L’AZIONE DELLO STATO MAGGIORE GENERALE PER LO SVILUPPO DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE

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-3MINISTERO DELLA DIFESA STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO· UFFICIO STORICO

L'AZIONE DELLO STATO MAGGIORE GENERALE PER LO SVILUPPO DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE

ROMA 1975



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PRESENTAZIONE

Uno degli aspetti meno conosciuti della lotta di liberazione in Italia è certamente, ancor oggi, l'attività svolta dallo Stato Maggiore Generale, operante a Brindisi, prima, e a Roma, poi, in collaborazione con i comandi angloamericani. Col fermo proposito di concorrere con forze italiane alla liberazione della penisola e tenendo anche presenti le promesse contenute nel Messaggio di Quebec (ove, tra l'altro, era detto che « : .. La misura nella quale le condizioni di armistizio saranno modificate in favore dell'Italia, dipenderà dall'entità dell'apporto dato dal governo e dal popolo italiano alle nazioni unite contro la Germania durante il resto della guerra »), lo Stato Maggiore Generale impostò e condusse un intenso lavoro, rivolto principalmente al conseguimento di due grandi obiettivi. Il primo di essi mirava alla partecipazione attiva, e su scala sempre maggiore, delle Forze Armate Italiane alle operazioni che gli angloamericani stavano conducendo in Italia. Al Sud e nelle isole, ove erano presenti oltre quattrocentomila uomini, furono riordinate ed approntate p~r l'inserimento sulla linea del fuoco molte unità, tra le quali il I Raggruppamento Motorizzato, il Corpo Italiano di Liberazione, i Gruppi di Combattimento e le Divisioni Ausiliarie, che presero poi parte alle operazioni con le Armate 5a Americana e ga Britannica. Il secondo obiettivo era quello di riuscire a dare il massimo aiuto possibile, col concorso dei comandi alleati, al Movimento di Resistenza, sostenendolo materialmente e moralmente perché potesse addivenire un fattore sempre più incisivo di lotta contro i tedeschi e costituire cosl elemento capace di dare un contributo concreto alle operazioni militari. Poiché su tale secondo aspetto dell'attività dello Stato Maggiore Generale nella lotta di liberazione nulla è stato finora scritto, col presente volume l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore


-6Esercito si propone lo scopo di far conoscere al popolo italiano le vicende che hanno comportato la pianificazione e l'esecuzione di difficili e delicate azioni di guerra, necessariamente meno clamorose ma non per questo meno importanti di quelle condotte sui fronti operativi dove si.scontrarono le forze contrapposte. Come è indicato nel Documento riprpdotto nella pagina seguente, a firma del Maresciallo d'Italia Giovanni Messe, il presente volume era già pronto per la stampa .subito dopo la fine della guerra in Italia, quale « Relazione » dello Stato Maggiore Generale sul Movimento di Liberazione. A sei lustri di distanza tale Relazione non ha perduto nulla del suo autentico valore documentario e la si pubblica ora, nel quadro delle celebrazioni per il trentennale della Liberazione, quale valida attestazione dell'appassionato impegno con cui lo Stato Maggiore Generale ha operato in uno dei più tormentati periodi della storia d'Italia. Il Capo dell'Ufficio Storico


STATO MAGGIORE 0'ENERAL!

Uf:hcio

Informazioni

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La presente relazione si riproinette di presentare il

"movii:i.ento _di liberazione", nei suoi com.plessi aspetti,, dal suo sor~ere spontaneo al suo epi·l ogo vittorioso. ,, ben lungi dall'essere completa l'esposizione dei fatti perchè molti di essi ancora sconosciuti,

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1zumo, forse il meno noto, è :la.rga:nente trattato è documen= tato: l'appassionato e fecondo contributo che lo giore Generale" ha portato. all~

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lotta di liberazione"·, isp!

randosi ai supre~i interessi della Patria al disopra dei parti ti polit:t.ci, che in· esso hanno tuttavia avuto un soste= nitore costante ed un interprete cosciente dei wotivi ideali che all'angosciosa lotta hanno sospinto il popolo italiano.

Rom.a, 1° maggio 1945 IL MARESCIAirLO D'ITALIA CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE

(Giovanni

Messe)



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PARTE

I

ORIGINI E SVILUPPO DEL MOVIMENTO DI RESISTENZA E DI LIBERAZIONE



CAPITOLO I

IL MOVIMENTO DI RESISTENZA E DI LIBERAZIONE

ORI.G IN!

La proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre, nella situazione politico-militare in cui si determinò, provocava ciò che inevitabilmente doveva accadere: il collasso di tutta la impalcatura statale e, naturalmente, il caotico sfaldamento delle forze armare. Nel doloroso smarrimento che ne seguì un germe vitale aveva però già attecchito: l'odio contro il tedesco. E questo odio malcelato esplose già nei primissimi giorni che seguirono all'armistizio: l'accorrere dei volontari romani a S. Paolo, al Colosseo, a S. Maria Maggiore; lo scontro al Distretto di Ascoli Piceno ed il successivo combattimento alla Montagna dei Fiori; le quattro giornate di Napoli; e mille altri episodi sono un chiaro indice dello stato d'animo degli italiani. La spontaneità ed immediate;za della reazione in Italia rappresenta un fatto nuovo nella rivolta dei popoli europei contro l'oppressione tedesca. Più che la evidente stanchezza ed il rammarico cocente d'una guerra ingiustamente combattuta e rovinosamente perduta, prevalse in molti il desiderio di vendetta per la Patria tradita. Non calcolo opportunistico, non attendismo machiavellico, ma atti:vismo con mezzi inadeguati, su obiettivi spesso poco redditizi; con scarsa o nessuna conoscenza di metodo, con risultati pratici di dubbio valore, ma attivismo. E l'esercito tedesco in Italia, infatti, ebbe subito la chiara sensazione di essere in paese nemico ed ostile e si comportò conseguentemente. Così sorsero i primi nuclei di patrioti in quelle zone che per condizioni ambientali più si prestavano alla vita ed all'azione: le valli alpine; le groppe appenniniche; le grandi città. A questi nuclei attivi, decisi, formati per lo più da gruppi di militari, al


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comando di giovani ufficiali, sottr:attisi al disarmo ed alla cattura, si aggregano elementi eterogenei, che non hanno ancora una visione determinata della situazione nè un obiettivo definito; si aggiungono inoltre gruppi di ex prigionieri di guerra fuggiti dai campi di concentramento nonché ex condannati politici o ex fuorusciti irrimediabilmente compromessi con il fascismo. E' già sorto un movimento che può essere definito di liber~ione. Ma la liberazione la si aspetta dall'esterno, dalle armate alleate che combattono più aspramente del previsto nella piana di Battipaglia e risalgono faticosamente il tavoliere delle Puglie, ma che conquistano tuttavia Napoli, superano Foggia e manovrano a Termoli. Non si attribuisce ancora al comando tedesco in Italia una definita volontà di resistere ad ogni costo; si parla di prossimi sbarchi alleati in Toscana o in Liguria o in Romagna. E' convinzione diffusa che la situazione militare in Italia sarà risolta in poche settimane o qualche mese. A questo stato d'animo dell'Italia occupata corrisponde nell'Italia liberata, negli ambienti alleati, uno scetticismo assoluto sulla volontà, capacità, possibilità ed opportunità che il movimento di liberazione si sviluppi, si consolidi ed esploda. Si dice più o meno chiaramente, negli ambienti alleati, che il popolo italiano non è il popolo jugoslavo o polacco o russo; che l'ambiente geotopografico italiano non è il più idoneo a dar vita alla guerriglia; che il fascismo cova tuttavia nel cuore degli italiani e che la convenienza politica non è una molla sufficientemente forte ad incrementare ed alimentare un diffuso movimento di resistenza; che soprattutto non è necessario che tale movimento si sviluppi in quanto si spera - e la speranza è invece convinzione - che il problema della guerra sul teatro italiano sarà risolto presto e bene dalle armate avanzanti. ·'

PRIMI ASPETTI DEL

« MOVIMENTO DI RESISTENZA »

Tre fattori vengono, a questo punto, a determinare decisamente la situazione. Il primo fattore - politico - è costituito dalla proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, con il suo statuto e soprattutto il suo programma di fedeltà alla alleata Germania, di ricostituzione delle forze armate repubblicane, di lotta senza quartiere contro gli alleati ed i badogliani - come si compiacquero di definire gli italiani del Sud.


-13Il secondo fattore - politico ancora - è la dichiarazione di guerra alla Germania da parte del Regio Governo d'Italia. Il terzo fattore - militare - è la condotta· delle operazioni militari, da parte germanica, nello scacchiere italiano ed il conseguente affievolimento delle operazioni alleate, che preclude ad una lunga stasi invernale. Ne consegue che: il movimento antigermanico, quale si era manifestato agli albori, diventa e si determina, ogni giorno meglio, antinazifascista. I vari partiti politici, si organizzano clandestinamente ed iniziano, più o meno intensamente, quella propaganda che verrà a dare una giustificazione ideale, oltreché patriottica, al movimento; la massa della popolazione, specialmente quella rurale, che in un primo momento era rimasta schiacciata dal peso degli avvenimenti, comincia a ritrovarsi e se pure lentamente va tuttavia sicuramente confluendo in quel fronte unico antifascista, dal quale trarrà vita e azione il movimento; le bande si vanno omogeneizzlilndo, nel senso che mentre i tiepidi ritornano alle proprie occupazioni, nell'illusione di potersi destreggiare in un atteggiamento di compromesso o sconfinano in territorio neutrale, molti altri, dinanzi alla oramai chiara prospettiva di una lotta lunga, si danno decisamente alla macchia; i primi cruenti insuccessi, le successive fanatiche repressioni, la constatazione dell'inadeguatezza dei mezzi per condurre una guerriglia efficace, consigliano ai capi una condotta più prudente e guardinga. Si inizia quel periodo di preparazione, di ambientamento, di ricerca di contatti interni o con l'Italia liberata, di ricerca di mezzi per vivere~ difendersi. E' il periodo questo, della resistenza attiva e si estrinseca in scontri di pattuglie, attacchi ad automezzi isolati, tentativi più o meno efficaci di sabotaggio a vie di comunicazioni, attacchi ai magazzini per procurarsi armi, equipaggiamenti e viveri, attentati a personalità fasciste, attentati terroristici ( cinema - sta_zioni ferroviarie - mense - ecc.). . L'attività sporadica, episodica, spesso intempestiva è la naturale espressione della frammentarietà del movimento: le bande sono autonome, locali, a fisionomia più o meno definita, a seconda dell'ambiente topografico sul quale sono sorte:


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sono cosl segnalati gruppi di bande nelle principali valli alpine piemontesi (Val Pellice - Val d'Aosta - Val Tournache - Val d'Ossola - Val di Susa - ecc.) che assumono, sin d'ora, la caratteristica di bande valligiane; altri gruppi sono seg~alati nell'alta Lombardia (Val d'Ossola Val Camonica - Valtellina) verso il confine svizzero; numerosi ed agguerriti nuclei, inoltre, nel Veneto e nella Venezia Giulia con larga rappresentanza dell'elemento slavo; in Toscana, nelle Marche, in Romagna, nel Lazio e nell'Umbria e negli Abruzzi vi sono infine dei gruppi meno omogenei, non però meno attivi. Altro fenomeno che va messo in evidenza è, in questi primi mesi, il continuo e notevole affluire verso l'Italia liberata di militari e civili desiderosi di partecipare combattendo alla liberazione dell'Italia occupata dai tedeschi. Sono essi che danno notizia certa seppure frammentaria del fermento, delle speranze, delle necessità dei gruppi alla macchia. Qualche comandante di bande . si reca personalmente al sud per sollecitare rifornimenti, ordini e direttive, collegamenti. Tentativi di collegamenti vengono inoltre fatti tra banda e banda della stessa regione, tra bande e personalità notoriamente antifasciste, tra le cellule dei partiti antifascisti e le bande.

IL MOVIMENTO COME E' VISTO NELL'ITALIA LIBERATA

Nell'Italia liberata, d'altra parte, nell'ambito dell'allora Comando Supremo Italiano, in collaborazione stretta con gli organismi alleati particolarmente interessati alla attività clandestina, pur con mezzi assolutamente inadeguati ma sorretti da grande fede, sulla base delle prime notizie ma soprattutto nella certezza che un movimento di resistenza in Italia sarebbe naturalmente sorto ed era pertanto doveroso incrementarlo e sostenerlo, si impostava un piano di lavoro che valesse a raggiungere lo scopo. Il programma iniziale prevede: l'invio di un certo numero di missioni di collegamento utili a coprire tutto il territorio occupato. Tale rete, a carattere eminentemente territoriale, deve dare l'esatta nozione delìa consistenza, dislocazione, necessità delle bande costituite;


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il successivo invio di missioni operative che, sulla ·base delle notizie fornite dalle suddette missioni di collegamento, dovranno prendere o mantenere uno stretto contatto con le bande; - l'invio di missioni speciali, per compiti particolari. Alla fine di settembre cominciano a partire le prime missioni e già' ai primi di ottobre si realizzano i primi collegamenti radiotelegrafici clandestini. Questi primi risultati positivi inducono gli alleati a sostenerci nell'espletamento del programma con più convinzione, pur perseguendo essi il fine più modesto di dar vita ad una organizzazione clandestina di sabotaggio. Il fine ultimo che persegue invece il Comando Supremo Italiano è ben più importante e definitivo: vuole dare al movimento di resistenza un carattere unitario, organico, su basi militari, amalgamando le varie tendenze e convogliando le varie iniziative verso un unico scopo: la guerra contro i nazifascisti. Programma ambizioso, forse prematuro, forse viziato in partenza da schematismo burocratico, ma programma chiaro, onesto e che in definitiva - lo vedremo in seguito - finirà per imporsi. Già ai primi di dicembre 19 4 3 si notifica presso i competenti organismi internazionali il distintivo adottato dalle bande di civili italiani armati che combattono contro i tedeschi nel territorio nazionale da essi occupato: doppio nastro trasversale tricolore applicato al bavero della giubba. Si intende con questo provvedimento regolarizzare la posizione dei patrioti sotto l'aspetto giuridico internazionale. Viene decisa alla stessa epoca la costituzione di comandi regionali ( 1) direttamente dipendenti dal Comando Supremo Italiano, retti da un comandante militare eventualmente appoggiato, per la parte relativa aglì elementi civili immessi nelle bande, dai comitati locali dei partiti. Ogni comando avrebbe dovuto fornire alle formazioni un indirizzo unitario, coordinandone le attività; fissare una zona di azione per ciascuna banda, realizzare i rapporti ancora vaghi col Comando Supremo e perciò con i Comandi alleati; tenersi in stretti rapporti con i partiti antifascisti che cominciavano ad esprimere i « Comitati di Liberazione Nazionale» (C.L.N.) locali. (1) In totale 9: Piemonte e Liguria, Lombardia, Veneto e basso Trentino, Emilia, Romagna, Toscana, Marche ed Umbria, Lazio (esclusa Roma) e Abruzzi, zona di Roma.


16 Ai comandanti designati furono impartite direttive basate sui seguenti principi: dare alla guerriglia un carattere ed una direzione unitaria spiccatamente militare; astenersi da ogni politica ma realizzare ~ollegamenti con i partiti al fine di incrementare l'azione militare contro i tedeschi; fare eseguire gli eventuali ordini del Comando Supremo per l'attività di sabotaggio, in azione coordinata con le forze alleate; · predisporre il servizio di ordine pubblico in vista di un eventuale sgombero tedesco e le azioni di antisabotaggio; attuare _d'iniziativa ogni azione possibile contro i tedeschi. Con la circolare n. 3 33 /Op. del 1O dicembre . 19 4 3 (allegato 1) il Comando Supremo ,mpartiva le direttive per la organizzazione e la condotta della guerriglia secondo i criteri accennati. PRIMI AIUTI

Il problema fondamentale da risolvere è quello dei rifornimenti. Le bande, infatti, oramai alla macchia da alcuni mesi, risentono già della grave deficienza di mezzi che non solamente vincola le loro possibilità, ma minaccia seriamente la loro stessa esistenza. Per quanto le prime richieste di rifornimenti siano pervenute sin dalla prima decade di ottobre e si siano fatte sempre più pressanti, man mano che si andava verso l'inverno, a fine dicembre non hanno potuto ancora essere realizzate per circostanze varie (deficienza di mezzi, condizioni atmosferiche sfavorevoli, ecc.) che hanno impedito le operazioni di rifornimento. Viene caldamente e reiteratamente rappresentata agli Alleati l'urgenza della soluzione del problema, nel senso che, se si vuole che i rifornimenti siano tempestivi e sufficienti, è necessario organizzare basi di decollo e magazzini nell'Italia liberata, in quanto le basi dell'Africa settentrionale francese non sono le più idonee ad un proficuo lavoro nel teatro d'operazioni italiano. In definitiva si può affermare che alla fine del 1943 si era in un periodo di transizione: si stava cioè passando dalla fase della spontaneità, e quindi dell'eccessiva autonomia delle bande, a quella di una organizzazione su basi più vaste, settoriale (valli alpine) e regionale.


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EVOLUZIONE POLITICA E SVILUPPO DEL MOVIMENTO

A questo punto alcuni fattori vengono a turbare il « movimento di resistenza », fattori che agiscono in senso positivo e negativo nello stesso tempo. Essi sono di due ordini distinti: interni; esterni. Per quanto essi siano strettamente collegati e si influenzino a vicenda, conviene esaminarli separatamente. a) Fattori politici interni.

Si è già accennato come e perchè il « movimento di resistenza » da antigermanico sia diventato antinazifascista; senonché i partiti - ed era logico e naturale che ciò si verificasse sul piano comune antifascista oramai chiar·amente determinatosi e nella certezza di una prossima conclusione del conflitto armato, innestano il problema della propaganda di partito. Que.sta propaganda che nei centri cittadini non può, per necessità di cose, che essere clandestina, presso le bande armate può invece esplicarsi più apertamente ed efficacemente. Ed ecco aprirsi una gara tendente all'accaparramento delle formazioni patriottiche esistenti, alla creazione di altre. In questa gara il « partito comunista » parte favorito da una organizzazione efficiente che gli consente di affrontare il problema nel suo complesso. Ha quadri sufficienti e preparati; si vale di metodi oramai sperimentati su larga scala. Tende chiaramente a monopolizzare il movimento di resistenza e sorge cosi il « Gariba(dinismo » . Il fenomeno che già serpeggiava in alcuni settori diviene chiaro, nei primi mesi del 1944, in tutte le regioni dell'Italia occupata: brigate « Garibaldi » sorgono un po' dovunque; si impone l'appellativo di « Garibaldi » a formazioni che non avevano sin allora manifestato un chiaro orientamento politico; si inviano commissari politici che iniziano una intransigente propaganda di partito; si adottano distintivi (fazzoletti rossi al collo) ed il saluto a pugno chiuso; e soprattutto si· cerca di imporre comandanti che se hanno una sicura fede politica non sempre hanno una adeguata preparazione militare. Gli altri partiti non rimangono inattivi ed a loro volta intervengono presso bande esistenti o ne creano, in concorrenza con il partito comunista. Sorgono così formazioni « Giustizia e Liber-


-18tà » (G.L.) sotto il patrocinio del« partito d'azione »; formazioni « Matteotti » sotto il patrocinio del « partito socialista »; formazioni democristiane. Varie sono le reazioni a questo fenomeno nel « movimento di resistenza », che da un piano settoriale o regionale si sposta in campo nazion'ale. Ne consegue una maggiore compenetrazione tra bande armate alla macchia e movimento clandestino cittadino. Le une traggono giustificazione dai centri motori dei vari partiti, mentre questi traggono maggiore autorità o fiducia dalla consistenza delle bande armate che patrocinano. Sorgono anche in questo periodo i« gruppi di azione patriottica» (G.A.P.) e le« squadre di azione patriottica» (S.A.P.), specie di guardia nazionale con programma di azione non ancora ben definito, ma che rappresentano già, per qualche partito, centri di reclutamento per le bande alla macchia. Il « movimento di resistenza » che da spontaneo si era venuto omogeneizzando nel programma contingente antinazifascista, sul piano eminentemente militare, subisce una ulteriore evoluzione nel campo politico e le varie correnti si differenziano; in alcuni settori la penetrazione politica provoca scissioni, spesso àttriti. Gruppi di bande omoge-nee, più seriamente inquadrate, in genere quelle che hanno tratto origine da reparti militari disciolti ed inquadrate da ufficiali delle forze armate, resistono alle pressioni che su di esse esercitano i partiti e rimangono fedeli al programma iniziale. Traggono anzi da queste circostanze motivo per meglio amalgamarsi: si autodefiniscono« bande militari », ma i partiti le definiscono solamente « autonome » rivendicando anche per le loro bande l'appellativo di militari. Questo intenso travaglio politico si riflette naturalmente ed immediatamente ed in senso positivo e negativo, nello stesso tempo, sulla fisionomia ed efficienza del « movimento di resistenza ». Si è già accennato, di sfuggita, alle reazioni negative, ma è necessario soggiungere che in definitiva il << movimento » se ne avvantaggia nel senso che penetra e permea anche quegli strati del popolo tuttora apatici od indifferenti, annullando o addirittura capovolgendo la propaganda neofascista. E' crisi di crescenza, in pratica, che, sviluppandosi in un organismo sano e già consolidato, si risolve in senso benefico. Presto, avvertendo infatti il pericolo di scissioni, cui si accennava, i partiti correranno ai ripari, come si vedrà in seguito.


19 b) Fattori politici esterni.

Il movimento antifascista che nell'Italia ancora occupata non può che continuare ad essere clandestino e duramente vivere ed operare per il raggiungimento del fine primo ed attuale: la liberazione dell'Italia, esplode invece irrequieto ed impaziente nell'Italia liberata. Anche qui a base di ogni programma è la liberazione dei fratelli oppressi, ma nella foga della discussione e delle recriminazioni, nella non dichiarata ma evidente corsa di accaparramenti elettorali, nello irrequieto manifestarsi di tutte le tendenze si crea - ed era naturale - un notevole disagio oltre che . politico, morale. In questo disagio, il trapasso dell'apparato buro. cratico nel nuovo ordine democratico, provoca carenza di tutti i poteri costituiti; il prestigio stesso del Governo è gravemente menomato; gli appelli alla concordia nazionale nell'ora grave che la Patria attraversa, lanciati da tanti partiti politici che germogliano un po' dovunque, tradiscono interessi di parte nelle troppe riserve a cui gli appelli sono condizionati. La crisi economica in genere e quella alimentare in ispecie; le devastazioni gravi provocate dalla guerra sul territorio sono elementi che influiscono o modificano continuamente la situazione politica ed il disagio morale. Queste le condizioni dell'Italia liberata che pur attraverso canali clandestini di collegamento vengono ad essere conosciute nell'Italia occupata e contribuiscono ad incrementare quell'intervento e quell'atteggiamento dei partiti nel « movimento di resistenza ». L'atteggiamento degli alleati nei nostri riguardi, d'altra parte, è, in questo momento, quanto mai instabile. E' chiaro che, accorgendosi di non conoscere quale è esattamente la situazione politica i_taliana, vogliono esplorare, vedere, sentire. E cosi ai contatti ufficiali con le autorità costituite, si tentano tutti quegli altri che comunque sembra possano giovare alla auspicata collaborazione. Ma in questa presa di contatto gli elementi periferici allea" ti non sempre si limitano ad un'azione esplorativa e spesso finiscono per lasciarsi influenzare al punto çla vedere la situazione italiana attraverso l'ottica, anche se simpaticamente cromatica, di individui o pa~titi. La condotta quindi degli organi ufficiali angloamericani in Italia è caratterizzata da continue successive modificazioni di rotta, che mentre non riescono fortunatamente a disorientare ed a fermare le iniziative e gli sforzi onesti e disinteressati di quegli organismi italiani che hanno potuto sopravvivere alla


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catastrofe, accendono tuttavia speranze od iniziative non sempre disinteressate. I movimenti di resistenza e di liberazione in Francia e Jugoslavia sono altri fattori che influenzano il movimento italiano: più blandamente quello francese; direttamente quello jugoslavo. E' facile infatti rappresentarsi come i partiti sloveni, che già da oltre tre anni conducono una aspra lotta clandestina, vogliano e sappiano efficacemente intervenire nel Veneto e nella Venezia Giulia, nella convinzione di poter organizzare un movimento di resistenza italiano che, sulla falsariga di quello sloveno e adottandone i metodi, tenda agli stessi obiettivi politico-sociali. E' molto probabile infatti che il fenomeno del « Garibaldinismo » sia stato agevolato da queste circostanze.

IL PENSIERO DEGLI ALLEATI SUL MOVIMENTO DI RESISTENZA E QUELLO DEL COMANDO SUPREMO ITALIANO

A questo punto un fatto è chiaro alla mente degli organismi alleati che si interessano della politica italiana e soprattutto dell'organizzazione del « movimento di resistenza » nell'Italia occupata: un movimento c'è, serio,. vasto, profondo. Si tratta ora di potenziarlo con rifornimenti adeguati di armi e mezzi.· E' il problema fondamentale cioè che, sfiorato, accettato in linea di massima ma non ancora affrontato, ritorna imperioso alla attenzione di chi sin dal primo momento lo ha visto e messo in evidenza. Siamo ai primi di gennaio del 1944. A seguito di una ennesima pressione fatta dall'Ufficio Informazioni del Comando Supremo presso la « N. 1 Special Force.» (organismo inglese che si interessa alla lotta cland~stina), questa per bocca di un suo ufficiale autorizzato precisa l'atteggiamento degli alleati sull'argomento. Egli dice infatti che essi non intendono armare, nè hanno la possibilità di farlo, un esercito segreto in Italia. Essi si ripromettono solamente di trarre delle bande nuclei scelti, numerosi ma piccoli - 50 uomini circa - che devono, con azione spregiudicata, continua, tecnicamente ben condotta, sabotare le retrovie nemiche, in modo particolare le vie di comunicazione. Soltanto a questi nuclei essi intendono fornire le armi ed i materiali necessari all'assolvimento dei compiti; le bande invece, con quello che hanno, interveranno come potranno a momento opportuno.


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Tale punto di vista, che modifica sostanzialmente il problema rispetto alla sua impostazione, minaccia di provocare una deleteria influenza sull'ulteriore sviluppo del movimento, pregiudicando l'esistenza stessa delle bande già costituite, che oramai alla macchia da alcuni mesi ed in mezzo a gravi difficoltà, risentono sempre più della deficienza di mezzi adeguati. Il Comando Supremo non può e non vuole accedere al concetto di affidare al movimento di resistenza il solo compito, importante senza dubbio ma limitato, del sabotaggio e pur seguendo la Special Force su questo terreno - che è poi il suo compito specifico - insiste sulla nec_essità di ricondurre il problema alla visione iniziale. Il suo punto di vista può così concretarsi: persistere nel ricercare il collegamento con le bande per poter impartire loro direttive ed ordini e, nello stesso tempo, rifornirle; sostenerle per trarre da esse un attivo, concreto contributo ai fini della guerra ed evitarne lo sfaldamento; rifornire le formazioni di materiali di sabotaggio e dell'armamento idoneo per condurre azioni di guerriglia affidata a nuclei specializzati tratti dalle stesse bande; affidare alle bande le azioni di sabotaggio (attività del resto già largamente svolta per naturale vocazione), azioni che potranno essere meglio incrementate e coordinate _da elementi direttivi in posto; limitare l'invio diretto di missioni di sabotaggio per compiti speciali che richiedano una particolare competenza tecnica.

In seguito a delicate e lunghe trattative i due punti di vista si incontrano nelle successive direttive che il Comando Supremo alleato del Mediterraneo impartisce e che possono essere così sintetizzate: l'organizzazione del sabotaggio nell'Italia occupata deve essere di massima affidata alle bande di patrioti tramite le missioni di collegamento inviate e da inviare presso le bande armate; è necessario quindi rivedere il problema di sostenere le bande di patrioti e provvedere ai relativi rifornimenti, che dovranno però rimanere circoscritti ai più stretti bisogni, data la scar-


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sezza di mezzi aerei adibiti allo scopo rispetto alle necessità dello scacchiere mediterraneo (Balcania - Grecia - Francia . Italia). Sulla base di queste direttive che oramai ammettono la opportunità di sostenere le bande moralmente e materialmente, la collaborazionè con la N. 1 Special Force si svilupperà sempre più fiduciosa e fattiva. Paralleli e contemporanei contatti e scambi di vedute avvengono con ufficiali americani dell'« A.F.H.Q. Exp. Dot. G.3 » sulla stessa questione, che a fine gennaio fanno conoscere il proprio punto di vista che può essere così sintetizzato: piena comprensione della necessità di sostenere il movimento di resistenza italiano e rifornire quindi le bande di patrioti; desiderio di lavorare in questo campo indipendentem~nte dalla parte inglese; riconosciuta necessità perciò di Òrganizzare collegamenti diretti ed indipendenti con le bande di patrioti note e cercare il collegamento con le altre esistenti allo scopo di vederne le necessità ed organizzare i rifornimenti.

LA REAZIONE NAZIFASCISTA

Il fenomeno della resistenza non era naturalmente sfuggito, sin dalle prime manifestazioni, ai nazifascisti che però si erano forse illusi di poterlo soffocare sul nascere con qualche esempio di feroce repressione. E' probabile che anche essi non ritenessero capaci gli italiani di fare la guerriglia ed escludessero che l'Italia fosse un paese adatto allo sviluppo della guerriglia stessa. E si ricorre alla propaganda a base. di luoghi comuni; il Maresciallo Graziani e i consiglieri tedeschi si danno · un gran da fare ad emanare manifesti di richiami e bandi intimidatori; si inscenano processi ·e si comminano condanne .che scoprono l'uhi- · mo velo della perfidia fascista; liste di proscrizione, arresti a catena, campi di concentramento; sevizie e torture su inermi e pacifiche popolazioni; esaltazione dì- efferati delinquenti comuni assurti a posti di tornando e di responsabilità. · . Tuttociò è lievito di odio, è il fertilizzante più idQneo a fecondare il t'erreno già profondamente lavorato dalla ribellione, di modo che nel febbraio-marzo 1944 il movimemo di resistenza


- . 23 rappresenta uri fattore di importanza capitale nel quadro della guerra in Italia. In questo periodo infatti numerose bande di patrioti sono entrate in diretto collegamento con il Comando Supremo Italiano e Comando alleato, attraverso le missioni di collegamento inviate; molte nuove formazioni si vanno costituendo un po' dappertutto; la loro attività segna una sensibile ripresa anche con forme più vaste e meglio organizzate che tendono a distruggere o danneggiare quanto può essere utile ai tedeschi e si rivolge, in modo particolare, al disturbo del traffico ferroviario. Tale maggiore attività verificatasi un po' dovunque, ma specie nel Cuneese, in Valdossola, nell'Appennino Modenese e nelle Marche obbliga i tedeschi ad organizzare vaste operazioni di rastrellamento, che si risolvono in aspri scontri nei quali le formazioni di .patrioti vengono quasi sempre disperse: il gruppo bande del Cuneese (Valli Ellero, Corsaglia, Pesio, Casotto) subisce un violento rastrellamento da formazioni nazifasciste che ammontano a circa 10.000 uomini; il gruppo bande del maggiore Beltrami nella Valdossola è attaccato nello stesso periodo da ingenti forze nazifasciste. Il maggiore Beltrami e molti gregari cadono in combattimento; le bande dell'Appennino Modenese sono braccate per vari giorni da reparti in rastrellamento; le bande di Monte S. Vicino (Appennino Marchigiano) sono sottoposte anch'esse ad un forte rastrellamento, subendo perdite ma infliggendone di severe all'avversario. Molti altri rastrellamenti si verificano in altre zone con risultati analoghi, nonostante le chiare direttive emanate alle bande di non impegnarsi in combattimento, perché l'attuale periodo dev'essere di organizzazione e di preparazione. Alla vasta azione militare contro le bande fa riscontro una . serrata azione di polizia contro le organizzazioni clandestine che ne costituiscono il centro motore. Sono stati infatti arrestati vari esponenti delle principali città dell'Italia settentrionale, mentre altre organizzazioni collegate con il movimento di resistenza sono state braccate e parzialmente disperse. E' chiaro che questa azione serrata è il risultatq di un unico piano preordinato che ha richiesto da parte nemica un largo impiego di truppe e di mezzi ,:na i cui effetti sono stati certamente inadeguati.


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IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE E IL MOVIMENTO DI RESISTENZA

L'appassionato intervento dei singoli partiti antifascisti aveva, come si è visto, dato notevole incremento e sviluppo al movimento di resistenza, per cui le bande si erano andate moltiplicando. Si verificava pertanto che su una stessa zona esistessero bande facenti ,capo a 'differenti correnti politiche. I rastrellamenti; le dolorose perdite subite; le rappresaglie sulle popolazioni ed il gravare eccessivo e disordinato delle bande sulle stesse; l'inadeguato inquadramento, armamento ed addestramento; le gelosie e qualche prepotenza dei comandanti delle singole formazioni, pongono in evidenza seri ed urgenti problemi, che vanno affrontati e risolti su un piano di franca ed operante collaborazione e solidarietà, se non si vuole che il movimento si isterilisca e naufraghi. E' questo il momento più delicato della guerra di liberazione che l'Italia sta combattendo. La delicatezza del momento viene chiaramente compresa dai responsabili dei partiti antifascisti dell'I talia occupata che sanno esprimere nei « Comitati di Liberazione Nazionale » (C.L.N.) un programma d'azione in armonia con l'ora che volge, accantonando tutte quelle questioni che comunque possano incrinare la compattezza del fronte della resistenza. Si viene così delineando anche quella organizzazione formale, che vuol dare veste adeguata alla proclamata e necessaria concorde azione nel campo politico e in quello militare. Parallelamente al C.L.N. di Roma, che vive di vita stentata, si va affermando il C.L.N.A.I . (Comitato Liberazione Nazionale Alta I talia) con sede a Milano, consapevole della eredità che la prossima liberazione di Roma gli lascerà. I C.L.N. regionali, già costituiti, risentono naturalmente delle condizioni economiche-sociali di ambiente, della personalità degli esponenti antifascisti più rappresentativi, dell'atteggiamento delle autorità legali, più o meno intransigenti e vessatorie, nonché della situazione delle tendenze politiche prefasciste. E' quindi chiaro che la fisionomia e le tendenze dei C.L.N. regionali non siano nè uniformi nè univoche. E' molto probabile pertanto che dalla coscienza di questa situazione e dalla evidente necessità di incanalare le energie iri un efficace programma comune .contingente, derivi al C.L.N.A.I. quella serena, onesta ed obiettiva visione dei vari problemi, che detta la più opportuna linea di


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condotta accetta a tutti i partiti e fa sì che la sua autorità venga riconosciuta dai C.L.N. regionali e locali. A base del programma dei C.L.N. è la guerra ai nazifascisti, ma essendo essi organismi essenzialmente politici e quindi non necessariamente competenti di questioni militari, ecco che affidano ad un « Comitato militare», tutte le questioni inerenti alla organizzazione, preparazione, vita e condotta delle bande. In questo modo le interferenze e gli attriti che si manifestavano sin quì tra le bande, si trasferiscono nell'ambito dei comitati militari. Questi organismi però che si dimostrano utili nel campo organizzativo e logistico non possono risultare idonei nel campo più strettamente operativo. Occorrerà pertanto una ulteriore evoluzione, per arrivare ad impostare e risolvere il problema del comando delle formazioni al centro ed alla periferia.

POTENZIAMENTO DEL MOVIMENTO IN VISTA DELLE OPERAZIONI DI PRIMAVERA

All'inizio della primavera 1944 il « movimento di resistenza » italiano è noto alle autorità anglo-americane, nonché al Comando Supremo Italiano, nei suoi vari aspetti. E' oramai convinzione comune che rappresenta una forza politico-militare di notevole entità che va potenziata per impiegarla nella lotta in concomitanza con gli eserciti alleati, nel prossimo ciclo operativo primaverile. Questo potenziamento si persegue con tre ordini di provvedimenti: propaganda; rifornimenti; invio di organizzatori ed istruttori. a) Propaganda

Già nell'inverno 194 3-44 radio Bari e le altre emittenti dell'Italia liberata, come la B.B.C., avevano saltuariamente accennato ad episodi della lotta clandestina ed alle atrocità nazifasciste nell'Italia occupata; la trasmissione di messaggi speciali strettamente connessi all'attività clandestina aveva d'altra parte acuita la curiosità e creato già un'atmosfera di attesa nell'Italia occupata, come in quella liberata. Si trattava ora di stabilire un contatto regolare,


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continuo, diretto e ciò fo realizzato con la speciale emissione radio giornaliera « L'Italia combatte », con la quale le autorità alleate ed italiane si rivolgevano direttamente ai patrioti ed alle popolazioni dell'Italia occupata illustrando le tappe politiche-militari più salienti, dando consigli e suggerimenti nella condotta della lotta clandestina, esaltandone gli episodi e le attività più significative, denunciando le atrocità nazifasciste, additando alla vendetta dei patrioti i collaborazionisti pericolosi al movimento di resistenza. Attrav.erso la trasmissione di « L'Italia combatte » si giunse più tardi a dare veri e propri ordini di operazione in concomitanza con le operazioni delle armate alleate. Si provvide nello stesso tempo a stampare ed aviolanciare un giornale dallo stesso titolo «L'Italia combatte » nel quale si riportavano, presso a poco, le stesse notizie della trasmissione radio. Tali iniziative incontrarono l'incondizionata simpatia dell'Italia occupata, che, attraverso i canali di collegamento clandestini, collaborò attivamente consigliando modifiche, rappresentando particolari argomenti e desideri. b) Rifornimenti

Sulla base delle direttive emanate nel febbraio dal Comando Superiore alleato del Mediterraneo, creata oramai la indispensabile attrezzatura della base nell'Italia liberata (campi di aviazione - magazzini - aerei e piloti specializzati, ecc.) il flusso dei rifornimenti diviene apprezzabile anche se è ancora ben lungi dal · necessario. . . Naturalmente le operazioni di aviorifornimento presuppongono, oltre che un'attrezzatura della base di partenza, l'organizzazione di campi di ricezione (scelta del posto - costituzione di un comitato di ricezione - segnali a terra - intese radio e messaggi speciali, ecc.). Il tenace lavoro di preparazione consente di avere, a fine aprile, ben 91 campi di ricezione idonei organizzati. Su questi campi, nonostante le condizioni atmosferiche particolarmente avverse all'inizio della primavera 1944, vengono effettuate, entro il 30 aprile, 63 operazioni di aviorifornimento per un totale di 99 tonnellate di materiali (armi - munizioni - esplosivi, ecc.). E' poca cosa rispetto alle necessità ed ai desideri, ma è già una batta-


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glia vinta, se s1 pensa a tutte le difficoltà dovute affrontare e superare. Le bande armate dei patrioti cominciano a sentirsi direttamente sostenute ed assistite. Alcuni rifornimenti sono stati effettuati, su richiesta urgente, alla vigilia di temuti rastrellamenti, e, qualcuno, durante l'infuriare della battaglia. Si è parlato di aviorifornimenti perché questo sistema si è dimostrato, in definitiva:, il più idoneo; ma vari e reiterati tentativi, purttoppo infruttuosi, sono stati fatti, nella stessa epoca, via mare e qualche rifornimento di armi è stato possibile, su piccola scala e nello stretto campo tattico, via terra. Giova mettere in rilievo un altro aspetto della questione affrontata e risolta in via di principio in questo periodo, ed è quello relativo alla specie dèlle armi da inviare ai patì.foti. Partendo infatti gli alleati dal concetto dì affidare· alle bande solamente il compito del sabotaggio, essi avevano studiato e predisposto un tipo di rifornimento idoneo essenzialmente a questo scopo, consistente in esplosivo, incendivi ed armi automatiche a breve gittata. Perseguendo invece il concetto di incrementare le bande e metterle in grado di condurre vere~ proprie azioni di guerriglia - concetto che,. a suo tempo, · se non fu esplicitamente scartato non fu neanche approvato dagli alleati - non si lasciò sfuggire occasione per sottolineare la necessità di abbandonare il sistema di rifornimenti « tipo » per adeguarli invece alle singole necessità. I cruenti rastrellamenti del marzo-aprile 1944 avevano d'altra pàrte dimostrato che le bande difficilmente avrebbero potuto sopravvivere, senza armi automatiche a lunga gittata nonché mortai con abbondante munizionamento. A confortare questa te'si valsero le urgenti richieste · delle stesse bande a mezzo dei collegamenti clandestini. A. seguito di ulteriori insistenze e precisazioni si ottenne finalmente che fosse accettato,· nei limiti delle possibilità materiali, il ptincipio dell'opportunità di rifornire le baride di armi di accompagnamento ed in questo senso si comìnciò anche ad agire. Si prepararono pertanto 'i primi sette tipi diversi di rifornimenti rispondenti alle varie neèessità . . c) Invi.o di organizzatori ed istruttori

. In questo campo non v'è da promuovere un particolare ulteriore._impulso.; Il programma iniziale impostato in base alla chiara visione degH aspetti che il nievi.mento di resistenza nell'Italfa


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occupata avrebbe potuto e dovuto assumere, si va dimostrando efficace. A tutto aprile infatti sono state inviate ben 25 missioni di collegamento, delle quali venti sono attive; molte altre sono inoltre in preparazione. Oltre alle suddette missioni di collegamento che assolvono anche compiti di organizzazione, si accentua la necessità di avere presso le bande veri e propri istruttori, perfetti conoscitori delle armi, esplosivi e mezzi vari aviolanciati,' nonché,perfetti esecutori di sabotaggio delle vie di comunicazione. A fine aprile sono già partite ventitré missioni, ciascuna composta di elementi scelti, e ventiquattro sono pronte a partire. L'opera di questi istruttori si dimostra presto particolarmente efficace perché oltre alla conoscenza dei mezzi che permettono loro di trarre il massimo risultato dai limitati rifornimenti effettuati, portano nelle bande entusiasmo, slancio, nonché uno spiccato senso di disciplina e di responsabilità.

SITUAZIONE ALLA VIGILIA DELL'OFFENSIVA ALLEATA

La situazione è in questo momento caratterizzata ed influenzata da diversi fattori: geo-topografici; politici; militari. Sulle Alpi, in tutte le valli e convalli, è un pullulare di bande, più o meno numerose, agguerrite ed armate a seconda delle possibilità e la capacità dei capi locali. Il colore politico che vuol caratterizzarle è una investitura che venendo dall'esterno non le ha, in genere, seriamente differenziate. E' ancora· e sempre alla tradizione alpina, al numero del vecchio reggimento, battaglione e compagnia che esse si riallacciano. E' da questa tradizione che esse traggono la forza e la solidarietà necessarie per darsi reciproco appoggio ed aiuto in caso di bisogno, ma è chiaro che non basta la tradizione alpina a sopperire all'assenza di un comando capace. Già cominciano però a delinearsi in alcune zone raggruppamenti omogenei: ciò però è dovuto a singoli comandanti la cui personalità ha avuto modo di affermarsi attraverso fortunosi 1 avvenimenti locali: il gruppo bande delle Langhe che fa capo al maggiore Mauri (Magg.s.S.M. Mattini); la divisione « Garibaldi » della Valsesia al comando di Moscatelli;


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le « Fiamme Verdi » del Generale Fiori (Gen. Masini) nelle Alpi Orobie; il gruppo bande del Ten. Col. Cugini nella zoµa di Vittorio Veneto; il gruppo bande del Ten. Col. Zancanaro nella zona del Grappa; le bande del Tenente Carli sull'altipiano dei Sette Comuni. Nella valle padana, nei grandi centri urbani soprattutto, sotto l'impulso del C.L.N. e dei singoli partiti, vanno sviluppandosi ed affermandosi i G .A.P. e le S.A.P. la cui organizzazione però è tuttora nucleare, o meglio a cellule, segreta. Detta organizzazione è cioè la naturale espressione dell'esperienza della lotta clandestina dei partiti cosiddetti di sinistra. Ma ciò che più conta è la mobilitazione dell'opinione pubblica che vede oramai chiaramente ed ineluttabilmente la sua giusta via che conduce alla auspicata soluzione e mentre crea quell'ambiente ostile, nel quale i nazifascisti sono e si sentono estranei, nemici, assicura, d'altra parte, al movimento di resistenza le migliori condizioni per svilupparsi e consolidarsi. Sull'Appennino è il fattore politico che maggiormente caratterizza il movimento di resistenza. Esso si differenzia da regione a regione nel colore predominante, a seconda delle tendenze politiche degli organismi clandestini antinazifascisti delle cento città e cittadine; il colore si attenua e si modifica nella stessa regione in conseguenza dei continui e persistenti rastrellamenti che i tedeschi sono costretti ad effettuare, per tener libere le vitali vie di rifornimento. Il movimento è quindi, nel suo complesso, imponente per numero di formazioni armate, per il numero dei volontari e per la loro attività. E' però frazionatò; l'attività è episodica, non controllata. E' tuttavia in gestazione ed ha già qualche inizio di attuazione un processo di decantazione nelle varie formazioni, nel senso che gli appartenenti al movimento, sotto la spinta che promana dai partiti, tendono a raggrupparsi secondo le varie tendenze politiche. In questo processo, la propaganda, che tende ad accelerarlo, è a volte un elemento perturbatore, che crea frizioni ed equivoci. In alcune zone, per il più maturo senso di responsabilità e la maggiore maturità politica degli esponenti dei C.L.N., si


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· intravede già un'aspirazione a comporre le divergenze e. ad attuare, senza riserve mentali, quell'unità auspicata in sede teorica: Genova e Firenze per esempio. A Roma la situazione ha un aspetto tutto suo particolare. Sotto la spinta degli avvenimenti militari verificatisi in seguito allo sbarco degli alleati ad Anzio, si vive da mesi oramai l'ansia della vigilia. L'organizzazione del movimento di resistenza premessa sin dalla seconda quindicina di settembre da ufficiali di provata fede e capacità si è andata sviluppando indipendentemente e spesso in contrasto ' con. gli esponenti di tutte le tendenze politiche, i quali, d'altro canto, nell'imminenza della liberazione, si esautiscono nella alchimia delle prossime combinazioni ministeriali e nella formulazionè di programmi, che permettano di presentare un fronte unico antifascista nel C.L.N. centrale. Ma come nel campo politico, cosi nel campo militare la presenza di spiccate personalità di grado elevato costituisce una remora piuttosto che un potenziamento nel campo reale della organizzazione delle formazionf armate. La deficiente esperienza di guerra partigiana; la opprimente sorveglianza e la spietata soppressione degli elementi più attivi del fronte della resistenza, da parte della polizia nazifascista; la lunga stasi invernale delle operazioni; la conformazione geo-topografica della regione nelle immediate retrovie delle efficienti armate tedesche schierate, sono tutti elementi che contribuiscono a caratterizzare la situazione del LazioAbruzzi. Qui infatti la situazione è di massima l'opposto di quella riscontrata nelle altre regioni: ad una organizzazione centrale completa con comandanti e stati maggiori qualificati, risponde una organizzazione periferica embrionale. L'azione di comando è soprattutto teorica; ai programmi e piani studiati al centro non risponde spesso la situazione periferica. La gerarchia dei comandi e le dipendenze non sono ben specificate e note agli interessati.

LIBERAZIONE DI ROMA

La liberazione di Roma segna una svolta decisiva nella storia del movimento di resistenza. La formazione del Governo · Bonomi, espressione del C.L.N., esalta naturalmente questo organismo di fronte all'opinione pubblica nazionale e, con l'autorità, gli dà la responsabilità nella direzione del movimento di resistenza.


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D'altra parte lo sviluppo delle operazioni e la condotta delle formazioni partigiane . mettono in chiara evidenza le possibilità di questo esercito clandestino, se convenientemente aiutato, nonché le sue deficienze. Da ciò deriva una più chiara impostazione della lotta da parte del C.L.N.A.I. ed un maggiore interesse alla questione da parte delle autorità alleate.

C.L.N.A.I. E C.V.L. (CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA')

Si è parlato sin qul di « movimento di resistenza » ma è chiaro, da quanto si è detto, che è oramai tempo di definire « movimento di liberazione » la complessa organizzazione dei C.LN. regionali, provinciali e locali obbedienti al C.L.N.A.I., che si ripromette la liberazione dell'Italia dalla oppressione nazifascista per restituirla alla dignità di nazione libera nel consesso · delle nazioni alleate. Lo strumento di questo programma, che può apparire ancora ambizioso ma che è oramai coscienza della gran massa degli italiani oppressi, è ancora imperfetto e va pertanto migliorato. Le bande devono divenire esercito ed ecco che il C.L.N.A.I. si impone il problema del C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà). Si dettano cosl norme nel campo o'rganico, unificando denominazioni ed organici approssimativi di reparti (divisioni - brigate - ba_ttaglioni - bande, ecc.); si raggruppano tali unità nell'ambito regionale; si adottano severe misure disciplinari, unificando l'espressione _più evidente della disciplina·: il saluto, che deve essere da tutti adottato, è quello militare; si addiviene ad una drastica epurazione in qualche formazione, eliminando gli indegni; si tracciano chiare direttive pér la raccolta e la distribuzione di viveri, eliminando in gran parte gli abusi ed i soprusi che in qualche settore minacciano di rompere l'indispensabile solidarietà tra popolazioni civili e formazioni armate. Rimane tuttavia ancora da risolvere il punto cruciale del problema: il comando, che è tuttora collegiale. Si adotta l'espediente del « consulente militare » che non risolve ma serve a mettere ancora più in evidenza l'unica soluzione possibile: la nomina di comandanti militarmente qualificati. Il problema è oramai sul tappeto; si tratta di superare e vincere le ultime diffidenze e sospetti nell'ambiente dei C.L.N. e si giungerà alla mèta.


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MISSIONE DEL GENERALE CADORNA

E' di questo periodo (giugno 1944) la richiesta avanzata dal C.L.N .A.I. del Generale Cadorna quale « consulente militare » presso il « Comitato militare centrale». Non sfugge alle autorità politiche e militari italiane ed alleate l'importanza della missione e gli sviluppi che da essa è possibile attendersi. Il Generale Cadorna viene ricevuto dal Maresciallo Alexander e dal Maresciallo Messe; gli viene affiancato un ufficiale superiore inglese e dopo breve preparazione la missione viene felicemente aviolanciata il 12 agosto 1944 in Lombardia. Le direttive impartite a.I Generale Cadorna dal Q.G. alleato e dal Comando Supremo Italiano sono in sintesi le seguenti: carattere fondamentale della missione: la apoliticità. Relazioni con i partiti ispirate al concetto di utilizzare, senza distinzione di parte, tutte le forze disponibili nella lotta contro il tedesco; dipendenza diretta dal Q.G. alleato ed italiano che si riservano via via di impartire eventuali direttive su questioni relative all'organizzazione ed all'impiego delle formazioni rli patrioti; utilizzare le organizzazioni già esistenti lasciando inalterata, di norma, la loro costituzione e la loro fisionomia; tendere al perfezionamento delle organizzazioni in posto dando ai loro capi consigli sulla migliore utilizzazione delle forze e suggerendo gli obiettivi più convenienti in relazione ·alla situazione contingente; · coordinare, quando possibile, l'attività delle formazioni, spe· cie di quelle facenti capo ad organizzazioni distinte, allo scopo di convogliare lo sforzo verso un unico fine; rappresentare al comando alleato ed italiano le possibilità ddle varie organizzazioni nel campo operativo, i mezzi necessari per aumentarne eventualmente l'efficienza, il tempo minimo di preavviso per l'attuazione dei piani prospettati; mettersi in condizione di far tradurre in atto dalle organizzazioni, a momento opportuno, eventuali ordini operativi enrnnati dal comando alleato ed italiano per azioni combinate con le armate alleate;


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collegamento r.t. diretto tra missione e comando alleato ed italiano. Collegamenti r.t. in atto tra comando alleato ed italiano ed elementi periferici del fronte di liberazione, e conseguenti relazioni dirette, immutati.

OPERAZIONI DELL'ESTATE (giugno-ottobre 1944)

Il maggiore interesse da parte delle alte autorità militari anglo-americane al « movimento di liberazione » italiano, diretta conseguenza della constatazione dell'aiuto militare che esso può apportare alle operazioni, si manifesta in modo tangibile con: - un ulteriore incremento dell'invio di missioni di collegamento; - l'attuazione di piani complessi di sabotaggio; l'invio di speciali missioni alleate nei settori ove si intravedono particolari situazioni da chiarire e risolvere; l'incremento di aviorifornimenti di materialr ed armi adatti agli obiettivi che si perseguono in determinati settori; - istruzioni tempestive circa l'attività da svolgere in concomitanza con le operazioni; studi particolari e tentativi di aviosbarchi in ausilio delle operazioni; l'impostazione del problema finanziario relativo al movimento di liberazione. a) Incremento missioni di collegamento.

Nel periodo giugno-ottobre vengono coHocate nell'Italia occupata - oltre alle venticinque già in sito - altre ventisette missioni, delle quali dieci composte di personale esclusivamente italiano, otto inglesi e nove miste di personale italiano ed inglese. Nello stesso periodo altre missioni vengono avviate dai paralleli organi dell'O.S.S., oltre naturalmente a tutte quelle con compiti speciali (informatori - recupero prigionieri, ecc.) che al « movimento di liberazione » non sono direttamente interessate, ma che tuttavia contribuiscono a stabilire una fitta rete di collegamenti clandestini, che ci permette di seguire il movimento in tutte le sue molteplici manifestazioni e convogliarlo unitariamente verso lo scopo comune.


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b) Attuazione di piani complessi di sabotaggio.

La situazione delle formazioni armate nell'Italia ·centrale è tale che lascia dubbiosi sulla capacità delle stesse ad attuare un programma organico di efficace sabotaggio sulle linee di comunicazioni dell'esercito tedesco, oramai violentemente investito sulla fronte dalle armate alleate. In conseguenza si studia minutamente un complesso piano di sabotaggio delle linee ferroviarie ad integrazione delle distruzioni devolute alle forze aeree. E' così che nella prima decade di giugno vengono aviolanciate sulle retrovie nemiche undici missioni di sabotaggio ciascuna di quattro uomini, scelti, decisi, perfettamente addestrati. A ciascuna missione vengono affidati due obiettivi da sabotare (in genere linee ferroviarie) ed il successivo compito di raggiungere determinate formazioni per assumersi l'incarico di istruttori e capi pattuglia. A metà giugno ben 129 istruttori erano stati lanciati nelle retrovie avversarie. I risultati realizzati da queste missioni e dagli istruttori in genere sono veramente notevoli e si sono tradotti in un apprezzabile contributo alla disfatta germanica. c) Prime missioni inglesi.

L'interesse e la fiducia degli alleati si manifestano con l'invio nell'Italia occupata di missioni di ufficiali inglesi .con compiti particolari nelle zone tatticamente più interessanti (Marche ed Appennino tosco-emiliano) e nelle regioni politicamente sensibili, ove interessi contrastanti sembra minaccino di creare frizioni. Affiora infatti più evidente, in giugno, il problema giuliano e si 0 ha notizia di. contrasti insorgenti tra partigiani jugoslavi del IX corpo sloveno, partigiani italiani friulani a tendenza comunista e patrioti friulani. Ufficiali qualificati inglesi si recano in posto allo scopo di comporre i dissidi ed incanalare gli sforzi verso una fattiva collaborazione nel campo strettaménte militare antinazifascista. Qualche risultato sembra raggiunto ma gli avvenimenti successivi dimostreranno che i dissidi ed i ·motivi di contrasto sono ben più profondi. Altre missioni inglesi vengono aviolanciate a cavallo della frontiera italo-francese per promuovere una efficace collaborazione dei movimenti di liberazione dei due paesi, nell'imminenza delle grandi operazioni militari in Francia. I risultati sono apprezzabili.


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d) Aviorifornimento di armi e materiali.

Il problema dei rifornimenti va assumendo nel periodo estivo un aspetto veramente imponente. Le richieste che pervengono alla base, attraverso la rete oramai fitta di collegamenti clandestini, sono innumerevoli e molto superiori alla possibilità. Nonostante l'interessamento e le pressioni degli organi italiani ed alleati, il problema italiano non riesce ancora ad assurgere a problema di primo piano nel teatro di guerra mediterraneo. Si tenta di risolverlo nell'unico modo possibile, manovrando cioè i mezzi disponibili verso quei settori che assumono o dovranno assumere a breve scadenza, particolare interesse operativo nei piani alleati. Un incremento tuttavia, in relazione alle migliorate condizioni atmosferiche, vi è nei mesi di giugno-luglio, nel quale periodo si raggiunge un totale di oltre 3 30 tonnellate di materiale aviolanciato. Subirà, nei mesi successivi, una sensibile diminuzione in relazione soprattutto alle condizioni atmosferiche avverse. e) Tempestivo invio di ordini operativi ed istruzioni.

La maggiore organicità che va caratterizzando il C.V.L., la migliore conoscenza e le sue possibilità note oramai alle autorità militari alleate, la fitta rete di collegamenti, sono tutti elementi · che consentono una più stretta cqoperazione nel campo operativo. Ed il comando del XV gruppo armate alleate considera oramai, ed a ragione, il C.V.L. un fattore essenziale nella condotta della guerra in Italia. Ad esso trasmette, attraverso il programma radiofonico di « Italia combatte » istruzioni ed ordini per ciascun settore, in stretto coordinamento con il programma operativo. Ordini particolari vengono altresì diramati attraverso i collegamenti clandestini, senza naturalmente considerare la stretta collaborazione promossa ed entusiasticamente offerta nello stretto ambito tattico dalle grandi unità combattenti in prima schiera, dalle formazioni dei patrioti, mano a mano che esse vengono a trovarsi nel loro raggio d'azione. f) Tentato impiego di reparti paracadutisti.

L'importanza che si annette, ad un certo momento, alla capacità ed all'attività di talune formazioni di patrioti, nella particolare situazione delle armate tedesche determinatasi dopo


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la liberazione di Roma, è tale che si giudica opportuno e conveniente affidar loro un compito ben definito e determinato nel largo campo tattico, come quello che è lecito aspettarsi da una unità paracadutisti. Si conviene però che l'armamento e l'addestramento dei patrioti non sono tali da poter condurre una prolungata azione in forze e si stabilisce, allora, di ovviare a questo inconveniente con il tempestivo aviolancio di un battaglione paracadutisti della divisione italiana « Nembo » in rinforzo. Intensa è l'attività addestrativa del btg. prescelto presso le organizzazioni inglesi ed italiane dipendenti dalla « N. 1 Special Force >> e dalla Sezione « Calderini » dell'Ufficio Informazioni nel luglio 1944. Un'azione è pronta in tutti i particolari tecnici e tattici; ha avuto anzi già un inizio di attuazione quando sulla zona si. abbatte una massiccia azione di rastrellamento da parte di numerose unità nazifasciste che sconvolgono le formazioni partigiane. Altri progetti si studiano nello stesso periodo, su proposte avanzate e caldeggiate dai comandanti di formazioni e dai responsabili dei C.L.N. locali, tendenti a creare in territorio occupato delle oasi di resistenza che devono poi assolvere il compito di vere e proprie basi operative com:rollate dai patrioti. Questi progetti contemplano, tra l'altro; l'occupazione stabile della Valdossola e della Val Camonica. Senonché i progetti devono essere abbandonati per l'evolversi in senso negativo della situazione militare sul fronte delle armate alleate. g) Questione finanziaria.

La questione relativa al finanziamento del movimento di resistenza si era a varie riprese affacciata alla ribalta sin dagli albori del movimento stesso. Il Comando Supremo Italiano, attraverso l'Ufficio Informazioni e sue missioni di collegamento, aveva devoluto buona parte dei fondi messi a sua disposizione. Ma era chiaro che tali sovvenzioni erano appena sufficienti a far fronte a particolari contingenti situazioni locali. Gli alleati, a loro volta, contribuivano nello stesso senso ed in misura analoga. Nell'inverno 1943 e primavera 1944 i C.L.N., le bande, gli esponenti più qualificati del movimento di resistenza hanno fatto fronte alle necessità finanziarie con sovvenzioni presso istituti di credito, enti locali, privati cittadini, o utilizzando i fondi di casse di enti militari discioltisi a seguito degli avvenimenti dell'8 set-


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tembre. Ma come il movimento si va organizzando ed assumendo una chiara fisionomia militare il problema finanziario si presenta in tutta la sua importanza e tale da non poter essere più risolto con i mezzi di fortuna sin qui usati. Le richieste di fondi divengono sempre più pressanti, urgenti e giustificate sl che appare necessario sottoporre il problema all'esame del Governo, ciò che il Capo di Stato Maggiore Generale fa con lettera n. 69 di prot. PF in data 11 agosto (allegato n. 2). Il problema però se è stato prospettato non verrà risolto che nel successivo autunno. . Per quanto riguarda l'attività del C.V.L. in diretta cooperazione, o non, con le Armate alleate si può dire, in sintesi, che è stata veramente notevole e soprattutto aderente e spregiudicata: in Piemonte: al deciso attacco, da parte dei patrioti, delle vie di comunicazione tra Italia e Francia, ordinato dal comando alleato all'atto dello sbarco sulle coste della Provenza, rispondono rastrellamenti in grande stile da parte dei tedeschi per conservare libertà di movimento in quel settore; in Lombardia: violenti combattimenti a cavallo degli assi di movimento tra pianura padana e Baviera a seguito di forti rastrellamenti tendenti ad assicurare i rifornimenti alle armate germaniche che si vanno schierando sulla linea gotica; nel Veneto: sabotaggi multipli alle comunicazioni, specialmente ferroviarie, ed ai cantieri della « Todt » o delle altre imprese addette ai lavori di fortificazione con conseguenti feroci rastrellamenti; sull'appennino tosco-emiliano: numerose azioni condotte dalle bande sull'immediato tergo dello schieramento germanico in concorso diretto delle operazioni alleate. Tutta questa attività era giustificata dalla speranza, accarezzata del resto anche nelle sfere responsabili alleate, di determinare il crollo definitivo della resistenza germanica in Italia. Non essendosi ciò verificato, il C.V.L. e tutto il complesso clandestino del « movimento di liberazione » si sono trovati nella dura necessità di doverne sopportare le conseguenze negative. E' però motivo di orgoglio il contributo di attività nell'economia della guerra sul fronte occidentale e mediterraneo. La contemporaneità e la vastità delle operazioni che i nazifascisti hanno dovuto affrontare per neutralizzare l'attività del C.V.L. hanno impegnato contingenti di truppe germaniche difficilmente valuta-


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bili ma sicuramente ingenti, in un momento in cui era di capitale importanza per l'alto comando germanico la facoltà di manovra tra i vari scacchieri; sono state inoltre impegnate contro i patrioti tutte le truppe dell'esercito repubblicano che da questa lotta è uscito battuto, .trascinando nella rovina definitiva il sedicente governo della Repubblica Sociale, che s'era assunto dinanzi alla storia la grave responsabilità di istigare ed organizzare la guerra fratricida. Il fallimento è totale se si pensa agli obiettivi che Mussolini perseguiva. In una lettera al Maresciallo Graziani, egli infatti diceva: « La battaglia contro i banditi deve essere condotta a fondo, in .tal maniera creeremo forte impressione tra la popolazione e grande entusiasmo tra i nostri seguaci. L'organizzazione della lotta contro i banditi deve impiegare tutte le forze della repubblica: questa ribellione estesasi a tutte le provincie, deve essere radicalmente stroncata ». Si è parhto sin qui di C.V.L. e di esercito clandestino, della sua attività e di risultati positivi raggiunti ma non si è ancora voluto dare un numero, come l'elemento che indichi esattamente a tutti l'entità dell'esercito stesso. L'indagine tentata a varie riprese si è dimostrata oltremodo difficile e per certuni settori impossibile. Prescindendo da G.A.P. e S.A.P. e da tutte le altre organizzazioni clandestine cittadine, scrivendo un calcolo sicuramente in difetto, a fine ~state il C.V.L. inquadra, in formazioni armate operanti fuori dalle città, un complesso di oltre 100.000 uomini armati. PREVIDENZE IN VISTA DELLA STASI INVERNALE

A fine ottobre è evidente che le operazioni militari sul fronte occidentale e nello scacchiere mediterraneo subiranno una sosta invernale, senza che lo sperato crollo germanico accenni a verificarsi. E' facile comprendere in quale situazione verrà a trovarsi il· complesso « movimento di liberazione » italiano, tuttora impegnato in una lotta senza quartiere. La inevitabile crisi che si prospetta è oggetto di attenta ed appassionata indagine da parte dello Stato Maggiore Generale (2) e della N. 1 Special Force. (2~ Denominazione assunta il 10 agosto 1944 dal C.Omando ,Supremo.


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In una riunione presso il Q.G. del Generale Alexander, tenutasi a fine ottobre, viene definito il programma invernale. Il Q.G. alleato, considerato: che lo sviluppo del movimento di liberazione in Italia è andato oltre ogni aspettativa; che l'apporto dei patrioti alle operazioni è stato generoso, fattivo ed encomiabile; che per più volte i patrioti sono stati invitati ad entrare in azione in cooperazione con i piani operativi; che per tale fatto essi si sono compromessi al punto di non avere altra facoltà di scelta che la continuazione della lotta o la vendetta nazifascista; che l'azione dei patrioti sarà certamente utile ed efficace nelle future operazioni; - che l'assistenza agli stessi ha, oltre tutto, riflessi d'ordine normale e politico non trascurabili, viene nella determinazione di fare tutto il possibile per mantenerlo in vita e metterlo in condizioni di superare le difficoltà che la stasi invernale comporta. '

Vengono intanto diramate, ai primi di novembre, attraverso i collegamenti clandestini, istruzioni con le quali si invitano le formazioni di patrioti: a ritirarsi in zone e località di second.ario interesse strategico, al di fuori e lontano dalle vitali vie di comunicazione del nemico; ad astenersi da qualsiasi iniziativa che possa comunque provocare reazioni violente da parte dei nazifascisti; a reagire se attaccati; a studiare con metodo il controsabotaggio per salvare a momento opportuno gli impianti ed i macchinari industriali ed i servizi di pubblica utilità. IL PROBLEMA DEI RIFORNIMENTI IN VISTA DELLA NUOVA SITUAZIONE

Sulla base della esperienza e della conoscenza quasi completa della situazione, vengono studiati i rifornimenti necessari alla vita ed attività invernale delle formazioni. La N. 1 Special Force ed il parallelo organo americano


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(0.S.S. - C. « 3 ») calcolano che debbono essere avviate nell'Italia occupata circa 600 tonn. di materiale mensile. Tenuto conto delle condizioni stagionali, per le quali le operazioni utili di aviolancio si possono prevedere non superiori alle 5-6 mensili, è necessario ottenere una adeguata disponibilità di aerei e di equipaggi adatti allo scopo. Ed in questo senso la N. 1 Special Force si adopera. La mole dei rifornimenti prevista è tale che è necessario adottare metodi nuovi per garantire una pronta ricezione, un sicuro recupero a terra ed un'equa distribuzione alle formazioni. Studi, scambi di vedute, esperimenti si susseguono nella prima quindicina di novembre per concretarsi in un progetto di massima che contempla: l'adozione di aviolanci a bassa quota da formazioni di limitato numero di apparecchi; un certo numero di campi di ricezione adeguatamente organizzati; l'integrazione con aviolanci singoli per far fronte a particolari situazioni locali. Gli aviolanci in genere sono destinati a speciali missioni alleate o italiane che provvedono in posto alla distribuzione alle varie formazioni qualificate. Contemporaneamente agli aviolanci è prevista l'organizzazione di rifornimenti:

via terra: con la costituzione di speciali basi sul fronte delle armate schierate col compito di rifornire le formazioni di patrioti dell'appennino tosco-emiliano, con l'organizzazione di basi in territorio francese per il rifornimento nelle alte valli piemontesi, incrementando i contatti via Svizzera per un più frequente scambio di corrieri e rifornimenti di mezzi finanziari;

via mare: organizzando una base in t~rritorio francese per i rifornimenti lungo la costa ligure. Il problema che rimane ancora insoluto è quello finanziario al quale si è già accennato, e che assume particolare carattere


-41di urgenza col sopraggiungere dell'inverno: dalla sua soluzione oltre che dai rifornimenti dipende la vita delle formazioni attive e conseguentemente la possibilità di ritrovarle in linea al momento della ripresa delle operazioni. IL MESSAGGIO DEL GENERALE ALEXANDER E LE REAZIONI

« L'Italia Combatte » del 12 novembre trasmette un messaggio del Generale Alexander (v. allegato 3) nel quale dopo aver tracciato un sintetico quadro delle operazioni svolte sul fronte italiano, dei compiti devoluti alle sue truppe e dei risultati raggiunti; dopo aver messo in giusta evidenza il contributo dato alla lotta dal movimento di liberazione, annuncia ufficialmente la stasi invernale e dà istruzioni ai patrioti sull'attività invernale, istruzioni che ripetono un po' quelle già dette e diramate per i canali clandestini. E' discutibile l'opportunità della diramazione radiofonica del messaggio ma è indubbio ch'esso rappresenta una onesta constatazione della reale situazione che si è venuta maturando e che è ben diversa da quella prevedibile. La reazione nei vari settori dell'Italia occupata è diversa a secondo della situazione particolare; nelle valli alpine l'inverno aveva già da qualche settimana indotto la maggior parte dei comandanti ad attuare i provvedimenti più adatti a superare la stasi invernale; nelle basse valli invece e nella pianura l'adeguamento alla nuova situazione provoca crisi seria e qualche sbandamento; sugli Appennini la nuova situazione si manifesta insostenibile ma molte formazioni possono guadagnare combattendo le linee alleate e trovare l'assistenza necessaria che se non è quella sperata è però generosa ed affettuosa. Il messaggio di Alexander viene d'altra parte sfruttato dalla propaganda avversaria che riesce a fare qualche breccia nel fronte di liberazione, ma in definitiva naufraga non appena comincia ad avere attuazione il programma di aiuti e rifornimenti.

INVIO DI MISSIONI COSTRUTTIVE

E' necessario a questo punto rifarsi un po' indietro ed accennare ad un programma concretato nel settembre dal Comando alleato in previsione del precipitare della situazione militare.


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Tale programma contemplava l'invio preventivo· nell'Itàlia occupata di un certo numero di missioni cosi dette « costruttive », il cui compito doveva consistere nel predisporre particolari misure atte ad assicurare il controllo delle regioni che sarebbero state evacuate dai tedeschi, mantenendovi l'ordine e tutelandovi le leggi durante il periodo che sarebbe intercorso tra l'evacuazione e l'arrivo delle prime truppe alleate con i competenti organi dell' « A.M.G. ». Tale programma era stato affidato per l'attuazione alla N. 1 Special Force, come l'organo meglio al corrente della situazione dell'Italia occupata ed avente i mezzi adatti e l'esperienza necessaria per il tempestivo invio delle missioni. Ad esse viene affidato anche il compito di prendere e mantenere i contatti con i C.L.N. regionali e provinciali; promuoverne l'attività; incanalarla verso la predisposizione di un programma organico di lavoro appianando e componendo divergenze locali e di partito; prendere e mantenere contatti con le formazioni del C.V .L.; dare consigli sulla migliore organizzazione delle formazioni; promuovere la nomina di comandanti qualificati; rappresentare le necessità in armi e materiali, riceverli e distribuirli; studiare con i comandanti in posto piani organici di sabotaggio e guerriglia e piani più complessi in cooperazione con le previste operazioni militari alleate; studiare ed attuare piani organici di antisabotaggio; organizzare infine un servizio d'infoqnazioni sulle forze avversarie indipendente da tutti gli altri organismi già in atto.

DELEGAZIONE DEL C.L.N.A.I. NELL'ITALIA LIBERATA

Il C.L.N.A.I., che aveva sino a questo momento mantenuto contatti con le autorità anglo-americane ed italiane tramite una sua delegazione in Svizzera ed attraverso i canali clandestini di collegamento, sente che è necessario un contatto diretto inteso a definire una chiara ed univoca linea di condotta; un programma organico di lavoro; a rappresentare necessità; a suggerire modalità d'azione; a definire, soprattutto, la veste politica del C.L.N.A.I. nel senso che esso debba essere considerato come delegato del Governo italiano e prospettare la opportunità che il C.V.L. sia riconosciuto come parte integrante dell'esercito italiano.


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Il 17 novembre, giungeva in Puglia, presso la N. 1 Special Force, la delegazione del C.L.N.A.I. Essa si trova di fronte ad un programma di lavoro, già in sviluppo, complesso ed organico che risolve in gran parte le esigenze che viene a rappresentare. Dalle discussioni relative ai molteplici aspetti del movimento di liberazione non emergono elementi che non siano già stati considerati. Rimane da risolvere il problema relativo alla veste del C.L.N.A.I., nonché il problema finanziario già prospettato e sollecitato dalle autorità militari presso gli organi responsabili del Governo. Nei giorni successivi la Delegazione è ricevuta dal comandante del XV gruppo di armate, dal comandante del Mediterraneo, dai membri dell'« A.C. », nonché dal Presidente del consiglio, dal Capo di S.M. Generale Maresciallo Messe, e dai vari ministri interessati alla soluzione dei problemi sul tappeto. Contatti frequenti intercorrevano inoltre con il C.L.N. centrale e gli uomini più rappresentativi della politica romana. Malauguratamente in quei giorni si sviluppava la crisi di governo per cui questi non poteva forse intervenire efficacemente e con la dovuta autorità nella soluzione dei problemi affacciati dalla Delegazione del C.L.N.A.I. Ad ogni modo, a conclusione delle laboriose trattative, furono redatti due documenti conclusivi (v. allegati 4 e 5): - in uno il C.L.N.A.I. viene riconosciuto dal comando alleato del Mediterraneo suo agente ed in questa veste vengono esattamente definiti compiti e prerogative; - nell'altro il Governo italiano riconosce il C.L.N.A.I. quale unico suo rappresentante e delegato nella lotta antifascista nell'Italia occupata. Ma quel che più conta viene finalmente risolto il problema del finanziamento del movimento di liberazione nel senso che esso debba essere fatto unicamente attraverso il C.L.N.A.I. e viene stanziata a tale scopo la somma mensile di 160 milioni, secondo la richiesta avanzata dalla stessa delegazione.

IL COMANDANTE DEL C.V.L.

La delicata questione relativa alla nomina del Comandante del C.V.L., reiteratamente affacciata e discussa in seno al C.L.N.A.I., 110n era stata sino a tutto ottobre 1944 efficacemente risolta. Le attribuzioni del Generale Cadorna rimangono tuttora ufficialmente immutate: quelle di consulente militare.


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Non si ritiene opportuno da parte delle autorità alleate ed italiane fare comunque pressioni perché si addivenga alla auspicata soluzione, convinte giustaménte che ad essa si debba giungere per spontanea decisione del C.L.N.A.I., in quanto l'autorità del comandante non può derivare che dalla fiducia che i rappresentanti dei vari partiti in lui ripongono. E' una questione squisitamente politica e come tale solleva le più naturali riserve ed obiezioni. Si aggiunge che l'ambiente nel quale tali questioni si agitano è sempre ed ancora l'ambiente clandestino che 'n on consente pubblici e frequenti dibattiti atti a chiarire i termini contrastanti della questione. Tuttavia sia che la naturale aspirazione delle formazioni alla soluzione trovi finalmente eco nell'ambiente dei vari partiti, sia che la sopravveniente crisi invernale sottolinei l'efficacia di un comando tecnicamente più preparato e responsabile, sia infine che la naturale evoluzione porti i membri del C.L.N.A.I. a considerare il problema sul piano essenziale tecnico, nella prima decade di novembre, si addivien~ alla nomina del Generale Cadorna a comandante del C.V.L., affiancato da due vicecomandanti di estrazione politica. La soluzione adottata per spontanea decisione dei partiti politici rappresentati nel C.L.N.A.I., a seguito di matura riflessione è favorevolmente accolta da tutte le formazioni del C.V.L. e contribuisce in modo definitivo a cementare tutte le forze in un unico organismo responsabile, aderente alle necessità belliche e politiche del movimento che fa capo al C.L.N.A.I.

ANTISABOTAGGIO ·

Si è sin qul ·accennato a predisposizioni intese a salvare quanto fosse possibile dell'attrezzatura industriale o del patrimonio nazionale in genere dalla distruzione dei tedeschi, ma non si creda che a tale vitale problema sia stata dedicata soltanto una attività marginale, ché anzi sin dall'inverno 194 3-44 era stato visto in tutta la sua importanza. Rimontano a quell'epoca infatti, da parte del Comando Supremo, i primi tentativi intesi a salvare da probabile distruzione gli impianti idroelettrici dell'Abruzzo, prossimi ad essere investiti direttamente dalla battaglia. Non si riusd né quella volta né successivamente durante la battaglia dell'estate 1944. Dal sistema della « terra bruciata», in effetti ben


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poco si salva nell'Italia centro meridionale. La tragica constatazione della situazione e più ancora la chiara visione dell'immensa miseria cui andrebbe incontro l'Italia, se anche nel nord industriale i germanici avessero potuto attuare il loro programma di distruzione, spinge autorità alleate ed italiane, i responsabili della lotta di liberazione al nord, le masse operaie stesse, a considerare la necessità di attuare tutti i provvedimenti atti ad evitare o quanto meno a limitare i danni. Con metodica propaganda radiofonica dall'Italia liberata si mette in evidenza il problema e si danno direttive adatte a risolverle; si promuove negli industriali e negli operai la necessaria solidarietà in un organico programma di antisabotaggio; con istruzioni precise diramate a mezzo dei collegamenti clandestini si descrivono i metodi adottati dai tedeschi e si consigliano i provvedimenti più opportuni per sventar.li. All'inizio della stasi invernale del 1944-45 molto si è già fatto ma si teme giustamente che tuttavia ciò non sarà sufficiente alla ripresa delle operazioni primaverili. E così il problema lo si affronta con più metodo. Alle istruzioni ed alla propaganda generica subentra un piano organico di antisabotaggio degli impianti idroelettrici, che sono alla base di tutta l'attrezzatura industriale italiana. Si stabilisce una graduatoria di importanza dei vari impianti; si dà alle missioni in posto l'incarico di studiare per ciascun impianto un preciso programma di salvataggio, di predisporre i mezzi necessari, di sorvegliarne l'attuazione. In apposita scuola organizzata dalla N. 1 Special Force e dallo Stato Maggiore Generale italiano si addestrano in modo particolare agenti antisabotatori; si preparano e si inviano speciali mis. sioni incaricate di particolari compiti. In un secondo momento l'attenzione degli enti interessati si rivolge tutta al salvataggio dei porti dell'Italia settentrionale (Genova - Venezia). Alla vigilia delle operazioni di primavera questo intenso lavorio preparatorio lascia sperare i migliori risultati: in qualche settore si agirà con la corruzione, chè l'esperienza insegna essere i germanici molto avidi; in qualche altro settore si agirà con l'astuzia, disattivando mine, interrompendo circuiti elettrici d'accensione, provocando preventive distruzioni appariscenti ma sostanzialmente non esiziali;


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altrove si schierano reparti di patrioti destinati alla difesa attiva di determinati impianti; se ne isolano altri con preventive interruzioni stradali; gli industriali e gli operai cooperano attivamente intanto a rimuovere ed imboscare macchinari e scorte; si organizzano nelle officine squadre antisabotaggio. E' stato sin qul messo in evidenza tutto quel complesso di fattori positivi grazie ai quali il movimento di liberazione italiano, durante la stasi invernale 1944-45, viene ad assumere una chiara fisionomia con obiettivi ben definiti e rispondenti alle esigenze militari delle armate alleate. Ma perché si possano valutare giustamente i risultati raggiunti è necessario altresì accennare all'ambiente nel quale il movimento si è venuto perfezionando e mettere in evidenza quei fattori che hanno influito negativamente

RASTRELLAMENTI NAZIFASCISTI

A seguito del messaggio del Generale Alexander del 12 novembre le autorità repubblicane dell'Italia occupata intraprendono una int~nsa campagna propagandistica intesa a rompere la compagine del C.V.L., di cui hanno avvertito l'importanza nel decorso autunno. Le promesse di clemenza ebbero qualche effetto presso talune formazioni e non pochi patrioti tornarono a casa, ciò che del resto era nelle previsioni. Contemporaneamente si tentava, da parte germanica, di venire a patti con le formazioni di determinati settori offrendo loro condizioni vàntaggiose ed in qualche caso collaborazione, facendo leva su particolari situazioni politiche locali. , Naturalmente questi tentativi abortivano di fronte all 'intransigenza degli organi politici locali ed a seguito di inequivocabili direttive degli organi responsabili dell'Italia liberata. Aveva inizio allora una serie ininterrotta di operazioni militari, che si possono chiamare ancora « rastrellamenti » per consuetudine, ma che sono vere e proprie battaglie, tendenti allo annientamento delle formazioni del C.V.L. Queste operazioni alle quali partecipano truppe germaniche, repubblicane e brigate nere, si risolvono in aspri scontri nei quali i patrioti infliggono severe perdite. In questa lotta dura .si dissolve l'esercito che la Repubblica Sociale si era illusa di aver messo in piedi.


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Le stesse unità germaniche danno segni indubbi di stanchezza e non basta la ferrea disciplina e le cruente repressioni ad evitare le numerose diserzioni di ,cechi, polacchi, ucraini, turcomanni ed anche germanici. REPRESSIONI POLIZIESCHE

Contemporanea alle operazioni militari, spietata è la reazione nazifascista nei centri urbani grandi e piccoli. Carceri e campi di concentramento in Italia ed in Germania rigurgitano di patrioti. Gli innumerevoli organi di polizia germanici, italiani e misti si accaniscono in persecuzioni inumane, in repressioni indiscriminate, impiccagioni, uncinamenti, torture raccapriccianti. Ma la fiaccola della liberazione non si spegne. CONCLUSIONE

Da quanto esposto emerge evidente come il « movimento di liberazione» in I talia sia sorto spontaneo ed immediato perché rispondeva alla naturale aspirazione del popolo italiano. Al movimento hanno aderito più o meno plebiscitariamente tutti gli strati del popolo italiano, che ha saputo esprimere gli organismi adatti a condurre la lotta sul piano nazionale, unitario, mirante ad un unico obiettivo: la liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Il « movimento » si è sviluppato in ogni regione dell'Italia occupata ed ha trovato chiara risonanza nell' Italia liberata. Il contributo alla condotta delle operazioni è stato in ogni momento notevole e nella fase conclusiva è stato determinante, grazie alla tempestività, alla capacità, alla disciplina dimostrata.



CAPITOLO

II

ASPETTI PARTICOLARI DEL MOVIMENTO DI RESISTENZA E DI LIBERAZIONE NELLE DIVERSE REGIONI DELL'ITALIA OCCUPATA

PREMESSA

Il movimento di liberazione dall'oppressione nazifascista ha avuto caratteristiche diverse nei vari settori del Paese, caratteristiche che sono state la naturale conseguenza di particolari situazioni di carattere geografico ed etnografico, nonché del più o meno lungo periodo di occupazione (3). Nelle pagine che seguono è riassunta, per sommi capi, la visione dell'origine e degli aspetti del movimento nelle varie regioni. ITALIA SETtENTRIONALE (8 settembre 1943 - 2 maggio 194.5)

Piemonte Le prime notizie sui patrioti avute nell'ottobre 1943, segnalavano nelle principali vallate alpine nuclei di forza imprecisata: erano costituiti, prevalentemente, da militari sottrattisi ai tedeschi dopo l'armistizio, ingrossati poi da gruppi di civili ed, in piccola misura, da prigionieri di guerra delle Nazioni Unite liberati o evasi dai campi di concentramento. Moltissimi dei militari appartenevano a reparti della 4a Armata già dislocata nella zona o in Francia. Le formazioni preferirono, per poter attendere alla loro organizzazione, le vallate alpine le quali naturalmente comparti(3) Nell'Italia settentrionale il movimento ha avuto più ampi sviluppi, in conseguenza: - della maggior durata dell'occupazione nazifascista e del maggior tempo avuto a disposizione per l'organizzazione, - dei maggiori aiuti ricevuti dal territorio liberato. Anche nell'Italia centrale però, dove il movimento non ha potuto raggiungere un grado di organizzazione notevole, l'attività dei patrioti è stata vivace ed in alcuni settori ha avuto manifestazioni veramente rimarchevoli.


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mentarono i gruppi: è soltanto nel dicembre 194 3 che appaiono i primi risultati di una vera organizzazione la quale, oltre al potenziamento dei gruppi già costituiti, cercava di realizzare fra questi contatti più stretti per costituire organismi che assicurassero, qualora necessario, le possibilità di reciproco appoggio. Cosl, nel gennaio 1944, i contatti fra le vallate diventarono frequenti e si delinearono organizzazioni consistenti anche nelle zone collinose e di pianura come nel Cuneese, nel Biellese e nelle Langhe. Realizzato il collegamento fra i gruppi l'organizzazione ha progredito: con l'ingrossarsi delle file si complicarono i problemi, specie quelli logistici, e si rese necessario stringere rapporti con le organizzazioni cittadine del movimento di resistenza, non soltanto per realizzare un fronte unico contro !'oppressore, ma anche per ricevere da queste organizzazioni i mezzi indispensabili che non potevano esser tratti sempre dalle non grandi risorse delle popolazioni locali: i mezzi, infatti, potevano meglio provenire da organizzazioni cittadine più a contatto con il mondo dell'industria, del commercio e della finanza, in migliori condizioni per coordinarne la raccolta e la successiva distribuzione. Le formazioni si accostarono cosl ai C.L.N. (specie a quello di Torino che svolse un'attività degna di particolare attenzione); sostanzialmente, quindi, le bande ricercarono o promossero gli stessi C.L.N. per fronteggiare le crescenti necessità: in pochi casi si verificò il fenomeno inverso e cioè che i C.L.N. costituissero le bande ex novo. L'organizzazione patriottica del Piemonte, per capacità di capi e spirito di gregari, si mise presto in linea. Non è senza significato che i primi rastrellamenti organizzati dal nemico abbiano avuto per teatro zone della regione dove il movimento, già sul finire dell'inverno 194 3, aveva dato manifestazioni così evidenti, da non lasciare dubbi sulle sue possibilità: e i tedeschi, per questo, cercarono di contenerne sul nascere il dilagare. Le operazioni germaniche contro i patrioti realizzate all'inizio della primavera 1944, dettero un tempo d'arresto all'organizzazione allora in atto, ma non ne pregiudicarono, nel complesso, lo sviluppo, né lo ritardarono in maniera grave: passata « l'ondata repressiva » alla quale i patrioti seppero sottrarsi, le operazioni ripresero in pieno e poterono sfociare, a momento opportuno, nei brillanti risultati realizzati durante la campagna alleata della primavera-estate 1944. A questa campagna i patrioti del Piemonte, benché assai lontani dal campo tattico, dettero un contributo rilevante, conseguito attraverso la realizzazione di molteplici operazioni, spesso complesse e temerarie, sempre energiche e de-


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cise; ne fanno fede, più che ogni altra riprova, i rastrellamenti subiti anche in quell'epoca. Ampie zone sono state per lungo tempo .controllate dai patrioti (Val Sesia, Biellese, Langhe, Cuneese, Valdossola, Monferrato, Val d'Aosta, Val Locana, Valle di Lanzo ed altre valli minori); centri di una certa importanza militarmente occupati (Alba - Domodossola); comunicazioni stradali e ferroviarie attaccate o bloccate; passi montani presidiati (massima intensità nel periodo dello sbarco alleato in Provenza, durante il quale ferrovie e strade, anche secondarie, furono ripetutam.ente interrotte); presidi ed unità nemiche attaccate, con la massima decisione: questa in sintesi l'attività dei patrioti del Piemonte in quel periodo, dµrante il quale si provvide ad allacciare stretti rapporti con il « Maquis » per costituire un fronte unico con le forze di quel movimento. L'ondata repressiva scatenata dai teutonici durante hnverno 1944-45, non poteva non riguardare anche il Piemonte. Infatti, oltre che ad esigenze militari, l'indispensabile libertà necessaria ai tedeschi per trasferire macchinari e prodotti in Germania e, per conseguen~a, il bisogno assoluto di mantenere libere le comunicazioni, consigliava ai germanici di usare un particolare « riguardo » a questa regione, vistasi così nuovamente e ripetutamente sconvolta nelle sue pianure e nelle sue valli, da una repressione senza precedenti. La difficile situazione determinata dai rastrellamenti e dalle indiscriminate ·rappresaglie sulle popolazioni civili non riuscì però a sconvolgere irreparabilmente, neanche questa volta, le formazioni di patrioti le quali ebbero il grande merito di sapersi adattare alla situazione, attaccando quando potevano, difendendosi disperatamente anche in situazioni tragiche, sottraendosi all'agganciamento nemico quando iquesta tattica rispondeva meglio alle loro necessità (4). Mentre questo complesso di misure e di contromisure era in atto, veniva portata a termine l'unificazione del comando regionale militare per coordina're, in quanto possibile, l'azione delle organizzazioni periferiche: nell'aprile 1945, vecchie e nuov~ formazioni, superata la critica fase invernale, dopo un anno e mezzo di lotta, erano tutte in linea e contribuirono decisamente alla liberazione del territorio nazionale, dando prova della vitalità del movimento e, nello stesso tempo, della bontà dei metodi sui quali l'organizzazione della regione fu a suo tempo impiantata.

,... (4) Alcune formazioni, di fronte alla schiacciante superiorità dell'avversario, forono costrette a sconfinare in Francii1.


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Lombardia Reparti dell'esercito dislocati 1'8 settembre 1943 nella Lombardia, costretti dalla pressione degli avvenimenti a sbandarsi, riuscirono parzialmente a mantenere i vincoli organici e si dettero alla montagna : fra i nuclei che potevano conservare per un certo tempo la loro fisionomia sono quelli di « Savoia Cavalleria », del 3° Rgt. artiglieria celere, del 3° Rgt. bersaglieri, del 7° fanteria ed alcuni elementi dell'aeronautica ritiratisi insieme nella zona montagnosa compresa fra il lago di Lugano ed il lago Maggiore. Altri gruppi furono segnalati nell'ottobre 1943 nelle principali vallate delle alpi Orobie, in Valtellina ed in Valcamonica: questi si ingrosseranno successivamente con elementi dalle provenienze più disparate che dalla pianura (dove l'attività patriottica nascente non trovava il minimo necessario di sicurezza per affermarsi) risalivano verso le zone montane che meglio si prestavano all'organizzazione dei gruppi armati. Infatti, sia per l'eccentricità di quelle zone rispetto alla regione, sia perché in quel momento il nemico non vi aveva interessi preminenti, le vallate alpine della Lombardia non furono molestate e i patrioti poterono quindi attendere quasi indisturbati alla loro organizzazione. Le difficoltà da superare furono tante che, in vista della stagione invernale, si determinarono sbandamenti sicché gli stessi gruppi costituiti od in via di avanzata costituzione furono costretti ad alleggerirsi e dell'organizzazione già raggiunta rimase in vita ben poco. E' qul opportuno rilevare che la. vicinanza della frontiera svizzera esercitò una certa attrazione sugli elementi sbandati, molti dei quali trovarono conveniente rifugiarsi in territorio neutrale per prendere contatti con organi che si interessavano del movimento, ripromettendosi nello stesso tempo di ripassare in Italia a situazione più favorevole. Durante l'inverno 1943-44 però prese decisamente piede in Val Camonica 11 movimento« Fiamme Verdi » (già delineatosi subito dopo l'armistizio) il quale, promotore un generale degli alpini, riuscì in breve a costituire dei gruppi che sebbene non disponessero di grandi mezzi ebbero subito un ottimo inquadramento che fece assumere alle formazioni una fisionomia propria. L'organizzazione di queste, infatti, nacque e si mantenne al di fuori dei comitati di liberazione: i contatti con quello di Brescia, competente per territorio, furono saltuari e, fin da allora il comitato non ebbe nessuna ingerenza né sull'organizzazione né nella direzione delle « Fiamme Verdi ». La stessa cosa non si verificò nei settori vicini dove invece i C.L.N.


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ebbero ingerenza diretta sulle bande armate della propria zona: così il comitato di Bergamo si interessò dei gruppi dislocati nelle Valli Seriana e Brembana e nelle minori valli delle Orobie, mentre quello di Sondrio provvide specialmente alla Valtellina. In pianura, fatta eccezione per i G.A.P. e le S.A.P., l'ambiente non favoriva l'organizzazione di gruppi clandestini consistenti che poterono costituirsi invece in quella parte della zona appenninit:a a sud-ovest di Stradella compresa entro i limiti amministrativi della Lombardia. La campagna alleata della primavera-estate' 1944, ha trovato i patrioti della Lombardia in linea ed in quel lungo periodo il loro contributo alla causa è stato multiforme e notevole: molte vallate sono state controllate per lungo tempo, gli attacchi alle linee di comunicazione del nemico si sono susseguiti incessantemente, la vita dei presidi e delle unità avversarie fu resa assai dura. Come conseguenza di queste azioni ne derivarono robusti rastrellamenti specie nelle zone manifestatesi più attive e fra queste, in primo piano, la Val Camonica sede delle prime formazioni« Fiamme Verdi». La particolare situazione geografica della zona alpina nel settore lombardo·, le cui comunicazioni con la Val Venosta, e quindi con l'Austria, convergono verso il Giogo dello Stelvio (m. 2759), chiuso al traffico per lunghi mesi dell'anno, nonché le difficoltà, pure grandi, che presenta nella stagione invernale la strada della Val Camonica - Passo del Tonale (m. 1883) Valle di Non - Val Lagarina, portarono i germanici a trascurare, nell'inverno 1944-4 5, questa zona che allora non interessava ai loro fini. La situazione che scaturì dalle condizioni ambientali suddette, esattamente valutata dal capo delle « Fiamme Verdi », consigliò a questi l'adozione di adeguate misure .così che, nel periodo critico, quando d'altra parte sarebbero mancati obiettivi adeguati all'entità delle formazioni costituite, le« Fiamme Vetdi » presero i loro quartieri d'inverno mentre analoghe misure adottarono anche i patrioti del Bergamasco e della Valtellina. Nel dicembre 1944, quando i germanici organizzarono rastrellamenti in grande stile nelle principali vallate, le operazioni non ebbero presa, ma l'insuccesso del nemico si riversò purtroppo sulle popolazioni che subirono rappresaglie indiscriminate. Da allora la zona alpina fu lasciata quasi indisturbata dal nemico perché i reparti lasciati a presidiare le principali località preferirono spesso ignorare l'esistenza dei patrioti. Le « Fiamme Verdi » ebbero successivamente la possibilit~


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di estendere la loro influenza su tutta la zona compresa fra i laghi di Como e di Garda e nell'aprile 194 5 i gruppi della regione che da esse si differenziavano benché ne avevano già da tempo accettato e riconosciuta la dipendenza operativa, potevano considerarsi amalgamati con le stesse Fiamme Verdi, alle dipendenze di un solo comandante. Nella parte appenninica a sud-ovest di Stradella, dove la situazione ha avuto aspetti sostanzialmente diversi, le formazioni lombarde rimasero in vita anche nella stagione invernale: benché costrette a continui spostamenti per sottrarsi ai molteplici rastrellamenti del 'nemico, esse hanno brillantemente cooperato con i gruppi delle regioni finitime portando un contributo validissimo alla lotta comune. Dalla fase critica tutte le formazioni lombarde ne sono uscite, nel complesso, bene ed il paziente lavoro organizzativo realizzato durante la stasi operativa invernale del 1944-45 ha dato chiare manifestazioni delle possibilità realizzatrici dei patrioti lombardi, possibilità che si sono concretate, decise e spregiudicate, specie nel momento dell'insurrezione generale che ha portato alla liberazione di tutta l'Italia settentrionale.

Trentino Il movimento non ha potuto avere nel Trentino gli sviluppi che ha avuto nelle altre regioni per: - la particolare situazione etnografica e politica; l'adozione da parte germanica di energiche misure di controllo e repressive per assicurarsi le principali comunicazioni con l'Italia. Nel Trentino, la presenza di numerosi elementi di lingua germanica specie nella parte settentrionale, non contribuì a formare l'ambiente adatto per uno sviluppo notevole del movimento. Infatti, sebbene fin dal settembre del 194 3 si fossero organizzati in zona vari gruppi, molti di questi dovettero, per le difficoltà ambientali e col perdurare dell'occupazione nemica, o trasferirsi nelle regioni limitrofe, o adattarsi ad organizzarsi in gruppi snelli che meglio potevano sfuggire alla repressione dei nazisti. A ciò va aggiunto quel complesso di misure che i tedeschi incominciarono ad adottare · già nel periodo fra il 25 luglio e 1'8 settembre 194 3, per assicurarsi, in vista del presumibile sviluppo della situazione italiana e dell'importanza che le comunicazioni della zona avrebbero avuto, il controllo assoluto sulla regione. La


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successiva annessione al Reich del territorio e l'adozione di severe misure di polizia aggravarono la già difficile situazione e resero il Trentino sempre meno adatto per lo sviluppo del movimento di liberazione. Nonostante tutto però, specie nella regione dolomitica ed in quelle di Trento e di ·Bolzano sono riusciti a sussistere, fino al momento della disfatta tedesca, gruppi ben collegati con i patrioti delle zone limitrofe che hanno potuto svolgere un'attività tanto più apprezzabile in quanto fortemente ostacolata dal nemico.

Veneto Anche nel Veneto, come del resto in quasi tutte le regioni, i primi gruppi datisi alla macchia erano costituiti da militari che, in conseguenza degli avvenimenti dell'8 settembre, ripararono nelle zone montane per sottrarsi ai nazisti e per organizzare contro questi la resistenza armata: alcuni reparti della divisione alpina « Julia », che si trasferirono nellè montagne del Bellunese, riuscirono a mantenere per un certo tempo i vincoli organici. Il consolidarsi dell'occupazione tedesca, la stasi operativa sul fronte e l'approssimarsi dell'inverno 1943-44 determinarono uno sbandamento per cui durante l'inverno fu necessario procedere ad un lavoro di riorganizzazione a base del quale furono posti provvedimenti intesi a creare formazioni idonee a condurre azioni di guerriglia ma soprattutto a praticare su vasta scala il sabotaggio delle vie di comunicazione: ciò in considerazione della posizione geografica e dell'importanza vitale che la regione avrebbe presumibilmente assunto nel quadro operativo e logistico dell'avversario. A differenza di quanto si. è verificato nel Piemonte, dove il C.L.N. di Torino riuscì presto a far sentire la sua azione sugli elementi periferici regionali, nel Veneto è inizialmente mancato un centro propulsore: e quando nel corso del 1944 è stato costituito il comitato regionale, e nel suo seno organizzato un comando militare, questi è stato in grado di far sentire la sua azione soltanto per bre\ri momentl. Si può quindi affermare che, sebbene si sia avuto un ente centrale regionale coordinatore, per la configurazione geografica della regione si sono determinate condizioni particolari che han fatto sl che le formazioni armate si mantenessero a contatto, preferibilmente, con i singoli comitati periferici. Sebbene la situazione automaticamente creatasi non abbia ostacolato lo sviluppo del movimento, tuttavia essa ha


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provocato qualche inconveniente per i rapporti con il movimento di liberazione jugoslavo, i contatti con il quale sono stati devoluti ai comitati locali ed ai. gruppi di patrioti italiani operanti nella zona ·di saldatura dei due movimenti e lasciati, quindi, quasi esclusivamente all'iniziativa degli elementi periferici. Il movimento di liberazione del Veneto ha raggiunto presto sviluppi assai notevoli: sia nella paziente organizzazione dei gruppi sia nella tenace condotta delle operazioni la gente veneta ha _, confermato ancora una volta le proprie qualità affrontando con decisione ferma e con eroismo impareggiabile la lotta contro il naturale nemico. Fin dall'inizio del 1944 i patrioti hanno preparato e condotto brillanti azioni e, consci dell'importanza che la regione aveva per le comunicazioni del nemico, hanno realizzato con azioni sistematiche un complesso di operazioni che hanno raggiunto punte di attività intensissima. A differenza di quanto si è verificato in altri settori, dove le zone d'azione preferite sono state quelle montane, nel Veneto ha avuto sviluppo anche in pianura l'organizzazione di formazioni le quali, convenientemente ripartite, hanno avuto come obiettivo principale le vie di comunicazione ed i mezzi di trasporto, sabotati ed attaccati con risultati lusinghieri. Ma la caratteristica principale delle operazioni dei patrioti del Veneto è stata la continuità: infatti, esauritasi nell'autunno 1944 la campagna operativa alleata, alla quale i patrioti veneti hanno dato un largo contributo, le azioni di sabotaggio hanno continuato, metodiche ed implacabili, anche durante l'inverno. I gruppi in montagna, costretti ad alleggerirsi per l'impossibilità logistica di svernare in forze nelle zone inospitali, hanno risolto il problema trasferendo elementi in pianura: così, all'alleggerimento della pressione sul nemico nei settori montani, ha corrisposto una maggiore attività. in piano, dove operaziÒni metodiche e complesse sono state realizzate specie contro le vie di comunicazione. Anche qul, come nelle altre regioni occupate, il nemico ha organizzato durante l'inverno numerosi rastrellamenti, specie nelle zone a cavallo del Piave e del Tagliamento-Fella (febbraiomarzo 1945), indispensabili per le comunicazioni con la madre patria: i rastrellamenti si sono spesso risolti con insuccessi perché le formazioni rimaste in posto, rinforzatesi in vista della buona stagione, si sono trovate in condizioni di contrastare le operazioni in forza e nello stesso tempo di bloccare le vallate chiu-


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dendole al traffico nemico. Infatti, oltre alle formazioni della pianura che, come detto, non hanno mai cessato la loro attività, anche quelle montane del Bellunese, del Grappa e della Carnia erano fin dai primi del marzo 1945 in pieno fervore operativo: le bande dei M. Lessini, dell'altopiano di Asiago e del Friuli, anch'esse in via di avanzata riorganizzazione, davano già segni . manifesti delle loro possibilità. Il Veneto, nell'aprile 1945, è stato con i suoi patrioti all'altezza della situazione non dando tregua al traffico nemico per renderlo difficile, lento, malsicuro: questa attività, unita ad azioni di guerriglia ed a veri e propri combattimenti, ha impegnato numerose forze ed ha permesso di realizzare nel momento conclusivo dell'insurrezione generale, risultati veramente apprezzabili, frutto della tenacia, ·del vàlore, dell'abnegazione delle formazioni che nel Veneto hanno operato.

Venezia Giulia Dopo 1'8 settembre 1943, quando in Italia il movimento di resistenza aveva le sue prime manifestazioni, nella regione Giulia si verificarono infiltrazioni di elementi slavi, appartenenti al movimento d'oltre confine oramai in fase di inoltrata organizzazione. La difficile situazione italiana favori successivamente il trasferimento nel nostro territorio di interi gruppi organici che costituirono i naturali nuclei di attrazione degli slavi delle minoranze locali e la giurisdizione del IX corpo sloveno, dal quale le formazioni dipendevano, poté spingersi fino alla Valle dell'Isonzo ed oltre. . La caratteristica distribuzione della popolazione nella regione ha determinato particolari aspetti del movimento per cui, mentre nelle città gli italiani si sono stretti ai C.L.N. e ad organizzazioni militari dedicandosi all'attività contro l'oppressore, nelle campagne si sono #fermati i gruppi slavi con un programma più antitaliano che antifascista. Infatti mentre il processo organizzativo del nostro movimento era in atto, gli slavi conducevano una spregiudicata campagna propagandistica per porre sul tappeto, fin da allora, la rivendicazione di quelle terre e tenevano un atteggiamento provocatorio nei confronti delle formazioni italiane causando frequenti incidenti di particolare gravità. Al posto dell'unità di intenti contro lo stesso nemico, prevalsero le divergenze provocate dalle aspirazioni del paese confinante per cui i patrioti italiani si trovarono in condizioni deli-


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catissime, in un ambiente reso difficile dall'azione aperta od occulta dei tedeschi, dei fascisti e degli slavi. Questo stato di fatto si aggravò nel corso del 1944 quando gli sloveni, facendo leva sulla presunta comunità di principi ideologici, riuscirono ad ottenere dai « Garibaldini » un pronunciamento a loro favore non solo, ma poterono veder addirittura realizzato il passaggio di alcune unità « Garibaldi » alle dipendenze del IX corpo sloveno. Da questo momento i patrioti italiani che non aderirono alle pretese slave furono classificati « fascisti e reazionari » e non sono mancati contro di essi atti di vera e propria ostilità. Da parte italiana, nonostante le gravi provocazioni, si sperò in un ravvedimento: a conferma va ricordato il tentativo fatto, verso la fine di aprile 1945, dal C.L.N .. di Trieste che, in vista della rivolta generale, cercò di concludere un accordo col IX corpo sloveno per un'azione comune contro i nazifascisti della città. Visto che gli sloveni temporeggiavano, il C.L.N. decise, nelle -prime ore del 30 aprile, di impartire l'ordine per l'insurrezione: dodici brigate italiane agli ordini di un triunvirato militare attaccarono infatti i tedeschi costringendoli, dopo sanguinosi combattimenti, nei caposaldi di S. Giusto, Palazzo di Giustizia, Palazzo delle Poste e nelle zone del porto. Nella stessa giornata i tedeschi, ridotti a mal partito, iniziarono le trattative per la resa: gli sloveni, avuto sentore della piega degli avvenimenti, il successivo 1° maggio, avvicinarono i gruppi alla città dove elementi comunisti, in base ad ordini ricevuti e resi pubblici mediante volantinaggio, si apprestavano ad accogliere i partigiani di Tito: così slavi e comunisti riuscirono a sopraffare le bande del C.L.N. ed iniziarono una azione di persecuzione contro gli italiani intesa a creare in Trieste il « fatto compiuto ». Il contrasto dell'invadenza slava e all'opera di soffocamento del movimento italiano è stato condotto ai limiti delle umane possibilità; e anche in situazioni disperate la fermezza dei propositi e la gravità delle decisioni prese non sono mai state disgiunte da senso di correttezza, di lealtà e di responsabilità. Liguria ed Emilia

Come in tutte le altre regioni dell'I talia occupata anche nella Liguria e nell'Emilia il movimento di liberazione ha avuto· le sue origini subito dopo 1'8 settembre 194 3: anche qul gruppi armati costituiti soprattutto di militari sottrattisi ai provvedimenti tedeschi ripararono sull'appennino ligure ed emiliano cercando di


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organizzarsi nel miglior modo possibile , consentito dai mezzi disponibili. Durante l'inverno del 194 3-44 non sono mancate notizie concrete sulle formazioni del movimento che, come ovunque, ha dovuto lottare per superare i gravi problemi che ad esso si presentavano: dalla difficile situazione gli organizzatori ne sono usciti brillantemente utilizzando anzitutto i mezzi a loro disposizione o comunque recuperabili in zona, e riuscendo a costituire unità di una certa consistenza che si trovarono in linea nell'avanzata primavera del 1944. Le zone di più intensa attività patriottica, fin da alloi:a, furono quelle appenniniche particolarmente importanti per le comunicazioni del nemico, zone che presentano buone possibilità logistiche per i centri urbani e rurali di qualche importanza ivi esistenti, nonché per le molteplici possibilità di contatti con le regioni finitime. Contemporaneamente allo sviluppo della organizzazione delle bande armate nelle zone montane, prendevano piede a Genova e nelle principali città della pianura padana i G .A.P. e le S.A.P. che fecero presto sentire la loro presenza: le loro azioni, infatti, sono state rilevanti sia contro esponenti nazifascisti, sia contro il complesso dell'organizzazione nemica che è stata continuamente attaccata e disturbata. Nell'Emilia, durante la campagna granaria del 1944, le S.A.P. hanno svolto una intensa attività per sottrarre il raccolto agli ammassi ed alla rapina tedesca: infatti, laddove la propaganda non riusciva ad ottenere gli effetti desiderati, sono state adottate spesso misure di forza rivolte specialmente al sabotaggio delle trebbiatrici ed alla soppressione degli elementi di controllo del nemico. Nel maggio 1944 l'inizio della campagna alleata ha trovato la Liguria e l'Emili~ in linea: le formazioni di patrioti in via di avanzata · organizzazione ed operanti nelle zone montane delle due regioni, hanno controllato a più riprese le comunicazioni fra nord e sud Italia riuscendo ad infliggere al nemico, in ripiegamento sulla linea gotica, colpi assai duri: ne sono spesso derivati robusti rastrellamenti che, se hanno determinato degli sbandamenti, non hanno però pregiudicato la successiva riorganizzazione delle formazioni e tanto meno eliminato le loro azioni di disturbo. Il sucèessivo stabilizzarsi del fronte sulla linea gotica e l'approssimarsi della stagione invernale 1944-45 determinarono, specialmente per i patrioti dell'Emilia e della Liguria orientale, una situazione assai difficile. Le formazioni avevano raggiunto oramai una forza considerevole, non solo, ma trovandosi nella zona delle retro·vie nemiche, avevano minori possibilità di movi-


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mento, in un settore che, battuto e sfruttato dall'avversario, era destinato a diventare logisticamente povero: mantenere in vita le formazioni durante tutto l'inverno, avrebbe richiesto dall'Italia liberata un'assistenza logistica di lunghi mesi, che comportava un rilevante onere a danno del complesso generale del movimento. D'altra parte la stasi operativa prevista dal Quartier Generale alleato e le misure repressive che il nemico, approfittando della situazione, avrebbe certamente messo in atto, consigliarono di adottare particolari provvedimenti, principale fra i quali quello di alleggerire le unità senza comprometterne le loro possibilità future. Così, previ accordi con il comando del XV gruppo d'armate, le formazioni più vicine alle linee di combattimento si trasferirono in territorio liberato: quì, alcune, riorganizzate ed equipaggiate, hanno operato in collaborazione con le unità alleate assolvendo compiti vari (ricognizione, esplorazione, combattimento), mentre gruppi snelli, provati, capaci di assicurare la continuità dell'attività sabotatrice, furono lasciati in zona per condurre azioni di disturbo e per costituire i nuclei fondamentali per la riorganizzazione delle unità. Questi provvedimenti, presi fin dal novembre 1944, si dimostrarono aderenti alla situazione: durante l'inverno, infatti, le grosse formazioni non avrebbero potuto sostenere i robusti rastrellamenti montati dai tedeschi e le difficoltà logistiche avrebbero certamente compromesso con l'esistenza delle unità le stesse possibilità future del movimento. Mentre i gruppi rimasti in zona, attivi e spregiudicati, attuavano colpi. di mano ed audaci azioni di guerriglia, i comandi unici dai quali i patrioti organicamente dipendevano, in stretta aderenza con i comandi dell'Italia liberata, hanno svolto un lavoro organizzativo considerevole per poter rimettere in linea, appena la situazione lo avesse consentito, unità numerose ed .agguerrite. Con l'invio di abbondanti rifornimenti, durante l'inverno 194 5, le formazioni sono state potenziate e già nel marzo potettero riprendere il loro posto di combattimento, meglio armate ed equipaggiate, pronte a far sentire tutto il peso delle loro pos.sibilità sulle retrovie nemiche. E nell'aprile 1945, quando le operazioni sono state riprese, dietro ordini tempestivi emanati dal Q.G. alleato, i patrioti delle due regioni sono entrati in azione dando prova di matura preparazione concretatasi con una serie di brillanti azioni che hanno permesso l'occupazione delle principali città e per conseguenza la più rapida liberazione del territorio nazionale.


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ITALIA CENTRALE (8 settembre 1943 . ottobre 1944)

Toscana

Il movimento toscano si è affermato nella primavera del 1944 quando, dopo il paziente lavoro di organizzazione clandestina dell'inverno precedente, è stato possibile passare alla fase attiva realizzando operazioni rivolte specialmente contro i principali assi di movimento utilizzati dal nemico. Dalla zona costiera della Maremma a quella montagnosa del gruppo dell'Arniata, da quelle collinose dei monti Metalliferi, del Chianti e del Casentino a quelle aspre dell'appennino tosco-emiliano tutta la regione è stata teatro di lotta. Marcata l'attività svolta dai C.L.N. convergenti verso quello regionale di Firenze: slegata invece l'azione attivistica perché non unific;ata da un comando centrale coordinatore. Cosl, quando nella primavera-estate del 1944, la regione è stata teatro del ripiegamento tedesco, le bande hanno svolto una buona attività, che si è risolta con azioni dovute all'iniziativa dei vari comandanti che hanno però operato secondo una visione personale, derivante dalla situazione esistente nella zona di loro competenza. La mancanza di un centro coordinatore dell'attività regionale ha portato, per conseguenza, che alcuni gruppi dislocati a sud del parallelo di Siena, hanno ricercato relazioni e più stretti rapporti con elementi del fronte clandestino di Roma anziché con quelli di Firenze, mentre le formazioni più settentrionali, verso i limiti con la Liguria e con l'Emilia, si sono appoggiate alle organizzazioni delle regioni limitrofe. Questa naturale collaborazione conseguita nelle zone settentrionali si dimostrò particolarmente opportuna perché nell'ottobre-novembre 1944, quando l'offensiva alleata si smorzò nella stasi invernale, le bande toscane ancora nel territorio occupato dai nazifascisti si trovarono appoggiate alle organizzazioni delle regioni limitrofe, e di queste seguirono le sorti. L'attività dei patrioti toscani è stata nel complesso notevole e fra le manifestazioni più apprezzabili annovera quella di un deciso concorso dato alle armate alleate per la liberazione del capoluogo regionale. Marche ed Umbria

Le giornate che seguirono l'armistizio del settembre 194 3, trovarono molti settori delle Marche in piena rivolta in quanto, alle prime imposizioni tedesche intese ad assicurare il controllo


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sulla regione, elementi militari e civili insorsero procurando sensibili perdite al nemico. Smorzatasi, per inesistenza di organizzazione e per la schiacciante superiorità ·dell'avversario, la prima resistenza, incominciò ovunque quel paziente lavoro di organizzazione realizzato attraverso difficoltà di ogni genere che doveva condurre, successivamente, all'inquadramento di unità che si dimostrarono a momento opportuno assai attive e che tanto contribuirono ai successi della campagna alleata del 1944 nell'Italia centrale. Nelle Marche, come nell'Umbria, l'ambiente che si prestava all'azione attivistica era quello della regione appenninica la quale, per le condizioni geografiche, per l'esistenza di una rete di comunicazioni non molto fitta e per l'importanza di queste ai fini dei movimenti longitudinali e trasversali, offriva ottime possibilità per una energica guerriglia. Specialmente nelle Marche l'attività fu così intensa che i nazifascisti furono costretti ad organizzare, già nel febbraio-marzo 1944, robusti rastrellamenti che provocarono uno sbandamento delle unità allora ancora in fase organizzativa ed una serie di feroci rappresaglie sulle popolazioni civili. Nonostante tutto, però, il movimento delle due regioni non fu compromesso: esso poté riaversi presto, poté di µuovo riallacciare le sue fila e con gli abbondanti aiuti di materiali inviati dall'Italia liberata riprese il suo posto di combattimento. Nel maggio-giugno del 1944, quando le operazioni alleate interessaròno le dµe regioni i patrioti, che avevano oramai un buon grado di preparazione, dettero il loro contributo manifestatosi spesso decisivo, specie contro ·gli elementi di retroguardia e contro il traffico dell'avversario.

Lazio ed Abruzzo Nell'inverno 194 3-44 stabilitasi la linea di contatto fra alleati e tedeschi sul Garigliano - Piano dei Cinquemiglia Sangro, il Lazio e l'Abruzzo si trovarono nella zona delle retrovie nemiche e per conseguenza sottoposti, specie nelle parti più prossime alle linee di combattimento, a regime di particolare controllo. Ciò nonostante anche in queste regioni si delineò subito il sorgere di un movimento di resistenza che, nei limiti delle possibilità consentite dalla particolare situazione, organizzò i primi nuclei armati per contrastare l'occupazione nemica. Il centro dell'organizzazione delle due regioni fu Roma dove subito dopo 1'8 settembre si costituì un comando militare il quale,


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mediante una opportuna ripartizione territoriale, organizzò gruppi di una certa consistenza che riuscirono a realizzare operazioni di qualche importanza specialmente in momenti di particolare interesse ai fini delle operazioni alleate. Con l'estendersi del movimento fu successivamente necessario scindere l'organizzazione della città di Roma, che dipese da un comando bande interne, da quella dei gruppi in provincia che dipesero da un comando bande esterne. Quest'ultimo allargò poi la sua giurisdizione anche su alcuni gruppi dislocati nella parte meridionale della Toscana, dell'Umbria e delle Marche ma si trattò di una dipendenza più formale che sostanziale in quanto le difficoltà dei rapporti e delle comunicazioni fra l'ente centrale e-quelli periferici non consentirono quasi mai la possibilità di una vera azione di comando. Al momento dell'offensiva alleata del 1944, le bande armate dipendenti dal comando militare di Roma poterono portare il loro contributo alle operazioni, contributo che se non poté raggiungere risultati notevoli come in altre regioni, soprattutto per inadeguata preparazione e per la diversa situazione che permise al nemico una metodica ritirata, fu tuttavia in alcuni settori consistente ed apprezzabile. CONCLUSIONE

Questo breve cenno sulle origini e sugli aspetti del movimento di liberazione nelle diverse regioni può esser chiuso affermando che in tutta l'Italia il periodo dell'occupazione nazifascista è stato caratterizzato da un'attività intensissima, variabile secondo i momenti e da luogo a luogo, ma che ha avuto ovunque manifestazioni decise ed intransigenti realizzate con una lotta senza quartiere, contro un nemico agguerrito, potente e feroce che ha dimostrato sino all'ultimo la ferma determinazione di combattere il movimento con tutti i mezzi a sua 9isposizione per stroncarne la vitalità e contenerne la sistematica, decisa ed inesorabile azione distruttrice. ·



PARTE

II

ORGANIZZAZIONE DELLE MISSIONI MILITARI


In questo volume risulta solo il lavoro svolto dall'Ufficio Informazioni con la parallela organizzazione faglese (n. 1 Special Force): non è fatto cenno al lavoro della corrispondente organizzazione americana (OSS) con la quale organizzazione l'Ufficio ha cooperato soprattutto con personale per le missioni in territorio occupato.


CAPITOLO I

ORGANIZZAZIONE NEL TERRITORIO OCCUPATO

PREMESSA

Il movimento di resistenza italiano, della cui origine e sviluppo è stato fatto cenno nella Parte 1a, ha dovuto superare, per affermarsi, un complesso di difficoltà che facilmente sfuggono ad un esame sommario. I problemi che gli elementi direttivi in zona occupata hanno dovuto infatti affrontare per dare una parvenza di organizzazione alle formazioni e, nello stesso tempo, una fisionomia idonea per poterle impiegare, sono stati assai gravi soprattutto per la deficienza di mezzi. L'armamento, quantitativamente e qualitativamente insufficiente, era rappresentato, inizialmente, da quello dei reparti datisi alla macchia o procacciatosi con azioni successive, nonché dalle armi dei tipi, più svariati appartenenti ai privati; gli altri mezzi difettavano anch'essi perché le modestissime disponibilità iniziali furono presto esaurite e<l il prodigo aiuto dato dalle popolàzioni. non è stato sempre sufficiente a soddisfare nemmeno le più pressanti necessità. Pur presi in mezzo a queste difficoltà, remora non indifferente per l'affermarsi del movimento, i nuclei armati hanno dato subito segno di vita: scontri con truppe tedesche, frequenti atti di sabotaggio sulle comunicazioni telegrafoniche, stradali e ferroviarie, attacchi a colonne di rifornimento, soppressione di elementi germanici di sorveglianza a depositi ed opere varie, attentati contro personalità nazifasciste hanno infatti formato oggetto della prima attività di questi nuclei: attività necessariamente frammentaria che ha però posto il problema e fatto intravedere le possibilità del movimento e la sua utilizzazione ai fini militari qualora organizzato. Lo Stato Maggiore Generale, allora Comando Supremo Italiano, percepita èsattamente questa possibilità, fin dall'ottobre


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194 3 mise subito in atto le prime misure intese ad assicurare il collegamento con i patrioti: la particolare situazione italiana conseguente all'armistizio e la nota indisponibilità di mezzi in proprio, imposero necessariamente la soluzione del problema attraverso gli Alleati i quali, però, non disponevano di un'organizzazione idonea allo scopo. L'unica possibilità di raggiungere l'obiettivo prefisso fu vista attraverso quella particolare organizzazione inglese, denominata n. 1 Special Force, che aveva per compito specifico il sabotaggio. Sorse cosl, sin dalla ricostituzione dell'Ufficio Informazioni in seno all'allora Comando Supremo (ottobre 194 3), il gruppo « Bande e sabotaggio » della Sezione « Calderini » ( 1a Sezione Offensiva) che incominciò a lavorare subito, in parallelo, con la n. 1 Special Force. Risale infatti allo stesso ottobre 194 3 l'avviamento nel territorio italiano controllato dai tedeschi delle prime missioni con stazioni radiotelegrafiche, missioni che sebbene ricevessero come compito specifico quello di organizzare il sabotaggio, ne ricevevano contemporaneamente un altro, non secondo al primo, che può essere cosl sintetizzato: raggiungere le bande comunque note ed assicurarne il collegamento con l'Italia liberata, ricercare, nella zona di propria competenza, i nuclei non ancora noti, fornire notizie sul loro conto ed assicurarne il collegamento. Realizzati i primi canali di collegamento ed impartite le direttive generiche per l'impianto e lo sviluppo ulteriore dell'organizzazione, bisognava interessare gli alleati alla soluzione dei problemi conseguenti. E questa soprattutto era la questione da risolvere. Dopo varie pressioni fatte sugli alleati per indurli ad incrementare il movimento di resistenza per renderlo più idoneo alla lotta contro i nazifascisti, la « n. 1 Special Force » faceva sapere (dicembre 1943), per bocca dell'ufficiale di collegamento, che non disponeva di un'organizzazione idonea per far fronte ai bisogni di una presunta futura guerriglia nel territorio italiano, non solo, ma che non aveva intenzione, né interesse, di armare in Italia un esercito segreto. Tutt'al più, in aderenza alle sue stesse attribuzioni, si disse propensa ad effettuare qualche operazione


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di aviorifornimento di materiale, soprattutto di sabotaggio, per quei nuclei più decisi operanti nei settori che potevano interessare la sua specifica attività. Questo punto di vista non poteva essere condiviso dal Comando Supremo il quale, in relazione a quanto comunicato dall'ufficiale di collegamento ed agli sviluppi ed alle possibilità operative che intravedeva nel movimento, chiese ed ottenne un incontro tra il Capo della 1a Sezione « Calderini » ed il Capo della n. 1 Special Force. Nella riunione fu posto soprattutto in rilievo il dovere di sostenere i patrioti, non foss'altro per essere aderenti alla propaganda degli alleati che istigava alla rivolta e, nello stesso tempo, fu rappresentata la convenienza, per gli alleati, di poter un giorno utilizzare le forze clandestine nella lotta contro il comune nemico. Questa tesi, confortata dall'attività tuttora slegata e frammentaria ma già notevole dei patrioti e sostenuta soprattutto sulla prospettata convenienza di devolvere alle bande, con risultati molto più apprezzabili, le operazioni di sabotaggio che formavano compito specifico della n. 1 Special Force, se non incontrò immediatamente il suo favore incominciò nondimeno ad interessarla, sottoponendo alla sua attenzione le possibilità di risolvere il problema nel senso prospettato dallo Stato Maggiore Generale. Maggiore immediato interesse parve suscitare la stessa tesi presso le autorità militari americane, attraver$o l'organizzazione « G.2 » che si interessava a tutti i problemi dell'Italia occupata. · Tale collaborazione fu però ricercata soltaqto sporadicamente preferendo ·essi lavorare indipendentemente d~lle autorità italiane e · dalle stesse organizzazioni inglesi. Le difficoltà da superare per giungere allo scopo non sono state né poche, né lievi. Si trattò innanzi tutto di vincere e superare quel sentimento di non piena fiducia nei riguardi del Governo e delle Forze Armate italiane che ancora albergava nell'animo degli ufficiali inglesi. Altra difficoltà era rappresentata dalla persuasione che le operazioni militari nel nostro teatro di guerra avrebbero in breve tempo condotto alla liberazione del suolo italiano e che non conveniva pertanto incrementare un movimento clandestino che non era presumibilmente destinato a contribuire efficacemente all'esito


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finale della guerra ma che avrebbe potuto solamente vantare even-· tuali titoli di benemerenza verso gli alleati. La Special Force, infine, non era in grado, allora, di far fronte nemmeno alle limitatissime necessità iniziali del movimento. Si trattava, infatti, di mettere in piedi nell'Italia liberata tutta un'organizzazione logistica che consentisse la realizzazione del problema base, quello dei rifornimenti (campi di aviazione, apparecchi per i trasporti, armamento, munizionamento, finanziamento, materiali vari), .mentre contemporaneamente nell'Italia occupata stava creandosi -dal nulla l'organizzazione clandestina che doveva assicur~re, in primo luogo, il collegamento dei patrioti con il territorio liberato. Interessati oramai gli alleati alla soluzione del problema ed incrementato, durante l'inverno 1943-44, l'avviamento delle missioni di collegamento, bisognava puntare decisamente verso il raggiungimento· degli scopi che lo Stato Maggiore Generale si era prefissi: dare cioè il massimo aiuto possibile al movimento di resistenza, sostenendolo materialmente e moralmente, perché potesse divenire un fattore di lotta operante contro il tedesco e costituire cosi elemento capace di dare un contributo. operativo concreto alle armate alleate in Italia. Gli alleati, dopo matura riflessione e soprattutto constatato che le operazioni militari nel teatro di guerra italiano avrebbero potuto svilupparsi in modo assai diverso dai piani previsti, e vagliata pertanto la convenienza di . utilizzare, in armonia con le proprie finalità, le forze del movimento di resistenza italiano, hanno successivamente affrontato il problema realizzando progressivamente l'organizzazione logistica per fronteggiare le prime necessità, orientandosi nel contempo ad incrementarla per poter aderire ai prevedibili sviluppi del movimento. Ma questo orientamento, sostenuto dal Comando Supremo fin dall'ottobre 1943, vale ripeterlo, non era nei programmi della N. 1 Special Force; né nelle intenzioni del Quartier Generale alleato. Risolto il problema in linea di principio, si trattava di procedere all'incremento delle organizzazioni già abbozzate per le poche necessità delle operazioni di sabotaggio diretto per dargli, invece, uno sviluppo atto ad assicurare via via la possibilità di fronteggiare le presumibili crescenti esigenze del movimento di


-71resistenza. E' quanto verrà esaminato nel corso della presente parte che tratta, separatamente, delle 9rganizzazioni create nel territorio occupato ed in quello liberato.

ORGANIZZAZIONE NEL TERRITORIO OCCUPATO

L'organizzazione creata nel territorio occupato dai tedeschi si è basata sui seguenti elementi cÒstitutivi: missioni di collegamento ed operative; m1ss1om speciali; missioni di istruttori per .il sabotaggio; campi di ricezione per aviolanci; punti di sbarco; -

rifornimenti;

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finanziamento; propaganda.

MISSIONI DI COLLEGAMENTO ED OPERATIVE

Il primo problema che è stato necessario risolvere p_er dare spinta al movimento di resistenza è stato quello di· assicurare il collegamento radiotelegrafico dell'Italia occupata con il territorio liberato, realizzato con la costituzione di missioni di collegamento, sulle quali si è imperniato tutto il successivo lavoro organizzativo. Il loro avviamento in zona, concretato in relazione alle · presumibili necessità delle formazioni in posto ed alla disponibilità di personale idoneo ai particolari compiti, ha avuto inizio nel mese di ottobre 194 3 ed è andato via via intensificandosi. Le missioni, costituite da militari (esercito, aviazione, marina) offertisi volontari, sono sta.te sottoposte a severa preparazione nelle apposite scuole ( vedi stessa Parte II - O rganizzazione nel


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territorio liberato) allo scopo di disporre di personale tecnicamente preparato per assolvere gli incarichi affidati e, nello stesso tempo, capace di orientare le organizzazioni clandestine nell'attuazione di operazioni razionali e coordinate. Il personale impiegato nelle missioni è stato tutto italiano fino al mese di aprile 19 44; successivamente, in relazione alle previsioni operative alleate per l'anno 1944 ed alla convenienza di avere nel territorio occupato rappresentanti del Quartier Generale alleato, più idonei per comporre possibili divergenze di vedute derivanti da interessi di parte, sono state inviate in posto anche missioni italo-inglesi, o soltanto inglesi, ingranatesi nell'organizzazione già costituita. Al 2 maggio 194 5 le missioni di collegamento coprivano in maniera più o meno completa tutto il territorio occupato dai tedeschi e si può affermare che quasi tutte le organizzazioni clandestine del movimento di resistenza, direttamente o indirettamente, hanno avuto la possibilità di collegarsi con l'Italia liberata. L'avviamento in zona delle missioni è andato perfezionandosi con il perfezionarsi dell'organizzazione. Cosl, dalle prime realizzate con aviolanci alla cieca o con sbarchi con mezzi di superficie e sommergibili senza ricezione sulla costa, si è successivamente passati all'aviolancio su campi organizzati o a sbarchi in punti prestabiliti, dove elementi del servizio hanno provveduto al ricevimento del personale ed al suo successivo inoltro a destinazione ( 1 ). I compiti generici assegnati alle missioni possono cosi sintetizzarsi: prendere contatto con le organizzazioni e le bande, di qualsiasi colore politico, che lottano contro i nazifascisti; segnalare forza, armamento,. attività e possibilità delle formazioni di patrioti nella zona di propria competenza; (1) Alcune missioni, in momenti particolarmente favorevoli, sono state infiltrate anche via terra: · · - ottobre 1943 . una missione attraverso le linee germaniche del settore adriatico; - dicembre 1944 . una missione partita da territorio neutrale; - marzo 1945 · una missione partita dal territorio francese; - aprile 1945 . due missioni partite dal territorio francese; - aprile 1945 . due missioni attraverso le unità germaniche in ripiegamento nella pianura padana.


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indirizzare le bande nell'organizzazione e nell'effettuazione dei sabotaggi, dando consigli ed addestrando il personale nell'impiego dei mezzi necessari~ mettersi in misura di far tradurre in atto, a momento opportuno, azioni di sabotaggio sulle comunicazioni stradali e ferroviarie, nonchĂŠ assolvere altri compiti che, in relazione alla situazione contingente, potranno essere affidati; richiedere i rifornimenti per le bande segnalando i campi di lancio e le relative modalitĂ esecutive per le operazioni; comunicare notizie di carattere militare. Per fronteggiare esigenze operative strettamente collegate con le operazioni delle armate alleate in Italia, dal novembre 1944 sono state organizzate speciali missioni di collegamento denominate ÂŤ tattiche Âť, con compiti ben definiti, da assolvere in cooperazione con le organizzazioni clandestine di alcune cittĂ . I compiti generici ad esse assegnati possono cosi sintetizzarsi: prendere contatto con le organizzazioni del movimento di liberazione di una determinata cittĂ , per collegarle con l'Italia liberata; mettersi in misura di fornire al comando alleato tutte le notizie possibili d'interesse militare relative alla situazione della cittĂ ed allo schieramento delle truppe nemiche in essa e dintorni; trasmettere ie direttive e gli ordini che il Q.G. alleato riterrĂ opportuno impartire alle organizzazioni del movimento di liberazione, coordinati o non con l'andamento delle operazioni; orientare, se necessario, gli elementi in posto per eseguire razionali sabotaggi, utili ai fini delle operazioni alleate, e dare consigli sulle operazioni di antisabotaggio per salvaguardare gli impianti elettrici ed industriali. Le missioni, di norma, sono state costituite da:

un capo missione: ufficiale;


-

74 -

uno o più collaboratori: ufficiali, sottufficiali, truppa; un radiotelegrafista: militare dei vari gradi (2). Alle missioni miste italo-inglesi, quando necessario, è stato destinato anche un interprete. Il personale, sottoposto come precedentemente detto a ·severa preparazione in apposite scuole, ha frequentato tutti o parte dei seguenti corsi, a seconda dei compiti specifici assegnati: paracadutisti; canottaggio; sabotaggio; organizzatori ed istruttori di sabotaggio; perfezionamento agenti; ricezione aviolanci; Cicogna (per atterraggi.o e partenza apparecchi « Cicogna»); radiotelegrafisti (per i soli operatori r.t.).

In base alla zona d'azione ed ai compiti specifici assegnati, ciascuna missione riceveva direttive adeguate nonché un dettagliato orientamento sulla situazione locale allo scopo di superare nelle migliori condizioni e nel tempo più breve la crisi iniziale di ambientamento. In totale sono state costituite ed inviate in zona occupata 96 missioni di collegamento ed operative, così suddivise: italiane n. 48 (di cui una costituita in zona); miste Ii. 25; inglesi n. 23 (di cui una costituita in zona), che hanno richiesto l'impiego di 163 italiani (dei quali 64 radiotelegrafisti) e 119 inglesi: complessivamente 282 elementi (2) Ogni missione disponeva del seguente materiale per il collegamento: - uno o due apparati radio (complesso trasmittente-ricevente) con relativi piani di collegamento; - una o più batterie di accumulatori; - uno o più cifrari; - dispositivi particolari per il caricamento delle batterie; - altro materiale vario.


-. 75senza tener conto del numeroso personale ingaggiato in posto dalle missioni per creare un'organizzazione idonea all'assolvimento dei compiti assegnati. Il seguente specchio riepilogativo dà, cronologicamente, il quadro delle missioni inviate (sigla distintiva, nazionalità, numero dei componenti, regione) e per ciascuna di esse: mezzo di invio in zona; data di: partenza dalla base, inizio contatto r.t., fine contatto r.t., ritorno alla base; volume totale del traffico r.t. (in arrivo ed in partenza). L'allegato n. 6 dà la visione della dislocazione approssimata delle missioni; il grafico allegato n. 7 dà mensilmente la situazione delle missioni inviate e di quelle collegate nonché il volume del traffico radiotelegrafico complessivo.


- 76

-

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componenti

(1)

Mese

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Sigla

i

I.

I

I

1943 1 Ottobre

2

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1

M.

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-

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I

nazionalità

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I

Mezzo di invio zona

Missioni

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Regione

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aviolancio

sbarco

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Veneto

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-

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CAP

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2

-

Liguria

-

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+

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-

2

-

Liguria

-

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5

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+

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1

-

Toscana

-

-

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2

-

Marche

-

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-

-

7

»

LHT

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-

3

-

Marche

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-

2

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I

9

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PRD

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Marche

-

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-

-

11 Dicembre! SIM

+

-

-

2

-

Piemonte

-

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-

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-

CHC

+

-

-

3

-

Trentino

-

+

-

-

-

MAN

+

-

-

2

-

Marche

-

+

-

-

-

LLL

+

-

-

3

-

Piemonte.

-

-

+

-

-

- In.

= inglese.

8

I

I

12

13

1944 Gennaio

»

14 Febbraio

(1) - I

= italiana;

- M

= mista;

I


D

a

partenza inizio dalla contatto r.t. base

I

Ottobre 1943

-

14-10-43

i

Volume traffico r.t.

I

I

I

2-10-43

d

a

t

77 -

fine contatto r.t.

I! II

ritorno alla base

messaggi messaggi trasmessi in arrivo _alle dalle missioni ·missioni

N

o

t e

I

.

-

-

-

I Ottobre I 1943

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

409

797

-

-

Personale parzialmente recuperato. Rimanente ingranatosi nelle organizzazioni patriottiche.

21-10-43

Novembre 1943

Settembre 1944

-

102

162

Dal Maggio al 30 Settembre 1944 in doppio gioco. Successivamente esaurita. Personale, nessuna notizia.

21-10-43

Novembre 1943

Ottobre 1944

-

44

77

Dal Maggio al 28 Ottobre 1944 in doppio gioco. Successivamente esaurita. Personale, nessuna notizia.

22-10-43

Novembre 1943

Agosto

Gennaio 1945

114

93

Compiuta. Personale recuperato.

1944

24-10-43

Novembre 1943

Dicembre 1943

Luglio 1944

11

9

· 26-10-43

Novembre 1943

Luglio 1944

Luglio 1944

13}

109

-

-

Fallita. Nessuna notizia del personale.

-

Collegamento diretto non realizzato. Personale ingranatosi nelle organizzazioni patriottiche. Successivamente nessun'altra notizia.

Luglio 1944

47

32

Compiuta. Personale recuperato.

Agosto

7

28

Collegamento realizzato at traverso altre missioni. Esaurita per arresto dei componenti. R.T. morto in seguito a ferita riportata al momento della au,u. C.po mO,iooc Fallita. Componenti arrestati e recuperati R.T. a piede libero da recuperare.

3-11-43 120-11-43

I

28-11-43 5-12-43

I

-

-

-

-

-

-

Dicembre 1943 I

Luglio 1944

-

-

-

18-1-44

1944

-

-

I II

I Compiuta. Personale

I Compiuta.

Personale recuperato. Un componente caduto.

I

I

-

Luglio 1944

14

32

Compiuta. Collegatasi attraverso altre missioni. Personale recuperato.

Ottobre 1944

27

50

Dal Maggio al Luglio 1944 in doppio gioco. Capo missione arrestato, nessuna notizia. R.T . arrestato, evaso e recuperato.

I

-

5-2-44

I Febbraio 1944

I Luglio 1944

I '

I

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-

i

20-1-44

recuperato.

I

I

I

(segue)


-

78 -

l

Missioni

Mezzo di invio zona

V

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nazionalità Sigla

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M.

I

componenti

(1)

Mese

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Regione

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15

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+

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Piemonte

-

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17

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+

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-

3

-

Lombardia

-

-

-

-

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18 Marzo

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+

-

-

3

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Piemonte

-

-

-

+

-

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+

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-

Piemonte

-

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-

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-

3

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Toscana

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+

-

-

-

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-

-

2

-

Toscana

-

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-

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+

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2

-

Piemonte

-

-

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-

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1

-

Piemonte

-

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-

-

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-

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-

-

-

-

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-

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-

1

Toscana

-

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-

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-

-

-

-

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-

Liguria

-

-

-

-

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I

Veneto

-

-

-

-

+

I

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26 Giugno

I 27

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+

-

-

3

28

»

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-

+

-

2

(1) - I = italiana; - M = mista; - In. = inglese.

1

1

I


-

79 Volume traffico r.r.

l -1 l - - - -¡D a t a

partenza inizio dalla contatto r.t. base

13-2-44

d

i

ritorno alla base

fin.e contatto r .t.

Aprile 1944

messaggi messaggi trasmessi in arrivo alle dalle missioni missioni 197

213

13-2-44

N o

t

e

Al 2 Maggio 1945 efficiente. Collegamento non realizzato. Capo missione caduto in combattimento. R.T. in territorio neutrale.

13.244

11.3.44

Marzo 1944

13.3.44

Maggio 1944

89

Novembre 1944

1

Gennaio 1945

I

-

Fallita. Capo missione recuperato. Secondo componente e R.T. arrestaci. Nessuna notizia.

193

Dal Dicembre 1944 Capo in contatto con altre missioni. Secondo componente arrestato e recuperato. R.T. arrestato ¡ nessuna notizia.

3

Personale passato a far parte di altre missioni.

17-344

Settembre 1944

Collegamento non realizzato. Personale recuperato.

17-344

Settembre 1944

Collegamento non realizzato. Persosonale recuperato meno R.T. deportato in Germania.

23-4-44

Aprile 1944

Gennaio 1945

120

161

Esaurita. R.T. caduto in combattimento.

23-4.44

Maggio 1944

Marzo 1945

184

169

Compiuta. Personale da recuperare.

23-4-44

Aprile 1944

199

236

AI 2 maggio 1945 efficiente.

25-4-44

Maggio 1944

Giugno 1944

Luglio 1944

3

3

Compiuta. Personale recuperato.

2-644

Luglio 1944

Marzo 1945

Aprile 194.5

289

353

Compiuta. Personale recuperato.

3-6-44

10-6-44

Collegata attraverso altre missioni. Successivamente personale caduto: capo .in un incidente aereo nel viaggio di ritorno dopo una visita alla base; secondo componente nell'attuazione di un sabotaggio; r.t. in combattimento. Luglio 1944

Novembre 1944

124

160

Esaurita. Personale passato ad altra missione. (segue)


-

80 -

I

V

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I

nazionalità

I componenti

(1)

Mese Sigla

i

I I

I.

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-

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-

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-

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33

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+

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-

-

3

35 Luglio

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-

+

-

1

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-

-

+

37 Agosto

ZUR/2

-

+

-

38 Agosto

I ZUR/4

-

+

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40

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36

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Regione

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29

34

-

Mezzo di invio zona

Missioni

-

Veneto

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-

-

-

-

-

+

-

+

-

4

ToscanaEmilia

-

-

-

-

+

2

Marche

-

-

-

-

+

Lombardia

-

-

-

+

-

-

-

+

-

-

I

I

Lombardia

-

1

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-

-

-

-

+

I

6

Emilia

-

-

-

-

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2

2

Piemonte

-

-

-

-

+

-

2

1

Piemonte

-

-

-

-

+

+

-

-

4

Piemonte

-

-

-

-

+

-

-

+

Piemonte

-

-

-

-

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-

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-

3

Lombardia

-

-

-

-

+

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+

-

-

2

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-

-

-

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+

2

1

Veneto

-

-

-

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+

2

Veneto

-

-

-

-

+

4

Veneto

-

-

-

-

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I

-

-

-

3

I I

I

I

41

»

I

42

»

43

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SSS/2

-

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44

»

SSS/4

-

-

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inglese.

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.

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-

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-

I


D a t a

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partenza inizio dalla contatto r. t. base

10-6-44

Luglio 1944

fine contatto r.t.

Volume . traffico r. t.

- -ritorno al1a base

Dicembre 1944

13-6-44 13-6-44

I

i

1- --

81 -

messaggi m~ssaggi trasmessi in arrivo alle dalle missioni missioni

114

179

Luglio 1944 Luglio 1944

t

e

Secondo componente passato ad altra missione. R.T. caduto in combattimento. Fallita per cause di lancio. Personale recuperato.

203

14-6-44

N o

297

Luglio 1944

Al 2 Maggio 1945 efficiente. Compiuta. Collegata attraverso altre missioni. Persona.le recuperato.

16-644

Luglio 1944

Novembre 1944

95

117

Esaurita. Componenti arrestati e successivamente recuperati.

16¡644

Settembre 1944

Novembre 1944

28

35

Esaurita. Capo libero in Paese neutrale. Secondo componente e r.t. arrestati e successivamente recuperati.

15-744

Agosto 1944

Dicembre 1944

5

3

27-7-44

Agosto 1944

157

332

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

2-8-44

Agosto 1944

151

190

Compiuta. Personale recuperato.

2-844

Agosto 1944

131

178

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

3-8-44

Agosto 1944

95

122

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

7-8-44

Agosto 1944

118

127

Compiuta. Nel Gennaio 1945 personale passato ad altre missioni.

20

36

Collegatasi attraverso altre missioni. Al 2 Maggio 1945 efficiente.

12-844

Dicembre 1944

Gennaio 1945

Dicembre 1944

D icembre 1944

Compiuta. Personale recuperato.

13-8-44

Agosto 1944

279

303

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

13-8-44

Settembre 1944

131

171

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

13-844

Settembre 1944

146

182

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

13-8-44

Settembre 1944

285

310

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

(segue)


-

82 -

I

Missioni

1-

- --

-

nazionalità ( 1)

Mese

----,----

I

componenti

I

Regione

Sigla

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I.

M.

I

Mezzo di invio zona

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2

Lombardia

+

47

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+

5

Lombardia

+

48

»

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2

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+

+

4

Piemonte

+

49

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2

50

»

SIA/2

+

3

Veneto

+

51

»

FRA

+

4

Veneto

+

SIA/4

+

2

Veneto

+

2

Veneto

52

Ottobre

53 Novembre RUT/4

Emilia

+

2

Piemonte

+

6

Piemonte

+

2

Piemonte

+

2

+

54

»

DIGA

55

»

TEC

+

1

56

»

TRY

+

1

l

+

57 Dicembre ARPA

58

»

RASO

+

1

1

Lombardia

59

»

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+

1

2

Nizza (base per le operazioni verso 'ltafo )

60

1945 Gennaio »

61

( 1) - I

=

BAG/2

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4

Liguria

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2

Emilia

italiana; - M

=

mista; - In.

=

inglese.

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D a t a

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83 -

i J

Volume traffico r. t.

I partenza inizio dalla con tatto r.t. base

fine contatto r.t.

ritorno alla base

messaggi. messaggi trasmessi in arrivo alle dalle missioni missioni

N

o

t

e

¡ 21-8-44

-

-

-

17

39

Collegatasi attraverso altre m1ss1oni. Successivamente capo arrestato e poi recuperato. R .T. aggregato ad altra missione.

21-8-44

-

--

-

4

40

Collegatasi attraverso altre staz1001. Personale successivamente passato ad altre missioni.

31-8-44

Settembre

-

-

154

191

Al 2 Maggio 1945 efficiente. Un r.t. arrestato e successivamente recuperato.

-

-

205

265

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

169

142

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

131

198

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

116

154

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

185

162

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

70

73

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

Novembre

Gennaio

-

57

81

1944

1945

Compiuta. Personale passato ad altra missione.

-

-

151

209

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

47

67

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

Componenti arrestati e successivamente liberati.

1944 5-9-44

Settembre

1944 20-9-44

Ottobre

1944 30-9-44

Ottobre

1944

[3-10-44

O ttobre

1944 5-11-44

Novembre

1944 5-11-44

Novembre

1944 7-11-44 7-11-44

Novembre

1944 9-12-44

Dicembre

1944

.5-12-44

5-12-44

Dicembre

1944

18-1-45

Gennaio

1945

-

Gennaio

1945

-

Aprile

1945

-

-

166

183

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

117

173

Al 2 Maggio 1945 efficiente.

-

-

10

16

Costituitasi in posto. Al 2 Maggio 1945 efficiente.

I (segue)


-

84 r.

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Mission i

I

II

I

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nazionalità (1)

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62

Febbraio

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M.

-

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Al 2 Maggio 1945 efficiente.

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Al 2 Maggio 1945 efficiente.

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Al 2 Maggio 1945 efficiente.

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Compiuta. Personale recuperato .

Non realizzato collegamento perchĂŠ sopravanzata dalle operazioni. Non realizzato collegamento perchĂŠ sopravanzata dalle operazioni. Al 2 Maggio 1945 efficiente in territorio giĂ liberato.


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88 -

MISSIONI SPECIALI

Sono state costituite per fronteggiare determinate necessità di carattere organizzativo o per far fronte a speciali · esigenze. In relazione al fine che si ripromettevano possono così suddividersi: missioni organizzative; missioni antisabotaggio; missioni costruttive; m1ss1om con compito particolare. Missioni organizzative

Il principio di non intervenire nel campo organizzativo locale, osservato per evitare dannose interferenze, è stato di norma rispettato; in qualche settore, però, si è ravvisata l'opportunità di intervento per coordinare meglio l'organizzazione ed orientarla secondo gli intendimenti del Q.G. alleato ed italiano. Questa azione coordinatrice, realizzata con elementi che riscuotevano la fiducia delle organizzazioni locali o, quanto meno, che davano affidamento di operare con il dovuto discernimento, si è dimostrata assai utile perché ha permesso di risolvere questioni di particolare importanza a vantaggio dell'organizzazione del movimento. Le missioni, segnate secondo l'ordine cronologico di avviamento in zona, sono le seguenti: missione « MAN » - gennaio 1944 - Marche - presso organizzazioni locali; missione « ORO » - giugno 1944 - Lombardia - presso C.L.N .A.I .; missione « RRR » - agosto 1944 - Lombardia - C.L.N.A.I. presso Comando Militare; missione « SSS » - agosto 1944 - Veneto - C.L.N. - presso Comando Militare. Missione

<<

MAN »

Dopo gli slegati, episodici combattimenti sostenuti dai patrioti marchigiani contro i nazifascisti nel settembre 194 3, nonostante le feroci repressioni subite, nella regione si è manifestata subito una intensa attività clandestina. In considerazione della relativa vicinanza delle Marche all'allora teatro di combattimento fra alleati e tedeschi ( compreso nel settore adriatico, fra


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89 -

fiume Trigno e fiume Sangro ), nell'ottobre-novembre 194 3 furono avviate nella regione 3 missioni di collegamento per aiutare e potenziare le formazioni che andavano gradatamente costituendosi. Queste missioni, una volta in contatto con i vari gruppi, trovarono difficoltà ad armonizzare il movimento convogliandolo verso un obiettivo unico, difficoltà dovute soprattutto all'ambiente difficile determinato da questioni e dissensi locali che provocarono un pregiudizievole disperdimento di forze. Si reputò pertanto opportuno, nel gennaio 1944, inviare in zona una missione speciale, la « MAN », costituita da due ufficiali (di cui uno generale), conoscitori della regione e dell'ambiente, con il compito di prendere contatto con gli esponenti delle principali correnti i cui elementi attivi lottavano contro i tedeschi per organizzarne meglio l'attività operativa e coordinarne l'azione. I gruppi, infatti, agivano in quell'epoca con assoluta autonomia, senza reciproci collegamenti e spesso, anzi, in aperto attrito fra loro e le loro azioni, non sempre indirizzate a fini patriottici, scivolavano spesso nella violenza e nella rapina esercitate ai danni delle popolazioni. Le interferenze di alcuni elementi politici, qualcuno dei quali tendeva ad indirizzare l'azione dei gruppi armati al raggiungimento di finalità mediate con pregiudizio per l'unitarietà del movimento, crearono alla missione condizioni iniziali difficilissime che furono superate soltanto con un'attività oculata, senza inopportuni irrigidimenti, che dettero la possibilità in seguito, vinte molte diffidenze, di condurre a · termine il compito ricevuto. In seno ai vari comitati di liberazione nazionale provinciali e locali l'azione della missione si mantenne apolitica e diretta a dirimere. qualsiasi causa che potesse produrre incrinature e deviazioni; nei vari gruppi riuscì gradatamente a realizzare il coordinamento delle azioni ottenuto con un inquadramento militare dovuto alla nomina, nell'ambito provinciale, di un comandante militare. Le formazioni, anche per effetto di una equa e razionale dosatura degli aviolanci, si amalgamarono meglio ed accettarono l'azione orientatrice e coordinatrice dei comandanti militari; gli atti di rapina si attenuarono per cui dalle popolazioni si ebbe una più stretta e cordiale solidarietà. L'azione di sabotaggio, in precedenza quasi nulla, venne incoraggiata ed incrementata con la istituzione di corsi tenuti da un ufficiale della missione presso i vari gruppi e vennero attuati anche piani di sabotaggio che portarono ad una serie di fruttuose e contemporanee operazioni.


90 Nella fase che precedette la liberazione le varie unità poterono agire in senso unitario ed armonico, operando secondo le direttive precedentemente impartite.

Missione

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ORO

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La necessità di assicurare il collegamento con il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (C.L.N.A.J.) con sede a Milano, che nella primavera del 1944 era andato via via prendendo forma con il programma di costituire un fronte unico contro l'occupante, consigliò di ricercare il contatto con il Comitato stesso per collegarlo con il Q.G. alleato ed italiano. La missione, costituita da due ufficiali (di cui un Ten. Col. di S.M.) e da un radiotelegrafista, aviolanciata alla cieca verso la metà di giugno 1944, trovò nella zona di lancio, per circo. stanze impreviste, una situazione difficilissima provocata da un rastrellamento allora in atto, situazione che fu superata soltanto per l'eccezionale capacità degli ufficiali inviati. La presa di contatto con gli esponenti del C.L.N .A.I. poté avvenire nella seconda quindicina del luglio successivo e si dimostrò particolarmente efficace per l'incremento del movimento di liberazione perché il realizzato collegamento diretto assicurava una più stretta intesa fra gli organi centrali in territorio occupato e quelli dell'Italia liberata. Nell'agosto, in seguito all'invio in zona della m1ss10ne « RRR », della quale è fatto cenno in seguito, « ORO » ha preso contatto con questa, lavorando in cooperazione per il potenziamento generale dell'organizzazione.

Missione « RRR )> La costituzione del primo Governo democratico Bonomi nel giugno 1944 ed il crescendo delle misure vessatorie e repressive messe in atto con decisione dai nazifascisti, avevano posto in quell'epoca alla seria meditazione degli organi direttivi del movimento di resistenza nell'Italia occupata la necessità di costituire un fronte unico contro iJ nemico, o quanto .meno, di ricercare una più stretta cooperazione fra tutti, specie nel campo organizzativo. I componenti del C.L.N.A.I., superate pregiudizievoli reciproche diffidenze di carattere politico emerse a più riprese, allo scopo di infrenare e coordinare insiemé l'azione dei vari partiti nel campo militare, manifestatasi in molte circostanze divergen-


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te, decisero all'unanimità di costituire un «. Comando militare » richiedendo, quale coordinatore · di esso, il g~nerale Cadorna residente nel territorio liberato, che riscuoteva la fiducia di tutti. In relazione ai desiderata espres.si fu pertanto avviata presso il C.L.N .A.I. la missione « RRR >> costituita da: un ufficiale generale, un ufficiale superiore inglese, un ufficiale inferiore italiano, un r.t. italiano, aviolanciata in Lombardia, in campo di ricezione organizzato. I compiti assegnati alla missione possono essere così riepilogati: carattere fondamentale della missione: apolitico. Relazioni con i partiti ispirate al concetto di utilizzare, senza distinzione di parte, tutte le forze disponibili nella lotta contro il tedesco; · dipendenza diretta dal Comando alleato ed italiano che si riservano via via di impartire eventuali direttive su questioni relative alla organizzazione ed all'impiego delle formazioni di patrioti; utilizzare le organizzazioni già esistenti lasciando inalterata, di norma, la loro costituzione e la loro fisionomia; tendere al perfezionamento delle organizzazioni in posto dando ai loro capi consigli sulla migliore utilizzazione delle forze e suggerendo gli obiettivi più convenienti in relazione alla situazione in zona; coordinare, quando possibile, l'attività delle formazioni, specie di quelle non facenti capo al C.L.N.A.I., allo scopo di convogliarne lo sforzo verso un unico fine; rappresentare al Comando alleato ed italiano le possibilità delle varie organizzazioni nel campo operativo, i mezzi ne~essari per aumentarne l'efficienza, il tempo minimo di preavviso necessario per l'attuazione dei piani prospettati; mettersi in condizione di far tradurre in ·atto, a momento opportuno, eventuali ordini operativi del Comando alleato. per azioni combinate con le Armàte alleate. Il prolungarsi della guerra in Italia ha successivamente consigliato lo stesso C.L.N .A.I. a modificare le attribuzioni del generale da « coordinatore dell'attività militare » in quelle di « Comandante del Corpo Volontari della Libertà». Questa nomina, da tempo ricercata, ha trovato consenzienti tutti i partiti ma spesialmente le formazioni armate che, nel Comando Unificato, intravedevano· già le possibilità di un ulteriore ' potenziamento della guerra di liberazione.


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Missione « SSS »

Nel luglio 1944 l'attività delle ·formazioni del Veneto ri~ sultava slegata per la ·mancanza di un ente centrale coordinatore; i gruppi armati, infatti, per quanto considerevoli ed assai attivi, facevano capo ad enti od elementi periferici non sempre collegati fra loro e talvolta, anzi, in aperto contrasto. Si rendeva pertanto necessario coordinare il movimento della regione ed in tal senso furono inoltrate proposte ad un ufficiale superiore di S.M. residente nel Veneto (già in contatto fin dal febbraio 1944 quale comandante di una banda della zona di Treviso) perché esaminasse le possibilità, d'accordo con le organizzazioni locali, di coordinare il movimento stesso. Quando le proposte erano già state inoltrate, la stessa missione incaricata di avvicinare l'ufficiale superiore comunicava che quest'ultimo era stato nominato, dal C.L.N. Veneto, comandante militare della regione, ciò che dimostra come anche in posto si sentiva la stessa necessità unificatrice e coordinatrice. La nomina, però, non incontrò subito l'approvazione unanime di tutti i partiti aderenti al C.L.N. e lo stesso comitato richiese l'invio in zona di una missione per poter più facilmente superare le difficoltà esistenti. La soluzione fu trovata, di comune accordo con gli alleati, con la missione « SSS » costituita da un ufficiale superiore alleato e da un operatore italiano, inviata in zona verso la metà di agosto 1944, destinata ad affiancare l'ufficiale prescelto quale consulente militare della regione in seno al C.L.N. Veneto. Missioni antisabotaggio

. La dolorosa esperienza fatta nell'Italia centrale con la ritirata germanica durante la quale i tedeschi distrussero sistematicamente tutto quanto faceva loro più comodo (centrali elettriche, opifici industriali d'ogni genere, installazioni portuali), indusse lo Stato Maggiore Generale e gli alleati a riesaminare il problema dell'antisabotaggio per risolverlo in maniera più aderente alle comuni necessità. Non erano in precedenza n;iancate istruzioni e direttive generiche ed anche specifiche alle missioni di collegamento dell'Italia centrale perché facessero tutto il possibile in questo campo: qualche successo .fu ottenuto, ma esso rappresentava ben poca cosa rispetto alla somma delle distruzioni che i germa-


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nic1 potettero compiere specie nel campo delle centrali di produzione di · energia elettrica. In base all'esperienza ed ai dati ricavati dalle distruzioni operate dai tedeschi, a partire dal settembre 1944, sono state diffuse sistematicamente istruzioni con volantini lanciati da aerei e con trasmissioni radiofoniche, richiamando l'attenzione dei patrioti sulla necessità vitale di organizzare l'antisabotaggio, non solo per ragioni d'indole militare ma anche per facilitare la ripresa economica del Paese. Alle missioni di collegamento sono state in pari tempo impartite, oltre a direttive generiche analoghe, istruzioni precise per obiettivi specifici di particolare interesse. Le centrali elettriche che, in relazione ad un piano tecnico organico, sono state ritenute assolutamente indispensabili per fronteggiare, a territorio liberato, le necessità militari e civili, sono state specificatamente indicate alle missioni competenti per territorio perché, d'accordo con le organizzazioni patriottiche, ne organizzassero il salvataggio. A complemento di queste predisposizioni, sempre di comune accordo con la N. 1 Special Force, è stato deciso fin dal dicembre 1944 di montare speciali missioni di antisabotaggio, con personale tecnicamente preparato ai compiti specifici, per il· salvataggio di obiettivi di particolare importanza: fra questi furonq tenuti presenti, in maniera particolare, i porti di Venezia e di Genova in vista dell'importanza che gli impianti portuali delle due città assumevano per le presumibili esigenze militari degli alleati, non solo, ma anche per le necessità della ripresa della vita italiana. I brillanti risultati conseguiti hanno largamente compensato l'intenso lavoro svolto da tutte le organizzazioni nel campo dell'antisabotaggio, che ha permesso di salvare a momento opportuno, con azione decisa e spregiudicata, tutto quello che era rimasto del nostro patrimonio industriale. Missioni costruttive ( 3) Nell'agosto 1944 il presunto rapido evolversi, previsto da parte alleata, della situazione politico militare nell'Italia Nord occidentale e la conseguente possibilità di una evacuazione, totale o parziale, del territorio da parte dei tedeschi, fece intravedere la necessità di predisporre particolari misure per assicurare il (3) Così shiamate per distinguerle da quelle della normale organizza1..ione.


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controllo delle regioni evacuate,·mantenendovi l'ordine ·e tutelandovi le leggi, nel periodo compreso fra l'evacuazione tedesca e l'arrivo delle truppe alleate. In conseguenza, il Comando Alleato del Mediterraneo, d'accordo con l'A.M.G., decise, valendosi della diretta collaborazione della N. 1 Special Force, di costituire apposite missioni da avviare a momento opportuno nell'Italia settentrionale, in relazione alla situazione dei vari settori. Queste missioni a costituzione variabile ( 4) dovevano assolvere i seguenti compiti: prendere contatto con- i locali Comitati di Liberazione ·Nazionale (C.L.N.) per mantenere nelle zone evacuate l'ordine ed assicurare il ·rispetto delle leggi; - inquadrare, dove necessario, forze armate patriote in temporanei reparti di polizia per proteggere la popolazione civile; predisporre e dare inizio alle operazioni per' il ritiro delle armi alle formazioni del movimento di iiberazione; controllare l'attività dei gruppi di patrioti periferici per evitare da parte di questi atti non necessari o comunque in con. trasto con le leggi in vigore; assolvere altri incarichi in relazione alla situazione contingente della zona ed a particolari necessità locali. La sosta delle operazioni nell'inverno 1944-45 sospese l'invio in zona delle missioni già preparate per fronteggiare la situazione: i compiti previsti per esse sono stati trasferiti, nel marzo-aprile 194 5, alle normali missioni di collegamento già in posto le quali, esaurita con la resa tedesca la propria attività, tempestivamente rinforzate con personale adatto, hanno concorso assai efficacemente al ·nuovo compito per la profonda conoscenza da esse acquisita su persone e cose locali. Missioni con compito particolare

Sono state organizzate due missioni ( « FAT » e « VIS») ciascuna con un uffic;ak'! di aviazione, inviate nel territorio occupato con fini operativi, informativi e propagandistici nell'aeronautica repubblicana. (4) Ciascuna di esse costituita, di norma, da 8/10 elementi, fra i quali: - un capo missione; - un ufficiale orientato sulla situazione del movimento di resistenza nel settore di competenza della missione; - un ufficiale dell'A.M.G.; - un ufficiale medico, se necessario, per le questioni sanitarie; - un interprete; - uno o due radiotelegrafisti.


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95 -.

MISSIONI DI ISTRUTTORI DI SABOTAGGIO

Gli esplosivi e le armi inviate alle formazioni del movimento .di liberazione (generalmente di fabbricazione inglese od americana) erano poco conosciute dai patrioti: si manifestarono inizialmente, per conseguenza, varie incertezze sia nell'impiego degli esplosivi che nel maneggio delle armi, incertezze che menomavano nel complesso il rendimento dei mezzi forniti; d'accordo con là N 1 Special Force si stabilì di eliminare l'inconveniente inviando in territorio occupato apposite missioni di istruttori. A tal uopo fu organizzata una scuola dotata dei materiali didattici necessari e si procedette al reclutamento del personale che, per qualità fisiche e morali, fosse idoneo al particolare compito. Il gran numero di volontari rese possibile un severo vaglio, che consentì l'impiego di personale moralmente scelto e tecnicamente preparato. Le missioni costituite furono avviate presso le formazioni di patrioti secondo le necessità prospettate o secondo quelle presumibili dei vari settori. Mezzi impiegati per l'avviamento: sbarco (da mezzi di superficie o sommergibili) fintanto che la scarsa sorveglianza delle coste da parte del nemico l'ha consentito e· quando non fu sconsigliato dall'eccessiva distanza tra punto di sbarco e località da raggiungere; aviolancio notturno, alla cieca o in campo di ricezione organizzato. Complessivamente sono state avviate 44 missioni costituite ciascun.a, di norma, da _2 a 6 istruttori: complessivamente 152 elementi, alla maggior parte dei quali è stato affidato anche un particolare obiettivo da sabotare, compito da assolvere prima di raggiungere le formazioni di patrioti alle quali erano destinati. Il seguente specchio riepilogativo dà, cronologicamente, il quadro delle missioni inviate (sigla distintiva, numero dei componenti, regione) e per ciascuna di esse: mezzo di invio in zona; - notizie varie. Dalla carta allegata n . 8 risulta la dislocazione delle missioni e dal grafico allegato n. 9 il movimento e la situazione del personale dal 1° gennaio 1944 al 2 maggio 1945.


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aviolancio

N. Sigla

:i

componenti

I

sbarco

Regione con ricezione

senza ricezione

senza ricezione

1944

VTC

2

Toscana

2

»

GRO

2

Toscana

3

»

ALT

4

Toscana

+ + +

4

»

GUN

2

Toscana

+

5

»

VAV

2

Toscana

6

»

FTO

4

Lazio

7

»

LIS

4

Lazio

+ + +

8

»

TAD

2

Marche

+

1

Gennaio

\

9

»

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2

Marche

10

»

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2

Marche

11

»

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1

Marche

NOV

8

Liguria

+ + + + +

12

Febbraio

13.

»

MIR

10

Marche

14

Marzo

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2

Toscana

+

15

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4

Marche

+

16

»

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4

Marche

+

17

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2

Marche

+

18

»

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6

Marche

+

19

»

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2

Marche

+

20

Aprile

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2

Emilia

21

»

HAN

4

Toscana

+ +

22

»

HIS

4

Lazio

+


-

97 -

Situazione del personale al 2 Maggio 1945 Data di partenza

Non rientrato

Rientrato

Data

Eventuale obiettivo specifico da sabotare

UnitĂ UnitĂ

Interruziqne tronco ferroviario

13-1-44

10-6-44

1

13-1-44

27-11-44

2

14-1-44

4-7-44 12-9-44 7.4.45

1 1 1

15-1-44

23-6-44

2

15-1-44

21-4-45

1

1

Idem

17-1-44

10-6-44

3

1

Idem

17-1-44

4-6-44

3

1

Idem

20-1-44

30-1-44

2

26-1-44

-

26-1-44

27-7-44

1

26-1-44

27-6-44

1

23-2-44

3-11-44 7-4-45

1

28-2-44

20-6-44

11-3-44

1

-

Idem Idem

1

-

Idem

-

-

Idem

2

Idem

1

Idem

-

5

Idem

2

Distruzione ponte ferroviario

5

5

I nterruzione tronchi ferroviari

21-4-45

1

1

Interruzione tronco ferroviario

13-3-44

20-6-44

2

2

Idem

13-3-44

15-6-44

3

1

Idem

13-3-44

30-6-44

2

-

Idem

20-3-44

20-6-44 29-9-44 15-8-44

4 1 1

-

Idem

20-3-44

3-7-44

1

7-4-44

2-9-44

2

-

13.4.44

28-5-44 28-11-44

3 1

-

Idem

13.4.44

20-6-44

4

-

Idem

1

Nessuno Interruzione tronco ferroviario

I (segue)


-

98 -

Missioni

.., :®... .o

aviolancio

Data

"O

I

N. Sigla

i

Mezzo di invio in zona

componenti

Regione

I

sbarco senza \ ricezione

con ricezione

senza ricezione

-

-

I 23

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2

Piemonte

24

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2

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+ +

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Umbria

-

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Toscana

-

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28

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4

Toscana

-

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29

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I Umbria I

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+

-

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-

-

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30

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4

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4

Umbria

-

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4

Marche

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+ + +

33

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4

Toscana

-

+

34

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4

Toscana

-

+

35

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4

Toscana

-

+

-

36

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6

Toscana

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-

31

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I

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1945 Marzo

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2

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2

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+

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5

Veneto

+

+ + + + +

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41

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4

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3

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43

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Veneto

44

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2

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Totale personale impiegato

152

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

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I II '


-

99 -

Situazione del personale al 2 Maggio 1945 Data di partenza

Non rienrrato

Rientrato

Data

I Eventuale obiettivo specifico da sabotare

Unità Unità

23-4-44

-

2-6-44

16-7-44 9-11-44

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-

7-6-44

1.3-6-44

4

-

Interruzione tronco ferroviario e sabotaggio autotrasporti

7-6-44

25-6-44

4

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Idem

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2

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7-6-44

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4

-

Idem

7-6-44

21-6-44

4

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7-6-44

20-6-44

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8-6-44

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9-6-44

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Idem

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Idem

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Idem

Idem

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16-7-44

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16-7-44

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3

Idem

16-4-45

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2

Idem

16-4-45

-

-

2

Idem

· 104

48


-

100

CAMPI DI RICEZIONE PER AVIOLANCI

Lo sviluppo del movimento di resistenza era in funzione dei mez'zi che al movimento stesso potevano essere forniti; di questi, specie nei primi tempi, urgevano soprattutto armi e munizioni delle quali v'era grande penuria. Le armi nascoste al momento dell'armistizio erano infatti, nel complesso, ben poca cosa rispetto alle necessità: e le poche munizioni sottratte furono anch'esse presto esaurite. Se è vero che le operazioni condotte dai patrioti contro i nazifascisti potevano procurare armi e munizioni, è pur vero che per una seria organizzazione del movimento bisognava affrontare il problema dei rifornimenti e risolverlo su vasta scala, inviandoli dall'Italia liberata. Per realizzare il problema bisognava, fra l'altro, organizzare i campi di ricezione sui quali effettuare gli aviolanci: compito di particolare importanza questo, che fu affidato alle missioni di collegamento che concretavano con le organizzazioni interessate le relative modalità esecutive (5). Analogamente, per le necessità del servizio, occorrevano campi di ricezione per personale, sui quali lanciare nuove missioni, assisterle all'arrivo e agevolarne l'avviamento nelle zone di competenza. Complessivamente sono stati organizzati 498 campi per materiali e 53 per personale. Lo specchio seguente dà la situazione dello sviluppo progressivo dell'organizzazione distinta per regione e per mese. L'allegato n . 1 O riporta lo sviluppo p·rogressivo della loro organizzazione.

(5) L'organizzazione di un campo di ricezione per aviolanci richiede: - scelta di una zona di terreno di dimensioni di m. 300x200 circa, pianeggiante o leggermente ondulata, lontana dai centri abitati e dalle comunicazioni, che non abbia, per un raggio di una diecina di chilometri, ostacoli topografici di quota relativa superiore ai 300/400 metri; - costituzione di un comitato di ricezione incaricato: • delle segnalazioni luminose convenzionali per l'individuazione del campo da parte dell'aereo; • della raccolta dei colli aviolanciati, dell'occultamento degli involucri metallici, del recupero di tutto il maceriale utilizzabile e del suo immagazzinamento; • della consegna dei materiali agli elementi direttivi dell'organizzazione per la successiva destinazione; - accordi preventivi per stabilire le modali tà pratiche per un appuntamento diretto fra base logistica e campo di ricezione, realizzato con messaggio radiofonico convenzionale (esclusi, di massima, i normali canali di collegamento, per ragioni di tempestività).


101 ORGANIZZAZIONE DI PUNTI DI SBARCO

Nella stagione invernale 194 .3-44 sono stati organizzati alcuni punti di sbarco notturni sulla costa ligure allo scopo di: assicurare la ricezione di missioni destinate ad operare 'i n zone prossime alla costa; avviare personale che per ragioni di età o per altri motivi non poteva essere aviolanciato; ricuperare personale operante in zona occupata per le necessità del servizio. Tale attività è stata concretat a attraverso m1ss10ni operanti in Liguria le quali hanno organizzato, nel periodo sopraccennato, i seguenti punti di. sbarco: dicembre 1943 - parte occidentale di Veltri, presso il molo della società « ILV A »; gennaio 1944 - tra Camogli e punta Chiappa, immediatamente sotto la frazione di S. Rocco; febbraio 1944 - circa 800 metri ad est di Cervo. Sui punti di sbarco suddetti ( 6) sono state effettuate varie operazioni precedentemente concordate con gli elementi fiduciari in zona, sia attraverso il collegamento radiotelegrafico diretto, sia con messaggi radiofonici convenzionali e, tutte, attuate con successo. Il personale avviato, atteso allo sbarco, è stato successivamente inoltrato verso le zone di competenza; con i mezzi di ritorno è stato spesso recuperato personale latore di documenti o di relazioni di importanza operativa. (6) L'organizzazione di un punto di sbarco r ichiede: - scelta di un tratte di costa, facilmente accessibile da terra, con fondale da consencire l'attracco di un mezzo leggero di superficie (generalmente Iv1AS); - costituzione di un comitato di ricezione a terra incaricato: • delle segnalazioni lum inose convenzionali; • di ricevere il personale e di provvedere al primo ricovet0; • di far prendere contatto alle persone sbarcate con gli elementi direttivi dell'organizzazione; - avviamento del materiale r.t. e del personale verso le zone di azione per esso previste, in u n ambiente pit1 che possibile di sicurezza (completamento documenti di identità e di circolazione - appoggi fiduciari presso elementi dell'organizzazione · guide).


-

102 -

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Ottobre

1943

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1944

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1944

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1

-

-

-

3

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Marzo

1944

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2

-

-

-

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1

3

Aprile

1944

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-

-

-

4

2

Maggio

1944

10

1

3

-

-

1

Giugno

1944

28

4

16

21

Luglio

1944

11

1

6

1

-

Agosto

1944

15

1

2

1

Settembre

1944

19

2

8

-

Ottobre

1944

3

2

3

Novembre

1944

4

1

6

Dicembre

1944

-

-

Gennaio

1945

-

-

Febbraio

1945

5

Marzo

1945

5

-

Aprile

1945

3

-

-

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51

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11

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28

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1

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4

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3

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1

1

-

5

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-

3

-

17

1

-

-

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2

-

11

1

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1

1

-

1

1

1

1

-

1

-

-

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-

2

1

1

-

-

-

5

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-

-

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10

1

1

-

-

12

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-

11

1

11

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161

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1

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1

2

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26

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3

1

49

1

-

4


103 Toscana

Marche

Lazio

Umbria

Totali mensili

Abruzzi

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1

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1 3

5

1

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26

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2

38

8

100

13

11 3

1

46

4

50

52

4

56

57

3

60

32

3

35

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3

28

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1

1

1

1

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1

22

3

7

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6

25

26

14

15

498

53

551


-

104 -

RIFORl'\/IMENTI

Sono stati effettuati o tentati: via aerea, con aviolanci; via mare, con sbarco da mezzi di superficie; via terra, con portatori. Il sistema base è stato l'aviolancio integrato, quando possibile, da rifornimenti via mare per le organizzazioni aventi gruppi dislocati nelle zone costiere e, via terra, per quelle prossime ai settori occupati dalle forze alleate.

Aviorifornimenti Gli aviorifornimenti si sono dimostrati il mezzo più idoneo per la possibilità di: avere una o poche basi logistiche di rifornimento; raggiungere le formazioni nella loro stessa zona d'azione; effettuare operazioni con la massima tempestività. Per attuarli è stata indispensabile una grande disponibilità di apparecchi per le difficoltà insite nell'aviolancio clandestino e per i pochi giorni idonei alle operazioni (dati medi mensili di esperienza: 5 / 6 giorni durante la stagione invernale, 1 O/ 15 durante la stazione estiva). I primi lanci sono stati realizzati nel gennaio 1944 e _poi incrementati man mano che i collegamenti con il movimento di resistenza si perfezionavano. L'organizzazione logistica delle basi è andata adeguandosi alle necessità: i primi rifornimenti sono partiti da basi aeree dell'Africa settentrionale, poi dalla base logistica di Brindisi, quindi da Brindisi e dalle basi del Nord Africa per le operazioni nell'Italia nord occidentale, ed infine da nuove basi aeree costituite nella penisola a partire dal novembre 1944: Brindisi, Bari, Foggia, Albinia. Il carico dei primi aviorifornimenti, contenuto in speciali cilindri metallici ed in pacchi, era costituito dai seguenti materiali, pari ad un peso di circa una tonnellata e mezza, cosl sistemati: in cilindri metallici: •· 6 con pistole mitragliatrici « Sten » ( totale 54 con relativo munizionamento);


-

105 -

4 con materiali di sabotaggio (fra l'altro circa 200 Kg. di esplosivo ); 2 con materiali incendiari; 3 con bombe a mano e viveri; in pacchi: 2 con bombe a mano; 2 con scarpe; con vestiario, medicinali, generi di conforto. Ques to tipo di rifornimento, chiamato A, fu poi integrato fino al settembre 1944, dai tipi B, C, D, E, R e Standard che, differenziandosi dal primo per composizione qualitativa e quantitativa, hanno reso possibile la preparazione ordinata dei vari rifornimenti e il loro adeguamento alle diverse necessità . Con il 1° ottobre 1944, in relazione alle mutate esigenze ed in vis ta della situazione invernale, sono stati adottati i tipi A+, B +, e +, D +, E+, p +, G +, e 5 tipi di Standard (I, II, armi leggere, e~plo. sivi, armi pesanti) . La costituzione particolare dei vari tipi risulta: per il blocco A dall'allegato n. 11, per il blocco A+ dall'allegato n . 12.

Il seguente specchio fornisce dati riepilogativi sugli aviorifornimenti effettuati: tonn. nette n. operazioni 6 Gennaio 1944 5 15 Febbraio 1944 10 22 Marzo 1944 33 Aprile 1944 26 45 75.250 Maggio 1944 36 148.800 Giugno 1944 94 114 185 .15Ă’ Luglio 1944 84.250 60 Agosto 1944 82.800 51 Settembre 1944 21 31.700 Ottobre 1944 163.100 Novembre 1944 131 172.250 Dicembre 1944 110 101.000 Gennaio 1945 63 221 .500 Febbraio 1945 131 255.300 Marw 1945 190 216 338.550 Aprile 1945 Totale

1.280

1.958.650


-

106 -

Come risulta dallo specchio le operazioni, raggiunto il massimo nel mese di luglio 1944 hanno seguito una curva discendente fino a raggiungere 21 aviolanci durante il mese di ottobre. Cause delle diminuzioni del trimestre agosto-ottobre 1944: insufficienza dei mezzi aerei. Le stesse unità che effettuavano in quel periodo .i rifornimenti nel settore italiano erano impiegate anche per altri teatri che, nel quadro operativo alleato, avevano spesso la precedenza (Balcani - Polonia); avverse condizioni atmosferiche. La N . 1 Special Force, d'accordo con lo Stato Maggiore Generale, ha cercato in quel periodo di fronteggiare le esigenze chiedendo una maggiore assegnazione di mezzi aerei: le cattive condizioni atmosferiche però, non hanno consentito lo stesso, fino al novembre 1944, un miglioramento della situazione. Senza tener conto dei decolli resi impossibili, gli apparecchi hanno dovuto spesso invertire la rotta o, giunti nella zona di lancio, non sono stati in condizioni di identificarla. I seguenti dati, riferiti ad settembre 1944, uno dei mesi più propizi per le operazioni, possono dare un'idea delle difficoltà incontrate: V O [

aerei decollati da basi italiane aerei decollati da basi del Nord Africa

i

iniziati

riusciti

percentuale

52

32

59,6%

42

20

47,6%

Dal novembre 1944, mediante l'adozione di particolari provvedimenti, il volume dei rifornimenti risale. J:>er il raggiungin1ento di questi risultati, tenuto conto dei pochissimi giorni utili durante l'inverno per le operazioni, oltre all'impiego di un forte numero di apparecchi, è stato necessario adottare anche nuovi sistemi di lancio. Infatti gli aviorifornimenti sono passati, nella loro attuazione tecnica, attraverso i seguenti stadi: notturni, con un solo apparecchio, effettuati soltanto nel periodo di massima intensità lunare (fino al marzo 1944 ); notturni, sempre con un solo apparecchio, effettuati indipendentemente dalla fase lunare (dall'aprile 1944); notturni, con 2 o 3 apparecchi, indipendentemente dalla fase lunare, su unico campo (dal giugno 1944);


-

107 -

notturni e diurni, con 8 / 1 O apparecchi, sempre indipendentemente dalla fase lunare, su unico campo ( dal novembre 1944). I vari sistemi sono stati adottati secondo le situazioni locali e le possibilità di rice·zione in zona. Il criterio base seguito nelle operazioni è stato quello di lanciare direttamente i materiali alle formazioni di patrioti, nella loro zona d'azione. Nell'inverno 1944-45, per le necessità derivanti dalle operazioni aeronautiche e per la situazione determinatasi in seguito ai violenti continui rastrellamenti, è stato necessario rivedere il sistema e sganciare, su pochi campi, abbondanti quantità di materiali da immagazzinare in primo tempo in posto, a cura delle missioni di collegamento, per essere poi ripartite da queste fra i patrioti. La precedenza ai vari settori è stata data tenendo conto delle previsioni operative del Q. G. alleato in Italia: questo concetto base, però, è stato molte volte attenuato da quello della « urgenza » per cui, tenute presenti le necessità delle singole formazioni, specie di quelle sottoposte a rastrellamento, si è cercato di dar loro, a momento opportuno, assistenza adeguata. Il seguente specchio dà la situazione degli aviorifornimenti realizzati fino al 2 maggio 194 5, distinti per regione e per mese, mentre l'allegato n. 13 ne dà graficamente la rappresentazione. Rifornimenti via mare

La loro realizzazione ha incontrato molte difficoltà m relazione: a) al ricevimento a terra dei materiali: facile controllo delle coste da parte del nemico; difficoltà di occultare i materiali ricevuti e loro successivo inoltro nelle zone interne; b) all'operazione nautica:

periodo favorevole soltanto quello invernale (per la maggior durata della notte); attuazione soltanto nelle notti illuni; raggio d'azione dei mezzi navali idonei per le operazioni assai limitato e quindi possibilità di rifornire soltanto zone vi-


-

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1944

1

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-

-

-

-

-

-

Febbraio

1944

5

7.500

-

-

-

-

-

-

Marzo

1944

12

18.000

-

-

-

-

2

3.000

Aprile

1944

5

8.500

1.700

-

-

10

17.800

Maggio

1944

7

14.630

-

-

-

12

25.080

Giugno

1944

11 .

16.000

2

3.200

-

-

6

9.600

Luglio

1944

13

21.200

1

1.620

-

-

16

26.000

Agosto

1944

7

10.000

2

2.800

-

-

41

57.500

Settembre

i944

26

42.200

-

-

-

-

12

19.500

Ottobre

1944

-

-

-

-

-

21

31.700

Novembre

1944

42

52.300

-

-

-

-

25

31.000

Dicembre

1944

22

34.540

-

-

-

-

12

18.840

Gennaio

1945

11

17.640

1

1.610

-

-

14

22.400

Febbraio

1945

24

40.560

5

8.450

-

-

60

101 .400

Marzo

1945

66

88.640

..

5

6.710

1.340

39

52.380

Aprile

1945

53

83.050

10

15.680

29

45.440

Totale per regioni

305

455.960

27

41.770

299

461.740

-

1

-

1

-

-

1

1.340


-

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2

2.400

2

3.000

-

-

3

4.500

2

3.000

1

1.500

1

1.500

-

-

2

3.400

5

8.500

-

-

6

12.550

11

22.990

43

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2.400

-

-

5

6.000

-

-

-

10

15.000

4

6.000

-

-

22

33.000

1

l..700

3.400

26

45.000

-

36

75.250

6.400

94

148.800

2 '

Totali mensili

Umbria

-

-

2

-

1

1.600

12

19.200

15

24.000

12

19.500

70

113.600

2

3.230

-

-

-

-

114

185.150

2

2.800

8

11.150

-

-

-

-

-

-

60

84.250

1

1.600

12

19.500

-

-

-

-

-

-

51

82.800

-

-

-

-

-

-

-

·-

21

31.700

1

1.200

57

71.000

7.500

-

-

-

-

131

163.100

30

47.100

46

71 .700

-

-

-

-

-

-

110

172.250

11

17.640

26

41.710

-

-

-

-

-

-

63

101.000

8

13 .620

34

57.470

-

-

-

-

-

-

131

221.500

4

5.370

75

100.860

-

-

-

-

-

-

190

255.300

17

27.640

107

166.740

-

-

-

-

-

-

216

338.550

91

144.070

456

690.450

45

1.280

1.958.650

-

(

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-

-

,

8 e:

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Marche

Toscana

Emilia

Liguria

109 -

-

6

74.620

50

68.800

78.900

4

6

9.800


-

110-

cine (percorso di andata e ritorno da effettuarsi quasi completamente di notte); avvicinamento alla costa limitato a pochi punti; possibilità di incappare in campi minati sconosciuti; molto tempo per: difficoltà di avvicinamento e di approdo; presa di contatto con gli elementi a terra; eventuali necessità di trasbordo; poca segretezza delle operazioni (sono facilmente rilevabili perché rumorose). Nell'inverno 1943-44 partendo dalla base di Termoli sono stati tentati, senza successo, sbarchi di materiali nei seguenti punti della costa marchigiana: febbraio 1944: 100 metri circa a nord della face del fiume Chienti (2 Km. a sud di Porto Civitanova); 250 metri a sud della foce del fiume Potenza (2 Km. a sud di Porto Recanati); marzo 1944: • circa 2 Km. a sud-est della foce del fiume Esino al pontile dell'AGIP di Falconara. Nell'inverno 1944-45 il comando alleato ha provveduto a costituire una base logistica nella zona di Nizza per i rifornimenti alle organizzazioni della riviera Ligure, ma le operazioni hanno incontrato moltissime difficoltà ed il materiale rifornito per questa via può considerarsi, nel complesso, trascurabile. Rifornimenti via terra

Sono stati realizzati, o tentati, a partire dall'ottobre 1944, per le formazioni prossime ai settori occupati dalle forze alleate: appennino tosco-emiliano e zona di confine italo-francese. Appennino tosco-emiliano La scarsissima densità .di occupazione delle forze tedesche, accertata in alcuni settori della linea gotica, ha permesso, a partire dall'ottobre 1944, rifornimenti di armi, munizioni e materiali vari alle formazioni di patrioti operanti in prossimità della linea di contatto. Vi ha provveduto direttamente il Comando della 5 Armata, con portatori tratti dai patrioti; in qualche caso sono stati possibili trasporti anche con salmerie. 3


-

111

Il materiale rifornito non è stato molto ed ha servito a risolvere particolari situazioni locali. Zona di confine italo-francese Nel novembre-dicembre 1944, in vista del prolungarsi delle operazioni nell'Italia settentrionale, è stata esaminata la possibilità di rifornire i patrioti delle valli piemontesi anche attraverso il confine italo-francese. Per questo scopo, fin dal dicembre 1944, in collaborazione con le autorità militari americane sono state costituite due basi logistiche in territorio francese (nella valle del Guil a Guillestre e nella valle dell'Isère a Tignes e a Val d'Isère) e colà avviati ufficiali alpini di provata capacità, conoscitori della regione, per allacciare i collegamenti con le formazioni del versante alpino italiano. Attraverso i valichi non controllati dai tedeschi, in relazione alla situazione specifica delle singole valli e superando spesso proibitive condizioni metereologiche, sono state. fatte affluire armi e materiali vari anche durante la stagione invernale. Piccoli quantitativi di armi sono stati anche infiltrati da Paesi neutrali, previ accordi intercorsi fra elementi in posto (Val d'Aosta, Valdossola e valli interposte minori). I rifornimenti realizzati via mare e via terra, per le difficoltà insite nei sistemi e conseguentemente per la loro poca risultanza quantitativa, han servito, più che altro, a risolvere situazioni locali: essi stanno soprattutto ad attestare come tutte le vie sono state tentate e tutti gli sforzi sono stati fatti per fronteggiare, in ogni maniera possibile, le necessità del movi·mento di liberazione contro l'oppressore. FINANZIAMENTO

Le organizzazioni del movimento nell'Italia occupata hanno risolto inizialmente il problema del finanziamen to secondo le particolari situazioni delle singole zone. Mentre le prime necessità sono state fronteggiate con mezzi di fortuna, quando il movimento ha incominciato a prendere fisionomia e sviluppo, gli organi direttivi locali han dovuto affrontare, fra gli altri, anche il problema gravissimo del finanziamento che non poteva essere risolto con fondi inviati dall'Italia liberata sia perché l'organizzazione . relativa. stava allora sorgendo, sia perché mancavano i mezzi necessan.


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112 -

Il problema, quindi, impostasi sia agli elementi centrali che periferici, ha avuto soluzioni varie. Nel Piemonte, ad esempio, si è andati avanti per molto tempo con i fondi della 4a Armata, messi in salvo dal Generale Intendente e da questi messi a disposizione dei patrioti; altrove, dietro garanzie varie, i mezzi sono stati messi a disposizione da enti pubblici e privati; iniziative di sottoscrizioni a fondo perduto o sotto forma di prestito non sono mancate. Alle prime operazioni, dovute ad iniziative periferiche, sono successivamente subentrate forme più ordinate di raccolta e di distribuzione, accentrate spesso da enti coordinatori provinciali o regioriali. A partire dal gennaio 19 4 4, con la realizzazione dei primi aviorifornimenti, si è provveduto a soddisfare qualche richiesta traendo i fondi dai normali mezzi dell'Ufficio e dalla parallela organizzazione inglese: ma questi aiuti sono stati assai modesti ed hanno avuto più che altro un significato simbolico. Dal luglio 1944, con lo sviluppo sempre maggiore del movimento, le richieste si fecero assai rilevanti e la questione fu sottoposta con urgenza all'attenzione del Governo perché promuovesse i necessari accordi con gli alleati per addivenire ad una soluzione del problema, affrontato in pieno, però, soltanto nel novembre 1944, in occasione della visita 'nell'Italia liberata dei rappresentanti del C.L.N.A.I. durante la quale fu possibile ottenere un finanziamento complessivo, per tutto il movimento, di 160 milioni di lire mensili. Per superare prevedibili momentanee difficoltà distributive da parte dell'organo centrale nei riguardi di qualche ente periferico e per poter fronteggiare, indipendentemente dall'operato del C.L.N.A.I., eventuali richieste urgenti che potevano pervenire attraverso i collegamenti r. t. diretti, il finanziamento base è stato talvolta integrato , sebbene sempre in proprozioni modeste, anche con l'invio diretto di fondi aviolanciati. PROPAGANDA

La grande importanza della propaganda nell'organizzazione della lotta contro l'occupante, non sfuggì al Comando alleato ed italiano che insieme provvidero, appena possibile, ad affrontare anche questo problema, risolvendolo in maniera soddisfacente secondo un programma organico e coordinato. Mezzi con i quali è stata praticata: stampa e radio .


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113 -

Stampa E' stata basata essenzialmente su volantini e pubblicazioni varie diffuse dagli aerei per i patrioti, per le popolazioni civili e per i militari repubblicani. Pubblicazione periodica il volantino « l'Italia Combatte» (formato 20 x 30), sul quale sono state riportate le: istruzioni generiche per i patrioti emanate dal Q.G. alleato e dallo Stato Maggiore Generale italiano; notizie relative all'attività complessiva del movimento e di quella di particolari settori; notizie sull'andamento delle operazioni militari sui vari fronti; atrocità nazifasciste e crimini di guerra; memoria dell'orario delle trasmissioni radiofoniche speciali per i patrioti; argomenti e fotografie varie.

Radio Dalla Stazione di Bari, a partire dal 17 aprile 1944, è stata iniziata la trasmissione giornaliera del programma radiofonico « L'I talia ·Combatte» (durata 30'), allo scopo di: impartire direttive ai patrioti, in relazione alle previsioni ed all'andamento delle operazioni alleate; esaltare i principali fatti d'arme della lotta patriottica, illustrandone particolari casi di valore collettivo ed individuale; denunciare le spie ed i delatori per intimidirli e frenarne l'azione; diffondere le più importanti notizie sull'andamento delle operazioni militari e sui principali avvenimenti politici. Il programma ha avuto una progressiva più larga diffusione ( 7) che ha consentito di stabilire un periodico appuntamento diretto con i patrioti. (7) Nel gennaio 1945, il programma aveva la seguente diffusione: - Radio Bari · ore 22.30 · 23 su m. 283,2 e m. 221; - Radio Napoli - ore 22.30 · 23 su m. 228 e m. 235; - Radio Palermo - ore 23 · 23.30 su m. 531; - Radio Roma · ore 18 · 18.20 e 23.15 - 23.35 su m. 310 e 368. Lo stesso programma veniva ritrasmesso il giorno seguente, come segue: - alle ore 7 - 7.30 su m. 283,2; - alle ore 8.30 e 23 su m. 306; - alle ore 5.30 su m. 38, 39, 41, 42, 48 e 49.


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CAPITOLO II ORGANIZZAZIONE NEL T ERRITORIO LIBERATO

Per costituire le missioni da infiltrare oltre le linee di combattimento e creare così l'organizzazione di cui è fatto cenno nel precedente paragrafo è stato necessario, oltre al reclutamento del personale idoneo per gli speciali compiti, costituire: le scuole per lo svolgimento dei corsi di specializzazione; i centri per la sosta ·del personale d'impiego; il gabinetto riproduzione documenti ed il gabinetto fotografico; il guardaroba. Ed inoltre: un'organizzazione dei collegamenti con: una base principale (Monopoli prima - Siena poi) allacciata con tutte le missioni nel territorio occupato ( dicembre 19 4 3 ); una base avanzata (zona Firenze) allacciata con le missioni di carattere tattico (agosto 1944); un centro di intercettazione trasmissioni radio, a scopo di collaborazione con il lavoro della base principale e di quella avanzata (novembre 1943 ); delle basi logistiche per le operazioni di rifornimento e per l'avviamento del personale. Degli argomenti di cui sopra sarà trattato nel corso del presente capitolo. RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Tutte 1~ missioni sono state cosututte con personali militare, fatta eccezione per pochissimi elementi civili impiegati nell'ottobre-novembre 1943. Esercito, Aviazione e Marina hanno fornito un largo contingente di personale, dei vari gradi, offertosi volontario per impiego nel territorio occupato; tutti ele-


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116 -

menti vagliati in precedenza dai propri comandanti ma sottoposti a nuova selezione durante la permanenza presso i centri di sosta e di addestramento del Servizio dove hanno frequentato, in relazione all'impiego previsto, i corsi di preparazione necessari. Amor di Patria, certezza di operare per il bene del Paese e speranza di concorrere con la propria opera ad f!bbreviare il periodo di oppressione nazifascista, sono stati i moventi che hanno indotto militari di tutti i gradi e di tutte le etĂ , ad offrire volontariamente la loro opera intelligente, appassionata e disinteressata ( 8 ). La situazione generale del personale reclutato, dimesso ed impiegato in missione, risulta dal seguente specchio:

Provenienza e grado

Reclutato

Dimesso per selezione

Impiegato in missione

Personale delle varie Forze armate:

-

Sottufficiali

-

Truppa

-

Radiotelegrafisti dei vari gradi

Ufficiali

Personale civile

TOTALE

123

43

80

62

13

49

178

71

93

29

107 64

18

3

15

474

159

315

I selezionati raggiungono una percentuale assai elevata qualora si consideri che gli elementi erano già stati vagliati dai propri comandanti e ritenuti idonei per l'assolvimento dei compiti (8) Trattamento economico per il personale: - al momento della partenza: fondo variabile fra le 10.000 e le 150.000 lire, a seconda dei compi ti, per le spese della missione; - al momento del ritorno in sede: premio variabile da L. 20.000 a L. 80.000 in relazione al rendimento. In caso di morte, in servizio e per causa d i servizio in territorio occupato, i famigliari del caduto ricevono un premio, unico per tutti i gradi, pari a: - L. 80.000 ¡ per i celibi e gli ammogliati senza prole, - L. 15.000 - in piÚ per ogni figlio.


-

117 -

pei quali erano stati reclutati. Nel complesso il personale impiegato ha risposto assai bene alle aspettative: ne fanno fede i risultati conseguiti in un ambiente quale quello dell'Italia occupata dove l'attività clandestina, per la facilità con la quale poteva essere compromessa, ha presentato aspetti multiformi, che hanno richiesto da parte degli organizzatori doti di coraggio; di costanza e di abnegazione. CORSI DI SPECIALIZZAZIONE

I corsi per la preparazione tecnica del personale da impiegare, organizzati dalla N° 1 Special Force con il contributo anche di personale italiano, sono i seguenti: paracadutisti; canottaggio; - sabotaggio (semplice e per compiti speciali); organizzatori ed istruttori; - perfezionamento agenti; ricezione aviolanci; antisabotaggio; Cicògna ( per atterraggio e partenza apparecchi Cicogna); radiotelegrafisti.

Corso paracadutisti Frequentato dal solo personale pel quale era previsto l'avviamento con aviolancio. Durata: una settimana. Addestramento durante il corso: ginnastica rispondente alle necessità dell'aviolancio; salti a terra da sagome di fusoliere dei vari tipi di apparecchi impiegati nelle operazioni; quattro aviolanci da una quota media di metri 200 (l'ultimo notturno). Terminato l'addestramento i partecipanti ricevevano il bre· vetto di « paracadutista ».

Corso canottaggio Riservato al personale pel quale era previsto l'avviamento via marè. Durata: una settimana.


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118 -

Addestramento durante il corso: esercizi preliminari di voga a terra; esercizi di voga diurni in mare, per durata successivamente crescente; esercizi di voga notturni in mare e cognizioni varie di orientamento; passaggio da un mezzo sommergibile o di superficie al battellino pneumatico; sistemi per l'immersione del battellino pneumatico a sbarco realizzato.

Corsi di sabotaggio A seconda dell'impiego previsto, il personale ha frequentato uno o due dei seguenti corsi: semplice - durata: una settimana. Scopo: abilitare il personale all'esecuzione di atti di sabotaggio tendenti generalmente ad attaccare un obiettivo semplice. Sono state impartite durante il corso le seguenti istruzioni teorico-pratiche: notizie varie sugli esplosivi e mezzi di accensione ( normali, a strappo, mine a pressione, mine a depressione, matite a tempo, miccia lenta e detonante, detonatori, cariche); - calcolo delle cariche in relazione all'obiettivo, collegamento delle cariche ed applicazione delle stesse; - metodo per attacco semplice di una ferrovia con cariche normali o magnetiche; - metodo per ¡at:acco di ponti e di costruzioni varie in ferro; - notizie su alcuni' tipi di bombe, sulle mine antigomme e su vari ordigni esplosivi usati dai tedeschi. per compiti speciali - durata: due settimane . Scopo: abilitare il personale ad agire in cooperazione per l'attuazione di atti di sabotaggio tendenti ad attaccare linee di comunicazione ferroviarie, stradali e obiettivi particolari. Sono state impartite durante il corso le seguenti istruzioni teorico-pratiche: metodi di attacco complesso alle strade ferrate (interruzione di 300 metri di binario semplice o 150 metri di binario doppio) con cariche normali o magnetiche collegate;


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attacco a mezzi di locomozione nelle stazioni ferroviarie. Parti più vulnerabili dei vari mezzi di locomozione; attacco di autocolonne. Colpi di mano ed imboscate. Attacco di depositi di carburanti; consigli in merito alla copertura. Notizie circa i metodi usati dalla Gestapo negli interrogatori. Corso per organizzatori ed istruttori

Durata: tre settimane. Scopo: abilitare il personale ad organizzare, in un quadro coordinaco, operazioni di sabotaggio in ambiente adatto e ad istruire nello stesso tempo gli elementi idonei per le operazioni stesse. Sono state impartite durante il corso le seguenti istruzi~ni teorico-pratiche: esplosivi: generalità, descrizione e proprietà del Plastico n. 2 e del Nobel 808, inneschi, detonatori, miccie in genere, miccie di sicurezza, miccie detonanti; cariche « Standard » : cariche flessibili (grande e piccola), cariche rigide (Clam e carica a più usi), carica da binario, stima della quantità di esplosivo da usare; preparazione delle cariche (accorgimenti pratici); collegamento delle cariche: a fiore, a miccia centrale o in parallelo, in sene; collocamento deJle cariche: forma delle cariche, modo di applicarle, scelta del punto di applicazione; sistemi di accensione: capocchia fosforosa ( C.T .A.), meccanismo a strappo, matita a tempo, petardo, accenditore a pressione e a depressione; mezzi incendiari: sigaro incendiario, scatola incendiaria al magnesio, miccia speciale per collegamento, cariche incendiarie, bombe incendiarie a termite, incendiario tascabile a tempo; cariche da mina: ·preparazione, quantità di esplosivo, bombe speciali per forare terreni efori; attacchi ad automezzi: mina contro gomma, cassetta di esplosivo, cariche esplosive con plastico e mine contro gomme, piccoli sabotaggi alle macchine; granate a mano: granate « Gammon » (Signorine), granate mod. 36, granate mod. 39;


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120 -

imboscate: informazioni e scelta del punto adatto, cenno sul come sono protetti i convogli tedeschi, distribuzione delle forze e dei compiti; mine tedesche: « Tellermine 35 » e sua sistemazione sul terreno, mina « S », congegni di accensione a strappo ed a pressione, modo di neutralizzare le mine. Hanno completato il corso alcune esercitazioni pratiche. Corso di perfezionamento agenti

E' stato istituito per impartire al personale incaricato di costituire organizzazioni clandestine, le cognizioni necessarie per agire più che possibile in ambiente di sicurezza. Durata: una settimana. Hanno fatto oggetto del corso le seguenti istruzioni: informazioni sulla zona assegnata ed ambientamento nella stessa. Copertura: verosimiglianza e notizie relative; specchio informazioni da fornire al comando mandante: scelta delle fonti; accorgimenti per riconoscere una persona: pedinamento e precauzioni varie; alibi: preparazione e requisiti. Interrogatori da parte della Gestapo. Metodi usati ed accorgimenti per non essere sorpresi; costituzione delle cellule informative: compiti del capo missione. Costituzione di comitati per la ricezione sui campi di personale e materiale. Amministrazione, organizzazione di nuclei informativi; sicurezza personale: documenti, loro requisiti ed aggiornamenti; conoscenza delle disposizioni relative al controllo ed alla validità; contegno, precauzioni ed avvertenze varie; riconoscimento di elementi appartenenti alla stessa organizzazione: sistemi, precauzioni ed avvertenze relative, corrispondenza; sicurezza delle comunicazioni: vari sistemi di cifratura; codici: metodo « Play » e « Fair »; metodo della semplice e doppia trasposizione. Corso ricezione aviolanci

E' stato istituito per abilitare il personale all'attuazione delle predisposizioni necessarie su un campo per ricevere un aviolancio. Durata: una settimana.


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121 -

Ai partecipanti sono state impartite le seguenti istruzioni: scelta dei campi di ricezione per personale e materiale; mo.dalità da osservare per la segnalazione alla base dei dati relativi al campo; costituzione del comitato di ricezione e predisposizioni per ricevere gli aviolanci di personale e di materiale; segnalazioni luminose per la individuazione del campo da parte dell'aereo; sistemi per occultare i materiali aviolanciati e gli involucri non utilizzabili.

Corso antisabotaggio Scopo: abilitare il personale ad organizzare l'antisabotaggio di obiettivi generici per salvarli dalla distruzione nazifasci: sta, nonché alla preparazione di personale idoneo per l'antisabotaggio di obiettivi specifici. Durata: due settimane. Sono state imparti te durante il corso le seguenti istruzioni a carattere teorico-pratico: mezzi e metodi tedeschi per le demolizioni: demolizioni a lungo tempo di preparazione, demolizioni rapide; precauzioni contro le demolizioni: regole ed avvertenze generali; informazioni, sicurezza, predisposizioni per neutralizzare le cariche; metodi d'azione: azione in forza e diplomatica; sistemi vari per attenuare i danni agli impianti: danneggiamenti simulati, asportazione e occultamento di macchine di vitale importanza; azioni da compiere secondo che il nemico presidi o meno l'opera da demolire; moli, docks, porti: punti vitali e facilmente vulnerabili ; centrali termo ed idroelettriche: serbatoi, condotte, turbine, generatori di corren te, trasformatori; gassometri, acquedotti, linee ed impianti ferroviari; industrie pesanti, raffinerie.

Corso Cicogna E' stato istituito per abilitare qualche ufficiale nella scelta del terreno idoneo per l'atterraggio di apparecchi tipo « Cicogna », nonché alla segnalazione alla base del campo, per consentire lo sbarco o il ricupero di persone e documenti dal territorio occupato.


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122 -

Hanno fatto oggetto del corso le seguenti istruzioni teorico-pratiche: concetti generali sull'operazione di ricezione dell'apparecchio tipo « Lysander » e sulla ricerca delle piste; caratteristiche principali e prestazione del tipo « Lysander »; caratteristiche delle piste di atterraggio ( ubicazione, dimensioni, terreno, dintorni); influsso del vento e degli agenti atmosferici in genere, sulla ricerca delle piste e sulla possibilità di attuazione della ricezione; modalità dell'operazione di ricezione (con uno o più ope. ratori, con uno o più viaggiatori); segnalazioni a terra; sistema di trasmissione alla base dei dati necessari alla individuazione della pista, delle sue caratteristiche e dei dintorni; caratteristiche principali del « Douglas » e sistema di ricezione in territorio occupato; esercitazioni pratiche con: ricerca di piste su plastici e sul terreno, con relativi rilievi planimetrici; · compilazione di messaggi con i dati necessari all'operazio'I ne, da trasmettere alla base; attuazione pratica notturna di ricezione del « Lysander », previa preparazione della pista.

Corso radiotelegrafisti Soltanto per gli operatori r.t . reclutati, di norma, fra personale tecnico. Presso le scuole, per gli elementi non sufficientemente a punto è stata completata la preparazione tecnica, mentre a tutti sono state impartite le seguenti istruzioni a carattere teoricopratico: norme di procedura per il collegamento; addestramento all'uso dei cifrari; pratica sui vari tipi di apparati r.t. in dotazione.


Il seguente specchio riepiloga, distinguendoli per mese i dati relativi al personale preparato nei vari corsi, mentre l'allegato 14 ne dĂ la rappresentazione grafica.


Paracadutis ti Mese

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Canottaggio

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Orga!l!izza tori ed istruttori

Sabotaggio ....;

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1943

Ottobre (!) Novembre Dicembre

-

-

-

2

3

5

-

-

3

2

-

-

-

1

3

-

-

-

-

-

-

-

-

-

2

3

5

-

-

-

7

3

2

7

-

-

-

4

5

7

10

-

-

-

-

-

1944 Gennaio Febbraio

-

-

-

5

3

6

2

-

-

-

4

2

2

10

17

-

-

3

5

34

6

44

-

5

10

30

3

25

-

-

-

10

(2)

-

-

-

-

5

3

6

Marzo

4

2

Aprile

7

Maggio

4

Giugno

7

Lug1io

-

Agosto

10

11

17

-

-

Settembre

5

4

2

-

-

Ottobre

2

-

-

-

Novembre Dicembre 1945 Gennaio

-

-

-

-

-

-

Febbraio

1

Aprile

3

48

-

26

-

-

5

-

-

-

-

-

-

-

1

-

-

-

-

-

-

5

-

-

-

-

20

27

6

-

-

-

-

2

-

-

-

-

-

16

37

40

123

41

-

-

45

125

Totale 2 18

25

-

3

6

(2) 4

16

7

8

-

5

-

-

-

2

-

-

-

-

1

-

-

2

4

-

8 Totale

30

2

-

-

-

-

I

1

Totale 200

-

-

7

-

-

1

-

Marzo

I

3

-

4

2

-

Totale 88

(I) Le m1ss10n1 partite durante il mese di Ottobre 1943, via mare o terra, hanno ricevuto, in attesa della (2) Preparazione, per l'impiego nella lotta patriottica, del 185° btg. paracadutisti Nembo (vds. Appendice).


Ricezione aviolanci

Perfezionamento agenti

...p ...;

-

-

3 6

-

a

I

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2

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-

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-

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-

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-

-

-

-

-

-

11

3

13

-

5

4

14

-

4

2

10

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

4

-

-

-

-

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-

-

-

-

-

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5

-

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-

-

5

-

-

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-

-

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22

Totale

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2

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Antisabotaggio

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I

125 -

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Totale 68

37

I

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1

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1

-

-

1

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-

-

-

-

-

10

-

2 Totale

12

organizzazione delle scuole, una preparazione sommai:ia.

I

Cicogna

2

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Radiotelegrafisti ,..; ......

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3

8

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2

8

2

12

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Totale

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2

2

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2

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4

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-

-

-

-

-

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-

-

-

4

2

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4

4

-

-

1

6

-

1

2

2

-

1

2

2

-

1

2

2

-

3

27

62

Totale

92


-

126 -

CENTRI PER LA SOSTA DEL PERSONALE DI IMPIEGO

In Puglia Per le necessità inerenti alla sosta del personale reclutato (in attesa di frequentare i corsi, in partenza per missione o rientrato da missione), sono stati organizzati tre centri di sosta situati in località viciniori alla sede dell'Ufficio. In questi centri, comandati da ufficiali, e denominati « Fabbrica », << Villetta » e « Villa », della capacità di 60 posti il primo e di 40 gli altri, il personale riceveva, senza distinzione di grado, un ottimo trattamento unico, come si conveniva a gente destinata ad affrontare, o reduce dall'aver affrontato, lunghi periodi di disagi e rischi rimarchevoli. Il movimento del personale nei tre centri risulta dal seguente specchio:

I

Mese

Fabbrica

l

Villetta

I

-

I

Villa

-

Novembre

1943

-

Dicembre

1943 1944

15

7

-

53 47

26

-

28 23

-

-

19

-

21

10

16

25 40

G ennaio Febbraio Marzo

1944 1944

.50 21

Maggio

1944 1944

Giugno

1944

45 27

Luglio

1944

53

Agosto

1944

50

35 25

Settembre

1944

43

28

32

Ottobre

1944

10

15

20

Novembre

8

18

Dicembre

1944 1944

13

Gennaio

1945

19 31

19 15

20

7

472

294

Aprile

Totali

37

I

205


-

127 -

Con lo spostamento della sede dell'Ufficio in Toscana (Febbraio 1945), è stata in primo tempo lasciata in Puglia una piccola organizzazione capace di 25 posti, per la sistemazione del personale delle missioni in partenza dalla base aerea di Brindisi, successivamente questa organizzazione è stata ripiegata.

In Toscana Analogamente a quanto era stato fatto in Puglia, anche in Toscana sono stati costituiti i centri di « Torre Fiorentina», « Castagno » e « Villetta » della capacità di 60 posti il primo e di 25 gli altri. Il relativo movimento del personale risulta dal seguente specchio:

Mese

Febbraio

1945

Marzo

1945 1945

Aprile

I

Totali

Torre Fiorentina

I Castagno I

Villetta

50 20

-

-

21

15

21

10

23

91

31

38

GABINETTO RIPRODUZIONE DOCUMENTI E GABINETTO FOTOGRAFICO

Per munire il personale partente in missione di documenti di riconoscimento che gli consentissero libertà di movimento e per fronteggiare le richieste pervenute da altre organizzazioni alleate, è stato impiantato uno speciale gabinetto, il quale, a partire dal 1° ottobre 194 3, ha compilato e rilasciato i seguenti documenti:


Carte identitĂ

Organizzazioni

Tessere del P.N.F. e P.R.F.

Tessere postali

Tessere varie

Fogli congedo e varie

Patenti grado

Documenti vari italotedeschi

182 58 62 23

87 66 16 18 187

139 102 19 24 284

10 ~ 20

Certificati

I

Ufficio C.I .C. - G. 3 Security - Office 5• Armata

102 3 1 7 113

504

109 64 24 701

Totali

52

48

27 2 15

11

18 9 86

96

325

I

28 43 13 10 94

Il gabinetto fotografico, organizzato con materiali prelevati da enti militari ed acquistati dal commercio, dall'epoca del suo impianto (gennaio 1944) al 2 maggio 1945 ha impiegato per la riproduzione di documenti e per fotografie i seguenti materiali: Materiale Lastre

1

I

m/m.

I

Carta

!

Pellicole ~ fotogr. 178

1

N I D I 19~5

34

53

22

14

25

27

86

119

21

1026

282

215

91

56

67

79

110

716

85

4057

L I A I

s

130

59

48

48

80

93

82

85

287

268

362

164

227

407

381

260

I

I

F I M I A

I M lTotald

I

13 X 18 18 X 24 24 X 30

13 X 18 18 X 24 24 X 30

ol

19~4 I F I M I A I MI GI


-

129 -

GUARDAROBA

E' stato organizzato per provvedere il vestiario e l'equipaggiamento per il personale d'impiego. La particolare situazione tessile nell'Italia meridionale e la rarefazione delle scorte esistenti sul mercato, hanno reso particolarmente difficile la ricerca degli indumenti indispensabili per le necessità del servizio. Con pazienti e laboriose ricerche è stato possibile, tuttavia, fronteggiare le necessità, attingendo il materiale quasi completamente sul cosl detto « libero mercato ». Lo specchio seguente riassume il materiale acquistato fino al 2 maggio 1945: Vestiario e Calzature

Equipaggiamento e vane

Biancheria

Cappotti

398

Maglie

784

Cappelli

21

Impermeabili

77

Calze

2.315

Berretti

97

Giacche

88.3

Fazzoletti

1895

Cravatte

Pantaloni

900

Asciugamani

964

Valigie

583 258

Scarpe da scì

.347 330

Camicie

1998

Pullover

250

Mutande

1926 Orologi

Scarpe basse

13

Sapone barba

250

Dentifrici

250

Sciarpe per collo

150

Spazzolini denti

250

Pennelli barba

149

Macchinette barba

115

ORGANIZZAZIONE DEI COLLEGAMENTI

Base principale I collegamenti radiotelegrafici delle m1ss1on1 mviate nel territorio occupato fino al dicembre 194 3, sono stati allacciati con il Nord Africa (zona di Algeri), dove la N. 1 Special Force


-

130 -

aveva la base prima dello sbarco alleato in Italia. Nel gennaio 1944, in relazione al programma di avviamento delle missioni, agli sviluppi prevedibili del lavoro nel settore italiano ed alla necessità di essere più vicini al Q. G. alleato, la N. 1 Special Force decise di impiantare la base dei collegamenti in Puglia, in località viciniore alla sede degli Uffici, per assicurare una ra. pida utilizzazione delle notizie ed una maggiore tempestività d'intervento. Sorse cosl la base principale di collegamento di Monopoli, che assunse proporzioni sempre maggiori con il crescere delle esigenze derivanti dal lavoro delle nuove missioni successivamente montate ed avviate. Lo Stato Maggiore Generale italiano ha contribuito al lavoro della base principale con personale vario e con un contingente di oltre 40 radiotelegrafisti, alternatosi nei turni di servizio con il personale inglese. Tutte le missioni in territorio occupato sono state collegate con la base principale, che ha provveduto anche per i collegamenti normali di servizio. Fra questi, di particolare importanza: quello con Londra, per il servizio dei messaggi radiofonici convenzionali per gli aviorifornimenti o per altre operazioni; quello con il Q. G. alleato in Italia, per le azioni che comunque interessano le operazioni tattiche alleate; quelli con i nuclei della N. 1 Special Force distaccati in alcune località dell'Italia liberata. Base avanzata

A partire dall'agosto 1944, allo scopo di assicurare uno stretto collegamento fra le organizzazioni del movimento di liberazione operanti nelle zone immediatamente a tergo dello schieramento tedesco ed il comando alleato, la N . 1 Special Force ha impiantato in Toscana una base avanzata a contatto con il Comando del XV Gruppo d'armate. Con questa base, a momento opportuno, si sono allacciate direttamente le missioni di collegamento tattiche, scartando la base principale di collegamento, per realizzare uno stretto contatto fra le unità alleate e le formazioni di patrioti a. tergo dello schieramento nemico. Con la base avanzata si sono collegate, quando la situazione lo ha consigliato, anche le normali missioni di collegamento che


131 si sono venute a trovare nel raggio tattico, per il che avevano in precedenza ricevuto le necessarie istruzioni ed i piani di collegamento relativi. Centro di intercettazione trasmissioni r. t.

E' stato costituito con personale e mezzi esclusivamente italiani. Esso ha lavorato a titolo di collaborazione con la base principale e con quella avanzata di collegamento per il controllo tecnico del traffico r. t. fra le stazioni esterne e le due centrali, limitandosi alla segnalazione degli inconvenienti o dell'eventuale disservizio riscontrato negli appuntamenti. L'attività del centro è stata assai intensa e si è dimostrata particolarmente utile per l'interesse generale del delicato servizio.

BASI LOGISTICHE PER LE OPERAZIONI DI RIFORNIMENTO

E PER L'AVVIAMENTO DEL PERSONALE

Come fronte alle impiantate restri dalle cupato. Le

accennato nel paragrafo « Rifornimenti » per far necessità del movimento di liberazione, sono state basi logistiche per le operazioni aree, navali e terquali avviare materiale e personale in territorio ocbasi costituite o utilizzate sono le seguenti:

basi aeree: utilizzate quelle del Nord Africa per le prime operazioni di aviolancio di materiale e di personale; successivamente (febbraio 1944) la base di Brindisi, appena dotata degli impianti e dei magazzini necessari: da questa son partite quasi tutte le missioni e, fino all'agosto 1944, buona parte dei rifornimenti. Con l'aumentare delle necessità, furono successivamente utilizzate: per i materiali, le basi di Bari, Foggia ed Albinia; per il personale, quella di Rosignano; basi navali: per i rifornimenti di materiali sono state utilizzate le basi di:

• Termoli, nei tentativi fatti lungo le coste marchigiane; , Nizza, per quelli sulla costa ligure.


-

132 -

Per le operazioni di personale sono state utilizzate le basi di: Brindisi, per quelle realizzate con mezzi sommergibili sulle coste adriatiche; Termoli, per quelle effettuate con mezzi di superficie sulle coste marchigiane; Bastia (Corsica), per quelle effettuate con mezzi di superficie sulle coste liguri e toscane. I mezzi navali impiegati per tutte le operazioni sono stati esclusivamente italiani;

basi terrestri: sono state organizzate nelle zone di occupazione avanzata alleata: in corrispondenza del settore appenmmco tosco-emiliano, a cura della 5a Armata, per i rifornimenti dei patrioti operanti a tergo delle linee tedesche; in Francia (Valle del Guil) a Guillestre e Valle dell'Isère a Tignes e a Val d'I sère) per i riforni menti ai patrioti delle vallate alpine del versante italiano.

CONCLUSIONE

Tutta l'organizzazione creata per sostenere ed incrementare

il movimento di resistenza e di liberazione dall'oppressione nazifascista, di cui è fatto cenno sommario nella trattazione di questa II Parte, è frutto di paziente, sereno lavoro svolto in stretto cameratismo con gli alleati. Essi hanno saputo comprendere ancora in tempo le possibilità del movimento, hanno fornito molti dei mezzi necessari, hanno indirizzato le operazioni secondo quelli che erano i loro piani operativi. Da parte nostra, oltre alla particolare competenza tecnica di tutti gli elementi che a questa organizzazione hanno contribuito, nessuno escluso, è stata messa tutta l'ardente passione di chi, sicuro di combattere per una causa giusta, hà donato il meglio delle proprie energie per aiutare in ogni maniera i fra telli oppressi. Il personale delle organizzazioni della base ha saputo adeguarsi alle necessità, si è prodigato nella preparazione del personale di impiego, gli ha facilitato il compito, gli ha reso lie-


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133 -

to il periodo di attesa; quello impiegato nel territorio occupato ha pienamente soddisfatto le aspettative e nell'assolvimento dei complessi compiti, ha saputo unire alla intelligente iniziativa, eccezionali doti di ardimento, sprezzo del pericolo, elevato amor di Patria. E, se pure impiegato isolatamente e con compiti insoliti per un militare, traendo forza ed esempio dalle migliori tradizioni del Paese, ha saputo accoppiare alle eccellenti doti organizzative e combattive, la ben nota modestia e fermezza del nostro soldato. Pari all'audacia nell'azione è stato lo stoicismo dimostrato dagli uomini che, caduti in mano al nemico e so ttopos ti ad estenuanti interrogatori ed inumani maltrattamenti, hanno saputo tacere custodendo gelosamente i segreti del servizio, anche a costo della vita. Tutti hanno assolto con fede le delicate missioni loro affidate non limi tandosi, come pure era possibile, al segreto e difficile lavoro clandestino ma partecipando quasi sempre con slancio generoso alla lotta aperta contro 1'oppressore per la libertà della Patria.



P ARTE

III

APPENDICE



PREMESSA

Nella presente appendice sono trattati sommariamente gli argomenti che illustrano aspetti particolari connessi con il movimento di liberazione. Essi sono: studi orientativi redatti per richiamare l'attenzione degli alleati sui patrioti italiani; preparazione del 185° btg. « Nembo » per l'impiego con patrioti;

1

perdite e ricompense (limitatamente al personale impiegato dallo Stato Maggiore Generale).

STUDI ORIENTATIVI REDATTI PER RICHIAMARE L'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI SUI PATRIOTI ITALIANI

A partire dal gennaio 1944, quando il comando alleato non aveva ancora preso nella giusta considerazione le possibilità di sviluppo del movimento di resistenza e, conseguentemente, la convenienza di sostenerlo per impiegarlo nella lotta contro il tedesco, il Servizio Informazioni dello Stato Maggiore Generale provvide a redigere alcuni studi orientativi per sottoporre agli alleati dati concreti sui problemi più importanti connessi con esso. In particolare: a) studio sui materiali necessari alle bande armate e sui mezzi aerei occorrenti per gli aviorifornimenti; b) studio sulle possibilità di effettuare aviosbarchi ed aviolanci sui laghi dell'Italia occupata; e) studio sul possibile concorso delle formazioni dei patrioti dell'Italia centrale alle operazioni alleate.


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138 -

A) Materiali necessari alle bande armate e mezzi aerei occorrenti

per gli aviorifornimenti.

Lo studio, largamente approssimato, aveva lo scopo di dare la sensazione dei mezzi indispensabili per assicurare un minimo di rifornimenti alle bande armate dislocate nell'Italia occupata. Il problema è stato impostato tenendo per base le condizioni ambientali tattiche nelle quali le formazioni di patrioti allora dovevano agire, condizioni che consigliavano di dare alle bande un armamento automatico leggero che avesse consentito rapide azioni e facile disimpegno. Questo criterio, d'altra parte, rispondeva in quel tempo ad una necessità logistica in guanto, non essendo ancora costituite in Italia le basi per i rifornimenti, bisognava limitarli ai mezzi leggeri rimandando, per l'armamento pesante, alle disponibilità esistenti presso le stesse formazioni. Lo studio è stato riferito alla situazione bande quale risultava al 20 gennaio 1944 ed impiantato sui seguenti dati di base: forza concreta per le formazioni note e forza approssimata, calcolata in difetto, per le bande di entità non ben precisata ; armamento e munizionamento esistente presso le formazioni, detratto dai presunti fabbisogni; rifornimenti limitati ad una forza pari ad un quarto di quella totale di ciascuna banda. Per questo quarto della forza totale, sono stati considerati i seguenti rifornimenti: a) armi: moschetto automatico, per tutti; pistole, una ogni dieci uomini;

b) munizionamento: proporzionato all'armamento fornito e con il criterio di assegnare: 200 cartucce per ogni moschetto automatico; 50 cartucce per ogni pistola; 2 bombe a mano per ciascun uomo; c) materiali di sabotaggio: dotazione fissa di compless1v1 .300 Kg. per ciascuna banda; d) equipaggiamento: soltanto piccoli quantitativi per fronteggiare necessità urgenti e nella seguente misura: scarpe ed indumenti di lana (una maglia, due paia di calze) per tutto il quarto della forza totale;


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139 -

vestiario e biancheria (un vestito, un paio di mutande, una camicia, una coperta) soltanto per il 10% della forza complessiva della banda; e) viveri e materiali vari: una razione viveri scatolati e galletta, generi di conforto e sigarette per il quarto della forza totale della formazione; dotazione fissa cli medicinali di circa 10 Kg. per ogni banda. Si concluse allora che: su una forza complessiva di circa 11 O.000 uomini, quale risultava al 20 gennaio 1944, si consideravano i rifornimenti per sole 28.000 persone; questi rifornimenti richiedevano un primo blocco di 450 tonnellate di materiale vario; per aviolanciarlo ( considerando la capacità di carico di un apparecchio pari ad una tonnellata e mezza) erano necessari 300 viaggi-aereo. Si prospettava inoltre che, realizzati i primi aviorifornimenti, il problema avrebbe assunto aspetti più complessi non soltanto perché bisognava provvedere ad ulteriori necessità per le stesse bande (specie munizioni e materiali di sabotaggio) ma anche per il prevedibile sviluppo del movimento, destinato ad assumere proporzioni più vaste. A conforto di questa previsione sono stati addotti i seguenti motivi: « indipendentemente dalla ferma volontà degli itaHani di combattere i nazifascisti, le stesse misure germaniche spingono i validi a darsi alla macchia per sottrarsi ai provvedimenti che compromettono la loro libertà individuale; numerosi sbandati, ancora nelle campagne e nelle zone montane, potranno essere assorbiti dalle bande esistenti; la buona stagione consentirà la costituzione di nuove formazioni.» E si concludeva: « quanto esposto dimostra che i rifornimenti alle bande, anche limitati ad una forza ridotta ed ai materiali strettamente indispensabili, è un problema di mezzi: qualora si intenda risolverlo, deve essere affrontato con visione realistica aderente alle necessità sia per i materiali che per i mezzi aerei indispensabili, necessità dalle quali si è assai lontani se si considera che finora (fine gennaio) sono s tati effettuati tre soli aviorifornimenti per il complesso delle formazioni dell'Italia occupata ».


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140 -

B) Aviosbarchi ed aviolanci sui laghi dell'Italia occupata.

Lo studio è stato fatto per esaminare le possibilità tecniche per operazioni di aviosbarco di personale e di materiale nonché per aviorifornimenti con mezzi speciali, allo scopo di constatare la possibilità o meno di effettuare operazioni sui laghi della regione italiana. Esso è stato basato sui seguenti dati concreti: cara tteristiche fisiche degli specchi d'acqua e dell'ambiente geo-topografico circostante; impiego di aerei terrestri per gli aviorifornimenti; partenze dalle basi di Foggia per gli apparecchi terrestri e da S. Nicola Varano per gli idro (1); impiego di velivoli italiani. Lo studio, redatto in maniera particolareggiata e per ogm singolo lago, portò alle seguenti conclusioni: l'ammaraggio, pur essendo tecnicamente possibile su alcuni laghi, non è consigliabile per: le particolari condizioni di luce indispensabili; la necessità di predisporre segnali che indichino lo specchio d'acqua utile per l'ammaraggio; le complesse operazioni per sbarcare il personale e scaricare il materiale al largo; il troppo tempo per portare a termine l'operazione a causa della complessa organizzazione di ricezione; - le difficoltà inerenti al su,cessivo decollo dell'aereo; l'impossibilità di effettuare l'operazione con un minimo di sicurezza; l'aviorifornimento, pur essendo tecnicamente possibile su alcuni laghi, incontra varie difficoltà che praticamente ne sconsigliano l'impiego; fra queste: la poca segretezza per la complessa organizzazione dei mezzi di segnalazione e di recupero che, date le caratteristiche delle zone rivierasche dei laghi italiani fitte di insediamenti umani, difficilmente sfugge all'osservazione nemica compromettendo facilmente gli elementi a terra e provocando, in ogni caso, sicure rappresaglie sulle popolazioni civili. (1) Le basi rispondevano alla situazione del momento (marzo 1944).


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141 -

Si ritenne allora che, data la complessa organizzazione delle operazioni, gli aviosbarchi non era consigliabile realizzarli mentre gli aviorifornimenti potevano essere presi in considerazione soltanto per qualche caso speciale. Se ne dedusse che il sistema più conveniente e più pratico per realizzare i programmi di rifornimento era l'aviolancio terres tre e su questo furono pertanto orientati i criteri definitivi per l'organizzazione delle basi logistiche e dei mezzi aerei relativi . C) Possibile concorso delle formazioni di patrioti dell'Italia centrale alle operazioni alleate.

Lo studio, realizzato entro la prima quindicina di maggio e limitato alla zona compresa fra la linea Spezia-Rimini e la linea tenuta dalle armate alleate (F. Garigliano - Piano dei Cinquemiglia - F. Sangro - Guardiagrele - Ortona a Mare) aveva lo scopo di: esaminare il concorso che potevano dare alle operazioni alleate le bande di patrioti dell'Italia centrale ; prospettare i compiti e le forme d'azione che ad esse potevano essere devolute; ~alcolare approssimativamente il potenziamento indispensabile perché le bande potessero assolvere i compiti loro demandati . A base dello studio sono state poste le seguenti ipotesi:

1a) azione alleata lungo la direttrice adriatica con eventuale concorso di sbarchi nel raggio tattico; 2") azione alleata lungo la direttrice tirrenica con eventuale con-

corso di sbarchi nel raggio t attico e strategico; 3") ripiegamento ted~sco sino alla linea Spezia-Rimini per effetto di operazioni dirette o su altri fronti. Ipotesi 1• e 2• interdipendenti: ripartizione motivata soltanto da necessità d i esposizione. Nel quadro delle ipotesi considerate, è stato esaminato particolarmente l'apporto delle bande delle Marche-Umbria, del Lazio e della T oscana. Le azioni per esse previste dovevano tendere a creare disordini nelle retrovie tedesche, disorganizzando i collegamenti,


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142 -

ostacolando l'affluenza dei rifornimenti, rallentando lo spostamento delle riserve. Fra le forme di lotta, che potevano essere molteplici in aderenza alle forme del terreno ed alla situazione locale, quelle più convenienti e possibili risultarono le seguenti: interruzioni alle vie di comunicazione, di varie entità e durata, ripetute con frequenza in località diverse. Particolarmente efficaci quelle sulle linee fe rroviarie; acquistano valore anche quelle effettuate sulle rotabili qualora l'armamento della banda consenta di renderle attive con fuoco di mitragliatrici e di mortai. Il riattamento della interruzione, in questo caso, imporrebbe un preventivo rastrellamento eseguito con reparti di una certa entità e raggiungerebbe il doppio risultato di una dispersione di forze e di una durata più lunga dell'interruzione; occupazione di passi, strette, punti di preminente interesse tattico, facilmente difendibili anche con poche forze. Questa azione avrebbe particolare efficacia nel caso di azioni interessanti i due versanti dell'appennino, perché impedirebbe lo spostamento rapido di riserve da un versante all'altro . Pregiudiziale di questa azione è quella di avere bande bene armate, possibilmente aiutate dall'aviazione alleata. In ogni caso si tratta di azioni di breve durata e presume quindi una rapida avanzata delle forze attaccanti per sbloccare la banda prima che questa sia annientata; attacchi ed agguati saltuari contro motociclisti, macchine isolate, carriaggi, colonne d'automezzi; anche il semplice risultato di costringere i tedeschi a riunire i mezzi in colonna e dotarli di adeguata scorta riveste notevole importanza; interruzioni dei collegamenti a filo ripetute con grande frequenza, per disorganizzare, possi bilmente con carattere di continuità, la rete dei collegamenti; azione relativamente facile, che richiede l'impiego di pochi elementi; sabotaggio contro magazzini, parchi di automezzi, depositi: di particolare importanza quelli di carburante e di munizioni;

attacchi contro campi di aviazione per la distruzione di impianti e di apparecchi al suolo. Dalle conclusioni dello studio è apparso come l'apporto che le bande potevano dare, qualora convenientemente poten-


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143 -

ziate, era comunque notevole. Oltre ai risultati diretti derivanti dalle azioni coordinate ne scaturiva contemporaneamente una minaccia ragguardevole per le retrovie tedesche, determinando in esse quella insicurezza continua per i movimenti operativi e logistici che dovevano costringere i germanici a: scaglionare maggiori forze nelle retrovie; effettuare i movimenti di giorno e, quanto meno, a limitare notevolmente quelli notturni; fare scortare i convogli di rifornimento con conseguente aggravio delle difficoltà operative. L'attività dei patrioti italiani si è successivamente manifestata, durante la campagna alleata del 1944, con quelle forme e con quei metodi che erano stati previsti: furono in genere azioni realizzate d'iniziativa dei comandanti in posto, ma non mancarono esempi di collaborazione diretta, specie nei settori che più interessavano i comandi alleati.

PREPARAZIONE DEL 185° BTG. «NEMBO,> PER L'IMPIEGO CON I PATRIOTI

In vista della necessità di rinforzare l'azione dei patrioti in qualche settore del fronte italiano che avrebbe potuto assumere particolare importanza operativa, nel mese di giugno 1944 si incominciò. a preparare il 185° btg. « Nembo » per aviolanciarlo nelle retrovie nemiche ed operare in quadro coordinato con le operazioni alleate. Il btg., allora in operazioni con gli alleati nelle Marche, fu svincolato dall'unità nella quale era inquadrato e trasferito nella zona di Brindisi, dove durante il mese di luglio frequentò le scuole paracadutisti ( 2) e sabotatori. Mentre l'addestramento era in atto fu verificato l'equipaggiamento e l'armamento in dotazione (sostituzione delle armi inefficienti, messa a punto delle altre), e fu completato l'armamento, le dotazioni ed i mezzi r. t. allo scopo di mettere il b tg. (2) II 185° btg. «Nembo», pur facendo parte di una unità notoriamente paracadutista, era stato trasformato da più di un anno in reparto arditi: fu necessario, per conseguenza, sottoporlo allo speciale addestramento.


144 nelle migliori condizioni per assolvere i compiti che gli sarebbero stati affidati (3 ). Il 25 luglio la preparazione del reparto poteva considerarsi completa e, in relazione alla situazione ed agli intendimenti operativi del comando alleato, ne era previsto l'impiego a brevissima scadenza. Fin dalla metà di luglio, infatti, era stata interessata una missione di collegamento nella regione dell'appennino tosco-emiliano perché provvedesse ad inquadrare l'operazione del btg. con quelle dei patrioti locali. Nella notte sul 26 luglio un ufficiale del btg., insieme ad un ufficiale ed un r. t . inglesi, furono lanciati in zona per la preparazione dell'operazione; nella notte sul 30 furono aviolanciati altri sei radiotelegrafisti del btg. con relativi apparecchi per stabilire i collegamenti r. t. diretti con la base. Furono infine approntati i campi di atterraggio per il personale e le basi logistiche sulle quali furono aviolanciati l'armamento pesante e tutte le dotazioni del reparto. La partenza del 185° btg. << Nembo » era prevista per il mattino del 1° agosto 1944; dall'aeroporto di Brindisi ( 4) avrebbe raggiunto quello di Gallera (zona di Roma) dove avrebbe sostato durante la giornata per ripartire la sera stessa ed essere aviolanciato nella zona di Frassinoro (appennino modenese) nella notte sul 2 agosto 1944. Scopo, compiti e modalità risultano dall'ordine di operazione allegato n() 15. Un improvviso robusto rastrellamento iniziato dai tedeschi il mattino del 30 luglio proprio nella regione della zona di lancio prescelta e l'abbandono da parte dei patrioti del territorio da essi controllato, consigliarono la missione in posto a chiedere il rinvio dell'operazione in quanto il btg. sarebbe sbarcato nel periodo più acuto del rastrellamento ed avrebbe dovuto affrontare una crisi iniziale difficilmente superabile. (3) li btg. aveva una forza di 40 ufficiali e 480 fra sottufficiali e truppa ed il suo armamenm risultò, in definitiva, il seguente: - individuale: • moschetto automatico « Beretta »; • pistola « Beretta »; • pugnale; - collettivo: 32 fucili mitragliatori; • 6 mitragliatrici «Breda»; • 6 mortai da 81; · 4 pezzi da 47 /32; • 2 pezzi da 57/43. (4) I reparti, infatti, erano all'aeroporto in attesa di ,imbarco.


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Modificatasi successivamente la situazione operativa alleata, oramai orientata in quel settore verso la stabilizzazione, l'impiego del 185° btg. « Nembo » non fu più ritenuto necessario e, per conseguenza, l'operazione annullata. PERDITE E RICOMPENSE

Il complesso delle operazioni realizzate ha richiesto da parte dello S.M.G . l'impiego di centinaia di uomini appartenenti alle varie forze armate italiane, senza tener conto dei numerosi elementi reclutati dalle missioni nello stesso territorio occupato e dei quali qui non è fatto cenno. Lo spiccato amor di Patria, lo spirito di sacrificio, la completa dedizione al ·dovere, le alte qualità militari dimostrate dal personale, appaiono evidenti, più che da una esaltazione dei loro meriti, dai dati numerici relativi alle perdite ed alle ricompense che, in rapporto al personale impiegato, raggiungono percentuali altissime. Ventidue, a ciclo operativo concluso, hanno sacrificato la loro vita per la liberazione della Patria (Allegato n . 16 ). Dodici i dispersi, tredici i feriti e trentasette gli arrestati che in cattività seppero sempre tenere un contegno fiero, altamente elogiativo. Un cammino seminato di vittime, di sacrifici e di eroismi come testimoniano le numerose ricompense al valor militare concesse (Allegato n. 17).



ALLEGATI



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149 Allegato n. 1

COMANDO SUPREMO N. 333/0P.

10 Dicembre 1943

OGGETTO: Direttive per l'organizzazione e la condotta della guerriglia ( riservate alla persona dei Comandanti militari regionali e dei loro più immediati collaboratori). Al Comando Bande Militari » » » » » »

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Piemonte-Liguria Lombardia Veneto Emilia Romagna Toscana Umbria-Marche Lazio-Abruzzo ( Roma esclusa)

1 ) In Italia terreno e popolazione poco si prestano alla guerriglia .. Tuttavia, in obbedienza all'impegno del Governo di condurre a fondo la guerra al tedesco, è nostro dovere di sviluppare con ogni energia tale forma di guerra in tutto il territorio occupato. I partiti antifascisti hanno avuto buone iniziative in tale campo: la attività dei singoli partiti è però spesso rivolta al conseguimento dei propri scopi politici interni, che alla guerra esterna; d'altra parte l'autonomia che ogni partito intende conservare alle proprie forze impedisce una loro organizzazione unitaria né l'attività de.i. comitati può giungere a portare la guerriglia su di un efficace piano militare. Soltanto con una organizzazione veramente militare delle bande, agli ordini del Comando Supremo, sarà possibile: - dare impulso organico ed unitario alla guerra al tedesco, coordinando le azioni condotte in territorio occupato con quelle partenti dal territorio liberato; - valorizzare, nel nome del Comando Supremo e quindi in nome italiano, senza sminuirlo con colore di parte, quanto fatto nel campo della guerriglia in modo costituisca merito italiano nei riguardi dei Paesi cobelligeranti. 2) Le bande militari agli ordini dei Comandanti in indirizzo sono considerate aliquote delle Forze Armate I taliane rimaste isolate in territorio occupato; per difficoltà di equipaggiamento non tutti possono conservare la uniforme regolare; per il personale in abito civile è stato adottato un distintivo costituito da doppio nastro tricolore al bavero della giubba; tale distintivo è stato dal R. Governo depositato a Ginevra.


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Ufficiali e gregari operanti nelle bande militari agli ordini dei comandanti in indirizzo, sono quindi, ad ogni effetto, combattenti regolari, in servizio militare in zona di operazioni . In tale posizione si trova anche quel personale che, non facendo parte delle forze armate all'8 settembre u.s ., è stato chiamato in servizio nelle bande militari. Il servizio così prestato sarà fatto a suo tempo constatare dai comandanti in indirizzo per gli immediati dipendenti, da questi per i propri dipendenti diretti, e così via. I militari già in servizio all'8 settembre che non prestano servizio nelle bande militari o non si pongono a disposizione dei comandanti in indirizzo, sono considerati prigionieri di guerra del tedesco : la loro posizione sarà singolarmente esaminata in conseguenza all'atto della liberazione. -3) I comandanti in indirizzo operano alle dipendenze del Comando Supremo: sono militari in servizio e come tali non hanno alcun colore politico, né di destra né di sinistra. I partiti . devono essere tuttavia i loro migliori alleati: - sul piano della guerra al tedesco; - ai fi ni della tenuta dell'ordine pubblico. Il comandante militare regionale deve ispirare a tale alleanza i propri raJ?,rorti con i capi regionali dei partiti: dirige direttamente, secondo le direttive o gli ordini del Comando Supremo, le bande militari; dà i propri consigli di tecnico militare ai comitati dei partiti per l'impiego di quelle forze o bande di parte che i partiti ritengono impiegare direttamente. Si tratta di rapporti molto delicati nei quali deve imporsi gradualmente il prestigio e la capacità del comandante militare, la cui forza , di fronte alle divergenze e gelosie reciproche dei singoli partiti, sta nella semplice fedeltà al proprio giuramento e nel non fare politica di alcun colore. Particolarmente delicati i rapporti con i partiti nei riguardi della guerra ai fascisti: è questione interna; più che militare, dei partiti a cui di massima si tenderà a lasciarla; ma tuttavia appoggiata e fatta anche direttamente dai militari ove occorra: - per la propria sicurezza: difesa dalle spie o necessità di creare ambiente più favorevole alle bande incutendo con la forza timore al fascista; - quando le azioni contro i fascisti rientrano nella guerra contro il tedesco. Importa non lasciarsi trascinare a fare della politica interna e nemmeno delle discussioni politiche; respingere sempre ogni lusinga al riguardo. 4) Verso autorità militari e civili del Governo fascista repubblicano, che si atteggiano a doppio giuoco ed offrono protezioni ed aiuti, non può essere lecito ai singoli comandanti di concedere sanatorie o promesse per l 'avvenire; quindi atteggiamento non di giudici, -che verranno a suo tempo, tutt'al più di testimoni per il futuro giudizio. Accettare quindi gli


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utili che possano venire alle bande ed alla guerriglia da tali atteggiamenti, con molta prudenza ed estremo riserbo, e solo quando tali utili siano di una sensibile entità. 5) Massimo appoggio deve essere dato ai militari inglesi od americani ex prigionieri di guerra, accogliendoli nelle bande o facilitandone l'esodo verso il territorio liberato o neutrale. 6) Gli agenti dei servizi informazioni degli stati coobelligeranti con cui si venga eventualmente in contatto, devono essere considerati in piena lealtà alleati, cooperando intelligentemente con essi. Elementi di riconosciuta capacità eventualmente inviati possono inquadrare anche nostri minori gruppi per compiti particolari. Si deve tuttavia in tali casi tenere pr·esente la necessità di salvaguardare la dignità italiana; agli ordini, ma non al soldo dell'alleato, rimanendo sempre alle dipendenze del Comando Supremo · italiano.

Organizzazione ed azione delle bande 7) Per la organizzazione delle bande occorre anzitutto riconoscere le bande esistenti determinandone serietà, forza, armamento, dislocazione, condizioni di vita e necessità, possibilità d'azione . Provvedere quindi a migliorarne l'organizzazione ottenendo un migliore raggruppamento con le bande vicine od anche solo una migliore conoscenza delle bande contigue atta a facilitare il reciproco eventuale appoggio. Nella designazione dei capi riconoscere quanti hanno acquistato prestigio sui gregari, anche indipendentemente dal loro grado. Ove manchino capi idonei occorre scegliere ufficiali di sicura fedeltà, che per doti di carattere, capacità e tatto, sappiano gradualmente imporsi. 8) Per ogni banda occorre definire una zona di azione, in questa degli obiettivi specifici a cui orientare l'attività della banda. Ogni iniziativa deve rispondere al concetto di: « sabotare quanto il tedesco utilizza, salvare quanto il tedesco asporta o vuol distruggere». Azioni coordinate con quelle delle forze operanti dal sud, possono essere stabilite per ogni regione solo quando si approssimano le forze liberatrici. Nell'attesa devono essere sviluppate: - azioni di iniziativa, contro singoli elementi tedeschi determinate dai capi-gruppo o dai capi-banda, in base a situazione e possibilità e ad un giusto esame del tedesco e delle possibili rappresaglie in relazione all'obiettivo da conseguire; - una azione generale coordinata, estesa a tutto il territorio occupato, diretta contro le comunicazioni utilizzate dal tedesco . L'azione generale contro le comunicazioni deve essenzialmente comprendere:


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- ferrovie : interruzione di ponti, completamento interruzioni provocate dall'azione aerea, asportazione rotaie, inutilizzazione segnali ( azione quest'ultima facile e di grande rendimento mancando le parti di ricambio); - rotabili: interruzione opere d 'arte, frane grandi e piccole, ostacoli di ogni genere, danneggiamento delle gomme (chiodi), distruzione benzina ( il nemico difetta di gomme e benzina) ; - linee telegrafiche e telefoniche: taglio fili ed asportazione tratti di linea. T ale azione contro le comunicazioni sebbene organizzata ed estesa in tutto il territorio, può essere di grande rendimento anche impiegando mezzi militari, purché ripetutamente in base ad un piano generale oppure a massa. Ad esempio: - un semplice ciottolo posto su di una rotabile percorsa da autocarri tedeschi non ha valore, ma se in tutte le curve e su tutti i ponti di tutte le strade che i tedeschi utilizzano in Italia viene posto e riposto un ciottolo si ottiene una azione di disturbo che acquista un valore ai fini bellici; - se su di un tronco ferroviario di qualche centinaio di chilometri viene asportata una rotaia, l'inconveniente è presto ripianato; ma se ogni notte in un punto diverso del tronco la rotaia viene asportata, si provoca un disturbo tale da neutralizzare il servizio sull'interp tronco ferroviario di più centinaia di chilometri; - oppure se, dopo avere bene organizzato in un periodo di tranquillità una operazione a massa, in una stessa notte su di un tronco ferroviario si distruggono tutti i segnali asportando rotaie in molti punti diversi, si ottiene un grosso danno pur senza impiegare grandi mezzi. Tali semplici esempi, molto particolari e molto elementari, servono ad indicare quanto valga una buona organizzazione militare unitaria per ottenere risultati sensibili anche se 1e forze sono scarse e minimi i mezzi disponibili. 9 ) Nelle grandi città la gravità delle conseguenti possibili rappresaglie impedisce di condurre molto attivamente la guerriglia: vi assume preminente importanza la propaganda atta a mantenere nelle popolazioni spirito ostile ed ostruzionistico verso il tedesco, propaganda che è compito essenziale dei partiti, e la organizzazione della tu tela dell'ordine pubblico, compito militare sia in previsione del momento della liberazione, sia per la eventualità che un collasso germanico induca l'occupante ad abbandonare improvvisamente il territorio italiano. 10) Nei riguardi delle industrie occorre evitare la collaborazione con il tedesco, ed al tempo stesso tutelare popolazioni ed interessi economici italiani. Consigliare quindi agli industriali di sabotare la produzione che interessa al tedesco, riducendola al minimo, pur mantenendo al lavoro il maggior numero possibile di operai. In tal caso sono meno


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giustificati bombardamenti e distruzioni di fabbriche, che porterebbero il passaggio delle maestranze al servizio del lavoro tedesco; basteranno le interruzioni ferroviarie ad impedire la utilizzazione o l'asportazione delle nostre industrie da parte germanica.

Finanziamento 11 ) E' la questione ora più spinosa in quanto per il momento e sino a dopo il suo rientro a Roma, il Comando Supremo non è in condizioni di inviare denaro ai comandi regionali. E' evidente che la organizzazione militare non potrà affermarsi in pieno se non dopo che tale invio sarà divenuto possibile; pur tuttavia, malgrado tale gravissima difficoltà è necessario procedere ugualmente perché sarebbe peggior soluzione non fare nulla . Il compito dei comandanti regionali riesce naturalmente più difficile e la loro azione dovrà svolgersi più modestamente, con pazienza estrema, più con la persuasione che con il comando. Ai fondi occorrenti, nell'attesa dell'invio diretto, dovrà man mano provvedersi: - con i fondi delle amministrazioni militari ( esercito, marina, aeronautica) ovunque ve ne siano disponibili, non passati dai consegnatari alle autorità repubblicane; -

con fondi dati dai partiti;

- con versamenti ottenuti da privati, industriali, commercianti ecc. anche a titolo di prestito al Comando Supremo. E' da tener presente che i partiti tendono a spendere i propri fondi nell'interno dei singoli partiti ed ai propri fini politici; difficile quindi facciano un largo finanziamento ai militari. I privati, specie quando per collaborazione passata od attuale, con il fascismo e con i tedeschi hanno buoni motivi per cercarsi dei meriti in vista dell'avvenire sono disposti a versare danaro; tale stato d'animo può essere utilizzato per ottenere versamenti ai militari, che fanno guerra italiana senza colore di parte. Naturalmente non si prende verso chiunque altro impegno che quello di pubblicare, a liberazione avvenuta, i versamenti effettuati. La necessità di mendicare è il peso maggiore che viene per il momento dato ai comandanti: lo affrontino per i propri uomini, ricorrendo per quanto possibile ad amicizie o conoscenze personali.

Amministrazione 12 ) E' necessario sia basato sulla fiducia, non potendosi esigere rendiconti nominativi. Indispensabile quindi scegliere comandanti sicuri; ad essi ci si affida ed essi rispondono di quanto ricevono .


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Collegamenti 13) Il Comando Supremo provvederà, man mano possibile, a collegarsi direttamente a mezzo radio con ciascun comandante regionate.

Servizio in/ormazioni militari sul nemico 14) Ha una organizzazione a se stante, indipendente da quella delle bande e della guerriglia: i capi-gruppo saranno però messi in contatto con i comandanti regionali per scambio di notizie. Si tenga tuttavia presente che l'organizzazione militare delle bande consente, oltre la raccolta delle notizie di dettaglio, utilizzate dalla organizzazione stesse, la ricerca e riunione di notizie che interessano ìl Comando Supremo. A tale fine deve essere tenuto presente che obiettivi principali di tale ricerca informativa sono: . - le notizie inerenti alla condotta della guerra aerea ( obiettivi .da colpire, risultati conseguiti); - la determinazione dello schieramento in Italia delle grandi unità tedesche (per ciascuna divisione: numero, distintivo, dislocazione, tipo, efficienza) . Tali notizie devono essere trasmesse sollecitamente al Comando Supremo, tramite gli elementi del servizio informazioni o direttamente. 15) Le presenti direttive di carattere molto generico, devono essere da ciascuno dei comandanti in indirizzo adattate, con la più ampia iniziativa, alla particolare situazione in atto neJJa propria regione.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE (F.to Messe)


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155 Allegato n. 2

STATO MAGGIORE GENERALE Ufficio Patrio ti N. 69 di prot. PF

P.M. 135, 11 agosto 1944

OGGETTO: Mezzi finanziari per alimentare l'azione delle bande partigiane nell'Italia occupata . A S.E . IVANOE BONOMI Presidente del Consiglio dei Ministri ROMA Le bande di partigiani nell'Italia occupata vanno aumentando i loro effettivi, con progressione rapida e continua. Questo Stato Maggiore Generale, in stretta collaborazione cogli alleati, sta incrementando parallelamente ed a ritmo serrato i rifornimenti di armi ed equipaggiamenti: nei mesi di giugno e luglio sono stati realizzati progressi di grande rilievo in questo campo ed assai confortanti sono altresì le previsioni per il prossimo futuro. In epoca recente, attraverso i canali clandestini di collegamento, sono pervenute a questo Stato Maggiore Generale numerose urgenti richieste che è stato possibile esaudire solo in parte, nei limiti imposti dalla disponibilità dei fondi segre ti assegnati al S.I.M. Le richieste non esaudite sono state segnalate agli Alleati. Frattanto si prevede che nell'avvenire tale attività richieda un impegno di spesa di circa 50 milioni me nsili, impegno che eccede smisuratamente i fondi all'uopo disponibili presso questo Stato Maggiore Generale. Sottopongo pertanto la questione all'esame e alle decisioni di V.E. prospettando l'opportunità che siano promossi i necessari accordi cogli alleati perché questi si assumano per intiero l'onere del finanziamento delle bande partigiane, sempre che V .E . non ritenga di procedere ad una assegnazione straordinaria, sul bilancio dello Stato, ed a favore di questo Stato Maggiore Generale - S.I.M. - dei fondi all'uopo necessari, nella misura sopra menzionata. IL MARESCIALLO D'ITALIA CAPO DI STATO MAGGI ORE GENERALE ( F. to Giovanni Messe)


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156 Allegato n. 3

MESSAGGIO DIRAMATO DAL GEN. ALEXANDER AI PATRIOTI NEL NOVEMBRE 1944 « La battaglia d'Italia ha toccato il punto in cui vanno tirate le somme. E' il momento propizio per l'esame della situazione. L'inverno è sopraggiunto. Nella guerra guerreggiata esistono certi fattori costanti ( tra i quali è l'inverno) che hanno forza inesorabile di leggi nei secoli, qualunque siano le nuove invenzioni a disposizione di un comandante. Costituisce contributo costruttivo ai fini della valutazione della situazione presente della campagna d'Italia il considerare per un momento gli avvenimenti degli ultimi mesi non solo in I talia, ma anche nel resto di Europa. Non dobbiamo dimenticare l'interdipendenza dei vari fronti e le ripercussioni di ognuno sull'altro. Gli obiettivi degli eserciti alleati in Italia sono stati e sono:

1) distruggere le divisioni tedesche; 2) scacciarle fuori d'Italia. Questo è stato, per così dire, obiettivo di carattere locale . D 'altra parte l'obiettivo di quelli che portano i piani di guerra per la sconfitta della Germania dal punto di vista più largo, che si basa sulla carta di tutta l'Europa, è stato di creare ai tedeschi la necessità di mantenere in Italia il maggior numero di tru ppe possibile allo scopo che altri e più vasti piani potessero ottenere la maggiore probabilità di successo. All'osservatore superficiale questi due obiettivi possono sembrare contradditori, ma dopo un momento di riflessione risulta chiaro che contraddizione non esiste, perché più forte è l'assalto e maggiore è l'impiego delle forze necessarie per affrontarlo. Fino a qual punto ambo gli obiettivi sono stati raggiunti può essere misurato dai fatti seguenti: 30 divisioni tedesche impiegate in Italia solo dall'l l maggio scorso, dall'inizio, cioè, della campagna estiva; 34 mila uomini uccisi; 104 mila feriti e 56 mila fatti prigionieri. Dallo sbarco sull'Italia continentale, gli alleati hanno avanzato per 850 chilometri attraverso terreno tra i più difficili per la guerra in tutto il mondo. La media dell'avanzata non appare, è vero, molto spettacolosa, si tratta della media di due chilometri al giorno. Dal punto di vista più ampio, che è quello di inchiodare in Italia truppe tedesche, bisogna sottolineare che in Italia vi sono più di 20 divisioni tedesche, molte delle quali sono della migliore qualità. La forza dei tedeschi su questo fronte è proporzionatamente maggiore di quella su ogni altro fronte. Si tratta di truppe delle quali si ha urgentemente bisogno per la difesa della stessa Germania sui confini orientali


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ed occidentali. Deve essere contato come parte dei successi della guerra il fatto che nel quadro strategico generale la parte dell'Italia, benché tanto costosa al vostro Paese a causa dell'inchiodamento del nemico entro i confini italiani, può trovarsi virtualmente importante, anche se apparentemente subordinata, ai fini di abbrev iare la guerra, attirando in Italia gli eserciti di Kesserling. Si tratta di un fattore di cui, senza dubbio, sarà tenuto in conto tutto il peso quando sarà fatto il calcolo della parte dell'Italia sostenuta nell'aprirsi la strada ( secondo l'espressione di Wiston Churchill) verso la riabilitazione nazionale. La misura di una incidenza di una campagna locale su piani più estesi è ben dimostrata dall'offensiva estiva in Italia aperta 1'11 maggio e nel piano studiato lungo tempo prima. Proprio all'inizio essa aveva un altro obiettivo oltre quelli già menzionati: aveva l'obiettivo di guadagnare la vittoria di prima grandezza sui tedeschi proprio alla vigilia dell'apertura del secondo fronte in Normandia in modo che l'invasione dell'occidente potesse avere inizio con l'incentivo morale di un nuovo trionfo degli alleati ottenuto su altro fronte. Come il mondo sa, il piano dell'offensiva è culminato con la liberazione di Roma due giorni prima dello sbarco alleato in Francia. I piani erano stati impostati con cura estrema. L'8a armata era stata segretamente raggruppata ed ammassata dinanzi alla vallata del Liri in modo che l'attacco veniva lanciato da Cassino con il massimo della forza e con la maggiore efficacia possibile dell'elemento sorpresa. L'attacco ebbe inizio, e qualche giorno dopo, l'altra parte del « doppio assalto » del Gen. Alexander - la 5a armata nella testa di ponte di Anzio - alla sua volta lanciò un proprio attacco nel momento in cui i tedeschi avevano ritirato forze per far fronte alla minaccia dell'8a armata nella vallata del Liri . Roma è stata liberata e gli eserciti alleati hanno avanzato su Firenze e si sono avvicinati all'altra grande linea difensiva tedesca, alla linea gotica che si estendeva da Pisa a Rimini e costituiva la più formidabile linea montana in Italia. Qui di nuovo i piani più vasti nel quadro europeo hanno reso necessario un nuovo raggruppamento di forze: divisioni francesi ed americane, con rifornimenti e trasporti hanno dovuto essere ritirate dall'Italia per le operazioni nella Francia meridionale. Alla loro volta il successo di queste ultime operazioni ha fornito agli eserciti del Gen. Eisenhower in occidente grande aiuto. Ciò nondimeno, di nuovo il raggruppamento delle forze è stato condotto in tutta la segretezza ed ha ottenuto successo. L'8a armata, spostata celermente attraverso la costa adriatica, è penetrata attraverso la linea gotica ed ancora, secondo un nuovo impiego della tattica del « doppio assalto» del Gen. Alexander, la 5a armata ha attaccato a nord di Firenze proprio quando i tedeschi avevano ritirato truppe dal settore centrale per far fronte all'attacco fanciato sulla costa.


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La fine della campagna es~iva, col sopraggiungere della pioggia e del fango e con il gonfiarsi dei torrenti già se'cchi, trova gli alleati che si avvicinano a Bologna. Ora si deve ricordare che in nt:::;sun momento gli alleati hanno avuto una leggera superiorità numerica. Contro la superiorità alleat~ in equipaggiamento e nell'aria deve essere calcolato il fatto che il terreno su cui gli alleati hanno dovuto combattere è il migliore possibile per la difesa, quindi il peggiore per l 'attacco. Gli eserciti del Gen. Alexander hanno combattuto senza posa dall'l l maggio contro un nemico testardo, abile nell'estricarsi da situazioni minacciose ed hanno ora raggiunto la fase in cui il ritmo della battaglia viene inevitabilmente ed inesorabilmente rallentato per l'arrivo dell'inverno. Non meno che gli elefanti di Annibale, i carri armati sono ostacolati dalla pioggia e dal fango. Non possiamo evitare di fatto che l'avanzata alleata sia rallentata, almeno che, per altre ragioni derivanti al nemico dal quadro piì1 ampio della situazione europea i tedeschi non si ritirino. Questa è la situazione degli eserciti in Italia. Il ritmo della lotta è rallentato. Questa diminuzione del ritmo per gli eserciti regolari porta parallelamente il rallentamento delle attività complementari combattenti del fronte della resistenza i quali hanno la loro parte nella campagna diretta a distruggere i tedeschi e a scacciarli fuori d'Italia. I patrioti, chiamati a fare il massimo sforzo nel momento dell'avanzata alleata, hanno risposto nobilmente, non hanno dato tregua ai tedeschi, hanno sabotato le loro comunicazioni, hanno combattuto battaglie in miniatura le quali si sono dimostrate di grande importanza nell'ostacolare i piani difensivi tedeschi, hanno compiuto atti individuali di valore ed inferto colpi che hanno meritato la lode del comandante in capo e del mondo. I patrioti d'Italia si sono levati in piedi, come hanno fatto i patrioti di tutta l'Europa per scacciare il nemico dal Paese. Ora essi hanno un altro nemico da affrontare, l'inverno. Sarà un inverno duro per i patrioti. La campagna estiva è finita. Essi si troveranno a mal partito per vettovagliamento e rifornimento, giacché l'inverno ha effetto non solo sulle risorse locali ma ostacola fortemente anche il lancio dei rifornimenti dall'aria. Le notti, in cui sarà possibile volare, saranno poche nei prossimi mesi, sebbene gli alleati faranno del loro meglio per far giungere rifornimenti. I gruppi più grandi non saranno in grado di operare cosl come hanno fatto nei mesi passati. La loro parola d'ordine per l'inverno è di stare in guardia, di stare in attesa e queste sono le istruzioni emanate dal Quartier Generale del Gen. Alexander. I patrioti terranno asciutte le munizioni e pronte le armi e saranno saggi se non affronteranno rischi non necessari. E' ovvio che coglieranno la opportunità di ogni bersaglio vantaggioso. Spie tedesche e fasciste, che rallenteranno la loro vigilanza, dovranno rimpiangere la mancanza di prudenza. Operazioni speciali, per le quali


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arriveranno istruzioni ai patrioti con altri mezzi oltre che con manifestini e con la radio di « Italia Combatte», continueranno ad essere condotte. Il servizio di informazione continuerà e saranno prese precauzioni contro le misure nemiche per la « terra bruciata ». La stagione estiva della lotta aperta dei patrioti è finita e la campagna invernale dell'attività celata, della preparazione dell'attesa sta cominciando. La prossima fase della campagna in Italia viene ora studiata e progettata ed è per essa che i patrioti non meno che gli eserciti si prepareranno. Quando il tempo verrà gli ordini saranno dati e la prossima fase avrà inizio ». Seguono le istruzioni dettagliate: « patrioti, la campagna estiva è finita ed ha inizio la campagna invernale. Il sopravvenire della pioggia e del fango inevitabilmente significa un rallentamento del ritmo della battaglia.

Quindi le istruzioni per i patrioti sono le seguenti: -

cesserete per il momento operazioni organizzate su larga scala;

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conserverete le vostre munizioni e vi terrete pronti per nuovi ordini; ascoltare il più possibile il programma « Italia Combatte » trasmesso da questo Quartier Generale in modo da essere al corrente di nuovi ordini o cambiamento di situazione;

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questo non significa che non approfitterete di opportunità che vi si presentino se il rischio non è troppo grande, di distruggere tedeschi e fascisti e sabotare a secondo delle istruzioni che avete già ricevuto;

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continuerete a raccogliere informazioni sui movimenti del nemico, sulle formazioni, possibili intenzioni, punti minati ecc. e ne informerete chi di dovere; queste istruzioni non hanno nulla a che fare con operazioni per cui alcuni di voi riceveranno istruzioni con altri mezzi.

La parola d'ordine è quindi: prepararsi ed attendere finché arrivi il momento del prossimo colpo. Ed infine i capi dei patrioti esprimeranno ai loro uomini le mie congratulazioni e la mia stima profonda per la loro cooperazione durante la campagna della scorsa estate».


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160 Allegato n. 4

TOP SECRET MEMORANDUM OF AGREEMENT BETWEEN THE SUPREME ALLIED COMMANDER MEDITERRANEAN THEATRE OF OPERATIONS AND THE COMMITTEE OF NATIONAL LIBERATION POR NORTHERN ITALY 1) The Supreme Allied Commander wishes the utmost military cooperation to be established and maintened among the elements which are active in the resistance movement. The CLNAI will establish and maintain such cooperation as will bring together all active elements in the resistance movement whether they belong to the CLNAI anti-fascist parties or to other anti-fascist organisations. 2) During the period of enemy occupation the Generai Command of the Volunteers of Liberty ( being the military command of the CLNAI) will, on behalf of the CLNAI, carry out all instructions of the Commanderin-Chief, AAI, acting under the authority of the Supreme Allied Commander, it is in generai the wish of the Supreme Allied Commander that particular care should be given to all measures which will safeguard the economie resources of the territory against scorching, demolitions and ¡ like depredation by the enemy. 3) The Military Head of the Generai Command of the Volunteers of Liberty ( being the military command of the CLNAI) must be an officer acceptable to the Commander-in-Chief, AAI, acting under the authority of the Supreme Allied Commander. 4) When the enemy withdraws from territory occupied by them the CLNAI will exercise its best endeavours to maintain law and arder and to continue the safeguarding of the economie resources of the country unti! such time ad Allied Military Government is established. Immediately upon the establishment of Allied Mili~ary Government, CLNAI will recognise Allied Military Government and will band over to that Government all authority and powers of loca! government and administration previously assumed. .As the enemy withdraws all components of the Genera! Command of the Volunteers of Liberty in liberated territory will come under direct command of the Commander-in-Chief, AAI, acting under the authority of the Supreme Allied Commander, and will obey any order issued by him or by Allied Military Government on his bâ‚Źha1f, including such orders to disband and surrender their arms, when required to do so.


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5) During the period of enemy oC:cupation in Northern I taly the utmost assistance will be given to the CLNAI in common with ali other anti-fascist organisation, to meet the needs of their members who are engaged in opposing the enemy in occupied .territory; a monthly contribution not exceeding 160 miJlion lire will bé made on· the authority of the Supreme Allied Commander to meet the expenses of the CLNAI and all other anti-fascist organisations. Subject to the general contro} of the Commander-in-Chief, AAI, acting under the authority of the Sup reme Allied Commander this sum will be apportioned to the following areas in the following ratio for the support of all anti-fascist organisation in those areas: -

Ligura 20 P iemonte 60 Lombardia 25 Emilia 20 Veneto 35

The above sum. and allocations will be subject to variation according to the requ~rements of the military situation: the maximum sum will be reduced proportionately as and when Provinces are liberated. 6) Allied Missions attached to the GLNAI, to the Generai Command of the Volunteers of Liberty, or to any of ·t heir components, will be consulted by them in all matters relating to armed resistance antiscorch and maintenance of order. Order issued by the Commander-inChief, AAI, under the authority ·of the Supreme Allied Commander and transmitted through the mission concerned will be carried out by CLNAI, the Generai Command of the Volunteers of Liberty and their components. Supreme Allied Commander Mediterranean theatre of operations / s/ Genera} H . Maitland Wilson

For the Commitee of National Liberation for Northern Italy / s/ /s/ /s/ /s/

Pietro Longhi Maurizio Mare E. Sogno


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162 -

Traduzione dell'avanti riportato test o originale redatto in lingua inglese

SEGRETISSIMO MEMORANDUM DELL'ACCORDO FRA I L COMANDO SUPREMO ALLEATO DEL TEATRO D'OPERAZIONI DEL MEDITERRANEO E IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE ALTA ITALIA

1 ) Il Comando Supremo Alleato desidera che venga stabilita e mantenuta la più fattiva collaborazione fra gli elementi attivi del movimento della resistenza. Il C.L.N.A.I. creerà e manterrà tale collaborazione unificando tutti gli elementi attivi del movimento di resistenza, sia che essi appartengano ai partiti anti-fascisti del C.L.N.A.I., sia che facciano parte di altre organizzazioni anci-fasciste. 2 ) Durante il periodo dell'occupazione nemica il Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà ( quale comando militare del C.L.N.A.I.) seguirà, in nome del C.L.N.A.I ., le istruzioni del comandante in capo, A.A.I., che agirà sotto la dipendenza del comandante supremo alleato. E' desiderio del comandante supremo alleato che, come norma generale, sia data particolare importanza all'emanazione di tutte le misure atte a salvaguardare il patrimonio economico del territorio dal sabotaggio, dalle demolizioni e da ogni sorta di ruberia da parte del nemico. 3) Il capo militare del comando generale C.V.L. (quale comando militare del C.L.N.A.I.) deve essere un ufficiale gradito al comandante in capo, A.A.I., il quale agisce sotto l'autorità del comandante supremo alleato. 4) All'atto della ritirata del nemico dal territorio da esso occupato

il C.L.N.A.I . prodigherà ogni sforzo possibile per il mantenimento della legge e dell'ordine e per la continua salvaguardia delle risorse economiche del paese fino a quando sarà insediato il Governo militare alleato. I mmediatamente dopo l'insediamento deU'A.M.G., il C.L.N.A.I. riconoscerà il Governo alleato e depositerà nelle mani di detto Governo tutta l'autorità e il potere del governo e dell'amministrazione locale precedentemente assunta. All'atto della ritirata nemica il comando generale CVL in territorio liberato passerà sotto il diretto comando del comandante in capo, A.A.I., che agisce sotto l'autorità del comandante supremo alleato, e obbedirà a tutti gli ordini impartiti da lui e, in suo nome, dall'A.M.G ., inclusi ordini che· portino alla smobilitazione e al disarmo quando ciò venisse richiesto.


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163 -

5) Durante il periodo di occupazione nemica dell'Italia settentrionale la massima assistenza verrà corrisposta al C.L.N.A.I. e alle altre organizzazioni anti-fasciste, per venire incontro ai bisogni dei loro membri impegnati nell'opporsi al nemico in territorio occupato; una contribuzione mensile non sorpassante i 160 milioni di lire sarà assegnata d'autorità dal comandante supremo alleato per venire incontro alle spese del C.L.N.A.I. e delle altre organizzazioni anti-fasciste. Sotto il controllo generale del comandante in capo, A.A.I., che agisce sotto l'autorità del comandante supremo alleato, questa somma sarà spartita proporzionalmente fra le seguenti regioni, nel modo sotto indicato, nell'intento di dare l'aiuto necessario alle organizzazioni antifasciste delle regioni stesse: Liguria 20 Piemonte 60 Lombardia 25 Emilia 20 Veneto 35 La somma di cui sopra e la sua spartizione sarà soggetta a cambiamenti a seconda delle necessità della situazione militare: il massimo della somma stessa verrà proporzionalmente ridotto colla progressiva liberazione delle provincie. 6) Le missioni alleate accreditate presso il C.L.N.A.I. e presso il comando generale C.V.L., o presso qualsiasi sua formazione, saranno consultate su qualsiasi materia riferentesi alla resistenza armata, all'azione antisabotaggio e al mantenimento dell'ordine. Gli ordini emanati dal comandante in capo, A.A.I., sotto l'autorità del comandante supremo alleato, e trasmessi attraverso le missioni interessate, saranno eseguiti dal C.L.N.A.I., dal comando generale del C.V .L. e dai loro dipendenti. Comando Supremo Alleato del teatro d'operazioni del Mediterraneo F.to Gen. H. Maitland Wilson

Per il C.L.N.A.I. F.to F.to F.to F.to

Pietro Longhi Maurizio Mare E. Sogno


164 Allegato n. 5

TOP SECRET CLASSIFIED TOP SECRET BY AUTHORITY OP CH IEF COMMISSIONER; AC

T ranslation The President of the Council of Ministers Dear Admiral, .

Here is the declaration signed by me and by Sig. Mare, representing the Comitato di Liberazione Alta Italia ( Committee of Liberation for North Italy) . The document, of which I have a signed copy, may remain with the Allied Command. Cordially ( signed) I vanoe Bonomi Trans - Sgt. Shenfield/lws

TOP SECRET CLASSIFIED TOP SECRET BY AUTHORITY OF CHIEF COMMISSIONER, AC

T ranslation

Rome, december 1944 The Italian Government recognises the Committee of National Liberation for Northern Italy ( C.L.N.A.I.) as the organ of the anti-fascist parties in the territory occupied by the enemy. The Italian Government designates the C.L.N.A.I. as its representative in the struggle that the patriots have undertaken against the Fascist and Germans in that part of Italy not yet liberated.


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165 -

The C.L.N.A.I. agrees to act towards this end as the delegate of the Italian Government, which is recognized by the Allied Governments as the successor of the government which signed the Armistice Terms and is the sole legitimate authority in that part of Italy which has already been or will later on be restored to the Italian Government by the Allied Military Government. THE ITALIAN GOVERNMENT ( signed) I vanoe Bonomi THE COMMITEE OF NATIONAL LIBERATION FOR NORTH ITALY ( signed ) Mare Trans - LWS/lws

TOP SECRET

Traduzione degli avanti riportati testi originali redatti zn lingua inglese

SEGRETISSIMO CLASSIFICATO SEGRETISSIMO DALL'AUTORITA' DEL COMMISSARIO CAPO A.C. Traduzione

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Caro Ammiraglio, Le invio l'acclusa dichiarazione firmata da me e dal Sig. Mare, rappresentante del C.L.N.A.I. Il documento, di cui ho una copia autentica, può rimanere presso il Comando Alleato. Cordialmente ( F. to) I vanoe Bonomi Traduttore - Serg. Shenfieid/lws


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166 -

S~GRETISSIMO CLASSIFICATO SEGRETISSIMO DALL'AUTORITA' DEL COMMISSARIO CAPO A.C.

Traduzione Presidenza del Consiglio dei Ministri Roma, dicembre 1944 Il Governo italiano riconosce il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia ( C.L.N.A.I.) come organo dei partiti antifascisti nel territorio occupato dal nemico. Il Governo italiano designa il C.L.N.A.I. come suo rappresentante nella lotta che i patrioti hanno intrapresa contro fascisti e tedeschi nell'Italia non liberata. Il C.L.N.A.I. accetta di agire in questo senso quale delegato del Governo italiano, il quale è riconosciuto dai governi alleati quale successore del Governo che ha firmato il patto d'Armistizio, e che è la sola legittima autorità in quella parte d'Italia che è già stata passata o passerà ben presto dall'amministrazione dell'AMG al Governo italiano. IL GOVERNO ITALIANO (F.to) lvanoe Bonomi I L C.L.N .A.I. (F.to) Mare Traduz.: LWS/lws

SEGRETISSIMO




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167 Allegato n. 11

I RIFORNIMENTI DEL BLOCCO TIPO A a) Tipo A

b) Tipo B e) Tipo C

d) Tipo D e) Tipo E

f) Tipo R g) Tipo S

TIP O

«A»

Involucri metallici 6 4 2 2 1

con 54 pistole mitragliatrici « Sten » e munizioni. con 280 libbre di esplosivo e 56 razioni di viveri. con materiali incendiari. con materiali vari per sabotaggio ( incendivi, miccie, cariche, ecc.) e 72 bombe a mano tipo << 36 >>. con 108 bombe a mano tipo « 36 ».

15

Pacchi -

2 2 2

con 160 bombe a mano tipo « 82 ». con 20 paia di scarpe. con vestiario per 20 uomini.

6

TIP O

«B»

Involucri metallici -

13

-

2

con 117 pistole mitragliatrici « Sten » e munizioni. con 4 mitragliatrici « Breda » calibro 8.

15

Pacchi -

5 con 180 bombe a mano tipo « 36 >>.

-

1

6

con contenuto speciale ( viveri di conforto, medicinali, ecc. ).


-

168

TIP O

«C»

Involucri metallici 7 1 2

1 1 1

1 1

con 63 pistole mitragliatrici « Sten » e munizioni. con materiali incendiari. con 140 libbre di esplosivo. con 50 libbre di esplosivo e 14 razioni viveri. con 42 razioni viveri. cQn materiali vari per sabotaggio (incendivi, miccie, cariche, ecc.) e 72 bombe a mano tipo « 36 ». con materiali vari per sabotaggio ( incendivi, miccie, cariche, ecc.). con 108 bombe a mano tipo « 36 ».

15

Pacchi con 2 con 1 con 1 con

2

72 bombe a mano. 20 paia di scarpe. vestiario per 1O uomini e munizioni cal. 8. medicinali vari.

6

TIP O

«D»

Involucri metallici -

13 2

con 117 pistole mitragliatrici « Sten con 4 mitragliatrici « Breda ».

}>

e munizioni.

15

Pacchi 6

con 216 bombe a mano tipo « 36 ».

5 con 70 razioni viveri. 1 6 6

con contenuto speciale ( pistole, ecc.). con 12.000 colpi calibro 8. con 6.000 colpi calibro 6,5.

24

TIP O

«E»

In volucri metallici 7 con 63 pistole mitragliatrici « Sten » e munizioni. 1 con materiali incendiari. 2 con 140 libbre di esplosivo. 1 con 47 libbre di esplosivo e 14 razioni viveri. 1 con 42 razioni viveri. 1 con materiali vari per sabotaggio ( incendivi, miccie, cariche, ecc.)·


1

1

169 -

con materiali vari per sabotaggio ( incendivi, miccie, cariche, ecc.) e 72 bombe a mano tipo « 36 ». con 108 bombe a mano tipo « 36 ».

15

Pacchi 5 con 400 bombe a mano tipo « 82 ». 2 con 20 paia di scarpe 2 con vestiario per 20 uomini. 5 con 70 razioni viveri. 1 speciale con viveri di conforto, medicinali, ecc. 6 con 12.000 colpi calibro 8. 3 con 108 bombe a mano tipo « 36 ». 24

TIP O «R» Involucri metallici 3 con 27 pistole mitragliatrici « Sten » e munizioni. 2 con 140 libbre di esplosivo. 1 con materiali vari per sabotaggio ( incendivi, miccie, cariche, ecc.). 6

Pacchi 4 3 3 6 6 8

con .320 bombe a mano tipo << 82 ». con 30 paia di scarpe. con 42 razioni viveri. con 18 pistole mitragliatrici « Sten » e munizioni·. con 216 bombe a mano tipo « 36 ». con 16.000 colpi cal. 8.

30

TIP O «S» Pacchi 7 5 6 8 2 9 3 5 45

con con con con con con con con

560 bombe a mano tipo << 82 ». 70 razioni viveri. 12.000 cartucce ca!.. 8. 288 bombe a mano tipo « 36 ». 20 paia di scarpe. 27 pistole mitragliatrici « Sten » e munizioni. 3 mitragliatrici « Bren ». 6.500 cartucce per fucile ca!. 6,5.


-

170 Allegato n. 12

I RIFORNIMENTI DEL BLOCCO TIPO A* a) Tipo A 1• b) Tipo B* e) Tipo C" d) Tipo D"· e) Tipo E* f) Tipo F* . g) Tipo G'~ h) Tipo Standard I i) Tipo Standard II k) Tipo Standard armi leggere l) Tipo Standard esplosivi m) Tipo Standard armi pesanti

TIP O

«A~·»

Pacchi 2

con mitragliatrici leggere « Bren » (Breda).

3

con mitra

3

con fucili cal. 6 ,5 .

<<

Sten >>.

4 .con alto esplosivo plastico. 5

con vettovaglie ( S.F. ) .

2

con materiale incendiario (S.F.).

9

con granate 36.

2

con mine Mk V.

1

con fumogeni.

3

con munizioni per mitragl. leggere

2

con munizioni cal. 9.

1

con munizioni per fucile cal. 6,5.

~ ·. , 1

pacco speciale.

·. conguaglio peso 38

razioni standard.


-

171 -

Pacchi 12 con alto esplosivo. con vettovaglie. 6 con bombe cave. 3 con materiale incendiario. 5 con mine Mk V. 3 con bombe adesive. conguaglio peso = granate 36.

6

35

TIP O

«C'f»

Pacchi con mitragliatrici « Breda ». con mitragl. leggere « Bren >> (Breda) con fucili <:al. 6,5. 1 con P.I.A.T. 6 con bombe per P.I.A.T. 4 con mine Mk V. 6 con munizioni per mitagliatrice leggera. 7 con munizioni per mitragliatrice pesante. 1 con munizioni per fucile cal. 6,5. conguaglio peso granate 36 .

2

4 2

=

33

TIP O Pacchi 8 con divise militari. 3 con camicie. 4 con mutande. 3 · con scarponi. 1 con calze. 8 con coperte. 2 con zucchero. 2 con maglioni. 4 con riso. 8 con farina. 2 con mistura di caffè. 10 con razioni standard. 2 con fumogeni. 1 con materiale per riparazioni. conguaglio peso granate 36.

=

58

<<D'~»


-

172 -

TIP O

«E'~»

Involucri metallici 2 con mitragliatrici leggere « Bren » (Breda). 2 · con mitra « Sten » . 3 con fucili cal. 6,5 . 4 con alto esplosivo plastico. 2 con vettovaglie. 1 pacco speciale. 1 con materiale incendiario.

15

Pacchi 4 con mine Mk V. 2 con munizioni per mitragliatrice leggera. 1 con munizioni cal. 9. 1 con munizioni per fucile cal. 6,5. 8 con granate 36. 1 con fumogeni. conguaglio peso = razioni standard. 17

TIP O Involucri metallici 6 3 3 3

con con con con

alto esplosivo plastico. vettovaglie. materiale incendiario. mine Mk V.

15

Pacchi 6 con bombe cave. 4 con bombe adesive. conguaglio peso = granate 36. 10

«F*»


-

173 -

TIP O · <<G''>> Involucri metallici 2

con mitragliatrici pesanti «Breda».

4

con mitragliatrici leggere « Bren » (Breda).

4 con P.I.A.T . e bombe. 3

con fucili cal. 6 ,5.

2

con mine Mk V.

15 Pacchi

6

con munizioni per mitragliatrice pesante.

4

con munizioni per mitragliatrice leggera.

2

con munizioni per fucile cal. 6 ,5.

conguaglio peso

= granate

36.

12

.TIP O

ww

~

3 containers » 3

«STANDARD I»

Breda modello 37 o 38 munizioni cal. 8

6

»

-

munizioni cal. 6,5

FA

6

»

-

farina

FB

6

»

-

!ISO

FC FD

6

»

-

carne disseccata

6

»

-

legumi essiccati

FE

6

»

-

tè, zucchero, latte

FF

6

»

-

grassi, olio da cucina

FG FH

6

»

6

»

-

sale pacchi di razioni

FI

6

»

-

droghe (?)

FJ

6

»

-

carne P.

FK

6

»

-

divise militari.

wx


TI PO

WD WE WF

6 containers » 6 » 6 » 6 » 6 >> 6

WG

6

»

WH

6

>>

WI

6

»

WJ

6

»

WJK

6

»

WL WM WN

6 6 6 6 6

»

WA WB

wc

wo WP WR

ws WT

wu WY

>>

» » »

6

»

6 6

»

6 6

» »

)>

-

174 «STANDARD II»

fucili cal. 6,5 mitragl. leggera Bren (303) mitra « Sten» ( 9 mm.) munizioni per mitragliatrice leggera munizioni 7 ,62 mm. munizioni 6,5 mm. di vettovaglie di alto esplosivo di P.I.A.T. e bombe di bombe per P.I.A.T. bombe per P.I.A.T.

g ~;

~ 1 mortaio « 3 » 5 di bombe per mortai « 3 »

-

~ 2 mortai « 2 » 4 di bombe per mortai « 2 » bombe per mortaio 81 mm. mine anticarro Mk II granate 36 fucili anticarro « Boyes )> fucili cal. 303 munizioni anticarro cal. 55 munizioni 9 mm. parabellum bombe per mortaio << 3 » bombe per mortaio « 2 )> Poi. (? ).

«STANDARD ARMI LEGGERE»

T !PO

Pacchi 4 6

-

KBs con K~s con 5 KBs con 2 KBs con 7 KBs con 2 KBs con 3 cassette con 3 KBs con 3 KBs con conguaglio peso 35

32 fucili cal. 6,5 6 mitragl. leggere << Bren » 7 .500 colpi per mitl:agl. leggera 6,5 3 .000 colpi per fucile 6,5 10.500 colpi per « 303 » 7 .000 colpi ca!. 9 108 granate « 36 » 15 mine anticarro 15 scarponi viveri e vestiario.

=




TIP O

175 -

«STANDARD ESPLOSIVI»

Pacchi -

con Kg. 1.600 alto esplosivo plastico

16

zaini

12

cassette con vettovaglie

10

KBs

con 50 mine anticarro

5

cassette con 180 granate « 36 »

1

KBs

con 15 scarponi

conguaglio

= viveri e

vestiario.

44

TIP O

«STANDARD ARMI PESANTI»

Pacchi 1

cesto

con 1 mitragl. pesante « Breda »

2

BFC

con 4 P.I.A.T.S.

1

scatola

con 1 mortaio « 3 »

7

KBs

con 10.500 colpi cal. 8

scatole

con 102 bombe per mortaio

17 6

cassette con 84 bombe per P.I.A.T.

1

KBs

conguaglio

35

con scarponi

=

viveri e vestiario.


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176 Allegat0 n. 15

SEGRETISSIMO Comando avanzato degli eserciti alleati in Italia OGGETTO: Operazione «Albergo».

lì, 27 luglio 1944 AI Comandante il 185° Battaglione paracadutisti «Nembo» 1) Queste direttive sono state emanate a modifica e completamento delle direttive di questo comando allo stesso oggetto in data 27 luglio 1944. 2) Si è dimostrato impossibile scegliere un campo di lancio nella zona di Val Taro, perciò il vostro Btg. sarà lanciato in una zona ad est della rotabile Reggio Emilia-Spezia scelta dal comando della n. 1 Special Force in accordo con voi.

3) Atterrando voi prenderete immediato contatto . col maggiore «X)) che è l'ufficiale di collegamento di questo comando con i patrlotl della zona nella quale verrete la.nciato. La vostra missione è di sostenere l'attività dei patrioti organizzati dal maggiore « X » con il vostro numero e la vostra azione di fuoco e dando loro un appoggio morale. 4) In genere, il compito dei patrioti che voi appoggerete col vostro btg. è di causare il massimo disturbo al nemico nella zona a nordest di Spezia ed in particolare di impedire o quanto meno di ritardare il movimento su tutte le strade e di sabotare le comunicazioni. 5) In seguito,quando avanzeranno gli eserciti alleati voi opererete secondo le istruzioni al fine di: a) impedire la ritirata nemica sulle strade che da Pistoia e Lucca vanno verso nord; b) · se a) è impossibile, affrettare la ritirata del nemico in modo che ad esso sia impossibile portare a termine il suo completo programma di distruzioni.

6) Voi .vi atterrete a queste istruzioni o agli ordini emanati di volta in volta per radio da questo comando e non riceverete ordini da nessun altro ufficiale italiano a voi superiore che potrete incontrare dietro le linee. Se foste impossibilitato ad esercitare il comando lo passerete al vostro ufficiale più prossimo' di grado. IL TENENTE GENERALE CAPO DEL QUARTIER GENERALE ( F.to) Illeggibile


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177 SEGRETISSIMO

n,

27 luglio 1944

ORDINE D'OPERAZIONE N. 1 AL 185° BATTAGLIONE PARACADUTISTI «NEMBO» (Vedere carta Italia: 1:100.000 f.83-84 -85-86-95-96-97) 1) NOTIZIE SUL NEMICO: vedere appendice «A» 2) NOTIZIE NOSTRE TRUPPE:

a) Truppe regolari alleate Elementi avanzanti degli eserciti a.lleati in Italia il 24 luglio 1944 hanno raggiunto la linea approssimativa Pisa-12 miglia sud Firenze. Ad eccezione dei Ps/W alleati non vi sono truppe regolari alleate nel territorio controllato dai patrioti. b) Truppe patriote

1) le forze ·patriote armate da questo comando ed agli ordini del maggiore « X » controllano completamente la zona compresa tra la Statale n. 63 e la rotabile Lugo (f. 86 - 3343) - Pella (f. 86 - 2121); 2) i contatti col maggiore « X >> e con le altre unità patriote operanti nella zona sono mantenuti da 4 app arecchi radio; 3 ) il comando del maggiore « X » è nella zona di Villaminozzo (f. 86 - 1836); 4) oltre alla zona ( 1) le seguenti zone sono pure controllate dai patrioti: - zona di miglia 5x10 ad ovest della statale n. 63; - zona di 10 miglia di raggio attorno a Bedonia. 5) le forze patriote sotto il comando del maggiore « X » ammontano ad un totale di 5.000 uomini con armi leggere, organizzate in un gruppo « Garibaldi » su due divisioni « Modena » e una divisione « Emilia »; 6) la notte sul 27 luglio un gruppo di 1O persone verrà inviato al maggiore « X » allo scopo di preparare la ricezione del 185° btg. Il gruppo sarà formato da: - 1 ufficiale del 185° btg. «Nembo»; - 4 ufficiali inglesi; - 1 r.t. inglese; - 4 r.t. italiani. Il capitano « Y » comanderà il gruppo.


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178 -

7) cenno sulla situazione della zona di Spezia al 24 luglio 1944 è riportato nell'allegato l. 3)

TERRENO

a) La zona in cui opererà il btg. è adatta alla guerriglia. Essa è limitata dalle due importanti strade Reggio-Spezia e Modena-Lucca che il nemico cerca di mantenere libere. Solo con armi leggere a loro disposizione i patrioti sono stati in grado di impedire vaste zone al nemico. Con l'aumento della potenza di fuoco e con l'addestramento delle truppe del 185° btg . sarà possibile estendere le zone controllate dai patrioti e prendere possesso delle strade principali oltre che dei valichi montani.

b) Importanza tattica del territorio. Le forze patriote a cavallo delle linee di comunicazione nemiche sull'appennino sono parte integrante delle operazioni militari che saranno compiute dagli alleati nell 'immediato futuro. Le forze nemiche a sud del Po sono impedite, a tergo, dalla distruzione di tutti i ponti sullo stesso fiume Po. Gli elementi avanzanti nemici sono impegnati dagli eserciti alleati fra Livorno ed Ancona. La zona montuosa tra il Po e gli eserciti alleati assume grande importanza per il nemico in quanto esso deve cercare: 1) di mantenere sgombre le sue linee di comunicazione per il trasporto del materiale ai reparti avanzati;

2 ) di predisporre una ritirata a nord verso il Po o ad ovest verso la Liguria nella eventualità di una sconfitta sul fronte italiano. 4)

COMPITI

Il 185° btg. « Nembo » opererà con i patrioti nella zona di Spezia per condurre la guerriglia contro il nemico. 5)

MODALIT A'

Arrivo a terra a) il 185° btg. sarà lanciato nell operazione «Albergo» con ricezione a terra a cura degli ufficiali di collegamento inglesi e dei patrioti italiani nel punto 260295 del foglio 97; b) il 185° btg. usufruirà di 42 apparecchi del 62° gruppo all'aerodromo di Brindisi alle ore 11 ( ora locale) del 1° agosto 1944 od alla stessa ora e luogo nella prima giornata favorevole dopo tale data;


179 e) il numero degli uomini e l'equipaggiamento trasportati da ciascun apparecchio è indicato nell'appendice « B » (omessa); d) l'equipaggiamento aggiuntivo sarà trasportato da 12 apparecchi tipo« Halifax » del 334° stormo come indicato nell'appendice« C >> (omessa), e verrà aviolanciato sul campo del maggiore << X » prima del 1° agosto 1944. Colà il materiale sarà custodito in attesa dell'arrivo del 185° btg; e) gli apparecchi del 62° gruppo decolleranno da Brindisi alle ore 12 del 1° agosto 1944 ed atterreranno a Roma all'aerodromo di Gallera;

f) tutti gli aeroplani giunti al campo di Gallera partiranno nuovamente al crepuscolo del 1° agosto 1944 e si dirigeranno al punto di cui al paragrafo 5) a) ; g) il sistema di luci per la ricezione è precisato nell'appendice « D ». Gli aerei voleranno sul punto esatto a 15" di intervallo ed ogni aereo effettuerà un solo passaggio sul campo;

h) appena toccata terra il campo sarà sgombrato dagli uomini e dai colli il più rapidamente possibile per evitare pericolo alle squadre che seguono. 6)

PRESCRIZIONI ALL'ARRIVO A TERRA

a) il 185° btg. si organizzerà immediatamente ed il comandante si metterà subito a disposizione del maggiore « X » che sarà a riceverlo. Il maggiore « X» è il diretto rappresentante del A.A.I., attraverso questo comando, nella zona di Spezia; b) il comandante del 185° btg. riceverà una copia della « Direttiva n. 2 » del maggiore «X>>, esemplare ddla quale è l'appendice << E» ; e) i successivi compiti del btg. saranno determinati dal maggiore X » e dal comandante del btg. secondo la « Direttiva n. 2 >> e secondo ogni altro ordine comunicato per radio al maggiore « X » da questo comando. ~<

7)

PREDISPOSIZIONI PER LA RICEZIONE

Copia di tutti i messaggi radio da e per il maggiore « X » aventi per oggetto l'aviolancio del btg. sono riportati nell'appendice « F ». 8)

AMMINISTRAZIONE a) . Per l'operazione «Albergo»

1) Un campo di bivacco ( senza tende) è già stato predisposto all'aerodromo di Gallera dove cibi caldi saranno serviti all'arrivo e prima della partenza;


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180 -

2) una lista aggiornata dell'equipaggiamento unitario che verrà lanciato è riportata nell'appendice « G »; 3) una lista aggiornata dell'equipaggiamento non unitario che verrà lanciato è riportata nell'appendice « H »; 4) tutto il materiale per l'imballo che potrà essere utile sarà raccolto il 23 luglio 1944.

b) Mezzi di sussistenza al campo 1) saranno trasportati a cura di questo comando secondo accordi a mezzo radio presi col maggiore « X »; 2) in generale il 185° btg. riceverà solo materiale bellico da questo comando e vivrà sulle risorse del territorio. Ciò nonostante un carico completo di viveri sarà lanciato nella zona prima del 1° agosto 1944 e sarà accantonato per l'arrivo del 185'° btg. Il rifornimento sarà sufficiente per 500 uomini per la durata di una settimana. 9)

COLLEGAMENTI a) Per radio

Il capitano « Y » del regio corpo collegamenti che sarà lanciato· col gruppo avanzato risponderà di tutti i collegamenti nella zona del maggiore « X ». Egli ( << Y ») predisporrà il collegamento tra il btg. e questo comando o in modo indipendente o attraverso la rete del maggiore « X » secondo la situazione e le disponibilità dei mezzi all'arrivo. Il capitano « Y » curerà anche i collegamenti interni nel campo se questi si renderanno necessari.

b) A mezzo radio Londra o radio Bari Mezzi speciali saranno lanciati sul campo nel caso si rendesse necessario emettere segnali acustici o messaggi speciali da trasmettere su radio Londra o radio Bari. c)

A mezzo portaordini

Il 185° btg. potrà mandare staffette attraverso le linee le quali raggiungeranno i reparti alleati. Giungendo agli avamposti esse dovranno chiedere di essere portate al più vicino posto di Polizia militare ( F.S.S. = Sezione Sicurezza Campale). La parola d'ordine che esse daranno all'F.S.S. sarà « Cerco il maggiore biondo ». d). A mezzo colombi viaggiatori

Gabbie con piccioni verranno, se richieste, lanciate sul campo dopo l'arrivo del battaglione.


-

181 APPENDICE «A>>

NOTIZIE SUL NEMICO (vedi f. 83-84-85-86-95-96-97) a) Truppe tedesche 1) Forze tedesche sono state segnalate nelle seguenti località della zona dai patrioti:

stello: 3.000

Fivizzano: 3 .000 uomini Berceto: imprecisato Pontremoli : poche Aulla: grande numero a Pievelosciana Ferriere: 2.000 uomini Borzonasca: 3-400 uomini Castelnuovo (Magra) : 500 uomm1 lungo le strade secondarie tra Castelnuovo Garfagnana e Cauomini.

Il numero approssimativo delle truppe tedesche nella zona del maggiore «X» a nord-est di Spezia è di 12.000 uomini. 2) la 135• brigata costiera formata dal 905°, 906°, 907° btg. è dislocata lungo la costa tra Spezia e Chiavari. Essa (brigata) probabilmente comprende alcuni btg. costieri italiani. La sua forza complessiva è calcolata a 8.000 uomini; 3) formazioni nemiche che probabilmente tenterebbero di ritirarsi attraverso la zona dei patrioti:

-

15• divisione « SS »; 26" divisione « Panzer Granadieren »; 65" divisione fanteria.

b) Truppe fasciste Le sole truppe fasciste nella zona, oltre quelle menzionate nell' a) 1) sono 2 .000 « SS » a Maranello ( sud Modena) . Le ultime notizie su queste forze risalgono ad un mese fa.

INTENZIONI DEI TEDESCHI Secondo il maggiore « X » i tedeschi intenderebbero ritirarsi lungo la strada secondaria che da Lucca va a Castelnuovo Garfagnana ( 1208) e di quì: a) sulla rotabile per Gassano e poi sulla Statale n. 63 Reggio Emilia;


-

182 -

b) al P asso delle Radici (1919 ) e Pievepelago ( 2918 ) e poi sulla Statale n. 12 a Modena. I tedeschi utilizzeranno probabilmente queste linee di ritirata a preferenza delle strade costiere che sono molto esposte ad attacchi aerei.

APPENDICE

«

Le segnalazioni luminose nella zona di lancio saranno le seguenti: del vento. -

un minimo di 4 fuochi indicanti i limiti del campo; sei fuochi in linea lungo l'asse del campo indicanti la direzione Il primo e l'ultimo fuoco indicano gli estremi del campo; gli uomini saranno lanciati a partire dal primo fuoco; una luce trasme tterà le lettere << V J » come Vittorio e Johnny.

APPENDICE «E» COPIA DELLA « DIRETTIVA N. 2 >> AL MAGGIORE « X » RADIOTRASMESSA IL 27 LÙGLIO 1944

Premessa Come risultato della progressiva organizzazione nella vostra zona e dell'imminente arrivo dell'operazione « Albergo», segue la << Direttiva n. 2 » che annulla ogni precedente disposizione.

Compito I: Ricevere il btg. e organizzarsi nella zona di lancio.

Compito II: Compiere tutti gli attacchi che sono possibili contro i trasporti tedeschi, i presidi, i punti vitali e le linee di comunicazione senza venire coinvolti in una battaglia campale.

Compito III: Organizzare grossi gruppi patrioti nell'orbita del btg. da impiegare in forze ( se possibile apertamente) contro il nemico quando questo comincia a ritirarsi.


-

183 -

Compito generico:

Mantenere in ogni caso saldamente la base e salvaguardare i mezzi radio . . Ulteriori ordini saranno radiotrasmessi secondo quanto richiesto dalla situazione militare.

ASSICURARE APPENDICE « F » TESTO SOlyIMARIO DEI MESSAGGI RADIO AVENTI PER .OGGETTO L'AVIOLANCIO E LA RICEZIONE DEL 185° BATTAGLIONE PARACADUTISTI «NEMBO» 1.5 luglio in partenza -

Il Battaglione « Nembo » ha completato la sua preparazione. a) Potete ricevere il battaglione? b) quando può essere lanciato? c) che e'tfetto avrebbe l'operazione sui patrioti del luogo? Il btg. arriverebbe al completo con viveri e materiali.

18 luglio in arrivo

-

Il progetto del Btg. Parac. è eccellente, purché: a) il lancio sia fatto di notte; b) sia inviato il massimo di rifornimenti. E ' possibile predisporre la ricezione notturna a Prata di Sara ( 193303} . Sono richiesti gH «Eureka».

21 luglio in partenza -

Direttive ·dell'operazione: a) gruppo avanzato con ufficiali inglesi la notte del 27 luglio coi dettagli sull'operazione; b) il grosso degli uomini la notte sul 2 agosto; c) particolari sul trasporto nei 42 apparecchi; d) sistemi di segnalazione.

21 luglio in partenza -

Chiamare « Barr }> la località Prata di Sara. Si richiedono particolari sulla ricezione per l'invio del gruppo avanzato.

22 luglio i~ partenza -

I materiali e le armi pesanti saranno aviolanciati prima del battaglione. Particolari intorno al gruppo avanzato.


22 luglio in arrivo

184 -

-

La località Prata di Sara non è utilizzabile. Sostituita con Frassinoro ( 260295). Questo campo verrà chiamato « Barr ». Particolari sulle segnalazioni luminose.

23 luglio in partenza -

Prata di Sara non è utilizzabile per il gruppQ avanzato o per l'intero battaglione?

23 luglio in arrivo

Prata di Sara non è utilizzabile per l'intero battaglione.

24 luglio in arrivo

Richiesta di provvigioni da inviare col gruppo avanzato.

24 luglio in arrivo

Conferma data di arrivo del gruppo avanzato.

24 luglio in arr~o

-

Conferma che « Barr » (Frassinoro) sarà usato sia per il· battaglione che per il materiale.

25 luglio in partenza -

Nomi del personale e particolari sui materiali del gruppo avanzato.

25 luglio in partenza -

Conferma che il gruppo avanzato arriverà il 26-27 luglio.

25 luglio in arrivo

-

I materiali del battaglione devono essere lanciati su « Lutley » e « Loxton ». Notificare l'arrivo.

26 luglio in partenza -

Conferma finale dell'invio del gruppo avanzato e prevedibile ora di arrivo sul campo.

« Lamerton »,


-

185 -

ALLEGATO N. 16 MORTI IN COMBATTIMENTO O PER ALTRE CAUSE (1). N.

Cognome e nome

ord.

1

2 3 4

5 6 7 8 9

10 11 12 13

14 15 16 17

18 19

20 21

22

Notizie

Civile Baldelli Goffredo 1° avi ere motorista Battaglia Fran-

caduto in combattimento

cesco

fucilato dai tedeschi fucilato dai tedeschi

S. Ten. art. cpl. Bellegrandi Nino Asp. all. uff. R. A. Calleri di Sala Alberto · Sottocapo r.t. Cingolani Marcello

fucilato dai tedeschi caduto per incidente in terri torio occupato Paracadutista Dc Piaz Enzo caduto in combattimento Paracadutista Di Matteo Giuseppe caduto per incidente di lancio Capo r.t. 3• cl. Fabbrucci Alvaro caduto in combattimen to Serg. magg. parac. Faggiano Pompilio fucilato dai tedeschi Maggiore Ftr. (a) cpl. Ferrazza Antonio caduto per incidente di lancio Civile Gen tile Francesco caduto in combattimento Aviere scelto Gentili Tito fucilato dai tedeschi Ard ito Guerra Valentino fucilato dai tedeschi All. uff. spc. Lazzari Italo caduto nella lotta partigiana Civile Leoni Giovanni caduto in combattimento Civile Liva Alfredo caduco in combarrimento Paracadutista P aiano Ernesto fucilato dai tedeschi Ardito Scapecchi Enrico caduto in combattimento Geniere r.t. Spolet tini Lucio caduto in combattimento Aviere Buono Manlio caduto IO combattimento Civile Marangoni Guido cadu to in combattimento Marò r.t. Negri Gaetano caduto IO combattimento

( 1) Dati riferiti a fine aprile 1945.

RICOMPENSE AL VALOR MILITARE Medaglia d'oro

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Medaglia d'argento

Medaglia di bronzo

Croce di guerra

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ALLEGATO N. 17 SUL CAMPO ».

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16

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5


ERRATA CORRIGE ERRATA

CORRIGE

Pag. 105, dalla riga 26 in avanti: 75.250

75,250

148.800

148,800

185.150

185,150

84.250

84,250

82.800

82,800

31.700

31,700

163.100

163,100

172.250

172,250

101.000

101,000

221.500

221,500

255.300

255,300

338.550

338,550

1.958.650

1.958,650 Pag. 108 e 109, seconda riga:

tonnell. nette

kilogrammi


INDICE

DEL

TESTO

Pag.

5

Parte I Origini e sviluppo del movimento di resistenza e di liberazione

»

9

Cpt. I razione

»

11

» » »

11 12 14

» »

16 17

» »

20 22

»

24

»

25

» »

30

» » »

31 · 32 33

»

38

» » » »

39 41 41 42 43

Presentazione

Il movimento di resistenza e di libe-

Origini Primi aspetti del « movimento di resistenza » Il movimento come è visto nell'I talia liberata Primi aiuti Evoluzione politica e sviluppo del movimento Il pensiero degli alleati sul movimento di resistenza e quello del Comando Supremo Italiano La reazione nazifascita Il Comitato di Liberazione Nazionale e il movimento di resistenza Potenziamento del movimento in vista delle operazioni di primavera Situazione alla vigilia dell'offensiva alleata Liberazione di Roma C.L.N.A.I . e C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà) Missione del Generale Cadorna Operazioni dell'estate (giugno-ottobre 1944 ) Previdenze in vista della stasi invernale Il problema dei rifornimenti m vista della nuova situazione . Il messaggio del Generale Alexander e le reazioni Invio di missioni costruttive . Delegazione del C.L.N.A.I. nell'Italia liberata Il Comandante del C.V.L.

»

28


Antisabotaggio Rastrellamenti nazifascisti Repressioni poliziesche Conclu~ione

» » »

44 46

»

47 47

»

49

»

49

»

49

» )>

61 63

Organizzazione delle missioni militari

»

65

Cpt. I -

»

67

» » »

67 71 71

>)

88

Cap. II - Aspet ti particolari del movimento di resistenza e di liberazione nelle diverse regioni dell'Italia occupata Premessa Italia settentrionale ( 8 settembre 194 3-2 maggio 1945) Italia centrale ( 8 settembre 194 3 - ottobre 1944) Conclusione

Parte II

Organizzazione nel territorio occupato

Premessa Organizzazione nel territorio occupato Missioni di collegamento ed operative Missioni speciali . Missioni di istruttori di sabotaggio Campi di ricezione per aviolanci Organizzazione di punti di sbarco Rifornimenti Finanziamento Propaganda Cpt. II -

Organizzazione nel territorio liberato

Reclutamento del personale Corsi di specializzazione 'Centri per la sosta del personale di impiego

' » » » » »

95 100 101 104 111 112

»

115

»

115 117 126

»

» »


Gabinetto riproduzione documenti e gabinetto fotografico Guardaroba Basi logistiche per le operazioni di rifornimento e per l'avviamento del personale Conclusione

» »

127 129

>>

131 132

»

Parte III Appendice Premessa Studi orientativi redatti per richiamare l'attenzione degli alleati sui patrioti italiani Preparazione del 185° Btg. « Nembo » per l'impiego con i patrioti Perdite e ricompense Allegati

» »

135

»

137

» » »

143 145

137

147



INDICE DEGLI ALLEGATI

l. Direttive emanate dal C.do Supremo Italiano per l'organizzazione e la condotta della guerriglia (circ. 333/0p. del io dicembre 1943).

pag.

149

2. Mezzi finanziari per alimentare l'azione delle bande partigiane nella Italia occupata.

»

155

3. Messaggio diramato dal Generale Alexander ai patrioti nel novembre 1944.

»

156

4. Testo e traduzione del documento con il ,quale il C.L.N.A.i. viene riconosciuto del C.do alleato del Mediterraneo suo agente.

»

160

»

164

5. Testo e traduzione del documento con il quale il Governo Italiano riconosce il C.L.N.A.I. quale unico suo rappresentante e delegato nella lotta antifascista nei territori occupati. 6. Missioni di collegamento ed operative in territorio occupato dal nemico.

» da 166 a 167

7. Situazione mensile delle missioni di collegamento ed operative e volume del traffico radio-telegrafico complessivo.

»

167

8. Missioni di istruttori di sabotaggio in territorio occupato.

»

167

9. Predisposizioni particolari per l'attivazione delle missioni di sabotaggio.

,>

167

10. Organizzazione delle missioni nei territori occupati.

»

167

11. I rifornimenti del blocco tipo «A».

')

167

»

170

12.

1 rifornimenti

del .blocco tipo «A''».

13. Organizzazione delle missioni nei territori occupati.

» da 175 a 176

J4. Missioni nei territori occupa ti - Preparazione del personale.

»

176

15. Operazione ((Albergo>>.

»

176

16. Morti in combattimento o per altre cause.

»

185

17. Ricompense al V .M. sul campo.

»

185
















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