IMMAGINI DELLE CAMPAGNE COLONIALI – LA GUERRA ITALO TURCA 1911-’12

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STATO MAGGIORE ESERCITO UFFICIO STORICO

Antonio ROSATI

IMMAGINI DELLE CAMPAGNE COLONIALI La guerra Italo-Turca 1911-1912

Roma 2000


PHO/' RIETÀ RISERVATA

Tutti i diri"i riservati Vietata la ripmduuonr am·he pon)ole sm::.o autoriuazione

O Cop right Stato Maggiore del/ 'F.sen:if() Ufficio Storico · Roma 2000 ISBN 88-87940-02-9

Stampa:Ruhl,«ti.no·


PR ESENTAZIONE Coll questo volume, che inaugura la collana.fotografica sulle Campa,.-:ne Coloniali italiane, viene esaminata la Guerra italo-turca del /')/ 1- 12, prima guerra «moderna» affrontata dall 'Esercito Italiano : moderna per Le cm1ce:..ioni, per le armi ed i me::.i impiegati. Per la prima volta, injalli, si ha l 'impiego bellico dell 'aereo e, per l'Italia, è anche la prima guerra nella quale vengono usati me:.:.i motorizzati, moderne mitragliatrici, il.filo spinato e scudature protellive per l'artiglieria. /11 que.'tto clima di modernità si iscrive - a pieno diritto - la fotografia, alla quale i 1?iornali dell 'epoca fecero, per la prima volta, ampio ricorso, sostituendola ai di...egni e alle incisioni ,·he Ji110 allora avevano illu.\·trato - qua.\·i esclusivamente - le nostre imprese militari. Questo salto di qualità fu dovuto al progresso della ternica che aveva perme ...w, una più agevole e, qualitativamente, più redd-iti:,ia ripmdu:.ione dell'immagir1e f otografica e aveva, nel contempo, re:m più leggere e meno costose le macchinefotografiche, javorendone la diffusione. Allraverso questo volume /'autore, cui vanno i ringra:.iamenti dell 'Ufficio Storico per l'opera prodotta, ha saputo ben rappresentare quegli avvenimellli, riuscendo ad effelluare una meticolosa selezione delle immagini, in grado di descrivere efficacemente quel c,mjlitto di inizio secolo scorso. Il Capo dell 'Ufficio Storico Col. Enrico Pino

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PREMESSA Ottantanove anni/a l'Italia illlraprendeva la .rna seconda impre a africana. Eju proprio in

,,,u·.wo comesto storico che la fotografia militare si svilupp,ì notevolmellle .

Dopo le prime esperien:e compiute nell'ultimo periodo risorgimema/e e nelle prime campaxne d 'Africa in Abissinia, il / 0 aprile 1896 era stara creara a Roma la S~ione Fotografica dell '/:,'s ercito 1m•.,·so la Brigata Specialisti del 3 ° Reggimento del Genio. Questa se: ione foto,:rafica .,·viluppù ini: ialmellfe la fotografia dall'aerostato, compito di sicuro complesso. data la natura del me-;;::,o m ili:.:.010. Basti pensare a Ittiti i /allori ai quali un aerostato può essere sottoposto (corremi comrarie. (l.\dllu:.ioni. pre.,·en:a di nubi e foschie . ecc.). IR prime esperien:e Joto,:rafìche fatte in Africa riscossero mo /IO inte res.,·e perché per la prima rnlta pamiseru u tutti di vedere cose e lt1oghifit10 a quel momento solo immaginati, avvolti in un 'aura di mistero e di avventura. Né potevano .m .,·,·itare lo stesso effe/lo di 11na foto i disegni dei più valmti <lisegnatori dell 'epon1 (il più noto dei quali /11 Ellore Ximenes). I nwggiori quotidiani fecero quindi a gara per assirnrarsi, in veste di corri.\'po11de111i di guerra. ,:li ufficiali che partivano per /'Africa fomiti di maccl1i11e fotografiche . Ma rorniamo a noi. Nel / 911. ,·011 il Corpo di Spedi:.ione 111 Libia, venne inviata una sq11adra fotografica al comando del Te11e111e Cesare Alllilli, insiem e ad 1111 .w twfficiale e tre militari di truppa. Sede della squadra fu Tripoli. dove .\'i a/lesti un completo lahorntorio fotografico . /11 seguito vennero create altre due .\'quadre che si stabilirono a Benga.'ìi ed a /.uara . Nel corso della guerra trow) impiego fra l'altro per la prima volta la fotografia dall 'aero p/a110. Il 24 f ebbraio /912 infatti, il Capitano Carlo Pia::a. ottem,ro un apparecchio foto,:rafico dalla .,·e:ione di Tripoli. effe11uò dall 'aereo la primafarografia di un accampameflto nemico presso Suani Bel Adem . Nei me.,·i seguenti furono imraprese delle vere e proprie f'ampagne fotografiche sia a lmrdo di aerei che di dirigibili. Celllinaia e centinaia di foto furono eseguite, Jornendo planimetrie complete di cillà, oasi, in.\'enature. golfi.forrijica:.ioni. ecc. Naturalmente non mancò neanche ,,,,; /'apporto di appassionati militari che, con me:::.i propri, co111ribuiro110 ad ampliare la docume11 ta:.i011e giullla fino a noi (da non dimelllicare che allora furono girar i wu:he dei hrevi documenri cill<'IIUllografic:i). Ed è gra:ie all'obiettivo foto,:rafico :,,e po.,·.'ìiamo penetrare nel tesstllo di quella che è .,·tata la guerra di Libia, a/traverso le immagini degli scomri, degli armame11ti, ma anche attral'erso la vita quotidiana dei soldati. \'eri prota,:011isli di que.'ìto volume fotografico. Nella scelta delle immagini sono stato costrello ad effettuare una inevitabile sele:.ione (molto è il materiale messomi a disposi:.ione dallo Stato Maggiore al quale ho ag~iunto foto di mia proprietà). 11011 potendo inserire nel 'opera Ili/le le foto ritenute illferessami anche per motivi editoriali. Alcune di queste, pur 11011 essendo molto nitide, sono stare ugualmem e prescelte per il loro imrinseco imeresse. Spero comunque di essere riuscito a dare w1 'idea la piLÌ completa possibile dei falli di quel conflitto visti atrraverso la macchina forografica. Antonio Ro ati

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INDICE GENERALE CENNI GEOGRAFICI SULLA LIBIA LA GUERRA DI LIBIA DEL 1911 - 12 LA PRESA DI BENGASI NELLA RELAZIONE DEL GENERALE BRJCCOLA IL RAPPORTO UFl41CIALE SULLA BA1TAGUA DELLE DUE PALME COME VIVE UN ~ERCITO LA BATIAOLIA DI HENNI INDICE OOLLE IMMAGINI I LUOOHI LO SBARCO LE TRUPPE COMBATIENTI LE TRUPPE COU>NIALI LE ARTIGLIERIE AEREI E DIRIOIBILI LE R>RTIFICAZIONI LA VITA AL FRONTh E NELLE RETROVIF. INDICE DELLE BIOGRAFIE MILITARI BIBLIOORAFIA

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CENNI GEOGRAFICI SULLA LIBIA T

a Libia. all'epoca della guerra iLalo-turca, comprendeva i territori della Tripolitania e della L cirenaica con l'aggiunta del Fezzan e delle oasi di Cufra. Posta fra l'Egitto e il Sudan ang lo-egiziano ad oriente, l'Africa equatoriaJe ed occidentaJe france e a ud, il ud-algerino e la Tuni~ia ad Occidente, a nord affaccia ul Mar Mediterraneo. La Libia ha una . uperlicie toLale di 1.640.000 l"hilometri quadrati, oltre cinque volte quella dell'llalia, e la figura approssimativa di un quadrilatero. spezzato a nord dal Golfo Sirtico. Lo sviluppo in senso equatoriale è di oltre 1.500 chilometri, e in ~cn o meridiano di oltre 1.700; le sue cosle si stendono per un totaJe di 1.850 chi lometri. I rilievi orografici della Libia non si presentano quali catene di montagne, ma con una struttura tahulare. che dà luogo ad una ·erie di altipiani a terrazzi degradanti. Geologicamente, prevalgono in Tripolitania le formazioni secondarie (calcari, argille, arenarie) con tratti eruttivi; in Cirenaica invel ' C le terziarie, essenzialmente calcaree. Tipica zona di rilievo della Tripolitania è quc::lla del Gebel (G iado, Jèfren. Gariàn), strapiombante a nord, da un massimo di 900 metri, sulla pianura costiera <lclla Gefara che si raccorda più ad est con le regioni comno ·e d i Tarhuna, Msellàta e Hom . Ver o ,uu. il Gel>d lril,)Ulinu dcgrnlla i.xx,:u a poco, sino alle soglie del fezzan, nelle g randi e ·ten ·ioni dell"Orfclla, della Ghibla e dell'Hammada e Homra. Vi è poi un immenso territorio predesertico e dc-.crtico a . ud del Gehel e tra le oasi Dinauen, Derg e Gadames ad ove t; Misda e Gheriat ad est. Proprio al centro di que ·ta immensa landa i stende l'Hammada-cl- Homra, un vastissimo tavoliere trapezoidale, assolutamente mancante di acqua salvo ai margini , piatto, uniforme, sen1,a un fìlo d'erba, dal colore intensamente ros astro. Verso sud-est il terreno viene dominato dai massicci del Gcbel-es-Soda e degli Harùg (ahi sino 850 metri). Speciale menzione merita la regione del Fez:1.an, vero retroterra della Tripoljtania. Tale regione appare piuttosto indeterminata nei s uoi confini; appro ' Si mativamente e ·sa può ritener i limjtata a nord dai rilievi dell ' Hammada-el- Homra e del Gebel-es-Soda, ad e t delle propaggini enentrionali del Tibesti e dalle distese desertiche verso l'oasi di Cufra, e ad ove t daJ confine algerino. ln Cirenaica la zona orografica è rappresentata dal Gebel-el-Achdar (montag na verde), con profondi «uadi» (letti di torrenti pes o in secca) e frequentissimi fenomeni carsici. E un vasto tavolato che culmina a 800 metri , prc enta brusche scarpate verso il nord e il nord-est, e pendii più dolci ne lle altre direzioni , ed è come orlato da una zona periferica pianeggiante. Il retroterra cirenaico è co. tituito dal deserto libico, vero blocco geologico solcato da varie ero ioni, dove le acque affioranti vivificano il terreno con oasi ristorcatrici. Formazioni geologiche tipicamente sahariane completano il paesaggio libico, quali le 'ebche, le saline costiere e interne, le distese sabbiose (ergh, edeim). le pianure a ciottoli (scsir) cd a rocce (hammada). li clima della Libia è vario, a seconda de lla conformazione delle diverse regioni : marittimo, \ te ppico, degli altipiani, predesertico e desertico. Le prec ipitazioni ·ono in linea di massima car e ne l periodo fra mar1.o e ouobre: nelle fa ·ce costiere e in quelle del Gebcl, in tale periodo cessano del tutto. Un correttivo parziaJe aJla scarsezza delle precipitazioni è dato dalle rugiade estive. I venti sono discontinui e saltuari nel regime, nella violenza e nelle direzioni. Caratteristico, come in tutta l'Africa del nord , è il «ghibli», vento proveniente dal deserto e di natura deprimente per gli esseri animati e per la vegetazione. Le temperature vanno da un mas imo di 45° a un minimo di 2°: nelle zone desertiche e steppiche, l'escursione termica va, a volle, da più di 50° di giorno . ino al souozero di nolle, e presenta anche formazioni di ghiaccio. L'idrografia della Libia è caratterizzata da impluvi ampi e profondi - residui di una rete idrografica scomparsa - nei quali le acque non corrono e non nell ' ultimo tratto verso il mare, le dune

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co. tiere le sebche litoranee cd i bacini interni. In genere gli «uadi» ono asciutti , ed hanno vita brevissima al cadere delle piogge. La scarsità delle precipitazioni e la penneabilità del suolo rendono il terreno .arido: r idrografia è sotterranea e ·i man ife ta con pozzi naturali o con vere e proprie sorgenti , che danno vita alle oasi. Sul litorale c'è maggiore ricche,za di acqua, in buona parte salmastra: sugli altipiani sono invece relativamente abbondanti le acque dolci . Le zone desertiche sono. naturalmente, aridissime.

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LA GUERRA DI LIBIA DEL 1911-12 lle ore 14.30 del 29 . ettembrc 1911 l'Italia entrava in guerr.i contro la Turchia. Le motivazioni che portarono l'Italia a que ·to passo si possono ria~sumere brevemente: un pre unto diritto sulla Libia in nome di un antico legame storico con l' Impero Romano. interessi strategici voll i ad evitare che il Mediterraneo fosse controllato esclu ivamente dall'Inghilterra e dalla Franc ia. la po~sibililà di sistemare la gran mas ·a dj emigrdnli altrimenti obbligati ad c . patriare verso le Amerid1c . A premere sul governo vi erano poi anche interessi di enti privati come il Banco di Roma, forte mente intenzionati ad estendere le proprie imprese con impianti commerciali ed industriali. Inoltre c ·crano ancora le cocenti sconfitte africane di Dogali e Adua che pesavano psicolog icamente sulla n.11.ione desiderosa di una rivincita agli occhi del mondo. Il teatro di guerra era teoricamente estesissimo, poiché es o non s i limitava alle sole coste della I .ihia. ma poteva estendersi ai vasti territori della Turchia europea bagnati dal Mar Jonio, dal Mare Egeo e dal Mar di Marmarn. ed ai territori della Turchia asiatica bagnati dal Mediterraneo e dal Mar Rosso . Visto però che l'llalia si proponeva di occupare solo la Libia e non di abbattere la Turc hia, il piano d'azione doveva limitarsi a queste opemzioni: con ·eguire il dominio del mare, sbarcare ulle 1.·oste libiche presidiandone le località. di maggiore importanza cd infine obbligare la Turchia con opcnuioni di guerra terre tri e marittime a ricono ·cere la sovn.mità italiana sulla Libia. Certamente. la g uerra avrebbe potuto assumere un aspeuo più decisivo . e l'Italia avesse operato contro la Turchia europea e soprallullo contro Co. tantinopoli , ma in taJ caso la guerrd avrebbe certamente provocato complicazioni europee. e questo si voleva as ·olutamente evitare, tanto più che anche l'Impero au:-.tro-ungarico non nascondeva la propria disapprovazione per la nuova impre a coloniale italiana. l) 'altm parte, forse a causa di informazioni ine. atte, il governo italiano faceva as ·egnamento s u un l,worevole atteggiamento degli indigeni libici, che nei fatti ·i dimostrarono invece nettamente contrari all'occupazione italiana. Le immediate conseguenze di questa errata valutazione furono la ne(:Cssità di raddoppiare nel corso della guerra le forze da impiegare e il prolungamento nel tempo della guerra stessa, costringendo le forze armate italiane ad oper.ire anche in altri scacchieri per obbligare la Turchia a cedere. In campo militare, la cooperazione tra forze terrestri, navali ed i servizi logistici fu ottima. Dopo le campagne per l' Unità d'Italia e quelle abi ·sine que ·ta era la prima nuova grande prova a l'.Ui si presentava l'esercito italiano. LI piano d'azione dei Turchi . i bru ò e. senzialmente ulla guerriglia col concorso degli indigeni addestrali ed armati a questo copo. Infatti, il governo turco, invece di inviare in Libia truppe regolari. si limitò ad inviare armi e munizioni da distribuire agli indigeni nonché ufficiali e graduati per l'inquadramento. Scoppiate le o. tilità, la difesa fu affidata aJl'iniziativa dei comandanti locali , con la direttiva di re. istere ad oltranza il più a lungo possibile. per obbligare l'Italia ad atti di portata inh: mazionale, in modo da provocare un intervento a favore della Turchia.

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LE FORZE IMPIEGATE

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nizialmente il corpo di pedizione italiano fu costituito da: I Comando di Corpo d'Armata 2 Divisioni di fanteria (eia cuna su due brigate, di due reggimenti fanteria con sezione mitragliatrici, due squadroni di cavalleria, un reggimento artiglieria campale su quattro batterie. una compagnia zappatori e servizi);

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2 reggimenti Bersaglieri; I reggimento artiglieria da montagna; I compagnia artiglieria da fortezza ; I battaglione zappatori: I compagnia lelegrnfìsti; 4 tazioni R.T.; In totale: circa 34.000 uomini , 6.300 quadrupedi, 1050 carri. 48 cannoni da campagna, 24 cannoni da montagna. Riponjamo sin d'orc:t anche il numero delle forze che furono mobilitate in seguilo. Dalla metà di ottobre alla fine di dicembre 191 1 furono inviati in Libia: 2 Comandi di Divisione (3a e 4a); 7 brigate di fanteria e un reggimento; 6 bauaglioni AJpini ; I reggimento Bersaglieri ; 8 quadroni di cavalleria; I 8 batterie da campagna: 7 compagnie artiglieria da fortezza; 5 compagnie zappatori ; 4 compagnie minatori; I compagnia telegrafisti ; I se1;ione aerostatica; repani aeronautici ; 2 , tazioni rndiotelegrafiche: parchi fotoelettrici. Cioè, complessivamente in più della prima spedizione circa 55 .000 uomini, 8.300 quadrupedj, J 500 carri, 84 cannoni da campagna. 42 cannoni da montagna, 28 bocche da fuoco da assedio. Dal gennaio ali 'ottobre 1912, furono inviati ancora 4 battaglioni Alpini , 7 battaglioni di a. cari e ritrei e uno ·quadrone mehari ·ti : si inviarono anche dirigibili e nuovi mezzi aerei (i quali ebbero per la prima volta al mondo impiego bellico). I Turchi avevano inizialmente 5.000 uomini circa in Tripolitania e 2000 in Cirenaieét. li concor. o degli indigeni fu molto vasto, tenendo conto che in Tripolitania esistevano già 50.000 fucili Martini- Henry, ai quali . i aggiunsero i 45.000 Mauser ·barcati dal piroscafo turco "Dcrna", (fatto che fu sfruttato dall ' Italia come ca us belli). Il 2 ottobre la flotta italiana si ·chierò davanti a Tripoli. Il Contrammiraglio Thaon di Revel intimò al Pa cià di Tripoli di arrendersi , pena entro ventiquattr'ore il cannoneggiamento della città. Il Pa cià rifiutò la re ·a. Le fortifica1,ioni tripoline erano costituite da alcuni forti dotati di arti glierie antiquate. Nel ettorc occidentale della città c'erano il Forte Sultaniè e il Fort.e B . Al centro c'erano il Forte del Molo e la Batteria del Faro. Ad oriente, infine, c'era il Forte Hamidiè. Alle 15.30 le navi italiane aprirono il fuoco che durò fino alle 18. I O quando fu so peso. I forti erano . lati pre ·sochè di trutti sen,.a alcuna perdita da parte italiana. li 5 una brigata di marina di 1.732 uomini fu sbarcata a Tripoli al comando del Capitano di Vascello Umberto Cagni. In breve, non avendo trovato alcuna resistenza, i marinai occuparono tutta la città, ·pingendo. i fino alla periferia e tabilendo posti di guardia e di sorveglianza verso le oasi dove i erano ritirate le forze regolari turche ed i loro ausiliari per un totale di ci rca 7.000 uomini . li 4 era stato occupato anche il porto naturaJe di Tobruk in Cirenaica.

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L'ARRIVO DEL CORPO DI SPEDIZIONE

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11 otlobre arrivò la prima parte del grande convoglio di 38 piro. cafi che tra ·portava il Corpo d ' Armata Spec iale comandato dal Generale Carlo Caneva. Que l giorno furono barc ati c: in..:a 4800 uomini, insieme al comandante della la Divis ione Spec iale Generale Pecori Giraldi. r,0 sbarco del grosso del contingente venne effettuato nei giorni dal 12 al 16 onobre. malgnulo le operazioni fossero disturbate dal mare mosso. Nel contempo, si provvide a sbarcare ad Hom 1'8° reggimento Bersaglieri. Lo sbarco delle truppe italiane sembrò aver indono il comandante turco a de. istcrc dall'idea di tentare l'a'-. a lto a Tripoli e a provvedere invece ad organizzare la re i lenza nell ' interno.

LA GIORNATA D~L 23 OTTOBRE (HENNI E SCIARA SCIAT) onfidando cmprc nell.'atteggiamento neutrale, se non amichevole degli indigeni , . ubito dopo lo . harco la linea di difesa era stata . pinta a qualche chilometro dall 'abitato, mentre. ~c nza che nulla trapelas ·e ai comandi italiani, la rivolta covava. atrintemo della città. dove ernno rima4-li anche agenti turchi trave titi eia comme rc ianti e hottegai arahi . Il 20 ouohre, a Suani Beni dc m. dove erano tati concentrati c irca 12.000 armati, il comando turco predispose un attacco di ,orpresa contro Tripoli. Mas. e di annati avrebbero dovuto irrompere aWimprovvi ·o dall 'oasi orienwle di Tripoli, menlre indigeni arrnati, alle spalle delle linee italiane. avrebbero dovuto attaccarle. L' attacco doveva iniziare il 26, ma per errate tras missioni ed incompleto accordo. l' insurrezione nell'oasi cd attacchi parziali dall 'c terno iniziarono si n dal 23. ·pecie nei ·ettori di Henni e Sciara ciat. Alle ore 8 del 23, gross i nucle i ne mici allaccamno quasi tutto il fronte italiano, mentre dall'interno dell 'oas i, a lle spalle dei reparti italiani , partivano di continuo fucilate e militari i o lati venivano pugnalati alle spalle. In qualche momento ·i ebbero gr.1vi apprensioni per la tenula del fronte cd i reparti di riserva dovettero essere impiegati per snidare gli indigeni in rivolta casa per casa. Solo il valore delle truppe ed il pronto intervento del Comando, col saggio impiego dei reparti rima ·ti 111 riserva, valsero a riprist inare la ituazione là dove poteva apparire qua ·i compromes. a. Nei giorni 24 e 25, fu energicamente provveduto al di armo della popolazione. trovando armi e munizioni na,t:oste un po' dappertutto. Su lla linea di difesa si provvide a migliorare gli avampo ti e si ristabilirono le comunicazioni telegrafiche interrotte. La mattina del 26. poco prima delle 5, il nemico. col favore dell 'oscurità, attaccò violente mente Ml tutto il fronte , facendo maggior pressione ·sul versante meridionale contro 1'84° Fanteria, nei pre. ,i di Hcnni. 11 combattimento fu duro, ma questa volta i reparti italiani ressero meglio l' urto del nemico, tanto che ver. o mezzogiorno que t ' ultimo ripiegò con gravi perdite. Le perdite italiane di quei pri mi giorni di comhallimenti furono di 16 uffic iali moni e 23 feriti, 2 14 militari di truppa morti. J04 feriti e 294 di ·persi dei quali furono però ritrovati in . eguito i cadaveri orribilmente mutilati. 11 nemico ebbe perdite di c irca 2.000 uomini . Per il mirabile valore e l'e ·emplare ferrne:u.a dimo. trati nei combattimenti del 23 e 26 ottobre, fu concessa la Medaglia d ' Oro al Valor Militare all' 11 ° reggimento Bersaglieri ed all'84° reggimento Fanteria. Du rante quei combattimenti 1'84° Fanteria ,trappò al nemico la bandiera verde del Profeta (Raja Kahdra) ed anche un 'altra bandiera ro · ·a (Raja I Ia mbra) di . eta. recante in bianco la mezza luna con la stella e la ·olita dicitura coranica (Di dei non vi è che Dio, e Maometto è il . uo Profe ta). Dopo alcuni giorni occorrenti per riordinare le fori.e in campo, il Comando italiano decise di ri prendere l'offcn iva. a lla fine di novembre. ces ·ato il pericolo di epidemie, rafforzato il fronte di difc~a e giunti dall'Italia tutti i rinforzi che abbiamo elencati in precedenza, il 26 novembre avanzò la Brigata agli ordini del Genernle Na...,alli Rocca, formata dal 23°. 52°. e 50° regg. Fanteria. La Brigata

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uscì dalle trincee meridionali e, con un largo giro a ·ud di Sidi Messri , puntò contro il fortino di Messri, mentre le truppe della 3a Divisione avanzavano frontalmente dall 'oa i orientale per raggiungere il fortino di Henni. La 3a Divi. ione era formata dall' 11 ° Bersaglieri. il 18° e il 93° Fanteria e un battaglione Granatieri. L'avanzata procedette lentamente. dovendo essere eseguita in perfeno accordo fra tunc le colonne, frugando roa i palmo a paJmo. conquistando casa per casa. e ·sendo gli Ambi nascosti nei luoghi più impensati. Alcune ca~ furono fatte saltare in aria con mine. L'artiglieria fu impiegata anche a sezioni e a pezzi isolati Fu proprio 4uesta . tretta coopera/.ione tra fanteria e artiglieria che facilitò l'avanzata, tanto che a era. l'obiettivo era stato rnggiunto. Gli Italiani persero 2 ufficiali e 19 soldati di truppa con 110 feriti. Gli Arabi persero circa un centinaio di uomini.

LE OPERAZIONI NEGLI ULTIMI MESI DEL 1911

LA BATTAGLIA DI AIN ZARA

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opo la pre ·a di Henni il nemico non lrnlasciava di attaccare quella posizione. Il 30 novemhrc, aveva an7i tentato una violf'nta puntata proprio in quella dire7ione. lJn altro attacco contro re ·trema sinistrn delle po ·izioni italiane era ·tato sferrnto il 1° dicembre, subito respinto anche col concorso del tiro navaJc. Ri ultava quindi evidente l'opportunità di continuare nell'azione offensiva. diretta ad occupare tutla l'oasi ad oriente di Tripoli. Venne pertanto decisa una vasta azione per la conquista della località di Ain Zara. nella quale risultavano raccolte numerose for/.e eco. tituita una importante base d 'operazioni nemica. L'operazione fu eseguita il 4 dicembre, ·otto la pioggia ballente, da tre colonne: la colonna di destra, la più forte, agli ordini del Generale Pccori Giraldi (10 battaglioni. 2 squadroni, 4 batterie da montagna, 2 compagnie del genio), procedendo lun go la ini tra dell ' Uadi Megenin , doveva impadronir ·i di Ain Zara: la colonna centraJe, agli ordini del Generale Rainaldi (4 battaglioni e una batteria da montagna) doveva attaccare le forze nemiche frJ Ain Zara e l'oasi per agevolare l' azione della colonna di destra; la colonna di sinistra, agli ordini del Colonnello Amari (2 battaglioni), doveva agire contro la posizione chiamata Le Fornaci. L'avan,1,ata procedette regolarmente malgrado le vivaci reazioni avversarie e alle 15. la colonna di de 'tra, Brigata Giardina , che già aveva oltrepa~sato la linea di combattimento nemica, e . eguì una rapida conversione a inistra, obbligando il nemico ad abbandonare Ain Zara e le posi'lioni adiacenti. inseguito daJ fuoco delle artiglierie itaJiane. Nella giornata le perdite italiane furono un ufficiale morto e 8 feriti , 16 mii ilari di truppa morti e 163 feriti. Caddero in mani italiane 7 cannoni Krupp, molli fucili e muni/.ioni. Una ricogni/.ione aerea, effettuata nei giorni cguenti, con tatava che tutta la zona attorno ad Ain Zara, per un raggio di circa 15 chilometri, era completamente ~gombra.

L'OCCUPAZION E DI TAHI URA elle giornate del IO e 11 dicembre, fu disposta un'altra avan/..ata in l'or,1,e. Mentre la 3a Di vi ione procedeva u tre colonne ver ' O Tagiura, un 'altra colonna, agli ordini del Generale L.e4uio, mos. e da Ain Zara per avvolgere da sud e da e. t l'oasi di Tagiura. L'avanzata non incontrò alcuna re ·i ·tenza, essendo state le ca~e abbandonate e saccheggiale in precedenza. Sulla porta di una casa di Am- Russ furono trovati quattro occhi umani . e ad un chilometro a sud dell'abitato di Sugh el Giumaa fu trovato un pozzo nel quale erano tati epolti parecchi dei Ber·aglieri straziati il 23 ottobre, sicura dimo~trazione delle atrocità com me.. e in quella giornata dal

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nemico ui oldati italiani. Il 13 dicembre. il 93° Fanteria. pro ·eguendo I 'avan1,ata nell'oasi di Ta~ iura, con il concor. o dcli' 11 ° Bersaglieri e di uno . quadrone di ca alleria, occupava tabi Imente Punta Tagiura. sulla quale fu ~uhito ini/.iata la co. truzione di una ridotta.

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ALTRE LOCALITA' DELLA COSTA LIBICA

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ontemporaneamente alle operazioni nel ettore di Tripoli, le truppe italiane sbarcarono anche in altri . ettori importanti della costa libica e preci. amente a Tobruk, a Bengac:;i. a Dcrna l' ad Homs. /\ Tobruk, fin dal 4 onobrc. reparti di marina erano sbarcati per prendere po ·sesso di quel porto naturale strategicamente molto importante. A Bengasi era stata de. tinata la 2a Divisione agli ordini ,Id Generale Ottavio Briccola. La mattina del 19 dopo aver intimato la resa alla guarnigione turca, I.i 4ualc la rifiutò, dopo un breve cannoneggiamento navale ·ulla ·piaggia della Giuliana. venne ini/ ialo lo sharco dei primi reparti del 4° e del 63° reggi mento Fanteria, agli ordini del Generale Amer lto. Tali reparti vennero accolti da un vivace fuoco di fucileria. Nel pomeriggio sharc<) anche il Co1nandantc della Divi ione. che dispo. e per l' attacco alla caserma della Berca. occupata a sera dopo 1111 ~1ccanito combattimento. Verso notte, essendo ·tato aperto dalla città il fuoco contro i reparti italiani. la lloua rispose riprendendo il tiro. ma, dopo i primi colpi , sul castello fu issata bandiera bian l"a. Le perdite italiane furono di circa 60 morti e 80 feriti , fra cui 9 ufliciali . Rilevanti le perdite nc111il.· he. All'alba del 20, venne occupata la citti1. A Derna le truppe poterono barcare il 19 ottobre, non poco o tacolate dal mare mo ·so. tanto 1.. hc lo ·barco fu completamente ultimato solo il 25. Quel giorno pre,ero terra il 22° Fanteria. il batlaglione alpino " Saluzzo", una compagnia del GENIO. agli ordini del Colonnello Zupelli. Homs, infine, venne occupata il 21 ottobre dall ' 8° reggimento Ber ·agi ieri ·enza nes ·una re ·i, 1c n1.a da parte degli avversari . Nel settore di Tripoli in quegli ultimj giornj del 1911 venne mantenuta un 'auività offensiva per .,.....,icurarsi dell'entità delle forze e delle intenzioni del nemico. Una di queste ricognizioni, e ·eguita ,I 19 dicembre . u Bir Tobr.u . provocò un vivace combattimento di una colonna agli ordini del Colonnello Fara (nominato Maggior Generale il 31 dicemhre . eguente). Que. ta ru obbligata a pernotlarc sul po to in attesa di rinforzi da Ain Zara. Ma nella notte tessa la colonna riu ·cì a disimpegnar, i e a rientrare il mattino , eguente in Ain Zara, incontrata a circa metà trada dalle truppe di rinforzo agli ordini del GeneraJe Lequio. I ,e perdile erano state contenute ad 11 morti e 90 feriti. contro perdile nemiche nettamente superiori. Nel seuore di Homs. il Colonnello Maggiotto ritenne utile. il 23 ottobre. occupare le alture del Mcrgheh che sorgono isolate a cavallo della carovaniera che da Horn. conduce a Tarhuna. Qualche ora dopo nuclei armati, della forza comples ·iva di circa 500 uomini . assalirono più ,oltc i reparti italiani. Un altro attacco venne ferrato il 28 ottobre. probabilmente in correlazione nm quelli del 23-26 contro le difese di Tripoli. Dopo l'attacco del 28. le condizioni ad Homs continuarono ad aggravarsi e fu necessario rinforzare il presidio con altri reparti Più tardi . . i ritenne opponuno abbandonare il Mergheb per costituire una dife ·a dell 'abitato su un fronte più ristretto. Alla linc di novembre il comando del prc idio fu a sunto dal Generale Rei ·oli. Nel settore di Benga~i il Generale Briccola, con ardite ricognizioni offcn. ive continuava a mante11cre il contano col nemico. Il 28 novembre. una colonna, agli ordini del Generale O' Amico compo. ta di J battaglioni del 26° Fanteria. 2 squadroni e una batteria, avanzò su Coefia, dove vennero incontmti gm-.si repani di armati. Ne derivò un vivace combattimento. durante il quale le truppe italiane riu cirnno a tener testa al nemico e a rientrare indisturbate a Benga'li dopo avergli innillo numerose perdite.

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Anche il pre idio di Tobruk, malgrado i ripetuti tentativi di accordo pacifico con lt! popolai ioni. dovette sostenere scontri contro gruppi di beduini. A Bir Mduar. a venti chilometri a .;ud di Tobruk. que ·ti ave ano co-;tituito un campo di circa 1000 armati . Anche il prel.idio di Tobruk venne rinfortato e ai primi di dicembre e o contava due banaglioni di fanteria . il buuaglione ulpini ··t rea... 1-i 1>e11i da 75. una batteria da montagna. una batteria cannoni da 149, il tutto agli ordini del Genl!rale ignorile. Il 22 dicembre. armati avversari attaccarono i reparti di protelionc ai lavori di difesa. e un gro. o nucleo di armati piombava improvvi ·amente sul fianco di un rt!parto mitraglieri. che !--i difc!--C strenuamente. Accorsi i rinforzi. il nemico, che contava circa 2000 armati. venne obbligato a ritirar-,i.

LE OPERAZIONI NEI PRIMI MESI DEL 1912 ei primi mesi del 1912 la ·ituazione andava. sia pur lentamt!nte. modificando!--i in fa ore dell'Italia. Quantunque i rifornimenti di viveri, di denaro di ufficiali turchi. lii armi e muni,ioni . continuas).ero intensamente . ia dall'Egitto sia dalla Tunisia. il progrc ivo rafforzamento delle ba i italiane aveva tolto completamente agli Arabi quel miraggio di saccheggio. fatto sperare loro dai Turchi per pingcrli all'attacco. L'o. tilità da parte degli Arabi . comunque , perdurava ovunque: talvolta erano, anzi, le ma e arabe che decidevano di attaccare in opposi,ione al parere ed alla volontà del comando turco.

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LA CONQUISTA DEL MERGHEB n'importante azione ebbe luogo il 27 febbraio nel settore di Horn . Considerato sempre più ncce sario il po e o delle alture del Mergheb, che oltre a dominare le carovanjere di Tripoli. di Misurata e di Tarhuna, avrebbe pcrmes. o di ampliare la cintura di difc a della cinà tuttora troppo addossata all 'abitato, il GenemJe Reisoli. ricevuti rinfor.1.i, deci).e di auaccare nella giornata del 27 febbraio. Visto che il nemico i aspettava l'occupazione del Mergheb. il Genernle Reisoli decise di approfittare della none per compiere lo schieramento iniziale e, almeno in parte, la marcia di avvicinamento; di a an,are rapidamente sen1.a rispondere al fuoco nemico finchè non fos e a olutamentc nece ario; di cercare di arrivare il più pre ·to po · ·ibile ·ul Mergheb. L' avanLala fu e. egui ta su tre colonne: 1'8° reggimento Bersaglieri a sin i tra, 1'89° Fanteria e il battaglione alpino "Mondovì" al centro, i hauaglioni del 6° e del 37° Fanteria a dc. tra. La marcia di avvicinamento, eseguita nel silenzio e nell'ordine più as ·oluto. iniziò aJle ore 6 e in un primo tempo non fu affatto disturbata. Anche quando cominciarono i primi colpi i olati. l'avanzata proseguì ·en 1.a ri,pondere al fuoco, cosicchè la colonna centrale potè g iungere qua. i di . o rpresa sui nuclei avversari di guardia al Mergheb, riuscendo ad annientarli con un violento corpo a corpo. Alle 7.40 l'occupazione del Mergheb era compiuta. Nella po ·izione conqui ·tata furono la ·ciati 6 bauaglioni, con sei.ioni mitragliatrici ed una batteria da montagna. Le perdite italiane ammontarono a 15 morti e 100 feriti . Il nemico per. e circa 500 uomini.

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I COMRATil l\'.IENTI A DERNA 01 14'EBBRAIO E MARZO el cttorc di Derna, già da febbraio. il nemico aveva dato nuovi segni di attività. Anzi, nella notte dall' 11 al 12 febbraio. sferrò un attacco in forze con circa 4000 armati condotti per ·onalmente da Enver Rey, comandante delle truppe turche in Cirenaica. Il nemico, approfittando

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ddla fitLa oscurità e della perfetta cono ccnza del terreno. tentò in molti punti di penetrare nelle opeu: avanzate italiane. Venne tutta ia re. pinto con molte perdite.

I L COM BATTI MENTO D I BU MSAFER l nemico sferrò un attacco ben più violento la mattina <lei J marm contro i reparti italiani dislocali in un vallone dell'Uadi Bu Msafer. Malgrado le difc ·e fo ·sero ·tale alquanto raffor,.all' e il pre ·idio di Dema fo · ·e slalo accresciuto, l' azione per qualche ora . i fece abbastanza grave, 1anto da richiedere l'impiego di tutte le for1,e disponibili . Nel pomeriggio, anzi, il nemico facendo l·norme uso di fucileria era riuscito ad avere qualche vantaggio sugli italiani. Con il pronto rinforzo di .alcuni battaglioni, la ·itmv.ione venne capovolta anche con l'aiuto dell'artiglieria. Il nemico a e , a affrontato il combattimento con 9- 10.000 uomini. mentre gli italiani non erano più di 6.000.

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LA BATTAGLIA DELLE DUE PALME el . cuore di Bengasi. dove nei mc i di gennaio e febbraio non c'erano più . tale operazioni importanti, fatta eccet.ione di alcuni tentativi di gro i nuclei nemici di molestare le <lifel-te ,tal iane il 12 marzo il nemico ·i pre ·entò <li fronte Benga.,i con considerevoli forze ammontanti a l·in..: a 5000 armati. Il Generale Briccola dcci e di attaccarli energicamente e pertanto lanciò una colonna agli ordini del Generale Ameglio, forte di 7 battaglioni, 2 batterie da campagna, 3 batterie da montagna, 3 quadroni e un reparto ·avari. in dire,ione dell'oasi delle Due Palme. con una mano rn ., volgente per impedire ai nemici che vi i trovavano di fuggire . La ballaglia infuriò per due ore e mez2-a. I gro si calibri italiani ebbero presto rngiune della mas, a nemica, che, dopo un furioso corpo a corpo, fu costretta a ritirar i. li combattimento <li quella µiomata scos. e durame nte gli Arabo-Turchi, che da quel giorno rinunciarono ad ogni azione imporl~mte contro Bengasi.

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LO SBARCO A RAS EL MACABEZ T)cr interdire il contrabbando di guerra che si . volgeva auraverl-to il confine con la Tunisia , già nella seconda quindi ina del dicembre I 911 era stato <lecil'>o uno sbarco a Zuara: ma daIl' le cattive condizioni della costa, ed il mare mosso. l'azione era tata rinviata. Facendosi sempre più impellente la nece sità di opporsi aJ contrahhando. il progetto enne ripre o nell'aprile 1912, ll)a per ragioni ··nautiche" i finì per preferire la peni ·ola di El Farua. lucalità più vicina al confine tuni,mo. Nei giorni dati' 11 al 14 aprile prese terra a Ra cl Macabcz il Corpo di Spedizione -5a Divisione Speciale - agli ordini del Generale Garioni. superando le gra i difficoltà dello barco, grazie al alido concor o della marina. Succe ·sivamente venne affermato il po esso della spiaggia adiacente la piccola peni. ola di El Farua. occupando la ridotta turca <li Bu Chemma. c. che poteva servire di appoggio per compiere puntate offensive nell'interno ver o le linee di comunicar.ione dei contrabhandieri. Mentre le truppe erano intente alla sistema1.ione della nuova ba e, il nemico non tardò a tentare. il 23 aprile. un attacco contro di e · ·a e lo eseguì con grande violenza, ma battuto prima dal l'artiglieria, poi contrattaccato. fu costretto a retrocedere con gravi perdite. In seguito venne ampliata l 'occupazione, conquistando le due posi1.ioni lievemente dominanti di Sidi Said (28 giugno) e di Sidi Alì ( 14 luglio).

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IL COMBATTIMENTO DI ZANZUR

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n quei giorni giunse la notizia che per mantenere alto lo spirito degli Arabi era giunto in Tripoli1ania un personaggio ramo~o: Alì, figlio di Ab<l el Kader, l'eroe dell'Algeria, col proprio figlio Abd el Kader. Egli percorreva i campi turco-arabi predicando la guerra anta contro gli infedeli a nome del Sultano. da cui era lato inviato con l'incarico di annunciare il prossimo arrivo di rinfor1.i , armi e munizioni. E<l effetlivamente le crociere di ricogni1ione compiute dai dirigibili davano per avvenuto un aumento di forze nei vari campi, per un totale di circa 17.000 armati. Per la progettata azione contro Zanzur. allo scopo di potersi assicurare tutto il litorale fino al confine tunisino e in un . econdo tempo. operare anche contro Zuara, fu dapprima eseguito un finto attacco il 17 maggio, ma l 'azione deci ·iva fu sferrata ·olo 1'8 giugno. Le opere difensive erette dai Turco-Arabi intorno a Zanzur consi tevano in un sistema di trinceramenti molto profondi , scaglionali c.u più ordini e completati da ricoveri blindati e da strade coperte. L'auacco frontale fu affidato al comandanl.e la I a Divisione, Generale Camerana. appoggiato da alcune navi da guerra. mentre l'azione di orveglianza . ui campi turco-arabi fu affidata al comandante della 3a Divisione, Generale De Chaunmd. l :a/.ione ehhe ini1.io alle 4 del mallino dell '8 giugno. Le due colonne destinale all'attacco frontale avanzarono con grande lancio. validamente appoggiate dall'artiglieria. Con un brillante assalto alla baionetta tulle le trincee avversarie furono conqui ·tate e parecc hi Arabi. che non avevano potuto fuggire. vennero ucci i nei loro tessi ripari . In meno di quattro ore tutto il robusto sistema difensivo nemico cadde in mani italiane. Questi ultimi ehhero 35 caduti e 278 feriti. il nemico soffrì circa 1.000 caduti.

L'OCCUPAZIONE DEL OOOF,CANESO ell ' aprile 1912. allo copo di contrastare con più efficacia il contrabbando di armi che continuava intermittente dalla Tur<.:hia alla Libia e nel contempo accentuare la minaccia contro la Turchia, ·enw peraltro compromettere l'integrità del ·uo territorio europeo, e. altre l, avere un pegno nel caso fossero ini1.iate trattative di pace. il governo italiano de<.:ise di far occupare alcune isole del basso Egeo. Il 26 aprile, venne occupata da forze navali italiane l'isola di Stampalia, che per la sua collocazione geografica arebbc potuta ervirc come ba e per le forze navali dc tinate ad operare in quel mare. In seguito, il 4 maggio. una Divisione Speciale agli ordini del Generale Ameglio, sbarcava sull ' isola di Ro<li. presidiata da circa 1.500 Turchi. Que ·ti ultimi, rifugiatisi aJl'intemo dell'i ·ola, vennero raggiunti dalle truppe italiane il 16 maggio, e, dopo alcune ore di battaglia, si arreero. Le perdite turche ammontarono a 200 caduti. Gli Italiani persero solo 4 uomini. Tmtanto. reparti di marinai emno stati sharcati in altre isole del basso Egeo: a Scarpanto. Caso. Pi ·copi. Nisiro, Lero, Calino. Patmo, Coo, Simi e Calchi. Co ·ì tutte le Sporadi meridionali erano occupate dall'Italia.

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LA CONQUI STA DI M I SURATA

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ontemporaneamente alle operazioni di Zuara, per e. tendere l'occupat.ione erso oriente. venne organiu.ata una . pedi1.ione per uno sbarco di sorpresa sulla co ·ta di Mi ·urata. A comandare la ·pedizione fu designato il Generale Camerana, già comandante la I a Divi mone Speciale in Tripoli. con le cgucnti forze: 7 battaglioni di fanteria, 2 battaglioni Alpini. uno . quadrone di cavalleria. 3 batterie da montagna. una balleria da campagna, una wmpagnia zappatori del Genio, un

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plotone minatori, un plotone telegrafisti, aliquote dei vari . ervi,.i . Le operazioni si svol. ero con la . . cguentc . ucces. ione. Nel pomerigg io del 15 giugno, il convoglio navale sa lpalo da Tripoli simulò l:on un prolungato cannoneggiamento l' intenzione di barcare a Mar et. Alle 22 il convoglio gettò le ancore a circa cinque miglia a<l e!-.l <li Si<li Ru Sceifa e nella notte iniziò lo . barco delle truppe , c he appena . barcate so tennero un breve combattimento contro alcuni Arabi c he si ritirarono. Occupata raltura di Bu Sceifa, visto che il nemico non dava altri egni di attività le truppe italiane avan7.arono verso Ra · Zarrugh. Ve rso le 12.30 del 16 giugno gli Arabi iniziarono un attacco dall 'oa i co ticrn t:ontro i reparti a protezione di Ras Zarrugh, ma questo venne subito contenuto. Nella g iornata succ.:c'ìsiva g li sbarchi poterono continuare, tanto che le truppe e ·eguirono un 'avanzata che le portò fino al margine interno dell 'oasi co. tiera. Dalle notizie raccolte e dalle ricognizioni eseguite risultava c he un numero imprec isato di ar1m1ti occupava il marg ine dell 'oa. i di Misurata e vigilava ·ui punti principaJi della costa, e pertanto il GeneraJe Camerana decise <li a. penare a muovere su Mi . urata ci ttà, c he fo eco tituita ·olidamcntc la base e fossero assicurati i rifornjmenli . L' avan,.ata fu decisa per I ' 8 luglio. Da alcune infor1m11ioni risultava che le forze avversarie i pre ·umevano in 4000 Arabi e 100 regolari turchi . ollo il romando <li Ckalil Bey, trincerali lungo il marg ine orientale dell 'oasi di Misurata. Alle 4 e bbe inizio il movimento delraJa <le tra. che però f'u !-.uhito arrestata da un vivis. imo fuol ' O di fucileria; solo alle 5.30. per effetto di un attacco contro la sini . tra ne mica, l'avversario cominl·io a retrocedere. Alle ore 6. il Generale Camerana, rinforzato il fronte <li comhallimento col balla~.d ione Alpini " Mondovì" e con una compagnia eritrea. ordinò l'a aJto. Tutto lo schieramento italiano si prec ipitò sul nemico e lo travolse, inseguendolo con i reparti più fre. chi . Conquistato co ì il margi ne dell'oas i di Misurnta, vennero rnpi<lamente riordinate le truppe e suhilo si riprese l'avanzata contro il villaggio di Zarrug h. nel quale il ne mico s i era asserragliato per opporre nuova resi ·tenza. A 200 metri dal margine orientale del villaggio. la lotta divenne accanita, ma Lilla fine il nemico. assalito furiosamente dagli w,;cari e dalla fanteria . volse in fuga precipito. a. Alle 11.10 venne ripresa l'avanzata: onnru il nemico non opponeva c he deboli re ·isten,.e e alle 14 le trup1x.- ita liane giunsero in vista della ciuà. JI 50° Fanteria, doveva c ircondare la città da nord. il 63° Fanteria da ud, la compagnfa e ritrea ed i battaglioni Alpini dovevano occuparne l' interno. Anc he que ta .vione . i svolse . enza grandi re i tenze ed alle 15.30 il tricolore garriva sul cw tello di Mi. urata. Dopo tali avvenimenti , tranne alcune avvisaglie notturne, la ituazione rima ·e tranquilla sino .,Ila fine di agosto. li mattino del 25 agosto, grossi nuclei nemici attaccarono di orpresa il convoµ lio c he g iornalmente riforniva dal porto di Bu Sceifa la pian.a di Mi.;urata. Nel contempo. altri numerosi nuclei nemici aprirono un inten. o fuoco di fucileria contro le difese <li Mi ·urala. L'azione contro la colonna venne dapprima validamente contenuta dai reparti tes i di corta e, più tardi, con l'arrivo dei rinforzi inviati da Misumta, i reparti nemici furono neuamenLe re. pinti. Anche l'a1.ione tentata contro Misurata non ebbe alcun effetto e, ver ·o sern, il nemico ripiegava dov unque. Le perdite italiane furono di un ufliciale ucci. o e 11 militari di truppa feriti . Gli avver ·ari . ., uhirono , variate dec ine di caduti .

LE OPERAZIONI l4'1NALJ LA SPEDIZIONE NEI DARDANELLI

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opo aver con olidato l'occupazione <lei Dodecane~o e aver i co s truito un ' adeguata ba e navale nell ' i. ola di Stampalia, fu po ibile procedere ad ulteriori operazioni. ancor più minacc iose contro la Turchia. In falli. il 18 lug lio, una quadriglia di cinque iluranti , al comando del

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Capitano di Va;;;cello Milio, penetrò arditamente nello ·treno dei Dardanelli e, malgrado il ruoco dei forti, si portò ·ino alla baia di Cavala, dove fermata da o . tru1.ioni insuperabili. dovette retrocedere, e. malgrado dove e ripassare otto il tiro dei forti già Lutti in allarme, riu ·cì a portars i fuori dello stretto con scarsi danni . L'opera1.ione. dal punto di vista propagandi tico era pienamente riuscila.

L'OCCUPAZIONE DI ZUARA

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ra ora neces ario completare l'occupa1.ione della costa, anche per poter offrire alle truppe italiane una di. loc.uione più igienica, sottoposte a grave di agio nella zona di Bu Camesch e Sidi Said. alquanto malarica e caldissima, trattando i di una conca chiusa fra alte dune. Pertanto in luglio venne decisa l'occupazione di Zuara. Il piano di avan:t,ala era il ·eguente: avanzare da Sidi Alì lungo la co ta, lasciando nella 1.ona di Bu Carne ·eh un forte pre idio: contemporaneamente, attaccare Zuara dal mare mediante un ~orpo di sbarco co tituito da un ' intera brigata di fanteria con bauerie da montagna. Infatti. nella notte tra il 4 e il S agosto, il corpo <li ·barco agli ordini del Generale Ta oni. co tituito dal 34° e 57° Fanteria, un battaglione Alpini e alcuni reparti d ' artiglieria e del Genio, ini,.iò lo sbarco subito a<l oriente di Zuara. Alle 8 la colonna Ta'-. oni mos ·e verso l'oasi di Zuara. mentre anche la colonna partita da Sidi Alì. agli ordini del Generale Lequio, avanzò <la ovest. L'om,i venne però trovata ·gombra e alle 17 le due colonne si congiunsero in Zuara senza colpo ferire. Zuara, oltre a rapprc entare il centro più importante di tutta la vasta regione di confine, raccoglieva, insieme con Regdaline, le principali vie carovaniere che daJ confine procedevano verso oriente. Conveniva quindi procedere al più prc to all'occupazione anche di Reg<laline. Il I S agosto, lasciato un presidio a Zuara. una colonna agli ordini del Generale Lequio, forte di IO battaglioni , 2 quadroni. 4 batterie, mosse su Regdaline e riu ·cì ad occuparla senza incontrare notevole resisten1.a.

CAMBIO DELLA GUARDIA Al VERTICI MILITARI

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ata la necessità di dover provvedere. a questo punto della campagna. a eia c una colonia con rifornimenti e mezzi speciali. il governo italiano, nel ·ettcmbrc 1912. dcci. e di rendere indipendenti i due Comandi delle truppe in Tripolitania e in Cirenaica. Il Tenente Genernle Caneva ru richiamato in Italia e so tituito in Tripolitania dal Tenente Generale Ottavio Ragni . mentre il comando in Cirenaica fu affidato al Generale Briccola.

LA BATTAGLIA DI SIDI BILAL (LA SECONDA ZANZUR) T)er ampliare e meglio garantire l'occupazione di Tripoli restava solo <la liberarne i dintorni dalle rilevanti forze avversarie che ancora rimanevano annidate nell ' oa i di Zanzur. Venne pertanto deci ·a l'occupazione stabile delle alture che circondavano l'oasi, e preci amcntc la posizione di Sidi Bilal. che avrebbe consentito agli Italiani di dominare l'oa. i stc.. a. A tale scopo, il 20 set.tcmbrc, la Divisione De Chaurand, rinforzata da una Brigata di ri. erva agli ordini del Generale Maggiouo e <la una colonna mobile agli ordini del Generale Carpeneto, avanzò da Sidi Abd cl-Gelil impadronendo i dell 'a ltura di Sidi Bilal e dell'oasi <li Zanzur, respingendo poi, mediante l'impiego delle ri erve. un contrattacco in forze che il nemico aveva improvvi. amente srerrato sulla sinistra delle colonne avanzanti su Zanzur. Il nemico venne re. pinto lasciando sul terreno oltre 2.000 uomini . Relativamente gravi furono anche le perdite italiane: 10 ufficiali morti e 22 feriti, 105 militari <li

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lruppa morti e 411 feriti . aJla te ·ta del ·uo reggimento - il 57° Fanteria - venne gravemente ferito anche il Colonnello Armando Diaz, il futuro Duca della Vittoria. Con tale vittoria la resistenza dei Turco-Arabi intorno a Tripoli venne definitivamente fiaccata.

L'OCCUPAZIONE DI LEBDA

nche nel senore d i Homs, ai primi di giugno 191 2, erano giunti al nemico d iversi rinfor,.i, cosa che obbligò il comandante della ba. e di Hom. a mantenere ul Mergheb una forza n msiderevole, almeno fino a quando non fos. ero completati i lavori di di fe. a necessari . Non appena 1ali lavori furono portati a termine, il Generale Reisoli deci ·e di procedere all'occupazione di Lehda i l'antica Leptis Magna di età romana). L'azione fu e eguita il I O maggio con un rapido uccesso e n 111 perdite molto contenute.

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LA PACE DI LOSANNA

e ultime operazioni militari italiane avevano tolto alla Turchia ogni speran,.a di villoria Ma problemi ben più cri intere avano Maometto V. Alla fine di settembre 191 2 era infatti in r orso nella provincia arabica dello Yemen una grave rivolta indipendentista cd in Europa si vcrifica11ino alcuni incidenti di frontiera con il Montenegro. Inoltre la Bulgaria e la Serbia erano anch'esse 111 fermento. Da qualche tempo i plenipotenziari italiani e turchi si incontravano regolarmente a Oud 1y. vicino Losanna. subendo e ntrambi le forti pressioni delle grandi potenze europee, le quali teme-vano lo scoppio di una guerra europea. li 30 settembre vennero mobilitali gli eserciti di Monle11rgro. Grecia, Serbia e Bulgaria; 1'8 ottobre il Montenegro dichiarava gue rrn aJla Turchia invadendo l'Albania. Il 15 ottobre Maometto V accettava la pace con l' Italia. Que ta venne firmata a Ouchy il 18 ottobre 191 2. In compie!, ·o , gli accordi si dovevano tradurre in un proclama del Sultano agli ~,hitanti della Libia. nel quale veniva annunciato loro che es i in futuro ·arebbero ·tati retti con norme ~peciali da . tabilirsi , e in un regio decreto, nel quale i affermava la ovranità dell' Ita lia sulla Lih1a, con la promessa che nes. un o. tacolo sarebbe . Lato frappo. lo nei rapporti fra le popolazioni libidlc cd il Sultano, concedendo pure la libertà di rapporti fra gli indigeni ed i loro capi religiosi . Il 1ra1tato. ricono. ceva la sovranità dell ' Italia su lla Libia e, temporaneamente ullc i ole dell'Egeo, co, a (:he divenne definitiva in . eguito. Di fatto, a periodi alterni , i combattimenti in Libia erano ben lungi dal ces ·are, proseguendo ancorn per molti anni.

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LA PRESA DI BE GASI NELLA RELAZIONE DEL GENERALE BRICCOLA

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iunto il convoglio, recante il primo caglione della Seconda Divi ione. verso le IO del giornol 8 ottobre davanti a Bengasi. rAmmiraglio Aubry inviava poco dopo il proprio capo di Stato Magg iore a terra per intimare al comandante delle for,.e turche la resa a discre1ione: imponendo per l'indomani. alle ore 6. l'inalberamento della bandiera bianca ugli edifici governativi. Lari po ta evru iva data dall ' ufficiale superiore turco lasciava prevedere che la pre. a di possesso ddla città avrehhe incontralo re'.',isten,a. La giornata del 18 venne impiegata nei preparativi dello sbarco e in ricognizioni della co ·ta. Il mare. as ·ai agitmo durante tutta la traver ·ata, accennò qualche poco a calmar i nella mattinata, ma ridivenne procello o verso sera. e lo ~barco progellato per l' indomani minacciava di essere contra.'>tato, oltre che dal nemico, anche dalle condilioni nautiche. La ricognizione della cost.i, eseguita dal Capitano di Vascello Belmondo Caccia. che doveva dirigere le operazioni di sbarco e dal capo di Stato Maggiore della Divi. ione. confermò che runico tratto nel quale lo sbarco avrehbe potuto a er luogo era costituito dalla spiaggia della Giuliana, immediatamente a ~ud del porto di Benga ·i, fra la punta Giuliana e la punta Bu caiba. I mezzi di barco erano co tituiti da otto barche a vapore delle navi della Regia Marina. da cinque zatteroni. da otto barconi e da " mucc iorc'' provenienti da Tripoli e da tutte le lance della marina da guerra e delle navi onerarie. Poiché il ri . ullalo delle ricognizioni stahilì la convenienza di effettuare lo sharco sulla spiaggia della Giuliana. nel giorno J 8 le navi assun ·ero la dispo mzione preparatoria per e ·eguirlo nella mattinata eguentc, mantenendo i a circa 2500 metri daJla spiaggia Nella notte dal 18 al 19 gli incrociatori della divisione fecero crociera per proteggere il convoglio da possibili offei.e da parte della noua turca della quale si ignorava la di ·locazione. Allorchè i primi albori del 19 illuminarono Hcnga i, dalle navi i poterono corgere le bandiere dei Con olati di francia cd Lnghilterra cd alcune bandiere bianche , parse qua e là: ma il castello, residen1.a ufficiale del Governo. non portava alcun emblema e lontano, sulla ca ·erma della Berca, ern ancom is ·ata la bandiern turca. Gli atti di o tilità stavano dunque per avere principio. Su tutte le navi onerarie in mezzo a grande entusiasmo delle truppe si affretlamno i preparativi: vennero calati in mare e compo. ti gli 1.aueroni, operllf.ione lunga e delicata. I drappelli zappatori del Genio assellarono i pontili sulle lance per metterli immediatamente in opera. Il mare. bcnchè assai agitato. lasciava tuttavia prevedere come po.. ibile lo . barco. Minacciava un piova. co. Alle ore 7.30. secondo gli ordini dati in preceden.la dall'ammiraglio, le navi da guerra aprirono il fuoco, hauendo la '.',piaggia della Giuliana, dove doveva aver luogo lo ·barco, i pressi della caserma della Berca. una polveriera turca po ta a nord della città e le adiacenze del castello. Tale bombardamento doveva intimidire la cillà seni.a danneggiarla sensihilmenle e permettere lo sbarco. Le compagnie da sbarco delle Regie navi movevano infatti poco dopo ul mare agitato e sotto l'imperversare della pioggia. prendevano terra alle ore 8.50 senza incontrare ostilità. Il CapiLanu di Fregata Angelo Frank , che ne aveva il comando - ufficiale energico e calmo, provato in precedenti operaLioni analoghe a Tohruk e a Dema - schierò le sue for1,e sul ciglio delle dune spingendo l'occupazione a sini ·tm fino aJ cimitero cristiano ·ulla punta Giuliana. dove appo tò due pezzi. Forma la piaggia Giuliana un'ampia lunata dello sviluppo di oltre un chilometro tra la punta omonima - un piccolo promontorio collino ·o elevato di circa IO metri ·ul mare - e la punta Bu ·caiba. A nord di e ·sa ·i apre una insenatura: il porto di Benga ·i. A sud della Bu caiba. la co ta si stende a perdita d'occhio piatta uniforme con piccoli scogli affioranti . La spiaggia pre. celta per lo sbarco, . alvo il primo punto, dove è di difficile approdo, si svolge con curva regolare e dolce declivio; è in generale sahhiosa. Per la sua postura essa è inoltre sufficientemente riparata dai venti del primo qua-

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tirante. A una di ·tanza media di cento meLri dalla spiagg ia, e parallelamente ad e a, si eleva una linea di dune che s i attacca a nord alle alture della punta Giuliana. Oltre la punta Bu. caiba declina erso il mare. La profondità di quc te dune è varia, non sorpa ·sa mai i trecento metri . Oltre le dune procedendo verso est il terreno si avvalla dinan1,i a loro in ampi . tagni di acqua. alma ·tra. Se ci . i prefi gge come obbiettivo succe ·sivo de llo sbarco s ulla spiaggia Giuliana il ragg iungimento della caserma della Berca e dei terreni adiacenti , i pas aggi attraverso la 7.ona degli stagni sono limitati al terreno che si interpone fra il Sibbah e il lago alato. cd alla zona mediana di detto laµo attualmente a ·ecco. Il primo pas ·aggio è alquanto mosso, pantano. o. con piccoli stagni e radi t·cspugli: in complesso ha un fronte percorribile di circa duecento metri in te rreno im,idio:-.o che oflrc appiglio alla difesa. Il secondo pa<;saggio invece, quello della Lona mediana del lago alato. è ri,1rc t10 dapprima, si apre poi e si eleva fino a raggiungere l'altipiano, che co. titui. cc il terreno ad e t Jdla regione lac u. tre , ulla quale ta la caserma della Berca. Lo sbarco alla Giuliana era stato . tudi.110 dal capitano <.li vascello Belmondo Caccia. che lo dire e nella ua pratica effettuazione ·piel,!ando anivit~t ed intelligenza s uperiori ad ogni elogio. Alla sua solerte opera i deve in modo pet·ia lc se. ad onta del tempo cattivo, l'operazione difficile e delicata dello sharco ha potuto compiersi r on rapidità e con ordine nei quali si deve ricercare la cau a del ucccs o tattico. Le compagnie da , harco con alcuni pezzi da 76 della Regia Marina presero terra. come è stato detto, alle ore 8.50 e pronta mente si schierarono sul ciglio delle dune. avendo a . inistra l'artiglieria. Quc ·ta prima opern1ione non e bbe a uperarc o tilità: tutto taceva intorno e nessuno indizio lasciava supporre lavicinanza del nemico. Poco prima delle IO barcò il drappello zappatori del G enio con un pontile pro\Cniente dalla nave Re Vittorio e tosto incominciò il lavoro. Giova però notare a que ·to punto che, dei cinque pontili di cui disponeva il convoglio. quattro , i trovavano sui piroscafi Po, Tebe e Bo foro. iruati nella ·econda linea. Tale circostan:;.a ern <.lo ula al fatto che ·i era dovuto riserbare il po. to nella prima linea ai piro cafi portanti truppe. Se ha cagionato un ritardo nello scarico e nell 'allestimento degli altri pontili, ciò tuttavia non ha cau. ato alcun inconveniente. come l'e perienza ha lumino ·amente provato, perché truppe di fan11:ria ben disciplinale e ben inquadrate po . . ono prendere terra anche senza l'ausilio dei pontili. Questi, nel caso no ·tro. ·ono stati di grande utilità, e la loro costruzione rapidissima cd a regola <l ' arte, col mare agitato, co tituì un titolo d'onore per la compagnia zappatori della 2° Di vi. ione e , pecialmente per il Tenente Colonnello Pollari Maglietta che con diligente operosità diresse l'operai ione, ma i primi battaglioni giunti a terra non ebhero modo di vale rsene pur giungendo a prendere ordinatamente terra nza inconvenienti grnvi . L'affiatamento , la fraterna cooperazione ed il fidente cameratismo tra marinai e soldati in que:-.t.:t diffic ile operazione sono stati oltre ogni dire ammirevoli. Colle prime imbarcazioni gi unsero a 1crra il Generale Ameglio, comandante la 4° Brigata; il Tenente Colonne llo Pollari Maglietta prc<leuo e il capo della Divi ione. Il generale Ameglio ricevette il comando <.letravanguardia <li sharco (4° fanteria e una balleria da montag na) e il mandato, dopo il riordinamento de lle truppe , di muovere, per il terreno a ·ud del lago ·alato. sulla Berca. Inoltre era . tato ordinato c he le truppe ,harcas. ero dapprima . enza quadrupedi e c he le mitragl iatrici e i pezzi da montagna fossero tra,portati e trainati da uomini . In eguito dovevano sbarcare i servizi sanitari, i quadrupedi e da ulti mo i materiali. Al giungere delle prime imbarcazioni con le truppe (63° Fanteria dalla Re Vittorio) il Generale Ameglio ordinò alle compagnie della marina di avan1,are oltre la prima linea di dune per allargare la zona di sbarco e utilizzare, quale località di adunata, akuni a vvallamenti interpo. Li fra le stesse dune. Le truppe di marina erano specialmente adden 'ate nei pressi <.lei pontile A e più a nord verso la punta Giuliana; la loro avan;,,ata verso e. t fu il . egnale di un nutrito fuoco di fucileria da parte del nemico, appostato nelle pieghe del terreno fra il Sibbah e il lago . alato, coperto da ostacoli naturali e da numerose e ben co truitc trincee dell ' avver ario; trincee che fino allora, per

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l'uniforme color del suolo, non erano tate rilevate. In questa primissima fru e dell'a,.ione i marinai avanzando animosamente. ebbero a subire sensibili perdile. Il loro comandante, 'empre vigile e pre. ente a sé stesso, arrestò i più animo ·i dopo lo ·barco e rispose efficacemente al fuoco nemico. Subito il Generale Ameglio riconobbe la neces ità di ostenere le compagnie di sbarco e di farlo immediatamente con le truppe giunte a terra: una compagnia e mena del 63° fanteria e poco dopo alcuni plotoni del 4° Fanteria. La linea di fuoco venne così a di tender i lungo le dune , ordinandosi man mano e spingendosi poi fino alle dune più lontane. in modo da battere con efficacia l'anti stante terreno paludoso. In quella po. tura la linea soslt1 alcun poco attendendo di venir sostenuta a ~ua volta. Nel medesimo tempo un allro epi ·odio importante avveniva nel porto di Bengasi. Una torpediniera inviata da S.E. il comandante delle forze navali per inalberare la bandiera italiana, appena giunta all'altezza del molo. veniva accolta da un fuoco vivi .. imo di fucileria e di artiglieria proveniente dalla riva settentrionale (dogana di Bengasi) e da quella meridionale (piede dell'altura della punta Giuliana). La torpediniera ri po e al fuoco finchè non ricevette l'ordine di allontanarsi. Le navi della quadra ripresero allora e con grande vivacità il bombardamento hauendo spedalmente le adiacen.1.e del castello e del porto e la caserma della Berca ·ulla quale continuava a sventolare la bandiera turca . Procedeva intanto lo ·barco sulla spiaggia Giuliana. Ordine venne dato alle navi di affrettare il tra porto della fanteria e dei peui d'artiglieria da montagna e delle munizioni e dei servizi sanitari più es. enziali. Le difficoltà da superare non erano lievi: il mare continuava a mantener. i alquanto mo. so. i movimenti . ulla spiaggia per l'alto strato di arena erano assai fati cosi e necessariamente lenti . L' a · ·enza dei cavalli e il considerevole viluppo della . piaggia da sbarco rendevano difficile la trasmi ione degli ordini. In que ta . ituazione difficile provvide con calma e con energia ammirevoli il Generale Ameglio coadiuvato dal Capo di Stato Maggiore della Divisione e dagli ufficiali addeni al uo comando. Si riordinarono le unità: quelle non necessarie sulla linea del fuoco furono raccolte in apposita località al coperto preparando co ì l'elemento per la manovra ulteriore. li nemico che fronteggiava le nostre truppe si rivelava mercè un fuoco ·empre più efficace e da diver..e direzioni, ma ·i mostrnva as ai poco. Circa l'entità delle ue forze anche oggi è difficile pronunciarsi con a oluta esattezza. Di truppe regolari turche venne segnalato un reparto organico forse una compagnia, sul versante nord dell'altura della Giuliana, il quale fece fuoco contro la torpediniera : sfilò quindi al punto dove comincia l'in 'enatura del porto e prc e di là parte al combattimento contro la no tra linea. La ma a dei combattenti,. parsa su un fronte amplissimo- dalla Rerca oltre il lago alato fino contro le ultime dune presso la punta di Ruscaiba e specialmente addensata verso il nord - era costituita da molte centinaia di beduini, parecchi dei quali a cavallo, frammi ti a pochi soldati turchi diretti da ufficiali di que ta nazionalità. Un tenente turco fu rinvenuto ucciso in un gruppo di cadaveri di Arabi. due soldati turchi feriti furono fatti prigionieri. Da una inforrnazione raccolta dopo il combattimento pare che l'ufficiale uperiorc comandante il pre ·idio abbia assistito per ·onalmentc a tutta l'azione. fu però somma ventura che i regolari turchi non ave scro coronato l'altura di punta Giuliana fino dall'ini,.io dello sbarco. giacchè da quella posi,.ione avrebhero potuto prendere di infilata tutta la ·piaggia e colpire i no tri nel momento più critico. prima cioè che fosse loro consentilo l'uso delle armi. I gruppi nemici, tuttavia. accorsi aJla Giuliana, poterono prendere di fianco col loro fuoco i cannoni dei marinai appo. tati presso il cimitero cri. tiano, uccidendo un guardiamarina e producendo altre perdite. Dalle navi principiò allora un fieri ·simo cannoneggiamento ulla punta Giuliana. sì da obbligare alcuni erventi dei pezzi più e po. ti a ritirar. i alcun poco per coprirsi, ru portando gli otturatori: ma fu un animo perché dagli stessi marinai, personalmente guidati daJ capitano di fregata Frank e con l'ausilio di un plotone del 4° Fanteria, condotto dal Capo di Stato Maggiore della Divi. ione

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t:he per ragioni del suo . ervizio si trovava in quei paraggi, i peni furono ricuperati e condoni in ,alvo. L'occupazione stabile <leJl'altura <li Giul iana apparve ben presto a l comandante delle truppe t·nmc una necessità assoluta. Perciò venne ·egnalato alle navi <lì ·o ·pen<lt!re il fuoco in quella dire1iune e verso le 11 .30 due compagnie del 63° Fanteria poterono e sere avviate colà, <love rima ·ero lino al termine dell'azione. Similmente urgeva proteggere da sud la spi aggia di barco cd a ciò fu pro veduto con l'invio di 400 uomini di fanteria in rinfor1.o dell'esiguo reparto di marinai c he ivi ,i mnava. Una batteria da montagna senza quadrupedi prese terra ver ·o le ore 11 e fu messa in po,11ionc sulle dune fra la ·piaggia ed il lago salato, dove to. to, e con efficacia, aper e il fuoco in di1aione dell'altipiano. L'altra batteria ·ce ·e un 'ora dopo e prese posizione sulle dune in pro. imità dd pontile A. Il trasporto a bracc ia delle artiglierie per varie centinaia di me tri sul terreno sahbin,o lu operazione sommamente faticosa compiuta con le na entu. ia tica dai forti artiglieri delle batterie ,i~iliane. Alle ore 12.20 . allorchè il Generale Briccola pre ·e terra, la situazione era sommariamente la . egneme: un forte nucleo dd 4° Fanteria ed i marinai a sud sulle alture presso la punta Busca iba trinn·rati. fronte a te naglia ver o sud e verso est. Fra il lago salato e la spiaggia una batteria da monta~na in aLione e in pros imità di c .. a . i cffcthHWil l' .1d11m1ta cie l gmsso del 4° Fanteria: fra 4ue!-.La halleria e le alture della Giuliana il grosso delle compagnie dei marinai, reparti del 63° e del 4° Fanh.·ria e la -;econda hatteria da montag na. Sulle alture di punta Giuliana due compagnie del 63° Fante, ia. Delle truppe imbarcate (cinque battag lioni e due batterie) mancavano ancora due compagnie del 6] 0 col comando del reggimento e di un battaglione. c he dalla nave Tebe, posta in seconda linea. non avevano ancora potuto . barcarc. Circa altre due compagnie dello ·te ·so reggimento erano a hor«Jo del Re Vittorio e circa un quarto della fori.a del 4° Fanteria era ui piro cafi Balduino, Birmania e !Perseo. Cominciavano a difettare le munizjoni, ma già era annun1iato l'arrivo di un primo riforni mento. Il Maggiore Marrocco, direttore del Servizio Sanitario. e il Maggiore medico Gualdi prodi~nvano le loro cure ai feriti valendo. i anche dei mezzi disponibili pre o i due posti di medicazjone della R. Marina. che prestarono con fraterno interessamento soccorso anche ai no tri o ldati feriti . on appena dunque si fu informato della situazione , nonché de ll ' intendimento del Generale Ameg lio di eseguire un attacco combinato frontale e di fianco con obbiettivo la Berca, il Generale Briccola lo approvò e a ·sunse la direzione de lle operazioni. Si stabilì per primo che le truppe impegnate re ·tassero sulle posi1.ioni occupate rinforzandosi e limitando il fuoco allo stretto nece. sario. Si determinò quindi che il movimento avvolgente venisse eseguito da due battaglioni del 4° Fanteria e si iniziasse alle 15.30, nella quale ora era preved ibile che la maggior parte delle forze. i rifornimenti di munii.ioni e i servii.i san itari sarebbero già tati a terra. Si stabilì che l'attacco frontale, da iniziarsi dopo il precedente, fo ·se affidato ai reparti della marina e dell'e ·ercito che già si trovavano in posiL.ionc, rinforzati solo dai nuclei del 63° (che sarebbero barcati ucces ivamente) occorrenti a completare le unità , chierate: c he rimanes e inalterata l'occupazione di punta Giuliana; che le forze del 63° che ancora si attendevano, come pure quelle del 4° c he eventualmente fo ·sero sbarcate dopo le 15.30 , rimane scro al coperto fra i pontili A.Be ' a mia disposizione quale ri. erva; c he le due batterie accompagna ·ero col fuoco la fanteria ·enza però cambiare la po izione, ·tante la mancanza di someggi. Tali di . po. izioni coincidevano in ma ima con quelle già date o che si proponeva il Generale AmegJio. Il periodo di raccoglimento dalle 13 alle I 5.30 non segnò però una o ta del fuoco, c he anzi il nemico continuò, con tiri daJle trincee e con minacciosi spostamenti di gruppi in lontananza. a tenen: vigi le la no. tra attenzione. ln questo periodo ebbi campo di ammirare la lodevole condotta delle hatterie da montagna, che con tiri e. eguiti con perfetta cal ma e ordine e con perizia encomiabile di ressero il loro fuoco efficace ·u vari tratti del campo di battaglia.

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Alle ore 15.30 non tulli i reparti attesi erano sbarcati : la riserva andava man mano rc1fforzando i col progredire dell 'azione. sicchè qua i tuni gli e lementi prima di sern avevano prc o terra a. sumendo la fona previ ta . Una forte riserva mi dava, oltre c he il mezzo di intervenire d irettamente. combattendo. anche la sicureu.a della ·piaggia di ·barco. ove continuavano ad afnuire quadrupedi e mate riali, ri pello a possibili c1ttacchi dai fianchi . All'ora indicata. il 4° Fanteria diede inizio alla manovra , muovendo in due schie re distan .liate con venientemente con formazioni poco vulnerahili e in perfetto ordi ne. Quella avan,1,ata su terreno ·coperto in dolce . alita e sollo il fuoco nemico apparve dalla . piaggia e dalle navi un esempio veramente mirabile di applicazione dei più sani criteri tattici e potè essere eseguita con ere ccntc inle res. amento in tutto iJ suo svil uppo. Alle truppe già affaticate dai disagi del manino, il comandante della Brigata aveva comandato di deporre gli zaini . In perfetta corri ·pondenza di tempo, il Generale Ameglio guidò di persona l'attacco frontale dei marinai e di un battaglione misto del 4° e 63° Fanteria po to da lui agli ordini del Tenente Colonnello Gangitano. del 4° Fanteria. Arduo fu invero lo sloggiare g li Arabi dalle trincee; i due ufficiali superiori presenti , capitano di fregata Fnmk e Tenente Colonnello Gangitano, caddero entrambi feriti piuttosto graveme nte. Così pure due comandanti di compagnia e aJtri uffic iali. Il Generale Ameglio si portò allora in prima linea e condu e le truppe a ripetuti attacchi alla baionetta che a~sicurarono ai nostri il po ·sesso delle trincee. Il sole ca lava intanto r<lpidamente e il eguito delle operazioni si · o l ·e in una semi -o. curità. Nondimeno g li ultimi . uoi raggi illuminarono la vecchia bandiera del 4° Fanteria i. sala sulla caserma della Be rca al posto del vessi llo turco abbattuto poco prima da una cannonatc1 de lle navi. L'cmhlema nazionale fu avvistato a bordo e l'ammiraglio lo salutò subito con una salva di 2 1 colpi di cannone. al uono della marcia reale, fra gli urrà degli equipaggi. Le ballerie da montag na con tiri precisi e calmi avevano accompagnato le truppe per tutta la marcia di avvicinamento sopendendo il fuoco 4uando le linee furo no a contano. Dopo la Berca vennero occupati Sidi Daud e Sidi Ussein a poche centinaia di metri dalle prime ca ·e di Benga i. In relazione ad ordini dati in precedenza dal Generale Briccola. le truppe si arrestarono bivaccando e prendendo le neces arie mi ure di sicurezza. Durante tutta la none i ebbero fuc ilate lungo la linea degli ,_ivamposti. provocate dalla presen,.a di gruppi di Arabi . Alle ore 17 c irca, continuando te nace la resistenza de l nemico cd es e ndo informalo che anche da Benga. i gruppi di armat.i dirigevano il fuoco sulJc nostre truppe, il Generale Briccola mandò a pregare l' ammirag lio di riprendere il bombardamento della città. Frattanto continuava il c repitio de lle fucilate e l'ammiraglio ritenne opportuno di rinnovare per breve ora il bombardamento al chiarore dei riflettori : spettacolo imponente e terrificante. il quale portò al pronto innalzamento della bandiera hianca ·ul castello. Jn que t' ultima fase rimasero danneggiati il R. Consolato d ' Italia. quello d ' Inghilterra e una mo chca, oltre al 1..:m,tdlo ed altri edifici. Co ·ì ebbe termine la giornata del 19 otto bre , c he nella storia militare del nostro paese sarà ricordata per il fatto qua ·i ·enza precedenti di uno sbarco a viva fori.a, con mare agitato e in spiagg ia aperta. di ci nque battag lioni e due batterie compiuto in poche ore, e per la mirabile prova di resi. ten:1.a, di vaJore e di disciplina. data dai nostri marinai e ·oldati. E specialmente questa giornata dovrà essere ricordata come memorando e"empio e manifestazione meravigliosa di concorso di intenti e di fraterno came ratismo di armi che nel più puro amor di patria insie me uni ·ce e rin a lda le forze di mare e di terrc1 italiane. GEN. OTTAVIO BR ICCOLA

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IL RAPPORTO UFFICIALE SULLA BATTAGLIA DELLE DUE PALME (12/3/1912)

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e replicate irruzioni notturne te ntale dai predoni beduini alle comunicazioni telegrafiche e telefoniche fra le ridotte " Grande'' e quella del "Foyat" a e ano indotto il Comando di Bengasi a predi. porre ndla notle dall' 11 al 12 mari.o uno speciale servi7.io di appostamento allo ,copo di sorprendere i nemici, destinando all'uopo una compag nia del 57° .,.anteria, la quale si appiattò fi n (falla era dcli ' 11 pres o il marg ine orientale del foyat. Erano le ore 5.30 del mattino quando alcuni nemici u. citi dall'oasi delle Due Palme si diressero al Foyat e furono suhilo ricacciati dal fuoco rapido della nostra compagnia colà appo ·tata, cui si accompagnò pure il fuoco di due nostre ridotte. Tra le ore 6 e le 8, lunghe catene nemic he apparvero oltre la linea Anari-Scetuan e a sud-est di quc,t'ultima località. Verso le ore 6 .30 l'artiglieria nemica si metteva in po~i,.ionc:: a circa 3 km . a suc.Jc~t c.Ji Sceluan. aprendo il fuoco contro la no tm ridona del Foyat, però senza effetto. Subito le batterie da 149. con tiri cfficacis imi. controbatterono l'artiglieria avversaria e le li nce di fanteria. obbligando queste ad arrestarsi e quella a desistere dal fuoco . I nostri aviatori . innal1alisi oltre le nostre linee. avvi ·Lavano occupata daJ nemico la regione del Ciok. la linea Scetuannari ecf il terr('no oltr<- tal<' linea<' vc,-._o il c-ampo del Gcbcl. Sicchè vc,.._o le ore 8, il Comando poté a formar-.i la convinzione c he si trova ero nella piana circo tante a Be ngasi oltre 5000 combattenti . Alle ore 8.30 il nemico. dopo aver . chicrato le proprie forze. accennava a ripiegare su tutta la fronte. girovagando con esigui reparti qua e là ed accenluando il proposito di non impegnarsi a fon do in nessuna parte. li comandante della 2 3 Divisione ritenne allora opportuno di non a penare più o ltre per vibrare un atto controffcn. ivo. sia perché si poteva sperare con es. o di arrestare la ritirata c.Jd nemico e di attrarlo al comhauimento, sia perché l' uscita dalle linee c.Ji difesa e la con ·eguente occupazione di una po ·izione avanzata, fin allora tenuta dall ' avversario. avrebbe pur emprc g iovalo a llo spirito delle no tre truppe mobili, che fino allora, coll'arma al piede, avevano a,. istito allo ~volgersi dell 'azione della no. tra artiglieria. Alle ore 8.30 il comandante della 2" Divisione telegrafò al Genernle Ameglio di vedere ·e fo ·se il ca ·o di procedere all'occupazione dell'oasi delle Due Palme. per attrarre il nemico otto il fuoco della piazza. Succe. sivamcnte, alle ore 9. il Generale Bricco la ordinava al Ge nerale Ameglio c.Ji agire conlrofle nsivamente ed allora quest' ultimo, con ·agacia e prontezza. da a ·ubito le necessarie disposi1ioni. Difatti egli. pur ritenendo di dover fronteggiare oltanto gruppi nemici, chiamava a schierarsi tutte le forze che aveva otto mano. La balleria da 149. quelle delle ridotte "Foyat" e ·'Grande'' ed una balleria da montagna presero a hauere l'oasi delle Due Palme ed i gruppi nemici c he uscendo da e · ·a cercavano di ripiegare verso e ·t , nonché nuclei avversari di locati nella piana. Il Generale Ameglio destinò all'operazione affidatagli elle bauaglioni formali su due reggimenti, appartenenti alla IV ec.J alla V II hrigala. un gruppo c.Ji artiglieria da campagna, uno da montagna ec.J il reggimento cavaJleggeri. Lo schieramento si effetn1ò per ala. lungo la fronte tra la ridona del '·Foyat" e la ridotta "Grande". Ogni reggimento aveva due bauaglioni in prima schiera ed uno in -.cconda: un sellimo hallaglione restava in riserva. Il gruppo di batterie c.Ja campagna ·i portò dietro il reggimento di sini. tra, il gruppo di batterie da montagna dietro quello di destra. Il reggi mento di cavalleggeri si ammas ·ò ver ·o l'e 'trema destra delle adiacenze dell a ridott,1 " Roma". La preparazier ne col fuoco venne effettuata daJI ' artiglieria delle ridotte " Foyat" e "Grande". le quali concentrarono i ri. pellivi tiri su ll 'oasi delle Due Palme, mentre le hauerie <la 149 hallevano le forze nemiche 1.: he avan:1.avano a rincal1.0 <li quelle che ·tavano nell ' oasi. Alle truppe già ·chierale venne infine ad aggi unger ·i anche lo quadrone indigeno dei Savari, c he i dispo. e sull 'estrema ini stra. a guardia c.Ji quel fianco. Nel frattempo. anche le batterie dei gruppi mobili c.Ja campagna e da montagna concorrevano alla prepar.v.ione, rivolgendo i loro tiri contro l'oasi, i;icchè. preparata l'azione col fuoco.

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il generale Amcglio deci ·e di avviluppare l'avver ·ario da nord e da sud per impedirgli di sfuggire dall'oasi. La seconda fase dell 'azione s'iniziò circa alle ore 11 .45 con la avanzata delle tmppc di fanteria, effeuuatasi con grande slancio sin contro il margine occidentale dell 'oasi. Es endo i notala sull'orizzonte una forte colonna che proveniva daJl'uadi Cattara e si dirigeva fra A nari e Scetuan, il generale Ameglio ordinò al reggimento di cavalleggeri di portarsi da quella parte per prote~gcre al largo il lianco de ·tro da ogni azione degli Arabo-Turchi. Le artiglierie appoggiarono con fuoco efficaci ·simo l'avanzata delle fanterie. battendo, con quelle mobili. il margine ove. te l'interno dell'oa i, con quelle delle ridotte "Foyat" e "Grande" l'immediato rovescio dell 'oasi stessa: e infine. con una batteria da 149, il terreno a<l oriente dell'oasi medesima. Cosi giun. cro le fanterie a breve di . tam~a dal margine dell'oasi , in modo che le ballerie non le potevano più appoggiare enza pericolo, con il proprio fuoco. Il Generale Ameglio, anche in relazione al suo concetto di avviluppare roa i. ordinò ai due gruppi mobili di artiglieria di spostarsi ·ucce~sivamentc all'c. trema destra ed aJl 'c. trema ·ini ·tra, in gui. a da colpire d ' infilara gli . hocchi e ·terni dclJ'oa. i, continuando pur sempre le batterie delle ridotte e quella da 149 a battere ad intervalli il terreno retrostante l'oasi stessa. Frattanto una colonna nemica da Anari accennava a dirigersi verso l' oa ·i delle Due Palme ed uno quadrone di cavalleggeri appiedava ·ubito, impegnandosi in combattimento contro una parte di quella colonna. mentre gli altri squadroni, manovrando, la mantenevano in i cacco e la batteria '' Roma" apriva il fuoco contro gli avversari. costringendoli a ripiegare. Alle ore 13 circa, principiò la fa ·e ri olutiva del combattimento. Il reggimento di testa, al comando del Colonnello Moccagatta. dopo aver vinto con ripetuti e brillanti a alti alla baionetta la fiera resi tcnza dei nemici prcs o il margine sud dell 'oasi, li ricacciava a baraglio nell ' interno di e a. Intanto si impegnava una violenta azione a fuoco lungo il margine ovest. là dove i nemici avevano concentrata la maggior re ·i tenza contro le nostre truppe del centro. ' icchè la fanteria italiana non poteva procedere che lentamente ed a sbalzi. fu allora che il Generale Amcglio troncò gli indugi cd ordinò l'assaJto alla baionetla; sicchè il centro della linea per onalmenle condotta dal Colonnello Vanw. comandante il 57° Fanteria. giunse quasi senza più aprire il fuoco. con mirabile slancio e coesione. ad impadronirsi con un solo sbalzo del margine ovest dell 'oasi . Proprio in quel punto, un nuovo bauaglione giun e dalla Berca ·ui luoghi della lotta, battaglione che il Colonnello Aircnti , lasciato al comando delle nostre linee, inviava di propria iniziativa alle truppe combattenti ·icchè con questo arrivo rima e di ponihile il battaglione di riserva, che ubito venne lanciato dal Generale Ameglio contro la Fornace Calloia. L'arrivo di quel battaglione decise dell'azione. La fornace dapprima, e successivamente tutte le fo se ed i muri di cinta dell 'oli! i furono conquistati dai nostri a colpi di baionetta. La. presenza della bandiera del 79° Fanteria tra le truppe combatlenti le animava fortemente e le spingeva irresistibilmente alla vittoria. Co ·ì si decideva l'azione. Con mirabile accordo si compiva lo spo tamcnto dei gruppi mobili di batterie verso le aJi esterne delle linee combattenti, . cortati da reparti di fanteria, secondo le direttive del Tenente Colonnello Genovese, comandante dell'artiglieria divisionale. TaJc spostamento si e eguì in modo audace, rapido e continuo, entro lo stesso raggio della fucileria nemica e per caglioni, mentre il battaglione di estrema inistra (I O del 79°) conquistava il margine nord dell'oasi ed incalzava con la baionetta alle reni forti gruppi d'Arabo-Turchi, che per fuggire a quelle andarono poi a cadere sotto il fuoco avvolgente del gruppo di artiglieria da campagna. li reggimento di de ·tra (Colonnello Moccagatta) incalzò anch'esso alla baionetta l'avven;ario, che boccando dall'oasi venne a cadere sotto il fuoco efficacissimo di alcuni reparti del 4° Fanteria, appo. Lati presso il ca one di Bu-Sceifa e otto il tiro dj una batteria da montagna (Tenente Vannutelli) in po ·izione da quel lato. Gli quadroni di cavalleria, i quali avevano appoggiato il movimento avviluppante sulla dc. tra dell'oasi. vennero infine avvertiti dal Generale Ameglio che ' i procedeva all'inseguimento. In que-

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sti a pri as alti alla baionetta cadevano morti il Capitano Comoldi , de l 63° Fanteria, colpito alla fronte, ed i Souotenenti Gullo e Ta ·sini del 79°; venivano mortalmente feriti il Tenente Sozzi del 63° ed il Sottotenente Meli del 4° fanteria e cadevano pure parecchi militari di truppa. Alle 14. 15 la resi tcnza degli Arabo-Turchi era completamente fiaccata. Le batterie mobili, le artiglierie delle ridotte "Grande"e " Foyat" e le due ballerie da 149 allungavano i propri tiri per incalzare l'avver ario. Le truppe nostre si riordinavano esultanti lungo il margine orientale dell'oasi com,1uistata e spingevano ricognizioni ad oriente di e sa. Alle ore 15, lo squadrone dei ca alleggerì indigeni Savari, di ,tocato a nord-est dell'oasi. respingeva col fuoco oltre due centinaia di Arabo-Turchi avanzati i da , idi Mufta ed il fuoco delle batterie da 149 completava lo baraglio anche di quelle forze nemiche. Durante la brillante controffen iva delle truppe del Generale Ameglio. il comandante della 2° Divi ione ebbe occasione di intervenire anch'esso nell ' azione. Alle ore 14.45, ·corgendo l' azione fortemente impegnata ver ·o l'oa ·i ed os ·ervando che il reggimento cava lleggeri era ancora am 111as0ato presso la ridotta " Roma", il comandante della 2J Di vi~ione spedì il seguente telegramma ali comandante del reggimento (Colonnello Borsardli ): "'Provveda protezione fianco destro no ·tra linea di fanteria avanzando. agisca con le rimanenti forze secondo te c ircostanze le con. iglicranno. Informi Generale Ameglio. Accu i ricevuta". Il teleg ramma perveniva a l comandante del reggi mento cava lleggeri nel tempo medesimo in cui egli riceve a !"ordine dal Generale Ameglio di portar i con gli quadroni a destra della ridotta '·Foyat" per proteggere il fianco destro delle no ·tre truppe avan:t.anti contro l'oasi. ,;enza però spingersi oltre il raggio d ' azione delle ridotte. Alle 13.40. -.corgendo che forze nemiche dalla fronte Scetuan-Sidi Mufta accennavano ad avanzare in soccor-.o dei difen ori dell 'oasi. il comandante ddla 2a Divisione ordinava al Generale D' Amico, comandante della lii Brigata, di tenere pronti due battaglioni di Ber ·aglieri per intervenire, occorrendo. nell'a,.ione, lanciandoli contro il fianco destro degli Arabo-Turchi qualora avessero proseguito ver'-O l'oa i. Le perdite del nemico devono avere superato per certo la cifra di mille morti. Al termine della giornata furono raccoltj 745 cadaveri nemici trovati nell 'oa i e nei dinto rni di e a. Oltre a c iò i no·tri informatori as icurarono c he a non breve distanza dai luoghi della lotta dovevano trovarsi insepolti oltre 300 cadaveri e che molti dei feriti nelle battagl ie. giornalmente, venivano a morte nei campi avversari. Da parte nostra, le perdite furono molto liev i in confronto a quelle avvcr arie e ai risultati otlenuti: 37 morti. tra cui 5 uffic iali e 140 feriti, tra cui 12 uffic iali, comprendendo nella cifra dei morti, i feriti succes. ivamente . pirati nei luoghi di cura a tutto il 22 marw. Tale confortante risultato . i è ottenuto mercè l'a/.ione pronta ed energica della nostra fanteria e mercè il grande concorso ad essa pre ·tato ·ia dalle batterie mobili. che si portarono valoro amentc fino a distanza efficacis ·ima di tiro dall 'avversario. ia dalle artiglierie delle linee di difesa. che abilmente sfruttarono tutti i vantaggi del tiro preparnto, sia infine dalla cavalleria, che eseguì egregiamente la mi , ione affidatale di proteggere i fianchi col combattimento offensivo. L'avviluppamento degli Arabo-Turchi nell 'oa. i e l' in. eguimento di e. si col fuoco di artiglieria ne compirono l'annientamento. Meritano anzitutto rilievo l' intelligenza, il vaJore. la di ·ci plina e lo slancio impareggiabile delle no ·tre truppe; superiore ad ogni lode è . tata pure la costante coopcra1.ione prestata dalle armi con 'orelle alla fanteria. La giornata del 12 marzo ha oltre a ciò anzionato l'ottima organizzazione del servizio d ' artiglieria, dovuto ad un lavoro pa1.iente, perseguilo con tenac ia e con chiarezza di scopi. comprendente tanto l'occulta preparazione dei tiri delle batterie da po~i 1.ione. quanto l'organizzazione e l'addestramento delle batterie da campagna e da montagna, leggere nella manovra, abili nel tiro e perfettamente disc iplinate. Co ì l' artiglieria si è resa grandemente benemerita nella vittoria del 12 marw. L' organizzazione del campo trincerato di Benga ·i ha dimo ·trato in questa giornata il proprio valore. TI fatto di un azione deci amentc controffen iva, volta i sono l'immediata protezione de lle

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opere. con l'efficace concor. o di fuoco di lui.le le artiglierie di un ·ettore, ·ta infatti a dimostrare l'opportuna postazjone delle opere ·te ·se e l'armonica loro azione di dominio ul terreno circo. tante. L'avanzala della fanteria sotto il fuoco micidiale dell ' avversario, appo. Lato nel terreno insidioso dell'oa i. fu superiore ad ogni elogio. Con calma ordinata e con fermezza e · ·a seguì l'esempio dei propri ufficiali e si slanciò con irrefrenabile impeto contro l'avver. ario, con e o impegnando un combattimento corpo a corpo. li contegno altamente offensivo e di. ciplinato della nostra fante ria costituì ce perciò il miglior pegno di fortuna per le future opera1.ioni di guerra. La cavalleria ha as. olto con ordine e pronlei,za il compito di ·ostenere l' ala destra dell'attacco e di concorrere all'avvolgimento. Così l'operc1 intelligente, saggia cd avveduta del comandante della 2u Divi. ione, unitamente alla condotta valoro is ima del Generale Ameglio e al grande prestigio personale di quest'ultimo. hanno integrato le splendide doti delle nostre truppe in una vittoria che, qualunque possano essere le con ·eguenze politiche, rimarrà pur cmprc degna memoria nei fasti mii ilari della nuova Italia.

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COME VIVE UN ESERCITO

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na casa sporca cd ig nota nel quartiere più vecchio di Tripoli, quello de lla Dogana: la ri ve1.v.iune di un organismo semi-ignorato dai più, ecco la sintesi della mia ultima inchiesta. Ero stato tutto il mattino fra le ·c hioppettate dei granatieri a Fe ·ch lum. Netrom canicolare del. mezzogiorno il "ghibli'' ha com inciato a soffiare. Il ghibli, il vento del deserto, in autunno e in inve rno ha un effello c urio. o: copre il cielo d ' un velo cinereo e dà alla città un brumale a. petto nordi <.:o . pur incendiandola di vampe torride. All 'avamposto della ca ·enna di cavalleria in vi ·ta del deser10 l'orizzonte termina dietro una cortina greve a cento metri daj cannoni da 75. Un . oldato, uno de i me raviglio. i . oldati de ll ' 84° incon. ci del loro eroi. mo, mi ha detto: -Semhrn il velario di sabbia del "Si mun" ne l ballo Excel ·io r! - Era convinto il buon soldato e rudito, cht: la natura viva africana dove e paragonarsi aJl'artificio meccanico in cenato dal coreografo sui tea1ri d'Italia... Il ghibli intanto colpi sce con un picchieuio continuo di . abbia le trincee, i cannoni. i fudlii. ricopre le persone come se le avvolge ·se di brina, spira un alito greve sui volti. Fucilate da ne~-.una parte: dorme Bu-Meliana ad orie nte; dorme, per modo di dire, Sidi- Mcssri ad occidente. Sproniamo il cavallo e ritorniamo in ciuà. Questo è il giorno opportuno per andare a studiare i servizi logistici dell ' Intendenza, che for1mmo da un mese l' ammira1.ione dei giornalisti e degli addelli militari esteri. Un ' ammirazione ci rl'. ondata di mistero, perché lo ·tudiare i ·ervizi d ' intendenza su un campo di battaglia ·embrn a molti una "diminutio capitis''. Eppure la g uerra moderna non ha ausilio più prczio o del servizio d ' intcn dl!n1.a, e il generale Caneva no n ha collaboratore più efficace del generale Ga1.1.ola, capo dell'inte ndenza stes a. Come vive, come si nutre . come si ve. te, come . i ripara un c. crcito di quarantamila uo mini in una ciuà bloccata, che conta quarantamila ahilanti miserahili , che è rifornita soltanto dal mare, . en,a e ·sere munita di un porto ·icuro? A que ·te domande ri ·ponde oggi il Capo di Stato Maggiore dd ~c ncrale Gazzola, ch'è in viaggio d ' i pezionc al deposito di Napoli , il maggiore Malladra. L' Intendenza è sharcata a Tripoli il 14 ottohre e in quaranta giorni ~i è organi1.1.ata come un mi ni-.tero e ha nutrito una intera città: impiega attualmente qua ·i trecento ufficiali e duemila uomini di truppa e provvede a tutti i erv izi non militari dell ' Esercito. Perciò il gene rale Gazzola è con ·iderato un poco come il huon papà di quarantamila figliuoli. Il soldato è feri to o ammalato? Ecco la direzione d i Sanità che ha pronti lungo le prime linee i suoi ospedaletti someggiabili. t:apaci di cinquanta letti eia cuno, e nelle econde lince g li o pedali da ca mpo, di cento letti e ia ·cu110; que. to senza contare le sezioni di Sanità proprie di eia. c un reggi me nto c he ha due medic i per l:,allaglione. La Diruione di Sanità, c ui presiede il colonnello Arpa, sopraintende anche al mirabile -.crvizio militarizzato della Croce Ro sa c he ha in ogni linea ambulanze volontarie, da montagna, :--omeggiabili, da campo; o pcdalcni e navi in porto come il Menfi . Anche l'Ordine di Malta ha in porto una nave ospedale, la Regina Margherita; e due grossi piro-.cafi - il Re d ' Italia e la Regina d'Italia - sono posti dalla Marina a di ·po ·izione dei ·ervizj di ·anità. Ma prima di e .. e re raccolto . ul campo, il . oldato ha bi ogno di c .• ere nutrito efficacemente e regolarmente per essere mandato al fuoco. Ed ceco il te nente colonnello Camilli, con la direi.ione del Commissariato, provvedere all'alimentazione di quarantamila uomini e di migliaia di quadrupedi. Da che l'e ·ercito è nei piani di Tripoli , non un soldato ha dovuto intaccare umi delle razioni di ri ·e rva che porta con sé per precauzio ne, compo te di carne in con rva e di galletta. Non uno . neppure nel giorno tragico dell'inondazione. La ra1.ione giornaliera, carne. pane. vino, caffè, è distribuita periodicamente con abbondanza, anzi con signorilità. Ero ·tamane con l'on. Nava - un uomo che di organi,.z.azioni 'intende, per l'c pericnza fatta in Calabria nel 1908 e nelle trincee di Hamura un bersagliere ci ha detto: "Siamo trattati da princ ipi ... Si figura Lei che alla sera ci danno perfino il vin brulè'! ...

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Ogni mauina il reggimento manda i suoi carri, pochi e leggieri, al magaaino dei viveri per il rifornimento. Se è nel settore orientale fa capo al magazzino fuori della porta di Gargaresch; se è nel enore occidentale fa capo al magazzino dei Giardini. 1 carri di ogni reggimento giungono ad un'ora . tabilita . econdo un turno ormai consuetudinario, sono prontamente riforniti e ritornano sulla linea del fuoco: quando manca la legna nell'oasi o nei dintorni, possono prelevare anche la legna da ardere nel magazzino. Alla sede del reggimento ba ta accendere il fuoco e di tribuire il rancio. li problema difficile non è qui. Il problema difficile sta nel rifornire quotidianamente i due grandi magazzini dì occidente e d'oriente i quali attingono il materiale dal magazzino centrale di riserva pre ·so il catcllo. E questo. a sua volta, attende quasi ogni sua provvista daJ mare. Le ri.orsc locali sono poche e stremate. Soltanto il pane si confeziona qui nei grandi forni vicini al ha..~tione di Fum-el-Bab. protetti da baraccamenti solidi. Un esercito di duecento panettieri fornisce da mangiare a quarantamila colleghi: inforna e sforna pagnotte monumentali ogni mattina Tranne il pane, come ho detto, ogni altro alimento viene di fuori . Tripoli - non dobbiamo nasconderlo - è una città bloccala e una città miserabile. Sono . t.iti requisiti qui pochi bovini per le sussistenze e pochi cammelli per i trasporti . Quando i pensi che ogni razione di carne è di 375 grammi. che raramente un bovino dà 600 o 700 kili di carne, si dedurrà facilmente che occorrono all'esercito um, quarantina <li animali <la macello al giorno, e che la spedizione ha già costato forse il mas. acro (direbbero i giornalisti ingle. i o tedeschi) di millecinquecento animali cari a Virgilio e al Carducci. I sigari fomiti ai militari si contano a centinaia di migliaia e il tabacco trinciato a quintali. Vi è poi. come ognuno comprende, un parco di vestiario e di rifornimento degli attrezzi reggimentali che dà da fare ad altri uomini; vi è un servizio di ca. sa, che provvede anche all'emissione degli ordini d ' acquisto: ma il servizio che assume for ·e le proporzioni più grandiose - se è lecito parlare di grandio ità per quc to compito tanto modesto e pur tanto importante - è il servizio dei trasporti . diretto con attività e intelligenza caratteristiche dal maggiore Bregan,..e. Tutti noi abbiamo visto girare per Tripoli in que ti giorni i famosi carretti siciliani, istoriati con le leggende delle Crociate o con i quadri del Ri orgimento, e trdinati dai muli. fortissimi che guardano in cagnesco - si può dire così'! - i cammelli loro rivali. In quelle cinquanta carrette siciliane è il nucleo del servi.do trasporti e tappe. Non mancano quattro carri automobili, che rendono servigi utili per il materiale pesante ma che si logorano presto per lo sciupio esercitato dalla ·abbia sugli ingranaggi; e ono opra tutto prczio i i quattrocento a incili, i "buricchi" capaci di u111 carico di un quintale e meao ciascuno. Ma il . ervizio dei trasporti deve essere in grado domani di rifornire anche un grosso reparto in marcia. poiché è buona regola di guerra che il corpo avanzato non debba provvedere ad attingere le sussi tenze con i suoi mezzi più indietro di una tappa. Fino alla distanza d'una tappa dal luogo d' operazione la direzione dei trasporti deve inviare il materiale; e la direzione ·i accinge a preparare l'avanzata con un rifornimento a mezzo di cammelli , di asini e d'autocarri. L' ufficio d 'artiglieria e l'ufficio del genio, rispettivamente diretti dal maggiore Flottcron e dal capi tano Gino. collaborano a quc. to compito rifornendo le bocche da fuoco di munizioni, e le bocche degli uomini d ' acqua. Se nel parco di artiglieria per fucili e cannonj ·ono provviste dì riserva per un milione di colpi, che vengono disseminate agli avamposti mediante le colonne - munizioni, l'ufficio del genio ha dimostrato soprattutto la propria attività col fortunatissimo impianto di rifornimento dcll ' a qua. Sulla . piaggia, prcs. o il molo dello . parto, tutte le botti vuote del vino recato in Tripolitania sono state poste in batteria in modo tale che consente di riempirle per mezzo di una lunghi ·sima manica sia dalla nave - ci tema. acco tatasi l'altro ieri fino a 300 metri dalla riva, ia dalle fontane che in città ervono di sbocco di Bu-Mcliana: qualcosa come un gro. sissimo filo telegrafico che empie i serbatoi capaci di sette ettolitri ciascuno, per una quantità totale di cento tonnelJate di acqua, la quale corri ·ponde a un bi ·ogno giornaliero di due litri e mezzo per ciascuno dei quarantamila combattenti. E si capi cc come quc to ca tcllo di botti, vero dcpo ito aereo di ottima acqua del

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Serino, sia un serbatoio di ri erva perché fino ad oggi i soldati ·i sono giovati seni.a danno dell'acqua potabile dei po.1.Zi dell'oa. i. raramente inquinati. Le ccnro tonnellate d'acqua depo ·itate presso il molo dello sparto e periodicamente rinnovate, dovrebbero servire . opra tutto ad un 'eventuale ·pedizionc nell ' interno. Mi diceva il maggiore Malladra, e ciò prova con quanto enno si sia studiata l'ipotesi dell"avanzata che ogni asino può portare quattro ghirbe da 25 litri l' una. ogni mulo tre bariletti da 30 litri l'uno, e ogni cammello un numero di ghirbe anche maggiore. Così anche il rifornimento d ' acqua per un esercito in marcia sarebbe as. icurato. Ma intanto il genio ha studiato la co ·truzione di cisterne stabili in cemento armato per mantenere depositi d'acqua in città. Per l' avanzata è anche allo studio la costruzione di una Dècauville o di una ferrovia a scartamento ridono, che potrl essere attuata dopo la pre. a di Ain Zara e che semplificherà i rifornimenti al corpo combattente, ma aumenterà la mole di quanto si deve trarre dall ' hai ia. Le difficoltà di siffatt.i rifomiment.i possono alle volte sembrare enormi, quando si pen. i c he è necessario avere sempre una corta di cibi. d' acqua, di munizioni almeno per una sellimana. poiché in inverno non è infrequente in Tripoli il caso che i piro. cafi non po ano sbarcare il carico per lo ,tato del mare. D' altrn parte le ri ·erve troppo abbondanti di materie alimentari vanno ~oggctte a putrefazioni , e quelle di carne in piedi (bovini) ad epizoozie. Per que 'la ragione non manca nell'opero~a città. nella cinà che ba nome l'Intendenza di Tripoli, un ufficio di veterinaria diretto dal colonnello Cauani. E quasi le incombenze non bastassero. dipende anche dall ' Intendenza la posta militare. che ha un movimento dj 90.000 lettere, di 4.000 raccomandate e d'infiniti pacchi po tali per ogni corriere. Le lettere! Quante ne abbiamo impostate in questi giorni, affeuuose, commoventi, emiche, ~grammaticale spes. o, non dc. o late mai! Un caporale che ·i chiama Annibale si crede in dovere di firmare le cartoline: ..Saluti dal guerriero Annibale"; un genove e, figlio di negoziante, scrive aJ babbo una lettera - un misto di eroico c di commerciale - ch'è un capolavoro: "Caro padre, rispondo alla pregiala vostra del 10 corrente e ~lo garnnte che mi ballerò serbando onore al mio nome e al mio compito di oldato .... ".Un altro. delizioso per timida ingenuità, ·crive alla fidanzata intestando di suo pugno la bu. la co. ì: Corpo d ' Armata Speciale per la Tripolitania, come se scrivesse una lettera dal comando dello Stato Maggiore! Quarantamila uomini, centomila corrispondenze per ogni corriere: ecco due cifre sibrnificative in quc ta pagina di statistica che rivela l'organizzazione magnifica di una grande nazione. Un paese che si permette di fare la guerra con gli avanzi del proprio bilancio, può organiz:1.are così una spedi'lione, da grnn signore. L' Intendenza è il segno della no tra ricchezza. Ma non è soltanto un un coefficiente materiale di succes ·o, è ·opra tutto un fattore di grandezza morale. Il oldato ben nutrito. ben vestito, bene riparato infine nelle baracche co truite daJ genio si batte con un altro spirito morale. Fra tante cifre, ho dello. due significano anche i valori morali: quarantamila uomini, centomila corri pondenze. Vengono e vanno su alcune delle navi che si ancorano in porto ogni giorno. che salpano ad ogni ora. Tutte le altre navi provvedono invece a rifornire i combauenti accampati fra il mare. l'oa~i e il deserto. Cosi si nutre una guerra moderna. Il ghibli soffocante ricopre di un polverio fitto le navi nella rada; le navi da guerra compaiono lontane nella foschia . A sera, nel cielo nerissimo, i mille occhi di fuoco delle navi si accendono, illuminano le banchine a mare. paiono a noi più vicini. Ululati di sirene nel buio, muto scambio di cgnali lumino. i lungo gli alberi. Tripoli notturna incomincia ad apparire più viva, più alacre, pronta al lavoro di domani. Nella notte può dare a tutti l'illusione di un grande porto ormai ricco. È una illusione ottica, un fanta ·ma notturno, ma è anche il segno dell'avvenire. E la vita nuova a Tripoli viene finalmente dal mare. Per "La Gazzetta di Venezia " Gualtiero Castellini Tripoli dicembre 1911

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LA BATTAG LI A 01 HF.NNI (26 NO VEM BRE 1911 )

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a manina del 23 novembre, nel campo di Hamura, dinanzi alle rappresentanze di tutti i corpi ·barcati a Tripoli, in faccia al nemico che compiva contro le trincee dei Bersaglieri uno dei con ueti attacchi della prima ora. il glorio ·issi mo 11 ° commemora a i -;uoi morti nd trigesimo della giornata sanguinosa che ebbe nome da Sciara Sciat. Cerimonia quant ' altrc mai ·empi ice e commovente: sollo una grande tenda fregiata della fiamma dei Ber. agi ieri. padre Dc Sanctis disse la Mcs a cristiana per i caduti: intorno a lui un quadrato di ·oldati e di ufficiali: pochi generali. p<.x:hi~~imi giornali. ti ; un balenare continuo del "olc fra le penne lucenti degli clmelli. un sibilare frequen te di pallottole nemiche, che sufk!ravano le trincee a dicci metri da noi e venivano ad abbancrsi ~ul campo. Padre De Sanctis disse la Messa per i caduti, il Colonnello Gu~ta o Fara parlò brevi parole per i rima.~li: " Una grazia sola noi chiediamo a chi ci regge, lasciateci avanz.ire per seppellire le os·a dei no ·tri morti , lasdatet:i riprendere le posi1.ioni che tenevamo. vendichiamo i caduti. ··. Un fre mito cor ·e fra i Ber ·aglieri e fra gli altri pochi astanti: un fr~mito che parve e~pre!',~O dall'impmv i. o ondeggiare delle penne ugli elmetti per una folata di vento. Anche il nemico assentì. e il sibilo vicinis. imo di due Mauscr venne a conchiuderc la breve orazione ul campo. Gli a ·cari ritornarono alle trincee. E noi con loro. Tre giorni durò ancorn il ·ilenzio dopo il 23. Ma venne, in seguito al ~acri licio di propi1.iazione. il compimento del voto. E fu il 26. nel trigesimo della giornata di Sidi - Me ri, mentre un ' altra cerimonia più semplice e affauo inosservata nel fragore della battaglia si compi a dietro la ca a di Gicmal Bey presso il monumentino romano che ricorda il sacrilìcio ddl'R4° reg0 imento nella giornata del 26 ottobre. Vecchia Italia romantica. siamo ritornati alla riscossa tenendo fede alla promessa nel giorno sacro ai ricordi! Prima dell'alba il rombo del cannone ci ha destati. non ci ha sorpresi. Finalmente era la battaglia. Attendevamo i primi tuoni durante la notte; credo di aver vegliato molte ore nell'attesa. Dalla terra11.a scrutavo il cielo ogni momento, quasi potessi trovare nell'infinità . tcllata di questo ciclo africano cosi diverso dal no ·tro - un ·egno, un pronostico di quello che gli uomini preparavano per l'indomani. Nulla: di tanto in tanto la lama plendente di chiarità lunare della Carlo Alberto veniva a frugare anche il mio temuzo. m'inondava di luce. mi abbacinava. proseguiva il suo coro falciando l'orizzonte, andava a po ·ar ·i lontano nell 'oasi . Era inquieta e vigile. La città non era inquieta. Silenzio anche agli avampo ti; rumore ordo di carri per le vie: le ambulanze si avviano verso quella che sarà domani la linea del fuoco. Alle tre del mattino uno calpiccio omme o. oltre la strada Azizia, verso la t:aserma di cavalleria. Suno i soldati del 50°, appena sbarcati, che vanno all'orlo del dc erto. L' alba non è ancora vicina. Pure, Tripoli incomincia a vivere ·ulle terrazze; vista cosi dall'alto. tutta bianca, sembra più bella veramente e meno lurida di quello che ia. Non gli abitanti ·algono ·ui lerrau.i , si bene le sentinelle armate, come nel giorno vicino dell'inondazione. Spiano la po ibilc insidia araba. Fa freddo. Il cielo non è rotto ancora dai bagliori antelucani : un grave onno mi tenta e quasi mi a .. opisce. Ma ecco, fra le cinque e le ci. il cannone. L' artiglieria di marina. l'artiglieria di campagna. l'artiglieria di montagna si desta. Ci ~iamo! I colpi si succedono ai colpi. melodici e frequenti imi: le granate di marina ·coppiano rintronando nell'oasi. Lo spettacolo mirnbile è cominciato. Il piano di guerra ha tutta la bellezza e la nobile architcnura di una infonia eroica. All'alba passo la linea degli avamposti. E sono in grado di a.~si. lcrc dalrinizio allo svolgimento della mirabile giornata. La quale fu preparata con ·agacia e con intuito fortunato dal comandante del Corpo d ' Armata di Tripoli. il Tenente Generale Frugoni. La ·ciata ormai al Genemle Caneva la responsabilità del Governatorato Militare e civile di tulla la colonia. re pon ' abilità che lo distoglie

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dal poter minutamente seguire le oper.uioni militari, la somma degli affari di guerra è rimasta nelle mani del Generale Frugoni, il quale, avendo il Pecori Gir.:akli e il De Chaurand divisionari in son'ordline e buon numero di generaJi brigadieri , ha potuto predisporre quc ta che fu la prima avanzata offe nsiva dei nostri da Tripol i. La battaglia fu esteticamente bella come quella di Benga~i Lo stesso di segno preciso e minuto predisposto al mattino. e il compimento mate matico prima del tramonto. Mancò la re istcnza ad oltranza del nemico. ma i ebbe in compenso uno svolgimento tattico molto più g randioso su un terreno sterminato e precisamente in due zone affatto dissimili . A tale scopo il Genernle Frugoni di ·pose affinchè le Brigate Del Ma ·tro (93° e 18° reggimento) e Lequio ( 11 ° Be rsaglieri, un banaglione I O Granatieri, un banaglionc 2° Granatieri, un banagJ ionc 3° Alpini) sotto il Generale Dc Chaurand avanzassero in catena nell ' oru i, . postandosi dalle posiLionii g ià occupale sulla linea Hamidiè - Feschlum - Hamura fino a que lle da riprendere sulla linea ciard Sciat - He nni - Forte Mesri . Compito gravissi mo per le difficoltà del terreno (una boscaglia foltissima. un dedalo di strade affondate tra due muri) e che poteva essere affidato soltanto alle due Brigate già pratiche dei luoghi per la . Lan:1.a che vi tenevano da un mese. Di ·pose altresì - e la novità e la genialità dell 'azione con ·i ·te in questo - che la Brigata Na alli Rocca (52° e 23° reggimento) e il 50° reggimento, sbarcato tre giorni o r sono, compi., ero un va~to movimento aggirante. uscendo dalle trincee fra Bu - Meliana e la caserma di caval leria, spiegandosi. a ventaglio in quello che si c hiama deserto e che è in realtà brughiera incolta e venissero in parte a dar la mano nell ' oasi alla Divi ·ione De Chaurand, in parte ad attirare l'attenzione del nemico fuori di Ain - Zara, ì da impedirgli di addcn arsi in massa ncll ' oa i contro i nostri . Disegno sempl ice cd oui mo che fu auuato con una avanzala dalle trincee di diecimila uomini nell'oasi e con uno spiegamento ne l deserto di altri diecimila uominj, e che ottenne perfenamente il suo scopo; poiché rimasero a fronteggiare i nostri nell'oasi ·oltanto grossi nuclei di tiratori arabi, e u cirono da Ain- Zara a fronteggiare l'estre ma destra de l nostro movimento a ventaglio. i fucilieri regolari turchi . Non mai la divisione fra le fort.e regolari e quelle irregolari fu evidente come oggi nella dife ·a del nemico: ogni reparto combatteva nel terreno c he gli era più adano. Fra le cinque e le . ci de l mattino la linea delle no" tre trincee che si affaccia al deserto fra Bu Meliana e la ca ·enna di cavalleria si apre lentamente; il sole non è ancora sorto e vaghi bagJ iori anle lucani ·ono all'orizzonte, in faccia a noi. La luce ·orgerà sopra il Gebel. l'aria frizzantissima ci avverte che la giornata arà trionfaJc anche per la gloria del o le: non una nube nel ciclo che impallidisce e trru colora. Siamo giunti agli avampo. ti dalle vie della città, provvidamente munite di sbarrnmenti. che assicurano le spaJle dei nostri da una eventuale minaccia cittadina (l 'esempio del 23 ot1obrc ammoni cc), e rafforzate da gro i reparti in riserva. Finalmente la Brigata Nac.alli Rocca esce in campo aperto: il 50° reggimento si . piega alla estrema destra ; sta in riserva un battaglione del glorio ·o 84°; tengono la sinistra il 23° e 52° reggimento. Due batterie da campagna e due da montagna accompagnano lo piegamento per un lungo trat10, fi nchè , negli avvallamenti delle dune, a parecchi c hilometri fuori della no. tra linea, trovano il luogo opportuno per appo tar ·i. Due squadroni del " Lodi'' cavalleria girano con più ampio volo per osservare le po ibili corrc ric del ne mico dal Gharian. mentre reparti in e plorazionc ono mandati innanzi anche dai reggimenti che tengono il ·ilenzioso fronte pacifico da Bu - Meliana a Gargare"ch: 1'82°. il 40°, il 6°. Un'immag ine non barocca, ma semplicemente grandiosa (siamo tutti un po' c bri per la nostra forza nuova) ci fa pensare a una gigantesca colata di bronzo, opera di un artefice ,ommo che getti la materia viva fra le in enature e le pieghe del terreno, che animi le dune di que to rigagnolo fanta. tico. La polvere ardente del deserto è striata daJla linea bronzea delle nostre colonne moventi . Conte mporaneo a questo spiega mento antelucano della Brigata Nasalli Rocca, è lo ·gombero dell ' oasi compiuto dall ' artiglieria; la Carlo Alberto da l mare tira a zone con fragore mai udito. le

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batterie da campagna e da montagna dalle trincee tirano nell'intrico dell 'oru i; una grandine di fuoco si abbatte ·ul palmeto. Girando dopo il combauimenlo nell 'oasi occupala. ho ·corto a diecine i bos·oli dei no tri proiettili da montagna s u la via di Ru.-Seu~,, a diecine le granate di marina . ul fortino di Henni: effeui dei Liri di ieri. Anche il pallone - drago i è levato nel ciclo, nel quale pare ondeggi mollemente: ·cendcrà fra poco perché un gran vento si leverà a getlare la sabbia negli occhi del nemico: intanto anche raerosLalo vigila sul campo. La preparazione della battaglia è completa. E ~orge il sole. Allora, anche i Turchi ·i destano. Le dannate bocche da fuoco che ci a .. illano da settimane e settimane tirano con una frequenza insolita dagli estremi recessi delroasi in cui sono celate: prova che. per la giornata di oggi. non faranno la con ·ueta economia di munizioni. Siamo a Bu-Meliana: il Generale Pecori Giraldi, il Colonnello Borghi dcll ' 82°, nel reticolato dinan,.i alle trincee osservano le prime mo e: anche le batterie volanti c he seguono la Brigata Nasalli Rocca si sono piazzate per far fronte al fuoco nemico; la fanteria nostra avanza impa ibile in piccole squadre approfillando di ogni piega del terreno; eppure ogni reparto serba il contano con l'altro. nell'avanzata in ordine ·parso. Il Capitano Pirola dcll ' 82° lii rode le pugna perché oggi è in riserva e mi presta il uo Zcis . Vedo distintamente l' ultima batteria nostrn da montagna - una coorte di uomini e di muli carichi - salire una duna, di scendere, montare i pezzi e rispondere . ubito al fuoco nemico. Avanziamo parallelamente aJla Brigata opernntc ul nostro vecchio fronte: ormai il duello di artiglieria fra la dannata batteria turca e i no. tri pezzi è impegnato. È meraviglio ·o vedere come la fanteria italiana avanLi sollo i fuochi incrociati di tutte le nostre batterie, sicura di non essere colpita: le ore passano e non sono avvertite. li ole è già alto. Lo pettacolo eroico ha oggi le linee di uno spettacolo estetjco. Par di eguire le mo , e di un c. crcito su una carta geografica. Ecco il 50° Fanteria. il reggimento ch'è a Tripoli da Lre giorni . spiegarsi aJl'estrema destra , a c inque o ci chi lometri dinan.li a noi e impegnare un fuoco vivi · imo. Che è? Un fitto fuoco di fucileria turca fa balenare di vampe continue la linea delle dune all'orizzonte: i regolari turchi sono usciti da Ain Zara, si spiegano in faccia al no tro 50°, for e a mille metri dal fuoco dei nostri e lo tengono impegnato vivacemente. Bravo Cin4uantesimo! È il primo giorno di guerra. Intanto i tiri dell ' artiglieria turca continuano, e molestano il nostro frontt: e la nostrn avanzata. Dalle batterie italiane più a inistra. presso il Marabutto di Sidi - Mesri , si risponde con un fuoco d ' inferno: gli shrapnels turchi. troppo lunghi, arrivano su di noi e coppiano in aria. ''Bottig lie di gasso. a". gridano i ·oldati e ridono, guardando lo pettacolo affacciati alle trincee, come i vecchi troiani mirnvano dalle alte mura le battag lie sollo Ilio. Il vento ci impedisce di udire il rombo dei cannoni di marina e il fragore del fuoco ncll ' oa. i. Andiamo verso i combattenti nostri di laggiù. Ecco, aJlc nove e mezza, pres. o la e~ a di Giemal Bey, un ·acerdote allontanar i dal monumentino dell'84° dove ha detto la Messa commemorativa fra il tuono delle artiglierie. Presso la batteria Biego. non lontano dalla ca ·erma di cavalleria. il Tenente Barbò mi chiama dal suo osservatorio aereo, un nido umano fra due piante: vi salgo e 1,e masse dei nostri e del nemko nella brughiera i di cgnano sempre più chiare: il 52° e il 23° i ammas ·ano contro la cuoia di agricoltura, già rovinata dalle cannonate no ·tre nei giorni precedenti, e vanno innanz i correndo. Sul fortino Mcssri. ancora turco. piovono di continuo grnnate e shrapnels nostri per preparare il terreno a chi avan1.a: il fortino tondo ·embra un vulcano in eruzione per le vampe c he ad ogni minuto l' incendiano. Intatta rimane oltanto l'a ta della bandiera; certo i no ·1ri infallibili puntatori vogliono crbarla per il tricolore. Scendo col Tenente Barbò dall'osservatorio, mi avvicino a un pezzo da 75. dove . ono il Capitano Biego e l'onorevole Ce ·are Nava, uno dei due deputati che hanno a<;. istito alla bauaglia del 26 e che l'hanno ·eguita in ogni fase. Ad un tratto mi pare di scorgere un movimento d'uomini vicinissimo al fonino di Me sri. Che è. che non è? Afferro il binocolo: guardo: ono i no tri che hanno coro-

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nato il forte. " Viva l' Italia", Tulli gli artiglieri della batteria Biego. in piedi, urlano di gioia. Guardo l'orologio: sono le 9 .45. Il primo obbiettivo della giornata è raggiunto. Il primo allo della battaglia dassica . i chiude. Allo piegamento aurornle delle truppe nel deserto. nitido ed evidtmte, succede il ~condo allo di questa bella traged ia che ha nome: una giornata di guerra. Dal campo della battaglia da · ·ica passiamo, . empre più desti e p iù ardenti nel fragore della battaglia moderna. Deve " far caldo'' innanzi, ora. Avanz iamo qua i corre ndo. Lo ·pettacolo tattico dello ~volgimcnto della Brigata Nasali i Roc<.:a nel terreno hrughieroso è onnai in piena attuazione. Conviene seguire qualche epi odio dell 'avanzata nell ' oa ·i. Agli avampo ·ti , fuori della casenna di cavalleria, vedo il Maggiore Edoardo Ropolo. che guarda commo so; aJ Marabutto di Sidi-Messri sono fermato dall ' azione che ·' impegna nuovamente vicini. sima. Giungo me ntre le batterie abbinate Serra e Di Suni s i preparano a rispondere con violenza inaudita ali' impertinente fuoco nemico. dopo qualche 1iro a granata dei s ingoli pezzi. i apre il fuoco collettivo a ·hrapne l ·. -Direzione 16.75! -Shrapnel 40 ! Correttore 12 ! - Fuoco a saJve! I comandi si sus. eguono. urlati da un pezzo all'altro: i serventi tolgono g li shrapnels dai cas ·oni. caricano: il puntatore mirn: il colpo parte: la canna del cannone rincula . enza far indietreggiare d ' un passo l' affusto di questi mag nifici pezzi Krupp ·cudati ; un fragore assordante, molli . i turano le orecchie. una nuvoletta leggiera di sabbia smo sa pit1 che di polvere .... ''Ces ·ate il foc··. Le batterie tacciono. Comprendo ora il perché del fuoco vivissimo in mezzo al quale sono giunto. I pezzi turchi , contrariamente al ·olito, avevano aggiu talo abbastanza bene il loro tiro e colpivano con shrapnels replicati la . cuoia d ' agricoltura dinanzi a noi. dove si ammassavano i nostri per andare innanzi e per raggiungere i conquistatori del fonino. Con que. ti tiri a quattromila metri abbiamo però ottenuto l'effetto di attirare l'attenzione del nemico su noi, e d ora gli shrapnel. turc hi piovono quas i in batteria, pa. ano ibilando sul capo. Inferno di fuoco dappertutto. L'un. De Felice e l'on. Nava guardano imperterriti. Il Generale d 'artiglieria Gigli arri va col uo Stato Maggiore, o . crva oddisfatto i risultati de l tiro, prosegue nell 'ispe.1.ione lungo la linea del fuoco. Sono ormaj le undici . Dalla . trada di Mcssri arrivano. lanciati al gran ga loppo, due ca ·soni di munizioni : i cavalli ;msanti vengono staccati , i cassoni aperti, gli shrapnel . ricambiati. Nell a mattinata le due batterie hanno già parato duecento colpi. Di fuori delle trincee giunge un altro corteo: sono i primj feriti del 52° e del 23° colpiti dagli shrapnels e dalle pallouole turche ne ll ' avanzata dalla c uoia d ' agricoltura al foni no Messri, quelli che ono tati dis impegnati testè <laJ tiro della nostra balleria. Il primo ferito che giunge in barella è riparato nel Marabutto. Pinalmente ento da vicino anche il fuoco della fuci leria: sono i Bersaglieri dell' 11 ° che avanzano, pa~. o per pa so, da Hamura verso Henni. mentre la fanteria di Na ·alli Rocca dalla po ·izione già occupata s ul forte Mes. ri lenta la cong iunzione attraver o la boscaglia con g li ru salitori di Henni . Passo lungo le trincee dell' I I u, fino aJl'altro ieri brulicanti di a. car i, oggi deserte. Un senso strano . i de. ta in noi durante questo passagg io, e pare di compiere una ·trada più pericolosa e più aperta al nemico oggi che nei giorni in cui rappre. entava la linea del fuoco cd era tenuta dagli avampo. ti . Ma la ragione è molto ·emplice: non si dà coraggio in ·olitudine; il coraggio ha bi. ogno della moltitudine intorno, che conforta e c he ammira. Troviamo un reparto del 18°, finalmente avan,.ato dalle sue ·tanze di pace alle tombe dei Caramanli, per rincalzare l'azione de i Bersaglieri. Una partuglia compie una ricognizione nel terreno or orn occupato dai Bersaglieri . per . nidare gli ultimi arabi che po.. ono esservi rima ti . In una casa. lezzo di cadaveri, muri abbattuti , mobili infranti; in un'al-

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tra ·en azioni e spcuacoli idtmtici. La pattuglia pia cautamente per ogni dove. Ormai anche la linea dei Bersaglieri è oltrepa ·sata: siamo ul fronte dei Granatieri : de ·erte le ca ermette che i bravi soldati a evano intitolato a un loro Maggiore morto. il Gregori, e alle loro glorie pas. ate ; affumicate <lai servizi di retroguardia della cucina le i ·crizioni che i leggevano agli avamposti, sulle porte delle piccole moschee: "A me le guardie, per l'onore di Casa Savoia!". Un battaglione del 18° è sopraggiunto. ed ha avanzato nel cuneo rima~to fra i Bersaglieri e i Granatieri: i soldati. in riposo, attendono l'ordine di andare ancora avanti ridendo. È il meriggio ardente. Finalmente un reparto con cui proseguire! La ·osta momentanea è determinata dal fallo che a cento pa i dinanzi a noi sta per saJtare una ca a in cui è annidata una ventina di Arabi . Il ca o, ho saputo dipoi. ci ha condotti vicino a quello che fu l'episodio più notevole del l'avanzata nell 'oa-.i: nella casina ·i ·ono rifugiati gli Arabi dei dintorni a ·parare; i Granatieri l'hanno circondata appostandosi nei fos ati; il Genio è riuscito a minarla: i Bersaglieri in avanguardia attendono la fuga probabile degli Arabi: il no ·tro battaglione del 18° poco si guarda dal fuoco e dall'eventuale irruzione degli Arabi: ha molta fiducia nel Genio che li deve far ·altare vivi in trappola. 11 Generale De Chaurand mirn da pres o la pericolosa operMione: siamo tutti trepidanti. e consultiamo l'orologio di minuto in minuto. Chi ode, nel gran silenzio della selva tmpicaJe la cafora meridiana? ... . Mancano dieci minuti, cinque minuti, tre minuti. le spolette entrano in azione ... . Un rumore ·ordo. una vampa, tre . coppi successivi: la casa è saJtata Ma più del fragore sordo della mina ci colpisce, nella istantaneità del momento, un fuoco di fucileria vi issimo ininterrotto, as. ordante. Non ho mai sentito tirare a salve con tanta intensità. È un fuoco di fila t:he dura un minuto. " I Bersaglieri!" esclamiamo noi ingenuamente: e crediamo che il fuoco sia dovuto ·oltanto ai Ber agi ieri che sparano ·ugli Arabi fuggiaschi, balzati fuori dalla casina ruinata. Ci accorgiamo che il fuoco è duplice, e che al nostro fucile ·'modello 1891" si accompagnano i Mau. ere i Martin i, quando una gragnola di palle viene abballendo ·i sul battaglione del 18° con rabbia. Sono gli Arabi - le belve stanate - che, presi d"infilata dal fuoco dei Bersaglieri . sparano all ' impazzata fuggendo. sui Bersaglieri e su noi . Due Ber aglieri cadono, gli unici uomini perduti in tutta la giornata dal Colonnello Fara che era dispo. to al mattino ad un sacrificio di cento uomini; altre palle si abbattono senza colpire nelle nostre file. La fucileria tace: gli ultimi Arabi ono uccisi . Avanziamo? Sopraggiunge, più pericoloso dei fucilieri Arabi. il Generale De Chaurnnd, vietando ai borghc i di seguire i reparti di truppa. Invano protestiamo; l"ordine è perentorio: i ritorni a Tripoli. Tenlo la fuga - è la parola vcr o la linea delle trincee e il fortino di Mcssri. Due Carabinieri al pas ·o di cor ·a mi raggiungono e mi accompagnano ulla via di Tripoli. Apprendo in ciuà che sono ·t.1to uno fra i pochissimi giornalisti riu ·citi a pa ' are la linea delle . enlinelJe aJl'alba; che molti colleghi l"hanno superata a mezzogiorno con ottcrfugi e scappatoie. ·enza aver assistito all'impresa di Nasalli Rocca nel dc erto e che saranno ora sperduti nell'oasi, cguendo la gesta episodica di qualche compagnia. Non mi consolo. Dalla città riprendo ostinatamente la via della caserma di cavalleria, dove ancora si pa. sa: raggiungo qua i di cor. a, lungo la linea delle trincee, il Marabutto di Sidi-Messri , il mio os ·ervatorio avanzato. Alle quattordici e mezza incontro il conte di Campello, eleganti . imo nella . ua uniforme di cavalleria e gli chiedo: -Henni è prc a? - Non ancora: mancano cinquecento metri aJla conqui 'la. li conte di Campcllo sprona ver-.o Tripoli per ponare al comando la noti,ia della pre a imminente e quella non meno importante del compito adempiuto dal 50° Fanteria all ' c trema destra. Da stamane ha tenuto iJ fuoco dei Turchi impegnalo soltanto contro di sé! Ora i Turchi ripiegano su Ain 7..ara. Il 50° ha mandato a chiedere se può muovere all'attacco. Il comando manda in questo momento l'ordine al 50° di ritornare al campo dalla ua zona d"azione a cinquemila metri da noi : il suo compito è finito. Ain 7..arn non sarà attaccata. Perché? Guardo col binocolo lontano: il sole è ormai basso. Sull'orizzonte. oltre la linea delle dune che pareva confine c tremo alla vista, si profilano le mon-

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tagne azzurre del Gcbcl. La linea delle vampe turche è dileguata: la difesa è ces ata. Si corgono chiaramente i reparti del 50° amma ati in atte a. Anche i cannoni turchi, ·tretti ormai da vicino dalla linea delle nostre posi,ioni nell'oa. i. tacciono quasi complernmcnte; qualche tiro raro, d 'ora in ora. Invece che per le nuvolerte di fumo degli shrapnels turchi o italiani il ciclo i o cura ogni tanto per un volo di lodole o di rondini che i aggruppano, si snodano a ·erpenle. annebbiano l'a1.1.urro: uno ·petracolo incomparnhile. E gli artiglieri, con lo sguardo al cielo. mirano lo spetlacolo di pace. Scoccano così le quindici e quarantacinque. Mi av io di nuo o ver-;o l'oasi , quando un capitano dei Rersaglieri ,tt.ldetto allo Stato Maggiore esce correndo dal Marabutto dov 'è il ricevitore telefonico e. con un foglio spiegato in mano grida: "Ho la buona notizia! Henni è stata presa alle quindici e trenta ... :·. Il oto del Colonnello Fara è compiuto. Abbiamo gridato d'ebbrezza. prima poi lagrime di gioia sono colate dagli occhi di tutti: artiglieri, fucilieri dell'84°. ufficiali di Stato Maggiore. deputati. giornalisti italiani e stranieri. ahhiamo applaudito tutti . Soltanto il Capitano Di Suni ·i è mantenuto calmo. e ha gridato ai ·uoi artiglieri. che avevano le mire già pronte: "Fuoco a alve! .. Era una ri~po. ta semplice agli ultimi tiri degli Arabi in fuga nel palmeto. od ern anche l'inconl"el>~ata baldanza di un tiro a salve per salutare la presa di Henni'! Non . o quanto tempo ia tra ·corso nell'estasi della buona noti,.ia: pareva veramente che alla tensione della battaglia tcnes ·e dietro un'improvvisa calma, fra gli elementi e fra g li uomini. Il diapason era . lato raggiunto. Che rimaneva ora da fare. ·e non gioire e cantare la gesta iuoriosa'? A un tratto i tiri del cannone turco si sono ridestati: la pioggia degli shrapnel , gli ultimi della giornata, ha ripreso a tempc tare. Abbiamo compreso ·ubito perché. li 50° si preparava a rientrare in trincea. Erano le sedici passate e il tramonto del ole vicino; i Turchi volevano molestare da lontano i combattenti che erano venuti ad affrontarli da vicino. Maledetti pezzi turchi! Aves imo avuto un reggimento di cavalleria da lanciare a battaglia finita contro qud peai, per catturarli finalmente e coronare così la giornata trionfale! La cavalleria mancò. e il danno fu sentilo assai presto in Lutto re ercito. Perché non ci si decide a mandare uno o due reggimenti di cavalleggeri che potrebbero manovrare nella brughiera dinanzi a Messri come nelle brughiere di Gallarate in Lombardia? Quando il 50° Fanteria è stato a un paio di chilometri dal Marabutto, il fuoco in. eguitore dell'artiglieria turca ·i è fallo più vivo. Due shrapnel. sono pa ati rombando e ·ono ·coppiati vicinis.. imi: i nostri cannoni hanno ripre ·o a controbattere i loro. Ero andato con alcuni soldati dell ' 84° incontro ai reduci, sotto la pioggia innocua dei tiri turchi . Un velo dj tristezza copriva il volto dei soldati del 50°: avevano chiesto di andare all'attacco. e ciò era ·tato loro negato. Non erano paghi di avere retto il fuoco nemico per molte ore. Alla loro te ta, con gli ufficiali del comando, un Capitano medico ferito. col braccio al collo, ·e ne veniva grave e lento, come meditando: gli avevano tirato addo. o mentre curava i feriti . (li reggimento aveva avuto un ufficiale ucci o - il Tenente Galluzzi - e una ventina di uomini fuori combattimento). Dalle trincee si è fatto incontro un ·uperiore: il Capitano medico si è fermato sull'attenti. e ha portato la mano alla visiera col braccio ancor valido. Intanto io avevo ·corto la bandiera del reggi mento fiammante. sbarcala a Tripoli da tre giorni, condotta al fuoco all'alba. Come un folle mi . ono mc o a correre di fratta in fratta ; l'ho raggiunta. La portava un Sottotenente giovane. che - appena mi ha vi. lo, unico borghe e fra tanti armati - ha esclamalo alteramente, qua. i volesse dar notizia al paese della condoua delle sue compagnie: - "Noi non l' abbiamo fatta ripiegare! " - E ha soggiunto: - "I oldati sono quasi tutti piemonte. i e siciliani dei due estremi lembi d ' Italia .... Molti sono richiamati, più meritorii degli altri. ... - No. caro soldato, non picmonte i né siciliani, non richiamali né soldati di leva, non veterani di due me ·i né ·barcali ieri. Siete tulli l' Italia e oltanto l'Italia.

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Co ·ì alle cinque del pomeriggio, la battaglia cominciata alle cinque del mauino è finita: silenzio u ogni fronte. I ·oldati hanno ripreso posto nelle trincee o in città. se appartenenti al 50° o all'84° all'art iglieria; hanno operato il collegamento con le trincee di Sidi-Messri se appartenenti al 52° e al 23°: i soldati delle Brigate Del Mastro e Lcquio, nell 'oasi, hanno fabbricato le nuove rtrincee a tre c hilometri ci rca dalle posizioni del mattino. Hanno lavorato ancora nell 'ora del tramonto; dopo il fucile hanno preso in mano la vanghe tta. e si ·ono ste i nelle piccole trincee nuove tremando di fred do per la notte sopraggiunta, perché non avevano potuto recar con sé le coperte. Qualche colpo di fucile ancora nelroa. i, qualche vampa notturna: null 'altro. 11 ·oie era calato rapidamente. subito dopo la vittoria, in direzione di Gurgi e di Gargaresch. Oo(X) dodici ore la vittoriosa avanzata è compiuta: l' orologio ha ·egnato con matematica preci·ione quello che con matematica preci ione era . Lato studiato. La cio finalmente il Marabutto e mi dirigo verso i reggimenti ag li avampo. ti che non ·anno ancora la buona notizia. È quasi notte quando reco agli ultimi reparti ravviso che Henni è stata pre. a. che la giornata è compiuta Da Mc ri sono andato verso Bu-Mcliana la. ciata all'alba: andavo nella dire.1.ione della luce ca la nte per poter fruire deg li ultimi raggi rinessi del sole s ul de. erto. Alla caserma di cavalleria mi si sono fatti incontro il commendator Motta, il conte Bologne ·i, il barone Menzi nger, della direzione degli affari civili, c he dopo l'ingrato lavoro quotidiano venivano al limitare della linea per ·ent ire della battag lia. Più innanzi g li uffic iali si staccavano come ombre dai gruppi oscuri per c hiedere, per applaudire alla noti zia: Henni è presa, ripre a dopo un mese! Mi sentivo lieto come chi di ·pensa la gioia. /\ Bu-Meliana era notte. Sono rientrato in città me ntre luccicavano le prime stelle. E nulla mi è paJso più naturale nella vita di questo compito di messaggero volontario c he mi ero assunto nella ·era de lla vittoria: andare narrando ai oldati l' impresa di altri soldati . Ma quando sono stato in città, a notte fatta. un pensiero mi è nato improvvi. o come una ossessione. Oggi è domenica: durante la battaglia avranno suonato come di consueto le musiche militari in città'! Quali bande avranno uonato? E una strnna nostalgia mi prende, un desiderio della musica c he non ho udito tando agli avampo ·ti . Pre o il mercato del pane odo di lontano g li . qui lii ·onori delle trombe. È il 50° che rie ntra acclamato, con la fanfara in te ta: fanfara di guerra dopo la vittoria, mu. ica iLaliana al vento. li secondo auo ddla battaglia nella notte si chiude. Ma vi è dopo la battaglia un ter1.'atto che ·i svolge sulle posizioni conqui tate. Il nuovo fronte nell'oasi parte davanti alla balleria Hamidiè e giunge al fortino di Messri ; il 93° reggimento. che era già avanti, ha progredito meno degli altri corpi; parnllelamente ono venuti innanzi da Fe~chlum ver o Bu-Seua i due battag lioni di Granatieri, e da Hamura su Hcnni I ' 11 ° Bersaglieri; il 18° ha mandato la maggior parte dei , uoi fra i Ber ·aglieri e i Granatieri , si che alcune compagnie hanno anche preso po. izione agli avampo ·ti di Henni; altre bauono orn l'oas i nelle ispezioni di retroguardia. Vedremo oltre Henni riattaccars i i Bersaglieri con i fucilieri del 52° per mezzo del battaglione deg li /\!pini, felici d'es ·ere finalmente all ' avanguardia. Ho percorso il 27 novembre, all'alba, il terreno dell'oasi conquistato alla vigilia, raccogliendo ovunque Le ·timonianzc e noti zie. Era facile nell'intrico delle vie constatare l'effetto dei nostri proienili di artig lieria, che i ri contravano sul terreno numero. is. imi. Né gli etfotti erano visibili soltanto ·ul terreno: molte delle alte palme e rano , pezzate, lelleralmente decapitate dai tiri dei nostri cannoni . Quasi tutte , e anche questo è . ignificante, spoglie di datteri: segno evidente che gli Arabi erano da tempo ridotti a mal partito e co ·trerti a nutrir. i di prede ·trappate otto la linea del fuoco. Le tradicciuole recano le tracce recentissime del passaggio delle batterie da montagna, di quella meravigliosa artiglieria volante che avan1,ò sul terreno insidio. o insieme con la fanteria, caricata a pe.1.1.i sui muletti. Ad ogni punto i cannonci ni erano tolti dal dorso dei muli, montati e impiegati

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come milragliatrici o come fucili; ne uno dirà mai a sufficienui l'elogio di t.1uesLi artiglieri velocissimi che anche stamane sono in balleria con i loro pezzi agli avampo ti. dei quaJi costituiscono la difesa più efficace. Fortunatamente la resistenza del nemico sul terreno non è tata violenta; ·i può dire che gli Arabi si ritirarono ubito combattendo. E. tranne pochi episodi. si ritirarono abilmente ·enza lasciare prigionieri. Del resto. gli ordini dati dagli ufficiali ai ·oldati prima dell'u~cila dalle trincee erano spicci: - Se ·i fanno prigionieri Turchi trattateli con ogni riguardo; e i fanno prigionieri Arabi , sapete come liberarvene: gli Arnbi non ·ono belligeranti. E i Turchi non si vedevano. Soltanto aJl'accampamento di quell 'eroico e gentile soldato che è il Maggiore Grazioli vidi alcuni prigionieri Arabi: donne, vecchi. fanciulli. L'avanzata nell'oa i fu dunque una manovra sollo il fuoco nemico di incomparabile audacia e fu condotta con sagacia sicura: avrebbe potuto richiedere un mas ·acro, e il comando era disposto al sacrificio; fu un prodigio di sangue freddo e di abilità. Le colonne marciarono pamllelamente atlraver. o strade, attraverso giardini, attraver ·o case, ogni compagnia serbando il contatto con l'altra compagnia fra difficoltà e trcme. ogni reparto essendo accompagnato dalle . ue mitrag liatrici e dai suoi cannoncini da montagna. e attingendo alle spalle i rifornimenti di viveri e di munizioni. Diecimila uomini che avanzano in una ·elva su una lin~ lunga dai tre ai quattro chilometri per un tratto lungo dai due ai tre chilometri . Percorrendo il fronte delle nuove posizioni ho potuto raccogliere anche i primi dati intorno alle perdite di ieri: dati appro~simativi ma che avevano il merito oggi, in Tripoli. di essere i primi: la grande avanzata non avrebbe costalo che una doaina di morti e un 'ouantina di feriti. Non raccolgo neppure a titolo di cronaca le cifre delle perdite arabo-turche che devono e ere state fortissime per l'efficace fuoco di fucileria del 50° all'e ·trema destra, per i no~tri tiri d'artiglieria e infine per gli incendi di case nell'oasi e per l' avanzata della Divi ione De Chaurand ; parecchi cadaveri furono ritrovati sul campo. Ma non soltanto cadaveri di Arabi furono ritrovati dai no tri nell'oasi: sotto le pendici di Henni coronate ieri prima del tramonto dai nostri Ber. aglieri giunti al pa · o di cor ·a, nelle casine laterali, furono ritrovati cadaveri di Ber agi ieri nostri uccisi nelJe giornate di ottobre e ancora insepolti. J due battaglioni di Granatieri avanzando da Fe chlum u Su-Setta hanno trovato ad ogni punto i lugubri egni. Stamane il Maggiore Grazioli del 2° Granatieri ci ha accolto presso le nuove trincee con la ste. . a corte ia quisita con la quale quattro giorni fa ci invitava aJla sua mensa nella moschea di Feschlum, trasformata in quartier generale. Alto, fiero, elegantis imo dopo una notte di veglia sul campo, nervoso negli ani. mobilis. imo nello sguardo, il Maggiore Grazioli è una figura di cavaliere ver.imente ·uperba, ed ha la sagacia <li conduttore di uomini profonda. Ci ha ricevuti. dicevo, mentre dava disposizioni per a. se. tare la nuova linea di difc a , c he ha innanzi a sé un buon campo di tiro, e mentre la fucileria riprendeva as ·idua ·u tulla la linea. Ma mentre egli stesso ci guidava verso il fortino di Hcnni chiedendo an iosamente notizie della . ola cosa che gli tia a cuore. l'azione della notla nell'Egeo. un Tenente medico i è avvicinato e ha domandato se poteva guidarci là dove egli apcva. Il Maggiore ha assentilo e ci siamo internati nell'oasi, ver ·o un gruppo di case abbandonate, dalle quali i prigionava un orrendo lezzo di morte: dinanzi ad una era un frantoio di olive abbandonato, con la miscela ancor molle delle frulla pigiate; vicino a un pozzo i cadaveri ormai putrefatti di tre Ber. aglieri uccisi in ottobre con gli elmetti di·faui; nello . piazzo dinanzi ad un 'altra ca a, aperta verso il fronte delle trincee italiane di ieri uno spettacolo orrendo: i cadaveri ignudi di altri tre Bersaglieri nostri. neri ormai per l' insulto del tempo. ma ancora carnosi. Stavano gli insepolti ahhauuti in atto di di pcrazionc; due proni, uno supino, all'ombra di un grande olivo. otto la ca 'a. I ro ·pi - orribile a dir~i - formicolavano . u quelle poglie umane. Ed uno dei morti - io narro la cosa orrenda oltanto perché ·i ·appia in Italia e nel mon do con chi abbiamo a combattere - uno dei morti, quello upino. era tato crocifisso daJ nemico. La

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bestia selvaggia che noi dobbiamo tanare e mordere a ·uon di fru. tate e non fucilare ma impiccare, la bestia . elvaggia che si chiama nemico aveva abbattuto l'eroico Bersagliere rima to più avanti di lutti verso Henni, e l'aveva ste. o in croce. Potrò mai dimenticare il tuo volto di angoscia, martire cristiano e italiano? Non polrò, e non voglio: hai fermala l'immagine della morte nel volto contraffatto: rimanga nei nostri cuori l' immagine tua per rendere sicura come una promcs. a la vendetl.a. Sollo le bnicc ia di te e i feroci avevano po to una canna lunga, un ' altra otto il capo; e le due mani erano inchiodare alla canna trnversa nello pasimo della fine . Questo ho veduto stamane, e non dimenticherò più: primo fra i giornali ·ti italiani. ho avuto il tristissimo privilegio della constatazione. Te ·timoni l'on. Cesare Nava, deputato al Parlamento, due ufficiali ed altri ignori di Milano che si accompagnavano a noi . Il Maggiore Grazioli farà allegare un documento fotografico al suo rapporto. e l'esercito italiano potrà rispondere ai detrattori tranieri che ci accusano di barbarie. Quando un nemico si combatte con le armi che u a l' Arabo fellone, in chiodando alla croce per martirio e per i chcrno i no. tri uomini. ed esponendoli insepolti in direzione delle no. tre trincee. quel nemico . i stana come una belva e si chiaccia come una vipera. Per i no. tri morti avanti! Ho provato più volle nei giorni ·cor i. e lo confes. o , un sentimento di pietà i. tinti va riflettendo ai caduti di ogni giorno in questa g uerra barbarica. un sentimento che voleva e non poteva e sere rimorso per aver voluta e predicata un poco questa guerra: un sentimento che non ho ·aputo mai analizzare in me. ma che mi ha turbato talvolta. Da ieri questo . entimento non mi occupa più. È stata la contemplazione del magnifico disegno di battaglia che mi ha indotto a con iderare non l'episodio ma il ri ultato generico e il beneficio compie. sivo? Non so. Certo i è che la visita al Bersagliere crocifi so , nel lez.1.0 orrendo che si sprigionava da quella ca. a e che mi persegue, dà forza nuova al nostro impeto di volontà. E il martirio fraterno non vuole pace. ma guerra forte e vendetta . La pace s i dà soltanto fra i simili: agli inferiori si impone la pace soltanto dopo il cru tigo. Mi è embrato di salire ad Henni dalla cru ina del martirio, come chi salis ·e in pellegrinaggio sul Calvario. La palazzina che si chiamava lino a ieri Sidi-el-Hani ed era casa di pace erella sulla radura della collina. dalla quale si domina l'oa. i tulla ed il deserto e il mare, fu trasformata in questi me ·i nel fortino di Henni. Tenuta dai nostri lino ad un mese fa. poi abbandonata per ridurre le linee di difc. a più ~icure e occupata dai Turco- Arabi . Henni fu visitata quotidianamente dalle granale della marina . Nella luce mattinale appare a noi fa. c iata completamente da un lato, tronca dall ' altro, crivellata nelle muraglie ·uperstiti da forse mille colpi. La ca a è rosa da questa tabe di piombo venuto di lontano. Proiettili ovunque nell'interno, nello pianato fuori della ca a. ulla piccola mo. chea vicina, che ha il capo taglialo nettamente da un 'ondata <li ferro e di fuoco. Triste casa visitata dalla morte, anche dalla morte non eroica: in un angolo i cadaveri dis. ohi di due colerosi .... Tutt'intorno le nuove trincee ·cavate questa notte dai Bersaglieri: la mitragliatrice e i cannoni da montagna sono già in azione contro i nemici che tirano violenti simi. Il Generale De Chaurand appare, os ·erva. prosegue l'i pezione verso Messri . Il Colonnello Fara è raggiante. G Ii ricordiamo la pro me · ·a del 23 novembre. Risponde accennando al l'azione del 26: è . tata la ri. posta dei Bersaglieri al conferimento della Medaglia d'Oro. Dobbiamo raggiungere prima di mezzogiorno il Marabuuo di Sidi Mes ·ri per chiudere il giro delle no ·tre trincee. E non potremmo avere migliore guida nella bo caglia che scende fino al fortino, dei due Capitani Badoglio e Andreini . Il Capitano Badoglio dello Stato Maggiore era all'Intendenza fino a poche ettimanc or . ono: anelava ad un servizio attivo e si è fatto aggregare al Comando: da alcune settimane lo vedo ogni giorno ' U qualunque punto delle trincee. Que ti due ufficiali - il Capitano Badoglio e il Capitano Andreini - hanno avuto l'incredibile audacia di percorrere giorni sono, travestiti . tutta la linea nemica contro la quale abbiamo ieri avan1.ato: freddi e . crcni hanno osservato per una giornata strade, accampamenti. giardini. guardando i

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ad ogni momento dall 'occhio vigile degli Arabi e dal pericolo ·is ·imo fuoco dei nostri che potevano crederli nemici. Un'audacia romantica che ha portato i suoi frutti : è infatti al concorso del Capitano Badoglio che si deve il disegno dell'azione riusciti. s ima di ieri. Con ufliciali siffaui l' Italia può andare dove vuole. Quando siamo ali' angolo formato dalle trincee dcli' 11 ° Ber. agi ieri con quelle dcgl i Alpini una scarica di fucileria fittissima investe dal palmeto le nostre persone alle. che si prolilano sulle trincee. I Capitani ·i affacciano alle feritoie e guardano: un gruppo di tiratori arabi ha scoperto akuni Bersaglieri che lavoravano fuori delle trincee a nuovi ripari e li ha prc i di mira. Rapidamente i ·oldati sono richiamati in trincea. Si precipitano correndo verso i muricciuoli , balzano a terra, prendono posto nelle file ancora ansanti per la sorpresa, mentre la grandine nemica tempe. ta vivaci .. ima. ~ 'abbatte contro i sacchetti del terrapieno. grandina contro le palme picchiettandole. Pare che il nemico voglia avan:1.are, tanta è l'i ntensità del tiro. E l' utliciale che comanda il reparto avverte tranquillamente:"Ai vostri po ·ti. alzo abbattuto; baionetta in canna ..." Ma la fucileria nemica rallenta otto il fuoco della nostra mitragliatrice. Proseguiamo finalmente fuori della boscaglia: l'asta del fortino Messri è laggiù. Dietro le trincee dei fichi d'India sono gli Alpini. Al passaggio del i:,'TUppo scoperto il fuoco nemico riprende: è naturale . Viene verso di noi il Maggiore Mombclli , con la mano ancora fa ciata per il colpo che lo ha ferito dieci giorni fa. in rierva ad Hamura: viene il Capitano Trivulzio, e ordinano concordemente il richiamo degli Alpini c he lavorano fuori delle trincee. Chiedo di un giovane Sergente volontario amico mio: è fuori al lavoro. Sarà rientrato poi? Certo gli Arabi non avrebbero inten1.ione di consentirlo.... li Capitano Badoglio. sereno. chiama un oldato del suo pae e, gli consegna una lettera <.lella mamma, e una canolina ulla quale fa . criverc due righe di ri po ta eh 'egli stes ·o impo ·terà .... Tocchiamo il fronte <.lei 52° e <.lei 23° alla scuola di agricoltura: l'immenso caseggiato è mezzo ruinato; sfogliato a strati ·e si può dire così, a settentrione. li lavoro delle nostre artiglierie lo ha ridono in tale stato. Ora che è no tro. è pre o a bersaglio dai cannoni turchi, da quei cannoni che non abbiamo potuto prendere ieri e che ci mole. tano ancora oggi. I soliti . hrapncl passano radendo il caeggiato. Fortuna! Ieri scoppiavano qui. La batteria Di Suni aJ Marabutto riprende il g iuoco 4uotidiano della controbattuta, mentre un 'altra batteria, ai piedi del fon i no Messri, a due pas ·i da noi , prende a far fuoco con tiro cortissimo contro quei tali Arabi molesti che ci . iamo lasc iati alle spalle. " Bravo! Ca ·tigateli bene'', grido al Tenenle: il Tenente si volta. Lo riconosco Ahhiamo pao;;sato più giorni in icme quand'era a Sciara Sciat: ieri era in riserva alla ca erma di cavalleria: stamane l'hanno mandato qui ; prima di prender po. to sul fortino (ancora sgombro per il fetore cadaverico che ne emana) ha trovato modo d 'impiegare i suoi pe;,.,1.i. L'ispezione è finita. Messri - mi dice il Capitano Badoglio - diverrà uno dei punti più foni del la linea di opere permanenti con cui vogliamo ci ngere Tripoli: poche opere angolari , con forti pezzi da 149 e obici d 'assedio; cortine di allacciamento; radure . gombre per i tiri all'intorno. E . alta in sella con Andreini, sui cavalli giunti per vie coperte. lo entro in trincea. nelle batterie del Marnbutto, . cava lcando i ripari del fronte . - Che fa'! - mi chiede un artigliere di dietro lo cudo del pezzo. Rientro a casa, che diamine! - Fa un certo effetto rientrare dall'e. temo in una ridolla che vi aveva tenuti chiusi fino a ieri, osservatori cauti dall ' intemo ....Ma ora il terreno tutto all'innanzi è . gombro. cd è nostro .... Mezzogiorno. Mi guardo in giro, dove ieri ferveva il fuoco della fucileria: anche l'oasi è ormai nostra, fin quasi a me1.zo il cammino di Tagiura; il de. erto è battuto dalle pattuglie italiane c pare ormai quasi sicuro. li 26 di ottobre abbiamo respinto un auacco dei Turchi e degli Arabi contro le nostre trincee, con uno sforzo eroico: il 26 di novembre abbiamo attaccato i Turchi e gli Arabi a chilometri di distanza, nei loro ripari, con un disegno organico e con uno sforzo minimo. Un mese fra le due giornate. Molto? Poco? Non è il me~e trascorso che conta: conteranno nella

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storia d ' Italia i mc i a venire. Ormai sappiamo di potere. Abbiamo cbiu o Tripoli in un cerchio di ferro e di fuoco. e ahhiamo saldato ieri il cerchio con un nuovo anello temprato. Ma abbiamo ·pezzato un ahro cerchio che ci teneva avvinti, e abbiamo rotto un incanto magico. Sappiamo che po ·iamo uscire dalla città quando vogliamo, che ne usciremo fra breve. Dopo la cttimana eroica di Cagni, è questa la prima voha che l'Italia va avanti nella pianura di Tripoli. Va avanti, e con i ·uoi ufficiali e con i suoi soldati non può trovare più la via del ritorno. Il fortino di Henni non si insanguina due volte. Non vi è posto. in un lembo di terra che sa il martirio ed il acrificio. per due monumenti. Gualtiero Castellini Per la "Gazzetta di Venezia" Tripoli. dicembre 1911

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INDICE DELLE IMMAGINI I LUOGHI FOTO N. 1 - TRlPOLJ - Comando italiano FOTO N. 2 - TR1POLJ - li mercato FOTO N. 3 - TRlPOLI - L'arco di Marco Aurelio FOTO N. 4 - TRIPOLI - U castello del Valy FOTO N. 5 - TIUPOLI - La dogana FOTO N. 6 - LEBDA - Scavi archeologici FOTO N. 7 - TOCRA - Il castello FOTO N. 8 - BENGASI - Ospedale Militare FOTO N. 9 - BENGASI - Piazza Municipio FOTO N. 10 - ZUARA - Pontile di . harco FOTO N. 11 - ZUARA - Pozzo trivellato POTO N. 12 - ZUARA - Ambulatorio medico " Regina Elena" FOTO N. 13 - REGDALJNE - Interno del forte FOTO N. 14 -ZUARA - La moschea FOTO N. 15 - BU SCEIFA - Panonuna genemle FOTO N. 16 - BU SCELFA - La dogana FOTO N. 17 - BU SCEIFA - 11 faro FOTO N. 18 - BU SCEIFA - Il comando presidio FOTO N. 19 - BU SCEIFA - Ospedale Militare FOTO N. 20 - AZJZIA - L'aeromotore del ca tello FOTO N. 21 - BU SCElFA - L'o. servatorio FOTO N. 22 - BU SCEIFA - Bamccamenti FOTO N. 23 - ZUARA - La c hic a FOTO N. 24 - ZUA RA - Stazione radio - telegrafica FOTO N. 25 - ZUARA - La colombaia mi litare FOTO N. 26 - ZUARA - 11 comando presidio FOTO N. 27 - ZUARA - La residenza FOTO N. 28 - ZAVIA - 11 castello FOTO N. 29 - YEFREN - Ex caserma turca FOTO N. 30 - YEFREN - Cascnnctte truppe libiche FOTO N. 3 1 - SIRTE - li cru Lello FOTO N. 32 - SlRTE - Pontile in co truzione FOTO N. 33 - TARH UNA - Cascrma cx turca FOTO N. 34 - TARHUNA - Interno caserma FOTO N. 35-TRIPOLI - Panorama stazione ferroviaria FOTO N. 36 - TRIPOLI - Depo ilo locomotori FOTO N. 37 - TRJPOLI - Vagone cisterna FOTO N. 3R-TRJPOLI - Tracciato ferroviario FOTO N. 39 - TRlPOLI - La prima locomotiva

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LO SBARCO FOTO N. 40 FOTO N. 41 FOTO N. 42 FOTO N. 43 FOTO N. 44 FOTO N. 45 FOTO N. 46 FOTO N. 47 FOTO N. 48 POTO N. 49 FOTO N. 50 FOTO N. 51 FOTO N. 52 FOTO N. 53 FOTO N. 54 FOTO N. 55 FOTO N. 56 FOTO N. 57 FOTO N. 5R FOTO N. 59 -

TRfPOLI - Artiglieria da sbarco della marina BENGASI. - Marinai in po izione di tiro BENGASI - Sbarco di marinai TOBRUK - Sbarco di marinai TRIPOLJ - Marinai in ripo o TRlPOLl - Marinai di guardia TRIPOLI - Sbarca l'esercito TRIPOLI - Sbarco dj cavalli e munizioni TR IPOLI - Ufficiali sbarcati TR IPOLI - Sbarco del 93° Fanteria TRIPOLI. - Soldati sbarcati TRIPOLI - La sfilata delle truppe TRIPOLI - Altri soldati sbarcano TRIPOI J - Sbarco di soldati TR IPOLI 11 rancio TRIPOLI - Il Generale Caneva TRJ.POLI - 1 cannoni del Forte Faro TRIPOU - Un cannone di Pone Hamidiè TR IPOLI - Un cannone di Fone Sultaniè TR IPOLI - I re ti del Forte Sultaniè

LE TRUPPE COMBATTENTl FOTO N. 60 FOTO N. 61 FOTO N. 62 FOTO N. 63 FOTO N. 64 FOTO N. 65 FOTO N. 66 FOTO N. 67 FOTO N. 68 FOTO N. 69 FOTO N. 70 FOTO N. 71 FOTO N. 72 FUIU N. 73 FOTO N. 74 FOTO N. 75 FOTO N. 76 FOTO N. 77 FOTO N. 78 FOTO N. 79 FOTO N. 80 -

TRIPOUTANIA - Fanteria in attesa dell ' attacco JIENNI 1152° Fanteria al fuoco HENNI - L' 11 ° Bersaglieri in trincea HENNl - Effetti del tiro italiano HENNI - L'84° Fanteria con la bandiera del Profeta AlN ZARA - Carri ambulanza TRIPOLI - Balleria ippotrainata HOMS - Ufficiali degli AJpini llENGASI - Bersaglieri in trincea AIN ZARA - Granatieri all ' attacco TRIPOLI - Un carro delle salmerie insabbiato Artiglieria da montagna TRIPOLI - Accampamento nell 'oasi BENGASI - Un vecchio cannone turco BENTNA - Cannoni turchi catturati MISURATA - Una automitragliatrice Fiat Arsenale Soldati con mitragliatrici Maxim - Vickers Bersaglieri con mitragliatrici Soldati con una mitragliatrice in pieno deserto SLITEN - Cavalleria ZANZUR - Il Generale Di Carpineto

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Cavalleria dopo una ricognizione Cavalleggeri in esplorazione ZANZUR - Pattuglia di cavalleggeri REGDALINE - Bersaglieri scendono da un autocarro TRIPOLI - Soldati convalescenti ritornano al fronte DERNA - Gruppo di ufficiali degli AJpini TRIPOLI - Fanteria montata TRrPOU - Fanteria montata in partenza TIUPOLI - Fanteria montata DERNA - Una sezione di artiglieria da montagna MISURATA - Alpini con una balleria da montagna MISURATA - La ste ·sa batteria in approntamento pezzi Di guardia nella ridotta Ber. aglieri intorno ad una ridotta Cavalli che ·i abbeverdllo TOBRUK - Un ferito RF.NGASI -Onoranze a un caduto Un 'ambulanza su dromedario Cani da guerr.1 Altri cani da guerra TRIPOLI - Distribuzione di gallette

LE TRUPPE COLONIALI FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N . FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N.

I02 - TRIPOLI - Ascari eritrei 103 - Sciumbasci tiratore scelto 104 - TRIPOLI -Ascari eritrei I05 - Ascari eritrei 106 - Ascari eritrei 107 -Ascari eritrei 108 - TARHUNA - Campo battaglione eritreo 109 - MISURATA - Tipi dello squadrone Savari 110 - MISURATA - Squadrone Savari in addestramento 111 - MISURATA - Squadrone Savari - colonna chiusa 112 - TARHUNA - Ascari libici di fanteria 113 - GARIAN - I O battaglione libico 114 - Esercitai.ioni del 3° battaglione ascari libici 115 - Ascari e nazionali 116 - CIRENAJCA - Ascari e il Sottotenente Vittorio Tedesco Zammarano 117 - TARHUNA - Battaglione indigeni 118 - TARHUNA-A. cari fanno "fantasia 119 - Orfani arabi dell 'orfanotrofio militare della Meuscia 120 - Gli orfani compiono esercizi ginnici 121 -TRIPOLI - Reclute di un battaglione libico 122 - TARHUNA - Grnduati eritrei 123 - GARIAN - Zaptiè libici - 51 -


FOTO N. 124 - GARIAN - Tipo di Zaptiè libico FOTO N. 125 - Due sonufficiaJi u meharn FOTO N. I26 - Squadrone mehari. ti

LE ARTIGLIERIE FOTO N. 127 - TRIPOLI - Una batteria da 149 G apre il fuoco FOTO N. 128 - TRJ POLI - La . tes. a batteria da 149 G FOTO N. 129 - FORTE HAM URA - Batteria da 149 G FOTO N. I 30 - Due cannoni a confronto FOTO N. 131 - B U SCEU·'A - Cannoni da 149 G FOTO N. 132 - HOMS - Cannoni da 149 A e da 75 A FOTO N. 133 - Balleria da 149 G 1'0TO N. 134 - BENGASI - Batteria da 149 G FOTO N. 135 - BENGASI - Una batteria da 149 G apre il fuoco FOTO N. I 36 - U llicial i e ·o Ida ti davanti a un peuo da I 49 G FOTO N. 137 - TOBRUK - Una sezione di artiglieria da 149 A I N. I 38 - DERNA - Batteria da 149 G FOTO N. 139 - GARGARESCH - Due pezzi da 149 G FOTO N. 140 - BENGASI - Due obici da 149 G FOTO N. 141 - Un mortaio da 210 FOTO N. 142 - Lo ·tesso mortaio apre il fuoco FOTO N. 143 - ZUARA - Batteria da 87 B FOTO N. 144 - HOMS - Batteria da 75 A FOTO N. 145-ZARRUG - Due pezzi da 75 A FOTO N. 146 - MISURATA - Cannoni da 75 A FOTO N. 147 - ZUARA - Cannoni da 75 A FOTO N. 148 - SClARA SCIAT - Un cannone da 75 A FOTO N. 149 - Un pezzo da 75 in pieno deserto FOTO N. I 50 Accampamento di artiglieria da montagna FOTO N . 151 - Un pezzo da 75 A viene ispezionato FOTO N. 152 - SCJARA ZANIA - Un cannone da 75 A FOTO N. 153 - TRIPOLI - Un improvvi ·ato o scrvatorio di artiglieria

:oro

AEREI E DLR1GLBLLI FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N . FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N.

154 155 156 157 158 159 160 161 162 -

TRIPOLI - 11 Blcriot del Capitano Piazza TRIPOLI - Aerei Farman in un hangar Gli aviatori volontari in Libia TOBRUK - Manissero ·u un Bleriot TOBRUK - Un Farman in decollo Un Bleriot incidentato TRLPOLI - Piazza torna da un 'esplorazione TOBRUK - Un Farman pronto al decollo TRIPOLI - Il Tenente Gavoui e il suo Etrich - 52 -


FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N.

163- L' Elrich di Gavoui 164 - ZUARA - Due Bleriot 165 - BENGASI - Un biplano Breguct 166 - TRIPOLI - Un draken ballon viene innalzalo 167 - TRIPOLI - Un draken su una nave 168 - TRJPOLJ - L' hangar dirigibili Mullcr 169 - TRIPOLI - Ancora l'hangar dirig ibili 170 - TRIPOU - 1 dirigibili P.2 e P.3 171 - TRIPOLI - Il dirigibile P.2 esce daJl ' hangar Bo co-Tcrni 172 - TRlPOLI - Rifornimento in mare per i dirigibil i 173 - BENGASI - Il dirigibile P. I 174 - TRIPOLI - La città vista dal dirigibile P.3 175 - TRIPOLI - La città vista dal dirigibile P.2 176 - FOCE DELL'UADI RAMBLA - Bombardamento dal dirigibile P.2

LE FORTIFICAZIONI. FOTO N. fOTO N. roTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. fOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N. FOTO N.

177 178 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 -

90 91 92 -

93 94 -

ZUARA - Ingresso della ridotta n. I ZUARA - L' interno della ridotta n.2 ZUARA - Ingresso della ridotta " Pavia" ZUARA - La torre-osservatorio della ridotta n. I ZUARA - I trinceramenti della ridotta n. I ZUARA - 11 lato nord della ridotta "Pavia'' ZUARA -Casermetta turca MISURATA - Postazione di un pezzo da 75 A HOMS - Fortino Seuimio Severo AZIZlA - Osservatorio munito di fotoelettrica ZAVIA - 11 fortino Hoefia SLDl ABD-c SAMAD - Ridotta Rivicllo SIDI ABD-e. -SAMAD - L' ingres. o della ridotta Ri viello S1DI ABD el GELn~- Un blokaus del forte ZUARA - Tipo di blokaus AIN ZARA - li blokaus Pastorelli SIDI ARD el GELIL - Blokaus del Gheran ZARRUG - La ridona con la torre osservatorio

LA VITA AL FRONTE E NELLE RèìROVIE FOTO N. 195 FOTO N. 196 FOTO N. 197 FOTO N. 198 FOTO N. 199 FOTO N. 200 FOTO N. 20 1

BENGASI - Banchina quadrupedi BENGASI - Sbarco cavalli SUANl BEN ADEM - Accampamento di fanteria BENGASI - li Mini tro delle Colonie Bertolini TRIPOLI - Cucine campali DERNA - Un venditore di uova TRIPOLI Arabi prigionieri - 53 -


FOTO N. 202 - BENGASI - Arabi ribelli catturati FOTO N. 203 - TRJPOLI - Prigionieri arabi FOTO N. 204 - Perquisizione di Arabi FOTO N. 205 - Autocarro postale FOTO N. 206 - Un ufficio postale FOTO N. 207 - Comunicazioni militari FOTO N. 208 - Stazione radio-mobile FOTO N. 209 - lngresso al campo del 68° Fanteria FOTO N. 210 - TRlPOLl - li Tenente Antilli FOTO N. 211 - La squadra fotogralìca di Tripoli FOTO N. 212- RENINA - Ancora la squadrd fotografica FOTO N. 213 - HOMS - 11 potabilizzatorc d 'acqua FOTO N. 214 - HOMS - 11 frigorifero FOTO N. 215 - Sulla nave ospedale " Regina d·1taJia" FOTO N . 216 - Trasbordo di feriti FOTO N. 217 - TRIPOLI - lnfenniere volontarie FOTO N. 21R- TORRlTK - Pontile di sharco FOTO N. 219 - BENGASI - Militari a bordo di una barca FOTO N. 220 - Autocarri Fiat 15 bi ·'tipo Libia" FOTO N. 22 1 - TRIPOLI - Parco autocarri FOTO N. 222 - TRTPOU - Parco automobi listico FOTO N. 223 - Distribuzione del nmcio FOTO N. 224 - Un conceno nel descno FOTO N. 225 - TRIPOLI - 11 bucato FOTO N. 226- Pesca sportiva FOTO N . 227 - Un'cappcllano d' o pedale FOTO N. 228 - In attesa della Mes. a FOTO N. 229 - TARHUNA - Una camerata in costruzione FOTO N. 230 - Una famiglia araba FOTO N. 23 1 - I ricoveri di una ridotta FOTO N. 232 - La posta FOTO N. 233 - Prede di caccia FOTO N. 234 - TRJPOLI - Bersaglieri in un'oasi FOTO N. 235 - BENGASI - Esercizi ginnici di cavalleggeri FOTO N. 236 - TRlPOLJ - Esercizi ginnici di fanteria montata

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'/'ripo/i . Soldwi 1/iJamerit111wmora esexuono eserr:d ,:innid. Nolo re il berrt'lto bi,mc" del/'11JficĂŹole.

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INDICE DELLE BIOGRAFIE pag.

GENERALE ALBERTO POLI.IO

207

GENERALE CARLO CANEVA

208

GENERALE GUSTAVO FARA

209

GENERALE PECORJ GIRALDI

21l

GENERALE PIETRO FRUGONl

213

GENERALE OTIAVJO BRICCOLA

214

GENERALE Vl'ITORIO TROMBI

215

GENERALE FZlO RE1SOLI

216

GENERALE VlNCENZO GARIONJ

218

GENERALE GIOVANNl AMEGLIO

220

GENERALE VITIORIO CAMERANA

222

GENERALE GIUSEPPE DE CHAURAND

225

GENERALE SAVERIO NASALLI ROCCA

226

GENERALE CLEMENTE LEQUJO

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POLUO Alberto

Genercde, Senatore, nato a Caserta il 21 aprile 1852. Allievo dal 13 dicembre 1860 del Collegio Militare di Napoli, il 23 luglio 1866 viene amme o ai cor i della Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena e I' I I dicembre dello stes o anno viene transitato nella Regia Accademia Militare <li Artiglieria e Genio di Torino. Nominato dal 12 ago to 1869 Sergente nel 3° da campagna di Bologna in attesa della nomina ad ufficiale, il 27 aprile 1870 riceve la nomina a Sottotenente nello Stato Maggiore dcli ' Arma di Artiglieria ed il 23 agosto 1871 viene as ·e gnato al 10° da campagna di Caserta quale subalterno di batteria ippotnùnata Promosso dal 19 dicembre 1872 al grado di Luogotenente, il 26 agosto I877 - terminato con . ucccsso il Corso di S.M . prc o la Scuola di Guerra di Torino - è tran italo nel Corpo di S.M .. De ·tinalo dal 3 settembre I 877 agli S.M . Territoriali, il 30 maggio 1878 consegue la promozione al grado di Capitano ed i I 13 marzo 1879 viene nominato Ufficiale d'Ordinanza Onorario del Re Umberto 1°. Trasferito dal 29 maggio 1882 a Roma prcs o il Comando del Corpo di S.M., il 22 ottobre 1884 - conseguita la promo,.ione al grado di Maggiore nell ' Arma di Fanteria - è destinato aJ 42° Fanteria per il periodo di comando <li battaglione ed il 23 maggio 1886 diviene Relatore del Consiglio di Amministrazione del reggimento. Nominato dal 13 marzo 1887 Aiutante <li Campo del Re Umberto 1°, il 7 ottobre seguente è transitato nuovamente nel Corpo di S.M . e confermato nella predetta carica e l' 11 ottobre 1888 consegue la promozione al grado di Tenente Colonnello. Nominato dal 19 aprile 1890 Aiutante di Campo Onorario del Re Umberto 1°, al termine del prescritto quadriennio di servizio. il 19 aprile 1891 diviene Capo di S.M . della Divi. ione Militare Territoriale di Palermo e I ' 11 dicembre 1892 è tra ferito a Roma a di posizione del Comando del Corpo di S.M .. Nominato dal 20 dicembre 1892 Addeuo Militare prcs o la Regia Legazione d'Italia a Vienna, il 4 maggio 1893 con ·egue la promozione al grado di Colonnello. Rientrato in Italia da Vienna nel dicembre 1896, il 17 dello tes o mese viene tran ·italo nell'Arma di Fanteria e dalla ste. sa data è nominato Comandante del 40° Fanteria. Promosso daJ 16 febbraio 1900 al grado di Maggiore Generale, dalla stessa data è nominato Comandante della Brigata di Fanteria ..Siena" (31 ° e 32° Fanteria) cd il 7 giugno 1906 - conseguita la promozione al grado di Tenente Generale - diviene Comandante della Divisione Militare di Cagliari dipendente dal 9° Corpo d ' Armata (Genemle Fecia di Cu ·sato) in so ·tituzione del Genemle Giovanni Bertoldo. La ciato dal 12 aprile 1908 il predetto incarico al Generale Pio Carlo di Mayo e divenuto Coman dante della Divisione Militare TerritoriaJe di Genova, il I O luglio seguente è nominato Capo di S.M . dell'E. ercito, in sostituzione del Generale Tancredi Saletta e nell 'ottobre 1912 - per il felice esito delle operazioni contro la Turchia in Libia - ottiene la Croce dell'Ordine Militare di Savoia. Muore in servizio a Torino il 1° luglfo 1914 dopo una visita al Poligono Sperimentale di Artiglieria di Ciriè (To).

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CANEVA Carlo

Generale, nato a Udine il 22 aprile 1845. Allievo nell'Imperiale e Reale Accademia di Artiglieria di Weisskirchcn prestò . ervizio quale Sottotenente di 2° clm,se nel 7° Reggimento di Artiglieria austriaco. Sottotenente di Artiglieria nell' E ercito Italiano al 3 I gennaio 1867. viene destinato nel settembre succe!.'.'.ivo alla Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio per compiervi il pre ·critto corso di studi. Dopo l'avanzamento a Luogotenente ( 1869). frequenta la Scuola Superiore di Guerra e pa. sa quindi nel Corpo di S.M. : il 6 maggio viene promo!.so Capitano. Con la promo/,ione a Maggiore è trasferito nell'Arma di Fanteria ( 1882).Prcstato servizio nel Corpo di S.M. viene nominato Commissario Militare a Bari e, dopo la promll/:Ìone a Tenente Colonnello gli è affidato l'incarico di Capo di S.M. della Di isione Militare di Genova. Con il grado di Colonnello è destinato al Comando del 41 ° Reggimento Fanteria. incarico che tiene dal 1891 al 1895. Succc ivamente presta ancora . ervi,.io nd Corpo di S.M ., è capo di S.M. del Vl° Corpo d'Armata e, nel ~ttembre 1896, viene lra!.ferilo alle Regie Truppe d ' Africa. Maggiore Generale nel 1898, ha il Comando della Brigata " Re" che tiene ino al maggio 1902 aJlorchè raggiunge il grado di Tenente GeneraJe. Prende quindi il comando delle Divisioni Militari di Palermo prima e di Messina poi e. ·ucce ' ivamente, ricopre le cariche di Comandante in 2° del Corpo di S.M.. Comandante della Divisione Militare di Verona, del VIl0 e 01° Corpo d'Armata. ln data 30 ettcmbrc 1910 viene designato per l'eventuale comando di un ' armata in guerra e un anno dopo -8 ottobre 1911 - ha il Comando cJel Corpo di Spedizione in Tripolitania e Cirenaica ove dirige le oper.11.ioni durnnte la campagna italo-turca; rientra in patria il 30 agosto 1912. Raggiunto il grado di Generale d ' E crcito il 19 settembre 1912. due anni dopo. ce · ·a dalla designazione per l'eventuale comando di una Annata in guerrn, ed è collocato a di po ·izione. Nominato Senatore con Decreto cJel 17 mano 1912, ha ricopeno la carica di Pre idente della Commi . . ione d' inchiesl,1 ·ulla vicenda di Caporeno. Muore a Roma il 29 settembre 1922.

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FARA Gustavo

Generale, Senatore, nato a Orta Novarese il 18 settembre 1859. AUievo daJ I O ottobre 1876 della Scuola Militare di Modena, il 3 I luglio 1879 - nominato Sottotenente nell'Anna di Fanteria viene a. segnato all'8° Ber ·agi ieri di Treviso, dove presta giuramento di fedeltà il 28 settembre seguente cd il 25 dicembre 1881 con egue la promozione al grado di Tenente. Trasferito dal 16 ottobre 1883 al 12° Ber. agi ieri , iI I O dicembre seguente è de ·tinalo alla Scuola Militare di Modena in qualità di Ufficiale di Compagnia Allievi e I' 8 cttcmbrc 1884 diviene addetto ali ' insegnamento prc so la . te. sa Scuola. Ria1;segnalo dall' l I settembre 1887 al 12° Ber ·aglieri, l '8 aprile 1888 è de tinato al 4° Bersaglieri ed il 3 l ottobre dello ste o anno si imbarca a Napoli per l'Eritrea, perché as. egnato al Corpo degli irregolari d'Africa. nel cui ambito ottiene nel giugno 1890 la Croce dell'Ordine Militare di Savoia per i combattimenti di Agordat contro i Dervisci. Ritornato in Italia dal 24 luglio a l 23 novembre 1890 per fruire di una licenza ordinaria coloniale, il 3 s~uembre I 891 viene rimpatriato in Italia per motivi di salute e dal giorno seguente è assegnato aJ 10° Bersaglieri. Il 16 gennaio 1896 viene nominato Aiutante Maggiore in 1° di reggimento ed il 16 gennaio 1900 consegue la promozione al grado di Maggiore. Nominato dal 23 gennaio 1900 Comandante del 34° Battaglione del reggimento, il 12 maggio 1902 pa. sa a disposi1.ione del comando del reggimento e I' 11 agosto 1903 riassume il comando del 34° battaglione. Promos o dal 29 giugno 1905 al grado di Tenente Colonnello e trasferito dalla ·tes ·a data al 4° Bersaglieri, il 27 luglio . eguente viene nomjnato Comandante del Depo ·ito e Relatore del Consiglio di Amministrazione del reggimento ed il 28 giugno 1906 è destinato al I O Ber. agi ieri nel cui ambito il 30 luglio ·eguente riassume i. prcdett.i incarichi. Tra,;;ferito dal 26 settembre 1907 con g li te si incarichi al 7° Ber. agi ieri, il 15 luglio 1908 passa a dispo ·izione del Comando del reggimento ed il 23 giugno 191 O- conseguita la promozione al grado di Colonnello - è nominato Comandante dell" I I O Bersaglieri. Imbarcatosi a Napoli il 9 ottobre 1911 con il reggimento. perché destinato a far parte del Corpo di Spedizione Italiano in Libia, partecipa in tale veste alle operazioni militari per la conqui ta della Tripolitania ed il 31 dicembre 1911 consegue la promozione aJ grado di Maggiore Generale per '"merito di guerra" . Guadagnata la ma sima decorazione al valore nel luglio 1912 per il comples ·o delle sue brillanti attività nel cor. o delle opera1.ioni nella ;,,ona di Mi ·urnta, dal 6 ottobre al 26 novembre 1912 rientra in Italia per frufre di una licenza ordinaria. ed il I O febbraio 1913 è nominato Comandante della Brigata "'Friuli". Rientralo in Italia il 18 marzo J913 a Siracusa. il 1° maggio 1915 diviene Comandante della Divisione Militare Territoriale di Mess ina (24°) ed il 23 maggio 1915 parte con la Divi ione per il fronte giulio nel quadro delle e. igen;,,.e della Prima Guerra Mondiale. Promo.. o dal 15 luglio 1915 al grado di Tenente GeneraJe, il IO ottobre eguente diviene Comandante della 4° Divi sione di Fanteria mobilitata ed il 3 dicembre dello ste so anno lascia il comando per motivi di salute, dopo essere stato ferito in comballimenlo il 29 ottobre sul Monte Sabotino. Nomi nato dal 23 gennaio 1916 Comandante della 19° Divi ·ione di Fanteria mobilitata, il 13 agosto eguente diviene Comandante della 14° Divisione. L' 8 gennaio 1919 pa a a disposizione del Ministe- 209 -


ro della Guerra. Collocalo dal IO marzo 1920 a di po ¡izione per ispezioni, il IO luglio seguenle viene collocalo a domanda nella PAS (Posizione Ausiliaria Speciale) cd il 22 luglio 1923 assume il grado di Generale di Divisione. 116 febbraio 1927 Lransila per motivi di residenza nella forza in congedo del Corpo d ' Armata di Ales andria ed il 18 eltembre 1928 viene collocalo nella riserva per limi ti d'età . Nominalo Senatore il 22 dicembre 1928, il 21 febbraio 1929 consegue la promozione al grado di Generale di Corpo d'Armata. Muore a Nervi (Ge) il 24 febbraio 1936.

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PECORI Gintldi Guglielmo

Maresciallo d ' Italia, Senatore, nato a Borgo S.Lorenzo il 18 maggio 1856. Soldato del Di tretto Militare di Firenze. allievo dal I O seuemhre 1873 della Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, il I O ettembre 1874 transita nella Regia Accademia di Artiglieria e Genio di Torino cd il 26 ago lo 1877 nominato Sollolenente nell'Arma di Artiglieria con anzianità 13 agosto 1876 - è assegnato ali ' 11 ° da campagna dj Alessandria. Promo. . o dal 14 agosto 1879 al grado di Tenente, iI I O novembre 1880 è tra,;;ferilo al 2° da campagna di Pesaro e dal IO onobre 1882 al 31 agosto 1883 ricopre la carica di Aiutante Maggiore in 2° del reggimento . Promosso dal 13 aprile 1884 al grado di Capitano nello S.M . di Artiglieria. il 21 marzo 1886 - frequentato con successo ndl 'anno accademk:o 1884-85 il Corso di S.M . della Scuola di Guerra di l'orino - è destinato all'8° da campagna di Verona per il periodo di comando nel grado cd il 20 febbraio 1887 - tran itato nel Corpo di S.M. - viene assegnalo allo S.M . dd Comando Di vi ione Militare Territoriale di Napoli. Nominato dal 27 novembre 1887 addetto al Comando in Capo delle Truppe del Corpo Speciale d ' Africa, il 5 dicembre ·e guente si imban:a a Napoli per la nuova destinazione in Eritrea ed il 18 marzo 1889 rientra in Italia a domanda, destinato allo S.M . del I0° Corpo d'Armata. Promo~. o dal 17 dicembre 1891 al grado di Maggiore nell ' Arma di Fanteria. dalla stcs a data è assegnato aJ 78° Fanteria per il periodo dicomando ed il 6 luglio 1893 diviene Relatore del Con. iglio di Ammini trazione del reggimento. Transitato nuovamente dal I O man.o 1894 nel Corpo di S.M . e de!-.linalo al Comando del Corpo, il 19 dicembre 1895 è as cgnato alle Regie Truppe partenti per l'Africa ed il 22 seguente si imharca a Napoli per l' Eritrea. Promosso dal 24 dicembre 1896 al grado di Tenente Colonnello. dal 26 luglio al 17 novembre 1896 rientra in Italia per fruire di una licen,,a ordinaria ed il 25 luglio 1898 - dopo la partecipazione alla campagna contro i L>crvisci (gennaio - febbraio I 897) viene rimpatriai.o definitivamente quale addetto al Comando del Corpo di S.M . a Roma. Promo o dal 3 maggio 1900 al grado di Colonne llo e passato a disposi,.ione del Ministero della Guerra. il 21 ottobre è nominato Capo di S.M. dell'8° Corpo d ' Armata. li 1° dicembre 1903 è nominato Comandante del Regio Corpo Truppe Coloniali dcll'Erilrca cd il 9 dello ste o mc e i imbarca a Napoli per Massaua. Fruita dal 19 giugno al 13 novemhre 1905 una licen.ta ordinaria in Italia, 1'8 gennaio 1907 con cgue la prombzione al grado di Maggiore Gener.tle ed il 13 mart.o seguente si imbarca a Mas. aua per rimpatrio dcfi nilivo, giungendo in Italia il I O aprile succc ivo. Nominato dal rientro in Italia Comandante della Brigata ''Pisa", il 17 ottobre 1907 è collocato a disposizione per i ·pezjoni ed il 16 aprile 1908 assume il comando della Brigata "Cuneo". Promos. o dal I O ago to 1911 al grado di Tenente Generale e nominato Comandante della Divi ·ione Militare Territoriale di Messina, il 9 ottobre . eguente si imbarca a Napoli perché dc tinato al Corpo di Spedizione Italiano in Libia in qualità di Comandante della IO Divisione Speciale (Brigate di Fanteria " Salazar'' e "Maggiotto") ed il 25 gennaio 1912 lasciato il comando della Di isione al Generale Clemente Lequio a . eguito di divergenze di vedute con il comandante in capo Generale Caneva - rientra definitivamente in Italia a Napoli . Collocato dal 16 marzo 191 2 a ripo o per anzianità di rvizio, cd i critto nei ruoli della riserva, dal 6 al 12 ot- 211 -


tobrc I 914 viene richiamato temporaneamente in servizio ed il IO marzo 1915 è nuovamente richiamato in servi1.io a tempo indeterminato pre ·so il I0° Corpo d'Armata. Nominato dal 23 maggio 1915 Comandante della 27° Divisione di fanteria mobilitata, il 7 giugno seguente parte per il fronte giulio cd il 21 ago to dello stc so anno diviene Comandante del 7° Corpo d ' Armala, di ·tinguendosi nelle opera,doni intorno al Monte Sei Bu ·i. Nominato dal 9 maggio 1916 Comandante della I O Armata nel settore montano, I' I I febbraio 1917 viene ria mmc o nel ruolo degli ufficiai i in . ervi/.io attivo permanente (SPE).Rimasto al tcnninc del contlitto in Zona d ' Anni~ti1io a Trento e nominato Governatore della Venezia Tridentina, i I 22 febbraio 1919 riceve la nomina a Senatore. li I O giugno 1926 diviene Maresciallo d'Italia. Muore a Firenze il 15 febbraio 1941.

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fi~RUGONI Pietro

Generale, nato a Brescia nel 1851 . Sottotenente nel Corpo di Stato Maggiore nel 1870, raggiunse il grado di Colonnello nel 1893. Con tale grado comandò, . ucccs. ivamcnte, il 5° cd i I 19° reggimento fanteria e il 5° Ber ·aglieri ; indi fu Capo di S.M. dclrXI Corpo d'Annata ( 1896) e del V I ( I 898). Maggiore Genernle nel 1900, ebhe il comando della Brigata " Brc eia". e nel 1903 fu nominato I ·pettore delle Truppe Alpine, nella qual carica fu promosso Tenente Generale ( 1906). L' anno ·eguente assunse il comando della Divisione di Salerno, e nel 1908 quello della Diviione di Torino. Comandante del IX Corpo d · Armata nel 191 O, l'anno successivo. all'ini.1.io della guerra italo-turca. fu po to al comando del 1° Corpo d ' Armata Speciale. egnalandosi nelle azioni di Henni , Ain Zara e Zan:1.ur, meritando la Commenda dell'Ordine Militare di Savoia. Le ue alte benemerenze, la larga e. perienza di comando, la profonda cultura tecnica lo fecero designare, nel 1914. per il comando di un'Armata in guerra. e l'anno seguente. alla testa della 2" Armata. entrò in campagna. nel settore da Plezzo a Gorizia. Nel maggio 1916, quando il Generale Cadorna per parare alla minaccia <li Conra<l dal Trentino. costituì una nuova Armata (5°) nella pianura veneta, comandò a comandarla il Generale Frugoni. Collocato in po. ilionc ausiliaria nel 1917, assunse nella riserva, nel 1923, il grado di Generale d ' Armata.

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BRICCOLA Ottavio

Generale, La ~ua giovinezza era . tata movimentata. poiché impiegato i dapprima nell 'ammini. trazione dello Stato, ma sentendo irresis tibile il richiamo della vita militare, abbandonava l'impiego, raggiungendo, nel 1876, a vcntitrè anni. il grado di Sottotenente nel 50° Fanteria. Promosso Capitano sette anni dopo. entrava quindi nel Corpo di S.M ., <limo ·trando profonde qualità di dottrina, ottenendo la nomina ad in egnante titolare alla Scuola di Guerra, e pro eguendo rapidamente nella via intrapre a. Colonnello comandante il 4° reggimento Ber aglieri nel 1900, Maggiore Generale al comando della Brigata ''Pavia" nel 1906, comanda a la Divi ione Militare di Livorno. aJlorquando le vicende della guerra italo-turca determjnarono lo barco a Benga-.i. L'i mpre ·a. condotta felicemente superando difficoltà di navigazione e di approdo, mise in rilievo le qualità del Briccola , che emersero nelle disposizioni attuate durante e dopo .l o sbarco e nella resi tcnza delle truppe ai violenti contrattacchi dell 'avversario. L'opera del Genernle Briccola continuò. durante la guerra libica. al governo della Cirenaica. al quale fu chiamato per le sue alte qualità. le grandi cono ·cenze. il fermo e sereno equilibrio dimostrato nei rapporti colle autorità politiche e militari, delle quali seppe essere interprete fattivo e<l efficacissimo. La ua attività veniva degnamente ricono. c iuta col conferimento della Croce di Grande Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia per le qualità brillanti dimo. trate durnnte la guerra. Rimpatriato nel 1914 e destinato al Comando della Divisione Militare di Milano, alla lìne del gennaio 19 I 5 era promosso di grado e nominato Comandante dell'Vlll° Corpo d'Armata col quaJe il 25 maggio 1915 entrava in guerra. Partecipava alla grande oflensiva autunnale 'lii fronrc giulio con un compito difficile: il tentativo di passaggio di sorpresa dell' Isonzo nella notte . ul 21 ouobre. Ma l'avver ario che dalle sue posizioni dominanti sorvegliava e controllava ogni nostro movimento, si accorse subito delle nostre intenzioni e ,i oppo ·e con violentissimo fuoco di artiglierie e mitragliatrici ai ripetuti tentativi di pas. aggio del fiume. Le truppe del Generale Briccola i prodigarono per cercare di affermarsi sulla sponda sin i tra dell'Isonzo. ma la vigile e fiera re i tent.a dell'avversario co trin e a rinunciare al progettato passaggio. L'opera di rafforzamento e di preparazione per le future operaf.ioni. compiuta durante il periodo invernale. assorbì l' auività del Briccola. che nel maggio 1916, venne destinato col suo Corpo d'Armata a far parte della 5a Armata, di riserva durante l'offensiva del Trentino, ritornando quindi ull ' I u11w. Nel giugno dello 'te so anno il Generale lasciava la zona di guerra e assumeva il Comando del Corpo d'Armata di Torino prima, quello di Firenze poi , passando in ausiliaria nel 1917 ed a ripo ·o nel I921. Morì a Viareggio nel gennaio 1924.

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TROMBI Vittorio

Generale. nato a Modena il 20 novembre 1854. oldato volonlario dal I O marzo 1875 nel 5° da campagna di Venaria Reale (TO). il 27 maggio 1875 - nominato Sottotenente ncl1' Arma di Artiglieria e pre ·tato giuramento di fedeltà a Torino il 22 giugno seguenle - viene assegnato al 12° da campagna di Capua ed il 3 settembre I R77 è traJ ferito al I O da campagna di Foligno. Promo so daJ 26 settembre 1877 al brrado di Tenente. il 6 giugno 1880 diviene Aiutante Maggiore in 2° del reggimento ed il 30 gennaio 1882 viene deslinalo alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino in qualità di "Ufficiale di compagnia''. Promos. o dal IO maggio 1883 al grado dj Capitano, nell'ouohre deUo stesso anno viene ammesso al Corso di Stato Maggiore della Scuola di Guem, di Torino e<l il 22 ottobre 1885, tenninato con uccesso il Corso di S.M ., è destinato nuovamente al 1° da campagna di Foligno in qualità di Comandante di batteria. Transitato dal 31 agosto 1886 nel Corpo di S.M. e dc tinato dalla stessa data allo S.M. della Divisione Militare Territoriale di Palermo, il 30 marzo 1892 conseguita la promozione al grado di Maggiore ncl1'Anna di Fanteria - viene nominato Comandante di un battaglione del 23° Fanteria cd il 12 ottobre guente pas ·a a disposizione del Ministero della Guerra. Destinato daJ 19 aprile 1893 al 5° Fanteria in qualità di Comandante di battaglione, iI 14 maggio 1894 - al termine del periodo di comando - viene destinato a Roma presso iJ Comando del Corpo di S.M . ed il 17 luglio dello . tesso anno tran ila nuovamente nel Corpo di S.M .. Conseguita dal 30 gennaio 1896 la promozione al grado di Tenente Colonnello. dal 25 febbrdio 1897 riceve la nomina ad Aiutante di Can1po Onorario del Re ed il 24 novemhre 1898 assume l' incarico di Capo di S.M . della Divi. ione Militare Territoriale di Firenze. Transitato dal 3 maggio 1899 nel Regio Corpo delle Truppe Coloniali e nominato Comandante del R.C.T.C. dell'Eritrea, dalla . tes. a data si imbarca a Napoli per Massaua ed il 4 giugno dello ste. so anno con cgue la promozione aJ grado di Colonnello, venendo confermato nel predetto incarico. Rientrato in Italia dal 7 maggio al 25 luglio 1900 per fruire di una licenza ordinaria coloniale, il 19 dicembre 1901 - cessato dalla predetta carica - passa a di ·po ·izione del Ministero della Guerra ed il 24 dello stesso mese rientrn definitivamente in Italia. Dc tinato daJ 2 febbraio 1902 a Roma pre~so il Comando del Corpo di S.M .. iJ 26 ottobre 1905 - conseguita la promozione al grado di Maggiore Generale - viene nominato Comandante della Brigata di Fanteria ''Vene.1.ia". Nominato dal 22 novembre 1906 Aiutante di Campo Generale del Re. il 4 maggio 1911 - conseguita la promozione al grado di Tenente Generale e divenuto Aiutante di Campo Generale Onorario del Re - as urne la carica di Comandante della Divisione Militare Territoriale di Milano ed il 27 dicembre 1911 . i imbarca a Napoli per la Cirenaica, perché destinato a far parte del Regio Corpo di Spedizione Italiano in Libia. Sharcato a Dcma il I O dicembre 1911 , il 6 ·euembre 1912 rientra in Italia a Siracu a per fine missione ed il 23 gennaio 1913 viene collocato a domanda in aspettativa per infermità temporanea dipendente da cau ·a di servizio. Collocato dal I O ottobre 1914 nclJa riserva per anzianjtà di servizio, il 1° febbraio 1923 a sume il grado di GenernJe di Divisione ed il 25 settembre dello te so anno con ·egue la promo.1.ione al grado di Generale di Corpo d ' Armata nella ri ·erva. Posto dal 20 novembre 1932 in congedo assoluto per limiti d 'età~muore a Lucca il 26 febbraio 1934. - 215 -


REISOLJ Ezio

Generale. nato a Pontremoli (MS) il 17 novembre 1856. Allievo dal I O novembre 1872 della Scuola Militare di Modena, il I O ollobre 1873 viene transitato nei cor. i della Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino ed il 7 settembre 1877 viene nominalo Sottotenente nell ' Arma di Artiglieria, venendo assegnato al 12° da campagna di Capua. Trasferito dal 4 ago~lo 1879 aJ 14° da campagna di Ferrarn in qualità di Comandante di czionc, il 23 settembre ·eguente con cguc la promozione al grado di Tenente ed il 23 maggio 1881 è destinato al 2° da campagna di Pesaro. Rias. cgnato dal 25 dicembre 1882 al 14° da campagna di Ferrara, viene succes ·ivamcnte amme. so alla frcquen1,a del Cor ·o di S.M. della Scuola di Guerra di Torino ed il 31 ottobre 1885 - al termine del Corso di S.M. - consegue la promozione al grado di Capitano, venendo as ·egnato al 7° da campagna di Vcnaria Reale (TO) per il periodo di comando di batteria. L" 11 dicembre 1887 - tran itato nel Corpo di S.M. al tennine del periodo di comando - viene assegnato allo S.M. della Divi ·ione Militare Territoriale di Bre ·eia e dall' 11 luglio 1889 è comandato pres. o il Corpo di S .M. a Roma per la frequenza del Corso Ferroviario di Esercizio. As. cgnato dal 22 novembre 1889 allo S.M. della Divisione Militare Territoriale di Torino, il 3 aprile I 893 - conseguita la promozione ··a scelta·· aJ grado di Maggiore ncll' Arma di Fanteria - è destinato al 2° Battaglione del 62° Fanteria per il periodo di comando ed il IO maggio 1894 viene comandato presso lo S.M. del 3° Corpo d'Armata di Milano. Transitato nuovamente dal 28 giugno 1894 nel orpo di S.M., il 19 marzo 1896 è nominato Capo di S.M. della Divisione Militare Territoriale di Piacenza cd il 14 aprile 1898 pa-.~a con lo stesso incarico nella Divisione Militare Territoriale di Cuneo. Promos. o dal 27 ottobre 1897 al grado di Tenente Colonnello e confermato nel predetto incarico, il 26 gennaio 1902 conseguita la promozione aJ grado di Colonnello nell'Arma di Fanteria - è nominato Comandante del 91 ° Fanteria ed il 17 gennaio 1904 - tmnsitato al termine del periodo di comando nuovamente nel Corpo di S.M. - diviene Capo di S.M . dell ' 8° Corpo d'Armata. Promo ·o dal 16 aprile 1908 al grado di Maggiore Generale, il IO maggio cgucntc è nominato Comandante della Brigata di Fanteria "Panna•· ed il 20 novembre 1911 si imbarca con la Brigata a Napoli perché dc tinato a far parte del Regio Corpo di Spedizione Italiano in Libia. Partecipando in tale veste alle operai.ioni per la conqui ·ta del Mcrgheb e di Lehda nella zona di Homs in Tripolitania. il 16 mar,o 1912 diviene Comandante della Divisione Militare Territoriale di Me. . ina mobilitata a Dema in Cirenaica cd in tale ve~te ottiene la propo ta per l'avan1.amento per merito di guerra e la Croce dell"Ordinc Militare di Savoia Promo o dal 13 giugno 1912 al grado di Tenente Generale per "merito di guerra", 1'8 dicembre seguente rientra in Italia a Napoli per rimparrio definitivo, ·ostituito dal Generale Giulio Cesare Tas ·oni ed il 30 gennajo 1913 - la~ciato il comando della Divisione Militare Territoriale di Mc sina assume le funzioni di Comandante della Divisione Militare Territoriale di Cuneo. Nominato dal 25 gennaio 1914 Membro del Consiglio dell'Ordine Militare di Savoia, il 23 maggio 1915 parte con la Divisione per il fronte giulio nel quadro delle esigenze della I O Guerra Mondiale ed il 24 ·ettembre ·eguente rientra dal fronte in quanto collocato a di posizione. Nominato ·empre nel 1915 Coman- 216 -


dante di un Corpo <l'Armata mobilitato al f ronle, il 16 marz.o 1916 diviene Comandante TerritoriaJe di Corpo d'Armata di Genova ed il 16 maggio 1917 viene po ·to nella Posizione di Servizio Au. iliario. Collocato dal 3 giugno 1921 a riposo per anzianità di servizio ed iscritto nei ruoli della riserva. il 18 settembre 1924 assume il grado di Generale di Corpo d'Armata cd il I O aprile 1925 è infine po to in congedo assoluto per limjti d 'età. Muore a Torino il 26 gennaio 1927.

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GARIONI Vincenm

GeneraJe, nato a Montebelluna (TV ) il 19 novembre I 856. Allievo dal I O novembre 1872 della Scuola Militare di Modena. il 23 agosto 1875 - nominato Sottotenente nell'Arma di Fanteria al termine del corso di fonn.v.ione - è a segnato al 6° Bersaglieri di Trevi. o ed il 21 agosto 1879 consegue la promo,done al grado di Tenente. Tra ferito dal 21 febbraio 1881 al 7° Ber agi ieri. viene ammes o nel cor. o dello l)le , ·o anno al Cor o di Stato Maggiore della Scuola di Guerra di Torino ed il IO maggio I 883 consegue la promozione al grado di Capitano venendo assegnato aJ rennine del Corso di S.M . al 9° Bersaglieri. Trasferito dal 18 maggio 1884 nel Corpo di S.M. e destinato agli Stati Maggiori Territoriali, il 27 marzo 1887 è a! segnato allo S.M. del 12° Corpo d ' Annata di Palermo e 1'8 aprile 1888 viene tra! feri to al Comando del Corpo di S.M . a Roma. Promosso dal 30 mar/O 1890 al grado di Maggiore nell'Arma di Fanteria cd assegnato al 44° Fanteria per il periodo di comando di bauaglione, il 17 luglio 1893 - transitato nuovamente nel Corpo di S.M. è nominato Profe ' SOre Titolare pres. o la Scuola di Guerra di Torino ed il 9 maggio 1895 diviene Relatore del Con. iglio di Ammini ·trazione della ste.. a Scuola. Promosso dal 30 gennaio 1896 al grado di Tenente Colonnello e confermato nel predetto incarico, I' I I ago. to 189 viene nominato Capo di S.M . della Divi ione Militare Territoriale di Livorno. Promosso daJI' 11 luglio 1899 al grado di Colonnello nell'Anna di Fanteria e nominato Comandante del 24° Fanteria, il 12 luglio 1900 pa sa a di po. i1.ione del Ministero della Guerra ed il 19 dello ste ·so mese - nominato Comandante del Corpo di pedizione Italiano in Estremo Oriente - ·i imbarca a Napoli per la Cina. li 12 ettembre 1901 rientra a Napoli per rimpatrio definitivo ed il 1° dicembre seguente - transitato di nuovo nel Corpo di S.M . - passa a disposizione del Mini tero della Guerra. Promo. so dal 31 dicembre 1905 al grado di Maggiore Generale e nominato Comandante della Brigata di Fanteria "Ca aie", il IO ottobre dello te o anno as. urne le funt.ioni di Comandante della Brigata di Fanteria .. Roma". Nominato daJ 31 marzo 1910 Comandante della Scuola Centrale di Tiro di Fanteria di Panna, il 1° luglio seguente diviene Comandante della Scuola di Applica7ione di Fanteria di Panna ed il 4 maggio 1911 - promos ·o Tenente Generale - viene confermato nel predetto comando. Nominato dal 1° ouohre 1911 Comandante della Divisione Militare Territoriale di Padova, il 3 1 marzo 1912 si imbarca a Napoli con la Divisione (5° Divisione Speciale) per entrare a far parte del Corpo di Spedi:tione Italiano in Libia . Rientrato in Italia a Siracusa il 6 ottobre 1912 per rimpatrio definitivo e ria unto il Comando della Divi ione Militare di Padova, il I O giugno 1913 pa~sa a disposi7ione del Mini tcro delle Colonie e dalla te a data è nominato Governatore della Tripolitania ed il 28 ago to 1914 - la~iato il predetto incarico interinalmente al GencraJe Cigliana - rientrn in ltaJia a Siracu. a per rimpatrio definitivo, rimanendo a di ·po ·izionc del Ministero delle Colonie. Nominato dal 1° ottobre 1914 Comandante del VII Corpo d ' Annata, il 23 maggio 1915 parte per il fronte giulio allo oppio della Prima Guerm Mondiale. Il 12 agosto 1915 viene nominato Comandante del VI Corpo d"Annata ed il 26 settembre dello . LeSM> anno assume l' incarico di Comandante del 2° Corpo d ' Annata mobilitato. Nominato dal 26 gennaio 1917 Membro del Con ·iglio dell'Ordine Militare di avoia, il 13 maggio seguente viene collocato a disposizione ed il 22 luglio dello . tesso anno assu-218 -


mc le funzioni di Comandante Territoriale del Corpo d ' Armata di Genova. Passato dall'8 agosto 1918 a disposizione del Ministero delle Colonie, daJla stessa data è nominato Governatore della Tripolitania e Reggente del Governo della Cirenaica ed il I O luglio 1919 lascia la carica dj Reggente del Governo della Cirenaica. Lasciata dal 6 agosto 1919 la carica di Governatore della Tripolitania e rientrato definitivamente in Jtalia, il 25 agosto dello ·tesso me ·e viene collocato a di. posizione per ispezioni ed il I O luglio 1920 è posto nella PAS. Assunto dal. 2 luglio 1923 il grado di Generale di Corpo d'Armata il 10 gennaio 1926 è collocato in ARQ (Aspettativa per Riduzione Quadri) ed il 19 novembre 1928 viene posto in congedo ed iscritto nei Ruoli della Riserva. Muore a Venezia il 24 aprile 1929.

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AMEGLJO Giovanni

Generale. Senatore, nato a Palermo il 29 ottobre 1854. Allievo dal 1° novembre 1872 della Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, il 31 dicembre 1873 transita nella Scuola Militare di Modena ed il 23 agosto 1875 nominato Sottotenente nell'Arma di Fanteria, è assegnato aJ 7° Fanteria a Milano. Promosso daJ 21 agosto 1879 al grado di Tenente, il 21 marzo 1886, promosso Capitano. e confermato al 7° Fanteria, il 23 ottobre 1887 viene destinato in Africa al comando di un reparto di irregolari e I' 11 novembre seguente i imbarca a Napoli per l'Eritrea. Sbarcato a Massaua cd assunto il comando, partecipa alle operazioni locali per il consolidamento e la conquista dell'Eritrea e nel settembre dello ste so anno ottiene per il suo comportamento. dopo la sfortunata giornata di Saganeiti, un encomio, mentre il 21 dicembre seguente rientra in Italia per aver ultimato il pre critto periodo di un anno. Ria4i. egnato dal 23 dicembre 1888 al 7° Fanteria, il 4 dicembre 1889 parte nuovamente per l'Africa e I' 8 dello stesso mese viene assegnato al Reggimento Cacciatori d'Africa, con il quaJe nel gennaio 1890 partecipa alla conqui ·ta di Adua. Nominato dal 16 agosto 1891 Comandante di una compagnia di Battaglioni Fanteria lndigeni, partecipa in tale veste nel dicembre 1893 aJlc operazioni contro i Dervisci a Cassala, guadagnando per la sua opera nel forte di Chcren un secondo encomio. Rientrato in Italia il 3 giugno 1894 per partecipare agli esami per la promozione ai ·celta, il I luglio seguente è assegnato aJ Corpo delle Truppe Coloniali (Fanteria Indigena) e - ritornato in Eritrea il 24 ottobre seguente - il 13 dicembre dello stesso anno consegue la promozione al grado di Maggiore a " celta". Nominato dal IO gennaio 1895 Comandante del 5° Battaglione di Fanteria Indigena, nell'ottobre dello ste ' so anno guadagna nei combattimenti di Dehra Ailà, nell'Andalo, la Croce di Cavaliere dell ' Ordine Militare di Savoia e nelle giornate ·uccessive alla fonunata battaglia di Adua ottiene per il suo comportamento la Croce di Ufficiale dell ' Ordine della Corona d'Italia. Distintosi ancora una volLa nei combattimenti del maggi.o 1896 in Eritrea, 1'8 giugno ·eguente riparte per l' Italia per fruire di una licenza ordinaria ed il 23 settembre dello stesso anno - al termine della licenza - fa ritorno in Eritrea. Rientrato in Italia il 3 giugno 1897 per rimpatrio definitivo. daJ. giorno egucnte è nominato Comandante del 2° Battaglione del 49° Fanteria in Sicilia ed il 10 agosto 1898 - con. eguita la promozione al grado di Tenente Colonnello - assume il comando del 3° Battaglione dello stesso reggimento. Nominato dal 14 dicembre 1899 Relatore del Consiglio di Amministrazione e Comandante del Deposito reggimentale, il 5 cttcmbre 190 I ria. sume il comando del 3° Battaglione ed il 25 marzo 1902 si imbarca a Napoli, perché a segnato quale Comandante aJ Reparto Misto destinato allEstremo Oriente, passando a dispo. izione del Ministero della Guerra. Partecipa in tale veste alle operazioni in Cina contro i Boxers, conseguendo il IO marzo 1904 la promozione al grado di Colonnello ed il 31 maggio 1905 rientra in Italia a Napoli per conclusa missione. Nominato daJl'8 giugno 1905 Comandante del 20° Fanteria il 9 giugno 1910- promosso al grado di Maggiore Generale - assume il comando della Brigata di Fanteria "Piemonte" ed il 15 ottobre 1911 si imbarca a Napoli, nell'ambito della 2° Divisione Speciale. perché destinato a far parte del Regio Corpo di Spedizione in Libia. 0

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Alla guida delle sue truppe sbarca di for,,a il 19 ottobre 1911 in una . piaggia nei pre . i di Bengasi, conquistando la città e nel periodo successivo prende parte alla vittorio ·a battaglia delle Due Palme e quindi partecipa alla conqui ta dell ' isola di Rodi nell'Egeo. Promo so dal 12 marzo 1912 straordinariamente al grado di Tenente Generale per "merito di guerra" e collocato a disposizione, il 6 novembre 1913 pa sa a disposizione del Ministero delle Colonie e dalla stes ·a data è nominato Governatore della Cirenaica. Nominato dal 15 settembre 1915 Governatore Militare della Tripolitania e Reggente del Governo della Cirenaica, il 23 febbraio 1917 diviene Senalore. Sostituito dall'agosto 1918, dalla stessa data viene collocato a disposizione del Ministero della Guerra per ispezioni ed il 9 dello ste so mese - rimpatriato definitivamente - sbarca a Siracu ·a mentre il IO gennaio 1919 consegue la nomina a Comandante del Corpo d ' Armata Territoriale di Napoli. Collocato dal 16 luglio 1920 a disposizione del Ministero degli Interni, muore a Roma il 29 dicembre 1921 .

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CAMERANA Vittorio

Generale, nato a Torino il 22 luglio 1855. Soldato volontario dal 14 marzo 1874 nel 5° da campagna di Venaria Reale, il 29 giugno 1874 viene nominalo Sottotenente nel 1' Arma di Artig1ieria e dalla stessa data è assegnato al 12° da campagna di Capua. Promosso dal I O agosto 1876 al grado di Tenente e trasferito quale Souocomandante di batteria all'8° da campagna di Verona, il 31 marzo 1878 viene nominato Aiutante Maggiore in 2° di reggimento cd il I O dicembre seguente - esonerato dalla predetta carica - ria~sume l'incarico di sottocomandante. Frequentato con successo nel 1882 il Corso di S.M. della Scuola di Guerra dj Torino e rientrato alr8° da campagna di Verona, nel ettembre seguente guadagna - per il suo comportamento nell 'opera di soccorso alle popolazioni alluvionate del Veneto - una decorazione al valor civile ed il IO dicembre dello stesso anno consegue la promozione al grado di Capitano, mentre il 20 dello stesso mese viene trasferito al 14° da campagna di Ferrara in qualità di Comandante di batteria. Destinato daJ 14 aprile 1884 al 5° da campagna di Venaria Reale, il 18 maggio seguente - transitato nel Corpo di S.M. a l termine del periodo di comando - è as ·egnato agli S.M. Territoriali ed il 24 agosto 1886 parte da Napoli per l ' Africa perché as egnato al Regio Corpo di Spedizione destinato in Eritrea. Assegnato dal 26 dicembre 1886 allo S.M. del Comando del 4° Corpo d ' Armata di Verona in previsione del suo rientro, partecipa successivamente alle operazioni militari del 1887 in Eritrea cd il I O marzo dello stesso anno rientra in Italia per fine missione. Destinato daJ 27 marzo 1887 allo S.M.della Divisione Militare Territoriale di Torino, il 4 novembre 1889 con. eguita la promozione al grado di Maggiore nell'Arma di Fanteria - è destinato al 62° Fanteria in qualità di Comandante di battaglione ed il 25 settembre 1892 viene nomjnato Relatore del ConsigJio di Amministrazione del reggimento. Transitato nuovamente dal 3 aprile 1893 nel Corpo di S.M. ed assegnato, quale ufficiale addetto, allo S. M. del 3° Corpo d'Armata a Milano, il IO maggio 1894 è trasferito a Roma al Comando Generale del Corpo di S.M. cd il 4 luglio 1895 consegue la promozione al grado di Tenente Colonnello. Nominato dall ' 8 ottobre 1896 Capo di S.M. della Divisione Militare Territoriale di Milano, partecipa in Lale veste ali' intervento dell 'Eserc ito nella repressione dei moti del maggio 1898 a Milano. Promosso dal 25 ottobre 1898 al grado di Colonnello nell'Arma di Fanteria. il 16 novembre seguente è nominato Comandante del 37° Fanteria ed il 16 aprile 190 I - al termine del periodo di comando - viene tra~ferito a Roma presso il Comando del Corpo di S.M .. Promosso dal 19 gennaio 1905 al grado di Maggiore Generale e nominato Comandante della Brigata di Fanteria " Pi stoia", il 7 giugno 1905 diviene Comandante della Brigata di Fanteria "Granatieri di Sardegna" a Roma ed il 6 gennaio 1906 è nominato anche Membro effettivo della Commi ·sione permanente per l'esame delle robe consegnate ai Magazzini Centrdli Militari. Promosso dal 23 giugno 191 O al grado di Tenente Generale il 1° luglio seguente è nominato Comandante della Divisione Militare TerritoriaJe di Ancona cd il 27 gennaio 1912 si imbarca a Napoli perché destinato al Regio Corpo di Spedizione .Italiano in Libia. Nominato Comandante della I• Divisione SpeciaJe del Corpo di Spedizione, partecipa in tale veste nel giugno -luglio seguenti alla battaglia di Zanzur nei pressi di Tripoli e quindi, nel luglio se-222-


guente, aJla conquista di Mi urata; Divenuto dopo la conqui 'ta Comandante della Piazza di Misurala, il 14 dicembre 1912 sbarca a Siracusa per rimpatrio definitivo. Nominato dal 16 gennaio 1913 Comandante in 2° del Corpo di S.M. a Roma, il 7 marzo . eguente diviene Membro della Commisione per l'esame delle propo ·te di ricompense aJ Valor Militare ed il 25 gennaio 1914 viene nominato anche Membro del Consiglio dell ' Ordine Militare di Savoia. JI 1° ottobre seguente diviene Comandante del 3° Corpo d' Annata di Milano ed il 9 novembre dello ste so anno cessa dalla carica di Membro della Commissione per l'e ·ame delle propo ·te di ricompen ·e al Valor Militare. Mobilitato con tutto il Comando del 111 Corpo d'Armata dal 23 maggio 1915 sul fronte trentino per le esigenze della Prima Guerra Mondiale, guida per tutto l' arco del conflitto il 3° Corpo d' Armala conquistando nel coso del 1918 la Conca di Presena ed il Passo del Tonale. ottenendo per il complesso delle sue attività una seconda Croce dell'Ordine Militare di Savoia. Rientrnto in guarnigione a Milano al termine del connitto, il IO gennaio 1919 diviene Comandante del Corpo d ' armata di Milano. Muore a Torino il 22 ottobre 1923. RAGNI OTIAVIO : Generale, nato a Romagnano Sesia (NO) il 21 aprile 1852. Allievo dal 1° ottobre 1865 del Collegio Militare di Milano, il 16 settembre 1868 viene ammesso ai corsi della Regia Accademia Militare di Torino ed il 15 agosto 1871 viene nominalo Sottotene nte ncll ' Arma di Artiglieria. Assegnato dall' 11 agosto 1873 al 6° da campagna, il 3 ottobre seg uente consegue la promozione al grado di Tenente e , tenninato con ·ucce · ·o nel 1877 il Corso di Stato Maggiore della Scuola di Guerra di Torino, il 13 luglio 1878 viene aggregato al Corpo di S.M .. venendo destinato al Comando Generale del Corpo stesso a Roma. Promo. so dal 5 ottobre 1878 al grado di Capitano del Corpo di S.M., il 14 dello stesso mese è assegnato agli S.M . Territoriali ed il 20 novembre 1882 viene dc tinato all ' I tituto Geografico Militare di Firenze. Promos ·o dati ' li ottobre 1885 al grado di Maggiore nell'Anna di Fanteria, dalla ste sa data è trasferito al I O fanteria per il periodo di comando di battaglione. Nominato dal 16 ottobre 1887 - al termine del periodo di comando - Relatore del Consiglio di Amministrazione del reggimento, 1'8 aprile 1888 è trasferito nuovamente nel Corpo di S.M. e dalla stessa data viene destinato allo S.M. del Comando del 10° Corpo d'Armata. Promosso dal 4 novembre 1889 al grado di Tenente Colonnello. il 30 marzo 1890 è nominato Capo di S.M. della Divisione Militare Territoriale di Catan1..aro ed il 27 novembre 1891 assume lo stesso incarico presso la Divisione Militare Territoriale di Chieti. Nominato dall ' 11 dicembre 1892 Capo di S.M. della Divisione Militare Territoriale di Bologna, cd il I O febbraio 1894 - transitato nell ' Arma di Fanteria - viene incaricato delle funzioni di Comandante del 16° Fanteria. Promosso dal 4 marzo 1894 al grado di Colonnello e d~venuto Comandante effettivo del reggimento, il 24 dicembre 1895 si imbarca a Napoli perché destinato ad as umcre un comando di reggimento in Africa ed in tale ve ·te partecipa alla sfortunata battaglia di Adua del IO marzo 1896, distinguendo i nelle fasi successive alla battaglia e guadagnando la Croce dell ' Ordine Mmtare di Savoia. Rientrato in Ital ia il 28 giugno 1896 per cioglimcnto di repano. il giorno seguente riassume il comando del 16° Fanteria ed il 27 febbraio 1898 - tran. itato nuovamente nel Corpo di S.M. - diviene Capo di S.M. del UI Corpo d ' Armata a Milano. Promosso dal 16 maggio 1900 al grado di Maggiore Generale e nominato Comandante della Brigata di Fanteria "Toscana", il 16 febbraio 1902 viene collocato a disposizione per ispezioni cd il 17 aprile 1907 - conseguita la promozione aJ gnido di Tenente Generale - diviene Ispettore degli Alpini. Nominato dal 4 maggio 1911 Comandante del 5° Corpo d' Armata, il 25 luglio 1912 si imbarca a Siracusa perché destinato ali' incarico di Comandante del I 0 Corpo d'Armata Speciale in Libia, ed il 2 novembre dello ·tes ' O anno - alla partenza del Genernle Carlo Caneva - a~sume la carica di Comandante del Corpo d'Occupazione della Tripolitania e Governatore Militare. ~iato il comando del 5° Corpo d'Armala e pas. ato dal 12 gennaio 1913 a disposizione del Ministero delle Colonie, dalla stessa data viene nominato Governatore Militare della Tripolitania e nel mano dello stesso anno ottiene in tale veste una econda Croce dell'Ordine Mili- 223 -


tare di Savoia in riconoscimento dei risultati ouenuti durante la campagna. La. ciata dal 28 febbraio 19 J3 la carica di Presidente del Comitato Centrale Volontari Ciclisti, il I O giugno seguente cessa dalla carica di Governatore della Tripolitanfa, viene sbarcato il 3 giugno a Siracusa, il 26 dello stesso mese viene nominato Comandante del 11° Corpo d'Armata a Genova. Nominato dal 25 gennaio 1914 Membro del Consiglio dell 'Ordine Militare di Savoia, il 3 maggio . eguente diviene Comandante del I° Corpo d'Armala a Torino, partendo poi il 23 maggio 1915 per il fronte giulio. Lasciata dal 16 luglio 1915 La carica di Comandante del 1° Corpo d'Armata e collocato dal 1° ago. to seguente a disposizione, il IO mano 1917 è nominato Comandante Territoriale del Corpo d' Armata di Ancona ed il 16 settembre dello stesso anno - promosso al grado di Generale d ' Armata - assume le funzioni di Comandante Generale dei. territori dei Corpi d' Armata di Torino, Alessandria e Genova. Collocato nuovamente dal 27 gennaio 1918 a disposizione, il 16 luglio seguente è nominato Presidente del Consiglio di Revisione presso il Tribunale Supremo di Guerra e Marina, incarico che mantiene fino all' 11 febbraio 1919 e muore in servizio a Romagnano Sesia il 21 maggio 1919.

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DE CHAURAND Giuseppe

Generale, naLoaChiavari (GE) il 1° aprile 1857. Allievo dal 1° novembre 1872 della Regia Accademia MiliLare di Artiglieria e Genio di Torino. il 25 luglio 1875 - nominato Sollotenente nell'Arma di Artiglieria - viene destinalo alla Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genjo di Torino per il pro ieguo del corso di fonnazione profesionale dove il 5 settembre seguente presla giuramento di fedeltà. A. segnato daJ febbraio 1876 al 13° da campagna di Roma e promo · o dal 26 ago to 1877 al g rado di Tenente e trasferito daJla te a data al 5° da campagna di Venaria Reale (TO), dal I O settembre 1878 al I O settembre 1880 ricopre la carica di Aiutante Maggiore in 2° del reggimento cd il mese succes. ivo viene amme o alla frequenza del Corso di Stato Maggiore della Scuola di Guerra di Torino. Con. eguita dal IO dicemhre 1882 la promozione al grado di Capitano, nell 'e ·tate I 883 - superato con successo il Corso di S.M . - viene a segnato al 9° da campagna di Pavia in qualità di Comandante di batteria ed il 14 agosto 1884 tran ita con lo stesso incarico al 5° da campagna di Venaria Reale. Tr.msitato dal 18 maggio 1884 nel Corpo di S.M . e de. tinato dalla stessa data agli .M . Territoriali, I' 11 giugno 1885 viene tra. ferito a Roma presso il Comando del Corpo di S.M . per il Segretariato Generale del Mini. tero della Guerra ed il 4 novembre 1889 - conseguita la promozione al grado di Maggiore nell'Arma di Fanteria - passa a di po izione del Ministero nel predello incarico. Nominato dal 30 marzo 1890 Comandante di un battaglione dell '8° Bersaglieri, il 17 luglio 1893 - tran itato nuovamente nel Corpo di S.M . al tennine del periodo di comando viene dc tinato allo S.M . dcll'8° Corpo d'Armata. Nominato dal 7 marzo 1895 Capo di S.M . della Divi. ione Militare Territoriale di Ancona, il 4 luglio seguente consegue la promozione al grado di Tenente Colonnello ed il 14 gennaio 1897 viene tra. ferito a Roma presso il Comando del Corpo di S.M .. Promos o dal 16 dicembre I 898 al grado di Colonnello nell'Arma di Fanteria e collocato a di po izione del Mini. tero della Guerra, il 16 aprile 1902 viene nominato Comandante del 39° Fanteria ed il 19 gennaio 1905 - conseguita la promorione al grado di Maggiore Generale - diviene Comandante della Brigata di fanteria " Reggio". Il 31 ago. lo 191 O- conseguita la promozione al grado di Tenente Generale - viene nominato Comandante della Divisione Militare Territoriale di fircnzc. Imbarcatosi a Napoli con la Divi ione il 3 novembre 1911 perché destinato a far parte del Corpo di Spedizione Italiano in Libia, partecipa in qualità di Comandante della 3• Divi ·ione Speciale alla occupazione della Tripolitania. ottenendo per il ·uo comportamento nei combattimenti di Hamidiè Sidi Has an, Zanzur e Sidi Hilal, la Croce dell'Ordine Militare di Savoia cd il 4 giugno 191 3 rientra in Italia a Napoli per rimpatrio definitivo. Collocato dal I O ottobre 1914 nella ri. erva, il 15 febbraio 1915 viene richiamato in servizio a tempo indetenninato per una mi · ·ione ali' e 'lero e per essere a segnato a di. posi.done del Comando del W Corpo d ' Armata ed il 23 maggio guente viene mobilitato per le esigen,.e della Prima Guerra Mondiale in qualità di Comandante della 3Y. Divisione di Fanteria mobilitata. Sollevato dall'incarico predetto dal 17 maggio 1916, il I O giugno seguente viene ricollocato in congedo ed il 1° febbrnio 1923 as urne il grado di Generale di Divisione. Posto dal 16 mar1.0 1934 in congedo assoluto per limiti d'età. muore a Dalmine (BG) il 9dicembre 1944. - 225 -


NASALLJ ROCCA Saverio

GeneraJe, Prefeno, nato a Piacenza I' I I gennaio 1856. Allievo dal 1° novembre 1873 della Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, il 25 agosto 1876 - nominato Sottotenente nelJ'Arma di Fanteria - è assegnato al 2° Granatieri di Viterbo cd il 21 dicembre 1879 consegue la promozione al grado di Tenente. Nominato dal 15 febbraio 1882 aJ 30 settembre 1884 Aiutante Maggiore in 2° di reggimento. il 26 enembre 1886 consegue la promozione al grado di Capitano e nell ' anno accademico 1886-87 frequenta con succe ' o il Corso di Stato Maggiore p~ . o la Scuola di Guerra di Torino. Trasferito nel Corpo di S.M . e destinato dal 24 giugno 1888 allo S.M . della Divisione Militare Territoriale di Livorno, il 30 marzo 1890 diviene addello allo S.M. del Comando del 6° Corpo d ' Armata cd il 19 luglio 1893 viene destinato quale addetto - a domanda - allo S.M . della Divisione Militare Territoriale di Piacenza. Promos o a " scelta'' dall ' 8 marzo 1894 al grado di Maggiore e destinato aJ 91 ° Fanteria per il periodo di comando, il 2 febbraio 1896 - trasferito nuovamente nel Corpo di S.M . - è assegnato quale addetto allo S.M . dell ' 8° Corpo d ' Armata ed il 4 giugno 1896 diviene addetto al Comando del Corpo di S.M . a Roma. Nominato dal 6 maggio Capo di S.M . della Divisione Militare Territoriale di Verona, il 12 dicembre seguente è collocato a disposizione del Comando del Corpo di S.M . e dalla stes ·a data diviene Regio Addetto Militare presso la Regia Ambasciata d'Italia a San Pietroburgo. Promo o dall ' 8 gennaio 1898 al grado di Tenente Colonnello, I' 11 dicembre seguente è nominato Aiutante di Campo Ononrrio del Re Umberto 1° ed il 2 maggio 1902 - cessato dal predetto incarico di addetto militare - diviene Capo di S.M. della Divisione Militare Territoriale di Firenze. Promos ·o dal I O agosto 1903 al grado di Colonnello e nominato Comandante del 40° Fanteria. I' 11 maggio 1905 è collocato in aspettativa per motivi di famjglia ed il 7 giugno 1906 viene richiamato in servizio a disposizione del Ministero della Guerra. Nominato dal 14 giugno 1906 Capo di S.M . del 5° Corpo d ' Armata. il 6 gennaio 1907 diviene Comandante in 2° della Scuola di Guerrd di Torino ed il 16 ettembrc 1909 - promosso al grado di Maggiore Generale - assume il comando della Brigata di Fanteria "Alpi" di Perugia. 119 novembre 1911 parte da Napoli con la Brigata perché destinato a far parte del Corpo di Spedizione Italiano in Libia ed in tale veste ottiene, nei combattimenti del novembre-dicembre a Sidi Mesri e Sidi Hassan, la Croce dellOrdine Militare di Savoia. Rientrato il 17 aprile 1912 in ILalia, il 16 aprile 1913 è nominato Comandante della Di visione Militare Territoriale di Novarn ed il 1° ottobre 1914 consegue la promozione al grado di Tenente Generd.le. Partito il 23 maggio 1915 per il fronte giulio con la 2 3 Divisione, il 28 giugno eguente rientra dal fronte ed il 29 luglio 1915 viene collocato a di. po. izione per ispezioni. Predesignato dal 30 settembre 1915 a ricoprire l'incarico di Comandante Territoriale della Divisione Militare di Perugia il IO ottobre seguente è nominato Comandante Territoriale della Di visione di Novara ed il 18 maggio 1916 diviene Membro supplente del Consiglio dell'Ordine Militare di Savoia. Collocato dal 5 febbraio 1919 in ausiliaria , nel gennaio -maggio 1923 è comandato nel Corpo di S.M . quale Commissario Regio aJ Comune di Verona e dal 23 maggio 1923 - richiamalo in servizio tempordneo non inferiore a 90 giorni - è nominato Prefetto di Milano. Assunto dal 31 dicembre 1923 - 226 -


il grado di Generale di Divisione. il 25 agosto 1924 cessa dalla carica di Prefetto ed il 25 ettembrc . eguenle consegue la promozione al grado di Generale di Corpo d ' Armata. Nominato dall'agosto 1924 Presidente del Consiglio di Amministrazione dell 'Operd Nazionale Combattenti, il I O febbraio 1927 è ricollocato in congedo nella riserva e muore a Roma il IO settembre 1933.

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LEQUIO Clemente

Generale, nato a Pinerolo (CN) il 25 novembre 1857. Allievo dal I O ottobre 1874 della Scuola Militare di Modena, il 25 ottobre 1875 transita nella Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino ed il 31 luglio 1878 conseguita la nomina a Sottotenente nell'Arma di Artiglieria viene de ·tinato alla Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio per il prosieguo del corso di formazione, dove 1'8 settembre seguente presta giuramento di fedeltà. Destinalo dal marzo 1879 al 14° da campagna di Ferrara, il 25 luglio 1880 - conseguita la promozione al grado di Tenente - viene destinato al 13° da campagna di Roma ed il 23 maggio 1881 è tra.~ferito al 4° da campagna di Cremona. Amme · ·o dall'ottobre 1882 al Corso di Stato Maggiore della Scuola di Guerra di Torino, I' 11 ottobre 1885 - conseguita la promozione al grado di Capitano - viene destinato dalla stessa data al J7° da campagna di Novara in qualità di Comandante di batteria ed il 21 mar/,o 1886 transita con lo stesso incarico al 6° da campagna di Vigevano. Dal 24 marzo 1887 transita - al termine del periodo di comando - nel Corpo di S.M ., venendo as. egnato dalla ste. sa data allo S.M . del 4° Corpo d'Armata di Verona ed il 17 luglio 1893 - conseguita la promozione al grado di Maggiore nell'Arma di Fanteria - viene destinato all ' 81 ° Fanteria per il periodo di comando di battaglione. Comandato dal 14 febbraio 1895 presso il Comando del Corpo di S.M., il 7 marzo seguente - transitato nuovamente nel Corpo di S.M . - viene trasferito al Comando del Corpo a Roma ed il 24 novembre dello stesso anno riceve la nomina a Commissario Militare per le Strade Ferrate. Promos o dal 9 dicembre 1897 al grado di Tenente Colonnello, il 15 marzo 1900 viene nominato Capo di S.M .della Divisione Militare Territoriale di Roma ed il I O luglio 1902 - conseguita la promozione al grddo di Colonnello nell ' Arma di Fanteria diviene Comandante del 93° Fanteria di fano. Transitato nuovamente dal 24 novembre 1904 nel Corpo di S.M. al termine del periodo di comando e passato a disposizione del Ministero della Guerra, il 19 gennaio 1905 viene lra~ferito al Comando del Corpo di S.M . ed il 5 gennaio 1908 ce ' ·a dalla carica di Commi ·sario Militare per le Ferrovie. Promos o dal 29 dicembre 1908 al grado di Maggiore Generale, dalla ste a data viene nominato Comandante della Brigata di Fanteria ·'Ancona'' ed il 1° luglio 1910 è posto a disposi.tione per ispezioni. Nominato dal 12 agosto 1910 Comandante della 2° Brigata Alpina, il 7 novembre 1911 si imbarca a Napoli con la Brigata perché destinato a far parte del Regio Corpo di Spedizione Italiano in Libia cd il 25 gennaio 1912 diviene Comandante della la Divisione Speciale del Corpo di Spedizione in Libia. mentre nel luglio seguente diviene Comandante della Divisione Militare Territoriale di Catanzaro. Pre. o parte in Lale veste alle operazioni militari del luglio - ago to 1912 per la conquista dell 'oasi di Zuar.i e di Regdaline, nel corso dello tesso mese di agosto ottiene per il uo comportamento la Croce dell ' Ordine Militare di Savoia ed il 30 gennaio 1913 diviene Comandante della Divisione Militare Territoriale di Ales. andria. Promosso dal 3 aprile 1913 al grado di Tenente Generale per "meriti di guerrn··, nel maggio seguente - a conclusione delle operazioni militari con eguenti alla vittoria di Assaba che portarono al controllo della Tripolitania fino al confine tunisino - ottiene una seconda Croce dell 'Ordine Militare di Savoia e l'autorizzazione sovrana - in riconoscimento dei suoi meriti - 228 -


- di aggiungere il predicato di Assaba al suo cognome ed il I O luglio dello stesso anno rienlra in Italia a Siracusa per rimpatrio definitivo a fine missione. Mobilitato il 23 maggio 1915 per le e~igcnzc della Prima Guerra Mondiale. il 16 luglio seguente viene nominato Comandante di un Corpo d' Armata mobilitato cd il 2 settembre 1917 - lasciato il predetto comando - lascia il fronte. Collocato dal I O novembre 1917 nella posi1.ione di servizio ausiliario, il 12 dicembre seguente viene richiamato in temporaneo servizio a dispos izione del Ministero della Guerra e l' 11 ago lo 1918 a sumc la carica di Comandante TcrritoriaJc del Corpo d' Armata di Genova. Posto dal 15 gennaio 1920 nuovamente a disposizione per i. pezioni, muore in servizio a Pinerolo il I O marzo dello stesso anno.

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