I “NAVIGATORI”. UOMINI E NAVI
STÉPHAN JULES BUCHET
Uomini verso l’ignoto A partire dal secolo XIII, e più intensamente con i secoli successivi, le nazioni europee furono spinte a cercare nuove vie di comunicazione per raggiungere il lontano oriente, allo scopo di mantenere i fiorenti commerci con quella parte del mondo conosciuto. E se, all’inizio, si trattò di sporadiche iniziative “personali”, con il cadere delle posizioni cristiane in medio oriente a favore dei musulmani,(1) prima, e con l’espandersi degli Ottomani in Europa dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente(2) e l’avanzare dei Mongoli dall’est, dopo, fu necessario cercare altre vie, e fu giocoforza guardare al mare, essendo quelle terrestri non più sicure. Giungere alle Indie via mare diventò uno dei problemi maggiori per quelle potenze, come Genova e Venezia, che più stavano perdendo nei commerci, non potendo mantenere posizioni di rilievo in territori dove la sicurezza non era assicurata. Nel frattempo, le nazioni iberiche, che, secondo il pensiero dell’epoca, andando verso ovest si trovavano più “vicino” a quei paesi lontani, organizzarono spedizioni alla ricerca delle nuove rotte. Nella storia (1) L’ultimo avamposto cristiano a cadere fu San Giovanni d’Acri, nel 1282. (2) L’ultimo assedio di Costantinopoli, capitale dell’Impero Romano d’Oriente, avvenne nel 1453. I turchi Ottomani, guidati dal sultano Maometto II, conquistarono la città il 29 maggio, dopo circa tre mesi di combattimenti. L’ultimo imperatore, Costantino XI Paleologo, cadde in battaglia, e l’Impero Romano d’Oriente, dopo 1058 anni, cessò di esistere.
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