TEDESCO DAL 1914 AL 1916 NE LL E SUE DE CI SIO NI
Pit I~f PORT ANTI
TRADUZIO:N E DEL COLONNELLO D'ARTIGLIERIA
PREFAZIONE (DI TTAL!CUS)
STATO 01 SJ;;RVlllO DEL GEN FA.LKE;,iHAYN.
J. - La sostituzi07le del capo di Stato Maggiore
Attribuzioni e sfera d'azione del Comando Supremo - Sue relazioni co i Comandi Supremi alleati - Suoi principali co ll abo ratori.
II.
Sitiuuione generale di guerra a metà settembre 1914
Preoccupante indebolimento della fronte occidentale a favore dell'o rientale - Si rinunzia ad un ulteriore a rr etra.mento della fronte - Impossibilità di condurre la guerra offensivamente ad o riente e difensivamente ad occidente - Mancanza di concorso a ttiv o, per il momento, da parte della Marina - I mportanza della chiusura permanente dei Dardanelli .• Dec isione di sostenere gli alleati in GaliziaGravità della situazione - Piano d'affama.me nto da parte dell'Ing hilterra
III - L e battaglie sull' Yser e attorno a L odz.
Insuccesso dell'avanzata verso il San e la Vistola - Si insiste nell'attacco in Fiandra - Il Comandante in capo sulla fronte orientale si decide ad attaccare in fianco - La b a ttag lia d'Ypres - Norme fondamentali per la guerra di posizione - Ripartizione in gruppi d'esercito; suoi svantaggi.
I V. - Il periodo dal prin cipio della guerra di posizione, nel novembre-dicembre 1914, fino al nuovo inizio di guerra di movimento nel 1915 . . .
Vantaggi e svantaggi della guerra di posizione - Aumento delle unità combattenti diminuend one la forza - Provvista del materiale da guerra e delle munizioni nell'inverno 19q-r5 - Sviluppo delle forze aeree - Entrata in azione della Turchia - Deficie nze dannose per la condotta della guerra in Turchia. - I còmanda.nti n e ll 'est richiedono nuovi rinforz i - I mporta nza della Ru ssia per l 'esito della guerra.Viene decisa l'offen siva invernale nell 'est - L'offensiva nell'est conduce soltanto a successi parzi ali - Ri sulta.ti dei com battimenti nei Carpazi e della battaglia ma.suriana - Attacchi diversivi ad occidenteSituazione ai Dardanelli - Contegno dell'Italia - La guerra sottomarina .
V. - Lo s/o-ndàmento di Gorlice-Tamow e le me co11seguenze . . . . . .
La situazione sulla fronte occidentale nella primavera 1915 - Condizioni d ell'esercito austro-ungarico - Considerazioni prima di decidere lo sfondamento - Considerazioni prima dell o sfondamento - Prepar azione dello s fondamento -Azioni dimostrative prima dello sfondamento - Lo s fo ndamento - Attacchi diversiv i ad o ccide n te - Influ enza d ell o sfondamento Co n siderazioni s ul contegno da t ecersi contro l'ltaliaConsiderazic n i circa un offens i va cont ro l'Itali a - Decisione d i co ndurr e per il momento difensivamente la g uerra contro l 'Italia - Relazioni fra Germania e Italia- Situazione a ll a fine d i maggio e al princi pio di giugno in Galizia-Si riprende l'offensiva in G a li zia n el giugno 1915.
VI. .ç-- Operazioni contro la Russia nell'estate e nell'autimno 1915- Sospensione della guerra sottomarina illimitata. . . . . . . .
Situazione su ll a fronte orientale a lla metà d el 1915 - Considerazion i su ll a situazione in Galizia alla fine de l giugno 1915 - Costituzione dell'Armata del Bug - Condiz ioni del terreno nella zona del Pripet - Provvedimenti diversivi a pro' del gruppo d'urto in Polonia -O pposizione del Comando Sup r emo alle intenzioni del Comandante in capo n ell' est - Grave sconfitta della 43 Armata austr o -un garica a l principio del lu g lio 19 r 5 - Nuovi provvedimenti diversiv i a pro' del gruppo d'urto - Passaggio di Woyr sch o ltre Vistola, vittoria di MackensenPresa di Varsavia e lwango r od - Discussioni fra il Coma ndo Supremo e il Comandante in capo nell ' est - Err o ri nella condotta dell'operazione - Oper~ zion i del Comando d'Armata a11str o- u ngarico e del Comando in çapo nell'est - Inizio <lei trasporti alla frontiera serb aPresa di Nowo Georgijewsk - I Rus.~ i s i rinforzano presso WilnaL'offensiva di Vlilna da p arte del Co ma n do in capo nell'est cominciaL'operazione di Wilna si a rres t a. - Discussio n i fra il Comando Supremo e il Comandante in capo n e1l'e; t - Linea per manen te assunh nell' autunno 1915 - Situazione nell'autunn o r915 - Tentativo di avvicinamen t o verso la Ru ssia - Sospensione dell a guerra sottomar ina in forma accentuata - Propos t a di mediar.ione dell'America.
VII. - T entativi dì sfondamento ml teatro di gt.f-erra occidentale nelt'autimno r9r5 e campagna contro la Serbhi . .
Conclusione dell'alleanza co lla Bulgaria - Progetto d 'operaz ioni contro la Sert,ìa - Successi francesi in Ch a mpagne nell'autunno 19 15 - Gli attacchi a massa avversari vengono infranti - Arrivo dei rinfor zi per il teatro occidentale appen a in tempo - Eroi tedeschi in Fra ncia nell'autunno 1915 - Condiz io ni p er gli sfonda menti - Passaggio d el Danubio nell'autunno 19 15 e operazioni in Serbia - Sfacelo dell'eser c ito serbo - Si ti ene conto della situazione forzata della Grecia - La campagna d i Serbic1. è un 'oper a zione s uss idiaria - Attr iti fra Bulgaria cd Austr:a -Ungheria - Rinunz ia a continuare le oper azi o ni contro Salonicco - Assunzione della posi zione p ermanente sulla frontiera greca.
VIII - Nel passaggio del r9r5 al 1916
R ifiuto della proposta. austro-ungarica. di attaccare l'Ital ia - Il Comando Sup r emo aus t ro-ungarico rinunzia all'operazione contro l 'Italia - Considerazioni circa un attacco contro la Rumcnia - Rinunzia all'attacco contro la Rumenia nell'autunno 1915 - I Dardanelli sono liberi - Piano d'operazione pe r il r916 - La politica i mpedisce la guerra sottom~riua nel 1916.
I X. - La lotta nel 1916
Organizzazione delle operazioni nella zona della Mesa nel 1916Riserve d'esercito nel 1916- Rinunzia all'aiuto degli alleati su lla fronte occidentale-Considerazioni circa. la direzione dell'attacco e preparati vi conseguenti - Provvedimenti per colare le nostre intenzioni - L'attacco nella zona. della ?lfosa. comincia - Success i sulla riva occidentale della :\!Cosa - Contrattacchi nella regione de lla l\1osa - Grandi successi nella 7,ona della Mosa - U rto ru sso per migliorare la situazione - Offensiva austro-ungarica in Italia - Insuccesso dell'offensiva austro-ungarica, successo dcll'off onsiva russa - Sit11aziono comp letamente mutata per lo scacco degli a llea ti in Galizia - Le riservo della fronte occidentale debbono esser ma.ndàte sulla fronte o r ienta.leL'offensiva. russa. in Galizia - Provvedimenti prep a ra tor i contro la Rumenia - Situazione di guerra nei Balcani alla metà del 1916 - Situazione di guerra uell'm;tate del 19l6 in Asia - Cominc ia l'attac co nemico sulla Somme - L'assalto sulla Somme - Limitati successiSuccessi del nemico sttlla Somme - Situazione .cti guerr a ad occidente all'epoca dell'atta.eco sulla Somme - Constatazione di indebolimento eccessivo sulla front e galiziana - Le attri buzioni di comando dei Co mandanti tedeschi vengono aumentate - La questione polacca - Il cont_eguo de ll a Rumenia diviene minaccioso - .Provvedimenti cont r o la Rumenia - Controffensiva deg li Italiani. - Dichiarazioni di guerra delJ'Ita li a e della Run ,<'n ia - li Capo d i S t ato :\ifaggiore cessa dalla sua carica - S it uazi one generale a ll a fine dell'agosto 1916.
QUADRO COMPARATIVO CIRCA LE CONDIZ IONI DI FORZA , .•
IKD I CE DELLE CARTE.
a) Allegati (Compilati dalt' Istituto Geografico di C. C. K elter, Bertino):
CARTA N. 1 - Situazione delle Potenze centrali n el settembre 1914 (1 : 12.000.000).
CARTA .1\. z - Situazione sul teatro di guerra occidentale a metà settembre 1914 ( I : 1.000.000),
CARTA N. 3 - Situazione sul teatro di guerra occidentale a metà ottobre r9 r 4 ( 1 : 1.000.000).
CARTA ~- 4 - Attacco contro l'ala della fronte russa nel gennaio-febbraio 191 s (1 : 1.250.000).
CARTA X. 5 - Campagna dell'estate 1915 nell'<!llt (1: 2.250.000).
CARTA N. 6 - Operazioni in Serbia nell'autunno 1915 (1 : 1.500.000).
CARTA ~- 7 - Offensiva di Brussil ow nell'estate 1916 ( t : 2.250. 000).
CARTA X. 8 - Campagna contro la Rumenia 1916 (1 : 3.000.000).
b) Nel testo : Tra le pagg.
Scmzzo N. 1 - Situazione nell'est a metà settembre r9r4 (e : 5.000 000)
Scmzzo X. 2 - Situazione nell'est al principio del novembre 1914
Scmzzo K. 3 - Tt.-atro di guerra italiano ( r : 1. 500.000). . •
Scmzzo X. 4 - Combattimenti su ll a Mo sa nel 1916 (1 : 225.000).
Scmzzo X. 5 - Battagha della Somme l r : 2~0.000 ) .
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IL GENERALE FALKENHAYN
r. - Carriera militare .
Allo scoppio de ll a guerra europea il tenente generale Erich von Fa l ken hayn era Ministro de ll a guerra. Nato nel 1861, sottotenente di fanteria nel 1880, percorrendo in trentadue anni la carriera normale degli ufficiali di Stato Maggiore (1), il 22 aprile 1912 era stato promosso maggior generale. Due anni dopo lo troviamo comandante in capo de ll 'esercito tedesco.
È noto quale fosse nell'esercito tede!>CO il si~lema pe r otte n e re che i generali ascendessero alle supreme cariche in buona età. Promosso fra i 50 ed i 58 anni di età, il maggior genera le tedesco in d u e o tre anni era nominato comandante di divisione ovvero messo a r iposo, il che voleva d ire cbe ogni anno la metà circa dei maggiori genera li veniva ri:nnovata.
Ne ll 'annuari o del 6 maggio 1914, per esempio, s u circa 200 maggiori general i dell'esercito pruss iano appena due erano stati nominati nel 19n, sessanta circa nel 1912, novanta circa nel 1913 e cinquanta ne l principio d el 1914.
Tale sistema di r igorosa se lezione era da tempo in vigore in Germania. Da uno studio pubblicato nella nostra ri\-i sta militare n el 1910, risultava che, mentre per avere quattro comandanti di divi-
(r) Ve<la~i allegato lo stato di servizio del generale Falkenha)'n. Di maggiori generali e tenenti generali prussiani, esclusi i principi delle cru-e n·gnanti, in servizio uel 19q, due soli avevano raggiunto il grado di maggior ge nerale in 31 anni di spalline o meno; g l i altri avevano impiegato da 32 a 38 anni. Tale regolarità di carriera era tradizional e in Germania. Vedasi ALBERTI : !.e 111alattie delle carriere 11el/'esrre1:to.
Roma, 1908, pag-. 45.
s ione noi scartava mo un solo comandante di brigata, in Prussia invece ne m ettevano da parte dodic i : ossia l'eliminazione pru ss ia n a era 12 volte più seve ra della scelta attuata da noi.
« La breve permane nza nel grado di maggior gen e rale , sufficiente del resto p e r g iudicare il valore d egli individui, permetlc di scegliere i co mandanti di divisi one fra tutti i magg ior i generali, anche fra quelli che so no s in o allora sta ti meno fortunati nella carrie r a, e naturalm e nte fra i provenienti di tutt e le armi, nè manca il caso di ufficia li che hanno percorso la loro carriera nel genio e che vengono assunti al comando di una divisione di fanteria. La preparazione alla gue rr a, che deve ave re il generale comandante di una così imp ortant e unità da battaglia, non può esse re privilegio di ne ssun'arma, ma è frutt o del lavoro individuale e bisogna cercare gli u omin i dove ci sono».
« Con una selezione cos ì severa s i ottiene c he al co mand o delle divisioni arrivino in buona e t à coloro che sono ritenuti di eccezionale valore : ·anche la p ermanenza nel comando di divisione è breve, di quattro anni circa, talchè in sette, otto anni, i migliori passano da colonnelli a comandanti di corpo d'armata, a rrivand ov i abbastanza giovan i ; ed a che pro' del r es t o farli invec c hiare per s trada , pe_r averli meno attivi e per perdere, com e aw ie n c da noi p er effetto d ei limiti di età, qualcuno degli ottimi in virtù del calendario ? 1 (1).
Jn qu e~ta celere progressione dei gen era li tedesc hi verso il comando d elle gran di unità, il Falkenhayn - caso piuttosto unico c h e raro - progredì più ce leremente anco ra , ottenendo il 7 lug lio 1913 in segu it o a ll a sua nomina a )finistro della guerra, il grado di tenente generale co n rise rva d'anzianità, che fu poi fis 3ata a l 27 gennaio r 9q., pr ecedendo nel nuovo grado una tren tin a di co llegh i g ià di lui più anziani.
La sua nomina a Minis tro con la conte mporan ea promozione a tenente genera le doveva naturalmente susc itare molli comment i ; basti pensare che essa portò come necessità l'allontanamento di tre generali direttori general i del :\Iinistcro, perchè di lui più anziani. Ciù dimostra q uale fos se l a s tim a che l'Im perato r e aveva per il g iovane generale.
La maldicenza non risparmiò il Falkenhayn: tanlo che il generale Dup ont, capo del serviz io informazioni fran cese durante l a
guer ra , dice: ,< Aprés une carrièrc très mouvcmentée, ecarté dc l'armt!e pendant quclques années pour des motih peu connus, pcu avouables, di,,ent ses cnnemis, il reparait pour entrcr tout d'un coup dans la Iaveur imp er ia le ,, (r). L'esame del suo stato di servizio dà la spiegazione del mistero : egli chiedP le dimissioni pro forma nel 1896 , per poter essere assegnato quale istruttore nell'esercito chinese. Indizio anche questo della s tima dei suoi s uperiori. Pare anche che l'Imperatore lo avesse aiutalo non s i sa quando - in un momento di imbarazzi finanzi a ri; ciò che non aveva nulla di eccez ionale in Germania (2).
L a ben evole n za dell' Imp eratore ver~o il Faikenhayn era del rc,,to ben natu rale. Il Falkenhayn era stato per qualche anno, dal 1889 in poi, il primo governatore militare del Kronprinz tedesco. L'accenno che que~t'ultimo nelle sue Memorie fa del :;uo istrutt ore, è una s icura · testimonianza delle solide doti di ca rattere del futuro comandante in capo dell'c:,ercito tcde,c:o:
e, L'éducation et la vie qt•otidienne des enfants imµériau'< <lans la mai so n p atcmelle était simple. ~ous n'étions pas gatés et par notre gouverneur milita.ire moins que par quiconque.
« Mon premier gouYcmeur militaire, - j'étais alors un garçon de se pt ans, - fut le général , ·on Falkenhayn. J' ai gardé de lui u n so uve::iir particulièremcnt re.:,pcctueux et reconnaissant. Il n e m ' a pa .;; traité délicatement, ne m'a jamais dis pensé de ricn et m'a inculqué d ès cet age tendre le mépris le plu s absolu du dangcr et de la poltronnerie. Il m'a communiqué la vigueur i:ntrépide de son ame convaincue de soldat. Tout jeune j'avais la passion des chcvaux et dc l'équitat io 1. Le général von Falkenhayn avait le talent c.l'arranger no, promenade.; à chcva l dan s les délicieux environs de Pots dam, de façon à cc qu'il y eut des obstacles à franchir. Le s gr ille.;, le 5 cl6tures, Ics mm:;, Jc ,_ fossé s et les raide s pentcs clc gravier devaient étre vivement enlevés, et l or:;. de ce:, cxcrcice,, parfois très ardus il ava.il co11 tume d e dire: ,1 Lrnccz le cceur d 'a bord , le
(1) Ccncr<1,lc DuPONT : Le liaut co1111111 11demenl allcmarid 01 19 r4 Par is , Chap('li,t. l<)H , pag. 10
1i) In Germania l 'uHiciale e ra obbligato ad una vit'l di tono elevato tanto che o::· 1:orreva per entrare nell'e,ercito un certo nxlJito, che JX'r certi reggimrnti era abba, t auza notevole. Quando sopravvenivano irnba ra.r,zi finanziari se nza colpa tlcll'ulliciale, ,,j pruvvrcleva sia con Lra5[erìmcnti a guunigio:ii avnti minori e., i~cnzc, s ia con su~sicli che erano compre3i nel bihncio norm Ile. Qualche volta interveniva I' lrn pt•ratore, ma. ciò ev1dcnlt'mcnte qu.1ndo nulla vi f,,-se di men ,hr decoro,o per l'ufhcialc.
reste suivra ! ». Ce mot vigourenx, je l'ai retenu toute ma v ie et toujours, a ux moments de dépression, ~i fréquents dans l' isolement de mon exile, il me revient à l' éspr it, il me crie sa courageuse sagesse de soldat et m'est d'un réel secours. Je devais aussi tout jeune m'essayer aux exercices de patrouille et d'estafette, et j'appris également à déchiffrer les cartes d'état-major. Notre développement physique était soigneusement favorisé par la gymnastique, l'exercice militaire et la natation ».
Il Falkenhayn saliva a l MiJ1istero subito dopo che il suo predecessore, il generale v. Heeringen (che lasciava l'alta carica volontariamente, apprezzato da amici ed avversari e conservando l'alto favore imperiale), aveva fatto approvare importanti leggi per l'aumento delle forze tedesche.
Gli aumenti approvati al Reichstag malgrado l'opposizione dei socialisti e degli alsaziani erano tali che l'opinione pubblica riteneva che per molti anni il Governo non àvrebbe chiesto al paese altri sacrifici (r).
Il Falkenhayn, pertan to, nell'anno in cui rimase Ministro non ebbe occasio n e di introdurre innovazioni od altri aumenti nell'esercito. Si dimostrò, però, uomo di grande energia, anche di fronte al Pa r lamento, specialmente pel modo fermo col quale sostenne l'operato delle autorità militari in occasione della discussione sui fatti di Saverne.
2. - Nomina a Capo di Stato Maggiore dell'esercito.
Scoppiata la guerra, il Comando Supremo de ll'esercito tedesco, temendo che una personalità come il Falkenhayn finisse per intromettersi neJJa condotta delle operazioni, cercò di ottenere che il Mi-
( r) La forza bilanciata v e niva aumentata da 554 mila a 661 mila uomini (esclusi i ra ff e rmati, c he era no circa ce ntomi la ) : i battaglioni di fanteria da 65 1 pass avano a 6 69: la cavalleria d a 516 a 550 squadro ni : l 'artiglieria da. fortezza da 48 a. 58 battagli o ni; i pionieri da 33 a 44 battaglioni, le truppe di comunicazione da 18 a 21, il tr e no da 25 a 26. La forza dell e unità era accresciuta: battaglioni di fanteria da un massimo di 641 cd un minimo di 550 passava ad un massimo di 721 a d un minimo cli 6..p . Era inoltre concess o un aumento di r 538 subalterni da otten e rs i in 3 -4 anni (47 6 pe r il 1° o ttobre 1913).
ni s tro rimanesse a Berlino, soluzione che lo stesso grande Moltke aveva raccomandato in seguilo alla sua esperienza del 70. Il Gabinetto militare di S. M . l'Imperat ore im·ece si oppose e, come la tradizione del 1870 voleva, Falkcnhayn segul il Comando Supremo a Cobl enza. Come ci assicura il foerster (r}, s i evitò naturalmente di orientare il ì\Iini~tro in tutto quanto si riferiva alle operazioni.
:N'è il Falkenhayn pretese di intromettervisi ; in disparte riusci però, co ll'acuto senso della realtà, a farsi una chiara idea del funzionamento del Comando Supremo ed a conoscere l e manchevolezze della condotta della guerra tedesca.
P er quanto t enuto all'infuori dal Comando Supremo, il generale Falkenhayn cos tituiva però una delle personalità più spiccate del Gran Quartiere Generale tedesco : il generale Stiirgkh, capo della missione austriaca presso il Gran Quartiere Generale tedesco, ci dice :
« Il suo stesso aspetto doveva fare impr ess ione tra le personalità del Quartiere Generale. Alto, snello, pieno di giovanile svelt ezza, con un viso rimasto meravigliosamente giovane, su cui spiccavano due occhi chiari e int elligenti , ma con un'impressione sarcastica: in vivo contrasto con l 'as pett o giovanile i cape lli assai brizzolati, bench è assai folti, militarmente tagliati corti; non era una figura che potesse pas::.are inosservata. E che tale non fosse la sua intenz ione , si vedeva assai bene in questo generale, indubbiamente intelligente e pieno di talento, la cu i ambizione non s i sare bbe cer to contentata, durante la guerra, di una carica militare di sem plice amministrazione, per quanto altissima.
« All'as petto assai avvenente Falkenhayn univa dei modi gentilissimi, un temperamento caldo ed una conversazione interessantissima. Era quindi un uomo di società s impatici ssimo, col quale m'intratt enevo volent ier i.
« Falkenhayn aveva, a suo tempo, fatto impressione per il modo energico e deciso, con cui egli, Ministro della guerra, aveva preso partito, innanzi al R eichstag, per il colonnello von R euter, cosi violentemente attaccato per l'affare di Saverne. Egli seppe in tal modo cattivarsi non poco il favore dell'Imperatore, (2).
Malgrado il favore di cui il Falkenhayn godeva presso il suo Im-
peratore, egli era però la negazio:1c del cortig iano, come dimostra il seguente particolare, raccontato pure dallo Stiirgkh: « All ' Imperatore piaceva molto cli udire aneddot i del fronte e di ripelerli. P erciò glie ne venivano riferiti molti. In quanto all'autenticità però, non s i andava sempre molto per il sottile.
" Egli raccontava, dunque, di aver autorizzalo il consiglio comunale di St. Qucntin - su richiesta del locale comando ted esco - a riunire le somme racc olte, da una parte tra la pop olazione locale e dall'altra fra le truppe tedesche di quel comune per erigere rispcttivament<> un monumento ai soldati franc es i ed ai soldati tedeschi, ond 0 erigere invece un unico comune monumento, su progetto tede-;co. A questo i francesi avrebbero posto una so la condizione e cioè che i loro alleati e compagni d'armi in quella battaglia, gli inglesi, non fos~cro in alcun modo menzionati sul monumento !
« Questo racconto parve cosl inverosimile, che Falkcnhayn, sa ltando me, che sedevo tra lui cd il Cancell iere , ch iese a quest'ultimo ad alta Yocc: << )la è vera questa "'toria? E B ethmann, con perfetta serietà e con una intonazione speciale : « Sì, questa stor ia è vera »
Da ciò si può vedere la libertà che diverse persor.c si permettevano in presenza dell'Imperatore eia poca fede che davano agli aneddoti di trincea cd ai racconti di provenienza analoga,> (1).
Lo scacco della ~Iarna portò Falkenhayn al Comando Supremo dell'e,;crcito tedesco, còmpito ingrato quanto mai in quel difficile momento : nè egli a \'eva falto alcunchè per ottenere tale nomina (2).
Come ~i cercherà di mettere in chiaro, l'azione del Falkcnhayn qua le comandante supremo rappresenta la r ear. ione alle manchevolezze rivelalc~i sin allora m•lla condotta della guerra da parte tedesca, quali la debole azione coordinatrice del Comando Supremo, la mancanr.a di « controllo n da parte di questo sulle armate e l'esagerazione delle teorie del conte Schlietlen sulla manona aggirante.
Le cau-;c principali del grave in successo sulla Marna , per quanto
(r) ,, Il munumenlo in questione venne effettivamente l'ostruito e umsacralo dopo che l ' lmpc,ratorc ebbe n•,pinto come troppo mancante di ((usto - un pnmo progetto, che gh 1;ra shto presentato , . Nota dello Stiirgkh, pag. 1 r 5.
(2) FOER!,TER, voi. l L pag. I.
ha trat to all'azione di comando, e rano state appunto la mancanza dell'azione coord inatrice del Comando Supremo e l'abitudine in p~recchi grand i comandi di magnificare le gesta delle proprie truppe anzichè riferire esattamente, in guisa da dare a l Comando Supremo sicuri element i di giudizio. Il mal vezzo era sa lit o a tal punto che il 4 settemb r e il comandante della ra Armata, generale von Kluck, doveva denunciarlo ufficialmente al Comando Su.premo : <e l.a ra Armata prega di notificarle l a s ituazione delle altre armate, le comunicazioni delle quali, annuncianti vittorie decisive, sot:o sta te , sinora, seguite da richieste di soccorso » (r).
Altro coefficente che aveva influito sugli avven imenti era la mentalità dei comandi t edesch i , i quali, esagerando, come spesso avviene, le teorie di un grande maestro, no:n avevano sperato iJ s uccesso altro che dalla manovra avvolgente ed aveva.no , durante l'c:1,gos to ed i p r imi del settemb r e del 1914, perseguito uno scopo irraggim,,g ibile: accerchiare, cioè, un nemico be.n comandato e che compresa la minaccia, non vuol lasciarsi avvolgere
Nessun esercito si 'è lasc iato mai circondare se non di sorpresa ; ma, da epoca ad epoca, variano radicalmente le modalità, con le quali è possib ile ottenere la sorpresa stessa . N'ell'epoca napoleonica era ancora possibile l'aggiramento largo, perchè le not izie degli informatori non camminavano con una celerità molto diversa di quella degli eserciti. AITivava l'avviso, ma Napoleone era già alle spalle di Melas o di Mack. Ciò all'epoca dei giornali, del telegrafo e dell'aviazione non è più pos s ibile. Un aggiramento largo sarebbe ri sa puto dall 'avve rsa rio in tempo per sfuggirvi. Tannenberg (agosto 1914), capolavoro di strategia, è un aggiram ento stretto, improvviso ; la possibjlità di aggirare venne ottenuta con la rottura delle ali nemiche mediante due attacc hi frontali Lodz (novembr e 1914) è un duello dei più emozionanti fra due condottieri, Hi ndcnburg e Nicola Nicolajevic. La minaccia <li avvolgimento del generale tedesco non si realizza, non perchè il Granduca vi sfugga con una r iti.rata, ma perchè a ll a manovra ri'ipond e co::i. tm'altra man ovra, e mentre la minaccia di avvolgimento largo da parte dei Tedeschi non riesce, l'ala orienta le dell'armata di Mackensen viene imp rovv isamente circondata. Ancora una Yolta
l'improvvisa rottura della linea, questa volta al cen tro, (ri tirata del XX Corpo d'armata tedesco) era la cagione dell'accerch iamento dell'ala sinistra tedesca.
Nella battaglia invernale in Masuria (febbraio r9r5) la manovra strategica dell'avviluppamento totale dei Russ i era favorita dal fatto che (< su entrambi le aJi il nemico era debole » (1). Inoltre l'accurata preparazione dei Tedeschi consenti a questi una potènzialità di movimento che sorpre se, specialmente da pril1cipio, i Russi.
Ma per quanto eccezionale sia stato il vigore dell'avanzata tedesca, pure una dozzina di g iorni trascorsero Ira l 'inizio dell'attacco (7 febbraio) ed il compimento della mossa accerchiante, cd in questi dodici giorni una metà circa dell'armata rns sa - per l'artiglieria forse i due terzi - deve essere riuscita a sfuggire alla stretta nemica, a malgrado della so rpresa iniziale e della sit uazione sfavorevo le per i Russi a causa delle poche 5lrade per la ritirata e dell'impossibilità di praticare, in quella zona piatta e non solcata da corsi d'acqua importanti, interruzioni stradali di qualche rilievo.
In sostanza, nella battaglia invernale la sorpresa fu ottenuta con due attacchi frontali alle ali e co l ritardare fino ai limiti del possibile l'afflusso delle forze che dovevano proteggere il fianco destro dell'armata attaccante; ma l'op erazion e necessariamente richiese parecchi giorni, durante i quali buona parte delle forze russe potè sfuggire dalla rel e.
In definitiva il successo pieno come accerchiamento non lo troviamo che a Tannenberg da parte dei T edeschi, a Lodz da parte dei Russi (esclusione fatta del risultato tattico finale di quest'ultima azione) (2). Le due manovre che riescono sono dovute ad un'azione tattica improvvisa che mette l'avv ersario in condizione di poter essere accerchiato senza lasciargli tempo apprezzabile per manovrare.
Giunto al Comando Supremo dopo la Marna in condizioni tragiche, è ovvio che la condotta di guerra del Falkenhayn ri,-entisse
{r) LuoENOORFF: .ll emorie di guemi, pag. 9!.
{2) I Rus.5i una volta acccrch,ato il XXV C. .\. R. tcdc;;co e la 3• divi,ionc della Guardia non premettero subito eucrgicame11tc il nemico che riusci a sfondare l'anello che lo acccrchiav-a.
d ella naturale reazione a quelle che al s uo spirito realista dovevano ess ere chiaramente apparse come cause d ell'insuccesso.
Se il comando in capo, sotto la guida del mite discendente del grande Moltke, non aveva eserc itato un'azione vigorosa di comando, il Falk enhayn, invece, Iu autoritario ; di fronte, anzi, ad entrambi coloro ch'egli chiamava il << suo alleato Conrad ed il suo alleato H indenburg » egli si dimos trò talvolta intransigente. Bisogna però riconoscere che p er quan to riguarda i comandi, suoi dipendenti, egli, pur impedendo che essi pot essero influire in quello che riguarda va la condott a delle op erazioni, riservata al Comando Supremo, la sc iò sempre loro l'intera libertà d'azion e, alla quale nel loro campo avevan o diritto (r).
Il contrasto fra il Falkenhayn ed il binomio Hindenburg-Ludendo rff fu tanto più acuto, in quanto che esso aveva l e sue radici in una grande questione di principio. Vincitori di Tannenberg, dove il grosso di un 'armata russ a era stato accerchiato in campo aperto, Hindenburg e Ludendorff non sognavano che giganteschi avvolgimenti. Tes timonio della manovra sulla Marna, il Falkenhayn sapeva quanto lo stesso Schlieffen aveva insegnato: « Sono rare le Canne nella storia » e non aveva f ede negli avvo lgim enti a grande raggio.
Di fronte ai comandi sottoposti il Falkenhayn, pur lasciando loro, come s i disse, la voluta lib ertà d'azione, dimostrò però una prudente diffidenza: cc Non app ena venne affidata a Falkenhayn la sua carica attuale di Capo di Stato Maggiore, egli non si contentò di rim anersene nel suo ufficio di Charlcville, mantenendo il contatto con la front e semplicemente p er mezzo di pratiche e del telegrafo. Il suo bisogno di a ttività e la convin zione che in molti cas i un abboccamento personale ed il vedere coi propri occhi s ul posto valgono meglio del rapporto più particolareggiato, lo spingevano a rendersi assai s p esso, sebbene per poco tempo, in questo od in quel tratto della fronte, ora a M:etz ,
(r) L'opinione contraria manifestata dal Foerster e ripetuta dal Dupont non sembra fondata. Esaminando i contrasti fra il Falkcn h ayn ed il comando in capo della fro nte orientale, cioè con Hindenburg-Ludendorff , si vede che il Falkenhayn ~i asteneva da qualsiasi intervento inopportw10. Basta poi leggere la Campagna d ella 9• Armata contro i Rumen i ed i Russi scritta dal Falkenhayn per convincer;; i che questi aveva io propo sito idee molto chiar e. Non è naturalmente da escludere che presso qualche comando d'annata, nel quale il Falkenhayn avesse meno fiducia. egli abbia esplicata un'azione di tutela, ma in tal caso .! 'intervento del superio re è giustificato.
ora nelle Fiandre, ora nella Champagne. Un volta, anzi, sentii da lui l'es clamazione : cc Quel che s i combina di bugie in qu est i comandi d'armata è prop ri o incredibile ! )> Anche se intesa semi-scherzosam ente, questa frase non imp edisce di concludere che il Falkenhayn rit ene va, come è, dovero s o di poter completare o rettificare, con l'o sservaz ione perso nale, le comunicazioni che gli ve nivano fatte e d i rapporti che gli veni vano inviati 1> (r) .
3. - Falkenhayn organizzato re.
Sotto il comando d e l Falkenhayn l'esercito tedesco si sviluppò potentemente e compì sp lendide gesta. La stessa vittoria invernale in Masuria nella quale l'esercito russo, sorpreso in pieno inverno nelle sue posizioni e forse non provvisto dei mezzi per muoversi in quella stagione, perd è 70 mila u o mini nei combattimenti della ritirata, nonchè altri 30 mila accerchiati nella foresta di Augustow, è da attribuirsi non solo al genio di Hindenburg e di Ludendorff che l'idearono e l'attuarono, ma anc h e al Falkenhayn, il qua le, senza perdere un minuto di tempo, aveva fatto preparare le forze n ecessarie - quattro nuovi co rpi d'armata - per dare il gran colpo (2).
Solto di lui, che nei primi tempi fu comandante supremo continuando a rimanere Ministro della guerra , l'esercito tedesco, mobilitatosi con una novantina di divisioni su rz battaglioni, pa ssò a circa 200 su 9 battaglioni, senza contare che la riduzione del muncro dei battaglioni era stata accompagna t a da ll 'aumento di forza di questi sia coll'aggiunta di co mpagnie mitrag li atrici, sia (almeno da principio sulla fronte francese) coll'au mento della forza delle compagnie fuc ilieri. In sost~.nza., in via approssimativa, i combatten ti dell'eser-
( t ) STiiRCKH: Nel Gran Quartien Generale tedesco, pagg. 101-102
(2) 11 tenente colonne ll o \Vctzell, capo del Reparto operazioni di LudendorfI ed acerbo c ritico <lei Falkcobayn, ne1 la sna pubblicazione: Da Falkenha111i ad Hindenburg-Ludendorfj term in a dicendo eh.e la campagna òi Romania del r 916 dimo · stra la grandezza del binor.1io Hindenburg -Ludenclorff, perchè questi seppero, vincendo difficoltà di ogni genere, racimolare l'Armata destinata, sotto gli ordini <lei Fa! k enhayn , ad attaccare i Romeni.
Analogamente, dunque, quest'ultimo deve partecipare a ll a glor ia della battaglia invernale in Masur ia , per la quale aveva crealo ex -novo le fo rz e che permisero l'azione .
cito tedesco , sotto l 'impulso organizzatore del Falkenhayn, salirono da r,700,000 (r) a quasi 3,000,000.
In questo campo l' open.-.. dei successor i del Falkenhayn fu assai discu tib ile, perchè se essi crearono un'altra trentina di divisioni, lo fecero però a danno delle riserve di complemento. Il concetto di aumentare la forza avrebbe potuto essere vantaggioso, se si fosse avuto in mente di tentare un ultimo colpo, potente, ma breve. Voler seguitare la guerra senza comp lem enti, pur mantenendo inalterata la struttura organic a delle divisioni, portò ad avere unità fornite di tutto punto di quanto era maccmne e servizi, divisioni con cento pezzi, trecento mitragliatrici, un battaglione di truppe addette al servizio delle cc notizie », ma con sol i 600 fucili in tutta la divisione; senza, cioè, i veri soldati, e questo in una guerra di ritirata, la più difficile, quella in c ui i mitraglieri perdono le cassette munizioni, i depositi vicini alle truppe vengono abbandonati, ed i rifornimenti non funzionano regolarmente per la confusione.
Anche lo stesso colossale programma di Hb1denburg ebbe una portata pratica assai discutibile :
« La legge del 5 dicembre 1916, - dice il Wrisberg (2) - che imponeva, durante la guerra, ad ogni tedesco di sesso maschile, dai 17 ai 60 anni, il servizio aus ili ario, ha, malgrado la più larga interpretazione posta ne lla sua attuazione, deluso tutte le speranze che si riponevano in essa per i complem enti d e ll'esercito. Questa legge rendeva straordinaria.mente difficile, ed in parte impossibile , il richiamo dall'industria di gue1Ta all'esercito: per di più, i numerosi organ1 amministrativi creati per l'applicazione di qnesta legge tenevano lontani dal fronte altre migliaia di idonei alle armi ».
Certo è che in base ai dati del \Vris berg non si può a meno di rilevare una contraddizione nel fatto che in un'epoca in cui si aumentava il numero delle divisioni a s pese dei complementi, cresceva, d'altra part e, perfino quando s i combattevano le batt::i.glie decisive nella primavera r9r8, il numero degli uomini (compresi quelli atti alle fatiche di guerra) impiegati nelle industrie. Se si rinunziava ai com-
(1) Vooasi le tabelle date d:11 Falkcnhayn, tenencl o conto degli spostamenti tra fronte e fronte e del\e nuove formazioni (sei corpi d'armata circa) entrate in linea in principio di ottobre 19q.
(z) Generale WR1SBERG (durante la guerra di rettore generale al :\Iinistcro della gu rra prussiano): Esercii-O e paese. B e rlino, K oe le r , r92r, pag. 98. li - l l Comando Supremo tedesco.
plementi, lo sfo!·zo non poteva essere che breve, ed allora perchè mettere centinaia di migliaia di altri uomini nelle industrie ? Se s i consumano le ultime riserve in fatto cli uomini, occorre fare altrettanto anche per il mateliale. Ecco le cifre del \Vris bcrg :
« Degli aventi obblighi di leva idonei alle armi sono stati inviati per ] 'industria di guerra :
alla metà del IgI6
al principio del 19I7
alla metà del 1917 . .
al principio del I9I8
alla metà del 1918 ..
r,190,200 di cui 738,000 idonei alle fatiche di guerra , I,431,600 di ctù 839,000 idonei alle fatiche di guerra ;
r,890,600 di cui r,026,400 idonei alle fattche di guerra ;
2,154,400 di cui I,097 ,roo idonei alle fatiche di guerra;
2,424,300 cli cui 1,187,800 idonei alle fatiche di guerra.
In quanto alla produzione di materiali da guerra, è difficile dire se il sensibile aumento avvenuto co lla nuova direzione (ad esempio: ne ll 'autunno 1916: batterie da campagna 1929 e nell'estate 1917 batterie 2709) sia dovuto, spec ialmente per la fabbricazione delle munizioni, allo sviluppo di misure già adottate dal Falkenhayn od alle nuove disposizioni di Hindenburg.
Il Falkenhayn esercitò il comando in condizioni diffic ili. La sua fulminea ascesa urtava tutta una tradizione. E noto che in Germania esisteva quel ruolo unico, che invano si tentò, verso il 1912, di introdurre da noi. La difficoltà di tale sistema cons iste nel contemperare le esigenze della gerarchia disciplinare con quella dell'equiparazione delle carriere.
Nei gradi inferiori occorr e che il grado corr isponda alla carica: il tenente comandante di compagnia infatti sarebbe in condizioni scabrose, perchè verrebbe a trovarsi nel reggimento insieme ed alla pari
co n una cinquantina di subalterni {I), e non è supponibile che lutti gli uffi ci ali a bbiano l'aui.orevolezza per imporsi ad un numero così grande di colleghi, in molti dei quali l'esuberanza della gioventù soverchia l a riflessione, cosi che non tutti hanno i riguardi necessari di fronte a l compagno incaricato d elle funzioni del grado sup eriore . Questo è vero, in It a lia e fuori ed anche in Germania i tenenti v en ivano promoss i man mano che occo rreva ; ma quelli delle armi più fort un ate eran nominati capitani con risen·a d'anzianità, in modo che il tenente di fanteria diventato capitano, ad esempio, due anni in r ita r do, riprendeva all'atto della promozione il suo posto di fronte ai colleghi di altre armi, promo ssi prima di lui.
Questo, occorrendo, s i faceva anche per la promozione a maggiore, sebb ene in tal grado l' a bbondanza di ufficiali superiori che esisteva in Ge r mania permettesse in massima di regolare la carriera (2).
D a ufficia le .superiore in s u esisteva in Germania il ruolo unico r egol ato sull'arma di .fanteria. In questa le promozioni a colonnello avvenivano man mano che si facevano disponibili i comandi di reggim ento. Gl i ufficiali de lle altre armi erano promossi insieme a quelli di fanteria di pari anzia n ità, talchè in esse si potevano avere al comando di reggimento tenenti colonnelli ed anche maggiori anziani, m a se la carriera in fanteria accelerava (ciò avvenne raramente) s i m ettevano nelle armi meno fa voritc due colonnelli per reggimento (3).
Il ruolo un ico era relativo soltanto al grado non alle cariche, le qu a li co i re la tivi stipendi venivano assegnate a seconda dei posti dis p onib ili: n elle cariche superio1i il sistema non ha inconvenienti Un colonnello può d i massima comandare u na brigata : esso non h a d a v ivere a con t at to di gomiti con una cin quantina d i pari grado spensierati ed esuberanti, ma con due comandanti di reggimento, p ersone cui la carica stessa che rivestono deve inspirare il tatto e la d eferenza verso il collega incaricato d el comando superiore. Qu e-
(r) Lo furono i nostri subalterni del genio, comand ant i di compagnia fra il 1896 ed il 1 9 12 , che non potevano essere promossi capitani perchè vigeva allora il ruol o unico per l'artiglier ia od il genio.
(2) Nel 1910 noi avevamo in fanteria ò77 maggiori e t enenti co lonnel li per 3~9 balt aglioni esistenti iu pace, meno di due per battaglione. La Prussia ed il Wiirtemberg p er 515 battaglioni avevano 1300 maggiori e tenenti colonne ll i, cioè due ufficiali <>uperi ori e mezzo per battaglione.
(3) ln Austtia si avevano, per esigenze di carriera, perfino 3 colonnelli per r eggim ento.
s t'ultimo, d'altra parte, non è più un ufficiale comune, ma per comandare una brigata deve possedere l'energia capace d'impors i, occorrendo, ad un pari grado; e gli avvèrrà, del resto, b en di rado d'imbattersi in un collega che dimentichi i doveri della s ubordinazione.
Siccome '>t ipendi, pensioni ed indennità c rarlo dati di mas~ima alla carica, ne conseguiva che il ruolo unico tedesco aveva una portata pratica, diremo cos i finanziaria, s olo qua n do gli ufficiali uscivano d a lla l oro arma, cioè pe r quelli che ,·e:ni,·ano nominati comandant i di divis ione. Costoro s i trovavano nominati a tale carica p e r lo più n e ll'ordine d ella nomina a so ttotenente, salvo l e promozioni a sce lta che avessero ottenute. Quin di gli uffi ciali di Stato Maggiore di pari anzianità da sottotenente, che go d e vano di pari vantaggi di carriera e rano nominati a ll'incirca insieme co mandanti di di\'is ione, qualunque fosse l 'arma di provenienza (r)
In questo ambiente, abituato da una tradizione seco lare a ll'avanzam ento per selezione, l a nomina a comandante supremo d e l Falkenhayn, il qua le av r ebb e d o vuto no rmalm en te essere comandante di divi:;ione ap p ena promosso, non potcYa fa r e a meno di produrre una certa impress ione. I comandanti d'armata e molti co mandanti di corpo d'armata erano diventat i eccellenze p1;ma che il Falkenhayn fosse colonnello ; la nomina, inoltre, del F alkcnhayn non era basa ta neppure su i risu ltati de lla s ua az ione precedente. Nessun fatto di guerra, nessuna sp icca ta azione, neppure co me l\linistro. A ciò s i aggiunga che il Fa.lkenha)11, co me ammette anche uno d ei s uoi critici più seve ri , il Foerstcr, « non h a m a i so ll ec i tato il favore nè d ell' ese rcito nè ddla pt1bblicc1 opiniO!·c • . Rigido con sè e cog li altr i , lavorat o r e infatic abile, a nd ò diritto p e r la s ua via, es igendo senza riguardi dai suo i inferiori tutto quanto d ovevano fare.
:Malgrad o, queste difficoltà, sotto la guida del Falkenhayn l' ese rc ito t edesco sent ì di ave r e un comandante. Egli, sD. litn al co mando in un m omento in cui il pànico ::.i era impadronito dell'intero ese rc ito e sopratutto del Comando Supremo », co m e riferi sce il colonnello Baue r che era 11l/l~Jta pars de l co mando stesso (2), seppe ra-.sicura r c l'esercito e far piantare l 'artig lio tedesco co~ì solidame nte in
1 1
(
57.
F ra ncia, da ric hiede r e altri quattro ann i di guerra e l' intervento degli Stati Unit i per sve lle rlo. Ch e poi Ludend o rff in vece sua avrebbe saputo far meglio, come asserisce il Batter, evitando la guerra di posizione, è ques tione che appartiene al dom~io dei se e che non può essere ri solta p rim a c h e si sa ppiano re<.l.lmente quali fossero le cond iz ioni mor ali e materiali delle truppe tedesche durant e e dopo la Marna. Cert o, almeno per alcune armate esse non potevano essere r osee . Si discute vivamente in Germania l a questione Hentsch (r) a llo sco p o di dimostrare che l'es e r cito tedesco non è stato battut o alla Marna, ma ricondotto indietro -a torto più che a rag ione - dai suoi capi. T 2.le conclus ion e, però, non se mbra giustificata, almeno fino a c he non verranno obbiettivamente es po ste le reali condizioni, specialmente qu e lle morali, dell'ala destra tedesca. Certo il generale von Biilow, com andante la za Armata, ritenne di dover ripiegare in consegu enza d ella situazione milita re , il che vuo l dire che questa non era buona. Anche leggendo la pubblicazione de l generale von Kuhl, allora capo di Stato Maggiore della ra Armata (La canipagna della iv! arna, B erlino, Mittler , 1921) si ha l'impression e che la 1a Armata sia passat a rapidamente dall'attacco alla ritirata, ciò che indica che le truppe non erano in una fase d ec isiva del combattimento.
(1) Il ten. col. Hentsch del Comando Supremo tedesco fu - dicesi - incaricato cli recarsi presso le arma.te, durante l'azione della llfarna, con pieni poteri. Sembrava invece finora che eg l i si fos s e limitat o a dare l'ordin<! di ritirat a alla 1a Armata (vo n Klu c k) , dopo che la 2~ Armai.a aveva già iniziato il ripi egamento. :Ma a quanto però assicura il Kronprinz nelle s u e ,'vltmo rie, ora pubbl icate, l'azione dc ll'Ilentsch non sar ebbe stata regola.re perchè avrebbe pr e teso ùi avere pieni poteri per ordinare la r itirata sen:z:, JX>Ssedere un'autorizzazione scritta.
" L e jonr mème de cdte attaque de nuit, dune le 10 septcmbre, le lieutenant co lone ! H cntsch repassa per Va.rennes après avoir achevé sa tournée d'in~--pection. Son opi ni on s u r la sit uati on générale était devcnne franch c mcnt pessimiste. Il consi<lérait commc dé,e,péré :! la p:>,it ion de notre a.ile droite el exprima. le dé3ir dc voir la Ve Armée, la m ie nn c, battre imméclia. lement cn retraile D'après lu i, le, I èrc et ne Armées éta.ient en pleine débanclade, tandis que la IIIe parven a it à pci n e à se m aintenir et que la situation de la IVe n ' était pas brillante
« J'expos1i au lic u tenan t co lon e! H en t se h qu'i l ne pouvait ètrc question d 'u n.e retraite de la Ve Armée , d'.ln t je n e v oya is a u c unement la n.é cessité, et que n i la situ 1.liou généra le , n i la pos i tion ct,a mon arméc mème ne justifiaienl parei Ile me s ure: d'ailleurs qu'avanl 1uème de prcndre r,e pro j et cn considération, il fallait qu' au préalable t o us les blcssés dc l 'altaquc d c nu it fu ssent, jusqu'au dernier homm e , évacués c n l ieu silr. Q u and H e nls : h insista d'une façon réitérée malgr6 mes objections, j e lui demandai son mandat écril. Il n'cn ava.it pas ! J e lui signifiai alors que nous ne po u vions obtcmpérer à ses ìnjonctions », (Memoires du K ronprinz. Payot, Paris x922 , pag. ;81-182)
La situazione, quindi, sembra essere stata la seguente : la za. Armata tedesca in condizioni difficili, la 1a Armata ben lungi dall'ottenere wi !'.uccesso incontrastato; fra le due armate un largo intervallo, pressochc' indifeso, nel quale si incuneavano due corpi d'armata inglesi. Un giudizio su ciò che avrebbe potuto avvenire, qualora l'esercito tedesco avesse persistito nell'azione, :.;arcbbe assai dubbio.
Il primo atto del Falkcnhayn come comandante supremo pare sia stato il tentativo, non riuscito, di rompere il connubio Hind enburg-Ludendorff, mettendo quest'ultimo alla dipendenza del generale v. Schubert, il quale avrebbe pr0babilmente contenuto l'attività del suo Capo di Stato Maggiore in limiti meno vasti di quelli che il glorioso maresciallo consentiva al suo alter-ego.
Il tentativo, ripetuto nel gennaio I<)I5 colla destinazione di Ludendorff alla carica di capo di Stato Maggiore dell'Armata riel sud, nei Carpazi, non riusci neppure questa volta, in seg uito ad una richiesta di Hindenburg all' Imperatore. Il gesto del Falk enhayn, però, si comprende, date le difficili condizioni in cui egli doveva eserci tar e il comando; ad ogni modo ben più aspramente verso di lui si comportarono, come vedremo, Hindenburg e Ludendorff, una volta giunti al potere.
Se il Falkcnhayn cercò di romp e re il binomio Hindenbnrg-L u<lendorff, il vincitore di Tannenberg cercò a sua volta di far sostituire il Fél.lkenhayn, proponendo - p are in credibile - in sua vece, il vinto della ?lfarna ! E quest'ultimo - incredibile del pari - si adoperò a tutt'uomo per ritornare a l comando, pel qua l e g li avvenimenti lo avevano dimostrato chiaramente incapace, e per far mettere da parte colui che aveva dopo la Marna salvato la situazione.
Quali fossero le condizioni dell'esercito quando Falkenha.yn assunse di fatto il comando lo abbiamo già ricordato colle parole del Bauer: <• panico nell'esercito e nel Comando Supremo 1 Il Bauer st<'sso ci dice che « Moltkc era completamente affranto, sedeva pallido, apatico davanti alla carta; un uomo finito» (r).
(1)
• Eppure l'esercito tt-d c sco era iubtto, non mina cc iato rw lle sue comunicazi o ni. Solo il rngno dl'lla guerra rapida e divl'rtente era sfumato!
« L'avversario s i era raddrizzato , la partita <liventavn. seria, molto seria, ma contemporaneamente nella Prussia ori"ntale la strepitosa vittona di Tanncnbcrg
D el r esto, a quali condizioni avesse portato il Moltkc l'esercito ce lo di ce egli stesso nei documenti ora pubblicati dalla famiglia.
D o p o i successi dei primi giorn i , troppo favorevo lmente, del re s t o, a ppr ezzati da l Comando Supremo, non si erano riportate che vitt orie d i P irro . <( Il Corpo della Guardia, scrive i l Moltke il 31 agosto a ll a mogl ie, deve aver avuto grandi perdite 1> e 1'8 settembre, mentre l a s it u azione è ancora indecisa, scrive che « l e truppe sono decìmate (Zusammen geschmolzenen) ... La Guardia è di nuovo stata impeg nata in gravi combattimenti, deve aver avuto gl i effetti vi ridotti a m et à».
L e condizioni delle truppe, 1'8 settembre, p rima della decisione di riti rarsi, sono descritte nel memoriale « Osservazioni e ricordi » verga t o nel novembre dal Mollke stesso: « La 2a Armata dovette ripiegare la propria ala destra; anche la ra dovette iniziare la ritirata~>
« Il generale v . H ansen (3a Armata) mi dichiarò che egli non poteva più tenere la l inea assegnatagli, perchè le sue truppe non erano più in gr a d o di operare » (r).
T ale l' eredità lasciata al Falkenhayn; ma questi, che fu pm d 'ogn i alt r o, lo narra anche il Moltke, sorpreso dall a destinazione, aveva posto nettamente una condi zione, quella di aver mano libera, p u r adattandosi in pari tempo a lasciare per quasi due mesi che il Moltke avesse sulla carta i l titolo di Capo di Stato Maggiore dell'E sercito.
Solt anto i l 3 novembre i l Fal kenhayn ebbe la nomi na a tale cari ca: Il Mo ltke nelle sue Memorie accenna al martirio della sua penosa
e l 'avanzata in corso conlro Rennenkarnp, dovevano per il Comando Supremo tedesco cos ti t uire un non trascurabile conforto al mancato facile successo ad oves.t.
• Ben diversamente le cose stanno in Italia nell'ottobre 1917. Non so lo la possibi lità di una guerra offensiva sembra svanita, non so lo il s uo lo ciella Patria è minacciato, ma - quel che è peggio - è la possibi lità dello s faccio dell'esercito, che appare a l Comandante supremo i\la il crollo di tante !Speranze, di tanti idea.li non scuote la libr a de l Comandante italiano, cd il det.to che il Taine ricorda: « In nessun paese la pianta uomo nasce forte come in Italia • trova nuovament e la s ua conferma.
< 'N'on Stcin, no n T appen comandano da noi , ma il solo Comi\ndante e la ~ua vo lontà è rapida e s ic,ira . Calmo, imperturbabile, assolutamente padrone di se stesso, il generale it.1.liano guida co n chiaro intelletto e con mano ferma le operazioni.e la sua tempestiva dec isione d i ritirarsi salva l'Italia e più dell'It,di a • ITAucus: L ' a· zione dell'Italia netta guerra numdiale. aisposta al gen. Cramon, Ronn, Poligrafico, 1922.
( r ) Generale ;\foLTKE: Ricordi, lettere, documenti (l887-c9t6). D e r Kommeude Tag A. G Stoccarda, 1922 , pag. 2 4.
condizione, ed anche in seguito nel grande dramma che l'a,·eva privato dalle sue altissime funzioni vide s pecialmcnle le proprie sofferenze p ersona li. In un colloquio avuto a Berlino col generale Sti.irgkh, r ca po della Mi ss ione militare austriaca presso il Comando Supremo tedesco, questi accennò alla morte avvenuta sul campo dei figli del generale Conrad. « Tuttavia, disse :\Ioltke, io lo invidi o, quando mi paragono con lui. Che cosa è la sua perdita in paragone della sventura che ha co lpit o mc? Pensi un moment o da quale posizione e da quale campo d'azione un tragico destino m.i ha st r a ppato. Una s imile prova non è ancora toccata a nessuno. Ora io rimango a questo posto, perchè ritengo che al pre sente ognuno debba servire la patria dove viene destinato e dove occorra, ma ne risentirò p er tutta la vita>> (r).
Con queste dispos izioni d'animo il l\Ioltkc, al principio del 1915, ripetutamente cercò tli rovesciare il Falkenhayn. L'8 gennaio eg li scriveva a Bcthmann H ollweg che a suo avviso bisognava cercare la decisione in Oriente e soggiungeva : ( Vostra Eccellenza dice che Sua Maestà cd il genera le von Lyn c k er vogliono, a qualunque costo, lasciare il generale von Falkenhayn a capo dello Stato )Iaggiorc, anche nel caso che le due funzioni. attualmente riunite, venissero separate (2). In lai modo l a questione è g ià decisa a priori.
u Il generale Ludendorff è certo troppo giovane p e r essere Capo di Stato :\laggiore. Sare bb e indicatissimo come Capo del R eparto operazioni e come Quartierma<.;lro, ma è una personalità con llna volontà propria, con la testa più <lura del muro, che non riuscirebbe mai a collaborare con l'a ctu,ile Capo di Stato ~faggiore. È assai capace ed amb izioso - con ragione - ma si soltoporrebbe so lo ad una personalità che goda della sua considera;,ionc.
( A mio giudizio, il colonnello generale v. Bi.ilow è il più cap,tce dei nostri comandanti d'annata.
u ?(on so clirc se il generale v. Falkcnhayr1 god ,1 o no della fiducia degli ambienti di questi comandi. Sarebb~ assai d es iderabile che ne godesse, pcrchè la fiducia è una gran cosa.
« Vostra Eccellenza sarà poco sodd isfatta di quanto ha esposto ; lo sento anche io. )[a mi è imp oss ibile esprimerm i più esplicitamente.
(r) SIURGKH: fo gro,sm /Jauplquart ier. Li,t, Lip,ia, 1921, pag. 89.
{.!) Il Falkcnhayn era allora contt•mporancamentc )Iini,tro ùella guerra e C:1po cl> Stal o i\laggiorc.
E vostra E cce ll e nz a lo capirà . Qua lora vogli a un g iudizio competente, si m etta in r apporto col generale v. Bi.ilow. Non so, però, se sia possibil e farlo senza desta r e il sospetto di Yolersi immischiare di questioni milit a ri n (1).
Dtm qu e, pur di scalzare il successore, il i\l oltke non es it ava a consigliare di a ffi dare il Comando Supremo a colui il quale col ~Ioltke st esso divide la responsab ilità del disastro della i\I arna, a quel Bi.il ow che senza a tt endere o provocare ordini del Co m ando Supremo d iede le dis po sizioni d i ritirata, qu~ncl.o le sue truppe, per quanto in critiche condizi oni, erano tuttavia ancora in grado di combattere (z).
Il IO genna io, poi, il Moltke ~i rivo lge all' Impe r atore per segnalargli che le cose vanno male e c he occo1Te pre n dere la decisione di agire offensivamente verso la R ussia, il giorno 15 rin ca ra la dose cd il 17 riscrive che, in base ad informazioni di Hindenbu rg, le cose vann o così male, che egli è costretto a par lar ch iaro e senza rig u ard i :
" IJ generale v. F alkenhayn - ne sono profond amente convinto n o n è, nè p ~r carattere, nè p ~r cap.1cità, la p~rsona più adatta ad essere , in quest i tempi difficili, il primo consiglie r e di Vostra 1faestà, ne lle questioni militari. La s ua p ersona costituisce un grave p e ricolo p er la patria. )Ialgrado l'apparente forte volontà ed i modi garbati , non ha l'intima forza d'animo per concepire cd eseguire operazi on i in grande stile. Le operazioni ad ovest, da lni proposte a Vostra l\iae:.tà ed. esegui te, non hanno dato alcun risultato : sono la :.trategia delle occasioni p e rdute.
•< A causa dell a sua cortezza cli vedute - di p roposito non dico dell a s ua ambizione - abb iam o ~ubìto un grave scacco stùl'Yser e p e rdut a l 'occasione - che allora si presentava - di terminare la campagna in Russia con un rapido colpo decisivo. Ci minaccia il p er icolo gravissimo che il medesimo errore venga in questo mo -
1 ) \" on :\IOLTKE: Err1111er111:gen Brit/e Dt>k1111.11te. Edizione Dcr Komm<.>ndc Tag. Stuttgarl, 1<J1Z.
(2) Vedo~i I TALr cus: U1ia versione di Vittorio l'cnelo divul~ata in Francia (g iu~no rg2 r ) Ronn, S tabilim <.>nto Poligrafi co, pag. 19.
• Prim1 e dur,mte le giornate della ~fama m,incò l'aLione di comando: qu<',to fii alla fine il fallo decisivo. Lct ritirata ddla !• Arm·ita 1;ra ing1ustificata (unbc~run· <kt) <' ci r ubò li! vittoria •. (LUDE:-iooRFI': l(rieg/iihr1111g 1md Politik. Ber li no, J\hll· l c r, 1 9.1.2 , p ,ig. 75). La mancaht vittoria è cosa ipoloL ica, ma sta il fatto c he il Bi.ilO\\ prese una dcterminaz1 o ne che non aveva diritto d1 dare e r hc la situa,ione non impon eva
mento ripetuto. Tutt" la nostra situazione militHc è athwlmente così critica, che solo un successo pieno e completo in Oriente può sah t'rla. ~on c'è tempo <la perdere, c;e si vuol !'>congiurare il pericolo cli vedere 1n Rumenia e l'Italia mettersi a fianco <1.ei nostri nemici. Questo pericolo sarà eliminato, se si rie sct• a battere i Russi in modo definitiYo ed a conducll're la pace con loro. Credo che ciò sia possibile, ponendo condizioni ragionevoli. ::\fa tutto questo l-. possi bil e solo gettando ad est tutte le forze in qualunque modo disponibili, anche ritirando dalla fronte occid<'ntale fucili non indispensabili, a costo di correre il pericolo di venirci a trO\ ne in una situazione difficile, a co:--to anche di e:--sere costn•tti a raccorciare le nostre line e.
« Come ho già esposto a \" ostra ::\Iacstit, sulla fronte occidentale noi non possiamo ottenere che successi parziali, che rimarranno senza influenza sulla fine cl.ella guerra. Se adesso impieghinmo forze insufficienti anche sulla fronte orientale, anche lì noi non potremo ottenere che succe--si parziali ed in breve Yostra iiaestà sarà costretta - dato il contegno ambiguo dei neutri a spostare dall'Occid ente- verso l'Oriente maggiori forze di quanto non sia, in questo momento, necessario. La qual cosa - come già è accaduto altra volta - porta ad uno stillicidio delle forze, senza risnltati decisivi. Nel caso che non si ottengano tali risultati, la Rume ni a e l' Italia attaccheranno l'Austria costringendo la ad una pace disastrosa. che toglierà anche a noi i frutti dei gravi e sanguinosi sacrifici di questa guerra.
(< H o sapu to per caso che il maresciallo Hindenb urg ha proposto a \'. l\L di richiamarmi al mio vecchio posto. Prego caldamente Vostra }faestà di voler~ene, in ogni caso, astenere. ~on a causa della rnia sa lut e, che è di nuovo del tntlo ristabilita, ma perchè ho l'impress ione che Vostra )Ia esfa non abbia più in me l'antica fiducia. Dal giorno in cui \ 'ostra ~faestà mi ha tolto la direzione delle operazioni, non ha mai più chiesto il mio parere in alcuna circo:-.tanza: mi sarebbe impo ssibi le scrivere questa lettera se fosse inspirata da mire interessate. Ora non è affatto questione della mia per::;ona. Si tratta di salvare la patria dalla grave crisi.
« Nell'attuale momento chiunque abbia la capacità di rendersi conto delle esigenze della situazione strategica e l a fermezza di carattere per su p erarle senza tentennamenti può fare il Capo di Stato
1\laggiore: un uomo nel q ua le Vostra Maestà possa giustamente riporre la sua fiducia.
« D a quanto sopra ho esposto voglia Vostra Maestà riconoscere ch e son soltanto ragioni positive che m'inducono a ritenere necessa rio - nell'interesse stesso di Vostra ~faestà e della Patria - l'all ontan amento del gen e rale von Falkenhayn dalla carica di Capo di Stato :Maggiore.
cc Il generale von Falkenhayn gode di così poca fiducia n ell' ese r cito, che non si debbono intraprendere nuove operazioni sotto 1a su a direzione. Anche se adesso, sotto la pressione degli avvenìmentj, egli fosse proclive ad accogl iere tutte le richieste del Comando del fron te orientale, domani non manterrebbe le sne promesse: c'è peri co lo che crei nuove difficoltà al Comando ste,;;so invece di sostene r lo con tutte le sue forze >) (r).
Vi era nella lettera all'Imperatore l'esp licita rinuncia ad aspirazi oni personali, ma come si è accennato, il passo di )fol tke non era il sol o fatto presso S. M. l'Imperatore; contemporaneamente si erano mossi H indenbu r g e l' Imperatrice. ~on è noto in qual modo q u es t a abbia cercato di influire per l a sostituzione del Falkenhayn; d i Hind enburg si è visto che propose il rich iamo di l\folt ke ! e< Circa l a s u a p roposta, scriveva il Molt ke stesso il 23 gennaio all'idolo del p op olo tedesco, di rich iamarmi ne lla mia carica, Sua Maestà h a dichiarato nettamente che io sono troppo ammal ato, come gli av re bbe annunciato il colon n ell o ~I. che si era informato presso i l mi o m edi co. Ciò è falso, perchè l' M. non è stato dal mio medi co, nè gli ha scr i tto. Del resto io sto bene e m i sento completamente in gambe », ed il Moltke dopo alcuni consigli di prudenza conc ludeva: <e Signor Fel dmaresc ia ll o, io ho fatto quanto potevo per aiutar Lei e la P atria, il destino de ll a quale sta nelle sue mani » Il 29 gennaio, poi, sc riveva a L u dendorff : « Il mio cuore è lacerato, pensando a q uei m es i d i con dotta della guerra che sono andati perduti dopo la m ia sostitu zion e. Io non voglio affermare che io avrei fatto meglio, ma avrei in ogni caso agito altr iment i Ma nessuno, nè l' I mperatore nè al tri, mi ha dop o d'a llora interpellato. L'Imperatore non si è dato un a volta la pena d i in formarsi se io fossi sano od ammalato, se
io avessi il desiderio di ritornare nella mia vecchia carica. Il mio s uccessore cd il Gabinetto militare mi h anno colpito a morte 1>.
A tutti questi retroscena, nei quali cosciente o no traspare, accanto all'int eresse p:!r il paese ; anche quello personale, bastino due osservazioni. La prima è che ì\lollke a sost itu ir e il Falkt' nhayn non propone l'Hind('nburg. Co~ì, al Bethmann Ti ollweg, il ro gennaio, aveva prop osto il Bulow, scartando il Ludendorff perchè troppo gio' vane. Il 12, sc rivendo ad un generale, che si era unito al Cancelliere p e r tentare di inform.are Sua Maestà (< delJ'opinione generale sfavo revole al Falkenh~yn », concludeva: « Potrebbe Sua Maestà prendere il generale Ludendorff: forse questo potrebbe salvare ancor ciò che s i pu ò imi vare. Esso non è una p ersona molto comoda, ma ciò non importa ». Ora se il Ludend orff era troppo giovane, se come Quartiermastro non sarebbe anelato col valkenhayn, perchè non avrebbe potuto assumere tede carica con Hinclenburg , comandante supremo ? Com'è che questa soluzione co~ì ovvi.a non è proposta cl;tl ì\Ioltke?
L'impressione che se ne riporla è che permane sempre in quest'ultimo l'aspiraz ione a quel posto, al quale gli avven im enti l'avevano dimo:-trato non adatto. P erchè non bastava che egl i si sentisse in gambe a Berlino per ritornare Comandante supremo; occorreva avere la fibra necessaria per resistere a quelle emozioni che avevano senz'a ltro fiaccato la personalità del primo Capo di Stato ì\Iaggior e tedesco.
È quindi spiegabile la clecisione dell'Imperatore di mantenere il Falkcnhayn nella carica di Capo di St2.to ì\Iaggiorc, malgrado le m1.novre intraprese a d1.nll0 di lui d'él H indenburg e da Moltk e, coll'app )ggio del Cancelliere e della stessa Imp eratrice.
L' u nico risultato di tutti questi nn.ncggi, second0 un:1. lettera di 1Ioltke ad Hin<lcnburg in data 23 gennaio, fu il richiamo di Ludcnd0rff presso Hindenburg e .., I' as:-;egnazione a quest'ultimo di 4 corpi d'armala », coi quali fu vinta in febbraio la battaglia invernale in :Masuria. Ma è da os.;;en·are che sembra ;i.s~ai dubbio che questo sia stato dovuto all'azione per:sonalc del ì\Iol tke e non alla forza delle circostanze esposte con calore.: al Comando Supremo dal Conrad e d1. Hindenburg (1). Che poi in quella situazione t<"sa su a m-
( r ) \'rria-,i FOERSTRR: li co11/e Schlie!je11 e la r:uerra man.tiale. l:3 ~rli n o, ;\littler, 192 1, ~econda parte, pag. 21.
bedu e le fronti il Falkenhayn es ita sse a privarsi di considerevoli forze per cede rl e al fronte verso l a Russ ia è perfettamente comprens ibil e, tanto c he egl i era in un certo modo ridotto ad occuparsi di più del fronte francese, in conseguenza di un a specie di indipendenza che nei limiti d el possibile ve11in l asciata ad Hind.enburg. Se la decisione dell' offensiva inve rnale fu presa dal Falkenhayn a malincuore, ciò non distrugge il fatto che egli abbia preso come unico responsabil e tale decisione.
Ad ogni modo sono assai significativi, per comprendere in quali ambienti si svo lg esse l'a.zione del Fal kenhayn, tutti questi man egg i che il generale schiacciato dall'insuccesso della Ivfarna svolse contro il condottiero che or ganizzò e portò a compimento l a più grande serie di vittorie otten u te cl.alla Germania, cioè l'offensiva di primavera ed estat e r9r5 contro i Russi.
Al Falkenhayn SFetta il merito della decisione di eseguire lo sfondamento d ,el fronte ru srn a Gorlice e sop ratutto di aver preparato in tempo la nuova arma ta occorrente i:er tale operazione. Circa l'esecuzio1l e, poi, sembrar.o dubbi gli appunti mossi al Falkenhayn, perchè si trattava di un'operazione ad obbiettivo limitato, che non si prefiggeva. la distruzione dell'esercito nemico: quando un'operazione porta alla conquista della Polonia ed alla cattu r a in tre mesi di 700 mila prigionieri, evidentemente s i tratta di un'a.zim:e con un obbiettivo limitato , ma con un ris ultato grandioso.
Sperare che un'offensiva dall'estrema sinistra prussiana, quale la volevano Ludendo rff ed Hindenburg, anebbe potuto portare alla distruzione dell'esercito russo, catturando lo nel rnlien te polacco, non è deduzione consentita dagli avvenimenti dell'intera storia militare. Kessun esercito che sapesse marciare e combatter e, è bene ripeterlo, si è mai lasciato accerchiare se non di sorpresa, mentre per chiudere il saliente polac co che aveva ura base di 300 ch il ometr i in linea retta, occorreva tanto tempo che le armate rnsse avrebbero potuto ritirnrsene. È vero che i Rus s i dov evano percorrere uno spazio all'incirca ugu ale a quell o accennato, mentre il cammino dei Tedeschi che avanzava n o da sud e da nord era so lo la metà, ma gli Austro-Tedeschi dovevano
progredire combattendo e senza ferro,·ie, mentre le armate russe, retroguardie a parte, non dovevano effettuare che marcic di spostamenlo, nella quale la capacità delle truppe moscovite era eccezionale, ed esse potevano inollre valersi di un'ottima rete ferroviaria.
La campagna vittoriosa contro la Ru ssia portò anche ad un importante successo politico per la Germania: l'allea..i.ta colla Bulgaria. Anche la riuscita di tale trattato si dovette, come assicura il generale Cramon, capo della missione tedesca in Austria, sopratutto alla tenace energia cd alla perseveranza del Falkcnha),11 (r), cd il frutto militare del successo politico fu la conquista militare della Serbia e l'abbandono della spedizione di Gallipoli da parte dei Franco-Inglesi, abbandono che implicava la rinuncia al tenlativo di sbloccare da quella parte la Russia, cosl ormai definitivamente isolata.
Paralizzata in tal modo la minaccia russa e scompafaa l'eventualità di altri pericoli al fronte orientale, i due alleati si potevano volgere offensivamente contro i nemici d'occidente: ma qui cominciarono i dissensi gravi.
Per spezzare la forza offensiva deH'esercito russo i due alleati avevano dovuto tenersi sulla difensiva sul fronte francese l'uno e l'altro su quello italiano, e tanto l'uno quanto l'altro, pur riuscendo a respingere tutti i tentativi di sfondamento, avevano però dovuto attrav(!rsare periodi di grave tensione. La difensiva era riuscita, ma con sforzo eccezionale. Era pertanto naturale che entrambi i condottieri de:;iderassero di risolvere con una poderosa offensiva la situazione al proprio fronte occidentale. Di qui la tendenza del Falk enhayn ad effettuare l'offensiva in Francia, del Co nra<l ad agire contro l'Italia. ~è l'uno nè l'altro erano arrcnde,·oli, e per di più opposti per natura; uomo d'ar,ione il Falkenhayn, svelto e vigoroso, comandante da taYolino l'esile Conrad; signorile sempre nei modi il primo, l'altro, invece, non alieno da espressioni poco corrette e non soltanto per quella« perfida Italia ,,, che egli, malgrado l'alleanza, aveva proposto di attaccare qualche anno prima, senza neppur curarsi di cercare un pretesto.
Il vincolo colla Germania aveva per lui quale fondamento principale il tornaconto, o meglio il timore. << Se non fossimo stati alleati
_ egli ci dice nel primo volume delle Menwrie - data l'infelicità della rete ferroviària boema, l'Austria non avrebbe potuto difendere quell'important e r egione contro l 'esercito tedesco >> (r}. Anche durante la guerra egli aveva dimostrato poco riguardo per gli alleati: nell'autunno del r9r4, invitato dal Falkenhayn, che si recava da ll a Francia nella Prussia orientale, ad un appuntamento a Berlino, non aveva aderito all'bwito. Nel febbraio r9r5 quando le divisioni prussiane del vigoroso Linsingcn si battevano nei Carpazi, il Conrad accolse il generale Stiirgkh, reduce dal Quartier Generale tedesco, colle stupefacenti espressioni: « Che fanno dunque i nostri intimi nemici, i T edeschi, e che cosa fa quel commediante dell'Imperatore? » (z).
L e trattative per un'azione comune contro l'Italia non riuscirono e, mentre il Falkenhayn s i decise per Verdun, il Conrad preparò l'offen siva di Asiago. Si di ce comunemente che le due vie divergenti condussero a Luzk.
La vigorosa offensiva del Bmssilow nel giugno 1916 portò l'Aust ria e quindi le potenze centrali assai vicin o alla rovina ; vale dunque la pena di analizzare le cause di tale avvenimento.
Nel campo strategico, quando due coalizioni sono in lotta e l' esito s i dimostra incerto, e quando nessuna grave minaccia obblighi succ essivamente ad operare in una data direzione, può convenire di sopra ffare l'avversaiio più debole, sempre, però, quando nel frattempo gli altri non possano produrre un danno maggiore del vantaggio ottenibile contro l'avversario meno potente. Conv'errà, in sostanza, incominciar e da quest'ultimo quando, liquidata tale partita, ci s i trovi in migliori condizioni per proseguire la lotta contro i rimanenti avversari.
Senza dubbio era stato conforme a lle esigenze della situaz ione il cominciare a metter fuori causa l'avversario più minaccio so, perchè
(t) Co 1un : Aus meiner Dienstzeit, Voi. I Vienna, Riko la, pag. 54
( 2 ) • Alle parole con cui mi accolse Conrad, non ero certo preparato: " Dunque cosa stanno facendo i no~tri intim i n emjci, i Tedeschi, e cosa fa l'Imperatore tedesco, quel commedjante ì .,. Io non osavo credere alle mie orecchie e mi fu necessario un pò di tempo per ria.vermi dalla sorp resa. Conra<l nel frattempo aveva avanzato una lunga filza di accuse contro gli ufftciali tedeschi del Comando Suprc-mo. Essi si insinuava.i10 da ppertutto, :si mjscrua.vauo di tutto, era.no semp lic i spio che lo avevano impigliato in una vera rete cd influenzavano persino la :,lampa. Da tutti questi sfoghi emanava un sentimento di odio, cli vera inimjcizia, contro tutto ciò c he è tedesco. Le sue accuse mi dettero anzi l'impressione che Conrad, nervoso e sovrcccit'lto com'era, soffrisse alquanto di maula di persecuzione •. STuRGKH, p'tg. r 16.
lasciando agire la R ussia nel 1914-15 si rischiava di pcrdère la Slesia e le sue industrie, nonchè la P russia orientale e di veder crollare l'Au stria. l\la gara.ntita con una ser ie di offensive ad ori ente l'esistenza delle potenze centra li, era stata razionale la decisione di metter fu ori causa, nell'autunno di quell'anno, la Serbia, l'avversario più debole, tanto più che s i otteneva contemporaneamente l'alleanza della Bulgaria.
Analogo concetto poteva, all'inizio della campagna del 1916, valere, sino ad un certo punto, pel fronte occidentale : poteva, cioè, ritenersi vantaggioso rimanere su una sicura difensh·a in Francia e cercare <li dare un colpo deci~ivo ~!l'Italia. < Fir.o ad un certo punto" si è detto, perchè la possibilità di sch iacciare il più debole è assai dubbia, quando questo sia collegato, come avveniva tra Francia ed Italia, da buone ferrovie, che permettevano il facile accorrere di rinforzi.
Quindi, se un'offensiva austro-tedesca avrebbe eventualmente potuto ri'::iolverc la questim:e austriaca, togliendo alla duplice monarchia ,, un incomodo avversario », è assai dubbio se il successo avrebbe potuto s pingersi sino all'annientamento della nostra potenza militare ; anzi, l'esame del problema difensivo italiano, che qui non è il caso di esporre, farebbe concludere di no e per il no concluse anche il Falkenhayn. I due alleati agirono ognur,o per proprio conto.
Jla il Falkcnha)11, nel conccntn.re le forze disponibili cont r o Verdun, lasciò , però, a l fronte russo quanto occorreva per garantirne l'in\'iolabilità. Altrettanto non free il Conrad ! I Rus ~i. a.vvertiti dal Comando Supremo italia.no dell'entità dell.i. sottrazione di forze dal loro fronte ccl invifati da noi , a. non sciurarc la. loro offensiva, ma a limitarsi a fare qualche diversione », a.ttaccarono, invece, con tre .irmate, quando furoro ::inni di dare t1n colpo dt"cisi,·o. Lo pro,·ano i tckgrammi inviati al ncstr0 Ccmar:do Supremo e lo prova del resto il radiotelegramma di 13russilow a ll a sua a rm ata, alla vigilia dell'offensh·a :
« L 'ora t\ giunta di sc,i.cciare l'infame nemico ! T utte le armatc del nostro fronte attaccheranno. Io sono persuaso che la nostra armata di ferro riporterà una vittoria deci::iva ,> .
Evidentemente questo non è il telegramma di un generale che vuol fare u na se mplice diversione !
l\1a la c~usa del disastro non fu il fatto che i T edeschi attaccassero
a Verdun e gl i austriaci ad Asiago. Questa avrebbe potuto eventualm ent e essere la causa d el mancato pieno successo dell'un o e d ell 'altro tent ativo. Ma anche se i due gruppi offens ivi, austriaco e tedesco, fossero stati riuniti, le condizioni in cu i l'offens iva di Bruss il ow si svo lse sareb b er o sempre s tate le stesse. L a causa della sconfitta austriaca a Luzk n on è la d islocazione delle forze tedesche di Verdun che erano di là lontan e migliaia di ch ilometri , bensì la debolezza della truppe rim aste òi fronte ai Russi. i, L'aver levato troppi mezzi dal fronte russo da parte austriaca >1 questa è la vera cau sa del disastro, la disposizione, cioè, presa dal Conrad contro ogn i regola della prudenza militare, di all eggerire troppo il fro11te russo per accumulare quanto più pot eva di forze contro di noi, mentre il Falkenhayn, prendendo l'offen-;iva a Vcrdun, non aveva dimenticato che la condizione per poter vin ce re realment e ad ovest era di non esse re sconfitto ad est.
L a verità è che, rispetto all'offen<;iva russa in Galizia nel giugno 1916, il servizio informazioni austro-tedesco non ha funzionato in tempo , ed anche la valutazione che i due Comandi avevano fatt o della potenzialità dell'esercito rm:,so era troppo bassa. Conrad aveva detto a l Falk e nhayn che i Russi non potevano at taccare in Galizia prima di qua ttr o o sei settimane, a partire dal giorno in c ui agli Austro-Tecle,;chi fosse noto tal pericolo.
Se si pensa che, ne l r9r4, l'esercito russo si era mobilitato e radun ato in modo da iniziare le operazioni tre sett imane dopo la dichiarazione di guerra, c'è da rimanere s tupiti nel leggere che s:i credessero necessarie da quattro a sei settimarie per rinforzare una part e del fronte con riserve - che avranno in fondo so mm a t o ad u na diecina o quindicina di divisioni e la poca artiglier ia pe san te disponibil e - mentre per questo erano sufficier,t i i nove giorni impiegati dai Russi (25 maggio-4 giugno), dato ch e stù fronte Tarn opo l-Rovno-Sarny g iung evano tre buone ferrovie di pi a11 11rc1..
Jn so.:;tan za, la val utazion e crrata dell'avversar io da parte dei due Cotnandi e la sicurezza loro di co,1oscere sempre in tempo qu anto avveniva ne l campo russo, fu l'origine della grave sconfitt a di Luzk.
Al F alkenhayn si potrebbe muov ere l ' obbiezione che egh si acqui etò all a discutibile afferm azione del Conrad, ma la responsabilità d el disastro è in co m plesso tutta del Quartier Generale lii - Il Com«ndo S"f>""'" tedesco.
austriaco (r); affermare come fa il te/lente colonnello Wetzell (2) che il Falkenayn avrebbe dovuto impedire l'indebolimento successivo degli Austriaci al fronte russo, significa dimenticare che il Capo ~ di Stato Maggiore. tedesco non aveva allora alcuna azione di comando sopra il Conrad (3).
P oichè il successo di Bruss ilow fu dovuto non so lo al vigore d elle armate dello Czar, ma anche alla debolezza della fronte austriaca, sguernita oltre prudenza per ~ttaccare l'Italia, possiamo concludere che se durante l'offensiva austriaca contro l'Italia, l'Austria ha avuto un primo successo, noi abbiamo, alla causa comune dell'Intesa, reso in quell'occasione il più grande dei servizi : quello di vincolare di fronte a noi, come dice lo stesso Falkenhayn, il fior fiore dell'esercito austriaco e la massa maggiore dei suoi mezzi, permettendo ai nostri alleati di ottenere contro l e insuffic ienti forze austriache in Galizia un grande successo . Nella stessa guisa, durante una grande battaglia, una parte del fronte può assumere contegno difensivo per tener impegnato parte d ell'avv ersario e permettere al rimanente dell 'eserc ito di passare, là dove è più conveniente, all'offensiva. Cosi alla « s uper Canne » di Tannenberg i Pru ss iani si tengono inizialmente sulla difensiva al centro, per ricacciare invece vigorosamente alle ali i corpi d'armata russi ed ottenere quindi una vittoria decisiva.
Circa la decisione d el Falkenhayn di attaccare a Verdun piuttosto che altrove non è possibile, per mancanza di sicuri elementi, pronunciare un giudizio definitivo.
Certo, come punto morale, fu indovinato ; non errò, infatti il Falkenhayn nel ritenere che l'esercito francese sarebbe tutto passato
(i) Vedasi nota a pag. 178 del testo ed, anche IrAucus: I.'azio11e dell'Italia nella guerra ,no11diale - R isposta al generale v Cramon. Poligrafico, Roma , pagine 16-18.
(2) W ETZELL: Da Falkenlt,ayn ad Hi11de1iò,~rg-Ludcndorft Rcrlin, 1921, :\Hittler, pag. 4·
(3) Ben più grave appunto che al Falkenhayn nel 1916 s i può inuovere ad Hindenburg-Ludendorff per avere nel 1918 consentito l'offensiva tanto in Francia quanto in Italia. Soltanto un successo decisivo in Francia prima dell'entrata in azione degli Americani avrebbe s ignifica to il guadagno della guerra.
Ora il concorso austriaco - che dopo la sconfitta del Piave il Comando Su. premo tedesco so llec itò - era ben più facile ottenere nel '18 che nel 1916.
per quella mac in a ! L 'iniziativa dell e operaz ion i fu strappata alla Francia p e r pa r ecchio temp o. Ma non fu forse una mac ina anche per l'es ercito t edesco ?
È ci ò che non s i p u ò a n cora valutare. Se fosse .vero quanto afferma il Falk enhayn che le perdite tedesche e le francesi nella lotta s ulla )Iosa stavano come 2 a 5, Verdun sarebbe un grande successo, ma è n ot o c h e i calcoli clelle perd ite in guerra sono troppo incerti. Si st en t a a conoscere le proprie, e difficilmente quelle del nemico si ved on o qu ali sono e non con la l ente d'ingrandimento del nostro d eside rio d i vederlo d istrutto.
Tu ttavia se non sono note le cifre delle perdite dei due avversari , è p erò ce rto che esse furono gravi dalle due parti ed è sopratutto d a notare che l 'impressione mora.le di quella lotta non fu a v a ntaggio dei Tedeschi. Dalla coscienza della resistenza. pres.tata malgrado le perdite, si diffuse .maggiormente nell'esercito francese il convin cim ento della p r opria forza, mentre n.el campo avverso, accanto all a fierezza per i primi successi, dovette sorgere il dubbio della propria impotenza.
L'impresa non riuscì, anzi si risolse in un grave scacco morale p er i T ed eschi; essa va.le però a mettere in luce una caratteris ti ca d el Falkenhayn come condottiero. VerdWl era un obiettivo di a l to v al01·e, sopratutto morale. La ~ua caduta sarebbe stata. fatale all ' In tesa : ora intor,~o a questo obiettivo , non occupato di primo sl a n ci o, il Falkenhayn si accanisce con una lotta di mesi. Se s i p e nsa c h e l'esercito tedesco in Francia era allora sensibi lmente inferi or e ai F ranco· Inglesi, non si può non con venire che l'uomo, il quale malgrado l'insuccesso, persisteva in una sim ile azione, dov e v a p ossed e r e una forza di volontà incro ll abile. L'ostinazione potrà essere s t ata un errore, ma denota una fermezza quale raramente s i tr ov a ne ll a guerra mondiale.
T a le q u a lità di condottiero mancò ad esempio nel momento d ec isivo de ll a guerra ai successori del Falkenhayn.
D uran t e l'o ffens i va del marzo r918, che mirava a rompere il fr onte avversario, sep arando i Francesi dagli Inglesi, occorreva con· quis tare Amiens, pe r d ut a l a qnale, presumibilmente, gli Inglesi avr e bbero dovuto decide r si alla ritirata verso il mare per non effettuarla s o tt o la p ressione imm ediata del nemico. Ma trovata resistenz a d avanti ad Amie ns, i Tedeschi si arrestano, precipitandosi
invece verso llontdidier , ottenendo cosi qualche altro successo m omen taneo, ma perdendo la possibilità, che pareva presentarsi, di vincere la guerra (r).
Colla premes~a di Luzk anche i successivi avvenimenti del 1916 non potevan più essere ~overchiamente favorevoli alle potenze centrali .
L'Austria dovette sopportare la dura sconfitta di Gorizia; i Tede schi ù1 Francia furono aspramente provati dalla lotta sulla Somme, e malgrado che il Falkcnhayn avesse nel miglior modo possibile arginato l'offensiva russa, le cose parevano volgere a male per gli imperi centrali, specialmente quando scese in campo la Rumenia.
A questo punto cessa l'attività del Falkenhayn come capo di Stato Maggiore dell'esercito. Con una decisione che non può a meno di parere strana, all'uomo, che avev.a guidato per due anni il« Millionenheer », fu affidato il comando non di un gruppo di esercito, ma di una semplice armatella, la quale però aveva un còmpito importante, quello d'agire contro la Rumenia. Tale còmpito fu assollo magistralmente dal Falkenhayn, il quale in seguito sparve, in complesso, dalla scena della guerra mondiale, avendo avuto l'incarico di una spediziorn> per la riconquista di Bagdad, operazione che poi non fu effettuata, data l'impo ssibilit à di trasportare così l ontano le forze occorrenti, colla ferro,·ia che si arrestava a }leskcne ad 800 chilometri da Bagdad, senza n eppure disporre cli una strada interamente camionabile che collegasse la testa di linea ferroviaria col corpo cli spedizione e ciò mentre gli In glesi avevano organizzato le loro comunicazioni dal Tigri, navigabile quasi 'iino a Bagdad.
Il piano della rivincita sul Tigri , indicato dai Turchi sotto 11 nome convenzionale di Iildirim (che in turco significa lampo) fu cambiato per concentrare ogni -;forzo al fronte della Siria, minacciata dagli Inglesi: fu conservato alla nuova imp resa lo stesso nome convenzionale. Caratteristica dell'Iildirim fu il fatto che alla testa di esso vi era un comando pressochè tutto di ufficiali tedeschi.
La situazione era tale da rendere, anche ad un Falkenhayn, insolubile la esecuzione del còmpito affidatogli.
L' « As ienkorps o tedesco si riduceva a tre battaglioni di fanteria ed a 4 batterie oltre a rip art i tecni ci. Le truppe turch e nello scacchie re siriano comprendevano la 7n. Armata presso Aleppo e 1'8a in Pal es tina , in tutto 12 divisioni di fanteria. 1fa le malattie e le diserzioni avevano enormemente ridotto gli effe ttivi. Una sola divisione durante il trasporto dalia Galizia ad Aleppo aveva avuto 4790 disertori : nel dicembre '17 il numero dei disertori dell'esercito turco oltrepassava j 300,000.
)fancava inoltre anche qui la possibilità di provvedere al tra...,porto <lelle truppe e dei mezzi ad esse occorrenti, mentre gli Ingle s i avevano line e di comunicazione molto più brevi. e ben organizzate.
Vanno tenute p oi in conto altre difficoltà, quali l'ostilità da parte di alcuni generali turchi che si vedevano malvolentieri soggetti ad un comando straniero, n on chè qualche attrito colla Mis sic,ne militare tedesca a Costantinopoli che ,ovraintendeva all'organizzazione delle retrovie turche. Aveva qmn<li ben ragione il J:<alkenhayn di scrivere nel r92r: e< Senza dubbio noi ufficiali dell'Iildirim stavamo ad un po!-to perdut o , (r).
Infatti il F a lk enhayn dovette in complesso as~istere impotente alla caduta di Gaza (7 novembre), a ll o sfasciamento dell'8° Armata turca c<l alla conseguente perdita di Gerusalemme (8 dicembre).
Alla fine del febbraio 'r8 il Falkcnhayn lasciò il comando del gruppo d'esercito al genera le Liman von Sanders, capo de ll a Mi ssione militar e tedesca a Costantinopoli, per rec arsi al fr onte russo a sostituire il maresciallo Eichhorn nel comando della roa Armata, la quale dopo il trattato di Brest Litowski t e neva la Lituani a e la Rus~ia bianca
È fin ora rim asto senza s pi egazione il fatto che il nuovo Comando Supremo Hindenburg- Lu dcndorff non abbia utilizzat o convenientemente a pro' della patria questa personalità di prim'ordine, davanti al quale anche molti dei critici finirono per inchinan,i. Uno d ei più acerbi, il Bau er, conclude : e< Malgrado tutto s i deve r icono-;cere che Falkeol11.yn era un uomo di grande valore. Se al Governo e nel R eichstag avessimo avuto anche solo un paio di uomini del suo s tampo , non avremmo mai perduta la guerra».
(i) • }ILDIRIM •: Deutsche St,-eiten au/ heiligem Boden, edito colla c oopera i:i <'ne d ell'a h" a· s r e 1v10 1 ta.to. Stalling, &rlino , 1C)22 pag. g.
6. - Critici e critiche militari.
Falkenhayn in Germania ha trovato più critici che ammiratori ; gli idolatri di Schlieffen gli sono di sol it o contrari. «Falkcnhayn o;cebc Verdun invece di Kiew >>, conclu de il Foerstcr, ma bisognerebbe prima dimostrare che senza Yerdun l'esercito tedesco avrebbe potutodepauperato delle forze necessarie per la grande offensiva in Oriente - resistere alle aumentate forze franco-inglesi.
Ma il cr iti co più acerbo clel Falkenhayn è Ludendorff; questi neil1' sue Jfemorie di guerra si era sempre dimostrato sereno verso il Falkenhayn, mentre quest'ultimo nelle sue opere aveva polemizzalo di continuo, sia pure aù armi cortesi e senza accennarlo esplicitamente, col popoJare maresciallo e col suo Capo di Stato Maggiore.
A sua volta il Ludendorff, nel suo successivo libro Condotte, della guerra e politica. critica senza riguardi il Falkcnhayn per la sua «Strategia dagli scopi limitali" e pei suoi procedimenti tattici. 1,0gni guerra costa sacrifici. La lunga durata della guerra li aumenta. I primi grandi scontr i del 1914 in Oriente cd in Occidente, nei quali la nostra valorosa fanteria aveva attaccato troppo inconsideratamente, erano coslati perdite rilevanti. Perdile altissime ave,•ano provocato la 5trategia adottata dal secondo (ornando Supremo nei combattimenti di Ypres dell'autunno 19t4, nell'inseguimento frontale in Polonia nel 1915 e nelle battaglie davanti a \'erdun del r9r6, nonchè il mante nimento delle nostre formazioni tattiche, malgrado le mutate forme di combattimento apparse in Occidente. 786,000 uomini di comp lemento erano stat i inviati , fino a novembre r914, alla so la fanteria, 3,484,000 fino alla fine dell'agosto r916, vale a dire sino all'epoca d ella cosl detta " Condotta della guerra con scop i limitati ,. o " st rategia d'esaurimento., in tutto 4,270,000 fino all'assunzione del potere da part e del terzo Comando Supremo. Kel 19r6 non facevamo più la guerra con le classi da 20 a 45 anni, che erano state istruite in tempo di pace e di cui potevamo disporre in guerra, ma con i comp l e menti inviali, a vcvamo impiegata anche la massa di co loro che erano rimasti ;;enza istnizione in tempo di pace; avevamo inquadrato nell'e serc ito di campagna i diciannovenni e ch iamati i diciottenni alle armi. Era impossibile strappare di più. Si doveva intaccare se mpre
pm profon d amente l'elemento umano della Patria e far partecipare al se rvizi o di guerra anche coloro che in base alle norme di legge, fino allo ra vigenti si erano ritenuti non idonei. Malgrado tutto questo la fant eria non ebbe dal paese, dal 1° settembre 1916 fino alla fine d ella guerra, che 2,170,000 complementi.
,, Si d ov r anno tener presenti queste cifre allorchè si farà il confr on to della " Strategia d'esaurimento ,, con la " strategia di distruzione ,, » (1).
In vitiamo il lettore ad un pmdente scetticismo contro queste s t a tist iche ed a non addossare senz'altro al Falkenhayn le maggiori pe rdit e (1,300,000 fantaccini), avvenute nel biennio del suo comando in con fronto del successivo.
Anzitutto, perchè i due termini di paragone avessero un valore bis ogn erebbe che il completamento dei reparti fosse sempre avvenut o r egol armente. Solo in tal caso i complementi corrisponderebbero a lle perdite. Ma nel 1918, per mancanza di riserve, la fanteria rice v ette, a quanto ci dice il vVrisberg, 70,000 complementi al mese, m e ntre n ell 'anno precedente, nel quale i combattimenti erano stati m e n o gravi, il fabbisogno medio mensile era stato di 125,200 complem e n t i d i fanteria : evidentemente il minor numero di complementi corrisp onde non a minori perdite (tutt'altro) ma a minor disponibilità di u o mini. Inoltre, il Wrisberg stesso dice che nel periodo di Moltk e-Falkenhayn i complementì per - la fanteria sono stati in media, nel p e1iodo agosto 1915-settembre 1916 (2), 124,500 al mese e per tutte le arm i 180,330, mentre nel 1917 le analoghe cifre fµrono alquanto s uperio r i e cioè rispettivamente 125,500 e 204,030. Secondo ques t e c ifre, p rovenienti dal direltore gene r a l e del Ministero prepos t o a tal e servizio, il massimo rifornimento di uomini si sarebbe avut o nell 'ann o 1917, che corrisponderebbe ad un maggior consumo, se no n vi fosse il 19 18, dw-ante il quale furono ricevuti complementi me n o nume r os i , ma venne profondamente intaccata la compagine de i corpi , ta nto più che le perdite, specialmente in prigionier i , furono s u pe rior i a qu e lle d eg li a ltri periodi delJa campagna.
A prescinde r e du nque da altri punt i interrogativi (3), si vede
( 1) LUDB1''DORFP': Condotta della gtterra e politica. Berlino, Mittler, 1922, pag. 108.
(z) Que.,,i;o periodo comprende Ver<.lun e la Somme.
(3) Ad esempio gli nomini dj età inieriore ai 35 anni, tolti nel 1918 dalle 40 divi1:, ioili del fronte est per completare il fronte ovest, sono contati come complementi o no?
come i dati di Ludcn<lorff male si accordino con quelli di una fonte cosi autorevole come il Wri sberg ; non è possibile quindi accettarli come sicuri. Inoltre, che cosa significano le sole perdite tedesche ?
Volendo impiegare la statistica per un confronto trn la condotta di guerra dei comandi supremi, occorrerebbe non esaminare le perdite tedesche nei tre periodi relativi, ma confrontare invece in ogni periodo quali siano state le perdite tedesche e quali le nemiche, per sapere quanti Tcde:;chi o frazione di Tede~chi sia costata la perdita dì un avversario, e da tale paragone la strategia del Falkenhayn non uscirebbe, presumibilmente, in svantaggio a confronto con quella succes~iva.
Ben più sereno di Ludcndorff l'accenno di Hindenburg sul F alkenhayn :
« Non è un illu,,ione la mia ritenendo che il contrasto di vedute fra il punto di vista del Comando Supremo ed il no.stra, manterrà un interesse storico. Ma noi ne l giudicare i piani del Comando Supremo non dobbiamo perdere di vista il quadro generale della guerra. Noi stessi (Hindenburg e Ludcndorff) vedevamo allora soltanto una parte di tale quadro. La quistione se noi nel caso in cui avessi m o conosciuta nel suo complesso la situazione politicomilitare, avremmo concretati altri piani cd agito diversamente, non può essere risolta» (r).
Il limitato ascendente del Falkenhayn sull'esercito non fu però di sens ibile danno alle operazioni militari, perchè egli seppe acquistarsi tutta la fiducia dell'Imperatore e queslo bastava perchè il Capo di Stato :Maggiore potesse, senza troppi contrasti, attuare le sue concezioni. Lo Sti.irgkh ci assicura che dalle espressioni del Falkenhayn « questo sto già facendolo entrare all' I mperatore )> o « per questo sto già battagliando col!' Imperatore », egli si era fatta la convinzione che anche quando il Sovrano opponeva qualche resi-
stenza, il Falkenhayn si sentiva sicuro di superarla. Il Falkenhayn stesso n arra che nel contrasto avvenuto tra lui ed Hindenburg per l'offen s iva contro i Russ i nel 1915, l'Imp eratore diede ragione al suo Capo di Stato Maggiore.
Se il prestigio meno elevato del Falkcnhayn nell'esercito non fu di dann o alla condotta della guerra, il minor fascino che il suo nome esercitava stille masse permise che l'azione politica si esercitasse con maggior indipendenza e libertà.
Si ha un bello scrivere dei volumi, come quello citato del Ludendorff , ma non s i riuscirà mai a dimostrare che le doti del guerriero coincidono con quelli dell'uomo politico: indubbiamente vi può e,se re un eroe - alla Carlyle - un Napoleone, che abbia una visione cosi netta d el11. verità e della realtà da essere eccellente nei due campi.
)fa occorr e per questo una visuale ben ampia: normalmente, invece, il gen era le vedrà le esigenze dell? lotta e solo subordinatamente a que ste le esigenze politiche.
Xoi militari partiamo dal principio che sia necessari o lasciare ad ogni comandante la sua sfera d'autonomia. Il « comandante sul post o >1 è in grado di saperne di più ed è quind i in grado di giudicare meglio del superiore lontano.
Uguale trattament o è necessario ·saper usare verso coloro che, in altri ca mpi da quello dell'impiego diretto delle armi, difendono l'esistenza della P atria. Il Ministro degli esteri cd il Pres idente del Consiglio sono megli o del generale al corrente della situazione p0Jitica estera ed interna e bisogna o aver fiducia in loro o disperare della Patria. L 'esempio della Germania è terribilmente ammonitore a questo riguardo . Di una que stione essenzialmente politica, come quella dell' en trata in guerra dell'America si è fatta una questione tecnica, se, cioè, il Yantaggio della guerra !>Ottomarin a illimitata fosse superiore al d anno dell'eventuale entrata in azione delle forze americane, senza badare che dal lato politico l' entrata in guerra degli Stati Uniti era la perdita della guerra indi scutibilmente sicura.
I gene r ali tedeschi videro l e esigenze militari. Tanto Falkenhayn quant o Hinden burg e Ludendorff r itennero che fosse utile per il
conseguimento della vittoria l'estensione illimitata della guerra sottomarina : essa, impedendo i rifornimenti da ol tre Atlantico, poneva l'Intesa in condizioni meno facili in quanto a materiali da guerra, ma per contro ciò significava l'intervento degli Stati Uniti.
Intervento certo e conseguenza di questo, una cosa altrettanto certa, l a perdita della guerra per un solo motivo : il tracollo del morale del popolo e quindi del soldato tedesco. Questo aveva ottenuto, si, vittorie considerevoli, ma a prezzo di perdite gravissime, superiori a quelle di qualsiasi altra nazione ; coll'intervento degli Stati Uniti, avrebbe sentito di aver contro tutto il mondo !
Ora, neppure il popolo tedesco era composto di masse disposte al sacrificio totale di se stesse. Questa verità fu misconosciuta dai generali. Si fecero calcoli del tempo che sarebbe occorso per affamare l'Inghilterra e di quello necessario per effettuare un'offensiva vittoriosa in Francia, prima che incominciassero a farsi sentire i rinforzi nord-americani; si sostenne, poi, che l'America sarebbe ugualmente entrata nella guerra contro la Germania. Calcoli tutti attendibili o no, ma che trascurarono il fattQre fondamentale; il peso cioè, dell'entrata in guerra degli Stati Uniti che avrebbe elevato il morale dell'Intesa ed abbassato quello della Germania e dei suoi alleati, così da produrre il tracollo. E ciò fu tanto sentito non solo dal popolo, ma dallo stesso Governo tedesco, che quando la guerra fu dichiarata, non si osò andare· .fino in fortdo per timore di spingere il popolo americano all'estremo, e non si osò in complesso attaccare i convogli americani coi sottomarini, allegando che si ottenevano maggiori effetti attacca11do quelle navi che, non trasportando truppe, erano senza scorta. Sempre il calcolo numerico! Ma l'affondamento di qualche naviglio carico di tmppe avrebbe, col suo effetto morale, prodotto ben altro arresto all'invio di truppe americane di quello che avrebbe potuto produrre una ipotetica deficienza di mezzi di trasporto! (r). Ad ogni modo, entrambi i capi di Stato Maggiore, Falkenhayn ed Hindenburg, finirono coll'essere d'opinione cbe convenisse servirsi di questa ultima arma della disperazione.
Ora, il Bethmann-Hollweg, che potè resistere al Falkenhayn, non osò farlo di fronte ad Hindenburg ed a Ludendorff. Nel nome
caro del maresciallo il popolo era stato abituato a vedere il suo Erco le, il suo buon genio tutelare, onnipotente. Sarebbe stato necessario un ecceziona le carattere per poter resistere ad una richiesta di quest'ult im o. E ad H inden burg non seppe opporsi il Cancell iere : « Nei primi giorni di gennaio venni chiamato a l Gran Quartiere Gene rale. Allorchè arrivài a Pless, la mattina del 9, la decisione - di fatto - era già presa. Comando Supremo e Stato Maggiore della Marin a e ran o, dal canto loro, decisi a fare la guerra sottomarina. L'Imp eratore si mise dalla parte ]oro. Dalla primavera e dall'estate 1916, allorchè evitai la guerra sottomarina, la situazione era mutata da cap o a fondo Allora avevo potuto far prevalere il mio parere, perch è l'autorità del generale Falkenhayn non era abbastanza grande per imp orre un provvedimento, che, dato i l numero notoriamente in suffic iente di sommerg ibili, era bensl popolare nei circo li conservatori, naziona li -liberali, pangennan isti e nelle sfere influenzate dalla Marin a, ma che tutta v ia era accolto con scetticismo dalla maggioranz a del R eir.:hstag. Ora, invece, il nu mero de i sommergibili era così fortement e c r esciuto che, data la scarsità del raccolto mon<l ia le d el 1916, pot eva cons iderarsi possibile la riuscita della guerra sottomarina. Il tracollo fu ciato dal fatto che a l Comando Supremo ernl"o il mare;,c iallo Hindenbt1rg ed il ~enerale Ludendorff. La fid uc ia, di rni questi capi gode'!,ano in tutto iJ popo lo, dal più basso al più alto, era tllimit ata e basat;i sn l fatto che ripetutamente avevano salvata la Patria. L::i. maggioranza del Reichstag avrebbe fatto capire che avrebbe c onside r ato decisivo il desiderio d i Hindenburg. Qualora, quindi, questi due capi avessero sostenu to c he la guerra sottomarina era lln mezzo indispensabile, avrebbero in tal modo ratificate le proposte d e ll a )farina : qnalora si fossero dichiarati abbastanza forti per sc,stenere tutt e le conseguenze della guer r a. sottomar in a, anc h e la guerra con l'Am erica fino al raggiungimento dei success i garent iti dalla Marin a, qualsiasi opposizione si fosse fatta, avrebbe d ovuto poter p oggiare s u di una ba se ch ia rissima ed eviden t e per riuscire,, (r).
Data la superiorità d ei mezzi degli Alleati, l a g u erra, malgrado i grandi success i, non volgeva a lla decisione desiderata dal popolo tedesco. E naturale che questo s i volgesse, sperand one la salvezza, ai du e condottieri , ch e più d egli altri sin a llor a avevan o impersonifì-
cato la vittoria e la voce popolare divenne tanto più forte quanto più l'orizzonte si oscurava : allorchè il mancato successo di ,-erdun, gli insuccessi sulla Somme, il disastro di Luzk e l'intervento della Rumenia fecero oscurare vieppiù l'orizzonte, l'Imperatore non potè più resistere e la sostituzione di Falkenhayn fu decisa.
<e Il maresciall o Hind enbu rg è stato, da Tannenberg in poi, il simbolo vivente della fede popolare tedesca. Ed è rimasto l'Eroe popolare, anche quando la sorlc gli ha negato la vittoria finale. Al di sopra dei suoi meriti militari !->i ele,·ano le indefinibili forze morali, che emanano dalla forza e dalla grandezza di una persollalità fortemente rinchiusa in sè. La nazione aveva la fede e la com·inzione che !,Oltanto lui potesse trarci vittoriosamente dagli aggrovigliamenti di tutte le fronti. Il popolo si sentì defraudato della sua forza maggiore, allorchè non vennero affidate a lui le nostre sorti militari. E soltanto con Hindenburg come capo, e con la sua approvazione, la Germania avrebbe accettato anche una pace magra.
,, Il sigriilìcarn psicologico di qur.sti fattori eni immenso. lo li feci pre~enti all'Imperatore nell'estate del 1916 con una insistenza, che non era certo superfl ua. A varie riprese e ancl)ra al mom,~nto dell'inizi0 del lngli0 'r7 l'Imperat0fe mi ha ricordate le parole, che avevo impiegate in quell'occasione. Poco dopo ottenni, su qttestr:t via, un'azicme personale rlell' Im pcraton', che venne, poi, a capo delle difficoltà. poste dagli Austriaci per l'unifica.tione del Comando Snpremo su lla fronte orientale In tal modo il passo ùecisivo era fatto. La designazione del maresciallo Hindcnhnrg al Comando Supremo avvenne poco dop o a ut omaticament e e senza la mia azi011e immediata. In seguito alla dichiara:tione di guerra della Romania l'Imperatore convocò il marcscia.llo al Gran Quartiere Generale per la discussione sulla situazione e gli affidò - poichi· il generale Falkenhayn av1;n,a, per questo, presentate le dimissioni - il Comando Supremo. Quando, poche ore dopo, a1Tivai da Berlino a Pless, potei congratul,trmi col maresriallo di un avvenimento, che coronava hmg hi miei sforzi 1> (r).
8 . - Conclusione.
Grandi cose operò il generale Falkenhayn nei due anni del suo comando ed un maturo esame occorrerà, prima çli stabilire se la sostituzione sia stata di reale vantaggio alla Germania, a prescindere s'intende, dalla benefica influenza che sul morale delle truppe ebbe il sentire chiamati al Comando Supremo uomini n ei quali tutto l 'esercito e la nazione avevano una fede asso lu ta e dal fatto che qualunque nuovo comando composto di eminenti personalità necessariamente porta una seri.e di p erfezionamenti alla compagine ed ai procedimenti tattici dell'esercito.
La strategia del Falkenhayn si prefisse scopi, i quali, meglio che limitati, s i possono dire determinati. I cardini di essa furono la paralizzazione dell'esercito russo, lo schiacc iamento della Serbia per potersi unire, mediante l'alleanza colla Bulgaria, colla Turchia cd impedire il cadere degli Stretti e lo sblocco della Russia ed infine la paralizzazione dell'esercito francese, mediante l'attacco a Verdun.
I primi du e scopi, determinati, ma pur grandiosi, furono in complesso raggiunti. Il terzo no certamente, ma se il fallimento della conquis ta dell'obbiettivo tangibile, Verdun, influi dannosamente su l morale tedesco a vantaggio di quello degli Alleati, non è, però, a negarsi che not evo le danno , sopratutt o materiale, fu inflitto all'esercito francese già provato p er cosi gravi perdite precedenti; ma og.ni giudizio definitiv o va ba sato su dati che non so n o ancom noti.
In complesso , dunque, si ha l'impressione che l'opera del Falke:nhayn si s ia, tant o nel campo o r ganico quanto in quello strategico, differenziata da quella dei suoi :,;uccessori per una maggiore chiarezza e precisione degli scopi da raggiungere, per l'equilibrio co l quale tali scopi erano scelti in relazione a i mezzi esistenti, per un'azione di comando più precisa, circoscritta al campo militare, ma personalmente esplicata dal comandante, mentre l 'az ione dei suoi successori, che volle estendersi al campo politico-industriale, dovette necessariamente essere in alcune parti v.hbandonata ad ufficiali in sottordine i. quali mandavano telt>grammi a firma di Ludendorfl, ,, c:hc fac<~vano ner lo meno scuotere il capo>> (1). Di qui attriti, che furono certamente
(r) Valga il seguente esempio citato dal Wrisberg :
• Per caso (I) il :.Vlinistero della guerra era venuto a sapere qualcosa della costruzione di no pezzo d'artiglieria della portata di 100 km. Allorcbè la Marina comunicò che la
dannosi e che non si verificarono invece nel periodo di co 1 ando clel Falkenhayn, il quale non soltanto ri..;pctto al :\1inistro della gnerra si trovava nelle migliori condizioni per procedere d'accordo, data la sua influenza personale, quale cx :\1ini.<;tro, sugli alti impiegati, ma anche ri.spctto al Cancelliere ed al }l ini,,tro degli eskri ~apeva condurre vigorosamente le opt:razw1 1i militari, scnra im·adcrt' dannosamenk il campo altrui. 9. - Falkenhayn e l' Italia.
Come dice lo stesso titolo il libro del Falkc11 hayn: « Il Comando Supremo dal r9I4 al 1916 nelle sue più importanti decisioni », contiene l'esposizione del pensiero conduttore della strategia del generale stesso.
Come tal(', data l'importanza dell'azione militare ~volta dal Falkenhayn, il libro merita di essere conosciuto.
Oltre ciò, l'opera del Falken hayn ha per noi uno speciale interesse, in quanto l'azione militare germanica c.i è mbsn in contrasto colla nostra ed il Falkenhayn ha di frequente occasione di pronunciare giudizi e di esporre dati e circostanze che ci riguardano.
l\Ialgrado qualche frase che può e~sere interpretata diversamente, è fuor di dubbio che il Falkenhay:n compre~" tutta l'importanza dcll'enlrata in guerra clcll'Ilalia: « Nessuno potrà fare a meno di riconoscere la gravi,-sima situazione che sarebbe derivata dall'entrata in guerra dell'Italia, prirna dello sfondamento galiziano, e all'epoca delle gravi lotte nei Carpazi, o nel periodo in cui, dopo la battaglia dei laghi )fasuriani, le riserve tede~che erano esaurite, o in quello della grave sconfitta au:;tro-ungarica in Serbia nel 191.+ ».
A scongiurare, anzi, tale pt'ricolo egli cercò cli influire, agendo direttamente prima :-.ull'.\ustria, non si conO$CC se d'accordo o no col suo Governo, e quindi sul nostro addetto militare, l'allora tenente
vbita al pezzo, già ultimato. avrebbe luogo a tait~ e tale data, il :'.',timstt·ro della guerra fece richfosta al Comando Supremo di parteciparvi. La. risposta • per il gtmerale Ludendorff • Iu negaliva. Quando fu scritte> al generate Ludendorff, J'autori7.zazionc giun~c immediatamente Anche i telegrammi o le lettere di conleuuto a,;pro. fim1ate dal generale Ludendorff ste.'iSO, erano, nella maggioranza dei ca.si, da attribuire ai med1.-,.imi autori •. \VR!SBERG, pag. 165.
colonnello Bongiovanni. Dapprima, dunqtte, aveva tentato di preme r e sul Ministro degli esteri austriaco, Burian, cercando d'indurlo ad entrare in trattative coll'Italia, per guadagnar tempo e possibilmente compromettere l'antica alleata di fronte all'Intesa con nuove trattativ e.
Narra lo Stiirghk: « L'indomani del mio ritorno a Berlino, nel febbraio r9r5, Falkenhayn mi fece chiamare a colloquio. Si trattò dell'Italia.
« Falkenhayn sostenne il principio che noi non avremmo potuto sopportare nè militarmente, nè economicamente una guerra contro questa grande potenza. Era impossibile che perdurasse lo stato di allora, una completa assenza di trattative; qualcosa si doveva, pur fare: ma, secondo il suo parere, i diplomatici avevano impos tato male la cosa. Conrad e lui avevano certamente il diritto di dire la loro parola in tale questione, b enchè essa appartenesse al campo politico, ed il dovere di evitare una disgrazia. La sua proposta era la seguente: che la Gennania e l'Austria, senza basarsi sulle proposte antecedenti, facessero all'Italia l'invito di intavolare trattative per il rinnovamento della Triplice, sulla base di reciproci impegni e concessioni. Egli poteva, d'altronde, ritenere con qualche sicurezza che l'Italia non avrebbe respinto tale offerta. Anche se l'Italia come io gli facevo rilevare - venisse a trovarsi, in tal modo, spinta ad elevare pretese su territori austriaci, sarebbe un'occasione per far rivivere le relazioni a mezzo di trattative. In ogni caso, si guadagnerebbe sempre in tal modo del tempo e, probabilmente, si comprometterebbe l'Italia di fronte all'Intesa» (r).
Il tentativo, che non teneva conto delle sue cause profonde e del buon diritto, che spingevano l'Italia contro l'Austria, non poteva portare ad alcun risultato: esso è ancom una conferma delle scarse attitudini diplomatiche dei generali.
Un altro tentativo per evitare la guerra da parte nostra fece il Falkenhayn prcs90 il nostro addetto militare, tenente colonnello Bongiovanni nell'aprile r9r5. In s ostanza, partendo dal presupposto che la guerra dovesse finire per esaurimento egli disse: « Andrest e incontro ad una guerra lunga, in una zona assai difficile, senza riu(1) STiiRGKH, pag. n7.
sc1re a decidere la. guerra, e ad attirarvi l'odio perpetuo della Germa11 ia » (r).
La con~iderazione che la guerra avrebbe potuto finire colla. vittoria di una delle due parti e che in tal caso l'Italia, non avendovi partecipato, avrebbe dovuto rinunziare forse per sempre al compimento ddla s ua unit à, se non è sfugg ita al Falkenhayn, fu da lui taciuta.
Anche durante la guerra, in realtà, il Falkenhayn non si illuse sull'efficienza del nostro esercito. Pur cercando di svalutare, nelle sue di scussioni con Conrad, i risultati ottenuti od ottenibili da noi, egli però. quando si viene alla dcci:,ione. ammonisce il Conrad che per l'impresa del Tirolo sono m·cessaric forze rilevanti : venticinque divisioni occorrono e una massa imponente di artiglieria pesante. Si pensi che quc~ta lettera era scritta nel dicembre r9r5, quando il totale dell'esercito italiano al fronte era di circa 35 divisioni.
Così pure il Falkcnhayn ricono:,ce che noi abbiamo assorbito la parte migliore dell'esercito austriaco, il quale, per rinforzarsi al nostro fronte, si era ridotto prh·o di ogni con.,istenza davanti al fronte ru~:,o, cosi c he Brussilow potè senza difficoltà riportare la grande vittoria di Lu zk. Ed infine ammette che la nostra vittoria di Gorizia fu "decisiva per l'entrata della Romania nella lotta a fianco dell'Intesa ».
N'es:,.uno vorrà, certo, pretendere che il Falkc::nhayn, al quale gli avvenimenti non potevano dt::l resto esse r n oti nella loro intera luce, pos:,a essere giudice imparziale per quanto riguarda l'Italia. Per quanto di solito si tratti di apprezzament i che chiunque potrebbe rettificare da sè, tuttavia per rnmodità del lettore sono state aggiunte alla traduzione alcune note, nel solo intento di ristabilire l' esattezza a.ei fatti, senza venir meno alla cons id erazione do\"uta all'alta personalità dell'autore.
Maggio 1922.
STATO D I SERVIZI O
de l Generale cU Fanteria ERICH v. F ALKENHA Y N
Aoo o di n ascita: 1861.
Istru :tione : Nclll\ ca$;i. patemn. al gin nasio (5 anni) ed al Corpo dei Cadetti (6 anni).
CARRIERA.
188ò , 17 aprile. Assegnato al 9to reggimento fanteria come sottotenente.
1882, 21 giugn o a l 15 giugno 1884. Aiutante maggior e <li. battaglione.
1884, 16 giugno al 30 maggio t887. Aiutante del TI distretto clella Ldw. (Oldenburg).
1889, n settembre. Tenente.
1893, marzo. Capitano e traMerito a l G rande Stato Maggiore in qualità di aggregato allo Stato Maggiore dell'esercito.
r894- T rasferito allo Stato Maggiore del IX Corpo d'armata.
189.5. Trasferito al 21° reggimento fanter ia in qualità di comandante di compagni a.
1896. Autor izzalo a lasciare l'esercito in vista di essere reinteg,(lto nel!' esercito prussiano: p assa al servizio della Cina.
1899, 25 marzo Reintegrato in qua lità di m::i.ggiore • ~l la suite• dello Stato }laggioro de ll 'esercito e contemporaneamente comandato per 6 mesi a prestar servizio presso il Governo di Kiautschau .
1900, 24 febbraio. Rimesso nei quadri dello Stato Maggiore dell'esercito
.l9 marzo Con trasferimento al Gra ude Stato Maggiore, assegnato al lo St a to ~faggi o re d e l XVI Co rpo d'arm ata .
() lugli o Assegnato allo Stato Maggior(' <lel Corpo di s pedizione in Estremo O rie nte.
1 9o 1. Trasferi to al lo St::i.to Maggiore del comando della br ig.i.ta d'occ upazi one io E:otremo ' Oriente.
1 903. Aggn,;tato pr osso, il 920 reggimento fanteria. t904 Nominato comandante cli battaglione. r905. Promosso tenente colonnello.
igo6. Trasfer ito a l Gra nde Slato Maggiore come ca po divisione. r907. ~Tominato Capo cli Stato Maggiore <lel XVJ C'nrpo d'.i.rm ata. r908. Prom~so colon nello.
r 9n. Comandante èlel 4° reggimento della guardia a piedi rqu. Co nfcrimenm clel grado e degli assegni di comandante di br igata e trnsfcrito nello Stato Maggiore dell 'esercito , nom ina t o Capo di Stato l\,faggiore de l IV Corpo d'armata.
22 aprile. Promosso maggior genera le.
1 9 13- Con promozione a tenente ge,teralc senza patente, nominato ii 7 lugli o 1Iinistro d i Stato II della guerra.
IV - l i Com«ndo Supr,mo t eder<o,
1914, 27 gennaio. Riceve la patenti! del :,110 grado. 3 novembre. Rimanendo nelle sue fumioni dt ~1m,stro dclla. guerra, nominato Capo cli St.a.to 'vtaggiore drll'csercito.
1q15, io gennaio La.<;eia lt· funzioni di ~ntstro di Stato e della guerra, e, rimanendo 111 quelle eh Capo eh Stato \laggi ore, promosso !.(rnerale <li fantcrt,l. e 1 sette mbre. • A la suite• del 1° rcggimrnto clt" lln. g-uardia a picù1 .
1q16, 29 agosto. E'\Onerato dalle funr.ioni di C~'lpo di 'ìtato \fag~on•. n ~ettembrc. Comandante <l<'lla 9" \r mata.
1917. Co mandante del Grnp po d'armate F. in Orirnte .
1918. Comandante della 1o" Armata.
19c9, 5 giugno. Mes.'\o a , hspoomone a domanda.
1q22, aprile. Decesso.
PREFAZI ONE DELL'AUTORE
Questo libro è scritto ù1 memoria di tutti coloro che hanno dato la loro vita per la Patria e di col9ro che per essa hanno sofferto.
Le loro gesta non saranno lodate in modo particolare per ciascuno di essi. Per i contemporanei che vogliono vedere , non occorre alcun araldo ; per le future generazioni , una voce più forte della mia eleverà l' i nno allo spirito di sacrificio tedesco, alla fedeltà tedesca ed all'eroismo tedesco in gi orni penosissimi e pur sublimi.
Il libro cercherà invece, sulla base d'i quanto mi era noto alt' epoca degli avven imenti, di metter~ in evidenza in_ modo comprensibile a t1dti i concetti strategici cvi quali i nostn: ottimi soldati furono da noi condotti al co m battimento ed alla vittoria nei due anm: di lotta, dmante i quat1· io fiti a capo del Comando Supremo.
Quanto io scrivo non costituisce storia militare nel significato normale di tale espressione, ma tratta degli eventi di guerra e di altri avvenimenti che son o in relazione coi medesimi, solo in quanto è necessario esporli per cMarire i motivi delle · decisiom· del Comando Sitp rem o.
Non ho scritto a fa vore nè a sfavore di alcwno; ho espresso g1:udizi e dedotto conclusioni soltanto quando ho ritenuto ciò indispensabile
Per s piegare it mio opera to . Ho rinunciato espressamente ad ogni accessorio, ad ogm· divessio n e e ad ogm: arte descrittiva. La mia ulteriore attiv ità in servizio verrà trattata a parte più tardi.
Frasi, accecamento verso noi stessi e menzo~ne, sofjocando nsl nos6ro popolo già così forte e Intono il senso detta realtà, hanno precipitato la Germania nel più profondo abis110. Il loro persistente predomt'11 io minaccia di renderà schiavi per sempre. Esse però non troveranno posto qiti, dove viene esposta la condotta della lotta più poderosa che 1m popolo abbia mai sostem,to. Berlino, agosto 1919.
V FALKENHAYN .La sostituzione del Capo di S tato Maggiore.
L a sera del 14 .;ettembre 19q, il generale von Falkenhayn, allora Min istro dell a gue rra, ricevette in Luxemburg eia S. 1\I. l' I mperat ore e Re l'incarico di sostit11ire nelle funzioni cli Capo di Stato )laggi orc dell'esrrcito di campagna il co lonnello generale v. Mollke, inft'rmo.
La sostitu1.ione nella ca1·ica cli Capo di Stato ~Taggiore non V<'nne s ubit o resa di pubblica ragione. Essa, perallro, si estese a tutti i còmpiti di quella carica : s1 che al solo generale v. Falkenhayn, da quel giorn o fino a quello in cui cessò da ll e sue funzioni, e cioè al mattiuo del 29 agosto 1916, incombe la re.,,ponsabilità della condotta di guerra ted esca, sulla qua le egli , fino al giorno della sua n omi n a, non av e va avuto alcuna influenza diretta od indiretta.
Il pro ced im ento anormale s u accenna to fu adottato per suo bpresso deside ri o . .Kon sembrava opportuno dar nuo\·o motivo di preoccupazi one alla popol azione d<>ll' Imp ero, già ecci t ata dagli avvmimenli di guerra, nè forn ir e all'opinione pubblica avversaria, col mutament o dell'Alto Comando, una n<)\'clla prova palese dell'importanza da essa altribuita al s u ccesso riportato dai nostri av,·er,-ari \>lilla :\lama, finchè vi fosse la possibilità che un pronto miglioramento del colonn e ll o generale v. Molt k c gli consentisse di p ,i rtec iparc nuovam ente, in una o in altra forma, agli affari dì guerra. )la tale speranza non s i r ea li zzò e il 3 novembre 1914 dovel te esser pubblica ta la nomina definitiva del generale v. Falkenhayn a Capo di Stato )Iaggio re , continu a nd o nelle funzi o ni di ~linistro d ella guerra.
Era ~tato a ltr esl propo s t o e.l ai generale s t esso che cg!i mantenesse nc·I frattemp o le fun z ioni predette. E su c iò aveva influit o il ricord o delle rcl~zioni poc o co rdi a li che sebb ene in gei:eralc non - 11 Co,n,tttdo .<;up remo lt1nco.
conosciute erans1 m realtà verificate fra Ministero della guerra e Stato ì\faggiore nel r870-7r. La necessità di provvedere con facilità alle inaudite incombenze che, come già fin d'ora era chiaramente prevedibile, dovevano gravare durante il corso della guerra sul Ministero e l a necessità che esso collaborasse in pieno accordo, senza attriti ed_ ezianclio intimamente con lo Stato Maggiore, rendc\·ano sommamente desiderabile l'unità di direzione finchè i vari organi non si fossero affiatati e incamminati nel proprio lavoro.
A tale unità d'indirizzo si deve principalmente l'aver potuto effettuare senza inconvenienti quanto il Ministero della guerra aveva disposto subito dopo lo scoppio delle ostilità a riguardo della ripartizione delle materie prime e della costituzione, contemporaneamente ordinata, cli numerose nuove formazioni di truppe; come pure l'aver potuto provvedere alle nu ove ordinazion i e al l 'aumento di provviste di materiali subito richiesto su vasta scala dal nuovo Capo di Stato Maggiore, senza inceppamenti dovuti a preoccupazioni burocratiche.
· Durante i primi due anni di guerra, le relazioni così stabilite tra Ministero della guerra e Stato Maggiore non vennero turbate: e d'altronde esse s i mantennero in massima salde a tutta prova, anche sino alla fine della g u erra. Non è necessa1io enumerare i ris tùt ati di tale cooperazione reciproca ; ma si può affem1are che la -unità di direzione data al principio della guerra agli uffici dei due enti è stata una delle condizioni preventive essenzia li per poter condurre la guerra, nonostante l a grandissima preponderanza avversaria in fatto cli mezzi bell ici.
Quando nel gennaio r9r5 la direzione cessò cli essere uni ca, in seguito a 1ichiesta del Cancelliere dell'Impero von Bethmann-Hollweg motivata da cons id erazioni di carattere cost itu zional e, la col: laborazione e r a già così salda che non poteva più esse r m essa in p e ricol o; d'altra parte la personalità ciel }finistro della guerra, ten . gen. Wild v. Hohenborn, ne garantiva il mantenimento. Egli, essendo stato fino allora Quart iermastro genera le, era pienamente al corrente dei progetti ed intendimenti del suo predecessore ed era in essi consenz iente.
Prima di descrivere gli avvenimenti è opportuno dare, in r ela· zione a quanto sopra, un ce nn o a 1iguardo del Comando S upremo e delle sue relazioni coi Comandi Suprem i degli alleati.
In ba:;e alla costituzione dell'Impero, la co nd otta cli tutto l'organismo bellico tedesco, e quindi anche il Comando Supremo ddl'eSt•rcito (e cioè non solo d~II'esercito di campagna, ma. anche di tutto ciò che a l medesimo poteva considerarsi connes~o. come pure della )fa rina) era di immediata competenza dell'Imperatore, quale Capo supremo in guerra: cd in lui s' imp ersonava il Comando Supremo (O. H. L.) (r). Suoi organi per l'adempimento dei cò mpiti da ciò derivanti erano per le forze combattenti di terra il Capo di Stato )1aggiore pms::.iano dell'esercito di campagna, per le forze c0mbattentì di mare il Capo tedesco dell'Ammiragliato: nell'intesa tacita che l'opinione del Capo di Stato Maggiore, in argomenti concernenti co nt emporaneamente la condotta di guerra terresl re e la marittim a, dovC' sse prevalere.
L ' I mperatore, per facilitare, o, per megl io di r e, per render possibile l'at tuazion e del proprio còmpito, av<.'va dato al Capo di Stato ~laggiore facoltà di emanare ordini operati,·i in suo nome. In co11seguenza, e più ancora per le vicende storiche, il Capo di Stato l\faggiore era di,·enuto la persona in cui \'eramente s'incarnava il còmpito della condotta s uprem a di gue rra , e, in ogni caso, l'uni co responsabile dell'operato di essa e delle sue manche,·olczze.
Era evidentemente ovvio che egli dovesse ten ere informat o continuamente l'Imperatore degli avvenimenti di guerra e provocarne le decisioni in caso di provvedim e nti di g rand e importanza.
E ciò è avvenuto senza eccezioni, durante il periodo in cui il generale v. Falkenhayn fu in carica; non è mai stato celato al Capo supremo di guerra alcnn avvenimento di qualche importanza, nè è ,tato preso mai alcun provvedimento essenziale senza che da lui fosse stato preventivament e approvato.
La sfera di azione del Capo di Stato .\Iaggi ore, quale fiduciario del Capo supremo di guerra, era limitata soltanto dalla competenza c he la cos t ituzione dello Stato confe riv a ai più elevati organi dell'Impero. Egli rimaneva p ertanto, ad esempio, estraneo (e ciò è importante da notare) alla condotta della politica dell' Imp ero, la quale c:ra di com petenza del Cancelliere e all'amministrazione dcll'eser' cito che spettava al ~linistro della guerra. E ciò mette in evidenza l'importanza della temporanea dipendenza comune già accennata
( 1) Oberstc li!ere~le1tung , ·
de~li uffici dt>l ~Iini_,tero della guerra e dello Stato ::\faggiore, nelle circostanze in parte impreviste proùotle dalla guerra.
In una monarchia forte, ma costituzionale qu'\le era la pru'siana, non poteva neppure esser prtso in esame il co nc etto, pur facile a presentarsi alla mente, di raggiungere il medesimo scopo istituendo uno speciale comandante in capo dal quale dipendessero Ministro della guerra e Capo cli Staio Maggiore. D'altronde, tale comandante suµeriorc e:,,isle\·a già nella persona dell' Imperatore ; e, se eg li do\'cva naturalmente pur attendere ad altre occupaz ioni , non ha mai poc;posto a quect,, i suoi còmpiti di comandante supremo in guerra.
D 'altra parte, non si deve ritenere che l'azione del Ministr o tlella guerra, dopo a\'\ enuta la separazione degli uffici, L l'azione del Cancelliere dovessero s ,·olgersi senza l a cooperazione del Capo rii Stato Maggiore, sebbene non sempre esse corrispondessero ai sum desideri Politica ed amministrazione militare, in qut:sta lotta per l' esistenza, erano così connesse colln. condot ta s uprema di guerra che non dovevano mai esserne disgiunte; e quando ciò av\'enne, ne seguirono sempre s\antaggi. Il Capo di Stato Maggiore ha an/.i molto sovente dovuto occupar-;i a fondo di tali argomenti, e specia lmente di questioni politiche. Egli si è peraltro astenuto, --alvo ca::.1 assolutamente eccezionali, dal partecipare all'attuar,ione di provvedimenti riguardanti i detti argomenti : poich1'- era com;nto - e lo divenne ancor più per effetto ckll'esperienza fatta nel periodo in cui fu temporaneamente :\linistrn della gue rra e Capo di Stato Maggiore - che nessun uomo può avere attività sufficiente ad occuparsi in modo co ntinuativo di altri argomenti, oltre la condotta su prema della guerra. E gl i a\'venimcnti, nell'ulteriore corso della guerra, non hanno certo contraddetto tale appreuamento.
Si può affermare che la soluzione tede sca, ora desc ritta, del problema di dirigere in guerra un grande Stato moderno, era ottima; e presso nessuno dei nost ri avversari se n'è av u ta nna migliore.
i\'aturalmente, come avviene in tutte le cose su quest..1 tl!rra. imperfetta, l 'avere potuto attenersi durevolmente a tale soluzione ha dipeso anzitutto dagli uomini incaricati di attuarla.
La questione della condotta della gue r ra di coalizione non era c;;tat~ regolata fra la Germania e l'Austria-Ungheria ni> prima della guerra n è al momento in cui essa scoppiò. 1\ on son note le ragioni di tale omiss ion e, nonostante l'esperienza di altre guerre dì coa li zione. Dopo la ~ostituzione del Capo di Stato ì\faggiore, non si ritenne opportuno modificare lo stato di fatto esistente, per evita r e sfavorevoli influ e nz e sulle cond izi oni interne dell'esercito an::;tro-ungarico e della Dup li ce Monarchia : tanto più c h e tali co n d iz ioni erano già scosse p er i rovesci subiti alla fronte. Se si fossero volute imporre modificazi oni, ne sarebbe derivato certamente un mutamento di persone nelle cariche supreme dell'esercito alleato: e con esso, probabilmente, un mutamento nei metodi. E ciò, nel gigantesco laYorìo di un esercito nazionale in guerra, è cosa tanto preoccupante e he non doveva farsi senza assoluta necess ità, specie poi pcrchè da parte tedesca si conosceva n o gli attuali comandanti, coi loro difel ti, ma anche colle loro qualità, mentre si ignorava chi li aHebbe sost itui ti. D 'a ltron de un mutamento non sembrava n eces-,ità nrgentc: la stessa -si tu azio ne di gnerra costringeva gli alleati a posporre qualche loro p.=trlicolare desiderio allo scopo comune.
Pertant o, il Coma n do Supremo tedesco e l'austro -un garico, il quale ebbe la qualifi ca uffi c ia le di « Comando super iore impe1iale e reale d ell'esercÌto ,, (K. u. k. A. O. K.) {I) dovevano prendere acco rdi caso p er caso per procedere d'intesa. Era poi affatto naturale, data la prop orzione delJe forze, che il Comando Supremo tedesco preval esse in realtà.
Questo sistema di condotta comune di guerra, beninteso con le necessarie precauzion i da parte tedesca, funzionò in m odo soddi sfacente fin chè l'Austri~-Cngheria, ìn grazia de ll a sua migliorata s itua1.ione nell'inv e rn o 1915-I6, non cercò di agire per proprio conto. Sor:-:ero allora in compatibilità tali, che ,·erso la fine cie l periodo in c ui il generale Falkenhayn fu Capo di Stato Maggiore si dovette rinunz iare al s istema fin alfora segnìto, e richiedere a tutti gli alleati il fo ,male riconoscimento del Comand o Supremo tedesco quale cc clire7,ione supc1iore della condotta di guerra" (.~). Avremo occasione di esam in are più da vicino come s i add iv enne a ciò.
(1) " K1i se rl ichcs und konigliches Armee-Oberk0mmando
( 2) • 0berntc Kri egs leitu n g ,. ·
Nei riguardi delle re lazioni fra il Comando Supremo tedesco e ì corrispondenti Comandi Supremi bulgaro e turco non si ebbero mai difficoltà ; essi si adattarono sempre volenterosamente ai dcsidert tedeschi.
Si è già accennato che la responsabilità dei provvedimenti del Comando Supremo incombeva unicamente sul Capo di Stato Maggiore. Naturalmente, tale enorme carico non poteva esser disimpegnato senza il concorso di eletti collaboratori addetti al Comando Supremo. I loro nomi non debbono essere omessi in un lavoro in cui si tratta dell'operato di tale Comando.
A contatto diretto del Capo di Stato Maggiore erano anzitutto ì capi-reparto de ll o Stato Maggiore : col. Tappen, reparto operazioni ; col. v. Dommes e più tardi v. Bartenwerffer, politica ; col. v. Fabeck e più tardi v. Tieschowitz, personale e affari generali; Hentsch e più tardi v. Rauch, notizie; magg. Nicolai, servizio informazioni.
Erano inoltre addetti al Comando Supremo : il quartiermastro generale, magg. gen. v. Voigts-Rhetz, e più tardi magg. gen. Wild v. Hohenborn, e in seguito ten. gen. barone v. Freytag-Loringhoven, col suo capo d1 Stato .:\faggiore gen. Zoellner; l'intendente generale, magg. gen. v. Schoeler; il capo del serv izio munizioni, ten. gen. Sieger; il capo di Stato l\laggiorc delle forze aeree, funzionante anche da comandante, magg. Thomsen; il capo del servizio ferroviario di campagna, col. Groener; il comandante g<>nerale dell'artiglieria a piedi, generale d'art iglieria (I) Lauter ; il comandante generale del Corpo del genio e pionieri, generale di fanteria v. Claer; il capo del servizio sanitario di campagna, gen. medico capo dr. v. Schj~rming, e alcuni altri.
( r) li grndo d1 " generale di artiglieria, generale di cavalleria, generale di fanteria • è immediatamente superiore a quello di tenente generale. Si dava, di mas · sima, ai comandanti di corpo d'armala e di armata ed alle cariche corrispondenti. T comandanti di corpo d'armata erano però in guerra di solito tenenti generali, mentre qualcuno dei comandanti d'annata aveva il grado cli colonnello generale, superiore a quello di generale cli fanteria.
I I.
Situazione generale di guerra a metà settembre 1914 .
(I'. carta n. 1) .
L a situazione generale rlelle Potenze centrali, a metà settembre r 91-1 , era diventata molto grave.
I movimenti di ritirata conseguenti alla battaglia della lVlarna erano bensì ultimati. e l'esercito tedesco d'occidente presentava nuovam ente la fronte all'avversario : ma la linea fra l'O ise e R eims si mant eneva solo a stento contro g li urti del nemico in ca lzant e, ed anch e nello Champagne le linee tedesche non si eran o ancora consolidat e.
Inoltre al di là dell 'Oise vi era il pericolo di un efficace avvolgim en to; l'ala destra tedesca, che si trovava presso qne l fiume senza riserYc apprezzabili, era in aria.
Si avevano notizie certe c h e il n em ico continuava a spostare num erose truppe verso ovest. La mancanza di ferrovie produttive e la lunghezza del percorso non consentivano d i prevedere se le truppe ted esc h e rit irate fin dal 5 settembre ed anche in seguito dalle A r mate nei Vo sgi e nelle Argonne (dove la pressione nemica era minore) , e che già erano in marcia, nonchè altre truppe tedesche direttamente inviate da quell a parte, sare bb e r o g iunte in tempo util e: tanto più che la s ituazion e s ulla fronte dietro la qua le tali truppe dovevano muov e r e era ancora mntevolc. Si poteva far sicuro asseg n amento solta nto s u un corpo d 'ar mata proveniente dal Belgio e diretto da St. Qu e ntin su No yon. Altri d u e corpi d'armata, g iun ti in a iuto dai Vosgi e ùa Ylaub euge, aveva n o dovuto esse r e impiegati per sos t e n er e le posizioni ad ovest di R e im s nelle uuali il n e mico era mo, . m enta n eameu t e penetrato. Non si avevano per il momento ulteriori ris e rve dispo1ùbili ; si 1;se nt ivano ancora not evo lmente l e conseguenze dell'indeb olim e n to verincatosi sulla fronte occide n tale per effetto della nuova s is t e mazion e del Coma nd o sulla fronte ori entale prima dell a battaglia di Tannenberg, dopo la sostituzione del col. gene-
rale v. Hindenburg in ln ogo del col. gen. v. Prittwitz nel comando dell'Sa Armata (1).
Quell'indebo lim ento aveva notevolmente accresciuto la ~uperiorità numerica che già il nemico aveva sulla fronte occidentale. Le unità tolte dalla fronte per essere trasporta te altrove appartenevano al la metà occidenta le dell'esercito e cioè all'a la d'urto : quindi la loro sottrazione fu sensibilmente risentita durante e dopo la decisione sulla ~Iarna.
La µe1manenza del Comando Supremo a Luxemburg. cioè in località molto arretrata, aveva dato luogo a serie difficoltà nella trasmissione di notizie ed ordini. Era necessario e liminarle; e quindi fu deciso lo spostamento del Gran Quartier (;eneralc a Charlevillc }frzières.
Il nuovo condottiero delle operazioni si appigliò al mezzo più a portata per impedire la continuazione de l minaccioso spostamento di truppe verso il fianco or.cidentale: e ordinò quindi snbito di pa:;sare a contrattacchi sull'intera fronte.
Essi peraltro, sebbene l\1yversa1;0 si trovasse palesemente in difficoltà interne simili alle nostre. non diedero i vantaggi sperati ; ne furono causa l'aver dovuto, per mancanza di tempo, assumere una fronte troppo estesa per l'attacco, e lo stato delle truppe.
Gli effettivi si erano di molto ridotti per l'avanzata rapida oltre ogni pt evisione, per i frequenti aspri com bal timenti sostenuti durante la medesimc1., per le interruzioni nelle comunica7.ioni. I complementi non potevano giungere abbastan7.a rapidamente. Si mancava sopratutto dì comandanti nei gradi inferiori; le battaglie di sfonda.mento avc\·ano prodotto nei quadri numerosissimi vuoti che non potevano venir subito colm ati. I rifornimenti difettavano spesso, perchl'.· le teste di linea ferroviarie per l 'ala occidentale erano rimaste a cinque giornate di marcia dalle truppe ; il materiale doveva esse r completato d'urgenza, e già appariva lo spettro della mancanza di munizioni L 'esercito tedesco,_ invero. era ent r ato in guerra ben equipaggiato in relazione ai criteri dell'epoca, ed il Ministero della guerra, negli ultimi anni prima della guerra, aveva fatto tutto il possibile per soddi~fare le richieste dello Stato Maggiore; ma i l consumo aveva snperato
statt ritirati 3 c. d'a. da lla linea di battaglia: ne vennero però inviati nell'est solo <lue, poichè il te rz o fu nuovamente portato sull~ fronle occidentale non appena si resero -palesi le dannose conseguenze del provvedimento. - (Notti tlelt'at{lore).
(1)
enormemente ogni preV1s1011e di pace e andava sem pre crescendo, non ostante le severe pre sc rizi on i date per impedire lo sperpero di munizioni. Si deve p e raltro soggiungere che i no,-tri avversari, a tal riguard o, si so no trovati nelle nostre medesime cond izi oni.
Com~ h o accen na to, i cont ratt acch i tedeschi non rnggiunsero il loro scopo essenzia le. Sia i Fran cesi, sia gli Inglesi furono peraltro costretti ovunque, mediante azioni frontali dalla Mosella a ll 'Oise, alla difens iv a ; e dovettero con vincersi che s'erano in gannat i a partito nel rit e n e r e che gli eventi dopo la battaglia della Marna s ign ificassero il c r ollo dei T edeschi. Ma non s i era riusciti ad attrarre in altra direzione le truppe che essi spm~ tav ano verso l'ala destra tede sca p e r avvilupparla, e neppure a<l a rr estarle; mentre ogni , ·antaggio anche momentaneo del nemico da quella parte av r ebbe ben presto prodotto gravi consegue nze.
Sole arterie relativamente utilizzahili per la maggior part e della metà occidentale dell'esercito t edesco erano le ferrovie adducenti dal Belgio nella r egion e di St. Quentin. Esse erano esposte ag li attacchi avversari senza quasi alcuna protezione: cd i! un enigma
fatto che le divisioni di cavalleria francesi cd in gl es i n on abbiano sfruttato tale situazione.
Sebbene l' esercito belga, cogli aiuti inglesi assegna ti , fosse stat o respinto su Anversa, la sua forza e la s ua v i c inanza alle comunicazioni t edesch e più importanti richiedevano una con tinua osservazio n e accur ata. :fon si poteva affatto precisare qnando le unità che gli stav ano a fronte avrebbero potuto rendersi disponibili p er altri scopi : esse erano di forza mollo inferiore all'avversario che le fr o nt egg iava.
Non riman e va pertanto che compiere con la massima ce le rità i movimenti. di . truppe dietro alla fronte tedesca nella stessa direzione cli quelli dell'avv ersario, coll'intendimento non solo di opporsi agli sforzi che esso faceva p e r avvohrerci ma ez iandio se le circoi..:, I ' stanze lo consentissero, cli agire offensivamente con avvo lgimento da parte tedesca. Contempo r aneamente, era di assoluta nece ss ità eliminare la minaccia s ul no s tro t ergo da Anver sa : è il gen. v. Bese ler, che aveva il coma ndo in quella zona, ricevette ordine di procedere all'atta cco della piazza, senza preoccuparsi dell e condizioni di forza. Gli fu assegnata r apidamente l'artiglieria a ciò nece ssa ria.
Fu esaminato se convenisse facilitare i nostri movimenti verso O\'est e ostacolare i tentativi di an•olgirnento a \'Vcrsari mediante un ulteriore arretramento della nostra fronte : ma la derisione fu negativa.
Tale arretramento non avrebbe per nulla diminuito la necessità di prender pronti provvedimenti contro l'avvolgimento minacciato e di appoggiare salcfamcnte con ogni mezzo la nostra ala destra al mare. Il territorio occidentale dell'Impero, coi suoi tesori così preziosi e così necessari alla co nd otta della guerra, doveva esser protetto ad ogni costo. Ogni nuO\·a fronte che ,·enisse assunta con riguardo a tale ~copo era gift preventivamente esposta ad un nuovo avvolgimento. dato il ,·antaggio dell'avver,ario (' le buone comunicazioni di cui esso disponeva: ed il mantenimento della neutralità da parte dell'Olanda e l'inviolabilità dell<' sut- frontiere non dovevano esser considerate colllc fattori certi nei nostri calcoli.
Qualora ~1 fo.;~e potuto tener formo sulla fronte attuale, sembrava ancor possibile il riuscire ad impossessarsi della costa settentrionale francese e dominare così il Canale della 1Ianica. _\ tale possibilità doveva tanto meno rinunziar~i in quanto il Capo cli Stato ~Iaggiore, nel piano iniziale di campagna, si era attenuto al concetto di cercare anzitutto la decisione ad occidente e, in ogni caso, limitare al minimo le forze impegnate ad oriente finchè la fronte occidentale non fosse pi e nam e nt e s icma. Non occorre dimostrare che una tale !'-ituazione nel settembre 1914 era ben lontana dall'essere raggiunta.
È stata spesso soll evata 1n questione se n on si sarebbe dovuto cominciare la guerra su doppia fronte con criteri opposti, e cioè difensivamente ad ovest e offensivamente ad est. I propugnatori di tale concetto si appoggiano, fra altro, ad una espressione del Ieldmarcsciallo conte v. Mo l tke, riportnta nei Pe11s1eri e ricordi di Bismarck. )la il richiamarsi a quella autorevole voce non è giustificato: il marescia ll o non ave\'a certamente considerato il caso che
!'Inghilterra partecipasse alla guerra: ed escluden do. tale partecipazione, il procedimento indi cato da lui nel s uo colloqnio col principe anebbe potuto essere opportunamente seguìto. Per contro, l'ispiratore dello schieramento strategico att uato nel r9r4, col. gen. conte v. Sch li effen, doveva aver tenuto in se ria considerazione il possibil~
, int e rvento dell'Inghilterra; e dato tale intervent o, non era da p e n5are ad alcuna condotta di guerra diversa da quella che fu effetti-
vament e seguìta. La possibilità quasi illimitata da parte dei Rus si di tirare in lungo la decisione colle armi finchè a loro piacesse non lasciava alcuna speranza cli potersi lib erar di loro prima che l'avversario riportasse un successo decisivo ad ovest,. oppure, valendosi dei suoi mezzi abbondantissimi, si rinforzasse tanto da render qmLsi im possibile ai Tedeschi il riportare un successo contro di lui. E il fatt o che i ffossi nel r914 si siano regolati diversa mente da quanto ora si è detto, forse perchè a conoscenza. del no.stra schieramento, nulla pro\'a in contrario.
Comunqu e, nna volta effettuato lo schieramento secondo le considerazioni sopra indicate e com inciate le operazioni di guerra, e visto che la decisione sulla }1arna non aveva assicurato lo scopo cui si tend eva, il Capo di Stato 1·laggiore, responsabile della condotta di guerra , non poteva es it are : ogn i tentativo di cercar la decisione ad esl prima che la fronte occidentale s i fosse consolidata doveva produrre una s itu azione insostenibile ncll'm·est, senza che fosse da sperarsi un successo decisivo a<l est, a causa anche della stagione avanz ata.
Era peraltro indubbio per un comandante tedesco c h e, finchè s i a\'esse possibilità di effettuare un'offensiva, ad essa si dove.c,se ricorrere per assicura r e la fronte occidentale. Certo, non si poteva fare p el momento alcuna previsione circa l'epoca in cui si sa r ebbe potuto effettuare un nuovo colpo nell'ovest; e condizione preventiva a tal uopo semb ra va allora esse r e l'eliminare le deficienze già accennate <li cui le truppe soffrivano. Sembrava giust ificato l'ammettere che i T edeschi dovessero riuscire ad e li minarle p iù presto e meglio dei loro avv ersari: e se ciò non avvenne in modo completo, n e fu causa il fatto che non era stato previsto nei calcoli (nè d'altronde si poteva prevederlo) il sussidio a i no stri avversari di forniture di materiale da parle dell'Ame ri ca e del!' Ita li a, com in ciato non appena iniziate -le ostilit à.
Nep pur e la crescente probabilità di dover dare appogg io agli alleat i c he s i trovavan o in difficile s ituazion e in Galizia poteva contra sta re alla decisione pre sa. Si ammetteva che, nel caso più sfavorevol e, le nuove fo rm az ioni in via di costituz ione n e ll 'i ntern o dell'Imp e r o sarebb ero state sufficienti a mantener la sit uazione n e ll 'est finch è la rigidità del cl im a inv ernale non avesse costretto colà ad una sospens ione delle operazioni. Nell'ovest, non si faceva assegna-
I,a J1.ituazi o nc nell' <,St (l'tlfr ca1tu e .scbiz.zo n. 1).
mento su ana loghe difficoltà climateriche : sebbene in realtà nel corso della guerra le caratteristiche del terreno del Belgio e della Francia nord-occidentale vi abbiano notevolmente limitato lo sviluppo cli grandi operazioni militari durante la stagione piovosa.
Attenendosi alln cleterminar,ione di cercare la deci~ione anz itu tto nell'ovest, ne risultavano altre serie considerazioni contrarie all'arretramento della fronte. Pnr astraendo completamente dal fatto che si -,arebbero cedute al nemico zone molto utili alla condotta dt guerra tedesca, l'esercito tedesco sarebbe in ogni caso venuto a trovarsi in condizioni più sfa,·orevoli alla ripresa dell' ofiensi, a di quanto non fossC'ro le attuali. Gli avver:-aii avrebbero avuto per più lungo tempo libertà di a~irc a loro piacimento, e :,;arcbbero stati liberati sem~'altro dalla pressione che, ad onta degli avvenime11ti sulla :\Iarna, gravava Luttora su loro.
Ciò doveva essere evitato a maggior ragione pel fatto che il combattimento naq\le di Heligoland il 29 agosto aYeva dimostrato chiaramente come la Marina non fosse in grado per il momento di ostacolart' efficaceml'nte il traffico marittimo inglese. E l'Ammiragliato si oppo:,c a far intervenire la flotta nella decisione mediante un'offensi,·a nelle acque avver~arie: esso ntene\'a che, dato l'esito sfavorevo le prevedibile a causa dcll' inferiorità di forze '-U l mare, la flotta non ,tvrebbe più potuto garantirl' la sicureua delle coste tedesche. A quell'epoca non si prevedeva ancorn l'importante còmpito che sarebbe spettato più tardi ai sommergibili: e d'altronde. il loro numero era allora asso lut amente insufficiente. ~è potevasi escludere l'eventualità di tcntati\'i avversari di sbarco in territorio tedesco od in territori neutrali.
A tuLto ciò si aggiungeva la considera1.ionc degli effetti morali e po liti ci che un nuovo arretramento avrebbe prodollo (e se n'era già avuta sufficiente esperienza morale dopo la battaglia della Marna) sug li amici, sui nemici e soprattutto sui rnsì detti neutrali : e a tali effetti cì si sarebbe do,·uti rasstgnare quando fosse giunlo il momento cli un'offensiva. l\la le cose si svolsero diversamente.
Sulla fronte orientale, nella parte del teatro di guerra in cui agi-. vano i Tedeschi, i Ru ssi a metà settembre erano in procinto di ripiegare dalla Pru%ia orientale dietro il medio ~iemcn e l'alto Xarew,
davanti all'Sa Armata tede~ca, comandata dal col. gen. v. Hindenburg , il quale aveva per capo di Stato Maggiore il magg. generale Ludendorff. Era da ritenersi che per qualche tempo essi non avrebb ero effettuato alcuna nu ova operazione tendente alla decisione. D'altra parte, era noto che forze russe fresche si stavano concentrand o al di là delle lin ee fluviali s u accennate. Pertanto, il cont inuar e l'in seguimento frontale del!' Armata nemica del :Niemen - battuta solo in piccola parte - iniziato nella prima metà di settembre, dopo la battaglia dei Laghi Masuriani, non avrebbf' dato probabilità di grandi risultati entro breve tempo; e d'altronde, la sit uazi one su ll a front e polacco-galiziana rendeva inopportuno il farlo .
Su quest'ult im a, l'esercito austro-ungarico era in ritirata dal settore del San. Esso si era battuto valorosamente nelle battaglie attorno a Lembf'rg, a ll a fin e di agosto, cd al principio di settembre, contro forze russe preponderanti (r) ; ma la sua coesione non aveva resistito a tale s forzo. Verso la metà di settembre, il Gran Quartier Generale tede~co venne nella conv in1.ione che, data la debolezza e le condizioni dell e truppe alleate, 1 loro moviment i di ritirata avrebbero potuto cessare sollanto ql1ando l'avversario l'avesse consentito. Se esso profiltaYa cli tale sitttazione e continuava ad avanza r e, la provincia della Slesia venint ad esser seriamente minacciata ; mentre non potevamo toJlerarc che !' Alta Slesia venisse invasa neppur temporaneamente. Colla sua inva sione sarebbero venute a mancare a ll a Germania le ricche sorgent i loca li cli energ ia, e ne sarebbe derivata molto presto l'impossibilità. di continuare la guerra. ln ç,ltre, non si doveva no trascurare i pericoli di un avvicinament<J d ei Russi alla Boemia, per le sue prevedibili conseguenze sfavorevoli sulla compag in e interna della Duplice Monarchia e sulla sa ldezza del suo organ ismo militare.
Infine, era anche importante il fatto che ulteriori success i rnssi contro l e forze austro-ungariche avrebbero probabilmente distrutto la spera nza di indurre i popoli balcanici, e spec ialmente la Turchia, a sch ie rarsi co lle Potenze centra li ; mentre tale concorso, a parere del Capo di Stato Maggiore, era necessario. Se n on si fosse riusciti a chiudere durevolmente al traffico dell'Intesa gli Stretti
(1) V. Allegato: Condizioni di forza sul teatro di g: 1erra orientale, 1- c. - {Not« dell'autore).
fra il ~Iar .Nero cd il ~Iediterraneo, le speranze in un esito favore,·olc della guerra sar<'bhero molto diminuite · la Ru,sia -.;arebbe stata liberata dal suo isolamento, importante p('tThè costituiva ai no-;tri occhi una garanzia - molto maggiore di qudla fornita da cven•u,tli successi mil i tari - che presto 0 tardi si -;arebbe verificala una paralisi ~pontanca della forza offcn-.i,·a del gigantesco impero. Se la (~c:rmania, rigidamente organizzata, avvezza da secoli al funzionamento di un organismo statale ottimo, a,·ente inoltre a disposizione nel suo popolo una sorgente inesauribi le di energie organizzatrici, riusci,·a solo a stento a fronteggiare i graYi còmpiti che la guerra le imponeva, tanto meno avrebbe potuto continuare a lungo a fronteggiarli lo • tato russo, molto più debole internamente. Secondo ogni giuùir.io umano, l a Russia non sarebbe stata in grado di provvedere alle esigenze di una guerra così poderosa e cli trasformare contemporaneamente nel suo territorio la propria vita economica come <;a_rebbe -;tato necessario quando, oltre alla sua frontiera occidentak, fossero stati anche sbarrati i Dardauell i , bolandola così completamente dal mondo e~tcriore.
Da tutte queste considerazioni derivava la neces:'>it:t di un aiuto diretto, pronto e fruttuoso per gli alleati ; peraltro non era facilC' attuare tale decisione.
Date le condizioni sopra esposte, non era possibile indebolire l 'es~rcito sulla frontt' occidentale; e d'altronde non era prevedib il e di poter far ginngere in tempo per gli alleati le forze sufficienti, qualora si fossero tr~ttc da tJUe ll a fronte: la recentc esperienza aveva insegnato che l'a.Yer tolto truppe dall'ovest prima delle battaglie d~lla brama e di Tannenbcrg aveva prodotto un scn-;ibile danno sulla fronte occidentale, '-Cnza che ne: fosse dcrivato alcun v,'11taggio decisivo su ll 'orientale. Si ac,enna nuovamente a ciò, percht'· non si i11sisterà mai abbastanza sulla dannosa intlmmza di quel provvedimento nei riguardi di questo p<:riodo della guerra.
Xell'interno dell'Impero ,·'erano parecchie divisioni di fanteria intente a comp letare la loro isLruzionc: la loro costituzione era stata ordinata dal ;\ [ inistero della guerra nei primi giorni della mobilitazione, non appe n a il contegno clcll'lnghiltcrra e la notizia dell'arrivo di truppe asiatiche nella Russia occidentale avevan fatto comprendere che i calco li di pace dello Stato Maggiore circa la forza numerica degli avversari nei primi mesi cli guerra si sarebbero dimostrat i mo lto i n feriori alla realtà.
Il Ministero della guerra, per opera del facente funzioni da mini s tro , tcn. gen. v. Wandel, coadiuvato amm irevolmente dal diretto r e del Dipartimento generale di guerra col. v. Wrìsberg, aveva spint o la costituzione di nuoYe unità al massimo limite consentito dall a disponibi l ità di ufficia li e di materiale, imprimendole la maggiore rapidità possibile; ma per il momento. quelle nuove unità non potevano considerarsi come atte ad essere impiegate.
L'operazione più naturale, e più efficace in caso di riuscita, sarebb e stata quella di dar sollievo agli alleati proseguendo l'offensi,·a .,....,.J: d a ll a Prussia orientale in modo da penetrare profondamente nella \ Ru ssia o nella Po lonia orientale; ma si dovette rinunziarvi. Per t a le aiuto indiretto sarebbe stata condizione preventiva il dare alt resì un aiuto immediato agli alleati inviando sulla loro ala settentrionale altre numerose forze, senza le quali non si sarebbe potuto im pedire che le conseguenze già accennate dell'avanzata dei Russi verso la Slesia si facessero sentire prima che la nostra azione dalll'l P russia orientale li inducesse a cessare la pressione sulle Armate au s tra-ungariche.
Inoltre. era molto dubbio che un'operazione a grande raggio p otesse effettuarsi in tempo prima che si verificasse il " peri ocio senza strade » dovuto all'inclemenza della stagione: frase colla qu ale vien definito in quella regione il periodo, talvolta di parecchie settimane, durante il q u ale le piogge autunnali e primaverili rendono qnasi impossibile og ni mov imento fuori delle poche strade a fondo solido, e che cessa soltanto co l gelo invernale o coi calori del sole estivo. l\on si aveva ancora l'esperienza che fornì poi l'inverno d el 1914-15 circa la re~istenza de i soldati in quelle sfavorevo li ssim e condizio n i climateriche e meteorologiche; ma quand'anche la s i fosse avuta, le eno r mi distanze non avrebbero consentito di fare assegnamento su di un successo i n tempo util e.
An aloghe ragioni si opponevano ad un'operazione sulla riva ori e nt ale de ll a Visto la, contro la regione pa ludosa, forte per natura è fortemente difesa, de l basso Narew.
In conseguenza, il çapo di Stato Maggiore si decise a far continu a r e l'i nseguimento dalla Prnssia orientale solta n to con poche fo rz e de ll 'Sa Armata, agli ordini del gen. d'artiglieria v. Schubert; m entre il g r osso de ll e fo r ze . colà d is locate, cost i tuito in una 9a A r - \ mat a d i n uova formaz ione ag li ordini del col. gen. v. H in denburg,
I veniva avviato in tutta fretta verso l'Alta Slesia e la Posnania meridionale, per passar di là all'offensiva in cooperazione coll'esercito austro-ungarico. Si ritenne che questo esercito potesse riprf'nder l'offensiva nonostante la sconfitta subìta, nella considerazione che esso aveva nel frattempo rice, uto numerosi complementi: e d'aJtra parte era probabile che le truppe alleate, sotto l'impulso del movimento d'avanzata, avrebbero potuto mostrar migliori qualità che non nella pura difensiva continuata, richiedente una disciplina rigidissima.
Era scopo dell'ofiensiva il tener la massa principale avversaria più lontana possibile dalla frontiera tedesca e l'indurre il nemico a portare altre forze su quella fronte di battaglia, producendo così un alleggerimento su altri tratti della fronte orientale. In tal modo, il Capo dj Stato Maggiore sperava di guadagnare il tempo occor- , rente per l'attua7,ione degli intendimenti relativi alla fronte occidentale. 1 e modalità per l'esecuzione dei còmpiti -· molto difficiliconcernenti l'offensiva predetta vennero lasciate al comandante della 9a Armata ed al Capo <li Stato Maggiore austro-ungarico, generale di fanteria Conrad ,·. Hotzendorf, i quali dovevano concordare i provvedimenti necessari.
Il gen. v . Falkenhayn non las ciò alcun dubbio ai dirigenti politici dell'Impero circa i 1,>ropri gravi apprez7,amenti a riguardo della situazione generale di guerra, e diede i necessari schiarimenti tanto al Cancelliere dell'Impero, lp1anto 'al sottosegretario di Stato per gli esteri v. Jagow; concludendo che non vi era alcun motivo a disperare di un esito soddìs fac.ente della guerra, ma che la fine di essa veniva procrastinata in modo imprevedibile a causa degli avve- ' nimenti sulla .ì\Iarna ed in Galizia.
Ed invero , la speranza che il Comando Supremo tedesco aveva finora avuto di provocare presto una de cisione era onnai svanita. Pur ammettendo che in avvenire non si ripetessero le circostanze alle quali era da asc1iversi il rovescio subìto in Francia, non era possibi le riguadagnare il tempo perduto, ed era improbabile poter estinguere l'influenza rafforzatrice prodotta dalla ritirata dalla Marna stilla volontà di combattere dell'avversario. Ed era inoltre certo che non si sarebbero più potuti sanare completamente i difetti che si erano palesati, ancora sporadicamente, ma lf! modo evidentt, ' nelle forze rnilita,i alleate.
Si doveva altresì prevedere l 'eventualità che il piano inglese
s~npre pi ù ev ide n te d i vi n ce r la guerra mediante affamamento ed esaurim en t o co n tinuasse ad attuarsi ; il Capo d i Stato Maggiore del1 ' Ammir ag li a t o escludeva pe r il momento la poss ib il ità di manrlarl o a vuoto med ian t e u n'az ione offens iva della 1\larina. Si poteva sperare che ta le p iano non riuscisse, in graz ia d i un prudente uso delle risorse d i c ui disponevano la Germania ed i suoi alleat i ; ma, ad ogni modo, e r a necessar io calcolare che l a g u erra avesse una durata molt o superi ore a quella che erasi prevista fino allora e che ancora gen e r a lmente p r evedevasi. Da ciò conseg u ivano es igenze i nfinitame n te maggiori in fatto d i e n ergia interna di resistenza delle Potenze central i ; non era possibile prevedere come si sarebbe potuto fronteggiarle, ma ogni alleggerimento della press ione gravante su t a li Potenze da due pa r ti avrebbe avuto certamente grandissima im p ortanza . Se la condotta pol i tica avesse t rovato vie adatte per in tavolare intese cogli avversari (e da l punto di vista militare era ind iffe r ente che ciò avvenisse all'ovest od all'est), sarebbe stato opp o r tuno il farlo.
Se c iò non era possibile, come d ich iaravano con fondamento i dirigenti polit ici in pieno accordo coli' app r ezzamento della situazi on e da pa r te del Capo di Stato Maggiore, non si doveva pe rt a nto l asciare i ntentato alcun me1.zo atto a rafforzare ed elevare l' att i tudine e la volontà di rc:sistere sia ne l popolo tedesco, sia ne ll a Du plice Monarchia.
III.
Le battaglie sull'Yser e attorno a Lodz.
L'offensiva intrapresa s ull e due rive della Vistola superiore dalla 9a Armata tedesca e dall'esercito austro-ungarico alla fine di settembre non raggiunse il suo scopo.
L e forze nemiche avanzatesi oltre la Vistola ed i] San furono invero respinte inizialmente ; ma quando l'avversario fece entrare in azione la sua massa principale. la situazione s' inv ertì . I nostri alleati non riuscirono a vincolare i Russi nel settore del San, e pertanto questi inviarono in tempo opportuno notevoli forze dalla Galizia verso il nord; in olt r e, essi ricevettero anche rinforzi dall'interno. In conseguenza, riuscirono non so l tanto a respingere l'ala settentrionale austro-ungarica a si ni stra della Vistola, ma altresì a minacciare d'avvolgimento da Varsavia l'ala settentrionale della 9a .Armata. P er sottrarsi a tale pericolo, l'Armata fu costretta a ripiegare verso la fine d'ottobre in direzione della Sles ia : il che costrinse anche l'e sercito austro-ungarico a .retrocedere.
A metà ottobre, dal teatro di guerra orientale ri suonarono nuovamente pressanti richieste di aiuto. Non si poteYa disconoscerne la necessità; ma ad onta di ciò il Capo di Stato Maggiore non fu in grado di aderire nella misura desiderala, dato l'andamento delle cose in Francia.
La richiesta del Comando Supremo austro-ungarico, appoggiata dal Comando della ga Armata, era di 30 divisioni, da inviarsi dall'ovest all'est; e l'aderirvi av r ebbe reso insostenibile l a s ituazione sulla fronte occidentale. Gli eventuali vantaggi sulla fronte orientale derivanti da quell'invio di forze non avrebbero mai compens àto gli svantaggi sull'occidentale, pur astraendo dal fatto che il loro trasporto avrebbe richiesto tanto tempo da rendere impossibile il pronto sollievo necessario. Data la situazione ge nerale, 'non r imaneva c h e tenere nell'est un contegno temporeggiante. sfruttando la maggiore attitudine ad operare degli eserciti alleati. Se si riusciva
in tal modo a portarsi su l fianco del nemico, si poteva sperar di raggiu ngere lo scopo desiderato. All'uopo occorreva dare la massima libertà di movimento alla 9a Armata, e cioè non costringerla ad un contatto immediato permanente coll'ala settentrionale dell'esercito austro-ungarico nella Polonia meridionale. TI Comando Sup remo tedesco raccomandò vivamente tale provvedimento, mentre faceva tutto il possibile per procurare condizioni favorevoli ad esso senza che ne derivasse la necessità di rinunziare ai propri piani in occidente.
Pertanto la 9a Armata venne reintegrata delle gravi perdite sofferte, inviandole quasi tutti i complementi disponibili in Pa ese. U no dei co rpi d'a.rmata cli nuova formazione nell'interno dell'Impero era già stato mandato nell'est, giacchè dopo lo spostamento della ga Annata verso l a Slesia si temeva un urto dei Russi contro l'ala meridionale dell'Sa Armata indebolita, con tutte le conseguenze r elative. Al corpo d'armata seguirono 2 divisioni di cavallerìa tolte dal!' ovest.
Fu posta alla dipendenza del comandante della 9a Armata, col. gen. v. Hindenburg. quale comandante in capo nell'est, anche
1'811 Armata, sì che egli potesse li be r amente disporre di tutte le truppe tedesche della fronte orientale; e il gen . di cavalle ria v. }lackensen assunse il comando ctiretto dell'Sa Armata (capo di Stato ~Iaggiore magg. gen. Griinert).
L'invio di ulteriori forze dall'ovest non poteva peraltro esser pres o in considerazione fìnchè non fossero compiute le operazioni in corso su l teatro di guerra franco-belga.
Su quest'ultimo, si era riusciti a fine settembre ed al principio d'ottobre a frustrare i tentativi di avvolgimento avversari, ma non si eran potuti realizzare i no st ri ident ici intendimenti: la superiorità della rete ferroviaria francese non l'aveva consentito. Sebbene nel frattempo si fossero fatte entrare in azione altre nwnerose forze, e cioè la maggior parte della 2a Armata tratta dalla zona di Reims, l a 6a che finora era stata in Lorena, e forti reparti di cavalleria portati avanti con largo giro attorno all'ala setten trional e, la fr onte t edesca non aveva potuto es t ender si oltre la linea: ovest di Roye, ovest di Bapaume,- ovest di Lilla. ~on era stato possibile estendersi
r~a dtcisio 1 impk-g..arf F!a.udra i cl' nrma I nuova (e ,done {J. n ~).
fino alla costa, c ui avrebbe dovuto appoggiarsi l'ala destra, e dalla quale si sperava d'imp edire il traffico inglese attrave r so la )Ianica, poter eserci t are una pressio n e sull 'isola s:ess1. e soprav2.nzare i Francesi su l fianco.
Per tendere ancora a tale scopo si mandò verso metà otto br e (r) nel Belgio una nuova 4a Annata, costituita da tre divisioni tolte dalle truppe che assediavano An ve r sa e rese disponibili per la cad ut a della piazza, avvenuta il 9 dello stesso m ese dopo soli rz giorni d'assedio, e da 4 corpi d'armata costituit i in Germania ed ormai impiegabili, al comando del col. gen. Duca Alberto di Wiirttcrnberg (capo di Stato Maggiore col. llse). Essa ricevette l'incarico di avanzare, coll'ala destra lungo il mare, contro il settore dell'Yser. Co ntemporaneamente un gruppo d'urto costituito a nord di Lilla, tratto dalla 6:i, Armata comandata dal co). gen. Principe E r editario Rupprecht di Baviera (capo di Stato ~Iagg iore, magg. ge n . Krafft von Dellmensingen) e che finora aveva formato l'ala destra della fronte tedesca in Fiandra, doveva attaccare direttamente ad ovest di Lilla, in direzione nord-ovest.
Nella gara finora effettuatasi per raggiungere il mare, si era fatta sentire v ivam ente la deficienza di material e d'artiglieria; ma ormai si riteneva potervi supplire va lendos i dell'artiglieria d'assedio che era stata sino ad ora impegnata contro Anversa . Disgraziatamente, la mancan za di munizioni non consentì più tardi d i valersene. Mentre nei movime nti d'avvolgimento finora attuati si erano dovute impiegare a l fuoco truppe già logorate dai combattimenti, nelle nuove azioni si sarebbe ora disposto in maggioranza di forze fresche.
L o scopo valeva l a posta. Già nell'ultima decade di ottobre notevoli fprzc francesi ed ing lesi avevano raggiunto l'Yser (gli Ing lesi erano stati tolti tutti dalla fronte di Reims) e cercava no di collegars i s ull a riva orientale del fiume colle divisioni belghe uscite da Anversa.
Le nostre forze non erano state sufficienti ad impedire c he q nelle di visioni si ritirassero prima dell a caduta della piazza.
I Belgi erano in condizioni tutt'altro che buone ; ma, appog-
giati da unità ingle s i o francesi. potevano presto esse r nuovamente in grado di attaccare. Non era dubbia l'intenzione decisa di attacco da parte degli Inglesi e d e i Fran c esi: v'c-a. non solt anto il pericolo che i Tedeschi fossero definitivamente tagliati fu ori dalla costa belga, ma anche quello che la loro ala destra fosse potentemente avviluppata; ambo i pericoli era no imminenti ed era assolutamente ne cessario eliminarli. Se non si fosse ottenuto almeno ciò, sarebbe stato impossibile attuare la poderosa offensiva allora in preparazione contro l'Inghilterra e il suo traffico marittim o, in risposta alla guerra ingle se cli affamamento, medi.ante sommergibi li , aeroplani e dirigibili, in qua nt o tali mezzi erano a quell'epoca suscettibili di azione. Fu anche discusso se, in determinate circostanze, sarebbe conv enuto mantenere il possesso delle regioni occupate nella Francia settentrionale e nel Belgio occidentale ; ma l'abbandonarle avrebbe avuto conseguenze dannosiss ime.
Se per contro s i riusciva a respingere il nemico nel settore dell'Yser e inseguirlo, era da atlendersi, in relazione anche al completam ento di truppe e munizioni avvenuto n e l frattempo, un cambiam ento favorevole cli tutta la situazione sulla fronte occidentale. An alogo risultato si sarebbe naturalmente potuto ottenere mediante un grande successo in un altro settore della fronte occidentale, e quindi si esaminò se, coll ' aiuto della nuova Armata, ed impiegandola in opportuna direzione, fosse il caso di tentare uno sfondamento n ell'A r tois, o in Piccarclia, o nello Champagne.
l\fa dall'esame delJc condiz ioni dei trasporti e di altre esigenze dj ~chieramento risultò che in questo modo non si sarebbe più riusciti a prevenire l'avvcrsaiio c h e premeva fortemente nella regione dell'Y ser : quindi per arrestarlo sa rebbero state necessarie altre forze, e non se ne avevano. Dall'esame risultò altresì che non si sa r ebbe più fatto in tempo a sostituire le truppe di nuova formazi one con altre aventi maggior esperienza di guerra.
Considerato tutto ciò, il Capo di Stato Maggiore si convinse d ella necessilà cli attaccare in Fiandra; tanto più che vi erano indizi circa la probabilità cli non poter conseguire nell 'est lo scopo cu i si tend eva. A quanto pareva, la preponderanza numerica del nemico e la diminuita forza d'urto di una parte delle trnpp e d'attacco non avr ebbero consentito di trattenere i Russi sulla Vistola e sul San.
l combat lim cnli sulla Yistvlt\ c.·
Ed infatti ciò non fu possibile. Jicntre dal r7 ottobre in poi ,uis,,n neu·.,,. le colonne d'attacco tedesche in occidente si mettevano in moto tobrc, 1914 (l't· di:-ocb.ir.LOu .:). contro il settore ddl'Yser, si , ·enne qua!'i contemporaneamente a co mprend ere che g li alleati non avrebbero potuto mantenersi sulla \'istola e sul San. Subito dopo dovettero essere iniziati colà i mo\·imenti di ritirata, cli fronte ai contrattacchi nemici attuati con forze preponderanti. Si poteva sperare soltanto cli far fronte per qualche tempo nei Carpazi, dietro il Dunajek, la N'ida e L'alta Pilitza ; ma era pre,·edibile con quasi certezza che anche là si sarebbe stati sopravanzati verso il nord. Le• intercettazioni radiotelegrafiche (le quali, dal prù1cipio clella guerra fino a l 1915 molto inoltrato, ci consentirono di seguire esattamente i movimenti del nemico di settimana in settimana, so,·entc anche di giorno in giorno, e prendere i provvedimenti corrispondenti, sì che la guerra assumeva colà per noi w1 carattere comp letamente diverso e molto più semp li ce che non nell'ovest) non lasciavano dubbio su ciò.
Il nuovo Comandante in capo delle forze tedesche combattenti nell'est decise al principio di :novembre di '.sfruttare la situazio n e esistente, coll'aiuto delle ferro\'ie tedesche di grancll' rendimento per un attacco in fianco di sorpresa da effettuarsi da nord con tutte le forze comunque disponibili. appoggiandosi alla ri,·a sinistra della Vistola. Ordinò qHindi il trasporto cli forti aljquotc dell'So. Armata dalla Lituania e il trasporto del grosso della c:f Armata, che si trova va a monte di \'arsavia in ripiegamento dalla Vistola, verso la regione di Thorn-Gncsen. Collo spostamento cli quest'Armata veniva a prodursi una soluzione di continuità nella fr onte in Polonia; ma il Comando Supremo austro-ungarico, dietro richit•,..ta del Comando Supremo tedesco, :,i dichiarò pronto a colmarla per mezzo dell'Armata austro-ungarica che trova.vasi su ll 'a la meridionale austro-ungarica nei Carpazi. Questa pro\'a cli Yalida cooperazione nel momento del bisogno era tanto più da apprezzarsi, in quanto veniva con ciò a rim anere senza protezione una parte della front ie r a ungherese.
Peraltro, quest'ullima non se mbrava immediatamente minacciata.
Durante g li a\'venimenli ora accennati nell'est fino a l 12 no,·embre, giorno in cui s'ini1,iò l'offensiva della <:J- Armata, condotta dal gen. ?ifacken<;en, da Thorn-Gnesen, l'attacco in Fiandra (che
S ituazione sulla fronte orientale, al principio del novembre 191
Le519.Mda
- Tedesd11·
•• • Avstro unj'arici lrtt.ss, : secondo le nofirie che se ne avevi/no
assunse il nome popolare di battaglia d'Ypres) era stato effettuato a metà ottobre.
L'offensiva a,·versaria fu completamente infranta: il nemico venne respinto quasi dappertutto sull'Yser ed oltre l'Yser; fu stabilito un saldo collegamento fra la costa presso Kieuport e l'antica ala tedesca presso Lilla, e si costituì una fronte dalla frontiera svizzera sino al mare: si era così ottenuto c iò che a tutti i costi era necessario se s' int endeva continuar la guerra con previsione di e~ito tollerabile. Più ,·olte sembrò che sarebbe bastato insistere nell'offensiva per ottenere un successo completo : e più tardi si è ben sa' put o quanlo in realtà fossimo i·.lat i vicini a tale risultato. Ma il nostro movimento si arrestò.
La nostra ala destra, che esercitava la pressione principale, dovette desistere dal suo attacco molto ben avviato, a causa di abili in ondazion i prodotte dai Belgi. I corpi d'armata di nuova formazione combatterono più a sud con entusiasmo incomparabile e con eroismo insuperabile. Non mancarono naturalmente di palesarsi g li inconvenienti della loro costituzione ccl istruzione affrettata sotto la pressione dell'urgenza, e del loro inquadramento con vecchi ufficiali per lo più provenienti dal congedo, poichè non ve ne erano altri disponibili. In particolare si constatarono deficienze nei reparti d'artiglieria da campagna di nuova formazione, r ese ancor più sensibi li dalla scarsezza delle munizioni. Anche la co nd otta delle operazioni non fu sempre felice. ln principio di n ovembre, il Comando Supremo non potè far a meno di constatare che non era più possibil e ottenere in quella regione, e specialmente nella zona inondata, un ulteriore successo decisivo contro un avversario che si andava sempre più rinforzando.
Fu anche discussa la possib ili tà di tentare uno sfondamento spostando rapidamente la pressione contro un tratto della fronte avversaria che si fosse indebolito a favore della dife sa in Fiandra; e all'uopo fu presa di nuovo in considerazione la r egione dell'Artois e Piccardia, nell a zona della za Armata (comandante col. gen. von Biilow, capo di Stato Maggiore ten. gen . Laucnstein), ma si dovette rinunziar subito a tale concetto, giacchè dopo i ri fornimenti di truppe e munizioni nell'est non rimanevano ad ovest sufficient i forze per attuarlo .
J..a decisioue 1 desistere <111 l'offeu:;i,~a i Fiandra,
Contro quel concetto stavano anche le previsioni relati ve alla Polonia. Era evidente che i Russi non avevano alcun sentore della tempesta che si stava addensando contro di loro sulla riva sinistra della Vistola: essi proseguivano la marcia verso ovest, lentamente, a causa delle gravi distru1,ioni ferroviarie e strada li operate dalla 9a Armata nella sua ritirata dalla Vistola a monte di Varsavia verso la Slesia e l a Polonia meridionale.
La loro ala destra (settentrionale), che avanzava a ll 'incirca su ll a linea Varsav ia -K a li sch, non era abbastanza scaglionata in profondità: erano invece rimaste notevo li forze sulla destra della Visto la, a nord-est cli Varsavia. A ciò essi sembravano essere stati ind otti dal timore che l'Sa Armata potesse venir lanciata di sorpresa dalla Prussia 01;enta le sulla Vistola, per avanzare di là contro le comunicazioni russe a destra d e l fiume. La ritirata parzialm ente spontanea dell'Armata, quando ess a venne indebolita a vantagg io dell'offens iva di Mackensen, non era rimasta celata ai Russi e può averli indotti ad un accentuato scaglionamento in profond it à dei riparti destinati alla protezione sul fianco. E analoga influe n za debbono aver avuto attacchi dimostrativi delle riserve principali da Thorn e Graudenz sulla li nea Lipno-:\Ilawa.
L 'operazione affidata alla 9:i. Armata dava pertanto luogo a pre visioni favorevoli. Il Comando Supremo tedesco comp r endeva benissimo che per sfruttarne i risultati era necessario impiegar tutte le forze comunque disponibili, anche togliendole dall'ovest, visto che <la questa parte non si sarebbe potuto per ora ottenere una decisione.
A dir vero, contrariamente all'apprezzamento de l Comandante in capo nell'est, si era certi che la stagio n e avanzata e l a preponder anza numerica dei Russi non avrebbero consentito un successo realmente decisivo sulla fronte oriental e; ma i l Capo di Stato Maggiore nutriva fiducia che il risultato sarebbe stato pur semp r e tale da costringere il n em ico ad arrestarsi per lun go tempo ; e ciò gi ustificava già a sufficienza il tentativo. Circa 7 div ision i di fanteria e una di cavaller ia furono tolte dalla fronte occidental e e mandate colJa massima rapidità nell'est a disposiz ione di quel Cornandantf i n capo. Tale sottrazione peraltro fu possibile so l o perchè ci s i era decisi ad attenersi pel momento in Francia alla pura difensiva, utilizzando accuratamente tutti i mezzi tec ni ci ausiliari possibi li . Cominciava la vera guerra di trincea, con tutti i suoi orror i.
~elle istruzioni impartit e a tale scopo, il Comando Supremo abbandonò la norma fonclam<'ntalc tedesca, finora O!>SCrvata, di costituire nna sola Jinea di difesa. Si doveYa <;tabilire ovunque un sistema difensivo costituito da più linee collegate, in due o più posizioni successive. Con ciò si mirava ad assicurar,-i contro -;fonda menti delle lince oc! anche delle posizioni più avanzale, i 4uali erano inevitabili a causa della forte preponderanza an·er-;aria, anclw quando l<' truppe si battessero col massimo eroismo. P eraltro, nonosta nt e tale innovazione, fu mantenuto rigidamente il secondo concetto fondamentale tedesco, e cioè che le truppe destinate a difendere una determinata posizione dovessero m ante n erla fino all'es tr emo cL se la perdevano, riconquistarla. Per diminuire le perdite dovute al fuo co d'artiglieria, l'occupazion e della linea più avanzata doveva bensì esser la più rada possibile ; ma essa doveva resistere ad ogni costo finchè i rinforzi tenuti nelle linee retrostanti non giungessero ad appoggiarla, possibilmente con avvolgimento.
Queste norme sono state spesso discusse : e, durante la guerra, sono state anche temporaneamente modificate. Si credette di dover attribuire ad esse le elev ate perdite verificatesi più volte : e si sperc') di ev itarl e conse ntendo alle truppe occupanli le lin ee più avanzate di ripiegar\! in caso di necessità su nna linea di resistenza principale rclati,·arnentc molto arretrata, sulla quale, anzich?> sulle linee avanzate, dovevano affluire i rinforzi. L'esperienza complessiva non consente di affermare che tale prescrizione si sia dimostrata opportuna : essa non teneva sufficiente conto del morale medio ciel solclato. Inoltre, per non rischiar continuamente cli perder la propria arti glie ri a, n e derivava la necess ità di tenerla molto arretrata ri spetto alla linea di r esistenza principale, sì che non le era più possibilt' appoggiare efficace menl e la linea avanzata. Quando truppe scelte, ottimamente islru it e e aventi comandanli "eramcnte sicuri, applicavano quella prescrizione, es,-a poteva di rnassima rag~ungere i! suo sco po; ma bene spesso non l'ha raggiunto ed ha prodotto anz.1 maggiori pt>rdite, sia di uomini in tutte le forme possibili e specialme 1tc in quell t - peggior e cli tulle - del lasciarsi far prigionieri, sia eziandio di posizioni. Si è constatato che nella guerra di posizion e è molto pericoloso il mette re l'uom o in un posto in c ui si se nt a
abbandonato perchè sa che non deve sperare su alcull appoggio. E se, oltre a ciò, gli viene consentito di ripiegare c:enza ri C<..''vcrne or-
dine preciso. ciò significa per i mortali normali, n ell'inferno della battaglia attuale, la possibilità di salvezza individuale, ma produce la rovina del complesso. "t\c consegue il lasciarsi far prigioniero, o il ripiegare prematuramente in modo tale da non potersi più arrestare neppure ,.ulla linea di rc:.istenza principale.
Per facilitare la pronta disponibilità di riserve mobili ed assicurarne l'intervento tempestivo nei settori minacciati, le Armate della fronte occidentale vennero raggrnppate in tru, e più tardi in quattro g ruppi d'esercito. Tale provvedimento peraltro, non essendo alto a raggiungere pienamente gli scopi cui mirava, ,·enne re,·ocato già 1wl marzo "uccessi,o. Su questa fronte, come sull'orientale, i Comand i di gr uppi cl'es~rcito, per mancanza di ammae~tramento in pace, s'inducc\'ano diflkilrnenlt· a comprendere la necessità di dovere, in talune circostanze, ras,.egnar:.i a grandi rinun;i;ie a favore della sit u azione generale. Essi tendevano piuttosto a ritenere che i còmpiti loro affidati fossero i più importanti e a com,iderar le truppe loro a-;:-egnate come una ..,pecie di possesso priYato. :\Ientre si sperava che la costituzione dei gruppi d'esercito favorisse la pronta di~ponibilità di ri:--crve da impiegare secondo gli intendimenti del Comando Supremo, i Comandi dei medesimi erano invece sempre disposti ad appoggiare la r esistenza che le Armate da l oro dipendenti opponevano ad ogni sottrazione di forze. Tali tendenze sono umane e quindi vecchie quanto l'esisten;i;a dei Comandi; ma non sono state mai meno giustificate che in questa guerra, in cui la gra,·o..,a ten,ione dO\ uta all'inferiorità numerica costringeva continuamente il Comando Supremo a fare assegnamento su ogni singolo battaglione. E da tutto ciò de1fra vano attriti che influivano molto ,gradenilmente, in modo vario, sul cor:;Q degli e\'enti.
1 comh:lt\im e uti .i L o dz nel n o• ,·cmbre 19:,4..
L'operazione a sinistra della \'i~tola, audacemente progettata, ottimamente preparata t•d energicamente attuata, ed alla quale i primi scag lioni cli truppe provenienti dall'ovest poterono prender parte, ebbe uno splendido risultalo iniziale: tanto che anche capi ,.per imentati come c1uelli che facevano parte dello Stato Maggiore del Comandante in capo nell'e;;t -;j lasciarono illudere temporaneamente ~ulla sua portata. ~u domanda del Capo di Stato :\Iaggiore, quel Com:1ndo avvertì che, qualora potessero venir inviati nuovi rin-
fo rzi dall'ovest, essi avrebbero dovuto esser mandati non già nella zona cli lotta ad ovest della Vistola, bensì ne ll a Pruss ia orientale, d ove i Russi avevano profittato dell'indebo limento dell'8a Armata a favore della 93 per avanzare n u ovamente a l di qua della frontiera e stavano p r ocedendo verso la catena dei Lag hi Masuriani. Ma si vi de presto in Po lonia come il Comando avversario avesse impar ato molto dall'agosto in poi: esso rivolse molto rapidamente i g r uppi d'ala verso nord, tolse altri corpi dalla fronte austro- u ngar ica e lanciò contro l'ala tedesca rivolta verso la Vistola, a sinistra del fiume, le truppe che a destra di esso proteggevano i l suo fianco. L'attacco tedesco dovette arrestarsi ; e minacciava cziandio di convertirsi in ritirata, quando giunsero i n buon momento le nuove truppe provenienti dall'ovest. Tali nuove forze consentirono di strappare Lodz. ai Russi e respingerli dietro la Bzura, la Rawka e la Pilitza.
I Russi cessarono anche la pressione sull'esercito austro-ungarico ad est di Cracovia, dopo che l e forze co là dis locate, in cooperazione colla divisione di fanteria tedesca v. Besscr, riuscirono nella battaglia di Limanowa, il 12 dicembre, a respingere ne l l oro settore truppe russe che avevano passato i l Dunajek. I co lpi inflitti ai Russi avevano ottenuto lo scopo che loro era possib il e ragg iungere; ma l'offensiva tedesca era esausta. L' influenza dell'inv~rno in que ll a regione si fece sentire fortemente, e costrinse i R ussi anche nell a Prussia oriental e ad arrestarsi a ll a catena dei lagh i Anche nell 'est comi n ciava così la guerra di posizione: l a quale peraltro, come l a guerra di movimento, assunse co là forme d iverse e molto più semplici da quella in occidente Soltanto in pochi settori della fronte o rientale, e temporaneamente, essa f u condotta con quell'ostinato a ccanimento che le era prop r io s ull a fronte occidental e : il clima, i l temperamenlo dell'avversario e la sua pesantezza militare ne miti garnno la violenza.
Il p eriodo dal princ1p10 della g uerra di pos1z1one, nel novembre-dic em bre 1914, fino a lla ripresa della gu erra di movimento nel 1915.
Il Comando Supremo era pienamente conscio degli sva ntagg i derivanti da l passaggio alla guerra di posizione; ed essa venne decisa soltanto perchè fra i mali si doveva pur scegliere il minore.
AYanzar c non si poteva, perchè si mancava di forze e di materiali. Retrocc•dere non si volcYa, giacchè l'economia di forze che avrebbe potuto derivare dall'accorciare la fronle, già molto debolmente guernita, non sarebbe stata in relazione cogli s,·antaggi ce rtamente consegucnli dall'arretramento, cd ai quali altrove si è accennalo., In oltre, a tergo dell'esercito non esistevano allora posizioni e punti di appoggio organizzati a difesa, ed era dubbia la possibilità di provvedervi in tempo durante l'inverno ; sì che la maggior densità d'occupazione r esa necessaria da tali circostanze avrebbe assorbito tutta l'economia di uomini, mentre d'altra parte non sarebbe mai stato possibile concedere alle truppe il riposo nece ssario a ricostituire i r eparti, ad istruirli e a rifornirli di matçriale bellico.
Pertanto, il passaggio alla guerra di posizione non è sta to deciso dal Capo di Stato :\faggiore spontaneamente, bensì sotto la dura pressione della necessità.
Fu riconosciuto d'altronde ben presto che questa specie di condotta di guerra, alternata con poderosi colpi ben preparati contro tratti della fronte avversaria, era la sola che desse adito a sperar di co ndurr e a buon fine la guerra, data la s ituazion e dell e Pot enze centrali per effetto degli avvenimenti sulla ~fama ecl in Galizia: e solo in grazia di essa la Germania ha potuto mant e nere invi o late le sue frontiere. Ed il mantenerle era necessario, non perchè al Comando Supremo mancasse il coraggio <li cedere temporaneamente territorio tedesco all'avversario ,,,e il vantaggio generale lo avesse richiesto, ma perchè la perdila delle zone d i frontiera a vrebbc in
br eve tempo impedito di continuar la guerra. le regioni industriali cd ag r icole della frontiera orienta l e a.vevano la medesima i mportan za dell e regioni industriali situate sulle dne r ive de l Reno : e sia per l a Germania come per i suoi a lleati non era ammissibile il poter far a meno nè delle une nè delle altre.
Sol tan to col passaggio a ll a guerra di posizione era possibile sfruttare liberamente le linee d'operazione interne e riacquistar cosi la li ber tà d'azione per battersi con forze sufficienti sui p unti in cui s'intendesse provocare la decisione; e soltanto una guerra cli posizio n e condotta secondo un piano determinato poteva consentire un tale aumento nella produttività dell e linee ferroviarie, da avere un'efficacia equivalente ad una moltiplicazione dell e riserve. Infine, solo tale specie di guerra poteva dare il tempo necessario per pon-e la scienza e la tec nica a l servizio completo della guerra, in modo che poche forze va lorose e ben istruite fossero in grado di resistere anche a l ungo contro un avversario molto preponderante.
Per l'impiego di tale forma di g u erra era condizione prevent iva essenzia le che le nostre truppe avessero un valore intrinseco superiore a quello delle avver~arie. Era evidente che tale differenza esisteva r i spetto ai Russi ; e dopo breve periodo di osservazione si acqu istò anche la certezza che essa si sa r ebbe ver ificata anche rispetto agli avversa r i occidenta li , sebbene molto superiori ai Russi.
Quantunque l'esercito tedesco, in contrapposto al francese, non avesse ricevuto in pace una speciale istruzione basata sui concetti della g u erra d i pos izione, l e truppe se ne rese r o conto rapidamente e meglio d i qua lunque de i loro avversari; ed i Francesi in particol are, contro og ni presupposto, no n seppero adattarvisi. L'an tica verità che il soldato, se è disciplinato, se p r e n de a cuo r e la sua causa e se ha altresì imparato ad attaccare, è a ll 'altezza di ogni situazio ne di guerra, trovò nuova conferma. Le q u al ità be lli che dell'uomo tedesco quale esso era pri m a della infausta, inuti le ed infruttuosa rivoluzione, e la sua r igida educazione, non ba nn o mai riportato un tr ionfo magg iore che nell a guer r a d i pos izione.
Quando i l Comando S u premo tedesco, negli ultimi d ue mesi d el 19 14, decise il passaggio alla guerra di posiz ione, non era urge nt e il r ispondere al quesito se il prossimo colpo offensivo dovesse
effettuarsi su un settore della fronte piuttosto che su un altro giacchè non si avevano forze disponibili per attuarne alcuno. LC' prime su lle quali s i poteva fare assegnamento consistevano in una nuova Armata, composta di 9 divisioni, ordinate dal ) 1inistern della guerra subito dopo pron·eduto alla co,;tituzione delle nuon• un i tà i mpiegate poi a Yp res e a Lodz, non appena l'istrur.ionc dc I personale e l'equipaggiamento lo consentirono. :\la tali divisioni non potevano e::-scre impiegate sino al principio di febbraio, se si voleva evitare di po r tarle prematuramente sulla fronte ; e la recente ec;perienza in fatto di nuove formazioni consigliava per l'appunto d'as t enersi da simile. impiego prematuro. Era quindi necessario calmare le velleità d'azione cli qualche comandante e l'impazienza del Comando Supremo alleato. L'aver ritardato l'impiego delle nuove di,·i~ioni si dimostrò otlimo provvedimento, giacchè es~c risposero p ienamente nella battaglia inverna le masur iana a quanto da loro si attendeva. Dopo quell'operazione di bn•ve durata, es!>c per lungo tempo non furono più atte ad agire; ma ciò fn dovuto ai grand i sforz i che, in condizioni particolarmente sfavorevoli di clima e di strade, fu necessario imporre loro perchè l'impresa producesse buon risultato. Per mancam:a di comandanti nei gradi inferio ri, e di equipaggiamento, non era possibile costituire allre nuove unità in Paese ; d'altra parte le prc\'isioni ormai sicure sulla lunga durata della guerra consiglia\'ano economia di uomini. Sarebbe stato vano qualnnque grande ris11ltato sulla fronte, se in Paese fossero venute a mancare energie lavoratrici, o se non fosse stato possibile soddisfare i bisogni rapidamente crescenti dell'e:,ercito di campagna.
])'altronde, il Comando Supremo era convinto che il rinforzo prodotto dalle ~ole 9 dfrbioni in corso cl'btruzionc, se pur preparate con la massima cura, non sarebbe stato sufficiente ad otlenere una vera decisione nell'ovest nè nell'est. Peraltro la superiorità morale e tecnica del nostro soldato, palesantesi ogni giorno di più, fornì la soluzione a tale difficoltà. Essa si mostrò tale in confronto alle qualità dei soldati a\'\·ersari, che su propo:,ta d~l direttore ciel Dipartimento generale di guerra, col. v. \Vrisberg, si potè prendere in considerazione la possibilità di dimimùre di circa 1/.1 la forza delle unità combattenti, e cioè delle divisiorli, senza danno per la loro efficienza in confronto a quella delle corrispondenti unità av-
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versane colla forza che esse avevano finora an1lo. Ciò consentì di costituire ulteriori divisioni valendosi di rep art i delle antich e unità istruiti, equipaggiati e provYisti di comandanti. Si seguì infatti tale s istema con ott imi risultati, non appena fu possibile dbporre delle artiglieri e, mitragliatrici e materiali ,·ari occorrenti: e ad esso sono da ascriversi in buona parte i vantaggi conseguiti nella campagna estiva del r9r5 nell'est.
Il corso della guerra, come a,·eva dato ad ogni soldato nuo,·i criteri circa la potenzia li tà umana, aveva anche fornito nuove norme circa il bisogno di materiali ed il rendimento dei medesimi. Solo chi ha avuto la responsabilità nel Gran Quartier (;.enerale tedesco durante l'in\'erno 1914-1915, quando cioè era qnasi necessario contare ogni co lpo sulla fronte occidentale, e il mancato arrivo di un treno di munizioni, l'intenuzione di un binario o ana loghi piccoli in cidenti minacciavano cli ridurre all'irnpoten1.a interi settori della fronte, può comprendere le difficoltà che si dovettero superare in quell'epoca. Si diede sempre la precedenza aUe esigenze della fronte orien tale, pcrchè cos tituita in parte di elementi meno solidi. E soltanto chi ha dovuto ascoltare le commo,·enti lagnanz e delle nostre ottime truppe per tale stato di cosr, e le -incessanti preghiere degli alleati per l'invio di materiale bellico d'ogni specie, può comprend ere con quanta ansietà cercassimo tutti i modi per trarci <l'impaccio: e vi riuscimmo più presto di quanto non potessimo attenderci. mercè la collaborazione della parte maggiore e migliore del popolo. La scienza e la tecnica si posero a l servizio della guerra, l'intera indu stria si Yolse a profitto di essa, pur avendo riguardo agli altri còmpiti indi spensabili: e ciò avvenne quasi si lem,iosamente, prima che il nemico sapesse precisamente che cosa a~ca.dcsse. A ciò I u base essenziale la soluzione data dal :.\linistrn della guerra fm dai primi g iorni della lotta, su proposta del 1lr. \Valther Rathenau. alla quest ione della ripart izione delle materie prime, che aveva assunto impor tanza decisiva a causa dell'isolamento della Germania dal mondo esteriore.
Fu data particolare impòrtanz,1, alla fabbricazio n e delle munizioni, alla costruzione di pezzi a lunga portata, al perfezionamento d e i lanciamine sì da renderli arma di pratico impiego, all'aumento
delle mitragli atrici e delle forze aeree, come pure all'utilizzazione de i gas quale mezzo di lotta.
Era fra tutte urgentissima la questione de]Je munizioni per l'artiglieria. Non è possibi le comprendere nei limiti cli questo scritto la descrizione del meraviglioso l avoro fatto al riguardo, tanto più meraviglioso in quanto si ebbe sempre massima cura dei bisogni del Paese : una penna più adatta potrà farlo molto opportunamente. Basti solo accennare che già ne l irennaio 1915 il Comando Supremo si era liberato da ogni preoccupazione per la provvista di munizioni ; e tale soddisfacente condizione di cose r imase immutata fino ad estate inoltrata del 1916, sebbene l'Intesa poco alla volta riuscisse a riforn irsi cli munizioni da iuUo il :rr.or:do salvo dalle Potenze centrali, mentre la Gennania non solo doveva fare assegnamento esclusivamente su se stessa, ma doveva anche rifornire abbondantemente gli alleati in questo campo come negli altri. Soltanto l'enorme consumo - superiore ad ogni possibile previsione - prodotto dalle grandi azioni contemporanee nella regione della Mosa, sulla Somme, in Galizia ed in ltalia, pose nuovamente in pericolo per qualche tempo i l rifornimento di munizioni nell'agosto 1916; ma il programma di fabbricazione ne fornì quantità tali, in misura sempre crescente, che la deficienza lamentata potè ben presto esser colmata ; e quel programma si dimostrò efficace per lo meno fino al 1917 inoltrato Esso fu dovuto soprattutto, nella concezione e ne ll 'attuazione, alle cognizioni ed all'attività del magg. gen. Coupette, dei magg. \Vurtzbacher e Koeth de l Ministero della guerra, nonchè del magg. Bauer, il qua le faceva parte dello Stato Maggiore del Capo di Stato Maggiore qua le collaboratore in materia d'artig li eria.
Mentre il nostro tiro curvo di tutti i calibri si era dimostrato molto efficace, specialmente quello degli obici campa li leggeri e pesanti ai quali l'avversar io nei p1imi anni di guerra non potè contrapporre alcuna bocca da fuoco che ad essi si avvic inasse in efficacia, le nostre truppe avevano notevolmente risentito !'inferiorità del nostro cannone da campagna per gittata e per efficacia rispetto al cannone francese. Si provvide perciò a costruire un nuovo tipo di cannone da campagna, con muniz ioni p iù efficaci. Come sempre avviene per le nuove costruzioni durante la g uerra, occorse tempo; e soltanto alla fine del 1916 il nuovo canno ne potè esser distribuito
alle truppe. Frattanto si cercò cli sopperire trasformando convenientemente il materiale disponibile sia nelle piazze forti dell'interno, sia p re :.so la Marin a, nonchè quello tolto in grande quantità al nemico. Come sempre avveniva quando trattavasi di int e r essi della Patria, la casa Krupp di E ssen fu anche in ciò alla testa del lav oro. Si ebbero ,così artiglierie a lunga portata che resero ottimi servizi: e i risultati te cnici più splendidi con esse ottenuti furono il bombardamento del p orto di sbarco degli inglesi a Dunkerque e degli opifici d'industria bellica di Nancy e B elfort. Quelle artiglierie inoltre - e ciò era ancor più importante - consentivano di costr in gere l'avversario a tener sempre mo l to indietro le proprie batterie, accampamenti e sistemazioni varie importanti, nonchè le proprie posizioni di raccolta per .gli attacchi. Peraltro le loro caratteristiche, come pure quelle delle artiglierie a tiro curvo, non consentivano - dato il numero pur sempre limitato di pezzi e di munizioni - di battere le posizioni, -costruite con tutti i mezzi moderni dell'arte fortificatoria, in modo tale da spianar la via all'attaccante. Le armi d'attacco di cui finora si <lisponeva si dimostravano insufficienti dove una delle due parli co l pas~are alla guen-a di posizione, aveva guadagnato il tempo necessario a mettere convenientemente in opera i mezzi predetti di difesa. Occorreva pertanto trovare un'arma che fosse superiore ad essi, ma che in pari tempo non sovraccaricasse l'industria tedesca, avente potenzialità limitata : e tale arma si trovò nell'impiego dei gas. L'uso dei gas nella guerra di fortezza era noto fin da tempo antichissimo ; ma l'essersene i Francesi valsi sotto forma di proietti a gas aventi azione soffocante, e dei così detti « vasi fetidi , , i frequenti accenni nella stampa francese al prossimo impiego di un gas d'effetto distruttore inventato da un famoso chimico, l e gravi ferite prodotte da un proietto in cendiario francese car ico di fosforo, e gli effetti velenosi dei proietti in glesi carichi , di picrina avevano richiamato l'attenzione su tale mezzo di lotta. L a chimica tedesca riuscì ben presto a risolvere il problema affidatole, ma anch'essa non potè evitare l e deficienze proprie delle nuove invenzioni in guerra; passarono anni prima di poter impiegare in modo s icuro i gas come mezzo di com battimento.
L e forze aeree, durante i primi mesi cli guerra, non avevano potu to r aggiungere il nUI1)ero delle avversarie; ma erano riuscite ad eguagli arle in valore, cd il merito principa le di c iò non è da ascri-
versi alla perfezione del materiale, bensì all'abnegazione del personale. I dubbi che il ~finistero della guerra aveva in pace a riguardo dell'impiegabilità delle aeronavi in guerra avevano avuto piena conferma: finchè non si fosse trovato un gas meno pericoloso per riempire il corpo dell'aeronave, e pur astraendo da molti altri inconvenienti venuti in luce, le grandi speranze riposte nelle costruzioni del conte Zeppelin non avrebbero potuto avverarsi. L 'aeronave ebbe ormai importanza limitata al solo adempimento di particolari còmpiti, mentre quelli che ad essa si sperava poter affidare • dovettero essere assunti dall'aeroplano. In conseguenza di ciò, ed anche in relazione agli intendimenti a noi noti dell'avversario di esercitare forte pressione su noi colla guerra aerea, si rese necessario organizzare celcremente il nostro servizio aereo : il che in realtà equivaleva ad effettuare costruzioni di aeroplani su vastissima scala. Di tale problema fu incaricato dal Capo di Stato Maggiore il maggiore Thomsen, il quale si procacciò imperitura fama nel risolverlo. Egli seppe non soltanto indicare al Paese la via giusta nella costruzione degli aeroplani, ma benanche ottenere nelle truppe di aviazione quello schietto spirito aviatorio, senza del quale ogni perfezione ~ecnica a nulla avrebbe valso. Com'era inevitabile per un'arma così giovane e così dipendente dai progressi non uniformi della tecnica, la preponderanza nel1'aria ha lalvolla vacillalo; ma le forze aeree tedesche, grazie alla sana base che venne in quest'epoca data al loro sviluppo, finirono sempre per trionfare non ostante la sproporzione dei mezzi fra le due parti contendenti.
Oltre l'attività organizzatrice più sopra accennata, anzi appena sfiorata, il Comando Supremo verso la fine del 1914-15 dovette occuparsi anche di altre importanti questioni, ad onta della guerra di posizione e della stagione.
Alla fine di ottobre la Turchia si era dichiarata a favore della alleanza colle Potenze centrali. Non possiamo far· a meno di menzionare gli alti meriti che a questo riguardo si acquistarono l'ambasciatore tedesco barone v. WangenhC'im e, in conseguenza di particolari circostanze, l'addetto mililare tedesco di marina Humann. Si è già visto quale importanza capitale avesse per noi l'alleanza con la
Turchia, nei riguardi della Russia: e tale alleanza era d'altronde t a n to più necessaria e preziosa in quanto essa esercitava un certo con trapp eso di fronte al contegno, divenuto al quanto dubbio, della Bulgaria. Le trattative per la conclusione di un'alleanza con ques t'ul tima si erano arenate dopo gli avvenimenti sulla Marna, sul San e sulla Vistola, sebbene d'altra parte tutti i tentativi dell'Int esa per i ndurla ad allearsi coi nostri av·versari fossero stati fermame n te respinti, prima e dopo degli avvenimenti predetti.
Il Comando Supremo turco, in considerazione del pericolo di un'avanzata russa già in preparazione contro la provincia del!' Armenia di dubbia fedeltà politica, decise di prevenire i Russi con u n'azione di sorp r esa in Georg ia, e vi riuscì : le operazioni peraltro dovettero esser presto sospese per le gravi perdite prodotte da un freddo eccezionalmente prematuro nella regione montuosa di frontiera . Tale circostanza peraltro allontanava anche, per lo meno fino a primavera inoltrata, il pericolo russo . Ciò consentì al Governo turco di aver forze disponibili contro l'Egitto: operazione dalla quale il Capo di Stato Maggiore tedesco non attendevasi invero grandi risultati decisivi per la guerra, ma colla quale sperava d i poter interrompere il traffico attraverso il Canale di Suez, arteria importantissima per l'Inghilterra, o tener per lo meno l~ntane dal teatro di guerra principale numerose forze inglesi, senza esporre truppe tedesche in misura troppo dannosa in Asia. Contemporaneamente, fu iniziata una propaganda in grande stile n el Caucaso, in Persia, e verso l'India attraverso l' Afganistan: e ad essa va lse, fra l'altro, l'appello alla <e guerra santa » fatto dal Sultano della T urchia nella sua qualità di califfo. D ate l e scarse forze della Turchia e la difficoltà d' inviare mezzi tedeschi in quelle l ontane regioni, non s i potevano attendere che risultati limitati; ma era nece ssa rio l 'agire in ta l senso, pe r prevenire il pericolo che l 'Inghilterra ricorresse ad a n al oghi metodi, ma con scopo opposto, tanto p iù che essa aveva a su o favore la soggezione profondamen te radicata i n Oriente verso Ì a potenza inglese, mezzi preponderanti e massima libertà di azione. E l'au dace e tenace lavoro di dettaglio di uomini come Niedermayer, H e n tig ed altri, permise di gettare semi che, in caso di esito favorevol e della guerra, avrebbero fruttato mol tiss imo.
Nell 'apprezzare l'opera della Turchia durante la guerra, non si deve dimenticar e che essa entrava nella lotta mondiale molto
esaurita da sei anni cli lotta quasi ininterrotta, e che in materia tecnica e di equipaggiamento bellico dipendeva completamente dalla Germania. Soltanto dop o l'apertura della via dei Balcani attraverso la Serbia e la Bulgaria nell'inverno 1915-1916 ci fu possibile coadiuvarla efficacemente sotto tal punto di vista, ed anche allora solo gradatamente ; anzi, fin o al termine della g uerra non si riuscì ad eliminare interamente la difficoltà di comunicare con Costantinopoli, e le esigenze della stessa Germania, congiunte alla necessità di aiutare l'Austria-Ungheria anche in questo campo, ostacolarono sempre i rifornimenti alla Turchia.
Ancor meno possibile fu il superare le difficoltà di comunicazioni coll'Asia Minore. In tempo di pace il traffico fra Costantinopoli e le coste dell'Asia ~finore, della Siria e dell'Armenia si effe ttuava in massima parte per mare; ora ciò non era più possibile e si dov eva limitarlo alla via di terra. lVIa non esisteva un'arteria ferroviaria che collegasse tutte queste regioni : nei piani per la costruzione della ferrovia di Hagdad si erano tenute presenti le considerazi oni economiche e finanziarie, ma non quelle militari; la lin ea anatolica, adducente per l'altipiano dell'Asia ~fin ore verso sud-est, terminava ai piedi del versante occidentale del poderoso massicc10 del Tauru;'i, e cli là sino a lla fronte armena s i doveva proseguire per via ordinaria lunga 7-800 km., attraversando regioni montane selvagge e squallide. Il collegamento colla fronte verso sud-es t fu invero agevolato utilizzando singoli tronchi ferroviari, cioè un tronco nel piano di Adana fra il piede orientale del T aurus e il versante occidentale dell'Amanus, un altro fra Aleppo e Gerusalemme, un t erzo dal piede or ie nt ale dell' Amanus verso Aleppo e cli là in costruzione Yerso nord-est in direzione dell'Eufrate, donde, nel breve periodo di alto liv ello delle acque, si poteva utilizzare la "'.ia fluviale verso Bagdacl. Tutti questi tronchi erano peraltro in massima penuria di materiale rotabile e di linea, di combustibile, di larnratori e di personale utile di linea e di movimento. l nostri ingegneri
e i no stri reparti ferrovieri hanno compiuto opera meravigliosa p er farli funzionare. L a costrnzione del tronco sul Taurus, attraverso la dorsale dell'Amanus, del viadotto a n ord-ovest cli Aleppo, del pont e s ull'Eufrate, sono opere tecniche di prim'ordine .Ma anche l'abnegazione illimitata di quegli uomini, nelle condizioni sopradesc ritt e, non pot eva dare che frutti limitati.
Sul teatro di guerra occidentale fu possi bile attenersi pienamente al co n cetto dir ett iv o già stabilito per la co n dotta della guerra in Europ a.
I n dicembre, i Francesi tentarono nuovi seri attacch i in Alsazia contro il gruppo d'Armata del gene r ale di fanteria Gaede (capo di Stato Maggi ore ten. col. Bronsart v. Schellendorff), nella Woevre contro il gruppo d'Armata del gen. di fanteria v. Strantz (capo di Stato )Iagg iore ten. col. Fischer) e subito dopo n ello Champagne contro la 3a Armata comandata dal col. gen. v. Eincm (capo di Stato Maggiore, magg. gen. v. H oeppner); ma, ad onta della notevole sottrazione di forze a favore della fronte orientale, furono respinti ovunque decisamente.
E p oichè nel gennaio si riuscì mediante l'azione d i riserve di quel fronte rapidamente concentrate, a dare sen~ibili colpi all'av\' e rsario, in vari punti, e cioè colla 5a Armata. (ten. generale Prin cipe Ereditario Guglie lm o, capo di Stato Maggiore magg. gen. Schmidt v. Kn obel sdorf), nelle Argonne: colla 7''' (col. generale v. H eeringen, rapo di Stato Maggiore ten. ge n. v. Hani sc h), a nord di Soissons, s i ottenn e un p eriodo di tranquillità molto opportuno, se pur dì br eve durata. E s.i poteva sperar dì acq ui stare il temp o necessario per predisporre le truppe ed i materiali realmente occorrenti per un esit o decisivo; ma la situazione che venne a c r earsi sull a fronte orienta le n on consentì che tali piani giungessero a maturazione.
C o mbattimcn In Occidcn nel diccmb 1914.gennn 1915.
P er alleviare la fr o nt e d egli alleati , compr esa la piazza forte di Przcm ysl st r ettame nt e asse diat a e costituente l'ultimo baluard o che ess i p ossedessero nella Galizia centrale, e ra oppo rtun o vincolare forze russe nella P olonia settentrionale : e quindi la ga Armata, dopo breve periodo di respiro, riprese alla fin e di di ce mbre i suoi a ttacc hi in direzione di Varsavi a, sulla Bzura e sulla R a wk a . Il t entativo n o n ebbe ri s ultati a pprezzabili ; ed il Comando upremo austro-unga rico, so tto q ue;:, t'impress ione ed anche in rel azione alle s favor evo li notizie ci r ca l'atteggiame nto dell' Italia e della Rumenìa , propos e nel gennaio 1915 un'offensiva attraverso i Carpazi , con l' intervento di forze german iche. In t a le conce tto prevaleva probabilmente l'int e ndim e nt o di dar sicurezza in modo durevole a lla frontiera ung heres e e s bloccare Prz emysl ; ma il Comando Su pre m o austro-ungarico rappresentava anche la possibi lità di ottenere
l.n decisi o ne impiegare J'est i Ul reparli e< tulti in Pi (V. carta n
contro la Russ ia un s uccesso deci s ivo per la guerra, se i nuovi corpi d'annata che si trovavan o in Germania in periodo d'istruzione fossero contemporaneamente impi egati per un urto dalla Pruss ia orientale contro l'ala des tra russa.
Il comandante in capo n ell'e s t , feld-maresciallo v. Hindenburg , appogg iò vivamente tale propos ta: anch'egli era d 'avvi so che con s imile operazione contro le du e ali rus se si avrebbe p otuto ottenere la decisione definitiva sulla fronte orientale.
Indubbiam e nte 4 co rpi d'anna t a germanici fr eschi, accuratamente preparati cd istruiti, a vr eb bero ottenuto un successo co ns iderevole su l tratto della front e ori e ntal e in c ui v eni sse ro impi egat i . Era tuttavia molto dubbio se in t al modo si potesse otten e r e, o mirar pur se mplicem ent e ad o tten ere, un vantaggio tale per la situazione complessiYa di guerra da meritare che si rischiasse la posta; m entr e, dat a l a s itu az ione delle P otenze ce ntr al i, era co ndi zione essenzi ale per ogni decisione del Comando Supremo tedesco che tale dubbio venisse chia rito. F inchè la risposta al quesito così posto non fosse recisamente affermativa, non si doveva v e rsare n epp ur e una gocci a di sa ngu e ger manico, e t a nt o m en o impiegare quelle ri se rve d' ese r cit o, che era n o quasi l e so le di c ui si potesse di sporre. P el momento, l'Aus tria- U ngh eria non s i tr ova v a in s ituazione t a le da ri ch ied ere urgentemente d'u sc irne. Sa r ebbe certa m ente s tat o molto impo rtante il Lib era r e Przem ys l, ma ciò non aveva tale s ignificato per l a condotta generale d ella guerra da meritar e l'impiego delle ri se n ·e pr ed ette; d' a ltronde era tutt'altro che probabile il buon esito di un tentativo di lib erazione, d a to il rigidissim o invern o n ei Ca rp azi . L a fronte aust r o-unga rica s ulla frontiera ungherese era allo ra sa lda ; e sebbe ne l'avversari o s i rinforza sse continuamente davanti ad essa, l e condizi o ni reciproche di forza - tenendo conto della forza naturale della difensiva nella r egion e montana - non erano tali c he trupp e so lid e non pot esse ro guardare con s icurezza all'avvenir e (r). Ad o nt a di ciò sarebbe s tato certo de siderabil e all eviare in modo duraturo quella fronte dalla press io ne russa ; ma una fredda ponderazion e di tutt e le c ircostanze faceva temere che l e operazioni pr op oste n on a,·essero m o lta probabilità di r aggiungere
( 1) V. Alleg1to: Cv11dizi(l11i di forza sul tea tro di g uerra orie11tulc, 2-c. - (,\"vta clell'u11tore).
1tale sco po. Il Capo di Stal o Maggiore dubitava so prattutto della possibilità di far co nc o rrer e ad un med esim o o bie ttivo due operazioni separate da u11o spazio cli oltr e 600 ch il omet ri debolmente difeso, e per le quali si aveva n o forze relati,·amcnte limitate: i Russi avevano il vant aggio d elle linee interne- Dall 'ovest non si p oteva assolutamente più togliere alcuna divi s ione; quin di, fatta astrazione dai r e parti a us tro -ungarici, non troppo atti ad azi oni offen-sive, e dall e po che truppe germaniche che s i p ote vano ancora trarre <lalla fronte ori e nt a le, no n s i avevano pronti che i quattro corpi <l'arm ata sopra accennati. Con essi s i p o t e Yano forse avere n otevoli vantaggi lo ca li in e ntra mbi i se tto ri d'attacco considerati, qual ora ci s i fosse co ntempo ran eame nt e r assegnati a v edere le truppe esaurirsi compl eta ment e a causa delle difficoltà di una ca mpag na inv ernal e; ma era illusorio lo sp erare che i vantaggi conseguibili producessero una real e t1tilit à per la situaz ion e generale, tant o più che gl i ince ppam e nti dovuti a lla stagione, specialmente nei monti, non lasc iav a n o spe r are di s fruttare comple tam e nte i s u ccessi che s i ottenessero inizi alm ente.
Tant o meno fondato era poi l 'ammettere che s 1 pot esse otte11 ere una decisione definitiva !itùla fronte orienta le D'altronde tale concetto s i basava so pr a ttutt o s u sofism i. In re laz io ne a lla frase purtropp o m olto diffusa « la guerra dev'esscr vinta n ell'est" si aveva, anche in elevat i ambient i di coma nd o dì quel fr ont e, l'op ini one che fosse po ssibil e alle P otenze centrah il costri nge r e realmente colle armi la Ru ss ia<<ad ingin occhiars i ,, e, m ed iant e questo risultato, indurr e l e P otenze occide nt ali a cede r e. Tal e co nce tto non teneYa co nt o del vero carattere di l o tta p er l' es iste nza nel se n so proprio d ell a parola, c h e i nos tri a vv e r sa ri imprim e van o alla lot ta s t essa, non me no di n o i : e neppure t e n eva co nt o della loro e n ergì a di volontà.
Era grave errore il c rede r e che g li a vv ersa ri occidentali avr e bbero ceduto se e p e r c h è la Ru ss ia fo ;;se abbattuta: ne ss una decisione · n ell'est, qu a lunqu e ne fosse l a portat a, p oteva evi tarci di dover decidere la contesa colle ar mi in occid e nte. E l a Germania doveva in ogn i caso t e n er si pronta a ciò; m e ntre non le sa r eb be sta to po ssibil e il farlo quando ave sse imp eg nat o nell'imm e nsa vas tit à del t e rritorio russo forze ch e é rano indisp e n sab ili in Francia fin o alla deci sion e e pe r la d ecision e. E neppure e r a ce r to che, impeg nando tali forz e, s i s arebbe p otuto sc uot e re d a lle fondamenta il colosso
russo: l'esempio di Napoleone non invitava certo ad imitarlo, tant o più che egli aveva potuto intraprendere la s ua campagna di Ru ssia in condizioni immensamente più favorevoli delle nostre attuali.
Il Capo di Stato Maggiore si atte nne perciò fermamente, da principio, al concetto d'impiegare in occidente i nuovi corpi d'armata; ma, per costringere i Russi a desistere dall'invio allora in corso di forze contro la fronte austro-ungarica, invitò il Coma ndant e in capo nell'est ad agire di nuovo con riserve proprie contro la fronte russa ad ovest della Vistola (questa volta, il terreno. s ulla Pilitza era più favorevole) concentrando quanto possibile di truppe ed artiglierie Il Comando Supremo austro-ungarico fu incitato a schiacciare l a Serbia colle forze che avrebbe voluto impiegare per l'operazione nei Carpazi e che potevano esser rinforzate da alcune unità tratte dalla fronte orientale tedesca. L'azione contro la Serbia non doveva esser di difficile esecuzione, dato l'indebolimento avvenuto nell'esercito serbo a cau sa di combattimenti, di malattie e di privazioni, e la scarsezza di materiale di cui soffriva.
Essa era considerata opportuna dal Comando Supremo austroungarico, essendo necessario rialzare il prestigio dell' Austria-Ungheria di fronte ai popoli balcanici, alla Rumenia ed all'Italia, se si volevano evitar e serie conseguenze: giacchè in un'operazione intrapresa. in Serbia nel n ovembre e dicembre r9r4 daJl'Armata austro-ungarica che colà trovavasi agli ordin i del feld-mares ciallo Potiorek, senza cooperazione del Com~ndo Supremo tedesco, dopo ottenuti brevi successi iniziali, l e truppe austro -ungariche erano state respinte oltre la Sava, con gravi perdite e in completa dissoluzione. E il modo più se mplice di affievolire l'impress ione prodotta da ta le rovescio sarebbe stato quello di dare alla Serbia un poderoso colpo offensivo in risposta. Inoltre, la riapertura delle comunicazioni verso sud -est avrebbe prod ot to maggiore utilità che non un successo limitato n~i Carpazi od alla frontiera orientale prussiana. Ma ben pres to si videche questo concetto n on poteva esser seguito.
Sotto la crescente pressione rus sa, si comprese l'impossibilità di togliere forze austro-ungariche dai Carpazi per inviarl e contro la Serbia (r) ; ed anzi, reparti che erano già sul Danubio dovettero
(I) V. Allegato: Condizioni di f orza ml teatro di guerra orientale, 3-c - (Nota detl' aut&re). ·
essere invi at i nei Carpazi in rinforzo. Date le condizioni delle truppe alleale, v'era anche fondato motivo a dubitare che quella fronte potesse mantenersi senza un poderoso aiuto germanico. No n sarebbe stato possibile rassegnarsi a vederla crollare: ciò avrebbe scosso l 'Ungheria, cioè il rappresentante più energico della volontà di guerra nella Duplice Monarchia. Epperò era necessario rinforzare imm ediatamente queJla fronte; cd a tal fine fu d'uopo valersi delle truppe germaniche disponibili per l'operazione progettata sulla Pilitza, alla quale d'altronde s'opponevano difficoltà climate1iche. Ma anche con questo puntellamento immediato non si poteva ottenere molto : giacchè la natura del terreno e il clima nei Carpazi, come pure le pessime comunicazioni verso quella fronte e su di essa, non consentivano da parte delle Potenze centrali che un'affluenza limitata di rinforzi. D' altronde era pur d' uopo por fine all'incessante invio colà cli truppe ruc.;se, ~e si voleva evitare che oltre a far cadere Przemysl i Russi invadessero a breve scadenza l'Ungheria. Divenne pertanto urgente la necessità di alleviare quella fronte mediante un attacco in altro punto; ed il Capo di Stato l\faggiore dovette rassegnarsi con profondo dispiacere ad assegnare a.Ila fronte orie nt ale i nuovi corpi d'armata, sole riserve d'esercito disponibili pel momento. Taie decisione significava ulteriore rinunzia ad ogni condotta attiva di guerra in grand e st il e ad occidente, poichè non era lecito sper are che le ulteriori nuove formazioni già previste fossero sufficienti a scuotere seriamente la fronte francoinglesc. Per co ntro, n on si poteva escludere che impiegandole ora nell'est si riu scisse a liber arsi fra non molto tempo dal pericolo russo, se si fosse potuto ancora indurre il nemico a consumare uomini e materiali in eno rmi proporzioni come finora aveva fatto.
S i aderì pertanto a ll e richieste del Comando Supremo austroungarico ; e il Capo di Stato Maggiore tedesco, pur prefiggendosi di ritirare dall'est non appena possibile, per impiegarle altrove, Le otti me truppe ch e ora yj s'inviavano, non si faceva illusioni sulla scarsa possibilità di riuscirvi. A tal uopo sarebbe stato necessario che anche nell'est il comando venisse esercitalo tenendo sempr e presenti l e n ecessità della sit ua zion e generale di guerra. A tal fine occorreva la presenza del Comando Supremo, ed il Capo di Stato Maggiore cominc iò pertanto a prevedere l a necessità di assumere egli stesso la direzione delle operazioni nell'est; ma non potè dare
attuazione a tale proponimento, a causa della poderosa preparazione nemica di offensiva che avvenne in occidente. E quindi in conclus ione, una sola vera ragione giustificava la decisione presa circa l'invio di nuove forze nell'est: e cioè la convinzione che, senza di esse, l'Austria-Ungheria avrebbe in breve soggiaciuto al peso della guerra.
Pertanto, dal.a metà di gennaio 1915 in poi, furono inviati al feld-maresciallo v. Hindenburg 4 corpi d'armata della riserva dell'esercito (1), fra i migliori che la Germania abbia mai avuto durante la guerra, per attuare l'offensiva dalla Prussia orientale, secondo le proposte sue e del Comando Supremo austro-ungarico. Essi costituirono una nuova ron Armata, agli ordini del col. gen. v. Eichhorn (capo di Stato :Maggior e col. Hell).
L' offensiva auslro-ungarica nei Carpazi (alla quale fu destinala, oltre alle Armate austro-ungariche di quella fronte, la così detta Armata del Sud (comandante gen. di fanteria v. Linsingen, capo di Stato :Maggiore, gcn. \'. tolzmann) (2) costituita da tre di visioni tedesche ed alcune austro-ungariche, dovette arrestarsi dopo breve corso e non riuscì neppure a spazzare compl etamente dal nemico il territorio ungherese. Come si era lemuto, l'inverno nella regione montana si dimostrò più forte delle energie umane. E le truppe alleale dovettero ben presto penar nuovamente per respingere i contrattacchi russi. Le truppe germaniche dell'Armata del Sud proseguirono peraltro l'offensiva e compierono notevoli gesta nelle loro particolaii operazioni. Vennero fatti progressi anche in Bucovina, dove combatteva cavalleria germanica agli ordini del ten. gen. barone )lar:;chall, in coop<'razione coll'Armata austro-ungarica del gen. Pflanzer. :\fa fu presto evidente che non si poteva calcolare nè sulla liberazione di Przemy:,l nè su altri risultati decisivi.
P oco più tardi, cioè 1'8 febbraio, divampò coll'offensiva nella Prussia orientale la battaglia invernale masuriana; vi presero parte la roa Armata e l'ala sinistra dell'Sa (gen. di fanteria v. ~ elo w, capo di Stato :Maggiore, magg. gen. v. B6ckmann). Poichè il nemi co fu comp ie-
(1) D1 essi, lre erano di nuova formazione: il quar to era un corpo ancora intatto della Crontc occidentale. che \'enne sostituito !>olia mcdc;;im:i. da uno di nuova form:i.zione. - ( .Vota dell'aiitotr ).
(2) Por preparare l'operazione fu posto a temporanea dispo811.ione del generale v. Lmsingcn il generale Ludendortr, che a,·e,·a molto caldeggiata l'impresa. - (Xota dell'autore).
..
tament c sorpreso, e le truppe germaniche fresche si sottoposero colla massima buona volontà a gravissimi sforzi, si riuscì a liberare dai J Ru ssi l'intero territorio tedesco; la loro Armata d'ala, e cioè la roa, in contrò quasi tutta la fine nei boschi di Augustow. :\Ia con ciò anche le truppe germaniche avevano esaurito la loro capacità di azione; e, indebolite anche dal pessimo tempo e dalla difficoltà dei rifornim enti, non riuscirono più ad infrangere la resistenza dei nuovi rinforzi che la Russia lanciò contro di loro rapidamente ed abilmente.
Per evitare nuovi sacrifici, che a suo avviso sarebbero anche stati di scarsa utilità, il Capo di Stato ifaggiore fece presente al Comandante in capo nell'est che la situar.ione generale imponeva limiti al desiderio di sfruttare maggiormente le forze delle truppe per estendere i risultati della vittoria ottenuta. Era pre vedibile che nella seconda metà di marzo si sarebbe dovuta impiegare buona parte delle truppe della fronte orientale su altri teatri di guerra e che inoltre sarebbe stato necessario cominciare anche prima a diminuire l'invio di complementi e di munizioni su quella fronte. I complemen li dovevano essere impiegali per colmare i vuoti prodotti dalle grandi offensi,·e d'alleggerimento francesi cd inglesi sulla fronte occidentale, delle quali si parlerà più oltre; e l'intendimento di togliere truppe daJla fronte orientale era dovuto alla necessità di costituirsi riserve, a causa dell'aumentata tensione (che per questa volta, fortunatamente, fu ancor transitoria) dei rapporti coll'Ita lia.
Ma il Comandante in capo nell'est insistette nel suo concetto di continuare l'offem,i,·a; egli speraYa d'indurre colla sua pressione i Russi ad arretrare la loro fronte, dalla sinistra della Vistola, dietro al fiume.
A tale ~copo fu costituito ancora un gruppo d'attacco con riserve tratte dalla fronte, agli ordini del gcn. d'artiglieria v. Gallwitz, contro la fronte del basso Narew. Esso non riuscì a sfo ndarla; e neppure s i fecero al lri progressi più a nord, chè anzi i Russi consequirono vantaggi locali in vari punti mediante contrattacch i effettuati con forze inviate da ll a Polonia ad ovest della Vistola, mentre la fronte russa rimaneva immutata negli altri tratti: e tentati\'i tedeschi offensivi intesi a s fru ttare tale condizione di cose in quel settore riu sciro no infruttuosi. Verso metà marzo, g li alleati fur o no costretti di nuovo alla difensiva sull'intera fronte orientale : il che
avvenne senza particolare sforzo d ov e s i trovavano truppe germaniche, men t re invece le t7:1ppe austro-ungariche (co ntro l e quali i Ru ssi ese rcitaro no la maggiore pressione) riusciro no solo a grande ste nto a mantenere l a loro compagine . E ciò si verificò s pec ialm ent e dopo che l'Armata russa assediante Przemysl si rese disponibile per la caduta di que lla piazza, avve nu ta il 22 marzo.
Le operazioni contro le due ali d ella fronte russa non avevano corri s p os to alle vaste sp eranz e che s u di esse e ransi fo nd ate nell' est ; l e r elazioni sull a situazione e s ulle co ndizi oni d elle truppe lo facevano comprende r e chiaramente. Già nei primi g iorni di marzo il Capo di Stato ~fa ggiore aveva dovuto ri nunziar e al s u o intendimento d i togliere dalla fronte orientale le truppe che v'erano state recentemente inviate, quando fosse terminata l'operazione da quella parte; fo rtun ata m e n te, in quel periodo ciò non pr odusse notevole danno, giacchè gl i attacchi deg li avversar i su lla fronte occidentale a scopo di sollievo per i Russi aveva n o d ato ri su lt ato a noi favorevole, e l'Italia si manteneva ancora tranquilla sebben e i rapporti con i suoi antichi alleati si fossero tesi maggiormente.
P er contro, le ope r azion i sul la fronte ru~sa ayevano raggiunto lo scop o d'infliggere ai Ru ssi perdite che, pur tenendo con to di quelle molto dolorose soffe rt e dagli alleati, potevano ritenersi affatto eccezionali. Il Co m ando S11premo ted esco ritenne di p o ter sp erare in conseguenza su una p ausa almen o tempo r a nea d ella c1i s i su lla fr o nt e dei Carpazi, e tornò quindi ai s u o i prec edenti co ncetti ; il Coma nd o Supremo aust r o-ungarico fu invit ato a sfruttare la s itu az ion e passando ad una difensiva asso luta nei Carpazi, per attuare un co lp o di so rpresa ·contro la Serb ia. Questa operazione era d esid erabile sia per gar a ntir e il fi anco e il t er go di una fronte c h e dovesse event ualme nt e costitui rsi fra breve contro l'Italia, s ia per aprir la via necessaria a comunicare coi Turchi c he p er l'appunto allora erano fo rt eme nt e premuti sui Dardanelli.
Ma a n che or a non se ne potè fa r null a, p e rchè i Ru ss i n on se mbravano d es ist ere dag li attacchi s uUa fro11te dei Carpazi e gli a lleati non parevano potervi re s iste re meglio di quanto finora n o n avessero fatto, sì che n on era possibile distog li erne forze. Anzi, verso l a fine di marzo, il Comando Supremo au s tr o- un garico richie se nuovi aiuti, cui fu d'uopo aderire : il « Corp o d ei B esch idi » agli ordini d el ten. ge n. v. der ~1arnjtz, cos tituito da 3 divisioni del tratto
tedesco della fronte orienlaJe, fu spinto fin nel settore montano -0monimo, per equilibrare un grave rovescio colà subìlo dagli alleati. Quel corpo vi riuscl molto più facilmente di quanto non fosse apresumere: i Russi palesarono un notevole indebolimento della loro energia combattiva. Tali indizi ed altri, dedotti dalla fronte orientale nel medesimo periodo, fornirono importante base al Comando Supremo per le decisioni prossime.
Analoghi indizi, se pur di carattere negativo, aveva dc>dotto il Capo d i Stato Maggiore dall'intero co rso delle operazioni : a suo avviso era venuta in chiara luce una circostanza già palesatasi nelle azioni dell'ottobre sulla \'istola, ed ancor più in quelle del novembre, .attorno a Lodz. Date le forze germaniche relativ amente scarse disponibili per a~ioni offensive, non si poteva più sperare in risultati decisivi mediante il proseguimento delle operazioni su un fianco -0 su un'ala russ,1 : l'avversario poneva ad esse particolare atte nzione e prendeva subito le contromisure necessarie : nè si poteva impedirgliele, sia perchè la Germania non aveva forze sufficienti a vincolarlo frontalmente, sia perchè esso aveva nel territorio russo quanto spazio ~li occorreva per sottrarsi. Inoltre, ,i era avuto in quelle opc' rn.zi0n i l'indice della potenzialità di sforzi da parte delle .truppe austro-ungariche in genen l c; gualora si fosse voluto in avvenire ottenere da loro valida cooperazione in grandi imprese offensive, sarebbe stato necessario intercalare in precedenza fra esse truppe germa nich e cd affidare a queste il cùmp ito principale di attacco. E così infatti si fece in seguito, durante il corso della guerra, ogni qualvolta il Comando Supremo ne ebbe l a possibilità. Quando, per mancanza di forze germaniche disponibili o per altri motivi, ciò non fu possibile (come ad esempio nell'offensiva austro-ungarica in Volinia nell'autunno del 1915, cd in quella dal Tirolo nella primavera 19r6) ne risultarono gravi conseguenze.
Mentr e si svolgevano nell'est gli avvenimenti ora descritti, i Francesi e gli Inglesi suJ teatro di guerra occidentale avevano effettuato con grandi forze un'offensiva tendente ad alleviare i !fossi.
A metà febbraio poderose masse fran cesi preponderanti a ttaccarono le posizioni tedesche della 3a Armata nello Champagne e quelle tenute da cleme nti della 6a Armata a nord di Arras (nella zona dell'altura <li Lorette).
I.a battaglia , ·ernale ne Champagne,
Nella prima quindicina di marzo gli Ingles i tentarono di travolgere con urto a massa, agen do in formaz ion i pesanti, le forze m olto deboli d ella 6a Armata che li fronteggiavano a, sud-ovest di Lilla.
Quasi contemporaneamente i Francesi attaccarono nel settore della 5s. Armata sulla riva destra della ~fo sa, a sud-est di Verdun (altura di Combres, e poi Bo1s des Pretres, St. :\Iihiel).
L'avversario non otte nne notevoli risultati in alcun punto ; ai successi iniziali segu i ovunque una lunga l otta con alterni risultati, n ella quale i T edeschi, molto inferiori in forze (in proporzione aJ massimo di t: 6 nella battaglia invernale n ello Champagne, di r : r6 pres!"o Lilla) furono sottoposti a gravissima tensione. E ssi mantennero peraltro ovunque, in massima, le loro posizioni e produssero all'avversario p erd ite s proporzionate; in molti punti, riuscirono eziandio non s oltanto a ritogliere al nemico il terreno che esso aveva conquistato nel primo impeto, ma anche a penetrare nelle sue linee contrattaccando.
Il contegn o delle truppe fu superiore ad ogni lode. Ottimo si dimostrò anche il metodo difensivo tedesco, sia in fatto di sistemazione cd occupazione delle linee, sia nei provvedimenti per lo spostamento delle riserve.
Verso la fine d1 marzo il Comando Supremo tedesco aveva acquistata la ferma convinzione che all'avversario occidentale non sarebbe stato possibile, per qualche tempo almeno, costri ngerci ad una decisione, anche se alcune fra le grandi unità che si era in procinto di costituire sulla fronte occidentale dovessero essere trasportate al fronte russo per spezzare per un certo tempo la forza offensiva dei Russi.
In consegue nza, il Comando Supremo ottenne una in so li ta libertà di decisione, la quale era tanto più apprezzabile in quanto che la situazione generale in Oriente si era di nuovo fatta oscura.
A l principio di febbraio, i Turchi avevano raggiunto il Canale di Suez ; ma non riuscirono a mantenervisi. Subito dopo, i forti dei Dardanelli vennero bombardati dalle flotte inglese e francese. Si ritenne dapprima trattarsi di una semplice rappresaglia per l'impresa di Suez; ma ben presto fu chiaro che si trattava di uno scopo molto più scrio e cioè del forzamento dei Dardanelli. La resistenza
a tali attacchi assorbì completamente i limitati mezzi turchi in fatto di forze e di materiale : e specie quest'tùtimo si esauriva così rapidamente da preoccupare seriamente il Comando Supremo tedesco. La Turchia non possedeva alcuna fabbrica atta a fornire armi e munizioni d'utile imp iego ; e le comunicazioni con essa venivano tanto più limitate dalla Rumenia, quanto minore dimostravasi la res istenza dell'Au s tria-Ungheria nei Carpazi. Quest'ultima circostanza influiva in modo analogo stùl'atteggiamento dell'Italia
Non è qui il caso di esaminare sino a che punto lo Stato Maggiore tedesco, prima dello scoppio della guerra, abbia nutrito la speranza che l'Italia, in caso di guerra, avrebbe adempiuto ai propri impegni quale membro deJla Triplice Alleanza, e compartecipe d ei suoi benefici, durante un periodo di oltre trent'anni (r).
Se pur si è fatto assegnamento su ciò, tali aspettative d e bbon o essersi fondate su promesse del Capo di Stato Maggiore italiano del tempo, gen. Pollio, e deg li ufficiali del suo Stato Maggiore da lui inviati in Germania (2). Disgraziatamente, Pollio era morfo im-
( 1) L1. Triplice ha. procurato vantagg i a tutti i s uoi m e mbr i . Senza l'alleanza dell'Italia la German ia non si sarebbe trovata alla t esta del più poderoso raggruppamento di p ote nze, ciò che le ha giovato per l a sua p ol itica mondiale.
V edas i in proposito quanto dice il principe di BUlow sui rapporti italotccleschi, ad esem pio, a proposito della conferenza di Algesiras: << Il signor Radowitz h a riassunt o il giudizio sui de legati italiani, dicendo che nella forma s i erano mostrat i forse tro pp o prope nsi a far sl che i rapporti italo -francesi apparissero in una luc e, per quanto era possibi le, favorevole, ma che in realtà a noi avevano r esi bu oni servig i . L a contraria opin io ne è infondata ». BtiLOW : Politica tedesca Trev es , 1918, pag. 72, Circa gl'impegni d ell' Italia rispetto alla Tr iplice vedas i nota a p ag. 70.
(2) Questa ipotes i del gen e rale Falk enhayn non è fondata: in Italia, e neppure in Germania, il Capo di Stato Maggiore aveva facoltà cli prender e imp eg ni di caratt ere politico, p e rciò gli accordi pres i o fatti prendere da S. E. Pollio, non potevano essere che di carattere tecnico-m ilita r e e non già riguardare impegni c he erano riservati a l :V[inis tro d eg l i esteri cd è pr o vato che S. E Pollio si attenne strettamente in qu esto a ll e proprie attribuzioni .
L' ltalia poi non era obbligata dai trattati della Triplice, ormai pubblicati, all'invi o di truppe in Germania. Essa si era d ecisa, per ragioni puramente militari, ad inviare colà le forze c h e non av r eb bero trovato utile impiego nel teatro di guerra ita liano, senza però averne (contrar iamente a quanto lascia in ten dere il v. J agow, Daten des Weltkriges, pag. 24) alcun obbligo. L'Italia era quind i nel suo pieno diritto quando nel 1912 essa avvertì che no n se ne sarebbero più mandate, date le forze cd i mezzi impegnati in L ibia Kel 1914, climinuitc le truppe in Libia S. E. Pollio, in se-
T,e trattativ co ll'tl alia n, 1914·1915.
provvisa m e nte alcune se ttiman e prima dell o sco ppio della guerra ; d'al t ra part e , l e speranze ripost e su di lui e s ull ' Italia dallo Stato Maggiore tede sco non erano state condivise da tutti in Germania. Le coste dell'Italia indifese, coll e loro popolose città, e l a s ua dipend e nza dal traffico marittim o in fatto di vettovagliam ento e di rifornim e nti di carbone, le r e nd eva no qua s i impossibile di pr e nd e r part e alla lotta nel campo op p os to a ll'Inghilterra. Già n e i primi giorni della guerra, d'altronde, fu eYidente che no n si p oteva s p erare nell 'Italia. Essa s i di chi arò neutrale : il pro nt o interv ento d ell 'Inghilterra nella lotta aveva raggiunto uno dei su oi prin cipali sco pi.
P e r contro, sembrava allora tuttora improbabil e il p ericolo c he l'Italia s i schierasse coi nostri avve r sa ri : e solo dopo la sconfitta d ell 'Austria-Ungheria in Serbia nel dicembre del 1914, e dopo l'aggravarsi della s ituazione nei Carpazi, so r sero gravi pr eoccu pazi o ni a t ale rigu ard o .
P er impedire che esse s i realizzassero, i dirigenti politi ci ted esc hi prop osero all'Au s tria -U ngh eria c he veni sse r o prontamente so ddi sfa tt e l e ric hi este dell ' Italia; e poichè tale prop os t a incontrava ·torte r es istenza, il Comando Supremo tedesco fu invit ato ad appoggiarla. Esso lo Ieee con tutti i mezzi di cui poteva disporre; ,ed infine, d o po lunghe e faticose trattativ e durate dal gennaio al marzo 1915, rius cì ad ottenere che la Duplic e Monarchia ~i decid esse a fare i pa ssi n ecessa ri. Non è fin ora noto co n certezza se la concessione d a part e d ell'Austri a-Ungh eria s ia s tata troppo tard iv a; ma era p e rfe ttam e nt e comprens ibile che essa opponesse resistenza all e cessioni di territorio all'Italia, che da l ei si pret e nd evano.
Essa faceva giustamente presente che, seco ndo antica esperienza, non è po ssi bil e tacitare un ricattatore (r) colla r em is sività, e c he in oltre
guito a vivissime richieste delle autorità german iche (richieste a lle quali Ludcndorff - Kriegser,:merungen, p. 46 - non acce nn a), fece rinnovare la convenzione per tale in v io che sare bbe entrata in vigore ver ificandoi;i il casus /oeàeri s, cioè solo se la Triplice fosse stata attaccata Lo stesso Mo ltkc ne l 1912 sc ri veva : "La Tr ipl ice è un a ll eanza di f ensiva .. (LuDENDORFF: Urk1màe-n de-r Obersten H eeresleitung Ber· l ino, Mittler, 1920, pag. 53) quindi lo Stato Maggiore ge n nanico non doveva nutrire n essu na speranza di aiuto ne l caso di una g uerra che, come l'Italia aveva f ,di c hiarato sm d al 1913 ( Vedi pag 70) non rig uard ava i l casus focderis.
(r) Q u es t i giudi zi non sem brano ob bi e ttivi: av rebbe per caso preteso
l'Austria-Ung h e ria che l'It alia atte ndesse p e r avanzare le proprie ric hi es t e che l'Austria avesse t ermi n a to la guerra , magari vitt o r iosanwnte ? Il trattato de lhi.
Triplice nel caso di modificazioni, a nc he te mpo r anee, a no stato quo dei Ba lcani
ogni concessione di fronte al ricatto a,·rebb2 presentato ancor maggiori pericoli per la scarsa coesione della Duplice Monarchia e per l'.1ttcggiamcnto della Rumenia. D'altra partl' nè la politi ca tedesca nè il C"Pmando Supremo tedesco pote\'ano rinunziare alle loro propostt :--econdo tntto ciù che si sapeva, vi era pur sempre la possibilità di trattener<' l'Italia dall'allearsi coi nostri av,·ersari: e se c;i riu-;c-iva, 11< n era escluso di indurla più tardi a mutare il suo atteggiamento in '-,l'lbO anuche\'ole per noi. S t: bb ~nc que to 111'11 sÌ'l rin-cito, tuttad cr<. sempre della ma..,,sima importanza il poter ritarclare l'uni one dl'll' rtali a ai nostri a,·,·crsari : data la tensione che persistc,·a ~enza accenn.m· a decrescere su tutti i teatri di guerra dopo gl i avven im en ti sulla \l.lrn a ed in (;alizia e dopo la sfortunata offensh·a in Serbia ndl'inn rno 19qH)I5, sarcbb0 stato molto d i flì.cile a lle Potenze i.entra li il trncr te-,ta anche ad un nuo,·o av\'Crsarin. Soltanto dopo esser riusciti a parali/,zarc la forza d'urlo russa avrebbero potulo essere disponibili forze per tale scopo. E neppure com·cni,·a rinunziare senza a,soluta ncn·,sità alle comun icazioni col mondo esterno atlravcrso l'Italia. cosi importanti per procurarci le materie prim <' di cui tanto difdta\'amo.
Si i' affermalo più volte che un nostro intervento energico contro l'Italia avrebbe dato risultati migliori che non la remissività. Coloro che la pensano così dimenticano la reale sit uazione delle Pot (>nzc centrali in quella epoca e l'esatta conoscenza che di essa aw, a l'Italia.
11 Cnmando Supremo tedesco non poteva assunwre su di s0 il ri schio di precipitare la rottura delle n·lazioni con tentativi d'intimidazione:
<''-:-" era allora pienamente conscio, e lo è stato durante tutto il periodo al quale sì riferisce questo :.critto, che in questa guerra sì tratta \'a per la Germania della sua intera esiste nz a, e che una ten sione troppo forte clelle forze tedesche, se pure a,·essc dato buoni risnllati iniziali, avrebbe finito per produrre un cro llo per esaurimento, di fronte all'enorme preponderanza degli a,·,·crsati.
,'t d,L\ ,L diritto n comp, n-.i ed Il m ..1111:nto cli chicclt-rli era quello ìn cui I' \u strì,1 er;, 11npt·~n;Lta in una guC'rr.:t chl' <'ra del rC'sto pa1tih1 d,t lei. Si aggiunga che il contq:nn dl'll'~\u,tri,,, cl<' ,embrò a lutti la pro,·oc:itr,c1 ddl;t gue rr, t mon<l 1k, ,n-u·a ri,tcccso in Italia Lt (p1 isti o11e rh· I comp1menlu clell'un1tl naz1onalC'. L'.\u ,.tn,, ,.catenando h 1:ut'rra. ha messo l'Italia davanti al dilemma o far I:\ guerra pH aY,·rc i ,.1101 C·mfin i n,tturali o rinnni;iare pl'r ,,empre a<l a,·erc le provincìc rrc · ,lt·nt<', anche nl'I caso, prob:lb:k, in cui la rarta dell'Europa, e !<pecìalm ent1 cll'l· l' \u,trìa, tlu,·c,se :,ubire ,.u,taoziali modilic,.zk,ni. Xon fu dunque l'intcr\' l'llto <lcll'Itali.t un ricatto, ma una necessità pron>eata dal!J. pohtic:1. au,tri,•i;
Il Com,,nJo Suprtfno ILdt,
Adozione de 11., guerra ..,!tu· uuuina 11Jin11• t11ta n~l leb· bmio 1?15.
Infine, fra i vari argomenti relativi a quest'epoca si presentò per la prima volta una delle questioni più importanti delle quali il Com:mdo Supremo abbia dovuto occuparsi durante la guerra. Al principw del febbraio 1915 il Capo di Stato Maggiore dell'Ammiragliato, Yiceammiraglio v. Pohl, informò il Capo di Stato Maggiore che la Marina riteneva ormai d'essere in grado d'intraprendere la guerra :,ottomarina contro l'Inghi l terra con probabilità di risultati decisivi, se avesse potuto condurla nel solo modo corrispondente alle caratteristiche di quell'arma e cioè senw limitazioni nell'impiego, evitando soltanto azioni contro navi neutrali in quanto fossero riconoscibili come tali. ~aturalmente, non erano da escludersi complicazioni colle Potenze neutrali e specialmente coli' America: la loro libertà di movimento nelle acque inglesi sarebbe stata completamente impedita, e quindi limitata in grado molto maggiore di quanto non fosse consentito dall<· conven1,ioni internazionali anche dopo una dichiarazione cli bloc,o; e d'altra parte neppur tale dichiarazione era possibile, mancando per esc;a le condizioni essenziali. D'altronde, il caso di guerra sottomarina non era stato ancor consideralo nelle convenzioni predette : mentre la legge della necessità giuslificava cd impone,·a 111<lubbiamente provvedimenti speciali verso l' lnghillerra, come risposta alle violazioni al diritto delle genti che essa palesl'mentc perpetrava. Tali violazioni consistevano nella guerra di affamamento iniziatasi, mediante la dichiarazione di estensione della zona di guerra al :\fare del ~ord, anche contro i tedeschi non belligeranti, compresi vecchi, donne e tanciulli, ed effettuata con una severità senza riguardo sprczr,a.ndo tutti i diritti dei neutrali; nella trattazione assol utamente contraria al diritto delle genti di quanto concerneva il contrabbando, e nel modo di procC'clerc, che suonava oltraggio verso tutti gli apparten e nti all' I mpero tedesco dei quali l'Cnghilterra rim,civa ad impatlronir~i e che era contrario non solo ad ogni legge scritta, ma anche ad ogni ~entimenlo di umanità.
Il Capo di Stato ~faggiore naturalmente non fu sordo a tali convincenti argomentazioni ; egli diede loro ascolto tanto più voknti(•ri, in quanto veniva con ciò ad intravedersi la possibilità di utilizzare a pro' della guE>rra terrestre la pre1,iosa parte di potenza bellica tede:,Ca costituita dalla Marina, ostaco lando inoltre i rifornimenti inglesi . Per quanto fosse degna di grande considerazione l'opera di protezione delle coste tedesche, egregiam ·.:mte disimpegnata dalla :\farina, non si erano
con ciò realizzate le -..peranzc che erano state riposte sulla :\farina te;:sa in caso di gue rra ; n è p oterono, purtroppo, essere realizzate durante tutto il corso della lotta. La condotta di guerra marittima nei primi due ann i di lotta si attennt> al concetto fondamu1tale t lie. dato il brranc.le rischio cui si san,bbe andati in contro con un'offem,i va ddla flotta contro le forze marittime avversa ri e molto preponderanti, e date l e con.;eguenze che avrebbero potuto derivarne particolarmente per la pro t eziom' delle no:-trc coste, un co nt egno offen,.,ivo san•bbe stato consigliabile -..olo in , ircostanzc straordinariamente favorevoli: le quali peraltro non si sono mai presentale, a causa del collocamento di mine del )lare ckl Xord, della pos izi one avvolgente delle basi d'operazione ne ll e flotte avveN1rie, del loro contegno a li eno dalla lotta. Perciò non potl· mai aver luogo 11n'ol1ensiva ricercante la dec1sione.
Per quanto co n cerne\·a gli Stati l' nit i cl' America, era importante per il Cnman(lo Supremo rì-..pondere al ques it o ,e il \'antaggio che la condotta gcnt>rale d1 guerra avrebbe conseguito mediante l'impiego illim ita t o tk i so tt o m arini potesse o n o esserl' frnstrato dal contegno , ùi quel pot<·nte Stato neutrn!P .
Secondo le pn,,·isioni ddlo Stato ~l aggiore dell'Ammiragliato, l'a7,ione dei so mm ergi bili av r eb b e, i11 un termine prevt:'dibilc di pochi mc:--i, resa l'Inghiltl'rra incapace a p10:-.eguire -..tù continente la gue rra in modo -..imilc a q u.rnto finora a\'e\·a fc1tto. Se tali pre, isioni si fos,;cro a\'veratc, ne sarchi)(' certamente derivato un ,·antaggio immenso; nes:>un nwuo aYn·hbc m<'glìo Ya}!;o a<l infrang\•re la nl lontà di guerra ùdl' I nre,-,t <1 uant11 1l riclurn' all'impotenza l' I nghilterra; e 1wppure il pericolo d1 gra,i rnmplica1. iuni cnll'1\merica avrebbe potuto indurre ,l rinunziare a q11cll'arma.
Se ne fo:-"-C cl< ri\·ata una rnttura, non era a pre\·edersi che l'. \ merica potesse ese rcit are un'inlluem:a militare -;ens ibil c prima c he la t:ncrra sottomarina a\'C"se t':-plicato la propria. D'altronde non era ,ktto che :-i do,esse ,enirc acl una rottura: il Cm·erno di \\' ashington, di fronte a ll e gravi offese al diritto <ldl c genti perpetrnte dall'Int esa, :-1 era limitato ad una semplice protesta cd aveva cziand i o tollerato che ad essa non n :ni:;se data rispo:-.ta : e quindi non si ave,·a moti,·o a s upp o rr e '-Cn z 'a lt ro c h e quel Governo dovesse r ego lars i diversame nt e di fronte ad 1111 procedimento tedesco di pura rca1ione e quind i immensamente più git1:>tificato.
Senza dubbio, l'op ini o ne pubblica in Am e ri ca era in magg ioranz a
favore\·olc agli .\nglo-:-,assoni: e la conne,sione ;,empre più stretta degli inlen:~si economici ckll'. \ mcrica colla fortuna e coi rovesci <lcU'lntcsa mina<'Ciava cli acquistare un'importanza mollo dannosa per noi. Era già noto il fatto doloro..,issi mo che gli \mericani di origine tedc,.ca esercita,·ann un'intluenza scarsi..,sima a favore della loro antica patria. >!onoc;tanll.! tutto ciò, si era tuttora convinti che il C.O\·erno degli Stati l'nili avesse "eriamente l'intc1uione di mantenersi neutrale, e -.i riteneva che es"o avesse la energia nece-saria per eseguire la propria volontà; tanto più che si supponeva che quel Governo, al quale non poteva essere ignota la verità circa le cause e gli eventi della guerra da un punto di vista d'insieme, non si sarebbe lasciato ipnotiaarc dalla menzognera propaganda avversaria.
In conscguen1.,t di tutto ciò, fu deciso l'inizio della guerra -.ottomarina nella forma suaccrnnata.
Lo sfondamento di Gorlice-Tarnow e le sue conseguenze.
J.a situazione ~cncrale di guerra al pr i ncipio de ll' apri le 1915 può cosi riass\llncr~i :
I :::cri attacchi francesi ed ingle,-i dùrantt' le ultime settimane, ad onta della loro preponderanza i n art ig li erie e munir-ioni (dovuta agli ai uti dell'America) e ?ella loro :--upcriorilà di forze, chl' per la fanteria ammontav,t a più di 600 battaglioni. a, t·,·ano Ja,,ciato la fronte tedesca n o n meno sald a dì prim a l. 'offensi\'a francese fra :\Iosa e )! osclla concinua,·a ostinatamente e non se ne potc,·a ancora intra\'edcre con certezza I' rsito finale: si riteneva peraltro cli non avc•r a tt>mere colà risultati avversari maggio ri cl i semplici vantaggi locali.
ella lunga lotta .;ulla fronte occidentaJe, i Francesi :-i erano dimostrati avversari più pericolo:-Ì degli Inj;les , . Si ::;apeva p era lt ro che le condizioni numeriche elci loro complementi in Paese non a\Tebbero con~cntito nei prossimi mes i cli rinforr-are notevolmente g li effettivi alla fr o nt e. Co n tutta prob a bilit à, le rù,erw cli uomini avrebbero potuto bastare soltanto a compensare le gravi perdite subite.
In analoghe cond izi on i tro v a vansi gli I nglesi, tenendo co n to delle num erose {nrze che, come era noto, t·s--i aveva no dovuto inviare nd :\l editerraneo. ~on manca ,·ano certo di uomini ; ma in contravano d iffi co ltà negli a rru ol ame nti , e a n cor più n ell' istruzione per deficienza di ufficiali e sottufficia li. In olt r e, dovevamn ,t quell'epoca anche aver fiducia nelle ass icurazioni de ll a :\lari na a riguardo delle difficoltà che il rifornim en to di uomini e d i materiali inglesi avrebbe incontrato a causa della gm•1Ta ...;oltmnarina. In ogni ca--o le truppe inglesi, ad onta clel loro indubbi o valore e t e nacia individuali , si era n o m os tr ate così poco mant,vrit·ie in combattimento da non far ritencn p ossibile il conseguimento da parte loro di r isultati dccisi,·i, in un p eriod o pro ssimo, co ntro trupp e tedesche.
Queste ullime, in occidente, erano ad un punto culminante <lell .1 lor o att i tudine bellica: rnn ferma fìduria nei loro capi <' nel la forza
I~l •]1.:CbÌ1)Ue th tt nt a.rc losfon• da. mento (l"eJ1 " 1rt,, 11. )).
:..empr<' crescente delle loro posizioni, soslcnntl' dalla cosci('nza dt'ila loro intima superiorità sugli an·er..;ari, e::;se erano pronte ad affrontare con sicurezza ult erio ri tentativi di sfondamento, senza preo ccuparsi per la preponderanza numerica nemica. Dietro alla fronte, la maggior parte delle nnove 14 divisioni - che peraltro non producevano un aumento sensibile di forza, essendo state costituite con aliquote di reparti preesistenti - aveva quasi ultimato di organizzarsi. Le altre nuove divisioni stavano per terminare il loro periodo d'istruzione.
:\leno favorevoli erano le condi1.ioni sulla parte germanica della fronte orientale, fra la costa del Baltico e la Pilitza. Essa era solida: ma non si era.no potute predisporre rbervc d'esercito, sebbene la preponderanza d ell'avv e rsari o fosse min ore c h e in occidente, ed i Russi non fossero paragonabili nè cogli Inglesi n0 coi Francesi in fatto di capacità bellica. La nuova costitu;r,ione di altre 5 divisioni desiderata dal Comando Supremo col sistema impiegato nell'ovest non a,·cva ancor potuto iniziarsi, a causa dell'esistenza di nttml'rosi elementi di classi molto anziane nelle truppe della fronte orit'ntalc e della continua so ttrazione di reparti combattent i a favore degli alleati; ma si riteneva s<:mpre più probabile che la fronte germanica fosse in grado d1 resistere ad ogni tentativo d'attacco rnsso. Le informazioni peraltro non consentivano di sperare che qu<'lle truppe fos~ero in grado di compiere g randi operazioni nel proprio settore, nè di fornir<' ulteriore appoggio agli alleati in caso di necessità; mentre quest'ultima eve ntu alità. sembrava dovesse presentarsi presto, nonostante foc;,sero già stati intercalati numero"'i repa1 ti germanici nella fronte au::.troungarica (r).
~ulla I\ida, nel territorio fra la Pilitza e l'alta \ 'istola, stava a guardia il gruppo d'Armata del gcn. v. \\ 'oyrsch, col suo fidato capo di Stato ~Iaggiore, colonnello Heye, insieme alla ra Armata austro-ungarica. Fra l'alt a Vistola cd il piede dei monti, la divi,;ione Hcsser era stata inserita nella fronte della 4a Armata austro-ungarica. ~ei Beschidi, il forte corpo del generale v. :2\farwitz aveva in modo analogo dato appoggio alla 3.i. Armata austro-ungarica, vacillante. Ad est di :\,[unkacs. l'Armata del Sud (col. generale Lin s ingcn) si sta\'a aprendo kntamentl' la ,·ia dei Carpazi. ln Huco,·ina, la ca-
vallcria del tenente generale barone MarschaU sosteneva buona palle del peso della lotta.
~1a con tutto ciò non erasi ancora raggiunto l'equilibrio, e si guardava anzi con preoccupazione alla possibilità di ulteriori tentativi russi d'irruzione in t·ngheria. Gli alJeati non cessa\'ano di chiedere aiuti, in forme sempre nuove.
Tuttavia, un'acuta osservazione di quanto avveniva stilla fronte russa lasciava scorgere indizi favorevoli alle Potenze centra li . L'impC'to offensivo russo diminui\'a di settimana in settimana ; anche do,·e i Hussi ottene\'ano successi, non erano più in grado di trame tutti i vantaggi possibili. L e eno rmi perdi te da loro sofferte n egli inconsiderati attacchi invernali nei Carpazi potevano esser colnia te• soltanto ('On uomini insufficientemente istruiti. Più volte si erano a,·uti indizi del principio di una deficienza di armi e munizioni. Ma anche in tali condizioni, i Russi minacciavano la fronte austro-ungarica in modo che a lungo andare !'arebbe divenuto pe1;coloso. dato 11 morale has~o di una parte delle truppe alleate: si a\'evano frequl'nli sintomi di dissoluzione nei complementi di czechi e di slavi del sud. In tali condizioni, non era possibil e pensare a costitu ire riserve per e\entualit.à particolari : mentre il Comando Supremo austro-ungarico le riteneva nccc::;sarie, perchè convinto che nessuna trattativa a \'rebbe potuto trattenere l'll a lia e la Rumenia dall'entrare presto in lotta, e c h e anche la Serbia a\'esse intenzione di attaccare nuovanwnte. In relazione a ciò, il Comando Supremo austro-ungarico chiedeva a quello tedesco un r info rzo di altre 10 divisioni germaniche, le quali avn,bbero dovuto disimpegnarne a ltr ettante austro-ungaridw dai Carpazi da destinarsi in ragione di 7 alla frontiera italiana e J alla f~onticra rnmt>na. Inoltre il Comando Supremo austro-ungarico si ripromcttc\·a c h e un nuo vo attacco dalla Pru ssia orientale cont r o l'ala destra russa sarebbe riu'>cito a scuotere la fronte avversaria.
In Turchia, i Francesi e gl'lnglesi ave\'ano continuato ad intensificare la loro azione contro i Dardanelli : i Turchi resistevano con meravig li osa tenacia. 1l Comando Supremo turco, validamente coadiu\'ato dal personale delle na\'i da guen-a tedesche rimaste a Co.;tant.inopoli e dal comandante nei Dardanelli, gen. Liman v. Sandt•rs, faceva tutto il possibi le per eliminare le deficienze nell'equipaggianwnto del proprio esercito; naturalmente, il Comando Supremo tcdc:,co conco1-re,·a doYe e come pote\·a, mandando rutto il po~-.1bile
per l a via poco produttiva attraverso la Rurnenia e per altre diversiss im e vie, aerea e sottomari na ; ma ciò certo non bastava a coprire il fabbisogno. Si doveva ammetter e che un seri o tentati,·o di sbarco, quale risultava in preparazione seco ndo in formazioni degne di fede . sare bb e riuscito, sotto la protezione dell'artiglieria avYersaria, preponderante; rimaneva in ce rt o ciò che sarebbe avvenuto in seguito.
Su di una circostanza però non era l ecito nutrire dubbio, e cioè sulla fe rm a ri sol uzi one dei dirigenti della Turchia di difendere ogni palmo di terreno turco e continuare la guerra a n c h e se Costan tin opoli venisse p e rdut a. E nver pascià, durante l'int ero corso della guerra, non è mai venu to meno a tale eroica fedeltà a ll' alleanza; e questo prezioso appoggio non diminuiva d'importanza per noi pel fatto che h base di esso fosse l'incrollabile convinzione che so lo in ta l modo la Turchia awebbc potuto mantenere il proprio dominio di fronte alle bramosie rnsse, inglesi, francesi, it aliane cd arabiche.
La situazion e ai Dardanelli n o n poteva a meno di far sentire la sua influenza su altri teatri di guerra turchi : essa r ese temporaneamente imposs ibile inviar loro i necessari rifornimenti. Dopo fallita
l' im presa co ntro il Canale di Suez, le truppe turche s i e rano ritirate sulla penisola del Sinai, dietro la frontiera turca: e quand'anche la stagione non avesse impedito il rinnovarsi di quell'offensiva cosl utile per vincolare forze inglesi, i motivi suaccennati non l'avrebbero consentito.
No n erano miglior i l e condizioni sull a front e della Mesopotamia ; g li Ingl esi avanzan do lungo il fiume g uadagnavan o terreno, lentamente ma sicmamente, in direzione di Bagdad ..
In Armenia si era ve nuti ad un a specie di tregua d'arm i I Ru s$i non avevano profittato dei vantaggi consegu iti nell'inverno: se a vessero cercato di farlo, le truppe turche colà dislocate non sarebbero state in grado di resistere.
Tutto sommato, la sit u azione di guerra della Turchia non era molto più consolante di quella dell'Austria-Ung heria .
Era giu nt o ormai il momento in cu i l'int e rv e nt o decisiYo nell'est, che da circa un mese il Comando S upremo aveva preso in cons id erazione per l'eventualità di urgente necessità, n on poteva più esser
procrastinato. P areva pcrè> che la soluzione potesse tro\·n rsi per \'Ìa <li\'ersa da quella propugnata dal Comandante in capo nell'est e di nuovo sostenuta ora dal Comando Supremo austro-ungarico.
La semp lice sosti luzione di forze austro-ungariche nei Carpaz 1 con unità germaniche avrebbe inutilizzato la maggior partP ddle unità previste per lo schieramento in un terreno sfavorevolis-;imo ad una condotta di operazioni tendente a procedere in avanti, senza dar la sicurezza che la fronte austro-ungarica non potesse venir sfondata dal nemico in altri punti poco resistenti: ed avrPbbe condotto nuovamente ad inquadrare truppe germaniche su quella fronte, sotto forma di forze aus iliarie, nelle unità austro-ungariche, mentre l'esperienza finora fatta sconsigliava dal farlo. Il consentire che le truppe austro-ungariche così disimpegnate si tenessero pronte contro l' l talia. la Rumenia e la Serbia, prima di venir in chiaro :,;ui loro intendiml'nti e sui loro provvedimenti, avrebbe sign ificato una inazione cli. for;,e e 1c Potenze centrali non potevano pcrmctter:;i: tanto più t he Comando Supremo tedcsc0, secondo le notizie di cui di~:poneva, non crede\'a nè ad una imminente entrata in lotta della Rumenia, nè ad intenzioni offonsivc da parte cl<'i Serbi e riteneva che l'Italia non sarebbe passata ad ostilità aperte sino alla fine di maggio: senza contare che, date le difficoltà della mobilitazione in Italia, avrebbero ' dovuto passare settimane prima che il suo esercito fosse in grado di in lraprendere operazioni importanti.
Si trattava ora di profittare dell'intervallo di tempo così pn... ,·edibile, per dare un colpo deci.;;irn: il quale poteva con~istere soltanto in una poderosa offensiva, concentrando tutte le forze che altro,·e non fossero assolutamente necessarie.
Il dare a tale offensiva la forma di 1111 nuovo tentati,·od.illa Pru,;;~ia orientale contro l'ala destra ru~sa non offriva alcuna speranza di buon esito; ed impegnando contro di t>ssn le forze tcclcsc ll e impiegabili, si veniva a mancarne nei Carpazi. Inoltre non v'era alcuna probabilità che eventuali successi sulla frontiera della Pruc:sia orientale ave-,sero contraccolpo sensibile sulle frontiere della Galizia e rlell' Ungheria. E se si inviavano forze nei Carpazi, non ne rimanevano più a s11fficienza p<'r operazioni dal la Prus~ia orientale.
Lo ~copo a cui mirava il Comando Supremo tedesco poteva e,;~er raggiunto soltanto qualora il colpo decisivo progettato fosse condotto in modo da a\'er bensì come obiettivo finale la paralizzazionc dura-
tura dclJa forza offensh·a russa, ma da alleviare anzi lutt o la fronte degli alleati dalla pressione gravante su di essa. Ciò poteva ottenersi soltanto con un o ~fondamento, e non già con un'operazione contro un'ala russa.
D'altronde, ad un 'azione contro l'ala destra si opponevano le ragioni più !-opra !>pecificate : ad un'azione contro l'ala sinistra non si polcva neppur pt>nsarc, date le difficoltà tecniche di attuazione clo,·utc all'asprezza della zona montana e alla mancanza di comunicazioni.
I r. com,cguenza, la scelta del punto di sfondamento veniva limitata a pochi t ratti di fronte, o nel settore fra Pili tza e alta \'istola, o in quello fra l'alta Yistola e il piede dei Beschicli. Il Capo di Stato :.'\[aggiore si decise per quest'ultimo .
. Esso consentiva una maggior coesione del gruppo di sfondamento. La lib ertà di movimento russa era co là limitata a nord dalla valle della \'istola, a sud dalla ci:c:-;ta dei Beschidi, <· quindi i fianchi del gruppo erano meno espost i ad avvolgimento di quanto non sarebbero s tati normalmente in operazioni di tal natura, e specialmente nel settore fra la Pilitza e l' alta Vistola co n riguardo alle pro\'cnienzc da Yar:,a\'ia: le diffiC'oltà frapposte da ostacoli naturali al pro"cguimento dell'operazione nella Gali zia occidentale -e c io<'.· dal corso del \\'islok e del San - non erano da confrontarsi con q uell(' del passaggio del corso della Vistola.
I Rusc;i a,·evano per l'appunto tolto dalla Galizia occidentale fo r ze così poderose a favore della loro offensiYa nei Carpazi, che non sarebbero -;lati in grado di ricostituire la fronte galiziana in tempo, anche se si fossero accorti del perico lo che li minacciava : talchè si pote,·a c;perare a buon diritto di giungere al punto decisivo con una notevole super iorità cli forze. \''era eziandio la probabililà di poter con:,en are a lungo tale fa vorcvole condizione <li cose, se l'operazione venisse condotta con cnc-rgia : giacchè, come si è accennato, non era possibile ai Russi effettuare spostamenti laterali d;.i_lla fronte adiacente dei Carpazi o dall'arco de ll a Vistola; essi avrebbero pur sempre do,·uto eseguire movimenti d'arretrarnenlo incomodi e con perdite cli tempo. ,.:\nchc se l 'operazione di sfondamento avt.•sse ottenuto un succe..;so limitato, era da ritenersi che avrebbe reso intenibile la parte setle11tri ona lc della fronte russa nl'i Carpazi, alle,·iando con ciù no-
teYo lmen le la front<.: alleata . Ed in base a Lali previsioni era anche po ...:,.ibile una grave sco:,sa della fronte rn sa nell'arco della Vist o la.
Le probabilità per un esito favorevo le dell'operazione progettata divenfrano ancor maggiori qualora 'ìi fosse riu,citi ad aYen· il vantaggio della sorpresa. e ad effettuare l'urto con grande impeto.
Si dest i11arono pertanto all'operar.ione truppe particolarmente scelte, e ad es-.e \'enuero a!.'>egnate numerose artiglierie, anche delle più pesanti che finora fossero state mai imp iegate in operazioni campali, abbondante munir.iouamento e una forte aliquota di 1eparti lanciamine'. Vi :ci assegnarono altresì 1ntmerosi uffic iali aventi piena cono-;ccnla dei metodi di guerra mockrni, per la loro perman enza alla fronte occidentale.
Per assicurare la segretezza, si U'>Ò la mas'>ima prudenza nella preparazione. Per-,ino al Comando S11premo austro-ungarico le propo-.te necessarie vennero comunicate soltanto verso meHL aprile. quando le truppe erano già pronte alle -;tazioni di carico, e n~r::,o la Galizia rnrrevano già treni di munizioni. Si potè procedere i11 tal modo perch è si pote\ a c ... ser :-icuri in precedenza che gli alleati ,l\ rcbbero co ncor dato nt•gli intendimenti e nei provvedimenti no~tri: essi avevano per l'appunto recentemente cl1iesto con insistenza forze germaniche in appoggio alle fronti della 4-a Armata austro-ungarica in Galiz ia t> delk Armate 2a e 3a nella regione montana a sud -est cl i Gorlice, per intercalarle senz'altro nelle po,izioni della za Armata od impiegarle pPr un attacco sul fianco e snl tergo clc>llc forze ru-;se die premevnno nei monti. Queste proposte non erano state da noi considerate accettabili, perc h è non corfr.:poncle\'ano ad un concetto d'insieme: e si rappre:-entò al Comando Supremo austro-ungarico che lo sfondamento :-arebbe stato tanto più facile, t· tanto più promettente il suo (1 racco lto ,1, quanto mag~iormentc· i Ru:-si si fossero prima inoltrati nelle montagnl', a sud della fronte d'attacco.
Sot t o tal p u nto d i vista, sarebbe slato utili:-s imo che le lince au..;tro-ungari<.he nel settore in questione si fossero arretrate un po' prima dell'iniz io dell'attacco, per indurre il nem ico a !-iegu i r le il più innanzi possibile. Ciò però non a\'venne: probabilmente pcrchè non si osa \'a cedere volontariamente all ' a\'ver:-ario terreno ung herese. e fors'anchc poi per la difficoltà d'indurre truppe in ritirata a far nuo,·amente fronte al nemico.
Fn vero peccalo il no n a,·erlo fatto, giacchè in caso affermativ o
,1 anebbcro avnti ri sultali sorprendenti, come si riconobbe più tardi (1).
( r) L o scamblO di tclegr.11nm1 per l'inizio delle operazion i fu il scgut•ntl.': )lézières, 13 apnk 1<H5.
Il Ge11er«lc \' Co,R,\D. - TcsCh(!l1.
, V. E. sa che non ritengo opportuno ripetere il tentativo di avv,1lg,:rc l'estrenu ',k~tra} a la russa ..\n('or meno v,1ntagg1om mi sembra il cont111u,1rc a fra7.ionare truppe gcrnnnichc sulla front,• dei Carpa,:1 al solo scopo di ralforzarla. Desidero 111vccc 5ottopor r e a V. E. il seguente concetto d1 opc·rnzion i, soggmn gt•r,clo al riguardo c h e, a caus1 della necessità che esso sia tcnuto nel m::,-,,,1mo segreto, non l'ho fatto .rncora :,v1luppare neppure d1I mio Stato )[agg1orl'.
• Un'Arnnt.a di ,1lmeno 8 dn isioni germ'¼T'1che, con numerosa artiglicna, verrà resa disponiùile ~1 1lla front.: occidentale e t rnspo rtata R :\luczyn Ciybowijochnia, per ,wanzare poi dalla linea appross1m'l.tiva c;orlice-Gromnik in dirl'z1one f.:t'nerale c.h S1nok .-\li' \ rmata dovrebb<' c,sue ag1:111nta, ,.ost1t11endola 111 tempo utile nelle ~ue attuali po5iziom mediante truppe austro-ungariche, la d1\'1sionc v. Besser, cd i noltre una divis ionr di ca.va.lit-ria austro-ungarica. Tale , \ rinata e I,, 1" Armita austro-un!{arica. dovrebbero 1·,~ere p<hlC ,otto un comando unico , che naturalmente in quc,-to c"L,o ,,,1rebbe germanico Se durante lo schieramento del gruppo d'urto la 2• e 3a Armata austro ungarica potessero ripiegare pa~so a passo fin sulla line a ap prossimativa Uczock-Pcrecscny-Homonna-Varanno-Zboro, traendo dietro di sè l'avversario, questo movimento faciliterebbe cd accrc~rcrebbe notevolmente l'esito dell'operaz1one.
« Prego V. E. d1 comunicarmi al piu prc:. t o il Suo parere circ:t ta le co11cctto r d~r rispo stn ai ques iti seguenti:
• Il terreno d'operazione è completamente accessibile a truppe fornite di carreggio germanico? L'Ammm1straz1one militare imperiale e reale sarebbe 111 grado d1 dare all'.\rmata ge rmani ca. carreggi cli tipo locale ? Quale pro1lutt ivi tà hanno le ferrovie l<nlk<L-E pNyes- Muczyn e Rulka-No wytarg, nonchè Sucha- ~eu~andecGrybow e Cracovia-Bochnia? Ulteriori accordi potrebbero esser presi verbalmente cd a tale ~copo potrei incontrarmi con V. e. domani r4 aprile a Berlmo.
• Conci Ldone essenziale per l'alt uazionc dell'open1zione è, o l Lrc naturalmente la massima seg-retezza. che l'Italia sia indotta mediante 11 contegnn più cordiale possibile a mantenersi tunttt111la per lo meno linchè il no~tro colpo non sia stato dato. Come d'altronde è ~ìà noto a V. E., nessun sacrificio m1 sembra troppo gr,1nde allo ,v,po e.li ot(c , e re cho l'lla l ia durante l'allualc guerra s ia ten1 1ta in fre1w, ccc.
V F.\I KE~HA \'1'
• Teschen, JJ apri le ic115.
,, A S. E. il Dc11erafe \'. FALKEx11,w:-1. - :\[ézières.
e L'operazione proposta d \. E corri,,ponde a quanto da mol'o tempo desidero, m,i che per 111,rnfficien/.,\ d1 forzt' è -;tata finora 111att11<1h,tc,. Occorrono le maggio ri Ione po ssi bi li per assicurare il successo S1rò doma111 q ;:iprite vcr,,o le 5 pom. a Berli 110, e alle o pom. al '.\Iimstcro della guerra per conferire co11 \' E.
• 111 nspo-;ta al tclcgramm 1, e::c.
1.Vo/11 dtll'rmlurc)
« Ge1urnle Co'iR.\D •
I trasporti germanici vennero diretti Yerso l,1 Galizia su percorsi molto tortuosi · nessuno di es"'i conobbe la sua destinazione· pi ima dì giungere in prossimità dt•lla rispettiva stazione dì scarico. [l servi1.1(1 postale era stato sospeso rigorosamente.
Ad onla di tutte quest<' precauzioni, anche in questo caso si confermò l'esperien1a fatta durante l'intera guerra, c <.:ioè che non 1\ mai possibile nascondere complet;unente all'avversario i preparati,·i per una grande operazione. ~i puù solo spt'rarc di ri lardarne la scoperta per qoalche tempo mccliante adeguate pn•cauzioni, il che del rbto è già di n()tcrnlc vantaggio perchè giustifica i provvedimenti più rigoro::-i contro tradimento cosciente come contro indiscrcziom involontarie. I Ru5si subito dopo la metà d'aprile, ebbero cognizio1w del concentramento di forze : ma non ne compresero in tempo il ::-ignificalo. A ciò probabilmente contrihtù l'avf'r attratto la loro attenzione :-.n altri settori della fronte mediante movimenti appositamente ordinati.
Una , iYace atti\'ità sulle po::;iJ.ioni dell'intera fronte occidtntall· congiunta con operazioni d'attacco in quanto i limitati mezzi su di essa rimasti l o con::;cntivano, doveva <.dare la sottrazione di forze 1.. l'in,·io delle medesime in Galizia. Dette operazioni assun-;ero ncll.1 -zona della 4a Annata davanti a Ypres il carattere di nn s.crio attacco, giacchè l'impil·go d1:1 gas fatto pe1 la prima volta su vasta scala lo consentì. La loro azione di sorpresa fu molto grande : purtroppo non fummo in condizione di sfruttatla compktanwntc, perchè mancavamo delle riser\'e necessarie. Ad ogni mo<lo, il ri::-ultato ottenuto fu considerevole : gli luglc-;i soffersero gravi perdi le, che non furono prive d'importanza per la scarsa ('fficacia dell'offensiva inglese tendente ad alleviare i Russi dopo lo sfondamento di Gorlice-Tarnow. Analogo contegno venne prescritto per il settore tedesco della fronte orientale. Il Comandante in capo nell'est vi corrispose -;pingcndo dalla <;ua ala -.inistra, ~ulla frontiera settent1 ionalc della Prussia orienlale, un corpo d'armata contro l'ala destra avversaria. T ah corpo ave\'a in pari tempo il cùmpito di senirc d'appoggio ad una gramk operazione cli cavalleria su grami(' raggio dietro la fronte rus::-a. Il Comando S11premo aveva già segnalato l'opportunità di una s1 mile impresa attorno all'ala destra russa d'allora a Kowno, in direzione cli sud-est, a ll o 5copo determinato di interrompere le comurncazioni a tergo dell'a\'vcr~ario, e messo a disposizione la cavalleria
f !ondamo:nlo.
a ciò necessaria, ttnando dopo la. battaglia invrrnak masuriana i Russi ave,·ano raccolto le loro risen·c nell a zona di (;rodno; ma la scorreria non a,·eva potuto effettuarsi a causa del pessimo stato delle strade.
Essa non ebbe risultato rn•pp n re ora, pcrcl1è l a situazione dell'é\\',·crsario rra cambiata nd frattempo: i Russi avevano scaglionato nuove forze impiegabili dietro la loro ala.. \ ciò può anche aver contribuito il fatto che la ca valle ria, in Iuogo cli procedere a massa, -:-i sparpagliò in tutto Jo spazio fra il :Niemen e la costa· del Haltirn. L'avanzata tedesca giunse fino a Schaulen, e pattuglie dt cavalleria si spinsero eziandio fino all'.-\a: Libau ,·c11ne occupata coll'appog1-,"Ìo della flotta. Ma ben presto la situazione -,'invertì: Schaulcn tlowtte e~ser nuovamente sgombrata, e solo a stento, dopo aver portato in azione rinfon~i, si riuscì a mantenersi sulla linea della Dubissa e a tener la cavalleria sulla \Vindau. Comunque, lo scopo principale - e cioè distrarre l'attenzione dei Russi dalla Calizia e \'incolare forze sull'ala destra rns~a - si era ottenuto. Katurnlmente, bisognò rassegnar;;;i al fatto che non poche forze germaniche erano ormai venute ad impegnarsi in una direzione nuova: e inoltn>, l'a\'er preso contatto colle popolazioni baltiche di origine tedesca produsse in -;eguito influenze non desiderabili, dovute a considerazioni sentimentali, sui concetti operativi. Entrambe tali circostanzt' ::,i dimostrarono più tardi molto svantaggiose.
Il 2 maggio cominciò l'operazione di sfondamento in Galizia, sotto la direzione del col. gen. v . .\Iackensen (capo di Stato .\Iaggiorc col. v. Sceckt). Egli aveva ai suoi ord ini l' rra. Armata germanica, costituita da 8 divisioni di fanteria germanica, z divisioni <l i fanteria austro-ungarica, una di\'i::,ione di cavalleria austro-ungarica; e la 4a Armata austro-ungarica, co-;titnita da 5 divisioni di fanteria austroungarica, una divis ione di cavalleria austro-ungarica e una cli,·isione di fantena germanica. Gli fu indicato come pri m o obiettivo lo sfondamento della fronte ru ssa sulla linea generale Gorlice-Gromnik per rendere intenibili le posizioni all'a\'versario fino al pas,;o di Lupkow. Si riten n e opportuno limitare così l'obiettivo inizia lmente, per eliminare ogni possibilità che il Comando Supremo austro-ungarico s'inducesse ad accampar pretese durature tendenti a far lasciare su ll a sua fronte forze germaniche così numerose.
Lo sfondamento riuscì su tutta la linea dell'rra Armata, e in parte anche su quella della 4a Armata austro-ungarica. I Russi non si mostrarono capaci di resistere al poderoso fuoco delle artiglierie pe sa nti concentrato su l tratto d'irruzione.
L e nostre truppe, liberate dalle pastoie della guerra di posizione, cacciarono davanti a sè, attaccandolo con vivissimo slancio, il pesante nemico. Già il 4 maggio (r) nel G. Q. G. tedesco, che era stato spostato a Pless sulla fronte orientale, non s i aveva più dubbio che l'avversario non sarebbe più riuscito ad arrestare l'attacco, qualora ci fosse stato possibile di mantener vivo l'impulso del movimento in avanti. Per non trascurare nulla in tal senso, fu ordinato il trasporto di un'altra divisione dall'ovest, sebbene colà si avessero indizi di un'offensiva in grande stile intesa ad alleviare la fronte russa.
Tale offensiva cominciò il 9 maggio da parte degli Inglesi pres;;o Loos a sud-ovest di Lilla, da parte dei Francesi presso l'altura di Lorette a nord-est di Arras, cioè unicamente nel settore della 6a Armata.
La nostra forza di resistenza venne sottoposta in tal modo a dura prova: ed ancor più, come sempre avviene nelle grandi battaglie difensive, la forza di nervi dei Comandi sul posto e del Comando Supremo. Tuttavia i nostri calco li preventivi si rivelarono giusti: dopo che la situazione, per l a grande preponderanza avversaria, fu posta in serio dubbio per un giorno l'intervento delle nostre riserve (molto scarse, naturalmente) riuscì a ristabilirla, e ricominciò la ben nota sterile lotta attorno a tratti di posizione. Essa, nonostante l'impossibilità d i trarne risultati importanti, fu continuata dall'avversario fino a metà giugno, con gravi perdite da sua parte.
Anche l e nostre non furono lievi : ma riuscirono sopportabili in confronto ai danni inflitti all'avversario, tanto più che l'esser riusciti a respingere i ripetuti suoi attacchi nonostante la sua superiorità nume rica accrebbe notevolmente la fiducia delle nostre truppe in se stesse.
Sempre col concetto di non togliere allo sfondamento 111 Galiz ia nulla della sua violenza, furono respinte a metà maggio proposte del Comando Supremo austro-ungarico tendenti ad impiegare truppe germaniche in altra direzione. Con tali proposte si desiderava dare appoggio all'Armata austro-ungarica fortemente premuta dai Russi in
(r) V. Allegato: Condizioni di forza sul teatro di guerra occide11tale, 2. -( .\'ola dell'autore).
Bucovina, o scuotere la fronte russa nell'arco della Yistola. Ma da parte tedesca ci si attenne saldamente al concetto che ogni uomo comunque disponibile dovesse venir impiegato ad allargare e approfondire la breccia già aperta : e meno che altroYe sembra Ya importante il semplice guadagno di terreno verso la Russia. L'essenziale era l'infrangere i mezzi di lotta avversari: e ciò non poteva farsi nè meglio, nè più rapidamente che nella breccia in cui l'avversario era costretto ad accettar battaglia in terreno non preparato se non voleva incorrere nel rischio di mettere a repentaglio il sistema difensivo sull'intt;\ra fronte. Inoltre , il predisporre pres~ioni in nuovi punti richiedeva tempo, mentre si trattava per l'appunto di non perderne. Il 25 aprile, come si era temuto, gli 1nglesi avevano posto il piede sulla peni~ola di Gallipoli: e l'entrata dell'Italia nella lotta diveniva ogni giorno più probabile. :1\essuno poteva prevedere quale situazione sarebbe derivata da tali avvenimenti, e se essi non avrebbero lwn presto costretto a particolari pro\·vedime nti. E poichè le forze all'uopo non avrebbero potuto esser tratte che dal gmppo d'urto galiziano, se non <-i \'Olcva sottoporre le altre fronti ad una tensione superiore ad ogni prevedibilità di resistenza, il movimento di quel gruppo a\Tebbe dornto evidentemente arrestan,i. Ad ogni modo era dubbio che si potessero ottenere risultati vantaggio,,i in tempo utile nei nuovi punti d'attacco propo::.ti : non si doYeva dimenticare che i Ru:-~i <lispone\'ano qua~i ovunque di comunicazioni migliori che non quelle delle P otenze centrali. In breve. il dipartirsi dall'operazione principale sarebbe stato un la-;ciarsi sfuggire il passero che si ha in mano per impadronir::.i della colomba che è sul tetto.
Quest'argomento è stato q11i trattato alquanto in particolare percl1~ c'sso si i,_, presentato più volte, sotto forme di,·erse, durante il lungo corso della guerra. Si trova\'ano sempre comandanti loc~li che assicura\'ano di a\'er scopl'rto un modo sicuro per ottenere un risultato più o meno grande, talvolta €'Ziand10 decisivo per l'intera guerra, se... si fossero loro forniti i mezzi necessari : si ch ied evano ora 4, ora 20 o più di, isioni, naturalm e nte colla relativa artiglieria pe:,ante e munizionamento. Purtroppo sim ili cons iglieri dimenticavano per lo più due circostanze importanti, che sfuggivano loro pcrchè era necessario giudicarle non da un punto di ,·ista eccentrico, ma soltanto dal punt o di vista centrale.
Ed invero essi, quali comandanti d'una semplice aliquota di forze, n on s'accorgevano della poderosa pressione sotto la quale la potenza tedesca doveva continuamente operare e s'illudevano sulla quantità di forze di cui il Comando Supremo disponeva per i suoi scopi particolari.
Inoltre essi non si rendevano conto del fatto che le Potenze centrali si trovavano, sotto molti punti di vista, in una situazione molto più minacciata di quella del difensore di una piazza forte assediata da un nemico preponderante. Nessuna sortita, p e r quanto coronata da splendido successo, avr ebl?e potuto salva rle dalla catastrofe definitiva, se l'avversario in grazia di e,sa fo:;se riuscito ad introdursi nel loro interno per un punto troppo indebolito: giacchè esso sarebbe giunto a portata dei loro nervi vitali sempre prima che fosse intervenuta una decisione colle armi esternamente. Esse non potevano fare come il difensore in caso di estremo bisogno, e cioè abbandonare le opere per salvare il presidio uscendo dal punto d'irruzione della sortita.
Lo sfondamento in Galizia, opportunam ente sfruttato, produsse risultati sorprendenti : l'avversario sofferse gravissime perdite ed il bottino ascese a cifre inverosimili.
Il 6 maggio i Russi erano già in piena ritirata, che spesso assunse il carattere di fuga, sull'inter~ fronte della 3a Armata austro-ungarica, de ll a 1a Armata germanica e della 4a Armata austro-ungarica, cioè su un'estensione di oltre 160 chilometri fra la cresta dei Beschidi e l'alta Visto la. Pochi giorni dopo essi cedettero anche nei settori adiacenti: a sud, fin davanti all'ala sinistra delJ'Arrnata del Sud a cavallo della strada Munkacs-Stryi, a nord davanti alla fronte della ra Armata austro-ungarica e del gruppo d'Armata Woyrsch fino alla Pilitza.
I Comandi Supremi alleati furono da ciò indotti a dare al gruppo di sfondamento ed ai reparti contig ui nuovi obiettivi, questa volta più estesi: e cioè tenersi alle calcagna del nemico a nord dell'alta Vistola, e raggiungere a sud della Vistola quanto più presto possibile le lin ee del San, della Wisznia e del Dni ester. Nuove direttive sarebb ero state date soltanto quando si fossero solidamente occupati questi nuovi settori. Causa di tale procedere gradua le era la preoccupazion e p er il contegno dell'Italia. Il concetto suaccennato venne mantenuto
anche quando, a metà maggio, si fu certi che solo pochi giorru c1 separavano dal passaggio ufficiale della nostra antica alleata dalla parte dei nostri avversari. Le Armate d'ala, che disgraziatamente erano tuttora arretrate, vennero incitate a fare ogni sforzo per raggiungere al più presto i loro obiett i vi; e all'na., che già aveva raggiunto i propri, fu dato ordine di appoggiare a tale scopo le Armate adiacenti.
Decisioni conseguenti alla entro ta in .iuerra dell'Italia (V. schizzo n. 3).
Ment re l'unità di vedute nei du e Comandi Su premi era completa a questo riguardo, vi erano fra essi diversità di opinioni circa i provvedimenti da prendersi verso l'Italia.
Il Comando Supremo austro-ungarico aveva il desiderio, ben naturale, di punire colla maggior rapidità possibile mediante un forte attacco l'antica alleata infedele, l'azione della quale doveva farsi anzitutto sent ire sulla Duplice Monarchia. Esso però comprendeva che, per quanto il colpirla sulla sua frontiera fosse desiderabile, ciò non era possibile a ca usa della conformazione del terreno, della ristrettezza del tempo e della deficienza di forze disponibili. Perciò il Comando Supremo austro-ungarico propose cli concentrar forze nei bacini di Villach-Klagenfurt e di Laib ach, per cadere di sorpresa sull'avve rsario allorchè dall e strette montane sboccasse in essi.
Ma affinchè tale piano riuscisse, era necessario che gli Italiani cadessero nella trappola cosi preparata: in caso contrario sa rebb ero invece venute a cadervi le Potenze centrali, perchè non avrebbero presumibilmente tenuto conto del tempo e delle c irc ostanze. Infatti, ~se non avrebbero potuto mantenete in stato di attesa indefinita le unità co là raccolte. Per queste considerazion i, il Capo di Stato Maggiore tedesco non aderl alla proposta dell'alleato: tanto più che tale piano avrebbe reso necessario rinunziare a proseguire le operazioni contro i Russi, poichè le fornc che agivano contro di loro sarebb e ro venute a trovarsi troppo debuli.
Il piano sarebbe stato accettabile, qualora le forze ad esso destinate avessero potuto in precedenza venir impi egate per una rapida operazione contro la Serbia, allo scopo di aprire almeno la via dell'Oriente prima d'impegnarsi in nuove operazioni. E tale possibilità fu i n fatto accuratamente presa in esame: ma si dovette rinunziarvi senz'altro, pe1chè la Bulgaria in quel periodo si rifiutò recisamente di concorrere all'operazione. Nè era il caso di farle carico di ciò, dato
lo scarso tempo che ormai rimaneva disponibile per l'operazione galiziana, la defezione dell'Italia e le complicazioni con l'America a causa della guerra sottomarina. E senza la sua cooperazione si correva troppo p ericolo che l'urt o contro la Serbia si traducesse in un impegno di forze, forse indispensabili altrove, senza raggiungere colla necessaria celerità lo scopo desiderato. Quindi la posizione d'agguato nei bacini montani avrebbe probabilmente condotto a non concludere nulla di riso lutivo nè contro la Russia nè contro la Serbia nè contro l'Italia ; si sarebbe invece dovuto attendere che il nemico agisse a suo beneplacito, cosa che non corrispondeva certo agli intendimenti che avevano indotto ad intraprendere lo sfondamento di Gorlice-Tarnow. Pertanto, in seguito a r eciso parere tedesco, venne stabilito di condurre per il momento la guerra contro l'Italia attenendosi alla pma difensiva. Qualunque cosa facessero gli It aliani, l'operazione contro i Russi doveva essere continuata con la massima energia finch è la forza offensiva rus.,a non fosse paralizzata per un pezzo. Data l'esperienza delle difficoltà incontrate nei Carpazi e nei Vosgi per ritogliere agli avversari regioni montuose delle quali essi si erano in precedenza impossessati, non si intendeva lasciare spontaneamente che gli Italiani occupas~ero alcun tratto di territorio austro -u ngarico ; ma soltanto s i doveva invece portare la difesa sull'Isonzo. Data la natura del terreno, le considerevoli forze austro-ungariche già dislocate presso -la frontiera italiana, nonchè 5 divi s ioni provenienti dalla Sirmia e già in movim ento, e due divisioni da pre levarsi da1la Galizia, sembravano sufficienti per la difensiva. Di queste ultime si poteva fare a meno in Galizia, essendo state reintegrate le perdite s ubìte dai re parti germanici co là dislocati.
Da parte tedesca si mise a disposizione una divisione per la guerra di montagna (il così detto « Alpenkorps ,,) per il Tirolo, e parecchie batterie pesanti per l'Isonzo.
A sostitu ire le cinque divisioni a. u. sopradette si mandarono in Sirmia tre delle divisioni germaniche recentemente costituite sulla fronte orientale . Esse dovevano portare a termine la loro costituzione sulla Sava e sul Danubio, coprendo così in pari tempo il fianco e il tergo della fronte dell'Isonzo contro la Serbia, e costituendo una riserva per ogni eventua li tà e specialmente nel caso che la Rt1menia si muovesse. La loro presenza era altresi opportuna per calmare l'eccitazione che sarebbe prevedibilmente sorta fra gli slavi del sud in
alla dichiarazione di guerra dell'Italia. E tale scopo fu pienamente raggiunto.
Il 24 maggio, l'Italia dichiarò la guerra, ma solo contro l'Austria -Ungh eria e non contro la Germania. Tanto i dirigenti politici quanto i capi militari delle Potenze centrali si erano ingannati sperando i primi, mediante accoglimento delle richieste italiane, i secondi mediante successi contro i Russi, d'impedire questo avvenimento.
Ed invero non vi sarebbe stato alcun mezzo per impedire l'entrata in lotta dell'Italia a fianco dell'Intesa, eccetto una politica austro-ungarica molto diversa fin da parecchi anni prima, oppure una serie inintenotta di vittorie da parte delle Potenze centrali. I partiti itali ani aventi reale influenza decis iva - se pur giunti al potere soltanto durant e la guerra - erano già inclinati a staccarsi dalla Triplièe Alleanza fin dal 1902 e 'i erano definitivamente decisi a schierarsi coll'Intesa dopo i rÒvesci austriaci contro i Russi e contro la Serbia. Se ciò non ostante la decisione è stata ritardata fino al maggio 1915, vi ha contribuito certamente la n ecessità di renderla accetta alla maggioranza del popolo e dell'esercito. Il sentimento cavalleresco insito nei cuori italiani si ribellava alla defezione. Tuttavia la diplomazia tedesca, diretta dall'ex-Cancelliere dell'Impero von Bi.ilo,...-, ha acquistato in ciò alti meriti : ogni giorno di ritardo da essa ottenuto nella defezione dell'Italia era, come già si è accennato, di valore inestimabile: nessuno potrà fare a meno di riconoscere la gravissima situazione che sarebbe derivata dall'entrata in guerra dell'Italia prima dello sfondamento galiziano, o all'epoca delle gravi l otte nei Carpazi, o nel periodo in cui, dopo la battaglia dei Laghi Masuriani, le riserve tedesche erano esaurite, o in quello della grave sconfitta austro-ungarica in Serbia nel 1914.
La risposta più naturale da parte della German ia alla sfida lanciata dall'Italia contro l'Austria-Ungheria sarebbe stata la dichiarazione di guerra ; ma il Capo di Stato Maggiore non la ritenne opportuna per il momento e mantenne il proprio punto di vista, che d'altronde coincideva con quello dei dirigenti politici, a.nche ad onta delle pressioni del Comando Supremo austro-ungarico .
All'Italia era stato fatto conoscere già da tempo in modo ufficia.le che, qualora essa si fosse schierata contro l'Austria-Ungheria, avrebbe trovato a fianco di questa l'alleato germanico : e la Germania s ì è infatti regolata sempre in tal modo. Se questo stato di fatto fosse
s tato sanzionato con una dichiarazione formale, la Germania sarebbe st a t a ce r tamente accusata di nuovo di essere l'aggressore, com'era avve nuto al principio della guerra in seguito alle nostre dichiarazioni d i guerra, giustificate invero, ma affrettate e non necessarie, c on tro Ja Russia e la Francia. Il ripetersi di tale rimprovero non era d es iderab ile: tanto meno po i in questo caso, giacchè da notizie che se m b r avano sicure xi!.ultava che la Rumenia avrebbe dovuto adempie r e i suoi doveri di alleanza verso l'Italia non appena que sta fosse stat a attaccata dalla Germania . Inoltre vi erano ragioni politiche ed econ omiche consiglianti a ritardare quanto più a lungo pos s ibile le con seguenze giuridiche d i una dichiarazione di guerra : rnrebbe stato molto inopportuno l'interrompere volontariamente l e nostre comunicaz ioni col mondo esterno attraverso l'Italia. Non s i può contestare che il nostro modo di procedere poteva essere tacciato di apparente m ancanza d'indirizzo un ico da parte delle potenze centrali ; ma , per quanto se n e sappia, non ne sono risultate conseguenze danno se : e la situazione era così limpida che fu compresa anche nella Duplic e Monarchia .
L 'entrata de ll 'Italia nel numero dei nostri avversari (r) è stata accolta dall'opinione pubblica delle Potenze centrali con meravigliosa t ranquillità d'animo, molto più che non quella , ad esempio, della
(t) Per finirla. con <]uest'accusa di defezione basti la seguente dichiarazione fatta nella seduta del Parlamento Italiano del 4 dicembre 19q, dall'on. Giolitti :
• S iccome ritengo necessario (' be la kaltà ckll ' Tta lia nell'osservanza dei patti internazionali sia tenuta a l disopra di qualsia~i discussione, sento il dovere di ricordare un prece<lente, il quale dimostrn. c he l 'interp r etaz ione data dal Governo a l Trattato dell a Tripli ce Alleanza ern l'interpretazione <'Satta cd era stata ammessa come tale in un caso ident ico anche dagli a ll eati. Durante la guerra bakanica, e precisamente il · 9 a!{OSto 1913, c irca un anno prima che s coppiasse la guerra, essendo io ass<'nte da Roma ricevetti dal mio collega on Di San Giuliano il segue nte telegramma: "Austria ha comun icato a noi e a lla Gennania la sua intenzione di agire centro la Serbia, e defini sce tale azione come difensiva, sperando applicare casus /oederis Tripli ce Alleanza che io credo inapplicabile Io rerco concertare con la Germania g li sforzi per impedire tale azione aust riaca, ma potrà essere nece,;sario dire ch iaramente che noi non consid eriamo Late eventuale az ione ('omc d if en~iva e perciò n on crediamo e~is t a il casus foeder is. E' un 'azione che essa compie per conto proprio, ma non s i tratta di difesa, poi chè nessuno pensa ad attaccarla . E' n!'cessario che c iò s ia d ich iarato alJ'Austria nel modo pii1 formale ed è da augurarsi l'azione della Germania per di;;suadere l'Austria dalla pericolosissima avve ntura,. . ·
• Così fu fatto, e l'interpetrazione da. n o i sostenuta è stata riconosc iuta cosl giusta che la nostra azione non ha turbato in alcun modo i rapporti nostri con le due Po-
Rum enia : mentre non è dubbio che l'intervent o della Rumenia fosse incomparabilmente m eno pericoloso di quello dell'Italia.
Ma la stampa era stata ottimamente prepa rata ad accogliere la dichiaraz ion e di guerra dell'Italia, sl che e~sa non sorprese alcuno : per la Rum enia invece si procedette con minore abilità. La dichiarazione di guerra italiana giunse in un momento in cui il morale era molto elevato sia in Germania s ia in Austria-Ungheria, in grazia del felice :.volgimento della campagna ga lizian a cd anche de ll' ottimo risultato, quasi ancora più splendido, delle battaglie difensive sulla fronte occidentale. La dichiarazione di guerra della Rumenia si verificò invece in un momento di depressione molto comprensibi le, se pur non pienamente giustificato, a causa della mancanza di risultati tangibili sui campi di battaglia francesi e dell'esito del tutto in aspellato dell'offensiva di Brussilow.
L'attitudine ad agite dell'esercito italiano era tenuta in considerazione molto scarsa, e si ammetteva generalmente che i discendenti di Radetzky avrebbero a'vuto il sopravvento qualunque fosse il num ero di ta li avverslri. Questo apprezzamento ottimistico ha avuto in vero conferma sotto alcuni riguardi: non è offendere gli Italiani il giudicare le Loro imprese, cons ideiate dal solo punto di vista militare, come straordinariamente limitat e (1). P era ltro il loro intervento ha avuto grand e impo1tanza per l'esito della guerra.
La compagine statale della Duplice Monarchia non si mostrò adatta a sopportare il pondo di una seria guerra su doppia fronte: ne sorsero maggiori prct0sc dell'Austria-Ungheria verso la Ge rm ania; que st'u ltima in con trò gravissime difficoltà ne l soddi sfarle e indebolì notevolm ente i propri mezzi di lolla .
t.enze alleate. La dichiarazione di neutralilà falla dal Governo dunque conforme pìcnamentr a i prec<·dcnli della. po li tica italiana e conforme ad una i11lerpretazionc ck l Tratt:i.to di Allean.la già accctl:'lta dai nostn alleati
• Questo dico perchè gli occlù ili tutu Europa vcggano che l'Italia i: stata complrtamente leale Pcl O"~crvantc dd Trattato
(t) Non v 'è chi non veda la contra<ldizionc contenuta tra questo pcriod,, e quello che segue. Ciò meraviglia specialmente da partl' <li pcroonalili\ te<lesche le quali sono so lite a vedere soltanto gli effetti mat<'riali delle flUistioni tanto che venne dalla Germania sfidato l'intervento dc~li Stati Uniti nella convinzione c·he i risultati tangibili dd loro intervento sa.rebbcm stali inft•riori ai vantaggi prodotti dalla gurrra sottomarina Vedasi in proposito I TALicus: T.'a:ione mifilare italiam, 11clla guerrn 1110111/ialedal l9t5 al 19t7. l{oma, ~hglione e Strini, 192 r. •S i può convenire col Falkenhayn che gli Italiani non sono anchti nè a Ri~1. nè a Budap~t. ma se l'e~ercito italiano non ha fatt'l grandi conqwste territoriali, c-;-o ha però potentemente contribuito, rome assicura il Lu<len<lorff, al logor,, 11ento clt•JJ'c;;ercito austriaco e ne ha prodotto 11 cJissolviment.o
Era quasi ancor più preoccupante il fatto che il Comando Supre mo austro -ungarico non riusciva a mantenere la necessaria serenità d'apprezzamento imparziale a riguardo degli avvenimenti sulle due fronti. In tutto l'Impero divampava l'indignazione che da lungo tempo covava contro l'antica alleata che aveva mancato ai suoi imp egni. E ciò era in parte vantaggioso, poichè il giustificato sdegno valeva ad accrescere notevolmente la forza di resistenza delle trupp e austro-ungarich e impiegate sulla fronte italiana: ma aveva il suo lato danno so, perchè induceva il Comando Supremo austro-ungarico a dare in certo qual modo la precedenza ai bisogni di tale front e rispe tto a quelli d elle altre. A ciò può a ver contribuito , se pure inconsciament e, l a convinzione che la Germania sarebbe s tata maggiormente costretta a por riparo con forz e proprie ad eventuali rovesc i sulle altre fro nti che non s ulla fronte italiana.
Le speranze riposte sulla forza d ella difensiva nel t e rren o m ontuoso della fronti era austro -italiana s i avverarono pi enam ente. Pr ecorrendo gli avvenimenti, possiamo già accennare qui che l'attaccante fin dopo l'inve rno r9r5 -r9r6 non fu in grado di ottenere successi apprezzabili, nonostant e la sua grande preponde ranza s ia di uomini, sia di materiali.
Dopo quanto si è detto non ha bisog no di esser maggiormente dimostrato il fatto che i co mbattim e nti su quella frontiera ebbero forte contraccolpo sug li altri teatri di guerra in cui operavano truppe austro-ungariche.
lh1al«i Dal m ome n to c h e il F alkcnhayn ritiene c h e non s ia offendere g li Italian i di re c he ess i hanno ottenuto esig ui ri su l ta ti su lle Alpi e s ul Car so, si è i n diri t lo di ri co rd:trgli, colle sue p aro le, eh<' a n che le sue truppe non ha nno fa tto tzr a n di cose n ei Vosg i ». Del r esto ba5la tener pre:-1cnle ad e~cmplo quanto il Fal k enhayn stesso dice più inn anzi ( p :ig 183) circa l 'impiego delle m ig li ori truppe aust riac h e sul nost ro fro nte che l1a reso possibile il g ran de successo di I3ru:'silow ne l g iugno 1916 e c irca l'importanza che la nostra splendida v i ttoria cl i Gorizi a ebb e anch e per rlecidere l'i nterv ento d ella Rumenia (pag. 205).
In una guer ra di coal izione l'i mportanza dell'azione militare di un eser c i to è esattamente misu rata d al nu mero di fo rze nemiche c h e esso vin cola al proprio fronte. Ora l ' Itali a eb be davanti a sè una ventina di d iv isioni austriac h e ed una ted esca ne l 1915, una trentina nel 1916 (d u ran t e l' offensiva del Trentino però una quarantina).
N e l 1917 le divisioni auslriache saliro no a 38 e durante l'oliens iva a us tro- ger man ica a 53 -5.5 divis ioni delle quali 7 tedesche. Nel r 9r8 l'Itali a aveva di fronte a sè una sessantina di divis ioni am triache, cioè v in co lava quasi tutta la potenza mi litare del1' Austria. L ' It a lia in comp lesso ha, n e l fr o n te conlro \"Au st ria , snsti tuico la Russia, che g ià scossa a li ' ini zio de lle nostre o p erazion i (g iu g n o 19 15) an dò g rad atame n te <iìminuendo di imp o rtan za militare s in o a ritirnrsi da lla gue r ra. \"cdasi in proposito ITALICU S, o p. citata, pag. 6 1-63
D~clslonc dì con t ìnuarc le opuiuionl in Galìzfa oltr~ il settore del San,
Occorre invece lasciare in sospeso il giudizio sul grado di ripercussione che già essi avevano avuto sullo sviluppo temporaneamente non favorevole a noi della situazione sulla fronte galiziana e sn quella della Polonia meridionale alla fine di maggio 1915.
Davanti al gruppo d'Armata Woyrsch e alla ra Armata austroungarica, nell'arco della Vistola a sud della Pilitza. i Russi non avevano continuato la loro ritirata oltre il fiume ed avevano invece fatto nuovamente fronte sulla riva sinistra. Le forze alleate erano troppo deboli per respingerli da quelle posizioni.
Sulla destra dell'alta Vistola, in Galizia, l'arrivo di numerose forze russe aveva modificato le condizioni preesistenti. Tali rinforzi constavano nella massima parte di unità <lel gruppo di Odessa, che era stato concentrato inizialmente per agire coutro la Turchia: ed in piccola parte di riparti tratti dalle fronti a nord del Karew e davanti a Varsavia. !:.a 4a Armata austro-ungarica aveva raggiunto il basso San soltanto colla sua ala destra, coll'appoggio dell'na: ma riusciva a stento a mantenersi di fronte ai contrattacchi russi. Si palesavano in alcuni dei suoi reparti indizi di dissoluzione che non potevano essere trascurati.
L'na Armata dovette in parte dare appoggio anche alla sua vicina meridionale e cioè alla 3a Armata austro-ungarica fronteggiante Przemysl. In conseguenza non pareva che l'na fosse in grado di proseguire colle proprie forze : peraltro, gli attacchi russi contro di essa s'infrangevano dappertutto, con gravissime perdite per l'attaccante.
Ad onta dell'aiuto fornitole, la 3a Armata austro-ungarica non faceva progressi soddisfacenti: e così pure la 2a •.\rmata austro-ungarica ad essa contigua, il grnppo d'Armata austro -ungarico Szurmay e l'Armata del Sud.
La 7a Armata austro-ungarica in Bucovina era impegnata in grave lotta, nella quale i vantaggi erano per lo più dalla parte dei Russi. Pertanto le operazioni minacciavano di arenarsi sull'intera fronte d'attacco. Ciò avrebbe avuto per consegue nza o di dover lasciare sul posto tutte le ' forze germaniche che già vi si trovavano, o di correre il rischio di gravi rovesci. :Nel primo caso, la condotta di guerra tedesca ne avrebbe risentito gravissimo danno: nel secondo, v'era con molta probabilità d~ aspettarsi dopo non molto tempo lo sfacelo dell'Austria~Ungheria.
Il Comando Supremo ted esco ritenne che il solo modo di stornare
efficacemente tali pericoli fosse l'invio in Galizia di nuove forze germaniche fresche ed in quantità suffici ente. Esso dispose a tal uopo nel modo più esteso possibile, dopo aver accuratamente ponderato se l'in.viarle in altri punti del teatro di guerra orientale non fosse più vantaggioso. Ma dovette convincersi che in nessun punto si poteva sperare un successo più rapido e maggiore di quello che ci si poteva attendere insistendo energicamente nell'offensiva sull'attuale fronte d'atta cco. Non più rapido, percbè l a preparazione in qualunque altro punto avrebbe cagionato molta perdita di tempo: non maggiore, perchè la possibilità strategica di avvolgimento del gruppo russo in Galizia, fornita dall'avanzata della fronte finora tenuta dagli alleati nei Ca rp a7,i, presentava probabilità di successi maggiori che in qualunque altro punto. In particolare tali probabilità di successo mancavano sull'ala settentrionale germanica: il Comando in capo nell'est, interpellato in proposito, rispose che nel suo raggio d'azione sarebbero stati possibili soltanto maggiori successi tattici, anche qualora gli si fossero invi ati altri due corpi d'armata dall'ovest. Ma non si poteva trarre dalla fronte occidentale una simile aliquota di forze : ed inoltre la condotta di guerra tedesca, anzichè tendere a successi tattici che costituissero soltanto scopo a se stessi, doveva ricercare successi che l'avvicinassero all'obiettivo finale e cioè ad una pace vantaggiosa. Sopratutto poi aveva importanza decisiva la considerazione che l'esito favorevole in Galizia sembrava molto più rapidamente raggiungibile che altrove.
L'avversario frattanto aveva raccolto colà gradatamente poderose masse; ma esse, non essendo state poste in linea tutte assieme, bensì a poco a poco, si erano tanto logorate che la preponderanza non risultava colà molto più forte di quella sugli altri tratti di fronte più sopra accennati . Il valore delle truppe russe in Galizia era certamente disceso ad un liv ell o inferiore a quello delle a ltr e; inoltre la loro libertà di movimento era notevolmente limitata dalla situazione strategica in cui le masse si trovavano e dal grave diso rdin e prodottosi sulle retrovie.
Infine, i Russi non avevano colà posizioni validamente r afforzate, ad eccezione delle opere nel raggio della piazza di Przemysl.
Si doveva altresi considerare che i l proseguimento dell'offensiva in Galizia forniva la p ossibilità d'impadron irsi in breve tempo di Lemberg, con conseguente impressione deprimente sui Russi e sull'intera loro situazione in tutto l'est.
Per tutte queste considerazioni, venne deciso di proseguire l'offensiva in Galizia: e a tale scopo furono tratti dalle altre fronti tedesche tutti i r eparti non assolutamente necessari, fino a singoli battaglioni. L 'Austria-Ungheria, disgraziatamente, non potè contribuirvi.
D alla fronte occidentale' furono prelevate due divisioni e mezza: e con ciò le riserve d'esercito si ridussero colà ad un minimo appena tollerabile. Si ritenne di potersi esporre al rischio conseguente, in considerazione del meraviglioso contegno tenuto dalle truppe di quella fronte nell'infrangere gli attacchi ivi recentemente avvenuti a scopo di alleviare i Russi. La fronte germanica orientale dovette fornire due divisioni, di cui una della ga Armata fronteggiante Varsavia ed una di nuova formazione. La sottrazione di esse non presentò particolari difficoltà; i Russi, in quel settore, avevano bensì tuttora la superiorità numerica sebbene ne ave:;sero tratto forze a pro' della Galizia, ma avevano dovuto cedere ta le quantità di materiale e munizioni al tratto di fronte sfondato che non era il caso di preoccuparsi per un'eventuale Loro offensiva verso nord.
Infine fu predisposto l'invio di due delle divisioni germaniche che erano in Sirmia e non vi risulta vano più necessarie. Le minacce <la parte della Serbia e della Rumenia, nonchè quella di un eventuale movimento della popolazione slava del sud, potevano considerarsi svanite dopo i colpi dati alla Russia, e,fìnc h è l'I calia non facesse progress i sens ibili, il che non era probabile per qualche tempo. L'ultima divisio ne germanica venne lasciata su lla Sava e sul Danubio per avere in quella regione una forza combattente sulla quale far pieno assegnamento per ogni eventua lit à: d'a l tronde la sua presenza colà era anche nece~saria per cooperare alle ricognizioni ed ai preparativi, già in corso da qualche tempo, per un pas~aggio del fiume.
li successo cui si tendeva coll'intervento di forze fr esche vennC' oltenuto, sebbene l'effetto avYolgente non si verificasse a causa del conteg n o di un a parte dell'ala dei Car pa zi. I Russi aveva no già in precedenza sgombrato Przemysl, non appena alcuni forti erano stati presi d'assalto da truppe germaniche: e poi, coll' arrivo dei nostri rinforzi, vennero rapidamente respinti di posizione in posizione, con gravissime perdile.
La parte meridionale della fronte russa nella Galizi a orientale fu completamente separata dalla parte settentrionale, ed in Volinia rimase per qualche tempo un vasto s pazi o vuoto. Lo sfo ndamento era compiuto. Il 22 giugno cadeva Lemberg.
VI.
Operazioni contro la Russia nell' estate e nell' autunno del 1915. Sospensione della guerra sottomarina illimitata.
Gl i avvenimenti culminati colla r ioccupazione di Lemberg il 22 giugno r9r5 erano di grande importanza per le Potenze centrali. Lo r o immediate conseguenze, e di notevole portata, erano l'aver stornato la minaccia incombente sul territorio ungherese, l'aver procurato a ll 'Austria la possibilità di portare sufficienti forze sulla fronte italiana, l'aver liberato la Turchia dal pericolo di un attacco sul Bosforo da parte del gruppo di Odessa, l'aver calmato le eventuali velleità bellicose della Rumenia, l'aver riannodato relazioni colla B ulgari a. Ma tutto ciò che si era conseguito non bastava.
L'avversario, valendosi della sna ricchezza quasi inesauribile di uomini, aveva potuto reintegrare quasi interamente le sue perdite, sebbene ammontanti certamente a più di mezzo milione.di combattenti. Il valore delle truppe peraltro era evidentemente divenuto an cor minore ; uomini istruiti solo in parte ed eziandio privi del tutto d'istruzione, ufficiali ai quali mancavano i requisiti essenziali per l'adempimento dei loro còmpiti non potevano realmente compensare quanto si era pe_rduto. E sebbene le dotaz ioni di materiale da guerra dei Russi avessero potuto m igliorare, esse erano pal esemente ben lungi dall'essere soddisfacenti.
Gli ulteriori avvenimenti han n o confermato la giustezza della nost r a su pposi zione, e cioè che le truppe germaniche per un tempo non breve nulla avrebbero avuto a temere da quell'avversario.
Purtroppo non si poteva affermare altrettanto per quelle truppe austro-ungariche, ~he non fossero d'origine tedesca od ungherese. Il loro valore intrinseco era diminuito come quello dei Russi, sebbene per ragioni molto diverse. Poichè esse in nessun luogo si trovavano su posizi oni fortificate, era molto dubbio per buona parte di quei reparti se essi sarebbero stati in grado di resistere, senza aiuti germanici, ad un attacco nemico. Ciò era tanto più preoccupante, in quanto che
i Russi, pienamente consci delle nostre debolezze, erano rimasti a stretto contatto col no s tro alleato suJl' intera fronte del confine rumeno fino alla Pilitza ed avevano fatto affluire su dt essa notevoli rinforzi di reparti ancora so lidi, tratti in parte dal gruppo d'Odessa s uaccennat o, in parte dai set tori di Varsavia e del ~arew. La massa principale russa si trovava fra la Vistola e il Bug di fronte alla 4a Armata austro -ungarica (della quale già si è accennata la costituzione nel capitolo precedente) ed alle aliquote dell'Ila rivoltesi verso nord.
Da tale situazione ri su ltava evidente non potersi ancor pensare ad interrompere le operazioni sulla fronte orientale.
D'altro canto v'erano importanti motivi per non proseguirle in un modo che favorisse la loro estens ione illimitata, anche astraendo dal fatto che un simile procedimento sarebbe stato in decisa antitesi cogli intendimenti del Comando Supremo tedesco circa la condotta della guerra in generale.
Grazie alla tenacia dei Turchi, gli avversari non avevano finora fatto progressi notevoli nei Dardanelli : e s u ciò aveva avuto benefica influenza la comparsa di sommergibili tedeschi nel Mediterraneo. Gli Inglesi si erano però costituita una posizione di base sulla penisola d i Gallipoli, donde sarebbe loro riuscito relativamente facile il progredire. Ed era certo che essi progettavano movimenti d'avanzata: nel Mediterraneo erano annunziati nolevoli rinforzi in arrivo. La situazione turca in fatto di materiale, ad onta di tutti i tentativi per migliorarla, peggiorava visibilmente; ed era non solo una necessità per la condotta di guerra, ma anche un debito d'onore l'ap ri r la via verso l'Oriente al più presto poss ibile, per riuscir finalmente a portar so ccorso a quei nostri valorosi alleati.
II riannodamento delle comunicazioni colla Bulgaria offriva la possibilità di farlo. Quanto incerto era un risultato rapido e completo contro la Serbia mediante una pnra azione frontale da parte delle Potenze centrali, altrettanto sicuro esso diveniva se accompagnato da una cooperazione contemporanea bulgara sul fianco. Per il momento non s i poteva prevedere con qualche approssimazione se e quando si sarebbero potute effettuare operazioni in comune. Dato poi il contegno alquanto indeciso dei diri genti a Sofia, si doveva evitare di vincolare inutilmente in altri punti forze necessarie all'opera. comune, alie,.
nandosi così la possibilità di profittare subito di un mutamento di opini one in senso favorevole a noi. Ad ogni m odo si rite neva di doversi tener pronti al più tardi per la fine di settembre. Era da pr esu mers i che i Bulgari, in prevalenza agricoltori, non si sa r e bbero lasc iat i in durre ad operazioni di gue rra prima del t e rmine del raccolto , che cadeva in quel mese. D'altra part e era d'u opo non protrarre oltre quell' epoca il principio delle operazioni, per evitare che la catti va stagione iniziant es i normalmente in Serbia n el mese di nov emb repien e del Danubio e piogge c h e rend e van o inutilizzabili le p oche strade esistenti , a fond o naturale - minacciasse se ri amente di r ende rl e impo ssibili.
In que s t'occas ione fu esa minata l'eventual e opportunità di aprirsi la via verso l'Ori ente attraverso la Rum enia anzichè attraverso la Serb i a: ma si dovette desistere da tale co ncett o. E ss o presentava evidenti vantaggi . quale la lib eraz ione dell'Austria-Ungheria dalle preoccupazioni a riguardo della R umen ia, ed il possesso di una ricca regione granaria : ma gli in co nvenie nti erano ancor maggiori. I dirigenti la politi ca t edesca n on nutrivano ancora alcuna speranza di indurre in qualsivoglia modo la Rum eni a ad allearsi all e Potenze centrali, e quindi sarebbe stato d'uopo aprirsi colà la via ver:::o la Turchi a co mbatte ndo, come in Serbia. E tale circostanza era già sufficiente a far ritenere l'impresa n on opportu na ; non era il caso c he la Germani a si procurasse se nza nec ess ità un nuovo avversario in armi, t anto più che dop o le operazioni di Gorlice-Tarnow il co nteg no della Rumenia verso l e P otenze cen trali a ve v a notevolmente cambiato a l oro favore.
Nella decis ione da prendere s i doveva anche tener conto della situaz ione su ll a fronte occidentale. Dopo il decrescere delle offens ive de l la prima quindic ina di giugno, t e ndent i ad allev iare i Ru ss i, non v'erano s tati grandi combattimenti s u quella fronte: ma la mancanza di riserve da parte tedesca aveva prod otto una tensione cosl forte che s i litenne da principio nec efsa rio ri c hia mare 4 divis ioni dalla -Galizia. ).l'on sarebbe stat o opportuno toglie r e truppe da altri tratti della fronte orientale, s ia p erchè i s ingol i settor i non potevano ce d ere forze, !- ia perch è le trupp e che ave vano finora combattuto so ltant o su lla fronte orienta le n on e rano in gra do di so pp ortare l' impr ess ione molto più p enosa d ella lotta su lla fronte occidentale se non dopo un lungo periodo di adattamento all'ambiente. Eppur e parev,L neces -
sario portar sollievo a tale fronte. Inoltre, era già prevedibile che nella prima metà di settembre al più tardi si sarebb ero dovute togliere altre forze, e in grande quantità, dall'est per inviarle all'ovest; s i avevano notizie precise su vasti preparativi d'attacco da parte dei Francesi per una nuova offensiva che questa volta avr ebbe avuto per scopo l a decisione: ed essa era da attendersi nello Champagne.
Sebbene in base alle informazioni ed ai rilievi fotografici si dovesse ritenere che tali preparativi fossero appena cominciati, era da presumersi con certezza che l'offensiva non avrebbe tardato olt re il settembre: giacchè so lo in tal caso l'avversario poteva sperare di darle efficace sviluppo prima dell'inizio della stagione meno propizia. Tutte queste considerazioni indussero il Comando Supremo tedesco a proseguire l e operazioni sulla fronte orientale con obiettivo limitato.
A ciò era necessario un deciso cambiamento di direzione. Finora, la pre~sione principale era stata esercitata da ovest verso e~t ; continuandola nello stesso modo sarebbe stato possibile togliere altro terreno al nemico, ma non si sarebbe potuto infliggergli veri danni, in re lazione allo scarso tempo disponibile ed alla vastità delle pianure della Volinia e della Podolia. Esso aveva ritirato in queste zone, e cioè su lla fronte da Chotin sul Dniester per Halitsch fino a Sokal ~ul B11g, forze relativamente deboli (non molto preponderanti in confronto alle forze aUeate che l e fronteggiavano) ed alle quali inoltre rimanevano possibilità illimitate di sottrarsi alla nostra pressione. Il suo gruppo principale invece si trovava nello spazio fra il Bug e la Vistola, dietro le bassure della Solokija e d ella Tanew, donde avrebbe potuto agire efficacemente su l fianco di ogni avanzata verso est. Pertanto tale avanzata avrebbe presentato tutti gli svantaggi di una operazione eccentrica Venne quindi deciso di esercitare d'ora innanzi la pressione p1 incipale in direzione nord, nella regione fra il Bug e la Vistola. Uno sguard o a ll a carta annessa fa comprendere quali speranze si fondassero su tali concetti.
La 4a Armata austro-ungarica e l'na ricevettero l a direttiva di tenersi pronte colla fronte a nord per la metà di luglio. L'na. frattanto sarebbe stata rinforzata dalle divisioni germaniche tuttora dislocate nella Sirmia, da 3 d ivisioni del Corpo tedesco dei Beschi<li le quali avevano combattuto sull'a la sin istra della za Armata austroungarica, da una divisione di ca valle ria tratta dal Belgio.
In oltre dopo poc hi giorni le furono rest ituite du e delle 4 divi c; ion i c he erano state avviate verso l a Francia, perchè un a diminuzione di tension e verificatasi n el fratt<'mpo su quell a fr ont e l o consenti. Poi chè l'IIa Annata sarebbe divenuta, per effetto dei pr ed etti rinforzi , troppo pesant e per un nn ico C0m ando, venne cost ituit a cog li elementi della sua ala destra una nuova A rmata, d etta del Bug, agli ordini del generale di fanteria v. Linsingen. Qu est'ultimo fu sos tituito nel comando dell' Ann ata del Sud dal generale di cavalleria conte v. Bo thmer (capo di Stato Maggiore ten. col. H <>mmer).
Per proteggere il fianco d e!ò tro di questo pod eroso grnppo di urto contr0 forti ammassament i rus s i nella regione di \\'l adimir Wolyn sk, venne d ec iso di spostare dalla regione al nord dell'alta Vistola le 3 divisioni della ra Armat a austro-u ngar ica, dis locando le su ll'ala destra dell'Armata d el Bug nella zona di So ka l , donde dovevano avanzare su \\1adimir \\ 'olynsk. Non ci attendevamo certo che esse potesrnro far notevoli progressi in que lla direz ion e: all'Armata non potevano esse re assegnate per il momento che 2 divis ion i germanich e dell'ala destra d ell 'A rmata del Bug, e quindi le mancaYa la forza d 'urto necessaria ad un successo di vasta portata che d'altronde non en trava nei suoi còmpiti. Inoltre, in relazione a tutto ciò che !'i sapeva della natura del terreno oltr e il Bug, era da tem ers i che le operazion i ulteriori vi avrebbero incontrato os t acoli in su p erabili . Questa circostanza a v eva anch' essa influito sulla scelta della direzione in cu i esercitare la press ione principale d e lla nostra offens iva. Dalle carte e de sc rizi oni es iste nti a riguardo della regione paludosa del Pripet e d ei suo i affluenti m erid ionali si doveva desumere che essa non s i prest asse a grandi movim en t i di truppe. Ed in realtà i t imori vennero confermati per quanto riguardò le ope razi oni della 1a Armata austro-ungarica. Più tardi peraltro venimmo a conoscere che le carte e l e d esc rizi on i, come pure l e ultime infor mazion i raccolte erano in part e antiquat e cd in p a rt e avevano esagerato le difficoltà: i grandiosi lavori compi uti negli ultimi ann i prima della guerra p er m igliorare il regime acqueo nella zona paludosa avevano di tant o abba ssat o il p elo d elle acque che la percocribilità della regione, in periodi estiv i asciutti co me quello del 1915, era ostaco lata sollanto dai corsi d'acqua. Sareb be stato quindi possibile ope rarvi ,anche con forti corpi d i truppe, 5e si fosse riu5citi a superare le difficoltà
per i rifornimenti: i quali naturalmente rimanevano ovunque arrestati, data la completa mancanza di ferrovie e di st rad e a fondo solido.
Mentre il gruppo d'urto si preparava cosi all'avanzata, era importante l'impedire che da altri settori del teatro di guerra venissero inviati ulteriori rinforzi avversari in quello in cui esso doveva agire.
Nel sud ciò era relativamente facile: si poteva ritenere che l'esecuzione dell'ordine da impartirsi alla za. Armata austro-ungarica ed all'Armata del Sud avrebbe bastato per avanzare nello spazio fino al Dniester contro la Zlota Lipa. La situazione di forze su questa front e era così favorevole agli alleati che i Russi, sotto la loro pressione, non potevano osare di sottrarne forze apprezzabil i. La 7a A1 mata austro-ungarica pel momento non doveva partecipare all'avanzata dell e Armat e contigue, perchè doveva riordinare i suoi elementi. Le ,Ju data la direttiva di tenersi pronta su l Dniester ad agire sul fianco del nemico.
Più difficile era trovare la so lu zione nell'arco della Vistola a sud della Pilitza: collo spostamento progettato per la ra Armata austro-ungarica veniva colà a produrs i un notevole indebolimento, dal quale un avversario intraprendente avrebbe potuto tentare di trnr profitto. Ma non si riteneva che i Russi avessero l'energia di decisione necessaria p er indursi ad un contrattacco 2.l di qua della Vistola, sotto la pressione della grande offensiva che sta va per attuarsi a destra del fiume: e, ben ponderate le condizioni di tempo e di spazio, non era il caso di attribu ire grande importanza a tale eventuale azione che poteva b ensì d iven ttl.re incomoda, ma non pericolosa. Ad ogni modo, semb rava opportuno tener celato quanto possibile lo spostamento della ra Armata austro-ungarica: e quindi essa ricevette incarico di irrompere con un rapido urto, poco prima di spostarsi, nella posizione russa a sud de lla Kamienna, in direzione di Tarnow. Succ~ssiv~mente, il gruppo d'Armata Woyrsch doveva assumere l 'occupazione del settore che sarebbe rimasto vuoto e tentare, mediante concentramento d e l grosso delle proprie forze contro un tratto della fronte russa e lasciando semp lici avamposti sul rimanente, di recar danno al nemico ed impedirgli di sottrarsi imptmemente.
Ancor maggiore difficoltà presentava la soluzione del problema di vinco]are l'avversario nella parte, prettamente germanica della fronte orientale dipendente del Comandante in capo dell'est, dalla Pilitza fino alla costa del Baltico.
Durante il mes e di giugno non si era rimasti inattivi neppure su qnesta fronte . Soltanto rsa. Armata (comandante generale di fanteria Otto v. Bel ow, capo di Stato maggiore, magg. gcn. \'. Bockmann) alla quale era affidato il settore della Schkwa sino al fiume Lyck, non aveva potuto agire a: causa del terreno sfavore'Vo le antistante.
I nvece la 9a. Annata (comandante gen. feldmaresciallo principe Leopoldo di Baviera, capo di Stato Maggiore magg. gen. Griinert) fra la Pilitza e la Vistola a valle di Nowo Georgijewsk, e il grnppo d'Armata Gallwitz nella zona a destra dc1la Vistola fino alla Schkwc:J, avevano cercato di vincolare l'avversario nelle sue posizinni, agendo attivamente. Si erano attuate operazioni di maggiore importanza soltanto presso l a roa Armata, che era dislocata a sinistra dell' Su. fino al Niemen a valle di Kowno, e presso l'Armata del Kiemen. Quest'ultima era staia recentemente costituita con unità di nuova formazione e rinforz ata progressivamente con altri clementi to l ti dalla zona dipendente dal Comandante in capo nell'est: era stata posta a disposizione di quest'ultimo per l'operazione da lui iniziata attraverso la Litu ania settentrionale contro la Curlandia, ed era comandat a dal generale d'artiglieria v. Scholtz (capo di Stato Maggiore col. conte v. Schwerin).
La roa. Armata nei suoi attacchi a sud- ovest di Kowno non aveva potut o avanzare a fondo, ess1:::ndosi trovata di fronte a rinforzi russi temp~stivamente giunti.
L'Annata del Niemcn non aveva ottenut o migliori risultati a nord di Kowno : le sue forze si erano perdute nel vasto spaz io in ctù doveva operare . Al principio di giugno si era ottenuto un successo a Rossien y sulla Dubissa, e si sperava di poter ottenere ancor di più: il Comandante in capo nell'esl annunciò che, coll' imp iego di due sole divisioni in più a nord del Kiemen, avrebbe potuto conseguire 1111 successo atto a cooperare efficacemente alla distruzic,ne dell'esercito russo. Ma la situazione cambiò subito dopo: l'Armata, di fronte alle 1iserve russe affluenti, non riuscì a procedere oltre. Ci si dovette contentare che l'arrivo di quelle due divisioni consentisse di mantenersi su ll a fronte a nord del Niemen e a Libau. Esse erano state tolte alla 9a Annata col consenso del Comando Supremo, non essendo possibile in quel momento prelevare forze da altri teatri di guerra.
Gli avvenimenti del giugno ora accennati su lla fronte germanica non ebbero sensibile influenza sulla situazione in Galizia; i Russi
I/ Comando Suprnno tedesco.
Costitui.1011c ~ruppo d', dd Na.rc\ del grur d',\rmat:i. ( Lwitz, n prima q_ui1 dua del tu 1915. (V. ci n. 5).
spostarono poderose forze dal nord sul teatro di guerra galiziano. Non si può dire se la potenzialità dei loro mezzi di trasporto avrebb e consentito di trasportarvi maggiori forze : ma in ogni caso una maggiore quantiHt non avrebbe potuto essere impiegata nel sud.
D'altronde l'avversario aveva in complesso, nel nord, prep onderanza di 1 / ~ circa sulle forze germaniche le quali ammontavano a 39 e 1 ~ divisioni di fanteria e 8 e ½ di ca\'alleria. Finora, le ,·ittorie conseguite sui Russi erano state ottenute in condizioni di forz.L ancor meno favorevoli : ma certamente i rapporti di forza non erano opportuni per un concorso dalla fronte settentrionale all'operazione progettata nel sud.
Su ciò in:;istette in particolar modo il Comandante in capo nell'est, quando verso la fine di giugno gli fu richiesto di fornire tale concorso concentrando forze su un tratto del teatro di guerra polacco (si pensava alla .regione del Narew a valle di Ossowjetz, o al settore della Pilitza) per un attacco molto concentrato. Egli rappresentò che, in qualunque settore l'attacco avvenisse, e cioè sia in quello della 9a Armata, sia in quello del gruppo d'Armata Gallwitz o della roa Armata, non avrebbe potuto mettere a disposizione più di due divisioni, oltre alle truppe già dislocate nel settore considerato. Con ciò non si sarebbe potuto far gran cosa e l'offensiva si sarebbe presto estinta dappertutto. Soltanto sull'ala nord, e cioè presso l'Armata del Niemen, vi era a suo avviso libertà d'operazione : soltanto là si poteva con~cgui re un successo tattico completò impiegandovi ulteriori forze; pos-;ibilmente con un attacco contemporaneo su Kowno. 1 Se pur lungi dalla decisione principale, qnesta. verrà agevolata maggiormente drill'impiego di forze a nord del Kiemen anzichè mediante immediato concorso. P erciò il rinforzo e l'offensiva dell' Am1ata del .Niemen, con attacco contemporaneo su Kowno, costituiscono il modo più efficace di far concorrere l'esercito dell'est nel quadro dell'operazione generale n.
Il Capo di Stato :Maggiore non ritenne convincenti tali considerazioni. L'esperienza fatta poche settimane prima presso l'Armata del ~iemen contraddiceva all'ipotesi che con un rinforzo di due sole divisioni si potesse esercitare nel vasto spazio a nord del Niemcn un'azione efficace favorevole all'operazione principale. Evidentemente il Comandante in capo nell'est pensava ad un aumen to di forze, da trarsi da altri teatd di guerra; ma ciò non era possibile in quel
momento. Dall'occidente non si poteva trarre neppure un uomo delle scarse riserve colà esistenti (r). Ogni indebolimento del gruppo d'attacco in P olonia e Galizia, date l e forze dell'avversario che lo fronteggiava e date le condizioni di una parte delle truppe austro-ungariche, avrebbe esposto a seri rovesci che era neces~;ario evitare in relazione agli umori della Rnmenia, della Bulgaria e anche dell'AustriaUngheria. Pur astraendo da ciò, lo spostar forze da quello scacchiere verso la Lituania avrebbe richiesto troppo tempo e non avrebbe potuto rimaner celato ai Russi, sì che quesli avrebbero certamente pres o in tempo utile i provvedimenti atti a parare il co lpo. Quindi, prevedibilmente, si sarebbe ottenuto soltanto di produrre una situazione incerta sulla fronte ga lizian a dove invece era necessaria. un'a sso luta sicurezza, e di conseguire forse in Lituania un s1:ccesso tattico puramente locale. Di più non si poteva sperare. I Russi avevano già da nn pezzo riconosciuto i pericoli dell'axvolgimcnto strategico, come si è già accennato altrove, ccl avevano imparato ad impiegare le contromisure necessarie; esse riuscivano loro faci li , data la prepond eranza numerica, l a produttività della rete ferroviaria, l'indifferé!nza colla quale potevano abbandonare (e rea lmente abbandonavano, non appena l oro pareva opportuno) tencno al nemico.
Il successo tattico locale non poteva essere scopo del Comando Supremo, tanto meno poi quando, come in questo caso, rischiava di disperdersi in direzione eccentrica e condurre ad una maggiore estensione dell e operazioni . Il Comando Supremo doveva tendere invece ad un successo che avesse prevedibile efficacia per l'operazione principale.
P erciò, qt1.an do il. Comandante in capo nell'est, in un abboccam.ento su ques to argomento il 2 luglio, dovette conv enire che l'attaccare su ll a fronte del N"arew oppu~·c a nord del };"iemen eia più che altro questione di sentimento, la sua. proposta Iu messa da parte. Egli ricevette come direttiva d'irrompere il 12 luglio col gruppo d' Armata Gallwitz (capo di Stato Maggiore col. 11arquard) sui due fianchi di P rassnysch contro le posizioni russe s ul basso Narew e farlo avanzare contro il Bug per agevo lare l'azione del gruppo d'esercit o )lackensen. Era naturale c he con ciò si dovesse tendere a tagliar fuori le masse avversarie che si trovavano sulla Vistola e davanti
a }\fackensen. Dal settore della 9a Armata dovevano esser tratte tutte le forze comunq,:e disponibili, giacchÌ' il Capo di Stato ~Iaggi on· ritene, a di poter lasciare senza perico lo in esso, come già era aYvenuto in quello al sud della Pilitza, un ::.emplice , clo cli truppe. Il Comandante in capo nell'est acconsenti~- render libere, in lai ptPvisione, 3 dh·i::.iolii della 9a . \rm ata .
Pt"r agevolare la loro di~ponibi l ità, il Comando SL!prC'mo mise a disposizione 3 rcggin1enti di lan<l:=turm impil'gabi li in campagna, mentre il gruppo d'.Armata \Voyr:,;ch riuscì a risolvere l'analogo incarico assegnatogli, senza che occorresse rinforzarlo.
L'ala destra clell'8a Armata dove, a concorrere all'azione fra Schkwa e Pissa in direzione di Lomsha, impi egandm i tutte le artiglierie pesanti che ancor si potessero raccogliere.
Xdla mccle-.ima occasione fu ri chiamata l'attenzione del Comandante in capo nell'est sulla necessità che, per il momento, tulle le forze comunque disponibili sulla sua fr'>nte partecipassero all'operazione del gruppo d'Annata Gallwilz. Finchè questa non fosrn llltimata, tutte le operazioni non aventi ::.copo immedi ato di sicurezza, anche nel nord, dovevano venir rimandate. D'altra parte sarebbe stato opportuno prendere misure prevcnth·e atte ad agevolare un rapido spostamento di truppe dal gruppo del Narew ver-.;o n01cl, per un urto da effettuar~i più tardi contro le comunicazioni rnsse. Sarebbe prevedibilmente stato poi utile che l'urto aV\'eoisse oltre il medio Kiemcn in direzione sud-est, in luogo di t'ffettnarlo nelle estese regioni a nord del fiume.
Kei giorni immediatamente succe,s~ivi si \'i<lP già quanto fosse necessaria per l'operazione sulla fronte galiziana l'immediata cooperazione sulla fronte del Xarew.
:\fentrc le Armate +a austro-unga;ica. ua e del Bug si prepara vano fra Bug e Vistola, la .ft, dopo a\'er gnadagnato alquanto terreno, dovette subire un contrattacco ru-;so a sud di Krassnik. Il successo del medesimo fu tale da render necessario che l'rra, sebbene a vcsse <lavanti a sè nem ico preponùerantc, desse appoggio alla +a; e solo con qualch...: stento la crisi Vl.!rificatasi potè esser superata.
Fu quindi ancor più utile la riuscila dell'attacco iniziato il 13 lugli o dal gruppo <l'Armata Gallwitz Il Comandante in capo nc,ll'est aveva potuto rinforzarlo con 4 di,•isioni della 9a Armata. Le posizioni russe sui due ftanchi di Prassnysch furono sfondate e l'a,,vcrsario
subi gra vissime perdite. Il 18 le punte tedesche s'avvicinavano già alla valle del Narew in tutto il settore fra Vistola e Pissa.
L' immediata influenza strategica di questo urto si manifestò nell'arc o della Vistola mediante una diminuzione di resistenza da parte dei Russ i. Davanti a lla 9a Armata essi arretrarono fino alle posizioni e~teme di Varsavia ; per il che il Comandante in capo nell'est decise d'inviare a l gruppo Gallwitz a ltt e due divisioni dell'Armata. Un tentativo di sfondamento fatto dal gruppo d'Armata \Voyrsch a Sienno ebbe altresì buon esito : il gruppo inseguì l'av, ersario in ritirata. lo costrinse a gettar~i il 21 luglio nella pia7,Za di Twangorod, ed investì quest'ultima sulla riva sinistra della Vistola.
N on fu a l trettanto efficace, inizialmente, la vittoria di Prassnysch, ottenuta du.r2ntc l'operazione principale.
Le forz e . che si trovavano ila \'islola e Bug si aprirono la vi:~. molto lenta mente ed a stento verso nord; d ifficoltà di terreno e di rifornim enti e tenace resistenza russa impedirono loro di progredire.
11 zr luglio l'Armata del Bug aveva raggiunta a ll 'incirca la linea Ustill1g-\Voislawize, l'na ad essa contigua era giunta a sud di Piaski.
L a 4a Armata austro -ungar ica era. ad una buona giornata di ma r cia più indietro.
Si era rinvnziato all'operazione della ra Arma.ta austro-ungarica contro \Vladimir \Volynsk , essendosi riconosciuto che essa non san.:bb e riuscita ad avanzare Le fu dato il còmpito di assicurare con cont egno difensivo il fianco destro del gruppo principale sul Bug. D'altronde, anche l'avversario spostò nuovamente s ulla riva sin istra de l Bug la maggior parte de lle forze che aveva. nella zona di Wladimir W olynsk, sostituendo con esse. come si seppe più tard i , le truppe che dopo lo sfondamento di Prassnysch avevan o ripiegato su Na rew. In oltre, anch'esso avev:i. una s tr ana. riluttanza a portarsi nella regione del Pripet con grandi masse.
Sugli altri settori del teatro di guerra orien t ale non si era:no verificati mutamenti essenzi ali n ella situaz io n e . N'ella Galiz ia or ientale, le Armate :za austro-ungarica e de l Sud aveva.no àvanzato fino alla Zlo ta Lip a., ma. non ave van potuto proceder di più : ed w1 urto tentato d a lla 7a Armata austro-ungarica oltre Dniester ne ll a zona ad est dello Strypa., per facili ta.re i loro prog1essi, non aveva ottenuto alcun ri sultato .
Migl iori condiz ioni si erano p1odotte sull'ala settentriona le, in
Lituania. La roa Armata aveva attaccato nuovamente a sud-ovest di Kowno, cù era in procinto di respingere i Russi ~dietro l'Jesia; dopo di che, per altro, la sua energia offensh ·a fu esaurita per il momento. A nord del ~iemen, l'ala sinistra dell'Armata clcl Niemen era giunta nella zona paludosa a sud di ìVlitau ; cd i Russi, clopo Yivi combattimenti, a,·c,·ano ripiegato. Sebbene in quella zona le condizioni del terreno non consentissero pel momento di sperare ulteriori progressi, pareva che una seconcla offensiva, iniziata dall'Armata ad est di Schaulen, nella zona di Schadow, avesse buone probabilità di sviluppo.
Ad onta delle favoreYoli prcYisioni cui davano moti\'o tali aYvcnimcnti, il Capo di Stato .Maggiore rimase fermo nel suo concetto che ancor ora si dO\•esse far di tutto per far progredire l'operazione principale ad e.<it della media Vistola, sì da dare immediato sollievo alla fronte di ~Iackenscn impegnata in gravosa lotta. Le possibilità al riguardo erano molto limitate e consbtevano in un'avanzata oltre Vistola fra Iwangorod e Var:;avia da parte del gruppo \Yoyrsch, e nel trasporto di altre 2 divisioni dall'ovest.
Il pas~aggio al di là della Vistola doveva da t modo alla 4a Armata, che appesantiva fortemente la fronie di J\Iackenscn, di avere spazio libero, giungendosi con ciò direttamente alle spalle delle forze russe che la tenevano in iscacco.
Il temporaneo allonlanamento di altre z diYisioni dalla fronte occidentale era ammissibile pcrchè recenti noli.iie da bnona fonte a \'evano fatto conoscere che l a grande ofCcnsiva colà atlcsa non si sarebbe pronunziata prima della c:econda quindicina di settembre: e ciò giustificava il sottrarre da quella fronte fino all'ultimo battaglione disponibile, a favore del punto clcci~i,·o. Quanto al lratlo su cui impiegare quelle divisioni, il Capo cli Stato :Maggiore non ave,a dubbi: data la situazione, egli era cl'a vvi:o che poteva esser preso in consider.c1.zione all'uopo soltanto il ::;cttore del ~arew. Yc>nnero tuttavia elevate obiezioni contro entrambi i pnn vedimenti di sollievo stTaccennati. Il Comando Supremo austro-ungarico, dal quale dipende, a tuttora per la forma il gruppo Woyrsch, quale facente parte della fronte di combattimento austro-ungarica, si oppose a che esso passasse la Vistola a valfr di Iwangorod. Il Comando Supremo austro-ungatiro riteneYa così clifficilt' la situazione della 4n. Armata austto-ungarica da considemr necessario di darle immediato aiuto con un pass.i.ggio a monte
di Iwangorod, non ostante le evidenti ragioni che militavano contro tale so l uzione : e cessò di opporsi soltanto quando il gruppo d'eserci t o ~fackensen promise formalmente che avrebbe provveduto a che nulla potesse avvenire di serio per la 4a Armata austro-ungarica finchè l'influenza del passaggio a valle di I wangorod non si fosse fatta sentire.
In antitesi agli intendimenti sopra accennati, il Comandanle in capo nell'est, a riguardo dell'impiego delle z divisioni provenienti d all'ovest, ' espresse il parere che non dovessero venir impiegate sul X arew, b ensì il più ad est possibile, e preferibilmente in Lituania coll'Arm ata del Niemen. Egli si era decirn appunto allora a sottrarre 2 altre di vi:>ioni alla 9a Armata a favore de l grnppo del Narew (r) ; e riteneva che quel gruppo, con tale aumento, riuscisse abbasta11za forte per aver la forza ct.'urto necessaria ad influir~ da lontano sulla situazione del gruppo d'esercito Macken se n. Dall'impiego delle divisioni d ell'ovest a nord del )l'iemen egli si riprometteva grandi vantaggi.
Tale sua opinione divenne ancor più salda quando il 23 luglio l'Armata del Niemen, molto abilmente condotta, diede un nuovo pode1oso colpo ai Russi presso Schadow costringendoli a ripiegare frettolosamente nella direzione Jakobstadt-Friedrichstadt, e quando il z+ luglio il gruppo del ~arew riusci a passare con numerose forze il fiume nella regione di Pultusk e Roshan. In seguito a tali av\·enimenti, il Comandante in capo nell'est propose eziandio che venissero assegnate alle Armate ua e del Niemen non soltanto le divisioni dell'ovest, ma benanchc truppe tolte da l gruppo d'esercito l\fackens en, dal gruppo d'Armata Woyrsch e dalla 9a Annata, dopo che quest'ultima avesse effettuato l 'attacco su Var sav ia.
Egli riteneva che la forza offensiva del grnppo Mackensen iosse esaurita, e che l'a ltezza delle acque della Vistola in quell'epoca non avrebbe conse n tito al gruppo Woyrsch di passarla fìncl1è il nemico avesse occupato la riva opposta; e quindi era naturale per lui il dedurn e che anche il gruppo Gallwitz sarebbe 1iuscito tutt'al più a respingere i Russi contro la linea Brest Litowsk-Bialystok. A s uo avvi so, colla conquista di K owno e coll'offensiva delle Armate roa e del Nicmen sarebbe stato possibile colpirli più a nord su lle loro comunicazioni, con maggiore vantaggio.
( 1) Veùi pa.g. 82 (Nota dell'aulvre ).
.Ma il Capo di Stato ~faggiore non ritenne opportuno ncppuh~ ora cedere a tali lusinghiere proposte: le ipotesi sulle quali t':,Sc si basavano ··i erano nel frattempo mostrate prive di fondamento.
Il 29 luglio il gruppo Woyrsch, dopo aver respinto di fronte alla confluenza della Radornka il nemico clalla riva destra della \'istola, ,·i prese saldo piede, ~ì da poter cominciare il gettamcnto d1 punti. Nello stesso giorno, il gruppo d'esercito Mackcnsen sfondò con brillante attacco le posiz10ni av~ersarie: ed in conseguenza il nemico cominciò ìl 30 l'arretramento dell'intera fronte fra Bug e Xarew. ~ell'inseguirlo, il gruppo .Mackensen oltrepassò nel giorno stesso le alture di Lublin. Da ciò si doveva dedurre con sicurezza che il ncm1rn eta venuto nella convi n zione di no'1 potersi mantcnen• nella sua pericolosa situazione fra il gruppo ~Iackenscn e il gruppo d'urto dl'I Xarew. E se cosi era, dovevasi altresì prevedere che esso si sarebb<· garantito contr9 eventua li sorprese sulla sua ala seltentriona le : il che gli sarebbe stato tanto più facile se da parte tedesca 5i fosse tentato di effettuarle spostando forze del gt uppo ),fackensen o del g1 uppo Woyrsch sull'ala settentrionale, giacchè i Russi avevano il ,·antaggio di comunicazioni più brevi e migli?ri. Xc sarebbe conseguito che tali forze, nonchè que lle di Macl<"cnsen e di Woyrsch, sarebbero state con tutta probabilità vincolate nell'est fino ad inYerno inoltrato: cd il C.omando Supremo non \'Ole,·a nè poteva ,;ottostare a tale 1ischio. Il temporale che si addensava nell'ovest e la necessità impre:.cindibile di intervenir-: in tempo nei Balcani vietavano assolutamente simile rischio. ~on rimane\'a che continuar l'operazione nel modo già progettato e cioC. scon'luassarc, in quanto ancor possibile, le mai'~e rus:,e accumulate ad est della Vistola: e a tale scopo era necessario che il gruppo del Narew venisse portalo con tutti i mezzi sulla destra del Bug-. Pertanto la proposta del Comandante in capo nell'est non venne accettata.
Nello stesso ordine di ide<', gli fu chiesto poco dopo se non sarebbe stato opportuno impiegare altre 2 divisioni della 93 Armata per accrc::ce r e la pressione esercitata dall'ala sini'-1 ra del ~ruppo d'urto sul Narcw. Pareva che qrn:ll' Annata potesse privarsene, non essendovi più pericolo di un tentativo cli sfondamento russo da \' arsa via verso ovest, e neppure dovendo:,i far dipendere la cadu la di quella piazza (le cui opere erano state fatte saltare già da parecc1 1i giorni dal nemico) dai prov\'edimenti clcll' Armata stessa, bensl sol-
tanto, e con certezza, dal progredire delle operazioni su ll a riva destra della Vistola.
Jl Comandante in capo nell'est giudicava però la situazione in modo diverso : non riteneva opportuno per il momento indebolire la 9a Armata, essendo essa a strettissimo contatto col nemico su tutta la sua fronte (erano le retroguardie della guarn ig ione di Varsavia) : inoltre. se quelle divisioni avessero potuto rendersi disponibili, avrebb_c preferito impiegarle colla roa Armata pres~o Kowno, per l'attacco cbe essa stava per iniziare in quella direzione. Ed il Comando :=:upremo r inunziò a quanto aveva proposto, non ritenendo conveniente nelle attuali circostanze intervenire nei provvedimenti del Comandante sul posto, sebbene la di lui opinione non g li paresse completamente fondata. D 'altronde, g li avvenimenti sulla Vbtola si svolgevano C(h.Ì rapidamente da render dubbio se vales~e ancor la pena di a~segrrn re quelle z divisioni al gruppo del ~arew : si poteva soltanto rimpiangere di non averlo fatto prima.
Il 4 agosto il nemico sgombrò Varsavia e Iwango1od: e contemporaneamente, opponendo frequenti re;::isteuze frontali temporanee, continuò la sua ritirata fra Bug e Narew e i suoi trasporti per Brest Litowsk. Il grnppo del N'arew non potè impedire tali movimenti . non avendo potuto esercitare una efficace pressione per deficienza dj forze su lla propria. ala sinistra, esso procedeva ormai semp r e più i 11 direzione da ovest ad est
Il r3 agosto, avanzando, quel gruppo venne a trovarsi colla 12a Armata, costituita dall'antico gruppo d'Armata Gallwitz, oltre la linea Ziechanowietz-Szokci. Le unità dell'8a Armala che combattevano co n esso avevano raggiunto la linea ddla Slina oltre Rutki : il r imanent e di quell'Armata si lrovava o l tre Bobr a cavallo della \Vissa e davanti ad Ossowjetz. A destra della Iza si trovav,1 il nuovo gruppo d'esercito indip endente Principe Leopoldo, formato mediante fusione del re~to della 9a e del gruppo d 'Armata Woyrsch, coll'al a settentiionale a Sjedlez, la meridionale a Lukow. A questo gruppo d'esercito, non appena riconosciutosi che aveya ài fronte oltre Vistola forz1.;: piuttosto deboli, sebbene ad esso pur sempre s up eriori in numero. si era data da 1 Comando Supremo la direttiva di a van zare colla massima energia : il che fu attuato egregiamente. Esso non riuscì ad incunearsi tra le due fronti avversarie che combat t evano conlrn il grup po del Xarew e contro :\fackenscn: ma c i ò (u dovuto a l la
rapidità d i ritirata dei Russi, non appena riconobbero il pericolo che li mlnacciava.
~e l giorno 13 :maccennato il grnppo )Iackensen si trovava sulla linea \V lodawa-Lukow: la 1a Armata austro-ungarica ne proteggeva il fhnco 11clla zona di Dnbjenko sul Bug. Davanti a tale gruppo, come a quello del Narew, si trovavano forze russe preponderant i che difendevano tenacemente ogoi palmo di terreno.
Nella Galiz ia orientale la s i tuazione in massima era immutata.
L'attacco inizialo dal gcn. v. Beseler il 24 luglio su Nowo Georgijewsk con 3 divh;ioni del g1uppo del ~arew, rinforzate da un'altra della 9a Armata dopo la caduta di Varsavia, procedeva vigorosamente; L per abbreviarlo il Comando Supremo gli as~egnò artiglierie dei massimi calibri.
Buone prcYisioni si potevano fare anche per l'attacco della roa Armata su Kowno. Essa aveva respinto il nemico a monte della piazza fino al ~iemen ed oltie la ferrovia Suwalki-Olita; le posizioni avanzate davanti a K?wno erano state conquistate e fra qualche giorno si sarebbe iniziato l'assalto alle opere permanenti.
A norJ. del N'icmen inYece le operazioni aVt)Vano subìto un atTesto. Dopo la vittoiia del 23 l uglio a Schadow. l'Armata del Nicmen aveva ancora occupalo :\[itau sgombrata dal nemico cd ave\ a a, anzatc, fin sulla linea sud <li P onjewjcsk-Poswol: ma colà fu fatta segno ad un contrattacco che a fatica potè esser respinto. Dopo breve inseguimento de ll 'avversario in ritirata, l'Armata si arrestò su ll a linea Onikschty-Popel di fronte a nemico preponderante.e dovè tenersi paga di poter mantenere il terreno conquistato e mandar a vuoto un tentativo di sfondamento sulla propria a la settentrionale. fino al <) agosto, si era ancor potuto sperare di riuscire ad impeclire ,1 ll c 1mmcrosc truppe russe accalcate nell'arco Narcw-VistolaWjapsch-\\1odawa di sfuggire ,·er-;o est, e distruggerle. Ed ancora in quel giorno i l Comando Supremo austro-ungarico chiedeva si rinforzasse l'ala d1.;stra di ::\Iacken...,cn sul Bug e ad est di esso, per as~icurare tale risultato. l\Ta poco dopo ri dovclte rinunziarvi : gli :,po--tamcnti di tmppe necessari avrebbero lasciato troppo tempo ai l{ussi per pro...,cguire la loro ritirata. Col 13 agosto si dovette abbandonare definitivamente ogni :"pcranza i n propos ito; l'avve r sario era c,·identemente riuscito a sottrarre in tempo utile la sua massa p rincipale dal p er ico loso arco, grazie a ll a libertà di mo,·imcnto che gli era
rimasta nella zona a nord-ovest e a nord di Brest-Litowsk. Per colpirl o ancora in modo sensibile si rnrebbe dovuto respingerlo da ambo i fianchi di Brest-Litowsk verso nord mediante una forte press ione del gruppo Mackensen e cercar cli prendeilo in fianco e sul terg o per Bjclsk colla rza Armata. Non si aveva più il tempo di spostare numerose truppe o di prender provvedimenti a scopo di maggiore portata dell'operazione. I due Comandi Supremi diedero il giorno stesso gli ordini corrispondenti a tale concetto .
Si veniva quindi ad ammettere in certo qual modo che le operazioni più recenti non avevano ottenuto completamente il loro scopo : ed in relazione a tale fatto si svo lse fra il Comandante in capo nell'est ed il Capo di Stato Maggiore uno scambio di apprezzamenti ch e qui si riporta perchè chiarisce nel modo miglio1 e la diversità di v edute . Il 13 agm,to, il Comandante in capo nell'est comtu1icava a l Comando Supremo quanto segue:
« L'operazione nell'est, ad onta dell'ottimo contegno del grupp o del Narew, non ha condotto alla distruzione dell'avven=.ario. Com'era <la attendersi, i Rus~i si sono sottratti alla tenaglia e si lasciano spingere frontalmente nella direzione da loro desiderata. Col sussidi o della loro buona rete Ierrovia1 ia, es si possono raggrupparsi a lo ro piacimento e portar numerose forze contro la mia ala sinistra che minaccia le loro comunicazioni. Ritengo quest'ala in pericolo. D'altra parte è ancora possibile soltanto un colpo decisivo dalla regione di Kowno, sebbene purtroppo si sia perduto già molto t c:> mpo. Insist o pertanto nuovamente perchè venga rinforzata d'urgenza la mia ala sill i$tra, p e r agire con essa secondo i cas i od offensivamente o qnant o meno mantenendo il terreno fmora conquistato. Faccio notare ancora una volta ch e ho ritenuto l' o ffensiva della mia ala sinistra contro le comunicazioni ed il tergo dell'a vver~ario come l'unica possibilità di di~truggerlo. E tale offe n s iva è con tutla p1 obabilità ancor oggi il solo mezzo di evitare una nuova campagna, se pur non sia già troppo tardi n.
Il Capo cli Stato Maggior e rispondeva :
,1 Dall' operazione in corso nell'est non si è mai sperato di otten ei la distruz ione dell'avver$ario, ma soltanto una vittoria decisiva corris pondente agli scopi del Comando Supremo. Alla distruzione totale n el caso presente non potevasi mirare, giacchè non si può sperar di distruggere un avversario molto preponde rante numericamente , ch e
ci opp one resistenza frontalmente e dispone di ott ime comunicazio11i. di tempo a sua posta e di spazio illimitato, mentre noi siamo costretti ad operare in una regione sprovvista di ferrovie, povera di sltad1 , ed entro ristretti limiti di t empo.
,1 Xcss11no può dubitare che il nemico non sia già stato battuto in modo decisivo per i llOshi scopi, quando si consideri che i Rtt:hi in tre mesi, tenendo conto dei soli prigionieri, hanno perduto circa 750,000 uomini , un mate1iale incalcolabile, la Galizia, il regno cli Polonia e il ducato di Curlandic1, nonch<~ la possibilità di minacciare seriamente l'Austria-Ungheria durante l'ini1io della gm.:rra coll'Italia ed anche per un lungo periodo di tempo, come pure quella di impiegare nei Balcani in un momento cri tico le loro A11nate cli Odessa. Yi è inoltre qualche probabilità di acc-resccre ancora i ris11ltati dell'operazione, essendosi riusciti a :.pingcrc non nwno di 5 Armate nemichl', decisamente battute, nello spazio fra Biah·stok e Brest-Litow~k .
,, Certamente l'operazione sarebbe stata a1 1cor più dc<:isiva, :,e fosse ~tato possibile effettuare contemporaneamente ad essa un urto oltre il Niemen. '.\fa il Comando Supremo non ave\·a forze disponibili a tale scopo; e V. E. ha ritenuto necessario impiegare l'Armata del >Iiemen in Curlandia. E con ciò non si intende esprimere un apprezzamento, ma constatare semplicemente un fatto •.
Il Comando Supremo non condiv ideva il timore del Coman<lante in capo nell'est circa la minaccia incombente su lla sua ala s ini str2 : giacchè i Russi erano ancor vincolati su tutta l a fronte e non avrebb e ro perciò potuto portarsi sulla bassa Duna con forzf' così numerose che le nostre truppe che colà !! i trovavano non ba stai ~c10 a rl ~pingerlc Per il momento era da escludere la possibilità di rinforzare la ro~ Armata o quella del );iemen con clementi tolti dall'ov1.,~t <J dai grnppi d'esercito )fack en<:en e Principe Leopoldo: ccl un rinforzo con clemeuti tratti dal g1uppo d'urto del N'arcw sarebbe stato po~'.'>ibile sdo dopo tem1inata l'operazion<~ in co1~0.
,1 .\d ogni modo, sarà -;empre nect·ssario comiderare la •,ituazione generale di guerra. prima di assegnar nuove forZl' alla 1oa A ·mata o all'Armata del ì\'icmcn i; ,
In questo :;cambio di corri-,pondenza è contenuto tutto ciò che si poteva dire allora circa gli avveniment i. Oggi peraltro occorre aggiungervi qualche cosa. Non può essct dubbio che in realtà ci saremmo avvicinati alla 1, distruzione " delle forze russe co mb <1ttcnti su lla Yi -
stola, o quant o meno le avremmo danneggiate molto più di quant o non sia avve nuto , se ci s i fosse d ec is i ad aggiungere al gruppo germanico d el >l' a r e w , al prin c ipio dell'opera7ione, tut te quelle unità cht' era in realtà possibile asseg n arg li.
Int endi amo con ciò accenna r e alle 4 divisioni della 9a Armata, che furon o o potevano essere agg iunte a t ale gruppo ancor durante l 'oper az ion e, e ad alt r e 2 divisioni almeno delle forze che furono ass eg nat e all'Armata del >l'iemen. Ci ò era possibile: l ' i ndebo limento d ell a fronte della 9a Armata clavanti a Varsavia non doveva preoccupare, come non preoccupò quello della fronte a sud de lla Pilitza. I n qu anto al rinforzo ali' Armata del Niemen, esso ebbe lu ogo per scopi offensivi che era n o al di là dei limiti necessari a ll' attuazione dell'operazi one principale ; e i R ussi ne lla Li tuai,ia settentrionale ci hanno realm en t e <e tirato dietro a loro }> . Fino a metà agosto ce rl amentr essi non hanno pensato a minacciare l'a la ~ettentrionale germanica.
Se il gruppo d'urto del :Karew avesse effe ttu ato il s u o attacco con 20 divisioni anzichè con 14, molto p robabilmente esso sarebbe stato in grado di impedire a buona parte delle forze avversarie di sottr arsi a ll a ::tretta.
Fu quindi un erro r e il non averlo rinforzato: e la causa di esso {come si rileva dalla particolareggiata descrizione d egli avvenimenti, espre8samente fattasi) deve un icame nt e ricercarsi ne l fatto che no11 si ri uscì ad ottenere un app r ezzamemo unico della situa zio ne da parte degli e nti dire t ti,·i e <l esecutivi. P 0ichè il .concetto direttivo della condott a di g-nerra ne ll 'est richiedeva an zitutto l' asso lut a riuni one di tut te le forze c h e comunque potc·vano essere rese di spon ibili per l' operazione principale, n on si doveva tollerare che dalla medesima fosse distratto anche un so l uomo, per nessun motivo. Certamente spetta , ·a anzitutto al Comando in capo nell'est di adatta r si alla s ituazione d'ins iem e : ma il Capo di Stato 1fagg iore è pur semp re parzialment e responsab ile che ciò non sia avvenuto . A lui in comb eva l'ass icu rare la coo p erazione inc escantc di lutti. gli organi, anc ht se - come in q_u e~to caso - ne risultavano pe r lui s traor d in ar ie difficoltà pers on ali.
Già pochi giorni dopo il 13 agos to divenne evidente che non s1 sarebbe riusc iti a r espinge re su grande sca la il nemico dalla region e d el Bug v e rso nord come si desiderava, La l enta avanzata delle Arm ate r z a ed Sa lasciava ai Russi ancor suffic iente libertà di operare
Offen.sivn 1111stro •ungartc~ in Voi inia nel I?I5,
nella regione a nord-ovest e a nord di Brest-Litowsk. Davanti al gruppo d'esercito Prin cipe Leopoldo ed alle Armate 4a. austro-ungarica e na, attorno e ad ovest <li Br.;st-Litowsk, essi tenevan formo tenacemente, sebbene con gravi perdite. L'intendimento di tagliarli fuori, mediante tm urt o ad est di Brest-Litowsk, dalle grandi strad1.; e dalle ferrovie che da detta località adducono ad est non si realizzò. L'Armata del Bug non potè conquistare i passaggi nella region e paludosa a monte di Brest-Litowsk, nella regione di \'1odawa, tenacemente difesi dai Rus si . La ra Armata austro-ungarica, che dal fronte Grubeschow-Dubjenko era diretta, di nuovo, su Wladimir Wolynsk, fece invero qualche progresso: ma era presumibile che non potesse più divenir pericolosa pei Russi qualora essi continuassero la loro ritirata cosi celeremente come finora.
D'altra parte le trattative coi Bulgn.ri si avvicinavano alla conclusione : e ciò richiedeva l'inizio di trasporti alla frontiera serba ancor prima della fine di agosto. Si dovette quindi rinnnziare a continuare grandi operazioni d'insieme sulla fronte orientale.
Date queste condizioni, il Capo di Stato 1Iaggiore approvò proposte per operazioni partico lari fatte dal Comando Supremo austroungarico e dal Comandante in capo nell'est, sempr e però nell'intesa r he esse non intralcia.:;sero l'attuazione degli intendimenti del Comando Supremo tedesco a riguardo della fr onte occidentale e dei Balca11i.
Il Comando Supremo auslro -m1garico, a buon diritto, non sape,·a rassegnarsi al fatto che le linee nisse ad est e nord-est di Lemberg si trovassero tuttora a due sole giornate di marcia da quella loca lità importante sia politicamente, sia come nodo ferroviario. P er respingere l'avversario più oltre, possibilmente fino al di là della frontiera galiziana, e dargli contemporaneamente un poderoso colpo, detto Comando progettò una poderosa avanzata per Kow el nella lacuna esistente fra le fronti occidentale e sud-occidentale russa in Volinia. Successivamente, l'ala settent rionale della fronte occidentale nella zona di Ludzk avrebbe dovuto essere premuta ed avviluppata. S'intendeva impiegare per tale operazione le Armate austro-ungariche 1a e 4a; ment re, contemporaneamente, le ali in terne della 2a Armata austro-ungarica e dell'Armata del Sud avrebbero attaccato a sud della ferrovia Krasne-Brody.
Contro l' operazione stava la considerazione che essa avrebbe dovuto effettuarsi in terreno difficilmente percorribile, senza concorso di trupp e germaniche: a suo favore era il fatto importante che anche un successo parziale avrebbe elevato notevolmente la fiducia in sè ed il valore intrinseco dellè forze alleale, mentre avrebbe prodotto forte impressione sull'avversar io. Il Comando Supremo tedesco dava tanto peso a tale vantaggio, che ritenne di passar sopra alle rift essioni in contrario. Esso si dichiarò quindi favorevole alla separazione dal gruppo d'esercito Mackenscn dell e Armate ra e 43 austro-ungariche, come pure di un corpo d'armata austro-ungarico che era tatticamente assegnato all'na Am1ata ; la ra Armata sarebbe stata messa subito a disposizione del Comando Supremo austro-ungarico, la 411 e il corpo d'armata predetto non appena fosse caduto Brest-Litov.:sk , il che avvenne il 25 agosto. Il 27, le truppe austro-ungariche sopraccennat e iniziarono il movimento verso sud -est. Nello stesso giorno fu t olta dal gruppo d'esercito Mackensen la prima divisione germanica per esser di.retta ad Orsova sul Danubio. Ad essa spettava colà tm còmpito importante, giacchè il suo apparire sul fianco della Rumenia e non molto lungi dalla front i era bulgara poteva esercitare influenza favorevole sulle trattative in corso colla Bulgaria, già ben avviate. Tale scopo era noto al Comando Supremo austro-ungarico; ma ad onta di ciò esso propose che quella divisione venisse assegnata al grupp o d'esercito del Comandante in capo nell'est per un'azione da lui progettata su Wilna e di cui parlerò in seguito. Il Comando Supremo tedesco non potè aderire a tale concetto; il Capo di Stato Maggiore espresse l'avviso che certamente sarebbe stata cosa molto utile a metà luglio il mettere in azione numerose forze contro il medio Ni emen contemporaneamente all'offensiva fra Bug e Vistola e contro il Narew, ma il Comandante in capo nell'est non aveva allora creduto di poterne dic;porre, e non si poteva trame da altri fronti. In Francia gli avversari avevano attualmente una preponderanza di oltre 700 battaglioni: p ertanto i rinforzi per operazioni nella Lituania settentrionale e nella Curlandia avrebbero dovuto trarsi unicamente dal teatro di guerra polacco. Ma le Armate che agivano colà erano appena basta te a far vacillare l'avversario, il che era stat,:> assolutamente necessario date le condizioni delle tmppe austro-ungariche. I noltre l'urto sul Niemen, qualora si fosse voluto renderlo più poderoso mediante truppe delle Armate di P olonia, avrebbe potuto effettuarsi so ltanto sei
Offensiva su WUna. {aulun• no 1915).
settimane dopo dati gli ordini per la costituzione del gmppo destinato ad attuarlo : e tale ritardo non era ammissibile, data la situazione ne i Balcani. I R ussi, Yalenclosi della loro rete ferroviaria, avrebbero potuto contrapporre sufficienti forze sul Niemen non appena rallentata la nostra pressione in Polonia, sì che l'operazione nel nord non si sarebbe a,'Vantaggiata in celerità in confronto a quanto realmente avvrnne, mentre l'assottigliamento di tutti i gruppi d'urto avrebbe probabilmente impedito di ottenere successi in alcun punto.
Il Capo di Stato }laggiore concludeva cosi la sua esposizione, in <.:ontrad<littorio a quella del Comando Supremo austro-ungarico:
« È certamente desiderabile rinforzare il gruppo di Kmmo ; ma è indubbiamente più importante che i Dard anelli siano garantiti e che si batta inollre il ferro in Bulgaria finchè è caldo. In conseguenza, le forr,e che noi possiamo togliere dalla zona di BrestLìtowsk debbono essere inviate sul Danubio, senza però rallentare la stretta alla gola dell'avYersario »
Yenne pertanto mantenuto l'ordine pel trasporto della divi!:;ione sul Danubio. Ad essa ne seguirono negli ultimi giorni di agosto e nei primi di settembre 8 altre, tratte dai gruppi d'esercito Mackensen e Prinripe Leopoldo, e delle quali parte venne diretta verso la Serbia, parte verso la Francia, mentre le rimanenti trnppe dei due gruppi d'esercito proseguivano l'inseguimento dei Russi verso est, a nord del Pripet, infliggendo loro ancora gravi danni. Il feldmaresciallo \'. )fackensen si recò ncll'Gngheria meridionale, per assumere il comando del gruppo d'attacco contro la Serbia; il suo antico gruppo d'esercito continuò per il momento ad operare col suo nome, venendosi così a celare opportunamente il nuovo incarico dato al feldmaresciallo.
N'e l raggio d'azione del Comm1dantc in capo nell'est, la piazza di Ko\\110 era caduta il r8 agosto dopo un attacco spcdit i\'O effettuato da elementi della roa Armata. Il Comandante predetto espresse il desiderio di sfr uttare tale successo proseguendo l'oflensiva nel proprio setto re; ed il Comando Supremo accolse la proposta, giacchè ora non occorreva più una cooperazione fra il gruppo d'esercito settentrionale e i due gruppi meridionali a scopo comune, ed ogni nuovo danno inflitto all'avversario non poteva che esser graditissimo. I rinforzi richiesti non avrebbero però potuto esser concessi se non quando la caduta
di ~owo - Georgij cws k, ormai prossima, avesse reso disponibili elementi dell'Armata d'investimento. Fortunatamente ciò avvenne due giorni dopo: caddero in nostra mano non meno di 85,000 prigionieri e 700 pezzi; e delle 4 divisioni dell'Armata predetta si potè inviarne 3 al gruppo d'esercito set tentrionalc .L'ordine del Comandante in capo nell'est per l'offensiva da lui progettata fu dato il 28 agosto. In base ad esso, le Armate sa e rza dovevano seguire il nemico a stretto contatto e rsa doveva impadronirsi della piazza di Grodno : la roa doveva attaccare nella direzione Orany-\:Yilna, gravitando su Wilna e a nord di tale località. L'Armata del N"iemen doveva impegnare il nemico davanti a Fricdrichstaclt e coprire poi verso la Duna l'ala sinistra della roa.
T ali intendimenti collimavano colle direttive date nel medesimo g iorno dal Comando Supremo al gruppo d'esercito settentrionale . Al medesimo crasi prescritto di continuare. le operazioni da esso iniziate a nord dell'alto N"arew e ad est del medio Kiemen, in modo da recare il maggior danno possibile al nemico.
Si sarebbe veduto più tardi se la linea da tenersi durante il prossimo inverno dovesse appoggiarsi al mare sul Golfo di Riga o a Libau.
Fu lasciato altresì al Comandante in capo nell'est di sceglie re l a posizione in particolare, ed eziandio di decidere se, in luogo di una posizione di carattere permanente, non convenisse eventualmente fa r e difesa mobile: per la condotta complessiva di guerra era soltanto import ante che si trovasse un settore di dife sa atto a poter esser tenu to col minimo impiego di forze e di munizioni.
In occasione di tale decisione, venne più volte espresso il criterio che non si doveva ritener possibile (fotruggere in modo definitivo un avversario « il quale s ia fermamente deciso a ripiegare senza riguardo a sacrifici di t erreno e di uomini non appena si veda in procinto d'essere vincolato e che inoltre abbia a sua dispos izione l'estesa Russia». Si soggiunse inoltre che, in tempo non lontano, si sarebbe certamente verificata la necessità di togliere da IO a IZ divisioni anche dalla zona del gruppo d'esercito setten trionale, per impiegarle su a l tri teatri di guerra.
Analoghi avvert im e nti dovettero in quei giorni essere dati anche al Comando Supremo austro-ungarico, per evitare il concepimento di piani che sarebbero stat i inattuabili data la sit u azione delle Pot enze centrali ed inoltre avrebbero condotto ad un consumo di forze
non reintei;rabile. Gli fu rappresentato che per la Germania, e a par ere del Comando Supremo tedesco anche per l'Austria-Ungheria, non si trattava di occupare territorio russo, bensì soltanto di trovare la linea che col minimo impiego di forze fosse atta a garantire in modo permanente la sicurezza della Prussia orientale e dell'Ungheria, mentre avremmo cercafo su altri teatri di guerra la decisione definitiva della lotta co l maggior impiego di forze possibili. In oltre il Capo di Stato Maggiore non nascondeva al Comando Supremo austro-ungarico che la speranza di di c;trugge re definitivamente i Ru ssi mediante la progettata operazione su Wilna non aveva probabilità di attuarsi : il vantaggio d elle migliori comunicazioni, specie appunto nella regione di Wilna , era così grande p er i Russi da lasciar ben scarsa probabilità di neutr alizza rlo. E purtroppo tale previsione si avverò completamente.
L'offensiva del Il 29 agosto il gruppo d'esercito settentrionale inÌ7.ÌÒ il SUO mogruppo d' esc r· cito Binden· VÌ1nento. burg su \Vilua.
Nello stesso giorno si ebbe n ot izia che i Russi stavano scaricando 2 corpi d'armata e mezzo a Wilna. Tali rinforzi era no stati tratti dagli scaglioni retrostanti nei settori che frontegg iavano i gruppi Mackenscn e Principe Leopoldo , dond e continuavano ad essere inviate truppe verso nord n ella wna di Dtinaburg e ad est di Wilna. I gmppi d'esercito non potevano impedire tali movimenti, giacchè le difficoltà di rifornimento dovute alla na~ura d el terreno e l'ostinata resistenza avversaria non consentivano loro che un'avanzata lenta. Ai primi di settembre si vide clùaramente che il nemico impiegava lo stesso metodo già usato vantaggiosamente fra Vistola e Bug : si rafforzava sulle ali, e cioè dal Prip et fino all'alto N"iemen, e nella zona di Wilna e più a nord, preoccupandos i poco del proprio centro. Sarebbe ancor ora stato possibile spostare il punto di gravitazione dell'attacco t edesco verso tale centro e cioè all'incirca in direzione Orany -Li da ; e ciò avrebbe dato il vantaggio di spingere tutta l'ala . sinistra nemica nelle isole paludose di Slonim. Le forze necessarie potevano esser tratte in tempo, parzialmente, dall'Armata del Niemen; in parte si avevano sotto mano nelle 4 divisioni che il Comandante in capo nell'est aveva avviato dall'8ll Armata e da quella del Niemen su Wilna. Certamente era cond izione iniziale per tale mutamento nel concetto d'operazion e il rinunziare pel momento alla presa di Wib1a
e ad un'attività offensiva nella Lituania settentrionale ed in Curlandia . Probabilmente la riluttanza a tale rinunzia ha indotto il Comand ante p r edetto non soltanto ad attenersi ai suoi precedenti concetti, m a ad estenderli ancor maggiormente.
Il 4 settembre egli comunicò che intendeva 1'8 o il 9 -a sec onda della rapidità di spostamento delle truppe - attaccare coll'ala sinistra d ella r oa Armata, rinforzata, sulla linea Wilna-Wilkomir cd oltre, per avvolgere il nemico ad est di \Vilna.
Il Capo di Siato Maggiore invero nutriva preoccupazioni per qu est'operazione che non era più in armonia coi mezzi disponibili: m a non le fece presenti, perchè la situazione locale non poteva da lui essere giudicata, a distanza, meglio che dal Comandante sul posto: ed anche perchè non conveniva limitare la libertà di decisione del med esimo intervenendo all'ultimo momento. Il Capo di Stato )Iaggiore t em eva , in base all'esperienza fatta nell'estate sul Narew, che tale interv ento potesse condurre a mezze misure e quindi riuscire più d annoso che utile . Al Comandante in capo nell'est era ben nota d'altronde l'intima connessione fra la condotta _ di guerra su quella fronte e la situazione generale : ma per metter ciò in maggior luce, il giorno stesso gli venne risposto che verso metà settembre sarebbero state tolte circa due divisioni. al gruppo d'esercito settentrionale, e che le ulteriori forze da togliersi da esso per impiegarle su altri teatri di guerra gli sarebbero state sottratte dopo altri tre giorni circa.
L'attacco de l gruppo d'eserc i to orientale, cominciato il 9 sett e mbre, incontrò ovunque vivacissima resistenza, eccetto ne lla zona di O rany; ma il successo in iziale ottenuto non potè essere sfruttat o, essendosi to lte forze subito dopo da quel punto per imp iegarle più a nor d.
Il I2, la r za Armata combatteva nel settore della Sel wjanka, a sud del Niemen, alla medesima a l tezza dei gruppi Princ ipe Leopoldo e Mack ensen. L 'Sa, che fino da l 4 settembre aveva preso d'assalto Grodno, ultimo b a luardo occ identale russo, stava per apri rs i la vi a n el set t ore dei laghi a d est d i Grodno. Entrambe le Armate avevano di fr onte nem ico mo lt o su periore in numero
L' a la d estra della r dl' Armata aveva respinto dinanz i a sè, in direzion e di Orany, un nem ico più debo le ; il centro di essa lottava aU'alt e zz a d i T r oki Nowe contro n u merose for ze da v ant i a vV ilna ; l'ala sin is tra avanzava a no r d d ella bassa W ilij a con a zi on e avvol-
gente contro il settore de1la Wilija, a monte della città, e Ja sua ca{ vaJleria :i avvicinava alla ferrovia Wilna-Diinabmg a sud di N'owo 1 Szwentz3any.
L'ala destra dell'Armata d el Niemen aveva oltrepassato Wilkomir, procedendo verso est; il centro, dop o occupata Friedrichstaclt, si era diretto su Jakobstadt : l'ala sinistra s i trovava tuttora a nord di ~litau.
In tali condizioni di fatto, il Comandante in capo nell'est ;i.tc1me urgentemente necessario che venisse rinforzata l'ala sinistra della ma Armata, sia per dar maggiore energia all'ava11zata di quest'ala verso sud-est, sia per dispone di riserve più forti dietro ad ts~a nel caso che il nemico a,·anzasse invece da Diinaburg. Propos1:: quindi l'rr e 12 settembre che le due divisioni del X Corpo d'armata tolte dal gruppo Mackense.n e in corso di concentramento a Bialystok per essere trasportate in occidente gli venissero lasciate per ro - r4 giorni, concentrando il corpo d'annata per il momento a Kowno .
La sua proposta non poteva essere accolta : le condizioni sulla fronte di Francia non consentivano alcun ritardo nell'arrivo dei rinforzi. Ed infatti il X Corpo d'armata ebbe poi la parte del leone ne l respingere il grande tentativo francese di sfondamento nello Champagne a fine settembre; la situazione sarebbe colà divenuta grave se esso non fosse giunto in tempo per intervenire. La divisione o le due divisioni della 12a Armata offerte dal Comandante in capo nell'est in cambio di quel corpo d'armata non fornivano uguale rinforzo per l'occidente, ed il loro trasporto da Bialystok non avrebbe potuto cominciare se non dopo qualche tempo. A parte ciò, l'i ndicazione
« da ro a 14 giorni » non era esatta anche per altre ragioni: la produttività delle ferrovie non avrebbe consentito al X Corpo d' armata di giungere fra Wilna e Diinaburg prima della fine di settembre o del principio di ottobre ; cd esso non sarebbe certamente stato nuovamente disponibile prima del 15 ottobre, bensì probabilmente molto più tardi. E il Comando Supremo fece osservare al Comandante in capo nell'est che le sue operazioni non avrebbero potuto prolungarsi fino ad allora colle forze finora impiegate.
Poc o dopo ebbe lu ogo un nuovo scambio di vedute fra Capo di S tato Maggiore e Comandante in capo nell'est, sul medesimo argomento. Il r9 settembre fu comtmicato a quest'ultimo che ormai doveva iniziarsi il trasporto altrove di elementi delle Armate 12a e sa,
togliendo intanto subil o la 26& divisione che trovavasi m riser va di etro la rza Armata; acl essa awebbero d ovuto segu ire ben presto a lt re 6 divisioni. Il Comandante in capo nell'est si lagnò d i tale ,, infram mettenza » nelle sue facoltà ed aggiunse che aveva intenzione di v alersi di quelle truppe per premere su Riga.
Gli si dovette rispondere che egli era stato già av,·<'rtito fin da l 4 settembre che elementi de l suo gruppo d'esercito sarebbero statì prcle"Vati il r5; che, ad onta d ell'urgente bisogno, s i era g ià ritard ato il movimento fino al 19 per non ostacolare l'op eraz ione su \Y ilna, ma ora non <·rano possibili ulteriori indugi, essendo necessario avviare quella divis ione su lla frontiera serba : e neppw·e sarebbe stato possibile il sostituirla con un'alt ra , perchè ciò avrebbe prodotto perdita di temp o. D'altronde l'operazione su Wilna non avreb be potuto essere dann eggiata dalla partenza della divis ione, posto che egli p rogettav a d'inviarla s u Riga. Si faceva inoltre notare c he al Comando Supremo non era mai stato annunziato alcun intendimento di operare in quest'ultima direz ione. Anche se per la momentanea mancanza della divisione sull 'al a s inistra dell'Annata del Niemen questa avesse dovu to essere arres tat a, non pareva potesse ·d e rivarne svantaggi o, gi acchè per la condotta generale della guerra era indiffcrenk che l'a la <;inistra tedesca si trovasse sulla Duna , o più indiet r o del Niem cn o d cli' Aa. D'altronde, ogni frazione dell'esercito doveva pur rassegnarsi a rinunzie, ne ll ' int eresse generale.
I movimenti d'avvol~imcnto della roa Armata a nord-est e poi ad est d i Wilna costr in!'.ero le tmpp c a sforzi eno rmi ed a veri sacr ifi ci : e ad onta di ciò non raggiunsero lo scopo. I Ru ss i, com'era da tem ers i , riu c;cirono a prendere le controm isure neccssc1rie in temp o utile : lt> difficoltà sempre crescen ti dei rifornimenti impedirono ben presto ancor più del n emico, che l' operazi one contìnnassc.
P ertanto il Capo di Stato :\Iaggiore fin dal r9 settembre, gi omo in ru i av,·enne 10 scambio di vedute suaccennato a riguardo della 26a div is ione, erasi convinto che non s i sarebbe più potuto otten ere alcun ris1ùtato importante. Il Comandante ili ca po nell 'est peraltro era tuttora di d i,·erso parere, come comun icò il giorno 20: egli sperava tuttora ù1 un esito fa vore v olc, se pur ritardato .Jfa l e sue speranz e non si avverarono: il 27, in seguito a nuova domanda del Comando Supremo, inform ò che era costretto a d int errom pere l 'attacco ed arretrare l 'a la sin istra della 1oa Armata, avanzatasi fino
alla Wileika, nel settore del L. Narotsch; e che avrebbe sistemato il suo gruppo d'esercito sulla posizione permanente : confluenza della B eresina nel ~iemcn-L. Narotsch-zona ad ovest di DiinaburgMit au-Schlok. Le Armate sa. e Id'- dovevano al più presto possibile render disponibili forze per il Comando Supremo: ma egli non era in grado ancora di dire quante divisioni potrebbero esserne tratte, ed in quanto tempo.
L'ultima frase di questa risposta era preoccupante per la s ituazione generale : nell'ovest l'offem=iva era cominciata ed avevasi bisogno urgente di forze sn lle quali già da tempo crasi fatto assegnamento : e cosi pure sulla fronte serba, dove il Comando Supremo austro-ungarico ancora non poteva fornire truppe nella misura indicatagli per l'azione comune. Ciò nonostante si cercò dapprincip io di adattarsi al ritardo dell'arrivo di forze dall'est, poichè nel frattempo si erano iniziati nuovi combatt imenti davanti a Smorgon, e si sperava - secondo le informazioni - di eliminare in grazia loro una forte inflessione della fronte Ledesca molto incomoda per la posizione permanente. Ma le relazioni inviate al Comando Supremo il 3 ottobre in seguito a sua richiesta fecero riconoscere che anche tale speranza era vana. Il Capo di Stato Maggiore perciò poteva nuovamente ch iedere la cessione di lùteriori elementi di quel gruppo d'esercito, ed era suo dovere il farlo in riguardo alla sit uazione sug li a lt ri teatri di guerra {I). Per predisporre tali provvedimenti egli chiese nuovamente al Comandante in capo nell'est il suo app r ezzamento sulla situazione del gruppo. Ke derivò uno scamb io di dispacci che è anche questa volta opportuno riportare integralmente p er chiarire la controversia, ed anche perchè esso fornisce elementi circa la d iversità di apprezzamenti sulla condotta delle operazioni durante l'estate.
Il 6 ottobre, il Comandante suddetto riferiva:
u Le Armat e mssc Id'-, 2a. e Ia attaccano con tutte le loro forze la roa Armala e l'ala d est ra dell'Armata del Niemen, nell'intendim ento di sfondare sulla strada Diinaburg- \\"ilna o per lo meno r endere impossibile col loro attacco il trasporto di ulteriori forze verso l' ovest (2).
(1) V. Allegato: Co11dizioni di for::a sul lealro di gutrra occidentale, 4. (Nota dell'a u tore)
(2) Era invero~imile che i Hu~~i avessero ta le intenzione. Si trattava evidentemente di contrattacchi inte~1 a d11ninuire la pressione gravante su loro, e che d'altronde furono respi nti così ùecisamcnte che il loro rinnovarsi non poteva creare preoccupazioni. (.Vola dell'au lvre )
« Spe r o s i ri uscirà ad impedire l o sfondamento avversario: ma per il m omento m i è impossibile cedere altre forze . Ciò potrà avvenire , a n c h e quando sia resp into l'attacco, so l tanto dopo che la conqu is t a di Smorgon e della testa di ponte di D iinaburg abbia prodotto un accorc iamento della fronte. :Necess itano all'uopo alcune batterie pes a n ti. T a le accorciamento è tanto più necessario in quanto anch'io d ebbo cost ituirmi r iserve, traendole da l mio centro, pe r rin forzare l' al a s ini stra delle truppe da mc d ipendenti : giacchè un'eventuale infl ess ione de lla mia fronte nella zona di Mitau av r ebbe gravi conseguenze».
Il Capo di Sta t o Magg iore rispose :
« Sare b be senza dubbio van tagg ioso che l'attuale posizione del grupp o d ' esercito potesse esse1e mantenuta e c he fosse ezi andio poss ihile ese r citare una pressione in direz ione cli Diinaburg Ma se s i pon e il q u es i to se a ta le scopo convenga lasciar col à forze l a cui mancanza su lla fronte occidentale può mettere a repentaglio le posizioni t ed esche, s i deve r ispondere assolutamente in modo n egativo.
(< Co m e a V . E. è noto da tempo; di fronte a questo pe ricolo non ha alcu n a im po r tanza l'eventua le necessità che l'accorciamen t o di fr onte, giud icato necessario da V E. in seguito a ll a !'iottrazi on e de lle divisioni 58a e n5a (1), s ia ottenuto mediante movimenti d 'arret ramento . Non ha va lore pe r il corso generale de lla gue rra che la nos tra p osizione, a d esemp io, da ll a zon a d i D iinaburg s i cti riga p er Diin a b ur g sr Baus k , oppur e in p iù o meno d iretto collegam ent o da Sm or gon diret t a m ente su Baus k : ment r e la pe rdi ta d elle n ostre p os izioni in occ id en te p uò s ign ifica r e l 'es ito sfavo r evo le d ell a guerr a. P ertant o sulla fr onte occid en ta le ogn i divis ione ha l a sua im po r t a n za, dat a la t ens ion e con tinua c ui ta le fr on te è sottoposta , la sup e rio ri tà de l n e mi co in uomin i e mater iale c he purtrop p o nessuna pre v a lenza s u tutti gl i a ~tri t eat r i di gu erra può co mpensare, dato il v a lor e militare d i quell'avversa rio. D e v es i pe r ciò m an t en e r e la r ich iesta fatt a a V. E. p e r l ' in vio a d occid ente de lla" p rim a delle due di vision i suaccenna t e, n on app ena s ia poss ibile ca rica rle presso W il na >> Ma il Comandante in cap o n ell 'es t non s i sottomise ancora. :.t t al e dec ision e Il 7 ott obr e e g li risp ond e v a co m e segu e :
« Non p osso con cordar e n elle co n side r azioni fa tte a r igua rd o
(r ) S 'era trattalo d i queste due unità. (N e> ta de/l'a Htor.: ).
dell a situazione del mio gruppo d'es ercito. La posizione assunta, accorciata o no a Smorgon e Dtinaburg, è la più favorevole che possa esser pre-;a: può ten1.:rsi col mi.1imo di forze. Ogni posizi<,nc arretrata che rinunzi alla protezione della DLina (r) richiederebbe maggiori forze dell'attuale posizione senza accorciamento, o per lo men o altrettante.
« Ho sempre tenuto conto della situazione generale, cedendo numerosissime truppe, come ad esempio ro divisioni per la fronte austr<'-UJ1garica (2)
,, Anche ora ho posto in marcia senza indugio tutte le divisioni di cui potevo fare a meno, e ne ho ceduta anche prematuramente una ddl' XI C. <l'a., il che a suo tempo CO'.-tà fn dichiaralo un errore. Ritengo che oggi non lo si dichiarerebbe più tale. Il fatto che l'ulteriore cessione di di,·isioni incontra ora difficoltà è b. conseguen1.a della condotta di guerra preferitasi durante l' estate e che ad onta del favore delle circostanze e dei miei insistenti avvertimenti non riusci a colpi.re mortalmente i Ru ssi . ~on discono,;co affatto le difficolt?i. della situazione generale e, qnalora. gli attacchi russi siano realmente respinti in modo deci.-,i,·o, potrò cedere altre divisioni non appena ciò mi sembri possibile, e anche prima e.li accorciare la fronte a Smorgon e Diinaburg. :Ma non posso impegnarmi p<'r una data prestabilita: una cessione prematura prodmrebbc una crisi simile a quella che con mio rincrescimento si verifica ora in occidente, e potrebbe significare in talune eventnalità anche una catastrofe per il gruppo d'esercito, giacchè ogni movimento d'arretramc::nto delle truppe, deboli in confronto dell'avvcrsatio, e date le condizioni sfavorevoli del terreno, potrebbe produrre gravissimi danni ai repar t i. Prego di inform,:ire Sua Ma e:;là rirca il mio apprezzamento ».
~onostantc tutti i riguardi clm·uti alla persona del Comandante in capo nell'est, al nome d el quak era legata nel popolo tedrsco la vittoria di Tannenberg, e date le opinioni che potevano essersi formate nel suo Quartier G enerale dopo il èor::;o delle operazioni attorno a Wilna, il Capo di Stato :.\fagg iore non potev,t lasciar e senza una replica decisa quanto quel Comandante aveva scritto. Egli rispose pertanto:
(I} 11 fiume gela norm dmcnh' <I.ti dicembre al mtrzo. 1.Vo/11 d..tl'aulorej .
(z) Si rifcri~ cc a tuLto il pcnodo dill pnncipio dellil guerra in poi. ( .\'u/11 ddl 'a ut ,re ).
(< P ur deplorando che V. E. senza motivo alcuno ritenga opportuno il momento attuale (r) per discutere su cose passate e non ave nti perciò ora importanza, non replicherei alle Sue espressio ni, se ess e riguardassero soltanto me personalmente.
(< Ma poichè s i tratta di una critica a disposizioni del Comando Supremo, le qua.li come è noto sono preventivamente appro,,at e in tutti i casi importanti da Sua Maestà., sono costretto a farlo.
cc Non può esservi quistione dell'assentimento di V . E . alle dirett iv e del Comando Supremo, dopo intervenuta al riguardo una decision e sovrana; in tal caso ogni parte della nostra forz3. militare d eve adattarsi incondizionatamente a quanto dispone il Comando Supremo.
cc Il fatto che V. E. abbia durante la guerra ceduto forze alla Sua dipendenza, a favore di punti in cui doveva esercitarsi una pressione, non costituisce una speciale benemerenza : giacchè ciò è avv enuto per ordine del Comando Supremo il qnale solo p11ò sostenerne la responsabilità.
cc Ciò che dice V. E. a rignardo dell'espressione cc errore > ) da me usat a nello scambio di telegrammi cirèa il trasporto dell' XI Corpo d' armata non corrisponde a quanto avevo inteso di dire . Ritenni errore l'aver posto in marcia contemporaneamente 2 divisioni verso una stazione ne ll a quale potevano essere caricati soltanto 15 treni al giorno, e volli far constatare che tale ordine non era stato dato d a me.
<( Non comprendo a quali decis ion i specifiche V. E . a llu da nd cerca r di st igmatiz z are la " condotta di guerra preferitasi ne ll 'estate ,, .
« Non può trattarsi dell'impiego del gruppo d'urto del Narew, giacchè V. E stessa a P osen ha ammesso esser più che altro questione di sent imen t o se si dovesse decidere per l'operaz ione sul ::,,.Jarew o p er quella s ul Niemen . :Nelle mie p ro poste, dopo l' ab b ondante esperienza dello scorso inverno, non ho bis ogno d i basarmi sui sent im enti. di altr i, m a esclusivamente su lla mia. propria convinzione : secondo la quale ritenni conforme a ll o scopo l'operazione sul Narew.
cc Pot rebbe quind i trattarsi soltanto del rifiuto alla Sua proposta posteriore di rinforzare l'al a sinistra del Suo gruppo d'eserc ito con
(1) L'offensiva clei Francesi nello Ch:i.mpagne si t rovava nella fase culminan t e, qu e lla contro la Serbia era cominciala allora. Entrambe ric hi edevano lulta l'atlenz ionc de l Comando Supremo. ( !Vota de!l 'aiitore).
elementi di Mackensen e di Woyrsch. Essa era peraltro basata su due previsioni che si sono dimostrate del tutto infondate.
« Oggi non esito a dire che l'aderire a tali proposte ci sarebbe stato molto dannoso.
« Lo prova immediatamente il fatto indiscutibile che, qualora avessimo accettato la proposta, non saremmo mai stati in grado di p<H"tare in tempo utile sulla fronte occ identale quelle forze che ora le sono assolutamente necessarie quale appoggio . Ogni esame della situazione in base al tempo cd allo spazio, e tenendo conto delle condizioni della rete ferroviaria e dei rifornimenti, lo dimostra inoppugnabilmente.
,e V. E. sembra essere stata informata soltanto molto tardi a riguardo di tali condizioni : altrimenti non si comprenderebbero assolu tamente le Sue ripetute richieste urgenti intese a trattenere il X Corpo d'armata.
« Dal corso dell'cperaz.ione a sud-est di Wilna risulta rn1a prova indiretta a favore del mio apprezzamento: è avvenuto colti vrecisamente ciò che io avevo temuto e preveduto. Xon si può sperare di colpire mortalmente mediante largo avvolgimento in grande st ile un avversario numericamente superiore, che non intende arrestarsi sebbene c iò gli cost i sacrifici di terreno e di uomini, e che ha inoltre alle sue spa lle l 'esteso territorio russo e buone ferrovie E sopratutto non si può farlo avviluppandolo sulla linea di base, presso la quale gran parte delle nostre forze viene ad impegnarsi in combattimento mentre è in marcia. La sorpresa n ecessa ria alla riuscita non si ottiene mai - come questa guerra ha spesso insegnato - in modo cos i completo che l'avversario non possa prendere in tempo utile contromisure adeguate.
cc È peraltro possibile danneggiare un tal nemico in modo pienamente sufficiente ai nostri scopi, qualora col tenerglisi a stretto contatto gli si impedisca con ciò di fare spostamenti e lo si sorprenda re a lm ente con forze relativamente deboli ma compatte, in punti ben scelti e penetrando profondamente nelle sue linee. Di ciò forniscono esempi le operazioni di Mackensen, di Woyrsch ed anche quella di Gallwitz a Prassnysch.
« A mio avviso, una simile occasione s i è presel!tata recentemente a \'. E. presso Orany.
cc Se, ad onta dei miei apprezzamenti a rigua r do delle operazion i
di V. E., non ho proposto a Sua Maestà di intervenire, e le ho anzi appoggiate in tutti i modì, ciò è da ascriversi al fatto che io rispetto la convinzione altrui finchè essa si mantiene nei limi ti adeguati e cioè finchè non minaccia di danneggiare il complesso delle cose : ed altresì al fatto che non è mai possibile prevedere con certezza mat ematica l'esito di un'operazione, quando vien condotta cosi energicamente come è sempre avvenuto costà.
« Riferirò a Sua Maestà le preoccupazioni di V. E. circa la partenz a delle due divisioni. N'on ritengo il caso di sottoporgli gli altri pun ti del telegramma di V. E., trattandosi di osservazioni che potranno valere per la storia ma che non sono d'attualità e sulle quali d'altronde non ritengo dover intrattenere il Capo Supremo di guen-a in questi gravi momenti».
L ' Imperatore decise che le divisioni dovessero partire come il Capo di Stato Maggiore aveva ordinato. D'altronde il telegramma del Capo di Stato Maggiore raggiunse il suo scopo : il Comandante in capo nell'est non replicò, e per parecchi mesi si ebbe una pausa nelle dis cussioni con vantaggio generale. Soltanto nel 1916, quando la situazione divenne tesa, qu el Comando riprese i tentativi per influire sulla condotta della guerra.
Il gruppo d'esercito continuò sin quasi alla fine di ottobre i suoi sforzi per avanzare in direzione di Smorgon, Dìinaburg e Riga e produsse all'avversario, specie nei contrattacchi dal medesimo effettuati, maggiori danni di quanto esso rie producesse al gruppo. Non si ottennero vantaggi essenziali Per l'inverno, si provvide ad una posizione permanente sulla linea : confluenza della Beresina nel Narcwest di Wilna-L. N'arotsch-ovest di Dtinaburg-Dìina, sui due fianclù di Frieclrichstadt-Mitau-Schlok.
A sud di quel gruppo si trovava il gmppo Principe Leopoldo, dietro il Serwetsch-Schara-est cli Baranowitschi-L. Wygonowskoje, Canale Oginski-la Jasiolda fino al Pripet (1) . Esso aveva progredito fino a questa linea attraverso continui e spesso gravi combattimenti,
( r) In realtà, l'ala destra del gruppo d'esercito Pnncipe Leopoldo si estendeva per 40 km . o l tre il Pnpet verso sud, perchè la sicurezza sul fianco del nodo ferroviario di Brest Litowsk e delle ferrovie adducenti da esso verso est doveva rimanere affidata a mam germaniche. Con ciò peraltro non fu variato l'accordo col Comando Supremo a . u. e cioè che la fron te a sud elci fiume dovesse essere tenuta per cu ra d1 quest'ultimo. (Nola dell'autore)
Po~iijon c ruanenle rronte o tale nell'i1 no 1915 carta n. !
per dar sollievo al gruppo d'esercito settentrionale nella sua operazione : e ,•i era gitmto a metà settembre.
Il 25 fu dato dal Comando Supremo l'ordine per la sistemazione permanente della fronte tedesca dal Pripet fino alla costa.
Attu:u:ioue del• l'off ensiva a. u. in Voti· ni<1 (fine di sctlemhre 191 5).
Pochi giorni dopo si passò ad assumere pos1z1one permanente anche nel settore austro-ungarico a sud del Pripet.
Le operazioni offensive iniziate dal Comando Supremo austroungarico a fine di agosto non avevano prodotto alctm vantaggio decisivo : al contrario, esse avevano avuto per conseguenza un serio rovescio
Dopo risultati il1iziali nella Galizia orientale i quali consentirono alla fronle austro-ungarica cli avanzare fino allo Strypa e oltre Brody, dando cosi garanzia di sicurezza a Lembcrg, l'ala sinistra della 7a Armata austro-ungarica sofferse nella prima decade di settembre una sensibile sconfitta snlla riva occidentale dt'l Sereth. La situazione potè essere ristabilita soltanto perchè il Comando Supremo tedesco si dichiarò disposto a lasciare che fossero impiegate colà truppe destinate ad essere trasportate alla frontiera serba, promettendo di sostituirvele con truppe gl'rmaniche. Esso fomì tale aiuto a cond izion e che s i rimmziasse all'offensiva in Volinia, giacchè da essa potevano derivare nuovi rovesci anzichè vantaggi, data la deficiente energia offensiva nuovamente palesatasi nelle truppe austro-ungariche. 11a prima ancora che il Comando Supremo austro-ungarico impartisse gli ordini relativi, la situazione in Volinia divenne ancor più sfavorevole di quella stù Dniester e sul Sereth.
L a 4a Armata austro-ungarica, che stava avanzando dalla zona di Lutzk su Dubno-Rowno, fu battuta cosl poderosamente da un contrattacco msso ad est del settore dello Styr a metà settembre, che si dovettero temerne gravi conseguenze. Ed anche in questa circostanza il Comando Supremo tedesco si \ide costretto a non ricu,are l'aiuto urgentemente richiesto ed inviò due divisioni dall'ala destra del gruppo d'esercito Prùicipe Leopoldo verso sud : il loro intervento costrinse ben pre~to l'avversario ad arrestarsi nel settore dello Styr. L'invio venne però, com'era naturale, c;ubordinato ad una nuova condizione. S'era palesata la necessità di mettere l'ala sinistra della fronte austro-ungarica agli ordini di comandanti germanici: e quindi
sia la 4a. Annata austro-ungarica che si trova va sullo Styr ne lla zona di Lutzk, sia tutte le truppe austro-ungariche e germaniche a nord di essa fino all'ala destra del gruppo Principe Leopoldo furono conglobate nel gmppo d'esercito Linsingen.
Quale posir,ione permanente per l'inverno, la fronte austro-ungarica si sistemò dalla Rumenia lungo la frontiera della Bessarabia fino al Dniester, proseguendo poi dietro tale fiume, dietro lo Strypa, a est di Brody, dietro lo Styr, ripiegando a valle di 1-{afalowka fino allo Stochod e seguendo quest'ultimo fino a 40 chilometri ad est del P ripet.
La campagna del 1915 contro la Russia, qualora s1 tenga c<mto della relativa scarsezza di forze disponibili, ha corrisposto agli intendiment i del Comando Supremo. Non s i era certo mirato ad untotale annientamento dell'avversario, nè si poteva pretenderlo in quelle condizioni; si era peraltro ottenuto d'indebolirlo e paralizzarlo in modo che, se si fof.se riusciti a man+enerlo isolato, esso non pott:sse più riaversi e s' induccsse quind~ probabilmente, o prima o poi, a desistere dalla lotta. Ciò doveva avve;1ire tanto più presto, quanto meno esso fosse in situazione tale da poter destare speranze nell'esercito e nel popolo mediante successi simili a quelli che aveva conseguiti sulla fronte austro-ungarica. Nei settori germanici non vi erano da temere rovesci.
Era pcrtan to importantissimo il 1iuscirc ad aumentare il valore combattivo di laluni clementi delle truppe austro-ungariche : e il. Comando Supremo tedesco vi s i accinse, mediante cambi di comandanti, opera direttiva nella s istemazione di posizi<lni difensive, influenza - pel tramite del Ministero della guerra pmssianosul 1'linistero della guerra i. e r. a scopo di migliore sfruttamento delle risorse della Monarchia, ed altri provvedime11ti va1i. Naturalmente, occorreva procedere con molta c ircospez ione per non recar danni maggiori dei vantaggi: era d'uopo non urtare la giusta suscettibilità del Comando Supremo austro-ungarico e del Governo i. e r., ed altresì non diminuirne il prestigio di fronte alla popolazione della Duplice Monarchia . E qualche cosa si ottenne.
Il Comando Supremo tedesco era peraltro impotente in una questione : e cioè nell'influire sulle condizioni interne dell'Impero danu-
Tenta tlvo di accinJo C'On la Ru~~iu (lugli o 19151.
b iano ed evitare che l' eserc ito austro-ungarico risentisse le conseguenze d el fermento esistente nell'interno. I pericoli che ne derivavano v enne r o da noi riconosciuti, e non mancarono avvertiment i ed ammonimenti: ma non era p oss ibile gi ungere fino a lla radice del male . Il Comando Supremo esp licò notevole attività in questo periodo non solo nel campo delle operazioni, ma anche in quello politicomilitare. Si i: gia accennato alle trattative co ll 'Austria- Ungheria e co lla Bulgaria : e avremo occasione anche più ol tre di esaminare più a fondo questo ed alt ri argomenti. Conviene pera l tro accennare fin <la ora a du e circ ostanze particolarmente im portanti : e c ioè all'intervento del Capo di Stato ~Iaggiore in un tentativo di pace colla Russia cd alla t emporanea sospens ione d ella guerra sottomarina nella forma attuale, per non mettere a repentagli0 la conclusione degli accordi co lla Bulgaria.
Le conseguenze dell'operazione di Gorlice-Tamow per la Rus s ia, come pure la non riusc it a, prevista d'altronde, dell'offensiva dell'eserc ito i talian o, avevano rafforzato la conv inzione c h e la German ia avrebbe vint o la guerra se fosse riusc ita ad evitare, come finora aveva fatto, una tensione troppo forte delle sue energie esterne ed int erne Perciò il Com ando S upremo ricusò sempre di an dare in cerca di operazioni mili tari aventi dubbio risultato durev ole , e di tendere ad obiettivi di guerra non chiari.
E di questi ultimi fa ceva parte la spe ranza di riusc ire a sottomettere tutti i nostri avversari colla forza delle armi in modo cosi completo da costringerl i a chiedere la pace a discrezione : tale obiettivo non poteva assolutamente essere raggiunto, data la preponderanza awersaria. Abbiamo già esposto ripetutamente i motivi che impedivano di raggiunge rlo nell'est : e lo sperar di raggiungerlo ad ogni costo nell'oves t, nonostante la nostra minima azione positiva sul mare , s ignificava illudersi completamente a riguardo della volontà di res istenz a dei nostri avversari occidentali e della loro forza di r esistenza, per lo men o in q uanto concerneva l'Inghilterra : ed equivaleva perciò a rischiare, su una carta per nulla s icura , più di quanto non si potesse. Per contro, si poteva far conto - con quel grado di sicurezza
che , s oprattutto, è possibile u1 guerra - di r iuscire a costringerl~ gli avversari a rinunziare a lla loro volontà di annientarci, qualora fosse v en uta m eno in loro la convinzione di poter giungere in defìniti,·a a soggiogare la German ia ed i suoi alleati mediante esaurimento prim a c h e i suoi nemici riportasc;cro e::.si stesc;i darn1 i insanabili. In q uesta guerra difensiva. da parte nostra, una pace :.;u tali basia\'rcbbe già sign i ficato per le Potenze centrali una ,·ittoria sicura che avn, bbe fmtt a t o con certezza, se pure so ltant o in av venire. P ertanto non si d oveva la-;ciare int<·ntato alcun mezzo per alleg~erire il grave pondo che premeva sulla Germania e toglil)re k illusioni all'a\'wrsa rio.
La situazione venuta a prodllrsi nel luglio HJI5 slll teatro di guerra orientale prcc;entava un buon appiglio per élgire in tal senso. Da una p arte, pareva che il Governo di Pietroburgo dovesse comprenckre già allora l'impossibi lità di risollrvarc entro breve tempo la potenza be llica mssa dal colpo inflittole e d'impedire in particolare la p('rdi ta della capitale polacca qualora le operazioni tedt>sche ave:·N·ro p rosegu ito. D'altra parte, la tenace resist<'11za russa atl ovest ddla Vistola nonostante la situazione disperata mostrava chiaranwnte quanta importanza si desse in Pietroburgo alla consln-azionC' del territorio polacco e di Varsavia. Il Capo di Stato Maggiore tedesco ri tenne necessario sfmttare per gli scop i tedesc hi tale discordanza : e propose perciò ai dirigenti polit ici di prender contatto colla Hus~.ia per venire ad accordi, facendo presente che dal punto di , i.sta milit are il concludere la pace ad est sarebbe stato vantaggio ta le da annu ll are ogni svan t aggio derivante da rinunzia ad acquisto di territ orio. E da questo suo concetto non , ·a leva a smuo\'crlo neppure i l pens iero che la conclusione di tak pace avrebbe probabilmente prepa r a t o u n tr iste d est ino per l e popo lazi on i baltiche di stirpe tedesca: il destino di tutto il popolo era più importante di quello d i una piccola parte d i esso
Da Berlmo n on vennero fatte obb iezion i : ed il Cancell iere de ll 'Imp ero prom ise anzi che avr e b hc preso contatto . 1fa ta le t cntahvo d isgrazia t amente non produsse r isu l tati: cd a l contrario ne derivò tale inas prim e n to d clle oppos t e r ichieste che la German ia r itenne opportuno romp er e comple tamente pcl m omen t o i pont i v e r so es t. Ciò fu ene rgic a m ente espresso nel d isco r so tenuto dal Cance lli ere ne l R eichstag
Sospensione della guerra ~ottnmarina il· limitata (estate l9Ij),
a metà a.gosto (r). E il Comando Supremo dovette rassegnarsi a ta le risultato.
!n uno dei capitoli precedenti <" stato accennato ·all'inizi o nel mese di fchbraio dt::lla gnerrn. sottomarina in forma meno limitata nelle acque dichi8.rate zona di guerra attorno all'Inghilterra. Le speranze riposte uell'effìcacia del nuovo metodo di tale guerra si erano però verificate soltanto in parte, fino alla fine dell'estate : erano stat i inflitti certamente danni all'InghiltetTa, ma non si era rilevata un'influenza sensibile sulla condotta di guerra avversaria. E poichè le gesta ero iche e piene di ahnegaz ione degli equ ip aggi d e i sommergibili erano supe riori ad ogn i l ode,. l a causa di ciò non poteva attribuirsi se non al numero tuttora troppo scarso dei sommergibili stess i. Per supplire a tale' deficienza occorreva molto tempo e molto lavoro : la Marina, ad onta del suo noto ottim ismo talvolta troppo spinto, non ri teneva potervi provwdere prima della primavera 1916. E anche quest'esperienza contiene un severo ammonimento per l'opinione, così facile a prodursi in ambienti profani non avent i responsabilità personale, che durante una guerra si possa fare affidamento su nuove creazion i. Inoltre, essa mette in evidenza l'errore grave di conseguenze commesso dalla Germania prima della guerra nel costruire navi da battaglia anzichè spingere a sufficienza la costruzione dell'arma sottomarina propria di chi è più debole sul mare. Ma la guerra sottomarina aveva prodotto anche un'amara delus ione in altro campo. L'Am erica aveva dapprima tentato di farla sospendere, proponendo che la Germania rinunziasse ad essa qualora l'Inghilterra consentisse per l'avvenire l'introduzione in Germania
(r) I n quel discorso, il Cancelliere così si espres<;e: «Le nostre truppe e le truppe a . u. ha.nno raggiunto verso oriente le frontiere della Polonia del Congresso e ad entrambe spetta il còmpito di amministrarne il territorio. Fatalità geografiche e politiche hanno CO$treUo da lunghi anni t Tedeschi cd i Polacchi a lottare gli uni contro gli altri. Il rico r do di queste anciche contese non diminuisce il rispet~o per la passione , per 11 patriolLismo e per la tenacia con cui il popolo polacco ha difoso la sua antica civiltà occidentale ed il suo amore di hbertà contro la Russia , mantenendo tali sentimenti anche durante le sventure di <]UCsta guerra . lo non voglio seguire i no~tri nemici nel loro sistema di promesse ipocrite. Spero peraltro c h e l'attuale occupazione delle fronL1ere polacche verso est segni il principio di un progresso che va lga a cancellare le antiche contese fra i Tedeschi e i Polacchi e procuri alla te rra liberata dal giogo russo un avvenire Iclicc ne l quale essa possa radica.re e svilupp,tre le ca r atteristiche della propria vita nazionale"· (Nota delt'autore)
di vett ovaglie destinate esclusivamente alla popolazione civile non com batten t e e che pertanto non potessero essere << requisite a scopi militari ». L'America si sarebbe resa garante cli ciò mediante severe misure di controllo in Germania.
Sebbene a tale inframettenza nella vita interna della Germania si opp onessero gravi considerazioni, il Governo tedesco aderl subito alla proposta, cd a ragione : la sua attuazione avrebbe prodotto uno stretto contatto coll'America, dal quale molto s i poteva sperare. L'Inghilterra invece rifiutò di aderire e, dato il suo pnnto di vista, null 'altro da essa poteva attendersi. Koi tutti sappiamo quanto abbia costato al popolo tedesco l' ostinazione inglese a tal riguardo e quale potente influenza essa abbia avuto sull'esito della guerra. L'Inghilterra non si è preoccupala della violazione del diritto delle genti e dell'umanità che da ciò dcriva\·a : come d'altronde non se n'è mai preoccupata ogu i qual volta sono stati in giuoco suoi vantaggi.
!\fa l'Inghilterra non si contentò di rifiutare la proposta. :Ne: ! marzo, essa pubblicò un bando in base a l quale tutto ciò che eradi origine tedesca veniva dichiarato fuori della legge, sul mare. Ciò oltrepassa\·a notevolmente le norme del blocco << effettivo », che d'altronde non era mai stato dichiarato. I diritti dei neutrali, in quel bando, erano compl etamente trascurati .
•\d onta di ciò l'America non protestò contro i provvedimenti inglesi, bensl - ed in forma molto brnsca - contro i provvedimenti t edeschi, i quali a\·evano semplicemente lo scopo di cont rastare all'apert a vio lazione ùcl diritto dell e genti. L 'Inghilterra potè quindi p ermettersi non solo di non tener conto della protesta, ma ez1a11c110 di non darle risposta. Invcc e,lc1. N'ota che l'America diresse alla Germania in occasione del silurament.o senza preavviso di un ?astimento americano (il e< Lu s itania ») equivalse ad una dichiarazione di guerra larvata. Essa non lasciava alcun dubbio su l fatt.o che la speranza di un mantenimento pe1 lo meno ufficiale della neutralità da parte dell 'America dovesse considerarsi ormai svanita, e che fosse da attendersi il suo passaggio ad ostilità aperte qualora casi come quello ora accennato si fossero ripetuti. E poichè col proseguimento della guerra sottomarina nella forma attuale essi si sarebbero pur verificati entro breve tempo, non rimaneva alla Germania che la scelta fra il proseguirla cd avere anche l'America fra i suoi avversari, oppure limitarla
per il momento e manl enerc temporaneamente relazioni esteriori pacifiche coli' America.
Qualora in quel periodo l'America s i fosse unita all'Intesa, la Germania avrebbe dovuto rinunziare contemporaneamente all'appog.~io della Btùgaria. I dirigmti di Sofia, coi quali appunto allora si era ripreso contàtto , non si sarebbero mai indotti ad accordi definitivi se l'America fosse entrata apertamente nel campo opposto. E se la Germania non riusciva ad ot t enere l'aiuto della Bulgaria. svaniva la possibilità di mantenere chiusi permanentemente i Dardanelli e di poter tenere la Russia ne l suo i solamento.
Data la n•ale minima portata dei vantaggi della guerra sottomarina, non era il caso di esitare : e si dovette perciò rinunziare, fino a momento migliore, a proseguirla nella forma usata dal febbraio in poi. Si decise di continuarla soltanto come guerra di crociera, cioè mediante visita di ogni nave commerciale prima del sno eventua le affonrlamcnto.
V II .
Tentativi di sfond ame nto sul teatro di guerra occidentale nell' a u t unno 1915 e campagna cont ro la Serbia .
Come già si è accC'JUlato, dal luglio 1915 influiva notevolmente sull e decisioni per il proseguimento delle operazioni a<l est il problema di p rovvedere a forze snfficienti per fronteggiare il temporale addensantesi ad occidente, e cli aprirsi contemporaneamente la via attr averso i Balcani, senza dover perciò rallentare la pressione sui R ussi. Il problema diveniva sempre più urgente col progredire della stagione : e si doveva esser pronti a poterlo risolvere in qualunque m omento la soluzione s'imponesse con assoluta urgenza.
Il Capo cli Stato ~laggiore era convinto che esso dovesse avere la precE'denza su1 problema concernente il modo di costringere i Russi, p er sola forza cl armi, u ad inginocchiarsi ».
Dietro insistenze del Comando Supremo, erano nuovamente in corso dal luglio, a Sofia, trattative per l'alleanza della Bulgaria colle P otenze centrali. Esse, condotte molto abilmente dal Principe di H ohcnlohe-Langenburg e da l nuovo addetto militare tedesco, maggiore v. Massow, ebbero per risultato l'invio a fine di agosto di un rappresentante bulgaro, l'allora ten. colon. Gantschew, al Gran Quartier Geneialc tedesco per stipulare una convenzione m il i.tan'. Il moven t e intimo di ciò stava probabilmente ncll'e5ser la Bulgaria convinta che non avrebbe trovato da parte dell'Intesa alcun appoggio per le p roprie pretese nazionali sui territon abitati da Bnlgari in Serbia cd in Rumcnia. Anche nella questione de ll 'ingrandimento a spese della T urchia essa poco aveva a sperare dall'Intc,n, poichè di questa faceva parte la Russia : mentre l'unione della Bulgaria alle P otenze cen t ra li , grazie alle l arghe vedute degli uomini di Stato turchi, le a vrebbe subito procurato il possesso tanto agognato della regione t urca ad ovest della :'.\Iaritza. È naturalmente superfluo l'accennare
Coadu·iione- dt la con\·cnzio coll.1 nut~:u ( V. c.utc no e 6/.
che, pur facendo astrazione da queste ragioni, l a Bulgaria era indotta ad llllirsi a noi dalla fiducia che riponeva nelle P otenze centrali e nella loro vittoria definitiva.
L a convenzione fu conclusa il 6 settembre a Pless fra i generali Conrad v . H otzendorf e Falkcnhayn da una parte e il tcn. col. Gantschew dall'altra. Alla Turchia fu conservata piena facoltà di aderirvi.
Secondo la convenzione, la Germania e l'Austria-Ungheria dovevano tenersi pronte ad agire sulla frontiera serba con 6 divisioni ciascuna entro 30 giorni, la Bulgaria con almeno 4 divisioni (1) entro 35 giomi. Il comando di ta li truppe doveva essere assunto dal feldmaresciallo ". Mackensen. Qualora l'impresa avesse avuto il corso desiderato, la Germania avrebbe inviato una Drigata mista di fanteria a Varna cd una a Burgas e avrebbe provveduto a proteggere per quanto possibile la costa bulgara mediante invio di sommergibili nel Mar Nero. In tal modo si sperava di esercitare favorevole inAuenza su taluni ambienti bulgari aventi atteggiamenti dubbi a riguardo dei Russi. La Bulgaria si obbligava inoltre a mohilitare le 4 divisioni suaccennate entro il 2r settembre al più tardi.ed irrompere nella Macedonia serba con un'altra divisione almeno pèr l'II ottobre. La Germania dal suo canto si dichiarava pronta a fornire alla Bulgaria, oltre ad un importante sussidio finanziario, anche materiale da guerra, in quanto lo avessero consentito le proprie esigenze. Essa si obbligò anche ad interessare la Turchia, qualora la Bulgaria ne esprimesse il desiderio, a proteggere il porto di Dedeagatsch da sbarchi avversari e mettere agli ordini di comandanti bulgari le truppe che colà venissero impiegate. Per evitare incidenti non desiderabili, venne concordato che la Bulgaria si sarebbe mantenuta completamente neutrale verso la Grecia e la Rumenia sino al termine delle operazioni, qualora tali Stati avessero dato l'assicurazione di rimanere neutrali e non occupare territorio serbo. Una clausola aggiuntiva, che può apparire superflua ma era richiesta dalla situazione nei Balcani, stabiliva che la Bulgaria si sarebbe obbligata a consentire il passaggio pienamente indisturbato di truppe e materiali per e dalla Turchia, non appena fossero aperte )a via attraverso la Serbia, quella del Danubio o il transito attraverso la Rnmenia.
Tale trattato procurava il modo, da tanto tempo urgentemente cercato, di agire energicamente per sostenere la situaz ione nel sudest : e da ciò potevano derivare notevolissimi vantaggi.
Se si riusciva ad eliminare la Serbia quale fatt.ore bellico- -e di ciò non si dubitava cessava la minaccia sul fìaÌ1co dell'Austria-U ngheria e scompariva con essa il pericolo derivante dagli s lavi del snd .
L a sistemazione di una e<~mu~1 ica7,ione colla Turchia garantiva con tutta probabilità i Dardanelli e produceva con ciò l'isolamento definitivo della Russia dai suoi alleati dell'Intesa; inoltre, essa forniva nuove possibilità per l a condotta d i guerra turca in _<\sia.
L'entratél: della Bulgaria nell'alleanza delle Potenze centrali e i successi che in conseguenza sarebbero stati presto ottenuti in Serbia non potevano a meno di esercitare influenza sul contegno della Rumenia..
Infine, venivano ad aprirsi fonti per provviste <li vettovaglie e di importanti materie prime, specialmente di rame .
Per tutto ciò si doveva dare da parte tedesca la mas s ima importanz a alla traduzione in atto senz'altro del trattato. Quando a metà settembre il Comando Supremo austro-ungarico dichiarò che in seguito agli av, en im enti descritti nel capitolo precedente, e specia lmente della vittoriosa controffensiva rnssa in Volinia e nella Galizia orientale, non era in grado di adempiere agli imp egni assunti, e quando l'ufficiale tedesco di collegamento ne ll'Ungheria meridionale informò che non aveva fiducia nella forza offens iva delle truppe austro-ungariche colà concentrate, non s i esitò a compensare le 4 divi sioni austro-ungariche che l'Austria-Ungheria avre hb e dovuto invi are alla frontiera serba, sostituendole co.n a ltre 4 germaniche in vi1ì dell1:: 6 previf,te da lla convenzione (r ). Per garantire il loro schieramento in tempo utile fu d'uopo trarre da lla fronte occidentale una divisi one, nonostante la grave tensione ddla. situazione sn tale f1onte.
L 'azzardo fu possibile so lt anto perchè: era già in movimento dalla fr onte orienta le verso il teatro di gu~rra. francese il X Co rp o d'armata ed alt r e trnppe st,:1,vano per seguirlo.
L a speranza che l a campagna contro la Serb ia s i effettuasse ra-
pidamente si fondava sul favore delle condizioni di forza e su quello della situazione strategica da parte degli alleati.
Le truppe serbe ancor atte a combattere venivano calcolate a r90,ooo-200,ooo uomini. Gli alleati ne impiegavano invece più di 300,000, che in gran parte dovevanc avere valore superiore a quello dei Serbi : i quali, d'altronde, con tutta probabilita non avrebbero saputo resistere all'efficacia delle artiglierie pesanti ed all'impressione dei lanciamine.
La situazione degli alleati rispetto alla Serbia rendeva possibile fin dall'inizio efficaci opera1.ioni d'avvolgimento : circostanza che peraltro non potè essere sfruttata completamente. Le truppe austro-ungariche dislocate in Bosnia-Erzegovina, indebolite da in vii sulla fronte dell'Isonzo, non avevano l'attitudine necessaria ad un urto contro la Serbia da quella parte. Ci si contentò che riuscissero ad adempire all'altro còmpito di tenere in scacco colla loro pr~senza i Montenegrini, per quanto si ritenesse scarsa la forza offensiva dei figli della Montagna Nera. Un concentramento di forze germaniche sulla frontiera bosniaco-serha non era attuabile per il cattivo stato delle comunicazioni : e dalle ricognizioni fatte risultò impossibile il migliorarle prontamente .
P ertanto fu d'uopo rinunziare ad attaccare anche il fianco occidentale della Serbia, limitandosi invece ad a v'anzare contro le sue fronti settentrionale ed orientale . Ma anche ciò offri va ott ime probabilità : su ciascuna di esse gli alleati disponevano di forze che, pur non essendo numericamente superiori all'intero esercito serbo, lo erano certamente in valore combattivo. In conseguenza l'avversario non poteva profittare del vantaggio delle proprie linee interne, pur astraendo dal fatto che le sue comunicazioni non erano sufficienti ad attuare tale specie di manovra. Tanto meno poi esso sarebbe stato in grado di attuarla, quanto maggiormente si fosse lasciato indurre a distaccare forze contro le truppe che dovevano essere impiegate dalla Bulgaria contro la Macedonia più a snd per irrompere sulla ferrovia di Salonicco, unica comunicazione ferroviaria serba col mondo esteriore.
In base a tali considerazioni furono concordate cogli alleati le disposizioni p0r lo schieramento e per il principio delle operazioni.
La 3a. Annata austro-ungarica (4 divisioni agli ordini del generale v. Kovess), rinforzata da un corpo d'armata germanico di 3
divisioni, si radunò sulla Sa va ed alla confluenza della Sa va nel Danubio. Essa doveva forzare il passaggio del fiume col grosso a Belgrado e con parte delle forze a Kupinovo e quindi, garantendosi verso la zona di Kolubara, avanzare per Topola su Kragujevac.
Una nuova ua Armata germanica agli ordini del generale v. Gallwitz (sostituito all'uopo nel comando della rza dal generale di fanteria v. Fabcck) si schierò con 7 divisioni germaniche sul Danubio ad est della confluenza del Temes, <la vanti ai punti colà riconosciuti atti a gettamento di ponti. Il grosso doveva passare il Danubio a R am, il rimanente a Semendria ; presso Orsova doveva farsi una dimostrazione di passaggio. In seguito, l'Am1ata doveva avanzare risalendo la Morava.
Della ra Armata bulgara agli ordini del generale Bojadieff, la 6a divisione fu concentrata a Kula, la 5a e sa attorno a Belogradcik, la ra a Caribrod, mentre la 7a e la Legione macedone formata con band e di volontari si radunavano a Ktistendil. Colla 7a divisione e la Legione predetta si costituì più tardi la za. Armata bulgara agli ordini del generale Todorow. La 6a. divisione fu avviata su Zaje car, distaccando tm gruppo sul fianco per aprire la via del Danubio; la 5a e so. per Knjazevac su Nisch, la ra per Pirot pure su Nisch. La 7a e la Legione macedone dovevano spingersi nella valle del Vardar per interrompere al più pnsto possibile la ferrovia Nisch-Salomcco.
Fu stabilito quale inizio delle operazioni il 6 ottobre per le Armate 3~ austro-ungarica ed rra., ed il giorno 1 r per i Bulgari. Tali date poterono esser cosi prestabilite perchè i preparativi per lo schieramento e per il passaggio del fi.nme erano completamente ultimati. Fin dalla primavera, ufficiali di Stato Maggiore tedeschi avevano esattamente riconosciuto le lo ca lità e preso tutte le predisposizioni allora attuabili. : ogni posizioni:; di batteria, ogni modalità di gettamento di ponti , le zone di sosta delle truppe durante la radunata, l'effettuazione dei rifornimenti, erano già stabilite ; il materiale da ponte ed altro occorrente a l passaggio, il mni1.izionamento e le vettovaglie erano già predisposti; bastava quasi che giungessero le truppe, per pot er iniziare senza indugio il passaggio. L'avveduto direttore della preparazione, tenente colonneilo H entsch dello Staio Maggiore sassone, fu assegnato come quartiermastro capo al Comando del gmppo d'esercito Mackensen. Alla sua attività si dovette la possibilità di far ginngere sul posto le truppe soltanto all'ultimo momento per assi -
curare la sorpresa, e di riuscire a compiere la grandiosa operazione militare del passaggio della Sava e del Danubio senza inconvenienti.
Il programma venne disturbalo soltanto sul teatro di operazioni orientale, e precisamente dai Bulgari. Si riconobbe b en presto che, per difficoltà amministrative, essi non erano in grado di mobilitarsi entro il 2r settembre, ma soltanto pel 23, e che quindi il loro grosso avrebbe potuto iniziare le operazioni soltanto il 15 anzichè l'rr ottoore. Ma poichè essi assicuravano che la frontiera macedone sarebbe stata da loro varcata l'rr, non s i apportarono modificazio11i alla data stabilita del 6 per l'i11izio delle open:i?.ioni delle Armate 3a austroungaric a e II3 Si sperava con ciò di esercitate infinen?.a benefica sulla volontà di combattere dei Bulgari : ed iufatti cosl avvenne.
J gr~rnlli ntt.;.tc· chi di alleggr· riu~( nto in oc• cid,·ntc {fine 02ettembrff 1915).
Una minaccia più grave di disturbo nel programma suaccennato sembrò aversi negli avvenimenti verificatisi sul teatro di guerra francese al momento dello schieramento contro la Serbia. Colà, come i.· noto, ci s i attendeva da tempo un attacco: ed il fatto che esso non si verificava aveva indotto in agosto a dubitare chè quel tentativo non dovesse più effettuarsi, visto che non poteva ormai portare alcun sollievo ai Russi : anzi per qualche tempo si fu inclinati a credere che i preparativi continuati dall'avversario avessero lo scopo d'ingannarci. Ma Jc notizie dal principio di settembre in poi accennavano sempre più chiaramente ad un pros5imo urto degli Inglesi, sostenut i dai Francesi, nella regione dt Lilla, e ad una contemporanea offensiva dei Francesi da soli nello Champagne.
In Fiandra e nell'Artois la 6a Armata agli ordini del col. genera le Principe ereditario Ruppr<.>cht di Baviera (capo di Stato :.\faggiore magg. gen. Kuhl) occupava una fronte di 80 km. in linea d'aria da sud di Y1,res a est di Armentières, oves t di Lens, est di Arras fino a r5 km . a sud-ei:t di quest\1ltima località, con una forza di 16 divisioni.
)follo Champagne la 3a Armata, agl i ordini del col. gen. v. Einem, occupava una fr onte di circa 50km. da nord di Reim s a :\Iassiges, con 7 divisioni e mezza. Contiguo ad essa era il corpo d'armata d'ala destra della 5a Armata agli ordini del tcn. gen. Principe Ereditario di Germania e di Prussia fino alle Argonne, con z divis ioni sulla front e.
Il 21 settembre cominciò un fuoco tambureggiante contro la 6a Armata, con intensità simile a quella che noi avevamo sviluppato
per la prima volta nelle operazioni di Gorlice e Tarnow ; ed il 22 e:;so s'iniziò anche contro la 3a. e contro il corpo d'annata d'ala dlstra della 5a.
Erano già slate assegnate in precedem.a aliquote delle nostre s carse riserve d'esercito alle .\nnate minacciate : e maggiori aumenti fur ono ora concessi. Le .\.rmate 3a e 6a ricevettero batterie pesanti e un a division<' di fanteria ciascuna: alla 3a fu anche assegnata un'altra brigata di fanteria.
Il fuoco tambureggiante infuriò con intensità quasi costante fino al 24 nello Champagne e fino al 25 in Fiandra ; cd in quei due giorni s'iniziarono i rispettivi attacchi di fanteria.
Ad onta delle distrnzioni, superiori ad ogni precedente, cagionale dal tremendo fuoco snl!e nostre posizioni e fin molto a tergo di esse.. e d elle gravissime perdite da noi subìte, i Francesi non riuscirono a conseguire vantaggi essenzia li il 24 nello Champagne. Gli Inglesi in.vece, già nel p1imo giorno, riu-;cirono mediante impiego di gas presso Loos ad impadronirsi col loro attacco delle nostre posizioni avanzate per una largl1ezza di 12 km. Essi peraltro non poterono sfrnttare tale successo : contrattacchi immediati dei prodi difensori lo impedirono e valsero <'Ziandio a ritogliere loro buona parte delle lin ce conquistate. 1 Francesi che attaccavano sulle due rive della Scarpe a contatto cogli Inglesi non riuscirono a conseguire successi apprezzabili.
:\folto più grave divenne la situazione il 25 nello Champagne. Pro seguendo nella loro offensiva, i Francesi in quel giorno con 17 divisioni respinsero sulla strada Souain -Somme Py e più ad est, g li avanzi di due divisioni tedesche per una larghezza di 23 km. ed una profondità di 4, sulla posizione retrostante, che anch'essa disgt..-1.ziatamente era stata del pari comp letamente clistrutla. Ne derivò una grave crisi che indusse il Comando della 3a .\rmata a considerare se non convenisse arretrare ancor ma~giorment<: la fronte dell'intera
Armat o. Tale determinazione avrebbe potuto prodmre serie cons<.;guenze, anzitutto per ragioni morali, ed inoltre per la sua ripercu-; sione tattica sulle fronti contigue : infine, perchè le masse avvers~.rie accumulatesi contro l<' attuali posizioni ne avrebbero avuto r('spiro in modo da riuscire a togliersi, se pure per breve tempo soltanto, dalla loro in,;o-.tenibile situazione.
Fortunatamente, la grave decis ione non venne attuata: dietro consiglio pressante del Capo di Stato Maggiore dell'Armata contigua (sa). magg. gen. Schmidt v. Knobelsdorf, essa fu rinviata fino all'arrivo del Comando Supremo il quale si trovava in viaggi o verso il teatro di guen-a occidentale; e quando esso giunse, a mezzogiorno del 25, non si parlò più di arretramento volontario. Il Comando Supremo disponeva tuttora di riserve ed inviò subito nello Champagne una delle ultime divi sion i della riserva d' eserc ito dall'Alsazia, noncbè il X Corpo d'armata; ed alla (5a Annata il Corpo d ella Guardia . Ambo questi corpi d'annata erano giunti allora nel Belgio dalla fronte orientale. Al comando della 3a. Armata venne assegnato quale capo di Stato maggiore il ten. col. v. Lossberg, che finora aveva coperto un'importantissima carica nel Reparto Operazioni del Comando Supremo. Infine, essendosi constatato che sull'Aisne non erano a prevedersi attacchi, vennero tolte alla 7a. Armata (col. gen. v. Heeringen) dislocata in quel settore le riserve di cui disponeva, per inviarle anch'esse alla 3a. Armata.
Quest'affluenza di forze bastò a rompere in certo qnal modo la furia del primo assalto avversario sulle fronti di battaglia : ma non poteva bastare a respingere gli attacchi avversari proseguiti per parecchi giorni. Le forze fresche suaccennate s i esaurirono nella gravosa lotta, tanto più presto in quanto la sera del 25 settembre cominciò una fortissima pioggia che trasformò il campo di battaglia in una vera palude. Certamente, anche l'attaccante risentiva delle mede sime difficoltà cd in misura indubbiamente maggiore del difensore. Per avere un'idea della gigantesca preponderanza contro la quale dovevamo lottare, basti considerare che la 3a Armata aveva di fronte non meno di 35 divisioni francesi, con 2000 pezzi pesanti e 3000 da campagna: dietro ad esse stavano anche numerose divis ioni di cavalleria pronte ad int erven ire ; e· reparti considerevoli di esse intervennero effett ivam ente.
In conseguenza, il Comando Supremo provvide nella prima metà di ottobre a sost i tuire più volte unità esau ste con unità più fieschc tratte dai settori più tranquilli, finchè l'arrivo di altre forze dall'est non consenti di rinunziare a tale provvedimento. All'infuori degli scarsi success i iniziali suaccennati, gli avversari non riuscirono a vantarne altri d'importanza. La lotta peraltro continuò fino al 13 ottobre in Fiandra, fino al 20 ottobre nello Champagne
1< La più grande battaglia di tutti i tempi», come il comandante di una divi sione della Guardia inglese l'aveva definita nell'ordin e del giorno divisionale della sera precedente all'attacco, era finita. l\fa essa non aveva consegi.ùto il risultato accennato dal Comandante Supremo francese, generale Joffre , nel suo ordine d'operazioni (r) : i Tedeschi non erano stati scacciati dalla Francia, neppure tmo dei compatriotti cc giacenti sotto il giogo» da 12 mesi era stato liberato,
(1) L'orcl111e cui s1 accenna è il :,cguente:
• Au G. Q. G. le r4 scplt'mure 1915
Note po11r les gé11éra11.'( comma11d1111t;; !es G. A.
L" élan dc:; troupes et lcur e!>prit de sacrificc constituent l'élément princ1p,il du succès de:, attaqucs. Or, le soldat françab se bat cl 'autant plu~ bravcmcnt qu'il comprend m1eux l'importancc des actions où il est engagé et qu'1l a da vantage confiancc dans Ics disposit:ons prises par le commandemenl. Il est douc <·,sentici qnc les officiers de tout gr,.dcs éclairent dès maintenant kurs inféricur:, !-.Ur Ics condilions fayorables dans Jc~quellcs se prodnira la. prochJinc offens1n~ dt·;, forces fran<;'.liscs.
Les points ci-dessous dcvront 8trc connus par lous:
1° Prcn<lrc !'offensive sur le lhé1ìtre d'operations franç,iis est pour uous un.: uéccssité, afin de cha$~er !es Allcmands hors de France. :N"ous déhnerons ai1h1 nos compalriotcs asservis depuis douze mois, el nou,; arracherous à l'ennem1 le ~agc précieux de nos terr1to,rcs envahis: cn outre, une brillante v1ctoirc remporté.; sur Ics Allcmands détermincra lcs nations neutrcs à se déclarcr eu notrc favcur cl contraiudra l'ennemi à raltmtir scs opérations contre l'arméc russe pour farrc f ice à nos attaqucs.
2° Tout a été fa1t pour quc cctte offensive put étrc 1.xécutée avec dt's forccs consid6rablcs et des moyens rnaléricls puissants.
La valeur, sans cessc accrue, dcs 01ganisations défensivcs de premiè1 e lrgnC', l'utihsation de plus en plus grande des troupes t<'rntoriales sur le front, l'augmenLauon des clkctifa britanniqucs débarqués en France, ont perm1s au commandant en chef dc r,•t,rer du front et de préparer pour Ics altaqucs un grand nombre dc divisions cons\ ituées, <l 'un <'ffrctif éga l à celui de plusieurs armées .
Ccs forccs, comrnc cc:lles maintcnues sur le front, disposcnt d'un matéricl dc ~u(;rre complet el modcrm·. Le nomhre des mitrailleuses a été plus que doublé; l<•s crnons de campagne, remplacé.s au fur et à rnesure de leur usure par des canoos neuf~. disposcnt d'un stock consi dérabl e de munitions; Ics convoh; automobiles ont été multiplié,i, tant pour le ravitaillcment quc pour Jes déplaccmen1.s de troupcs..
L'artillcrie lourde, outil principal dt-s attaqucs, a été l'objct d'un cfiorf. i1ite1tse. Une masse considérablc de balleries de gros calibre a élé réunie et organisée en vuc des prochames opérations. La dotation journabère en mumtions prévue pour chaque piècc c.lépassc les p lus grande~ consommat1ons constatées dans le passé .
3° L' époque actuello est. particu li èrement favorable à ! 'offensive gén6rale.
D'une part-, eu effct, !es armées K1tcbencr tcrminent leur débarqucmcnt en Fnnce, et d'autrc part, Ics Allemands ont fait' le moi~ dernicr encore, sur notre
nè era stata riportata una grande vittoria sni Tedeschi. Si può soltanto ammettere che non già l'offensiva, ma l'aspettativa e la preparazione per la medesima abbiano avuto influenza sulle operazioni tedesche contro i Russi.
Que;:to fatto peraltro non può esser considerato nc>ll' attivo della battaglia, essendo esso semplice conseguenza della guerra su più fronti. La « più grand<; battaglia di tutti i tempi i> era divenuta .
front, clcs pré!èn:111t·11 s de forces à destinattun du front russe. Les .\llcma11d5 n'ont q:ie dc b:cn ma1grcs 1éserves en arnère de la ligne mmcc de leurs n·tranchemen1s.
,1° L'offcn,ive sera générale: elle comportera plll:<teurs attaqucs s1multanéc·-. éxécutécs sur de trè~ grands fronts. Lcs trnupcs britauniqucs y panic1pcront avcc dcs cfft'ct1fs con;;idérables. Les tronp<"> belg,•s prendron t (·galcmt'nt part à l'aclinn .-\uss1tòt que l'ennt'mi aura été (>branlé , le~ troupe,- u nintenuc~ ~ur Ics part1 c , jusque-là pass1vcs du front J',Haqucront à leur tour pour achen·r s,L désorga111sati(m et le meUrc cn déroutt>.
Il s'agira, pour loutes Ics iroupes qui al taqucrnn t, llL·s pas ~culement t!'enle,·er l<'" prem1èrc,; tranchées cnnc·mies, mii, ,lt: pousser s:111s tré\'e , de jour comme de ,mii, a u delà dcs posiuons d<! deuxièmc et de tro1s1ème ligne, jus']u'au tcrra111 •libre. Toutc la cavalerie part1c1pcra à ces aU;1ques pour cnlever Ics b:itteries enncmics et explo1kr le succè.s à grande distancc en avant de l'iu!anteric ,
L-i simuliané1l6 des aitaqucs, leur p11iss1nce, lcur étcndue, ernpccheront l\: n· nemi cl'accumul.-r s~s réserve-- d'ìnfanterìe et d'art1llerie sur un point comm c ,I put le foire au nord d'Arras. Elles sont un gage cert,un dc succb. La commun1cat1on de <;.es renscigncmcnts aux trnupcs ne manqucra pas d'é· levcr lcur mora! ;,\ la tnuleur dcs sacrifices qui lcur scront dem:iudés. Il e.,t do11c indispens;i.bl<' qu'elle soit faite :wcc intell1~..:nce et convi11ction.
511111,: G. jOl'l'RI? •
In un nuovo ordine ùatalCl 2r settembre (1 l, il generale Joffrc nggiungc\' 1:
• Pnma dcll'.ittacco deve esser fatt.-i conoscere a lutti I regg1menh l'enorme forza clell'urto che attueranno le armate francesi ed inglesi, alfmcirca nel modo seguente:
" Per le operazioni sono destinale: 35 d1vis10111 agli orù1111 del i:wncrale ùe Castelnau e 13 divi'!1on1 agli orclm1 del g,mcralc Foch. 13 di\'is'o111 inglc~i e 15 dlvi · soni di cavalleria (d1 cui 5 mglesi).
• P,utccipano cosi alla b 1ttaglia generale tre quarti d 'lle forze combaltcnll fr,mce,;1. Esse sartnnu appoggntc da 2000 prui pesa1n1 e 3000 da campagna, con un muniz'onamenlo molto supNiore a quello avuto <l.\l princip.o della guerra 111 poi.
• Tutte le co ld1z:o:1i p:cv..:ntivc p::r un successo ,..1curo es1ston<) · anzitutto, q u:rndo ~i rammenti che ai nostri ultimi attacchi celJa zona di Arras presero parte soltanto 15 divisioni e 300 pilzzi •· (Nola delt',mtore)
(1) li tc,to ù:ll 'o cdinc dtl q •cllembre è ric~,;ato dalla traduzione frauce>c ll•I g~nerale ~;.,,,..,1, 1a qu:tlc per ò omette 1•orJine dd : , .,ctlcmbre ch e pl'r(nnto è stato trai lo tto in ilJ.li.1110 1 1..,1 lt.--Slo lt· ùc-co.
una gravissima sconfitta per l'attaccante: esso aveva fatto enormi sac ri fici di vite umane e di materiali per ottenere un risultato che. in confronto all'obiettivo prefìssosi, può a buon diritto considerarsi nullo; ma che, pur considerato in se stesso, significava ben poco. Ed invero, per la questione generale non aveva alcnna importanza che le posizioni tedesche in singoli ristretti settori avessero o no <lovuto arretrarsi di qualche chilometro : il loro sistema complessivo <li difesa non era affatto scOf,so. Più di questo i Tt>deschi non potevano 1ip1omettersi, date le coPdizioni di forza.
E neppure il togliere forze dall'est interrompendo prima le operazioni su quella fronte avrebbe potuto far raggiungere maggiori risultati . Nè personale nè materiale·sarebbero bastati pe1 nna controffensiva avente mire profonde o per attacchi su altri tratti di fronte : nelle condizioni presenti non era nell'interesse della condotta di guerra tedesca il far sacrifki di alcun genere per ottenere successi locali.
I rinforzi, senza danneggiare gli obiettivi cui si doveva mirare nell'l'!st dopo fredda ponderazione di tutte le circostanze, erano giunti per l'appunto in tempo per disimpegnare il còmpito per essi previsto in Francia. Se fossero giunti prima, avrebhero forse reso meno sensibili le deboli inflessioni prodotte nella fronte : ma ciò non importava per la situazion e generale, mentrt: il toglierli prima dal teatro di guerra orientale avrebbe paralizzato le operazioni colà in corso e dalle quali il comandante sul posto riteneva potersi ripromdtere con sicurezza Tisulta ti straordinari.
Certamente però, se essi fos~ero giunti prima, avrebbero risparmiato ai comandanti come alle truppe, in Francia, giorni tremendi. È superflno accennare alle preoccupazioni dal Comando Supremo in quei giorni.
Infine non va dimenticato che il merito principale del fatto che i rinforzi dall'est giunsero ancora in tempo spetta al soldato tedesco deUa fronte occidentale: la sua meravigliosa resistenza sulle posizioni tremendamente sconvolte in Fiandra e nello Champagne ha eliminato il pericolo dell'intervento tardivo dei rinforzi in prima linea.
~ella morte e negli orrori, esso, attenendosi alle prescrizioni dategli ver i l combattimento, si è aggrappato solidamente al punto che doveva difendere, ed in moltissimi casi anche là dove da tempo non vi erano più dficiali nè sottufficiali i quali gli servissero d'esempio,
E non pago di ciò, esso con ammirabile 5pi1 ito di sacrificio ha attaccato le masse nemiche che gli stavano davanti ed intorno, ovunque se ne presentasse la possibilità. Kel mare della distruzione prodotta dall'artiglieria avversaria sorsero cosi so lid e isole e isolotti contro cui s'infrangevano le prime ondate dell'assalto ncn,ico di fanteria, ml'ntr~ le masse che le segu iv ano premevano incessantemente. Ne derivò un arrestarsi ed un ammuc:chiarsi di uomini, nei quali non soltanto il fuoco tedesco produceva vuoti inauditi, ma and11' il mantenimento dell'ordine diveniva impossibile. I rifornimenti av\·ersari non funzionavano più ; r.oll'aumrntare delle forze portate in linea, la situazione peggiorava sempre maggiormente. L'offensiva veniva soffocata dalla sua propria massa.
Certo r eh~ 11eassuna espressione pnò essere adatta a descriven• degnamente le gesta delle truppe tedesche sul teatro di guerra dello Champagne in quei giorni : tutto ciò che era avvenuto finora nella guerra impallidiva cli fronte alla grandiosità delle gesta attuali.
Nel tributare quest'omaggio al valore del soldato tedesco, non si deve deprimere il suo avver:;ario · nella lotta contro eroi non è vergogna il soccombere. Se pure i Francesi e gli !Jiglcsi non furono all'altezza dei difensori, essi h'1nno però fatto certamente il loro dovere: e le perdite da ]oro subìte lo provano. Se il -;nccesso non arrise ali' offensiva, non fu certo per loro colpa: ne fu causa wrosimilmente il modo col quale l'operazione fo concepita ed attuata. I nostri avversari non avevano tenulo sufficiente conto del fatto che i limiti entro i quali le forze possono con vantaggio essere concentrate, data l'efficacia attuale delle armi, sono ristretti : e l'oltrepassarli com·erte il vantaggio sperato in tm grave svantaggio. L'antica massima che non si è mai abbastanza forti sul pnnto decisivo nulla ha perduto del suo valore ; ma è altresì vero che la superiorità numerica non garantisce <li per sè- sola una decisione favorevole.
Ad onta dell'esperienza fatta non sollanto nella battaglia di .Arras ma anche nella battaglia invernale dello Champagne, la condotta di guerra francese parve essersi attenuta sald amente alla convinzione che un'operazione di sfondamento contro posizioni rafforzate con mezzi modemi, anch~ se difese da truppe aventi il valore militare di quelle impiegate sul teatro di guerra occidentale cci in particolare dei Tedeschi, presenti probabilità di snccesso purchè vi s i possano impiegare forze molto superiori . Tale convinzione può essere
stata rafforzata dal felice rìs11ltato dello sfondamento di GorliccTamovv, messo in relazione colle notizie esagerate di fonte russa a riguardo delle «masse» che i Tedeschi avrebbero impiegato in quell'op erazione. Ma tali notizie non avranno certo fatto rilevare che l'urto in Galizia fu attuato soltanto quando da pa1ie tedesca si ritenne di essere sicu ri che si andavano ad urtare truppe già molto indebolite da una condotta di guerra senza riguardi. Ed invero, nella soluzione della questione cosi spesso trattata durante la guerra circa l'opportunità di t entat ivi di sfondamento tendenti alla decisione, questo è il punto più importante. Contro un avversario di elevate qualità militari e morali, essi erano senza dubbio inopportuni: e durante l'intero corso della: guerra, in realtà, sono riusciti soltanto quegli sfondamenti nei qua li siffatte circostanze non si verificarono.
Sarebbe infine iJ1giusto il non trihntarc il dovuto encomio anche ai comandanti, oltre che ai soldati, nel descrivere le eroiche gesta di quelle battaglie difensive. P er quanto l'opera dei comandanti foc;se ivi meno appariscente che nelle grandi operazioni d'attacco, molto maggiore fu nelle battaglie difensive Ja grandezza del loro operato. Mai, da quando furono sc ritt e storie di guerra, erano state imposte ai nervi degli uomini prove più dure di quelle cui dovett ero sottostare i comandanti in quelle battaglie. Esse vennen;> splendidament e superate ; e ciò deve dirsi in riguardo tanto ai graduati di truppa ed agli ufficiali in trincea e nel combatt imento m genere, quanto ai comandanti di grado elevato curvi sulle carte.
Lo schieramento ed i preparativi d'attacco nell'Ungheria meridionale procedevano secondo le predisposizioni date, mentre in Francia si svolgeva ed infuriava tuttora la grande battaglia. In luogo di una divisione che doveva giungere dalla Francia, ne fu deviata verso sud-est una che trovavasi in movimento dalla Russia verso la Francia. E con ciò fu esaurita l'influenza dei sacrifici anglo-franC'esi a riguardo della campagna di Serbia.
Dopo ripetuti bombardamenti di artiglieria nel settembre a scopo di inganno contro la riva serba senza dar loro altro seguito, il 6 ottobre s' i niziò il tiro d'efficacia per il passaggio del Danubio che cominciò il 7. La 3a Armata austro-ungarica passò il fiume sulla
linea KupinoYo-Belgrado~ l'na a Ram col gruppo di sinistra e a Semendria col gruppo di destra il giorno dopo. Azioni dimostrative delle truppe sulla Drina e ad Orsova attrassero colà l'attenzione del nemico. La sorpresa strategica fu completa : il Comando Supremo serbo si era cullato in assicurazioni dell'Intesa, secondo le quali si trattava soltanto di un simulacro di attacco da parte delle Potenze centrali e si prometteva ad ogni modo che la Serbia avrebbe ricevuto rinforzi in tempo. Il grosso delle forze serbe era concentrato contro la Bulgaria ; e soltanto quando al principio di ottobre fu riconosciuta la grandezza della minaccia da nord cominciarono spostamenti di truppe in quella direzione, senza nn piano preordinato.
Perciò le Armate 3a austro-ungarica ed na incontrarono resistenza spesso valorosa, ma non solida in alcun punto. La loro avanzata fu ritardata meno da tale resistenza che dalla necessità di assicurare i rifornimenti: il materiale da ponte per rua potè essere portato avanti soltanto dopo spazzata la zona montuosa di Grocka fra Belgrado e Semendria : poi una delle sgradevoli piene del Danubio, -denominate << kossowa )), impedì per più giorni il gettamento dei ponti, sì che solo il zr ottobre si riuscì a gettarne due per quell'Armata.
In quel giorno, le teste delle Armate si trovavano all'incirca stilla linea Ripanj a sud di Bclgrado-Kaliste a sud- est di Pozarevac. Dne brigate di landsturm austro -ungariche avevano passato la bassa Drina ed erano giunte a Sabac. La ra Armata bulgara era giunta nella valle del Timok fra Zajecar e Knjazevac e combatteva colla sua ala sinistra attorno a Pirot. La za Armata bulgara si avvicinava per Vranje e Kumanovo alla linea del Vardar e la sbarrava già a Veles : la comunicazione ferroviaria serba con Salonicco era anche già inti;rrotta. Tutte le Armate si lagnavano vivamente delle gravi difficoltà prodotte dalla deficienza di strade, aggravate dal tempo piovoso. Tali l agnanze erano particolarmente gravi da parte della 36 Armata austro -ungarica che, pur prescindendo da tali condizioni, riusciva solo a stento a superare la resistenza nemica, a differenza dell'Armata contigua composta di soli reparti germanici.
Il Comando Supremo tedesco, temendo che il ritardo della 3a Armata austro -ungarica producesse un ritardo generale nelle operazioni, chiese al Comando Supremo austro -u ngarico che la rinforzasse con truppe tolte dalla fronte dell'Isonzo: ma il Gran Quartier Generale imperiale e reale non ritenne poter aderire, allegando che l'av-
versario sulla fronte italiana aveva forze doppi e di quelle austro-ungariche.
Anch e l e condizioni sull'ala sinistra dell'n '- Armata non era no del tutto sodd isface nti: il g rupp o austro -ungarico di Orsova, piuttosto debole, n o n era a n cor riu scit o a pa ssare il fiume. Ciò imp ed iv a di preparar e l' ape rtura d ella via fluviale verso la Bulgaria, mentre essa era ne cessaria perchè l e Armate bulgare cominciavano già a lamentar e scarsezza d i munizioni e di equip aggiamento.
Il Capo di Stato Maggi o r e decise pertanto il 20 ottobre di inviare rin forzi dalla fr onte occidentale, profittando d i un a pausa verificatasi n ella grande attività aggressiva del nemico: e l ' « Alpenkorps », giunto pr oprio allora cial Tirolo in Francia e adattissimo ad operare in zona montuo sa, fu diretto ver so il Banato. Lo si era tolto dalla fronte nel Tirolo, per ch è nell'inverno l a sua presenza colà diveniva superflua. Ma prima che esso fosse scaricato sul Danubio, l'aggiunta cli poche forze germaniche a l g rup po di Orsova g li consentì di forzare il passaggio, sì che la via fluviale del D a nu h io fu aperta. L ' « Alpenkorps », che non era p iù necessario in que l punto, potè q uin di essere impiegato sull'ala destra della 311. Armata austro-ungarica, per aiutarla ad ava nzar e. I movimenti d'avanzata co ntinu arono ovunque, nonos t a n te arresti temporanei dov uti in taluni punti alle diffi coltà dei riforniment i o alla presenza del n em ico : così, occo r sero talvolta forti in c itamenti per riuscire a far avanzare l a 1a Armata bulgara.
Il 5 nov e rn bre Kisch cadeva : l e a li interne d elle due Armat e bulgar e occ up aro n o la cap ital e della Se rbi a. L'Armata meridionale, cioè la z a, aveva int an t o ol trepassa t a la linea LeskovacVranje-Kumanovo, in direzione di Pristina, ed occupata la zon a di Veles.
A s ud di Strnmib:a furono facilmente respinti deboli attacchi di forze frances i c h e e ran o sbarca te nel frattempo a Salonicco. Lara Arm ata bulg a r a aveva raggiunto col grosso l a zona ,'!.d es t ò i Aleksinac e coll'ala destra, a ll a qual e si erano co ng iunt e forze ge rmaniche passate ad Orsova, Paracin. Essa, vin cola t a alle stra.de, era venuta a t rovarsi dietro la colonna più or ie nt a le dell'na. Armata che era già pene tr a t a n e ll a valle della ]\fora.ve>. a sud-ovest di Par acin. D a questo punto la fronte delle Arm ate na e 3a austro-ungariche s i estendeva per Kralj _evo verso Cacak. Ancor più ad oves t trovavansi le brigate austr o-ungariche passate sulla Drin a inferior e, a tt o rno ad Uzice : 9 - Il Comandn 8uprnHo ltdt s ro .
ed infine una divisione austro-ungarica giunta dalla Bosnia era ad est <li Visegrad.
I Serbi, dopo aver subìto perdite molto gravi durante i combattimenti avvenuti, erano in ritirata su tutta la fronte in direzione generale dell'altipiano del Campo del Merlo presso Pristina. Essi opponevano tenace resistenza soltanto contro la metà meridionale della 2a Armata bulgara, che coll a sua rapida avanzata minacciava di tagliar la strada dell'Albania, unica che ancor loro rimanesse. Tentativi per accelerare il movimento di quell'Armata aggiungendole elementi della 1a Armata bulgara non produssero risultato : le condizioni de ll e strade e dei rifornimenti presentavano ostacoli insuperabili. ad ogni spostamento che non potesse esser preparato molto in precedenza. Perciò anche l'assegnazione di forze germcl:niche all'ala meridionale, insistentemente chiesta dal Comando Supremo austro -ungarico, si dimostrò inattuabile. D'altronde la preoccupazione del Comando stesso circa un possibile sfondamento dei Serbi per Vcles, allo scopo di riunirsi colle truppe dell'Intesa risalenti da Salonicco la valle rlel Vardar, era infondata. Un simile tentativo era in r e altà verosimile: ma non poteva aver probabilità di riuscita, sotto la pressione del grosso di Mackensen che influiva da nord stù fianco e alle spalle di un movimento di tal natura. Sull e vie di ritirata si rendevano sempre più palesi gli indizi d i dissoluzione dell'esercito serbo : la sua fine era questione di settimane, qualora non gli si lasciasse respiro. Non fu peraltro possibile impedirgli completamente di sfuggire verso l'Albania : si potè soltanto render ciò difficile accelerando l'avanzata di una colonn a della 3a Armata austro-ungarica sulla strada di Kraljevo per Raska e que ll a dei Bulgari su e oltre Pristina in direzione d i Mitrovica . Le condizioni de ll a regione costringevano tutte le altre truppe a mantenersi in movimento soltanto sull e poche strade esistenti, quand'anche ve n'erano. Dalla fuga dei Serbi in Albania ben poco si poteva temere: essi non erano in g r ado di portar seco in quella selvaggi a regione a rtiglierja od eziandio carreggio di qualunque specie. Inoltre essi non avrebbero trovato col à mezzi di sussiste nza, hensì invece una popolazione a loro ostilissima, ch,! non avrebbe trascurato alcuna occasione per togliere ai fuggiaschi quanto fosse loro rimasto.
In base a tali apprezzamenti, il gruppo d'esercito Mackensen ricevette il 5 novembre ordine di continuare l e operazioni : ed a nal ogo invito venne fatto ai Bulgari per quanto concerneva la za. Armata
che n on era agli ordini diretti del feldmaresciallo. L'avanzata concentrica progettata doveva restringere rapidamente il terreno delle operazioni e lasciar quindi in seconda linea numerose forze deJla ra Armata, alla quale alludeva il Comando Supremo austro -ungarico quando aveva chiesto che venisse rinforzata la za Am1ata bulgara. Si è già detto il motivo pel quale ciò non era stato possibile. L'occasione pre9entan tasi di sistemare in comode l ocalità di sosta le truppe germaniche sulle strade di fondo valle e nel Banato e dar loro nuova energia median te rifornimenti e riposo fu molto gradita ; esse abbisognavano di tali cure tanto maggiormente in quanto il peso principale della campagna di Serbia aveva gravato finora su di loro, mentre eranoinsufficientemente equipaggiate per una campagna di tal natura.
l\fentre le colonne di marcia alleate salivano nel novembre sul Campo del Merlo con gravissime difficoltà di movimento, accresciute dal tempo cattivo e ben presto anche dalle difficoltà di rifornimento, diveniva urgente il decidere quali provvedimenti - ali' infuori di quelli semplicemente difensivi - si dovessero prendere contro le forze dell'Intesa giunte a Salonicco da Gallipoli, dall'Egitto e dalla Francia settentrionale. Il loro sbarco era in corso fin dal principio dell'ottobre: e poichè il Governo greco si era rifiutato a consentirlo, esso significava una grave violazione del diritto delle genti, che to- ,, glieva all'Intesa ogni giustificazione anche apparente per continuare a stigmatizzare la nostra avanzata attraverc;o il Belgio come una prepotenza inaudita. Ad onta <li ciò, la Grecia non aveva osato opporsi colle armi alle forze in arrivo : le sue coste aperte e le sue città erano inermi di fronte alle . artiglierie delle navi anglo-francesi; il suo popolo sarebbe stato affamato se i rifornimenti per mare gli fossero stati tagliati; e tali motivi avevano dettato legge per il suo contegno. Gli alleati della Germania inclinavano peraltro a trarre motivo da ciò per considerare anche la Grecia come nemica, e si durò nori poca fatica per farli clesistere da tale apprezzamento. Esso derivava dal voler prendere alla lettera le norme di diritto internazion~le, secondo le quali l a Grecia sarebbe stata in dovere di non tollera.re offese alla sua neutralità, sì che il tollerarle equivaleva ad una violazione della neutralità da sua parte. Ma al disopra delle norme del diritto internazionale stava il dovere della prop r ia conservazione : ed esso avev:>. costretto la Grecia ad agire come aveva fatto. N'è le Potenze centrali nè la Bulgaria avevano allora la possibilità di darle qualsivoglia
aiuto militare o sussidio di vettovaglie; e l'esser riusciti ad indurre il Governo greco ad un atteggiamento benevolo a nostro riguardo era cosa già abbastanza soddisfacente, data la situazione di qncllo Stato, la sua storia, l'influenza che l'Intesa poteva esercitare senza limiti sul popolo greco. La Germania non aveva certamente alcuna ragione per procurarsi un nuovo nemico senza che ne conseguissero vantaggi militari apprezzabili, e soltanto per favorire gli alleati in vista del loro avvenire politico : specie poi trattandosi di un nemico la cui semplice esistenza avrebbe avuto influenza molto grave sulle operazioni allora cominciate contr~ la Serbia. In conclusione, nè l'Austria-Ungheria nè la Bulgaria poterono sottrarsi alla forza persuasiva dì tali argomenti : e rimase inteso da tutti che anche per l'avvenire si sarebbe dovuto evitare tutto ciò che potesse indurre la Grecia a schierarsi fra i nostri avversari.
Dopo che l e truppe dell'Intesa furono respinte dai Bulgari, come già -si è accennato, nei monti a snd di Strumitza, esse avevano sospeso i loro movimenti d'avanzata in quella direzione, risalendo invece la valle del Vardar, e a metà novembre le loro punte si trovavano sulla riv~Y.. sinistra della Cerna di fronte a truppe distaccate contro di loro dalla za. Armata bulgara. I movimenti del nemico ~i compievano pigramente ; l'inazione delle truppe in generale faceva ritenere che l'avversario si adattasse solo contro voglia alla necessità politica di combattere per gli interessi serbi. Ciò nonostante, ulteriori rinforzi ed un\ùteriore avanzata potevano render dubbio il nostro successo in Serbia; e quindi nella prima decade di novembre le Potenze centrali e la Bulgaria, che finora si erano limitate soltanto ad attuare la convenzione concernente l'offensiva contro la Serbia, decisero che dopo effettuata quest'ultima avrebbero agito di comune accordo offensivamente contro l'Intesa. Ad ogni modo, da parte tedesca si riteneva opportuno che tale accordo non dovesse aver valore se le Potenze dell'Intesa avessero dato alle loro operazioni l'impronta di una grande azione nei Balcani. In tal caso la ~ermania si riservava di esaminare n~1ovamente se valesse la pena di agire offensivamente, o se invece non fosse più opportuno limitarsi a difendere quanto si era guadagnato.
Il Comando Supremo manteneva con ciò il suo apprezzamento a tiguardo dell'impresa in Serbia, continuando cioè a considerarla come un' operazione puramente accessoria. Gli obiettivi della campagna
erano raggiunti mediante l'imminente annientamento della Serbia; con esso veniva a cessare la minaccia sul fianco dell'Austria -Ungheria e si apriva la via verso l'Oriente vicino. Quest'ultima circostanza forniva eziandio fondata speranza che l'avversario si sarebbe astenuto da ulteriori tentativi di forzamento dei Dardanelli: e ad ogni modo essi non avrebbero più avuta probabilità di successo. Dal punto di vista della condotta di guerra comune, si trattava quindi ormai di assicurar e soltanto quanto erasi ottenuto: se poi contemporaneamente fosse sorta occasione di danneggiare militarmente e moralmente l'Intesa, si sarebbe evid entemente dovuto profittarne. Ad ogni modo era da escl ud ers i che l a decisione dell a guerra dovesse ricercarsi nei Balcan i : non era possibi le sottrarre ai teatri di guerra principali le forze che sarebbero state a ciò necessarie, ed era più facile per l'Intesa mandare in Macedonia una divisione di quanto non fosse per la Germania il mandarvi un battaglione. Inoltre, quand'anche si avessero avute a disposizione le forze predette, il loro efficace impiego sarebbe stato gravemente ostacol ato dalla natura della regione, dalla nec essità di ristabilire l'unica comun icazione ferroviaria e dalla sua produttività presumibilmente scarsa per parecchio tempo. Il l asciare in quella regione inospitale anche un sol soldato germanico in più, o più a lungo di quanto l'imponesse assolutamente la sicurezza del mantenimento di ciò che erasi conquistato, sarebbe stato giustificato soltanto se avesse potuto derivarne un vantaggio importante a prò del termine della guerra.
In tali apprezzamenti il Capo di Stato Maggiore sì trovava in un ce rt o disaccordo coi Comandi Supremi alleati, i quali davano grande importanza alla presenza di truppe ge m1a1ùche nei Balcani nel maggior numero e per il maggior tempo possibile. Oltre ai vantaggi puramente militari che ne sarebbero derivati, essi speravano anche vantaggi per ì loro intendimenti politici ; riu sciva loro utile il potere, in grazia alla presenza di numerose forze germaniche, disimpegnare parte de ll e proprie per scopi particolari. E tale tendenza si manifestava specialm ente nel Comando Supremo austro-ungarico. Sì può ancora ammettere che l'occupazione del Montenegro, da esso effettuata nel gennaio 1916, avesse importanza militare per la protezione del fianco; ma l'avanzata successiva nell' Alba1ùa centrale non l 'aveva certo. Ed entrambe tali operazioni vincolarono forze che avrebbero potuto esser più utilm ente impiegate in Galizia o sull' I sonzo.
Questa discordanza di opinioni in questioni fondamentali della condotta di guerra conteneva in sè un pericolo da non trascurarsi. Esso venne accentuato dalle relazioni poco cordiali che si erano manifestate sin dal principio fra Austria-Ungheria e Btùgaria, e che non divennero migliori quando i due eserciti vennero a contatto ed i contrasti precedenti acquistarono maggiore importanza pratica. Il Comando Supremo bulgaro sopportava a malincuore la tendenza visibilmente molto radicata in Austria-Ungheria di considerare l'alleato balcanico, e talvolta eziandio di trattarlo, meno che da alleato cioè come una potenza secon daria: ed il Comando Supremo austroungarico si l agnava dell'ayjdità territoriale e delle pretese della Bulgaria. Qui non è il caso di esaminare chi avesse ragione : certo è che 1e relazioni poco cordiali fra i due alleati non hanno avvantaggiato la condotta della guerra ed hanno spesso costretto il terzo alleato ad intervenire. Esso finora aveva sempre fatto prevalere la sua opinione: ma era dubbio che potesse sempre intervenire in tempo utile, specie quando l'attenzione del Capo di Stato Maggiore fosse a.ssorbita dagli altri teatri di guerra.
Tenendo conlo di ciò, il Comando Supremo tedesco esaminò se non fosse opportuno dar forma ufficiale· e quindi coercitiva al fatto che la condotta di guerra, se pur formalmente esercitata con uguali diritti da tutti gli alleati, era effettivamente nelle mani della Germania. Un riconoscimento ufficiale di tale fatto avrebbe dato il vantaggio di pieno esercizio delle facoltà di direzione e di diritto assoluto d i veto: ma si doveva temere che in luogo di derivarne una collaborazione più volonterosa si verificasse il contrario. Inoltre, da una elevazione esteriore della posizione della Germania nell'alleanza non era da attendersi un'influenza favorevole al prestigio del Governo imp e riale e r e2.le rispetto alle condizioni interne della Duplic e Monarchia. La situazione sarebbe stata tutt'altra, se fin dal principio della guerra fosse stato stabilito il criterio suaccennato: l'int r odurlo oggi avrebbe significato invece, per i malintenzionati- e ve n'erano molti entro i confini dell'Austria- Unghe1ia - sfiducia. Infine, si ritenne al tresì che l'esperienza già fatta avrebbe impedito ulteriori gravi attriti in avvenire. E quindi, sebbene la Turchia e la Btùgaria fossero favorevoli al provvedimento, il Capo di Stato Maggìorc ritenne opportuno soprassedere. D'altronde, il corso degli eventi nei Balca n i ha pienamente confermato la giustezza delle vedute del Capo di Stato }Iaggiore tedesco.
L'avanzata delle Armate 3a. austro-ungarica e ua. per la decisione nella zona di Pri sti na non si effettuò, sfortu natam ente, come da programma: i movimenti, in definitiva, poterono essere continuati soltanto ritraendo metà delle Armate in vicinanza delle ferrovie, e facendo cedere dalle unità ritirate i propri carreggi alle aliquote proseguenti la marcia, sì da render loro possibile l'effettuarla. Ma l'azione a distanza di tali aliquote fu sufficiente a to gliere ogni probabilità di successo il 22 novembre ad un contrattacco disperato che i Serbi avevél.no effettuato a Ferizovic contro l' al a destra della za. Armata bulgara, senza riuscir subito a sfondarla, in grazia del prode contegno dei Bulgari. Il fato dell'esercito serbo si compiè rapidamente: esso venne battuto ripetutmnente a Prizrend negli ultimi giorni di novembr e ed il 1° dicembre dai reparti bulgari che lo inseguivano in quella direzione ; parte fu fatta prigioniera, il rimanente si disperse. Analoga sorte ebbero gruppi serbi più deboli che vennero urtati dalle punte delle Armate 3a. austro-ungari ca e na.: solo miseri avanzi poteron o, con perdita di tutte le loro artiglierie e di tutto il carreggio, rifugi ars i nei monti dell'Albania. ~on esisteva più un esercito serbo : i Bulgari inseguirono con deboli reparti oltre la lin ea Diakova-Dibra, occuparono Ochrida ed avviarono una colonna su Bitolj. A quest'ultima, per ingannare il nenùco e per prendere eyentualmente contatto colle truppe greche mediante intermediari graditi ai Greci, furono aggiunti piccoli reparti di fanteria e di cavalleria tedesca. A nord dei Bulgari, reparti della 3a Armata austro-ungarica si spinsero su Ipek, Rozaj e Bjelopolje, dopo aver respinto senza difficoltà battaglioni montenegrini c h e si erano avanzati al di qua della loro frontiera.
Le truppe inglesi e francesi di Salonicco non avevano potuto mutar nulla all'atto finale del dramma serbo. Quando esse n e vennero a conoscenia, ritirarono dietro all a Cerna nella seconda quindicina di novembre le punte che l'avevano oltrepassata, ed occ uparono di fronte al grosso della za Armata bulgara una lin ea che dalla Cerna ad ovest di Ka va.dar si estendeva dietro al Vardar fino a Mirovca e di là al L. Doiran. Le loro condizioni facevano rit ene r e che ad onta dell'accorciamento delle retrovie esse non fossero ancora riusciti a regolare opportunamente i propri rifornimenti.
Il piano di un attacco comune contro tali truppe mediante forze germaniche e bulgare agli ordini del feldmaresciallo v. Mackensen aveva già dovuto fin dalla metà di novembre esser nuovamente posto
in disparte. Informazioni più precise avevano fatto constatare che fino a quando non fosse ristabilita la ferrovia della valle del Vardar per Nisch fino a Kumanovo (fine di dicembre) non sarebbe stato possibile vettovagliare in quella zona forze superiori a quelle che i Btùgari già vi avevano; ed anche queste riuscivano solo a stento ed irrego larmente a ricevere i necessari rifornimenti. 11 piano, a dir vero, fu temporaneam~nte ripreso in esame alla fine di novembre, essendo pervenute informazioni degne di fede dalle quali risultava che l'Intesa non aveva intenzione di nnntenersi a Salonicco. Ed invero, il Capo di Stato Maggiore non avrebbe voluto lasciarsi sfuggire l'occasione di una operazione apparentemente facile e di sicuro risultato : e limitando al minimo possibile le truppe e togliendo di là tutto ciò che non fosse assolutamente necessario, si sarebbe tentato di diminuire le difficoltà. Ma tale intendimento non venne a maturazione. Dietro invito fatto dal Comando Supremo tedesco al Comando Supremo bulgaro di sfruttare di propria iniziativa ogni occasione favorevole, ed in seguito a notizia che le truppe dell'Intesa, probabilmente a causa dell'avanzata della colonna tedesco-bulgara su Bitolj, effettuavano movimenti d'arretramento, il Comando Supremo bulgaro, rendendosi chiaro conto della situazione, ordinò alla sua za. Armata di attaccare il 5 dicembre. Il nemico fu respinto e si pose in ritirata verso snd su tutta la fronte : e gli vennero ancora infljtti notevoli danni. Così pure, esso non potè mantenersi in posizione all'altezza del L. Doiran, giacchè i Bulgari minacciavano di avvolgerlo ad est del lago con abili e rap i di movimenti. Le truppe dell'Intesa ripiegarono in cattive condizioni su Salonicco, dove già :fin dal principio d'ottobre lavoravano in fretta a costruire opere di difesa, e v i si rafforzarono.
La z& Armata bulgara, per desiderio del Comando Supremo tedesco, non oltrepassò nel suo inseguimento la frontiera greca. L'Armata soffriva già gravi privazioni: non era poss i bile eliminarle, giacchè gli alleati non avevano potuto rifornirla in tempo e l'avversario nel ritirarsi aveva praticato importanti interruzioni stùle scarse comunicazioni e sull'unica ferrovia della valle del Vardar. Non era possibile che i Bulgari, in tali condizioni, potessero conseguire celeri risultati contro posizioni rafforzate, tanto più che la loro entrata da soli in territorio greco avrebbe costretto anche quel Governo ad opporsi colle armi, e che l'avversario riceveva continui rinforzi da Gallipoli. L'operazione sarebbe quindi diventata azzardosa e ciò doveva evi tarsi.
Alla fine del dicembre r915 ed al principio del 1916 fu ripetutamente presa in esame la questione di un attacco su Salonicco. Il Comando Supremo austro-ungarico l o caldeggiava ancor più del Comando Supremo bulgaro, sebbene non potesse mettere a disposizio n e truppe per tale scopo. I Btùgari si mostravano meno interes sati ad attuarlo, perchè avevano interamente raggiunto il loro obiettivo politico principale della gùerrn e cioè la conquista della Macedonia. E tale ci rco stanza di per sè sola rendeva già meno sicuro l'esito: non è abitudine delle truppe balcaniche il battersi volentieri per scopi di utilità n on immediata per i loro popoli. Quando poi a metà gennaio Mackensen informò che qualsiasi offensiva su Sa loni cco non avrebbe potuto iniziarsi prima della metà di apri le a causa delle difficoltà dei rifornimenti, fu dato ordine che le tn1ppe si raggruppassero bensì, in generale, in vista di una offensiva, ma che in tale dislocazione organizza,;sero innanzi tutto una posizione permanente. Frattanto il Comando Supremo tedesco diveniva ancora meno favorevol e ad un'operazione su Salonicco con partecipazione di forze germaniche, non sembrando essa più necessaria per imlurre l'Intesa a rinunziare ai suoi intendimenti circa i Dardanelli: ed invero 1'8 gennai o 1916 l'ultimo Inglese lasciava la penisola di Gallipoli. Pertanto non conveniva ormai lasciar nei Balcani forze germaniche maggiori di quelle asso lutamente necessarie perchè la fronte bulgara potesse sostenersi: esse avrebbero servito l aggiù soltanto a scop i politici dell'Austria-Ungheria e della Bulgaria, ma non a vantaggio della condotta generale di guerra, e tanto meno poi a vantaggio della condotta di guena tedesca. Un'entrata dei Bulgari a Salonicco avrebbe agito sfavo r evolm ente stùl'att eggiamento del popolo greco verso le Potenze centrali e ne sarebbe con tutta probabilità derivata. la necessità di una campagna contro la Grecia. L'unico vantaggio che essa avrebbe potuto produrre per la Germania sarebbe stato il possesso - importante, d'altronde - di punti d'appoggio nel Peloponn eso per la guerra sottomarina: ma ciò non poteva compensare gli svant agg i sicuri. Una sim ile campagna av r ebbe evidentemente prodotto nuov e grandi richieste da parte degli alleati: e il Comando Supremo ted esco non le desidera va certo . E neppure erano desiderabili le maggiori pr e t ese che l'Au stria-Unghe ri a avrebbe elevato a rigu ardo dei Ba lcani, quale conseguenza di eventuali successi bulgari. Per lo m eno, si sarebbero dovute temere nuove divergenze di vedute
fr a gli alleati; il possesso d i Salonicco rappresentava per ent r a mbi un a forte att r azione. In olt r e, vi era da temere che l'attenzione dell' Aust ria-lì ngh eria venisse assorbita dai Balcani più di quanto n on lo consentisse l a condotta della guerra sulle fronti prin cipali: cd anzi tale pericolo esisteva già. Ce rt amente, l o scacc iare l'Int esa d a Salonicco sarebbe stato gra ditiss imo ai Bulgari perchè li avrebbe liberati da. ogni minaccia immediata. ; ma per la situazione generale ciò era vantaggioso solo fino ad un certo punto. Le forze dell' Int esa ch e in tal mod o fossero venute a r end ersi disp o nibili avrebbero potuto ::.enz'altro essere impiegate su altri teatri di guerra: le bulgare no, giacchè non erano a ciò adatte e d'alt ra parte il Gove rn o bulgaro non era impegnato ad impi ega rv el e. Il modifi ca re il trattato in questo punto, ~otto la pressione di operazioni eccentriche, sarebbe stato ben d iffi cilmente gradito dall'opinione bulgara; il co nt egno del pop olo bulgaro poteva esser e infiu e11zat o favorevolmente soltanto da ulteriori minacce su di esso incombenti e da uno scopo di g uerra ad esso conveniente Dal punto di vista generale delle P otenze centrali, null a si aveva ad obie ttar e all 'attu az io n e d ella guerra di p osizione (tanto temuta dall'Austria-Ungheria e dalla Bulgaria) anche nei Balcani: se le truppe bulgare vincolavano colà in tal modo numerose fo rz e d ell' l ntesa, esse rend evano cosl un ottimo servizio alla causa comune : e la possibilità di ciò esisteva. Era da sperare che l'Intesa non si sarebbe lasciata indurre a sottostare, mediante uno sgo mbro volontario o d a cau sa di in s uffi cie nt e impiego di forze , 2.d un secondo scacco morale tanto g r ave quanto quello sofferto or ora ai Dardanelli. P er contro, non vi era da temere un rovescio anche se s i fosse lasciat o a i Btùga ri un appoggio minimo di truppe germaniche : la natura de l terreno favoriva strao rdinariam ente la difensiva nelle posizioni che il g rup po ì\fackensen aveva raggiunto: e se il nemico n on er a riu sci t o nei Vosgi, su i Carpazi e sull'Isonzo, in co ndizi oni analoghe, ad ottenere risultati decisivi nonostante i suoi grandi sforzi, ~.ltrettrnto ci si i:oteva attendere qui, dove il clima e mo lte a ltr e condi7.ioni era n o favorevoli al dif en sore.
X ella posizione permanente assunta, la 1a Armata bulgara (ge n. B ojad ieff) si estendeva con due divis ioni di fanteria e una di carnll eri a bul gara cl~ 1L. d'(khrida per Bito lj (r) (d ove era dislocato il (
gruppo germanico-tedesco ad essa addetto) e poi lungo la frontiera greca fino a sud e sud-·ovest di Prilep: aveva spinto forze per la sicurezza del fianco nella regione albanese su Dibra ed Elbasan. L' rra Armata (generale d'artig li eria v. Gallwitz) stava con due divisioni germanich e e una e mezza bulgara sulla frontiera greca da Natja fino al B elasica Planina a nord del L. Doiran. Dietro ad essa stava in riserva l' « Alpenkorps )> tedesco a Veles e Stip. La za Armata bulgara (general e Todorow) si era spinta con 3 divisioni bulgare sulla linea Strumi tza-Ienikoi-Petric-Kevrekop. Le truppe germaniche non comprese n e ll e Armate predette e che avevano passato il Danubio in ottobre si trovavano in parte in riposo nell'Ungheria meridionale ed in parte erano già state inviate sulla fronte occidentale. In l uogo dell'int era divisione germanica prevista dal trattato colla Bulgaria era stata mandala sul Mar Nero, col consenso bulgaro, soltanto una brigata rinforzata della ro1a divisione : la situazione locale aveva consentito tale diminuzione. Da parte d e ll e tmppe germaniche lasciate nei Balcani venne fatto tutto il possibile per dare aiuto in ogni modo alle truppe bulgare, poco adatte per temperamento alla guerra di posizione, scarsamente istruite e malamente equ ipaggiate. Se i risultati di tale opera furono solo graduali, ne fu causa principale la difficoltà di intendersi fra istruttori e allievi, per il diverso linguaggio. Il passaggio al di là della frontiera greca, oltre la posizione permanente, fu consentito per il momento soltanto ad aviatori come rappresaglia ad un attacco aereo anglo-francese su Bitolj, e qualora esigenze tattiche lo rendessero assolut amente necessario. Tale limitazione era dovuta ai riguardi per la difficile situazion e del Governo greco e del Re di Grecia: ed a consideraz ioni analoghe furono anche impronlat e in parte molte decisioni durante la campagna nei Balcani, pur non trascurando mai di dare la precedenza alle considerazioni militari. 11 Capo cli Stato ~laggiore riteneva necessario u sare tali riguardi ogn iqualvolta essi n on danneggiassero le esigenze di guerra: il Re e il Governo g reco erano rimasti fedeli in ore critiche alla parola data alla Ge~-mania, e questa non aveva nel mondo sufficienti amici per alienarsene anche uno solo, e tanto meno un amico che si era mostrato capace di agire in modo disinteressato.
VIII.
Nel passaggio dal 1915 al 1916.
La campagna del 1915 si era svolta in modo diverso da quanto ci attendevamo al principio di quell'anno.
Si ern dovuto rinunziare all'intendimento di spingere le operazioni nell'ovest a punto tale da non lasciar più ai Francesi cd agli Inglesi alcuna speranza di volgere Ja s ituazione a loro favore prima che la Francia fosse dissanguata. Gli scarsi risultati ottenuti dall'esercito alleato, a causa più delle condizioni interne della Duplice )lonarchia che non del nemico, avevano impedito che ciò av,·enisse.
Si era quindi stati costretti a contentarsi di mantenere sul teatro di guerra occidentale la linea raggiunta : vi si era riusciti in grazia dell'ammirabile contegno delle truppe tedesche, mai eguagliato• in passato e che difficilmente potrà esserlo anche in avvenire. La poderos;a corrente cli energia che giungeva all'esercito di campagna dallo spirito animatore di allora della grande maggioranza del popolo aveva avuto anche in ciò parte preponderante.
Ad est, erano stati raggiunti gli obiettid ai quali si tendeva. Fra i medesimi non aveva potuto esser compreso l'amùentamento generale della potenza militare russa : si era rimasti entro i confini del possibile, limitandosi a mirare ad una paralizzazione tale della for7,a d'urto del colos~o che esso non potesse riaversene entro brP.ve tempo. Qualora i Comandi e le truppe delle Potenze centrali sull'est facessero il loro dovere, non vi era più da temere alcun pericolo da quella parte . Inoltre, lampi chiaramente visibili, se pur lontani, preannunziavano lo scatenarsi del temporale rivoluzionario nell'Impero degli Czar.
L'alleanza colla Bulgaria e la dissoluzione dell'esercito serbo avevano aperto la via verso il sud-est : e non vi era.no minacce probabili contro di essa o contro la via dei Dardanelli.
L'Aust ria-Ungheria era stata grandemente alleviata: non esisteva più per essa un pericolo serbo, il pericolo rumeno era ridotto a minimi termini. La tattica adottata a riguardo dell'Italia si era dimostrata ottima e non v'era alcun motivo a dubitare che tale rimanesse anche in avvenire.
Da queste basi dovevansi trarre le norme per la condotta delle operazioni nell'anno prossimo.
Il Comando Supremo austro-ungarico non esitò a dedurre dalla situazione, verso la metà del dicembre 1915, l'opportunità di una offensiva co nt ro l'It alia . Per aver dispo1ùbili le forze austro-ungariche necessarie a tale scopo, esso chiese() divisioni tedesche oltre a quelle che già trovavansi in Galizia, per dbimpegnare truppe austro-ungariche dalla fronte galiziana. Era suo progetto il tentare uno <;fonda.mento dal Tirolo verso sud-est, coll'ala destra all'incirca sulla linea Trento -S chio. Il Comando Supremo predetto sper~t\'a di riuscire in tal modo a rendere intenibile agli Italiani il vasto arco convesso delle loro posizioni nell'Italia settentrionale e for~'anchc tagliarlo fuori completamente. Esso prometteva che, non appena l'Italia fosse stata così resa <• del tutto inoffensiva » , avrebbe me sso a disposizione per un·a~ione decisiva sulla fronte occi<lentale le truppe c h e in tal modo si sarebbero rese disponibili, e che - con cakolo certamente esagerato - veruvano valutale a 400 ,000 uomiru.
Si trattava di un'operazione delìa quale ogni ufficiale di Stato Maggiore, nell'esaminare la carta del teatro di guerra italiano, si era ce rtamente occupato dall'inizio della g uerra in poi: cd essa era molto seducente.
Dal punto di vista ptl.rLicolare austro - ungarico, la luce superava le omb r e. L'Austria-Ungheria, liberata d;,L:e preoccupazioni per tutte le altri fronti, poteva concentrare tutte le sue forze contro l'Italia, nella quale scorgeva il suo vero nemico. Co ntro di essa si potevano conseguire vantaggi ai quali <'rano estranei gli interessi del grande alleato settentrional e: gl i eventuali guadagni non avrebbero dovuto essere divisi con alcuno .
.l\fa p er la condotta generale di guerra le cose erano di verse. L'impiego di altre 9 divisioni germaniche in prima linea in Gali.lia avrebbe più facilmente reso possibile agli avversari su ll a fronte orcidcntalc
cli completare i l oro armamenti e di rafforzarsi, costringendo nuovamente le fronti tedesche ad una rigidità compl eta. Le conseguenze di ciò non dovevano trascurarsi ; non si poteva imporre troppo a lungo tale condizione di cose alle truppe della fronte occidentale, che da più di un anno vi erano tenacemmte rimaste e ne avevano così notevolmente sofferto. La loro ammirevole resistenza, sostenuta con tutti i mezzi dal Comando, non aveva mai vacillato: ma non si poteva assumersi la responsabilità di sottoporle ad una nuova prova, tanto più che si trattava di sacrificarsi per un'impresa i cui risultati, in base a fredda ponderazione, sembravano dover essere minimi se essa fosse stata effettuata esclusivamente da forze austroungariche. Non si poteva affidare agli all<'ati soli, dopo quanto era avvenuto in Galizia ed in Serbia, l'esecuzione di un'operazione così grandiosa.
Sarebbe certamente stato possibile impiegare le 9 di visioni predette quale diretta cooperazione all'offensiva dal Tirolo, anzichè in Galizia, come richiedeva il Comando Supremo austro-ungarico: in tal modo sarebbe stato molto più probabile un grande risultato. Ma esso non bastava a giustificare lo spargimento di sangue german i co con tutte le sue conseguenze : a ciò sarebbe stato necessario un s uccesso tale da decidere la guerra contro l'Italia. Per la condotta generale di guerra non aveva importanza essenziale che gli Italiani, invece di aver le loro trincee sulle pendici delle Alpi e del Carso come ora, le avessero arretrate sulla linea dal L. di Garda alla foce del Po od anche più indietro : poichè era .certo che nessuna grave sconfitta nella parte più settentrionale ed orientale dello Stato avrebbe costretto Roma a desistere dalla guerra. L'Italia non poteva desisterne cont r o la vol ontà d elle altre Potenze dell'Intesa, dalle quali dipendeva interamente s ia per le condizioni finanziarie, sia pei rifornimenti di carbone e derrate: e se essa non abbandonava la lotta, non sarebbero risultate disponibili forze delle Potenze cent rali p er la fronte francese, tanto più che si sare bb e dovuto scendere n el piano invece cli mantenere le attuali posizioni sulle pendici d elle Alpi orientali e del Carso, ideali per la difensiva contro forze superiori . Infin e, il proseguire l'offensiva contro l e Alpi occidentali, lontane più di 50 0 km., era del tutto fuori portata delle Pot enze ce ntrali : mentre soltanto in tal modo avrebbe potuto derivarne una seria minaccia per le Potenze occidentali.
P e rtanto il Capo di Stato Maggiore diresse il seguente teleg ramm a in data r6 dicembre r9r5 al Comando Supremo austroungarico:
« Poich è la richiesta di V. E. nel nostro colloquio di ieri concerne un argomento del qual e mi sono spesso occupato, sono in grado di esporle particolareggiatam e:1 te fin da oggi le mie vedute in proposito.
« P rima di fado vorrei però rettificare un errore che nelle nostre conversazioni di ieri mi è sembra t o risultare dalle Sue espressioni. Invero V. E. nella nostra conve rsazione fece menzione dell'Italia. Non so su che cosa il suo punto di vista sia basato. Come è noto, truppe germaniche hanno partecipato fin dal primo giorno ad una guerra contro l'Italia, molto utilmente per l'Austria- Ungheria: e a Roma lo si sa benissimo. La Germania ha soltanto declinato di dichiarare essa stessa guerra all'Italia. I motivi di ciò sono stati già chiaramente esposti e sono stati anche riconosc iuti validi sotto tutti gli aspetti. Anche oggi l a Germania non esiterebbe neppure un momento a partecipare a qualsiasi azione di guerra contro l'Italia, se i suoi mezzi (tenuto conto che essa sostiene tutto il peso della guerra contro il Belgio, la Francia e l'Inghilterra, ed inoltre ~e,·e sostenere la parte principale di quella contro la Russia e la Serbia) glielo consentissero, e se tale partecipazione fosse vantaggiosa. A quest'ultimo punto si risponderà nuovamente n elle considerazioni che seguono.
« V. E. ha in animo un'avanzata dalla zona di Tr ento· su una fronte di 50 km. circa di ampiezza, e cioè contro ed olt r e la linea approssimativa Schio-Feltre, a ll a quale dovrebbero venir assegnate da 8 a 9 divisioni (i. e r.) che verrebbero disimpegnate dalla fronte galiziana mediante sostituzione con truppe germaniche.
<e Non è dubbio che ta le operazione, se riuscisse, sarebbe molto efficace. Ma, secondo la mia provata esperienza, per attuarla occorrerebbero ben 25 divisio1ù, poichè essa, limitata ad una sola linea ferroviaria per la r adunata, non può fare assegnamento su sorpresa strategica nè tattica. Dubito che V. E. sia in grado di concentrare dalla fronte italiana sul pnnto d'attacco una simile ma:sa, comprese le divisioni galiziane suaccennate : tanto più che, data la natura del terreno d'attacco, l a stagione attuale e le forti posizioni difensive d egli Italiani, dovrebbe trattarsi so lt anto di truppe particolarmente atte ad azione offensiva . Sfugge a ll a mia conosce nza la possibilità o meno di provvedere all'artiglieria pesante necessaria - che noi cal-
colic>.mo al minimo ad una batteria per ogni r50 m. di fronte - sui punti d'irruzione, ed alle relative abbondanti munizioni occorrenti.
<( Se non è possibile re1.ccogliere un gruppo d'attacco così poderoso, colla necessaria artiglieria, e se non si può assicurarne i rifornimenti in modo permanente e con 2.bbondanza, l'operazione dal semplice punto di vista militare dev'essere assolutamente sconsigliata. Secondo la gravosa esperienza fatta nelle battaglie sui Carpazi ed in quella masuriana nel gennaio-febbraio di quest'anno, essa non presenterebbe alcuna probabilità di successo decisivo ed avrebbe invece certamente due conseguenze: la prima, di produrre una diminuzione grandissima e forse fatale nei complementi per l'esercito i. e r. ; la seconda, di costringere la fronte tedesca ad un'assoluta immobilità per effetti della diminuzione di forze a favore della fronte austro-ungarica. E quest'ultima conseguenza sarebbe tollerabile a lungo, soltanto se dall'operazione si potesse spe rare una decisione della guerra V. E. ritiene che si possa sperarla: io so no dolente di non poter condividere la Sua opinione. Quand'anche il colpo riesca., esso non colpisce mortalm ente l'Italia. Roma non è per nulla costretta a concludere la pace p~ fatto che il suo esercito subisca una sconfitta, anche grave, su1l'estrema. parte nord-orientale dello Stato; nè d'altronde può concluderla contro il volere dell' Intesa, dalla quale dipende completamente per aiuti finanziari, per carbone e per mezzi di snssistenz::t. E non credo che potrebbe riuscirvi minacciando cli staccarsi dall'alleanza o descrivendo la propria miseria all'Inghilterra o alla Russia : al contrario, ritengo probabi le che questi due capisaldi , dell'Intesa, nella peggiore ipotesi, non sarebbero molto spiacenti di veder m esso fuori questione (r) un associato che rende così poi;o e che chiede ttmto. Essa rimarrebbe pur sempre lQro sch iava.
( r ) L'assu rdità <li que.<;ta affcrrnaz1c:me scritta per ser vire di argomento contro le inte nzion i del Cor.ra<l e barnta in ogni caw rn ine~atte informazioni deve essere stata considerata anche dal Falkenhayn che, nel riassumere prima di esporre questa lettera le ragi on i adcloUe per non eJTeUuare la spedi zione contro l'Italia, non la ripete, anzi dice:
• Se es~a (l' Ita lia) non abbandonava la lotta no n !:arebtero risultate di~pv· 1tibili forze delle Potenze cenlrali pe r la fronte francese •. ~e viene di conseguenza che se l'Italia fosse stata messa /llor·i questio111• il Falkenhayn ammette, come è evidente, che forze austriache si ~arebbero rese disponibili ,ontro le a ltr c P otenze clell'l11te.~a. ciò c h e non sarebùe certo piaciuto all'Tngbì lterra ed al la Russia.
~ it ~c he l'ltalia ha fatto la guerra prod1gando tutta ~e stes!<a, cioè il sangue migliore che aveva e le ricchezze che non aveva: e se ha, chiesto q uakhc cosa alle alt-re
« D a ti t a li p unti fonda1pentali, V. E. non s i meraviglierà se io racc omando che il Comando S u premo austro-ungarico metta a disposizione d el Comando Sup remo tedesco tutte quelle forze che possono r end er si d ispon i bili do p o aver garanti t o la sic urezza d elle proprie po s izioni d a ogni attacco sulla frontiera italiana ed in Galizia, quale co mp e:1so per le truppe germaniche impiegate nel gruppo d'esercito a s ud del Prip et. Non si ha intenzione d'impiegare a scopo offensivo tale aumento di forze: esso peraltro potreb b e trovare impiego molto util e per d isimpegnare dalla fronte forze germaniche, le quali rislùt er ebbero così disponibili p er operazio ni attive. Non ho ancor deciso d ove queste debbano effettuarsi».
In segu ito a ciò, il Comando Supremo austro-ungarico recedette dalla sua proposta, pur confermando l a sua opinione che fosse po ssibile co nt r o l ' It alia un successo decisivo per l a guerra (r). Ma poichè esso non fece valere ragi oni nuove nè migliori, il Capo di Stato Maggiore non aveva motivo di mutare la propria opinione, tanto più che il Comando predetto avvertiva contemporaneamente di non poter considerare come defin i tivamente chiusa l a campagna dei Balcani ed in conseg uenza l a mancanza di forze non consentiva d i pensare p er il momento ad un'operazio n e sul teatro di guerra italia no I1 Capo di Stato .Maggiore non fece obbiezioni all e imprese che l' Anstri aU ngheria aveva in animo a riguardo dei Balcani . Esse concernevano l'occupazione del Montenegro e l' azione contro l e de boli forze i talia ne sba r cate nel frattempo ne ll 'Al bania settentrionale. Naturalmente tali pian i avevano per fondamento rag ioni politiche: ma non s i poteva n egar l oro ogni imp or tanza militare Il valersi del terri torio m ontenegrino da parte dell 'Intesa quale base per ope r a-
Potenze (artiglierie, munizioni), ciò è sempre avvenuto soltanto per poter condurre la guerr a piìt vigorosamente.
Per es;,e rc p iì:t strana l'affermazione accomuna l' Inghilterra colla Rw;sia ; ora dalla. Ru ssia. l ' I ta lia, a parte la reciproca collaborazione leale, non ha avuto nulla, anzi ha. forn ito tra l'altro alla Russia stessa durnnte la guerra parecchie centinaia di migliaia di buoni Incili.
(1) Nella risposta a l Falkenhayn il Con rad, migliore giudice dell'esercito italiano perchè aveva a c h e fare con esso, premesso l'elogio delle nostr e truppe che secondo lui , e c.ome e ra naturale, a.vev:ino imparato :nolto nel pri:no ::nno cli guerra, aggi,rngi- che ,;e no n si tosse alt.accato dal Tirolo • Nella primavera. e nell 'est.ate 1916 l 'esercito italiano divente rà a,s~ai inc,) rnodo pe r n oi , La durn sconfitta di Gorizia climoc;trò infatti ..: he nepp ur e la gr:t.'lde offensiva di Asiago potè i mpedire che l'esercito no~tro ios!'e un incomodo avversario .
10 - ComRndo Sr,premo ftd~sc o .
zioni contro la Serbia o la Dalmazia era pur sempre possibile, quantunque non molto probabile a causa della natura del terreno. I risultati ai quali tendeva il Comando Supremo austro-ungarico erano facili e sicuri a raggiungersi. Nel Montenegro, seco ndo tutte le informazioni, non era presumibile che si incontrasse resistenza tenace : l 'epoca eroica dei suoi abilanti era tramontata da un pezzo. La dipendenza delle truppe di sbarco italiane dal porto di sbarco e dalle pessime comunicazioni albanesi, e la loro debolezza, non facevano presumere una resistenza molto maggiore. Ogni successo riportato dal1'Austria-Ungheria per proprio conto avrebbe avuto un'influenza benefica sul morale del suo esercito e dei suoi popoli. V'era peraltro il pericolo che l' Austria-C ngheria. impegnasse in tali operazio ni le sue forze in modo contrastante colle esigenze della condotta generale della guerra : ed il Comando Supremo austro-ungarico venne perciò ripetutamente cd espressamente avvertilo - e su ciò s'insistette anche particolarmente - che dalle nuove operazioni non doveva scaturire alcun diritto a ritardare a mettere in libertà le truppe germaniche impiegate a sud del Pripet.
La necessità di tali avvertimenti emergeva dagli avvenimenti in Galizia. I Russi attaccarono il 24 dicembre 1915 l'Armata del Sud (gen. conte v. Bothmer) e la. 7'" austro-tmgarica (gen. v. Pflanzer-Baltin) su tutta la fronte da Burkanow sullo Strypa sino alla frontiera rumena ad est di Czernowitz, e continuarono ostinatamente i loro sforzi fino alla m età del gennaio 1916. Mentre non ottennero alcun risultato contro l'Armata del Sud e i loro tentativi contro di questa si esaurirono ben presto, la decisione oscillò a lun go sulla fronte della 7a. Armata austro-ungarica, contro la quale era diretto lo sforzo principale dell'offensiva russa. Sebbene l'avversario non avesse una preponderanza notevole, qucll' Armata riuscì solo a stento a mantenere la propria fronte : le sue riserve non si mostrarono sufficienti, ed inoltre si erano in essa manifestate defi cienze interne. Tutto sommato, si riuscì a respinge r e gli attacchi nemici: ma dovendosi ammettere che analoghe condizioni interne si verificassero anche nelle altre Armate austro-ungariche della fronte galiziana, vi era motivo a rivolger seria attenzione a tale stato di cose.
Le operazioni austro-ungariche nel Montenegro e nell'Albania. si compirono felicemente e cclcremcnte, com'era prevedibile. I Mont enegrini vennero sottomessi entro la metà di gennaio : e nel febbraio
gli It aliani furono più volte battuti in piccole azioni e respinti al di là della Vojussa (r).
Nelle bailaglie or ora accennate e denominate « battaglie di Capo d'anno » nella Galizia orientale e nella Bucovina, i Russi avevano impi egato truppe poco istruite, con pochi ufficiali e di scarso valore, attaccando n ella stagio ne sfavorevole. Si doveva quindi ritenere che essi avessero di mira uno scopo particolare cd urgente: e, a quanto il Capo di Stato Maggiore potè giudicare, esso poteva esser soltanto quello di esercitare un'influenza sull'atteggiamento della Rumenia. Se tale s upposto era esatto, diveniva ancor più necessario attenersi al co nc etto di non iniziare alcuna nuova grande operazione prima di ch iarire i rapporti con quello Stato.
L'atteggiamento della Rumcni a a riguardo delle Pot enze centrali, fin dal primo giorno della guerra, non era mai stato chiaro : e colla morte del R e Carlo I nell'autunno del 1914 era divenuto sospetto. Ogni qualvolta l'Au st ria-Ungheria subiva un rovescio, esso s i oscurava sempre di più, fino ad un'ostilità a mala pena celata; per diventar poi qua.,;i amichevole non appena le Potenze centrali
ottenevano successi contro la Russia .
• è il Comando Supremo tedesco nè il Comando Supremo austroungari co avevano dubbi sul fatto che i dirigenti la politica rumena cercavano di batter la medesima via colla quale durante l'ultima guerra balcanica avevano conseguito vantaggi così a buon m ercato; essi intendevano partecipare alla poderosa lotta soltanto qualora non ne derivasse alcun rischio e pertanto rimandavano ogni decisione ed evitavano accuratamente di pr ender posizione per l'una o per l'altra parte.
Questo stare in agguato veniva agevolato dal fatto che durante la pace la politica tedesca non era riuscita a far sanzionare dal Parlamento rumeno il trattato concluso con la Rumenia : e senza tale sanzione esso non poteva aver valore ufficiale. P er contro, tale ricono-
(1) Xon vi fu 1wl febbraio l<JI6 alcun attacco alle no5lrc pos17ioni permanenti in Albani a, ma soltanto l'u1onc contro Dur;,zzo da noi occupat" temporanC'amtntc colla brigata Sa ,•ona per raccogli<'re e salvare i resti dcll'esrrrito serbo. E sst>ndosi dovuta prolungare l'occupa7.ione, la dùhcill!'~ima cpcrazione dl'llo si;ombro fu C'llt'ttu:tto ._,,~to la pressione del r.erruco. Ciò nono,-,tantc l'open:zione riuscì e dell'intl'ra b,ig:ita non rima5ero prigionieri ~econdo lo -;tesso bollettino au s tria co del 26 Jt-bbraio, cbe 700 no mini, contro un totale di circ-.a Pon0 r.hc rw scirono ad 1m'inrcarni
scimento veniva ostacolato dal partito, molto attivo, degli amici dichiarati della Russia e della Francia nell'interno dello Stato; i quali chiedevano a gran voce l'unione della Rum enia all'Intesa ed era no attivamente appoggiati dagli abili diplomatici di questa, che lavoravano con mezzi finanziari illimitati.
Lo Stato :\Iaggiore tedesco, in prevb,ionc di tale andamento di cose, non aveva più fatto serio assegnamento in pace su un aiuto armato della Rum en ia. Ma il contegno incerto di essa produceva conseguenze sgrade\·oli per la condotta di guerra delle Pot enze ce ntrali: sull'Austria-Ungheria gravava una continua e sensibile press ione da quella parte; le comunicazioni con la Turchia e co lla Bulgaria erano fortemente ostacolate e di tempo in tempo venivano quasi ad interrompersi. La Rwnenia, in fatto di osservanza alle n orme di diritto internazionale circa la neutralità, si regolava in modo poco b e nevolo, sebbene difficilmente impugnabile : e ciò s i era già rilevato dopo l'inizio dell'atlaC('O dell'Intesa contro i Dardanelli. Già nella primavera del 1915 si era dovuto esaminare se convenisse costringerla colle armi ad un contegno meglio rispondente ai suoi obb lighi morali, ma si era concluso negativamente: fin chè la pressione russa gravava con tutto il suo peso suU'Austria-Ungheria in Gngheria e in Galizia, non era possibile un'operazione contro od attraverso la Rum enia : mancavano l e forze all'uopo necessarie, sebbene la forza di resistenza dei Rumeni fosse ritenuta allora molto scarsa, per deficienza d'armi e di munizioni.
Si era nuovamente esamina ta tale questione quando al termine dell'estate r9r5 si dovette decidere se la via verso il sud-est fosse da ricercan,i attraverso )a Rum cnia oppure attraverso la Serbia. Il Capo di Stato iiaggiore scelse quest'ultima. Im·ero la Bulgaria, nuova alleata, null a aveva ad ob iett are ad un'avanzata contro la Rumenia: ed anzi, in altre cond izi oni, vi avrebbe aderito con giubilo, dato l'odio giustificato che ogni cuore bulgaro nutriva cont ro l'amico dimostratosi così infedele nella guerra balcanica. Ma il desiderio più forte per la Bulgaria e ra quello. di ri co nqtùstare gli antichi territori bulgari strappatile dalla Serbia in p assato; e per tale motivo, come pure per il suo deficiente equipaggiamento di guerra, essa era indotta a scegliere la via più br eve e cioè contro la Serbia. Ma anche se tali considerazioni non fossero entrate in g iu oco, la Bulgaria avrebbe dovuto ugualmente decidersi per tale via; essa non era in grado di
operare contro la Rumenia :finchè i suoi .fianchi meridionale ed occidentale non fossero garantiti verso la Grecia e la Serbia. La situazione intern a dell'Austria-Ungheria richiedeva, appunto dopo l'inizio dell'offensiv a italiana, una urgente liberazione dal pericolo sud-slavo che avrebbe continuato a serpeggiare sotto le ceneri finchè la Serbia non fosse stata schiacciata.
D'alt ronde, dopo lo sfondamento di Gor li ce-Tamow si era verificato un miglioramento sostanziale nel contegno della Rumenia : le sue frontiere si aprivano quasi ogni giorno di più. La rapida campagna contro la Serbia accrebbe l'influenza favorevole: si venne a trattative per grandi forniture di cereali rumeni, opportune a mitigare la necessità di viveri e foraggi della Germania e ancor più della Turchia : ed il fabbisogno, almeno altrettanto urgente, di petrolio parve potesse essere fornito dalle sorgenti rumene.
Peraltro, nel Gran Quartier Generale tedes co nessuno si lasciava illudere sul vero significato del contegno benevolo dei dirigenti rum~ni : tutti comp r endevano che esso era soltanto frutto di una s ituazion e obbligata e che avrebbe cambiato r adicalmente se tale situazione fosse mutata. E quindi ci si attenne al concetto di venire una buona volta in chiaro a riguardo delle intenzioni rumene. Essenzi?.lmente a tale scopo venn ero trattenute nell'Ungheria meridion ale la maggior parte delle truppe ritirate dal gruppo d'esercito Mackensen negli ultimi due mesi del 1915 e nel gennaio 1916.
In occasione della visita dello Czar dei Bulgari al Gran Quartier generale tedesco al principio del 1916, il Capo di Stato Maggiore prese accordi col generale Jekoff, inc aricato d el coma ndo delle forze bulgare, per l'intimazione di un ultimatum di breve scadenza a. Ha Rumenia e per un 'azio ne comune nel caso che la risposta al medesimo non fosse stata soddisfacente. Era peraltro dubbio se i Bulgari sarebbero stati in grado di mantenere gli imp eg ni assunti : le privazioni di cui soffrivano le lor o truppe dislocate sull a frontiera greca e la scarsissima potenzialità delle comunicazioni adducenti di là al Danubio r apprese ntavano gi-avi ostacoli.
Ma non s i venne all'attuazione di tali accordi, giacchè la Ru menia adempi in modo inappuntabile al trattato concluso nel frattempo per le forniture. Essa non mancò di procurarsi un contrappeso mediante un analogo trattato coll'Intesa; ma ciò non mutava il fatto che in grazia dell e forniture rum en e si potè provvedere ai bisogni della
Germania e specialmente della Turchia. Vennero riallacciate anche altre relazioni economiche: si verificò altresì una diminuzione di tensione politica che a par ere della diplomazia dava adito a qualche s peranza per l 'avvenire . Kon riuscì per altro - e neppur e ra prevedibile il riuscirvi - ad indurre la Rumenia, mediante mezzi diplomatici, ad unirsi alle Potenze cent rali Anche l'impiego dell'estremo di tali mezzi e cioè dell'ultimatum sarebbe fallito, a parere della diplomazia. Il semplice fatto della sua intimazione avrebbe prodotto una sospensione temporanea della consegna di cereali, e un successivo attacco d egli alleati contro la Rumenia le avrebbe interrotte per parecchio tempo: e ciò non era vantaggioso per la situazione economic a della Germania e della Turchia. Epperò l'impresa fu per il momento abb andonata. E tale rinunzi a fu compensata dal pieno adempimento del trattato colla Rumcnia e dal conseguente arrivo di derrate e di materie prime di cui allora non si poteva assolutamente fare a meno. L'ulteriore esperienza in Rumenia ed in Ucraina ha dimostrato a. sufficienza quanto difficile sia il raccogliere tali generi in una regione conquistata : e pertanto da questo punto di vista il calcolo fu giusto. Quanto poi al maggior vantaggio che si sarebbe potuto ottenere per il corso generale della gue rra sciogliendo fin d'allora il nodo colla spada, è un'altra questione. Ai fautori di tale soluzione è da obiettare che la b ase su cui ess i si fondano è molto incerta : avrebbero potuto le Potenze centrali resistere, se nel 1916 non fosse loro stato possibile trarre derrate e petrolio dalla Rumenia? Avr eb be la Germania potuto resistere sulla fronte occ identale nel 19 16, se prima delle battaglie nella regione della Mosa e sulla Somme avesse impegnato blll Mar Nero numerose forze tratte dalle sue ri se rve p e r se stesse scarse ? Chi non si se nt e di rispondere con un'affermazione assoluta a tale domanda farà bene ad esser circospelto nel suo giudizio. Inoltre non è da dimenticare che l'unione della Rumeni a con l' I ntesa, avvenuta più tardi , fu cagio nata da un avven im en to che non era nè poteva esser previsto: e cioè dalla grave sconfitta subìta dall'AustriaUn gher ia nel 191 6 da parte di un avversario che, tenuto conto delle condizioni del teatro di guerra orie ntal e, non era certo preponderante.
Nell'accennare alla campagna di Serbia, si è detto che essa pose fin e anche alla minaccia contro i Dardanelli. Gli In gl esi cd i Fran cesi,
dopo aver tolto di là forze per la difesa di Salonicco, non osarono attendere che l'appoggio - specie in materiale da guerra - provenient e dalla Germania, dopo aperta la via del Danubio e la linea ferroviaria, esplicasse la sua efficacia a favore dei Turchi. Al principio del gennaio 1916 essi sgom brarono completamente e definitivamente la penisola di Gallipoli: e potevamo esser ce rti che gli avversari, dopo la tremenda esperienza fatta e dopo uno scacco morale cosi grave, n on avrebbero rinnovata l'impre sa su quel punto. Il loro sgombro res e lib ere forze turche molto importanti per la Tur chia, tanto esaurita da quasi sei anni di guerra ininterrotta : e il Comando Supremo turco, semp re pronto al sac rifi cio, offers e d'impiegarle in Europa. Ma si comprese subito che ciò non sarebbe stato opportuno : da quelle truppe così insufficientemente equipaggiate cd arredate, e scarsamente istruite in r elazione ai criteri tedeschi, non si poteva attendersi alcuna utilità d'impiego su teatri cli guerra europei nei prossimi mesi. Inoltre, difficoltà tecniche ferr oviarie avrebbero ostacolato in modo quasi insuperabile il loro trasporto. D'altra parte, le condizioni interne della Turchia ed in particolare · il pericolo arabico rendevano molto più necessario l'impiegarle per eliminare la pressione dell'Intesa sulle provin cie turche in Asia. Quindi si rinunziò a vale r sene pel momento in Europa : e si ch i0se soltanto che venissero messe p er ogni evenienza in condizioni tali, eh ·~ fosse possibile impiegare più tardi s u campi di battaglia europei le aliquote cli esse che non fosse possibile impiegare in Asia a causa della sca rsissima produttività dell'unica -e non continua - linea ferroviaria adducente in quella regione.
P er l e operazioni in Asia, il Capo di Stato Maggior e propose u n nuovo tentativo contro il Canale cli Suez. P oichè gli In gles i alla fine del 19 15 avevano per obiettivo principale la conquista di Bagdad, l'operazione proposta presentava q ualche probabi~tà di riuscita e poteva esser utile a fa r loro sottrarre forze da Salonicco e dall'Irak. Kon era possibile valersi delle truppe da impiegare contro il Canale <li Suez p e r opporsi direttamente a ll e operazioni inglesi su Bagdad, date le difficoltà di trasporto e di rifornimento; e in quel riguardo si fu costretti a limitarsi ad attendere l'int ervento di una divisione posta già da qualche mese in movimento in quella di r ez ione, nonch è l 'arrivo del mat eriale da guerra che trovavasi per via, e l'influenza del maresciallo barone v. de r Goltz che era in viaggio verso quella fronte.
Ed anche sulla fronte armena. non si poteva che attendere: date le grandi distanze, le pessime comunicazioni e le difficoltà di vettovagliamento in quella regione già sfruttata, non vi si potevano inviar rinforzi che in misura limitata e a poco a poco, sebbene si fosse preoccupati per l'imminenza di un'offensiva russa. Com'era noto, la preparazione di tale offensiva era stata intrapresa dal granduca Nicola.i Nicolajewitsch, dopo che egli, in seguito alle sconfitte russe s ulla fronte orientale, aveva dovuto ad autunno inoltrato cedere quel comando cd assumere quello della fronte caucasica.
Si è già fatto osservare che il Capo di Stato Maggiore non poteva condividere i concetti del suo collaboratore austro•ungarico a riguardo della condotta in generale della guerra. Le sue conclusio1ù si fondavano su considerazioni, che egli sottopose a S. M. l'Imperatore quale base per le sue proposte, verso il ~fatale del 1915 , nel promemoria seguente :
u La Francia, militarmente ed economicamente - sotto ques t'ultimo riguardo, a causa della sottrazione permanente delle reg ioni carbonifere nel nord-est del suo territorio - è indebolita fin quasi al limite estremo sopportabile.
u La potenza. militare russa non è completamente annientata, ma la sua energia offensiva è così infranta da non poter per qualche tempo rivivere coll'antica forza. L'esercito serbo può consi derarsi distrutto. L'Italia lia senza dubbio compreso che non può far calcolo per parecchio tempo sulla realizzazione delle sue brame di rapi n a, e sarebbe perciò con tutta probabilità lieta di poter presto liquidare • l'avventura in qualche modo conveniente (1).
1, Se da questi fatti non sono potute derivare conseguenze in alcun punto, ciò è dovuto a molte circostanze che non è il caso di esaminare in dettaglio. E soltanto necessario non trascurare l'essenziale, e cioè l'enorme pressione che l'Inghilterra esercita tuttora sui suoi alleati.
( •) AnchP in quPSto come in altri giudi?i c-onceruenti l'Jtali;t il Falkenhayn è inesattamente informato ~ullc nostr e ronrli1ioni e s ui nostri intendimenti. L'Italia non foce mai cosa alcuna che ~s2 aver dato lonbmamente parvenza di re<1ltn. a quanto qui dice Falkcnhayn.
cc Si è invero riusciti a dare una grave scossa anche alla solidità inglese; e la miglior pro'va di ciò è l'imminente adozione del servizio militar e generale obbligatorio. Esso, peraltro, prova altresì di qual sacrificio l'Inghilterra sia capace, pur di raggiungere l o scopo di liberarsi in modo permanente dal suo rivale apparentemente più pericoloso. La storia delle lott e dell' Inghilterra contro i Paesi Bassi, la Spagna, la Francia e Napoleone si rip ete. La Germania non può attendersi riguardi da quest'avversario finchè ad esso 1imanga qualche speran za di raggiungere il proprio scopo. Un tentativo di accordo che partisse dalla Germania non farebbe che rafforzar la volontà di guerra dell'Inghilterra, giacchè essa, secondo il proprio modo di sentire, lo riterrebbe come un indizio di rilassamento della vol ontà di guerra tedesca.
« L'Inghilterra, avvezza a ponderare freddamente le probabilità, non può sperare di atterrarci coi soli mezzi militari. Essa affida evidentemente la propria causa all a guerra di esaurimento. !\'on siamo riusciti a scuoter la convi nzione che la Germania possa in tal modo esser costretta a piegar le spalle ; e da tale co nvin zione l'avversario attinge l' e nergia necessaria a proseguir la lotta e a stimolare inoltre continuamente a ciò la sua coalizio n e.
« È d'uopo togliergli tale fiducia.
cc La semplice attesa difensiva, alla quale si potrebbe pur pensare, non rispond e allo scopo, a lun go andare. All'avversario affluiscono, per la sua preponder a nza in uomini e in materiale, molte più e nergie che non a noi. Se ci attenessimo al contegno predetto, giungerebbe pur il momento in cui la sem pli ce proporzione di forze n o n l ascerebbe più molta speranza alla Germania. La potenzialità di resistenza dei nostri alleati è scarsa : l a nostra non è illimitata. È probabil e che l ' inv e rno prossimo, o qu ello successivo, qualora la Rumenia contin ui a rifornirci e se nel frattempo non si s ia otten uta una decisione, produca crisi di privazioni n ei membri della Quadruplice : e in conseguenza di esse, come sempre avviene, cris i sociali e politiche. Esse debbono e po sso~o venir superate. Ma non vi è certamente tempo da perder e. Occorre perciò mett er davanti agli occhi dell'Inghilterra l'infruttuosità del suo modo di procedere.
cc Certo anche in questo caso, come avviene cos ì spesso n elle più grandi decisioni st rat egiche, riesce molto più sempli ce en unciar e ciò che deve farsi anzichè determin are come si possa o si debba attuarlo.
11 Il mezzo più immediato sarebbe il tentar di colpire l'Inghilterra in mod o decisivo per terra. :Kon s' int e nde con ciò accennare alla s ua isola: la qua.le, come la Marina ritiene di dover ammetter e, è irraggiungibil e per le n ostre truppe. I nostri sforzi possono soltant o rivolgers i contro uno d ei punti del co ntin ente sui quali l ' Inghilterra. combatte. Sul co ntinent e europeo noi siamo sicuri delle nostr e forze e l avoriamo co n fattori noti. In co nseguenz a sono da escludersi a priori imprese in Ori e nte, dove d'altronde l' In g hilterra potrebb e essere colp it a in modo meno immediato. Successi a Salonicco, sul Canale di Suez e n ell'Irak ci saranno utili in quanto valgano a rend e r più profonda nei popoli medit e rranei e n el m ondo maomettano Ja sfid uci a destatasi a riguard o dell'invulnerabilità dell'Inghilterra e valga no a vincolare fo rz e ingle si in regioni lontane. Rovesci in Oriente possono danneggiarci note,·olmente per quanto co nce rne i nostri alleat i. Ma un' effic ace d ecision e per la guerra, quale sognatori spe ran o ottenere da una spedizione sul tipo di quella d'Alessandro verso l'India o verso l'Egitt o, o da un attacco preponderante su Salonicco, non è da attendersi. I nostri allea ti non dispongono dei mezzi a ciò nec essari ; e noi, a causa delle cattive comunicaz ioni , n on siamo in grado di fornirli. E l'In gh ilt erra, c h e ha sapnto digerire Anversa e Gallipoli, r esisterebbe anche a sconfitte in quelle lontane regioni.
<< Se dalle m ed esi me torniamo in Europa p e r vedere dove s i potrà colpire l'Inghilte rr a su questo continente, n on possiamo c hiuder gli occh i davanti alla constataziona d ella g ravis sima difficoltà cli tal e int e nt o .
« In Fiandra, a nord della dorsale di Lor e tt e, la natura d el suolo vieta ope r azioni su grande scala s ino a primave r a inoltrata. A sud di quel punto, i comandanti locali riten go n o che per un'operazione di tal natura occo rrono ci r ca 30 divisioni: ed il mede simo numero sarebbe n ecessa ri o a nch e per un'offensiva n el settore settentrionale. Ma noi siam o n ell 'imposs ibilità di co n ce ntrar e un a simile forza s u un tratto della nostra fronte ; anche se t raess imo dai settori germanici di Maced onia e Galizi a, co ntr o ogni convinzione militar e e politica e co ntro ogni prud enza, alcune divis ioni in più di quelle fin ora previs t e - n on dall a fronte al no rd del Prip et, perchè quel Comando di gruppo d'e se rcito non lo ritie ne possibile - il numero delle divisio ni di ri se n ·a in Francia salirebbe solta nto a poco più di 2 5 o 26.
« E se esse vengono tutte impiegate per una medesima operazione, tutto il rimanente della fronte vien privato fin dell'ultimo uomo delle riserv e. Nessuno può assumersi la responsabilità dei pericoli da ciò d erivanti per i nostri tratti più sensibili - Champagne, Woevre, Lorena - dato il corso normalmente l ento dell'attuale lotta puram en te frontal e (r) : ed inoltre s i avrebbe anche l'impossibilità di porgere aiuto agli alleati in caso di stringente necessità. Ed anche gli ins egnamenti che si possono dedurre dagli sfortunati attacchi a massa dei nostri avversari ci sconsigliano decisamente dall'imitare tale sistema di lotta. Tentativi di sfondamento a massa contro un nemico moralmente intatto, ben armato e non molto inferiore in numero non possono considerarsi di esito sicuro, neppur co l più grande accumulamento di uomini e di materiali : il difensore riuscirà nella maggior parte dei casi a chiudere i punti di r ottura. E ciò gli riescirà facile, se si deciderà a ripiegare volontariamente: n è è possibile impedirgli di farlo. Le insaccature, esposte in elevato grado all'azione di fuoco stù fianco , minacciano in tal caso di diventare sepolcri di masse. Le difficoltà tecniche della condotta e dell'approvvigionamento di masse divengono colà così notevoli da apparire pressochè insormontabili.
« Così pure, deve sconsiglia rsi il tentativo d'irrompere contro il settore di fronte inglese co n mezzi deboli: esso potrebbe venir cons igliato soltanto qualora si avesse un obiettivo a portata molto vicina. Ma questo non esiste. L o scopo dovrebbe pur sempre essere l'espulsione pressochè compl eta degli Inglesi dalla terraferma e l' a rretramento dei Francesi dietro alla Somme; se non si otterrà almeno tale risultato, l'attacco sarà stato vano. Se inv ece esso verrà raggiunto, l'obiettivo finale non sarà ancora assicurato, sia per ch è è da riten ersi che l'Inghiltérra non si darebbe p er vinta neppure in questo caso, sia perchè la Francia non sarebbe colpi ta abbastanza gravement e . A quest'ultimo fine sareb b e d'uopo una nuova operazione: ed è dubbio se la Germania potrebbe ancor disporre delle forze necessarie.
<e Per quest'inverno, non è possibile pensare a procurarsele mediante numerose nuove formazioni : ciò non sarebbe di utilità milit are sostanziale a causa della impressionante scarsezza di coman-
(r) V. Allegato: Condizioni di forza s ul teatro di guerra occidentale, 5. (Nota dell'autore)
danti sufficientemente istruiti, e produrrebbe una tensione pericolosa io Paese.
« Da questo esame risulta che non co nvien e attaccare la fronte inglese in occidente con un'azione tendente alla decisione, a meno che se n e presenta sse l'occasione in un contrattacco Certo, questo è dol oroso dal punto di vista dei nostri sentimenti verso il nostro nemico mortal e in questa guerra : ma ci si può rassegnare a tale condizione di cose quando si consideri che, per l'Inghilterra, la guerra colle propri e forze sulla terraferma è, in fondo, un episodio secondario: l e sue vere armi sulla medesima sono gli ese rciti francese, russo ed italiano. Se noi riusciamo a mettere questi fuori di combattimento, l'Inghilterra rimane sola a fronteggiarci: ed è difficile l' ammette re che in tali condizioni essa mantenga i suoi intendjmenti di annientamento a nostro riguardo. Non vi è l'assoluta sicurezzache essa cederebb e, ma ve n'è grande probabilità; e più di questo, in guerr a, è raro ad aversi.
« Tanto più necessario è che contemporaneamente si mettano in azione senza scrupoli tutti i mezzi adatti a danneggiare l'Inghilterra sul proprio territorio : e cioè la guerra sottomarina e l'allacciamento di relazioni politiche ed economiche della Germania non solo coi propri alleati, ma anche con tutti gli Stati n on ancora incatenati all'Inghilterra. Questa esposizione non deve occuparsi di tale allacciamento : esso è competenza esclusiva della condotta politica.
« La g uerr a sottoma rin a, per contro, è un mezzo di lotta come tutti gli altri, e la condotta generale della gue rra non può esi m ersi dall'esprimere il suo parere in proposito.
« Tale guerra mira al punto più vulnerabile dell'avversario, perchè cerca di tagliargli i rifornimenti dal mare. Se le promesse esplicite della Marina si adempiono, e cioè sè la guerra sottomarina illimitata deve condurre l'Inghilterra entro il 1916 a mutar rotta, riesce accettabile anche l'ipotesi di un contegno ostile da parte degli Stati Uniti. Il loro intervento nella guerra non può esercitare un'azione così rapidamente decisiva da indurre l'In ghilterra a continuar la lotta quando veda apparire stilla sua isola lo spettro della fame e di molte altre necessità. )fa questo lieto quadro d'avvenire è offuscato da un'ombra. È condizjonc esse nzial e per esso che la )farina non s'inga nni : ma in questo campo non abbiamo esperienze suffici enti , e q uelle d i cui disponiamo non sono affatto incoraggianti. D'altra
parte, nel frattempo le basi per i calcoli sono molto migliorate a nostro favore, per l'aumento nel numero dei sommergibili e la migliorata istruzion e dei loro eq uip aggi; e quindi non sarebbe militarmente giustificata una rinunzia all'impiego di questo mezzo di guerra, prevedibilmente efficacissimo. Il diritto di farne uso senza scrupoli deriva dal procedimento senza scrupoli dell'Inghilterra sul mare verso la Germania. Gli Americani, nella l oro qualità di alleati nascosti degli Inglesi, non lo riconosceranno : ma è dubbio se essi si decideranno, di fronte ad una forte corrente politica a favore del punto cli vista della Germania, ad agire attivamente sul continente europeo. E ancor più dubbio il loro intervento co n forze sufficienti in tempo utile. La rinunzia alla guerra sottomarina illimitata sarebbe pertanto, secondo l e assicurazioni dei competenti - ai quali soli s i può affidarsi in materia - una rinunzia ad un vantaggio certo e di inestimabile valore, per timore di uno svantaggio che se pur grave, è soltanto eventualmente possibile. E nella situazione della Germania ciò non conviene.
<t Quanto al m odo di procedere sul continente contro gli strumenti dell'Inghilterra, l'Austria-Ungheria raccomanda insistentemente di finirla al più presto possibile coll'Italia. La proposta·non può essere accettata, perchè la sua attuazione produrrebbe sollievo e vantaggi alla sola Austria-Ungheria e non vantaggi immediati alla guerra in generale. Anche un distacco dell 'Italia dall'Intesa - il che d'altronde è improbabile - non farebbe molta impressione sull'Inghilterra. Il rendimento militare degl'Italiani (r) è così piccolo e l'Italia si trova in ogni caso così fortemente sotto la sferza inglese, che sarebbe veramente strano l'ingannarsi in questo apprezzamento. Inoltr e l'Italiano è, fra i nostri nemici, quello che per le condizi oni interne sarà al più presto impossibilitato a proseguire l a guerra, se l'esercito austro-ungarico contin u erà a fare in certo qual modo il proprio dovere. Nessuno può dire se un nostro attacco accelererebbe
(r) TI rcndimenlo milit:trc dell'It,-i!ia, com e di qualunque nazione in 8'uerra, era misurato esattamente dal numer o di divisioni uemic-he che esso ,·jncolava alla propria fronte. Kel r915 ~i tn,ttò cli una ventina di dividoni, le quali se fossero state invece disponibili avrebbero permesso in quell'anno stesso di rendere decisiva la sconfitta della R.i.ssia e della Serbi:1. Kcgli anni seguenti le forze UPmiche lcgat.- al nostro fronte e qui ndi la nos~ra imp ortanza mil itare crebbero sino a raddoppiarsi a li ' incirca nel J9Ii ( 10 ,ìivisioni) e lriplicarsi ne l r918 (60 divi, ioni nemiche). ( Vedasi 1wltt (i paff. 71).
o ritarderebbe questo benefico sviluppo di cose, e quindi è più opportuno non disturbarlo ; tanto più che, in relazione ai còmpiti dell' Austria- Un gheria sulla fronte orientale, non è desiderabile che essa vincoli maggiori forze sulla fronte italiana.
«Altrettanto può dirsi per la Ru ss ia. Secondo tutte le informazioni, le difficoltà interne del gigantesco Impe r o aume ntan o ,apidamente. Quand'anche non debba attendersi forse una rivoluzione in grande stile, si può aver fiducia che la Ru ssia sarà fra non molto costretta dalle sue condizioni interne a cedere, sempre quando, beninteso, nel fratte mpo non le riesca di rialza r e la sua reputazione militare. l\Ia anche di questo non è il caso di pr eoccuparsi: al contrario, è probabile che ogni tentativo di tal natura accel eri il dissolvimento interno, a causa delle perdite che ne deriv eranno. D'altrond e è escluso per ora fin o all'aprile il cercare una decisione all'est, per il clima e per le condizioni del terreno, a meno che non intendessimo sottoporre le nostre truppe ad una tensione assolutamente tropp o forte: il che è vietato dalla situazione in fatto di co mpl eme nti. Come direzione dì attacco non potrebbe esser pres a in considerazione che la ricca regione dell'Ucraina : ma le comunicazioni in quella direzione non sono affatto sufficienti. Sarebbe a ciò nece ssa rio che noi fos!>imo sicuri del concorso d ella Rurnenia, o che foss imo decisi a combatterla: e nessu na delle due cose è poss ibile ora. Un attacco contro Piet r o burgo, avente una popolazione di milioni di abitanti, che in caso di fortunato esito delle nostre operazioni dovremmo rifornire colle nostre magre riso rse, non promette alcuna decisione; un'avanzata su l\losca ci conduce nell'infinito, e p e r nessuna di queste due operazioni disponi a mo di forze sufficienti. Quindi, anche la Russia non può costituire il nostro obiettivo. Riman e soltanto la Francia.
n Qu es te constatazioni, fondate s u concetti negativi, sono fortunatamente appoggiate da ragioni politi c he evidenti.
« Si è già messo in evidenza che la Francia è giunta quasi all'estremo limite tolle rabile d ei suoi sforzi - e invero, con spirito d i sacrificio ammirabile. Se ci riesce di far comprendere chiaramente al suo popolo che esso n on ha più nulla da sperare militarmente, quel limit e viene oltrepassato e l'Inghilterra si vede sfuggir dalle mani la sua migliore spada. Non è a ciò necessario il mezzo di dubbia riuscita, e superiore alle n ost re forze, dello sfondamento con masse : anche con forze limitate si può presum ibilmente raggiungere lo scopo.
Dietro alla fronte tenuta dai Francesi vi sono a buona portata obiettivi, p el mantenimento dei quali la condotta di guerra francese è cos t retta a mettere in giuoco fino all'ultimo uomo. E se lo fa, siccome n on è possibile un ripiegamento, le forze della Francia si dissanguer ann o, sia che noi raggiungiamo o no il nostro obiettivo. Se non lo fa, e l'obiettivo cade in nostr~ mano, l'effetto morale in Francia sarà en orme. La Germania non sarà costretta ad impiegare per un'operazione in spazio ristretto tante forze da dover spogliare in modo preoccupante le altre fronti, e potrà attendere con sicurezza le imprese tendenti ad allev i are la Francia, che sono prevedibili ed anzi sono da desideraI"si, nella speranza eziandio che rimangano forze sufficienti per rispondere con contrattacchi agli attacchi ; giacchè la Germania sarà libera di condurre la propria offensiva celeremente o lentamente, di sospenderla temporaneamente o renderla più energica, a seconda che le converrà in relazione ai propri scopi.
« Gli obiettivi dei quali s'intende parlare sono Belfort e Verdun.
< 1 Per entrambi vale quanto si è detto più sopra: ma Verdun merita la preferenza. Le linee francesi si trovano colà tuttora a soli km. 20 dalle comunicazioni ferroviarie tedesche. Verdun è tuttora il più poderoso appoggio per ogni tentativo avversario tendente a rendere, con impiego di forze relativamente scarse, intenibile l'intera fronte tedesca in Francia e nel Belgio.
<< L'eliminazione di questo pericolo è, quale scopo sussidiario, così importante militarmente, che in confronto il risultato politico per così dire <<accessorio», di spazzare l'Alsazia sud-occidentale, che deriverebbe da un attacco su Belfort avrebbe poco peso ».
Verso il Natale 1915 venne decisa l'attuazione degli intendimenti sviluppati nell'esposto soprariportato: ma prima ancora che essa potesse iniziarsi, si dovette rinunziare ad una parte importante del piano.
Quando nel febbraio si doveva iniziare la guerra sottomarina i).limitata, il Cancelliere dell'Impero soll evò obiezioni. Egli chiese u n rinvio di alcune settimane - fino al principio di aprile - per fare ancora nel frattempo un tentativo inteso ad ottenere un mutame n to nella opinione degli Stati Uniti. Egli non diede peso all'obiezione che, dopo il contegno finora tenuto dagli Stati Uniti, nulla avevamo da sperar e da trattative, ed a quell a che nessun momento sa-
rebbe stato più opportuno p e r inizia re l'attività dei sommergibili, quanto il periodo di agitazio ne per le immin e nti elezioni presidenziali ; come pure non died e p eso alla preoccupazione da n o i espressa che il ritardare l'inizio dell a gu erra sottomarina avrebbe potut o -comprometterne il risultato . Egli venne in ciò appoggiato dal mutato contegn o del Capo di Stato ~1aggiore dell'Ammiragliato, viceammiraglio v. Holtz e ndorff, il quale ora s'era formata la co nYinzione c he il br e ve ritardo non avrebbe compromesso sostanzialmente lo scopo final e - e cioè la paralizzazione dell'Inghilterra entro il 1916 - p e rch è l e nu ove cost ruzion i a ll est ite nel frattempo avrebb e ro compe n sato il tempo perdut o. La d ecisione definitiva fu favorevole al rinvio temporaneo dell a guerra sottomarina illimitata ; e frattanto fu concesso ai sommergibili soltanto di a gir e senza avv iso pr e v e ntivo contro navi comme rci a li a vv e rsarie a nn a t e.
Il Capo di Stato :Maggiore osse rvò bensì che tal e s p ec ie di condotta ,di guerra era del tutto inopportuna, perc h è, m ent r e non a vrebb e dato risultati e fficaci, gli inevitabili errori dei c omandanti di somm e rgibili nel giudicare se una nave fosse o no a rm ata avre bber o cond o tto a complicazioni co ll e Potenz e n e utrali; ma di ciò non fu tenuto con to.
Ma non si trattò solt anto d i un ritardo. Prim a che si fosse ottenuto il mutamento d'opinion e n eg li S tati Uniti sperato dal Cancellie re, si verificò l'incidente c h e era prevedibile, col siluramento di un piroscafo non armato, e cioè il Sussex. L'America, con una Nota di t e nore inaudito s ia nella forma sia nella sostanza, pret ese -c he la guerra sottomarina fo s se condotta per l'avv enire soltanto n elle forme previs te d agli acco rdi internazionali per la guerra di crociera. Anche il più grande o ttimi sta non poteva dopo ciò nutrir più alcun dubbio circa gli int e ndimenti degli Stati Uniti : ogni ulteriore riguardo verso di loro diveniva non so lo privo di scopo, ma benanche p ericoloso p e r il tempo che s i p e rd eva. Il Ca po di Stato Maggiore p e rtanto chiese di nu ovo nell'aprile l'immediato inizio della guerra -sottomarina illimit ata : e ciò con in sistenza ancor più v iva, in quanto il Capo di Stato Maggior e d ell'Ammiragliato as s ic urò che egli dove va manten e re il suo noto punto di vista a riguardo di ogni forma di cooperazione b elli ca di forze di mare diversa da quella della gu e rra sot tomarina, giacchè s oltanto in condizioni tatti che eccezionalmente favorevoli sarebb e s tato consigliabile l ' impeg nare la flotta : a suo
avviso, le condizioni reciproche cli forza non avrebbero dato in altri casi adito ad alcuna speranza ed avrebbero anzi prodotto il pericolo che un'operazione ricercante la decisione cagionasse un grave ind ebòlim ento della flotta, con conseguente rischio per la protezione delle coste ed eziandio per il dominio nelle acque del Baltico: mentre quest'ultim o, in riguardo all'importazione di ferro dalla S,·ezia, doveva assolutam ente essere garant ito al pari della protezione delle coste. Questo apprezzamento, come si può qui già accennare precedendo alqu anto gli avvenimenti, non è stato smentito dai risultati dell'unica grande battaglia na,·ale della guerra. Essa avvenne qualche settimana più tardi - il 3r maggio - sotto forma di battaglia d'incontro od occasionale davanti allo Skagerrak, e diede allori imperituri alla bandiera marittima tedesca di guerra, così rapidamente impalli<lita; ma non dimostrò ce rtam ente c he le previsioni dcll' Ammiragliato a riguardo dell'attuale impiego della flotta tedesca fossero errate. Non è qui il caso di esaminare se l'impieg,~rla di sorpresa a scopo <lecisivo già nei primi giorn i della guerra non avrebbe dato diverso risultato, còme è stato spesso affe rmato.
Nella questione della guerra sottomarina, la condotta politica non concordò coll'opi1ùone del Capo di St<'.to )Iaggiore: e non si lasciò smuovere dal suo concetto neppure quando gli si Ieee notare: che l'impiego in tempo opportuno della guerra sottomarina illimitata costi tuiva un elemento essenziale della nostra condotta di guerra e delle n ostre speranze di buon esito finale. La co ndott a politica diede espressione a l proprio concetto com uni ca ndo ali' Ambasciatore americano la rinunzia della Germania alla guerra sottomarina illimitata, senza darne preventiva conoscenza al Capo di Stato )faggiore. Quando egli ne fu informato, rite nne che in ultima analisi fosse suo dovere di rassegnarsi al passo compiuto. Se egli, contro il desiderio dell'Imperatore, avesse mantenuto la propria domanda di da.re alla questione un seguito personale mediante esone r azionc dalla sua carica, ciò .av r ebbe potuto essere co ns id erato co m e una manife s tazione contro un ordine imperiale già posto in esecuzione, colla conseguenza di render manifesto anche all'estero, con sYantaggio per la Germania, il co ntrast o esistente in tale argomento fra la condotta militar e e quella politi ca.
Quanto era avvenuto non potevasi ormai mutare in alcun modo : ed in ogni caso si era perduto tanto tempo che era divenuta dùbbia
- Comando !)upumo ltdtsrn.
la possibilità di giungere ad un risultato decisivo entro l'anno in corso, e precisamente prima dell'inizio della catt iva stagione in autunno. Dat e tali circostanze, era più opportuno non correre per il momento l'alea di veder passare l'America nella schiera dei n em i ci a p erti della Germarua, e rinviare perciò la decisione circa l'impiegodella guerra sottomarina illimitata fincbè non si fossero clùarite le probabilità delle operazioni terrestri in corso. Soltanto assicurazioni esplicite della Marina avrebbero potuto giustificar e un contegno, diverso: ma esse non potevano ottenersi pel momento. Vennero perciò anche respinte, durante l'estate del 1916, varie proposte tendenti a dare piena libertà d'azione ai sottomarini in zone limitate, come ad esempio nel Canale della Manica o nel Canale d' Irlanda : con ciò si sarebbero avute delle mezze misure n on sufficienti a co nferire vantaggi militari decisivi, e che avrebbero per contro condotto certamente alla rottura coli' America.
La lotta nel 1916.
Molto tempo prima che fosse comunicata ai Comandi int er essati la decisione, accennata nel capitolo precedente, di attaccare nella regione della Mosa in direzione di Verdun, si era dato ordine che nell'Alta Alsazia, dove trovavasi il gruppo d'Armata Gaed e, si procedesse a grandi lavori preparatori d'attacco intesi ad ingannare non soltanto gli avversari, ma anche gli amici. Altrettanto, se bb e ne in forma più limitata, era stato disposto presso la 4a, 5a, 1:, a e 3a Armata. I l avori vennero continuati anche quando cominciarono seriamente i preparativi per l'operazione progettata nella regione della Mosa dopo il Natale r9r5 : ed in tal modo si riuscì realmente a tenere a lungo l'avversario incerto sulla scelta del settore d'attacco. Pare che esso ne abbia avuto le prime notizie sicure negli ultimi giorni del gennaio, e fors'anche soltanto nel febbraio, da una indiscrezione involontaria nei circoli della società berlinese e da u n disertore. E q u esto dimostra nuovamente la necessità di tenere il massimo segreto . sui futuri intendimenti, anche verso il proprio p artito:
Sulle d isposizi oni per l e operazioni ebbero notevolissima influenza la n atura della regione e del terr eno nella zona di cui t ra t ta vasi .
L'ascesa dalla pian u ra della Woevre, paludosa in molti punti durante i periodi piovosi invernale e primaverile, s ui ripidi pendii delle Cotes da est si presentava così difficile da non poter essere presa in considerazione per l'operazione principale: soltanto quando un urto s1ùle Còtes stesse avesse concesso via libera sarebbe stato possibile l'attacco da quella parte. Ma contro un simile urto da sud stava l a c ircostanza decisi va che l e alture, coperte da fitti boschi cedui ed impervi , erano molto difficili ad attraversarsi a reparti di truppa
in formazioni serrate ed a colonne di carreggio, che non vi sarebbero verosimilmente riusciti se non dopo lunghi lavori di disboscamento.
Altrettanto doveva dirsi per il settore delle Argonne.
Lo ::;postamento dell'att.acco ancor più ad ovest, nella regione dell' Aisne o nello Champagne, non avrebbe più corrisposto al concetto informatore dell'azione : sarebbe divenuto uno sfo ndamento del tipo so lito. E ciò volevasi per l'appunto e dovevasi evita re , in riguardo alla situazio n e generale ed ai limitati mezzi disponibili. Lo scopo <li produrre all'avversario i maggiori ùanni possibili col minimo impi ego di uomini da parte nostra non poteva essere raggiunto al di là delle Argonnc ; all'av.-ersario sarebbe rimasto spazio sufficiente per so ttrarsi, mentre noi non avremmo avuto le forze necessarie a premerlo indefinitamente.
Rimaneva pertanto a prendere in considerazione, per attuare l'operazione, il solo spazio a nord di Verdun sui due lati dell a Mosa, dal piede delle Argonne ad o vest fin o alla bassu ra dell'Orne ad est, di una larghezza fra 40 e 50 km. L'utilizzare tale spazi o in tutta la sua estensione per l 'a ttacco avrebb e richiesto molte più trupp(', artiglierie e munizioni di quante se n e aYevano disponibili: la for za delle riserve d'esercito stùl'intiera fronte occ identale non aveva potuto esser portata a più di 26 divisioni all'incirca..\ dir vero, erasi pensato per qualche tempo alla poss ibilità di aumentare notevolmente le riserve rettificando taluni settori della front.e cd anzitutto l'arco sporgente fra Arras e la zona a s ud di La.on, ma un esame accurato sul posto aveva fatto comprendere che tale speranza era fallace. Data la rada occupazione della fronte, in questo modo non s i sarebbero potute «economizzare " più di 2 o 3 divisioni, e l'aumento conseguente nelle riserve non sarebbe stato certamente tale da compensare gli inconvenienti del provvedimento. I lavoratori impiegati in campag na per l a costruzione di nuove p osizioni non sar(!bbero stati sufficienti, e si sarebbe dovuto ri correre a nuove sottrazioni dal Paese che già trovavasi in grave deficienza di uomini; ed altrettanto poteva dirsi a riguard o del materiale da costruz ioni. D'altrond e, non si poteva neppur fare assegnamento sulla possibilità di costruire in poche settimane linee aventi forza difensiva poco dissimile da quelle che erano sorte mediante un'attività di olire dodici me si. Sistemazioni tecniche molto pregevoli ed in gran parte insostituibili sarebbero andate perdute; comunicazioni ferroviarie importanti dietro la
fr onte sarebbero state inte rrotte e tagliate fuori. Il Capo di Stato Maggior e ritenn e tali considerazioni così importanti da non doversi indurr e a scostarsi ddla massima di non abba nd on a r e nella guerra di posizion e ci ò che si si2. una volta acquista t o, se non contro vantaggi assolutament e sicuri e decisivi.
Per lo meno un terzo delle rise rv e d' ese rcito dov eva essere lasciato dietro a i settori d ella fronte co ntro i quali e r a n o pr esumib ili attacchi avve r sari di d iv ersio n e a favore del setto r e dire ttamente attaccato. Tale precauzione p areva necessaria, giaccbè l'int era front e tedescanon tenendo cont o delle riserve - no n poteva avere una densità medi a di occ up azion e difensiva superio r e ad un n o m o per metro lineare.
Non si sarebbero più potut e accr escere in misura apprezzabile le riserve d'esercito sulla front e occidentale col trarre truppe da altri t eatri di guerra : tutti gli clementi dei quali n on fosse già previsto il trasporto su di essa erano giudicati dai Comandi di gruppi d'esercito lo cali com e assolutamente necessari sul posto. L 'olt r epassar e i lim iti impo sti dalla prud e nza avrebbe potuto produrre gravi pericoli.
,:, a situazi one in fatto di co mplementi n ell'Im p ero, n onch è le esigenze eco n o mi che int erne e la p en uria di comandanti, non conse;itivano p er il mom e nt o di costituir e nuove unità miste di una certa entità ; si fu cost r ett i a limitarsi alla costi tuz ione di nu ov i reparti di a rtigli eria e d'av iazion e, che e r a n o urgentemente n ecessari.
Fu acc uratam ente esami n ato se convenisse val ers i di truppe a lle ate : ma tale co n cetto non risultò attuabile. La Turchia non dispon e v a ancora di truppe ave nti i struzio n e ed equipaggiamento tali da renderle impie gabili in Fran c ia. I Bulgari non erano t enu ti a p r estar concorso fu o ri della p e nisola balcanica ; e l e loro truppe, quand'anche fosse stato possibile il traspo rt arle stilla fronte occidental e o s ull 'orientale, non vi s i sarebbero ce rto prestate di bu on grado. Dall'indebolim e nto dei B ulga ri nei Balcan i s i doveva anch e t eme r e una inilu e nza sfavo r evol e sul conteg no tanto della Rum en i a quanto d ell a Gr ecia. Infine, le truppe austro-ungariche n el lo r o compl esso n o n potevano cons id erarsi n è adatte, nè sufficientemente ist ruite per l'as pra natura d ella lotta s ulla fronte occidental e. Il fatto soddisfacent e c h e esse hanno opposto tenace r esistenza s ull a fronte italiana, n onostante la grande pre pond eranza avversaria , contra ddic e a quanto sopra solt a n to in ap parenza: buona p arte del l o r o m e rit o in ciò è
da ascriv ersi alla scaFSa energia offen siva degli Italiani ed al favore del terreno (r). Coll'impiego di lrupp e austro-ungariche nell'ovest non s i sarebbe probabilmente stornato il pericolo di rovesci da quella parte, e neppure nell' est: e le conseguenze di essi minacciavano di preponderare sui vanlaggi della cooperazione, tanlo più che l'Austria-Ungheria, a parere del Comando Supremo austro-ungarico, aveva assolu to bisogno dell e proprie truppe assolutamente fidate, e cioè in generale di quelle nelle quali vi erano elementi tedesch i e magiari, p er aver sicurezza sulle proprie fronti. Inoltre, la forza complessiva del suo organismo bellico era appena sufficiente all'adempimento dei còm piti che le spettavano direttamente nell'e st, in Serbia e sulla fronte italiana. La Duplice Monarchia, nonostante le insistenze tedesche, non era ancor riuscita a sviluppare jl suo organismo di guerra in modo proporzionato a quello della Germania : e il riparare alle sue defici enze organiche interne non era ormai più possibile, per lo meno n el corso di questa guerra. Comunque, essa avrebbe certamente potuto far molto di più in tal senso, se tutti gli enti competenti in Austria-Ungheria si fossero seriamente accinti a metter fine una buona v olta al sistema di vivere alla giornata : ma ciò non fu fatt o neppure dallo stesso Comando Supremo austro-ungarico. Si faceva pur se mpre assegnamento colà sulla neces si tà, in cui la Germania si sarebbe tro,·ata, di dare aiuto.
A tlacco su lla riva ,orientale dtllo. lto~o..
In relazione alle cifre sopra riportate erano disponibili sulla fronte occidentale da 17 a 18 divisioni quali truppe d'urto. Nove di esse occorrevano per il primo attacco sulla riva destra (orientale) della Mosa, qual ora s'intendesse effettuarlo col vigor e necessario. Altre dovevano essere tenute pronte per sostiluire le truppe impe-
( r) Qu0,;ta tc~i del Falkeuhayu circa 1a non impiegat,ilità delle truppe austrvunganche in v iate al fronti.' franco-in~lese è contraddetta dal fatto che le divisioni aus troungariche inviatl" in Francia due anni e mezzo dopo vi si comportarono lodevolmente, come atienna anche il CRAMO~ (Il 11o~tro alleato au; tro-m,i:a rico. Berlino, )littler, lu· glio 1920, pag. 16')) .
Se poi i.i tiene conto che le tn1ppe austro-ungariche, ~-condo l'espressiva frase di l lind enbnrg, si , ba ttevano ~(I\ cuore " so lo contro gli Italiani, si comprende co me ~ia insus,- istcntc l'affermazi o ne del Falkcnhayu circa la scarsa <.'nergia otien<;iva degli Italiani. Tale energia ha la sua migliorè dimostrazione nelle cifre delle g ravissime perdite avute dai r C'parti durante le nostre offensive.
gnate e dar così all'operazione la persistenza progettata. La situazione diceva chiaramente che l'urto principale poteva esser dato soltanto in quel tratto d ove il saliente açuto e molto sporgente formato dalla fronte nemica a nord-est del forte corazzato di Douaumont forniva fin dall'inizio possibilità d'avvolgimento rare a trovarsi nella guerra di posizione. Esso lasciava altresì adito alla speranza di mantenere l' importante vantaggio dell' azione avvolgente anche nell'ulteriore sviluppo dell'operazione.
Ci s i era reso conto del pericolo derivante da un in comodo fuoco ·d'artiglieria dalla riva occidentale della Mosa contro il fianco della nostra avanzata sulla riva orientale : il solo modo per diminuirlo era quello di portar avanti le nostre posizioni, attaccando cioè anche da quella parte. Par tale attacco, come risulta dai calcoli di forza sopra esposti, rimanevano relativamente poche forze; era dubbio se esse avrebbero ottenuto un successo mettendole in azione contemporaneamente all'inizio dell'attacco sulla riva orientale o prima ancora, giacchè si sarebbe trattato di conquistare una posizione intatta, ben organizzata, occupata da nemico preponderante, agendo soltanto frontalmente e su una fronte molto ristretta : inoltre, la configurazione del terreno sulla riva occidentale non era favorevole all'operazione. E se l'attacco da quella parte non fosse riu scito, il temuto fiancheggi..i.mento nemico verso la riva orientale sarebbe presumibilmente persistito in modo durevole , giacchè rion si sarebbero più avute forze per un nuovo tentativo d'attacco.
Le condizioni dell'attacco sulla riva occidentale potevano invece esser molto migliorate qualora esso si effettuasse soltanto dopo iniziato quello sulla riva. orientale.
Si poteva fare assegnamento in modo sicuro su un grande successo iniziale del poderoso urto sulla riva orientale. La sua influ enza doveva rendersi così sensibile sull'occidentale da costiingere con tutta probabilità i Francesi a toglier forze da quella parte per poter re sistere, .e ciò avrebbe indebolito quest'ultima. Inoltre, non appena l'attacco -orientale avesse progredito anche di pochi chilometri, riusciva possibile battere efficacemente in fianco le posizioni francesi più avanzate ad ovest della Mosa ed agevolar così notevolmente l'attacco da quella parte. Quindi il Capo di Stato Maggiore decise che l'attacco occidentale dovesse avvenire dopo l'urto principale ad est. Ciò offriva anche il vantaggio che le truppe destinate all'operazione ad ovest del fiume
non ven ivano ad impegnarsi fin da l principio, rimanendo così disponibili per l'eventualità di una grande tentativo francese di diversione sn allro tratto de ll a fronte; e a tentativi di tal natura invero era necessario esser preparati, date le precedenti esperienze. Poco prima del Katale 1915, il Comando del gruppo d'esercito del ten. gen. Principe Ereditario Guglielmo (capo di Stato Maggiore gen. Schmidt v. Knobelsdorf) ricevette l'ordine definitivo - verbalmente soltanto, per ragioni cli segretezza - di attaccare le posizioni francesi a nord di \"erdun sulla riva destra della )Iosa. D al gruppo d'eserci to venne nuovamente distaccata la 3a Armata dello Champagne che era stata posta alle sue dipendenze dopo la battaglia d'aut u nno del 1915 : e ciò allo scopo di non distrarre l'atth ità del Comando del gruppo d'esercito a causa di avven imenti non strettamente connessi col grave còmpito affidatogli. Rimasero invece alla sua dipendenza i gruppi d'Armata dei generali v. Strantz, in Lorena (Woevre), \'. Falkenhauscn, in Lorena (a destra della )losella) e nella Bassa Alsaz ia, v. Gaede, n , ll' Alta Alsazia. Essi erano così intimamente collegati col grnppo sulla ~Iosa, che tutti gli avvenimenti presso quest'ultimo avrebbero influito in modo immediato sn di loro, e viceven,r..
P er l'operazione vennero assegnate a quel gruppo d'esercìt<>, ollre alle truppe che si trovavano nel settore, 9 divisioni completamente riposate e particol armente istruite; sì che ogni divisione aveva una fronte d'attacco inferiore a 2 km. Inoltre Yennero tenute pronte parecchie divisioni persostituire l e truppe spossatcdal combattimento. Infine si previde l'affluenza immediata di 3 divisioni particolannentc scelll', pel caso già accennato che n el corso degli eventi :;ulla riva destra si palesass~ utile e promettente un urto sulla sinistra e la situazione stù resto della fronte lo consentisse. Venne assegnata artiglieria poderosissima per quantità e per ca libri anche nei :;ettori adiacenti a quelli d'attacco sulla riYa occidentale della :\Iosa e nella Woevre, per la l oro cooperazione iniziale con sol a artigl ieri a; furono poste a disposizione munizioni in quantità superiore a quella segnal ata come necessaria in base alle esperienze precedenti, ed infine venne soddisfatta ogni richiesta di lavoratori e di materiali v,.ri. Per distrarre l'attenzione del nemico dalla preparazione dell'attacco, fu dato ordine alle altre Armate della fronte occidentale d i r i chiamarne l'attenzione con piccole operazioni nei rispettivi settori: e tale còmpito fu da loro dis impegna t o in modo esempl are.
La 3a Armata attaccò il 9 gennaio a )fabon dc Champagne, il z febbraio a S. te 1Iarie-à-Py, il r3 a Tahure; la za ottenne un bel risultalo il 28 e 29 gennaio presso Frise a sud della Somme ;· la 6a attaccò il 26 gennaio a ~eu, ille, 1'8 febbraio ad ovest di Yimy, il 2r ad est di Souchez ; il gruppo Gaede irruppe nelle posizioni francesi ad Obersept (r) il IJ febbraio. Dapperlutto furono raggiunti gli obietti,·i prestabiliti ed inflitte gravi perdite aJ nemico. Le perdite tedesche, relativamente scarse, in queste azioni furono giustificate dal fatto che esse co ntribuirono certamente a velare i nostri intendimenti. P er contro, era ov\'i.o che non si dovessero effettuare grandi operazioni all'infuori dell'attacco principale progettato : e pertanto, quando la 3a Armala chiese se dovesse tener pres<.'nte l'attu azi one cli altri grandi attacchi nel suo settore, le ,·enne comunicato il criterio ~uesposto : e, quale chiarimento per quanto sarebbe avvenuto sulla iiosa, fu soggiunto: « Il nostro problema è precisamente quello di infliggere al nemico gravi ùanni nei punti sensibili con un impiego di forzt: relativamente limitate da parte n ostra. i\on dobbiamo altresì trascurnrc che l'esperienza di guerra finora fatta non invita ad imitare l'esempio di impiego di masse: i problemi della loro condotta e del loro rifornimento sembrano insolubili ,,.
~el giorno per l'inizio dcll'altacco, le condizioni del suolo stemperato dalle continue pioggie impedirono nella regione della :\Iosa ogni movi~1ento di truppP, e l'atmosfera nebbiosa impedì il tiro d'effic:i.cia dell' artiglit:ri a. Soltanlo verso la metà del mese il tempo migliorò t.rnto da consentire d'iniziare il tiro d'artiglieria, il .21 febbr;,.io.
L'attacco delle fanterie nel giorno successivo fu effettuato con l impeto irre!>istibile: le li nce più avanzate nemiche furono conquistate di colpo. ~eppure le opere a.\'am;ate del tempo di pace poterono arrestare i prodi attaccanti, sebbene la nostra artiglieri a non avesse potuto danneggiarle not evo lm ente. Il 25 febbraio, il reggimcnlo di fanteria brandeburghese n. 24 prese d'assalto il fort( di Douaumont, ritenuto imprendibile e cm,tituente il caposaldo n ord-orientale del sislcma dìfensi\·o di Verc lun. Contemporaneamente il nemico cedetle nella bassura dcll'Orne fino a sud ùella str-ida )Ietz- \ ' crdun. sì che la fronte t<'desca si pose in movimento contro le Cotcs ancl1e da quella p~rte. )tolti indizi fecero co no scere che il poderoso urlo tedesco aveva non
( r ) Scpµe-le-Hau,. (.\'ola .ldl'au!ort/.
.'\l lacco •u lla ri ,,a occidea• tale della MotHL.
soltanto scosso l'inte ra fronte avversaria occidentale, ma esercitato anche la sua influenza sui pop oli e sui Governi dell'Intesa.
Secondo i.I parere del Comando di gruppo d'esercito, era necessaria una pausa nei movimenti d'avanzata sulle Cotes. L'avversario a\·eva effettualo energici contrattacchi quasi disperati, con forze raccolte in tutta fretta da ogni front e : essi era n o stat i respinti ovunque con gravissime perdite per il nemico, ma la situazione avrebbe potuto cambiare se non s i fosse portata avanti l' artiglieria, che non aveva potuto seguire abbastanza celeremen te a causa dello stato tuttora pessimo delle strade, e se non si fosse assicurato il rifornimento delle munizioni e dei viveri.
l?rattanto il nemico portò in posizione con sorprendente rapidità poderosi gruppi d'artiglieria dietro l a dorsale della Marr e, sulla riva occidentale della :\Iosa. Occorreva eliminarne l'azione disturbatrice; ma ciò non era possibile agendo dalla riva destra della Mosa, dove si aveva abbastanza da fare contro l'avversario che ci stava immediatamente: di fronte. ~on rimaneva - come d'altronde si era già previsto e predisposto - che portare tanto avanti la fronte tedesca sulla riv a sinistra da pot.er agire più efficacemente di ora colla sua artiglieria contro quella franco-inglese sul la dorsale della M~rre. P er l'attacco a ciò necessario si avevano ora forze disponibili : eccettuato un debole tentativo nello Champagne, non si erano verificate azioni diversive su altri tratti della fronte ; non si era rilevato alcun preparativo per s imili azioni prossime, nè d'altronde esse erano possibili, avendo i Francesi già concentrato t utte le riserve dagli altri tratti di front e ed affidato in fretta agli In glesi il settore che fino ad ora ave\·ano tenuto presso A rras, per procurarsi i mezzi di tener fermo n ella regione della ~osa. Gli Inglesi, per occupare anche il settore di Arras, avevano dovuto estendere tanto l e lo ro forze che non vi era da temere p er il momento alcuna grande op erazione da parte loro. L e nuove formazioni di unità mediante il servizio obbligatori o introdotto da Kitchener si stavano costituendo in tutta fretta, ed era probabile che le 40-42 divisioni inglesi ritenute presenti sul continente si sarebb ero fra non molto raddoppiate: ma non si p oteva prevedere se e quand o le nuove truppe sarebbero state in grado di attaccare.
Data la situazio n e di fatto, il Comando Supremo esaminò se eventualmente convenisse rinunciare al proseguimento dell'operazion e n ella re gio n e della Mo sa per ini ziarne altre su tratti di fronte
diversi : ma ciò avrebbe significato des iste re dagli intendimenti sui quali s i era basato l'attacco a nord di Verdun, mentre non v'era motivo a tale mutamento. Lo s copo cui s i mirava era s tato finora ottenuto, e si p oteva sperare di continuare ad ottenerlo, come in realtà av\'enne. Un altro tratto cli fronte non avrebbe presentato speciali condizioni favorevoli : il nemico era sempre forte sul resto della fronte, e gli Inglesi, ad esempi o, avevano una densità media di 7-8 uomini per metro lin eare ; contro posizioni così fortemente occupate non si sarebbe potuto lottare con probabilità di buon esito, a meno di ricorrere alle artiglierie ora impegnate sulla Mosa: e ciò avrebbe cagionato una perdita di tempo, di cui l'avv ersa ri o avrebbe certamente profittato per spostare opportunamente le proprie ri se rYe. Quindi s i decise di proseguire l' operazione sulla Mosa.
L'attacco effettuato il 6 marzo e nelle settimane seguenti sulla riva sinistra riuscì a respingere completamente i Francesi dalle loro linee avanzate ed a procurare loro gravi perdite, ma la conformazione <lel terr eno non consenti di acquistare con ciò la possibilità di portare l e nostre artiglierie in posizioni tanto avanzate quanto sarebbe stato necessario. Si dov tte pertanto continua r e la preparazione. Ln pressione fu mantenuta stilla riva occidentale durante tutto l'aprile : e solo colla conquista del caposaldo di q. 304 il 7 maggio si eb be una pausa temporanea nelle operazio1ù d'attacco in quel settore.
La direzione dell e operazioni nella regione della Mosa era stata tenuta da principio direttamente dal Comando del gruppo d'esercito Principe Ereditario. Ma coll'estenders i di esse si r ese necessario all eviare alquanto quel Comando; e quindi, sotto la sua alta direzione fu affidato nel marzo il comando sulla riva destra al gen. di fanteria v. Mudra (capo di Stato Maggio r e magg. Kewi sch) ; menlre il gen. d'artiglieria v. Gallwitz (capo di Stato Maggiore co lonnello Bernardo Bronsart v. Schellendorff) - sostituito in Macedonia nd comando dell'11a Armata dal ten. gen. v. Winckler - ebbe il comando sulla riva sinistra. Nell'aprile il gen. v. Mudra venne sostituito dal gcn. cli fanteria v. Lochow (capo di Stato Maggiore magg. W etzc ll ) e nel luglio il gen. v. Gallwilz venne sostituito dal ten. gen. v. François (capo di Stato :'.\l aggiorc magg. v. Pawclsz).
Si è dianzi accennato che n ella lotta sulla riva occidentale e r a intervenuta una pausa temporanea: ma ciò non deve interpr etarsi nel senso che colà fosse subentra ta una vera calma. L a lotta infuriava
tuttora ininterrotta su quella riva come sull'orienta.le: i Francesi la mantenevano \'iva con contrattacchi quasi incessanti e l'azione d'artiglieria cm. continuativa. Le piccole operazioni del difensore venivano spesso effettuate con poderose irruzio!li di forze molto superiori a quelle dell'attaccante. Così ad esempio si verificò nella zona <li Douaumont il 22 e 23 maggio un urto particolarmente forte che mise in pericolo per tre giorni il possesso cli quell'opera corazzata. Da parte tedesca ci si limitava in massima a respingere il nemico infliggendogli sangtùnos e perdite, a ritogliergli i piccoli guadagni che tuttora conseguiva qua e là, e ad ottenere piccoli miglioramenti n elle posi1ioni dove occorres5C: ma questa lotta senza decisione visibile nè sensibile per g li uomini che erano su lla fronte imponeva durissime prove alle truppe. E sse le sostennero splencliclamente, salvo rare eccezioni. Il nemico non ottenne in alcun punto vantaggi permanenti e non potè sottrarsi in alcun luogo alla pressione tedesca. Esso sofferse per contro gravi perdite, che furono da noi accuratamente seguite e confrontale con le nostro, purtroppo notevoli anch'esse. [l risultato fu cli una proporzione cli 2.5: r e cioè 5 francesi messi fuori combattimento su 2 tedeschi. Per quanto dolorose fossero le nostre perdite, era certo pertanto che esse producevano risultati molto promettenti ; le operazioni si svolgevano in modo conforme ai c rit eri che avevano indotto ad effettuarle. Certamente, si verificarono crisi temporanee : ad esempi o quando il nemico desisteva dai suoi sussulti e si do,·eva quindi decidere se esercitare nuova pressione nello stesso punto o spostarla altrove, o quando si trattava di respingere attacchi poderosi, o quando infine ci si doveva decidere a mettere in gìuoco molte forze per migliorare la nostra situazione.
L'azione su Douaumont, cli cui si è fatto cenno, produsse una crisi dell'ultima specie ~uindirnta. Da quell'azione era risultato che le linee tedesche, per garantire permanentemente il possesso dell'opera, do\'evano venir portati: molto più avanti. :\la ciò non era possibile, da(e l e condizioni locali, senza un attacco con munerose forze : e fu d'uopo decidervisi. A fovore di tale decisione stava anche la situazione venuta a crearsi nel frattempo sul resto drlla fronte : l'attac co diversivo a vantaggio della fronte della :\Iosa, rimasto così a lungo sospeso sulle nostre teste, si annunziavr.. Veni\'ano segnalati preparativi d'offensiva nemica nei settori delle Annate 6a, za e 7a e del
gruppo d'Armata F al kenhausen. Quelli sull a fronte occupata unicamente d a Francesi potevano esser con si curezza considerati come intesi ad in gannar ci : dati gli avvenimenti sull a Mosa, non era credibile che i Francesi da soli p otessero raccogli e r e le forze necessarie per un a grande op erazione Era inv?ce necessario dare maggiore p eso ai movimenti su ll a fronte in gl ese, al la qual e affluiv a n o co ntinuam ent e rinforzi dall'isola n atìa : e ciò in particolare p e r l a regione d ella Somme, dove i pr epa r ativi avevano assunto forme evident i. Pertanto l a za Armata, che trovavasi -in quel settore, fu notevolm e nt e rinforz ata co n truppe e co n a rtigli erie . Ad onta <li tali sottrazioni di forza e d ella necessità di pr ovvedere alla sostituzione delle truppe combattenti s ulla Mosa, furono tenute sempre s uffici e nti forze p1'esso la rise rv a d'esercito, per essere i n grado di reagire con p ode r oso contrattacco co n tro un even tu al e grande attacco avversario. Non risultava ancor chiaramente se i Francesi .avrebbero p ot ut o coo p era r e ad un attacco ingl ese : ce rt o è che essi non potevano o,mai disporre cli una supe ri orit à decisiva. Peraltro in grazia del l oro ri co rr e r e senza sc rup oli ad elementi colon i ali, essi dispon evano ancora di material e umano suffici ente a mantenere .al completo, ed in grado di agire, almeno una parte delle l oro ri serv e : ,ed un nuovo successo tedesco sulla Mosa e ra opportuno per int e rr ompere questo procedimento.
Alla fin e di maggio cominci aro n o l e ope r azi oni a ta le scopo : furono anz itu tto conquistate l e p osiz ioni di Cumi è r es su ll a riva si nistra. Nei pri1ni giorni di giugno, d opo lotta lunga e -a nc h e in confronto aU'accanimento già n orm a le ne ll a region e della Mosa - accaniti ~"Sima, cadde nell e mani d elle nostre valorose truppe il forte corazz 2.to di Vaux a destra del fium e, colle opere circostanti. Il 23 giugno furono presi d'as s alto il villaggio di Fl e ury trasformato in r occa difensiva e l 'o p era corazzata di Thiaumont, co n s pl e ndidi fatti d'armi. Il nemico scate n ò furios i contrattacchi che rius ciron o vani e li scontò con gravi perdite. Dop o averli r es pinti, s i aveva l'intendim ento di continuare n ella pr oss ima se ttim ana l a prep a razione ,contro l e opere dell a seconda linea di difesa e cioè So uvill e e La Laufée: con ciò si aveva la prosp ett iva di acquistare posizioni avvolgenti il cui poss esso avrebbe trasform a t o in un vero infern o il nucleo centrale della difesa francese e dei suoi dintorni ed avrebbe inoltre reso molto minori l e p e rdit e l ed esche.
:\fa prima cli continuar la descrizi one degli avvenimenti sulla fr on t e occidentale, è necessario dare uno sguardo a qu elli c h e n el fratt em p o si erano v e rific a ti sugli altri teatri cli guerra.
L'attacco diver· sh·o nell'est nel marzo 1916.
Il fatto che sul teatro di guerra occide ntale no n s i e r ano verificati, n ell a prima settimana delle operazi oni sulla Mosa, tentativi di diversione in altri punti, n o n aveva p otuto essere da n oi spiegato inizialm ente: ma più tardi l'enigma fu chiarito dal consumo cli forze avversari e attorno a Verdun. Fino al 17 marzo, i Francesi avevano d o vuto fa r entrar e in azion e colà alm e n o 27 divis ioni fr esc he o recentemente completate con el eme nti freschi; fino al 2 1 ap ril e, 38 ; fino all'8 maggio , 51, e fin o a metà giugno più di 70. In conseguenza n on era n o loro rim asti m ezzi per operazioni importanti s u al tri tratti d ella fronte. Da part e tedesca s i era impeg nata appena una metà di quelle forze . Ed anche qu esto confro nt o rafforzò nel Comando S upre mo ted esco la convizi one che i suoi intenti avrebb ero potuto esse r raggiunti s ulla Mosa.
Ancor più sorpr endente della mancanza cli tentativi di div e rsione n ell'ovest fu l'attuazion e di un attacco di tal natura di grande en tità, sulla p arte settentrionale della fronte orie ntal e, nella seconda quindicina di marzo.
Colà, dopo la sospensione dei co mbattimenti davanti a Diinaburg n el n ovemb r e 1915, aveva r egnat o in m assima l a calma . .Ma il 18 marz o i Russ i attaccarono nel se t tore lago D ryswjaty-Postawy e su i due lati d el lago Narotsch con molte forze e co n grande con s wno di munizio ni. Ne i giorni su ccessivi l'attacco si estese ad altri numer osi punti e cioè quasi all'inte ra fr onte fino a s ud di Riga, continuando co n straordinaria tenacia fino al principi o di ap ril e. Ma esso meritò il nome di ecato mb e a nzich è quello cli attacco: le colonne, a ttaccanti in fonnazioni p esa nti a massa, composte di soldati mal e istruiti e comandati da uffi ciali in analoghe condizioni, s ubiron o p e rdite trem e nd e. E ccetto in un ' irruzione l ocale casuale a sud d el L. Nar6tsch, esse n on riportarono alc un s ucc esso ; ed a n ch e in quel punto un co ntrattacco ristabili senza grande sforzo la sit uazione. Al gruppo d'esercit o attaccato fu su fficiente il rinforzo cli una sol a divis ion e della riserv a ct 'eser cito, che trovavasi a sud d el Niemen presso Baranowitschi:
essa non venne neppure ridùesta dal Comando d el gruppo, bensì inviata per iniziativa del Comando Supremo.
Indubbiamente, gli attacchi, dei Russi erano stati intrapr esi soltanto dietro pressione dei -loro alleati occidentali e in loro appoggio. Nessun comandante che avess e senso di res pons a bilità avrebbe lanciato truppe di così scarso valore contro posizioni b en organizzate e difese da Tedeschi, se non vi fosse stato indotto da coercizione esteriore; anche se si fos sero ottenuti s ucce ssi iniziali, le condizioni delle strade in quella stagione non avrebbero consentito di sfruttarli. L'impressione generale avuta dal · corso di quelle azioni fu che il su pp osto del Comando Supremo nell'autunn o r9r5 circa la paralizzazione della forza offensiva russa fosse confermato: e il fatto che gli attacchi fossero avvenuti col disprezzo d ell a morte, abituale ai Russi, nulla cambiava a tale apprezzamento. Cont ro le armi attuali, se maneggiate da uomini saldi, il disprezzo della mort e di per sè solo non produce vantaggi. Per tale esperienza, si dove Ya ammettere che soltanto circostanze assolutamente improbabili avrebbero potuto consentire all'avversario di riportar e successi decisivi sulla fronte oriental e : e tal e concetto era ancora più giustificato tenendo conto che i Russi avevano sulla fronte a nord del Pripct più di due terzi di tutta la l oro forza combattente, cioè oltre un milione e mezzo di uomini contro 600.000 germanici, e non era stato osservatd alcun indizio di spostamenti verso s ud contro la fronte degli alleati. Sventuratamente, quelle circostanze inattese si verificarono. Il Comando Supremo austro-u ngarico, ad onta degli avvertimenti datigli, non aveva abbandonato il concetto di un'offensiva dalla fronte del Tirolo verso sµd -est . E sso non voleva l asciarsi sfuggire un'occasione, così attraente in apparenza, di finirla cogli Italiani: e probabilmente vi era adescato anche in particolare dalla speranza di poter agire in ciò con soli mezzi propri, senza quei consigli tedeschi che erano da esso considerati come un a tutela.
Il Capo di Stato Maggiore tedesco, quando ebbe sentore del piano in questione, non ancora com-qnicatogli ufficialmente, tentò di far d es ister e il Comando Supremo austro-ungarico dall'operazione progettata, chie d endogli il concorso delle sue artiglierie dj maggior calibro
1.,-o ffens ivo. ne l T irolc maggio ,~
per le operazioni nella regione della l\fosa. Quelle art iglieri e erano di scarsa importanza per la guerra di posizione in Galizia ed in Italia, mentre invece erano indispensabili per un attacco dal Tirolo. Ma il Comando Supremo austro-ungarico non aderi a ll a richi esta : e l'intervenire sotto altra forma non pareva opportuno. Dopo tutto, era competenza dcli' Austri?.-Ungheria l'impiegare le proprie forze nel modo che ritenesse migliore sulla fronte tenuta da essa solt?.nto All'alleato era stato ripetutamente e decisamente dello che la sicurezza della fronte orientale non c:1.vrebbe dovuto rimanere in sofferenza a causa di nessuno dei suoi numerosi piani : ed esso non poteva perder facilme nt e cli , ·ista tale necessità, dalla quale doveva anzitutto trar norma di condotta. Si aveva inoltre fiducia che ai numerosi organi di collegamento tedeschi nei campi alleati non avrebbero potuto sfuggire spostamenti di forze da un teatro di guerra ad un altro di tale entità da rompere l'equilibrio, e il Comando Supre m o tedesco avrebbe potuto esserne informato in tempo utile. :.\fa il Capo di Stato
:.\laggiore fu deluso in entrambe queste sue aspettative.
(V. sèhizzo n. 1 Il 14 maggio, il Comando Supremo ;rnstro-ungarico informò che, qualora il tempo lo avesse consentito, avrebbe attaccato sulla fronte del Ti rolo dalla Val L agarina fino alla Yalsugana.
Il giorno dopo s'iniziava già l'attacco, per il quale le truppe erano da più di 6 setti m a n e rim2.ste in attesa di agire, a ca usa della neve. Esso fece inizialmente rapidi progressi, sebbene dovesse lottare con grandi~ime difficoltà di terreno e, ben presto, anche con num erose opere forti ficate fin dal tempo di pace ( r) . Gli Italiani non fur ono in grado di resistere al fuoco delle artig lierie pesanti cd al poderoso urto del fiore dei combattenti austro-ungaric i co là concentrati, finchè questi furono ancor freschi. Alla fine di maggio il centro dell'attacco aveva progredito fin ne Jl a zona cli Asiago e di Arsiero. le ali però erano ancora molto indietro: la destra era all'altezza di Mori in \'al Lagarina e non a,•ey a pertanto fatto alcun progresso; la sinistra era all'incirca all'altezza di Strigno in Val Brenta. Le truppe Mtaccanti, troppo scarse in proporzione alla fronte d'attacco, erano ormai esauste; l'artiglieria incontrava difficoltà a seguirl e. Il 27 maggio il Comando Sup r émo austro -ungari co aveva già dovuto chie -
dere che gli si lasciasse sulla fronte italiana una divisione d el XII Corpo d'armata facente parte del gruppo d'esercito Principe Leopoldo. Poichè quel corpo era costituito soltanto da elementi rumeni d'impiego poco consigliabile contro gli Italiani, ed inoltre nell'autunno 1915 non si era dimostrato tale da ispirare fiducia, la richiesta faceva intrav eder e in quali necessità si trovasse già la fronte di combattimento i.n Italia.
Frattanto erano cominciati contrattacchi italiani: i quali, effettuati con forze preponderanti tratte in parte dall'Armata di riserva attorno a Vicenza, in parte dalle truppe dell'Isonzo, costrinsero l'offensiva ad arrestarsi. completamente. J:\ei primi giorni di giugno - e, invero, prima c h e s'iniziassero gli avvenimenti sulla metà meridionale della fronte orientale (1) - fu evidente che non si poteYa procedere nell'attacco, nè era possibile mantenersi nella posizione a cuneo da esso raggiunta, nè infine vi era possibilità di sfruttare l'indebolimento prodotto sulla fronte italiana dell'Isonzo dall'invio di truppe sulla fronte del Tirolo. A riguardo poi della propria fronte sull' I sonzo, era per.fino sorto il dubbio nel Comando Supremo austroungarico di non poter riuscire a mantenervisi, qualora gli Italiani si fossero rivolti contro di essa, profittando dell'indebolimento austroungaric;o colà verificatosi a favore delle operazioni in Tirolo. Ma ancor prima che da questa sgradevole situazione avessero potut o dedursi le necessarie conseguenze, si verificò - come fulmine a ciel sereno - il disastro in Galizia il 4 giugno.
Dopo l'insuccesso degli attacch i del marzo in Lituania cd in Curlandia, la fronte russa si era mantenuta nella massima calma. A quanto ristùtava da informazioni degne di fede pervenute al Quartier Generale delle Potenze centrali, fino al principio di giugno neppure un battaglione ed una batteria parevano essere stati spostati dalla fronte a nord del Pripet verso il sud della zona paludosa fronteggiante il settore austro-ungarico : ed in realtà non erano a\·venuti spostamenti degni di nota. Si doveva quindi aver fiduci a
( i) Dice infatti il bollettino italiano ùel 3 giugno: << Kella giornaia di ieri, l'incessante a zione offensiva nemica nel Trentino fu dalle nostre truppe nettamente arresta ta lungo tutta la fronte d'attacco "· L'offensiva di Brussilow si scatenò il giorno 4.
u - Comando s pre1110 tedesco.
1:ollen:;i, 8rUS$flO\\ giu~rno 19
che i nostri alleati avessero di fronte a loro, come prima, soltanto forze di poco superiori : e da calcoli posteriori risultò infatti solo una preponderanza di qualche divisione. Comunque, non si nutriva alcun dubbio sulla resistenza che quella fronte avrebbe potuto opporre al nemico che le stava allora contro.
Del medesimo avviso era pienamente il Comando del gruppo d'esercito Linsingen, dal quale dipend eva il settore settentrionale della fronte austro-ungarica. Ed uguale convinzione esprimeva il gen. Conrad v. Hotzendorf, con energiche espressioni, in un colloquio avuto il 23 maggio a Berlino col Capo di Stato Maggi.ore: egli riteneva che un attacco russo in Galizia non avrebbe potuto essere intrapreso con pro~abilità di successo se non da 4 a 6 settimane dopo il momento in cui avessimo avuto conoscenza della sua prossima attuazione, giacchè il raggruppamento delle forze russe che era per esso condizione preliminare non avrebbe richiesto minor tempo. In verità, a tale importante apprezzamento faceva contrasto alquanto preoccupante l'insistenza colla quale veniva chiesta contemporaneamente assicurazione che in caso di necessità sulla fronte austro-ungarica avrebbero potuto esser forniti in tempo util e rinforzi germa ni ci dal nord del Prip et. A tale domanda fu ad erito, nell'intesa che tali rinforzi sarebbero stati inviati sempre quando fossero avvenuti spostamenti di forze russe dal nord verso il sud . Ma prima che fossero notati indizi di spostamenti di tal natura, e tanto meno che ne venissero annunziati, il 5 giugno pervenne al Gran Quartier Generale tedesco un appello dell'alleato invocante urgentissimo soccorso.
11 giorno precedente i Russi, sotto il comando del gen. Bmssilow, avevano attaccato quasi l'intera fronte dal gomito dello Styr presso Kolki a valle di Lutzk fino alla frontiera rumena. Dopo una preparazione d'artiglieria relativamente breve, essi erano balzati in piedi nelle loro trincee ed avevano senz'altro marciato in avanti: solo in pochi punti si erano dati la pena di costituire gruppi d'attacco raggruppando riserve. Non si trattava di un attacco nel vero senso della parola, ma di una poderosa ricognizione offensiva colla quale si doveva dimostrare agli Italiani, vivamente pr emuti, la coo pera zione d ell'alleato. Come si seppe più tardi, secondo le direttive del Consiglio supremo di guerra deJl'Intesa funzionante da più settimane, il
colpo de cisivo dell'Int esa stessa doveva essere vi br ato contemporaneam ente il 1° luglio, ad ovest e ad est (1)
Il si stema di Brussilow d'avanzare come p er una ri cognizion e era naturalment e ammissibil e so ltant o qualora egli avesse motivo fondato di st imare molt o scarsa l a potenzialità di resistenza avver-
( t) La tesi so5 t e nuta dal Fa\kenhayn che l'offen~ i va r ussa s i;i. stata improvvisa ta per diminuire la pressione a l Irontc i talinllo non r ispo nde alla rea l tà. La data dell'attacco russo invece era s t ata, in m arzo, fi'>Sata per Ja prima metà d i maggio. Alla fine di apr il e si par lò de lla 2" quindicina de l maggio stesso. A met1L d i maggio il comandante russo chiedeva che l'offensiva ru ssa, la quale dovev a p r ecedere la franco-ing lese, fos,,e ritardata di un mese 1;spe tto alla data fissata. aJ la confc rema di marzo, ossia alla prima metà di giugno L'offrnsiva franco-inglese doveva cominciare 15 giorni dopo T u tto questo però per il caso che non avvenisse una o ffensi va contro l'Italia. Avvenuta qu e,-ta, prendevano v igore gl i accordi stiptùati per t a l ca~'l a Pietroburgo il z t maggio 19r 5, secon do i qu.ili i due eserciti dovevano ag ire in c·omune per battere anzitutto l'A ustr ia , La richie.,ta di coopcra?.i on e fu d a S . .E. Cadorna inviata il 19 maggio. 11 28 maggio mentre ,i faccv.t ril evare il continuo lrasporto di forze dalla fronte ru ssa !;i avvertiva che non • si rich iede va precipitazione n e ll a r ipresa offensiva russa p er n on sciuparla. ma che sarebbero hastate azio ni dimoitrative '-li punli che non fos5ero quelli destinati alla grand(' azione rus.~a ».
Il 1° giugno fu stabi lito improrogabilmente al Qua r tier Generale Russo l'inizio dell e operaz ioni alla data de l 4. •< TI ge n erale Alexeieff r ip elè accentuata111ente che il breve ritardo era consegue nza dell'ordine esp licito dato d a S. l\I. l ' Imperatore di portare in azione una maggiore quantità di truppe in modo da dare a l nemico un colpo decisivo e c he l 'o ffen s i va sarebue iniziata con t empo ran eament e su tu tto il fronte sud-ovest da tre gros~e Arnrn tl'. » (lelegra111111a col Romei al ComrJndo S1 tpremo italiano I O gi1tgtzo 1916).
Jn sosfa n za li 4 gi u g n o non cm la data s tab ilita in vista dell'offensiva comune dcll' Tn tesa, ma l'ese r cito russo, c he dopo l'inizio de ll' o ffens iva au s triaca nel Trentino ebbe 17 giorni per preparar<si a ll 'az ione, era in grado d i "dare un colpo rl cci.,i vo '· S i n,)ti che s i t rattava rii concent1·are essenz ialmente tr up pe e non artig li erie pesanti, c h e mancavano; qu indi i trasporti e rano più rapidi.
La grave sorpresa d egli Austro-Tedesc h i ebbe presumib ilm e nte per m otivo c h e essi, abitua t i ad i11terrcttarc i radiotelegrammi ru,si in modo da veder ch iaro n e ll e intenzioni avversarie, questa volta intercettarono, pare, solo quello d i Brus.;;i low del giorno .i, letlo dal Cramon (capo dell a :l[issionc militare tedesca) dopo u na festa presso il Comanrlo S upremo au~tdaco e c h e gl i proc u rò, come era naturale, una forte commozione. « .i':: g iunto il m omento di scacciare l'in fame nemico. Tutte le Armate del nostro fronte attaccano, io sono co1winto che la no5tra A nn ata di ferro conseguirà una vittoria decisiva I ,.
R i t e ner e, co me fa il Fa l keubayn, che l'attacco avrebbe dovuto avven ire solo il 1 ° luglio è non so lo una inesattezza stori ca , ma un app r ezzamento militare non r ispondente a lla situazione. ~J u al'è quel condottiero che s i lascia sfuggire l'occasione di attaccare il nemi co quand o s i è i ndebo lito se riamente davanti a lui per imp eg narsi altr ove, ed attende ad iniziarè a sua vol ta l'azione quarantasette giorni, dando cos i modo all'avversa ri o di terminare le ope raz ioni lontane e d i far acco rr e re nuovamente le prop r ie forze?
Vedas i l TALlCUS: L 'a.z10 11e dell'Italia netta gi,erra mondiale. Risposta al generate vo11 Cram on. Roma, 1922, Stabilimento Poii g rafico
saria. Ed in ciò i suoi calcoli furono esalti : l'attacco diede un E:,"Tande risultato, sia in Volinia , s ia in Bu co vina. Ad est di Lutzk la front e austro-ungarica Yenne sfondata di colpo, ed in meno di due giorni vi si produsse una breccia larga più <li 50 km.: le unità della 4a Armata austro -un garica che occupavano quel tratto di fronte s i ridussero a nùseri a\'anzi.
Non molto diversamente andarono le cose presso l a 7a Armata austro -ungarica in Bucovina, dopo breve ondeggiamento : essa ripiegò celeremcnte su tutta la fronte e non fu pre\'cdibile inizialmente dove e quando avrebbe potuto arrestarsi. l\fantcnnero invece le loro posizio1ù l' \rm ata del Sud sullo Strypa, e a nord di essa la za austroungarica a o,·est di Tarnopol e ad est di Hrody ; come pure la 1a austro-ungarica sull'l kwa, eccetto la sua a la sinistra che fu trarnlta nello sfondamento della 4a Armata.
Tutte le riserve comunq ue disponibili dei settori rimasti saldi, ed in particolare quelle germaniche del)' Armata del Sud e del gruppo d'esercito Linsingen, furono immediatamente gettate sui tratti di fronte minacciati. :\ d onta di ciò, quando il 7 giugno furono note le perdite dell'esercito alleato in uomini ed in materiali e si ebbero maggiori notizie sul contegno delle truppe nella battaglia, ~i rese e\'idente che senza un poderoso soccorso germ an ico l'intera fronte galiziana sarebbe crollata ben pre,;;to completamente.
TI mantenere il possesso del territorio galiziano aveva poca importanza per il Comando Supremo: interessava sol o in quanto garantiva lo sfruttamento delle sorgenti <li petrolio. l\fa ad una nuova irruzione dei Russi in lJngheria o ad una nuova minaccia contr o la S lesia non sa r ebbe stato possibile rassegnarsi, perchè in entramb i i casi ne sarebbe presto derivato l'esaurimento delle P ote n ze cc ntralt.
Pertanto, la situazione si era raclicalmente mutata. Il Ca po di Stato Maggio r e non avrebbe mai potuto tener prese nte n ei s uoi ca lco li un rovescio come quello an·enuto: egli lo aveva ri tenuto impossibile. Il modo più semplice di rendersi nuovamente padroni della situazione sembrava quello di radunare al più pr esto un forte gruppo d'esercito germani co in P olonia, nella Gali zia occidentale o in Ung heria, p er una controffensiva a grande obie ttiv o : e il Comando Supremo austro-ungarico chiese che ciò fosse fatto d'urgenza. M.a tale m ezz o, semplice in teoria, non era pratic amente attuabile.
Si è già accennato più volte alla grande preponderanza avversaria sul settore germanico della fronte orientale. L'equilibrioastrazion fatta dal maggior valore delle truppe germaniche - poteva solo esser mantenuto colà perchè i Tedeschi erano in grado di appoggiarsi a posizioni ottimamente costruite e provviste di materiale abbondante, ma, in quanto a materiale mobile, non preponderantemente. A tergo non esistevano posizioni altrettanto solide. L'arre• tramento della fronte, per rendere disponibili truppe mediante accorciamento, non avrebbe quindi prodotto vantaggi: ed anzi dovevasi far conto che tutte le truppe economizza.bili in tal modo nel gruppo Hindenburg avrebbero dovuto essere riversate nel gruppo Principe Leopoldo, perchè quest'ultimo non aveva dietro di sè alcun terreno che consentisse la difesa con forze limitate come quelle colle quali manteneva le sue attuali posizioni. Infine, le difficoltà tecniche dello sgombero dell'attuale fronte, in faccia. ad un avversario tripl o di forze e pronto a slanciarsi, era.no tanto grandi che s i doveva tem ere di affrontarle. Poteva pur confermarsi ancora una volta l' antico proverbio che molti cani in campagna aperta, anche se cattivi, riescono sempre ad uccidere la selvaggina.
Pertanto si dovette prestar fede ai due Comandi di gruppo quando essi comunicarono che avrebbero bensì potuto fornire gradatamente, a seconda dello sviluppo che a.yrebbe assunto la situazione, altre forze per l a fronte' galiziana., ma non quante ne occorrevano pel gruppo d'esercito proposto dal Comando Supremo austro-ungarico, e tanto meno poi colla celerità che sarebbe stata necessaria. Tn conseguenza, per formare il gruppo d'esercito predetto si sarebbe dovuto ricorrere contemporaneamente a numerose forze tolte dal teatro di guerra occidentale, il che avrebbe prodotto un ritardo durante il q ualc le truppe austro-ungariche dell'est avrebbero probabilmente perduto quel po' di coesione che loro era rimasta : sì che saremmo stati costretti a continuar la. guerra. contro i Russi senza far più assegnamento sul nostro alleato. Ma non avevamo nell'ovest forze da poter render disponibili a tale scopo, e neppure le avremmo trova.te ripiegando dietro alla Mosa od eziandio sull a nostra frontiera . Inoltre, uno spostamento del centro di gravità della condotta cli guerra non avrebbe mai potuto compensare gli svantaggi inevitabili cui avrebbe dato luogo il cessar bruscamente dalla pressione sul nemico in occidente.
Epperò l a prop osta del Comando Supremo austro-ungarico e ra inattuabil e. E tale e ra altresì il criterio opp osto, e cioè lasciar l'est a se stesso, non portarvi alcun rinforzo dall ' ovest, continuare l a guerra colla mass ima pressione nell'ov est ed attendere gli even ti sul teatro di guerra ru sso ; sar e bb e stato imprudente il far conto su errori della condotta di g u e rra ru ssa d el ge n ere di quelli dell'autunno 1914; i Ru ssi avevano tropp o imparat o nel fra ttem p o , e la l oro se mplice s uperiorità numerica, dopo ch e gli Au s tro-Unga rici avev a n o p erduto in tre giorni oltre 200,000 uomini, era div en uta tropp o pre ponderant e Non esisteva p e rtanto speranza di ottener la decision e colle armi ad ovest prima che l'Au s tria-Ung heria c rollasse non solo militarme nt e, ma anche politica ment e : ed il s uo croll o avrebbe significato in ogni ca so la perdita della g uerra.
~on rimaneva quindi che atte ners i al s ist e ma dei soccorsi, vivamente racco mandato con urge n za da tutti i comandanti tedeschi sull a fr onte o rientale. Occorreva gettar e al più presto in Galizia e Volinia tutte le riserve germaniche possibili a trarsi da tutte l e altre fronti senza metterle a repentaglio, p er an-esta r e i Rus s i nei punti più minacciati e sos t enere le lin ee austro-ungari che dove sembravan o più fragili. Solo così si poteva sperar e di \'al e r s i tuttora della coo perazione vantaggiosa degli elementi aUeati non del tutto sconquassati ; so lo in tal modo poteva esse r fatto cessare il disordine già preocc up a nt e stille r etrovi e della metà meridionale della fronte orientale, c he mina cc iava cli r endere inutile ogni sforzo inteso a ristabilire la s ituazi one. •
Cer tame nte , il so ltrarre anche un'aliquota limit ata di riserve d alia fronte occi d e ntal e pro du ceva col à co ndizio ni m olto m eno favore. voli (1) : e ra d'uopo rinun ciare a ll'intendim ento di soffocare in germe mediante un p oderoso con trattacco l' attacco diversiv o inglese in pr eparaz ion e, p erch è l e forze d es tinat e a tale contrat tacco venivano ad ind ebolir s i troppo in u om ini e muni zioni p er effe t to degli invii ad est. ~la s i faceva a ssegnament o s ulla solidit à delle nostre valorose trupp e dell'ovest p er fronte ggiare il temporale anche dopo l a sottrazione a n·enuta : e nella r egione dcll~L l\fosa l a situazione ci consentiva di r egolare gli av,·enimenli in r elazion e a ll e forze dis p onibili.
( t) \'. Alk•gato: Co11dizio11i di / o r::a sul t e atro di g11err,1 occ 1denlalt, 6. ( .\',la cl rl/' uu tv , <')
Il Capo di Stato Maggiore informò 1'8 giugno il Comando Supremo austro-ungarico che il Comando Supremo tedesco era pronto a dare aiuto, nei limiti sopraccennati. Parv e necessario anzitutto costringere il gruppo d'urto di Lutzk ad arrestarsi, dato il grave pericolo immediato che le trupp e ancora sul posto della ra e 2a Armata austro-ungarica venissero da esso distaccate sul fianco e travolte. La situazione sembrava pel momento meno pericolosa in Bucovina, giacchè l'avanzata del nemico doveva esservi ritardata dalle difficoltà della zona montana.
In conseguenza fu disposto anzitutto che 4 o 5 divisioni germaniche (una del gruppo P rincipe Leopoldo, una del gruppo Ilindenburg, tre della fronte occidentale) si concentrassero nella zona di Kowel, insieme a forze austro-ungariche ancora in buon e condizioni, agli ordini del col. gen. v. Linsingen (capo di Stato Maggiore attuale, col. Hell) per attaccare in direzione generale di sud-est. La cooperazione della ro. e za Armata austro-ungarica col gruppo d'attacco fu assicurata. mettendo anche quelle Armate alla dipendenza del generale v. Linsingen. Inoltre fu chiesto che p er l'avvenire i Comandi tedeschi a ,·cssero pieno esercizio di comando non soltanto in fatto di operazioni, ma anche in riguardo all'andamento interno, verso le truppe austro-ungariche che si trovassero alla loro dipendenza. Il Comando Supremo austro-ungarico si era prima opposto a quest' eslensione dell'azione di comando tedesco sulle forze austro-ungariche, allegando che essa avrebbe demolito il suo prestigio nel proprio esercito e che i comandanti tedesclù, non pratici delle speciali condizioni della Duplice :\fonarchia, non avrebbero da tale esten5ione di facoltà tratto alcun vantaggio ed avrebbero anzi dato luogo a gravi attriti cogli organi l ocali e colle popolazioni. E da parte tedesca si era tenuto conto di tali considerazioni, che senza dubbio avevano i loro lati giusti. Ma i dati di fatto risultati ormai dal procedimento dell'alleato nella sua operazione autonoma in Italia rendevano necessario d'ora innanzi passar sopra ai riguardi finora 11sati. Come si Yenne a sapere, la fronte galiziana non era stata. soltanto indebolita mediante sottrazione di forze a favore della fronte italiana : la sua forza di resistenza era stata eziandio diminuita oltre ogni misura togliendole numerose artigli erie, mentre è noto quanto tale appoggio sia importante per truppe di scarsa solidità; ed infine si erano tolti da quella fronte molti fra i migliori clementi, in parte mediante scambi, in parte mediante assegnazione di complementi sui quali
v'era da far poco affidamerito. E ciò spiegava quanto era avvenuto: ma era necessario che simili eventualità non si ripetessero più. Per evitarle ancor più sicuramente, il Capo di Stato Maggiore avrebbe voluta una nuova garanzia, consistente nel mettere tutta la fronte fra Pripet e Dniester agli ordini del feldmare:,ciallo Mackensen. Certamente, l'affidare pieni poteri del genere -cli cui trattavasi ad un comandante in sottordine dava luogo ad obiezioni dal punto di vista dell'unità di condotta. cli guerra ; ma data la necessità della situazione e la personalità del maresciallo, sembrava vi si potesse passar sopra. Il Comando Supremo austro-ungarico peraltro si oppose, facendo presente che appunto nell'attuale situazione la dimim,tio capitis che da tale provvedimento sarebbe derivata pel Comando Supremo stesso avrebbe prodotto effetti molto dannosi. E poichè a tale considerazione nulla potevasi obbiettare, e d'altronde a nord del Dniester non vi era che la 2a Armata austro-ungarièa , indipendente da influenza tedesca, si 1inunciò a richiamare il feldmaresciallo su quella fronte. Per lo stesso motivo non si riuscì a fine giugno ad impiegare in modo analogo, come si sarebbe desiderato, il feldmaresciallo Hindenburg. Fu peraltro assegnato alla 7a. Armata austroungarica, che trovavasi a sud del Dniester fino alla frontiera rumena, il generale tedesco v. Seeckt quale capo di Stato Maggiore. Infine, il Comando Supremo austro-ungarico si impegnò a non attuare alcuna operazione . importante senza preventivo accordo col Comando Supremo tedesco.
L'inusitato impeto col quale le truppe russe avevano condotto la loro offensiva nei primi giorni si moderò presto; esse si arrestarono ovunque s'incontrarono con truppe germaniche od anche con truppe 4'0stro-ungarichc ancor solide. La mancanza cli riserve sufficienti produsse nei Russi le sue conseguenze: il Comando Supremo ru sso aveva pensato a trasportar truppe, togliendole dalle riserve fronteggianti il gmppo Hindenlrurg, soltanto quando si rese conto della grandezza del successo riportato, che certo non s'attendeva. Al principio degli attacchi del gruppo d'esercito Linsingen (e cioè il 16 giugno) condotti con avvolgimento da Kowel, Wladimir-vVolynski e Gorochow, il nemico si era avanzato nella zona di Lutzk a circa due giornate di marcia oltre lo Styr. D'allora in poi non guadagnò più un palmo di terreno, sebbene sacrificasse ripetutamente senza
riguardi contro le nostre linee i rinforzi che gli giungevano gradatamente.
Al contrario, si riuscì in molti punti a ricacciarlo - beninteso, con accaniti combattimenti - durante la seconda quindicina di giugno, ed inviando sul posto altre truppe germaniche. Queste dovettero esser tolte per la massima parte dall'ovest, essendosi riconosciuto soltanto più tardi quanto scarse fossero le truppe russe davanti al gruppo Hindenburg, e non essendo il gruppo Principe Leopoldo in grado di cedere altre forze. Il gruppo ~·Armata del col. gen. v. Woyrsch nella zona ad est di Baranowitschi, dipendente dal gruppo Principe Leopoldo, era stato attaccato a metà giugno da forze più che quintuple: era riuscito molto brillantemente a respingere l'avversario, ma correva sempre il pericolo che i Russi rinnovassero gli attacchi per cercar di giungere sulla comurùcazione più breve dietro alla fronte tedesca impossessandosi del nodo ferro viario di Baranowitschi. Entro il giu gno essi portarono in azione in quel ristretto settore non meno di 13 divisioni dal nord, cioè una sola in m en o della forza cui ammontavano l e riserve spostate contemporaneamente dal settore di fronte al gruppo Hindenburg per metterle in azione in quello a sud del Pripet, esteso cinque o sei volte di più.
Come il gruppo Woyrsch, alla fine cti giugno, anche la posizione <l'ala destra del gruppo Linsingen sullo Styr a valle di I{olki, molto debolmente occupata, s'attendeva un grande attacco. I Russi, a quanto pareva, avevano compreso l'impossibilità di avanzare maggiormente nell4 zona di Lutzk e stavano concentrando gruppi d'urto contro il settore dello Styr e contro l'ala settentrionale della za Armata austro-ungarica. Quest' ultima, nelle battaglie del giugno, aveva bensì evacuato le sue posizioni sull'Ikwa: ma poi aveva fatto nuovamente fronte sulla linea Salotschc-\Verben e vi si manteneva tenacemente.
Essa venne in ciò ottimamente appoggiata dal contegno deJia Armata del Sud (gen. conte v. Bothmer) che aveva resistito incrollabilmente nelle s u e trincee originarie sullo Strypa, anche quando i Russi con rapide vittorie a sud del Dniester ebbero non solo conquistata la Bucovina, ma raggiunto eziando alla fine del mese Tlumatsch e Kolomea, venendo così a trovarsi sul fianco dell'Armata. Contemporaneamente l'avversario avanzò nei monti contro i passi adducenti all'Ungheria, minacciando seriamente quelli di Jakobeny
e dei Tartari. Anche colà erano stati inviati rinforzi germanici : la difesa di Tlumatsch era stata assunta da una divisione proveniente dalla Macedonia e da reparti dell'Armata del Sud. Nei monti fu . rono spinti reparti della forza di una divisione all' incirca, formati con singoli elementi tratti dalla fronte occidentale. Ma tutti questi rinforzi non si erano dimostrati sufficienti ad arrestare durevolmente il movimento retrogrado generale; e più volte, quando i reparti contigui non resistevano, furono sospinti essi pure indietro dalle masse russ e. A quella fronte occorreva qtùndi maggiore aiuto: ed il Capo di Stato Maggiore propose d'aiutarla in modo analogo a quanto era stato fatto per il gruppo Linsingen nella zona di Lutzk. Una nuova Armata austro-ungarica, la r2a., doveva costituirsi al principio di luglio sul Dniester a monte di Halitsch, con piccole sottrazioni dalla fronte italiana, dall'occidentale e dal settore settentrionale dell' orientale e con maggiori sottrazio1ù dal gruppo Linsingen e dalle Armale za. austro-ungarica e del Sud, per contrattaccare possibilmente di sorpresa lungo il Dnicster, insieme colle ali interne delle Armale del Sud e 7a.. Per la necessaria azione comune delle tre Armate, esse furono raggruppate in un unico gruppo d'esercito del quale fu affidato il comando all'erede del trono d'Austria-Ungheria, tenente feldmaresciallo Arciduca Carlo, nella speranza che tale nomina spronerebbe gli Austro-l:ngarici al massimo sforzo p er la difesa di quella fronte. Gli fu dato un capo di Stato Maggiore tedesco nella persona del gen. v. Sceckt, già capo di Stato )faggiore della 7a Armata.
I provvedimenti suaccennati risentivano già delle preoccupazioni pel contegno della Rum enia. Ad ogni progresso dei Russi aveva corrispo sto un contegno dei Rum eni meno favorevole verso di noi ; la frontiera rumena si era nuo,·amente chiusa; si aveYa notizia di nuove serie trattative per l'alleanza della Rum en ia coll'Intesa: es pr essio ni del Re e della Regina, nonchè di taluni dirigenti rnmeni, venute a conoscenza del pubblico, non lasciavano dubbio s ui loro veri intendimenti. Si sapeva inoltre che la Rumenia attendeva per aprire le ostilità. un invio di materiali ad essa n ecessari e che erano già in viaggio attraverso la Russia, ma che non avreb b ero potuto giungere prima di alcune settimane. In co nclu sione, si riten eva
che le ostilità non avrebbero potuto essere iniziate prima del tennine del raccolto nel settembre, e che la loro apertura fosse subordinata anche all'ulteriore peggioramento della situazione dell'Austria-Ungheria; gli astutissimi uomini politici di Bukarest avr ebb ero trovato clifijcoltà in caso contrario a mettersi a così alto rischio , colla Bulgaria aUe spalle.
Sarebbe stato naturale stornare il pericolo prevenendo la Rumenia nell'attacco: ma ciò non era possibile in giugno, e conviene accennar e :fin d 'o ra che neppur lo fu nel luglio o nell'agosto; le forze ed i mezzi occorrenti per la difficile operazione offensiva attraverso i Carpazi meridionali e le Alpi cli Transilvania necessita vano in altri punti. E<l ancor m e no si poteva pensare a raccoglierli a scopo difensiv o nell'Ungheria s ud -orientale. I Comandi Supremi alleati decisero invece fin da ora di condur la guerra contro la Rumenia agendo a nord dei monti: ed i preparativi a tal uopo cominciarono subito dopo lo sfondamento russo cli Lutzk. L'Austria-Ungheria, data la sua situazione, non potè parteciparvi inizialmente che in scarsa misura: e quindi essi fu. rono spinti con tanta maggiore alacrità da parte tedesca. Si provvid e per La còstituzione cli nuove unità e per l'istruzione e l'equipaggia,.mento speciali corrispondenti alle esigenze del nuovo teatro cli guerra. Infin e, l e truppe ferroviarie germaniche si accinsero al miglioramento d elle scarse e poco produttive comunicazioni f~rroviari e adduc e nti a quella r egione e nell'interno di essa, affinchè lo schieram e nto p otes se comp iersi celeremente al momento del bisogno. Furono eseg uit e l e ricog nizioni nec essari e per le eventuali operazioni.
Il quadro così tracciato della situazione d elle Pote nze centrali verso la metà del r916 dev'essere completato coll'accenno agli avvenimenti verificatisi nel frattempo sul teatro di guerra balcanico e sul1'a s ia tic o.
In Albania non erano avvenuti mutamenti importanti dal gennaio in p oi; l'avanzata austro-ungarica nel febbraio era giunta al settore dello Skumbi e l'aveva oltrepassato, ma per insufficienza di mezzi n on aveva proseguito contro le posizioni italiane fortificat e dietro la Vojussa: il Comando Supremo austro-ungarico dovette inoltr e togliere ben pr esto forze di là per attuare i suoi intendimenti sull a
.\ vvcnlmcnti Ualcnni • l'est.ate , (V. carta n.
fronte italiana. L'avversario non profittò di tale circostanza favor evo le (r) ; probabilmente ne fu impedito dalle medesime diffi co ltà , insite nella natura della regione, che avevano cos tretto gli Au st roUngarici ad arrestarsi.
Anche in :\face donia la situazione non e ra molto mut ata . All'esecuzione dell'attacco su Salonicco s i era rinunzi ato definitivam e nte nel marzo ; gli avversari si e ran o nel frattemp o tanto rinforzati, e rafforzati co si solidamente, che sa rebbero stati nec essari grandi m ezzi per assi cu r are un successo di e ntità spro p orzionata allo c:.forzo. P er la condotta generale della guerra era tuttora più vantaggio so il saper vincolati in qu ella lontana regione 200,000 o 300,000 ne mici, anzi c hè scacciarli dalla peniso la balcanica e trovarseli addos so sul teatro di guerra fran cese : e non era verosimile c he l'attenersi alla pura difen si va su lla fr onte macedone p otesse produrre un scrio pericolo per ess a. L e po sizi oni t edesco-btùgare eran o st ra ordinari amente avvantaggiate dalle condizioni del temmo e poderosamente rafforzate in modo corrispondente alla situazione, e s i poteva fare assegna mento sul valoroso co nt egno delle truppe bulgare nella difesa del suolo ~accdon e ad esse s acro; l'e se mpio dei picroli r eparti ge rmani ci c h ecombattevano a loro fianco in stretto cameratismo produc eva buoni effetti. Un'offensiva avversaria non co ndotta co n grandi forze n o n aveva probabililà di riuscit a: il co ndurla co lle ma sse necessarie avrebbe prodotto difficoltà insormontabili nei rifornimenti. In ambo i casi mancava a lale offensiva un ob iettiv o c hiar o a buona portata: essa avrebbe potu to divenire efficace solta nt o se prosegui ta fino ad interromper e la ferrovia Nisc h -So fia-Costan tinop oli , m a a t a l uopo occorreva su pe rare più di 250 km. d i r egione difficilissima ed imp e n·ia, ed era improbabile che gl i avversari s i lasc iass ero indurre a simile impresa. Ed in realtà, essi n on l 'osarono per oltre due a nni e mezzo: quando finalmente passaron o all'attacco nel sette mbre r9r8 , sapevan o c he n on avrebbero inc ontrato resistenza: l e trupp e germ a nic h e erano state n el frattempo ritirate dalla fr o nte mace don<.' , e le bulgare e rano in piena dissoluzi one p e r intri gh i p olitici.
Dat e tali c ircosta nz e di fatto, il Comando Supremo non approvò l'intendimento del gruppo d' ese rcito Mackensen di s pingere l 'ala
( 1) S. E (adorna aveva a ll a fine a pri lc t 9 16 falto ncu lra rc da ll 'Albania. in previsione tlcll'offen~iva a•1stria ·a. la 44" divis ion e cd 11 23 maggio richiamò la 4311 •
destra della xa Armata bulgara oltre Florina per migliorare la situazione in Yista di un eventuale attacco nemico: ciò avrebbe logorat o m olte forze in modo non desiderabile, e neppur potevasi escludere {;hc l'avanzata di tali forze bulgare in territorio greco producesse in Grecia un risveglio di sentimento nazionale a noi sfavorevole e l'unione della Grecia stessa ali' Intesa. Per evita re quest' ultima eventualità, il Governo greco aveva im·ero ordinato la smo bilit azione dell'esercito: ma essa non era ancora tanto progredita da rendere imposs ibil e un urto preoccupante con truppe greche.
Le fronti turche in Asia, ad ecce zione dell'Armenia, e rano in condizioni abbac.tanza soddisfacenti, se pur non tanto come la balcanica.
L 'inverno eccezio nalmente mite del 1915-16 aveva reso possibile ai Russi di entrare in Armenia fin dal gennaio. La 3a Armata turca, molto più debole e sottoposta a grandi privazioni, fu da loro respinta ovunque : il 16 febbraio la capitale , Erzerum, dovette essere sgombrata ed ,l metà aprile anche l'importante porto cli Tr e bisonda cadde nelle mani dei Russi; sì che quasi l'intera provincia armena fu perduta.
I rurchi occuparono una nuova linea da Platana snl Mar Nero per Zighana a nord-o,·est di Baiburl e per l\Iamakhatun fino a Bitlis cd al lago Yan. Essi p eraltro avevano subito tali perdite, cd il loro St'r\'izio di rifornimento era così manchevole, che l'eventualità di una nuova aY,mzata rus sa destava preoccupazioni. Ma fino alla metà del 1916 non se n'ebbe alcun indizio: i Ru ss i lottavano colle medesime difficoltà inc ontrat e dal difensore.
~ella regione <lcll'Irak, l e speranze riposte nell'arrivo del feldm aresciallo barone v. dcr Gollz e dei rinforzi attesi si erano realizzale in modo sorprendente nelle ultime se ttimane del 1915. L'Armata anglo-indiana del gen. TO\mslicnd avanzante su Bagdad venne battuta il 23 novembre nella battaglia di Ctcsifonte ad alcune miglia dalle porte di Bagdad, costretta a ritirarsi e rinchiusa poi dai Turchi a Kut-cl-Amara su l Tigri. T entati vi di liberazione molto energici, ma troppo affrettati, intrapresi dagli In glesi lun go il Tigri, ed anche dai Russi senza alcun rispetto per la neutralità della Persia, non poterono mutarne la sorte: alla fine dell'aprile 1916 Townshend dovette deporre le armi a Kut-el-Amara, pochi giorni dopo che il feldmaresciallo barone v. der Goltz era morto a Bagdad per infezione
tifosa contratta nel visitare ospedali turchi. La capitolazione fu un grande successo per i Turchi; disgraziatamente, essi erano troppo deboli e troppo male equipaggiati per sfruttarla nell' I rak, dov'erano già cominciati i calori estivi. E neppure ::i ritenne opportuna un'azione di grande portata sul Tigri , finchè l'Armata russa di soccorso non fosse respinta. Le punt.e di essa erano giunte a Rewandus e Chaniki.n nella Persia occidentale; ma si trovavan o in condizioni cosi sfavorevoli ad un'azione, che nel giugno si ritirarono di nuovo verso est senza attendere l'attacco turco che si stava preparando.
L a nuova avanzata in progetto dalla Palestina contro il Canale di Suez non aveva potuto iniziarsi ; non era stato possibile far giungere in tempo il materiale occorrente, durante il freddo inv erno r9r5-r6, Inolt r e, una grande sollevazione araba contro il Governo turco ne aveva paralizzate le forze in queJla regione; l'insurrezione, fomentata da intrighi inglesi e da oro inglese nell' Hegiaz, si propagò rapidamente oltre la penisola arabica e pose in subbuglio anche la popolazione araba in Siria e le tribù hedui.ne nelle steppe della Siria fino al di là dell'Eufrate verso nord. Essa, assumendo carattere religioso, fornì una prova decisiva che il tentativo della Turchia di sollevare lutto il mondo maomettano contro gli Inglesi mediante la proclamazione della guerra santa costittùva un errore. Si era bensì preso collegamento colla P ers ia , coll' Afganistan , coli' India, coli' Africa settentrionale e coli' Egitto: ma il sentimento di comunanza religiosa non si mostrò in alcun punto cosl forte da superare il timore del braccio inglese. Solo in Cirenaica, di fronte agli Italiani, il movimento acquistò maggiore importanza, ed esercitò anche probabilmente influenza sul corso degli avvenimenti alla fronte italiana in Europa (1).
La situazione int erna dell'Impero turco aveva peggiorato per mancanza di vettovagliamento sufficiente nei punti più popolo si, dovuta piuttosto alla scarsezza delle comunicazioni che non alla reale mancanza di derrate. S i era potuto fortunatamente evitare una grave crisi a Costantinopoli facendovi giungere in t empo grano dalla Rumeni.a. Anche in altri campi, quali le condizioni finanziarie ed i complementi per le truppe, la lunga durata della guerra si faceva sentire
Battaglia sulla Somme .
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d annosament e, sebbene da parte tedesca non si lasciasse intentato alcun mezzo che paresse adatto a sanare le piaghe od almeno a lenirn e le conseguei:ize. E doveroso notare che, anche in queste condizioni, il contegno dell'alleata fu sempre scevro di debolezze e superiore ad ogni elogio: essa si mostrò costantemente invulnerabile alle lusinghe dell'Intesa, e fin dove potè far giungere la sua energica azione, provvide sempre ad impedire che le mene avversarie producessero più dannosi effetti nella popolazione.
Nel parlare del teatro di guerra francese, eravamo giunti nei precedenti capitoli al punto in cui erano stati ottenuti i grandi successi tedeschi contro Thiaumont e Fleury. Nel giorno successivo s'iniziò nella zona della za. Armata (generale di fanteria v. Below, capo di Stato Maggiore magg. gen. Griinert) su ambe le rive della Somme l'attacco avversario d'alleggerimento da tanto tempo atteso e desiderato, con tiri di preparazione d'artiglieria e azione di gas. Esso fu diretto contro il settore della fronte tedesca dal nord di Gommécourt fino al sud di Chaulnes, e vi parteciparono non solo gli Inglesi, ma anche i Francesi. Nel settore d'attacco le posizioni a nord della Somme erano tenute da 5 divisioni, quelle a sud da 3; e dietro di esse vi erano 5 divisioni di riserva pronte ad intervenire. Un'altra divisione, che faceva però parte delle truppe agenti sulla Mosa, si teneva in terza linea. Si era corrisposto nella misura del possibile alle richieste di rinforzi fatte n elle ultime settimane dal Comando della za Armata in pr evision e dell'attacco; ma non si e ra potuto dare l'appoggio desiderato in fatto di artiglieria e d'aviazione, a causa degli avvenimenti in Galizia. La notevole sottrazione di forze avvenuta per effetto dei medesimi aveva costretto a rinunziare al progett o di tagliar gli artigli all'attacco mediante un nostro contrattacco : non· si avevano più nell'ovest le forze all'uopo necessarie, nè si poteva trarle dalla zona della Mosa perchè la natura della lotta colà non consentiva d'indebolire le forze oltre un certo limite, neppur passando alla pura difensiva. Era d'uopo non lasciare al nemico in quella zona, meno ancor che altrove, la possibilità di avanzare in alcun punto : giacchè le comunicazioni tedesche più importanti erano tuttora poco lontane dal suo raggio d'azione. La mancanza di truppe sufficienti per una controffensiva aveva altresì fatto risolvere negativamente il quesito se convenisse arretrare poco prima dell'attacco
- del quale era ormai esattamente nota la direzione - le posizioni tedesche nella zona in cui esso doveva attuarsi. Ciò avrebbe invero risparmiato perdite e resa più difficile l'operazione al nemico; esso -avrebbe dovuto portar avanti le sue artiglierie e far nuovi lavori di preparazione, ma la manovra avrebbe condotto a sostituire posizioni meno buone a quelle ottime che si occupavano e a ritardare di non poco la decisione, mentre al Capo di Stato Maggiore interessava molto il provocarla subito. Un ritardo transitorio avrebbe dato poco vantaggio ai Tedeschi e prodotto invece notevoli svantaggi, perchè il perdurare della tensione avrebbe intralciato la libertà di decisione e di movimento.
L'attività preparatoria del nemico durò quasi ininterrotta fino al 1° luglio. Sulle posizioni tedesche vennero lanciate enormi quantità di proietti, in gran parte di provenienza americana : gli ostacoli scomparvero, le trincee vennero quasi ovunque livellate ; solo alcuni punti più poderosamente rafforzati poterono resistere alla furiosa grandine di proiètti. Ancor più gravoso fu l'effetto sui nervi dei difensori, sottoposti ad un tiro durato ben sette giorni.
I Francesi attaccarono con 7 divisioni in prima linea, 5 in seconda, a sud della strada Pér onne - Albert, su una fronte di circa
16 chilometri; gli Inglesi con 12 divisioni in prima linea e 4 di fanteria e parecchie di cavalleria a tergo, più a nord, su una fronte di 24 chilometri. Data tale preponderanza era inevitabile che l'avversario, q uando nel mattino del r 0 luglio si decise finalmente all'assalto, conseguisse i soliti s u ccessi iniziali.
Gli Inglesi peraltro non li conseguirono neppure in tal misura ; a nord della strada Bapaume-Albert non fecero alcun progresso, a sud di essa non oltrepassarono le posizioni tedesche più avanzate.
· I vantaggi francesi furono maggiori: tutta la prima posizione tedesca da Fay fino a sud di Hardecourt, a nord della Somme, andò perduta e l'attaccante penetrò anche in alcuni tratti della seconda. Ma anche in quel settore esso rimase ben lungi dall'ottenere lo sfondamento cui tendeva. La situazione divenne più grave quando il Comando tedesco sul posto si lasciò indurre dai successi francesi ad evacuare lo spazio fra la strada Estrées-Foucaucourt e la Somme, per arretrare le truppe - in verità, grav~mente provate dal bombardamentosulla linea Biaches-Barleux-Belloy-Estrées ed agevolare così la loro sostituzione colle riserve d'esercito assegnate dal Comando Supremo
Il nemico pot è in conseguenza nelle prime settimane della battaglia agire in fianco sulla riva settentrionale della Somme, con grave disturbo delle truppe tedesche impegnate colà in seria azione frontale e con notevole vantaggi o per i propri progressi. Si provvide per ò prontamente ad evitare il rip etersi di simili d ebolez;r,e nella condotta delle battaglie difensive. Gli attaccanti non riuscirono entro l'agosto - e cioè fino al momento al quale si arresta questa descrizione - ad ottenere alcun ulterior e successo app rezzabile, sebbene nei primi giorni di lugli o avessero rinnov ato gli assalti co nt ro le linee tedesche. D'altronde la furia e l'energia dell'attacco francese a sud della Somme, dopo quei giorni tempestosi, decrebbero presto: la deficienza di forze non consentì al Comando Supremo francese di esercitar pressione contemporaneamente a sud t' a nord del fiume; cd esso ~i decise, co n riguardo al collegamento cogli Inglesi, a spostare la pressione principale nello stretto settore francese a nord della Somme. In questo, come pure nel settore inglese, la lott,,. <'ontinuò accanitamente; nel luglio e nell'agosto essa si trasformò in un a di quelle « battaglie di materiale » nelle quali da amk le parti si impiegarono quantità inaudit e di artiglier i e e munizioni, e· da parte avversaria anche di uomini. Da parte tedesca, per buone ragioni, si cercò invece di risparmiare vite umane. Peraltro, la forza delle truppe impegnak divenne tale che la battaglia non poteva più essere diretta da 1111 unico ente : e quindi a metà lu glio il generale di fanteria Fritz v. Below (capo di Stato Maggiore col. v. L ossberg), già comandante della 2a Armala, assunse il comando nel solo settore nord della Somme m entre il generale d' artig li eria v. Ga.Jlwitz (capo di Stato )faggiore col. B ronsart v. Schellendorff), proveniente dalla zona della Mosa, assumeva il comando della 1a _\.fmata di nuova forni azionc e contemporaneamente quello del gruppo d'e sercito GalJwitz nel quale erano state raggruppate entrambe le Armate.
Le incomp arabili qualità belliche del soldato tedesco di quel temi o si mostrarono di nuovo in ottima l uce; esso, combattendo sempre con inferiorità numerica, cedeva sotto il fuo co sove r chia nt e dell'artiglieria nemica soltanto a passo a passo là dove il mantenersi era realmente divenuto impossi bile, sempre pronto a strappare al nemico qualch e cosa di quanto aveva guadagnato ed a sfruttare ogni sua d ebolezz a. Le perdite da ambo le parti furono gravissime, ma certamente molto superiori da part<' francese. Già nella sera del
Comand,() Su(tum" l<d~.sco.
secondo giorno di battaglia si fu si.curi che lo sfondame n to progettato dagli In glesi e 'dai Francesi non sa r ebbe riuscito ; dopo la prima settimana di lotta il Comando Supremo comprese c h e gli avversari non avrebbero neppur raggiunto il l oro scopo con quelle azioni di l ogoramento all e quali ormai li costringeva i l m ancato effetto dell'azione di sfondamento. La quantità di forze impiegate e le perdite da parte dell'attaccante ernno così sproporz ionate in confronto a quelle del d ifensore, che l'esaurimento e io spostamento dovevano verifica r si per il nemico prima che per' noi, qualunque fosse la durata dell'ope~ raz ion e. Ed in realtà gli sforzi avversari, durati otto settimane si n o alla fine di agosto, ottennero soltanto l'arretramento della fronte tedesca per una larghezza di 20 chilometri circa su ambe l e rive della Somme ed nna profondità media di 7 chilometri : e le riserve tedesche snll a fronte occidentale erano a quell'epoca tutt'altro che esaurite.
La battaglia della Somme, al pari degli avvenimenti nella regi one della Mosa, è stata proclamata dall'abile propaganda dell'Intesa - che purtroppo agiva anche nell'interno dell'Impero - come un evento di significato particol armente sfavorevo le per la Germania Certamente, riportammo g r avi perdite in quelle azioni; nia esse ebbero in complesso scarsissima influenza sul corso complessivo della guerra, non paragonabile davvero ai sacrifici fatti dall 'Intesa ed alla paralizzazione che ad essa ne derivò durante parecchi mesi.
Gli avvenimenti sulla fronte italiana, che condussero nell'agosto alla perdita della riva destra dell'Isonzo , nulla hanno di comune con quelli sulla Somme. Il Comando Supremo non avrebbe fornito truppe germaniche a scopi difensivi in Italia, anche se non fosse avvenuta la battaglia della Somme: giacchè l'esperienza finora fatta non dava a sperare da tale provvedimento alcuna favorevole in fl uenza sul rendimento dell'Austria-Ungheria.
In Galizia, il momento più criticò dell'offensi va russa era ormai superato quando fu tirato il primo colpo sulla fronte della Somme : e le sue conseguenze non ebbero in ogni caso influenza notevole sull'invio di rinforzi ad oriente. La sitnazione colà veniva tuttora considerata come molto seria, ma non più come critica : e con tutta probabilità la decisione di togliere dall'ovest soltanto le forze sufficienti per gl i scopi cui si mirava non sarebbe stata diversa se non fosse avvenuta l a battaglia della Somme.
Pertanto, le conseguenze dirette di essa si limitarono alla sola
in fl uenza sugli avvenime nti in occidente. Naturalmente, il sacrificio d i forze fatto volontariamente dall' attaccante rese necessario un corri spondente logoramento da parte del difensore; ma le azi oni s ulla Mosa non ne risentirono. L'rr lugli o, con un'energica avanzata, portammo ancora avanti le nostre linee fin quasi a ll e opere di Souville e La Laufée; in seguito la tensione generale e soprattutto la necessità di economizzare materiali e munizioni ci ind ussero a rinunziare per il momento ad ulteriori grandi operazioni d'attacco sulla )ifosa. Al Comando del gruppo d'esercito Principe Ereditario fu data la direttiva di proseguire l'offensiva in modo calmo e sistematico per manten ere nell'avversari o la convizione che non doveva sperare nella rinµnzìa di essa. E ciò riuscì, giaccbè i Francesi poterono trarre da quel settore soltanto nel settembre rinforzi a favore della zona dell a Somme, quando nel frattempo co ll a nuova $OStituzione del Capo di Stato Maggiore tedesco la così detta« offensiva di Verdun >> era stata completamente abbandonata.
Oltre 3/ 5 dell'intera forza combattente francese furono sgretolati nella macina della zona della lVIosa fino all'agosto 1916 : e se i Francesi furono ciò nonostant e in grado di partecipare all'azione sulla Somme, lo dovettero al larghissimo sfruttamento di truppe coloniali in fatto di uomini, all'aiuto dell'America in fatto di materiali. La com partecipazione dell'America alla guerra in tal forma ebbe importanza grandissima, giaccl 1è soltanto in grazia di essa gli Inglesi poterono continuare così a lungo la lotta . sull a Somme. Tale cooperazione non contraddiceva invero alla lettera delle norme di diritto internazionale : ma era un vero schiaffo alla n_entralità. Da un lato l'America, cercava sia con richiami al diritto i nternazionale accoppiati con velate minaccie di guerra, s ia col dare assicurazione dei suoi intendimenti pacifici di impedire alla Germania di. far uso di tutti i propri mezzi di lotta contro i propri mortali nemici ; dall'altro, la grande Repubblica non soltanto chiudeva gli occlù alle più aspre offese a quel diritto da parte dei nemici delJa Ge rmania, ma forni va loro eziandio in abbondanza i mezzi b ellici per abbatterci. Comunque si voglia pensarla circa l'operato dell'America durant e la guerra, la macchia con cui essa si è offuscata mediante tal procedere non potrà mai essere cancellata dal suo nome.
Per i Russi, il principio della battaglia della Somme fu il segnale di un raddoppiamento di sforzi, indubbia conseguenza di nuove direttive date dai Comandi dell'Intesa: non è credibile che i comandanti russi potessero sperare ancora in successi decisi vi.
Durante il luglio e nella prima metà di agosto gli attacchi russi sull'intera enorme estensio n e della fronte orientale dal Baltico fino ai Carpazi meridionali, eseguiti spesso contemporaneamente in più punti, furono incessanti. Il settore Hindenburg fu attaccato - se pur soltanto con azioni dimostrative nella maggior parte dei casi - a Riga, a Friedrichstadt e Dtinaburg, sul L. Narotsch, a Smorgo n e a Krewo; il gruppo d'Armata Woyrsch del gruppo d'esercito Principe Leopoldo, ad est di Baranowitschi, fu attaccato dall'avversario co l massimo accanimento innumerevoli volte; il gruppo d'esercito Linsingen dovette respingere frequenti assalti sul basso Stochod e sul medio Styr; la za Armata austro-ungarica sostenne gravi combattimenti a Werben, a est di Brody e attorno a Salotsche; per l'Armata del Sud (v. Bothmer) i punti principali della lotta furono Burkanow e Butschatsch sullo Strypa, e più tardi anche Monasteryska e Tlumatsch a sud del Dniester; nel settore della 7a. Armata austroungarica i Russi cercarono d'impadronirsi degli accessi ai passi dei Carpazi, e nella prima decade d'agosto avanzarono anche a sud del Dniester su Stanislau.
Gli attacchi contro le Armate 7a austro -ungarica, Bothmer e za austro-ungarica s i calmarono solt anto a metà agosto, mentre contro il gruppo Hindenburg erano in realtà cessati fin dalla metà dì luglio, e contro i gruppi Woyrsch e Linsingen dalla fine di luglio Secondo tutti i rapporti pervenuti, l e perdite russe dovevano essere state enormi : la l oro artiglieria, che tirava ora peggio che non al principio della guetTa, non poteva preparare a sufficienza gli attacchi, i quali, attuati in pesanti formaz iòni di fanteria a massa, non riusci,iva no in m assima a s up erare la zona del fuoco delle mitragliatrici del difensore ; e quindi i su~cessi rimanevano insignificanti in confronto alle forze con s uma te.
Nel settore puramente germanico tali successi furono assolut amente nulli.
Pr esso il gruppo Linsingen, l e truppe che stavano dietro io Styr furono respinte fin dietro lo Stochod. La 2a armata austro- ungarica, dopo aver tenacemente difeso la linea W erben- Salot sch e,
dovette abbandonarla colla città di Brody, ma dopo pochi chilometri fece nuovamente fronte e sì mantenne Yalorosamente sulla linea B erestetschko-Sokolowka, zona fra Slotschow e Salotsche. In questa zona essa prese con tatto coll'Armata del Sud, che dopo aver ammirevolmente respinto numerosi attacchi venne fatta arretrare - per ordine - dalle posizioni sullo Strypa fin dietro la Zlota Lipa, quando l'arretramento della fronte della za. Armata austro-ungarica e l'avanzata russa nel settore dell'ala sinistra della 70. Armata austro-ungarica fino alla Zlota Bystrzyca e ad ovest di Stanislau verso metà agosto posero in scrio pericolo le retrovie dell'Armata Bothmer.
L'attacco progettato da parte del gruppo d'esercito Arciduca Carlo, allo scopo di costringere le truppe russe che erano nei Carpazi a ripiegare dietro il Dniester e produrre così un miglioramento nella opinione dei Rumeni che stava volgendosi rapidamente a nostro sfavore, non fu attuato : poichè era divenuto necessario valersi delle truppe ad essa destinate, non appena giungevano, per rinforzare i punti più deboli, ed inoltre occorreva la massuna mobilità nell'impiego delle scarse riserve dietro l'intera fronte di battaglia per essere in grado di tener testa ai Russi nei settori contro ì quali essi spostavano volta a volta la loro pressione.
Frattanto, negli alti circoli politici ed in :ùtri del Paese diveniva vivo il desiderio di dare al feldmaresciallo v. llindenburg una maggiore sfera d ' az ione : lo scopo finale era quello cli affidargli la car ica cli Capo d i Stato Maggiore. Caldo fautore e animatore di queste tendenze fu il Cancelliere dell'Impero ; e se in tali intendimenti ebbero parte anche speranze ne l c:i.mpo militare, oltre a quelle di procacciarsi nel fe l dmaresciallo un appoggio per la politica estera cl.i guerra del Cancelliere, esse si fondavano però essenzialmente su considerazio1ù di politica interna. Si cercò di ottenerne la realizzazione nei modi soliti dell e campagne politiche di questo genere, mediante accenni nella stampa, interessamento di personalità. elevate, rapporti diplomatici ed altri consimili mezzi. Il Capo di Stato Maggiore ne ebbe conoscenza solo più tardi: ma dovette riconoscere, e di buon grado, che un'estensione de lla sfera di comando drl feldmaresciallo v. Hindenburg corrispondeva ad un'esigenza militare, giacchè essa forni va nuova occasione per affidare a mano tedesca la Jirezione della
condotta di guerra sull'intera fr ont e orientale, cosa certamente util e. E ciò era divenuto tanto più opportuno, in quanto l a diversità di apprezzam enti circa l 'impie go d elle riserve ave va spesso fatto so rger e la ques tion e se un gm ppo d' ese rcit o fosse o n o in grado di dista ccare o ceder e riserve. In particolare col gruppo Hindenb urg vi erano stati attriti . Al fe l dma r esci a ll o Mack ensen non si poteva ricorrer e per lo scopo in questione, g iacch è un importante còm pit o lo vincolava ad un altro teatro di guerra d el quale a n cor dovremo occu parci, n è d'altrond e egli poteva esser messo al disopra del feldmaresciall o Hindenburg.
D'altra part e, p er lo scopo s uaccennato, no n p oteva esse r e scelto che un comandante avente fama tale da conferirgli prestigio pr esso gli alleati. Perciò l'Imperatore, in accordo coll'Imperatore Francesco Giuseppe, affidò dal 30 luglio al feldmaresciallo v. Hindenburg il comando s nl tratto d ella fronte orie n ta le dall'ala destra della 2 a Ann a t a austro -ungarica nella zona di Salotsche ad es.t di Lemb erg. fino a lla costa del Baltico. Il Capo di Stato Maggiore conco rdò in tal e pro vved im ento, spe r a nd o - ed in ciò s' ingannò - che n on n e sarebb ero ristùtate difficoltà per l'unit à di condotta di guerra Al nuovo Comando fu ro no so t toposte: l'Armata austro -ungarica ora accenn ata, i grupp i d'esercito Linsingen e Pr i n cipe Leopoldo, n on chè il g rupp o d'eserc ito del q u al e finora a vev a tenuto il comando lo stesso feldmar escial lo v. Hind enburg e che ora ve nne affidato al col. gen . v. Eichhorn. Al fe l dmaresciallo v. Hindenburg furon o assegnate nella prima quindicina di agos t o altre 6 divisioni, da impiegarsi s ull a fronte da l ui dip end ente. Du e di esse v enivano dall'ovest ed abbisognavano di ristoro, ma pot evano essere impiegate contro i Russi in caso di n ecessit à ; du e eran o di nuova cos tituzione , m ediant e singoli r ~parti tr a tti dall e fr ont i ocddentale ed ori en tal e; le ultime due erano formate da trupp e tur che offerte dal Comando Supremo turco per il teatro di guerra e ur opeo s ubito dopo che gli Inglesi al principio del r916 av evano sgombrato la p enisola di Gallipoli. Si sono già accennate le ragioni per l e quali esse non erano state ancora impiegate nonostante l'offerta fatta. Quando tali rag ioni cessar ono , il Comando Supremo austro-ungari co non aveva voluto decidersi ad accettare l'offerta di v alersen e ch e gli era s tat a rinnovata , se bb ene l'impiego di divisi oni s ulle quali po tevasi fare assoluto affidamento gli fosse molto utile p er la propria fr ont e. Nel fratt emp o , dette divis ioni avevano
ancor migµorato la loro istruzione : e µeUe azioni di settembre ed ottobre in Galizia si palesarono prezioso aumento di forze per l' Arma.ta del Sud che le ebbe nel suo settore.
Come si è accennato più sopra, la nuova fronte del feldmarescia,llo v. Hindenburg, anche prima di ricevere le nuove 6 divisioni predette, non era più da considerarsi in. situazione preoccupante : pertanto, <lopo il loro a rrivo, essa doveva essere in grado non soltanto di far front e ad ogni eventualità, ma anche di poter cedere forze quando -0ccorressero uomini. :ì\lfa quel Comando non e r a di tal e avviso e rap-pres entò spesso urgenti preoccupazioni per la si curezza non solo della propria fr.onte, ma benanche di quella contigua alla sua zona di -comando e per l a frontiera rumena,, nel mese di agosto. Tali preoc-cupazi oni non ebbero conferma dai fatti.
La part e meridionale della fronte orientale, dall'ala s ini stra ,dell'Armata del Sud fino alla frontiera rumena, rimase autonoma .agli ordini dell'Arciduca Carlo, nominato generale di cavall eria. Da lui dipendevano l'Armata del Sud, l a 3a Armata austro-ungaric a (che mediante cambio di denominazione aveva sostituito l a rza austroungarica) e la 7a austro -ungarica. Come giìt si è detto, era al suo fianco un capo di Stato Maggiore tedesco.
Col nuovo ordinamento ora descritto il Capo cli Stato Maggiore tedesco s p erava, oltre ai vantaggi nel campo strategico e tec1ùeo di comando. di acquistare il predo1niruo dimostrat<?Si g ià necessario per pot er attuare realmente i provvedimenti interni da tan'to tempo -0ccorren ti e<l imposti in particolare dallo sfondamento di Lutzk, allo ~copo di rafforzare l' ene r gi;:i, offensiva.. della potenza militare alleata.
L'acquisto di tale predominio non forniva certo un a salvaguardia contro futuri sconfinamenti dai limiti dell~. condotta generale di g.uerra del genere dell'offensiva austro-ungarica in Italia. Tale salvag uardia non poteva esser r aggiunta in modo incondizi onato, giacchè dipen deva pur sempre dalla buona. volontà degli interessati : ma p.er lo meno una modificazione nel sistema fin qui seguìto di co ndotta comune d egli eserciti . era divenuta imprescindibil e. L e gr.avi conseguenze d ell'impresa del Tir ol o avevano tolto ogru fiducia a tale s istema, e non s i poteva più ormai tard a r e a far sì che il Comando Supremo tedesco avesse un diritt o ri co no sciuto di sorvegl ianza ; e p e r tanto l'i stituzione di una « direzione suprema della condotta di
guer ra dell e P ote nz e centrali >> in mani tedesche era divenuta una ne cessi tà. Quando il Capo di Stato Maggiore ted esco ora la propose, la Bulgaria e la Tur cb ja vi aderirono subito, co nformemente a quanto gi à avevano fatto in passato: l'Au stria-Ungheria el evò le not e obie1.ioni, in parte giustificate, ma alle qual i n o n fu più data importanza d ecisiva dopo la triste esperie n~a recente. E gli stessi dirigenti i destini della Duplice Monarchia finirono col convincersi di tale ne cessità. La co nclusione ufficiale delle trattative a tal e riguardo si protrasse fin dopo la nuova sost ituzion e del Capo di Stato Maggiore tedesco, avvenuta a fine di agosto
A tal e sost ituzion e diedero la spint a esteriore le dichiarazi oni di gue rra dell'Italia e della Rum e nia. Ma prima di e ntrare m~g iormente in a r gome nt o, occorre rivolger la nostra attenzione agli avve nimenti p olitici che fu rono in stretta co nne ssion e colla sostituzio n e stessa.
1.a • liberazione Dopo l 'occ upazio n e del territorio della Polonia, nel Congresso ddla Polonia,. dell' es tat e r9r5, il conflitto di opin i on i 2, rig uardo del futuro destino della Pol onia non s i era acquetato, nonostante la prud e nza ch e avrebbe dovuto esser consigliata dall'antico pro ve rbio di non s partirsi la pelle dell'orso prima che esso sia ucciso. I Governi di Berlino e di Vienna s i accor darono presto n el co ncetto c he ancor durante la gue ri;_a s i dovesse concedere o gar a ntire il completo affrancam e nto dal giogo russo; ma per lungo tempo non riuscirono a metters i d'acco rd o sul modo di attuare tale affrancamento, nè poteva esse r e altrim enti L a politica tedesca seguiva qu esta via solt a nto perchè s pint avi dal bisogno, non trov ando una via migliore per decide re dell'avvenire d ella P olonia. P e r cont ro, la politica austro-ungarica s i er a accinta di tutto c u ore a risolv e re la que s tione, s perandone gra ndi vantaggi futur i p er sè.
Il Capo di Stato Maggiore non era d'avviso che conv e nisse risolvere la questione in tal modo: gli pare va inopp ortu n o togliere al Gov erno di Pi etrobu rgo ogn i possibilit à d i avv i cinamento a lla Germania ; e, p e r l e osservazioni fatte s ulla pop ol azio ne di lingua pola cca n ella Prussi a occidental e, sua provincia di origine, non riten eva possibile stabilire una relazione <li vicinanza tollerabile fra uno Stato p olacco risorto dall e sue ceneri e l'Imp ero t edesco. L'irred entismo polacco aveva procurato finor a parecchie preoccupazioni
all a Prussi a, e queste doveva no accrescersi all'infinito col sorgere di u n nuovo Stato polacco indipendente, con tutte le sue speranze d 'avven ire. I ndubbiamente l'Austria-Ungheria avTebbe acquistato infl ue n za preponderan te nel giovane Stato, a causa delle sue re laziom colla Galizia : e si doveva temerne attriti che potevano diventar fatali per il mantenimento dell'alleanza. L'orientamento puramente occidentale che ne sarebbe deri vato di necessità pe r la politica tedesca sarebbe stato preoccupante dal punto di vista militare, giacchè si sarebbe dovuto fare assegnamento su fattori ora affatto incerti. anzichè su fattori deboli bensì, ma cli valor e noto. l soldati pruss iani delle regioni di l ingua p olacca avevano adempiuto fedelmente in massima al loro dovere durante la gut>rra: ma era molto improbabile che continuassero a fare altrettanto quando sapessero che al di là della frontiera esisteva uno Stato polacco con istituzioni tut' t'affalto diverse dalla Germania.
Anche le promesse dei fautori dell'affrancamento della P olonia, a riguardo dell'aumento <li forza pari ad un'Armata che sarebb e derivato all a Germania dalle forze polacche, non erano multo seducenti per chi giudicasse a mente fredda. Era poco probab il e che la gioventù polacca, la quale aveva saputo così bene sottrarsi all'adempimento del proprio dovere verso lo Stato russo, si affrettasse con particolare entusiasmo a con-ere sotto le bandiere tedesche, da essa o di ate per lo meno quanto le russe. Anche qualora si fosse riusciti a costituire un'Armata, non si sarebbero acquistate che truppe nelle quali potevas i aver solta n to una :fiducia limi tata. E gli avve nimenti nell 'esercito austro-ungarico avevano invero abbondant<:mente dimostrato che truppe di tal natu r a costituivano un aggravio, e in talune condizioni molto pesante, anzichè un aiuto.
Perciò i l Capo di Stato Maggiore, quando nell'agosto ven n e a conoscenza del fatto che il Cancelliere dell' Impero trovavasi a Vienna per sistemar definitivamente la questione polacca, elevò obiezioni ed ottenne che la decisione in materia venisse procrastinata. Essa fu ripresa in esame soltanto dopo che egli cessò dalla carica, da parte del suo succcsgorc.
Certamente, un accrescimento di forze sarebbe stalo molto gradito in quel momento per le P otenze centrali: nel sud-est deU't:nghcria serpeggiavano nuove faville di guerra dalle quali potevano ad ogni ista n te divampar fiamme.
l,a dìchhmuionc di guerra della Rumcnia.
A riguardo della Rumenia, si è già detto che la sua entrata in guerra a fianco dell'Intesa, dopo i primi grandi successi di Brussilow, dipendeva soltanto da un ulteriore peggioramento nella situazione dell'Austria-Ungheria. Gli a':'venimenti posteriori del giugno e del luglio non produssero in realtà tale peggioramento : essi furono sempli cemen t e la conseguenza inevitabile e prevedibile di quanto ormai era avvenuto. ì\Ia ai diplomatici dell'Intesa riuscì facile rappresentarli, nel senso da loro desiderato, anche agli uomini politici e militari di Bukarest per se .stessi poco capaci di sano giudizio. Ad ogni modo, alla fine di luglio i Comandi Supremi delle Potenze centrali, in base a tutte le notizie provenienti dalla Rumenia, non furonò più in dubbio st1l fatto che la decisione circa il momento di entrata in guerra della Rumcnia dalla parte dei nostri avversari era ormai sopra una lama di coltello e non poteva più essere influen' zata da provvediment i delle Potenze centrali : l'In tesa sola aveva parola in ciò.
Ci si doveva ormai adattare a questo nuovo colpo. Gli sforzi dei Comandi Supremi alleati mirarono dapprima a ritardare lo scoppio delle ostilità aperte : quanto più tardi esso fosse avvenuto, tanto maggior vantaggio ne avrebbero tratto le Potenze centrali, giacchè il corso degli eventi lasciava ritenere che le fronti occidentale ed orientale avrebbero potuto profittare del guadagno di tempo per rafforzarsi e mettersi così più facilmente in grado di cedere forze per lott are contro il nuovo nemico senza correr rischio. Furono quindi inviati nella terza decade di luglio cd in agosto rinforzi dalla fronte occidentale, specialmente ai settori della fronte austro-ungarica oriental e contigui alla Rum enia; si voleva evitare che rovesci in quella zona, per così dire sotto gli occhi della Rumenia, anche se di scarsa importanza, producessero eventua lmente uno scoppio prematuro delle ost ilit à. Essendosi avuti indizi che a Bukarest si sperava -che la Germania non fosse in grado o non avesse desiderio di dare appoggio all'Austria-Ungheria in un conflitto colla Rumenia, l'addetto militare rumeno al Gran Quartier Generale tedesco fu chiaramente a,·vertito dell'infondatezza di tale apprezzamento, e gli si diede modo di convincersi che la Germania disponeva di tutte le forze necessarie a tale scopo. E per sottolineare tale assicurazione, gli elementi della ro1a divisione germanica che dal finir del 1915 si trovavano nella Bulgaria orientale furono spostati a Rustschuk su l Danubio,
cioè ad immediata vicinanza della frontiera rumena. I Comandi Supremi turco e bulgaro furono ancbe invitati a. far pervenire a Bukarest jdentiche . dichiarazioni; al Comando S1.1prcmo aust r o-ungar ico fu raccomandat o di spingere alacremente la prosecuzione delle trattative del G0vern.o imperiale e reale col Governo rumeno per il man'teniment o della neutralità rumena, sebbene s i fosse già convinti in precedenza che esse in definitiva sar ebbero riuscite vane.
P arallelamente a tali prov.vedimenti che tendevano ad evitare -0 quanto meno a ritardare l'avvenimento non desiderato, furono .attuati quelli necessari a fronteggiarlo. Fu acce lerata la costituzione :delle nuove formazioni tedesche già destinate a tale scopo, come pur e .la sistemazione delle ferrovie per la radunata nell'Ungheria sud -orien-tale e nella Bulgaria settentrionale. Il feldmaresciallo Mackensen fu .informato fin dal luglio che in caso di guerra contro la Rumenia gli sarebbe stato affidato il comando sulla frontiera della Dobrugia e sul Danubio, e furono concordate con lui le modalità per la condotta delle sue operazioni. Gli fu data la direttiva di far eseguire le necessarie ricognizioni ed i preparativi de l caso, finchè fosse poss ibile , .senza dar troppo nell'occhio. Infine, il 29 luglio nel Gran Quartier Generale tedesco venne conclusa una convenzione fra il col. generale Conrad v. Hotzendorf, il plenipotenziario buJgaro col. Gantschew e il Capo di Stato Maggiore tedesco. a riguardo della comune azione in caso di atteggiamento apertamente ostile da parte della Rumenia. Ad essa aderì il 5 agosto Enver P ascià in nome del Comando Supremo turco, in occas ion e di una riunione col Capo di Stato Maggiore tedesco e col col. gen. Conrad v. H otzendorf a Budapest.
Si ammise senz'altro che l a Rumenia, se entrava in guerra, avrebbe agito in m odo corrispondente a ll' (( avido >> modo di pensar e dei suoi dirigenti, senza tener gran conto delle esigenze militari, e quindi avrebbe cercato anzitutto d'impadrorùrsi del prezzo della vittoria più bramato e cioè dei Siebenburg. Eppe r ò si ritenne che lo sforzo principale della Rumenia sarebbe stato attuato in quella direzione, mentre si prevedeva che essa avrebbe lasciato fo r ze relativamente deboli, di za e 3a linea, a copertura verso la Bu lgari a, nella Dobrugia e sul Danubio.
Si fu presto d'accordo s ui provvedimenti-derivanti da tali ipotesi. w. carta
Imm ediatam ente dopo l'apertura delle ostilità, un'Armata Mackensen, di nuova costituz ione, doveva penetrare dalla Bulgaria nella
D obnigia, conquistare di colpo le teste di ponte rumene di Tutrakan e Silistria cd avanzare all'incirca fino al tratto più ristretto fra :\Iar Ner o e Danubio. Si aveva intenzione cli costittùrla coll a r oxa divisione (parte della quale trovavasi già a Rustschuk), 4 divisioni bulgare (di cui 3 erano già nella Bulgaria settentrionale, una proveniva da ll a ì\facedo ni a) e 2 divis ioni turc h e della zona di Adrianopoli Il ge o . v. Conrad avrebb<! desiderato che l'Armata, invece di avanzare solo in Dobrugia, avan;r,asse contemporaneamente anche oltre il Da nu bio, per ottener più presto 1a li berazione dei Siebcnburg : ma sì rimase d'intesa definitiva per l'avanzata in Dobrugia, giaccbè il passaggio del Danubio non si riteneva possibile finchè le forze rumene in quella regione non fossero messe in condizione di non pote r nuocere. Da parte tedesca crasi prevista l'assegnazione all'Armata Mackensen di mezzi bellici moderni non familiari ai Rumeni, quali artiglierie pesanti, lanc iamine e mezzi per l'impiego dei gas. L' invio graduale di truppe e cli materiali doveva compiersi al più presto, per evitare che la scarsa produttività delle comunicazioni nei Balcani ostaco lasse l'attuazione dello schieramento in tempo utile. Dopo che l'Armata avesse raggiunta la linea sopraccennata, si sarebbero tratte dalla sua fronte notevoli forze, mandandole verso Sistova in Blùgaria, per far l oro traghettare colà il Danubio e metter e in movimento su Bukarest. Non si riteneva tecnicamente conveniente un tentativo di passaggio più a valle, per le difficoltà che avrebbe incontrato.
Per agevolare il passaggio, fu deciso di mandare subito l'equipaggio da ponte pesante austro-ungarico del D anubio nel braccio del fiume a sud dell'isola di Belene presso Sistova, giacchè il mandarvel o dall'Ungheria dopo che le relazioni colla Rumenia fossero entrate in un periodo acuto non sarebbe stato più possibile. Si riusci a superare le obiezioni che il Comando Supremo austro-ungarico faceva contro tale provvedimento, dal quale in realtà risultava un pericolo permanente per quel prezioso materiale da ponte.
Durante le operazion i predette da parte del feldmaresci all o v. :\Iackensen, l'Austria-Ungheria doveva cercar di trattenere il più a lungo possibile l'avanzata delle forze principali rumene ol t r e la frontiera montana, finchè le truppe d'urto da inviarsi al più presto dopo la dichiarazione di guerra non fossero giunte sul posto. Da parte tedesca era previsto all'uopo l'invio di 4 o 5 divisioni cli fante ri a ed
una o due di cavalleria: e il Comando Supremo austro-ungarico aveva i ntenzion e cli spostare nei Siebenburg. provvedendo così a ri co mpletarle e ristorarle, 2 divisioni di fanteria e una di cavalleria che avevano sofferto m olto n ei combattimenti su lla fr ont e orientale. In oltr e, per desiderio tedesco, fu stabilita unità di co mand o s ulla fronte rumena dal Danubio alla Buco vina, me ttendola agli ordini d el gen. di fa nt e ria Ar z ,·. Straussenberg, comandante della 1a Armata austro -un garica. Era còmpito del generale predetto il s is temare meglio di ora la s itu azione militare neJl'Ungheria s ud-orientale. ed inoltre il render e utilizzabili a scopo di guerra i num erosi ma deboli repar ti cli cui l'AustriaUngheria dis pon e va già p el servizi o di vigilanza alla frontiera e cioè gendarmeria, gua rdi e di finanza, battaglioni d'allarme, di landst urm, di tappa di land stur m , di minatori e qualche battag lione campale; ed infine, di preparar e m edia nte interruziom s tr ada li nelle m o ntagn e ostacoli all'attesa avanzata d el nemi co. Disgraziatam e nt e, tutto questo lavoro di pre parazi on e del Comando S upremo austro-ungarico fu disturbato n otevolm ente verso metà agosto dagli avvenimenti sulla fr onte d ell'Isonzo.
Gli It aliani , avendo inco ntrat a os tinata resistc mm nelle po s izioni più elevate, aveva n o interrotto i loro contrattacclù su l ~1. fr ontie ra del Tirolo cd avevano spos t ato l e loro riserve sull' I so nz o, dove attaccarono con forze m o lt o pr ep onde ranti nell a prima d ecade di agosto. Da parte aus tro-ungarica n on s i era fatto in tempo a provvedere a ll a s ist e m azione delle forze : le truppe gettate sull'Isonzo, dopo le gravi lolle s1ùla fr o ntie ra tirol ese, non avevano più la forza di resistenza necessaria. Fatto sta che il 6 agosto l'importante posizione della te s ta di pont e ad ovest cli Gorizi a fu perduta, e p och i g iorni dopo anche la città cadde in man o agl' [t alian i : l'avv ersa rio guadagn ò terreno in molti punti della riva s inist r a dell' I so nzo. Ciò prod usse una grav e cris i e costri nse eziand io a togliere alcu n e divis ioni dalla front e orientale, sos titu en dole co n trupp e germaniche.
È superfluo l'accennare che questo provvedimento ebbe sfavorevole influenza s ulla fronte orie ntale, non so lo p er il Comando Supremo austro-un gar ico ma anche p e r la condotta d ella guerra in generale.
Le fatali co nsegu e nze dell ' impresa com piuta p e r suo conto dall'AustriaUngheria in Tirolo, continuavano tuttora a manif es ta rs i: e l' ul-
tima, cioè l'entrata in guerra della Rumenia a fianco dell'Intesa, stava per verificarsi. Quegli avvenimenti sull'Isonzo furono deci~ivi a tal riguardo.
(V. carta o. 6 ) Fra i provvedimenti preparatori per la guerra contro la Rumcnia s i debbono anche co mpre ndere le operazioni che furono attuate sulla fronte macedone nell'agosto dopo un lm1go periodo di calma. Si è già accennato che per migliorare le posizioni su quella fronto si era considerata l'utilità di far avanzare l'ala destra, costituita dalla 1a Armata bulgara, dalla pianura di Bitolj fin sulle altme a sud di Florina e ad ovest del L. di Ostrowo. Il Comando Supremo bulgaro aveva fatto presente poro tempo prima che sarebbe stato altresì molto opportuno far avanzare in modo analogo la zn. Armata bulgara, su ll'ala sinistra, fino al settore dello Struma. Il Capo di Stato Maggiore aveva a suo tempo sconsigliato l'attuazione di tale concetto, per evitare un consumo di forze ed un rischio di guerra colla Grecia clii' non sarebbero certo stati compensati dai vantaggi d<'ll'avanzata. ;\fa nel frattempo la situaz ione si era mutata: l'esercito greco era stato smobilitato in massima parte ; anche per altre ragioni non vi era più il pericolo di un urto imprevisto contro di esso, Ed ora diveni\·a vantaggioso il migliorare la situazione cd accorciare le posi1.ioni bulgare anche a costo di sacrifici iniziali di for?.c, perchè irt tal modo si sarebbero rese disponibili unità per altro impiego e, nel caso specifico. contro la Rumcnia. Fu quindi autorizzata l'operazione ; essa cominciò il 15 agosto e, dopo alterna vicenda di lotta, il 28 raggiunse il suo scopo. Su questa parte del teatro di guerra balcanico ritornò per lungo tempo la solita calma, mentre la fiaccòla di guerra ardeva con tanlo maggior forza nel nord-est dei Balcani.
La sera del 27 agosto, il Go\'erno italiano dichiarò gue rra alla Germania: ed alla medesima ora l'ambasciatore rumeno a Vienna consegnò al Governo i. e r. la dichiarazione di guerra del proprio Governo. irentre il pas~o dell' Italia fu considerato quale era realmente, e cioè come una formalità che non venne degnata d'una risposta, la Germania rispose il giorno dopo colla propria dìchiarazione di guerra alla dichiarazione della Rumenia contro l'Austria-Ungheria.
Il Comando S upremo tedesc0 non era impreparato a tali eventi ; ma essi lo colsero pur sem pr e di sorpresa, giacchè il Capo di Stato Maggiore aveva rit~nuto che l a Rum enia avrebbe aperto le ostilità soltanto dopo il· termine del raccolto e cioè dopo la m e tà di settembre. Non si è ancor chiarito quali ragioni abbiano ind otto la Rumen ia ad anticipare Ja sua azione : recenti info rmazioni fanno s upporre che su ciò abbia avuto m olt:1. influenza la richiesta stringente da parte della Fran cia alla Rum e nia di e vi tare ult eriori indugi. Il generale ]offre pu ò aver sperato in questo modo di dar nuova esca al la volontà di guerra dell'Intesa, depressa in molti a mbi e nti a causa d ell 'esito non soddisfacente della l otta sulla Somme e dell'arresto dell'offensiva russa in Galizia. Certo è che tale cons igli o non ha giovato all'interesse del nuovo all eato dell'Intesa. Erano suffi cienti pochi telegrammi dal Gran Quartier Gen erale tedesco per dare esecuzione ai provvedimenti contro la Rum e ni a, ben pr edisposti. Ma al Capo di Stato Maggiore attu ale non doveva più spettare di dare gl i ordini al riguardo.
Il 28 agosto, il capo d el Gabinetto militare, gen . di fanteria bar one v. L yncker, s i presentò al Capo di Stato Maggiore per comun icargli ch e l'Imp eratore aveva ritenuto necessario di chi amar e a sè per l'indomani il feldmaresciallo v. Hin denburg, per averne cons iglio a riguardo della situazione di guerra prodotta dall'aperto passaggio della Rumenia nel no vero degli avversa1i. Il Capo di Stato Maggiore potè rispondere sol tanto c h e l a chiamata di un comand a n te in sottordine a cons igli o in un a questione cli condotta gene ral e di g uerra rientrante nella propria esclusiva compete nza , senza suo preventivo consenso, doveva da l ui essere con siderata come una divisione non accettab ile di r esponsab ilità e come un segno che eg li non godeva più la fid u cia illi mitata del proprio Capo Supremo di guerra, necessaria a ll 'adempimento dei s uoi còmpiti : e quindi chiedeva l 'immedÌato eson ero dalla propria carica. In un con seguente colloquio di Sua Maestà col Capo di Stato Maggiore non fu possibile concili are i punti di vista opposti , giacchè per il Capo di Stato Maggiore s i trattava di un cr it erio, dal quale egli non poteva assolutamente desiste r e . R mattino del 29 agosto fu presentata ed acce t tata la s ua domanda di esone r o
Al momento in cui il feldmaresciallo v Hinclenburg entrò in carica, la situazione ge nerale di guerra era seria.
Tal e essa fu sempre in maggiore o minore mi s ura dal r4 settembre 19r4 in poi; tale essa rim ase fino al suo dol or oso termine. N è poteva esse r div ersa, data la grandissima prepond eranza a vversaria di forz e e di mezzi, fin c hè la vo lontà di g uerra nemica non fosse infranta. Con tutta pro babilità, nulla ha m aggior me nte co ntribuit o al lam e ntevol e esito della gu er r a quanto l'aver riv elato tale verit à alla ma ss a popolar e sollanto quando più null a pote va essere salvato .
Ma alla fin e de ll'agosto 1916, n onostante tulle le a ffe rmazioni fatte più tardi e che ancor oggi vengono lab or iosament e diffuse, la situazione n o n er a disperata.
Su l teatro di guerra occ identale l'energia dell'assalto avve r sar io, co ncentrato n ella r egio ne della Somm e fino al mass imo s forzo , era infranta. Il nemico poteva a n c.ora ottenere qualche successo parzi ale con sanguinosi sforzi, ma non era dubbio che nel complesso i suoi sforzi dovesse r o fa llire, e neppur era dubbia l'inv e rosimi glianza di una ripetizione di tale sforzo con uguale intensità ed in condizioni ugualment e sfavorevoli per la Germania. Se non si era potuto far cessare co mpl etam e nt e l'attacco avversario e trasformarlo in un contratt acco a vantaggio tedesco, ne era s t ata causa esclusiva l'indebolimento di riserve sulla fronte occidenta le imposto dall'inaspettato croll o d ella fr o nt e au stro- ungarica in Galizia, quando il Comand o Supremo tedesco non aveva potuto r e nders i co nto in tempo uti le dello spostamento di gravi tazi one dei Ru ssi dalla Lituania e Curlandi a nella zo na di Baranowitsc hi e \·erso la Galizia.
Grazie al modo col q uale fur o no organizzate le opera1.io ni sulla Mosa , fu possibile disporre d ell e forze necessarie p er fr ont eggiare la temp esta sulla Somme, nono sta nte l'invio di numerose forze dall' o vest all' est, e fu anche possibile disporre della m aggior parte dell e forze che si dovettero i nvia re contro la Rw ncn ia . Ed a qu elle ope razio ni s i dovette anch e l'imp oss ibilità da parte fran cese di partecipare alla battaglia della Somme con numerose forze, per nostra fortuna. Circa 90 divisioni francesi, e cioè 2/ 3 circa d ell ' inte r a forza co mbattente dell'esercito fran cese, erano s t ate rotte nell a macin a s ulla Mosa, m entre l e perdite t edesche n o~ erano state superiori ad 1 a delle avversarie. Certam e nte, la diminuzione nelle ri serve d'esercito dal principio
di luglio in poi aveva costretto a limitare gradatamente le operazioni sulla Mosa : ma il modo col quale esse erano state organizzate rendeva ciò possibile senza grandi difficoltà e consentiva altresì di riprendere • in ogni momento l'attacco.
Non restava che attendere da tale azione, se pur in nuova forma, il raggiungimento dello scopo di dissanguare completamente la Francia. E la miglior prova della fondatezza di tale apprezzamento è data dalla discussione ndla Camera dei Deput ati francese nell' estate r9r6.
Sull a fronte russa, ogni pericolo urgente poteva considerarsi eliminato dal momento in cui si ebbe completa conoscenza dell'entità di spostamenti russi verso il sud : poichè il gruppo d'esercito ted esco settentrionale era in grado di fornire le riserve necessarie a trattenere l'avversario in Galizia. L'ipotesi che i Russi non si sarebbero più riavuli dai colpi loro inflitti nel 1915 e quindi non avrebbero più potuto divenir seriamente peiicolosi per le truppe t«::desche, quasi senza riguardo alle condizioni reciproche di forza, si era dimostrata ben fondata. Rimaneva evidentemente il pericolo permanente derivante da una insufficiente resistenza delle truppe austro-ungariche e d a lla debolezza interna dell'Austria-Ungheria, ma nessun potere um a no era in grado di eliminarlo completamente : si poteva soltanto diminuirlo con opportuni provvedimenti, ed a ciò si era pensato nel modo più esteso possibile.
I Comandi Supremi alleati avevano fatto ciò che l oro spettava per l iquidare la partita colla Rumenia: il successo non dipendeva più da loro, bensì dall'operato dei combattenti sul posto, e semb r ava assicurato.
Nell'apprezzamento della situazione generale, le fronti turche in Asia costituivano teatri di guerra secondari e quindi non potevano essere prese in grande considerazione D'altr onde la situazione su di esse era soddisfacente, salvo in Armenia: ma anche là non era più a temere un'ulteriore avanzata dei Russi. La preoccupazione p er uno sfondamento dei Dardanelli, atto a togliere la Ru ssia dal suo isolamento, era scomparsa.
Ancor migliore era la situazione in Macedonia. Le fronti tedescobulgare potevano colà ritenersi in grado di far fronte a qualsiasi prevedibile evento.
Un punto vulnerabile nell'armatura delle Potenze centrali era
prodotto dalla situazione austro-ungarica sulla frontiera italiana, venuta a crearsi per effetto della disgraziata offensiva dal Tirolo.
Ma la stagione avanzata co,nsentiva di sperare con sicurezza in un lungo periodo di respiro durante il quale sarebbe stato possibile prendere le disposizioni del caso.
La decisione circa l'impiego dell'arma di guerra sottomarina rimasta in riserva, e circa l' epoca dell'impiego stesso, non aveva fatto alcun passo. Dopo le divergenze coli' autorità politica nella primavera a tal riguardo, il Capo di Stato Maggiore aveva accuratamente evitato di compromettere il Comando Supremo in tale questione in alcun modo verso l'estero : la necessità di non indurre il nemico a reazioni lo richiedeva. Condizione preventiva per l'efficace impiego della guerra sottomarina illimitata era la sorpresa, in quanto fosse ormai ancor possibile. Inoltre, il Capo di Stato Maggiore riteneva necessario che all'inizio della guerra sottomarina corrispondesse un'azione attiva contemporanea ad ovest: e per il momento non sì poteva prevedere quando essa sarebbe stata nuovamente possibile. La tensione nell'interno dell'Impero era, naturalmente, molto forte. Frattanto, la rinunzia a nuove formazioni di grandi unità fin dall'estate r9r5 aveva impedito che tale tensione oltrepassasse i linùtì tollerabili. Il rifornimento di complementi era assicurato per lungo tempo e si effettuava in modo rego lare; si poteva ormai prender di nuovo in esame l'opportunità di costituire nuove unità su vasta scala. Si era altresì riusciti ad elevare la produzione di materiale da guerra in modo corrispondente alle esigenze, senza scuotere pericolosamente la situazione economica dell'Impero : e, secondo il piano prestabilito, la massima potenzialità fu raggiunta nel 1917 e parve largamente sufficiente ad ogni fabbisogno prevedibile. In r ealtà così avvenne : e durante l'intera guerra quel piano rimase inalterato, per la produzione delle munizioni.
Le r elazioni coi Comandi Supremi turco e bulgaro non erano mai state minimamente turbate; entrambi si comportavano da fedeli alleati, sempre pronti ad accettare incondizionatamente i provvedimenti raccomandati dal Comando Supremo tedesco.
Anche le relazioni persona li col Comando Supremo austro -un garico non potevano dirsi cattive: quanto meno, i rapporti normali non davano alcun indizio contrario. Un attrito verificatosi nell'inverno in segu ito ai tentativi del Comando Supremo austro-ungarico di
sottrarsi all'influenza del Comando S upr emo tedesco era stato da l ungo tempo appianato in un franco colloquio. :\felle relazioni di servizio con quel Comando Supremo vi era peraltro un limite oltre il quale alle intese amichevoli doveva subentrare una certa costrizione: e cioè quando s i tratta va di mante nere nei confini resi necessari dai concetti della condotta general e di guerra i piani. particolari dell'A ustria -Ungheria oltrepassanti le sue forze ed i suoi mezzi. E la dolorosa esperienza degli ultimi tempi aveva reso necessario accentrare in modo ufficiale in mani tedesche la condotta generale della guerra.
Questo sguardo generale sulla situazione di quel tempo presentava mol ti punti gravi, e pochi confortanti: ma non dava motivo a considerarla disperata. Comunque, nè il Capo di Stato Maggiore cessante nè i suoi collaboratori dei Comandi Supremi allea.ti la consideravano tale.
Il Comando Supremo non aveva perduto di vista lo scopo d'infrangere la volontà di guerra avversaria, e tanto meno l a necessità ovvia che per raggiungere tale scopo si ricorresse in ogni caso ad azioni offensive ed all'impiego di tutte le nostre energie, anzichè attenersi ad una semplice paziente attesa difensiva. Ed all'uopo non aveva potuto trascurare di i.ener conto delle condizioni prodottesi col progred ir della guerra, in quanto e fino a quanto non era in grado di modificarle.
Nelle prime settimane di guerra non si era riusciti ad approfi ttare della possibilità, allora esistente, di ottenere la decisione della guerra sottomettendo i nostri avversari mediante colpi dati colla messima tensione delle energie e relegando in seconda linea ogni altra considerazione. Durante l'inverno 1914-r5 gli avvenimenti sul teatro di guerra orientale ci avevano impedito di te nder nuovamente al nostro scopo per questa via diretta. Più tardi, la diminuzione di energia combattiva del nostro primo alleato, la nostra debolezza sul mare ed il contegno dell'America resero incerta la possibilità di batter nuovamente ta l via.
Essa peraltro rimaneva pur sempre l'ideale. ì\1a noi ci trovavamo ora in una lotta in cui si trattava dell'esistenza del nostro popolo, non g ià solt anto di acqu isto di gloria o di territorio. In tal lotta non dovevamo dimenticare che, nelle condizioni venute a prodursi, potevamo
esser posti di fro nte ad una situazione in cui la decisione non fosse da otte nersi mediante un assoggettamento fisico di tutti i nostri a\'versari nel senso letterale, bensì soltanto facendo loro comprendere che non erano in grado di pagare il p r ezzo necessario per sottometterci.
Per questa necessità, la sicurezza che le Potenze centrali polc,-sero « tener fermo ,, durante la guerra assumeva un particolare e spiccato significato, la r igida economia dei loro mezzi cli guerra diveniva di massima importanza, e s'imponeva assolutamente la decisa rinunzia ad una condotta di guerra le cui esigenze esorbitassero dalla nostra potenzialità di resistenza.
Se le Potenze centrali non tenevano fermo, e cioè - in allri termini - se esse non mantenevano la loro Yolontà di guerra e la loro attitudine alla lotta più a lungo dell'avversario, tutto ciò che si era fatto perdeva ogni valore: la guerra non soltanto era perduta, ma minaccia\·a il nostro annientamento. Se esse invece tenevano fermo, la guerra era guadagnata, nella misura consentita dalla situazione strategica della Germania e dei suoi alleati contro le forze di quasi tutto il resto del mondo. Per il risultato finale non ave\·a importanza il maggiore o minor vantaggio a noi derivante dai s oli risultati delle azioni belliche.
Su tali basi erasi fondata la nostra condotta di guerra. Esse ricevettero un grave colpo dall'impresa in Italia : ma ad onta di ciò eravamo riusciti a sostenere ancora la tremenda prova impostaci dagli avvenimenti in Galizia e sulla Somme. Si doveva ritenere che la nostra condotta di guerra avrebbe saputo fronteggiare anche gli ulteriori eventi, che erano conseguenza di quelli ora accennati; ed i fatti hanno pienamente confermato tale supposizione.
Il Capo di Stato Maggiore pertanto non era stato scosso nella sua convinzione che una conclusione della guerra a noi favorevole non avrebbe potuto ottene rsi per via diversa da quella che egli aveva !>eguìto. P er quanto riguardava la sua propria persona, egli non rimpiangeva - anche in relazione ai desideri ripetutamente espressi dalla primavera in poi per ottenere l'esonero dalla sua cari~a - <li veder passare su spalle meno stanche e più robuste delle proprie il grave pondo, ch e aveva sostenuto durante due lunghi anni, in un periodo difficiliss imo della guerra. D ate le condizioni prodotte dalla differenza dì vedute negli ambienti più elevali a riguardo della condotta delle
questioni più importanti <lella p oliti ca e della guerra, e l'impossibilità in cui eg li s i tr? vava di modiiìcarle, il Capo di Stato Maggio re non riten eva di poter più a lungo servire vantaggiosamente la s ua P atria nell'attual e carica.
Egli e ra p eraltro graveme nt e preoccupato dalla ce rtezza che, nelle circo s tanze d el mom ento , ogni mutam ent o n ella carica stessa avrebbe avuto per co n seg u enza inevitabile an ch e un cambiamento di sistema nella co ndott a d e ll a guerra .
Quadro comparativo circa le condizioni di fo rz a .
A V I' ERTENZE.
1:. Si è te nuto conto so ltanto delle truppe atte a combat t ere, escludendo le (ormi~zioni di tappa e i complementi.
2. Poichè non si avevano a disposizione le situazioni di forza de lle singo le unità, le cifre sono calcolate soltanto schematicamente tene ndo conto de lle varie d im i nuz ioni. Esse no,l possono quindi pretendere ad esattezza: esp r imono peraltro in modo convincente i rapporti di forza.
A. - Teatro di gu erra ori e ntat e .
a) sulla frontiera della \ Prussia orientale
I. b) sulla frontiera tede1-Ietà settembre , sco-po lacca ed in 1914 I Po lonia, spesso se nza contatto.
e) in Galizia. I I ,
a) su lla frontiera tedesca, a de»tra della Vistola . .
2. Fine dicembre b) in Polonia, a s inirgr4 stra della Vistola
e) in Galizia e Buco· vina. I I
•I su lla front iera t edesca, a dest r a de lla. Visto la . . 3.
b) ' " Polo" i~ a '' "'· I
stra de ll a Vis t o la
sulla
4 · I b) Fin eaprile1915
in
INDICE DI PERSO N E
Arz v. Straussenberg, generale di fanteria austro-ungarica, comandante la 1& Armata austro-ungarica...........
v. Bartenwerffer, colonnello di Slato Maggiore, capo ciel Reparto politico. Bauer, maggiore di Stato :\[aggiore
v. Below (Fritz), generale di fanteria, comandante la za .\rnuta
v . J3elow (Otto), generale di fanteria, comandante la 8" Armata ........ .
v. Beseler, generale comandante delIII Corpo d'armata di riserva
v. Besser, generale comandante di divisione.. . .
v. Bethmann-Hollweg, Cancelliere dell'Impero Bismarch, principe, Canr.elliere dell' Impero
v. Bockmann, maggiore generale, capo di Stato :\hggiore dell'S• Armata . Bajadieff, generale bulgaro, comand ante la 1a Armata bulgara. . .
v. Bothmer, conte, general e di cavalleria, comandante l'Armata del Sud.
Bronsart v. Schellendorff (Bernardo), co lo nnello di Stato :'lfaggiore, capo
dì Stato :\faggiore della 1• Armata .. ........... .............. ..
Bronsart v. Schellendorff, tenente colo1rnello di Stato ..'\Iagg iore, capo di Stato :Maggiore del gruppo d'Armata Gaecle
Brussilow, genera le russo
v. Billow, colonnello gene ra le, comandante La 2• Armata . ............
v. Billow, C:u1ce lli ere dell'Impero .... ..
Carlo, A r ciduca, tenente feldmare sciaU0 .. . ...
Carlo I, Re di Rumenia
de Castelnau, generale francese
v. Claer, generale di fanteria, generale del Corpo del gen io e pionieri "
Con rad v Hotzendorf, generale di fanteria austro-ungarica, indi colonnello generale, capo d i Stato :\{aggiore per t ut te le forze armate
Costantino, .Re di Grecia
v. Dommes, colonnello eh Stato ::\faggiore, capo del Heparto politico Pa~. I>
,
,·. Ein cm, colonnello generale.comandante la 3• Armata Enver Pascià, generale turco
,·. Eichho rn , colonnello generale, comandante la 10• Armata, indi comandante del gr u ppo d'eserc ito E ic hhorn Pag. 42 Ji, I ~O 3G, io3
v. Fab<'ck, gcuera le di fant<'ria, ctHlHLndante b. 12• Armata Pag 119
v. Fabcck, ten<'nte colonnello di Stato ::\!agl(iore, capo del Reparto centrale • ,,
'"· Falkenhausen, colonn<'llo generale, comandante del gruppo d'A r mata
v. Fa lkenh au~c n • 168, 'i3
Fisch<-r, tenente colonnt•llo di Stato \fag~1orc , capo cli Stato )Ial(giorc del
Gacde, genera le di fanteria, comandante <l ei gruppo d'Armata Gaede ... Pag. 17. 168
v. Galh\itz, generale d',irtiglicna, comandante del gruppo d'Armata
,. Gallwit,, indi dell'11• Ann(lta, indi ciel gruppo occidentale della \losa, i nd i della r• A r mat,1. Pag. 43, 81, L l9 , 1 7 [ , 1q3
Gantschcw, tcnenle colonnello hul)!aro Pag. 115, 203
•. d. Goltz, barone, feldmaresciallo • 151, 180
Groencr, colonnello di Stato :\ [aggiorc . capo dt'l servizio fer roviar io di campagna Pag. 6
Griincrt, maggior generale, capo di Stalo ;\laggiore della 9" ,\rmata, indi d e lla 2 • Armata Pttf!. r9, 81, I<)t
Guglielmo, Principe Ercdit:uio dcll'Impc-ro leclesco e di Prussia, coman· dante la 5" Armata .......................................... T'a,:. 3;. 1!0
H
"· JH'ln is: h, tc11. ge n. , capo di S lato :r-1agg1orc del la 7 11 Anna ta l'ag J7
Y H a ulsch, tenente generale, capo di Stato )laggiorc della 7" Armata... 37
,·. H eeringen, colonnello generale comandante la 7" Armata............ . 3;. r 2:?
Hell, colo nnello di Stato ì\[aggi o r c, capo cli Stato .l\laggio re d<•lla 10• Armnta, indi del gruppo d'e,ercito Linsi11,::cn....................... • .p, 183
H emmcr, t ene nte colon nello di Stato lllaggiore, capo dj Stato l\faggiore dell 'Armata d e l Sud . ...... . .. ......................... ........ Pag. 79
H entig......................... ... . ...... ... ... . . ................ 35
H entsch, tenente co lorrncllo <li Sta lo l\faggiore, ca po del Reparto informazioni, indi quarliermastro capo d e l gr uppo d'eserc ito Mackensen . • 6, I I<)
H eyc, co lonne ll o di S ta to .:llag~io r e, capo di Stato Maggiore del gruppo di Armala v. \Voyrsch. . . . . . . .
, . . Hindenburg, colonnello gene rale, indi fe ldma resciallo ... . ... P(lg. 8, 13, t 5, 19, 38, 42 , r97, 198, 207
v. Hoeppncr, maggior ge n erale, capo di Stato .:l [agg iore d e ll a 3a Annata P(lg 37
H
lohc -Laogcnbn rg, principe
v. Ho ltze ndo rff , capo òi Stato l\'[aggio re dell'Ammiragliato.............
n, addelt() d i m ar ina tedesco a Costant inopoli.
lise, colon nell o cli Stato .:l laggio
v. Locbo,v, generale di fanteria ...... ................. 4 Pag. 1 ;1
v. Lossberg, tenente co lonnello di Stato ;\laggiore, capo di Stato ::\Iaggiore della "j6 Armata, indi colonnello di Stato '.\faggiore, capo di Stato :\faggiore della 2 6 A nnata • 122, 1q3
Ludendorff, maggior generale, indi tenente generale, capo di Stato '.\Iaggiore dell'S& Ar mata , indi capo di Stato ;\Iaggiore del Comandante in capo ne ll 'est ................................................ .
v Lyn ckcr, barone, gene ral e di fante r ia, capo del Gabinetto militare M
"· '.\lackensen, genera le di cavalleria e comandante della e/' .\rmata, indi colonnello generale e comandante la <f' Armata. indi l'r 1•, indi feldma · r esciallo, comandante del gruppo d'rsercito '.\lackcnsen, mdi comandante in capo contro la Rumenia .......... Pai: 1 Q, 22, 62, 96, 184, 203 , :?Of :'llarquard, colonnello di Stato '.\faggiore. capo di Stato '\[agg1ore del gruppo d".\rmata Gallwitz Png. i:s3 ;\farschall, barone, t<'ncntc _c:cncralc, indi generale di cavalleria -l-2. 55
v. d. 1\larwitz, tenente generale, comandante il corpo dei Be~chich . . . . . . n 5f
v. l\'.fassow, maggiore di Stato l\ta1.n:pore ,1ddetto, militare a Sofia........ e 1
v. l\Ioltke, colonnello generale, capo d1 Stato :\Iagi;1ore dell'esercito di campagna
v. '.\loltke, feldmaresdallo
v. ~Iudra, generale di fanteria
\ficolai, maggiore di Stato '.\Ia.ggiore, capo del Reparto TI T-b .....•...... Pag. I)
.'.'ricolai Nicolajcwitsch, Gra nd uca ru sso • I5.! "1iedcrmayer. ca pilano ;! .s
v. Pawclsz, n1aggion· di Stato Magg iore ............. . .............. . J>a .S!, I I r
v. POani:cr-B:.1ltin, generale austro-ungarico ,2. l.f'•
v. Poh l , vice ammir agl io, capo di Stato i\ taggiorc de ll '. \mmir agl iato • 4,r
Pallio, capo di Stato i\!aggiore dell 'cserc1to italiano 4, Potiorek, tenente feldmare,cia ll o aus tro- ungari co .. ... . ............ . . . 40
v. Prittwitz, colonnello gen<'rale , comandante 1'8& Arm'.lta ....
Radet~ky, feldmarrs ' ia ll o austro ungari co J>ag. ; r
Rathen<iu, dolt. \Valter. .... . ..... . . . . . . . . . . . . . . . . .
v. Rauc h, tenente co lon nello di Stato Maggiore, capo de l Heparto informazioni...... • ,,
Ruppreeht, Pri ncip e E r edi tari o di Baviera, colonne ll o ge nera le, comandante la 6'- Annata......... • 20, 1.!0
v. Schjermiog, generale medico, capo del servizio sanitario di campagna Pag. G
,·. Schlieffen, conte, colonnello generale, capo dello Stato Maggiore generale 10 Schnlidt v. I<nobelsdorf, maggior generale, capo di Stato .\faggiore della 5a Armata Pag. 37, 122, 1hR
v. Schocler, maggior generale, intendente generale dell'esercito di campagna Pa.g. "
v. Scholtz, generale d'artiglieria, co mand ante l'Armata del Wiemen...... • 8 r
, Schubert, generale d'artiglieria 15
v. Schwe rin, conte, colonne ll o di Stato :Maggiore , capo di Stato Maggiore dell'Armata ciel ~iemen 81
v. Seeckt, generale, capo di Stato :\faggiorc della 7a Armata austro-ungarica 184
v. Seeckt, colonnello di Stato ::\Iaggiore, capo di Stato J\laggiore dell'u•
"
Armata
· Siegtcr, tenente generale, capo del servizio munizioni di campagna.
Tappen, colonnello di Stato :\faggiore, capo del Hcparto operazioni Pag. o
maggiore di Stato ::\Iaggiore, comanda nte delle forze aeree..... o
v. Ticschowi11., tenente colonnello di SLato .i\laggiore, capo del Reparto centra le n
"'· Voigts-Rhctz. n1aggi or generale, quarticnnastro generale .............. Pag. tl
-v. \Vandcl, ten ente generale incaricato delle funzioni di Ministro della guerra Pag. I 5
-v. \Vangenheim, barone, amba~ciatore tedesco a Costantinopoli...... 3+
\\"etz ell, maggiore di Slato :\faggiore..... . . . . . . . . . .
Wild v . .tlohcnborn, tenente generale, :.\Iinistro della guerra prussiano . . . '.?, o
v. \\'inckler, generale di fanteria, comandante 1' 11"' Armata............. 171
v. \Yoyrsch, gen<'rale LOmaudante il g ruppo d'Armata V.1oyrsch Pag. 5-h 65, 72, 80, 185, 186,
v. Wri3berg, co lonne llo, direttore del Dipartimento generale di guerra nel ~ini ste ro della guerra prussiano Pag. 15, 30
'\Vnrtzbacher, maggiore nel l\linist ero della guerra prussiano 3+
v. Zeppelin, conte , Pag. 3f
7.ocllner, maggiore generale, capo di Stato :l[.1ggiore del quartiermastro generale ' '