
Il Maresciallo Rommel al Comando Supremo • N. 141/ 42/ n300 scgr. del 17 novembre 1942: Relazione sulla consistenza cd efficienza delle forze italo • tedesche
254
Colacit - Telegramma N. 5271 del 20 novembre 1942 a Comando Supremo e Superlibia: Informazioni circa punto di vista Maresciallo Rommel sulla situazione
267
Promemoria del Maresciallo Cavallero a Mussolini • 21 novembre 1942: Posizioni difensive in Tripolitania
269
Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale • Stato Maggiore • Radio - telegramma N. 01/19393 del 21 novembre 1942 al Comando Supremo: Convenienza difesa su linea Marsa Brcga - Agheila • Marada .
271
Governo Generale della L ibia • Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale • Stato Maggiore · Radio - telegramma N. 01/ 19448 del 22 novembre 1942 al Comando Supremo per Maresciallo Cavallero: Rapporto su colloquio Bastico-Rommel inerente alla situazione
273
Comando Superiore FF. AA. della Libia - Stato Maggiore - Verbale riunione tenutasi all'aeroporto di Ara dei Fileni il 24 novembre 1942
275
506 Pag.
Comando Supremo • N. 33707 del 25 novembre 1942 a Superlibia per Maresciallo Bastico: Direttive per la difesa della linea Marsa Brega e per eventuale ripiegamento
281
·Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale - Stato Maggiore - Radio • telegramma N. 01 / 19587 del 26 novembre 1942 al Maresciallo Rommel e per conoscenza a Colacit: Ordine per la difesa sulla linea Marsa Brega .
282
Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale • Stato Maggiore - Radio - telegramma N. 01 / 19610 del 26 novembre 1942 al Comando Supremo: Rapporto su disposizioni impartite
283
Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale · Stato Maggiore - Radio • telegramma N. 01 / 1,:fif,o del 27 novembre 1942 a Colacit per Generale Mancinclli: Provvedimenti di carattere organico; rinforzi
285
Comando Supremo - Promemoria del 30 novembre 1942 in merito alla situazione generale nel Nord Africa .
290
'Comando Supremo - N. 33814 del 1° dicembre 1942, ore 23,45 a Super• libia per Maresciallo Bastico: Autorizzazione graduale ripiegamento su linea Buerat .
294
Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale - Stato Maggiore - Radio - telegramma N. or/ 19933 del 3 dicembre 1942 al Comando Supremo per Maresciallo Cavallero: Rapporto su colloquio Bastico - Rommel: decisioni adottale per ripiegamento su linea Buerat
295
Il Maresciallo Bastico al Maresciallo Cavallero - N. 01/20465 del 15 dicembre 1942: Richiesta direttive operative per l'eventualità ripiegamento tedesco
307
Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale - Stato Maggiore - Radio - telegramma N. ot / 20774 del 21 dicembre 1942 al Comando Supremo per Maresciallo Cavallero: Situazione complessiva in Tripolitania; possibilità di difesa
310
Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale • Stato Maggiore - Radio - telegramma N. 01 / 21240 del 3r dicembre 1942 al Comando Supremo per Maresciallo Cavallero: Contrasto di vedute operative con il Maresciallo Rommel; richiesta ordini da impartire al Maresciallo Rommel .
313
Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale - Stato Maggiore - N. or/ 194 del 4 gennaio 1943 al Maresciallo Rommel: Precisazione compito et responsabilità Comandante A.C.I.T. .
315
INDICE DEI DOCUMENTI ALLEGATI ( I numeri in corsivo e tra parentesi indicano le pagine del test<> dove gli allegati sono citati) Pag. J. Riassunto del discorso pronunciato dal Maresciallo Rommel in una
riunione di Comandanti di Corpo d'armata e di Divisione il 22 settembre 1942 (7, 19, 187)
379
Supremo - N. 32830 del 7 ottobre 1942: Nuova organizzazione militare della Libia ( 1 5, 62)
383
2. Comando
3. Comando Supremo - N. 432 del 19 settembre 1942: Direttive per la difesa delle retrovie ( 16, 62) 4. Comando Armata Corazzata Africa - N. n9/42 del 3, ottobre 1942:
385
Relazione del Gen. Stumme al Maresciallo Cavallero ( 21, 1 Bo)
387
5. fl Comandante Superiore Sud, Maresciallo Kesselring, al Comando Supremo - 8 settembre 1942: Studio sulle cause delle perdite di naviglio e sulle misure conseguentemente necessarie per migliorare la situazione dei rifornimenti . (23)
390
6. Verbale sintetico del colloquio Mussolini - Kesselring a Rocca delle Caminate il 13 settembre 1942. (25)
392
7. Comando Supremo - T elegramma n. 5564 del 17 settembre 1942 al Generale Marras, Capo Missione a Berlino: Rifornimento carburante ( 27)
394
8. Comando Supremo - Telegramma N. 5653 del 22 settembre 1942 al Generale Marras: Sollecito in merito rifornimento carburanti ( 27)
395
9. Lettera del Maresciallo Cavallerio al Maresciallo Keitel - 23 settembre 1942: Nafta per forze navali da dislocare nell'Egeo ( 27)
396
ro. L'Ammiraglio Weichold, Comandante della Marina germanica in
Italia, alJ' Alto Comando della Marina germanica - Dispaccio numero 489/42 del 15 ottobre 1942 : Situazione carburanti della Marina italiana ( 30)
397
, , . Comando Supremo - 18 ottobre 1942: Promemoria sulla situazione nafta . (JI)
398
Verbale della riunione tenuta dal Duce a Palazzo Venezia il 27 settembre 1942 con il Capo di S. M. Generale e il Sottosegretario di Stato alle Fabbricazioni di Guerra . ( 33)
400
12.
508 Pag.
r 3. Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. della
Libia - Stato Maggiore • N. 01 / 17021 del 7 settembre 1942 al Comandante del Sahara Libico: Preavviso di predisposizioni per il potenziamento del Sahara Lìbico . ( 39)
403
14. Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. della Libia · Stato Maggiore • N. 01/17013 del 7 settembre 1942 al Comando 5• Squadra aerea: Predisposizioni logistiche nei campi aeronautici del Fezza.n . ( 39)
405
r 5. Governo Generale della Libia · Comando Superiore FF. AA. della
Libia • Stato Maggiore - N. 01/ 1729'5 del 17 settembre 1942: Camionette desertiche (39)
408
16. Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. della Libia · Stato Maggiore · N. 01 / 17475 del 22 settembre 1942: Direttive per le operazioni nel Sahara Libico. (Stralcio) . (62)
409
17. Governo Generale della Libia · Comando Superiore FF. AA. della Libia - Stato Maggiore - Allegato al foglio n. 01 / 17549 del 24 set· tembre 1942 diretto al Comando Supremo: Provvedimenti per il potenziamento del Sahara Libico . (64)
413
18. Governo Generale della Libia · Comando Superiore FF. AA. della Libia - Stato Maggiore - N. 01/ 17524 del 24 settembre 1942 al Comando Supremo: Richieste del Maresciallo Bastico per il potenziamento difesa della Libia. (Con un allegato) . (64)
415
19. Verbale incontro Cavallero - Kesselring del 16 ottobre 1942, presso il Comando Supremo (66)
419
20. Comando Supremo - 18 ottobre 1942 - Appunto del Capo di S. M.
( 66)
422
Generale tedesco presso il Comando Supremo italiano - Numero 0338 / 42 del 14 ottobre 1942: Olio combustibile per le forze marittime italiane ncll 'Egeo . ( 66)
423
Generale per il Duce: Questione nafta . 21 . Il
22. Comando Supremo • N.
12344 del 20 ottobre 1942 - Appunto per il Generale tedesco presso il Comando Supremo: Predisposizioni operative per lo scacchiere Mediterraneo . ( 66)
424
23. Grandi unità italiane schierate sulle posizioni di El Alamein e nelle immediate retrovie alla data del 23 ottobre 1942 . . ( 88, nota)
425
24. Costituzione sommaria delle forze tedesche in Egitto alla data del 23 ottobre 1942 . . ( 88, nota)
435
25. Ordine di battaglia ( dati sommari) dell '8• armata britannica alla data del 23 ottobre 1942 . (93, 94)
436
26. Delegazione del Comando Supremo in A. S. (Deleasc) • N. SD/19'5 del 29 ottobre 1942 al Capo di S. M. Generale: Relazione sul colloquio Rommel • Barbasetti del 29 ottobre 1942 . ( I 36)
440
Pag.
27. Verbale del colloquio avvenuto il 27 ottobre 1942 a Palazzo Venezia tra il Duce, il Capo di S. M. Generale, iL Maresciallo Goering e il Maresciallo Kesselring . ( 1 37)
443
28. Comando Supremo - 30 ottobre 1942: Messaggio a Delease per Generale Barbasetti . • ( 137)
445
29. Ordine del Generale Montgomery per l'operazione « Supercharge » dell'8" armata britannica - 30 ottobre 1942 . . ( 141, nota)
446
30. Delegazione del Comando Supremo in A. S. (Delease) • N. 4544 del 9 novembre 1942: Sgombero a tergo di personale e materiali non di pronto impiego . . ( 220)
449
31. Delegazione del Comando Supremo in A. S. (Delease) - Colloquio Barbasetti - Rommel del 9 novembre 1942 presso Ridotta Ca puzzo . ( 227)
451
32. Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. della Libia - Stato Maggiore - Verbale della riunione tenuta il 13 novembre 1942 nella sede del Comando del campo d'aviazione K.3 di Bengasi, presenti il Capo di S. M. Generale, il Maresciallo Bastico, il Generale Barbasetti, il Generale Giglioli (con un allegato) . (236)
455
33. Lettera del Maresciallo Bastico al Maresciallo Cavallero, in data 16 novembre 1942 . ( 241, nota)
458
34. Delegazione del Comando Supremo in A. S. (Delease) - N. 4675 del 15 novembre 1942 - a tutti i Comandi, Enti e Reparti dipendenti: Disposizioni conseguenti allo scioglimento di Delease ( 242)
46o
35. Comando Superiore FF. AA. della Libia - Stato Maggiore N. 03/ 16728 del 21 novembre 1942 al Gen. Barbasetti e al Gen. Navarini: Riorganizzazione G. U. e reparti ( 249, nota e 264)
462
36. Formazione e costituzione (di massima) delle divisioni italiane esistenti in Tripolitania alla data del r0 dicembre 1942 ( 265, nota)
466
37. Sintesi degli argomenti svolti nella riunione del 17 novembre 1942 presso il Comando Supremo, presenti il Capo di S. M . Generale, i Capi di S. M. delle Forze Armate e il Sottosegretario di Stato alla Guerra: Esame delle possibilità difensive della Tripolitania e della Tunisia . . ( 266, 369, 370)
469
38. Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. della Libia - Stato Maggiore - Teleavio N. 4126 del 26 novembre 1942 al Comando Supremo: Situazione automezzi . (285)
472
39. Colacit - N. 5368 del 28 novembre 1942 a Superlibia: Stato d'animo del Maresciallo Rommel . . ( 287)
474
40. Comando Superiore FF. AA. Africa Settentrionale - Stato Maggiore - 28 novembre 1942: Il Maresciallo Bastico al Marescial-
510
Pag.
lo Cavallero in merito alla partenza improvvisa del Maresciallo Rommel . ( 288)
475
41. Messaggio di Hitler a Mussolini • 28 novembre 1942: Esortazioni in merito ai trasporti in Libia . ( 289)
476
42. Supermarina • Promemoria N. 122 del 29 novembre 1942: Rifornimenti per la Tripolitania . ( 289)
477
43. Riunione del 1° dicembre 1942 presso il Comando Supremo - Presenti il Capo di S. M. Generale, il Reichmaresciallo Gocring, l'Ammiraglio Riccardi, il Generale Fougier, il Generale Gandin, il Maresciallo Kesselring, il Maresciallo Rommel, l'Ammiraglio Weichold, l'Ammiraglio von Pohl . . (294, nota)
481
44. Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. della Libia • Stato Maggiore - Teleavio N. 01/20282 dell'u dicembre 1942 al Comando Supremo per Maresciallo Cavallero: Situazione logistica all'u dicembre 1942 . . ( 300)
482
45. Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. della Libia - Stato Maggiore - N. 01/ 20584 del 17 dicembre 1942 al Comando Supremo: Relazione su colloquio Bastico - Rommel del 17 dicembre 1942 a Buerat . . ( 309)
484
46. Comando Supremo • N. 34245 del 27 dicembre 1942 al Maresciallo Bastico: Direttive per l'ulteriore sviluppo della manovra di ripiegamento fino alla Tunisia . . ( JI 2)
487
47. Comando Supremo - N. 30013 del t 0 gennaio 1943 a Superlibia per Maresciallo Bastico: Direttive sulle modalità esecutive della manovra di ripiegamento . . ( JI 4, 371)
189
48. Governo Generale della Libia • Comando Superiore FF. AA. della L ibia - Stato Maggiore • N. 01/59 del 2 gennaio 1943 al Maresciallo Rommel: Direttive sulle modalità esecutive della manovra di ripiegamento. • (]14)
4:ì<>
49. Comando A.C.I.T. - N. 7 / 43 del 12 gennaio 1943 al Maresciallo Bastico: Proposta di trasferire in Tunisia la 21• divisione corazzata anzichè la 164.. divisione leggera . . ( 326)
492
50. Governo Generale della Libia - Comando Superiore FF. AA. della Libia• Stato Maggiore - N. 01/982 del 18 gennaio 1943 ai Comandi italiani dipendenti: Ripiegamento verso ovest . ( 336, 34r)
494
INDICE DEGLI SCHIZZI contenuti nel Tomo II ( Con riferimento alle pagine del testo) Pag_ 1. Ripartizione
territoriale della Libia in Comandi, settori e sottosettori, alla data del 10 ottobre 1942 . 15, 37
2. Organizzazione schematica
della difesa del Sahara Libico secondo le direttive operative del 22 settembre 1942 .
3. Il territorio nord - egiziano trai il confine libico ed il Nilo .
62. 81
4. La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Le posizioni italo - tedesche di El Alamein (terreno, viabilità, campi minati) . 8r, 85, 87 (nota}
5. La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Schieramento delle forze contrapposte alla data del 23 ottobre 1942 . 88, 93. 6. Sistemazione di un centro di fuoco tipo « Alamein » (presidio: 1 squadra fucilieri rinforzata da 1 pezzo anticarro) .
91
7. La battaglia di El Alamein (23 ottobre-4 novembre 1942). Il piano « Lightfoot » (ricostruzione grafica ricavata dalla Relazione del Maresciallo Alexandèr)
105
8. La battaglia di El Alamein (23 ottobre -4 novembre 1942). Sviluppo delle operazioni dalla sera del 23 al mattino del 25 ottobre 1942
10&
9. La battaglia di El Alamein (23 ottobre- 4 novembre 1942). Situazione al mattino del 25 e sviluppo delle operazioni fino alla notte sul 27 ottobre 1942 II8, n9, 126, 10. La
battaglia di El Alamein (23 ottobre -4 novembre 1942). Raggruppamento di unità e reparti italo- tedeschi nel settore Nord .
Il. La battaglia di El Alamein (23 ottobre -4 novembre
1942). Opera-
zioni dei giorni 27 e 28 ottobre 1942 . 12.
123 127
La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Situazione alla sera del 28 ottobre 1942 131 (nota), 133, 13S
13. La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Attacco nemico tendente ad eliminare il nostro saliente costiero (notte e mattino dei 29 ottobre)
135
14. La battaglia di El Alamein (23 ottobre-4 novembre 1942). Grafico approssimativo relativo al piano britannico « Supercharge >> 141, 143
512 Pag.
La battaglia di El Alamein (23 ottobre- 4 novembre 1942). Operazioni preliminari della e< Supercharge >> (notte dal 30 al 3r ottobre 1942)
141
16. La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Operazioni dal 31 ottobre al 1° novembre 1942
142
I 5.
17. La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Schieramento delle forze contrapposte al mattino del 1° novembre 1942 18. La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Sviluppo della e< Supcrcharge » e battaglia di Teli cl Aqqaqir (2 novembre 1942) 19. La battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Movi-
144
146
menti eseguiti dall'A.C.I.T. dal pomeriggio del 2 alla sera del 3 novembre e schieramento delle foi:ze contrapposte (quello nemico presunto) alla stessa sera del 3 novembre 1942. Azione nemica nella notte sul 4 novembre . . 150, 152, 154 (nota), 161 battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Schieramento dell'A.C.I.T. al mattino del 4 novembre 1942 e prosecuzione dell'attacco britannico tra il mare e Deir Abu cl Hiqeif .
20. La
162
Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El Agheila: 4 - 24 novembre 1942). Ripiegamento sulle posizioni di Fuka (4- 5 novembre 1942) . 152, 204, 208, 362 22. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El Agheila: 4 • 24 novembre 1942). Ripiegamento da Fuka a Marsa Matruh (notte e mattino del 6 novembre 1942) 16], 214, 215, 217 (nota)
21.
23. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El Agheila: 4 - 24 novembre 1942). Ripiegamento da Marsa Matruh alle posizioni di Sidi Omar• Sollum • Halfaya (pomeriggio del 7 mattino del 10 novembre 1942) . . 217, 22r, 230, 276 (nota) 24. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El Agheila: 4 - 24 novembre 1942). Ripiegamen to dal confine libico egiziano alla linea Bir Temrad -Ain cl Gazala (u - 13 novembre 1942)
231
25. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamcin ad El Agheila: 4 - 24 novembre 1942). Ripiegamento delle forze italo• tedesche dalla linea di Bir Temrad • Ain cl Gazala al triangolo Sidi Ahmed cl Magruo-Sceleidima-Agedabia (14-18 novembre 1942) 237, 244 26. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El Agheila: 4 - 24 novembre 1942). Ripiegamento ad Agedabia delle truppe del settore Siwa - Giarabub (8- 18 novembre 1942) . 222, 2413
27. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El Agheila: 4 • 24 novembre 1942). Ripiegamento del!' A.C.I.T. da Agedabia alle posizioni di El Agheila. Movimenti dal 19 al 21 novembre 1942 . 252, 253
28. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El
Agheila: 4 • 24 novembre 1942). Ripiegamento dcli'A.C.I.T. da Agedabia alle posizioni di El Agheila. Movimenti dal 22 al 24 novembre 1942 .
253
29. Prima fase della manovra di ripiegamento (da El Alamein ad El Agheila: 4 - 24 novembre 1942). Schema di difesa del fronte Est Agedabia - Gialo - El Agheila - Marada) e dislocazione delle forze italiane nei vari presidi, alla data del 15 novembre 1942 . 262, 300
30. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Schieramento particolareggiato dell'A.C.I.T. sulla linea di El Agheila alla data del 1° dicembre 1942 .
293
31. Seconda fase dclla manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942-4 febbraio 1943). Andamento schematico delle linee: El Agheila-Marada e Buerat-Gheddahia
.
296 (nota)
32. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942- 4 febbraio 1943). Schieramento schematico delle forze contrapposte sulle posizioni di El Agheila, alla data del 25 novembre 1942 .
297
33. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Sganciamento (notte sul 7 dicembre) del XXI corpo d'armata (Div. «Spezia», «Pistoia », « GG. FF. ») dalle posizioni di El Agheila e ripiegamento verso la linea di Buerat. Operazioni dal 7 al 9 dicembre 1942 . 2g6 (nota), 298
34. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Sganciamento (notte sul 13 dicembre) delle unità motocorazzate italo-tedesche dalle posizioni di El Agheila e ripiegamento dcli' A.C.l.T. alla linea di Buerat. Operazioni dal 12 al 15 dicembre e situazione al pomeriggio del 15 dicembre 1942 301, 302
35. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ripiegamento del1'A.C.I.T. alla linea di Buerat. Operazioni dal pomeriggio del 15 al 17 dicembre 1942
303
76. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ripiegamento da El AgheiJa a Buerat (7 - 29 dicembre 1942). Situazione delle forze contrapposte alla sera del 18 dicembre 1942
304
J7. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla
Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ripiegamento da El Agheila a Buerat (7- 29 dicembre 1942). Operazioni dal 19 al 31 di~~~~~
33· · Al.
~
38. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Schieramento particolareggiato dell'A.C.I.T. sulle posizioni di Buerat, alla data del 2 gennaio 1943 39. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre - 4 febbraio 1943). Modalità esecutive della manovra di ripiegamento dell'A.C.I.T. dalle posizioni di Buerat a quelle di Tarhuna - Cussabat - Homs
307
316
40. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ripiegamento in Tunisia delle truppe del Sahara Libico e della Tripolitania 319, 327, 342 41. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942- 4 febbraio 1943). 1° tempo (2 - 14 gennaio 1943) del ripiegamento dell'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Situazione dell'A.C.I.T. alla sera del 4 gennaio 1943
324
42. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila :illa Tunisia: 25 novembre 1942-4 febbraio 1943). 1° tempo (2-14 gennaio 1943) del ripiegamento dell'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Schieramento dell'A.C.I.T. alla data del 7 gennaio 1943 .
325
43. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). 2° tempo (15 - 19 gennaio 1943) del ripiegamento dell'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Schieramento delle forze contrapposte (quello nemico approssimativo) al mattino del 15 gennaio 1943 e sviluppo dell'azione britannica fino a sera
329
44. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). 2° tempo ( 15 - 19 gennaio 1943) del ripiegamento dell'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Schieramento al mattino del 16 gennaio 1943 .
330
45. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla
Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). 2° tempo (15 - 19 gennaio 1943) del ripiegamento dell'A.C.LT. da Buerat alla Tunisia. Situazione al pomeriggio del 19 gennaio 1943 .
332
46. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla
Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ultimo tempo (20 gennaio-4 febbraio 1943) del ripiegamento dcll'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Movimenti del nemico fino alla sera del 19 gennaio 1943 e situazione dell'A.C.I.T. al giorno 20
333
47. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ultimo tempo (20 gcnnaio-4 febbraio 1943) del ripiegamento dcll'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Sviluppo delle operazioni nemiche dalla sera del 20 al mattino del 23 gennaio 1943 .
337
Pag.
48. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tuo isia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ulùmo tempo (20 gennaio- 4 febbraio 1943) del ripiegamento dell'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Situazione dell'A.C.I.T. al mattino del 24 gennaio 1943
339
49. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ultimo tempo (20 gennaio - 4 febbraio 1943) del ripiegamento dcli'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Situazione ddl'A.C.I.T. al pomeriggio del 25 gennaio 1943
340
50. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ultimo tempo
(20 gennaio-4 febbraio 1943) del ripiegamento dell'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Situazione dcll'A.C.I.T. alla sera del 26 gennaio 1943 340, 341 51. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Ultimo tempo (20 gennaio - 4 febbraio 1943) del ripiegamento dell'A.C.I.T. da Buerat alla Tunisia. Situazione delle forze italo - tedesche alla sera del 27 gennaio 1943 341
52. Seconda fase della manovra di ripiegamento (da El Agheila alla Tunisia: 25 novembre 1942 - 4 febbraio 1943). Schieramento delle truppe del Sahara Libico e della Tripolitania alla data del 18 gennaio 1943
341
53. Scacchiere operativo della Tunisia. Schieramento delle unità italo tedesche alla data del 20 febbraio 1943
345
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI A.A.
Arma aeronautica
A.C.I.T.
Armata corazzata italo - tedesca
A.E.
Africa equatoriale
A.I.T.
Armata italo - tedesca
Am.m.
Ammiraglio
ARMERA
Armata aerea
ARMIR
Armata italiana m Russia
A.S.
Africa Settentrionale
A.S.I.
Africa Settentrionale Italiana
bcrs.
bersaglieri
btg.
battaglione
btr.
batteria
C.A.; C. d'A.
Corpo d'Armata
e.a.
contraereo
Capo di S.M.
Capo di Stato Maggiore
Capo di S.M.G.
Capo di Stato Maggiore Generale
Cap. Vasc.
Capitano di vascello
e.e.
controcarro
CC. RR.
Carabinieri Reali
CC. TT.
Cacciatorpediniere
cfr.
confronta
c.m.
corrente mese
Colacit
Ufficio di collegamento (del Comando Supremo) con
l'A.C.I.T. Com.
Comando
cp.
compagnia
C.S.I.R.
Corpo di spedizione italiano in Russia
C.S.M.G.
Capo di Stato Maggiore; Gen,erale
C.T.A.
Corpo tedesco d'Africa
D.A.K.
Deutsch Afrika Korps (Corpo tedesco d'Africa)
Delease
Delegazione del Com;indo Supremo in Africa Settentrionale
E.
est
Ecc.
Eccellenza
FF. AA.
Forze Armate
FF. AA. A.S.
Forze Armate Africa Settentrionale
FLAK DIV.
Divisione contraerea (germanic;i)
Ftr.
fanteria
G.a.F.
Guardia alla Frontiera
Gen.
Generale
Gen. brig.
Generale brigadiere (Esercito britannico)
GG. FF.
Giovani Fascisti
GG. UU.
Grandi Unità
G. U.
Grande Unità
gr.
Intendenza A.S.
gruppo Intendenza Africa Settentrionale
Km
chilometro
L.R.D.G.
Long Range Desert Group (unità speciale dell'Esercito britannico)
Magg.
Maggiore
M.A.I.
Ministero Africa Italiana
Mar.
Maresciallo
Marilibia
Comando Marina della Libia
mitr.
mitragliatrici
O.B.S.
Oberbefehl Sud (Alto Comando Sud)
0.K.W.
Oberkommando der Wehrmacht (Comando Supremo delle Forze Armate Germaniche)
Op.
Operazioni
Op. cit.
Opera citata
P.A.P.A.
Massima precedenza assoluta
pi.
plotone
P.M.
posta militare
prot.
protocollo
q. R.
quota
R.A.F.
Royal Air Force (Aviazione britannica)
R.C.T.L.
Regio Corpo Truppe Libiche
R.E.Co.
Raggruppamento esplorante corazzato
Scacch.
Scacchiere
S.E.
Sua Eccellenza
S.E.
Sud-Est
S.M.
Stato Maggiore
S.M.E.
Stato Maggiore Esercito
S.M. Marina
Stato Maggiore Marina
S.M.R.E.
Stato Maggiore Regio Esercito
Sottocapo di S.M.
Sottocapo di Stato Maggiore
Superaereo
Stato Maggiore Regia Aeronautica
Superesercito
Stato Maggiore Regio Esercito
Superlibia
Comando Superiore Forze Armate della Libia
Regio, Regia
Supermarina
Stato Maggiore Regia Marina
T.
Tonnellate
T.A.G.
Sistema difensivo Tripoli - Azizia • Garian
tel
Telegramma
T.M.
Territoriale mobile
T.S.L.
Tonnellate stazza lorda
Unfoc
Unità di fuoco
v.
vedi
Vds.
vedasi
V.E.
Vostra Eccellenza
V .M.
Valor Militare