L'ESERCITO DEL DUCATO DI MODENA DAL 1848 AL 1859

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

ALBERTO MENZIANI

L'ESERCITO DEL DUCATO DI MODENA DAL 1848 AL 1859

Roma 2005


PROl'RI ETA LETTER,'-\ RI A

Tuili i diritti ri,crnitì Vic1~1ta anche la rì produl.i<rne par1.i,1lc senza autorizzai.ione (f.) Ufficio Storico SME - Roma 2005 Codice ISBN: 88-879-W-56-8 N. Cat. 6649

Società Editrice Imago l\lcdia srl 8 I OI O Dragoni (CEJ - rei. 0823 8667 I () 1vww.i 111agomecl ia.i1 - email: i111'o@i111ago111ccl ia.i1


INDICE PARTE I L'ORGANIZZAZIONE

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II riordinamento delle istituzioni militari estensi dopo la rivoluzione del 1848 Capitolo I Capitolo II Capitolo 11T

La ricostituzione dell'esercito duca le L' introduzione della coscrizione ncgli Stati estensi Dalla Guardia Civica alla Mil izia cli Riserva

L'organizzazione militare estense nel decennio 1849-59 Capitolo IV Le truppe ducali dal 1849 al 1859 Capitolo V 1 vertici mil itari Capitolo VI T singoli Corpi. Guardie Nobili e Real i Trabanti Capitolo VII TI Real Corpo Dragoni Capitolo VIII T Corpi tecnici: Artiglieria, Pionieri. Genio Capitolo lX Reale Reggimento Estense di Linea. Real Corpo Veterani Capitolo X La \'vl il izia di Riserva Capitolo XI Dis locazione delle truppe e comandi di Piazza Capitolo XII L' armamento individuale Capitolo Xlii Materiale cl' artiglieria e fo rtezze

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PARTE Il LE VICENDE

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Le operazioni del 1848-49 Capitolo XIV Dalla tregua fra Austria e Piemonte al la denuncia dell ' arm istizio Salasco Capitolo XV Le truppe estens i nella campagna del l 849 Capitolo XVI La spedizione oltre Appennino dell' aprile-maggio l 849

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Gli anni fra le due guerre Capitolo XVII Dalla pace cli Milano ai tentativi mazzini ani del 1853-54 Capitolo XVIII Il primo stato cl' assedio di Carrara ( 1854-56) e il tentativo insurrezionale del luglio 1856 Capitolo XIX Il secondo stato d'assedio di Carrara ( 1857-58) La guerra del 1859 Capitolo XX La vigilia del conflitto Capitolo XXI Il Piemonte in guerra con Modena. Abbandono dell'Oltrappenn ino estense Capitolo XXII Operazioni nel l'alta montagna modenese e reggiana e ritirata finale verso la pianura

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Capitolo XXII I Dall 'evacuaz ione del Ducato a ll 'armistizio cli Vill afranca. Le truppe

estensi nel 1859

PARTE 111 LA VITA MILITARE Reclutamento, addestramento, scuole militari Capitolo XXIVIl reclutamento

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Capito lo XXV Capitolo XXVI

L' addestramento Le scuole m ilitari

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La condizione militare Capitolo XXVII Capitolo XXVIII Capitolo XXIX Capitolo XXX

Disciplina e sanzioni Assistenza sanitaria e spirituale Trattame nto economico e onorificenze Vita quotidiana

APPENDICE Le uniformi dei Corpi militari estensi dal 1848 al 1859

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Presentazione Tra g li eserciti degli a ntichi Stati italia ni q ue llo del Ducato d i Modena è certamente uno dei meno conosci uti, anche se la sua esistenza si prolu ngò sino a l 1863, e qu ind i ben oltre la scomparsa cli altre più illustri compagini militari preunitarie. Se gli ultim issimi anni delle truppe modenesi sono descritti nel Giornale della Reale Ducale Brigata Estense, pubblicato nel 1866, la presente opera narra la storia del l'eserc ito d ucale ne l decennio 1848I 859, ricco di avvenimenti ecl anzi decisivo per le sorti dello Stato d i Modena. Il lavoro, basato su fonti arc hivistiche per la quasi totalità inedite, non prende tuttavia in considerazione solamente le vicende affrontate nel periodo dalle truppe eslensi , rm1 anc!ie J'o1gar 1in aLio11e 111ilitare del D ucato e la quotidianità della vita ciel soldato. Un ' appendice di carattere uniformologico ed un ampio apparato iconografico completano l'opera. Il mio plauso e ringraziamento vanno al dottor Alberto l'vlenziani, la cui passione, competenza scie ntifica, innato amore per la ricerca e per la sua città, hanno consentito la realizzazione di questa auto revole e preziosa opera.

li Capo cieli' Ufficio Storico Col. f. (alp.) s .SM Massimo MULTARI

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Prefazione Nei territori delle attual i province cli J'vlodena, Reggio. Massa e Lucca che costituivano rino al I 859 lo "stato austro-estense", ben poco è ri masto che ci ricordi l' apparato militare e difensivo di quel l' antica entità statuale pre-uniraria . Sono state in ratti abbattute le mura di !Vlodena, di Reggio, cli Carpi . di Guastalla, cli Massa, di Carrara e di Mirando la che, se appartenevano - come conce1.ione mi litare - al siste ma difensivo ciel i' oncien règim e non dovevano essere del tutto pri ve di efficacia ancora nell'ottocento, come dimostra, in un altro contesto, la "breccia di Porta Pia". Eguale sorte F. tncc,11:1 all e fortifica1.ioni ristrutturate nell' ottocento: la Cittadella cli !Vlodena è andata completamente distrutta (con la sola eccezione della monumentale porta d'accesso); la Cittadella di Regg io non solo è andata distrutta ma è addirittura scomparsa dal disegno urbani stico della città. La fortezza cli Brcscello, poi, è stata cancellata non solo sul terreno, ma anche nella memoria col lettiva, al punto che tutti conoscono questa località come ''il paese di Don Carnillo", ma ignorano che la stessa fu, per secol i, la principale piaaaforte degl i ·'Stati estensi" . Cumul i cli rovine sono ormai le forti ficaz ioni ottocentesche minori. come il fortino della Sparaval le (posto a difesa del la strada del Cerreto). come il fortino ciel Bern ino presso Au lla (posto a di fesa del la strada del le Larne e, alcuni decenni ra, vancla lica mente tranciato dalr Autostrada del la Cisa); come i fortini del litorale massese (posti a d ifesa della costa ti rrenica). Solo le caserme già estens i han no mantenuto per tanti anni eguale fun zione. senza però portare segni che possano ricordare quel!' antica appartenenza. A fvlodena, infatti, la già Caserma dei Dragoni in Sant'Eufern ia, è stata a lungo sede del Comando di Compagnia dei Carabinieri. mentre l'ex Caserma dei Pionieri ha avuto la funzione cli deposito mil itare fi no a qualche anno fa, ed è. a tutt'oggi, conservata quasi integralmente. Per quanto riguarda le grandi caserme che stavano nel la Cittadella di 'v1oclena, possia mo di re che le stesse hanno condiviso la catt iva sorte che, con1c abbiamo eletto. è toccata alla Cittadel la suddetta, anche se a Modena ccl in Ita lia sono ancora viventi cx combattenti che ricordano cli avere colà prestato il servizio militare. A Reggio poi, osserviamo, che la principale caserma estense, quella di San TVIarco. è ancora oggi utilizzata come caserma per la Polizia cli Stato; senza recare però, alc una indicazione di quel l' antico uso. Sappiamo che questa nostra rassegna sui ·'monumenti" del l'apparato militare austro-estense è incompleta, come sappiamo che esistono tracce ciel nostro esercito in raccolte pubbliche e private di c imeli, armamenti, uni formi. clccora1.ioni ecc . .1'v1a qui c i preme far notare come la pi ù importante traccia cli quell'organinazione mi litare sia, quasi certamente, costituita dagli archiv i mi litari che si conservano presso l'Archivio di Stato cl i Modena. È facile oggi, grazie alla voce '·l'viodena" della Guida Generale degli Archivi cli Stato italiani, individuare i vari fondi mi litari austro-estensi il cui elenco si apre con l'archivio ciel Sup remo Co111u11do Generale 11/Jiliw re che, dal 1814 al J 859, "aveva praticamente le funzioni di un Mi nistero della guerra". Seguono poi vari archivi fra i qual i spiccano quel li clel l'.t:conom ato generale Militare. dell 'Accade111iu nobile ,nilirare estense, de l Commrdo de l Corpo di artiglieria e Genio, ciel Comando del battaglione poi reggimento estense di linea, del Con wndo ciel Rattaglione Urbano, ecc. Chiude il nostro elenco l'archivio della Rrigata estense, e cioè l'archivio del "piccolo esercito portato con sé eia Francesco V all' atto di abbandonare il clucato nel 1859". Se è faci le orientarsi oggi fra i fondi archi vistici militari austro-estensi. altrettanto facile non è ricavare discorsi storici cli alto profilo da quell'enorme massa cli documenti . Occorrono competenze e conoscenze cli verse per muoversi ne l terreno quasi inesplorato della storiografia mi litai·e austro-estense: occorre, in sintesi, sapere la storia e la struttura dello Stato austro-estense, ma occorre anche possedere conoscenze specifiche in materia di storiografia c d i less ico militari. Si tratta cli conoscere i reparti dei vari coqi i rni litari , g li armamenti. le uniformi. le clccon.17.ioni, i vessilli e quant'altro attiene a lla vita militare. Alberto Menziani , dopo anni cli studi, di ricerche, di approfondimenti è entrato in possesso di q uesto sapere specialistico e lo ha trasfuso nel presente volu rne. 7


L'esercito austro-estense riceve qui l' attenzione che meritava (e che merita) ma che non aveva mai avuto, proprio per il fatto di essere stato un esercito perdente (almeno così si è ritenuto) d i uno Stato perdente; un' attenzione che mostra come le strutture militari avessero un ruolo fon damentale nel quadro generale delle strutture amministrative e d i governo di uno degl i Stati preunitari (quello austro-estense, appunto). Così l' anzidello esercito, grazie allo studio di Menziani , ci appare non g ià "una nazione dentro la nazione", o " un corpo separato dal grande corpo della nazione" - secondo l'amara definizione del De Vigny - quanto piu ttosto un elemento non trascurabile della filosofia politica della monarchia austroestense. Con l 'edizione di questo libro, possiamo dire tranquillamente, che esiste un testimone in più a ricordarci l ' esercito austro-estense e la sua importanza nella storia di "Modena" e d'Italia. A ug uriamoci che possa tradursi anche in una tacita sollecitazione alle Autori tà competenti, ad operare perché si salvi il salvabile cli q uel c he resta dell'antica struttura mi litare austro-estense e perché quanto cli mobile .si sia salvato (o sia comunque recuperabile) possa essere messo a disposizione del pubblico in adeguate strutture museali. Angelo Spaggiari (Archivio di Stato di Modena)

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Premessa È in qualche misura stupefacente che sull'esercito del D ucato d i Modena cie l pe riodo risorgimentale sia sceso pressoché l'oblio. Se è vero infatti che si trattava di un organis mo di dimensioni assai modeste, è altrettanto vero che le tr uppe modenesi si segnalarono per di se ipi ina e fede! tà al sovrano e alla bandiera in ogn i situaz ione cli crisi e persino dopo la caduta dello Stato estense, quando sopportarono con straordinaria tenacia, nella vana attesa cli una riscossa, oltre quattro anni di es ilio nel Veneto allora a ustriaco. Coloro che vestivano le uniformi d ucali non erano inoltre mercenari stranieri , bensì Mode nesi, Reggiani, :tv lassesi, Carrares i, Garfagnini, ecc., i cui discendenti (ancora oggi non troppo lontani) hanno calcato e calcano il medesimo suolo calpestalo da i soldati dei Duchi Francesco IV ( 1814- 1846) e Francesco V (1846- 1859). A Brescello, dove le truppe estensi si erano asserragliate quando ne l 1849 il Piemonte riprese la guerra contro 1' Austria, tra le ordinanze ciel Supremo Comando Generale v'era ad esempio il pioniere Ciro lvlenziani. A lla storia cli quell'esercito e dei suoi soldati è dedicato il presente volume, per realizzare il quale è stato necessario un lungo e laborioso spoglio del materiale documentario, fortunatamente copioso, conservato pe r la massima parte ne ll' Archivio di Stato di Modena. Il volume rappresenta peraltro solo un parziale punto cli arrivo, in q ua nto l' indagine copre un periodo lim itato, e c ioè q uello che va dal ristabilimento ciel governo estense dopo la rivoluzione del 1848 all 'arm istizio di Villafranca ciel luglio 1859 : periodo comunque estremamente omogeneo -in quanto le scelte operate da Francesco V nel 1848/49 valsero a defin ire l'assetto del le forze annate d ucali per l'intero decennio success ivo-, e ricco cli avvenimenti per le truppe e per lo S tato mode nese. Il lavoro è a rticola to in tre parti, concerne nti rispettivamente l'organizzazione mi litare del Ducato, le vicende dell' esercito e la q uo tidiani tà della vita ciel soldato, con un' appendice finale di carattere uni Cormologico. Si è cercato in tal modo di delineare un quadro il più possibile completo ed esauriente dell' istituzione militare estense negli anni 1848/59. Molti sono coloro cui desidero esprimere gratitudine pe r la collaborazione, i consigli, la d ispon ibilità e il sostegno offertimi durante la realizzazione di quest'opera: il prof. Angelo Spaggiari , d irettore cieli ' Archivio cli Stato di l\.fodena, il dott. G iuseppe Trenti , il do ti. R iccardo Vaccari, il dott. Mario Be rtoni e il pe rsonale tutto del medesimo Archivio; il dott. P ie ro Crociani, il clo tt. Mario Zannoni e il dolt. Eraldo Antonini; il presidente della Deputazione cli Storia Patria per le Antic he Provincie ìv1odenesi prof. Giorgio Boccolari; la direzione e il personale della Biblioteca Estense cli Modena; il prof. Giordano Be rtuzzi, la prof. Lid ia Rig hi G uerzoni, il clott. Pietro Guerzoni, padre Giuseppe Orlancli, la dott.ssa Ele na Corradini, la s ig.ra B ianca Matteotti Bernabei, il clott. Paolo lvTucci, e mi scuso con q uanti avessi involo ntariamente d imenticato. Un commosso ricordo va anche ai compianti A lba no Biondi , Stefano Giampaoli e Paolo Forni. S i ring raziano infine il Comune cli Modena e il suo Assessorato alla Cultura, la direzione clcll' Heeresgeschichtliches Museum cli Vie nna, il dott. Fulvio Miglia, il geom. W illiam Mosconi, l'avvocato Pio Meletti, la farn. Della Fontana e il s ig. A lessandro Simonini.

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ABBREVIAZIONI ASMo BElv1o ASRe ASMs

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Archivio di Stato di Mode na Biblioteca Estense di Modena A rchivio cli Stato cli Reggio E. A rchivio cli Stato cli J\fassa

S.C.G . o.d.g. M .d.R

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S u premo Comando Ge nerale ordine cie l giorno fV!il iz ia cli Riserva

AVVERTENZE La massima parte elc i doc umenti richiamati nel la presente opera è conservata presso il fondo m ilitare austro-estense cicli' Archivio cli Stato di Mode na. l n tale caso essi vengono citati solo con l' indic azione della serie cli apparte nenza (Atti S.C.G .. Arti Isp. R. Armeria, ccc.); d iversamente il r iferi mento a rchi vis tico è completo (acl e s. ASMo, R. Segreteria cli Gabinetto, chirografi sovrani, f.35 1 del 1849).

Nel fondo m ilitare austro-estense cieli' Arc hi vio cli Stato cli .!Vlodena sono conservate diverse rac colte c ronologiche di o rd in i del g iorno de l Supremo Comando G ene rale; venendone c itato uno, si ri1nanda a l vol ume in c ui lo .stesso è stato rinve n uto .

NOTA. l document i appartenenti all'Archivio d i Stato d i Modena sono pubblicati in fac s im ile die tro a utorizzazione nr. 988/V.9 del 20.2.2001 della d irezione dell' Archivio d i Stato cli j\ 1oclc na

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Introduzione Cessata la dominazione napoleonica a Modena, già il 12 febbraio ciel I 8 I 4 la Reggenza Provvisoria degli Sfati Esrensi pubbl icava avvisi per dare notizia de ll'intervenuta abolizione della eoscri1.ione obbl igatoria. La Reggenza si preoccupèi peral!ro anche di in izia re arruolamenti cli truppe per il nuovo sovrano Francesco IV cl' !\ustria-Este, e in effelli il 17 aprile un d istaccamento cli soldati ducali, vestili con Unzfòrme Provvisorio Verde-scuro, Mosrre gialle, Bo/luni bianchi, era presente al solenne Je LJeum di ringraziamento celebrato nel la Capitale estense per l'ingresso degli Alleati a Parigi. Assunte poi dal Duca le reclini del governo, il 28 agosto il Supremo Comondu, e l'Amminisrrazione della 1vlilizia 101110 regolata, quanto civica, e/orense furo no affidati a l gen. Giuseppe Campori. Il nerbo delle forze mil ita ri ducali venne ad essere costituito dal Rarwglione Esren.1·e, che il J O ottobre 1814 contava sci compagnie ecl era comandato dal r.cn. col. Giuseppe Stanzani, già Capo battaglione dei Granatieri della Guardi a reale all'epoca ciel Regno Italico; furo no inoltre formali un Corpo Dragon i, posto agli ordini ciel tcn. col. Pietro Maranesi, e un baltag lione di Truppa Regolaw Urbana. La frag ile struttura approntata fu messa al la prova gi/1 nei primi mesi ciel J815, quando le truppe ducali si trovaro no d i fronte i Napoletani ciel Mural, che avevano risalilo la penisola secondando il tentativo di riscossa di Napoleone. Il 4 aprile Modena venne occupata, ma la controffensiva austriaca costrinse ben presto il nemico alla ritirata. Alla decisiva vittoria ri portata dagli Imperiali a Tolentino (3 maggio 1815) diede il suo contributo anche il Battaglione estense, che respinse più volte i tentativ i napoletani cli passare il Chienti. Rimasti per qualche tempo di presidio a Foggia, lo Stanzani e i suoi (2 1 ufficiali e 413 tra sottufficiali e comuni) rientrarono a Modena il 22 luglio. Pochi giorni dopo il reparto veniva avviato verso il Piemonte per partec ipare, insieme ad altri corpi ital iani ed austriaci, all'invasione della Provenza, eia cui fece ritorno nel successivo novembre. Terminate definitivamente le osti lità, nel 18 16 l' apparato mil itare del Ducato ru riordinato col decisivo contributo dell'Arciduca Ferdinando, fratello cli Francesco IV e fe ldmaresciallo austriaco. Il nuovo Piano prevedeva che la truppa estense comprendesse il Corpo Reale de' Dragoni, forte cli 212 uomin i, il Battaglione cli Linea, una compagnia Veterani cli I 00 teste, un Corpo d'Artiglieria con appena 2 ufficiali e 14 Ira sottufficiali e cannonieri, 4 ufficiali del Genio e un Batwglione Urba110 Regolato, formato da una compagnia Granatieri tuffo ossolda1a ed ar:caserrnara (contraddisti nta dal pompon rosso sullo shakot) e da quattro compagnie Fucilieri che reswno alle /om Cose, e non soranno chiamate o prestar servigio che quando vi sarà di bisogno. AIJ' ini zio del 18 18 fu incaricato ciel Supremo Comando il reggiano conte Carlo Guicciardi , generale dell'esercito imperi ale, mentre nel corso dello stesso anno venne organizzato uno specifico battaglione urbano per la provinc ia di Reggio, con conseguente cessazio ne dell'obbligo cli servire per le mi lizie Foresi della provincia medesi ma. Lo scoppio della rivoluzione in Piemonte nel marzo ciel 182 1 determinò il dispiegamento sul confine della Lunigiana cli q uattro compagnie di Campagna comandate dal lo Stanz.ani, con l'ordine cli imped ire qualunque violazione di territorio tenrata dai ribelli. Le truppe (500 uom ini circa) rimasero a lla fro ntiera per un paio cli mesi, prima cli essere ritirate senza avere avuto necess ità di tirare un solo colpo di fuci le. L'organinazione mil itare ciel Ducato subì poche variazioni nel corso degli anni Venti . Fra le pii"1 rilevanti, la fo rmazione del Corpo Pionieri, disposta con chirografo sovrano ciel l O maggio 1822 che attribuiva al Corpo stesso l'organico cli una sessantina di uomini (compreso il comanda nte magg. Clemente Coronini), e l'organi 1.zazione, nel 1825, cli un minusco lo Corpo di Trabanti Guardie di Palazzo. Ali' inizio del decenn io success ivo l'esercito estense ri rnaneva un organismo dalle di mensioni assai ridotte. Il 2 febbraio 1831, al la vigi lia dell' insurrezione ciel lv1enotti, esso contava 1900 uomini circa, e cioè 26 1 dragoni, 762 fa nti di Linea, 24 artiglieri, 6 ufficiali ciel Gen io, I56 pionieri, 77 appartenenti al Corpo Veterani e 606 urbani dei due battagl ioni cli tv1oclena e Reggio. Scoppiata la rivoluzione, a Modena le truppe riuscirono a soffocarla, ma a Carpi, Mirandola, Sassuolo e in altre località dello Stato gli insorti ebbero il sopravvento, ucc idendo, ferendo, disarmando e catturando diversi soldati. Nonostante la d ifficile situazione, aggravata dall ' insurrezione della vic ina 11


Bologna, l'esercito ri mase in complesso saldo e fedele a Francesco IV, seguendolo poi a Mantova, mentre la guarnigione dell' O ltrappennino manteneva q uelle località sotto il controllo delle autorità ducali. L' intervento clel l' Austria valse s uccess ivamente a schiacciare il moto, ma anche le truppe modenesi diedero il loro contributo, sostenendo vittoriosamente il 5 marzo 1831, col concorso di ussari e cacciatori imperial i, un piccolo scontro a Novi, nel quale gl i avversari ebbero più di 40 uccisi e 30 prigionieri contro d ue soli feri t i tra g li Estens i. A Novi l'azione era stata guidata dal lo Stanzani , che poco dopo fu promosso generale e innalzato al comando s upremo. Il ristabilito governo ducale s i preoccupò subito di potenziare l'esercito, che nel corso ciel 183 I aumentò la propria forza di oltre il 35%, giungendo a contare circa 2600 uomini in servizio al I O gennaio del 1832. Ciò sia per effetto del rafforzamento dei Corpi esistenti (gli Urbani furono peraltro ridotti a un solo battaglione), s ia a seguito della definitiva organizzazione ciel nuovo Corpo dei Cacciatori del Frignano. Ai Cacciatori, reclutati fra gli abitanti della montagna modenese e reggiana, del la Garfagnana e della Lunigiana, fu tra l'altro attribuito il compito di mantenere l'ordine e l'osservanza delle leggi nelle zone montuose dello Stato attraverso una rete cli brigate distribuite capillarmente sul territorio, mentre i Dragoni assolvevano le medesime funz ioni in pianura. Nel 1832 furono altresì organizzate, come forza ausiliaria eia affiancare all'esercito, le Milizie Volontarie. Formate da campagnoli chiamali a prestare servizio di tanto in tanto, sul finire ciel 1834 esse comprendevano un reggimento su tre battaglioni per la provincia di Modena, con banda reggimentale cli più di quaranta elementi; due battaglioni per la provincia cli Reggio; un battaglione Cacciatori tviiliti ciel Piano Modenese; sette compagnie Cacciatori Militi aggregate ai Cacciatori del Frignano e cinque compagnie Militi e Cacciatori M il iti d' Oltrappennino, per un totale di oltre 5500 uomini più una riserva cli altri 2000. Nel 1837 il reggimento modenese contava anche alcune centinaia di piccoli militi della Speranza. Negli anni successivi, che furono per lo Stato estense d i sostanziale tranquillità, l'assetto delle fo rze armate ebbe a registrare qualche ulteriore variazione, per effetto fra l 'altro della costi tuzione ( 1833) del Treno cl' Artiglieria, adibito al servizio di una batteria mobile da campagna, e della formazione ( 1836) di un particolare reparto cli Pionieri Militi destinato a guarnire le nuove torri massimiliane con cui era stata fortificata Brescello. A fine '41 l'esercito allineava otto compagnie cli fanteri a cli Linea, sei d i Cacciatori ciel Frignano, due cl ' A rtiglieria, una di Pionieri M iliti, una e mezzo cli Pionieri, uno squadrone di Dragoni a cavallo due compagnie cli Dragoni a piedi, un mezzo squadrone del Treno, sei compagnie di Urbani, una Veterani e un distaccamento cli Trabanti, per un totale cli oltre 2800 uomini compresi gli ufficiali ciel Genio, quelli addetti all'amministrazione, ai comandi di Piazza, ecc. La Milizia contava dal canto s uo cinq uanta compagnie. Nel 1842 morì il generale Stanzani e l' anno successivo il comando delle truppe venne affidato al princ ipe ereditario F rancesco Ferdi nando G eminiano; salito poi questi al trono nel gennaio ciel 1846 col nome di Francesco V, gli successe nella carica il correggese Agostino Saccozzi. Il nuovo Duca era determinato a difendere dalla peste rivoluzionaria gli Stati estensi corne un comandante di.fortezza difende la sua piazza, potendo contare - per restare al paragone- su di una "guarnigione" piccola sì, ma agguerrita, tanto che in occasione della crisi insorta a fine '47 tra Modena e la Toscana per il possesso di Fivizzano un osservatore ebbe a rilevare che in caso cli conflitto il Granducato non avrebbe resistito tre ore alle fo rze modenesi. Il 31 gennaio ciel 1848 Francesco V firmò un decreto volto a riorganizzare, con effetto dal 1° di marzo, le truppe e ad aumentare ulteriormente, attese le circostanze de' tempi, l' effettivo della Linea, mentre furono successivamente impartite istruzion i al Comandante Superiore nel rviassese affinché s i facesse un 'onorevole difesa contro ogni attacco proveniente dalla Toscana o dagli Stati sardi. Il sommovimento generale travolse tuttavia ben presto anche il Ducato di ivfoclena, sicché il 2 1 marzo il sovrano fu costretto a partire per l'esilio sciogliendo i soldati dal giuramento. Il governo ducale fu poi ristabilito nell' agosto del 1848; la storia delle truppe estens i nel periodo successivo e fino all'armistizio di Villafranca (luglio 1859) è narrata nelle pagine che seguono . La fine dello Stato modenese, segnata dalla guerra del 1859, non coincise peraltro con quella dell 'esercito ducale, che rimase per oltre quattro anni in esilio nel Veneto, venendo disciolto solamente nel settembre ciel 1863. Dei 2722 uomini ali ' epoca ancora in forza alla Brigata Estense, 1 ufficia le e I 608 tra graduati e militari cli truppa furono congedati, mentre gli altri scelsero di entrare nell' annata austriaca per proseguirvi iI servizio attivo o passare a pensione. 12


PARTE I

L'ORGANIZZAZIONE Il riordinamento delle istituzioni tnilitari estensi dopo la rivoluzione del 1848 L' organizzazione militare estense nel decennio 1849-1859

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CAPITOLO I La ricostituzione dell'esercito ducale "Oggi 27 lug lio I ! 848f' scriveva ne lle sue Mernorie rnodeJ1esi il cronista Antonio Setti "è giunta la notizia cli u na grande vittoria riportata da l Re Carlo A lberto contro gli A ustriaci ( ... ) Tale notizia è stata fe steggiata coll'ornare le case cli bandiere tricolori , c ol suono della maggiore cam pana, col rimbombo ciel can no ne" ( I ). Con "amar iss imo disinganno e gravissima angoscia" (2) d i coloro che avevano aderito a lla causa "italiana" , la realtà dei fatti doveva be n presto rivelars i del tutto cli versa: lungi clall' aver conseguito I' acclamato successo, infatti, l'Armala sarcla aveva incontrato ne i pressi cli Custoza (23-25 luglio) una sconfitta, che segnò defini tivamente le sorti della campagna intrapresa nel marzo. Mentre iI g rosso del!' esercito regio ripieg ava attraverso la Lombardia, anche le forze piemo ntes i d i presidio negl i Stati d i Modena e Reggio, a l comando ciel gen . Emi lio Balbo Bertone cli Sambuy, in iziavano la ritirata. Previa "la so lita visita a lle p ubbliche casse" (3), nel la notte tra il 3 e il 4 di agosto il battaglione cli riserva elci Gra natieri Guardie stanziato a Modena abbandonava col Sarnbuy la città, p re ndendo la via elci monti. Il Com m issa rio sardo per i D ucati cli Reggio e Guastalla conte Derossi cli Santa Rosa e il s uo collega per P nnna sen . Colla, fatto retroceclcrc a Re ggio u n secondo battaglione piemontese in un primo momento avv iato dal Sambuy verso Piacenza, tentarono di organizzare la difesa, adoperandos i per ottenere la cooperazione dell o stesso Sambuy, fermo a Pavullo in attesa degli e ve nti, nonché delle truppe toscane cie l Dc Laugicr, in ri tirata verso il Granducato. A nch'essi però 1'8 agosto r inunc ia ro no ad ogni idea cli res istenz a e lasc iarono le loro sedi a lla notiz ia " dell' ingre sso di Racle tLky in M ilano, e della tregua concl usa dal Re addì 5 d i Agosto, onde poter riparare al Ticino" (4). Intanto, da parte austriaca e ra stato cinto ordine al gen. Liechtenste in di occupare il Ducato cli Mode na. Fiancheg g iato su lla sini stra da altre c o lonne imperiali, c he p re ndevano Mirandola (l agosto) e Finale, il Liechtenstein muoveva da Man tova ecl il giorno 4 pa ssa va il Po presso S . Benedetto con la sua brigata forte cli circa 4.000 uom ini . 11 6 il M u nicipio cli Modena -facente fu nzione cli gove rno provvisorio dopo la pa rte nza delle autorità sarde- avvertiva queste ullirnc che gli Austriaci "dalla Bastig lia" erano in marc ia ve rso la c ittà. le c ui porte sarebbero state oc c upate non più tardi del la mezzanotte. Così infatti accadde: "alle ore 11·, -s i legge nel rapporto de l comando clel la Piazza cli Modena (5)- '•si prese ntò a questa porta Castello un Corpo cli truppe Austriac he, le qual i cambiarono le Guardie delle 4 Porle del la Città e quella del R. Palazzo il rimanente bivaccò fuori di Porta Castello nel prato delle Manovre . S.E. il Generale Lichtestein ne lla( ... ) notle alloggiò alle Pentetorri", e la mattina chiamò a riassu me re le reclini del governo la Reggenza istituita clal Duca Francesco V all ' epoca della s ua parte nza dalla Capitale (6). La mattina de11 ' 8 agosto anche Reggio , sgombrata dal nemico, veniva occupata da g li Trnperiali (7).

' !-\ . S ETTI. Monorie /1/odencsi ( mano sc ritte ), vo l.Vll ( 1848). ~ 50. BE Mo, Racco Ila Carn pori. nr. 2 170.

' N . BIANCHI./ d11ca1i es1eJ1si do/ JR 15 al /850, Torino . 1852. vo i. li. p.206. ·' A . S ETTI, up. cii .. vo l. Vll ( I 848 ). !i 53. ' N. BIANCHI. op. cii. , voi.li. p.22 1. L'armi stiz io e .ù. Saiasco. firmato il 9 a M ilano, p reveùe va de l resto espress alllc ntc. all' art. :1, c he g li Stati cl i Mode na e cl i Pa rn1 a fossero evacua ti cla lle tru ppe sarde. =--

(I rapporlo riguardante g li a vvcn i1n cnti e la situazione dei po:iti arnwt i cl nl 6 nl 7 agosto l 8 118 è con~;ervato in A S\110 . .~ tti

ùc l Governo provv isorio ci e l I 848. Eco no mato g e ne rale m il ita re, f.9. • F rancesco V ave va ahhandonmo Modena, o rma i p reda della rivo lu1.ione, il 2 1.3.48. C rollata su bita mente la Reggenza. pres ieduta da R inaldo Scozia. si ins tal lò un gove rno provv isorio che. dopo svariate v icende, proc la mò il 29 maggio 1· u11io ne agli Stati sabaudi delle province c isappe nnin ic he cie l Ducato. Massa e la pane trans appe nninic a ciel lo Sta to modenese ve nnero invece inc orpo r,1tc ne l G rand ucato d i Toscana. rima nendo acl esso uni le rino a ll ' a prile ciel 1849. ' ·'Ho ( ...) cli sposto col mu nic ipio". scriveva il 12 agosto ei a Reggio a l I .ie c hle nste in il rnagg. Scharingcr ( 19 ° rgl. rant. Schwarzen berg). '·c he s ia tol to d a og n i luog o la ha ncl ie ra trico lo re(...) e così s ar/1 proibi to agli abitami cl i po rWrc i segnali cle lla rivolu z ione··. (Att i S .C.G .. f. 3 18/4 del 1848. Trad uz ione clell'epo ca J.

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Entrando in Modena, il comandante austriaco non l'aveva trovata del tutto sguarnita cli forze regolari. Delle truppe che il governo rivoluzionario modenese si era affrettato ad organizzare dopo la dissoluzione dell'esercito estense seguita al crollo dell'autorità ducale (8) solo un piccolo nucleo si era infatti aggregato al la colonna Sambuy all'atto della partenza cli quest'ultima dalla Capitale. Oltre ad alcuni ufficiai i, uscirono da porta S. Agostino al seguito dei Piemontesi un drappello di cacciatori a cavallo, due plotoni di Linea e gli artiglieri necessari a servire una batteria cli sei pezzi , che "aveva fatta tutta la campagna dal mese di aprile in poi coi volontarii cli Modena e cli Reggio, ecl era eia pochi giorni entrata in Modena" (9). Più di settecento uomini ( 1O) rimasero invece in città, affidati al col. Araldi ciel Gen io, con la consegna "di mantenere l'ordine( ...) ecl ubbidire ali' Autorità rvrunicipale", nonché cli cedere la piazza "senza opporre la minima resistenza" nel!' ipotesi che si presentassero gli Austriaci ( 11). Visto il ness un entusiasmo con cui sin dal pri mo momento le truppe regolari del rivoluzionato "Stato di Moclena e Reggio", composte in larga misura da ex militari estensi, avevano partecipato alla guerra contro l'Austria ( 12), è probabile che iI loro comando non potesse sperare cli vedere ubbiditi ordini cli versi; ed in effetti l'ingresso degli Austriaci in Modena ebbe luogo "con la massi ma quiete" (13). Non pochi degl i ufficiali e soldati lasciati in città si erano ciel resto adoperati per mettere in salvo cavalli e materiali dalle mire di coloro che si apprestavano a partire. Ad esempio, il sottotenente clei Cacciatori a cavall o Bignardi e il brigadiere Tavernari, con l'aiuto di alcu ni dei loro uomini , nascosero una decina di cavalli, salvandoli "dalle rapine elci Piemontes i"; il cap. Nocctti, pure dei Cacc iatori , " riescì a salvare tutti gli oggetti di Bardatura che si trovavano nel Magazzino dell o Squadrone", ecc. ( 14). Del pari vennero salvaguardate numerose bocche eia fuoco di cui era stata espi icitamente ordì na-

' Francesco V aveva sta bilito che qualora la Reggenza da lui is ti tuita ·' non potesse funzio nare" le truppe dovessero conside rai-s i scio lte "dai Vincoli cl i gi uramento" . ,; N. BIANCHI, op. cir., vo i. li, p.280. G li uffi ciali e i so ldati modenesi pa rtiti col Sambuy furono a quanto sembra I 50-200; alcu ni di lo ro fecero pe raltro s uccessivame nte ritorno a Mode na. '" E c ioè 126 cacciatori a cavall o, 72 cacciatori gendarmi, 54 artig lieri. 5 ind iv idui del T re no. 68 zappatori. 286 fan ti di Linea, 38 bandi sti e 98 vctern ni. A ltri 30 veterani si trovavano clistaccati a Ru biera e Saliccta. C fr. la situ azione nume rica delle truppe presen ti nell a C a pitale nel giorno 4.8.48 co nservata in ASM o, Alti de l Governo provvisorio del 1848, Economato genera le militare, f.9. 11

C ircolare ai Corpi ciel Co mando generale delle tru p pe dello S tato di Mode na, Regg io ecc. datata 1'10 3.8.48 (ASMo, A tti del Gove rn o provv iso rio del 1848. Atti S.C.G., f.8) . " Il gove rno rivolu zio nario del 1848 non aveva rite nu to opport uno reintrodurre la coscrizione obbli gator·ia, abo li ta da più d i trent'an ni neg li Stati es tensi, sicché nel s uo esercito fin irono per confl uire mo lti mili tari cli professio ne già al servizi o di Fra ncesco V. Pertanto " le mil iz ie rego la ri dei li be ri D ucati <l i Mode na, cli Reggio. e cli G uastalla si componevano in massima parte c1·uom in i. che per an ni avevano servito( ... ) all a signori a( ... ) degli Este nsi (.. .) G li uffiziali che comandavano a tali tru ppe, erano i medesim i <lei te rnpi ducali (... ) Una ta le m ili zi a in te mpo cl i g uerra insu1Te1.ionale contro q uella stessa bandiera. c he essa poco inn a nzi aveva servi to dc vot iss irrnune ntc, era piuttosto a considerars i pericolo, c he forza''. N. BIAN CHl. op. cir., vo i. I, p.307. In cffelti, q ua ndo a metà del maggi o 1848 un contingente d i ci r·ca 800 so ldati mode nes i. composto da un battagli one d i L inea. un a co n1pagnia Zappatori ed un distaccamento d 'Artig lieria e Treno, partì per ragg iu ngere l'Armata sarda in Lombardia il battagl ione ·•sfilò tac itu rno innanzi alla Cì ua rd iu nazionale cl i Reggio, che volle (...) accompagna rl o pe r un tratto cl i via'' (X BIA>ICHL op. cir., voi.I, p.308). Né le cose mig liorarono in segui to: verso la metà di lug li o, ,id esempio, i so ldati modenesi dislocati sull"Adige presso Bussole ngo dovette ro ven ire arretrati a Sand rà perché "veduti entrare d i notte tempo in corrispondenza d i co lloquio coi posti nem ici, pe r cui essi e rano ( ... ) tenuti al corre nte d'ogni cosa da noi operata" (relazione del col. Dul ac, g ii:i comandante del I rgt. di fanteria, al ,v l inis te ro di Gu erra e Marina, TO 14 . J0.48, in A . CAVAC IOCCHI, N. BRANCACCIO, C. PACìA>IELLI, M. CìUMMELLI Relazioni e rapporli f inali sulla campag11t1 del 1848 nella Alta Italia, vol.JL Ro m,1, 19 1O, p.73). D iverse furono le d iserzion i. in talu ni casi accom pag nate dal passaggio al nemico. A nc he ne ll a Capitale lo s pirito delle tru ppe no n e ra dei mig liori: il 26 lu g lio il Comando generale fece ad es. porre ugli a rresti alc un.i cacciatori a cavallo che si erano m os trati ·'avversi alla Causa Italiana, con vergognose espressio ni degne d 'u na masnada cli Croati" (ASMo. A tti ciel Governo provvisol'io ciel 1848. Atti S.C.G., f.8). ,., A. SETTI, op. cir .. voi.VII ( 1848). ~ 55 . 11 •

"Elenco" di informazioni e domande presentale al Duca dal S .C.G. in data 15.9.48 (Atti S .C.G .. f.3 15/1 del 184 8). D ' ora in po i per indicat·e relazio ni cli questo genere si userà semplice mente il te rmine "Elenco" .

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ta la distruzione ( 15). Infatti, colui che avrebbe dovuto provvedere all'operazione, certo Giugn i, dapprima si adoperò per ''ritardare iJ più poss ibile l'esecuzione del l'Ol'dine avu to'' ''e quando pure fu costretto dalla Forza'' ad inchiodare i pezzi "lo Cece con appositi Chiod i e con tale avvedutezza, che appena partite le Tru ppe Sarde, poté levarli senza danno veruno dei foco ni, restituendoli all'uso primitivo, e come s i trovano anche oggi incolumi, essendo gli otto pezzi della Batteria ìvlontata, e i due Obusieri ora in Reggio'' (16) . Non v'è du nque da meravigliarsi se 1'8 agosto il maggiore Ignazio Forghieri -uno degli ufficiali ducali che si erano astenuti dal prendere servizio sotto il governo rivoluzionario- poté senza particolari problemi assumere in nome d i Francesco V il comando interinale della forza presente in Modena. V'era peraltro eia temere che di verso potesse essere l'atteggiamento ciel contingente di truppe modenesi che presidiava la fortena di Brescello, ingrossato fino a raggiungere i settecento uomin i per effetto ciel continuo afflusso nel la piazzaforle, a seguito delle 1.1 Ili m~ vic(~nd(~ belI iche, di mi Iitari giù facenti parte ciel corpo cli spedizione inviato dal governo rivoluzionario presso l'esercito sardo. Costoro avevano tra l'altro ricevuto l'ordine "di fare la resistenza possibi le al l' Armala Austriaca essendo probabile J' intervenlo J'rancese" (17). Al comandante militare della fortezza, capo-battaglione Casoni , il Forgh ieri partecipava il 9 agosto che ''la Reggenza istitu ita da S.A.R. nel p.p. Marzo'' aveva ''riassunto il Governo dei Dominj Estensi'', inv itandolo perciò acl agire " in quel modo si conviene ad un suddito Estense. Attendo" conc ludeva il maggiore "risposta alla presente per rnia norma'' ( 18). Il pres id io di Rrescello aveva però già "relevé avecjoie (... ) le clrapeau de son due" (19) . Presentatosi infatti al forte un co lonnello austriaco "onde notificare a que lle truppe il viciniss imo ritorno cli S.A.R.", questi ''ebbe la vivissima soddisJ'azio ne cli vedere inal berato immediatamente il vessi llo estense, ripigliate a gara dai soldati le coccarde date loro eia S.A.R. e di udire gli evviva senza fi ne e le grida cli gioia cli quelle fedeli truppe" (20). Francesco V, che sin dal la fi ne di luglio aveva raggiunto il Quartier generale imperiale in Italia e che in quei giorni si apprestava a rientrare a ìvloclena, elogiò in un proclama ciel 9 eia lVlantova (21) il comportamento della guarnigione. '·Soldati della Guarnigione di Rrescello!'' egli scriveva "La spontanea e generosa determinazione che prendeste col dichiararvi pronti a servire di nuovo Noi ci ha commossi . lo sono superbo di avere soldati la cui fedeltù sostiene le piL1dure prove, quali furono quelle che gli avvenimenti recenti v'imposero. Voi cd il Vostro Comandante avete saputo conservare intatto l' onore Militare. lo confido in voi e qualunque cosa accada sò d'avere soldati che sapranno e mantenere la tranquillità interna, e faranno sempre onore alla Patria''. Su disposizione ducale, la sera ciel 1O circa quattrocento degli uomini concentrati in Brcscello vennero messi in marcia verso ìvloclena, sostituiti nel la fortezza da un paio di centinaia cli Austriaci. Nella Capitale andavano intanto radunandosi c.i ltri militari modenesi, giunti al la spicciolata o a gruppi dal campo cli Carlo Alberto. C irca 130 zappatori arriva rono dopo la metà cli agosto. provenienti da Peschiera. Costoro. insieme ad altri commil itoni e a truppa sarda e parmense, si erano trovati bloccali nella fortezza, rimasta isolata a seguito della ritirata elci Piemontesi . Venuto il momento di cedere la piaaa in conseguenza dell ' armi-

'' " li Comando d' Art iglieri a mellerà fuori cli servii.io lulli i pezzi (. .. )che rima1Ta nno dopo la scelta fatta della balleri a di sei pezzi fra ncesi ( ... ) che quanto prima devono panire. Conserver:1 anche una 1nc1.za balleria austriaca(...) da consegnarsi al la Gu:\l'Clia Nazio nale". Ordine de l Comando ge nc r;ilc de lle truppe dello Stnto ,il comando clell' Arci glieria e del Treno in data 3.8.48. ASMo, Atti del (ìove rno provv isorio de l 1848, i\Ui S.C.G.. l'.8. "•'·Elenco" clel 14.1 1.5 1 (.f\l ti S.C.G .. l':'lSS/1 del 185 1). '' Prmocollo ciel Comando gene ra le; estrallo cli lellern in data 3.8.48. ASMo. Atti del Governo provvisorio del I 848. protocollo S.C.C., L 14 . '·' Lettera ciel Comando interinale de lle tru ppe estens i al comando 111ili1are in l:3 rescello (Atti S.C.G., f .."1 16/2 del 1848). I)

Casoni era un e x ufficiale ducale . '" .,\ _TROURETZKOI, Cc1111pagnes du Feld111rmichal Co1111e lfode1z.k,·, Paris, I854. p. 174. "' Lettera in da ta 8.8.48 cie l principe Francesco di Liechtenstein qJl'esumibilmenle alla Reggenza estense) 1·iporlata in C. FANO, Fru11ce.1co V// Ri.1·m;~i111ento 11e/ D11u 110 di Modena e Reggio do/ /846 al 1849, Reggio Emilia, 194 1, p.1 99.

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stizio Salasco. a l pari cie l rimanente clella g uarnigione anche gli zappatori modenesi -clei quali sin clal 23 luglio era stata clisposta l'incorporazione nel !' Armata sarda- avrebbero dovuto portarsi in territorio sabaudo. JVlolti cli essi però "senza aver riguardo alcuno, vollero a bbandonare il preso servià/', recanclosi come s i è dello a Modena malgrado le ammo nizioni cli a lcu ni Imo ufficiali c he no n concl iviclevano ta le scelta e che " ne ricevettero solo c ontumel iose offese" (22). In definitiva, come e bbe a scrivere a Francesco V il gen. L iechtenstein, "appena scorsero sventolare cli nuovo la bandiera estense'' "eia ogni parte corsero soldati modenesi coi loro capi" "e si uni rono intorno acl essa'' (23) . Rie ntrato a Modena il I O agosto, Fra ncesco V pose mano immediatamente all'opera di ricostruzione dell 'esercito. Per pri ma cosa il Duca ric hiamò a lla testa delle truppe il gen . Agostino Saccozzi, c he già le aveva comandate s ino al la rivoluzione òel ma r7.o e che aveva ònv11fn poi s11 bire non poche persecuzioni per il suo noto legittimismo (24). L' 11 i I Saccozzi assunse così il "Generale Militare Comanclo Provvisorio del le Truppe Estens i", invitandole in un proclama a ll 'obbed ienza e aJ!a suborclinazione. Pochi g io rni dopo il generale sottoponeva a l sovrano un progetto (25) per un pr imo r iordinamento clell'esercito, in cui tra l'altro proponeva cli conservare provvisoriamente a i Corpi le denominazioni loro attribuite dal governo ri vol uzionario. Come peraltro quest' ultimo aveva a s uo tempo ritenuto oppo rtuno prendere le clistanLe, anche sotto questo profilo, dal regime che lo aveva preceduto, allo stesso modo Francesco V non credette cli potere accogliere la proposta. Col clecreto 14.8.48, con cui il Duca provvedeva al l'esigenza " urgente che il Nostro M il itare venga in qualche modo riorganiaato''. venivano infatti ridati ai Corpi i loro no mi trad iz ionali, fatta eccezione per i Dragoni , ribattezzati Carabinie ri al fine cli renclerl i meg lio accetti a ll ' o pinione pubblica ne ll'esercizio di q uel "servi1.io politico" che si accingevano a riprendere ne lle province di !Vlode na e Reggio (26). A lla s tregua del predetto decreto restava stabi lito che l' assetto de lle tru ppe estensi dovesse essere il seguente. A l Reggimento di Linea, costituito poco prima della cacluta ciel governo ducale e conservato dalle autorità rivoluzionarie. subentrava un Reggimento cli Fanteria. articolato su due battaglioni: uno cli Li nea (due compagnie cli granatieri e sei cli fucilieri) e uno " Leggero" (27).

" In ASMo. Are h. ausrro-estense di Vienna. p.V I, f.4. " Lettera ciel comandan te della 2a cornp. Z appatori cap. Piernlli al S.C.G. estense. ìV!aleo 19.8.48 (Aui S.C.C., r.J 16/2 del 1848). Il Pierolli. ex ufficiale duca le, rimase al servi1.io piemontese. '' Leuera ciel I 6.8.48, in ASIV!o. i \ rch. auslTo-estense d i Vienn a. p VI. f.4. Con chirografo ducale in pari cinta ve nne uffic ialrnenle consentita la riammissione ' ·ncll'dfcttivo dei Corpi .. di tutti coloro "che erano Soldati al 21 Marzo. che hanno volont~1d i ser vire. e la capac i tà fis ica. né si siano in questi tempi macchiali cli delilli disonoranti'' (il provvedimenlO è trascri ll.O in una c irco lare del S.C.G. dalUta MO 16.8.48 e conservata in Alt i Ragioneria dell'Azienda militare. f. I). Si diede così tra l'altro focoltìi cli ripr·enclcrc ser vizio senza particolari formalità anche a co loni che durnnte la ri vol uzione si erano r·itirati a vita privata. °' Or. il memori ale dello stesso Saccozzi riportalo in T. BAYARD DE VOLO. Vita di Francesco \I. Moclena-!'vl ilano-TorinoVenezia-Roma. I 8ì8 (rist. anast. 1983), t.I \1, p.482 e sgg. Anche altri uffic iali estensi furono perseguilati : cfr. i rilievi figuranti nella lista di coloro che "Non hanno servilo sollo il Governo ri voluzionario del 1848'. conservala in A SMo. R. Segreteri a cli Gabineuo. f.65ì ( 1-18). '-' L o si veda nell '"Elenco'· dalato MO 14.8.48 co nserva to in i\SMo, R. Segreteri a cli Gabinetto. f".65ì ( 1- 18). "' Il decreto del 14 agosto è riportato nel supplcmcn ro (n r. 5 I ) all 'o.d.g. S.C.G. ciel 15 .8.48 (00.dd.gg. ciel S.C.G. clall'8.8.48 al 30. 12.49). ,; La cos tituzione d i un battaglione d i L inea (''d i Riser va") da affiancare a quello gii1esislenle venne decretata eia Francesco V il 31.1 .48; co n provvedimento ciel 3 rnarzo il sovrano riunì poi in un regg imento tulle le compagnie cli Linea. in numero di dodici. Dopo il 21 .3 il reggimento venne struttu ralo su due compagnie Crana tieri , due Bersaglieri e otto Fucilieri e posw agli ordini elci conte Claud io Miari. giù uff iciale delle lnrppe duca li. Del conlegno tenu to negli ultimi giorni della guerra cie l ·43 dal Miari (che passò poi defin iti vamente al ser vizio sardo) ebhe alquanto a lamentarsi i l general e Conii. suo comandante cl i brigata. " Devo( ...) esternare·• egli scriveva il 14.9.48 da Torino al )v!in istc ro di Guerra e IV1arin a ••il mio malcon-

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L'Artiglieria veni va o rganizzata su clue cornpagnie ("cli cu i una addetta al servigio clclle Torri in Bresce llo"), affiancate da un meno sq uad rone cie l Treno "pel servigio d' una Batteria eia Campagna" (28). - Gli Zappatori del governo rivo luz ionario (29) ridiveni va no Pio nieri , ri partiti in cl ue compagnie, a ciascuna delle qual i venne conservato (30) l' effetti vo di I 03 teste g ià l'i ssalo eia un provvedimento cl ucale del 31.1 .48. - Allo squadrone Cacciatori a cavallo e al battaglione Cacc iatori gendarmi, costitu iti dopo il marzo in luogo elci Dragoni, subentravano, come si è detto, i Carabin ieri, su uno sq uadrone di cavalleria e tre compagnie cli fanteria cli 100 uomini l'una, poi ridotte a d ue da 150 teste (31). I Veterani e i Trabanti, ri uniti il 26.3.48 in un solo Corpo, veni vano nuovamente separati a formare rispelli varnente una Compagnia ed un "Distaccamento". - Non venivano infine ricostitu iti i Cacciatori del Frignano, soppressi dalle autorità rì volu7.ionarie, c he ne avevano disperso il personale tra gli altri Corpi dell' esercito (32). A partire dal 16 agosto le truppe presero a riordinarsi secondo gl i scherni fi ssati. I pro blem i da risolvere erano però e normi, ma ncando armi, uniformi, cavalli. Al ·10 agosto, ad esempio, erano ri masti al lo squad rone no n più cli 26 quaclrupecli, e solo 9 al Treno (33). Per ovviare alle più urgenti necess ità di q uesti d ue reparti il 20 fu in viato a Milano il cap. Nocelli, comandante dei carabinieri montati, che vi fece acquisto di una sessant ina d i cavall i. Q uanto a cappolli. abiti e pantaloni, dal momento che l'abituale fo rnitore dell'eserci to riusciva solo con difficollà a far pervenire il panno necessario a confezionare tali capi cl'abbiglian1e nto e che un tentativo di procurarne clall' A ustria non aveva sortiro effetto, ci s i risolse ad autorizzare l' acquisto del tessuto ovunque se ne trovasse, anche se cli qualità inferiore agli standard ordinariamente richiesti. Ciò nonostante a novembre i reparti avevano solo "i l puro vestiario pe r li Uomini presenti" (34). Circa 1e esigenze in tema di a rmame nto, basti ricordare c he non pochi rra i mili tari in forza a i Corpi erano ciel tutto disarmati , che i fuci li in distribuzione ai reparti erano spesso di diverso tipo e calibro, e che i magazzini erano pressoché comp letamente sprovvisti d i sciabole, d i cui occorreva gran nume ro . Furono gli Austriaci a togliere dagli impicci il governo estense, m ostrandosi se nsi bi li a lle richieste d i aiuto che provenivano eia Modena. Giunsero così in diverse riprese da Mantova 3369 fuci li "fra nces i" a percuss ione, I 00 carabine da cavalleria pure a percussione, 80 paia di pi sto le "fra ncesi" a pietra e 400 scia bole da fante ria (35) . Mentre c i si adoperava pe r sopperire a i bi sogni delle truppe si provvedeva parallelamente a selezionare il personale, a completare i quadri, a dare un comandante a i vari Corpi. Alla testa ciel Reggimento cli Fanteria e dei Veterani s i trovavano per la verità sin dai primissim i giorni della restaurazione d ucale r ispettivamente il Forgh ie ri -promosso tenente colonne llo- e il capitano

tento per i l signor rnaggiore ( ... ) lvl iari. che(.. .) dal giorno che si cominciò la ri tirata da S.Giustina ( ... ) rn arciù isolmarnente, abbandonando il suo battaglione. il quale. ridotto a poco per le continue discr-zioni. vi restava però un numero di soldati ed ull i1.iali che a me ne ricorrevano in tutti i suoi bisogni e si lagnavano che il suo maggiore li ,1vcva abbandonati" ( A . CAV;\ CIOCCH I, N. RRANCACCIO, C. PACANcLLI. iVI. GU/vl.VIELLI. VfJ. cii.. voi.Il. p.264). " Prima della rivo luzione 1· J\niglicria estense era fonnata da tre compagnie (una per le Torri); era pme già esistente il 111e1.w squadrone del Treno. l i governo rivoluzionurio lascii'> sostanzialrnente irnmutma la struttura del Corpo. portando pcrn ltro anche il Treno ad una compagnia. ,,, Un battaglione su quattro compagnie. '" Cfr. il decreto sovrano del 18.9.48 riportato all'o.d.g. del S C.Cì. nr.70 del 20.9.48 (OO.dcl.gg. del S.C.G. dall"8.8.48 al 30. 12.49), 31 Cfr. ancora il decreto I 8.9.48 cli cui alla nota precedente. " Gli individui già appartenenti ai Cacciatori ciel Frignano che si presentavano a ri pr·enclere scr vilio vennero incorporati nel battaglione leggero. Per qualche noti1.ia sul Corpo dei Cacciatori del Frignano vedasi C. CFSi\R I, Mikie Es1e11si, in «\1emori c Stor·i chc M ilitari», voi.X l (anno 19 14). p.18 1 e sgg. '-' Cfr. la situazione nurncrica delle trnppe estensi al 10.8.48 in A tti S.C.G .. f.423/4 ciel 1855. " ·'Elenco·' del 10. 11.48 (/\lti S.C.Cì., U 15/ I del 1848). " Cfr. il prospetto degli oggctli ri cevuti dal Comando dislrelluale d· Arti glieria cli iVlamova redailo dalla Ispezione della R. Armeria estense sotto la data del 12. l .49 (/\tti S.C.G . 1"328/5 del 1849).

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Giacomo Stanzani . Jn prosieguo di tempo il maggiore conte Giovanni Battista Guerra ru chiamato a comandare l'Artiglieria (36), mentre il maggiore Arrnoclio Cavedoni venne preposto ai Pionieri (37) . L' I d icembre il numero dei comandanti di Corpo fu completato col passaggio al servizio ducale del già capitano austriaco Rodolfo Severus, nominato maggiore ai Carabin ieri (38). l i Guerra, il Cavedoni, lo Stanzani e il Forghieri erano ri masti in disparte d urante l'eclissi delle fortune estensi (39). Gl i uffic iali che più si erano compromessi con la rivoluzione vennero invece cassati dai ruoli: primo fra tutti quel l'Antonio Brocchi che, già tenente colonnello dell o Stato maggiore ducale, aveva poi disinvoltamente assunto il comando delle truppe del governo ri vo luzionario dopo avere tenuto un comportamemo quantomeno ambig uo nelle critiche giornate del 20 e 21 marzo (40). Allo stesso modo furono considerati decaduti dal la qualità cli mi litari tutti coloro che erano stati arruolati come ufficiali dal le au lorifa rivo luz.ionarie, no n intcnclenclo il D uca rico noscere "niun atto elc i

Governi intrusi" (41 ). Per la stessa ragione g li ufficiaii già in serv izio pri ma della caduta ciel governo ducale che erano stati successivamente promossi ad un grado superio re furono lasciati liberi cli "anelare in congedo o servire colla primi tiva carica" (42). 1\ ll' inverso, per riempire i vuoti lasciali dai ''molti Uffiziali assent i, e che han no cessato dal far parte del Militare Estense" (43 ), si procedette a varie promozioni fra i subaltern i e all a nom ina di alcuni sottufficiali al grado d i sottotenente. La selezione non fu rne no rigorosa nella bassa forza . Si dispose infatti che tutti gli individui e ntrati nelle truppe dopo il 2 1 marzo venissero esentati dal servizio, riuni ti in depositi cli Corpo ed infine assoggettati ad approfond ite indagin i onde verificarne le qualità fisiche e morali. Ovviamente coloro che non fossero stati trovati in possesso cli "tutti i requ isiti che si esigono pel soldato Estense" dovevano essere ''immediatamente licenziatiil" (44) .

·"' In un primo Lern po il comando dell'A rti glieria era staro dato al Casoni; il C.ìuerTa -già comandante dei Cacciatori ciel Frignano prirna della rivoluzione- gli subentrò a far tempo dalr I. 10.48. ·'' A ll' alto della nomi na (3 J. I 0.48), il Cavedoni comandava da non pili di un mese il battaglione leggero. ove fu sost iruito dal 111agg. Per·sonali. La scelta elci co111andan1e dei Pionieri fu piuttosto laboriosa. Inizialmente venne ad essi pre posto. col grado d i colonnello. A lessandro f'erri. che già aveva guidato il Corpo pri m,1 della ri voluzione. Chi,rmato il f-crri ad assumere il com,rndo della Piazza cli !Vloclena, fu destinalo a succedergli il Casoni. ·'f'el momen to però·· d isponeva i l relativo pr·ovvcdimcnto '·e sinché la presenza ciel J\il aggiore Casoni sia necess,rria a Brescello egli vi si tratterrà per d irigere i lavori di difesa, cd il Colonnello Ferri riterrà( ... ) anche il Comando Pionnicri·' (decreto sovrano 18.9.48 cli cui alla noca 30). D i fotto tale comando non venne mai assunto dal Casoni, poiché il J I di ottobre il D uca, nel l' al!ribuire formal mente a Brescello il carattere di piazzarone clello Stato, vi prepose stabilmente il Casoni medesimo. " Sino ad allora i Carabinieri erano si.ali affidati interi nalmente al cap. Giuseppe Boneu.i. Per completezza va ricordalo che il d istaccamento T rabanti era guidalo dal lcn. Bartolomeo Znrn paloca. mentre I' A raldi, riportato al grado di maggiore. era ti tolare ciel Genio, che al 14 :rgosto contava peraltro due so li componenti. ''' Cfr. ancora la lista di coloro che '·:,fon hanno ser vito sotto il Governo rivoluzionario del I 848" cli cui alla nota 24. ''' C rr. T. DE VOI.O, op. cii. , voi.I , p.2.ì l e sgg. In una leuera inclirizLala il 28.9.49 da Ner vi a N icomecle Bianchi il Brocchi si van tava anzi apertamente cli avere g iocato un ruolo decisivo per i l Ir ionfo della rivol uzione: ·' Rcssmann ambasciatore d·/\ustria, Salis, Sacco,zzi. Ferdi nando zio del Duca ed altri avrebbero voluto far resistenza: posso vantarmi che le mie insinuazioni lùron quelle che decisero il Duca a non tentarla (credo impau1·i10 dall'accorrere cli Bolognesi e Toscanir'. li brano

è riportato i n G. SFORZA. l'suli Lstensi in Pie11wme dal /848 al / 85?, in «Archivio Emiliano ciel Risorgimento J\azionalc,,, a.I- 1907. f.l. p.64. Dopo Custoza il Brocchi ripurò in Piemonte. ' ' Chirografo sovrano ciel 16.8.48 di cui alla nota 23.

' ' Ibidem . '' Decreto sovrano del 18.9.48 cli cui alla nota 30. '·' Chirografo sovrano del 16.8.48 d i cui alla nota 23.

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Fig.1 11Duca franccscoVd" 路,\ usri路 路 (collc . : 1.011t' p rfl'(//a i 路 1 d- Estc

21


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L' luno 1iaziouu)e vien ripetuto quante volte è ncce:-;sario però senza trio.

Fig, 2 Spartito con l' inno nazionale cie l Ducato d i \fodcna. Rcgola111e1110 di islru~ione per lei /?. Pomerio [ srense. Modena. 1855. p,22') (Archil'io di Sf{//0 di Modena)

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Fig. 3 Stemma gra11de ausl.i-o-este nse (Co//egiala di S. S1ef"<11m Nm·cllam)

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Fig. 4 Bandiera de l Ducato di Mode na (Archivio di S11110 di Afode,w)

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CAPITOLO II L'introduzione della coscrizione negli Stati estensi Grazie agli sforzi comp iuti, s ul fin ire cie l 1848 lo Stato e stense poteva ormai d irs i nuovame nte clotato di un apparato militare di qualche efficacia. La consistenza n umerica del le truppe d ucal i rimaneva però assai moclesta: ali' 11 . 1.49 esse non contavano che 1.750 uomini ( l ). contro i 2.800 m ilitari in servizio prima della rivoluzione. Si poneva d unque l'esigenza di potenziare l' esercito, ranto più che il Duca aspirava a poter garantire coi soli suo i soldati l' interna tranquillità e s icurezza de llo Stato estense, in moclo tra l ' altro da e liminare o quantomeno ridurre il bisogno cli mi lizie ' ·Este re aus iliarie, e d i caric hi inere nri". Nel genna io del 1849 Francesco V stabi lì così cli po rtare l'effettivo del le truppe "a circa( ...) 3200 uomini" " in tempo d i pace'' (2). Per riempire i rangh i s i era rauo sino ad a llora ricorso a ll'ingaggio cli volo ntari. essendo stata a bolita nel Ducato sin dal 18 14 la coscriz ione o bbliga to ria di de ri vaz ione francese. Viste però anche le negative esperienze dei mesi precedenti , f<rancesco V aveva maturato la convinzione c he il solo reclutamento volontario non sarebbe stato su ffic ientc a portare l'eserci to a lle nuove d ime ns ioni fissate, sicché i I sovrano incaricò il M ini stero dell'Interno ed il Supremo Com anclo G e nerale cli e laborare un "progetto d i Legge pe r allivarc la Coscri7.ione in q uesti Nostri Domi nj". Per rnoclcllo doveva essere presa la legge lombardo-vene ta " elci 13 Agosto 1842 pubblicata in l\.1ilano", peraltro con varie mod ificaz ioni " inspirateci dal desiderio cli rendere il me no possibi le oneroso i I nuovo orclinarnenro che pure è inclispensabile adottare" (3 ) . TI Duca aveva preso a malincuore tale deci sione, non essendo favorevo le ad un sistema che, per d irla col De Volo, " imponendo ( ... ) sforzatamente la tunica elci so lda to, non solo violenta le vocazioni, ma interrompe e contende le libere applicaz ion i a lle professioni ed agl i studi" (4). D ' altro canto l' aulorilà militare, per il tramite del Capo cli Stato maggiore col. S igismondo Ferrnri, fece presente cli poters i per il momento acconte ntare d i soli novecento nuov i soldati, e che poteva vale re la pena cli ricorre re a ncora una volta al volontariato per ricercarli. "Che se( .. .) i Contingenti Volo ntai:j ( ... ) elessero molte Recl ute, e le circostanze poi iti che d' Ita lia fossero rnigl iorate", afferma va il Fen ari , "si po trebbe protrarre I' a ttivazione della Leva; e c hi sa a nche se non si potrebbe 1·isparrniarla affatto". Se viceversa "non si avessero i con tingenti Vo lontari chiesti'', conc ludeva il colonnello, al lora " la Coscri7,ione ( ... ) avrebbe luogo; e le Comunità e i s udditi colpiti dalla medesima non sap1·e bbero trovarvi c he o ppo rre, ferma stante e di mostrata c ome è la necessità di avere un numero di truppa indigena arto a mantenere l' ordine e la tranqui llitù ne llo S tato, ritirandos i tutta o parte della Truppa Estera ausi lia ria'' (5). F ra ncesco V aderì a lle proposte del Ferrari, "conché si taccia che la coscriz ione verrebbe omessa caso che s i trovasse un contingente s ufficiente" (6) . Ric hiamato pertanto " l'obbligo se m pre adossato ai Comuni d i dare un a nnuo contingente di Re clute Volo ntarie al M il itare", con chirografo del 13 febbraio il Duca stabiliva c he relativamente a l 1849 i Comuni stessi forn issero appunto novecento uomi ni, pari a " clue individui per ogni Mi lle anime sulla popolazio ne dello Srato". Gl i arruo lancl i. c ui era r ic hiesto cli impegnarsi a servire per sei a nni e che sarebbero stati destinati ai vari Corpi '·secondo capacità, attitud i-

' E cioè: 27 trabanti. 396 carabinieri, 3 ufficiali ciel Genio. 174 artiglieri. 44 ind i vi dui del T reno, 839 fan ti di Linea. 167 pi on ieri e I 00 veterani (cfr. la s ituaz io ne n ume,·i ca dei Corpi este ns i ali' I I. 1.49. in ,,\Ili S.C.G .. f.423/4 del 1855). 'Chirografo d i Francesco V al S.C.Ci. e ,il l'vl in. <lell' l nterno datato f\10 16.1 .49 (,"',SMo. R. Segreteri a di Cabinetto. chirografi sovrani. i'.3:5 I ciel 1849). ' Chirografo d i cu i alla nora precedente.

' T DE VO LO, OJI. cit., t.l. p.347. ' " Progetto d i Rec lutamento. in aspettati va clclla regolare Coscri zione M ili tare, a S.A .R. Padrone... I l documento. a fir ma cl i Sigismo ndo f'c1Tari e non clatato (ma col l ocabile I ra l a seconda metà di gennaio e la pr irna cli febbraio del 1849). è conservato in ASMo, R. Segreteri a cli Gabinetto. f.657 ( 1- 18). '' Rescr itto ducale s.d. al .. Progeuo'' di cui alla nota precedente.

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ne, personale ed anche possibilmente secondo incli nazione" , dovevano essere cli età compresa tra i 18 e i 30 anni, celi bi, "immuni eia pregiudi1j po litico-criminali, sani e robusti, della Statura almeno cli (...) l'vletri I ,67" e "capaci in tulto ciel servigio Mi li tare" (7). Il 19 febbraio il Ministero dell'Interno rimise a l S.C.Cì . il dettaglio dei contingenti eia forn irsi dai singol i Comuni , avvisando cli avere giù impartito ai medesimi le opportune istruz ioni "perché si prestino immediatamente a rinvenire il numero di Uomini assegnato loro'' (8). Per fac ilitare il compito delle Comunità già il Fcrrari aveva suggerito che venisse ordinato ai soldati di adoperarsi per trovare reclute a favore elci Comuni ove erano distaccati. Fu inoltre stampato un Avvertimento ed in viro alla huona gioventù degli Stati Estensi (9), in cui si ricordava che cli fronte "all'audacia sfrontata. al delirio dei moderni demagoghi" non bastava "tributare ossequio nel l' interno del cuore" al sovrano nè "ammirare la prodezza. la lealtà, la disciplina delle truppe nostre alleate" , I11a occorreva ·'dar mano ai farri generosi" ecl impugnare '·Jc armi ciel soldato cristiano per tenere !omana l'anarch ia, e debellarla". "Accorrete dunque volonta1:j al arruolalllento", conciudcva l'Avvertimento. che non mancava peraltro di ricordare che se l'appello non avesse sortito effetto il Duca si sarebbe trovato nel la necessità cli far ricorso acl "altri espedienti che quantunque regolari (... ) non cessano però d'essergli increscenti". Nonostante l' impegno profuso. le operazioni diedero però risultati del tutto insoddisfacenti: ancora a fine giugno i nuovi arruolati non erano più di 265 . Considerando pertanto "che il consueto metodo di Reclutamento non ha potuto bastare a forn ire q uel numero cli soldati che è richiesto clai tempi per tutelare debitamente la pubbl ica e privata tranqui llitù", già il 5 aprile del 1849 Francesco V pubb licava il decreto che introduceva la coscrizione negli Stati Estensi ( I 0). Jn pendenza del termine e ntro il quale dovevano essere forniti i novecento volontari richiesti, fi ssato al 3 1 marzo, il Duca no n aveva infatti sospeso le misure preparatori e per l'atti vazione della leva, d isponendo fra il resto, col menzionato provvedimento del 13 febbraio, che fosse senz'altro steso iI testo della legge sul la coscrizione "secondo l'ordinato col i' a ltro Nostro Chirografo ciel (... ) 16 Gennajo 1849". Il decreto sovrano del 5.4.49 delineava un sistema imperniato, al meno in Linea cli principio, ancora sul volontariato, fu ngendo la coscrizione obbl igatoria un icamente eia stru mento sussidiario di reclutamento. "La Milizi a attiva di questi Stati", recitava infatti programmaticamente l'art. I del provvedimento, "si forma col Reclutamento volontario, e vi supplisce la Coscri1,ione". Pertanto, posto che veniva mantenuto ai Comuni l'obbligo cli fornire annualmente un contingente di reclute proporzionato eia un lato alla popola1ione (art.3) c dall'altro a quanto necessario "a mantenere nel l'effettivo i diversi Corpi Militari, secondo la forza per essi fissata" (art.2), solamente quelle Comunità che non riuscissero "a dare il proprio contingente con volonta1j" (art.8) venivano a trovarsi soggette alla coscrizione. Il requisito aveva poi sempre la possibi lità (art. 16) di evitare il servizio in viando in sua vece un "cambio" o sostituto, come del resto comunemente all'epoca praticato (11) . Ai margini ciel sistema sopravvisse per q ualche tempo l'istituto del e.cl. "discolato", ovvero del l'"arruolarncnto forzato dei cattivi soggetti" (oziosi, vagabondi, ecc.) ''in età ccl in condizioni fisiche da poter prestare servizio mi litare" (12). Nel febbraio del 1850, acl esempio, erano in servizio non meno

' Il chirografo Jel 13.2.49 è riportato in una comunicazi one al S.C.G. della Segreteri a cl i Gabinetto datata !v!O 15.2.49. A tti S.C.G .. Ordini d i M assima. f.7 ( 1849/'i I J. ' L a comunicazi one ciel Min. cieli ' Interno è conservata in A tti S.C.G .. f.33 I /8 ciel 1840. Si trattava dei soli Cornuni delle province di M odena, Reggio, Guastall a e Frignano . g iacché le prnvince d ' O ltrappennino si trovavano ancora sollo il dom i ni o toscano .

' Un esemplare clell'opusco lo è co nservato in BE.ivlo. Raccol ta Saccoz1,i. cassella X dopo la 92C.

"' I .o si veda in Co/lezione genPmle de lle leggi co.1·1i11òo11 i editti p roclami ec c. per gli Sfa ti estensi , t. XXV IIJ. M odena. 1849. pp.23-33. La ci tazione è lrall"a dal preambolo ciel prov vet.limcnto. Tra gli Stati preunitari il Ducato cl i Moden a fu l' ultirno in ordine di tempo ad adottare la coscr izi one obbligatoria; so lo ni::Ilo Stato pontificio i l si stema in v igo re rimase sempre q uello ciel volontariato. " L' i sti tuto della sostituzione era contemplato rra l' alt ro dalla legislazi one francese, sarda. napolelirna, par mense. ecc.

" P. C:ROC! ANI, // f>ucatu di l 11ca1 ( / 8 / 7- 1847 ). Swria, in /1 1\ .VV. Dagli e.1·erci1i 11re11nitari a ll'esl:'rciw italiano. Rorna, I 084, p.46.

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cli 65 ind ividui "forzosamente ammessi al lvlilitarc ( .. .) per pregiud icata condotta'' ( 13). A tale prassi, in vigore a nche presso a ltri Stati (14), fu posto fine l' 11.7 .50, allorché Francesco V, cons iderando appunto c he erano stati " passati al Militnre non pochi d iscoli", e desiderando invece avere ne lle proprie truppe persone di " mo rigerata e irreprensibi le c o ndotta", stabilì "che fuori cletr estrazione de i coscrilli" non s i potessero " prende re ecl a rruolare forzosame nte a ltri individu i" ( I 5) . La coscriz ione ven iva in vece a costituire l' unico str umento di recl utamento del la c.d. " riserva" deli 'esercito, istituita o nde avere mod o d i portare la forza cli quest'ultimo a 4.000 uomini in tempo cli g uerra, secondo quanto ulteriorme nte previsto dal menzio nato chirografo d uca le cie l 16.1.49 ( I 6). ''I Coscritti per la riserva" , precisava a li' art.32 il decreto del 5 a prile, ordinariamente "stanno alle case loro,,, vene ndo viceversa in caso di mobi li tazione chiamati a sos titui re nei pres idi i la truppa cli prima linea. a prendere il posto degli inabi li o sem inabili incapaci d i marc iare che essa avesse ne i ranghi_ ed infine "a fornire i rim piazzi a lla medesi ma in campagna o ncle rifare le perclite c he soffre" ( 17).

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"Elenco'' datalo rv10 14.2.50 (Atti S.C.G .. f.Y, 9/1 del I 850). I ·'discoli" venivano arruo lati per intervento del Buon

Governo e delle Comuni1!1. 14 Aci csc1npio nel G runùucato di To5cnnn. ove nncor..1 il ~0.6.53 ve nn e ~.,na nato un decre lo sul rcclu tarnento coatto chr co...:;ì prescriveva: •·saranno sottoposti coalli vamenle ,11\a d isciplina militare quei Giovani che per vagabondaggio. vita ozios;1cd indisciplinata. per contegno scapestrato e rissoso riescono cl i peso alle proprie farni glie. cli pericolo alla pubblica quiete. e contro i quali siano state espe1·imenlate le ordinarie misure cli Polizia"' . Cfr. A . M . ARP INO. li Cra11d11rnto di "foscmw

( /8 /4- /859). La Swria. in .,\ i\. \IV. /Jc1g/i eserciti /!rew1i1ari a//'es!'rcilo i1alim10 c il.. p. 104. '-' li prnvveclimemo è t"iport;.1to in una c irco \ar·e ciel S.C.C.ì. datala 14.7.50. A tti S.C.(i .. Ordini cli iV1assima, L7 ( 1849/51). Supra, nota 2. " \.'lemori a d i Francesco V sulla ri~er va. traslllessa dal col. I-orni al Saccozzi con lettera datata Pavullo 6.9.51 (Alli S.C.G.,

1 •

lilza 356/2 del I 85 I).

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CAPITOLO III Dalla Guardia Civica alla 1\/Iilizia di Riserva Le riorgani uate truppe este ns i " dovevano però sempre bil anciarsi con un e lemento equivoco, per non dire ostile, qua le e ra la G uardia Civica" (1). All'esercito continuava infatti acl affiancarsi tale isti tuzione. che. autorizzata da Francesco V il 20.3.48 sotto l' incalzare de lla rivoluz ione e della ri voluzio ne stessa subito divenuta motore e scucio. era tuttavia riuscita a sopravv ivere alle vittorie imperiali e al la restaurazione ducale. A M odena, ad esempio. gli A ustriaci presero ne i confronti della G uardia solo alcuni provveclirne nli cautelativi , q uale quello cli ritirare i cannoni in consegna a lla medes ima nonché i fuci li ·'eccede nti il bisogno pel serv iz io de lla C ivica stessa" (2), vietando a ltresì a q uest' ulti ma qualunque ri unione armata senza ordine espresso ocl assenso cie l comandante militare imperiale de lla città (3). Sebbe ne le mutate c ircostanze ne avessero " depressa la baldanza", la Guardia Civica "serbava però ( ...) tuttavia le rresche tradizioni della sua o rigi ne" (4). lmrnecliatamente pertanto si verificarono attriti e coll isio ni tra le g ua rdie, che continuavano ad esibire "segnal i, o bandiere coi colo ri rivoluz ionarii". e le truppe regola ri, in buona pa rte animate da sent ime nti d i avvers ione verso la C ivica nonostante i ripetuti inviti del S.C.G. alla "since ra e buona inr.eUigenza'' fra le diverse forze armate. 11 17.8.48 l' a utorità mili tare dovette anz i minacciare severe sanzioni per ce rcare d i evitare che i soldat i seguitassero acl " ins ultare lnclividu i cli eletta G uardia·' (5). Francesco V no n e ra dal canto suo in condizione cli assumere provvedimenti radical i ne i confronti cle lla Civica: troppo incerte e 1·a no ancora le sorti ciel Ducato -giacché nonostante le vittorie de l Radetz ky il Pie monte "non intendeva ( ... ) cons iderare la partita pe rduta" (6)-, e troppo travagliato da gravissimi conrlitti interni l'alleato austriac o perc hé il sovrano potesse eventualme nte pensare a colpi d i fo rza contro la G uardia. La debolezza del governo estense nell ' agosto del 1848 era anzi tale. che al coma ndo de lla Piazza d i C arpi. il q uale riferiva come il 23 la locale Civica aveva effettuato il cambio ciel la guardia mettendo fuori " la Bandie ra tre colori''. il S.C.G. si limitò a s uggerire di fare prese nte al comandante d i quella fot7.a armata, " in via cli amichevole consig lio", c he " in un Corpo di G uardia cli non molti Uom ini non c i deve essere Band iera'· (7). Il Duca non aveva cie l resto in animo cli sopprimere la G uardia Civica, mira ndo piuttosto "a riabi litarla con savie ed opportune norme" (8), che va lessero a renderne possibile l'integrazione ne l sistema militare estense e a l te m po stesso a rnantcnere a l\" istituzione l'appoggio a lme no de l\ ' a la pi C1 moderata de lla borghesia liberaleggia nte, a be nefic io delJa qua le Frnncesco V a ndava del resto progettando la concessione cli uno Statuto costituzionale (9).

' T. Dc VOLO. op. cii.. l.l. p.298. ' Comunicazione della Reggenza estense al magg. Forghieri datata l\•10 8.8.48 ( Atti S.C.G., f.3 I 8/4 ciel 1848). I .a C..ìuardia Civica di \'lodena consegnò li'e pezzi c1·arriglieria e 363 fucili. ' Dopo il 15 di agosto venne invece disciolta. in base al solito principio per cui tulio dovev a ·'ri entrare sul piede in cui era al 2 1 rnarw·•, un'altra piccola formazione annatn del governo rivoluzionario. la Gu,1rdia municipale di M odena. A ll' inizio cli agosto la Guardia municipale contava 83 uomin i cd era comandala dal cap. Francesco Ricci.

' T. DE VOLO. op. cii.. LI . p.298. ; O.cl.g. ciel S.C.G. nr.52 del 17.8.48 (OO.dcl.gg. del S.C.G. cl,ill' 8.8.48 al 30.1 2.49). ,, P. PIERI, Storia 111//iwre del Ri.rnrg imemo, Torino. 1969. p.264. ' Dispaccio ciel S.C.O. al comando della Pian:a di Carpi datato M.O 26.8.48, in Atti S.C.O .. f.323/9 del 1848

' T. DI:: VOLO. op. cii.. t.I. p.299. ' Cìiit nel rnanifesto pubblicato J'8 agosto in Mantova. alla vigilia del suo rientro nel Ducato. Francesco V aveva manifestato l ' inten/.ione di concedere '·quelle istifll zioni. che sono richieste dai tempi, e che si accordino con quelle degli Sta1i circonvicin i"', formando poco dopo una conrniissione col compito specifico di redigere un progello cli Statuto. Sulle ragioni per le qu,lli il sovrano non ritenne poi cli clarc seguilo ai propri originari imenclirncnti. vedasi T. Dc VOLO. op. cit.. t. 1. p.409

e sgg.

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Proprio la fi nalità di difendere l' emanando Statuto, oltre che il sovrano, le leggi e l'ordine pubblico, era espressamente assegnata alla Guardia -non più "Civica" ma "Nazionale"- dal nuovo regolamento cie l Corpo pubblicato dal ]Vlinistero dcll'lnrcrno il 25.9.48, a complemento dell 'editto 26.8.48 con cui il Duca intendeva perseguire gli obietti vi che si era prefissato ( I 0). L' art. 18 del l'editto stabiliva inoltre che fosse giurata fedeltà non solo al sovrano, ma anche ·'allo Statuto Costituzionale, come questo sia promulgato negli Stati Estensi"; era altresì consentito alle g uardie di eleggersi i propri sottufficiali ed ufficiali cli compagnia, salva la facoltà per il Duca cli nominare il capitano scegliendolo tra i sei nominativi più votati per raie carica (artt.17 edi tto e 33 reg. 25 .9) (1 1). Era infi ne sanc ito (artt.1 1 e 76 reg.) che la Guardia Nazionale godesse del la precedenza su ll 'eserc ito . D'altro canto, l'automatica iscrizione ne i ruoli cli tutti i sudditi di età compresa i 21 e i 50 anni in q uanto appartenenti a determinate categorie ( 12), come pure il ricorso al sorteggio per l'individuazione cli coloro c he a turno dovevano concretamente p restare serv izio nella e .cl. "G uardia attiva", composta dal 3% del la popolazione e sola ad essere armata ( 13), portavano necessariamente a stemperare l'originaria colorazione politica del Corpo. A costituire la nuova Guardia erano inoltre chiamati (art.3 ed itto) non solo i residenti ne lle "Citt~t e ne lle Borgate aventi più d i Cinquecento Anime di Popolazione" (Guardia Nazionale Urbana), ma anche gli abitanti dei paesi più piccoli e delle campagne (Guardia Nazionale Forese), c he rappresentava no notori amente la '·parte più fedele cle i ( ... ) sudditi" ( 14 ), dalla quale era stato in passato tratto il nerbo delle Milizie Volontarie, solite gareggiare con l'esercito in devozione alla casa d'Este ed ora anche formalmente soppresse dopo gli sconvolgimenti ciel pe ri odo rivoluzionario (1 5). La s pecifica attribuzione alla Guardia Nazionale della bandie ra e della coccarda estensi (art. J 9 e clilto) valeva poi ad escluclcrc, in modo implicito ma non per q uesto me no chi aro, che potessero esserne utilizzate altre, ccl in particolare quelle tricolori, "simboli" -scriveva Francesco V~ "che hanno in oggi un significato puramente rivoluzionar io e Repubblicano" e che '·legalme nte" non sono aclollali " in niun Stato Italiano" ( 16). Era poi prescritto c he la G.N . no n potesse assolu tame nte assumere deliberazioni sugl i affari pubblic i ( 17), né radunars i senza o rci ine dei capi . vincolati del resto anch'essi ali' auto rizzazione del l'autori tà

rra

"' I testi ùell'eùitlo 26 ,.1gosto e del regola111c nto 25 settembre 1848 sono riportat i in Co//e~io11e generale delle leggi cos1i111zio11i editti proclami ecc. J)er gli S1mi es1rnsi. t.XXVJL M.odcna. I 848. rispe11ivarnenle a ll,1 p.9 1 e sgg. e I 04 e sgg. In

una minu ta non datata. ma rife ribi le ai primi de l novembre J 848. Francesco V precisava che il regolamento de lla Guardia Nazio nale era stato ·'per 11011 lieve pacte des unto dal Sardo" (AS:Vlo. Arch. austro-estense di Vienna. p.VI. f.7) . Esso fu elaborato da una commissione presieduta dal col. Ferrar i e composta dai capitani Ci mhard i e Malatesta. dall' ing. Vandel li e dai reggiani Pietro Rocchi e Paolo Ceretti. ' Viceversa la nom ina deg li uffic iali superi ori era riservata al sovrano. Il tito lo V del rego lamento della Guardia disc iplinava le procedure e leuorali. fi ssando agli eleui un rnanclato cli tre anni. peraltro rin novabile. " Quali ad esernpio possidenti. negozianti. impiegati. meaadri, ecc.. beninteso sempre che si trattasse di soggetti idone i fis icamente. Erano invece esentali dal prestare servizio nella (ìuanlia. tra gli altri. magistrat i. rn ili tari cd ecclesiastici. mentre 1·estavano de l tutto esclusi ùall' isti t.uz ione gli esercenti un "mestie re sordido ed abbietto''. i cond,1nnat i a pene infornanti. ecc. (mtt:7- 10 editto). Con provvedime nto de l 6. J 1.48 Francesco V consentì che anche i giovani di 18 anni potessero essere am messi alla G.N. previo assenso elci genitori. concedendo altresì agli ultrncinquantcnni che lo desiderassero cli proseguire nel servizio sino al 55° an no cli etil. " L'estra zione a sorte doveva essere periodicamente ri nnovata, in modo che lutti g li ascri tti alla Guardia prestassero servizio. " Francesco V al S.C.G., .\110 28.8.48 (Ani S.C.G., f. 322/8 del 1848). ; L'editto 26 agosto s·tabiliva che. in forza del le disposizioni sulla G.N., cessasse il Corpo de lle 1vl ilizie Volontarie. c ui il Duca esprimeva ·'soddisfazione e gratitudine per i 1.elanti e fedel i servig i·'. Con successivo decreto del 30 Francesco V pose in disponi bilità g li uffic iali superiori de lle .\llili1.ie. ass icurando agli altri graduati ed impiegati la continuazione del soldo di cui avessero goduto. Per qualche cenno sulle Milizie Volontarie vedasi B. MANICARDI, L'eserr:i1n del Duca10 di lvfodeno durante il Ris01;~ime 1110 (1814-/8()3). in «!\s petti e problemi del Risorgimento a Modena». Mode na. 196,\ p.266. l'vl inuta di cui alla nota 10. " li 19.6.48 il governo provvisori o che aveva preso le redini della cosa pubblica dopo la partenza ciel Duca da Modena era stato rovesciato proprio ''dietro intervento de lla Guardia Nazionale" (T DE VOLO. op. cii.. t.I, p.253). 1 •

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governativa q uando s i trattasse di riuni re ins ieme più compagnie. Il sovrano si riservava infine la faco ltà d i sospendere o add irittura sciog liere la Guardia quando lo ritenesse necessario, attribuendo poteri sosta nz ialmente a naloghi, seppur ovv iamente più limitali, anche al M inistero clcll'lnterno e ai Delegati delle province (artt.30-32 editto). Dal p unto di vista organizzativo, la Guardi a Nazio na le este nse, per q ua nto costituita per Comuni, veniva a configurarsi come u n unico Corpo (art.7 reg.), privo però cli un Comando in capo cd anzi di connessione stru tturale tra le grandi unità (legio ni) che lo componevano. "Si noti'', sottolineava in proposito Francesco V, ''che ogni Capo Legione d ipende da l Min istero del l' Interno e che l'u na è assolutam ente indipendente da ll'altra'' ( 18). Ciascuna legione veniva poi ad essere formata da divers i battaglioni, e questi a loro volta eia più compagnie della fo rza cli 3 uffic iali ed un numero cli sottufficiali, graduati, tam bmini e comu ni compreso tra i 60 e i 150, tutti per q uanto possibile "della stessa Comune, e in Città de llo stesso C ircondario o Parrocchi a" (artt.28-30 reg.) . Era ino ltre prevista la possibilità per la G .N. di Modena e d i Reggio cl i avere ognuna u no squadro ne di cavalleria cli una c inquantina d i uomini . Il Duca ri gettò invece la richiesta cli restituire a lla G uard ia la mezza balle ria ritirata clagli Austriaci nella Capita le (19) "per la sempl ice ed ovvia ragione( ... ) c he no n gl ie l'abbiarno mai clata" (20) . In concreto, a i sensi di due chirografi sovrani cie l 23 e 30 settembre 1848 (e prescindendo da i d ue squadro ni cli cavalleria), per i I Corpo era previsto l' assetto seguente. I LEGIONE - Guardie U rbane del le province di Modena e ciel F rignano - Comandante, col rango d i colonne llo, il g ià capitano de i Dragoni G iuseppe Malatesta - Forza: q uattro battaglioni. Il LEGIONE - G uardie Urbane delle prov ince di Reggio e d i Guasta lla - Comandante, col rango di tenente colon nello, Pietro Rocchi - Forza: tre battaglion i. III LEGIONE - G uardie Foresi cle lle province di Modena e del Frignano - Comandante, col rango cli tenente colonne llo, Francesco Vancle lli - Forza: sei battag lioni. lV LEG IONE - Guardie f-oresi clelle province cli Reggio e di G uastalla - Comandante. col rango cli tenente colonne llo, il con te Antonio Vezzani - Forza: sci battaglioni (2 1) . Col 13 .3 .49 il comando d e lla IV legione venne attribuito al conte A nto nio Scapine lli, dopo le d im issioni presen tate s ia dal Vezzani s ia clal cav. Paolo Ccrctti, chiamato i n un p rin10 tem po a sostituirlo .

La rifonna della C ivica non va lse però a conseg uire g li obie ttivi che il D uca si riprometteva d i raggi ungere. L' istituzione continuò infatti a tenere u n "indirizzo costantemente equivoco, anzi osti le( ...) rispetto al Principe e al Governo legittimo" (22). mentre per larghi strati de ll 'opinione pubblica la nuova normativa poneva alla Guardia " tali e tanti inceppa me nti" "che p uossi dire fatta pi ullosto per distruggerla , che per farla ri fiorire" (23). Del resto, il rio rdiname nto ciel Corpo si di mostrò impresa tutt'altro che agevole da realizzare nella pratica. Se g ià in concomitanza con l'emanazione dell'editto del 26 agosto Francesco V aveva te nuto a sottolineare la necessità cli intraprendere senza indugio le operaz io ni d i riorganizzazione '·oncle non abbia

"Chirografo al Mi n. dell'Inte rno ciel 30.9.48 (ASMo. Arch. austro-estense cl i Vienna. p.Vl, f .7). Al M in. dell'I nterno era affidato il compito di vig ilare affinché la Gua rd ia si adoperasse alla conservazione cie l buon ordine nello Stato: poteri arrnloghi erano previsti per i Delegati del le province e per i \-1un icipi nelr arn bito delle rispetti ve c ircoscrizioni. " C fr. s11111-c1. nota 2. "' M inuta cli cui al la nota IO. L'assegnazio ne di artig lieri a alla Gu,.ll"clia e ra stata infalli elTelluata sollo il governo rivoluzionario. " Come si è eletto le province transappennin iche del Ducato continuava no al l'epoca ad essere soggeue al domi nio wscano . Il chirografo 23.9.48. riguard ante la composizione delle legioni. sta in ASMo. R. Segreteria di CabinellD, chirografi sovrani, f.350 del I848: con quellD de l 30 (.rnpra. nota I 8) si provvide al la nomi na dei capi legione e della 111aggioi-an1a de i capi bauag lione. " T. DE VOLO. op. cii.. t.L p.309. " A. SETTI_ np. ò1 .. ~ 65.

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©lUì!.Ul ID!l CHE BEGOLA IL SEn\i!ZIO L' C~!Fon~IE L' AR~UlENTO I lllSTINTl\'I DEI GR.\DI E LA B,\ RDAT!JRA DEL CAVALLO

PER Lt\ GUARDIA NAZIONALE DI CAVALLERIA

DELLA GI TTA DI REGGIO

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REGG IO CO" n r 1 DI G. DA \"01.10 f: f!GLI0 1849,

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Fig. 6 Online del g iorno 10 maggio 1849 (a stampa) del comando del la Guard ia :"-Ja1io nalc Urba na reggiana (Archil'io di S1u10 di Modena )

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a soffrire(. ..) neppure il ritardo cli un giorno questa nuova istituzione" (24), la Civica mostrò da subito di non avere alcuna fretta cli farsi riformare. JI 17 settembre, ad esem pio, il Duca s i lagnava col !Vlin istro del!' Interno conte G iacobazzi perché da oltre un mese aveva chiesto "coi ruoli degli attuali Civici, i nomi specialmente dell'Ufficial ità" e ancora non aveva ricev uto altro '"che la nota dell'Ufficialità di Modena" (25). Quanto alla Forese, Francesco V aveva disposto che essa ricevesse con priorità le armi che si fossero rese man mano disponibi li , " premendoci c he quella fedele parte dei Nostri suclcliti concorra al più presto possibile al manteni mento del buon ordine, alla d ifesa propria ed a quella del Sovrano" (26). Ma nonostante l' affidabilità della popolazione rurale, a nche per q uesta pane la riforma stentò ad avviarsi e ad essere portata avanti, forse (come ebbe ad esprimers i lo stesso Duca) per "contrar ietà s istematica" dei com itali d'arruolamento, scelti pur sempre dai Municipi , ovvero per " avversione dei campagnuoli" (27). In effetti q uesti ultimi rimasero disorientati all' idea di venire coinvolti in un'istituzione sempre fieramente avversata e che li ripagava d i uguale ostilità (28), tant'è c he per dissipare appunto " una certa diffidenza" sparsasi "fra le popolazioni d i campagna rispetto alla( ... ) G uardia Nazionale Forese" Francesco V ritenne opportuno ordinare che ven isse sottolineato come la G uardia stessa era desti nata "a difendere il Duca, le Leggi esistenti, e quelle ulteriori che verranno pubblicate sotto il nome di Statuto Costituzionale, c he il Duca darà fra non molto cli pie na e spontanea volontà" (29). Ai primi di novembre clel'48 il sovrano, stanco del "ritardo dannosissimo alla quiete pubblica frapposto alla riorganizzazione della G uardia Nazionale ( ... ) impedita a bella posta eia pochi perturbatori" (30). e confortato dalle prospettive cli miglioramento della situazione politico-militare aperte dal ristabilime nto dell'ordine a Vienna (31 ), decise cli r icorrere alle manie re forti. Al ri ordinamento della Guardia .si .sarebbe proceduto in occasione dell'arrivo nei vari paesi di colonne militari mobili , incaricate cli prestare man forte alle autorità ove queste incontrassero ostacol i. Sarebbe staro inoltre fissato un termine ai Comuni cli Modena e Reggio per il completamento delle operazioni di riorganizzazione, spi rato il quale il M inistero dell ' Jnterno sarebbe stato tenuto ·'a far uso delle stesse misure come pei Com uni minori" (32). Colonne di tru ppa austriaca ed estense presero così a battere le varie località dello Stato, col compi to di accertare se la Guardia vi fosse "composta a seconda dei nuovi Regolamenti" (33) e, in caso negativo, con l'ordine cli sciogliere i reparti o disarmarli o di trattenersi in luogo a carico comunale ·'sinché siasi compiuta la r iorganizzazione" (34). Due battaglioni unghe resi in marcia da J\fantova a Reggio s i occuparono insieme ai commissari ducali capitani Preissl e G uidugli dei centri abitati incontrati lungo il percorso. La Bassa modenese ricevette dal canto s uo la visita d i quattro compagnie estensi comanda-

' ' Francesco V al Min. dell ' Interno, 29.8.48 (AS!Vlo. A rch. a ustro-estense cl i Vie nn a. p.VI, f.7) . '·' Francesco V al l'vlin. de ll ' Interno, 17.9.48 (ibidem). "' Francesco V a l S .C.G .. M O 28.8.48 (Atti S .C.G .. f.322/8 de l I 848). " Francesco V a l tvlin. de!l"Intcrno. MO 13.2.49 (ASMo. R. Segreteria di Gabinetto. chi rografi so vrani. f.35 1 de l 1849). " L'arri vo in lvlodena d elle colon ne de l L iech tenste in diede ad esem pio immediata occasione ai contad ini, riuniti in cii.Lii per il merca to seLlirna na le, cli tumultua re a l g rido cli "morte a ll,1 Guardia C ivica'"; da parte sua q uest' ultima. senza rr-opp i corr1plin1cnti, ··a furia di calci di fucile, e di ba ionette" dis perse " i vi ll ani fe rendone alcu ni anche gravemente'' (A. SETTI, op.

cii .. ~ 55). Il 28 agosto Frances co V stig matizzava la cattiva condotta d elle g uardie civ iche di Cavezzo, Rub ie ra e Formigine, '·che inve irono. fe rirono, e perfino uccisero de i contadi ni ine rmi pe r q ua nto c i cons la per od io politico·' . raccorna ncla nclo alle a utoritil di operare e ne rg ic an1c nrc per impe d ire le " frequenti co llis io ni po litiche fra Contadini e Civ ici'' (cloc. c it. alla no ta I 4 ). ~, Chirografo al !vlin. de l l' Interno datalo MO 13.1 2.48 (ASivio. R. Scg rcte ria d i Gabinetto. ch irog rafi sovrani. f.350 d el 1848). '" Ch irografo di Francesco \/ al Min. de ll'Interno del 5 .11 .48 (ibidem).

" O r. T DE VOLO, op. cii., LI, pp.303-304. " Doc. ci l. a lla nota 30. li 6 novembre il M in. de ll" lntcrno accorciava a lla Co111 uni e1 d i Reggio 8 gio rni ·'ad aver compita J' organ izza1.ione" della Guardia. ' 'la q uale ove avesse ad incontrare nuovi ostacoli sare hhe sostenuta. cd appoggiata dal la forza col contemporaneo sciog.limc n to de lla Guard ia ora csis1em e'' (ASlV!o. Arch. l'vl in. de.li' Inte rno , f.800 del 1849). l\ion s i è rinve nuta la cl ifficla, presun1ibi l111cnte analoga. invi ata a lIn Com unità d i Modena. ' ' Francesco V a l S .C.G., .\110 13. 11.48 ( /\ui

se.o .. f.322/8 del

1848).

·" Francesco V a l S .C.G .. MO 27. 11.48 (ibidem).

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te dal magg . Personali (35) . Altre quattro compagnie imperi ali e ducali, accompagnate da cavalleria ccl artig lieri a austriache ecl ancora col Personali q uale comm issario, s i recaro no a Formigine. Sassuolo e Pavul lo, re troccclenclo poi lungo il Panaro sino a Ì\1oclena dopo avere tra l'altro sc io lto le C iviche cli Castelnuovo, F iorano, Sassuolo e Pavullo a seguito di specifiche disposizioni sovrane impartite in vista del cattivo spirito di q uel le g uardie e de lle "vessazio ni usate alle persone affezionate al nostro Governo" (36). Tnfine, il Preissl, con due compagnie este ns i e due c roarc, dopo aver toccato S . Ila ri o e Montecchi o percorse le località pedemontane elci Reggiano, spingendosi successivamente a Castel novo 1fonti e Villa ìvlinozzo e rientrando per Carpineti, Castellarano e Scandiano (37). Le operazioni si svo lsero senza inc ide nti; l' 11 d icen1bre il Duca ebbe pe raltro a stigmatizzare col Saccozzi i modi alquanto ruvidi usa ti ne l disarmo del la Civica di Sassuolo dal Personali, alcuni soldati del quale si erano inoltre abbandonali a q ualche d isord ine in Formigine. '·Queste cose" scriveva il sovrano "fanno un male immenso ::ill::i nostra causa. Perso nali non è atto a stare indipendente da altri né si deve più mandar fu ori" (38). Fidando c he g raz ie alle mis ure adottate a lmeno le Guard ie Urbane (39) fossero ormai "formate ( .. .) O a seconda cie l ( ... ) regolamento", il I genna io 1849 Francesco V i rnpartiva d ispos izioni affinché, a completamento dell 'opera di riorganizzazione, ven isse concrel,imente adottata dalla G.N. la prescritta "coccarda dello Stato" (40). L'auspicata '·normalizzazione" e ra però ben lungi dal l'essere stata conseguita. come si poté constatare immediatamente. Nel pome riggio cie l 3 1 dicembre si verificarono notevoli incidenti tra la popolazione modenese e i m ilitari estensi, in c ui trentadue soldati di Linea ebbero a soffrire ''o ltraggi" di vario genere, mentre un borg hese venne ferito eia un colpo d ' arma eia fuoco ne l parapiglia segui lo all 'intervento dei carabinieri ducali. La reciproca avversione tra esercito e G uardia Nazionale non si era per n ul la attenuata dopo l'e ma nazione clell'cclitlo del 26 agosto, quasi a salutare il q uale anzi ne lla serata ciel 3 1.8.48 civici e carabinie ri s i erano affrontati nel la Cnpita le in z uffe, che videro cli vers i carabinieri riportare gravi reri te (4 I) . Non meravig lia dunque cbc per i fatti di San S ilve stro la Guardia cli Modena ponesse irnmediatarncntc sotto accusa i militari, incolpandoli di " invei re sugl'inermi ", di "creare un tumullo" " cli un g rido. cli un fisch io''. di suscitare in sostanza essi stessi il d isordine (42). Traendo occasione dagl i avvenimenti il Corpo anz i rivendicava per il futuro il ruo lo di esclusivo gnrante de lla pubbl ica tranquillità nella Capitale. senza bisog no neppure del concorso degli Austriaci , congiunta mente ai quali la G .N . aveva s ino ad a llora prestato servizio onde far sì che i soldati duca li "rispettassero" -si dichiarava sprezzantemente- "almeno quelle bajonetle sotto l'egida delle quali s i erano cli nuovo raccolti dopo aver abbnnclo-

·'' La colonna Personali panì il 22 novembt·e eia Modena, ri entrando alla Capi tale il 3 del mese successivo. "' Frnnccsco V al S.C.c; , \.10 5. 12.48 (Ani S.C.G., f. 322/8 del 1848). Le truppe. partite eia IV!odcna il 6 dicembre, vi leccro ritorno il 22. ' ' La colonna lasciò Reggio il 23 d icembre e tornò in c i111t il 5 .1 .49. Il f'reissl ebbe istntzioni analoghe a quelle ciel Personali, e simi lmente moti vai.e, in merito allo scioglirnento della G.\I. d i Cas1elnovo Monti e V illa Minozzo. Ad entrambi i commissari fu inol tre ordin;Ho di verificare se anche nelle altre località i sos teni tori ciel Duca avessero patito maltrattamenti; a seguito delle indag ini svolte parecchi arresti fmono eseguiti a Formigine, Pavullo, ecc. Oltre alle spedizioni me1v ionatc nel cesto se ne ebbero altre minori : il I 4.l l .4lt ad esempio. il Per sonali con forte nerbo cli truppa estense sì redi a Nonanto la. essendo stata la locale Guardia colpila da un prov vedimento di scioglimento ''per avere 41.1ei Comunisti con adesione ancora del Comand;1nte della C ivica forzato per tre volte il Delegaw Politi co ad abbandonare il paese'· (Francesco V al S.C.G .. IVI O 13.11 .48. Alti S.C.G .. f.322/8 del 1848). -'' L a lettera è conservata in Atti ri servat i S.C.G.-I 846/49. Ui . ·" L' azione delle co lonne rnoh ili riguardò solo marginalmente la Forcse. ·"' Fr-anccsco V al IVI in. dell'Interno. MO l .I .49 (ASI'vl o, Arch. austro-estense d i Vienna, p.Vl, f.7). 11 •

Nell' occasione il col. Ferrari, che si adoperava insierne ad altri ufficiali per trartcnere i militari in quartiere --ac1 evi tare chi

sa quali massacri in Citt:Y', ebbe addirittura a husecll"si una sciabolata '·da parte d'uno clei tanti Carabinieri co lle armi alla mano·· (lettera ciel FerTari al Saccozzi in data 2.9.48. A ni S.C.Ci., f. 322/8 del 1848). " Indirizzo non datato della Guardia N azionale d i M odena ,illa Comunìti1, in 1\Sl\ilo. A rch. M in. Interno. J'. 800 del 1849.

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nato altre bandiere". La G .N., concl udeva il documento dal la medesima redatto e sottoposto a l Duca a mezzo e con l' appoggio della Comunità cli Modena, '·assumedt la tute la dell'ordine purché sia libera di agire, eia se sola ma( ... ) Ella si dimetterà in massa se per l'intempestivo agire de lle Truppe Este ns i ( ... ) si troverà nel bivio crude le o d i spargere il sangue elci Soldati ( ... ) o q uello ancor pili sacro de i pro pri Concittadini" (43). Francesco V non si lasciò peraltro condizionare dalle "dec lamazioni " della G uardia cli Modena, e neppure eia "que lla specie di minaccia ( ... ) cli dimettersi in massa'' (44) venti lata dalla medesima. Rilevata l'inopportunità cli esprimersi sugli avvenime nti ciel 3 I dicembre prima della conclusione del!' inchiesta giudiziaria, e giudicati sconvenie nti i termini "acloprati contro l'intera nostra fedele ccl ottima truppa", i I sovrano dispose infatti che i I servi zio de i Carabinieri continuasse "come pe l passato" (45). Di fronte alla presa cli posizione ciel D uca la G uardia non esitò a dar seguito a quanto aveva preannunciato. Vedendo che la Nazionale " 11011 può più sostenere il s uo serv izio senza esporsi a grave pericolo e trovarsi senza colpe in mezzo a collisioni che la comprometterebbero in facc ia a l Governo e alla Popolazione", l' uffic ia lità, non escluso lo stesso capo legione Malatesta, rassegnò le proprie dimissioni (46), e le compagnie, convocate in appositi com izi, deliberarono a schiacciante maggioranza la cessazione dal servizio (47). Fu peraltro il Duca a vincere il braccio cli ferro ingaggiato con la G .N . Con decreto dell'8 gennaio 1849 Francesco V dichiarò infatti sciolta la G uardia Nazionale Urbana del la Capitale, senza c he essa sa pesse o potesse opporre a l provveclirnento a ltro che una protesta, eia ta luni indirizzata a no me del Corpo al comitato per i Ducati o perante a Torino affinché, come s i esprimeva il documento, ne traesse " perpetuo disonore" ]'"odi ato Governo Este nse, che sotto le apparenze di reggime liberale vuo le 1·e gnare tirannescamente con la forza delle a rmi straniere, senza le qual i cadrebbe" (48). Nel gi ro cli pochi giorni le armi della Nazionale vennero ritirate (49): il sovrano respinse invece le dimi ssioni del l'vlalatesta, mantenendolo al comando cli quanto rimaneva della I legione. Durante le settimane e i mesi che segu iro no le s uperstiti formazion i cli q uest'ultima, e si può clirc a nz i l'intera Guardi a Urbana, continuarono a ra ppresentare un scrio problema per il governo ducale. Il 2 1 gennaio Francesco V dovelle ad esempio ordinare lo scioglime nto e il disarmo della G.N .U. cli Carpi per l'atteggiamento passivo da q uesta mostrato in occasione di m anifestazioni sediziose e per la presenza nei ranghi cli individui privi delle q ua lità volute dalla riforma (50). li 26 febbraio ana loga disposizione venne impartita nei riguardi dell'Urbana di Scandiano, mentre a i primi cli aprile alcuni dragoni inviati a S . Martino rilevavano c he gran parte degli appartene nti a q ue lla Guardia "in vece cli servire pe l mantenimento del buon ordine'' cercavano "con ragionamenti eq uivoch i di provocare i Contadini " (51 ). Anche a Reggio, ove pure la G .N.U. aveva saputo mantenere in cornplesso " buona intell igenza'' con la guarnig ione a ustriaca ed aveva a nzi meritato in un'occas io ne gl i e logi ciel Duca, il Corpo no n clava

'·' lbidein. " Chirografo de l 3. 1.49 al Mi n. dell'Interno (,-\SIVlo. R. Segreteria d i Gabinetto, chirografi sovrani, f.35 1 ciel 1849). '·' Ibidem. ,. Cfr. la dichia ra1, ione degli ufficiali de lla G.J\.U. d i Modena rimessa al Podestf1 il 5.1 .49. riass unta in una relazione del Mi n. de ll'I nte rno al Duca in data 7.1.49 (ASMo, /\rc h. rvl in. Interno. f.800 del 1849) eia cui è tra ll a la c itazione nel testo. " Le votazioni. dise rtai.e peraltro da rnoltissirne guardie, avvennero il 6 ge nnaio e d iedero il seguente risultato: votanti 1209: voti nul li 2 : voti favorevoli al la contin uazione del serv izio 18: vmi ravorevoli alla cessazio ne ,1ssolu1a () condizionata de l medesimo 1189 (66 1+528). C fr. il " Riass unto de lle Votazioni·' inollrato al IVI in. de ll' Interno dal comandi) de lla G uard ia cli \lloclena con lettera del 7 .1.49, in i\SMn, Arc h. M in. Tnrerno. f.800 del 1849. " La protesta è riportata eia N. ]31.,\ NCII I, op. cii .. vo l.lI. pp.23 1-235. ,., Le anni ritirate al la G. N.U. cli lvloden,1 furono in totale 967 : 930 fucili ing lesi ··a scaglia" (cioè a pietra foca ia); 35 fucili francesi pure a scaglia: 2 fucili fran cesi fuo ri mode llo (cfr. il rapporto clcll ' lspe1ione de lla R. Armeria al S C.Cì. datato MO 17.1 .49, in Alti S.C.G., f.335/1 2 de l 1849) ·"' I.e ope rai.ioni ve nnero eseguite dal cap. estense Petz l. il quale. scortato eia due compagnie di Croati. gi unse a Carpi la sera de l 24 gen naio. Furono tol ti ai nazionali 160 fuc ili inglesi e 58 carabine. ·'Considcrnhile"', nolava il Petzl. ·'è il numero dei Ebrei nella sospesa Cìuard ia'' (re i. Petzl al S.C.G. data la Carpi 25 .1.49. in Atti S.C.Cì . f.335/12 del I 849). " Rapporto del e.do della brigata Dragoni d i Co1Tcggio al e.do cie l Corpo datato Corregg io I0.4.49 ( i/Jid~m).

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pieno affidamento, almeno a eletta del locale comandante dei Carabinieri . In tutti i casi "di sconvolgimento", rifer iva infatti l 'ufficiale, "la Na z ionale( .. .) invece d i ( ... ) prestare mano forte ai Carabinieri( ...) cerca sempre di accompagnare li Militari ( ... ) al loro Corpo di Guardia, biasimando a lla presenza de i schiamazzatori ( ... ) guanto escguisce la Forza". Perciò " li c iurmatori vedendos i appoggiati ( ... ) s' incoragiscono, brutt.alizono e minacciano impunemente la Forza, per c ui in una parola la Nazionale inve ce cli rendersi utile pel Sovrano Servigi o non fa che protrare i I disordine giacché impedisce il libero agire alla Forza politica" (5 2). Non v'é dunque eia meravigliars i se, voltisi col progredire ciel 1849 decisamente in fa vore delle forze conservatrici g li avvenime nti poli tic i e mi litari, Francesco V risolse di porre fi ne a li ' esistenza dell a Guardia Urbana, giudicando la " no n corrispondere ( ... ) a llo scopo per c ui si è lasc iata s ussistere e si è anz i riorganizzata". Con c hirog rafo del 2 giugno il sovrano ordinava pertanto il definitivo scioglimento e disarmo della G .N .U. "dovu nq ue nel nostro Stato", ricorclanclo11e la te mknza a fomentare i to rbidi, " più freque nti nei luoghi ove essa esiste c he ove non esiste", l'avvers ione mostrata " in ogni occasio ne alle Truppe Regolari cd a lla popolazione cli campagna", e la renite nza a portare la coccar da estense (53). Ai comandant i delle due legio ni mbanc Malatesta e Rocchi il Duca conservò peraltro il g rad o ad honorem e il diritto a vestire l'uniforme , dicendosi persuaso "che essi colla loro autorità hanno valso a m inorare g l' inconvenicnti derivanti da un Corpo( ... ) senza d isciplina ed influenzato essenzialmente dai nemici ciel nostro Governo" (54). A quanto risulta, il chirografo ciel 2 g iug no poté trovare attuazione senza particolari d ifficoltà. Grazie anche all'impegno profuso dal Rocchi, lo scioglimento de ll'Urbana avvenne in manie ra " pacifica e regolare" pure a Reggio Emilia, principale centro ove essa anc ora sussisteva ed in c ui tra l' altro era in procinto di inaug urare - in occasione dell'i mmine nte festività de l Co,pus Domini- le " n uove monture forn ite dal Comune" e '·q uelle che s'era fatte, senza bacia re a spese, la Cavalleria" (55). I pochi A ustriaci di

;, Rapporto <lei comando Carabinieri <le Ila prov. cli Reggi o al e.do del Corpo datato RE 17.2.49 (ibidem). ;_, l i ch irogrnfo è trascri lto in una cornunicazione della Segreteria di Gabinecto al S.C.G. datata essa pure 2.6.49 e cons. ibide111. ;, 1-'rancesco V al M in. dell' I nterno, MO 5 .6.49 (ASMo. A rch. austro-estense di V ienna. p.Vl, f.7). Nella comu11ica1,ionc è speci ficato che l'uniforme che il \fal atcsta e il Rocchi potevano continuare a portare era quella degli ufficiali pensi onati. '' A . BAI ,I ,ETTI, Swrìa di Reggio J1e//'E111i/i{I, Reggio, 1925, p.709. Il regolamento del 25.9.48 fissava alla Guardia Nazionale l'uniforme d i seguito descritta. Copricapo: shakot nero con coccarda estense: in alternativa un berretto cli panno hl eu con fascia scarl atta, coccarda ecl eventuali distintivi cli grado. A quest' ultimo proposito risulta che ai primi di gennaio ciel '49 er·a stato approvalo, ,.1!111e110 per la Cì.N.U. d i Reggi o. l'uso di un pompon con fondo rosso e contorno in lìlo bianco per i comuni, in fil o d'argen to per i solluffic iali e in filo d'oro per gli uil1ciali. Tunica cli panno hleu a un petto filettata in l ana scarlatta, con paramani e collw·ino di panno pure scarlatto. Boltoni gialli: spalline di l ana scar laua ovvero. per gli uflì cia li. a verrni glioni cli ra rne o d'argento clorato. Pantaloni di panno bleu '·con stri scie di scarlatto.. (art.47 nr.2): per l'estate in tela bianca. Com pletava r uni fonne, obbligatoria per i soli ufficiali, un cappono per l;J stagione in vernale. li regolamento rinv iava ,1cl un secondo mornemo la cletem1in,1zi one della tenuta delle guardie di cavalleria. Per guanto riguarda lo squadrone cl i Reggi o. a ciò si provvide con apposita Istruzione del 18.4.49, che stabili va quarm) segue. Copricapo: in attesa della materiale di sponibilità dell' elmo adottato. veniva prescritto l'uso di un chcpì rosso con placca d'o1tonc recante la ci fra "G.N.'', omamemi pure in ottone e pennacchio verde: per gli ufficiali era previsto un gallone d' oro lungo il bordo superiore del chepì. Era pure previsto(~ 3 I su·.) un berretto '·dello ei a po/ice", dai colmi analoghi a quelli clelle altre guardie. Tunica: non dissimile a quella delle altre guardie, sal vo un paio di parlicolari tra cui le falde più corte. Quali distinti vi d i grado per i sottufficiali erano previsti dei galloni d'oro "emme/è soppannati di rosso·'(~ 8 Istr.), formanti un angolo acuto con ven icc al paramano: uno per ogni braccio a contrassegnar e i brigadieri, e due i marescialli (caranerizzati anche eia un gin! ' •di grillò d'oro•· alle spalline - § 22 l str.). Il maresciallo d'nlloeeio in c·;,po doveva avere un terzo gallone al bracc io sinistro. Calzoni in panno scad ano con doppia fi.1scia cl i panno blcu (parata). ovvero in panno ·'bigio misto" con doppia fascia cl i panno scarl auo (inverno), ovvero ancora in "tela greggi a unirormc·• (estate) (cìr. ~ 12 l str.). Gualdrappa cl i pel o nero guarni ta cli panno rosso. Valigia cli panno rosso: ' ·,Jlle due estremità circolari guernite cli panno bi('// vi sarà la cifra G.N . in ottone sopra un rosouo di cuoj o lucido'' (s 33 !su·.). Completava l'uniforrne (obbligatori a per Lutti) un mantello cli panno bianco " con colletto e

r. ..) rascie cli panno scadano" , munito di cappuccio anch'esso bianco foderato in rosso(§ 24 lstr·.). È eia ritenere invece

che non sia mai srata emanata la norrnati va sul nuovo vestiario dello squadrone cli .\ lodcna. anche in relazione al fallo che solo due mesi prima del suo scioglimento il Duca aveva autorizzato la Cìuarclia a cavallo a vestire 'Tauuale suo U niforme. onde non portare un ulteriore dispendio con nuovi cambiameru i.. (ch irografo del 6. 11.48 al M in. cieli' Interno, in ASl'vio, R. Segreteri a di

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presidio rilevarono i posti serviti dalla Guardi a, me ntre le armi vennero consegnale il 18 grngno al comando estense di Piazza (56). L' Urbana reggiana non mancèl per la verità cli levare la propria voce contro il provvedimento eia cui restava colpita, incliriu.ando il 5.6.49 al Comune, onde la riportasse al Duca, una protesta, peraltro pacata e tesa pi ù che altro a dimostrare "come i motivi pretestati allo scioglimento de lla Guard ia" non potessero "per solo un punto" applicarsi al caso cli Reggio, sicché quella Nazionale dichiarava di non vedere "cagione onesta ciel suo scioglimento assoluto e definitivo" (57) . Con la soppressione dell'Urbana cessò completamente di esistere negli Stati estensi la Guardia Nazionale, giacché sin dal l 0.4.49 la Forese era andata a costituire, per disposizione ducale, un nuovo organismo posto alle dipendenze de l S.C.G., e cioé la M il izia di Riserva. Fino a quella data l'organizzazione della Forese aveva continuato a segnare il passo, tanto che nel fe bbraio Francesco V lamentava come in pratica ancora l'istituzione non avesse preso vita, osservanclo che "poche armi furono consegnate, e giammai una Compagnia si riunì" (58).

Ciabinctto. chirogral1 sovrani, r.350 del 1848). "' Le ann i ri tirate alla Cì.f\.U. cli Reggio fu rono in totale 924: 43:1 fucili inglesi, 97 di Brescia. 37'.: fucili di modelli diversi in pessimo stato e 22 tra carabine e moschettoni. Ve nne versato inoltre un pezzo c1·arl.iglieria. " Cfr. N. BIANCHI. 011. cii.. voi.li, p.238 e p.24 1. l i 13ianchi 1·ipon a integralmente. alle pp.23ì-242. il testo clc ll,1 protesta. " Chirografo ducale a I Min. de Il' Inlerno in data 13.2.49 (suprn , nota ?.ì). Per cercare cli accelerare i tempi. iI sovran o ordinò che alla formazione del Coq)o p1·csiedessero. in luogo dei comitati d'arru olamento. apposile ··Corn missioni d' organ i:u.azione·'. in c ui venne ad avere parie preponderante l'elemento militare. '-Jell'aprile la I'orcsc venne pernltrn. come si è dello. trnsforrnata in :vtil izia di R iserva.

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CAPITOLO IV Le truppe ducali dal 1849 al 1859 Le scelte operate eia Francesco V nel 1848/49 valsero a definire l'assetto delle forze armate estensi per l' intero decennio successivo. Sino alla fine de l Ducato infatti tali forze risultarono costituite eia un lato dalle truppe regolari, o •'attive", e dall ' altro dal la Milizia cli Riserva, destinala a "coadiuvare ove d'uopo" l'esercito "e in particolare la Forza Politica··, c ioè i Dragoni (1). La ripartizione delle truppe altive in Dragoni, Linea, Artiglieria. Pion ieri, Genio, Vetera ni e Trabanti venne essa pure conservata, così come anche rimase fondamentalmente immutato il sistema di reclutamento introdotto dal decreto 5.4.49 . Esso prevedeva una ferma cli ben sei anni sia per i volontari che per i coscritti. mentre il contingen te di riservisti chiamato se del caso ad integrare la truppa cli prima linea era, come si è visto, di circa 800 uomin1. Siamo dunque in presenza cli un esercito "di caserma", o "di qualità". secondo il modello austriaco e più a monte francese, caratterizzato appunto da lunga ferma e modeste riserve. J\l l'esercito cli caserma si i11ostrava ciel resto nettamente favorevo le la dottri na dominante in Europa (2), che apprezzava il buon addestramento e il forte spirito mi litare derivanti ai soldati dal lu ngo servizio, no nché la conseguente facil ità d i assimilazione dei riservisti eventualmente richiamati al le armi. Tali pregi furnno propri anche dell'esercito estense. al quale si richiedeva di essere "cli q ualità" anche sotto un diverso ed ulteriore profilo, dovendo il soldato -come si esprimeva il S.C.G.- "co' suoi buoni comportamenti servire cli esempio alle persone dello Stato Civile" (3) . Curate quanto all ' armamento ("Soprattutto si fo rni scano buone armi alle truppe", scri veva già ne l 1840 l'al lora principe ereditario Francesco d'Austria-Este) (4), e dotate di una proporzionata componente d'artiglieria, le truppe estensi del periodo scarseggiavano invece di cavalleria. Essa si riduceva infatti ai sol i dragoni montati (meno di un centinaio), che per di più a partire dal 185 l furono ripartiti fra le varie compagnie del Corpo, venendo ivi più che altro impiegati in "faticosi ( ... ) servizi di corrispondenze, trad uzion i, ordinanze ecc." (5). li desiderio di lim itare per quanto possibile gli oneri per l' erario e il convincime nto che i terreni rotti dell' Italia settentrionale non si aclclicessero alla cavalleria (6) furono con ogni proba bi I ifa alla rad ice dello scarso interesse per l'arma a cavallo mostrato dalle autorità mi I itari del Ducato, corne ciel resto eia q uelle del limitrofo Stato parmense (7). Benché nel decennio le truppe estensi contassero qualcosa di pi ù dei 4000 uom ini in un primo tempo previsti (3200 effettivi più 800 riservisti), dal punto cli vista quantitativo l' esercito ducale era decisamente di dimensioni modeste, come si eviden?.ia dal prospetto seguente (8). 'Mcn1o ri a non datata '·Sulle M ilizie d i Riser va negli Stati Estensi·•. in /\tti S C.C.ì .. Ord ini cli ìvlassima. L7 ( 1849/5 1) A lresercito e alla ìvl iliLia si affiancava per la verità

la Guardia

Nobile d'Onore, dalle caratleristi chc peraltro affatto parti-

colmi (cfr. in/i-a, cap.V l). ' Cfr. P. PIERJ. op. cir., p.573. A l sistem,1 francese si contrapponeva quello pru ssiano dell 'esercito cosicldcuo ..di numero... destinato ad essere cosIi1uiI0 in caso cli gucr-ra sopraltu tto eia riservisti. ·' Supplemento (nr.343) all'n.d.g. S.C.G. del 17.1 2.50 (0O.clcl.gg. del S.C.G. clal 22.9.48al 3 1.1 2.50).

' Mie idee sopra I 'on e s11·a tegirn e cose 111i/ira1"i. manoscritto cli Francesco d' Austria-Este dal alo IVIO 15.4.40 (,\SMo. A rch. austro-escense cli Vienna. p.V l , L I 2). ·' Cornu n icazionc ciel e.do Dragon i al S.C.C. datala MO 11.1 0 .5 1 (Atti S.C.G .. f.368/1 4 del 185 I ). '' Ed in special modo alla cavalleri a pesante: nella guerra ciel 1859 g li ,\uslriaci non impiegarono reggimenci cli corauieri proprio ·'perché si riteneva che( ...) il terreno intensamenIe col ci vato cd irrigato non fosse idoneo all" irnpiego cli questa speciali tà"' (M. ZANNONL L'F.scn·i10 Au.1rriaco 11e/ U/59. Mi lano. I 988. p.28). ' /\ Parma la cavalleria era rapp resentala eia un d rappello Cìuiùe e eia un lirnilalo numero di gendarmi montati : efr. M . ZA'-lNONI, I.!' Reali Ji-uppe Pi/lme11si, Parma. 1984. ' I dati ripon ati sono tratti : per il 18.' i0. dalla ''Situazione numeri ca della For&1 dei (. .. ) Corpi all 'epoca del g iorno 31 Gcnnajo l 85tr': per il 1853. dalla --siIuazione numerica della Forza dei Corpi ( ... ) dal giorno 5 ( .. .) al 12 \faggio I 853'"; peril l 856. dalla --situazione numcri c,1 della I-orza dei Coi-pi ( ...) dal giorno 28 f.cbhrajo al 6 J\.f a rzo 1856.. (lutti i clocu rncnIi

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Anno 1850 1853 1856 1859 Effettivo fissato Dragoni 479 484 534 534 Artiglieri a 351 363 380 377 Linea 2320 2318 23 18 2320 Pionieri 209 21 1 2 lO 21 1 ,., Genio 4 4 .) 4 Veterani 83 113 113 113 Trnbanti 28 31 31 31 Totale 3474 3524 3589 3590 Forza realmente i11 senizio 3415 35 I 7 352 1 3679 Riserva // 741 762 758 (occorre inoltre tenere conto cli altri 40-50 individui, tra ufficiali dello Stato maggiore generale, uffi c iali d'amministrazione, ufficiali aclcletti ai comandi cli Piana, medici, allievi cieli' Accademia. cappellani militari, ecc.). In complesso dunque il Ducato non schierava più di una brigata (e in effetti il comandante dell'esercito aveva il grado di generai maggiore, di cui erano rivestiti appunto i comandanti di brigata austriaci). Se tuttavia si considera che la popolazione dello Stato ammontava a circa 600.000 anime (9) il numero dei militari attivi appare abbastanza proporzionato, al meno al la I uce elci principio allora dominante ''cl ' una cli visione" (cioè clue brigate) "ogni miI ione d' abitanti" ( I 0). Del resto Parma, con poco più cli 500.000 abitanti, alr I. 1.57 aveva 2762 soldati in servizio e 1260 in riserva ( 11). Non bisogna poi dimenticare che agli attivi si affiancava la Milizia cli Riserva, che contava circa 7500 armali, e c ioè (12): Anno I Reggimento II Reggimento III Reggimento Totale

1854 3224 2737 1425 7386

1858 3223 2763 1494 7480

D'altra parte, il compito primario dei mil iti (che tra l'altro non vestivano uniforme) era queHo cli '·conservare il buon ordine la pubb lica e privata sicurezza, le proprietà i frull i campestri ecc." ( 13), mentre sotto il profilo più propriamente militare ess i venivano considerati più che altro idonei a rimpiazzare se ciel caso la truppa regolare nei servizi cl i guarnigione, restandone cli massima esc luso l'impiego in prima linea "ove farebbero più male che bene, e cagionerebbero più confusione che vantaggio" (14). Ovviamente il mantenimento dell 'apparato mi litare aveva un costo, che risulta essere stato nei vari anni il seguente ( 15). in questione sono conservati in ASMo. R. Segreteri a di Gabinetto, i'.657 ( J 9/22). Per il 1859 si sono utilizzat i i dat i forni ti dalle situazioni settimana li de i vari Corpi dal giorn o 13 al 20 gennaio (dal 14 al 2 1 per la L inea) conse1·vate in Atti S.C.G., filze: 500 (L inea). 50 I (Dn1goni). 502 (Artiglieria e Pionieri ), 503 (Veterani). 504 (Trabanti). • l\cl 1855 gli abitanti erano precisamente 600.676. '" P. PIFRT, op. r·ir . p 4?6. 11 M. ZANJ\"ONI, I.e Reali 7ì-uppe cit.. pp.55-56. " I dati riportati sono tratti: per il 1854. da\ J"·Eienco·· datato \\il() 16.6.54 (Atti S.C.G., f.402/ 1 ciel 1854 ): per il 1858. eia una tabella datata J\10 29.11 .58 (Alli bri gata estense. ì.74 - Carte militari 1834/59). 11 MenHxia c it. alla nota I. '" Lenera ciel S.C.G . al e.do ciel lii rgt. rvt.d.R. cimata MO 22.6.58 (A n i riservati S.C.G.-1858, f.VTI/ 14). " I dati 1·iport.ati sono tralti dai seguenti doc umenti. 1850: preventivo ino ltr-ato dalla Ragione ria al\'Ernnom;Ho militare in

data 15. 10.49 (Atti S.C.C .. f. 326/3 del J849J: ''Elenco" del 29.4.52 (sia ricr la somma stanziata che per la spesa effettivamente sostenuta. L""E \enco·' sta in Atti S.C.G., 1.371/2 del 1852). 185 1: osservazioni, non dacate, di Francesco V sul pre-

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An no 1850 1851 1855 1856 1859

Importo richiesto dal M ilitare Lit.2.023.012,42 Lit. l .712.656,56 Lit.2.008.017, 15 Lit.2.155.7 14,72 Lit.2.073.536,29

Somme stanziate Lit.1.773.012,42 Lit. 1.752.523, 16 Lit.1.885.1 O1,89 Li l.2.000.000.00 Lit.2.013 .536,29

Spese sostenute effetti varnente Lit.2.024.037,62 Lit. 1.945 .652, 13 Lit.2.022.629,55 Lit.2.206.350,88

Le spese mi litari rappresentavano a11Li una delle principali uscite ciel Ducato, che negli ann i in questione dedicò mediamente ad esse circa il 19% del proprio bi lancio. D'altro canto una grande potenza come la rrancia destinava nel periodo alle forze armate il 28% delle proprie spese globali, e iI 26% il Regno cli Sardegna ( 16). ln ogni caso Francesco V si mostri'l sempre attento a cercare di contenere per quanto possibi le gli oneri militari. respingendo ad esempio nell 'aprile del 185 I , appunto perchè troppo costoso, il progetto cli dotare cli uniforme almeno una parte dei militi cli Riserva: "col le spese attuali del lo Stato", scriveva il sovrano, "sarebbe una spesa dannosa e converrebbe provvedervi con un apposita imposta che non crediamo di dovere mettere'' ( 17). Ci si può chiedere a questo punto se la struttura mil itare del Ducato, per quanto sostanzialmente proporzionata rispetto alla popolazione e grnvante in modo non indifferente sulle pubbliche finanze, non fosse ugualmente sottodimensionata in relazione alle effettive csigen1e, considerate la difficoltà dei tempi e la mancanza di ostacol i naturali a prntezione delle frontiere. È peraltro un fatto cbe sino a quando le truppe estensi rimasero a presidio del territorio nessun nemico interno fu in grado cli scalrnre l' autorità ducale. Quanto agli Stati vicini , le ottime relazioni intrattenute eia rviodena con lo Stato della Chiesa, Parma e la Toscana valevano ad escludere ogni minaccia eia parte cli tali paesi. Francesco V ebbe anzi occasione cli ipotizzare, per l'eventual ità cli una ca mpagna, la fo rmazione di una divisione mista " Parrno-Estense col divisionario Austriaco ed i 2 brigadieri uno Parmense l'altro Estense" (18), mentre nel 1858 uno dei migliori ufficiali ducali , il conte Guerra, venne addirittura "prestato" per un triennio ai Pontifici. Poichè il Ducato nulla aveva ovviamente eia temere neppure dal l'Austria, in definitiva v'era da guardare con preoccupazione al solo Regno di Sardegna, con il quale Modena confinava per non lungo tratto dalla parte di Aulla, Fosdinovo e Carrara. Per la verità le forze del Regno subalpino (che aveva cinque milioni di abitanti) erano soverch ianti rispetto a quelle dello Stato estense, senza contare che il territorio sardo poteva costituire la base cli partenrn per iniziative anche in grande stile cli corpi franchi. Al pari di Parma e della Toscana, ìvlodena era pera ltro legata a Vienna da un trattato di alleanza ccl assistenza militare, sicché in caso cli aggressione procedente dal Piemonte ciò che si esigeva dall'esercito ducale era di sostenersi sino all' arrivo elci soccorso austriaco, ove questo si fosse reso necessario. Per tale compito la forza delle truppe estensi era sufficiente, né ciel resto, per quanto la si fosse accresciuta, si sarebbe potuto evitare nel ·59 la fine del Ducato, segnata da un conflitto sul cui esito l'esercito modenese non era comunque in grado di incidere. vemi vo di spesa per il 185 1 (sia per le richieste che pe r la sornrna accordata: il doc. sta in ;\SMo. Arch. austro-estense cl i Vien na. p.VI. f.5 ); ' 'Elenco·' ciel 27. 1.53 (i\lli S .C.G., f.J86il ùe l 1853) per· le spese sostenute. 1855: ·'ele nco'· del 10.3.57 (Alt i S.C.G .. f.456/ 1 ùel 1857). 1856: ''Ele nco" ciel 20.8.58 (Alli S.C.G., f.474/1 ùel 1858). 1859: osservazion i. no n datate, d i rrancesco V sul p reve nti vo di spesa pe r il 1859 (ASMo, i\rch. a ustro-esicnsc di Vienna. p.VI. f.5). Ne Le spese c'.fjé11il·e

e il /Jila11cio del DucClio di Modena i/(.1/ J/:330 al / 859. a c ura di Ci. HOCCOL\RI e A. SELMI (i n «A rchi v io Economico d cli" Unificazione Ita li a na». ,;eri e I, voi.VIII. fa,;c.11, Roma, 1959. p .1 e sgg.), g li ' ·O ne ri per la difr.,;i N:r1 inn:1 lp.'' sono ind icati in c ifre in q ualche misura d ifferenti, e c ioè (al netto deg li es borsi per il man ten imento de lla truppa austri aca) in L it.2.089.000 per il 1850. Lit.1.710.000 per il 185 1, L it.1.920.000 per il 1855 e Lit. 2.223.000 pe r il 1856. '" Cfr. i d ati riportati in C. ROCCA. A. CAVACiOCCHI. Lo guerra del /859 per /'i11dip('11c/e11;.(1d'/1u!ia, Roma. 19 10- l 9 12. vo] I. p.7 3 e p.44. 11 Disposizio ne ducale ciel 18.4.51 a rnarg ine d i una re lazione cie l S.C.Cì . s ull e Mi li zie di Riserva dataw MO 11.4 .5 1 (,\n i S .C.G .. f.355/1 ùel 185 1). ' ìvlemor·i a d i Francesco V sull'an cgg iamento da tene re in c aso cli campag na. non datala m a riferibile a i primi anni ' 50 (ASMo, ;-\ rc h. a us tro-estense cl i Vie nna. p. VI, f.1 2).

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CAPITOLO V I vertici militari Passando ad e saminare più eia vicino l'organizzazione militare estense nel de cennio 1849/59. e prendendo le mosse dagli organi che esercitavano le funzioni supreme di comando, occorre anzitutto soffermarsi sul Duca Francesco V ( 1) . Benché non s i ritenesse uno "strategico" (2), il sovrano ave va una solida preparaz ione in campo mi litare, frutto tra l' altro cli s pecifici studi giovani li compiuti sotto la guida di Francesco Beckerhin, fino a l 1848 comandante clcll'Artiglieria ducale . A tale preparazione l'Estense univa una profonda conoscenza elci problemi dell' esercito, avendolo comandato in prima pl.Tso11a da p1i11c ipe ere d itario ne l trie nnio 1843/46. S i puè, anz i dire. per ripre ndere un ' espressione de llo ste sso D uca, c he e gli fosse " nato e cresciuto" in mezzo a i soldati (3), la cui uni forme a veva rivestito sin dal l' adolescenza quale colo nnel lo proprietario del battaglione cli L inea (4). D i conse guenza, il sovrano era in cond iz ione cli affrontare e clecicle rc con piena cognizione cli causa le numerose questioni che g li veniva no sottoposte dall'autorità m ilitare. Assai s pesso peraltro era lo stesso Francesco V a ri levare deter minate o pportunità ed esigenze , richiedendo a i propri ufficiali relaz ioni, pare ri e progetti , o addirittura provvedendo di rettamente a mezzo di decreti e c hirografi indirizzati al S .C .G .: sicché in definitiva il Duca svolge va un ruolo d i prim issimo piano nella direzione delle truppe. Pr imo a iutante di campo de l sovrano era il conte Luigi Forni, cli illustre famig lia modenese (5) . Il 31 . 12.55 il col. Forn i venne promosso "Ajutanle Generale col Rango di Generale 1\.-taggiore", divene ndo c osì il terz o ge nerale e s tense dopo il Sacc ozz i e lo stesso rrancesco V, cu i il grado era stato conferito dal padre g ià ne l 1844 (6). Altro ai utante cli c a mpo era il marchese Franc esco P aolucci, maggiore dei Dragoni, che peraltro nel 1855 c h iese e d otten ne di esse re eso nerato dal serviz io per motivi d i salute . D al 1852 stava infine a palazzo a d ispos izio ne del D uca un ufficia le cl ' o rclinanz.a, co l compito cli fare le vec i di a iutante di c a mpo in caso d ' urge nza o cli impedimento, di raggua gl iare il sov ra no "d ' ogni cosa s traord inaria che accadesse ne lla giorn ata'', cl i accompagnarlo " a lle vis ite di Qua rtieri , a lla Manovra, Passeggia le Milita ri ", ecc. (7). A svo lgere il se rviz io si avv ic endarono i più distinti ufficiali dell ' e sercito, tra i qual i il marchese Achil le Tacoli. Tomm aso Fontana e Fe rdinando Camurri.

' Francesco Ferdinando C emini ano c1· A.usn-ia- Es te (Francesco V) nacque a M oclen,1 l' 1.6. 18 I 9 e morì

a Vienna il

20. 11.1 875. Salì al trono il 2 1.1 .46. all a morte del padre Francesco IV. Nel 1842 aveva sposato la pr incipessa Adcl gonda cli Bavi era. dalla quale ebbe una fi glia. Anna. vissuta peraltro sol o pochi mesi.

' F. V D ' A USTRIA-ESTE, Memorie di iflH.11110 disposi, vidi ed udii dal/' 11 g iugno al J2 /11;?/io I X.59, \ •loclena. 198 1, p.82. ' D iscorso di congedo r i vo l to d a Francesco V alla br igata estense il 24.9.63 in Canigliano. 1·iportato in Giornale de/h1 Reo/e D11cale Rrigc1ta t.:s1e11se. M odena. 1977 ( 1·i stampa anastatica del!" edizione del 1866) . p.3 I 6. nota I. ' Nel cont'nire il 4 ottobre 1833 rai e grado al fig lio quatt.orcl icenne. Francesco IV si era r i fatto all'uso austr iaco cl i affiancare al comandan te effettivo cl i c iascun 1·c ggirnento appun to un co lonnello propr ietario (i11haber). illustre pc1·sonagg io al quale la ca rica veni va data a titolo onori f ico e dal cui nome, ol tre che dal numero progressivo, il reggi mento stesso resrnva contrassegnato Il 32° reggimento imperi,ilc di l'anter i a. del quale pure 1-'rancesco V era proprietari o dalla prima giovinezza. era così denom inato K.K. 1Jif11111erie Reii111ent n. 32 '"Hn~ug r on Mod ena". l i 32° reggimento era reclutato in L ngher ia. ; Per qualche ce nno biografico sul foorn i ( 1806- 1877) vedas i T DF VOI .O,

011.

ri1.. I. IV. pp.398-402.

'' Dal 185 1 f'rnncesrn V era inol tre tenente maresci allo dell'esercito austri aco. Nell 'armata i mperi ale il ten. maresci allo

(Feldmarsclw/l-l.e11t11a111) co mandava una di v isione o talora anche un corpo d'armata. ' Il decreto ,ìl. 12.5 1 isti tuti vo dell"incar ico è ri portato nell"o.d.g. del S.C.G. nr.3 10 del 31. 12.5 1 (OO.cld.gg. del S.C.G . clalr 1.1.5 I al 17.9.52) . ' A ttraverso una serie di pro vved imenti emanati tra la fine del 1857 e l' ini zio del 1858 il metico loso Francesco \/ riparti i funzionari civili e mili tar i dello Stato in vari e classi. co llocando nella pri rna i m inistr i. e nella seconda il co nrnndante ùelle truppe insieme agli ambasci ator i e al presidente del Tr ibunale cli revisione. N on esisteva nel D ucato un 117i11i stro della C.ìue1Ta.

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lmmecliatamentc responsabi le di fronte al Duca del settore militare era il comandante delle truppe, appena inferiore per rango ai ministri (8). Durante l'intero regno cli Francesco V la carica venne rivestita dal generai maggiore Agostino Saccozzi, che dopo la parentesi rivoluzionaria e la prima riorganizzazione del Comando Generale riassunse definitivamente le prim iti ve incombenze nel novembre 1848. Il Saccozzi era giunto al vertice della gerarchia militare dopo una carriera abbastanza singolare. Sino ali' età. di quarant'anni egli era infatti rimasto nella natia Correggio, prestando servizio nella locale compagnia Urbana, di cui si trovava al comando allo scoppio della rivol uzione del '31. Contro le bande di insorti che minacciavano la cittadina il capitano Saccozzi si difese con fermezza al la testa cli un pugno cli uomini (9), richiamando in tal modo su d i sé l'attenzione del Duca Francesco IV, che il 4.4.31 lo passò ai Dragoni. Qui l'ufficiale ebbe modo di mettere pienamente in luce le proprie qualità e d i crescere nella stima ciel sovrano, che molto apprezzava •' il di Lui modo di servire( ... ) perché ha dell'energia somma" e al ternpo stesso " f'ii le sue cose senza aspreu.a" (10) . Comandante interinale del Corpo Dragoni sin dal 28.2.33, il 4 ottobre di quell'anno il Saccozzi venne confermato nel l' incarico e promosso maggiore, continuando poi a salire piuttosto rapidamente i gradi ni della scala gerarchica: I' 1. 1.37 era tenente colonnello, I' 11.1 1.38 colonne Ilo (dal gennaio 1846 incaricato ciel comando supremo), I' 1.1 .47 generale ( 11). Sebbene i lunghi anni trascorsi nel corpo "semi-atti vo" degli Urbani non avessero certamente giovato alla completezza della formazio ne mil itare del coneggese -consapevole ciel resto cli essere "per cognizioni al di sotto cli n-ìolti" (12)-, la scelta ciel Saccozzi a generale in capo si rivelò fel ice. La sua scrupolosa attenzio ne per le questioni am min istrati ve, le notevoli qualità di organizzatore, l' Llmanità e il tatto costantemente mostrali nei riguardi di colleghi e subordinati recarono molto vantaggio all' esercito. TI Saccozzi sapeva poi fedelmente interpretare e portare con intelligenza ad effetto le direttive che gli venivano dal sovrano, il quale -come si è detto- seguiva assai da vicino gli affari militari . Per tutti i subordinati il generale fu infine esempio di "attaccamento fervoroso( .. .) alla cattolica religione" (13), cli fie ra avversione alle idee rivol uzionarie, di sincera devozione alla famiglia regnante : "credo", egli affermava, "di non essere secondo ad alcuno per principj e per a!tenzione alla Augusta Casa d'Este dalla quale unicamente riconosco il ben essere dello Stato e dei sudclili" (14). Capo dello Stato maggiore generale, e conseguentemente primo collaboratore del Saccozzi , era il colonnello Sigismondo Ferrari, che Francesco V chiamò all' incarico con chirografo ciel 18.8.48. In precedenza. e c ioè eia! 1833 fino al marzo '48, il Ferrari aveva tenuto il comando delle trnppe estensi d'Oltrappennino, e prima ancora (1831/32) quello dei Cacciatori del Frignano, cli cui fu il primo organinatore e capo. In gioventù l'ufficiale, che era uscito dalla celebre Scuola Mi litare di Modena nel 1805 col grado d i tenente in 2a ciel Gen io, aveva poi partecipato a numerose campagne con l' esercito del Regno Italico, come pure a quella del 18 15 contro il :tvJurat, questa volta però come capitano estense.

' Cfr. C. GALV;\\11 , :'v!emorie s10ric!1 e inforno alla vita di S.A .R. Fral/cesco !\I duca cli Modena, j\-Jodena. I 846- I 855, t.IV, pp.309-316 ("Estrutto di alcuni rappo rti ufficiali del capitano Agostino Sacconi sopra quanto avve nne in Correggio ne l febbraj o I 83 I "). ''' In tal modo si sarebbe espresso a proposito ciel Saccou.i Francesco IV. conversando ne l luglio ciel 1833 col ge n. G iuseppe S ia m.ani , all 'epoca co mandan te del le tru ppe duca li . Lc1tcrn di A. S accozz i al pad re datala MO 15.7.33. in 13~Mo. Raccolta Saccozzi. cassetta 68E. " li Saccoa.i aveva te nuto intc rin,Jl mcnte il comando delle truppe anche nel periodo inte rcorso tra la morte ciel gcn. Stanami e la nom in a de l princ ipe e reditario ,.1 ca po de ll'eserc ito, e cioè tra il I 842 e il 1843. " /\ppunlo di pug no del Saccozzi. non data lo rna posteriore al 1848, conservato in BE/VI o, Raccol ta Saccozzi. cassetta 21:l. " T [)E VOI 0 , op. cii . i.TV, p.11."i. " /\ppunto di cui alla nota 12. Agos tino Saccozzi nacq ue a Co1Tegg io il 6.9. I790 e morì a M ira. presso Venezia. il 4 .1 2. 1865. Nobi le clcllc c it:tit di Correggio e Mode na , consigl ie re di Stato dal 3 1.1 2.56. all o scioglime nto de lla briga ta estense -c he ave va comandato sino all a fine- passò nell'cscrcito a ustri aco col grado di tenente maresciallo, venendo contestualmente collocato a riposo. O ltre al necrologio pubblicato dalla Cìazzetta uffic iale cl i Vc ne1.ia e riportato in Giorno/e dello Reale Ducale Hrigwa Eslense cii., p.329 e sgg., nota I. ed alla biografi a ded icata al Sacconi da T. DE VOLO. op. cii .. t.l V, pp.332-335, vedas i sul generale R. FINZI, Agosri110 Saccoz.~i Generale del !J11Calo di Modena, in « Reggio Democratica» del 3.4. 1949. nonc hé dello stesso a utwc li Generale Agoslino Soccozzi ed 1111 rnr1eggio inedi1n di Francesco V. d 'i\11srria- E.,1e, ne ,<Il pescatore regg iano,, . an no 1969. pp.65-84.

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Fig. 8 Il col o1111cllo Sigis111011do rèrrari. Capo clello Stnto maggiore gcncn1le dell"cscrcito ducale. Foto~rai'i,1. c i rea I 86 1 (Museo Ci1•ic11 del Ri.101'!,:i1111'11/U. klodena)

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Crollato il regime napo leonico, il Ferrari era stato infatti "il pri mo degli ufficiali modenesi a chiedere (... ) alla reggenza ducale, di passare a l servizio cli Francesco IV d'Este" ( 15). Per preparazione cd esperienze il Ferrari era dunque un elemento di pri m'ordine, tanto pi ù che all' una ecl alle altre egli univa una vivace in tell igenza ed un versatile ingegno, che consentirono a Francesco V di avvalersi dei talenti del colonnello anche per incombenze estranee all 'ambito mi litare, q uale ad esempio q uella cli commissario estense per la "Strada rerrata ccnrrale italiana". A ciò aggi ungasi che il Capo dello Stato maggiore aveva, a tutto vantaggio del servizio, una salda intesa _col Saccozzi, come ricordato in una commossa lettera ciel Ferrari al generale datata Padova 17.6.64. "E vero", vi si legge. "passammo 16 anni insieme, in perfetta concordia, amandoci e stirnancloci reciprocamente, e cercando cli compiere al servigio affidatoci plausibilmente. Voi ci riesc iste sacrificandovi eroicamente, io alla mia età purtroppo vi fui poco giovevole" (16). Oltre al comandante supremo e al Capo dello Stato maggiore generale, destinato a farne le veci in caso di assenza o impedimento, appartenevano a l Comando Generale alcuni altri ufficiali e qualche impiegato. A fine ·55, ad esempio, gli ufficiali erano: l'aiutante cli campo ciel Saccozzi, cap. Carlo Bononcini: il f.f. d i segretario de l generale, tcn. Emiliano Manni (il ruturo autore ciel Giornale della Reale Ducale Brigata Estense) ( 17); e infine il francese conte Arturo de Chevigné, che. entrato nell'esercito estense nel giugno ·55 come sottotenente in 2a dello Stato maggiore generale, sarà poi al servizio ciel Pontefice nel 1860 ( 18). Nel dicembre ciel l857 gli impiegati erano dal canto loro sci: un protocollista, un aggiunto cli prima classe e quattro scritlori. In stretta collaborazione col Supremo Comando Generale operava l'Economato mi litare. Tramite i propri uffici (Commissariato cli g uerra, "Ragio nateria''. Computisteria al dettaglio) l' Economato si occupava degli approvvigionamenti e della gestione am ministrati va e finanziaria del le truppe, esercitando a ltresì gl i oppo rtuni controll i su ll'utilizzo dei fo ndi (per riparazioni d'anni, mantenimento cli bardature. ecc.) direttamente affidati alle compagnie. Dall'Economato dipendevano inoltre un ufficio cassa e il magazzino d i vestiario ed equipaggiamento. Ali' 1.1.58 il personale dell'Economato era il seguente ( 19): - addetti al magazzino 3 (un magazziniere, un sottomagazziniere, un facchino) 8 - scrittori (tre cli 1 classe. tre cli II, due di ITT) 7 - aggi unti (tre cli I classe, tre cli 11. uno cli III) - protocol Iisti - ragionieri in 2a - cassieri 2 1. Totale V'erano inoltre un computista (cap. Giovann i Medici), un "Capo Ragionato" (cap. Antonio Tavani) e un Commissari o di g uerra (cap. Ferd inando Bonacati). Direttore cieli 'Economato mil itare era dal I 842 il sasso lese ing. Luigi Parozzi , che venne promosso

,; G. CANEVAZZI. Lo scuola mi/i,are di 1'vfode1w. Modena. 19 14 -1 920, vo i. I. p.405. "· La lellera trovas i in BEMo. Raccolta Saccon.i. cassella 90A. Sigismondo Fc1Ta ri. padre de l celebre commediogr,1fo Paolo. nacque a l\fodena nel 1785 e morì a J'v!i lano nel 1864. Allo sc iogli mento de lla brigata estense passò nell'esercito austriaco come generai maggiore ad /runorem. venendo contestualrnente posto a riposo. Brevi cenni hiograi'ici sul Ferrari sono riportati in G. CANEVAZZl. op. cit.. voi.I. pp.405 e 406, e in T. DE VOLO. 011. cit .. t.lV. pp.3 18-32 1. ,., C fr. i\ . MENZ IAi\l, A proposiw de//'wrtore del '" (ìioma/e della /fra/e Ducale B ri1;010 r:s1ense ··. in <<Alti e Memo rie de lla Deputazio ne <li Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi>>. seri e XI, vo i. V ( 1983), pp.267-27 1. "Cfr. P. Df'.1.1 .i\ TORRE. L ·anno di Menlana. ìvlilano. 1968, p.65. Quivi peraltro lo Chevigné è dello erronearnente ex uffi ciale parrncnsc. ''' Cfr. g li ·'Elenchi" dcli ' 1.1 2 e de l 30. 12 1857 e i re lat ivi provvedimenti sovrani in data 19. 12 e 30. 12 1857, <locurnenti llltt i conservati in Ani riservati S.C.G.- I8:'i7. LV I/ 13.

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tenente colonnello con decreto sovrano del 15.8.48, disimpegnando successivamente le proprie funL ioni con tale g rado (20). Ad eccezione dei quattro ufficiali menzionati , gli addetti all'Economato -come pure gli impiegati del S .C.G.- no n vestivano uniforme . Essa venne peraltro concessa a fine maggio '59 al capo magaaino e all'aggiunto assegnato al Commissariato (particolarmente in contatto con i soldati in ragione del loro servizio), nonchĂŠ a quelli Ira g li aggiu nti e gli scrittori "che fossero destinati a seguire la Truppa in caso di marcia" (21).

~' Pe r q ualc he cenno biografico sul Paroai ( 1792- 186 1) vedasi T. DE VOLO, op. cit., t.fV, pp.287-289, e G . CANEYi\ZZ I, op. cii. , voi.I, p.483. " Comu nicazio ne deĂŒ S.C.G. all'Econo mal:o datata MO 22.5.59 (A lli S.C.G., f.492 cie l 1859). L'uni forme fissata era la seguente. Copricapo: cappell o a fe luca, con aso la e roselte in oro (capo magazzino, agg. Com missari ato, aggiunto d i l classe), ovvero in seta (a ltri aggiunt i e scritto ri). Tunica cl i panno bleu, con colletto. paramani e fi lellatura cl i colore uguale a 4uc llo degli ufficiali cl' Amrnin istrazio ne, cioè rosa pall ido. Bollon i bianchi. A l coll ello un alamaro pe r pari.e, in oro per il capo magazzino. l'aggi unto del Com missariato, gli aggiu nti di I classe; in seta g ialla per gl i agg iun ti d i Il e llI classe. Nessu n alamaro per g li sc ril.to1-i. Pantaloni cl i panno bleu con fi letto rosa pallido. Dragona in oro; in seta per g li agg iun ti cli II e III c lasse e g li scrittori. La concessio ne dell ' uniforme era stata sollecitata da l S .C.G. al Duca nell""Elenco" de l 12559 (Att i S .C.G. f 492 del 1859).

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CAPITOLO VI I singoli Corpi. Guardie Nobili e Reali Trabanti Primo in ordine d i rango fra i vari C orpi militari del Ducato era quello delle Guardie N obili d' Onore. Il Corpo -a sé stanle rispetto all'eserc ito- traeva le proprie origini da una "società", formatasi tra un g ruppo cli patrizi modenesi dopo la caduta ciel dominio napoleonico a llo scopo cli dar vita appunto ad una " G uardia Nobile, che servir" dovesse "acl incontrare'' il Duca Francesco IV " nel s uo primo ingresso ne' suoi stati. Servir/1 pure in conseguenza", aggiungevano i patti associativi, "fino a c he S.A.R. abbia formala, cd organizzala la s ua guard ia ciel corpo, o altro" ( l ). Definita una prima organi nazione alle adunanze de l 24 e 25 aprile 1814, cd ottenu te le necessarie autorizzazioni, il 15 luglio la Guardi a si recò effettivamente ad accogliere il sovrano che g iu ngeva, iniziando così il pro prio servizio. Esso non fo po i più in seguito interrotto, giacché il 30 dicembre Francesco IV stabilì che per l'avvenire !"'es istente Guardia" dovesse considerars i '·come un Corpo ìvlilitare permanente" (2). " Avendo col s uo zelo, e buoni servizi meritata la Sovrana( ...) soddisfazione, e conferma", con provvedimento del 4 febbra io 18 l 5 fu pure concessa '·una permane nte mi !ilare organizzazione" alla Guardia Nobile d' Onore sorta nel maggio 18 14 in Reggio (3) ad imirazione di quel la della Capitale. Con l'aggregazione allo Stato estense elci territori dell'Oltrappen nino, al le Guard ie di Modena e di Reggio vennero ad aggiungersi quelle d i Carrara e di Massa, a lme no quest' ultima già esistente sotto la D uchessa Maria Beatrice. Più che cli un un ico Corpo elelle Guardie Nobili occorre dunq ue parlare di varie distinte realfa, peraltro accomunale dall' identità dei compili svolti . Questi consistevano principalmente ne lla scorta d 'onore al sovrano e a i membri della famiglia ducale "nelle grandi occasioni di Corte, o di funz ioni" (4), e in tutte le altre c ircostanze in c ui il Duca ritenesse opportuno farsi accompagnare da una guardia del corpo. Così, ad esempio, a fine ottobre '52 un brigadiere e due guardie reggiane scortarono Francesco V nella visita eia questi compiuta alle truppe impegnate nelle manovre presso il Gh iarclo. Ancora, ne lla ricorrenza dell'ottava cli S. Geminiano protettore cli Modena (7 febbraio). la locale Guardia a cavallo era solita accompagnare i sovrani che si recavano a sentir tvlessa in cattedrale, mentre quella a piedi guarniva il presbiterio. Le guardie prestavano inoltre, se comandate, il serviz io di scorta d'ono re anche a principi esteri in visita o cli passaggio nel Ducato, come accadde nell'estate de l 185 l alle guard ie massesi in occasione de ll'arrivo a Massa elci Granduchi cli Toscana, cofa portatisi ad incontrare l'Imperatrice Marianna cl' Austria e Maria Teresa di Savoia. Ovviamente. nelle varie eventualità veniva attivata la Guardia ciel luogo ove s i prese ntava il bisogno, come del resto s i evince dai tre casi riportati . Le guardie montavano inollre g iornalmente cl i sentinel la a lla Reale A nticamera. vigilando che vi si mantenessero l' ordine e le convenienze e che nessun indiv iduo s i introducesse se nza autori zzazione negli a ppa rtamenti ducali. ln relazione alle funz ion i c he era chiamata a svolgere la Guardia Nobile a ppare dunque più vicina agli organism i d i Corte che non agli allri Corpi mili tari, tant'é che gli Al111011acchi della R. Curie e degli Stati Estensi -veri e propri repertori delle istituz ioni del Ducato- preferiscono trattarne nella parte ded icala appunto a l la Corte e Casa Rea le. Proprio facendo riferimento al fatto che la Guardia non svolgeva in concreto "che il servigio d i C iambellano o d'usciere", il 14.9.48 il modenese Euge nio Ferrari tvloren i rasseg nava le proprie dimissioni

' '"Pati i sollo cui potranno firmar si quegli I ndividui . che desiderano l'at· parte del la Guardi a Nobile diretta aJr incontro cl i S.A.R. d' Este nel mo mento fel ice del suo prirn o ingresso in iV!odc na". Il documento. no n datato. è conscrv,110 in BEMo. Raccol ta Sacco11.i. cassetta l 4 , cc. 155- 156. ' Preambolo agli anico li d ' organi:aa1.ione e cl i d isciplina della Guardi a Nobile d'Onore cl i Modena approvati da Francesco IV i l 30. 12. 14 (ibidem . cc.1 2 1- 126). ' "'Organizz,1zione della Guardia Nobile d'Onore di Reggi o", approvata da Francesco IV con provvedimento datato MO 4.2. 15. ASRe. Arch. 1x i vato Turr i. bu sta 85. 'Articoli cl'organ izzazione cli c ui alla nota 2 (art. 14).

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1-ig. 9 T ro mbettiere della G uardia Nobile d路Ono re Estense - post 1857 (Arch i vi o di Stmn di .-\lfodena)

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dal Corpo. dichiarandosi convinto clell'impossibilifa cli una riforma dello stesso "stante il caldo attaccamento della pluralità a.Ilo statu quo, incompatibile col progresso generale, e coll'amor proprio ind ividuale" (5). II 28 agosto si era parimenti d imesso dalla Guard ia cli Modena Cesare Guiclotti, preferendole significativamente la Civica, " in cui ho il piacere, servendo d irettamente alla patria, di servire anche al Sovrano" (6). I mesi immediatamente s uccess ivi alla restaurazione d ucale furono in effetti tra i più critici per la Guardia Nobile. Tra l'agosto e il novernbrc '48 si e bbero a [Vlodena altre cinque dimissioni cd una richiesta cli esonero dal servizio attivo, tutte fondate -per usare le parole di Francesco V- "su fr ivole scuse" (7), s icché il C orpo perse non pochi dei suoi componenti . Colo ro che risposero all'appel lo lanc iato sin dal!' l l agosto dall'aiutante quar tiermastro conte Olivari fu ro no tuttavia in numero sufficiente a consentire alla Guardia del la Capitale di riprendere il servizio. c he a lla rnetà di settembre e ra già rianivato. Viceversa, a Reggio la G uardia Nobile non diede alcun segno cli vita. tant'é che a me tà d i gennaio de.I 1849 il D uca fu cosLrello ad ordinare c he a lmeno si cercasse di sapere se coloro che in passato ne ave vano fatto parte e rano "o nò disposti a continuare su l piede di prima e ad ogni occorrenza il servigio" (8). Nonostante fosse stato anche nominato un nuovo comandante ne lla persona del conte Gi,ul io Parigi (che s ubentrava al conte J acopino Rangone, cessato dall'incarico il 29.1 1.48), nessun ri sultato poté però essere ottenuto, s icché il I 5.7.49 Francesco V dichiarava '·sciolta anche di d iritto" la Guai-dia Nobile d ' Ono re cli Reggio, essendosi la stessa " di fatto sc iolta col non essersi do po il nostro ritorno in questi Stati g iammai fatta vedere in niuna occasione" (9). Solame nte nella pr imavera del ! 850 il Duca fu in c ondizione d i ricostituire a Reggio Em ilia una Guardia, al c ui comando fu c hiamato il conte A ntonio Vezzani Pratonieri. Con l'occasione peraltro la Guardia reggiana venne fusa con q ue lla cli ìvlode na, a formare dal!' l.5.50 un'u nica " G uardi a Nobile d' Onore Estense", c ui fu esteso il regolarnento già in v igore pe r le g uardie della capitale ( 10). U provvedimento ducale -cie l 15.4.50- lasciava invece alle Guardie di M assa e di Carrara il proprio autonomo inquadra mento, salva la possibiliti1 di confluire s uccessivamente anch' esse, su domanda, nella nuova struttura. In realtà però non s i giunse ma i a riunire in un unico o rganismo tutte le g uardie nobili cie l Ducato, anche per l'ostacolo rappresentato dal fatto che il conte Pietro Gue rra, a capo cli q ue!Je massesi con il rango cli colonnello, aveva magg iore anz ianità ne l g rado cli coloro c he nel periodo si succedettero a l comando della Guardia Nobile d' Onore Este nse. collocato d'altro canto in Modena dal decreto 15 aprile. In definitiva pertanto negli anni '50 le g uardie ebbero l'organi uazione seguente. GUARDIA NOBILE D'ONORE ESTENSE Stato lVlaggiore. Capitano comandante col rango d i colo nnello: da l 1850 al 1857 il rn.se Carlo Campori, che in precedenza -e sin dal 3 1.12.42- aveva comandato la G uardia cli Modena; morto il Carnpori ne l lug lio del '57 ( 11 ) fu chiamato a sostitui rlo il m .se Giovanni Galliani Coccapani. Da lla fine cie l ' 57 vicecomandante della G uardia fu il cap. tene nte conte A lessandro Valentini: v'era inoltre un tenente aiutante. I distaccament:o (cli J'vi oclcna). Comandante : sino al 1857, il cap. ten. Ga.lli ani Coccapani; dopo la promozione di quest' ultimo il posto ri mase vacante. Forza: una q uarantina cli uom ini , compresi i brigadieri (i rcgola n1e nti prevedevano che le guardie Cossero ripartite in q uattro brigate, due a piedi e due a cavallo, con un tenente ne lla sezione cli fanteria) ( 12). U na delle guardie fungeva da porta stendardo.

; La tene ra di d imissioni. indirizzata al comandante Cad o Carnpori, trovasi in BEMo. Racco lta Saccozzi, cassetta 28. " La lettera di dimissioni, indiriu.ata a Giovanni Galli.mi Coccapani, trovasi ibidem. ' Chirografo ducale dell" 1.1 2.48 al m.se Carlo Campori, in /\Sl\fo, R. Segreteria di Gubincu.o, chi rografi sovrani, f.350 del I 848. ' Chirogra fo ducale datato MO J 5. 1.49 (ASMo, R. Segreteria d i Gabinetto, chirog ra fi sovrani, f.351 del 1849). " Il provvedi men to trovasi in AS]Vlo, /\rch. austro-estense cli Vienna. p. VI, f.7 . "' Trattnvasi sempre degli articoli d'organiua1.ione di cui alla nota 2. " Il Campori. che era nmo a Modena nel 1780, ebbe solenni esequie nella chiesa modenese del la B.\!. del Paradiso il .ì.9.57. Su di lui vedasi T. DE VOLO. 011. cii .. t.IY, pp.254-257. 12 Con provvedime nto del 27.1 2.57 Francesco V norni nò corna11clrn1t.c della sei.ione cli fameri a Gaetano Rovighi. Alla ni on e del 111.se Gallia ni. gli eredi consegnarono lllttc le cane ùella Guardia al Rov ighi. il quale ri ordinal.elc ··colla assistenza. e premura ciel Sig.r Conte De' Volo'', "come anzi,1110 de lla Guardia e Graduato" le 1en11e presso di sé "ad ogni occorenza··. Buona pan e di tali clocumc nri trovas i ora nel la Raccol ta Saccou.i, tra cui anche la dichiarazione a fi m1a del Rovighi clarn1a MO 1.5.1 882 dalla quale è tra tta la citazione che precede (Bl::Jvlo. Raccolta Sacconi, cassella 7, cc.320-321 ).

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V'erano inoltre una quindicina di guardie "Emerite, e quindi esenti da ogn i eventualità cli servigio'' ( 13), nonché un trombettiere -di condizione non nobi le- co l rango cli sergente. Il distaccamento (di Reggio). Comandante: il conte Anto nio Vezzani Pratonieri, col grado prima di tenente e poi di capitano-tenente. Forza: a seconda degli anni, venti-venticinque tra brigad ieri e guardie (da ripartirsi in due brigate, l'una a piedi e l'altra a cavallo) . Gli emeriti erano tre. GUARDIA NOBILE D'ONORE IN MASSA Capitano comandante, col rango d i colonnello: il conte Pietro Guerra. Forza: oltre una decina cli uom ini, compresi i brigadieri (nel 1859 rivestivano tale grado i conti Francesco Ceccopieri e Pietro Staffetti). GUARDIA NOB ILE D'ONORE IN CARRARA Comandante: il tenente conte Ferdinando Manzoni. Forza: nr. I O individ ui, ridottisi ad 8 dal I 857. I membri della G uardia Nobile d'Onore avevano un rango superio re a quello corrispondente al grado I i vestito, al pari ciel resto dei loro colleghi appartenenti acl analoghe istituzioni di altri Stati . In particolare ai capitani era attribuilo il rango di colonnello, mentre i capitani-tenenti erano equiparati ai tenenti colonnelli degli altri Corpi, i lenenti e i brigadieri rispettivamente ai maggiori e ai capitani, le semplici guardie ai tenenti. Oltre che cli tale d istinzione e ciel diritto cli abbandonare in ogni momento il Corpo (formato da sol i volontari), le guard ie -almeno quelle appartenenti all a Guardia Nobile d' O nore Estense- godevano cli un'altra importante prerogativa. lnfalli , sai va sempre la fi nalc approvazione sovrana, per entrare in un distaccamento occorreva il gradimento dei com ponenti iI distaccamento stesso, cui spellava pure di scegliersi i brigadieri ( 14) . O ' altro canto, al le aspiranti guardie non si richiedeva solamente di avere compiuto una deter111inata età ( I5) e cli appatlenere a famiglie ascritte al Libro d'Oro, ma anche di essere " pe rsone( .. ) di buona morale condotta, e riputazione" ( 16). Condotta e reputazione che dovevano essere mantenute anche in seguito: i regolamenti esplicitamente contemplavano in fatt i lo "scandalo ( ... ) in materia d i Religione, o cli buoni costumi" quale ca usa cli espulsio ne da l Corpo per indegnità, al pari del resto dei "discorsi contro il Sovrano, o contro le Leggi", con cui si andava a violare il primo tra gli ohbli gbi "cl' ogni indi vicluo del la G uardia Nobile", appunto "la fedeltà al (... ) Sovrano" (l 7). Nonostante il carattere el itario del Corpo, il Campori pri ma ed il Gallian i Coccapani poi ebbero non poche difficoltà ad assicurare il regolare svolg imento del servizio. Le guard ie infatti non si dedicavano in via esclusiva all'attività militare, ma solo erano tenute a prestarsi in caso cli chiamata: senonché 11011 cli rado i doveri connessi all' appartenenza al Corpo veni vano posposti a problemi ed impegni cl i carattere personale. Poteva di conseguenza capitare che "sotto frivo li pretesti" la Reale Anticamera veni sse abbandonata pri rna ciel cambio, o che taluno non si prestasse affatto a tale servizio, ovvero che nelle varie ci rcosta nze in cu i la Guardia era ch iamata a scortare questo o quel personaggio a lcuni si sottraessero all'i mpegno (18). I comandanti aveva no bensì in tali casi la potestà di infl iggere le sanzioni disciplinari previste dai regolamenti, ma di fatto fi nivano per usarne con prudenza, anche perché v'era pur

" Chirografo cl ucale datato !V10 21 . 12.57. in ASMo. R. Segreteria d i Cìabincrto. chirografi sovrani. f.359 ciel 1857. Con tale chirografo veniva rich iamata in vigor·c la disposizione cornenuta nel regolamemo 30.12.1 4 _.. variato qua1Ho al nurr1c:ro ora illimitato clèlle Ciuardic allivc·•. ma '·mai ( ... ì abrogato quan10 al rimanente" -. che ammetteva la possibilità di guard ie '·soprannumerari e": e si i nvitava no ..,e Guard ie tulle non tacenti servig io. e che non prefcr·issero a considerarsi rra le Fmcri tc ( ...) acl annunziarsi per far parre" appunto "delle( ... ) Soprannumerarie". Nel 1859 a Modena i soprannumerari erano tre. " Per la veritii, nel la sessione ciel 7.1.43 la Cìuard ia d i :Vlodena si era spogliata "in certo moclo ciel diriuo lasciatole almeno cl i fatto dal Sov1w 10 delle nomine a Brigadiere per ridurre la cosa ad una sernpli ce an zianità" . ma con provvcclirnento ciel 2 1.1 2.57 (di verso da guello cilalO alla nota precedente ,111corcbé conser valo i/Jide111) rrancesco V el iminò tale m110111,11isn,n Sempre nel 1857 vennero fi ssate pii, prec ise norme sulle modali1à clelle deli bc rn zioni delle guardi e. sui q 11on1111. ecc. ,., I regolamenti fissavano orig inariamente i n 17 anni compiuti re tà rni nima per essere ammessi alla Guardia Nobile d'Onore Estense, portata poi nell' aprile del 'Sì a vent'anni se l'aspirante non aveva tcnninato il proprio corso cl i studi. "· Artico li c1·organi1.za1ione di cui alla nota 2 ( art.2). " Articoli cl 'organia.a1.ion..: di cui alla nota 2 (artt.5 e 6). ' Cfr. per g li anni 1857/59 i\ . MORSELLJ. F1111i 11110,·i 11el/a Guardia Nobile 1:.·., rense alla l'igi/ia e agli ini:,i del 1859. in «Rassegna Stori ca del Riso rgimento,,, anno 56° ( I %lJ), 11, pp.260-265. Nei ·'liberi a1rcgg iamenti" talora assunti da alcune guarcl ie il \.for·sclli scorge " al trettanti sinto rni cli un sen1imen10 di cri tica" che onnai ··serpeggiava rra i più vari sfrat i della

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sempre il timore che il destinatario della punizione, disgustato, fini sse per abbandonare il Corpo. Sicché in defi nitiva il funzio namento di quest'ultimo era in larga misura affidato al senso cl i responsabil ità dei suoi componenti, a riprova delle caratteristiche ciel rutto particolari della Guardia Nobile. In ogni caso, quando ne l 1859 Francesco V dovetlc allontanarsi dai suoi Stati furono non meno di una decina le guardie, cli Modena, che vollero segu irlo oltre Po '·e così dimostrare" -come si espri meva il comando della Guardia d'Onore Estense nel dare atto della loro partenza- "la devozione e l'attaccamento che (...) sentono tutte le Guardie Nobili del (... ) Distaccamento per la( ... ) R. Persona'' ( 19). Oltre alle Guardie Nobili, nella parte dedicata alla Corte e Casa Reale g li Alnwnocchi comprendono anche un altro Corpo militare, quel lo dei Trabanti (20) o Guardie di palazzo. Sorto nel 1825, tale Corpo era istituz.iona lmente aclclctto al la sorveglianza "degli appartamenti intern i ciel R. Palazzo" (21) in Modena, ove era pure accasermato. l Trabarni provvedevano inoltre al la cu~toclia elc i palazzi cl i Reggio e Massa nonché di un paio d'altrc proprietà ducali. A differenza delle guardie nobili i Trabanti costituivano peraltro parte integrante dell'esercito e rappresentavano anzi, per usare le parole del Saccozzi, "il più scelto Drappello delle Truppe cli V.i\.R. presso la cui Augusta Persona servono cli fedeli Guardie" (22). Vi potevano infatti essere ammessi solo uomini segnalatisi per meriti cd ottima condona negli altri Corpi, dai quali a turno si attingeva per coprire i posti vacanti. Visti i compiti sedentari affidati ai Trabanti, venivano generalmente scelti a farne parte incliviclui non più giovani, non di rado graduati; questi ultimi peraltro iniziavano da soldati semplici il nuovo servizio. Negli anni '50 il Corpo Trabanti contava ventotto tra sottufficiali e comuni, oltre a due ufficial i e al capo Corpo. Tale ultima cari ca fu dal luglio del 1850 rivestita dal capitano Gregorio Moschiari, promosso po i maggiore col!' I. I .51 (23). Nel giugno del '59 lo stesso Moschiari e quattord ici dei suoi dipendenti si unirono al rimanente dell' esercito c he lasciava insieme al Duca la Capitale. Per l'occasione erano stati distribuiti ai partenti za in i e buffetterie da Cacciatori , nonché carabine con le relative munizioni. Giunte le truppe oltre Po, i Trabanti vennero destinati alla villa estense ciel Cataio, presso Battagl ia Terme (PD), ove ripresero il consueto servizio.

popola1.ione·· (p.264). Tale opinione non appare peraltn"J condivisibile, quando si consider·i che abusi del genere di quelli 1·ico1·dati si ripetevano praticamente si11 clall"origine del Corpo. Si legga ad esempio la richiesta ri volta a f-ra nccsco I V in data I O 011obre 1820 dal!" allora comandante della Guardia di Modena m.se Pietro ·r acoli: '·Accadendo alle volte che alcuni ( ...) ricusano di fare i l servigio che le viene ordinato. e ci<'> sotto fri voli pretes ti o d' i ndisposizione, o cli affari elc i momento, per cu i ne può avvenire sopracarieo agli altri. o m;mc;.1 111.a nel servigio, così supplico V.A.R. di ( ... ) dann i qualche norma cli mio contegno in si111i li casi·· (BE!vlo, Raccolta Saccozz i, casse tta 8A. c. 260). E g i:1 il I 6.6.1 5 lo stesso Tacol i larncntava in una lettera a Carlo Campori ''la frecldeu.a delle Guard ie, per ciò che ri gu;ircla il ser viggio'·. mostran do cl i temere ' ·che faremo fatica a far sì , che il Corpo non si sciolga'· (BEMo. Raccolta Saccozz i, cassetta 41:3. cc. 16 e 17). ,,, Ordine ciel giorn o del corna11c\o della Guardia datato 11.6.59 e riportato in T. DE VOLO, op. cii .. t. l V, pp.557-5 58. Le guardie che seguirono il Duca furono i co nti G. 1V1o lza. G . Abbai.i rvlarescolli. F G,ilvani. L.A. Gand ini, S. Scapinelli . il m.se L . Coccapani l mpcri,.i li . no nché C. Santy;1n y Velasco, G. Besini e E. Borsari. 1\ d essi vanno aggiunti i comi L. Benincasa e O. Giacobazzi, partiti con Francesco V ··per al tri offic i di Cone·'. Quanto :i i rimanenti membri del Corpo. l"o.d.g . 11 giugno li poneva in sostanza agli ordi ni della Reggenza lasciata dal sovrano nella Capitale. Caduta ben presto qucst"ultima. a quanto risulta la Guardia Nobile d'Onore Estense. almeno a M odena. no n si sciolse. cominuando per qualche tempo la propria esistenza. cvidc nternente non più co me Corpo milit;m,. m:i cpi:1IP. pri varn associai.ione come lo era stata alle o rig ini (dr tra l' altro T. DE VOI .O, op. cii.. t.111. pp.I 2 I - I 22 ì. ,,., La deno 111in,.17.ione è ricalcata sul tedesco Tm/Ja111e11. I .a Trn/Ja11te11-Leibgu1d(' era in A ustria una delle quattro uniti! cl i Guardie desti nata alla cl i f'esa clelb persona dell "lmperntorc.

" T. DE VOLO, op. c-i1.. l.l V. p.279. "''Elenco·' datato MO 28. 10 .50 (Ani S.CG .. i'.339/ I del 1850). " Per qualche cenno biogra i"ico sul !Vloschiari i 1797- 186 1) vedasi T DE VOLO, op. cii.. I.I V. pp.278-27lJ. Dall"agosto del '48 sino alla no mina ciel Moschiari i T rabanti erano stati comandali dal ten. Bartolomeo Zarnpaloca. g i:'1 appartenente alla Cìuardia del Corpo cli façole li i.

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Fig. 11 T rabanti in bassa tenu ta - 1850 (A rchivio rii Swro di Mude11a)

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CAPITOLO VII Il Real Corpo Dragoni Con decreto da Brescello ciel 29.3.49 Francesco V rendeva ai Carabinieri estens i il tradizionale nome di Dragoni. Istituiti al l' indomani della Restaurazione sul modello della Gendarmeria napolconica (al quale si rifacevano fra gli altri anche i Carabinieri piemontesi), i Dragoni costituivano la prima Arma dell'esercito. collocandosi subito dopo la G uardia Nobile nella gerarchia dei Corpi mi litari ciel Ducato. Tale posizione di preminenza va ricollegata all'i mportanza dei compi ti affidati ai D ragoni, cui spettava non solo cli concorre re all a di resa elci sovrano e del paese, rna anche di ·'vegliare alla pubblica sicurezza" e di "garantire nel!' interno dello Stato la conservazione delI' orci i ne, e l'esecuzione ciel le Leggi'" (1). l dragoni erano infatti investili delle funzioni d i pol izia giudiziaria, dovendo prendere notizia dei reati (art. I O ciel regolamento del Corpo ciel 1851 ), acquisirne le prove, ricercarne ed arrestarne i colpevoli (artt. 12- 14, 21-22, 23): erano preposti al la tutela clel l'orcline pubblico, operando gli opportuni interventi in caso ''cl i ammutinamenti, o sollevazioni popolari '' (art. 17): provvedevano alla polizia politica, indagando su ·'complotti, e( ...) trame rivoluzionarie" (art.42) ed intercettando gl i scritti " rivoluzionari e seclizios i" (art.41 ). La conservazione della pubblica tranquillità era c urata dal Corpo anche in via preventiva, attraverso pcrlustrazion i e pattugliamenti, la sorveglianza sulle persone sospette, l'i ntervento ciel la forza a i mercati cd ovunque si facesse luogo "a concorso cli molto popo lo" (art.30). l' acqu isizione cli noti zie sullo spirito pubblico, il genere di vita. le abitudini, le occupazion i delle popolazioni , ccc. (arlt.283. 287). Al fine cl i assicurare l'attuazione clcllc prescri zioni normative in materia fiscale, sa ni taria. ecc ., e per garantire l'esecuzione ciel le determinazioni ciel le autorità amministrati ve e g iudiziarie, i dragoni erano infi ne tenuti a prestare man forte al potere civile. Nello svolgimento della loro attività i dragoni erano soggetti a varie li mitazioni. volte a garanti re il rispetto de i cliri lli degli individui: l'arma eia fuoco doveva essere acl esempio usata con "circospezione" (art. 18) e comunque solo nei casi previsti, mentre l'accesso alle pri vate dimore era consentito unicamente per determinate finalità e con particolari cautele, ·'Ja casa cl i ciascun cittadino( ... ) essendo un asilo inviolabile" (art.57) (2) . Per tutto c iò che concerneva ''la sicurezza del lo Stato, l'ordine pubblico. la tranquillità interna, e la Polizia civile" (art.92) il Corpo Dragoni doveva operare d'intesa col Ì\•1 inistero cli Buon Governo (3), pur rimanendo ovviamente in ogni circostanza pienamente subord inato al Supremo Comando Generale per q uanto rig uardava "gli oggetti militari, e l'ammin istrazione economica'' (art.75). Non sempre peraltro Dragoni e Ministero co llaboravano come avrebbero dovuto: "è del tempo", ri feri va ad esempio il Saccozzi al Duca in data 17 .9.56, "che vedo con vero dispiacere non esservi tra i due Corpi quel pieno accordo il quale solo può condurre ad ottimi risultati (...) Disun iti( ... ) d' azione questi poteri pensa no ciascuno d i fare da se e coi mezzi proprj, ma come uniti diventerebbero efficacissim i. separati non possono al certo proddurre il clesiclcrato effetto'' (4). I compiti affidati al Corpo non si esaurivano peraltro in quell i sin qui ricordati, giacché esso provvedeva anche alla polizia militare. Spettava infalli ai dragoni procedere all ' arresto e al la consegna ai comandi cli Piazza dei solclali autori cli disordin i, dei d isertori, ecc., come pure loro competeva in caso di marcia ''mandare avanti gl i sbandati'', ''impedire( ...) gli eccessi contro gli abitanti" ed "oppor.~i a ciualunque incompetente requisizione per parte della Truppa·' (art.37 reg. 1851 ).

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Regola111e1110 pei R. Dr(lgo11i Es1e11si, [V!oùena. 1851. voi.I, ,ut . I.

' A ll'art.7 1 il rego lamento del I 851 ri conosce va inoltre il diri tto d· asilo ai mal fattori rif ugia1isi in luogo sacro. ' Sul f\-1inistero di l:3uon Governo. e più in generale sull"organizz,uione arnministrativa del Ducato. vedasi G. BCRTUZZI. / ,a s1mnura c1111111i11istraliv11 del d11c1110 !lus1m-Es1e11se. Linew11ei11 i , '.vlode na. 1977.

' La lcttc r,.1 dèl Saccoai è co nservata in A tti brigala estense. f.74 - Can e militari l 8~4/59.

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r-ig. 12 I l capitano dei Dragoni A ntonio Cerchiari. Ritrai.lo di G. Znllera (iv!useo Civico del Ri.w11gime,110, Modr_,11a )

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I /1."1'0.

Pig. J 3 Dragoni a pied i - 1850 (1\ rc/1ivio di Staio di Mocle110)

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A i Dragoni era infine imposto d i prendersi cura cli coloro c he potevano avere bisogno di a iuto: i "pic coli raga zzi" che avessero sm arrito la strada (art.220); i forestieri in arrivo o in partenza su '•D iligenze o Velociferi" assillati eia me nd icanti o fatti segno cli insulti (art.40); gli stessi animali. qu ando venissero m a ltrattati. irritali, ecc. (art.2 19) (5). Affinché le molteplic i e del icate funzioni allribui te ai Dragoni potessern ven ire svolte in mod o adeguato occorreva che il personale ciel Corpo fosse particolarmente q ual if icato, non solo dal punto di vista professionale ma anche sotto il prol'ilo uma no e morale. Occorrevano cioé " uom in i provetti, d i tratto civile, incorruttibi li, integerr imi" (6), dotati di istruzione, e pertanto ca paci per tal i loro qualità d i g uadagnarsi la stima e il rispetto del le po po lazioni. E in effetti, nel delinearc la figura del d ragone. i I regolamento del 185 I lo presenta, o ltre c he fede le a l sovrano, valoroso e disciplinato, anche re ligioso, probo e leale, affabile, solito acl usare "decenza ed onestà tanto nella propria conclolla che nei discors i" e sempre pro nto a comportarsi con "buona fede, e verac ità" (art. 191 ) . "Scienza nel leggere e scrivere, bel personale, ed ottima condotta" costituivano altre prerogative degli appartenen ti all'Arma , e d anzi requisiti indispensabi li per esservi ammessi (cfr. art.288). Chi vestiva la divisa cli dragone non sempre peraltro s i uniformava in concreto al modello de scritto nel regolamento: nell 'apr ile del '56 il Saccozzi denunc iava ad esempio "la vergognosa frequenza cli gravidanze illegittime" dov ute ad individui cie l Corpo . Tuttavia l'autorità m ilitare non rinunciava a pretende re c he l'Arma fosse realmente ·'anche per moralità di esempio agli a ltri Militari, e d a i Borghesi'", colpe ndo con opportune sanzioni coloro che tenevano comportamenti inadeguati (7). A i sensi cicli' art. 192 del regolamento 18.'i I , inoltre, " le trasgressioni, g li abus i di potere, le supcrcher ie, le venalità onde un Dragone si re ndesse colpevole" dovevano essere portate a conoscenrn dcli ' intero Corpo, al pari del le "distinte azioni di va lore e cli perspicacia" (8) . Le special i q ua lità che s i esigevano nei d ragon i facevano ciel resto sì che particolari fossero le modalità cli accesso a l Corpo. Ordinariamente infatt i i dragoni venivano scelti fra i soldati cli Linea con una certa anz ia nit~t di servizio, che avessero ma nifestato il desiderio di passare ap punto alla " forza po litica'· e che fossero ri sultati in possesso dei requisiti necessari, sa lvo poi verifica rne in concreto le attitudini e il comportamento nel corso cli un periodo cli prova de lla durata di alcuni mesi. S ino a lla rivoluzione ciel 1848 i I ricorso agli e lementi idonei di altri Corpi costitui va anzi per i Dragoni l' unica forma cl i recl utamento; rna con provvedimento ciel 19.1.49 Francesco V autorizzò l'arnmissio ne "anche( ...) da i borghesi" cli volontari " istruiti e forniti cli tutte le volute q ual ità" (9). Introdotta poi la leva negli Stati estens i, il Corpo fi nì per compre ndere anche un'aliquota di coscritti, pur contin ua ndo princ ipa lmente ad attingere dal reggimento cli L inea i propri complementi.

' I dragoni erdno ino ltre spesso impegnati nella u-aduzione cli detenuti. in staffette. nella scorta a pubblico denaro. a munizioni, ecc. Talo ra essi erano anche chiamati a scortare gli illustri personaggi ordinariamente acco mpagnati dalle guardie nobili. Pe1· un'i nteressante disamina dei compiti affidati ad un altro Corpo modellato sul la Gendarmeria napoleonica. quello dei Drago ni (poi Gendarmi) parmensi. vedasi R. FEDOCCI. / Dmgo11i N1òo11a!i di Pnmw. in «Rassegna dell 'Anna dei Carabinieri». n. l , l 97ì, pp.1 7-24. ' " Elenco.. datalo 1 v10 28.3.56, in 1\tti brigata estense. i'.74 - Carte militari 1834/59. ' Cfr. ad es. l'o.ù.g. del S.C.C. nr.62 cieli" 1.4.56 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 4.7.54 al 20.9.56), da cui sono tratte le cila1.ion i nel tes to. ' In BE\,Jo . Racc:o lra S.ac:cozzi. ca ssetla 848, è conservato u n ·"Prospe u o" (a ,,1.ampa) "de lle Belle e male Az io ni . e dei ,·e la -

tivi Elogi e ricompense. Punizioni o Condanne" riferibili ai Dragoni peI· l"anno 1852. Il ·'Prospetto" . pubblicato a mezzo clell'o.cl.g. 1.1.53 elci comando del Corpo, contiene l'elenco cli 42 azioni lodevoli. nonché la lista cli 23 individui che ·'dimentichi del loro dovere incorsero la taccia dei loro Superiori e furono qu ind i allontanati dalle fil e dei loro bravi compagni·· per ubriacheua. litigiosità. ecc . ., li provved imento è posto in calce ad un ''Elenco·• ciel 19.1.49 (Al ti S.C.G .. Ordini di iVhissima. f.7 ( 1849/5 I). Per la vericà sin dal gennaio 1848 il cornando Dragoni aveva richiesto cli poter accettare nel Corpo " all'evenienza d i piauc vacanti qualche: giovane cli buona famiglia. educato ed istrutto per l"mrnarc (. ..) un tavoliere per abili Sono-t.:llici,ili" C'Elenco" del 14. 1.48. in Act i S C:G . U 15/ I del 1848).

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Ovviamente, come era importante che venissero a mmessi a i Dragoni individ ui adatti, così era di interesse per lo Stato che proseguissero il servizio coloro che d urante la ferma aveva no dato prova clelJe q ualitù richieste. Proprio per facili ta re il conseguimento cli tale o biettivo, ed anche in relazione a l fallo che viceversa andavano moltiplicandosi i casi d i ·'Sott'Uffic iali e Dragon i capaci cd istruiti" che in mancanza d i ·'una lusinghiera prospettiva per l' avvenire-" cercavano cl i abbandonare il Corpo ''con1piuta appena la capitolazione" ( I0), con decreto sovrano ciel 13.8.56 vennero d isposte s peciali provvidenze. Tale decreto attribuiva infatti a l dragone comune e a l brigadiere che avessero mostrato '"zelo buona condotta e capacità'' e che decidessero cli rinnovare la ferma il rango rispettivamente cli capora le e sergente cli Linea, con conseguente poss ibilità cli beneficiare d i un miglior trattamento economico al mome nto del passaggio a pensione ( 11). Il 23.8.48 il M iniste ro estense di Buo n Governo si ri volgeva a l Saccozzi affinché "forti presicli i cli R . Carabinieri" venissc:ru a l p i t:1 pre stu i11 viati a guarn ire nuovamente i luoghi '"che in addietro erano presid iati da lle Brigate Dragoni", ottenend o dal generale l'ass icurazione che ne l giro di pochi g io rni il Corpo sarebbe stato " a portata cli r iprendere il ser vigio" ( 12). E in effetti a metà settembre i Carabinieri avevano già rico llocato posti in una tre ntina d i località del Modenese e del Reggiano . I tum ultuosi mes i seguiti a U'armi sti7.io Salasco non furono comunq ue faci li per i mi litari dcli' Arma, sovente farti segno a manifestazioni d'ostiIitù da parte delle popolazioni ed addir ittura cacciati eia Finale a l g riclo di '"fuori i gambini" (13). Conso lidatasi n uovamente l' a utorità clucalc il Corpo ru peraltro in grado d i riprendere a svolgere con piena efficaci a le propr ie ma nsioni. Il servizio di gendarmeria era non solo piuttosto rischioso, ma anche alquanto gravoso, almeno a giudicare eia una relazione data ta 8.4.5 1 dell'al lora comandante del Corpo, magg. Scverus. Red uce eia un' ispezio ne nel la Bassa mo de nese. l'ufficia le faceva tra l' altro presente al S .C.G . c he la brigata di Conco rd ia era ordinariamente impegnata " in 13 servizj esterni(. .. ) ogn i mese, in due Pattug lie nollurnc, e nel la sorveglianza di tre lVIercati settimana]i", oltre che ne l contro Ilo d i 160 precettati: che a S . Fe lice quel distaccame nto prestava mens ilme nte "13 serv izj esterni( ... ) senza conta re le perlustrazio ni notturne in Cam pagna, Pattuglie ne ll'i nte rno e scrvizj straordinarj cl ' arresti e perquisizioni": che i d rago ni cli Massa F inalese e rano aclclirittura " mala ticci in causa de l g rande Servizio nottu rno". Proprio a llo "zelo e premura" dei m ilitari de ll'Arma erano tuttavia dovute, seco ndo il Severus . "la pace e la q uie te" che regnava no '·ne lla Bassa Provincia", ove ne l corso ciel pri mo trimestre del 185 1 no n s i erano registrati c he "un omicidio per rissa, un ' Invasione ed una venti na di piccoli furti" ( 14).

'" " l:::lenco.. ciel 28..ì.56 di cui alla nota 6. " li decreto duca le del 13.8.:'i6. da Quattro Cnstcl \;1. è riportato nel supplcménto ( nr.I 4~) all' o.d.g. S.C.C . del 14 .8.56 (OO.dd .gg. del S.C.G. dal 4.7.54 al 20 .9 .56). Esso accogl ieva nella sostanza alcune istanze del comando Dragoni . cli cu i ~i era fatto pon avoce i l Saccozzi ncll' ..Elenco .. ciel 28.3.56. Preoccupato per il 111,rn caI0 rinnovo ciel la fcrnn da pan e cl i molti suoi dipcnùenli ecl impensieri to per lo scarso afflu sso cl i vo lonI,.1t·i_ il CO!llandante elc i Coq10 -che vedeva la causa d i entrnlllbi i fenomeni appunto nella manca nza per i d1·ago11i cli "una lusinghiera prospetti va per l' avvenire.,- aveva i nfatti auspicato "un 111ig lioramenI0 11el metodo delle pensioni ( ...) ecl una d istinz ione onorifica sui co muni degli altri Corpi··_ Con o.d.g. cie l S.C.G. nr. 156 del 13.9.56 (OO.clcl.gg. del S.C.Cì. dal 4 .7.54 al 20.9 56) venne stabil ito che a seguito del decreto sovrano 13.8.56 i conl rassegni di grado (cfr. i11/i·u. cap.XXIV ) restassero modificali nel Cor po D ragoni come segue. Maresciul/i

d 'alloggio: ''ol tre le ire sIelle di seta al co lletto poneranno all' intorn o dcl l' estrerni til in ferior·c di csso col letto una fettuccia d' argento dell' altezza di un centirnetro''. Brigadieri rn11 rnngo di sé'rgr11rc (a seguito del rinnovo della ferina): "al collcno tre stelle cli lana. ccl egualmen te come i l IV! aresci;J!lo una fettu cc ia(... ) però in sela bianca·•. Brigadi('/'i é' vicé' brigodie,·i: ··aggiungeranno alk ( .. ) slr,llr· in Lrn:i l:i f;c,1I1,cc ia rli scia bianca come sopra·•_[)mgoni con rn11go di copom/e (a seguito del r inno vo della ferma) : " portc rnnno al C:olleuo le due stelle in lana. !lla senza fettucc ia alcuna". " Tan to la lettera del M inistcrn che il riscontro del Saccozzi (datalo 26 agosto) sono conser vati in A tti S.C.G .. f..l:22/8 ciel 1848. "Cfr. in/i-a, cap.X I V. Ga111/;èi11 . secondo il Vocaholorio del dioleno 1\ilodenese cl i A. NER I (S ala Bolognese. 198 1). si gnil'ica '"austri acante. codino. perché gambi ni erano dett i i soldati aus1Tiaci" " La relazi one è conservata in Atti S.C.G .. f.J861 I 4clel 185 1. I prccell.ali erano individui ,1ssoggetta1i. per ragioni di pubblica sicurezza. a par"lirn lari obblighi. co me ,id esempio quello d i non uscire cl i casa nelle ore norturne, ovvero quello di non allontanarsi eia un luogo sen1.a pern1esso. ecc.

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Pig. 14 Dragone a cavallo - 1850 (Archivio di Swto di 1\1/odenaj

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La situazione della Bassa non costi tuì va cl ' altroncle un'eccezione: negli anni I 853 e 1854, ad esempio. si ebbero nell'intero Ducato -a fro nte cli una popolazione di 600.000 abitanti- non pii:1 cli una quindicina cli omicidi e rispettivame nte circa ottocento e novecento altri delitti, per oltre due terzi rappresentati eia furti (15). Pur dovendosi ovv iamente tenere conto delle condizioni soc io-culturali clcll'cpoca, risul ta evidente eia questi dati l'efficacia dell 'azione svolta dai Dragoni, malgrado la modesta consistenza ciel Corpo. All'atto della ricostituzione dell'esercito estense dopo la rivol uzione del '48 alla rinnovata Arma dei Carabinieri era stato attribuito un organi co di poco più cli 400 incliviclui, ri partiti in uno squadrone cli cavalleria di un centinaio cli uomini e due compag nie d i fante ria forti ognuna d i oltre 150 teste. Ri tenendo peraltro che per recuperare la ·' purtroppo perduta Forza morale" fosse necessari a al Corpo u na pi ù c o nsisten te "Forza fi sica". già nel dicem bre d e l 1848 i I m agg. Severus proponeva d i a u mentarne considerevolmente gli organici ( l 6). E poch i mesi dopo, assi Ilato da l moltiplicarsi del le esigenze e constatata l' insufficienza cieli ' Arma a farvi fronte in modo adeguato, l' ufficiale rinnovava le proprie istanze, c hiedendo al S.C.G. cli intervenire presso il Duca: "a ltrimenti", precisava, "il Servigio d'istituto e la discipl ina andrebbero a decl inare sensibilmente ed il sottoscritto si vedrebbe costretto a protestare contro qualunque colpa gli si dovesse inferire" in caso "cli tumulti e disordini, ai quali non vi fosse mezzo cli porre riparo" ( 17). Con decreto cicli' l I g iugno 1849 il sovrano accolse, almeno in parte. le proposte avanzategl i per il rafforzarnento ccl una nuova organi nazione del Corpo, che alla stregua degli ordin i del giorno ciel S.C.G. nr.1 14 e 115 ciel 12 e I 3 giugno 1849 restava sudcliviso nel modo seguente: nr. I squadrone cli cavalleria, forte come in precedenza di I capitano, I tenente, 2 sottotenenti, 2 maresciai Ii cl' alloggio. 8 brigadieri, 6 vice brigadieri, 2 trombettieri, 82 dragoni e 4 gar1.0ni d i stai la, per un totale d i I 08 uomini: nr.3 compagnie d i fan teria. ogn una composta eia 1 capitano. 1 tenente, l sottotenente, 3 marescialli cl'al loggio, 12 brigadieri, 8 vice brigaci ieri, l trombettiere (18), 56 dragoni cli l classe e 40 dragoni cli II c lasse ( 19), per un totale cli 123 ind ivid ui. Tenendo conto del comandante del Corpo e ciel suo aiutante l'effettivo dei Dragoni veniva così a raggiungere le 479 unità. "La Cavalleria'' chiariva il S.C.G. " manterrà un forte deposito in Modena, ove specialmente si dovrà attendere all ' istruzione deg li uomini e Cavalli, e manterrà d istaccamenti in Reggio, Carpi, Novi, Rubbiera e S. lllario. La Fanteria coprirà il resto dello Stato. cioé una Compagni a per ogni Provinc ia. I Comandi delle Compagnie staranno in Modena Reggio e Massa'' (20) .

" Cfr. un prosreuo conser valo in A 11i S.C.G .. f.433/ 14 ciel 1855. Il prospetto. non datato. comprende nei delitti anche " suicidi e so mmersioni"' (24 nel 1853 e 26 nel 1854). '' '·Progetto Rispettoso·• a Cirma Severu s ·'cl i Riorganizzazione. disciplina. ed Am rni nistrazione per il Corpo Reali Carabinieri··. non datato ma risalente al d icernhre 1848 e conservato in Ani riservati S.C.G.- 1849/53. Ll/8. Il Severus chiedeva di poter arrivai-e a clisporTc d i 6 1O carabinier·i. " Rapporto ciel co rnando Drngoni al S.C.G. datato MO 5.6.49. in A tti S.C.G .. f.3:\5/1 2 ciel 1849. " L e compagnie a piedi avevano in un primo tempo dei lamhurini, che per-altro sin dal dicembre 1848 i l Severu s rrorose d i sosti tuire appunto con 1rombettieri '•in quantocchè si hanno( ... ) nella lnl"anteria Soggetti abil i a suonare la Tromba provenienti clai ( ... ) Cacciatori ciel Frignano" ('T'rogcn o Rispe ttoso" d i cui alla nota 16). /\ quanto risulta. i lrombcl.l:icri ven nero effeltiva rnente ~ostituiti ai tamburi ni g ià intorno all,1 fine di fcbb r,1io del 1849. A metà circa ciel '52 f urono ado1t,1te trombe di nuovo modello. simili a q uelle in d istribuzione al battaglione Cacciatori. "' "Resta(...) fissaro·· disponeva il S.C.C. "' I ° Che non possano passarsi Dragoni dalla 2a alla I a Classe se non abbiano(...) ottima condotta. cncrg i,1e perspicacia pel servizio politico. e (... ) sappiano correntemente leggere e scrivere. 2° Li D ragoni da ora in avanti a111111ittcnd i d i 2a C lasse dag l' allri Corpi e dai Borghesi ( ... ) non potranno passare alla I a Classe se non dopo clue anni cli servizio(... ) e(... ) avere dimostrala car acilil e mantenuta lodevole condotta·'. Comunicazione ciel S.C.G . al c.clo Dragoni datata I 3.6.49. in Atti S C.G .• Ordini di Massirna. i'.7 ( I 849/5 I ). ''' Ibidem.A l itolo d i curiositi1 si può ri cordar-e che ai cavalli dei Dragoni veni vano allri buil i nomi che iniziavano con la leltera "' A ''. come ad es. Aristobulo. A lgeri. ecc.

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Poiché pera ltro in ragione ciel loro servizio i dragoni erano ripartiti i n piccoli nuclei sul territorio; e poiché re lativam ente al numero clelJe località eia presidiare e dei militari da impiegarvi le esigenze del O Modenese, de l Reggiano e cie l Massese erano alquanto differe nti, a far tempo dal I novembre 1849 la forza delle tre compagn ie cli fanteria venne diversificata. S i ebbero così: - una 1 compagnia, di 4 ufficiali e 167 tra sottufficiali e dragoni per le province cli l\lfoclena e del Frignano; una Il compagnia, di 3 ufficiali e 84 tra sottufficiali e dragoni per M assa, la Lunigiana e la Ga rfagnana; - una III compagnia, cli 2 ufficiali e 109 tra sollufficiali e dragoni per le provi nce di Reggio e di Guastalla. Restando invariato il numero complessivo dei dragoni, fu stabi lito che, "nel caso che il Corpo(...) si avesse per q ua lche circostanza ad uni re", la for7;.1 delle compagnie fosse "equilibrata. ripristinando le Compagnie a piedi come sono attualmente" (21). Con decreto sovrano ciel 2 gennaio 185 I (22) l'organizzazione del C orpo Dragoni venne poi ancora modificata. Nell'intento di trarre maggior profitto da l personale di cavalleria il provved imento disponeva infatti la soppressione dello squadrone e la dispersione fra le compagnie dei d ragoni a cavallo, ridotti a 72 escl usi gli ufficiali. Dal canto loro le compagnie, definite ora "miste" per essere formate sia di fante ria che cli cavalleria, veni vano portate da 3 a 4 (1 Frignano, Il O ltrappennino, III province Reggio e Guastalla, I V prov. Modena). Completava la nuova struttura de l!" Arma un deposito cli istruzione con sede in ìvloclena, desti nato acl accogliere le recl ute ciel Corpo, denominate " alunni'' (23) . Il decreto ducale del 2 gennaio stabiliva inoltre che tutti gli ufficiali elci Dragoni fossero montati, in modo da poter compiere peri odiche ispezioni a i distaccamenti loro dipendenti (24), e d abolì va la distinzione tra dragoni cli II e cli T c lasse. La differenza di soldo fra le d ue classi produceva in effetti " m a lcontento ed una certa rilassateua in q uelli che sono compresi nel la pri ma Cattegoria, giacché tutti devono prestare un me desimo servigio" (25). Nonostante la riduzione elci numero dei dragoni a cavallo, il provvedimento del 2.1.51 disponeva un lieve aumento dell'organico complessivo ciel Corpo, al quale veniva concesso tra l'altro un nuovo sottotenente per la direzione del depos ito d' istruzione, ruolo in cui l'ufficiale poteva essere surrogato eia un maresciallo. Affinché fosse "meglio provveduto a l Servizio Politico" ed avessero ''a cessare le sussistenze e suss idj" sovente forniti a i Dragoni dalla Linea (26), con chirografo dell' 11.10.53 da Sarvar (Unghe ria) Francesco V accordò poi a li ' Arma altri 50 uo mini, prontamente reperiti nel R eggi mento . .1'!\. seguito cli tale misura, la forza del Corpo Dragoni rimase fiss ata in 534 indi vidui per non più m odificars i s ino alla fine del D ucato . Si trattava d i: 16 - ufficiali (l maggiore comandante, I ten. ai utante, 4 capitani o capitani tenenti , 4 tenenti, 6 sottotenenti) 12 - marescialli d 'alloggio (3 a cavallo, 9 a piedi)

" Il n uovo riparto delle compagnie di fante ria ve nne autorizzato <lai Duca, su proposta del Seve rus, con decre to I 9.10.49 e de finito a mezzo de l I e supplemento (nr.25 I) all'o.d.g. S .C .C . del 23.10.49 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 22.9 .48 al 3 1.12.50). " Pos to all'o.cl.g. ciel S.C.G. nr.2 de l 3. 1.5 1 (OO.dd.gg. ciel S .C.G. dalr 1.1.50 al 25.4.5 1). " Pe r il pe riodo della loro perm anenza al deposito g li "alunni"' provenie nti dal ì\-1ilitarc percepivano il soldo del Corpo cui in precedenza appa rtenevano; g li altri. quello elci comun i d i Linea. '' In parti cola re. i capitani dovevano visitare '·Brigate e stazioni delle proprie Compagnie una volta ogni tre mesi' ·_ me ntre i te nenti e i sollotenemi ' ·quelle delle loro Tenenze ogni d ue mesi' ': cfr. l'"Ele nco'' al Duca del 6.2.52 (Atei S.C.C ., f.371/2 ciel 1852). nel quale appunto si richiamano " le massime che seguir si dovevano per le girate deg li Ufficial i"' fissate '•in consonanza coll" osseq ui ato decreto cli V.A.R. de l 2 Genna io 185 1'·. ' ' ·' Progetto Rispettoso'' di c ui alla nota 16. " O .cl. g. del S C.C . nr.203 del 15. 10.53 (OO.cld.gg. ciel S.C.Cì. dal 18.9.52 al 23.4.54).

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- brigadie ri 46 (6 a caval lo, 40 a piedi) - vice brigadie ri 34 (4 a cava ilo, 30 a piedi) - trom bettie ri 5 (2 a cavai lo, 3 a p iedi) - clragoni 42 1 (55 a cavallo, 366 a piedi) Tolale 534 (27). In concomitanza con la riforma delle circoscriz ioni gi ud iziarie de llo S tato, ali' iniz io del 1855 si ebbe un ultimo ritocco ali' organizzazione dcli' Arma, che po rtò tra l'altro a lla variazione de l la numeraz ione del le quattro compagnie. C ol I O febbrai o 1855 il Cmpo Dragon i risultò pertanto ripartito nel rnodo seguente (28). Stato nrnggiore e minore: I uff. s up. cornanclante, I uff. a iu tante, I sottufficiale. I compagnia (prov. cli Modena), comprendente le tenenze cli ìvlodena, Carpi . !Vli randola e Sassuo lo: le sezioni di Nonantola, Finale e Vignola; le brigate di Mode na, Bastiglia. C iisto, Rubiera, S. Cesario. Nonantola. Bompmto, Stuffionc (lcn. Modena), Carpi, Rovereto, Novi. Rolo . S. Martino d'Este (ten. Carpi), Mirandola, S. S ilvestro, Tramusch io. Concordia, Ca vezzo, S. Marti no Spino. Mortizzuolo . Fi nale, Massa Finalese, C a mposanto, S. Peli ce (ten. M irandola), Sassuolo. Formigine. Marane llo, S. ~lic hcle. Vig nola, Spilam berto (ten. Sassuolo). Forza della compagnia : ca. 200 uomini. com presi gli ufficial i. Comando a ìvloclcna. Il compagnia (province di Reggio e Guastalla). compre ndente le tenenze cli Reggio e Guasta lla ; la frazione cli Caste lnovo ne' Monti; le sezion i di Monte cchio e Castclnovo di sotto: le briga te di Reggio, Correggio, Scandiano, Caste llarano. Vezzano, Montecchio. S. Polo. S. flario, Castelnovo cli sotto, Povig lio (ten. Reggio), Guastal la, Luaara. G ualtieri , Novellara, Reggio lo, Brescel lo (ten. G uasta lla), Caste lnovo ne' Monti . Busana. Sarrnno, Vi lla M inozzo, Carpineti (fraz. Caste lnovo M .). Forza della compagnia: ca. 140 uomini , compres i gli ufficial i. Coma ndo a Reggio. lii compagnia (prov. Frignano). con la tene nza cli Pavu llo, la frazione di 7occa. la sezione di Pievepe lago e le brigate di PavulJo, Serra, Larna. Sestola. Montefiorino, Fanano. Pievepelago. fi umal bo (ten. Pavullo), Zocca. Montese, Guigl ia (fraz. Zocca). Forza della compagnia: una settantina d i uomini, compres i gli ufficial i. Cornanclo a Pavullo. IV compagnia (Oltrappennino). co n le tenenze cli Carrara, F ivizzano, Castelnuovo di Garfag nana: le sezioni cli Massa e Aul la; le brigate d i Carra ra. Avcnza. Bedizzano, Massa. l\.fontignoso (ten. Carrara), Fivizzano, Fosdinovo, L icciana, Aul la, Cali ce. Albiano (ten. Fivizzano). Casteln uovo, Campo rgiano, G allicano, S. Romano. Trassilico (ten. Castelnuovo Garf.). Forza della compagnia: o ltre un centinaio cli uom ini, com presi gli ufficiali. Comando a ]\,lassa.

Deposito di istruzione. Tale ripartizione non venne sostanzialmente rnoclil"icata sino a lla fi ne ciel Ducato (29). Le briga te contavano eia lre a sei dragoni, cli rego la sotto g li o rdini di un brigad ie re o vice-brigad ie re (30) che avevano tra i primi doveri q uel lo di mantene re '"la più severa d isc ipl ina'' fra i propri dipe n-

" Cfr. la tabella riproc.lucenle J"•'Ubicazio ne e riparti zione del Real Corpo Dragoni al l 1110 Febbraio 1855". che riporta in Ci.I Ice

appunto un prosp..:110 del '"Completo fissalo del suddetto Corpo"' (Atti S.C.G .. f.433/ 14 del 1855). f\el corso degli anni

i due ufficiali appan~ncnti allo Stato maggiore ve nnero prornossi. Per qualche tempo inoltre i Dragoni ebbero in forza un sen imo solloLenentc soprannumerari o. distaccalo peraltro all"estero. f\a luralmence non sempre in conn cl.o la forza cieli' A rma corrispondeva ali" effen i vo rissalo: ,.ili · 1.7.57. ad esempio. erano in servizio 356 dragoni a piec.l i con tro i 366 contemplati dal l'or·ganico. A lla stessa data il c.lc posito di istruzio ne con lav,.1 3 alunni. '' Cfr. la tabella d i cui alla nota precedente. Le bri gate d ipenclenLi dalle varie sezioni sono inclicate nel lesto cl i segui to al nome della località secle ciel relativo co mando. I l decreto ducale da cui trasse origine la nuova arLicolaz.ionc ciel Corpo è del

23. 1.55 e venne posto all ' o.cl.g. e.lei S.C.Ci nr. I O ciel 25.1.55 (OO.dd.gg. ciel S.C.Ci dal 25.4.54 al 31.12.55). " C fr. le tabelle ineren ti all ' ubicazio ne e ripartizione ciel Corpo D ragoni ali" 1.1.56. ali' 1.7.57. ali " 1.1 .58 e ali· I . 1.59, conser vale in ;-\ tti S.C.G .. IT. (rispeuivamcnte): 452/1 4 ciel 1856; 470i 15 del 1857; 485/ 11 del 1858 e 489 del I 859. Da Lai i Labcl-

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denti (art.279 reg. 185 1). A tal fine era richiesto ai soli ufficiali di non "famigliarizzarsi troppo" coi subordinati (art.265) ed al17i di trattarli con "la necessaria severità" (art.263), sino a porli se del caso agli arresti semplici secondo una facolfa cliretrarnente accordata ai comandanti delle brigate. Fra i molteplici rapporti che questi ulti mi erano tenuti ad inoltrare ai loro superiori particolare ri levanza assumeva il "bullettino riservato'·, mediante il quale il comando dcli' i\rma veniva qu indicinalmente informato sul lo "spirito delle popolazioni", sulle "dicerie cli q ualunque sorta" e più in genera le su tullo c iò che potesse "interessare le viste ciel 13uon Governo'' (art.295 reg.1 85 I). Nel decennio 1849/59 il comando del Corpo Dragoni venne tenuto eia ufficia li austri aci. passati nelle f ile estensi a richiesta cli Francesco V li primo d i essi fu Rodolfo Severus, già direuore ciel col legio mili tare cli S. Luca a Mi lano e capitano del 38° reggi1 11e11tu di fante1ia "Graf Haugwitz.''. Autorizzato I' 11.1 1.48 ad entrare al sct·vizio ducale, col 1° dicembre i I Severus venne norn inato maggiore comandante del!' Arma mantenendo tale incarico sino al 30.4.54, per ripassare poi nell'esercito austriaco quale tenente colonnello cli Gendarmeria. Al grado cli tenente co lonnello l' u!Tic ialc era stato innalzato nel marzo del ·54 da rrancesco V sodd isfallo dei ''buoni servigi i prestati pel corso cli oltre 5 cinque anni"' dal Severus nella riorganizzazione del Corpo Dragoni "e nell'eccellente discipl ina, attività. e buono spirito che seppe mantenere in quello, come lo provano i numerosi serv igi i importanti prestati da detto Corpo. che procurarono una sicurezza interna in ogn i modo maggiore di quel lo che le sf'avorevol i circostanze cli questi ultimi anni (...) avrebbero potuto far sperare., (3 I). A quanto sembra. durante la sua perrnanenza a ìvlodena il Severus non seppe peraltro mantenere buoni rapporti coi colleghi e col Saccoui. A eletta cli quest' u Itimo infatti il co mandante de i Dragoni "sparlaf va] degli Ufficial i Superiori (. ..) specialmente ciel T. Col. Forghieri'' e pubblicamente ciel lo stesso generale, attribuendogli ·'arbitri i" (32); ed anzi lo stesso Saccozzi ebbe a far presente al Duca che i I suo subordi nato gli usava " un contegno strambo ed esiggcnte al segno eia interessare tutta la mia prudenza onde ovvi are scandali e non pregiudicare al servizio" (33). Al Severus successe col I u maggio J 854 Leopolclo von Wieclerkhern zu Wieclersbach, trentottenne capitano cie l 47° reggimento cli fanteria ·'Graf Kinsky". Nominato maggiore elci Dragoni. l'u fficiale gi unse a Modena il 17 maggio. assurncnclo defini tivamente 1c proprie incombenze il l O del successivo gi ugno. Anche il \Vieclerkhern ri mase al servizio ducale per un q uinquen nio, con piena soddisfazione cli Francesco V, che nell'agosto del '58 lo promosse tenente colonnello. Riparnto l'esercito estense oltre Po a seguito delle vicende del 1859, l'u ffi ciale -desideroso di rientrare nell'armata austriaca- chiese iI proprio congedo, che il Duca gli accordò con decreto eia Verona cieli' 11.7.59.

le risul ta che. salva la soppressione de lle brigale di S. M,Jt"tino Spino e S. Miche le. la ripartizione delle prime tre compagn i,·. rini:is,-• irl,~n1 ir:a n rp1c ll,1 indi cata nel testo . Viceversa alcune vai-iazioni s i ebbero nella compagn ia di presidio oltre ;\ppcnnino. specie nell"ambi to del la te nenza cl i Carrara. Qui vi la brigata cli Monti gnoso venne prima spostata a Porta. poi ri portata ;1 Mon ti gnoso. poi rimessa ancora a Porta: la brigata di Bcdizzano fu inoltre soppressa Cl I. 12.56). La sede stessa della tenenza f"u portala a [\,fossa. con passaggio perèJ del capitano a Carrara. '" Le frazioni erano in vece affidate ai maresc ial li. come per lo più le sci.ioni. ' Chirngrafo sovrano indi rizzato a l S.C:.G. in data 11 .~.54 (Atti S.C:.G ., 1.403/2 de l 1854). -'' Appunto non da tai.o né finnato. ma risa lente al 1850 e vergato nella mi nuta ed it1confondibilc grai'ia del con eggesc (;\ rri riservati S.C:.G.-1 849/53. Ll/8) " Lellera de l Snccou.i a Francesco V cimata MO 17.1 0.50 (Alli brigata estense. 1'74 - Can e mili ta ri 1834/.~9).

f,7



CAPITOLO VIII I Corpi tecnici: Artiglieria, Pionieri, Genio Dopo la rivoluzione del '48, l' Artiglieria ducale fu riorganizzata su due compagnie, affiancate eia mezz.o squadrone del Treno, e dal I O ottobre 1848 venne affidata al magg. Giovanni Battista Guerra, figlio del conte Pietro comandante della G uard ia Nobile d'Onore di l\fassa (I) . Conoscitore di varie lingue, dotato cli cognizioni profonde e d i "passione pc! mestiere" (2), il Guerra era in effetti l' uomo più adatto a comandare la prima tra le Armi dotte, in cui aveva fra l'altro iniziato la carriera (ottobre 1831) e lungamente servilo prima di passare nel 1842 ai Cacciatori del Frignano . .brancesco V teneva in particolare cons iderazione r ufficiaJe, avendo in un'occasione a definirlo "modello di soldato·', "altissimo" "per Infanteria di linea e leggiera, Artiglieria, ed armi speciali" (3). Della stima nutrita dal sovrano per il Guerra è del resto espressione il brillante curriculum di quest' ultimo, che, nominato nel gennaio ciel 1848 maggiore comandante dei Cacciatori, dopo il passaggio all'Artiglieria divenne in breve tenente colonnello (1 . 1.49) e quindi colonnello ( 1. 1.5 1) . Pare anzi che il Duca avesse in animo di fare cieli ' ufficiale, al mome nto opportuno, il successore del Saccozzi: in una memoria dei primi anni ' 50 Francesco V ipotizzava infatti di porre a capo del contingente estense impegnato in un eventuale conflitto appunto il Guerra, ·'da nom inarsi appena si sarà distinto a Generale". "II Gen. Saccozzi" soggiunge la memo ria "resterebbe al mio seguito" (4). Nel dicembre '48 il maggiore Guerra sottopose al S .C.G. un articolato progetto, d iretto ad assicurare ali' Artiglieria estense un'"uniformità cl' organizzazione", che potesse riuscire "vantaggiosa e al Servizio e ali' istruzione" (5). La struttura esistente -Treno, 43 uom ini; compagnia eia cam po, I 03 uomini; compagnia "delle Torri'' destinata al servizio delle fortificazioni di Brescello, 76 uomini- era in effetti tutt' altro che omogenea. Basti pensare che il Treno, impiegato nel traino dei pezzi, delle carrette eia munizioni, ecc., non formava parte integrante cieli' Artiglieria ma era semplicemente ad essa aggregato, e che le due compagnie del Corpo costituivano ciascuna un' entità a sé stante, tanto eia vestire uniformi differenti (6). Riflettendo come " il Servigio del Treno, e quello dei Cannonieri che maneggiano le Bocche a fuoco da Campagna" fossero "talmente amalgamati da costituire nelle evoluzioni delle Batterie( ... ) ccl in altre molte circostanze un sol tutto indivis ibile", e considerando che competeva in identica maniera all' Artiglieria servire i pezzi da campo, da costa, eia piazza e eia assedio, il G ue1Ta proponeva la costituzione cli un organi-

' Giovanni Battista Guerra era nato nel 18 12 a Besançon. dove i genitori. rnassesi. si erano trasferiti per ragioni d'affar i; morì poi a Pisa nel 1895. Per q ualche cenn o biografico sull'ufficiale. vedasi G. CANEVAZZI, op. cit.. vo i.I l. pp.96 e 97. ' Lettera di Francesco V al ten. col. dell'eserc ito austri aco Francesco Malaguzzi in data 3 1.3.5 1 (AS!vlo, Arch. austro-estense d i Vienna, p.V[, f.5) . ; Ibidem. È da ricordare che il Guerra mise a repentaglio la propria vita per salvare il sovrano in occasione dell'attentato da questi subito il I 6. 11.48 ad opera cli Luigi Rizzati di Cavezzo (vedasi in proposito T. DE VOLO, op. cii.. t.l. pp.305 e sgg.). ' Memoria di Frnncesco V sull'atteggiamento da tenere in caso di campagna, non datata ma riferibile ai primi anni ·so (AS!Vlo, Arch. austro-estense cli Vienna, p.VI, f.12). Al prestigio goduto dal Guerra presso Francesco V non nocquero né alcu ne manifestazioni di simpatia per la causa italiana espresse. a eletta cli K Bianch i, nel periodo della rivoluzione de l '48. né un sangui noso incidente in cui restarono coinvolte le truppe comand ate dall'uffic iale durante 1· occupazione cli Fivizzano ( novcrnbre l847). che il Ducato di !Vlodena rivendicava in base al trattato di Firenze de l 1844 e c he la Toscana e ra in vece restia a cedere. Nel dec reto con c ui il Guerra veniva nominato maggiore dei Cacciatori ciel Frignano ( 13 .1 .48) il Duca rammentava anzi come l'ufficiale avesse adempiuto "con piena Nostra soddisfazione al delicato incarico dell'occupazione e Comando delle Truppe in fivizzano·' (A tti Ragioneria dell',l\zicnda 'v1ilitare, f .8). Sulla qL1cstione cli 1-'ivizzano vedasi Cì. BERTUZZL // co11/li110Ji·a Toscano e l'vfodena per la presa di possesso di Fiviz::.ano. in «Atti e Memorie della Deputazione d i Storia Patria per le Antiche Provinc ie Modenesi,,, serie X, voi. V. anno 1970. pp.57-74. ' La ··Memoria sulla organizzazione della Reale Art iglieria Estense" è datata 22. 12.48 ed è conservai.a in Atti S.C.G., f.331/8 del 1849. ' La compagnia delle Ton i era stata posta alle dipendenze dell' Artiglieria solo ne l 1842.

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smo unitario, formato da compagnie rnontatc e a piedi . '·Le prime" prec isava l'ufficiale (7) '·oltre il Personale necessario al maneggio d i certa q uantità e qualità di Bocche cla fuoco da Campagna avrebbero un proporzionato numero di Conducenti e cli Cavalli" per trainare i cannoni; " le Seconde non avTebbero Cavalli di c ui non abbisognano per l'ordinario serviàf', re lativo a pezzi in batterie e postazioni fisse. Con decreto ciel 18.2.49 i I sovrano approvò nella sostanza iI piano ciel Guerra, sicché col!' 1.3.49 (8) ven ne disposto che l'Artiglieria fosse riorganizzata su tre compagnie, cli cui la prima montata e le altre appiedare. Il mezzo squadrone del Treno venne soppresso ed il personale incorporato ne lla I com pagnia. Al Corpo venne inoltre f issato l'organico cli seguito indicato.

Stato maggiore Ufficiali ( 1 uff. :-.uperiure cu111,111d,HllC. 1 ai utante, I te nente custode dcli' Armeria)

Stato minore Magazzinie ri cli I classe Magazzinie ri di 11 classe Capi maestri Maestri Totale I compagnia montata Ufficiali ( 1 cap. o cap. tenente, I tenente, J sottotenente cli I c lasse, I sott. d i TJ classe) Sergenti Caporali Sottocaporal i Trombe ttieri (9) Cannonieri serventi cl i I classe Cannonieri serventi di II classe Cannonieri conducenti cli l classe Cannonieri conducenti cli II classe (IO) Operai di J classe Operai di TJ classe Totale Il e III compagnia a piedi (forza totale) Ufficiali ( I capitano. I cap. ten. , 2 ten ., 2 sollotenenti cli l c lasse e 2 di TI) Sergenti Caporali Sollocapora li Trombettieri

I (posto lasciato vacante)

2 2 6 Il 4

3 9 9 2

23 46 13

28 3 3 143

8 6 12 12 4

' ··\1emori a'" d i cu i nllv notn ~-

• Cfr l'o.d.g. ciel S.C.G . nr.47 dell' l .'.l.49 (OO.clcl.gg. ciel S.C.G. dal 2.1 .46 all"8.6.49). '' In precedenza I' A niglieria avev a tamburini. ad eccezione della compagnia delle Torri. giiì dorata di trornheuieri . '" IV1cntre i ser vemi dovevano provvedere al maneggio dei pezzi, i conducenti do vevano occu parsi dei cavalli addetti al traino. ·'Nei co nwni la distinzione in conducenti ed in serventi l'ho r·i tenuta cl i rigore·· scri veva il 5. 2.49 il Cìucrra a fra ncesco

V. "poiché dalla l imitala loro capac ilii non doveva richieder-si che una sola abilit/1. onde questa ri escir potesse la 111aggiore (.. ). sebbene in tempo di pace io creda convenire il tenere addestrali i concluce11Li nc ll"csercizio c1· anig lieri;1, ccl i serventi nel cavalcare (... ) affine di va lersene a rimpiazzo dei prirni ove sieno ammalati ( ..) o sia necessario 1·.1u111cntarli S.C.G .. f. ~31 /8 del 1849).

70

0 •

(Alli


o

Fig. I 6 Aniglicri - 1850 (Ard1i1io di Swto di Modena) 71



Cannonieri serventi di 1 classe 46 Cannonieri serventi di 11 classe 92 Operai d i I classe 7 Operai d i II classe 7 Totale I 94 Totale generale 35 1 Come si evidenzia eia un documento del maggio 1850 ( 11). alla Il compagnia era attribuito un effettivo cli 100 uo mini , contro i 94 della Tll. i\tletà della forza cli quest' ultima risulta dislocata a l'vlassa, mentre il rimanente era diviso fra ìvlodena e Brescello, ove erano stanziate rispettivamente la I e la Il compagnia. Nel gennaio del 185 I il Guerra propose che, fermo restando l'organ ico del Corpo, la forza delle compagnie a piedi veni sse differenziata a seconda delle esigenze delle località da presidiare e parzialmente uti lizzata per costituire un deposito in Moclena. '·Questo impianro" suggeriva l'ufficiale "putre!Jbe avere effetto anche fino dal I O ciel Corrente Anno, giacché non si tratta che di semplice passaggio cli Compagnia, a Compagnia" ( 12). A seguito cicli' approvazione della proposta, con decorrenza 1.1.51 l' Artiglieria estense venne ad assumere I' assetro seguente (13). Stato maggiore: 3 ufficiali. Stato minore: 11 uomini. I compagnia montata (ivfodena): 4 ufficiali e 139 tra sottufficial i e truppa. II compagnia a piedi (Brescello) : 4 ufficial i e 106 tra sottufficiali e truppa. III compagnia a piedi (Massa): 2 ufficiali e 49 tra sottufficiali e truppa. Deposito (Modena): 2 ufficiali e 31 tra sottufficiali e truppa. Negli anni successivi l'organizzazione cieli' Artigl ieria rimase invariata, né apportò ad essa mutamenti l'unione di Artiglieri a e Pionieri sotto un medesimo comando (genna io 1855). giacché i due Corpi restarono distinti mantenendo ciascuno la propria struttura. Gli organici andarono invece col tempo accrescendosi, soprattutto in relazione all'entrata in servizio di nuove opere fortificate. Così I' 1.5.5 1 vennero attribuiti al Corpo e posti in forza al deposito altri 12 uomini, necessari a guarnire il forte Ferdinando Vittorio da poco costruito in Reggio; così ancora con provvedimento del 17.8.55 l'effettivo clella IIl compagnia venne aumentato cli I O individui, destinati ai nuovi forti delle Lame in Val di Magra. Oltre che sulle truppe in atti vità di servizio l' Artiglieria estense porcva contare su cli un piccolo numero di riservisti richiamabi Ii in caso cli necessit~t. Quando infatti nel I85 I venne affrontato il problema cieli' organizzazione eia dare in concreto alla ri serva dell 'esercito in occasione del passaggio alla medesima dei coscritti del '49 (14), fu stabi lito ''in via di disposizione transitoria" che quelli cli essi che avevano servito come artiglieri (una cinquantina) continuassero a rimanere addetti al Corpo anche da riservisti. Andandosi peraltro col 1854 ad azzerare la forza della riserva cl ' Artiglieria a seguito del congedamento delle ultime leve del '49, I' 1.9.54 Francesco V dispose che alla riserva venissero passati 50 uomini, pur essendo stato ad essa fissato un effettivo di 100 (15). Negli anni successiv i tuttavia i riservisti concretamente iscritti nei ruoli furono meno di venti, ecl erano appena 13 ai primi del 1859, quando il Ducato si trovò a dovere effettivamente mobilitare ( 16).

" "Situazione(... ) dell a forza" del Corpo d'A rti glieri a "da l IO al 16 maggio 1850" (.Atti S .C.G .. f.457/2 del 1857). Il numero <lei cavalli in dotazione a lla I compagn ia è indicato ne l documen to in 73, cli c ui 63 cl.i tiro. '' La le ue ra. ei a tara 2 1. I .5 1 e d indi rizzata a l S.C.Cì., trovasi in Atti S .C.Cì .• Ordini cli ìvlassima, f.7 ( 1849/5 1J. "Cfr. lu tabella a llegata all a lettera d i c ui aJla nota precedente e il riscontro del S.C .G . all a ktti,r,i s l PSS~ dm mo 27. 1..'i I /ibidem). " C fr. infm. cap.XXIV. " Cfr. !"'Elenco'' cie l 3 1.8.54 (in 1\ui S .C.G., f .402/ I d e l 1854) e i provve di menti sovrani in calce al medes imo. d a tati app unto 1.9.54.

"' Nella ri serva d'Artig lieria risulta no in forza g li uom ini seg uenti : l J ;;il 12.7 . .'i.5 ("Ele nc o·• d e l 12.7.5.5 in A tti S.C.G., f.420/1 de l 1855): 18 al 13.11.56 (''S ituazione nume rica'" dell a forza dei Co rpi d ' Artiglieria e Pion ieri dal 6 a l 13 nove mbre 1856 in 1\ S Mo, R. Segreteria cli Gabinetlo, f.657 ( l / 18): I 9 a l 14 .7.57 e a ll"S 7.58 ("Elenco" d el 14 .7 ..57 in Atti S .C.G., f.456/1 elci 1857 : ''Ele nc o'" de ll 'S.7 .58 in Alti S .C.G. , f.474/ 1 de l 1858): 13 a i prim i cie l ' 59 ("Elenco'' cie l 31.3.59 in Atti S .C.G., f 491 de l 1859).

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Riferendo iI 31.3.59 al sovrano guesr' ultirno dato. iI S.C.G. faceva presente come 1' Artig li e ria avesse a suo tempo rinunciato al contingenrc di leva di 3 1 individ ui attribuitole nel 1858 per il completamento della riserva, "allegando la difficoltà cli farli istruire senza che potesse ri chiarnarli" ( 17). L'alleggiamento ciel comando d'Artiglieria puèi forse comprendersi considerando che in occasione del richiamo di riservisti a scopo di addestramento era ordinariamente richiesto ai Corpi cli inviare in permesso senza soldo un proporzionato numero cl i uomini allo scopo di contenere le spese: e che viceversa l'Artiglieria non poteva permettersi cli "mandare a lunghi permessi i prop1j soldati" avendo "tre guarnigioni prirnarie, (...)forti (...) eia guardare, (...) officine in azione continua, munizioni eia confezionare e custodire". ecc. ( 18). Appare d'altro canto probabile che il Corpo avesse effettuato pure in passato analoghe rinunce, giacché più volte Francesco V autorizzò la requisizione dei coscritti necessari ad integrare la riserva d' Artiglieria senza perèi che essa mai anche solo si avvicinasse -come si è visto- all'efferrivo stabi lito. Riferendosi a tale effettivo le fonti parlano alternativan1e11le di "cornpagnia" o cli "mezza cornpagnia" cli riserva, a seconda della forza presa in considerazione ( I 00 uomini ovvero 50). Su I piano organizzativo tuttavia l'un ica iniziativa volta ad attribu ire un autonorno inquadramento alla riserva d'Artiglieria appare quella assunta nelr autunno ·55 dal Guerra. il quale domandò che alcuni sottufficiali venissero appunto destinali alla "Mezza Compagnia in Riserva" ed ivi continuassero il loro servizio "per averli pronti quando si rich iamasse(... ) la Riserva stes sa'' ( 19). Non risulta peraltro che la cosa abbia avuto concreto seguito. Nell'esercito este nse il comandante cieli' Artiglieria ricopriva anche J'i ncarico cli ispettore della R. Armeria. nello svolgimento ciel quale era assistito da un "Sotto Ispettore" , cioé clal tenente custode del] ' Armeria, appartenente al lo Stato maggiore del Corpo. L'Ispezione della R. Armeria si occupava non solo delle armi custodite nei magazzini militari , ma anche dell'efficienza cli quelle in distribuzione ai reparti e più in generale di ogni questione attinente all'armamento e al munizionamento dell'esercito, tenendo i rapporti coi fornitori. orie ntando rnediante prove tecn iche e pareri le scelte del S.C.G. e del sovrano in occasione dell'adozione di nuove armi, ecc. L'Armeria ave va i propri depositi ne lla cittadella cli Modena, nei forti cli ìvlassa e Brescello e nel f erclinando Vittorio cli Reggio; in essi erano conservate, oltre a parecchie migliaia di armi bianche e eia fuoco, anche notevoli scorte di munizioni e di polvere (20). L'amministrazione di tali materiali venne sempl ificata e standardizzata per iniziativa del Guerra nel I 850.

" ·'Elenco .. ciel 3 1.3.59 di cui alla nota precedente. " ·'Elenco·· del 3 I .8.54 di c ui cill a noi a I 5. " ..E lenco'' c..lalalo rv!O 9 .11 .55. in An i S.C.G .. f.420/ 1 del 1855. '" A l 30 .1 0.54 ta li scorte erano le seguenti (c fr. I' ..e lenco.. del 10. 12.54 in i\tti S.C.G. f.402/1 del 1854).

l\'lunizioni per fudli

.:viodcna

Massa

Brcsccllo

Reggio

Totale

384.650 2.08.'i

49.074 - --

43. 118

37 .757 __ _

S 14 .599

1.484.805 I 57.984 2.490.9

195.89:-1 l .'i80 2.502.7

'i8. I00 2 807 18.248,8

78.2 ]8

Cari che per canno ni

1.257

658

C ariche pe1· obici

1.622 7 17 355 204 674 1.8 11 766 9 34()

262 480

Cartucce a palla Spo lelle cari che Cappellozzc fulminanli C anuccc a salva Poi vere da guerra: K g

8.640 167.5

2 085 1 8 17.0 16 17 1 O11

23.4 1O

Munizioni per bocche eia fuoco

C ariche con palla G ranate cariche Granate vuote

Palle sci ohc M itragli a scialla: K g Scato le caricate a m itr. Cannelli fu lminan ti Rocca a fuoco: K g

74

552

2.202

1.203 387 3.1 49

49 1 1.5 12

3()45

100

13.931

836 408

29.'i

2.177 2.65~ 7 17 1.853 59 1 6.025 1.8 11 4.402 25 628 408


Per g l i i n te rven t i u l l e arm i . l a fu sione d i p arti cd ogge t t i metal l i c i , ecc . l ' l spe 1. i one di po neva d i varie picco l e offi c i ne. Quc I l a deg l i arm ai o l i , passal a sotto I' a mmi n i stra1. i o ne m i l i ta re co l I' I . 1 . 5 I . con Lava a l l a fi ne d i ge n n a i o olio opera i i n u n i forme e d u n o borg h ese, o l tre a l capo maestro, tal f'vlatti o l i . L a fonderi a era s tata dal c anto suo posta i n att i v i t à n e l 1 85 3 " n e l l ' i ntento ( . . . ) cl i proc u ra1·e u n o s p armio ( . . . ) a l l ' Erari o'·, che i n p recccle n1.a paga v c1 per l a l'o rn i t u ra deg l i oggetti metal l ic i c e rto G i berto n i . L' o ffi cina fab bri provvedeva i n fi n e a l l a fabbri caz ione d i affu t i cl i r i c ambio e a d a l t re con s i m i l i lav orazi o n i . Dal\ ' 1 . 1 . 5 4 venne a ffidata al l ' I s pezi o n e de l ! ' Armeri a anche l a ges t i one clc l l a " Fabb rica Pol veri", c h e sorge v a a S p i l a m berto i n l oca i i cl i p roprietà d e l l a Carn era d u cal e e che i n precede nza era m n rn i n i s trata cl a l M i n i stero de l l e Fi nanze ( 2 1 ) . Il perso n a l e addetto a l l ' opi fi c i o e ra cost i t u ito eia u n c apo fabbricatore. un aggi u nto, un magaa i n i c re e c i n q ue o pe rn i . L u l l i borghe s i : v · c ra n o i no l t re c1 l c u n i art i g l i e ri c u s tod i . el i o stab i l i m e n to ve n i vano pre parate l e pol veri d a guerra necessarie a l l ' eserc i to. per l e q u al i s i u t i l i z­ zav a no - sec on do la p rassi ci e l re rn po- zo lf o , carL Ju11e e n i t ro . l l c arbone era ri c a v c1to da "bacchette d i c ane pa", acq u i s tate a l l ' estero "per non t rov arse n e ne l l o S tato i n q u an t i là s u ffi c i e me, né del l a q u al i tà vo l u ta" (22 ) ; i l n i tro pro ve n i va da giacimenti n e l G u astal l ese od era anch ' e s o i m po rtalo. La fabbrica p roduce­ va i no l t re pol veri ei a c acc i a e ei a m i n a in rni u ra tale da sodd i s fare al fa bbisogno del D u ca t o ·' n u l l ' o­ stantecc h é l o s mercio d i q u e l le ei a m i na" fo sse al i to nel · s 8 ··ad ol t re 25/rn i l a C h i l ogrn m rn i an n u i ·' ( 23 ) . A seg u i to d egl i e ve n t i d e l 1 85 9 i l S . C . G . o rd i nò c h e i 9500 K g cl i polvere c h e s i tro vava n o a S p i l amberto fo ssero post i al s i c u ro a M a n to v a i n s i e rn e a 32 "ci l i ncl 1· i d i bro n zo n u o v i " uti l i nati per "t re b­ b i are'' l a po l vere s tessa ( 24 ) . l i Corpo dei Pion ieri . i stituito da Francesco I V con c h i rogra fo cle l l ' 1 .5.22. e ra f o rn1ato eia "o perai a sol­ dat i e m i l i ta rmente d i sci p l i n at i ' ' (25 ) . I n i z i a l mente i pi o n i eri erano so l o una sessa nti na, nia i n segu i lo i l l oro n u mero anelò zrccrescenclosi, tanto che al l8 v ig i l i a de l l a ri vol uzione cie l 1 848 i l C01po aveva ragg i u n to la forza di u n a d i v isione ( c i oé due compag n i e ) , poi mantenuta anche dopo la restaurazione de l governo ducale (26). L' e ffell i vo fi ssato alla d i v i s ione P io n i eri e ra i l segue n te . 8 (27) U ffi c i al i ( l capi lano. I cap. lene n t e , 2 te nenti. 2 sotto tenenti cl i I c l asse. 2 cli I l ) f Sottuf i c i a l i e t ru ppa: 4 serge nti 8 capora l i 24 maestri 40 mano val i 4 trornbetr i e r i 1 12 g arzon i m aestri agg regati ( 28 ) 8 208 To Lale Ne l l a Ione nr.2 de l l a forleaa d i B rcscel l o erano i n o l r re custod i r e 2.900 arm i d;.1 fuoco e 1 400 armi bi anche ck: l l ' berc i lo p11 rn1ense. i v i deposi l ate a richiesta d i quel go verno nel di cem b1·e 1 854. Una ci nq 1 1a n t i n a d i e ssG vcrniei-c1 1·i 1 i rate dal so110tene n l c Berc ieri clc l l ' /\ rt. ig l i e1·i a borbonica nd marzo de l 1 8 5 6 . me n t re al Lri 1 . 600 t ra r ·u ci l i e carnbi nc, dannegg i a t i da u n a p i c n u del Po. tornarono a Pan na n e l n ove m bre cie l "57. !\el l a pri nrnvern d e l I 859. i n fine. i l materi ale rimaneme venne spe­ d i to pc1· rag i on i cl i sicurezza a 1\.lantova. " Per qu,i lche cenno storico s u l pol ve ri ficio d i S p i la 111bcr1 0. sorto nel 1 76.i . vedasi C . M O NTLr , S1oric1 del/ 'A n iglierio l!a/iww , R oma. I C:) 3,i. 1 955 . voi\/. pp.'.2 64J -?h4� . \kl ·s4 venne cedut:1 a l r eserc i lo a nche la po l veri era di Tenern no. nel Carr::iresc. che a q uanto risu l t a ri rnase però se mpre i n ml i v u . '' ''Ele nco" dar alo 1\11 0 1 9 . 2 . 57 ( A tt i S .C . G . ['456/ 1 del 1 85 7 ) . '' ··t:: t e nco·· cbt..110 M O 1 6 .4.58 ( i\t t i S . C . G ., !'474/ I d e l 1 858). ' ' Le 11era del S . C.C . al l ' l spczi o nc de l la R . A rmeria e al CoJll m i ssari alo d i guc 1Ta i n d a ra J . 6 59 ( A L I i S .C . G .. tAlJ .1 del 1 859). '·' A. Z L:CCi\ Cì N I O R U\ N D J l\ 1 . Coru1;rufio _/i'sirn s/orica e s1a1istirn del/ "l1alio e delle s11e /. /t', /!. VI. Swti t'.1 /ensi_ Fire n L e . 1 845 . p . 2 2 6 . "' c rr. s11prn. cap. 1 . " Sei sino a i pri m i de l 1 850. 10

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Fig. 18 [,ilippo Guiclugli. maggiore dei Pionieri. FotograJ'ia, circa 1861 (ivluseo CiFico del Risorgimem o, Modenu)

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Il Corpo, stanziato a Modena, raggi ungeva peraltro complessivamente le 211 uni ti1 giacché v'erano anche un cappellano, un chirurgo ed ovviamente un ufficiale superiore comandante. Le qual if iche cli maestro, manovale, garzone riflettono il carattere "essenzialmente operajo" ciel Corpo Pionieri, i cui appartenenti apprendevano il mestiere di muratore, falegname o fabbro ferraio, che poi esercitavano a pro cieli' "Azienda M i Iitare" o degli altri dicasteri. Alcuni pionieri inoitre lavoravano quali sarti e calzolai (ve n'erano 14 nel dicembre 1857); un pa io d'altri vennero inviati a Lucca per imparare a costruire carrozze. Per lo svolgi mento della propria attività il Corpo disponeva di officine, le cui potemialitù furono accresciute intorno al 1857 con l'entrata in funzione cli nuove macchine idrauliche; v'erano inoltre attrezzature mobili, guai i ad esempio carri fucina. Mediante il lavoro dei pionieri, che secondo una norma stabilita nel 1834 dovevano "travagliare otto ore utili de lla giornata" (29), fu rono e rette a l\1odcna varie caserme e real izzate a ltre importanti opere;

tuttavia nella seconda metà degl i anni ' 50 le possibi lit~t del Corpo veniva no solo parzialmente sfruttate. "I fabbri ferrai" riferiva ad esempi o il Saccozzi al Duca nel dicembre 1857 "attendono ai lavori che hanno in corso, ma sono pochi . Tfalegnami non ha nno che eia ultimare alcuni lavori relati vi alle macchine del Molino. l muratori hanno impiegati i poccbi che tagl iano pietre e pre parano i lavori alla fabbrica Camerale e al l'altra sopra le Cuci ne da S. Pietro" (30) . Francesco V ebbe ciel resto piì:i volte a lagnarsi ciel "piccolo ( ... ) numero delle giornate cli lavoro in confronto di quel le cli presenza", che fu rono 12.757,5 su 72.838 nel 1856 ccl appena I0.308 su 72.770 nel 1857, per risalire poi a 14.081 su 70.879 nel 1858 (3 1). Poiché il servizio ne i Pionieri offriva ai giovani l' opportunità di apprendere mestieri remunerativi, l' accesso al Corpo fu sempre pi uttosto ambito, specie ovviamente tra le classi più povere. Anche dopo l' introduzione della coscrizione obbligatoria la divisione rimase in effetti composta esclusivamente eia volontari, "con anzi una riserva( ... ) cli Aspiranti (... ) impazienti di entrare ai posti vacanti" (32), sebbene coloro che si faceva no pi on ieri non ricevessero il premio d' ingaggio previsto per i volontari degli altri Corpi e dovessero impegnarsi a servire per otro anni contro i sei ordinari (33). Le reclute, provenienti in massima parte dalle province di ìvloclena e Reggio, raramente contavano più dei 18 anni richiesti quale età minima per entrare nel Corpo; e poiché tale requisito era derogabile in favore dei sedicenni e diciassettenni cli complessione robusta, nei Pionieri non mancavano ragazzi giovanissimi. Proprio "per la troppo tenera età" taluni degli arruolati non riuscivano peraltro a reggere alle fatiche e dovevano venire dimessi per motivi cli salute, mentre agli altri ordinariamente occorrevano alcuni anni "prima d'essere disciplinati ed iniziati alle Arti", non raggiungendo "un grado cli vera capacità se non nel 6°= 7°= od 8°= Anno cl.i servigio". La formazione cli un pioniere era dunque piuttosto lunga, sopralluUo se rapportata al periodo per cui l'esercito poteva goderne i frutti, senza contare che quando i soldati iniziavano "a possedere un'Arte" spcs-

' ' "Gli Aggregati sono individui che hanno fatta un· intiera Capito lazione nel (...) Corpo( .. ) e sortiti. ne furo no riamrness i colla deno mi nazione cli Aggregati Pionieri. Questi(. ..) sono ves ti ti. armati. equipaggiati come gli altri Pionnicri ( ... ) ma non con loro accasermati. perché ammogliati. Vanno isolatamente al luogo del lavoro. c r itornano pure isolati alle loro famiglie nelle ore di riposo ( ...)Sono( ...) lvhies tri Muratori" ('·tvletodo cl"amministrazione e contegg i adottati per le giornate di lavoro date dai RR. li Pionnieri. e pel soldo degli Aggregati a quel Corpo". in Atti brigata estense, f.74 - Can e militari 1834/59). " Lettera del comand o Pionieri al S.C.G . datala MO 16.6.50 e conservala in An i S.C.G .. Ordi ni di Massima. f.7 ( 1849/5 1). '" "Elenco·• datato MO 23.1 2.57 (Atti S.C.G., f.456/ I del 1857). " Cfr. gli ·'Elenchi"' de l 30.1.57 e ciel 29.1.58 nonché la minuta cli un altro "Elenco'" datata sc rnplicemenle gennaio 1859. Tali documenti sono conservati in Atti S.C.G .. ff. rispetti vamente: 456/ 1 del 1857. 474/ 1 de l 1858 e 488 ciel 1859. Dall "'·E]enco'· de l 29. 1.58 si ricava che dalle 10.308 giornate cl i lavoro del 1857 si era tratto un uti le netto di L. 11 77.49, d i cui la metà fu versata ali ' Azienda militare e !"alt ra me.1:1 venne in parte destina ta alla scuola ciel Corpo cd in pan e d istribui ta ai soldati. La citazione riportata ne l testo è tratta da una lettera ciel S.C.G. al comando Artiglieria e Pionieri in data 29.1.59. anch 'essa in Atti S.C.G, f.488 del 1859. '' ·'Elenco·• datato :VIO 1.3.50 (Atti S.C.G .. f. 340/2 del 1850). Il documento quant ifica in oltre 100 individui il numero cli tali aspiranti. che rimasero molti anche in seguito. ' ' Cfr. i11fi"a , cap.XXIV. Solo col diccrn hre 185 1 inoltre le fam iglie dei pionieri furono esentate. dal la cosiddetta ·'tassa personale"' al pari di q uelle degli altri volontari.

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se volte i parenr.i assediavano "con Suppiicbe la Superiorità al fi ne di riaverli a Casa'· "per trarne profitto" (34). In considerazione cli tal i c ircostanze. nel 1856 il comando Pionieri propose che anche al la d iv isione venisse annualmente assegnato un congruo numero cli coscritti scelti fra q uel li che avevano qualche pratica dei mestieri esercitali nel Corpo, in modo eia poter disporre cli giovani sui 19-20 anni e quindi presumibilmente pili robusti, e da poter formare in mi nor tempo artigiani capaci. li Duca respinse però il suggerime nto. dichiarandosi soddisfatto "ciel servigio (... ) de l Corpo Pionnieri" e convinto che il sistema in vigore non offrisse inconvenienti tali eia imporne "un cambiamento radicale'' (3.'i). Nei compiti dei Pionieri rientrava pure l'estinzione degli incendi scoppiati nella Capitale o nel le immediate vicinanze, sebbene essi potessero essere chiamati ad intervenire anche in altre loca lità "in casi straordinaij ed imponenti" (36). Anche q ual i pompieri i pionieri rimanevano alle d ipendenze delle autorità militari, che peraltro si attivavano su richiesta cli quelle civili . Queste ultime sostenevano d'altro canto i cosLi ddk gratificaz ioni eia pagarsi a coloro che venivano impegnati nelle operazioni cli spegnimento, e provvedevano altresì a risarc ire gli eventuali da nni subiti clalle attreuature del Corpo. Tali attrezzature consistevano principal111ente in ·'tre Pompe a doppio getto poste sopra carri suscettibili cl'essere ti1·ati da due e eia quattro Caval li , ed altrettanti Furgoni entro a qual i sono tutti gl i attrezzi relativi, cioé tubi e secchie in Cora111e, Scale, Corclaggi, abiti, l'vfaschcrc'' (37). Le pompe erano denominate la "Piccola", la "Nuova·' e la ''Grossa". come si apprende dal Regolamento Pompieri Compila/O per Norma dei Reali Pionnieri Es1ensi (Modena. 1854), che ne dà un'accurata descrizione. Il regolamento, redatto eia! capitano elci Pionieri ing. Fil ippo Guiclugli (38) ccl util izzato nella pratica ancor prima cli ricevere la sanzione sovrana, si occupava de i doveri dei pompieri, dei d iversi 111ctodi cli spegni memo degli incendi , ecc., e si caratterizzava per i particolari comandi cli tipo mi litare. atti a far sì che il maneggio delle pompe veni sse eseguito secondo schemi preordinati. ·'Essendo li Pionnicri abituati a ll'ubbidienza'' si legge nell'introd uzione " in questo modo agiranno simul taneamente e con sollecitudine·' e potrà essere inoltre '•più fac ile( ... ) evitare le co11fusioni sol ite ad accadere in tal i trambusti''. Negli anni ·so i pionieri vennero non di rado effettivamente chiamati in servizio antìnccnclio. dimostrando in tal i casi una preparazione tale ·'da e mulare q ualsiasi a ltro Corpo cl i pompieri i pi li celebrati" (39) . E in effe tti proprio ·'pci (. .. ) servigi prestati con non lieve pericolo personale per l'estinzione degl i lncenclj'' il Guidugli, che sovrintendeva a questo settore, venne nel l' ottobre e.lei 1855 fregiato dal Duca della medaglia ''pel merito militare'' (40). La particolarità delle funzioni attribuite ai Pionieri non impediva alla divisione cli essere ricompresa fra le uni t~ combattent i, lant'é che essa venne varie volle impiegata in prima linea. l pionieri ricevevano infatti anche una completa istruzione militare al pari delle altre truppe, insieme alle qual i intervenivano a feste, parate e riv iste, prestando talora anche servizio di Piazza. Dal 31.10.48 la divisione Pio nieri fu comandata dal magg. Arrnocl io Cavccloni, profondo conoscitore del Corpo per avervi percorso la maggior pane della carriera e al Corpo stesso assai legato (4 1) .

'" Le citazioni nel testo sono tratte clalr·'Elenco·· del 28.3.56 (i\tti S.C:.G .. l'.4.1 9/1 del 1856). ·' ' RescriLto ducale del 28.3.56 in calce all'·'Elcnco·· in p,ll'i data cl i cui alla nota pr·cceclente. "· ··Promemori a sugli Usi prati ci nello $ Lai.o Estense pcl soccorso delle Pompe e Pompieri stanziati nella Capitale in c,rso cl ' lncendj entro o fuori della stessa". Il documento. datato MO 5.5.5 I. è con5crvaro in A tLi S.C.G .. f. 368/ I 4 del 185 1. ·" 1/Jidem. Per il servizio pompieri i pion ieri avevano anche a d isposi1.ionc speciali cinture porta utensi li nonché elmetti cli cuo itJ nero verniciato. " Per qualche cenno bi~Jgraf'ico sul Cìuidugli. nato ad Antisciana in Garfagna na nel 1809 e 1110.-10 n~I 1870" M oc.k na. vedasi T D E VOLO. op. cii.. t.l V, pp.358-360. ed anche G . CA J\'EVA7.7I. op. cii.. voi.li. p.55. "' T. DE VOLO. op. cit.. I.IV. p.359. '" l i relativo clecreLo .. da l quale è tratta la citazione nel Lesto. è dat,1to MS 4.1 0.55 .;d è riportalo all'o.d.g. del S.C.G. nr.I 86 ciel 6.1 0.55 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 25.4.54 al 3 1. 12 55)

' ' li Cavecloni. ri gl io di un generale napoleonico, nacque a Castclvelro (!'v1OJ nel 1798 e qu ivi chiuse i suoi g iorni nel 1866. Presso l'archivio della Deputazione di Storia Pal ria per le Antiche Pro vincie l\il odc 11esi esisLe un fondo relat ivo aII·uiriciale co11Lene111c interessanti documenti. tra cui un memo riale imitolaw Mil'i giomi dal tr1111101110 del /848 i11 m't111ri. Sul Cavedoni vedasi anche T. DE VOLO, op. cii.. LIV. pp.J36-339.

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Fig. 19 Pionieri -1850 (i\ir·hfrio di Srwo di Modena)

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Col 30.1.55 il Cavccloni, divenuto nel frattempo tenente colonnello, veniva peraltro destinato ad altro incarico e contestualmente Francesco V, in considerazione della srretla relazione intercorrente "fra i due Corpi tecnici cieli' Artiglieria e dei Pionnieri", decideva cli unificarne le strutture cli comando, ponendo i Pionieri alle dipendenze clcll' Artiglieria. 11 comando cli quest' ultima assumeva così la denominazione cli "Comando dei Corpi cl' Artiglieria e Pionnieri", eia tenersi eia un colonnello o tenente colonnello. coacliu vato eia un maggiore con le "artribuLioni degli Ufficiali cli quel grado nel Reggimento cli Linea" (42). In concreto venne nominato maggiore il capitano cl' Artig lieria Francesco Petzl, già unterleutnant ciel Fe!d-Artillerie Regimem austriaco nr.2 ma eia tempo al serviLio estense. Le uniformi , l'armamento, le carriere, il soldo cli artiglieri e pionieri rimasero invece diversi e distinti, sicché ciascuno dei due Corpi mantenne la propria specifica identità. Nella seconda metù degli anni '50 l'assetto dei Corpi stessi venne in definitiva acl essere il seguente (43). Artiglieria Pionieri Stato maggiore 4 2 Stato minore 14 9 (con disposizio ne S.C.G. ciel 15.5.55 allo Stato minore del Corpo Pion ieri ven nero destinati I '·Sergente Capo Maestro" e 7 maestri aggregati; ad essi si aggiunse (giugno 1856) l "Caporale Cornista cli Battaglione'', incaricato clell ' istruzione dei trombettieri dei due Corpi e ciel loro comando quando fossero uniti (44). Nello Stato mino re d'Artigli eria. dal I 5.1 2.57 i capi maestri e magazzinieri di T classe vennero denominati sergenti cl.i I classe, ccl i magazz1111eri di II classe sergenti cli II classe) Compagnie T artigl ieri 143 TI artiglieri 110 III artiglieri 61 Deposito cl' Artiglieria 45 I pionieri 100 II pionieri 100 Totale 377 2 11 Con questo organico l'Artiglieria ed i Pionieri affrontarono la crisi del '59, senza però avere alla loro testa il col. Guerra, "prestato" nel l'autunno del '58 all 'eserc ito pontificio per un triennio. Era stato lo stesso Francesco V, fautore della cooperazione anche in campo mil itare tra gl i Stati italicmi , a caldeggiare l'operazione. "Feci prattiche" si legge in una lettera incliriaata dal Duca al De Volo il 2 maggio 1858 "per sapere se il Gov. Pont. avesse ancora" il desiderio (già manifestato nel 1852) "d i avere alcuni Ufficiali miei". "La cosa fu accolta bene ma me ne fu chiesto uno solo cioé (... ) Guerra certo il più abile cli tutti ed il da me specialmente raccomandato e quello che si era spontaneamente offerto a ciò" (45). Col 30.9.58 il conte Guerra lasciava così il servizio estense per passare a quello del Papa, che gli affidò interinalmente la sua Artiglieria (46). A Modena il comando dei Corpi d'Artiglieria e

' ' Il decreto duca le del _30 .1.55, da cui sono tralle le c itazio ni nel testo, è ri portato nel supplemento (nr.1 6) all' o .d .g. S.C.G. ciel 3 1. 1.55 (OO.dcl.gg. de l S.C.G. da l 25.4 .54 al 31.12.55). '' C rr. la ·•S ituazio ne numeri ca della Forza" dell' A1tiglieria e dei Pionieri "dal giorno 6 al 13 "lovembre 1856". in ASMo, R. Segreteria di Gabi netto. f.657 ( 1/1 8); dal documento risultano in effettivo servizio 394 artiglieri e 206 pionieri. ·" li 15.7.56 il S.C.G. ordi nò che le trombe in dotazione ali ' Artiglieria venissero ritirate e sostituite con altre ··eguali a q uelle in somm inistrazio ne al Co rpo P io nieri'' (Atti S.C.G. f.442/4 del 1856).

" Ln lette ra è co nservata in AS.\.fo, A rch. fam . Bayard Dc Volo, cassetta 97. " Ne l 1861 il G uerra riprese poi servizio nelle tru ppe estensi. allo scioglimento delle q ual i (sette mbre 1863) passò per q ual che tempo ne ll'esercito austriaco, ove com andò il 2° rgt. cl ' Artiglieria A rcid uca Lodovico, di stanza a Vienna.

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Pionieri venne assunto dal Petz l, che coli ' 1.2.59 fu promosso tene nte colonnello, mentre maggiore divenne il G uiclugli. L'incarico che Armod io Cavecloni era stato chiamato a ricoprire lascianelo i Pionie ri era quello di com andante ciel Genio, ne l quale subentrò a ll'ormai settantenne Antonio Araldi, collocato in pensione. L' Araldi -tenente colonnel lo dall' 1.1.53- era un esperto e colto ufficiale c he aveva serv ito nell'esercito napoleonico e partecipato valorosamente alla cam pagna cli Russia, passando poi con la Restaurazione nel Genio d ucale, cli c ui aveva assunto il comando q ua lche anno prima del la rivoluz ione del '48 (47). li Corpo al le cli pe ndenze cie li' Araldi e poi ciel Cavedoni era pera ltro costituito solo da un pugno di ufficiali, ass istiti da un impiegato civi le con mansioni d i disegnatore. Nonostante l' esig uo n umero dei suoi componenti, che si contavano sul le dita cli una mano, il Genio svolgeva comp iti di rilievo, che andavano dalla manutenzione degli edifici mil itari a lla cura de l settore topografico in seno a ll' esercito. ln quest' ul timo carnpo gli ufficiali ciel Corpo avevano fra l'altro re alizzato una grande e c ompleta "Carta Topografica ciel Ducato di Modena", pubbl icata a Vienna ne l 1842 dal l'I.R . Istituto Geografico Austr iaco (48) . Non cli rado ino ltre venivano affidati al Genio anche lavori cartografici senza rinal ità militari . come ad esempio la "l'vlappa della Montagna de ll o Stato", voluta da Francesco V '·per rappresentarvi a i lo ro ri spettivi posti i Boschi Camerali'' (49) e cl in corso di realizzazione presso il Corpo nel clice m bre del 1849. Quanto a lla m anutenzione del le caserme e degl i altri fabbricati mi litari, per l'esecuzione cle i necessari lavori il Corpo cie l Genio s i avvaleva orclin ari a rne nte cli operai pres i dalla Linea; co l fe bbraio cie l '59 il Duca dis pose peraltro che si facesse invece ricorso a i Pionieri. Nelle inte nz ioni ciel S.C:.G. il Corpo doveva anche assumere la gestione de lla "sospesa L itografia M ilitare", dalla q ua le erano tra l'a ltro uscite le belle tavole che corredano i regolamenti per la fante ria este nse ciel 1855 (50). Nel novembre del ' 58 torchi, pietre, rulli ecl altri material i litografici fu rono così rimess i a l comando del Genio eia quel lo de ll ' Artiglieria e P ionieri, che li aveva prece dentemente in consegna. Il IO clice mb1·e veniva poi redatto per il S.C:.G. un piano "per riattivare la sospesa Litografia Militare·'. in base a l quale quest' ultima avrebbe clovuro forn ire al M ilitare " tutto l' occorrevolc per l' amministrazione, operette di piccole dimens io ni per istruzioni s peciali cle i Corpi, mappe per l'vlanovre ecc." avvalendosi inizia lme nte d i non pi ù cli cinque o perai (5 I). Le vicende ciel 18S9 portarono peraltro a II' accantonamento cie l progetto.

" Sul I' Arald i. nato a Modena nel 1785 e morto nel 1865, vedasi G. C/\NEVAZZL up. cii .. voi.I, pp.424-425. nonché P. RI CCARDI, t :lo15io di Amonio Araldi, in «l'vlemoric della R. A ccademia di Scienze. L ettere cd Arti» in l'viodena (se1.ione cli Lcnere), 1. Vlll ( 1867), pp.77-9 1. Quest' ultimo lavoro si sofferma sopra ttullo sul l' attività scic111i fi ca del!' Araldi. ".1\ proposi to cli tale carta. vedasi la memoria (in Al.ti S.C.G, f.485/1

I del 1858) intitolata ·'Alcune nO/.ioni istoriche intor-

no alla Forrnazione della Carla Topografi ca ciel Duca to di Modena•·. redatta dal Genio estense il .ì 1.5.58 per essere inviata a Gotha a ce.t"ti 1-'etermann e v. Sydow·, autori cli un ' opera cleclicara allo "Stato cartografico o lavori topografi ci Speciali cieli.Europa". C fr. inoltre G. CARJ\"JDIN I, // Real Corpo Mi/if{l r~ del Genio. \fodena. 1859, pp.9- 11 (I -opuscolo del Carandini, primo comandante del Genio, esamina più in grnerale l' anività ciel Corpo sollo 1-'rancesco ]V). P e1· appon are alla cana ciel Ducato i necessari aggiornamenti. col registra rvi ' ·le variazioni avvenute (...) sopratmto in punm a strade. case, canali. e nomi proprj''. il 6. I 0.57 Francesco V ordinò la costituzione cli una commissione d'ufficiali . a presidente della quale fu proposto dal Sacconi il Cavedani (Atti S.C.(ì .. C.470/15 del 1857). " Relaz.ione del comando ciel Genio al S.C.G. datata 1\10 13. 12.49 (Atti S.C.G .. f.3 37/ 14 del 1849).

-"' CCr. infra. cap.IX. " li piano, firmato dal cap. Francesco Vandclli. è conservato in /\ tti s.c:.(ì .. i'.485/ 11 del 1858.

81


Fig. 20 A rmodio Cavecloni. tenente colonnello del Gen io. Fotograf ia, cir-ca 186 1 (1\lfuseo Civico del N.isorsimento, Modena)

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CAPITOLO IX Reale Reggimento Estense di Linea. Real Corpo Veterani All' indomani ciel suo rientro a l\foclcna dopo la rivoluzione del '48 Francesco V aveva riordinato la sua fanteria in un reggimento, affidato al ten. col. Forghicri e formato da un battaglione cli Linea ed uno leggero (I). li battaglione cli Linea, costituito da due compagnie cli granatieri e sci cli fucilieri, contava a fine apri le '49 6 I 3 uomini, mentre que llo leggero aveva in forza nello stesso periodo non pili cli 241 individui, giacché delle quattro compagnie previste ne erano siate approntale solo due e della terza non progrediva l'organizzazione (2). Le compagnie leggere erano acquartierate nella caserma d i S . Pietro in Modena e si caratterizzavano per

la buffetteria nera. Esse erano state dapprima dotate di carabine e slulzen (3), ma con disposizione cieli' 8.2.49 fu stabilito che venissero armate di fuci li come quelle dell'altro battaglione, affinché l' intero reggimento potesse essere addestrato "nel maneggio d'Armi (...) con un solo metodo pratico d' insegnamento" (4). Nello stesso mese di febb raio del 1849 l'ing. Anton io Vandell i di Pavullo, maggiore della Guardia Nazionale Forese, venne incaricato di reclutare giovan i per la ricostituzione del Corpo dei Cacciatori del Frignano, soppresso dalle autorità rivoluzionarie ed ancora non riorgani uato (5). I primi 25 volontari giunsero a Modena 1'8.3.49, destando qualche perp lessità nel Saccozzi perché "cli (...) meschina presenza e mancanti cli statura" (6). Essi vennero comunque presi in fo rza a l battaglione cli cui doveva constare il Corpo, anelando a formare il nucleo della I compagn ia, che a seguito del lento afflusso cli altre recl ute giunse a contare 93 uomini al 4.5.49. La ricomparsa dei Cacciatori del Frignano fu però soltanto fugace, giacché col 21 maggio venne disposto che Cacciatori e fanteria si fondessero in un solo Corpo, denominato "Reggimento cl'Infanteria di Li nea Estense". La forza del reggimento fu stabilita in tre battaglioni, formati quanto ai primi due eia una compagnia Granatieri e tre Fuci lieri, e quanto al terzo eia quattro compagnie Cacciatori, per un totale quindi di dodici compagn ie. Cacciatori e Granatieri dovevano raccogl iere i migl iori elementi ciel Corpo (7). Per approntare il nuovo reggimento occorsero peraltro diversi mesi, a causa soprattutto ciel protrarsi delle operazioni di coscrizione da cui dovevano trarsi le reclute necessarie a completare i ranghi. Anche il battaglione Cacciatori iniziò a formare la sua ul ti ma compagnia solo nel novembre del 1849, pur avendo assorbito l'esistente compagnia dei Cacciatori del Frignano -dei qual i raccogl ieva l'eredità (8)-, e benché in esso fosse confluita anche la massima parte dei soldati delle abol ite compagnie leggere. L' 11 febbraio ciel 1850 il comando cli reggimento era comunque in grado di comunicare al S.C.G. che i tre battaglioni potevano ormai " rigLrnrclarsi completi" (9) .

' Cfr. supra, cap.l. ' A l 30.4.49 il "Reggimento d i ranteria·• es tense contava complessivamente 890 uomini. clovenclos i aggiungere al pe rso nale dei d ue bauagl ion i gli addetti a ll o Stato maggio re, a llo Stato m inore e la tvlusica. ' Col te rm ine st11;ze11 s i desig na va no le c arabin e a canna rig ata per pal la da forzare. soli tamente distri bu ite ai graduati. 'Suppleme nto (nr 2 3) a ll 'o.ù.g. S CG. dctr8 2.49 (OO.dd.gg . del S.C.G. cl a l 2.1 .46 a ll" S.6.49). ' Cfr. supra. cap.l. i\ fondamento del prog etto d i ricos ti tuzione d ei Cacciatori del Frignano è Corse da poITe un chirografo del 16.1.49 (in .,\SMo, R. Seg reteria di Gabinetto, chi rog rafi sovran i, L35 I ciel I 849). ne l q ua le il IJuc a si pronunc ia va -sia pure del tutto en poss(/111- per i l riordina me nto dell e p rop rie I.ruppe secondo g li sc he rni fissati da un precedente decreto de l 31. 1.48. rimasto inattuato pe r lo scoppio de lla rivoluz io ne . In tale decr-cto era contem plai.a app unto la presenLa cli alcu ne compagnie di Cacciatori de l Frignano. '' Lette ra ciel S .C.G. a ll'ing. Vanclelli cimata JvIO 10.3.49 (Atti S .C.G.. f.331/8 de l 1849). ; Per ta li d is pos izion i vedasi l' o .d .g. cie l S .C.G. nr. 94 del 2 1.5.49 (OO.dcl.gg. de l S .C.G . dall" 8.8.48 a l 30. 12.49), c he ripre nde un provved ime nto s ovrano non datato conservato in AS!vlo, Arch. austro-estense di Vien na. p.Vl, f.7. no nché un chirog rafo d ucale ciel 18 .S.49 (ASMo. R. Segre te ria cl i Gabinetto. chirografi sovrani. f. 35 1 ciel 1849). ' S ui C acc ia to ri es tensi vedasi V. Glrlt::LLINI. The "Reali Cacciatori" of the Duchy of Modena. /830-1859. in « Tr.idition» ,

nr 63 ( 1972), pp.ì -9. ' La lettera è conservala in A tti 5 .C.C..ì .. i'.340/2 d el I850.

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Le disposizioni ciel 2 1.5.49 fissavano ad ogni compagnia un effettivo cli 190 uo111ini , e cioé: ufficiali 4 ( I capitano o cap. tenente, I tenente, I sottotenente di I classe, I sotl. d i II classe) sergenti 2 caporali 12 sottocaporal i 12 zappatori 2 ta111burini (trombettieri ne lle comp. Cacciatori) 2 comuni 156 totale 190 ( l 0) . L'introduz ione degli zappatori era stata autorizzuta dal Duca sollan to nel novembre ciel I 848. Adde tti

a lavori di vario genere, questi soldati avevano in dotazione rnannaie e sciabole con lama a sega ecl erano tenuti a portare la barba al mento, come ciel resto in molti altri eserc iti del tempo ( 11 ). Negli anni successi vi al '49 la composizione delle compagnie rimase immutata, salvo una modesta variante introclotra in quelle Granatieri e Fucilieri. Con chirografo del 15 aprile 1854 Francesco V dispose infarti che in tali compagnie ai d ue ta111burini si affiancassero altrettanti trombettieri, da munirsi ''di cornette cli rame come hanno le Truppe I.R. di (... ) Linea" e da esercitarsi "nei segnali re lativi c he dovranno (...) essere g l'iclentici degli usati al 3° Battaglione". Ciò allo scopo cli assicurare maggior chiarezza nella trasmissione degl i o rdini , poiché " i suon i degli strumenti eia fiato e meta llici si distinguono rneglio ed a maggior distanza che non i tambmri", dei quali anzi non ci si doveva più servire ·'per dare segnali in campagna'' ( 12). Correlativamente il numero dei comuni venne diminuito eia 156 a 154 per com pagn1a. In un primo tempo i cornettisti dei primi due battaglioni , al pari cli q uell i dei Cacciatori, furono armati so ltanto d i sciabola; ma poiché ìn tal modo fra tamburi. trombe e zappatori nei Granatieri e Fuci lieri vennero ad esservi ben 24 uomini per battaglione privi cl' arma da fuoco, nel gennaio del 1856 f<rancesco V approvò che i trombettieri fossero dotati cli carabine. "Combattendo i Cornisti in ordine serrato" si legge nella proposta sottoposta al Duca " porterebbero( ... ) la Cornetta appesa con cordone al collo; combattendo in ordine sciolto, dovendo essi suonare la Cornella, metterebbero le Carabine ad armacollo, od appesa in altro modo alla spalla" ( 13). L'assetto ciel reggimento cli Linea aveva peraltro subilo nel frattempo un'importante modificazione, giacché con decreto sovrano ciel 2 ottobre 1851 ( 14) ai tre battaglioni esistenti ne era stato aggiunto un quarto. Sebbene la struttura attribuita alla nuova unit~t -quattro compagnie, una cli granatieri e tre di fucilieri. ciascuna con un organico cli 186 uomini esc lusi g li ufficiali- fosse simi le a quella degli altri battaglioni, il IV battaglione costituiva tuttavi a un reparto sui generis, essendo destinato ad inquadrare in caso

'" L'online del g iorno ciel 2 1.5.49 st:Jbil.iva anche che sul piede cli pace le com pagnie avessero la metà dei caporali e sollocaporal i e I 00-120 cornuni ; a qunnto risulta, tuttavia, cli fatto ci si rapportò sempre e so lo al l'effettivo i ndicaro nel testo. " I .e sciabolè con lama a sega crnno per lo più forn ite dagli armaiol i bresciani Vincenzo rvl. Noy e Pietro Berena, mentre le mannaie pare fossero d i fabbricazione locale. Risultano inoltre essere stati distribuiti agli zappatori pure "'manarini'" e trivelle. J\·1annaie. manarini e tri velle ponavano la sigla A.IU:-·. e un numero prng1-essivo. I.I 6 .1.56 f'u stabilito dal S.C.Cì. che ogni compagnia avesse anche una vanga, un bad ile ed un piccone "onde valersene. ncll 'occon enze cli marcia, manovre ecc. per aprii· argini, appianar strade ecc.··. Questi utensili non erano peraltro cli penincnza degli zappatori, ma dovevano essere por tati a turno eia Lulli 1

! soldati appesi allo zaino ( Alti Ragioneria del!' /\zienda M il itare. f.6).

Il chirografo 15.4.54 è con ser vato in ASrvto. R. Segreteri a d i (jabinet.to, chirografi sovrani , L.ì 56 del 1854. Le disposizioni del chirografo e le lorn rnotiva1.ioni ponevano le pre111essc per l'abolizione dei tamburi, che in effetti i l Duca prean'

nunciax,a il 22. 1.56. g iudicando ormai inutili tali stru menti. Il Saceozzi propose pern ltro di dilTcri rc la decisione in attesa di ,,eri i'icare gli orienta111e11Li degli altri cserciti ccl in panicolare cli quello austriaco. sicché in concreto la soppressione dei tamburini si ebbe solo coli ' 1.4.63. ,., L a cita1,ionc è tra tta clall'•Ti lenco" 18. 1.56 in Atti S.C.G., f .439/1 del I 856. In calce ad esso sta il provvedimento sovrano (del 22 gennaio) richiamato nel testo. 11

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Ripmtato aJro.d.g. del S.C.G. nr. 242 ciel 9. I 0.5 I (OO.dcl.gg. del S.C.G . dal I' 1.1.5 I al l7.9.52ì.


P ig. 2 1 Il colonnello Ignazio r orghi u i. comandante ciel Reggimento cli Linea. Ritratto di /\. :vlalatesta (Museo Ci1,iw d 'A rte, Modena)

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Fig. 22 Cacciatori del Reggimento d i L inea - 1850 (Ard1i1•iu di Swro di Modena)

86


di richiamo i riservisti e non contando di conseguenza ordinariamente in servi1.io che un p ug no di ufficiali e sollufficiali. La costituzione ''in caso di guerra'' di un "4 ° battaglione di riserva più o me no forte secondo le c ircostanze" era stata ipotizzata da Francesco V sin dal 1849 (15), né il sovrano aveva s uccess ivamente mancato cli veri ficare se vi fosse quanto necessar io a vestire cd armare al bisogno la riserva ( I 6); ma come g ià accennato nel capitolo precede nte il pro blema del l'organizzazione da darsi in concre to a q ue st'ultima venne affrontalo solo nel 185 l , in occasione del passaggio tra i riservisti d i c irca 800 coscrilli della leva del '49. Nel sette mbre fu così costitu ita una commissione presieduta dal Forghieri, con lo spe c ifico compito di redigere un progetto "sul rnodo di sistemare la Riserva dei Corpi attiv i" ( 17). Pre messo c he la riserva d o veva ''supplire in caso di mobi litazione la Truppa Attiva" e "fornire i rimpiazzi a lla medesima in campagna", alla commissione era richiesto tra l'altro cli de finire se essa dovesse "essere composta di un Arma sola o di più armi''. quali ne fossero " i quadri ind ispensabili pel tempo di pace", quali "gl'indispensabi li serv ig ii per mantenerla in certo esercizio colla maggior possibile economi a", ecc. ( I 8). Dal lavoro di raie com missione è lecito s upporre c he abbia tratto fonclarnento il decreto sovrano ciel 2.10.5 1, che -a parte i I modesto contingente destinato a li ' Art iglieri a ( 19)- assegnava tutti i riservisti ad un'unica unità appositame nte creata, e cioé appunto al TV battagl io ne d i Linea. Le strutture del nuovo reparto furono apprestate nel volgere d i pochi mesi: a me tà ouobrc il S.C.G. annunziava per il 25 l'apertura in Modena del magazzino cli battaglione; il IO dice mbre venivano impartite istruz io ni pe r la predisposiz ione delle a rmi e buffetterie eia distribuirsi i n caso d i richiamo: il 3 1 dicembre il Duca sceglieva gli ufficiali destinati ad inquadrare le compagnie, precisando che "nei mesi in mi il 4° Battaglione è sciolto'' essi a vrebbero potuto "essere occupati altrove a seconda delle disposizio ni ciel Comando Generale o ciel Colonnello Comandante il Reggimento" (20). Gli ufficiali concretamente assegnati al reparto furono ciel resto appena sci, affiancati da q uattro sergenti designati dal S.C.G. (21). Poco tempo dopo, e c ioé ne ll'aprile elci 1852, il battaglione venne chiamato in servizio in occasio ne della breve visita fatta a lla Corte di Modena dal Granduc a Costantino cli Russia (22). Negl i anni successivi il IV di L inea fu posto con una certa freque nza sotto le a rmi, soprattutto per la necessità d i provvedere all'addestra me nto dei coscritti reclutati specifica mente per la riserva. Così ad esem pio a me tà aprile ciel 1857 furono ric hiamati per essere ''regolannente e co n og ni c ura istruiti" 300 uomin i che non erano mai stati in servizio, i quali dopo un mese e mezzo vennero rimandati alle loro case, avendo ragg iunto un "sufficiente(...) grado d' istruzione M ilitare" (23) . Sempre nello stesso anno il battaglione fu mobilitato ancora a settembre , q uesta vo lta pe r sostituire le truppe impegnate ne lle manovre, mostrando al sovrano in occasione cli una rivista " bella tenuta", " discreta prec isione negl i eserc izj" ed "ottimo s pirito" (24). Dopo I' istiluzionc ciel IV di Linea l'assetto del reggimemo venne ad essere iI segue nte (25 ).

" PnJVveùimento sovrano non datato di cui a lla nota 7. "' Cfr. una lettera di Francesco V al S.C.G. ciel 27.2.50 in Atri S.C.Cì ., f.343/5 cie l 1850. " Lettera del S.C.G. al Forghieri in data 9.9.51 (Atti S .C.G .. f.356/2 del 185 I ) . " I quesiti sono elencati in una memoria duca le tras messa al gen. Saccoui a rnezzo del col. Forni con lettera da Pav ull o del 6.9.51 (Atti S.C.O. U56/2 de l 185 1). ,., Cfr. supra, cap.VUI. '" Il decreto sovrano del 31. l2.5l è riport ato a ll 'o.cl.g. cie l S.C.G. nr.3 1O del J 1.1 2.5 1 (0 0 .dcl.gg. del S .C.G. da ll' I ..1.5 1 al 17 .9.52). Nella memoria ducale me nzionata alla nota 18 si individuavano come particolarmente adatti per la riserva, visti gli scopi ad essa assegnati. gli '•Uffiziali di certa e1:1" rna non '•invalidi''. che fossero "abili ad un servigio cli Piazza e perrettame nte alti all' istru zione ed a formare alla d isc iplina i soldati ed a mantene rve li'·. " Nel I 857 gli ufficial i del 4° battaglione e rano ridolli a tt·e : un capitano, un tenente. un sottote nente (cfr. )"'·Elenco" del 27.357 in Alli S.C.G .. f.456/ 1 del 1857). " Su lale visita vedasi T. DE VOLO. op. cii., t.11, pp.22-24. ' ' O.d.g. del S.CG. nr.83 cie l 26.5.57 (00.dd.gg. del S.C.Cì ùal 20.0.56 al 9.6.59). " I supplemcmo (nr. 166) all' o.cl.g. S.C.G. ciel 18.9.57 (ibidem). " Cfr. ad es. la ·'Situazione numerica de lla Forza elc i Corpi Mili tari Aui vi dal giorno 5 ( ...) al 12 Gcnnajo 1854''. in ASMo, R. Segreteria di Gabinetto, L657 ( 19/22).

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Stato maggiore reggimentale 4 ( I uff. sup. comandante. I aiutante. l cappellano, I chirurgo ) Stato minore e musica 31 ( I capobanda. I tamburo maggiore, 26 musicanti, I caporale tamburo, I trombettiere a cavallo addetto al banag lione Cacciatori, I sergente profosso) (26) I battaglione di Linea 76 1 (compreso I uff. sup. e.te) II battaglione di Linea 76 1 (compreso I uff. sup. e.te) III battaglione Cacciatori 761 (compreso I uff. sup. e.te) Totale 23 18 IV battaglione di Linea 754 Totale Reggimento 3072 Le compagnie vennero dapprima numerate per special ità, sicché ad esempio il I battag lione risultò composto dalla I Granatieri e dalla l , II e Hl F ucilieri ; il Ili battaglione dalla I, Il, III e IV Cacciatori, e così via (27). Coll ' 1.1.56 tale sistema venne però abbandonato e si adottò più sempliceme nte una numerazione prngressiva generale, in base alla quale acl es. il m Cacciatori risultò costituito dalla lX, X, XI e Xli compagnia ; dal canto loro le tre compagnie Granatieri divennero la I. V e XIII del reggimento. Dei quattro battaglioni da cui quest' ultimo era costituito, i primi due erano dotati di bandiera. a di fferenza degli altri che ne erano pri vi: i Cacciatori per il rischio cli perderla, essendo solitamente chiamati a manovrare e comballere in ordine sparso: il battag lione d i riserva perché ordinariamente smobi litato. Le bandiere erano state benedette e co nsegnate ai reparti ne l corso di una solenne cerimonia tenutasi il 2 1. J0.49 in Modena alla presenza cie lia guarnig ione estense ed austriaca. Nel l'occasione don Cesare C:avecloni , Cappellano maggiore de lle RR. Truppe, "con acconcie ed animate parole mostrate( ... ) I' importanza e la santi tà dei militari vessilli, trattò dei doveri che per conservarne in tatto l'onore sono imposti al soldato" , conficcando successivame nte ne lle aste. secondo il cerimoniale, tre chiodi nel nome della SS. Trini tù. seguito dal D uca e eia altre autorità che fecero altrettanto nel nome cli santi e sovrani (28). Gli stendardi recavano al centro un grande stemma austro-estense sormontato eia corona rea le e parzialmente cinto eia serti di alloro e di quercia strelli eia un nastro cli colore azzurro; il tutto racchiuso da una bordatura seghettata bleu arrotondata agli angoli, a sua volta contornata eia una triplice lista bianca, bleu e ancora bianca. Oltre che per il fatto cli recare ciascuna il nome del battag lione che l' innalzava, le

" Sulla banda del rgt. di Linea e sulla figura del sergente prn fosso vedasi i,!fi-a. rispcrtivamenle ai eapp. XXX e XXVI I. '-Jclla " Situazione nurne1·ica della forza dei Corpi 1\;Jilitari Attivi dnl giorno 28 Febbrajo al 6 ì\farLO 1856"". in AS.\1o. R. Segreteri a cli Gabinello. f.657 ( 19/22). il capobanda ris ulta in forza allo Stato maggiore reggimentale -e non piii a quello minore- per la promo1.ione ad ufficiale cli colui che ri vesti va tale incarico. Il trornbelliere a cavallo addclto al

r

ballaglione fu intro-

dotto a seguilo di una disposizione ducale dcli' 1.2.5 1; l'equipaggiarnenro attribuitogli consisteva in una Lrnmba d i rame. ·'una Sciabola eguale a quella dei conducenti ([" Artig lieri a e due pistole"': ai pantaloni era prescrillo avesse "'pczzoni cli pelle"' come g li altri solda ti a cavallo (ord ine del S.C:.G. all"Econornato rlel 5.2.5 1 in Atli Ragioneria ùell ' A 7.iencla l'vli lirnre. f.6). A quanro risulta la_ bardatura era guarnita in verde. colore disLinlivo elci Cacciatori. '' È da rilcncrc che si intendesse in Lai modo seguire l'esempio ùei reggirnen ti austri aci. ove pera ltro la distinta numerazione delle compagnie Granatieri e Fucilieri trovava la propria ragion d "cssere nel fallo che in tempo di guerra le prime veni-

vano riunite in un battag lione a sé srnnte (cfr. 1\-1. Z A'-JNON I, !.'F.serci10 A n1triw:o cii.. p.2O e sgg.). Si veda ciel resto il

Regnlam e11to d'istnòone per /afc11uerio Eslense del 1850: le compagnie Granai ieri '·Ialvolta staceansi dai B attaglioni e dai Reggimenti componendone Corpi separati' " (p.7. nr.29). '' Cfr. il processo verbale della cerimonia. stilato dall" Aud itorato militare, in A tl i S.C:.G .. f.336/ 13 del 1840. !\ella circostanza fu rono seguite le p1·escrizio11i portate dal Ne1;0/a111em o sul sen•izio per le truppe di S.A.R. Froncesco IV (Modena. 1819. p. 13 1 e sgg.).

88


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Fig.

:n Granati eri del Reggirnenlo di L inea -

1850 (A rchivio di Sww di Modmu )

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Fig. 25 Bandiera ciel 2"bnuaglionc del Reggimento di Linea ( Heeres1:eschiclll!h:hes J\lfuse11111, Vienna/

91


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hg. 26 Bandiera del I battaglione del Reggimento di Linea. Giornale della Reale Ducale Hrigm a Fs1ense, Venezia, 1866. tav_VI I

92


F ig. 27 Schia i p reparatori pe r la bandiera de ll a L inea (A rchivio di

S1u10

di Modena )

93


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Fig. 28 Progell.o di bandiera per il I " battaglione cli Linea - 1848 (Archivio di Staro di 1\lfode,w)

94


F ig. 29 L' Arciduca Fcrc!ina ndo Carlo Vittorio cl ' Austria-Estc. colonnello proprietario ciel battag lione Cacciatori de l Reggimento di L inea (Monumento fimebre, chiesa di S. Vincen-:.o. Modena)

95


Fig. 30 Il lenente colonnello Cì iuseppe Casoni. co mandante del battaglione Cacciatori, 3° del Reggimento cli Linea. 1-'mografia. cir·ca 186 1 (ivfuseo C i vico del Riso1gi111ell/o. 1vfode11a )

%


F ig. 3 1 li maggiore Gaetano Cigo lini. ne l 1859 comanĂšante del I O battag lio ne del Reggime n to di Line a. Fotogra fia. c irca 186 1 (1H11.1eo Civi co del Riso1;11i11ien 10, Modena)

97


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--.,

f<ig. 32 Sepolcro di Gaetano M elotti. coma ndante del 2° battagl ione del Reggimento di L inea. nel cimi tero di S. Cata ldo a 1'.foclena. Si noti che il ùel'unto è ricordai.o come 1e11e,11e co/01111ello 11clle tmppe am1riac/1e. nelle quali e r·a passato dopo lo sciog li mento clell 'eserc ito ùucale

98


Sc~nnli di torno e hnlluh· di i.muhuro. ( _.

SEG~Al,J DI

con~o

da ap1llicarsi nc!P ordine sciollo di haUaglia.

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Fig. 33 Segnali di corno e ban ute cl i ta mburo. f?,,golamento di i.w ·,.1: ionr' per lo R. Fanteria Estmse. t\-1odena.

1855. p.2 11 (Arcltil·io cli Stoto di :Hodrnu)

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Fig. 34 Un macchio di tirag lialori allaccaro dalla caval leria. Re30/ame1110 di istmzione p er la N.. Fa111eria Estense. Modena, 1855. lav.XXI (Arcl,i.,io di Stato di 1\lfodena)

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due bandiere si di ffere11Liavano per i nastri da c ui erano adornate. Quel lo cie l l battaglione recava il monogramma de lla madre di Francesco V l'v'lari a Beatrice, di cui era dono, e la data del l 820, essendo in precedenza a ppartenuto ad altra bandiera consegnata in quell' anno alla Linea; quello del lJ battaglione -donato dalla Duchessa Aclelgoncla- recava la data ciel 1849, il monogramma e lo stemma della sovrana, nonché i l motto " La fede ltà vi g uidi all a vittoria" (29). La bandiera, portata dal sergente più anziano de l ba ttaglione (30), durante le marce e le m anovre veniva tenuta coperta da un'apposita fodera di tela cerata, mentre in parata s i lasciava "senza riguardo al tempo( ... ) ognor sfoderata" (3 1). IJ "Reggimento d' Jnfa nteria" fu comandato sem pre dal modenese lgna7,io Forghie ri, col grado di colonnello a partire dal 1851 (32) . Coli' 1.1 .53 divenne tene nte colonnel lo e vicecomandante i I magg. G iuseppe Casoni, preposto s in dal giug no ' 49 al III btg. Cacciatori (33). Secondo il suo ex commilito ne Antonio Brocchi, che pure gli im putava ùi rnancare d i ·'~e11so d' onore", il Casoni aveva molto talento, ampie cognizio ni, forte volontà e notevole energia, qua litù d i cui diede in effetti prova ne i primi mes i de l ' 59 in O ltrappennino (34). A capo de i vari battaglioni furono poi gli uffic iali seguenti. I battaglione. Sino al 28.2.50 fu comandato dal rnagg. Luigi Personali, passato successivamente a pensione. 1\I Personali succedette il 22.7.50 Vincenzo Pifferi (35); e quando questi fu chiamato ad assumere il comando della Piazza cli Reggio con decreto sovrano del 25.9.58 gli subentrò Gaetano C igolini. Il battaglione. Fu g uidato eia Gaetano Melotti, maggiore da l 2 1.1 0.49. lll battagli one. Ne tenne il comando, come s'é detto, il Casoni . IV battaglione. Il ba ttaglione cli riserva non e bbe un maggiore sino a fine settembre '58, qua ndo il Duca vi destinò Fi lippo Luccarelli ; in precedenza il re parto e ra stato coma ndato interinalmente dal cap. Francesco R icci. Tanto il reggimento quanto anche -per qualche tempo almeno- il IIT battaglione Cacciatori ebbero inoltre un colonnello proprietario, nelle persone rispettivamente dello stesso Duca e ciel di lui fratello Ferdinando. Francesco V, nominato ne ll'aclolcscenza colonnello proprietario ciell'allora ballaglione cli L inea, conserv() infatti tale titolo anche dopo l'ascesa al trono e la fo rmazione ciel reggimento (36). Ferdinando era

" Della necessi tà cli rinnovare la bandiera della Linea si com i. nciò a parl are nel 1847. riprendendosi poi la questio11e nel fcbbruio '48, anche in relazione alla costituzione di un nuovo battaglione decretata eia Francesco V il 31 gennaio cli quell'anno. L"8.2.48 il Saccozzi restituiva i11 effetti al Forghieri un modello d i stendardo. con !" invito ad avanzare in sede ufficiale le opportune proposte dopo avere apportato qualche correzione al disegno, cd in particolare all'aquila -da raffigurarsi con le ali abbassale e sormontata da corona- ed all 'asta ("'credo non vi si possa apporre l'acquila. e s,ll'à bene rnettervi una Lancia"') (la lct1c1·a è conservata i11 Alti ciel e.do rgt. d i L inea. f.3 ciel 1849 - mesi di aprile. maggio e giugno). Il 14.2.48 il S.C.G. approvava un nuovo bozzetto ··fa110 a seconda delle regole B lasoni.anc". disponendo affinché venissero realizzate due bandiere in scw '·coll' ind ica1.ione Imo Battaglione in una, e 2clo Battaglione ne11 ·a1tra'' (lettera 14.2.48 al e.do L inea cons. il!ide111) . Il Forghin i si rivolgeva allora a certo Cesati d i M ilano. ma la rivolLtzione del marzo bloccò ogni cosa. 11 comando cli Linea tornò alla carica il 4 giugno I 849. richiedendo nuove istru zioni e rimettendo al S.C.G. ''il disegno dello stemma che si proporrebbe'·; e dopo qualche mese. come si è visto, la questione venne finalmente risolta.

" Cfr. C. CbSARI. op. c:it .. p. I 98. nota. " Rer:olamenw d 'istnòone per la R. Fanteria E.11e11sc Modena. I 8:i.'i. p. 126. tll'.70 I . " Per qualche noti1ia biografica sul Forghieri ( 1797- 1872) vedasi T [)E VOLO, op. cii.. t.lV, pp.373-375. A llo sciog.limcnto della brigata estense (1 863) il Forghieri passò nell'esercito austri aco col grado cli generai nrnggiore ad honorem. venendo contcstu al111e 111e co lloc ato a ri poso.

' ' G. CANEV/\7.ZI (op. cir.. voi.IL p.24, now I) afferma che il Casoni nacque a Pievepelago nel 1806, senza precisarn e l'anno cli morte. ·'' Cfr. infra, capp.XX e XXI. I giud izi ciel Brocchi -che nel 1848 abbracciò la causa rivoluzionaria- sono espressi in una lettera indirizzata da Nervi a N icornecle Bianchi 1· 11.9.50 (cfr. C. SFORZ.0\ , Esu li F1·1<,11si in Vie1110111e c1L p.70). b. IACOLI, nel suo E11i.wdi della r:111'rrc1del / 859 (M odena. 1909, p.3 1). rammenta la voce ·•Iù n e e cltiara.. cieli ·ufficiale. '' Per q ualche cenno biogra lico sul Pi l'i'eri ( 1796- 1878) vedasi T. DE VOLO, op. cit., l.1 \1. pp.4 14-415 . Tra il rnarzo e il luglio ciel 1850 il I banag.lione fu cornanclato interinalmente dal cap. Gregori o :'vloschiari.

·"' C f'r. ad esempio l'11/1J1a11acco r/p//a R. Corte e degli Sw1i F.stensi per l'anno 1858, p.352.

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stato dal canto suo analogamente insignito nel 1835 ciel eolonnellato dei Cacciatori del Frignano, mutato poi in quello del TTT battaglione clopo l'un ione dei Cacciatori alla Linea. L'Arciduca morì peraltro il 15.1 2.49 a soli ventotto anni, nè dopo cli allora vi fu più alcun proprietario del battaglione Cacciatori, al quale si volle donare l'uni forme elci defunto quale "ultimo pegno di( ...) stima ed affetto" (37). Essendo i I Corpo pili numeroso dell'esercito, la Linea forni va il personale necessario allo svolgimento dei compiti più svariati. Così, ad esempio, tra i mil itari del reggimento posti fra gli " indispon ibili" in un prospetto ciel 13.3 .57 ne figu rano alcuni impegnati nel la guardia alla pinacoteca clucale, altri impiegati cornc sagrestani od infennieri all'ospedale militare, altri ancora d istaccati nei diversi uffici qua li scritturali, ordinanze, ecc. (38) . Secondo la clouri na dell 'epoca, anche nell'esercito estense la truppa cli Linea era destinata '·principalmente per battere il nemico in ordi ne serrato e in masse" (Regulurrientu cli istm?)Oll(' per lo R. Fanteria Es!ense, Modena, 1855, Introduzione, p.VIl). L'ord ine serrato consentiva infatti cli ''muovere e far agire

corpi numerosi con perfetta un ione" e cli "coprire cli fuoco formidabi le un terreno", permettendo così di assestare "colpi decisivi" (Regolamento d'i.1rmzione per la/ànteria Esrense, Modena, I 850, voi.I, p.2, m.7). Le truppe disposte in ordine serrato polevano assumere a seconda del le circosta111;e varie forrnazioni, delle quali la principale era la forrnazio ne " in linea" (o " in fronte'' o " in battagl ia''). Schierati "in fro nte" i fanti estensi -la cui unità "elementare" era la compagnia- si all ineavano "a leggero cont.alto cl i gomito", ordinandosi su tre successivi ''ranghi'' (c ioé su tre righe), sicché da un altro punto cli vista lo schieramento veni va ad essere formato da tante •'file" parallele cli tre uomini ciascuna (39). Come non manca cli sottolineare il f<egolamento d'e.1·('1'C/zio per la R. Fanteria Estense (ìvloclena, 1855, p. 122, nr.78 I), l'auacco condotto da una formaLicrne in Iinca consentiva cli "impegnare nel la pugna" '·tutto ad un tempo'' "un gran numero cli combattenti", riducendo al tempo stesso i danni provocati dal fuoco cicli' artiglieria ne mica. L'attacco in linea veniva tuttavia consigliato unicamente in presenza di terreni sufficientemente sgombri eia ostacol i, i quali sol i potevano consent irne uno svolgimento ord inato ed efficace. Divcrsarnente era ritenuto preferibile che l'attacco fosse condotto da truppe schierate ''in colonna", forrnazione per cui la fronte veniva "rotta( .. .) in ploton i, mezze compagnie o mezze cli vision i in guisa, che siffatti riparli invece di stare(. ..) l' uno accanto all'altro" si ponevano "l'uno dietro l'altro" (ibidem, p.26, nr. I 60). In tal modo infatti le truppe godevano ''d'una mobilità più grande", ancorché fossero pili esposte al!' effetto del le artiglierie. A seconda della distanza intercorrente tra i reparti incolonnati potevano aversi vari tipi di colonna, come ad es. la colonna "aperta", ove le schiere si susseguivano ad intervalli pari all'estensione della loro fronte, o la colonna ''serrata", ove lo spazio tra un reparto e l'altro era ridotto a tre soli passi (cfr. Reg. isr. 1850, p.34, nr.58). Qualora poi i reparti fossero ''serrati a distanza di rango·• si parlava di truppe schierate "in massa" (ibidem, p.35, nr.70), formazione considerata a sé stante rispetto alla colonna. Per difendersi dalla cavalleria avversaria le unità impiegate in ordine chiuso utilizzavano in fine la formazione "in quadrato", facendo ''fronte eia tutti i lati'" e ''lasciando un vuoto nel mezzo" ove si ponevano '' il cornanclantc, l'aj utante, i tamburini o trombettieri, la bandiera. i musicanti ec." (ibidem, p.36, nr.73). I fanti e specialmente i cacciatori estensi erano chiamati inoltre a combattere anche in ordine sciolto, operando q uali ''liragliatori" o '' bersaglieri" . "Bersagliare o tiragliare" si definiva ''lo sciogliere uno o

'' O.cl.g. del S.C.Cì. nr.3 I ciel 6.2.50 (OO.cld.gg. del S.C.Cì. dal 22.9.48 al :, I. 12.50) Su Ferdinando V ittorio cl' Austria-cste ( 182 1- 1849). avvialo g iovanissimo alla carriera militare nell'eserci to austri aco e divenuto nel I 843 generai maggiore e quindi co mandante cl i pna bri gata cli fan teria. vedasi, o ltre a T. DE VOLO 1011. r:i1. . 11nssi111) . :md1c C. GALVAN I. Oraz iont' .fi111ehre per S.A.R. / '/\ rcid11rn Ferdina11do Carlo Vi11orio d'/\1/slria t:sre. Modena. 1850. L a chiesa cl i S. Vincenzo a rvlodena conserva un bel mo numento. opera dello scultore Alcott i, che raffigura l' Arciduca in una delle frequenti visi te compi ute all'ospedale 1nilitare cli B 1·(inn. durante le q uali contrasse il ti fo che lo condusse poi alla morte. Il monuinento era cHiginariamcntc co llocato nella chiesa della Cittadella. ove fu scoperto e benedetto nel corso Lii una solenne cerimon ia tcnutns i il

23.J.59. " Il documento. redatto dal comando d i L inea e relativo ai due ballaglioni presenti a i'vlodcna. è co11servat11 in /\ Ili S.C.G .. f.470/ 15 del 1857. 1 ''

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li Reg. isr. 18S0 (p.24. nr.4) p1·cvcdcva che alcuni Corpi. cmne i Pionic1'i. fossero disposti su due ran ghi.


pi ù riparti dal l' ordine serrato, ed il collocarli sparpagl iati in combattimento", o "contro singoli bersaglieri" oppure "contro truppe avversarie serrate" (Reg. is1. I 855, p.1 3 1, nr.723). I soldati di tal i reparti formavano così un cordone, o meglio una "catena", i cui "anell i'' erano ordinariamente posti a cloclici passi cli d istanza l'uno dall'altro, ciascuno risultando costi tuito dai Ire uomini appartenenti ad una medesima fila (ih idem., p. 131, nr. 724; p. 147, nr. 804). Regola generale era che la catena dei ti rag Iiatori -c ui si insegnava ad approfittare cli ogni riparo per proteggersi dal fuoco nemico, eventualmente anche "sdraj andosi per terra·'- fosse sostenuta più ind ietro eia un reparto di pari forza disposto in ordine serrato, "onde in caso di bisogno poter dare il cambio ai bersaglieri, rinforzarli od accoglierli'·. Catena e sostegno dovevano po i appoggiarsi a loro volta ad una riserva, al la quale spetta va "cli ri mpiazzare i ri pani cli sostegno( ... ) impiegati a rinforzare la catena, d i rilevare quel li( ...) per più tempo( ...) occupati nel fuoco e divenuti sta nchi, di mantenere i vantaggi acquistati (. .. ) ccl in caso d' un allacco mal ricscito, di accogliere i respinti" (Reg. es. 1855. p. 142. nr.905). Dovendo ad esempio u11a co111pag11ia dispors i a comb attere in ordi ne sciolto, uno dei suoi quattro plotoni veniva steso in catena. un secondo fu ngeva da sostegno e gli altri formav ano la riserva. Contro la cavalleria i tiragliatori sorpresi in terreno aperto si difendevano formando "mucchi", vale a dire raccogl iendosi a ba ionetta inastala " in gruppi irregolari e rotondi" (Reg. ist. 1855. p. 166, nr.914). L'azione in ordine sparso era peraltro COI)Siclerara non g iù alternativa, ma complementare rispetto a quella in ordine ch iuso, giacché i bersaglieri en11io fonclarnenta lmenle destinati a coprire "tanto nel la( ...) fronte che su i fi anchi" "la posizione dei Corpi principali operanti in ordine serrato": ad ingaggiare il combattimento, dando modo ai Corpi stessi di preparare dietro un tale schermo l' attacco o la d ifesa ; a cooperare alr uno o al l'altra col proprio fuoco; a molestare infine la ritirata avversaria ovvero a proteggere "quella elci prop1j reparti serrati'' (Rcg. ist. 1850, pp.2-3, nr.8; cfr. anche Reg. es. 1855. pp. l 4 1- 142, nr. 1OI ). Solo ove iI terreno non consentisse la manovra in ordine chi uso, o quantomeno non vi fosse favorevole, l' azione in ord ine sciollo era ritenuta idonea "a condurre( ... ) a termi ne un combattimento" (ihidem). "( ...) il Veterano/ per entro ai Valli/ rovesc ia tende,/ fanti , e cavall i// Col brando in alto,/ la testa bassa,/ lutto conguide,/ Uccide, e passa://( .. )// E quando giungesi/ a lla Vittoria,/ dei Veteran i/ tutta è la gloria//". I versi ciel giocoso carme ·'I Veterani" (40), che accompagnarono il bri ndisi cie l banchelto tenutosi 1'8 aprile del 1858 per festegg iare la promozione a maggiore del cap. Giacomo Stanzani, evocano immagini ben d iverse dalla realtà del Corpo dei Veterani estensi, di cui lo Stanzani ten ne il comando eia pri ma del '48 sino alla fine ciel Ducato (41). Costituivano infatti tale picco lo Corpo -non più fo rte di una compagnia- soldati anziani ed inabi li, che erano chiamali a svolgere, "compati bilmente( ... ) al le fis iche loro condizioni", compiti cli ben modesta irnportan1.a. Così acl esempio alcuni di essi servivano come ordinanze presso il S.C.G., l' Economato militare, ccc.; a ltri venivano impiegati quali custodi cli edifici inuti lizzali o non utilizzati in via continuativa, come il fort ino della Sparavalle sulla via del Cerreto o la Scuola ciel Nuoto a Modena: un paio cl'allri ancora -al meno nei primi anni Cinquanta- avevano ''obbligo come Piantoni stabili di vegliare alla conservazione ciel Pubblico passeggio" sulle mura della Capitale, ove abitavano in "baracch ini" posti " nelle rampe cli S. Giovanni e di S. Pietro" (42). Non pochi vetera ni fu ngevano poi eia portieri presso le varie Delegazioni cli po lizia de l Ducato, giacché il Minislero cli Buo n Governo si era a suo tempo rivolto all'eserc ito per averne senza "gravare cli soverchia spesa la Cassa dello Stato" (43).

,,., ··1 Veterani/ Carme am ichevole/ Per l 'onorevole/ iVlaggio r ST,\ N7.A N I": --H.-i nd isi recirato in lauto con vi to nel dì 8 , \pr ilc

1858 allorché J' il\ust1·i ssimo signor Capi tano Cì iacon10 Stanzani inaugurava la di lui prorn ozionc a maggior coma ndante il

R. Corpo elc i Ve!erani Estensi"' (BEì'vl o. Raccol ta 1-errar i Mo1·c 11i. fam. mod .. I 08). '' Giacomo SLanzani si era arruo lato giovan issimo nell"esercito del Regno llalico, per passai·c poi allo scioglimento elci 111edesi111 0 in un reggimento austr iaco. Nell"aulunno del I 8 15 entrò al servizi o estense quale caporale cadetlo ùi Linea; cap itano dal I 837, era stato 1rasrerito ai Veteran i nel 1843. '' L e c i tazioni nel teslo sono LraLLe da una lette ra del rninistro d i B uon Governo al SacCOZ.Li cimata IV!O 27.1.52 e dal relativo ri scomro. ciel 3 febbraio (Alli S.C.G.. f.382/ 13 del 1852). " Lettera ciel :vlinistcro cl i Ruon Cìoverno al S.C.G. datata MO 29.9.48 (A tti S.CG .. r_:,:;218 ciel I 848).

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Oltre che ad incombe nze di tal genere i I Corpo era ad ibito anche ad un servizio di maggior rilievo, e cioé alla custodi a delle carceri ospitate ne i vecchi forti cli Rubiera e di Monte Alfonso presso Caste lnuovo di Garfagnana, ove erano complessivamente distaccate alcune dec ine di veterani (44). Il personale agli ordini cie l lo S tanzani contava del resto tra le proprie file una percentuale non indifferente di individui dalla sal ute anche gravemente compromessa. Secondo ad esempio quanto riferiva al Duca il Saccozzi a f ine '53, della quarantina di uomini al lora stanziati a Modena pochi e rano "q ue lli atti a qualche servizio per essere impotenti affatto" (45): me ntre sta ndo alle lamente le del comandante della Piazza cli Rubiera, su 15 veterani (per la metà ultracinqua ntenni) che formavano ne l gennaio '50 q ue l distaccamento, tre erano ''affetti da stupidità cii mente", d ue e rano paralitici ccl uno se mi paralitico (46) . Nel Corpo era inoltre a bbasta nza diffuso il vizio ciel\" ubriachezza, che allignava non solo tra i soldati lasciati a se stessi (i delegati di polizia si lagnavano spesso per questo motivo elc i loro uscieri in divisa). ma a nche tra quelli clic si trovavano a l'Vtodena pn.:sso il cu111a11ùu del C()Jpo. Al S.C.G. che gl i aveva chiesto un sergente pe r M onte A lfonso , lo Stamani rispondeva ad esem pio il 23 .5 .52 cli avere effettivamente a disposiLio ne certo Priori. ma c he no n vi s i poteva contar sopra "essendo ubbriaco da mane a sera'· (47). L'organico dei Ve terani, dapprima fi ssato in 3 ufficiali e 80 tra graduati e c omuni, venne accresc iuto a seguito d i un provvedime nto d ucale elci 20.1 2 .52, che ne dispose l' adeguamento alla forza rea lmente in servizio a l I" gennaio d i q ue ll'anno. L'effettivo passò così a 3 ufficiali e 11 O uomini di truppa (48), per non pili variare s ino al la fine del Ducato. Negli ultimi anni ;50 il Corpo ri to rnò tuttavia acl a vere pe rsonale in eccedenza: una situazione di fine febbraio '57 mostra ad esempio in servizio I capitano. 3 tenenti, IO sergenti, 17 caporali, 4 sottocaporali, 1 tamburo e 91 comuni. per un tota le di 127 individui (49).

'' Sulla fortezza cl i Monte A l fonso. ini;,:iafa nel I 579 per 01·cline d i A lf onso Il. si veda P. L. BIAOI ONI. Due cm:hi1e11i r-slen si in Garfagnana" in t:111ilia. Castelnuovo di ( ìar fagnana, 1984. pp.49-69. I veterani d i Monte A l fo nso avevano anche in custodia due pezzi d' artig lieria colà esistenti. '\la mol to te111po aequisMi. a carico del Comune di Castelnovo. ( ... ) per ser vire a festeggiare fausti avveni111e11ti. e sopra tu tti l'a1Ti vo So vrano·· ("Elenco·' del 18.4.56 in A tti S.C.G .. f.439/I del 1856). Ritenendo ·'con veniente che. A n n,? cl i simil f;](I;,·• non r i,sl:i ssf'ro " in proprice1 cd in balia cl i A utorità Civili'', nell ";Elenco·· del 18.4.56 il SaccoZ1.i ne caldeggiò !"acquisto eia parte ciel l'eserc ito. '' ' ·Elenco•· del 22.I 2.S:l (Atti S.C.O .. f.386/ I ciel 1853). "' A llegato ;id una lettera ciel c-.do cl i Piazza cli Rubiera al S.C.Cì. datata 9 . J.50 (/\tf i S.C.G., r.352/I 4 ciel 1850). ' ' La lettera è conservata in A lti S.C.O .. f.382/U ciel 1852. Mentre altrove l' ubriachcua era cornbatlu ta con ,cvcrità, tra i Veterani essa appare in qualche misura to llernta: evidentemente non ci si sentiva cli ri chiedere pi t1 di tanto anche sotto questo profilo ai vecchi soldati che servi vano nel Corpo.

" U r. l'o.cl.g. del S.C.G. nr.7 del .'i. I ..~3 (OO.clcl .gg. del S.C.G. dal 18.9.52 al 23.4 54 ). ''' La tabella del la fo rw del Corpo Veterani dal 27 al 28 febbra io 1857 è conservata in Atti S.C.G .. f.470/ I5 ciel 1857.

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CAPITOLO X La l\tlilizia di Riserva

Oltre ai vari Corpi dell 'esercito, il S.C.G. aveva alle proprie dipendenze anche la Milizia cli R iserva. Formata da campagnoli chiamati a prestare servizio quando necessario, la Milizia era stata costituita con provvedimento sovrano ciel 10.4.49, in forza elci quale veniva appu nto riformata "a Milizia cli Campagna" la Guardia Nazionale Forese, creala a fine agosto '48 ma in pratica non ancora organizzala ( J ) . Col J7 aprile la nuova istituzione era stata poi eslesa all'Oltrappennino, appena recuperato alla sovranità estense. Affinchè la Mil izia fosse al più presto auivata Francesco V confermò nei loro gradi gli ufficiali in precedenza scelti per la Forese, stabilendo allresì che le cornpagnie tores i "giù formate sopratullo nella Provincia di Modena" entrassero direttamente a far parte della Riserva, la cui organi zzazione doveva ''venire spinta ancora in Modena il più possibile'' (2). A fine luglio '49 il Duca doveva tuttavia constatare che nonostante le sollecitazioni la costituzione della [Vlilizia procedeva a rilento, e decideva al lora cli renderne responsabili in luogo del le esistenti Commissioni d' organizzazione g li ufficia li superiori della Milizia stessa, cui ordinava cl i passare presto in ri vista i propri subordinati. "11 Contadino" sottolineava il sovrano ·'non si crederà mai mi lite se non è chiamato e messo in rango per compagnie'· (3). Le nuove disposizioni clucali diedero evidentemente buoni risultali, g iacchè ai prim i di settembre il S .C.G. ann unciava che l'organizzazione della Mi li7,ia andava avviandosi a compimento e che i tre reggi menti previsti avevano ormai preso forma. Tuttavia so lamente qualche mese più tardi il lavoro organizzativo potè dirsi davvero terminato, tranne che per alcuni reparti, ove difficolt~1 cli vario genere ne ritardarono ancora a lungo la conclusione. Così ad esempio nel l' aprile 185 1 ancora non era cornpiut.a l'organizzazione del battaglione del Frignano, nè in quell i cl i Lu nig iana e Garl"agnana erano srate ultimate '' le vota7ioni per la scelta degli Uffici ali Subalterni e dei Sottufficia li'' (4). L'art.4 del decreto I O aprile 1849 aveva in effetti conservato a i militi i I privilegio, giù riconosciuto alle guardie nazionali, cli scegliersi i propri sottufficiali ecl ufficiali cli cornpagnia. Secondo l'interpretazione ciel Saccozzi era del resto applicabile alla IVI ilizia l'intera normativa già dettata per la Forese, ovviamente quando compatibile con le nuove disposizioni (5) . Queste ultime dal canto loro espressamente prescrivevano fra l'altro (art.17 decreto 10.4.49) che i militi avessero a prestare il medesimo giuramento stabilito per i foresi, il q uale comportava J'assun7.ione di un obbligo cli feclc ltà non solo nei confronti del sovrano, ma anche dello Statuto costituzionale "come questo fosse promulgato negli Stati Estensi" (6) . In prosieguo cli tempo ogni eredità quarantottesca fu tullavia el iminala. Dal Regolwnento di servi-;,io e disciplino per le l'vli/izie Estensi di Riserva, ove nel 1855 vennero raccolte ed ordinate le nm me emanate sino ad al lora su lla l'vl ilizia, si evidenzia ad esempio (art.4) che in realtà essa giurava sempl icemente "feclelfa al Sovrano e ( ... ) obbedienza cicca cd intiera a· suoi Ordini ed a q uelli ciel Comando Generale", senza alcun altro riferimento (7) . La scelta dei sottufficial i ed ufficial i cli compagnia venne

Cfr. supra. cap.1 11. Il decreto I 0.4.49 isri1u1ivo della IVI i IiLia cl i Riser va è r i po nato in Cnlll': i o111' ge11ernfe delle leggi co s1igli S1a1i ,,s1e11si, I.XXVI II. Modena. 1849. pp.33- 35. ' hancesco V al S.C.G .. JVIS 1.5.49 (Arti S.C.C., t.:'16/ 13 ciel I 849). -' Chirografo indirizzato da Pavullo al S.C.G. in cblta 25.7.49 (ASrvlo. R. Segreteria cl i Gabinetto, chirogral'i sovrani. L:l5 I del 1849 ). 111:i o11 i edi11i proclami ecc. /Jer

' Re lazione s ulle \;l ili z ie cli Rise r va in o ltrata dal S .C.C. a l D uca in d ata 11 .4.51 (A tti S .C.G __ f. 355/1 d el 185 1 J.

·' C i'r. le "lstru Lioni per l' organizzazi one, e RcgolamcnlO per la IVl i liLia cl i Riser va•· in cima 9.8.49: il documento è conservato in BEIV!o. Racco lta Saccozzi. cassetta 77C. '' Cfr. supm. cap.111. .- I .a formu la uel g iur;1111e1110 venne fissata a metà del 1850. sulla base di quella adottata per !"esercito. l i lesto portalo dal

rcgola men10 del 185:'i (an.4) è il segueme. '·Noi g iuriamo solenncmcnle in faccia a l)io Onnipotente cli csse1·c ubhidien1i e fedel i a Sua Allen.a Reale( ...) 1-'ranceseo V(. .. ) cl i ubbidire p;irimcnri al Cìcnerale della 1-'reloclata Altezza Sua. cd a tu11 i gli altri nostr i Superi ori. di onorarli, ui d i fenderli. e in qualunque servi zio(. ..) di eseguire ogni loro ordi ne. e co mando; di prestarci sem pre al mantcnimc nlo della quiete e sicurezza del lo Stato: di non entrare in ve rnna intell igenza coi Nem ici della

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dal canto suo sottratta a i mil iti nella primavera del 1851, dopo che giù in precede nza a lc uni reparti v1 avevano rinunciato. Con provvedimento ciel 18 apri le di quell'anno Francesco V avocò infatti a sé la nomina di tutta l' ufficia lità delle l\1ilizie, "essendosi mostrato o illusorio o poco utile il sistema di elezione degli Ufficiali''. d i cui -rammentava il sovrano riferendosi a ll 'accennaro caso dei battaglioni cli Lunigiana e Garfag nana- ''dopo 2 interi anni mo lte compagnie mancano t uttavia" (8). "Inconcussa fedeltà al Sovrano" e "condotta morale e politica ottima per ogni riguardo" d iven nero requisiti indispensabi li per la nomina (Reg . serv. e disc. 1855, art.29), conferita ordinariamente a possidenti, senza cliri!lo a soldo nè obbligo continuativo di servizio. Ai comandanti di battaglione e di reggimento venne invece rimessa la scelta elci sottufficiali, da far ricadere su in cli vie.lui capaci di leggere e seri vere, "sani, disinvo lti, ( .. .) coraggiosi", "notoriamente devoti ( ...) ali' Augusto Regnante, ed alla legittimità", e di condotta ''lodevole in punto cli Rel igione, di Morale, e cl i Politica" (ibidem, artt. 34-36). Insie me ai sudclen.i provveclimenti, nell'aprile ciel 185 l a ltri ne vennero e manati, che incisero profondamente su.Ila organizzazione della Mi lizia e valsero a definirne l'assetto per gli anni successivi . Rilevando che iI numero dei mili ti era eccessivo e portava più che "vera utilità ( ... ) imbarazzi ccl inconvenienti'', i I S.C.G. aveva infatti s uggerito di ridurre l'organico delle Mi lizie e di conservare in servizio preferibilmente i volontari, evidenziando che in tal modo si sarebbe tra l'altro tornati "blandemente senza parerlo e senza darlene il nome alla istituzione Sovrana avanti il 1848, ossia alle I\1ilizie Volontarie cli q ue i tem pi" (9). A seguito de lle osservazion i del Saccozzi, il 12 aprile I 85 l Francesco V emanò un decreto, col quale ven iva anzitutto abol ita ·]a cosiddetta seconda Riserva. esistente solo su lla carta ma che avrebbe dovuto inquadrare i campagnoli dai 30 ai 50 anni, in numero corl'isponclente a l 3% della popolazione rurale. D i conseguenza le M ilizie restavano costituite unicame nte dai giovani tra i I 8 e i 30 anni, dai quali si traeva in precedenza la prima Riserva, raggruppante un altro 3% della popolazione di campagna e forte cli ben 15.000 uomini . Così riformato, il Corpo veniva poi sdoppiato dal decreto 12 aprile ancora in pri ma e seconda Riserva, destinate ad inq uadrare ciascuna l' L5 % dei cam pagnoli e eia forma rsi la prima con individui dai 18 ai 24 a nni e l' a ltra con soggetti d'età compresa fra i 24 e i 30. Solo le ìvlil izie cli prima Riserva do vevano essere armate, mentre per i m iliti cli seconda Riserva non era previsto armamento ( I O). Alla riforma fu data pronta attuazio ne, ed in ciascuna compagnia gli uomini vennero ripart iti nel le due classi previste, sal va la collocazione in prima Riserva cli tutti i volontari del '49 purchè non maggiori di 32 anni (l 1). Tali volontari dovevano essere piuttosto numeros i: a l Il reggimento c i si era a suo tempo co mpiaciuti, ad esempio, per " lo spirito eccellente, e l'entusiasmo" mostrato dagl i abitanti della

R.A.S.. e di condurci sempre come conviensi a brav i Mi litari. e così facendo Idcl io ci ajuti. A men.•·. Il regolamento per la Milizia del 1855 venne pubblicato J' l.I0.55 con o.d.g. del S.C.G.: ordine ciel g iorno e regolamento sono riportati in

Col/e~ione generale delle lq;:gi costituz.ioni edìrti pmc/a,nì ecc p er fili S1ari esren.1·i, t. XXXIV. l'vl odena, 1855. pp.83-I 23. ' Il provveclimenlo del 18.4.51 è posto a margine della relazione 11.4.5 I di cui alla nota 4. Il sistema elettivo era stato già in precederm i oggcno d i contestazioni da pane degli stessi componenti la Milizia. almeno stando ad una nota ducale indiriaata il 29.7.49 al S.C.G .. ove si dichiarava che ben 1200 individui avevano solloscritto una petizione per chiederne in sostanza r aboli1.ionc. II sovrano aveva però respinto tale ri chiesta. non essendo in essa chiariti ·'gl ' inconvenicnti" derivami ai militi '·dai pri vilegi i che la legge loro accordava nelle nomine degli Uff. Subalterni e proposte dei Capi tani'·. In un altro scrillo (privo d i data e conservato come il precedente in ASMo, Arch. austro-estense di Vienna. p.VI. f.7) il sovrano stesso peraltro riepilog:1va g li ·'Argomenti pei l'vliliti onde oucncrc J'annullazione delle elezioni d"Uffiziali e la cessazione del pri vilegio di eleggerli" . 1·ammentanclo fra !"altro "la dipendenza in cui i Comaclini sono dal Padrone che Ii inl'Iuen1.a. e che può senza dirlo fa r capire che dà il commiato se non sarà o nominato egli o (...) allri del suo colore·•. In effetti, se in genere i militi elessero a sottuffici .:di dsogge.tti t·iconosciJ1ti per vero attacca,n ento'' al D uc:.1 ed ..alla buona causa. di buonu condotta e di cupacità :"uffic icntcp. cl i. versi degli unìciali prescelti riuscirono invece sgrad iti all'auloril~ 111 ilitare. li 24.4.5 1. e cioè pochi giorni dopo il decreto sovrano del 18. il S.C.C. prescriveva cli "'eliminare quegli Ufficiali che fin qui non most:rarono zelo( ...) e non spiegarono né capaci ti1. né auaccamcnlo alla buona causa.. (lettera del S.C.G. al e.do ciel I rgt. lv1.d.R. in Alli e.do I rgt., f.27). ,, Relazione I I .4.5 1 di cui alla nota 4. "' Per il decreto sovr,1110 12.4.5 J vedasi ro.d.g. del S.C.G. nr.88 del 2 1.4.5 1 (OO.dd.gg. ciel S.C.G. dal I" 1. 1.50 al 25.4.5 1). ' Cfr. in particolare sul punto la lellera indirizzata eia! S.C.G. al e.do ciel I rgl. I\.1.d.R. in data 24.4.5 I d i cui al la nota 8. ( i li studenti dovevano invece essere collocal i senz' altro in seconda Riser va (istruzioni S.C.G. al e.do del II rgl. M .cl.R. datale MO 29.5.5 I. BEtvlo. Raccol ta Sacconi. c;Issctta 84B).

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montagna reggiana ·'onde a rruolarsi a far parte della(... ) Mi lizia'', mentre ne l I reggimento il V battaglione e ra stato per la maggior parte formalo senza ricorrere all'estrazione a sorte ( 12), prevista quale criterio sussidiario di reclutamento dal decreto I0.4.49. A metà ciel 1854 le Milizie contavano 7386 uomini armati , cli cu i 3224 al I reggimento, 2737 a l Il e 1425 a l III (13) . I reggimenti -comandati da tenenti colo nnell i o colonnelli- era no organizzati su base territoriale ed erano ripartili in battaglioni e compagn ie La forza cli ciascuna compagni a andava dai 60 ai 180 militi , fra i guai i 2 o 3 sergenti e cl un numero varia bi le di caporali e sotroca poral i (da 4 a 8): 3 ufficiali (1 capitano, l tenente ed I sottotene nte) inquadrava no di regola la truppa (Reg. serv. e disc. 1855, artt. 16-22,32). li I reggimento (province cli Modena e del Frignano) venne inizialme nte coma ndato da Francesco Vandelli, g ià preposto a lla corrispondente legione della Forese; nel giugno del 1854 al Vanclelli successe poi il conte Ludovico Calori ( 14). li rcggi111e11tu era lù1111a10 eia sci battaglio11j , ord inati da un decreto sovrano del 23 . 1.55 nel modo seguente (15). I battaglione (comandato a ll'epoca dal m agg. Giacomo Parisi). Circondario: Modena e Nonantola. Forza: l O compagnie. II battaglione (comandato al l' epoca dal m agg. A nnibale Vandelli). Circondario: Sassuolo, Form igine, Vignola e Spilamberto. Forza: 7 compagnie . III battaglione (comandato a l l'epoca da don Gibcrro P io di Savo ia). Circondario: Carpi , San Martino e Rolo. Forza: 6 compagnie. IV battaglione (comandato dal magg. Ippol ito Papazzoni de Manfredi). Circondario: Mirandola e Concordia. Forza: 6 compagnie. V battaglione (comandato all'epoca dal magg. Giuseppe Zamboni ) ( 16). C ircondario : Finale e San Felice. Forza: 4 compagnie . VI battaglione (comandato all'epoca dal magg. Antonio Vanclelli). Circondario: Frignano. Forza : 7 compagnie. Esse peraltro si ritrovavano sovente a ra nghi ridotti, giacchè in '·date stagioni s ucceclcf va] per titolo di lavoro, e per più mes i l'emigrazione al l'Estero" -specie in Maremma- "di parle non piccola" della popo lazio ne frig nanese ( 17). li II reggimento (province di Reggio e G uastalla) ebbe esso pure quale primo comandante l'ex capo legione della Forese, conte Antoni o Scapinelli. che mantenne la carica sino all' agosto del ' 54. Allo Scapine lli successe il parmi gia no conte Enrico Fulcini (18). Anche questo reggimento contava sei battaglioni. cui i I decreto del 23 .1.55 diede J' assetto seguente. I battaglione (comandato a ll'epoca dal rn .se Claudio Ma laspina). C ircondario: Reggio. Forza: 8 com pagnie. Il battaglione (comandato all'epoca dal magg. Antonio Gill i). C ircondario: Montecchio, Sa n Polo, C ia no. Forza: 6 c ompagnie. lii battaglione (comandato all'epoca dal magg . Vincenzo Bortola ni ). C ircondario: Scandia no e Castellarano. Forza: 4 compagnie.

,, Cfr. un r<1ppor1.o allegato ad una lettera ciel e.do del I rgt. M .d.R. al S.C.G. clarata 5.9.49 (i\tti S.C.Cì., L.128/5 ciel I 849). nonché un ' ·Elenco" del 23.8.49 (Alti S.C.G., f.324/1 del 1849).

" C:fr. supra , cap.lV. " A l Vandelli ( 1795- 1856) ded ica una nota biografica T. DC VOI.O (op. rii.. I.I V. pp.245-249). ra111111cntandone in particolare l'atti vità di arc hitetto. Opcr,1 e.lei Vane.le lii è tra r altro i l grand ioso ed i ficio del !-'oro Boario d i Modena. " Cfr. 1·0.d.g. ci el S.C.G. nr.10 del ?5 I 55 (00 drt.ee- dP.l S C(i rlii l 25.4.54al 3 1.1 2.55). '" A Cìiuseppe Zamboni successe lo spagnolo Raimondo F lorez Vil larnil. con ogni probabilità ex ufficiale cari i si.a. A quanto sembra il 1-'lorez giunse a i'vloclena da tvl on1pel lier nella seconda metà elci 1849. Nel proporlo per il comando del V battagl ione il Saccozzi ne evidenziava 1•·'cncrg ia e capac ili1M ilitare'· C'Elenco'· del 15.7.56 in A tti brigata estense, f.74 - Can e lllilitari 1834/59). " ' ·Elenco" del 9.:ì.55 (Al ti S.C.G., f.420/1 del 1855) " Sul conte Fulcini ( 1803 - 1867) vedasi T. DE VOLO, op . cii., t.lV. pp.354-357. Gl i uffici del comando ciel li reggimento si trovavano -allllc no a llleti1del 18:50- '·nella V ia ciel Garnbaro dietro all 'ex Coleggio Gesuitico·· a Reggio (lettera del e.do del IV battaglione a quello della I l corn pagnia clatara Concgg io 12.:5.50. 131:::.'vlo. Raccolta Saccozzi. cassetta 74 ).

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IV battaglione (comandato a ll'epoca da l magg. Antonio Bigi). C ircondario: Correggio, Caste lnovo cli sono, Poviglio e Gattatico. Forza: 7 compagnie . V battaglione (guidato all'epoca da Geminiano S olieri, pure comandante della Piazza cli G uastall a). Circondario: provincia cli Guastalla. Forza: 9 compagn ie. VI battaglione (comandato al l'epoca eia! m agg. Geminiano Bardoni). Circondario: Castelnovo ne' Monti, Carpi neti, B usana e Vil la Minozzo. Forza: 7 compagnie. Infine, il III reggimento (OJtrappennino) venne dapprima affidato al co nte Tommaso Luciani G iudici, per passare poi nel 1854 sotto il conte Scap inelli (giù al reggimento reggiano), che tenne il comando s ino al 1856. Dopo di a llora incaricato d i guidare il reggimento fu il magg. N icola Messori, comandante della Piazza di Massa. Il JTT reggimento contava tre battaglioni , o rdi nati dal provvedimento 23. 1.55 nel modo seguente. I battaglione (comandato aireµo ca dal 111agg. Carlo Ferrari). Circondario : Massa, Carrara e Montignoso. forza: 6 compagnie. Il battaglione (comandato all'epoca dal magg. Luca Cojari ). Circondar io: L unigiana. Forza: IO compagnie, eia rid urre a 8. III battaglione (comandato eia Domenico Turri) ( 19). C ircondario: Garfagnana. Fo17,a: 4 compagnie (20). Tutti i battaglioni della Milizia ven nero disarmati a lla caduta de l governo d ucale nel 1859. I m iliti cli Riserva venivano reclutati preferibilmente su base volontaria, salvo il ricorso all'estrazione a scllte per il comple tamento dei ranghi (artt. 11 decreto 10.4.49 e Reg. sen,: e disc. 1855) . L'accesso al Corpo spettava unicamente ag li "abitanti delle Campagne" e delle '·Bo rgate e Casali'" con meno d i 500 anime dotati dei necessari requisiti cl' età (Reg. serv. e disc. I 855. art.5), c he fòssero '"Possidenti (. ..) Commercianti (...) .b'illajuoli" o mezzadri (2 1). con esplicita esclusione -fra g li altri- dei "Cameranti'', dei domestici e degli "Agenti cli Giustizia, e di Polizia" (ibidem, artt. 6 e 7). Per e ntrare nella M ilizia occorreva inoltre essere " immuni eia fisiche impe1fezioni, robusti, e di condotta politica e morale ( ...) senza (... ) eccezioni"' (ibidern. ait.1 2). I militi dovevano servire s ino all'età cli 30 anni . trascorre ndone sci in prima R iserva se arruo lati in quest'ultima (ibidem, art. 17) (22). Salvo che per gli ufficial i, l'appartenenza a lla M iliz ia no n esentava dagli obblighi di leva, a ncorc hè in ragione d' essa l'indi viduo fosse assoggettato, quando in serv izio. alla disciplina e a l Foro militar i (23). 11 '

Il T urri. che Francesco V giudicava ' ·uomo non so lo affezio11ato a tutt a prova ,na coraggi oso nelle sue opinioni" . morì il

26.5.59. Era slalo podestà cl i Castelnuovo d i G arfagnana. '" Il decreto ~3.1.55 appo,tò non pochi rnul amcnti all' assello dei reggimenti cl i ]Vlilizia. che ciel resto già in precedenza aveva subito vari aggiustamenti. Per effetto del provvedimento. ad esempio. nel I reggi111en10 il V banaglionc perse due compagnie (Nonantola e Ravarino). che andarono ad ingrossar~. il I bauaglionc; nel II reggimento la compagnia cl i Pecorile. gii1 del VI btg.. venne incorporata nel II. che perse a sua volta quelle cl i Poviglio, Gattatico e l:31-esccllo a favore di al tri baHaglioni, ecc. D al 1855 in poi !"assetto delle M ilizie rirnase in vece sostanzial111e111e invariato. Il 16.3.59 il sovn1no ord ine'> peraltro un'arnpia ri sn-utturazione del Il reggimento. disponendo che il I banaglione passasse da 8 a 6 compagnie. il IV e il V I da 7 a 6. ed in fi ne il V eia 9 a 8. " Con disposizione cli carallere eccezionale alrallo dell' istituzione del la M ili zia fu consentila l"ammissione nella Ri serva anche d i ind ividui estranei alle caregoric indicate, purché cx m ili ti volo111ari ed idonei dal punto di v ista fi sico, morn lc e politico. " I n un primo tempo l a durata del ser v i1.io nella IJl"ima Ri serva era stata fissata in ci nq ue anni (clecrel o 10 .4.49. ari. I O). " Per l e mancanze d iscipl inari commesse in servi zio dai militi il Reg. sen'. e disc. 1855 delineava (an .8 J e sgg.) il sistema sanzionatorio di segui to schematizzato.

Tipo di sanzione

A utoril:ii competente

Durata

arl infli ggerli!

a) arresti domicili ari

I ) sottocapora li. cap.li e sergenti, con obbligo cl i immed iato rapporto al ca pi tano 2) so11. e Lenenti. con obbligo m mc sopra 3) eapi tani

sino a

4) e.Li d i battaglione

sino a 15 gg.

S) e.ti d i reggimento

110

8 gg.


Il mi lite d i pri ma Riserva era invece esonerato dal pagamento della cosiddetta ''tassa personale" , ovvero dalle '·comandate comunali ordinarie" se appartenente al reggimento d'Oltrappcnnino, ove la tassa personale non ven.i va applicata (24) . Dal canto loro gli ufficiali della Milizia godevano " elci Privileg i onorevoli che conseguono dalla Militar Divisa cli cui sono ins igniti" (Rcg. serv. e disc. 1855, art.3 1), pur non essendo cli regola abilitati ad eserc itare il comando su soldati de ll'esercito. In rapporto a i colleghi in servizio attivo essi erano inoltre considerati inferiori d'un grado rispetto a quello rivestilo, per cui ad es. un capitano della Riserva equivaleva ad un tenente de ll'esercito, mentre i sottotenenti dovevano anelare "sempre alla coda dei Sotto-Tenenti in 2 . di Linea'' (ibidem, art.30). Il mantenimento dell'ordine pubblico nelle campagne era il principale compito affidato al le Milizie, che vi provvedevano altraverso pattugl ie spedite su ordine degli uffic iali a perlustrare il territorio ed arrestare ''i malfattori, le persone sospette, i forestieri senza reca piti, i vagabond i, i perturbatori in genere della pubblica quiete, non che i Disertori Esteri e dello Stato'' (25). Ai componenti le pattuglie, ordi nariamente gu idate da sottufficiali, il regolamento 1855 prescriveva di astenersi da l penetrare, salvo cas i eccezionali, nelle private dimore e dal '·commettere vessazioni a danno del le persone ne lle vie" (art. I I0). Agli eventual i arresti doveva inoltre proceders i con " modi urbani non disgiunti da fermezza" e comunque senza far uso del le arm i se non nel caso d i ''aperta resistenza ccl opposizione" che ne rendessero indispensabile l'impiego (art.11 1). Per tal genere cli servizi i m iliti ordinariamente non percepivano soldo, venendo viceversa pagati se attivati in funzione cli particola ri necessità clcllc a utorità civili e militari (26) . Molto ci si avvalse della

b) m ulta (eia I a 3 L ire

Il capi tani

ita liane)

2l e.Li di hallaglione 3 ) e.Li di regg imento

e) pr igione sem plice

I)

(da scontare nelle car-

obbligo di im med iato

sotl. e te nenti. con

cer i civili del circon-

rapport o al ca pitano

th11·io, sepmatamente

2) capita ni

sino a 6 gg.

dai detenuti borghesi)

3) e.ti cli battagl ione

sino a IO gg.

4) e.ti cli rcgg irnc nto d) ca rce re (d:1 scontare

I ) capitani

sino a 3 gg.

come sopra. Trntta rncnto :

2) e.ti cl i battaglione

sino a 6 gg.

pane e acqua ogni 3 gg.)

3) e.ti cl i reggimento

sino

e) ca rce re duro (da scon-

I ) e.ti cl i reggi mento

sino a 8 gg.

a I 5gg.

tare come sopra. Tratrn-

2 gg. consecuti vi a pane e acqua).

mento: su 3

'' L'esenzi one dalla tassa personal e ve nne concessa con decrelO ducal e del 12.4 .51: quella dal le co mandate -che r istabi li va un pri vilegio godu to in passato dalla M ili1,ia Volon tar ia del D ucato di fv·Jassa e Carrara- con disposi1.i one sovrana del luglio 1856. A quanto ri sulla i m iliti avevano anche l a precedenza nel caso in cu i dovesse esseI·e 1-cclut.ata manodopera per pubblici lavori a ca rico del Ministero dell ' Intern o. " "•Disposizi oni e rvlodulc sulle Compi lazioni dei Rapporti relativi al M i li t.a re Serviz io della M il izi a di Ri serva pcl Secondo Rcggi111enI0··_ li documento. non datato. è conservato in BEMo. Raccoltn S:1ccozzi, cassetta 758. C fr. anche gl i arti. I OI -

I 04 Reg. serv. e disc. I 855. Salvo k rnaggiorazioni rlchia1nate dall'art. l 39 de.I reg. 1855. lt: co1npe-tcnze giornalic.re spertanti in via ordi naria ai n1iliti erano le seguellli (an.I 38). Ufficiali: diaria come gli uff.li ani vi: sergenti: e.mi SO: caporali: e.mi 70: sottocapornli: e.m i 65: mn1burini:

:o

e.mi 62: comuni: e.mi 60. Constatato che '•in ceI'le circostanze il soldo normale della 1\il ilizia'' non era sulììcieme in relazione al carovi ta. con provvedimento ducale del 15.9.57 ru stabilito che i militi chiamati •'in servigio assoldato" avessero diri tto a un soprassoldo nel caso in cu i il costo del pane e dei viveri necessar i peI· l'ordinario (cioè per il rancio) superasse i 47 e.mi al giorno, in modo eia garantire ''tredici centesirni alla mano per minimo", o più a seconda dei gradi (il provvedimento è conservato in ASMo. R . Segreteria di Cahinetto, chirngrali sovrani. r.359 del I S.'i7J. La liquidazione dei compensi alle M ili1.ie avveniva peraltro con " prolungato ri tardo·'. almeno stando al col. Calot'i. che vedeva in tale circostanza un ··ostacolo(...) non lieve(. ..) per non poter tenere ravvivala quesl a M ilizia come si vorrebbe" ( lettera non datata del Calmi al D uca in 1\SMo, R. Segreteria di Gabinel to, U157 1- 18).

Il I


Riserva ad esempio durante le epidemie di colera del 1854 e I 855 , soprattutro allo scopo di form are cordoni san itari lu ngo i con fini dello Stato: ai primi cli settembre del 1854 il solo I reggi mento impiegava giornalmente in tale serv izio oltre 400 uomini. Le Milizie furono inoltre talora chiamate a fronteggiare insieme all'esercito emergenze di carattere militare, come accadde nel 1856 in occasione cli un' incursione cli bande rivoluzionarie nel Carrarese (27). Ai mili ti pure si ricorreva per coadiuvare "nell'assistenza alle Fiere, ed a ltre grandi riunio ni di popolazione'' la forza Dragoni (Reg. serv. e disc. I 855, art.1 I 8), che del resto si faceva prestare man forte dalla Riserva anche in molte altre circostanze. Stando anzi a quanto rilevato dal Duca. i Dragon i tendevano a servirsi "senza limite del sussidio delle Milizie", tanto che per frenare tale dispendioso indirizzo il sovrano ordinò nel 185 I che i mi Iiti potessero essere ani vati dal !' Arma solo dietro autorizzazione del S.C.G . Sempre allo scopo d i evitare che si ricorresse con troppa facilità alla M ilizia, nell'agosto del 1854 Francesco V stabilì anche che il costo dei "prcsiclii temporari i( ...) d i Mi liti" richiesti eia autoritù loca li timorose di torb idi fosse

posto a carico dei Comuni, con maggiorazione di soldo per gli individu i impegnati nel servizio. Le Mi lizie intervenivano infine sovente a "condecorare funzion i Sacre e profane" , conf'e rendovi talora particolare solennità con l'esecuzione di scariche a salva (Reg . serv. e disc. 1855, artt. 120-1 23). Servizi cli tal genere dovevano essere ricompensati dai richiedenti "o con denari, o con beveraggio", salvo quelli prestati in occasione della festa del Corpus Domini, per cui i militi non potevano pretendere alcun compenso (ibidem, art. 124). Per poter svolgere efficacemente i propri compiti i mi liti di Riserva necessitavano ovviamente cli un adeguato addestramento, al quale non era tuttavia fac ile provvedere sia perchè il servizio nella Milizia aveva carattere par! lime, sia perchè nella maggior parte dei casi gli stessi uffic iali avevano un' istruzione "limitatissima, e no n bastante da metterli in istato di darla ai Subalterni'' (28). I regolamenti prescrivevano com unque che i m il iti dovessero esercitarsi un paio d'ore ogni domeni ca "tranne le epoche dei più pressanti lavori campestri, e ciel maggior rigore del la stagione invernale" (Reg . serv. e disc. 1855, artt. 145 e 156). In particolare si raccomandava ai capitani di addestrare le compagnie nei ·'movimenti che in pratica sono i più necessaij", cioè nei maneggi d ' arma, '·ne i fuochi cli plotone, e d i mezza di visione, nonchè neJ marciare in file doppie, in colonne serrate, e negli spiegamenti'' (29) . L' istruzione impartita era conforme a quella delle tru ppe atti ve. Al fine poi cli migliorare la preparazione degli ufficiali, a partire dal 1856 ne vennero inviati a turno alcuni a fare esperienza presso il reggimento cli Linea. che provvide pure a mettere a disposizione istruttori per coloro che intendessero avvalersene. Così ad es. nel 1858 una dozzina cli ufficial i del II reggimento seguì con profitto una sorta di corso tenuto in Reggio eia un collega d i fanteria, durante il quale furono istruiti "pria teoricamente indi praticamente e clippoi anche ( ...) insieme ad un plotone di soldati cli Linea'' (30). In complesso tuttavia il grado di addestramento delle Milizie rimase sempre modesto ecl anzi ai mi nimi livelli in alcuni battaglioni. Il che non toglie ovviamente c he vi fossero anche compagnie bene istruite, come ad es. quelle ciel battaglione cli Scandiano, che, passate in rivista da Francesco V il 25 . I 1.58, ven nero pubblicamente elogiate appunto per la loro istruzione "sopra tutto nelle scariche, eseguite colla precis ione di una Truppa Atti va., (3 I). T rapporti annualmente so11oposti al Duca sulla Riserva sollolineano d'altra parte concordemente lo spirito eccellente, l'attaccamento al servizio e la devozione al sovrano dei militi. sicchè in concreto l'azione svolta eia q uesti ultimi risultò assai utile ccl importante, anche se -come ebbe a dire in un' occasione il Saccozzi- là dove ordi nariamente bastavano due soldati regolari ne occorrevano quattro della

" Cfr. infi-a , cap.XVIIL Le Milizie non erano comunq ue tenu te a servire fuori dai confini de llo Stato (an . 3 reg. 1855). '" ··i::Jenco'· del 18.7.56 (Atti S.C.G .. f.439/1 ciel 1856). '" Lellera di Francesco V al S.C.G. dacata l::benzweyer 28.9.56 (Atti S.C.G .. f.440/2 de l 1856). Un N.egolamenw d' lsrr11zio11e ad uso delle !v!i/iz)e di R iserva . cleclicalo al comandante de l I 1·cggimcnto conte Calori, ve nne pubblicato con carattere 1.tlTicioso a Modena nel I856. "' Lettera de l comando del Il rgt. M.cl.R. al S.C.G. datata RE 16.2.59 (Atti S.C.Cì., f.489 de l 1859). " Supplemento (nr. 160) a ll'o.cl.g . S.C.G del 26.J 1.58 (OO.dd.gg. del S .C.G. da l 20 9.56 al 9 .6.59).

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M ilizia (32). " l servigi che prestarono" le Mi liz ie, scriveva in effetti nel 1853 il generale. "valgono a sempreppi ù c o nrermare che la loro istituzione serve a mantenere nella popolazione rurale i sentimenti d i fedele sudditanza, g iova a lla sicurezza privata e pubbl ica, a minorare le devastaz ioni e i furti campestri e le mene e le combriccole dei malintenzionati di qualunque specie" (33). Le tvlilizie di Riserva suscitarono ciel resto interesse anche a l cli fuori ciel Ducato, ed in particolare presso i governi austriaco e parmense. Gli A ustriaci -che giù in passato avevano mostrato attenzione per la Miliz ia Volontaria ed ipotinato d i creare q ualcosa di analogo per il Lombarclo Veneto (34)- chiesero all'inizio ciel 1851 " d i conoscere i regolamenti in vigore negli Stati Este nsi per l'organizzaz ione e il Servizio delle ['vlilizie di Riserva" (35). Dal canto suo il governo d i Parma istituì nel dicembre cie l 1850 un Corpo ispirato a lla ìvlilizia denominato " Volontari Reali d i Riserva·', che peraltro non si riuscì poi in concreto ad organizzare (36). J\ termini cli regolamento, ogni m il ite Ji prima Riserva doveva ricevere dallo Stato e custodire pre;;so cli sè un fuc ile con baionetta, su ll a cui conservazione erano te nuti a vigi lare i grad uati att raverso ispezioni periodiche. clireue fra l' altro ad accertare che l' arma venisse conservata ·'col cane in riposo. e con turacciolo all'imboccatura, in luogo asciutto" (Reg. serv. e disc. 1855, art.45). Per sergenti e caporali erano ino ltre previste sciabole " cl ' infanteria" (art.53) con foderi cli cuoio e guarni1.ione in Cerro: sciabole vennero pure date a i tamburini. Diec i cartucce a pa lla, due a salva, una pietra foca ia ed una spolella carica costituivano infi ne il quantitativo d i muniz ioni prescritto per ciascun milite (artt. 55 e 56 reg. 1855). ln concreto, s i faticò non poco per dotare la R iserva del necessario arm an1e nto. A i battaglioni che ne l 1849 andava no o rganizzandosi vennero non di rado direttamente assegnare Je armi in deposito presso i Comuni cie l c ircondario.L'Arme ria non era all ' epoca in effelli in grado " cli so1nministrare le arm i a tutta la M iliz ia" , sicchè per provvedere in q ualche modo a lle occorrenze il S.C.G. dove tte "ap pigliarsi a l partito d i farne distribuire una discreta q uantità a ciascuna compagnia'·, invitando al tem po stesso i mil iti " muniti cli fucile loro proprio ( ... ) a vale rs i intanto d i q ue llo" (37). A ta le espedie nte s i fece ricorso in larga misura: a fine settembre ·so, ad esempio, ben 1700 uomi ni de l I reggimento utiliu avano in servizio fuc il i cli loro proprietà " per deficienza d'altrettanti da Munizioni" (38) . La situazione migliorò in modo sostanz iale dopo la riforma dell'apri le 185 1, con la quale il nume ro dei mi liti d i prima Riserva fu ridotto da 15.000 a 7.500. Per costoro le armi distri buite tra il 1849 e il 1850 erano in fall i pressochè sufficient i, assommando le stesse a 7. 15 8 tra fu ci I i e carabine, secondo iI dettagl io seg ue nte. F uc ili "di fabbrica lng lese" "B 1·e sciani e France si" Carabine Totale l rg t. 2623 504 88 32 15 11 rgt. 1666 666 34 1 2673 111 rgt. I 135 135 1270 Totale 5424 1305 429 7 158 (39). C iò nonostante, ancora a fine sette m bre '53 i milit i della compagnia di G uig lia effettuavano le perlustraz ioni "con diverse forme d' armi da Caccia per non ave rne da Muniz ione·· (40). Nel corso degli anni le deficie nze vennero comunque e li minate. Ai primi ciel 1858 la Riserva disponeva infatti complessivame nte cli 7 .480 a rmi da fuoco, c osì ripartite.

'' O r. l'"Flcnco'· del 15. 11.49 (Atti S.C.G .. f.32512 del 1849). " '"Elenco' ' del 3 1..ì.53 (Atti S.C.G .. f .386/1 del 1853) " Cfr. A. SK FD. Rac/e;~k_1· e le cir11w1r: impr:riali. !.'i111pero d 'Ausu-Ì/1 e / 'esNciro osh111;~ico nella ri\'()l11~iu11e del /848, B olo?,na, 198.ì. p.325 e ~gg. ·' ' L ettera del 4 . 1.5 1 indirin:ata dal Ministero degli A ffari Esteri al S.C.G. in A tti S.C.G .. Ord ini d i l'vlassi111a. f.7 ( 1849/5 1).

·"' Cl'r. M. Z A NNONL Le Reali Tmppe <:it., p.1 72 e sgg. '' Lettera ciel S.C.G. al e.do del I rg t. l'vl.d. R. clarnta MO 30 .9.49 (At ti S.C.Cì., U28/5 ciel I 849). " Crr. lo ·'Stato numerico dei f'ucili di proprieti1 clei M iliti appartenenti alle( ... ) Compagnie'· del I rgt. '·che usano ne' Ser vizi pcr dci'icienza cl"altrettanti eia Munizioni"' datato l'v10 30.9.50, no nchè il '·Supplemento'. allo stesso del 5.10.50 (A tti S.C.G., f.343/5 del 1850). "' Cfr. la rei. 11 .4.51 sulle M ilizie cli Riserv;i di cui alla nota 4. '" Lettera del e.do del ll btg./1 rgt. M .cl.R. al S.C.C.ì. datata i'v!O 24.9.5.ì (;\tti S.C.C.ì ., L.ì98/ I3 ciel 1853).

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Fig. 36 Cinque ui'liciali della M ilizia di Riserva. f-otogrnfia. circa 186 1 (lvluseo Ch·im del Risoi:~i111e1110, Modena )

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Totale lvloschettoni Carabine Fuci li di Fucili d i eia fant. fabb . Cran. fabb. ing lese 148 3223 228 460 2387 J rgt. 2763 453 749 1561 n rgt. 1494 12 2 197 1283 ITl rgt. 160 7480 1406 5231 683 Tota le Nello stesso periodo le sciabole in dotazione a sergenti, caporali e tamburin i avevano raggiu nto il numero di 848, a fronte cl elle 891 occorrent i (4 1). Se l'armamento delle M iliz ie poteva dirs i relativamente standardizzato, essendo in gran parte costituito da fucil i inglesi (e c ioè presumibilmente eia Tower) (42), esso era pure in assoluto del tutto superato perchè formato per intero da arm i a pietra focaia, peraltro ancora sufficientemente idonee per il servizio svolio clal Corpo. Un parz iale a m modernamento clc ll'cquipaggia mento della Riserva era pre visto dal dec re to sovrano 23.4.58, che, o rdinando l'adozio ne cli armi d i pre cis io ne per l'intero esercito nel corso de l biennio 1859/60, rendeva d is poni bi li per la M ilizia circa 3000 fuc il i a perc ussione. Il progetto fu approfondito dal col. G uerra, il guale, se da un lato convenne su l vantaggio cli "armare la M iliz ia con arm i m ig liori atte a qualsiasi servizio nel l' in terno dello S tato" , non mancò tuttavia cli accennare ai pericoli relati vi al tenere disperso nelle varie local ità del Ducato "un armamento d i certa importanza, e merito" (43). Le vicende ciel 1859 impedirono comu nq ue c he si rea lizzasse a lc unchè. A i sensi dell' art.48 del Regolwnento di serFizio e disciplina , per gli ufficiali de lle Milizie l'uniforme era obbligatoria, avendo il Duca stabilito nel gennaio ciel 1853 che essi dovessero "equipaggiarsi o sortire" (44). Per i sottufficiali e la truppa c i si accontentava viceversa cli un semplice "bonetto" (benetto) militare. da portarsi obbligatoriamente in servizio (45). In attesa che i bonetti venissero d istribuiti, con chirografo del 28. 12.49 il sovrano dis pose che i militi Cossero provvisoriamente forniti almeno di '·un nastro bianco e blcu eia porsi o in tracolla od al braccio", per evitm·e "che lo zelo ( ...) d i quella brava gente" avesse "a raffreddarsi" (46), ed anche per impedire che le pattuglie di !VliliLia fossero scambiate per gruppi di " brigami o ladri armali'' (47). Nel corso del 1850 le Mi liz ie r icevettero comunque c irca 6.500 bonctti, suffic ie nti a provvedere la rga parte de lla prima R iset·va dopo la ri forma del l 851, in occasione cl ella quale il Duca o rdinò cie l resto i I sollecito completamento della dotaLione elci reggimenti . A pmtirc dal 1853 il S.C.G. prese tullavia a fm· presente al sovrano che i bonctti cli prima distribuLione andavano renclenclosi in numero sempre maggiore inservibili perchè logorali dall' uso. "l pochi che rimangono nelle Compagnie'' scriveva il Sacco77i nel lug lio ciel 1856 "sono indece nti, e tal i, che i nuovi Militi (...) hanno a schifo, e rifiutano d' indossarli", sicchè molti si presentm-ono all'annuale rivista passata ai reggimenti dai colonnelli "con Cappello, o Bere tto alla Borghese, cosa assai clisclicevolc, e (...) umil iante per g li Ufficiali" . Pur esprime ndo l'opinione che i bonetti avrebbero potuto durare cli più "se i Capitani avessero vietalo ai loro subalterni d i portm·li fuori di servigio", Francesco V consentì nella circostanLa che se ne rinnovassero 1200 (48), rimasti peraltro sino al1a fine del Ducato gli unici concretamente utilizzabili oltre a quelli acquistati direttamente dai militi. In occasione della riforma ciel 1851 il S.C.G. aveva proposto che alla prima Rise rva venisse concessa

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Per i dati su ll"ar 111a111e11Lo del le M ilizie ai primi ciel 1858 vedasi: un "'Elenco"' del 10.4.58 (Atti S.C.G ., f.474/ 1 ciel 1858);

un prospetto non datai.o relati vo alle armi eia fuoco in d istrihu1.ione alla Riserva (Atti lsp. R. A rmeria. f.78 ciel 1858): un analogo prospetto ciel 29. 11.58 ( Alli brigata estense, f.74 - Can e militari 1834/59). ·" Sui fo1rer si veda tra I·a1tro S. PEI.ONb. /:Jm11'11 Bess. in «Diana A rrni». nn. 1,2,3 del J 989. pp. (rispetli varnellle) 76-80. 56-62 e 50-55. u Re la1ione ciel colonnello ispettore della R. Anneria al S.C.G. datata ~,10 12.5.58 (Atti brigata estense, f. 74 - Can e militari 1834/59). l i decreto ducale ciel 23.4.58 trovasi invece in Att i S.C.G., f .447/3 ciel I 858. " La disposi1ione sta in calce ad un ·'Elenco'" del 28.1.53 (A tti S.C.G .. f. 386/ I del 1853 ). ' ' Cfr. tra l'altrn l ' art.7 ciel decreto 10.4.49: il li supplernento (nr.204) all 'o.cl.g. S.C.Cì. del 6.9.49 (OO.dcl.gg. del S.C.C. dal 9.6.49 al 25.4.5 1); g li ant.50. 51 e 133 Reg. sen'. e disc. 1855. ,,. AS l:Vlo, R. Segreteria di Cabinetto, ch irografi sovr-ani. I·35 J del 1849. '1

" Elenco·· del 2. 11.49 (Atti S.C.C ., f.325/2 ciel 1849) "' Le ci tazioni nel testo sono tratte da un ·'Elenco" cie l 18.7.56 e dalle disposizioni ducali in calce al rneclesi 1110 sotto la data del 23.7 .56 (Atti S.C.G .. f.439/1 del l 856J.

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una completa uniforme. Dapprima il Duca respinse recisamente il progcllo, dichiarando "i l vestiario Militare" " cli troppa pretesa pci Mi liti'' e "troppo costoso" : " converrebbe" precisava il sovrano "provvedervi con un apposita imposta che non crediamo d i dovere mellere" (49). In segu ito tuttavia cli fronte alle insistenze ciel Saccon.i Francesco V assunse un atteggìan1cnlo più possibilista, disponendo anzi ne l giugno ciel 1852 che sergenti e caporali d i prima R iserva ricevessero seros d i te la, buffetterie e cappotti (50). Al la prudenza del Duca si contrapponevano peraltro le aspirazio ni del le Mi li zie ad un più com pleto equipaggiamento, ambito sia per ragioni d i decoro che per motivi di ordine pratico. La mancanza di c appolli creava ad esempio tensioni e difficoltà nella stagione fredda, in c ui pure erano da effettuarsi i pattugliamenti. ·'TI sottoscritto no n può capire" si lagnava al riguardo il col. Calori nel genna io del 1858 "come S.A. ( ...) voglia pe rmettere che questi Militi ( ...) s i prestino a l Servigio( .. .) senza mezz i cli personale riparo ( ...) motivo c he pone in imbarazzo i Loro S u periori a comandarli. onde no n provocare m ancanze d' insuporclinazio nc, se s i rifiutano" (5 1). Dopo un tirnìclo avvio si molti pl icarono così col tempo nel I e II reggimento le iniz iative delJe Comunità e degli ufficiali dirette a provvedere a utonomamente i reparti di vestiario ed equipaggiamento. "Alcune Comunità" riferiva il Saccozzi nel marzo '53 "e per le pri me quella cli Luzzara, e cli Brescello provvidero a proprie spese buon numero d i Cappotti pe i Militi delle loro Compag nie"; e così p ure taluni maggiori e capitani "a loro c ura ecl anche con I.oro clispenclio acquistarono dall'Economato Cappotti e Serrò cli scaduta durata e fottili ridurre a d iscreta comparsa li somministrarono ai Militi". "Valutiamo come merita il q uì citato atto d ' interesse e cli zelo" rispose dal canto suo il sovrano "ma siccome anche a costo di s imili sforzi non si gi ungerà che a solleticare sempre più una voglia che non possiamo ora contentare" (cioè que lla ciel completo equipaggiamento almeno dì una parte della R iserva) '·non amiamo che sì ripetano tali casi" (52) . La tendenza delle amministrazion i loca li e degli ufficiali a provvede re d irettamenle al mig lioramento della dotazione delle compagnie s i rivelò però ciel tulio incomprimibile, e ad e ssa il Duca finì per adattarsi, tanto più che in tal modo s i riduceva la necessità di un intervento statale. L'art. 49 de l Reg. serv. e disc. 1855 s i I imitò quindi a sta bi I ire che sottuffic ial i e m i liti non erano obbligati ad a vere un iforme. Dei tre reggimenti, que llo fornito più largamente d i effetti dallo ze lo di privati e Comunità fu senza dubbio il TI. A quanto ri feriva il Saccozzi nell ' aprile del 1857, salvo c he a l battaglio ne di Guastalla q uasi tutte le compagnie avevano cap potti pagati da i Comuni " in quantità pressoccbè bastante per (... ) i Graduati e per provvederne gli uom ini d'una o più Palluglie. ed anzi le Comunità cli C.N. di sotto, Povig lio, e Gattatico ne somministraro no per l' inrie ra Truppa( ...) Allo stesso 2° Reggimento" proseguiva il generale "oltre i Seros d i proprietà e rariale ( ... ) ne esistono a ltri 1416 provveduti a cura dei l'vlaggiori, dei Capitani, Ufficia li, e degl i stessi Militi, no n che N. 1272 paja Pantaloni cli te la c he valgono al com pleto vestiario cr estate di 18 intiere Compagnie, e di metà di altre 8'' (53). F iore all'occhiello cie l I reggime nto era invece la com pagnia d i Carpi (111 btg.), con più d i 60 militi dotati di tunica, cappe llo, buffetteria e cappotto, il lu tto acquistato dal Comune e dal comandante cli battag lio ne don G iberto Pio (54).

''' Determinazione sovrana I 8.4.S I a marg ine della relazione II.4.S I d i cu i alla nota 4. ~• A merà ottobr-c ciel '54 questi ulti mi non erano stari però ancora d istribuiti. Sems e buffetterie vennero invece dati ai sottuff icia li a partire dall"autunno 1852. Dei primi ne furono distribuiti 890. d i cui il Duca autorizzò la rinnovazione nel maggio ·58. L e buffetterie compre ndevano giberna. porta gibern a. porta sciabola e lacc io eia fuc ile. Nel settembre I 857 il comando ciel !Il rgl. larnentava per-altro che tali oggetti non erano 111ai stati dati al bmtaglione d i G,11-Yagnana, sicc hé moli.i sottufficiali (e militi) J'acevano uso ''di G ibern a lei port a ( ìibcrna che ser vi va ne.I 1848 pella Gua1·d i;1Civica, cioè B utriè alla Cintura·· (,·apporto sulla ri vista annuale passata al reggimento datato \-1S 11.9 .57 in Atti S.C.(;., f.420i l ciel I855 ì. " La lettera, non datal.a1 è co nser vata in A tti S.C.C.ì .. f.477i3 del 1858. Nella stessa fi lza trovas i la 1·ispost:1 fl,,.I SaC"c n77 i . del 29.1.58: ribadita l'impossibi lità cl i fornire capponi, il generale co nsigliava d i scegliere per le. pattu glie " l ncli vidui che abbiano modo di tenersi ripa rati dal freddo con indumenti loro prop1j". ;, L e citazi oni nel testo sono tralle clall " ·F..Jenco'· del 3 1.3.53 e dalle osserva zioni ducali in calce al rnedesimo (Ani S.C.G .. f. 386/1 del 1853). ,, ·' Elenco· ' elci 18.4.57 (A ni S.C.G , f.456/J del 1857). Nel gennaio 1859 i cappolli in d istribuzione al 11 rgt. (forte cl i 2700 uomini cl i prima R iser va) erano 959, di cui 153 erari ali in callivo si.alo; i sems circa 2000. " Anche alcu ni militi ciel Il rgt. avevano tu niche: si veda ad es. la lei-tera 18.2.57 de.I e.do cli rgt. al S.C.G., ove si afferma che. i gr·acluati della I co111p./VI htg. erano appunto '·completamente vestiti i n tu nica d i panno•· (A ui S.C.G .. f .459/4 ciel 1857).

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CAPITOLO XI Dislocazione delle truppe e comandi di Piazza Fatta eccezione per i Dragoni , le cui brigate erano sparse un po' ovunq ue nello S tato, le truppe estens i erano tenute ordinariamente conce ntrate nelle pr inc ipali c ittà cie l Ducato, e cioè in Modena, Reggio e M a ssa. Presidii cli qualche importanza guarnivano inoltre C arrara e la p iazzaforte di Brescello. li grosso cieli' esercito ducale e ra in particolare dislocato a iVloclena, ove stavano solitame nte di g uarn ig ione d ue dei tre battaglioni attivi del reggimento di L inea, la cli visione Pion ieri e la compagnia mo ntata cl' Artig lie ria. Sempre nella Cap itale si trovavano g li uffici de l S .C.G. e dell'A m ministraz ione militare, i com andi ciel Genio e degli a ltri Corpi. no nchè il de posito Dragoni e quello ct· Artig lieria: erano inoltre ivi stanziati i Traba nti e parte dei Veterani. La truppa di presidio a ìvloclc na era per la maggior parte a lloggiala in C irtadella, ove avevano i propri quartieri gl i artiglieri e i fan ti di Linea ( I ) . Per mancanza di spazio tullavia alcune compagnie di Linea erano accantonate altrove, e c ioè nella caserma P ionieri (che ospitò a lungo una divisione) e in un camerone attiguo alla ch iesa d i S . Agostino, g ià utilizzato ne l i 848/49 come ospedale per gli A ustriaci. Ancora ai primi cli m arzo ciel 1859 il quartie re cli S . Agosti no accogl ieva una compag ni a cie l reggimento. Veterani e dragoni erano dal canto loro acquartierati nel la caserma cli S . E ufemia (2) : in un'altra ala dello stesso fab bricato, s ito in pieno centro c ittadino, si trovavano gli uffici dell'Economato. I pionieri e ra no infine alloggiati in un bell'cdificio presso la c hiesa cli San P ietro . Oltre alla guarnigione ducale ìvlodena ebbe per diversi anni anche un pres idio austriaco, che dopo il 1849 rimase costituito eia un battaglione cli fanteria e, a lmeno per qualche te mpo, eia una batteria d'artiglier ia. S ino a fine maggio '53 ru in particolare d i stanza nella Capitale il III ballaglio nc ciel reggimento Cacciatori dell'Imperatore, acquartierato al Foro Boario. Partito il battaglione per Parma (3) ins ie me al gen. Lcclerer, c he aveva posto in Modena il comando della propria brigata, subentrèi ad esso un altro reparto d i cacciatori, e c ioé il XX btg. Feldjdger. Le truppe austriache vennero riti rate dal Ducato nella pri mavera de l 1855 (4). l reparti stanziati nel la Capitale collocavano g iornalmente posti di g uardia in vari punti de lla c ittà. A fine luglio ' 55, ad esempio, un picchetto cl i 37 uomini era cli serviz io a palazzo ducale, 14 soldati provvedevano alla sorveglianza de lle porte Bologna, S. Agostino, Castello e S . r-ranccsco; 13 guarnivano la Gran g uardia della Piazza; 32 montavano a lla Cittacle lla e all'Ergastolo; sentinel le erano co llocale al palazzo governativo, al coma ndo cli Piazza, a l S .C.G ., ecc. (5). Pattuglie usciva no ino ltre di notte dalla fortezza per perlustrare le strade, col compito cli fe rmare per accertamenti le pe rsone sospette e cli arres tare g li individui colti in fl agranza di reato o che comunque mostrassero d i ave re "fini sinistri" (6).

' l ,a principale fra le caserme di Ci ttadella era la cosiddetta "Gran Caserma... un monumen tale edific io a tre piani ampliato e sistemato da Francesco IV. Nei suoi cameroni, lunghi una cinquantina di rnetri e larghi circa venti, potevano essere ospitati senza diflicolIi1 750 uomini (cfr. l"'Elcnco .. del 4.3.59 in Atti S C.C.ì .. f.490 del 1859). ' Prima di trasferirsi in S. c ut·emia (settembre 1848) anche i veterani erano alloggiati in Cittadella. ' A Parma i l Ili Knise1jiiger fu impegnato nella repressione dei w n1ulti ciel 22.7.54: cfr. M . ZANNO'-1 1. Le Reali huppe cii. . p.43 e sgg. Il XX btg. Cacciatori partì da Moden,.1 la mattina cieli· 1.5.55. ' Il mantenimento delle Iru ppe austri ache stanziate negli Stati estensi costò alle I·inan1.e ducali nel peri odo 1850/54 in media piC1 cli 380.000 L ire italiane all' anno (c fr. Le spese efJ!'ltil'e e il hi!a11cio del Ducato di Modena cii., p.7). Secondo lo Zanno11 l. a Pan ua, dove un bal.Lag,lioJJè irnpc:rlalc riir,usc fino al 1857. la spesa an nua anll'nontava n 340.000 L ire pannensi.

-' C fr. un rappoI·to del coma ndo della Piazza di Modena sul la situazione dei pos ti armati '•i l giorno 26 al 27 Lugl io 1855'" (A tti S .C.G ., f.433/ 14 del 1855 ). Dei 37 uomini di guardia a palazzo ducale, ne montavan o di sen tin ella durante i l giorn o I O (al portone prin cipale. al portone sul retro. a quel lo verso S. Domenico, al le scale del le Statu e e del l'Anlicarnera, al giardino, al le scuderie, dietro la serra. al l'angolo presso fon te d "Ahisso). e 7 di notte. I n Cillaclella sia di giorno che di notte erano col locale sentinelle al la port a, al le prigioni n1 i litari , al basti one N -E e a quello N -O (cfr. una lellera cl i F. Camurri al S,1cco1zi datata R E 29.5.52. con annotazioni del generale del 30 maggio. in A tti S.C.G., f.382/ I 3 ci el 1852). ' Istruzioni 13.2.5 1 indiriaate dal S.C.G. ai c di di L inea e della Citlndella in A tti S.C.G .. Ordini di Mas~irna. ì.7 (1849/5 1).

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A Fig. 37 Sepolcro del colonnello Luigi Poggi. fino al 30 settembre 1848 comandante della Piazza di Modena (Ci111i1em di S.

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Fig. 38 Facciala mcr·idionale della c.;aserma Pionieri cli M odena (Ar<:/1il'io di Sia/O di Mode11a)

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A l servizio di Piazza provvedeva ordinariarnente la Linea, coadiuvata nei primi anni dagli Austriaci, che guarnivano tra l' altro i posti del la Gran guardia e delle pone Bologna e S. Agostino. La cura di quanto concerneva J'ordinario servizio armato della guarnigione spettava, a !Vlodena come nelle altre localitù dello Stato, al comandante della Piazza. I comandi di Piazza dipendevano direllamente dal S.C.G., al quale trasmettevano quindicinalmente un rapporto sugl i avvenimenti straordinari e sull'organizzazione del servizio; ad essi spettava inoltre vidimare all'arrivo e a lla partenza i permess i dei militari (7). G li ufficiali aclclelli alle Piazze erano inquadrati in modo autonomo e vestivano una uniforme particolare, caratterizzata dalle mostreggiature scarlatte (8). Il comando della Piazza di Modena, in un primo momento affidato al col. Luigi Poggi, venne assunto col I' I. I 0.48 dal col. Alessandro Ferri (9). Nel disbrigo del le sue incombenze i I Ferri era assistito da un paio cl i ufficial i. Dal comando cli Piaua del la Capitale dipendeva anche il comando della Cinadella, tenuto dapprima dal maggiore (poi tenente colonnello) Giovanni Campi lanzi (I 0), e in seguito -a fa r tempo dal!' 1.2.56dal tcn. col. Benedetto Vandelli. Le consegne sta bilite eia q uest'ultimo fra l' altro vietavano l'ingresso in Cittadel la "agli accattoni. ed alle donne cli cattiva fama", richiedevano ai soldati cli presentarsi per la libera uscita vestiti "colla dovuta pulizia ed ordinanza", ed i111poncvano a lle sentinelle sul le mura cli vigi lare affinchè sui terrapieni non venissero condotti a pascolare animali, nè si pescasse nel fossato ( 11 ). Jn caso di allar111e, la g uarnigione di Modena era tenuta a seguire precise disposizioni , più volte aggiornate nel corso ciel tempo e da ultimo nel marzo del 1859. li piano del '59 prevedeva che al segnale dato dalla C ittadella (tre colpi di cannone sparati a distanza di alcuni minuti l'uno dall 'altro) le truppe accorressero alle caser111e, mentre i più alti ufficiali dovevano recarsi a palazzo ducale per farne il centro della difesa. A palazzo dovevano pure portarsi una divisione cli Linea, un drappello di dragoni a cavallo ed alcuni artiglieri per il servizio d i due pezzi colù collocati. Rinforzati con opportuni picchetti i vari posti della c ittù, pattugl ie cli pionieri e di fanti avrebbero percorso le mura e le strade principal i, mentre dragoni e veteran i dovevano provvedere al la difesa dell'Economato e i Pionieri a que lla del proprio quartiere. l soldati di Linea non altrimenti i111pegnati sì sarebbero infine tenuti pronti in Cittadel la per ogni evenienza, insie me al resto elci dragon i montati ccl a mezza batteria a cavai lo ( 12). JVIentre clue dei tre battaglioni di Linea erano, come si è eletto, ordinaria111entc stanziati nella Capitale, l'altro era ripartito fra Reggio e l'Oltrappennino. A Regg io era dislocato mezzo battagl ione; l'altra rnetù era solitamente concentrata per la maggior parte in Massa. mentre il rimanente g uarniva Carrara. All' incirca dopo un anno il battaglione cli presidio fu ori Modena veni va cl i regola rilevato eia uno cli quelli de lla Capitale, sicchè in pratica il soldato trascorreva approssimativamente d ue an ni in quest' ultima ccl uno a Reggio o tra Massa e Carrara (a Carrara il distaccamento d i Linea veniva mutato trimestralmente). I battaglioni si avvicendavano nel servizio fuori Modena secondo l'ordine seguente: I battaglione; battagJ ione Cacciatori; 11 battaglione. ' Da una lenera del S.C.G. al c.t.lo del la Piazza di Reggio cimata MO 18.11.58 (Ani S.C.G .. f.485/ II t.lel I 858) si ricava che il S.C.G. aveva in animo di introd urre un apposito regolarnellto di Piaaa "compilato sulle basi dell'Austriaco' '. cosa presumibilmente poi impedita dalle vicissitudini del 1859. ·' Cfr. i11fi'a. A ppendice. '1 Cenni biografici sul Poggi ( 1789- 1855) e sul Ferri ( 1783- 1872) 1rovansi rispellivamente in T. DE VOLO.

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pp.227-229. e i n G . CANEVAZZI. op. cii .. voi.I. p.428. 0 ' Al Campi lanzi ( 1788- 1856) clcclicano cenni biografici sia T l) J:: VOLO (op. ci1. , l.lV. pp.2:17-239) sia Cì. CANE\/i\ Z 71 (op. c ii., vo i. I. pp.436-4 37 ). L' ufficia le. che proveni va da l Genio. fu con c h irng rafo duca le de l 23 .6.4\l ripas sato a quel Corpo a ti tolo di ricompensa per i servizi prestali. pur mantenendo l' incarico cli corn,rn danle della Citradclla. "•·consegna Per l' U !Ticiale cli Guardia alla Ci11adella ( ...)R innovata li 13 !Vi aggio 1856" (A11i S.C.G .. f .452/ I4 del 1856). " Cfr. le ·'Disposizioni per l'allarme in l\·1odena" appro vale da Francesco V il 19.3.59 nonché la lellera indiriuala il 2.4.59 dal S.C.G. ai e.di di L inea e dell'Artiglieri a/Pionieri (Atti S.C.G .. IT. -rispet1iva111cnte- 490 e 49 1 del 1859) Pe1· le precedenti disposizioni sull'allanne vedansi: lettera del S.C.G. al e.do dell 'Art iglieria in data 1.9.48 (Alli R. Coq10 del Treno. f.62 - Carteggio dall'agos to al dicembre 1848); determinazione S .C:.Cì. ci el 6.:t49 (All i riser vati S.C.G.- I 849/53. Ll/8): o.d.g. ciel S.C.G nr.43 del 27.2.50 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 22 9.48 al ~ 1. 12.50); o.d.g. del S.C.G. nr. 170 del 29.6.52 (OO.dd.gg. del S.C.G. dall ' 1. 1.5 I al 17 .9.52)

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Oltre che da una divisione cli Linea, il presidio cli Reggio era costituito da un certo numero cl i dragoni e eia un piccolo d istaccamento di artiglieri addetti al forte Ferdinando Vittorio, entrato in servizio nel 185 I. A quanto risulta gli anigl ieri erano alloggiati nel forte, mentre la fan teria era accasermata nel vicino quartiere di San Marco, in prossimità delle m ura orientali della cittù. In un rnagan ino annesso al la caserma erano custoditi 15 carri acquistati a fi ne ' 56 a Bolzano allo scopo "di minorare il più possibile il tempo occorrente per trasportare truppe (...) al cli là del l'Appennino" (l 3). Coli' ausilio di tal i carri atti a trasportare una quindicina di soldati ciascuno- d ue compagnie potevano in effetti essere trasferite in d ue soli giorni da Reggio a Fiv izzano, alternando a turno le marce a piedi ai tratti percorsi in vettura. Arrivati a Reggio nel!' estate del 1857 dopo essere stati sottoposti ad a lcuni lavori di adattamento ( 14), i carri erano in consegna al comando ciel presidio d'Artiglieri a; vennero per la prima volta usati I' 1. 10.57, consentendo ad una cli visione di raggiungere Fivizzano nella tarda serata ciel successivo giorno 2 ( 15). Arrd re a Rcggiu la g uarnigione collocava giornal mente posti d i guarclia in vari punti del la città. Nell'agosto del 1855, ad esempio, una decina di uomi ni presidiavano la Gran guardia della Piazza, e 12 le porte S. Pietro, S. S tefano, S. Croce e Castello. Piantoni montavano pure al l'ospedale, mentre il picchetto di guardia alla caserma di S. Marco e al Ferdinando Vittorio era formato da q uindici soldati (16). Le consegne " pel Pianto ne, e g uardia al Quartiere cli S. Marco" fra l' altro imponevano al caporale comandante cli tenere sempre raccolti gl i uomin i, non permettendo loro "fuori ciel caso cli Servizio ho per la bisogna corporale, di allontanarsi dal Posto oltre 20 passi" ( 17). Coli' 1. 12.48 il comando della Piazza d i Reggio fu assu nto dal maggiore Giuseppe Bonezzi, che lo tenne per quasi dieci anni (18): nel settembre ' 58 a lui subentrò poi il magg. Vincenzo Pifferi, già comandante cli un battaglione cli Linea. Addetto al comando cli Piazza era altresì un uffi ciale aiutante. Le dispos izion i per l'allarme in Reggio approvate nel marzo ciel 18.59 stabilivano che al segnale, dato dai cannoni del Ferdinando Vittori o, una delle compagnie cli Linea si raccogliesse a ll'interno ciel forte, mandando qualche soldato in sussidio agli artiglieri, che dovevano tenersi pronti ai pezzi. L'altra compagnia sarebbe invece rimasta ne l quartiere cli San Marco, "pronta a qualunque bisogno". Altri uomini dovevano essere inviati a ri nfo rzare le porte ( 19). Quanto all'Oltrappennino, la forza cli guarnigione in 1\fassa e Carrara comprendeva, oltre alla Linea, anche alcuni dragoni: a Massa aveva poi anche sede la III compagnia cl' Artiglieria. La mancanza cli una regolare rotazione del personale aclcletto a quest' ultima creava peraltro malcontento, di cui si rese inte1vrete in un rapporto del marzo 1859 il comandante, cap. ten. Giovanni Spigarcli. Lamentando cli trovarsi da quallro anni in un luogo "molto dispendioso e di grandi privazioni", lo Spigarcli faceva presente ai superiori che la compagnia cli Massa era "abbandonata a nessuna regola cli cambio", ed osservava di non comprendere il motivo per il quale ufficiali e soldati non venivano mutati almeno ogni due anni, tanto più che ciascun artigliere montava di servizio praticamente "un giorno sì ed un giorno no". ''Mi sembra bene straordinario" concludeva l' uffici ale "che il buono ed il cattivo (... ) nella Carriera Militare non si debba dividere( ...) fra tulli i componenti un Corpo" (20).

u Letler-a di f'rancesco V a l gen. Saccozzi datata MO 9.1 1.56. in 1\tti riservati S.C.G.- 1856 (2 1O-37 1).1'.V/12. " Tali lavori furono esegu iti a Br·escello. dove i carri erano gi unti nell' aprile <lei 1857. Con lctlera 28.7.57 il S.C.G. aveva po i ordinato al l' Ispezione d'A rmeria di '·colorire ad olio cencr·ino li 15 carri ,JCquistati nel Tirolo"': a questo proposito 1· 18pczione precisava il 3 1 luglio al e.do d'Artig lieria di Reggio che il colore doveva essere ·'un cenerino carico per le parti in legno, e nero per quelle in ferro'' (Atri lsp. R. Arn1c1·ia, f.77 del 1857). 1 '

Cfr. l''•EJenco'· ciel 30.1 0.57 (Atti S.C.G.. l'.456/ 1 del 1857). Non è dato sapere con precisione quale sia stata la sorte incontrata dai carri tiro lesi nel 1859: è probabile che siano stati ponari a Brescello -come ciel resto aveva espressamente disposto il D ucn- ed ivi po i ;rhh:rnrlr,rn;,ti o res i i nser vib i l i nel corso del freltoloso sgombero de lb piazzaforte (cfr. Ìl(fi·a. ca p.XXIII). " Cfr. il rapporto quindic inale I 6/31 agos to I 855 del e .do del la Pian:a d i Reggio in Atti S.C.G .. f.434/1 5 de l 1855. " La "Consegna''_ che porta la data de l 25.11 .55, è conservata in Aui S.C.G .. f.452/ l 4 del 1856. " Il Bonea.i aveva iniziato la propria carriera militare nel 1807. entra ndo come coscritto nella Cìendarrneria italica. Pr·ima cli ass umere il comando della P iaaa di Reggio aveva servito nei Dragoni. 1 ·• Le disposizioni per l'a llarn1e in Reggio. app rovate eia Francesco V il I9.3.59, trova nsi in Alli S.C.G., f.49O cie l I 859. '" Le rifless ioni dello Spigardi. inserite nel "Processo verbale di d iserzione de l Solto Tenente ( .... ) Rossi Angelo e Cannonicr·c ( ...) Pasini Ficle11L.io'' datato MS 6.3.50 (Alti riserval i S.C:.G.- 1859. f. YIIl/ 15), non furono troppo apprezzate dagli a lti corn ancli. che rimisero il ra pporto a l Duca. In una nota de l 14 marzo (con,. ibidem) questi sottolineava che il sol-

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In effelli, elci cinqua nta artiglieri stanziati a Massa al la fine ciel 1858 4 e ra no quotidianamente impiegati ne lla guardia al q uartiere ed altri 15 in quella dei forti e de lle batterie del litorale, ove il se rvizio durava otto giorni ccl impegnava anche una quarantina di soldati di Linea. Q uesti ultim i erano tenut i fra l' altro ad esercitarsi nell'uso dei pezz i eia costa c d a prestare al l' occorrenza man forte alle autorità civili " per impedire contrabba ndi , sbarc hi clandestini" ed "infrazioni delle Leggi sani tarie'' (21). Oltre che alla marina, la Linea collocava posti cli guardia anche in città. In particolare, sempre a fine '58, a i'vlassa 8 soldati prestavano giornal me nte servizio a pa lano ducale ed altri 5 a l castello. Il posto cli P iazza a Carrara contava dal canto suo 12 uom ini. A ltri militari erano impegnati nella sorveglianza delle caserme, mentre tra Massa e Carrara montavano q uoticlianarncnre cli picchetto una trentina fra graduati e comuni (22). A Massa la princ ipale caserma era que lla cli S. Chiara (eletta anche cli S.Giacorno), un ex monastero utilizzato come q ua rtiere m ilitare sin dal 1832 (23) e nei primi anni '50 ristrutturato a l fine cli potervi ospirare l'intero pres ictio cli Linea. Oltre a tale caserma, posta ai pie di clel la salir.a del castello, v'era quella "delle Scuderie" a Porta Martana, ove era alloggiara l' A rtigl ie ri a. Sem pre "presso le Scuderie Reali a Porta Martana'' e rano acquartierati i dragoni, c he prima della fi ne del '55 avevano invece la loro caserma in un edificio cli piazza Mercurio (24). Q uanto ai distaccament i di Linea e Dragoni in Carrara, essi erano ospitati nel l'ex convento ciel Carmine (25), che successivamente abbanclonarono per passare prima in palazzo ducale e poi ne l fabbricato cicli ' Accademia cli Belle Arti . Tanto "pei prcsiclj di l'vlassa e d i Carrara che pei posti lungo la J\.farina" a fine '54 erano state de ttate specifiche clisposizion i da osservare in caso cl' al Iarme, che prevedevano fra l'altro la rnobiIitazio ne ciel I battaglione cie l IIl reggimento di ìvl ilizia (26). Tutte le truppe d ' Oltrappe nnino, compresi i militi d i Riserva e i pochi artiglieri della III compagnia di presidio a due fortini in val cli Magra, erano alle clipendenze del "R. Militare Comando Superiore Oltrappe nnino", che rappresentava il S.C.G. nelle provi nce di Massa, L unigiana e Garfagnana. L' ufficio venne dapprima affidato al ten. col. Alessandro Tinti. comandante della Piazza di Massa; ma dopo il passaggio a pensione dell' ufficiale, avvenuto ne l settembre del 1854 (27), de lla carica no n fu rono più spec ificamente investiti a ltri individui. Venne così applicala una disposizione ducale secondo la quale " mancando in Massa un Comandante Superiore appositamente nominato" le sue incombenze dovevano essere disimpegnate "dal!' Ufficiale Superiore delle Truppe ivi distaccate( ...) ed in sua mancanza da l Comandante de lla Piazza di lvlassa'' (28). Qucst' uJti mo rivestiva anche l'incarico di ''Is pettore della ìv1arina e Forti", con l' obbligo fra l' a ltro cli visitare ogni tre mesi "tutti i Fabbricati M ilitari in Massa, Carrara, Marina e Forti in Val d i lVlag ra. per ri ferirne dettagliatamente lo Stato e le occorrenze'' (29) . Dopo il ritiro del Tinti il comando del la Piazza cli Massa fu retto dal rnagg. N icola l\.1essori.

dato ' ·deve andare stare ricntrnre come g li è ord inaro·' senza '·ufficial mente muoverne lagna111.a·• ·'q ualunque sia il suo sentimento particolare·' ; ma prec isava anche di non trov are '·nulla d i contrario all'onor Mili rare'· nella relazione, pur 11011 mancando di deplorare che fossero state espresse osservazioni '·che 1.uu·a1 più porevano fa rsi in altra forma'· e in un'occasione diversa da quella ·'dell'esposizione ct·un rano doloroso e vergognoso''. L a faccenda si ri solse con una lett ern d i scuse dello Spigard i. " Lcrtcr;,1del Comando Superiore Oltrappcn nino al S.C.G. datata MS 3 1.1 2.55 (A lti S.C.G., f.452/ 14 del 1856). " Cfr. un prospeno dei servi,:i delle truppe c1·011rappennino a firma del magg. Nicola .vlessori clat,Ho MS 30. 11.58 (A tti S.C.G .. f.477/3 del 1858) " Cfr. S. GIAIV!P1\0J ,i , \iiw di sal,bie e d 'acque. /I liwmle di 1vfa.1sa ( 1500-1900), \'lassa. 1984. p.137. nota 3 1. '' Cfr. un "'Elenco.. del 19.9.56 (A11 i S.C.G.. f .4J 9/I del 1856). Prima che la caserm a di S. Chiara fosse in grado di accog liere tutto il presidio di I .inea parie di e,;so e ra alloggiai.a alle Sc uderie . " Per la verità la brigata D r,1go11 i di Ca1Tara fu trasfcrirn al Cirmine solo dopo la fine del i 850: in precedcnz;i era alloggiata in palazzo ducale. "' Una copia cli tali disposizioni. a firma del ten. col. Casoni e datate MS 5. 12.54. è conservata in ASMs, :viii i zia di Riser va

1849/58. busla 8. ,; Il T inti aveva intrapreso la carriera militare nel I 803. a1n 1olandosi volontari o nella marina sard a; al servizio estense era passato nel 18 14. " Chirografo ducale datato ì\-10 20.1 1.54 (ASMo. R. Segreteri a di Cìahinello, chirografi sovrani. f.., 56 ci el 1854). ''' " Elcncc.i"' del 25. 1.56 ( Alli S.C.G .. f.439/ 1 del 1856).

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Fi g . 42 Lei1erwa3e11 ad attato a l traspo rto truppe . Disegno elc i c ap. Preissl ciel 1857 (A rchivio di Stato di Mode110)

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F ig. 43 Caste lnu ovo cli Ga rfag nana , fo rte cli Mo111e A ll"onso (foto 199 I )

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['ig. 44 Casteln uovo Li i CĂŹartagnana. forte d i Mo nte A l fonso (folo 199 1)

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Quanto a Carrara, comandante di Piazza fu sino a fine ' 54 il cap. ten. Pietro Del Medico, che non ebbe peraltro successori, avendo i I Duca stabilito che le incombenze g ià eia lui svolte fossero sbrigate per il prosieguo dall'ufficiale delegato dal comandante lo Stato d'assedio cui era allora sottoposta la cillà. ovvero, al cessare cli tale misura, eia! comandante il distaccamento cli Linea o Dragoni (30). Oltre alle località sinora considerate anche altri centri ciel Ducato ospitavano presicli i militari , r.ra i quali il più importante era senz'altro quello di Brcscello. Quivi era stanziata la II compagnia d 'Artiglieria, aclclctla alle fortificazioni ecl alla custodia del materiale eia ponte. Per un paio c1·anni ( I 850/52) rimase inollre nella fortezza un piccolo distaccamento di fanteria. onde aiutare gli artiglieri nel servizio. Per disposizione sovrana del I 0.6.49 il capitano d'Artiglieria di Brcscello era anche incaricato del comando cli Piazza, ed in tale veste aveva "irmnecliata relazione col Comando Generale" . pur continuando a dipendere da l proprio comando di Corpo per quanto riguardava •'il servizio dei Forti materiali da guerra e del Ponte ecc." (3 I ) . Un piccolo distaccamento cli soldati di Linea fu per qualche tempo mantenuto anche a Cas telnuovo di Garfagnana. per essere poi ritirato nel corso ciel 1850 ' ·bastando per quella tranquilla e piccola provincia( ...) i Dragoni e la Milizia( ...) a mantenere l' ordine, e nuocendo tali distaccamenti sia alla disciplina sia alr i.struzione" (32) . A Castelnuovo rimasero così solamente alcuni dragoni (il cui tenente fungeva eia comandante di Piazza) e i veterani cli Monte Alfonso. che provvedevano alla guardia del forte e ciel palazzo del la Delegazione provi ncialc. Un presidio di Veterani v'era pure a R ubiera, nel cui vecchio forte erano situate le carceri militari (33). A metà del 1856 la guarnigione contava una trentina cli uomini oltre ai dragoni della locale brigata. e collocava giornalmente un posto cli guardia all'ingresso della rocca. li comando di questa Piazza secondaria fu tenuto dapprima dal cap. Carlo Ferrari. quindi ( 1851 ) dal cap. ten. Eleuterio Bassoli, ed infine ( 1856) dal cap. ten. Agostino Zuccardi. A ltri militari -e più precisamente una ventina cli soldati cli Linea- erano dislocati a Sestola. ove pure v·era uno stabilimento carcerario, posto nel castello. In un primo tempo esso accogl ieva s ia detenuti civili che militari. ma in prosieguo questi ultimi furono tuHi concentrati a Rubiera. mentre gli allri vennero per la massima parte trasferiti allrove. li mantenimento di una guarnigione a Sestola divenne così inutile. ed essa fu effettivamente richiamata su disposizione ducale del 27.3.57. Al castello rima.se solo qualche veterano, trasferito eia Monte Alfonso. affinchè fosse "almeno mantenuto un Piantone in quelle ore in cui resta aperta la Porta d ' ingresso" (34). li ritiro del presidio eia Se.stola non impedì che quella località continuasse ad essere sede di comando cli Piazza. al pari di altri centri del Ducato ove ugualmente non stazionavano truppe. Come ebbe ad evidenziare il $accozzi riferendosi nel caso a Mirandola, la presenza di un comando cli Piazza era in effetti comunque utile là dove v'erano ·'passaggi di Truppe Austriache", ''fiere in cui occorre servigio di Truppe regolari. o cli Milizia", teatro, "Soldati del 4° Battaglione di Linea in Riserva. od altri in permesso", ecc. (35) . Ollre a Mirandola vi furono così comandi di Piazza anche a Carpi, Correggio. Finale e Guastalla. In molte di tali località fungevano da comandanti gli ufficiali della tenenza Dragoni o i maggiori della Milizia, ma non mancarono casi di nomine ad hoc: alla Piazza di Carpi. ad esempio. era preposto un ufficiale appositamente designato. il cap. Luigi Avventi.

" Cfr. il chirografo ducale 30.1.55 in /\Sl'vlo. R. Segreteria di Gabineuo. chirografi so\Tani. f.357 del 1855. Dopo la fine del secondo Stato c1·asscdio (luglio 1858) al comandante della Piazza di Carrara fu rono affidati i poteri di polizia nel territorio di quel Comune (efr. ilifra. cap.XIX). ·" Le citazioni nel 1esÌo sono traile da una nota del S.C.G. datma 2 .3.55. nella quale venivano meglio precisare al e.do Artiglieria e Pionieri ··1e ingerenze e gli a11rihuti del Comandame della Compagnia Artig lieri·· di Brcsccllo (Ani lsp. R. Armeria. f.75 del 1855). '' Disposizione ducale 27.4.50 a margine di un ··Elenco·· del 26.4.50 (Alti S.C.G.. f.339/1 del 1850). " Cfr. infra. cap.XX\/11. Sul fone di Ruhicra vedasi tra l"altro G. VENTURELLI. li.forte. Reggio Emilia. I 979. " Letrera del S.C.G. datata :vlO 8.5.57 ~d indirizzata fra !"altro al comando della Piazza di Castclnuo\'O Garfagnana (/\lii S.C.G .. f.470/15 del 1857). " ··Elenco'" dd 7 . 12.55 (Aui S.C.G.. f.420/1 del 1855).

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CAPITOLO XII L'armamento individuale I notevoli progressi raggiunti intorno alla metà del sec. XIX dalle armi da fuoco vennero tenuti in adeguata considerazione da Francesco V, che fece quanto possibile per dotare le sue truppe di un armamento moderno cd efficace. In particolare, speciale attenzione fu prestata ai miglioramenti registratisi in tema di precisione ciel tiro a seguito dell' introduzione della rigatura e dclradozione di sistemi s ufficientemente pratici per il forzamento dei proieHili nelle canne (I). Già a fine '49 vennero così acquistate per il battaglione Cacciatori armi rigate a stelo, considerate fra le più avanzate per accuratezza di ti ro e gillata. Q uesto tipo di armi era caratrerizzato da un piccolo fusto sporgente dal fondo della camera, sul quale andava ad appoggiarsi il proiettile, non più sferico ma cilindrico-ogivale. A colpi cli bacchetta la pallonola veniva poi pressata contro lo stelo. che penetrando la faceva allargare, in modo da renderla aderente alla rigatura. Le armi vennero acquisiate a Liegi dal Guerra, appositainente inviato dal Duca in Belgio per essersi rivelati inconcludenti i contalli avviati in precedenza eia Modena al fine di procurare un conveniente armamento ai Cacciatori (2). L' ufficiale ordinò complessivamente 800 carabine, commissionandone 300 al fabbricante Luigi Malherbe ed altre 500 ad A ugusto 1-<rancotte. fo rni tore della Norvegia e del Piemonte. Imbarcate sulla nave Maria. le carabine vennero trasportate a Livorno. giungendo poi a Modena nell'ottobre ciel 1850. Il necessario munizionamento fu predisposto in tempi brevi, s icché già nel dicembre le nuove armi poterono essere distribuite al battaglione Cacciatori . cui in precedenza erano stati provvisoriamente assegnati fucili lunghi a percussione. simil i a quelli in uso nel resto del reggimento. Le carabine a s telo adottate dai Cacciatori estensi erano di modello francese. e più precisarncnre salvo alcune differenze- ·'modèle des chasseurs de Vi,1ce1111es .., come s i legge nel contratto stipularo col Francotte il 23.1 2.49 (3). Fornite di alzo millimetrato. queste armi avevano un calibro di 17.5 mm. pesavano kg 4,32 senza la baionetta ccl erano. a della del Saccozzi , "quanto belle altrcrtanto faci li ad essere maneggiate'' (4). Come precisato nel Regola111e11to di istruzione per la R. Fameria Es1e11se del 1855 (p.112. nr.613 ). i I loro tiro era efficace sino alla distanza di 600 metri , ed anche cli 900 quando si trattasse cli colpire bersagli di dimensioni ragguardevoli. come soldati a cavallo o raggruppamenti di fanti. Sulle carabine. che sparavano proiettili del peso di quarantasette grammi e mezzo. venivano inastate lunghe sciabole-baionette. con foderi in acciaio o ferro al modo francese (5).

: Per tali argomemi s i ,·celano ira l"ahro C . DE FLOREI\TIIS. Swria de/Ji1ci/e. Milano. 1973, e P. LORAIN. Pe1i1e hi.woire t/11 pmjec1i/e. in ,,Gazene dcs Armes». nr.24 ( febb. 1975). pp. 10-21 . I fucili ad anima liscia avevano invece grande irregolari1à di tiro. in quamo 111ilizzavano pallollole sferiche che erano di diametro inferiore rispello al calibro dell'arma. Alra110 ddlo sparo i proienili rimbalzavano lungo le pareti della canna. assumendo al mo111en(o della fuoruscita una lraic11oria spesso non coincidente con la linea di mira. ' L"idca originaria di 1-'r ancesco V era quella di armare i Cacciatori con ca rabine alla Delvigne. !\elle armi di questo tipo il diametro della camera era minore di quello della canna, sicché la palla si arrestava alremrarn della camera stessa. contro cui veniva poi schiacciala a colpi di bacchella. in modo che deformandosi aderisse alla rigatura. Tra111onta1a l"ipotesi di utilizzare anni piemontesi callurate dalL'\ustria. campioni di carabine alla Dclvigne ··delle più accreditale secondo k ultime riduzioni subite'· furono richiesi i a vari fabbricami. senza però che il materiale fornilo riuscisse pienameme soddisfacer11e. Di qui la decisione di inviare il Guem1 a Liegi. ' Il contrailo. al pari di quello concl uso il 24 dicembre col \.1alherhe. è conservato in Aui S.C.G.. f.340/2 del 1850. I .e carabine in uso al ··2do Banaglione C.1ccia1ori di Vincennes·· erano state viste dal Guerra a Bcsançon. ove r ufficiale avevi, sosialo nel recarsi a Liegi (cfr. la relazione sulla missione in Belgio inoltrata il 16.2.50 dal Guerra al S.C.C ì. in Ani S.C.G .. f.340/2 del 1850). ' "Elenco·· del 23. I0.50 (Ani S.C.G.. f.340/2 del 1850). ' A metà del 1858 i foderi vennero ricoperti di bazzana nera. Baionclle e carabine recavano il contrassegno del verificatore. tal Mordanl. consistente in una 1v1 gotica sormontata da corona.

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Poiché il Duca Carlo III di Parma aveva espresso l' intenzione di adottare armi analoghe, nel gennaio del 185 1 due carabine a stelo vennero inviate al te n. col. Godi, Capo clello Stato maggiore borbonico, "caso mai volesse il Sovrano di Parma attenersi a quei mode lli e calibri , cosa questa ultima assai utile qualora in tempo di guerra l'una truppa necessitasse un momentaneo sussidio di munizione clall' altra" (6). In effelli il governo parmense acquistò esso pure eia! Malherbe 350 carabine a stelo, peraltro differenti in alcune parti da quelle in uso ai Cacciatori estensi. Nondimeno, essendo circolata la voce che Io Stato borbonico intendeva disfarsi di un centinaio di tali anni , nel maggio del 1854 il Guerra fu incaricato cli verificare se esse fossero ugu almente adatte per Modena e davvero in vendita; ma la notizia s i rivelò infondata. L'interesse per il materiale parmense derivava dalla decisione, assunta da Francesco V il 15.4.54, di munire di carabine a stelo anche alcu ni fuc ilieri e granatieri di L inea. Dando corpo ad un progetto risalente alla fine ciel '51 , il Duca aveva infatti stabilito che il terzo rango di ogni compagnia d i fanteria dovesse avere, sulJ'esempio austriaco, sedici uomini provvisti di armi di precisione, in modo "da controbilanciare l'effetto dei colpi dei Bersaglieri, che potessero avere a fronte" (7) . Non essendo tuttavia dispon ibi li in armeria che una sessantina di carabine eia cacciatore, solo queste poterono essere distribuite, andando ad equipaggiare i " bersaglieri" del II battaglione di Linea. Nel frattempo s i era fatta ind ifferibile la necessità cli rinnovare .l'arma mento dei Pionieri, che era ancora quello distribuito all 'epoca dell'organizzazione ciel Corpo e che per il lungo tempo trascorso "e per le molte rid uz ioni" subite si trovava "in uno stato poco soddisfacente cli conservazione" , nè aveva piì:1 "quel la uniformità, e regolarità ( ... ) conveniente in un armamento cli Truppe Attive". Si trallava in particolare cli carabine ridotte a percussione ("riduzione cli Modena") delle fabbriche Locatell i, Castiglioni, Noy e Sperandio Mutti, con baionette "della forma Francese a viera". L'Ispezione cl ' Armeria aveva proposto sin dal l 850 di sostituire a tali carabine armi di precisione, utili ai Pionieri "siccome a Truppe leggere" (8), ma di fatto il rinnovo dell'armamento del Corpo venne avviato solo nel 1855. A i primi di gennaio di quell'anno il col. Guerra sottopose infatti al S.C.G. i risultati cli vari esami comparativi eseguiti sulle migliori armi in serv izio presso le truppe estensi e su alcuni esemplari di carabine e fuci li rigati sistema Minié forn iti dal Malherbe (9). Nelle armi Minié, affermatesi intorno alla metà degli ann i '50, il forzamento della pallottola (cilindrico-ogivale) nella rigatura era ottenuto sfruttando l ' effetto dei gas sprigionati clall 'esplosione della carica. La loro pressione sospingeva all ' interno di un incavo tronco-conico ricavato s ul fondo del proiettile un "tappo" pure tronco-conico posto a chi usura dell' incavo stesso, col che il proietti le s i allargava, aderendo alle righe . Giudicando " ben meritata" la preferenza accorciata eia molti Stati alle armi Minié, nella sua relazione il Guerra ne evidenziava tra l 'altro la facilità cli caricamento e proponeva cli adottarle sia per i Pionie ri che per i bersaglieri della fanteria. In particolare l'ufficiale raccomandava di scegliere carabine per i pionieri, in relazione alla "qualità del loro servizio, e( ... ) anche per l'età, e statura" di non pochi appartenenti a quel Corpo ( I O); mentre per i bersaglie ri suggeri va di adottare il fucile , "pel vantaggio cli ostare me no all'uniformità di Armamento" delle compagnie di Linea (l l ). Con decreti del 25.l e del 23 .2 1855 Francesco V accol se pienamente le proposte dell ' Ispezione cl' Armeria, che venne conseguentemente incaricata di procurare 2 I O carabine alla Minié per il Corpo Pionieri e l 40 fucili pure alla !Vli nié per i tiratori scelti di Linea ( 12).

'' Istruzioni di Francesco V al Saccoai in data 6. J.5 1 (Atti riservati S .C.G.- I 849/53. f.I/8) . ' La citazione nel testo ~ lralla ùall " ·E lcnco·• del 27.12.5 I in Atti S .C.G., O rd ini d.i Massima. ì.7 ( 1849/51). Pe r le dec isioni sovrane ciel 15.4.54 vedasi l" ·Elcnco·• del 9.3.54 (Atti S .C.G.. f.402/1 de l 1854) e l'o.d.g. ùe l S.C.G. nr.64 ciel 18.4.54 (OO.clcl.gg. del S .C .Cì. dal 18.9.52 al 23.4.54). ' Lene ra cieli ' lsp. R. Arme ria al S.C.G. in data 17. IO.SO (All i S.C.Cì ., f343/5 ciel 1850) . ., La re lazione de l Guerra, datata 6.1.55. è conservata in A tti S .C.G., f.423/4 ciel 1855. 1 ° C fr. supra, cap.VIIJ. 11

Rei. Guerra d i cui alla nota 9.

" Il ùcCt"c to del 25 gennaio è conservato in A ui S .C.G .. f.423/4 del l855: q uello del 23 febbraio -in calce aù un ··Elenco·· in pari data- trovasi in Atti S.C.G., f.420/ I ùel 1855.

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Ai primi di marzo del I 856 il col. G ue rra poté in effetti informare il S.C.G . ciel prossimo arrivo a Livorno cli una prima partita d'armi, spedita eia Anversa col mercantile francese Frère et Soeur. Trasbordate sulla goletta estense S.Andreo, q ueste armi vennero sbarcate a llo scalo massese cli S. Giuseppe il 6 .5.56, ove un mese dopo gi unse pure il resto cie l materiale. Le carabine furono poi distribuite ai Pionieri a metà giugno del '56, mentre i fuci li vennero dati a i bersaglieri cli Linea tra la fine cli o tlobre e l'inizio cli novembre, previo riti ro delle arm i a stelo de i tiratori cie l Il bat1aglione. Fabbricate dal Malherbe, le armi rigate f\1ini é adottate dalle truppe estensi erano fornite cli a lzo m illimetrato ed avevano un calibro di I 7,5 m m. Senza baio netta la carabina pesava kg 4, 155 ed aveva una lunghezza di 111 1,225; dal canto suo il f uci le era pesante kg 4,44 e lungo m 1,48. L' una e l' altro sparavano proiellili del peso d i q uarantaci nque g rammi e llleno. Quando su ll a carabina veniva inastata la sciabola-baionetta la lunghezza complessiva del! ' arllla saliva a m 1,80; il fucile con baio netta m isurava invece 111 1,94 ( I 3). Poic hé ripetute esperienze compiute nel corso del 1855 su carabine a stelo da cacciatore rnodificate alla M inié aveva no mostrato la convenienza di una tale trasformaz ione, "co l cui meno" riferiva il Guerra ·'si ottiene un tiro più esatto, ccl anche più lontano" ( 14), con provvedi mento sovrano del 23. I I .55 si stabilì che "le Carabine a f usto in Servizio presso il Battaglione cacciatori" fossero "ridotte al ( ... ) sistema Minié" (15). Di conseguenza ve nne tolto il fusto ad ogni arma c cl approntato il necessari o llluniz ionarncnto, sicché coli' esta te ciel 1856 anche i cacciatori risultarono armati a lla Minié. Da una fonte cli fine '58 ( 16) s i ricava che la carabina eia cacciatore modificata alla .M inié pesava kg 4.28S e sparava proielli li eia g r 45,8; lo stesso documento indica la lu nghezza de ll' arma in rn 1,21 senza baionetta e rn 1.79 con la baionetta ( 17). A fi ne '56, dunque, più di mille soldati estensi Ira bersaglieri cli Linea, cacc iatori e p10111en e rano m uniti di armi di precisione. Il rimanente del reggimento di Linea aveva invece a ll'epoca in do tazione fuci li a percussione rnoclello fra ncese 1840/42 delle manifattu re di St. Étien ne, Tul le e lv1utzig, ancora ''di eccellente qualità" nonostante si trattasse d i a rrni a canna liscia ( 18). Esse sparavano proiettili sferici del peso cl i 27 grammi e tiravano efficacemente sino alla distanza di circa 250 metri ( I 9). TI "fuci le ordinari o di Fanteria" aveva un calibro di 18 mm e pesava senza baionetta kg 4, I 9 (20). Qua nto a li ' Artiglieria. gli uomini delle compagnie a pied i avevano carabine ridotte a percussione analoghe a quelle smesse dai Pionieri. li Guerra insisteva da tempo per ottenerne la sostituzione con armi di precisione, utili "ali' Artiglieria a piedi siccome destinata a guernire le Torri, e Fort ificazioni", e nel gennaio ciel I 855 aveva specificamente proposto che venissero adottate carabine alla Mi nié a nche per gli artiglieri. Alle richieste il Duca però opponeva che " L'Anna portatile" era "affatto secondaria per l'Artiglieria" (21 ), ed ancora nel d icembre '56 differì "ad altro tempo" il rinnovo cicli ' armamento degl i artiglieri a piedi. Nel! ' A rtigl ieria a cavallo quantomeno i sottufficial i avevano in dotazione delle pistole, che a q uanto sembra erano di provenienza bresciana e cie l rnoclello 18 I 3 trasformato a percussione.

,., I dati sono ri portati in una rch11.ionc redatta il 24.1 1.58 da una com rni ssione presieduta clal rnagg. 1-'etzl (Ani brigata estense, Lì4 - Cane militari 1834/59). " Rapporto dell"lsp. R. A rmeria al S.C.Ci. in data 15. 11.55 (i\tti S C.C..ì .. 1.423/4 del 1855) " Lettera S.C.G. in data 24.11.55 indiri zzata all'I sp. R. A rmeria , alr Fconomal.o e alla I .inca (Atti S.C.<.i., f.42.'i/4 del 18.55). '" Trattasi della celazione cli cui alla nota 13. " Dati lievemente cl i fferemi risultano dall'opusco lo a stampa intitolato fsrm z.i one sulle carol>i11e /vfi11ié deJft, quali sono armari li reo/i c,.,ccialo ri es/ensi. pubblicato a Schio nel 186 1. Nell'Js1r11zio11e sono elencate le vmic parti della carabina cd i suoi

accessori; si descrivono le modalità eia seguire per srnomare e rimontare J'anna e per assicurarne la manutenzione, ccc. '

8

li giudizio è contenuto in un "Elenco" ciel 16.1 1.56 ( Atti S.C.G .. f.439/1 ciel 1856). L e mmi in questione nano state distri-

buite alla fine del 1848.

"Cl'r. il Reg olamento d'i.1·mdo11e per la.fà11teria E.11rnse del 1850 (p. 134, nr-.375) e il ffrgo!a111e1110 d'isrruz.ione p er la R. Fameria estense del 1855 (p.35, nn.I 53 - I 56)

'" Rei. C.ìuerr;.i d i cui alla nota 9. " I l g iud izio è contenuto nel provvedimento sovrano -non datato- posto in ca lce all " 'Elenco" del 30.11 .55 (Arti S.C.G., f.420/ I del 1855 ).

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11 Corpo Veterani d isponeva all' 1. 1.57 appena d i una quaranti na di fuc ili, in distribuzione agli uomini cli presidio a Rubiera, Sestola e Monte Alfonso. Le armi dei veterani in servizio in queste clue ultime località erano a pietra e cli proprietà ciel Comune cli Castelnuovo, mentre la guarnigione cli Rubiera aveva venti fucil i a percussione delle fabbriche di Tulle e St. Étienne. ad essa d istribuiti nel 1854. Nel corso ciel 1857 questi fucili furono peraltro sostituiti eia una trentina cli carabine "cli quelle che (...) erano in d istribuzione al (...) Corpo Pionnieri" (22); con carabine dello stesso genere vennero pure annali i veterani d i Sestola. Inrine, i Dragoni montati si servivano ''con vantaggio" cli carabine corte a percussione della "Fabbrica di Torino., giunte eia Mantova nell'ottobre ciel 1848; essi avevano inoltre pistole da cavalleria a pietra, forn ite a fi ne '48 sempre dagl i A ustriaci. Essendo peraltro q ueste ul time d ivenute col tempo "poco atte al servigio'', nel corso ciel 1856 il S.C.G . aveva rappresentato al Duca l'opportun ità di procedere alla sostituzio ne cli tali pistole con altre a percussione. Ugualmente il Saccozzi aveva proposto di rinnovare l' armamento de i d rago ni a pie d i, c os tituito eia armi "verame n te da cons iderarsi( .. .) di scarto"

(23). Si trattava infatti di moschetton i ottenuti accorciando la canna di fuc ili "disusati dalla Fa nteri a" (24) ''di vecchio calibro francese ridotti (... ) a percussione", che erano per d i più poco adatti per le loro dimens ioni al servizio di gendarme1·ia (25) . Francesco V non ritenne di potei· affrontare a breve le spese necessarie all'attuazione cli quanto suggerito dal generale, ma, effettivamente •'intenzionato d i cambi are le armi al R Corpo Dragoni'', a fine ·57 ordinò d i procurare alcuni esemplari delle armi in uso presso la Ge ndarmeria austriaca nonché eventualmente ''cli altre che si credessero più adattate e simi li a l nostro calibro" (26). Sebbene in fatti l' Ispezione d'Armeria avesse scrnpre "procurato cli conservare i calibri delle anni da fuoco in gui sa, che si uni formassero a q uelle cicli' Imperiale Reale Armata-,_ eia qualche tempo le truppe duca!i si trova vano ad avere " un sistema assolutamente cli verso" clalr austriaco (27). Mentre in e!Tetti i I "Cal ibro Estense'' corrispondeva al sistema francese. gli Austriaci avevano abbandonato '•il calibro antico per addottarne uno nuovo straordinariamente minore" (28), nell 'ambito cli una tendenza alla riduzione dei ca libri che andava generalizzandosi . I contatti subito presi clal Guerra per ottenere campioni clcll'arrnamento dei gendarmi imperia li non po rtarono ad alcun risultato, avendo la d irezione clello ''stabi limento( ...) d'Armi da fuoco in Vienna" fatto presente nel gennaio del '58 che no n era il momento opportuno "per l'acquisto cli r.1oclelli d'an ni". giacché il processo d i ammodernamento de l materiale bellico austri aco era ancora in corso (29).

" D isposizione 12.7.57 del S.C.G al l 'Econorn ato e al e.do VcIc rani (Alli S.C.Ci .. 10459/4 ciel 1857). '' ·'Elenco.. ciel 16. 11 SC, d i cu i alla nota 18. '' ·'Elenco.. ciel 18.8.56 (Atti S.C.G .. f.439/ I cie l 1856) '' ·'Elenco.. del 16. 11.56 cli cu i alla nota 18. I moschettoni erano stati d istri bui ti nel I 850. A ll"in1rndu1.ione dei moscheuoni

è probabilmente eia ricollegare la pubblicazione cli un ·1.,1ru~imw lé'urico-erarica d!'i di rersi 111w1egg i ,ramu, pei Reali

/Jragoni di.fi1111ena eslense. ed ita a ìV1odena appunto nel i 850. IV!oschettoni simi li a quelli della li 111teri a venero dati a md .ì · 5 I anc he ai dragoni a ca va llo al posto delle carabine eon e. che ''a null a vale[ va noi dovendo fare i I Serv igio a piedi". 1,' idea era appun to quell a cl i dotare la forza Inon1a1a cl i un'arma idonea per il servizi o appiedai.o. restando l a pistol a l"arrn a d·ordi na111.a per quello a caval lo . D i fallo i moschelloni ri sultarono ·'affatto spropoi-,:ionaLi pel D ragone di C avalleria il quale non ne può Ca,· uso che servendo a piedi. ed il port are arnie 1ali a cavallo lo rende incapace di 1·,.ir uso delle altre sue armi··. Col marzo del 1855 i dragoni montali riebbero pertanto le ca rabine ( la pr ima c itai.ione è ITatta da una le1tera ciel e.do D ragoni al S.C.G. del 7.4.5 1; l a seconda d,.1 un ··F.lcnco" del 22. 12.53. I docurne11I i sono conservat i in A ni S.C.G .. fT. -rispen i vamcntc- 358/4 del 1851 e 386/ 1 del 1853). \le i gennaio del ·49 il e.do degli allora Carabinieri aveva proposto cl i applicare all' interno del calci o clc l!c carabine cl i cavalleri a un congegno ..mediante il quale sorrono ad una per vo lta le capsule''. e tale pertanto eia garantire ''maggi ore fac ili t~ e sveltezza nella carica" (lettera ,il S.C.G. del 17.1.49 in A lli S.C.Ci., f.328/.'i del

1849;. Non 1·isulta peraltro che la cosa abbia avuto seguito. R. Armer ia in data 27.1 2.57 con cui si partec ipavano le di sposi1.ioni sovrane e si inca ricava l'lspeLione stessa cli darv i esecuzione (Alli S.C.G .. f.45 9/4 ciel 1857). " Lettera de\l" l sp. R . A rme1·i a al S.C.G. in data 2.1 .57 (conserv. ibidf:'111). " ! /Jide111 . ,,, La lcuera della rnani fallura vi ennese i:· 1rascriI1a in una relazione clell'lsp. R. A r mer ia al S.C.G. in data 19. 1.58 (;'.\ tti S.C.G .. f.477/3 del 1858 ). "' Leuera ci el Saccozzi all'lsp.

132


TI 24.4.58 il Duca dispose peraltro che fuc ili, carabine e pistole del nuovo modello austriaco venissero rich iesti per via diplomatica al governo imperiale, al fine di sperimentarne l'efficacia in vista del rinnovo dell'arrnamcnto non soltanto dei Dragoni , ma di tutti i reparti dell'esercito ancora privi di armi di precisione. Considerando che queste ultime andavano sempre più diffo ndendosi "in tutte le Armate grandi e minori". il 23 aprile francesco V aveva infa tti emanato un decreto (30). ne l quale si stabi liva che il I, II e lV di Linea nonché i dragoni a piedi e l'Artig li eria ricevessero ne l bien nio 1859/60 fucili di precisione a palla conica, da distribuirsi anzitutto al le II battaglio ne del Reggimento. Le armi da adottare dovevano essere "possibilmeme quelle introdotte nell'Armata Austriaca·'. e ciò -come ch iariva il sovrano in altra circostanza- "Per la loro leggerezza", "Pcl loro calibro minore, e qu indi per la possibil ità d i far portare al Soldato pi ù munizione'', nonché "Pel minor costo cl' ogni colpo" (31 ). Il 12.5.58 l' Ispezione tl'Armeria dich iarava in cffcLli "di grandissimo vanLaggio" '·L',Jr111a1e le Truppe di Fanteria di Linea con armi di precisione", condividendo pure le indicazioni d ucali circa le sce lte da operare in concreto. "L' attuale siste ma austriaco cli armi portatili" affermava infatti il Guerra " non potrà (...) essere sorpassato che da quello che permellerà cli caricare per la culatta, con tutta sicurezza e sempl icità" (32). Stabi lito così definitivamen te "che ogni nuovo armamento'' dovesse "farsi su l sistema austriaco, qu anto a costruz ione, e calibro de ll" arma", i fuci li e le carabine ot tenuti a fine gi ugno eia! governo imperiale (33) venn ero sottoposti a numerosi test, affi dati dall ' autunno ad una commissione appositamente costituita sotto la presidenza de l magg. Petzl. Le prove valutative e videnziarono fra l' altro che le armi austriache non davano ·'alcuna ri scossa o controcolpo alle spalle del tiratore'' e che non si verificava ''alc uno inconven iente" " ne ll o Scopio del Cappe ll on.o'', ·' mentre nei fucili e Carabine a Minié succedono ben spesso s ulle mani e fa cc ia de l tiratore delle picco le e moleste ferite , o scottature, come pure un forte contracolpo dopo ogn i tiro, loché stanca e pone in soggez ione il tiratore'' (34). La commissione Petzl terminò i lavori a fine novembre e le conclusioni da essa raggiu nte furono sottoposte al sovrano il 19.1 2.58. Relativamente al 1, 11 e IV battaglione di Linea si propo neva di adottare " per tutti i ranghi e g raduati indistintamente i fu cili che ncll'l.R. fanteria Austriaca sono destinati (. .. ) pel terzo rango e per i graduati'', il cui alzo consenti va cli mirare con precisione sino a lla d istanza di 900 passi (700 metri circa). O ltre a questi fuci li , eia identificarsi con i Lorcnz rnocl. 1854/H. la commi ssione Petz l ed i I Sacco7.7.i suggerivano di scegliere gli sr11rzen "senza l'usto'' "dei ranghi I O e 2clo cleg li Imperi ali e Reali Cacciatori '' -cioé g li Jaeger-s1wz.e11 mod. 1854 con alzo mobile- onde armare dragoni ed artiglieri a piedi (35). Su tali carabine avrebbero peraltro dov uto aclallarsi "claghe-Bajonctte, consimil i a quelle dc' Pio nnieri e Cacciatori" estensi, mentre le baionette dei lùcil i cli Linea avrebbero dovuto essere "eguali all 'Austriache" (36) .

'" In A lli S.C.G .. f.477i3 del 1858. " Comunicazione ducale al S.C.G. in data 24 .4 .58 (conserv. ibidem) . '' Relazi one del colonnello ispettore della R. A rmeri a al S.C.G. clatara :V!O 12.5.58 (/\lii brigara estense, r.74 - Carte militar i 1834/59). li Guer rn guarclav a ùa 1ern po e-on attenzione all'anrnunento a retroca rica. adottato dalla Prussia sin dal 184 1. (ì ià nel 1849. reca ndosi in Belgio, l'ufficiale aveva ad esempio voluto sostar·c a \Vi ntcrt hur per v isil,.ll"e la ··mani l'attura nasccnre <I" Armi da guerra"' di cerio Rieter. ove le ar nri coslru ile erano appunto ··quelle dei Cacci;11ori Pru ssiani, a agll. e che si ca ricano per la culatta... N ell'occasione il Guerra aveva anzi 1xeso con ogni probabilità in consi derazione adJ irillura l:i possibilil:ì d i :idr.1n,rrr· ,irmi a rr,trrwa rica ,ind ,,-, p<"r i cac-c i;11nri Pslensi. sc.,r n nndn poi !" ipotesi per non esser vi presso il R ietc r "111odc lli da poler sollcci1a111cntc spedire per pr01nuovere le Sovrane. e Superi or i deci sioni··. ccl anche perché "il Si stc 111a. sebbene 111olto vantagg ioso·· _lroppo si allontanava "clall' incl icatolgli i-·(1·el. Guer ra ciel 16.2.50 di cui alla noia .ì) '' I l governo asburgico aveva in viato carabine e fuc ili da fante ria. perché sull"irnroduzione di nuove pi sto le e c;1rabinc da cavalleri a nulla crn stnto ancora deciso dall" lrnpc ratorc. ,., Rei. co111111issione Petzl del 24 . 11.58 di cui all,1 noia I J. J\iella re lazione sono fra l'allro elencate le arm i provate e le Ioni carmleri stiche. ,; ··Elenco.. del 19. 12.58 (Atti S.C:.G .. t".477/3 del 1858).

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Le vicissitudini ciel 1859 ritardarono peraltro la realizzazione de i programmi del governo ducale, e solo a i prim i del '61 la " brigata estense" poté ricevere, durante l'esilio in Vene to, "armi di precisione e di lunga portata" "per il 1° e 2° battaglione(. ..) d i linea e pe r la divisione dragoni a piedi", "somministrate dagli arsenali di Verona e di Mantova" (37). A q ue ll'epoca gli artiglieri a piedi gi~1 avevano invece arm i rigate. in quanto sin dalla fine di giugno del 1859 erano state date loro carabine alla iVlinié in precedenza appartenute al disciolto esercito par111ense. Se mpre a fine giugno ' 59 i dragoni di fanteria avevano provvisoriamenre sostituito i loro 111oschettoni con fuc ili mocl. 1840/42 (38). Oltre c he di anni da fuoco, le truppe estensi erano dotate anche di sciabole e daghe, di cui le d isposizioni sul vestiario emanate ne l '49 (39) individuavano una mezza dozzina di tipi differenti. Per gl i ufficiali cl' Artiglie ria e dei Dragoni a caval lo era in particolare prevista una sciabola a lama curva uel la l u11gliea.a cli 86 crn, con guardia in acciai o a conchigl ia secondo il rnod. 1845 austriaco ( fig. 109) e fodero pure in acciaio. Pe r lutti gli altri ufficial i, come anche per il capo-banda e il tamburo maggiore, la sciabo la adottata aveva forn ime nto in acciaio sul mod. 1836 austriaco (fig. 106-III), lama curva di 86 cm e fodero in accia io con !'ascelle a bottone. La sciabola fissa ta per i musicanti era dal canto suo simile alla predetta, salvo la mo ntatura in ottone ccl il fodero cli cuoio nero con imboccatura e punta le sempre in ottone; ra ie arma era ammessa anche per sergenti, marescialli cli fanteria e cadetti. Per gli artiglieri conducenti era poi prevista una sciabola a lama curva cli 84 cm con impugnatura in legno rive.stira cli cuoio (fig. I 07) e fodero in ferro . Quanto ai dragoni a cavallo, l'arma adottata era il cosiddetto "squadrone" a lama d ritta di ben 96,5 c m, con impugnatura cl ' otlone, caratteristica guardia e fodero in ferro (fig. 14). Ai pionieri era invece assegnato il "palosso", una corta daga a lama dritta a doppio filo della lunghezza cli cm 49 con in1 pugnatura in ottone a croce (visibile ne lla fig. 19); il fodero era di cuoio con imboccatura e puntale in lamina d ' ottone. Infine, la sciabola stabilita per artiglieri e dragoni a pied i, veterani e soldati cli Linea era un briquel di modello francese con impugnatura in ottone (fig. 106-l), lama c urva cli 77,5 cm e fodero in cuoio nero con imboccatura e punta le d'ottone (40). Spesso peraltro le armi concretamente utilizzate non erano quelle regolamentari. Al reggimento di Linea -ove fra i com uni la sciabola era in dotazione solamente ai granatieri- vennero ad es. date nel 185 1 sciabole acquistate in Piemonte dal la dilla Zini e Compagn i che erano di modello ·'alquanto diverso dalle in uso nelle nostre truppe specialmente perchè scanalate nella lama, e di circa 2 1/2 centimetri più corte" (41 ). l dragoni a piedi erano dal canto loro armati ancora a metà ciel 1855 con sciabole eia fanteria di diversi rnoclclli, me ntre nel '57 vennero date ai vete rani "45 Sciabole fuori cli modello ( ...) onde completare la distribuzione d i tal'arma ag li individ ui del Corpo" (42). Sin eia prima della rivoluzione del '48 per la fornitura cli sciabole, foderi e lame il governo estense intratteneva rapporti con la fabbrica d' armi bresciana di Vincenzo Maria No_y, pera ltro interrotti sul fin ire cie l '5 I in q uanto gli oggetti "spediti ultimamente" erano riusciti "per la massima parte sì male che la commissione delegata a lla visita" aveva dovuto ·'scartarne la massima parte" (43). I l posto del No_y fu preso da Pietro

Giornale della Reale D11ca/e Brigala J:.:stense cii., p.149. " Cfr. In cor-risrcmdenza intercorsa tra il 2 1 e il 23 gi ugno 1859 rra l' lsp. R. /\r111eria. il S.C.G. e il gen. austri,1co Cu!01. appu nto a proposito dell' armamento dei dragoni e degli artiglieri a piedi (/\tti bri gata estense -S.C.G.-. f. I del 1859). I traballii ritiratis i ne l ·59 a l'vlantova co l resto dell'esercito avevano anch' essi 1·icevuto carabine al la lvlinié . ·'" Cfr. i11(ra. Append ice. '" A quanto risulta, il briquet e ra in dota/.ione anche ai trabanti. Per qu anto riguarda le armi bianche in uso prima della riforrm, de.I I 849, l'o.d .g. dcJ S.CG. nr. 11 de l 24. 1.49 (00 .dcl.gg. del S.C.G. dal 2. 1.46 all'S.6.49) e lenca: sciabole da fanteria ·' modello Estense". sciabole da cav,1llc1·ia pu re di ··modello Estense·', squadroni da cavalleria, altre sciabo le fuori rnoclello. Le sciabole di fa nteria modello estense, in dotazione rra l'alt rn ai veterani, avevano '•impugnatura d"ouone scannellata nel pugno con l'estremità della guardia curva te rm inata a palla''. Una supplica cli tal cap. Converso g iunta al S.C.C. il 13. 12.54 (/\tti S.C.C .. f.405/4 de l I 854) descrive poi l'am1,1 portata nel I 848 dagli uffic iali di Linea: srada a lama dritta dall'impugnatura d 'ottone "con coccia a due aie pure di ottone·•: fodero d' acciaio guarnito in ollone. " Lcltci-a dell' lsp. R. Armeria al S.C.G. in data 13.5.51 (/\tti lsp. R. Armeria, l'.71 del 185 I ). "Lcttcr·a del S.C.G . all'A rmeria in data 22.7 .57 (Att i lsp. R. Armeria, r.77 del 1857). " Lcttcrn dcli' lsp. R. Armeria al Noy in data 20.11.5 1 (Atti lsp. R. Arme.ria, f.7 1 del 185 1). i;

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Beretta, che fornĂŹ alle truppe ducali un gran numero di lame, specialmente per sciabole eia fanteria. Dalla casa viennese Ohligs-Haussmann furono invece procurate le sciabole di nuovo modello per ufficiai i di fanteria "a seconda la foggia Austriaca", adottate con provvedi mento ciel S .C.G. ciel 6.12.56 (44). S i trattava con ogni probabilitĂ delle sciabole austriache rnod.1 850, delle quali alcune ve nnero fornite con lama fine d i Solingen ed altre con lama di Stiria. La Guardia Nobile d'Onore Estense era dal canto suo in un primo tem po munita di sciabole con fornimento in ottone, che vennero poi sostituite tra il 1853 e il 1854 da sciabole s imili a quelle in dotazione agli ufficiali d'Artiglieria e dei Dragoni a cavallo, acquistate a Vienna dal fab bricante Francesco J ung. li trornbettjere della Guardia ricevette invece nel 1857 uno squadrone analogo a quello dei sottufficiali della cavaUeria austriaca; in precedenza porta va sciabola con fodero d ' ottone.

'"' Il provved ime nto è conservato in f\lli ls p. R. Arme ria, f.76 d el 1856.

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Fig. 45 Due carabine alla Del vi gne con le relati ve bai onette. 1849 (Archivio di Swto di i\Jlodena)

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foig. 48 Progeu o cli affusto eia casamatta per obice austriaco eia IO. Disegno del cap. Petzl (co/le;ione pri\'C/ICI)

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Fig. 49 Cannone da piazza J a 18 (co //e~io11<' pri mw)

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Fig. :iO L"Arc icluca :Vlassim iliano cl "Austr ia-Estc in veste Ăši Cra11 tvl aestro clell"Ord ine Teuton ico. Ritratto di A . l'vlalatesrn (Galleria Esrense. Moderw)

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Fi"o ¡ .5 1 Planimet ria de lla fortezza cli l:3resccllo (1\rch ivio di Swto di ivfode11a)

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Fig. 52 Schizzo delle Variazioni Corrosio11i e Da11nifat1i dal Po presso Brescello dal J 839 al 1852 (A rchivio di Stato di Modena )

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Fig. 54 Porta d i ingresso ,ill a C ittadella d i tvlo<lena, unico resto della fortezza (folo 200 1)

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llc(fot.o 1983) Fig. 55 Forre de Il·d Snnva . I· '

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f'ig. 56 forte della Spara valle (folo 1983)

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F ig. 57 Forte del Bcmino (foto 1986)

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Fig. 58 Forte ciel Bern ina (foto 1986)

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Fig. 64 Casem1a bas1io1w 1r1 da costmirsi /11 Reggio 1850 (co/l e;i1111e pril,maj

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CAPITOLO XIII Materiale d'artiglieria e fortezze L'artiglieria estense eia campo s i componeva cli una batteria a cavallo, cli una mezza batteria eia posizione e cli una sezione eia battaglia cli riserva; v'e rano inoltre una sezione eia montagna ed un'altra cli spingarcloni eia fanter ia. Quest'u ltima era forte cli clue spingarcloni eia 6 libbre (I) "model lo Massimiliano'', i cui affusti pesavano una tre ntina cl i c hili, mentre le canne erano cli peso inferiore al quintale. Nel 1858 Francesco V stabilì peraltro che tal i spingarde -portate a Modena eia Brescello ai prim i ciel '49- venissero util iaate come pezzi cla piazza, ordina ndo d i cambia rne g li affusti. La sezione da montagna era dal canto s uo dislocata a Massa, ove i pezzi erano custoditi nell'arsenale annesso al la caserma d'Artiglieria. "Che a Massa" scriveva il G uerra nel marzo '50 "convenga un Artiglie ria da montagna( ...) credo che sia fuor i cli dubbio. Quella guarnigione( ... ) può faci lme nte vedersi barrata la sua sola via carreggiabile cli ritirata" (cioé la strada mi li tare del Cerreto) "per cui le convenga gettarsi pei sentieri someggiabili della montagna, o verso la Lunigiana, o sulla Garfagnana. Anche senza ciò fuori delle vie Giardini e della Militare, non sono(. ..) le altre che sentieri someggiabili , per cui Colonne mobili che volessero spedirs i in alcune località non potrebbero appoggiarsi che con Artigl ie ria dì montagna" (2). Per dotare le truppe cl ' Oltrappennino cli materiale adeguato l'ufficiale aveva nell'occasione s uggerito l' acquisto cl i una batteria d i razzi da sei oc! olio cavallelli (3), che peraltro con c hirografo ciel 25.4.50 il sovrano sospese per non più poi provvedervi. Sino al 1859 il sostegno cl' artiglieria alla guarnigione cli Massa rimase pertanto assicurato solamente eia due piccoli cannoni da montagna in bronzo eia 4 libbre f rancesi, restitu iti nel marzo I 850 dal governo toscano che se ne era impadroni to nel 1848. G ià in cattive condizioni al momento della riconsegna, a fi ne '.53 i pezzi avevano gli affusti riclotli " in uno stato q uas i inservibi le", s icchè l'anno success ivo s i rese necessario procedere al la loro rinnovazione. A fine gennaio '59 la dotazione della sezione da montagna era complessivamente di 200 colpi lra palla e mitraglia, da trasportarsi a mezzo d i un "carro a munizione" a due caval li (4). Quanto alla sezione eia battaglia di riserva, questa e ra forte di due cannoni in bronzo da 6 libbre (cal. francese), anch'essi restituiti dalla Toscana nel 1850. Nel medesimo anno i due pezzi vennero collocati davanti al portone del palazzo ducale, in sostituzione di due obici che vi si trovavano in precedenza. Tra cariche a palla e cariche a mitraglia la sezione disponeva a fine gennaio ' 59 cli 400 colpi. La mezza batteria eia posizione, eia impiegarsi anche "contro luoghi murati o a cliffcsa cli posizioni importanti" (5), avrebbe dovuto essere dal canto suo composta eia due obici in bronzo eia 10 libbre (cal. austriaco)

' Per i ndicare i l calibro dei pezzi si faceva all ' epoca orc\inari arnente riferimento al peso della palla; per gli obici tuttavia si guard ava anche al d iametro della bocca. ' Relazione 27.J.50 del tcn. col. Guerra al S.C.G. (A tti S.C.C.ì ., f".343/5 del 1850). ' I r-azzi. ul ilizz,ll.i specialmente dagli Austriaci e dagli Inglesi, erano in eflctti considera ti pan icolarmente adaui per le operazioni in montagna. Erano costituiti eia un cilindro metall ico contenente il materiale propulsivo, collegato ad un·es tremità al proiettile ccl all'altra ad una lunga asta di legno con funzione stabilizzatrice. Venivano sparati d;i un affusto a cavalletto. ' I l Guerra aveva sin dal 1850 raccomandato l'assegnazione di cavalli alla compagn ia d'Artiglieria cli Massa. onde ne avesse di '·proprii ed nvezzi per trnscinnre e portare le bocche a fuoco". rnn il suo suggeri,nento non venne accolto. Per trai na

re i cannoni eia 4 si doveva quindi ricorrere a cavalli eia posta req uisiti, cosa che cagionò nel ·59 non pochi i nconvenienti al ten. col. Casoni in ritirata dall'Oltrappennino. "Se le clue tappe da Fi vizzano a qui' ·, scri veva l'ufficiale al S.C.G. da Castelnovo ne' Monti il 24 ..'i.59, ' •si avessero dovuto fare inseguiti eia nemico cen o é che i clue pezzi venuti eia Massa si sa1·ebhero perduti in causa della difficoltà di condurli co i Cavalli cli posta guidati eia poco esperti conducenti (. ..) se potessi inviare altrnve coi Cavalli meno atti al trajno i due peni da quauro credo sarebbe utile'·. Nell' escludere tal e so luzione il Duca ebbe il 28 maggio a commentare che erano ccrtamenle pochi ··gli ulli1.iali che in tempo d i guerra" consideravano "i cannoni come imbarazzi" (Atti S.C.G., f.493 del 1859). ' Rei. Gucrr<1 di cui alla nota 2.

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e da a ltrettanti canno ni, sempre in bronzo, eia 12. Di questi ultimi ne entrò peraltro in servizio uno soltanto, c he nel 1855 venne per cli più destinato acl altro uso, sicché da q uella d ata la mezza batteria eia posiz ione ri mase costituita unicamente dagli obici, acqu istati dal!' Austria nel maggio del 1850. A fine gennaio '59 la dotazione d i munizioni per tali pezzi, dislocati a Modena, era d i c irca 800 colpi tra shrapnel. m itraglia ed altro. La "batteria di cavalleria" rappresen tava infi ne la componente principale dell'artiglieria este nse eia campagna ed uno dei punti cli forza dell'esercito d ucale . Salvata dalla distruzione nell'agosto ' 48 (6). essa contava quatrro cannoni in bro117,o da 6 libbre (ca!. a ustriaco) e 4 o bici corti da 7 libbre a nch' essi in bronzo, a quanto ris ulta fornit i dal!' Austria nel corso deg li anni '40. Quattro di tali pezzi dovevano essere sempre " mobilizzati" . Per il trasporto del le loro rn uni.zioni l'Artigl ie ria estense disponeva di o tto carrette nonché di due cassoni montati su altrettanti affusti di ricambio. Il carriaggio della mezza batteri a " mobilizzata" compre ndeva inoltre tre carri per bagagli e foragg i. u n carro fucina, uno da trasporto per g li ufficia li ed altri ancora per il materiale cli riserva (7). Oltre ai numerosi cavalli necessari al traino elci veicoli, altri ne occorrevano per muovere i pezzi, ognuno dei quali era servito da tre pariglie. Nei primi mesi ciel ' 56 erano in effetti in forza alla compagnia montata -aclcleua alla batteria e stanziata in Modena- non meno cli 7 0 cava lli , senza contare quelli degli ufficiali. Ali' 1.6 .54 il muniziona me nto della batteria di cavalle ria compre ndeva compless ivamente. tra palle e mitraglia, ci rca !200 colpi per gli obici ecl 800 per i cannoni , o ltre ad un n umero rilevante cli palle scio lte, granate v uote, ecc. (8). Palle e granate erano fornite dal fab bricante b resciano Bortolo Facchi. I pezzi eia campagna avevano affusti "colore cenerino con fe rrarecce cl i neri" (9). come ciel resto le a ltre bocche eia fuoco in servizio. Oltre c he del materiale eia campo, l'Artig lieria este nse disponeva di numerosi a ltri canno ni "da P iazza o da Marina", che g uarnivano i vari fort i del Ducato. Le principali fortificazioni si trovavano a R rescel lo, località posta sulla riva destra del Po in prossirnità del confine parmense. Erette per ordine cli Francesco l V tra il marzo ciel 1835 e l'ottobre del 1836 eia Carlo B irago, ufficiale di Stato maggiore dell'esercito austriaco, esse e rano state completate ne l l 841 mediante l' aggiunta cli d ue batteri e permanenti ccl erano venute a costare oltre 600.000 Li re italiane (10). l vantaggi che g li Estensi s i era no assicurati fortificando Brescel lo erano numerosi e d'ordine sia politico c he militare . L'esistenza della piazzaforte garantiva infaui al governo e a ll'esercito d ucale la possibilità d i riparare, in caso di e mergenza e senza c he s i dovesse abbandonare il territorio dello Stato, in un ri fugio reso sicuro, o ltre che dalle difese apprestate, a nche dalla vicinanza de lla fortezza austriaca cli Mantova. Qualora poi le circostanze avesse ro imposto una ritirata sul Lombardo-Venero, la copertura fornita dalle fortificazioni brcscellesi consentiva di effettuarla con suffic iente ordine e calma, tanto più che ne i maganin i della piazza e ra custodito il materiale da ponte de ll' esercito ducale, utilizzabile per porre in collegamento la riva destra del Po con la Lom bardia. Potendo invece gli Este ns i soste ne rsi in Brescello, il territorio ciel Ducato rimaneva esposto a lla rninaccia cli una controffensiva, c ondotta prevedibilmente col concorso de lle truppe austri ache, che al riparo della piazzaforte potevano agevo lmente passare il fiume e cl irrompere ne l Reggiano e nel Modenese.

•· Cfr. supra, cap.I. ' Cfr. la r·e laz ione 13.1 0.5 1 del Guerra al S.C.Cì. in Atti lsp. R. Arrneria, f.ì I del 185 I. Da tale relazio ne risulta che l'Arti glieria dispone va all"cpoca anche cl i tre carrette da rnun iLione fuori 111odcllo e cli altri carri cli vnrio genere. Nel 1854 il Guerra chiese di potere far costruire al tre ouo carrette da mun izione per la batteria, in modo eia averne due per c iascuno deg li otto pezzi. l carritiggi dell' art iglieria. d i colore hleu chiaro. a fine '.",7 ern no c11srrHli1i in un' ala del Foro B oari o di Modena. ' Cfr. un prospetto de lla R. Armeria in Atti S.C.G. f.405/4 del 1854 . '' Lettera de ll' lsp. R. Armeria al e .do della Il [ con1p. cl' Artigl ieria datata iVJO 5.3.51 (Ani lsp. R. Armeria, f.ì I del 185 1). Cfr. anche una lenera ciel S.C.Cì. al Min. i\ff. Esteri de l I 3.3.50 in Atti S.C.G .. f.343/5 del I 850. 10 Sulle fortificazioni orlocentcschc d i Brescello si veda. o ltre ad A. MORI. Rrescel/o 111//iwre sotto il dominio esrense, Panna. 1923. p.57 e sgg., la me moria del Saccozzi datata \ 110 29. 12.54 pubblicala in C. GALVAI\ I, Memorie s/oriche cit., LI V. pp.34 1-352. Cìiù nel scc. XVI Brescello era stara mun ita cli una poderosa cinta basti onata, poi clcmolita ai prim i del '700 duran te la g uerra di successione spagno la.

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Anche per l'Austria del resto le fort ificazioni brescel les i ri vestiva no una specifica importanza, s ia perchè in effetti costituivano unu sorta di te sta di ponte atta ad assicurare il li bero passaggio a ll a sponda destra del Po, sia perc hè rafforzavano la linea difens iva del f iume, poste come e rano in pos iz ione intermedia tra le fo rtezze d i Piacenza e cli Ferrara, nelle qua li il governo imperi a le teneva guarn igio ne. Le ope re realizzate dal Birago consistevano in qua ttro torri " m assimiliane", disposte intorno a BrcsceJlo a fo rmare una sorta cli irregolare trapez io con la base maggiore parallela a l Po. I fortiliz i era no numerati progre ssiva me nre eia ovest ad est in senso antiorario cd erano ded icati rispe tti va mente ai santi Francesco, Ferdinando, Massimiliano e Carlo. Dietro le torri nr. l e nr.4 stavano a protez ione de lla gola de lla testa cli ponte due batte rie permane nti, difese eia lune t.te e denomina te " ba tter ia d ' argine s uperiore" e "batteria d ' argine infe riore '' in re lazione alla loro pos iz ione rispetto al co rso cie l fiume. li se m icerchio c he andava da una balleria al l' a ltra passa ndo pe r le torri m isurava all ' inc irca due chilometri e rnezzo. Lungo il pe rimetro sorgevano "in luog hi aclalli c inq ue pi loni cli Mattoni a g uisa d' obe lisco'' ( 11) , costruiti ne l 184 1 e destinati a servire da traccia per la posa de lla linea di palizz ate che congi ungeva in tem po cli guerra le varie opere fortificate . Formate da robusti pali d i p ioppo ed a lte oltre tre me lri, lali cortine - nelle q uali si aprivano quattro cancell i- venivano rimosse in te mpo di pace pe r evila re che il legno infracidi sse. A fine '53 il materiale e ra conservato sotto apposi te tettoie " in ben disposte cataste ( ... ) in parte in prossimità de lle Torri N° 3 e 4 , ed in parte in vicinanza de l Qua rtiere" del l'Art iglieria (12). Sta ndo a ll'Is pezione cl' Armeria, '·per l'intie ra linea d i palinate'' necessitavano c irca 8700 pali ( 13), ancorchè ne l '49 ne fossero stati concretame nte utili zza ti meno di 6500. Quanto alle torri rnassirniliane, esse derivavano il lo ro nome da ll'Arciduca ì\t1assi mi liano d ' AustriaEstc, z io di France sco V ccl ide ato re cli questo tipo di fortificazioni, utilizzato per la prima vo lta a L inz, ove a partire dal 1831 furono eretle una trentina cli torri formanti un vasto campo trincerato intorno a lla città (14). I fortiliz i che difendevano Bresce llo erano c irc ondati eia un fossato cli protezione e def ilati a lla vista cie l ne m ico eia uno spalto in terra. Le torri e rano a utosufficienti dal punto cli vista idrico in forza di pozzi in e sse es iste nti ed erano dotate -alme no ne l 1859- cli razzi eia seg nala zione e pa lle luminose; ciascuna aveva poi la propria bandiera. Fo rmale "cli 4 strisc ie cli ce leste e bianco, alte rnativamente c omposto" ( 15), tali bandiere erano di seta ed avevano una lu nghezza cli rn 2, 15; l' a ltezza e ra cli rn 1,80. Esse ndo peraltro dive n ute col tempo somig lianti a " segnali cli resa" per avere ·'perd uto il color turc hino" ( 16) , ne l maggio del ' .59 si ordinò d i pred isporne quallro nuove " in tessuto cli lana, c iasc una a q uauro rettangol i, d ue bia nchi e d ue turchin i in scacchiera'· ( 17).

" Memoria Saccozzi di cui alla nota precedente. p.345. " ·'Elenco·· del 30. 11.53 (Atti S.C.O .. f .420/ 1 ciel 1855). "Lettera del nrngg. Petzl al S.C.G. in data 29. 1.59 (A tti S.C.G., f.488 del 1859). " Sulle torri di L inz e sul sistema fonifieatorio dell'Arciduca Massimiliano si vedano E. HILLBR,\"ID. Die Tiirme von Lin;,. E rhzhe r zog Maxim i/ians Fes1u11gssy.11e 111 )ì'ir die Mona rchie. L inz, 1984. nonchè G. PERBELLIN I. I ,. V. TìOZZETTO . Ve ron a . L/.1 piuz;.a)ìnte o tlocentesrn ne/fu c ultr1rn europrn. ·verona. 1990. pp. 142-1 47. A L inz pr·estò la prop ri a opera. a f ianco ciel 1· Arcicluea, i I l:l irago. Massimiliano G iuseppe cl ' A ustria- Este ( 1782- 1863 ), fratello del D uca r'ranccsco IV, fu ·'uno tra i piCr eminenti teori ci cli ane mi litare ciel XIX secolo"" (G . PERBELLI"l1. L. V. BOZZETTO. UJJ. cii .. p.1 42 ), segnalandosi in panicolare appunto per gli studi e le realia.azioni nel campo delle Coniricazioni e cl ell "anigl ieri a. Legato a Modena, mise piì:J volte a disposizione del fratello e ciel nipote le proprie conoscenL.e tecniche. ispezionando tra l" all ro in più di una occasione i lavori per l'erezione delle torri hrescellesi ; sua pare sia stata l ' iniziati va della c·osf r11 7i o rH' c.lr· lle batteri e d 'argi ne . Sul la v ii;, d r. li · 1\n- irlrw;i v f'd:i si Cr'llll i /Ji ogmfù-i rii SA I? M r"·simi/i(l11n (;i11 w'r,J)t' d'J\us1ria- Fs1e, Vero na, 1863. '' Lettera elci e.do della II comp. cl' A 1·tiglieria all'lsp. R. A rn1c1·ia datata 13rcsccllo 20.5.52 (;\!ti bp. R. A m1eri a. i'.72 del 1852) "' ''Foglio d"Osservazioni sul ser vizio in Brescello·· datato Brcsccllo 14.5.59. a firrna elci col. f-crrari (;\tfi riservati S.C.Cì.1859. f.VIII/ 15). " L ettera del S.C.G. al e.clo cl' A niglieria e Pionieri datata MO 16.5.59 (ib idem ). U n ordine analogo, cviclcnternentc r·imasto ineseguito. era già stato impartito nel 18.52, giacché sin ei a allora le bandiere erano scolori te ed inservibili. come aveva ril cv:uo lo stesso Francesco V visitando la pian aforte.

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L'armamento principale clel le torri era collocato in barbetta sul terrazzo superiore dei forti , protetto contro le intemperie eia tettoie di legno che ven ivano rimosse in tempo cli guerra. S i trattava di una ventina di grossi cannoni in ferro da I 8 libbre (ca!. austriaco) fabbricati a Maria Zeli nel 1834/35, incaval cati "su affusto cli modello spec iale del ]' Arciduca Massimi liano" (18). Ogni torre era dotata di cingue di tali pezzi; sino a metà degli a nni '50 la torre nr.3 ne ebbe peraltro sci. I cannoni cl' ala potevano radere col loro fuoco i I piede dello spallo dei forti vicini e la linea delle palizzate, spazzata altresì dal la mitraglia cli obici posti in casamatta al i' in terno delle torri e deputati pure alla difesa "della penden7,a interna dello spalto e del fosso" (19). Di tali obici, da 7 libbre austriache, ve ne erano quattordici in bronzo e sei in ferro. e cioè cinque per torre; un settimo ob ice in ferro era depos itato nei magazzini ins ieme ad alcuni altri cannoni eia 6 con affusto "alla marinaresca". Due degli obici in ferro vennero peraltro trasferiti altrove nel 1855. G li obici i11 bruuzu e ra11u sLali fabbricati a Vienna tra il 1833 e il 1834 da certo maggiore H uss (20); quelli in ferro -anch'essi di provenienza austriaca- erano stati inviati a Brescello nel ·48 "allorchè eia l\.foclena fuggirono le Truppe Piemontesi" ccl erano originariamente destinati ad armare il fortino di Sparavalle. Nei periodi cli tranquillità le torri -o quantomeno alcune di esse- venivano disarmate, nel senso che le loro bocche da fuoco, tolte dagli affusti, erano riposte insieme ai medesimi nell'interno dei forti . Dal 1852 le torri nr. I e nr.4 rimasero ad esempio sempre nel lo stato cli pace, nè vennero riarmate se non nel 1859, salvo una parentesi nel corso del 1854. Per quanto rig ua rda le batte rie d'argi ne, a nch'esse erano armate di cannon i in ferro eia 18 libbre cal. austriaco, in numero di due per ogni postazione. Avendo peraltro una piena del Po eroso la sponda nei pressi della batteria superiore, ed essendo quest'ultima ormai minacciata dal fiume, nell'autunno ciel 1851 si provvide a demo !iria, dopo averne trasportato in magazzino affusti e pezzi. Questi ultimi ve nnero poi ricollocati in una nuova ·'batteria superiore" costruita nel '59 in occasione dei lavori effettuati per porre la piazzaforte in stato di difesa, Come già si è accennato, a Brescello era anche conservato in apposito magazzino il materiale eia ponte del l'esercito ducale. Si tratta va cli tavole, ancore, funi, battei li e quant' altro necessario per la costruzione cli un ponte cli barche ciel tipo cosiddetlo "alla Birago", realizzaro per la prima volta proprio per il governo estense e successivamente adottato clall' Austria e da numerosi altri eserciti. II materiale, "tutto riparato nel l 857 dopo c he fu fatto I'( ...) eserciLio ciel Getto del Ponte" (21 ), venne nel '59 portato a Mantova dopo l'evacuaLione di Brescel lo. "Sol ido( ... ) da potervi sopra tragittare con sicurezza(.. ,) Cavalli, Artiglieria, e Carriaggi" (22), i I ponte poteva essere posto in acqua in meno di una giornata, ancorchè non fosse poi opportuno lasc iarvelo per più di tre, essendo l"'alveo di sabbie" ciel Po "da Piacenza all ' ingiù" "sempre in moto" (23). Sebbene le torri brescellesi fossero effettivamente "ben costruite" (24), la piazzaforre presentava nel suo complesso non pochi punti deboli, a cominciare dalla gola, protetta solamente dalle batterie d' argine, munite cli quattro cannoni in tutto. Le cortine cli legno che raccordavano i fortilizi , oltre c he di per se

" Rapporto 12.8,59 cli tal colonnello Massimino ri portato in A, MORL op. cir,. pp.75-76.

''' Ibidem. '" Cfr. (anche per i dati relativi ai cannoni da 18) l" ·tnventario (...) degli oggetti d'aniglieria (..)esistenti nelle(,.) Torri Forti'. datato Brescello 31 .1 2.36 e conservato in Atti l sp. R. .1\ rrneria, f.98 (Inventari d ' armeria). " " Elenco" ciel 23.2 59 (Atti S.C.Cì., f.489 ciel 1859). " Mem. Saccozzi di cui alla nota IO. p.347. ' ' l .,-, 11"r;1 ,i<,1c1.mi:md ;111 tr. dc.Jlr. fortifir.azioni cli Bresr.ello al S.C.G. datata Bre.scello 5.1 2.48 (Atti S.C.G., f.322/8 de l 1848). Non risulta con chi,ffczza dai documenti esaminati se col materiale a disposizione si potesse gettare il ponte sino alla sponda lornbarclo-vcncta o se per arrivarvi fosse necessario il concorso austriaco. A quest'ult ima soluzione pare condurre il rilievo ciel Saccozzi secondo il quale in occasione del passaggio ciel Po effettuato il 15.3.49 dalla divisione austriaca Culoz ' •i materiali Estensi poterono intieramente bastare" , ma solo '·per essersi data la favorevo le cornbinazione che il Pò (,..) in modo straordinario. era in quel rnornen to scarso d' acque" (rnern. cli cui alla nota IO, p.352). Il Saccozzi precisa però poi anche che ·'In diverse epoche Cu il l\ilaterial e del Ponte di Brescello aurncntaro·• (ibidem, p.350); inoltre secondo un '·Elenco'· ciel 29.4.52 l'equipaggiamento da ponte venne completato nel corso del 1850. O ltre che del ponte alla Birago J"esercito ducale disponeva anche di un pon ti cello volante. ideato d,11 Cìuidugli cd atto al superarnento di torrentelli. canali, ecc.

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stesse poco robuste, erano poi prive di spalto cl i prote1.io ne e quindi esposte in pieno a l fuoco dell'artigl ie ria nemica, che tra l'altro poteva godere dei vantaggi assic urati da u n terre no percorso eia argini e coronel le spesso parallel i a l perimetro fortificato. Canno ni di g rosso calibro collocati in luoghi opportuni su lla riva destra del Po a mo nte e a valle cli Brcscel lo poteva no ino ltre prendere d' infilata il corso del fiume e col loro fuoco incrociato re ndere "se non impossibile ce1to pericoloss isimo e m ic idiale il passaggio da u na sponda a ll 'al tra'' (25). cornprorncrtcndo così la fu nz ione primariamente assegnata alla piazzaforte. In occasione della campagna del '49 e più ancora nel corso cli qucUa del '59 furo no pertanto eseguiti estesi lavori d i rafforzamento, volt i a migliorare le condiz ioni difensive dell a tes ta di po nte. Per sventare in particolare la minaccia di un ' interru1.ione delle comu nicazioni fra le due rive de l Po, nel 1859 vennero erette cluc batterie nei pressi di Viaclana, sulla spo nda lornbarclo-vcncta prospiciente Rrescello, o nde te nere sotto tiro i punti da cui l'artiglieria nemica avreb be potuto battere il fi ume. Otten uto l' assenso austriaco, se ne iniziò la costruz ione nella seconda metà d i maggio; il 7 g iugno le opere potevano dirsi terminate. La prima batteria sorgeva "al passo così detto del Porto•·, praticarnente cli fron te alla foce dell 'Enza. ed e ra armata cli q ualtro pezzi eia 18 messi a disposizione dal gen. \Val lmoden. La seconda batteria, posta "nel bosco di proprietà dell'Ebreo Giona Cantoni", frontegg iava pi ù a valle S . Croce cli 13orctto cd e ra munita di ci nque cannoni da 12, d i cui d ue forni ti dall'Austria e tre venuti dalla C ittade lla cli l'vloclcna. Dopo l'arm istizio di Vil lafranca. le fortificazioni d i Brescello -ove le truppe d uca li avevano lasciato solamente '·alc uni cannoni di ferraccio, cli cui parcccbi inchiodati, e qualche armamento per il servizio di q uel le artig lierie" (26)- ven nero giudicate "per fettamen te inuti li " '·e piuttosto dannose" in caso di ripresa del confl itto (27). s icchè con decreto 19.8.59 cie l dittatore Farini fu d isposto il d isarmo e lo smantellamento delle torri . A c iò s i provv ide dopo qualche te rnpo, '·faccnclosi saltare colle mine la parte muraria e spianandosi in seguito i terrapien i e colmando le fosse più tardi ancora·' (28). Sebbene a parere d i Carlo Mczzacapo Modena. ·'con la sua cinta regolare e Ja sua c ittadella"'. potesse essere considerata ancora a metà dell'Ottocen to '·una piazza eia g uerra" (29), sul piano strettame nte mil itare la ri levanza della c ittà era ormai abbasta nza modesta. La C ittadella, costruita nel Seicento, era mancante del bastio ne prospicie nte la c ittà, de mol ito s ul fini re de l Sellecento pe r ordine ciel D uca Ercole HL In sosti tuzione del baluardo. destinato a copri re I' ing resso de lla fortezza, Francesco IV aveva fatto inna lzare ne l 1832 u na torre fort ificata, o "clongione". di c ui peraltro il governo rivoluzionario del '48 decretò l'abbatti mento . A l ristabi limento dell'autorità ducale ciel la to rre non ri manevano in elTelli ''che i sottcrane i, e primo piano coperti d a tetto provvisorio"; ed a nc he le a ltre d ifese della fortezza dal lato verso la c ittà ri sultavano assai com promesse clai guasti comp iuti ne i mes i precedent i, d urante i quali si era proceduto in q uel settore a ll a distruzio ne della maggior parte degl i spa lti , a lla col matura del le fosse, ecc. Di studia re quel c he convenisse fare ·'per c uoprire la Porta cli Cittadella" ven ne incaricato g ià i l 16.8.48 il magg. Carnpi lanzi (30), c he condi vise l' idea elci D uca cli costruire ·'un R ivelino o c! una frecc ia in terra'', concord ando altrcsì col sovrano s ull' oppo rtu nità d i rea lizzare ·'u n glacis·' per proteggere " il m uro verso la città" nonchè cli ·'scavare d inuovo le fosse" . Con decreto cie l 23 agosto Fra ncesco V o rdinò

" Rapporto IVlassirnino di cui ril la nOla 18. " '·Osscrva1.ioni e rncrnoric (. .. ) sulla Testa cli Ponte a Brcsccllo. dicl ro vis ita sopra Luogo". a 1·irma del col. Fcrra ri e datale 14.5.59 (Alti 1·iservati S.C.G.- 1859, LVIll/1 5). '" Rcln ionc in data 25.9.59 ripo1ta1a in A . IVIORI. op. cii.. p.76. " Rapporto ì\fassi111 ino di cui al la noia 18. '' A ivlORI. op. cir.. p.77. ,., C. !VIEZZACAPO. Sru10 Miliwrc del/"!wlio (Copo V Ducali di Pwmu e !vfudrna). in «Rivisla rvl ilitare». anno Ili ( 1858), vo i.I. p.264 . Sul le fortificazioni d i :Vlodcna si vedano tra l' altro S . ORIOLI. Le(orrijica~iu11i di Mode11a nella storia dei loro tempi. Modena. 1903. nonché H. VAN BERGEIJ K, Fra111:esco Te11si11i al1(/ 1he de/'ences 11( Mode110 , in « Fo ri». vol.18 ( 1990). pp.29-42. "' Le istru zioni cli r rancesco V. no n datate ma protocollale da l S .C( j_ il 16.8.48 e in pari data trasmesse al Campilanzi. trovansi in Alli S.C.G ., r.316/2 del 1848.

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che i lavori per riportare la fortezza in srato di difesa fossero al più presto in iziati. D ire tti dal lo stesso Campilanz i, tali lavor i s i protrassero con qualche interruzione s i.no a l 1850. L' armamento della Cittadella, collocato su l saliente dei bastioni, si limitava a tre canno ni da p iazza in ferro da 12 libbre cal. francese; un q uarto cannone s i era reso inservibi le nel '48. In occasione degli eventi ciel ' 49 a lle bocche da fuoco es istenti s i aggiunsero tre mortai austriaci inviati eia i\1antova; uno di essi rimase a Modena s ino a l 1851. Anche ne l '59 J"Austria pose a disposiz ione del governo ducale un mortaio per completare l'armamento della C ittadel la; il pezzo, da 60 libbre, a rrivèJ a Modena il 25 marzo insieme ad una scorta di I 00 bombe. Mortaio e cannoni da 12 ven nero peraltro trasportati nel successivo maggio a Brescel lo. Per quanto riguarda le mura, la c inta della Capitale risaliva al XVI secolo cd era ormai pressochè priva cli reale importanza militare. Quando tuttavia sul fi nit·e degli anni '50 s i decise cli demoli re la porta Castello Francesco V non mancò di impartire d ispos izio ni , affincbè "nei fabbricati laterali alla( ...) barriera" destinata a sostitu irla venissero praticate "delle cannon iere per gli Spingardon i da 6 ( ...) eia servire alla difesa'' (31 ). La demolizione cli porra Castello, come del resto anche il rimp icciolimento del vicino bastione "ciel Pallamajo", s i ricollegava a lla costruzione della ferrovia centrale italiana, mirandosi con l'apertura della nuova barriera a dotare la c illà di " un gra ndioso e ridente accesso dalla Stazione della Via Ferrata" (32). Destinata ad entrare in esercizio ne ll'est.ate ciel 1859, la "S trada ferrata del l' Italia centrale'' collegava P iacenza con Bologna attraversando il territorio del Ducato; alla linea dovevano inoltre rannodars i tratti per Mantova e Fire nze (33 ). Francesco Y s i era peraltro preoccupato cl i conc il iare la realizzaz ione della nuova opera con la salvaguardia clclla sicurezza dello Stato. Così il sovrano stabi lì (agosto ' 53) che la stazione di Modena dovesse essere collocala '•in modo eia essere infilata ( .. .) da uno dei bastion i della Cittacle lla'·, ordinando a ltrcsì (gennaio I 854) che nei pressi della fortezza la Iinea a vesse a seguire il tracciato "quale il Comando cl' Artiglier ia stimò pel m igliore, c ioè q ue llo che permette l'infilala dai due lat i verso la Stazione( ...) e verso Reggio'' (34) . Onde avere poi mezzo d i battere efficacemente la stazione -che doveva sorgere nei pressi della barriera cli porta Caste llo, "sul vecchio campo cli manovra a bella posta abbandonato" (35)-. il Duca progettò di collocare d ue n uov i pezzi "non minori che ciel calibro eia 12 ( ...) nel fianco cie l bastione Nord-Ovest della C ittadella" (36); nel '59 però tale disegno non era stato ancora attuato (37) .

"Cfr. la lettera indirizzata dall ' lsp. R. /\rmeria al S.C.G. l' 1.6.58 in Atti lsp. R. A rmeri a. r. 78 ciel 1858. D i studiare la cosa venne incaricato il PetLL che. "·r·iconosciuto essere impossibile valersi ( ... ) degli Affusti attuali .. in quanto coi medesimi il rinculo ciel le spingarde sul pavimento era d i o ltre 12 metri, propose di incavalcare i pezzi su affusti particolari. la cui costnrzione fu approvata dal D uca il 4.6.58.

'' T. DE VOLO. op. cir., l.11, p. l 56. Sulla risisternazione del la zona d i porta Castello vedasi G. 1:31:::RTUZZI. // ri111wvomenlu edilòo a f\·todena np//c, I1ri111a 111ucì del/ ·0IIou•1110. IVlodcna, 1987. p.3 1 nonché p.68 e sgg. ·'-' Decisa con la convenzi one di Rorna, stipulata nel 185 1 tra i governi di Firenz.e. iV1oclcna. Panna. V ienna e Rorna, la costruzione della f'crrovia ebbe inizio nel I 854. prendendo pera ltro impulso solamente dal 1856. Sulle tr avagliate vicende della ·'St rada ferrala dcll'Jtalia centrale'' si veda G. P. BORGHI. R. ZAGNON I. Docume111i pn ww srori(1 dellafermvi{/ centra•

le italiana. !I u ·1r1eggio di Frn11cesco V con il conte Teodoro Bayurd De \lo/o, in «Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie IVlodcncsi,,. serie XI, voi.V ( 1983). pp.231-265. " Le d isposizioni sovrane del 28.8.53 (al S.C.G.) e ciel 18.1.54 (al M in. dell'Interno), dalle quali sono tratte le citaz.ioni nel testo. sono conser vate rispett. in /ltti S.C.G .. f.398/13 del 1852. e in i\Si'vlo. R. Segreteria di Gabinetto, chirogra fi sovr,111 i, f.356 ciel 1854. '' Chirografo di Francesco V al M inistro del l' Interno datato RR 26.5.56 (AS/vl o, R. Segreteria di Gabinetto. chirografi sovrani. f.358 del 1856). "· Lellera d i Francesco V al S.C.G. datala RE 12.5.56 (i\tti lsp. R. Arrneria. f.77 del 1857). " L' l sp. cJ'Armcria (lettera al S.C.G. ciel 30. 11 57 in i\ tti S.C.G .. f .459/4 ciel 1857) aveva proposto di acquistare per il bastione dei cannoni in bronzo eia campagna ·"Ja col locarsi ( ...) sopra pajuoli ivi appositamente collocati'·. Con provvedimento del 4.1 2.57 Prancesco V optò invece per meno costosi cannoni in ferro da piazza. sospendendone peraltro l'acquisto nella prospettiva cli poter utilizzare provvisoriamente i pezzi eia 18 della derno lita batteria superiore di Brescello. Sempre per ragioni cli economia tuttavia anche l',1ttuazione cli q uest' ultimo progetto fu d ilazionata, i"inché sopraggiunsero gli av venimenti del ·59 _

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Anche per quanto riguarda la traila reggiana Francesco V ebbe cura cli disporre che nei dintorni del la città la linea venisse tracciata "in modo che tanto l'interno ciella Stazione" -attraversando la q uale la ferrovia puntava su Modena- quanto " i due tronchi che si dirigono verso Parma e Guastalla"' potessero essere presi d' infilala ·'eia una opera da costruirsi'" (38) . A questo proposito l' Aniglieria suggerì cli realizzare una balleria coperta, da armare con quattro cannoni da piazza in ferro da 18 montali su affusti al la massimiliana e da erigersi sul saliente del grande bastione di San Marco, posto a dominio dell 'area presso porta San Pietro scelta per la costruzione del la stazione (39 ). I I 2.1 2.53 iI progetto ottenne l'approvazione del Duca, ma i lavori per la realiuazione della batteri a in iz.iarono solalllente ne l 1856, per terminare a lla fine di maggio dell 'anno successivo. Nel '59 l'opera era peraltro ancora pri va del l'armalllento. non essendo lllai stati acquistnti i pezzi ad essa destinati. Sul baluardo di San Marco sorgeva pure il forte Ferdina ndo Vittori o, così denominato in I11eI11oria del fratello cli Francesco V, mono nel clicernbre ciel 1849. Jl forrilizio, posto alla gola ciel basrione. ass icurava alla guarnigione di Reggio "un luogo ove ritirarsi, difendersi, e tenere in dovere al bisogno la Città" (40). Sino al 1848 tale funzione era stata svolta dalla vecchia Cittadella. che però sotto il governo rivoluzionario era stata pressochè completamente smantellata (4 1). Anzichè ricostruire la fortezza, che era del resto "cli poco valore·' e per cli più "dominata dal Foro Boario", il Duca decise cli realizzare una nuova opera appunto sul bastione di San [VI arco, approvando il 28 . 12.49 un progetto elaborato dal!' allora capitano Petzl. I lavori ebbero in izio nei primi mesi ciel l 850 per terminare nel novembre clello stesso anno. Il Ferd inando Vittorio era un parallelepipedo di una trentina cli metri cli lunghezza. clalla cui facciata principale sporgeva una toua torre semici lindrica ·'che volgeva le sue finestre quadrate verso la città'" (42). Due cancelli in ferro vigi lati da garitte chiudevano l'area del forte, sbarrandone l'accesso dalle mura. L'arI11aI11ento, collocato nel 1851, compre ndeva un mortaio in brnnzo da 60 e quattro obic i di calibro francese pure in bronzo, d i cui tre da 5.7.2. (5 pollici 7 linee 2 punti) ed uno da 6 pol lici. Il mortaio, fornito dal I' i\ustri a ne ll'agosto ciel 1850, era pi azzato sul la piattaforma del fo rte unitamente a due degli obici, mentre g li altri due erano presumibil mente sistemati in casanrntta nei piani infe riori (43). Ogn i obice disponeva cli 100 colpi: il mortaio cli 150 bombe. Per disposizione del S.C.G. un terzo dei prniettili doveva essere caricato con poi vere mista a "rocca a fuoco" per essere utilizzato in caso cli bombardamento clclla città "quando la resistenza venisse lunga ccl ostinata"' (44). li comando del Ferclinanclo Yillorio era tenuto eia un ufficia le cl' Artiglieria. alle c ui clipcnclcn zc stavano una dozzina cli uomini fra graduati e cannonieri e che aveva pure l' incombenza cli aclclcstrnrc al maneggio dei pezzi alcuni ausiliari forniti dal presidio cli Linea. Nelle solennitù sul forte veniva inalberata la bandiera. che inquartava a scacchiera i colori bianco e celeste di casa d' Este. Acquistata nella primavera del 18.5 1. essa era in seta e misurava all' incirca 111 2.50 per m 1,80.

" Chirografo di r-rancesco V al lv!in. dell' Interno datato Olrni.it1. 30.9.5.ì (i\t l i S CG .. I'. .ì9ì/ 13 del 1853). A Reggio dovevano unir·si i due ran1i di ferrovia provenienti da Piaeenw e. vi;1 Guasr:i ll,1, da f\.fa ntova. '' Diverse furnno le proposte circ a il luogo in cui erigere la stazione d i Reggio. Oltre ,il la soluzione poi adottata si cr·a pc n5a to cl i collocarla cli fronte nlle rnura settentrionali del la citrà. tra i baluard i d i porta Socco rso e di S. Croce. per il qual caso l'autorità rnil itare aveva proposto cli costruire un nuovo fo rte ad ovest del la stazio ne. Dal canto suo il Comune d i Reggio aveva richiesto che essa veni sse posta p1·esso porta S . Croce. e cioè in una posizione irllerrnedia fra le altre due prospettate. ' '' Chirografo duca le ciel 28/ 12/49 al S.C:.C ì (ASIV1o. R. Segreteri a cl i Gabinetto. chi rografi sovran i. f.351 ciel 1849). ·" Uno clei !'ahbricati superstiti al l'in terno della C ittadella, il cosicldello ··Palau.o". venne 111alllenuto a disposizione dell ' arn n1 ini stra1.ionc mi l i l a r~ o nde po1c ssc v a le rse ne quale 1nagazz i no, a lloggio o c ase rrna. L." e sert ilo no n ùovetle tuu~-tv i tt set·virsi spesso di ta le edi fic io, se k tru ppe invi,1tc nel maggio '.'ilJ

il

rinl'orzare la guarnigione di Reggio. col:1 acquarti erale,

trovarono i locali ·'da gran tempo( ...) in d isuso( ... ) e( ... ) le f ines tre( ... ) bersag lio alle sassate della plebaglia·· (le1lera 6..'i.59

elci e.do di Piazza di Reggio al S.C.G. in A n i S.C.G .. f.492 elci 1859).

" i\. BALLETTI. op. cii.. p.ì2 1. " Dei quattro obici ciel Ferd inando V itrorio. due (da 5.ì .2.) era no st ati util izzati sino al 1850 per la di fesa del palau.o ducale di tV!odena; un terzo (sempre eia 5.7.2.) era stato restituito dalla Toscana nel mmzo '50: quello da 6, i nfine. era sta to preso da Massa. " Dispaccio 28.4."i I ai e.do c\ 'Artiglieri:1 ( A lli lsp. R. A rmeria. f.ì I del 185 1).

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Caduto ne l '59 il governo ducale. per decreto ciel Farini il Ferclinanclo Vittorio avrebbe dovuto essere subi to sma ntellato, ma -come nota il Balletti- " la burocrazia gli prolungèJ la vita fino al I 870", quando, ceduto al Comune, venne effettivamente atterrato dalle fondamenta (4.5). Ne!Ja montagna reggiana, s ull 'alto d i un costone domina nte la strada militare ciel Cerreto, sorgeva in prossimità della sella de lla Sparavalle l'omonimo fortino. costruito negli anni 1846/47 sotto la direzione del Pctzl. L'opera, che faceva pendant con la "Torre Martello'· parmense di Be rceto ere tta nel medesimo periodo a controllo del la strada della Cisa. consisteva in una torre a tre piani, con piattaforma coronata da un parapetto. A lla costruzione si accedeva dal lato opposto alla strada. tramite una porta situata all' ultimo piano, raggiungi bile a me zzo cli una scala a pioli. L'armamento previsto per la Sparavallc consisteva in alcuni obici eia 7 libbre, c he doveva no essere piazzati in modo da battere due tagli -o " brecce"- praticati lu 11gu la via militare a monte e a valle clel fortino. allo scopo cli bloccare il transito elc i carriaggi e de lle artigl ie r ie di un nemico avanzante (46). A segu ilo de lle vicende del '48 le bocche eia fuoco destinate alla Sparavalle fi ni rono però a Bresccllo. Dopo il ristabi li mento del governo d ucale Francesco V dispose dapprima che il fortino venisse posto in stato di difesa e ricevesse i s uoi pezzi, per poi decidere invece d i tenerlo disarmato e non presidiato. Parlando nell'agosto del ·57 ciel "Blochaus dello Sparavalle'', iI Duca affermava che non gli premeva "ormai più di conservare quel forte", le cui chiavi erano all'epoca in consegna al comandante ciel battaglione cli M ilizia della montagna reggiana (47). In quanto "gi rabile a Si nistra ed a dritta con fanteria e Cavalleria" la Sparavalle e ra de l resto '·un posto perduto", come e bbe a scrivere nel '59 l'Ispezione d'Armeria, che sollolineava a ltresì come essa fosse dominata eia un contrafforte ciel Ventasso su cui era possibile collocare artig lieria (48). Dopo la caduta ciel governo estense, il fortino, di cui ancora oggi salendo al Cerreto si vedono i resti poco prima cli Cervarezza, venne a quanto sembra occupato eia privat i. Anche per il tratto cl i strada al d i là ciel Cerreto si cm pensato ad un· opera di difesa, a vendo Francesco V nel I 850 disposto la costruzione d i una '·batteria eia campagna" a Soliera, poco oltre Fivizzano. La fo1tificazione doveva essere munita d i c inque pezzi, di cui d ue cli grosso calibro: il progetto venne poi però accantonato. Due forti furono invece e retti a sbarramento della cosiclcletta "Strada clcl!e Lame", aperta nel 1853 in val cli Magra per collegare Aulla col paese sardo cli S. Stefano. I lavori per la costruzio ne dei forti ebbero inizio nel settembre '53 sotto la direzione cie l capitano delr Arliglieria estense Prcissl. Nell 'estatc ciel 1855 le opere erano terminate e pronte ad accogliere la g uarnig ione, che in tempo cli pace doveva essere costituita eia una venti na di uo m ini al comando cli un sergente, per una metù a rtiglie ri e per l'altra metà cli Linea. Jn una nota dell'agosto 1855 il Saccozzi aveva suggeri to che ai clue fortini venissero attribu iti i nomi d i Adelgonda e Maria Teresa, in o nore del la D uchessa e di una sorella cli Francesco V; la proposta non convinse però il sovrano. che rimandò ad a ltro momento ogni decisione. La questio ne fu poi lasciata cadere, sicchè si continuò a parlare genericamente d i forti delle Lame o della Magra, ovvero -dovendosi disting ue redi forte ciel Bcrnino e forte della Chiusa in relazione a!Ja posiz io ne de i due fortilizi. Costruiti in località Staclano. non lungi dalla frontiera col Piemonte. essi si fronteggiavano dalle opposte rive del la Magra: quello s ulla riva destra sorgeva sul poggio eletto ciel Bcrnino, mentre l'altro chiudeva la strada all 'altezza del santuario della Madonnna degli ;\ ngeli. Una barca assicurava il collegamento attraverso il fiume. Verso la strada a l di là della Magra il Bernino volgeva una fronte convessa, realizzata in macigno tagl iato a scalpello e protetta eia un profondo fossato largo a lla sommità ollre tre metri. L' armamento cie l forte compre ndeva due cannoni in ferro da 8 libbre (cal ibro fran cese), un obice pure in ferro eia 7 libbre (cal ibro austriaco) ccl un altro canno ne in bro nzo sempre d i cal ibro austriaco da 12 libbre, tutti incavalcati s u affusti "alla marinaresca·'. Un secondo obice da 7 d ifendeva la C hi usa unitamente ad un cannone in ferro da 12 cli q1libro francese, l' uno e l'altro piaz1.ati rlicrro f'P.riloiP. (49)

'' A . BALLETTI, op. cii., p.72 1. Le arti gl ie rie d el Ferdinando Vittorio al 21 .5 .59 g uarnivano ancora la fortezza; wceess ivamerne ven nero a quan to sembra trasportate a Brescello. 11 · •

In tempo d i pace la t.r;1nsitabilitft de lla strada e ra assic urata da ponti d i legno che scavalcavano le b recce.

'' La c i1a1.io nc è tratta d,1 un provvedime nto ducale datato 2~.8.57 in marg ine ad un '·Elenco·' ciel 22 (i\tti S.C.G.. f.456/1 ciel 1857). '-' Rapporto dcli ' ls p. d'Armeria a l S.C.G. da tato MO 25.3.59 (A lli S CG __ f.490 ciel 1859). ''' De lle bocche da f uoco c he a rmavano le La me. quel le d i calibro 1ranccsc e ra no state prese da Massa. mentre g li ob ic i foce-

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Per meglio proteggere la pos izione della Ch iusa s i era sin clal 1854 pensato di costruire lungo il declivio ciel monte in cui era tagliata la strada un m uro di fiancheggiamento, onde collocarvi al caso clei tiratori. T re anni dopo l'opera non era stata pera ltro ancora compiuta, nè ciel resto i l Guerra -riferendo a l S .C.G. su di un'ispezione effettuata ai forti della Magra- la riteneva veramente utile se no n inseri ta in un più ampio s istema difensivo, alla c ui realizzazione Francesco V si clisse però contrario (50). All'atto della ritirata delle truppe estensi dal l'O ltrappennino ne l 1859 anche il Bernino e la Chiusa vennero evacuati. La guarn igione d ucale s i mise in marcia verso Fivizzano nella notte tra il 21 e il 22 m aggio, dopo aver gettato nella Magra o reso inutilizzabi li viveri, polveri e munizioni. '·Tutti li attrezzi ( ... ), Scovoli , Calcato.i, Cavaletti'' vennero inoltre " ma ndati in frantumi''; "Furono inchiodati i Pezzi R o lli i Diademi ch iuso i Forti, e gettato le Chiavi nel Fiume" (5 I) . Secondo gl i in tendimenti di Francesco V, in Lunigiana avrebbe dovuto essere costruito un terzo forte p resso Fosdinovo, a difesa della strada che da q uella local ità portava a Tendola corre nclo paral le lamente a lla via delle Lame. A lungo si ri mase incerti s ul punto esatto in cui real izzare l'opera. individuato infine nelle pendici elci monte Nebbione, senza peraltro che mai poi s i ponesse mano a i lavori. Anche il bre ve tratto cli litorale tirre nico appartenente a llo Stato este nse. compreso tra la Parrnignola e il Cinquale, era guarnito cli fortificazioni . Al le preesistenti ballerie costiere cli S. G iuseppe (presso la foce ciel Frigido) e di Avenza f<rancesco IV aggiunse nei primi anni Trenta i forti Maria Beatrice (al confine sardo), S. Francesco e Speranza, questi ultimi situati nel territorio de ll ' odierna Marina di Massa, rispettivamente in località Partacc ia e Poverorno (52). Nel 1847 passò poi sollo il controllo estense anche il forte toscano del Ci nquale, ne ll'ambito delle variazioni territori ali conseguite al trattato cli Fire nze del 1844. Le fortificazion i del litorale subi rono gravi danni durante la parentesi rivol uzionaria del '48. "Tranne l'artiglieria", scrive il G iam paol i, "venne asportato tutto il materiale uti lizzabi le : le serrande, il me ccanismo che azionava i ponti levato i (catene, c ilindro, manovelle, ecc.)" (53) . Se al ristabilimento della sovran itit estense nel 1849 i1 Cinquale fu rinvenu to "quas i come si lasc iò da noi nel 22 Marzo 1848, cioè col l' identico armamento cli due Pezzi d ' Artigl ie ri a uno eia 24 ( ... ) l' a ltro da 12 ( ...) entrambi in ferro sopra affusti da c osta; pii:1 due Spingarde" (54), la maggior parte delle bocche eia fuoco trovare nei fortini e nelle batterie costie re e ra in cattive cond iz io ni se no n aclclirit.tura inservibi le; il Maria Beatrice era poi completamente disarmalo (55). Quest' ultimo forte, particolarmente ma lridolto e d ulteriormente degradatos i negl i anni 1850/51, quando restò a!Ticlato a lla hnanza, venne se midi strutto dalle acque cleJJa Par rnignola, s icchè si stimò ciel tutto inutile ripararlo ed in pratica lo si abbandonèi. Q uanto a lle altre fortificazioni, ne lle batterie di S . G iuseppe e cli Avenza venne 1·i messo in l'unzione un pezzo (a q uanto risulta da 24 libbre), come pure si lasciarono in batte ria a l Cinquale i due can noni ivi trovati. Viceversa i fortini di S . Francesco e della Speranza furono disarmati e ceduti ne l 1850, a l pari del M ar ia Beatrice, al la Finanza "col l' obbligo cli conservarl i in istato cli buon mantenimento o nde valersene all' opportunità risparmiando ad un te mpo la guard ia Mi litare di Fanteria, o d'Arti g lieria" (56). vano parte ciel lotto di pezzi dest inati orig inarialllente alla Sparava llc: il cannone di bronzo era infine in precedenza assegnato alla mezza batter ia da posizione. Le artiglierie vennero co llocate nei forti nel se11em bre/otrobre del 1855.

~, li rapporto del Guerra -del 7.5.57- è co nservato in Att i lsp. R. A rm eri a. 1.77 del 1857; le detern1 inazi oni sov r;me (del 30.5.57) sono in calce ad un ' ·Elenco'· del 29.5.57 (A tti S.C.G .. f.456/1 del 1857). " Rapporto del sottotenente V. Corradini al e.do della li i compagnia d"Arti glicria datnto Castclnovo ne' !\fonti 24.5.59 (At ti S.C.C .. C.493 del 1859). " S ul le i'ortificazio ni de l litorale masf>ese vedas i S . C IA MPAOLI.

ov òt.. in

pa rticola re capp.l X e X L

,, lbid('III , p.1 40. '·' Rapport o su di un' ispezi one co mpiuta dal co l. f'err,1ri al 1·on e del Cinquale il 18.4.49 in Att i S.C.G .. i'.316/ 13 ciel 1849. ' ' Cfr. una relazione del Cìuerra al S.C.G. datata l.5.49 (i\ t.t:i S.C(ì ., t'.336/1 3 ci el 1849). l danni. r iguanl anti soprattutto telai cd affusti. eran o stati provocati ·'sia dal Vandalismo ri vo luzi onario. onde deru barne le ferra menta le più grosse. e le part i in bronzo, sia dall' intc mperie delle stagi oni, cui rimasero espost i. scoperti. o sfasciati nel 1848. e molti mesi del I 849'' (rapporto 8.3.50 dell'lsp. R. A rmeri a al S.C.C. in Atti S.C.G., f.343/5 del 1850). '" R apporto 8.3.50 di cui alla nota precedenLe. I n un primo morn cnto al !'orte S. r rancesco era stato rimesso in batteria un pezzo eia 24 .

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Poichè tuttavia tal i forti venivano " lasc iati in abbandono, e andavano a comple to de perirncnto. ne si avre bbe potuto vale rsene qualora occorresse per Ivli litare di fesa'' (57), per ordine ducale essi vennero riconsegnati nel febbraio '52 all'esercito. A lla c ustodia de i fab bricati e cie l materia le depos itato a S. Fmncesco e a lla Spera nza vennero destinati a lcuni artiglieri semi-i nabili, eletti ap punto "guarcla forti "; un g uardaforte fu pure assegnato alla batteria di S . Gi usep pe. I guarclaforti dovevano essere avvicendati ogni trenta g io rni , ma cli fatto per ta lun i di essi il turno a lla marina durava anche parecchi mesi. A segui to del tentativo o rsinia no ciel '53 (58) a nc he i forti Speranz a e S. Francesco ve nnero posti in stato di d ifesa e d armati ciascuno con un canno ne da 24. Nei primi mesi del '55 le difese cost iere potevano in effetti contare su sette pezz i in batteri a, dei q ua li due al C inq ua le, altrettanti a S . G iuseppe ed uno ciascuno a lla Speranz a, S . Francesco e Avenza (59). Tra artiglieri , cacciatori e g uardie cli l"inanza i posti ciel litorale erano g uarniti nel periodo da o ltre sessanta uomini (60). I fort.i Spcra nza e S . Francesco, come ciel re sto anche i l Maria Beatrice, avevano pianta pentagonale ccl erano circondati eia fosse (colmate ne l '52) con spa lto cli protezione; il S . Francesco aveva dimensioni maggiori ed era dotalo d i rivesti mento in m uratura. All'inte rno dei fortini sorgevano una caserme tta e un de pos ito per le muni 7.ioni. Per proteggere i pezzi d ' artig lieria da lle intem pe rie e dalla sa lsedine ve niva a qua nto pare util i7.7.ata tela da vele incatramala. Sostanzialmente non d iss in1ile doveva essere anche il forte del Cinqualc. situato sulla riva sinistra dell'omonimo torrente. Al pari delle batterie di S . Giuseppe ed Avenza esso era dotato d i razzi da segnalazione. Razzi da segna lazione v ' erano anche ne l castello d i Massa, ·' un a ntico Fo rte abbastanz a in buon stato e mun ito di 5 peni d ' Artiglieria" , che dominava "la sottostante ( ... ) Cillà non c he 1c strade per Toscana e la Spiaggia" (6 1). De i cannoni che armavano la fo rtez7.a, ove erano s ituati i maga zzini cie li' Artiglieria. q uattro e rano da 6 libbre ed uno eia 12, tutti in ferro (62) . Nelle so lennità sul forte di Massa e su q ue lli del li tora le venivano inalbe rate le ba ndiere, ricevute ne l 1855/56 in sostituz ione cli q uelle ·'dis pe rse ( .. .) da i ribelli nel I 848'' (63). A q uanto risulta. la ba nd iera del forte di ]\,lassa era in seta coi colori estens i inquartati a scacchiera, me ntre i posti c ostieri in nalzavano il vessillo naz ionale bianco-rosso- bleu (64).

;, ··clenco'· del 26. 11.5 I i n ;\ ni S.C.G .. Ordini cl i M assima. f.7 ( I 849/:'i Il.

5' Cl'r. i11Jì·a. cap. X V I I. _.,, Cfr. uno sc ri tto del Caso ni sull" Oltrappennino e sul modo di cli l'endcrlo darnto MS 28.4.55 in A Sl'vfo. R. Segreter ia di Cabinello. r. 657 ( 1/18). O ltre ai pezzi in batteri a. nei forti ni e nelle bal.lcric del litora le si lrovavano altre bocche da fuoco smontale. D a una situazione al 1· l .6.54 redalla dal I' I sp. A rmeria (;\ti i S.C.G .. f.405/4 del 1854) r i sulta in particolare che

cr

nelle fort i ficazioni costi ere v "erano non rneno di quindici cannoni: sci eia 24 libbre. cinque da 12 e quattro da 8. A ques ti ultim i si rife riscono alcune tabelle (conservate in A lli lsp. R. A rn1eria, f. 74 del 1854 e datate MS 2 1.4. 11.7 e 17.7 1854) predi spos te dalla Ili compagnia cl ' Artig li..:ria, che ne ripo rrnno le ca ratteristi che essc111.iali. Secondo tal i docurnenli, due di questi pezzi recava no sulla cann a la scriua ' ·lì,1co11 Solid"' ccl una ''P.. sorn1on1a1a eia corona reale; il d iametro del l"anima al la bocca era per uno di mn1 I I.ì e per l"altr·o cl i

111111

11'.2. rnentre la lunghezza er·a r ispettivamenle cl i m 2.485 e m 2.475.

Il pezzo pili cor to portava sull"orecchione sini stro il numero 4. Quanto agli al tr i due cannoni. entrambi calibro 112 111illimetri. essi recavano sul l' orecchione sinistro 11110 il nr.65 e l"al tro '"in apparenza" il nr.85: sulla canna avevan o per contrassegno rispeu i varnenLe le lc1tc re '";\"' e " NI ... A quanto r isulta i ca nnoni in 4ucstione. tulli in ferro. erano stati a suo tempo forniti eia] Piernontc. "' Cfr. un ra pporto del 111ag,g. M cssor i all'inca ricato ci el Comando Superim e Oltrappennino datato JV1S 3.3.55 (ASMs. e.do della Piazza di Massa 1850/58. b.9). ''' l~r,l C:isoni ?8 4 55 çl i cu i alla nota 59. ''' In

1111

pr irno tempo il forte cl i Massa era rnunilo d i sene peni d'urt ig licria. Cno di essi fu poi trasportalo al Ferdi nando

V iltor io, mentre un cannone eia 8 venne nel 1853 demolito e venduto alla ferriera di Fivizzano perché inser vibile. Per lo stesso rnoi-i vo vennero pure nel!" occasione ceduti un cannone da 12 che si trovav a a S. G iuseppe e due cannonc ini (da 2 e da I ) deposi tal i nella caserma d ' Art ig lieri a in cittii. ''' ·'Elenco·• del I ì .1 2.52 (Alti S.C.( i, f. 37 I/2 del 1852). ,,, Per porTe la bandiera sull'antenna si 1·icorrcva negli anni '40 al sislema. per la vcr ir~ 11011 troppo p1·a1ico. d i fare salire sull"asta un soldato che ve la co llocasse (dr. una lettera del Casoni al S.C.C. del!" 1.3.55 in Atti S C.Cì .. !.42.ì/4 del 1855). Successi va111ente venne a quanro sembra adotlato un metodo meno ru dimen tale. ma piutlOsto macchinoso. che consisteva

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Oltre che clai fortini e clallc batterie, il litorale estense era guardalo anche eia un paio cli lance, in un primo tempo poste sollo gli ordini cli un sottotenente del le Piaae, il carrarese Gi useppe Crudeli, e success ivamente cedute alla r inanza. Una cli esse era una spronara a vela chiamata 'Trancesco V", mentre l'altra era a quanto sembra clenorninata "Santa ìvlaria della Salute''. Dopo la ritirala delle truppe estensi da J\-f assa e Carrara nel ·59 pressochè tutti i roni ciel litorale -in cui non erano rimasti che pezzi inchioclati e munizioni inservibi li- furono d i nuovo manomessi: "vennero portate via porte, finest re e anche affusti cli cannone" (65).

nel fissare la band iera ad un·asfa mobile. che veniva po i assicurata a ll'antenna vera e propria dal l' addello. il qu ale pe r guadagnare altezza saliva su d i un a ~orta di pilastro in collo costrn ito a fianco dc.I pen none. '" S . GIAIVIPAOLl. op. cii.. p. 14 1.

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PARTE II

LE VICENDE Le operazioni del 1848-49 Gli anni fra le due guerre La guerra del 1859

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CAPITOLO XIV Dalla tregua fra Austria e Piemonte alla denuncia dell'armistizio Salasco Le truppe estensi avevano appena inizialo a riorganiuarsi dopo il rientro a Modena d i Francesco V, che già venivano chiamate a cooperare con l'alleato austriaco. Il 17 agosto 1848 una trentina cli carabinieri ecl un centinaio di so ldati di Linea agli ordini ciel cap. Personal i partirono alla volta cli Pavullo e Pievepelago insieme ad una forte colonna imperiale. scorta ndo il commi ssario d ucale Sante Zanichell i. Due giorni dopo. un distaccamento formato eia 25 fanti estensi e 30 del regg. Haynau venne inviato a Camposanto. col compito cli assicurare i collegamenti tra le forze stanziate nel Modenese e reparti del II Corpo austriaco cli riserva che occupavano Bondeno. Riferen do a l S.C.G. sulla marcia, il comandante ciel drappello d ucale faceva presente che "col Sig.r Ufficiale austriaco" e i d i lui soldati ci si poteva intendere solamente "in forza cli segnali per non conoscere nessuno che la lingua del Paese nativo", la qual cosa tuttavia non imped iva che regnasse fra tutti " la più bella armonia" ( 1). Il posto di Camposanto fu poi tolto a fi ne agosto, dopo la ritirata oltre Po delle ultime truppe del II Corpo. l rivolgimenti interni dello Stato della Chiesa -che indussero Pio lX a riparare il 24.1 1.48 a Gaetamanteneva no pera ltro a lta la tensione sul confine pontificio, tanto più che ad essi si accompagnava un continuo rimescolio di truppe e corpi franchi. A Cento era ad esempio segnalata, nella 1xima metà cli settembre. la presenza di 400 volo ntari romagnoli ''rnal in arnese e che si abbandonano ad ogni sorta cli disordine" (2); rapporti di fine novembre eia Nonantola davano il limitrofo paese di S.Agata Bolognese occupato eia un cenrinaio di soldati: ecc. A sorvegliare la linea ciel Panaro iI 6.9.48 novanta carabinieri estensi vennero inviati a Bomporto, Camposanto e Finale, mentre ad evitare possibili sorprese dalla parte della via Erni lia avamposti austriac i guardavano il ponte cli Sant'Ambrogio e la Fossalta, ove sul fi nire di novembre vennero sch ierati pure due pezzi dell'artiglieria ducale. Compito dei carabinieri scaglionati lungo il Panaro era cli irnpeclire sconfinamenti e cli assumere informaz io ni sull'attiviti:t mi litare oltre fronti era: essi però non poterono dedicarsi più cli tanto alla loro missione, dovendo piuttosto pensare a frontegg iare l'ostilità delle popolazioni . La sera del 10 settembre a Finale, ove e ra dis locato il capitano Messori con oltre 50 uomini. le dimostrazioni per Carlo Alberto e contro i carab inieri furnno tali , che per evitare incidenti quei mil itari giudicarono opportuno abbandonare neUa notte la cittadina, del che accortisi i Finalesi "spiegarono fatto g iorno diverse tricolori Bandiere'· (3) . Lodando la " mirabi le moderazione" mostrata ne ll'occasione dalle truppe di fronte acl uno "spirito di rivolta (...) talmente pronunziato che avrebbe g iustificata una energica in tervenzione", f<rancesco V ordinò il temporaneo sciogli mento della Jocale Guardia Civica, accusata d i avere mancalo ai suoi doveri per non avere minimamente impedito i disordini (4). Due compagnie inviate dagli Austriaci valsero poi a ristabi lire la cal ma a Finale. Il passaggio per la Bassa di un convoglio di prigionieri piemontesi e toscani , falli oggetto di rumorose d imostrazioni cli simpatia, riaccese peraltro gli animi a metà ottobre, non soltanto a rinalc ma anche a San Felice, ove la locale brigala Carabinieri veniva "d i continuo oltraggiata da lla bassa plebe( ...) facendo le corna, cantando. e minacciando cli (...) percuotere con bastoni la Brigata stessa" (5). Così, quando il 19. l 0.48 anche l' ultima compagnia imperiale lasciò Finale, il com anelante del distaccamento estense -nel frattempo dimenato- ri tenne prudente unirsi agli 1\ustriaci. insieme ai quali i carabinieri si ritirarono prima a Mirandola e po i addiri ttura fino a Carpi. All'atto della partenza "sì l' una, che l'altra forza' ' vennero sono-

' La leller::t. non datata 111a protocollata dal S.C.G . il 2 1.8.48. è conservala in A tti S.C.G .. r.322/8 del I 848. ' Rapporto 10/11.9.48 ciel cap. dei Carabinieri 1v lessori al S.C.G. (il!ide111). ' Rapp. 11.9 .48 ciel cap. ìV!cssori (ihidcm ). ' Decreto sovrano ciel 13.9.48 co 111unicato in pari data cl::t lla R. Segrctci-ia d i Gahinc tl.o al S.C.G. (ibidl-'111). ' Rapporto I 6. I 0.48 della br igata Can1binieri di San 1-elice. rrnsmcsso in pari data dal com ando ciel Corpo al S.C.C. ( ibidem).

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ramente fischiate dalla popolazione "riunita in Piazza (... ) con segnali a tre colori'' (6). Naturalmente al clistaccamento fu intimato di rientrare a Finale, ma quando il maresciallo ìvJorancl i e i suoi uomini giunsero nelle vic inanze della cittadina le autorità municipali li pregarono di non entrarvi perchè "si era a ciò manifestata una decisa opposizione per parte cli molli" e si temevano disordini (7), sicchè i carabinieri dovettero adattarsi a prendere stanza a i'vlassa Pinalese, ove ancora si trovavano il 31 d i ottobre. Nella pianura modenese il fermento non era peraltro limitato a Finale: i carabinieri cli Mirandola, come anche i loro colleghi di San Felice, si unirono alla colonna in ritirata su Carpi "ritenendosi (... ) compromessi se più oltre si trattenevano nel le anzidette località" (8); nella stessa Carpi -ove si cantavano "senza verun ritegno canzoni liberali'' (9)- era stato necessario inviare a metà settembre circa 200 soldati austri aci ed estens i: 1'8 ottobre a Formigine si inneggiava a Carlo Alberto e a Pio IX, ecc. La situazione dell ' ordine pubblico era in realtù precaria in quasi tutto lo Stato e le auloritù fati cavano u padroneggiarla, anche pcrchè la forza Carabinieri sì trovava "di sove11te paralizzata (... ) pel riprovevole uso che hanno le popolazioni cli assembrarsi tumultuando, e cercare ogni modo per far onta, deridere ed opprimere la forza stessa" , all a quale il S.C:.G. non sapeva suggerire che cli operare con giudizio e moderazione, calcolando "l'imperiosità dei tempi (...), le circostanze molto diverse" dal passato "e sopratutto( ...) la tendenza cli molli a ll 'odio, benchè ingiusto, contro il Corpo" ( l O). Proprio a causa dell 'odio manifestatosi anche a Modena contro i carabinieri il ten. maresciallo Rath, comandante delle forze austriache negli Stati estensi ( 11), ordinò nell' ottobre che essi si astenessero eia! prestare il consueto servizio nella Capitale, ove le notizie della rivoluzione d i Vienna del 6.10 avevano acceso gli anim i, spingendo persino taluni soldati imperiali di nazionalità ungherese a percorrere con "strepitosi Evviva all'I talia e all'Ungheria" le vie della cill~t ( 12). Il 15 ottobre erano per cli più avvenuti gravi incidenti, innescati da ll'affissione in piazza Grande di un proclama rivoluzionario, che un granatiere estense osò rimuovere venendo subito accoltellato a morte. lvlentre gli Austriaci cercavano di riportare la calma, le truppe duca Ii venivano prudenzialmente ritirate in Cittadella, ove ancora si trovavano consegnate il 18 ( 13). A Reggio intanto ''ricomparivano alberi del la libertà con : Evviva la Repubblica ''', me ntre sulla facciata deJla chiesa cli San Prospero veniva posta una bandiera tricolore, poi ·'portata in trionfo dal popolo ne l corpo di guard ia del la piazza, cl' onde solo a' 28 Ottobre fu tolta cl ag li Austriaci" ( 14 ). /\Iberi della

• Rapporto 19. I 0.48 del e.te il distaccamento Carabinieri cli Finale (ihidc111). ' Rapporto 28.1 0.48 del comando Carabinieri al S.C.G. (ibidem) . ' Rapporto 20.1 0.48 del comando Carabinieri al S.C.G. ( ibidem). ·• Rapporto I I .9.48 del comando della Piazza d i Carpi al S.C.Cì (ihide111) . '" Le due citazioni nel testo sono tratte da istrn zioni inviate dal S.C.G. al comando Carabinieri ri spettivamente in data 16.9 e25. I 0 1848 ( ibide111). ·, Le truppe austriache stanziare nel D ucato erano piu ttost o numerose ed il loro malllenimento rappresentava

1.1 11

pesante

onere per le stremate finan/.e estensi. Francesco V chiese ripetutamente che parte del contingente imperial e venisse ritirata o quantomeno che i l cari co dei reparti disloca ti nel Reggiano e nel 1v l oclenese unicamente per moti vi stra tegici fosse assun10

dall'erario austriaco. secondo quamo del rcsro previsto dagli accordi in vigore. "' lnerenlcmente a ciii'', scriveva ad esem-

pio il D uca il 5. I 2.48 al Radetzky, '•dichiaro( ...) che la metà delle Truppe attualmente qui stan1.iale. cioè 3 B attaglioni cl" Infanteri a, sarebbe sufficiente per l'interna quiete dello Stato. Conside1·0 che il restante( ...) si trov i qui per viste strategiche riguardo a Bolog na ccl alla Toscana'' _Poiché il presti to forzoso di un milione cli lire imposto il 15.9.48 cm stato in larga parte giù speso e '"!"i mporne un nuovo(. ..) renderebbe il Governo toralmcnte odioso(. ..) debbo'· proseguiva il sovrano ·'fare le più Lll·genli ra ppresentanze all ' ogget.to cli non renclenni insosten ibi le quì nel paese; poiché un qu;ilche giorno il rnio Stato si limiter/1 pure alle sue_proprie forze militari. ecl il Governo ha assolutamente bisogno di non :n1111cntare i propri nemici·· (ASMo, /\ rch. austro-estense di V ienna. p.VL I'.4). " Rapporto 17. 10.48 ciel comando della Piazza di M odena al S.C.G. (Atti S C.G .. f.322/8 del 1848). ,., ·'Queste T ru ppe( ...) pazientano·• t"iferiva appunto il 18 il Saccozzi al Duca, assente in quel periodo eia \-1 odcna; --ma non occulter·ò a V.A.R. che potrebbe stancarsi la loro obbedienza, e i Capi di Corpo non essere forse in caso di oppor·si validamente a qualche tentativo d i vcndena. le cui conseguenze non si saprebbero prevedere'· ("'Elenco" del 18. I 0.48 in Alti S.C.G.. f.3 I 5/1 del 1848)

" A . BALLE'IT l , op. cii., p.708. A pane la Nnionalc e qualche carabiniere. a Reggio v·erano all 'epoca soltanto truppe imperiali.

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libertà venivano alzati pure a Marano e a Vigno la, e tricolori sventolavano anche a Poviglio e Castelnovo di Sotto causando, come riferivano i carabinieri cli Castelnovo, "grande dispiacenza" al Duca, passato eia quella località il 28. 10.48. Dopo la partenza del sovrano -proseguiva sconsolatamente il rapporto- si era detto in paese che se Francesco V "non voleva vedere la Bandiera si anelasse a farsi fottere, e( .. .) la venisse a prendere abbasso Lui se era buono" ( l 5). Le cose iniziarono a cambiare a partire eia! novembre del 1848, non tanto perchè nel D ucato fossero diminuite le spinte rivoluzionarie qua nto in relazione ad un diverso e più fermo atteggiamento delle autorità, senz'altro incoraggiato dalla vittoria riportata dall'esercito irnperialc sui rivoltosi cli Vienna che segnò la fine delle agitazioni liberali in Austria, allontanando definitivamente il pericolo cli un richiamo del Radetzky dallo scacchiere italiano. La vicenda dei carabin ieri bloccati a Massa Finalcsc venne così risolta I' 1.11 .48 con l'invio a Finale d i una forte colonna austro-estense, che ricondw;se il distaccamento ne lla cittadina trattenendovisi poi

diversi giorni, durante i quali fu completata la riorganizzazione della locale G uardia Nazionale. li più ampio problema di mandare ovunque ad effetto la riforma della Guardi a, disposta da l Duca con l'editto del 26.8.48 ma avversata da una parte non indifferente ciel Corpo, fu affrontalo spedendo altre colonne di truppa nelle varie località dello Stato (16). Severe disposizioni com inc iarono ad essere impartite onde porre freno alle più aperte man ifestazioni cli ostilità contro il governo: il Duca in persona ordi nò il 18 novembre, acl esempio, che si ingiungesse ai carabinieri di Modena ''cli non tollerare canti sed iziosi procurando di arrestare gli autori anche a costo cli farlo col la forza'' (17) . Alla fe rmezza le autorità continuarono peraltro ad alternare per q ualche tempo la prudenza, tanto che ancora a fine novembre, dopo un' aggressione subita eia un granatiere, il S.C.G. raccomandava aJ co mando cli Linea d i inculcare ai suoi subordinati d i "non immi sch iarsi negl i affollamenti di popolo quando si accorgono che vi sono tumulti, vociferazioni, jallanzc e canti clamorosi'' e "cli deviare( ... ) dai luoghi ove succedono siffatte scene e clisorclini , tanto per evitare le di sgrazie ind ividuali (...) quanto per non dare appigli e pretesti a incolpazioni maligne" ( 18). E sempre il S.C.G. condannava il 27.12.48 "lo zelo intempestivo cli qualche Soldato'', cui si imputava di fornire occasione per nuovi tumulti e disordini ( 19). Il 2 gennaio clcJ 1849, su espresso ordine ducale, vennero peraltro emanate nuove d isposiLioni, cbe imponevano ai militari di fare senz'altro uso delle armi se attaccati o presi a sassate, e persino quando non si ottemperasse all ' intimazione di cessare gli insu lti o le provocazio ni contro la forza. L'8 il Duca provvide poi a sciogliere la Guardia Nazionale Urbana di l\tloclena, ri servando nei giorni successivi il medesimo trattamento alla G.N.U. di allre local ità (20) . Nel Ducato continuavano però le manifestazioni d i insofferenza e i disordini, moltiplicati anche clal1' incerta situazione venutasi a creare con la scadenza clell' armistizio Salasco (2 1.9 .48), che autorizzava Austria e Piemonte a riprendere le ostilitù in qualsias i momento. li 16.11.48 lo stesso Francesco V subì un attentato ad opera cli certo Rizzati di Cavezzo, che cercò di sparargli con un fuci le eia caccia (2 1) . A Reggio i I 20 dicembre un paio cli soldati estensi cli passaggio furono fischiati, scherni ti ed insultati per avere brindato in un caffè al Duca, mentre il 19 ciel successivo gennaio la fol la p1·ese a sassate la casa ciel comandante della Guardia Nobile reggiana, conte Parigi, nella quale erano riuniti gli appartenenti al Corpo. Dimostrazion i contro le guardie nobi li si ebbero anche a Carpi, ma erano soprattutto ancora i carabinieri il bersaglio dell'ostilità popolare.;\ Sassuolo, ad esempio, "Le grida cli morte( ... ) ai Dragoni, ed i fischi che si fanno ai medesimi , senza che possano far uso della forza per il numero dei Birboni" (22) ind ussero il S.C.G. ad inviare il 26.12.48 nella cittadina mezza compagn ia cli Linea. Anch'essa non

,., R apport o 29. 10.48 c\ella br igata cl i C 1,Ic\novo cl i Sotto al e.do Carabinier i c\ella prov. di Reggio ( Atti S.C.G., f.322/8 ciel

1848) "' Cfr. ,upm, cap.111. " Le disposizioni ducali lrovansi in Ani riscrv;11i S.C.G.- 1846/49. '' Istruzi oni del S.C.Cì. al comanc\o cli Linea in data 29.1 I .48 (Atti S.C.G., L.32218 ciel I 848) . .., S upple mem o (nr. 11 4) a\l'o.d.g. S.C.G. del 27.1 2.48 (OO.cld.gg. ciel S.C.G. dal 22.9.48 al 31. l 2 50).

'" Cfr. supra. cap.Ill. " C i'r. T. DE VOLO. up. cir. t.l. pp.305-~09. " Lettera 26. 12.48 del !v1inistro d i Buon Governo al Sacconi (Alli S.C.G .. f.322/8 del 1848).

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e bbe però vita fac ile, giacchè la sera di San S ilvestro tre granatie ri furono accolte llati e l'i111ero d istaccamento sarebbe stato forse addiri ttura disarmato dal la popolazione. se il giorno successivo non fossero intervenute due compagnie a ustriache manciate da Mode na. Anche nel la Capitale de l re sto il 3 1. 12.48 si verificarono g ravi inc identi tra bo rghes i e mi litari estensi (23). L' unica parte dello Stato che godeva ne l periodo di una relativa tranqui llità era la montagna, ove la resta urazione ciel governo ducale era stata accol ta in generale con favo re dalle po polazioni e festeggiata in talune località con "Spari, evviva, acclamaz io ni , augu1j a tutta la Real famiglia", sventol io di bandiere estensi, "banda, fu ochi" (24). A Castelnovo Monti. ove pure si cantavano ·'Je soli te canzoni di Viva l'Italia. la Libertà, e Morte ai Gambi ni" , bastò la vista di un ufficiale dei Carabin ieri per fare cessare i cori (25) . Lo scacchie re appennin ico destava tuttavia ug ualmente preoccupaz ione, sia a causa de lla tens ione esis tente co n la Toscana. c he dopo essers i annessa ne l maggio '48 l'Oltrnppennino estense continuava ad occuparlo mamenendo notevoli contingenti di !ruppe ne i pressi de l confine, sia a causa del!' agitazione che regnava nel Grand ucato. A fine ottobre '48 vennero pertanto collocati elci piccol i posti d ' osservazione a Castclnovo Monti e a Pavul lo, col compito d i riferire te m pestivamente sui movimenti " che Truppe Estere fossero pe r e seguire ai confini dello Stato" nonchè su q ua lunque avvenimento " che ne i presenti tempi cli turbolenze politic he potesse interessare l' averne irnmed iatamcnle ragguaglio" (26). Si apprese così a me tù dice mbre che nel Massese e in Lun igiana era no concentrati a ll'inc irca 1400 soldati toscani agli ordini del gen. De Laugier, me ntre il 17.1 .49 il lenente de i Carabinieri Gaclcli, coma ndante ciel posto cl i Castel novo, r iportava puntualmente la voce cli un possibi le colpo cli ma no cli fu orusciti contro il Ducato. pur aggiungendo di rite nerla "u na ciarla sparsa da quei pochi biricchini passati in Tosc ana pet· allarmare q uesti contorn i" (27) . A i primi di febbraio gi unge va poi notizia che a lcuni mil ita ri del presidio toscano del l' Abetone, dopo essers i a mmutinati, erano sconfinati in terri to rio e stense pre ndendo la via di Fammo per recars i ne l Bolognese, s icchè il S .C.G . inviò di r inforzo a Sestola un caporale "elci più e sperti e intel ligenti" con una doz zina d i solda ti di Linea (28). Al cl i lù del confine la situaz ione a ndava intanto precipita ndo. Nella notte sul l' 8 febbraio il Granduca Leopoldo IL c he già aveva lasciato Firenze per Sie na, abbandonò a nc he q ue st' ultima località per ripa rare a Porto Santo S tefano, me ntre nel la capitale veni va c ostitu ito un governo provvisor io e procla m ata la repub blica (18 .2.49 ). ;\ Massa il De Laugicr s i pro n uncic'l in favore de l sovrano, ma i suoi uomini non lo sostennero s icchè clovelle a bbando na re la Toscana, me ntre Leopoldo Il s i imba rcava il 21 febbra io per Ga eta. A Modena la presa cli posizione ciel De Laug ie r era stata a pprezzata e d aveva fatto per un attimo a nc he bale nare la s pe ra nza cli poter recuperare senza difficoltù l'Oltrappe nnino, c he le truppe del comandante toscano avrebbero dovuto sgomberare per marciare s u Fire nze. Il 2 1.2.49 Fra ncesco V scri sse al generale grand ucale per lodarne l' iniziativa ed offrirgl i in caso di insuccesso una via di riti rata attraverso il Cerre to. prospettandogli al tempo s tesso la possibi lità c he le tru ppe e stensi "spalleggiate fors 'anco da Imperia li" passassero il confine; ne l q ual caso, prosegui va il Duca, " mi lusingo c he Ella ( ...) non costringerebbe le m ie truppe a spargere i I sangue di ono rati so ldati' ' (29). Contemporaneame nte il sovrano o rdinò che un corpo d'osservazione si tenesse pronto a partire pe r la mo ntagna reggia na.

'' Cfr. supru. cnp.11 1. 1 '·

L ettera cli .'vlarianna Bignardi al marito M arcan tonio Paremi datata rvl ontecucco lo 12.8.48 (BE/vlo. Mss. Sorbclli.

Ili. J 266).

" Rapporto al S.C.G. ciel Ien. dei Carabinieri Cìaddi datato Castelnovo Monti 3 1.1 0.48 (Alt i S.C.G .. f.322/8 del 184.'\). "' I struzioni del S.C.G. a·I comando Carabinier·i in data 2 1. I 0.48 ( i /Jir/1•111). '' I l rapporl11 Gacldi è alleg:al.o a una lettera indirizzata dal e.do Carabinieri al S.C.G. i l 19.1 .49 (Alti S.C.G .. f. 335/ 12 del 1849). '' lJisposi,:ionc del S.C.Cì. al e.do cli L inea in data 5.2.49 (Atli S.C.G .. l'.338/ 15 del 1849). I ,e guardie d i finanza estensi ai posti di confi ne dell'Abetone l~ d i San Pellegrino ebbero a subire nel periodo non poche angherie eia parre elci Toscani. come si legge in V. SAI\TI. Pievepelugo nel 1848. ]\foclena. I 9 Lì , pp.82-8'.ì . '" La mi nuta della letrcra scritta '·con inchiostrn simpatico· • lfo f'rnncesco V al De Laug icr è conser vata in ASMo. 1\rc h. ausl ro-cstense di V ienna. p.\/1. f.4.

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Nelle istruzioni im partite il 23 fe b braio al col. Fcrrari, destinato a comandare la s pedizione, Francesco V si limitò peraltro a stabi I ire che ci si tenesse informati sulla s ituaz io ne in val di Magra e Garfagnana e si reagisse con la fo rrn ad ogni tentativo cli violare il territorio este nse, conse nte ndo comunque a l Dc Laugier ccl ai suoi di riparare se del caso nel D ucato "conchè depongano le Arme. salvo gli Uffiziali" (30) . La colonna ciel Ferrari, formata da c inque com pag nie cl i fante ria ccl alcuni carabinie ri a cavallo, per un tota le cli 550 uomini con d ue pezzi d 'artiglie ria, lasciò Modena il 24 febbraio, raggi unge ndo Castelnovo Monti il 26. D ue giorni dopo il colo nne llo spingeva in avanti la compagnia leggera del cap. Albertini, scaglio nanclola tra S usana, Collagna, P iagneto e Cerreto A lpi . A d ue miglia ci rca dal passo fungevano poi da "pr imo picche llo avanzato e di esplora1.ione'' una decina tra guardie di fina nza e guarclabosch i stanz iati alle Capanne ciel Cerreto. Ncll ' i potesi che gli avamposti ve nissero attaccati iI Ferrari contava di muovere da Castclnovo col grosso in loro sostegno, " pre ndendo posizione al Blockaus" di Sparava lle ·'e vicinanze coll'Artiglieria per una vera e gagl iarda difesa. se l' Inimico non fosse stato respinto dall'Avanguardia" (3 I). S ull'altro versante del!' Appe nnino e ra intanto aumentato il numero degl i a rmati , a vendo il governo di Firenze mobilitato le s ue truppe contro il De Laugicr. 11 28 .2.49 da Castelnovo Monti si riferi va a Modena che il generale granducale e ra riparato co n un manipolo di fcdcl issin1 i a Sarzana sollo la protez io ne de i Piemontesi e che i Toscani a ndavano rafforzando le loro d ifese al Ce rreto, ove secondo un rappo rto cie l 2 marzo erano attestati circa 600 uo m ini ''di Truppe collcttizic" con un can no ne e d ue spingarde, soste nuti più indie tro a Fivizzano da 4 o 5 compagnie de lla cos iclclcrra " ~ione Estera" e da a ltra a rtigl ie ria (32) . Sempre il 2 marzo il Fcrrari informava il S.C.U . che circolavano anche voci di un poss ibile attacco contro g li Estensi, eventualità no n del tutto da escl udere a pare re clcll' ufficia le pe r la qualità degli avversari c he s i avevano cli fronte. Non essendosi pe rù "fatto luogo sin q ua ad attua re le gradassate d' invasione" -scri veva il g iorno s uccessivo il colonne llo- " rite ngo che ( .. .) abbia no deciso d i teners i ( .. .) sul la difensiva( .. .) In ogni modo tutti sono pronti a fare il lo ro dovere" (33) . Ad avvalorare l'asserzio ne del Ferrari , quello stesso 3 marzo i soldati d ucal i volsero in fuga una tre ntina di Tosca ni c he dal passo si e rano spinti s ino ad un ' oster ia ne i pressi de l pos to doganale estense de l Cerreto. Due cli loro e ntrarono a bere, ma l'oste s ubito avver tì "cli que ll a sini stra apparizione'' le g uardie di finanza, c be a loro volta invocarono il soccorso cli una pattugl ia c api tata in q uel momento all'avam posto. Sopraffatti gli avversari c he s i trovavano ne l locale. i !Vlodenes i ini 1.iarono a scambiare f uc ilate con g li altri, finchè l'arrivo d i una seconda pattuglia non indusse i Toscani a voltare le te rga (34) . 1 d ucali si lanciarono allora a li' inseguime nto. ·'e vi volle tutta l'Autorità·' cli un paio cl ' ufficiaii presenti " per tenerli a dovere e r ichiamarli essendo decisi d'andare in ve tta al l' Alpe" (35). Ne llo scontro i Toscani ebbero un fer ito, mentre gli E stensi -c he s pararono una quarant ina cli colpi- no n su birono perdi te. L' incursione -che pareva preludere al temuto attacco- m ise in a llarme il capitano i\lbertini, ai c ui appel li il Ferrari mosse in avanti un paio d i compag nie portandosi poi egli stesso la mattina de l 4 a Co llagna , ove potè constatare che la situazione e ra in realtù tranqui Ila. Dopo la puntata toscana la forza d i w esid io ag li avamposti ve nne com unque porrata da una a due compag nie e c i si cominciò ad interessare affinchè veni sse armato un ceno numero cli guardie fores i, da uti lizzare in particolare per la sorve-

'" Le istruzioni ducali elci 23 sono conservate in Atti riservati S.C.G.-1 849/5.'\, f.1/8. Una mossa estense oltre il Cerreto avrebbe del resto con ogni probabilitìt provocato la rea1 ione piemontese. come cviclcnzi,.tto da una lellera cli Alfonso La Marmorn eia Sarzana in data 1.3.49. " Informato( ... ) dello spavento che aveva cagionalo ne lla I ,unigiana la voce sparsasi di un intervento austro-estense·· scriveva il gcnc r,tk san lo ·'e 1·ichiesto dalle autori tà cli Fivizzano e di Massa ( ... ) cli concl u1·111ivi in soccorso. aveva ieri matti na d isposta la rn ia truppa per aderi1·vi"" (cit. in G . SFORZ/\. i\lfònso /,a k lannora in Vci/dinwgrn nel 111or:.o del /849. in <<Rassegna Sto rica del Risorg irnenlo>>. 19 18. p.1 86 nota). " Lettera de l col. Ferrari al S.C.Cì. datala C:astelnovo l\fonti 28.2.49 (Alti riservati S.C.G .- 1849/53. f.l/8). '' Il rappo1·10 de l 2.3.49. indiri1.1a10 da l Ferrari al S.C.G .. è conservalo ihide111 . " Lettera del Fcr-rari al S.C.C . datata Caste lnovo Monti 3.3.49 (ibide111). " (Jr. il 1·,J pporlo del col. Fcrrnri sullo scontro, datato Caste lnovo Mo nti 4.3.49 (ASMo, Arch. austro-estense cli Vie nna. p.V I, f .4).

" Lettera del col. f-erTa ri al S.C.G. data la Cas1e lnovo Monti 7.3.49 (Atti S.C:.G .. f. 335/12 de l 1849).

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g lianza delle strade dal le quali avrebbero potuto " introd ursi a dritto e a sinistra di questa Via M il itare Truppe od Orde ne m iche'' (36). Secondo la testimonianza elc i Ferrari , il "piccolo fattarello fort unato" cie l 3 marzo fece nascere nei Mode nesi "quella ce rta an imosità verso il nemico(... ) ta nto utile ne lle fa zioni m ilitari" (37): ma non vi fu modo di sfogarla, perchè i Toscani non si spinsero più oltre il Cerreto, benchè il loro numero contin uasse ad essere ri levante. Stando alle notizie riportate eia una del le spie inviate oltre confine , intorno al IO llla rzo ai posti avanzati gli avversari schieravano se m pre 600 uo!ll i ni tra so ldati cl' ogni arllla e " birbaglia cli Sassa lbo e Fivizzano", me ntre in q uest'u ltima località erano giunti in rinforzo a ltri 400 armati. ''Tutti quegli armigeri" erano stati uditi cantare "canti reppubblicani ( ...), ove ritornello era '·O la vittoria o Morte''; e se i Lombardi varchcran l'Alpe, proveranno il Nostro Yalor" (38). Il 13.3.49 il S .C.G. impartì peraltro a lle truppe estens i l' ordine di rientrare a Modena. Il movimento retrogrado iniz iò nelle prime ore ciel pomeriggio del lii con l a partenza clcl lc tre compagnie di Castelnovo Mont i, che insie me a i carabinier i e ai pezzi d'artig lie ria s i avviarono verso Reggio. Dietro ordine superiore la colonna s i a rrestò però il I .5 a Rubiera, ove il g iorno successivo sopraggiunsero pure le due compagnie già agli avalllposti .

"' Rapporto (nr-.30) del Ferrnri al S.C.G. in data I O..ì.49 (i/>ide111) . ·'' L ettera 7.3.49 ciel col. Ferrari d i cui alla nota 35. '' Rapporto (nr.32) ciel rerr& i in data 10.3.49, nel quale si t"iassurnono al S.C.G. le infonnuioni t·i cevute (A tti S.c c_; ..

l'.3., 5/12 del 1849). '-Jurnen.ise tn1ppe toscane er,mo in quei g iorni raccolte anche all' A betone, son 'cg liate a distanza dai pochi uomi ni del forte d i Sestola. A quanto riferito dal comandante ciel clistaccamenlo colit stanziato, l'arrivo cli tali tr·uppc aveva creato fermento a Pievepelago. ove si era acclamato alla repubblica ed erano stati cantati inni sediziosi.

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CAPITOLO XV Le truppe estensi nella campagna del 1849 l i richiamo delle truppe dal l'Appe nnino era srato deciso a seguito cle lla cle n uncia clell'armistizio Salasco effettuata il 12.3.49 dal Piemonte, che aveva preannunciato per il 20 la ri presa delle osti lit~t. Lo stesso g iorno 12 marzo i I feldmaresciallo Radetzky aveva orci inato il concentramento a sud di Mi la no clcll'esercito imperia le , con conseguente abbandono ciel D ucato eia parte clel le forze austriache, salvo pochi reparti destinati a presidiare la Cittadella cli l'vloclena e la lesta cl i ponte di Brescello. Era d unq ue necessario che anche le truppe estensi s i riunissero, e cl in effetti, in aggiu nta a lle d isposizion i già impa rtite, il 14.3.49 si ordinò che rientrasse a Mode na una compagnia di granatie ri inviata a Carpi per ri portarvi l'ordi ne; che il Corpo Carabinie ri -acl eccezione d i a lcune bri gate- si concentrasse ne lla Capita le ( I ) e che più in generale q ui vi si raccogliesse l'intero esercito ducale. Il 15 la co lon na in riti rata da Castelnovo Monti ve nne peraltro arrestata a R ubie ra col compito d i perlustrare le strade che s i irradiavano dal paese e cl i raccogliere notiz ie su qua nto avveni va ne lla montagna reggia na; al tempo stesso fu d isposto c he da Modena ven issern inviate pattuglie in ricogni zione verso ìvfaranello e verso il ponte cli Sant' Ambrogio, a l confine col Bo lognese. L' imminente ripresa del confl itto rendeva del tutto precaria la s ituazione dello Stato estense. Da Sarzana la VI divis ione dell 'annata sarda, agli ordini del gen. Alfonso La Marrnora e forte cli dodici battaglio ni di fanteria, due squadroni cli cavalleria e due batterie eia battaglia per un tota le cli ottomila uomini e 16 canno ni, poteva muovere per Pontremoli contro i Ducati, ed in effelli la principale missione ad essa assegnata era proprio quella "cli fare sgombrare tutta la destra ciel Po" (2). La Repubblica romana, costitu itas i nel febbraio ciel ' 49, si apprestava dal canto s uo a fare cli Bolog na la base di parte nza per un intervento armato a fianco cie l Piemonte. S ulla 111ontagna incombeva la m inaccia toscana. e v'era pure da temere che all'interno dello Stato i disordini si estenclessero fino a sfociare in una vera e propria insuJTezione. Quanto alle forze a disposizio ne d i Francesco V, esse si riducevano ai c irca 1900 soldat i dell ' esercito ducale e a pochi elementi della brigata austriaca Wengersky, vale a dire un battaglione unghe rese ed alcune compagn ie cl i fan teria confi naria. per un totale di 1500 uo min i. Malgrado tulle le difficoltà, Francesco V era riso luto a non a llontanarsi da l Ducato finchè gli fosse stato possibile. confidando ·'nel pieno trionfo del la gi usta Causa", come proclamava in un manifesto del 14 marzo (3) . L'idea origina ri a del sovra no era quel la d i difendere Modena. o per meglio d ire d i arroccarsi col grosso del le proprie forze e gli U ng heres i ne l la parte più settentrionale della città, cornprcnclente il palazzo d ucale col retrostante rione di Terra Nuova e la Cittadella (4) . li Radetzky invitò però Francesco V ad agire '·con più giudizio e cautela'' pregandolo "di non procurargli il brullo impiccio" di cadere prigionie ro. mentre il governatore cli t-.1antova gen. Gorzkowski sollecitava il Duca a portarsi senza ind ugio "almeno alla testa cli ponte" cli Brescel lo (5). li l 7 .3 .49 un proclama (6) a nnunciava che il sovrano aveva in effetti deciso di trasfe rirs i col governo ne lla fo rtezza, posta pur se111pre in te rrito rio este nse. ·'Ivi al bisogno'' -dichiarava in un a ltro manifesto (7) f-rancesco V alle trup pe- "ci difenderemo

' Al momento cli lasciare Sassuolo i carabinieri di quel distaccarnenlo rurono fai.ti oggell.o di man ifesta zion i di osti lii~ così violente che clovellero aprire il fuoco sulla popolazione. ' Istruzioni imparti te i l IJ.J.49 dal Comando Gencr·,ile dell" arm ata sarda al I.a Marmora in G. Sf'ORZ1\ , A/fò11so Lo Mormoro in \la/dimagra c ii., pp. 189-190. Ne l Pa rmense no n v'era no trnppc che s i po tessero opporre ai P iemontes i. in q uan-

to le rorze austriache di presidio si erano ritinnc oltre Po e le milizie ducali non crnno state ancora riorganizzate. ' Riportato in T. DE VOLO. op. cii .. t.lV. pp.499-500. ' Cfr. un promemoria di rrancesco V. 110 11 datato. nel quale sono indicare le disposizioni ei a prendersi '·Jn caso cli momentanea ri tir,1ta del Corpo A ustriaco verso il Po'' (ASJ\fo, A rch. ausrrn-estense cl i Vienna. p.VI, f .4.). ' G li inviti e le sollecitazioni ciel Racleuky e ciel Gorzkowski sono riportati in due lettere (cons. ibidem ) inviate il 16.:-1.49 al Duca da co1Ti sponclenti in M ilano e M antova. " Il prnclama è riportalo in T. DE VOLO. ov cit.. I.I V. p.500. ' Anch'esso del 17.3.49. conservato in A lli S.C.Cì, L:B:'i/1 2 del I 849.

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da Soldati d'onore, e Brescello affidato al vostro coragg io non cadrà (... ) Colà attenderemo il trionfo che la prode Annata Imperiale( ...) non ma ncherà d i riportare nelle pianure del Piemonte, e potendo al lora riprendere l'offensiva, assicureremo più stabi lmente che per lo passato la quiete al nostro Stato. ed al comune nostro Paese". IV!odena non restava peraltro senza difese, giacchè venivano lasciati in Cittadella il battaglione ungherese con un contingente di truppe ducali, "pronto il primo e le seconde ad accordare la maggiore possibile protezione agli onesti abitanti" (8). La colonna estense destinata a marciare a Bresccllo partì col Duca dalla Capitale la mattina del 18 marrn. venendo raggiunta lungo la via dai reparti distaccati a Rubiera. Fatta sosta a Campogalliano per udire la Messa domeni cale, le truppe gi unsero nella giornata a Novellara, ove pernottarono. Nel primo pomeriggio del 19 i Modenesi entrarono poi a Brescello, "a grande gioia ciel (... ) Casoni" (9), comandante d i q ue lla piazza. Nel darne notiLia al RacletLky. Francesco V scriveva tra l'altro: "Le mie truppe sono ani mate dal pi ù alto morale e q uello dei co1ttadi11i l1a superato tutte le mie an.csc, e fra gli Evviva si udì sovente il riverito nome cli V.E." ( IO). Con l'arrivo della colonna da Modena, la piazzaforte di Breseello -posta in stato d'assedio eia! Casoni sin dal 16 di marzo- veniva acl avere una guarnigione di poco meno di duemila uomini, per più di tre quarti Estensi e per il resto Austriaci. In particolare (11), il contingente ducale contava 762 mil itari d i Linea, 415 carabinieri a piedi e a cavallo, 189 pionieri e 178 artigl ieri, destinati al servizio dei 6 peni eia campagna portati dalla Capitale no nché dei cannoni ccl obici de lla fortezza. Avevano inoltre segui to il Duca alcune g uardie nobili e parecchi dipendenti cli Corte ed altri civili, coi quali il sovrano ordinò il 23 cli formare una compagn ia di rnilizia. Quanto alla fortezza, durante 1·armistizio si era lavorato non poco per porla in stato di difesa, e già il 31 ottobre 1848 Francesco V aveva potuto dichiarare Brescello "Piazza Forte dello Stato. da doversi tenere e difendere secondo circostanze". Fra torre e torre erano state alL<1te le palizzate: si era proceduto all'atterramento cli parecchie piante che ostacolavano la visuale; erano stati ammassati rifornimenti, ecc. ( 12). Per lo studio cli quanto necessario a migliorare ulteriormente le difese il 20.3.49 venne costituita una "Commissione dei lavori del Genio ed opere Campali". formata dal col. Sigismondo Ferrnri e eia altri quattro ufficiali. Su inclicaLione della commissione si provvide ad allagare il territorio cosiddetto "dell 'Enza rnorta", di fronte alla torre nr. I; a spianare gli argini ciel tratto finale ciel canale Cases, che si gettava nel Po a monte d i Brcscello con percorso parallelo alle fortificazioni; a demol ire altri argini nelle vicinanze, al riparo dei quali "l'inimico con grande sicurez.za poteva battere il Ponte e distruggerlo" ( 13). Sempre allo scopo cli impedire ai Piemontesi di piazzare batterie pericolose per il ponte alla Birago e per la gola della piazzaforte, sulla principale -e più occidentale- delle due isole che sorgevano in mezzo al fiume cli fronte a Brescello venne iniziata la costruzione di una freccia per due peai cl'm·tigl ieria, "che battesse colla faccia sinistra" l'argine meridionale ciel Po a ponente della cittadina, "e colla faccia destra(...) la punta superiore clell' lsola ecl il ramo maggiore verso Yiadana" (1 4). Per il caso poi

' Proclama 17 marzo di cui alla nota 6.

" T. DE VOLO. op. cit. . t.I. p.:136. '" La lettern di Francesco V al Rade11.ky, datata fl rcscc l lo 19.3.49, è conser vata in ASMo, ;\ rch. austro-estense di Vienna, p. V I,

f.4. ''Appena partirn la Truppa Estense da Novellara'' -r·ifcriva il Saccozzi al Duca in un ''Elenco'' del 30.6.49 ( /\Ili S.C.G., f.324/ 1 del I 849)- ''gli Ebrei ( ...) sborsarono denaro perché fossero percossi non pochi cli quei contadini che fcccrn dimostrazioni in favore del Sovrano, minacciarono alcuni affezionati alla giusta causa. e sparsero voci sediziose contro il Governo b iense''. Per tale comportamento la comunità ebraica novellarese venne poi assoggettata ad una contribuzione d i 5000 L ire. " CCr. Alli SC:Cì .. l ..ì}S/ 12 del 1849. " Dal novembre ' 48 si era anche cominciaw a trasf'erire a Hrescello "anni munizioni cd oggetti ( .. .) d' arrnarne,110 d ' A rtiglieria e d i !Vlagazzeno non necessari i alla rnano··_A l 2 1.3.49 si trovavano così nella fortezza 2482 fucili cli vario tipo e 356 fr,1 moschettoni. carabine da f'anleri a e ''s tul1.en''. Due g iorni dopo 1200 fucili venncrn spedili per ragioni cli sicure1 z,1 a t\-fantova insieme a parecchie anni amiche; Iali fucili r·mono poi riportati a Modena nel sellembre del 1849. ""Giornale degli avvenimenti occorsi delle operazioni eseguile nella Piazza rorle d i Brescello dal 12 Mario 1849 al 28 inclusivo" (Alti riservati S.C.G.- 1849/53. f.1/8). I l documento. a firma del rerrari, reca la data del 29..ì.49. ,_, "Giornale' ' di cui alla noia precedente. I l 27 marzo l'opera ern pressoché ultim,Ha, ' •l'imanenùo solo da ped_.ezionare il fosso. e collocare la palliu.ala che deve chiuderla alla gola" (ibidem) .

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che da Santa Croce, ad est cli Brcscello, il nemico intendesse passare sulla seconda isola approfittando ciel periodo cli magra ciel fi ume per tentare un colpo cli mano contro la gola della piazza, la commissione ordinò cli alzare una palizzata a difesa dell'argine che fronteggiava l'isola, cli abbattere le piante che si trovavano sull'isola stessa e cli erigere " un terrapieno a guisa cli piallal'orma'' per altri pezzi cl'arliglieria "onde battere l'Isola suddetta" ( 15). lnfìne, vennero demolite un paio cli case troppo vicino alle torri e tagliate o minale le principali strade che portavano alla fortezza. Nel frattempo si provvedeva ad organ izzare la difesa. I colonnelli Ferrari e Ferri: i Lenenti colonnelli Forgh ieri e Guerra; i maggiori Casoni, Cavedoni e Severus; il cap. Nestor del reggimento confìnario "Brooder", che comandava le forze austriache in Brescello, vennero chiamati a formare un "Consiglio di Difesa", presieduto dal Saccozzi e destinato a coadiuvare il generale ed il Duca nella direzione delle operazioni. Alle torri e alle batterie d 'argine fu rono assegnate le opportune guarnigioni; fu regolato il servizio di guarclia; vennero emanate le disposizioni eia seguire in caso d i allarme, ecc. Il 20 marzo il S.C.G. orcli nò poi che oltre alla truppa destinata al normale servizio fosse posto quotidiana111ente sotto le ar111 i anche un "Corpo d'osservazione" "pronto a qualunque occorrenza", cd in particolare a!J'effettuazione di ricognizioni all 'esterno ciel recinto fortificato. Durante tali ricognizioni le guarnigioni delle torri dovevano a loro volta tenere pronto ognuna un plotone per la formazione cli una riserva, con la quale se necessario intervenire a sostegno del corpo d'osservazione, la cui forza era rissala in 100 fanti, 12 soldati a cavallo ed un pezzo d 'artiglieria (16). Mentre a Brescel lo ci si preparava alla resistenza. i Piemontesi avanzavano nel Parmense senza incontrare opposizione. Il 23 marzo una colonna sarda entrava a Borgo San Donnino (oggi Fidenza). mentre sin dal giorno precedente il La Marmora aveva occupalo Parma con una brigala, la cui forza era stimata dal Saccozzi in 3.000 fanti, 80 cavalleggeri ed alcuni pezzi d'artiglieria ( 17). ·'Da Parma poi, per tenere in rispetto la guarn igione di Brescello ed essere pronto a passare il Po verso Cremona" ( 18), il generale piemontese fece avanzare parte del le sue truppe fino a Sorbo lo. su l confine dell' Enza. Sol lecitato anche dal Gorzkowski, Francesco V aveva in tanto dato d ispos izioni affinché a mezzo di un distaccamento croato fossero fatti discendere sino a Brescello i pontoni c he permettevano il passaggio del Po a Casalmaggiore. utilizzando i quali il nem ico avrebbe potuto portarsi su lla sponda c 1·e monese -sguarnita di truppe- e eia lì muovere verso Viadana per prendere fra d ue fuochi la fortezza. i\l tempo stesso alcuni artigl ieri estensi provvidero a rendere impraticabile il cosiddetto "passo cli Coenw", tra Colorno e Brescello, clislruggenclo tre barconi e requisendo un paio d'altri batrclli (I 9). l Piemontesi si mostrarono per la prima volta nei pressi della piazzaforte la mattina ciel 25 marzo, avendo il La Marmora ordinalo per quel giorno l'effettuazione "cli una riconoscenza( ...) sotto Brescello" (20). Al segnale cl'al larme, dato dal tamburo della Gran guardia clella Piazza, le truppe della guarnigione presero le armi ed il magg. Severus uscì in perlustrazione con 300 fa nti, un plotone cli cavalleria ed un pezzo. AI suo rientro l' uffic iale poté peraltro annunc iare che il nemico era retrocesso verso Sorbolo, anche se alcune c ircostanze facevano ritenere che esso stesse per iniziare l'investimento della testa di ponte (21 ). Val utata la situa1.ione. il comando estense decise per il giorno seguente l'effettuazione di una sortita "per stu rbare gl i avvamposti nemici e conoscerne le forze" (22), incaricando del !' a1.ione il cap. Nestor.

'' Ibidem . "' Le disposizioni 20.3.4') del S.C.G. sono conservme in Att i S.C.G .. f.335il 2 del 1849. " Cfr. la leuera in data 23 mar1,o lcnns. i/Jidrn1) con cui il generale estense dava notizia al Gorzkowski dell'al'l"ivo dei Piemontesi a Panna. '' Progeu o cl i rela1.ione sulle operazioni della VI d i visione reclauo ei a tal cap itano Govone e riportato in COMANDO DEL UFFICIO STORICO. Rela~ioni e rn1,porti finali s ullo c·a111pagll(1 del JS,JçJ nell 'Alta

COR PO D I STATO MACC IORE

lwlia. Roma, 19 11, pp.460-462. " Scrivendo il 27.3.49 al M inistro cli Ciucrr,1e Marina. il I .a :Vlar111or:.1si ram111aricava rra l 'altro del r·a110 che •' il nernico ( ... ) avesse tolto dal Po quante barche e quanti altri flottanti c i potevano valere per cos trn irc un ponte" (i/Jide111, p.457). '" Appendice alla relazione del comandante del Genio pic111ontcsc O li vero datata Chivasso 2 1.4.49 (ihidem. p.45). " Cir·ca gli avvenimenti ciel 25 Jllarzo il documento menzionato alla nota prcccclc ntc si limit,1,1dire che in tale giorno ·'ebbe luogo la riconoscenza milita1·e sollo Brescel lo, Jlla il nemico vi si teneva c hiuso e nemmeno avca co llocato avamposti. così che non fuvvi incontro"' (ibide111. p.45). " "Giornale·· d i cui alla nota 13.

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Partito all'alba del 26 marzo con una compagnia cli Croali, due di granatie ri estens i, un plotone cli carabinieri a cava llo e d un pezzo d ' artiglie ria, l' ufficiale si avviò verso Sorbolo, avvistando in località Ponte A lto un picchetto sardo di caval le ria appostato presso una casa. Sul ne mico ve nne subito tirato, dalla dista nza d i un m igliaio cli passi, un colpo di cannone, che prese un cava llo ed indusse i Pie montesi a batte re r apidamente in ritirata. La colonna del Nestor rie ntrò poi a Brescello verso le 11 .30, e conte mporane amente fece ritorno nella piazzaforte anche il magg. Severus, che con 300 uomini cd un secondo pezzo d ' artiglieria era sta to inviato acl appoggiare un eventua le ripiegamento de ll' a ltro corpo. Poco dopo peraltro i canno ni de lle torri tuonavano pe r feste ggiare con 21 colpi a salva " la segna lata vittoria riportata dalle 11.RR. Truppe( .. .) sul l'Esercito Pie montese in Nova ra" (23) . Che in conseg ue nza del la battaglia d i N ovara fosse stato concl uso quello stesso 26 marzo un armi stizio tra il nuovo Re d i Sardegna Vittorio Emanuele II e il Radetzky lo si a pprese perèi a Brescello soltanto in se rata, e per di più eia una Jencra elci c ol. Nava cornanclante delle forze sarde a Sorbo lo, lettera fatta inviare dal La Marmora ·'nell a m ira( ... ) cli ricavare qualche lume" s ull ' accordo, di cui il gene ra le piemontese aveva avuto notizia dal governatore a ustriaco di Piacenza. Essendo stata la conclus ione cie li' armistizio c o n fermata iI mattino s uccessivo eia un clispacc io del quartier gene ral e austriaco, a mez zogiorno del 27 il Saccoui invitava i Pie montes i a sgombe rare, in esecuzione della convenzione, il D ucato di Parma, ris petta ndo il territorio estense. Pri vo ancora di notizie uffic ia li dal Piemonte, ccl irritato dal riscontro dato la se ra precedente eia! generale ducale al la lettera ciel Nava -c he secondo il La Marrnora si era vo luto inte rpre tare come una richiesta di tregua-, il comandante sardo rep licò che in mancanza cli o rdin i superiori non si sarebbe mosso di un passo, e c he se fosse venuto a conoscenza cli movime nti delle t ruppe a\.:versarie non avre bbe mancato cli contrastarli. TI Saccozzi ribatté allora che se no n si intendeva rispettare l'armistizio ciasc una parte restava libera di agire come meglio crede va, " rimanendo però a cacluna ( ... ) l' inte ra responsabi lità del ri spe ttivo o perato" (24). In effetti a ll ' alba cie l 28 marw il nrngg. Perso nali, uscito in ricognizione lungo la via per Sorbolo c o n due compagnie leggere, un d rappe llo di carabinieri a cava llo ed un peno, non es itò a fa r t irare due colpi cli cannone contro un reparto nemic o, cercando poi cli attirarlo ve rso Brcsce llo pe r farl o cadere in un agguato. Poco do po e ntrava peraltro nella fortezza un parlamentare con una lettera del La Marrnora. ne lla quale quel generale comunicava cli ave re effe ttivamente ricevuto ne lla notte l' annuncio ufficiale de ll 'armistizio e di avere consc g uenternenle dato o rdine alle s ue truppe in Sorbolo di ripiegare su Parma. L' intera divis ione La Marrnora si mise poi in movime nto quello s tesso 28 mar zo in direzione cli Piacenza, mentre le truppe estensi ve ni vano ·'poste in istato di riposo ( ... ) in forza dell ' al lontanarnento del nemico'' (25). Mentre Pie montes i e Modenesi si fronteggiava no sul basso E nza il Ducato si mante nne ne l complesso tranquillo. anche pe rché il La l'vlarmora -a ll 'oscuro di guanto avveniva sul teatro principale delle ope-

'' O .cl.g. ciel S.C.C. ciel 26 ..ì.49 (/\ni S.C.G .. f.3 35/ 12 del 1849). ,., L e letlere scambiate il 26 e il 27 marzo fra il La /vlarmora e il Nava da una parte cd il Saccou.i dall ' altra sono r·iassunte nel docurnen to di cui alla nota 19. dal q uale sono tratte le citazioni nel testo. '' .;Ciiornale" di cu i al la nota 13. Forse 11011 del tullo soddisfallo dall'attegg iamento tenuto dalle tru ppe estensi nei pochi giorni della campagna, Francesco V chiese al Consiglio cli d ifesa cli stendere una dichiarazione per confermare che " si operò come conven ivasi a soldati d' onore serw 1 timiclitir e senza irnpruden1a·', e di riassumere in essa le opinioni mani festate dai membri del Consiglio " ogni volta che si è trat tato di deliberare sul punto di prendere l' orfcnsiv a contro l'inimico". Dopo ~1vr.rc prcn1esso che. ~'t!1tti s· i1 n pegnarono (. .. ) ne i p re parativi di un onorevole e vigorosa res istenza' '. il C onsig lio ev idenl".ÌÒ

nella relazione di avere '·sempre opinato (...) d i attenersi alla sola d ifensiva ( ...) anziché tentare an acchi cli viva fori .a contro il ( ...) Corpo Piemontese d' investimento .. a motivo della vulnerabilità della piazzaforte. che irnponeva si mantenesse costantemente in Brescello una guarni gione numerosa. rcsranclo a disposizione per· operazioni in campo aperto -anche per i lavor·i cli raffo rzamento eseguiti - non più cli 500 uomini. ''da non arri schiarsi contro 1700". '·Avesse(...) potuto il Consiglio d isporre d i J'or1e adeguate, e cioè almeno d i un B anag.lione A ustriaco o Nostro·' -concludeva la dichiarazione- "ceno si sarebbe allacc:ato con sicurezza d 'esito il pri mo Corpo ~ emico presentatosi lungo l' Enza". Tani.o la d isposizione ducale. indi,-iuata al S.C.C . in data 27 marzo, quanto la dichiarazione ciel Consiglio d i clife, a. datata 29. sono conser vate in A ni riser·vati S C.(ì.- 1849/5.ì, f.1/8.

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razioni- preferì astenersi dal fomentare disordini. Un tentativo cli sommossa ebbe luogo a Modena la sera del 19 marzo, con l' obiettivo di forzare le autorità a ripristinare la Guardia Civica. ma venne facil mente soffocato e non se ne ri peterono altri . ·'Molte ciarle, niun fallo per parie dei malevoli". ebbe a scrivere il 23 uno degli ufficiali estensi rimasti in Cillaclella. "per cui l'vloclena è quieta'' (26). Q uanto a Reggio. non vi accaddero inc identi di rilievo, sebbene la salvaguardia dell'ordine pubbl ico fosse affi data esclusivamente alla Guardia Nazionale, che le autoritù non mancarono cli lodare per !"'interesse e buon spirito spiegato(... ) pel lllantenimento (...) della pubblica tranqui llitù'' (27). Qualche disordine si verificò invece in lllo ntagna. destando a llarme ne l piccolo presidio di Sestola. che il 25 .3.49 inviò a Brescel lo un dragone per riferire sulla situazione e chiedere istruzioni. Ben poco si sarebbe potuto fare in realtà in caso di e!llergenza con le scarse truppe lasciate fuori cli Brescello. Si trattava di circa quaranta soldati a Sesto la, d i una ventina d i veterani al forte cl i Rubiera e degli uomini della guarnigione cli Modena, che i I Duca aveva posto agl i ordini del magg. Lendvay, colllanclante ciel battaglione ungherese che formava il nerbo del la guarn igione stessa. Coad iu vava il Lendvay il rnagg. Carnpilanzi. col quale erano meno cli trecento soldati estensi. compresi alcuni veterani e trabanti. Aci essi si unirono poi a q uanto risulta 400 fo resi . ,1-\rrn i vennero date pure a qualche mi litare pensionato, ed anche i detenuti in Cillaclella manifestarono, secondo una testimonianza, il desiderio "di potere( ... ) essere utili al Servigio Sovrano" (28) .

"' Lettera de l ten . Zan ichd li. al comando del Il brg. del rgl. d i Linea in Alti ciel e.do rgl. di Linea. l'.3 cie l 1849 (mesi di nprilc_ maggio e g iugno). " Lettera de l Delegato gove rn ativo in Reggio Gnlva ni a l ten. m l. della (i N L . Rocchi dal,1ta R E 29 _:,.49 e riportata in N. BIANCHI. op. cit .. t.11. p.414. " Letlern di cui alla nota 26.

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CAPITOLO XVI La spedizione oltre Appennino dell'aprile-maggio 1849 Francesco V r ientrò a Mode na il 29 marzo 1849, dopo avere encomiato in un proclama coloro che gli si erano mante nu ti fedel i e d avere preannuncialo l'istituzione cli una Commissione mi litare per giudicare quelli che invece s i erano resi colpevoli cli atti di rivolta o cli altri gravi delitti (!). Nella medesima giornata le truppe estens i in iz iaro no a sgomberare Brescello. A mezzodì lasciò la piazzafor te una prima colonna di 5.50 uolllini e 2 pe77.i d'artiglieria agli o rdi ni ciel magg. Severu s. prendendo la strada cli Guastalla. l i giorno successivo un'altra colonna di uguale rorza si diresse verso Reggio, comandata eia! ten. col. Forghie ri. Le istrnz.io ni impartite ai due ufficiali erano quelle di verificare lungo la via ciel rito rno a Modena se "li ste mmi e i Proclami" d ucali fossero stati "offesi, schern iti, disprezzali", se le a utorità e le guardie nazionali s i fossero comportate con la dovuta ferlllezza e fede lt:\, se si rosse approfillato delle circostanze per maltrattare g li indiv idui notoriamente affezio nati al sovrano o per commellere a ltri abusi (2). Compiuta la loro m issione, durante la quale furo no eseguiti diversi arresti, queste truppe gi unsero nella Capitale il 5 aprile. Q ua lche giorno pr ima si e rano messi in marcia verso rviodena anche altri distaccamenti col cap. L uccare lli nonché g li ultimi due pezzi della batteria eia carnpagna. La cessazione delle ostil ità aveva intanto po rtato alla ribalta la q uestione toscana. Se per i buoni uffi ci della diplomazia anglo-fran cese le villoriose truppe austriache avevano r ispettato nel 1848 i confini del G randucato (e no n solo i vecchi conrini, ma anche i nuovi. q ue lli c ioè che comprendevano Je terre già parmensi e modenes i di recente annessione), clopo la nuova affermazione delle anni imperiali un intervento dell'Austria in Toscana appariva inev itabi le, anche perc hé a ric hie clerlo clall"csilio era lo stesso Leopoldo Il. Poteva dunque essere i I momento opporlu no per restitui re finalme nte a llo Staro estense Massa e Carrara, e perc iò i I 4.4.49 Francesco V scri sse al barone D' Aspre, cornanclante delle forze austriache ne i Ducati, per manifestargli i I vivo des iderio '·de coopére r avec llles tro upes au rno uvemcnt" " vers la val Magra", a1la volta della quale il Duca suggeriva s i marciasse da Reggio e da Parma 1'8 o il 9 ciel mese (3). Contemporaneamente il sovra no invitava il S.C.G. ad emanare gli o rdini opportuni onde avere pronta una forte colonna cla spedire oltre Appennino. Lo schema operativo poi realizzato assegnò in effetti ai Modenesi i I compito cli forzare il Cerreto e scendere verso riviaano e Ceserano. seguiti ad un giorno cli marcia eia q uattro compagnie austriache in retroguarclia. Paralle lamente doveva muovere per la Cisa verso Pontremoli ccl Aulla una colonna imperiale cli 1400 uomini agli ordini de l gen. Kolowrat. La partenza delle truppe estensi da Mode na , fissata in un primo momento per il 9 aprile. venne success ivamente posticipata a l I O dal Duca, che a lla vigilia cle lla speclizione incitava il Saccozzi a destinarvi "tutto c iò c he ha due gambe che sappiano fare una marcia" (4) . Di fatto, i re pa rti che la mattina del I O apri le attendevano davanti al Foro Boario di partire pe r Caste lnovo Monti cons istevano in uno squadrone di dragon i a cavallo. una compagnia d i d ragoni a piedi, una d' artigl ieria con una balleria eia campag na ed un battaglione di marcia cli fanteria su sei compagnie di 120 uomin i l' una (una granatiera, rre fuc iliere e due leggere). V' era pure la banda di Linea ed un contingente di pionieri, al q uale dovevano unirsi a Reggio altri incli viclui dello stesso Corpo. in modo eia formare una forte compagn ia di 130 teste. R icevuto l'ordine di partenza le tru ppe si avviarono verso Reggio, e ntrandovi poche o re dopo con alla testa il generale Saccozzi . li giorno s uccessivo la colonna -forte cli 1200 uo min i e 4 pezzi d"artigl ie riaraggiungeva Casina, pervenend o infine a Caste lnovo il 12 aprile. Da lì il Saccozzi inviò in avanguardia a Cervarcz za il magg. Scvcrus, stabi lendo c he la marcia ciel grosso r iprendesse a Jl'u lbu del 13 .

'Formata con chirogmfo sovrano del 5 aprile 1849. la Corrnnissione iniziò i suoi lavori il 16 sollo la p1·esidcnza del magg. Cavcdoni. ' I.e " ls1ru zioni per li Comandanti delle Colonne Mohili che pani ranno eia Brescello li 29 e 30 J\·f arzo l 849 .. , d,1tate B1-cscello 29.3.49, sono conservate in /\tti S.C.G., f. 335/ 12 del 1849. ' La lettera trovasi in ASM o. A rch. austro-estense di Vienna, p.\1I, f.4. ' Comunicazione 9.4.49 di Francesco V al gen. Sncco:ai (i\tti riservai.i S CG.- 1846/49. U1).

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Emana ndo tali disposizioni il generale s i atteneva al le istruzioni ricevute da Francesco V, c he gli a veva pure ordinato di spargere fra i soldati (ai quali no n era stato rivelato lo scopo della sped izio ne) la voce d i un imminente attacco toscano, in modo c he l'avanzata oltre Castelnovo sembrasse determ inata dalla necessità d i raggiungere la favo revole pos i1ione del la Sparavalle per meglio resistere a l nem ico. Il Duca aveva a ltresì espresso l'inte nzione di a rrivare a pre ndere personalme nte il comando del la colon na la sera del 12. con un vero e proprio coup de thééitre, non dovendo assolutamente la sua venuta "essere aspettat[al, nè attesraf' (5). In effetti al le 22.30 del 12.4.49 Francesco V gi ungeva " improv isamente" a Castelnovo Monti accompagnato dal fratel lo Ferdinando e dal generale austriaco C hamari , e subito riuniva i suoi ufficiali per Care il pun to del la s ituazione. Grazie anche a lle informazioni raccolte da alcune spie, si sapeva che il passo del Cerreto e vari punti della strada che eia lì scendeva verso Pieve San Paolo erano stati fortificati, e che un ponte era minato. L 1consistenza delle forze toscane cli prima linea era stimata in c irca 400 uomin i, ed altri 1200 si riteneva ve ne fossero a Fivinano pronti a dare man forte. Quattro i pezzi d'artiglie ria, basso però il morale. Altre tr uppe erano poi segna late in arrivo a Pontre mol i e verso la Cisa per fro nteggiare l'avanrnta del Koiowrat (6). Apprese lai i noti7ie, iI Duca stabilì che il 13 si avanzasse s ino alle Capa nne del Cerreto e che ne lla notte successiva alcune compagnie venissero condotte per mu lattiere e sentie ri al cli là cie l crinale, o nde assalire di fianco e a lle spalle il nemico e così faci litare lo sforzo ciel grosso contro le difese del passo. che do vevano essere fo rzate la mallina del 14. A ll' alba de l 13.4.49 le truppe estens i s i misero d unque in marcia, riunendosi con l'avang uard ia a Col lagna, ove si fece sosta pe r il rancio. Q uivi giu nse l' inattesa notizia che il nemico aveva abbandonato frettolosa me nte il Cerreto e le altre pos i1.ioni fortificate e s i apprestava ad evacua re la stessa Fiviuano. Abbandonando allora il piano orig inariamente concepito, Francesco V dec ise di fa re subito proseguire verso il passo il magg. Seve rus con una forte avangua rd ia, che in effetti superò iJ valico e continuò per alcune miglia l' a vanzata senza trovare truppe nemiche di sorta, arriva ndo neJ tardo pomeriggio, malgrado la neve e il tempo pessimo, alla cosiddetta Ca' di G iannino, oltre SassaJbo. Q ui l 'avanguardia ru raggiunta dal sotrotcncntc elci Dragoni a cavallo Novalsetti, che prima della sosta a Collagna era s tato spedito avanti con un trombettiere per recapitare agli avversari un messaggio del Saccozzi, in c ui "ad evitare inutile effusione cli sangue" q uesti avvisava c he s i apprestava a dare esec uzione all'ordine di ripre ndere i territori estensi d'ol tre Appenn ino (7). Il No valsetri riferì cli avere c o nsegnato poco prima il messaggio a certo capitano Trentanove, che stava in tutta frella cond uce ndo un paio cl i compagnie tosca ne a rioccupare le posta1io ni abbando nate. li Trentanove aveva pregato "che le Truppe Estens i ( ... ) s i dessero pazienza'' (8) in attesa del la risposta ciel suo comando, dichiarandosi intanto intenz ionato unicamente acl andare a pre ndere pos izione in un grande ricovero cli legno no n lungi da Ca' di Giannino. Il resoconto cie l col loquio suscitò ·'una generale illaritù ( ... )perla bo narietà del la risposta del Capitano Trentanove" (9), ma a scanso cli sorprese il Severus fece prontamente occupare il r icovero in questione, disponendo le sue forze a difesa. Le compagnie toscane aveva no però nel frattempo

' Istru zioni impartite da Francesco V al Saccozzi il 10.4.49. da leggersi insieme ad ulteriori istn1zioni in pari data conservate, come le altre, in Alti riservati S.C.G.- 1846/49. f. 6. '' In real1i1 il gen. Ko lowral era già e111rn10 a 1-'ontremo li. proprio nella giornata del 12 apri le. Secondo Un Felcb1g ch'r

oe.1'/erreir-hische Ar111ee in //alien i111 .la/ire /849. \Vie n, 1850. pane Il (Kri(!gs/J(!gebrnhei1e11 /](!i da kaiserlich nes1e,.,-eic/1ische11 Ar111ee i11111i11el-l1a/ie111.111(/ i11 der Romagna i111 Jahre 18-19). pp.4-5, i Toscani ,.1vevano al Cerreto 200 uomini con ?. p<en i d ' :irli gl ir ria . e ì OO so ld at i a hv inano . lnollrc 7/800 arlll al i a Massa. 300 in r it irata da 1-'o n tre lllo li, u n llli gl ia io in Cì arfagnana e 2/_ì(JQ a11 · Abetone. ' La minuta della lettera ciel Saccou.i. datala Bagno lo Muni i 12.4.49 ecl indirizza ta ·';ti Comandante le Tru ppe Toscane al Ccrrc10·•. è conservata in Atti S.C.C .. f.336/ I 3 del 1849. Il lesto era stato steso dal Duca. ' '·Rapporto che il Colonnello Capo dello Stato Magg iore u.milia all"Inclito S.C.G. come 1·i epilogo dei giorn ali tenuti sulle operazioni mil itari eseguite dalle Reali Truppe Estensi nella ricupera dei Domini Sovrani oltre .,\penn ino. Dal giorno I O Aprile partenza eia Modena a tu tt o il g iorn o 24 detto 1849 in \'lassa Ducale··_Il documelllo. a ilrma del Fcrra ri e datato MS 24.4.49. è conservato in Atti S.C.Cì ., f. J_ì6/ 13 del 1849. ., !bide111.

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fatto dietro front, rientra ndo a Fiviaano. Dal ca nto s uo il Duca, ricevuti i rapporti ciel Sevcrus, si mi se nella no tte in marcia col g rosso dalle Capanne del Cerreto g iungendo all'una a Ca' cli Giannino, ove al matti no doveva arrivare anche la re trog uardia. L' avanzata della colo nna austriaca della Cisa e il sopraggiu ngere cli q uel la estense ave vano indotto il comandante nemico de l settme, generale D'Apice, a ritirare le proprie truppe e a concentrarle "in buona posiz ione, sulle colline cli Ceserano: c osì sbarrando la strada di re tta ve rso Toscana" ( IO). La successiva notizia dell'immi nente arrivo nel Carrarese de i soldati del la cosic!cletta "divis ione lombarda", posti si a disposizione de l governo di Firenze dopo avere combattuto nel l' esercito piemontese, gli fece però cambiare in parte avviso, inducendolo a dare orci ine cli rioccupare "Fivizzano e posizioni . Quest' ultime" scriveva il 13 il generale "se pure le nostre truppe gi ungono a tem po; perché gli estensi stavano ieri ( ...) in Castelnuovo" ( 11 ). Da qui prima l' abba ndono del Cerreto e po i la conlrornarcia del cap. Trentanove. Non tarclò però a g iungere al D'Apice anche !"annuncio che i.I .12 aprile il M unicipio di F i1e111,e :-.i eia impadronito de l potere. proclama ndo la restaurazio ne cie l la monarch ia costituzio na le cd invitando il Grand uca a rie ntrare in Toscana. Il generale s i dichia rava allora pronto a servire il nuovo governo, ricusava l' a iuto della divis ione lo m barda e con lettera del 13 da Cescrano (12) pregava il Saccozzi ''a voler sospendere la marcia de lle S ue T ruppe'' in attesa c he gl i pe rvenissero nuove istruz ioni, in quanto il mutamento interve nuto avrebbe potuto "forse cambia re le d iffere nze( ... ) esiste nti fra Modena e Toscana riguardo a lla Lunigiana". li messaggio cie l D'A pice venne recapitato la mattina cie l 14, poco do po la partenza della colonna estense eia Ca' cli G ia nnino; ma Francesco V, c he e ra con l'avanguardia, no n volle sospendere la marcia "nep pur cli un istante" (13), s icché le truppe proseguiro no senz'altro sino a Fiv inano, ove giu nsero me ntre i Toscani stavano sgomberando il paese. Occupato quest' ultimo senza incontrare resistenza, le forze ducali si ac quartierarono nei dintorn i, mentre una deputazio ne m un icipale faceva a tto cli sottomissione. " A non lasciar posare l' inimico fuggente" ( 14), nel po meriggio rurono poi spinte in avanti due compagnie agli o rdini de l Severus ins ierne ad un plotone d i d ragoni a cavallo e a un obice, co l compito cli prendere Soliera e Ceserano e cli porsi in com unicazione col Ko lowrat, che si s upponeva essere ormai nei pressi di A ulla. Due colpi cli avvertimento tirati eia] pezzo furo no sufficienti a far sì che i soldati che pre sidiavano Soliera, ''stanchi e rifiniti dalle marcie e contrornarcie e dalle fatiche", sgomberassero prec ipitosamente i I paese, ove gli Estensi e ntrarono senn1 opposiz io ne "cacciandosi ( .. .) avanti pe r compass io ne g li ultimi più tardivi fuggiaschi" (15). Appreso in serata del buo n esito cle ll' operazio ne e che il Scverus aveva intenz ione di assalire sul far cie l giorno Ccscrano, ma saputo a nche che no n si c onosceva il n umero de lle truppe che d ifendevano il paese né l'esatta posizione del Kolowrat, Francesco V ordinò a ll'ava ng uardia cli sospendere l'azione in attesa ciel sostegno ciel grosso, c he si mosse eia F ivizzano a ll'alba ciel 15 apri le . In Cescrano attendeva" no in realtà gli Este ns i solta nto a lc une decine di armati, in m assima parte ap parte ne nti a l corpo franc o Zanardi Lancli . L' unità, forte d i c irca JOO uomini, aveva ricevuto ordine d i fa re resistenza , ma forse temendo di essere sacrificata dai Toscani in ritirata aveva poi anch'essa abbandonato il paese, non lascia ndov i c he una retroguardia. Quest' ultima accolse con una scarica cli fuc ile ri a i granatieri ducal i che entr avano in Ceserano a baionetta inastata, ma venne immecliatamenle travolta, lasciando nelle mani de i Modenesi quattro ferit i (d i c ui uno mortalmente) ed una ventina di prigionier i, "mentre gl i a ltri g iù per balze e sentieri a dritta e sin istra fuggivano dalle mani elc i nostri" ( 16) . Altri prigionieri vennero catturati eia una compagnia leggera, disposta in catena ai lati ciel paese ad appoggiare l'attacco princ ipa le.

'" N . G !ORGETT!. L e a ri/li 10sca11e e le occ11p,.1: io11i s tra11iere in "/òscanu (I 537- 181\() ), C i1I:' 1 di C11s1cl l o. I lJ I 6. voi.III.

p.386. " Lettera del D'Apice al corna ndanrc del I btg. Veliti in f'osdinovo datata Ceserano IJ.4.49 ( i/Jidenr. p.387). " In Atti S.C.G.. f.336/1 3 del 1849. H ·'Rappon o" di cui alla nota 8. 1 ' l hide111. " I bidem. \f, Ibidem. J\i cJl"a1.ione. cui avevano partecipato il Duca in persona col fratello rerdinanclo. si distinsero tra gli altri i grana-

tieri rvla rchi , rvl arani e Corradini. poi insigniti della medaglia F ide/i 111 iliti.

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Presa Ceserano la colonna ducale mosse su Fosdi novo, ove erano anelati ad asserragl iarsi gli uomini dello 7anarcli Lancli ed o ltre 500 soldati ciel Ill rgt. cli Linea toscano, un'unità costituita da pochi mesi con coscritti e mili ti cli corpi irregolari. Forse per la qualità delle truppe a sua disposizione o forse per la natura sressa degli ordini ricevuti eia Firenze -probabi lmente "assai ambigui ed incerti. o addirittura tali, da i111porre (... ) cli far solo mostre cli difesa, per salvare apparenza" ( 17)-, il ten. col. Fortini, che era stato inviato a sostituire il D'Apice, mostrò di fronte agli Estensi ben poca energia. Al primo colpo d'obice l'ufficiale domandò infatti di parlamentare; e quando i Modenesi, avendo tratto l'impressione che si mirasse a perdere tempo, interruppero le trattative apprestandosi ad assalire il paese, decise senz'altro cli capitolare, accettando che i suo i fossero disarmati e scortati al confine pietrasantino all a sola condizione che le armi venissero colà restituite. "Così convenuto (... ) fu effettivamente, a cura ciel Colonnello Ferrari ( ... ) consumato il clisar1110 delle Compagnie Toscane in Fosdi novo. deponendo esse le arme entro la corte ciel Casre!Jo d i detto luogo, e ritirandosi ai prop1j Quartieri , conservate snh> le spade(...) agli Ufficiali" ( I8). A questo punto peraltro il Fortini chiese a Francesco V di accorciare ai suoi uom in i un trattamento migl iore, ed in effetti il sovrano, "consiclerando trattarsi di Truppe attive( ...) ora sotto il Governo Gran-Ducale", si risolse a ridare loro le armi e a consentire che si ritirassero senz'a ltro in Toscana, clietro semplice gimamento cli mantenersi fedeli a Leopoldo Il e cli "non servire ostilmente più per un anno ed un g iorno contro le R. li Truppe Estensi, le lmperiali Reali Austriache, e suoi alleati'' (19). Gli accorcli non rig uardavano gli appartenenti al corpo franco Zanardi Lane.li, che peraltro avevano provveduto per tempo ad allontanarsi. trovando rifugio in territorio piemontese prima che le truppe inviate all'inseguimento potessero raggiungerli. I soldati del lll cli Linea toscano si erano appena allontanati, che sopraggiunse l'avanguardia del Kolowrat. Operatasi così la congiunzione fra gl i alleati, ed assunto dal generale imperiale il comando delle forze riunite "per ciò che riguarda mosse Militari o servigio di guerra", la rna11ina del 16 aprile gli Austro-estensi si misero in movimento verso Massa, ove entrarono intorno a mezzogiorno senza avere incontrato opposizione (20). Il giorno successivo alcuni repa1ti vennero inviati a riprendere possesso delle fortilìca7.ioni ciel litorale. rutte abbandonate dal nemico ad eccezione ciel forte del Ci nquale, la cui guarnigione, composta ordinariamente da una decina di a1tiglieri, era stara rafforzata da 60 soldati di Linea giunti eia Pietrasanta. A rioccupare il Cinquale, '·ostilment.e o pacificamente come piacerebbe al presidio Toscano'' (2 I), fu mandato iJ cap. Albertini , che con la sua compagnia leggera aveva ricevuto ordine cli prendere posizione a Montignoso per guardare il ristabilito confine, proprio sul quale sorgeva la fòrtificaz ione. Alle intimazioni dell ' ufficiale il comandante avversario, vi ncolato dalla capitolazione cli Fosdinovo. aprì le porte del forte. che venne in serata riconsegnato agli Estensi insieme alle artiglierie e alle munizioni in esso contenute. Dell'Ola-appennino estense non restava a questo punto in mano toscana che la Garfagnana. A riprendere la provincia provvidero le quartro compagnie austriache che da Reggio avevano seguito in retroguardia la colonna ducale, giunte a Fivizzano il 15 aprile. Per il passo del la Tea, queste truppe mossero il 18 su Giuncugnano, "disarmando e facendo prigioniera a Silano e Capanne circa una Compagnia cli Toscani" (22). Il J 9 gli Imperia Ii entravano poi in Castelnuovo d i Garfagnana, sgombrata dal nemico, ove pochi giorni dopo giunsero a sosti-

" '-1. GIORGETTI. op. cii.. voi.III. p.388. " Senza dubbio... scrive il Giorgelli. il nuovo governo toscano

" 11011

voleva che

fosse r otuto esser dello'' che gli A ustro-es tensi ·'erano emrati in Toscan a senza co lpo ferire''; ma neppure ·•sicuramente voleva (... ) impegnare il granduca(... ) in nuove ostilità contro Austria'·. " " Rapporto., cli cui alla nota S. 11 '

Il nuovo accordo è ripo rtalo nel supplemento (nr. 77) all'o.d.g. S.C:.Cì. del 20.4.49 (00.clcl.gg. del S.C.G. ei a! 2.1 .46 all'S.6.49); da tale documento sono tra ltc le citazioni nel teslo. A quanlo riferiro dal De Volo. erano acco1·si a Fosdinovo per proporsi come mediator[ "'due Segre1ari delle L egazioni inglese e frn ncP.s,"·', 111,1 Francesco V ''si curò ben poco" di tale intcr posizione (T DF. VOLO, op. cii" I L p.352). 0 '

In una lettera indirizzata lo stesso 16 aprile al clero e al popolo ciel la diocesi apuana (A tti riservnti S.C.G.- I 846i49. f.6)

il vescovo di Massa Francesco Strani. clopo :J vere rilevato che proprio in quel giorno rico1Teva la festa di San Contardo Estense. annunciava Te

/Je 11111

d i ringrnziamento per il ristabi limento del governo ducale. ra mmcnranclo lra l' altro come

sotto quello toscano si fosse avuto ·'un d iluvio d i scritti inf ami. gremiti d i calunnie e cli vituperi. avvampanti d i furore contro g li augusti dog mi della fede, contro le leggi della Chiesa(... ) con1r o tuni i veri Cattolici·'. ' ' ··Rappon o·• cli cui alla nota S.

" !hidem .

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tuirli le d ue compagnie leggere estensi, accolte lungo il percorso "con m ile e milc accla mazioni cli giubi llo e di evviva Francesco V accompagnate ovunque da spari di rnortaletti e suono cli campane" (23). Ristabi liti così gl i antichi confini il D uca no n ebbe difficoltà ad accordare a lle autorità granducal i c he evidenziavano come l'Austria e Modena non a vessero dichiarato g uerra alla Toscana- la restituzione elci prigionie ri, i q uali ven nero scortati alla fro ntiera cli Porta il 23 .4.49 (24). Conforllle mente alle istruzio ni (25) a s uo tempo impartite eia Francesco V a l conte Giovanni Ga lva ni, che aveva seguito le truppe ìn qual ità di "Con1rn issario S traordinari o nei Domìnj Este nsi Oltreapcnnino'', si procedeva intanto al disarmo del la Guardia C ivica, c ui nella sol a G a rfagnana furo no ritirati c irca 550 tra fucili e carabine . Il comanda nte dei Dragoni , m agg. Scvcrus, ricevette dal canto suo l'ordine di vagliare la condo tta dei pubblici fu nzionari dopo il marzo '48; di identificare quel li che avevano preso parte a tumulti o llla ltrattato gli individui no toriamente affezionati a l Duca, ecc . Nuovi avvcnillle nti tuttavia incalzavano. Il 22.4.49 il feld rnarescìallo Radetzky disponeva c he il 11 Corpo d'armata del Feldz.eugmeister D ' Aspre entrasse in Toscana, ove la proclamata resta urazione aveva incontrato un ostacolo insormontabile nel rifiuto dì Livorno a sottomettersi al Grand uca. D ue giorni dopo Francesco V informava i I Saccozzi che anche le truppe estensi avrebbero partecipato alle operazio ni inq uadrate nella brigata d'avanguardia, senza peraltro spingers i oltre Livorno o F irenze. Il 25 aprile tullavia il sovrano, assai contrariato, comunicava al generale cli avere appreso che glì A ustriaci in partenza da Modena e Reggio per la Toscana no n sarebbero stati rimpiazzali. e che era pertanto necessario ripo rtare le forze ducali oltre l'Appe nnino.11 27 le truppe estensi partirono così eia Massa, per venire peraltro fermate a Fivizzano. Non avendo 1·inunciato al proposito di inviare un proprio contingente in Toscana Francesco V aveva infalli scritto a l D' Aspre " una risentita e sgarbata lettera'', che gli per m ise alla fine cli spuntarla (26). Impartite le o pportune disposizio ni affi nché l\fodena, Reggio e Brescello non rimanessero prive cli presidio imperiale, il generale austriaco chiese in effetti a l D uca un battaglione per la spedizione. Naturalmente Francesco V si affrettò ad accogliere l' invito ciel D' Aspre, che raggiunse a Massa nella serata ciel 29, dichiarando -come scriveva con la consueta verve al Saccozzi Sigismondo Ferrari- ''pronta la S ua Armata a venire in soccorso della palluglia Tedesca di 16000 uom ini" (27). "Consegue ntemente" proseguiva ìl Ferrari ·'vi aspetto di nuovo a Massa, e intanto immagino che farete mettere in bella tenuta e montata cl i rutto punto la Falange Estense". Anche il sovra no molto si raccoma ndò che le truppe venissero messe in perfetto o rdine, suggerendo tra l'altro cli sostitui re co n bu ffetterie bianche le buffetterie nere delle compagnie leggere o nde rendere queste ullime simili nell'aspetto al resto della fanteria ducale. "Unendoci Noi ai Tedesch i" sottolineava del resto il Ferrari "bisogna vedere cli non sfig urare e farci corbella re" (28). Con d is posizione ciel 30.4.49 Francesco V stabi lì che i I contingente estense c he doveva prendere parte alle o perazio ni fosse comandato clal col. Ferrari e s i com ponesse cli alcuni dragoni a cavallo, sei compagnie di fanter ia (comprese le clue leggere). una compagni a Pionieri, la ba nda, d ue canno ni e d ue obici. "Non so" scriveva peraltro il sovrano ·'se d' Aspre vorrà i P ionnie ri e d i 2 canno ni . Chi dice c he veclencloli li pre nderà, chi dice che persiste rà a no n vole rli'' (29). TI Duca l'ebbe però vinta anche su q uesto punto, giacché la colonna estense c he la mattina del 5 maggio va rcava a Porta il conf"ine compre ndeva tutti i repar ti da lui designati. I l col. Ferrari guida va come presta bi lito il corpo di specliLione, che

'' Lellera cie l cap. A lbc rtini al S.C.C . clawta 24.4.49 (Atti S.C.G., f.336/13 cie l 1849) " D i 9 prigio11ieri clei corpi franch i, quasi rutti pnwenienti dal Ducato di Parma. si ordinò inveee la consegna alle autorità austriache o borboniche. ' ' Data te \ ,1 () ]2 .,-1,11() e r iportate in /)oc111n e11li r i.<f!llf.lrdonti i l Cm•emo t!Pftli A11s lm- F s1e11si i11 Modena dal 18 / 4 al !859.

~'loclcna. 1859. LII, parte III. sez.l. pp.3:'1 -34. "' L a citazione nel testo è tratta eia una lettera ciel Duca al ten. co lonnello dell'esercito imperiale conte Francesco l'v1alaguzzi datata MO 5.7.5 1 (AS'vlo, Arch. austro-estense cli V ienna, p.VL i'.5). "Le mie I.ru ppe" scriveva ancora Francesco V ··era110 rimandate a Modena per vo lere Austr iaco. due rnarc ie ,Hldietro ernno state fo rre, ed io mediante la lettera sgarbata le feci retrocedere, e l'ebbi vint:t'·. " L a lettera ciel f-errari. datata IV! S 29.4.49, è conser vata in i\lli riser vati S.C.G.- 1846/49. !'.6. " Leuera cli S. fc rra ri al Saccozzi datata IV! S :10.4.49 (ibidem) . -"' Lettera cli Francesco V datata 'v!S 30.4.49 ( Ani S.C.G., f.336/ 13 del 1849).

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era stato aggregato alla brigata K olowrat. facente parte della divisione clell'Arciduea Alberto. li Ferrari non doveva però essere troppo soddisfallo del ruolo che insieme ai suoi era chiamato a svolgere, almeno a giudicare da quanto aveva scritlo il 2 maggio al Sacconi. '"Al giungere delle Truppe A ustriache". diceva il colonnello prefigu randosi l'esito del la spedizione. ·'Li vorno( .. . ) manda le sol ite Deputazioni . scaccia i Birbanti ossia mezza popoluione che gli Inglesi in1barcheranno. e apre le porte al Tedesco (. .. ) >fon vi è aclunque se non il piacere di far vedere ai Toscani le odiate Falangi degli Sgherri Estensi. e la certezza cli nulla meritare per azioni gloriose. Così è di ve1·irà. e me ne cl uole per Noi" (30). Le cose andarono in rcalti1piuttosto diversamente. anche se le prime accoglienze riservate alle truppe elci o· Aspre. presso il quale era anche Francesco V. parvero confermare le previsioni ciel Ferrari. La brigata d'avanguardia Kolowrat. forte di 4/S000 uomini compresi gli Estensi, occupò infatti Viareggio --senza ostacoli, ricevuti aj al17.i con allegrez.za dai Viareggini": e quando più tardi i I generale austriaco annuncièi che i suoi sarebbero entrati in Pisa "amici o nemici come pia1.:e1e!JIJe alla Popolazione. ed al Mi litare Toscano" . i Pisan i scelsero senz·aI1ro la prima alternativa. sicché l'ingresso in ciuà ebbe luogo •'in meno agli Evviva e ai battimani, e menrre s· improvvisava una illuminazione nelle Piazze e strade da percorrersi.. (31 ). Parimenti senLa resistenza nella stessc1 giornata ciel 5 venne occupata L ucca dalle brigc1te Liechtenstein e Staclion. Nei giorni successivi anch' esse si portarono poi a Pisa. ed altrettanto fece la brigata W i111pffe n. Nel pomeriggio ciel 9.S.49. dopo una grande parata nei prati di S. Rossore. f u ordinato di muovere verso Livorno. così che in serara i reparti ducali raggiunsero la località cli Stagno. nelle vicinanze della cilt~1. ove erano collocati gli avamposti. li mattino successivo la brigata Kolowrat, che doveva attaccare L ivorno da sud col Liechtenstein in sostegno. sì rimise in marcia per raggiungere le posizioni cl i partenza, mentre da nord si apprestavano ad investire la piazza le truppe dello Staclion. seguite eia quelle del gen. Wimpffen. La città era decisa a resistere. benché i difensori non raggiungessero forse i 2500 uomini (32). Si trattava sia di Li vornesi, inquadrati in varie lèirmazioni cli cui le più importanti erano i battaglioni "Ferrucci'' e ·'G iovanni dalle Bande Nere", sia di combattenti venuti da fuori, come acl esempio i Francesi del col. Dc Sère o i ' 'bersaglieri"' ciel sassolesc Giuseppe Piva (33). Tali forLe si appoggiavano ad alcuni capisaldi. quali le lunette munite di artiglieria erette nei pressi del cimitero a copeI1ura della parte settentrionale della ciuà. ovvero i trinceramenti realizzati alresterno delle porte urbane, due delle quali -Porltl Maremmana e Porla a Mmc (nell" area rispettivamente delle attuali piazze Matteotti e Orlando)- costituivano gli obiettivi della brigata K olowrat. T difensori potevano inoltre in qualche modo contare anche sui vecchi forti medicei. ove erano stati collocati alcuni cannoni . e su lle numerose baLTicate che sbm-ravano le principali strade. Verso le 9 antimeridi ane ciel 1O maggio le rruppe ducali presero posizione nel lazzarcllo di S. Leopoldo, in vianclo i p ionieri a guarnire gl i avamposti insieme ai cacciatori imperial i. Intorno al me7.zogiorno. dalle case del vicino sobborgo di S. Jacopo. dagli angoli delle strade e dai muri degli orti i L ivornesi ini Liarono un vivo fuoco cli rucileria, controbattuti peraltro validamente dagli Austro-estensi. Sollo il grandinare dei colpi il capora le dei Pion ieri conte Poggi riuscì anzi , con l"aiuto elci commi litone Montanari , ad impadronirsi di un grande tricolore esposto sul poggiolo di casa Benci , che serviva eia ridotro centrale ai nemici. mentre un terzo pioniere, certo Cavazzuri. montò ard itamente sul cancello ciel muro cli cinta e lo aprì per farvi entrare i cacciatori austri.ici {34). Volendo peraltro far cessare il fuoco.

'" La lcltcra è conservata in Alli risen·a1i S.C.G.- 18-+6/.:19. f.6. ' Rela7ionc del col. Fcrrnri al S.C.G. daiarn LI l.ì ..5.49 (Ani S.C.Ci .. f.335/12 del 1849). Alcuni reparti due.ili presc:ro in custodia la porta ùi Lucca e la stazione lè rro viaria. alt ri furono po,1i a guardia de l parco cl"ani g.licria. menl1\· i rimanenti furono acquan icr:11i ne l ,c mi11ario e nc lh1 t:liiesa di S. Torpè. '' Cfr. N. GIORCiETTI. 0 11. cit.. voi.Ili. p.-102. 11 Dr. VOI .O (op. r·ir I I. p.355J p:1rla di 6000 in•.ort i. ma In cifra appare c,ugt:rala.

" Cfr. F. FI:::RRF.RO. Lo sc/1irm111e1110 dei difrnwri. in «La difesa cli Li,orno I O e 11 maggio 18-+9». a curu del comitato comunale per le celcbra1.iu11i de l Risorgimento ne l cc11tc 11ario ckl la cl ifh a ci11,1d i11,1. Livorno. 1949. pp.6 e 7. " La bancliern presa dal Poggi. conseg11a1,1in un primo lc mpo a l Ko lowral. ru eia questi rcslituil,1:ii Pionie ri ne l magg io dd 1850. Il Cavedoni. alr epoca comandanle del Corpo. la offrì al Duca perché fo"c eonscr\'ata ndla R. Anm:ria. e dopo qual che incert.:na cs~a venne quivi effellivamcnte ripo~w all"inizio del ·5 I. Cus1odi1a in un astuccio cli rnoio. era accampa gnata dalla , cguenle isc: ri 7ione: --QU/\NDO U:--JA COLOI\NA AUSTRO-EST ENSE/PORTOSSJ A U lìJ-::RARI::: L/\ TOSC:AN;\ /DALLA TIR /\NNI DI:: Dr.I .LA R!::1-' Ulllìl.lCANA FAZIONE/ E A REST IT UIRE LWITO T ROl\O/AL

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che aveva cagionato q ualche ferito tra gl i Impe riali, il Kolo wrat ord inò ai suoi a rtigl ie ri e a quelli estensi d i tirare alcuni colpi d ' obice, che valsero in effetti ad ind urre gli avversari a ritirarsi, s icché " i nostri presero tutte le case a llo intorno com preso il Borgo presso la Porta a Mare" (35). I Livo rnesi furono costretri quel g io rno ad abbandonare a nc he tulle le posizioni fuori da lle mura settentrional i della città, pur non cessando di rovesciare sugli A ustriaci cannonate e fuoco di fuci leria. U na sca rica cli mitraglia ferì anche uno degl i a iuta nti cli campo cli Francesco V, che s i era recato insieme al i' Arciduca Alberto nei pressi cli Porta F iorentina per veri ficare la s ituaz ione. L' attacco fina le contro Livorno fu sferrato la mattina dcli' 11. Col reggimento /\rciduca Francesco Carlo, cinque compagnie d ucali (q uattro d i Linea più q uella Pio nieri), clue obici este ns i e d una batteria austriaca venne formata una prima colonna d'assalto sotto il comando ciel col. Wciler, desti nata a forzare Porta Mare mmana. Porta a Mare costituiva invece l'obiettivo di un'altra colonna, composta clal 9° battag lione Caccia tori i1npe1i ali, da un battag lio ne de l rgt. Hirste1nvtirther, dalla divisio ne leggera e dai due canno ni este ns i nonché da razzi e d obici austriaci . Al la testa della seconda colonna s i pose personalmente il Kolowrat, col quale era il col. Fcrrari . S u Porta Maremmana venne be n presto aperto un intenso fuoco d'artigl ie ria (gli obici este nsi tirarono una q uarantina d i colpi), c he risultò particola rme nte efficace grazie anche al buo n p iazzamento elci pezzi, dovuto a quanto sembra soprattutto al ten . col. Guerra, cu i gli A ustriaci tributarono molte lo di (36). Dopo q ualche scarica di fuc ileria i difenso ri abbandonarono in effetti le proprie posizioni omettendo anche, ne lla confus ione, di sbarrare la porta, cosicché si po té non solo prenderla senza combattimento, ma anche e ntrare con tutta faci liLù in città. Reparti a ustriaci furo no subito inviati ad aprire dall ' interno Porta a l\fare, che era stata del resto essa pure a bbandonata nel frattem po dai Livornesi, a nche q ui sottoposti ad un intenso bomba rdamento di granate e cl i razzi. G li uomini del Kolowrat avanzarono poi nell'interno della c ittà, rastrellando le strade e catturando vari prigionie ri: la 3-' compagnia estense di Linea, ad esempio, sorprese nel L.1zz.aretto di San Rocco alcu ne g uardie municipal i, che vennero disarmate e consegnate agl i Imperiali. Occupato il centro, le trup pe provenie nti eia Porta a Mare e Porta Mare mmana s i congi unsero con quelle penetrate in Livorno da nord attraverso una breccia praticata nei press i di Porta San M arco. Aperta quest'ultima dall ' interno, le colo nne avanzanti erano state dapprima contrastate cla l fuoc o cli un peao posto su un bastione della fortezza N uova, ma superato l'ostacolo avevano successivarnente incontrato sempre meno resiste nza, anche perché i difensori -ormai incalzati eia pit1 parti da un nemico c he non si c urava d i fare prigionie ri- si videro ben presto costretti a pensare a me ttersi in sa lvo sulle navi a l la fo nda nel porto. Prima cli mezzogiorno il fuoco in L ivorno era ovunq ue cessato. rrancesco V, c he aveva partecipato a lle operazioni a f ia nco del D ' A spre. e bbe a scrivere che g li insorti mostrarono quel giorno un ostina to coraggio (37), anche se -come sotto lineò i I Ricasoli nel suo d ia rio- essi s i batterono ·'dalle torri, dal le finestre( ... ) d ietro i canti delle case o dalle fe ritoie'', e mai invece "a facc ia scoperta" (38). Into rno alle 12.30 la lotta, che pareva defini tivame nte terminata, si riaccese im provvisamente, in q uanto si volle tentare da a lcun i un ultimo colpo di mano contro le tru ppe che bivaccava no ne lla piazza ciel Duomo, sulle quali venne a perto il fuoco dal le c ase c ircostanti. Sotto i colpi caddero un paio cli sol-

GR/\NDUCA LEOPOLDO li/D URANTE UN I-ATTO [)" i\R\11 DEI RR.PIONIERI ESTENSI/ IL CAPOR.i\LF. CONTE GUIDO POC.ìCìl/A I FAZIOSI CHE OSTINATAMENTEmlFRNDEVAl\O LIVORl\O/TOLS E COI\ :v1IR A81LE CORAGGIO L A BAl\ lJIERA TRICOLORF/IL D I' DIECI M.i\G(ìlO iVI DCCC XXXXIX/1.ODE E O'-IORE i\l PRODI... li S.C .G. dispose che venissero c ustodi te ncll ' A rmeria. ..quale rnr. mori:i i ' 1rnl'N1 del in presil d i I .ivorno'·. anche quattro lance rinvenute da alcuni soldali d i L inea cl uranrc la perquisizione ciel la casa dove prese alloggio r ra nccsco V. '' Rapporto ciel col. Fc1Tari al Kolowrat allegato in cop ia alla rel azione cl i cui alla noLa 3 1. ,,, In un atiestato dcli. 11.5.49 il col. Weiler e vari altri ufilciali ciel rgt. Arc iduca Francesco Carlo espressero pubblicamente la loro sti ma per il comandante dcli" A n iglieria estense, appunto riconoscendo " per la maggior parte opera sua·' ''il vantaggioso collocamento dei pezzi cl ' artig.l ic1·ia", ..per cu i" -e~si d ich iara vano- ..appoggiò molto cfficacerneme il nostro incarico·•.

" c rr. una relazione del Duca, 11011 datala, sulla presa di I ,ivorno in ASM o, Arch. auslrn-estense cli V icnn:J, p.V I, C.4. ;, Cir. in C:. CORR ADINI. La riwilquisw dd/"U/1reuppe1111i110 e la J!ffsa di Lil'lmw. in «Reggio Storia» 48 (ni-.3 del 1990). p.29.

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clati austriaci, c restò pure ucciso un cavallo clell' artiglieria d ucale (39); ma be n maggiore del le perdite fu l'allarme e lo scom piglio s usc itato dall'inattesa aggressione. Nella confu sione i soldati, resi feroci dall'i m boscata. passaro no all'istante per le a rmi cliversi prigionieri. e falla irruz ione ne lle case eia c ui si sparava vi uccisero parecchi di coloro che vennero trovati col fu c ile alla mano, compiendo a nche saccheggi ed atti di brutal ità. Ben presto tuttavia g li ufficiali riusci rono a riprendere il controllo de i loro uomini, mentre cessava ogni offesa da parte cle i L ivornesi. Tra colo ro che in piazza del Duomo seppero mantenere il proprio sangue freddo vi fu il caporale d'Artiglieria Manicardi, che riuscì ad impedire che un cannone austriaco cadesse nel le mani ciel nemico, e il maresciallo cl'allogg io Zan nini. ''che accorse subito co' suoi pochi Dragoni e caricò contro la c anaglia su detta Piazza" (40). Durante la notte la c illit ri mase tranq ui lla, come pure ne i giorni successivi; '·e vi è fondamento acredere" scri veva il J 3 maggio il Ferrari "che ogni te ntativo di sommossa sia declinato mediante l'imponente spettacolo troppo necessario di 100 e più fuc ilazioni di B riganti ten u1i s1i caduti nelle nostre ma ni , e presi e f uc ilati nel momento ove s i trovavano" (4 1). li buo n comportamento tenuto durante le operazioni dai militari estensi venne appre7.7.ato dagli Austriaci ccl in particolare dal Kolowrat, il q ua le non solo s i espresse in termin i assai lus inghieri sulle truppe ducali con francesco V, ma sottolineò anche in una relazione al D' Aspre come esse avessern compiuto nel modo migliore il loro dovere e si fossero mostrate instancabili e ben disciplinate. Dal canto suo il Fe/dzeugrneister volle personalmente deco ra re di medagl ia d'argento quattro sotturfìciali estensi distintisi nelle giornate del IO e cieli ' 11 maggio nel corso cli una solenne parata tenutasi il 13 in Livorno alla presenza ciel D uca (42). Due giorni dopo, mentre gli Austriaci si apprestavano a marciare su Fire nze, la colonna del J-<'errari prese la via ciel ritorno. rie ntrando il 16 a Massa "in mezzo a l le accla maz ioni della Popolazione ( ... ), al suono delle Campane, con infiorate le vie e tapcti a lle finestre, tra' i fiori ( ... ) le bandiere bianche e turchine i rami d 'olivo e d'alloro che gli abitanti ( .. . ) porta vano in mano'' (43). Lasciate poi d'ordine sovrano le d ue compagnie leggere d i guarnigio ne nel J\.1assese, le truppe s i misero in marcia verso Modena, ove giunsero il 24.5.49. Due successive parate. durante le qu ali vennero distribuite non meno cli 14 medag lie Fide/i m.iliti, celebrarono ne lla Capitale la concl usione della lunga s pedizione o ltre Appennino (44). In forza di una d isposizione sovrana p ubblicata il 9.4.49. dopo la partenza ciel Saccozzi per Castel novo Monti il comando delle truppe rimaste nel Reggiano e nel Modenese fu assunto eia! col. A lessandro Ferri, coma ndante della Piazza cli Modena. Q uesti aveva a disposizione circa 800 soldati estensi, che tra il I O e I' 11 aprile vennero affiancati da 2000 A ustriaci, ripartiti tra la Capitale, Reggio Emilia -ove no n v'era in

" r u questa l' unica perdita subita da lle forze esten si nei due giorni di cornbmtimento. "' Rapporto del col. Ferrnri al l<olowrat di cui alla nota 35. " Relazione 13.5.49 del col. Fcrrari al S.C.Cì . di cui alla nota '.l I . "' Decoral i della medaglia austriaca d'argento di I classe furono il conte Poggi e il sollocnporale d'.i\rtiglieria A nceschi. clistintosi per precisione nel tiro e coraggio personale: ri cevctlcro invece la medaglia cli Il classe i l maresciallo Zannini e il sergente dei Granati eri Vandclli . Non si può escludere che nei ri conosci,nenl i tributali al contingente estense vi fosse anche il desiderio d i cornpiacerc Francesco V. 111a v'è eia credere che nella sostanza i cornpli111cnti e gli elogi degli Austriaci fossero sinceri, anche perché sono ri pelul i in Der Feld;ug dcr oesterr!'ichische Am1!'e i11 //olirn r·it.• parte Il. p. 10.

·•· Rapporto ciel 1-'e1Tari al S.C.C. datato ì:VIS 16.5.49 (1\l ti S.C.G .. f.'.1'.l5/ l 2 del 1849). " Lo spirito della T ruppa è eccellente·· concludeva l' ulTici,ilc "e così la g ioJa dopo la vi1101·ia, e g li elogj lusinghieri ottenuti" . '' La medaglia Fide/i militi venne assegnata ai gr;matieri IV!archi. Marani e Corradini; ai fanti Rossi. Pedroni e Giusti '·pe,· essersi avani.al i :1rd itam~nle so tto f'oscli11ovo. f,1ccndo prigionieri due Soldati Tosc,rn i, ,~ pn,nck11clo diverse mmi e elTeui d i buffelteria·': al caporale cl' A r tiglieria Man icardi: ai pionieri .V1onlanari e Cava1.zuti nonché al pion. 'vla11 zini, quest' ultimo ·'perché con una scure ini"ra nse la Porta d i un Casino in vicinanza di Livorno ove si ernno annidati d iversi insorgenti": ccl inf'i ne al caporale Poggi ed agli altri souufficiali già decoral i dag li Austriaci. I .e motivazioni delle medaglie sono tra scr-itte negli ord ini del giorno del S.C.G. nn.II O e 111 del 9 e I O g iugno 1849 (OO.dcl.gg. del S.C.Cì. dal 9.6.49 al 25.4.51 ). Nono~!ante il valore dimostrato a L ivorno. il Pogg i non fece in segui to molta strada: preso congedo nel 1851 pn potersi arn moglia,·e ed en trato poi al ser vii .io parmense, ripassò successivamen te nell'esercito estense come sergente d'.i\rtiglieria. d imostrando peral tro d i non avere '•né capaciti, né condotta'·. tallio che nel febbraio ·57 il <.ìucrra ne chiedeva il trasferimento ad al tro Corpo non sapendo ·'a cosa applicar! lo [".

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pratica a ltra forza armata che la G uardia Nazionale- e Brescello. A fi ne apri le gli Imperiali ricevettero peraltro l'ordine cli portarsi in Toscana, sicché in attesa che giungesse altra forza regolare a rimpiazzarli il Ferri dispose che s i raccogliesse nella Cillaclclla d i Modena un grosso battaglione cli l\lilizia di R iserva, " acciò sussidiasse nel servizio i Depositi di Truppa Attiva'' (45) . li battaglione, forte cli 860 uomini e posto agli ordini del comandante ciel I rgt. ì\ il.d.R. ten. col. Vandel li, si riunì il 30 aprile, giorno della partenza degli Austriaci . Le d isposizioni impartite dal rerri stabilivano che due compagnie di militi fossero sempre sotto le armi pronte ad ogni evenie nza, e che pattuglie prese dalle medesime perlustrassero nottetempo la c ittà sotto la g uida di un dragone. Affinché il servizio potesse essere svolto in modo decoroso ai militi furono distribuit i una c inqu antina cli cappelli e cappotti m ilitari. La mobilitazione del battaglione durò so lo pochi giorni, durante i quali esso diede peraltro prova cli "prontezza e buona voglia". Il 4 maggio giunsero in effetti a JvJodena nuove truppe austriache, cosicché gli uomini del Vanddli p0Leru110 esse1e rima ndati alle loro case. Poco dopo tuttavia d ue compagnie di Miliz ia, fo rti cli un centina io di uomini l'una, dovellero essere richiamate in servizio essendo gli Imperiali ripartiti per Bologna. Equipaggiati con ''Capotti( ... ) blcu ( .. .) Capell i eia Cacciatori, Giberne e Buffetteria" (46), gli uomini di tali compagnie furono impiegati nei d ivers i compiti prcs idiari, montando in q ua lche occasione anche la g uard ia a palazzo d ucale prima cli ven ire congedati s ul f in ire di maggio. Anche a Brescello la g uarnigione, ridotta a soli 70 artiglieri dopo la partenza degli Austriaci, c hiamò in sussidio per alcuni giorni elci "vo lontari campagnoli" (47). Nonostante la discontinuità clcUa presenza imperia le , le a utorità ducali non ebbero particol ari difficoltà a contro llare la s ituaz ione, giacché durante la dupl ice im presa cl'Oltrappennino il Mode nese e il Reggiano rimasero in complesso tranqui 11i. Sai vo qualche esi biz.ione cl i "segna ii di coccarda. formati con mazzolini cli fio ri ( ... ) nei quali s i erano com binati i tre sol iti colori'', o la comparsa di "satiriche sempiagini ( ... ) contro i muri del Portico ciel Co llegio", n ulla ad esempio il rerri ebbe eia segnalare a proposito dell'ordine pu bblico nel la Capitale (48). Un certo alla rme fu destato da un' incurs ione compiuta in te rritc.nio estense da alcuni armati ciel la Repubblica romana, che ne l pomeriggio ciel 15 apr ile si portaro no da Castelfranco al l' osteria de lla Fossalta, ivi trattene ndosi per qualc he tempo a cantare, gozzovigliare ed innalzare "evv iva all'Ital ia e alla Repu bbl ica''. "Uno di essi", narra nel suo rap porto il sotto tenente dei Dragoni Rossi, "diede un così eletto C ricco nel naso a l contadino Alfonso Reggi an i perché non volle far eco agli evviva, illude ndolo prima col farg li dire =Viva Radetzky=" (49). Sul posto accorsero dragoni, mil iti, ussari e fa nti austriaci , ma non gi unsero a tempo per sorprendere gl i autori della scorreria. Avendo peraltro q uesti ulti mi preannunciato prima d i ritirarsi che avrebbero ripetuto la bra vata la successiva domenica 22 aprile, il Ferri fece quel giorno sorvegliare dalla Miliz ia la zona elci ponte di San!' Ambrogio, mentre gli Imperiali tenevano a lcuni reparti pronti ad intervenire. Nul la però accadde, e solo venne arrestato q ualche sospetto. Anche la montagna restò q uieta, sebbe ne tra la fine cli marzo e i prirni cli aprile avesse suscitato a lla rme nel Frignano il passaggio del la banda del Piva, diretta in Toscana (50). A rnantene re la tranqui ll it~t contribu irono le pcrlustra?:ion i esegu ile lungo il confine bolognese al la ricerca di eventuali sbandati da una colonna mobile formata da 50 tra soldati e m iliti cli Riserva, che partì il 22.4.49 da Sestola, congiungendosi poi il 25 con una sessantina cli altri mi liti e dragoni mossisi al lo stesso scopo da Pav ullo.

,; Lenera del frrri al S:icconi rla I:11:1 2.:1.49 (/\ni S.C.G .. f.335/12 del 1849). "' Disposizione del re rri claI ata 7.5.49 ecl ind irizza ta al e.do del la ìv1 ili7ia, all 'Econornaro e all'lsp, R, A rmeria (ibidem ), ·" Relazione del e.do della Piazza di 1:3reseello al S.c.c;, datata 22.5.49 (ibidem) , " Le ci1azioni nel testo sono trnllc da lettere del ferri al Saccozzi in data 30.4 c 8.5 I 849 (ibide,11), ·'" li rapporto. datalo ìv!O 16.4.49 e indirizzaco al S.C.G,, è conser varo i/Jìde111 , ·" ' li Piva entrò con un centinaio d i uomini in territorio cslcnse il 25 nwrzo dal Bolognese; il 4 apri le cm a Pievepelago, da dove proseguì per l'Abetone. Per cercare di illlercenarc la banda il 3 vennern i11 vi;1l i a Pavu llo un picç hcllo di dragoni a cava l lo cd un d islaccarnenco cl i fanteri a agli ordini cie l ca p, Romay, rnentre a V ignola si teneva pronco il f'orghicri ; tal i forze 11011 ri uscirono perù nel loro intento.

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CAPITOLO XVII Dalla pace di lVIilano ai tentativi mazziniani del 1853-54 Risolti i problemi con la Toscana restavano da definire le pendenze col Piemonte. Ai colloqui di pace intavol ati a l'vl ilano il Ducato cli l'vlodena -come ciel resto quel lo di Parma- era rappresentato dal plen ipotenziario austriaco barone De Bruck, presso il quale i I governo estense aveva comunque inviato i I conte Teodoro Bayard De Volo. In un primo tempo Francesco V aveva ipotizzato cli poter ottenere da l Regno di Sardegna qualche compenso territoriale in Lunigiana a fro nte delle ingenti spese sostenute in vista ccl a causa ciel la gue1-ra (I). ma po iché in sede cli trattativa si affermò la tesi dell'opportunità di ma ntenere i confini prees istenti, il governo estense inclirizzò le proprie richieste verso il conseguirncnlo di un'inclennità in denaro. La ·'Comm issione per la liqu idazione dei crediti rec lamati contro lo Stato sardo" aveva quantificato 1' importo de i dann i subiti cl ali' erario e dai privati a causa degli eventi del l 848/49 in oltre quattro mil ioni cli Lire italiane. che peraltro Francesco V volle ridurre a tre onde le pretese modenesi non sembrassero esorbitanti (2). TI nodo fo ndarnentale dei negoziati risultò in effetti proprio quello della concreta determinazione dell ' indennità di guerra. che alla fine restò fissata in 75 milioni , da incassarsi dal l'Austria anche a fro nte elci danni rec lamati dagli Stati alleati. TI trattato cli pace tra l' Impero austriaco e il Regno di Sardegna venne firmato a /vlilano il 6 agosto 1849, e ad esso non tardarono ad accedere anche i Ducati d i ivloclena e cli Parma. come previsto dall 'ari. V de ll 'accordo. A metà marzo ciel 1850 Francesco V non era peraltro ancora riuscito a sapere quanta parte dei 75 mi lioni liquidati l'Austria intendesse trasferi1·e a llo Stalo estense, né tantomeno in q ual i tempi e in qual i modi si pensasse di provvedere a l pagame nto. Tn effelli le discussioni sull'ammontare dell'indenni u .o spettante a Modena "si protrassero lungamente, ed apportarono'' -affcnna il De Volo" un risultato molto inferiore al le g iuste pretese ciel Governo ducale" (3). La pace di Milano fu comunque festeggiata nella Capita le estense con Te Dewn d i ringraziamemo, parate e salve d'artiglieria. A mezzogiorno del 25 agosto i cannoni della Cittadella rombarono poi nuovamente per salutare la resa d i Venezia, con la quale si chiudeva definitivamente la parentesi rivoluzionaria del l 848/49 (4 ). Pareva dunque che potessero esservi i presupposti per il ritorno cie l Ducato ali ' antica tranquillità, e rrancesco V si adoperò per raffor7.arli emanando severi provvedimenti in materia d i ordine pubblico. In particolare, oltre a ribadire l'obbligo per le truppe cli rare uso delle arm i in caso cli tumulti, il sovrano stabilì che veri ficandosi in qualche luogo perturbamenli di carattere politico dovesse essere inviata sul posto una compagn ia cli soldati, eia mantenersi dal paese a paga doppia fino all'avvenuto pagamento di una mu lta od all'arresto dei responsabili dei disordini. Questi ultimi dovevano essere immediatamente sottoposti alla pena del basterne sulla pubblica piazza, ovvero consegnati, nei casi piC1 gravi. all' autorità giudi1.iaria per essere processati (5 ). Il castigo del bastone venne pure minacciato a chi rosse staio sorpreso a cantare canzoni sediziose ed ag li autori di provocazion i contro la truppa. Tn caso poi di vera e propria sommossa i coman-

' In particolare il Duca avcv,1 pensalo ad una cessione allo Srnto estense dei possed imenti piernontesi o ltre la riva sinisl r,1 della Magra. con passaggio al Regno di Sardegna cl ei territori modenesi posti sulla riva destra del l°iLllne (c fr. un promemoria non datato di Francesco V dal titolo '·fsl ru ,.ioni date a 111io fratello·• in AS tvlo. /\ rch. austro-estense di Vienna. p.VI. f.4). ' Cfr. una leuera al D uca ciel ten. col. dc ll·cscrc iro imperiale Francesco Malaguzzi datata V ienna 6.1 0.49 (ibidem). ·' T. DI:: VOLO. op. cii .. t.l. pp.380-38 I . Pa,-vc nll" ;\ustria, prosegue l' autore. ·'di dover rnvcsc iarc sul co nto dello Stato alleato l'enorrne riduzione, che il Sig. de Bruck aveva ;iecordato al la Sardegna in con fronto clell,1 primiti v:i dnrn,ind;i di ri fnsione pecuniaria'', che era stata superiore ai 200 milioni. Peral tro giit il 12.:1.:'i0 Francesco V. ncll' invinrc il conte L uigi Forni a Verona pcI· sollecitare l'apertura di una trattati va. lo aveva autorin.ato a scendere assai al di sotto dei J mi lioni m igi11ari a1nc nte richiesi i. dandog li facolti1 cl i acceltare anche solamente 500.000 L ire (cl'r. le '·Jstrnzioni pel Conte I .uigi Forni" del 12.3.50 in .,\ Sl'vlo. i\ rch. austro-estense di V ienna. p.Vl. f. 5) . .f\nche Parma dovette accontentarsi cli una somrna 1110110 minore di quella inizialmente domandala. ' L e armi francesi avevan o avu to ragione della Repubblica romana già ;1 luglio. ' Cfr. i l supplemento (nr.1 64) all'o.d.g. S C.Cì. dell' 1.8.49 (OO.cld.gg. del S.C.G. dal 9.6.49 al 25.4.5 I J. noncllé il chimg r,1fo ducale ciel 18. 11.49 in A tti S.C.G .. Ord ini di 1V1assirna. f.7 ( 1849/5 1).

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danti militari furono autorizzati ad assumere senz'altro il controllo del loro distretto, con potere su tutte le autorità del circondario (6). Con provvedimento sovrano del I5.9.49 la cognizione di alcuni gravi rcat.i venne inoltre sottratta ai giudici ordinari ed affidata a speciali Commissioni militari in 1\fodena e Massa, che successivamente attrassero nella loro gi urisdizione anche la detenzione cli armi '·da munizione" -cioè eia guerra- (decreto 2.11.49). la lesa maestà e le offese ai pubblici funzionari (decreto 17 .3 .53). Nel complesso i primi anni '50 furono effettivamente anni di quiete per il Ducato, anche se non mancarono le occasioni per l'applicazione delle disposizioni emanate da Francesco V. Dalla metà di maggio sino ai primi cli giugno ciel 1850, ad esempio, Carrara dovette mantenere a paga doppia una compagnia d i Linea a causa ciel ripetersi cli disordi ni in città, ove secondo un rapporto dei Dragoni la popolazione era "quasi tutta esaltata" (7). E poiché l'aumento della guarnigione non valse a dissuadere taluni dall'offendere la truppa, qualche Carrarese assaggiò pure il bastone, come accaclcle a certo Rivi, che se la cavèl peraltro con "sol i" 20 colµi "attesa la di lu i graci le struttura''. Nella primavera del 18S 1 il paese cli Gallicano. in Ga1t·agnana, dovette a sua volta provvedere per una decina cli giorni al mantenimento di una compagn ia di mil iti, colà inviata "Per essersi trovati (...) lordati cli sterco lo Stemma Ducale cli quella Ricettoria cl i Finan1.a" e di alrri pubblici uffici. Sassuolo, ove nel novembre '50 si erano verilìcate aggressioni ai dragoni, riuscì dal canto suo acl evitare l'arrivo delle trnppe ccl i relativi oneri economici solo perché pagò sollecitamente una multa di 800 Lire. L'anno successivo a quello della pace di Milano vide anche il D ucato allargare per l' ultima volta i propri confin i con l' acq uisto cli Rolo e di parte del territo1·io cli Gonzaga, ceduti eia Vienna a fron te ciel ridi mensionamento della giurisdizione modenese sul tratto cli Po che fron teggiava lo Stato estense, portata alla linea mediana ciel fiu me mentre in precedenza giungeva sino al la sponda lornbarclo-veneta, il che costituiva un imped imento per i progetti austriaci di libera navigazione fl uviale (8). In occasione de l passaggio cli sovran it/1 ven ne inviata a Rolo una mezza compagnia di Linea, che entn'l in paese il 12.1 1.50 e vi si trattenne un paio cli giorni a disposizione ciel comm issario d ucale incaricato del la presa cli possesso dei nuovi territori . Nel Comune venne poi stabi lmente distaccata una brigata Dragoni, mentre la !VIil izia cli Riserva vi fu attivata solamente nella seconda metà del 18S 1. D'ordine ciel S.C.G. il 14 maggio elci medesimo anno 185 1 una ventina cli cacciatori al comando di un ufficiale furon o mandati eia Massa a presidiare il vi llaggio di Suvcro. nella Lunigiana estense, i cui abitanti si accapig liavano coi loro vicini cli Rossano, suclcliti d i Carlo 111 cli Parma, per via di un bosco situato sul confine. li distaccamento rimase sul posto dal 16 maggio al 28 ottobre col compito cli evitare incidenti , mentre a Rossano si tratteneva allo stesso scopo un picchetto parmense; il ritiro delle truppe venne poi deciso cli concerto fra i due govern i per il sopraggiungere del la stagione invernale. Il segnale cicli' approssimarsi di nuovi tem pi diffici Ii fu dato dal tentativo insurrezionale operalo il 6.2.53 in Milano clai mazzin iani. Il moto venne faci lmente soffocato dalla guarnig ione austriaca, ma il governo imperiale, allarmato, adottò rigorose misure cli sorveglianza alle front iere chiedendo a quello esrcnse cli rare altrettanto, mentre anche nel D ucato gli agitatori facevano sentire la loro presen1.a, d isseminando coccarde a tre colori a Reggio e prcnclcnclo nottetempo a sassate o aclclirittura a colpi di fuc ile alcune sentinelle a Mode na (marzo/aprile I 853). Qualche mese dopo, proprio il territorio ducale fu prescelto qua le punto cli parten1.a per una sollevazione che, sotto la guida cli Felice Orsin i, dal Carrarese avrebbe clovuro propagarsi agli Appennini ccl alle Romag ne, per poi sfociare in aperto conflitto di liberazione. L'Orsini, giunto a Sarzana nell'estate ciel 1853, pensava di poter contare su qualche centinaio d i uomini, che i locali esponenti mazziniani assicuravano essere pronti all 'azione nello Spe1.1.ino ed o ltre la frontiera estense. Presi a fine agosto gli opportuni accordi tra i capi rivol uzionari , fra i quali i carraresi Fontana e Ricci , l'inizio cle lle operazioni venne fissato pe r il 2 .9 ..'il. _Nel l;-1 rnrda ~e rara clell' l avreb bero dovuto g iungere alla base cie l colle di Sarzanello le munizioni necessarie a ll' impresa, ammassate nei pressi cli La Spe1.ia; ed alle 2 ciel mattino successivo si doveva varcare il confine, in modo eia sorprendere sul far ciel giorno la g uarnigione di Can ara. La pro'' Cfr. un motuproprio ducale ciel 12. ll .50 riassunto nell'"Elenco·• c1e120.8.5 I (Atti S.C.G .. l'.355/ I del 185 1). ·.- Rappo1·to del c;1p. dei Dragoni Piran i al e.do del Corpo datalo ,v1S 11.3.50. in Documemi ri.1·r;11urda111i il Governo degli Ausrro- [s1e11si in Modena cir .. I.li. parie 111. sez. I. pp.1 45- I 46. ' Cfr. G. BERTUZZI, La C!'.1·.1io 11e di Rolo e d i parre del rerriwrio di Gonwga a Modena , in «Atti e M emorie cl ella D eputazione cli Stor ia Patria per le An tiche Provincie Modenesi». serie X, voi.I V ( 1969), pp.5 I -6 1.

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gettala sol levazione fa llì però prima ancora di cominciare, in quanto, venuto il momento di passare all'azione, molti di co loro su cui si era fatto affidamento dichiararono forfait, mentre gl i altri, mal coordinati fra loro, non riuscirono neppure a riunirsi per dare in izio al movimento. L'Orsini, sorpreso in una capanna, fu arrestato il 4 settembre dai carabinieri sardi insieme al Ricci , al Fontana e ad un altro ind ividuo, ma dopo un paio d i mesi di detenzione venne espul so dal Piemonte e poté trovare rifugio all 'estero (9). Nonostante il fallimento dell'impresa e la cattura di colui che doveva guidarla, nei giorni successivi Sarzana e il Carrarese entrarono in fo1mento, tanto che le autorità militari estensi cl'Oltrappennino, che nulla risulta avessero in precedenza rilevato, dal 12 settembre cominciarono ad inviare preoccupati rapporti al S.C.G., segnalando che cotTevano voci cli un possibile colpo cli mano contro il terTitorio elci Ducato, rese più credibil i dalla notizia della cattura cieli' Orsini. Poiché dalle informazioni raccolte sembrava che l'azione dovesse avere luogo intorno alla metà cli ollobre, a lìne seltembre si inizim·ono ad effetrum·e mTesti, e le due compagnie cli Linea del magg. i\ifelotti, in procinto cli rientrare a Modena dopo aver terminato il loro turno cli servizio oltre Appennino, ricevettero l'ordine cli trattenersi per qualche tempo ancora a Fivizzano, mentre il 7 ottobre giungevano a Massa le altre due compagnie di rimpiazzo. Contemporaneamente fu intensificata la sorveglianza sul confine bolognese, ove pure era segnalata la presenza d i bande rivoluzionarie. Aci aumentare l'allarme, nei giorni in cui si temeva dovesse scoppiare l' insurrezione si diffuse la noti1.ia che al largo della costa spezzina v'erano un paio cli bastimenti con a bordo fuorusciti prontj allo sbarco; il Comando Superiore Oltrappennino riferiva inoltre che i Toscani concentravano truppe a Viareggio e che il 15 ottobre la guarnigione di Sarzana era stata consegnala in caserma per timore di sonunosse. "Un poco di forza di più ci vorrebbe in questa località", si suggeriva il 17 eia Massa nell'informare che erano stati chiamati intanto sotto le armi una novantina di llliliti di Riserva, che mostravano ·'ottimo spirito, e buona volontà" (l O). Il tempo tuttavia trascorreva senza che nulla accadesse; ciò nondimeno il 19 ottobre il Comando Superiore comunicava cli aver rinforzato la guardia al fo1te di \-1m;sa per timore cli attacchi ed annunciava cli avere predisposto un piano generale cli difesa, che venne poi trnslllesso iI 21 a Modena insieme ad una nuova richiesta cli rinforzi. A questo punto peraltro il S.C.G., informato clall ' Austria che il pericolo era cessato, intervenne a sclramrnatizzm·c la situazione, comunicando inoltre alle autorità massesi che erano stati strelli accordi che garantivano in caso cli reale emergenza un pronto aiuto anche dail'estero ( 1 J ). In effetti durante l' inverno 1853/54 nulla cli particolare accaclcle in Lunigiana, anche se le truppe estensi cloveltero rimanere all 'erta, poiché da Sarzana conti nuavano a gi ungere notizie cli mene ri voluzionarie. Per cercare d i arginare ''il diffondersi di quel proselitismo sovversivo che già vedevasi (...) iniziato'' anche all' interno del Ducato (12), ed in particolare nel Carrarese -d ivenuto ormai a parere delle autorità "assol ut,unente Cattivo" ( 13)-, con editto del 4 gennaio 1854 Francesco V stabilì che la detenzione e la diffusione cli scritti contrnri all'ordine costituito, cli patenti settarie o anche solo d i cartel le di prestiti rivoluzionari venissero giudicate da una nuova Commissione mi litare con sede a Modena. Ad essa vennero pure attribui te le competenze sino acl allora affidate alle Commissioni istituite nel settembre '49, da sopprimersi non appena avessero terminato le procedure in corso, alcune delle quali pendenti contro soggetti implicati nel tentativo orsiniano ( I 4). Per scoraggiare poi il ripetersi di simili iniziative, l'editto minacciava severissime " Sul tentativo orsiniano de l sellernbre 1853 si vedano fra l'altro le i'vfrnwrie pvliliche di Fe/ic<' Orsini seri/le da lui medesimo. Torino. I 858, pp. I O:ì- 106; T. DE VOLO. op. ci1. . I.li. pp.252-253; A . LUZfO. Felice Orsini. IV!ilano. 19 14. pp. J 43145; M. AVl:TTA, U n capitolo della vita di Felice Orsini (il primo tentlllivo di Sa rzww: set1e111/Jre 1853), in ,,Atti de lla R. Accademia delle scie nze d i Torino», voi.I.Xlii, 1928, p.243 e sgg.: T. DEL CH ICCA. (;iflseppe Ce reiti ( un potriotu SfJ<'Z· zino ing ius1a11w111e i11co/pa10 della 111a11u11a it1sw·re: ione in Lu11ig ia na nel /853), in «C.ì iornale stori co della Lunigiana». Nuova Serie. anno VJIJ. nr. 1-2 (gennaio-giugno) 1957, p.53 e sgg.: A. BRUC.ìl\O, / ,'ai11i0 di Fel ice Orsi11i 11i 1110/i de/lu L1Jnig iano , in ~,Gazzetta cli Pa rnHl>> de l 14.3 . 1967 . l i rapporto dei cnrabinicri che arresta rono !~ Ors ini è p uhblica lo in Lettere di F O rsini a cura di A. tvl. Ghisalbeni, Roma. 1936, pp.265-266. 0 ' Rappo1to 17. I0 .53 al S .C.G. de l R. .\1ilitare Comando Superiore O ltrnppc nnino (Atti ,·iservat i S.C.G.-1849/53, f. 1/8). 11 Nell'ottobre del '53 1vlodena aderì inra1ti a quanto proposto dal Radetzky. il quale aveva invitato i governi estense. toscano e parmense a porre a disposizione un battaglione ciascuno per un intervento combi nalo in caso di effctliva corn pars,1 di bande d i insorti in Lun igiana. Le operazioni dovevano essere coordinate dal comando clell' VTI! Corpo d' annata austriaco in Bologna. " T. Dc VOLO, op. c ii., 1.11, p.25:ì . ' ' Rapporto 6.2.54 al S.C.C.ì. del C.do Sup. Ollrappennino (Alli riservat i S.C.G.- 1854. f.1 1/9). '' La Commissione di rv'lassa stava ad esempio giudicando in contumacia il Rieci -poi condann ato all'impiccag ione con sen-

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pene ed in molti casi anche la morte a coloro che si fossero riuniri in bande armate ed agli autori cli "aggressioni" ed "invasioni", anch'ess i da giudicarsi dalla nuova Commissione militare ( 1.5). Mazzini continuava però a guardare al la Lunigiana per i suoi progelli rivoluzionari, la cui esecuzione venne affidata ancora una volta all'Orsin i. Il 18.3.54 questi lasciò Londra diretto a Genova, e qui giunto iniziò i preparativi per la nuova impresa, coadiuvato fra g li altri dal Fontana e dal Ricci, anch'essi nel frattem po liberali dal governo sardo. L'idea era quella cli traspo,tare via mare le armi a disposizione sino alla foce della Magra, e cli muovere poi eia lì verso l'interno con 1000/2000 uomini che si sperava di poter concentrare in quei dintorni . Imbarcati così un paio cli centinaia cli fucili su cli un battello preso a nolo, !'Orsini lasciò Genova il 4 maggio, giungendo soltanto 1'8 a Portovenere a causa del fo1te vento contrario. La notte del 9, avvicinatasi l' imbarcazione alla costa lunense, le rurni vennero trasbordate in due barche a remi procurate dal Ricci, che aveva con sé quattordici compagni. A riva non v'era però nessuno a dare man forte, e poiché gli uomini elci Ricci dichiararono di non volere fare la 1·1ne dei fratelli Bancliera, all'Orsini non resrò cJ1e prendere ren-a in un luogo appamno, nascondere i suoi ed andare in cerca cli un altro battello per riprendere il largo. Trovatolo, lo spedì al punto del lo sbarco; ma mentre era a colloquio con un emissruio giunto nel frattempo d'oltre frontiera acl offrire per il 10 l'appoggio di una sessantina di uomini. arrivù la notizia che le armi erano state sequestrale clai lìnanzieri s,u-cli e che il drappello che le custodiva era stato disperso. L'Orsini dovette allora abbandonare ogni residua speranza cl'azione e pensare piuttosto a salvarsi, riuscendo in effetti dopo varie traversie a trovare scampo a Marsiglia (16). 11 secondo tentativo orsiniano contro la Lunigiana non colse impreparate le autorità estensi. Già il 7 maggio il Saccozzi invitava il ten. col. Tinti, comandante superiore oltre Appennino, a raffor7,are la vigilanza lungo il litorale e a porre all'erta la guarnigione di Ca1Tara onde "essere a portata di ribattere efficacemente qualunque tentativo fosse per farsi a danno dello Stato"; e tre giorni dopo richiedeva di verificare le voci raccolte dai Dragoni circa la comparsa ciel Ricci ai confini, il concentramento di elementi rivoluzionari a Sarz.ana e lo sbarco di armi alla foce della fvlagra. Nella serata del 13 il Tinti comunicava in effetti per telegrafo che si aveva avuto notizia certa cli uno sbarco cli fuoru sciti in territorio sardo, e che si temeva che aclcliJittura Garibaldi si accingesse a sbarcru·e nelle vicinanze cli Avenza ( 17). Da Bologna il ten. maresciallo Degenfeld, comandante dell'VTTT Corpo d'armata austriaco. faceva inoltre sapere di ritenere opportuna l'applicazione dei piani concordati per i casi d'emergenza (18), sicché nella notte il S.C.G. ordinò l'immediata partenza per Castelnovo l\fonti del mezzo battaglione cli Linea cli presidio a Reggio dandone comunicazione al generale imperiale, anche per evitare che credendo gli Estensi inerti questi si sentisse autorizzato ad inviare truppe nel Ducato (19). Il 14 giunse dal l'Oltrappennino la notizia che i fuorusciti sbarcati erano pochi e che i Piemontesi si erano impadroniti delle loro armi. Ritenendo tuttavia che quanto accaduto non fosse che il preludio cli un più ampio movimento insurrezionale, il Tinti comunicava di avere mobilitato un centinaio cli militi di Riserva e chiedeva venisse affrettata la marcia della divisione partita per Castelnovo. Dal canto suo il Degenfeld. falto noto che

tenLa del I' 1.5.54-. nonché alcuni abitanti di f'osdinovo accusati cli "essersi messi a disposizione della fo1.ion c 1·ivo luzi onaria per un· incu rsi one annata mano·· in territorio es tense. ccc. " L' ediuo cie l 4 .1.54 è ri pon ato nella Co/le::.iune generale deffr, leggi ,·ostilll~ioni edini pruclw11i ecc. per gli S,ati e.1N 11si, t.XXX I 11. rvlodena. I 854, p.:1 e sgg . È da notare che alla Co111111issione spettava un i camente pronunc iare la sentenza finak , senti to I' ;\ uditore rn ilita1·e; l' istruzi one delle cause era invece d i co 111petc nza dei g iuscl icenti ci v ili. Presidente dcll,1 Comm issione era i l col. /-\ lessandro Fe1Ti . comandante della Piazza d i Modena. "' Sul tentativo <Jl"siniano del 111agg io l 854 si vedano fra l'altro le 1\tle111orie politiche di Felice Orsini cit. , p. 11 6 e sgg.: T. DE VOLO. op. cii.. t.1 1, pp.256-25 7: l ' artico lo di A . BRUGN O di cui alla nota 9. Assai irnporlante anche la lettera clell'Orsini a tal Piero Cironi datata Ginevra 4 .6.54 e pubblicata in Lei/ere di F Orsini cii.. pp.I 49- I 50. " li di spacc io te legra (ico, datato MS 13.5.54 h.21.1 5 ed indi rizzato al S.C.G ., è conservato in A tti riser vat i S.C.G.-I854. f.11/9. Il col legamento telegrafico tra rvtodena e Massa era stato atti vr.110 nel 18.52. '·' C fr. .111pra, nota 11. '" CJ'r. un rapporto del Saccozzi a Francesco V in data 14.5.54. D a M onaco di Bav iera il Duca fece sapere di non ri tenere " m ilitarmente necessarie'" le misure aclonate, '·mn la considerai.ione che g li Austriac i quasi pretendevano qu;1lchc mossa, e che v' era il r ischio che se non la facev amo noi la facevano essi co n grande spesa cd incom moclo nostro ( ...) deve fm t;Kcrc le al tre cd ho piacere che Ella abbia v ista la cosa in questo senso'·...Se i o fossi stato a tvloclena.. prosegui va il sovrano '·avrei o scritto o srcdito qualchuno al Cìen. D egenfel cl onde sn1o ntarlo·•_ Sia il rapporto ciel Saccozzi che il r iscontro cl i Francesco V. cimato I 8 maggio. tnwansi in A lli r i ser vati S.C.G.-I 854. f.llJ9.

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truppe toscane ed austriache si apprestavano a marciare su Pietnisanra e che a ltri reparti stavano muovendo eia Parma a rinforzo clella guarnigione di Pontremoli, invitava il Saccozzi ad approntare altre due compagnie da inviare a l d i là cieli' Appennino. Il mezzo battaglione giunto a Reggio in rimpiazzo cli quello avviato a Caste lnovo ricevette così l' ordine di mettersi anch' esso in movimento a quel la volta sotto la guida ciel ten. col. Casoni. Preso il comando cli tutte e quattro le compagnie cli rinforzo, quest'ultimo si ponò poi con due cli esse e due pezzi d'artiglieria a Fivizzano, mentre le altre d ue compagnie venivano lasciate in riserva a Castclnovo. L'allarme stava intanto comunque rie ntrando: Massa, Carrara e le a ltre località dello Stato continuavano a rimanere tranquille, mentre elci rivoluzionari sbarcati alcuni erano stati catturati dai Piemontesi e nessuno si era fatto vedere in territorio estense. "Essendo anelati a voto i prim i tentativi messi in opera dalla propaganda rivoluzio naria", riferiva il 17 il Tinti al S .C.G .. "si ritiene che per il momento non sarà per succedere alcun altro tentativo'' (20). Aci ogni buon conto tra il 19 e il 20 rnaggio le truppe del Casoni vennero schierate a difesa, in parte Ira Aulla, Fosdinovo e Ceserano, a ridosso elci confi ne col Piemonte, ccl in parte più indietro a Fivizzano, mentre una compagnia restava cli rincalzo a Castdnovo. La guarnigione cli Massa e Carrara rafforzò dal canto s uo le difese del Iitorale . .Anche gli a ltri Stati stavano in g uardia, e se a Pietrasanta il pres idio non ris ultava a urncnraro che d i un plotone cli tru ppa a us iliaria, la nave g randucale "Giglio" provvedeva al la sorveglianza de lla costa versi Iiese, ed altrellanto faceva per il golfo di La Spezia il vapore eia guerra sardo ''Malfatano" . Dal canto suo Parma aveva inv iato nel Pontremolese e nel Valtarese 500 uomini al comando del cap. Ghezzi, il q uale si recò il 2 1 magg io a Fivizzano per mettersi agl i ordini del Casoni e chiedergli istruz io ni su come meglio dislocare le pro prie forze , ponendo in imbarazzo l'uffi ciale modenese, o vviamente non abi Iitato ad impartire disposiz io ni a truppe di un altro esercito (2 1). Pu r essendosi cli tanto in tanto rin novate le voci cli possibili colpi d i mano mazziniani, verso la fi ne di maggio il Saccozzi, rilevando che nonostante " le fatte supposizioni cl i invasioni e sommovimenti" in concreto " niun fatto, niuna dimostrazione, niun arresto cli fuorusciti" era avvenuto sul territorio este nse, comun icava al C omando Super iore Oltrappennino di rite nere opportuno "che a l più presto possibile cessassero le disposizio ni straordinarie( ...) prese" (22) . E poiché anche il Degenfeld s i d ic hi arò d 'accorcio, 1'8.6.54 il S.C.G. ordinava che il Casoni e tre delle q uattro compagnie a i suo i ordini rie ntrassero a Modena, mentre l'ultima - lasciata per qualc he tempo ancora in via prude nz ia le ne l iVl assese- venne anch ' essa ritirata ai pri mi di lugl io, parendo o rma i defin itivamente "assopite le cause Pol itic he che facevano temere cl i qualc he tentativo pe r parte elc i R ivoluzionarj" (23). Se dopo il duplice fall imento dell'Orsini il progetto d i un moto in Lunigiana era stato in effetti accantonato, i mazziniani continuavano tuttavia a tessere le loro trame. Particolarmente tesa e ra la situazione a Parma, o ve all'assassinio del D uca Carl o III (27.3.54) (24) a veva fallo seguito in giug no l' accoltellamento ciel giudice cui erano affidate le indag ini. Il 22 luglio i ri volll7ionari parmigiani tentarono d i f'are insorgere la c ittà, ma dopo alcune ore di scontri l'energica reaz ione del le truppe borboniche e dei Tirolesi

"' Nella lellera, eons. ibide111. è segnalata la collabora;;ione prestata al le pattuglie estensi dalle l'orze piemontesi di confi ne. "Se i Sard i l'anno deg li appare nti servigii'". avverliva perii Francesco V. ·'tutti loro Signori pensino sempre a l timeo Danaos et dona l'e renles" (lettera de l 18.5.54 cli cui alla noia precedente). " Il Casoni se la cavò manifestando semplicemente al Ghcz.z.i que lle che erano le sue opinioni, cui peralt ro l'ufficiale parmense '·assicurò d i pienamente volersi uni lon nare" (rapporto ciel Casoni al S.C.G. datato 22.5.54 in ;\lii S.C.Cì., i'.4 16/ 15 ciel 1854). " Lettera clat:Jla MO 29.5.54 (/\ lli riservali S.C.O.- 1854. f ll/9). " Lette ra del Comando Supe riore Ohrappennino al S.C.G. datala MS 30.6.54 {Atti S.C.G .. f.416/1 5 de l 1854). l Parmensi avevano iniziato a ridu rre le loro l'orze nel Pontremolese g i.ì ai prim i di giugno: il :10 anche le tru ppe loscane inviate ai confin i vennero ritirmc a Lucca. " I ,a morte d i Carlo Ill provocò a Modena l'o n e impressio ne. Il 29 il Saccou.i pubblicò a ll'ordine del giorno la notizia del " nuovo colpo dell' Infame Setta nemica della Società. de lla Re ligione. de' Troni"'. cogliendo 1·oecas ione pe1· incitare i soldati a 1·innovare il proposito "'di non l:isciare passare occasione di sconfiggere e bauere in tutti i luoghi cd in lulli i modi i satelliti e gli istrumenti d i quella infa me fazione•· (2° suppleme nto -nr.53- all"o.d .g . S.C.G. ciel 29.3.54. in OO.dd.gg. del S.C.G. da l 18.9.52 al 23.4.54). Il 2 aprile il generale si recò poi a Parma con alcuni uffi cia li per presenziare a lle esequie clell'ucciso. le cui spoglie vennero successivamente trasportate a Viareggio per essere tumulate nella cappella della villa rea le del la Macchia: al passaggio de l convoglio fu nebre per il t\,lassese furono resi alla salma g li onori militari.

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di presidio valse a stroncare la ri volta, cui del resto la popolazione si mantenne estranea (25). Dello scoppio d i una sommossa a Panna i comandi militari estensi ebbero notizia nel corso della giornata, e pur constatando che tanto Modena qunnto Reggio e l'Oltrappennino si mantenevano tranquilli , in base al principio " meglio prevenire che essere prevenuti" (26) misero in allarme le truppe. In serata peraltro il col. Ferrari informava Francesco V, in villeggiatura a Pavullo, che la rivoluzione era stata "vinta a Cannonate" e che a quanto pareva non erano da attendersi altri sinistri eventi. Aci ogni buon conto iI Duca ordinò che si continuasse a rimanere all'erta "Sinonchè non si sappia ufficialmente essere completamente represso il movimento, presi i capi, e dati gli esempi richiesti dalle circostanze, e finchè si sapesse esservi dei movimenti (... ) nel Nostro vicinato" (27). Le truppe vennero quindi consegnate in caserma e fu approntata a Reggio una colonna mobile per l'effettuazione cli perlustrazioni lungo il confine dell'Enza, mentre i comandi del la Mi lizia ricevettero l'ordine di attivare pattuglie per sorvegliare la frontiera dalla parte delle montagne e per provvedere, insieme ai dragoni a cavallo, alla vigilanza delle li nee telegrafiche. Dal can!o suo il Saccozzi, che si trovava nell 'Oltrappennino, dispose affinché quei confini fossero guardati eia nuclei di dragoni, militi e guardie cli finanza, tenendo la truppa di Linea pronta a difendere Massa e Carrara. Il 24.7.54 corn.inciarono perallro ad attluire a Parma numerose truppe austriache, inviate c!i rinforzo dalle guarnigioni vicine. Il loro WTivo allontanò definitivamente il pericolo cli una ripresa della sommossa, e poiché nello Stato estense continuava a regnare la massima quiete il S.C.G. mise in libertà le truppe ed ordini:J la cessazione della sorveglianza alle linee telegrafiche. La colonna inviata sull'Enz.a rientrò a Reggio il 26, e la mattina del 27 il col. Ferrari poteva comunicare al Duca che nella giornata il servizio sarebbe ritornato "affatto sul piede Ordinario", perdurando " la tranquillità e l'Ordine in Panna e nel Parmense, come nel lo Stato Nostro". L'allarme suscitato dag li avvenimenti cli Parma era appena cessato che eia t-..fassa giungeva la richiesta ''d'un pronto soccorso'': il Comando Superiore Ollrappennino avvertiva infatti che si clava per imminente lo scoppio della rivoluzione in Piemonte, che Livorno era inquieta, che Sarzana si era nuovamente riempita di fuorusciti e che v'era da attendersi da un momento all 'altro uno sbarco alla foce della J\;Iagra (28). A tali notizie Francesco V ordi nò che fosse inviato a l'vlassa il magg. Wieclerkhern, con l' incarico cli assumere in via interinale il comando deJJe truppe d'oltre Appennino e col potere di uti li1.zare nel modo credulo migliore "la truppa attiva, la milizia cli riserva, non che la guardia di finanza in caso d' irruzione, o cli sollevazione(...) o cli minaccia d' irruzione o di sbarco" (29). Stanco dei continui al larmi provocati da un nemico nascosto ed inafferrabile, il sovrano dichiarava cli auspicare che venisse effettivamente "i l caso, che allontanerà il pericolo, che ora sempre ci sovrasta" grazie al colpo "ardito e decisivo" che si confidava potesse essere po11ato dal \Vieclerkhern, cui era comandato cli non limitarsi a respingere i ribelli. ma cli tagliare possibilmente loro la ritirata e distrugger!i (30). "Chiunque viene preso colle armi alla mano" concludeva il Duca "verrà inesorabilmente fuci lato dopo [2 ore (...) L'esecuzione avri1 luogo pubblicamente, e colla maggior possibi le solennità" (31 ). Partito da Modena iJ 2.8.54, il \Vieclerkhern giunse a destinazione il giorno successivo, potendo peraltro constatare che sia il Piemonte che la Toscana erano ciel tulio tranquill i, "motivo per cu i non si ba nulla a temere (...) in quegli Stati, e molto meno poi in questi Felicissimi Dorninj" (32). L'ufficiale non ritenne a quel punto neppure necessario assumere l'effellivo comando delle forze d'oltre Appennino, e perdurando la quiete nello Stato estense e in quelli confinanti si fece qualche giorno dopo addirittura inviare in permesso in Toscana (33).

'' Sull'insurrezione ciel 22.7.54 a Panrn vecb si M . ZANNONL Le Rt!ali huppe cir. , pp.40-50. '" Rapporto di S. Ferrari al Duca dalato !VIO 22.7.54 h.19 (AS!vlo, A rch. ausLrn-esLcnsc di V ienna. p.\/1. LS). " Istruzioni di Francesco V al S.C.G. in data 22.7.54 (Atti S.C.G .. f.4 16/1 5 del 1854). '" Dispaccio telegrafico al S.C.G. dcli " 1.8.54 (Atti ri servati S.C.G.- 1854, Lll/9 ). ,,, Istruzioni di Francesço V al \Vicderkhern datate 1.8.54 e conser vate i n A lli riservati S.C.G.- 1854. 1'.1 1/9. "' !/Jide111 .

'' I/Jide111 . Con ch i1·ografo ciel 6.8.54 il Duca stabi lì che le istruzioni impartite al W ieclerkhern dovessero valere per ·'qualsiasi Comandante Superiore. o( ...) qualsiasi Incari cato interinale di dello Comando(. .. ) nei casi previsti eia quelle·· (AS\1Jo. R. Scg1·ete1·ia cli Gabinetto. chirogra fi sovrani. f. 356 del I 854). '' Rappo1·to del magg. Viieclerkhern al S.C.C . cimalo MS 4.8.54 ( Alli riservati S.C.G.- 1854. r.11/9).

" l rapporti del Wieclerkhern misero in imhara1zo i comand i massesi, che nell"intento "'di togliere possi bilmente l ' iclea ( ...) cli avere data troppa credenza a vaghe dicerie'' il 4.8.54 inviarono al S.C.G. una memoria (in A tti S.C.G .. f.4 16/1 5 del 1854) sulle •'circostanze tulle che diedero luogo all"allarmc··_

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CAPITOLO XVIII Il primo stato d'assedio di Carrara (1854-56) e il tentativo insurrezionale del luglio 1856 I tentativi mazziniani ciel 1853/54 e Je tensioni derivatene nell' Oltrappennino avevano reso manifesto al governo clucale quanto fosse cli venuta preoccupante la situa7,ione a Carrara. Infatti. se la clorninazione estense appariva ancora ben salda a Massa -da sempre ·' una del le città più reazionarie ciel ducato'' ( 1)- , le ultime vicende avevano mostrato che la causa rivolu7ionari a andava guadagnando sempre maggiori consensi lra i Carraresi. Nell 'agosto '54 si clava anzi per certo che Carrara e le sue frazioni si sarebbero sen1.'alrro unite ai rivoltosi in caso di effcllivo scoppio di u11a so111111ossa sul co 1i1·i 11e s,11z,111ese (2). La crescita ne lla città apuana dell'avversione al governo cli Francesco V era il d iretto ri sultato dell 'azione delle soc ietà segrete, che nel particolare ambiente socio-economico carrarese avevano trovato condizioni favo revol i alla diffusione dei loro programmi antireligiosi, repubblicani ed insurre1.ionali (3). All 'opera delle sette ed a fi nalità terroristiche erano pure eia ricondursi, secondo le autorità ducali . i ferimenti e gli omicidi che andavano da qualche tempo insanguinando Carrara, commessi " persino di pieno giorno e nei luoghi più frequentati della Città". Per tentare di porre un rreno a tali clelini, il 26.8.54 Francesco V stabilì che i crimini cli sangue perpetrati in territorio carrarese fossero eia giudicarsi dalla Corrnnissione militare istituita il 4 gennaio e eia punirsi con la morte, o con almeno vent'anni cli galera in caso cli tentativo non anelalo ad effetto (4). Al tempo stesso il Duca ordinò che si procedesse ad un "disarmo generale( ...) nel Comune cli Carrara" (5), assegnando un rennine di qui ndici giorn i per la consegna delle armi. I provvedimenti sovran i non diedero però i risultati sperati . Nei maga77ini della pol izia finirono infatti meno di 350 tra fu cili, pistole, coltelli. ecc., per la rnaggior parte tra l'altro detenuti con regolare licenza, né si interruppe la catena dei del illi: il 30 ottobre, ad esempio, tal Giulio Gattini di Beclizzano ricevette tredici coltellate, il 2 novembre fu tentato l'assassinio ciel parroco di Sorgnano, ecc. Constatata l'inefficacia dei rimed i adollati, Francesco V decise cli ricorrere a misure estreme, ordinando il 13.1 2.54 che ne l terl'itorio del Comune di Carrara fosse proclamato lo stato d'assedio, sotto il comando dell ' ufficiale incaricato de l Comando Superiore Oltrappennino (all'epoca il ten. col. Casoni). Tutte le autorità carraresi vennero poste alle dipendenze ciel comandante dello stato d'assedio. cui i decreti sovrani attribuivano facoltà cli prendere tutte le misure " preventi ve, o repressive politiche, amministrative, o Ì\1ilitari" ritenute opportune ''per fare definitivamente cessare l'alluale stato cli cose". Contestualmente il Duca inasprì le disposizioni dell'editto 26 agosto, allargando fra l'altro l' ambito cli applicazione della pena di morte. che venne comminata anche per il semplice tentativo d i omicid io o rerimento (6). Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1854 fo rti picchetti d i Milizia presero posizione sui confini del territorio carrarese, con la consegna cli controllare chi unque volesse varcarlo. La mallina successiva una compagnia Cacciatori si schierò poi nella piazza della città. ove alle 9 il Casoni procedelle alla proclamazione dello stato d'assedio. pubblicando una notificazione (7) con la q uale, fatti conoscere gli ordini

' G . SFOR7.A. Vi11ce11:o A-Iorio No1Yli11i. in «Cìiornale Storico della Luni giana». voi.Xl. 1920. p.205. ' Cfr. il rapporto del \Vicdcrkhc rn al S.C.G. di cui alla nota 32 cie l cap. precedente. ' Cfr. T. DE VOLO. op. cii .. t.11. pp.254-255. p.257 e p ..ì70. G li aderenti alle sette. che pera ltro erano ,1bbaslanza numerosi anche a Massa. al mome nto de ll'affi liazione giuravano di bauersi '·contrn la monarch ia e la re ligione. pe r l' es1erminio dr,i principi, de i preti. dei frat i e di luni quelli chr, sono p:ifali rl:1 1 c;nvf'rno·· (dq)OS Ì7Ìn ne resn nlla polizia cslcnse da la i Antonio Berti Lorenz i cit. in O. ROJ\··IBALDL Dalle Setre a/1{1 Costi1H~io11e / 850- / 859. in AA.VV.. Mossa e Carmrn da /1/laria Bemrice a \li/Iorio L111a1111ele Il ( 1829-1859). ìV1assa-Modena. 1990. p.1 13). ' Il decreto ducale 26.8.54 è riportato in Colle:.ione genero/e delle leggi cos1it1d o11i editli pmclami ecc. per gli Srmi cs1e11si, t.XXXIII. Modena. i 854. p.99 e sgg. ' Art. I decreto 26.8.54 di cui alla nota precedente. " I decreti ducali ciel 1:1. 12.54 (d ue) trovansi in Atti riservali S.C.G.- 1854. r.11/9. Lo staio d ' assed io era in vigore s in dal 22. 12.51 anche a Parma: abolito nell ' apri le ciel 1855. venne rip ristinato nella capitale horhon iea negli ann i 1856/57. ' Al legata ad un d ispacc io de l Casoni datato MS 15. 12.54 in Atti riservati S .C.G.-1854, LI 1/9.

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sovrani, si vietavano gli assembramenti, s i ord inava la c hius ura dei pubblici esercizi nelle ore seral i e notturne, s i imponeva il copri fuoco e s i riaprivano per poche ore i rennini per la consegna delle a rm i, rnis ura q uest'u ltima che non diede peraltro alcun ris ultalo. Allo scopo cli te ntare il seq uestro del le a rm i no n consegnate. nell a notte Ira il 17 e il 18 ven nero perq uisite una ventina cli abitazio ni, e f urono pure ispezionati i sotterranei ciel teatro e dell'Accademi a di belle arti . L'operazione non riuscì però in pratica a nul la, né mig liori ris ultali diedero a lt re perq uisizioni effelluale nelle notti successive. Non potendosi ritrovare le armi, si tentò a llora quantome no di neutra lizzare coloro che s i temeva potessero servirsene, assoggettando a misure d i preven7.ione parecchie decine cli persone. A l fine d i ridmre il numero dei soggetti potenzialmente per icolosi, a fine dice mbre fu inoltre ordinata l' espuls ione dal Carrarese d i tutti g li stran ieri di cui la polizia no n potesse certificare l' ineccepibi le condotta. La continua vigi la nza della trnppa portò poi al fermo d i vari individui, soprattutto per violazione ciel coprifuoco, punita in v ia disc ip li nare con gualche giorno d i arresto. La pniclamazione dello stato d'assedio era stata dapprima accolta con una certa indifferenza dai Carrares i, ma col passare de l tempo la popolazione cominciò a sentire il peso delle restrizioni imposte dall'autoritù mi litare, anche se in complesso alla truppa ccl agli ufficia li non venivano "fatti brutti visi" (8). Non mancò tuttavia qualche episodio di inrolleranza contro i m iliti dei p icchetti. e il 26 d icembre comparve pure in città un manifesto contro il Casoni. il c ui autore - individuato in certo Giuseppe B rizzolari- invocò peraltro perdono "dicendo cli averlo fallo per una certa smania c he cli tanto in tanto lo assale e che lo induce a far simili cose senza sapere egli stesso il perchè"' (9). Poiché comunque Carrara si manteneva in sostanza tranquilla. col trascorrere delle settimane il rigore del lo stato d'assedio venne m itigato. La notte d i San Si lvestro furono levati i posti di M ilizia coll ocati sui confini ciel territo rio carrarese; dal 15 genna io 1855 i I Comune venne esentato dall'onere ad esso imposto a ll' inizio dello stato d 'assed io d i corrispondere un soprassoldo alla tru ppa ( IO); co l 15 febbraio fu tolto il copri fuoco, si consentì la riapertura sera le dei luoghi di pubblico convegno e si sospese l'efficacia delle disposizion i che vietavano i crocchi . Paralle lamente venne ridotto il numero delle truppe cli presidio nel Carrarese, che scesero nel marzo ad una novantina cli uomini, mentre il Casoni riportò la propria residenza a Massa, ove d'ordinario stava il comandante s uperiore o ltre Appennino ( 11). Se con l'appare nte ristabilime nto della quiete i n Carrara poteva sembrare raggiunto "il primo cle' d ue scopi pei qual i fu promulgata la legge cli assedio", più difficile si prospettava il conseguimento ciel secondo fine, "quello cioè d i scoprire i rei dc' commessi delitti" (12). Dragoni e polizia erano diretti eia ufficiali e fu nz ionari arrivati eia poco, e q uindi non ancora pie namente a conoscenza de lla realtù carrarese. me ntre il Casoni era "senza lume( ...) in mezzo a cose affatto nuove" per lui (l 3), tanto che si mostrèi inizialme nte alquanto restio ad impegnarsi in prima persona ne lle indagini. "Questo Comando", scriveva ad esempio il 14.2.55, dopo aver preso visione cl i alc uni rapporti di pol izia su lla " ma tassa ri volu7.ionaria cli Massa e Carrara'·, ''è cli sommessa opinione di lasciar agire chi ha cl i g iù le mani in pasta, per non alterare, e fors ' anche far nascere inciam pi, a l progredi re delle scoperte·' (14) . Il 12 marzo il tenente

' Xli i rapport o del Casoni al S.C.G. sullo stato d"asscdio. datalo C1rrara 15. 1.55 (Alti r iservati S.C.G.-I 855. f.111/10). ' Xl rapporto del Cason i al S.C.G. sullo stato d'assedio. datato Carran1 15.1.55 (ibide111) . 10

Emanando il provvedimento (datato VE 12. 1.55 e co nser vato in A tt i S.C.G .. L43:V l 4 del 1855) Francesco V dichiarava

di volere usare un r igu,11-clo al la parte d i popolazione del Comune di C:ir rnra ··non co lpevole dei delitti che v i si co mm isero. e scn:w su,I co lpa insciente dei loro autot·i". benché secondo il sovrano Lale pane dovesse ri1enersi ·'poco consi det·evo le rispetto al rimanente··. 1

• Oltre cbc dello staio sl"asseclio. nel gennaio ciel 1855 il Casoni dovette occuparsi anche del passaggio per J"Ol trappennino di reparti francesi che ei a Rollla r ien1rava110 in patria. La posizione dell' ulTiciale ern clelicara. in q uanto Francesco V -cogna-

to del conte cli Challlbord. pretendenle al tro no di hancia- non riconosceva il govern o di Kapoleone I 11. Nell ' accompagnare, collle cortesia imponeva. alla l'ronliera sarda i l co rnandarue I·ra11cese col. Dam,1s. il Casoni seppe \ult.a v ia cvil,lt"c ogni imbarazzo. osservando -come ciel resto i l suo compagno di viaggio- le pi t1 opportune cautele ·'per tica. de· governi. cle' Sovrani e ciel la guerra.. allora in corso in Crirnea.

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intrndur di scorsi di poli -

X V 111 rappor\o ciel Casoni al S.CG. su I lo staio d ·assedio. datalo Carrara 26.1.55 (Alli r iservai i S.C.G.-I 855. f. lii/ I 0). ,., Le\\era ciel Casoni al Saccoui datata Carrara 30.1.55 (i/Jide111) . 1 '

11

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Le\lera del Casoni al Saccoui datala MS 14.2.55 (i/Jide111j.


colonnello era comunq ue a fianco del le autoritù cli polizia ad ass istere ad una sorta di riconoscimento effettuato da un "pentito", che eia una fi nestra anelava indicando agli inquirenti chi tra la folla conven uta al mercato d i Carrara aveva partecipato insieme a lui alle adu nanze ri vol uzionarie. Le persone accusate in quella ed in altra occasione furono una novantina. e per loro capo venne denu nciato l' avv. Enrico Brizzolari, che fu poi in effetti uno elci commissari che nel 1859 assunsero il potere a Massa e Carrara in nome cli Vittorio Emanuele Il. A fine marzo costui venne arrestato insieme ad alcuni suoi luogotenenti e tradotto nel forte di l'-,fassa, come pure fu catturato certo CaJzo lari, suddi to sardo, sospettato di rivestire un ruolo non meno im portante cli quello del Briaolari. TI Casoni aveva sperato che grazie a tal i arresti sarebbe stato possi bile risal ire agli autori dei delitti che avevano insangu inato Carrnra, ma il ferime nto di un caporale dei mili ti e del cli lui figlio mostrò che era ottimistico pensare che i problemi rossero orma i circoscritti alla ricerca del le responsabi Iità passate. ln effetti, nonostante l' irn m ediato i111prig ionan1cnto dei p resunti colpevo li, la re introduz io ne del coprifuoco

e delle al tre misure cli rigore (2 1.3.55), il rafforza mento del presidio e la ri presa delle perquisizio ni, la sera del J 6 apri le sì ebbe una nuova aggressione sull a via per Torano, della quale rimasero vittima tre giovani. A ltri episodi clelìttuosì sì verificarono nei 1nesì successivi, mostrando che, dopo un periodo d i smarrimento, in certi ambienti si era evidentemente giunti all a convinzione cli potere sfidare anche lo stato d'assedio, e che quest' ultimo non era di per sé sufficiente a garantire il mantenimento della sicurezza pubbl ica. li rinnovato still icidio cli delitti non era peraltro l'unico motivo cli preoccupazione ciel Casoni, essendo riprese a circolare insistentemente nel Carraresc voci dì possibili sollevazioni e sbarchi d'armi. li governo mi litare cli Carrara cercò come meglio poté dì tenere sotto controllo la situazione, aumentando il numero dei precettali, intensificando i pattugliamenti, facendo osservare con rigore il coprifuoco, effettuando q ualche ulteriore arresto ed intervenendo con durezza contro coloro che manifestavano in qualche modo si mpatia per la causa rivol uzionaria. Così ad esempi o alcuni avvinazzati sorpresi a cantare "canzoni allusive al 1848'' furono incarcerati, ed uno dì essi ricevette pure venti bastonate, "castigo" che " mostrò coi gridi dì sentire assai" ( 15). I capi rivoluzionari arrestati sì erano intanto rivelati scarsamente propens i a collaborare con g li inquirenti, nella convinzione di potere presto o tard i ri tornare cornunque Iiber i. ''Parerebbe" riferì va ì I Casoni il 27.4.55 "che li detenuti avessero detto =già a noi accadrà ciò che è accaduto agli altri, cioè, che dopo due o tre mesi cli prigione c i metteranno in libertà con il solito ricordo d ì condurci meglio=" ( I6) . ln effetti, tra le cause della situazione in cui versava Carrara v'era certamente anche l' inconc ludenza della locale magistratura, incapace -forse anche perché inti midita- cl i condurre istruttorie efficaci ed alquanto prudente quando sì trallava cli prendere decisioni. Affinché l'azione della giustizia potesse risultare più incisiva, nel rnaggio del '55 Francesco V chiese al. 'Austri a "in via temporanea il sussid io cli un l.R. Auditore dì G uerra" eia inviare nell ' Oltrappennìno (17), ove in effetti il 14 agosto giunse il cap. Erardo Gi.ihl , posto a disposizione dal fe ldmarescial lo Radetzky. JI 3 1.7.55 il Duca istituì poi un'apposita Corn mìssione mi litare per Ca rrara, chiamando alla presidenza de lla medesi ma il comandante della Piazza cli Massa magg. Nicola Messori ed allribuendo al Gohl il ruolo di "giudice processante" nel l'ambito della Cornm issìone stessa (18) . La giurisdizione del nuovo organo, che aveva sede in Massa, si estendeva agli "ornìcidj proditori i ed atte ntati dei medesimi", alla detenzione di armi vietate, a i delitti d ì lesa maestà ccl alto trad ìmenlo, alla partecipazione a sette

" LXXXI II rapporto del Casoni ;il S.C.(ì _ sullo staio c1·a, scdio. datalo Carrnra 29.6.55 (ibide111 ). "' LVI rapporto ciel Casoni al S.C.G. sullo stalo cl"assedio, dalalo Carrara 27.4.55 (ibidc111 ). ··11 potere questa volta non deve

essere ridicolo'·. co mmentava a margine i l Duca il 30 aprile. ·"e quindi senza nostro espresso ord ine no n si rilasciernn no dalla carcere(. .. ) e dovranno tenersi inoltre isolati '·. " Chirografo ducale datato RE 15.5.55. riportato in L>ocu111e111i r isg11wdanti il Col'emo degli A11stm-!:.:.11e11si in 1\i/ode11a cii .. t.11. parte l ii, scz.l. pp.44-45. •-< Pc1· concertare con le autorità estensi gli aspelli tecnic i ed a111111inistral i vi della missione del Cìiih l. nel giugno ·55 giunse a iV!odena un allro giudice militare austriaco. il ten. col. Ernst, il quale si recò po i anche ncll "Oltrappennino a prendere visione degli ' •i ncan i dc' prirni esami. fatti ali i dcrcn uli politici... trova ndo che con tenevano " materiale sufficiente per instaurare con successo un prncesso·' (LXXV ra pporto del Casoni al S.C.G. sullo starn d· assedio. datato MS 11.6.55 e co ns. in /\ lti riservati S.C.G.- 1855. LI II/I O).

20 ]


segrete ed ai casi cli opposizione a lla pubbl ica forza, né ven iva esclusa dalla pendenza di istruttorie gi~1 promosse dai giud ic i ordi nari. Al Casoni , in qua lità cli comandante dello stato d ' assedio, Francesco V diede facoltà cli conferma re, diminuire o commutare le pene infl itte, ferma peraltro l'esclusiva eornpetenza sovrana per la ratifica cli eventuali condanne a morte ( 19). Recepite in una notificazione ciel comando dello stato d' assedio pubblicata a Carrara il 15.8.55, le d isposiz io ni ducali entrarono in vigore lo stesso giorno, e g ià il 20 la Commissio ne iniz iava i propri lavori . "Pare( ... ) che la Commissione suddetta" -scriveva il Casoni il 3 settembre, ri fere ndo che gl i individui che l'auclitore aveva cominciato ad interrogare rispondevano " con abbastanza schiettezza"- "inspiri ag li esaminandi que lla confidenza che certo non ave vano nel Tribunale c ivile" (20). Le r ivelazio ni deg li interrogati e le soffi ate elci confidenti permisero in effetti al Gohl di iniziare a farsi un' idea dei segreti delle sette e clcl lc loro ramificazioni , anche al cli fuori del territo1io uuc<1h:. Non cessavano intanto le aggressioni . Nel seLtembre '55 un m il ite d i Fosdinovo. recatosi a Gragnana con in capo il be rretto de l Corpo, venne assa lito a mano annata eia un paio cl i individ ui "per solo spirito di partito'' (2 1): sempre " per( .. .) spirito cl i partito'' a f ine ottobre vennero infe rte gravi ferite a due abitanti cli Tonrno affezionati ·'al legittimo governo"; a ncora nei pressi di Torano il l O novembre dei ragazz i feri rono seriamente un coetaneo: a Becl izzano su i primi cli marzo ciel '56 s i tentò di uccidere un ta l Salatini con un colpo cli pistola, ccc. A mantenere inquieta Carrara contribu inino pure, nei primi me si del 1856, alcun i scritti che pre nde vano a be rsaglio il Casoni, il podestà conte Del Medico (tacciato cli "sanfedismo"). ed anche gl i eccle siastici : '·se il clero Carù quanto g li incu lca il vangelo( ... ) bene", si legge in uno cl i tali scritti, "altrimenti stiletate eia o rbi'' (22). Grande agitazione era inol!re causata dalla g ue rra cli C ri mea, non solo per via del le notizie che arrivavano eia] fron te (quella della caduta di Sebastopoli ind usse un finanziere a proferire discorsi tanto sediziosi eia provocarne l'internamento ne l forte di Massa), ma anche per la presenza di arruolalori c he cercavano cli reclutare volontari per una Legione anglo-italiana al servizio bri tannico da inviare in O riente (23). Nel gennaio ciel '56 i rapporti del comandante ciel lo stato d ' assedio danno con particolare fre quenza notiz ia dell' espatrio cli giovani intenzionati a raggiungere i depositi de lla Legione in P ie monte, ev idenziando peraltro anche la pre occupazione e cl il risentimento delle famiglie contro gl i arruolatori. '·J Padri". si legge ad esempio in un rapporto ciel i' 11. 1.56, "si sono, in d ivers i luoghi ( ... ). proposti di(...) bastonare g l' ingaggiatori che fan no credere essere gl' ingaggiati destinati non già per la C rimea ma bensì per l'Ital ia" (24). Il M in istero di Buon Governo aveva d isposto c he i sudditi ducali e ntrati a far parte della Legione anglo-italia na non potessero rientrare in patria sollo pena d i essere incarcerati; ma né tale dispos izione, né la minaccia di sottoporre gl i arruo lato ri al giudizio della Comm issio ne m ilitare, né la vig ilanza esercitala ai conf ini valsero a frenare il flusso dei volontari, che in pratica si arrestc'J sola mente con l' interruzione de lle ostilità (25). L'apertura della conferenza di pace cli Parigi (feb-

''' I ch irografi sovrani del 3 1.7.55 (due) tro vansi in ASIVlo. R. Segreter ia cli C ahinetto, chirogrnfi sovra11i. f.357 del 1855 . '" CXI rapporto del Casoni al S.C:.G. sullo stato lf assedio, datato Carrara 3.9.55 (Atti riser vati S.C.G.- 18.'i5. f . Il!/ I OJ. ' ' XXXI rapporto del Casoni al S.C.G. sullo stato d' assedio. datato tv!S 12.3.56 (A tti riser vali S.C.G.-1 856 ( 1-209). f.lV/ 11). " Copia dello serino trovasi allegata al XXI V rapporto del Casoni al S.C.G. sullo stato cl" assedio, datato MS 25.2.56 (ihidem ). A nche in occas ione della motte ciel vescovo Strnni. avvenuta il 16 dicembre 1855, i rivoluzionari avevano allaccato le pretese collusioni ciel clero con il potere estense. scagliandosi contro il presule defunto con versi del tipo: " Del infula e lo Scct1To il turpe amplesso/ Recè>lutto ai M assesi e rio Servaggio/ Questo fu dello Strani il grnn progresso·· (soneuo in Atti ri servati S.C.G.-I 855. f. l lt/10).

" ·' È noto che I' l nghi I1e1:ra ( ... ) propose ecl ollennc dal Cavour che sul territorio snh;i11rlo si organizzasse una Legione A nglolt;il iana ( ...) eia mandare in Crimea. C ii arruolamenti ernno aperti a tutti i suclcliti italiani. qualunque fosse il loro Stato di orig ine·• (U. \1JA RC EI. U . // Ri.1·01Ri111e1110 nef?/i S!uti Ls1e11si h rm.1·a1>p e1111i11 ici. in /\ A .VV., M assa e Carmm da M aria

n ealrice a Vittorio Fma11ue/e cii.. p.28). /\Ila notizi a clell'ingresso del Piemonte nell"alleanza antirnssa (gennaio 1855) anche qualche sollulTicia le ducale ave va chiesto d i potersi congedare ·'con anirno di apr i t·si maggiore cam mino andando acl arn1olarsi per kt spedizione cl i Cr imea'·. 111a le domande presentale furo no seccamente respinte. " V rapporto sullo stato cl ·assed io, dat,lto Carrara 11. 1.56 (A tti riservati S.C.Cì.- I 856 ( 1-209). f.IV/1I ). ·' ' Stando al M arcc lli (op. cii. . p.28) i suddi ti estensi arruo lati si nella L egione ang lo-ita liana fu rono un ce ntimti o. d i cui 66 prnvenienti dall' Oltrappennino: altri che desi deravano entrare nel Corpo non v i riuscirono, o perché trovati fisicarn eme ini-

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braio 1856) non diminuì peraltro l' inquietudine clcll ' Oltrappennino, in quanto ben presto cominciarono a circolare voci cli una possibile annessione ciel Ducato agli Stati sardi, probabilrncntc in conseguenza delle proposte ventilate eia! Cavour in margine al congresso. Nel frattempo l'auclitorc Còhl e la Comm issione avevano prosegu ito la ìoro attività, cominciando a raccogliere qualche risultato. Crazie ai racconti cli testimoni e confidenti vennero raccolte prove a carico cl i non pochi aderenti alle sette e furo no effelluate varie opera1ioni di polizia. Nella notte tra il 21 e il 22 gen naio, ad esempio, dragoni e cacc iatori perquisirono al M irteto, presso Massa, l' abita1icrne del curato, "gravemenle ind iziato cornc settario esaltato", trovandovi uno stiletto; numerose altre armi , nonché polvere, palle e un fazzoletto tricolore vennero rinvenute presso i padroni di casa ciel sacerdote, ricchi possidenti del luogo. Un centinaio cli soldati saliti a Bergiola Foscal ina, sopra Carrara, vi arrestarono nella notte del 15 apri le alcuni individui segnalati come appartenenti alle società segrete, trovando pure polvere e pal letton i in una capanna del le vici11e cave, ecc . Sulla base del materiale probatorio acqu isito la Cornrnissione portò inoltre a compimento parecchi processi. "Sugli ultim i del corrente mese, o sui pri mi ciel p 0 v° Febbrajo si pronunzieranno le senten1e di circa =20= individui g iudicali re i cli attentati e di ferimenti" scriveva ad esempio il Casoni il 14. 1.56, ri ferendo altrcsì che "A l credere ciel Giudice Processante ( ... ) col fi nire del vegnente ( .. .) Marzo ( ... ) la Commissione dovrebbe terminare le sue incombenze" (26). Le previsioni ciel Còhl si dimostrarono in realtà ottimistiche; d'allro canto il Duca, forse per evitare che le vaste competenze attribuite all a Commissione mi I itare finis sero in concreto per ritardare la definizione dei procedimenti riguardanti i delini pi ù gravi, con c hirografo eia Venezia ciel 28 febbraio (27) restrinse la giurisd izione della Commissione stessa ai soli casi di omicid io e cli alto tradimento, ordinando che i processi relativi ad altri reati fossero rimessi ai giudic i ordinari per la prosecu7.ione dell' istruttori a e la decisione, sempre che quest' ultima non fosse di competenza clella Commissione cli Modena. /\vendo peraltro il Gi:ihl fatto presente che i procedimenti eia trasferire erano in realtà già quasi ultimati, il sovrano sospese l'efficacia de l provvecl imenlo per una decina di giorni, che bastaro no in effetti alla Commissione per definire pressoché tutte tali proced ure. Novità di un certo ri lievo si stavano peraltro preparando . Per non mutare la composizione della Commissione militare e lo stesso comandante de llo stato d 'assedio. nell'ottobre '55 Francesco V aveva prorogato a tempo indeterminato il turno cli servizio oltre Appennino ciel Caso ni e dei suoi cacciatori; ma poiché la prospettiva cli un ritorno di Carrara alla normali tit continuava ad allontanarsi, con decreto del 22.3.56 il sovrano si risolse ad ordinare l'avvicenda me nto delle truppe cli guarnigione nel Massese. Due compagn ie ciel ll cli Linea rilevarono così la divisione Cacciatori , con la quale il ten. col. Casoni partì il 19 apri le per Modena, dove l ' attendeva di lì a q ualche mese l' ordine dell ' Aquila estense. li comando del lo stato d'assedio e q uello cleJJe fo r1.e d 'Oltrappennino furono assunti dal magg. Messori , cui s ubentrò ne lla presidenza della Commissione mi I itare il maggiore dell a 1'vli I izia Carlo Ferrari. Per il nuovo comandante dello stato d' assedio gli inizi non fu rono dei più favorevo li. Il 27 aprile venne feri to da un colpo d'arma da fuoco in Carrara tal Balclieri, ''uorno di retto pensare e di Religiosi Sentimenti ", ed una quindici na cli giorni dopo un milite cli Fossola fu ridotto in fin cli v ita a colpi di bastone e cli coltel lo mentre rientrava a casa. Il Duca, che dalla vicenda Baldieri aveva tratto occasione per precisare che anche i fe ri rnenti e i tentativi di fe rimento o cli omicidio dovevano considerarsi ricom-

clonei o perché bloccati al co nfi ne da lle pattuglie ducali. A lcun i peraltro l'urono indotti a varc,1rc la frnntiera dalla promessa cli un lavoro. come ad esempio cl ich iarnrono alla polizi a due individui d i ·rorano rientrati nel l)ucalo quando si acco rscrn che s ì trnllava invece di farsi soldati, ovve,rn dr, '·amic:i '" che: terrnern sino all ' ultirno nascosto lo scopo del viaggio. eornc accadde ad un carrarese che appr·ese qualche chilo metro o ltre il confine che non si stava anelando a ballare. ma ad arru olarsi. Poco alleuato dal cambiamento cl i programma il giovane avrebbe voluto torn are indietro. rn a fu steso a co ltellate (cfr. il V II e il XXII I rapporto sullo stato cl' as~cdio. datati rispetti vamente 16.1 e 22.2 1856 e co ns. in /\ tti riserval i S.C.G.- I 856 (l -209), f".I V/ II ). Cessato con la fine della guerra lo scopo per cui er11 stara cost ituita. la L egione venne sciolta: la diplo111azia britannica intervenne allora affinché oi sudd iti estensi congedati dal Coq1l>rosse concesso cl i rimpatriare senza co nseguenze. e dopo qualche resistenza Francesco V cedelle (cfr. C. i'v lARCELI .I. op. r:it.. p.28 nota 17). '" VI rnppo no del Casoni al S.C.G. su I lo srnto d'assedio. datato ]VI S I4. I .56 (;\rri riserva ti S.C.G .-1 856 ( 1-209), L I V/ 11 ). " Copia del chirograro trovasi in AS!Vl o. R. Segreteria d i Gabinetto, chirografi sovrn ni,

r..ì58 ciel

I 856.

203


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Fig. 65 Carta degli S tati estensi. 1847

204


N01-~IFICAZIONE J\.d ,ilti inarc coll nwgg101· sped itezza molti p1·occssi Crimi1 1,di pcmlc11ti s ul tcrri to rin di Carrara , e acl , ovviare in tnl guis:1 il cln11110 c.l,e 11c v ÌCllC s u l ci>i1sesu eJ1tc 1·ila t'do d ella p1 t, ,i1,ionc d ~i colpevoli , nl scg11ito dcJh facoli:1 acco 1·datagli con Sov ra 11i D ec reli 31 . luglio p !:i . N.. JG0·2. e 3Go~'> ' il soLLoscrilto Com:111d:u1 IC: del lo S tato ci' 1\ sscd io _lii C:1l'l'al':t 01·d ina quanto segllc , . [j11a ap posita Commissio11c ~lilitarc vie,ie istituita iu Carrara con sed e i1 1 Massa . '.!. C1,1oscc,·il Ess:1 e.giud icherà d ei delitti contem plali dalla Legge !f 1_;c 1111ajo 18;i/4 . e d,tll' Edi tto ·>.G Agosto si icc-0ssivo, 0nl r o i lillliti però porlali dal seg11Ci1tc Articolo . · · 3 La com pe tem a della predetta Commissio11e Mil iL.1rc vie ne li mitata: Agli Ornicicl j proditorj .e,ç~ a llentati de.i rnedesirvi cu 11 f'cl'iinento o seuz.a . Alla ritem.ione e delazione d'Armi vietate a ritenersi o porta1·si d nlk Leggi vigenti. Ai deliui d( Lesa Maestà o di alto Lradi incnto. A lle associazio ni a ScLte segrete. A11c opposiziuu i alla pubblica forza. ,i. La Corn missioue iri0ltre conoscccà elci delitti ill(licati nel prcccdr1 i-Y;, i\1ticoln, e di cni fu giit iutraprcsa l' istrutloria dalla Giusd icema locale. G. Hesla i'e rn,a la Proccdu1·a ora vigcutc 11cl Le t'l'.Ìtorio di Carrara suggello allo Stato cl' Assedio. llispell.t) agli al tri cldiLLi ch e tJ()tJ SOllO. cqrne so p1·a clichi:1ra ti di <·.ornp et r~11'l,:t della 1tu ova CLl 1nu1issi o 1Je resl:1 f'crnl(I il di s posto chlle a11-:lvriori i\otilìca1,i0Hi od Edi_ll.i.. La p1·csct1tc .~otifìi;;u,iouc i11co1nit1cic ril :id , IVC l'C cffel.tu dal ginrno d ella wa . pt1bblicaz.iuuc, e le AuLoril.i1 per q u:1nto Le riguan la sn110 obbJiga te ad. allct1ersi al disposto della 1ncdesirna. . C a1/l'(//'~I- q11esf; giorno - r-4. di . A gosto 18:35.

cf

l.L COJ\fAN IH.\n: DELLO STATO

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)lussa , 1wmo i frall'!Ii Frcdia11i lipograli ducali.

Fig. 66 \101ificazione 14 agosto 1855 del comandante dello Stato d' assedio di Carrara relativa all ' ist ituzione cli una

Commissione rni litare per la stessa CatTara (Archi1·ìo dì S1a10 di Modenaj 205


presi tra i delitti ancora cli competenza della Commissione militare, il 14 maggio stabilì che in caso cli nuovi fatti cli sangue lo stato cl' assedio, ultimamente un poco mitigato, avrebbe dovuto essere nuovamente inasprito, secondo q uanto del resto suggerito dal Messori . Altri episodi delittuosi peraltro non si verificarono, anche se non mancarono le intimidazion i, ai danni ad esempio del podestà d i Carrara e ciel rettore della chiesa di Colonnata, che nel lugl io si prese della spia e elci tedesco (28) . Frattanto il Gi_ihl faceva eseguire nuovi arresti riempiendo cli detenuti le carceri di Massa e Carrara. mentre la Comm issione militare sfornava pesanti condanne a carico cli affi liati alle sette e cli responsabili cli altri crimini , anche se per la verità non furono pochi neppure coloro che vennero posti in liberà Non sempre peraltro a Modena si conclivicleva l'operato dei gi ud ici militari carraresi, ed anzi in alcune occasioni Francesco V ebbe ad esprimersi con durezza nei confronti clell'auditore, accusandolo talvolta di avere troppa prem ura di portare a termine il suo incarico e talaltra al l'opposto cli menare il can per l'aia. C om mentando at.l e~e111pio il 6 magg io la decisione ciel Gohl cli rimettere ai g iudici ordinari un' inchiesta scaturita dalle rivelazioni cli un certo Dini, con conseguente pericolo cli fughe cli notizie, di mancanza d i risultati e cli "una stilettata a quel povero diavolo", il Duca osservava: "L' A uditore forse avrà fretta di finire, ma mi dispiacerebbe che ne avesse troppa" (29). D'altro canto. appena una q uindicina cli giorni dopo, appreso che il Gèihl era ri uscito ad assicurarsi la collaborazione di un detenuto, il sovrano rilevava causticamente: '·Insomllla I' /\uditore non vuole finire non so' se i processi o le diarie che percepisce. Spero d' ingannarmi ma se si va avanti così non si finirà lllai nulla" (30). Anche le sentenze della Commissione suscitarono talvolta perplessità in Francesco V Essendo stati inflitti 15 anni di galera a tale Cel i, implicato in un assassinio, il Duca così ad eselll pio commentava il 30 luglio: "Sarà una pena straordinaria( ... ) senù sarebbe una condanna degna dei llliei giudici umanitarii e di pasta fro lla" (31). Nonostante la severa repressione, a partire dalla fine cli maggio in Oltrappenni no cominciò a farsi più scoperta ed insistente la propaganda rivoluzionaria, affidata a scritte sui muri, a manifest i, ecc. ·'La notte ciel 26 al 27" maggio, ri feriva ad eselllpio il Messori, "furono fatte le seg uenti iscrizioni (... ) in diversi Fabbri cati della Città cli Carrara =Viva Vittorio Emanuele Rè d'Ital ia =Viva l' llalia Libera =Morte ai Codini =Viva la Repubblica" 02). Fogli recanti scritte analoghe furono trovati in gran numero dalle ronde la notte del 31 maggio a Carrara (33) insieme ad una bandiera tricolore, e parecchi altri ne furono rinvenuti la sera del 3 g iugno a Massa. alla porta della cui catt.cclrale fu pure affissa un 'ode mazzin iana all'Italia, ecc. (34) . Parai lelamcnte si facevano sempre più insistenti le voci cli un' illlm incnte sollevazione, che suscitarono parecchio allarme anche a Modena. Il 2.6.56 il S.C.G. avviò alla volta cli Massa un distaccamento cli 40 soldati cli Linea per rinforzare quella guarnigione, mandando inoltre alcuni cacciatori in sussidio al presidio dei forti in val cli .Magra. Quattro giorni dopo il Saccozzi ordi nava al reggimento di Milizia d'oltre Appennino cli tenersi pronto a dare se ciel caso man fo rte ai Dragon i, un ufficiale dei quali era stato intanto inviato ad ispezionare i distretti cli confine col Piemonte riportando la confortante notizia che i rniliti d i quei luoghi erano '•affezionati all'attuale Governo" e che anche la restante popolazione pareva in generale animata "da buon spirito politico'· (35). Dal canto suo r rancesco V rimise 1' 8 giugno al generale un

'' C fr. I· LXXXV I rap porto s ullo stato d ' assed io. d atato MS 21 .7 .56 (,\tti riservali S.C.G.- 1856 ( 1-209). LI V/ 11J. ''' Letlera d i Francesco V a l Saccoui dal at;i RE 6.5.56 (ibidem ). '" Le ttera d i Francesco V al Sacconi <lei 19.5.56 (ibidem) . " Lette ra cl i Franc esco V a l Saccoz1.i d el 30.7.56 (ibidem ). " LXIll rapporto a l S .C.G. s ullo s tato d' assed io. datalo MS 28.5.56 (ibidem) . " Uno cl i 1ali fog li (a ll,èe_:Hn :il I .XV rappono s ullo stai.o d 'assed io, datato \!IS 2.6.56 e c,ms. ibidem) aYvisava: · 'CHI A\IDIV\' ALLA M ISSIONE SARA' NOT/\TO ED A SUO T El'vl PO AMAZATO !...) .,\ CARl<AR;\ SIA.\1O Al\CHE TROPPO REI .1G IOS I"'. I .'avvertimento l'u evide ntemente preso in seria cons ideraz ione. pc r·ché i padri Passion is1i che erano stati chiamati a predic are in quei giorn i le m issioni in c i11~1 dopo qualche tempo ·'fuwno costre tti ad andarsene a tteso il piccolissirno conco rso a ll a C hiesa. ne i g iorni ed ore di Precl ica·' (LXX rapporto s ullo s tato d ' assedio, datato 'vlS 13.6.56 e cons. ibidem). ·" T ra i fautori de lla ca usa rivol uz io naria in Ca rra ra v'era anche il v ice conso le americ ano Capocci, che non perdeva occas io ne pe r ma nifestare le s ue c o nv in z ion i, mette nd o in imbaraao d ragon i e po li1 ia. D i tu u ·a11 n1 op ini o ne pulilica cm inve ce il c o ns ole ing lese \-Va lton. '' Rapporto 4.6.56 de l so ttotenente Co rs ini. comanda nte de lla tenenza di Fivi1.za110. a llega to ad una lellera ciel e.do Dragon i

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piano d'azio ne "In caso cl' inc ursioni cli bande a rmate dal Sardo'·, che p revedeva trn l'altro il ric hiamo dei riservisti del IV b attaglione di Linea e l' invio o ltre Appenn ino di 1500 uomini con 6 pezzi d'artigl ieria. Pure i P ie montesi praticavano un' alti va sorvegli anza sia per terra che per mare ed avevano rinforzato i posti di confine, anche se circolavano voci che l'aumento delle tru ppe a lla frontiera avesse lo scopo non già " di prevenire una sollevazione Repubblicana, ma anz i di proteggerla, e prestarvi mano" (36). In effetti il Manini stava d i nuovo progettando un moto insurrezionale in Lunig iana, per meglio seguire la preparazione del quale lascièi Londra, g iungendo il 28 g iug no in segreto a Genova. li piano d'azione alla fine delineato prevedeva che la rivolta avesse iniz io la notte tra il 25 e il 26 luglio 1856 a Carrara; bande provenient i dal Sarz.anese dovevano accorrere a dare man forte a i ribel li, mentre agli clementi repubblicani di Massa era affidato il compilo cli impedire l'arrivo cli rinfo rz i da quest' ultima città. Giu nto il momento stabiliro, si apprese però che clei Carraresi che clovcvano insorgere (forse un cerllina io) non più cli dieci o venti erano a rmati, e solo cl i fu cil i da caccia. sicché i capi designa li del moto in attesa alla front iera sabaudo-estense- decisero di abbandonare il progetto (37). Del mularne nlo cli programma non venne peraltro evide nte me nte avvertito in tempo G iuse ppe Ratti, di San Terenzo cli Le rici, che s i teneva pronto sul confi ne ad irrompere nel Carrarcse al la testa di u n'ottantina di uom in i, non pochi dei q uali vestiti ed equipaggiati da guard ie nazionali. Alle due del mattino del 26.7 .56 la banda Ratti assalì infatti il posto doganale este nse della Parm ignola, sorprendendo e disarmando le sei guardie d i finanza ivi dislocate ccl im padronendosi del denaro c us todito in quell a ricevitoria, dietro ri lascio di una ricevu ta "a nome della nazione Ttalia na·• (38) . I fin anz ie ri d ucali non e bbe ro possibilità d i opporre resistenza, anche pe rc hé alcuni di essi, rie ntrati da una perlustrazione. dormivano "e furono svegliati dagli a mmutinati che si precipitarono attorno a i letti c.t·esse guardie armati cli stili intimandogli cli consegnar loro Arllli , e m uni zioni. locchè ebbe p ieno effetto" (39). Dopo l'attacco alla Parm igno la il Ratti mosse verso Fontia, paesetto posto su u na delle alture che circondano Carrara, a breve distanza dal confine . Incontrate poco prima dell'ab itato due guardie cli finan za, le catturarono e disarmarono, face ndo poi irruz ione in Fontia verso le cinque antimeridiane. Asportate le armi e munizioni c ustodite nella casermetta de i finanzieri , i r ivo luziona ri invasero e perq uis irono la casa ciel sottotenente Morselli, comandante la locale fraz ione cli l'v1ilizia , so ttraendo all ' uffic iale la sciabola e un paio cli fuc ili da caccia e cercando senza riuscirvi di fars i consegnare il ruolo elci mi liti per disarmarli. G li uomini ciel Ratti si illlpad ro nirono comunque ug ualmente d i qualche al Lro fu c ile perché, come narra ne l s uo rapporto il Morsel li, imbattutisi per le strade in alcuni a ppartenenti al la Riserva "che riconosceva no dal portare elci baffi, gl i han no strapazzati, e cl obbligati a forza a consegnare il loro a rmallìento" (40) . Prima a ncora peraltro che gl i insorti abbandonassero Fontia alcuni militi riuscirono a lasciare il paese e si precip ita rono a Carrara per d are l'al larme. Subito la c ittà fu posta in stato cli difesa , vennero ch iamate sotto Je arllli le Jllili zie del c ircondario e fu avvisato dell'accaduto il Comando Superi ore Oltrnppcnnino. Allertate tutte le forze d isponibi li ccl informato per telegrafo il S .C.G., poco dopo le 9 del mattino il Mcssori si recò a Carrara per verificare cli persona la situazione . A seguito del le d isposizioni imparti Le dallo stesso Messorì e dal cap. P ullè, comandante ciel presid io d i Carra ra, la sorveglianza della fro ntiera dalla pan e cie l mare restò affidata al dislaccarnenLo ciel tcn. Arnaud, c he aveva concentrato g li uomi ni a s ua dispos izione (una trentina) a lla batteria di Avenza scalo, mentre p iù indietro una brigata Dragoni co ntrollava Ave nza paese. A guardar e la strada c he scendeva eia Fontia provvedeva invece il

al S.C.G. cb t:Ha MO 6.6.56 (ihide111 l.

,,. LXIX rapporto sullo st,1to d ' assedi o. datato tv! S 11.6.56 (ibideill). " Cfr. A. LAGHI. I/ p111riow fone se Marino F m11ci11i. Il 1e111ali Fo Ì11s111·rezimu."1/e 111a;;i11ia110 nella L un igiww del 25-26 l11glio 1856. Fano. l 949, p.24 . " Rapporto ciel :Vlessori al Saccozzi d~talo MS 30.7.56, recanre la ·'Narrazione ciel folto successo nella mattina ciel 26 an d.tc mese alla Ricevittoria Parmignola deposto da quel D irigerHe la R.D. Guardia d i Finanw•· (1\I1.i ri servati S.C.G.- I 856 (2 1037 1). f.V/ I 2).

'" I/Jide111. ,., Rapporto del soll. Ciuseppe M orselli al co mando del lii rgI. \ •1.ù.R.. datato MS 26.7.56 e co ns. ihide111.

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capitano tenente della Mi liz ia Bcrgarnini, che occupava Fossola con a lcuni de i suoi . La d ifesa cli Carrara venne poi commessa a lla guarnigione cli Linea, rinforzata eia un contingente di dragoni e finanzieri e sostenuta eia un' altra mezza compagn ia fa tta a rri vare da Massa e collocata in riserva un po' fuori c ittà. Sebbene lungo il resto del confine sabaudo-estense non fossero segnalati movimenti cli bande rivoluzionarie, il Comando Superiore ord inù pure alla Mi Iizia cli A ulla e Fosdinovo di stare in g uardi a, disponendo altre.sì affinché a nc he allre compagnie d i m i lit i venissero mobilitate a sussidio delle truppe regolari o per sorvegli a re il territorio (41 ). Abband o nato verso le selle cie l mattino il paese cli Fontia gli uomini cie l Ratti si erano intanto fermati a bivac care ai cosiddetti Pianacci, ne i pressi ciel confine verso Ortonovo. Spronati dal successo dell'incursione, i loro compagni rimasti inoperosi alla fron tiera decisero cli riprendere l'azione, portandosi anch'essi nelle vicinanze cli Ortonovo. Il progetto era ora que llo cli muove re s u Carra ra pe r cala rvi al momento o ppo rtuno, ma sopragg iunsero le truppe saide, postesi nel frattempo al la caccia degl i insorti, che arres taro no una q uindicina di armati tra c ui un conte C ibeo cli Massa (42) . Il g rosso dei rivoltosi ripassò a llora in territo rio estense, ·'e ( ... ) li vidi col Canochial e" e bbe a scrivere il cap. Bergarnini "che marci avano ( ...) diretti verso la Ba ndita, al disopra la Vi lla d i Sorgnano di fronte a Carrara" (43). Per cercare cli intercettare i r ivoi uzio nari, verso le 14 fu fatta usci re da lla città una patlugl ia sotto la gu ida cie l sottotenente elc i Dragoni Chiossi, che perlustrò monti e boscaglie senza peraltro r iuscire a venire a contatto col nemico. Furono comunque trovate alcune delle carabine sottratte a lle guardie cli finanza ed altre ann i. Dal canto loro g li insorti durante il resto della gio rnata non presero allre iniziative se non que lla di tag liare la linea telegrafica, in modo eia re ndere pi ù difficoltose le cornunicazion i con Mode na. Qui vi le prime notizie sugli avven imenti era no giunte a metà mattina e subito erano state trasmesse al Duca , c he s i trova va a Pavu llo. Pur non rite nendo grave la situa z ione, il sovrano -che rim ase alqua nto contrariato pe r la mancata resistenza al la Parmignola ecl a Fontia (44)- ordinò a l Saccozzi di predisporre q uanto necessario affinché nell a notte potessero se cie l caso partire per Massa tru ppe d i rinforzo. ln e ffet ti, "Per al leviare il servigio a lle Truppe cl' Oltrappe nnino", in serata Fra ncesco V ordinò al generale cli avviare verso F ivizzano le due compagnie cli Linea c he presid iavano Reggio. Poco dopo le 7 ciel 27 luglio lasciarono così quest' ulti ma città circa 250 tra g rana tieri e fucil ieri cli L inea sotto il comando cie l magg. Melotti, sostituiti da a ltra forza g iunta eia Modena. Nelle zone m inacciate la notte era trascorsa intanto tranquilla, e solamente una delle sentine lle cie l Bergamini e bbe occasione di fare fuoco contro alcuni individui c he non avevano risposto all ' alt chi va lii e che s i diedero a preci pi tosa fuga . A nche la giornata del 27 passò senza allarmi , e d a nzi il Messori ricevette la vis ita cli un ufficiale toscano incaricato di com unicargl i che la g uarnigione cli Pictrasanta era stata raddoppiata e c he il governo granducale e ra pronto ad offrire a iu to in caso cli bisogno. Le truppe este nsi pratic arono c omunq ue un'attiva sorveglianza, e d una pattug lia di Mi i iz ia rinvenne a ltri fuc ili e c arabi ne abbandonali dai rivoluz ionari . La mattina successiva g iunse la notiz ia c he una parte degl i insorti, c a lata da i monti, e ra andata ad appostars i nella piana tra Ave nza e Carrara, m a i distaccament i inviati per sorprende re il ne mico no n trovarono nessuno. Tanto a Modena c he a Massa si era ormai giunti de l resto alla convin1.ione che non sarebbero state tentale a ltre in i1.i.ativc eia parte cle i rivoluz io nari , i q ual i se condo il i\llesso ri avevano in q ue i g iorni mostrato "solo quanto fossero lesti di mano nel rubare e cli gambe ne l correre" (45). Conseg uentemente i militi di Riserva f urono rimandati alle loro case e le tr uppe tornaro no in case rma,

" O ltre alla V c-0 111pag~1ia del cap. ten. Bergarn ini. schierata in prn l icn in prim;i linea. in occasione degli evemi d i i"ine luglio vennero in effeui chiamate in ser vizio_ totalmente o parzialmente. anche tutte le altre compagnie ci el I btg. del l i i rgt. d i Mi lizia. ' ' A ltri cinque ri voluzionari erano stati in precedenza caiturati clai Piemontesi alla Pannignola. '' Rapporto del cap. ten. Bergarnini al e.do del I btg. II1 rgt. ,\11.cl.R. data to Carrara 1.8.56 (Atti S.C.G .. f.452/ I 4 del 1856). " ··Abbiamo la vergogna di un disarmo senza 1·esistenza alla 1-'annignol,1 cd a Fon tia ( ...) Sono Fi11anzieri e M iliti è vero ma si par·lnJ sempre d' un d isarmo senza resistenza" (l ettera cl i Francesco V al Saccozzi datata Pavullo 26.7.56 in Att i ri ser vati S.C.G.-I 856 ( 1-209), L IV/ I I). '' Rapporto del magg. fvlessori al S.C.G. sugli avveni111en1i del 26-27 luglio 1856 datato MS 28.7.56 (ibide111).

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mentre la d ivis io ne partita da Reggio fu falla proseguire per l'Oltrappenni no pi ù c he a ltro a scopo d imostra tivo e "per tranq uilizare i buoni sempre in timore·'. T rinforzi arri varo no ne l pome riggio cie l 29 lug lio a f<i viaano, o ve iI Melotti ricevette l'o rdine cl i porre parte dei propri uomini a disposizione ciel l'vlessori, che aveva in progetto d i effettuare il I O agosto un'ampia pe rlustraz ione lu ngo la front iera. Un' ottantina di soldati partirono così il 3 I da Fivinano per andare a prendere pos iz io ne in prossimitù del c o nfine ad A ulla. Fosdinovo e Castel poggio. Il giorno successivo ebbe poi luogo l'operazio ne, c he impegni) c irca 200 uomin i tra fa nti, dragoni e mi liti, senza peraltro che si trovasse traccia di rivoltos i o di armi nascoste. Risu ltato negativo diedero pure a ltre più lim itate ricognizioni eseguite il 3 agos to verso Fosdinovo ed i forti d i val di Magra. Essendosi così definitivamente appurato che no n v'erano pi ù nuc le i armati in agguato sul confine, e perd urando Ja calma in Lunigiana, il 9 Francesco V ordinò c he la d ivis io ne del M e lotti venisse r itirata. Due giorn i dopo essa abba ndonò pertanto 1-'iviz.zano re trocedendo ver so i I Cerreto. Il fal lito tentativo insurrezionale ebbe uno strascico d iplomatico. in q uanro il governo estense inviò a Torino una nota di protesta in relaz ione ai fatti cli fi ne lugl io. Le a utorità piemontesi dichiararono peraltro che a qua nto lo ro risultava coloro che si erano resi responsabili degli a ltacchi contro la Parmignola e Fontia non recavano armi al mome nto cli lasciare il territorio sarclo cli moclo che no n si era potuto impedire ai medesimi cli passare la fron tie ra. ecl asserirono altresì c he e ra stato il timore s uscitalo dalle misure adottate dal governo sabaud o a far retrocedere oltre confine q ue ll i che erano stati po i arrestati presso Ortonovo. Il l'v1inistcro cle g li Affari Este ri modenese replicò sulla base di una me moria predisposta dall'auclitorc Gohl. nella quale si ramme ntava come fra le armi abbandonate "dai maland rini'" e cad ute in mano ducale vi fossero "Fuc il i d i muniz ione in uso nel Piemonte, come pure una daga propria a quelle Guardie Civiche'·, e s i e videnziava che coloro c he erano stati catturati da i Sard i il 26 lugl io no n avevano avuto ritegno a dic hiarare '"c he presto sare bbe ro stati libe rati . e che il ì'vfi nistro avendone loro data la parola non pote va mancare'' (46) . Con decreto del 3 1.7.56 i I Duca sta bi lì c he su qua nto avvenuto ne i giorn i precedenti fo sse com petente a giudicare la Commiss ione mi litare d i ì'vfassa , a dispos izio ne del la quale vennero posti tre sudd iti pie montes i a rre stati da lla M iliz ia '·per sospetto d i re lazione coi r ibelli" . D ue di essi furono poi scarcerati per insuffic ienza d i prove e d espulsi dallo Staro, mentre il terzo -tal CipoJ!ini- ven ne r iconosciuto colpevole d i tentata so llevaz ione e condannato al l' ergastolo. Identica pena fu infl itta, per il medes imo reato. a cerro Bona nni cli Ca rrara nonché al conte C ibco e acl altro latitante ; in complesso però gli sforz i compiuti per individuare coloro che s i erano uniti alla banda Ratti o che s i erano c omunque tenuti pronti ad insorgere ri su ltarono poco e ffi caci, tanto c he la Commissio ne non ritenne vi fossero prove su ffic ie nti per condannare altri inq uisi ti . Nelle province este ns i d" o ltre Appe nnino contin uava intanto a no n esservi quiete, seguitando i gruppi mazziniani e fi lopiernontesi a far se ntire la lo ro presenza e susseguendosi le voc i di n uove possibil i sollevazioni . U n certo credito ven ne dato agli a vvis i. giunti cie l resto a nche da Torino, che davano il 24 agosto quale data fissata per la ripresa de l!' insu rrez ione. Per precauz io ne venne così sos pesa la l'iera cl i San Bartolomeo che doveva te ne rs i q uel giorno a Carrara, e s i o rdinò la riv ista cl i un battaglione d i Milizia per avere sotto mano un buon numero di uomin i in caso di bisogno. N ul la peraltro accadde in conc reto, anc he se in c ittà comparvero ma nifesti in neggia nt i al la " Band iera ecl annata Ttaliana", a Vitto rio Emanuele ed insieme al la repubblica, mentre il comandante della Piazza cap. Pullè e il sottotene nte dei Drago ni Chiossi ricevettero lettere che li invitavano ad aderire alla causa ' 'della revoluzione ( ...) desiderata eia XXV milioni cli italiani governati dì V elc i più infami tirranni CIOE IL MONARCA DI ìvIODENA_LA P UTANA D I PARMA IL BOMBARDAI'ORE DI NAPOLI LA TIGRE TOSCANA

' '· La relaz ione Giihl. datala MS 17.8 .56, trovasi in A ui ri se rva li S .C.C .· 1856 (2 10-.ìì l ). LV/1 2 . A LAG HI (op . cit.) riti ene che g li inso t·ti s i rno ssero c o nv inti d i po te re coni are ~ull' ap pogg io de l govern o sardo, ed in partico la re cie l J\,1in is tro delJ'lmerno Ralla1.1.i. L' a utore ripo n a pm c ( p.26) u n rapporto del comand an te de lla 1encn1.a Ca rab in ie ri d i La Spe;;ia c he pare srnen lire la te s i sosten uta da ll a d ip lomaz ia pie monrese c irca il momen to in c ui i ri vo ltosi s i procurarono le a rm i. Narra i nfaui q uell ' ulli c i,tle c he . 11sc ito in perlustr a z ione ne lla nott e de l 25 lugl io. finì propri o ne l luogo ove era no appos tali g li uom ini de l Ra tti. i quali "·a r mat i cl i fuc ili e stil i s p ia narono tosto le a rm i ( .. ) ma d ietro intimazio ne fatta dal lo ro capo( ... ) 110n fecero fuoco".

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E IL DEf\.'lON TO DI ROìvlA" (47). Incitamenti a deporre " la so zza livrea" furono rivolli ai soldati ducali, definiti "Croati Mode nes i'', anche in un proclama affisso a Carrara nella nolle tra il 19 e il 20 settembre I 856, me ntre il g io rno success ivo i giorna li genovesi resero cli pubblic o dorninio che la città apuana aveva contribuito con la somma di Lil.535 acl una sottoscriz io ne lanc ia ta per dotare cli 11 0 cannoni la fortezza cli Alessandria (48) . U na se ttimana dopo il Comando S u periore Ol trappennino dovette pre ndere nuove misure precauziona li a segui to dell ' allarme lanciato dalle autoritit toscane, che segnalavano l' irnrnine nre pericolo cli una rivolta a Pisa destinata ad e stendersi ag li Stati vicini. Anche in questa occasione perallro la paventata insurrezione no n ebbe luogo, e solo 1' 8 ottobre ven ne trovato a Massa un grande tricolore , appeso nella notte in piazza Aranc i praticame nte sotto il naso della sentine lla di guard ia al palazzo ducale. Dopo di allora le acq ue cominciarono a c a lmars i, mentre anche la Com missione militare si avviava ad esaurire le procedure afficlate le. Pronunci ata un'ultima se nte nza ai primi cli dicembre, la Commissione venne in effetti soppre ssa con dispos iz ione sovrana del 12 .12.56. Se bbe ne a pare re di Francesco V i risultati ottenu ti non potessero considerarsi "del tutto soddisfacenti q uanto ag li assass inii", il Duca valutò ug ua lmente in modo pos itivo il lavoro svolto dai giudici m ilitari, soprattutto in relaz ione a i s uccessi consegui ti ·'nella scope rta de lle associazioni Settarie" (49), tanto che il Gobi venne nomina to cava liere dell'ordine del l'Aquila este nse. A.vendo rilevato "che la qu iete e la s ic urezza" regna va no " eia qualche te mpo ( ... ) ne l Comune cli Carrara", il 12.1 2.56 il so v rano re vocò pure lo stato cl 'asseclio, clispone nclo c he le autorità civi li tornasse ro alle clipcnclc nzc elc i loro superiori e c he le truppe cli g uarn ig ione in c ittù riprende sse ro il se rviz io ordinario.

,; La citaLione è tratta da una lettera al cap. Pullè allegala al C: rapporto al S.C.Cì . sullo sw to d'assed io, datalo \ ·1S 2.'i.8.56 ( /\lii r·iservati S.C.G .- I 856 (2 10-37 1), f. V/I 2). " Il 29 setlemhre il M essori inviò al S.C.G. copi a della lellcra accom pagnal.or·iiJ dell'offerta. assicurando che si slava indagando per· cercare lii individuar-e i souoscrillori , anche se a parere dell ' uffic iale ben diffic ilmente si sarebbe arriv ati a qualcl1c ri sultato. D" altro canto nella lellera rnem:ionaia si faceva presente che la somma racco lta era inferiore a quanto si avrebbe voluto anche a ca us,I dello stato d"assedio, ""che(. ..) dura eterno·•. In quei giorn i circolava per il Carrarese pure un invito ad offrire fo nd i per l' acquisto di diecimila l'uc ili ··IJesti nati alla prima Provinc ia Italiana che insorger:1 contro il comune nemico". .,., Decreto so vrano de l 12 .1 2.5 6 trascritto in una lett e ra ind iri zzata in pa ri data d a l S.C.C . al C ohl. la c ui m inul a è conservala in A tti S.C.G .. f.452/ I 4 del 1856. A quanto si è potuto veri ficare, la Cornrnissionc militare pronunciò sentenza cli condanna contro una sessantina cl i individui. per la 111etù c irca riconosciuti co lpevoli di avere aderito a sette segrete; i cornh111nat.i r er de.lilli di sangue furono invece una quindicina. L e pene inflill:e furono severe: in parecchi casi ve nnero irnigat.i 20 ;Jnni di carcere. e talvolta anche la galera a vita. Secondo la " Rela1.ionc sugli Stati c1· assecli o, e sopra li Giudizj e specialmente delle Commissioni M ilitari speciali cl i Carrara negli anni 1855 e 1857". in Do mme/lii risg11ardan1i il Go 1,err10 degli Austru-Estensi i11 /\fode11a cit.. l.l I. parte 111. sez.1I1. pp.3 I 3-346. i metodi usati dal Gohl per l'acqu isizione e la valutazione del materiale probatorio furono spesso censurabili: il numero degli individui messi in libertà dal la Commissione per mancanza di prove fu tuW1via alqu;rnto superiore a quello dei condannati .

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CAPITOLO XIX Il secondo stato d'assedio di Carrara (1857-58) li primo stato d'assedio cli Carrara ebbe termine il 18. 12.56, g iorno in cui furono pubblicate ncll'Ollrappennino le disposizioni sovrane elci 12. L' uccisione di un milite, assassinato nella notte tra il 14 e il 15 d icembre al Lavello di Avenza, mostrò peraltro che al ritorno della normalità non si accompagnava la fine del l'emergen1.a. Nel nuovo anno 1857 gravi fatti di sangue tornarono in effetti a funestare il Carrarese. In marzo un altro mi lite venne ammazzato e due furo no feriti, mentre la sera del 9 aprile don Francesco Andrei, parroco di Misegl ia e cappellano della Mili1.ia, venne ucciso da una l'ucilala durant.c k funL.iuni dcl giuvcdì s,rnlu. Q uesL' ulli1110 Llelitto, analogo per mol ti versi a quel lo di cui era ri masto vittima l'arcivescovo di Parigi mons. Sibou r, assassinato in chiesa al I' in i1.io del l'anno, suscitèi profonda impressione in Francesco V ''A Miseglia'', seri veva il IO apri le il sovrano al gen . Sacconi, "accadde il penclent clell'Arcivescovo cli Parigi 1 Il Panoco fuje ri ucciso in processione I!" ( I). Deciso ad ottenere l'arresto dei colpevol i, il Duca ordinò che Miseglia venisse occupata da mezza compagnia di Linea e da una di Milizia, e che l'una e l'allra venissero mantenute dal paese a paga doppia finché non fossero stati ind ividuati gli autori delromiciclio. li sovrano dispose inoltre che la direzione delle operazioni fosse assu nta in prima persona dal cornanclanle della compagni a Dragoni d'oltre Appennino. cui fu data facoltà cli inviare ai lavori for1.ati a Modena "tutti i cattivi soggetti ciel paese e ciel contorno". Nonostante la diffico ltà del compito, "perchè (.. ) gl'abilanti (... ) temono la vendetta de' Senaij se( ... ) danno alla forza il più piccolo indi1.io'' (2), prima della fi ne di apri le il capitano dei Dragoni Montanari poté consegnare alla gìusdicenza criminale d i Cmrara tre ind ividui sospettati dell'assassinio. Il prezzo pagato clal paese nel suo complesso per il delitto fu comunque pesante, giacché non poche persone giud icate pericolose vennero traclortc a ìvlodcna, mentre le spese d i mantenimento della truppa -peraltro ridotta ai primi d i maggio ad una cinquantina di uom ini- esaurirono completamente le modeste risorse degli abitanti . Il Duca si indusse così a sospendere le contribll7ioni imposte a Miseglia, che restò peraltro presidiata dai mil itari sino a metà luglio. li pugno d i ferro del governo no n valse però a porre fine ai delitti. La sera del 3 I maggio a Carrara sì attentò al la vita di tal avvocato Picciol i; due incliviclui vennero poi feriti ai primi di lug lio ed un terzo in agosto, mese durante il quale ven nero pure assassinate d ue persone a Carrara e Bcdizzano (3). Preoccupato, Francesco V decise I' 1.9.57 di inviare in Oltrappennino il magg. Francesco Gentil ly, un ufficiale austriaco appena passato al servi1.io estense in qualità cl i aucl itore militare, affinché verificasse cli persona lo stato delle cose. Giunto il 27 sellernbre a !\'lassa, il 28 il Genti Ily si recò a Carrara, avendo subito modo cli constatare la gravità della situazione. Quello stesso giorno infatti due mi liti furon o uccisi poco fuori città ccl un terzo restò gravemente ferito. La sera precedente inoltre un soldato aveva 1·icevuto una coltellata durante un tafferuglio scoppialo in teatro. Informato dell'accaduto, il Duca stabilì che dell ' agguato contro i mil iti si occupasse con pieni poteri l' auditore. '·Sono casi orrendi veramente", soggiungeva il sovrano (4), che il 3 ottobre dispose allresì

' Lettera conservata in Atti S C.G .. f.470/ 15 del 1857. ' Rapporto ciel Comando Superiore Oltrappc nni no al S C.Cì. ùatato !VIS 19.4.57 (Alli ri servaci S.C.G.-I857. LV l/ I3). 1 Non ebbero invece r ipercussioni n,?ll'Oltrnppcnnino i 1r,11fat ivi insi 11..-,,.,_in n;ili ro,ti in ,, ,sP-n, ,1 finP. giugno ·.",7 a 1.ivorno. a Genova. e dal Pisacane nel Regno delle D ue Sicilie. Dei far ti di I .ivorno e ùelle Due Sici lie il S.C.G. informava i militar i estensi nei terrn i11i seguenti. "In L i vorno sul far della sera ciel :10 ( ...) Giugno una ciurma ( ... ) arrnala d i stili (l' ar ma ciel vile. ciel ]Vlau iniano) ( ...) si scaglia dapprima su isolati Soldati(...) e si pr·cc ipiw d:1 poi ( ... ) sui di vc:rsi posli fvl iiitari della Ci ttà: ma la resis1en1.a ( ... ) e la FedelI;1delle Tru ppe(. ..) annientano i lei tentati vi(. ..) Contcmpo1·anc:.1rncnle a Ponza(. .. ) elYettuavasi uno sbarco d 'altra( ... ) ciurma d' assassini lV1a11iniani ( ...) Di quivi ta l ciur ma ( ... ) sbarca su al tri punti del Regno: ma ( ... ) ovunque trova guiderdone condcgno al criminoso ( ... ) suo allentato. L e Mili zie ( ...) accorTono (. .. ) la comb:Htono, ne uccidono i Capi ( ...) fa nno prigioni i rcs1:.1 nri'' (o.d.g. del S.C:. Cì. nr. I3 I ciel 3 1.7.57. in OO.dd.gg. del S.C.G. dal 20.9.56 ai 9.6.59). ' I .cl.tera d i r-ra nccsco V al Sacconi datata (Jua11 ro Castella 29.9 .57 (Atti ri servati S.C:.G.-I 857, f.V l/I3)

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che il Comune cli Carrara venisse gravato dell'onere del pagamento cl i una pens ione alle fam igl ie degli uccisi . Al tempo stesso rrancesco V ordinò la chiusura ciel teatro ed una rigorosa inchiesta sul tumulto ivi accaduto. "Un soldato ferito" dichiarava nell'occasione il Duca "cleve sempre costar caro ad una popolazione(. .. ) colpevole cli simile misfauo·' (5). Il 2 ottobre il Gentilly inviò a Modena, come gli era stato richiesto, una relazione "sullo stato attuale delle cose di Carrara'' (6). Per l' auditore, il movente clei delitti che eia anni si andavano perpetrando nella c itti1 e nel suo territorio era da ricercare nella '·vendetla privala, aria però questa dallo spirito di parte'', nonché -con riferimento ai crimini più recenti- nell'odio contro coloro "che in qual unque maniera, -al pii:1 guaii testimonj servirono in favore della punitiva giustizia, non esclusi quelli, che ch iamati in sussidio da lla forza (...) Dragoni, cooperarono (...) all'esecuzione di perquisizioni od arresti" (7). Secondo l'ufficiale, le ritorsioni erano cli fatto fac ilitate da lla pubblicità dei processi, sicché per timore di dovere figurare in giudizio i Carraresi si guardavano da l collaborare con magisrrari e polizia. morivo per cui gli sforzi clellc aurorità risultavano il più delle volte poco efficaci , ingenerando sfiducia nella popolazione. "Signor Giudice Cosa venite voi a far qui, già giustizia non ci farete·' (8) avevano gridato in presenza ciel Gentilly i parenti cli uno elci militi assassinati il 28 settembre al magistrato accorso sul luogo ciel delitto. E dopo il crimine i commilitoni degli uccisi avevano chiesto il permesso di '•fucilare imediatamente invece cli arrestare, qualora uno dei rei loro capitasse, aclcluccnclo che in caso diverso( ...) sarebbem sagrìficati, giacchè il reo o prima o tard i sortirà dalle carceri e si vendicherà certamente se prima per lui non fanno i suoi compagni" (9). Per riportare l'ordine a Carrara, l'auclitorc suggeriva di istituire una Commissione mi litare abi litala a procedere secondo le norme ciel codice penale militare, atte ad assicurare segretezza ai giudiz.i. Già il 29 settembre peraltro Francesco V aveva com unicato in via riservata al Sacconi la decisione di istitui re una Commiss ione mi li tare per Carrara, ed anche di ripristinare lo stato d'assed io. TI relativo decreto ven ne fi rmato il 30.9.57; le fumioni di "giud ice processante'' presso la Commi ssione furono affidate al Gentilly, mentre comandante de llo stato d'assedio coi più ampi poteri venne nominato il maggiore dei Dragon i Wieclerkhern . Arrivato in O ltrappen nino il 3 ottobre, il Wiederkhern ordinò che il distaccamento Dragoni cl i Carrara fosse rinforzato, facendo a ltresì in modo che il presid io di Linea della città venisse portato ad un centinaio di uomini. Ali' alba del 6 l'ufficiale fece poi occupare eia picchetti cli truppa Torano, Beclizzano. Miscglia ccl altri paesi, proclarnanclo lo stato d'assedio in tutto il Carrarcse. I funzionari civili vennero posti alle clipcnclcnzc clcll'autorità mil itare, dall' Ave ìv1ari a de lla sera a quella ciel mattino si fece d ivieto ai pu bblici esercizi cli tenere aperto e ai cittadini di uscire cli casa, si vietarono gl i assembramenti ed ogni sorta cli dimostrazione politica, si rninacciò cli arresto e cli pene corporali chi fosse stato colto in stato di ubriachezza, si intimò cli consegnare entro breve termine armi e munizion i, ecc. A l tempo stesso venne comunicato che i clelilli di omicidio e tentativo cl 'omicicl io, ferimento, alto tradimento, porto d' armi , istigazione alla diserzione e res istenza armata alla forza pubblica commessi dopo la fi ne de l precedente stato d'assedio sarebbero stati giudicati secondo la legge militare eia una Commissione militare apposita mente costitui ta e pun iti con la morte decorse ventiquattro ore dal la condanna. A coloro cJ1e si fossero resi colpevoli d i offese a pubblic i ufficiali o a mi litari ovvero che avessero incitato questi ultimi a mancare ai Joro doveri vennero minacciate pene proporzionate a lla gravità clei fatti, mentre per le violazioni delle leggi di polizia e delle prescriz ioni del comando del lo stato cl ' assedio i I bando pubblicato dal \Vicclcrkhcrn prevedeva sanzioni corporali o multe, eia appli carsi in via discipl inare ( I 0).

' Lettera d i Frnncescct V al S.C.G. datata 1-'avullo 3. I0.57 (il,id em ). '' La 1·elazione. datata MS 2.1 0.57 ed incl iri1.1atfl al S.C.G .. è conservata ibide111. • Rei. di cui alla nota prece.dente. ' lbìdc111. " lbide111. 0 ' Una co pia del la notificazione sullo srnto cl" asscdio. datata Carrai-a 6.1 0.57. è conservata in Atti riservali S.C.G.-1 857 . f.Yl/13. Co n dec isio ne colll uni cata al Gcntilly a fine nov.:mhre 1857 Francesco V stab ilì che la Commissione militare fosse competente a giudica re anche sug li omicid i. fe rimenti. ccc. commessi prima de lla fine ciel precedente staio d'assedio. quflnc\o le procedure al lora avviate non avessero portato ;1 risul tati.

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Nei giorn i immediatamente successivi alla proc lamazione dell a legge marziale furono ritirate circa duecento arm i (in parte peraltro deten ute con regolare permesso), e furono espulsi una decina di forestieri giud icati pericolosi (1 1) . La città si mantenne dal canto suo tranquil la né si registrarono violazioni ai divieti imposti dall' autorità mi litare, sicché dal I 9 i I Wiederkhern ridusse la durata del coprifuoco, anche in considerazio ne del danno '"che la classe laboriosa ed artiera risente (...) eia! presente notturno ritiro" . La qu iete continuò per parecchie settimane, durante le quali peraltro non pochi Carraresi fu rono sottoposti a lla pena del bastone per inrrazioni cli vario genere. Si provvide anche a vagliare la condotta dei militi del Comune di Carrara, scoprendosi che ben 49 cli loro ri sultavano in qualche modo pregiudicati; il S.C.G. o rdinò l'espulsione dal Corpo dei peggiori c lementi con provvedimento ciel 3 1.1 2 .57. Frattanto l'auditore Genti lly si applicava con zelo alle proprie incombenze, no n trascurando cli denunciare errori e deviazioni de lla magistratura carrarese. Venne così segna lato che tal giusdicente Frignani non aveva procccluro nei confro nti di un individuo accusalo di ddazio ne d ' a 111 1c1 prui!Jita be11cl1é dagli atti risultassero ind izi e testimoni anze a suo carico; e ciò presumibilmente a causa de i legami esistenti tra l' imputato e i Del Nero, "famiglia libera lissima cli Carrara" , eia cui proveni va la moglie del gi udice. Tenendo a battesimo la figlia cli un collega questi del resto ave va indicato per la bam bina, sui libri parrocchiali, i nomi cli Virginia Palmira Ital ia Liberata Vittoria ( 12). Il Gentilly mirava a porre al più presto la Comm issione mil itare in condizione cli emettere e fare eseguire qualche senLenza, anche allo scopo -come l' uffic iale scrisse il 24 novembre al S.C.G. ( 13)- di '·abbattere( ...) lo spi rito pubblico fin 'ora cli ferma opinione, che le mie procedure come quelle antecedenti siano rimaste senza risultato, e che perciò i malviventi sieno pure adesso assicurati contro qualsiasi (... ) scuoprimento". La Comm issio ne emanù in effetti la sua prima decisione già il 9.1 2.57. riconoscendo colpevoli cli omicidio tal i Partigliani Adriano e Pucc iarelli Gioacchino cli Castel poggio. che fu rono condannati alla pena capitale. Ricevuti i conforti religiosi e riconosciuta "la g iustizia di loro condanna'', il Partigliani e il Pucciarclli, che '·continuarono ad invocare Gesù e Maria fino ali' ultimo istante" ( 14), vennero fucilati fuori Carrara alle 7.30 cicli' 11 dicembre, alla presenza cli "molti spettatori(...) quieti . ed alcuni piangenti" (15). Undici giorni dopo l'esecuzione Francesco V emise un decreto col quale ridusse i casi in cui poteva essere applicata la pena cli morte, introducendo altresì nuove garanzie a favore cli coloro che stessero per esservi condannati. li sovrano infatti sta bi lì che le pene eia irrogarsi dalla Commissione mi Iitare fossero quelle previste tempo re conunissi delicti, con la conseguenza tra l'altro che le sanzioni comminate dalla notificazione 6.1 0.57 sullo stato cl'asscclio, '·per alcuni delitti più severe elci Cod ici esistenti", dovevano applicarsi solamente per i fatti avvenuti dopo la pubblicazione del bando. Con riferime nto poi alle norme del codice penale mi litare che quali ficavano per a lto tradimento l'adesione a sette segrete, il Duca dispose che la pena di morte contemplata dalla notificazione per tale deliLto dovesse essere inflitta unicamente ai "Capi dei Cong iurati''. essendosi invece da punire i semplici gregari con la galera. A maggior tute la infi ne di coloro che fossero da condannare alla pena capitale, i I sovrano ord inò che prima della pronuncia della sentenza g li atti venissero trasmessi a J\.foclcna per essere verifi cati nella forma e nel merito ( 16). La situazione in O ltrappennino continuava peraltro ad essere diffi c ile. La notte cli Natale un milite di Turano, borgo nei pressi cli Massa, fu assali to e ferito, ccl un individuo che era con lui venne steso morto dagli aggressori. Nel Carrarcse, nonosta nte la rucilazione ciel Partigliani e del Pucciarelli ed il pugno cli ferro ciel \Vicclcrkhern, 1' 8.2.58 si ebbe un ferimento a Fossola. Atti di aperta sfida alle autorità si susseguivano. La notte cie l 7 marzo lo stemma l'vla laspina collocato sulla facciata de lla c hiesa parrocchiale cli Fosdinovo venne levato e sostituito eia bandiere tricolori; un altro tricolore innal1.ato nottetempo sul vcc-

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Tra ess i qut•I C apocci rnenzionato rtll a nota 34 del c:.1p prl~c c-•d {~n tr~.

" C fr. il rapporto 26. 10 .57 ùel comandante dello stato d 'assedi o al S.C.C . (A lli 1·i servmi S.C.G.-I 857. f. VI/ 13). A segui to delle notizie g iunte da Carrara 1-'rancesco V sospese da lle fun zi oni ìl Fr ignani, chiarn anclolo a 1·enclere ragi one ùel suo operato. '·F. bene d i dare una vo lta un esempio'·. scr iveva il Duca al SaccoZ1. i il I 6.10..'i7. ·• e far vedere che anche i C.ì iud ici non ponno impunerncnlc voltare il Codice a lor rnoclo·' . " L a lettera è conse rv ala in /\Ui r iser val i S.C.G.- 1857. f. Vl/ 13. " L ettera ciel vescovo cli Massa al Sacco:u.i in data 11. 12.57 ( ihide,11). " Rapporto ciel Wicder khcrn al SaccoZ1.i datato Carrara 11. 12.57 (ibidem) . '" I l decreto ducale del 22.12.57 trovasi ihidr,111.

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chio forte cli Aulla venne sequestrato dai Dragoni il 15 aprile, insieme ad alcuni cartel li inneggianti alla costituz ione affissi nei luoghi più frequen tati della c ittadina. Il 27 aprile alcuni armati respinsero poi dal confine cli Ortonovo un miJ itc cli Fonti a, intimandogl i di anelare "ad avcrtire il di lui Tenente , ed il Dragone c he vadino 1ù che( ...) forano i conti( ... ) c he c i vogliono strappare li Baffi ad uno ad uno'' (1 7). Circolavano inoltre nuove voci cli possibili tentativ i rivo luzionari contro r-1assa e Carrara, che. non potendo essere trascurate, costringevano il C omando Superiore Oltrappcnnino. tenuto all'epoca clal rnagg. Pifferi, a porre frequentemente in s tato di al larme le truppe ( 18). La crescita del numero degl i a fliliati a lle socie tà segrete "non solo nelle Città. ma anche nei picco Ii Villaggi, e ne l le campagne" preoccupa va grandemente anche il vescovo di Massa mo ns . Bcrnarcli , che nel maggio '58 preannuncièl a l Saccoai visi te pastorali e l'invio cli missioni al popolo per cercare d i contrastare la diffusione delle idee rivol uzionarie ne lla dioces i apuana. li Ge11ti lly proseguiva intanto le sue iscruuorie, sviluppandole in cliverse direzioni. Poiché alcuni inquis iti che avevano confessato di appartenere alle società segrete s i e rano indotti a fare i nomi dei loro compagni, si poté avere " un assai cons iderevol numero cli den unziati setla1:j di tutti i Villaggi''. che posti poi a confronto coi loro accusatori fi nirono non cli rado a lo ro volta pe r confessare . C ièi permise aUa Comm issione militare cli pronunciare semenza cli condanna contro vari individu i; in segu ito peraltro il Duca d is pose che venissero perseguiti solamente coloro che ricopri vano posti cli responsabi Iità nell' ambi to delle sene o che avevano indotto altri ad aderirvi . '·r semplici ascritti non sono inquisiti", scriveva il sovrano nel nove mbre '58; '·essi sono troppi ed ascritti per ignoranza" (I 9). Quanto a i fatti cli sangue accaduti nel Carrarese, le indagini ciel Genti Ily portarono all 'iclentificazionc dei responsabili cli numeros i delitti. Di conseguenza la Commissione mi litare emanò una serie di pesanti condanne, inlliggendo altrcsì la pena capitale a tali Luclovici Egidio e Cozzani Giuseppe, autori fra l' altro dell'assassinio di don Andrei . Costoro vennero fucilati all'alba del 22 giugno 1858, senza mostrare segni cli ravvedi mento e subendo "con lacrimevole indifferenz.a i I loro supplizio" (20). Francesco V deplorò vivame nte la deci s ione del Wieclerkhern cli fare eseguire la sentenza no no stante l'i mpeni tenza de i rei, tanto pii:1 che il sovrano aveva espressame nte autorizzato l'ufficia le a rinv iare l'esecuzione qualora i condannati non apparissero pronti a riconciliarsi c on D io . "Se vi saranno casi avven ire" scrisse il Duca al Saccozzi " non autorizzerò, m a comanderò il Maggiore cli ri tardare ed a bilite rò il Vescovo a dire su cli ciò que llo c he s i deve fare" (21) . Inform ato a metà lugl io che la Commissio ne militare s i a pprestava ad emanare un a nuova sentenza capitale. F ra ncesco V s i preoccupò d i ev itare per quanto possib ile che si ripetesse il caso de l Cozzani e ciel Ludovici, accogliendo i s uggerimenti a ll 'uopo avanzati dall ' autorità ecclesiastica . ''i\1 . Vescovo cl i Massa clcsiclererebbe ( ... )che( .. .) i c ondannati pote s sero venire iso lati mentre s i preparano( .. .) a ll a morte". scrisse ad esempio il sovrano al Sacconi raccomandandogli cli fare quanto possibile per s oddisfare le rich ieste de l presul e. ·'giac c hè il più indurito ne l m ale impedisce spesso il ravved imento clell' altro, come nel caso ultimo g li parve che se il Cozzan i fosse stato lontano clal Ludovici fo rse si ravvedeva" (22). G uadagni Se basti ano cli Colonnata, r iconosc iuto colpevole cl i assassinio e giust iz iato il 27 .7.S8 , morì peraltro "nrnnito dc' conforti de ll a( ... ) Re li gione e dimostrando il più profondo ravvedimento" (23).

" Rappo rto della fraz io ne M .d.R. d i f'onti a datato Fontia 27.4.58 (A tti S .C.G .. C.485/ 11 del I 858J. " La presenza o lcre Appennino cl i tre uffic ia li s uperiori. e cioè i llla ggio ri Pi lTeri (co lll ancl a nte de lla g ua rnig ione cl i Linea). Wieclerkhern (comandan te dell o stalo ct ·asseclioJ e Messori (co!llandante della P ia1.z,1 cl i Massa) aveva cons igliato a l S .C.Cì. cli enrn rrn rP. il 9. 1(). ~7 circ olare di,·ena ad ev itare conn i11i d i co mpete nza, ne l\:., qua le s i prec i,;ava tra l'altro c he l' eser

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ci z io de l Comando S uperio ,·c non s i estendeva ··nelle aut.t a li cii-cos ta nze eccezio na li (. ..) alla Ci t1 i1. e te rritorio cl i Carrara'· (Att i S .C.G .. f.457/2 del 1857). "' Le1tera cli rrancesco V a l D e Vo lo d a tata :V10 23. 11.58 (AS l\ilo. Arch. falll . Bayarcl De \/Dio. cassetta 97). ' " Leltera al Saccoz;:i de l vescovo cli Massa mons. lk rn ardi datata 22.6.58 (Atti riservati S .C.G.-1858, f.Vll/14). Ins ieme a l Ludov ici e a l Con.an i furono condanna li a 111ortc altri due indi v idui. c ui la pe nn venne peri'! co111nrntata ne lla galera a vira. ' ' Lellera d i F rancesco V a l Saccou.i dat a ta 22.6.58 e riportata in R . H NZ I. /I Generale Agos1i110 Sacco::i cit.. p.73. " Lette ra di F ran cesco V a l Saccou.i datata C'1ttajo 15 .7.58 (ibide111, p.7 1). '' Rappo1·to de l c orna nclance d e ll o s tato cl'assc clio a l S .C.G. datalo Carrara 28.7 .58 (A11i riservati S .C.G .- 1858. LV ll/14) .

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"Jo spero dopo questo nuovo esempio d i poter togl iere lo stato d'assed io d i Carrara" aveva scritto a metà lug lio il Duca (24); e in e ffelti il 28 Francesco V ord inò c he dal l O agosto il te rritorio del Comune apua no cessasse cli essere sottoposto alla legge marziale, ne lla fiducia c he gli arresti esegu iti e le condanne infli tte rendessero supe rfl uo il mantenimento delle m isure ecceziona li in vigore. Da Illesi orma i non avvenivano del resto nel Carra rese delitti di sangue, né la tranqu il lità era in altro modo turbata se non da qualche lieve d isord ine, che il W iederkhe rn puniva inesorabilme nte, face ndo largo ricorso al basterne. Le disposizio ni sovrane stabi livano peraltro c he a nche dopo la fi ne dello stato d ' assedio le funzioni d i poliz ia nel Comune di Carrara venissero esercitate dal l'autorità mi litare, e più preci same nte dal comandante cli Piazza. Q uest' ultimo e ra in part.icolare abi litato (25) ad assumere misure d i prevenzione nei confronti cli determinate categorie di ind i viclui, a vagi iare le domande cli passaporto, po rlo cl' armi e licenza d i caccia. ad allontanare i forestieri, ecc .. fermo restand o c he sollo il profilo puramente militare .il comando della P iazza cli Carrara no n godeva di speciale a u tu11u111i a. li decreto d ucale del 28 lug lio stabi liva allresì che i processi pe ndenti davanti alla Colllmissione militare venissero po rtali a te rmine " col metodo incominc iato"; in seguito il sovrano dispose che le istruttorie fossero ulti111ate a Carrara e le sentenze venissero invece pronunc iate a Modena da un consigl io d i g uerra. La defini z io ne de lle proced ure in corso richiese d iversi 111es i, e solo ai primi di febbraio del -59 J'auclitore Gentilly poté informare il S .C.G. che il lavoro era stato po rtato a co111pirnento e che le ca rcer i d i Carrara potevano essere riconsegnate a lle auto rità c ivili. Le u l.time sentenze. a carico d i certi G iulia ni. Diama nti . G irome lla e Scopis, furono e mana le il 2.3.59 (26).

"È unanime la voce'·, scriveva il 23. 11.58 al De Volo il Duca al rito rno da una visita a Massa e Carrara. "c he lo Stato d'assedio ha reso un gran servigio al paese e che i ve ri colpevol i rurono colpiti questa volta e ben g iusta mente" (27). Nell'Olrrappenn ino co111unq ue il fuoco no n aveva 111ai smesso di cova re sotto la cenere, né avevano cessato cli circol.a re voc i di possibili colpi di mano rivolu zionar i. Dal l'agosto '58 tali voci s i fecero via via più insistenti, pone ndo in sempre maggior a lla r111e il Comando S uperiore Oltrappe nnino, che il I 8 ottobre ri re riva al S .C .G . di avere o rdinato freq ue nti pe rlustraz ioni da parte de lla trup pa e de lla Milizia lungo la frontiera sarda, ove e rano state viste aggirars i bande arma te. A "tv1o de na s i tendeva per la verità a sd ram111atizzarc le no ti zie c he g iungevano da ì\1Iassa : il 27.1 0 .58. ad ese mpio, il S accozzi invitava a sos pe ndere l' impiego delle ]Vfiliz ie, ·'che riesce gravoso a ll'Erario, e d agli ind ivid ui c he delle medesime fanno parte'' (28); ed il 17 dicembre, a ll 'ennesimo rapporto c he clava per prossimo lo scoppio di un' insurrezione nel Sa rzanese e Ca rrarese. il S .C .G . rispose esortando a tene-

'' Lettera cli cui alla nota 22. " Cfr. i l chirografo sovrano datalo Pavullo 30.ì.58 in i\tti riser vati S.C.G.-I 858, f.Vll/ 14. ,.. A quanto si è potuto verifica re. i condannati dal tribunale militare furono una sessantina. di cui ì alla pena capitale (co mmutata in due casi nella galcrn a vita) ed un·altra ventina a pene detentive non inf eriori a 15 anni. Secondo invece il

Giornale della Reale Ducale Brigma F.s1e11.1e cii. (p. I 6). le condanne pronunciate furono q uasi cento. Nell"aprile ciel 1859 non pochi cli coloro che si trovavano in carcere a segui to cli sentenze prolerite dalle Commissioni militari istitui te in occasione dei due stati cr asseclio cli Carrara furono trnsferiti per moti vi di sicure1.1.a a 1Vl amova. Nel settembre ·6 1 costoro fu rono poi ··dal Cioverno irnperiale. per reiterate r·ichiesIe i'anegl ienc dal Gabinetto fra ncese. rilasciati alle autoritil italiane. le quali li rimisero senz' al tro in libertà·' (T. DE VOLO, op. cii .. t.Ill. p. I 82). I ,a rela1.ione sugli stati d'assedio d i cui alla nota 49 del cap. precedcnle accusa il Gentilly cli avere spesso eston o con lusinghe. minacce o violenze le confessioni in molti casi poste all,1 base delle sentenze emanate dal tri bunale militare. È da notare che nella lellera del I 5.7.58 indiri1.zata al Saccozzi d i cui alla nota 22 del presente capitolo Fr;i1wr,sco V mrlinò che I·audirore si preparasse a po1Te ••in consonanza co l Codice Criminale del 18:54 il Codice J\,JilillH"C, ;1ggiungencl ovi le garanzie cli un d ifensore·'. ··tJ"orn in nanzi". proseguiva il sovrano. ''voglio vi sia anche nei casi cli stato c1·assedio, poichè la mancanza cli quello per quanto sicno ben falli i processi. lasciano nel pubblico dei dubbi sulla giustizi,1 della rnncla11na. Di mala voglia mi adattai questa volla a farne seni .a per cir·costanze specialissime e perché finalmente la leg islazione rnilitare non la portava: ma d'ora innanzi non voglio che vi sia procedura senza d ifensore: in ciù sono irremovibi le, per quanto trovi re nitente I' ;\uditore, cnrne austri aco··. " Lettera cl i cui alla nota 19. Francesco V allri buiva i buoni risultati conseguiti dallo stato d'assedio sopratturto all"azione ciel \V ieclerkhern. che il 4.8.58 venne nominato tenente colonnello e cavaliere clell" o1·clinc dcli A quila estense. " 1\'l inuta cli leuera ciel S.C.G. al e.do li i rg1. \11 .cl.R. (Alti S.C.G .. f.485/ I I ciel 1858).

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re nel debito conto questo genere cli informazioni senza però troppo a llarmarsene. Proprio il 17 d icembre peraltro furo no scoperti nella Capitale biglietti che incitavano a rinnovare a Natale, per so lidarie tà coi "frate lli Lombardi", lo sciopero ciel tabacco di d ieci a nni prima, ed un ufficiale della M ili1.ia di S an Felice, che non aveva evidentemente accolto l'invi to, trovò scritto a carbone sulla propri a abita1.ione il l O gen naio la frase "Qui abita colui che insulta l'Ital ia col Zigaro" (29). Gravi avvenime nti stavano invero maturando. Ricevendo il corpo diplomatico il giorno di capodanno ciel l 859, Napoleone III si era rammaricato coll'ambasciatore a ustri aco ciel pegg ioramento dei rapporti tra i cl ue go verni , e le parole clell' Imperatore erano srate universalmente interpretate come una minaccia cli guerra. Del resto già nel lug lio '58 il sovrano francese e il conte cli Cavour si erano accorciati a Plombières per fare scoppiare un conflitto in Itali a; e il 18. 1.59 all'intesa fece seguito un tratrato segreto, in base a l q ua le la Francia s i im pegnava ad intervenire a fianco ciel Pie mo nte qualora q uest'u ltimo fosse stato aggredito dal! ' A ustria. Ricercando '·cettc cause dc guerre si diffic ile à trouvc r", come ebbe a scrivere il Cavour a Vittorio Emanuele II il 24.7.58 (30 ), i convenuti a Plombières avevano posto gl i occhi proprio sul Ducato cli Modena, e ne ll'ottobre il primo min istro sardo aveva approvato un piano che prevedeva pe r la primavera s uccessiva lo scoppio cli un'insurrezione a Massa e Carrara appoggiata da bande guidate eia Garibaldi, dalla qual.e si confidava che potesse prendere avvio il contlitlo. Nei primi giorni ciel 1859 cominciarono in effetti a c irc ol are in Oltrappennino voci c he davano per prossimo il concentramento a S arzana cli corpi franchi con a capo il N iz1.ardo. puntualmente riferite a Modena insieme a lla noti1.ia -che aveva suscitalo molla apprensione- secondo la quale ai rifug iati modenesi erano star.e distribuite a rmi e m unizioni. 1\tlanifesti che incitavano ad accorrere sotto le bandie re cli V ittorio Emanue le venne ro rinvenuti il 9 gennaio a Fivinano ccl A ul la, e pochi giorni dopo il Comando Superiore Ollrappennino informava il S .C.G . che ·'c ircolavano pe r l\fassa e Carrara una quantità cli Stampig lie climostranti il discorso ciel Re d i Sardegna pronunzialo il ( ... ) 10 a ll'ape rtura delle Camere' ' (31), nel q ua le quel sovrano aveva proclamato d i no n essere insensibi le al grido di dolore che da tante parli d' Ital ia si levava verso cli lui. Rispose il Saccozzi di avere motivo cli credere "che nulla cli sinistro sia pe r succedere", e si dichiarò c onvinto che anche il 1859 sarebbe trascorso "senza i supposti e s inistramente preconizzati trambusti politici" (32); rna s i ingannava.

'" Rapporto cli un tenente dcll,1 IV co111p. V btg. l rgt. M .d.R. al cap itano co 111ancla nlc la compagnia stessa. dntato San Felice 11.1.59 (Alli S.C.Cì , 1.488 del 1859) '" La lellera è puhhlic:Ha tra !"altro in C. ROCCA. A . CAVA CIOCCHI. op. cir., voi.Il. p.27. nota I .

'' li rapporto ciel Comando Superi ore. datato iV1S 12. 1.59. è conservato in A lli riservati S.C.C.- 1859. LVIJl/15. '' La rni nuta del riscontro. datata MO 14. I .59. trovasi il!idem.

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CAPITOLO XX La vigilia del conflitto A me tà gennaio ciel 1859 l'esercito estense aveva oltre Appennino quattro co lllpag nie, e c ioè la 4·' Dragoni, la 3'' d' Artiglieria e la I l " e 12" Cacciatori, pe r un totale cli 584 uomini cli tru ppa regolare. Di essi 200 c irca presidiavano Massa e più o me no altrettanti Carrara, una settantina guarniva no i forti e le batterie ciel litorale e de lle Larne, mentre i rimanenti erano sparsi nelle varie località in servizio cli gendarmeria ( I) . li comando de lle forze duca li era tenu to da l magg. tvlessori, coma ndante della Piazza di Massa, a lle cui dipendenze stavano anche i mi liti del III rgl. l'vLcLR . Poiché l' o rizzonte politico andava sc.m pre più oscurandosi, il 17.1.59 hwiccsco V decise, a ti tolo precauzionale, di raflorrnre la g uarnigione dell'O ltra ppenn ino, inviando in Lunigiana la I'' d ivisione Cacciatori (compagnie 9'' e I 0"). Il sovrano dispose altresì che insieme alla cli visione, di stanza a Reggio, partisse a nche i I colllandante del battaglione Cacciatori ten . col. Casoni , al quale iJ Messori doveva rime ttere il comando de lle truppe e mil izie cl'Oltrappennino. Al Casoni fu prescritto cli occu pare con la 9 ' e 10" Cacciatori F iv iuano e Fosdinovo, cli porre in stato d i difesa i fo rti di va l cli :v1agra, e di dare istruzioni ai comandanti dei vari presiclii affinché si opponessern energ icamente ad eventual i incursioni d i bande armate o corpi franchi e reprimessero prontamente disordin i e violenze, se ciel caso anche col concorso clella Milizia e della G uardia di Finanza. La colonna cli rinforzo, fonn ata da 28 1 cacc iatori, 5 dragoni a cavailo, 13 artigl ie ri e I obice (2), si mise in marcia eia Reggio il 18 gen na io g iu ngendo il 20 a Fivizzano, ove pure s i recò il Messo ri per incontrare il nuovo comandante e ragguag liarlo sulla s ituazione. Conte mporaneamente venne impiantato nella cittadina lunense un uffic io telegrnfico affinché il Casoni potesse manteners i costantemente in contatto con Massa e con la Capitale, me ntre la M ilizia ricevette ordine di sorvegliare la linea. Da F ivizzano il 22 vennero poi mandati acl occu pare Fosdinovo 100 cacciatori agl i o rdini del cap. Guerra, c he collocèl picche tti a Castel poggio e Canipa rola ed inviò pattug lie sul confine. Quanto ai forti cli val cli Magra, ci s i limitc'l ad a umentarne cli poco il p res id io, me ntre sulla fine cli gennaio due uffic ial i ed una cinq uantina di cacciatori furono inviali a g uarn ire Aulla e Ceserano, essendo g iunti a l Ca soni a nche gli uornini c he si trovavano in licenz a a l mornento della partenza da Reggio. Il Casoni giudicava per la verità la posizione di F iviuano troppo a rre trata per consentirgli di intervenire ternpestivalllente in caso di necessità. "lo q ui conoscere i una invasione od attacco 5 o 6 o re dopo il fatto", si legge ad esempio in una lettera al Saccozz i de l 24. 1.59 (3), " e con c he precisio ne Iddio lo sa: altre q uattro ore mi occorre rebbero per portarmi solo a Fosdinovo e più se a Carrara, e a llora che potrei fare( .. . ) le cose sarebbero decise ( ... ) senza c he vi avessi preso parte"; "e ne lla peggiore ipo tesi'', aggiungeva l' ufficiale, " la rnia riputazione se ne anelerebbe a l diavolo". Le dire ttive impartite da l D uca a l S.CG. proprio il 24 gennaio sottolineavano d'altro canto l'impo rtanza cli Fivizzano, verso cui tutte le truppe d'Oltrappennino dovevano ripiegare se attaccate eia forze regolari s uperiori cli n umero, potendo eia tale localitù mantene rs i in comunicazione con Mocle na. La c ittadina d o veva essere d ifesa a lme no per il telllpo necessario a i rinforzi pe r giu ngere dall a pian ura, e non risu ltando ciò possibile occorreva quantomeno mantene re il possesso de lla forte pos i1.ione de l Cerreto. Nell'eventua lit~t poi che le unità dislocate a Massa e Carrara non potessero ritirars i su F ivizzano perché tagliate fuori, esse dovevano passare in Toscana, avendo Francesco V avuto assicurazione c he g li Este nsi vi sarebbero stati " in ogni incontro r icevuti eia amici" . Le istruzio ni sovrane attribuivano grande importanza anche a Fosdinovo. dove l'intero battaglione Cacciatori poteva agevolmente concentrars i per m uovere poi indiffere ntemente verso il Massese o la val di Magra, a seconda c he fossero l'uno o l'altra ad

' Cfr. la "Situazi one numeri ca e graduale del la ForLa ciel le R. Ii T ru ppe d istaccate OILrapennino ali' epoca elc i 15 (ìennajo I 859". nonché l' annesso prospetto elc i "Servii.i che prestano le( ...) tru ppe a rutto il I5 Cìennaj o an. cor.'' (Att i S.C.G., IA 88 ciel 1859). ' C f'r. un rapporto del Casoni eia Fivizzano in claLa 2 1 I .S<J (Atti r iservati S.C.G.- 1859. f.V l l l/1 5).

' Cons. i/Jide/J/ .

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essere attaccati. Quale linea iniziale d'osservazione e d ifesa il Casoni doveva assumere il litorale marittimo ed iJ tratro Parmigno la-Fontia-Fosclinovo-Ponzanell o-M.Grosso-Caprigl io la, poncnclo picchetti in quest' ultima localitù ed in un punto intermed io tra la medesima e Fosdinovo (ai primi cli febbraio vennero in effetti collocati piccoli posti a Caprigliola e Carignano). Il Duca dispose infine che fosse predisposto un sistema cli segnalazioni tale eia consentire al Comando Superiore in Fivizzano cli venire tempestivamente a conoscenza del la comparsa d i truppe nemiche o corpi franchi, ordinando altresì al Casoni d i porsi in contatto, oltre che coi Toscani , anche coi Parmensi d i Pontremol i, onde tra l'altro invitarli a collocare un posto di coUcgamento a Vi llafranca di L unigiana (4). Francesco V era in realtà scettico sul fatto che potesse veramente scoppiare una guerra in Italia, mostrando cli ritenere "ciarlatanesche mi llanterie" le voci che circolavano in Piemonte ci rca l'imminenza cli un allacco sardo al l' Austria (5). Nondimeno, l'aumento delle truppe cli guarni gione oltre Appennino non fu la sola misura precauzionale aclot!ata da l sovrano. Il l 7. l.59 il Duca ordinò infan.i anche la parz iale mobilitazione dei riservisti ciel 4° battagli one cli Linea, disponendo che venissero richiamati al le armi gli uomin i appartenenti alla I·' cli visione del battaglione stesso (compagnie 13" e 14'), formala prevale ntemente eia Modenesi e Reggiani. Tre giorni dopo i primi richiamati iniziarono ad afllui re ai reparti; al I O marzo i riservisti che avevano ripreso servizio erano 317 (6). Francesco V ordinò inoltre che il 2° reggimento della Milizia si tenesse pronto a fornire quallro compagnie di guarnigione da 100 uomini l' una, eia inviare d i presidio a Reggio qualora le truppe sped itevi al la partenza elci Cacciatori (2" cliv. ciel 2° d i Linea) fossero esse pure chi amate a marciare (7). L'Economato ricevette dal canto suo ord ine di porre a disposizione un numero adeguato cli cappotti, cappe!li, bonctri e buffetterie (8). Il Duca pensò anche acl impartire direttive per iI caso cli rorbicli e sonrn1osse, emanando il 19.1.59 specifiche istruzioni per il comando della Piazza di Reggio ccl incaricando il S.C.G. di diramarne di analoghe agli altri comandi cli Piazza. Al comandante militare cli Reggio venne in particolare ordinato di d isperdere qualsiasi assembramento, salvo ritirare la guarn igione nella caserma d i San Marco e nel vicino forte Ferclinanclo Vittorio, insieme alle autorità civili, alle casse pubbliche ecl al telegrafo, qualora l'intera città fosse in tumulto o venissero erette barricate. I minori comandi cli Piazza del Reggiano e del Modenese vennero eia! canto loro autorizzati a rinforzare i locali distaccamenti Dragoni con gli uomini del le brigate più prossime e acl unirvi un congruo numero cli militi nonché le guardie d i finanza, se ve ne erano, per reprimere con rali forze ogni sollevazione; quando peraltro non risultasse possibile mantenere il controllo della località doveva essere ordinata la ritirata su Reggio, Modena o 1:3rescello. Al comandante cli quest' ultima Piazza venne infine prescritto cli avvalersi degli artiglieri della fortezza anche per reprimere eventuali sommosse nei paesi vicini (9).

' Le istruzioni ducal i del 24 gennaio (cons. ibidr•m) attribuivano al Casoni anche la facoil,ì d i prendere in oslagg io. in caso di invasione. '·J più turbolenti dei diversi paesi''. ' Cfr. le annotazioni apposte dal Duca su un rapporto (cons. i/Jide111) delli.1 rcnenza Dragoni cli .\'l assa del 2 1. 1.59.

'· Cfr. r··cJenco.. del 3 1.3.50 in Atti S.C.G .. f.49 1 ciel 1850. ' Il progetto pt-cdisposto eia! con te Fulcini. comandante ciel Il rgt. M .d.R.. prevedeva che tali compagnie fossero costituite dai rn igliori clementi dei quattro battag lioni piC1 prossirn i al capoluogo. li documento, datato RR 19. 1.59. trovasi in Atti ri serva ti S.C.G.-1 850. f.Vlll/ I 5. ' Ave ndo l' Economato fallo sapere di non avere che un quarto dei cappotti occorrenti. il 4.2.59 il Duca dispose che il panno necessario a confezionare i 111,rncanri venisse appron tato dallo stabil imento della Salicera. rna sen za freua, in quanto .. la probabilità della chia111ata dei 400 M iliti·· anda va ·'ogni giorno diminuendo''. " li S.C.G. si preoccupii_anche di veri Ci care se vi fossero scorte d i munizioni sufficienti ad "lfrontare ogni evenienza. Quanto all'artig lieria. I' lspe1.ione della R. Arrne ria segnalò la necessità d i acquistare 1300 palle e gra nate di diversi calibri. mentre le 442.04 1 can ucce a palla per anni a cappellon,;a e le 55.627 cartucce l'vl iniè per fucili e carabine esistent i nei depositi o in corso cli approntamento assicuravano un.adeguata ri serva cli 120 colpi per ogni pioniere e fante cli Linea, con una considerevo le eccedenza utilizzabile per gli alrri Corpi. Presso le compagnie di Linea e i Pion ieri v·era poi la normale dotazione cli 60 colpi per soldato. con l 'eccezione ciel battag lione Cacciat(Xi in Oltrappennino. che giil disponeva cli 180 cartu cce per ogni carabina. Quanto infine alla M ilizia. a fronte delle 250.000 cartucce stimare necessarie ve ne erano 114.544 in cl istrihuzionc ai reggimenti e 20.9 12 nei magazzini. ove pure erano depositate 84 ..'i 18 cartucce irregolari e diverse (per lali dati si vedano i prospelli allegati alla lcnera 25.J.5() clell" lsp. d'Arn1eria al S.C.Cì. in A tti S.C.Ci, f.488 del 1859).

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Il disprezzo per i rivoluLionari che si agitavano in Piemonte e Ja fiducia nelle misure adottate indussero Francesco V a respingere con fastidio le sollecitazioni austriache affinché venisse domandato l'aiuto del l'esercito imperiale. ·Troverei una straneaa ccl una pusil lanimità il chiedere ora soccorsi'', scriveva il sovrano al De Volo il 22. 1.59. ·'Questo sarebbe un voler mostrare (...) al mondo che i (...) Ducati non hanno neppure la forza di sostenere le minaccie di 4 mascalzoni che gridano nei cartè cli Spezia e Sar1.ana (... ). Prego quindi tutti a calmarsi ccl a non seccare ora coll'intervento", anche perché -sottolineava il Duca- in caso cli necessità le forze estensi oltre Appennino avrebbero potuto essere portate senLa difficoltà a 1800 uomini, i quali, uniti ai 200 Parmensi che Francesco V riteneva gumnissero Pontremoli, sarebbero stati in grado d i resistere ''a 10.000 dei Co1vi franchi. Non vi saranno invece 300 disposti a farsi bucare la pancia". concludeva il sovrano, che evidenziava altrcsì come in rimpiazzo clei rinforzi eia inviare eventualmente in val di Magra si poteva richiamare l'altra metà elci 4° di Linea, "ed a Reggio ho già tutto organiZLato per occuparlo coi fidatissimi e ben animati Militi del 2° Reggimento··, sicché la parte padana clello Stato avrebbe cominuaro acl essere adegua1an1~nLe presidiata. Le guarnigioni austriache di Piace11La, Bologna e della Lombardia, nonché i I0.000 soldati dell'esercito toscano ("che ora sono buona truppa'} assicuravano infine i fianchi e le spalle del Ducato ( I0). Dall'altra parte degli Appennini, a Fivizzano. il len. col. Casoni guardava con maggiore preoccupaLione alla situazione. Contrariamente alle aspettative ducali, la Toscana e Parma non davano segno di volere ra!Torrnre le proprie difese ai confini: i rincalzi che da Modena già il 2 1 gennaio venivano dati in arrivo a Pontremoli il 27 non vi erano ancora giunti, ecl anche a Pietrasanta non si trovavano che pochi uomini. Si sapeva inoltre che a Sarzana si allestivano nuovi qumtieri militari, e che 600 rifugiati concentrati nello Spezzino attendevano a breve l'arrivo d i Garibaldi, giudicato per la verità dal Casoni un po' come "i l Messia degli Ebrei, cioè sempre aspettato, ma non ancora arrivato" (11). Quanto alle truppe a disposizione, non ve ne erano a sufficienza né per presidiare Fosdinovo con un 'intera compagnia. come avrebbe voluto il comandante estense, né per formare una massa d' urto realmente consistente qualora occorresse muovere eia Fivizzano contro il nemico, non potendosi ciò fare "che col pezzo e con I 00 bajonelle onde lasciare in luogo 80 uomini" necessari a presidiare la cittad ina (12). Sull'arrivo cli rinforzi da Reggio non si poteva infine contme per almeno cinquanta ore. Affinché lutti fossero comunque pronti acl ogni evenienza, il Comando Superiore fissò una serie di di rettive eia osservarsi in caso di attacco contro l'Oltrappen nino, con le quali si precisavano i cornpiti di c iascun distaccamento cli truppa e di Guard ia cli Finanza, i luoghi di concentramento, le linee cli ritirata, ecc., e si specificava dove avrebbe dovuto prendere posizione la MiliLia cli Riserva ( 13). A i primi d i febbraio, "non essendo per anche giunti i promessi distaccamenti in Pietra Santa e Pontremoli", Francesco V dovette comu nicare al Casoni che non se ne poteva ormai " più sperare la comparsa". Da i\1assa, Carrara, Aulla. ccc. numerosi giovani avevano preso intanto acl emigrare clandestinamente in Piemonte ( 14) . Cresceva inoltre l' aggressività dei rivo luzionari, tanto che per le minacce ricevute un paio di sacerdoti stimarono bene lasciare Carrara, e lo stesso podestà cli Aulla si rifugiò per qualche tempo a Massa " nella tema cli vedersi sacrificato dai briconi" ( 15). Vari sudditi estensi rimase-

'" La lettera 22.1.59 cl i Fran cesco V al De Vol o tro vas i in .t\S [Vl o. Arc h. ram. B ayard Dc Vo lo, cassella 97. 11

Rapporto del Casoni al S.C.G. datato Fivi1.1.a110 24.1.59 ( /\tri ri ser vati S.C.G.-1 859. f.Vlll/15)

" Rapporto del Casoni al S.C.G. data to Fi vizzano 28.1.59 (iùide//1) . l\iel meJesirno l' ufficiale informava cl i essere ormai in grado J i venire a conoscenza cli eventu ali allacchi in poco più d i 1nczz' orn. grazie al si stema cli segnal ai.ioni predisposto. " Ta li ·' Istruzioni generali" . datate Fi vi zzano 30.l.:'i9. trovansi in .,\tl i r iservati S.C.G.- 1859. f.\1 111/ 15. I l Casoni parz ialmente ri prese .il tre prececlerni istru zion i " co mpilate cl i (. .. ) accorcio fra il Comando( ... ) Dragoni. e 1·rspc1tore C enernle delle

( ... ) Gua rd ie d i F ina11/.a ( ... ) sul modo d i contegno delle due Forze. pe r

1.111:i

mossa di concenrramcnro. in '"' "' ri i Riri rnrn" .

Un esemplare a stampa di quest' ultimo documen to. che era stato approvato eia Francesco V il 14.3.54. l rovasi in Ani ri servati S.C.G.- 1854. 1.11/9 " Poiché gli espatri illegali si facevano sempre più frequenti. il 20.2.59 il Duca srabi lì che chi rientrnva nello Stato dopo essersene allontanato senza permesso per recarsi in territorio sardo doveva essere arrestato e souoposto a pene cliseiplina1·i o consegnato all' autori tà giucliziarin. l.' cl'licacia di ssuasiva cli ta le misura ri sullò peraltro moclcsla: sl ancio a C. ROCCA.. A . C;\VAC:IOCCHI.

op. cit.. voi .II. p.29. nota 3. tra il L'i gennaio e il 25 marzo arrivarono a Torino dal Ducato di ~'lodena ben 1974 volon ta1-i. " Rapporto ciel Comando Superiore Ol trappenn i no al S.C:.Cì. datato Fivizzano 16.2 .59 (A tti r iservati S.C.Cì.- I 859. f. V I 11/ I 5).

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ro inoltre vittima d i pestaggi a Sarzana, "ove ormai·', scriveva il Casoni il 16.2.59, " nessuno, che non sia conosc iuto dagli emigrati ciel loro colore, può più(... ) anelarvi senza pericolo cli lasciarvi la pelle" ( 16). Alla fronti era si moltiplicavano poi le provocazioni: il 13, acl esempio, la Civica cli S. Stefano rnarciè> a tamburo battente verso il conf'ine lanciando grida sedizio se, ecl in molti punti ciel confine stesso comparvero bandiere tricolori. Nel primo pomeriggio ciel 16 febbrnio una sessantina di civi li armati si recarono sul la cima ciel monte Bastia, non lontano da Fontia, per innalzare un altro tricolore. Nel le vicinanze si trovavano dieci soldati estensi in perlustrazione, sotto i cui occhi fu piantato il vessi llo, a pochi passi dal la linea cli confine. Un individuo staccatosi eia! gruppo entrò poi senz·ar111i in territorio modenese ed affrontò i mi litari , dichi arando che la bandiera era stata innalzata per ordine ciel Delegato cl i Sarzana e domanclanclo "chi di loro avesse coraggio cli anelarla a levare" ( 17). Per tutta risposta il comandante della pattuglia consegnò l ' uo1no a due cacciatori affinché lo portassero a Carrara a d isposizione del comando di q uella Piazza. Non appena i tre si furo no avviati , i compagni del fermato iniziarono a sparare, lanc iando grida di al[arme ccl evviva a Garibalcli, mentre si uclivano rulli cli tamburo ed accorrevano altri armati . I Modenesi ri sposero a l fuoco, ma dato il numero soverch iante degli avversari non potero no fare altro che ri piegare. Giunta a Gragnana, la pattuglia vi incontrò il ten. Bianchi, mandato eia Carrara con 30 cacciatori a verificare la situazione. Nel paese si erano pure radunati alcuni dragoni ccl un pugno cli mil iti, sicché fu con una cinqua ntina cli uomini che il Bianchi mosse contro il gruppo che ancora si scorgeva sul monte. in prossimità della band iera. Arrivato su l posto, l' ufficiale non vi trovò tuttavia che un'a ltra pattuglia estense, essendosi gl i avversari nel frattempo dileguati; restava peraltro il tricolore. che non si poté levare perc hé piantato in territorio piemontese. Durante la notte, ad evirare sorprese, i militi del circondario carrarcse perl ustrarono la linea cli confine. mentre anche in città si eseguivano pattugl iamenti essendovi "assai esaltamento e fermento'·. Nul la peraltro piC, accadde. Il tricolore venne tolto da i Piemontesi il 20, mentre sin eia! 18 il Casoni aveva disposto che veni ssero ritirati i soldati lasciat i d i sorveglianza dall 'altra parte della frontiera , " non potendosi collocare un picchetto cli fronte ad ogni band iera che si pi antasse ancora su l confine" ( 18). Sebbene non vi fossero stati né morti né ferit i, l'episodio del 16 febbraio valse ad evidenziare la determinazione de i mil itari estensi , il cui comportamento venne elogiato anche da Francesco Gi useppe. "Le truppe ciel Duca", disse l' Imperatore all' inviato modenese a Vienna, ·'hanno scambiato i pri mi colpi cli fuci le. Ho piacere che il mi li tare cli Modena abbia subito incominciato a dar prova cli coraggio e di risolutezza" ( 19). Dal canto suo Francesco V ordinò che alla pattuglia venisse reso merito in appos ito ordine ciel giorno e che ai suoi componenti fosse elargito un premio in denaro (20). Il caporale Bolognesi, che comandava il drappello, fu altresì nom inato sergente ad honorem, mentre sul /Vlessaggere di Moden.a . organo semiufficiale del governo estense, comparve un c ircostanziato resoconto degli avvenimenti. Ad evitare che da al tl"i eventuali analoghi episodi il Piemonte potesse trarre spunto per accusare il governo estense di violazioni territoriali, il 21.2.59 il S.C.G . raccomandò che le perlustrazioni alla frontiera venissero affidate unicamente a sottufficial i sperirncntati e prudenti, e che g li invasori venissero affrontati solo quando si fossero inoltrati in terri torio ducale. Seguirono alcune settimane di relativa tranquillità, durante le quali peraltro c rebbero i timori di un possibile confl itto, avendo l'Austria deciso i I 25 febbraio la mobilitazione cieli' armata cl ' !tal ia ed essendosi dal Piemonte a ciò repl icato col richiamo alle armi cli varie classi . Aci aumentare le preoccupazioni

'" !hide111. " ·•Riassunto degli avv.enimcnl i accaclu1i ( ...) dal _e iorno 1fi al 17 Fc,bbraj o 1859" redatto dal e.do della Pi azza di Cnrn:tra in ùala l ì.2.59 (Ani r isen,;Jti S.C.G.- 1859, f. V IJT/1 5 ). " Rapporto del C asoni al S.C.G. datal o Fiviz:zano 18.2.59 (ihidem).

'" I.e parol e di Francesco G iuseppe. indirizzate a 'lèocloro Bayarcl D e Vol o il 27.2.59 in occasi one ùi una fest~ a corte. sono 1·ipor1me in una leuera dello stesso Dc Vo lo a Frnncesco V cla lata Vi enna 28.2.59 (ASIV! o. Arch. l'am . 13ayard D e Vo lo, casset ta 97). "' C on decreto del 20. 2.59 il Duca estese ino ltre a Lull.c le I ruppe cl i sloca1c in Oltrappcnnino le magg iornzioni cl i paga gi à accorci ate fin ùal mese prececlen1c all a divi sione invi ata a Fivizzano, consistenti nell a metà della d iaria per gli uffic ial i. e per l a truppa in un soprasso ldo giorn aliero cl i I O centesimi.

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contribuirono anc he le voci, r iferite il 14 marzo dal Casoni , che davano l' esercito toscano dichiaratamente contrario ad " unirs i in caso al le I.R . Truppe" ccl il suo comanda nte. generale Fcrrari da Grado. in procinto per q uesto cli cli mette rs i dal serv izio granducale (2 1) . All'ambasciatore estense a Vie n na, che proprio a causa del la diffici le situaz ione internazio na le suggeriva l 'adozione di ogni possibile misura ido nea a clifcnclcrc lo S tato, Francesco V evidenz iò che no n s i po teva ricorrere a provvedirnenri eccezio na li. m ancando il tempo necessario acl organizzare a ltri c orpi rni litari e ri sultand o controindicato ordinare una nuova leva di truppe, ·'giacchè la sola voce s pa rsa e che ho smentita è c a usa in pane della non piccola emigrazione nel Sardo soprattutto l' idea che io dia i miei coscritti all'Austria per ave re a ltrettanti Austriaci'' (22) . G li apprestame nti d ifens ivi vennero comunque intens ificati. Anzitutto, con decreto ciel 16 marzo il D uca ric hiamò alle a rmi i riservisti non ancora mobi litati, appartenenti a lla 2" divisione elci 4° battaglione d i Linea (compagnie 1Y e 16") ed a lla riserva d'Artigl ie ria. Al 3 1.3.59 tutti i com ponenti di 4u<::st' ultima (non pili cli tredici) s i erano presentati al Corpo; i rientrali in servizio ne lle due compagnie di fanteria erano invece 249 (23). Ai pri mi di aprile il 4° d i Linea ave va così complessivamente sotto le anni circa 600 uomini. mentre un centinaio non a vevano risposto alla c hiamata perché amma lati. clccccluti, emigrati per lavoro ecc .. o a nche perché fu ggiti in P ie mo nte (24). Dal momento c he le scorte cli vestiario e ra no insuffic ienti. si pensò di a ssegnare a lla maggio r parte dei ric hiamati oggetti s messi conservati in maga zzino, in attesa che l' ammini strazione potesse procurare le buffette rie ccl i pa nni occorre nti. Si d ovette pure a ffrontare il problema dei quadri. dato che a l 4° di Li nea, compresi il comandante e l'aiutante cli battaglio ne, v'erano in tutto sei uffic iali , qu ando ne occorrevano almeno tre per com pagnia. La soluz ione in un primo tempo adottata fu q ue lla cli distaccare al reparto ufficiali cli diversa provenienza, O fra cui quattro della Mi lizia di R iserva; questi ultimi furono poi dispensati dal serviz io i l I maggio 1859 e sostituiti eia altrettanti so ttotene nti tratti dal la c lasse dei sottuffic ia li . Ancora ai primi cli g iug no iI battaglione conti nuava com unque ad essere scarso d i ufficiali. Altri provvedimenti riguarda rono la fortezza di Brescel lo, c he a metà marzo Francesco V volle iniziare a porre in stato d i difesa. A ta l fine il sovra no o rdinò c he venissero messi in balleria i cannoni de lle torri , c he venisse stesa la li nea delle palizzate, c he fossero procurati legna rne e barc he per il ponte a lla Birago, che ci si te nesse p ro nti a meltere in postazio ne bocc he da fuoco sull' arg ine del Po ed in a ltri punti s trategic i, ecc. Per ai utare gl i a rtigl ie ri ciel presid io ne ll'esecuz io ne elci lavori s i ricorse ad operai borg hesi e venne inviata a Brescello un' a liquota cli pionieri. po rtata poi a fi ne mese alla consistenza cli un'intera compagnia. Il 21.3.59 venne altresì disposto che l' Ispezione cl' Armeria provvedesse a poITe in casse le ann i mi g lio ri e quelle antic he cli preg io custod ite ne lla Cittadella d i Mode na, in modo da poterle trasferire al s icuro. Furono così imballati 1560 tr a f uci li rno cl. 1840/42, carabine M iniè, moschettoni eia dragoni e pistole, co me pure "le ann i antiche, a rmature, sc ucii , spadoni , a labarde ( ... ) e un involto conte ne nte bandie re Este ns i" (25) . Questi ed altri m ateriali venne ro poi inviati in aprile a \ tlantova per esse re depositati in q ue l]' arsenale. Sempre il 2 1 ma rzo il Duca o rdinò di invia re a Bagnolo ne' Monti la 2' divis ione del 2° battagl ione cli Linea, affinché i I Ca soni potesse ricevere un pronto sostegno in caso cl i bisog no; la partenza della divis ione, cli presidio a Reggio, doveva av venire non appe na fosse giu nta a l 4° battagl ione la maggior parte degli ultim i rich iamati. Le truppe destinate a Bagno lo si mise ro in effetti in ma rcia il 26, ed il gio rno successivo raggiunsero il paese, pre nde ndovi stanza e collocando in seguito posti a vanzati verso il Cerreto. Al 16 aprile la forza della d ivisione a mmontava com plessivamente a 330 uomini, che il Duca racco-

" Il rapporto Llel Casoni. ind irizzato al S.C.Cì e datato Fi vizzano 14 .3.59, trovasi in Atti riservati S .C.G.- I 859. f. Vi li/I 5. " Lettera cli Francesco V al De Volo ciel 14.3.59 (ASMo. Arc h. fa rn. Bayard De Volo. cassetta 97). " Cfr. !'''Elenco·• di cui alla nota 6. " I rifugiati in Piemonte costituivano peraltro nicno del I 0% dei refrattari. È da solt.olineare che questi ul1i111i erano per il 58% clell'Oltrappcnni no, mentre gli abi tami cli tale regione rappresenravano non pi1'1del 20% della popolazione del Ducato (c fr. le annotazioni apposte da Francesco V su un prospetto datato 5.4 .59 in Atti brigata estense. f.74 - Carte militari I 834/59. elencante i mii ilari ckl 4° battaglione che non avevano ri preso servizio). '' Lettera ciel ten. d ' Art ig lieria Zoholi al Saccozzi datata 7.4.59 (Atti riservati S.C.Ci.-1 359, I. VII I/ 15).

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mandò cli eserc itare "in rnarc ie, ti ragl iare e possibi lme nte nel bersagli o essendo d ' altronde affatto disoccupati i I e ciò essendo dannoso a l la lunga al soldato" (26). A Reggio andaro no le a ltre d ue compagnie del 2° cli L inea co n un pezzo d'artigl ieria, le q uali ebbero l'ordine di portarsi anch' esse a Bagnolo e q uindi a Fivizzano in caso d'emergenza. La facoltà di chiamare in soccorso il 2° battaglione venne attribuita dire uarnente al Casoni, qualora questi avesse notizia certa ciel concentramento nello Spezzino cli forze sarde o corpi f ranchi e eia Modena non giungessero sollceitamente istruz ioni. Costituendo una riserva al le spalle del le trup pe c he pres idiavano l'Oltra ppcnnino, Francesco V poneva finalme nte quel Comando Superiore in condizione cli d ispo rre in tempi relativamente brevi cli una d iscre ta massa di manovra, da impiegare quando se ne fosse presentato il bisogno. TI Casoni s i andava tutlavia convincendo c he d ifficilmente sarebbe stato attaccato in forze dal nemico, interessato in caso di g uerra a tenere concentrata sul T ic ino la ma ssima pa1 1e delle trup pe e s ic uro " che, se avesse il sopravvento in Lombardia, q uesti luoghi cadrebbero eia se soli''. "Da q ueste parti adu nque". opinava l' ufficiale, "si presenterà con poche forze, e più nell ' intento cli far sollevare la popolazione abbastanza e lettrizzata in lui favore c he d i operarvi seriamente" (27). Ad accrescere nuovamente il fermento nell ' O ltrappenn ino avevano contribuito le sempre più insistenti voci di guerra, il conti nuo anl usso di volontari nelle file sarde ed anche gli atti dimostrativi compiuti dai fautori della causa unitaria. che im brattavano notificazio ni ducal i, facevano trovare bandiere tricolori. ecc. Fra i funzionari governativi serpeggiava ormai un certo nervosismo: il 24 marzo, ad esempio, i.I Casoni informava il S .C.G. cli avere dovuto interve nire perché a Massa a lcuni cli essi facevano preparativi di partenza. mentre altri allontanarono le fam igl ie po ne ndo le al s icuro fuori cla llo Staro. A nche i soldati avevano i nervi piuttosto tesi. li 21 un uomo fu ucciso nei pressi cli Carrara eia un colpo esploso da una pattuglia contro un gruppo cli persone che, sorprese a canta re canzoni sediz iose. avevano assunto, a eletta dei militari, un atteggia mento minaccioso. li g iorno successivo un'altra pattuglia aprì il fu oco nelle vicinanze d i Fossola contro alcuni indiv idui che avevano risposto beffardamente a ll 'alt chi va là, ferendone uno (28). Non sapendosi più poi se sulla Toscana si poteva continua re a Care affidamento, il 25 marzo il S.C.G. avvertì il Casoni che, venendo la g uarnigione cli Nlassa tagliata fu o ri, essa avrebbe potulo ripiegare in Garfag nana per l'impervia via della Tambura q ualora non s i rite nesse sicura la ri tirata nel G randucato. In q uesto clima. francesco V c redette di non dovere del tutto trascurare una segnalazio ne pervenuta il 24 da Fivizzano c he dava per imminente lo scoppio di un 'insurrezio ne, tanto pi ù che s i era avuto sentore di possibili agitaz ioni anche a Mode na; s icché il sovrano dispose che c i s i tenesse pronti e c he si rinforzassero i posti di g uard ia della Capitale, inviando a l bisogno pattuglie pe r le strade principali (29). Pareva intanto che la tensio ne derivante dal contrasto a ustro-franco-piemontese dovesse smorzarsi, g iacché le potenze sembravano intenz ionate a dare seguito alla proposta avanzata intorno a lla metà di marzo dalla Russia, per la quale le questioni italiane avrebbero dovuto d iscutersi in un apposiro congresso. " Il confide nte scrive da lla Spez ia(... ) esservi colà ( ...) ciel dispetto per l' apertura dei preliminari del con-

"' Letlcr,1 di frnncesco V al S.C:.G. datala MO 23.4.59 (A tti S.C.C .. l'.49 I del 1859). Con la medesima il Duca dispose che le compagnie inviate a Bag nolo. come anche le truppe cli guarnigione a B rescello, godessero dello stesso trallamcnto economico accorciato ai reparti dislocati ol tre 1\ppennino. " Lettera ciel Casoni al S.C.G. datala f'ivizzano 23.3.59 ( Atti riscr-vati S.C.G.-1 859. f. VII I/ 15). " A ppreso ciel fatto del 2 1, il Duca ord inò che fosse aperta un' inchiesta, 1·acconianclando altresì speciale cautela nell'uso delle armi eia i"uoco. Dag li accertamenti compiuti r·i sultò fra l'altro che contro la pallug lia erano stati scag liati dei sassi e g li atti l'urono archiviati. lJl una relazione ciel 2:1.3.59 al M inislTo ri i (irn7i:i 1· Giustizia (in Documenti risguard{.ln/i il c;o l'er110

deg li Aus1m-E.s1ensi in Modeno cir.. t.H. parte 111, sez. l. pp. 172-1 74) il tribunale cli pri ma istanLa in Carrara aveva perallTO fatto presen te che il proiettile era entrato c..lal la nuca e uscito dalla !'ronte dell' ucciso, corne se questi stesse vo lgendo le !erga a chi aveva sparato. Il tribunale espresse pure dubbi sulla versione 1omita dai rn ililari circa il Ieri mento del 2:2. '" ·'Esse( ...) dovrebbero marciare{. .. ) senza npparato il quale di viene una cosa ridicola. Voglio dire non come fanno g li Austriaci a baj onetta in canna e fucili mon t,1l i ma naturalmente t'ome si fa nno ogni notte·• (lell.cra cli Francesco V al Saccozzi datata 25.3.59 in A lti r·iscrvati S.C.C.- 1859. f. VIIl/15). Anche a Finale v'era l'ermento: il comando cli quella Piazza segnalava il 2 1 marw che c'erano stati assembramenti e che al loro comparire i dragoni erano slati sonorarncnte fi schiati, pur essendosi poi la folla dispersa senza incidenti.

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gresso", riferiva I' 1.4.59 al S.C.G. il Cason i (30), il quale segnalava come continuasse tuttavia ininterrotto J'afllusso in Piemonte cli volontari lombardi, modenesi, parmigiani e toscani e come in territorio estense seguitassero ad essere trovate e rimosse dai dragoni bandiere tricolori. Il Ducato proseguì dal canto suo nei preparativi di difesa: vennero chieste a Mantova palle e scatole cli mitraglia per completare la dotazione cli munizioni dei pezzi d i Brescello; si cominciarono ad ammassare nella fortezza scorte d i viveri e cli foraggio; vennero redatte istruzioni per chiarire come doveva essere organizzato il servizio qualora il nemico si fosse presentato nelle vicinanze della piazzaforte (31 ): fu adottato un nuovo cifrario, ecc. Del resto, la trattativa avviata al fine cli preparare il congresso si arenò ben presto, facendo presagire che lo scoppio cli un confl itto diffici lmente avrebbe potuto essere evitato. L'atteggiamento di Panna e ciel.la Toscana lasciava inoltre prevedere che le truppe estensi sarebbero siate chiamate a fme fronte eia sole ad eventuali attacchi in Lunigiana. Così, mentre i Modenesi affollavano la Cassa di risparmio per farsi restitu ire i loro clepositi (32), il 14.4.59 il Duca ernanò nuove istruzioni per il Cason i, srahilendo che, se assalito eia forze superiori anche irregolari, l'ufficia le doveva senz'altro ripiegare verso il Cerreto cercando cli trattenere il nemico, dopo avere fatto ogni sforzo per farsi raggiungere dai reparti che guarnivano il Massese. " Il Ten. Colon. 0 " , proseguiva f<ranccsco V, " potrà riuni re a sè la Divisione di MassaCarrara anche prima ciel l' invasione( ...) quando vedesse riunite tali forze nemiche a Spezia e Sarzana da ritenerla imminente'' (33). Per valutare se proseguire o meno nel ripiegamento, il Casoni, a disposizione ciel quale continuavano a rimanere le truppe dislocate a Bagnolo ]\fonti , doveva avere riguardo al fatto che la strada del la C isa fosse o n1eno d ifesa da fo rze amiche. Impressionato poi dal passaggio ai Piemontesi cieli' intero picchetto cli cacciatori di g uardia sul confine a Cani parola ( 14.4.59), il I 5 apri le il sovrano ordini'i che venissero levati i piccoli posti cli sorveglianza sulla linea di frontiera col Sardo e che quest' ultima fosse piuttosto vigilata da pattuglie. Oltre ad essere impensierito dallo stillicidio cli diserz ioni che aveva colpito il battagl io ne Cacciatori (quelle ciel 14 non erano che le ultime della serie) (34), il Casoni, che si era tra l' a ltro pure urtato col Saccozzi (35), era preoccupato per quello che stava avvenendo in Toscana, le cui autorità avevano assistito senza reagire il 16.4.59 al l' illlbarco per Genova di un intero battagl ione cli volontari livornesi. Il fatto è che il governo granducale sapeva orrnai cli non potere pi ù contare pienamente sulle proprie truppe, le quali , secondo le informazioni giunte, dichiaravano pubblicamente "che, per una rivol uzione interna diffencleranno il loro Sovrano, llla ( ... ) s'ingannerebbe se credesse che far potessero causa comune con gli Austriaci'' (36) . Della scarsa affidabili là cli una parte non indiffe rente dei mi litari toscan i si ebbe del resto la riprova il 19 aprile, quando una cinquantina cli soldati granducal i, disertati nella notte con armi e bagagl i da Pisa e da Lucca, raggiunsero il territorio sardo, entrandovi a tamburo battente e tricolore spiegato. S ign ificativo fu anche il l'atto che il comandante militare cli Lucca, che aveva in un primo momento pensato di mandare all ' insegu imento elci d isertori un clistaccarnento di cavalleria, "conoscendo lo spirito della truppa" decise poi ''di astenersene, pe l timore che neppur quello sarebbe tornato" (37).

'" La lettera trovasi in i-\tti riservati S.C.:Cì.- 1859, f.V IIJ/15. " Tali istruzioni (riportale in Ciom{l/e della /?('(I/e JJucale B rigala F..1·1e11se cii". . p.42. nota I ) stabilivano che in ognuna delle torri cl i Brescello fosse collocata una guarnigione di 50 uomini ; che d i essi 7 rirnanessero giorn o e notte di guardia sul terrazzo dei forti ed altri 4 nelle casematte dei piani i ni"eriori: che in c iascuna delle due batterie d'argine vi fossero costantemente alme.no 8 uomini; che cl i nolte e nei giorni nebbiosi panuglie percorressero le cortine per contro llar-e che il nemico non tentasse di aprire un varco nelle palizzate, ccc. '' Cfr. i\ _ SETTI, op. cit., voi. IV ( 1859). 1 '

~

188.

Le istruzion i sovra ne del I IJ .-1 .59 . ind irizzate al SaccoI.z i e nello stesso giorno tras rncssc da questi ,1I Casoni. lrovan.._ i in

A tti riser vati S C.G.- 1859, f'V l ll/1 5. " Cfr. in/i·a. cap.XX!II. '·' Il 7 aprile, ravvisando in una disposiz ione cie l S.C.G. "uno schialfo in aggiunta ai tanti altri che(. .. ) non è persuaso di aver meritato' ·. i l Casoni aveva chiesto d i essere sollevato dal comando e di essere al limite collocato a riposo (la lettera. che causò non poca irritazione a .ì'vloclcna, trovasi in Att i riserval i S.C.G.- 1859, LVlll/15). "' Rapporto del Casoni al S.C.G. datalo Fi viu.ano 22.4.59 (ibidem ). " ·'estratto d i lettera ciel R. Delegato Provi nc iale di Massa in data 20 ;1prilc 1359·· ( ASIVlo. A rch. fnm . 8,1ya rd Dc Volo. cassetta 97).

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L'episodio ciel 19 suscitò molto scalpore a rvrodena, anche e soprattutto in relazione al fatto che i soldati toscani avevano potuto attraversare il rvrassese senza incontrare ostacoli, sebbene il comando della Piazza cli Massa rosse stato telegraficamente posto sul l'avviso da quello di Lucca. Superato il confine nei pressi cli Porla, i disertori avevano infatti seguito il litorale senza essere molestati , ed avevano poi addirittura altra versato il paese cli Avenza ·'su quattro file che marciavano colle loro armi a guisa cli assalto, prendendo la strada della Parmig nola". Lo sbigottito comandante del la brigata Dragoni cli Avenza, che aveva a disposizione non più d i una decina cli uomini, non poté fare altro che seguire a distanza i Toscani sino al loro arrivo in territorio piemontese. Dello "scandalo (... ) ciel libero passaggio (... ) de i (... ) d isertori Toscani" il magg. Messori, comandante de lla Piazza di Massa, cercò d i addossare la responsabilità al brigadiere di Avenza che non si era battuto, assere ndo di avere per parte sua posto tempestivamente in al larme i comandi elci Dragoni , del la Milizia e i fortini del litorale. I fu lmini ciel Duca caddern però sul l'ufficiale, la cui conclolla fu giud icata "inerte e poco intelligente'': ·'L'immobilità cli 2 Compagnie che con piccolo movimento si sarebbero trovale sul la I inea cli passaggio dei disertori''. scrisse iI sovrano, "è stato uno sbaglio madornale,, (38). Mentre Vienna veniva informata clell'accaduto con un mesto telegramma ("stato attuale rovinoso peggio che guerra" ) (39), furono emanale rigorose di sposizioni affinché episodi come quel lo del 19 aprile non avessero a ripetersi. Per l' ipotesi poi che si rendesse necessario muovere col grosso delle truppe verso l'Appennino. il 21.4.59 Francesco V ordinò che sia dal I che dal II reggimento di Mi li zia venissero scelti 400 uomini , onde avere modo di rinforzare adeguatamente al bisogno le guarnigioni eia lasciare a l\fodena, Reggio e Brescello. La situazione andava intanto defin ìti vamentc precipitando. Il l 9 apri le 1859 l' Austria decise in fatti di intimare al Piemo nte l' immediato d isarmo. ciancio tre giorni cli tempo per accogliere la richiesta. L'intimazione, notif icata a Torino il 23, suscitò grandissimo fermento anche in O ltrappennino, dove il 24 si clava per certo che nel giorno stesso o tutt'al pi ù in quello successivo i fuorusciti avrebbero fatto irruzione in territori o estense per tentare cli rovesciare l'autorità ducale, con l'aiuto delle guard ie nazionali piemontesi e della popolazione. "Non pochi emigrati'' scriveva del resto il Casoni il 25 aprile ·' hanno tutta la notte bal lato e gozzovigl iato sul confi ne mandando grida sediziose" (40). 11 Comando Superiore Oltrappennino aveva cercato di infondere tranq uilli tà ai suoi subo rdinati, pur autorizzando la messa in allarme della Milizia; ma la mattina del 25 giu nsero a Fivizzano altre notizie preoccupanti . Si apprese infatti che a La Spezia era arrivato un vascello da guerra francese, che altri se ne attendevano in giornata e che in città si preparava no alloggiamenti per truppe. Si seppe a ltresì poi che a Sat'7.ana la Guardia Na1.ionalc era stata posta sotto le armi, e che ivi si trovavano pure un 'ottantina cli uomin i del battaglione Real Navi. V'era dunque, a quanto pareva, eia attendersi a breve un attacco in forze , sicché eia Modena si ord inò telegraficamente al Casoni cli disporre per il richi amo a hvizzano del le guarnigion i d i Massa e Carrara. Abbandonati così i forti del litorale, i I castello e le caserme, le truppe di ivlassa si riuni rnno in piazza Aranci in attesa clell'ordine cli partenza, e parimenti il presidio di Carrara si preparò ad abbandonare la c ittà, mentre nelle due localitù " il fervore degli uni ecl il timore degli altri" formava, come ebbe a scrivere il Casoni, "u na scena storica" (41). Nel primo pomeriggio il tenente colonnello telegrafò a ~foclena, segnalando che la guarnigione era pronta a partire. ·'Deve farlo'.) Prego cli un si o ncY', domandava l' ufficia le, ottenendo poco dopo la risposta: "Guarnigione Massa-Carrara non si muova che quando si sappiano sbarcate forze superiori alla Spezia" (42). Non essendo peraltro giunte notizie in tal senso. la parrenza delle truppe venne per que l

" 1\nnotazione cli rrnn.cesco V in data 22.4.59 in calce ac\ un rapporto 20.4..59 d,~1 C ,soni al S.C.C. (Atti r iservati S.C.C .1859. f.Vlll/l SJ. 1\011 è da escluclere che p1·oprio il 111alcomemo cie l Due.i per il cornporta lllento del Mcssori sia stato all'origine del pensionamento dell' uffic iale, d isposto poco dopo dal sovrano. ·'Ho alla meg lio che rn i è staro possibile 1x 11·tecipata al Maggiore Messori la quiescenza concessagli' '. scr iveva il Casoni al Saccw.zi da Fiviaano il 4 .5 .59. "e quantunque al primo annunzio abbia lllOStrato sorpresa e tu rbazione. alla per l'ine si è rassegnato'' (BEl'vl o. Racco lta Saccou.i, cassett a 77C). ,., li telegramma, datato 20.4.59, è conservato in H{//1.1· u11d /-lnf'Archil' - Vienna. Po/ii/s('he A rc//ì,·. X l. nr.2J. ·"' Rapporto del Casoni al S.C:.C.ì. datato Fivizzano 25.4 .59 (A tti riser vati S.C.C.- 1859. LVl ll/ 15). ·" lhide111. " Mi111Ha cl i tc legrnm 111a da indiri zzarsi dal Saccozzi al Casoni.

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11 0 11

J'irrnata rna cl i pugno di Frnncesco V I l clocumenro.


giorno sospesa. "Alla sera'", scrisse da Massa il cap. Spigard i, "siamo ri entrati rutti alle ri spettive nostre Caserme, ma mantenendo tutto caricato e pro nto per parti re, di che si attende sempre ordine" (43). Tale ordine no n g iu nse neppure il 26 aprile, be nché i motivi di preoccupazione fossero anelati ancora aumentando, in primo luogo a causa del rigetto da parte del Piemonte dell' ultimatum austriaco, il che rimetteva definitivamente all e armi la so luzione della crisi italiana . Nel pomeriggio si ebbe inoltre a Firenze un ' imponente manifestazione popolare, mentre il regime grand ucale appariva ormai in agonia. Verso sera infine una banda cli circa duecento fuoru sciti fece irruzione nel Carrarese dalla parte di Fonti a, riuscendo ad impadronirsi di una trentina cli fuci li della Milizia cli Riserva (che armava quel giorno i posti presidiati in precedenza dai cacciatori) prima cli venire ricacciala dalla guarnigio ne cli Carrara, spinta dal Casoni contro gli invasori. La mattina del 27 aprile 1859 il Comando S uperiore Oltrappennino faceva sapere al S.C.G . di non essere piC1 da parecchie ore in collegarnento telegrafico con \.'lassa. Qualche tem po dopo giungeva nel la Capitale un drammatico messaggio ciel comandante di quella Piazza. ''Non è possibi le accomodare la linea( ... ) fra fvlassa e f-iv izzano" , telegrafava il ì'v1essori; " i Carrarini si sono opposti, fino le Don ne, Carrara è in fermento e minaccia rivolta. Cosa faccio''? (44). "Dia esecuz ione all'ordine( ... ) d i concentramento di tulle le truppe in Fivinano'' gl i fece rispo ndere Francesco V '·Unisca a Carrara tutta la forza, e si apra in ogni caso la strada" (45). La decisione di sgo mberare Massese e Carrarese era dunque definitivamente presa. Poche ore dopo arrivò del resto la notizia che a Firenze il Granduca si trovava in gravissime angustie, poiché si erano rin novate le dimostrazion i a favore di Vittorio Emanuele e della g uerra contro l'Austria, era stato inalberato il tricolore sul le fortezze e gli ufficiali avevano mostrar.o cli condividere le istanze della piazza, o quantomeno di no n essere disposti a fare uso del la forza contro la popolazione. Strette fra Piemonte e Toscana, le clue città apuane rischiavano a questo punto cli divenire veramente una trappola per le truppe estensi che le presidiavano. sicché, ribad ito dal Cason i l'ord ine cli partenza. nel primo pomeriggio le forze ducal i lasciarono Massa, dopo avere inchiodato le artig lierie del castello e dei forti elci lit.orale ed averne distrutto le munizion i. La colonna, che recava con sé i due pezzi da montagna in dotazione alla 3·' cornp. d'Artigl ieria, si riunì poi a Carrara coi reparti colù d i guarnigione, ed alle 16.30 anche tale cill~l venne abbandonata. Ali ' alba ciel 28 le truppe, con le qual i marciavano una ci nquantina cli g uardie cli fina nza e circa I 00 mi liti del Massese e Carrarese (46), si ricongiunsero infi ne a Fivizzano con gli uomini del Casoni . La sera precedente il Granduca Leopo ldo TI, del tutto impotente a controllare la situazione, aveva abbandonato la Toscana.

cimato MO 25.4.59 h. I 'i

:ìO. trovas i in Alti riserva ti S.C.Ci .- I 8:'ilJ. LVI 11/ 15.

·' Rapporto del corn andante la 3" comp. d"i\niglieria cap. Spi gardi al e.do del Corpo d";\ni glieria e Pionieri data rn iV1S 2ì.4.:'i9 iAll i S.C.Ci . 10492 del 1859) .,., Il rnessaggio, da1a10 ,v1S 2ì.4.59 h. I I . tr·ovasi in i\rt i ri serva ri S.C.G .- I 859, f.Vl ll/ I 5. ·'-' La m in uta del riscont ro eia d ars i d a l Saccozzi a l J\,ksso r i. di pug no ciel Duca. è cons . i/,ùlf!m . "' Sapendo che in caso cl i partenza delle truppe vi sarebbero sta(i mi liti intenzionati a seguirle per tilllo1·e cli rappre~aglie o al tro, e volendo c1·aItra parte evitare "che una rnassa irregolare c1·uo111ini (... ) irnbmazzi i Jllovimenti della Truppa'". già il 25.4.59 Francesco V aveva autori zzato gli appartenemi alla i\ 1ilizi a ad unirsi ai reparti in riti1·ata. purché si obbligassero a servire sino al terllline clella ca111pag11a co me soldati, eia incorpora r, i nei vari Corpi . lii via provvisori a il Casoni raggru ppò peraltro i I Oì rni liti che lo avevano raggiunto a Fi vizzano. ecl altri successivamente fuggiti dal \ 1assese. in una co rnpagni a aurono rna. insistendo perché venissero rnandati per equipaggiarl a vestiario. biancheria. cal1:ature. cappotti. giberne. bisacce cl i tel a e persino bonetti, "'perché pane dei \!l iliti sono in Cappello Bmghcsc"' (iellera del Casoni al S.C:.Cì. datal a FiviZLano 6.5.59 in A tti S.C.C.ì., f.492 del 1859). In clleui i l IO.'i.'i9 vennem spedil i da Modena I 00 cappolli e 40 honell ì.

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Bra vi S oJ ci aT,· pi?rfc cle!L:: al&Y,.)hrr'csc. "'' v . BeYich.i w1ur1o ,'J 1 .se voi conserva e IA.nvWorc f'i"era1111:n.Ii::. ifà.Jia -,,.o Invano si" c;:=:rca. o1';'/iJri°r11e,i-lo ccl r:1,•o>"e. 1n •an.,,,a..,./o colf ,·us,·c,i6:: � t� 1>-�;-;z_r ?;�e esso 5 iu)n b�Ne,.,,y\f!Ho n.el rud,?nì chi{ 1r1t-1•p��•cleYl_ z a. e l. be,- 1a. ,h,11 a. r7 4tv-i a. E /' Orc1. ':_ vi'c... ua. o t;'eu.tir-051 71-�/ta <,,,aie Ht'\ fao f>olo 11,teyo vauogl1et'chis1 ,�Torno alla. �a.rt J.iera V Em,n<i.h.w:..k 5oste,,._urc eta.Ile. Ìnv;·r,cibil, sdu·eye 1-(, f;•a,1 ,ia f ()rà jua. la. .sua.. fev-t>a "'.f>p,·e.ssa ��Ll au.sfri'JJ<-• J.J..dYin,,ié_, • _perrnr�a ed ;t15a.}'l.�uil'\Ata.da.lte. JaAe cv-ud-:ita Ma. e,1'e JJÌ" �Ydalé. aJ a.c.�vrere sotto /t? !r1i<>­ ì"À1é ,a-.-. c#,�ye � Re it.a.tia.1to ? _ 1 v.,styi i ;,i,... aYct·J i eompa.'i"" c. o,.1"e i'l t; .-I� U.a >-i'5 c I��: o_ >'"' v' t,t,n•Ìlà..»c a.setlA;,.J,; -Avvi con•e À.cl 12ssi jO/i'-' C,.,n,S(;.rvélfi eolarnhe at.o»e,"tati j gra.J.,· E /a pafi;,.. - A _.; ,.e },assi cfa.. /,0;1/ì'n..:.. (c>"Y-�fi_ I r>- fY\.:l:SSA CV-h.. .:l.r'Wl €. <2. .$ 8,.c Co à. ya,. ";)':. :fu�;Jeye i vosf;i LD>�j,a.dni \;�.,_..; fvovc;,-eTi: 7 e.. b�atc.ia. d,' 'tJ..--..1: r.>atl tl, cÀ<- v,' v-.>Yr;\>!Y.ò i� ,o� fvo L .. A 5 !? t�a.1� Ii,Y.5': e k. L_:s; ttlà. [i :·l.,1..Ji � � ..1� ; �\ .. ll�:. .lel 1..-.fa>-v•� Ca.so>-n. '�"'l\4 l-H�}"�i-''-'c 'f,' :5µ,n" e,1vv, '51 ,l,L'>'\. 15ta��nJ?<À- ;,y,:;J,..r'c.,,'a_ Vi° ;,·cé':'H� cl u � 2\.. .;,."- r.1 q y'y .. b fL Yohar.€,f'" �S$.?11"':? l-rifo.Sf, O V[_)_ re· a. 7n o ,,j >- Q J,...' Fa -n't.P- fl- J'"'ye<J,{ç "l'td cu., ;r� -:(1) le,._ 1

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a.gt�_i

r-ig. c,7 Giglicrrino 5cdi7ioso rinvumno a Can·�ra nel 18.59 (A!'Chil 'io di S1aro di Mndrna /

226


c1rrr11ADJ]~-1

nena Provincia di Massa , Carrara·e Lunie:iana · 1

·.

l .,il)c1·i rjllCSLÌ paesi dal giogo

cs lc nsc,

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hanno spnn La1wamc1itc

acclamalo il Govcn10 del HE Prode , del Iìc V1TTOI:UO Ei\lANTJELE

l sottoscritti assumendo il govqi·no di questa provi11cia iu nome d~I lh D1rrATOPJ: confidano cli trovai:e in Voi t utti coopci·,11.ionc, zelo, ed ajuto a mantenere la tranquill iU, . cd il bùon ordi11e.

\fil'A IL lllt ·1r1TTOUlO l~~IANUULE Il Massa 28 Aprile

1

859

I CÙMMJSSAPtl PllOVVJSOP~I

V. :GlUSrJ11 - K UfllZZOLAUI

~b;.,sa pci fl'olclli frc,tinui lipo~,-,,r, l\r.;i.

Fig. 68 )vlani festo 28 aprile I 859 a firma cl i Vincenzo (ìiusti ed Enrico 131·i1.zolari. insediatisi a ]\fossa quali commissari provvisori in norne cli Vittorio E manuele I l (A rch ivio di Simo di iV!od<!1111)

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CAPITOLO XXI II Piemonte in guerra con l\ilodena. Abbandono dell'Oltrappennino estense Francesco V aveva d isposto che alla partenza delle truppe il conte Ferd inando Monzo ni , comandante dell a G uardia Nobile d i Carrara, assumesse la carica di commissario straordinario per i Comuni di ìvlassa, Carrara e Montignoso "con faco ltà di provvedere al buon ordine med iante la mili zia di riserva finché si trattasse di soli fac inorosi interni" ( 1). Dimostrazioni a favore del Piemonte indussero tuttavia il Monzoni a farsi pressoché subito da parte; e la sera del 27 aprile 300 guardie nazional i di Sa17ana, Lerici ed altri paesi. varcata la fro ntiera, presero il conrroIJo mi litare della provincia. Nel successivo giorno 18 si insediarono a Massa quali commissari provvisori g li avvocati Yincenw Giusti ed Enrico Brizzolari, che presero ad emanare d isposizioni in nome cli Vittorio Emanuele II, mentre una dozzina di carabinieri sardi g iungevano nella città apuana. "li ['vlunicipio". scrisse il 29 al Casoni il conte Pietro G uerra (2), "permette che ciò segua(...) perché impotente ad opporvisi"; e in effetti se a Carrara la popolazione "seconda[vaj mirabilmente" i nuovi governanti, qualche maggiore difficolti1 essi incontrarono a Massa, '•città ove il Duca ha un partito e si te me(. .. ) una reazione'· (3). L'arrivo (30 apri le) cli due compagnie piemontesi del battaglione Real Navi, appoggiale da d ue pezzi d'artiglieria e da altri mi litari e guardie nazional i, va lse in ogni caso ad assicurare un saldo sostegno ai commissari prnvvisori, che non avevano mancato di ordinare immediatarncntc lo scioglimento della J'vlilizia di Riserva. Le istruzioni ducal i comunicate al ten . col. Casoni la mattina del 28.4.59 stabilivano che venissero mantenuti distaccarnenti ad Aulla e Ceserano; che le brigate Dragoni e i posti cli Finanza collocati nelle località sulla destra delta Magra e lu ngo il resto elci confine lu nigianese con Parma e il Piemonte non dovessero ritirarsi se non per causa di forza maggiore; e che i I comando dei forti cielle Lame fosse dato a un ufficiale. Francesco V ordinò altresì che venisse al più presto rioccupato f'oscl inovo, la cu i d ifesa, all 'atto della ritirata eia Carrara, era stata im provvidamente affidata ad una trentina cli militi di Riserva, subito sbandatisi "come era prevedibile( ... ) non vedendosi appoggiati da truppe attive" (4). E po iché il Casoni esprimeva dubbi su lla possibilità di riprendere Fosdinovo, pres idiato da guardie nazionali , e manifestava il timore che la brigata cli Albiano non fosse in grado cli rie ntrare ne l paese, avendo questo in na lzato il tricolore, il sovrano inviò a ll 'uffic iale un secco telegramma. incitandolo a!razione. ·'TI Comando Superiore", vi si legge, "fa troppe doma nde e perde tempo. Agisca co l suo criterio e con viste (... ) puramente mi litari" (.'i). Il Casoni metteva a llora senz'altro in movimento i suoi, ed il 29 comunicava a lVTodena di avere ristabilito tutti i posti della Lunigiana, compreso quello di Albiano. ove gli insorti si era no limitati a tirare qualche fuci lata eia lontano contro le forze inviate a ri prende1·e il paese. L'ufficiale comunicava inoltre cli avere mandato il sottotenente cl' i\rtiglieria Corradini con venti cannonieri a rilevare la guarnigione dei forti cli val cli Magra (6). e che Fosdinovo era tornato senza prob lem i nel la mani delle truppe estensi. Contro Fosdinovo mossero peraltro nella notte eia Carrara a lcune centinaia cli armati, intenzionati a tagliare fuori e circondare il presidio ducale. Il comandante del medesimo, ten. Bellisi, posto in allarme dai colpi scambiati tra le opposte pattuglie sulla Spolverina, sfuggì alla minaccia ripiegando in direzio-

' Ciomo/c della Rf'(II<' /)urnlc 1Jrigwc1 c.1/!'11.1!' cii.. p.45. ' La lettera è conservata in A tl i riservati S.C.G.-1 859. f.VI 11/15. ' R uppo rto in d ata <).5 .59 de l Delegato cl i Sarz ana Rarnag nin i a l t>,,f in. •:ardo d egli Intern i (!\. G I /\CC l-ll . I C"c:ci{l/ori t!ello

Magra nel /85 9. in «Mcmo1·ic storiche rni litari». voi.IX. 1913. p ..,53. nota). ' Istrnzi oni cli franccsco V ;il S .C.Cì ciel 28.4.59 (Atr i ri serva ti S .C.Cì.- 1859.

r.Vl \1/ 15 J. Nel castello cli

Fosdinovo. siwato

in posizione dominante. il Duc;1 intendeva co llocare un posto di osservazione onde avere notizie cl i prima mano sui movimenti delle navi eia guerrn nel gol fo d i I .a Spe1.ia. Un ·'telescopio.. destinato a Fosdinovo venne spedito da ìvlodena al Casoni il 19.5.59. ; La minuta ciel telegrnmnrn. spedito ;il\c 15 del 28 aprile. è conservala in .1\ll i 1·iserva1i S.C.G.- 1859. f.V\11/15. '' A i \"ffin1i cl i maggio il presidio elci foni venne aumentato di 10 uomini (4 ,irl igli..:1·i e 6 cacciatori). Il 16 otto art iglieri furono peraltro i11viati a l:lrescel lo. sostituiti d,1 altrenanti cacciatori.

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ne cli Ceserano. Informato telegraficamente clell ' accaduto, la mattina del 30 il Duca ordinò al Cason i di muovere a sua volta contro i nemici: ·'Faccia una riconoscenza Ella stessa e trovandoli non in forza molto superiore li attacchi. In ogni modo è necessario di intimiclirl i con un azione vigorosa" (7). Verso le I 3 il Casoni lascièi così Fivizzano con due compagnie Cacciatori, un distaccamento cli militi , alcuni dragoni a cavallo e clue pezzi d'ar tiglieria, giungendo un paio d'ore dopo a Ceserano, ove si congiunse alle truppe di presidio nel paese, con le quali erano pure quelle ritiratesi da Fosdinovo. Consumato il rancio, gli Estensi mossero contro i nemici, che occupavano le alture sulla sin istra del torrente Bardine. Minacciati su un fianco, costoro iniziarono a ritirarsi senza combattere, ma giunti all'altezza di Tendola aprirono il fuoco sulle forze ducali senza peraltro ferm arne l'avanzata, sicché ripresero il ripiegamento arrestandos i ogni tanto per scaricare i fuci li contro gl i inseguitori . "Finalmente", scrisse il Casoni nel suo rapporto del 2.5.59 (8), "riescita la mia catena sui monti della Spolverina a minacciare assai i tiragliatori avversarj, quesri si sbandarono giù pei versanti Sardi", mentre il grosso del nemico che occupava Fosdinovo -"circa 200 uomini( ...) diretti dal noto Ratti" (9) "e dal ricco Sarteschi juniore di Carrara"- "si diede a precipitosa fuga portando lo spavento in Sarzana". A quanto risul ta, nel fallo d'armi i '·briganti" ebbero almeno un paio di morti ecl un ferito; nessuna perdita subr invece la truppa estense, che si mostrò "animata oltre ogni di re", tanto che gli evviva al sovrano "erano interminabili" (IO). Occupato Fosdinovo, il Casoni proseguì la marcia sino a Castelpoggio, giungendovi sull ' imbrunire. "Mi venne il ticchio di calare a Carrara", si legge nel rapporto ciel tenente colonnello, " ma volli sentire il voto degli Ufficiali il quale in maggioranza forte essendo contrario, me ne astenni anche perché i miei ordini non erano tali'' ( 11 ). Le truppe furono pertanto poste al bivacco e, poiché la missione poteva ormai considerars i conclusa, la mattina successiva ( 1.5.59) retrocedettero a Fivizzano. Quella stessa mattina peraltro una pattuglia spedi ta da Fosdinovo, ove erano stati lasciati 70 uomi ni, a perlustrare verso Caniparola ebbe un nuovo scambio cli colpi con le guardie nazionali sarde, le guaii, passato in forza il confine, tennero per qualche tempo in allarme il presidio estense. La notizia ciel successo del Casoni venne acco lta con molta soddisfazione a Modena, e Francesco V voile che si elogiassero pubblicamente la "prudenza e vigore" mostrati clall' ufficiale e I' "alacrità ccl ottimo spirito" della truppa (12), manifestando altresì il suo apprezzamento per il fatto che nell'azione si era "fatto poco fuoco" da pane degl i Estensi. "Ciò", rilevava il sovrano, " impone sempre assai al nemico principalmente cli quell a specie che si ha a fronte finora in Luni giana" ( 13). Sebbene i soldati ducali e il loro comandante avessero inequivocabilmente mostrato di essere decisi a battersi, il genera le sardo Ribotti, giunto ad Avenza il I e maggio per prendere il comando delle forze operanti contro i Ducati, non tralasciò di indirizzare il 2 una lettera al Casoni, cercando cli convincerlo che ogni resistenza era inutile e dandogli al tempo stesso assic urazione che gli ufficiali e i sottu ffi ciali che avessero accettato cli fare causa comune coi Piemontesi avrebbero conservato il loro grado. li tenente col onnel lo non raccolse tuttavia le ovances cle ll'avversario, limitandosi a darne notizia al S.C.G. Lo stesso giorno 2 maggio venne pubblicato sulla Gazzerta Pienwmese il 3° bolleltino ufficiale di guerra sardo, datato 30 aprile, nel quale si affermava tra l'altro che il governo cli Torino si considerava in stato di guerra col Duca di l'vloclena. Lo Stato estense veniva così fo rmalmente coinvolto nel conflitto apertosi il 29 col passaggio ciel Tici no da parte delle avanguardie austriache. fl Ducato era ormai pronto, per quanto possibi le. alla difesa. Con provvedimento sovrano ciel 23.4.59 erano stati scelti gli ufficiali destinati a comandare in caso di guerra la Cittaclella di Modena. il forte

' L a minut a de l tc legr;_imma d uca le è conserv ata i n A lli r iser vat i S.C.G. 1859, f. V lll/ 15 .

' l ndiria .uto ,il S.C.G . e cons. ihidem. • Presu111ibi l111ente quel Giuseppe Ratti che fu tra i protagonisti del tentati vo insurrezion.ile ciel lugl io I 8:'i6 (d r. supm, cap.XVUI). '" Rapporto ciel 2.5.59 di cui alla nota 8.

" Ibidem. " O.d.g. del S.C.G. nr.9 1 del 6.5.59 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 20 .9 .56 al 9.6.59). Un cir·costanziatn resoconto degli avvenimenti ciel 30 aprile venne pure pubblicato nel Messaggere di Modena del 5 .5.59. " Annotazione di Francesco V a margine del rapporto Casoni di cu i alla nota 8.

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Ferdinando Vittorio di Reggio e le torri cl i Brescello, nelle persone rispettivamente ciel ten. col. Vandelli, ciel magg. Pifferi e ciel cap. Preiss l. A Brescello erano stati demoliti argini e spi analo il terreno ne i dintorn i della piazzaforte affinché potesse essere mcgl io spazzato dal fuoco dei pezzi del la fortezza; come stabilito, erano state inoltre alzate le pal izzate e costrui te nuove postazioni per artiglieria sull'argine maestro del Po. Per accelerare gli ul teriori lavori eia eseguire nella piazza era stato poi ordinato che vi si trasferisse una seconda compagnia di pionieri, unitamente al magg. Guidugli ed agli artiglieri non necessari a Modena. Francesco V aveva anche pensato a porre al sicuro la Duchessa, partita il 30 aprile alla volta di ìvJantova "con generale rammarico della Città" (.14 ). Gli avvenimenti che andavano susseguendosi parevano comunque rendere sempre più difficile la posizione ciel governo estense. Il 1° maggio una giunta provvisoria fi lopiemonrcsc si era insediata a Parma, abbandonata dalla Duchessa reggente Luisa Maria dopo che una petizione sottoscritta da una quarantina di ufficiali 1' aveva convinta del!' inaffidabilità uell 'ese1cilo. V ' era dunque da fare i conti con un nuovo ncrnico sul confine occidentale, cd al tempo stesso da fronteggiare il fermento che le notizie d'oltre Enza avevano suscitato nel Ducato ed in particolare a Reggio, ove nella serata cieli ' I si erano formati assembramenti. Nel bmorc che si intendesse approlìuare del fatto che il 2 maggio era a l\.1odena giorno cli mercato per farvi scoppiare disordini, il S.C.Cì. dispose che il mercato stesso si tenesse fuori dalle mura, e che le poite fossero sorvegliate dai Dragoni per evitare che potessero introdursi in città individui sospelli. A rafforzare la guarnigione di Reggio venne lo stesso giorno inviata la 2" divisione del l O brg. cli Linea, forte cli 340 uomini ( 15). Varcata porta S. Pietro, queste truppe sfil arono per la città acclamando a Francesco V. In serata poi buona parte dei soldati si radunò "di moto spontaneo" in piazza ciel Duomo e in piazza S. Prospero, e, dopo avere lanciato ripetub evviva al sovrano, ali' Imperatore cl' Austria, ccc.. ·'passò a grida insultanti, e le espressioni piì:t frequenti erano Merda Mmte, verso il Piemonte, i Soldati Piemontesi, a suo Re, ali' Italia, alla sua Nazionalità, alla Francia(...) Gli ufficiali tentarono(...) di calmare questo( ...) bollore, ma non vi riuscirono; la gente fu spaventata e si chiusero le botteghe. Il Maggiore( ...) Melolli trovò necessario di far battere la ritirata un quarto d'ora prima del fissato, onde avesse fi ne questo baccano, che ebbe a continuare anche lungo le strade e fino a che entrarono in Quartiere" (J 6). Da Bologna era intanto giunto a Modena un battaglione del 33° rgt. ungherese Gyulai inviato dal gcn. Habermann, cui Francesco V si era rivolto giudicando om1ai indispensabile un soccorso austriaco. Accolte dal Duca in persona e dal Saccozzi, le truppe imperiali entrarono nella Capitale nel pomeriggio ciel 2.5.59, iniziando col 5 ad armare pa1te dei posti cli guardia della città ( 17). "Colla venuta cli I Battaglione Austriaco" '·potei (... ) mettere un cerotto al mio Stato", ebbe a scrivere pi ù tardi il sovrano ( 18), me ntre la clamorosa manifestazione inscenata a Reggio dai rn iIitari estensi rendeva manifesto che nel Ducato non avrebbe potuto ri petersi quanto accaduto a Parma. Quivi del resto i soldati, esautorati gli ufficiali, imposero il 3 maggio il ri stabi limento ciel governo borbonico, costringendo la giunta provvisoria a sciogliersi e consentendo alla reggente cli rientrare. Ven iva così meno ogni minaccia dalla parte dell ' Em:a, mentre sul piano interno il concentramento di rutti i poteri cli polizia nelle mani ciel comandante dei Dragoni Wiederkhern, disposto con decreto ducale del 3.5.59, assicurava un' ancor pii:, rigorosa vigilanza contro eventuali trarne insurrezionali. Guardando con rinnovata fid ucia alla situazione, che pure restava difficile anche perché le risorse fi nanziarie dello Stato andavano esaurendosi ( 19), il 6 maggio Francesco V espresse al suo rappresen-

" A. SETTI, op. cii. , vo UV ( 1859), ~ 189. " li Duca aveva ordinato che i rinforzi fossero trasportati a Reggio a mezzo della ferrovia, i cui lavori erano om1ai pressoché ulti mati, m a il col. Fe rrari lo indusse a rnod ificare l,1 disposizione. avendo fotto presente che non v'erano ancora le neccssmif'. c:ondizioni di sicu rezza. •• Rapporto al S.C.G. ciel e.do della Piazza d i Reggio in data 3.5.59 (BEMo, Raccolta Saccozzi, banconi 6). 11 Gli Imperiali vennero alloggiati dapprima nella caserma cli Sant"Orsola e poi in quella cli San Pietro. h 1 mentre il Ouca si recava ad incontrarli che avvenne il famoso episodio del carlè Sanclri. na1n110 tra gli altri eia T. DE VOLO, op. cit., LIII. pp. 17- 18. 18 Lettera cli Francesco V a Fercl inanclo cli Toscana datala /v!O 27.5.59 e ri port ata in A. SALVFSTRl"l l. !I 11w.,imenrn anriunitario in Ti,sca,,a ( 1859-/866). Firenze. 1967. p.4. 19 " La questione più ard ua ora è per me la fina nziaria"', scriveva il Duca al Oe Vo lo il 6.5.59, son nlineanclo come H fron1e dell' aumento delle spese comportalo dalla guerra le entrate fossero di 111in ui1e per la perdita del Massese e Carrarcsc (la lettera è conservata in ASMo, Arch. ram. Bayarcl Dc Volo, cassetta 97).

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tanle a Vienna conte B ayard De Volo la con vinzione di potere resistere anche in caso di avanzata nemica. Poiché alla guarn igione austriaca di Bologna era prcscrillo di ripiegare all 'occorrenza su Borgol'orl'c allraverso il Ducato di Modena. i l sovrano contava in effclli di riunire le sue truppe a quelle imperiali . ..e così saremo I 0.000 uomini che o difenderemo la pianura. o faremo una ritirata Militare al Po, io coi miei su Brcsccllo. gl i Austriaci su Borgoforte" (20), "e si minaccier~t sempre l' inimico dn 13rescello e Borgoforrc. nè polrà viver quieto un giorno qu i'' (2 1). Per difendere la pianura insieme agli Imperiali. Francesco V pensava in particolare di valersi dei primi tre ballaglioni di Linea. sostenuti da sci degli otto pen.i della balleria montata. che non poteva essere completamente mobi lizzata per mancanza di cava lli . Su carrette e cassoni vennero così caricate e clate in consegna al comando della I ' comp. d'Artiglieria le munizioni necessarie ai quattro cannoni e a due degli obici della batteria stessa. mentre gli altri due obici. unitamente ad un mortaio e ad altri due pèzzi in p rcu~clP.nza colloc:ati davanti a l p a la ,:zo duc::ilc , ven nero mandat i a Bresce llo per rnffo r·zarc le difese del la piazzaforte. Quivi erano state nel frattempo inviate di guarnig ione due compagnie del l O di Linea. giunte nel campo trincerato il 4 .5.59 da Reggio. ove vennero sostituite da una cli,·isione elci 4° battaglione. Il Casoni continuava intanto a sostenersi in L unigiana. Il risrabi limento dell' autor ilù borbonica a Parma e a Pontremoli aveva di nuovo reso su fficientemente sicura sul fianco desrro la posizione del le truppe estensi. mentre su quello sinistro. dalla parte della Garfagnana. una qualche copertura era alle medesime data da lle brigate Dragoni cli quella provincia. Da Castelnuovo peraltro il soltotenente Borghi, O comandante della locale tenen1,a. segnalava allarmalo che i l I maggio v'era stata "alquanta agitazione e volontà di innalzare la bandiera ri vol uzionaria ad imitazione della(... ) Toscana" (22). e che la " torbida quiete·' successi varnenle subentrala sarebbe certamente venuta meno alrappross imarsi cli ·'qualche distaccamento di Truppa o Corpi l'ranchi'. o al la notizia "di gravi perdite ncl l ' I.RR. A nnata'· (23). L ufficiale avvertiva anche che ..al!" evenicnL.a dei prcavcrtiti casi" le esigue forL.e regolari a sua disposizione. arebbero state con ogni probabilità sopraffatte. e che d'altra parle ri sultava problematico chiamare in soccorso la Mil izia perché non era noto chi dovesse sostenere la relativa spesa e qual i fossero i fondi cui attingere (24). Quanto alle forze nemiche. si sapeva che in Massa e Carrara ai Piemontesi del Real Navi si erano aggiunte un paio cli compc1gnie toscane con cluc pezzi, che il Comando Superi ore O llrappennino dava peraltro per richiamate col 6 di maggio: v'era inoltre "una quanti tà cli cozzagl ia civica·' (25). che andava in pane organizzandosi nel nuovo Corpo volontario dei Cacciatori della Magra (26) . Benché alcuni fossero sta ti incarcerati. nelle zone "liberate'· non si erano in complesso registrati particolari eccess i conrro i sosteni tori del la causa ducale. salvo qualche epi sod io verifi catosi a Carrara. ove ad esempio. a quanto si diceva. il capitano del la Milizia Rossi era stato ·'condotto in giro per la Città con fune al colo e con insulti .. (27). Sul confine. un colpo di mano contro il piccolo posto estense di Caniparola aveva portato il 2 al disarmo e alla callura dei finanzier i che lo guarn ivano, cd ,weva indotto i comandi ducali a ritira-

0 " Letlcra di cui al la nota preccde111e. " Lcltùra 8.:5.59 elc i Duca ,il De Volo, parzialmente.: 1rn,critta i11 F. V [)"AlJSTRIA-1::STC. op. <'il.. p.32. " Rapporto 2.5.59 del Ca,oni al S.C.G. di cui alla noia 8. . , Rapporto 9.5.59 della tcncn1-a Dragoni di Castelmto,o Garfagnana al c.do della • comp. Dragoni (Alti S.C.G .. r.• 92 elci 18:59). '" Rapp. 9 maggio di cui alla nota precedente. Con leuera lkl 13 al Comando Supe riore Oltrappennino (cons. ihide111) il S.C.(ì. prcci~a,a che per pagare i militi della Garfagnana si potevano utilinare le ,omme che il Comune di Castcln11mo aVL· va in deposito allinèhé i veterani di Mon1c Alfonso polc.:sscro contin11,1rc a perce pire il soldo anche in caso d \ :mergc nza. Il richiamo de lla Milizia doveva cormrnquc essere J'·'ultirna cosa da fars i". e soltanto quando si fo~se ..~ic uri del buo11 esiro di tale disposi7ione". "' Rapporto del Casoni al S.C.G. datato Fi\'izzano 11.:'i.59 (A tl i riservali S.C.Cì.-1 859. r. Vili/I :i). "' Cfr. N. GIACCI Il. op. ,·it.. pp.J5'i-J.'i7. , .. Rapporto del Ca~oni al S.C.G. darato f'i1·izzano 9.5.59 (A ui ri,ervati S.C.G.- 1859. r. VI II/ I 5). "\listo con rihrcno tale hrutaliti'l". commcnt,l\a il 12 a margine il Duca. "degna di chi ~i \'anta di ci,·iliua?ione lilantropia e legalità quali sono i ri1·0luzio11;1rii di lrr tto il 111011clo··.


re qualche giorno dopo da Calice e da A lbia no le locali brigate Dragoni. nel timore c he potessero essere anch'esse attaccate e sopraffatte. Oltre che del nemico, il Casoni doveva occuparsi anc he de i problemi datigli dai s uoi uomin i no nc hé dalla parsimonia del le s uperiori a utorità. Tal tenente Pagani era infa tti " per così dire, impazzito per a more" ed aveva "chiesta la lui dimissione in modo( ... ) irre movibi le'' , cadendo a l tempo stesso a m malato, cosa ne lla q uale, seco ndo il Comando Superiore, la pama aveva per la verità "la sua parte" (28). Dal canto loro, le d isposizioni g iunte da l\ilodena c irca i I trattamento economico degl i uffic ia li dislocati o ltre A ppen nino, c ui non si voleva accorciare la diaria intera. e circa l'opportun it~t d i requisire effetti lctterecci da distrib uire ai so ldati o nde ri portare nuovamente a lla rnetà la diari a piena c oncessa a i medes imi per il fatto che do rmivano ·'all a pagliata'' erano. secondo il Casoni. del tutto insensate e tali eia compromettere il buo n a ndamento de l servizio. "Infarti," scriveva il tenente colo n nello a l Saccozzi eia Fivizzano 1· 11.5.59, '·devono g li uffic ial i percepire la diaria i11 1iera su lta11Lu 11e i giurni i11 cu i si espongono a prendere una pall a ne mi ca'1 Come s i può cre dere che Fivizzano sommini strar possa 800 coperte e d a ltrettanti le nzuoli e pagl iaricci '1" "Se a l soldato( .. .) che già da quattro mesi s i trova in avamposti'', conc ludeva il Coma ndante Superio re, "s i dove sse togliere metà diaria clell' intiera che da pochi g io rn i percepisce, parm i sarebbe( .. .) quasi un eccitarlo alla d iserzione" (29) . Una nuova minaccia contro Fosdinovo venne comunq ue a d istogliere il Casoni da siffatte questioni. Il 12 maggio una banda cli o ltre cento annati comparve verso le 13 sulla S polvcrina, prendendo posizio ne sul colle denominato "Piana cli Jacopino". Non lo ntano si trovavano cli pattuglia J O cacciatori e stens i del d istaccamento cli Fosdinovo con un sottocapo ra le, che subi to schieratisi in catena iniziarono a scambiare fuci late con gli avversari. Lasciati una trentina d i uo mi ni a custodi re il paese. il comandante del presidio d i Fosd inovo, te n. Bianchi, mosse allora in soccorso dei suoi con 28 cacc iatori e 2 guard ie cli fi nanza, giungendo s ul luogo de llo scontro intorno alle 14. Lanciatisi se!l7a esitare all' attacco, g li Estensi indussero g li avversari a ripiegare su un colle retrostante. al confine col territorio sardo. Da lì il nernico, che si trovava in posiz io ne dominante, iniz iò un fuoco serrato contro i soldati duca li, intorno a i qua li -come ebbe a scrivere nel suo rapporto il ten. Bianchi- " le( ...) pa lle fischiavano( ... ) terribilmente" (30). Per superare il difficile m omento, l' uffic ia le, d ivisi i suoi in due plotoni, ne scagliò uno agli ord in i del sergente Secchi all'assalto, me ntre l'a ltro copriva l'azio ne con continue scariche cli carabina. Gli uomin i del Secchi salirono l'erta "colla massima velocità gridando Viva Francesco V 0 ='', e cli fronte al loro irnpeto gli avversari si d iedero a precipitosa fuga verso Ortonovo. bersagliati " fintanto che non furono ciel rutto d is persi'' dal fuoco clegli attaccanti attestatisi in c ima all'altura (3 l ) . A questo punto peraltro sulla strada cli Castelpoggio comparve " una lunga colonna cli n uovi nemici", guidata da un ufficia le a cavallo e formata eia non meno di 300 uo mini " d ivisi in 4 Compagnie aventi alla testa d'ognuna la bandiera a tre colori"; "fra Essi ve ne e rano a lcuni uniformati, ma la maggior parte vestiti alla borghese" (32). Non appena costoro g iunsero a tiro, dalle alture su c ui si trovavano i d ue plotoni estensi partirono scariche d i fuci ler ia che arrestarono l'ava nzata degli avversari, i quali, sch ie ratisi a ballaglia, risposero a loro volta a l fuoco, prenclenclo posiz ione sui rilievi antistanti . Com incic'l così un vivace combattimento c he durò fi n dopo le 17 e che vide prevalere, nonostante l'inferioritit numerica, le truppe d ucali. m unite cli armi più efficaci . Delle " lo ro palle non ne arrivava a Noi che pochissime", sc ri sse in effetti il Bianchi. " mentre le nostre non era così, perchè s i potè vedere benissimo c he il Nemico, ogni rnomento trasportava via i s uo i feriti, caricandoli su d i una vettura (. .. ) fra i quali il porta bandiera clell n prima Compagni a che fu ucciso dai primi colpi ( ...) Dei nostri , G razie la Dio mercè nessuno rimase offeso" (33). A lla fin e, stanchi forse cli fare eia bersaglio. i ne mici incom inciarono a ripiegare, lasciando sul campo solo una piccola retroguard ia, be n presto volta in fuga dag li Estensi.

'' Rapp. 9.'i.59 cl i cu i a lla nota precedente. ,., La le ttera è cons. in 1:3Ei\i1o . Raccolta Saccozz i. casse tta 77C. "' ' 'R is pelloso rapporto dell'U fficia le Comandante" il d istac camento d i Fosd inovo "de l g iorno 12 J\,Iaggio 1859". di re llo al (orna ndo S upe1·iore O ltra ppenn ino (A tt i riserv3ti S .C.G.- l 859. f.V I 11/ 15). ,, lhide111 . '' l hide111. Secondo '-I . Cl ACC I Il (op. <·i1 .. p.359). la colo nn a c i-;1 fo rrn at,1 d a trurpc sa rde. da cl ue compagn ie toscane e da

u n d is tacca me nto di Caccia tori del la Magra. '' Ra pporto d i c u i ;1Jl ;1 nota JO.


Qualche tempo dopo iniziarono ad arri vare a l Bianchi i primi rinforz i, c ioè i 40 uomini del posto cli Ccscrano col cap. Forghieri, al q ua le molti a bitanti cli Fosd inovo espressero stupore per il fatto che il piccolo distaccamento ducale impeg nato ne llo scontro era riuscito a ba!lere " una Colonna così Forte" c a "Fare sloggiare il nem ico eia posizion i così Forti" (34). Più tardi arrivò pure una mezza c ompagnia, mossasi insieme a l Casoni, acl un'altra compag nia Cacciatori e ad un pezzo non appena a Fivizzano si era saputo q uanto stava avvenendo su l la Spolverina. Tale mezza compagni a fu poi falla retrocedere il 13 a Ccserano, mentre il resto de lla colonna Casoni, appreso c he il combattime nto era cessato, già il 12 si era rimesso in marci a per fare ritorno alla propria base. Per premi are "la bravura e l'energia" mostrale dalla truppa durante lo scontro sulla Spol ve rina, Francesco V concesse al d istaccamento del Bianchi un premio in denaro, insigne ndo a ltresì clclla rneclaglia a l merito militare l' ufficiale e il sergente Secchi. Quest' ultimo, che rivesti va il proprio grado soltanto in via o noraria, venne pure promosso sergente effettivo. Nonostante lo smacco subito, nei giorni successivi il nemico effettuò altre puntate verso Fosdinovo, inviando in perlustrazione pattuglie sulla S polverina. Una di esse, composta da una ventina cli uomini con c ui ernno tre ufficia li a cavallo, aprì il fu oco nel pomeriggio del 17 contro un avamposto comandato da l e. le Campioli, che fece rispondere ai colpi ·'ed assicura essere caduto di sella uno dei tre", mentre g li altri '·Secondo il solito" presero " tosto( ... ) la fuga" (35) . Un a ltro breve scambio cli fuc ilate s i ebbe il 19, ed anche in questa occasio ne la pattugl ia nen1ica uscita in avanscoperta credette bene di ritirars i, rie ntrando a Caste lpoggio. Mentre le tru ppe ducali rnantenevano le loro posizioni in Oltrappennino, il governo estense s i m uoveva sul piano diplomatico, inoltrando ai gabinetti e uropei un documento sovrano del 14 maggio, con cui Francesco V protestava contro I.e violazioni territoria li su bite e contro "le qualsivogliano us urpazioni ulteriori che fossero per proseguirsi" (36). L' appello de l Duca alle potenze ri mase peraltro inascoltato, né valse a clissuaclere le autorità piemontes i dal procedere al la definitiva aggregazione cli fvlassa , Carrara e Montignoso agl i Stati sardi, d isposta con provvedimento del 17.5.59. A Brescello proseguivano intanto i preparativi per la difesa. li 19 fu pubblicata nella cittadina una notificaz ione, con la quale la piazzaforte veniva formalmente d icbiarata e posta in stato di guerra. Contestualmente il magg. Guidugli, che aveva assunto il comando della fortezza ed era stato investito dei poteri cli pol i1.ia nell'interno della medesima e per il raggio cli un mig lio a ll'intorno, ordinò il disarmo degli abitanti, ritirando una cinquantina di fucili eia caccia e persino le sciabole della banda municipale. Il 21 maggio partirono poi da Reggio alla volta cli Brescello 50 uomini del 4° cli Linea per essere addestrati ne l maneggio de i pezzi, nonché 14 artiglieri messi a d isposizione dal Casoni. Agli ordini ciel G uiclug li fu posto pure iI capitano del Genio Vande ll i, col compito d i coadiuvare il comandante della fortezza nella d irezione dei lavori cli spianamento d'argini, demoliz ione cli case ed abbattime nto d'alberi in corso cli esecuzione o da eseguirsi in prosieguo. Con l'assenso del governo austriaco venne altresì intrapresa la costruzione di due nuove batterie sulla sponda di Viadana (37), destinate ad aggiungersi a que lle erette nelle settimane precedenti a difesa della gola del sistema fortificato. Fu infi ne disposto che fosse inviata a Brescello una de lle pompe antince ndio dei Pio nieri; che venisse riattivata Ja sta7.ione telegrafica; che fosse spedito a Mantova il. materiale non necessario, ecc. La s ituazione milita re del Ducato andava peraltro rapidamente peggiora ndo. Sin dal 10.5 .59 il gen. U lloa, inviato dal governo d i Torino ad assumere il comando del l'eserc ito toscano, aveva messo in movimento le s ue for1.e, ne ll' intend imento d i collocarne parte s ul la strada delle Filigare a l co nfine bolognese, e parte tra Porretta e l' Abetone. Il 21 una compagnia con 2 pezzi fece la sua comparsa sul passo, dall'altra parte del quale non v'erano che i pochi dragoni delle brigale de ll'alto Frignano. I Toscani non erano tuttavia c he l'ayanguardi a di un più form idabi le avversari o. Il 17 maggio aveva infa tti ricevuto o rdine di partire per Livorno il principe Ge rolamo Napoleone, comandante ciel V Corpo d'armata fran cese, col compito cli m inacciare il fianco s inistro e le linee cli r itirata dell ' esercito austriaco e cli affretta-

'' Osservazio ni ciel cap. Forghicri datate Fosdinovo 13.5.59 in calce al rapporto cli cui alla nota 30. " Rappo1·to a firma del tcn. Foghe! datato Fosdinovo 17.5.59 (Atti riservali S C.G.-1 859. f.VUl/l 5J. " Il testo ciel clocurne nto è ri portato in Cìioma/e dello Reale Ducale !3rigo ra Esre11se cii., pp.53-55. nola I. " Cfr. supra, cap.Xlll.

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re lo sgombero dei Ducati. A disposizione del principe stavano la divisione Uhrich e la brigata di cavalleria Dalmas dc La Pérouse, per u n tota le di oltre 10 .000 uomini e 18 cannoni. Tali forze iniziarono a sbarcare a Livorno il 23; ma g ià d ue giorni prima Francesco V aveva ordinato al Casoni cli ripiegare al d i qua del Cerreto, nel la convinzione che di lì a poco le truppe estensi non sarebbero più state in grado di sostenersi in Lunigiana. Contestualmente il ten. col. Wieclcrkhe rn era stato autoriuato a ritirare a Pievepelago i dragoni della Garfagnana, salvo lasciarne qualcuno nei capoluoghi di giusdicenza per mantenervi l'ordine con l'aiuto della M il izia . Fatti inchiodare i pezz i dei forti di val cli Magra e concentrali il 22 i vari d istaccamenti a Fivi7.7.ano, il Casoni affidò la responsabilità dell'ordine pubblico - in mancanza cli meglio- a i membri della banda cittadina, investendo clellc attribuzioni "cl i Capo Superiore ciel Governo Estense in luogo" il podesfa (38), il quale per parte sua assicurò che non sarebbe stato tolleralo "nessun segno o vessil lo non Estense ( ... ) salvo ( ... ) concorso cli forza maggiore" (39). Messe poi in movimento le truppe, con le quali marciavano divers i funz ionari cle ll'ammin istrazione civile, il tenente colonnello raggiurn;e il Cerreto nel pomeriggio, acquartierando parte dei s uoi ne l paese e parte a l le Capanne . li giorno successivo l'ufficiale completò il ripiegamento g iungendo a Bagnolo Monti, dopo avere lasciato d'ordine sovrano una compagnia in retroguardia a Cerreto A lpi. A Bagnolo la colonna non trovi) le clue compagnie di rincalzo del 2° battaglione, che avevano iniziato a ritirarsi verso Reggio, ove g iunsero a mezzogiorno del 24. Partile le truppe estensi, Fosdinovo venne occupalo eia bande di armati mossesi eia Lerici, mentre la Guardia Nazionale cli S arzana entrava ad Au lla, sgombrandola peraltro "dopo alcune ore di baccano" (40). Per parte sua il Ribotti s i m ise in moto da Carrara ne l primo pomerigg io ciel 22 con un centinaio cli Piemontesi e d ue compagnie toscane. avanzando per q ue l g iorno solo fi no a Fosdinovo. Il 23 maggio la colonna raggiunse poi Fivizzano, ove venne insediato u n commissario provv isorio. Il 24 infi ne il Ribolli prendeva posizione acl Aulla, minaccia ndo eia là Pontremoli, a ncora in mano ai Parme nsi . Qua nto ai d istaccamenti della Garfagnana, ricevuto l'ordine cli ritirata essi si concentrarono a Castelnuovo, ponendosi poi in marcia nella notte fra il 22 e il 23 maggio alla volta d i Pievepelago sotto il comando ciel sott. Borghi. Si trattava cli una settantina di uom ini fra dragoni, guardie cli finanza e veterani cli Mont' A lfonso, che g iunsero a dest inazione nel pomeriggio de l 23. La mattina successiva arrivarono a Pieve altri quattro dragoni. che il Borghi, conformemente alle d isposizioni ricevute. aveva lasc iato indietro col compito d i a iutare la Milizia e le autorità loca li a mantenere l'ordine a Castelnuovo e Camporgiano. Costoro s i erano trovati nell' impossibilità di assolvere al loro incarico, in quanto, diffusasi ne l capol uogo garfagnino la notiz ia della partenza delle truppe, buona parte della popolazione era usc ita dalle case al suono del le campane recando band iere e coccarde tricolori ecl inneggiando ali' Italia e a Vi ttorio Emanue le, mentre il comandante del locale battag lione d i Milizia, g iudicando impossibile "porre u n riparo a lla generale so llevaz ione" (41 ), aveva ritenuto inutile mobiIi tare i suoi uom in i. A seguito del moto popolare la preside nz a del municipio ven ne assunta eia tal Antonio Villoni, che si affrettò a chiedere la p rotezione ciel Re di Sardegna; le prime truppe pie montesi (un piccolo distaccamento ciel Real Navi e qualche carabiniere) g iunsero peraltro a Castelnuovo solamente il 27. Per sorvegliare i movime nti nemici in Garfagnana e per evitare c he forze avversarie potessero pe netrare cli sorpresa nel lVTodenese a ttraverso il passo cle lle Radici , il 26.5.59 venne o rdinato al sott. Borghi cli occupare con venti dragoni il valico e il paese cli S. Pellegrino. Quanto ai veterani d i Mont' Alfonso e ai finanzieri che si erano riti rati con l' ufficiale, g li uni furono fatti proseg uire per l\fodena, mentre g li a ltri venne ro trattenuti a Pavul lo a disposizione del cap. Fontana, comandante de lla compag nia Dragoni del Frig nano. Mentre le forze del Casoni e del Borghi completavano il loro ripiegamento, si aveva no movime nti a nc he fra le truppe dislocate a l di qua cie li' Appe nnino. La divisione del 2° btg. stanz iata a Bagnolo fu , come s i è detto, riunita all' altra in Reggio, rnentre eia tale località due compagnie ciel 4° di Linea vennero spostate il 23 a Brescello, ove il Duca dispose s i recassero anche g li artigl ieri che in precede nza

" Lcttcn1 de l Casoni al podestà di F ivizzano Barhe1·i datata Fivi ua no 22.5.59 (A tti riserv,1ti S.C.Cì .- I 859. f.Vlll/ I 5). ''' Rapporto del Casoni al S.C.G. datato Bag.nolo 23.5.59 (ibide111). "' Rapporto del Casoni al S.C.G. datato Bagnolo 26.5.59 (ibidem). " Rapporto elc i e.do Dragoni al S.C.G. datato :V10 26.5.59 (Atti S.C.G., f .493 del 1859).

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SOLDATl ITALIANI DEGLI STATI MODENESI

Fra poco> cento mila Soldati Piemontesi ìnsieme a un'Armata Francese piomberanno ~ui nemici e gli oppressori del nostro paese: preparate il vostro animo a quest'opera gloriosa : Voi sarete con loro. Oggi, ·a1 servizio di un piccolo principe, servitore dell'Austria, la vostra carriera milit.irr. ,;. seoz'nvvenire; domani, unili alle grandi armate avrete qmml'es~e, onori e vantaggi. Soldati, L'Austria è nostra nemica : essa ci tiene divisi, ogni anno essa porta via dalle nostre provincie, e a benefizio cle' suoi Tedeschi cento milioni di franchi: queste ricchezze dovrebbero servire a migliorare la sorte degli abi tanti delle nostre città e delle nostre cnmpagne. Riprendiamo dunque quello che ci nppartiene: finita la guerra, le vostre famiglie vi benediranno come liberatori della patria! U(!ìciali e Soldati,

Dal giorno in cui entreremc, in campagna, il nostro grido di guerra sarit l'augusto nome di VITTORIO E:VIANUELE RE D' JTALJA.

Fi g. 69 \liglie110 ;1 stampa indirizzato ai Soldati italiani dl'gli Stati 111odr'll<'.1·i. 18.'ilJ /1\rchi1·io di Sta/o di Mode11aj

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Fig . 70 Disp,1ccio telegrafi co 2 l maggio (Archivio di S1mu di Modena!

J 859.

reca nte la notiz ia dcli' arrivo d i avan guard ie tosca ne al passo dell 'Abetone


guarnivano i forti di val cli Magra nonché il F e rdinando Vittor io, che non s i intendeva più difendere (42) . I! I O battagl io ne, che aveva una d iv isione nella piazzaforte, fu infine riunito il 24 ne lla Capitale. Per trasporrare eia Regg io a Modena le truppe in arrivo da Brescello venne intimato alla società Bonaein i e Guastalla cli mettere a d ispos iz ione dell'eserc ito la locomotiva "Acida'' co i nece ssari vagoni, c he il 23.5.59 furono in effeui pres i in consegna a lla stazione della Capitale dal col. F errari, a nulla essendo valse le o biezioni solle vale d ai tecnici de lla ferrovia in ordine a l fatto che la linea non era ancora in esercizio. Il viaggio ina ugurale si svolse senza eccess iv i proble m i, ed il convoglio, formato dalla vaporie ra, eia una carro77.a cli seconda classe per gli ufficia li, eia undic i di terza per la truppa e da due bagagl iai , gi unse reg ola rme nte a Regg io intorno a lle 9 , donde, caricati il 24 i soldat i, altretlanto regolarme nte rie ntrò a Mode na .

' ' Su disposizione sovrana si recò a Breseello, col compito d i ispezionare la piazzaforte, anche il co l. Soragna, passato in clisponihili1i1 dopo lo scioglimento dell'Accademia M ilitare (cfr. ii(frn, cap.XXVI J. Ritornato a Modena, il Soragna propose rra l' altro cli rafforzare le d ifese med iante lo scavo intorno alle palizzate cli una rossa munita di spalto.

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CAPITOLO XXII Operazioni nell'alta montagna modenese e reggiana e ritirata finale verso la pianura Onde avere tempestivarnenle notizia di un'eventuale avanzala delle forze nemiche clell'.1\betone, si decise a l'Vlodena d i inviare un ab ile ufficiale a Fiumalbo a sorvegliarne le mosse e dì approntare un sistema di segnalazioni tra Pavullo, Serramazzoni e la Capitale. Al posto cli osservazione di Fiumalbo fu destinato il sott. Zampaloca, il q uale riferiva il 23 maggio che i Toscani avevano innalzato bandie re tricolori sul confine e concentrato a S . Marcello circa 200 uom ini di truppa regolare con artiglieri a. Francesco V era consapevole che non v' erano forze suffic ienti per fron teggiare un arracco dalla parte dell' Abetone (dato tra l'a ltro per imminente). ma intendeva fare quanto possibi le per rallentare la marcia del nemico lungo la via Giardini . Di conseguenza ordinò che il ten. col. PetLI si recasse ad individuare i punti in cui tagliare la strada e i ponti eia fare saltare, disponendo altresì che un clistaccarncnto seguisse l' ufficiale per provvedere ai necessari lavori e far bri llare al momento opportuno le mine. Eseguilo il sopral luogo, il 27 maggio il Petzl ri feriva al S.C.G . di avere dato disposizioni affinché fossero minali i ponti della Pozzaccia e del la Vignaccia presso Pievepelago e fosse eretta una robusta traversa vicino a Barigazzo atta ad interrompere il transito sul la via Giardini. "Per tale scopo", scri veva il tenente colonnel lo, "si sta lavorando la metà di questa traversa, che superiormente sarà grossa M.4 e alta Metri 2, onde verso il monte possano passare ancora presentemente i Cariaggi etc. A suo tem po poi. rompendos i superiormente la ( ...) roccia, si potrà presto eh iudere questo passaggio., (I). In base al le indicazioni dell'ufficiale la strada doveva inoltre essere tagliata presso iI cosiclcletto "muraglione" di Bari gazzo per una dec ina di metri d i larghezza ecl un paio cli profondità. La realizzazione degli ostacoli progettati venne affidata al sottotenente d'Artiglieria Buniotti, che aveva con sé alcuni uomini del proprio Corpo, e a 40 soldati di Linea agli ordi ni di un altro ufficiale. Il Buniotti, incaricato della direzione dei lavori, prese posizione a Pieve con metà della truppa. mentre il rimanente si collocò a Barigazzo. Col 28 maggio i ponti indicati dal Petzl erano mi nati e vigilati da sentinelle, e buona parte della strada davanti al ponte di Serpiano, in prossimità cli Barigazzo. era sbarrata dalla traversa ordinata (2). Nel frattempo si procedeva a riordinare le forze che si erano ritirare a Castelnovo Monti col Casoni. Le g uardie cli finanza clcll ' lntendenza d'Oltrappennino che avevano seguito l' ufficiale (una cinquantina), " inutili e cli vero imbarazzo" a Castelnovo (3), vennero aurorizzatc a proseguire il 25 maggio la loro marcia fino a Reggio, come avevano richiesto (4) . Due giorni dopo 64 dragoni ciel la compagnia cl i Massa partirono alla volta di ì'v1oclena, ove erano stati richi amati dal S.C.G. Constatato infine che i 130 rn iliti

' Rapporto del Pctzl al S.C.Cì. datalo 'v!O 27.5.59 (Atti r iscrv,1ti S.C.Cì.- I859. f. V\11/ I 5). Il rnpporro è pure trascritto in V SANTJ. Pievepelago nel I XS9, in «Lo Sco\tenna», fase. V ( 1908- 1909). pp. I 08- 14 1. ' Sebbene il podcstù di Pieve avesse ·\ernndato perfettamente e di buona voglia'' il Buni otti. l' idea che i ponri potessero essere fatti saltare suscitò notevole preoccupazione in paese. tanto che il .ì I maggio una dclegui one si 1·ecò clall' ufficialc per pregarlo cli non allestire. se possibile. le m ine. ·' Jlo cercato tranq uillizarli'', r iferiva lo stesso giorno il Buniotti al comandante della

3-' comp. Dragoni in f'avullo cap. Fontana, ·' notificandogli in pari tempo che non avrei mai trasgrediti gl'orcl i11i ricevuti". ' Telegramma ciel Casoni al S .C.G. datato Bagnolo 24.5.59 (Atti riser vati S.C.G.- 1859. f. Vlll/1 5). ' Con ch irografo cie l 28.5.59 ( in Uoc1.111u·111i risguordonti il (ìo1·er110 degli Amlm-Eslensi in ivlodena cii., t.11. parte 111, sez.TI. p. 104) France,;co V <lie<le a i fi nanz ier i rientm t i dnll'O lt r:.1 ppcnnino , e ven uti per q ue~to a trovars i "i n un:, s pec ie <li d isponibi-

li tii'', la possibilil.à di entrare nel reggimento cli Linea per l,1durala della carnpagna in corso. cl isponenclo ahrcsì che la proposta di prendere servizio nclrcse rcito venisse estesa anche agli al tr i membri del Corpo. Era opportu no far-e ril evare alle guardie. aggiungeva il Duca. che ' •in caso di rivolta e cl i sopp1·essionc successiva di linee daziar ie'' avrebbero potuto ·'rimanere senza impiego o veni re cost renc ad a1Tuolarsi nelle tru ppe nem iche". Non è dato sapere quale accoglienza incontrò l ' i nvito, ma è da presumere che non v i aderìrono in molli. dato che lo spir ito che ani 111ava la Gu,mlia di Finanza. a Modena come al trove (c fr. ad es. !'vi. ZANNONL le Reali Truppe l'it.• p.48), non ern dei m igliori. "Questa genia·', scriveva il sott. Zampaloca al cap. Fontana il 30.5.59 eia Fiumalbo. " 111i fa più timme che il nem ico stesso per cui v i prego a 110 11 speclin ni in rinforzo delle Guardie cl i Finanza. amando piuttosto cl i rcswrc senza verun rin forzo'· (lettera in A tti riservati S.C.Cì.- 1858. l'.V l l/14).

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e.li Riser va unitisi ai Cacciatori all'alto del ripiegamento su Fivizzano od ivi successivamente fuggili si erano pressoché tutti dichiarati pronti ad assumere servizio nell'esercito, il 30 maggio il $accozzi autorinò il Cason i ad incorporarne 30 nel suo battaglione e a inviare gli altri a Reggio a disposizione de l comando cli L inea. Poiché peraltro il trasferimento dei magazzini rendeva difl'icoltoso i I reperi mento delle uniformi e delle armi che sarebbero stare necessarie per equipaggiare le reclute, le disposizioni del generale non ebbero concreto seguito. tanto che ancora il 10.6.59 i militi . coi quali erano il c.:omandanre del battaglione di lVlassa-Carrara-Montignoso magg. Gacld i e una clou ina cl i altri ufficiali. continuavano a formare un 'autonoma compagn ia agl i ordini ciel Casoni . Nei settore di quest'ultimo la situazione appari va meno preoccupante che ali' Abetone. Il generale sardo Ribolli era entrato il 28 maggio a Pontremoli, ma disponeva di poche forze. né queste potevano essere tutte concentrate contro gl i Estensi. li governo di Parma si era infatti risolto a destinare alla difesa dell 'alto Appennino 500 uomini con due peai d'artiglic1ia agli ordini del rnagg. Bonzi. che i l 29 prese posizione coi suoi a Borgotaro e Berceto collocando avamposti sulla Cisa. L e nuove istru7.ioni per il Casoni emanate eia Francesco V il 30 maggio non vincolavano d'altra parte l'ufficiale a mantenersi strettamente sulla difensiva. bse infatti stabilivano che l a compagnia lasciata in 1·ctroguardia al Cerreto dovesse spingere pattuglie al di liì ciel crinale per assumere informa7.ioni sul le forLe nem iche in val di Magra e sugli eventuali movimenti cli colonne francesi. e che i contingenti irregolari c.:he si fossero avanLati oltre il passo dovessero essere contrattaccati . anc.:he col so!->tegno della :vtilizia. e ribullati !->U Fivinano. In c.:aso di allacc.:o conclotlo da fo17,C regolari gli Estensi dovevano invece fare res istenza sulla !'orte posizione della 13iola presso Cervarenu. 1·acenclo pure saltare un'arcata cli quel ponte. e ritirarsi poi se ciel caso su Reggio sempre facendo fronte al nemico. Da f-iumalbo il son. Zampaloca segnala,a intanto che i Tosc.:ani avevano lasciato all'Abetone soltanto un pugno di gendarmi ; che peraltro distaccamenti nemici presidiavano la Lima, S. Marcello e Piastre. e che v'era un forte nerbo cli truppe a Pistoia. dove il 26 maggio -sec.:onclo le voc i raccolte dal l'ufficiale- era arrivare Gerolamo >lapoleone in persona. TI 29 lo Zampaloca riferiva poi che la mattina erano giunte ali' Abetone delle carrozze, scortate da un drappello di cavalleria toscana. sulle quali viaggiavano alcuni personaggi in cui si era creduto cli ra vvisare Gerolamo e il suo seguito. Dopo avere disarmato le due guardie di finanza del posto doganale di Sen abassa (5), costoro si erano spinti per un miglio all'i nterno del territorio modenese. Il giorno suc.:cessivo comparvero al!" /\betone i primi soldati franc.:esi. seguiti il 3 1 eia altra truppa che inviò picchetti in perlustrazione ver!->O raidello e iniziò lavori cli rortific.:azione sul valico, mentre a S. M arcello giungevano 4 compagnie elci 14 ° brg. Cac.:ciatori a piedi (bri gata Granclchamp) in sostegno dcl 1'80° rgt. di Linea (brigata Cauv in clu Bourguct) già ivi stanziato (6). V'era dunque eia temere che la paventata in vasione porcssc avere luogo eia un momento all 'altro. e cli conseguenza nella stessa giornata del 31 il Duca ordinò che i vari distaccamenti dell'alto frignano <,i ritirassero prnricando le previ ste interruzioni stradali e tenendo crocchio il nemico, non appena questo si fosse avan1.at'O contro Pievepelago. Il cap. Fontana, comandante della compagnia Dragoni di Pavul lo e destinatario dell'ordine. doveva tuttavia sentirsi incerto. perché in serata. dopo avere aggiornato sulla situazione il proprio comandante di Corpo. chiese ancora indicazioni sul eia !'arsi. venendo per questo ripreso: --1....e istruzioni cli S.A.R. sono chiarissime. Le cseguisca puntualmente nè pit1 nè meno'' (7). Il I 0 giugno i Frances i si limitarono comunque a " tirare cli Canochiale ( ... ) sopra Fiumalbo'' (8) e a spingere qualche reparto in perlustrazione olt re r Abetone. mentre da Pavullo vennero in viati a Fanano alcuni dragoni agl i ordini del sott. Venturini col compito cli coadiuvare quella brigala nella sorvegl ianza dei passi appenninici dalla parte di Cutigliano (9). /\ seguito cli dispacci pervenutigl i da M odena il Fontana ordinò

' Corn111cn1ando repbodio il maresciallo dei Dragoni di Pie,·c /\macle~si così ,crin:va

r 1.6.59 al cap. Fomana: ··se il prin-

t:ipc Girolamo( ... ) IT1 q11c,1c belle hr.irnrc ( ... ) di n.:rarsi alr/\bcllone .i disannari.: d ue Vt' Cl·hi , cdemari çon il suo Stato Maggio re. e 12 Gorn in i a Cava llo. Bi.:lla forza·· (ibid1•111). '· U r. C. ROCCA. A. C/\VAC IOCCIII. 011, cii.. vo i.li. p.17. I .a minuta di riscon1ro al 1clegram111a del r omana. da1ato Pa, ullo :l 1.5.59 h.18.:lO. è conscn·ata -come il 1clcgramma s tesso- in Alli brigata cstcn,c.

f.:n - Protocollo segrcl<>

1859/60.

• Lettera 1.6.59 del mar. A madcss i cl i c ui a lla nota 5. '' Il :,oli. Ve111mini. il te n. Corsini e a ltri :l:5 drngoni appane nent i a lla com pagnia gif1 s lanziaw ncll"Oitrappcn ni110 e rano ,Imi

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peraltro al soli . Buniotli cli fare saltare nella notte il ponte minato più vicino a Pievepelago, prescrivendo al tempo stesso allo Zampaloca cli retrocedere eia Fiumalbo su Lama all'avvicinarsi delle colonne nemiche, al sopraggiungere clel le quali anche gli altri distaccamenti dovevano ripiegare. Alle 2 antimeridiane ciel 2 gi ugno il Buniotti diede esecuzione agl i ordini ricevuti facendo brillare le cariche esplosive, che ridussero in pezzi il ponte. Poche ore più tardi dalla strada di Monterasino spuntava una colonna di I 50 soldati frances i in marcia verso Fiumalbo. Quando costoro furono giunti a mezzo miglio dal l' abitato, lo Zampaloca e i suoi abbandonarono il paese, ciancio avviso di quanto stava accadendo ai posti di Pieve e Sesto la. Nella convinzione che l'ora dcli ' invasione fosse arrivata, e nel timore che le consistenti forze nemiche che si diceva fossero a Cutigliano potessero tagli are la ritirata ai distaccamenti di Sestola e Fanano, il loro comandante sotl. Venlurini ord inò il ripiegamento verso Pavu llo, fermandosi peraltro al ponte cli Valdisasso in attesa cli disposizioni . Analogamente il sott. Borghi fece ritirare su Monrcfiorino i posti delle Radici e di S . Pel legrino, proseguenclo il 3 la marcia verso Sassuolo. Dal canto suo il sott. Buniotti ritirò il distaccamento di Pieve dietro il secondo ponte minato, facendo saltare anche quello senza però riuscire a d istruggerlo completamente ( 10). E poiché l' ufficiale credette poi cli scorgere "il brillare cli armi nemiche", fece prosegu ire la ritirata sino al Capannone. Le popolazioni montanare, eia sempre affezionate a casa d 'Este, ass istettero con calma rassegnata alla partenza dei soldati ducali; a Sestola peraltro si fecero dimostrazioni a favore della causa unitaria, si inalberò il tricolore e si disarmarono alcuni militi. Avendo frattanto il Duca dato istruzioni al Casoni cli assumere una pos izione più arretrata, I' 1.6.59 il tenente colonnello fece retrocedere a Bagnolo ]\.fonti la compagnia cli retroguardia al Cerreto, portandosi al tempo stesso col grosso alla Casina. Alla colonna si unirono le brigate Dragoni di Bagnolo, Vil la Minozzo e Carpineti , ed anche il comandante del battaglione militi della montagna reggiana magg. Barcloni, accompagnato dal suo aiutante, ritenne opportuno seguire le truppe. Per parte sua il Ribotti si guardò bene dall'occupare le posiz ioni abbandonale dagli Estensi, anche perché per operare contro questi ultimi egli disponeva di meno di 350 uomini di truppa regolare, non essendogli possib ile distogliere eia Pontremoli le due compagnie ivi stanziate data la presenza de i Parmensi alla Cisa (11 ). Il R ibotti non poteva avvalersi neppure clei Cacciatori della Magra, che non erano ancora pronti acl entrare in azione pur essendone stato reclutato un buon numero. "Jn Massa e Carrara", riferiva il 6 giugno in proposito il Casoni , "arrivano di continuo volontarj mascalzoni d i tutti i paesi che vengono istruiti da Soldati Sardi . J volonta1j sono armati in numero cli circa 800, ma ancora vestiti alla Borghese'· ( 12) . Nell' info rmare I' I giugno il proprio ambasciatore a Vienna che i Francesi si andavano concentrando suJl' Abetone, Francesco V aveva comun icato al diplomatico che con ogn i probabil it/1 le truppe estensi avrebbero sgomberato Modena il giorno successivo per ritirarsi a Brescello, ove continuavano febbri lmente i lavori di aJlestirnento della piazzaforte e dove era giunto sin dal 28 maggio iI piroscafo a ruote "Verona", posto a disposizione dal Fe/dzeugmeister Gyulai "pel più spedito passaggio del Pò e comunicazione colla riva sinistra" . Sempre nella g iornata cieli' 1 il Duca aveva ordinato al Saccozzi che ci si tenesse pronti acl interrompere la ferrovia tra Modena e Reggio, raccornandanclogli altresì di fare sorvegli are " la linea della Secchia e Scandiano ove potrebbe calare una colonna cli truppe leggierc nemiche" ( 13). La notiz ia gi unta eia Vienna che gli A ustriaci consentivano ad inviare altre forze in soccorso del Ducato valse peraltro a modificare completamente il quadro della situazione. Il preannunciato arrivo d i tre battaglioni della g uarnig ione cli Mantova, da inquadrare, uni tamente a quello g ià a Modena, in una brigata ag li ordi ni del gen . .lablonsky. fece infatti venire meno la necessità di abbandonare "all'estero conquistatore ed alla Rivolu1.ione" la Capitale e lo Stato. Fu anzi deciso di inviare incontro al nemico un

inviati cli rinforzo al Fontana il 30 maggio. I .' I g iugno vennero invece fatte partire eia Pavul lo per J\il odcna le guan..lie di i'inanza ritiratesi dalla Garfagnana. ,u Secondo il SANT I (ljiei,-epe/agu nel 1859 cit.. p.6. n. I) il ponte fu solo parzialmente danneggiato clnll'csplosione a causa ùel ,ahmaggio compiuto eia alcuni degli operai che avevano lavorato alle rnine. i quali avrebbero gettato parte delle pol veri. " Cfr. la lellera incliriuata il 4.6.59 dal Ribotti al IVlin. degli Esteri sardo riportata in N. GIACCHI. op. cii .. p.360, n.I. " Rapporto ciel Casoni al S.C.C . datato Casi ne di Sarzano 6.6.59 (i\Ui riservati S.C.C.- I859, C. V 11 1/ I 5). "La leuera 1.6.59 ùi Francesco V al Saccozzi è cons. ibidem.

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corpo cli truppa sen7,a attendere i rinforzi imperiali, sicché il 2.6.59 Francesco V -che aveva dato nel frattempo istruzioni perché tutti i rnililari estensi ricevessero le com petenze cli guerra ( 14)- orcl in() che in giornata si ponesse in marcia per Pavullo una colo nna formata dal I O ballagl io ne di Linea col suo comandante magg. Cigolini, d ue pea i d'artiglieria ed alcuni dragoni a cavallo, sotto gli ordini del col. Forghieri, assistito dal tcn. col. Petzl. Al Forghieri venne prescritto cli lenersi informato sui movimenti ciel nemico, di porsi in comunicazione coi d istaccamenti avanniti, e cli ripiegare in buo n ordine insie me a loro verso Modena nel caso in cui i Francesi muovessero in avanti, scambi ando q ualche colpo cli cannone con l' avanguardia nem ica. Qualo ra peraltro a penetrare nel Frignano fossero solamente corpi fran chi, la colonna estense doveva senz'a ltro affrontarl i e respingerli . Dopo avere ascoltato la lettma di un ordine ciel giorno in cui il Duca incitava i soldati modenesi acl affrontare ·'pei primi lo straniero invasore ciel Nostro territocio, che è pur Nostra e vostra patria" (15), ccl essere state passate in rivista dal sovrano e dal principe ereditario di Toscana, presente in quei giorni a Modena, le truppe ciel Forghieri si misero in marcia verso la montagna, giungendo a Pavul1o a mezzogiorno del 3 giugno. Lo stesso giorno 3 il sott. Vcnturini rie ntrava coi suoi a Sestola. Levato il tricolore dal campani le, l' uffic iale inviò alcuni dragoni anche a Fanano, che fecero il loro ingresso in paese "senza alcun impedimento ccl anzi que lla popolazione ha dimostrato piacere" ( 16). Pure Pie vepelago venne rioccupato in giornata: lo Zarnpaloca si astenne invece dal fme ritorno a f< iuma lbo in quanto i Francesi vi spedivano cli continuo patluglie. Per un malinteso l' ordine cl i tornare sul le posizioni cl i partenza non venne esegui to eia! soli. Borghi, che comunque il 5 era di nuovo coi suoi a !Vlont.efiorino ( 17). Dal canto suo Barigazzo continuava ad essere presidialo da un picchetto cli Linea, il q uale a seguito dell ' allarrne sparsosi il 2 aveva portato a compimento le previste interruzion i stradali. Ritenendo che i posti cli Barigauo, Pieve e Scstola/f<anano, "estremamente distanti e quasi isolati" e pres idiati com plessivamente da un 'ottantina cli uomini appena. non valessero a garantire Pavullo eia eventuali sorprese, nel pomeriggio ciel 3 giugno il col. Forghi eri inviò una de lle sue compagnie in avamposti a Pian della Croce. Allo scopo poi cli punire Sestola " pel contegno vergognoso te nuto verso il legittimo Sovrano" (18), l' ufficiale impose al paese una forte contribuzione, a riscuotere la quale venne mandato il 5 il ten. Me lotti con una trentina cl i soldati. Lo stesso giorno 5 raggiungeva la colonna il col. Sorag na, incaricato eia! Duca di svolgere le runzioni d i ufficiale di Stato maggiore presso il 1-'orghieri. Per rinforzare quest' ultimo venne pure disposto c he tutti i solclati di Linea iclone i a lla marcia presenti a Modena (un'otlantina) partissero per Pavu llo sotto il comando ciel cap. ten . Bianchi, mentre i ri manenti 165 uomini destinati a restare cli guarnigione nel la Capitale furo no posti agli ordini ciel soli. Fontana. Nel frattempo erano effett ivamente giunte le nuove truppe promesse clall' Austria. Si trattava di un battaglione clell' 8° rgt. cli fanteria confinaria ·'Gracliscancr", del battaglione Gran atieri ciel rgt. Arciduca Francesco Carlo nr.52 e cli un battagl ione del rgt. Arciduca Rodolfo nr. 19, i quali arrivarono a Ca1·pi la sera ciel 3, proseguendo l'indomani per Modena. A questi tre battagl ioni se ne aggiunse nei g iorni success ivi un quarto (ciel 9° rgt. d i fa nteria confinaria "Peterwardeincr"). che 1·i mase peraltro a Carpi a proteggere le comunicazioni col Mantovano, salvo una compagnia spedita il 7 a Modena insieme a una batteri a d'artig lieria. Nella Capitale, ove si trovava eia oltre un mese anche un ba1tag lione del rgt. Gyulai. erano inoltre attesi clue squadroni cli ulani . S in dal 5 giugno quattro delle sci compagnie del Gyulai furono spinte a Montarcloncino in sostegno delle fo rze estensi ciel Frignano. mentre le due residue vennero d islocate sulle ali a Sassuolo e Yignola. Nel medesirno giorno il btg. "Gracliscancr'' fu inviato a Reggio con l'ordine di rafforzare la guarnigione e cli porsi in comunicazione con la colonna Casoni, al qual fine una compagnia venne falla avanzare il 6 fi no a Puianello.

' ' Cfr. il decreto sovrano ciel i' 1.6.59 riportato all"o.d.g. del S.C.G. m·.I I 0 pure del!" 1.6.59 (OO.dcl.gg. ciel S.C.G. dal 20.9.56 al 9 .6.59). · " Il tesi.o dell'ordine ciel giorno. datai.o \110 2.6.59. è ri po1tato in Giorno/e della Reo!!' Ducole Briga/il t'stense cir., p.66. nota I . "' Rapporto elci soll. Ventu rini al cap. f<ontana datato Sesto la 3.6.59 (Att i 1·iser va1i S.C.G.- I 858. LV ll/ I4 ). ,., Convinto che In ritirata dei posti avanzaci fosse stata cag ionata da ,1llarn1 i esagerati e intempesti vi, r:r·anccsco V ordinò che l'A ucl itorato aprisse un' inchiesta: non è peral tro dato sapere quale seguito abbia avuto la cosa. '·' Lettera del Forghieri al S.C.G. datata Pavul lo 5.6.59 (Atti ri servati S.C.G.- I 859, 1.Vlll/1 5).

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L' arrivo in forze degli Austriaci infuse nuovo coraggio ai soldati d ucali, re ndendol i anzi sin troppo baldanzosi , almeno a giud icare da quan to scriveva da Reggio al Saccozzi il nipote l'v'led ici . ·'Da q ualche giorno'', riferiva costui il 6 giugno, " i nostri [Vli litari prepotcntano e cerca no litigj ... .Ieri in mia presenza, insu ltavano le genti che e rano d'avanti al Caffè d icendogli ... Ca naroni sono qui i Francesi ... aclditlanclo ai Tedeschi che erano in vi aggio( ... ) Ci garantisco che si desidera pe r la q uiete che restino i Tedeschi fino ad affare compito, piuttosto che i nostri coi qu ali ogni giorno si te me'' ( 19).

Insieme ai soldati imperial i giunse a Modena anche il gen. Jablonsky, ai cui ordini Francesco V pose di fatto anche le truppe estensi destinate ad operare in cam pag na. Come eia istruzioni elci comandante della l" armata Fe/dzeugmeisle r Wimpffen (20), per rendersi conto di persona della situazione lo Jablonsky si recò a Pavul lo, dove giu nse nel tardo pomerigg io del 4 gi ugno insieme al col. Ferrari . Risultato cl i questo sopral luogo fu la decisione cli inviare truppe in ricognizione sul confine, allo scopu di acquisire più precise notizie sui Francesi, che q uello stesso giorno da S. Marcello avevano distaccato un battaglione d i Linea a Cutigliano nonché un altro battaglione di fa nteria, due compagnie Cacciatori e un reparto del Genio ali' Abetone. Con disposizione ciel 6 giugno il genera le austriaco ordinò inoltre che venisse interrotta ogni comuni cazione tra lo Stato estense e queJJo toscano. Nella stessa giornata ciel 6 ebbe inizio la stabilita ricognizione, ad eseguire la quale furo no destinale la l" comp. Granatieri e la 4 ' Fucilieri , sotto gl i ord ini del rnagg. Cigolin i. Per coprire sul fianco la marcia del la colonna, cinq uanta granatieri vennero inviati a rafforzare i posti avanzati di Sesto la e Panano. Il g rosso mosse eia Pavullo verso le 6 del mattino, inoltrandosi per la via Giardini verso Pievepelago. Durante una sosta a Barigan:o il Cigolini ebbe modo d i raccog liere notizie piuttosto precise sul numero e la qual ità del le forze nemiche schierate sul confine. '·Sonovi almeno 2000 (... ) Uomini cl'l nfa nteria. fra' Bersaglieri e d i Linea" , scrisse infatti il maggiore al Forghieri ; •'i Bersagl ieri sono vestiti di scuro col n° 14. sul Bonetto, e la Li nea il n" 80. a Coti liano altri 1000 ( ... ) Uomini" (2 1). Da Pieve le truppe del CigoJini mossero poi il 7 di buon matlino su Fiuma lbo, che occuparono senza incontrare resistenza. Il nemico era tuttavia poco lontano e ben visibile: '"Abbiamo trovato i Francesi in lulli i monti che contornano Fiumalbo a vista di tutti , ed erano al la metà elci monti stessi'' (22). Non più tardi delle 7, mentre stava valutando il da farsi, il comandante estense ricevetle peraltro l'avviso che la ricognizione era sospesa, insieme all' ordine di ritirarsi immediatamente verso Modena. Analoghe istruzioni erano state impartite in notlata alle brigate Dragoni cli lvlontese, Zocca e Guiglia, mentre ai distaccamenti cli Pievepelago, Sestola e Fanano era stato comandato d i ripiegare senza indugio su Pavullo (23). Tali disposizioni costituivano l' inevitabile conseguenza del la decisione cli richiamare le truppe appena inviate nel Ducato presa dai comandi austriaci a seguito del pesante rovescio subito dalle armi imperiali a i'vlagcnta il 4 giugno 1859.

" BEìvlo. Raccolta Saccozzi. banconi 6. "' Il gcn. WimplTcn era lui pure giunto il 4 giugno a Modena. ove aveva avulo un abboccamento col D uca: l,.1 mal.lina successi va l'alto ufficiale si r·ecò poi a quanto ri sulta a Brcsccllo. Qui vi prosegui vano le esercitazioni e si lavorava per ind i viduare il modo più adcgu,1to di uti lizzare i l piroscafo ·'Verona·· nel trasporto d i uomini e materiali eia una sponda ,111 ·a11ru del Po. Il fiu me fu scandagliato alla ricerca del rn iglior punto cli traversata e si fecero rimorchiare al vapore. in via d'cspcr·imento. zattere e pontoni. " Nella traversata ( ... ) Catia oggi' '. ri feriva il 3.6.59 al S.C.C . il magg. Guicl ugli (lettera in All i S.C.G .. t'.493 clel I 859), '·ctall' isola S. Carlo alla sponda A ustr'iaca s' impiegò il tempo d i 14 minuti. compreso il levar· l'ancora, e nel retrocedere fu compita la traversata in I O minuti'·. L' I giugno l'equipaggio del "Verona·•. appartenente al Flo ni/len -Corps. avev a :1vuto 1nodo di frate rnizza re con la guarni gione e.s le nse. insic-n1c al bi rp1 ah~ sril c'\ in p:-ir~Ll , p::irrec ipando poi ad una cob Lione offerta dai mi litari ducali. ' ·Per tulla la giornara··. scri veva il 2 il Ciuiclugli. " non si sentirono che evviv a a S.M. l'lmperntore al Suo valoroso esercito( ... ) a S.A .R. Francesco V alla Real Famigl ia" . L n altro piroscaro. il ·' Vicc111.a", proveniente da Pavia e carico di soldati e feriti, gellil l'ancora per· la none davanti a Brcsccllo la sera <lei 4. " Il rapporto, datalo Bari gau.o 6.6.59. trovasi in Atti riservati S.C.C.i.- 1859, t'.\/11 1/1 5. Nella stessa giorn ata del 6 i Francesi. avurn notizi a dell;1 presenza d i truppe estensi a Pavullo. spostan.1no per ferrov ia ve r·so Lucca e Bagni di L ucca l'S'.2° rgl. di fan teri a, ,1 sostegno del le !orze di prirna linea. ' ' D ispacc io telegrafico del C igolini spedi to la sera del 7 da Pavullo al S.C.Cì ( At ti S.C.G .. l'.493 del 1859). '• Nella notte elci 6 era st ato pure ordinato al soll. 8orghi cli ritirarsi coi suoi dragoni da M ontel1ori no a Sassuolo e poi ,1M odena.

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Il movimento di ritirala venne eseguito ordi natamente e senza molestie da parte del nemico. Partito con le tru ppe di Pavu llo la mattina del 7. il col. Forgh ieri giunse a Modena nella notte, insieme al le compagnie imper iali a vanzate d ue giorni prima a sostegno delle fo rze este nsi del Frignano. Dal canto suo la colonna C igo lini , che fungeva ormai da retroguardia, marciò per Barigazzo e Pav ullo sino a Montarcloncino lasciando dietro cli sé la via G iardini interrotta in p iù punti , per arri vare poi ne lla Capitale la sera clel l' 8. Anche le truppe de l Casoni vennero richiamate il 7 dal la Casina a Reggio, ove il tenente colonnel lo gi unse nel po meriggio. seguito poco più tardi dalla com pagnia d i retrog uardia partita eia Bagnolo. Nel lo stesso giorno il btg. "Gradi scaner" re trocesse eia Reggio a Modena, dopo a vere distrutto a Rubiera iJ pome del la ferrov ia per un'este nsione cli oltre 100 metri . Pure il 2° btg. ciel m agg. Melotti lascii'i in serata Reggio per rientrare ne lla Capitale. Sempre il 7 giug no il magg. G uid ugl i ricevette l'ordine di far tras portare per via fl uvia le a Borgoforte e quindi a Mantova tutto il materiale (meno i viveri e le m unizioni) clcpo~ilalu a Brescello, il cui presid io e ra stato nel frattempo portato ad oltre 1000 uo mini a seguito del concentramento ne lla piazzaforte dell'intero 4° battaglione cli Linea (24).

" Alle due compagnie del 4° btg. gi:1presenti nella piazzafone se ne aggiunse il 28 rnaggio una terza, parti la d,1Modena: a quanto risulta. fino a Reggio il viaggio fu compiuto per ferrnvia. t\10 11 è dato sapere quando giu nse a Rrcscello l'altra compagnia; al .1.6.59 iI presidio della fo1tczza risultava comunque cli 7 18 soldati di I ,inca (cioè un intero battaglione). 5 dragoni, 179 artiglieri e I59 pionieri. per un totale cli J06 I uomini (cfr. una "Situazione graduillc numerica" a firma Guidugli in i\lli S.C.G .. f.493 ciel 1859). Era pure presente a B1·cscello il magg. Luccarelli. cornandanlc del 4° battaglione. incw-icmo di sovrintendere al servizio cli guarnig ione.

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CAPITOLO XXIII Dall'evacuazione del Ducato all'armistizio di Villafranca. Le truppe estensi nel 1859 Non potendo più contare sull'appoggio clello Jablonskj, Francesco V decise di mettersi in marcia il 9 giugno con le sue truppe alla volta di Brescello, per asserragliarvisi e continuare la resistenza. La sera clell'8 giunse però la notizia che l'Imperatore Francesco Giuseppe, aderendo alle richieste pervenutegli eia Modena, consentiva a sospendere la partenza dei suoi, sicché il sovrano poté cambiare programma e rimanere nella Capitale. La situazione elci Ducato rima neva comunque critica, ed anche sul piano interno se ne avvertivano le conseguenze. li 9 giugno, ad esempio, una guardia cli polizia liberò i detenuti civili rinchius i nel carcere di Rubiera e fuggì con loro, dopo avere disarmato e ferito i veterani cli guardia all' ingresso ciel forte. Nella Mil izia poi, dove eia tempo ci si interrogava sul eia farsi in caso cli partenza del Duca. si registrò un' importante defezione. li comandante del J reggimento col. Calori avvisò infatti i I Saccozzi di essere intenzionato a riti rarsi in campagna e a rimettere il proprio ufficio nelle mani del più anziano capo battaglione. "Spiacemi solo", dichiarava l' ufficiale, ''che S.A.R. non avendo voluto disporre di me in alcun modo(...) non mi abbia (... ) esonerato regolarmente da questo carico" (I). Gli eventi in iziarono del resto a precipitare definitivamente già il 9.6.59. Quel giorno infatti Ja Duchessa reggente Luisa Maria abbandoni', Parma partendo alla volta di Mantova, dopo avere affidato ali ' An1,ianato della Capitale l'incarico cli fonmu·e una Commissione cli governo e avere dato il proprio nulla osta a che, in caso cli forza maggiore, le truppe fossero sciolte dal giuramento cli fedeltù. Nel primo pomeriggio la Commissione dichiarò in un proclama di assumere il potere in nome di Vittorio Emanuele II, al quale annuncio fecero seguito sanguinosi incidenti fra la popolazione e i soldati borbonici, che si ritirarono in Cittadella. Francesco V venne informato di quanto stava accadendo nel limitrofo Ducato da un telegramma direttogli nella stessa giornata elci 9 dal Casoni, che si trovava col suo battaglione a Reggio. Essendosi inoltre il IO appreso che nella notte le truppe borboniche avevano evacuar.o Parma, per cui il nemico poteva ormai avanzare attraverso il Parmense senza essere intercettato, il Duca si convinse che non gli era più in alcun modo possibi le ri manere a Modena tornando cl i conseguenza alla decisione di ritirarsi a Brescello, od anche a lvlantova se le avanguardie franco-sarde fossero state segnalate oltre l' Adda (2). Nella stessa giornata del IO giugno il gen. Wimpffen indirizz.èi del resto una lettera al sovrano, nella quale comunicava che si era deciso, date le circostanze, di ri tirare i presic!ii imperial i da Piacenza, Ancona e Bologna, e che lasciata quest' ultima località la bri gata del gen. Habermann doveva unirsi a quella dello Jablonsky per ripiegare insie me ad essa su Borgoforte e l'vtantova. Quanto alle truppe ducali, il Feldzeugmeister suggeri va di concentrarle a Brcscello per evitare che la testa cli ponte potesse cadere nelle mani ciel nuovo governo installatosi a Parma. dato anche che la localitù era stata prescelta quale possibile punto cli passaggio ciel Po per la guarnigione cli Piacenza, in ritirata lu ngo la riva clestxa del fiume. Riferiva infine il generale austriaco che ad ogni buon conto due battaglioni imperiali avevano già ricevuto ordine di portarsi a Brescello e a Guastalla (3).

' I .a lettera, non datata. è conser vata in An i S.C.G., f.493 del 1859. l'v1oslrando d i comprendere la situ,11.ione. il S.C.G. diede il proprio nulla osi.a al Calori , il quale 1'8.6.59 rimi se il comando al rnagg. rvl alaspina. Avendo pCt'altn.J lJUesl· ulLirno raggiunto pochi giorni dopo le I.ru ppe ducal i in ritirata. fu il m,1gg. C alli ad assurnere la responsabil ità ciel reggimento. 1

c rr. la 111i11u la. d i pug.11u dcJ D ut:a

t'

dalaLa 10.6.59. di un n1cssaggio indirizzato i.tllO Lio A re. [Vlass in,ilirnHJ in Ehcnz\vcycr

(Atti brigata estense, f.74 - Carte militari I 834/5')): c fr. inoltre la pari.e ini1.iale del proclama pubblicato 1· 11.6.59 in occasione della partenza del sovrano da rvlodena ((ìior11afr, dello Reu/e Ducale firigata Estense cit.. p.75. nota). " 13rescello sarà tenib ile''. scri veva Francesco V in una 111e11101·ia dei primi anni ' 50 (AS/VI o, 1\rch. austro-es tense cl i Vienna. p.VJ. f. 12). "finc hé la ri va opposta ciel Po l'esta in possesso degli l rnperiali cioè finché l' inimico non abbia valicato l'Adcla. Ove questo accadesse onde non essere presi alle spalle converrebbe evacuare Bresccllo e ritirnrsi ( ... ) sopra Mantova'·. ' La lellern ciel gen. W impffen trovasi in 1\tt i brigata estense. f.74 - Carte militari 1834/:'9. "Dell'evacuazione del Ponti ficio". si legge in una lettera cli Francesco V al De Vo lo datata VR 7 .7 .59 (ASf\fo. ,\rch. l'am. l:layarcl De Volo, cassetta 9ì I, ' ·seppi dopo aver deciso cli evacuare lvlodcna·'.

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Dal canto suo Francesco Giuseppe comunicò. sempre il I O, che rannata imperiale andava a riti rarsi dietro il Mincio. venendo a sua volta avvisato che il Ducn si apprestava a ripiegare l'indomani con i suoi su Brescell o. Ad i nformare le truppe dell'imminente marcia al Po si provvide con un ord ine del giorno. in cui il sovrano dichiarava di confidare pienamente nei soldati e manifestava l' intenzione di condividere con loro le sorti della campagna. per difendere i propri diritti "'contro l'indegna violenza d' uno srranicro conquistatore e dell a r ivolu 7.ione cli cui si fece capo'' (4) . A nche in rcla:lionc nlle preoccupa;;ioni man ifesLUle dal gen . vVimpffen, il D uca ordinò poi alla guarnigione di Reggio di muovere l' 11 direttamenle su Brescello. onde assicurare la forte7.7.a eia eventuali sorprese. Francesco V prese infine anche congedo dalla Milizia di Riserva e dalla Guardia Nobile, incaricando il S.C.G. e il comnnclo della Guardia di esprimere ai due Corp i In gratitud ine sovrana. A lle 5 d i matt ina dcli' 11.(J.59 lt.: truppe abbandonarono Modena, uscendo eia porta SanL'Agostino. A lla loro testa cavalcavn il Duca. scortato da un drappel lo di guardie nobi li ccl accompagnato dal gcn. Jablonsky, che aveva In. ciato nella Capitale ad mtcndere la brigata Habcrmann il solo battaglione del rgl. Gyu lai ment re gli altri marciava no insieme agli Estensi. La colonna ducale comprendeva Dragoni , A rtiglieria e Pion ieri. nonché il l 0 e 2" btg. cli Linea e alcuni mi liti cli Riservn: nonostante il do loroso momento il lllOrale dei soldati era alto. come appalesarono i canti "che incominciarono al Ponte A llo·· (5). A llo scopo di ··allontanare ogni e qualsiasi apparen7a cli prec ipitosa ritiraw·· (6), si era deciso per quel giorno di non proseguire oltre Carpi, ove le truppe giunsero verso le IO. un~ndosi al battaglione del rgr. " Peterwmdeiner'' che già presidiava la cillrt. Durante la sua permanenza in Carpi f-rancesco V clellèl al S.C.G. alcune istruzioni per il ten. col. Pctzl. che già si era portato a Brescello. stabi lendo che non si dovesse disarmare la forrczza se non quando fosse giunta notizia cena che il nemico aveva raggiunto Cremona o anche solo pnssato Acida ("cosa che siamo ben lonLano dal crederl o''), e che viceversa dovesse essere opposta la più energica resistt!n7.a alle for✓-:e che avan7.assero da Panna (7). l"urono inoltre emanate le disposizion i cli marcia per !"indomani. in base alle quali la truppa doveva mcllersi in movimento ali" alba con destinaLione G uasralla dopo avere ascoltato la M essa di Pentecoste. Lo Jablonsky decise invece cli trattenersi per qualche tempo ancora a Carpi dopo la parlell7a dei Modenes i, onde avere modo di sostenere se del caso i I gcn. Habermann, in procinto cli evac uare Bologna. La mattina ciel 12 giugno Francesco V si separò dai suoi per recnrsi a M antova a conferire col gcn. Wimpffen . mentre il col. Ferrari venne invialo innanzi alla colonna per predisporre viveri e alloggiamenti . Giunio di buonora a Guastalla. ove trovò come prcannuncinto dal comando austri aco un battaglione del rgl. Re cl' llannover, il Capo dello Stato maggiore ducale inviò un corriere a Brescello per informare i l magg. Guidugli elci movimenti delle truppe estensi cd avere ragguagli su lla situazione. Qualche tempo dopo il Ferrari apprendeva pcrahro da un ufficiale arrivato dalla foncaa che qucst·u1tima era staia sgomberata. e che le truppe si ritiravano verso Guastalla e Borgoforte. Di tali avvenimenti i l Ferrari si affrettò a melterc al co1Tente il gen. Saccozzi. suggerendogl i pure di nccelerarc la marcia su Guastalla giacché correva voce che il ponte che scavalcava i I Po a Borgoforte dovesse essere distrutto. A sua volta il Saccozzi. giunto nel frattempo a l\'ovcllara con la colonna parrita eia Carpi. informò di quanto era accad uto a Brescello i l gcn. Jablonsky. avvisandolo che contava di arrivare a Guastalla nel poinerigg io e che lù avrebbe aspetral'o ord ini . ·'È necessari o''. evidenziava il generale estense, '"aver sicuro i l passagg io a Borgo i"one e starò attendendo disposizioni'' (8). La colonna Saccozzi pervenne in effetti verso le 16 a Guastalla, ove trovò ad attenderla la fanteria estense ritirntasi da B rescello, vale a dire i cacciatori ciel Casoni ed il 4° di L inea (9). Tl PctLI, il Guidugli

r

Il testo dell"o.d.g. è riponato in Giomale della Reale Ducale llrigala Este11,e cii.. p.7-1. nota I. ' F V o· AIJSTRIA-ESTI-::. op. cii.. p.62. ' Giornale rl,•l/o Reale /)11('(/ /c Brigala f:.1·1(·11se cii .. p,73 ' Nota di Francesco V a l S.C.G. datala Carpi I 1.6.59 (A tti riserva ti S.C.G.- 1859. LVI IV 15). ' La mìnllla della leuera del Saernu:ì. datma Kovellara 12.6.59. trovasi in Alli hrìgata eslcn,e. f.37 - Protocollo ~cgrc10 1859/60. ·•A quan to , cmbra il ba11ag. lione aus11·i,1co ritiratosi da Brescello si unì invece a Cì11:1stalla all ';il tro bat tag lione imperiak. proseguendo i nsic me ad csso Ci no a Borgol'o rte . 1


ed altri artig lieri e pionieri avevano invece raggi unto direttamente Borgoforte, e qu ivi in essi si imbatté con sorpresa il Duca di ritorno eia Mantova. "Scesi dal legno, e mentre passavo il gran ponte( ... ) mi fec i spiegare l'enigma. Cosa senti ssi. cosa dicessi appena lo so ed è meglio di menticarsene·'. scrisse il sovrano ( I 0). assai contrariato per l' affrettato abbandono della piazzaforte. Proseguendo oltre Borgoforte Francesco V incontrèi poi un convoglio cli carriaggi, insieme al quale marciavano verso il Po " in colo nna poco ordinata'' i rnil iti cli Riserva ritiratisi col Casoni nonché alcuni pionieri e fanti ciel 4 ° battaglione, che s ubito fu ro no fatt i retrocedere a Guasta lla. La sera del 12 la rnaggior parte delle truppe ducali era riunita nella cittadina e si apprestava a trascorrervi la notte, rnentre pattuglie. picchetti e avarnposti vigilavano contro poss ibi li sorprese. Nel frattempo gli Austriaci dello .Jablonsky si erano posti a bi vacco nei pressi cli !\fogli a. Occorre a questo punto chiarire cosa rosse accaduto a Brescello. Ancora l' 8 giugno il magg. Guiclugli, comandante della piazzaforte, si dilu ngava col S.C.G. sui risultati di nuovi espcrirnenti fatti col vapore "Verona", ma già il 10 l'ufficiale si trovò a dovere affrontare una prima emergenza. Intorno alle 4.30 antimeridiane gli venne infatti recapitata una lettera ciel generale parrnense Antonio Crotti, con cui quest' ultimo comunicava cli avere a seguito degli ul timi avvenimenti abbandonato Parma insieme alle truppe, di trovarsi a poca distanza dalla fortezza con un drappello di guide a cavallo, 12 compagnie cli fanteria e 1O pezzi d' artiglieria, e di essere intenzionato a porsi, unitamente ai suoi, "sotto gli auspici di S.A.R. il Duca d i lVlodena qual Principe alleato e congiunto della Duchessa" Lu isa Maria (l 1). Un paio d' ore più tardi la colonna arri vèi effettivamente a Brescello. arrestandosi. secondo le indicazioni ciel Guiclugli, al limite della spianata antistante la piazzafo1te, ove i soldati furono rifocillati. Il Crotti, quasi settantenne, venne invece accolto nella fortezza, dove aveva dornanclato cli entrare "per ri posarsi alquanto avendone estremo bisogno" ( 12) . Qualche ternpo dopo g iunsero per telegrafo istruzioni da Modena, in base al le quali la tru ppa parmense doveva proseguire per Gual Lieri . eia dove il comandante borbonico avrebbe dovuto forn ire chiarimenti scritti sulle intenzioni sue e dei suoi. I Parmensi si incamminarono così per Gualtieri , ove gi unsero ne l pomeriggio. ln serata poi gli uffic iali tennero consigl io, e f u deciso cli sciogliere l'indomani le truppe dal g iuramento, come autorizzato dalla reggente e secondo i I volere della maggioranza dei soldati. Informato cli tali cleterminaz.ioni dal comandante del la brigata parmense cli fa nteri a ten. col. Perini, Francesco V scrisse eia Carpi all' ufficiale dichiarando di non trovare disonorevole la riso luz ione presa, benché a parere dell' Estense i Parmensi meglio avrebbero fatto a rimanere sorto le arm i •'finchè ( ... ) la Duchessa(... ) si rosse nuovamente pronunziata'', se non addi rittura a continuare in ogni caso a battersi "contro i nemici ciel proprio Sovrano" ( 13). E poiché il Perin i aveva ri ferito che g li Austriaci avevano offerto alla truppa "cli lasciarla entrare tarnburro bartcntc ed a band iera spiegata in Mantova'· ( 14) per depositarvi le arm i, e che i soldati erano però contrari per paura cli non essere più lasciati anelare, il Duca si dichi arò pronto a rendersi persona lmente garante ciel fatto che nessuno sarebbe stato trattenuto contro il suo volere dal governo imperiale, consigliando di accogliere la proposta. Il sovrano riteneva in realtà che la fine dell'esercito borbonico, se sancita a Mantova anziché sotto gli occhi dei suoi uomini, meno avrebbe infl uenzato il morale cli questi ultimi. Tuttavia a Gualtieri non si tenne conto elci suggerimenti cli Francesco V, sicché Ja mattina del!' Il .6.59, nell'odierna piazza 13enrivoglio, le truppe parmensi vennero formalmente sciolte dal g iu ramento cli fedeltà e consegnarono le armi. Esse vennero poi manciate sorto scorta a Mantova insieme alle bandiere, mentre i soldati fecero ritorno alle loro case, salvo una quarantina che domandarono ed ottennero di prendere servizio nclr esercito estense ( I 5).

'" F. V IYAUST l~IA-ESTE. op . cii .. p.6 8 . " Tclcgram rna del Cìuiclug li al S.C.G. datalo lìrcsce llo 10.6.59 (Atti r iserv;1ti S.C.Cì.- I 859. f. VIII/I 5). L ,1 lcncra ciel Crotti

è 1·ipo1·IaIa in Giorno/e de//{! /fra/e Durn/e lJriio1a Esrense cit .. p.7 I. n. l . " Rapporlo del e.do del la piaL.Lafon e

al

S.C.G. datalo Brescello 10.6.59 (A ni riservati S.C.Cì.- I 859. f .\/111/ I 5).

" :Vlinut;1d i pIIgno di Francesco V cl i lellera non dalala ma 1·ilh ibile ali' 11 giugno. avcnle con ogni ev iclcnzn pcr destinatario il Per·ini (i\lti brigata esIense. L74 - Carte 111ilita1·i 1834159).

" !/Jide111 . ,; Undici sottufficiali, tre musicant i e venti comu ni ven nero arrn nessi con disposi zione dcl S.C:.Cì . eia Mantova del 16.6.59: una supplica cl i altri otto uo mini ru po i rescritta fa vorevolmen te da Francesco V i l 19 giugno.

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Fig. 7 l Il Feldze11g111eister Fran/. \Vi1npffen, cornandantc della I' annata austriaca

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NOI FRANCESCO V. DUCA DI MODENA REGGIO, MIRANDOLA, MASSA, CARRARA, GUASTALLA naorCA D' A[STII.\. Plf:'tCll"E IEALK o· U~GHEIIIA B DI BOEIII.\ a11a. aal!.

••11.

A,

~ilo òrll' ont1>'1ta i l n ~ di un.a ponh>t dfi ,"ioMri ~li ptt P"™' dt-lla S . ~ . c h e ~ did>iorala • inollrt di ttrila,.. pN'ildaA>COl<' • ri,Ql1.o i singoli po,esi, Loi&LOcbè r i ~

11,iolo cli ~ <Olllro dì l'lol DOD in!Mcia prhi ,ti lruppé rtgo1ari:

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Di frODle alla lllinatda ~nnile pct' perle dt-lla Fnrn,,o, ~ allt-ata ol Pimxln!t b.o gili oondoUo on nmne,,_ d' Aricafa nr lb li111ilrola T- .na, e spini, oohhlli !on,- ""' ro.,llne ,che inl(1'0<NDO O!ll'i giorno e r.ooo ptt-Ooo ..,.... mie Ml !'I-Ostro S1a10 colla mln e, ldtnlc d ' in.·adot:rlo quonlo prim•: lo pl"!'M'ou finalmtnlc •&Il nrmimrnll a<nduU ~I lirnilrolo :italo l'arn>tu"", ('/,.. st"IIJPf't' péù c..-;1;1ano per q~llt Jllll'ÙI J' invasione nrmka; e per n<I«> ttporrc I Noolri Sudditi ai n1Jtli in..,,.parabili da uno dir.-.. in q,k'Slo n>0<1>M>lo probobilmc,>ie mrn,u-, Cl . . - "'=tt<ml,all tlll ~ • q,,,e4a C,pitai.. , _ !l1'Wft porte .....,. """""' -.... ,.,.,.,... Pt, uon lasciare pero li p,w,IC llellll G-Ovmio, e ~ I' Amn,lni....trub,c pobtlliea proot,.da collo dovuta regolarità , ('()O'f)O

~iomo qu•nlo

"'li"'' So..!,.,

I. E islilulla uno R"fgrnto, rhe dunnlc la Noo4n a~r.n go•·=w-ri n "'""" c o o ~ i'ioè a tale oggttto I _ . . .. ,; pòlm. e dalla qu.ak di~nno W' AlllO<'ÌIÌI lull<' 6'-llo Suto. 2. Quest• vrrri <Olllpolla dd Coolr LUGI GI.\COB.\ZZI :\oolro lllinl<lto d<-11' lnu-mo in qW>liU. dl ~ 4 e , e ne uram,o llffl,t,.,;

Il Cootc GIO\IA!'ilil GAUANt <.:oosigl~ O("! llinutrro ~li .\Jfari ~ Il Cavoli,n,. Oolt. Glt 'Sf.PPE COPPI Coo.sullON' d;-1 Wini<l~m <li ll<>00 f,<1,en,o. Il Coole lll!:Tl<O GMi DINI ln~l<' ~MMllt d(>i Orni C•m<-nli pm;ao il llin~ ddle fioam:io. Il UoH. T'OIIIIASO B()IISARI Coosit,li('N nrl Supn-roo Tribun•k- di R,~ i r,arranno i rispdii,i Dìcasleri rui rhuaDffl<loo, ~rupon.,...amen~ -.rati I Wìnbtri. S. A tuldare , lcman,iormrnle la publJlin e prh•la >irurtz:U . EMI vit!w, al>C'be auloriuala . o•·r lo ritoop oppo,<01>0, " e,ur,, in ,·ista d,lt., alluall <ir<olla111r, un,o Guardia l'rt.n.a I• qual-, 111 romporrà lndis!inlame,11(, di Lui.ti i copi di .,_. " i-cJrool di 1..-goz:lo dal i~ al ~O •~ni , e r~ doni dip,:od,ett iuuDodiota,-,1<: eia! Coruandan~ lllilitu\, do Noi ~ l o

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nella p,notY del llav;glo,e Sbaz:ao.l. i. Qu&ado i. pr=n.r.a drl ncmiro od • Ure cil"C'OOlanu di loru ~ impediw'ro alla R ~ dJ (uiulonare, ,_. tlom adoglkni pre, .. eo.m.ate pl'OIO!la ~Ila patita ViolN>lll, la8daodo ~I U&Urpatoo o ribelli la l'e!f>OOSllbilit.ii del loro operalo. l'iell' ..,,..umJare Ot,tN'tllin&riooc a luUi i 11()1(,i S<addili, e ~ ~ ~ COC1f1Cèo M.i mokl 4i ,al rhe Cl aon,o e ,·..,U.mo <'l"N!rre Cl ratenooo ~ I udw, nelle pmpctle, a rol la divina Provviden.r.a Ci ~ mcliamo p,rl M 1'eN,- 6'il~ e 41 NootN> ••rrc ,Al 41d,.lon,e On .i· on nolli 101.ti gli aui, ordini e d ~ I d>e pc,-IN&tft , _ . _ • 'P'"-'I• GoYeno doe <t-1 iJ '-'&bilille, • ml.amiamo ~ b i l i ln<:be io ru1oro l..ul I s..Mòtl ri:e r i i ~ a . I . - { . ~ o eom~ tll IUJ llqall o l..hl I No.ri &riUI e qedli 41 Noaln l'IIJIUl!lle, e eaoi ,Al q,w-gll .W d,,e • ~ • lcito ~ - . . I frJOdi N<»1ri S....11.

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FRANCESCO Fig. 72 Proclama ducale 11 g iugno 1859 istitutivo della Rcggen1.a incaricata di governare gli Stati estensi durante l'assenza del sovrano (Archivio di SIUIO di Modena)

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'.'lei frattempo. alle 2 ami meridiane erano giunre a Brescel lo due compagnie ciel rgt. Re c1· Hannover. recando l'annuncio che il resto del ballaglione cu i appartenevano sarebbe di lì a poco arri vato esso pure ( 16). U n'ora più Lardi entrò a sua volta nel la fortezza il ten. col. Petzl, che diede notizi a cli avere avuto ordine dal gen. Jablonsky cli iniz.iare il disarmo del la piazzaforte, sal vando quanto più si poteva e distruggendo i I resto ( 17). Informato del fatto che gl i Austriaci stavano invi anelo rin forLi. il Petzl rimase sconcenato: tuttavia diede disposizione che si procedesse a dare esecuzi one alle istruzioni ricevute. I so ldati della guarnigione misero così mano ai lavori dì disarmo e caricamento del materiale su barche, aiutnli più tardi dai cacciatori del Casoni. giunti a Brcscello dopo avere evacuato Reggio. L a not izia che il giorno precedente era stata sgomberata precipitosamente la grande piazzaforte cli Piacenza. recata da un ufficiale austriaco di passaggio. parve del resto conrermare che i l Petzl non sbaglia va est!guendo le disposizioni dello Jablonsky. Scnonchè, giunte intorno alle 13 nella l"ortezza "col tamburo battente e coll a Banciicru'' le altre compagnie imper·iali . il 11iaggiun; che le comandava informò che gli ordini di Wimpffen erano ' •di dilTendcrc ostinatamente Brescello'·. cd insistcuc perché tulio fosse ' •rimesso al suo posto per la difesa" ( 18). Pur perplesso, i l PctLI decise di adeguarsi a quanto gli veni va richiesto. sicché il disarmo ru sospeso e i materiali gitt imbarcati vennero scaricati . Intorno alla piazzaforte furono poi col locati di versi avamposti. a guarn i1·e i qual i vt!nnero destinate due compagnie austriache e due cli cacciatori estensi. elle prime ore del manino del 12 giugno Francesco V -cui a quanto sembra il ten. col. Petzl non aveva inviato alcun rapporto- ricevette a Carpi u11 dispaccio del gen. Wimpffen, nel quale ~i invitava il D uca a sceg liere se chiudersi coi suoi a Brescello ovvero evacuare la fortezza. Poiché peraltro tale in vito non era accompagnato da elementi che consentissero di decidere fondatamente in un senso o nell' altro, il sovrano risolse di recarsi a Mantova per incontrare il generale austriaco. Prima di partire Francesco V scrisse comunque al Petzl , aggiornando le istruzioni predisposte il giorno precedente. che non pare fossero srate in concreto diramate ( 19) . I l Duca voleva che fossero posti in salvo i materi al i custoditi nel la piazzal"orte, cominciando eia quel li meno necessari al la difesa. anche perché si doveva fare resisteI12a contro gli eventuali artacchi portati dalla destra del Po: quando tuttavia -e solo quando- --constasse che l'inimico fosse gitt padrone di Casalmaggiore''. sulla sini stra del fiume. Brescello doveva essere sgomberala senza ritardo. '·salvando ciò che si poteva e rovinando il resto" (20). Francesco V era perulrro in ritardo sugli avvenimenti . Infatti. mentre il sovrano eiettava le proprie disposizioni. a Brescello ci si preparava ad evacuare la fortezza. '·Sentii... scrisse il magg. Guidugli, --suonare a raccolta, erano circa le 6 ani.e; mi portai a vedere che fosse. e seppi esser giunI 0 l 'ordine di subito partire rufli per M antova, e già tal ordi ne divulgatosi. si vedeva no( ... ) i solclati correre quà e lìt ( ... ) per disporsi alla partenza'· (2 1). Non meno stupito per quanto stava accadendo, il ten. col. Petzl si ree<> a chiedere spiegazioni dal comandante imperiale. che gli comunicò di avere ricevuto un ordine in base al quale doveva e sere --sciolta la di fesa di Brescello'', e gli Au. triaci --col 3zo B attaglione della Linea Estense·· dovevano " tosto ( ... ) marc iare ( ... ) per la via di Guastal la''. l'ermo restando che al ln co lonna potevano "aggiungersi ( ... ) le altre truppe Estensi'' (22). I n effetti i l Pet.d trovò il Casoni "già al la resta del suo Battagl ione ( ... ) schierato nella Via capiralc cli Rrescello dirimpetto alla Casserma. e

'" Come si ~ detto. un al tro hnttaglio11e tk l rgt. Re c1·1-lannover era stato inv iato u presidiar<" (ìuastalla. - I n una rcla,ione a rrancc,co V su quanro accaduto a Brcsccllo nei giorni 11. 12 e 13 giugno 1859 (ASMo. Arch. fam. Bayanl Dc Volo. cassett a 97) il f>etzl affen11a di avere trovaro ··~orpn::ndcn1e·· r ordine dello .lahlonsky. ben conoscendo che

I' i111en1.ionc del Duca cr,1q uella di di fendere energica mente la fo rtezza. " Relazione cl i cui alla noia precedcnl..:. " Delle iqru,doni per il Pct1.I deltatc cl.il Duca al S.C.G. r 11.6.59 non fanno mcrwione né la rcla,.ionc dclruffìciale cli cui alla nota 17. né rt'samc fattone dal ,ovmno in un promemoria datalo Vie nna 20. 11.59 ( ASMo, A rch. fa 111. Bayard Dc Volo. cassetta 97). n.5 le 1\lfe11wrie di quanto di.,·1wsi, 1·irli !'d udii cit.: sia il prome11101·ia che le M e11111rÌI' (pp.6'.\-64) ~i sofferm ano in vece sulle disposizioni dd 12. · ' Promernorfo ducale del '.W.1 1.59 di cui ;illa nota precedente. " ;vlcrnoria ù.:I Guidugli a Francesco V ~ugli avvenimen ti di Brc~ccllo ùarata Cerca I 0. 11.59 (i\SMo. An:h. fam. Bayarù Dc Vo lo. cassc11;1 97). ,. Rei. Petzl d i cui alla

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1I0Ia 17.


pronto pe r marc iare'·; ecl anch e i I comandante ciel vapore, fatto •'far f'u oco alle caldaje ( ... ) si disponeva a lla partenza'· (23). A questo punto l' ufficiale ritenne di non potere rare altro che dare ordine cli caricare sul la nave tutto il materiale che s i poteva e rendere inservibi le q uan t'altro fosse possi bi le distruggere ne l poco tempo che rimaneva. Furo no così imbarcati alcuni pezzi, nonché munizioni e polvere; d iversi battelli c he s i trovavano nel porto fmono inoltre agganciati al vapore per essere trainati. Altri cannoni vennero invece inchiodali e vari natanti affondati, "giacchè il Corn anclante ciel Piroscafo aveva dichiarato che non poteva rispondere dell'es ito, se fossero stati p resi altri galleggianti. o se si fosse caricato ulleriorrnente" (24). La piazzaforte era stata già eia qualche ora evacuata d al grosso delle tru ppe q uando, verso le 11 ciel mattino, la nave salpò, dopo avere preso a bordo g li ultimi soldati, e c ioè circa duecento fra pionie ri, artig lieri e fanti di L inea lasciati di g uardia alle batterie cli Viaclana. Ins ieme ai batte lli che aveva a rimorchio il vapore discese il Po sino a Borgoforte, dove vennero gettate le a ncore . Fu qui che, come s i è de llo, il Duca cli ritorno da Mantova incontrò i suoi ed apprese dello sgombero della fortezza (25). Il Pe tzl ricevette al lo ra l'ordine cli tornare col piroscafo a Brescello per con tinuare il disarmo, sicché intorno alle 2 antimeridi a ne del 13 gi ugno il tenente colonnello era cli nuovo a Viaclana, ove ven ne intrap reso l'imbarco elci pesanti peni di quelle batterie . Qualche tempo dopo il magg. G uiclugli con u n paio d ' a ltri ufficiali e un pugno d i pionieri attraversò il Po e s i portò a Brcsccllo, ove tro vèi che la Mil iz ia d i Rise rva era stata disarmata. Subito fu ordinata la riconsegna delle armi, mentre sul la torre nr. 3 veni va cli nuovo innalzata la band iera estense. Accompagnato da alc un i d ragoni, intorno a lle 9 g iunse poi in paese il col. Ferrari , incaricato dal Duca cli sovrintendere al definitivo sgombero del la piazzaforte. Accosta tosi il vapo re alla spond a brescel lese, si pose in effetti mano alle operazioni, che conse ntirono d i salvare '·sorprende nte quantità cli materiale di rilevante prezzo", mentre p attug lie di cacciatori d istaccate da un p lotone nel frattempo arrivato sorvegliavano le strade di Pov ig lio e cli Sorbolo. Dopo varie ore cli lavoro il Ferrari ripartì per G uastalla, e verso le 17 anche il piroscafo salpò le ancore con a traino a ltre barche stracariche di materiali. li Guidugli e i cacc iatori rientrarono invece a G uastalla per v ia cli te rra, e solo riniasero a Brescello alcuni d ragoni "fi no al l'ora cli nor.te senza mostrare indizio cli partenza'' (26); dopo cli che, secondo g li o rdini ricevuti, anch 'essi lasciarono il paese. In attesa che veni sse completato il disarmo di Bresce llo. il Duca col grosso clellc truppe si trallenne per tutto il g iorno I 3 a Guastall a, inviando pattugl ie a li ' intorno per avere no ti zie ciel ie colonne Jablo nsky e d Haberrnann. Da esse si ap prese che lo Jablo nsky si e ra avviato da Mogl ia verso il Po, e c he a Novellara nulla si sapeva del gen. Haberrnann, sicché s i poté arguire che a nch 'egli stava tenendo la via di i\.foglia . Essendo in ogni caso gl i Austriaci ormai prossi mi a sgomberare del tutto la riva destra del Po, ed essendo staio anzi confermato dal gen. Wimpffen c he a breve si sarebbe ini ziato a demolire i I po nte di Borgoforte, Francesco V ordinò in serata che le truppe s i tenessero pronte a lasciare G uastalla nel le prime ore del s uccessivo giorno 14 . Intorno a lle 5 g li Estensi s i rnisero in effetti in movimento verso Luzza ra, g iungendo a metà mattina a Borgoforte. li passagg io ciel Po, ebbe ad an notare Francesco V, '•fu scrio, come si co nveniva. Si anelava indietro, quindi ogni d imostraz ione cli gioia sarebbe s tata quasi sconveniente" (27). Dopo q ua lche ora di sosta , lasciata una mena batteria a raffo rrnre le difese di

'·' Ibidem. '' .\'lemor ia Guiclug l i d i cui alla nota 2 1. " Nel promemor ia del 20.11.59 e nel le Ml'nwrle di quanto disposi. ,,/di ed udii cii. ( pp.6.'i -66) 1-rnncesco V giudica piullosto severarnente il f'etzl e i l Casoni per il co mpon an1c nro tenuto il 12 giugno, non esenta ndo da cr i ti che neppure il Cìuidugli. (Jud lo che il D uca ri1n provc rava ai suo i u fficiali non era ta nt o d i avere :·;go1nberato I3 rc~;cell o (giacché dopo avere ~enll to

a IV1anlova il gen. \Vimpffen il sov rano si era reso conto che l'evacu azione dell a piazzafor·tc era inevi tabi le). bensì di avere proceduto in rnoclo precipitoso e con ,Jbhandono cl i molto materiale. ·'Mancarono dunque·', conc ludeva il D uca (promemoria 20. I I .'i9), ·'della dovuta esa ttezza agli ordini. e dell a dovu ta calma e fermezza sì il Tcn. Col. Petzl che il Tcn. Col. Casoni. e quanto al l\-1aggi or G uiclug li mancò se 110 11 al tro nel non aver dichiaral o per iscritto ( ... ) che corne interi ore di r·:111go ubbidi v.1 ( ...) ma che non poteva fare a meno di non ri conoscere non giusti ficato lo sgornbramcnto ( ... ) sulla sol a com unicazione del Maggi ore ùel Regg. H annovcr'·. ,,, Memoria G uidugli di cu i alla nota 2 1.

" F. V D'AUSTRl ,\-F.STE. op. cii., p.72. 25 1


F ig. 73 Vassoio rnn s ccn:1 ~aliric;1 - 1859 (/ll/11.\/'0 Cii-irn del Ri,\/J1g i111e1110. Modena)

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Borgoforte, le truppe d ucali ripresero la marcia, arrivando in serata a :V1antova accolte " con cord ial i evviva" da i soldati che presidiavano la cillà (28). Una Situazione della Forza datata Mantova 14 .6.59 (29) ci mostra, seppur parzialme nte, la consistenza delle truppe ritiratesi dal D ucato: 6 uffic iali (compreso il gen. Saccozzi) addetti a l S.C.G ., 9 all'Amministraz ione, 20 al segui to: e poi 15 uffic iali e soldati del Corpo Trabanti, 469 del Corpo Dragoni , 379 clelrArtiglie ria, 2486 del Reggimento di Linea e 28 mil it i cli Riserva, per un tota le di 3397 uomini, con 6 canno ni, 2 obici e 232 cavalli. A tal i for1e occorre aggiungere le guardie nobil i partite col Duca, più di cento a ltri militi, un paio di centinaia cli pionieri e i pezzi d'artiglie ria tolti da Rrescello. "D iversi im piegati inoltre c cl altre persone affezionate seguirono in Mantova la colonna" (30). Nel prendere congedo dai propri sudd iti con proclama dell' 11 gi ugno Francesco V aveva affidato il governo a una Regge11,1.a, pn~ta sotto la presidenza ciel Min istro dell' Interno conte G iacobazzi e formata dai conti Galvani e Gandini nonché dai giureconsulti Coppi e Borsari. Ad assistere la Reggen1a per la parte mi litare il Duca aveva destinato il comandante dei Veterani magg. Sta117,ani , ma tale scelta non si rivelò felice. "In tutta confidenza'', scrisse il G iacobazzi al sovrano ormai a Carpi, ''le d irò che iJ Maggiore Stanzani sia per spavento sia per a ltro motivo è uomo su cui nulla si può calcolare. Docilissimo cli buona volontà, ma una nullità perfetta" (31). ln rea ltà lo Stanzani, come ebbe egli stesso a evidenziare in una lettera indirizzata pochi giorni dopo la caduta ciel governo estense a certo magg. G .B. ferrari (32), non aveva alcu na intenzione cli assume rsi effellivamente le responsabilil~1 affidategli, tanto che già la mattina del!' 11 incaricò verbal mente cli comandare in sua vece la C ittadella il cap. Camuncol i, cadendo successivame nte "ammalato" (33). Le truppe regolari lasciare da l D uca a sostegno della Reggenza erano del resto numericamente esigue e qua litativamente scadenti. Si trattava in primo luogo de i 120 soldati anz ia ni ed inabili del Corpo Veterani, c he fra l'altro non si trovavano neppure tutti a Modena, continuando alcuni cli essi ad essere distaccati presso le carceri di Rubiera e presso le Delegaz ioni cli polizia. /\i veterani si aggiungevano poche decine d i mi litari degli altri Corpi, lasciati indietro perc hé fi sicameme inidone i acl affronta re le fatiche cli una c ampagna e in parte forse a nche perché malfidi (34). Questa sorta di deposito contava 14 trabanti, 10 dragoni , 5 artiglieri, 5 sottufficiali dello Stato minore de i Pionieri (incarica ti cli c ustodire la caserma ciel Corpo) e 46 fanti cli Linea. Tra ammalati, carcerati e distaccati fuori dalla Capitale un q uarto circa degli uomin i era di fallo indisponibile (35). A gestire amministrativame nte le forze a d isposiz ione della Reggenza dovevano provvedere gli ufficiali e gl i impiegati rimasti a ll 'Economato, sotto la direz ione del Capo ragionato cap. Tavani. Le funz i.on i di coma ndante cli Piazza e rano affidate al magg. Capponi, mentre presso la chiesa di C ittade lla con-

" fbide111. Solarnenle dopo una settirnana la meaa batteria fu richiamata a \fantova. ove giunse i l 2 I giugno.

''' In i\ 11.i brigala estense. f.74 - Carte mil itari 1834/59 . ''' Ciuma/e della Reale Durn/e l:Jriguw E.srcnse cii.. pp.79-80. È da ri tenere che fra costoro vi lù ssero i civili rif ugiatisi a Modena clal l'Ollrappennino (piL1 cli 40 al 3 1.5.59), nonché i diversi altri borghesi che. ri tenendosi compro messi. verso la fi ne d i maggio ,1vcva 110 chiesto al Duca cl i potere partire insie111c alle tru ppe. Il Ciomu/e (p.79) attribuisce ai v,iri Corpi estensi una forza lcggc r111rnte diver sa da quel la indicata nel clocu111c nro d i cui alla nota precedente, dando un totale di 3623 uomini e 229 cavall i seni.a coniare ·'gli uffic iali dello Sraro l'vlaggiorc C.ìcnerale (.. .) del I' A 1n rni nistrnzione mil itare e dell' A ucli1ora10. alcuni delle pia1.1.e ecl altri(. .. ) delle milizie cl i riserva. non che il Comandante. gli ufficiali e 12 sort" ufficiali e com uni ciel R. Corpo Trabanti'' . '' I.a lellera. cieli' 11.6.59. trovas i in ASMo. Arch. fa rn. Bayard De Vo lo. cassetta 97. '' L, lcl lr, r:i '"rn d:11rirn nrn prntocolla1a il 16.6.59. è co nservata in ASMo. A rch. Provincie Modenesi. Dele_~. A rmi . f.19

b.l. '·' ''Si annunzia''. si legge in un prospetto della l'o rza rimasta a rvlodena dal!" 11 al 16 g iugno 1859 (cons. ibide111). "che continua ad essere ammalato a casa propria il sig. rvtagg iore Stanzani". Il I 8.6.59 l'ufficia le chiese di essere passato a pensione. -' ' In una lencra al Saccon.i del 22.5.59 (Atti riser val i S.C.G.- 1859. f.V lll/ I 5) il Duca ipotiu.ava in effetti d i lasciare a l'vloclena no n so lo ••in,1bi li e seminabili"'. ma anc· he ··1uuo il meno fidato per liberannene in un 50 1colpo e non avere dei traditori con noi"'. ;' Ci'r. AS'vlo. Ruo lo delle sussistenze ai Verern ni. reg. 20 16 ( 1859).

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ri nuava a prestare la propria opera il Cappellano principale delle truppe don Cesare Cavedon i (36). U n impiegato aveva in consegna i locali del S.C.G.; ·'gli l srrumenri Geodetici di qualche ri lievo, le piLt importan ti macc.;hine Li tografiche. la M appa .\'1i li ta re del lo Stato. alcune Carte Gcograf"i chc. Topograf iche'·. ccc. si trovavano i nfine in deposito presso l' Università. Per maggiore tutela cieli" ordine e della sicurezza pubblici, co l suo proc lama cicli' 11 giugno il Duca aveva uuto1·izzato la Reggen7.a ad affiancare alle poche truppe regolari una Guardia Urbana. eia formare coi capi di casa e padroni di negozio dai 25 ai 50 ann i. l n effetti la ReggenL.a invitò suhito le Municipalità acl organizzare la Guardia. ponendo a capo di quella di M odena il magg. Francesco Ricci. Nella Capi tale tuttavia i ruoli apeni a palazzo comunale rimasero desolatamente vuoti. anche perché circolavano '' viglietti anon imi"' che incitavano ·'i C ittadini a non a cri versi a tale mi l izia. rna a formare la guardia Nazionale'. (37). L lirbana non poté essere costituita neppure a Reggio. giacché anche colà pochissimi f"11rono coloro c he si presentarono per arruolarvisi (38), mentre a Pavullo il Comune rite11 11e supçrfluo attivarsi per la formazione del la G uardia " riscontrandosi ( ... ) convenientemente tutelata la pubblica sicurezza"' da un plotone di mi liti di Riserva chiamato in servizio all 'atto della ritirata delle truppe dal Frignano (39). Pavullo non era stato del resto i I solo centro della montagna a porre sotto le armi picchetti di M il izia. e dopo la partenza dei drngoni ru in effetti quest'ultima a puntd lare l 'aurorità della Reggenza nelle località peri t'c riche del Ducato. Un ufficiale e 40 uomini vennero ad esempio riuniti 1· 11 giugno a M irandola per a sicurarc i l manten imento dell 'ordine in città, ed altre squadre di IO militi furono inviare a surrogare la gendarmeria a Cavezzo, Mortizzuolo. S. Si lvestro e Tramusch io. Nella stessa Capitale vennero concentrati un paio di centinaia di militi. conformemente a quanto stabi lito già 1" 8 giugno eia Francesco V. che aveva destinato un· ugual forL.a per Reggio. Ciò che peraltro consenti va veramente all a Reggenza di sost'cnersi era il battaglione ciel rgt. Gyulai che il g.en. Jablonsky aveva lasci ato a Modena. Il primo acl esserne consapevole era i I conte G iacobazzi. il quale riferendo I" 11 gi ugno al Duca che la Capitale era ''tranqui ll issi ma·· sottolineava che la quiete era dovuta ·•sicuramenre ( ... ) al la presen7.a degli A ustriaci·· (40) . che comunque a detta cie l Setti si comportavano "con grande moderazione'' (4 1) . Anche a Regg io la giornata cieli ' 11 trascorse senza disordini . benché partendo i l Casoni non vi avesse lascialO che cinque cacciatori al la Gran guardia della Piazza. sicché il poclest~1 Ritorni aveva dovuto fare ricorso ai finanzieri per guarni re le porte della cill~l, dalla quale si era allontanato anch0 i l Delegato governativo. Crescendo tullavia la tensione. in serata la Municipalità rassegnò le dimissioni. respinte peral tro dalla Reggenza. Podestà e conservatori si riuni rono allora il 12 in seduta permanente per cercare di fron teggi are in qualche modo In situazi one, ma nel pomeriggio furono costretli eia un tumu lto popolare ad abbandonare la residenza comunale. Al loro posto si insedi ò una Comm issione governativa. d1c proclarnè) la sovranità cli Vittorio Emanuele. dispose i l disarmo della Mi lizia e fece innalzare il tricolore sul forte Ferdinando Vittorio.

"" Caduto il gon:rno es1ensc ,ia il Ta,·ani che il MIO collega addc110 alla Co111putis1eria cap. Me<lici furono ··arrestati e tenuti in pr igione sen7a titolo·•, mcmre don Cnvcdo ni ··I·u scacc iato dandogli un ora cl i Ic Inpo a sloggiare·· (pro memoria sul le illegalità commesse dopo l,1 fine della Reggenza. non datato né l"irn1a to nw d i pugno d i f"'rancesco V. in A SMo. A rch. fo 1n. 11ayard l)c Volo. ca~se11a 97). op. cii.. voi.I V (1859). § 198. Secondo M. A. PAREJ\TI (f)ioriu d f'II<' c ose a(_'('{11/111e in Mru/('11a da l giugno I 85() q11m1do il 0111·0 ahliw1do11rì la cill<Ì sino al .1·,, 11e1nbr e del I N60 q11w1do/i1 11e1d111a ogni S/}('rw,~a cl!•/ r i 111rn11 del r/11rn stesso - BEl\ ilo. 111,s. Sorbclli -B I ). ad arruolarsi nella Guardia Urbana si r rc,ellll> un solo modenese. .,. Cfr. /\. l3ALLl::"ITI, 011. cit.. p.729: U. DAL LARI. // 1859 i11 2 Ducali del/Emilia (Negfiio e Cì11as1al/aJ. Rre~in 19 1 I. p.I 6: nonché i b1·ani dcila crn11ac;I manoscriua di don A . Ca11111ra ni pubblicati nel s11pplc111enlo dc «il Resto ciel Car lino» ciel

" A. SETfl .

13.6. 1959. ,., :Vlcmoria mano,critta di Carlo Dimmcro ,u qum1I0 accaduto a Pavullo dopo la rilirata delle truppe eslensi. datata Pavullo 12.9. 1860 e consl· rvata in

81::::Vlo. Raccolta Sacconi. ca,sella 92C. Secondo Iale docu111cnto. i 111ili Ii chiamati in

serv izio ru rono 30. cl i c ui 20 a f'a vul lo e I O a L 1111a: essi vc nncrn allog.gi.iti nei quarIic1·i '·poco pri ma evv.icu,lti dai R~,ili Dragoni ... ,., Lc11cra d i cui alla nota 31.

"A. St::TTI.

254

Of!.

cii .. vo i.I V ( 1859).

* 198.


A Jv1odena invece l'ordine non fu turbato neppure il 12 giugno, anche perché verso mezzogiorno al battaglio ne ung herese che pre sidiava la città s i uniro no le truppe cie l gcn. H abermann, ritiratesi da Bologna. Il mattino successivo pe raltro rutti g li Austriaci lasc iarono la Capita le, abbandonando così la Reggenza a l suo destino. Ben presto la c itrà fu in su bbuglio, e intorno a lle IO, di fronte ''ad una fro tta cl i ge nte", •' il d.r Paolo Ferrari , famigerato a utore comico''. "dalla ringhiera cie l palazzo co rn unale" dichiarò decad uta la Reggen7.a (42). Subito dopo la turba si avviò a palazzo ducale "per la dcpos i7.ione d i fatto'', ma i militi d i guard ia, agli ordi ni d i tal capitano :.1lalagoli, reagirono con rerrneaa impede ndo a i tumultuanti cli entrare (4 3). Rite ne ndo peraltro le c ircostanze o rmai tal i da impedire il libero ese rc i?.io de lle funzioni cli governo, conforme me nte a q uanto previsto per siffatta ipotesi dal proclama sov rano del!' 11 la Reggenz a s i sc io lse. lasciando a i ribell i la responsabilità del loro operato. Quanto ai soldati racco lti in Cittadella, le disposizioni date loro riguardo dal Duca prescr ive va no c he in caso cli scioglime nto del la Reggenza ess i dovcss<.:ro sos le ners i 11ella lùneua, per concludere poi una regolare c apito laz ione a ll ' arrivo de lle truppe ne m iche. ln concreto però al presentarsi elc i rivo ltos i il presid io aprì a quanto sembra le porte dopo appe na qualche minaccia (44) . La notizia della caduta della Reggenza, su bito diffusa in tutto lo Stato, ven ne accolta nelle varie loca lità con mani CesLazioni e d anche q ua lche di smdine, come accaclclc ad e se mpio a Camposanto, ove in serata la fo lla invase la caserma Dragoni disarmando il picc he tto cli Miliz ia postovi do po la parte nz a elci genda rmi . S ingolare fu q uanLo avvenne a Pav ullo, ove l'annunc io de lla costituz ione cli un gove rno provvisorio fu re cato dai viagg iaLo ri g iunri eia tvfodena con la di lige nza postale del pomerigg io, susc itando l'entus ias mo dei fautori del la causa unitaria. Po ic hé tuttavia c os Loro si limitarono ad una ma niCestazione a l caffè e da lla Capitale non a rri vavano notiz ie ufficial i, anc ora nella m attina de l 14 il Commissario straordinario de l Comune Carlo Dimrne ro " potè co n una sem pl ice insinuaz ione far ritirare una bandie ra tricolore che era sta ta esposta a lla lvlace lleria Bcrgonz.ini·, (45). Agitalasi pe raltro in segu ito la pi azza per l' arri vo elci m archese Fonta ne lli, giu nto eia Pieve col tricolore s piegato su lla carrozza ad infiammare con d iscorsi e proclami i Pavu llesi, a nche il Di rnmero dovette adeguarsi al nuovo stato clcUe cose. Cadute Par ma, Reggio e Modena ne lle mani elci fa utori de lla causa unitaria, le forze franco-sardotosc ane in aLtesa s cii!' Appennino mossero in avanti, scendendo nella pia nura. Per prime s i misero in movime nto le tru ppe ciel Ribatti , che e ntraro no a Parma il 14 giugno, occu pando ne lla stessa giornata anche Regg io ed inviando l'inclomani un distaccame nto a Modena. I Toscani dell' U lloa scese ro dal canto 101·0 il 2 1 per l'Abetone a Pavullo, arrivando a Parma il 27 dopo essere passati per Sassuolo e Reggio. Il V Corpo francese seguì invece la strada della Cisa, giunge ndo anch' esso a Parma tra il 26 e il 27 giugno (46).

" ìvU\. PARENTL Diario cit. (al g iorno I '.\ g iugno). " Stando al conte Cìiacobazzi (lettera al Saccozzi dalata V E 8.2. I 865 in 8 b 'v1o. Raccolta Saccou.i. cassella 66). " pel ( . .) lodevole contegno lenuro in quella circostanza e pei suoi mani k sIati sentirne11ti politici·· il Malagoli "perdé l'impiego e subì il carcere per o ltre un mese·•. '" Cfr. G. RINALDI. Lu 1·i w e le opere di Arsenio Cre.1p ellani. Vignola, 1987. p. 1I. Il brano auto biogra fico quivi riportato non è peral tro chiarissimo. benché il Crespell ani asserisca di avere parlccipaI0 di persona all' ·'assalto" della Cittadella. " Memori a Dimmero cli cui alla not;1 39 . .,,, A ppena instal latesi a [Vlodena le autorità mili1ari sarde si fecero consegnare i documenti e gli oggetti esistenti negli uffici ciel S.C.G .. le chiavi dei magazzini c delle caserme. ecc. Nell'armeria i Pic1nontcsi trovarono circa 2000 fucili, pcraltrn non utiliaabili in quanto erano state lo,·o tolte le cartelle. Quanto alle truppe g iil a disposizione del b Reggenza. i Sardi non f"ecero altro che pmle alle proprie d ipendenze. rnantenenclo in esseI·e la compagnia Veterani e continuando a tenervi aggI-cg,ui i suld:1Ii cl";]li alIri r nrr i . I l ·).?. 6.~9 peraltro la Dclega;.ione alle Anni si lagnava col comandante della compagnia per il falto che d i 177 soldaIi ex estensi <,Olo 56 si erano presen1aIi a una rivista, segno che la demoralizzazione e la svogliatezza dovevano rcgn,.11·c tra i lllilitari già ducali. In luglio troviamo quelli lra costoro " capaci cli qualche utile ser vigio'' impegnati nel ·' pulimento delle /\rllli e coni'eL.ione cli munizioni" , cd altri ul iliaati in qualità cli portieri collle sollo il precedente govern o (lettera dcll:1 R. Delega1.ione clelle A rmi Sarde alla Dir. Econolllica Militare datata IV10 10.7.59 in ASM o. A rch. Gov. Prov. E milia, Gab. pan. del Dillatore, sez. affari mil itari, f. I , rase. I ). Sernpre come sotto il precedente go verno i Veternni con tinuavano a guarnirc il fune di Rubiera. benché il comanda111e cap. Z uccarcli fosse sotto osservazione per non avere saputo " nella sua condotla poliIica rnetlersi al livel lo delle rnutalc poliIiche circostanze··. Delle anni in distribuzione alla :Vlilizia venne disposto il ri tiro gi[1 il 14 giugno.

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Nel frattempo oltre i l Po si procedeva alla riorganiu azione delle truppe estensi. Un nuovo assetto venne daro anzitutto ai Dragoni, dalle cui quattro compagnie si trassero una divisione di fanteria e un mezzo squadrone di cavalleria forre cl i una settantina cii uomi ni. E poiché il Corpo non aveva pii:, da svo lgere i l servizio di gendarmeri a, si pensò in un primo momenr.o di ri unire le due compagnie di fanteria (affidate dapprima al cap. Cerchi ari e poi al cap. Melelli) al le compagnie granatieri, per formare un bartaglione scelto. Per mancanza d"acldestramento e cattiva qualità dell ' armamento i dragoni a piedi non erano peraltro in realt~t utilizzabi li come truppa cl i Linea, sicché il progetto fu subito accantonato. Co11 la divisione cli fanteria venne invece costituito un deposito, affinché i suoi appartenenti potessero appunto essere istruiti " nel maneggio cleJrarmi, e nel le evoluzioni diverse. e segnatamente nel tiragliare. e ne· relativi segnali di Tromba" (47). Venne inoltre disposto che i dragoni a piedi ricevessero nuove anni. sicché a fine giugno furono loro distribuiti fucili mml. 1840/42 . Ai primi di luglio furono poi di staccati pres~o la divisione un ufficiale e akuni sottuffic iali di Linea per adclcstrurla " nei movimenti più csscnt.iuli sia per figurare in rango sia per rar uso delle nuove anni" (48). Un altro deposito. affidato al magg. Luccarelli . fu formato con i soldati meno istruiti del 4° cli Linea e con individui non atti al servizio di campagna presi c!al resto ciel reggimento. I rimanenti soldati del 4°, cli cui ven ne disposto lo sciogl imento, furono uti lizzati per completare i ranghi degli al1-ri ballaglioni . nei quali ful'ono incorporati anche i militi ritiratisi con le truppe. Quanto al la divisione Pionieri. venne ordinato che gli individui validi della divisione stessa fossero riuniri in un·unica compagnia, ed altrettanto fu disposto riguardo agli artiglieri a piedi. che a fine giugno sostituirono il loro obsoleto nr111a me11to con carabine alla Miniè. Vennero impartite inoltre le oppol'tune disposizioni "per regolare l ' a111 min istra:Li<rne la levata dei viveri. i trasporti ecc.". e fu pure provveduto a quel la trentina di ufficiali. per lo pit1 della MiliL.ia o dei comandi di Pia:a:a. che non avevano rruppa alle loro dipendenze né speciali incombenze cui allendere. Intorno al 2 0 di giugno i tre ballagli oni cli Linea, i l mezzo squadrone Dragoni (agl i ordini ciel cap . .facoli). una 111ezza batteria d'artiglieria a caval lo. nonché le compagnie d' Artiglieria a pied i e Pionieri "come Truppe del Genio'· vennero aggregati al II Corpo c1·armata del ren. maresciallo L iechtenstein. Le forze esrensi . per il cu i mantenimento in territorio austriaco il governo ducale aveva ottenuto garanzie sin dal 3 1.5.59, rimasero per di versi giorni acquartierate a Mantova, in parte sisrernate alla megl io in case private. I mezzi di trasporlo e i cavalli eia tiro vennero ricoverati nella caserma Cantel ma. mentre la barteria montata fu parcata nel campo rrincerato che si trovava pres o il palazzo del Te. 'el corso della loro permanenza a Mantova le truppe ducali f urono allertate una prima volta il 18 giugno. quando venne loro ordinato cli tenersi pronte a 111arciare la mattina seguente insieme ad unità austr iache per respingere reparti francesi che si temeva potessero avanzare contro la città. cosa che peraltro poi non avven ne. 13en più a ragione le forze estensi vennero invece poste in allarme nella notte tra il 22 e il 23. durante la quale il Saccozzi fu avvisato che i tre battaglioni di Linea, la mezza batteria montata e i dragoni a caval lo dovevano prepararsi a prendere le armi e a porr.arsi prima cli mel.7.ogiorno allo spalto fuori di forte Belf iore. presso la Madonna degli Angeli, per i vi prendere posizione. TI contingente modenese, messo alle dipendenze ciel ten. maresciallo Herdy e sotto il comando immediato del col. Forghieri, ri mase al po. ro assegnatogli per tutto il 23 e anche il 24 giugno, giorno del la battagl ia di Solferino, alla quale la div. Hercly (li Corpo) non partecipò essendo stata destinata a coprire la pi azznf'orte cli M antova. Per cooperare al lo sgombero dei rer iti che man mano afflui vano in città durante la sanguinosa giornata tulli i carri e i veicoli dell'esercito ducale l'urano mobilitati e posti a disposizione del comando della fortezza. Ricevuto successivamente l'ordine di portarsi a Nogara. il 25 le truppe estensi si misero in 111ovimento, giungendo a destinazione in serata; la mattina del 27 vennero poi passate in rivista c!al ten. marescinllo Wernharclt. comandante del X Corpo, cui le fo1-Le ducali erano state nel frattempo assegnate. li 27 fu pure il giorno in cui gli Austriaci iniziarono il passaggio dell'Adige. ed anche gl i Estensi ricevcnero l'ordine cli rilirnrsi oltre il fi ume. depositando nell a fortezza di Legnago " tutti gli effetti che soprabondano''. Raggiunta in

' O.d.g. del S.C.G. nr.II ciel 19.6.59 (Alti brigata estense. f.63 - OO.dd.gg. del S.C.G. dall" 11.6.59 al 13. I 0.63 ). " Comunicazione del S.C.Cì. al e.do della di vis ione Dragoni data ta Pcrnu111i a 1.7.59 (At ti brigata .:stcnsc. L I - A tti S.C.G. 1859).

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serata Bevilacqua, le truppe ducali proseguirono successivamente per Montagnana ed Este sino a Pernumia (il X Corpo guardava infatti il basso Po), ove arrivarono la rnallina del 30 giugno, ponendosi "in accantonamento il meno male possibile atteso la ristrettezza dei fabbricati che compongono un tale Villaggio" (49). Per meglio sistemare i soldati, l' l luglio i dragoni a cavallo, la mezza batteria montata e una compagnia Pionieri furono spostati a Battaglia, mentre i l 2 il S.C.G. invitava i comandi subordinati a ridurre i mezzi cli trasporto al puro bisogno allo scopo cli contenere le spese dell'esercito. TI giorno successivo Francesco V visitò le truppe, ''che trovai'', racconta, "meno abbattute cl i quello che credevo: però v'era diserzione e moira seduzione, ne l villaggio della Battaglia in ispecie" (50). Continuando evidentemente a rimanere insoddisfacente la situazione degli alloggiamenti, il 12 luglio il Saccozzi dispose che due battaglioni di Linea nonché gli artiglieri e i dragoni a piedi andassero a prendere posizione nei vic ini paesi di Cartura, Cagnola, Gorgo e Carrara. Nel l'rnlle111pu era stato peraltro concluso l'armistizio d i Villafranca, che decretava la sospensione delle ostilità, per la veritù proseguite piuttosto fiaccamente dopo Solferino. Erano stati inoltre tìssati i preliminari della futura pace, che prevedevano fra l'altro la reintegrazione ciel Duca cli Modena nei suoi Stati. La notizia venne accolta con entusiasmo dalle truppe estensi, "che credevano cli essere alla vigilia di tornare a casa" (51 ). Facendosi interprete dei sentimenti clell'esercito, e preoccupalo per le voci che davano gli Austriaci prossimi a rnenersi in movimento verso i Ducati, il I6 luglio il col. Ferrari indirizzò da Battagl ia un accorato appello a Francesco V, richiedendo '·che Noi pei primi, e possibil mente soli, rientriamo nei Dominj Estensi a rimettervi l'ordine''. "Se Icldio Benedetto'', proseguiva il vecchio soldato, "mi darà forza e salute tanto da poter compiere questi miei clesicle1j, sarà poi al mio ritorno da Massa in Patria, ch'io cesserò di servire attivamente" (52). L'ordine cli marciare non poté però essere impartito né al lora né dopo la definitiva conclusione della pace a Zurigo (novembre 1859), pur essendosi fatta nel trattato espressa riserva clei clirilli ciel sovrano di Modena, sicché le truppe ducali dovettero sostenere altri quallro anni di esilio, per essere inlìne disciolte nel settembre 1863. Il Giornale della Reale Ducale Brigala Fstense narra le vicende di quel difficile periodo. Con l'ordine del giorno nr.44 clell'8.7.59 (53) il S.C.G. manifestava '·rammarico e sorpresa" per avere visto "succedersi in pochi giorni diverse diserzioni (...) e commettersi siffatto delitto gravissimo anche eia individu i da cui ( ... ) era da attendersi l'osservanza più perfetta de' mil itari doveri". Contestualmente il Saccozzi istitui va un Comando degli acca ntonamenti, col compito fra l'altro di organizzarne la sorveglianza al fine di evitare che i soldati potessero al lontanarsi senza permesso. In effetti , nel solo periodo compreso tra I' 11 gi ugno -data in cui erano state evacuate ·Modena e Reggio- e 1'8 luglio 1859 -giorno cieli' armistizio di Vii lafranca- abbandonarono le bandiere ben 253 militari ducali (54), più due ufficiali. Tale dato può forse suscitare meravigl ia, in quanto mal si concilia con l' idea comunemente accreditata di un eserc ito estense dalla fedeltà a tutta prova; ma in realtà dall' inizio ciel '59 e sino al termine ciel confl itto le diserzioni si susseguirono senza posa, falcidiando i ranghi. Del resto il 2.4.59 !orci Loftus, ambasciatore britann ico a Vienna, interrogò il collega modenese proprio sulla " gran diserzione delle Truppe Estensi" (55), e lo stesso Francesco V, scrivendo il 27 maggio al principe ereditario di Toscana, ebbe ad accen nare "alla diserzione di non pochi soldati" ciel proprio esercito (56) . Negli anni precedenti le dimensioni del fenomeno erano state assai più li mitate. Nei primi sette mesi ciel I 857, ad esempio, si erano registrati nel reggimento cli Linea non più di 1O casi cli diserzione, di cui 8 nelle compagnie dislocate oltre Appennino.

,., Mi n111n di

IP.II P.r :1

rlP-1s~ccozzi al We rn har<lt datala Pern umia 30.6.59 (ihidem).

"' F. V D' AUSTRIA-ESTE, op. cii .• p. 104.

' ' Ibidem, p.11 8. " li docume nto è conservato in Atti brigata estense, f.74 - Carte militari 1834/59. '' Atti brigata estense. f.63 - OO.clcl.gg. ciel S.C.G . dal! ' 11.6.59 al 13.10.63. " Cfr. lo ··stato nu merico dirnostrante le diserzioni avven ute nelle Tru ppe Estensi" dal!' 11.6 all'8.7 1859 in Atti bri gata estense, f. I - Atti S.C.G. I 85lJ. Dei 253 d isertori. 7 appartenevano ai Dragoni. 51 al i' Artiglieri a, 2 1 ai Pionieri e 174 alla I ,inea. " Dispaccio di Teodoro Iìayard De Volo a Francesco V datato Vienna 3.4.59 (ASMo, /\ rch. fam. Bayarcl De Vo lo. c,1ssctta lJ7). ;,. La lettera è ripor·tata in A. SA.LVESTRINI. op. cit., p.5.

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Fig. ì4 C iomal<' df'llo Reo/e L>urnle Briga/il Estrnse. Vc nc1 ia. 1866

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Fig. 75 Olivo Chicch i in uniforn1e eia sortol cnc ntc austt·iaco. Fotografia cli \\'alcry Rzcwuski. Cracovia. circa 186.'i (colle:ione prirnta) . Già sotlotcncn1c in 2" nel Reggimemo cl i L inea. allo sciogli mento ùelle truppe estensi ( 186:-1) il Chicchi passò con lo stesso g:rnùo nel 26° battaglione Cacciatori dcli" armala austriaca. trovando poi la ruorle nella baaaglia d i Gitschin del 29 giugno 1866.

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('

Fig. 76 Tommaso Fontana in uniforme da maggiore austriaco (col/e;io11e prirnla). Dopo lo scioglimento delle truppe esten si il Fontana, giĂ capi tano dei Dragoni ducali. passĂš nella Gendarmeria imperiale, morendo poi a Vienna nel 1908

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Con l'estate del 1858 le d iserzioni fra le truppe di presidio al cli là cieli' Appe nnino cominc iarono a fa rsi più frequenti, mentre non pochi Carraresi ed Avenzini iscritti nei ruoli della riserva cli Linea risultavano guadagnati alle sette, almeno secondo le informazioni dell'Assessorato di B uon Gove rno d i Massa. l " venti cli guerra" po rtati dal '59 destarono anche nella gioventì:1 elci Ducato " la mania d ' ire nei Sardi Dominj pe r assumervi colà M ilitare Servizio", come si esprimeva col S .C.G. il comandante della Piazza cli Mirandola segnaland o il 15 marzo c he erano una ventina i M irandolesi sino ad a llora emigrati (57) . Particolarmente interessata a l fenomeno, anche per ragio ni di contig uità col Pie mo nte, fu la provincia di Massa Carrara e Lunigiana, eia cui in poco più di due mes i espatriarono clandestiname nte, stando al Casoni, quasi d uecento persone. "L'emigrazione .in Carrara e [Vlassa è stara vera mente so rprendente", scriveva il 2 1.2.59 l'ufficiale: " lo studio Benicmè ne l primo dei eletti luoghi è r idotto a soli tre lavoranti ed altrettanto presso appoco d icasi degli a ltri opifici" (58). Il ric hiamo esercitato dal Piemonte fu comunque assai forte anche nella parte cisappenninica de llo Stato e in particolare a Reggio, tanto c he su l confine dell 'Enza ven ne per qualche tem po steso un cordone di m iliti per cercare cli interro m pere il flu sso dei volontari. Alle suggestio ni che infiammavano tanti borghes i si trovavano naturalmente esposti a nche i militari, ai quali la pro paganda c landestina filounitaria non cessava cli rivolgere appell i e d incitamenti alla defezione. Nell'Oltrappennino ta li appelli veni vano spesso diffus i tramite lettere spedile dal territorio sardo a questo o quel graduato o comandante cli posto e talora anche ad uffic iali, co me accaclclc ai capitani dei Cacciatori Forgbieri e Guerra, c he nel febbra io si videro recapitare rnessaggi che li inc itavano a d isertare insieme alle loro compagnie . Nel Modenese e ne l Reggiano si fece invece più frequentemenrc ricorso a manifestini e biglietti, anche a stampa, che l'audacia de i sobillatori riuscì a far gi ungere un po' dovunque e persino ne i luoghi più v igilati. Proclami e volantini vennero infatti trovati ne lla piazzafo rte cli Brcsccllo, neUe vic inanze ciel corpo cli g uard ia della Piazza a Reggio, a Modena addirittura ne lle caserme cli Cittadella, nel cortile della caserma Pionieri, ecc. Gli scritti invitavano i militari estens i a rivolgere le loro armi contro " il dispotismo e la tirannide", "ad accorrere sotto le( ... ) bandiere ciel Re ital iano'·, a rifiutarsi di passare il Po per combattere "fra le file degli aborriti Croati", ecc., accompagnando tal i inc itame nti con lus ing he , ammonimenti ccl anche richiami ali" interesse personale . "Oggi, al servizio di un piccolo principe (. .. ) la vostra carriera militare è senz'avvenire". si insinuava ad esem pio in uno stampato indirizzato ai "soldati italiani degli Stati Modenesi" di ffu so il 16 febbraio 1859 a Reggio (59). L'esempio dei borg hesi e la propaganda f i lopiemo ntese fecero breccia particolarmente nel battaglione Cacciatori, che intorno alla me tà cli febbraio c ontava già una dozz ina di dise rtori , accolti a braccia aperte negli Stati sardi. "A lle o re 12 m i trovavo a Carrara e al le 2 ( ...) ero a S arTana con degl i eviva con degli abbracci, cbi mi conduceva in una loccanda ch i in un caffè( ...) ora s iamo a Torino(... ) dove abbiamo due pranzi al g iorno di due pietaHLe e un litro di vino". Così acl esempio scriveva il 22.2.59 l'ex cacciato re Giovanni Bcrtani, susc itando i sarcasmi del Duca, secondo il q ua le la lettera c osi itu i va la prova evidente " che la vita licenz iosa e di bagordi è c iò c he alletta mo lti a lla d iserzione e non l'entusiasmo politico che è una semplice scusa" (60). Quali che fossero i reali motivi che ind ucevano i soldati a passare al Piemonte, be nché s i fosse re nrato di porre fre no a lle dise rz ioni con l' arresto cli borghesi sospettati di complic ità, con ric hiami a l dovere e a ll'osserva nza de i g iuramenti, col trasfer imento al Deposito di correzione (61) cli eleme nti giudicati malfidi, con iniziative diplomatiche presso il governo sardo volte a sollecitare la restituz ione dei tran-

" li rapporto trovasi in i\tti riser vati S.C.G.- I859. f.Vll l/1 .'i. ~~ La lettera. datata F ivizz,Jno e i n<l iriL.zala al S.C .G .~ è cons. ihùle111. ''Col co,n mc rcio 111ar n1 i incaglinton. co m n1c nt.a va

Frnncesco V in calce. '·forse tale emigraz ione cli cattivi elcm..:nli è una benefica cri si del male'". ;,, U na copia cli tale stampato trovasi in A tti riser vati S.C.(ì.- 1859. LVlll/I5. ove sono pure conscr vnti vari altri proclami, manifesl ini. ecc., fra cui la maggior parte ùi quell i dai quali sono tratte le ci tazioni riportate nel testo. La lellera del Bertan i, i ndirizzata all'amico sottocaporalc f<crTctti, venne da quest'ultimo consegnala ai superiori. giun-

''0

gendo poi nelle mani appunto elci Duca. li documento. come anche la leuern cli tras missione del Comando Superiore O ltrappennino datata r ivizzano 28.2.59 su cui Francesco V appose le proprie. osser vazioni. trovasi in A tti riservati S.C.G.I859, LVll l/I5.

"'Cfr. inf i·o. cap.XXV ll.

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sf"ughi (62), con la decisione di rendere operativo per J'O!trappennino il§ 431 del c.p.m . che sa nciva la pena del l'impiccagione per i disertori quando vi fosse i l rischio di considerevole diminuzione della rorza, le def ezion i proseguirono, facendosi anzi più che mai frequenti dalla metà di apri le. Particolare impressione susc itò la diserzione. avvenuta il 14.4.59, del caporale Camuncol i e di tulli e quattro i cacciatori che insieme a lui erano stati distaccati a Caniparola per guardare il confine (63), cui fece seguito il giorno successivo l a fuga di altri quattro soldati del la stessa compagnia ( la 10"), sicché il comandante del la medesima cap. Guerra, più non fidandosi dei suoi uomin i, chiese ed ottenne che il reparto venisse ri levato a Fosd inovo dal la 9". Il cap. Guerra, come del resto lo stesso comandante cli battag lione ten. col. Casoni, era considerato '·aspro" nel trattare coi subordinati, e nel la compagnia veniva criticato perché, nonostante il pesante e prnlungato servizio di prima linea, pretendeva che tutto venisse fatto a puntino ''come in ord inaria guarn igione'' (64) : di modo che l ' ufficiale venne ripreso, perché si temeva che ai 1cl1e i l suo com ponarnento potesse avere contribuilo alJ'ep1c!emi a cli diserzioni. Nonostante ciò, e nonostante i tentativi fatti da l Casoni per an ima1·e i soldati . le defezioni contin w:irono numerose nella 10", nel la 9" e nel resto ciel battag lione, che perse ad esempio ben nove uomini durante il ripiegamento su Fivizzano ciel la divisione già di presidio a Massa e Carrara. La situazione non migliorò neppure dopo il definiti vo abbandono dell'Oltrappennino (22 maggio), tanto che il Casoni, nel dare i l 26 da Bagnolo Monti notizia al S.C.G. -per l'ennesima volta- di nuove diserzioni . constatata l'inuti lità ·'di far ( ...) parlate ai sol dati'' e cli intrattenersi " nelle marce( ... ) con essi loro", gi unse avvi I ito a proporre ''che per arresta re i I rnale" i I bauagl ione venisse ritirato e concenrrato a Brescel lo (65). Benché lo sti ll icidio cli diserz ioni fosse continuato (nella sola giornata del 30 maggio f urono sei i cacciatori che abbandonarono i ranghi), in un rapporto del 4.6.59 il tenente colonnello espri meva la speranza che l'emorragia potesse fin almente arrestarsi, in considerazione ciel buon spirito che pareva animare la truppa. Tale speranza si ri velò però vana, dal momento che quallro uom ini s' involarono appena la colonna Casoni in ripiegamento raggiunse Reggio (7 gi ugno), ed altri otto seguirono il loro esempio la sera ciel 9, pon anclo acl oltre cento il numero dei disertori nel 3° battag lione prima della rit i rata al Po del le forze estensi. Q uanto al resto delle truppe, inizialmente le diserzion i furono pochissime e sostanzial mente limitate all'Oltrappennino. "Da Modena e Reggio non v'è diserzione, benchè siensi arrestati varii arruo latori", poteva dichiarare ancora il 16 apri le i l Duca al suo rappresentante a Vienna conte Bayarcl de Volo (66), sebbene in rea ltà già da qualche tempo avessero iniziato a registrarsi defezioni fra i riservisti de l 4° cli Linea, specie dopo i l decreto ciel 16 marzo che di sponeva il richiamo delle ulti me due compagnie ciel battaglione. A partire dagli ultimi giorni di aprile le diserzioni presero invece a farsi sempre più frequen ti nel l' Artigl ieria, nei Pionieri e fra i granatieri e i fuci lieri di Linea. Per fronteggiare la situazione il Saccozzi suggeriva di tenere d'occhio gli elementi sospetti, di fare perlustrare le rnura, di leggere ripetutamente alla truppa le parti de i regolamenti e ciel c.p.rn. riguardanti la diserzione, cl i rammemare ai soldati la fedeltà dovuta al sovrano, cli i llustrare anche " a vi vi colori(... ) la vita penosa ed agitata ciel disertore", ccc. Tali avvertenze consentirono probabilmente di preven ire qualche defezione (ad esempio si riuscì a sapere tempestivamente che a BresceJJo un paio di artigl ieri avevano manifestato l' intenzione di anelarsene in Piemonte con Garibaldi e si investì ciel loro caso l'Auditornto), ma certamente non è dovu-

"' Tali ini1,ia1ivc risultarono vane. perché i l Picrno!lle sostenn..: d i essere dispensato dall'osser vanza elc i tnlllalo sulla reciproca conseg na dei cliserlo ri stipulato con 1\foclena il 3.2. 18 17 a causa delle divergenze insorte tra i due govern i in merito ad altra convc nzion~ 1:onc l urn nel b s less ;i data (cfr. la nola co111pars,1 sul M ess(lggr'rc di Modena del 20.4.59 a l l" ,·ubrica "Noi i1.ie i nrc rne" ). ,., Uno dei d isertori. tal Castagne11i. ru per la veritiL coslrètlo a seguire i co mpagni. :r imeno stando a quanto narTato dall' arnico I .uig i Buza11i in una lettera al padre datata 1-ivinano 18.4.59 (A tti S.C.G .. 1.49 1 del 1859). "Lui si geuii a piangere". scri ve i l cacc iawre Bu1ani. '·e rispose non vog lio venire. cd allora quei scc llernti giudei g li d issero o per Cm1.,.1 o per anrnre ve rTai sì. cominciarono a dargli dei ca lci. dei pugni. è deg li urti che lo faccva11 sino traboccare in terra". ''' Rapporto ciel Casoni al S.C.C. da1:1to Fi viu a110 18.4.59 (An i riser val i S.C:.Cì.- I 859. L V ll l/ 15). ''' Lt lcrtern ciel Casoni è cons. ihide111. "Tal propos1a d i ritirata i11 l:lrcscello è assurda ... corn rncntava il 27 rrancesco V. " e mostra scoraggiamen to locchè non avremmo au..:so nel T. Col. Casoni".

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ta solo a malignitù l'annotazione di Raffaele Vaccari. uno di coloro che I' 11.6.59 assistettero alla partenza di fra ncesco V eia Modena. secondo cui in coda alle truppe che seguivano il sovrano marciava un corpo austriaco pro prio '·per timore della diserzione'· (67 ). A q uanto si è potuto verificare, gli artiglieri, fucilieri, ccc. che abbandonarono i rnnghi prima della ritirata al Po furono almeno una settantina, sicché sommando ad essi gli oltre cento cacciatori che fecero altrettanto nello stesso periodo ed i 253 disertati fra r 11 giugno e l' 8 luglio 1859 si perviene alla ragguardevole cifra cli più di 400 disertori fra i graduati e i mil itari di truppa, senza contare i militi e i fin anzieri. Tra gl i ufficia li quasi non vi fu invece diserzione. avendo a quanto risulta abbandonato le band iere oltre ai due cui si è pii:1sopra accennato- unicamente un sottotenente d'Artiglieria (68) e un tenente della Jv1ilizia. Ciò non sign ifica tuttavia c he l'ullicialità estense fosse del tutto refrattaria al le suggestion i che proven ivano dagli Stati sardi o comunq ue pronta senza riserve a battersi. giacché a lcuni elci suoi membri (come pure alc uni della lìuarciia Nobi le) chiesero di essere congedati. proprio nel la prospelliv<1 cl i assumere poi servizio in Piemonte o semplicemente nell' intento di defi larsi, ancorché nelle domancle avanzate si adducessero motivi d i salute, affari personali, ecc. Tali motivazioni ven ivano del resto corn unemcnte percepite come pretestuose, tanto che in clive1·se occasion i guardie nobili ed uffi ciali mani festarono pubbl icarnentc la loro disapprovazione verso i colleghi che avevano richiesto di essere d ispensati dal servizio. Da parte sua Francesco V, nel provvedere sulle domande, esprimeva senza mezzi termini il suo pens iero. "Ci rnaravigliamo'', scri veva ad esempio il Duca in data 17 maggio a proposito delle dimi ssioni presentale dai tenenti Guerra e Pagani, "elci bass i sentimenti d i questi due Ufficiali che all a vigilia cli battersi mendicano de i pretesti per lasc iare la carriera dell'onore e del dovere·' (69) . D'altro canto il sovrano sapeva cogliere non solo gli aspetti negativi del fenomeno, ri levando che a seguito ciel ritiro cli alcuni '•intanto si purga il Mi litare eia elementi o vi li o poco fidati" (70), e si apri vano inoltre spazi per secondare le ambizioni dei rirnasti. così da legarli pit1 strellamcntc al la causa ducale. Non è peraltro da credere che l'esercito modenese rosse nel suo complesso dernoralizzato e tiepido verso il sovrano. Vi furono anzi casi di soldati cli Corpi sedentari che chiesero di passare ai reparti combattenti . co me il caporale dei Veterani Gi useppe Forghieri. il qua le domandò nel marzo cli essere impiegato nell' Artiglieria, ove aveva in precedenza servito per vent'ann i, nel caso in cui la medesima "fosse chiamata ad agire contro col loro che clisturbar volessero l' attuale tranqui llità" (7 1) . GIi stessi Cacciatori si battero no bravamente in diverse occasion i nell 'Oltrappennino, cd anche in seguito lo spirito dei ri masti al battagl io ne si mantenne otlimo, come ebbe a constar.are a rnctà giugno rranccsco V rivedendo dopo d iversi mes i il battaglione rnedesirno a Guastalla (72). Nella MiliLia vi furono uffi ciali che si offri rono per il scrviz.io attivo, mentre giù si è eletto che d iversi militi del lii rcggirnenlo vollero seguire il Casoni prima a Fivizzano poi al cli qua dell'Appennino, ed altri gl i si presentarono ancora fino ai pri mi cl i gi ugno. Alcuni al lievi dell'Accademia militare (ed anche, a quanto sembra, ciel Convitto legale-matematico cli Reggio) chiesero poi ccl ottennero cli partecipare a lla campagna insierne alle truppe, gesto che venne granclcrncnte apprezzalo dal Duca.

''' La lette ra è riportat,1 in F. V lY AUSTRli\- ESTE. ofl- ,·il. . p.29 e ,gg. ''' La te st imon ianza de l Vac cari è ripona1a a p.26 del la lxi la i11trocluz io ne di Cì . Orlnndi a lle Memorie d i F ra ncesco V p iù volte ci ta te. F c ioè il soll. in 2' Ange lo Rossi de lla 3' compagn ia di s ta nza a !\•lassa. c he luggì

~t Sarza na ne lla notte tra il 4 e il 5 ma rzo 1859. Il Ro ssi a veva svo lio d a so11uffic ialc il compi to '"distinto e di con fi dcnz.a·· ·•d i Serge nte Capo-C lasse de ll a R.lc Acc.1de mi a iVl ilitare··. c. per· il mod o in cui si csprirneva. c m ritenu to ··affcziona10 a l Sov ra no Se rvizio cd al Governo ·· ("'P rocesso vc ,·ba lc cl i d iserzione, ùe l Sotto Tenen te( ... ; Ross i·· a firma de l ca p. Spigard i. cl ~talo MS 6 .1.S9 e conservato in Alt i rise rvati S .C.G.- 1859. f.VIII/ 15 ). La d iserrnme de l Ross i (sull a qua le vedasi and1e il G'iom a /c dello R,,(1/e IJ11rn/e Brigwu F.s1e11se cii .. pp. '.?.7-28 ) suscil() scalpore. cd ind usse g.li ufficia li de i dive rs i C orpi e,tens i aù emette re d ich ia razio ni

•»

cl i prorcst,1 contro il comport,1mc nto de l loro cx comrn ili tone e d i ri nnovala i"ede lt,1 a France sco V. ,,,, Ch irogra fo d uc a le riportato nell' o.d.g. ciel S C.G. n r.97 dc ! 17 .5 .50 (00.cld .gg de l S .C.G. da l 20.lJ.S6 al 9 6 59).

'" Lettera d i Franc esco V a l Dc Vol o datata .VlO 20.5 .50 (ASMo. J\ r·ch. C,un. Bay,1rd De Vo lo. cassc ll a 'J7). f\ q uan1 0 cons ta il Duca acco lse tu lle le richieste d i d im issio ni c he gli ve nnero presc nrate. " La supplica d el f'orgh ieri. non dal ,ll a ma pe rvenuta al S.C.G. il 17.3 .50. trovas i in /\ lii S .C.G .. f.490 de l 1859.

" Ur. F. V [rAUSTR IA-1:SIE 01, . cii.. p.70.

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Non mancarono infine ex militari che si offrirono d i riprendere servizio onde "provare col fatto( .. .) l' attaccamento" professato verso il sovrano, come si legge nella domanda cli certo G iovanni Baccarani, che in passato aveva m ili tato per 14 ann i nelle fi le d ucali (73). Al pari di essi, altri si presentarono volontari dalla classe civile, anche per la Guardia N obile, c he il 16.5.59 ammise tra i suoi componenti il marchese Luigi Coccapani imperiali , ben ave ndo saputo valutare -commentava compiaciuto francesco V- "i sentimenti che indussero questo giova ne Cavaliere a chiedere in questi momenti cli entrare ne l Corpo" (74). Gli oltre quattro anni cli es ilio patiti ins ieme al sovrano dai soldati estens i testimoniano del resto irrefutabilmente la solidità dei vincoli che legavano le istituzioni militari modenesi a lla dinastia. cie l che v'era in realtà consape volezza anche tra i fautori della causa unitaria. Ipotizzando che "ad un caso disperato" le truppe ducali ve nissero disciolte, il 18.5.59 alcuni esuli escludevano in effetti col C avour la possibilità cli fare asseg namento "sul loro spirito, nè s ui rispetti vi q uadri, nè su di alcun ufficia le supe riore, per cui µotessern rimaners i raccolte e disciplinare·· a dispos izione di un nuovo governo, ritenendo che lo scioglimento potesse piuttosto portare ad '"un brigantaggio, arnese cli guerra non nuovo, ma adoperato dagli a ustro-estens i ( ... ) nel tempo del la Repubblica Cisalpina e del Regno Italico" (75).

' ' La dom,111da del Baccaran i, ava nzata a fine maggio, trovasi in Atti S.C.Cì .. f.493 de l 1859. ,_, Osservazioni ducali attergate a una com uni cazione de l 17 magg io ciel vice comandante della Guardia conte Valc ntin i (l:l EMo, Raccolta Saccozzi. cassetta 25). '' I .crtc ra al Cavo ur di G. Ribolli, L. Zini e F Seimi data la MS 18.5.59 in U. SFORZA. Esuli t :srensi in Pie111onre cir .. fase.V e VJ del 1908, p. 119.

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PARTE III

LA VITA MILITARE Recluta1nento, addestramento, scuole 1nilitari La condizione militare

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CAPITOLO XXIV Il reclutamento Il decreto sovrano ciel 5 apri le 1849 ( I ) addossava a ogni Comune " l'obbl igo di fornire un annuo contingente cli reclute a rnantenere nel l'effettivo i cli versi Corpi M i litari" (arr.2)_ stabi lendo (arl.8) che quando non si trovassero volontari idonei in quantitù sufficiente si doveva fare ricorso alla coscrizione obbli gatoria. Il recl utamento volontario era aperto ai giovani cli età compresa fra i 18 ann i e i 28 non ancora compiuti; ricorrendo determinate circostanze il limite massimo era elevato di due ann i, mentre una deroga all'età minima f u posta col chirografo ducale del 7. 12.55 che consentiva l'ammissione anche elci sedicen ni ai Pionieri, ovvero in alc uni casi tra i tamburini . Non potevano essere accettati gl i ammogliati, coloro che avevano aggravi cli carattere poli tico o criminale e quell i che non erano stati vacci nati ; occorreva inollre essere sani e di altezza non inferio1·e a m 1.73 . Tale misura era alquanto elevata in relazione agl i standard del l' epoca, e in effetti non poch i dei volontari respinti dovevano la mancata accettazione al difetto del requi sito della stat ura. ;-\ verificare se le 1·eclute erano idonee al serv izio provvedeva la Commissione militare d' arruolamento (in seguito ''di Sani tù ed Arruolarnenco·'), composta dal l'\ileclico principale dei Corpi , dal Comm issario di guerra e dal ten. col. Benedetto Va ndel li in qual itù di presidente. Nel febbraio "56 quest'ultimo venne poi sostituito dal cap. Nocelti e la Commissione venne inquadrata nel Cornllli ssariato di guerra, pur ricevendo ordini direttamente dal S.C.G. La durata clclla ferma vo lontaria era di sei anni , che sal i vano peraltro ad otto per i Pionieri: tale tllaggiorazione venne poi estesa anche ai Dragoni . Per invogliare i giovani ad arruolarsi era l'issato un prernio d'ingaggio a carico com unale cli 45 L ire italiane, non corrisposto tuttavia a co loro che entravano nei Pionieri, essendo l 'accesso a tale Corpo p iuttosto ambito per l 'opportunità che offriva di apprendere mestieri remunerativ i. Una volta terminato i l periodo per il quale si era obbligato a servire il soldato poteva domandare cli rinnovare la capitolazione, cioè cli raffcnna rsi: il compito cl i valutarne l' idoneità a prosegui re nella carriera delle armi spettava sempre alla Commi ss ione d'arruolamento, al largatn peraltro a comprendere un ufficiale ciel Corpo cui apparteneva il richiedente. Se quest' ulti mo aveva un'nn zian it~t cli servizio cli oltre sedici an ni e non era ancora quarantenne. la capitolazione poteva essergl i rinnovata sia per i sei anni ordinari che per soli quattro con ingaggio ridotto i11 prnporzione; gli ultraq uaranten ni potevano invece essere ammess i al rin novo del la capitolazione solalllellte per un terzo o tutt'al più per due terzi del la durata ordinari a della ferma, cioè per due o quattro anni, '·onde non aggravare nel' Azienda M il itare. ne le Comun ità a cui appartengono'' (2). Quanto alla coscrizione obbligatoria, i l decreto 5.4.49 considerava ad essa assoggettabi l i tutti i giovani del lo Stato fra i 20 e i 26 anni : non potevano però venire inseriti negli elenchi elci coscrivibil i i condannati a pene afflittive od infamanti nonché gli addetti al satellizio e i loro f'igli (art. IO) . Erano inoltre previste di verse cause cli esenzione dagl i obbl ighi cli leva, det1ate in primo luogo con riguardo alle condizioni f isiche degl i arruolandi, che restavano esonerati in caso cli cleformi tù, di malattie e di i mperfezioni incompatibili col servizio, nonché in caso di mancanza della statura mini ma, fissata in rn 1,66 (art. ! I). Coloro che erano chiamati a valutare il ricorso di tal i circostanze si avvalevano cli ausi li come i l Regolamento 111edico-pmtico sulla Fisifa del coscritto destino/O o/ serFizio 111ilitare wnro attivo che di riser va , pu bblicalo a Mode na nel J 852, ne l q ua le lai prof. Gandolfi forn iva ind icaz ioni sulle modali ttl con cui doveva essere condotto l 'esame sani tari o, elencava le malattie e le imperfezioni inabilitanti . e soprattutto si occu pava "Del le f inzioni del la Recluta ( ...) e del modo più sicmo per disvelarlc". In funzione del loro status veni vano po i esentati dal la coscrizione (art.I 2) coloro che avevano assunto la condizione ecc lesiastica, i figli unici, gl i arnmogl iati (se prima clell 'aprilc 1849), i congedati per compiuta

' ln Colle:iu11c gr11erule delle leggi ,·os1itu: ioni edini proc/0111i ffC. JH'r gli Stati es1e11.1i. t.XXVIJL Modena. 1849. pp.23-33. ' Disposizioni del S.C.G. ,11\Tconornato in dala 14 .9.50 (Atti S.C.G .. Ordini di IVl assirna. f.7 ( I 849/5 1'i

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cnpitolazione e naturalmente ch i già serviva nel l'esercito; a q uesti ultimi furono in seguito equiparati gl i appartenenti al la Guardia Nob ile e gli ufficiali della ìvlilizia. Dagli obblighi cli leva erano infine esone rnti gli ebrei, in considerazione elci problemi che sarebbero derivali da l frammischi arli "agli altri sudditi, sopratutto per In differenza della Relig ione, e loro riti" (3). Il decreto del 5 npri le 1849 distingueva tra g li effetti vamentc coscrivibili cl iverse categorie di ind i.viclui, per c hiamarle a servire con pr iorilù o viceversa per posporle nel la chiamata. Destinati ad essere arruolati per pri mi erano (art.14) q uelli c he avevnno tentato di fars i esonerare fraudo le nteme nte, o non s i erano presentati a giustificare le cause d'esenzione invocate, o s i erano a llontanali per sottrarsi alla coscrizione; quelli che non si erano curati d i farsi iscrivere nelle liste di leva; ed anche i segna lati dalle a utorilù comunali come bisognevoli di provvedime nti per mancanza di mezzi di soste ntamento. A l contrario, del pi-ivilcgio d i essere tenuti per ultimi a prestare servizio godevano coloro c he s i trovavano in determinate condiz io ni fami liari (come ad esempio il f"igliu maggio re cli padre in stato di assoluta incapacitù di provvedere a lla fam iglia o com unque dell'etù di 70 anni; chi aveva già un fra tel lo ne lle truppe, e cc.), e poi, nell ' ordine, gli straord inariamente abi li "nel le scienze, o nelle arti meccan iche", i laureati , e infine g li a ll ievi del l'Accademia d i belle arti che avevano ollenuto il premio cli l " c lasse (art.13 clecreto 5.4.49, con le integrazioni di cui al provv. !Vlin. Int. 31.5.50) (4). In concreto, ogni Comu ne, d ivis i i giovani in età d i leva in sei classi a seconda deg li anni (20, 21, 22, ecc.), formava per ciasc una c lasse diverse liste (o ·'note"), collocanclo in una coloro c he dovevano esse re a rruolati con priorità, in un 'altra quelli c he no n e rano presi in cons iderazione dal la legge né in senso sfavorevole né in senso favorevole, e ne ll'ul tima i privilegiati; in a ltri due e lenchi e rano infine raggruppati q uelli c he reclama vano l'esenzione. Per determinare poi chi doveva effettivamente vestire I' uniforme s i faceva ricorso all'estra zione a sorte, c he doveva avvenire alla presenz a delle autoritù comunali, dei parroci e di un ufficiale dei Dragoni. Predisposte per c iascu na lista tante schede numerate q uanti erano gli iscritti ne lla lista stessa, s i procedeva a far sorteggiare un numero anzitutto agli individui della prima noia, dei qua li restava così definito l'ord ine cli chiamata (per primo chi aveva estrailo il nr. I, per secondo il nr.2, e così via). Non bastando la prima nota a com pletare il contingente assegnato al Comu ne, s i procedeva analogamente con gl i iscritti alla seconda, per poi passare se de l caso a ll'ultima (5). Per iI primo an no d i coscrizione i I decre to 5.4.49 aveva clisposto (art.33) che il contingente eia a rruolare fosse trailo da tutte e sei le c lassi cli leva, dal le ultime d ue de lle quali s i dovevano peraltro attingere esclus ivamente g li cle menti necessari a forma re la riserva dell'esercito. Per il prosieg uo venne in vece stabi lito c he il reclutamento avesse ad essere di regola effettuato ne ll'ambito della prima classe; cons iderate le modeste esigenze dei Corpi Francesco V g iudicava in effetti "ben raro e ( ... ) in verosimile" che s i toccassero le altre (6). S econdo le consuetudini del tempo, la legislaz ione estense ammetteva che chi doveva prestare servizio cli leva potesse farlo svolgere in s ua vece eia un sostituto, il cosiddetto "cambi o". Tale faco ltà era riconosciuta anche dopo l' arruolamento, decorso però un mese dal quale non po tevano e ssere accettati come cambi se non ind ividui che avevano fa tto parte delle truppe, oncle non ci si ritrovasse con gente del tutto inesperta al posto di elem e nti che avevano r icevuto un primo a ddestramento. Allo scopo di favorire l'acq uisizione a ll' esercito cli personale già formato e capace era de l resto in generale stabi lito che i borghes i venissero ammessi q ual i camb i solo quando 110 11 vi fossero ex militari disponibili . Come cambi potevano esse re pres i i sudditi estensi di età compresa fra i 20 e i 30 anni " fuori dell 'obbligo cli Coscrizione" (art.17 dec reto 5.4.49), fisicamente idonei e d i buona condotta morale e politica. S e colui che doveva assolvere agl i obblighi cli leva si faceva sostitu ire dal proprio frate llo, quest' ultimo non veniva considc-

·' Per la verità il decreto 5.4.49 nulla d isponeva riguardo agli ebrei, ai quali Lul.Wvia negli anni 1849/5 I la leva 11011 fu estesa di 1",.1110: la loro esenzione venne poi confe rmata dal chirografi ) ducale 11.11.5 1 (cons. ihidem). da rn i è traila la citazione nel i-csto. ' Il provv. ministeri ale è ripon ato in Cnlle:io11f! grnera /e delle teigi rn.1"firu; io11i edirti proclami ecc. per g li Stari nrrnsi,

i.XXIX. Modena, 1850, pp.28-30. ' Cfr. i paragrafi 20 e sgg. del regolamento ministeriale di auuazione del decreto 5.4.49. datato 19.6.49 e pubblica to in

Collt!;.ìo11t! generale delle legg i rnsrit11~ioni ecii11i pmrlmni ecc. pn gli Swri esrensi, r. XXVIll. \1odcna, 1849. pr.46- 6I . '' Comunicazione del D uca al \1 in. dcl l" lnrerno datata RE 26.5.52 (ASMo, Arch. austro-estense di V ienna. p.Y l. i'.7).

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rato cambio in senso proprio ma era equiparato "onninamente agli altri Coscritti, (...) come lo sarebbe stato il rratello che rappresenta" (7). Al la presrazione assicurata dal cambio corrispondeva, eia parte del sostituito, una controprestazione in denaro; i reciproci impegni erano sanzionati in convenzioni che si depositavano presso l' Auditorato, e i pagamenti previsti erano esigibili giudizia lmente con proced ura sommaria in esenzione da bollo e tasse. Coloro che non avevano mezzi per pagarsi un cambio, e che cl'allra parte meritavano ''riguardo speciale per essere rimandati alle loro case" (8), potevano ottenere dal sovrano che la relativa spesa fosse posta a carico del cosiddetto "Fondo ebraico", istituito nel 185 1. Per rimediare alla disparità di trattamento che l'esenzione dagli obblighi di leva introduceva tra g li ebrei e gli altri suclcl iti, con chirografo cieli ' 11 novembre d i quell'anno Francesco V aveva inl'alli stabilito che al posto delle recl ute le comunità ebraiche dovevano fornire denaro, da impiegare appunto per pagare cambi ai non abbienti . Più precisamente, posto che la proporzione f"ra cris1.ia11 i ed ebre i ern 11el Ducato cli 204 a 1, e che di conseguenza senza l'esenzione ogni 204 coscritti avrebbe dovuto esservene di massima uno israelita, alle comu nit~L era l'atto obbligo di versar·e Lit.1.500 per ogni recluta che, in relazione al contingente complessivo da arruolarsi, sarebbe toccato loro di fornire in base al suddetto rapporto. In concreto, inclusi gl i arretrati per le leve del 1849/5 l (pari a Lit.22.500), le somme accreditate sul Fondo ebraico sino alla leva '57 compresa ammontarono a Lit.5 1.000 in totale; a fine '58 cli tale somma erano state impiegate per pagare ca mbi Lit.34.278,85, mentre il rimanente costituiva l'attivo ciel Fondo, in parte investito in titoli ciel debito pubblico (9). Il decreto 5.4.49 sulla coscrizione si occupava anche della riserva dell'esercito, d isponendo che essa venisse formata mediante una leva a parte (art.30). I coscrilli per la riserva dovevano peral tro rimanere alle loro case, salva la facoltà per le autorità mili tari di porli sollo le armi ''ad ogni occorrenza": con la conseguenza che non venendo esercitata tale faco ltà i riservisti restavano ciel tutto privi di addestramento, con gravi inconvenienti ''pel caso cl'i mprovisa chiamata, e di dovere da sol[ i I assumere il servigio di piazza" . I difetti del sistema erano stati inizialmente mascherati dalle norme eiettate per l'avvio del la coscrizione obbl igatoria, le quali stabil ivano che gli arruolati per i Corpi attivi dovevano trascorrere in essi due anni per passarne poi altri quattro nel la riserva, fermo restando che gl i obblighi militari cessavano in ogni caso per tutti col ventiseiesimo anno. Già nel 185 I era stato così immesso nella riserva un congruo numero di soldati addestrati provenienti dalla leva del '49, i quali peraltro vennero poi progressivamente congedati per raggiungimento del li mite d'età senza un adeguato ricambio, eia\ momento che a partire eia! I 850 i reclutati per i I serv izio attivo dovevano restare ai reparti per tutti e sei gli anni deJla loro permanenza nelle truppe. A li ' 1.8.54 i riservisti istruiti si erano pertanto ridotti a non piC1cli 106 ed anche per loro si avvicinava il mome nto del congedo, mentre gli altri 352 appartenenti alla riserva, arruolati nel '52 e '53, a risparmio cli spese non erano mai stati chiamati sorto Je armi. Incaricato eia Francesco V cli studiare una riforma che valesse ad eli minare ogni inconveniente, il 10 agosto 1854 il Saccoai sotlopose al Duca due progelti alternativi , che portarono al chi rografo sovrano del!' 11.9.54. Innovando sensibilmente il sistema vigente, il provvedimento -destinato a trovare appl icazione coli ' 1.1.55- allargava la fasc ia dei coscri vibil i a tutti i giovani tra i 19 e i 26 an ni terminati, all ungando a\tresì la durata del servizio militare da 6 a 8 ann i, di cui gl i ultimi due eia trascorrere nella riserva. E poiché nella sua relazione il Saccozzi aveva evidenziato che ali' abbassamento de ll'età di leva poteva essere opportuno accompagnare un abbassamento del la statura minima, pena un aumento delle esenzioni '·per difetto cli tag lia" quando d'altra parte a parere dei medici gli arruolancl i non avevano per lo più ancora terminato la cresc ita, il chirografo cieli' 11 settembre ammetteva come coscrivibili anche coloro che raggiungevano un'altezza d i almeno 111 1,61 ( l 0).

Disposizioni de l S .C.G. ali' Econonrnto in data 5.1 O.'i I (Alli Ragioneri a cieli' Az ienda rvl ilit,1rc. f. 6 ). ' Chirogralo I I . I I .'i I d i cui alla nota 3. '' Cfr. il prospe110 allegato a una lettera ciel Saccozzi al Duca datala MO 2 1. 10.58 in Alli brigata c5tcnsc, f'. 78 - Carteggio pr·iv. 0 ' li chirografo è riportato in Col/e;.ione generi/le delle leggi co.1·1i111;io11i edifli pmc/w11i ecc. per i;/i S1111i 1'\'ft'11.1·i. LXXX III. :Vlodcna. 1854. pp.I 08-I I O. Anc he eoll'abbassa1ne 11to della st.al ura minima a 111 1.6 1 il Ducato rimaneva uno degli Stati italiani più esige nti qua nt o all ' alteaa dei soldati. bastando ad ese mpio per l' am rnissione al servizio in Piemonte la misura di m 1.55 cd n Parma di m 1.58. Sin dal 1852 il Duca aveva pe raltro auto riu.ato in casi del tutto panicoli1ri 1",1rruolamento

1

anche cli coscritti cli m 1.60.

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In attesa che il nuovo sistema potesse incominciare con il 1861 a dare i suoi frutti venne aclollata una soluzione ponte, che prevedeva anzitutto la ch iamata sorto le armi dei 352 riservisti arruolati nel '52 e '53 per i l tempo necessario a raggiu ngere un sufficiente grado di addestramento, con contestu ale invio in permesso senza soldo cli un congruo numero di mi li tari in attività di servizio . In secondo l uogo, per i l triennio 1855/57 fu data facoltù ai soldati di L inea e cl' Artiglieria con un'anziani tà di almeno quallro anni cli passare alla riserva, salvo dovervi poi resture per un tempo doppio rispetto a quello che diversamente sarebbe rimasto loro eia trascorrere nell'esercito e comunque non inferiore a un biennio. Per coprire infine le eventuali residue carenze di organico si doveva continuare provvisor iamente a util izzare i l metodo fi no ad al Iora seguilo di levare coscritti direttamente per la riserva ( 11 ) . Con provvedimento ducale del 4 luglio 1857 (12) il sistema introcloLto dal decreto 5.4.49 sulla coscrizione fu ri formato anche riguardo ai cambi. La prefcre11La sino ad allora accordata agli ex militari in materia di ven ne regol a assoluta, nel senso che fu data la pn:;,:;,i!Jilit~t <.li prendere cambi solo tra coloro che avessero terminato il servizio da non più di sci rnesi e che fossero di buona condottu, idonei fisicamente, ancora celi bi e non maggiori di anni 28. Per chi intendeva farsi sostituire Cu d'altro canto introdotta un 'importante facil itazione. consistente nella possibilità di addossare l'onere cli trovare un rimpiazzo direttan1ente al S.C.G. dietro versamento alla cassa militare cl i Lit.I .500. Il decreto del 4 luglio e un successivo chirografo del S ( I 3) regolamentarono anche la materia dei compensi da liquidare ai cambi una volta terminato i l servizio, fissandone l'importo rninirno in Lit.800 e disponendo che i frutti di tali somme venissero corrisposti agli avenri clirillo in misura di IO centesimi al giorno sotto forma cli soprassoldo. Secondo Francesco V l'ammontare dei compens i i n concreto pattuiti a favore dei cambi non si discostò mediamente di molto dai minim i normativi, mentre il numero degli ammess i a servire come cambi fu cli 40-50 all'anno ( 14). Affinché il sisterna introdotto con il decreto 5.4.49 potesse cominciare a funzionare fu anzitutto necessario costituire gli organi deputati alle operazioni cl i leva, e cioè le Commissioni comunal i. i Consigli provinciali e il Cons iglio centrale cli coscrizione. Le prime, presiedute dal sindaco o dal podestà. rappresentavano le stru tture di base ccl avevano fra l'altro il compilo di predisporre le l iste dei coscrivibi li. Ai Consigl i provinci al i spettava invece vagl iare i ·'titoli prodotti per esenzione o per privilegio", controllare le liste, ecc .. men tre i I Consiglio centrale era competente a risolvere "qualunque dubbietà sulI' intel ligenza della(... ) Legge" e a decidere i casi controversi. Con provvedimento del luglio '49 a quest'ultimo organismo venne preposto il consultore del Ministero del l'Interno Mar iano Pera. Perché potessero essere avviate le operazioni di leva occorreva ovviamente anche che venissero determinati i contingenti da recl utare, e che il relativo onere venisse ripartilo tra le M unicipalità. A lla prima incombenza provvide il Duca il 24.6.49, indicando in 1719 il numero complessivo degli uom ini eia fornirsi dai Comuni per completare l'effettivo dell'esercito, al lordo peraltro cli 265 volontari già accolti nei ranghi: il numero totale dei 1·iservisti eia coscrivere fu invece fissato in 631 . Il 2 agosto l'Ufficio di statistica ciel M ini stero dell' Interno stese poi un dettagliato progetto, a firma del consul tore Roncaglia, nel quale la quota di reclute cli cu i doveva farsi carico ogni M unicipio era calcolata, con riferi mento rispettivamente al la coscri zione per il servizio attivo e a quella per la riserva, in ragione del 3 e dell ' I . I per mille della popolazione comunale. Nonostante le conti nue sollecitazioni ciel sovrano, e benché già il 28 agosto i primi 19 coscritti, arruolati a Concordia, avessero Ixeso servizio, nell' insieme le operazioni procedettero assai a rilento. E poiché i Comuni cli l\1oclena e Reggio erano fra quelli maggiormente in ritardo, Francesco V dispose a loro carico

' Cfr. un decreto duc,1le datato Pavullo 22.8.54 (!\SMo. R. Segreteria cli Cì ahinctto. cilirogral1 sovran i. f. 356 ciel 1854 ), amicipa1nre del chirografo cieli' 11 se11emh1·e. nonché il provveclilllen\O so vrano 1.9.54 a margine dell'·'Elenco" ciel 3 1.8.54 in All i S.CCi . r.402/ 1 ciel 1854. " In Colle~io11t' r;ei1emle delle legg i rn.1·1i111; io11i !!dilli pmc/u111i ecc. per r;li S1wi e.11ensi, LXXXVI. Modena. 1857, pp.1 618. ,., In ASMo. R. Segreteri a cl i Cìabinetlo. chirografi sovran i. L3.'\9 del 1857. 11

Cfr. la "Traccia data al T. Col. Conte W infhen (... ) per artico li ùa porsi nella Cìazcrta cl' A ugusta'·. non dawta né fi rniata ma d i pugno cli Francesco V. in ASMo. A rch. fam . 13ayarcl De Volo. cassetta 97.

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una sorta di ispezione, da effettuarsi com inc iando dalla Capitale da una commissione presieduta eia! Casoni. che doveva riferire ''sugli ostacoli che s·incontrano. sulla causa dei medesimi e sui mod i d i toglierli" ( 15). Nella sua relazione ciel 25. 10.49 il Casoni assolveva peraltro la Municipalità d i Modena, escludendo che i ritardi registratisi fossero imputabili a negligenza o cattiva volontà e ricollegando li invece a cause più generali, quali ad esempio la mancanza di registri della popolazione e Ja conseguente difficoltà cli compilazione delle liste elci coscrivibili , le inesallezze circa le dare di nascita frequentemente contenute nelle certificazioni dei parroci. · 'che pur servir dovevano cli base a lle operazioni della coscrizione·•, ecc. ( 16). Sebbene i Comuni che avevano già fornito il loro contingente fossero appena tre, 1'ufficiale d ichiarava infi ne di confidare che tulle le Comunità sarebbero state in grado di procurare i coscritti di loro competenza entro novembre. A metà cli tale mese tuttavia su 17 19 uomini cli cui era previsto l'arruolamento per iI servizio attivo ne erano gi unti all' esercito non più di 700, e per la metà volontari. sicché il 20. 11.49 il Duca mi nacciava cli addossare d i lì a poco ai Comu ni che non avessero ancora rornilo tulle le reclute l'onere di prnvvedere al manten imento delle guarn igioni che si trovavano sul loro territorio o che vi fossero inviate. La '·spinosa operazione della prima Coscrizione" poté peraltro avere termine solamente ali ' inizio del 1850. Ritardi si ripeterono anche in occasione della leva clel 1850, sicché nel febbraio ·5 J il sovrano. stanco detr andauo, fissò a l 15 novembre di ogni anno il termine ul timo per l'arrivo dei coscritti a l\foclcna. sotto pe na di salate inulte ai Comuni inadem pienti . La coscrizio ne del 1849 ebbe uno strascico, giacché il Duca, avendo rilevato che quasi nessuno delle classi pi ù elevate era fin ito sotto le anni ed avendo inol tre ricevuto '·non poche lagnanLe per parte cli chi si prcrcnclcl va I inclcbitarncntc requisito", con decreto 1.4.50 ( 17) istituì una commissione straordinaria incaricata di esaminare i reclami avanzati e cli indagare sulle irregolaritit che fossero avvenute. Dalle verifiche effettuate, durate un paio cli mesi e condotte su alcune decine di casi giunti atrattemione ciel sovrano, restò tulla via sostanzialmente confcrrnata la correttezza del l'operato degli organi deputali alla leva. Essendosi provveduto col rilevante nurncro cli individui chiamati al le armi nel '49 a completrn·e l'organico dell'esercito. il contingente per la successiva coscrizione del 1850 poté esse1·e limitato a 400 uomini, che al momento dell'arruolamento risullrn-ono addirittura troppi rispetto alle effettive necessità, tanto che il Duca dispose che la metà delle reclute fosse mandata in permesso illimitato subito dopo avere prestato giuramento. Di costoro tuttavia fu deciso il richiamo coli ' 1.1.52, a dirnim1Lionc del contingente da coscrivere per iI 1851, determinato in 1200 uomini per ovviare al passaggio alla riserva dei soldati levati nel 1849. Con la coscrizione del ·52 venne poi ordinata la leva cli 222 individui da porre tra i riservisti e di altri 440 per le truppe in attività di servizio, da aggiungere a 160 tra reclute volonrarie e soldati raffermatisi. Nel 1853 il contingente per la riserva venne fissato a 140 uomini e quello per il servizio attivo a 299, di cui peraltro solo 200 effettivamente da coscrivere essendosi per il resto già provveduto con volontari e raffermati; per motivi di econornia inoltre una volta arruolati i coscritti vennero rimandati a casa in permesso. salvo essere poi richiamati ai Corpi nel febbraio ciel 1854. Per tale annata venne disposta la chiamata alle anni di 260 individui, con abbuono ai Comuni cli pertinenza elci volontari e raffermati. che a metà anno erano 64. Per Ja riserva si decise invece di non effettmu·e alcuna leva, giacché ci si aspellava che della facoltà di passarvi proprio allora concessa ai soldati con quattro anni cli servizio avrebbero approfittato in molti. Viceversa, su poco rncno cli 700 militari arruolati tramite coscrizione che nel -55 avevano maturato l'anzianitit necessaria solo 24 chiesero ccl ottennero cli essere trasferiti alla riserva, unitamente ad altri 30 tra volontari e cambi pure in possesso ciel requisito; nel J856 poi le donrnnde complessivamente avanzate (ed accolte) fu rono appena 20 ( 18). Per colmare i vuoti fu così necessario ordinare la leva di 420 riser-

" Comunicazione cl i Frnnccsco V al S.C.G. datala i'vlO 19. 10.49 (A tti S.C.G .. f.3 31 /8 del I 849).

'"Rei. 25. 10.4.() de lla co 111111iss io ne ' ·incar icat;, d i r in v<'nin" li,''"" '" che, h:inno rmI:i10 rilarrlo :1 r.ompimento de lle o pc r;1zioni della coscrizione" (ibidf:'111 ). All 'epoca nel D uc;1to la rcgistra1.ione delle nascite. delle moni. ecc. era lasciata in effetti ai parrnci. fatta eccezione per il Guastallesc (eia poco ccdu10 da Parma). ove lo stato civile era affidato ai Comuni. Constatata 1· imprefr,ione dei registri parrncchiali . con e h i rogr;i fo ciel 7. 11.49 Francesco V dispose 1· adozione del sistema vigente a Guastal la. L' atti vazione in tulio il Ducato d i uno staio civile aflicla to a ufficiali municipali si ebbe però so lo con la promulg,vione del Coclice Estense ciel 185 1.

'; In Atti S.CC .. f.Yi4 del 1850. " Quanto al 1857. la documenlazione esarninata

11011

fa cenno a ri chieste cli passaggio :il la riserva da parie d i soldati anzia-

ni, benché i l decreto 22.8.54 ne avesse previsto la possibilità anche per tale anno.

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visti per il 1855 e cli altri 69 pe r il 1856, mentre il contingente da reclutare per le truppe in attività di servizio venne fissato a 526 uomini pe r il primo a nno e 736 per il secondo, al lordo dei volontari già presentatisi (rispettivamente 111 e 134). Poiché peraltro nel '56 il numero dei coscritti per il servizio attivo risultò supe riore alle esigenze dei Corpi, in ottobre fu ordinato l' invio in permesso illimitato dei soldati eia congedare nel successivo quadrimestre, nonché -permanendo l' eccedenza- delle nuove reclute in esubero, eia richiamare tuttavia sotto le armi "di mano in mano che(...) si daranno piazze vacanti" ( 19). Q uanto al 1857, il Duca ordinò per il servizio attivo la leva d i 800 uomini, necessari a rimpia zzare g li inabili da licen1.iare, i giù usciti dall 'esercito e gli o ltre 700 ind ividui che si apprestavano a tennina re la capitolazione, dei q uali solo una trentina intendevano raffermarsi (20). Per la riserva cl' Artiglieria fu invece d isposto l'arruolamento cl i 8 1 uomini, che tuttavia a quanto sembra non venne effettuato, corne pure non venne effettuato quello di 31 individui deciso per il 1858 (2 J ). In quest'ultimo anno fu pure o rdinata la leva cli 69 uomini per la riserva di Linea, mentre il contingente fissato per le truppe in attività di servizio fu cli 785 individui, al lordo d i 85 volontari e raffermati da abbonare a i Comuni. O ltre a c onsentire il pote nz iamento delle forze annate duc a li , l'introduzione della coscr izione o b bl igatoria valse a nc he a m igliorare la qualità cie l personale cie li ' esercito dal punto cl i vista fisico. recando sotto questo profilo, secondo i I gen. Saccozz i, "sommo vantaggio" (22). Quanto ai sottufficia li ed ufficia li, la scelta degl i uni spettava a ll'autorità mi litare , mentre q uella deg li altri era r iservata al sovrano; e ntrambe peraltro venivano prevalentemente effettuate tra coloro che rivestivano la q ua lità cli cadetto. Pe r conseguire tale q ualifica , o ltre ad essere maggio ri degli anni I 8 (quanto meno eia fine '55), occorreva avere superato con profitto un esame, in cui si ver ificava la preparazione cie l candidato in grammatica , s intassi, aritmetica, geometria, algebra e topografi a. e se ne accertava pure la capacità di scrivere in bel c arattere (23). Era anche necessaria l'assunzione cie l forma le obbligo cli provvedere al pagamento di una retta mensile, ric hie sta per finanziare il particolare trattame nto di c ui i cade tti godevano. I posti da cadetto erano comunque abbastanza limitati. essendone previsti due per co mpagnia ne l l'A rtiglieria e q uattro per compagnia nella Linea, anch'essi poi ridotti a due dal d icembre '58. L'ammissione cli cadetti ai Dragoni era invece d i regola vietata, e vietata d ive nne anche nel Corpo Pionieri, ove pure q ualche cadetto era stato accettato dopo il '48 e si era anzi ottenuta l'auto1·izzazione sovrana ad inquadrarne stabilme nte fino a d ue per compagnia " onde ricavarne abili g raduati e Capi cl' A rte" (24). Una volta conseguita la qua lifi ca cli cadetto i giovani iniziavano ordinariamente a salire la scala gerarchica , fino a raggiungere a l caso il g rado di ufficiale, per il q ua le avevano -per usare le parole cli Francesco V- '·una spe ranza di preferenza" "attesa l'ed ucazione" (25) . Di so li lo i prirnissimi scal ini ven ivano saliti piuttosto rapidamente, anche perché per tali ini zia li avanzamenti molto contava il fatto cli sape re leggere e scr ivere. Rep utando peraltrn c he si dovesse g ua rdare d i più a lla condotta ed e nergia cl i c arattere, e ritene ndo che i cade tti veni ssero lasc iati troppo poco te mpo nel la condizione cli " comuni'' (cioè d i soldati sempl ici) pe rché dell 'una e dell ' altra s i potesse a vere e ffettiva prova, nel gennaio del 1854 il Duca dispose che cli regola non si potesse conseguire il grado cli sottocaporale se non clopo avere passato " a lmeno un anno al Corpo come Comune ed avere ivi fatto tutti i ser vig ii'' (26). Con chirog rafo

,., I supplemento (nr. I 7 1) all"o.d.g. S.C.G. del 4. 10 56 (OO.dd.gg. ciel S.C.G. dal 20.9.56 al 9.6.59). ''' A ltri 77 uomini avevano peraltro segnalato di essere disposti a continuare il servizio come c:11n bi. '' Cfr. sup ra. cap.VII I. " " Elenco" del 27.9.50 in .1\tti S.C.G .. L :ì39/ I dd 1850. ' ' Si d iedero tuttavi a casi di attri buzione della qualifica cli cadetto in via per così dire preventiva. e cioè qu:111do nncorn non era stato sostenuto 1•;sa111e. Nel I 850 il Duca proibì tale modo di procedere, che rendeva "•diffici le il congedare o passare alla Classe Comune chi non acquista tutte le cognizioni volute' '. A metil del 1855 il sovrano aderì ino ltr·e alla proposta del comando cl"Art ig licria cli fare esaminare g li aspiran1i cade tti cl"Artig lieria e Pionieri anche in trigonometria e fi sica generale. onde selezionare per i due Corpi clementi con un più ampio bagaglio d i cognizioni scientifiche. " '' Elenco'· ciel 27.4.55 in Atti S.C.G., f. 420/1 del 1855. Si parla qui dei cadetti cli compagnia e ci pionieri . soppr·cssi al ri1orno del Duca nel 1848.

17 0 17

' ' Comunicazione di Francesco V al S.C.G. datala MO 5. 1.54 (Alli riservati S.C.G.- I 854. Li l/9). "' Ibidem .

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dei Caclelli matcrnnti-


del 7 dic. 1855 il termine venne poi elevato a clue anni, e venne pure stabilito che per essere promossi caporali occorrevano a lmeno 2 1 anni d'età e tre cli servizio. Queste disposizioni furo no clellate non solo relari vamente ai cadetti. ma anche per coloro che non rivestivano tale q ualifica. i qual i pure potevano divenire sottufficial i ed anche ufficial i (del resto come si è visto alcuni Corpi non avevano cadetti). J\i non cadetti Francesco V volle anzi riservata, col citato provvedimento ciel genna io ·54, la metà dei posti da sottufficia le, affinché potessero "concorrere liberamente coi Cadetti sino al Grado di Sergente a lmeno'·. Una parte, per la vcrirà piuttosto limitata, dei q uadri dell'eserc ito ducale era poi tratta dalle scuo le militari (27) . L'art.31 ciel ''Piano organico'' dell ' Accademia militare estense prevedeva infalli che ai due o tre allievi della sezione militare risultati migli ori al termine del corso venisse accordata l'ammissione alle truppe col grado cli ufficia le, e che a chi li seguiva nella scala d i merito fosse confe rito, a seconda de lle capac ità, il grado di sergente o q uello di caporale. In applicazione di tali, disposiz io ni, nel 1857 gl i allievi Giacobani, Contarini e Borsari vennero ad esempio norninati sottotenenti in 2", l'u no nei Pionieri e gli altri alla Linea. Sergenti ed ufficiali usciti dall'Accademia erano tenuti a segu ire un corso pratico della durata di un anno presso i Corpi di destinazione. Promozioni per g li allievi erano contemplate anche dal regolamento della Scuola mi litare per i cadetti. cui potevano accedere. in numero ri stretto, i cadetti dei vari Corpi. ln particolare, g ià al termine del pri mo anno cli studi i due all ievi migliori dovevano essere premiati co l grado cli sergente, sia pure ad honorem (28). mentre al compimento del biennio cli corso era previsto i I conferimento in via effettiva, a seconda dei risultati conseguiti, ciel grado di caporale, di sergente o anche di ufficiale, nel quale ultimo caso si doveva poi seguire un ulteriore corso d'applicazione cli durata annuale. Per d isposizione sovrana, infine, vennero qualche volta accolti nelle tr uppe estensi ufficiai i provenienti da altri eserciti. Si trattava per lo più di elementi presi dal l'armata austriaca (lo erano ad esem pio il Scverus e il Wiederkhcrn, cui il Duca affidò i Dragoni), ma talora la proven ienza era diversa, come nel caso del ten . co l. Guido Mel i Lupi cli Soragna, passato dalle fi le parmensi a que lle modenesi ne ll' aprile ciel 1859. Erano poi cx ufficiali carlisri Pedro Santa Cruz, che aveva partecipato alle battag lie di ìvlendaza (1834 ), Huesca e Villar de los Navarros ( 1837); Ecluarclo de Respalcliza y Nieto, cl istintosi contro i Cristin i nel 1848 (29), e Rafael Homecles y Cabrera, batrutosi con valore in Catalogna nel 1849. Costoro furono ammessi quali sottotenenti fra il 1849 e i I 185 1, cd ancora mi iitavano ne lle truppe estensi nel giugno elci 1859. fatta eccezione per il Cabrera. che aveva chiesto congedo nel 1850, dopo appena un anno cli servizio. La presenza di Spagnol i al servizio ducale (tra i guaii si deve ramn1entare pure Rai mondo Florez Villamil. comanclanrc del battaglione di Mi lizia ciel F ina lese) è eia ricol legare ai legam i instau ratisi tra Modena e i Borbon i d i Spagna a seguito de l matrimonio di Maria Beatrice, sorella d i Francesco V, con l' Infan te clon Juan , padre cli q uel don Carlos che con l'i nsurrezione del 1872/76 giunse vicino a conq ui stare il trono d i Madrid. E poiché un ' altra sore ll a del Duca, Maria Teresa, aveva sposato il conte cli C halllborcl, pretendente alla corona d i Francia, v'era nei ranghi este nsi anche q ua lche ufficiale e sottuffic iale transalpino. Tali ad esem pio il conte Arturo de Chevigné, amlllesso nelle truppe a metà del 1855 col grado d i sottotenente in 2;' aclcletto all o Stato maggiore genera le; i I co nte Raimondo de Surville, che ai primi del '59 serviva qu ale capora le cade tto nel! ' Arti gl ieria: e Ata nas io ed Urbano dc C harette, appartenenti a una fam ig lia che aveva espresso uno dei più celebri capi vandeani. Atanasio, no minato sottotene nte in 2;' alla Li nea nel 1852, promosso nel '58 e congedato su clolllancla nel 1859, passò success ivamente al servizio pontifi cio combattendo a Castelfidarclo e di vene ndo in segu ito alto ufficiale degli Zuavi; Urbano dal canto suo e ntrò q uale semplice cadetto nel le tru ppe estensi nel novembre ciel 1855, venne prornosso ufricialc ai prim i del '59 e si congedò q ual-

" Sul le scuole m ilitar i vedasi infi·a. cap.XXVI. " Così avvenne. ad ese111pio. per i due pr imi classi ficati dell'anno scolastico I 85 l i52 : d r. l' o .cl .g . ciel S.C.C. nr. 204 ciel i ' 1.9.52 (00.clcl.gg. del S.C.G. dal!" 1.1.S I al 17 9 52). ,,, Il Rcspaldiza era 11ato il 13.10. 1827 a Sanlùcar dc Rarrarnecl a. v icino a Cadice. A llo scioglimento del la bri gala estense passò col grado di tenerne nel 2(, 0 rgl. d i Canter ia ;11.1s1riaco Granduca Michele cli Russia. di slanza a Buchvci s (Ceské Buclej ovicc). Coniugatosi nel I 867 a Roudn ice con An na L uisa M oravctz. mo1·i il 16.8.79 a Bad Ischi.

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c he mese dopo per arruolars i poi nell'eserc ito delle D ue Sicilie, segna landosi per valore a ll a d ifesa di Gaeta (30) . Dopo l'abolizione del g rado d i sortote nente banderale (gennaio 1848), l'uffic ial ità estense venne a comprendere sottotenenti in 2a, sottote nenti in l", tcm~nti. c apitani tenenti, capitani. maggiori , tenenti colonnelli e colonnelli, mentre il comandante delle truppe rivestiva il grado di genera] maggiore. l contrassegni di grado erano rappresentati eia stel lette a sei p unte poste su ambo i lati elci colletto della tunica, in ragione di una per i sottotenenti, due per i tenenti e tre per i capitani e capitani tenenti; la stessa progressione si aveva per i maggiori, i tenenti colonnelli e i colonnelli , i cui collelli e rano peraltro pure bordati eia un gallone d'oro. Il generai m aggiore aveva un gallone più largo e una sola stelletta. L' adozione delle stellette al colletto q uali distintivi di grado per g li uffic ia li era stata decisa dal Duca il S febbraio 1849, sul l'esempio cli quanto s i stava approvando in Austria, ove un ana logo siste ma fu introdotto a settembre per non essere pii:1 abbandonato sino a lla cad uta cieli ' lrnpero (3 I). L o rcline ciel giorno del S.C.G . nr.21 ciel 7.2.49, con cui ven ne pu bb licato il provved imento sovra no, avvertiva c he le ste llette dovevano essere d 'oro o d'argento a seconda del colore dei botton i dell'un iforme, mentre il successivo o .cl.g. nr.1 37 del 4 lug lio precisava che q uelle degli ufficia li su periori dovevano essere in ogni caso d'argento, dato il bordo dorato cui s i sovrapponevano. Avendo tuttavia r ilevato che il gal lone d'oro faceva poca fig ura sul le m ostreggiature g ial le dei Dragoni, nel giug no ' S2 Prancesco V stabi lì che per g li ufficiali s uperiori cli tale Corpo la gallonatura dovesse essere in argento e le stellette in oro. Per guanto rig uarda i sottufficiali, dai qual i il sovrano esigeva c he sapessero 'tarsi ciecame nte ubb idire" e che no n avessero "troppa famigl ia rità coi soldati'' (32). v'erano sottocaporali. caporali e sergenti, ai g ua ii g radi corrispo ndevano ne i Dragoni quell i rispettivamente cl i vice brigad ie re, brigadie re e maresciallo d'alloggio. Prima cli venire promossi in via effettiva al grado su periore. comuni, sollocapora!i e caporali ricevevano talora il grado stesso in via o no raria, a lmeno fino a q uando il Duca, a fine '50, non proibì tal i ·'rang hi ideali" , senza tuttavia compre ndere ne l di vieto il titolo cli sergente od honorem., che continuò ad essere conferilo anche in seguito . In base al citato o.d.g . del 4.7.49, i contrassegni cli grado pe r i sottufficia li erano rappresentati eia "l istin i" (cioè barrette), in tess uto d'argento per Dragoni, Artigl ie ri a e Pionie r i e in seta gia lla per Linea e Veterani, posti all'estremità anteriore del colletto in ragione cli uno per i vice brigadieri e sottocaporali, due per i brigad ieri e capo ra li, e lre per i marescial li e sergenti. Su l finire del l 85 1 i capi de i Corpi c hiesero pe raltro c he al posto delle barrette venissero adottate anche per i sottufficiali le stellelle, sull 'esempio a ustriaco. Tale modifica venne approvata il 7 di cembre da Francesco V, il quale di spose c he le stellette fossero in lana, "del colore" -precisava il S .C.G.- ·'stabi lito per ogni Corpo'' e "dell a forma e dimensione cli quelle adottate per g li Ufficial i" (33). A nc he le stellette de i sottuffic ia li s i portavano a l collctro ecl erano eia una a tre a seconda del grado (34 ).

''' l\'elle file ducali v·erano d iversi altri ind ividui non nativi dello S1ato. L ucc hesi erano ad esempio i conti Carlo Pollera e Carlo de Crequy, i qu!1li. se.guita l'ordinaria carri era e divenu ti ufficial i. allo scioglimenlo c1..,11a brigata estense passarono al ser vizio o alla pensione austriaci; imolese era i l conte Cesare Della Vol pe, ammesso alla Linea quale cadetto nel maggio lkl 1858, ecc. :'' I distintivi cli grado all'austriaca venncm utilizzati anche dall'cserciw toscano. per qua lche ternpo da quello pon tifi cio, e ùÙ quello parmense durante la reggenza di L uisa Maria. ·" Comunicazione del Duca al S.CG. dmata Pavullo 19.7.52 (ASMo. R. Segr·etcria di Gabinello, chirografi sovra ni, f.J54 elci 1852).

" llI supplemento (nr.297) all'o.d.g. S.C.G. ciel 12 .1 2.5 1 (OO.clcl.gg:. del S.C.G. dall' 1.1 .51 al 17.9.52). " Per le vari:1zioni dei contrasseg ni di grado dei sottufficiali dei Drngoni a seguilo del decreLo 13.8.56 c f1·. s11p1 ·u . cap.V ll.

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Fig. 77 Don Carl os cli Borbone e Austri.i-Estc, nipote del Duca Francesco \/

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CAPITOLO XXV L'addestramento Coloro ai quali era toccato in sorte di vestire l' uniforme venivano avviati a Modena, accompagnati da un delegato del Comune incaricato di farne la consegna al co,nandante del cosiddetto ''Deposito cli Coscrizione". A questi spettava " la vigilanza e l' amministrazione dc' requisiti '' finché non fossero "aggregati ai Corpi ~liiitari" ( I). L'amm issione ai Corpi avveniva clopo che i coscritti erano stati definitivamente riconosciuti idone i al servizio dalla Commissione centrale cli sanità, composta dal presidente ciel Consiglio centrale cli coscrizione, da un uffic iale di Stato maggiore, eia un medico civile, da uno militare, eia! comandante ciel Deposito e eia altri due membri. Nell'assegnazione alle diverse specialitù era prescrillo che si dovesse "possibilmente( ...) secondare le brame dei Coscritti", e tenere comunque conto "della q ualità clell'indivicluo e della sua professione civi le'' (2). Le recl ute prestavano giuramento secondo la formu la seguente: "Noi giuriamo solennemente in faccia a Dio Onnipossente cli essere ubbidienti, e fede li a Sua Altezza Reale il Serenissimo nostro Principe Francesco V Duca cli Modena( ... ) di ubbidire parimenti al Generale della Preloclata Altezza Sua, ed a tutti gl i altri nostri S uperiori, cii onorarli , e cli difenderl i, di esegui re in q ualsivoglia servizio ogni loro meline, e comando, in caso di guerra cli batterci valorosamente e da uomini d'onore in qualsiasi luogo, in qualunque tempo, ecl occasione, di non abbandonare giam mai in caso a lcuno le truppe e le bandiere di Sua Altezza Reale, cli non entrare in veruna intel ligen1.a col nemico, di condurci sempre a norma delle Leggi d i guerra e come conviensi a bravi militari, ed in tal modo di vivere, e di morire con onore, e così facendo lddio ci ajuti. Amen" (3) . Una volta arrivata al reparto, la recluta -cli leva o volontaria- iniziava ad essere istruita nel maneggio delle armi e nei movimenti regolamentari. Al soldato era infatti richiesto di acqu isire e mantenere col continuo esercizio la piena padronanza di tutta una serie cli gesti e movimenti codificati (necessari in particolar modo a consentirne 1' impiego nel l'ordine chiuso cli battaglia), fino a poterli eseguire "con assol uta naturalezza e quasi macchinalmente" anche in presenza d i "impressioni (...) forti e( ... ) sensibili" quali erano quelle che potevano aversi in combattimento (Regolamento d'istruzione per la.fanteria Esrense, lv1odena, 1850, voi. L p. 14). Ordinariamente il tempo necessario ad impartire la prima istruzione alle reclute era di un paio cli mesi; agli istruttori era raccomandato cli astenersi "da qualsiasi maltrattamento e prepotenza", anche per non compromettere " il punto cl' onore, vera anima del soldato'' (Reg. ist. 1850, pp. l 5 e 16). L'addestramento individuale, prima senz'arrna e poi con l'arma, costituiva la base dell'iter formativo de l fante, che apprendeva altresì acl operare in rango e in plotone. Il soldato riceveva anche l'istruzione necessaria a consentirne 1' impiego nel! 'orci ine sciolto di battagli a, venendo addestrato nel!' utilizzo ciel fucile quale arma da punta e nel ''bersagl iare'' (4) . A livello cli compagnia, d ivisione (due compagnie riunite) e batta0

' " M assime. in aggiun ta al le .I struzioni pubblicate co lla Noti ficazione( ... ) 19 Giugno 1849'' trasmesse dal Mi 11 . ciel i' Interno al S.C.G. con d ispaccio del 7.8.50 (Atti S.C.G .. Ordini cli IVl ::tssima, f.7 ( 1849/51 ). A l comando del Deposi to di coscrizione

fu dapprima il ten. Zanichelli. poi il cap. r-r,.1nccsco Ricci . ' O .cl.g . del S.C.G. nr.207 ciel 9 .9.49 (OO.cld.gg. del S.C.Cì. dal 22.9.48 al 31.1250). -' I l cloc urnelllo recante la formula del giuramento è conser vato ìn A tti S.C.G., C. 340/2 ciel I 850. Pratìca 111cnte identica era la i'orrnula in uso a Pan na: cfr. M. ZANNONI, Lt! RNtli TmJ!JII? cii., p.89. Per la formu la del giuramento dei militi di Riserva cl'r. .rnpra, cap.X , nota 7. Nel giurare si teneva il braccio destro flesso co l gomito vicino al corpo, la mano all',iltc:u:a del mento, il paln10 vollo in avanti e po llice. indice e n1cclio "ben stesi all ' insù cd ull argutip a '..; ignificnre In chirnnntt1 •'i n tcsti ,n on io ldel lb

SS. T rinità all'atto solenne". rnentre le altre dita rimanevano chiuse (f.1·1ruzio11e 1eorico-pra1ica dl'i divl'r.1 i 1111.111/!ggi d 'Clnw f)ei RR. Dmgrmi di Fmll<'l'iCI estensi, IV!oclena. 1850. p.16). A nche gli i111pìcgati ci vili dell'arnrnìnìslrnzione militare cnu10 lrnuri a

prestare giuramento, secondo quanto stabìli10 eia un chirngrafo del 27.3.50 per lutti ì lù,vionari dello Stato. Per costoro la formula. riportata ncll'o.d.g. del S.C.C.ì. nr.I 08 ciel 21 .4.50. era la seguente: '•Giuro a D io Onnipolen\e che serberò invio labile fedeltà n S.i-\.R. ìl Reg.11,111tc Sovrano Francesco V (...) Che non farò parte dì Scii.a. o Società avverse ::ti cl i L ui legittimo Governo. e che con i11tcgrìti1. e d iligenza sos1erri1 quell'Uffizio che mi fù (...) conferito( ...) e procurando in ogni incontro dì promuovere il vancaggio del Governo di S.A .R E Così lclclio mi ajuti'' (0O.dd.gg. elci S.C.G. dal 22.lJ.48 al 31 .1 2.50). ' Cfr. supra. c::tp.IX.

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glione l' addestramento veniva condotto secondo i clenami del Regolamento d'esercizio per la R. Fanteria Estense (Modena, 1855), che si occupava "Dell'obbliquare e dell' appoggiare ne lla marcia di fronte"(§ 13), "Del far fuoco schierandosi da una colonna aperta"(§ 9 1), ·'Della disposizio ne e dell' impiego di una divisione pel co!llbattirnento in ordine sciolto"(§ 106), ecc. Onde preparare acleguatarnenle i soldati a quest'ultimo lipo di combattime nto, il Regolamento d 'esercizio raccomandava cli esercitarli non soltanto sulla piazza d' arllli, llla anche e soprattutto sul campo, avendo cura che appre ndessero a trarre profitto dal terre no, a prestare attenzione ai segnali di tromba o rdinati dai comandanti per dirigere le azioni , ecc. Nell ' alllbito de ll'attività aclcleslrativa si insegnava tra l'allro al fante a marciare nella cadenza d ' ordinanza, che i regolamenti del 1855 fissavano in I 05- 108 passi al minuto, mentre il precedente regola!lle nlo del 1850 distingueva tra " passo di lllanovra" (ove la cadenza era q ue lla indicata), "passo ordinario", più le nto e eia utilizzare ad esempio ne ll ' istruzione e nelle parate, " passo raddoppiato", e "passo cli carica" da impiegare negli assalti. Q uanto al ma neggio ciel fuc ile, il soldato irnparava acl eseguire con la massima celerità e des trezza le o perazioni cli caricamento, che erano svariate e piuttosto complesse. A ll'ordine '·ca ricar arrn 1" occorreva infatti (cfr. ad es. l' Istruzione teorico-pmtica dei diversi maneggi d 'arme pei RR. Dragoni di Fanteria estensi, Modena, 1850, pp. 16-23) estrarre una cartuccia clalla giberna, lacerarne coi denti l ' involucro cli carta e versare la polvere nella canna de l fuc ile, ove veniva altresì inseri ta la palla, da calcare con la bacchetta contro la camera. Indi, alzato il cane e col locato i! cappellozzo -c ioè la capsula detonante- s ul lumine llo, l' arma veniva posta in posizio ne cli sparo. Secondo la menzionata Istruzione (p.23 ), a can na pulita in media occorrevano ali ' incirca trenta secondi per caricare, be nché un soldato veramente "avvezzo al maneggio" po tesse arrivare a sparare a nche tre colpi a l m inu to. Il fante ve niva a nc he aclclestrato ad operare secondo le metodologie stabilite per i I combattimento a fuoco nell ' ordine serrato. Con ri ferime nto a una truppa disposta in linea (e come di consueto schierata su tre ranghi), acl esempio, i regolamenti distinguevano tra q ue llo che s i può definire '•fuoco cli reparto", eseguito contempora neame nte dalle prime clue righe e da e ffettuare "q uando s i tratta cli ( ... ) scuotere la fe rmezza cie l ne mico, essendo che con esso s i scaglia tutt'ad una volta la pii:1 gran quantità cli pa lle sulle sue file" (Reg . es. 1855, S 86, nr.71 9), fu oco indi vicluale, "princ ipal me nte da porsi in pratica contro un ' infante ria" anch ' essa "ferma in linea" (ibidem , nr.722), e fuoco per ranghi. In quest' ulti mo la seconda e la prima r iga, nell'ordine, si a lternavano nelle scariche, mentre gl i uomini del terzo rango assicuravano conlinu itù al tiro passando l' arma carica a i compag ni della r iga anteriore, dai quali ricevevano conte mporaneame nte per il caricamento quella che aveva appena sparato. Dovendosi a llaccare alla baio netta, i regol amenti sta bi liva no che il reparto attaccante dapprima m uovesse contro il nem ico " nella solita cade nza di marcia", da abbandonare pe r il "passo mode rato di corsa" in vicina nza delle posizioni avversarie. a 60 passi da lle quali, calata la baionella, i soldati dovevano avventarsi "a p iena corsa" (Regolamento d 'istruzione per la R. Fanteria Estense ciel J855 , § 40; cfr. anche Reg. es. 1855, § 95). A qua nto riferito da l Saccozzi al Duca nel dicembre del 1854 , il livello di istruzio ne di Linea. Artiglieria e Pio nieri era lodevolissimo, mentre i dragoni di fanteria, dispersi nelle varie brigate ed assorbiti dai compiti d' istituto, potevano " figurare sufficiente mente se si classe incontro co n le altre armi" (5). Le cure ciel comandante e degli ufficiali po rtarono peraltro a un miglioramento de lla s ituazione del Corpo, che a fi ne '56 era giudicala soddisface nte anche sotto il profilo addcstrativo sia per la forza a piedi sia per queHa a cavallo, che in anni precede nti si era smesso addirittura cli istruire "a seconda delle regole(... ) cl i equitazione" (6). Nel gennaio del 1855 e ra stata in effetti posta a disposizione de ll'esercito " la Cavallerizza presso le mura di S. Giovanni" a Modena per la ripresa delle "istruzioni cli Cavallerizza", sia per i drago ni montati (che in buon nume ro erano stati nel f rattempo riuniti nella Capitale) s ia per gli a1tiglieri a cavallo (7). Nell'esercito erano insegnati e praticati anche g innastica e nuoto. Francesco V annetteva notevole importanza all'ecl uc,~zione fis ica, apprezzando in particola re eti ~sercizi atti a sviluppare la forza muscolare de l soldato e a "re nderlo capace a superare gli ostacoli d ' un terreno intersecato" (8). Quanto al nuoto,

' "Elenco" ci el I 0. 12.54 in A lli S C.G .. f .402/1 ciel 1854.

" Ibidem. ; Cfr. il supplemento (nr. I I ) all 'o.d.g. S.C.G. ciel 25. 1.55 (OO.dd.gg. del S.CG. dal 25.4.54 al 3 1.1 2.55). ' Comunicai.ione cli Francesco V al S.C.G. datata MO 22.2.54 (ASM o, R. Segreter·i a cli Gabinetto. chirografi sovrani, f. 356 ciel 1854).

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l>iano . \li. Fiy.t.

fora di Jfanco

ì'osizione contro la Panteri.a.. i/~v ::-~-:~.

\...!~.!c.!.:. •·/

Fig. 78 Schenna coi, la baionetta: pos i1.ione contro la fallte ria. Rego/amel//o di is1m:io,w per l a R. Fa111erir1 E.,1rnse. Mode11a.

1855. t.av.X Il ( A 1r:hil'io di Sullo di ,Hodena) Piano. Xlii. /lia.l.

c:olJJo dritto.

()

Fig. 79 Se-benna con la haionella: co lpo dritto e stoccata. Regolamel!lo di i.11ru:io11e per la R. Fc111teria t:.:sten.w:. Modena. 1855. tav.XI II (Arc/JÌl'io di Sww di Mode1w)

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per il suo insegnamento era stata istitu ita a l\foclena sin dai primi ann i '30 una scuola, denominata appunto ·'Scuo la ciel Nuoto", con sede in un fabbricato "a tal uso cretto fuori cli Porta Castello" (9). L'edificio, opera dell'architetto di Corte Vandelli, racchi udeva al suo interno la piscina, rivestita di mattoni, mentre su due lati ciel muro di cinta erano costruiti gli spogliatoi ( IO). Nel 1858 i soldati dei diversi Corpi che seguirono i corsi fu rono 129, compresi l I allievi del!' Accademia militare. Le Jczioni erano aperte anche ai borghesi (con esc lusione del le donne), purché provvisti "d i un abito conforme al campione stabil ito"; quest' ultimo poteva essere anche noleggiato sul posto, nel q ual caso -secondo il regolamento scolastico del 1853- il costo della singola lezione veniva ad essere cli 50 centesimi contro i 30 pagati eia chi util iz7.ava indumenti propri. L'accesso alla Scuola era comunque gratuito per gli impiegati mi litari e di Corte come anche per gli ufficiali, salvo il pagamento "del bucato degl i abiti adoperati" quando cli proprietà dell'istituto (1 1) . Nel 1858 i borghesi abbonatisi ai corsi furono una sessantina, e più di 20 gli ufficiali, sottufficiali e cadetti; vi fu1 lJ1 10 poi altri ancora che presero singo le lezio ni , con un introito compless ivo netto di L.329,0 1, in parte distri buite ad istruttori e custodi e in parre trattenute nelle casse mi li tari. La Scuola del nuo to restava normalmente aperta eia metà giugno alla fine di agosto o ai prim i cli settembre. ne l periodo cioè in cui per il caldo estivo l'acqua della piscina era a temperatura adatta ai bagni. Nel 1853 le lezioni occupavano pratica me nte l' intero arco del la giornata, secondo l'orari o seguente: 89 mi Iitari austriaci; 9- 1O Artiglieria: I 0-12 Pionieri : 12-13 e 18-20 ufficiai i, irnpiegati e altri borghesi; 13- 14 Accademia militare; 16-18 Dragoni e Linea. Gli istniltori erano sei-sette soldati . scelti per lo più nella Linea e nei Pion ieri: per la durata elci corsi essi era no esentati dai servizi ordinari e messi a disposizio ne della Scuola. Alla direzione cli quest' ultima venne posto nel 1851 il sottotenente elci Pion ieri Alessandro Volponi , che conservò tale incarico anche negli anni successivi . Oltre che a Modena. le tru ppe ven ivano istruite ne l nuoto anche a Massa (ove però alle lezioni non erano ammessi borghesi) e a Brescello. Per i cadetti che intendevano impratichirsi nell a scherma v'era inrine la possibi lità cli seguire le lezioni date in Cittadella dal maestro Achille Tinti . l regolamenti estens i d'istruzione e d'esercizio del 1850 e poi ciel 1855 furono il risultato di un lavoro iniziato nel 1847. A segui to cli risol uzione sovrana ciel 14 febbraio d i quell'an no, infoltì , il S.C.Cì. incaricò una commissione di ufficiali di adattare alle esigenze modenesi il Regolamrnto d'istruzione per l'f.R. Fanteria di linea de! 1845 e il regolamento d'esercizio che [o accompagnava. La commissione interruppe peraltro la propria allività nel 1848. e solo nel giugno '49 ne venne nominata un 'altra, col compito d i riesaminare le parli già stese, definire le questioni ancora irrisolte e portare a termine l'opera. Quattro mesi dopo la prima parte del lavoro, dedicata alla scuo la indi viduale, cl i rango e cli plotone, era pronta e ci si apprestava a rivedere la seconda, riguardante la scuola d i baltagl ione. Agl i inizi del 1850 tale revisione non era tuttavia ancora terminata, sicché il Duca, spa1ientito. ordinò che per quanto restava eia compiere la commissio ne facesse senz'a ltro proprio il modello austriaco. Jn un paio d i settima ne fu così possibi le completare anche la seconda parte del lavoro, in attesa della definitiva stesura deJla quale venne dato .intanto alle stampe un pri mo vol ume, e cioè il Regolamento d'istruzione per lo fanteria Estense, pubblicato con ordine del g iorno ciel S.C.G. ciel 2 1.4.50. L'adozio ne g ià nel 185 I cli nuovi regolamenti eia parte dcli' Austria tolse peraltro attua lità ai testi ducal i, che pi ù ormai no n garantivano quell'integrazione con l'alleato giudicata indispensabile "pcl contin uo contatto che si ha" ·'coli' l.R. Armata" "e per la probabilità d i agire cli conserva coll a medesima·' ( 12). Nel novembre del 185 l il S.C.G. venne così invitato a riferire al sovrano sulla possibilità cli introdu rre a Modena i regola1ncnti austriac i di servizio. istruzione e manovra. Di essi però solo un anno dopo

" L ettera del S.C.C . al fvled ico pri ncipa le Gartner datala MO 15.6.53 (All i S.C.G .. r389/4 del 1853). "' Cfr. F. SOSSA.l, Guida di Modena, \fodena. 1841 , p. 189. " Presc rizi oni per la Scuola cie l nuoto cintate .VlO 17.6.53 (;\tti S.C.G., 1.389/4 ciel 1853). ,., Co111unicazionc d i Francesco V al S.C.G. datala Pavullo 28.7.54 (AS!'vlo. R. Segreteria cli Cìabinctto. chirografi sovrani. f.356 ciel 1854). Anche a Panrn.1. ove pure i regolamenti introcloni dal nuca Car lo lii erano ispirati a modelli fra ncc~ i. per le evoluzioni d i brigata ru adottato nel 1853 il rego l;1111cnto austr iaco. scllJpre allo scopo cl i porre le tru ppe in g1·ado di 111anovrare di conserva con quelle imperiali .

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si riuscì ad avere copia, che fu inoltre necessario trad urre in itali ano -'·perchè esempl ari in questo idioma non se ne rinvennero" ( 13)- prima cli potere incaricare dell'esame dei testi una nuova commissione, presieduta dal col. Forghieri . Essa si occupò anzitutto ciel regolarnento d' istruzione, elaborando un progetto che venne sotroposto al Duca nel marzo del 1854, accompagnato da una relazione nella quale il Saccozzi rilevava che per la maggior parte le proposte avanzate non suscitavano problemi. L'attenzione del sovrano era pertanto rich iamata su pochi punti, tra cui la sempl ificazione, sull'esempio austriaco, delle formal itft di saluto ai superiori. Francesco V si mostrèi però contrario a modificare ''le dimostraz ioni di rispetto al Superiore ora usate", g iudicandole "più necessarie che mai in tempi in cui anche senza calli va intenzione ognuno tende a fare quello che gli è più comodo" ( I 4\ sul resto invece non sol levò in pratica obiezioni . Nel marzo '55 il S.C.G. cl ieclc poi conto a Francesco V del le variazioni apportate sulla base delle indicazioni sovrane, sottoponendogli pure il testo del regolamento d' esercizio cd ottenendo per tutto l'approvazione cl ucalc. Il f<egolamento c/'islruz.ione e il Regofamen10 d ' eserciz.io JH'r fa R. Fanteria estense vennero così passati per le stampe e pubbl icati con provvedi mento cieli' 1.8.55; il 16 novembre dcll 'anno successivo entrambi erano già "post[il in pratica" dalla Linea e dai Pionieri ( 15). Ufficiali e soldati ducali erano frequentemente chiamati a dare di mostrazione delle loro capacità professional i e del loro grado di addestramento in esercitazioni e manovre, che valevano al tempo stesso a perfezionarne Ja preparazione. Alcune di tali esercitazioni venivano effettuate appena fuori dalle mura di Modena, nei vasti spazi del cosiddetto "prato delle manovre", allestito dapprima fuori porta Castello e poi. dalla melù degli anni '50, fuori porta S. Agostino. Si trattava in genere di evoluzioni eseguite dai battaglioni cli Linea e dall'Artiglieria di presidio nella Capitale, alle quali spesso assisteva il Duca in persona, talora accompagnato da importanti personaggi : alla manovra tattica a fuoco del 12.6.58. ad esempio, presenziò insieme al sovrano il Feld~eugmeistcr Gyulai. J\ltre volte le esercitazioni consistevano in " passeggiate militari" da Modena a località vicine, come Fossalta, Rubiera, Casinalbo, ccc., raggiunte le quali Je truppe venivano schierate a difesa cli un ponte o di altra posizione. Più complesse erano le manovre campali, ne lle quali era assegnato uno specifico terna tattico per la cui esecuzione le forze partecipanti, in genere numerose, venivano solitamente divise in gruppi contrapposti. La manovra tenutasi il 6. 11.50 a Rubiera, ad esempio. ebbe come tema l'attacco e la difesa elci forte, ad opera rispettivamente di un Corpo meridionale e di un Corpo settentrionale, quest' ultimo rafforzato eia un pezzo posto sui bastioni della fortezza. All'esercitazione presero parte le guarnigioni cli Modena e di Reggio, e furono pure invitale due divisioni del battaglione austriaco allora cli presidio nella Capitale. Oltre alle esercitazioni e manovre organizzate volta per vo lta ve ne erano altre a carattere periodico. L'appuntamento pii:1 i rnportante per le truppe d ucal i era senz'altro rappresentato dal le cosiddette " manovre autunnali", che corri spondevano alle grandi manovre delle armate di maggiori dimensioni . Ord inariamente le manovre autunnali si tenevano al Ghiardo, ne lla zona cli Bibbiano-Quattro Caste lla, si svolgevano in settcn1bre/ottobre e avevano la durata di alcuni giorni (talora anche una ventina); le esercitazioni d i tiro al bersagl io dell'Artiglieria, quando effettuate, ne costituivano per così dire l'appendice. Alle manovre autunnali partecipavano solitamente tulle le forze disponibi li del le guarnigioni di Modena, Reggio e non cli rado anche Massa, accantonate in parte in baraccamenti al Gb iardo e in parre nei paesi circostanti. Le truppe venivano impegnate '•in riconoscenze e rnanovre campa li, nonché in costruzioni, attacchi, e prese di opere" , e pure esercitate '·al tiro al bersaglio" ( 16). Un Camo armigem pel Soldato illustra in versi le esercitazioni autunnal i del 1858, al le quali presero parte, sotto l'i mmediato comando del Duca, un d istaccamento di dragoni a cava llo, gl i allievi deJJ' Accademia, gli artiglieri montali, la divisione Pionieri e Ire battaglioni di Linea. Dopo alcune q uartine ded icate alla ·'simulata/ Pug na" iniziale sulle alture di Castel vetro, il Canto accompagna i corpi contrapposti oltre la Secchia e il Tre:;inuro fino al Ghiardo, dove ebbe term ine l'azione. "Qui", conclude il carme, ''si riposa/ St.inco il guerriero/ Di Marte cessa/ TI magistero.// A cui succedono/ Ludi, e carole''. "Là di gin nastica/ L' audace

" "Elenco" del lJ.3.54 in Ani S.C.G ._1.402/ 1 ciel I 854. " Osscrvazi on i di rrancesco V datate 15 .4.54 a marg ine dc li" ··Elenco'· cl i cui alla nora p1·ecedente. ,; "Elenco·· del I 6. I I ..'i6 in An i S .C.G .. f.4JWI ciel 1856. ,. Di sposi zioni d i Francesco V al S.C.G. per le manovre del 1856 datale RE 12.5.56 (/\S tvlo, R. Segreter ia di (ìahinetl0. ch irografi sovrani. f.358 del 1856).

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Fig. !ìO Schcrnw con la baionetta: parate: posizione eia ass umere co111r-o un cavaliere armato di sciabo la. lfrgola11Jc1110 di isrm::.io11e p1·r la/~. l·'a111eria f:sre11se. Modena. 1855. tav.X IV (,1rc/1i1·io di Sl(llo di Modt•11a)

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--=--~ -fo~izione in1111etlia1n11rnnt~ prima Jella pereosi.a. <' ilei sallo a dritta _

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Fig. 8 1 Scherma con la baionella: Posi::.imw i111111ediata111e11te prima della perco.1.1a e del salto a drilla. Regola111e1110 di i.,tl'll~io11(' 11er la R. F11111eria J:,'sreme. Moùena. 1855. tav.XV (AJ'r'hil'io di Sw/1/ di Modena)

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Fig. 82 Scherm a con la haionelta: Sioccaw dopo la percossa ed il sa/10 indie1ro. Regolw11e1110 di istm ~ione per la R. Fameria F.s1c11se, IVloùena. I 855. tav.XVJ (i\ rchi1•io di Swlu di ,Wodenu)

F ig. 83 li camcollare. Rego/w11e11 /o di is1mzio11e per la R. Fa111eria Es1rnse . .\foclena. 1855, tav.X Vll (Arc/1i1,io di S1c110 di ivfodrna)

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Piano. \l.

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f-ig. 84 !1ersa8/io mohile rani t?,urnnlc uno zuavo. R<•golwue1110 di i.1·1nòo11r• per la R. Fa11/l'l'Ìa 1:: s1en.1,' . Mode11;1. 1855. lttv.Vl (Arc/1il·io di Stato di Modena)

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Fig. 85 Risultat i del tiro al bersaglio dclr/\rti glieria. 1850 (i\ rchivio di S1oto di 1Wode110/

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Fig. 86 Pl animclriu c.li Brcsccl lo c c.lei suoi dinlorni allegala a

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campagna ~vollo da 1111 ullicialc. I 855.

Si 1101ino i l ponlc c.li barche e le batterie sulla sponda l0111b,1rclo- vc11cw tk l Po. poi effc1rivame1lle rc,1l izzme 11t·I I 859 (J\ rchii·lo di Sw10 di /Vlodell(1)

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salto/ Q uà cl' un 'antenna/ S i monta in alto.// Lù della danza/ I vispi g iuochi/ A l chiaror vivido/ Di mille fuochi'' ( 17) . Cadenza cli m assima biennale avevano poi g li esercizi di tiro al be rsagl io ciel i' Artiglieria, effettuati dapprima nella prate ria del la Mandria presso Boretto (ove nel 1845 era stato att rezzato un pol igono), e dal 1852 anch' essi al Ghiarclo, ove il terreno mig liore consentiva cli recuperare u n maggior n u mero cli proiettili. Per tali esercitazioni venivano solitamente u tilizzati s ia pezzi da posizione che pezzi eia campagna; a concl us ione erano spesso effettuate gare fra i migliori p untatori, come avvenne ad esempi o nel 1856. Agi i esercizi tenu tisi in q ue ll'anno, c he impegnarono a turno pressoché tutto i I personale d'Artigl ie ria d i stanza a l d i qua de ll'Appennino, la batteri a da posizio ne era costituita da u n canno ne da 18 preso dalle torri d i Brescello, eia un mortaio eia 60 e eia un obice eia I O. Nei sci giorni del l'eserc itazione con ogni bocca da fuoco furono lirati 54 colpi , più altri 8 col cannone ed altrettanti col mortaio a scopo cl'addcstramcnt.o degli al lievi dell' Accatkmia. Quesli ulti1 11i spa1a10110 alt1esì una quarantina di colpi con una mezza batteria da campo di q uattro pezzi, la q ua le eseguì pure numeros i altri tiri a bersag li posti a differenti distanze ( 18). Disposizioni in vigore sin dal 1847 stabili vano che ogni biennio le tru ppe estensi venissero anche eserc itate a gellare sul Po il ponte a lla Birago, i c ui materiali erano custoditi nei magazzini cli 8rcsccllo. Ordinariamente nell'anno in c ui c i si esercitava nel getto del ponte non si effettuava il tiro al bersaglio cieli' Artiglieria, e viceversa. Alle esercitazioni, che d uravano cli solito eia rnetà agosto a metà settembre, prendevano per lo pi ù parte una compagnia Pionie ri e la compagnia d i artiglieri d i stanza a Brescello. Nel corso delle manovre le truppe costruivano e smontavano ripetute volte il ponte, venivano esercitate nel remare, ccc. A conclus io ne i soldati davano solitamente un saggio della loro abilità alla presenza delle autorità m ilitari, come avvenne ad esempio nel 1851 , quando davanti al Saccozzi e a molti ufficiali su periori venne gettato in d ue ore e mezzo un ponte " cli n.31 Campate e n.30 sostegni misti" , sul q uale poi ·'diffilè, senza nessun inconveniente" la divisio ne di Artig lieria e Pionieri che aveva partecipato ali' esercitazio ne ( 19). Nei mesi cli luglio e agosto, a partire da l 1853 e fino a l '55 al meno, le truppe cli presidio a Mode na s i recavano infine per divisio ni a i cos iddetti "accantonamenti d i Pavullo" . In tale località, ove Francesco V e ra solit.o trascorrere l'estate, ogni divisione si tratteneva per un paio di settimane, esercitandosi in manovre campali, nella collocazione d'avamposti, ne l tiro aJ be rsaglio. ecc. (20) . Un particolare stru mento cli verifica del le conosce nze degli ufficia i i e ra rappresentato d ai cosiddetti "temi cli campagna", che g li ufficiali stessi erano chiamati a svolgere e c he venivano poi esaminati e posti in o rdine cli me rito . Temi di questo genere, differenziati a seconda dei g radi, venne ro ad esempio dati nel 1855 agli uffic iali cli Linea, d 'Artig lieria e de i Pionieri, con un mese d i te m po per consegnare gli elaborati, che dovevano essere corredati da mappe . Per cl are un ' idea clegli argomenti eia trattare si r iporta u no dei titoli per i capitani (2 1) : "Una Brigata postatasi sulla strada di Spilam berto per tratte nere e battere una Brig ata d'u n Corpo nemico( ...) che da Castelvetro e verso Spilamberto avanza sopra Modena spinge un Battaglione con d ue pezzi e meno squadrone(... ) sino al eletto Paese d i Spi lambe rto in riconoscenza. Esporre( .. .) il modo col quale il Comandante dell ' inclicato Battaglione, si regolerebbe , e le disposiz ioni che adottere bbe per eseguire la commessagli riconoscen za". Pur manifestando il d ubb io c he non tutti i terni fossero farina del sacco cli coloro che figuravano d i averli stesi, la commissione esaminatrice si espresse in comp lesso piuttosto positivamente su lla qual ità clei lavori s volti. "Se ne l-

" Il Canto armigero pel Soldato, opera di un non meglio identificato G .F.. trovasi in /\tti r·i scrva ti S.C.G .- 1858. f.VIl/1 4. "Cfr. l'''Elenco" del 6.2 ..57 in A ui S CG .. f.456/ 1 del 18'i7 An<"'. l"" [li i ariiilieri rlell"0111appcnnino venivano talora esercitati nel tiro al ber·saglio, in particolare coi pezzi da costa. Il 20.7.53. ad esempio. furono tirati 20 colpi '·lungo il littorale da S. Giuseppe al Forte Speranza con non buon successo·•, in quanto ··pochi colpirono nel poligono costrui to fra li due Forti per un tale esercizio"' (giornal e delle operaLion i eseguitesi dal 14.7.53 in avan ti, in Ani riservati S.C:.Ci.-1849/53, f.1/8). ,., Rapporto del e.do dei forti di Rrescello al S.C.G. datato B rescello 20.9.5 1 (Atti S.C.G .. f.368/1 4 del 185 1) '" Nel dicembre ciel 1858 il Duca aveva anche s1ahilito che dall'anno successivo gli ar tiglieri e i pionieri fossero pure esercitati. durame l'estate e J"autunno. nella cos1ruzione cli batterie. trincee. gabbioni. !'ornelli eia rni na. ecc. Gli cvcnl i del '.'i9 impedirono l'avvio cli tali program mi addest rati vi. " In A lli S.C.G., ì.433/14 ciel 1855.

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l'anno andato facemmo elogio al sapere spiegato da parecchi Ufficial i nella Soluzione dei quesiti dati loro in quel tempo", essa scriveva, " lo dobbiamo (... ) assai più in questo, avendo trovato un deci so mig li oramento nelle cognizioni dei medes imi" (22). Ai '·tem i di campagna" veniva attribuita un' importanz:.1 notevole, e in effetti soprattutto nei lavori degli ufficiali superio ri comparvero spesso idee poi am pi amente riprese in occasione degli avvenimenti ciel 1859. Per migliorare la loro preparaLicrne g li ufficiali ducali avevano a disposizione testi come I' lsrrnzione pratica per /'1!{fiziafe in Campagna, originariamente destinata -come si legge ne lla prcfaLione- "al l'educazion militare degli Ufficial i Austriaci." e successivamente tradotta "per quella pur anche degli Estensi". Pubblicata a Modena nel 1843, l'opera mirava a sviluppare il senso lattico negli ufficia li additando loro "parecchi casi cli g uerra·' e ad "arricchirne le idee mediante esempj". In particolare I' lstruz.iane a lternava ali' esposizione delle "massime principali"' da segu ire nel le cli verse situa1.ioni la descrizione d i casi di concreta app licazione delle massime stesse, illustrati da incisioni. Con tal i modalità l'Istruzione trattava acl esempio della collocazione deg li avamposti, delle pattuglie, delle 1·icognizioni, della difesa ed attacco cl i boschi e vi llaggi, del blocco ccl in vestimento dell e fortezze, deg li attacchi dimostrati vi. ecc. (23). Affinché i più promettenti tra i giovani ufficiali potessero acquisire '·quel le cogniLion i e quella pratica che solo una grande (...) Annata può dare" (24), Francesco V si interessò anche per fare loro trascorrere periodi cli formaz ione all'estero, presso reggimenti o Corpi austriaci (25). TI sottotenente de Crequy, ad esempio, fu inviato nclrestate del 1855 al 7° rgt. imperiale d"A rtiglieria, cui rimase aggregato per o ltre un an no; in seguito l'ufficiale frequentò il corso superiore d' Artigl ie ria allora introdotto presso l' Accademia di O lrni.itz, che terminò verso la fi ne del ·53 "con piena soddisfazione superi ore·'. ottenendo dal Duca la promozione a tenente. Sempre nell'estate del 1855 i sottotenenti cli Linea Marnol i e Giacomo Cam urri e iI sottorenente dei Dragoni Casso li furono distaccati rispettivamente presso iI 32° rgt. cl i fanteria (cli cui colonnello proprietario era lo stesso Francesco V), il 20° btg. Cacciatori e il 9° rgt. U lani Principe Liechtenstein, cli stanza nell'ordine a l\'1urano, Bologna e Graz. I primi due ufficiali vennero poi richiamati a ~fodena dopo un paio d'anni. mentre il Cassol i volle passare al servizio austriaco, ottcncnclo iI congedo eia quello estense nel settembre '57. Nel 1858 partì inline per Vie nna iI sottotenente elci Pionieri Giuseppe Giacoba1.z.i per essere istruito nelle fu nz ioni cli ufficiale di stato maggiore presso lo Stato maggiore generale imperiale.

" L ettera della cornmissione al S.C. Ci . in data 18.5.55 (ibidem) . " Unito all' Js1ru:::io11e è un Cenno sulla COf!J1i~io11e e lo sc i en~a g ('nNa/e del lffFCJ/O (Moclena, IS4.ì) cli un non rneglio identificato L.M.M . " Comunicazione d i Francesco V al S.C.G. datata MO 29.6.55 (Mli S.C.G .. f.421 / 2 ciel 1855). ' ' A nche altri piccoli Stati 111anùavano personale all"estero per ampliarne le cognizioni e le cspcr"ienze: è il ca so ad esempio cli Parrna. che nei primi anni ·50 inviò a tale scopo d iversi clementi a Napo li (c fr. Jv1. 7 ,'\NNONI. /.r• Reali Tm1111e cii.. pp.3'.1-34).

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CAPITOLO XXVI Le scuole militari Oltre c he con lo studio individ uale e i periodi d i formazione all'estero (riservati pe r la verità a pochi), i q uadri dell'esercito ducale potevano approfondire la loro prepa razione anche seguendo le lezioni del la "Scuola d ' istruz ione per gl i Ufficiali Estensi", già esistente prima degli eventi ciel '48 e riaperta da Francesco V s ul finire del 1852. Le lezioni si tenevano due volte a lla settimana in un locale della C ittadella cli Modena, al cui comandante G iovanni Cam pi la nz i era a ffi data la Scuola. D i q uest'u ltima non si trova più menzione dopo la mo rte dell' ufficiale (gennaio 1856), s icché è pres umibile che a seguito di tale evento ne sia cessata l'attività. Corsi scolastic i v'erano anche a pro del la truppa. Essi miravano a forni re agli alunni un'istru1.ione elementare, soprattutto allo scopo di formare personale atto a svolgere un minimo cli funzioni am m inistrative. Il risul talo d ichiaratamente perseguito dalle Scuole cli reggimento, riatti vate ne l gennaio '50 ne ll' ambito della Linea, era ad esempio q ue llo d i preparare ind ividui in grado di c oadi uvare i sergenti a l dettaglio delle com pagnie. Una volta raggiunto tale obiellivo. il solda to -a lme no stando al piano cli organizzazio ne del le Scuole approvato I' 8. 1.50 (I)- doveva interrompere la freque nza, anche se non erano ancora passati i tre a nni fissati per la durata dei corsi. Per quegli al lievi che avessero mostralo " una capacità tale eia r iprometters i maggiori vantaggi al Sovrano serviz io" il piano prevedeva peraltro la possibilità cli passare a lla Scuo la dei cadetti . Le Scuo le di reggime nto erano o rganizzate per battaglione; ogn una aveva un ufficiale direttore, un maestro e un supp le nte presi dai sottu fficiali, e comp lessivamente 16 alun ni, cioè 4 per compagn ia. L' istruzione impartita s i li m itava ·'al leggere e scrivere be ne con carattere corsivo, ai prineipj di Iingua italiana ed ortografia, a l la CalIigrafia, a lle q uattro operaz ioni'' (2); le lezioni si tenevano nelle ore libere dagli esercizi mi litari. Analoghe a lle Scuole di reggime nto erano le Scuole di compagn ia del Corpo cl' Artiglieria, istituite per dare a i soldati la possibilità " d ' istru irsi nel leggere e nello scrivere, e nel le a ltre cognizioni essenz iali'' (3) . L'attività scolastica era concentrata ne l semestre invernale (da novembre ad a pri le), durante il q uale si insegnavano lettura e scrittura, princ ipi d i o rtografi a, call igrafia e grammatica, a ritmetica. principi di contabilità., ecc. A seconda delle cognizioni gl i al unni e rano cli visi in quattro c lassi, pe r og nu na de lle quali era previsto un d iverso programma cl' insegnamento. In base all'o.cl.g. elc i comando del C orpo ciel 5.11.52. ad esempio, coloro che e rano ormai capaci cli "leggere e scrivere sufficientemente" e d i svolge re "le prime operazioni intorno ai numeri intieri'' (prima classe) dovevano essere esercitati " nel leggere ( ... ) acl a lta voce, spiegando quanto hanno letto; ne llo scrivere con call igraria, nell'eseguire le diverse operaz ioni di aritmetica". dovendo inoltre proseguire "lo studio della g ramatica Italiana" (4). A metà de l 1853 risultavano complessivamente c lassificati ne lla prima c lasse 66 ind ividui, nella seconda 35, nel la terza 55 e 60 nella quarta, comprendente coloro che non sapevano distinguere né lettere né numeri. Anche ne l corpo Dragoni era stata a utorizzata, con provved i me nto del S .C.G . in data 2. 1.49, I'apertura cli una "scuo la e lementare di leggere e serivere". O biettivi più am biziosi della semplice a lfabetizzazione avevano poi a ltre scuole, come la Scuola d i Corpo clell'A.rtig lie ria , mirante alla formaz ione d i capaci sottufficiali ed a perta a quegli artiglieri c he g iù avevano un ' istruz ione di base. A lmeno nei primi anni '50 il corso cli studi aveva durata bie nnale: ne lla prima classe s i insegnavano aritmetica, calligrafia, italiano, elementi di algebra e di disegno topografico; nella seconda geometria ed algebra, disegno to pografico e lineare, italiano ed e le menti di ling ua tedesca. Durante tutto il bie nn io s i studiavano inoltre i regola me nt i mi litari. le teorie d'artiglie ria e la conta-

' Il piano. trasmesso dal e.do di L inc,1 a l S .C.Ci il 7 .1.50. trovas i in Alti S CC.ì .. On.lini cli Massima. f.7 ( 1849/5 1). ' P ia no d i orga niu .uione. a rt.4 . 'Circo lare a l irrna de l e .le cieli· Artig li e ria Guerra in A tti R. Corpo ciel Tre no , L62 - C:aneggio clall 'agosto al dic e m bre 1848 'L·o.d.g. trov;1s i in u na fil1a m iscella nea d i docu me nti d i carattere militare p rovvisor·ia111en1c coll ocata ne ll" arrn adio d ella di rezio ne de l1· ;\S\ilo.

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bi lità e si praticavano scherma e g innastica. Nell'anno scolastico I852/S3 g li a llievi del primo corso erano nove e quelli del secondo q uattro, con alcuni ufficia li e sottufficiali a fare da insegnanti. L'istruzione militare dei cadetti e dei sottufficiali era po i la fu nzione attribuita alla scuola cli Corpo progettata dal comando cli Linea nel luglio ciel 1850 (5). TJ piano, approvato dal S.C.G. il 31 ottobre, assegnava alla scuola la d urata cli un a nno, durante il q ua le gli a ll iev i dovevano essere eruditi sul modo di tenere l'amministrazione di una compagnia, s ui regolamenti di discip lina, istruzione e manovra, sul servizio agli avamposti ecc. Gl i esam i finali s i svolgevano ad agosto. A ci istruire e lementi "cli occorrente capacità nelle Arti Meccaniche. e ne lla Chim ica appl icabi le a i diversi ram i cli Industria Militare" (6) mirava infi ne la "Scuola Tecnologica dei RR. Corpi A rtigl ieri e Pionie ri Este ns i", la c ui istituzione era stata proposta dal col. Guerra a llo scopo cli dotare a nche l'esercito cli una di quelle scuole tecnic he in cui le scienze naturali e rano studiate nel la prospettiva delle applicazio ni pratic he che se ne potevano trarre. Approvata in via speri mentale da Francesco V il 22. 12.55, la Scuola tecnologica iniziò a fun zionare s ul finire de l 1856, ricevendo la defi nitiva sanzione sovrana ne l novembre '57, anche a seguito dell'esito soddisfacente cli un esame dato a lla presenza del Duca eia alcuni allievi al termine del prin10 anno di studi. A quanto stabilito nel programma rimesso al sovrano in occasione del saggio (7), la Scuola tecnologica aveva durata triennale e vi potevano accedere sia coloro che avevano terminato il cosiddetto "corso fi losofico" o a lmeno il primo anno di esso, sia coloro che, pur non avendo compiuto studi regolari , d imostrassero cli possedere ugualmente una buona conoscenza delle m atematiche e del disegno, s ia inf ine coloro che avevano completato il corso preparatorio ne lle scuole del Corpo. L'organizzazione degli studi era articolata in un primo biennio in cui s i approfondivano la chimica, la fisica, la meccanica, la geometria descrittiva, il disegno ecc., e in un'annata conclus iva a carartere specialistico ne lla quale, a seconda cie l l'indirizzo prescelto. i g iovani veni vano istruiti nelle "arti meccaniche" (costruz ione delle macchine e delle armi), nelle "arti chimiche" (tra le g uaii venivano comprese la fotografia e la galvanoplastica), o ncl l' arte edificatoria (realizzazione d i e difici militari, cli ponti , ecc.). Al termine della scuola era prev isto un ti rocinio in officine e laboratori, ma g ià durante i cors i gli a llievi erano frequente mente c hi amati ad effettuare espe rienze pratic he nel laboratorio chimico interno dell'i stituto, nel gabinetto uni versitario di fisica spe ri mentale e nel le officine dei Pionieri e de ll' Artiglieria (8). La scuola disponeva di divers i strumenti ed oggetti. tra i guaii una rnacchina fotografica, una bi la ncia cli precisione, uno squad ro agri rne nsorio, ecc. Gli eventi del ' 59 fecero sì che neppure il primo ciclo triennale cli stud i potesse giungere a compimento; tuttavia molti degl i al lievi "si trovarono così bene istruiti, che poterono essere accolti come uffic ia ii di artig li e ri a o cie l genio nel la nuova armata italiana" (9). Di più elevato livello rispetto a quelle sin q ui considerate era la Scuola militare per i cadetti, con sede nella Cittadella di Modena, che aveva quale scopo la formazione di individui idonei per spirito e cognizioni a divenire "Sotto Ufficiali ed Ufficia li istruiti. capaci, coraggiosi. costumati, e fedeli al loro giuramento" (HJ).

' Il prngeuo, all.egato a una lettera ciel e.do cli Linea al S.C.G. datata 19.7.50, trovasi in /\tti S.C.C , Ordini cli 1Vlassirna. f.7 ( 1849/5 1). '' ·'Elenco·• del 13.12.55 in Atti S.C.G.. f.420/ I del 1855. ' 1.n Atti S.C.G., f.457/2 del 1857. ' Nel.l'approvare di massima in via sperimentale per il biennio I 857/59 il regolamento della Scuola predisposto dal Cìucrra ad i ntegrazione del piano cli studi ill ustralo nel testo. Francesco V osservava che i numerosi pn.i fcssori rendevano l' isti tuto eccessivamente costo;, o e che occorreva q uindi pensare a modifiche al riguardo. anche perché le nrnrerie eli prm, v,1110 trop-

pe "ed è un esigere troppo dai giovani, che perderanno anche l'uso della vita militace·' (provv. ducale datato RE 24.5.58 in calce a una letler-a ciel Guerra al S.C.G. ciel 12.5.58 in A.lii S.C.C.ì .. f.477/3 del 1858).

'' T. DE VOLO, op. cii.. l.11, p. I95. Della Scuola tecnologica tratta anche G. CANEVAZ7.I, op. cir. , voi li . pp. 106-1 07. Avevano freq uentato la Scuola tecno logica. fra gli altri , Emilio Riclasio. che meritò speciali encomi come topografo durante la campagna del 1866. e il finalcsc Gregori o Bregoli. che nel 1875 d irigeva. col grado di niaggiore. la fabbrica c1·armi cli Brescia. l i Brcgo li fu poi a capo della missione inviala dal governo italiano per impiantare un analogo stabilimento a r es. in \'1arocco. "' Detern1inazione S.C.<.i. ciel 20.8.49 in A.lii SC.G .. Ordini cli J\fossima, f.7 ( 1849/5 1).

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Sorta nel 1835, la scuola aveva dovuto chiudere i battenti a seguito degli avvenimenti del 1848, venendo poi richiamata in vita da Francesco V una volta terminati gli sconvolgimenti di que ll'anno. /\Ilo scopo d i riattivare l'isti tuto "s ulle basi cli un piano sistematico d'Istruzione, D isci pl ina e Ammin istra7,ione" ( 11), nell'agosto '49 il S.C.G . nominò una commissione presieduta dal comandante del Gen io Arald i, col com pito di predisporre il relativo progetto. Quest' ultimo doveva avere per base il " praticatosi in passato" ( 12), benché dovesse pure essere tenuta in considerazione r organizzazione ciel Collegio mi litare di S. Luca a Mi lano, d i cui era stato di rettore il comandante dei Dragoni magg. Sevcrus, che faceva parte dell a commissio ne insieme al Campi lanzi, responsabile fino al '48 della Scuola dei caderti. I comm issari tenn inarono i loro lavori nell'autunno ciel l 849, sottoponendo al S.C.Cì. un "Piano di riattivamento della scuola mil itare" nel quale si riprendevano "le norme stabilite già e seguite dal Sig: Maggiore Campilanzi", pera ltro con maggiore approfondimento cli materie quali la storia, la geografia e la tattica militare, e con l' introduz ione dell'insegnamento del francese e ciel teclesco, "perchè molti libri militari sono scritti in queste lingue, e perchè l'uso di esse è comune o noto alle li. Truppe Austriache'' ( I 3). L' operato della commissione non soddisfece però il Duca, per il q uale il "Piano di riattivamento'' aveva "troppo l' aria d' un piano universitario''; '·e quind i si ord ina'', scrisse il sovrano nel novembre ciel l 849, "per ora e provvisoriamente d i ri attivare la Scuola dei Sottufi7.ia li e Cadetti vertente il servigio che è il fondamento cli lutto" (14). Di fatto la scuola riprese a funzionare nel gennaio ciel 1850, col Campi lanzi quale di rettore, iI sottotenente Mussi quale "Maestro degl i Elementi Matematici" ccl un terzo insegnante. Le le7.ioni si tenevano quattro giorni alla setti mana, per consentire ai cadetti cli dedicarsi negli altri ai servi7i di compagni a. Inizialmente gli a llievi erano quarantanove, q uattordici elci quali ammessi al primo anno e il ri manente frequentanti una sorta cli corso preparatorio, contemplato nel "Piano cli riattivamcnto" "per quei fra gl i ammessi che o di rnenticarono quanto studiarono o fu rono arruolati colla q ualifica cli Cadetti per grazia senza avere le prescritte cogni 7.ioni". A fine estate tuttavia degli scolari ciel primo anno ne erano rimasti soltanto sci, mentre tra quelli dell'an no preparatorio, ridottisi a quattordici dopo una prima selezione ed in prosieguo ulteriormente diminuiti, no n più d i c inque o sei erano ritenuti in grado cli sostenere con successo l' esame finale ( 15). L'opportunità cli ri formare l'organizzazione dei corsi era stata nel frattempo ribadita eia Francesco V, a giudizio de l quale la Scuola dei cadetti era '·ben regolata per forma re Ufficiali d'armi scientifiche( ...) ma meno adattala alla massa cli coloro che debbono formare il vivajo dei Sottufficiali ed Ufficiali cli Linea", per i quali poteva bastare la frequenza di un corso relativo al serv i7.io, mentre la prosecuzione degli studi era da lasciare ai sol i cadetti dei Corpi "scientifici" o che comunque mostrassero una decisa attitudine alle scie nze ( 16). Corrispondendo alle sollecitazioni ciel Duca, il 2.7.50 il S.C.G. invi[() i comandanti di Linea, Pionieri ed Artig lieria a presentare progetti cli scuole di Corpo atte ad istruire sottufficiali e cadetti nel servizio dell' Arma cui appartenevano, incaricando altrcsì il Campi lanzi di studiare il modo di riformare la Scuola dei cadetti secondo le indicazioni sovrane. La soluzione prospettata dall'ufficiale ( 17) prevedeva un corso superiore triennale riservato, al termine delle scuole cli Corpo, appunto ai cadetti dei cosiddetti Corpi "facoltalivi" riconosciuti idonei a proseguire gli studi nonché ai cadetti di Linea risultati particolarmente versati nel le scienze, mentre per il completamento della preparazione elci restanti cadetti del Reggi mento il Campilanzi proponeva una scuola a parte. Riguardo a q uesti ultimi venne peraltro deciso che, terminala la scuola cli Corpo, essi dovessero riprendere il servizio presso le compagnie; le altre proposte del Campilanzi furono invece poste a fonda mento del " Regolamento sulla nuova Scuo la Mi litare pei Cadetti" entrato in vigore

11

O.d.g. del S.C.G nr. 187 del 22.8.49 (00.dcl.gg. ciel S.C.G. dal 9.6.49 al 25.4.5 1)

" Determinazione S.C.G. del 20.8.49 di cui alla nota I O. " li .. Piano dì r ìmtiva 111en to'· trnvas ì in Atli S.C.Ci ., Ordin i d i .'Vlassima. f.7 ( 1849/5 1). ' Decreto ducale 18. 11 .49 a margine dì un .. Foglio di ( ...) proposte ciel Supremo Conici.o Generale in aggiunta al Piano di riatti vaniento della Scuo la ì'vl ilìtarc·• (ii>idem ) '' Cfr. la relazione della direzione clell;i Scuola dei cadetti al S.C.G. in data 27.8.50 (ihidt'm). ,.. Chirogra fo d ucale del 28.6.50 (ibidem). " Nella relazione 27.8.50 cli cui alla nota 15.

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I' 1.1 1.50 ( 18), nel qua le s i approvavano anche i progetti per le scuole di Corpo nel frattempo presentati ( 19). Il pia no di studi portato dal regolamento preve deva quali materie di insegnamento la geometria, I' a lgebra, la trigonometria, la cosmografia e geografia. la storia e scienza delle fortificazion i, i! disegno, la meccan ica, la bal istica. la geodesia, la topografia, la livellazione e la storia rnililare. La trattazione d i tali disc ipli ne doveva peraltro essere esaurita in d ue sol i anni, nel corso de i q ua li dovevano a ltresì essere effettuate ese rcitazioni pratic he di ri levazione e livellazio ne del terreno. Gli insegnanti previsti erano d ue in tutto, e c ioè il Campilanzi -confermalo nella direzio ne del l' istituto- e il tenente d.i L inea Yanclcll i, con un coad iutore a prestare assistenza. La durata dell'anno scolas tico era fissata in nove mesi (dal !' l novem bre al 3 .1 luglio), durante i q ua li i cadetti restavano esonerati eia qualsiasi servizio. salvo dovers i sottoporre il giovedì ad al meno d ue o re "di am maestramento(. ..) pratico mi litare secondo l'Arma cui spettano". L'esenzione dai servizi era prevista a nche per il mese di agosto, essendone la prima metà cicsrinara agli esami e la seconda a lle vaca nze; in settem bre cci oLto bre gl i allievi ciovevano invece raggiungere le rispellive com pagn ie. o nde avere modo fra l'altro cli partecipare a lle manovre a utunnal i. Data anche l'esigui tà del corpo docente, nel regolamento del 1850 era previsto che l'accesso a lla scuola fosse possibi le solo di bienn.io in biennio, all'uscita c ioè dei cadetti del corso precedente. Il regolamento slabiliva a ltresì che potessero essere ammessi a freq uentare l'istituto tutt'al più dodici cadetti pe r corso, da scegliere tra q uell i risultali miglio r i e più idonei a proseg uire gli studi al term ine del le scuole di Corpo; q ualora peraltro non ve ne fossero con le caratteristic he volute in numero sufficiente a coprire tutti i posti potevano essere accettati anc he grad uati "provvenienti dalla classe de i Comuni". Ad appl icare le norme sul !' ammissione a lla scuola dettate dal regolamento del 1850 l'autorità militare fu c hiamata in occasione dell 'avv io de l c o rso 185 1/53, dopo l'esame final e dato il 14.8.51 dagli all ievi ciel corso precedente. Come peraltro risulta dall'o.d.g. ciel S.C.G. nr.215 del 14.9.51 (20), che annunciava la ripresa delle lezioni per il 3 novembre. dei nove cadetti di Linea s ino a q ue l momento selezionati solamente selle a vevano freq uentato la Scuola cli regg imento, mentre un decimo cacletlo, d'Artiglieria, era sta to ric o nosciuto "ca pace e meri tevo le di emrare ( ... ) dal proprio Comando". In ogni caso, i cadetti che il 10.8.53 diedero -con ottimi risu ltati- l'esame di fi ne corso furono tredici . e c ioè dodic i di Linea e uno cl' Artigl ieri a. Nelle intenzioni elci s uperiori. dopo l'esame e un breve periodo d i riposo essi avrebbero dovuto effettuare un mese cli esercitazioni geodetiche a Castelvetro pri ma di rientrare ai Corpi e d a ttendere al servizio, nelle o re lasciare libere dal qua le s i voleva altresì c he assistessero al le lezioni della Scuola d'istruzione per gl i uffic ia li. [I Duca bocciò però tale programma. rimarcando che il s uo scopo era q uello cli formare buoni soldati e no n "degli uomini scie nt ifi ci'·, e disponendo che i cadetti. i q ua li " per essere stati nella Scuola dovettero trascurare il vero serv izio Militare", si recassero agl i accantonamenti cli Pavul lo per im pratichirsi in q uello. "Se poi vi resterù tempo··, concludeva il sovra no, " potranno rilevare il terreno s ia a Castel vetro sia a ltrove'' (2 1). Con gli esami dell'agosto 1851 cala pera ltro il sipario sulla Scuola mi litare per i caclelti, cli c ui Francesco V aveva disposto la cessazione, "passato c he s ia il Biennio in corso", già il 16.8.52, col medesimo decreto c he annunc iava la ricostituzione clcll'Accaclcmia nobile m ilitare estense, c reata nel 1821 da rrancesco IV e venuta 1neno a seguito delle vicende del '48 (22).

" Cfr. 1·0.d.g. del S.C:.G. nr.293 del 3 1. 1O.SO (OO.dd.gg. del S.C.Cì. dal 22.9.48 al 3 1. 12.SU). I,e ··Jstruzioni e Regolamento sulla nuova Scuola ì\! ilitare pei Cadetti"'. recan ti la dala del 1 1. 10.50. trovansi in A tti S.C.(ì .. Ordini cli Massima, f.7 ( I 849i5 l ). 19

I J .(piano cr istruzio rte pe r le sc uo le <le i Corpo d'/\rt.ig li cria, in gran parte in uso g iù da n1olti anni~· t t·ova si unito n una l el

tera del Guerra al S.C.Cì. datai.a 7.7.50: per i l pmgetto del e.do di Linea vedasi supra. nota 5: il progelto. , lringato e generico. ciel e.do Pion ieri. che non risulta avere avuto concreto seguito, è illustra to in una comunicazione del Cavedon i al S.C.Cì. del 5.7.50 (lui.li i documenti sono conser vati in Atti S.C.G .. Ordini d i Massi 111a. r.7 ( I 849/51 ). ''' In oo.dd.gg. del S.C.G. dal)' J . 1.5 1 al 17.9.52. " Le disposi1,ioni ducali. datate Pavullo 12.8.53. rrovansi a mai·gine clell' .. Elenco'· cieli ' l 1.8.53 in Atti S.C.Cì., f.386/1 del 1853. " Il decreto del I 6.8.52 è riportalo nel Ili supplemento (nr.207) al l'o.d.g. S.C.G. del 17.8.52 (OO.dd.gg. del S.C.G. dall' l.1.5 1 ,11 17.9.52). Sull" Accaclemia nobile vedasi G . CANEVA7.ZI. op. cii .. voi.Il. cap.I, e più rcecnterncnte V

I .ESCI-II. Cli is1i1u1i di edHca;.ione e di fim11a;.io11e per uffìciu!i neg li StMi 11reHnìlan . Rorna. 1994. t .l. pp.330-339.

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In realtà il nuovo istituto sorgeva "senza aver rig uardo nè prender norma dalle cond izioni, e regole con cui era stata fondata e retta l' Accademia Nobi le'', e pi uttosto sul la base cli un progetto per un collegio militare e laborato qualche tempo prima da l Guerra partendo da alcu ne idee g uida fi ssate dal sovrano (23). Fra r altro r Accademia d i Francesco V non era come l' antecedente esclus iva mente riservata alla nobiltà, ma aperta anche a i g iovani provenienti da famigl ie " di ceto civ ile", e per questo denominata "Accademia M ilitare Estense" senza ulteriori qua lif icaz ioni (24). Tanto l' uno quanto l'altro istituto presentavano d 'altro canto la comune caratteristica di 1xeparare gli all iev i, pur attraverso un'educazio ne di t ipo mi litare, non solo alla carriera del le armi, ma anche a q ue lle civili. In effetti il ''Piano o rganico" dell 'Accademia m ilitare estense (25), approvato da rranccsco V con chirografo sempre in data 16.8.52 , prevedeva un primo biennio comune a tutti, a cara!lerc introduttivo e d iretto a forn ire un' istruz ione gener a le attraverso lo stud io dei regolamenti militari, la pratica del disegno e della ca lligrafia, I ' ampliarncnro e i I completan1cnw deg li studi "filosofici", l'appre nd imento del la storia, de lla cosmografi a e geografia ("compresa la statistica degli Stati Estensi''), dei rudimenti del l'eloquenza, ciel francese e tedesco, della fisica sperimentale e della geodesia (art. l 8) . I promossi al secondo biennio dovevano essere poi s uddivisi in diverse sezioni , a seconda appunto che intendessero dedicars i "al la Carriera m ilitare e mattematica, o al la c iv ile" (arl. 16). GI i insegnamenti previsti per tale biennio, in parte eia seguirsi eia tutti g li allievi e in parte solamente eia q ue ll i di una determinata sezione, erano ancora i l d isegno, la storia, la cosmografia, il francese, il tedesco, la f isica s perimentale e i regolamenti m ilitari; e ino ltre le matematiche su perio ri, la c himica, le istituzioni civ ili, il dirillo patrio, i l d iritto criminale e l'economia c ivile, " utilissima" quest'ultima "a ben inte ndere l'orga nismo sociale'' (26). Du rante i q uattro anni di corso tutti gli studenti del!' Accademia, che dall 'ammissione avevano rango e qualità d i cadetti ed erano soggetti alla disciplina e a lla giu risdiz ione m ilitari, dovevano a ltresì essere addestrati mi litarme nte , dapprima come comuni e s uccessivamente come g raduati e sottuffic iali; a tal fine era previsto che potessero essere richiesti soldati a lla Linea pe r l' istruzione di fanteria nonché pezzi, materiale e personale a l l'Artiglieria e ai Pionieri per consentire a i giovani d i impratic hirs i nel "maneggio delle Bocche a fuoco e de lle macchine mi li tari" (art.24). Nel primo biennio i cadelli dovevano inoltre esercitarsi nel ballo, praticare ginnastica, scherma e nuoto "come mezzi per sviluppare la forza, la clestreaa, e il coraggio" (27), e prestare ass istenza nei lavori topografici previsti per i compagni ciel secondo biennio q uale strumento di aclclcstramenlo pratico clall'art. 19 del Piano. Era infine stabil ito che gli a ll ievi effettuassero, terminate le lezioni, un viaggio cli istruzione "con scopo scie ntifico-mi litare'·. Quello dell'ottobre 185S, ad esempio, durò dodici g iorni, ne l corso dei qual i otto cadetti accompagnati dai capitani .lelleck e Guiclugli visitarono le caserme e le fort ificaz ion i cl i Legnago, le grandi ope re idrauliche di Adria, la C ittadella cli Ferrara e gli adiacenti apprestamenti difensiv i, no nché i principal i monumenti della città, di Bologna e delle a lt re località toccate lungo il percorso, 1·ientrando infine a Modena dopo un 'ulti ma visita al forte Urbano d i Castelfranco. Terminato il q uadriennio cli studi, per gli a llievi della sezione militare era previsto il passaggio a i Corpi, col grado di ufficiale, sergente o caporale a seconda delle capacità. Analogamente per g li al lievi del le sezioni civili era prevista l'assegnazione a un pubblico ufficio: alJ' uscita dall'Accademia ne l giug no I 857, ad esempio, il cadeuo Pio elci P ii venne nominato alunno cli cons ulta presso la Delegaz ione di G uastalla. L'art.21 del P iano organico prevedeva anche la possibi lità cli trattenere agli studi quei giovani che per tale nto manifestato e risultari ottenuti apparissero idonei a seguire corsi special i cli perfezionamento "sia nella parte matte rnatica e m ilitare. sia nella kggk". Ai sensi poi dclJ 'art.36 del Piano, i

' ' C:fi·. Ll11'1 relazio ne, ,lei G ue rrn iii Duca in d a1 a 5.9.55 (Atti b ri1;i1:1 "SIP. 11~P., f.74 - Cari.e militari I S34/59). da cui è tralla la citazione nel testo. In AS.\ llo. R. Segreteria d i Cìabineuo. 1.657 ( 1- 18) sono conservate tallio le .. Idee su una scuola M ilitare" -documento non d.irato, cl i pugno ciel ~ovrano- quanto il progcrlo per il collegio militare. ,., Negli statuti della nuova Accademia era co munque sempre espressa una preferenza quamo alle ammissioni per i giovani appartenenti alla nobilt:t Sul l'Accademia militare estense vedasi G. CANl::VAZZI. op. cii. , voi.li. eap.V : nonché V. LESCH I. op. cir .. t.1. pp.]46-157. ' ' In ASMo, R. Segreteria di Gabinetto. chirograri sovrani. 1·.354 ciel 1852. '" Lettera ciel Guerra a f'1·anccsco V ciel 15.6.54 (ASMo. R. Segreteri a cli Gahinello. r.657 ( 1- 18) " lhidl'111.

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Fig. 87 Frontespizio di opuscolo a stampa pubblicato in occasione di un saggio dato nel 1855 dagli allievi della Scuola del Reggimento (Archivio di S1010 di l'v/odenaj

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Fig. 88 Progra mma a 5tarn pa de lla Scuola frenologica dei RR Corpi Artiglieri e l'ionil'ri Es1ensi. 185ì (Archivio di Sili/o di Mmlrnu )

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cadetti nomi nati ufficia li d 'Artiglieria, di Stato maggiore e ciel Genio nonché •'i più distinti" Ira g li arnmessi alle carriere ci vi Ii potevano aspirare ad e ssere inviati ali 'estero a completare g li studi. Sempre a quanto previsto dal P iano. l'Accademia apriva le s ue porte a nuovi cadetti ogni due anni a l fine di contenere il n umero degl i insegnanti, be nché la cosa non fosse "certamente comoda per g li aspiranti, e per le famig lie" (28). Non dovevano essere ammessi piL1 di dieci giovani per volta, pe r cui l' istituto poteva avere complessivamente ve nti al lievi al massimo. Nelle ammissioni s i doveva dare la preferenza ai sudditi estensi , previa verifica nei candidati de i prescritti requisiti d i età (non inferiore a 16 an ni e non s uperiore a 18), d i conclotra religiosa, morale e civile, d i istruzione e d i salute, nonché del la pre senza di una formale obbligazione dei genitori al pagamento del la retta annuale e delle somme necessarie "all'equipaggiamento del giovane q ualora potesse ottenere il grado cli Ufficiale o cli Sergente nelle Truppe" (art. I O) . Al momento ciel loro ingresso in Accademia i giovani ricevevano l' uniforme eia a llievo, cons istente in una tunica bleu con colletto e paramani celesti e filetta ture rosse, pantaloni grigio-celesti con banda rossa e slwkot a nalogo a quello della Linea, con piumello di crini rossi per la grande tenuta (29). Gli ammessi all'istituto non restavano esonerati dagli obblighi di coscrizione: tuttavia g li anni trascorsi in Accaclernia erano conside rati equi vale nt i ad anni cli servizio militare , salvo peraltro per coloro che avessero abbandonato gli studi prima del compimento ciel corso q uadriennale. É chiaro comunque che il problema del servi z io cli leva poteva porsi in te rmini c oncreti solo per g li a llievi de lla sezione c ivile, e non per que lli dell a sezione mili tare q uando proseguissero effettivame nte nella carriera delle armi . G li artt.41 e 42 cie l Piano organico pre vedeva no infi ne la costituzione presso l'Accade mia cli una biblioteca militare centrali zzata, nella quale dovevano confluire tutti i libri, g li strumenti cli precisione e le carte in distribuzione presso i Corpi e il comando dell a Cittadella, salvo ovviamente quelli di uso ordinario. Alla fine de l 1853 non si era tullavia ancora posto mano a ll a realizzazione elci progetto. Col decreto de l 16.8.52 rrancesco V aveva stabilito che l' Accade mia mi Iitare este nse, affidata al col. Gue rra e posta a lle d irette dipendenze del S .C.G ., aprisse i battenti in Modena nel success ivo novembre. In vista dell'avv io dei c orsi, s ul fi nire di agosto il sovrano a veva poi nominato d iversi insegna nti, des ig nando quale docente cli storia e sti le il prof. Giuseppe Lugli, " Presidente cie lla Facoltà Legale" cie li' Ateneo modenese, e incaricando il cap. Je lleck ciel i' insegna me nto della lingua tedesca. l'es ule legittimista Porfirio De l'Aulne dell'insegnamento cli quella francese, i capita ni Guiclugli e Vanclelli de ll 'insegnamento di ma tematica, disegno, regolame nti ed eserciz i militari . e infine A c hi Ile Timi cieli ' insegnamento di g innastica e scherma. La fisica sperime ntale doveva invece essere s tud iata presso l'Università. Contestualmente il Duca aveva anche provve duto a scegliere un d ire ttore spi rituale per l'istituto nell a persona di don Cesare Cavecloni e un coadiutore del comandante "pel discipl inare e per l'ordine interno. non che per l'amministrativo" ne lla persona del già menzionato cap . .le lleck (30). L'istituz ione cieli' /\ccaclemia s uscitò peraltro così scarso interesse nel pubblico eia impedirne l' apertura alla data fissata: ancora dopo la metà di novembre le domande cli ammissione pre sentate e rano appena tre. Per sbloccare la s ituazio ne, il Guerra propose cli accettare anche gli aspiranti non in possesso de i prescrilli req ui siti di età e cli istruzione, salvo riaprire poi eccezionalmente le amm issioni nel J853 e cons iderare intanto l' anno scolastico 1852/5 3 come pre paratorio al l O bie nnio per gli a li ievi rnancanti cli preparazione ed al 2° pe r g li altri, con abbuono a questi ultimi cli un anno cli studio. Francesco V approvò tal i suggeri me nti, ed in effe tti il J O d icembre 1852 l'Accademia poté aprire i battenti, ancorché con un numero di allievi limi tatissimo : Mario Meloni d i Carpi , i reggiani Ferdinando e Francesco Cassol i e A ugusto Marchelli , il mode nese Luigi Parisi . A l corpo insegnante erano stati nel frattempo aggiunt i il

'' Rei. Guerra 5.9 55 di cui alla nota 23.

,., C:fr. P. CROCI AN I. I/ Ducato di Modena/ 18 14-/859). Uniformi, in ;-\ 1\. VV.. Dagli eserciti f!re1111itari rdl'l!serci/U iflllia 110

ciL. p.89.

'" AJarno Jelleck, nato nel I 802 a Cìra1. (o secondo il Canevazzi a Marbtu·g. l 'od ierna Maribor), era entrato nel l'eserciLo estense col g1·ado cli sottotenente nel 1834. dopo 14 anni Lrascors i nell' annata austri aca. Sposarosi con certa Emilia \fan l'rcdini, l'ufficiale venne pensionato per motivi cli salute all'inizio del I 8:"i2, sa lvo cs~ere poi richiamato in servizio presso lo Sralo maggiore (Jic. 1852) in vista degli incarichi aL tribuiLigli nell' Accadcmia. Dopo lo scioglimento della Brigata cslcnsc lo Jclleck si trasferì a V ienna quale aclcleuo al locale com,111do cli Piaaa.

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direuorc del Col leg io de i nobi li don Luigi Spallanzani, nonché il doti. Pietro Maria nnini, incaric ato d i introd urre i cadetti '·a l Calcolo s ubi ime". lJ n cuoco e d ue o rdinanze completavano iI personale de l]' ist ituto. posto sotto l'alto patronato cie li' Arcid uca Massimiliano d'Austria-Este cd ospi tato ne i locali presso S. Pietro che g ià avevano accolto l'Accade mia nobile. L'orario fissato per il pri mo mese prevedeva dal lu nedì a l sabato s veglia a lle 6, Messa quotidiana, lezioni o studio ind ividuale pe r il resto della mattinata (eia cleclicare peraltro il giovedì allo svolgi mento cli un te ma), pranzo alle 14, u n'ora cli regolamenti od esercizi m il itari; poi , fin o a lla cena -eia cons umare alle 2 1-, ·'passeggio", ancora studio individ uale, nonché ling ue straniere per chi s i pre parava a l 2° bie nnio; il silen1.io era fi ssato per le 22 (3 1) . All'i nizio ciel primo anno scolastico regolare (1853/54) troviamo i due Casso li, il Marchelli e il Parisi collocati al 2° biennio, cd il lVleloni ammesso ad affrontare il primo insieme ad altri sei compagni ne l frattempo accenati all'Accademia. Alme no tre elci quattro cadetti pii:1 avanti negli studi li conclusero poi regolarmente nell' estate '55; nessuno d i essi optò però per la vita m ilitare, avendo il l\1archelli e un Cassoli preterito continuare matematica e legge a ll ' Università cd il Pmis i scelto cli e ntrare nella pubblica a mministrazione. Q uanto a l corpo docente, ne l J 853 esso venne com pletato con la nomina deg li insegnanti addetti a l 2° biennio, fra i quali il prof. Ferdinando Casoli (titolare de lla cattedra cli d iritto romano ne ll' Ateneo modenese) per le istituzioni c ivili, il prof. Marcantonio Parenti per il d iritto c riminale, il Ca mpila nzi per la sto ria militare. Paolo Lantz sostituì ino ltre il Dc I' A ulne nell'insegname nto del rrancesc. A detta del Guerra, la scelta degli istitutori costituiva pera ltro uno dei maggiori problemi del l'Accademia, in qua nto i docenti cli sperimentalo valo re erano '·o ( ... ) gravi per età. o sopraccaricati cli impegni (...) che loro tolgono di addossarsi i I carico d i una lezione g iornaliera", mentre de i giovani poteva "malamente(...) giud icarsene la riuscita" (32). A llro serio motivo cli preoccupazione fu per iI G ue rra l' istitu1.ione a Reggio d i un convitto Jegaleinate matico, disposta da Francesco V con decreto cie l 18.3.54 a l lo scopo cli forrnare de i buoni impiega ti pubbl ici , no n essendo a parere de l sovrano a c iò ido nea l' università, anche per " le cattive massime pol itiche in ispecie, c he regnano fra la scolaresca" (33). Al convitto erano a ttribuile le forme di un'istituz ione militare, in q uanto il d irettore doveva essere un ufficiale cli S tato maggiore. gli inservie nti e i sorveglianti dovevano apparte nere a ll'esercito. g li alunni dovevano vestire unifo rme, ccc. Tuttavia, a l cli là de lle apparen1.e, q ue llo che s i anelava ad impia nta re era un istituto universitario, sep pur particolare, esse ndo previsto c he vi si studiassero, senza alcun addestrame nto militare, legge o mate matica secondo i programmi clel l' Ateneo de lla Capita le , presso il quale , a l termine elci corsi, poteva e ssere sosten uto l' esa me per il conseguime nto de lla laurea (34). Ora, secondo il G uerra, dal confro nto fra l'Accade mi a e il convitto -prcssochè inevitabile tratta ndosi cli "stabil imenti c he seguono qu as i la stessa via"1' .Accademia, o q uantomeno la sua sezione civi le. era destinata ad uscire soccombente, soprattutto "per la mancanza cli un Diploma o d'allro titolo d i capacità, che faco ltizzi il giovane al l'eserciz io del le professio ni Legali e Mattcmatiche'' (35) . Da qui le proposte cli riforma ripetutamente ava nzate da ll'ufficiale '·onde re nder possibile a i Cadetti ( ...) c he amassero cli completare gli studi cli facoltù, cli poterlo fare '' (36) e conseguire c osì un grado accademico, a nche al prezzo cli una maggiore d urata de i corsi (cinque

' ' L ·'Orario pel mese ùi Dicembre 1852". che prevedeva un nutri to program ma anc he per la domenica. trovas i in AS/v1o. R. Segreteria cli Gabinetlo. t'.374 (A ffari mi litari dal 1836 al 1859). '' Rei.Guerra 5.9.55 di cui alla nota 23. ·-' I l prnvvedimemo ducale ùel I 8.J.54 trovasi in ASì\-10. A rch. auslrn-cstense cli Vienna. p.VL 1.7. Le paro le virgolcllate nel testo. presenti in una p1·irna redazione del decreto. l'urono espunre in quella definitiva. " C l'r. i'ra l'altro le "Memorie intorno al Convitto 1.egale-lV!atematico d i Reggici"· in ASM o. A rch. l'an1. Bayarcl Dc Volo. cassetta 97. i I con vitto f u c1perto a Reggio I' 1. I 1.54 ne i fahbricnti annesf;i alla chiesa di S. Francesco. so ll o la d ìrczionc inler inalc del ten. col. Parozzi . poi sostituito nell'autunno del ' 58 ùal comandante del 2° rgt. M .cl.R. conte Fulcini. A quanto ril'e1·i to dalle ··:vlemorie". redatte cl,1 un l'iglio del Parozzi. al convillo legale-rn atcrn atico l'i1rono ammessi inizialmeme otto allievi. che consegui rono rego larmente la laurea. Quelli entrati successi vamellte (le ammissioni si faceva no di tre anni in (re anni) non poterono invece completare il corso a seguito degli avvènirnenli ciel 1859. L' unifonne degli allievi consisteva in una tunica verde scur;1con mostre ce lesti. pantnloni ceru lei e cappello ..a due punte''. al quale ru aggiunco un pennacch io nero sotto la d irezione ciel [,ulcini. Gli insegnanti cr;1no per la maggior p,.ll'tc n::ggiani. "tutti capac i. ma non ce lebri tà ... ,, Le1tera del Guerra in data 15.6.54 di cui alla nota 26. "· Rei. Guerra 5 .9 .55 d i cui alla nota 23.

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anni anziché quallro). Tornando ancora alla carica il 3. 1.56. il Guerra suggeriva in particolare che. dopo un'annata preparatoria comune nella quale avrehbero dovuto essere concentrati gli inst!gnamcnti del prilllo biennio, gli allievi avessero per i successiv i quattro anni a dedicarsi " assolutamente ag li studj relativi alla Carriera scelta'". salvo proseguire insieme " nello studio del le Lingue. dei Regolamenti Militari ( ... ) negli Esercizj Militari. e nella Ginnastica.. (37). Con provvedimento dclr 1.7.56 Francesco V rese in cffelli quinquennali i corsi delr Accaclemia mediante l'introduzione dell'anno preparatorio. consentendo altresì ad anticipare al termine di quest' ultilllo la scelta della carriera -civile o mi li tare- da pn rte dei giovan i. "Non recediamo", affermava invece il sovrano. "dal giù piL1 volle espresso circa il grado Accademico non dovendo l 'Accademia :vtilitare essere un duplicato del Convitto di Reggio ccl avendo Noi in vista di imitare in ciò l'antica Accademia Nobile( ... ) che senni produrre dei Dottori matricolati diede( ... ) allo Stato i pi LI uti l i soggelli che esso possiede. Finalrnenre dichiariamo'', concludeva il Ducn, "che questu è l' ultima proposta per riforme che accoglia1110·• (38). Nel novembre del 1855 si era intanto andati incontro al le famiglie rendendo annuali le ammissioni ali" Accademia. per consentire la qual cosa -e per ovviare in generale alle difficoltà che si incontravano nel reperimen to dei docenti- fu pure stabi lito che le materie sino ad allora insegnale nell"istitu to da prof essori uni versitari venissero seguite dai caclelli direttamente presso l' Università. A I la vigilia del r apertura clclr anno scolastico 1858/59 si t!bbe un importante mutamento al vertice dell'Accademia, in quanto i I Guerra. in procinto di passare al serviLio pontificio. ne lasciò la direzione. che fu rimessa ad i11teri111 allo Jelleck. Il 19.4.59 quest'ultimo consegne', poi l'istituto al nuovo direttore designato, col. Soragna. A i primi del '59 l' Accademia contava 13 allievi. di cui la metà circa segu iva l' indirin.o militare: • erano alrultimo anno di corso. Lo scoppio della guerra dispt!rsc gli scolari. ridottisi nel frattempo a 12. lnfalli il venezianù Bernardo Zeno volle entrare nclr cserciro austriaco: i cadetti Preiss l. Navasq ue7., Casanova, A lessandro 'facoli e Raffael li (benché quest'ultimo fosse avviato alla cmriera legnle) chiesero ed ottennero cli passare ai Corpi. conservando per concessione sovrana la propr ia uniforme: Luigi Tacoli e Massimo Toschi. che seguivano l'indirizzo civile ccl erano in procinto cli terminare gli studi. furono autoriuati a l asciare l'istituto per sostenere l'esame cli laurea . Con provvedimento ciel 4 .5.59 frnncesco V dispose poi la chi usura ciel i' Accademia, dal la quale due giorni dopo gli allievi menzionati e i quattro altri (Miari. Bagnesi. Paradisi e Cugini) uscirono per raggiungere le nuove clestina7.ioni o ritornare in famiglia. mentre i fabbricati furono dati in consegna al Ministero dell'Interno (39).

,. .. Elenco·· del 13.6.56 in /\lii S.C.G.. L-G9/1 del 1856. n..:I quale ,ono rias~unte le propo,tc Guerra dd 3 gennaio. " Il provn:dimemo ducale dclr 1.7.56 tnwa~i a margine clelr ··Elenco" cli c ui alla nota preced..:ntc. ,., Oltre ai r,1hbricmi in Modena presso S. Pietro l" Acr,1dc111ia aveva a dispo, i1.io nc anc he la rocca cli Scand i,1110 per la vilk ggialu rn esti va. Dal I 856 i cadetti furono perallrn 111a11clati cre,tule alla l o111hardina presso Ca,1eh e1ro.

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CAPITOLO XXVII Disciplina e sanzioni Come negli altri eserciti, anche in quello estense l'appa rtenenza alle forze armate comportava una serie di doveri -primo fra tutti quello clella subord inazione-, la cui inosservanza esponeva a sanzioni. Per le mancanze meno grav i tali sanzioni avevano carattere disciplinare (I). Mancanza d iscipl inare era acl esempio considerata l'assenza arbitraria dal reparto, purché non prolungata per più di tre giorni; la facoltà cli p unirla era attri buita ai cornanclanti di Corpo, c he potevano infliggere fino a 30 giorni di carcere duro, ovvero al S .C .G. in caso di trasgressione rinnovata (2). Particolarmente riprovate e rano le rnancanze disciplinari clei sottufficiali, in q uanro s i pretendeva che essi Cossero di ese111pio per i 1010 uomini . Con clecrelo sovrano del 9.8.50 venne stabilito come deterrente che ta li rnancal17e comportassero cli regola la sospensione dal g rado con retrocessione a quello inferiore. o addirittura -in particolari casi- la to ta le degradazione, sia pure tem poranea. li provvedimento non dovelle però dare i risultati sperati, se esamina ndo ne lla primavera del 1852 i registri cli compagni a della forza cli Linea d i guarnigione a Reggio il Duca si trovò a constatare che i g rad uali "a tempo eguale di serv igio hanno più puni z ioni c he i Co muni , lo che torna in vero danno alla mo ra lità del la Truppa che vede ne i proprii immediati Superiori dei difetti, che essi dovrebbero estirpare ne i loro su balterni'' (3). Rilevando che molle volte le mancanze erano determinate dall'ubriachezza, il sovra no dispose nell'occasione c he l'ebbrezza costiwisse per i sottufficia li motivo di punizione disciplinare fino alla degradazione, raccomandando a l rernpo stesso d i evirare le promozioni dei soldati dediti a l bere. Sanzione ciel tutto particolare, cli competenza del S.C.G., e ra il trasferimento a l Deposito cli correz ione, misura prevista per gl i autori cli mancanze indicative cli "sentimenti contrari i a ll'onore ccl ali.a fedeltà M ilitare" e caratrerin .ata dall' incle tcrminatezza quanto a lla durata. Infatti la riammissione a i Corpi poteva essere disposta solo quando fossero state date " ind u bitate prove cli ravvedimento'·, eia valutarsi dal S .C.G. li chirografo sovrano 11.2.50 istitutivo del Deposilo (4) prevedeva che in q uest'ultimo fossero anche concentrati i "discol i" a rruolati forzosamente (5), onde evitare "che la fecc ia de lla G ioventù'' venisse a mescolarsi con ·'onorali e fedeli Soldati" (6); essendosi tuttavia i I S accozzi eletto convinto c he so lo " un ben tenue nume ro" dei discoli rnandati sotto le arm i fosse ancora '·meritevole cli Segrega z ione·' (7), con decreto ciel 16 febbraio Francesco V escluse che la calliva condotta tenuta prima dell'arruo lamento comportasse cli per sè l' invio al Deposito cli correzione. Gl i uomini trasferiti a l Deposito, denominato anche "plotone d i castigo" o " plotone d i d isc ipl ina", erano inquadrati da grad uati "particolarmente e nergici" (8) c cl erano posti al le d ipendenze del comando cli Linea. Essi vestivano un'uniforme priva di mostreggiature. che permetteva cli individuarl i immediatamente come appartene nti a l reparto cli disc ipl ina, c onse rvando tuttavia un fi letto ai paramani e un alamaro al colletto del colo re d istintivo ciel Corpo d i provenienza. Ai sens i ciel chirografo 11.2.50 i soldati cie l Deposito. quando non di servizio, dovevano essere esercitati o impiegati in lavori, in modo che no n avessero "cli libertà che la festa ed un'ora il gio rno da sortire". li chirografo prevedeva inoltre che essi ricevessero " la semplice razio ne e niu n denaro alla mano", e che in caso cli mancanze fossero assoggettati a p uniz ioni corpora li o a l carcere d uro.

' Pe1· le sanzioni d isciplinari nella Mi lizia di Riser va vedasi s11pm. cap.X. nota 23. ' Cfr. il decreto ducale 6.4.5 1 ri porl:m.i nel I supplemento (n r.8?) ;ill ' o d .f'. . S C .(ì . riel 7.4.5 I (00 .dd.gg. del S.C.Ci.

dall' 1.1.50 al 25.4.5 I ). ' Comunicazione di Francesco V al S.C.Ci. dal ala RE 19.5.52 (Atti ,·iscrvati S.C:.Cì.- 1849/53. f.1/8).

rra i casi evidenziati dal

Duca v·cra quello di un caporale punito 2 1 volte in poco più d i tre anni.

' !11 J\1ti S.C.G .. Ord ini di l'vlassirna. f.7 ( 1849/5 1). ' C fr. supra. cap.1 1. " "'Elenco" del 14.2.50 in A lli S.C.G .. f.3 39/1 del 1850.

' ibidem. ' C hirografo sovrano 11.2 .50 isti tutivo del Deposito.

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J primi elementi ad essere trasferiti al Deposito di correzione, ospitato in una delle sale sopra le scuderie ciel!' Artiglieri a in Cittadella, furono nel l'apri le del l 850 sette fanti d i Linea. Due anni dopo il Duca si lagnava col Saccozzi per il fatto che l' applicazione del chirografo 11 .2.50 era limitata "a troppo pochi casi", disponendo che i comandanti cli Corpo formassero una I ista "di tutti i soggetti (. ..) ritenuti di danno (...) e cli mal esempio agl i al tri onde il Com. Generale decida poi definitivamente della loro destinazione'' (9). Utilizzato ne l 1859 per concentrarvi gli elementi che si terncva potessero disertare. il Deposito venne in pratica sciolto il 2 giugno di q uell'anno, quando il S.C.G., sotto l'incalzare degli avvenimenti, concesse la grazia ai soldati che ancora vi si trovavano, disponendone il rientro alle rispettive compagnie. Per le infrazioni configurate dalla legge come reato le sanzioni avevano carattere penale, e come tali potevano essere inflitte solamente tramite un procedimento giurisdizionale. La normativa penale militare, ranto sostanziale quanto processuale, era contenuta nel Codice Penale Mi/ilare é,'s tense del 1832. mantenuto in vigore da Francesco V ancorché i I sovrano vi I isco111.rasse "soverchia sottigliezza ed oscurità" ( I 0). In realtù il sistema radicato dal codice non appariva più del tutto adeguato ai tempi, ad esempio per il fatto che nel processo non v'era chi sostenesse la difesa. Della necessità cli porre rin1cclio a tale lacuna il Duca aveva peraltro acquisito consapevolena, come risulta da una lettera al Sacconi ciel luglio 1858, nella quale il sovrano d isponeva che l'auclitore si dedicasse ·'a porre in consonanza col Codice Crim inale( ...) il Codice Militare, aggiungendovi le garanzie d i un difensore(. ..) poichè la mancanza di quello per quanto sieno ben fatti i processi, lasciano nel puhblico elci dubbi sul la giustizia della condan na" ( 11). NelJ'inclivicluare le diverse fattispecie cli reato, il c.p.m. del 1832 d istingueva tra reali che per loro natura non potevano essere commessi che da mil itari e reati non aventi "relazio ne veruna cogli obblighi proprii soltanto dello stato combattente'' (§ 112). 1 reati della prima categoria erano denominati "delitti militari" e cli essi si occupava la scz.111 del la prima parte del codice. Si trattava dell'insubordinazione, dell'ammutinamento, clell 'assentamcnlo volontario, del la diser·zione, del saccheggio, del le mancanze gravi contro gl i o bblighi del servizio cii cui ai §§ 450-457. ecc. Le disposizioni dettate dal codice in tema di diserzione. che si aveva in caso cli fuga "coll'intenzione di sottrarsi per sempre allo stato militare" 425) ovvero di comportamenti assimilati (§ 426), furono parzialmente mocl iricate eia un decreto ducale del 6.4.5 I, il quale stabi lì che dovesse essere considerato disertore, indipendentemente dai suoi intend imenti, il mi litare arbitrariamente assentatosi dal reparto per più cli tre giorni consecutivi. Con lo stesso decreto venne altresì disposto che dovesse essere sottoposto a giud izio per il delitto cli asscntamento volontario chi per la t.erza volta si fosse al lontanato senza permesso per non più di tre giorni. Gl i altri del itti contemplati dal c.p.1T1. del '32, denominati "delitti comuni'', rientravano ne lla g iurisdi zione militare solo quando a commetterl i fossero determinate categorie cii persone. A tale classe cii delitti. cu i era dedicata la sez.II della prima parte ciel cod ice. appartenevano ad esempio l'omicidio. lo stupro, il fu rto. l'alto tradimento, il g ioco d'azzardo, ecc. TI foro militare era abilitalo a conoscere de i delitti comu ni quando se ne fossero res i autori dei militari (comprese le guai·dic nobi li), ovvero degli aclclelli ad uffici mi litari , degli uffic iali o impiegati mi litari in pensione, o anche dei soggetti aventi o aventi avuto stretta relazione con individui ciel ceto mil itare. come mogli. fig li, vedove, orfani e servi tori (§s 48 1-483). Il codice militare prevedeva inoltre l' estensione della g iurisdizione militare ai civi Ii che si rendessero responsabili di reati come lo spionaggio, l' illegittimo arruolamento, ccc.: ai cappellani militari, nei limi ti d i cu i al § 486; ed infine in tempo cli guerra a particolari categorie cli persone, come ad esempio i prigionieri. V'erano anche norme al d i fuori ciel cod ice che attribuivano al foro mi litare la cognizione di determinati reati. Così, ad esempio, il decreto ducale ciel 7.12.52 e il successivo editto ciel 17 marzo 1853

rn

,, D isposizioni ducali del 15.8.52 in calce all' ..Clenco'' ciel 5.8.52 in A tri S.C.Ci .. f. 370/ I del 1852. 0

L a ci tazio ne è traila da un chirogra I·0 duca le clatmo Pavullo 19.7.52 (ASMo. R. Segre teria d i Gabinetto, chirografi sovr.Ini, 1.354 del 1852). '

" Lettera d i Francesco V al Saccoui datata C:attajo l .~.7 .58 e r·iportata in R. FINZI. op. cir .. p.72. 111 precedenLa, col chi rog rafo 19.7.52 cl i cu i alla nota 10. il sovrano aveva nom inato una com rni ssio ne con l' incarico di r·ivcclere il codice, proponendo •·alcune correzioni nella parie sostanziale in c ui la disciplina non sembra abbastanza tutelata. e le sam:ioni ( ... ) troppo vaghe ed oscmc·' _La relazione del la comm issione. ,Icco mpagnata dal parere dell' A uclirorato. venne rimessa nèll"otlobre cie l 1852 al Duca, che tuttav ia non risulta esser·si avvalso delle indicazioni forn ite

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d isposero che Cosse giudicato da un Consiglio cli guerra chiunque avesse istigato al la diserLione un soldato estense o di una potenza arn ica, o prestato cooperazione all a diserLione stessa, o favorito la fuga ciel d isertore o la sua sottrazione alla giustizia, con sensibili aggravamenti cli pena nel caso in cui tali reati fossero stati commessi in tempo di guerra ( 12). Ai sensi poi del Regolamellto di servi-:.io e d isciplino per le M ilizie Estensi di Riserva elci 1855 anche le milizie erano assoggettate al Coro militare "quando( ... ) chia mate in attività d i servizio, od impiegate in affari cli mero servizio Mi litare, e q uando vanno, e ritornano armate dal I' eserciLio delle Domenic he" (art.63). I delitti , mi I itari o comuni, potevano essere aggravati o attenuati dal ricorso delle circostanze previste dai§§ 100-1 04 del c.p. rn., che annoverava tra le ''mitiganti" anche I' ignorantio legis, quando peraltro l'azione o l'om issione non Cossero "per loro natura cli carattere pravo" e quindi riconoscibi li "per se stesse come illecite". Tra le pene comminate dal codice ciel 1832 la più grave era quella di morte, da eseguire rnecl iante impiccagione o fuci lazione. Seguivano quelle che il c.p.m. definiva unitari amente come "pene corporali'', clistinguenclole poi fra "immediate" e ·'med iate'' a seconda che recassero " immediato dolore al corpo'' (* 23) ovvero cbe comportassero la restrizione della libertà personale, con un'assimilazione tra pene detentive e pene corporal i in senso stretto che risulta estranea all'odierna mental itù. Pene corporali immediate erano il passaggio fra le bacchette e le battitu re col basterne o le verghe, mentre l'altra categoria comprendeva la galera, il carcere semplice o duro, Ja prigionia cli fortezza e g li arresti al profosso. Il passaggio fra le bacchette consisteva nel percorrere avanti e ind ietro, eia un minimo di d ue volte a un massimo di d ieci, un corridoio formato da d ue al i cli centocinquanta soldati l' una, mun iti di una verga con la quale ve11i va pe rcosso il dorso nudo del condannato. che poteva così ricevere eia 1200 a 6000 colpi a seconda ciel numero di passaggi concretamente inrl illi. Le battiture col basterne (che doveva essere cli nocciolo, senza nodi e non più grosso del la canna ciel fucile) o con le verghe (eia utilizzare ad esempio quando occorreva pun ire una donna) si effettuavano dal canto loro "sulla parte posteriore del corpo" e andavano eia un min imo di 35 ad un massimo ri spettivamente cli 85 e 60 colpi, i qual i dovevano essere dati "col pieno basto ne", ovvero "con un rnauetto di verghe sopra la sola camicia o mutande" (§ 32). Le pene corporali immedi ate, applicabili secondo la legislazione estense soltanto alla bassn fo r1.a e previo un esame medico che ne accertasse la tollerabilitù da parte ciel condannato, erano contempl ate anche, fra gli altri, clnl c.p.111. sardo del 1840, che prevedeva potessero essere i11fl itti eia 600 a 1800 colpi d i verga, e fi no a 3600 in tempo di guerra: secondo una stima del I 847, inoltre, nell'esercito austriaco ben 5500 uomi ni passarono fra le bacchette nell 'arco cli dodici mesi ( I 3). Negl i anni '50 tullavia il tradizio nale favore verso q uesto genere d i sanLioni iniziò a venire meno, tanto che -per restare agli ambiti accennati- ne l 1855 Vienna abolì la Spiessruthenlm1fe11.s, ossia la pena delle bacchette, e nel 1859 i cnstighi corporal i vennero eliminati dal nuovo codice militare piemontese. Anche Modena non ri mase estranea al processo in atto, giacché b"rancesco V intervenne a restringere l'ambito cl i applicazione delle pene corporali "ad alcun i speciali delitti" (14); del resto su 41 soldati processati nel 1858 dal la giustizia militare estense uno soltanto venne condannato a sanLione corporale. La pi ù pesante fra le pene detentive previste dal c.p.m. del '32 era quel la della galera, commi nata peraltro solo per delitti infamanti; poteva essere a vita ovvero a tempo, nel quale ultimo caso anelava da un mi nimo di un anno ad un massimo di venti. Il condannato alla galera veniva tenuto '•in istretta custodia con ceppi (... ) ai piedi'' 35), ed era assoggettato a un regime carcerario assai rigoroso, che comportava la rasatura del capo, un abbigliamento particolare, l'obbligo del lavoro, cibo scarso ed un tavolaccio per giaciglio. Per inaspri re la pena, alla galera potevano essere congiunte le battiture -anche periodiche- col bastone o le verghe, ovvero il digiuno a pane e acqua fino a tre giorn i per settimana(§ 38). La pena ciel carcere duro, c he a ndava da un minimo cli un anno a un massimo cli d ieci, comportava dal ca nto suo la reclusione col divieto d i qualsiasi relazione, e cli parlare con persone non appartenenti al lo stabilimento carcerario se non in presenza dei custodi. Inoltre i condannati al carcere duro avevano l'obbligo del lavoro e

rn

" A seguito dell'eclitlo duca le 4.1.54 in luogo clei Consig li cl i guerra di venne co 111pctcntc ;i giudicare i delitti in quest ione la Cun1111issio11e militare islituit;i col rnedesirno provvccl imcnlo in Modena (ci'r. s11pm. cap.XV \1 1.

' ' Clr. /\. SKED, Of!. ci i .. p.87. " Decreto ducale del 6.4.5 1 cli cui allu nola 2; ci'r. sul punto anche T. DE VOL O. op. c i i .. t.11. p.57.

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PENALE MILITARE

MODENA D ALLA P.EAL E TJPOGTIAFIA $0Llil.N [

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Fig. 89 Frontespizio cie l Codice Pen{l/e lvii/ilare Esre11se del 1832 (1\rchivio di Swto di Modena)

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Fig. 90 L' audi tore rn i li tare Francesco Genti I ly. f'otogral"ia. c i 1·c a I 86 1 / M useo Ci1·ìco del l?isorgi111c1110. :'v!odena)

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dovevano accontentarsi per dormire di un sacco e di un cuscino di paglia. Quanto al vitto, un provvedimento del S.C.G. emesso nel settembre ciel 1856 per e liminare "qualunque dubbiezza sul trallamento in punto O rd inario dei Mi li tari degenti nel Forte di Rubiera per espiarvi giuridica condanna" assegnava per cinque giorni la settimana ai detenuti a carcere duro una razione quotidiana di 6 once cl i pasta o 5 di riso più 8 o nce di carne ed il pane, e per i rimanenti due giorni " la Razione eia Prigioniere cioè Minestra cond ita col Lardo invece delle once 8 cli Carne, ed il Pane al solito" (15). Anche per il caso cli condan na al carcere duro era prevista (§ 43) la possibil ità di esacerbazione del la sanzione mediante il d igiuno a pane e acq ua ovvero l'applicazione "della catena lu nga del peso cli cinque libbre". Analoga al carcere duro, rna riservata agli ufficial i, era la pena degl i arresti di fortezza. Gli individui cli grado inferiore a sergente potevano ancora essere condannati alla pena del carcere semplice, che andava da due mesi a un anno. Ai sensi de! ricordato provvedimento ciel S.C.G. del settembre '56, la razione giornaliera assegnata al detenuto a carcere semplice era la stessa d i cui il detenuto a carcere du ro godeva per c inque giorn i alla settimana, co11 in pii:1 "C.rni 12 da impiegarsi in acqu isto Vino ogni giorno festivo". Il carcere semplice poteva essere anch'esso esacerbato dal digiuno a pane e acqua, clall'applicazione della catena lunga, ed anche cli quella corta rna solo al principio e verso la fi ne della detenzione; in ogni caso il recluso non doveva essere tenuto alla catena corta per più di 6 ore consecutive. Per i sergenti e gli ufficiali la sanzione corrispondente al carcere semplice era rappresentata dall "'arresto d i profosso", consistente " nel custodire il reo in una camera d'arresto a ciò destinata, e separata, sollo l' immediata vigilanza del profosso" (§ 55). Nell 'esercito estense. come in quello austriaco, il profosso (Pro.fòss) era l'addetto alle carceri militari; a Modena tale funzione era svolta eia un sergente, inquadrato nello Stato minore del reggimento di Linea. li /-ìerge11te profosso dipendeva dal comando di reggimento relativamente ai carcerati già colpiti da sentenza di condanna, mentre per i detenuti a11cora i11 attesa di giudizio dipendeva clall ' Auclitorato. Il profosso aveva inoltre il compi to d i assicurare la cliscipli11a interna della Cittadella cli Modena e di esercitare la sorveglianza sui negozianti che ivi svolgevano le loro attività, rispondendo per tali incombenze al comando della fortezza. Il sergente profosso vestiva una particolare uniforme. costituita da tunica cli panno ·'marengo" con filettatura scarlatta e pantaloni analoghi; d'estate peraltro i pantaloni erano cli tela color grigio ferro per la tenuta giornaliera e bianchi per quella di parata. Il prol'osso portava cappello a feluca con asola cli seta g iallo-celeste, coccarda estense e rosette alle punte in seta gialla, ovvero il " bonctto" da sergente. Altre sa11zioni contemplate dal c.p.rn. ciel 1832 erano le pene pecuniarie. la confisca dei beni , la cassazio11e. la destituzio ne e la degradazione. La cassazione consisteva nella privazione ciel grado e riguardava i sol i ufficiali: la destituzione dall'i mpiego poteva essere pronunciata nei confronti degli " impiegati ed altri individui mil itari (...) almeno di rango uguale acl un Sergente"(§ 72); la degradazio ne, applicabi le ai sottufficiali, cornportava infine la riduzione allo stato di semplice soldato, e cib in via definitiva ovvero per un determinato periodo cli tempo. Con decreto sovrano del 9.8.50 venne stabi lito che quest'ultima sanzione dovesse accompagnare ogni condanna di graduato "a pena giudi7iale quand'anche fosse elci la sola Carcere sofferta" ( 16). In base al codice militare estense, il ciirillo cli pun ire i colpevoli e di far loro grazia (jus gladii, et aggmriandi) spettava al sovrano, che poteva peraltro delegarlo. "Organo cli quegli al q uale compete il jus glad ii'' (§ 489) era l'aud itore militare, che conduceva l' istruttoria dei processi, csprirneva in sede cli g iudizio le proprie valutazio ni circa le responsabi lità dell' inqui sito e partecipava allresì alla formazione della sentenza. Nel periodo 1848/59 la carica cl i auclitore fu dapprima tenuta dal doti. Pietro Ci mbardi (maggiore dal 2. 10.48), il quale in prosieguo d i tempo venne pure incaricato di disimpegnare le fun zioni di commissario estense presso la Lega doganale, inco111benza poi affidatagli in via effettiva nel gennaio ciel I 853 ( 17). D_opo alcuni 111esi durante i q uali le mansioni cli audi tore furono interinal mente svnl-

,., li provvedimento è riportalo nel Il supplemento (111. 160) all ' o.d.g. S.C.G. del 15.9.56 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 4.7 ..'i4 al 20.9 .'i6) "' li provvcdirnc 11to è ri portato airo.d.g. ciel S.C.C. nr.223 dcli . 11 8.50 (OO.dd .gg. ciel S.C.Cì. dal 22.9.48 al 3 I .I 2..'i0). " li Cimb,irdi. cui

ru mantcnui-o i l g rado cli maggiore ad lw11,m!111. cl i venne in seguito consulente del M i11islem degli r stcri:

dal d iccmbr·e 1859 ri siedette a Roma quale agente di f'r,111eesco V. e quindi come suo incnricato c1· affari presso l,1 Santa Sede.

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te dal do tl. Ercole Rossi e da l giusdicente cli Pievepe lago Salvioli, con I' 1.10.53 venne nominato a l posto ciel C imbardi Luigi Antonio Kainrath, capitano auclitore del rgt. Arcid uca A lberto nr.44, che col passaggio a l servizio este nse ricevette il grado di maggiore (18). Morto improvvisamente il Kainrath ne l gennaio del '57, a sostituirlo fu chiamato in via prov visoria il giusdicente cli Montefiorino dott. Domenico Montagna, che in passato era stato cance llie re de ll'Auclitorato. Il Montag na continuò a dis impeg nare le f unzioni di a udito re fino a l sette mbre del 1858, q uando esse furono assunte dal clott. Francesco Gentilly, g ià eia un a nno nom inato auclitorc col grado d i maggiore eia Francesco V, ma no n ancora entrato in possesso ciel la carica in q ua nto impegnato nei processi ciel secondo stato d' assedio cli Carrara ( 19). Il Gentilly, a nc h' eg li proveniente clall' armata austriaca, rnante nnc l'uffic io fino allo sciogli mento dell'eserc ito ducale . Almeno a partire dal 1854 a ll 'auditorc venne attr ibuita anche la sorveglianza su lla disciplina carceraria negli s tabilirrn:11ti mi litari Lii pe Jia, con possibil ità d i compie rvi ispezioni e vis ite senza preavviso. L' Auclitorato aveva i p ropri uffic i ne lla Cittadel la d i Modena; gli addetti vesti vano un'uniforme simile a q uella cie l personale delle Piazze. U na volta pe rvenuta all'autorità la notitia criminis, ai sensi ciel c.p.m . ciel '32 s i doveva "incl ilatamente ( .. .) rilevare legalmente il fatto e lo stato della cosa"(§ 509), o nde acquisire ogn i elemento utile " all' ul teriore procedura"(§ 510). /\i capi 111, IV, VI, VIJ, VIII e lX de lla parte seconda ciel codice erano dettate le norme eia osservare nell'istruzione elci procedi me nto, te rminata la quale ven iva convocato un C ons iglio cli g ue rra per la pro nunc ia clc lla decis ione. Il Consiglio era composto da un ufficiale pres idente e da altri o tto membri, e c ioè un comune, tre sottuffic iali, tre ufficia li e l' a ud ilore . Il Consiglio d i g ue rra ascoltava la lettura degli a tti processua lmente r ilevanti; chiedeva all' inq uisito cl i confermare o me no le dic hiarazioni rese in precede nza e di agg iungervi q uanto c re desse opportuno; sentiva infine il '·voto inforrnati vo ,, clcll' aud itore, nel quale questi esponeva le sue valutazion i c irea la colpevolezza o non colpevolezza de ll'imputato e la pe na eia applicare. Ind i seguiva la discussione fra i componenti ciel collegio, a l termine della quale si passava a lla votazio ne del la se nte nza, a partire dal più basso in grado onde garanti re l' inclipenden1.a del giudizio dal metus auc1oritatis. Nel caso in c ui il voto si discos tasse da lle indicaz ioni cle ll' auditore -unico " te cnico" fra i giudici- , colu i che lo espr imeva era ten uto a far constare a verbale le motivazioni del suo dissenso : disposiz ione questa evide nte mente eie ttata dalla pre occupazione cli evirare decisioni prese sull ' oncia cli sp inte emotive o peggio ancora a casaccio, ma che poteva favorire l'appiattimento degl i a ltri giudicanti s ulle les i cli colui che a veva condotlo l' istruttori a del processo. Nel valuta re fatti e c ircostanze ai fi ni del la decisione i giudici militari, a ud ito re compreso, e ra no ten uti a " ritener pe r vero'' solamente que ll o c he poteva considerarsi "legalmente( ... ) provato"(§ 713) in base ai criteri defi niti dallo stesso c.p.m. Il codice m ilitare estense e ra infatti in formato al pri nei pio cl ella prova legale, conservato elc i resto a nc he ne l codice criminale o rd ìnario e ntrato in vigore ne l 1856 sebbene la tendenza de lla legislazione fosse da tempo que lla cli lasciare s pazio a l libe ro convincimento del g iudice (20) . Q ua lora non s i perven isse a lla prova legale della colpevolezza, se le r isultanze processual i portavano comunq ue a una siffatta conclus ione doveva essere pronu nciata sente nza cli sospe nsione cie l proce dimento, che anelava poi r iassun to ne ll'ipotesi in c ui emergessero nuovi e le menti probatori . U na volta emesso, il verde tto cie l Cons iglio di guerra doveva essere trasmesso per la ratifica, ins ieme agl i atti processuali, a l titolare dello jus glaclii. Questi poteva confermare, di minuire ed anche rimettere completamente la pe na inflitta, così come poteva astenersi dalla ratifica quando g iud icasse incompleta l'istruttoria o necessario introdurvi e le me nti emersi successivamente, nel qual caso il fascicolo ven iva restituito a ll'auditore perché provvedesse. Qualora infine " pel concorso cli particolari c ircostanze" la sentenza appa rissF. mF.rilF.volc di riforma. il sovrano poteva d is porre che il processo fosse riveduto "da apposita Commi ssione" 768) (2 1).

rn

" li Kainrath era nato ,1 Vi enna nel I 80ì. " Cfr. supra, cap. XI X. "' Cfr. A. LATTES, La/ornwzione dei codici estensi civile e prnale alla metù del secolo XIX, IV!odena, 1930, pp.52-53. " Il c.p.m. del 1832 ammetteva inoltre in taluni casi l<.1 possibilità cli ricorrere al sovruno contro le sanzioni r,Hi ficate da un'autori tà delegata.

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Oltre a q uel la o rdinaria, il codice militare estense prevedeva un·alrra forma d i procedimento, caratterizzata dalla sorrnnarietà e rap idità del rito: il cosiddetto "giudizio statario" . Tale proced ura era pensata per l'ipotesi in cui vi fosse l'esigenza cli dare " un pronto cd e fficace esempio", e poteva essere applicata solamente nei casi espressamente previsti dalla legge, sai va la facoltà per i I comandante del l 'esercito cli disporne l'utilizzo anche in a ltri casi quando le truppe erano " in facc ia a l nemico'·(§ 834). TI g iudizio statario comportava istruttoria abbreviata, pronta decisione ed immediato assoggettamento del reo alla pena: ai sensi del§ 835 doveva concl udersi entro ventiquattro ore dall' arresto. Non potendosi rispettare tale termine, occorreva applicare la proced ura ordinaria. Il 4 agosto del 185 1 alcuni soldati ciel distaccamento Cacciatori all'epoca di stanza a Brescello. di fronte al ri fi uto del loro tene nte di sostitui re con altri cibi il manzo previsto per il rancio costrinsero il lrnrnhelliP,r(-' :-1 suonare l'adunata e, incuran ti de i rich iami dell' ufficiale, se ne sarebbero senz'altro anelali a Reggio a protestare dal comandante cli compagnia se non fossero stati fermat i armi all a mano dag li artig lieri del la piazzaforte, che ne arrestarono und ici. Giunio sul posto, l'auditorc riscontrò ne i farti accaduti gl i estremi cli un' insubordirrnzione di terw grado punibile con una severa sanzione disciplinare. puntualmente infl itta dal Duca a sette dei cacciatori implicati . Nonostante l' episodio ricordato, nel periodo 1848/59 le truppe estens i tennero un contegno " in generale( .. .) lodevole"' : dagli stati delle puni1.ioni non si rin veni vano, a detta ciel Saccozzi, "che mancanze lievi", sicché "tollone alcune Diserzioni, per poche allre vengono costrutti Processi" (22). La documenta1.ione esaminata. sebbene in parie lacunosa e a volle contraddittori a, permette d i individuare con sufficiente precisione i I numero degl i individui solloposti a procedimento penale mi litare. Anno

1848 1849 1850 185 1 1852 1854 1855 1856 1858

Individui con processo in corso al I O gen naio

Tncli vidui sottoposti a processo duranre J"anno

9

72

22

80 128 107 122 97 113 75 42

9 19

29 56 21 27 13

T(Hale

81 102 137 126 I 5I 153 134 102 55

Ovviamente non t utti i processati venivano condannati, come ri sulta dai dati cli seguito riportati. Anno

1851 1854 1855 1856 1858

Ind ivid ui gi udicati nei processi ultimati du rante r anno

97 131 113 80 41

Esercito

Condannali Milizia

')

')

83 79 66

5 14 2

?

'!

Totale

73 88 Q3 68 28

Quanto alla natu ra dei clelilli contestati, risulta ad esempio che su 55 individui sottoposti a processo mili tare nel 1858 12" (compreso un ufficiale) lo furono per "illegittime gravidan1.e", 10 per diserzione o assentamento volontario. 7 per furto, 5 per insubordinazione, 3 (cad.) per lesioni, rapine, truffe e infedeltà, 2 (caci.) per omic idio, gravi mancanze in servizio. abuso di potere, I (caci.) per "pubbiica violenza", rnuti-

" '·Elenco'' del 10.12.54 in Alli S.C.G .. f.402/ 1 ciel 1854. C fr. anche l" 'Elenco·· del 9. 12.58 in Atti S.C.Cì .. f.474/1 del 1858. dove si segnala inoltre una notevole diminuzione del le d iserzioni rispetto ag li mrni precedenti. Sull"ondata di d iserzioni che investì invece l'esercito ducale nel 1859 cfr. supra, cap.XXIII.

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!azione volontaria. d imostrazioni politiche. Oltre I/5 delle imputazioni riguardano dunque intempen1111e di giovani soldati, pi uttosto rrequenli del resto anche negli anni precedenti: nel 1854, ad escn1pio, ben 33 degli 83 co ndannati appartenenti al l'esercito lo furono per essersi resi autori di illcgittirnc gravidanze. Jn base all'esperienza del S.C.G .. inoltre, le imputazioni per diserzione o assentarncnto volontario -le più nurnerose nel 1858 dopo quelle per illegittima gravidanza- erano non cli rado portate "dalla smania" elci coscritti "cli ri vedere i Parenti, il paese nativo, gli Amici e le Amiche'', che li induceva talora ad allontanarsi arbitrariamente per qualche tempo senza però reale intenzione di soltrarsi allo stato militare. Relativamente alla tipologia delle sar17.ioni inflitte, per restare al 1858 I individuo fu condannato a pena corporale, 2 alla pena della galera, 5 a quella del carcere duro, 15 al carcere semplice, 5 a pena pecuniaria (23). Il principale stabili mento di custodia dei detenuti militari era il vecchio forte cli Rubiera, che ospitava anche numerosi prig ionieri civil i. Le carceri militari erano state separate dalle altre nel 185 I ed erano vigilate dal clistaccarnento Veterani della fo rtezza, mentre alla sorveglianza dei rimanenti reclusi provveclevano le guarclie di polizia. Ai primi ciel 1854 le prigioni destinate ad uso militare erano due, alte ad ospitare eia 20 a 28 individui; una terza, detta "segreta" e capace di 6-8 posti, era utili7.7.ata " per rinchiudervi i detenuti caparbj ed insubordinati" (24). Altro luogo "d'espiazione delle condanne sortite da individu i dello Stato IV!ilitare'' era la rocca cli Sestola. Le carceri quivi a disposizione dell'esercito vennero tuttavia sgomberate nel 1854, essendosi deciso nei primi mesi cli quell'anno cli concentrare tutti i detenuti mil itari a Rubiera, ove il Ministero di Buon Governo cedette una quarta prigione. Nel marzo ciel 1853 erano rinchiusi a Sestola 7 collluni di Linea ed altri 2 a Rubiera, a scontare pene che anelavano da dicci mesi di carcere semplice a tre anni di carcere duro. Di venuto poi il forte di Rubiera l' unico stabilimento carcerario rnilirare, in esso ordi nariamente si custod ivano una qui ndici na di soldati, mentre a metà luglio ciel 1856 ne risultavano detenuti 18. Fin dal gen na io '54 Francesco V aveva dato disposizione cli occ upare i detenuti mi litari in lavori manual i, llla tale prescri1io ne rimase a lungo inattuata anche per la difficoltà cli "rinvenire lavori che non impo rtassero grandi preparativ i'' (25), adatti per individui che avevano eia scontare pene in genere non superiori a un anno o poco pi ù d i carcere (in caso di condanne piC1grav i il S.C.G . doveva ordinariarncnte disporre l'espulsione elc i so ldato dall'eserc ito). Una soluzione fu infine trovata nel I 857, q uando si pensò cli impegnare i reclusi ''nell'intrecciare G iunchi da far Stuoie per Pavi menti", attività sufficientemente remunerativa e che richiedeva "poca abi lità, e genere di poco costo" (26). Avendo il D uca dato il suo benestare, tale lavorazione venne effettivamente in trodotta, e già nel maggio dello stesso anno " il lavoro cli treccia dei Detenuti Mi litari'' aveva preso a Rubiera "buo n andamento'' (27) . Per togliere dall' ozio i soldati incarcerati e favorirne l' erncnda, nel dicembre '54 si pe nsò anche di mettere a loro di sposizione alcun i libri d i devozione. che il S.C.G . richi ese alla Cappellania maggiore dell'esercito. Nello stabil imento rubierese la disciplina dover.te essere a lungo piuttosto ri lassata, a giud icare da una re lazione inviata al S.C.G. dal Kai nrath il 22.1 1.55 (28). Secondo le informazion i raccolte dal! ' auditore, almeno fi no al 1854 si era to llerato che i detenuti militari si recassero a fare visitn a que lli c ivili e si faces sero portare da ll 'esterno libri, cibi, vino, ecc .. fruendo in tal modo "dì agi e piaceri incompati bi li con un luogo di pena''; che i secondi ni in trattenessero coi reclusi "reciproci debiti e crediti'': che un borghese incarcerato per omic idio gestisse una mescita d i vino nel forte e addirittura si recasse liberamente ne i paesi vicini per farne provvista. J proble mi del carcere non doveltero peraltro venire elci tutto risolti se ancora nel 1857 il comando Veterani fu costretto ad interveni re presso il sergente comandante il distaccamento per vietargli cli vendere dentro la fortezza vino, liquori ed a ltri generi. A rine rnarrn '59 l'auditore, reduce da una visita allo stabilimento di pena. poteva comunque riferire cli avere trovato una situazione soddisfacente sia sono il profilo disciplinare che sotto que llo del trattamento degli imprigionati. '' Pe,· tutti i dat i ri portati c l·r. gl i "Elenchi '' ciel 4.1 .50. I 0. 1.5 1. '.23.1 ..52, 6 ..5 ..53. 8.I ..'iS. 4 .1.56. 8. I ..'i7 in A tti S.C .G .. ff.

(rispeLti varnenLe) 340/2 del 1850. 355/1 ciel 185 1. 370/ 1 del 1852. 386/ 1 del 1853. 420/ 1 del 1855 e (per gli ultimi due) 439/ I del 1856. Cfr. ino ltre gli allegal i a una len era clell' Aud itorato al S.C.G. in d,Ha 7. 1.59 (A tti S C C .. f.488 del I 859). La c itazione sulla ' ·smania" dei coscriLLi è traila clall'"Elenco" clell'S.1.55. ' ' Rapport o dell'Audi1orato al S.C.C ì . in dala 20. 1.54 (Atti S.C:.G .. l'.4 16/ 15 del 1854) " ' ·F lcnco .. del 2.4.57 in 1\tli S.CCì .. 1.456/1 del I 857.

'" lbidc111. " Lettera del S.C:.G. al Co111rniss,.1ri;_iro di guerra in data 7.5.57 (Alli S.C:.G .. f.470/15 del 1857). ,, In Att i riservati S.C:.Ci - 185(, ( 1-209). f. lV/1 I.

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CAPITOLO XXVIII Assistenza sanitaria e spirituale Nell 'esercito d ucale il primo responsabile della salute dei soldati era il Medico principale dei Corpi, il cui uffici o assunse nel 1853 la deno rninazione di '•Direzione Sanitaria de lle R .li Tru ppe Estensi" . Nel periodo 1848/59 la carica di Medico princ ipale fu inizialmente rivestita dal dott. Luigi Riva. Venuto questi a morte, gli succedette a far tempo dal !' l.5 .53, col grado cli capitano, i I dott. A ntonio Gartner, che peraltro dopo meno d i un anno chiese e d ouennc cli essere sollevato da l!' incarico. Un nuovo Medico principale fu nominato solo a lla f ine del 1855 nella persona ciel clott. Francesco Ma lagoli, diretlore dell' ospedale militare, c he gii:t presiedeva interinalmente alla direz ione sanitari a dell'esercito. A svolgere le fu nzioni cli Medico principale delle truppe parlite da Mode na ne l giugno del 1859 fu infine c hiamato il prof. Luigi Angclini, passato poi a l serviz io austriaco q uale "medico stabalc" allo sciogl ime nto della brigata estense (1). Al Medico princ ipa le s i affiancavano diversi altri medici e chirurghi militari. V'erano anzitutto medic i di g uarnigione, a Modena, Reggio, Massa e Castelnuovo di Garfagnana, e cioè rispettivamente i dottori Amilcare Ri va, Giacomo Prancli, Francesco Celi e Luigi Giovannol i, mentre nelle località che ospitavano piccoli distaccarne nli l'assistenza sanitaria era assicurata dal med ico condotto. li reggi mento di L inea aveva un proprio chirurgo, Paolo Buniotti, e s imi lmente v'era un medico cli Corpo ai Pionieri, vale a d ire il dott. Luigi Moschiari, cu i subentrò il clou. Giovanni Tria ni con l'incarico d i ass istere anche gli artiglieri (2). Presso l'ospedale militare svolgevano infi ne la loro attività il già menzionato clott. Malagoli , nominato primario con I' 1.1.54 , il clott. Pompilio Govi, entrato in servizio nello slesso periodo in qual ità di medico astante, e il chirurgo Giuseppe Faictti. Nonostante le loro aspirazioni i medici militari estensi non giunsero, a quanto risulta, a poler abbinare alla loro q ua lifica s pecifici gradi da ufficiale, di cui si fregiavano invece i col leghi de ll ' armata austriaca (3). Essi vestivano comu nque una pa rticolare uniforme, costituita da tunica di panno bleu con boltoni bianchi lisci rnostrcggiata e filettata in vellu lo nero, pantaloni di panno bleu con fi letto di vellu10 nero, e cappello a feluca con pennacchio di penne nere ovvero "boncrto" come queUo degli ufficiali. La sciabola era quella da ufficiale con guardia in accia io sul mocl.1836 a ustriaco. Per il ricovero degli ammalati l'esercito ducale disponeva a Modena di un proprio ospedale, impiantato nel 1837 nel fabbricato eletto "dei Bagni" fuori porta S. Francesco. Essendo la slrutlura cli venuta negli anni '50 insufficiente rispetlo al bisogno (lant:o che non pochi soldati dovevano essere ricoverati nell'ospedale civile), furono predisposti progetti per l' ampliamento del nosocomio, approvati dal Duca nell'aprile del 1855. In attesa dei nuovi spazi, per decongestionare l'ospedale mi li tare venne d isposto, ali' inizio del 1858, cbe i degenti in via di guarigio ne e bisognosi di semplice "riguardo e cura ordinaria'' fossero trasferiti in un'appos ita "Sala per Convalescenti", atlrezzala con 40 letti " nel Camerone a levante ciel Quartiere eia S . Pietro" (4). A fine ·56 e ra stato intanto ordinalo eia Francesco V che la dotazione di biancheria dell'ospedale fosse rinnovata cd accresciuta, in modo da arrivare ad avere cambi completi per 80 letti . Oltre ai medici erano addetti all'ospedale mililare alcuni infermieri ed altri inservienti, no nché un cappellano (do n Pietro Gibcrti): comanda nte dello stabilime nto era il cap. ten. M ichele Adani. Pe r dispo-

' Francesco V riponeva la massima fid ucia nel prof. i\ngelini. che volle accanto a sé negli ultimi tempi della malatti a riusc itag li poi i'ata le (cfr. T. DE VOLO. op. cii., t.111, p.(,07 e sgg.).

' 1\vcn<lo nel 111..11"1.o del 1859 il Triani rassegnato le dimissioni. il Duca nomini> al suo posto il doli. Achille Crcspolani. ' Al la voce ''C.ìrado avu[() nella Brigata·• del '·PROSPETTO'. ,il legato sub A al Giomale della Reale Uurnle /Jrigma Esle11Se cii.. recante !"elenco del personale passato al ser vizio o alla pensione austri aci dopo lo scioglimento dell'esercito ducale, per il Bun iotti, il Ccli, il C:rcspolani nonché per tal dr. Selmi (unici sanitari figura nti nella lista oltre all'Angelini) è riportata in effetti solamente l'indicazione "Medico" . A l cap. Gmtner, che proveniva dalreserci to austriaco. ru con ogni probabilità mantenuto (o elevato) dal Duca od personam il grado ri vestito nell'arm ara imperiale. ·' O.d.g. del S.C.G. nr.7 del 15. 1.58 (OO.dd.gg. <lei S.C.G. dal 20.9.56 al 9 .6.59). A lla Sala venne destinato il doti. Ri va. con clue inferm ieri , un sergeme, due piantoni e un contabi le.

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sizionc di Francesco V, a partire dal dicembre '56 l'assistenza ai degenti e la cura del g uardaroba furono affidate a cinque suore cli Caritù. Nel!' ospedale si impiegavano moderne tecniche cli cura: nel 1853, ad esempio. si ini ziò ad util iaare per le anestesie il cloroformio. introdotto in Europa quale narcotiaante solo eia poch i anni. Fuori della Capitale i soldati che abbisognavano cli cure ospeclal iere veni vano ricoverati nei nosocomi dei luoghi ove si trovavano di guarnigione. alcuni dei q uali (come ad esempio q uello cli Reggio) disponevano di un ' apposita sala riservata ai militari . Agli inizi del 1859 la sempre meno remota eventualitù di un confl itto indusse il S.C.G. a dare disposizioni per il potenziamento dei servizi sanitari dell 'esercito in vista delle esigenze di una possibile campagna. Venne così ordinato che tre dei carri per il trasporto truppe in deposito a Reggio (5) fossero opportunamente adattati in modo da ricavarne ambulanze per i battaglion i cli fanteria. Con l'approvazione del Duca venne alrrcsì stal)i Iito che a ciascun battaglione di Linea fossero assegnati sei infermieri, da prendere fra i mil iti cli Riserva e i soldati più anzian i. Per vestirli, l'Economato ricevette ordine cli approntare venti tu niche d i panno "misto" con mostre nere al col letto e ai paramani, venti bonetti , altrettante paia d i pantaloni ·'di panno eguale a quello elci Capotti " (6), ed inoltre appunto cappotti, '·seros" e pantaloni di tela.

I dati sui ricoveri ospedalieri a Modena contenuti nei rapporti period icamente sottoposti al D uca dal S.C.G. consentono di rnetlere almeno in parte a fuoco la situazione sani taria dell'esercito estense negli anni ·so. ln base a tali dati è anz itutto possibi le redigere la tabella seguente (7). Anno 1850 (pri mi otto mesi) 185 I (primi otto mesi) 1852 (primi otto mesi) 1853 (pri mi nove mesi) 1854 (primi nove mesi) 1855 (primi nove mesi) 1856 (pri mi nove mesi) 1857 (primi nove mesi) 1858 (primi nove mesi)

Numero ricoverati 1177 757 69 1 1185 987 956 905 1083 1206

Giornate di ospcclali tù 22520 17069 13487 17907 13589 13 198 l 1780 17 127 21900

Decessi 20 ( 1,70%) 13 (1,72%) 5 (0.73 %) 20( 1,69%) 17 ( 1,72%) 8 (0,84%) 8 (0,89%) 18 (1,66%) 13 (1 ,08%)

Per quanto riguarda poi le patologie dei clegcnti, nel peri odo 1853/58 i 60-70 soldati che si trovavano all'ospedale militare al momento delle annuali visite del Saccoai (che avvenivano in ottobre) risul tano in percentuale ri levante dovere il loro ricovero a febbri, a malattie polmonari e alla necessiti, di interventi chirurgici . Diversi a ltri pazienti risu ltano ino ltre affetti da oftalmie. e ndemiche ciel resto secondo il generale tra g li artigl ieri cli Brescello e i pion ieri, al pari de lle varici. del le ernie e delle ''malattie di petto" nella Linea, nonché delle scrofole e delle bro nchiti ancora nei Pio ni e1·i (8). Tutti i Corpi avevano infine soldati colpiti da affezioni veneree, guardate con sfavore dall ' autorità militare in quanto considerate malattie "guadagnatf el per vizio, e per propria volontà". Conseguentemente venne stab iIito che tali ammalati dovessero ·'mantenersi a tutte loro spese, sia cl i vitto, che cli medicinali'' (9) e fossero sottoposti dopo la guarigione a due mes i d i arresto con ritenuta de l soldo (IO). Una situazione di gravissima emergenza sotto il profilo san itario si ebbe in occasione de lle epidemie cli colera che funestarono gli Stati estensi nel J 854 e nel 1855. Giù nel 1849 i I morbo aveva fotto la sua comparsa in llalia ed alcuni casi erano stati segnalati anche nel Bolognese e nello stesso Comune cli Yignola, 5 Cfr. s11pra. cap.X I. '' D isposi zione del S.C.C. all' Fconom.ito in data 30.3.59 (Atli 1·iscrvati S.C.Cì.-I 859. f. V lll/ 1.~) 1

Cl'r. g li "Elenchi" del 26.1 1.5 1. 17.1 2.52, 22.1 2.53, I 0.1 2 .54, 30. I J .55. 16. 11.56. J .1 2.57 e 9. 12.58. li pri1110 è conserva-

to in /\Ili S.C.G .. Ord ini di rvlass ima. f.7 ( 1849/5 1); gli allri in i\ tti S.C.C .. lf. (rispeni va111enlc) 371 /2 ci el 1852..ì86/ I del I 85.ì, 40211 del 1854.420/ 1 del 1855.439/ 1 cie l 1856.456/ 1 del I 857e474/ I del 1858. ' Cfr. ]'''Elenco" ciel 12. 1.55 in A tti S.C.G .. f.420/ I del 1855. " O.d.g. del S.C.G. nr.96 del I OA50 (00 .dcl.gg. del S.CG. dal 22.9 .48 al 3 1. 12.50). "' Cfr. 1· o.d.g. ciel S.C.G. nr. I92 ciel 2.7 .50 (ihid,,m). che ric hiama prececlcntì analoghe disposizioni del 1837 e del J 844.

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tanto che erano state decise misure cli sorveglianza ai confini, presto peraltro sospese "attese le tranquillizzanti nuove dei paesi lim itrofi" ( 11 ). 1 quarantasei picchetti di l'vlilizia e cli Linea disposti dal 28.7.54 lungo la frontiera col Piemonte a formare un cordone sanitario 11 0 11 valsero comunque acl evitare che l'cpiclcmia che si anelava in qucU'anno propagando da Genova lungo la costa arrivasse il 5 agosto acl investire Avcnza; né miglior risultato poté ottenere l'analogo cordone collocato dall' 8.8 lungo la linea confinaria con la Toscana. Il colera infierì ncll' Oltrappennino estense per circa tre mesi, contagiando più cli 1300 persone ed uccidendone diverse centinaia. Le località più colpite furo no Carrara (529 casi e 232 morii). l'vlassa (405 casi con 22 1 decessi) e Avenza, ove su 347 ammalati ne morirono ben 2 13 ( 12). Tra le vittime ciel rnorbo in fVlassa vi furono quallro soldati, ed altri sette in Carrara; un dodicesimo soldato morì dopo essersi ammalato mentre si trovava cli picchello a Castclpoggio. Il numero dei casi cli colera insorti fra le Lruppe ru comunque rido110 (poco più cli venLi in tulio. compresi quelli risoltisi con la guarigione dei contagiati), nonostante lo straordinario impegno richiesto all 'esercito e alla Milizia per il dispiega mento dei cordoni sanitari (non so lo ai confini, ma anche inLorno ai centri più colpiti dall'cpiclernia), per il mantenimento dell'ordine pubblico, per la guardia agli edifici dove si trovavano persone infette, alla casa di quarantena istituita fuori di Massa, all"ospedale per colerosi aperto in Carrara, ecc. A parere elci comandanti, contribuirono a limitare il contagio fra i soldati " il regolare e buon nutrimento, la proibizione cli far uso cli ortaglia (... ) l'animo non preocupato da timore(. ..) la maggiore possibile puli tezza nei quartieri. i continui suffu migi", ecc. ( 13). Le province cisappenniniche del Ducato fu rono risparmiale dal morbo. che invece ne l successivo anno 1855 fl agellò l' intero Stato, provocando oltre 6700 morti lra metà luglio e metà novembre ( 14). Per cercare di fronteggiare l'emergenza, il S.C.G. ordinò il richiamo in vigore cielle rnisure profi larrichc adottate ne l '54 e la riattivazione della Commissione sanitaria militare allora istituita a Moclena, disponendo inoltre fra l' altro che si effettuassero "suffurnigazioni (...) agli ingressi dei quartieri"' e raccomandando ai soldati ''di non lasciarsi prendere da abattirncnto cli spirito(. ..), di vivere sobrj con ilarit~1 d"animo'·, e cli segnalare subito ai superiori ogni malessere affinché le cure potessero 1·i usci re tempestive ( 15). Nonostante le cautele poste in opera, anche l'epidemia ciel 1855 -inevitabilmente- non risparmiò l"esercito, che l' 11 seLternbre. acquietatosi finalmente il colera a Modena, fece celebrare nella Capita le l'ufficio funebre per le proprie villirne. Oltre che di assistenza sanitaria le truppe ducali beneficiavano cli un'adeguata assistenza spirituale. Per l'istituzione militare il carattere apertamente confessionale dello Stato estense comportava inoltre l' impegno a fare osservare al proprio interno i precelli ciel la Chiesa, l' incoraggiamento delle pie associazioni costituite fra i membri dell 'esercito, ecc. Dal canLo suo l'autorità ecclesiastica corrispondeva allo zelo di quel la mil itare, attribuendo alle truppe ducali privilegi e indulgenze. Per concessione pontificia, ad esempio, il tempo pasquale aveva i11 i1.io per i soldati estensi già con la quarta domenica cli Quaresima, mentre godeva dell' indulgenza plenaria, accordata da Gregorio XVI. chi visitasse con le dovute disposizion i la chiesa di Cittadella a .tvfodcna nel giorno cli Santa Barbara, protettrice ciel Corpo cl' Artiglieria. pregando secondo le intenzioni elci Papa. Favorite certamente da un tale ambiente. diverse furono le vocazioni maturate fra i ranghi dell'esercito, che portarono cacciatori, fuci lieri ecc. a richiedere al Duca la grazia del congedo onde abbracciare la vita religiosa, con una particolare preferenza per l'ordine de i Cappuccini. La cura spirituale dei militari estensi era affidata in primo luogo al Cappellano maggiore (o principale) delle truppe, incarico attribuilo negli anni 1848/59 a don Cesare Cavedoni, che era anche parroco della Cinadella di !Vlodena ( 16). li presidio cli Reggio, quello cli Massa e Carrara, il Corpo d i Linea, i Pionieri avevano inoltre eia11

Chirogr,.1 fo ducale al M in. dell' Interno in data 2 1.1 0.4<) (ASM o. R. Segreteria cli Gabinetto. chirografi sovrani. l'.:ìS I del 1849).

" Cfr. la ··Relazione delle cose avvenute al militare e dei ser vizj prestali dallo stesso durante l' in vasione del cholera morbus nelle Provincie cli lv1assa e L unigi,.111a nel 1854··, a lirrna llel magg. Pi ffer i e datala MO J I 12 .54. i11 A lli S.CG.. 14 3311 4 Jel 1855.

" Rei. di cui alla nota pr·cccdcnlc. " Cfr. T DE VOLO. op. cit .. L Il. p. 1I 3. " Le ciwzioni so no tratte dagl i ordini elci gi orn o del S.CCì. nr.1 54 del :'i.9.:'iS e nr.I ~<) del 20.7.55 (OO.clcl.gg. elc i S.C.Cì. dal 25.4.54 al 3 1.1 2.55). "' Nella chiesa della Ci ttade lla si trovavano due importan ti monumenti (ora in S. VincenLo a 1Vloclena). raffi gura nti 1·uno rerd inanclo Car lo. zio cli Francesco V e fe lcl rnarcsc iallo austr iaco. e I· a1tro il frate l lo del Duca. Ferdi nando Vi ttori o. La st,1l ua dell'Arc iduca f'ercli nanclo sé'nior. scolpita dal Cappelli, venne inaugurala con una solerrne cerirnonia il 18.9.55: i l bas sorilievo dedicato ali' Arc iduca Ferdinando junior. opc r,1dcli ' 1\ I col ti. fu inaugurato non rneno solennemente i I 23.3.59.

1 1I


scuno iI proprio cappellano, nelle persone rispettivamente cli clon Luigi Pcclroni, clon Rocco Ballero, clon Cesare Giavarin i e clon Felice Abbati, che fu poi nominato cappellano anche cicli' Artiglieria. Nel febbraio ciel 1859 divenne cappellano militare anche don Gaetano Bonvicini. Puramente onoraria ei-a invece la carica di cappellano del TI rgt. della l'vtil izia di Riserva conferita nel 1852 a don Pietrn Montanari, parrnco cli S. Bernardino dei Terreni Nuovi, alla quale si accompagnava comunque l'onere cli effettuare "almeno un annuale girata" per verificare l'istTuzionc religiosa dei mil iti (17). Parimenti onorari è da ritenere fossero gli incarichi cli cappellano del forte di Monte Alfonso, attribuito sin dal 1837 a don Angelo Marianj, e cli cappellano del III rgt. della Mi lizia, assegnato a don G. B. Lippi. Per qualche tempo tale reggimento ebbe anche un cappellano in seconda nella persona cli don Francesco Andrei, parroco di Miseglia, assassinato poi nel 1857 ( 18). L'o.ci.g. ciel S.C.G. nr.137 ciel 4.7.49 (1 9) stabiliva che i cappellani militari indossassero "Abito o veste talare nera con tab,urn nero come è prescritto pci Sacerdoti delle Diocesi Estensi", sostitu ibili nelle marce con pantaloni e pekes ugualmente neri. Ogni dornenica i soldati venivano condoni a sentire Messa nelle chiese loro destinate. A Modena dragoni e veterani si recavano, almeno nel '49, al la chiesa di S. Eufemia, attigua alla loro caserma, mentre per gli altri Corpi la Messa era celebrata ne lla chiesa di Cittadella. TI presidio di Reggio andava a S. Domen ico, mentre a Massa per la Messa e la benedi1.ione domenicali iJ Vescovo aveva posto a disposizione della guarn igione nel 1857 S. Sebastiano, ed in precedenza S. Giovanni . A Carrara infine le truppe adempivano a l precetto festivo nella ch iesa di S. Francesco, poi sostituita da quella ciel Carmine. Durante la Quaresima, per preparare i soldati alla Pasqua v'era l' uso cli fare intervenire per alcune volte i mil itari di stanza nella Capitale a un "discorso morale" presso la chiesa cli Cittadella con successiva Messa e benedizione, mentre ad analoghe funzioni partecipavano le truppe distaccate nel Reggiano e nel Massese. lJ Saccozzi e la maggior parte degli ufficiali presenti a Modena erano soliti adempiere al precetto pasquale nel corso della funzione ciel S. Sepolcro, che si celebrava il Giovedì Santo nella parrocchiale cli Cittadella; ed ogni anno, con appositi ordini ciel giorno, il generale non mancava di esortare all'osservanza di tale "pio costume", "anche pc! salutare effetto" che poteva "infondere nella Truppa il( ...) buon esempio" dell'ufficialità (20). Altra consuetudine cui il S.C.G. teneva era quel la del la somministrazione dei Sacramenti ai soldati ammalati che entravano in ospedale: nel 1850 i I Cappe Ilano maggiore fu espressamente invitato ad emanare un' apposita circolare appunto per rammentare a chi veni va ricoverato l'opportunità cli assoggettarsi "al le pratiche religiose ciel Cristiano, domandando di confessarsi e comunicarsi" (21 ). L'esercito era chiamato a manifestare la sua devozione anche in occasione cli eventi straordinari, quali i Giubilei del 1854 e ciel 1858 o la definizione -ancora nel '54- del dogma cieli' Immacolata Concezione. Ad esempio, per l'acquisto ciel Gi ubileo da parte della guarnigione di Modena nel maggio '58 venne prescritto che i soldati intervenissero a un triduo di predicazione, che fossero condolli per compagnie a visitare alcune chiese cittadine, che venisse osservata una giornata cii digiuno, ccc., mentre ai festeggiamenti tenutisi a Reggio il 2 1.1.55 per la proclamazione ciel dogma clell ' Irnmacolata il presidio si associò erigendo "sulla salita che mette al Forte Ferdinando Vittorio" un tempiello con la statua della Madonna e l' iscrizione "Concordi le Reali Truppe Estensi/Devote a Maria/Offrono in tributo di Venerazione e Gloria" (22). Non pochi soldati e ufficiali aderivano infine all' Unione militare cli S. Antonio eia Padova, una confraternita costituita a Modena sin dal I823 presso la parrocchiale di Cittadella allo scopo cli concorrere ali ' ufficiatura della chiesa e di abbellirla. L'associazione era appoggiata e sostenuta dal S.C.G., a eletta ciel quale l'Unione di S. Antonio rappresentava " una delle più belle prove ciel buon spirito religioso dei Militari Estensi"; il Sacco7.7.i non esitò anzi a rare appello, con apposito ordine del giorno, "alla pietà e religione" dell 'esercito al fine di rinfoltiJe le fila della confraternita, che aveva subito "una notabile diminuzione cli ascritti" a seguito delle vicende del '48 (23). La festa del protettore S. Antonio era solennizzata con Messe e una funzione pomeridiana in Cinaclella, alle quali venivano fatte intervenire le trnppe presenti nella Capitale.

" Chirografo di rranccsco V del 29.3.52 ( ASM o. R. Segreteria d i ( ìabineno, chirografi sovrani, f. 354 del 1852). '' Cfr..rnprn, cap.X I X.

,., In oo.dd.gg. del S.C.G. dal 9.6.49 al 25.4.5 1. ,,, Supplemento (nr.52) all" o.d.g. S.C.G. ciel I 7.:l.56 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 4.7.54 al 20.9.56). ' Leuera del S.C G. al Cappellano maggiore datata IV!O 24. 10.50 (Ani S.C.(;., Ordini di !Vl assirna. f.7 ( 1849/5 I ). " Rei. al S.C.G. del e.do della Piazza cli Reggio datata RF. 22. 1.55 (Atti S.C.C.ì., f.433/1 4 ci el 1855). ,., Le citazioni sono tratte dal supplemento (nr.I 56) all'o.d.g. S.C.G. del 27.7.49 (OO.clcl.gg. del S.C.G. dal 9.6.49 al 25.4..'i I ).

3 12


CAPITOLO XXIX Trattamento economico e onorificenze A coloro che ottenevano il grado cli sottotenente nelle tru ppe attive Francesco V era solito elargire, in occasione della nomina, 100 franchi a titolo di contributo al le spese d i acquisto dell'equipaggiamento da ufficiale . Benché tali sovvenzioni avessero carattere unicamente di donativo, la regolarità del loro pagamento induce a farne menzione nell'affrontare il tema del trattamento economico degli ufficiali del1' esercito ducale. A costoro la carriera militare ass icurava una decorosa paga mensile, differenziata a seconda del grado ecl in parte anche della specialità d'appartenenza, e talora integrata eia assegni ad persmwm. Le co111petenze degli ufficiali estensi sono riportate nel la tabella che segue .

Grado Generale Colonnello Ten. colonnello Maggiore Capitano Cap. tenente Tenente Sottotenente in l" Sottotenente in 2"

Competenze mensili (in Lire Italiane) 300 272

222 202 160 137 122

11 2

97

(Dragoni e Artiglieria (Dragoni 142) (Dragon i e Artigl ieria (Dragoni e Artigl ieria (Dragoni e Artiglieria

montata 162) montata 127) montata 117) montata 102)

Oltre al la paga vera e propria tali competenze comprendevano un assegno uguale per tutti i gradi cli 22 Lire, final izzato al mantenimento di un servitore (1). Talvolta peraltro per evitare la spesa del domestico gli ufficiali si facevano servire dai soldati. Un tale abuso doveva essere piuttosto frequente, se il 13.8.53 il S.C.G. credette necessario intervenire con una c ircolare (2), raccomandando cli fare attenzione a che i beneficiari dell'indennità avessero effettivamente "un servitore borghese", e quesri "fornito d i Li vrea come in origine era stato prescritto". Oltre alle competenze mensili gli ufficiali cui era assegnato un cavallo ricevevano la necessaria razione cli foraggio (doppia per il generale); tutti gli ufficiali avevano inoltre diritto all'alloggio (ovvero a un' indennità sostitutiva, il cosiddetto "clisaJloggio"). Il numero degli ambienti spettanti variava in funzio ne del grado ed a seconda che si fosse celibi o sposati, anelando da un minimo di due stanze -di cui una per il servitore- nel caso dei sottotenenti e tenenti non coniugati, alle cinque camere più cucina, locale per il domestico, scuderia per due cavalli, cantina e legnaia che competevano ai tenenti colonnelli e ai colonnel li ammogliati (3). Stimandosi opportuno, in ragione delle loro funzioni, che i dragoni non si mescolassero ai borghesi, si preferiva che gli ufficiali del Corpo ricevessero l'alloggio in natura, possibilmente annesso alla caserma. A far tempo dalla metà del 1858 tale preferenza d ivenne regola, essendosi stabilito che si facesse luogo al disalloggio solo "per circostanze rilevanti, come sarebbe per mancanza assoluta d'alloggi" (4). In tali casi, al capitano da un lato e al tenente e sottotenente dall'altro doveva essere corrisposta un ' indennità rispettivamente di Lit.300 e Lit.230 ali' anno, più elevata di quel la

' Nel prospetto riportato in C. CESA R I, op. cit. , p.225, le 22 Lire cli inden nità per il servitore se111brerehhero eia aggiungere ag li imporl i indicati. Con tale soluz ione tuttavia contrasta, fra l' a ltro, l'o.d.g. del S.C.G. nr. 152 del 10.8.S3 (OO.dd .gg. del S .C.C . dal I 8.9.52 al 23.4.54), che riporta il nuovo arnmonlare delle paghe me nsil i degli ufficiali di grado pi ù basso dopo un a umento di soldo disposi.o per cosLoro dal D uca: trattasi di Lit. I I 5 per il cap. teneme, di Lit.100 per il Lene nte, ecc. ' In A tti S.C.Cì., f. 387/2 del 1853. Cfr. quanto riportalo in "Ris poste e Schi arimenti al seguii.o de lle domande inscritte nel l' Ossequiato N° 1584 anno 1857

1

clcll'Eccclso Supremo Comando Genera le" (Atti riservati S.C.Cì.- I857. l'.VI/ 13). "Comun icazione del S .C.G. all' Economa to de l 23.7 .58 trascritta nel documento di cui alla nota precedente.

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spettante ai parigraclo degl i al tri Corpi in considerazione del fatto che gli ufficiali elci Dragoni avevano necessità cl i '·una Camera per l'Uffi zio'' e di ·'Scuderia pel proprio Caval lo" (5). La clispos izione derogava a un chirografo sovrano clell'aprilc 1852. che regolava la materia stabi lendo a titolo cli clisalloggio indennità annue che andavano dalle 180 L ire per i tenenti e souorcnenti alle 600 Lire per il generale. Quando ne ricorrevano i presupposti, gli ufficiali ricevevano infine le competenze di guerra, consistenti in una di aria di importo compreso fra le 2 e le 5 L ire giornal iere. a seconda ciel grado. Al pari degli ufficiali erano pagati su base mensile anche i musicanti della banda di L inea e il capo del cos iddetto ..concerto trombe'' del battaglione Cacciatori . Da lla metà degl i anni '50 quest ' ultimo percepiva L it.SO al Illese. mentre per i bandisti il soldo era il seguente: capo banda Lit.90 musicante di I classe Lir.60 musicante d i Il c lasse L it.40 musicante di llI classe L it.34 musicante di IV classe Lit.25. L a paga clcgli altri sottufficiali e mi litar i di truppa era invece conteggiata su base giornaliera cd era la medesima sia per i reclurati trami te coscrizione che per i volontari e i cambi. Il soldo era materialmente distribuito ogni due giorni. dal 1857 anche ai , cterani cli Rubiera che in preccclen1.a lo percepivano ad interval l i maggiori; ..e ciò a togliere··, scriveva il comandanre del forte, '"che abbi ano un soldo eia potersi ubbriac:care facil mente'· (6). Nella tabella che segue sono indicate le paghe giornaliere dei sottufficiali e soldati dell 'esercito ducale a far tempo clall' 1. 1.55 (7).

C rado o qualifica

Paga giornaliera (in L ire italiane)

Sergente dei Trabanti Capo maestro aggregato (Pionieri) Maresciallo d'alloggio elci Dragoni a cava llo Sergente di I classe dello Stato minore d' Artiglieria Maresciallo d'alloggio dei Dragoni a piedi e tamburo maggiore (Linea) Sergente dei Pionieri Brigadiere elci Dragoni a cavallo Maestro aggregato (Pionieri): caporale dei Trabanti (dopo i l 1856) V. brigadiere dei Dragoni a cavallo Trombettiere dei Dragoni a caval lo e brigadiere dei Dragoni a piedi Sergente cli II classe del lo Stato minore cl' A rtiglieria: caporale dei Trabanti (prima del 1856) Sergente dell'Artiglieria montata: dragone a cavallo Sergente del l' Artiglieria a piedi V. brigadiere dei Dragoni a piedi Maestro (Artiglieria) Trombettiere elci Dragoni a piedi Trabante Dragone a piedi Sergente elci Granarieri e Cacciator i (Linea) Caporale dcli' A rtiglieri a montata Sergente dei Fuci l ieri e scrg. profosso (Linea) Caporale dell' Artiglie1:ia a piedi e caporale dei Pionieri Sergente dei Veterani Operaio di I classe (Artiglieria) e mncstro (Pionieri)

1.80 1.75 1,63

1,50 1.48 1.40 1,39 1.30 1.25 1,22 1,20 1,1 5 1.1 O 1.08 1.05 1,02 1.00 0.98 0,97 0.95 0,94

0,90 0.86 0.80

'"Eknrn"' del '.n.2.58 in Atti S.C.G .. 1'. 474/ 1 del 1858. ' Lellcra a l S.C.(i. da1a1a Rubiera 26.2.57 (Atti S.C.G.. f.--170/1 5 del 1857). ' I cimi ripo11ati sono 1ra11i cl;1 alcune "Memorie cli,crsc per regola ù'Uffi1.io·· in Alli S.C.G .. Ordini di Ma,sirna, f. I O. I .e paghe pe r la truppa inclicatc da l Cesari nel prospello d i cui a lla nota I si ri l"c1·iscono al solo rgt. d i Linea.

'.ì l 4


Caporale dei Granatieri e Cacciatori (Linea) Caporale dei Fucilieri e e.le tarnburo (Linea) Sottocaporale u· Artiglieria Sottocaporale dei Granatieri e elci Cacciatori (Linea) Conducente di I classe (Artiglieria montata); opera io di II classe (Art.): manovale (Pionieri) Servente d i l c lasse (Artiglieria); sottocaporale dei Fuci lieri (Linea) Tamburo, cornettista e zappatore dei Granatieri , trombettiere dei Cacciatori (Linea) Trombettiere e corn ista dei Pionieri Conducente cli lI classe e trombettiere (Artiglieria montala) Tamburo. cornettista e zappatore dei rucilicri (Linea) Comune clei Granatieri e Cacciatori (Linea): servente cli li classe (Artiglieria) e trombettiere (Artiglieri a a piedi) Comune dei Pionieri (garzone) Comune dei Pucilieri (Linea) Caporale dei Veterani Tamburo dei Veterani Sottocaporale dei Veterani Comune dei Veterani

0.76 0.73 0,70 0,6 1 0.60 0.58 0,55 0,54 0,53 0,52 0.51 0.50 0.48 0,46 0,40

0,38 0,36

In taluni casi alla paga giornaliera si aggiu ngeva un soprassoldo: ad esernpio, i trabanti ammogliati, che non veniva no alloggiati in caserma "non volendosi Donne in Quartiere ove stanno i Trabanti nubili" (8), ricevevano per tale motivo 20 centesi mi al giorno più di questi ultimi: q ualche centesimo in più rispetto al soldo ordinario era pure riconosciuto ai veterani distaccati a Castelnuovo di Garfagnana e Sestola, ccc. A l contrario, i solclati non ricevevano paga alcuna se ricoverati in ospedale, inviati in permesso e in altre circostanze consimi li: eia qui la pratica -seguita a Modena come altrove- di mandare in permesso un certo numero di uomin i q uando occorreva procurare risparmi al l'erario. Oltre che al soldo. i sottuffici ali e la truppa avevano diritto a una razione di 2 libbre cli pane ·'da munizione"' al giorno, fatta eccezione per i musicanti di Linea e i dragoni. Ai veteran i. ai trabanti e a coloro che si trovavano in situazion i particolari anziché il pane in natura era dato il corrispondente in1porto in denaro. fissato da ultimo (nov. 1858) in 17 centesimi per 1·azione. Con il soldo la lruppa doveva amitutto pagarsi J"'orclinario'·, cioè il rancio. Per evitare che tale spesa assorbisse una parie eccessiva delle magre entrate ciel soldato, nell 'agosto '53 il Duca stabilì che qualora la spesa stessa superasse i 35 centesimi doveva essere erogato un soprassoldo di importo corrispondente a quanto necessario per coprire l'eccedenza. in modo che, ad esempio, a un fu cil iere d i Linea, che percepiva cent.48 di paga al giorno, ne restassero comunque garanti ti almeno 13 "a lla mano" (9). Allorquando venivano riconosciute alle truppe le competenze cli guerra, consistenti nei cosiddetti "viveri cli campagna". l'ordinario restava a carico del l' azienda militare, con cessazione peraltro cl i ogni altro soprassoldo. Qualche ulteriore entrata poteva derivare al soldato dal sistema del cos iddetto "cleconto'·. che fu nzio nava nel modo seguente. All'atto dell'arruolame nto ogni individuo riceveva un certo numero di oggetti ·'cli piccola montura" (scarpe, camicie, rnuta nde, ecc.), il c ui costo era annotato a debito in un libretto personale, denominato appunto "I ibretto cli deconto". Per la rinnovazione di tal i oggetti iI so ldato maturava giornalmente a proprio c redito un deterrninato importo (8 centes imi il p io niere, 7 il fante di Linea, ecc.), che veni va periodicamente registrato sul libretto. Rendendosi necessari a la sosti tuzione di un effetto di piccola montura, esso ve ni va consegnato dietro iscrizione a debito elc i relativo prezzo, e così

' '·EJcnco·· del 12.7.56 in Alli S.C.G .. f.439/ 1 del 1856. '' " Perla carezza dc' vi veri nel Ducato cl i ]\fassa·• era stato ri conosciuto alle forze ivi si.anziate un supplemento di soldo in ragione cl i 5 cen tesimi al giorno per la lrn ppa e 8 lire al mese pe1· g li ufficia li . qucst"ttl tirno poi abolito nel novernbre ciel

1854 ('·Melllorie divcr~c per regola cl 'UITizio·· cli cui alla nola 7).

315


si procedeva fino al termine del la fenna, q uando al titol are del lib,·etto cli cleconto era liquidato c iò che residuava a credito o viceversa era richiesto il pagamento di quanto risultava dovuto. Mediante il sistema descritto il so ldato era stimolato ad avere la mass ima cura dei capi ricevuti, in quanto più a lungo essi duravano minore era la necessità di procurarsene de i nuovi e maggiore quindi la somma che rimaneva a disposizione sul libretto al termine ciel servizio. l dati sul deconto annualmente sottoposti al Duca mostrano che in complesso gl i uomini sapevano gestirsi con oculatezza. Al 3 I .12.55, ad esempio, il credito medio per cleconto verso la cassa militare anelava eia Lit. 13,29 nei Veterani a Lit.56,23 nei Pionieri; ma v'era anche chi , nei Dragoni, vantava un credito cli oltre 203 Lire ( I0). Per q uanto riguarda infine il trattamento economico ciel personale civile acldello agli uffici militari, basti ricordare che a fine '57 le paghe mensi li degli aggiunti e scrittori del S.C.G. e dell' Economato vennero fissate in Lit.80 per gl i aggtunti cli I classe, LiL.70 per quelli cli Il, e via decrescendo fino alle Lit.45 assegnate agli scrittori di TU classe. li governo ducale si preoccupava cli assicurare il futuro degli ufficiali estensi mediante un sistema pensionistico, che venne riordinato con decreto sovrano ciel 19.4.52 (J I). In base a tale provvedimento, i I di ritto alla pensione era anzitutto conseguente al raggiungimento di una determinata an7,ianità di servi7,io, fissata peraltro in ben cinquant'anni ; in questo caso comunque all' ufficiale spettava la pensione massima, corrispondente a quanto in precedenza percepito per soldo, assegno per il servitore e indenni tà di alloggio. Certamente di più frequente applicazio ne era un' altra norma ciel decreto 19 aprile, che in alternativa individuava quali presupposti per il passaggio a pensione un'anzianità di servizio non inferiore a trent'anni combinata con l' inabilità fi sica alla prosecuzione del servizio stesso. Per tali casi era previsto che l'ammontare del la pensione concretamente spettante variasse in fun zione del l' anzianità di servizio. Se quest' ultima era trentennale, si aveva diritto alla pensione minima, calcolata su l soldo e sulle altre competenze in ragione di 5, 6 e 7 decimi ciel rotale per i gradi rispettivamente dal generale al capitano, dal cap. tenente al sottotenente cli l" classe, e cli sottotenente di 2" classe ( 12). All' inabile con anziani tà cli servizio ultratrentennale competeva invece la pensione cosiddetta "propo17ionata" , maggiorata cioè rispetto alla mi nima d i 1/10 della differenza tra la massima e la minima per ogni biennio di servizio oltre i trent'anni. Per il computo dell'anzianità era stabili to in linea cli principio che si dovesse tenere conto solamente dei servizi prestati a Casa d'Este. Con altro provvedimento sempre in data 19.4.52 ( 13) Francesco V volle peraltro che si prendessero in considerazione, relativamente ad alcuni ufficiali, pure gli anni trascorsi nell'esercito austriaco, in quello sardo prima del 1848, in quello del Regno Italico, o anche combattendo " In Ispagna per la legittimità". !\cl un anno di servizio era inoltre equiparata la partecipazione a una delle campagne militari delle truppe estensi. Un terzo decreto sovrano del 19 aprile ( 14) forniva r interpretazione autentica della nonna per il pregresso, anzitutto individuando le campagne rilevanti ai fin i pensionistici nelle spedizioni del 1815 contro il Murar e in Francia, nei fatti cl 'arme del 1831 e nelle operazioni a Brescello, nell 'Oltrappennino estense e contro Livorno del 1849, e in secondo luogo stabilendo che l'anno supplementare di anzianità dovesse essere riconosciuto anche ai militari rimasti cli presidio all' interno dello Stato nel corso delle vicende ricordate. Una peti7ione cli alcuni ufficiali diretta ad ottenere il riconosc imento quale campagna mili tare anche della spedizione del 182 1 in Lunigiana, ove 500 soldati estensi rimasero per oltre due mesi a d ifesa

rn

Cfr. l''•EJenco'· del 26.6.57 in A lli S.C.G .. f .456/ I del 1857. dove sono pu1·e riportati i cl ati al 31. 12.56. non molto dissimili.

Si vedano anche per l'anno 1854. l' "Elcnco'" ciel 15.5.56 in Alt i S.C.G .. r.439/ I ciel 1856: per l'anno 1857. l' ''Elcnco·• ciel 28.5.58 in A lli S.C.G.. f..474/ 1 del 1858: per !":inno I 8'i8, l,;'F.l"n('(J., ciel 12.5.59 in A n i S.C.G., f.492 del 1859. 11

li testo ciel decreto è riporlato in Coffezio11!' generale delle leggi costi1u; io11i editti proclami ecc. per gli Stati estensi, t.XXX I, Modena. 1852. pp.48-53. '' Vedasi pe1·altro quanto d isposto dal Duca con decrelo 3.4.55 per correggere '·l'anomalia che nasce1·ebbe nella liquidazione delle pensioni cl ' U !Ticiali ( ...) applicandola legge 19 Aprile 1852 ai soldi fissati col Nostro Decreto IO Agosto 1853 al Capi tano Tenente ecl al Sotto Tenente in 2da" . Il provvedimento del 3 aprile è ripon ato nel Il supplemento (nr.58) all ' o.d.g. S.C.G . del 4.4.55 (OO.dd.gg. del S.C.G. dal 25.4.54 al 31.1 2.55) ' ' In Collezione g<'nerale delle leggi co.11i111zio11i edi11i proclami ecc. per gli Stati es1e11si, t.XXXLModcna, I 852. pp..'i5-56. lhidem, p.54.

11 •

3 16


del confine col Piemonte in preda alla rivoluzione, venne invece respinta nel 1859 dal Duca, nella consider.:tLione che nella circostanza quelle truppe non avevano sparato neppure un colpo d i fucile. In base alla normativa del 1852 aveva infine d iritto a passare a pensione. ind ipenclentcmcnre da ll'anzianità, anche l'ufficiale che fosse divenuto inabi le a causa cli ferite, ovvero a cagione cli un' infermitù conseguente a fatic he mi litari . Oltre che per diritto, i membri dell' ufficialità potevano passare a pensione anche per disposizione o grazia sovrana ( I 5). Ad ev itare che le mogli degli ufficiali potessero alla morte del coniuge cadere in ristrettezze provvedeva la "Cassa-Vedove", attivata nel 1844 s ulla base di un "Regolamento Organico" approvato con decreto sovrano del 27 giugno cli quel l'anno . In base a tale regolamento, gli ufficial i del l'esercito interessati ad assicurare alle consorti le prestazioni del la Cassa dovevano assoggettarsi a l cos iddello "sconto", cioè a una trattenuta mensile a favore della Cassa medesima pari al 3'fo del soluo 1Je1 cl ii ern già amrnogliato, e a li' 1% per chi non lo era ancora. Così venendo fatto, alla morte ciel marito la vedova poteva contare su una pensione pari ad 1/4 del soldo del coni uge e comu nque non inferiore a 20 franchi al mese (16). Francesco V stabilì poi nel novembre del 1855 che per le vedove eia al lora ammesse a fruire cle lle prestazioni del la Cassa la pensione fosse elevata a 1/3 ciel soldo del defunto e il minimo garantito passasse (salvo altre rendite) a Lit.30 mensili , con estensione di quest' ultima disposizione -sia pme in via temporanea- alle pensioni vedovi li già in corso, in relazione al carovita. Gli aumenti del l 855 furono suggerili anche dal florido stato della Cassa vedove. I larghi clonativi iniziali della famigl ia ducale, le offerte annuali di Francesco V e del suo ai utante cli campo conte Forni, i contributi degli aderenti al fondo (ammontanti ogni anno a diverse migliaia di Lire), le rendite dei capitali accumulati e le varie rendite straordinarie avevano inCalli fatto sì che al 31 .1 2.54 la Cassa presentasse un attivo di ben 57.462,36 Lire italiane, al netto delle modeste spese d'amministrazione e delle pensioni pagate. Queste ultime avevano comportalo nell'anno un esborso complessivo di Lit.3036, pressoché integralmente coperto da offerte e rendite, per cu i si erano potuti accantonare quasi tutti i proventi dello sconto, pari a Lit.5000 circa. La gestione della Cassa era affidata a un consiglio cli amministrazione, alla cui pres idenza sedettero negli anni 1848/59 q ualiCicati ufficiali come il len. col. Vanclelli, il ten. col. Parozzi, il magg. Campi lanzi e il tcn. col. Cavedoni. Quanto al numero e ali' ammontare del le pensioni erogate, a fi ne '52 ne erano in pagamento 9, di importo mensile variante dalle Lit.37,50 (una) alle Lit.20 (cinque); al! ' 1. 11.55 -alla v igilia cioè clegli aumenti disposti da Francesco V- le pensioni in corso erano invece 11, d i importo compreso fra le 50 e le 20 Lire mensil i (una da 50 e sei cla 20). La Cassa vedove rimase in v ita anche dopo lo scioglimento dell'esercito ducale, avendone nel 1864 Francesco Giuseppe autorizzato la continuazione clel l'altivilà in territorio imperiale, con imp iego del fondo pension i in cartelle di Stato austriache. Un sistema pensionistico esisteva anche per i sottuffic iali e i soldati. La materia era regolata dal decreto sovrano 29.5.43, in base al quale potevano passare a pensione i soldati dichi arati inabil i con almeno sedici ann i cli servizio, quando l'inabil ità fosse conseguente alle fatiche della vita militare o a " inere nti eventual itf1''. A coloro che venivano pensionati con la qual ifica cli comune spettavano, almeno a metà del 1853, 40 centesimi al giorno: ai vice brigadieri dei Dragoni e ai sottocaporali 45; ai brigadieri e ai caporali 54; a i maresciall i cl 'alloggio e ai sergenti 76. Co l provvedimento ducale del I 3.8.56 recante speciali provvidenze per il Corpo Dragon i l' assegno elci marescial li da allora passati a pens ione fu portato a 90 centesimi al g iorno, e fu pure stabilito che i dragoni e i brigad ieri con rango rispettivamente di caporale e sergente di L inea ( 17) ricevessero la pensione propria di tali g radi .

'' Quan to alle pensioni degli impi egati c ivi li dell 'amrnin istrnione m ilitare, i l decreto sovr-ano 19.4.52 cli cui alla nota 11 rnnfcrmava all'an .20 le disposiz ioni cli un preceden te chirografo di F1·ancesco 1V in data 8 lugli o 1844. "' Nel caso in cu i il deceduto fosse non pi ì.1 in servi zio ma pensionato l a nonna si appli cava sol o qual ora al momento del passaggio a pensione l'ufficiale avesse scel to di continuare

a l asciare alla Cassa il 111edesi1110 i111porto dato in p1·eccdcn1.a.

Se viceversa si fosse avvalso della facolt~ riconosciutagli cl i r idurre l a trattenuta al 3% della pensione. alla vedova spetl<Jva

1/4 non gi~ del soldo ma della pensione stessa.

" Cfr. supra. cap.V II.

3 17


Oltre che al pensionamento. e in alternativa ad esso, i soldati con un'anzianità di servizio di almeno sedici anni di venuti inabili potevano aspirare al passaggio a i Veterani . condizionato peraltro dai lim iti di organico cli tale Corpo. Del resto anche le clomancle cli pensione erano accolte compatibilmente con le esigenze cli bi lancio, e in particolare avuto riguardo alla "ciffra normale delle pensioni ivlilitari Estensi" fissata eia! Duca sul fin ire del 185 1 ( 18). A coloro che fossero cli venuti inab ili dopo almeno un triennio cl i servizio e che non potessero aspirare al pensionamento per mancanza della prescritta ai1Lianità spettava infine il congedo, accompagnato da una speciale gratificazione pari a tanti mesi cli soldo q uanti erano stati gli anni d i servizio. Nell'esercito ducale l'anzianità di servizio costitui va anche il presupposto per l'auribuzione di onorificenze a uffic iali e so ldati . In pri mo luogo, dodici anni consecutivi di servizio svolto tenendo buona condotta erano premiati nei sottufficiali e nella truppa col conferi mento del uislirttivo d'anziani tà cli Il classe, costitui to da una placca ovaic d'argento racchiudente un trofeo mili tare sormontato dal la parola " VETERAN!S" . Alla decorazione si accompagnava un soprassoldo giornaliero cli 5 centesi mi. Chi raggiungeva poi i diciotto anni cli servizio continuativo poteva sostituire al distinti vo cli Il classe quello cli I, consistente in una placca esagonale d'argento con al centro una piccola rosa altorno al la quale era disposta la parola "\IE7FR1\N!S", il tutlo racchiuso da un serto d'alloro da cui partivano raggi diretti ai lati ( 19). Per il cieco rato di distintivo cli I classe il soprassoldo era cli I O centesimi ; venendo pensionato, costui riceveva inoltre una maggiorazione sul la pensione cl i 5 centesimi al giorno (20). Nel 1851 il S.C.G. propose al Duca, peraltro senza successo, cl i mod ificare i distintivi d'anzianità, sostituendol i con una croce in bronzo dorato recante al centro uno scudetto circolare su cui avrebbero dovuto porsi le c ifre ''Xll" o " XVIII'', a seconda clegl i anni di servizio. La proposta mirava ad adegua re i distintivi dei sottufficiali e del la tru ppa a quelli che contestualmente si chiedeva d i istituire per gl i ufficial i, su istanza di questi ultimi e sul l'esempio cli q uanto concesso al l'ufficialità austriaca. Con decreto del 7.5.52 Francesco V approvò in effetti che gli ufficiali dell'esercito d ucale con 25 e 50 anni di servizio potessero fregiarsi di special i croci cl' anzianità, fi ssandone definiti va mente la l'oggi a nove giorni clopo. In particolare, la c roce poi comunemente denominata "di seconda classe'·, cioè quel la conseguibi le al raggiungimento dei venticinque anni di continuato servizio. doveva essere d'argento contornata in oro, con a l centro uno scudetto circolare, da un lato in smalto azzurro con l'aq uila estense coronata, e dal l'a ltro con la cifra "XXV" su fondo oro. La croce per i cinq uant'anni d'anziani tà doveva essere invece di smalto bianco contornata in oro, con scucio centrale simile a quello già descri tto. salvo ovviamente che per la cifra ("L" anziché "XXV"). Le croci d i seconda classe iniziarono ad essere distribui te nel 1853; non sarebbero invece noti esemplari di croci cl i prima classe (2 1). È eia ricordare che con chirografo ciel 19.6.52 il Duca aveva esteso le disposizioni sulle croci d'anzianità anche alla Guardia Nobile d'Onore Estense. Oltre alle ono rificenze che premi avano il lungo e onorato servizio ve ne erano altre che veni vano concesse per ricompensare atti meritevoli. Sin dal l'apri le del I83 1 iI Duca rrancesco I V aveva istituito la medagl ia Fideli rniliti onde decorarne q uei so ldati ed ufficial i che gli si erano mantenu ti fede li durante la rivol uzione; e non volendo Francesco V che tale "distintivo o norifico " andasse "successivarnentc a veni r meno senza speranz.a cl i rinnovazione'', il 19.4.52 dispose che eia al lora in avanti la medaglia potesse essere concessa, sotto la denominazio ne cli "M.ma.glia Estense pc! merito militare'', ''per belle azioni di valore, od intrepidità anche esegu ile in tern.po cli pace", mantenendo " la stessa fo rma, iscrizione e nastro di quella creata nel 1831" (22). Contestualmente il sovrano stabi lì che il mi lita re cli truppa o sot-

" Cfr. il chirografo ducale ciel I ì.12.55 in 1\S:\fo. R. Segreteria ùi G,1binetro. chirografi sovrani, f.•ì57 ciel 185:\ " I clistintivi cl ' a111.ianità. acloLLali nel 1827, erano analoghi a quelli al l'epoca in uso in A ustri a, realizzali peral tro in (cfr. G. BOCCOL1\Rl. Le medaglie di Cosa d't:ste. l'Vloùena. 198ì. p. 2ì4J.

0 11011c

'" Raggiunti i 24 anni cl i ininterrotl o scr·vizio al comune e al dragone spellava, al posto ciel soprassoldo, la cosiddcua " alta paga'· eia capor·ale o. rispettiva111cnlc. da brigad iere.

" Cfr. Cì . BOCCOLARI, Le 111edar:lie cii .. p.295. " Il deCl'c to 19.4.52 è pubblic,llo in Collezione g f'nerole delle leggi cosriw:ioni edilli pmclami ecc. per gli Stmi es/emi. t XXX I, :Vlodcna. 1852, pp.5ì-5S.

318


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3 19


F ig. 9 2 Decoraz io ne de ll'Ordine cie li ' Aq uila Eslense - 1855 (Museo Ci vico del Risorg imento. Modena)

320


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Fig. <)3 Carta cli licenza illimitata ri lasciata a un soldato del Rc~gimcnto di Linea. 185.~ !Affhil·io di Srwo di 1Hode1wJ

32 1


tufficiale insignito della decorazione ricevesse un soprassoldo giorna liero cli IO centesi mi , da corrispondere anche dopo il passaggio a pensione. Riflettendo peraltro sull'anomalia rappresentata dalla distribuzione cli medagl ie che portavano il millesimo'' 183 1,, a ricompensa cli azioni che nulla avevano a che fare con quel l'anno, nel 1853 Francesco V ordinò al S.C.G. di sottoporgli un nuovo model lo di medaglia. li Saccozzi si rivolse dapprima all 'orafo cli corte Felice Riccò e poi acl Adeodato Mal atesta, ma fu Lu igi Cossa, capo incisore della zecca cli lVlilano, a realizzare in argento la nuova medagl ia, recante sul diritto l'effigie del Duca e sul rovescio la scrilla " PEL MERITO MILITA RE" racchiusa da una corona d'a, · · ro e dtquercia. I ,\ il itari_ (~orne ciel_ resto i civil_i) resisi benerne1:iti per servizi prestati potevano_sper~re anche cli vede f l confenre l'Ord111e dell'Aqu ila Estense, 1st1tu1 to con motuproprio del 27 .12.5) eia Francesco V, che ne assunse il Gran Magistero. Le insegne del l'Ordine, posto sotto l'invocazione cli S. Contardo d'Este, consistevano in una croce di smalto bianco listata cl ' azzurro, recante al centro uno scudo circolare con l'aquila estense e la scri tta "PROX!lvfA SO!J - MDCCCLV" da un lato, e dall'altro l'effigie di S. Contardo accompagnata dal le parole "S. COl\lTARD US ATEST!NUS". Ciò che contraclclistingueva le croci assegnate per meriti mi litari era il trofeo in oro d'anni e bandiere che sormontava le insegne, mentre ri~lle insegne attribuite per meriti civili v'era una ghirlanda di quercia smaltata in verde; una corona in oF'6 sormontava invece le insegne dei clccorari stranieri . Questi ultimi erano considerati soprannumerari, mentre i sudditi estensi membri dell 'Ordine non potevano essere più cli novanta tra cavalie ri cli gran croce, commendatori e cavalieri semplici. Per i suclcliti il conferimento anche so lo del sempl ice cavalierato comportava l'ascrizione alla nobiltà, peraltro ordinariamente non trasmissibil e in via ereditaria (23 ).

" Il m olli proprio del 27.1 2.55 e il dec reto statutario del successivo giorno 28 sono pubblicali in Col/eziolle 3 enerale delle '1 tlgi?i costituzioni editti proclami ecc. per t li S,ati es1e11si. t.XXXIV, \ 1odena, 1855. pp. 133- 142. Cfr. anche (.ì . lìOCCO~ Ul\'.f l, Le medaglie cit., pp.296-298. 'I

322


CAPITOLO XXX Vita quotidiana U n'idea del modo in cui si svolgeva ordinariamente la giornata del soldato estense si può avere scorrendo I '"Orario", di seguito riportato, fissato per i Pionieri con l'ordine elci giorno I . I 0.49 del comando del Corpo. "Alle ore 5 1/2 Diana/ 6 Preghiera, e cambio della Guardia/ 6 1/2 Distribuzione ciel lavoro, ed esercizio per le Reclute sino a lle ore 8. / 9. Rapporto/ Dalle 10. alle 12. Scuola pei Trombettieri ( ... ) / 12. Cessazione del lavoro, e di stri buzionc cl' ordinario / ( ... ) / Alle ore I a Distribuzione del lavoro/ dalle 1 alle 2. Esercizio per le Reclute/ Un ora prima dell'Ave Maria cessazione ciel lavoro; trè quarti d 'ora prima clclr Ave Maria Sortita; un quarto clopo l'ave Maria Appello serale, incli le solite istruzioni invernali per un'ora circa cli Dollrina Cristiana, S uo no, e lettura del Regolamento pel rimanente della Compagnia, poscia distribuzione della cena ( ... ) dopo Appello per la Preghiera, Lello, e sile nzio" ( l ). In effetti, il soldato trascorreva la maggior parte della giornata attendendo ai propri doveri, svolgendo i servizi di g uardia e d'altro genere cui ven iva a turno comandato, facendo addestramento, svolgendo i compili e i lavori specifici del Corpo d'appartenenza, approfondendo le proprie cognizioni , ecc. A metù novembre de l 1852 gli uomi ni della compagnia d 'Artiglie ria d i stal17a a Brescello erano ad esempio impegnati nel l' imparare a leggere e scrivere, in "Istruzio ni Teoriche d'A rtiglieria e Pontonieri", nella lavorazione cli battelli al la Birago, nella guardia a lla caserma e alle torri , nel servizio di cucina e d i quartiglieri, ecc. (2). U n importante momento di pausa era, allora come oggi, quello del pasto. L"'ordinario" del soldato coni prendcva di norma una minestra (pasta o riso), una pietanza di carne e un po' di vino; ai primi del ' 59 la truppa cli Linea cli stanza a Modena mangiava "farro e cottcghino" una volta alla settimana, mentre nei giorni cli magro a i Pionieri si clava solitamente, almeno nel 1850, la polenta. La razione g iornaliera di cibo comprendeva 6 once cli minestra (gr.170.2) -ovvero 5 once (gr.142) trattandosi cli riso-_, 8 once di carne (gr.227), e un q uarto di litro cli vino (3). Quanto alla qualità ciel vitto, il capitano della I compagnia Pionie ri ebbe ne l settembre ciel 1850 addir ittura a dichiarare a l comandante ciel Coq)o cli non avere mai mangiato " ne in case particolari ne al le locande" "ord inario così buono come è quello che si confeziona da questi Reali Pionnieri " (4). Del resto, anche la qual ità ciel semplice pane "da rnuniLione" e ra tenuta costantemente controllata: per disposizione ciel S .C .G . il fornitore doveva sempre rime tterne a tale scopo una pag notta a l generale e a l di re ttore dell'Economato (5) . Benché fosse prescritto che ogni caserma avesse "le occorrevoli Tavole e panche" (6), a Modena molti de i soldati d i Linea e ra no soliti mangiare l'ordinario sulle ass i del letto, approfittando del fatto che durante il giorno i pagliericci ve nivano ripiegati in due. La parte che rimaneva sgombra era utilizzata dal soldato anche per

'L'ordine del g iorno I. 10.49 trovasi in una raccolta cli oo.cld.gg. ciel comando Pionieri provvisoriamente collocata ncll'armaclio della direzione cieli" ASi'vlo.

' Cfr. il rapporto del e.do della 2' comp.

cr A rtiglieria per il giorno I 2/ 13 nov. I 852 in Atti lsp. R. Armeria. f.74 del

1854. I

quartiglieri avevano il compito cli tenere puliti i quartieri e cli "vegliare( ... ) acciò niuno s'accosti ai letti cli quegl'inclividui che sono assenti'·_

' Cfr. aù esempio una lettera ùel e.do di L inea in data 26. 1.55 nonché altra cieli' Economato del 5.2.55, emrnmbe indirizzale al S.C.Cì. e conservale in Atti S.C.G .. l".423/4 ciel 1855. ' Lettera datata tvlO 3 .9 .50 (Atti S.C.G .. f. 3-12/'1 <lei 1850). 5

Cfr. la comunicazione dell"Econoni;Jto al Comm. d i guerra datala 1V10 4.4.49 in Ani Ragioneri a ùell' A zi encla M ilitare, f. 3.

Il principale forni tore dcll"cscrcito ern il modenese Pietm 13onacini, che nel 1855 riuscì ad ottenere un con tratto per la sorn ministrazione di ·'tutti li Naturali per Uomi ni e Cavall i (. .. ) in qualunque Luogo dello Stato si troveranno·· (lett era del Comm. di guerra all'ufficiale che ne faceva le fu nzioni a 1\fassa datata J\10 12.9.55 in ASMs, .-\lii dc.I e.do della Pian.a di Massa 1850/58, busta 9). In precedenza il pane per le truppe nel .'vlasscsc era fo rni to eia tal G iuseppe Chiappe. '' "Di quali effetti ed oggetti devono essere fo rn ite le Caserme per T ruppa e Brigate Dragoni .. i n ''R isposte e Schiarimenti al seguito delle clornancle inscritte nell'Ossequiato N ° 1584 anno 1857 dell'Eccelso Supremo Comando Generale·' di cui al la nota 3 del cap. precedente.

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sedersi, fare pulizia, ccc. L' introduzione nel 1858 cli "Pagliaricci di nuovo J\fodcllo od al l'Austriaca" , che dovevano rimanere sempre distesi. rese perallro necessario l'abbandono di tali abitudini (ì). AJl'ora stabilita il solclalo poteva "sortire dalla Caserma per andare a diporto". Durante la libera uscita i mi litari estensi facevano quello che fanno un po' tulli i soldati, e cioè se ne andavano all'osteria -talvolta per fa re partite a "cassetta" o acl altri giochi vietati-, frequentavano il "Pubblico Cìiardino" per passeggiare o anche per addentrarsi in compagnia le rnrninile '·ove le siepi e i boschetti sono più fol ti" (cosa proibitissima e punita col carcere duro) (8), ecc. l'vlolti del Corpo Veterani avevano l'abitudine ''cli anelare vestiti chi in deciso borghese, e chi col solo bonello militare", con la conseguenza fra l'altro di potere uscire più facilmente "con donne dalle porre della Città'' (9). L' uso fuori servizio dell'abito borghese non doveva dispiacere neppure agli ufficial i, se nel settembre ciel 1850 il S.C.G. ritenne d i precisare di 110 11 trovarlo conveniente, salvo il caso in cui gli ufficiali stessi avessero necessità "di condursi fuori di Città pei loro affari particolari, e per andare in villeggiatura'' ( 10). La giornata del soldato si avviava a conclusione con la I itirata serale. 111 base a una disposizione cle ll'8.6.55 , "i n tutte le Pi azze in cui si trovano Truppe Estensi'' essa doveva essere suonata alle 19 ne i mesi d i novembre, dicembre e gennaio, alle 20 eia feb braio ad aprile nonché da agosto ad ottobre, e alle 21 dall ' l maggio al 31 cli luglio (ll ). Infine veni va il momento di dormire. Gli effetti lellerecci spetta nti a ciasc un indi viduo comprendevano due lenwola cli canapa, una coperta cl i lana e un cusci no riempito cli pagl ia. Cadetti, sergenti e d ragoni aveva no peraltro diritto a un cuscino di lana, e pure di lana doveva essere il lo ro materasso, me ntre ai comun i toccava un sempl ice pag liericcio ( 12). Le camerate erano sovente sovraffollate: ai primi del 1859, ad esempio, nella "Gran Caserma'' della Citladel la cli Modena v'erano anche meno di 50 centimetri cli spazio fra un letto e l'altro ( 13). L'assenza d i p rivocv contribui va certamente al verificarsi cli inconvenienti come le " mancanze( ...) cf impudic izia'' scoperte nel 1852 fra i Pio nieri, per le quali furono inflitti 12 colpi di verga ed ulteri ori casr.ighi a tal Horwath, "promotore, e maestro cli Laidezze", e vennero al!resì puniti altri c inque individui de l Corpo ( 14). A interrompere la routine quor.id iana imcrvcnivano con una certa frequenza parate e cerimonie. legate a ricorrenze, solenni tà, visite di personaggi illustri, ccc.: in tali ci rcostanze le truppe erano solite comparire col "Verde al lo Scacos o Cappello". cioè col copricapo ornalo da un rametto cli bosso o di querc ia all' uso austriaco. Fra le solennità che venivano celebrate con pompa militare alcune avevano carattere rel ig ioso, come l'Ottava di S. Geminiano. patrono cli Modena, e il Corpus Dorn.ini. Nella prima circostanza si teneva ordinariamente una ''gran Parata cli Chiesa" con successiva slìlata de lla guarnigione lungo le vie de lla Capitale fino a palazzo ducale. mentre per il Corpus Domini le truppe accompagnavano la tradizionale processione. Altre ricoITcnze che venivano festeggiate militarmente erano il compleanno e l'onomastico del sovrano, che cadevano rispettivamente l' 1 giugno e il 4 ottobre. In occas ione dell'anniversario della nascita del Duca. annunciato all'alba eia 21 colpi sparati in segno cli esultanza dai fcmj cli Modena, Reggio, i\1assa e Bresccllo, le truppe cli presidio in tali località intervenivano a una "lVlcssa militare", mentre il giorno di S. Francesco. anch'esso salutato dal rombo delle artiglierie, era solitamente celebrato dalla guarnigione della Capitale con una prn·ata cli chiesa nel piazzale interno della CittadcJla e con analoghe parate dalle altre guamigioni. Anche il compleanno

' Non essendo però ·'li nuovo sistema cli pagli:u-icci ( ... ) 1·iusci10 soddisfacen te" . nella prirn avera del 1859 il Duca dispose che fossero ridati alla Linea •'i pagliaricci del modello anlico". ' C fr. una comunicazione ciel S.C.G. al e.do di Li nea in data 24.7.52 ( A tti S.C.G .. f.382/ 13 del 1852). L'accesso al giardino pubblico della Cani.tale fu peraltro vietalo ai snidal i tino all"cstatc 'S2. ,, Rapp. ciel c.clo Veterani al S C.G. del 2 1.4.58 ( /\tti S C.(ì .. f.477/3 ciel I 858). ''' L a comunicazione del S.C.G .. diretta al e.do cli L inea e datala .'v!O I 9.9.50. trovasi in Alti S.C.G .. f. 340/2 ci el I 850. Il 3.6.59 venne ordinalo dal D uca che gli ufficiali indossassero sempre l ' uniforme. in considerazione ciel Catlo che si e1·a in tempo di guerra. " C fr. il li i supplemento all' o.d.g. S.C.G. clell' 8.6.'i5 (Atti S.C.G .. f.433i l 4 del 1855).

"Cfr. il doc. di cui alla nota 6. " Cfr. i-··rJcnco" del 4.3.59 in A tti S.C.G .. f.490 ciel I 8'i'J. " Cfr. 1·ordinc del giorno 1.6.52 ciel e.do Pionieri. inserito nella rnccoh a di cui alla nota I.

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cieli' lmpcrarore Francesco Giuseppe ( 18 agosto) era festeggialo insieme agli Austriaci. almeno fino a guando le truppe imperiali rimasero nel Ducato: "assai brillante" "anche per la stupenda stagione" riuscì la parata del 1850. in cui "Grande fu l'affluenza della Popolazione(...) e molte Dame e Signore della Città vi concorsero" (15). Tra le cerirnonie mil itari tenutesi in occasione cli avvenimenti particolari si può ricordare la parata con successivo urtìcio funebre svoltasi il 22.1.58 nella Cillaclella cli Modena per onorare la memoria ciel feldmaresciallo Radetzky. morto a Milano nei primi giorni del!' anno ( 16). Ancora nel giugno '54. del resto, !'"Illustre Guerriero", già ottantasettenne, aveva presenziato nella Capitale estense a una rivista delle guarnigioni ducale ed austriaca della cittft, tenuta nel nuovo "Campo delle l'vlanovre''. Altra importante parata vi fu in occasione della visita a Modena del Granduca Costantino di Russia e della moglie Alessandra, accolti al loro arrivo ( 15.4.52) dallo sparo dei cannoni e dall' inno russo. Alla rivista tenutasi il giorno successivo parteciparono tre battaglioni di fanteri a, i Pionieri e una batteria d'Artigl ieria, riscuotendo gli elogi ciel Granduca per " la precisione dei (...) movimenti e clegli esercizi'. ( 17). In occasione poi della breve permanenza cli Pio IX a JV!oclena nell'estate del 1857, il 3 luglio le truppe estensi , schierate di fronte al palazzo ducale, ricevettero ginocchio a teffa la benedizione del Santo Padre, sfilanclogl i poi davanti dopo avere presentato le armi. Altre occasioni cli evasione dalla routine quotidiana erano date da feste e intrattenimenti. Il 29.4.55, ad esempio, venne offerta alle truppe austriache e duca li della Capitale una ·'mere nda'' a base di maccheroni, pane, salarne e vino, consumata sotto i porticati del Foro Boari o e ral legrata dal suono delle bande militari, con successivi giochi come l'albero della cuccagna, la corsa nei sacchi, ecc. Per gli ufficia li v'erano talora "d ivertimenti cli Ballo". come quelli che si progettavano a fine ·5 I per il successivo Carnevale, durante i quali avrebbero dovuto essere serviti " acque, e gelati cli diversa gualità, Tè, Caffè, e moltissime paste d i differente fattu ra, e sapore", e "Sul finire della Festa( ... ) il Punc" (18). Fra le bande che con la loro musica accompagnavano le cerimonie e le reste mil itari la più importante era quella del reggimento cli Linea; v'erano inoltre due "concerti trombe". e cioè quello ciel battaglione Cacciatori e quello del Corpo Pionieri. A capo della banda di Linea era sin dagli anni '30 Giuseppe Dobyhal. che fo passato poi a pensione l' I febbra io ciel 1859; dopo di lui divenne capo banda il bandista di I classe Barbi. li capo rnusica aveva rango cli sottufficiale, superiore peraltro al sergente; nell 'apri le '54 il Dobyhal Cu comunque eccezionalmente promosso sottotenente in 2'. Nella circostanza gli venne attribuita un' uniforme particolare. priva cli sciarpa e costituita eia ''Cappello con (... ) pennacchio bianco a pioggia con alla sommitit un cerchio cli piume celesti a foggia cli largo bottone" , tunica blcu coll col letto e paramani celesti, stelletta in oro al colletto, spalline "a vermiglielle cl' argento'' e pantaloni cerulei '·eguali a quelli degli Ufficiali de l Reggi mento'' ( 19). Secondo quanto stabilito il 20.9.49. la banda del reggimento d i Linea si componeva di ventisei e lementi oltre al capo musica, di visi in q uattro classi a seconda dell'abilità nel suonare. !\Ila prima classe appartenevano i sette bandisti migliori, mentre la seconda comprendeva i sci di livello immediatame nte inferiore; la terza e la quarta contavano rispetl ivamenle selle e sci musicanti. Tutti costoro aveva no rango di sottuffi ciale, essendo i bandisti di I e II classe equ iparati al sergente, e quelli cli III e IV r ispettivame nte al sergente onorario e al caporale. La banda era poi completala clai cosiddetti ''alunni", che Je disposizioni del 1849 limitavano a nove o al massimo dieci individui. Pur rnantenenclo lo srarus di soldati comuni, anche dal punto di vista del so ldo e delle competenze (20), g li alunni intervenivano alle

,; Rei. del Saccozzi a Francesco V datata MO l 9.8.50 ( /\Il i brigata este nse. r. 74 - Can e militar i I 8:'\4i59). "' ]\ella circostanza don Celestino Cavedani dettò per la ch iesa della Citt:ldc:l l a al cune iscrizi oni ce lebrative ciel derumo. riprodotte in G. SOLI. C!ii!'se di i'vlo drna . 1\.-Joclena. l 974 . voi.I. p.76. Una deputazi one cl i 12 m ilit.H'i es tensi era stata inviata a Milano per park c ipare ai funerali Jel i'ek lmaresc i:1110.

" T. DE VOLO, op. cir.. t.11, p.22. '·' Lellera ind iri aata il 18. 12.51 da una cornrnissione incari crua cl i predisporre il progra111111a ciel.le feste al 111.se Galliani Coccapani, co mandante ,kl distaccame nto di Modena dell a Gu,mlia "-l obi le d'Onore Estense ( BE:Vlo. Racco lta Saccou.i. cassetta I O. cc 2 17-2 18). '' Co111unic,17ione ciel S.C.G. all "Fconomato datata ,V10 l'i.4.54 (Alli Ragioneri a dell"Azi encla M ilitare. f.6).

1

=··•

I b,rncli sti avevan o invece (c fr. cap. prec. ì un soldo maggiore "di quell o ciel grnclo cui sono par i fi cati ( ... ) per la spcci ali t/1

elc i lorn ser v izi o, delle cogni zioni che in essi si rich ieggono e dello stud io ed applic,v ione costa nti esatti clall"artc l oro·· (memoria. anonima e non datata. in A tti brigarn estense. 1·. 79 - M iscel lane a I 834/65).

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lezioni di musica insieme ai bandisti ed erano, aJmeno nel 1853, "a portata cli eseguire le seconde parti ogni qual volta la Banda si produceva ed andava in servizio" (2 1). Del resto, quando nel maggio del J859 essi furono fatti rientrare alle compagnie per disposizione d i Francesco V, il comando cli reggime nto annunciò, non senza polem ica, c he la banda "cl'or innanzi farà servizio quando e come potrà" (22), dal momento che gli alunni assicuravano la sostituzione degli ammalati e degli inabi li. A metà settembre del 1849 la banda di Linea allineava 6 trombe, l tromba bassa, 1 trombone, 3 corni, 2 corni segnali , l bombardone, I catùba, 1 tamburo, 6 clarinetti, 2 fagou i e I fagortone, cui si aggiungevano gli strnme nti suonati dagli alunni (catùba, corno, clarinetti, trombone, bombardone). Negl i anni successivi il Duca approvò l' acquisto cli nuovi strume nti, e cioè quantomeno l corno segnale, I corno segnale basso e I trombone nel 1851, nonché 3 trombe naturali c 2 corni da caccia nel 1852. Quanto al conce rto trombe del battaglione Cacciatori, la sua costituzione venne autorizzata nell 'ottobre ciel I 849; a me t.à ' 55 l'organico clel la ranra ra restèl fi ssato in 28 ele me nti. A cli ffere nza dei bandisti, c he costitui vano " una frazione separata dai Sottuffic iali e Comun i del Reggimento", gl i appartenenti al concerto continuavano ad essere incl us i nella forza com ba tte nte del battaglione Cacciatori, compresi i quattro migliori suonatori, che dal febbraio '58 ricevettero la qualifica di concertisti di l " classe con un soprassoldo g iornaliero cli 25 centesimi. Nel settembre del 1854 al! ' ex bandista sergente Gòbl, capo ciel concerto Cacciatori, venne allribu ita una specifica uniforme, composta da tunica e pantaloni cerulei come quelli degli ahri cacciatori "ma di stoffa più fina" , nonché da "Cappel lo ( ...) ciel taglio cli q uello degli Uffi ciali", peraltro con asola in argento e pennacchio bianco. La sciabola era ciel modello eia ufficiale, "con cinturone d i c uojo nero lucido e Dragona cl ' argento" (23). Sebbene le compagnie Pionie r i fossero appena due, il concerto trombe cli quel Cor po contava ai primi del 1859 ben ve ntitré ele me nt i, ai quali si aggiungevano i quattro trombellieri di compagnia. Secondo il comando Pionie ri, peraltro, un tale numero cl i concertisti era necessario pe r garantire " un discreto pieno nell ' armonia"; d ' altra parte i concertisti stessi si esercitavano a s uonare non più cli un'ora al g iorno o al massimo due se principianti, venendo per il resto impiegati nelle ordinarie attività del Corpo (24). La banda di Li nea e i concerti Cacciatori e Pionieri erano all'occorrenza coord inati dal Dobyhal. Nel 185 1, ad esempio, fu ordinato c he i tre complessi si esercitassero congiuntamente sotto la d irezione cli quest'ultimo, per imparare a s uonare assieme "anche pezzi concertati" e per istruirs i nell'esecuzione cli " marci e adattate, la c ui m us ica sia perfettallle nte unisona, e dia al passo la stessa misurata cadenza, onde nel def ilare possa la Banda e c iascun Concerto riprendere e continuare il suono, all'atto che cessa il precedente, senza che la Truppa alteri o perda il passo (...) in causa del diverso te mpo della musica" (25). Oltre ad accompagnare le cerimonie militari, la banda e i concerti offrivano anche occas ioni cli svago ai civili. Per disposizione ducale, infatti, la mattina elci g iorni festivi la banda reggimentale suonava nel giardino pubblico ciel la Capitale, mentre nel dopo pranzo e ra il concerro Cacciatori acl intrallenere sulle mura i Modenesi durante il passeggio. Nel repertorio de lla banda cli Linea doveva certamente esservi , fra gli altri brani, anche la celebre Racletz/...'}'marsch, dal momento che nel luglio del 1849 risultano essere state sostenute spese per l' acquisto della relativa partitura. Poiché nel Ducato s i condi vide va l'idea, comune per l'epoca, "che la guerra dovesse esser sostenuta il più possibile dagli scapoli" (26) (i quali cadendo sul campo non avevano una fam iglia da lasciare in llliseria), a nche nell'eserc ito este nse pochi erano coloro che vivevano da ammogliati la vita m ilitare. Sottufficiali e truppa potevano contrarre rnatrin1onio solo se a utorizzati dal S .C .G ., c he peraltro era abilitato a concedere al massimo quattro permessi per compagnia nei Corpi atlivi. Nessun permesso pote-

""E lenco" ciel 30.1 2 .53 in ASMo, R. Segreteria cli Gabine tto, f .657 ( 1- 18). " Lettera al S.C.Cì. del 12.5.59 (Atti S.C.G.. f.492 ciel 1859). " Comu nicazione del S .C .G . all'Economato datala MO 2 1.9.54 (Atti Rag ioneri a cie li' Azie nda M ilitare, f.6). '' Cfr. la lellera ind irizzata dal e.do Art./Pion. al S .C.C . in data 12.2.59, da c ui è tralla la c itazione nel testo (Alli S .C.G ., f.489 de l I 859). Pochi g iorni pri ma il D uca aveva man ifes tato l' intenzione cli dirneu.arc il numero de i concertisti, trova ndolo sproporz io nato alla forza ciel Corpo. ,; D isposizione 27.2.5 1 del S.C.G. ai e.cli cli Linea e dei Pionie ri (Atti S .C.Cì., Ordini d i Massim a, C.ì ( 1849/5 1). ' '' P. PIER !, np. cii., p. 17 2.

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va tuttavia essere rilasciato ai pionieri, anche se capitava che individ ui sposati ven issero " per grazia" am messi al Corpo fra gli aggregati. Alle medesime limitazio ni erano assoggettati a nche gli uomini ciel 4° ba ttaglione cli Line a a casa in riserva (27). Nei riguardi clell' ufficialirà l' orienramento sfavorevole verso il matrimonio dei m il itari era tempe rato dalla considerazione de l l'arto che la maggioranza degli ufficiali trascorreva buona parte dell 'e{~stenza sotto le armi ; d'altra parte v'era la preoccupazione di evitare che gli _ufficiali stessi s posassero_~ nne dt cond1z1one no n adeg uata a l rango sociale loro attribuito, che e ra considerevole (28). A questo ti'I era prescritto che le prescelte fossero cli famiglia "civile" e avessero una dote non inferiore a Lit. 12.000 a l netto del valo re del corredo. Ricorrendo nella promessa sposa tal i requisiti, l'ufficiale era ammesso a presentare domanda di matrimonio al sovrano, che peraltro nel gennaio ciel 1852 -essendosi fa tte " troppo frequenti le domande di ammogliars i ( ... ) sopra tutto dei grad i infer iori" - dic hiarò irricevibili le istanze dei sottotenenti e que lle d i coloro che erano uivt:nuti Lt:11t:11li ua 111t:110 di tre anni (29). Per decidere sui permessi richiesti dagli ufficiali di compagnia dei Corpi a ttivi, il Duca valutava anzitutto se nel Corpo cli appartenenza fosse stato già raggiunto il nume ro massimo cli coniugati stabilito per g li ufficiali di tale categoria, numero che sempre ne l gennaio '52 fu ridotto dalla metà a un terzo ciel totale. Come peraltro la concess ione dell' autorizzazione al matrimonio 11 0 11 era automatica ne l caso in c ui non si fosse ancora arrivati al tetto, così poteva s uccedere che il sovr ano accordasse permessi anche q uando il limite e ra staro già superato. Per tale ipotesi era tuttavia previsto, dal 1855, che la clo!e della sposa dovesse essere doppia r ispetto al norma le, cioè 110 11 inferio re a 24.000 Lire, e c he s ulla dote rnedesima dovessero essere pagate Lit.4.000 alla Cassa vedove (ovviamente quando l'ufficia le intende vq,:i1ssicurarne le prestazioni alla consorte) ''Onde ( .. .) ta li m atrimoni non riescano pura.mente in danno qella Cassa" (30) . Sin eia! 1845 era stata ciel resto stabilita una tassa di LiL.500 a favore della Cassa vedove "per g li Uffiziali c he s i a m mog liassero oltre il numero mass imo fissato' ' (31). I n concreto, a metà dice mbre '52 gli ammogliati tra i sottotene nti , i tenenti e i capitani dei Corpi attivi erano complessivame nte 34 su 89, e c ioè 7 su 15 nei D ragoni, 5 s u 14 nel l'Artiglieria, 2 1 su 52 ne i tre primi battaglioni di L inea e solame nte I su 8 nei Pionier i (32).

' ' Cfr. le "Disposizioni attualmente in vigore pei fV!atrimonj l'vlilitari'' uni te a un prospeLto del 18.1 2.52 riportante i,t'11umero degli ufficiali cle i Corpi att ivi celibi, ,lllllllOgliali e vedov i (escl usi que lli superiori ). in AS1\"1o, R. Segreteria cli Gabv1etto,

C.657 (1-18) '·' 8asti considerare che nel la settima delle r-1:issi in <·11i Frn nr:e.,r:o V ~veva r ipnniro i fun1.ionari civili e militari de llo Stato i capitani figuravano insieme ai professori univcrsiLari. '" Il decreto ducale del 10 .1.52. eia cui è tratta la c itazione nel tes to, è riportato ne ll'o.d.g. del S.C.G. nr.1 3 dell' l l.l.52 (OO.dd.gg. del S.C.(ì. clall' 1.1.5 1 al 17.9.52). Succcssiva1T1enle Laii disposizioni vennero atte nuate : a 1T1eti1 '55. acl esempio, le domande de i sottotenenti in I·' erano di venute amm issibili. purché essi rivestissero il grado da piLt di due anni. " Occreto sovrano de l 4.7 .'iS. riportato nell'o.d.g. de l S.C.G nr. l I 8 del 5.7.55 (0O.dcl.gg. del S.C.Cì . dal al 3112.55). "'·E lenco•· elc i 9.3.55 in Atti S.C.Cì .. l'.420/ 1 ciel 1855 . ,- Cfr. il prospetto 18. 12.52 d i cui alla noLa 27.

2s};s4

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APPENDICE Le uniformi dei Corpi militari estensi dal 1848 al 1859 Uno dei primi segni dell ' avvenuto ristabilimento dell'autorità ducale dopo la rivoluzione del 1848 fu la ricomparsa, sugli shakot della Linea, dei pompon bianco-bleu e delle placche di ottone con le cifre di Francesco V, che l'Economato distribuì al Corpo già 1'8.8.48, nello stesso giorno cioè in cui le truppe presenti a t--fodena ridivenivano "estensi" ( I). L'aspetto dei soldati modenesi era comunque alquanto diverso rispetto al 2 l marzo: al posto del le tradizional i mostreggiature bianche la Linea le aveva ora rosse; ai Pionieri, divenuti Zappatori sotto il governo rivoluzionario. le mostre erano state cambiate in verdi; i Cacciatori a cavallo e i Cacciatori genclannj, subemrari ai Dragoni, portavano divise rispellivarrn:nti.: bku e cern lee cu11 111osl1eggiatu1 e rosse, ccc. (2). Con decreto del 14 agosto (3) il Duca dispose peraltro che la tenuta dei Corpi restasse provvisoriamente "tal quale si trova in oggi", anche se poi -ad esempio- la Linea venne autorizzata a ritirare dai magaZLini un certo numero di berretloni cli pelo per distri buirli ai granatieri quando montavano di guardia a palazzo, mentre ai trabanti erano state ridate le vecchie divise già al rientro di Francesco V nella Capitale (IO agosto). A dettare nuove norme in materia cli vestiario intervenne il 21 .9.48 l'ord ine del giorno nr.72 ciel S.C.G. (4). Quanto anzitutto ai Carabinieri (subentrati ai Cacciatori a cavallo e ai Cacciatori gendarmi), esso d ispo neva c he quelli a piedi portassero l'elmo adottato pri ma ciel 2 1 marzo per i Dragon i, conservando invece l'abito e i pantaloni in uso. l'uno in panno ceruleo con mostre, controspalline e ·'salsicciotti" rossi, e g li altri in panno celeste con strisce rosse. Anche ai carabinieri montati era conservata l' uniforme in distribuzione, costituita da abito blcu con mostre rosse e calzoni bleu con strisce pari menti rosse, con la sola variante dei cosiddetti '·pezzoni'' di pelle da porre all'estremità inferiore dei pantaloni. Per tutti gli appartenenti a l Corpo Carabinieri i bottoni dell 'abito dovevano essere gialli. e gialli dovevano essere pure i bottoni del cappotto degli incliviclui a piedi ("simile a quello degli altri Corpi di Fanteria"), mentre il mantello bianco restava d'ordinanza per quel li a caval lo. Sempre relati va mente ai Carabin ieri I' o.d.g. del 2 1 settembre prescriveva che la ca val Ieri a rimpiazzasse le placche dell 'elmo con quel le in uso al 2 1 marzo; che le gualdrappe fossero hleu guarnite di rosso con la cirra "F.\/.'. pure in rosso; che le selle fossero "a caval letto con cusc ino di tela imbottito" (5); che i distintivi de i marescialli fossero in oro e quelli degli al!ri sottufficiali in seta gialla; che gli ufficial i adottassero l'elmo approvato prima della ri vol uzione, ecc. Per q uanto riguarda l'Artiglieria, l'ordi ne del giorno in questione stabiliva che essa fosse vestita '·come lo era innanzi il 21 Marzo'·, salvo adottare le filettature rosse ai pantaloni per la compagni a del le Torri d i B rescel lo. Poiché peraltro i pennacchi in d istribuz ione a tale compagnia era no stati " ritirali e dispersi dal Governo in truso", venne proposto di dotare gl i artiglieri delle Torri degli stessi pennacchi in uso nella compagnia eia campagna, ottenendosi l' l dicembre l' approvazione ciel Duca. Per ufficiali e sottufficia li della compagni a di Brescello (corne anche per quell i dei Pionieri) restavano d'ord inanza le spalline, d ' oro per gli uni e d i seta o lana per gl i altri. Anche al Treno cl ' Artiglieria I' o.d.g. del 21 settembre conservava " la tenuta che esisteva innanzi i I 2 1 ìvlarzo", con la sola eccezione delle bottoniere lungo i pantaloni, da sostituire con un filetto rosso (6). GIi ufficiai i del Treno, al pari di q uelli del I' Artiglieri a e dei Pionieri, dovevano continuare a portare "il Capello come in passato" .

1

Cfr. s11pm , c i p.I.

' Cfr. J"·EJenco'" del 14 .8.48 in ASMo, R. Segreteria d i Gabinerro. f.657 ( 1- 18). ' Riportato nel supplc111en10 ( nr.5 I) all'o.d.g. S.C.G. ciel 15.8.48 (OO.dd.gg. ciel S.C.G. dall"S.8.48 al 30.1 2.49). " In oo.clcl.gg. del S.C.G. dall- 8.8.48 al .10. 12.49. ; Su proposta del co111ando del Corpo a rne1à ciel I 852 furono adottate per i drago ni cl i cavalleri a selle '"alln foggi a ungherese''. pi t1 leggere e comode d i quelle precedentemente in uso. Le nuove selle. rorni1e cla ll'.Austr ia. si rn 111pevano pcrcì con una ce rta facilità. né v· erano a tvlodcna artigiani che riusci ssero ad aggiustarle benc. ''""I nvece cli bo11011i v i saran no messi g li U nc inell i per poterli aprire ecl ' allacciai-c in fc riorrnen1e per la lunghezza dei Pcn.oni di pelle''.

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L'ordine ciel giorno disponeva poi che il Corpo Pionieri ripristinasse l'abito e i pantaloni bleu con filettatura rossa di prima della ri voluzione, adottando peraltro quale copricapo, al posto ciel cappello in cuoio allora in uso, uno shakot cli forma analoga a quello della Linea, con la cifra ''F.V." sormontata da corona ducale in piastra d'ottone. Lo slwkor doveva essere ornato da una catenella d'ottone nonché da un pompon bleu con corto pennacch io bianco di crine "foggiato a fiamma". Non essendo però risultato possibile procurarsi tali pennacchi il S.C.G . ordinò in seguito cli soprassedere. Nella medesi ma maniera venne risolto l'analogo problema che si presentò per i fiocchetti neri cli crine che l'o.cl .g. del 21.9.48 prescriveva per lo slwkot ciel battaglione leggero elci rgt. di Linea. Allri elementi caratteristici della tenuta del battagl ione erano le buffetterie in cuo io nero e il "salsicciotto'' bleu all 'abito. Per il resto del reggimento erano invece previste controspall ine rosse, ed ugualmente rosse dovevano essere le mostre e le "rivolte" dell'abito, in panno bleu al pari dei pantaloni , questi ultimi con fi letto rosso lungo la cucitura. Quanto a i copricapi, l' o rdine del g iorno stabili va che il rcggi J11e11tu punassc lo shakm "dell'ultimo modello che fu adottato", con ''squame" per gli ufficiali e i granatieri . Per questi ultimi la striscia cli pan no ne l berrettone cli pelo doveva essere rossa; con provvedimento del 2. 12.48 il colbacco venne adottato in occasione cli parate e simi li anche per gl i zappatori , proprio al Iora introclotti nelle compagnie cl i fanteria (7). L'o.d.g. ciel 21 settembre si chiudeva con alcu ne disposizioni sul l'abbigliamento degli ufficiali, cui restavano conservati "gli Uniformi dello stesso taglio e modello che avevano prima, tranne la mostregg iatura, e filettatura che saranno rosse pei Carabinieri. e la Linea", mentre le liste ai pantaloni dovevano essere d'argento o in trina d'oro a seconda che i bottoni delle divise fossero di metallo bianco o gial lo. A fine gennaio '49 venne stabi lito che le uniformi cerulee elci carabi nieri cli fanteria fossero gradualmente sostituite da divise bleu, mentre con chirografo sovrano del 5 febbraio furono ripristinate le mostreggiature gialle che erano state proprie dei Dragoni prima ciel la rivoluzione del '48, venendo pariment i disposto che la Linea riassumesse le trad izionali mostreggiature bianche. La questione della tenuta delle truppe venne nuovamente affrontala ali' indomani del recupero dell' Oltrappennino estense. Con provvedimento del 20.4.49 eia Massa (8) il Duca costituì infatti una commissione incaricata cli " fi ssare definitivamente le mutazioni eia farsi" nella tenuta stessa. Nell 'occasione il sovrano stabilì che per tutti i Corpi venisse adottata la runica, la quale quasi ovunque andava soppiantando l'abito a code (9). Già nella seconda decade d i giugno la "Commissione cl'abbigliarnento", alla cui presiden1.a erano stati chiamati dapprima il ten. col. Guerra e successivamente il cap. Paolucci, fu in grado cli presentare a Francesco V "i campioni coi disegni e descrizione della tenuta da adottarsi" ( I 0), che salvo pochi punti riportarono l'approvazione sovrana. Il Duca raccomandò di procedere alla rinnovazione delle uniformi "colla minor possibile spesa", precisando peral!ro che ''al I O Gcnnajo 1850" tutti avrebbero dovuto indossare "la suclcletta nuova tenuta" ( 11 ). Delle determinazioni sovrane il S.C.G. diede notizia con l'ordine del giorno nr.1 37 del 4 .7.49, in cui era pure sinteticamente descritto il nuovo vestiario delle truppe; subito dopo la commissione venne investita del compito cli provvedere agli aggiustamenti richiesti dal Duca. Alla definitiva conclus ione dei lavori le uniformi adottate risultarono le seguenti. Per tutti i Corpi venne, come si è dello, in trodotta la tunica di panno. con busto sul davanti lungo fino

7

Con d isposizione del S.C.G. all'EconomaLo ciel 16.1 0.48 (Atti Ragione1·ia clell' A1.ienda rvtilitare. f. 6) e1·a stato inoltre sla-

bilito che i bandisti del regg imento cl i L inea ri cevessero " un capono cli panno ceruleo'· (in precedenza I·avevano bleu) "affoggiato nella !"orma ord inaria, cioè largo. e con increspatura ed allamaro al dorso. ma a due petti, e con bouoni cli metallo bianco. eguali a quel!i cieli· Uniforme" . ' In A tti S.C.G .. 1.327/4 ciel I 849 .

., In A ustria l' introduzione della tunica al posto dell' abito a code venne decisa con risoluzione sovrana ciel 30.8.49; le Due Sicilie invece no n si curarono del mutaniento della moda rnilitarc. adotta11do la runica per I·esen:ito solo nel 1860 e limitaLarnente ai battaglioni Caceiaiori. '" Chirogral·o sovrano ciel 26.6.49 (1\ SMo. R. Segreteria d i Gabinetto. chirog rafi sovran i. L:15 1 del 1849). Dal documento risul1a che i cl.i segni furono '"confezio nati'' dal 1en. Vandclli, con ogni probabilità ei a identifi care nel tencnlc d i Linea F. Vanùelli, membro della comm issione dal 16.5.49. " Chi rografo di cui al la nota precedente.

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a ll'ombelico "e nel di dietro alquanto pendente a l cli sotto ciel giro ( ... ) delle anche", maniche cli lunghezza tale "che a braccio teso possa la mano ripiegarsi senza che produca curva cli sorte sul paramano", e "Gonclla" lunga tanto "che a braccio naturalmente pendente lambisca la seconda falange ciel dito medio" . La gonnel la de lle tuniche elci dragon i di cavalle ria era peraltro più corta, ed anche le tuniche degli artiglieri montati erano di lunghezza minore rispetto a quelle degli artiglieri a piedi (12). Le umi che a ve vano due bottoniere da otto bottoni l' una; tre bottoni erano inoltre posti ali' estremità infer iore delle maniche, di cui uno sul paramano. Un a ltro bottone fermava le controspalline, collocale "sul mezzo della spalla" . Sul dietro della tunica, " al confine del busto ove cong iungonsi le cuciture de lla vita", scendevano longitudinalmente d ue "Finte" a tre punte, con un bottone su ciascuna delle punte stesse (13). I colori furono così stabiliti . Controspalline Bottoni Colletto/Paramani/ Tunica (per la truppa) fi Iettature (cli panno quando non altrimenti specificato) giall i* scarlatti celeste GENERALI giall i':' in velluto cremisi blcu UFF. S .M. GEN. gialli':, * in velluto cremisi bleu UFF. GENIO "di Stato sca rlatti ble u UFF. ADDETTI Maggiore" ALLE PIAZZE biancl1i'1" :, celesti ble u UFF PENSION. bianchi** rosa pallido ble u UFFAMM.NE bleu fil e ttate cli giallo bianchi*''' giall i bleu DRAGONI RGT DI LINEA: bleu fi le ttate cli bianco bianchi*''' bianchi bleu - gran. e fuc ilie ri verdi fi le ttate gialli ':"'' ve rdi '·panno misto - cacciatori cli ·'misto ceruleo" ceruleo" bleu fi lettate di scarlatto gialli':'*''' col I. e paramani ARTIGLI ERIA bleu in velluto nero con fi letto scar!atto; fi Iettature scarlatte bia nchi ':"; "misto ceruleo" arancJO " panno miV ETERANI filettate d'arancio sto ceruleo" ble u filettate di cremisi gialli*~' cre m1s1 ble u PIONIERI (*da Stato maggiore - fig. 104 - IX; ' " 1'lisci; *'C- '1' specifici per l'Artiglieria - fig. I 04-Xlll) ( l4).

" i\ fine luglio ·49 il Duca ordi nò ··che le T uniche della fan teria e Cacci atori '. fossero '·eguali a quella della Cavalleria, cioè

tutte corte" (cfr. il fascicolo degli atti della com 111.issione d ' abbigl iamento relativo alle "Variazioni che dietro Sovrano Rescritto( ...) vengono( ...) fatte al Progello di Vestiar.io presentalo alla Sovrana Sani .ione·• in Atti S.C.C.ì .. l".327/4 del 1849). Non risulta però che la cosa abbia avuto concrew seguito. ,., L e ci tazioni nel testo sono tratte d,11 fascicolo degl i atti della commissione d"abhigliarnento relativo al vestiario dei Cacciatori (Atti S.C.C., f.327/4 cie l 1849). A naloghe sono le descrizioni de.Ile tu niclw d,·!',li :11fri Corpi . ' ' Per il tamburo maggiore e la musica del regg irnento cli Linea i colori erano i seguenti. Tunica Col lctto/Pararnani/Fileltature

TAMBURO l\1AGGIORE

celeste

Filettature bianche.

Cont.rospal I i ne in tessuto d. argento

Paramani e colleuo ornati da fettucce in tessuto cl "argcnl.o (in parata ricamati in argen to)

33 1


Là dove la manica incontrava la spalla i dragoni di fanteria e i cacciatori (ma non i loro ufficiali) dovevano avere i cosidderti --salsicciotti'·. in panno bleu per gli uni e verde per gli altri. L e spalline furono adollate su scala lim itata: per gl i ufficial i dei Pionieri , con ·'placca in lamina d'oro" e ··rrangia e vcrmiglielle in fi lo d'oro''; per i tamburini di Linea, in pan no bianco; per i sergenti dei Pionieri, cu i vennero date spalline giallo-celesri in seta; per i caporali e i maestri del medesimo Corpo. che ebbero peraltro una sola spallina. sempre giallo-celeste ma in lana. da portare rispellivamente al la spalla destra e a quella sinistra. In parata anche i band isti dovevano mettere spall ine, in argento per il tamburo maggiore. a vermigliette di seta bianco-celeste per l' alta musica e i n lnna per la bassa. >lei periodo estivo in alternativa al la ttmica era previsto I·uso del '·seros··. un capo di vestiario che per gli ufficiali doveva essere ·•di tela russa greggia'' a foggia di soprabito a un solo petto, con bolloni cli madreperla e rilettature e distintivi analoghi a quel li clellu tun ica. 1 '·seros·· del In truppa erano anclù !ssi di tela grcggiu e vcni vnno indossnti ·'negl i Eserc izi e \1u 11uvre che hanno luogo in estate. nelle marcie. nei serviLj di fatica" e nelle guardie ai posri secondari ( 15). Quanto ai pantaloni. per la truppa era stabilito che fossero ··larghi e lunghi tanto da cuoprire a mezzo il piede'·. Granatieri e fucilieri di L inea dovevano portarli cli panno ceruleo e veterani e pionieri cli panno '•misto ceru leo", con un filetto lungo la cucilura esterna ciel colore distintivo del Corpo. e cio~ rispettivamente bianco. arancio e cremisi. Pure di panno ··ceruleo misto" erano i calzoni dei cacciatori. che peraltro recavano. in luogo della lilertatura. una striscia di panno verde della larghezza cli tre centimetri. Quelli dei dragoni e del l' Artiglieria erano invece cli panno bleu, con banda analoga. ma di colore rispcnivamente giallo e scarlatto. Per i mesi esti vi erano previsti panraloni bianch i di tela per tutti i Corpi. meno che per i clrngoni quando montavano. i quali li avevano bleu: per la tenuta giornaliera erano inoltre previsti calzoni millerighe (16). Agli ufficiali si riferisce invece lo schema seguente. Tipo Stoffa e colore pantaloni Colore strisce e/o fi letto Con doppia striscia i n I) Generali: panno ·'m isto" panno. ognuna larga cm grigio scarlatto 3. e filetto intermedio 2) Dragoni: panno bleu giallo distante eia ciascuna 3) Cacciarori: panno "misto·• banda mm 4 ceruleo verde 4) Artiglieria: panno bleu scarlatto Con striscia. larga cm 3 I ) Genio e Stato maggiore cremisi ( in velluto) ge nerale: panno bleu

Fi lellal urc biandic. {in parata): Al!' cs1r·cmi1i1 anteriore ciel in tessu10 crargc1110 con collcllo una cetra in lastrn l'ilellatur:i in pann o cek slc c1· argento. 111 parala: paramani bianchi ornati da fet1uccia i11 tessuto d·argenln (l'ig. 109-XJ: colletto orn alo ua ldtuccia ,1naloga nonché da ··me,111dro.. in cordonci no t1·argcnto (lig. 111 -1) l'cr la bassa musica (bandisti d i lii c I V c la~se) gli ornamenti d.1 p:1rn1:1 erano i,1 lana. · l.cllcra del S.C.C. al e.do Trahanti ckl 22..1.51 (Alli S.C.G.. f.358/• del 185 I). Per la banda di Linea erano prcscrilli pantaloni hianchi di panno con ~tri~cia celeste. semplice o doppia a seconda che si Imitasse di bassa o alta niw, ica: o llTC alla doppia s1ris1.:ia quelli de l l,imburo maggiore dovevano recare un f'ilcuo in1er111cdio. :--!ella tenu ta giornaliera i colori erano invertiti. nel ~c nso eh<:: il pnnno dei calzoni era cclc~tc e k bandc e i filelli hi,1nchi. con la pn:cisazione che i calzoni della hassa rnu,ica a,evano un fileuo in luogo della stri,cia. I .a tenuta es1i,·a prc1·cdcva pamaloni bianchi di 1..:la per i giorni rcstivi. mentre per quelli fcrial i la ,cella ,enne rime~sa :il comando ùel Corpo. che optò pc·r I; , 1c la rus,a µ rc~gia (dr. la lcllcra del e.do cli Linc,1 all'Economato del IO.SA9 i11 A1ti de l e .do rgl di I.inca. 1·.4 de l 18• 9 - mc~i di lug lio. agosto e :-c11c mbreJ. HA:-IDISTI

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celeste



/

Fig. 95 Sciarpa da ufficiale (i'vluseo Ci1,ico del Nisorgi111e1110. Modrna )

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Fig. I 00 Cafifiello da ufficiale (collezione privala)

Fig. 10 1 Cappello ei a ufficia le: dettaglio della rosetta con le cifre F\I (collezione privma)

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Fig. l02 Cappello da uffic iale: dettaglio de ll'asola. de l bullone e de ll a coccarda (col!e;ione privmaj

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Fig. l 03 Coccarda. aso la. banane e pompon da shakor (A rc/1i1•io di S1aw di M ode11a)

3-41


2) Pensionar.i ( 17): panno bleu celeste l) Piazze: panno bleu scarlatto 2) Amministraz.: panno bleu rosa pall ido 3) Linea: panno "misto" ceruleo bianco 4) Pionieri: panno "misto" ceruleo crem isi 5) Veterani : panno " mi sto" ceruleo arancio La tenuta giornaliera degli ufficial i prevedeva calzoni neri, e in estate anche -per tal uni Corpi- d i colore "misto"; largo spazio era com unque lasciato in materia alla cl iscrezionaJità clei comandi cli Co rpo. In occasione di festivifa e parate erano previsti per i mesi estivi pantaloni bianchi cl i tela, o di panno tratranclosi cli ufficiali dei Dragoni che avessero da mo ntare a cavallo. l tipi di copricapo adottati fu ro no: il "cappe llo", l'elmo, lo shakot, il berrettone di pelo o "kulbac", il cappello clajdger e il ·'bonetto". li "cappello" ven ne attribuito a i generali, agli ufficiali ciel Genio e dello Stato maggiore generale, elci Veterani, dei Cacciatori e de ll'Artiglieria, nonché agli ufficiali addetti ai comandi di Piazza, agli ufficiali cl' Amministrazione, agli ufficiali pensionati e agli ufficial i superiori di Linea e dei Pionieri. Si trattava (fig. 112-If) di una feluca, con gallone in seta nera o bordo in tessuto d' oro, pi ù largo e ricco per i generali ; alla bordatura era so vrapposta una coccarda estense bianco-celeste, con asola in tessuto d'oro. A ciascuna delle punte della feluca era posta una rosetta a verm iglioni d'oro, con al centro le cifre sovrane. Il cappello degli ufficiali cl ' Artiglieria e dei Cacciatori era altresì caratterizzato da un freg io, costituito per gli uni da una granata con bomba in argento e fiamma in oro (fig. I 06-VII), e per gli altri eia una cornetta clorata racchiudente un'aquila d' argento (fig.l J 5-IX). Guarniva il copricapo un pennacchio "a pioggia" cli penne, nere per Cacciatori, Artig lieria e Genio, celesti per Pionieri e Linea, verdi per lo Stato maggiore e i generali. L"elmo era per i so li Dragoni . Quel.lo della truppa (fig.112-1), in cuoio nero, aveva una cresta in lamina d' ottone, sulla quale in parata i trombettieri dovevano applicare una felpa rossa accompagnata eia un pennacchio bianco di crine "a pioggia". Sul davanti ciel casco, sopra la visiera, v'era una placca con le c ifre d ucal i sormontate eia corona, mentre sui fianch i erano poste due stanghette di ferro a forma cl i V rovesciata d ipinte cli nero (per i marescialli esse erano invece d' ottone). Nell'el mo degli ufficiali (fig. I 09-1-11 ) i lati de lla cresta, sulla quale in occasione cli parate o fu nzioni doveva porsi una fe lpa bianco-celeste, erano ornati da un drago alato. li casco era coperto nella parte superiore eia un elisco convesso cli metallo bianco, e per il resto eia pelo cli "vitello marino". Sul davanti dell'elmo spiccava una grande aqui la d'argento ad al i spiegate. Lo shakot venne attribuito agli ufficiali di compagnia e ai sottufficiali e comun i dei Pionieri e dei Granar.ieri e Fucil ieri d i Linea, al tamburo maggiore e ai bandisti de l reggimento, nonché a sottufficiali e truppa cie l Corpo Veterani . Era descritto come "una specie cli cilindro ( ...) cli cuojo dell'altezza cli fm l O, I58", chiuso ne lla parte superiore "eia un elisco pure cli Cuoj o ed e lissoicle, con orlo rilevato che abbracc ia il fusto coprendolo per 0,022. Il fusto è coperto cli panno nero" ("fino" per g li ufficiali); ''l'estremità bassa muni ta di Centurino cli Cuojo lucido largo 0,022" ( 18). Sul davanti v'era una visiera in cuoio nero, ricamata in o ro per gli ufficiali. Per gli shakot cli granatieri, fuci lieri e pionieri g li orname nti previsti erano i seguenti. Con filetto lungo la cucitura esterna

ASOL A LINEA a) Uffici ali

COCC ARDA

In tessu-

In tes-

BOT TONE/ FREGIO Bot.to nc

to d'oro

suro di argento

in argcnto (l"uc.)

POMPON

PENNAC-

Al.:I'RI

A vermi-

Squame di

gl ioni d'oro

rame dorato

CHIO

'' L'o.cl.g. del S.C.G. nr.1 37 del 4.7.49 dà i pantaloni degli ufficiali pensionati guarniti non eia una stri scia. ni,1 da un filetto di panno celeste. " L a citazione è tratta dal fascicolo degli alli della cornmissione cl ' ahhigliarncnto relativo al vcsri ario dei fuci lieri e granai ieri di L inea (An i S.C.G .. f. 327/4 ciel 1849).

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e seta celeste

b) Truppa

PIONI ERI a) Ufficiali

In lastra d' ottone

Biancoceleste in latta (in seta per serg. e cadetti)

Biancoceleste in tessuto di argento e seta

Biancoceleste in argento e seta

Granata con bomba in argento e fiamma dorata (gran .) Bottone in metallo bianco (fu cil.) Granata con fiamma in ottone (gran.)

(fig. I I I-VITI)

Celeste in lana

Di penne hiancocelesti (per i sol i tamburini in parata)

Squame (gran.)

"Un AncoA vermi"A piogCatenella rada Ponglioni gia''. di sovrappotoni ere d'oro penne sta al posta al (fig. 111-IX) verdi cinturino mezzo di rasente una scure la visiee palosso ra fissa 1ncroc1cta a due chiati , e rosoneini ritenuti laterali. da una fudi melalne che silo dorato metricamente vi si intreceia" ( 19) b) Truppa In latta Ria neoFregio Celeste "A piogCatene!verniciala celeste come per in lana la come "ia". di "' gli uffipenne per gli ciali. in verdi ufficial i, in etto di ottone "' (per sergenti e cadetti ottone (bianchi per i trom(in ran1e in seta) (in rame hettieri) dorato dorato per i caper i caeleo i) detti) (20) Per il Corpo Veterani era previsto uno shakot simi le a quell o del la L inea e cogli stessi ornamenti (2 1) . Gli slwkotdegli ufficiali avevano nella parte superiore un bordo in tessuto d'oro, differente a seconda ciel ,

0

''' C fr. il l'ascicolo degli a11.i della commissione d"abbigliamento relativo alle '¡Variazioni (. .. ) fatte al Progetto cli Vestiario presentalo alla Sovrana Sanzione¡' (ibidem). I l progetto o ri g inariamente prevedeva per i Pionieri uno s/1(/kO/ senza asola e coccarda, ornato nel la parte anteriore dalle cifre d ucali sormontate eia corona e conw rn ate eia un ramoscello cli quercia e da uno di alloro. il tutto i n otlonc ( fig. 107 -V ). '" Co n disposizione del settembre 1849 il S.C:.G. sospese la fusione ciel fregio destinato a sostituire la cifra ''che form a l' attuale orn amento dello Scakos. nel quale per ora i Pionieri vi continueran no a portare la del.la Cifra¡â€˘. " Lo shak.01 del tamburo maggiore doveva avere '"bordo. asola. coccarda, pornpone di tessuto d' argento, e l1lelf.ati in scia

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grado. Anche gli shakot dei sottufficiali dovevano recare specifici distintivi : un cordoncino a treccia di lana giallo-celeste per i sottocaporali; per i sergenti un cordoncino simile, ma cli seta, nonché un bordo analogo a quello degli ufficiali , in seta gialla ecl accompagnato sui lati da fi letti celesti e con altro filetto intermedio pure celeste; per i caporali un bordo uguale, ma senza filetto intermedio e largo la metà. In occasione di parate, funzioni. ecc. era prescritto c he i granatieri nonché gli zappatori e i I tamburo maggiore ciel rgt. cli Linea portassero il "Berettone a pelo", dal fusto in cuoio ricoperto di pelle d' orso nero. I l berrettone dei granatieri (fig.11 O) doveva recare sul davanti una granata in metallo bianco e lateralmente un pom pon, cli lana bianco-celeste per sottufficiali e truppa e a vermigl io ni d'oro per gli ufficiali . La testiera era chiusa eia tela cerata coperta di panno celeste, con al centro un ornamento in tela bianca ovvero in tessuto d'argento per gli ufficial i. Il colbacco degli zappatori no n doveva avere altro ornamento che una borsa di panno celeste e cordoni bianchi (22). JI cappello da jiiger venne adottato per sottufficiali e co11 1u11i e.le! baLtaglione Cacciatori. Si trattava (fig.115-JV) di un copricapo tronco-conico cli feltro alto cm 16,5 , con ala ripiegata sui lati fino a toccare il fusto, "ma protendentesi nella sinistra in modo eia raggiungere la sornmitit della testiera, girando ivi in semicircolo" . Da tale parte era posta, sulla faccia esterna del!' ala. una cornetta cl' ottone (fig. 115-VJ). La base ciel fusto era ci nta da un cinturino cli cuoio nero lucido. Guarniva il cappello un pennacchio "a pioggia" cli penne ne re (bia nco per i trombettieri) (23). Simile al cappello dei Cacciatori, ancorché più basso (cm 15,2), era quello per sottuffic iali e truppa cl' Artiglieria (fig .1 15-III). Sul davanti esso era guarnito da una coccarda bia nco-celeste di latta, con asola in lamina d 'ottone alla quale era sovrapposta una granata pure d ' ottone. Per sergenti e cadetti la granata doveva essere di rame clorato, la coccarda di seta e l'asola in tessuto d'oro; all'ala era inoltre previsto un bordo pure in tessuto clorato. Un bordo a nalogo ma più strello e ra altresì previsto per i caporali, c he dovevano avere anch'essi asola in tessuto d' oro e coccarda cli seta. Il pennacchio, "a pioggia", era cli pe nne nere per tutti gli artig lieri , meno che per i trombettieri, pe r i quali era bianco (24). L'uso del cosidclelto "honetto", un basso copricapo semirig ido con visiera d i derivazione austriaca al pari degli altri già descritti, era previsto per la tenuta ordinaria. Per gli ufficial i il bonetto (fig.J 13-U) era di panno bleu ed aveva sul davanti un piccolo pompon a vermigliette d'oro recante al centro le cifre d ucali contornate da un serto cli fog lie (fig. 105-Vl), nonché un'asola in trecci a di fili d ' oro e celesti fissata da un bottoncino. Un cordoncino parimenti in treccia oro e celeste correva lungo l'orlo inferiore del berretto. Analogo a q uello degl i ufficiali e sempre in panno bleu era il bonetto eia truppa di Dragoni , A rtiglieria e Pionie ri, me ntre quello d i Cacciator i e Veterani e ra in panno "misto ceruleo" e si caratterizzava per una striscia al l' orlo infer iore cli pa nno rispettivamente verde e arancione. Pe r granatie ri e fucilieri cli Linea il bonetto manteneva invece la foggia cli pr ima clelJa riforma, ecl e ra cl i panno bleu col numero della compagnia in panno bianco al quale i granatieri sovrapponevano una piccola granata; un bone tto simile a quello degli ufficiali , con ornamenti giallo-celesti in seta, era peraltro concesso a sergenti e cadetti (25).

cclc5te": lungo la visiera, orlata in lamin,1 d 'argento, doveva esservi una catenella in cordonc ino d'argento. Il pennacchio era ·'bianco celeste di riuo terminante a mezza sfera alla sommità". Per lo slwkut dei bandisti en1 previsto un bonlo "a fondo d'argento ricamato in lana celeste, con filetti pure celesti all'esterno, asola e coccarda, catenella d'argen to, e se1a celcstc·•. Il pompon do ve va essere ovale. coperto "cli cordone attortigliato d ' ,H"gcnto, e seta celeste". Per le parale erano prescritti "pennacchio cl i penne bianche a pioggia, cordoni d ' argen to intrecciati. e seta celeste'·. Per la bassa musica gli ornamenti dovevano essere in lana (cfr. il fascicolo degli aui del la comm issione d'abbigliamento relati vo al vestiario elc i musicanti in Atti S.C.G., C.327/4 ciel 1~49). " l\"e l fascicolo deg li. atti della commissione d'abbigliame nto relativo al ves tiario de i tllusicanti per il tamburo maggiore si legge: "Al Kulbac, il pompone e cordon i in arge nto e seta celeste·•. ,., Per il battaglione Cacciatori era stato inizialmente previsto un cappello di feltro verde ·'alla sti riana", bocciato peraltro dal Duca, che volle il cappello dei Cacciatori estensi ''assimilato a quello dei Cacciatori Imperi ali" (lettera di Francesco V a l S C.G. del 6.7.49 in Atti S.C.Cì., L.127/4 de l 1849). " Per gli ufficiali subalterni e la truppa d 'Artiglieri a la commissione d 'abbig liamento aveva ini zialmente propostn l"aùozionc d i uno shakot analogo a que llo della Linea. caratterizzato eia un fregio con d ue cannoni incrociati e una piccola granata recante le c ifre duca li ; la cosa non incontrò però l'approvazione sovrana.

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Quanto al cappotto, quello prescritto per gl i ufficial i (fig.1 14) scendeva quattro dita sotto il ginocchio cd aveva sul davanti dodici bottoni distrib uiti in d ue fi le verticali parallele distanti fra loro diciotto centimetri. con la coppia cli bottoni più bassa ali ' altezza d i metà coscia. Il colletto, rivoltato e ricoperto cli velluto, era caratterizzato eia due piccole mostre cli panno ciel colore della mostreggiatura della tunica, tagliate a punta nel la parte posteriore e fermate da un bottoncino. Tali mostre, di derivazione austri aca, mancavano nel cappotto eia generale, che aveva colletto e paramani coperti da felpa scarlatta e si caratteriaava altresì per la presenza del cappuccio. Q ualche particolarità presentava anche il cappotto degl i ufficiali d ' Artig lieria, s ia per le dime nsioni (a naloghe a quelle del cappotto degli artiglieri conducenti) sia per la presenza di una "pel legrina", da portare comunque "a piacimento". Per ufficiali e soldati dei Dragoni a caval lo era previsto, al posto ciel cappotto, l'uso cli un tabarro cli panno bianco. Ai cappotti da tru ppa era conservata la foggia c he avevano in precedenza, sia pure con "qualche mod ifìca7.ione in quanto alle dime ns ioni , perché fa d' uopo aumentarne il comodo" (26). Colleno, controspal li ne e martingala doveva no essere fi lettati in panno ble u. Per gl i artigl ie ri montati venne peraltro adottato un cappotto simile a quello in uso "presso gli U lani e Caval leggeri A ustriaci", ma di colore "misto". Ai cadetti, ai sergenti nonché ai marescialli dei Dragoni a piedi era consentilo di portare fuori servizio un cappotto di panno più fine color marengo, da acquistars i però a spese degli interessali (27). La sciarpa (fig.95), riservata agli ufficiali, era di seta bianca (ovvero in tessuto d'argento per i generali) a strisce celesti pure in seta, con nappe -recanti l' aquila estense e le cifre ducali- e fiocco a venniglioni degli stessi colori. Veniva portata intorno alla vita, salvo che dagli aiutanti e dagli ufficiali d' ordinanza che la mettevano a tracolla. li cinturone adottato per gli ufficiali era in tessuto cl' oro con filetto celeste intermedio e caralleristico fe1111aglio (fig.!06-11). La dragona, cioè il laccio che assicurava la sciabola al polso, doveva essere per gli ufficiali in tessuto d'oro con verrniglioni pure in oro (fig.105-V), mentre quella stabilita per i sottufficiali (fi g. I 06-Vl) era giallo-celeste in lana, ovvero in seta per rnm·escialli e sergenti. Bianche erano invece le dragone eia truppa, in "buffalo" (quelle dei dragoni a cavallo, ad esempio) o più frequentemente in filo (28). Vari erano poi g li ornamenti e i contrassegni previsti . Per i sottufficiali e i comunj del battaglione Cacciatori erano contemplati cordoni verdi in lana da portare sulla tunica, mentre per gli zappatori dello stesso battaglione era previsto un distintivo, da porre sulle maniche, costituito eia due mannaie incrociare di panno verde (29). Per gli zappatori degli altri battaglioni d i Linea le mannaie dovevano essere invece di pam10 bianco. Nell' Artiglieria era stabilito che i maniscalchi, il capo falegname, il capo fabbro e il capo sellaio portassero cuciti al braccio sinistro distintivi raffiguranti rispettivamente un ferro di cavallo, una sega, una tenaglia semiaperta e una sella, rutti elci colore della filettatura della tunica, cioè scarlatti; inoltre sul portasciabola dei cannonieri di l classe nonché dei sottocaporali e caporali doveva esservi una granata. Gmm1izioni particolari erano previste per il colletto e i pm·amani elci tamburini e dei trombettieri dei diversi Corpi. A l tamburo maggiore era poi data la mazza, con puntale e catenella cli metallo bianco. Quella da parata era particolm·mente ricca, avendo pomo in lastra cl' mgento con aquila estense in getto pure d'argento, "catenella attortigliata lungo la canna a doppio giro in argento" e puntale "similmente in lastra d' argento". Per il tamburo maggiore era altresì prevista una bandoliera di panno celeste, con fettuccia d'argento (fig.111-VII) e placchetta sempre in argento per la piccola tenuta, e per le parate con ricami cl' mgento (fig. 11 1-VI) e placca di rame dorato "con bacchette d'ebano, ed alle due estremità acquila con corona in rame doralo con cordoni pendenti in filo d'argento" (30).

" Il bonetto de i bandisti. anch' esso cli foggia simile a 4ue llo ùegli ufficiali, era cli panno ble u con pompon, asola e cordoncino bianco-celesti. ' '' Fascicolo degli ani della commissione d'abbiglian1cnto relativo al ves tiario dei Pionieri (A tti S.C.G., f.327/4 ciel 1849). " Per il tamburo maggiore era previsto un cappotto di panno ceruleo; collcl.to e paramani, rivoltati, dovevano avere ornamenti in

tessuto d' argemo accompagnato eia filelli laterali e da un filetto intcrrncdi o celesti. Ai bandisti era attribuito un cappollo analogo, con due listini all'estremità anteriore ciel rovescio del colletto. in tessuto d'argento per l'alta musica e in seta per la bassa. " Al lamburu magg iore venne data un a dragona in tessuto d'argento. mentre la drago na stabilii.a per i bandisti -de lla fogg ia ùi quella dei sott.uffic ia li- era bianco-celeste, in seta per l'alta musica e in lana per la bassa. '" Cl'r. sul colore quanto precisalO il 20. 10.49 dal S.C.G. a riscomro cl i una lettera in data 18 de l e.do di Linea (A tti S.C.G., f.327/4 del 1849). 1 ' ' Le c itazioni nel testo sono tratte da l fascicolo ùegli aai della commissione d' abbigliamento relat ivo al vestiario dei rnusicanti (ibidern).

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Le buffetterie, consistenti per la fanteri a in due bandoliere incrociate che sostenevano una la g iberna e l' altra l'arma bianca, erano cli cuoio nero per Cacciatori e Pionieri, d i "buffalo" bi anco per Dragoni , Granatieri e F ucilieri di Linea e Artiglieri a. Per i Veterani era previsto il solo portasciabola. anch'esso d i "buffalo" bianco. Dragoni e artiglieri montati appendevano invece la sc iabola, a mezzo cli cinturini, a un ci nturone portalo al la vita, sempre cli "buffalo" bianco: pure cli "buffalo'' bianco erano il portagiberna e i I portacarabina clei dragoni a cavallo. Le giberne aclollate per Dragoni e Artigl ieri a erano cli legno rivestito di cuoio, con copertina pure di cuoio ornata eia una pl acca d'ottone recante le cifre sovrane (fig. I 09-IV); quelle previste per i granatieri e i fuci lieri cli Linea, clel tipo "alla Vandelli" , erano di dimensioni maggiori, con la copertina guarn ita eia una granata d'ottone per le compagnie granatieri. Lo zaino adottato, eia portarsi solo dalla truppa, era in pelle di vitello, con aJl'interno assicelle cli sostegno in legno e fodera cli tela. Completava l'equipaggiamento una "bisaccia a pane", pure di tela. Lo stesso g iorno in cui venivano pubblicate le deter111i nazio11i ducali s ulla nuova tenuta delle truppe, e cioè il 4 lugl io 1849, il S.C.G. incaricava l' Economato cli in iziare i lavori, dando priorità alla confezione delle tun iche per i dragoni. In effetti, almeno per quell i a piedi, il nuovo vestiario era " in pronto" già ai primi di agosto, 111entre a settembre il Saccozzi premeva affinché esso potesse essere distribuito entro il mese anche ad artiglieri e granatieri. Quanto ai cacciatori, nel gennaio ciel 1850 solo una co111pagnia aveva ricevuto le tuniche di nuovo modello, ma nel corso ciel trimestre anche le altre ne fu rono dotate. Essendo state altresì confezionate le monture per due compagnie d i fucilieri, ed csscnclo imminente la d istribuzione delle nuove tuniche ad altre d ue compagnie Fucilieri, il 26.4.50 il S.C.G . poteva informare Francesco V che l'esercito era ormai quasi completamente equipaggiato, rcsranclo eia vestire so lo la d ivisione Fucil ieri cli presidio o ltre Appennino e il Corpo Pionieri. Per quest'ultimo la confezione delle tuniche fu completata a metà agosto. Anche dopo avere ricevuto la nuova tenuta alcuni reparti continuarono per qualche tempo a far uso delle vecchie uniforrni: ai pri 111i del ' 51 , ad esempio, la TI, Il1 e IV compagnia Cacciatori avevano indossato le tuniche solo in occasione di qualche parata. Non lutti i capi cli vestiario e d'equipaggiamento adottali nel 1849 entrarono effettivamente in uso, ccl altri ven nero distribuiti solo dopo vari anni. Dei berrettoni di pelo cli nuovo modello per i granatieri , ad esempio, si decise praticamente s ubilo di rinviare l ' enrrata in servizio, ne lla considerazione che quelli esiste11 ti erano stati rin11ovati eia poco; nel giugno del I 850 essi fu rono poi del tutto aboliti, pur venendo disposto che si continuasse a portare "gli attuali sin che sieno consunti" (31). Le bisacce eia pane non ven nero dal canto loro fornite alle truppe fino al magg io clel 1855, q uando si cominciò a distribuirle al I e I Il battaglione cli Linea, prcveclenclosi che entro il mese potessero riceverle anche i I II, i Pionieri e un ' aliquota dell'Artig lieria; la confezione deJlc restanti fu in vece differita al 1856. Solamente nell ' ottobre del 1855 si cominciò inoltre a pensare di sostitu ire gl i shakor d i vecchio ti po ancora in dotazione al cl istaccarncnlo Veterani cli Casteln uovo cli Garfagnana con altri cl i nuovo model lo. In merito al le giberne clei Cacciatori nulla si era deciso in occasione de lla riforma del 1849, "Non essendo per anche stabilila la quali tà cicli' Arma da fuoco di cu i andrà provvisto il Corpo" (32). A scelta da tempo compiuta il battag lione continuava peraltro a far uso di giberne "del mode llo antico", ormai inadeguate per dimensioni e prive ciel ripostig lio per le capsule detonanti o cappelloZ?.i, '·iJ che'' -rilevava il comando di Linea- ''apporta danno alla M.e Azienda, giacché costretti così i Soldati a riporl i nella saccoccia della Tunica ne viene che è maggiore il numero che in occasione di manovre vanno perdendo nel l'estrar! i dalla saccoccia stessa, cli quello che cons umano nel Far Fuoco" (33 ). Solamente ne ll' agosto ciel 1852 il S.C.G . si decise ad autorizzare il rinnovamento delle g iberne dei Cacciatori (34).

'' Provv. sovrano del 30.6.50 in .A11i S.C.G .. Ord ini cli l\ilassima, f.7 ( 184915 1). Il 20.9.52 l'Econo mato riFcriva al S.C.G. che i berrelloni di pelo eia granatiere cr·ano stati aboliti anche in Austria, in Toscana. nello Staio ponti ficio e in rra ncia. mentre restavano in servizio in Baviera e nelle D ue Sicilie. '' Fascicolo degli atti ciel la commissione cl ' abbigliarnen to relativo al vestiari o dei Cacciatori ( /\ tti S.C.C ., f.327/4 del 1849). -'-' Lettera dell" 1.5.52 al S.C.G. (/\tti S.C.G .. f.373/4 del 1852). '" l\el 1855 il D uca si interessò anche affinché venissero date borracce alle tru ppe. Non essendovene in magazzino. i l S.C.C. ricerci1 chi potesse forn irne un paio cli migliaia. Si fece avanti l'armaiolo frignanese Cì iovanni Balclini, che inviò un campione d i borraccia in legno giudicata cl i buona quali tà clall" Economato, a parere del quale tuttavia erano prefe ri bi l i

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TI decennio 1849/59 non vide sostanziali mutamenti ne l vestiario delle truppe estensi, anche se diverse furono le innovazioni introdotte. Per quanto riguarda i copricapL nel l'aprile del 1850 il S.C.C. estese l' uso del cappello a feluca ai sergenti dello Stato minore d' Artiglieria, stabilendo che per costoro le rosette alle punte e l'asola fossero in seta gialloceleste e la granala in ollone. Nel ·54 fu inoltre loro concesso di guarn ire il cappello col pennacchio nero caratteristico ciel Corpo. Un pennacchio simile fu autorizzato per il cappel lo degli ufficial i d' Amministrazione il 5.2.59. Relativamente ai bonetti. nel luglio del 1852 venne disposto che tutti i Corpi li avessero ugual i, quanto alla forma, a quelli degli uffici ali, restando in tal modo abolito il berretto cli fogg ia particolare sino ad allora mantenuto in uso per i granatieri e i fucil ieri di T.ioea. Non è chiaro invece se sia stata formalmente accolta la proposta, avanzata nel 1854, di abolire le fe lpe che in parata dovevano essere applicate sulla cresta dell'elmo dei Dragoni ; ai primi d i aprile dell'anno successivo esse comunque '·trovavansi tutte nei (...) lvlaganeni (... ) per essere state da d iverso tempo messe in clisuso" (35). Sempre nel 1854 il S.C.G. approvò che i Pionieri assumessero •' il Modello d i fo rma austriaca pel pompone di tenuta giornaliera(...) in lamina bianca" (36). Quanto ai pantalonL a far tempo dall ' 1 novembre 1855 per la bassa tenuta deg li ufficiali vennero adottati calzoni grigi senza fi lettatura al posto dei neri precedentemente in uso, con rinforzi in pelle sul fondo per coloro che svolgevano servizio a cavallo. Nell'aprile '56 fu stabilito, per l' ufficialità di tutti i Corpi, che fossero del medesimo colore anche i pantaloni estivi da bassa tenuta, ancorché ovviamente di stoffa pii:1leggera. Relativamente ai cappotti, fermo restando per gli ufficiali l'obbligo di indossare quelli d'ordinanza "quando sono sotto l'armi in servizio'', nel I 85 l fu loro concesso di portare. al cl i fuori cli tale circostanza, paletot lunghi dicci centimetri piC1della tunica. Nel luglio ·52 si dispose inoltre che a far tempo dal successivo gennaio i tabarri bianchi dei dragoni a cavallo venissero riti rali e sostituiti eia cappotti cli panno grigio. Su iniziativa ciel comando del Corpo g li ufficial i dei Dragoni si provvidero anche '·d ' una pellegrina o mantello cli panno grigio del color ciel CappotLo, pressoché ugua le alla pellegrina accorciata agli Ufficiali d'Artiglieria''. Con provved imento del 5. 12.58 il Duca ne ratificò l'adozione, specificando peraltro che tale capo, eia util izzare " nelle girate d' inverno", doveva avere ''il collare cli velluto cl i cottone" e non di pel licc ia, come praticato "abusivamente in questi ultimi tempi" (37). Nel gi ugno del 1852 venne f issata una lung hena prec isa per le gonne lle delle tuniche, individ uata in 24 centimetri per dragoni e artiglieri (tanto a piedi che a cavallo), 30 centimetri per cacciatori e pionie ri e 35 centi metri per granatieri e fuc ilieri cli Linea. Non trovando "abbastanza conveniente per l'Uffiziale la tenuta del Saros". con provvedimento del 28.7.54 il Duca stabilì che a far tempo dall'anno successivo l'ufficialità dovesse vestire so ltanto la tunica, che in estate poteva essere peraltro anche ''cli stoffa lcggiera da destinarsi dal Comando Generale" (38). Risultando tuttavia in tal modo troppo riconoscibili gli ufficiali quando la truppa era in "seros", nel 1859 Francesco V ordi nò che essi ricevessero "Scros cli tela esattarncnt.c simili nel colore e nel taglio a quelli ciel Soldato" (39). Assai notevole sarebbe stato il mutamento de ll' aspetto elci Dragoni se si fosse abolito l'elmo caratteristico cie l Corpo, come ri pet utamente ipotizzato a partire clai primi anni '50. Era stato lo stesso Duca a prendere in consiclenuione. nel novembre ciel 1851, la possibi lità cli aclotlare per i dragoni estensi l' cl mo chiodato ciel la Gendarmeria austriaca o parmense, scartando peraltro l'idea ne l l 854 dopo che, giunto un e lmo eia Parma, un 'apposita commissione si era espressa sfavore volmente, anche per il fa tto che tale oggetto aveva un costo triplo rispetto agli elmi in uso a Modena. Verso la fine ciel 1856, approssimandos i la scadenza del periodo cl i d urata previsto per gli elmi dei Dragon i (40), il comando

"l:3oraccètl.e d i la1ta". 1\011 si è potuto veri ficare se la commessa sia stai.a poi effelli varnente assegnala e a chi. '' Lellcra i n data 2.11.55 <lei e.do Dmgoni al S .C.C . (A tti S.C.C .. IA 21/1I del 1855). ,,, l.cuera dc ll' rconornato al e.do dcl l'Ar·tiglicria in data 19.6.54 (.!\li i lsp. R. A rmcr·i a. Lì4 del 1854). Tali pompon furono poi realizzati d,1 certo Johnson. fabbricante di oggetti met,lilici. " I .e citazioni nel resto sono tratte dal I ···EJcnco" del 3. 12.58 in .! \Ili S.C.G .. 1.474/ I del 1858, nonché da un provved imento sovr,.1110 del 5 in cake a11· --c1c nco·• stesso. " Disposizione cli r ranccsco V al S.C.G. del 28.7.54 in 1\SIV!o, R. Scg,·creri,1di Gabinetto, chirografi sovrani. 1.356 del 1854. " I l provvedimento ducale. del 25 maggio 1859. è riportato nel Il supplemento (nr. I 06) all'o .d .g . S.CG. pure del 25.5..'i9 (OO.cld.gg. del S.C.G. dal 20.9.56 al 9.6.59). ' " G li effetti cosiddetti " cl i grande vestiari o" avevano una durata prefissata. Per le tuniche cli Dragoni e L inea essa era nel

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ciel Corpo tornò a lla carica, proponendo senza r is ultato cl i sostituirli con quel li in uso presso i gendarmi imperiali. D ue anni dopo la proposta fu rinnovata, riu scendosi q uesta volta acl o ttenere l' a utoriaazio ne ad acquistare d ieci e lm i d i mode llo austriaco, "da farli portare acl a ltre ttanti Ind ividui ( ... ) o nde po te re rileva re se riescano d i soddisfazio ne" (4 1). A i pri mi d i marzo del 1859 i dieci el m i erano in effelli arri vati eia M il ano, m a il successi vo sviluppo degli avvenime nti portò all'accantoname nto della q uestione. A ltra proposta rig uardante il vestiario dei Dragoni fu que lla cli cam biare il panno de i calzoni da ble u a '•misto", nonché di aboli re le mostreggiature gia lle de lla tunica e le ba nde pure gialle dei pantaloni per sostituirle con fi lettature ed a la mari al colletto. Anche tali modifiche non incontrarono il favore del Duca, ne ll a c ons ideraz io ne che esse avrebbero reso la tenuta ''trop po semplice e meno e legante c he non è o ra, sen1.a un corrispondente vantaggio" (42 ). l n terna d i vestia rio ed equ ipaggia mento del le tru ppe clucali va ancora ricordato che negli anni ' 50 gli zappato ri del reggime nto di L inea avevano in dotazio ne un g rembiule di bazzana da usare per i lavori, i servi1.i cli guardia ccc. , e un altro grembiule d i '' buffalo" bianco per le parate; quest' ultimo nel battaglione Cacc iatori era di marocchino verde. Il 27.3.59 venne attribuita una particolare uniforme acl alcu ni indi vidu i d i Linea posti a disposizione dcli' A rtiglieria col compilo cli governare i cavalli acquistati per il traino delle carrette portamuniz ioni de l reggimento. Tale un ifo rme comprendeva tunica " cli panno ceruleo mi sto scuro" con colle uo e parama ni celesti, " Pantaloni d i panno ceruleo o eia cappollo" con rinforzi in pe lle , e sciabola con portasc iabola in c uoio nero: cappollo e shakot re stavano invece q ue ll i ordinari (43) . Fornitrice ciel pa nno util i1,1,ato per la confezione delle unifo rmi era inizialmente la d itta l'vlarco Ghirardelli d i Gandino (BG), rappresentata a Modena dal negoziante Francesco Ferrari. Nel 1854 s i iniziò peraltro la lavoraz ione clei pan ni con lana loca le presso la casa d ì forza cli Salicela S. G iuliano, ove erano state collocate macchine ·'assai costose e perfette" che sfruttavano l'energia idraulica fornita dal canale Cerca (44). In agosto i primi ca1npìoni cli tess uto venne ro sottoposti all ' esercito, e dopo q ualche mese cli ulteriore rodagg io nel gennaio ciel 1855 lo stabilimento della Salicela fu in g rado cl i fornire all'Economato militare 500 braccia cli panno ceruleo e 300 cli panno blcu . A rnetà novembre '55 il panno somministrato dalla casa cli forza "per uso cielie Truppe" clall ' inizio cicli' anno ammontava cornplcssi vamente a braccia modenesi I 0.4 IO e 3/4, e si contava cli poterne fornire a ltre 3.000 braccia e ntro il 31 d ice mbre (45) . La qualità de lla produz ione, g iudicata "buonissima'' a fine ' 56, s i manten ne adeguata fino a tutto il primo semestre cie l 1858 pegg iorando invece ne i mesi successiv i, tanto c he il 9 d icembre il Saccozzi rife ri va al Duca di avere dovuto ordinare "che o ve a ciel non si provveda da chi s i spetta, si abbiano a rifiutare i panni og ni qual volta no n siano della qualit~t fissata'' (46). Agli inconven ie nti fu evidentemente posto riparo, perché ne l primo lri mestre del 1859 lo stabi li me nto ciella Sai iceta fo rnì a li ' Economato braccia modenes i 3.446 e 3/4 d i tessuto. tra panno bleu, panno ceru leo e panno g rigio da cappo tto (47). Pe r q uanto riguarda i corami , verso la fine deg li anni ' 50 essi provenivano per lo piCt dalla concia cli Mode na; ·' le Vacchette bianche, e tutti i C uoj che servono per le Buffe tterie e per J'cquipaggiarncnto''

esempio stabilita in ~6 mesi : per i relat i vi pantaloni in 24 mesi . ecc. " L ettera del S.C.G. al e.do Dr agoni in data 8.2 .59 (A tti S.C.G .. i'.489 lkl 1859). '' An notazione cl i Francesco V in data 20 . 12.56 a m,H"gine del! ' ·"Elenco" del 16. J 1.56 in Att i S.C.C .. f.4.ì9/ I de I 1856. '·' C fr. la leuera indirin ala il 27.3.59 dal S.CG all'Economato e ai comandi cli L i nea e An igliei-ia/Pion ie1·i in Aui S.C.G., f.490 de l 1859. Vestiari Q ed cq uipaggi~1rnento erano g iù pron ti ai pr im i d i aprile.

" Dopo la caduta del govern o ducale le macchine fu nmo ··guaste cd i loro congegni dispersi" (T. DC VOI.O, op. cit .. t.l. p. 180 n.l ). J., c:1·r. la lc11cra in data I '.\ J 1.55 della d irezione della casa di for·za al S.C.G. in A tti S.C.C . l".423/4 ciel 1855. "· ··Flcnco'· del 9. 12.58 in A tti S.C:.G .. f.474/ 1 elci 1858. -· Cfr. una richiesta cl i pagamento inclirizrnta dal rvlini,tcro d i Buon Governo al S.C.Cì. in data 5.4.59 (Atti S.C:.G .. f.491 ciel

1859). Occasional mente si faceva ancora ricorso a forn itori estern i : in un rapporto clell. Economato al S.C.G. in data 9 .1 0.56 (Atti S.C.G., f.442/4 del 1856). acl esempio. si parla cl i panno "venuto ultimamente da Schio" per la confezione cl i bonelli per la :Vl ilizia.

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giungevano perallro dalla Baviera (48). Cuoi e pelli erano procurati dalla d itta Guastalla: i copricapi invece erano per la maggior parte forniti, q uantomeno ai primi del 1850, dal cappel laio Ch iesi. Rest<.1 ;.i questo punto da trattare delle uniformi clei Trabanti, della Guardia '\Jobile e della fV! il izia d i Riserva. Per l'alta tenuta fu conservaw ai Trabanti l' uniforme adottata nel 1842, comprendente abito rnsso a code con colletto e paramani celesti gumnilo sul petto da alamari dorati, spalline pure dorate, panta lon i celesti con bancfa rossa (bianch i in estate) e cappello clajèiger con piumetto. fn pratica al Corpo vennero lasciati i capi d'abbigliamento originariamente distribuiti, per i quali era fissata una cimata lungh issima, tanto che ;.illa fine ciel 1856 essi non erano stati ancora rinnovati benché fossero orma i in condizioni pietose anche per i continui aggiustamenti fatt i per adattarli alla corporatura dei soldati che man mano se li passavano (49). L' uso della tu ni ca venne accorciato ai Trabanti per la bassa tenuta con provvedimento sovrano ciel 2. 11.50. L' uniforme giornaliera n sullò costitui ta appunto da tunica d i co lore ceruleo con mostre e fi lettature rosse e controspalline pure J'ilettate in rosso, pa ntaloni bleu con banda rossa, cappello clajiigercon coccarda estense e caratteristico piumetto bianco-anurro. Solamente nell'aprilc del 1858 fu concesso agii individui di truppa del Corpo Trabanti di indossare il "seros" in estate, ''da usarne perèi in Caserma ecc, e non mai in servizio, massime nel Real Palazzo" (50). Fin dal maggio '49 alcune guardie nobil i modenesi proposero di modificare l'uniforme della Guardia, che nella sessione ciel l 5 setlembre di quel l'anno nominò in effetti una commissione incaricata cli stendere il relativo progetto. In un paio cli settimane venne e laborato uno schema, poi approvato eia! Duca il 29 ottobre. che prevedeva anche per la Guardia Nobile d'Onore l' introduzione della tunica cli panno, con due bottoniere da otto bottoni l' una, dorati, lisci e convessi. La tunica doveva essere celeste, con mostre e fil ettatura ammanto (in precedenza il colore distintivo era invece l'arancio). Colletto e paramani dovevano essere adornati ''da due asole ricamate lisce in oro" (5 I): inoltre -come evidenziato in una relazione del 19.11 .49- "gi usta la Sovrana riportata approvazione'' il colletto doveva recare "un piccolo cordone cl'oro, e celeste nella parte inferiore, e simile ornamento" doveva '·contornare i Paramani'' (52). Sempre al colletto dovevano essere posti i contrassegni d i grado (stellette d'argento). simili a quelli adottali alcuni mesi prima per l'esercito. fl progetto del settembre '49 prevedeva poi la conservazione delle spalline, del cappello a feluca e dei pantaloni in uso, bianchi con gallone d'oro per l'alta uniforme e turchini pure gallonati in oro per la bassa. Nell a relazione cli novembre era peraltro previsto che anche nei calzoni celesti della bassa uniforme il gallone d'oro venisse bordato eia filett i corne nei pantaloni eia alta tenuta, e che tali filetti fossero del nuovo colore amaranto. Per il trombettiere fu approvata un' uniforme simi le per foggia e co lori a q uella delle guardie. Le asole al co lletto e ai paramani dovevano essere peraltro in seta g ialla anziché in oro, mentre i contrassegni cli grado. in seta bianca, erano q ue lli da sergente. Era inoltre previsto che i pantaloni del trombettiere avessero due strisce cl i panno colore amaranto e che il pen nacchio al cappello fosse esso pure amaranto (53). Con l' 1. 1.50 la vecchia un iforme del le guardie modenesi restò abolita e sostituita dalla nuova, adottata poi anche per la Guardia Nobile d'Onore Estense, sorta nel maggio a seguito dell' unione ciella Guardia di l'vlodena con la ricostituita Guardia di Reggio. Il 18.4.5 1 pure la Guardia cli t-.,Iassa fu autorizzata a rinnovare la propria divisa assimilandola a quella della G.N.0.t .. "tranne la sola differenza nei fi nimenti" (galloni, asole, ecc.), "che in vece di essere in oro sarebbero in argento; e la soppressione delle così dette /\iguil lettes" (54).

"Cfr. !""Elenco·· ci el 26.3.58 in A ui S.C.Ci. 1.474/ I c..lel 1858. ''' Cfr. r •·EJenco·· 16.1 1.56 di mi alla nota 42. Con provvedimc:nlo a m,irg ine in data 20 d icembre Francesco V diede facoltà al S.C.G. di rinnovare ··quelle parti di uni forme(. .. ) che non ha percorso ,rn cora la durata preserina.. e cl i abbreviare q uest" uh i1na ~'d i quel tunto ch ~e sso rit ie ne con vcn icn t·c··.

'" Comunicai.i one c..le l S.C.C.ì. all T.cono mato in d,11a 1.5.58 (A tt i Ragioneria cl ell"Az iencla M ilitare. C. 12). ' ' Relazione c..lella commissione per la rifo rma del vestiario del la Guard ia datata .\KJ 29.9.49 ( l::lcMo. Racco lta Saccou.i. cassetta 29). '' La rel a1.ione del 19. 11.49. ind irizzata al comandante Campori. è co nser vata ibidell! . ' ·' Cf1·. quanto allegato alla lettera cli C. C:ampori a F. Olivari ciel 17.12.49 in l::lc.\'lo. Raccol ta Sacrnui. cassella I <Ji\ . cc. I 82-

185. " Comunicazione d i Francesco V al comandante della G.1\.0 . di Massa conte Pietro (ì1.1c1Ta in data 18.45 1 (1\S.\1 0. R. Segreteri a cl i Gabinetto. chirograf i sovrani, L:1:'i3 del 185 1).

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Le g uardie modenesi facevano uso nel 1852 di un cappotto cli colore grig io, mentre a lla fine del lo stesso anno al di là del Secchia si continuavano ancora a portare " li Mantel li Bleù, che indossavano le antiche Guardie cli Reggio" (55). Con ordine del giorno ciel 12.7 .56 ciel comando del Corpo la Guardia Nobile d' Onore Estense aclollò poi, sull 'esempio cli quanro era stato disposto per gl i ufficial i del l'esercito, calzoni eia bassa uniforme "cli panno bigio'', ammessi per l'uso giornaliero a far tempo dal 15.2.57 . Per i servizi a cavallo i nuovi pantaloni, che anelavano a sostituire gli altri color "marengo, o neri che attualmente si portano" (56), dovevano avere rinforzi in pel le nera d i capra. ìv1oclifiche cli ri lievo si ebbero nel la tenuta ciel trombettiere della G.N.O.E. a seguito dell 'approvazione, nel giugno del 1857, di un'ampia proposta cli riforma che prevedeva l'e liminazione delle asole dalla mostreggiatura "lasciando però i corcloncini di seta gial la'', l'apposizione al colletto delle stellette da sergente (pure in seta gialla). l' introduzione. al posto del le spal line, di due ''placche di metallo giallo (... ) con sopravi una cornetta poname nel centro un·aqui la bianca, quale in uso presso i RR Cacciat.ori" . Erano a ltresì previsti cmdoni amaranto con nappe dello stesso colore da portare fermati alla spalla sinistra. un cinturone da parata simile a quel lo delle g uardie ma in seta gialla anziché in oro e con cornetta d i metallo bianco sul la placca, una giberna per l' alta tenuta in cuoio nero verniciato "con ornamenti in ottone. e colle cornette sul la bandoliera. e sulla cassetta''. Ancora era previsto che il trombettiere avesse calzoni dello stesso ce leste della tunica, con una sola banda amaranto; che i pantaloni da piccola tenuta fossero grigi con fil etto amaranto; che il cappello recasse un pennacchio bianco cli penne di cappone, e che il cappotto, "del panno attua le", fosse "più ampio senza velluto al colletto, e senza bottoni ai due paro Ii [mostri ne al baverol amaranto" (57). Nella pri mavera elci 1859 si pensò infine cli sostituire ·'al Gallone cl' oro nei calzoni celesti di attuale prescrizione" per le guardie "due bande amaranto con un filetto nel mezzo'' (58). Nel settembre '49 g li uffic iali della lVIilizia di Riserva fu rono autorizzati ad indossare provv isoriamente la vecchia uniforme dei militi volontari qualora l'avessero, ovvero quell a ciel Corpo cl i provenienza trattandosi cli personale già appartenente all 'esercito. Decorso un anno, c hi intendeva portare la divisa -comunque non obbligatoria- avrebbe poi dovuto adeguarsi al model lo che il Duca si riservava cli approvare. Già il 2.1 1.49 venne in effelli presentalo a Francesco V il figurino della nuova ten uta. che ottenne il benestare sovrano ·'salvo i panta loni che ognuno potrù avere come amali'' (59) . L'u ni forme approvata per l' uffici a litù del la M.cl .R. ru pure estesa, a metà ciel 1850, agli ufficial i del la soppressa ì'vliliz ia Volontaria cui era stato conservato grado e rango in d isponibilità o che li avessero in prosieguo riacqu isiti. Era peraltro previsto che costoro non po rtassero sciarpa cd avessero al colletto e paramani una semplice fi lettatura del co lore fissato per le mostre del reggimento d' appartenenza. Un anno dopo tuttavia la maggior parte degli uffic iali ·'del lo scio lto I O Reggimento cli Milizia Volo ntaria ( ... ) rimessi nel prim itivo loro grado in disponibilità'' indossava tun iche con mostreggiature ugual i a q uella degli ufficiali del corrispondente reggimento d i Riserva. sicché il Saccozzi si trovri costretto ad in vitare il colon ne llo ad intervenire onde le disposizioni in vigore non restassero più a lu ngo trascurate (60). Resa obbligatoria nel 1853 (ne l se nso che chi non intendeva equipaggiarsi doveva abbandonare i I servizio), la divisa degl i ufficial i della M .el.R. era costituita eia una tunica di panno ceruleo con mostre "rosso drago" per il I rgt. e arancio per il II, mentre il panno elci calzoni era per entrambi '·Barbò ossia blù chiaro'·. Nel III rgt. cl' Oltrappcnnino la mostreggiatura clella tunica era bleu co me i pantaloni , avcn-

;; Lellern de l e.do de l Il d istacca rne nt o al e.do de lla Cì uarclia Nobi le d 'Onmc Este nse dnta ta RE 23. 12 .52 (BEì\ilo. Raccol ta S ac cozzi. casse lla 29). .

,,. Verbale de lla sessione 1.:nu1as i per l' ammissione alla ( ìua1·dia di Raffaello R;rffacl li. datato !VIO :28.6.56 (BEMo. Raccolta Saccozzi. cassella 12 11. cc. I09- 11 2). ·" li prngello pc1· la modi fica dell'uniforme elci lrom bcllicre. d.:I 16.S.57, è conservato Ìll BE\fo. Raccol ta Saccozzi, cassella 29. " 1.euera de l e.do della G.\1.O.E. al h1·ig. /\ . M. T,1coli da tala \1031.3.59 (BCMo. Raccolta Saccozzi, cassctla 25 !. 1 " Provvedim.:11to ducale Ìll calce all ' "[ lc nco" ciel 2. J 1.49 in ;\Il i S.C.G .. f.324/1 ciel 1849. Il liguri no non è slal o reperii.o. "'' C fr. Ulla rc laz iollc in data 31.5.5 1 de l e.do I rgr. iVl.cLR. al S.C.G. e il riscoll trn cli quest' ul timo, dat;1lo 3 giugno (/\ lti elci e .do J rgt. !Vl.cl.R .. f.4 cie l I 850).

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do la Francesco V così variata a metà ciel 1852 da verde che era in preceden1.a. Cappel lo a feluca con pennacchio e sc iarpa bianco-celeste completavano la tenuta. un itamente a un cinturone d'orn in alternativa al quale. a fi ne '49, il Duca aveva concesso di uti liuare, per appendere la sciabola, un semplice cordone in lana o seta del co lore distintivo del reggimento. Per quanto riguarda la truppa, ci si accontentava di un bonetto di panno ceruleo, munito di visiera e sottogola e guarnito lungo Ja base eia un cordoncino del colore del le mostre reggi mentali. Sul davanti i bonetti erano ornati da un 'asola fissata con un bottoncino e eia un pompon , bianco in lana per i sottocaporali e giallo in lana per i caporal i. Pure per i sergenti il pompon era giallo, ma in seta, ed ugual rnemc in seta era l'aso la del bonctto. A quanto risulta inoltre i bonetti dei sergenti e dei capornl i si caratterizzavano anche per essere del colore distintivo del regg imento. Nel disporre (sett. 1852) che i sottu fficial i mil iti -conformemente a quanto <1utori zzato dal Duca- ricevessero gi berna, portagibcrna e ponasciabola nonché ''seros" di tela, i l S.C.G. specificava che le buf letterie dovevano essere nere, rnentre è presumibile che ai '·seros" veni ssero appli cate mostrine coi colori reggimenta li: a giugno, ad esempi o, l'Economato era stato abi litato a sommin istrare la quantità cli panno arancione occorrente per mostreggiare "coi mostri 11 i al col letto" centosessantasei " Scrra u" cli tela russa che le tre cornpagnie di Mi lizia di Correggio des ideravano farsi a loro spese. Quanto ai cappotti, di cui pure alcuni quantitativi fu rono distri buiti alle Mil izie. nel 1855 il comando del II reggimento, avendone avuti 130 dal l'esercito, riferiva cli avervi fatto porre bottoni gialli e " delle asolette di panno orange al golette/' (61 ). Non è peraltro chi aro se interventi elci genere venissero effettuati su tutti i cappotti ricevuti dalla M ilizia ovvero se si sia trattato cli un' iniziativa isolata. Qualche reparto di t'vl il izia venne dotato anche cli completa uniforme. a cura e spese del le amministrazioni local i o di pri vati (62). Volendo ciò fare nel 1856 anche la Comunità cli Fivizzano, l' Economato segnalava che essa avrebbe dovuto acquistare panno ceruleo per le tuniche, bottoni gial li, panno bleu per colletti e paramani e panno ceruleo filettato di bleu per i pantaloni, mentre quanto ai copricapi l' ufficio pensava che se ne potessero uti li zzare "di quell i cli vecchio modello per Cacciatori ecl A rtiglieri'' (63).

" La lettera. datata RE I 9 .8 .55 e i11cliriu.ala al S.C.G .. trovasi i11 Alli S .C.G .. f.423/4 de l 1855. ,,, Cfr. .111prn. cap.X. '·' Ra pporto c\el l'Ec ono111a10 al S.C:.C ì. in da ta 9 . 10.56 di cui a ll a no ta 47.

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