L’ITALIA E IL COORDINAMENTO MILITARE “INTERALLEATO” NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

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Utilizzando il patrimonio doc umentario conservato nell'Archivio dell 'Ufficio Storico dello Stato Maggiore de ll' Esercito, questo sto elio ricostruisce il funzionamento dell' organizzazione militare scaturita dal coordinamento interalleato nella Prima Guerra Mondiale. Partendo dal lavoro svo lto dagli ufficiali di collegamento inviali presso i quartieri generali francese e anglo-belga, vengono esaminati, con particolare attenzione agli aspetti istituzionali, i d.iversi momenti che portarono, alla fine del I 917, alla costituzione di un organo interalleato responsabile de.I coordinamen to su·ategico generale: il Consiglio Supremo di Guerra, affiancato dal comitato dei rappresentanti militari permanenti. In particolare viene evidenziata l'attivi tà del nostro rappresentante militare e il suo ruolo di alta direzione di tutti i delegati ital iani nelle varie commissioni interalleate. Nell' ultimo capitolo s i accenna all 'evoluzione dell'organizzazione interalleata nell'immediato dopoguerra, final izzata alla ricostruzione dell'Europa e all'applicazione dei trattati di pace imposti ai paesi sconfitti nel J 9 I 9J920. Alessandro Gionfrida è nato a Roma il 20 aprile 1964, laureato nel 1989 in Lettere moderne indirizzo storico, nel 1996 ha conseguito il dip loma d i Archivista-paleografo presso la Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell'Uni versità degli Studi di Roma " La Sapienza". Nel 2005 ha conseguito anche il dottorato di ricerca in "Storia d ' Europa" (XVII1 ciclo). Svolge dal 1996 attività d idattica presso l'Università "La Sapienza", tenendo seminari e lezioni di esegesi delle fonti documentarie, archivistica e stori a mi litare modern a e conte mporanea. Nel 2006-2008 è stato titolare della cattedra di Storia degli antichi stati italiani presso la Facoltà di Scienze Umanistiche, quale docente a contratto. Attualmente presta servizio p resso l' Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell' Esercito, come funz ionario civile, svolgendo le mansioni di Archivista di Stato. Ha pubblicato più di 18 articoli in riviste specializzate e saggi di storia militare ed archivistica, tra i questi si possono ricordare i volumi: Missioni e addetti militari italiani in Polonia ( 19 19-1923) e Lo Stato Maggiore Generale tra le due guerre, con il Professore Antonello Biagini, ed iti e ntrambi dall'Ufficio Storico. Jn copertina:

Confere11za di Peschiera de/1'8 11ove111bre 1917 11e//a quale fu stabilita co11 gli Alleati la li11ea di resi.we11zc, ad oflr(IIIZO da tenere sul Piave.


STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

ALESSANDRO GIONFRIDA

L'ITALIA E IL COORDINAMENTO MILITARE "INTERALLEATO" NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

ROMA 2008


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RINGRAZIAlVIENTI Nel dare alla stampa questo lavoro, per il quale sono debitore verso tanti eminenti studiosi, ringrazio il professore Elio Lodolini che mi ha aiutato ad acquisire le competenze archivistiche e storico-istituzionali necessarie ai miei studi, il professore Antonello Biagini per il costante indirizzo nella ricerca, il professore Fortunato Minniti e la professoressa Maria Gabriella Pasqualini che hanno avuto la pazienza di rileggere il mio elaborato dandomi utili indicazioni che hanno giovato alla completezza del lavoro. Un altro caloroso ringraziamento va al Colonnello dell'Aeronautica Basilio Di Martino e al Tenente Colonnello del1'Esercito Filippo Cappellano, prodighi di preziosi suggerimenti dal punto di vista storico-militare. Inoltre non posso non ricordare la generosa disponibilità dei capi e colleghi dell'Ufficio Storico che mi hanno sempre sostenuto nelle ricerche in particolare del 1° Maresciallo Luogotenente Antonio Sangiovanni e del Sig. Gianni Milo. Ringrazio, infine, mia moglie Stefania che mi ha costantemente aiutato in questo lavoro, facendosi carico della maggior parte degli impegni fam il iari. Alessandro Gion:frida


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PRESENTAZIONE La storia della prima gue1Ta mondiale e dell'impegno in essa della Forza Armata è ormai conosciuta nelle grandi linee, grazie alla monumentale opera l'Esercito Italiano nélla grande guerrai. Anche gli aspetti diplomatici delle relazioni tra l'Italia e i paesi alleati e associati nell' ambito dell'Intesa sono stati ampiamente trattati dalla storiografia italiana, fin dai fondamentali studi di Mario Toscano sul Patto di Londraii_ Il dottor Alessandro Gionfoda, utili zzando il cospicuo patrimonio archivistico conservato nell'Archivio dell' Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell 'Esercito, ha, invece, ricostruito, nel corso del primo confl itto mondiale, e immed iatamente dopo, l'evoluzione del I' organizzazione scaturita dal coordinamento interalleato negli aspetti specificatamente militari. L'autore, partendo dal lavoro svolto dagli ufficiali di collegamento inviati presso i quartieri generali francese e anglo-belga, ha descritto, con particolare attenzione gli aspetti istituzionali, i diversi momenti che hanno portato, al la fine del 1917, alla costituzione di un organo militare interalleato responsabile del coordinamento strategico generale: il Consiglio Supremo cli Guerra. Il primo capitolo dell'opera esamina le funzioni di collegamento tra alti comandi alleati e il nostro Comando Supremo svolte dalle nostre missioni militari in Francia e in Inghilterra, ricostruendo, in particolare, il coordinamento dell'attività cli ln.telligence e di quella relativa all'organizzazione dei rifornimenti militari. Nel secondo capitolo viene preso in considerazione il coordinamento strategico dell'Intesa dal 1915 al 1917, attuato, con grandi difficoltà, tramite l'organizzazione di periodiche conferenze tra tutti i membri della coali zione. Il terzo capitolo prende in considerazione le fu nzioni e l'attività della commissione militare interalleata di controllo in Grecia nel 1917, che anticipò

i La collana, in 7 volumi, ripartili ciascuno in tre tomi (narrazione, clocumemi, carte topografiche) iniziò nel 1927 ed è stata terminata nel 1988. ii M. TOSCANO, Il pcllto di Londra. Storia diplomatica del/'in1ervento Italiano (1914-1915), Bologna, Zanichelli, 1934.


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t:ITAUA li 11. COOROINAMEI\TO Mli lTARE "INrERAU fATO '' NELLA PRI\IA GUERRA MO''mlAI F

l'attività delle omonime commissioni costitui te dopo la Grande Guerra. I successivi capitoli esaminano approfonditamente le funzioni e l'attività del Consiglio Supremo di guerra e dei rappresentati militari permanenti dal novembre 1917 alla fine della guerra; in particolar modo ricostruiscono l'attività del nostro rappresentante militare e il suo ru olo di alta direzione cli tutti i delegati militari italiani nei diversi comitati e commissioni interalleati. L'ultimo capitolo accen na all ' evoluzione dell'organizzazione interalleata nell' immediato dopoguerra finalizzata alla ricostruzione dell 'Europa e all'applicazione dei trattati cli pace imposti ai paesi sconfitti. In questo lavoro, l'autore ha ampiamente illustrato come, dal punto di vista della struttura organizzativa cli una coalizione militare, i rappresentanti militari permanenti a Versailles, così come il comando unico ciel maresciallo Foche gli altri comitati militari interalleati nel 1918, hanno costituito un punto cli paitenza non trascurabile, anche per le forze armate italiane, sicuramente innovativo per il periodo in cui furono istituiti. La loro esperienza creò un precedente, nonché un punto di riferimento e di raccordo ideale, in periodo successivi, in occasione di alleanze militati più durature, per esempio la NATO. Nell'immediato, invece, nell' ambito dell'Esercito italiano, atu·averso i rapporti inviati al Comando Supremo dai nostii delegati militari negli organi interalleati, furon o create le premesse alla conoscenza delle nuove dottrine cli impiego per il combattimento con i nuovi mezzi bellici.

Colonnello Antonino ZARCONE


PREFAZIONE Alessandro Gionfrida ricostruisce, in modo particolarmente attento e puntuale, gli aspetti istituzionali del coordinamento militare dell' Intesa alla fine della prima guerra mondiale e al suo consolidamento nel processo di attuazione delle complesse trattative e decisioni relative al nuovo quadro europeo quale si determina con la fine dei grandi Imperi plurinazionali (Austria-Ungheria e Impero ottomano). In tale processo sono coinvolti numerosi ufficia li italiani delegati negli organismi interalleati deputati a concretizzare prima sulle carte e poi sul terreno le decisioni prese alla Conferenza della Pace di Parigi. Il lavoro si inserisce nel più ampio progetto che ha coinvolto negli ultimi anni giovani studiosi frequentanti il dottorato di ricerca in Storia dell'Europa presso La Sapienza-Università di Roma che hanno potuto svolgere ricerche presso l'Archivio dell' Ufficio Storico dell'Esercito e i cui risultati sono stati pubblicati nelle edizion i deJlo stesso Ufficioiii. Così anche J' Autore che si è addottorato nel XVIII ciclo ma che aveva già dato prova delle sue qualità di studioso in altra monografia, Missio ni e addetti militari italiani in Polonia (J 9 l 9-1923 ), redatta per il conseguimento di un altro importante traguardo e cioè il diploma del corso cl i specializzazione in Archivistica e Paleografia sotto la guida di uno dei maggiori studiosi del settore il professore Elio Lodol ini. Si conferma, dunque, l'importanza delle fonti militari per la rjcostruzione di momenti non secondari della storia di molte aree europee ed extra europee. Non sono fonti diplomatiche nel senso rigoroso del termine, ma la documentazione che si riferisce agli addetti militari è certamente un materiale che si avvicina molto alla tipologia del documento diplomatico, pur non identificandosi con esso. Il ruolo di addetto militare risulta, del resto, atipico anche nel contesto della "professione

iii Cfr. M. PELLEGRINO, Ucraina:" invenzione geografica" o Stato sovrano"? La rivoluzione del 19.17 nella documentazione m.ifitare italiana, Roma 2006; I. M. SALE, La missione militare italiana in franscaucasia . 1919-1921, Roma 2007.


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militare" ; tra i suoi compiti quello informativo risulta essere primario per consentire ai vertici politici e militari di conoscere strutture, organizzazione e progetti di altri paesi per elaborare le linee di politica estera ma anche sviluppare i rapporti economici e gli scambi commerciali. Nel 1971 , durante il servizio di leva, ini ziavo il lavoro di ricerca sugli addetti militari operanti nella Penisola balcanica e da allora molti miei studi hanno preso le mosse dalle ricerche e dall o studio dei documenti conservati proprio presso l' Archivio dell ' Ufficio Storico. La disponibilità de i capi uffici ha dato la poss ibilità a laureandi e dottorandi, di studi are i documen ti dell 'A rchivio con risultati apprezzati dalla comunità scientifica. Se il primo decennio dell 'Unità è dedicato essenzialmente a edificare il nuovo Stato nelle istituzioni e nelle strutture burocratiche e soc iali, il passo successivo - dopo la presa di Roma ( 1870) e il trasferimento della capitale da Firenze (1871) - è quello cli inserire il governo unitario nel "concerto" europeo attraverso una parteci pazi one discreta che tuttavia porti al riconoscimento ciel paese come soggetto internazionale capace di interagire con le Grandi Potenze. L'occasione principale è quella del Congresso di Berlino del 1878, quando la diplomazia italiana riesce ad accreditarsi come media potenza, nei dibattiti che si apro no dopo la conclusione della guerra russo-turca (1875- 1878). Delegati e rappresentanti italiani sono presenti nelle commissioni incaricate di definire i confini dei nuovi Stati - che si sono resi indipendenti in virtù del sostegno russo e della sconfitta ottomana (come la Romania e la Bulgaria) - e tendenzialmente aderiscono alle posizioni di q uelle potenze come la Francia e l' Inghilterra cui erano legati dalle vicende unitarie e come la Russia, in verità poco interessata alle vicende italiane tuttavia alleata alle altre due. Tali paesi si faceva no garanti del processo di indipendenza già compiuto nell 'area dan ubiano-balcanica, dunque erano avversi a qualsiasi colpo di coda del revanscismo austriaco. La situazione balcanica è dunque uno degli sfondi che meglio rappresenta, al di là dei compiti form ali, ruoli e fun zioni degli addetti militari, i quali operano nell' ambito delle trattative diplomatiche, molteplici e compl esse, che caratterizzano l'ulti mo ventenni o dell ' Ottocento e il primo decennio del secolo successivo. Mi sembra interessante segnalare come codesti ufficiali-commissari, a disposizione del ministero degli Affari Esteri e quindi da questo dipendenti, lamentassero l'assenza di istruzioni precise da parte dei responsabili ministeri ali, fatta salva la raccomandazione di attenersi ai dettati del Congresso e di


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mantenere un sostanziale alleggiamento di equità (la così eletta politica delle mani nette). Finisce così per prevalere, in quel momenlo, una interpretazione per così dire soggettiva (e personale) influenzata spesso dalla mentalità risorgi mentale e quindi decisamente favorevole allenazionalità oppresse - quelle soggette ai grandi Imperi plurinazionali che lottano per ottenere un proprio Stato, sovrano, libero e indipendente.iv Negli anni che van no dal Congresso cli Berlino al primo decennio del XX secolo maturano eventi che le alchjmie diplomatiche non riescono più a controllare fino al l'attentato di Sarajevo che costituisce la causa prima dello scoppio deJla prima guerra mond iale che inizia - giova ricordarlo - come un conflitto "locale" tra Vienna e Belgrado che, per il meccanismo delle alleanze contrapposte (Triplice alleanza e Intesa), diviene in breve tempo un conflitto europeo e poi mondiale con l' intervento degli Stati Uruti d' America. La Conferenza della Pace di Parigi del l 919 e i trattati relativi tentano di ridisegnare, in maniera non concorde, la carta geopolitica dell' Europa, deludendo per lo più le speranze che pure si erano accese durante i lunghi e difficili anni del conflitto. La logica politi ca dell e grandi potenze, in parlicolare della Francia e della Gran Bretagna, disattende i pri ncipi relativi all'autodeterminazione dei popoli e alla costituzione di Stati sovrani secondo il principio di nazi onalità. Il lavoro di Gionfrida si costruisce dunque sull a documentazione prodotta da quegli ufficiali i quali - dall ' addetto militare a Parig i al rappresentante militare permanente a Versailles - agiscono come collegamento tra g li alti comandi e costituìscono uno dei princ ipali strumenti per la realizzazione della cooperazione tra i membri della coaliz ione, svolgendo, nel rappresentare l'Itali a, un ruolo di massi ma im-

iv Di tali ricerche ho dato conto in saggi e monografie come Documenti ila/ioni sulla guerra russo-giapponese, Ufficio Slorico dell 'Esercito, Roma I 975: Note e relazioni di viaggio nei Balcani, Idem, Roma l 978: Momenti di storia balcanica ( I 8781914). Aspetti militari, Idem, Roma 1981 ; In Russia tra guerra e rivoluzione. La missione militare italiana 1915-1918. Idem, Roma 1983. L'Italia e le guerre balcaniche. ldem, Roma 1990; Diplorrwlici e mi/ilari i1alia11i rra sloria e avventura (secoli X/XXX) in G. Mari:~, Mercanti e viaggia/ori per le vie del mondo, Franco Angeli, Milano 2000; I doc11111enti de/l 'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito per la Storia dell'Europa Ce11tro -Orie11tale e darwbia110-balcc111ica, pp. 9-18 in '"Bol-

lettino dell' Archivio dell'Uflicio Storico", Anno T, Numero 2, luglio-dicembre 200 I.


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L·ITALIA E IL COORDINAMENTO MILITARE ·' /NTl·:l11\LU.A10'' NELLA PRIMA GUERRA MONOIAI.E

portanza nei rapporti , non solo militari ma anche politici, con la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e taluni paesi balcanici. Io ogni caso, partecipare alle trattative relative alla redazione delle clausole per una convenzione militare nell'ambito di un patto di coalizione tra Stati, agire quale ufficiale di collegamento per lo scambio delle informazioni sul nemico o per contribuire alla realizzazione cli un efficace coordinamento strategico nell'ambito della cooperazione tra armate alleate, monitorare le operazioni di smobilitazione di un esercito dì una potenza nemica sconfitta, valutare l'esatta delimitazione delle frontiere tra paesi confinanti, tenendo conto delle reali esigenze cli difesa cli ogni Stato coinvolto, sono attività specifiche che possono essere svolte solo da personale delle forze armate, _con una preparazione tecnica specifica. Nel corso della Grande Guerra, al cli là delle contese diplomatiche, il ruolo di questi ufficiali si dilata sempre di pi ù per le condizioni oggettive create dallo sforzo bellico che impone un efficace coordinamento militare capace di superare gli egoismi nazionali. Infine, riguardo alla struttura organizzativa di una coalizione militare i rappresentanti permanenti a Versailles e gli altri comitati militari interalleati da essi dipendenti, hanno, comunque, costituito un punto di partenza non trascurabile, per l'effetto innovativo e di modernizzazione anche all'interno delle forze armate italiane vi . Nel chiudere queste brevi note non posso che riconfermare la mia personale soddisfazione sia come relatore deJla tes i di dottorato di Alessandro Gionfrida sia per Ja costante disponibilità che i capi ~del1'Ufficio S torico mi hanno accordato, da più di un trentennio, per i miei studi e per quelli di molti miei allievi che si avviano sulla strada del difficile "mestiere" dello storico.

Prrlessore Antonello BIAGINI Sapienza-Università di Roma Aprile 2008

v L. MONDINI, L 'alto comando nelle guerre di coalizione, pp. I I09-1116, in "Rivista militare 1946".


ABBREVIAZIONI Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito= AUSSME


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L' ITALIA E IL COORDINAMENTO M li .lTARE ··/A' rJ:111\LLl:1\TW NELLA PRIMA GUERRA \>IONDIAL E


INTRODUZIONE Il 6 settembre 1914, poco dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale 1, la nascita dell a Triplice Intesa2 , costituita da Francia, Gran Bretagna e Russia, alla quale, nel 1915, si unì anche l' Ital ia, comportò necessariamente una az ione di coordin amento dello sforzo mili tare contro il comune nemico: la Germania e g li imperi centrali. La plima guerra mondiale fu una guen-a totale, dopo una breve fase iniziale cli guerra di movimento, si trasformò, già alla fin e del 19 14, contro tutte le p revisioni degli stati maggiori degli eserciti europei, in guerra di posizione . Per essa vennero com pletamente assorbi te le ri sorse um ane, economiche, industriali, fin anziarie cd intellettuali, ol tre che militari, degli stati belligeranti 3. La guerra diventò una lotta di logoramento ad oltranza, in cui: "i grandi eserciti nazional i, creati per la salvaguardia dei diritti e degli interessi dei singoli stati, trascinarono con il loro semplice peso le nazioni in una lotta senza limiti . f piani militari, una volta messi in moto, elw;ero il controllo dei capi politici e militari e non si lasciarono più governme. Le forze militari cessarono di essere una macchina quasi a sé stante. capace se ben oliata. di lavoro autonomo, ma diventarono un congegno di un meccanismo assai

1 Cfr. J . JOLL, Le origini della prima guerra 111011diale. Bari, Laterza. 1985. Per una panoramica sulla storiografia attuale relativa alla prima guerra moncliaJe, in particolare su l l'ronte italo-austriaco, cfr. A. V1 s 1NTIN , la Grande Guerra al crmjine orientale nella storiografia degli ultimi due decenni, in Istiruto Regionale per la Storia del Movimento cli liberazione nel Friuli Venezia Giulia ·'Quale storia", anno XXXVI, n. I., giugno 2008: 19 I R-2008: l a grande guerra novant'anni clof}o, pp. 9-54. 2 Cfr. M. SCOPA, Diziona rio dei trattati, Padova, Ape, 1954, pp. 2 14-215. 3 Cfr. S. AMBROGIO, Lezio11i di storia militare co11te111pora11ea (1789-1991), Roma 1991 , Stato Maggiore Escrcito-Uftìcio Storico; pp. 59-64. Tn particolare l' autore defini sce giustamente la prima guerra mondiale come una guerra "combattuta da eserciti di massa (reclutati attraverso la coscrizione obbligatoria). alimentati dalla produzione di massa, sostenuti dalla propagancla cli massa" .


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complicato ciel quale condizionarono il funzionamento e ciel quale furono a loro volta condizionate in misura senza precedenti nella storia" 4 .

Le vitali necessità della guerra mondiale imposero agli Stati coalizzati contro gli imperi centrali, inizialmente a livello nazionale, poi a livello sovranazionale, la costituzione di speciali e assolutamente nuovi organi per il coordinamento strategico, logistico, industriale, finanziario e propagandistico. Nel corso del conflitto le potenze dell'Intesa, a cui nel 1917, dopo la defezione della Russia, si associarono gli Stati Uniti d'America, arrivarono a costituire una serie di conùtati, consigli e commissioni "i nteralleati", che, non senza contrasti tra i vari membri dell'alleanza, ebbero come scopo finale l'armonizzazione dello sforzo comune5 . Nel presente lavoro ho cercato di ricostruire, con particolare attenzione all'attività deJle delegazioni italiane, la costituzione e il funzionamento degli organismi a carattere militare e specificatamente "interalleato" e le loro successive trasformazioni. Per "interalleato" ho inteso, dal punto di vista istituzionale, quegli enti, in genere a carattere collegiale, costituiti da rappresentanti o delegazioni degli Stati membri del1' Intesa. In genere non ho trattato le normal i missioni militari di collegamento tra gli stati maggiori alleati in quanto organi istituzionali dei singoli eserciti nazionali. Ho, invece, cercato di ricostruire la storia di quelle missioni che, nel corso del conflitto, divennero parte integrante di organismi interalleati, come la Missione militare italiana in Francia e, in minor misura, la missione Militare italiana a Londra.

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F. S TEFANI, La storia delle dottrina e degli ordinamenti dell'Esercilo italiano, Roma 1984, Stato Maggiore Esercito-Ufficio Storico; vol. I, dall'Esercito piemontese all 'Esercito di Vittorio Veneto , p. 615. 5 Ctr. M. CARACCIOLO, L'Italia e i sùoi alleali nella grande guerra, Milano, Mondaclori, 1932, ormai datato e, soprattutto, L. RtcCARDI, Alleati non amici - le relazioni politiche tra l'Italia e l'Iraesa durante la prima guerra mondiale, Brescia, Morcelliana, 1992.


CAPITOLO I

I RAPPRESENTANTI ITALIANI NEI PRIMI ORGANI lVIILITARI "INTERALLEATI" 1.1. Addetti e missioni militari Nel maggio 1915 il governo italiano, come molti altri Stati europei, aveva distaccato ufficiali cli stato maggiore, con le funzion i cli addetti militari, presso le proprie ambasciate di Parigi, Londra, Vienna, Berlino, Pietroburgo, Costantinopoli, Tokio, Madrid, Berna, Sofia, Bucarest e Belgrado. Dal 18706, gli addetti militari e navali 7 erano ufficiali ac6

Regio decreto, n. 6090, concernente le legazioni all'estero ed il personale alle medesime addetto, 29 novembre 1870, art.. 67: "Quando se ne ravvisi l'utilità pel pubblico servizio, si potrà destinare presso le legazioni, nel limiti delle somme che siano a tal uopo stanziate in bilancio, ufficiali generali e superiori dell 'Esercito o della Marina, col titolo di addetti militari. La destinazione degli addelli militari è ordinata dietro concerto fra il ministro per gli affari esteri e quello della g uerra o della marina, seconclochè l'ufficiale scelto per queste funzioni appartiene all'Esercito od ali' Annata cli Mare. Essi d ipendono dal titolare della legazione per tutto ciò che può aver trallo ai loro rapporti colle estere autorità; ma ricevono istruzioni dai ministri della guerra o della marina, e possono clirellamente coi medesimi corrispondere per quanto concerne le materie tecn ic he dell'arte militare, dando però comunicazione dei loro rapporti al capo legazione( ...)", in Raccolta iiffìciale delle leggi e dei decreti del Regno d 'Italia, anno 1870 dal n. 5444 al n. 6206, volume 30'\ pp. 3467-3468. 7 Riguardo la figura istituzionaJe degli addetti militari, le funzioni e le fonti cfr. cap. BEAUVAIS, Attachés militaires navals et attachés de l'air, Parigi, A. Pedone, 1935; A. BJAGINI, Addetti lvlilitari, pp. 15-21 , in Storia Militare 1796-1975 a cura ciel Comitato Tecnico della Società di Società di Storia militare, Roma 1990; lo., Gli archivi 1ni.Litari per la storia diplomatica, in Le fonti diplomatiche in età moderna e contemporanea, Atti del Convegno internazionale Lucca, 20-25 gennaio 1989, Ufficio centrale per i beni archivistici 1995, pp. 183-197; Enciclopedia Militare, Milano, Popolo d ' Italia, 1933, voi. I, p. I 10; M.A. FRABOTTA, Le fo,ui. militari presso l'Archivio storico diplomatico del ministero ajfèi.ri esteri, in Le fonti per la storia militare italiana in età contemporanea, Atti del 111 seminario, Roma, 16-1 7 dicembre 1988, Ufficio centrale per i beni archivistici 1993; A. GJONFRIDA, Missioni e Addetti milita-


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ereditati presso una missione diplomatica con il compito di rappresentare ciascuno la propria forza armata, di fare da tramite con i ministeri m il itari dello S tato presso cui erano accreditati, di assistere l'ambasciatore in tutle le questioni di carattere militare o navale ma soprattutto cli seguire 1'organizzazione delle forze armate del paese ove esercitavano le loro funzioni. Le designazioni degli addetti erano proposte dal capo di Stato Maggiore dell' Esercito al ministro della guerra, il quale si rivolgeva al mi1ùstro degli affari esteri e al primo aiutante di campo del re per lo svolgimento di tutte le pratiche occorrenti all' accreditamento presso la rappresenlanza diplomatica prescelta8 . Gli addetti mi Iitari dipendevano dall'ambasciatore, per l'indirizzo generale nei rapporti con .le autorità estere; per quanto riguardava le questioni tecnico-mi litari, di sc iplinari e amministrative dipendevano, invece, dal Comando del Corpo di Stato Maggiore, dal quale ricevevano tutte le istruzioni relative alla loro missione . Inoltre potevano anche ricevere direttamente istruzioni dal primo aiutante di campo del re9 . Compito fondamentale di questi ufficiali era di tenere al corrente il Comando del Corpo di Stato Maggiore di lutto ciò che riguardava le potenzialità militari degli stati presso i q uali erano accreditati , essi dovevano qu indi seguire attentamente " ... la discussione delle leggi militari , le di sposizioni per la preparazione del terreno e del materiale, quella del personale e della truppe, le variazioni neg li alti gradi, l'organi zzazione dei servizi, le istruzioni e le manovre..." 10, in genere tutto ciò che poteva dare un reale quadro della situazione, delle tendenze e dei progress i deg li eserciti esteri. Queste informazioni e rano trasmesse dagli addetti al comandante in seconda del Corpo di Stato Maggiore, poi dal settembre 1914, al Reparto operazioni, quando il comandante in seconda assunse la direzione di q uel reparto, e distri ri in Polonia (1919-1923) - le.fonti archivistiche dell'Ufficio storico, Roma 1996, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, pp. 65-80; P. L ATERZA, Gli addefli militari navali ed aeronautici e la loro posizione nel diritto inremazionale. Napoli, S.A.E.N., 1939. ti Mt NISTcRO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIOR E - RIPAR -

pubblicazione Il. 704 R., Raccolta delle norme e disposi-doni per gli addelli militari presso le rapprese/llanze diplomatiche estere, settembre 19 I3, p. 4; in Archivio del! 'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell' Esercito (d 'ora in poi ,-'\USSME), fond o F-4 studi cartegf?io circolari dell'Ufficio ordinamemo e mobilita:.ione, busta 89. 9 l bid., p. 5. I() fbid. , p. 6. TO OPERAZIONI - UFFICIO SEGRETERIA,


CAPITOLO I · I RAPPRESENTA NTI ITALIANI NEI PRIMI ORGAKI M ILJ'J;\RI ··1NTE RAI .LE,, lr

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buiti, secondo le competenze, ai vari uffici dello stesso Comando del Corpo di Stato Maggiore 11. Allo scoppio della guerra europea l' addetto militare a Berlino, tenente colonnello Bongiovanni e l'addetto militare a Parigi, tenente colonnello Breganze, furono la principale fo nte di informazioni sulle novità della guerra in corso 12 . Quest'ultimo, inol tre, ebbe un importante ruolo nelle trattative riguardanti la convenO zione militare di Parigi da lui stesso firmata 13 . L'articolo l del Patto di Londra del 26 aprile 1915, che stabiliva le condizioni per l'intervento ita]iano a fianco dell' Intesa, trattava di una convenzione milita.re tra gli sta.ti maggiori di Francia, Inghilterra, Russia e ftali a in cui si sarebSul Comando del Corpo di Stato Maggiore (la denominazione cli allora per indicare lo Stato Maggiore dell'Esercito) cfr. F. STEFANJ, op. cit., pp. 310-3 14; MINI11

STERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO Dl STATO MAGGIORE - Ur:PJCIO STORICO,

Annuario iiffìciale delle Forze armale del Regno d'/,alia, anno /938, J Regio esercito, Roma 1.938, pp. 12-1.5; R. GUSTAPANE, Inventario fondo G-33 Cornando del corpo di Staio /\llaggiore - Riparto Opera zioni - Scacchiere Meridionale poi Ufficio coloniale, pp. 37 -337 (in particolare pp. 41- 102), in "Bollettino dell ' Archivio dell'Ufficio Storico" gennaio-giugno 2005, Anno V - n. 9. Alla vigilia del primo conllitto mondiale il Comando ciel Corpo di Stato Maggiore era costituito da quattro uffici alle dirette dipendenze ciel capo di Stato Maggiore dell ' Esercito (Ul'ficio del capo cli Stato Maggiore, Ufficio istruzioni e manovre, Ufficio difesa dello Stato, Ufficio informazioni), dal. Reparto operazioni (Segreteria; Ufficio Scacchiere occidentale, Ufficio Scacchiere o rientale, Ufficio Coloniale; Sezione storica) e dal Reparto intendenza (Urlìcio servizi, Ufficio trasporli e Ufficio contabilità). 12 P. MELOGRANI, Storia politica della grande guerra 1915-1918, I, Bari, Laterza,1977, p. 36. L'autore fa notare che questi ufficiali non seppero valutare le conseguenze tattiche della nuova guerra di posizione. In realtà, da un attenta lettura di uno stralcio d i lettera ciel tenente colonnello Bongiovanni al Comando del Corpo cli Stato Maggiore, sembra invece che quest'ultimo avesse una visione molto chiara della situazione creatasi con la guerra cli posizione, cfr. lettera n. 16 riservato, in data 15 dic. 19 14, l'addetto rnilitare italiano a Berlino al Comando ciel Corpo cli Stato MaggioreReparto Operazioni, ogg.: generale Von Falkenhaien, in AUSSME, fondo E-2 Carteggio Co,po di Stato Maggiore-Carteggio guerra mondiale, b. 131. l3 Cfr. M. TOSCANO, le convenzioni militari concluse fra l'Italia e l'Intesa alla vigilia dell'inlervento , in Pagine di storia diplomatica contemporanea, voi.. T, Origini e vicende della prirna guerra rnondiale, Milano, A. Giuffrè, 1963 (precedentemente in "Studi econom.ico-giuriclici", università di Cagl iari, 1936); G. RoCHAr, La convenzione militare di Parigi (2 maggio 1915), in "li Risorgimento", a,rno XIII, n. 3 (196 1), pp. 128- 156; G. BREGANZE, Preliminari della nostra guerra (Diario aprile-maggio 19 I 5), a cura di M. BRIGNOU, in "Il Risorgimento", Xlll. (1982), 1111. 1-2; M. MONTANARI, Politica e strate8ia in cento anni di guerra italiane, voi.. TI, Il periodo liberale, Tomo TI, La grande guerra, Roma, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, 2000, pp. 147- 149.


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1:rrAI.IA 1' IL COORDINAMENTO MILITARE ··1NreRA l.l.liAT(r NELLA PRIMA GUERR;\ MOK))IALE

be dovuto concordare l'entità mi nima delle forze russe da impiegare a sostegno dell'Italia, contro l'Austria14 . Le trattative furono condotte parallelamente a Parigi e presso il Gran Quartiere Generale russo, poiché, in quest'ultimo caso, fu accettato da tutti i rappresentanti della coalizione il principio dell'intesa diretta sul piano militare tra l'Ita]ia e la Russia. La convenzione tra questi due stati fu firmata il 21 maggio 1915. L'Italia era rappresentata clall' addetto militare a Pietrogrado, colonnello Edoardo Ropolo 15 . In precedenza a Parigi, il 9 maggio 1915, i delegati italiani: il colonnello Montanari, stretto collaboratore di Cadorna e l'addetto militare, tenente colonnello Breganze, ebbero l'autorizzazione a firmare la convenzione, le cui clausole erano state stabilite nella precedente riunione del 2 maggio. Nella convenzione, che rappresentò uno dei pr.imi tentativi dell'Intesa di coordinamento strategico del1e operazioni belliche, era stabilito una possibile anticipazione dell'intervento italiano, un aiuto da parte alleata che doveva facilitare l'entrata in guerra del nostro eserci to e il divieto di concludere un armistizio separato. Si precisava anche la necessità di un collegamento il più stretto possibile, tra gli stati maggiori delle armate alleate attraverso " ... des missions spéciales et d'officiers de liason" 16 . Il giorno dopo, il 10 maggio 1915, anche il nostro addetto per la Marina a Parigi, il capitano cli vascello Mario Grassi, firmava la convenzione navale 17 che assegnava al comandante in capo dell'armata 14 "Une convention militaire sera immédiatement conclue entre !es E.M.G. de France, Grande Bretagne, l'ltalie et Russie. Certe convention fixera le minimum des Force milit.aires que la Russi e clevra employcr con tre l' Autriche afin cl' empècher celte puissance de concentrer tous ses eff01ts contre l'ltalie, dans le cas où la Russie se déciderait à porter son principal effort contre I' Allemagne. La convention militaire réglera la question des armistices qui relèvera essentiellement du commandeht en chef des armées". Il testo ciel memorandum in M. TOSCANO, Il patto di Londra. Storia diplomatica dell'intervento f,aliano (1914-1915), Bologna, Zanichelli, 1934, pp. 183-189. 15 Cfr. A. BIAGINI, In Russia tra guerra e rivoluzione - la Missione militare ilaliana 1915-1 918, Roma, Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio Storico, 1983, pp. 9 22. Si veda anche L. RICCARD!, Alleati non amici cit., pp. 22-27; M. MONTANARI, Politica e strategia in cento anni di guerra italiane, voi. II cit., Tomo Il cit., pp. 149-1 51. l6 Per il testo della convenzione, cfr. G. RocHAr, La convenzione milita.re di Parigi cit., pp. 155-156. 17 E. FERRANTE, La Grande guerra in Adriatico, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, I 987, pp. 20-24; M. GABRIELE, La Convenzione navale italo~fiw1co-/Jritannica del IO maggio 1915, in "La Nuova Antologia", fase. 11. 1972-1973, aprile-maggio 1965.


CAPITOLO 1- I RAPPRESENTANT I IT,\ I.IAN I NEI PRIMI OR(,ANI M ILITAR I ··1NTER,\LLEATI"

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navale italiana l'iniziativa e la direzione completa delle operazioni condotte dalla flotta alleata nell'Adriatico e stabiliva l'entità del rinforzo permanente a disposizione dell'armata italiana: l'Inghilterra avrebbe fornito 4 corazzate e 4 incrociatori leggeri (prelevati dalla flotta dei D ardanelli e sostituiti da navi francesi), la Francia avrebbe fornito 12 cacciatorpediniere, 8 torpediniere, 9 sommergibili, 1 squadriglia idrovolanti 18 . Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò in guerra 19 contro l'Austria - Ungheria, si presentò quindi la necessità di un immediato collegamento con gli stati maggiori alleati. Già. dal 1914 gli addetti militari degli altri stati belligeranti avevano il compito cli rapp resentare il proprio stato maggiore al quartiere generale delle armate alleate. Inoltre, in alcuni casi, per meglio coordinare le operazioni, gli imperi centrali e, in seguito, gli stati dell'Intesa nominarono presso i diversi quartieri generali alleati, al posto degli addetti, dei rappresentanti militari, spesso con il grado di generale, che avevano maggiore autorità rispetto a un normale addetto militare. Essi dovevano assicurare il collegamento e il mantenimento di buone relazioni tra i grandi organi di comando dei paesi alleati, attirare l'attenzione sulle misure che fossero contrarie agli interessi del loro paese, intervenire nella coordinazione delle operazioni al fronte sia che fossero incaricati di discutere le modalità cli quelle operazioni direttamente con lo stato maggiore alleato, sia in apposite conferenze militari; per esempio il 5 agosto 1914 il ministro belga della difesa nazionale concordò direttamente con l'addetto militare francese la cooperazione tra truppe francesi e belghe20. Il Comando del Corpo di Stato Maggiore, in un promemoria senza data2 J, aveva già preventivato '\ ..la necessità di inviare missioni militari (o singoli ufficiali) presso i quar-

IS C. lVlANFRONI, J nostri alleati navali, Milano, Mondatori, 1927, pp. 21 -34. 19 Cfr. P. PIER!, l'Italia nella prima guerra mondiale (1 915-1918), Torino,

Einaudi, 1965, pp. 37-74; P. M ELOGRANI, Storia politica della grande guerra cit., pp. 2-78; M. ISNENGHI, G. RoCHAT, La Grande guerra 1914-1918, Milano, La Nuova Italia, 2000, pp. 73-136; M. MONTANA RI, Politica e strategia in cento anni di guerra italiane, voi. II cit., Tomo Il cit., pp. 5 1-1 13. 2 Capitano B EAUVAIS, Altachés cit., pp. 82-84. 2 1 Promemoria dell'Ufficio del ca po dì Stato Maggiore dell'Esercito (mobi litazione), ufficiali indica.ti per speciali missioni all'estero, senza data ma presumibilmente alla vigilia dell'entrata in guerra, in A USSME, fondo E- 11, missioni mili.tari varie presso gli alleati e missioni militare italiane all'estero, b. 82, fase. 5.

°


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J; ITALIA E 11 COORDINAMENTO MILITARE "INT('&)U.i:ATO" NFI I A !'RIMA GU ERRA MONDIALE

tieri generali di eserciti alleati"22 . Secondo il promemoria i compiti affidati a queste missioni erano essenzialmente due: "a) studio e conclusione di speciali convenzioni militari (missioni di carattere temporaneo); b) invio cli informazioni in modo continuativo; mantenirnento delle relazioni ordinarie coi quartieri generali alleati; sorveglianza della sincera esecuzione delle convenzioni di cu i alla linea precedente (missioni di carattere pcrmanente)"23.

1.2. La lVlissione militare italiana in Francia Il 25 maggio 1915 l' addetto militare a Pari gi, il già ri cordato tenente colonnello di stato maggiore Giovanni Breganze24, venne nominato capo della " ... missione militare di collegamento che verrà costitu ita presso il comando in capo deI1'esercito francese ..." 25. La Missione ini22 23

Ibidem. Ibidem.

24 Giovanni Giuseppe Breganze, nato a Torino nel I 866, fu sottotenente cl' aitiglie,ia nel I887 e dopo aver frequentato la scuola di guerra, entrò come capitano nel Corpo di Stato Maggiore. Nel 1911-12 partecipò alla guerra italo-turca. Promosso tenente colonnello, ebbe l' incarico di commissario militare per le ferrovie e nel 1915, raggiunto il grado dicolonnello fu nominato aiutante di campo onorario ciel re. Gi~1addetto militare a Pmigi, partecipò alla prima guerra mondiale come capo della Missione militare italiana in Francia (25 maggio 1915-17 agosto 1917) e. promosso brigadiere generale, fu comandante della Brigata Pisa (4 settembre-3 novembre 1917). Promosso maggiore generale fu comandante della 45" Divisione fante,ia dal 5 novembre I 917 al 27 dicembre 191 8. Nel 1920 fu nominato comandante della Divisione di Alessandria e nel 1925 di quella cli Catanzaro. Nel 1926 andò in aspettativa per 1iduzione di quadri; cfr. Enciclopedia militare, Milano, TI Popolo cl' Italia, 1928, vol. TI, p. 432. Si veda anche M. B RIGNOU, Il xenerale Giovanni di Breganze, in "Memorie Sto1ico-militari", 1983, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, Roma, 1984, pp. 405-426, in pm·ticolare pp. 412-4 15 relative al periodo in cui il Brcganze era capo della Missione militare italiana in Francia. Secondo Brignoli, il generale Breganze, pur ritenendola di assoluta importanz.a, considerava as ai difficoltosa l'attuazione di una reale cooperazione interalleata per l'aueggiamento accentratore dell'alto comando francese, il quale concepiva questa cooperazione, almeno per l' halia, "...unicamente in termini di offensive di alleggerimento con l'esclusione di manovre insieme studiate cd auuate o anche con l'invio di lavoratori italiani in Francia e niente di più" (p. 414). 25 Lettera (minuta) ciel comandante territoriale del Corpo di Stato .Maggiore all'addetto 111.ilitarc a Parigi, n. 27, in data 25 maggio 19 15, ogg.: missioni militari di collegamento e concorso autorità diplomatiche, in AUSSM~, fondo E- 11 missioni militari varie cit., b. 3, fase . I I.


CAPITOLO I· I RAl'l'RESENTMm m\UJ\l', l NEI PRIMI OJHj,\NI \111.ITAKI ··1NTERAl I-l' ATI"

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zialmente venne concepita come " ... l' unica per le fo rze alleate che operano sul teatro di gue1rn occidentale..." 26 e, oltre che dal capo missione, fu composta dal maggiore di cavalleria Guido Mori Ubaldini degli Alberti e da due sottotenenti , Giulio Blanc e Giulio Daneo27 . La Missi one militare italiana 28, quindi, era stata istituita esclusivamente per tenere il collegamento tra il Gran Quartiere Generale francese e il Comando Supremo del Regio Esercito italiano. Infatti il capo della missione doveva tenere costantemente info rmata la 2a Sezione (esteri) dell 'Ufficio situaz ione di guerra del Com ando Supremo, che si occupava della raccolta di notizie sulle operazioni relative ai teatri di guerra in cui non era coinvolta l' Italia, in particolare il fronte occidenta1e29 . ln seguito, come vedremo, la Missione militare italiana, parallelamente allo sviluppo degli organismi interalleati in Francia, estese le sue competenze arrivando a coordinare, non senza contrasti 30 , una 26

I/Jidem.

27

Promemoria dell'Ufficio del capo di Stato Maggiore dell'Esercito, oggetto: missioni militari italiane presso i grandi quartieri gencntli degli eserciti aUeari, senza data (probabilmente maggio-giugno 1915), in AuSSMR, fondo E-11 , missioni 111ilitari varie cit, b. 3, fase. 11. 28 G. ROCHAT, Ven/1111 e fa Mission militare ùalienn.e, pp. 89-106, Yerdun sous le regard du monde, a cura di F. Cochet, Actes du colloque tcnu à Verdun les 23 et 24 tèvrier 2006, cclitions 14-18, Paris .Tuin 2006; A. G10NFR!DA, Aspetti del coordinamento 111ilitare tra l'Italia e l'Intesa prirna di Capo retto , pp. 3 J-67 (in particolare pp. 3 1-42), in " Società italiana di Sto,ia mi litare - Quaderno 1999", F. CAPPELLA:s;O. /es rela:ions entre /es ar111èes italianenne a Jrancaise pe11dam la Grande Guerre, pp. 53-66, in '"Revue historique cles Armèes" - Service historique dc la Dèfense, n. 250 - année 2008 - 13. 29 Circolare n. 935 del Comando del Corpo di Stato Maggiore - Riparto operazioni - Uffi cio segreteria. oggetto: corrispondenza d'ufficio diretta al comando supremo mobilitato, in data 20 maggio I915, in AussME, fondo r -4 cit., b. 94, fase. " documenti relativi al personale e al materi ale ciel comando supremo 1912-15". G li addetti militai·i negli stari non belligernnti e in pai1e anche le missioni militrui i nviavano i loro rapporti al Comando ciel Corpo di Stato Maggiore territoriale - Ufficio eserciti esteri, cfr. circolare del Comando territoriale del Corpo di Stato Maggiore, uflìci e loro attribu zioni in relazione alla circol are del Comando Supremo n. 9120 del 3 mar. 191 8, in A uSSMG, fondo M-7 circolari vari uffici, b. 11. Sulla struttura del Comando supremo, cfr. M INISTERO DELLA GUERRA - S'lì-\TO M ACGIORE DEL R. ESERCITO - U FFICIO STORICO, Le grc111di unità nella guerra i/Cl/o-austriaca 1915-1918, Roma 1926, voi. I, Casa militare di s .111. il re, Co111a11do supremo, armate, co,pi d 'annma, c01pi speciali, cm71i di spedizione. pp. 13-20: A. GJONr'RIDA, Il Co111a11do S1tpre111o nella prima guerra mondiale, pp. 244-272, in F. CAPPELLANO-E, D1 M ARTINO, Un fsercito forg iato 11.elle 1ri11cee. Udine, Gaspari, 2008. 3 Cfr. N. B RANCACCIO, In Fran cia durante la guerra. Milano. M ondadori, 1926: " In iziatosi da noi la guerra nel maggio I9 15, venne inviata una missione militare in Francia. Fu dapprima molto piccola e cosLituì collegamento il comando

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l,' ITJ\LIA E IL COOlrnlNAME'.'I ro

MJLIT,\ RE "JNTBRA /,/,/;,17'0" NELLA PRIMA GUERRA MQN[)[ALE

struttura complessa di enti e uffici in cui erano trattate importantissime questioni militari (collegamento e coordinamento strateg ico con gli alti comandi alleati, servizio informazioni e propaganda, concessione di armi e muniz ioni, aviazione, armi chimiche, ecc.). Nel 1918 le fu nzioni di coordinamento cli tutti gli enti italiani dislocati in Francia, fin o allora affidate alla Missione militare, furono devolute ad un o rgano gerarchicamente supe1iore: il Rappresentante militare permanente italiano nel Consigl io Supremo di guerra. In una memoria del 23 novembre 1915 3 1, l'Ufficio informazio ni del Comando Supremo, per una " ... più efficace( ... ) collaborazione militare fra le potenze dell'Intesa ...", proponeva alcune soluzioni per regolare, tra i comandi alleati , la raccolta e il reciproco scambio, non solo delle informazioni sugli eserciti ne mici, ma anche sulle forniture occorrenti al proprio esercito. Secondo la memoria, gli inconvenienti da risolvere, per una più efficace collaborazione, erano fondamentalmente due. Il pri mo riguardava l'esuberanza di organi addetti alle medesime funzioni, in particolare quelli con compiti informativi. Il secondo riguardava la molteplicità e l' insufficiente coord inamento d i organi addetti a fun zioni diverse, in particolare le missioni inviate ali ' estero. Le soluzioni proposte nella memoria erano due. La prima si basava su una drastica riduzione del numero delle vati e missioni dell ' Intesa, soprattutto quelle di pendenti dai servizi infomrnzi on i. La seconda soluzione si basava sull'istituzione di "delegazioni generali mili tari" , con il duplice compito di unificare, a livello di singolo membro del-

supremo ed il gran quartiere generale francese. Vi si aggiunsero poi, sempre nel 1915, un ufficio dipendente dal Ministero armi e munizioni. poi un altro inviato dal M inistero della guerra. Negli anni 1916, I9 17, I 918 i suoi uffici crebbero continuamente di numero e se ne moltiplicarono le rispettive di pendenze, essendo entrali in azione altri ministeri e fin associazioni privale. Si form ò anche una missione della Marina militare, ed è superfl uo dire che agì per suo conto e che ebbe contatt.i scarsissimi con quella cieli' Esercito. Nel 1918 si sovrappose a queste organizzazioni la Delegazione militare itali ana presso il consigli o di Versailles, sicché alla fine elcila guerra il complesso che si era stabi lito in Francia, comprendeva un numero ragguardevolissi mo di uffici e di persone, che avevano vittoriosamente affermato il nostro tradizionale individual ismo", p. 11. 31 Memoria del Comando Supremo - Riparlo operazioni - Ufficio informazioni e cifra, circa la semplificazione e l' unificazione dei servizi affidati alle varie missioni militari all'estero, in data 23 nov. I91 5, in AUSSYIE, fondo E-1 1, missioni militare varie cit., b. 4lbis, fase. "personale militare addcuo alla Missione militare in Francia ...


CAPITOLO 1-1 RAf>f>RESEl\1TANTI ITAL.IAKI NEI l'RIMI ORGANI

Mli .lTAR l " l:-ITERAL LEATI"

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l'alleanza, la direzione delle varie missioni che ogni potenza avesse inviato presso altri paesi e di centralizzare, a livello "interalleato", con il concorso degli altri rappresentanti dell'Intesa, l'accaparramento delle forniture affidate ad una singola "delegazione generale militare", accreditata in un determinata nazione. In altre parole si proponeva cli porre alle dipendenze di un solo rappresentante nazionale, di grado superiore, tutte le missioni di un singolo stato. Queste, infatti, dovevano dipendere da un unico "delegato generale militare", nominato dalla stessa potenza che avesse inviato le missioni, con il compito cli mantenere le relazioni sia con le autorità militari dello Stato in cui fosse stato accreditato sia con le altre missioni dell'Intesa, lì distaccate_ Invece nei paesi divenuti fornitori dei vari belligeranti (Stati Uniti ci' America, Svizzera, ecc.), le diverse missioni dell 'Intesa dovevano procedere in stretto accordo, affinché si giungesse ad affidare l'attività di acquisizione dei materiali per la guerra alla "delegazione generale militare" cli quello Stato alleato maggiormente interessato, nella quale le altre potenze dell'alleanza avrebbero accreditato un semp 1ice "rappresentante", in diretta comunicazione con i propri delegati militari, anche in altri paesi. Per l'ltalia, concludeva la memoria, doveva esistere unicamente un "delegato generale militare" a Parigi e rappresentanti presso le "delegazioni generali militari" eventualmente istituite dall' Inghilterra negli Stati Uniti e dalla Francia in Svizzera e in Spagna. In Francia, già anteriormente al novembre 1915, funzionavano quattro missioni militari, comandate da altrettanti ufficiali superiori, indipendenti dalla missione del colonnello Breganze32 . Esisteva infatti ima missione per il munizionamento, una per l'aviazione, -una per il servizio informazioni ed una per la dispensa dalla chié~mata alle armi di cittadini italiani in Francia. Tale situazione, fonte di inconvenienti " ... rilevati anche dallo stesso Ministero della guerra francese e derivanti specialmente dalla esistenza di molti capi, senza che uno di essi abbia autorità per tutti e su tutti, in modo da essere il vero capo di un'unica missione militare"33 , era stata segnalata 32

Promemoria circa la Missione militare in Francia del Comando Supremo Riparto operazioni - Ufficio situazione cd operazioni di guerra, in data 29 novembre 1915, in AUSSME, fondo E-11 missioni militari varie cit., b. 4 1bis, fase. "personale militare addetto alla Missione..." cit. ; si veda anche A. G!ONFRIDA, Aspetti del com·dinarnento militare I ra l 'Italia e /,'intesa prirna di Caporelto ... cit. pp. 31-42. 33 Ibidem.


26

LTJ;\U A E li. C:OORDJNAMENTO .\IJUTARE ..,NTEIIAU,f:ATO .. Nljl,l A PRJ\IA COlll;!lllA MO'IQIAl,F

dallo stesso Breganze34 . Qu esto motivo, in sieme all a impellente necessità di coordinare gli sforzi dell ' Intesa, portò, l' 8 gennaio 19 l 6, il sottocapo di Stato Maggiore dell ' Esercito, generale Porro , alla regol amentazione del fu nzionamento della stessa Mi ss ione m ilitare in una apposita " istru zione" 35 . Nel documento si motivava la costitu zione dell a missione con: ·•.. .lo scopo di provvedere ai bisogni della nostra g uerra al l'estero e spec ial mente alle relazioni fra gli stati maggiori a lleati; alla raccolta del le informazioni al controspionaggio. censura, lotta econom ica ccc., nonché alla provvista ed a ll o scamb io dei m a te riali occo rrenti e d agli s tudi relativi ..:·36 .

S i precisava, inoltre, che la stessa missione funzionava sotto l'alta direzione dell ' ambasc iatore italiano a Pari gi. Nell'istruzione del 8 genn aio 1916, tutte le altre mi ssion i, presenti in territorio fran cese, venivano trasformate in altrettante sezioni di un ' unica Missione militare italiana in Francia sotto il comando dell 'addetto mil itare a Parigi, colonne ll o Breganze, nominato appositamen te capo missione. Dal capo missione, andavano, quindi , a dipendere 4 sezioni con specific he funzioni e 2 delegazioni (ved i organigramma 1) . La prima era la Sezione presso il Gran Quartiere Generale delle armate francesi sul fronte occidentale, che aveva il compito di tenere informati i nostri comandi sugli avvenimenti, sulle operazioni e sulle dislocazioni delle unità alleate e in particolare frances i su quel fronte; essa, per questo motivo, inviava continuamente i suoi rapporti alla Sezione internazionale dell ' Ufficio situazione e o perazioni di guerra del

34 Rapporto dell' addetto mi lit.are a Parig i al comandante in 2" ciel Corpo di Stato Maggiore, n. 499, ogg.: funzionamento della missione militare italiana in Francia, in data I6 novembre I915 (con allegato precedente rapporto n. 277 ciel 29 luglio 19 I 5), trasmesso dal Comando ciel Corpo di Stato Maggiore territoriale al Comando Supremo, con fog lio 11. 907, in data 23 novembre 1915, in AuSSME, fondo E-1 1 missioni militari varie cit., b. 41 bis, fase. "personale militare addcllo alla missione..." c it.. 35 Istruz ione circa la composizione ed il funzionamento della Missione militare italiana in Francia (approvata dal Ministero della guerra con dispaccio n. 99-G del 4 gennaio 1916). in data 8 gennaio I9 16, in AussME, fondo E-11 missioni I/liii tari varie cit. , b. 41 bis, fase. "personale militare acldello alla missione ..." c it.. 36

Ib idem.


CAPITOLO I . I RAPPRESENTANTI ITALIANI NEI PRIMI. ORGAN I MII.IT,\IH ··JNTERALI .EATr·

27

Comando Supremo37 . Il capo sezione era sempre il colonnello Breganze, con la duplice funzione di rappresentante del Comando Supremo italiano presso l'organo per la direzione superiore della guerra ed agente di collegamento tra il comando supremo francese e quello italiano38. Per quella seconda funzione si avvaleva anche dell'ausilio di a]tri ufficiali 39 e risiedeva, unitamente a quelli, presso il Gran Quartiere Generale francese. Quale capo missione, periodicamente si recava a Parigi per seguire l'attività delle altre sezioni, infatti, senza entrare nel merito del loro funzionamento tecnico, doveva però coordinarne l'attività. Dal settembre 1915, ricopriva anche l'incarico cli rappresentante italiano presso la Commiss ione radiotelegrafica interalleata, che si riuniva periodicamente a Parigi, presso la sede del Ministero degli affari esteri francese40 . Presieduta dal ministro plenipotenziario De Berckheim, era formata dai delegati militari inglese (colonnello Lewis), italiani (colonnello Breganze, capi tano cli corvetta Leone, addetto navale a Parigi), russi (colonnello d' Osnorichine, capitano di fregata Dmitrieff), serbo (colonnello Michel) e frances i (colonnello FeITie, tenente cli vascello Jeance, tenente colonnello Cartier) 41 . La co mmissione aveva il compito cli coordinare la rete delle comunicazione radiotelegrafiche dell'Intesa. A tal fine nel 1915 si occupò cli redigere un ap37 Cfr. MINISTRO DELLA GUERRA - STATO MAGGIORE DEL R. ESERCITO - UFFICIO STORlCO, Le grandi unità cii., voi. I cit., p. 17; A. G!ONFRIDA, Il Comando Supremo nella prima guerra mondiale, pp. 244-272, in F. C\PPEU.ANO-B. DI MARTINO, Un Esercitofo,giato nelle trincee cii. 38

I/Jide,n.

39 La Sezione presso il Gran Quartiere Generale francese era composta;· oltre che dal colonnello Breganze, dal maggiore Guido Degli Alberli, e dai sottotenenti Giulio Blanc e Giulio Daneo, che, nel 1915, avevano costituito il primo nucleo della missione al seguito di Breganze, cfr. quadro della composizione della missione militare italiana in Francia (annesso al foglio n. 499 R. del 16 novembre 1915), in AusSME, fondo E-11 missioni mili/ari varie cit., b. 41 bis, fase. "personale militare addetto alla missione ..." cit. 40 Lettera n. 5141 G del Ministero della guerra - Segretariato generale - Divisione Stato Maggiore, in data 4 settembre I 9 15, in Au.ssME, fondo G-29 addetti militari, b. 4 1, fase. I. 41 Copia della lettera dell'addetto mi litare italiano a Parigi n. 27 di spedizione e 212 di protocollo in data 24 febbraio 19 I6 e copia del verbale della riunione ciel 22 febbraio della Comnùssione radiotelegrafica alleata protocol lo A.F.l.R.S. n. 5 in data 25 febbraio 19 I 6, in AUSSME, fondo G-29 addetti militari, b. 42, fase. l.


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L'TTALIA E Il COORDINAMENTO MILITARE " INTf.'.1/M.U:1\'/'0" NELLA PRIM A (Ol l l"RRA MONDI ALE

posito regolamento42 , nel 1916 affrontò il problema del potenziamento della rete interalleata, attraverso la costituzione di stazioni comuni da dislocare in punti strategici dello schieramento dell'Intesa, come per esempio, la stazione di Corfù che poteva comunicare con Taranto, Parigi, Salonicco e Biserta43 e nel 19 l7 si occupò delle stazioni radiotelegrafiche per disturbare le omologhe comunicazioni del nenùco 44 . La seconda sezione, che rendeva la missione parte di una organizzazione alleata, era, appunto, la Sezione presso il "Bureau interalliés" diretta dal colonnello di fanteria Nicola Brancaccio45 , il quale, in assenza del colonnello Breganze, che risiedeva spesso presso il Gran Quartiere Generale francese, aveva le funzioni di capo missione, con tutte le attribuzioni del capo servizio. J nfatti, per delega, esercitava in sua assenza il controllo disciplinare su tutti i membri della missione e, nel caso, trattava le pratiche a carattere non tecnico delle sezioni che i capi di queste dovevano svolgere con l'ambasciatore e con le autori at italiane e frances i. Il colonnello Brancaccio46 , era anche il rappresentante in Francia de] servizio informazioni del Comando Supremo47 . 42

Lettera 11. 514 10 del Ministero della guerra - Segretariato generale - Divisione Stato Maggiore, in data 4 settembre 1915, cit. 43 Copia ciel verbale della riunione ciel 22 febbraio della Commissione radiotelegrafica alleata protocollo A.F.I.R.S . n. 5 in data 25 febbraio 1916, cit. 44 Copia cli lettera del Capo di Stato Maggiore della Mmina all'addetto navale a Parigi, n. 7466, in data 20 aprile I917, in AUSSME, fondo E-11 missioni militari varie cit, b. 40, fosc. 2. 45 Nicola Brancaccio, nato a Napoli nel 1864, fu nominato sottotenente dì fanteria nel l 883. Dal 1906 al 1910 fu addetto al Comando del Corpo di Stato Maggiore. Raggiunto il grado di maggiore a scelta eccezionale nel 19 1O, nel 1912 ebbe I' incarico di insegnante titolare presso la Scuola cli guerra. Durante la prima guerra mondiale fu capo del servizio informazioni militare presso la Missione militare in Francia e nell'autunno del 19 18 addetto militare a Parigi. CoJJocato a riposo nel l 920, raggiunse nel 1924 il grado di generale di brigata nella riserva. Fu autore di importanti opere di storia militare tra le quali ricordiamo L'Esercito del vecchio Piemonte; Cfr. Enciclopedia militare, Milano 1928, voi. II, p. 416. 46 N. BRANCACCIO, In Francia durante la guerra cit.; MARCHETII, Il Servizio informazioni dell'Esercito italiano nella gmnde guerra, Roma I 937, pp. 81-86, pp. 92-95. 47 Sul funzionamento del servizio informazioni durante la prima guerra mondiale, cfr. O. MARCHETTI, Il servizio infonnazioni.. . cit.; F. CAPPELLANO, L'imperial regio esercito austro-ungarico sul fronte italiano 1915-/9/8, dai documenti del servizio informazioni dell 'esercito italiano, Rovereto, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico e Museo storico italiano della gue1Ta, 2002, pp. 95 -1 31; M.G. PASQU,\LINI, Le carte segrete dell'intelligence italiana 1861-1918, Roma, R.U.D., 2006, pp. 253347; P. MELOGRANI, Storia politica della grande guerra cit., vol. U, pp. 349-351.


CAPITOLO I - I RAPPRr.S ENTANTI ITALIANI NEI f'Rl!\/11 ORGANI MIUI.\R I " INT ERALI..E,\'lr

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Egli aveva il compito, oltre che di curare l'attività informativa cli interesse esclusivamente italiano, svolta da un apposito organo alle sue dirette dipendenze: il Centro d'informazioni (con sede a Parigi), di occuparsi del collegamento con i servizi informazioni alleati. L'iniziativa di una organizzazione interalleata, con sede in Francia e strettamente connessa all ' attività de] servizio informazioni militare francese, fu presa dallo stesso 2éme Bureau dell'Ètat Major de l'Armée, il quale era, appunto, l'organo competente su quel servizio. Nel convegno dei rappresentanti appartenenti ai servizi informazioni delI'Intesa, tenuto verso la metà del settembre 1915, fu deciso di creare un organo centrale che coordinasse l' azione informativa. Fu costituito, quindi, un Bureau interalliès dell'Ètat Mqior de l'Armée con sede a Parigi e che faceva parte integrante del 2éme Bureau48 . Ogni alto comando alleato distaccò una missione che andò a costituire la corrispondente sezione nazionale del Bureau interalliés, il quale, neJl'ottobre 1915, oltre che dalla sezione francese, che aveva anche compiti di segreteria e archivio generale, fu costituito da una sezione inglese, una belga, una russa, che si sciolse nel 1917, e una italiana. Nel 1918 si aggiunse anche una sezione americana. Quando fu costituito, il Bureau interalliés ebbe importanti funzioni: controllo postale e telegrafico; controllo dei passaporti (con relativa costituzione di commissioni interalleate negli stati neutri), blocco economico, regolamentazione della pubblicità dei giornali, censura della stampa, polizia d i navigazione, propaganda militare interal leata, scambio dei renitenti e disertori, equivalenza dei servizi militari, sorvegl ianza dei confini, compilazione e diramazione della lista dei sospetti e unificazio ne dei servizi informazione negli stati neutri 49 . Il funzionamento di quest'ufficio, almeno inizialmente, fu irto d i difficoltà, perché non vi era un unico capo che potesse conciliare le diverse posizioni rappresentate dalla singole sezioni nazionali, i diversi capi sezioni si riunivano in apposite conferenze senza però nessuno che le presiedesse. I maggiori contrasti, secondo il Brancaccio, furono proprio tra la sezione francese e inglese che volevano utilizzare I' or-

48

N. BRANCt\CCIO, ln. Francia durante la guerra cit., pp. 12- 13. p. 15.

49 lbid.


l:ITALIA E IL COORDINAMENTO M li lTARE " /NIERALLEATO " KELLA PREVIA G UERRA MONDIALE

30

ganizzazione del Bureau come strumento cli predominio e la sezione italiana che si opponeva a quei disegni 50 . La sezione italiana51 del "Bureau interalliés" era, quindi, la rappresentanza dell'Ufficio "I" del Comando Supremo italiano presso quello stesso organismo interalleato e per queste ragioni era competente su tutto ciò che riguardava il servizio informazioni militare italiano in Francia. Inoltre poiché l' ambasciata italiana aveva deferito alla sezione italiana del Bureau alcune sue competenze relative ai visti cli entrata e al controllo dei passaporti, la giurisdizione di quest'ultima, per mezzo dei consolati, si estendeva su tutto il territorio francese. Dopo l'accordo, raggiunto nella conferenza dell'aprile 1916 tra i capi dei servizi informazioni alleati52 , fu costituito, anche presso la_sezione italiana del Bureau, il Reparto econornico che si occupava della prevenzione e repressione del contrabbando di guerra e del commercio con il nemico, ciel controllo dei cambi, della sorveglianza bancaria e soprattutto del blocco economico attuato dall'Intesa contro gli imperi centrali. Al Reparto economico affluiva sia la corrispondenza dei ministeri italiani del tesoro, delle finanze e del commercio sia la corrispondenza dei paralleli organi alleati e ad esso si rivolgevano le ditte italiane colpite dalle disposizioni contro il commercio con il nemico. Nell ' ottobre 1916 il Reparto economico fu trasferito a Roma ma la sezione italiana del Bureau continuò a conservare alcune competenze in materia: il colonnello Brancaccio, infatti, fino al 19] 8, fu delegato italiano presso il Comitato interalleato per il blocco e membro della delegazione presso il Comitato internazionale permanente d'azione economica53 . La terza sezione della Missione militare italiana in Francia era la Sezione munizionamento e materiali da guerra il cui capo era il tenen-

lbid. p. 17-18. Oltre che dal colonnello Brancaccio la sezione era formata dal tenente Pagliano, che all'inizio del 1916 ebbe l'incarico di delegato della missione per gli esoneri, dal maggiore della giustizia militare Ugo Aloisi e nel 1919 dal tenente Michele Giuliano. Anche sottufficiali e truppa ebbero un ruolo importante nell'attività della sezione, come il sergente Beltrotti e Locatelli e il soldato Vita Dattolo, o civili come il professore Colmano, cfr. N. BRANCACCIO, In Francia durante la guerra, cit. pp. 14-15. 52 Ibid. p. 237. 53 lbid. p. 21. 50 5l


CAPITO! O 1- 1 R,\l'PRES ENTANT I ITAI I ANI NEI PR IM I ORGAN I M ILITAR I " IKT ERALLEAIT'

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te colonnello d'artiglieria Carlo de Sauteiron54 . Essa si occupava principalmente della concessione di forniture di munizioni e altro materiale bell ico per l'Italia. La sezione per la parte tecnica corrispondeva direttamente con il Sottosegretariato delle anni e munizioni del Ministero della guerra, poi nel giugno 1917 con il Ministero delle armi e munizioni55. li capo della Sezione munizionamento e materiali eia guerra era anche il capo della delegazione che rappresentava l'Italia nella Commissione bilaterale con la Francia56 . La Commissione militare consultiva franco-italiana, nata nel luglio 1915, in seguito agli accordi tra l' ambasciatore Tittoni e il mi nistro Delcassè, fino al febbraio 1917 aveva tenuto 13 sedute, trattando i piu svariati problemi57 . Sorta per trattare le forniture militari, nel corso della guerra si era occupata anche di trasporti di materiali con reparti di truppa da uno Stato all'altro, della cessione alla Francia di prigionieri austriaci presi dai serbi e custod iti in Italia, di trasporti di truppe francesi in oriente attraverso il nostro territorio, invadendo così settori non di sua competenza. Quest'ultimo aspetto, oltre alle numerose irregolarità riscontrate nel funzionamento, era stato sottolineato dal colonnello Breganze che nel febbraio 1917, in un rapporto al Comando Supremo, ne auspicava una completa riorganizzazione, in modo tale che la commissione tornasse ad occuparsi esclusivamente delle forni ture di guerra58 . 54 La sezione era fo rmala dal capitano di corvella Vincenzo Leone (aclcletto navale del l' ambasciata), i maggiore Giovanni Fabbri e Angelo Della Riccia, che poi divennero capi sezione av iazione e delegato per gli studi chimici, il capitano Giovanni Cordara, j] tenente Giovanni Rivetta e il sottotenente G iulio Sansonetto, cJr. qt1aclro della composizione della m issione militare in Francia cil., in Auss.ME, fon do E- 11 rnissioni militari varie cit., b. 41 bis, fase . "personale militare addetto alla mìssione militare in Francia" cit. 55 UFFICIO CENTRALE PER l n ENTARCH IVISTICI, Guida generale degli Archivi di stato italiani, a cura di P. D'ANGIOLINO e C. PAVONE, Roma 198 1, voi. 1, pp. 100- 1OI. 56 La delegazione italiana era fo rmata dai già menzionati capitano di corvella Vincenzo Leone (addello navale dell'ambasciata), i maggiore Giovanni Fabbri e Angelo Della Riccia, capi sezione aviazione e delegato per gl i studi chimici, capitano Giovanni Cordara, il tenente Giovanni Rivetta, in pratica dal personale della sezione munizionamento e materiali da guerra della Missione militare in F rancia. 57 Rapporto 11. 216 dcli' Addetto militare a Parigi , in data 2 lug lio 1915, annesso al rapporto n. 264 cieli' Addetto militare a Parig i al Comando Supremo, in data 24 febbraio 19 I 7, in AUSSME, fondo G-29 addeui militari, b. 42, fase . 3. 58 Rapporto n. 264 dell'Addetto militare a Parigi cit., in AussrvtE, fondo G-29 addetti militari, b. 42, fase. 3.


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L¡ITAUA E IL. COORDINAMENTO M li .lTARE '' INTF.//;\J.I.F.ATO" NELLA PRIM A GUERRA MO.'IOIALE

L'ultima sezione della missione era la Sezione aviazione, comandata dal maggiore d'artiglieria Giovanni Fabbri 59 . Infine due ufficiali, addetti alla missione, erano stati delegati a due importanti compiti, senza costituire una sezione autonoma: il Delegato presso la regia ambasciata per l'Ufficio esonerazioni temporanee dei militari richiamati, sottotenente del genio Emilio Pagliano, che si occupava degli esoneri a favore degli operai specializzati italiani residenti in Francia e soggetti al richiamo in Italia per mobilitazione, e il Delegato per gli studi chimici, maggiore del genio Angelo Della Riccia, che si occupava soprattutto della questione dei gas. Sia il capo sezione aviazione che gli ufficiali delegati potevano corrispondere direttamente con i ministeri e con gli organi tecnici competenti, italjani ed esteri, per tutto quanto riguardava lo svolgimento del loro mandato. Organigramm.a 1

Struttura della Missione militare italiana in Francia nel gennaio 1916 Sezione presso iI Gran Quartiere Generale francese

Sezione munizionamento e materiali da guerra

Capo della missione

Sezione aviazione

Sezione presso il "Bureau interalliĂŠs"

Delegato presso l' ambasciata per l'Ul'ficio esoneri temporanei dei militari richiamali

Delegato per gli studi chimici

Nel dicembre 1916, con una serie cli provvedimenti che culminarono nell'assunzione da parte del generale Nivelle del Cqmando delle armate del nord e del nord est, l'alto comando francese fo riorganizzato in modo che il generale Joffre, comandante in capo delle armate francesi, stabilisse il suo stato maggiore a Parigi, accentrandovi le competenze relative alle operazioni sui teatri esteri e organizzando uno stretto collegamento con tutti gli uffici del Gran Quartiere Generale delle armate al fronte. Le missioni estere per il collegamento con gli eserciti

59 Oltre che dal capo sezione era formata dall'ingegnere Temistocle Maffei e

dal signor Alessandro Giordano, cfr. quadro della composizione della missione... cit., in AUSSME, fondo E-11 , b. 41 bis, fase. "personale militare..." cit.


C,\J>ITOLO I · I RAPPRESENTANTI ITA LIAN I N EI PRI MI ORG>\ NI M ILITARI ··1 NTER,\LJ.EJ\Tr·

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alleati, tra cui quella italiana, facevano adesso riferimento allo stato maggiore cli Joffre a Parigi, ma avevano anche la necessità di distaccare alcuni ufficiali presso il gran quartiere generale delle armate nord e nord est60. Per questo motivo e anche per l'invio di altro personale da parte dei Ministeri della guerra e delle armi e munizioni, per svolgere nuovi compiti relativi ai trasporti e alla mano d'opera, fu necessario un ulteriore ampliamento della Missione militare italiana in Franc ia. Il 21 agosto l 917 il sottocapo cli Stato Maggiore, generale Porro, emanò delle nuove istruzioni relative alla composizione e al funzionamento della Missione61 . Le nuove istruzioni, che, in realtà, apportarono poche modifiche alle precedenti emanate l' 8 gennaio 1916, ribadirono che "la Missione militare italiana in Francia ha lo scopo d i mantenere le relazioni tra gli stati maggiori alleati, i ministeri della guerra e del!' armamento, e le varie autorità dei due paesi aventi in genere attinenza alla guerra per la parte militare"62 . La missione doveva, quindi, seguire le operazioni sul fron te francese e occuparsi del controspionaggio, della censura, della lotta econonùca, delle questioni relative al rifornimento di munizioni e di altri materiali bellici e dei relativi studi. Essa era sempre sotto l'alta direzione dell'ambasciatore italiano in Francia ed era composta da un capo missione, rappresentante ufficiale dell'autorità militare italiana presso quella francese, da una segreteria e da 7 sezioni (vedi organigramma 2). La segretaria e le prime due sezioni (la Sezione presso il Gran Quartiere Generale francese e la Sezione informazioni presso il "B ureau interalliés"), dipendevano a tutti gli effetti dal capo missione, le altre 5 sezioni, invece, (la Sezione munizionamento e materiali da guerra, aviazione, trasporti, esonerazioni temporanee richiamati e mano d'opera), dipendevano solo dal punto di vista disciplinare da quest'ultimo. Per le questioni a loro affidate erano del tutto indipendenti, potendo corrispondere direttamente sia con le amministrazioni italiane, da cui ricevevano istruzioni, sia colle corrispondenti autorità

60

Lettera dell 'addetto militare in Francia, colonnello Breganze, al Comando Supremo, n. I 363, in data 18 dic. 1916; in A uSS ME, fondo f-1 Comando suprerno vari uffici, b. 249, fase . 2. 61 Istruzione circa la composizione il funzionamento della Missione militare italiana in Francia del Comando Supremo - Reparto operazioni - Ufficio situazione, comunicati di guerra e missioni all'estero, in data 21 agosto 1917; in A USSME, fondo E-11 missioni mili/ari varie cit., b. 3, fase . 1O. 62 ibidem.


L'ITAI.IA EU COORDII\M1ENTO MU lTARf, "Jl([tRt,ll F.A7rr NEL! A PRfMt\ GUERRA MOKDIALE

34

francesi, tenendone però informato il capo della missione. Il capo della Missione militare italiana, che dalla seconda metà dell'agosto 1917 era il colonnello di stato maggiore Carlo Papa di Costigliole63, per tutto ciò che riguardava il coll egamento con l'alto commando francese dipendeva e corrispondeva direttamente con l'Uffic io situazioni, comunicati di guen-a e missioni all ' estero (Sezione 2a estera) del Comando Supremo. Il capo dell a segreteria era il tenente colonnello Carlo Bergera; capo della Sezione presso il Gran Quartiere Generale francese era il tenente colonnello Umberto Ruspoli, capo della Sezione informazioni presso il "Bureau interall iès" era sempre il colonnel lo Brancaccio; capo della Sezione munizionamenti e materiale da gue1rn era sempre il tenente colonnello de Sauteiron ; capo della sezione aeronautica era il deputato Giuseppe Grassi; capo della sezione trasporti era il sottotenente Pietro Lazzerini, capo della sezione mano d'opera era il sottotenente Guglielmo Di Palma Castigl iole; capo della Sezione esonerazioni temporanee richiamati era sempre il sottotenente Emilio Pagliano64 (vedi organigramma 2). Le nuove sezion i, rispetto all'istruzione dell'8 gennaio 1916, erano due: la Sezione trasporti, che si occupava del coordinamento dei numerosi convogl i ferroviari tra Franci a e Italia, e la Sezione mano d'opera, destinata ad assumere nel tempo grande importanza. In fatti le richieste di mano d'opera da paite del governo francese ali 'Italia erano iniziate fin dal 1916. 63

Promemoria senza data (probabilmente dell'Ufficio si tuazioni , comunicati di guerra e missioni all'est.ero ciel Comando Supremo) con i provvedimenti principali che interessarono la Missione militare ita liana in Francia dal 26 giugno ali' 11 agosto 1917; in A USSM E, fondo F- 1 Co111ando supremo-vari uffici cit., b. 98, fase. 3. Carlo Papa di Costigliole nacque a Firenze nel 1869. Nominato sollotenente d'artiglieria nel 1888, dopo aver frequentato la Scuola di guerra passò nel Corpo di Stato Maggiore. Fu addetto mili tare a Bucarest e a Belgrado dal 1908 al 1913. Nel 1915, durante la guerra, fu capo cli stalo maggiore della 13" Divisione. Nomi nato colonnello nel 1916, fu capo di stato maggiore del Il Corpo d'annata e nel 1917 Capo di stato maggiore della 5" Armata. Nell ' agosto dello stesso anno, come adclcllo militare in Francia, ebbe l'incarico di comandare la Missione militare italiana in Francia. Nel 1920 passò in posizione ausiliaria per riduzione quadri. Nel 1923 fu promosso generale di brigata e nel 1931 passò definitivamente nella riserva. Cfr. E11ciclopedia 111ili1are cit., Milano, istituto editoriale scientifico S.A., 1933, vol. V, p. 795. 64 Elenco nominativo degli ufficiali componenti le missioni militari all'estero, s. d. (agg iornato al luglio 19 18), compilato, molto probabilmente, dall 'Ufficio situazioni, comunicali e missioni all'estero del Comando supremo, in Aussrvii::, fondo E - 11 missio11i militari varie cit.. b. 3, fase. 10.


CAPITO LO I - I R APPRF.S ENTr\ NTI ITALIANI Nf;I PRIM I ORGANI MILITA RI ··1 NT ERALLEATI"

35

Dopo Je prime concessioni di operai civili, esenti da obblighi di leva, grazie soprattutto agli accordi di Udine del febbraio 1917 tra Cadoma e il generale Nivelle, seguirono larghi invii di mano d'opera mili tare65 . Nel convegno di San Giovanni di Moriana del 25 giu gno 1917, tra Cadorna e il nuovo capo dello stato maggiore generale dell'esercito francese, generale Foch, il generalissimo italiano promise l'invio di circa 5000 uomini, questa volta, però, costituiti da personale militare o militarizzato. Nel mese di luglio dello stesso anno il ministro degli esteri Sonnino aderì ufficialmente alla richiesta del governo francese per l' invio in Francia di 1000 soldati del genio e di 4000 operai per lavori ferroviari. Il nostro Comando Supremo fece approntare il distaccamento del genio, costituito da alcune compagnie del 6° Reggimento genio ferrovieri , del I O e del 2° Reggimento genio zappatori. Lo schema del contratto di lavoro per l'arruolamento degli operai fu preparato insieme dal Segretario generale per gli affari civil i presso il Comando Supremo e dal capo della Sezione mano d'opera della Missione militare italiana in Francia, delegato dal commissario per l'emigrazione anche a partecipare alle success ive conferenze da teners i presso il Gran Quartiere Generale francese, dove furono raggiunti gli accordi conclusivi 66 . Gli operai, scelti tra gli esonerati dal richiamo alle armi e in parte reclutati con semplice contratto di lavoro, dovevano raggiungere il distaccamento del genio militare poco dopo che questo avesse raggiunto la Francia. La direzione tecnica dei lavori e il comando del raggruppamento fu assegnato al colonnello del genio Michelini, il quale, l' 8 agosto 1917, insieme al sottotenente Di Palma Castigliole, capo della Sezione mano d'opera della M issione militare italiana in Francia, negoziò, con i rappresentanti della Direction des transports militaires aux armées, le modalità. esecutive per l' impiego di quel contingente di lavoratori italiani militari e civ ili, impiegato nella costruzione di una linea ferroviaria nella valle della Mosella67 . Il distacca-

65 MINISTERO DELLA DIFESA - S T,'\TO M ,\GGIORE E SERCITO - U FFICIO STORICO,

L'Esercito italiano nelle grande guerra (1915-1918) , voi. VII, Le operazioni Fwri dal territorio nazionale, tomo 2°, Soldati d 'Italia in territorio di Francia (narrazione), Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1951 , pp. 289-294. 66 lbid., pp. 297-298. 67 MINISTERO DELLA D IFESA - S 1ATO M AGG IOR E ESERCITO - U FFICIO S TORICO,

L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. VII, tomo 2°-bis, Soldati in terra di Francia (documenti), allegato n. 221, pp. 382-383.


3(,

1: rri\LI,\ E IL COORDINAMENTO MILITARE "IN'f'l•:111\LLEATQ"

NFI 111 PRIM A C\JFRI!{\ MONDI Al I;

mento del genio, giunto in Franci a verso la fine di agosto, fu posto alle dipe nde nze d isciplinari del capo della Mi ssione m ilitare itali ana in F ranc ia, mentre il contingente di lavoratori civili faceva capo alla Sezione mano d'opera dell a stessa missione. Anche la Sezione munizionamento e materiali da guerra, fra le sezioni dell a Missione fun zionanti fin dal 19 16 , vide accrescere la propria importanza in quanto si occupava dei materiali per la guerra chimica, che, con l' impiego dei gas sul fronte occidentale, erano divenuti prioritari. Nel novem bre 1917 fu creato a Parigi, presso il Min islero dell'Armamento, il Segretariato permanente interalleato per il coordinamento delle attivitĂ di studio e ricerca nel campo della gue1Ta chi mica, alla cui costituzione concorsero numerosi delegati m il itari degli Stati dell'Intesa. Per l' Italia fu designato, al l' inizio del dicembre 1917 , il tene nte colonnello Giovanni Cardara, membro dell a stessa Sezione munizionamento e maleriali da guerra 68.

Organigranima 2 Struttura deUa Missione militare italiana in Francia nell'agosto 1917 Capo missione e Sezione presso il Gran Quartiere Generale francese

Sezione muni7.ionamenro e materiali da guerra

addeflo militare

Segreteria ciel la missione

Sezione aviazione

Sezione

trasporti

Sezione informazioni presso il "Bureau interalliĂŠs"

Sezione Esonerazioni Temporanee richiamati

Sezione mano

d'opera

Nel novembre 191 7, come vedremo in seguito, venne costituito il Cons iglio Supremo di guerra, assistito da un comitato fo rmato dai rappresentanti militari permanenti dell 'Intesa. Nel corso del confl itto il rappresentante mili tare permanente dell'Italia al Con siglio Supremo di guerra assunse sempre maggior importanza tra gli enti italiani dis loca68 F. CAPPcLLAN0- 8. D1 l'vl A RT! NO, La guerra dei gas, Novale-Valdagno, Gino

Rossaro. 2006, pp. 86-89.


CAPITOLO 1• 1 RAPPRESENTANTI ITALIANI NEI l'l(h'vll OIH;AN I MILITAR I " INTERA LI .EAn·

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ti in Francia, fino a che non arrivò a coordinarli tutti. La Missione militare italiana dovette cedere alcune competenze, con le medesime sezioni incaricate cli svolgerle, al rappresentante militare permanente; in seguito, perse, anch'essa, la sua autonomia e fu assorbita dalla complessa struttura diretta da quest'ultimo. L'8 marzo 1918 la Sezione informazioni presso il Bureau interalliés, comandata sempre dal colonnello Brancaccio, cessava di far parte della Missione militare italiana in Francia e passava alle dipendenze del nostro rappresentante militare permanente per una più stretta collaborazione, attraverso il Consiglio supremo di guerra, con i servizi informazioni alleati69 . Il colonnello Brancaccio conservava la qualifica di addetto militare aggiunto. Nello stesso periodo la Sezione esoneri temporanei richiamati e la Sezione aviazione della Missione mi li tare in Francia furono staccate da quest'ultima; la Sezione esoneri fu resa autonoma ed indipendente dalla stessa missione e la Sezione aviazione fu trasformata in un ente completamente autonomo: la Missione per l'aeronautica70 . Su proposta dello stesso Papa71 , il 28 marzo 1918, con un ulteriore istruzione, fu ridimensionata la composizione della Missione militare italiana in Francia. Essa infatti fu costituita sempre da un capo missione e addetto militare e da una segreteria ma con solo 4 sezioni alle dipendenze: la Sezione presso il Gran Quartiere Generale dell'Esercito francese, la Sezione munizionamento e materiali da gue1Ta, la Sezione trasporti e la Sezione mano d'opera72 (vedi organigranuna 3). Per quanto riguardava il collegamento con l'alto comando francese le competenze della missione rimasero le stesse rispetto alle istruzione precedentemente ricordate, essa, infatti, dipendeva sempre dal Comando Supremo, in particolare dall'Ufficio operazioni. 69 Promemoria ciel Comando Supremo - Servizio informazioni - Sezione U per l'Ufficio operazioni, 11. 3377, in data 8 marzo 1918, oggetto: colonnello Brancaccio, in Auss1v1E, fondo E- 11 Missioni militari varie cit., b. 4 l bis, fase. "rappresentanze militari"; cfr. N. BRANCACCIO, In Francia durante la guerra cit. , pp. 202-203 . 70 Lettere del Capo Missione, colonnello Papa, all ' Ufficio operazioni del Comando supremo, n. 1217, in data 19 marzo 19 I 8, in AuSSME, fondo E-11 missioni militari varie cit., b. 4 I bis, fase. "rappresentanze militari" cil. 7 1 Ibidem, in particolare vedi le istruzioni modificate dallo stesso colonnello Papa, allegate alla lettera n. 1217 ci t. 72 Istruz ione circa la composizione ed il funzionamento della Missione militare italiana in Francia del 28 marzo I918, in AUSSME, fondo E- 11 , missioni militari varie cit., b. 4 lbis, fase . "rappresentanze mili tari".


L'ITALIA

3S

E IL COORDI NAM ENTO MILITA RE .. ,NTE/IAI.I.F.J\7tr

NELLA PR IM A GlJF.RRA èvlONDIAL E

Organigramma 3

Struttura della lVlissione militare italiana in Francia nel marzo 1918 Capo Missione e

addetto militare

segreteria

Sezione presso il Gran Quartiere Generale francese

Sezione munizionamentò e materiale da guerra

Sezione trasporti

Sez ione mano d'opera

Nel maggio 1918 il rappresentante militare permanente per l'Italia al Consiglio Supremo di guerra assumeva il coordinamento di tutti gli enti militari italiani in Francia tra cui la Missione, che cessava di essere autonoma. Il 9 ottobre 1918, in ottemperanza alle disposizioni del Comando Supremo, fu costituito presso la Missione militare italiana in Francia il Centro informazioni truppe operanti73 , incaricato di raccogliere e vagliare tutte le notizie relative alle truppe tedesche e austro-ungariche sul fronte occidentale. A questo centro dovevano affluire le informazioni, i documenti e le pubblicazioni relative alle situazioni e dislocazioni delle truppe nemiche, raccolte e diramate dai comandi alleati e dai centri italiani d'informazione, fino ad allora inviate direttamente al Comando Supremo. Questa era l'ultima importante variazione all'ordinamento della Missione prima della fine della gueNa. In un promemoria del maggio 1918, il colonnello Papa elencava le cinque principali questioni trattate, nel corso del conflitto, dal Capo della Missione militare italiana in Francia: raccolta di informazioni sulle operazioni, relazioni con le autorità francesi, coordinamento dell'attività delle sezioni della stessa Missione, responsabilità disciplinare su tutti i militari italiani a Parigi e, infine, impiego delle centurie di

73

Lettera della Missione m.ilitare italiana alla Sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, n. 1 ITO, in data 9 ottobre 1918, oggetto: Centro informazioni sulle truppe nemiche operanti sul fronte occidentale, in AuSSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 6.


CA PITOLO I· I RAPPRESENTANTI ITJ\l..li\N I KEI PRIMI OIWAKI M ll .l'l"ARI "INTERALI..E ,,lr

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operai militari italiani 74 . Del lavoro svolto dalla Missione intorno alle ultime tre abbiamo già detto, una più attenta riflessione meritano, invece, le prime due. La prima riguardava le operazioni di guerra condotte sul fronte occidentale, delle quali la Missione teneva costantemente informato il Comando Supremo. La mole dei rapporti inviati dai capi missione al nostro alto comando e attualmente conservati nell'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell' Esercito, testimoniano, sicuramente, l'impegno degli ufficiali italiani al seguito delle truppe francoinglesi e le relazioni ufficialmente cordiali tra stati maggiori aJleati. A ben guardare, però, le informazioni fornite dal Gran Quartier Generale francese ai nostri ufficiali di collegamento erano cli livello medio. In sostanza, come è stato già sottolineato da Rochat nel caso del colonnello Breganze durante la battaglia di Verclun nel 191675 , il grado di segretezza delle informazioni passate agli ufficiali della Missione italiana era quello a cui potevano accedere normalmente i comandanti di reggimento o battaglione francesi. Il nostro Comando Supremo era consapevole di quella situazione, non a caso, nell'ottobre 1917, comunicava al capo della Missione militare italiana l'intenzione cli non voler rispondere alle richieste del suo omologo francese in Italia, il generale de Gondrecourt, finchè lo stesso Colonnello Papa non avesse ottenuto le informazioni richieste in luglio al Gran Quartier Generale proprio dal Comando Supremo76 . Anche la questione del rimpatrio del capo della missione militare francese in Italia aveva creato non poche difficoltà ai nostri ufficiali di collegamento in Francia77 . Nell'agosto 74

Promemoria in data 19 maggio 1918 "principali questioni svolte dal ·capo della Missione Militare italiana in Francia", in A USSME, fondo E-11 rnissioni rnilitari varie cit., b. 41, fase. 3. 75 G. ROCHAT, Verdun e la Mission rnili1are iialienne... cit., in particolare pp. 94, 101-103, 105- 106. 76 Lettera n. 22193, in dar.a 19 ottobre 1919, ciel Comando Supremo - Ufficio situazioni, comunicati cli guerra e missioni all'estero al capo della Missione militare italiana in Francia, in A u SSME, fondo E-11 missioni militari varie cit., b. 37, fase. 3. 77 JI generale cle Gonclrecourt era stato rimpatriato su richiesta dei vertici mi litari italiani in quanto avevano riscontrato un atteggiamento poco simpatico verso le truppe italiane, specialmente verso quelle inviate in Francia, che aveva, poi, influito negativamente sulle successive decisione relative al loro impiego. Il suo rimpatrio aveva lasciato uno strascico negativo nei rapporti franco-italiani ; cfr. lettera ciel Presidente del Consiglio Orlando al Generale Diaz, in data 11 giugno 1918, in AussME, fondo H-5 S.M.R. E. class{ficato RR, b. I O fase. I.


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t.:ITAUA F Il COORDINAMFNTQ MILITARF "Wff(&\1,/,/~ITO "

Nl' I I ò PRIMA GUHl!BA MONDIALI;

191 8 il colonnello Papa, in un rapporto al Comando Supremo, ritornava sulle difficollà nell ' ollenere informazioni dal Gran Quartier Generale, specialmente nel periodo relativo al richiamo del generale de Gondrecourt e ribadiva che, a sostegno del suo operato, diretto a migl iorare i rapporti con le autorità francesi, era necessario che egli avesse la facoltà di dare agli alleati le notizie da loro richieste78 . Del resto anche le informazioni trasmesse dal nostro Comando Supremo agli uffici ai i di collegamenlo alleati in ltalia erano della stesso livell o di quelli passati dal Gran Quartier Generale alla nostra Missione: " il culto della segretezza (o anche l 'ossessione) faceva parte della cultura del tempo, verso gli alleati, ma soprnllutto verso il governo francese. Cadorna non era differente eia .Tol'fre, nessuno dei due aveva compreso che una coalizione ha bisogno di scambi di informazioni a un certo livello" 79.

Gli ufficiali della Missione militare .itali ana in Francia, distaccati presso i comandi delle truppe combattenti alleate, raccogl ievano informazioni su lle nuove dottrine di impiego delle unità, sperimentate al fronte, e sull ' utilizzo d i nuove armi e materiali da guerra, inviando dettagliati rapporti, corredati delle loro interessanti osservazioni. Queste erano tratte anche dall'osservazione diretta in zona di opera:lioni e dall o scambio di opinioni, in vi a ufficiosa, Lra loro pari grado francesi con i quali avevano instaurato rapporti più confidenziali. Del resto i rapporti sul le operazioni sul fronte occidentale invi ati dal colonnello Breganze e poi dal colonnello Papa terminavano sempre con le "lezioni apprese" da quegli eventi bellic i. Ricord iamo, come esempio, i rapporli dell'estale del 19 15 relativi al nuovo impiego dell'arma di cavalleria nella guerra di posizione80, nel 19 I 6 l'istruzi one sul combatti-

78

Lettera n. 3472, in data 8 agosto 1918, del capo della Missione militare italiana al Comando Supremo, in A ussMt::, fondo E-11 , missioni mi/i/(/ri varie cit. , b. 41 bis. fase. '·carteggio vario" . 79 G. ROCIIAT, Verdun e la Miss ion 111ilitore italienne ... cit., in particolare p. 101. 80 Rapporti in data 6 luglio I 9 J5 e n. 236, in data 8 luglio 19 15, del la Missione mi litare itali ana in Francia, in A USSME, fondo G-29 addetti 111ilitari, b. 40, fase. 4. Le dollrine francesi del 19 15 prevedevano l ' impiego della cavalleria, in parte appiedata in combattimento, ma a cavallo per gli spostamenti , simile ad una fan teria celere supportata da au tocannoni e vetture blindale, pronta ad accorrere sul settore ciel fronte dove era stata aperta dalle fanteri e di linea una falla nello schieramento nemico.


C.APITOU) 1- 1 RAl'l'RESENTANTI ITALIANI N EI PRIMI OR(;A NI M ILITARI " INT ERALLEA IT

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mento offensivo delle grandi unità81 e nel 1917 sulle operazioni combinate di fanteria e tanks82 . Riguardo alle nuove anni, vennero inviati numerosi rapporti dal Capo Missione sull'impiego dei gas 83 , cosi come sull'impiego dei tanks 84. Anche per l'adozione dell'elmetto modello adrian, utilizzato dall'esercito francese già nel secondo anno di guerra e poi dall'Esercito italiano nel 19 16, nel luglio 1915 fu interessata la nostra Missione85 . Dettagliate, perché in quel caso il Gran Quartier Generale francese si dimostrava molto più disponibile, erano le notizie raccolte dagli ufficiali relative a questioni che interessavano il nostro fronte. In particolare lo furono quelle che preannunciavano un'offensiva austro-tedesca sulla fronte italiano nell'au tunno 1917. 11 29 settembre, infatti, il maggiore Ruspoli, distaccato presso il Quartier Generale francese, inviava due comunicazioni ciel 2ème Bureau al colonnello Papa86 . La prima, in data 28 settembre, parlava di una offensiva imminente sul nostro fronte alla quale avrebbero preso parte numerose truppe tedesche, tra cui la 12a Divisione di fanteria. Quelle unità, secondo i servizi cli informazione militare francesi, erano in corso di trasferimento dalla Francia al Carso e in Trentino, da cui sarebbe partita l'offensiva principale, al comando ciel generale Krafft von Dellmensingen. La seconda, in da-

8J

Rapporto n . .128 in data 7 febbraio 19 16 dell'addetto militare a Parigi in Ausfondo G-29 addetti militari, b. 42, fase. I. 82 Rapporto n. 17.l.3 in data 23 dicembre 1917 della Missione militare italiana in Francia, in AUSSME, fondo G-29 addetti militari, b. 42, fase. 6. 83 Rapporti: n. 190 in data 21 giugno 1915, n. 248 in data I 5 luglio 1915, 1 i~262 in data 5 agosto 1915, n. 321 in data 27 agosto 1915, n. 168 in data 3 settembre 19 I 5, in A USSME, fondo G-29 addelli militari, b. 41, fase. 4. 84 Rapporto n. 182 in data 12 febbraio 1917, dove l'addetto militare suggerisce l'impiego dei piccoli tanks Schenider, non al fronte ma in Libia e in ordine pubblico nelle grandi cillà, in AUSSME, fondo G-29 addetti mili/ari, b. 42, fase. 3. 85 Telegramma 18 S.O. Mengarini 1898, in data 15 luglio 1915, del generale Barattieri, Comandante del Corpo territoriale dello Stato Maggiore all'addetto militare a Parigi, in AuSSM E, fondo G-29 addetti militari, b. 42, fase . 3. 86 Rapporto n. 6, in data 29 settembre 1917, del maggiore Ruspoli capo della Sezione presso il Gran Quartier della Missione militare in Francia al Capo Missione, con allegati copia delle comunicazioni del 28 e 29 scllcrnbre 19 17 del 2ème Bureau del Quartier generale francese, in AuSSME, fondo E-11 missioni militari varie cit. , b. 40, fase. 4. SME,


4?

1: rm 1IA E li . C:OOl(DIN/\MFNTO MJJ.l'l'ARE "1.V'/'1-'/(A/ /,l'!l°/-O " NELLA ['R)MA Clll;)!RA MONDIALE

ta 29, confermava .le previsioni dell a prima comunicazione. Dieci giorni dopo, il 9 ollobre, il maggiore Ruspol.i inviava al colonnello Papa un ' ulteri ore comunicazione del 2ème Bureau che parl ava apertamente di imminente offensiva sul fronte dell'I sonzo e del trasferim ento della 12 3 e della 26a Divisione di fanteria che, poco dopo, tanta paite ebbero nello sfondamento di Caporetto 87 . Ovviamente tutte quelle notizie vennero trasmesse dal colonnello Papa al Comando Supremo. Per quanto riguarda le relazioni con le autori tà francesi la Mi ssione militare italiana in Francia, per lo meno fino al novembre 191 7, fu effellivamente il tramite, istituzionalmente deputato, da cui passavano i contatti tra gli alti comandi francesi da una patte ed il Co.m ando Sup remo dall 'altro. Durante i primi g iorn i della ritirata dall'Isonzo al Piave, la nostra missione svolse efficacemente le funzioni di collegamento . Tramite essa, infatti, pervennero le prime richi este cli aiuti militari rivolte al Gran Quartier generale francese 88 . Da Parigi, g ià il 26 ottobre 191 7, il colonnello Papa di Costigliole, riferì a Cadorna che il generale Foch, disponibile ad eventuali richieste di aiuto, seguiva con particolare attenzione gli avvenimenti sul fronte itali ano. Il 27, Foch, a causa della situazione semp re p iù critica sul fronte italiano, mandava a Cadorna, tram ite la Missione mi.litare francese in Italia, una se1ie di telegramm i relativi all'invio d i rinforzi, e, contemporaneamente, convocava il colonnello Papa per un colloquio riservato. In quel colloquio il generale fra ncese dava conferma all'addetto mili tare del trasferimento in Italia di un comando d' armata, con un corpo d'armata su 2 div isioni, di altre 2 divisioni, di 26 batterie d'artiglieria pesan te e 18 da montagna89. l i 29, inoltre, il colonnello Papa, sempre da Pé:U"igi, telegrafava

l:17 Rappo1to n. 9. in data 9 ottobre 191 7, del maggiore Ruspoli , capo della sezione presso il Gran Qua1ticr della Missione militare in Francia al Capo Missione, con allegati copia delle comunicazione del1'8 ot.tobre 1917 ciel 2ème Bureau ciel Quartier generale francese, in Auss:viE, fondo E- 11 missioni militari varie cit .. b. 40. fase. 4. 88 Re lazione "Concorso al leati 1917", senza data, in AusSME, fondo E-4 Carteggio G.M. del Comando Supremo - la guerra mondiale. voi. 18 (6/5), in1erve11to alleati e co1iferem.a di Rapallo otrobre-novembre 1917. 89 lbid. , allegato 6, telegramma del colonnello Papa al generale Cado rna, in data 29 ottobre 1917: " Oggi sono stato chiamato dal generale Foch che mi dice avere deciso invi o s ubito in Italia un comando di armala col XX.Xl corpo d 'armata formato su due d ivisioni c iascuna di tre reggimenti oltre ad clementi non indivisionali et inoltre le d ivisioni 14• e 47" complete, e 26 ballerie artiglieria pesante e 18 ballerie da montagna.


CA PITOLO I· I RAPPRESENTANT I ITALIAN I N1; 1 PRIM I ORGANI M ILITARI " INTERALLEATI"'

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al Comando Supremo90 , comunicando che sarebbero state inviate truppe inglesi in Italia e che i generali Robertson e Foch, sarebbero partiti la sera stessa per incontrare Cadorna a Treviso, con lo scopo di esaminare la situazione sul fronte italiano e concordare le relative misure da prendersi. Dal giugno 1915 al novembre 1917, la Missione militare italiana in Francia, pur nell'ambito dei non facili rapporti franco-italiani9 1, fu, per i nostri comandi, il principale banco di prova per la sperimentazione del coordinamento militare interalleato.

1.3. Il delegato italiano nel comitato interalleato delle invenzioni di guerra Un cenno a parte merita la delegazione italiana presso il "Comité interalliés des inventions pour la guerre" . In Francia funzionava già dall'inizio della guerra, presso il M inistero deJl a pubblica istruzione, un apposito servizio delle invenzioni anche a scopo bellico, organizzato su un gabinetto tecnico del ministro, su una commissione superiore e su una apposita direzione generale. Nel marzo 1917 il servizio delle invenzion i fu trasformato in un sottosegretariato con la facoltà di coordinarsi direttamente anche con il

Movimento sarà iniziato dal comando armata col XXXI corpo d ' armata e una divisione via Modane e una Ventimiglia. Primi treni passeranno giorno 30 ottobre ore I5 e potranno sbarcare forse pomeriggio 1° novembre dove cotesto comando stabilirà. Prima affluiranno verso Italia ogni giorno 10 treni via Modane e 16 via Ventimiglia ma forse dal l O novembre si effettueranno 40 treni giornalieri complessivi utilizzando 4 altri punti di passaggio per via ordinaria come g ià previsto nelle conclusioni di lavoro fallo nel 19 J 6 per trasporti 4 divisioni in Italia" . 90 lbid. , allegato I 7, telegramma cie l colonnello Papa al generale Cadorna, in data 29 oLLobre 1917: "Stasera domenica Foch accompagnato eia un generale e eia un altro ufficiale partirà per incontrarsi con S.E. Cadorna stop generale Foch mi ha delto che si sta preparando invio al fronte italiano cli due divisioni inglesi (...). Saranno inviate appena ultimati movimenti delle divisioni francesi stop comandante dell ' annata francese sarà il generale Duehene finora comandante l armata fronte francese; partirà stasera mezzanotte stop risultami probabilmente sera lunedì partirà Italia generale Robertson". 9 1 M. GABRIELE, Il contrasto tra Italia e Francia alleate (.1915-1918), pp. 5663, in " Storia Militare", n. 167 - anno XV, agosto 2007.

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1:rrAUA E Il. CQORDli'iAMENTO MIUTARE ··1NTEHAl.l.UTO " NELLA PRIMA GUERRA MOi'/DIAI.E

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ministero della guen-a. Un anno prima circa, precisamente il l O aprile 1916, a Parigi, presso l'omonimo servizio del Ministero della pubblica istruzione, veni va costituito il Comitato interalleato delle invenzioni di guerra, formato dai delegati degli stati membri dell' l ntesa92. I delegati alleati partecipavano attivamente all ' attività del Servizio stesso in quanto la loro prima funzi one era quella di ufficiali cli collegamento tra gli organi francesi e i corrispettivi organi nazionali in patria. Il comitato rappresentava nei confro nti dei delegati un punto di riferimento e di incontro dal quale i singoli rappresentanti nazionali potevano trarre indirizzo per l'azione individuale. Sulle invenzioni di origine italiana che direttamente perve nivano alla Franc ia, il nostro delegato ven iva interpell ato, mentre, a sua volta, era autorizzato dal Servi zio francese delle invenzioni a richiedere informazioni, documenti , oggetti, da inviare al proprio governo, che costi tuivano le scoperte tecnicoscientiche destinate alla sperimentazione pratica al fronte. In sostanza i singoli delegati , tramite il Servizio francese delle invenzioni , avevano accesso al lavoro di privati e dei laboratori scientifici di tutta la Francia. I singoli delegati nazionali potevano, ino ltre, attingere alle proposte presentate di.rettamente al Comitato interalleato, senza passare per gl i organi francesi ; potevano usufruire dei contatti con gli altri delegati e con laboratori universitari francesi o privati inventori. La delegazione italiana, che fin dall'inizio si era organizzata nell' Ufficio italiano invenzioni di guerra di Parigi, presieduta dal professor Giordano, era formata dal professore Angelo Battelli, deceduto poco dopo, dal tenente ingegnere Carlo Passega, in qualità di segretario tecnico della delegazione e dai soldati Giovanni e Gino Marchetti (poi promossi sottotenenti) che disimpegnavano il complesso lavoro tecnico di 1iproduzione dei disegni e progetti tecnici presentati. La delegazione, come Ufficio italiano invenzioni di guena, aveva una molteplice dipendenza, secondo la competenza tecn ica dell 'invenzione trattata (Presidenza ciel Consiglio, Com a nd o Supre mo , Mini stero della marin a, Mini ste ro armi e rnunizioni)93, in quanto delegazione, invece, doveva tenere costantemen9'2

Rapporto annuale n. 1261 cie l delegalo italiano de l Com itato interalleato delle invenzioni di guerra, in data 4 aprile I 917, in A USSYIE, fondo G-9 Ministero della guerra - Segretariato Generale - Divisione di staio maggiore, b. 32 fase. 2 13; si veda anc he F. C APPELLANO-E. D1 MARTINO, La g uerra dei gas... cil., pp. 2 16-222. 93 Situazione degli enti italia ni in Francia a lla data del 15 febbraio I 919, in A USS ME fondo E-8 cit., b. I J, fase . Io.


C,\PITClLO 1- 1 Ri\l'f' Rli~ENTANTI ITALIANI NEI PR I.VII 01\G/)N I M ILITAR I " IN i'ERA! I .EA:IT'

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te informata la nostra Missione militare in Francia della propria attività, a tal fine conispondeva direttamente con le sezioni tecnic he di quest' ultima (Sezione munizionamenti e materiali di guerra, Sezione aviazione, delegazione per gli studi c himic i), inviando copia dei rapporti relativi alle invenzioni esaminate. Tra quelle vi erano una seiie di innovazioni che, verificate dal Comitato interalleato delle inve nzioni di guerra, erano state accettate e, in alcuni casi, anche impiegate in zona di operazioni dai comandi alleati. Ricordiamo, tra que te, i diversi apparecchi per il tiro contraereo, va,i tipi di protezione colle ttiva contro i gas, monogrammi di tiro per le lunghe gittate, sistemi vari d'individuazione delle batterie nemiche a mezzo di rumore e de lla vampa, diversi tipi di bombarde. Il delegato ita liano si occupò anche delle innovazioni relative alla guerra sottomarina, compiendo, nel 1916, alcuni viaggi a Tolone e Cherbourg, per raccogliere lisultati sulle prove comparative relative ad apparecchi fumogeni inglesi e francesi94. Nel 1916-191 7 studiò gl i idrofoni Perrin e con il concorso del capo del centro studi marittimo di Tolone ottenne la disponibilità di un apparecchio, impiegato in via sperimentale nella laguna di Venezia. Nel 1918, sempre sulla guerra sottomarina, esaminò i prototipi dei tubi C de.11a marina americana, degli "apparecchi Walser" e degli studi di Longevin Curie in Francia e di Pupin in America sugl i ultrasuon i. Tutte queste ricerc he veniva no inviate, tram ite l'addetto navale a Parigi, al l'vlinisrero della Mar ina. Quel dicastero, inoltre, nel 19 18, affidò al delegato italiano del Conùtato interalleato per le invenzio1ù di guerra uno speciale m andato presso la missione aeronautica italiana di Parigi al fine di lrnttare con l'Aviazione navale degli Stati Uni6 la fornitura di materiali. Nel 19 16 Il professor Giordano fu anche incaricato dal Ministero dell'agricoltura d i studiare in Francia la monocoltura di grano di stato, per un eventuale applicazione in Italia. Fu compito del delegato, infine, predispoITe, tra il 1916 e il 1918, le visite e gli esperime nti di tecnic i italiani e alleati, incaricati in Francia e d in Ita lia cl i mission i speci ali . Tra queste, ricordiamo, per quanto riguarda le missioni d 'oltralpe in Italia: la visita della commissione studi del serv izio fra ncese delle invenzioni s ul fronte italo-austriaco e presso alcuni stabilime nti impegnati in prod uzione be llica; il viaggio deJla commiss ione fra ncese dell 'azoto alle torbiere de ll'Italia setten94

Relazione generale sui tre anni di lavoro dcli' Ufficio invenzioni cli guerra (2 aprile 19 I6-3 1 marzo I 9 I9), in AuSSME, fondo F-3 carteggio s11ssìdiario l" guerra 111011dia/e, b. 3 10. fase. 3.


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J:ITALIA

6 JI. ('OORLJIN,IM ENTO MILITA RE "IN'/'l'//,\/,lF.Anr NELL/)

PRIMA GU ERIU MONJ)JALE

trionale. Per quanto rig uarda, invece, le missioni italiane in Francia ricordi amo le visite agli opifici impegnati nella fabbricazione cli materiali di mascheramento (missione del colonnello Penna) e di vetri d'ottica (missione del professore Occhialini), la presentazione alle delegazioni all eate presso Mongèron e Bourges del nuovo materiale anti aereo e di art ig lieria del colonnello Su mmia. Alla fine ciel marzo 19 19, l'Ufficio italiano invenzioni di guerra fu sciolto, il delegato italiano fu rimpatriato e poco dopo anche il "Comité interalliés des inventions pour la gueITe" cessò cli fu nzionare.

1.4. La Missione militare italiana a Londra Nel primo periodo del conflitto, la Gran Bretagna svolse il ruolo di banchiere dell ' Intesa verso g li altri stati, membri dell'alleanza, i quali , come l' Italia, ricorsero su larga scala ai prestiti internazionali95 . In seguito, quando gli Stati Uniti d'America, già principali fornitori di materie prime e viveri, divennero anche il principale fina nziatore della guerra contro gli imperi centrali , il Regno Unito ebbe il ruolo di intermediario e scalo dei rifornimenti americani . Londra, già centro coord inatore del mercato mondiale e delle transazioni finanzi arie del!' Intesa, divenne anche la sede dei vari organi interalleati che dovevano organizzare il trasporto marittimo dagli S tati Un iti e coord inare l'acqui!'.lto e la distribuzione dei rifornimenti alle popolazio ni civi li e ai combattenti al fronte. Nell'agosto 1914 venne costituita la Commissione internaz ionale per i rifornimenti, che aveva le fun zioni di coordinamento sul mercato internazionale degli acquisti di viveli e materie prime effettuati dai govern i britannico e francese a scopo bellico. Essa doveva evitare qualsiasi perniciosa concorrenza ali ' interno dell' Intesa che avrebbe comportato un rialzo incontrollabile dei prezzi sul mercato internazionale. Nel 1916 comprendeva tutti i paesi alleati, compresa l' Italia, e aveva comjnciato ad estendere la sua azione di coordinamento anche ai trasporti dei rifornimenti . Nel d icembre di quell' anno, infatti , fu creato un comitato ("lnterallied Executive"), dipendente dalla Commissione internazionale per i riforn imenti, che doveva coordinare il noleggio del naviglio neutro . An-

95

M. 1SNEN0111-G. R OCII AT, La Grande guerra cit., pp. 290-29 l.


c,wrrOl O 1.· I RAl'l'R FSE!NTANTI l'lì\ l 11\NI NEI PRIMI OIHjANl MILITARI "lNTl'l(i\LLEATl"

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che il sistema di acquisto comune di grano, fari na e granturco, adottato da Gran Bretagna, Francia e Italia nel dicembre 19 15, fu perfezionato sempre nel 1916 con la costituzione di un apposito organo esecutivo (la "Wheat executive" o "Executive de Blés"), composta dai delegali dei tre paesi dell' Intesa che doveva organizzare il trasporto dei quantitativi di frumento e farina acquistati in comune. D i fro nte al buon risultato dato dalla "Wheat executive", i governi alleati nel dicembre 19 17 decisero di costituire un se1ie di commissioni interalleate per l'acquisto e il trasporto in comune di carne ("Commission interalliè des viandes et grasses" o "Interal liecl Meats e Fats executive"), altri generi alimentari (la "Commission des Sucres" e "la Comm ission des huiles e graine oléagineuses"), esplosivi e piom bo spagnolo. Frattanto, nell'aprile 1917, con l'entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco del l'Intesa, fu costituito un altro Consiglio interalleato che doveva studiare e coordinare le richieste dei paesi alleati verso l'America dal punto di vista dei 1ifornimenti e dei fi nanziamenti alla guerra. Il Consiglio era presieduto dal sottosegretario di stato americano del tesoro e, come tutti gli altri organi interalleati che abbiamo citato, aveva sede a Londra. Un successivo passo per un maggior coordinamento generale dei rifornimenti alimentati per tutta l'alleanza fu la costituzione del Consiglio interalleato degli acquisti di guerra e delle fin anze ("Conseil interallié des achats et des iinances" o "lnterall ied Council of War Purcbases and Finances") cbe, sempre da Londra, coordinava tutta l'attività delle si ngole com missioni interalleate per l' acquisto e trasporto dei diversi geneli al imen tari sopra ricordate ("Executive de Blés", "Commission interallié des viandes et grasses" "Commission des Sucres" e " la commission des builes e graine olèagineuses"). Un ulteriore passo per una maggior funzio nalità dell' organizzazione alleata fu, nel 19 I 8, la costituzione della "Commission des exportations de Ravitaillements alliés" (All ied Provisions Exp01t Commiss ion), con sede a New York e del "Conseil interallié des Vivres"(Interallied Food Council)96 .

96

Sulla complessa organizzazione interalleata, cfr. U NITED STATES OF J\MERICA Rapporf du comitè interallié des ravifaillements - !es An11ées afliés sous le co111111a11dement du marécha/ Foch dans le thélitre des opérationsfra11co-belge, Waslùngton, rrnprimeric du gouvemcment, 1924, pp. 109-143; Mtfl(ISTERO Dl::LLA D ITT.:SA - S TATO MAGG IORE EsnRC!TO - UrFICIO STORICO (di A. ROVIGI n), L'Esercito italiano nella i rande guerra cit., voi. V, Tomo 2° le conclusioni del conjlitto, Rorna 1988; Narrazione, pp. 2933; si veda anche più avanti il § VI. 5. Sviluppo del/'organizz.azio11e interalleata. W AR OFFICE,


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1: ITAI .IA E IL COORDINAMENTO MILITA RE "INTF:R,H,/Ei\10 "

NELLA PRIMA c;uEl(RA MONDIAI E

Tutta la complessa attività degli organi interalleati nella capitale brìtannica, per quanto riguardava i rìfornimenti militari destinatì ali 'Italia, doveva essere seguita dal sottosegretario, poi, ministro per gli approvvigionamenti ed i consumi alimentari, Silvio Crespi97 , coadiuvato dal nostro addetto militare a Londra, che, dal 24 maggio 1915, come il suo omologo a Parigi, aveva assunto le funzioni cli capo della Missione militare cli collegamento con gli alti comandi britarnùci. Come Capo Missione, inoltre, doveva anche seguire le operazioni del corpo di spedizione inglese in Francia. Il 12 giugno 1917, per ovviare a quella duplice esigenza, la Missione militare italiana fu ripartita in due enti distinti: il p1imo, al comando ciel colonnello Edoardo Greppi, costituì la Missione militare italiana presso il Gran Quartier Generale britamùco in Francia98 . L'altro nucleo, al comando ciel colonnello Armando Mola, nominato addetto militare, rimase presso la nostra ambasciata a Londra e costituì un'altra missione inizialmente con funzioni cli raccolta delle informazioni, in seguito acquisì anche compiti di collegamento con gli organi interalleati dislocati nella City. Il 29 agosto 1918, infatti, la precedente "missione mil itare italiana" a Londra, competente sugli approvvigionamenti, cambiò denominazione in "Delegazione rifornimenti nùlitari" costituita da due sezioni: la Sezione armi e munizioni e la Sezione servizi amministrativi, fu nzionanti in precedenza99. Capo della delegazione fu confermato il colonnello Virginio Rìggi, già a capo della ex Missione nùlitare per gli approvvigionamenti . Quest'ultimo, nello stesso tempo, assolveva anche all'incarico cli delegato italiano al Consiglio interalleato degli acquisti di gue1rn e delle fi nanze. La Delegazione rifornimenti militati fu posta sotto la giurisdizione dell'addetto militare-capo della Missione militare italiana a Londra e il grado di quest' ultimo, per l'importanza rivestita, anche di fronte alle nuove funzioni di coord inamento dei rappresentanti italiani in organi interalleati, fu portato da colonnello a quello di generale di brigata 100. '

97 S . CRESPI, Alla di;fesa d '/1alia in guerra e a Versailles, Milano, Mondaclori, 1937, pp. 9-1 0, 49-52, 64, 100- 101 , 130- 134, 151-154, 175-177. 98 Promemoria dell'Ufficio situazione ed operazioni cli guerra, s.d. (probabilmente poco dopo il 16 agosto 1917), in A u SSME, fondo F-1 cit., b. 98, fase. 3. 99 Lettera n . 18588-G del ministero della guerra - Divisione Stato Maggiore, in data 29 agosto 1918, oggetto: Miss.ione militare .italiana a Londra, A USSME, fondo El I cit., b. 31, fase. 3. ioo Addetto mil itare e capo della missione Militare italiana a Londra, fino al gennaio 1919 fu sempre il colonnello Mola, che, nel l 9 l 8, fu promosso, appunto, generale di brigata.


CAPITOLO 1- 1 RAPPRESENTANTI ITALIAN I '.'!El PRIMI OR(;J\NI MILITARI ··1NT ERALl.r-.ATI"

49

Alla fine del conflitto, la Missione militare a Londra era organizzata in pjù uffici e delegazioni: Ufficio clell' Addetto Militare e centro cli raccolta informazioni, Ufficio di collegamento col War Office, Delegazione rifornimenti militari (su 2 sezioni : Sezione anni e munizioni e Sezione servizi amministrativi) 101 , Delegazione aeronautica e propaganda 1°2 . La missione fu definitivamente smobilitata nel giugno I 919 103 .

Organigramma 4

Ordinamento della Missione militare italiana a Londra nel 1918 Ufficio dell' Addetto militare Capo della Missione

~

/

Delegazione Rifornimenti militari e Delegazione militare italiana al Consiglio interalleato degli acquisti di guerra e delle fi nanze

Centro raccolta informazioni

Ufficio cli collegamento con il War Office

Delegazione aeronautica e propaganda

Sotto il coordinamento <lei generale Mola la missione si era interessata anche ad acquisire alcuni carri armati britannici da impiegare sul nostro fronte; cfr. L. C EVA- A. CURAMI , La meccanizzazione dell'Esercito iwliano dalle origini al 1943, Roma, Stato Maggiore Esercito - Uffic io Storico, 1994, Tomo l, pp. 62-63 . 102 Lettera n. 1403 della Missione militare italiana a Londra, in <lata 11 gen. 1919, in A USS.M E, fondo E-11 cit., b. 31, fase. 3. 103 Lettera <lell'aclcletto militare italiano a Londra, in data 19 giu. I9 19, in AusSME, fondo E- Il cit., b. 5, fase . 5. 10 1


'


CAPITOLO H

LE CONFERENZE "INTERALLEATE" PRilVIA DI CAPORETTO 11.1. Il coordinamento strategico dell'Intesa attraverso le conferenze dal luglio 1915 all'agosto 1917 Il 7 novembre 1917, durante la conferenza interaJleata di Rapallo, fu costituito il Consiglio Supremo cli guerra che doveva realizzare, secondo le intenzioni dei fondato ri, un soddisfacente coordinamento strategico delle forze alleate. Il Consiglio Supremo di guerra rappresentò, almeno in parte, la reali zzazione dei diversi propositi, nati nell'ambito dei governi dell'Intesa, relativi ad un organo che avesse le facoltà cli unificare l'azione politico-militare della coalizione contro gl i imperi centrali. Prima della conferenza di Rapallo, i capi politici e militari alleati avevano cercato di coordinare la loro azione attraverso contatti reciproci più stretti, per mezzo delle tradizionali vie diplomatiche, o, soprattutto, attraverso l'organizzazione di 14 conferenze l04 . Già nel giugno 1915 Poincaré, presidente della repubblica francese, aveva chiesto, tramite Tittoni, nostro ambasciatore a Parigi, l'adesione del governo italiano alla costituzione di un ufficio centrale militare, dislocato nella capitale francese, in cui ciascuno comandante in capo degli eserciti alleati fosse rappresentato da un ufficiale superiore

104

Cfr. M. MONTANARI, Le direttive strategiche degli eserciti alleati, in Atti dell'Incontro di studio: "Vittorio Veneto", 3 novembre 1998, Roma, Commissione italiana di storia militare, Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio Storico, I ° Comando forze di difesa, I 999, pp. 45 -50. Per un elenco delle conferenze interalleate, cfr.

"Pubblicazione statistica circa gli eserciti alleati e cronologia delle convenzioni, trattati, dichiarazioni di guerra, accordi, consigli di guerra e conferenze imeralleate ", in AUSSME, fondo L-3 Studi particolari, b. 50, fase. 13.


52

L' ITAI IA E IL COOR DIJ\"A\IENTO M ll.rl~\RE "/NTi[BdllEATQ " NF( LA PR IMA

<ì\ 11;RRA \IONl)(A I.E

di grande capaci tà militare e investito della piena lìducia del proprio comandante 1°5 .

11.2. Le conferenze del 1915 La proposta di Poincaré non e bbe sviluppi, ma, insieme alla necessità di coordinare la condotta delle operazioni in seguito ali' entrata clell'Jtali a, fu uno dei motivi che portarono all'organizzazione dell a prima conferenza interalleata tra i rappresentanti militari dell 'Intesa, che, e bbe luogo ha Chantilly, sede del Gran Quar tier Generale dell' esercito francese, tra il 7 al 10 lug lio J 915. Sanciti i principi dell a solidarietà e reciprocità tra alleati, la scelta strategica fondamentale fu la seguente: la decisione del conflitto doveva essere cercata sui principali teatri d 'operazione (francese, russo e itali ano) . Infine fu stabilito, s u proposta del generale Joffre, di atluare una vigorosa offens iva autunnale, sia in Francia, nella zona dello Champagne, sia in Italia, nella zona dell'Isonzo 106 . Sul piano pratico non s i realizzò alcun efficace coordinamento, ogni alleato continuò ad agire per proprio conto. Dal 26 novembre al 4 dicembre 1915, si svolse, a Parigi, la pri ma Conferenza navale interalleata, durante la quale vennero discusse le possibili soluzioni per la difesa del traffico marittimo nel Mediterraneo dai sommergibili nemici. Furono raggiunte due principali risolu-

IOS MINISTERO DEGLI Al-"FARI ESTERI - COMMISSIONE PER LA PUBBLICAZIO:\E DEI

(da adesso in poi D.D.1.). Quima serie: 1914- / 918, voi. IV, (25 maggio-23 ottobre 1915), Roma, Istituto Po ligrafico dello Stato - Libreria dello Stato, 1973, documento n. 238. telegranuna Gabinetto 8 I0/247, in data 22 giugno 1915, ciel l'ambasciatore a Parigi Tittoni. al ministro degli esteri Sonnino, pp. 140-1 4 1; si veda anche M. MONTANARl , Politica e strateg ia in cento anni di guerre italian e, voi. il cit., Tomo Il cit.. pp. 198-200. 106 Cfr. generale MORDACQ, Le co111111andeme111 unique, Parigi, Julcs Tallandicr, 1929, p. I0- 12; M. MONTAN;\RI , Politica e strategia, cit., voi. TI cit., Tomo II cit., pp. 200-202. Si veda anche D.D.I., quinta serie: 1914-/918, voi. IV cit.; documento n. 366, telegramma Gabineuo 837/280, in data 7 luglio 1915, dell'ambasciatore a Londra Imperiali al ministro degli estc1i Sonni no, p. 2 17; documento n. 381 , telegramma Gabinetto 856/288, in data 9 lug. 191 5, de ll'ambasciatore a Londra imperiali al ministro degli esteri Sonnino, p. 225; documento n. 418 , telegramma Gabinetto 882/301, in data 13 luglio 1915, dell'ambasciatore a Parigi T ittoni al ministro degli e~leri Sonnino, p. 247. DOCUMENTI DIPLOMATICI, / D ocumenti diplomatici i1aliani


C,\PITOLO 11-1.E CONFERENZE .. INTERA I I EATE.. PRIMA 0 1CAPOREJTO

zioni: il costante pattugliamento del Mediterraneo, suddividendolo in 18 zone, di cui dieci e la direzione delle operazioni affidate alla flotta francese, quattro alla britannica e quattro all'italiana (tirrenica, ionica, libica e adriatica) e la costituzione di un ufficio centrale per le informazioni a cui mnvassero tutte le notizie rigum-danti gli avvistamenti o attacchi di sottomarini 107 . Dal 6 ali' 8 dicembre 19 I 5 si svolse la seconda conferenza interalleata di Chantilly, indetta per discutere una proposta russa di realizzare tre offensive contro l' Austria-Ungheria: la Russia doveva attaccare dalla Galizia e dalla Bucovina, la Francia e l'Inghilterra da Salonicco, l'Italia dall'Isonzo 108 . Riconfermata l'importanza strategica dei teatri principali d'operazione e di offensive concomitanti, possibilmente simultanee, i rappresentanti militari alleati (Porro per l'Italia) convennero sulla necessità di realizzare l'offensiva genera]e simultanea nel marzo 1916 109. Inoltre nell'eventualità di azion i nemiche prima della predetta offensiva, furono stabiliti tre punti fondamentali: la necessità che ciascuna potenza dell 'Intesa fosse pronta ad arrestare sul proprio fronte eventuali attacchi nemici; il sostegno di tutte le altre potenze alleate quando una di loro fosse stata attaccata; l'utilità del Jogoramento del nemico con offensive locali 110. Infine, durante la riunione, fu stabilito definitivamente che le truppe alle dipendenze del generale Sarrail rimanessero in Grecia, per J' apertura di un nuovo fronte in Macedonia 11 1. Nello stesso periodo Briand, presidente del consiglio francese, per raggiungere un maggiore coordinamento tra le forze dell'Intesa, riproponeva il progetto, relativo ad un "comitato permanente misto", presentato da lui stesso alla conferenza anglo-francese, tenuta a Parigi 107 C. IVL'\NFRON I, cit., pp. 63-65. IOS M. MONTANARI, Politica e strategia, cit., vol.

II c it., Tomo 11 cit., pp. 252-

258. I09 B.I-1. LIDDELL HA iff, La prima guerra mondiale 19./4-19/8, M ilano, Mondadori, 1999 (I O edizione, Londra 1930), pp. 263-264. 1 IO MI NISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO DI STATO M AGGIORE - UFFICIO STORICO, L'Esercilo italiano nella grande guerra (1915-1918), voi. lll, Le operazioni del 1916, tomo 1°, Ciii avvenimenti invernali (narrazione), Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1931, pp. I 77- 178. l i l MJNISTERO DELLA D IFESA - S TJ\TO MAGGIORE DELL'ESERCITO - UFFICIO STO-

L'Esercilo italiano nella grande guerra (1915-1918), voi. VII, Le operazioni .fiwri del territorio nazionale: Albania, Macedonia, Medio orienie, tomo 3° (narrazione), Roma, Tipografia regiona le, 1983, p. 182. RlCO,


5,1

L' ITJ\LJA E ILCOORDINAM l'NTO MILITARE "INTE:RAL.I.F.ATO" NELLA PRIMA GUERRA :VIONDI AI .E

(Palazzo Eliseo) il 17 novembre 1915 112 . Durante quella conferenza, infatti, erano stati proposti due progetti, rispettivamente dal primo ministro britannico Asquith e, appunto, dallo stesso Briand. Il progetto britannico riguardava la costituzione di un comitato a carattere consultivo, le cui decis ioni sarebbero state poste all'approvazione dei govern i interessati 113. Tale comitato, formato dai primi rnjn istri ed, eventualmente, dai ministeri degl i esteri, della guerra e marina e dai capi di stato maggiore, si sarebbe riunito periodicamente, anche con solo due membri della coalizione e le riunioni sarebbero state precedute da preventivi scambi di vedute tra i capi di stato maggiore delle forze armate alleate. Al fine di assicurare un collegamento permanente tra i governi dell'Intesa, avrebbe funzionato un segretariato del comitato stesso, formato da ufficiali di collegamento frances i, inglesi, italiani e belgi ed eventualmente russi, serbi e montenegrini. In sostanza il progetto inglese aveva come obbiettivo la costituzione di un organo interalleato capace, dal punto di vista strategico, di "coordinare l' azione degli alleati nei liguardi della guerra"' 14 • Briand proponeva, invece, la costituzione di un consiglio permanente, formato sempre dai piÚ alti rappresentanti politici e militari francesi, inglesi, russi e italiani, ma con il compito di unificare essenzialmente l'azione diplomatica alleata 115 . 112 Nota del segretario, in data 5 gennaio 1916, allegata alla lettera n. 293/76,

in

data 21 gennaio 1916 dell'ambasciatore a Londra imperiali al ministro degli affari esteri Sonnino, in A uSSME, fondo F-1 Comando Supremo-vari uffici cit., b. 96, fase. l. 11 3 Committee of imperial clefence "draf't arrangements for coordinati ng the action of the allies with regarcl to the war", secrcl G-40, in data 5 gennaio 1916, allegato alla lettera n. 293/76, in data 21 gennaio 19 16 dell'ambasciatore a Londra Imperiali al ministro degli affari esteri Sonnino, in AuSSME, fondo F-1 Cornando Supremo ' - vari i(ffici cit., b. 96, fase. 1. 11 4 Lettera n. 1 riservato, in data 6 febbraio del ministro degli esteri Sonnino al capo cli Stato Maggiore dell'Esercito, generale Cadorna, in AussME, fondo F-1 Co mando Supremo - vari uffici cit., b. 96, fase . l. A questa lettera era allegato il progetto bri tannico sul comitato alleato cli cui sopra (Committee of Imperia! defence "clraft arrangements for coorclinating the action of the all ies with regarcl to the war", secret G -40, in data 5 gennaio 1916) . La stessa lettera n. I riservato, era la risposta di Sonnino alla richiesta di notizie su questi costituendi comitati avanzata da Cadorna (minuta della lettera n. 1079, in data 29 gennaio 1916, di Cadorna a Sonnino in AuSSME, fondo F-1 Cornando Supremo-vari uffici cit., b. 96, fase. 1). 115 L. R1cCARDI, Alleati non amici cil., pp. 233-244. Si veda anche D.D.t., quinta serie: 19 I4 -1 9 18, voi. V, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato - Libreria dello Stato, 1988, documento n. 86, telegramma Gab. 2449/566, in data I I novembre 1915, ciel-


C't\l'ITOLO Il·! I' <'ONFERENZlò "INTliRJ\LLEATE" PRIMA DI CJ\ l'OR[JTO

55

Con quella proposta il Presidente del Consiglio francese voleva coinvolgere l'Itali a, di cui stimava le potenzialità belliche ritenute pari a quelle degl i altri alleati , in uno sforzo maggiore nella guerra, attraverso una più stretta collaborazione con la Francia e l' Inghil terra 116. Questo suo intento si concretizzò in una visita a Roma, nel febbraio 1916, per convincere dell'utili tà del progetto il ministro degli esteri italiano, il quale manifestava Lutea la sua perplessità, nonostante avesse ricevuto rapporti favorevoli su ll a questione da parte di Tittoni , ambasciatore italiano a Parigi. Sonnino, più del Presidente del Consiglio Salandra, osteggiava la creazione di quell'organismo interalleato poiché vedeva in esso una possibile limitazione alla azione diplomatica itali ana 117. La visita a Ro ma di Briand non raggi unse dunque lo scopo per cui era stata programmata ma ebbe, comunque, l' effetto positivo di convincere Sonnino e Salandra della necessità di un maggiore coordinamento tra gli alleati , attraverso conferenze periodiche a cui partecipassero tut-

!"ambasciatore a Londra Tmperiali al ministro degli esteri Sonnino. p. 63: "Nell'annunciare ieri alla Camera provvedimenti presi per rinforzare lo Stato Maggiore, primo ministro manifestò speranza sua e di Briancl cli vedere fra breve istituir.o una specie di consiglio di guerra comune nel quale sederanno i ministri francesi e britannici per dirigere e controllare coll'assistenza dei rispeuivi stati maggiori operazioni militari e navali comuni. Aggiunse Asquith che Francia e Jnghilterra sarebbero oltremodo liete se Italia e Russia volessero associarsi per scopi suindicati". 110 n.D.J., quinta serie c it., voi. V c it., p. 249. documento n. 352, telegramma Gabinetto 180/13, in data 22 gennaio 19L6, dell'ambasciatore a Parigi Tittoni al ministro degli esteri Sonnino: " ... Nulla è stato dec iso circa la prossima riunione a P arigi att.endenclosi conoscere disposizioni del Gabinetto di Roma che si spera non si opporrà ulteriormente ( ... ). Briand anzi per f"aci litare adesione Gove rno italiano. alla quale tiene molto perché gli dorrebbe c he per le necessità di cose dovesse avere luogo a Parig i una riunione nella quale l' Inghil terra e Russia fossero rappresentate e non lo fosse l'Italia, è disposto venire personalmente in Italia recarsi a l qua rti ere generale per ossequiarvi S.M. il re e conoscere generale Caclorna conferire con V.E. e S.E. Salandra .. .'·: documento n. 423, telegramma Gabinetto 833/30, in data 8 febbraio 1916, dell"ambascintore a Parigi Tittoni al ministro clegli esteri Sonnino. pp. 306-307 ; clocumcnlo n. 426, lcllera pe rsonale, in data 8 febbraio 19 16, de l direttore del "Corriere della sera" Albertini al Presidente del Cons iglio Salandra, pp. 309-31 O, documento n.427, telegramma Gab. 344/31 , in data 9 febbraio 19 16, dell 'ambasciatore a Parigi Tittoni, al ministro degli esteri Sonnino, pp. 3 10-3 11. 11 7 S. SONNINO, Diario /914-1916, voi. Il, a cura di P. Pastorelli, Bari. Laterza, 1972. 15 gennaio 1916, pp. 304-307.


56

I 'ITALIA EU COORDINAMENTO MILITA RE " INTeRAU,F:ATO" N EI.I A PRIMA ca JER RA MONDIAI..E

ti i rappresentanti politici e militari dell 'Intesa 118. Fu stabilito, inoltre, che anche il governo italiano avrebbe inviato propri delegati alla successiva conferenza interalleata che si sarebbe svolta a Parigi nel mese successivo.

11.3. Le conferenze del 1916 Il 2 marzo 1916 si svolse, a Malta, la seconda Conferenza navale interalleata durante la quale vennero affrontate tre questioni principali: la revisione dell a ripartizione del Mediterraneo in zone di vigilanza, adottata nella prima conferenza navale; la protezione del traffico di fronte ali ' acuirsi degli attacchi sottomarini nemici; le rotte che dovevano seguire le navi commerciali che trasportavano riforn imenti per gli alleati 119. Per quanto riguardava la prima questione, fu deciso di ampl iare le zone controllate dagli inglesi; per la seconda i rappresentati delle marine alleate dovettero constatare l'insufficienza dei metodi usati fino allora e non trovarono altra soluzione che quella di aumentare le unità destinate al pattugliamento del Mediteraneo, senza però mettersi d' accordo quale delle tre marine da guerra avesse dovuto forni re ul teriori nav i. Fu comunque deciso di potenziare l'Uffici o centrale per le informazioni, costituito in base alle decisioni della prima conferenza navale. Per quanto riguardava la terza ed ultima questione fu stabilito che, per ogni linea, sarebbero state concordate 2 o 3 rotte fis se, obbligando le navi commerciale a seguirle. Alla fine della conferenza 118 D .IJ.J. ,

quinta serie cit., voi. V cit. , documento n. 433, lettera personale, in da1a 11 febbraio 19 16, ciel Presidente del Consiglio Salanclra al 1h inistro degli esteri Sonnino, p. 315: "Pri ma che tu veda stamane Briancl reputo opportuno informarti che ieri, durante la visita sua e di Bourgeois a palazzo Braschi, essendo caduto il discorso, comunque in forma vaga, sulla direttiva unica, m ilitare e diplomatica, io accennai come ad una idea comune a te e a me, che si dovrebbero avere adu na nze miste dei capi degl i eserciti al leati e dei rappresentanti dei rispettivi governi. Al che i francesi aderirono. Ma non m' impegnai menomamente circa la forma, i modi, itempi delle adunanze, ecc. Debbo dirti però che mi pare inevitabile acceltare in massima il principio delle adunanze. Tulla la stampa francese e italiana ne spera grandi cose ( ... ) se noi rifiutassimo, la gita di Briancl parrebbe fallita. Tutti, a qual unque evento avverso, si leverebbero contro di noi per la mancata unificazione de ll'azione degli alleati. M i pare in somma che non se ne possa fare a meno ..." . I l 9 M A.'11FRONI, cii. , pp. 113-1 17.


CA PITO! O Il - I.ECO'.'<FEIUiNZE .. INT ERALLEATE" PR IMA DI CAPORtTl'O

57

fu anche affrontato l'eventuale problema, in verità, allora, veramente poco probabile, di un eventuale congiungimento, fuori dall'Adriatico, della flotta austriaca con quella turco-tedesca del Mar Nero. In quel caso il comando delle operazioni sarebbe passato ad un ammiraglio francese, come già stabilito nella convenzione navale del 1915. Nei g iorni del 12-13 marzo 1916 fu tenuta la terza conferenza intera11eata di Chanti11y a cui presero parte ancora i soli rappresentanti militari de11e potenze dell'Intesa 120. In essa, oltre ad altre decisioni meno importanti relative all'esercito serbo, all'Armata d ' oriente e alle truppe italiane in Albania, furono sostanzialmente confermate le decisioni prese nelle precedenti conferenze, in particolare la necessità di una offensiva generale di tutte le forze alleate e il principio del reciproco aiuto secondo i termini stabiliti nella precedente conferenza del dicembre 1915. Durante l' incontro il rappresentante italiano, sempre il generale Porro, fece presente agli alleati che l'Esercito italiano aveva assoluto bisogno di artiglierie pesanti. La successiva conferenza interalleata, secondo gli accordi presi a Roma nel febbra io precedente, fu organizzata a Parigi nei giorni 27 e 28 marzo 1916 e vì parteciparono questa volta anche i rappresentanti politici dell'Intesa 121 . La delegazione italiana era costituita dal Pres.idente del Consiglio Salandra, dal ministro degli esteri Sonnino, clal1' ambasciatore a Parigi Tittoni, dai generali Cadorna e Dall' Olio. In quella conferenza furono ratificati gli accordi militari della terza conferenza di Chantilly e fu sancita, genericamente, l'unità cl' azione economica e diplomatica. Riguardo, in particolare, all'unità d'azione economica fu decisa la costituzione di un comitato permanente interalleato, con sede a Parigi, che si doveva occupare anche delle questioni rel_ative al blocco economico contro la Germania e, per quanto riguarda i trasporti marittimi, vennero presi accordi per costituire a Londra l'Ufficio centrale interalleato dei noli , con competenze relative alla ripartizione dell'onere dei trasporti marittimi tra le potenze dell'Intesa 122 . 120 MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO DI S TATO MAGGIORE - U F0

L'Esercito italiano nella gronde guerra cil. , voi. lll cit., tomo l (narrazione) cil., pp. 178-180, 261; M . MONT/\NARJ, Politica. e str{ltegia in cento anni di guerre italiane, voi. 11 cit., Tomo II ci l. , pp. 276-277. 12 1 ibidem. Si veda anche L. RtCCARDI, Alleali non amici... c il., pp. 245-248. 122 D.D.I., Quinta serie cit., voi. V cil., documento 11. 650, protocollo cli chiusura della conferenza interalleata di Parigi, in data 28 marzo 1916, pp. 480-481. FIC IO STORICO,


1.' ITAI .I A E IL COORDINAMENTO MILITARE " /Nt ERALl, FATQ" NELLA PRIMA GUERRA MONDIAI E

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Il 15-16 novembre 1916, sempre a Parigi, si svolse la seconda conferenza interalleata dei rappresentanti politici dell' Intesa, tenuta nei stessi giorni della quarta conferenza dei rappresentanti mi litari a Chantilly 123 . La delegazione italiana era costituita dal ministro del tesoro Carcano, dall'ex ambasciatore a Parigi Tittoni e dal nuovo ambasciatore a Parigi Salvago Raggi. Nella conferenza, indetta per definire la condotta degli stati dell'Intesa nel 1917, furono affrontate varie questioni 124, tra cui il contributo italiano alla operazioni in Macedonia. A questo proposito, Tittoni promise l' invio di truppe a condizione che la pressione russo-romena fosse stata tale da assorbire le riserve di uomini degli imperi centrali nello scacchiere balcanico. La conferenza fissò l'impegno di un prossimo incontro da tenersi a Pietrogrado 125 e in pratica non diede risultati concreti, chiudendosi con l'intervento dei rappresentanti degli stati maggiori alleati, riunitisi nei stessi giorni a Chantilly 126 . Alla quarta conferenza di Chantilly, tenuta il 15-16 novembre 1916, sempre presso il Gran Quartier Generale francese, intervennero i capi di stato maggiore degli eserciti dell'Intesa o i loro rappresentanti, il Comando Supremo italiano, ancora una volta, inviò quale delegato, il generale Porro 127 . I punti da affrontare nell a discussione, secondo il

123

MINISTERO DELLA GUERRA - COMA. ;oo DEL CORPO Dl STATO MAGG[ORE - UFHCIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra (1915-1918), voi. TV, Le operazioni del 1917, tomo 1°, L'ampliamento dell 'Esercito nell'anno 19.17 - gli avvenimenti dal gennaio al rnaggio (narrazione), Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1940, pp. 115- 117; M. MONTANARI, Politica e strategia... , voi. 11 cit., Tomo II cit., pp. 374-375. 124 D.D.t., quinta serie cit., voi. VI, Roma, Istituto Poligrafièo dello Stato, 1987, documento n. 703, telegramma Gab. 2575/240, in data I5 nov. 1916, dell'ambasciatore a Parigi Salvago Raggi al ministro degli esteri Sonnino, pp. 480-482. 125 Jbid., documento n. 715, telegramma Gabinetto 2589/246, in data 17 nov. 1916, dell ' ambasciatore a Parigi Salvago Raggi al ministro degli esteri Sonnino, pp. 517. 126 lbid., documento n. 713, telegramma Gabinetto 2588/243, in data 17 no· vembrel9!6, dell' ambasciatore a Parigi Salvago Raggi al ministro degli esteri Sonnino, pp. 515-516. 127 MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. lY cit., tomo I O cit. (narrazione), pp. 117-126; M. MONTANARJ, Politica e strategia ... , voi. II cit., Tomo II cit. , pp. 375-380.


CAPITOLO Il -

LECONFEREKZE ··1NTERALLEATE" PRIMA DI C,\l'ORETTO

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memorandum dell'alto comando francese del 12 novembre 1916 128 , erano fondamentalmente quattro: studio delle possibili offensive degli imperi centrali sui diversi fronti nel periodo invernale; atteggiamento alleato nello stesso periodo su tutti i fronti; distribuzione delle forze e dei mezzi fra gli eserciti dell'Intesa per la campagna d'inverno e per quella del 19 17; piano d' azione di tutte le forze dell'Intesa per il 1917. Durante la conferenza si palesò chiaramente il punto di vista francese, espresso dal generale Joffre, che cons iderava la Germania il nemico principale di tutta la coalizione alleata. La disfatta di quest'ultima avrebbe causato la fine dell a coalizione avversaria. Inoltre la maggior parte delle divisioni tedesche e tutte quelle più efficienti erano concentrate sul fronte occidentale, dunque qui bisognava concentrare gli sforzi dell 'Intesa per annientare 1' esercito germanico e vincere defi nitivamente la gueITa. Al teatro di guerra italiano l'alto comando francese attribuiva scarsa importanza, poiché lo considerava non adatto a conseguire risultati decisivi. Compito dell'Esercito italiano, secondo Joffre, era, quindi, quello di preparare un'azione offensiva generale nella primavera del 1917, attirando tutte le riserve austriache, per alleggerire il fronte orientale, considerato molto importante. All'alto comando russo gli alleati chiesero di organ izzare una vigorosa offensiva, parallela ad una terza condotta da Salonicco da parte dell' Armée d' Orient, in direzione di Sofi a, per distruggere la Bulgaria e isolare l'Jmpero ottomano dal1' Austria e dalla Germania. La conferenza si concl use, dunque, con l'approvazione di un'offensiva generale su tutti i fronti e con la decisione che gli alleati si sarebbero tenuti pronti ad attaccare per la prima quindicina di febbraio del 1917, per prevenire eventuali azioni degli imperi centrali. Nel caso che questa ipotesi non si fosse verifica_ta, il periodo del l'offensiva sarebbe stato fissato di comune accordo, preferibilmente nella primavera de] 1917. Infine fu riconfermato l'i mpegno di aiuto immediato, da parte delle altre potenze, a quell a di loro che fosse

128 lbid. p. 118. Riguardo al testo originale ciel memorandum vedi

MINISTERO DELLA GUERRA -

L'Esercito italiano nella grande guerra cit.. , vol. TV ciL, tomo l O bis, L'ampliamento dell'Eserci/0 nell'art· no 1917 . gli avvenimenti dal gennaio al maggio (documenli), Roma, Istituto Pol igrafico dello Stato, 1939, allegato n. 114, Memorandum pour la réunion des com· mandants en chef du l 5 novembre 1916 Au Gran. Quartier Genera[ des Année.s Jì-an çais, n. 8605 di prot., in data 12 novembre 1916, pp. 237-267. COMANDO DEL CORPO Dl STATO M AGGIORE - Ur'FIC IO STORICO,


60

L' ITALIA E IL COORDI NAMENTO M li !TARE " INT/i/?AU.l:AJ'O .. NELLA f>RIMA GUERRA MONDIALE

stata attaccata dagli imperi centrali, tramite il concorso diretto di forze e mezzi sullo stesso fronte, divenuto teatro dell'offensiva nemica o, indirettamente, con offensive sugli altri fronti, per alleggerirne la pressione. Per questo motivo, tra le decisioni fi nali della conferenza, prese dai capi delle armate alleate o dai loro rappresentanti , ci fu anche quella cli pred isporre, da parte degli stati maggiori anglo-fra ncese ed italiano, studi relativi ai trasporti e all'impiego di forze combinate 129 . Durante la conferenza si manifestarono alcune divergenze tra gli altri rappresentanti dell'Intesa e il generale Porro di fronte alla sua palese opposizione all'invio di ulteriori truppe italiane in Macedonia. Tali divergenze erano dovute ad una diversa val utazione strategica del Comando S upremo italiano che riteneva assolutamente necessario l'impiego cli tutte le forze nazional i sulla frontiera nord-orientale, non aveva fiducia nell'efficacia di un eventuale concorso alleato nel caso di un altro attacco austriaco e non giudicava positivamente l' impostazione data alle operazioni in Macedonia, dove l' Armée d'Orient, persa l'occasione di sferrare una vasta offensiva parallelamente all' entrata in guerra della Romania, era ormai immobilizzata eia ingenti forze bulgm-e 130 .

11.4. Le conferenze del 1917 La successiva conferenza si tenne a Roma dal 5 al 7 gennaio 1917 e fu indetta per espresso clesi.d erio del nuovo primo ministro britannico, Lloyd George, che valutava di grande importanza strategica il fronte italo-austriaco 131 . Il ministro inglese giudicava l'Austria - Ungheri a come lo Stato più debole della coalizione avversaria a causa dell a sua anacronistica struttura plurinazionale, retaggio dell ' universalismo medievale. L' impero austrungarico, che si reggeva esclusivamente sul tra-

129 /bid. , allegato 11. 116, Gran Quartiere Général cles Armées français - Etat Major - sect.ion cles T.0.E., procès-verbal de la riòunion des commandants en chef des armées alliés ou de leurs rappresentants tenue a Chcmtilly le 15 novernbre 1916, pp. 270-297, in particolare p. 283. 130 MlNISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL COR PO DI STATO MAGGIO RE - UrO FIC IO STORICO, l'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. IV cil., torno I cit. (narrazione), p. 121 -1 26. 13 1 lbid, pp. 13 1-1 43, M. MONTANARI, Politica e strategia... , voi. Il cit., Tomo Il cit., pp. 380-389.


CAPITOLO Il - LE CO NFEREN7.E " INTERAI.LE,\TE"' PRIMA DI CAPORETI"O

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ballante trono deglì Asburgo, era travagliato da una profonda crisi interna, in cui le diverse nazionalità, anche nell ' esercito, costituivano delle possibili forze disgregatrici. A tale proposito, alla fi ne del dicembre 1916, Lloyd George aveva pensato di proporre agli altri alleati una vasta offensiva sul fronte italiano con l' impiego di artiglierie di grosso calibro fomite dagli anglo - francesi al nostro esercito. Per realizzare quell'offensiva era necessario che il governo italiano garantisse, a breve scadenza, una volta ricevuti gli aiuti, l'attuazione dell ' operazione. Alla conferenza parteciparono i capi dei governi della Gran Bretagna, Francia, Italia, l'ambasciatore di Russia a Roma e rappresentanti politici e milìtari dell'Intesa 132 . La discussione fu incentrata su due punti: il teatro balcanico e il fronte italiano. Riguardo al primo punto, in relazione all'ambiguo atteggiamento greco, fu deciso che le potenze dell' Intesa presentassero una nota collettiva al governo ellenico per intimargli di concentrare, entro 15 giorni , tutto il materiale e le truppe nel Peloponneso; in caso di rifi uto, gli alleati avrebbero preso i necessari provvedimenti per garantire la sicurezza delle loro armate. In relazione, sempre, alla questione balcanica, fu anche affrontato il discorso relativo al corpo di spedizione in Macedonia, il cui comandante, il generale Sarrail, durante la conferenza, avanzò la richiesta, non accolta per l'opposizione dei rappresentanti inglesi. ed italiani, di altre divisioni a rinforzo del contingente a Salonicco. In seguito, sulla base di un promemoria presentato dal governo britannico 133 , la conferenza passò ad esam inare la situazione sul fronte italo-austriaco. Dopo aver valutato la difficile situazione sul fronte orientale, dovuta alla caduta della Romania e alle difficoltà in cui versava la Russia, i rappresentanti britannici proposero di pianificare_una vigorosa offensiva dell'Esercito italiano sull'Isonzo, che, con il con132 MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO rn STC\TO MAGGIORE - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. IV cit., tomo I O cit. (narrazione), p. 133, per la composizione delle delegazioni alleale. Per l'ltalia parteciparono il presidente del consiglio Bosel li, il ministro degli esteri Sonnino, il ministro della guerra generale Morrone, il ministro della marina ammiraglio Corsi, il capo di Stato Maggiore dell'Esercito generale Cadorna, il sottosegretario per le anni e munizioni generale Dall'Olio. 133 MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DF.L CORPO DI STATO MAGGfORE - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit. , voi. lV cit., tomo I O bis cit. (documenti), allegato n. 122 , conferenza di Roma (traduzione del promemoria compilato dal governo britannico in data 5 gennaio 1917), pp. 3 11 -316.


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LTl)\LIA E ILCOOROINAMf' NTO MII.ITARR " INT/i/lJ\l.l.EATO"' NEI.Li\ PRIMA GIJERRA

MOI\DIALE

corso di forze e mezzi anglo - francesi, avrebbe avuto la possibilità di sconfiggere 1' Austria, sb loccando la situazione nei B alcani a favore dell ' Intesa. A questa proposta si opposero i rappresentanti francesi i quali vedevano messa in forse la loro prossima offensiva sul fronte occkientale, progettata dal generale Nivelle, nel caso fosse stato necessario fornire artiglierie agli italiani. Da parte italiana, il ministro Sonnino si dimostrò assai freddo a quella proposta, poiché vedeva in essa una possibile futura limitazione alle richieste italiane, avanzate nelle trattative in corso con gli alleati, di zone di influenza in Asia minore 134 . Al contrario il generale Cadorna espresse tutto il suo consenso al progetto inglese di una vasta operazione sul fronte italiano, ma confermò che, per attuarla con successo, aveva bisogno, senza vincoli di sorta, di artiglieria pesante, fornita dagli alleati. Anche questa volta i contrasti tra i rappresentanti dell'Intesa, dovuti soprattutto all'opposizione degli stati maggiori inglese e francese e alla freddezza del governo italiano, fecero arenare il progetto di Lloyd Georg. La conferenza si concluse con la generica dichiarazione di riconoscimento dell'opportunità di realizzare una offensiva interalleata sul Carso, ma per realizzarla era richiesto prima il parere dei singoli alti comandi alleati poi l'approvazione dei rispettivi governi. Questa decisione rendeva particolarmente complicato il meccanismo per un intervento militare alleato sul fronte italiano, in base al principio del mutuo appoggio stabili to dalla quarta conferenza di Chanti11y 135 . Ciò convinse il generale Cadorna a organizzare trattative dirette con gli alti comandi francese e inglese per rendere possibile, in caso di necessità, quell'intervento 136 . Nella conferenza del 5-7 gennaio fu raggiunta an134

Cfr. L. R1CCARD1, Alleali non amici cit., pp. 381-387: "S'onnino, quindi, manovrò in modo tale eia riuscire a far progressivamente inaridire la proposta britannica fino a farla cadere definitivamente. li premier inglese rimase attanagliato dal netto dissenso cli Parigi, dalla freddezza italiana e, fatto cli un certo rilievo, dalla diffidenza ciel suo stato maggiore" (pp. 386-387). Si veda anche S. SONNINO, Diario 1916-1922, voi. III, a cura cli P. Pasto rei li, Ba1i, Laterza, 1972, 5-7 gennaio 191 7, pp. 95-97. 135 MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cil., voi. IV cit., tomo 1° cit. (narrazione), p. 140. 136 Le trattative con gli alleati per un loro intervento diretto in Italia si concretizzarono in tre convegni tenuti ad Udine, presso il Comando Supremo italiano. li primo convegno (l -2 febbraio 1917), tra il general i Cadorna per l'Italia e Nivelle per la Francia, non portò a risultati apprezzabili. La trattative si conclusero senza che


CAPITO LO Il - LE CONFERENZE " INTERAI.LE/\l'E.. f>RIMA DI CAPOREn"O

che la risoluzione cli mettere allo studio l'organizzazione di uno stato maggiore interalleato 137. L'argomento sarebbe stato affrontato in una delle successive riunioni tra i rappresentanti dell'Intesa; non fu però stabilita alcuna data, né fu costituto alcuno strumento per realizzare questo progetto. Alla fine del gennaio 1917 si svolse a Londra la terza Conferenza navale interalleata durante la quale vennero aff rontate tre questioni principali: il comando unico delle operazioni in Adriatico; il piano per stanare la flotta austriaca dai porti e, come sempre, il problema di una limitazione efficace della guerra sottomarina. Riguardo alla prima fossero stati raggiunti accordi concreti anche perché il generalissimo francese era convinto dell'azione risolutrice dell'imminente offensiva sul fronte occidentale, che, secondo lui, avrebbe preceduto l'eventuale attacco austriaco sul fronte italiano. li secondo convegno (23 marzo 1917), tra i generali Cadorna per l'Italia, Robertson per l'Inghilterra e Weygand per la Francia, fu promosso dal governo italiano. Anche questo non raggiunse risultati concreti e si risolse con l'intesa che i rappresentanti inglesi e francesi avrebbero sollecitato i rispettivi "comitati di guerra" per ottenere da questi l'incarico di negoziare con piena facoltà gli accordi necessari per l'invio di truppe in Italia. li terzo convegno (7-8 aprile 1917), tra i generali Cadorna per l'Italia e Foch per la Francia, fu positivo. In questo incontro, infatti, furono raggiunti gli accordi di massima per J' intervento alleato in Italia e fu stabilita come zona di sbarco del contingente alleato la regione cli Vicenza. Nel caso che gli imperi centrali avessero lanciato un 'offensiva attraverso la Svizzera, violando la neutralità della Confederazione, fu stabilito che la zona cli sbarco del contingente alleato sarebbe stata la regione tra Novara e Milano. Per questi convegn i si veda MINISTERO DELLA GUERRA COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., vol. IV cit., tomo 1° cit. (Narrazione), p. 148- 160; M. MONTANARI, Politica e strategia ... , voi. TI cit., Tomo 11 cit., pp. 391 -403. Ricordiamo inoltre che tra il IO e 1'11 settembre 1917 , sempre ad Udine, si svolse un importante incontro tra il ministro della guerra inglese Lord Derby e il generale Cadorna relativo all ' invio di artiglieria eia parte alleata sul fronte italiano. li ministro inglese promise l' invio di 160 pezzi di medio calibro, rna nello stesso tempo richiese al generale Caclorna, che acconsentì, la restituzione cli 6 batterie da 152, destinate all'Egitto. Per questo convegno si veda MINISTERO Dl:::LLA DIFESA - STATO fVL\GGIORI::: ESERCITO - U1+'lCIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. lV, le operazioni del 1917, tomo 2°, gli avvenimenti dal giugno al seuembre (Narrazione), Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1954, p. 22-23. 137 Cfr. Generale MORDACQ, Le commandement unique cit., p. 23, la seconda risoluzione, riportata dall' autore, recita così "L'organisation d' un Etat-major interallié sera etudiée dans une cles conférences que tiendronl dorénavant, t.ous les deux mois, les ministres dirigeants de l'Entente"; si veda anche M. CARACCIOLO, L'Italia e i suoi alleati ... cit., pp. 111.


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I ' ITALIA E IL COORDINAM ENTO MILITARE "/i'trEl/1\LLEJ\'l'O " NELLA PRIMA GUERRA MONDIA I .E

questione, fu rj badito che il comando spettasse normalmente ad un ammiraglio italiano, ma nel caso in cui nell'Adriatico fosse entrata tutta la flotta francese del Mediterraneo, allora, in quel caso, il comando in capo passava all 'ammiraglio francese. Riguardo alla seconda questione veniva adottata la linea di condotta italiana, fina lizzata a conquistare, a poco a poco, senza operazioni navali in grande stile, il dominio nell'Adriatico, attraverso il blocco dei porti e operazioni con naviglio leggero, costringendo la marina austriaca a rinunziare ad ogni attività. Riguardo infine, alla terza questione, si decise di potenziare l'Ufficio centrale per le informazioni, costituito in base alle decisioni della prima e seconda conferenza navale in un "Comitato centrale" per il Mediteraneo con maggiori poteri di coordinamento 138 • Anche la conferenza di Pietrogrado 139, che si riunì tra il 1° e il 17 febbraio 1917 nella capitale russa, era stata indetta, subito dopo la conferenza di Parigi del novembre I 916, per iniziativa del governo britannico. La delegazione ita]iana era formata dal ministro Vittorio SciaIoja, capo della delegazione, dal professore Galante, segretario del ministro e dal diplomatico Luigi Aldrovandi-Marescotti; ne facevano parte anche alcuni ufficiali, il generale Paolo Ruggeri-Laderchi, il maggiore Ugo Cavallero e il tenente Magrini 140 . Compito delle delegazioni francese, inglese ed italiana era anche quello cli constatare, soprattutto tramite i loro delegati militari, se e quanto la Russia avesse utilizzato il materiale da guerra inviatole 141 . 138 C. MANFRONl, cit., p. 144-155. MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO Dl ST,\TO MAGGIORE - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. IV cit., tomo I O cit. (Narrazione), pp. 143- 148; si veda anche: M. MoNTANARl, Polilica e strategia ... , voi. II cit., Tomo TI cit., pp. 389-391; A. BIAGlNl, in Russia tra guei>ra e rivoluzione cit., pp. 73-77; L. RICCARDJ, Alleati non amici. cit., pp. 390-397; G. PETRACCHI, Diplomazia di guerra e rivoluzione. Italia e Russia dall'ottobre 1916 al maggio 1917, Bologna, il Mulino, 1974, p. 75. È sicuramente interessante la testimonianza diretta di L. ALDROVANDI-MARESCOTTI, che partecipò alla conferenza, si veda la sua opera: Guerra diplomatica - ricordi e ji·ammenti di diario (1914 -1919), Milano, A. Mondadori, 1934, pp. 83-116. 140 L. ALDROVANDl-MARESCOTTI, Guerra diplomatica ci t. , p. 86. La delegazione inglese era capeggiata da lord Milner, lord Revelstoke e dal generale Wilson, quella francese dal ministro Doumergue e dal generale Castelnau. La Russia era rappresentata dal ministro degli esteri Pokrovski, dal capo di stato maggiore ciel Gran qurutier generale dell'esercito mobilitato generale Gurko e dall'amnliraglio Roussine. 14 1 1/Jid. , p. 87-88. 139


CA PITOLO 11- 1.E CONFElrnNZE ··1NTER,\L.LE1\T E'' PRIMA D1 CAPORETTQ

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Il programma dei lavori della conferenza si articolava in quattro punti principali: il primo trattava le questioni relative alla condotta generale del conflitto per tutto l'anno 1917, il secondo concerneva le questioni propriamente politiche, il terzo le questioni relative al materiale bellico e, infine, il quarto quelle finanziarie 142 . Le questioni relative alla condotta generale della guerra e al materiale bellico riguardavano l'eventuale carattere risolutore della campagna del 1917, la possibilità di interdire l'iniziativa nemica con le nuove operazioni coordinate tra gli eserciti dell'Intesa, la necessità di prevedere operazioni secondarie per conservare l'iniziativa agli alleati, il punto dove sferrare l'offensiva risolutrice, la situazione del teatro balcanico dopo la caduta della Romania, le intenzioni degli imperi centrali, l'immediato appoggio da parte di tutti gli altri a quel membro della coalizione attaccato dal nemico e, infine, la condivisione tra alleati di tutto il materiale e delle risorse disponibili per la guerra. Le questioni politiche e finanziarie riguardavano la Grecia, l'impiego dei resti dell'armata serba, il reclutamento di truppe cecoslovacche presso gli eserciti dell'Intesa, i rapporti con gli Stati Uniti, i rapporti con i paesi scandinavi in relazione all'applicazione del blocco. Riguardo alla procedura dei lavori nella conferenza, venne stabilito che i delegati alleati si sarebbero riuniti in apposite commissioni per la trattazione dei singoli affari. Vennero quindi costituite la commissione politica, quella militare 143 , incaricata dì elaborare il piano dell' azione comune, e quella economica 144. Fu anche costituita una commissione per le armi e munizioni, dove, tra i rappresentanti italiani, vi era anche il generale Giovanni Romei 145 . Nella riunione della commissione politica del 4 febbraio 146 il _ministro degli esteri russo Pokrowski propose la costituzione di un comi142 MINISTERO DELLA GlJERRA - COMANDO DEL CORPO DI SCA.TO MAGGIORE - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. IV cit., tomo 1° bis cit. (docwnenti), allegato n. 129, telegramma segreto n. 63 della R. Ambasciata italiana a Pietrogrado al ministro degli esteri in data 3 feb. 19 17, pp. 327-329. 143 Il generale Laderchi era il rappresentante italiano nella commissione militare. 144 L. ALDROVANDI-MARESCOrn, Guerra diploma1ica cit. p. 91. L'autore le chiama prima sottocommission i poi commissioni, su questo punto non è mollo chiaro. 145 Cfr. A. BIAGINI, In Russia tra guerra e rivoluzione cit., p. 75; anche MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL CORPO DI S ·1AJ'O MAGGIORE - UfFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra ci t. , voi. IV cit., tomo l O c it. (Narrazione) , p. 145. 146 L. ALDROVANDI-MARESCOTTJ, Guerra diplomatica cit., pp. 99-.L OO.


L' JTAI .IA

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E II

COORDINAMJ'NTO M ILITAR E " IA'l'F/11\ LLEATO" Nl'I I A l'J(lM A GUl1RRA MO.' IDIJ\LI,

tato permanente di delegati dei governi dell'Intesa per risolvere rapidamente le questioni relative all a Grecia, anche a causa dei contrasti sorti tra i rappresentanti diplomatici alleati ad Atene. La proposta de1 ministro russo fu subito ripresa dal delegato francese, il ministro D oumerg ue, il quale propose, a sua volta, l' istituz ione di un comi tato permanente di delegati alleati, per la soluzione più rapida di tutte le questioni poli tiche e militari dell' Intesa, con facoltà di decidere direttamente. Le maggiori obiezioni a quelle proposte vennero dal ministro Sc ialoja, il quale considerava tale comitato come un nuovo organo intermed io, essendo impossibile che i governi alleati delegassero agli eventuali co mponenti del comitato i poteri apparte ne nti ai governi stessi nel loro complesso, poteri esclusivi che neanche i primi ministri o presidenti del consiglio potevano esercitare senza l'assenso di tutti gli altri min istri. La d iscussione fu rimandata e nell a successiva riunione del 13 febbrai o 147 la commissione poli tica approvò il concetto di un organo centrale di riunioni interalleate; non fu, quindi, costituito un comitato per l'alta direzione della guerra, come speravano i delegati russi e francesi, ma fu raggiunta una risoluzione che nella sostanza non era altro che una semplice raccomand azione ai governi alleati affinché tenessero riunioni fra di loro con maggior continuità e frequenza, possibilmente con gli stessi delegati 148 . 147

/bid. pp. 106-107. Nelle stesse pagine l'autore riporta anche che Ncratoff alto funzionario del ministero degli esteri russo propose la costituzione di un comitato permanente di ambasciatori, con special i poteri per questioni secondarie. A questa proposta si oppose Scialoja, osservando che anche le questioni secondarie, se implicavano decision i d'ordine politico, spettavano unicamente, per quanto riguardava l'Italia, ai ministri responsabili. nel caso italiano l'ambasciatore avrebbe sempre dovuto riferire al governo. Si sarebbe quindi creato un nuova organo intermedio il quale avrebbe procurato altri ritardi. 14 l> lbid. p. l 09 e p. I 13: "( ... ) Oggetto cli lunghe discussioni e cli una risoluzione, fu ciò che impropriamente si disse la creazione di un organo politico-interalleato per l'alta direuiva della guerra; ma anche qui si traila di una raccomandazione ai governi acciocché tengano più frequenti riunioni. Nella discussione, in cui furono chiari le le difficoltà esistenti perché questo istituto risu lti effettivam ente un rapido organo deliberativo, apparirono altrcsì le speciali difficoltà che incontra, per la sua rappresentanza la Russia(...). 11 ministro Scialoja espose le difficoltà costituzionali che si hanno per il funz ionamento di questo istituto. Tali difficoltà fu rono riconosciute eia tulli. Ma tutti convennero che l' Intesa dovrebbe rimediare, per quanto è possibile, a questa inferiorità che essa ha, nella rapidità delle decisioni e nelle direttive del Comando. di fronte al blocco delle Potenze centrali ( ... )".


CAPITOl.•0 11 - L E CONFERE'.'IZE ··1NT ER/\ Ll.li /1T1i ·· PRIMA DI CAPORET ro

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Nella Conferenza di Pietrogrado, nonostante fosse riemersa con chiarezza l'esigenza cli attuare una reale coesione nella coalizione alleata, anche di fronte alla necessità di un azione comune verso il governo ellenìco 149 , non si andò più in là delle buone intenzioni. D al punto di vista strategico la conferenza si concluse fissando le principali direttive relative alle operazioni del le forze alleate nel 1917. Fu confermato che quelle operazioni avrebbero avuto carattere decisivo, Ja data per l'inizio delle offensive sui vari fronti fu stabilita dal 1° aprile al 1° maggio, ma, già dal 15 fe bbraio, dovevano essere prese le misure atte a scongiurare iniziative nemiche e, nel caso che uno degli alleati fosse stato costretto ad attaccare prima del tempo, anche gli altri, entro tre settimane, lo avrebbero seguito. Riguardo al teatro balcanico, che aveva ormai perso gran parte della sua importanza, a causa della caduta della Romania, fu abbandonato il progetto di accerchiamento della Turchia attraverso l' invasione ciel territorio bulgaro e fu stabilito che l' Armeé d'Orìent, senza ricevere ulteriori rinforzi , dovesse resistere ad oltranza, conservando Monastir e taglìando le comunicazioni tra bulgari e greci. T partecipanti alla conferenza confermarono, infine, l'impegno di mutuo appoggio preso a Chantil1y il 15 novembre 1916: se una potenza fosse stata attaccata, le altre le sarebbero venute immediatamente in soccorso con tutti i mezzi possibili. Il 19-20 aprile 1917 si svolse il convegno interalleato cli Saint Jean de Maurienne, in Savoia, dove furono trattate, essenzialmente, le questioni relative ad un 'eventuale pace separata con l'Austria, alle zone di influenza italiane in Asia minore e all'esecuzione da parte del governo greco delle obbligazioni dì carattere militare imposte dagli alleati i.so_ 14 9 MINISTERO DELLA GUERRA - COMANDO DEL COR PO DI STATO M AGGIORE - U F-

L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. IV cit., tomo l O bis cit. (Documenti), allegato n. 143, telegramma, n. 80, in data 8 febbrai o 19 17, proveFICIO STOR ICO,

nienza Pietrogrado - dal ministro Scialoja, a firma Carloui, pp. 345-346 " ... La conférénce constatant le manq ue de cohésion qui s'est manifesté dans le passé et qui à continué après la conference de Rome it se manifester panni les M inistres des Puissances alliées à Athénes, décide que Jes 1.nesures nécessaires doivenl ètre prises pour assu rer entre eux une action entièrement concordante.. ." . 15 Cfr. L. R ICCARDI, Alleati non amici cit., pp. 459-473; G . CANDELORO, Storia dell'Italia moderna, voi. VIII, La prima guerra mondiale - il dopoguerra - l'avvento del .fascismo, Milano, Feltrinelli, 1978, pp. 153- 159. Si veda anche, quale testimonianza dirella L. ALDROVANDI- MARESC:OTTI, Nuovi ricordi e frammento di diario, Milano, Mondadori, 1938, pp. 117- 190.

°


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L'ITAI IA E 11. COORDINAMENTO Mn ITARE ··tNfE/1(\JLE,ffO" NEI LA l'RIMA GUERRA \IONDIAJ E

Riguardo al coordinamento dello sforzo militare dell 'Intesa, nel convegno e in s uccessive trattative , i rappresentanti inglesi chiesero a quelli italiani un maggiore concorso militare sugli altri front i, da realizzarsi, eventualmente, con l'invio di truppe in Palestina o di for za lavoro in Macedoni a 151 . Il convegno di Saint Jean de Maurienne fu essenzialmente di natura diplomatica e le questioni militari, appena accennate nello stesso conveg no, furono successivamente riprese nell 'incontro tra Cadorna e Foch, avvenuto sempre a Saint Jean de Maurienne il 25 giugno 1917 152 . li generale francese, d'accordo a non disperdere le nostre truppe su altri fronti , iiconobbe l'entità del lo sforzo itali ano in Trentino e sull' Isonzo e promise anche l' invio di munizioni e artiglierie, in cambio dì un contributo cli mano d'opera militare itali ana per la preparazione dello sbarco e dei relativ i baraccamenti delle truppe americane. Due mesi prima dell ' incontro Cadorn a-Foch, dal 28 aprile al l 0 maggio 1917, si svolse, a Corfù, la quarta conferenza navale interalleata, incentrata sui soliti problemi relativi alla protezione del traffico mari ttimo e suJl o sbarramento del canale d'Otranto 153 . Ri guardo al

Nel convegno, tenuto a Saint Jcan de Maurienne (San Giovanni cli Moriana) in Savoia (Francia), fra i rappresentanti inglesi (Lloyd Georgc), francesi (Ribot) ed italiani (Boselli e Sonnino) fu discussa una proposta di pace separata avanzata dall'Impero austrungarico , tramite il principe Sisto cli Borbone-Parma. cognato dell ' imperatore Carlo d' Asburgo, succeduto nel novembre I 916 al vecchio imperatore Francesco G iuseppe. La proposta era basata sullo sgombero del Belgio e della restituzione dell 'Alsazia-Lorena alla Francia, da parte della Germania compensata con la Polonia e la Galizia. e di uno sbocco al mare della Serbia, senza alcuna concessione all ' ltalia. Dopo due giomi di trattative la proposta dcli' Austria per una pace separata non venne accettata. Nel convegno venne discusso anche il problema dell'Asia mi nore in relazione ai diritti italiani previsti dal Patto di Londra del 19 15 e quello relativo all 'atteggiamento del governo ellenico verso l'intesa. Riguardo al primo Ribot e Lloyd George non acwlsero la richiesta italiana della provincia di Adana (Adalia), ma si impegnarono a domandare ai loro governi di consentire l' assegnazione all ' Italia de lle provincie di Konia e di S mirne, previo consenso della Russia. Tnrine rig uardo alla Grecia fu deciso che l' Intesa avrebbe costretto il tedescofilo re Costantino ad abdicare a favore del figlio. 151 MINISTERO OELLA D IFESA - S TATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO S TORICO.

L 'Esercii.O italiano nella grande guerra e it., voi. IV, Le operazioni del 19 17, tomo 2°, gli avvenimenti dal giugno al settembre (Narrazione), Roma. Istituto Poligrafico de llo Stato, 1954, p. 14. 152 Ibid. pp. 15- 16. 153 C. MANFRONI , c:il., pp. 157-163; E. FERRANTE, cit., p. 73.


CAPITOLO I( · LE CONFERENZE " INT ERA LI .EAT E.. PR l~·IA Ili CJ\l'ORElTO

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primo problema, fu definitivamente adottato il sistema de] "convogliamento", secondo il quale tutte le navi che partivano da un determinato porto, per una determinata direzione, si dovevano raccogliere in gruppo (convoglio), percorrendo tutte una determinata rotta, sotto la direzione di un ufficiale (capo-convoglio) delle marine da gue1rn alleate. Sullo sbarramento del Canale d'Otranto non si addivenne ad una risoluzione definitiva, in quanto continuarono a fronteggiarsi le posizioni franco-italiane favorevoli allo sbarramento fisso (mine, reti) contrapposte a quelle inglesi, a favore lo sbarramento mobile con natanti. La conferenza si chiuse con il ricosciment.o generale dell' efficacia delle spedizioni aeree contro le basi di sottomarini. Nella successiva conferenza interalleata, indetta per esaminare la situazione nei Balcani e tenuta a Parigi il 25 luglio 1917, si cercò di nuovo di coordinare lo sforzo militare delJ'Intesa 154 . In realtà si trattò di una serie di riunioni parallele tra i rappresentanti dei governi alleati da una parte e i capi militari e navali cl ali ' altra. La delegazione italiana era presieduta dal ministro degli esteri Sonnino e dal generale Cadorna il quale, già da metà luglio, aveva riproposto agli alleati la possibilità di distruggere l'esercito austrungarico, tramite una poderosa offensiva italiana sull' Isonzo, eia attuarsi con il sostegno di artiglierie pesanti e relative munizioni, fornite dagli alleati. Il 24 luglio, su proposta di Foch, furono organizzate, preliminarmente a quella polìtica del giorno 25, due conferenze, una militare a cui parteciparono lo stesso .Foch per la Francia, il generale Robertson per l'Inghilterra e Cadorna per l'Italia e una militare e navale a cui parteciparono, oltre ai capi militari già ricordati, anche l'ammiraglio Jellicoe e il parigrado Sims per l'.lnghilterra, gli ammiragli Thaon de Revel per l'Italia e De Bon per la Francia 155 • La conferenza militare esaminò, tra i vari argomenti, la proposta di Cadorna di mettere fuori causa l'Austria - Ungheria e quella inglese cli ridurre il contingente di Salonicco per mandare rinforzi in Palestina.

CO, M.

154 Cfr. .MINISTERO DELLA DIFESA - STATO .MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORIL'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. TV cil., tomo 2° cit., pp. I6- I 9; M ONTANARI, Politica e strategia ... , voi. 11 cit., Tomo TI cit., pp. 454-456. 155 MINISTERO DEI.LA DIFESA - STATO MAGGIORE E SERCITO - UFFICIO STORICO,

L' Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. IV cit., tomo 2° bis (documenti), allegato n. 20, verbale della conferenza del 24 luglio 1917, pp. 22-26.


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1:rrALIJ\ E IL COORDINAMENTO MILITARE "INT!CIU/,l,/of\ff}" NELLA PRIMA COtJERRJ\ MONDIALE

Riguardo alla prima i rappresentanti militari convennero che si potevano realizzare attraverso due operazioni congiunte: un ' offensiva franco - inglese che avrebbe immobilizzato le armate germaniche su fron te occidentale e due offens ive condotte contemporaneamente, una dal fronte italiano, l'altra dal fronte russo, con tutti i mezzi disponibili, Riguardo alle forniture cli artiglieria e munizioni necessarie all'Esercito italiano per condurre l'offensiva risolutiva, fu deciso che sarebbero state concesse alla fine delle operazioni in Francia, che terminarono a novembre, La proposta inglese, basata sull'impiego di truppe greche in sostituzione di unità inglesi da destinare in Palestina, fu decisamente respinta da Foch e Cadorna che avevano ancora poca fiduci a nel nuovo alleato 156 e vedevano così sguarnite le comunicazioni nell'Adriatico, Nella conferenza militare fu anche riconosciuto che per le forze dell'Intesa, sparse per tutto il mondo, la principale via di comunicazione fosse il mare, di conseguenza i futuri piani d'azione alleati dovevano tenere conto di ciò e, in particolare, in quella situazione risultava di grande importanza assicurare il trasporto delle truppe americane in Europa e le forniture di carbone ed acciaio all'Italia. La conferenza navale fu incentrata, ancora una volta, sull a grave minaccia della guerra sottomarina e sulla difficile situazione dei trasporti marittimi alleati per la scarsezza di naviglio, che, secondo le previsioni del!' ammiraglio Jellicoe, sarebbe stata superata nell'ottobre 1918 con l'aiuto americano 157 , Anche in questo campo era assol utamente necessario uno stretto coordinamento interalleato e fu quindi stabil ito di affidare la direzione di tutte le operazioni antisonunergibile e protezione traffico del Mediterraneo ad un ammiraglio inglese mentre si approvava la creazione di uno speciale servizio interalleato per la difesa ciel traffico con uffici di porto anche negli stati neutrali 158 • Alla fi' ne di quelle riunioni i capi militari e navali si accordarono su tre punti principali. Il primo riguardava la difficile situazione militare dell'Intesa e la necessità di adattarvi i nuovi piani generali, il secondo riguardava il caso in cui la Russia fosse uscita dal conflitto, permettendo agli austrotedeschi di riportare sul fronte occidentale la maggior parte dei mezzi e degli uomini impiegati sul fronte russo. In quel caso l' unica possibilità 156

Con la cost.ituzione del nuovo governo di Venizelos la Grecia si era schierata a fianco dell ' Intesa, 157 C. MANFRONI, cii. , pp. 185-191. 15 8 E. FERRANT E, cit., p. 75,


CAPITOLO

Il - I .E CO'ffERENZE ··tNTERAIJ ,El\ l'E°. PR IMA Ili CAPORt:T fO

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per l'Intesa era di adottare una strategia difensiva generale fino all' arrivo dei rinforzi americani. Il terzo punto riguardava le misure per attuare la strategia difensiva generale individuata nel secondo punto. Quelle misure erano quattro: la prima comportava un atteggiamento difensivo sui fronti secondari, riducendo al minimo gli effettivi, la seconda comportava la preparazione e il trasporto dell'esercito americano in Europa nel più breve tempo possibile e a tal fine doveva essere inunediatamente costituita una commissione interalleata per i trasporti marittinù, la terza riguardava la predisposizione del tonnellaggio necessario ai trasporti degli effettivi dai fronti secondari. L'ultima misura e la più importante riguardava la tanto discussa e mai raggiunta unità d'azione sul fronte occidentale, eia realizzarsi tramite un organo militare permanente interalleato con il compito cli studiare e preparare il rapido spostamento delle truppe eia un teatro all'altro della lotta 159 . Il 26 luglio ebbe luogo un'altra riunione tra i capi militari a cui parteciparono, oltre a quelli già presenti il 24, anche i generali Pershing per gli Stati Uniti d'America e Petain per la Francia. In quella riunione fu di nuovo affrontata la questione di una eventuale defezione della Russia, sempre più probabile e della difficile situazione militare in cui si sarebbe trovata l'Intesa 160 . Nella conferenza politica fu di nuovo discussa la questione relativa alle zone di influenza in Asia minore, fu esaminata la questione relativa alla possibilità che la Germania violasse la neutralità della Svizzera o dell'Olanda o portasse dalla s ua parte la Svezia e, infine, fu ribadita la volontà di tutta la coalizione cli non deporre le armi prima della resa incondizionata degli imperi centrali 161. Dopo meno di due setti mane, tra iI 7 e I' 8 agosto 1917, si svolse a Londra un ' ulteriore conferenza interalleata 162~ La delegazione italiàna alla conferenza era presieduta dal ministro Sonnino e ne faceva parte, 159 MINISTERO DELL/\ DIFESi\ - STATO MAGGIORE ESERC ITO - UFFICIO STORICO,

L'Esercito italiano nella. grande guerra cit., voi. IV cit., tomo 2° bis (documenti), allegato n. 20, verbale della conferenza del 24 luglio 1917, !bici., p. 26: "d) rèaliser l'unir.è cl' action sur le front occiclental à l'aicle d'un organe militaire pern,anent inter-allié qui étudiera et. préparera le mouvernent rapide cles t.roupes d'un théatJe sur l'autre". !60 Jbid. , allegato 21, verbale della conferenza ciel 26 luglio l 9 I 7, pp. 27-28. l 6l Cfr. L. RICCARDJ, Alleati non amici cit. , pp. 497-521. 162 MINISTERO DELLA DIFESA - ST,'ffO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO,

L'Eser-

cito italiano nella grande guerra cil., voi. IV cii., tomo 2° cit., pp. 19-22; M. MONTANARI, Politica e strategia... , vol. Il cit., Tomo II ciL, pp. 456-460.


n

LTf.-\LIA E IL COORDINAM ENTO M II.ITARB "INTERALl,EATO" NEL.LA PRIMA GUERRA MONDIALE

come rappresentante del Comando Supremo italiano, il generale Alberico Albricci. I temi affrontati nelle riunioni furono principalmente tre: l' invio di truppe in Palestina, l'offensiva risolutiva contro l'Austria e l'aiuto alla Russia 163• Riguardo alla prima questione i delegati alleati alla conferenza decisero che sarebbe stata ritirata una divisione inglese dal corpo di spedizione in Macedonia per essere destinata in Palestina. Il grosso delle truppe alleate a Salonicco sarebbe comunque rimasto invariato. Inoltre sia il delegato francese, il ministro Ribot, che quello italiano, il ministro Sonnino, reclamarono il diritto dei loro governi di inviare truppe in Palestina per tutelari gli interessi dei rispettivi paesi. Riguardo al secondo tema i rappresentanti alleati alla conferenza decisero di invitare i rispettivi stati .maggiori a consultarsi reciprocamente circa le operazioni da realizzarsi contro l'Austria e sul periodo migliore per iniziarle, a studiare eventuali zone in cui durante l' inverno fosse possibile raggiungere risultati sostanziali, come pure i mezzi migliori per ottenerli, a considerare come provvedere ad un maggiore numero di cannoni pesanti per un'offensiva italiana e, infine, a far conoscere ai governi, nella prossima conferenza, il risultato delle loro consultazioni. Queste disposizioni tendevano a rendere più stretta e quindi più efficace la collaborazione tra gli stati maggiori francese, inglese e italiano in vista di una pianificazione strategica meno frammentaria. Riguardo alla Russia fu sancito il principio che i governi di Francia, Inghilterra ed Italia avrebbero concesso l'aiuto senza limiti, secondo le loro possi bilità, con prestazioni sia di uomini che cli material i. I delegati alleati alla conferenza fecero anche appello al governo americano affinché questo si facesse carico di coordinare la riorganizzazione delle comunicazioni ferroviarie russe. La conferenza si concluse con la decisione che i 'rappresentanti alleati si sarebbero riuni ti di nuovo a Parigi il prossimo settembre, in realtà la successiva riunione, se si escludono due conferenze navali, fu quella che si svolse a Rapallo il 6-7 novembre 1917. I primi di settembre, infatti , si svolse, a Londra, la sesta conferenza navale interalleata nella quale, oltre alla questione dell'imminente ca163 MI NISTERO DELLA D IFESA - STATO M AGGIORE ESERCITO - U 1+1C10 STORICO,

L'Esercito italiano nella grande guerra cii., voi. IV cit., tomo 2° bis (Docurnenti), allegato 12, decisioni di una conferenza degli alleati tenuta a Downing Strect n. IO S. W. il 7 e 1'8 agosto 1917, p . 29.


CA PlTOLO Il - LE C0"1FERENZR .. )NTr.RAI .LE,rn:¡¡ PRIMA D I CA POR ETTO

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duta del Mar Nero sotto controllo tedesco, furono stabilite alcune direttive sulle operazioni antisommergibile che ebbero conferma nella successiva conferenza navale di Brindisi 164. Dal 7 al 9 settembre 1917, nel porto del capoluogo pugliese (su una nave da guerra italiana), furono raggiunti accordi specifici sull'impiego delle forze aeree per la scorta dei convogli e l'attacco alle basi dei sottomarini, sulle relative stazioni di idrovolanti lungo le coste, sull'abbandono dell'impiego dei sommergibili nella scorta di convogli e sull'utilitĂ degli idrofoni costieri.

164

C. MANFRONI, cit. , pp. 195-200.


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CAPITOLO III

GLI ORGANI INTERALLEATI DI CONTROLLO PER LA GRECIA NEL 1917 III.I. La Commissione militare interalleata di controllo per la Grecia Le decisioni della conferenza di Roma, riguardo la Grecia 165 , diedero origine all'organizzazione del controllo sulle forze annate elleniche, attuato nel 1917 da appositi organi dell'Intesa. Infatti, dopo la nota collettiva dell' 8 gennaio, inviata dalle potenze alleate al governo di Atene, fu costituita la Commissione militare interalleata di controllo per la Grecia con il compito di verificare se e come le autorità elleniche eseguissero le disposizioni, imposte dalle potenze alleate, relative al concentramento di truppe e materiali da guerra nel Peloponneso 166. Questo organo (vedi organigramma 5), di natura esclusivamente militare, era costituito da una commissione centrale, con sede ad Atene, e dalle missioni militari di controllo francese, inglese e italiana 167 . La commissione centrale era formata dai capi delle tre missioni alleate ed era presieduta dal generale cli divisione francese Cauboue, il quale_, a sua volta , dipendeva dal generale SaITail, comandante in capo dell' Ar165 Sui rapporti tra Grecia e le potenze dell'Intesa nella prima guerra mondiale, cfr. MINISTERO OELLA Dir-ESA - STATO MAGGJOR E ESERCITO - UFFICIO STORICO, l' Esercito italiano nella grande guerra cit.., vol. VJT, le operazioni fuori dal territorio nazionale: Albania-Macedonia-1\lledio Oriente, tomo 3° Narrazione, Roma, Tipografia regionale, I983, pp. 184- I89. I66 Note pour !es o.fficiers chargés du con.troie militaire en Gréce, senza data, in AUSSME, fondo F-1 Comando supremo cit., b. 88, fase. 3; questa nota è trasmessa con lettera, in data 2 feb. 1917, de l capo di Gabinetto del Ministero affari esteri al capo cli Stato Maggiore dell'Esercito. t67 Propositions pour l'organisation des contorles militaires interalliés en Oréce dell ' addetto militare italiano ad Atene, in data 22 gennaio 1917, in AUSSME, fondo E11 Missioni militari varie cit., b. 42, fase. 4.


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l.' ITALIA E11, COORDINAMENTO MILITARE " /N rt:11,\U.EAU)·· NELLA l'RIM/\ GUERRA MONDIALE

mée d'Orient. A quest'ultimo, infatti, era stata riservata l'alta direzione di tutto il controllo militare in Grecia. Tutte le relazioni con il governo ellenico di natura propriamente politica, concernenti il controllo militare, erano sempre riservate alle legazioni delle potenze alleate ad Atene. La Missione francese era comandata dallo stesso generale Cauboue, la Missione inglese era comandata dal generale cli brigata Philips, quella italiana dal colonnello dei carabinieri reali D' Aulisio 168, gli ufficiali russi e serbi, eventualmente assegnati alle operazioni di controllo avrebbero fatto parte della missione francese. Ogni capo missione teneva informato il proprio governo tramite la propria legazione ad Atene. Dal punto cli vista operativo il e.ontrollo militare era esercitato da 11 posti interaUeati, disseminati nel territorio greco, a cui era stata assegnata una zona determinata di competenza. Ogni posto comprendeva due o tre ufficiali alleati, di cui uno francese, e eia personale di truppa con compiti di segreteria e guardia armata. L'ufficiale alleato più anziano e più elevato di grado era anche automaticamente il comandante del posto di controllo. Ogni comandante del posto interalleato di controllo doveva essere in grado di comunicare in cifra con gli altri comandanti di posti, con il presidente della Commissione centrale ad Atene e, se necessario, con il comandante clell' Armée d' Orient, ed inoltre era tenuto ad inviare i propri rapporti, in triplice copia, al proprio capo missione, che li avrebbe, a sua volta, trasmessi agli altri capi missioni alleati. I posti dovevano esercitare il controllo, nella propria zona territoriale cli competenza, sulle unità cieli' esercito (reparti di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, gendarmeria e servizi vari) e sul materiale bellico ellenico (cannoni, mitragliatrici, fucili, munizioni d'artiglieria e di fanteria, automobili militf ri, materiale del genio, materiale telegrafico, materiale aerostatico, materiale d'avi a-

168 Francesco D ' Aulisio Garigliota nacque a Gallipoli nel 1857. Nel 1879 fu nominato sottotenente dei bersaglieri e nel 1883, dopo essere stato promosso tenente, passò nell'arma dei carabinieri reali. Dal 1912 al 1916, con il grado di tenente colonnello poi di colonnello, fu a disposizione del Ministero degli affari esteri svolgendo un incarico presso la Gendarmeria Ellenica. Rientrato in Italia nel 1916 partecipò alle operazioni sul fronte italo-austriaco. Nel I 917 fu capo della missione militare italiana cli controllo in Grecia. Collocato in posizione ausiliaria e richiamato in servizio negli anni 1918-1919, nel 1924 fu promosso generale di brigata nella riserva; cfr. Enciclopedia militare, Milano, li Popolo d'Italia, 1929, voi. ITT, p. 390.


CAPl]'Ol O lii - <;LI ORGANI INTERALLl'c)11 DI c.<JNTROI ,O PERI.A rnqjCIA

NEI

1'1 17

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zione, equipaggiamento) _ Riguardo alle unitĂ dell'esercito greco dovevano verificare che il numero e la forza effettiva cli queste fosse rimasta agli organici s tabiliti per il tempo di pace_ I reparti greci che non avessero rispettato queste condizioni dovevano essere individuati e immediatamente segnalati alla Commissione centrale. Riguardo al materiale da g uerra, i posti di conlrollo interalleati dovevano verificare se i relativi depositi fossero stati mantenuti nella regione che il governo greco aveva uffi cialmente ind icato come loro sede ai rappresentanti dell ' Intesa. Dovevano anche scovare il materiale dissimulato, depositi c1 andestini , armamenlo distribuito in piĂš di que]lo stabilito. I posti avevano anche l'i ncarico di controllare i movimenti di truppe e cli materiale bellico, indicando nelle loro comunicazioni la forze presente e il numero delle unitĂ trasferite, la consisten7,a e i1 tipo d i materiale dei diversi carichi, le vie seguite dai convogli di uomini e materiali, la loro nuova destinazione . Degli 11 posti interalleati di contro llo, 4, con sede a Larissa, a Lamia, a Trikkala e a Volos, erano sotto il comando di ufficiali francesi, ed esercitavano il contro ll o ne] la Tessaglia; 3, con sede a Corinto, a Chalchis e a Nauplia - Argos, erano sotto il comando di ufficiali inglesi e esercitavano il controllo nel Pe loponneso 169. Alla Russia era stato assegnato ini zialmente il comando del posto di Atene - il Pireo, in seguito, ne ll a zona dell a capitale greca, iI controllo fu esercitato direttamente dagli addetti militari alleati distaccati neJle ambasc iate delle potenze all eate. Ali' Italia era stato assegnato il comando di 3 posti interalleati di controllo, con sede a Patrasso, Janina , e Tebe e con competenza sull'Ep iro e la Grecia occidentale. La Missione mi litare itali ana cli contro llo in Grecia, oltre che dal comandante, colonnello dei carabinieri O ' Aulisio, era composta, dal gennaio a lug lio 1917, compless ivamente da altri 11 ufficiali 170, tra 169 Lettera (minuta) 3 I della M issione militare italiana di controllo in Grecia, senza data; tabella dei posti di controllo, in Auss:vm, fondo E-1 I , Missioni militari varie cit., b. 42, fase. 3: anche telegramma n. 361. in data 6 febbraio 1917, del minisLro italiano ad Atene, conte Bosdari, al Gabinetto de l Ministero degl i affari esteri, in f - 1, Comando s11pre1no cit., b. 88, fase. I O. 17 0 Oltre che dal colonnello d ' Aulisio e dal tenente colonnello Capri ni entrambi ufficiali dei carabinieri la missione era composta dal maggiore dei carabinieri Pio Nicell i, dal capitano dei carabinieri Erminio Mazza. dal capitano Guido Mattea, dai tenenti Francesco Castelli , Marco Foliaclor, G iunio Marinelli, dai sottotene nti Amedeo Muratori, Raffaele Petazzoni, Francesco Gozzi. Cesare Vezzana; c fr. lettera


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L' ITALIA E IL COORDJNAMENTO .vll LJTAl(E ··1NTl'/lt\l./.Tc1\TO" NEI LA PRIM A GUERRA M OND l ,\LE

cui il tenente colon nello dei carabinieri reali Caprini 171 , che fu assegnato, in qualità dì capoposto, al posto di controJlo di Tebe e il maggiore dei carabinieri reali N icelli 172 , che fu assegnato invece, sempre in qualità di capoposto, al posto di controllo di Patrasso. Durante l'attività svolta dalla Commissione interalleata in Grecia la cooperazione tra i vari ufficiali alleati che la componevano non fu senza contrasti. Questi erano dovuti alle differenti vedute dei governi dell'Intesa che si rispecchiavano nell'atteggiamento delle rispettive missioni militari cli controllo. Già il 21 gennaio 1917 il ministro plenipotenziario ad Atene, conte Bosclari, comunicava al Gabinetto del Ministro degli esteri che l'applicazione delle disposizioni imposte dall'Intesa al governo greco proceclevé! in modo soddisfacente, ma lo preoccupava l'atteggiamento della missione militare di controllo fra ncese di cui faceva parte il " ( ...) il famigerato Roquefeuil già capo della polizia segreta francese ed autore principale, insieme all'ammiraglio Bartìge, della triste situazione qui [.in Grecia] prodottasi (... ) "173 _ Secondo il ministro italiano l'atteggiamento della missione fra ncese che favoriva le ambizioni private del generale Sarrail e di Yenìzelos "( ... ) mascherando così gli insuccessi militari dell' uno e l'attitudine anti.dinastica, assai più che anti bulgara, clell' altro" 174 avrebbe riportato cli n. 12615, in data 29 mar. 1917, ciel tenente colonnello Soleri, capo Ufficio Amministrazione ciel Comando ciel Corpo cli Stato Maggiore, all'aclcletto ni.ilitare ad A tene, generale Mombell i, oggetto: Ufficiali della Missione militare di controllo, in AusSM E, fondo E-11 Missioni militari varie cit., b. 42, fase. 2. 17 1 li tenente colonnello dei carabinieri reali Balduino Caprini svolse l' incarico di capoposto a Tebe dal 1° feb. al 23 mag. 1917, svolgendo, secondo il colonnello D ' Aulisio, regolarmente e con impegno l' incarico; cfr. "Rapporto informativo pel servizio prestato in Grecia eia! tenente colonnello dei CC.RR. Capri nt cav. Balduino", n. I 5/12 di Prol. Riservato, in data I O giugno 19 l 7, in AUSSME, fondo E 71 l Missioni militari varie cit., b. 42, fase . 4. Si veda anche A. BAGNATA, Il servizio controllo russi la Missione Caprini 1919-1923, in "Studi storico-militari", 1993 (Roma, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, 1996), pp. 73-193, in particolare p. 75. l 72 Il maggiore dei carabinieri reali Pio Nicelli svolse l' incarico cli capoposto a Patrasso dal I O febbraio al 23 maggio 1917, svolgendo, secondo il colonnello D ' Au1isio, con poco impegno 1' incarico; cfr. "Rapporto informativo pel servizio prestato in Grecia dal maggiore dei carabi nieri reali Nicelli Pio", in AussME, fondo E- 11 Missioni militari varie cit., b. 42, fase . 4. 173 Telegramma n. 170, in data 21 gennaio 1917, ciel conte Bosclari, ministro plenipotenziar.io ad Atene al Gabinetto del Ministero degli affari esteri, in AussME, fondo F- 1 Comando supretno cit., b. 88, fase. 3. 174 Ibidem.


CAPITOLO lii · GU Qll<iAN I INTERAI I FATI DI CONTROU O PER L,\ GRECJA NEI. 1917

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nuovo tutti i rappresentanti alleali in Grecia ad una rottura con il governo cli que ll a nazione. La mi ssione del colonnello D' Aulisio, al contrario, era considerata dai greci come garanzia cli equità e giustizia nel controllo e così anche la missione inglese, comandata dal generale Philips, a giudizio del Bosdari, uomo "equanime ed intelligente" 175 . Di conseguenza i ministri inglese ed italiano in Greci a, insieme alle rispettive missioni militari di controllo, dovevano accordarsi per opporsi alle pretese francesi. fn un rapporto 176 al ministro italiano ad Atene anche il colonnello D ' Aulisio accusava il generale Cauboue di voler stabil ire, nell 'ambito della Commissione, la propria supremazia sugli altri capi missione, senza tenere conto che in quella situazione si sarebbe dovuta raggiungere una in tesa che fosse stata il frutto della medi azione tra le diverse posizioni di tutti i capi missione alleati. Inizialme nte lo stesso generale francese aveva riconosciuto a ciascun capo missione il diritto di voto deliberativo nell 'azione della commissione. Inseguito il generale Cauboue riten ne, sempre secondo il rapporto del1' ufficiale ita liano, che dovesse esservi unicamente un capo che formulasse tutta l'azione verso il governo greco, assumendone la responsab ilità. Nel caso di contrasto con gli altri capi missione, l'ufficiale francese si sarebbe rivolto direttamente al generale Sarrail per chiederne ed eseguirne poi le dec isioni. Secondo il colonnello D' Aulisio, l'atteggiamento del generale Cauboue era dovuto alla volontà di far prevalere nel l'ambito della Commissione il punto di vista del governo francese; non a caso uno dei motivi che avevano causato il contrasto all ' interno del organo interalleato era stato il rifiuto dello stesso generale di trasmettere al ministro italiano alcuni documenti, per evitare una eventu ale intromiss ione del secondo nell'ambito del controllo militare, riservato esclusivamente, in quanto comand ante dell ' Armée d' Orient, al generale Sarrail 177 . 175

Ibidem .

176 Lettera, in data 17 aprile 1917, del capo della Missione militare italiana di con-

trollo al ministro plenipotenzia1io italiano ad Atene Bosdari, oggeuo: circa l'operato del generale Cauboue quale presidente della commissione interalleata elci capi missione pel controllo militare, in AussM", fondo E- 11 Missioni mi/ilari varie cit., b. 42, fase. 1. 177 TI generale Cauboue aveva già precedentemente manifestato il suo punto di vis ta in tal senso, cfr. rapporto n. 18 della Missione militare italiana di controllo relativo alla seduta ciel 1°-1 9 febb raio 191 7, in AUSSME, fo ndo E-11 Missioni militari varie c it., b. 42, fase. 3. Secondo quel documento il generale fran cese aveva dichiarato c he " li controllo è esclusiva mente sotto la d irezione del generale Se rrail e ncs-


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J:llì \1, IA E IL COORDINAMENTO Mli.HA RE "J,VTl'RAU, &J10-' NELLA PRIMA CLJERR,\ MONDIALE

Nonostante i contrasti la Commissione interalleata, dopo 6 mesi di attività, da gennaio a giugno 1917, raggiunse secondo il parere dello stesso generale Cauboue 178, gli scopi per cui era stata istituita, portando a ternùne il controllo militare sulle forze annate elleniche che ebbe ternùne anche per il noto mutamento di indirizzo politico avvenuto nel governo greco. La Commissione militare interalleata di controllo per la Grecia, era autonoma dagli altri organi alleati competenti sul controllo delle ferrovie, poste, telegrafi, ecc. i quali dipendevano dai ministri plenipotenziari alleati ad Atene.

111.2. Gli organi interalleati di controllo sui servizi civili Il controllo interalleato sui servizi civili dello stato ellenico ebbe un applicazione meno rigorosa e più discontinua di quello effettuato sulle forze annate greche e fu limitato nel tempo, in pratica dai primi di maggio alla fine del luglio 1917 179. Tale attività di controllo funzio-

sun altro ne ris ponde. In questo momento ogni capo missione continua a riferire al proprio ministro, fino a che io chieda direttamente al generale Sarrail che i capi missione debbano o no continuare a farlo( ...)". 178 Lettera, n. 360, del generale dì divisione Cauboue, capo del controllo militare interalleato, ai capi delle missioni alleate, in data 27 luglio 1917 (questo documento si trova allegato alla lettera della Missione militare interalleata di controllo, n. 16/15 di prot. Riservato, in data 31 luglio 1917, indirizzata al ministro della gue1Ta), in AussME, fondo E- 11 Missioni militari varie cit., b. 42, fase. 4: "Au moment où prend fin la tache clu contr61e militaire en Gréce, j' ai le devoir de remaréice !es chet's des missions alliées et !es officiers sous leurs orclres du précieux concours qu' ils n 'ont cessé de donner à l'oeuvre conunun. De fin Janvier à .Tuin 1917, le travail du controle mililaire a été mené à bien, la perspicacité, la patience, la tenacité, l'intelligence clans l'exécution des ordres, certaines initiatives, le sang-froicl dans les situations critiqucs et la confiences au succès. Ces qualités n'onl pas manqué aux officiers du controle puisque, en dépit des resistence rencotrées, ils ont pu faire exécuter pour la plus grande pattie !es misures militaires imposées par l'ultimatum du 31 Décembre 1916-8 Janviér 1917, et permettre le dénouement, facile et sans effusion de sang, cle la crise grecque au mois dc Juin J.917. Le résultal est assez beau pour que chacun de nous puisse en etre fier" . 179 Copia del rapporto n. 844/101, in data 8 maggio 1917, della R. Legazione d' Italia in Atene, trasmessa con lettera 11. 22152, in data 4 giugno 1917, ciel Ministero Affari esteri al Comando Supremo, in AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo cit., b. 88, fase. 16.


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CAPITOLO lii - GLI ORGA NI INT ERALLEATI DI CONTROLLO PER I .A CORF.C:IA NEL 19 17

Organigramma 5

Struttura della Commissione militare interalleata di controllo per la Grecia Generale Sarrail Comandante in capo del I' ArmĂŠe d' Orient I Commissione centrale interalleata (Atene):

Presidente della commissione e Capo della Missione militare cli controllo francese, generale di divisione Cauboue Capo della Missione militare di controllo inglese, generale cli brigata Philips Capo della Missione militare di controllo italiana, colonnello carabinieri D'Aul isio

I

I

"\

Missione militare di controllo italiana

Missione mi litare di controllo inglese

Missione militare di controllo francese

I

I

I

Posto di controllo interalleato cli Corinto

Posto di controllo interalleato di Larissa

Posto di controllo int.eralleato di Patrasso

I

I

I

Posto di controllo interalleato di Chalchis

Posto di controllo interalleato di Lamia

Posto d i controlĂŹo interalleato di Janina

I

I

I

Posto di controllo interalleato di Nauplia-Argos

Posto di control lo interalleato di T rikkala

Posto di controllo interalleato di Tebe

I Posto cli controllo interalleato di Volo


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1.: rrALIA E 11.. CC) ORDINA~·IENTO MILITARE ··1NTEFIALLEATO " NELI.A PRIMA GUERRA MOKDIALE

nava sotto l'alta autorità dei quattro ministri plenipotenziari di Francia, Inghilterra, Russia e Italia, accreditati presso il governo ellenico. Da questi dipendevano i quattro ufficiali alleati designati dalle potenze dell'Intesa a coordinare sul campo le funzioni di controllo. Per le poste, telegrafi e telefoni era stato designato il capitano di fregata della Marina francese Clergeau, per la polizia il colonnello dei carabinieri D' Aulisio, per le ferrovie e le strade il capitano di vascello della Marina russa Makalinski, per i porti il generale inglese Bhaumont. Tutti questi ufficiali erano accreditati, collettivamente, presso il presidente del consiglio ellenico e, singolarmente, presso il ministro del governo greco competente in quel servizio su cui lo stesso ufficiale alleato esercitava il controllo. Inoltre il co1J1petente ministro greco doveva mettere l'ufficiale responsabile del controllo in relazione con le autorità del servizio sottoposto a monitoraggio e dare a queste ultime tutte le istruzioni necessarie a rendere efficace l'attività di quel medesimo ufficiale alleato. Per esempio il colonnello D' Aulisio, responsabile del controllo sulla polizia, era accreditato presso il ministro degli interni e tramite questo esercitava le sue funzioni sulle unità deJla gendarmeria ellenica responsabili dell'ordine pubblico. Tutti e quattro gli ufficiali responsabili del controllo, riuniti insieme, costituivano il Comitato di direzione del controllo interalleato in Grecia. Il Comitato riceveva direttamente dai ministri plenipotenziari ad Atene la delega per esercitare ì loro stessi poteri, nella misura in cui i medesimi mini stri lo ritenessero necessario, ed era presieduto a turno da uno dei quattro ufficiali che lo componevano. L'azione di controllo in Grecia rappresentò una delle prime esperienze, per le potenze dell'Intesa, relative alla costituzione e al funzionamento di organi di natura propriamente interalleata. Un'esperienza che, nonostante le inevitabili difficoltà nel coordinamènto tra i diversi rappresentati alleati, ebbe un esito positivo e che, probabilmente, servì anche come punto di partenza per la costituzione delle future commissioni interalleate di controllo create con i trattati di pace dopo la fine della guerra.


CAPITOLO IV

LA COSTITUZIONE DEL CONSIGLIO SUPRElVIO DI GUERRA IV.1. La conferenza di Rapallo

Nei mesi di ottobre - novembre 1917 la situazione militare dell'Intesa si presentava particolarmente dìffici le per l'irreversibile disfacimento dell'Esercito russo, per gli insuccessi delle offensive franco -inglesi sul fronte occidentale, ma soprattutto per la gravità della sconfitta subita dall'Esercito ital iano sull'Isonzo e il conseguente arretramento sulla linea del Tagliamento e poi del Piave 180 . Dì fronte a questi avvenimenti Lloycl George, con una lettera indi rizzata al presidente del Consiglio francese 181 , in cui individuava, le cause della debolezza alleata nella mancanza di unità nella condotta delle operazioni, si faceva promotore cli una conferenza interalleata per risolvere la questione. Alla conferenza, tenuta a Rapallo il 6-7 novembre 1917 182, parteI 80 B.H. LJDDELL I-IART, La prima guerra rnondiale cit., pp. 383-412. 18 1 Cfr. M ERM EIX, Le Commandement unique - premiére partie - Foch

et le Armées d'Occident, Parigi, Paul Ollendorff, I 920, pp. 164-168; CARACCJOLO, L'Iràlia e i suoi alleali ... cit., pp. 166- I 68. l82 Cfr. MINISTERO DELLA DIFESA - S TATO M AGGIORE ESERCITO - UFHCIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande 8Uerra cit., voi. lY, Le operazioni nel 1917, tomo 3°, Gli avvenimenti dall'ottobre al dicernbre (Narrazione), Roma, TLTE, 1967, pp. 620-623; G. CANDELORO, Storia dell'Italia moderna, voi. Ylll, La prima guerra m(mdictle - il dopoguerra - l'avvento del.fascismo cit., pp. 192-194; P. PIERI, L'Italia nella pritna guerra mondiale cit., pp. 164- I65. Per i verbali della conferenza si vedano L. ALDROVANOJ-MARESCOTTl, Guerra diplomatica cit. pp. 117-176 e i processi verbali redatti e pubblicati nel febbraio J 9 I 8 dagli inglesi: procés-verbal of a conference of the British, French, and ltalian governments, held al lhe "New Casino Hotel", Rapallo, on Tuesday, novernber 6, 1917, at 10.15 A.M., secret-1.C. 30; procés-verbal of a conference of lhc British, French, and Italian govemmcnls, held at the "New Casino Hotel", Rapallo, on Tuesclay, november 6, 1917, at 2.30 P.M., secret-1.C. 30a;


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L"ITALI/\ E ILCOOR(lJNAM ENTO M ILITA RE ··JNTF.flAI.I.F.ATO .. NEI.LA PRIMA (>IJERRA ~JONDIAI.E

ciparono per la Gran Bretagna, il primo ministro Lloyd George, i generali Smuts, Robertson, Wilson e il segretario della delegazione inglese sir Maurice Hankey; per la Francia, il nuovo presidente del consiglio Painlevé, il ministro senza portafoglio e membro del comitato di guerra Franklin-Bouillon, l'ambasciatore a Roma Barrère, i generali Foch, Weygand, Gondrecourt, capo della missione militare francese, presso il nostro Comando Supremo e il segretario della delegazione francese il comandante Helbronner; per l'Italia il presidente del consiglio Orlando, il ministro degli esteri Sonnino 183 , il ministro della guerra generale Alfieri, il generale Porro, inviato da Cadorna e il segretario della delegazione italiana Alclrovandi-Marescottì. La conferenza fu incentrata sull' ~same della diffici lissima situazione in cui versava il nostro Esercito. Orlando sollecitò subito un aumento del contingente anglo-francese ma gli alleati, nonostante lo slancio iniziale, grazie al quale era state inviate alcune divisioni 184, dimostrarono di non aver fid ucia nell'alto comando italiano e, come condizione essenziale per l'impiego delle loro truppe in Italia, chiesero la sostituzione del generale Cadorna. I rappresentanti italiani, che già eia tempo avevano preso in seria considerazione quella possibilità 185 , cedettero, proponendo la nomina dello stesso Cadorna a delegato militare italiano procés-verbal of a conference of tbe British, French, ancl Italian governments, held at the "New Casino Hotel", Rapallo, on Tuesday, november 6, 1917, at 6.50 P.M., secret-I.e. 30b; procés-verbal of a conference of tbe British, Frencb, and ltalian governments, helcl al the "New Casino Hotel", Rapallo, on Wednesday, november 7, 1917, at 11 A.M., secret-I.C.30c; in AUSSME, fondo L-3 Studi particolari, b. 50, fase. 5. 183 S. SONNINO, Diario 1916-1922, voi. Il, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza, 1972, 6 novembre 1917, pp. 206-210. 184 Entro la prima metà di novembre furono inviate dagli alleati 6 divisioni francesi e 4 inglesi, cfr. MINISTERO DELLA DIH:SA - STATO MAGGIORE- ESERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito ilaliano nella grande guerra cit., voi. IV cit., tomo 3° cit. (Narrazione), pp. 617-620, 624-628, M. GABRIELE, Gli alleati in Italia durante la prima iuerra mondiale ( 1917-1918), Roma, Stato Maggiore dell'Esercito-Uflicio Storico, 2008. 185 Secondo Isnenghi e Rochat, la sostituzione ciel Capo cli Stato Maggiore era stata già decisa alla fine dell'ottobre 1917 " ... al momento della costituzione del governo presieduto eia Orlando, che pose al re come condizione per l'accellazione la testa cli Cadorna e scelse come ministro della Guerra il generale Vittorio Alfieri a lui ostile. La motivazione era la comprovata impossibilità cli una collaborazione con il generalissimo, oltre agli attacchi che quest' ultimo aveva rivolto alla politica non abbastanza dura di Orlando come ministro degli Interni nel governo Boselli. La sostituzione venne peri) rinviata per non cambiare il comandante in capo nel corso della ritirata (... )"; efr. M. lSNEN(ìI-11-G. ROCHAT, La Grande guerra ... cit., pp. 384-385.


( M'ITOLO IV · I A COST IT LJZl()NF Df.L CONSIG I IQ Sl/l'l(EMO DI GU ERRA

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del nuovo Consiglio Supremo di guena 186 . L a grande novità dell a conferenza fu proprio la costi tuzione di quest' organo interalleato, nella seduta del 7 novembre. Quel giorno fu infatti d iscusso uno schema franco-inglese, sottoposto preventivamente ai capi di governo alleati . ll progetto fu presentato da Painlevé, che, nel suo intervento 187 , ricordò, per prima cosa, come il governo ed il parlamento francese avessero g ià da tempo espresso il desiderio di coordinare più intensamente l' azione deg li alleati. Per realizzare quell a maggiore coordinazione su un piano di perfetta eguaglianza, proseguiva il pres idente del consiglio francese, i rappresentanti di Franc ia e Gran Bretagna proponevano la costituzione di un consiglio di guerra interalleato avente un com itato consultivo fo rmato dai rappresentanti degli stati maggiori . Per ragioni geografiche veniva proposta le sede di Pari gi. Painlevé ricordò anche il precedente progetto di un uffic io militare interalleato, gli incontri avvenuti tra governo francese e britannico nei primi giorni dell'ottobre 19 17 per raggiun gere un accordo effettivo e la proposta cli delegare due membri di ciasc un governo nel costi tue ndo consiglio interalleato. In seguito parlò di come Lloyd George 1O giorni prima avesse comunicato lo schema del futuro che fu accolto, con lievi modificazioni anche dal governo francese 188 . Quel progello prevedeva la costi tuzione di una 186 L'idea cli inviare Caclorna al nuovo Consiglio Supremo di guerra venne da Hankey che la propose ad Alc.lrovancli-Marescotti in un colloqui privato tra i due durante una pausa della conferenza, cfr. L. ALDROVAND1-MAREscon1, Guerra diplomatica cit. p. 147. Si veda anche P. MELOGRA:S:I, Storia politica della grande guerra cit.. voi. II, pp. 454-458. l87 L. ALDROVANDJ-M ARl::SCOTTI, Guerra dip/0111atica cit. , pp. 163- 164. 188 11 progetto presentato era essen7.ialment.e frutto degli studi dell 'alto comando francese. Nel luglio l 917. infatti , lo Stato Maggiore Generale curò un progetto relativo alla costituzione cli uno staro maggiore interalleato, che riprendeva la proposta di Lloyd Georgc ciel gennaio dello stesso anno. li 6 agosto Painleivé, in un colloquio con il primo ministro inglese, propose il generale Foch come capo del futuro stato maggiore interalleato. Questa proposta non fu accettata ma nella conferenza di Londra fu ribadita l' importanza di una stretta cooperazione tra gl i stati maggiori allenti e fu deciso che gli stessi avrebbero avviato degli studi relativi alle modalità per cui si dovesse realizzare quella collaborazione, anche tramite organi misti creati appositamente. Il 25 settembre in un successivo incontro a Boulogne, Lloyd George ed Painlevé stabilirono che il governo francese avrebbe studiato il progetto e successivamente questo sarebbe stato presentato al governo inglese. Quando fu presentato il progetto francese Lloycl Gcorge diede la sua approvazione di massima alla costituzione cli un organo interalleato per il coordinamento strategico degli alleati, ma espresse chiaramente il punto di vista del suo governo in una lcllera del 30 ottobre,


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J.:ITr\LIA I' IL COORDINAMENTO MILITARE " INTl:JIAI.I.F.ATO" NEU , A PRIMA GUERRA ~·IONDIAI .1;

specie di stato maggiore permanente che aveva a disposizione tutte le informazioni degli eserciti alleati. Era organo di informazione, di studio, di proposte; doveva redigere i piani di tutta l'Intesa, piani d'insieme adattati alle risorse cli ciascun paese. Il presidente del consiglio francese, dopo aver precisato che lo stesso progetto era stato già approvato dal generale Smuts e dal ministro Franklin - Bouillon la sera prima, concluse il suo intervento richiedendo l'approvazione dei rappresentanti italiani. Orlando diede subito l'approvazione italiana al progetto anche nei particolari, dimostrando di essere d'accordo con l'idea generale di assicurare l'unità di direzione della guena 189. Successivamente furono esaminati gli articoli dello schema presentato alla conferenza. La discussione si svolse soprattutto intorno al primo, al quinto ed ottavo articolo. Riguardo al primo, relativo ali' estensione territoriale dei poteri di coordinamento del consiglio, fu deciso che questo avrebbe limitato le sue competenze al fronte occidentale, adottando i termini suggeriti eia Franklin-Bouillon 190 . Venne quindi esclusa un eventuale partecipazione della Russia al consiglio interalleato, almeno finchè non fosse stata chiarita la situazione del governo Kerenski. Il quinto articolo riguardava le funzioni del rappresentante militare del governo al comitato militare permanente, il quale non poteva cumulare altre cariche 191 . Su questo punto, che stava particolarmente a cuore a Lloyd George, il

presidente ciel consiglio Painlevé. ln quella lettera Lloycl George riconobbe la necessità che per ottenere la vittoria finale fosse necessario raggiungere l'unità reale nella condotta delle operazioni militari dell' Intesa attraverso la costituzione cli un comitato, sim..ile ad uno stato maggiore interalleato, che preparasse i piani cli guerra validi per tutti i membri dell'alleanza e vegliasse continuamente sugli avvenimenti in corso. Questo comitato, senza sostituirsi ai singoli governi nazionali a cui spellavano le ultime decisioni, secondo il primo ministro inglese, doveva avere una completa conoscenza di tutte le risorse dell'Intesa nel loro complesso (uomini, mezzi, trasporti, ecc.) per studiare i metodi migliori su come impiegarle per ottenere la vittoria. Lo statista inglese non scendeva nei dettagli riguardo alla composizione ed il fun zionamento ciel comitato ma suggeriva che fosse composto da uno o due rappresentanti politici cli massimo grado, eia rappresentanti militari e, possibilmente, navali ed esperti in economia per ogni potenza alleata. T rappresentanti militari dovevano risiedere in sessione permanente nel comitato e non potevano quindi essere i capi degli stati maggiori degli eserciti alleati, cfr. generale MoRDACQ, Le commandement unique cit., p. 24-27. ,s9 L. ALDROVANDl -l'vL.\RESCOTTI, Guerra diplomatica cit., p. 164. 190 Jbid.,pp.165-1 68. 191 Jbid., pp. 168-1 69.


CAPITOL O IV - LA COSTITUZIONE DEL COKSIGI .IO SUPREMO DI GUERR,\

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consenso dei rappresentanti alleati fu quasi unanime, infatti fu deciso, su suggerimento cli Pain levé, che il rappresentante militare avrebbe avuto le funzioni esclusive di tecnico del Consiglio. L'ottavo articolo riguardava la sede del Consiglio 192. Su questo punto la discussione si accese tra Lloyd George da una parte e Painlevé e Franklin- Bouillon dall'altra: il ministro inglese temeva la dislocazione della sede del Consiglio a Parigi, perché avrebbe significato la possibilità per il governo francese di esercitare un'eccessiva influenza. La discussione portò alla successiva decisione cli eleggere quale sede Versailles perché rappresentava una soluzione intermedia e, come profeticamente ricordò Lloyd George, "(. ..) l'impero tedesco fu fondato a Versailles, auguro che il dispotismo prussiano sia distrutto nella stessa Versailles" 193 . Il tardo pomeriggio del 7 novembre a Rapallo furono definitivamente approvate le 3 risoluzioni che istitu ivano un organo per il coordinamento strategico alleato e le prime istruzioni da dare ai rappresentanti militari dello stesso 194 . Nella prima risoluzione veniva comunicata l'approvazione ufficiale da parte dei rappresentanti inglesi, francesi ed italiani dello schema per l'organizzazione del Consigl io Supremo di Guerra. La seconda risoluzione era divisa in 8 punti. Nel l O si giustificava la costituzione di un Consiglio Supremo di Guerra con la necessità di "una migliore coordinazione nell' azione militare al fronte occidentale". 11 Consiglio sarebbe stato composto dal primo ministro e da un membro del governo di ciascuna delle grandi potenze i cui eserciti erano impegnati su quel fronte, in pratica Francia, Gran Bretagna e Italia, a cui presto si sarebbero aggiunti gli Stati Uniti cl ' America. Il 2° punto defin iva le competenze del Consiglio che doveva studiare la condotta generale della guerra, preparare le proposte per le decisioni dei governi, tenendosi informato della loro esecuzione per riferirne poi a questi ultimi. II 3° punto chiariva i rapporti tra il consiglio e gli stati maggiori 192

I/Jid. , pp. 169- 170. /bid., p.1 7 1. 194 I/Jid. , p. 171 - 174. Per il testo delle decisioni prese dai rappresentanti alleati alla conferenza ciel 7 novembre 19 17 a Rapallo si veda MINISTERE DE LA GUERR E ETAT MAJOR DE L'ARM ÉE - S ERVICE H !STORIQUE, Les Armées Fran.çaies dans la grande guerre, torno Vl, voi. 1°, annessi I O voi., Parigi, Imprimerie Nationale, 1932, annexe n. 58, decisions prises à una conférence cles rapprésentanls cles gouvernements britannique, français et italien assernblés à Rapallo, le 7 novembre 1917 , pp. I 09- 110. 193


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LTl'AI.IA I: Il . COORDINAMEKTO M ILITARE "l,YTEIIA/1 E.4TO " NEI

LAPRI MA GUERRA MO)!Dl ALE

dei singoli eserciti nazionali, incaricati della condotta delle operazioni militari. Questi restavano responsabili di fronte ai rispettivi governi. In pratica il Consiglio Supremo di Guerra non era un organo di comando, aveva esclusivamente funzioni di coordinamento che sue funzioni erano chiaramente definite anche nel 4 ° punto in cui veniva precisato che i piani generali di guerra, preparati dalle competenti autorità militari, erano sottomessi al Consiglio, che sotto l'alta autorità dei governi, assicurava il loro coordinamento, proponendo eventualmente i necessari cambiamenti. Il 5°, 6° e 7° punto riguardavano la costituzione e i compiti dei rappresentanti militari permanenti. Secondo l'articolo 5 ciascuna potenza delegava al Consiglio un rappresentante permanente militare che aveva le esclusive funzioni di consulente tecnico del Consiglio stesso. Secondo il 6° punto i rappresentanti militari ricevevano dal governo e daJle autorità militari competenti del proprio paese "tutte le proposte, informazioni e documenti relativi alla condotta della guerra" 195 e secondo il 7° punto dovevano tenersi aggiornati quotidianamente sulla situazione della forza e dei mezzi degli eserciti alleati e delle forze nemiche. L'ultimo punto, 1'8°, riguardava la sede del Consigl io, che, come abbiamo detto, era stata stabilita a Versailles, dove risiedevano i rappresentanti militari e i 1oro stati maggiori. li luogo comunque poteva cambiare secondo le circostanze. Le riunioni del Consiglio dovevano aver luogo una volta al mese. La terza risoluzione riguardava la nomina dei rappresentanti militari permanenti: per la Francia, il generale Foch, per la Gran Bretagna il generale Wilson e per l'ltalia il generale Cadorna. Infine i delegati alleati approvarono le istruzioni relative alle operazioni sul fronte italiano per i rappresentanti militari pe(m~menti. Questi ultimi, dopo essersi consultati con il nostro Comando Supremo dal quale avrebbero avuto tutte le facilitazioni necessarie alla loro missione, dovevano esami nare la situazione su quel fronte e" (...) in un esame generale in tutti i teatii di guen-a, rife1ire circa l'anunontare e la natura del concorso da darsi dai Governi britannico e francese, come intorno al modo in cui ciò doveva esser fatto" 196 . Quelle erano le prime disposizioni del Consiglio Supremo di Guerra per i propri rappresentanti militari.

195

L. A L DROVANDI-MARESCOTTI, Guerra diplomalica 196 Jbid. 173.

cit., p. 172.


CAPITOLO I\/ · l,1) COSTITUZION I! Ql'I. CONSIG LIO /,\/PREMO D I GU@Jlt\

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JV.2. La conferenza di Peschiera. Per prosegui re la discussione relati va alla cri ti ca situ azione sul fronte italìano, 1' 8 novembre 191 7 fu organizzata a Peschiera un ' altra conferenza a cui partec iparono gli stessi de legati alleati che erano intervenuti a Rapallo 197 . Nella delegazione italiana erano presenti, oltre a Orlando e Sonnino anche Bissolati e il re Vittorio Emanuele lII che sostenne, di fronte agli alleati ancora dubbiosi, la sce lta di dife ndere ad oltranza la linea del Piave - Monte Grappa - Altopiani . La conferenza non apportò novità nell ' organizzazione del Consiglio Supre mo di Guerra; stabilì , invece, che i generali Wilson e Foch, insieme al minis tro Bissolati, fossero inviati a Padova presso il Comando Supremo itali ano per conferire con il generale Diaz sull a situazione militare " ... e quindi muovere le sei divisioni alleate verso i punti più pericolosi del fronte italiano senza attendere ulteriori ìstruzioni dai loro governi. Essi avrebbero dovuto pertanto conferire con i generali inglesi e francesi comandanti queste divisio ni" 198 . In un successivo incontro tra Painlevé e Lloyd George, avvenuto a Parig i il 12 novembre, i d ue statisti alleati convennero nel! ' assoluta necessità cli un reale fu nzionamento del Consiglio Supremo cli Guerra 199 . In quella sede iI presidente del consig lio francese ribadì che il compito del nuovo Consiglio era di conciliare l'indipendenza de i popo li liberi , che formav ano la coalizione dell' Intesa, con Ja necessità dell ' unità nella direzione della guerra in corso. A sua volta il primo ministro inglese sottolineò che, grazie all a costituzi one di quel consigl io permanente interalleato, con le funzioni di coordinare tutte le operazioni militari, si sarebbe superato il farrag inoso sistema delle conferenze, dimostratosi fino allora inefficace nella realizzazione dell ' unità nella direzione della guerra. li parlamento francese si dimostrò poco entusiasta verso il nuovo consiglio al leato. Il 13 novembre Painlevé dovette rispondere a nume197 l\tll NISTr.Ro DELLA 011-'ESA • STATO M AGGIORE ESERCITO - UFFICIO STOR ICO ,

L'Esercito italiano nella grande guerra cii., voi. IV cil., tomo 3° cii. (Narra zione), p. 623. Per il verbale della con ferenza si veda sempre L. ALDROVANDI -MARr:SCOITI, Guerra diplomatica cit., pp. 176-1 83. l 9X L. ALDROVANDI-MAREscorn, Guerra diplomMica cii., p. l 80. l99 M ERM EIX, Le Commc111deme11t 1111iq11e . premiére partie - Foche/ le Armées d'Occident cii.. pp. 176- 178.


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L'ITAUA E IL COORDINAM ENTO M ILITARE "INTERM.Ll?ATO'· NEL LA l'R l ~·I,\ GliERRA MON Dl,\LE

rose interpellanze parlamentari, tra cui quella di Millerand, che considerava il Consiglio Supremo di Guerra come un ostacolo alla realizzazione del comando unico delle forze clell'Intesa200 . Il presidente del consiglio francese, scongiurando temporaneamente una crisi ministeriale, difese efficacemente il nuovo organo interalJeato; convinse l'opposizione che la sua costituzione era il primo passo verso il comando unico, infatti quel medesimo Consiglio avrebbe funzionato come uno stato maggiore interalJeato, di cui avrebbe potuto usufruire l'eventuale futuro generalissimo delle annate alleate. Anche lo Stato Maggiore Generale dell'esercito francese era sulle stesse posizioni del parlamento. In una lettera del 22 novembre, indirizzata al presidente del consiglio, l' alto comando dell ' esercito constatava che il Consiglio Supremo di Guerra non aveva altro vantaggio che quello cli regolarizzare lo svolgimento delle conferenze, che si sm-ebbero finalmente tenute a scadenza periodica20 1. Lo Stato Maggiore Generale, inoltre, notava che le funzioni, esclusivamente tecniche, dei rappresentanti miJitari permanenti, non avevano un peso reale nella direzione strategica della guerra: consigliava, perciò, che la stessa carica di rappresentante militare fosse assegnata direttamente ai capi di stato maggiore degli eserciti dell' Intesa, senza separare le due funzion i. Di diverso orientamento era l'opinione pubblica inglese. Secondo l'addetto militare italiano a Londra, colonnello Mola, in Gran Bretagna si erano creati due schieramenti politici, il primo a favore di una stretto collaborazione militare nell'ambito dell'Intesa e quindi favorevole ad un efficace e reale fu nzionamento del Consiglio supremo di guerra, il secondo, invece, di orientamento decisamente contrario202 . I

200 lbid. ,

pp. 178-181. Annexe n. I 00, lettera dello S tato Maggiore Generale francese al presidente del consiglio, n. 1.1358 bis BS\3, in data 22 novembre 1917, in M1 NJSTERE 201

DE LA GUERRE - ETAT MAJOR DEL' J\RMÉE - S ERVICE HJSTOR IQUE, Les Armées Français dans la grande guerre, tomo VI, voi. 1°, Annexes, Parigi, Imprirnerie Natio-

nale, 1933 , p . 181-182. 202 Rapporto dell'addetto militare italiano a Londra, in data 18 nov. 1917, oggetto: li suprenw consiglio interalleato, trasmesso dal Comando del Corpo di Stato Maggiore - Ufficio del comandante, con foglio n. 3 del 25 nov. 1917 al Ministero della Guerra - Gabinetto, in AussrvtE, fondo G-9, Ministero della Guerra - Segretariato generale - Divisione stato maggiore, b. 32, fase. 212.


CAPITOLO I\/ -

I .i\ COSTITUZION[; DEL CONSIGLIO SUPREMO DI C:UFI\RA

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giornali inglesi: "Manchester Guardian" e " L' Evening Standard", erano i portavoce del pri mo schieramento, sostenitore della politica del primo ministro Lloyd Gcorge. I giornali "Morning Posl'' ed il "Globe" facevano parte dello schieramento contrario, rappresentato dalle alte gerarchie militari del War Offi ce, che avrebbero fatto qualsiasi cosa "per paralizzare il buon fu nzionamento del nuovo supremo Consigli o interalleato" 203 . Quell'atteggiamento trovava in parte credito in alcuni settori dell 'opinione pubblica inglese, che temevano il nuovo Consiglio, in quanto avrebbe nascosto la segreta intenzione dei frances i di assumere loro stessi il comando unico degli eserciti dell'Intesa. Lloyd George, che, secondo il colonnello Mola, era l'unico in grado d i condurre l'Intesa alla vittoria204 , con " tutti i suoi migliori consiglieri e la più sana parte delle classi dirigenti non direttamente interessate", era fermamente convinto dell' utilità del nuovo consiglio, anche se nonnascondeva perplessità su l suo fun zionamento. Inoltre lo statista inglese aveva il pieno sostegno degli Stati Uniti d' America che, tramite la speciale missione americana g iunta da poco in Ingh ilterra, manifestavano le migliori intenzioni nell ' attuare una stretto coordinamento strategico ed economico tra le forze alleatc 205 . L'addetto militare a Londra co ncludeva il suo rapporto, sottolineando chiaramente che la vittoria era "nella salda organizzazione e nel buon fun zionamento del Supremo consig lio di guerra" e che, per reali zzare ci ò, era fondamentale che gli uom ini selezionati a far parte 203 /bid. , p. l -2. 204

lbid. " Personalmente io riterrei disastrosa la sua caduta. poiché egli sembrami l' unico uomo che può condurre l' Intesa alla vittoria, nel senso che è l' un ico uomo qui che possegga la vivacità di ingegno, la sicurezza di intuizione, l'energia di decisione, e soprattutto lo spirito di benintesa disinteressata cooperazione, senza di cui l'lnghilterra sarebbe fow lmente, ma lgrado ogni migliore intenzione, portata a proseguire ind ividualmente la guerra, e conseguentemente a perderla", p. 4. 205 lbid. "Gli Stati Uniti d' America fortunatamente sono con lui ; cd è stato provvidenziale l'arrivo, proprio ora avvenuto, della speciale Missione americana. la quale è così immedesimata della necessità cli instaurare. in tutti i campi connessi con la condotta della guerra, nuovi metodi inspirati alla pit1intima effettiva cooperazione e la va così calorosamente predicando, che se ne possono trarre buoni auspici sulla vitalità del nuovo supremo Consigl io interalleato. Anzi sarà possibile incamerarvi nuovi organi consultivi, anche per questioni economiche, gli acquisti, il finanziamento, il tonnellaggio, che finora avevano sofferto, non meno della strategia interalleata, i danni del più deplorevole slegamento, e che sulla condotta della guerra potentemente intluiscono ( ...

r·. p. 4.


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LTIALIA E IL COOIHllNAMENTO

Mli !TARE "INT!iRA/.1,/iAT()" Nl'.LI.A PRIMA GUERRA MONDIA LE

di quel consiglio fossero "tecnicamente capaci, ( ... ) provati apostoli della cooperazione, improntata alla più completa franchezza, di larghe vedute e scevri da qualsiasi personalità o vana suscettìbilità"206_

206

lbid. "Concludendo: nella salda organizzazione e nel buon funzionamento del supremo consiglio interalleato è la vittoria . Nel suo fallimento sarebbe la sconfi tta. A questo non vi ha dubbio che mirerà il boloism.o in tutti i paesi alleati e in tutte le forme, soprattutto col cercare cli far degenerare il Consiglio, da organo consul tivo e cli continua discussione, in organo cli comando unico. E vi concorre anche il misoneismo di quelle che Lloycl George, nel suo discorso denuncia come 'forze, potentemente trincerate' in ogni paese. E il dovere cli t.utti è di concorrere, con qualsiasi mezzo, a che ciò accada(,,.)" pp. 4-5.


CAPITOLO V

IL CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA E I RAPPRESENTANTI MILITARI PERMANENTI V. 1. La 2" sessione del Consiglio supremo di guerra e l'attività dei rappresentanti militari dal dicembre 1917 al gennaio 1918

li l O dicembre 1917 si riunì a Versailles (2 3 sessione) 207 il Cons ig lio Supremo d i g uerra, presieduto da Cl emenceau208 . Per la Francia parteciparo no il ministro Klotz e il generale Foch ; per l' InghilteITa : Lloyd George, lord Milner, i generali Wilson e Robertson; per l'Italia Orlando e il generale Cadorna; per gli Stati Uniti: il colonnello House, Crows by e il generale Bliss. Durante i lavori de lla sessione, furon o sollecitati i singoli governi alleati a comunicare i piani dei rispettivi stati maggiori al proprio rappresen tante militare permanente. In seguito furon o invitati i medesimi rappresentanti militari a "studi are nel dettagl io l'ins ieme della situazione militare e a far conoscere le operazioni che loro stessi consigliano" 209. Secondo quelle direttive, i rappresentanti dovevano, quindi , elaborare un pi ano strategico generale per le operazion i del 1918, tenendo conto di tre fattori essenziali: la defezione russa, la s ituazione in Itali a, l'mrivo non immediato di rinforzi dag li Stati Uniti. Nella riunione fu anche prospettata la poss ibilità di una violazione della neutralità Svizzera da parte degli imperi centrali

207

Ricordiamo che nella docurnenta:Gione le riunioni de l Consiglio Supremo di g uerra e rano chiamate sessioni (la 1• era quella di Rapallo); le 1i unioni dei rappresentanti militari permanenti presero, invece. il nome di sedute. 208 Generale J\tl ORO/\CQ, Le con1111anden1e111 u11ique cit., pp. 34-36. 209 MIN ISTERE Dc LA GUER RE - E TAT M AJOR DE L' ARMÉE - S ERVICE H 1STORIQUE,

Les Armées Fran çaises dcms la i rande guerre, tomo VI, voi. I0 , Parigi, Imprimeric Nationale, 193 1, p. 3 1.


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1; ITr\ I.!A E Il , C OORDINAMENTO MILITARE ··JN'JW/AlLEATO .. .'i ELLA PRIMA GI IERR A MONDIALE

per attaccare la Fra nei a o l'Italia e l'eventualità di approntare operazioni controffensive in accordo con la Federazione elvetica210 • Un importante risultato, raggiunto nella 2a sessione, fu rappresentato dalle indicazioni, suggerite da Clemenceau, sul metodo di lavoro affidato ai rappresentanti militari permanenti. Il presidente del consiglio francese, nel suo discorso di apertura, dopo aver esortato i rappresentanti militari ad agire, come un corpo unico, negli interessi comuni dell'Intesa, suggerì ai medesimi di esporre al Consiglio supremo di guerra le misure da loro approvate, nella forma di una nota collettiva, convalidata da tutte le loro firme211 . Nel frattempo il loro numero era salito a quattro, poiché si era aggiunto, da poco, il rappresentante militare degli Stati Uniti; essi erano: per- l'Inghilterra sempre il generale Wilson, per l'Italia sempre Cadorna, per l'America il generale Bliss e per la Francia il generale Weygand, che aveva sostituito il generale Foch. Quest'ultimo, il 29 novembre, dopo aver ripreso le funzioni di capo di stato maggiore generale dell'esercito francese, dovette lasciare la carica di rappresentante militare al Consiglio Supremo di guerra, a causa degli accordi di Rapallo, che escludevano da quella stessa carica i capi di stato maggiore degli eserciti alleati212 . Ali ' inizio del dicembre 1917, i rappresentanti militari permanenti del Consiglio Supremo di guerra iniziarono a riunirsi periodicamente a Versailles, per studiare il piano generale delle operazioni nel 1918. 2 10 A. Rov1 G1-11,

Un secolo di relazioni militari tra l'Italia e Svizzera 1861-1961, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, Roma l 987, p. 159. 211 Generale MoRDJ\CQ, Le co,nmandement 1miqu.e cit., p. 36. L'autore riporta direttamente il discorso cli Clemenceau: "je prie les conseillers militaires permanents de se rappeler que leur tache consiste à fournir leur avis au Conseil Supcrieur de guerre, non pas en tant que representanl, mais bien conune constiruant un corps unique. lls doivem étuclier les problèmes qui l.eur sont soumis au poinl de vue de la collectjvité des alliés et non pas au poi.nt de vue d'une nation prise en particulier. lls doivent, enfin, indiquer au Conseil Superieur de guerre Jes misures qu' ils prèconisent, sous la forme d'un avis collectif revetu de toutes Jeurs signalures". 2 12 MrNISTERE DR LA GUERRE - ETAT MMOR DEL' A!UvlÉE - SERVICE HISTORIQUE,

Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. I O cit., pp. 26-27. Sulla nomina iniziale di Foch e la sua successiva sostituzione dalla carica di rappresentante militare permanente al Consiglio Supremo cli guerra, il Caracciolo sostiene che fu un abile mossa francese, sventata prontamente eia Lloyd George, per imporre il generale francese, contemporaneamente capo dello stato maggiore generale dell'esercito francese, con un ruolo cli superiorità verso gli altri rappresentanti militari alleati; cfr. CARACCTOLO, L'Italia e i suoi alleati. .. cil., pp. I 68- I 72.


CAP(TOLO V n, çoNS J(;uo SUPRl'MO DI GUl· R[(A

E I R,\PPJU'Sl'N'[t\KT I MILJ'J'A g( l'ERMANENT I

95

Il 4 dicembre 1917 si svolse la prima seduta dei rappresentanti militari a Versai lles2 13 . All ' inizio della riun ione, Cadorna sollevò due question i preliminari, riguardanti il fronte italiano: la prima consisteva in una esplicita richiesta che il generale Diaz potesse liberamente dispoITe de lle truppe alleate in Italia, la seconda riguardava la possibilità di schierare sull 'estrema sinistra le truppe italiane sul fronte di Salonicco, affinché fossero predisposte a ripiegare su Valona. Nell a discuss ione il generale italiano pose l'accento sulla necessità che il Consiglio Supremo d i guerra potesse"( .. .) far raggiungere ad un tempo, la rapidità delle decisioni e l'unità di comando su tutte le fronti, e che questo principio sia applicato sulla fronte italiana, affinché il concorso apportato dagli alleati sia veramente efficace"2 14 . Al termine della seduta, dopo aver discusso sulla sostituzione del generale Sarrail , sul fun zionamento del segretariato e sul ordine del giorno, fu brevemente esaminata la situazione in Italia, la composizione della divisione tipo e la possibil ità di un attacco tedesco, attraverso la S vizzera, vio.lando la neutralità elvetica. In ultimo i generali Weygand e Cadorna si incaricarono di forni re al Consiglio Supremo ì piani difensivi dei ri spettivi stati maggiori. In quella seduta non fu approvata una nota collettiva comune, in compenso i rappresentanti militari affrontarono per la prima volta, in verità non in modo organico, una discussione comune su alcun i punti che poi fu rono oggetto di successive deliberazioni. Nel primo mese della loro attiv ità (dicembre 1917), infatti, i rappresentanti militari approvarono, nelle seguenti sedute, sei note collettive. In pratica la nota collettiva divenne il documento programmatico del loro lavoro istituzionale. Il 13 dicembre 19 17 fu presentata, al Consiglio Supremo cli guerra, la nota collettiva n. ·1 dei rappresentanti militari, che, in confo rmità alle istruzioni ricevute nella seconda sessione (I O dicembre) dello stesso Consiglio, rig uardava la condotta della g ue1Ta per il 1918 215 . Nella 2 13 Verbale della seduta dei rappresentanti militari al Consiglio Supremo di guerra di martedì 4 dicembre, in A USSM E, fondo E-8 Commissione interalleata di Parigi, b. 4, fase. 1. 2 14

Jbidem.

Nota collettiva n. l del Consiglio Supremo cli guerra presentata dai suoi rappresentanti militari permanenti, in data 13 dicembre 1917, in A USSME, fondo E-8 Commissione i11teralfeara di Parigi, b. I O, fase . 2. Il documento, nella versione francese, è stato anche pubblicato in .MJNISTc RE DE LA GU ER RE - ETAT MAJOR DE L'ARMÉE - Smv1cE H ISTORIQUE, Les Armées F'rançaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. I 0 • Anncxes cit., annexe n. 179. p. 302-304. 2 !5


96

I :ITALIA E IL COORDINAMENTO :VI ILITAIUi ··1l'.rrF.IIMLF1\TO'' Né.I.LA PRIM A GUERRA MO,\IDIALE

nota, divisa in 5 punti, si consigliava, nel 1° punto di adottare "un ben definito e coordinato sistema di difesa dal Mare del Nord ali' Adriatico"216, che avrebbe comportato il potenziamento della linee di difesa esistenti e la costruzione di altre, il massimo sfruttamento di tutti i mezzi tecnici per predispon-e il più grande numero di riserve mobili, il massimo sviluppo possibile di comunicazioni per ferrovia e per mare fra le diverse parti del fronte e le predisposizioni per i movimenti di truppe fra queste differenti parti . Non veniva esclusa, in ambito locale, la possibilità della difesa attiva, con operazioni controffensive per mantenere vivo lo spirito della truppe. Il 2° punto riguardava il teatro dei Balcani, per il quale veniva ribadito un atteggiamento difensivo; il 3° ri.guardava il teatro di guerra turco.. (Palestina, Mesopotamia, Armenia) per il quale non veniva fatta alcuna previsione. Gli ultimi due punti riguardavano, rispettivamente, il coordinamento e l'intensificazione della produzione del materiale bellico e lo studio della possibilità di una offensiva aerea su larga scala. Il 19 dicembre si svolse la quinta seduta dei rappresentati militari permanenti, presieduta dal generale Weygancl, che trattò, essenzialmente, del problema relativo ai rinforzi alleati sul fronte italiano217 . La discussione fu aperta dal generale WiJson che lesse un telegramma del War Office. Nel documento si chiedeva, ai rappresentati militari, un parere relativo all ' opportunità dell'invio della 6a Divisione inglese in Italia. Aperta la discussione, il generale Cadorna sostenne con vigore la necessità d'inviare d'urgenza i rinforzi suddetti. I generali Weygand e Wilson, al contrario, non ritenevano che si fosse verificata alcuna necessità che potesse modificare la decisione, allora presa dai rispettivi stati maggiori, di rimandare fino a nuovo ordine il trasferimento di quella divisione. Di fronte all'opposizione del rappresfntante francese ed inglese, il generale Cadorna si limitò allora a chiedere l'invio cli rinforzi d'artiglieria da campagna. A quella nuova richiesta \Veygand e 2 16

lbidem. Verbale della seduta dei rappresentanti militari al Consiglio Supremo di guerra del 19 dicembre 1917, in AuSSrvtE, fondo E-8 cit., b. 4, fase. 3. Nella seduta fu anche toccata la questione relativa alla situazione sul fronte di Salonicco, in relazione alla quale fu letto un telegramma d i Lloyd George, in cui si ipotizzava una eventuale offensiva nemica. A tale proposito i rappresentanti militari decisero che avrebbero atteso l'insediamento del nuovo comandante del contingente interalleato in Macedonia. 2 17


CAPITOI .O V . Il.. CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA E I RAPPRESEKT1\NTI ,vllLIT,\ 1(1 PERMANENTI

97

Wilson obbiettarono che le dotazioni delle grandi unità itali ane erano più che sufficienti, ma si sarebbero ugualmente impegnati a studiare l' impiego delle batterie da campagna non indivisionate. Alla fine della discussione, il generale vVilson propose la relativa del iberazione, che, approvata dagli altri rappresentanti, divenne la nota collettiva n.3, presentata al Consigl io Supremo di guer.ra2 18 . In essa, dopo aver constatato l'impossibilità di invi are ulteriori uomini e mezzi sul fronte italiano, si sottoli neava "l' opportunità di rinforzare gli italiani nei settori più pericolosi, con tutta l'artiglieria da campag na alleata disponibile in Ital ia, che non è indivisionata"21 9. 11 20 dicembre i rappresentanti militari permanenti presentarono, al Consiglio Supremo cli guerra, la nota collettiva n.2, relativa al potenziamento dell'esercito belga220 . Nel preambolo della nota si ricordava come il Consiglio, nella sessione del 1° dicembre, avesse incaricato gli stessi rappresentanti militari di studiare la riorganizzazione delle truppe belghe. In seguito veniva illustrato un progetto, suggerito dallo stato maggiore francese, che avrebbe portato il numero complessivo delle divis ioni di fanteria belghe da 6 a 9, potenziate anche nelle dotazioni di artiglieria. 11 22 dicembre fu presentata la nota collettiva n.4, che riguardava il problema balcanico22 1. In essa si ribadiva ciò che era stato già dichiarato nella nota collettiva n. l: l'assoluta necessità, nel 1918, per le forze dell' Intesa, cli tenere un atteggiamento difensivo su tutti i fronti, compreso, appunto, quello balcanico. In particolare, per quel teatro di operazioni, si sottolineava l' importanza di tenere la linea da Stravros a Monastir e nel caso in cui, a causa della pressione nemica divenuta insostenibile, fosse stato necessario ripiegare, si consigliava dì concen2 18 Nota collettiva n. 3, deliberazione proposta dal generale Wilson e approvata dai rappresentanti m.ilitari perm.anenti 11ella seduta del 19 dicembre /917, in Aus-

SME,

fo ndo E-8 cit., b. LO, fase. 2. 219

Ibidem.

22 0

Nota collettiva n. 2, concernente l 'aumento delle divisioni dell'esercito belga , in data 20 dicembre 1917, in AussME, fondo E-8 cìt., b. 10, fase. 2. 22 1 Nota colleLLiva n. 4, delibera zione presa dai rappresentanti miliiari pennanenli nella seduta del 22 dicernbre 1917, circa il problema balcanico, in A USSME, fondo E-8 cit., b. IO, rase. 2. Il documento, nella versione francese, è stato anche pubblicato in QUE,

MlNJSTERE DI:: LA GUERRE - ET;\T MAJOR DEL' ARMÉE - S ERVICE HISTOR I-

Les Arrn.ées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. 1'\ Annexes cìt.,

anncxe n. 203, p. 362-364.


98

1..:rr/\UA E IL COORDINAM ENTO MILITARE "INTFIIA U../i,\T(r :-!ELLA PRIMA GU ERR A MONDIALE

trare le forze alleate a difesa della Grecia e dei suoi porti, anche al costo di abbandonare Salonicco. Riguardo alla 35a Divisione italiana, i rappresentanti militari permanenti ritenevano necessario che fosse posta all'estrema sinistra del contingente alleato in Macedonia, pronta a ripiegare su Valona. In ultimo essi approvavano le istruzioni date al comandante dell' Armée d'Oriente chiedevano a quest'ultimo di comunicargli i piani adottati, che dovevano contenere le disposizioni per creare una base nel territorio ellenico e per l'evacuazione di Salonicco, nel caso ciò fosse necessario per sottrarre la Grecia al nemico. La nota collettiva n.5, presentata al Consiglio Supremo di guerra il 23 dicembre, riguardava il problema russo222 . Era stato il War Office inglese ba richiedere il parere dei rappresentanti militari sulla possibilità che la Russia meridionale e la Romania fossero capaci " ... di tenere testa in modo efficace alle forze bolsceviche sostenute e dirette dai tedeschi"223. Nella nota si prevedeva che, nel caso di vittoria bolscevica, il grano di Odessa e il petrolio di Batum avrebbero rifornito gli imperi centrali e avrebbero vanificato gli effetti del blocco economico, cli conseguenza era assolutamente necessario, per l'Intesa, mantenere i porti di Batum e di Trebisonda, come basi navali e per bloccare il commercio nemico sul Mar Nero. Un altro aspetto del problema russo, affrontato nella nota, era rappresentato da11'esercito romeno che ancora combatteva contro i tedeschi in Moldavia ed Ucraina, il quale non doveva essere abbandonato a se stesso, ma gli si doveva garantire l'esistenza, anche tramite l'aiuto fornito attraverso le tribù cosacche antibolsceviche. In conclusione, i rappresentanti militari stimavano che bisognasse "sostenere con tutti i mezzi in nostro potere tutti i gruppi nazionali che sono decisi a continuare la guerra"224 . Era, quindi, necessario: " ... aprire una comunicazione più diretta fra gli alleati e i nostri amici in Russia, sia per la via di Vlaclivostok e della transiberiana , sia mediante

Nota collettiva 11. 5, deliberazione presa dai rappresentanti militari pennanenti nella seduta del 23 dicembre 1917, circa il problema russo, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 1O, rase. 2. li documento, nella versione francese , è stato anche pubblicato in MrNISTERE DE LA GUERRE - ETA!' Mi\JOR DE L' ARMÉI:: - SERVICE HISTORIQUE, Le.\' Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. 1°, Annexes cit., annexe n. 222

204, p. 364-365. 223 224

Ibidem. Ibidem.


99

CAPITOLO V - Il . CONSIGLIO SUPREMO ()I GUERRA E I RAf'f'RESENTANT I MILlTARI PERMANENTI

operazioni in Turchia che sarebbero tali da aprire una strada diretta verso Tifli s o da apportare una pace separata e l'apertura degli stretti"225 .

Era una palese dichiarazione contro il nuovo governo sovietico, considerato a favore della Germania e quindi un ulteriore nemico da combattere, fornendo aiuto alle forze controrivoluzionarie. Di questa nota il Consiglio Supremo di guerra prese atto sempre nella 3a sessione226.

La nota collettiva n.6, presentata il 24 dicembre, era motivata dal!' incarico " ... di studiare la situazione attuale della fro nte italiana, tanto dal punto di vista offensivo che difensivo ...", assegnato ai rappresentanti militari nella 2a sessione del Cons iglio Supremo227 . Questi ultimi, dopo aver constatato che su quel fronte la situazione era ormai ristabilita e che il nostro esercito "ha dato prova nelle ultime 6 settimane di serie capacità di resistenza che deve permettergli, col concorso delle forze alleate, di tenere la linea Piave- Grappa- Altopìani" 228 , erano del parere che non sembrava "per ora né possibile né vantaggioso prendere l'offensiva in Italia". Essi ritenevano fondamentale mantenere la linea allora occupata, che copriva il porto di Venezia e, per questo motivo, consigliavano che quella stessa linea fosse "rinforzata con tutti i mezzi tecnici e raddoppiata a tergo con linee successive e a compartimenti stagni , in modo eta permettere la difesa palmo a palmo"229 . Inoltre, come misura precauzionale, consigliavano anche l'esecuzione dei lavori intrapresi dietro il Bacchiglione e dietro la linea ciel Mincio-Po. Infine, riguardo alle truppe alleate in Italia, i rappresentanti militari ri-

225

Jbidem.

226

-.

Prospetto delle note collettive dalla l" alla 42•, presentate dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio Supremo cit., in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 1O, fa.se. 2. 227 Nota collettiva n. 6, deliberazione presa dai rappresentanli militari pennanen1i netta seduta del 24 dicembre 1917, circa la situazione italiana, in AuSSME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 2. Il documento è stato pubblicato in MINISTERO DELLA D1FESA - STATO MAGGIORE ESERCITO - UrJ-'I CIO STORICO, L'Esercilo italiano nella grande guerra cit. , Voi. V, Le operazioni nel /9 JR, tomo I bis, Gli avven.imerui dal gennaio al giugno, Roma, 1980, documento n.43, pp.143-144. Nella versione francese, è stato anche pubblicato in MINISTERE DE LA GUERRE - ETAT M AJOR DE L'ARMÉE SERVICI:: I-I1STORIQUE, Les Armées Françaises dans la grande guerre , tomo VI, vol. I 0 , Anncxes cit. , annexe n. 208, p. 370-37 l. 228 229

Ibidem . lbidern.


10()

LTrAI..IA E IL COORDINAMENTO MILITARE "IACIE/1/\LLEATO" NEI .LA Pl~IM ,\ GUERRA tv!ON DIAI .E

tenevano che le unità anglo-francesi, allora al fronte, fossero sufficienti, anzi, terminata la fase di rìorganizzazione cleJl'Esercito italiano, si poteva pensare ad un parziale o addirittura completo ritiro di quelle truppe. Quest'ultimo parere dimostrava quanto peso gli stessi rappresentanti militari dessero alle idee dello stato maggiore francese che riteneva di primaria importanza strategica il teatro cli operazioni occidentale, anche a discapito degli altri fronti, compreso quello italiano. Nel gennaio J918 i rappresentanti militari presentarono altre otto note collettive al Consiglio Supremo cli guerra, frutto delle loro periodiche riunioni a Versailles. Nella seduta dell'8 gennaio (10a), infatti, furono presentate le note collettive n. 7, n. 8 e n. 9, relative alla costituzione di tre comitati, rispettivamente: il Comitato interalleato per l'aviazione, il Comitato interalleato dei trasporti e il Comitato interalleato dei "tank.s"230. Poco prima, nel dicembre 1917, erano sorti alcuni contrasti relativi all'estensione ciel fronte tenuto dalle truppe britanniche tra ìl generale Pétain, comandante delle armate francesi del nord e del nord-est sul fronte occidentale, e il generale Haìg, comandante del corpo di spedizione inglese in Francia231 . In pratica il generale inglese, consapevole della crisi che colpiva le sue truppe, cercava di rimandare la sostituzione della 3a Armata francese con truppe britanniche nel settore di Barìsis. Il 17 dicembre Clemenceau, visti i contrasti difficilmente appianabili tra i due generali, propose a Lloycl George che il caso fosse sottoposto al giudizio dei rappresentanti mili tari permanenti. La proposta fu immediatamente accettata e nella nota collettiva n. 10 del 10 gennaio, i rappresentanti militari proposero la risoluzione ciel problema232. Il punto d'unione fra le forze inglesi e queJle francesi dove-

Verbale della IO' seduta dei rappresentanti militari al Consiglio Supremo di guerra, martedì 8 gennaio 19 18, con allegate la 7•, 1' 8° e la 9" nota collettiva, in AusSME, fondo E-8 cit., b. 4 , fase. 7. 230

23 1 M INISTERE DE LA GUERRE - E TAT M AJOR DEL' ARMÉE - S ERVICE HJSTORJQUE,

Les Arrnées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. I O cit., pp. 35-35. 232 Nota collettiva 11. 1O, deliberazione presa dai ra[Jpresentanti miti,ari permanenti nella seduta del IO gennaio 1918, circa l'estensione della Ji·onte inglese in Francia, in A USSME, fondo E -8 cit., b. 10, fase . 2. Il documento, nella versione fran cese, è stato anche pubblicato in MTNISTERE DE LA GUERRE - ETAT MAJOR DEL' ARMl~E - S ERVICE HrsTOR IQUE, Les Armées Fran.çaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. I O , Annexes c it., anncxe n. 245, pp. 454-455 .


CAPITOLO V - IL CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA E I RAPPRESENTANTI MILITARI PERMANENTI

I O)

va essere portato sull a riva sinistra dell' Ailette, fra il corso dell ' Ailette stessa e la strada dì Laon - Soisson, lascìando aì rispettìvì comandi, nei limiti proposti, la determinazione del punto preciso. Inoltre proponevano un' ulteriore estensione del fro nte inglese a sud del punto indicato, nell' eventualità che un attacco tedesco esaurisse le riserve francesi fuori del loro fronte233 , e un' estensìone del fronte francese a nord ciel punto stesso nel caso che un altro attacco tedesco esaurisse le riserve sul fron te inglese. Nella nota collettiva n.11, de] 21 gennaìo, i rappresentanti mil itari si occuparono della cooperazione della Cina nel conflitto in corso, considerata assai vantaggiosa, per le potenze alleate, sia dal punto di vista politìco che militare234 . Dal punto di vista pol itico, val utavano in modo positivo" ... legare la Cìna più strettamente all'azione dell'Intesa, associandola alle operazioni militari" 235 . Dal punto di vista strettamente mili tare, invece, ritenevano estremamente utile ricevere dall'esercito cinese" ... un certo numero dì battaglìoni del genio istrui ti e ben inquadrati, il cui effettivo totale di 40.000 unità costituisce un rìnforzo che non si può trascurare nella presente crisi degli effettivi"236 . Il trasporto di queì reparti sarebbe stato assicurato dalla Francia. I rappresentanti militari concludevano sottolineando l' importanza di quel concorso militare, attuabile, solo a condizione di un aiuto fi nanziario degli Statì Unìti237 . La nota collettiva n.12, sempre del 2 1 gennaìo, era il frutto del lavoro dei rappresentanti militari, in vista della prossima riunione del

2 33 ibidem. Nella nota si portava come esempio la possibilità di un'offensiva nemica attraverso la Svizzera. 234 Nota collettiva n. I 1, deliberazione presa dai rappresentanti militari al Consiglio supremo di guerra nella seduta del 2.1 gennaio 1918, circa la cooperazione militare della CillG, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 10, fase . 2. Il documento, nella versione francese, è stato anche pubblicato in MINlSTERE DE LA GUERRE - ETAT MAJOR DEL' ARMÉE - S ERVICE HISTORIQUE, Les Années Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. 1°, Annexes cit., annexe n. 278, p. 521. 235 lhidern. 236 !hidem. 237 Ibidem: "I rappresentanti militari permanenti presso il Consiglio supremo di guerra (...) stimano che il concorso militare cinese, mantenuto nei limiti qui sopra precisati, sarà molto utile, e che pertanto, l'aiuto finanziario degli Stati Uniti che deve facil itare l' attuazione del progetto è assai desiderabile".


102

1; 1TAI I A E Il . COORDINAMENTO M IUTARE ·' /NTl:R,1UEATO '· Nr.LI .A PRIMA GUBRRA MONOIAtE

Consiglio Supremo di guerra238 . In que]la nota, particolarmente importante, veniva proposto il piano generale cli guerra per il 1918. La formulazione del piano, ispirata soprattutto dal generale Wilson, era divisa in 19 punti: i primi due costituivano il preambolo. Nel punto n. 3 la sicurezza della Gran Bretagna veniva esplicitamente considerata come la condizione primaria per tutte le operazioni alleate. Nel punto n. 4 venivano esam inate le possibilità di difesa della Francia che consistevano nell'assoluta necessità di non diminuire le forze anglo francesi sul fronte occidentale, di inviare rinforzi americani (2 divisioni al mese), di aumentare progressivamente le dotazioni di armi (artiglierie, aeroplani, "tanks", ecc.), di rinforzare le difese, potenziare i trasporti ferroviari e, soprattutto, trattare quel fronte come " un unico campo di azione strategica", attuando un reale coordinamento interalleato. Nel punto n. 5 veniva esaminata la situazione in Italia, considerata ormai sicura, alla condizione, però, che l'Esercito italiano fosse completamento ricostruito entro il I O maggio, che fossero potenziati i trasporti ferrovia ri ali' interno dell ' Italia stessa e con la Francia, che gli alleati inviassero aiuti in grano e carbone. Nei punti n. 6-9 i rappresentanti militari, dopo aver analizzato le reali possibilità offensive delle potenze alleate, arrivavano, però, alle conclusioni che la strategia dell'Intesa doveva essere sostanzialmente difensiva fino al 1919, quando le forze alleate, potenziate con cannoni, "tanks" e aeroplani e grazie all'apporto di truppe americane, avrebbero finalmente raggiun to sul nemico un'effettiva superiorità numerica nel fronte occidentale. Anche nel teatro balcanico (punto n. 9) era esclusa ogni possibilità di raggiungere risultati positivi dal punto di vista offensivo, anzi qui era certamente reale il pericolo di un forte attacco nemico con il conseguente arretramento delle truppe ,alleate e la necessità di difendere ad oltranza Ja Grecia, adottando sempre una strategia difensiva. Nei punti 10-18 veniva individuato e esaminato l'uni-

238 Nota collettiva n. 12, deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti nella seduta del 21 gennaio /918 circa la campagna del 1918, in MINISTERO DELLA DTFESA - STATO MAGGIO RE ESERCITO - Ul'FIC IO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., Voi. V, le operazioni nel 1918, tomo 1 bis, Gli avvenimenti dal gennaio al giugno cit., documento n. 44, pp. 145-1 51. Il documento, nella versione francese, è stato anche pubblicato in MINISTERE DE LA GUERRE - ETAT MAJOR DEL' ARMÉE - S ERVlCE l-I!STORIQUE, Les Armées Françaises dans la i rande guerre, tomo Vl, voi. l 0 , Annexes cit., annexe 11. 279, pp. 522-527.


CAPITOI

OV .

Il. CONSJ( i LJO Sl/PREMO DI GUERRA E I RAPPRESENTANTI MIUTA RI PERMANEKTI

103

co teatro di guerra, che, per ragioni politiche e militari, era idoneo ad una strategia decisamente offensiva: il teatro turco. Secondo i rappresentanti militari, le forze alleate esistenti in Palestina e Mesopotamia, grazie alla loro superiorità numerica, morale e nei mezzi, avrebbero potuto conseguire importanti vittorie e concludevano (punto n. 19) che gli alleati avrebbero dovuto "intraprendere una offensiva contro la Turchia mirando all'annientamento delle armate turche e al crollo della resistenza turca". Il piano dei rappresentanti militari era nel complesso decisamente difensivo su l teatro cli guerra europeo ed era in contrasto con il piano proposto, nello stesso periodo, dal generale Foch, che ipotizzava la ripresa dell' offensiva sul fronte occidentale. Quest'ultimo piano non fu scartato, il generale Weygand ottenne che fosse inserito come allegato alla nota collettiva n. 12239 . Nell'allegato, infatti, veniva riconosciuta la necessità, sul fronte occidentale, cli adottare " un' atti tu cline di attesa per i primi mesi del 1918, e senza dubbio, fino al momento in cui l ' esercito americano entrerà effettivamente in linea", ma veniva anche sottol ineato che l'attesa non significava passività e, quindi, per imporre la propria volontà all'avversario, era necessario riprendere il più presto possibile l'offensiva "la quale soltanto può condurre alla vittoria" 240 . Per quello scopo gli eserciti alleati, se il nemico avesse attaccato, avrebbero dovuto rispondere con ampie "controffensive cli alleggerimento" , se il nemico non avesse attaccato, avrebbero dovuto prendere 1' iniziativa cli "operazioni con obbiettivi lim itati" , infine, nell'uno e nell'altro caso, avrebbero dovuto essere in grado di impegnare, eventualmente, tutte le forze disponibili in "un'offensiva combinata della maggiore potenza-ed estensione". L'obbiettivo dell ' offensiva combinata sarebbe statQ sia quello cli soccorrere uno degli alleati sottoposto ad un attacco nemico, mirante a metterlo fuori gioco, sia a cercare il logoramento del

239 MINISTERE DE LA GUERRE - ETAT MA.IOR DEL' ARMÉE - SERVICE HISTORIQUE,

Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. l O cit., pp. 50-51. 240 Allegato alla nota collettiva n. I 2 (a cui si fa allusione al par. 7 di detta nota), in data 2 I gennaio 192 J, in MINISTERO DELLA DIFESA - S TATO M AGGIORE E SERCITO U FFICIO STORICO, L'Eserci/0 i1aliano nella grande guerra cit. , Voi. V, Le operazioni nel 1918, tomo I, Gli avvenimenti dal gennaio al giugno (narrazione), Roma, 1980, pp. 161-162. Il documento nella versione francese è stato pubblicato in M TNISTERE DE LA GUERRE - ETAT MA.IOR DE L' ARMÉE - S ERVICE HISTORIQUE, Les Armées Fran çaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. l 0 , Annexes cit., annexe n. 279, p. 528.


l.' ITA IJA E ILCOORLJINAlvl ENTO MII .ITr\RE "JN I ERAl, lEAT()" NELLA l'RIM.-\ G UERRA MONDIAl ,E

104

nemico, Secondo l'allegato alla nota n, 12, ì capi degli eserciti francese, inglese ed italiano, avrebbero dovuto preparare i relativi piani~ in particolare, riguardo all ' offensiva combinata, doveva essere compilato, per il fronte occidentale, un progetto di attacco collettivo delle forze anglo-francesi, per il fronte italiano, invece, un progetto di attacco in più punti, Il documento terminava con l'invito, rivolto ai governi alleati, di inviare tutti i piani e progetti al Consiglio Supremo di guerra che avrebbe assicurato il coordinamento dì quel!' azione comune. Questa visione offensiva delle operazioni nel 1918, proposta eia Foch , contrastava, oltre che con il parere dei rappresentanti militari permanenti, anche con l' opinione del generale Pétain e del maresciallo Haig, i quali, come il generale Diaz, erano molto più vicini ai pareri esposti nella prima parte nella nota collettiva n. 12241 . Il 23 gennaio si svolse la 14a seduta dei rappresentanti mi litari242 , Nella riunione, presieduta dal generale Cadorna, furono affrontati due importanti argomenti: i rifornimenti e la creazione di una riserva generale interalleata. Riguardo al primo argomento fu approvato, dopo alcune modifiche, il testo di un progetto di deliberazione presentato dal generale Wilson, che costituì la nota collettiva n. 13; riguardo al secondo, dopo ampie discussioni, fu approvata la nota collettiva n. 14, Con la nota 13 veniva proposta la costituzione di un "comitato interalleato dei rifornimenti" con il compito di coordinare le risorse degli stati dell' Intesa243 , Nella nota 14 i rappresentanti militari proponevano la costituzione di un'unica riserva generale per il complesso delle forze alleate sul fronte occidentale (Francia ed Italia) e concludevano invi241

MtNISTERE DE LA GUERRE - ET,\T MAJOR DE L' ARMÉE - SERVICE HiSTORJQUE, Les Armées Françaises dans la grande g uerre, torno VI, voi. I O cit, pp, 52-6 1, 242 Verbale della seduta dei rappresentanti militari al Consiglio supremo di guerra di mercoledì 23 gennaio J 918, in AussME, fondo E-8 cit, b. 4, fase, J 8, TI documento è stato pubblicato in francese i n MINISTERE DE LA GUERRE - ETAT M AJOR DE L' ARMÉE - SERVJCE 1-IJSTORIQUE, Les Armées Fran.çaises dans la grande guerre, tomo VI, voL l O , Annexes cit, annexe 11, 282, pp. 541 -542, 24 3 Nota collettiva 11, 13, deliberazione presa dai rappresentanti militari al Con siglio supremo di gue rra nella seduta del 23 gennaio 1918, circa i rifornimenti, in AussME, fondo E-8 cit , b. IO, fase, 2, Il documento nella versione francese è stato pubbl icato in MINISTERE DE LA GUERRE - ETAT MAJOR DEL' ARMÉE - SERVJCE HISTORIQUE, Les Arm.ées Françaises dans la grande guerre, tomo V 1, voL I O , Annexes cit, annexc n, 283, pp, 542-543, Si veda successivamente il § VIA,


CAPITOLO V - JLCONSlGLIO SUPREMO DI (il JF.RRA E I RAl'l'l(ESENTANTI MILITARI PERMANEKTI

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tando da una parte il Consiglio Supremo di guerra a pronunciarsi nella prossima riunione, dal!' altra i rispettivi governi a comu nicare celermente i pareri dei propri stati maggiori per ciò che riguardava la forza, la dislocazione ed il comando dì quella riserva244 .

V.2. La 3a sessione del Consiglio Supremo di guerra e l'attività dei rappresentanti militari dal febbraio alla prima metà di marzo 1918 Tra il 30 gennaio e il 2 febbra io 1918 si svolse a Versailles la 3a sess ione del Consiglio Supremo di guerra a cui parteciparono per la Francia: Clemenceau e Pichon ministro degli affari esteri, con i generali Foch e Pétain; per la Gran Bretagna Lloyd George e lord Milner, con il maresciallo Haig e il generale Robertson, capo di stato maggiore imperiale britannico; per l'Italia Orlando, Sonnino e il ministro della guerra Alfieri; per gli Stati Uniti d'America il primo segretario d'ambasciata Frazier e il generale Pershing, comandante del corpo di spedizione americano in Francia245 . Erano ugualmente presenti i rappresentanti militati permanenti: Weygand, Wilson, Cadorna, compreso il generale Bliss per gli Stati Uniti. In quella sessione, dopo lunghe discussioni , furono approvate l 9 risoluzioni246 .

244 Nota collettiva n. 14, deliberazione presa dai rappresenta,ui. militari al Con siglio supremo di guerra nella seduta del 23 gennaio /918. circa la costituzione di una riserva generate interalleata, in AUSSME, fondo E - 8 cit. , b. 10, fase. 2. Il _documento nella versione francese è stato pubblicata in MINISTERE DE LA GUERRE - ETA' f' MAJOR DE L' ARMÉE - SERVICE H rSTORJQUE, Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, vol. l O , Anncxes cit., annexe n. 284, p. 544. 245

Cfr. M tNJSTERE DE

LA CUERRE - ETAT MAJOR DE 1.' ARMÉE - S ERVICE HtSTORl-

Les Armées Françaises dans la grande guerre, torno VI, voi. I O cit., pp. 61 -75; M ERMETX, Le Commandement unique - premiére partie - Foch et le Armées d'occiden! cit., pp. I90- 192; Generale MORDACQ , Le commandernent unique cit., pp. 42-50. M. MONTANARI , Politica e strategia in cento anni di guerra italiane cit., vol. II cit., Tomo 11 cit. pp. 678-679. Per i verbali delle 3" Sessione cfr. D.D.l., quinla serie cit., vol. X (1 ° gennio-31 maggio 1918), Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato L ibreria dello Stato, 1985, documenti 170-173, pp. 136-163. 246 Secret. l.C. - 39 (a) to 44 (a) (S.W.C.), Resolutions passed al the Thircl Session of the Supreme War Coucil, January to February 1918 (stampato dal War Cabinet nell 'aprile 1918), in A USSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 2. QUE,


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I ' ITALIA E IL COORDINAMENTO MILl'li\ RE "JNTERAU,F.ATO" '<ELLA f>R IMA GUERR;\ MONDIAl ,E

Nella risoluzione n. 1 il Consigl io Supremo approvò la nota collettiva n. l 2 dei rappresentanti militari permanenti sul piano di guerra per il 1918 e, con alcune modeste modifiche al testo originale, approvò anche l'allegato alla stessa nota 12, cioè il piano proposto dal generale Foch. Nella risoluzione n. 2, "allo scopo di assicurare il completo coordinamento dei piani d'operazione per il 1918", il Consiglio Supremo, rivolgendosi ai governi dell' Intesa, stabilì che gli stati maggiori alleati gli dovessero trasmettere direttamente i propri piani dettagliati, compilati "sulla base delle note 1 e 12 dei rappresentanti militari". Nella Y, 4\ e sa risoluzione, nella 7\ 8\ 9\ 1oa e 11a risoluzione e, infine, nella 15a risoluzione furono, rispettivamente, approvate le note collettive n. 1, n. 2, n. 3, n. 5, n. 6, n. 7. n. 8, n. 9-e n.10 dei rappresentanti militari permanenti. Con la risoluzione n.6 il Consiglio Supremo cli gue1rn rinviò ad un successivo esame la nota n. 4 dei rappresentanti militari permanenti , relativa al problema balcanico. Nella risoluzione n. I 2 il Consiglio, invece, respinse la nota collettiva n. 11 dei rappresentanti mìlitaii, relativa al reclutamento cli battaglioni cinesi. Nelle risoluzioni n. 13, n.14, n.1 6 e n.19 fu affrontata l'importante questione di una 1iserva generale interalleata e del relativo Comitato esecutivo. In particolare nella 13a risoluzione il Consiglio cli guerra decise "la creazione cli una liserva generale per i] complesso degli eserciti sulle fronti occidentali, italiana e balcanica" e delegò ad un "organo esecutivo" (comitato esecutivo), composto dai rappresentanti mil itari pennanenti d' Inghilterra, Italia e Stati Uniti e dal generale Foch per la Francia, una serie di pote1i che potevano essere esercitati previa consultazione dei comandanti in capo degli eserciti interessati247 . In pratica il Conùtato esecutivo aveva la facoltà di determinare la forza in tutte le armi e la composizione della riserva generale, specificando anche )l contributo in uonùni, arnù e mezzi di ogni singolo esercito alleato; poteva scegliere la zona dove normalmente avrebbe stazionato la stessa riserva e prendere tutte le disposizioni per il trasporto ed il concentramento della stessa nei diversi settori prescelti; decideva, inoltre, il tempo, il posto e il periodo d' impiego della riserva generale e il tempo, il posto e la forza della eventuale controffensiva, assegnando ad uno o più dei comandanti in capo dei singoli eserciti alleati tutte le truppe, o parte di esse, della stessa riserva, le quali da quel momento passavano agli ordini diretti del co-

247

lbid., pp. 12- I 5.


CA PITOLO V . Il. COKSl( ;uo SUPREMO DI GUERRA E I RAPPRESENTANTI M I LITARI PERMANENTI

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mandante in capo prescelto per ricevere i rinforzi. Il Consiglio Supremo, inoltre, stabin che la riserva generale interalleata, prima che il Comitato esecutivo ne avesse deciso l' impiego nelle operazioni, rimanesse agli ordini dei rispettivi comandanti in capo per tutto quanto riguardava la disciplina, l'istruzione e l'amministrazione, ma nessun movimento poteva essere ordinato se non dallo stesso Comitato. Ai membri (i rappresentanti militari) del Comitato esecutivo, in caso di inconciliabili divergenze relative l'impiego della riserva generale, era riservata la facoltà di appellarsi direttamente al Consiglio supremo. Infine il Comitato esecutivo aveva il diritto di visitare qualsiasi teatro di guerra ritenesse utile per prendere le sue decisioni. Nella 14" risoluzione il generale Foch, già membro del Comitato esecutivo per la riserva generale fu nominato presidente dello stesso. Nella 16a risoluzione il Consiglio Supremo incaricò il Comitato esecutivo di studiare la questione dell'impiego di truppe italiane sul fronte occidentale. Nella 19" ed ultima risoluzione i rappresentanti militari furono des ignati presso il Comitato esecutivo per trasmettere gli ordini del Consiglio agli eserciti dei rispettivi paesi. La risoluzione n. l 7 riguardava, invece, le note collettive dei rappresentanti militari permanenti e la loro efficacia. Nella risoluzione, infatti, fu stabilito che il capo di ciascun governo rappresentato nel Consiglio dovesse informare i rappresentanti militari permanenti se una nota collettiva da essi presentata fosse stata accettata dal proprio governo o se desiderasse che fosse portata in discussione alla successiva s_e duta del Consiglio. Fu anche stabilito che se una nota collettiva fo sse stata accettata da tutti i governi interessati, essa, da quella data, sarebbe stata considerata come una decisione dello stesso Consiglio. La risoluzione n. 18, motivata dall'esame delle ultime dichiarazioni, prive di condizioni accettabili di pace, fatte dal cancelliere germanico e dal ministro degli esteri austrungarico, era una solenne dichiarazione a proseguire la guerra, attraverso uno stretto coordinamento " ... sotto il Consiglio [Supremo di guerra], dÏ tutti gli sforzi delle potenze unite nella lotta contro gli imperi centrali" 248 . La costituzione di un Comitato esecutivo, presieduto da Foch, rap-

24 8 /bid.,

pp. 16-19.


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l : ITAI .IA

r. Il. r.OORDINAMEKTO M ILITARE ··1NTERALLE1\TO"

NEI.LA PR IM A ( ;lJERRA MO'<DII\LE

presentò sicuramente un passo avanti verso la creazione di un Comando unico interalleato249. Dopo la 3a sessione del Consiglio i rappresentanti militari permanenti ripresero la loro attività attraverso le consuete sedute e relative note collettive, ormai divenute il loro documento programmatico. Nella seduta del 4 febbraio 1918 i rappresentanti militari approvarono la nota collettiva n. 15 in cui si richiamava l'attenzione dei governi alleati sull' opportunità che, per ragioni militari , non fossero rese pubbliche notizie relative alla costituzione e ali ' impiego della riserva strategica interalleata250 . Nella successiva seduta del 18 febbraio 1918, presieduta dal generale Giardino 251 , nuovo rappresentante mili tare permanente italiano, fu affrontata la questione relativa all'occupazione della Transiberiana da 249 Il generale Foch nella 3• sessione del Consiglio Supremo cli guerra aveva proposto di creare a Parigi una "clirection de la guerre", con poteri molto più ampi cli quel li assegnati in seguito al Comitato esecutivo: in pratica proponeva la costituzione di un Comando unico interalleato. Quella proposta ovviamente fu respinta dal Consiglio Supremo di gue1Ta, cfr. MINISTERE DE LA GUERRE - ETA!' MAJOR DE L' ARMÉE SERVJCF. H rsTORIQUE, Les Années Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. 1° cit., pp. 65-66. 250 Nota coUettiva n. 15, Deliberazione presa dai rappresentanti militari al supremo consiglio di guerra nella seduta del 4 febbraio 1918, in AusSME, fo ndo E-8 cit. , b. IO, fase. 2. 25 1 Nato a Montemagno nel 1864, fu nominato sottotenente di fante ria e destinato in Eritrea, dove, nel 1882, si meritò la medaglia d'argento durante la battagl ia cli Cassala. Fra l'altro fu l'autore del regolamento per l'istruzione tattica delle fa nterie indigene approvato nel 1893. F requentò la scuola cli guerra e nel 1911 partecipò alla guerra italo-turca, In quella circostanza, nel I 912, fu promosso colonnello per meriti eccezionali. Nel luglio 1913 assunse la carica cli capo cli stafo maggiore della 2• Armata e nell'agosto dello stesso anno fu promosso maggiore generale . Nel giug no I 916, al comando della 48" Divisione si distinse nelle operazioni cli Gorizia, S . Marco e Vertoiba, meritando la croce cli cavaliere dell' Ordine militare cli Savoia. Nel giugno 1917 fu nominato comandante del XXV Corpo d'armata e fu promosso tenente genera.le per meriti cli guerra. Fu ministro della guerra, sottocapo cli Stato Maggiore dell'Esercito nel novembre 1917. Dal 7 febbraio (si insediò a Versailles il 14) al 15 aprile ricoprì la carica cli rappresentante militare permanente per l' Italia. Dal 24 aprile fino alla fine del la g uerra comandò la 4° Armala. Nel 1919 fu promosso generale d ' Esercito, nel 1923 fu nominato governatore militare di Fiume. Fu membro ciel Consiglio clell' Esercito, senatore ciel Regno e ne l 1926 Fu promosso maresciallo d ' Italia. Morì a Torino il 21 novembre l 935; cfr. Enciclopedia 1nilitare, Mi lano, Il Popolo d'Italia, 1928, voi. IV, p. LOO.


C:APITOLO V - IL CONS ICOI.IO SUPREMO 1)1 GUERRA E I RAPPRESENTANTI Mli .lTAR I PICRMANENTI

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parte giapponese252 . L' iniziativa di quella seduta era stata presa dal generale BJiss, rappresentante americano, il quale era stato incaricato dal suo governo di provocare su quella questione un parere dei rappresentanti militari permanenti. Notoriamente il governo statunitense cercava di contenere l'espansion ismo nipponico verso la Siberia, ritenuto perturbatore degli equilibri tra le due potenze nel Pacifico. Nella discussione il rappresentante militare francese, il generale Weygand, sottolineò i vantaggi di : "un' azione militare strellamente difensiva, col duplice scopo di conservare ali' Int.esa il materiale e gli approvvigionamenti esistenti a Vladivostok, e cli impedire al nemico la creaz ione cli una base di .sottomarini nel Pacifico" 253 .

I rappresentanti italiano ed inglese254 concordarono con il rappresentante francese, ma rilevarono l'opporlunità di limitare l'occu pazione giapponese ad una parte della ferrovia transiberiana e che quella potenza non procedesse da sola, ma al corpo di spedizione nipponico fosse aggregata una missione interalleata. Al termine della discussione, tutti i rappresentanti militari permanenti convennero su quella proposta, approvando la nota collettiva n. 16255 , che ribadiva, infatti , i vantaggi militari di un'occupazione nipponica della Transiberiana da Vladivostock ad Harbin, a patto, però, che il Giappone assicurasse una serie cli garanzie, tra cui, appunto l'intervento cli una missione interalleata. Nella seduta del 18 febbraio si accennò brevemente anche all ' organizzazione dei comitati interalleati d'aviazione, dei rifornimenti e dei trasporti, che venne rimandata ad una futura discussione, mentre il generale Weygand proponeva che ogni rappresentante militare facesse stud iare l'eventuale composizione di quei comitati al proprio stato maggiore. n 28 febbraio si svolse la I 8a seduta dei rappresentanti mi litari permanenti, presieduta dal generale Verbale della 17" seduta dei rappresentanti mi Iitari permanenti al Consiglio Supremo di guerra di lunedì 18 febbraio 19 18, in AussME, fondo E-8 cit., b. 4, ra.sc. l 3. 253 lbid., p. 1-2. 2 54 TI rappresentante militare permanente britannico era allora il generale Sackville-West. 255 Nota collettiva n. 16, Deliberazione presa dai rappresentanti rnilitari al supremo consiglio di guerra nella seduta del !8fehhraio 1918, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 2 . 252


I 10

l:ITALI/\ E ILCOOROINAMF.'ffO M l l..lTARE ··/Nffl/,ll,l./;.·1TO "" NELLA l 'l(IM/\ GUERR,\ M ON DIALE

Bliss256 . Il primo punto della discussione riguardava una eventuale modifica alla nota collettiva n. 13 che aveva previsto la costituzione di un comitato interalleato dei rifornimenti . In pratica d i fronte alle perplessità del rappresentante inglese257 di un organo competente anche sul tonnellaggio, che avrebbe avuto sede a Versailles e non ha Londra, dove già esisteva un altro organo fu nzionante simile, i rappresentanti francese ed italiano, rispettivamente i generali Weygand e Giardino, proponevano di costituire un semplice organo di informazioni in materia di approvvigionamenti. Dopo un ulteriore intervento del generale Bliss i rappresentanti militari decisero di far seguire le questioni de i rifornimenti, presso gli organi già esistenti , da un uffi ciale del proprio stato maggiore, appositamente designato , senza costituire inutili doppioni . Nel secondo p unto venne affrontato il problema relativo al coordi namento con il comitato navale interalleato, ma la discussione fu rimandata ad un'ulteriore seduta. Nel terzo punto fu risolto definitivamente il problema del numero legale necessario per le sed ute degli stessi rappresentanti militari , fu deciso che il numero fosse d i: tre rappresentanti e che l'eventuale rappresentante militare assente potesse essere rappresentato da un ufficiale del suo stato.maggiore. Il quarto punto riguardava le informazioni richieste dal rappresentante inglese che riguardavano il piano del corpo di spedizione in Macedonia, i piani di difesa italiano e francese, il piano per la cooperazione franco-inglese in Francia e la difesa contro i "tanks". Nel quinto punto i rappresentanti mii itari decisero che i comitati interall eati per l' aviazione e i "tanks" fossero formati da 5 membri, che per ogni nazione i delegati non fossero più di 2 e che il Segretariato collettivo fu nzionasse anche per essi. Gli ultimi due punti (6° e 7°) vennero esaminate le d isposizioni relative alla segretezza delle deli berazioni e alla autenticazione dei verbali delle sedute. Nonostante le importanti decisioni dal punto di vista organizzativo i rappresentanti militari non approvarono alcuna nota co11ettiva. Nella 19a seduta del 7 marzo furono ribadite le decisioni prese al quinto punto della 1 seduta senza che fosse approvata, anche in questa riunione, aJcuna nota collettiva258 .

sa

256 Verbale della I8" seduta dei rappresentanti militari permanenti del 28 febbraio 1918, in Auss.ME, fondo E-8 cit., b. 4, fase. 14. 257 ll rappresentante militare permanente inglese era il generale Sir. H. Rawlinson. 258 Verbale della 19" seduta dei rappresentanti militari di giovedì 7 marzo 1918, in AussME, fondo E-8 cit., b. 4, fase. J 5.


CAPITOLO V ¡ Il CONSIGLIO SUPREMO[)) (OlJERR/\ E I RAPPRESEKTANTI M ILITARI PERMAN ENTI

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La nota collettiva n. 17259 , motivata dal quesito posto il 7 marzo dal rappresentante americano, fu approvata nella seduta del 11 marzo. Essa, dopo aver valutato tutte le conseguenze politico-militari relative alla neutralitĂ olandese, raccomandava al Consiglio Supremo di esamin are favorevolmente la proposta americana di requisire le navi olandesi nei porti americani.

V.3. Il Comitato esecutivo e la riserva generale interalleata Nello stesso periodo i rappresentanti militari permanenti260 lavoravano e si riunivano anche come membri del neocostituito Comitato esecutivo, presieduto dal generale Foch. Il 3 febbraio 1918 si svolse la 1a seduta del Comitato in cui vennero esaminati, per la prima volta, gli aspetti relativi alla forza della riserva generale e al contributo di ciascun esercito alleato alla sua costi tuzione, la zona di stazionamento della stessa, il suo trasporto, i settori preparati per le eventuali controffensive261 . La riunione si risolse in un primo scambio di vedute, punto di partenza per le future discussioni. Il 5 si svolse la 2a seduta in cui il Comitato esecutivo decise di inviare a tutte e tre i comandanti in capo degli eserciti alleati una lettera collettiva dove venivano informati ufficialmente della creazione della riserva generale262 . Il 6 si svolse la 3a seduta in cui il Comitato discusse e finalmente approvò il testo di una nota per i comandanti in capo delle armate inglesi, frances i e italiane relativa alla composizione, alla ripartizione e ai punti di stazionamento della riserva genera!e263 .

259 Nota collettiva n. 17, Deliherazione presa dai rappresentanti militari al Su premo consiglio di guerra nella seduta del/ ' 11 marzo 1918, oggetto: navi olandesi, in AUSSME, fondo E-8 cil., b. 10, fase. 2. 260 Erano ancora Weygand pe r la Francia, Wilson per l'Inghilterra, Cadorna per l'Italia e Bliss per gli Stati Uniti. 2 6 1 Verbale della I" seduta ciel Comitato esecutivo del Consiglio Supremo di g uerra del 3 febbraio 19 I 8, in AussME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 3. 2 62 Verbale della 2" seduta del Comitato esecutivo del Consigl io Supremo d i guerra del 5 febbraio 1918, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 3. 263 Verbale della 3" seduta del Comitato esecutivo del Consiglio Supremo di guerra del 6 febbraio 1918, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase . 3.


11 2

1;1TAUA E IL COOROINAMENTO MILITARE ··1,vn;RALU:r1TO ·· NELLA PRIMA GUElmA MONlllAI.E

li testo della nota, dopo una breve introduzione in cui i membri del Comitato dichiaravano di aver ricevuto dal Consiglio-supremo l'inc,-u-ico della costit11zione e dell'impiego della riserva generale, sentito il parere dei comandanti alleati, era suddiviso in 3 punti264. Nel primo veniva stabilito che la riserva doveva essere formata da non meno di 30 divisioni, in modo da poter essere utilizzata efficacemente sia con funzioni difensive che controffensive. Nel secondo punto ve1ùva stabilito il contlibuto di ogni singolo esercito alleato alla formazione della riserva generale: l'esercito inglese doveva fornire da 9 a 10 divisioni di cui 6 o 7 tratte dal fronte occidentale e 3 tratte dal fronte italiano, l'esercito francese doveva fornire da 13 a 14 divisio1ù, di cui 9 o I O tratte dal fronte occidentale e 4 tratte dal fronte italiano, in ultimo l'esercito italiano doveva fonùr~ 7 divisioni. In pratica le truppe alleate che combattevano in Italia vennero considerate una prute integrante della 1iserva generale, che dal novembre I 917 era a disposizione del Comando Supremo italiano. Nel terzo punto veniva stabilito che le divisioni fornite dai singoli eserciti alleati per la riserva generale avrebbero inizialmente stazionato nella zona dell'esercito di appmteneoza. In pruticolare le divisioni inglesi e francesi sru·ebbero 1imaste sul fronte occidentale, pronte ad essere in1piegate nel settore britannico o nel settore francese o eventualmente trasportate su quello italiano. Le divisioni italiane sru·ebbero rimaste sul fronte italo-austriaco, pronte ad essere impiegate sul medesimo fronte o traspo1tate su quello franco-inglese (occidentale). Infine le divisio1ù francesi e britamùche in Italia sru·ebbero 1imaste lì per essere impiegate sul fronte italo-austriaco, sulla frontiera italo-svizzera nel caso di violazione della neutrnlità elvetica da parte degli imperi centrali o sul fronte franco-inglese (occidentale). La nota tenninava con un appello ai comandanti in capo alleati affinché comunicassero al più presto, allo stesso comitato, le zone scelte effettivamente per lo stazionamento delle divisiorù e ,le mùtà di rutiglieria pesante ed aviazione selezionate per la riserva generale., Di fronte a quella nota i comandanti in capo dell'esercito francese al fronte (Pétain) e cieli' esercito inglese in Francia (Haig) dimostrarono tutta la loro perplessità265 . Essi temevano che una riserva generale, 264 MlN!STERE DE LA GUERRE - ETAT MAJOR DE L'ARMÉE - SERVICE HJSTORJQUE,

Les Armées Fran.çaises dans la grande guerre, torno VJ, voi. 1°, Annexes cit., Annexe 332, pp. 701 -703. La lettera, data 6 febbraio 1918, era a firma dei generali Foch, Wilson, Cadorna, Bliss e Weygand. 265 Cfr. MLNISTERE DE LA GUERRE - E TAT MAJOR DE L' ARMÉE - S ERYICE H ISTORIO QUE, Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, vol. l cit., pp. 71 -75.


C,\l'ITOLO V - Il. GlNSIGUO SUPREMO DJ G LIER RA E I l~J\l'J>RGSENTANTI Mli .!TARI PERMJ\:-!ENTl

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costituita da truppe alle loro dipendenze ma gestita da un'altra autorità diversa dalla loro, avrebbe pericolosamente limitato le loro funzioni di comando in capo, le quali, infatti, si esplicavano soprattutto nell'impiego delle riserve. Il generale Pétain fu il primo a manifestare la sua opposizione. lo una lettera del!' 11 febbraio, indirizzata al generale Foch, presidente del Comitato esecutivo, giud icava eccessiva la cifra di 30 divisioni stabilita per la riserva generale, per la quale, a suo parere, erano sufficìenti 14 divisioni (6 francesi, 4 britanniche e 4 italiane); in ogni caso riteneva assolutamente oneroso il contributo di 10 divisioni chieste ali' esercito francese 266 . Infine, nello stesso documento, manifestava il suo timore sulla possibilità che insorgessero conflitti di competenza tra i comandanti in capo delle armate francesi ed inglesi e il comitato esecutivo, proprio nel momento dell'offensiva nemica, quando la rapidità delle decisioni diventava un questione cruciale nella condotta delle operazioni. Egli terminava la lettera con la richiesta che il suo piano d'operazioni non fosse modificato, che il numero di divisioni a disposizione della riserva generale fosse ridotto e che ai comandanti in capo fosse concesso, durante la battaglia, di attingere liberamente, senza autorizzazione, alla stessa riserva generale. In pratica le proposte ciel generale Pétain, se applicate, avrebbero reso il comitato esecutivo un organo assolutamente inefficace per la condotta delle operazioni, così come avrebbero quasi annullato l'utilità strategica della riserva generale interalleata. Il 15 febbraio, nella sua risposta a Pétain, il generale Foch ribadì le sue intenzioni cli rispettare le decisioni prese dal Consiglio Supremo di guerra in merito alla Riserva generale interalleata, la quale, secondo lui, doveva rimanere sotto il pieno controllo del Comitato esecutivo: qualsiasi prelievo di truppe, anche se richiesto dai comandanti in capo alleati, doveva avvenire con l'autorizzazione dello stesso Comitato267 . La risposta non convinse il comandante in capo dell'esercito francese al fronte il quale, in una successiva lettera del 18 febbraio, continuò a temere un intervento del Comitato esecutivo nella battaglia, pericoloso per la direzione delle operazioni. 266 MINJSTERE DE I.A GUERRE - ETAT MAJOR DE L'ARMlt E - S ERVICE HISTC.lR IQUE,

Les Arm.ées Françaises dans la grande guerre, tomo V 1, voi. I O , Annexes cit., Annexe 355, pp. 777-779. 267 Jbid. , Annexe 355, pp. 800-802.


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1..T l°f\ LIA E IL COORDIN;\MENTO M II .ITA RE ··1,vn :RALU':,\10 ·· NELLA PRIM A GUERRA MONDl.·\LE

Dello stesso avviso, come abbiamo già ricordato, era il maresciallo Haig e il capo di stato maggiore imperiale britannico, generale Roberston, i quali vedevano nella costituzione della riserva generale interalleata una ingiustificata limitazione alla indipendenza delle armate inglesi in Francia. A Londra, inol tre, parte dell'opinione pubblica e dell'opposizione parlamentare era decisamente ostile a ciò che era considerata una manovra francese per ottenere il comando su tutti gli eserciti dell' Intesa. Il 12 febbraio, infatti, nella seduta della Camera dei Comuni, Lloyd George si dovette difendere lungamente dalle critiche mosse da Asquith 268 . Quest'ultimo, divenuto capo dell'opposizione, nel suo discorso rivolto ali' ex alleato, allora primo ministro, dichiarava di considerare negativamente l' estensione del potere del Consiglio Supremo di guerra, che, tramite il neocostituito comitato esecutivo, aveva acquisito funzioni di comando, diverse da quelle esclusivamente consultive, previste dalla conferenza di Rapallo. Ciò, secondo Asquith, avrebbe modificato le funzioni del capo di stato maggiore imperiale e del comandante in capo delle truppe britann iche in Francia. Lloyd George replicè> prontamente, dimostrando che la superiorità numerica in uomini, raggiunta dalle armate degli imperi centrali sul fronte occidentale, aveva costretto gli eserciti dell'Intesa ad unire le riserve tra loro, per far fronte agli attacchi nemici, divenuti insostenibili per uno solo di essi. La necessità di una riserva generale interalleata era quindi una necessità strategica riconosciuta all' unaninùtà da tutti governi alleati, compreso quello britannico. Di fronte al fermo atteggiamento del primo ministro, il generale Roberston, decisamente contrario alla costituzione di una riserva interalleata, formata anche da divisioni inglesi in Francia, non vide altra soluzione che rassegnare le proprie dimissioni. Venne, quindi, sostituito dal generale Henry Wilson, favorevole ad una stretto coordinamento militare tra gli eserci ti dell'Intesa 269 . Frattanto il maresciallo Haig manifestava apertamente il medesimo dissenso. Il 2 marzo, Attraverso una lettera270, indirizzata al rappresentante militare permanente britannico nel Consiglio Supremo 268 M ERMElX, Le Comm.andement unique cit., pp. 192-194. 269 Sulla personalità del generale Wilson cfr., P.E. WRTGHT,

At the Supreme War

Council, Londra, Eveneigh Nash Company, 1928, pp. 38-43. 270 MlNlSTERE DE Lt\ GUERRE - E TAT MA.IOR DE L' ARMÉI::: - S ERVICE HrsTOR!QUE,

Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. I 0 , Annexes cit., A1mexe n. 420, pp. 953-954.


CM'ITOLO V - Il. [ ONSIGI..W SUPREMO DI Gl!F.RRA E I IVWl'RES ENTANTI M ILITp RI PER MANENTI

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di guerra, i.1 comandante in capo delle truppe inglesi in Francia dichiarava apertamente che, di fronte all'imminenza di un attacco tedesco, era assai pericoloso modificare il piano d'operazioni già stabilito e che quindi si trovava nell' assoluta impossibilità di concedere divisioni inglesi alla costituenda riserva interalleata. Inoltre non riteneva efficaci le direttive d'impiego della riserva stabil ite dal Comitato esecutivo, preferendo procedere, come fino ad allora, attraverso accordi diretti con il comandante in capo delle annate francesi del nord e ciel nordest, senza, perciò stanziare in una zona definita le riserve, prima che l'attacco nemico avesse chiarito quale parte del fronte era realmente coinvolta271 . Infine non considerava positivamente l'estensione del settore del fronte tenuto dalle truppe belghe nell'imminenza dell'attacco germanico; anche in questo, sempre secondo Haig, era più utile raggiungere un accordo diretto con il comandante in capo dell 'Esercito belga. La posizione italiana nel suo complesso era opposta a quella inglese, nel senso che il governo era poco convinto della costituzione della riserva interalleata, i vertici militari, al contrario, erano abbastanza favorevoli. Orlando e Sonnino, durante la 3a sessione del Consiglio Supremo di guerra, avevano ini zialmente osteggiato la costituzione della riserva generale272 . Il Comando Supremo italiano, invece, si dimostrò favorevole alla sua realizzazione. li 18 febbraio, nella sua risposta alla precedente nota del 6, inviata dal Comitato esecutivo ai comandanti in capo alleati, il generale Diaz si dimostrava disposto a contribuire alla riserva generale interalleata con 6 divisioni inquadrate in 3 corpi d' arrnata 273 . Riguardo, però, alla decisione del Comitato che considerava le 11 divisioni franco-britanniche, impiegate sul f~onte italiano, come parte integrante della riserva generale, chiedeva che 4 di quelle, riunite sotto 2 corpi d'armata, 1 francese e 1 inglese, fossero lasciati in Italia a completa disposizione del nostro Comando Supremo e che le altre 7 divisioni, sempre parte della riserva generale, fossero 27 1

B. H. LIDDELL l-IARf, La prima guerra mondiale cit., pp. 471 , 498-499. Il grande storico militare inglese riteneva che il maresciallo Haig fosse il maggiore responsabile del fallimento della riserva generale interalleata. 272 L. R1 CCARDI, Alleati non aniici cit., 587-588. 273 M INISTERO DELLA DlrESA - S T/\TO MAGGIORE ES ERCITO - UPFrCIO STORICO,

l 'Esercito italiano nella grande guerra cit., Voi. VII, Le operazioni fuori dal territorio nazionale, tomo 2°, Soldati in terra di Francia (narrazione) cit., pp. 4-5.


l: ITAI IA E IL COORDINAMEl\TO MILIT,\RE ··/NTERAUYATO" Nr,J.J .A PRIMA GUERRA MON[)]ALE

I 16

dislocate: 4 a sud del lago di Garda e 4 a sud del lago di Como. Il capo di stato maggiore delJ ' Esercito italiano, infine, proponeva, di inviare in Francia un corpo cl' armata, formato da 2 divisioni prelevate dall 'aliquota italiana della riserva generale interalleata. Il 2 marzo si svolse, sempre presieduta da Foch, la 4" seduta del Comitato esecutivo, a cui parteciparono per la prima volta il generale H. Rawlinson, nuovo rappresentante militare per la Gran Bretagna, che aveva sostituto il generale Wilson e il generale Giardino, nuovo rappresentante militare permanente per l' Italia, che aveva sostituito da poco Cadorna274 . I rappresentanti militari di Francia e Stati U niti erano, rispettivamente, sempre il generale Weygand e il generale Bliss275 . La seduta fu incentrata sulla discussione di. tre punti: in ordine di tempo, il primo riguardava la riserva generale interalleata, il secondo verteva sul coordinamento dei piani degli eserciti alleati e il terzo, infine, si occupava della questione della 3Y Divisione italiana in Macedonia. Riguardo al primo punto, i rappresentanti militari si limitarono a prendere atto della mancanza di risposta del maresciaUo Haig 276 alla nota riguardante la costituzione della riserva277 . L'atteggiamento inglese, secondo Foch, paralizzava completamente l'attività del Comitato. Anche riguardo al secondo punto, su invito di Foch, i rappresentanti militari dovettero limitarsi a prendere atto che ancora una volta il comando in capo britannico era l'unico comando alleato a non aver comunicato ì p iani per le operazioni offensive parziali previste dal!' allegato alla nota collettiva n. 12 del 21 gennaio 1918278 . Intorno al terzo punto si accese la discussione tra il generale Foch e il generale Giardino. Quest' ultimo articolò il suo intervento cercando di dimostrare che la questione della 35" Divisione itali.ana, malgrado le apparenze, era di interesse generale dell'In274

Verbale della 4° seduta de l Comitato esecutivo del Consiglio Supremo di guerra del 2 marzo I9 18, in AussME, fondo E-8 ci t. , b. 9, fase. 3. 275 La delegazione francese era formata dai generali Foch e Weygand, dai comandanti Pagezy e Decrais; la delegazione ing lese era formata dai generali H. Raw linson e Sackville West, dal tenente colonnello Storr e dal capitano Wrigt; la delegazione ital.iana era formata dal generale Giardino, dal colonnello Bianchi d ' Espinosa e dal tenente colonnello Martin-Franklin; la delegazione americana era formata dai generali Bliss e Lochridge e dal colonnello Grant. 276 La risposta di Haig, di cui abbiamo già parlato sopra (p. 98 n. 2 17), datala 2 marzo, pervenne al Comitato esecutivo il giorno dopo. 277 Si veda sopra, pp. 94-95, n. 244. 27 8 Si veda sopra, pp. 91 -94.


CAPITOLO V - IL CONSIGLIO SUPREMO DI (;t i ERRA E I RAPPRESENTANTI MII.ITARI PERM ANEKTI

L17

tesa. Secondo il nostro rappresentante militare, l'origine della questione era cli natura logistica, ossia la difficoltà che incontrava l'Italia nel far giungere alle sue truppe in Macedonia i necessari rifornimenti. Essi, infatti, richiedevano il rilevante movimento di grossi piroscafi che, per 1' impossibil ità di passare il canale di Corinto, dovevano effettuare lunghi viaggi prima cli giungere a Salonicco, causando un grande consumo di carbone e un intenso logoramento del naviglio leggero da gue1rn, impiegato per la scorta. Il naviglio di guerra, il combustibile, il tonnellaggio erano questioni di interesse comune degli alleati. Il generale italiano richiamava, inoltre, il voto espresso il 21 novembre 1917, a Roma, dai rappresentanti delle marine alleati che ritenevano assolutamente necessario conservare Valona e impedire al nemico di raggiungere la costa del canale di Corfù. Infine ricordava anche la nota collettiva n.4, approvata il 22 dicembre 1917279 dagli stessi rappresentanti militari, che, nel caso di ritirata dell' Armeé d'Orìent sotto la pressione nemica, riconosceva tanto la necessità di difendere la Grecia, senza abbandonare Salonicco, quanto l'estrema utilità che la 35a Divisione italiana fosse portata all'estrema sinistra dello sch ieramento delle truppe alleate in Macedonia per difendere Valona. Il generale Giardino, dopo aver confutato le obiezioni presentate dal generale Guillaumat, successore cli Serrai! nel Comando clell'Armeé d' Orient, concludeva il suo lungo intervento, ribadendo la necessità di garantire la difesa cli Valona nell' interesse generale dell'Intesa, attraverso lo spostamento immediato della 3Y Divisione italiana all'estrema ala sin istra dello schieramento alleato in Macedonia. Quella, secondo il generale italiano, era l'unica soluzione proponibile per la limitata forza del nostro corpo di spedizione_in Albania e per l'impossibilità di utilizzare la riserva generale, desti_nata al fronte occidentale. Gli altri rappresentati militari, tra cui Foch, non convennero su quella proposta, in quanto vedevano una pesante intromissione nell'azione cli comando del generale Guillaumat. Il rappresentante italiano, su proposta dello stesso Foch, dovette linùtarsi a mettere per iscritto la proposta fatta, divenuta, nella stesura finale, un semplice invi to per il comandante in capo delle truppe alleate in Macedonia; ma .neanche in quella forma fu approvata dagli altri rappresentanti. Il Comitato, a maggioranza di tre pareri contro uno, riconobbe alcuni vantaggi militari nello spostamento della 3Y Divisione italiana proposto da

27 9

Si veda sopra, pp. 87-88.


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L' IT,\LIJ\ E IL COORDINAMENTO M IUTARE ''INTERALLEATO" NELL A PRIMA c;LJERRA MONnl!\L E

Giardino, ma non credette di farne la base cli una decisione da comunicare al generale Guillaumat, che doveva rimanere libero di disporre delle sue truppe. In pratica la proposta italiana era stata bocciata su tutta la linea. Il 4 marzo si svolse la sa seduta del Comitato esecutivo280 a cui parteciparono i rappresentanti militari, tra cui il generale Giardino, presenti nella precedente riunione ciel 2 marzo. La seduta, convocata per discutere sulla costituzione della riserva generale, fu aperta, quale presidente ciel Comitato stesso, dal generale Foch, che lesse la risposta del maresciallo Haig281 alla lettera del Comitato esecutivo del 6 febbraio282. Dopo la lettura, il generale francese fece rilevare come il comandante inglese, contrariamente ai ge11erali Pétain e Diaz, disponibili verso le richieste fatte dal Comitato, si opponeva a fornire qualsiasi contributo, dimostrandosi contrario allo stesso principio della riserva generale. Diversa era l'opinione espressa dal generale Giardino nel suo intervento. Egli era del parere che si potesse ancora convincere il comandante inglese di contribuire alla riserva in quanto non vi era un'opposizione così netta al principio stesso della riserva. Per risolvere tutti quei contrasti, il generale Bliss, nel suo intervento, propose di non stabilire a priori il numero di divisioni che avrebbero dovuto costitu ire la riserva generale interalleata, ma cli limitarsi a rendere genericamente disponibili, nel caso di bisogno, tutte le divisioni in riserva dietro le varie fronti. Accettare quella proposta avrebbe significato la fine dell'idea stessa cli riserva generale interalleata: il generale Foch, di conseguenza, vi si oppose fermamente, ribaclenclo, nel suo successivo intervento, la necessità di definire una precisa aliquota per ogni esercito nazionale. Infine l'ufficiale francese, per scagionare il Comitato esecutivo da ogni responsabilità, propose una nota da presentare agli stessi governi in cui, in termini perentori, si ribadiva che, a causa della mancata collaborazione del maresciallo Haig, lo stesso comitato era nell'impossibi lità di procedere nell'organizzazione della riserva generale interalleata secondo l'incarico ricevuto dal Consiglio Supremo dì guerra. Ciascun rappresentate militare doveva, quindi, chiedere istruzioni in merito al pro280 Verbale della 5" seduta ciel Comitato esecutivo del Consiglio Supremo di guerra del 4 marzo 1918, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 3. 281 Per il testo della risposta del maresciallo Haig, in data 2 marzo 19 I 8, si veda sopra, pp. 104-105. 2R2 Si veda sopra, pp. IO 1-102.


CAPITOLO V • Il, CONSIGLIO

SI/PREMO D I GU ERRA I" I RAl'l'Rl;SENTANTI M ILm\1\ 1PFRMANENTI

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prio governo nazionale. Poiché i generali Giardino e Bliss ritennero ciò un passo di particolare gravità, l' invio della nota fu differito di 24 ore, in modo da lasciare al comandante in capo delle truppe inglesi in Francia il tempo di rivedere le proprie posizioni. In seguito intervenne ancora una volta il rappresentante americano, il quale ripropose la possibilità dì modificare il numero delle divisioni richieste a c iascun esercito nazionale in modo che il numero compless ivo di quelle grandi unità che avrebbero costituito la 1iserva generale fosse al disotto di 30 uni tà. Il generale Gi ardino, sostenuto da Foch, si oppose decisamente a quella proposta, poiché tutto il calcolo impostato dal Com itato esecutivo era basato sul conlributo di un settimo delle forze di ciascun esercito dell'Intesa, ammettendo, la possibilità che un alleato potesse contribuire con un'aliquota minore, ciò avrebbe compo rtato la dimi nuzione del contributo di tutti gli altri fino a raggiungere una cifra ÌlTisoria. La seduta fu conclusa ri nviando la discussione re lativa alla lettera del generale inglese Sackville-West, sempre relativa all a riserva generale. L'8 marzo sì svolse la 6a seduta del Comitato esecutivo a cui parteciparono gli stessi rappresentanti militari dell a seduta precedente283 . Nella riunione furono discuss i due punti principali: il primo rig uardava il funzion amento dello stesso comitato esecutivo, il secondo riguardava, invece, il ritiro de lla 7a divi sione di fanteria britannica dall ' Italia. Riguardo al primo punto il Comitato non fece altro che prendere atto de ll a mancala costituzione della riserva generale, in pratica del proprio falli mento, e della necessità, arri vati a quel punto, di altendere le istruzioni dai iispettivi governi. Anche riguardo al secondo punto il comitato si. limitò a constatare come il ritiro della 7a divisione di fanteria bri tannica dall' Ital ia fosse inti mamente legato alla questione insoluta della riserva generale. In pratica la 6" seduta del Comitato si risolse in un nulla di fatto, rimandando tutte le questi oni insolute alla conferenza di Londra. La parola ora spettava ai rappresentanti poli tici dell ' lnlesa. Come temevano Foch e Giardino, la mancata adesione del maresciallo Haig alla costituzione della riserva generale interalleata aveva co mpletamente parali zzato l'attivi tà del comitato esecutivo che trovava la propria ragione d i essere nel funzionamento dell a stessa riserva, posta alle sue d ipendenze.

2 83

Verbale della 6" seduta del Con1itato esecutivo del Consiglio Supremo di

gucrTa dell'8 marzo 19 18, in AussME, fon do E-8 ci t.. b. 9 , fase. 3.


120

1.; ITA I .IA E IL COORDINAMENTO M 11.,n; w E " /NTl'IIJ\/JJ',\ T()" Nr.J J .A PRIM A GUERRA MO.'i DI, \ I .E

V.4. La 4a sessione del Consiglio Supremo di guerra e l'attività del Comitato esecutivo dalla seconda metà alla fine de] marzo 1918 li 14 e il 15 marzo 1918, allo scopo di risolvere la questione della riserva generale interalleata, si svolse, a Londra, la 4a sessione del Consiglio Supremo di gue1Ta a cui parteciparono per la Francia: ·il presidente ciel consiglio Clemenceau e il ministro degli esteri Pichon, i generale Foch e Weygand; per la Gran Bretagna: il primo ministro Lloyd George e lord Milner, il segretario di stato alla guerra conte di Derby, il maresciallo Haig, i generali Wilson e Rawlinson; per l' Italia Orlando, Bissolati e il generale Giardino; per gli Stati Uniti il diplomatico Frazier e il generale B1iss284. Il 14 marzo, primo giorno della sessione, intervenne inizialmente Lloyd George il quale fece subito presente che anche se i governi francese ed italiano avessero accettato le proposte del Comitato esecutivo per la costituzione della riserva generale interalleata, il governo britannico, al contrario, non avrebbe acconsentito poiché riteneva giustificate le ragioni invocate dal maresciallo Haig. In effetti, secondo Lloyd George, nel momento in cui si effettuassero delle fo rti concentrazioni nemiche di fronte al settore del fronte tenuto dagli inglesi, sarebbe stato impossibi le per il comandante in capo delle forze britanniche in Francia rendere disponibili delle truppe per la riserva generale. Il primo ministro britannico aggiungeva però che il rifiuto del suo governo non era definitivo: questo, infatti, era assolutamente persuaso della utilità della costituzione della riserva generale interalleata; perciò quando sarebbero giunti in Francia i rinforzi dagli Stati Uniti sarebbe stato finalmente possibile cedere alla stessa riserva contingent( di truppe inglesi . Clemenceau, nel suo intervento convenne su quanto espresso da Lloyd George. Anche lui riteneva assolutamente imposs ibile in quel momento in cu i era attesa un offensiva nemica, la cessione di truppe al comando di Haig o di Pétain. Anche il presidente del consiglio Orlando e il generale Bliss accettarono, benchè perplessi, la fine della riserva generale interalleata decretata dai capi dei governi inglese e france-

284

Cfr. MINISTERE DE LA

GUERRE - ETAT MAJOR DE t.'ARM ÉE - SERVIC:E HISTORI -

Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. I O cit., pp. 75-80; Generale MORDACQ, Le comrnandemeni uniqu.e cit., pp. 53-56. QUE,


CAPITOLO V· Il CONSlGI

IOSUl'l!EMO DI Gllrlll!J\ E I RAPPRESENTANTI MILITARI Pl'\RMANENTI

12 1

se. Il generale americano tuttavia non nascose la necessità che si mantenesse un autorità superiore capace cli imporre ai comandanti in capo alleati la cessione di truppe alla riserva generale. In seguito una parte della riunione fu dedicata all'esame della poss ibilità di richiamare le truppe franco-inglesi dal fro nte italiano e, su proposta cli Lloyd George, si discusse se considerarle come il primo nucleo de lla riserva generale. Si discusse anche della creazione di una commissione di generali che prendesse accord i con il generale Diaz per il trasferimento in Francia di quelle division i alleate e poi si passò alla lettura e all' approvazione della relativa ri soluzione (la prima) sull ' argomento. La maggior opposizione a quelle decisioni fu manifestata dal generale Foch, il quale protestò energicamente contro quello che lui giudicava, non a torto, la fine ciel Comitato esecutivo, privato di fa tto, nonostante le assicurazioni cli Lloyd George e Clemenceau, di ogni potere. Il 15 marzo285, nella seconda riunione della 4 3 sessione, Foch ritornò sulla questione delle [unzioni del Comitato esecutivo, il quale secondo lui, doveva svolgere, anche senza riserva generale, non assolutamente necessaria ad una vittoria alleata, funzion i di coordinamento tra le armate alleate. Per svolgere quelle fu nzioni era, però, necessario, secondo il generale francese, aumentare i poteri al Comitato stesso286 . 2K5 Per il verbule della riunione ciel 15 marzo si veda in D.D.I., Quinta serie cil., Voi. X (I O gennaio-3 I maggio 1918), Documento 408, verbale I.C. 50, pp. 332-345. 286 Cfr. maresciallo di rrancia F. Foci 1. Mem orie, Verona, Mondaclori, 193 I, pp. 347-349: "Nella seduta del 15, poiché codesta deliberazione dei governi continuava ad. inquietarmi, chiesi la parola per mostrare tutte le lacune che presentava il comando, proprio nel momenl:o ne l quale gli alleati si accingevano a soste nere una ballag lia di difesa tra le più ardue, forse imm inente. Potevo parlare per esperie nza. Dacchè durava la guerra, avevamo dato parecchie bauaglie cui avevano partecipato i vari eserciti alleati ( .. .). Nessuna di queste battaglie avrebbe potuto ottenere risultati efficaci, se non ci fosse stato un organo unico il cui compito era cli far tTionfare, con un 'azione concertata, la causa degli a lleati. accordando e facendo convergere gl i sforzi degli eserciti di diverse nazionalità che altrimenti sarebbero stati fatalmente sconnessi. Se, nelle presenti circostanze, la riserva generale alleata fosse stata costituita, il suo comando avreb be potuto essere coclest.o organo centrale. Ma dal momento che quest'organo alleato non esisteva, si poteva temere che ognuno dei due eserciti francese ed inglese. destinati entrambi ad essere il bersaglio dei prossimi colpi nemici , si lasciasse dominare unicamente dalla considerazione dei propri interessi e dai propri pericoli , e fi nisse col perder di vista gli interessi comuni che bisognava i:;alvare innanzi tutto. Insomma, in tal i condizion i la battaglia alleata poteva correre il grave rischio di in insuccesso per mancanza d'unità di vedute direttive(...)".


122

t:ITJ\LIA E ILG)OJWIN,\MENTO M II .ITr\RE " INT/iRAUJi,ffO'' NEI.L/\ PRIMA COI Jf.RRA MQNl)IA(.F

Foch, poi, sollevò la spinosa questione relativa alla mancata presentazione dei piani d'operazione ai rappresentanti militari permanenti, da parte dei comandanti in capo alleati . Qu est'atteggiamento, secondo Lloyd George, intervenuto a sostegno del generalissimo francese, dimostrava un diffusa tendenza a non voler riconoscere il ruolo del Consiglio Supremo di guerra, il quale ignorava i piani delle armate alleate in Francia. In seguito, su proposta del primo ministro inglese, fu votata una risoluzione che obbl igava i comandanti in capo alJeati di comunicare ai rappresentanti militari gli accordi intervenuti per l'appoggio reciproco tra le annate. Infine, al termine della seconda giornata cli riunione, il Consiglio Supremo incaricò i rappresentanti militari cli esaminare, cli concerto con il generale Diaz, un piano cli sostegno all'Esercito italiano nel caso di offensiva nemica. Nel corso dei due giorni, in cui si svo]se la 4" sessione del Consiglio Supremo di guerra , furono complessivamente approvate nove risoluzioni, le prime due il 14 marzo, le rimanenti sette il 15 marzo 287 . La 1a risoluzione fu divisa in 7 punti. Nel primo si ribadiva la validità del principio di una riserva generale interalleata, secondo quanto stabi lito dal]a 3a sessione del Consiglio Supremo di guerra. Nel secondo, a causa della prossima offensiva nemica in Francia, probabilmente nel settore tenuto dalle truppe inglesi, venivano modificate le proposte del Comitato esecutivo a proposito della costituzione della riserva. Nel terzo, il più importante, venne stabi]ito che le divisioni inglesi e francesi in Italia, con la divisione inglese che aveva da poco lasciato il fronte italiano e con un'aliquota, ancora da determinare, di d ivisioni italiane avrebbero formato il nucleo della riserva generale. Nel quarto fu deciso che il Comitato esecutivo avrebbe stabilito il numero delle nostre divisioni assegnate alla riserva generale e avrebbe valutato l' opportunità di un immediato trasferimento sul fronte occidentale di alcune divisioni inglesi, francesi ed italiane allora in Italia. Nel quinto fu costituito un comitato di generali nominato dal Comitato esecutivo stesso, con l' approvazione dei rispettivi governi, capace di prendere accordi con il generale D iaz riguardo al precedente punto (quarto). Nel sesto fu disposto che le decisioni prese dal Comitato esecutivo relative

287

Cfr. Secret I.C.-47 (a), 49 e 50 (a) (SWC), Resolutions passed at the fo urth session of the session Supreme War Council , March 1918, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 7, s. fase. 5.


CAPffOJ O V - IL CQNS(GLIO SllPR FMO Dl GUERRA E I RAl'l'RESfNTANTI :vi li I (ì\R I PER'vlANFNTI

) ?3

all 'aliquota italiana della riserva generale e l'eventuale trasferimento dall' Italia delle divisioni inglesi, francesi ed italiane sul fronte occidentale sarebbero stati immediatamente comun icat i ai governi alleati per eventuali decis ioni spettanti alla sfera politica. Nel settimo fu stabilito che qualora il Comitato esecutivo s i trovasse nell' impossibilità di raggiungere su quelle question i una decis ione definitiva, essa sarebbero stata presa o, per le normali vie diplom atiche, dai governi alleati o in una riunione del Consiglio Supremo di guerra. Nell'ottavo p unto fu previsto il graduale ampliamento della riserva generale con altre divi sioni dopo l'arrivo delle truppe americane in Europa. Nella 2" risoluzione il Consiglio supremo di guerra prese atto del parere dei rappresentanti militari permanenti espresso nella nota collettiva n. 16288 rel ativa ali' intervento g iapponese in Siberia, ma rinvi ò l'ulteriore esame della questio ne alla riunione del 15 marzo. Nella 3a risoluzione il Cons iglio supremo convenne che i governi francese e inglese rendessero pubblicamente nota l'intenzione di col pire esclusivamente obbiettivi militari nelle loro azioni aeree, anche quando fossero condotte come rappresaglia contro precedenti bombardamenti nemici su ci ttà. Nella 4" 1isoluzione il Consiglio Supremo, dopo aver approvato la nota coll ettiva n. 17 dei rappresentanti militari 289 , raccomandava la requ isizione delle navi olandesi. Nella S3 assegnava agli Stati Un iti lenavi olandesi che dovevano essere requisite negli stessi porti ame1i can i. La 6a risoluzione riguardava l'approvazione dell a proposta del generale Nash relati va alla costituzione di un consigli o interalleato dei trasporti , posto alle dipendenze dello stesso Consiglio Supremo di guerra e formato da rappresentanti dei quattro governi alleati. Nell a 7a ri solu zione il Consiglio Supremo , con r iferimento al quinto punto della la risoluzione, approvò la proposta di Foch290 che il generale M aistre per la Francia, i rappresentanti mil itari inglese, americano e italiano, ri spettivamente i generali R awlison, Bliss e Giardino, formassero il comitato incaricato di conferire in Italia con il generale Diaz.

S i veda sopra, pp. 98-99. Si veda sopra, pp. 99-1 00. Cfr. MINISTERE OE LA GUl:RRE - E TAT MAJOR DE L' ARMtC: - SERVICC: H1STORI · Les Ar111ées Françaises da11s la gral!de guerre, to mo VI, voi. I O cit. , p. 77.

288

289 290 QUE,


12,1

LTrALIA E IL COORDINAMENTO ~,IILITAlrn "/N /'/://1\LL/:'ATO" NELLA PRIMA GUERIV\ W)NDIALE

Nell'8" risoluzione il Consiglio Supremo prese atto delle dichiarazioni fatte dal generale Foch riguardo alle funzioni del Comitato esecutivo e alla costituzione della riserva generale interalleata. Nella 9a ed ultima ri soluzione il Consiglio stabilì che gli accordi per reciproco appoggio presi tra i comandanti in capo degli eserciti alleati in Francia fossero ufficialmente comunicati ai rappresentanti militari permanenti e che questi ultimi preparassero, in piena collaborazione con i comandanti in capo alleati coinvolti, un piano per appoggiare l'Esercito italiano nell 'eventualità di un attacco nemico, sottoponendolo ai rispettivi governi. In definitiva, per quanto riguarda il coordinamento interalleato, la conferenza di Londra del 14-15 marzo 1918 rappresentò un deciso passo indietro rispetto alla precedente tenuta a Parigi il 30 gennaio-2 fe bbraio dello stesso anno (3a sessione). Il Comitato esecutivo, nonostante la 1a risoluzione che in apparenze sembrava rispettare, nel principio, quanto stabilito neJla 3a sessione, nella sostanza venne svuotato di quasi tutti i suoi poteri decisionali rispetto alla costituzione ed impiego della riserva generale intealleata. In pratica venne trasformato in un semplice organo consultivo con scarse possibilità di influire sulle decisioni dei governi alleati, i quali ormai sembravano tener conto solo del parere dei rispettivi comandanti in capo, ancora legati ad una visione nazionale della condotta delle operazioni. Il 20 marzo, secondo quanto stabilito nella 4" e 5" risoluzione della conferenza di Londra, ebbe luogo a Torino, nel salone della Scuola cli guerra, la riunione che doveva determinare il contributo italiano alla riserva generale interalleata e l'opportunità di un immediato trasferimento sul fronte occidentale di alcune divisioni francesi, inglesi ed italiane, allora impiegate sul nostro fronte 291 . Alla riunione, presieduta dal generale Diaz, parteciparono il comandante dell'armata francese in Italia, generale Maistre ed i rappresentanti militari britannico, americano ed italiano al Consiglio Supremo di guerra, rispettivamente i generali Rawlinson, Bliss e Giardino. Durante l'incontro, i due generali italiani, consapevoli della progressiva concentrazione di forze nemiche

29 1 MINISTERO DELLA DIFESA - STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO,

L'Esercito italiano nella grande guerra cil., Voi. VII, Le operazioni fuori dal territorio nazionale, tomo 2°, Soldati in terra di Francia (narrazione) cit., p. 7. M. C>\RACCIOLO, L'Italia e i suoi alleati nella grande guerra cit., pp. 2 17-218.


CAl'ITOI.O V . IL COj\'S J( ;u o SUPRE~l() DI GUERRA E I RAPl'RESENTANTI ~IU !TARI PERMANl;KTI

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o ltre il Pi ave, in vista cli una futura offens iva, cercarono di opporsi al completo ritiro delle truppe alleate dall'Italia, prospettato dai rappresentanti militari permanenti francese ed inglese. La risoluzione conclu siva, raggiunta al termine della riunione di Torino, si presentava, nel docume nto fin ale, divisa in due punti 292 . Nel primo punto si prospettava la necessità che quattro divisioni italiane, due francesi e una britannica, allora sul nostro fronte, avrebbero fatto parte della riserva generale interalleata. Nel testo del documento, riguardo alla divisione britannica, si teneva anche conto delle obi ezioni espresse da Diaz e Giardino, contrari al suo trasferì mento dall ' Italia. Il secondo punto stabi liva l'ordine di p artenze delle cinque divisioni alleate, allora operanti sul fronte italiano, destinate al fronte occidentale: per prime sarebbero partite due divisioni italiane, poi due divisioni frances i, infine I divisione britannica. T utti i generali presenti all a riunione, infatti , convennero che il trasporto delle di visioni in Francia doveva cominciare proprio dalle nostre, che necess itavano di un periodo di ambientazione al nuovo teatro d i operazioni e alla dottrina di combattimento fra ncese. Anche al termine nel secondo punto s i teneva conto delle riserve manifestate dai generali Di az e Giardino, unicamente favorevoli alla parte nza i mmediata per la Francia s ol o delle truppe italiane. In co nclu sio ne, il documento rispecc hiava .le pos iz ioni contrastanti , espresse dai generali italiani da una parte e dai quelli alleati dall 'altra, senza che fosse stato raggiu nto un accordo complessivo sulla questi one, se si eccettuava quello relativo alla p artenza delle nostre divisioni293 . Riemergeva così il contrasto tra i generali all eati e quelli italiani , dovuto alla convinzione dei primi dell' importanza, q uale teatro operativo risolutore della guerra, del fronte francese rispetto agli altri frqnti. Contrasto che si accentuò in seguito, quando, dopo la battaglia del so lstizio, si accrebbero le pressioni da parte alleata sul governo e il Comando Supremo itali ano per spingerli a passare all' offensiva. Il 21 marzo, alla ore 15, semp re sotto la pres idenza del generale Foch, ebbe inizio la 7a seduta del Co mitato esecutivo, a cui partecipa-

292

Avis exprimé par la mission cle généraux. réunic à Turin, le 20 mars en execution cle l ' ordrc n. C.E., du Com ité exécutif du 17 mars 191 8, in AussMr., fondo E8 cit., b. 9, fase. 8. 293 T ra il 18 e i l 24 aprile 19 18, il II Corpo c1 ·armata italiano, costituito dalla 3° e 8" Divisione e posto nl comando del generale Albricci, fu trasferito in Francia.


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1: tTAI .IA E IL COORDINAMEKTO M ILITARE ··/NTF.IIA/./.1:,rrrr

NELI

A PRIMA GUERRA MONDlr\ l.E

rono i rappresentanti militari americano, francese, britannico ed italiano al Consiglio supremo di guerra, rispettivamente i generali Bliss, Weygand, Rawhnson e Giardino 294 . L'argomento di discussione verteva sul tenore de.Ila risposta, che doveva dare lo stesso Conùtato, intorno al punto 4 della l a risoluzione, votata nella 4" sessione del Consiglio Supremo di guerra295 , cioè il numero di divisioni italiane destinate alla riserva generale e il trasferimento di alcune divisioni dal fronte italiano al fronte francese. La riunione iniziò con la lettura dello stesso punto 4 e proseguì con la richiesta, da parte di Foch, rivolta a tutti i rappresentanti militari, di esprimere il loro parere sull'argomento. [l primo ad intervenire fu il generale Giardino, il quale dichiarò che il numero cli divisioni da prelevare in Italia doveva essere di 4 divisioni italiane, 2 francesi e l inglese. A quella proposta si oppose il generale Foch, il quale, secondo le risoluzione del Consiglio Supremo di guerra, considerava tutte le divisioni franco-inglesi sul fronte italiano, parte integrante della riserva generale interalleata. Il generale Gi ardino obbiettò che la modifica, eia lui suggerita, era necessaria, perché se tutte le truppe alleate fossero state comprese nella riserva, l 'Italia non avrebbe potuto fornire alcuna divisione. Con l'ufficiale italiano convennero i generali B.liss e Rawlison, e dopo un'ulteriore discussione, il Comitato esecutivo adottò la sol uzione proposta dal generale Giardino: il nocciolo della riserva generale sarebbe stato costituito, per il momento, da 4 divisioni italiane, 2 francesi ed I britannica prelevate dal nostro fronte. Subito dopo, si passò a discutere dell' opportuni tà del trasporto immediato, dal fronte italiano al fronte francese, di alcune divisioni. IJ primo intervento fu quello del generale Rawlison che consigliò di trasportare, per prime, le 2 divisioni italiane, poi le 2 francesi, infine l' unica divisione inglese. Il generale Bliss approvò subito quella proposta; il generale Giardino, invece, propose che le 2 div isioni italiane

294 Verbale della 7• seduta del Comitato esecut.ivo ciel Consiglio Supremo di guerra del 2 1 marzo 1918, in AUSSME, fondo E-8 ci t. , b. 9, fase. 3. Alla riunione parteciparono anche il generale Lochridge e il colonello Grant per gli Stati Unili cl ' America; il capitano Portier per la Francia; il generale Sachville-West, il tenente colonnello Storr e il capitano Wright per la Gran Bretagna, il colonnello Bianchi d'Espinosa e il tenente colonnello Martin-Franklin per l'Italia. 295 Si veda sopra p. I07.


CAPITOLO V · li. CONS IGLIO SUPJlE:VIO DI GUERRA E I RAl'l'RESENTANTI MILITARI PFRMANEi'/TI

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fossero trasportate immediatamente in Francia, anche alla luce delle decisioni prese nella precedente conferenza di Torino del 20 marzo, mentre, nell 'arco dei quindici giorni necessari al trasporto delle nostre truppe, il Consiglio Supremo avrebbe avuto tutto il tempo cli va lutare la possibilità del trasferimento del le altre divisioni dal fronte italiano al fronte franco- inglese. Il generale Foch si oppose a quella soluzione, poiché, secondo lui, i generali Haig e Pétain avrebbero preferito le divisio ni appartenenti al proprio esercito. I noltre la riunione di Torino aveva solo valore consultivo. Mentre ferveva la discuss ione, il generale Weygand annunciò l' inizio dell 'offe nsiva tedesca sul fro nte francoinglese. Di fronte ai nuovi eventi bellici i rappresentanti militari decisero, alla fine, il trasporto in Francia d i 2 divisioni italiane, 2 fran cesi e l britannica allora in Italia, com inciando proprio dalle nostre d ivi sion i, se la situazione militare non avesse imposto altrimenti. Poco do po la riunione, alle ore 16,35 dello stesso giorno, il generale Giardino riceveva, in ritardo, un telegramma dal presidente del consigli o Orlando contenente le istruzioni relative al comportamento da tenere nella riunione del Comitato esecutivo appena conclusa296. Nel telegramma, Orlando riportava il testo della risposta eia lui stesso data al generale Diaz, riguardo alla precedente ri unione di Torino del 20 marzo, nella quale il presidente ciel consiglio, suggeriva cl i opporsi alle decisioni alleate in modo cli: "accettare la proposta della commissione per quanto riguarda l'imrnediaLa partenza di due di visioni i(aliane e chiedere che la partenza delle altre trnppe non resti fissata incond izionatamente ma sia subordinata alla situazione militare che si sarà delineata nel momento in c ui occorrerìt la relativa disposizione".

Nel telegramma, infine, Orlando informava Giardino che la ri sposta a Diaz sarebbe stata utile anche riguardo alle sue riserve eia fare presso il Comitato esecutivo a Versailles. In sostanza, secondo il presidente del Consiglio, il rappresentante militare italiano, ultimata la part.enza delle 2 divisioni italiane, doveva li mi tarsi a chiedere un rinvio de lle decisioni relative al trasferimento delle truppe alleate dal fronte

296 Telegramma n. 289G, in data 2 l marzo 191 8, inviato da O rlando a Giard ino, in A USSME, fondo E-8 ci l., b. 10, fase. 9.


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L'TTALJJ\ E IL COORDINAMENTO M ILITARE '"JN TnRM..1./iATO'" NEI.I.A PRIMA GUEHR;\ MON[)fAI E

italiano. I.l giorno dopo il generale Giardino si affrettava a telegrafare la risposta al presidente Orlando, in cui specificava che l'atto finale nella riunione di Torino conteneva anche l'esplicito dissenso suo e di Diaz per il trasporto immediato di forze superiori a due divisioni e che nella riunione del Comitato esecutivo del 21 marzo aveva sostenuto tesi simili a quelle indicate dallo stesso Orlando 297 . Giardino, quindi, sempre nel suo telegramma, informava che quelle tesi non erano state accettate, perché non erano conformi agli accordi raggiunti nella conferenza di Londra del 14 marzo (punto 4) ma che le deliberazioni delle sedute del 20 a Torino e 21 marzo del Comitato esecutivo permettevano uno spazio per le trattative. Riguardo alla riserva generale interalleata, il rappresentante militare italiano _consigliava di sostenere la deliberazione del Comitato esecutivo, contro le probabili eccezioni di Foch e degli altri governi alleati , nella quale si assegnavano complessivamente sette divisioni, di cui quattro italiane, per la riserva generale, al contrario della risoluzione raggiunta a Londra (conferenza del 14 marzo) in cui si stabi liva che la riserva generale sarebbe stata costituita da I Odivisioni alleate, aumentata da alcune divisioni ital iane. Il 23 marzo si svolse 1'8a seduta del Comitato esecutivo, con i medesimi partecipanti alla riunione precedente298 . Anche allora il generale Foch e i rappresentanti mil itari permanenti clell'lntesa affrontarono l'urgente questione ciel trasferimento cli truppe alleate dal fronte italiano al fronte franco -inglese, allora investito da una grande offensiva germanica. Il generale Foch propose subito il ritorno dall'Italia di due divisioni francesi, così come il generale Rawlison, che, latore di una richiesta del maresciallo Haig, chiese l'immediato rientro di unità d'artiglieria e truppe inglesi. Di fronte al pericoloso sviluppo della battaglia in corso, il Comitato accolse quelle richieste e decise all'u nani mità il trasferimento immediato, oltre delle due divisioni italian~, di due divisioni francesi, una divisione britannica e quattro gruppi d'artiglieria da campagna dall' Italia in Francia. Il generale Giardino, lo stesso giorno, comunicava l'esito della riunione al presidente del consiglio Orlando e al Capo di Stato Maggiore generale Diaz, informandoli che, a causa

297

Telegramma n. 492 speciale, in data 22 marzo 1918, invi ato da Giardino a Orlando, in AussME, fondo E-8 cit., b. 1O, fase . 9. 298 Verbale della 8" seduta del Comitato esecutivo ciel Consiglio supremo di guerra de l 23 marzo 1918, in A ussME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 3.


CAPITOl, 0 V - Il C:OKSIU.10 SUPREMO DI GUERRA E I RAPPRESENTANTI M ILITARI l'ERM ANENTI

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dell' offensiva nemica in corso, non aveva ritenuto opportuno sollevare alcuna obiezione al trasferimento dal nostro fronte delle unità alleate richieste in Francia2 99 _ Orlando rispose al nostro rappresentante militare il 24 marzo, comunicandogli le perplessità manifestate dal generale Diaz per la partenza delle truppe franco-inglesi, proprio nel momento in cui gli austriaci ammassavano divisioni sul Piave, ma anche la piena disponibilità del governo italiano, consapevole delle difficoltà in cui versava il fronte inglese, all'invio delle cinque divisioni, con la riserva, però, che, nel caso di attacco austriaco, le due divisioni francesi e quella inglese sarebbero rimaste in Italia300 . Il 25 marzo pervenne a Giardino il telegramma di risposta di Diaz nel quale il Capo di Stato Maggiore chiedeva allo stesso rappresentante militare italiano di far presente al Comitato esecutivo che le quattro divisioni francesi e le tre divisioni inglesi, rimaste in Italia, non facevano parte della riserva generale ma erano a piena disposizione del Comando Supremo italiano301 . Quest' ultimo aveva già schierato due divisioni francesi sull' Altopiano e due inglesi erano in corso di schieramento nello stesso settore, mentre le rimanenti erano tenute di riserva in pianura e, sempre secondo Diaz, qualsiasi modifica a quest'ordine avrebbe prodotto gravi inconvenienti. In pratica sia Orlando che Diaz dimostravano una profonda preoccupazione per il trasferimento delle divisioni franco-inglesi, il cui apporto era ritenuto assolutamente necessario in vista di una possibile offensiva nemica. Essi erano pronti a utilizzare tutte le possibilità offerte dagli accordi con gli alleati per procrastinare quel ritiro e diedero istruzioni in tal senso al generale Giardino che, nonostante la sua buona volontà e il suo fermo atteggiamento verso gli alleati, non riuscì -a spuntarla. Tra il 25 e il 26 marzo, infatti, partirono dal fronte italiano 4 gruppi d'artiglieria inglese (12 batterie), tra il 27 e il 30, il XXXI Corpo d'armata francese, costituito dalla 64a e 6S3divisione e, fra il 31

Telegramma n. 514, in data 23 marzo 1.918, inviato eia Giardino a Orlando e Diaz, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 9. 3oo Telegramma n. 318 G, in data 24 marzo .I 918, inviato eia Orlando a Giardino, in A USSME, fondo E-8 cii., b. LO, fase. 9. Nel telegramma Orlando, come indicazione per il comportamento eia tenere con gli alleati nel Comitato esecutivo a Versailles, comunicava a Giardino il testo della risposta già inviata agli ambasciatori italiani a Parigi e Londra. 30J Telegramma n. 9360 G.M., in data 25 marzo 1918, inviato da Diaz a Giardino, in AusSME, fondo E-8 cit., b. IO, rase. 9. 299


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1: ITA I.IA E IL COORDINAMENTO M JUTA RE " INIERM.L&\TO '' N FLI.A PRIMA c;uERRI\ MONDIALE

marzo e il 3 aprile, la 7a divisione inglese. A fine marzo rimpatriò anche il Comando della 1O" Armata francese. Il 15 aprile, infine, furono richiamate dall'Italia in patria anche la 46a e 47a Divisione dei Chasseurs des Alpes francesi, cosi che rimasero sul nostro fronte solamente 3 divisioni britanniche e 2 francesi, mentre il 18 aprile cominciava il trasferimento del II Corpo d'annata italiano in Francia302 . La reazione di Orlando fu assolutamente negativa, in un telegramma del I O aprile, diretto a Giardino, lamentava come il trasferì mento delle truppe alleate dall'Italia, avvenuto con il benestare del nostro governo, conscio della difficoltà in cui allora si trovavano gli eserciti dell'Intesa in Francia, fosse stato realizzato senza rispettare gli accordi di Londra del 15 marzo e senza consultar-e direttamente il Comando supremo italiano303 . Anche Giardino condannò fermamente l'atteggiamento alleato. Nel telegramma spedito a Orlando il 5 aprile, lo informava che si era inutilmente rivolto a Foch, il quale affermava di essere venuto a conoscenza, 24 ore dopo, dell'ordine di richiamo delle divisioni francesi , dato direttamente da Clernenceau, e dichiarava, quindi, che nulla avrebbe potuto fare in proposito; di conseguenza, di fronte a quell'atteggiamento, Giardino era pronto a rassegnare le sue dinùssioni in segno di protesta politica304 . n 7 aprile, Orlando gli suggeriva di non prendere decisioni affrettate, data la difficile situazione militare sul fronte occidentale, e, secondo i suggerimenti dati da Lloyd George, consigli ava di formulare un progetto per aiutare l'Italia in caso di una grande offensiva austriaca305 . L' 8 aprile, Giardino, a sua volta, rispondeva al presidente del consiglio, dichiarando con una certa enfasi, la

:l02 M INISTERO DELLA DlfE.SA - STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO,

L'Esercito italiano nella grande guerra cit., Vol. VH, Le operazioni jiiori dal ierriiorio nazionale, tomo 2°, Suldc11i in terra di Francia (narmzione) cit., pp. 7-8. 303 Telegramma n. 392, in data I O aprile 1918, inviato da Orlando a Giardino, in A USSME, fondo E-8 cit., b. Io, fase . 9 . 304 Telegramma n. 61 O, in data 5 aprile I 918, inviato da Giardino a Orlando e Diaz, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 9: "( ...) Se può giovare lua azione politica che io ti mandi ufficialmente mio richiamo in segno affermazione dignità e protesta io sono prontissimo pur confermandoti che sono tua intera disposizione per affrontare qui qualsiasi difficile situazione nostro governo e nostro paese". 305 Telegramma in data 7 aprile 1918, inviato eia Orlando a G iard ino, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. Io, fase . 9.


CAPITOI

O V - ILCO:-!SIGLIO SUPREMO DI fi! JERRA

E I R,\l'l'RESENTANTl MILITA RI PERMANENTI

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sua intenzione dì uniformarsi alle direttive del governo italiano e informandolo che, per quanto riguardava i suggerimenti del primo ministro inglese, sarebbe stato sufficiente studiare trasporti rapidi dì truppe, la cui attuazione era competenza cieli ' apposito "organo tecnico" (ìl Consiglio interalleato dei trasport.i) 306 . Il non essere riuscito a fermare o almeno lim itare il richiamo in Francia delle truppe alleate in Italia, avvenuto, formalmente, in violazione degli accordi precedenti fu, presumibilmente, uno dei motivi che spi nsero il generale Giardino a chiedere la propria sostituzione nella carica di rappresentate militare italiano a Versailles307 . Il 15 aprile, infatti, richiamato in Italìa per assumere il comando della 4a Armata, fu sostituito dal generale Mario Nicolis di Robilant308 .

V.5. I comitati interalleati tecnici del Consiglio Supremo di guerra e i delegati italiani Nella 10a seduta dei rappresentati militari permanenti (8 gennaio 1918), come abbiamo accennato309 , furono presentate tre note col lettive, approvate dal Consiglio Supremo di guerra nell a sua 3a sessione. 306

Telegramma n. 626, in data 8 aprile 1918, inviato eia Giarcl.ino a Orlando, in

A USSM E, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 9. 307 M. CARACCIOLO, l'Italia e i

suoi alleati nella grande guerra c it., pp. 225226; .tvl1N1STl:'.R0 DELLA DIFESA - STATO MAGGIORE ES ERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., Voi. VII, Le operazioni .fiwri dal territorio nazionale, tomo 2°, Soldati in terra di Francia (narrazione) cit., p. 21 . 308 Nacque a Torino 1855. Completati i corsi nell'Accademia di Tor.i no venne nominata sottotenente cli artiglieria nel 1873. Colonnello, comandò il 68° Reggimento fanteria . Promosso maggiore generale, fu nominato comandante della brigata Basi Iicata e nel 1908, fu inviato in missione per il riordino della Gendarmeria ottomana in Macedonia. Promosso tenente generale nel 19 1O, dopo il rimpatriato, avvenuto nel 191 1, comandò la divisione militare territoriale cli Piacenza, poi quella cli Torino fi no al 19 14 . Nel 1914- 1915 fu , prima, comandante ciel XII, poi, del IV Corpo d'armata. Durante la grande guerra fu comandante della 4° Armata po.i de lla 5". Dal 16 aprile 1918 al 5 febbraio 1919 ricoprì la carica cli rappresentante militare permanente italiano. Dal febbraio all'ottobre 1919 fu comandante clell'8" Armata, poi comandante designato d' armata cli Torino. Promosso generale d'armata nel 1924, nel 1933 andò in congedo assoluto. Morì a Roma il 23 luglio 1943; cfr. Enciclopedia militare, Milano, li Popolo d'Italia, 1928, Voi. V., p. 508. 309 Si veda sopra, p. 90.


1·12

UTALIA E ILCOORDINA~·IENTO M ILITARE " INT/i l/ALLEATO"

NEI .I.A

PRIMA GUERRA MONDI Al.I:

Le note riguardavano la costituzione di tre comitati interalleati, formati dalle delegazioni di Francia, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti d' America: il Comitato per l'aviazione, il Comitato dei trasporti e il Comitato dei " tanks"310 . I nuovi comitati avevano l'obbligo di riunirsi regolarmente ed erano formati da ufficiali inquadrati nelle sezioni nazionali de1 Consiglio supremo cli guerra, dipendenti dai rispettivi rappresentanti militari permanenti. Tn pratica i tre comitati erano gli organo tecnico-consultivo degli stessi rappresentanti militari. Infatti, quando questi ultimi deliberavano su question i relative ad una di quelle tre materie, convocavano in riunione anche i delegati dell' omonimo comitato, venendo così a costituire "il consesso dei rappresentati militari permanenti specializzati rispett ivamente per l'aviazione, le tanks e i trasporti" 3 11 . l tre comitati, inizialmente, trattavano anche questioni relative ai rifornimenti, alla produzione e alla distribuzione di mezzi e materiali di competenza, ma, con la successiva costituzione del Comitato interalleato degli armamenti, quelle attribuzioni passarono a specifici sottocomitati di quest'ultimo, mentre i comitati dell'aviazione, dei trasporti e dei "tanks" conservarono le rispettive competenze relative all'impiego tattico o strategico e all'organizzazione logistica ai fini delle esigenze strettamente operative.

a) Il Coniitato interalleato per l'aviazione e il Corn.itato interalleato per la difesa contraerei Con la nota collettiva n. 7, i rappresentati militari permanenti proponevano la costituzione del "Comitato interallealO per l'aviazione", tracciandone i compiti e le prime problematiche da affrontare312 . Nato dall' urgente necessità di coordinare nell'impiego e nella produzione l'aeronautica dell'Intesa, secondo la stessa nota collettiva, il Comitato

1 10 Verbale della 10• seduta dei rapp resentanti militari al Consiglio Supremo di guerra, martedì 8 gennaio l 918, con allegate la 7" , l' s• e la 9• nota collettiva, in AusSME, fondo E-8 cil., b. 4, fase . 7. 3 11 Allegato n. 2 al promemoria Businelli, in data 7 agosto 1918, in AussrvJE, fondo E-2 cotnando co1po di stato maggiore- carteggio guerra mondiale, b. 81, fase. "consiglio interalleato supremo di guerra". 3 12 Nota collettiva n. 7: deliberazione presa dai rappresentanti militari pennanenti nella seduta del 8 gennaio I 9 I 8 circa l'aviazione, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. LO, fase . 2.


CAPITOLO V - JLCONSJG UO SlJPRE'vlO 01 GUERRA E 1 RA PPRESENTANTI MJUT.ARI PERMANEKTI

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come primo passo, avrebbe dovuto compilare un resoconto sulla situazione dell'aviazione alleata, sui progetti in via d'attuazione e sulle future possibilità in fatto di costruzioni. In seguito, una volta che il Consiglio di guerra avesse approvato il piano generale della guerra aerea, il Comitato avrebbe offerto il suo parere tecnico c irca l'esecuzio ne e ne avrebbe sorvegliato la corretta ripetizione. Nella nota, i rappresentanti mil itari individuavano anche le quattro questioni che il comitato per l'aviazione avrebbe dovuto affrontare immediatamente: il primo punto riguardava i bisogni minimi delle forze aeree nazionali su ogni fronte, il secondo, la rapida costituzione di formazioni strategiche interalleate e il loro impiego; il terzo l'avvio, attraverso bombardamenti, della "distruzione sistematica e scientifica delle zone del territorio nemico vitali per il suo rifornimento dì mun izioni". Il quarto punto riguardava la concentrazione di forze aeree nel teaLTO di operazioni del MediteITaneo orientale, per tagliare le linee di comunicazione del esercito ottomano ìn ritirata. Una prima riunione, esclusivamente preliminare, del Comitato interalleato dell ' aviazione fu tenuta il 12 gennaio 1918 e, in quella circostanza, l'Italia fu rappresentata dal parlamentare Giuseppe Grassi, capo della Missione per l'aeronautica militare italiana all'estero313 . Nella corso della seduta furono prese nove risoluzioni d i cui cinque relative alle forniture di materiale aeronautico, due allo stud io dell' aviazione marittima e due all'organizzazione dello stesso comitato. Le risoluzioni più importanti furono, sicuramente, quelle relative alle forniture d i materiale. In queste i delegati del Comitato stesso, in particolare quello francese ed italiano, si appell arono non solo al governo americano, per sollecitare l'invio di materie prime necessarie alle indu_strie aeronautiche alleate in Europa, ma anche al governo inglese, per la forn itura di mitragliatrici Vickers destinate agli apparecch i di tutta l'Intesa. Non meno interessante era la terza risoluzione con la quale veniva costituita la Commissione tecnica permanente collegata allo stesso Com itato d' aviazione. Formata, come le altre commissioni, da quattro rappresentanti all eati (Gran Bretagna, Francia, Italia, Stati U niti cl' America) , sarebbe stata presieduta dal rappresentante francese, 3 l3 "Resolutions adoptés au cours de la réunion du comité inteallié d' aviation du J2 janvier l 9 I9", Csg n. 158 in data 13 febbraio I 9 I 8, in A USSME, fondo E-8 cit., b. I O, fase. 4. li rappresentante francese era J .L. Dusmcsil , quello britannico R.C. Bolling e quello americano J. Baird.


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I .' ITALIA E Il. COORDINAMENTO M ILITARE .. I NTEl/;\J J.F.ATO .. NELLA l'l( l ~'i,\ GUERRA MO!>lDl ,\LE

il tenente colonnello Dorand, e avrebbe avuto il compito cli rendere operative, dal punto di vista tecnico, le decisioni prese dallo stesso Comitato interalleato per l'aviazione. Dopo questa riunione preliminare ci fu una pausa nell'attività del Comitato fino al maggio 1918 quando, rinnovate completamente tutte le delegazioni alleate314 , compresa quella italiana, questo si riunì il 9 maggio 1918, in quella che fu considerata la prima sessione vera e propria. La delegazione italiana era composta dal maggiore generale Bongiovanni3 15, capo delegazione, che in quel momento ricopriva anche l'incarico di comandante superiore d'aeronautica, e dal tenente colonnello Costanzi3 16, delegato italiano alla commissione tecnica per-

3 14 La delegazione francese, presieduta dal generale Duval, era formata dal tenente colonnello Dhe, dall ' ammiraglio De Bon, dal comandante de Tarle. La delegazione britannica, presieduta dal generale Sykes, era formata dal generale Salmone!, dal generale Whittington (sostituito poi dal generale Trenchard), dal tenente colonnello Buzzard, dal comandante Peel. La delegazione americana, presieduta dal generale Foulois, era formata dal colonnello Embick, dal tenente Orr. 3 15 L uigi Bongiovanni, nato a Reggio Emilia nel 1866, fu promosso sottotenente d ' artiglieria nel 1886. Entrato con il grado di capitano nel Corpo di Stato Maggiore, partecipò alla spedizione in Cina nel 1901 - 1905. Con l'incarico di capo di stato maggiore della 2• Divisione speciale prese parte alla guerra italo turca e nel 191 2 fu promosso tenente colonnello per meriti di guerra. Colonnello nel 1915, fu promosso maggiore generale nel 191 6 per ineriti di guerra, ricevendo anche una medaglia d' argento per le operazioni in Yallarsa ( 12 luglio 1916). Comandò la brigata Firenze, la 69" Divisione e il VII Corpo d 'armata nel periodo cli Caporetto. Dopo essere passato a disposizione della commissione d' inchiesta relativa al ripiegamento dall'Isonzo al Piave, dal febbraio 1918 al marzo 1919 fu comandante superiore d 'aeronautica. Nel 19l9 fu nominato comandante del corpo di spedizione ciel Mediterraneo orientale, poi governatore della Cirenaica fino al 1924. Cfr. Enciclopedia militare, Milano, Il Popolo d'Italia, I 928, voi. TJ, p. 349. 3l6 Giulio Costanzi, nato a Cantignano nel I 875, ufficiale d'artiglieria, prestò servizio presso il Battaglione Specialisti del Genio a partire dal 191 O, occupandosi tra l'altro di esperienze di aerodinamica e cli idrodinamica. Con il grado cli capitano ebbe nell 'estate ciel 19 l 5 il comando della 4a Squadriglia Aeroplani e ne l 19 I 6, promosso maggiore, quello del VII Gruppo. Addetto al Comando Supremo nel 191 7 e promosso tenente colonnello nell'ottobre dello stesso anno, nel marzo l9l8 fu inviato a Versailles, presso il Consiglio Supremo cli Guerra Interalleato, rientrando in Ttalia in agosto per assumere la responsabilità della Direzione Sperimentale dell' Aviazione. Colon nel lo del Genio aeronautico ne l 1923, nel 1928 fu promosso generale della r iserva e nominato consigliere di stato. Cfr. E. GROSSI, Eroi e pionieri dell 'ala, Arti Grafiche Fratelli Magnani, Milano, J936.


CAPITOtO V - IL CONS IGLIO SUPR F;MO DI ( ;UERRA E l RAf>f>RESENTA i\TI M li .lTARI PlilCvl1\ NENTI

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manente317 . Nelle tre sess ioni del 9 (1 a sessione), 31 maggio (2a sessione) e del 21 luglio 1918 (3a sessione) furono affrontati i problemi legati al funzionamento dell'aviazione marittima, ai progra1mni di costruzione degli apparecchi e, soprattutto, alla costituzione di una "riserva strategica interalleata d'aviazione (R.S.l.A.)"318 . Su quest'ultimo problema si concentrarono i maggiori contrasti tra le delegazioni alleate, che non riuscendo a trovare un accordo rimandarono le decisioni finali al Consiglio supremo di guerra . .In un promemoria del 21 luglio 1918, indirizzato al generale di Robilant, nostro rappresentante militare permanente, il generale Bongiovanni ricostruiva quella complessa questione319 . La riserva strategica d'aviazione320 era stata concepita come "organo permanente e specializzato per i bombardamenti J l ì Lettera n. 2677 della segreteria della sezione italiana ciel Consiglio supremo di guerra, in data 13 luglio 19 18, in AUSSME, fondo E-8 ci t. , b. 10, fase. 4. 3 l8 Verbali della sessione del 9, 31 maggio e 21 luglio 1918 ciel comitato interal leato d'aviazione in AussME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 4. Nei verbali .la sessione del 9 maggio risulta essere considerata come la prima, di conseguenza la seconda fu quella del 31 maggio e la terza quella del 21 luglio. Non venne cornpresa nel conto la riunione ciel 12 gennaio 1918, presumibilmente considerata come una seduta preliminare a cui parteciparono esclusivamente i capi delle singole missioni nazionali per l' aeronautica distaccate a Parigi, non ancora i delegati veri e propri che non erano ancora stati forse neanche scelti. 3!9 Promemoria per il generale cli Robilant in data 21 luglio J918, a firma del generale Bongiovanni, in AussME, fondo E-8 cit., b. I O, fase. 4. 3 20 Il concetto di riserva strategica interalleata d'aviazione sembra curiosamente affine alla concezione cli Dohuet in materia cli guerra aerea, che, però, fu divulgata dallo stesso Dohuet, auraverso pubblicazioni e articoli, nell'immediato dopoguerra, cfr. F. Born-V. lLARI, il pensie,v militare italiano daL primo al secondo dopoguerra, Roma, Stato Maggiore Esercito, 1985, pp. 89-162; G. ALEGY, "Resistere sulla supe1ficie per far massa suU'aria" Nazione, difesa nazionale e l'Anna aerea in Giulio Douhet, pp. 25 1-27 1, in CotvLV11SSl0NE ITALL'\NA DI STORIA MILITARE, Le forze armale e la nazione italiana ( 1915-1943) -Alli ciel convegno di studi tenuto a Roma nei giomi 22-24 ottobre 2003, a cura di R.H. Rainero e P. Alberini , Roma 2004. Ricordiamo, fra l' altro, che Douhet fu autore del romanzo cli fantapolitica, Come .finì La grande guerra. La vittoria alala, finito cli scrivere nel novembre 1918 e pubblicato nel 1919, dove si immaginava che la guerra terminasse, in poco più di una 1;ettimana, grazie ai massicci bombardamenti sulle retrovie dello schieramento germanico, condotte eia un ipotetica "Annata alleata aerea" (A.A.A.) cli diecimila veicoli. Le affinità tra !'"Annata alleata aerea" di Douhet e la Riserva Strategica Interalleata d'aviazione sembrano incontestabili. Si veda anche la recensione del volume di PtERO BARONI, Bornbarclieri Caproni, pubblicata da B. Dr M ARTINO in "Quaderni della Rivista aeronautica" n. 3/2008 anno lll pp. 153-159.


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L' ITALI A

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IL COORDINAMENTO :VllLITARE "/NTF.lli\/.l.1'1rro·· NELLA PR IMA GlJERRA MONDIM.E

metodici, continuati e di intensità crescente, di obbiettivi a grandi distanza e di alta importanza militare, industriale e morale"321 . Quel progetto, secondo il generale Bongiovanni, era stato accolto con favore da tutti i delegati fin dalla prima sessione del Comitato stesso. Gli inglesi, per loro conto, sul fronte occidentale avevano poco dopo costituito un gruppo di aerei per il bombardamento strategico, agli ordini del generale Trenchard, indipendente dal comando unico interalleato (Foch). Nella seconda sessione (31 maggio 1918), i delegati britannici, appoggiati dai delegati americani, avevano proposto che la progettata riserva strategica fosse una forza specializzata e indipendente, possi bilmente al comando dello stesso Trenchard, da impiegare con i sistemi sperimentati da loro stessi in Francia. I delegati francesi, che avevano avuto precise istruzioni dal generale Pétain cli rifiutare ogni concorso alla costituzione della R.S.I.A., temporeggiarono, cercando di rimandare l'approvazione nel tempo, con lo scopo di far fallire il tutto. L' intransigenza francese era dovuta al fatto che, durante la seconda battaglia della Marna322 , il Gruppo Trenchard continuava i suoi bombardamenti sulle città tedesche del Reno, piuttosto che partecipare al1' azione tattica. Questa situazione, secondo il generale Bongiovanni, rispecchiava le diverse concezioni dell'impiego della riserva d'aviazione: per gli inglesi infatti gli obbiettivi principali dovevano essere le città, per fiaccare il morale delle popolazioni; per i francesi , al contrario, gli obbiettivi militari dovevano avere la priorità in concorso con le offensive terrestri. Le posizione italiana, portata avanti con decisione e convinzione dallo stesso generale Bongiovanni, che aveva l'appoggio del Comando Supremo italiano, era decisamente favorevole alla costituzione della R.S.I.A. perché nella sua costituzione si intravedeva la possibilità di ottenere più facilmente rinforzi per il nostw fronte323 . Il delegato italiano, per superare i contrasti all'interno del Comitato, proponeva la costituzione di un comando unico interalleato della riserva aerea, limitato nel tempo. La sua durata sarebbe stata stabilita direttamente dal Consiglio supremo di guerra, che avrebbe anche nominato il

32 1

Promemoria per il generale cli Robilant in data 21 l uglio 1918, cit., p. 3; in

A USSME, fondo E-8 cit., b. J.0, fase. 4. 322 B.H. Lt DDELL H ART, La prima

guerra mondiale cit., pp. 534-544. Promemoria per il generale di Robilant in data 21 luglio 1918, cit., p. 4-5; in A USSME, fon do E-8 cit., b. lO, fase. 4. 323


Ct\ PITOIJ) V• IL C'ONSIC:UO SUPRl'MO DI <>Pl'i!l!f\ E I RAPPRl'Sl'N'lì\NTI Mli lT/\l!I l'ERMANENTI

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comandante della riserva stessa, scelto tra g li ufficiali dei paesi fornitori del con tingente più consis tente. Il comand ante della R. S .l.A. av rebbe proposto il piano d'azione, secondo le direttive strategiche stabilite dal Consigli o supremo di gueITa. Nel caso, poi, che la riserva strategica fosse stata impiegata sul fronte occidentale, il comandante in capo delle armate alleate, il generale Foch, doveva essere info rmato sul le sue azioni e poteva domandare il concorso della stessa ri serva strategica per le operazioni terrestri, benché la riserva stessa sarebbe sempre rimasta agli ordini diretti del propri o comandante. Anche il generale Diaz, attraverso il Consiglio supremo di guerra, poteva chiedere il concorso temporaneo della R.S. I. A. sul fronte italiano e nel caso di trasferimento di un contingente limitato del la suddetta Riserva strateg ica, questo sarebbe stato considerato un semplice rinforzo ali ' Aeronautica italiana e , quindi, sarebbe stato inquadrato sotto i nostri comandi. Nel caso, invece, che tutta la R.S. l. A. fosse stata impiegala in Italia, il comandante cli quest'ultim a avrebbe conservato la propria autonomia nei limiti fissati dalle direttive strategiche date dal generale Dì az . Ri guardo poi , al concorso ita l ia no alla form azion e della R.S.I.A., il generale Bongiovannì era del parere che il 18° Gruppo aerei Caproni , g ià cli sta nza in Francia , che e ntro i I settembre 1918 avrebbe raggiunto la forza cli 24 apparecchi, su tre squadriglie, era un contributo sufficiente per la flotta aerea alleata. La controversia sulla riserva strategica [u superata grazie ali' intervento dei rappresentanti militari che, nella seduta del 3 agosto 1918, approvarono la nota collettiva n. 35 relativa all 'aviazione da bo mbarclamento324. Nella nota i rappresentanti, preso atto della necessità di esercitare sul territorio ne mico una "potente azione cli bombardamento aereo" al fine di distruggere obbiettivi militari e compiere rappresaglie sulle città tedesche, proponevano, non appena le risorse alleate cli personale e materi ale lo avessero consentito , la costituzione sul fronte occidentale di una "forza interalleata d'aviazione da bombardamento, composta da aeroplani dì grande portata e grande raggio d' azione". Quella forza era ad esclusiva d isposizione del generali ssimo Foch, il qu ale ne avrebbe nominato il com andante, senti.to il parere dei coman-

324 Nota collettiva n. 35, deliberaz ione presa dai rappresentanti militari perma-

nenti al Consig lio Supremo cli guerra. nella seduta del 3 agosto, in A USSME. fondo E-

8 cit., b. 10. fase . 2.


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J;JTAI .Jr\ E IL COORDINAMENTO MII.ITARF. " /Nff/UILEATO" NF.LI .,\ PRIMI\ GU ERRA MONDIALE

danti in capo dei singoli eserciti alleati in Francia. Lo stesso principio era valido anche per gli altri fronti nel caso in cui fosse stata costituita una forza aerea simile: il comandante in capo di quel fronte aveva a sua esclusiva disposizione la forza aerea. La nota proseguiva con la successiva proposta dei rappresentanti militari di preparare subito un piano metodico di bombardamento a tappeto delle città e degli impianti industriali senza attendere la costituzione della "forza interal leata cl' aviazione da bombardamento" al fine di far cessare i bombarda.mento tedeschi sulle città francesi. La nota n. 35 era un tentativo di mediazione tra la posizione francese e quella britannica intorno alla concezione della "riserva strategica interalleata d'aviazione" che, di fatto, pur facendo alcune concessioni al punto di vista britannico, segnava una vittoria francese con l'assegnazione del comando della stessa riserva a Foch. In stretto rapporto con il comitato d'aviazione lavorava il "Comitato interalleato d(fesa contraerei", il quale era competente su tutti gli aspetti tecnici dei materiali addottati, delle munizioni specifiche, della preparazione del tiro e della condotta del fuoco antiaereo, degli strumenti di puntamento e di misura e rilevamento anche notturno 325 . Il comitato si riunì 4 volte nel 1918: il 10-11 giugno (la sessione), I' 1113 luglio (23 sessione), il 20-2·1 settembre (3 3 sessione) e 11-13 dicembre (4a sessione) e I volta nel 19I9: il 24 febbraio (5 3 sessione). In quella sede i delegati cli Francia, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti cl' America svolsero un utilissimo lavoro di confronto e comparazione sui materiali utilizzati e sull'impiego dell'artiglieria in funzione contraerei326. Fra l'altro, nelle riunioni del Comitato, emersero una serie di posizioni che furono negli anni successivi oggetto di dibattito e studio. NeJla 2a sessione del Comitato per la difesa contraerea fu avanzata la proposta di riunire sotto un unico comando tutto ciò che riguardava l'aviazione e la difesa contraerea ("Troupes de l' air"), in modo da stabilire un completa cooperazione fra due organismi che avevano dimostrato di avere una stretta correlazione327 . Nella 3a e 4a sessione fu ri-

325 AUSSME, fondo E-8 cit., b. 326 li delegato francese era il

10, fase. 5. comandante Ducros, quello inglese il colonnello Mortimore, quello americano il colonnello Hopkins. 327 M. l ACOPl, Il centro addestramento e sperimentazione artiglieria. contraerei e la specialilà dalle origini al 2000, Bologna, Edizioni M. lacopi, 200 I, pp. 37-39.


cor1mw v. 11

coi,;s1couo sqR1;Mo DI cuERRA EI RAl'l'I\ESE'ffANT1

Mn IJARI PERMANEKTI

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affermata la necessi là di una potente organizzazione della difesa cont.raerei per far fronte al rapido sviluppo dell 'aviazione di guerra e I' opportunità di costituire una specialità a sé delle truppe contraerei . Il delegato italiano era il col onnello Aldo Buffi, comandante del Reparto artiglieria contro aerei di Nettuno328. Le discussioni in seno al Comitato interalleato difesa contraerei furono meno accese di quelle che si svolsero in seno al comitato per l'aviazione, soprattutto perché, dato il loro contenulo em inentemente tecnico andavano ad incidere in misura molto minore sull o scottante tema della conduzio ne dell a guerra e su quello, non meno delicato, dei rapporti tra alleati. È però indubbio che proprio in seno al comitato per l'aviazione si affacciarono all'attenzione i temi più interessanti , da quello del bombardamento, destinato ad avere in futuro largo spazio e ad essere strumentale alla trasformazione delle aviazioni militari in forze armate indipendenti, sulla scia di quanto nell 'aprile 1918 era avvenuto per la Royal A.ir Force, a quell o del comando di una fo rza interalleata, destinato a costituire motivo di discussione ancora oggi.

b) Il Consiglio inleralleato per i !rasparti Con la nota colletti va n. 8329 i rappresentati mi litari permanen ti proponevano la costituzione del "Cornilato interalleato dei trasporti" (denominato anche " Consiglio interalleato dei trasporti"), che, nelle

328

Nato a Bologna nel 1866. fu nominato sottotenente di aitiglicria nel 1886. Nel 1911 e ntrò a fa r parte del ruolo tecnico d'artig lieria e fu addetto al laboratorio di precisione d i Roma. Promosso colonnello nel 19 I 6, fu destinato alla Scuola Centrale d'artiglieria da campagna. Nel 1918 fu delegato italiano al comitato interalleato difesa contraerei e comandante del Reparto artiglieria contraerei di Nettuno. Dal 1919 al 1925 fu aclcletto all 'Jspettorat.o costruzioni d' artiglieria, con l' incarico cli capo cieli' Ufficio studi ecl esperienze. Nel dicembre I 925 , promosso generale di brigata, fu assegnato alla Direzione superiore delle costruzioni d'artigl ieria a Roma. Nel 1926. promosso maggiore generale, d ivenne generale adcletlo alla Direzione studi ed esperienze d' artiglieria e nel I927 fu promosso capo Reparto presso la D irezione superiore del servizio tecnico d'artiglieria del Ministero della guerra; cfr. Encidopedia militare, Milano, TI Popolo cl' ltalia, I 928, voi. II, p. 494; anche M. l ACOPI, Il centro addeslramento e sperimentazione artiglieria contraerei ... cit., pp. 390. 329 Nota collettiva n. 8: deliberazione presa dai rappresentanti mil itari pennanenti nella seduta del 8 gennaio J9 I 8 circa i trasporti, in A USSME, fondo E-8 cit., b.

10, fase. 2.


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1.:rmu,, F. li. COORl)JNAME;s;To M ILITARE "INTF.I/A/./,1';\T()" NF.LI .A PRl.vlA GliP.RRA MONDIALE

loro intenzioni, doveva occuparsi degli studi e dei progetti, da sottoporre poi al Consiglio supremo di guerra, relativi al coordinamento di quell'importantissimo settore logistico. Secondo la nota, il comitato stesso doveva preparare, nel più breve tempo possibile, un resoconto sulla situazione allora attuale dei trasporti terrestri, su singoli eventuali progetti in corso di attuazione e su possibili costruzioni future. Doveva, inoltre, affrontare tre questioni ritenute allora di massima importanza. La prima riguardava il coordinamento e miglioramento delle comunicazioni ferrov iari e nelle retrovie degli schieramenti britannico, francese ed italiano e l'unificazione in un unico sistema di tutto il fronte dal mare del Nord ali' Adriatico. La seconda questione interessava il potenziamento dei mezzi ferroviari e di navigazione in Grecia in modo che potessero sostenere le linee di difesa sussidiarie e quelle allora tenute nel settore macedone. L'ultima questione ri guardava il progetto ferroviario per accelerare la disfatta delle truppe ottomane in Palestina. Il Comitato dei trasporti, in realtà, non cominciò subito a funzionare. Fu grazie al lavoro del maggiore generale britannico P.A.M. Nash che nella 4a sessione (14-15 marzo 1918) il Consiglio supremo di guerra approvò definitivamente, con la deliberazione n. 6330 , la costituzione del comitato stesso e ne definì, accettando in toto le proposte dell'alto ufficiale inglese contenute nel suo rapporto 331 , competenze e funzioni. Secondo quella deliberazione, il nuovo "Consiglio interalleato dei trasporti"332 era l'organo tecn ico-consultivo del Supremo Consiglio di guerra per quanto riguardava la predisposizione dei progetti relativi al funzionamento dei trasporti terrestri correlati alle operazioni sul fronte occidentale. Il Consiglio dei trasporti doveva, inoltre, studiare un mi-

°

33 Cfr. Secret I.C.-47 (a), 49 e 50 (a) (SWC), Resolutions passed at the fourth session of the session Supreme War Couneil, March 1918, cit., in AuSSM E, fondo E-8 cit. , b. 9, fase. 7, s. fase. 5. 33 1 "Relazione sulla situazione generale dei trasporti sul fronte occidentale ciel generale Sir P.A.M. Nasll'' in AUSSME, fondo E-9 consiglio suprem.o econornico, b. 18, fase. 114. 332 Nella traduzione italiana della Deliberazione numero 6 della 4° sessione ciel consiglio supremo di guerra, il costituendo organo venne chiamato "consiglio interalleato de i trasporti". Nei documenti italiani del I9 I 8 la carta intestata della delegazione italiana era intitolata "consiglio interalleato dei trasporti - Sezione italiana" cfr. in A USSME, fondo E-9 cit. bb. 17-23. Comitato interalleato dei trnsporti e Consiglio interalleato dei trasporti erano, quindi, la stessa cosa.


r AJ>lTOLO V¡ Il, CONSIGLIO SlJplffMO DI GU l;R RA r.1 RAf>f>Rl' SEKTA'<TI MIU TARI PERMA'< ENTI

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glioramento generale di tutta la rete viaria, in particolare quella ferroviaria, al fine di economizzare sui trasporti marittimi , predisporre i relativi progetti per la movimentazione di grossi contingenti di truppe fra i vari settori del fronte dal Mare del Nord ali ' Adriatico e accordarsi con i singoli governi dell'Intesa per attuarli. Doveva, infine, analizzare l'organizzazione dei trasporti nemica al fine di individuare i punti maggiormente vulnerabil i per possibili attacchi aerei. Approvata definitivamente la costituzione del Co nsiglio dei trasporti , le singole sezioni nazionali (francese, inglese, italiana e americana) che lo formavano, cominciarono subito a studiare una sua organizzazione interna e un metodo specifico di lavoro al fine di renderlo efficiente e capace di rispondere velocemente alle 1ichjeste del Supremo consiglio di guerra. La sezione francese del Cons iglio dei trasporti , nel marzo I918, elaborò un rapporto sul suo funzionamento, basato sull 'impianto di un segretariato generale che doveva preparare gli ordini del giorno delle riunioni, redigere le minute dei verbali, coordinare e distribuire il lavoro tra le quattro sezioni nazionaii333 . Proponeva, inoltre, un ufficiale francese a capo del futuro segretari ato generale del Consiglio interalleato dei traspotti 334. JI 20 apri le 1918, sempre la sezione francese presentava alla sezione italiana un altro studio sull'organizzazione del Consigl io dei trasporti nel quale, oltre alle competenze previste precedentemente (deliberazione n. 6 della 411 sessione del Consiglio Supremo di Guerra), si specificavano piÚ dettagliatamente alcune attiibuzioni relative alla ridistribuzione delle risorse mobili tra gli alleati di materiale e personale delle organizzaz.ioni ferroviarie nazional i335 . Nello studio si precisavano anche le fun zioni dei rappresentanti dei singoli paesi alleati nel Consiglio dei trasporti: essi dovevano agire come unico ed esclusivo collegamento con i propri dicasteri nazionali, responsabili di quel setto-

333

Lettera della sezione francese del Consiglio interalleato dei tras porti , n. C.I.T. 21 , senza data (presumibilmente marzo 1918). in A USSME. fondo E-9 cit., b. 17, fase. I I I. 11 progetto francese si rifaceva ali' organizzazione interna adottata per il Consiglio interalleato di trasporti marillimi, 334 Lcltera della sezione francese del Consiglio interalleato dei trasporti .. n. C. I.T. 22, senza data, in AuSSME, fondo E-9 ci t. , b. 17, fase. 111. Nel Consiglio interalleato dei trasporti marittimi il capo del segretariato generale era un ufficiale ingle1:ie. 335 Lettera della sezione rrancese del Consig lio interalleato dei trasporti , n. C.T.T. 33, in data 20 aprile 1920 con allegato studio sull'organizzazione del Consiglio dei trasporti, n. C.I.T. 30, in AuSSM G, fondo E-9 cit. , b. 17, fai:iC. 111.


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l:ITAUA E ILCOORDINJ\:VIENTO M II .ITr\ RR ''/NTl:NA l.l.F.ATO" NH I A PRIMA GUf.RIV\ MONDIAI.F:

re. Infatti, una volta che un progetto relativo ai trasportì fosse stato approvato dal Supremo Consiglio di Guerra, il singolo rappresentante nazionale nel Consiglio dei trasporti diveniva responsabile della sua realizzazione per la parte che riguardava il proprio paese. Nella seduta del 19 maggio J9 18 anche i rappresentanti mili tari permanenti si occuparono dell'organizzazione interna del Consiglio dei trasporti. Approvarono, infatti, la nota collettiva n. 28 relativa al funzionamento della presidenza durante le riunioni tenute dallo stesso Consiglio336 . Quella, secondo la nota, era devoluta cli diritto al ministro francese dei lavori pubblici e, in caso di sua assenza, spettava, per turno, a ciascuno dei rappresentanti alleati nel Consiglio dei trasporti, seguendo l'ordine dell 'entrata in guern1 dei singoli paes i. Quel sistema, adottato anche per glì altri comitati dell'aviazione e dei "tanks", rendeva inutile la carica cli vice presidente. Nella stessa nota n. 28 veniva superata, inoltre, la precedente proposta, di cui sopra, della sezione francese relativa alla costituzione di un segretariato generale del Consiglio dei trasporti. La compilazione degli ordini del giorno e dei verbali di ciascuna seduta doveva essere assicurata dal segretario della sezione della stessa nazionalità del presidente in carica. Il Consiglio lavorò intesamente fino alla fin e della guerra. La sua attività è testimoniata anche dalle 37 riunioni tenute dal 5 aprile 1918, data della prima riunione di quell'organo interalleato, fino all' 11 novembre 1918, data dell' ultima riunione dello stesso Consiglio, tenuta nel giorno dell'armistizio sul fronte occidentale337 . Dal 20 novembre, prima riunione dopo ]'armistizio, all' 11 settembre 1919, ultima sua riunione, il Consiglio si riunì ancora 19 volte338 . Finita la guerra il Consiglio interalleato dei trasporti dovette occu-

336

I vi, nota collettiva n. 28: deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio Supremo di guerra nella seduta del 19 maggio 1918. 337 La date delle riunioni del Consiglio interalleato dei trasporti, fino all'armisiLizio con la Germania, furono le seguenti: 5, 12, 18, 19 e 26 aprile; 3, IO, 17, 24, 31 maggio; 7, 14, 2 1, 28 giugno; 5, 12, 20, 26, 27 e 29 lugl io; 2, 6, 16, 23 e 30 agosto; 6, 13, 20, 27 settembre; 4, 11 , I 8, 21 e 25 ottobre; 1° e 11 novembre ciel 19 18. Per i verbali delle stesse; cfr. AuSSM E, fondo E-9 cit., b. 17, fase . 112. 338 La date delle riunioni del consiglio interalleato dei trasporti, dall'armistizio con la Germania al suo scioglimento furono le seguenti: nel 1918, 20, 22 e 29 novembre, poi 2, 6, I 3 e 2 I dicembre; nel 19 I 9, 17 gennaio; l '\ 7, 28 febbraio; 28 marzo, 5 aprile, 2 maggio; 12, 27 giugno; 5 luglio, l O agost.o, 1 I settembre.


CAPITOLO V · Il, CONSIGLIO SllPlmMO DI GUERRA E I RAl'l'RESENTAKTI Mll !TARI PICRMANENTI

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parsi anche dell a ricostruzione e della riorganizzazione dell a rete fe rroviaria civile nell 'Europa centro-oriental e e danubiano-balcanica. JJ 30 ottobre 1919, durante l'89a riunione, i rappresentanti militari permanenti , preso atto che l' esigenza all'orig ine della costi tuzione del Consiglio dei trasporti era tenninata con la fine della guerra, decisero la sua soppressione in quanto tale, mentre alcune delle s ue competenze relative alla riorganizzazione dei trasporti civili passarono al Consiglio Supre mo Eco nomico339 . Il Consiglio interalleato dei trasporti di fatto fu trasformato e riprese a funzionare fino al 1920 come Sezione comunicazioni del Consiglio Supremo economico. La Sezione italiana del Consiglio interalleato dei trasporti, presieduta dal colonnello poi generale b1igadiere Giul io Levi 340 era fo1mata dal capitano Mario Lazzeiini, dal tenente Carlo Gilli, dal sottotenente Guglielmo Rava, dal sergente Luigi Gandolfo, da un caporale e 5 soldati341 . Fra le numerose esigenze che dovette affrontare il Consiglio dei trasporti , compresa la nostra sezione, una delle più importanti fu s icuramente quella legata ali ' organizzazione del trasporto straordinario di un grosso contingente di truppe alleate dalla Franci a all'Italia. La questione dell ' aiuto all' Esercito italiano e all e divisioni alleate sul Pi ave, in caso di offensiva nemica, venne affron tata dai rappresentanti militari per manenti ne ll a seduta del 27 marzo 19 I 8, conclusa con l' approvazione de lla nota collettiva n. 19 342 . In questa, preso atto dell ' impossi339

Verbale della 89" riu nione dei rappresentanti militari r,crmanenli tenut.a a Parigi il 30 01tobre 1919 a cura della sezione francese del Supremo Consiglio di guerra. in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 7, fase . 5. 340 Nato a F irenze il 20 marzo 1870, ru nominalo sottotenente nel 1889, invialo in Eritrea partecipò alla battagl ia di Adua. Frequentò la Scuola di guerra e passò ne l Comando del Corpo di Stato Maggiore divenendo colonnello nel I 916. Fu comandante la Brigata Aquila dal 17 maggio al 13 ottobre 1917. Dal marzo 19 18 all 'ottobre 1919 ricoprì l'incarico di rappresentante itali ano - capo della nostra sezione al Consiglio interalleato dei trasporti. Promosso generale di brigata nel giugno I 9 I8, per i meriti conseguiti nella sua attività di rappresentante ital iano nel Consiglio dei trasporti , andò in posizione ausiliaria nel J 920; cfr. Enciclopedia militare, Mi lano, ll Popolo d' Italia, 1928, voi. IV, pp. 581-582. 341 Specchio dei militari (ufficiali e truppa) appartenenti alla Sezione italiana del Consiglio Tnteralleato dei Trasporti, in AussM E, fondo E-9 cit., b. I3, fase. 67. 342 Nota colleniva n. 19 al Supremo Consiglio di guerra - deliberazione presa dai rappresentanti militari nella seduta del 27 marzo 1918, in AUSSME. fondo E-2 cit. , b. 8 l, fase. "consiglio interalleato supremo di guerra".


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U T,~I.IA

EI L COORDINA MENTO MILIT1\ Rlò " INT/iNAUJi,\TO" N EI LA

PRIMA GUERl~A MO!':DIAl.r:

bilità di stabilire in anticipo la consistenza dei rinforzi alleati da inviare, si segnalava, al contrario, la possibilità di potenziare il movimento di truppe per ferrovia con l'ausilio del competente Consiglio dei trasporti. Con lettera collettiva, sempre del 27 marzo, i rappresentati militari investivano ufficialmente il Consiglio della questione, dandogli delle precise direttive: studiare il potenziamento del trasporto fe1rnviario di truppe dalla Francia all'Italia, linea Modane-Ventimiglia, che allora (marzo 1918) era insufficiente343 . Durante la ritirata di Caporetto dell'ottobre 1917, secondo la lettera collettiva, si era riusciti a raggiungere il ritmo di 42 treni al giorno. Nella primavera del I 918, invece, non si riusciva a superare il ritmo di 16-20 treni giornalieri, in quanto si sovrapponevano i trasporti di carbone _per l'industria italiana e quelli di vettovaglie e materiali per le divisioni franco-inglesi sul Piave e per la base alleata nel porto di Taranto, scalo dell' Armée d'Orient. Alla fine della lettera, i rappresentanti militari richiamavano l'attenzione del Consiglio dei trasporti su quattro punti principali: utilizzazione delle vie ordinarie (Aosta, Pinerolo, San Dalmazzo, Savona) in alternativa alla linea ferroviaria Modane-Ventimiglia, il trasporto di carbone, gli approvvigionamenti delle basi alleate in Italia e i treni per Taranto, per i quali si chiedeva di stud iare la possibilità di un'eventuale sospensione nel periodo di crisi. In una apposita nota, il generale Diaz, tramite i] nostro rappresentante militare permanente (il generale Giardino), palesava il punto di vista del Comando Supremo italiano sull'intera questione344. Il generalissimo informava che, in caso di un attacco nemico ritenuto insostenibile, avrebbe chiesto l'ausilio di un'intera annata alleata formata da quattro corpi d'armata, per un totale, approssimativamente, di 8 divisioni. Il trasporto di quell' armata alleata, secondo la nota , era il punto nodale di tutta la questione. In sostanza, anche per Diaz, il problema era di riuscire a mantenere nel periodo di crisi perlomeno il ritmo cli treni giornalieri raggiunto nell'ottobre 1917. La risposta del Consiglio interalleato dei trasporti non si fece lungamente attendere, il 10 aprile 1918, utilizzando una serie di dati e informazioni fornite dalla sezione italiana, inviava ai rappresentanti militari una re343 lvi, Lettera collettiva dei rappresentanti militari permanenti al comitato interalleato dei trasporti", in data 27 marzo I 918. 344 l vi, promemo,ìa del rappresentante mi lita re italiano, intitolato "esposizione elci motivi", in data 27 marzo 1918, riguardante la risposta cli Diaz alla nota collettiva n. 22.


c,wrnx.o V· IL C:ONSl(;l.10

SlJPRFMO DI GU ERRA E I R,\l'l'l(ESENTANTI MILITARI PERMANEKTI

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!azione di sette pagine345 . Il documento iniziava con un puntuale esame dei tre modi in cui poteva essere realizzato il movimento di truppe dalla Francia all ' Italia: l 0 ) interamente per ferrovia, 2°) per ferrovia e via ordinaria attraverso le Alpi, 3°) per ferrovia a Marsiglia o altri porti della Francia meridionale, poi, per mare ai porti italiani del Tirreno settentrionale. Per il primo, il Consiglio dei trasporti constatava che il ritmo massimo giornaliero non poteva supera i 45 treni al giorno (2 I per la linea di Modane, 24 per la linea di Ventimiglia), ma dovevano essere assolutamente sospesi gli altri convogli di carbone e approvvigionamenti. La durata della sospensione, data l'importanza di quei trasporti per l'industria italiana e secondariamente per le truppe alleate sul Piave e in Macedonia, non doveva superare i 4-5 giorni, previa una preventiva costituzione di adeguate scorte, in particolare di carbone. Riguardo al secondo modo, il movimento si doveva sviluppare sulle ferrovie francesi fino alla frontiera italiana o poco oltre e per via ordinaria su strade camionabili, alcune delle quali intransitabili d'inverno, per il successivo scarico-carico in stazioni delle linee italiane. Con questo sistema non si riusciva a superare il ritmo di 12-16 treni al giorno e anche in questo caso era necessario sospendere tutti gli altri trasporti e organizzare un servizio di carico-scarico attraverso un' adeguata rete di basi miste italo-francesi. Riguarda infine al terzo modo il limite era rappresentato dai pochi mezzi offerti dalle ferrovie italiane per sgomberare i porti di Savona, Genova e La Spezia, in modo tale che, complessivamente, in questo non si poteva, addirittura superare il limite cli 12 treni al giorno. Una soluzione che, secondo il ConsigJio, avrebbe permesso di alleviare le vie interamente ferroviarie era quello cli dirottare parte del traffico dalla Francia all ' Italia attraverso la Svizzera, in particolare i treni carichi di carbone. A questo proposito, nella parte finale della relazione, il Consiglio presentava una serie di dati relativi alle possibilità di trasporto di carbone indicando il tonnellaggio complessivo giornaliero relativo al trasportato interamente per mare (5000 tonneJlate), per ferrovia e per mare dai porti delle foci ciel Rodano (6000 tonnellate), interamente per ferrovia (9000 tonnellate). Anche questa volta, vista la grande difficoltà in cui versava la flotta mercantile alleata, il suggerimento del Consiglio dei trasporti, come nel

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lvi, rispos ta del Consiglio interalleato dei trasporli in data I O aprile 1.918.


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caso del trasferimento delle truppe, era quello di utilizzare la rete ferroviaria, che, nonostante tutto, era allora il sistema che garantiva la massima celerità dei movimenti tra Francia e Italia. La sezione italiana, in una memoria esplicativa annessa del 15 apri le 1918 346 , concordava senza riserve con quanto esposto nella relazione del Consiglio dei trasporti del 10 aprile e condivideva la scelta del trasporto dell ' eventuale contingente alleato su ferrovia, con la sospensione di tutti gli altri treni di rifornimenti e carbone per il periodo di cris i, quale unico sistema capace di garantire la celerità necessaria all'urgenza del caso. Il problema principale, per la sezione italiana, rimaneva la sospensione dei convogli ferroviari di carbone che, per garantire i bisogni fondamentali del!' industria italiana, poteva essere risolto solo con la costituzione preventiva in Italia di una riserva di 150.000 tonnellate di quel combustibile. Del resto la carenza di carbone assillava fin dall'inizio del conflitto l'industria italiana, costringendo, nel 1917-1.918, il ministro per gli approvvigionamenti e consumi alimentari Silvio Crespi a conti nue trattative con i governi alleati, in particolare quello britannico, al fine di aumentare il quantitativo del le forni ture 347 . Il 18 aprile 1918, si riunivano nuovamente i rappresentanti militari permanenti e, con nota collettiva n. 22, approvavano interamente il rapporto del 27 marzo e la nota esplicativa annessa del 15 aprile presentati dal Consiglio interalleato dei trasporti 348 . La nota collettiva recepiva interamente il programma di utilizzare esclusivamente la rete ferroviaria (linee Modane-Ventimiglia) per il trasporto delle truppe alleate dalla Francia all'Italia, sospendendo contemporaneamente tutti gli altri convogli. Riguardo a quest'ultimo problema anche i rappresentati militari segnalavano l'assoluta necessità di costituire preventivamente scorte di approvvigionamenti per le unità al leate in Italia e Macedonia e una riserva di 150.000 tonnellate di carbone per la nostra industria.

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lvi, memoria esplicativa annessa alla relazione de l Consiglio interalleato dei trasporli, presumibilmente a cura della sezione italiana dello stesso Consiglio interalleato dei trasporti, in data 15 aprile 1918. 347 S. CRESPI, Alla difesa d 'Italia in. guerra e a Versailles, Milano, Moncladori, l 937, in particolare le pp. 28, 47, 5 1, 54. 34 R Nota collettiva n. 22, deliberazione presa dai rappresentati militari pen11anenti al Consiglio supremo di guerra nella seduta del 18 aprile l 9 I 8, in A u SSME, fon do E-2 cit., b. 8 1, fase. "consiglio interalleato supremo cli guerra". Allora il rappresentate militare permanente era ancora il generale Giardino.


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Lo stesso giorno dell'approvazione della nota n. 22, i rappresentanti militari approvarono anche le note n. 23 e n.24 che riguardavano altre due proposte de] Consiglio dei trasporti, relative, rispettivamente all'immediato impiego del personale e locomotive belghe, lasciati inattivi e all'immediata importazione dall'America di materiale ferroviario al fine di evitare un ulteriore aggravio alle ferrovie francesi con il trasporto delle truppe americane349 . Terminata con un completo falli mento l'offensiva austriaca (la battaglia del Solstizio), il 5 luglio 1918 i rappresentanti militari permanenti si riunivano ancora una volta per deliberare sulla questioni dei provvedimenti d'urgenza necessari al potenziamento della linea ferroviaria di Modane, votando, alla fine della riunione, la nota collettiva n. 33 350 . In questa, facendo segui to alle precedenti note 19 e 22, i rappresentati militari, temendo, presumibilmente, una nuova offensiva della "Duplice Monarchia" sul Piave, o, forse, più verosimilmente, valutando la possibilità di un trasferimento di truppe dall'Italia alla Francia, sottolineavano l'assolu ta importanza strategica di quella linea ferroviaria. E, in considerazione delle capacità dimostrate dagli imperi centrali di trasferire facilmente le loro unità da un settore all'altro del fronte 35 1, ribadivano la massima urgenza di attuare tutti i provvedimenti proposti nelle precedenti riunioni dal Consiglio interalleato dei trasporti per migliorare la linea di Moclane e specificati ulteriormente

349 Nota collettiva n. 23, deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio supremo cli guerra, nella seduta del J.8 aprile 1918, avente per oggetto: utilizzazione delle risorse ferrovi e belghe; nota collettiva r1. 24, delibera_zione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio supremo cli guerra, nella seduta del 18 aprile 19 I 8, oggetto: trasporto di materiale rotabile dagli Stati Uniti, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 1O, fase. 2. 350 Ivi, nota collettiva n. 33, deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio supremo di guerra, nella sedur.a del 5 luglio I 9 I 8, oggetto: lavori e provvedimenti da attuarsi d' urgenza per aumentare la potenzialità della linea Moclanc in relazione alle esigenze strategiche. 35 1 Dopo la fine della seconda battaglia ciel Piave, l' imperatore Carlo cl' Asburgo, cedendo alle pressanti richieste tedesche, decise di inviare sul fronte occidentale il comando del XVIII corpo d'armata, due divisioni, quattro reggimenti d'artiglieria pesante campale e quattro batterie pesanti e un contingente di prigionieri russi come lavoratori; cfr. A BOLLATI, Riassunto della Relazione austriaca sulla guerra 19141918 (Oesterreich-Ungarns Letzer Krieg 1914-19/8), Roma, Stato Maggiore Regio Esercito - Ufficio Storico, 1946, pp. 500-507.


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LTrAUA E IL COORDINAMENTO Mli .lTAKE ··1N1EflALLEi\TO" NF.LLA PR l~ IA GUERRA MONDIA LE

nella memoria annessa alla nota352 . Infine, i rappresentanti militari cons igliavano di dare un carattere prettamente interalleato ai lavori di potenziamento ferroviario in modo che tutti gli alleati fossero obbligati a dare il loro concorso. Frattanto, a Parigi, la sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, coadiuvata dalla sezione italiana al Consiglio interalleato dei trasporti , si era attivata per cercare di risolvere la questione della riserva di carbone. Il 16 maggio 1918, il generale Nicolis di Robilant, nuovo rappresentante militare permanente italiano, telegrafava al presidente del consiglio Orlando, segnal ando l'urgenza di costituire, in riferimento alla nota collettiva n. 22, la predetta riserva che avrebbe premesso di aumentare le potenzialità -di trasporto di truppe in Italia353. Orlando rispondeva il 22 maggi o comunicando l' assoluta impossibilità materiale per il governo di costituire da solo la scorta di carbone predetta. Secondo il presidente del consiglio, viste le gravi deficienze nazionali, l'unica possibilità rimaneva quella di rivolgersi al governo britannico al fine di ottenere una fornit ura di carbone straordinaria354. Il 31 maggio il generale di Robilant incaricava il colonnello Levi, in quanto rappresentante italiano a] Cons iglio interalleato dei trasporti, di trattare la questione355 . L'ufficiale italiano partiva per la capi tale inglese, dove, coordinandosi con il colonnello Mola, capo della missione militare italiana a Lonclra356 , portava felicemente a termine con il governo britannico le trattative per la fornitura di carbone. Il 13 giugno 1918, infatti, il colonnello Levi firmava con il ministro della guerra inglese Lord Milner un apposita convenzione in cui il governo di sua maestà metteva "( ...) a disposizione dell'Italia 150.000 tonnellate di carbone di buona qualità preso dallo stock di ri -

352 "Memoria esplicativa allegata al rapporto del Consiglio interalleato dei trasporti" unita alla nota coJJettiva n. 33, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 2. 353 Telegramma n. 1092, in data 16 maggio 1918, ciel generale di Robilant alla presidenza del consiglio dei ministri, in AussME, fondo E-2 cit., b. 81, fase . "consiglio interalleato supremo cli guerra". 354 lvi, Telegramma n. 754 G, in data 22 maggio 19 I 8, dal presidente del consiglio Orlando al generale di Robilant. 355 lvi, lellera n. 1460 di protocollo, in data 3 1 maggio 19 I 8, del generale cli Robi lant al colonnello Levi. 356 Dalla missione militare italiana a Londra d ipendeva il delegato italiano al Consiglio interalleato degli acquisti di guerra e delle finanze. Si veda sopra, pp. 36-39.


CAPITOLO V · IL CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA E I RAPPRESENJ"-NTI MIUTARI PERMANENTI

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serva delle ferrovie esistenti in questo paese, durante un periodo cli sei settimane al partire dal 20 corrente circa [20 giugno 1918]" 357 . Secondo la convenzione, il carbone, imbarcato su bastimenti prelevati dalla flotta mercantile inglese desti nata al trasporto cli frumento, doveva essere spedito, interamente, via mare ai porti italiani di Genova, Savona, La Spezia e Livorno. Il tonnellaggio concesso era un'ulteriore fornitura che si aggiungeva ali' altra già stabilite tra i due paesi. Il governo italiano, inoltre, si impegnava a impiegare quella riserva strategica di carbone solo ed esclusivamente nel caso di un'importante offen siva nemica sul fronte italiano o a movimenti cli grossi contingenti di truppe tra Francia e Italia. La conclusione della convenzione rappresentava sicuramente un merito del capo della sezione italiana del Consiglio dei trasporti 358 e una positiva conseguenza del coordinamento interalleato che, per lo meno dal punto di vista logistico, conùnciava a dare i suoi frutti benefici anche per l'Italia. Tale coordinamento, però, doveva trovare il suo collante nella consapevolezza possedu ta da tutti i rappresentanti del1' Intesa clell' assoluta priorità assegnata agli obbiettivi strategici generali derivati da quell'alleanza militare nel suo complesso, anche rispetto alle necessità interne delle singole potenze che la componevano. Di questo il generale Di Robilant era pienamente consapevole, fino al punto di difendere, con determinazione, quelle priorità di fronte alle supreme autorità politiche nazional i. Il 7 agosto 1918, il nostro rappresentante militare permanente inviava al capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale Diaz, una lettera confidenziale in cui manifestava tutta la sua preoccupazione cli fro nte alle difficoltà britanniche nel garantire le forniture già concordate di carbone359 . Egli temeva le probabili 3Sì "Accordi per la provvista di una riserva strategica di 150.000 tonnellate di carbone in Itali a", in data 13 giugno 1918, allegata alla lettera n. 2039 in data 17 giugno, del Consiglio supremo di guerra - sezione italiana, in AuSSME, fondo E-2 cit., b. 81, fase . "riserva strategica di carbone". 358 Per la felice conclusione delle trattative, il capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale Diaz, con il telegramma n. 11759, in data 26 giugno 1918, elogiava cli persona il capo della sezione italiana del Consiglio interalleato dei trasporti, che veniva promosso generale di brigata. Cfr. AussME, fondo E -2 cit., b. 81 , fase. "riserva strategica cli carbone". 359 Lettera confidenziale del rappresentante militare permanente al capo di Stato Maggiore dell'Esercito, in data 7 agosto 1918, in AussME, fondo E -2 cit., b. 81, fase. "riserva strategica di carbone".


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ripercussioni negative per l'intangibilità della riserva strategica di carbone in Italia (150.000 tonnellate), concordata tramite la convenzione italo-inglese del 13 giugno. Il governo britannico, secondo il nostro rappresentante militare a Versailles, mentre riusciva a provvedere alla concessione delle 150.000 tonnellate, non manteneva il flusso ordinario di combustibile carbonifero necessario all'industria e alle ferrovie italiane. Il ministro dei trasporti, quindi, di fronte a quella diffic il issima situazione, aveva manifestato l'intenzione di intaccare la riserva medes ima e aveva desistito fino allora solo grazie ali' intervento del presidente del consiglio Orlando, sollecitato direttamente dallo stesso cli Robilant. L'alto ufficiale era convinto che il pericolo della violazione della riserva non era scongiurato anzi, secondo lui , anche Orlando cominciava a manifestare dei cedimenti in tal senso, mentre il governo inglese, tramite il proprio rappresentante presso il Consiglio interalleato dei trasporti, vigi lava che l' integrità della riserva fosse rispettata dal governo italiano. Concludeva la sua missiva, sollecitando degli accordi tra il capo cli Stato Maggiore e il presidente ciel consiglio affinché qualsiasi prelievo sulla riserva fosse autorizzato dal Comando Supremo e concordato, per ordine del governo italiano, con le autorità britanniche. L'8 settembre 1918, ìl generale Diaz, dopo aver approvato la proposto dal generale di Robilant360, incaricava l 'lntendenza generale dell'Esercito di vigilare361 . Il 9, scriveva al presidente del consiglio, pregandolo di emanare per i ministeri della armi e munizioni e dei trasporti le necessarie disposizioni· capaci di assicurare l'i ntangibilità della riserva stessa. Chiedeva, inoltre, che qualsiasi disposizione contraria, per quanto eccezionale, fosse concordata con il Comando Supre1110362. Il 12 rispondeva l' intendente genera]e dell'Eserci to, generale Zaccone, comunicando a Diaz di aver ordinato alla diptndente Direzione trasporti di effettuare, tramite le commissione militari cli linea,

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l vi, la lettera citata del rappresentante militare, in data 7 agosto 1918, Diaz scriveva cli suo pugno: "(.. .) Giuste considerazioni. Vedere quanto si deve fare per garantire l'integrità dello stock che non deve essere assolutamente intaccato, dando rigorose responsabilità. Attenersi alle proposte cli S.E. Di Robilante comunicargli quanto si è disposto, ringraziando(...)" . 36 1 lvi, letlera n. 13279 G.M., in da ta 8 settembre 1918, ciel capo cli Stato Maggiore clell'Esercito, all 'intendente generale. 362 Ivi, lettera n. I 3279 G.M., in data 9 settembre 1918, ciel capo cli Stato Maggiore dell ' Esercito, al presidente ciel consiglio dei ministri.


CAPITOLO V . IL CONSIG LIO SUPREMO DI ( iliERRA E I RAPl'RESENT1\ NT I M ILITARI PERMANENTI

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visite cli controllo ogni 15 giorni363 . Orlando rispondeva, invece, il 14, informando di aver già provveduto alle disposizioni atte a garantire l'integrità della riserva strategica di carbone. Assicurava, inoltre, che nel caso del tutto eccezionale si dovesse attingervi, avrebbe sicuramente interpellato lo stesso Comando Supremo364 . Alla fine della guerra, l'intangibilità della riserva strategica di carbone veniva ribadita dagli stessi rappresentati militari nelle note co11ettive n. 39 e n. 40 rispettivamente del 28 ottobre e del 12 novembre 1918365 .

e) Il Comitato interalleato per i "tanks " Con la nota collettiva n. 9366 i rappresentati militari permanenti proponevano la costituzione del "Com.irato interalleato dei "tanks" ", che, come gli altri comitati istituiti nella 10" seduta (8 gennaio 1918), aveva compiti di studio e coordi namento tecnico nel settore specifico dei carri armati 367 . Secondo la stessa nota collettiva, il comitato doveva studiare tre questioni ritenute allora più urgenti: i bisogni minimi delle singole forze nazionali di carri su ogni fronte, la creazione di una riserva interalleata e il suo impiego, le possibili misure contro eventuali formazioni corazzate nemiche. L' impiego di carri armati sul fronte occidentale fin dal settembre 1916 da parte britannica (battaglia della Somme) 368 e successivamente da parte francese e germanica non pote-

363 lvi lettera di risposta 11. 35656, in data 12 settembre 1918, dell' intendente generale al capo di Stato Maggiore cieli ' Esercito. 364 lvi lettera di risposta 2780, in data 14 settembre 1918, del presidençe del consiglio dei ministri al capo di Stato Maggiore dell'Eserc ito. 365 Nota collettiva n, 39, in data 28 ottobre 1918, oggetto: sospensione dei rifornimenti cli carbone all 'Italia; nota collett.iva n. 40, in data 12 novembre 1918, ogg.: aumento rifornimenti di carbone all'Italia, in A USSME, fondo E-8 ciL, b. 10, fase . 2. 366 Nota collettiva n. 9: deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti nella seduta ciel 8 gennaio 19 I8 circa i "tanks", in AussME, fondo E-8 cit., b. lO, fase. 2. 367 Nella terminologia militare italiana della prima guerra mo ndiale i carri armati venivano denominato con i termini in uso presso l'esercito inglese: "tanks", o presso q uello francese: "carri d'assalto" traduzione della parola francese "char d 'assaut" , 368 B.H. LtDDELL HART, La prima guerra mondiale cit , pp. 324-337. si eleva anche dello stesso autore, L'arte della guerra nel XX secolo, Milano, Mondatori, 1971, pp, 53-58.


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va essere ignorato dai vertici politico-militari italiani che, nonostante le perplessità suJI 'impiego di quel mezzo sul nostro fronte, già dall'inizio del 1917 inviarono il capitato Alfredo Benicelli in missione in Francia per studiare i "tanks" e il loro impiego369 . 11 9 marzo 1918, tuttavia, il generale Giardino, nostro rappresentane militare permanente a Versailles, con un'apposita lettera, comunicava al Comando Supremo che, in conseguenza dell'inesistenza di carri armati sul nostro fronte, aveva ritenuto di assegnare al Comitato dei " tanks" un solo ufficiale della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, il quale, presumibilmente, non doveva essere particolarmente esperto, in quanto, nella stessa lettera, Giardino prospettava la possibilità che gli fosse segnalato, anche per l'avvenire un "ufficiale specializzato"370 . Il Comitato interalleato dei "tanks" si riunì (1 a sessione) per la prima volta a Versailles il 6-7 maggio 1918 37 1. La sessione era presieduta dal delegato francese il generale Estienne372 , mentre la Gran Bretagna 369 Sull'atteggiamento complessivo dei vertici dell'Esercito italiano nel 191519 l 8 verso il carro armato, sui primi progetti e programmi cli costruzione su scala industriale, sul suo impiego e la formazione degli equipaggi e sulla figura del Benicelli padre dei mezzi corazzati in Italia, cfr. N. P IGNATO-F. CAPPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento nell'esercito italiano, Roma, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, 2002, voi. I Dalle origini al 1939, pp. 17-33; L. C EVA-A. CURAMJ, La m.eccaniz.zazione dell'Esercito italiano dalle origini al 1943... cit., pp. 56-68. 370 Lellera n. 44 1 di prol. de l Consiglio supremo di guerra al Comando supremo, in data 9 marzo 19 I 8, in AussM E, fondo E-2 cit., b. 8 1, fase. "consiglio interalleato supremo d i guerra" . 37 1 Procés verbal des décisions prises par le comité interallié des chars cl'assaut au cours de la lè session tenuè à Versailles les 6-7 mai 19.l.8, in Aussrv!E, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3. 372 TI generale Jean Batiste Etienne è considerato dai francesi il padre nazionale dei carri armati. "resta e resterà il padre di quest'arma", scriveva nel 1937 l' accademico di Francia Claude Farrère nella prefazione ai due volumi del tenente colonnel lo J. Perrè su Ba1taills et combat des clwrs français. Nel 1914 Estienne, allora colonnello, comandante dell'artiglieria della 6" Divisione di fanteria, si era fallo promotore cli un progett.o relativo all'impiego cli un trattore opportunamente armato e corazzato, capace di muoversi nel campo cli battaglia. Tale progetto venne considerato valido dallo stesso maresciallo .Toffre, così che il colonnello Estienne riuscì ad ottenere l'autorizzazione a far progettare e successivamente ordinare 400 carri armati, poi conosciuti come il modello Schneider. Quando la prima unità carri fu pronta il colonnello Estienne fu promosso generale di brigata e divenne comandante in quanto ufficiale d 'arliglieria. Allora, infatti, i carri armati erano considerati una specialità dell'arma d'artiglieria: "L'Artillerie d'assaut". TI generale Estienne, in seguito, sostenne


CAPITOLO V . IL CONSIGI IO SlJPRF.MO 01 (;\JERR"- E I RAf'l'RESENTANT I M I LITA R( PERM ANENTI

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era rappresentata dal maggiore generale Capper, gli Stati Uniti d' America dal colonnello Rockenback e l'Italia dal tenente colonnello Gargiulo373. Partecipavano alla sessione anche altri otto ufficiali dei paesi dell'Intesa, quattro a semplice titolo consultivo e quattro che componevano il segretariato ciel comitato stesso. Alla fine della sessione furono approvate sei risoluzioni. Nella prima risoluzione i delegati alleati raccomandarono una maggiore produzione di carri armati e, a tal fine, suggerirono un piano generale di produzione industriale di tre diversi tipi di carro armato (pesante, leggero, d'accompagnamento374) in cui i singoli paesi alleati avrebbero dovuto fornire ciascuno un numero determinato di mezzi375 . La risoluzione terminava con la raccomandazione di organizzare appositi servizi di trasporto e rifornimento per le unità corazzate e di scegliere della stessa nazionalità delle fanterie, gli equipaggi dei carri d'accompagnamento. La seconda risoluzione era in sostanza la sintesi della prima, infatti, ribadiva genericamente, senza indicare cifre, che alla Gran Bretagna e agli U.S.A. spettava la produ-

anche la costruzione di un modello cli carro leggero da cui nacque, poi , il famoso Renault F.T. riprodotto in tutto il mondo anche in Italia (Fiat 3000). L' ufficiale francese fu anche un teorico della dottrina cli imp iego dei mezzi corazzati, sostenendo la costituzione cli grandi unità corazzate, equipaggiate con carri armati, truppe meccanizzate e cannoni semoventi, capaci cli agire autonomamente dal punto di vista tattico. li generale Estienne morì il 2 aprile 1936 e la sua eredità teorico-dottJinale ru ri presa da De Gaulle. 373 TI Tenente colonnello d ' artiglieria Domenico Gargiulo, nato il 30 giugno 1877, era capo artiglieria della sezione italiana del Consiglio Supremo cli guerra; dr. elenco nominativo degli ufficiali appartenenti alla sezione italiana del consigli.o supremo di guerra, in data 27 maggio 1918, in A usSME, fondo E- 1 l, Missioni rnilitari varie cit., b. 41, fase. 4 . 374 Si intende i uuTi leggeri d'accompagnamento delle fanterie. · 375 Riguardo ai "carri pesanti", la Francia doveva produrre 800 mezzi, l' Inghilterra, I 000 e gli Stati Uniti, 2000; riguardo ai "carri medi" la Francia e Stati U ni ti non dovevano produrre alcun mezzo, Inghilterra, invece, 820; riguardo, infine, ai "carri d'accompagnamento" la Francia avrebbe dovuto produrre 3000 mezzi, l'Inghilte rra I 500 e gli Stati uniti 4000. Indicavano, ripartito per contingenti nazionali, anche il personale necessario alla formazione degli equipagg i: la Francia avrebbe fornito 30.000 uomini, la Gran B retagna 45 .000 e gli Stati uniti 50.000 con la riserva che in caso di difficoltà franco-inglese, gli americani avrebbero fornito il personale mancante; cfr. Procés verbal des décisions prises par le comité interallié des chars d'assaut au cours de la !è session tenué à Versailles !es 6-7 mai 1918 cit., pp. 15-16, in A USSME, fondo E-8 cit. , b. 12, fase. 3.


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zione di carri pesanti, alla sola Gran Bretagna i carri medi e alla Francia e agli U.S.A. i carri leggeri. La terza risoluzione consisteva in una raccomandazione al Consig]io Supremo di guerra di potenziare i trasporti marittimi dei pezzi prodotti da]le fabbriche americane destinati all'assemblaggio dei carri in Europa. La quarta riguardava l'impiego delle unità corazzate le qual i, addestrate preventivamente con i reparti di fanteria con cui avrebbero dovuto condurre 1' attacco, dovevano dipendere direttamente dal "Gran Quartier generale"376 per l'assegnazione alle diverse grandi unità (armate, corpi d'annata o divisione). La quinta risoluzione proponeva, anche in questo caso dopo una preventiva attività addestrativa in comune, che la riserva generale di carri pesanti a disposizione di ogni singolo esercito alleato potesse essere assegnata alla fanteria di un altro esercito incaricato di una determinata offensiva. La sesta risoluzione riguardava la costituzione di un scuola interalleata ("centre d'instruction interallié") nel quale ufficiali di stato maggiore, ufficiali destinati al comando degli equipaggi carri e altri delle varie anni potessero apprendere la nuova dottrina d'impiego del mezzo corazzato. Raccomandava inoltre l'apertura a tutti gli ufficiali alleati deJle scuole nazionali già esistenti presso le armate anglo-francesi sul fronte occidentale. I delegati del Comitato, dopo l'approvazione di quelle risoluzioni, continuarono la discussione sull 'impiego tattico dei carri armati (offensivo, difensivo e controffensivo)377 , sull'utilizzazione di lanciafiamme montati su mezzi corazzati e sull ' impiego strategico dei carri nel 1919, ma, nonostante un sostanziale accordo generale, non furono votate risoluzioni definitive. Il 30 maggio, con la

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Inteso qui, presumibilmente, come l'alto comando di un singolo esercito alleato sul fronte occidentale, cioè come alto comando dell'esercito francese mobilitato o l'alto comando del corpo cli spedizione britannico in Francia e così via. 377 Allegato al verbale citato della l" sessione ciel Comitato interalleato dei "tanks" è compreso uno studio del generale Estienne sull'impiego cli carri nell'organizzazione cli un grosso contingente moto-corazzato. ("Annexe A, résolutions proposées par le géneral comandant l' ArtiHerie d' assaul française, commissaire française" al " procès verbal des decisions prises par le comilé interallié cles chars cl'assaut au cours de la lè session tenue a Versailles les 6-7 mai I 918" cit. , in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3) . In sostanza il generale francese proponeva cli condurre un attacco a fondo per sfondare lo schieramento difensivo nemico con una massa di carri pesanti seguita immediatamente eia un'altra massa di fanterie, carri leggeri , artiglieria ippotrainata o autocarrata per assicurare un avanzata progressiva.


CA PITOLO V - IL CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA E I RAPPRESENTANTI M II.IT,\RI l'ERMANEKT I

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nota collettiva n. 30, i rappresentanti militad permanenti approvavano, di fatto, tutte le deliberazioni raggiunte dal Comitato dei "tanks" nella sua prima riunione378 . Precedentemente, il 19 maggio 1918, con apposita lettera, il generale di Robilant informava il Comando Supremo delle deliberazioni raggiunte dal Comitato interalleato dei "tanks" nel la sua riunione del 7-8 maggio e, al contempo, al fine di prepararsi alla prossima riunione del comitato stesso, chiedeva chiarimenti sugli studi in corso, in Italia, relativi ai mezzi corazzati e alle misure controcarro, al personale da destinare al servizio dei "tanks" e all'adozione di un unico modello di carro pesante per la formazione di una riserva interalleata a disposizione delle unità cli qualsiasi nazionalità379 . Nella lettera, inoltre, il nostro rappresentante militare chiedeva informazioni sulla richiesta di venticinque "tanks" fatta agli alleati dal Comando Supremo, informando al contempo che lui stesso 380 aveva elevato quella richiesta a cinquanta esemplari, pur ritenendo che difficilmente sarebbe stata accolta dai franco-inglesi. Già il 16 maggio 1918, comunque, il ministro della guerra, generale Zuppelli aveva scritto al rappresentante militare italiano, generale di Robilant, raccomandando la missione del maggiore Benicelli381 . Quest'ufficiale, infatti, aveva ri-

378 Nota collettiva n. 30, deliberazione presa dai rappresentanti militari pennanenti al Consiglio supremo di guerra nella seduta del 30 maggio 1918 in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3. 379 Lettera n. I 158 cli prot., in data I 9 maggio 1918, del rappresentante militare permanente al Comando Supremo, in A USSME, fondo E-2 cit., b. 81 , fase. "consiglio interalleato supremo di guerra". La lettera è stata pubblicata in L. CEVA-A. CURAMI, La meccanizzazione dell'Esercito italiano dalle origini al 1943, Roma, Stato Maggiore Esercito Ufficio Storico, 1994, Voi. Il, documento 10, pp. 67-69; si veda anche N. PrGNATO-F. CAPPELLANO, Gli autoveicoli da comba1time11.to 11.ell'esercito iwliano ... cit., voi. T, p. 23. 380 Nel la lettera dice, testualmente, che"( ... ) nella seduta dei rappresentanti militari permanenti sono state chieste n. 50 tanks". Non è chiaro però a quale seduta si riferisse. Fra l'altro la prima parte del documento è molto imprecisa, la sintesi delle deliberazion i del comitato "tanks" è piena di inesattezze e tralascia molti punti che invece furono sviluppati nella riunione ciel 6-7 maggio 1918 e che risultano dal verbale in francese di quest'ultima, cfr. al "procès verbal cles clécisions prises par le comité interallié des chars cl'assauL au cours de la lè session tenuè a Versailles !es 6-7 rnai 1918" cit., in AuSSM E, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 381 Lettera n. 9442, in data 16 maggio 1918, del ministro della guerra Zuppelli al generale cli Robilanl, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3. si veda anche N. PrGNATO-F. C APPELLA NO, Gli autoveicoli da comballùnento nell"esercito italiano ... cit., voi. l, p. 22.


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1.: r rAL.I A I'; IL COORDINAMEKTO M li .lTARE "INTF.I/MJ.l:t\7YJ" NEI.LA PR IMA Gl JERRA MON DI ALE

cevuto l'incarico cli trattare con il Governo francese la cessione di un certo numero cli carri d'assalto leggeri Renault per un loro possibile impiego sul Piave o nelle colonie. li 1° giugno lo stesso maggiore Benicelli, giunto a VersaiJJes, presentava un apposito promemoria all'attenzione del generale di Robilant, nel quale, rammentando le necessità di ottenere, al più presto, un certo numero di carri Renault, che, secondo le direttive verbali avute dal sottocapo di Stato Maggiore dell' Esercito, generale Badoglio, non doveva essere inferiore a cinquanta esemplari, prospettava la possibilità di rivolgersi al Comitato interalleato dei "tanks" o, in alternativa, direttamente alla ditta Renau1t382 . Di Robilant dava la sua approvazione383 , ma nonostante l' impegno profuso dalla stessa sezione italiana ciel Consiglio supremo cli guerra, dei cinquanta richiesti ne giunsero in Italia solo quattro, uti lizzati poi per addestramento384. Nella successiva seconda sessione del Comitato interalleato dei "tanks", infatti, fu presa la decisione di inviare entro un mese "5 "tanks" leggeri per scopi sperimentali", i rimanenti quarantacinque sarebbero stati consegnati appena le condizioni lo avrebbero permesso, ma, come abbiamo detto la consegna non avvenne mai 385 . La seconda sessione del Comitato interalleato dei "tanks" fu tenuta, sempre a Versaill es, il 5 gi ugno I 918. Presieduta dal rappresentate britannico maggiore generale Capper, ad essa parteciparono gli stessi delegati presenti alla precedente riunione, in più, alcuni ufficiali superiori, fra i quali per l'Italia il maggiore Benicelli386 . Alla fine della ses382 Promemoria del maggiore Benicell i, in data 1° g iugno 1918, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3. 383 /vi, nel promemoria del maggiore Benicelli, in data 1° giugno 1918 in calce vi è l' appunto con l'approvazione di Robi lant. 384 Cfr. N. PIGNATO-F. CAPPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento nell'Esercito italiano ... cit., voL l, p. 24; L. CEVA-A. CURAMI, La meccanizzazione dell 'Esercito italiano ... cit. YoL 1, p. 68. 385 Lettera 11. l 623, in data 6 giugno 1918, della sezione italiana ciel Consiglio supremo di guerra alla Missione militare italiana, in Auss1v1E, fondo E-8 cit. , b. 12, fase . 3 "per le ulteriori pratiche cli competenza di cotesta sezione s' informa che, in seguito a richiesta ciel Comando Supremo e del ministero della guerra, il Comitato interalleato dei "tanks" nella seduta cli ieri ha deliberato di cedere al Governo italiano una Sezione di "tanks" Renault composta cli cinque vetture eia consegnarsi entro un mese". Dei cinque, come abbiamo eletto ne giunsero quatu·o. Del "tank" mancante non abbiamo rintracciato riscontri documentari, in AussME, fondo E-8 cit. , b. 12, fase. 3. 386 La G ran Bretagna era rappresentata oltre che dal maggiore generale Capper, anche dall'ammiraglio Moore, la Francia, oltre che dal generale Estienne, anche dal comandante cli marina De Tarle, gli Stati Unir.i cl' America e l'Italia sempre, rispetti-


C/\ PJTOLO V ¡ Il CONSJ( ;uo SUPREMO DI GUERRA 1: I RAPPRESENTANTI MILITAR I PERMANENTI

I S7

sione furono raggiunte otto risoluzioni387 . Nella prima fu confermato il programma di costruzioni di carri armati per la primavera del 1919 (3800 carri pesanti, 820 carri medi, 8500 carri leggeri) giĂ approvato nella 1a sessione del Com itato stesso. Nella seconda fu dato l'incarico ai rappresentante britannico e americano di preparare una stima esatta del fabbisogno mensile di naviglio per il trasporto dall'America alla Francia dei materiali necessari al piano d i costruzioni del 1919. Nella terza fu stabilito, in Jinea di massima, il programma di costruzioni dei vagoni ferroviari capaci di trasportare i carri armati pesanti, mentre nella quarta si raccomandava genericamente la pred isposizione di speciali autocarri per il trasporto di carri armati leggeri su strada. la quinta riguardava le provviste di ricambi per lotti di 50 carri, Ja sesta, invece, il possibile montaggio sperimentale della mitragliatrice francese Hotckiss sul carro pesante modello inglese Mark V. Le ultime due risoluzioni, relative, rispettivamente, alla distribuzione dei tre tipi di carri (pesanti , medi e leggeri) ai diversi eserci ti alleati e all'organizzazione cli una "Scuola interalleata d'artiglieria d'assalto" (scuola di carrismo) riguardavano direttamente e indirettamente l' ltal ia. Nella settima, infatti, si concedevano i famosi 5 carri leggeri Renau.lt al nostro esercito, mentre nell'ottava, fissata la sua sede (a sud di Fontainebleau) e scelto il probabile futuro direttore (generale Estienne) veniva stab il ito che la scuola di carrismo sarebbe stata pronta dal settembre 1918 e avrebbe addestrato personale di tutti gli eserciti alleati utilizzando tutti i modelli di "tanks" in dotazione all'Intesa. In quella sede si addestrarono, come vedremo in seguito, i primi carristi italiani. Con la costituzione de] comando unico interalleato, nella primavera del 1918, assunsero una particolare importanza le direttive emanate del generalissimo Foch relative all'impiego dei mezzi corazzati. Il 28 giugno, infatti, il rappresentante militare francese, generale Belin, co-

varnente, dal colonne llo Rockenback e dal tenente colonnello Gargiulo. Oltre ai delegati ufficiali vi erano altri quattro ufficial i superiori alleati, uno per nazione, come osservatori, tra i quali, per l'Italia, lo stesso maggiore Benicelli , e 5 che costitujvano la segreteria dello stesso Cornitato; cfr. SWC 239-secret "ProcĂŠs-verbaux of the second session of the Versailles inter-allied "tank" cornmitteee, hcld in the council charnber at thc Trianon palace, Versailles, on the 5 rh June, at 10 a.m.", in AUSSM E, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3. JS? lvi, "Riassunto delle conclu.sioni prese dal comitato interalleato dei "tanks" nella 2" seduta - 5 giugno 19 18".


158

I ' ITAU A

E IL COORDIKAMENTO MII.ITARi; ''INTI\IV\l.l.l' A1tr NELLA PRIMA GUl'l(R!\ ~·IONLJIALE

municava al rappresentante italiano, le disposizioni del comandante in capo delle armate alleate in materia388 che, il 3 luglio, il generale di Robilant si affrettava a comunicare, in una breve lettera, al Comando Supremo italiano. Nella lettera di Robilant riassumeva le direttive relative alla ripartizione delle unità di carri, all'opportunità di una riserva interalleata e all'unicità di dottrina tattica, dibattute in sede di comitato "tanks" e fissata, allora, dallo stesso Foch389 . Riguardo al primo punto, secondo il "generalissimo" alleato, le formazioni di carri pesanti erano destinate ad apri re la strada, seguite, subito dopo, dalle formazioni di carri leggeri e dalle fanterie, mentre l' impiego dei carri medi poteva essere assimilato a quello dei carri leggeri. Proponeva, inoltre, la costituzione cli una riserva interalleata formata, esclusivamente, da carri pesanti e la realizzazione di un 'unica dottrina di impiego dei carri armati che sarebbe stata compendiata in una apposita circolare redatta dal generale Estienne, comandante dell'artiglieria d'assalto francese. Tale dottrin a sarebbe poi stata insegnata nella "Scuola interalleata d'artiglieria d'assalto". Continuavano, frattanto, le sessioni del Comitato interalleato dei "tanks" che, l' 8 luglio 1918, si riunì per la terza volta. Parteciparono alla terza sessione gli stessi delegati presenti precedentemente, fra cui, anche questa volta, per l'Italia, il tenente colonnello Gargiulo e il maggiore Benicelli390 . Durante questa terza sessione furono discussi dodici argomenti principali su ognuno dei quali il comitato raggiunse risoluzioni definitive. La prima riguardava l'attuazione del programma cli produzione cli carri armati per la primavera del 191.9, stabilito nelle precedenti riunioni, sulla cui realizzazione i rappresentanti esprimevano

388

Ivi, lettera del 11. 751/csg, in data 28 giugno 19 18, del rappresentante militare francese al suo omologo italiano. 389 l vi, lettera n. 2276, in data 3 luglio 19 I 8 del la sezione italiana de l Consiglio supremo di guerra al Comando Supremo. 390 La Gran Bretagna era rappresentata dal maggiore generale Capper, dal tenente colonello Buzzarcl, la Francia, dal generale Estienne, dal tenente colonnello Auberlen, dal comandante di marina De Tarle e Labordere, gLi Stati Uniti dal colonnello Rockenback, dal colonnello Browning e dal tenente colon nello Pullen. Erano presenti anche 5 uffic.iali che costituivano la segreteria dello stesso comitato; cfr. SWC Ab. Versailles 8 July 18, secret "Draft of minuten of the third session of the inter-allied "tank" commi tee held at Versai llcs, 8th July 19 I 8, at I O a.m.", in AussME, fondo E-8 c:it., b. 12, fase. 3.


CAPITOLO V - IL CONSl(;uo SUPREMO DI GUER RA E I RAPPRESENTA NTI MILITARI PERMANENTI

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piena fiducia. La seconda, conseguenziale alla prima, riguardava l' approvazione di un eventuale piano di distribuzione generale tra le armate alleate di carri armati in corso di assemblamento, che tutti i delegati del comitato stesso giudicarono allora prematura. 11 terzo argomento discusso, che vide un aspro confronto tra il rappresentante francese e quello inglese, riguardava la richiesta del generalissimo Foch al governo britannico di ottenere per la Francia una fornitura di trecento carri pesanti entro il 15 settembre 1918. Questa ven iva decisamente respinta dal rappresentante britannico che spiegava come tutta la produzione dì "Mark V Star" , allora considerato il modello di carro pesante più evoluto, fosse stata destinata al riarmo dei battaglioni corazzati inglesi e americani. I delegati del comitato non fecero altro che prendere atto cli quel rifiuto. Le risoluzioni dalla quarta alla nona erano tutte relative al!' addestramento degli equipaggi e riguardavano direttamente anche l'Italia. Nell a quarta, relativa alle forniture di carri per addestramento, il governo italiano e il governo americano presentavano, tramite il comitato dei "tanks", una richiesta ufficiale al governo britannico di un certo numero di mezzi corazzati39 1. La richiesta italiana, esposta in un documento a parte, sempre, però, annesso al verbale, non era lim itata ai carri per l'addestramento392 . Nel documento, il delegato italiano informava come la recente battaglia di airesto sul Piave, aJlora eia poco tenninata, avesse dimostrato la necessità di impiegare "tanks" contro gli austriaci. L' esercito italiano, nella fase controffensiva, aveva utilizzato alcune autoblindo contro i numeros i nidi di mi tragliatrici, ma quelle si erano dimostrate inadatte a superare certi ostacoli del teneno. Ricordava inoltre il programma italiano di costruzione di mille cani leggeri per la primavera del 1919 e a tal proposito ch iedeva un particolare supporto al Comitato interalleato dei tanks affinché fosse concesso al governo italiano i progetti originali e il brevetto per la fabbricazione diretta del carro leggero Renault. Secondo il delegato italiano dalla collaborazione diretta con l' industria meccanica italiana sarebbe derivato un sicuro vantaggio per tutta la compagine alleata. Inoltre, per possibili operazioni sul Piave, richiedeva la forn itura straordinaria di quarantaquattro car39 1 La richiesta americana era di ventidue "Mark V Star". 392 "Annexure B to minutes of third session, inter-allied

tank committee: Pian

to be submitted to 1he inter-allied /ank comm.ittee at third meeting to be held at Versaille.1· 011.july R. 1918", il documento era firmato dal tenente colonnello Domenico

Gargiulo, in AuSSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3.


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i,' ITAI .lf\ r.1 1. COORDINAMENTO M ILITARE ··/NTF.RM.lEtT0 °' NELLA PRIMA Gl fERRA MONl)JALE

ri Renault (quelli già richiesti nella seconda sessione del comitato del 5 giugno 1918) e 20 carri leggeri britannici in modo da costituire alcune uriità. corazzate393 . La quinta risoluzione comprendeva le richieste, da parte degli altri eserciti alleati, di istruttori britannici per la formazione di equipaggi cli carri pesanti, voluti, allora, solo dagli americani. La sesta riguardava la programmazione delle visite ai centri cli addestramento inglesi di carri pesanti (il rappresentante italiano prospettò la possibilità di una visita in agosto di un gruppo di ufficiali di stato maggiore). La settima comprendeva la situazione generale delle scuole di carrismo e della formazione degli equipaggi nei singoli eserciti nazionali; in particolare l'Italia aveva inviato nove militari in Francia per addestrarsi alla guida dei carri leggeri Renault. L'ottava risoluzione era relati.va alla costituzione e al funzionamento della "Scuola interalleata cl' artiglieria d'assal to", la quale, secondo la relazione annessa del generale Estienne394, il 27 agosto avrebbe aperto i corsi nella sua nuova sede di Recloses, mentre la nona accennava ai centri di addestramento americani sorti in Inghilterra. Le ultime tre risol uzioni, riguardavano la costi tuzione di unità corazzate organiche nei singoli eserciti alleati (decima), i trasporti ferroviari di carri (und icesima) e l'assegnazione di motori americani "liberty" per carri armati pesanti (dodicesima). In parti colare, l'undicesima risoluzione era il frutto di una riunione congiunta con il Consiglio interaJleato dei trasporti i cui rappresentanti , nel pome-

393 Il 6 luglio 19 I 8 il generale Diaz, con un'apposita lettera, chiedeva direttamente al generale Foch la cessione cli venticinque carri leggeri Renault, nonché 20 tonnellate di yprite per possibili azioni offensive sul fronte italiano. A quella richiesta il generalissimo francese, non senza rinunciare a solleci.tare un'azione offensiva in Italia, non clava seguito, aclducenclo, nelle sue lettere cli risposta del 13 e ciel 17 l~iglio, a una serie cli impedimenti dovuti alla difficile situazione sul fronte occidentale; cfr. MINISTERO DELLA DIFESA - S ·i:~TO MAGGIORE ES ERCITO - UFFICIO STORICO (cli A. ROVICìHr), L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° Le conclusioni del conflitto, Roma 1988; Narrazione, pp. l 04- 105 e Documenti, clocumenli n. 32-35, pp. 184-1 88. 394 "Annexure A to minutes of third session, inter-alliecl tank commillee: Advance plan of 1he organization. qf' an in.ter-allied camp and center of in.formation tank, n. 7227, in data 7 luglio 19 18", il documento era firmalo dal generale Estienne, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3. Secondo questo documento il comando della scuola, al cui vertice fu posto il comandante dell'artiglieria d 'assalto francese, lo 1;tesso generale Estienne, era dipendente direttamente dal comandante in capo de lla armale alleate (Foch), ed era formata eia due ufficiali francesi, due britannici e due americani, mancavano gli italiani.


CAPITOI.O V . IL CONSIGLIO SUPREMO Dl GU ERRA E I RAPPRESEKTANTI MILrm 10 PERMAN ENTI

161

riggio dell'8 luglio, si erano uniti in seduta comune con i rappresentanti del comitato interalleato dei "tanks" già nel corso di svolgimento della loro terza sessione395 . Alla fine della riunione congiunta, i rappresentanti dei due comitati stabilirono che il Consiglio dei trasporti avrebbe studiato il sistema necessario al trasporto di 300 carri pesanti in sei giorni presso il settore del fronte in cui si sarebbe potuto svolgere I' offensiva nemica, tenendo conto delle possibili distanze dei carri al momento dell'attacco nemico. Poco dopo la terza sessione del Comitato dei "tanks" il generalissimo Foch, si preoccupò di stimolare e regolamentare l'afflusso di ufficiali alleati nella "Scuola interalleata d'artiglieria d'assalto" di Recloses, posta alle sue dirette dipendenze. Il 14 luglio 1918, con la circolare n. 2083, stabiliva che ad ogni futuro corso della scuola - della durata di quattro giorni, con lo scopo di far conoscere i vari tipi di carri e il loro impiego in cooperazione con le fanterie - fossero ammessi 10 ufficiali americani, IO inglesi, 10 francesi e 4 italiani, dei quali, su esplicita richiesta italiana, 2 provenivano dal nostro fronte e 2 dal II Corpo d'annata italiano in Francia396 . In seguito, nella tarda estate del 1918, alcuni di questi ufficiali usciti dalla Scuola interalleata cli Recloses, furono inviati a Verona dove, presso il reparto di marcia del I Parco trattrici, fu costituito il primo centro di addestramento del personale italiano destinato alla guida dei carri d'assalto. Fra l'altro nell'introduzione alla circolare n. 691. del Comando Supremo, in data l 9 settembre 19 I 8, relativa ali ' impiego tattico dei carri d'assalto, il generale Diaz parlava anche del ruolo di quegli ufficiali che venivano inviati alla scuola di Recloses i quali, finito il periodo di istruzione, dovevano poi fornire ai propri comandi di provenienza tutte le novità appr.yse sull ' argomento al fine di contribuire agli studi sull'impiego dei "tanks" sul nostro fronte 397 .

395 Ivi, SWC Ab. Versailles 8 .July 18, secret "Draft of minutes of thc thircl session of the inter-allied "tank" cornmille helcl at Versailles, 8th July 1918", cit., pp. 8-11. 396 N. PIGNATO-F. C APPELLANO, Gli au1oveicoli da combauùnento nell'eserci10 italiano ... cit., voi. I, pp. 28-29, e documento n. 24, p. 773. 397 Circolare riservatissi ma ciel Comando supremo - Ufficio segreteria - Sezione istruzioni, n. 691, in data 19 settembre 1918, "impiego tattico dei carri d'assalto" cfr. MINISTERO DELLA DI FESA - STATO MAGGIORE ESERCITO - U FFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cit., Documenli, documento n. 130, pp. 470-479.


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UTJ\LIA E ILCOOR[)JNAMENTO MILITA RE " IN TT://,\1,/E Mrr NELLA PRIMA GLll' RRA MONDIALE

Il 1O ottobre 1918, si riunì per la quarta ed ultima volta il comitato dei "tanks" (4" sessione)398 . Presieduta dal rappresentante francese, il generale Estienne, parteciparono alla quarta sessione quasi tutti gli stessi delegati presenti precedentemente, fatta eccezione per il rappresentante btitannico che questa volta era il colonnello Fuller399 . L'Italia era rappresentata oltre che dal tenente colonnello Gargiulo, anche dai tenenti Benedetti e Castelli. Durante la quarta sessione furono discussi cinque argomenti: la situazione delle forniture di motori e altri pezzi alle officine d:i Chateauroux400 eia parte ameticana e britannica che, secondo i delegati era decisamente nùgliorata (primo); il programma cli produzione dei carri per il 1919 (secondo); la protezione dei "tanks" contro le armi controcarro, individuata nei fumogeni e nell'aumento della mobilità del mezzo (terzo); il superamento dei corsi d ' acqua (quarto); e, quinto ed u]timo argomento, le previsioni del Consiglio interalleato dei trasporti sul numero dei vagoni fe1Toviari ritenuti necessari al trasporto di un certo numero cli carri armati da un settore del fronte all'altro, per determinate esigenze operative. Su quest'ultimo punto le posizioni dei due conùtati interalleati erano in netto contrasto, infatti,

"(.. .) Sulla base di essa [la circolare] e delle notizie che saranno loro direttamente forn ite dagli ufficiali che vengono successivamente inviati in Francia per seguire presso la scuola interalleata il corso s ull'impiego tattico dei carri d' assalto, i comandi potranno orientare i propri studi per prevedere al concreto impiego cli questa specialità da parte nostra, in azioni offens.ive e controffensive" . Si veda anche M . .MONTANARI , Politica e strategia in cento anni di guerra italiane, voi. 11 cit., Tomo II cit., p. 802. 398 "Procés - verbal de la 4• session clu Com.ité interallié cles chars cl'assaut, tenue a Versa.illes, le 10 octobre 1918 à IO h" in AussME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 2. 399 li generale John Frederick Charles Fuller (1878- I 966), nòto teorico e storico militare brita nnico, capo cli stato maggiore ciel "tanks corps" dal dicembre 19 16, fu il principale artefice della tattica corazzata applicata in Francia nella prima guerra mondiale. Direttore degli istruttori presso lo "staff college" dal I 922, nel 1926 venne nominato assistente del capo cli stato maggiore imperiale britannico. Generale nel 1930, fu posto a riposo nel 1933, divenendo corrispondente di guerra nel conflitto italo-etiopico e nella guerra civile spagnola. Fu, insieme a LiddeJJ Hart, il teorico della guerra lampo, che concepita in Inghilterra, ma ignorata dai vertici militari francesi e inglesi fu invece applicata dalla Germania nel 1939. 4oo Quelle olficine erano state già oggetto della nota collettiva n. 36 dei rappresentati militari permanenti, in data 27 agosto J 918, nella quale si auspicava l'inizio della produzione nelle stesse non piè, tardi del l O ottobre 1918, in AussME, fondo E 8 cit., b. 10, fase. 2.


CA PITO!

O V - Il. CONSIGLIO S UPR EMO 0 1 G UER RA E I RAPPRESENTA NTI Mli STARI

PliR \;lANfiNTl

163

mentre il Consiglio dei trasporti stimava il numero cli vagoni necessari intorno alle 1460 unità, il comitato dei " tanks" valutava la possibilità di impiegare almeno 2000 vagoni, considerando le previsioni dello stesso consiglio dei trasporti assolutamente insufficienti alle esigenze prospettate. D i tutti gli argomenti trattati nella riunione del 10 ottobre il secondo argomento aveva una particolare importanza per l'Italia. Il nostro delegato, presentava, infatti, in un documento a parte, annesso al verbale, la previsioni generale della fabbricazione di carri armati per il 1919, dimostrando lo sforzo che l' industria bellica italiana, sotto la direzione governativa, si accingeva a compiere401 . Secondo quella p revisione un consorzio formato dall'Ansaldo, clall' Amstrong, dalla Brecht, dalla Fiat e dalla Vickers-Terni avrebbe dovuto costruire 1400 carri leggeri armati con 840 cannoni da 37 mm e 560 mitragliatrici modelli Schwarzlose o S.I.A. entro il primo settembre 1919. In realtà, dopo l'armistizio del 4 novembre 1918, quella produzione di carri leggeri fu interrotta per riprendere nel 1921 sotto tutte altre forme40 2 . Il comitato interalleato dei "tanks" fu uno dei principali canali dal quale passarono le richieste italiane di quei mezzi da guerra, che, come abbiamo visto, ebbero una minima accoglienza da parte anglofrancese, ma fu anche il canale privilegiato403 attraverso il quale furono conosciuti e appresi in Italia i primi sistemi di difesa controcarro e soprattutto gli aspetti tecnici e la dottrina di impiego dei primi carri armati che, in seguito, rivoluzionarono la guerra moderna404 .

4 01 ." Annexc

C, Section italiénne, prévision dc fabrication pour le ler septembre 1919, Rome 9 scpl. 19 I 8" allegato al "Procés - verbal de la 4" session du Comitè interalliè des chars cl'assaut, tenue a Versailles, le IO oclobre 191 8 à 10 h" in AuSSME, fondo E-8 cit., b. 12, fase. 3. Un documento simile è ampiamente citato in N. P1GNATO-F. C APPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento nell'esercito italiano ... cit., voi. 1, p. 26-27 e in L. C1:::vA-A. CURAMI, La m.eccanizzazione dell'Esercito iialiano ... ciL Voi. 1, p. 65 . 402 L. CEVA-A. CURAMI , La meccaniz.z.azione dell'Esercito italiano ... cit. Vol. I, p. 66-67. 4o3 Come abbiamo visto, fecero parte ciel Comitato interal leato dei " tanks" teorici del livello ciel generale Esticnne e soprattutto del generale F uller, padre della moderna dottrina di impiego dei mezzi corazzati. 4 o4 In AuSSME, fondo E-8 c it., b. 12, fase. 3, si trovano cop.ie delle circolari degli eserciti alleati , cli documenti e di studi sull'impiego e la difesa dei catTi armati. Del resto le circolari ciel Comando supremo n. 40763, in data 20 aprile 19 18, "note relative alla difesa contro i tanks" (cfr. tvlJNISTERO DELLA DIFES;\ - STATO MAGGIORE


164

LTl-.,\LIA E IL COOROfNAMENTO MILITARE ''/NTEl/1\Ul,·M o ·· NELLA PRIMA GUERRA MOKDIAI.E

Organìgranuna 6

Struttura del consiglio supremo di guerra nel gennaio-marzo 1918 Consiglio supremo di guerra

Rappresentanti militari permanenti

Consiglio imeralleato per i trasporti

Comitato esecutivo

Comitato interalleato per l'aviazione

ComitaLo interalleato per i " tanks"

Comitato interalleato per la d ifesa contraerea

E SERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella. grande guerra cit., voi. Vi, Le istruzioni tattiche del capo di Stato Maggiore dell'Esercito , Tomo 2°, 1917-1918, Roma 1980, allegato 90, pp. 41 9-427), e la n. 691 in data I 9 settembre 1918, "impiego tattico dei carri d'assalto" ( M INISTERO DELLA DrFESA - STATO M AGGIORE E SERCITO - U FFJCIO S TORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cil., voi. V, Tomo 2° cit., Docum.enf.i, documento n. 130, pp. 470-479), riprendevano quasi alla lettera analoghe istruzione francesi e britanniche.


CAPITOLO VI

IL C01VIANDO UNICO INTERALLEATO E I RAPPRESENTANTI MILITARI PERlVIANENTI VI.1. La costituzione del comando unico interalleato Il comando supremo germanico, già . eia tempo, aveva pianificato l'offensiva, denominata "Michael", che, condotta da tre armate (la 17'\ la 2a e la I 8\ per un totale di 63 divisioni) avrebbe dovuto i.nvestire il settore del fronte eia Arras a Saint Quintin-La Fère405 . Lo sforzo principale dove concentrarsi a nord delle So mme, contro le armate britanniche, in modo da dividere queste ultime dalle armate frances i; in pratica, dopo lo sfondamento, la 17a e la 23 Armata germanica avrebbero dovuto avanzare in direzione nord-ovest in modo da spingere gli inglesi verso la costa. L'attacco, ini ziato il 21 marzo 1918, ebbe un immediato successo a sud delle Somme, dove le difese inglesi vennero travolte, ma fu arginato nel settore di Arras che resistette, cons tringenclo i comandi germani ci, il 29- 30 marzo, a rinnovare l'offensiva nel settore di Amiens, questa volta con scarso successo. L'offensiva germanica, per poco, non aveva raggiunto un risu ltato decisivo: infatti, le truppe tedesche erano penetrate per 65 chilometri in terri torio francese, ragg iunge nd o Montdiclier ed erano caduti nelle loro mani 80.000 prigionieri e 975 cannoni. Quella ritirata "dimostrava in modo inequivocabile in quale misura la situ azione fosse sfuggita dalle mani dei comandan ti bri tannici"406 . La grave situazione in cui versavano le armate franco-bri tanniche sul fronte occidentale, aveva, frattanto, indotto gli alleati a prendere, seppure in ritardo, un importantiss imo provvedimento.

4o5 406

B.H. L IDDELL HART, La prima guerra rnoncliale cit. , pp. 472-480. lbid., p. 476.


166

l.'ITALIA E Il . COORDINA ~1flNTO M ILITA RE ··JNTERAI.I.F.AT(r N ELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Il 26 marzo si svolse a Doul lens, località situata a metà strada tra il Gran Quartiere Generale britannico e quello francese, un'importante conferenza a cui parteciparono, per la Francia: il presidente della repubblica Poincaré, il presidente del consiglio Clemenceau, il ministro degli armamenti Loucher, assistiti dai generali Foch, Pétain e Weygand; per la Gran Bretagna: il ministro della guerra Lord Milner, assistito dal maresciallo Haig e dal generale Wilson407 . I supremi rappresentanti alleati alla conferenza, dopo un veloce scambio di vedute, decisero di affidare al generale Foch il compito di dirigere la battaglia e i suoi nuovi poteri furono definiti da un accordo, firmato al termine della riunione, da Clemenceau e Lord Milner, secondo cui lo stesso generale Foch venne incaric_ato di "coordinare l'azione degli eserciti alleati sulla Ji-onte occidentale". A tal fine si sarebbe accordato con i comandanti in capo degli eserciti francese e britannico per ricevere da loro le informazioni necessarie per espletare la sua azione408 . Le nuove funzioni di coordinamento, assegnate al generale Foch, appena sufficienti per predisporre un'azione difensiva immediata nel settore di Amiens, che in quel momento rappresentava la maggiore preoccupazione dei comandi alleati, erano del tutto insufficienti di fronte alla necessità di condurre una vasta azione controffensiva dello schieramento alleato. Un attacco del genere, per essere pianficato e portato a termine, necessitava di un'azione unica di comando, non di una semplice azione di coordinamento, e doveva coinvolgere non solo le unità francesi e anglo-belghe, ma anche le truppe americane da poco sbarcate. Di fronte al pericolo che l'offensiva tedesca, momentaneamente interrotta, riprendesse vigore a nord della Somme (settore britannico), il 3 aprile 1918, i rappresentanti francesi (Cleme11ceau, i generali Foch e Pétain), inglesi (Lloycl George, il maresciallo Haig e il generale Wilson) e questa volta anche americani (i generali Pershing e

407

Cfr.

MlNISTERE DE I.A GUERRE - ETAT MAJOR DE L' ARM ÉE - SERVI CE HrSTORI-

Les Armées Françaises dans la grande guerre, torno VI, voi. l O cit., pp. 324327; Generale MORDACQ, Le commandement unique cit., pp. 57-9 J; Cfr. Maresciallo cli Francia F. FoCH, Memorie, Verona, Monclaclori, 1931, pp. 361-363 ; MERMEIX, Le Commandement unique cit., pp. 208-2 I 5. 4os Cfr. l'vlINlSTERE DE Li\ GUERRE - E TAT MAJOR DEL' ARMÉE - S ERVICE HISTORlO QUE, Les Armées Françaises dans la grande guerre , tomo vr, voi. I cit., p. 324; F. FoCII, Memorie cit., pp. 360-363. QUE,


CAPITOLO V I - Il. [ OMAN DO UN ICO INTERALLEATO E I RAPPRESENTANTI M li .!TARI PliRM AKENTI

167

Bliss) si riunirono a Beauvais e deliberarono di conferire a Foch "la direzione strategica delle operazioni", mentre i comandanti in capo dei singoli eserciti nazionali conservavano la piena direzione tattica delie proprie truppe, avendo sempre la facoltà di ricorrere al proprio governo nel caso che gli ordini di Foch rappresentassero, a loro avviso, un pericolo409 . L'accordo di .Beauvais del 3 aprile non definiva la carica ufficiale assegnata al generale Foch di fro nte ai generali comandanti in capo delle truppe francesi, britanniche e americane al fronte. La definizio ne del titolo, che doveva essere utilizzata da Foch nella sua corrispondenza ufficiale e quindi nell'emanazione delle sue direttive ai comandi nazionali, avrebbe definito inequivocabilmente la posizione del generalissimo francese di fronte a tutti gli altri generali alleati. Era qu indi un punto che doveva essere chiarito al più presto, per cancellare possibili equivoci. Il generale Foch, infatti, si mosse subito. Già il 5 aprile aveva scritto a Clemenceau per sollecitare il nome ufficiale della carica ri cevuta e riscrisse il 14, ricevendo in giornata dallo stesso presidente de l consiglio la comunicazione che, con l'approvazione britannica, aveva ricevuto il titolo di "generale in capo delle armate alleate in Francia"410 . Nasceva quindi il comando unico interalleato.

VI.2. La 53, 6a, 7a e 1'8" sessione del Consiglio supremo di guerra e l'attività dei rappresentanti militari permanenti fino alla fine della guerra Il 1° e il 2 maggio 1918 si svolse ad Abbeville la sa session~ del Consiglio supremo di guerra alla quale parteciparono il presidente del consiglio Clemenceau per la Francia, il primo ministro Lloyd George per la Gran Bretagna, il presidente del consiglio Orlando per l'Italia e il primo segretario d'ambasciata Franzier per gli Stati Uniti. A titolo consultivo, parteciparono anche il comandante in capo delle annate alleate in Francia, i comandanti dei tre eserciti alleati sul fronte occidentale

409 F. Foc1-1, Memorie cit., pp. 378-384. 4 10 Cfr. MI NISTERE DE LA GUERRE - ETAT M AJOR DEL' ARMÉE - S ERVICE HISTORIQUE,

Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, voi. I O cit., pp. 401-404.


168

LTl°/\ LIA E IL COORDINAMENTO MILITA RE " INTl:11,\l.l.E,ffO ·· NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

(Francia) e i rappresentanti militari permanenti4 11 . La conferenza era incentrata sulla questione degli effettivi americani che avrebbero rinforzato le armate franco-britanniche in Europa, ma su proposta di Clemenceau, fu anche discussa l'estensione dei poteri di Foch sul fronte italiano412. Alla fine della quinta sessione, non senza contrasti, furono approvate dieci risoluzioni 413 . Nella prima il Consiglio Supremo di guerra decideva di inviare a Salonicco due generali, di cui uno francese e l' altro inglese, affinché, insieme al comandante della truppe italiane in loco (il generale Mombelli comandante la 35" Divisione), sentito il parere vincolante ciel comandante in capo delle Armée d'Orient (generale Guillaumat), valutassero la possibilità di immediato trasferimento di alcuni battaglioni dalla Macedonia alla Francia. Nella seconda risoluzione, in considerazione della nomina di Foch quale comandante in capo delle armate alleate sul fronte occidentale, veniva ufficialmente sciolto il Comitato esecutivo, che di fatto non aveva mai funzionato. La terza, come la decima, riguardava l'attività navale nel Mediterraneo e in particolare si risolveva in una richiesta al governo italiano di trasferire alcune navi da guerra nel settore di Corfù e nell'approvazione della 21" nota collettiva dei rappresentanti militari permanenti relativa ali' Adriatico. La quarta e la nona riguardavano il teatro orientale e si risolvevano nel-

4 11 Secret. I.C - 57 10 59 (S.W.C.), Supreme War Council, Procés - verbaux of Three meetings of the firth session of the Supreme War Council, held at Abbcville, May 1-2 1918, in AussME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 2. TI verbale della seconda seduta della 5" Sessione del Consiglio supremo di guerra è stato pubblicato in STATO MAGGIORE ESERCITO - UfFICIO STORICO, L'Esercito ilaliano nella grande guerra c it., voi. V, Tomo 2° cit., Documenti, documento n. 8, pp. 26-32. Le personalità militari presenti alla sessione erano: il generalissimo Foch, comandante in' capo delle annate alleate, il generale Pétain, comandante in capo delle armate francesi del nord e del nord-est, il maresciallo Haig, comandante delle truppe inglesi in Francia e il generale Wilson capo dello Stato maggiore imperiale, il generale Pershing, comandante delle tru ppe americane in Francia, i rappresentanti militari permanenti francese generale Belin, britannico generale Sackville-West, italiano generale cli Robilant, americano generale Bliss. Erano presenti anche alcuni al tri ammiragli, generali e ufficiali superiori e inferiori, inquadrati delle diverse delegazioni e nella segreteria della sess.ione per un totale di 19 presenti. 412 F. FocH, Memorie cit., pp. 420-42 1; M. MONTANARI, Politica e strategia in cento anni di guerra italiane, voi. II cit., Tomo II cit., pp. 685-686. 4 13 Secret l.C. (S.W.C.), resolutions passed at thee fifth session of the Supreme War Coucil, May 1918; in AussME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 2.


CAPITOLO VI - IL COMANDO IJN ICO INTICR Al.1.1:r\TO le I RAPl'RESENTANTI MILITARI PERMAN l' NTI

169

l'approvazione delle note collettive n. 20 e 25 dei rappresentanti militari , in cui gli alleati si impegnavano a trasferire, via mare, le truppe cecoslovacche in Russia, trattando anche con il governo bolscevico. La sesta e l'ottava riguardavano l'esercito e il materiale americano e, anche in questo caso, erano l'approvazione delle note collettive n. 18 e 24 dei rappresentanti militari. Fra l'altro, confermavano l'impegno di tutti i govern i alleati e in particolare quello britannico a trasportare, al più presto, le truppe americane in Europa (il governo inglese si impegnava a trasportare, via mare, 130.000 uomini in maggio e l 50.000 in giugno esclusivamente di fanteria e mitraglieri) e ad impiegarle in grandi unità, sotto l'un ico comando di un generale americano. Veniva, così, premiata l'azione del generale Pershing, che si era opposto all'utilizzazione delle truppe americane come semplici complementi di grandi unità francesi e inglesi414 . La quinta risoluzione, divisa in tre punti, era la più importante per l'Italia perché estendeva i poteri del generale Foch al nostro fronte415 . Nel primo punto il "generalissimo" francese era nominato comandante in capo delle truppe ital iane in Francia (Il Corpo d'annata e truppe ausiliarie) con le stesse prerogative che esercitava sugli altri eserciti alleati dalla Manica alla Svizzera. Nel secondo punto venivano estesi a] fronte italiano i poteri conferiti al generale Foch con l'accordo di .Doullens del 26 marzo 19184 16, limitati al coordinamento dell'azione

4 14 Cfr. CARACCIOLO,

L'Italia e i suoi alleati nella grande guerra cit., p. 240. Secondo l'autore il generale Pershing si oppose fermamente all 'utilizzazione di forze americane incorporandole nell'esercito francese. 415 lvi, "Deliberazione No. 5. Estensione dei poieri del generale Foch allei.fronte italiana: 1. li generale Foch ha il comando in capo delle truppe italiane sul fronte di Francia, allo stesso titolo per cui esercita quello delle altre truppe alleate. 2. Sono estesi alla fi·onte ilaliana i poteri di coordinamento conferiti al generale Foch dall'accordo di Dou/lens. 3. Se le circostanze portassero la presenza sulla fronte italiana di armate alleate combattenti insieme, nelle stesse condizioni che in Francia, S.E. Orlando accetterebbe che vi fosse un comandante in capo degl i eserciti alleati della fronte occidentale, e che questo generale comandante in capo fosse il generale Foch. rimane inteso che: (l) Che la fronte occidentale si estende dal Mare del Nord ali' Adriatico. (2) che conformemente all'accordo di Beauvais, il generale comandante uno degli eserciti alleati può sempre appellarsi al proprio governo, se stima che gli ordini ricevuti dal generale Comandante in capo cost.ituiscano un pericolo per il suo esercito". 41 6 Vedi sopra, p. 156.


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1:rrALIA E IL COOIWINJ\\;JENTO M ILITARE " INTF.RAI.U-:,\To ·· NEL.LA PRI MA GUERRA MONDIALE

degli eserciti alleati, non di vero e proprio comando417 . Il terzo punto stabiliva che, nel caso in cui sul fronte italiano venissero trasferite armate alleate e che queste operassero insieme come allora operavano in Francia, il nostro governo accettava che il comandante in capo di tutti gli eserciti alleati sul fro nte occidentale, compreso quello italiano, fosse Foch. Rimaneva stabilito, infine, che il fronte occidentale si estendeva dal Mare del Nord ali' Adriatico e che i comandanti dei singoli eserciti nazionali potessero appellarsi al proprio governo nel caso in cui ritenessero pericolosi per l'esistenza delle proprie truppe gli ordini ricevuti dal Comandante in capo alleato. ln pratica, secondo lo stesso Focb: "il comando interalleato conservava pm:.sempre il diritto di invigilare la fronte italiana e la possibilità di utilizzare il teatro di operazioni transalpino, se mai gli paresse opportuno, per effettuare i suoi piani strategici" 418 .

li l O , il 2 e il 3 giugno si svolse ad Versailles la 6a sessione del Consiglio supremo di guerra alla quale parteciparono, oltre agli stessi delegati politici e militari presenti alla sa sessione, anche i ministri degli esteri e della marina francese, Pichon e Leygue, i ministri degli esteri e della guerra britannici, Balfour e Milner e i ministri degli esteri e della marina italiani, Sonnino e Thaon di Revel. Anche questa volta parteciparono, sempre a titolo consultivo, il comandante in capo delle armate alleate in Francia, i comandanti dei tre eserciti alleati sul fronte occidentale (Francia) e i rappresentanti militari permanenti419 . Fra i principali argomenti di discussione della 6a sessione vi furono la proposta dell'istituzione del comando unico navale nel Mediterra41 7 M INISTERE DE LA GUERRE - ETAT MAJOR DE L'ARMÉE - SERVICE H ISTOR!QUE,

Les Années Françaises dans la grande guerre, tomo Vll, p. 17, " Secondo l'accordo di Doullens (26 marzo 1918), il generale Foch è incaricato cli coordinare l'azione degli eserciti alleati sulla.fivnte occidentale ... L'accorcio cli Beauvais gli dà la direzione strategica delle operazioni militari sulla stessa fronte, e, il 14 aprile il titolo di comandante in capo degli eserciti alleati in Francia gli è conferilo. I suoi poteri cli coordinazione sono stati poi estesi alla fronte ital iana dall'accordo di Abeville (1 ° e 2 maggio 19 1. 8). TI suo quartier generale funziona a Bornborn". S i veda anche L. GRATTON, Armando Diaz duca della vittoria da Caporetto a Vittorio Veneto, Bastogi, Foggia, 2001 , pp. 126-130. 4 1~ F. FoCH, Memorie cit., p. 383. 4 19 Verbale della J." seduta della 6" sessione del Consiglio Supremo di guerra, tenuta a Versailles il l" giugno 19 J.8 alle ore 17 , in AussrvIE, fondo E-8 cit., b. 9, fase. IO.


C:,\ PITOLO VI • IL COMANDO lJ:-! ICO INTERALLEATO E I RA PPRF:SENTANTI :VIILITAR I Pf'RMANENTI

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neo420 , che non fu approvata per la netta opposizione italiana e la richiesta di rinforzi agli Stati Uniti d 'America. Alla fine delle riunioni furono approvate dodici risoluzioni421 . La prima, relativa, appunto, a11a cooperazione americana, comprendeva un messaggio del Consiglio Sup remo di guerra al presidente degli Stati Uniti in cui si raccomandava la costituzione, nel minor tempo possibile, di 100 divisioni , arruolando 300.000 uomini al mese. Alla risoluzione era allegato anche l'accordo conchiuso tra i generali Foch e Pershing e lord Milner per il trasporto cli 500.000 soldati americani in Europa tra giugno e luglio. Con la seconda risoluzione il Consiglio Supremo dì guerra approvava gli accordi intercorsi tra gli alleati relativi alla messa in comune del munizionamento e dei rifornimenti militari e alla costituzione del Comitato intera11eato degli approvvigionarnenti 422 . La terza era finalizzata a coordinare l'intervento giapponese in Siberia e approvava la nota collettiva n. 3 1 dei rappresentanti militari permanenti relativa ali' urgente necessità strategica cli occupare i porti di Ascangelo e Mourmansk. La quarta ribadiva l'impegno degli al1eati al trasferimento delle unità cecoslovacche dalla Siberia all a Francia, imbarcando le legioni al porto di Vladivostock e approvava le dichiarazioni del governo americano a favore dei movimenti nazionali cechi, jugoslavi e polacchi. La risoluzione n. 5 rimandava ai rappresentanti militari la questione del reclutamento di soldati in Abissinia, mentre le risoluzioni dalla n. 6 alla n. 11 approvavano ben sette note collettive presentate precedentemente dai rappresentanti militari permanenti al Supremo Consiglio di guerra423 . L'ulti-

°

42 Cfr. C. M ANfRON I, cit., pp. 247-252; s. SON NINO, Diario /916-1922, vol. III, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza, 1972, 24 giugno I 918, pp. 279-280. li comando unico navale sarebbe stato affidato all' ammiraglio inglese Jellicoe. · 42 1 Secret l.C. - 67 (S.W.C.) resolutions passed a l the sixth session on the Supreme f\Jàr Council, junc 1918, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 2. 422 Ivi, allegato B alla risoluzione n. 2, accordi per la messa in comune dei riforn imenti . Si veda il paragrafo VI. 5. 423 La note collettive dei ra ppresentanti militari permanenti approvate dal Consiglio di guerra nella 6" sessione erano la n. 4 relaùva al problema balcanico e alla 35° Divisione (approvata con la risol uzione n. 6), la n. 26 sulla riduzione dei cavalli e delle razioni cli foraggio negli eserciti alleati (approvata con la risoluzione n. 7), la n. 27 sui contatti con lo stato maggiore olandese in vista di un possibile appoggio dei Paesi Bassi all'Intesa (approvata con la risoluzione n. 8), la n. 28 sulla presidenza ciel comitato interalleato dei trasporti (approvata con la risoluzione n. 9), la n. 29 sul rifornimento di materie tessili agli imperi centrali (approvata con la risol uzione n. 10), la n. 30 sul programma di fabbricazione e condizione di impiego di carri d' assalto (approvata con la risoluzione n. 11 ).


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1:ITALI."- E IL COORDINAM ENTO MILf'f;\Rt ··tN TERALLEA1'0 " NELL A PR IMA GUERRA M ON DIA l,E

ma risoluzione (n. 12) era una dichiarazione all'op in ione pubbl ica mondiale pubblicata il successivo 5 giugno sulla certezza deJla vittoria finale, nonostante l'uscita dal conflitto della Russia, delle potenze dell'Intesa e degli Stati Uniti contro gli imperi centrali. Nella 7a sessione del Consiglio Supremo di guerra, tenuta sempre a Versai lles, dal 2 al 4 luglio, i rappresentanti alleati esaminarono una serie di problematiche, fra cui, le più importanti quelle derivanti da possibili operazioni in Russia e nei Balcani, ma soprattutto quelle legate al comando unico e ai rapporti tra questo e i rappresentanti mili tari permanenti424 . Alla fine delle tre riunioni furono approvate 8 risoluzioni425. La prima e la terza risoluzione riguardavano la situazione militare della Russia e comprendevano: la richiesta delle potenze del l' Intesa agli Stati Uniti cl' America di partecipare all'i ntervento militare alleato contro i Bolscevichi 426 , e la decisione cli occupare, con conti ngenti di truppe britanniche, francesi, italiane e, possibilmente americane, i porti della Russia settentri onale, inviando armi inglesi alle legioni cecoslovacche già in quella regione. Nella seconda risoluzione il Consigl io Supremo di guerra richiedeva al governo degli Stati Uniti una disponibilità di tonnellaggio navale supplementare per trasportare le truppe americane richieste e il loro approvv igionamenti. La quarta e la settima risoluzione, che esaminiamo più approfonditamente tra poco, riguardavano i rapporti tra le supreme cariche militari interal-

424 Ic-69 to 71 (S.W.C.) procés verbaux. des trois séanccs de la septiéme sessi on du Conseil supérieur de guerre, ten uès à Versailles, !es 2-4 jul lict 19 18; in AuSSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase . 2. Alla 7• sessione parteciparono gli stessi delegati pol itici e militari presenti alla 6" sessione, compresi, come sempre, il comandante in capo delle annate alleate in Francia, i comandanti dei tre eserciti alleati sul fronte occidentale (Francia) e i rappresentanti militari permanenti. Tn più partecipò il capo di Stato Maggiore dell'Esercito Belga generale Gillain. 425 lvi, Tc-72 (S.W.C.) Resolutions passed at the seventh session of the Supreme war council,ju ly 1918. 426 Alla prima risoluzione era allegato una memoria, approvata dai rappresentanti dell'Intesa, che giustificava l'assoluta necessità strategica di intervento delle truppe alleate in Russia e che sarebbe stata presenta dai ministri degli esteri al presidente degli Stati Uniti, "Annexe A au proces verbaux. de la septième session du Conseil supérieur de guerre, Intevention alliée en sibérie et en Russie", in lc-69 to 71 (S.W.C.) procés verbaux. des tsois seauncc de la septiéme session du Conseil superieur de guerre, tenues à Versailles, les 2-4 ju lliet 1918 cit. , pp. 49-53; in A uSSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 2.


CAf'ITOLO

VI · ILCO.vlANDO liNICO INTEll A! I EATO E I RAl'l'l(ll$h'iTANTI Mli lT()Jj l l'ERMANENTJ

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leate. La quinta era incentrata sulla situazione dei Balcani, dove il Consiglio Supremo cli g uerra, apprese le difficoltà in cui versava la Bulgaria, incaricava i rappresentanti militari permanenti, ai quali sarebbero stati aggiunti altrettan ti rappresentanti diplomatici, di preparare uno studio sulle possibi lità di offensiva generale nel settore di Salonicco. La sesta risoluzione stabiliva che i prigionieri austro-ungaric i di nazionalità serba o jugoslava, in mano itali ana, avrebbero avuto la possibilità di an-uolarsi come volontari nell'esercito serbo o, aggregati in legio ni nazionali, avrebbero combattuto a fianco dell 'Eserc ito italiano. L' ultima risoluzione conteneva il testo del comunicato stampa con le congratu lazioni ri volte dal Consiglio Supremo di guerra all'Esercito italiano per aver respinto l' offensiva austriaca sul Piave, ritenuta un "grandiss imo contributo al futuro successo dell a causa degli alleati". Un discorso a parte meritano la quarta e la settima risoluzione. La quarta riguardava le relazioni gerarchiche fra il capo cieli' esercito belga, che, era allora, di diritto e di fatto, il sovrano di quel paese e il comandante in capo delle armate alleate sul fronte occidentale. In sostanza, poiché era previsto che le divisioni belghe sarebbero state chiamate a prendere parte attiva alla prossima offensiva in Francia, Clemenceau, nel corso della 7° sessione (seduta del 3 luglio), aveva esplicitamente chiesto al capo di Stato Maggiore dell'esercito belga, generale Gillain, di porre sotto il comando ciel "generalissimo" Foch le truppe belghe. Il generale Gillain aveva spiegato che di fatto il suo esercito già segu iva le direttive impartite da Foch, ma secondo la costituzione del suo paese il sovrano era di diritto il capo supremo dell 'esercito e non era previsto che tale prerogativa, attributo esclusivo della monarchia, potesse essere, in alternativa, esercitata da un generale straniero427 . 11 nodo non fu sciolto alla fine della 7a sessione e nel la quarta deliberazione il Consiglio Supremo di guerra non potè far altro che prendere atto di quella situazione, apparentemente senza vie di uscita. In realtà alcune settimane dopo il re del Belgio accettava ancora una volta di dirigere nelle Fiandre le operazioni di divisioni francesi, britanniche, americane e dell a sua stessa nazionalità, secondo le direttive del comandante in capo delle armate alleate sul fronte occidentale428.

427

428

lbid., pp. 22-24. F. FOCH, memorie c it., p. 383.


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L'lTAUA E IL COORDIN,~\'IHNTO MIIJTARE ''/NTl,IIAU.liATO " NEI.I .A PRIMA GUERRA MONDIALE

Nella settima risoluzione, anche per "evitare qualsiasi confusione" fra le attribuzioni del generale Foche quelle dei rappresentanti militari permanenti, veniva specificato il loro ruolo. Secondo la risoluzione, questi ultimi erano i consulenti del Consiglio Supremo di guerra in materia di politica militare generale. Il loro compito era di studiare, per i diversi fronti, la situazione generale dal punto di vista strategico, sempre però consultandosi preventivamente con i singoJi comandanti in capo degli eserciti alleati operanti nel settore di interesse (Foch per il fronte occidentale, Diaz per l'Italia e così via). I rappresentanti militari, infatti, dovevano tenere presente tutti gli elementi ("avvenimenti politici, situazione navale, quella de] tonnellaggio, impiego dei nuovi mezzi da guerra e dei nuovi metodi tattici") e valutarne l'influenza nei diversi teatri cli guerra. Il risultato dei loro studi doveva essere presentato, sotto forma di pareri (le note collettive), al Supremo Consiglio di guerra, unico organo competenza per la loro approvazione. Questi pareri potevano essere richiesti direttamente dal Supremo Consiglio o dai singoli governi alJeati, oppure per iniziativa degli stessi rappresentati militari o del generale Foch. Infine, il compito che gli assegnava nell'immediato il Consiglio Supremo di guerra era quello di studiare "il piano di campagna alleato" per l'autunno del I 918 e la primavera del 1919, consultandosi con i comandanti in capo alleati nei diversi teatri e con il generale Foch, che, però, parallelamente, avrebbe preparato i suoi studi di cui rispondeva direttamente ai governi alleati. L'importanza della risoluzione n. 7 con i relativi retroscena fu colta, in tutta le sue conseguenze dal generale di Robilant. Con lettera del 18 luglio 1918429 , indirizzata al generale Diaz, il rappresentante militare permanente italiano informava come nella T sessione del Consiglio Supremo di guerra era stata discussa tra i capi di governo l'opportunità di rivendicare, allo stesso Consiglio Supremo, le attribuzioni che erano "nello spirito stesso della sua istituzione" soprattutto per quanto rigum-dava "gli studi della ulteriore condotta della guerra, 429 STAJ'O MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO,

L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cit., Documenti, documento n. 10, pp. 35-37, lettera n. 2883 di prot., in data 18 luglio 1918, del generale cli Robilant al generale Diaz. La lettera era motivata dall'invio di una nota da parte ciel rappresentante militare permanente americano all' omologo italiano che, poi, si sarebbe affrettato a comunicarla al capo di Stato Maggiore dell'Esercito Diaz. Questa nota a llegata non è stata pubblicata con il resto della lettera.


CAPITOLO VI - IL COMANOO IJN ICO INTER,\LLEATO E I RAPPRESENTANTI M ILITARI PERMA NENTI

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materia essenziale cli sua competenza"_ La discussione, secondo il generale di Robilant, era dovuta all' iniziativa ciel governo britannico che vedeva nel supremo consesso alleato la possibilitĂ di controbilanciare, in qualche modo, i poteri del "generalissimo" Foch e "il predomin io francese" per quanto riguardava gli altri teatri d'operazione. Del resto, proseguiva di Robilant nella sua lettera, le posizioni britanniche e francesi sulle funzioni dei rappresentanti militari permanenti divergevano completamente: la Francia tendeva infatti ad imped ire che il Consiglio divenisse "un ente di controllo dei criteri di condotta della guerra e una remora nei liberi poteri del Generalissimo a danno della prontezza e dell' unitĂ d' azione"; mentre la Gran Bretagna si limitava a riconoscere nel generale Foch "il comandante sulla fronte degli alleati in Francia e il coordinatore - nel senso strategico- della condotla delle operazioni sulla fronte Manica-Adriatico", ma non gli riconosceva alcuna competenza sugli altri scacch ieri, in particolare quelli asiatici e africani. La discussione, come abbiamo detto, si era risolta con l'approvazione della setti ma risoluzione che ribadiva il "pieno libero esercizio degli integrali poteri del consiglio". Segnava, quindi, la vittoria, almeno in apparenza, della posizione inglese favorevole ad un consesso dei rappresentanti militari permanenti inteso come organo tecnico-consultivo che, avvalendosi del parere dei comandanti in capo degli eserciti all eati nei diversi fronti (il "generalissimo" Foch era semplicemente uno di questi), sarebbe stato capace di proporre un efficace coordinamento strategico (e in parte logistico) del le forze alleate operanti in tutti gli scacchieri430 . Dopo la capitolazione della Bulgaria avvenuta il 29 settembr~431 e le offerte di pace del 4 ottobre trasmesse dagli imperi centrali al pres idente degli Stati Uniti, il Consiglio Supremo di guerra decise di riunirsi in tutta fretta, per il 6, nella capitale francese432 . Alla confe-

430 Ibidem. La posizione britannica era pienamente condivisa dal nostro rappresentante militare che la riteneva vantaggiosa per tutta l'alleanza. Riteneva, però, necessario conoscere la posiz ione di Diaz. Nella lettera richiedeva infatti istruzioni in merito. 43 1 Cfr. F. CURAJ'O, La conferenza della pace 19/9-1920, Milano, !SPI, 1942, voi. I, pp. 21-24. 432 M .G. M ELCH IONNI, La vittoria mutilata - problemi ed incertezze della politica estera italiana su/finire della grande guerra (ottobre 1918-gen.naio 1919), Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1981, pp. 11 -25.


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LTlì\ LIA E IL COORDINAMENTO M ILITA RE ··1N1'ENA/.U':,1TO ·· :>I EI..L 1\ PRIMA CO UERR t\ M ONDIALE

renza interalleata433 del 6-9 ottobre parteciparono il primo ministro britannico Lloyd George, i presidenti del Consiglio e i ministri degli esteri francesi, Clemenceau e Pichon, e italiani, Orlando e Sonnino, mentre mancava il rappresentante del governo degli Stati Uniti 434 . II primo giorno della conferenza (6 ottobre) i massimi rappresentanti dell'Intesa convennero sull 'immediata necessità di definire i loro termini d'armistizio prima della risposta di Wilson agli Imperi centrali, che avrebbe rispecchiato la sua posizione notoriamente differente dal resto dell'alleanza. La condizione principale da imporre al nemico fu individuata nello sgombero dei territori occupati: per i francesi e gli inglesi le armate tedesche dovevano immediatamente ri tirarsi oltre il Reno. Orlando e Sonnino, nonostan~e Clemenceau e Lloyd George pensassero che gli italiani, data l'inattività del loro fronte, si sarebbero limitati a chiedere lo sgombero dal Trentino, pretesero che le truppe austriache si ritirassero anche oltre l' Istria, non solo dall'Alto Adige. Il secondo giorno della conferenza (7 ottobre) Clemenceau presentò due termini ritenuti fondamentali per rendere efficace l' armistizio: l'occupazione di posizioni territoriali di importanza strategica e la durata dell'armistizio non superiori a tre giorni. La prima proposta fu accettata da tutti i rappresentanti alleati che decisero di incaricare i rappresentanti militari e navali di definire tecnicamente i termini del!' occupazione. La seconda, dopo un lungo dibattito, finì per essere scartata in quanto la questione temporale, nella sua sostanza, non sembrava dare sufficie nti garanzie per l'efficacia dell'armistizio quanto la definizione di condizioni materiali soddisfacenti come appunto 1'occupazione del territorio o il disarmo. L'8 ottobre i rappresentanti militari , riuniti in seduta comune a Versailles con i rappresentanti navali, in esecuzione alle direttive ricevute

433 La conferenza 11011 sembra che si possa considerare, dal punto di vista formale una vera e propria sessione del Consiglio Supremo di guerra, presumibilmente perché non fu raggiunta nessuna risoluzione definitiva e perché risultava assente un rappresentante ciel governo americano. Anche nella enumerazione delle sessioni, secondo i verbali che venivano redatti dalla sezione britannica e inviati a tutte le altre sezioni, dopo la 7" sessione ciel 2-4 luglio 1918, 1'8° sessione fu considerata quella del 31 ottobre - 4 novembre 1918. 434 STATO M AGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Torno 2° ci t., Documenti, documento n. 458, Conferenza interallectla tenutasi a PariJ?i il 6 e il 7 ottobre 1918, pp. 1134-1I 35.


CAPITOLO VI • IL CO.'vlANDO UNICO INTERAL LE/ITO E I RAPPRESENTAKTI M ILITAR I PF.R Mt\l'iENTI

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dai massimi rappresentanti dell'Intesa, approvarono il "parere collettivo circa le condizioni d'un armistizio colla Germania e con l'AustriaUngheria"435. Essi, stimando che la base delle condizioni di armistizio fosse il principio del "disarmo degli eserciti nemici sotto il controllo degli alleati", dettarono un serie di misure nelle quali era richiesto lo sgombero totale del nemico dalla Francia, Belgio, Lussemburgo e Italia, che sarebbero state immediatamente rioccupate dalle truppe alleate; l'evacuazione dell'Alsazia-Lorena, Trentino - Alto Adi ge e del territorio fino ali' Isonzo ed oltre, dell'Albania, Serbia, Caucaso; la consegna di tutto il materiale bellico compreso fra il fronte e la riva sinistra del Reno; la riunione della flotta navale ed aerea nemica in basi stabilite e controllate dagli alleati; l'immediata consegna di 60 sottomarini; la restituzione immediata di tutti i prigionieri cli guerra e altre misure minori che avrebbero messo gli imperi centrali in condizione di non nuocere. Infine, come garanzia, i rappresentanti chiedevano che entro quarantotto ore fossero consegnate le fortezze di Metz, Strasburgo, Neu Breisech e Lill a al comandante in capo delle armate alleate sul fronte occidentale e la base navale di He]igoland al comandante in capo alleato della flotta del Mare del Nord. In pratica i rappresentanti militari e navali erano convinti che le ostilità non sarebbero più riprese dopo la concessione dell' armistizio, quindi le clausole della resa dovevano essere molto simili alle condizioni cli pace che avrebbero potuto essere accettate dagli Imperi centrali. Il rappresentante militare americano, generale Bliss, non firmò il parere collettivo, perché privo di istruzioni specifiche del proprio governo e, presumibilmente, poiché temeva, non a torto, che, in quel momento j rappresentanti dell'Intesa avessero intenzione di limitare l'azione degli Stati Uniti 43 6. Le proposte studiate dai rappresentanti militari e navali, che furono immediatamente trasmesse ai membri del Consiglio Supremo cli guerra, mentre si svolgeva il terzo giorno della conferenza (8 ottobre), non furono approvate, in quanto i delegati britannici e italiani le riten435

Consiglio supremo cli guerra - i rappresentanti militari e navali "parere collettivo circa le condizioni d' un armistizio colla Germania e con l'Austria-U ngheria", in data 8 ottobre 1918, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. IO, fasc.3. TI documento è ora pubblicato in S1:,n o MAGGIORE ESERCITO - UrFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cit., Documenti, documento n. 459, pp. 11 35-1.1 37. 436 T.A.H. Buss, The Arrnistices, in " Thc anierican Journal of intel'national Law" 1922, pp. 512-515.


LTJALIA E IL COORDINAMENTO M ILITARE " l /'{fF.//1\Ll.l'tltO" NEL LA PR IMA <aJl: Rl(A 'vlONDIALI'

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nero eccessivamente severe, tali da non poter essere accettate dagli imperi centrali. In particolare, Orlando e Sonnino tennero un atteggiamento di relativa moderazione in quanto erano in una posizione cli debolezza a causa della sostanziale immobilità del nostro fronte e della mancata offensiva sul Piave continuamente chiesta da Foch a Diaz. Obbiettivo principale del nostro ministro degli esteri era quindi far coincidere sommariamente la linea d' arnùstizio da imporre ali' Austria con quella convenuta nel patto di Londra. La successiva riunione del 9 fu incentrata sul dibattito provocato dalla nota di risposta di Wilson che aveva chiesto al cancelliere tedesco l'immediato ritiro delle truppe germaniche dai territori di pace prima di avviare qualsiasi trattativa. La nç>ta, inviata senza sentire il parere dei capi cli governo dell'Intesa, non era sembrata conveniente ai gabinetti di Londra, Parigi e Roma, in quanto questi non ritenevano sufficiente garanzia per un armistizio il solo ritiro immedi ato delle truppe degli imperi centrali dai territori occupati. I rappresentanti dell'Intesa decisero, quindi, di inviare due telegrammi al presidente degli Stati Uniti relativi, il primo, alla richiesta cli mandare in Europa un proprio rappresentante con pieni poteri, il secondo, alla necessità di dettare altre specifiche clausole, suggerite dagli esperti militari, oltre a quella del semplice arretramento del fronte. La conferenza interalleata, cli fatto, si chiuse senza che i principali problemi sorti con le richieste di armistizio degli imperi centrali avessero trovato soluzione. Le discussioni, comunque, avevano avuto il vantaggio di rendere consapevoli i capi dell'Intesa che "nel rapporto delle forze in campo al momento dell' armistizio" si trovava "il criterio base al quale fissare la durezza dei termini cli resa" 437 . Furono comunque stabilite in linea cli massima le modalità d'armistizio con l'impero ottomano438 . Il maresciallo Foch439 ricordava come, nonostante non fosse stato interessato direttamente, anche lui, J'8 ottobre 19 18, contemporaneamente ai rappresentanti militari, inviava a Clemenceau un suo progetto di armistizio con l'esercito tedesco, limitato al fronte occidentale440 . Il progetto era incentrato su tre condizioni fondamentali da imporre al 43 7

M.G. M ELCHIONNI, La vittoria mutilata ... cit., p. 25. M. MONTANARI, Politica e strategia in cento anni di guerra italiane, voi. 11 cit., Tomo 11 cit., pp. 750-751. 439 Fu promosso maresciallo di Francia alla fine cieli' estate del 19 I 8. 440 F. FOCI-I, Memorie cit., pp. 565-602. 4 31>


CAPITOLO VI· IL co~·IANDO UNICO 11':TERAI.I ,r,AT O E I RAPPRESENTANTI M ILITARI PERMANENT I

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nemico e su una serie di misure minori relative al disarmo. La prima era la liberazione, entro quindici giorni , dei paesi invasi (Belgio, Francia nord-orientale, Lussemburgo, Alsazia-Lorena). La seconda riguardava la cessione di una "base militare cli partenza", tale da permettere cli continuare la guerra "fino alla distruzione delle forze nemiche, nel caso in cui le trattative di pace non giungessero a conclusione", con la quale Foch intendeva il possesso di alcune teste cli ponte sul Reno. La terza comprendeva i "pegni per le riparazioni" dovute alle devastazioni compiute, significando con ciò l'occupazione temporanea dei paesi della riva sinistra del Reno. Non sembra che il progetto di Foch dell'8 ottobre abbia influenzato, in qualche modo, il "parere collettivo circa le condizioni d'un armistizio colla Germania e con l'Austria-Ungheria", presentato lo stesso giorno dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio Supremo cli guerra. Le condizioni del comandante in capo delle armate alleate verso la Germania, che comprendevano l'occupazione immediata di suolo tedesco (i paesi della riva sinistra del Reno) erano senz'altro ancora più severe di quelle proposte dai rappresentanti militari. Inoltre, nelle sue memorie, Foch criticava la prassi di assegnare ai rappresentanti militari permanenti il compito di individuare le garanzie per la cessazione delle ostilità. " quando nel 1917 fu creato il Consiglio Supremo cli gue1i-a, i capi di governo avevano come consiglieri tecnici i loro rappresentanti mili tari. La creazione ciel Comando supremo degli eserciti alleati, (... ) aveva un po' diminuito l'importanza dei consiglieri tec1ùci; tuttavia essi rimanevano teoricamente il consiglio normale dei governi e a questo titolo, il giorno 8 otto-bre, avevano dovuto elaborare un progetto cli armistizio con la Germania. Ora era naturale che i governi alleati consultassero i loro rappresentanti militari, era ancora più naturale che il comando supremo degli eserciti fosse consultato "44 1.

I soli, secondo lui, veramente qualificati a trattare le condizioni di un armistizio erano i comandanti supremi degli eserciti alleati operanti nei diversi fronti. Essi soli erano responsabili dinanzi a propri governi della sicurezza delle annate e delle condizioni in cui le ostilità avrebbero potuto essere riprese, in caso di rottura delle trattative. Questo

44 1 lbid.

pp. 602-603.


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i; IT,\IJA E IL COORDINAMRNTO M ILIT;\ IU: '' JN TE:RAU F.ATO" N ELLA PRIMA GUERRA MONDI Al

r.

suo atteggiamento critico verso le funzioni dei rappresentanti militari sembrava manifestarsi anche durante la 7a sessione del Consiglio Supremo di guerra, quando Foch aveva chiesto delle modifiche, poi accolte, al testo della deliberazione n.7, riguardanti la facoltà del comandante in capo della armate alleate sul fronte occidentale (lui stesso) cli provocare, in concorso con il Supremo Consiglio e i singoli governi nazionali, i pareri dei rappresentanti militari quasi che questi fossero dei suoi consulenti e quindi, in qualche maniera subordinati442 . Anche durante la riunione del 26 agosto 1918, presso il suo quartier generale (castello di Bombom), Foch, di fronte ai rappresentanti militari, riuniti per discutere i disegni operativi per l'autunno 1918 e per la primavera del l 919, prendeva un atteggiamento polem ico nei loro confronti, che aveva come unico scopo quello cli sminuire il loro ruolo, tale da far affermare al generale di Robilant, in un suo rapporto sulla iiunione in data 5 settembre, che: " l' attitudine del maresciallo, quasi ostile alla progettala consultazione, deve indubbiamente interpretarsi come una ostentata opposizione alla traduzione in atto del deliberato della settima sessione del Consiglio Supremo, deliberato su cui, come è nolo si raggiunse un accordo dopo molti stenti, essendo evidente la riluttanza con la quale la Francia ha aderito all'iniziativa inglese, intesa ad un più largo esercizio dei poteri del Consiglio Supremo come ente moderatore cli quelli - mal tollerati - del maresciallo Foch"443 .

L'ultima sessione, 1'8\ del Consigl io Supremo cli guerra prima della fine del conflitto, si svolse a Versailles e a Parigi dal 31 ottobre al 4 novembre444, benché cli fatto, le consultazioni erano già cominciate il

442 Minute delle deliberazioni prese durante la 7" Sessione del Consiglio Supremo nei giorni 2-4 lugl io, Deliberazione VI "Funzioni del Consiglio di Versailles". Sono annotate a margine le aggiunte proposte da Foch; in A USSME, fondo E-8 cit., b.

9, fase. 10a. 443 MINISTERO DIFESA-STATO MAGGIORE ES ERCITO - UFFICIO STORJCO, L'Esercito italiano nella grande guerra cii., voi. V, Tomo 2° cii., Documen1i, documento n.

61, rapporto riservatissimo confidenziale, in data 5 settembre, ciel rappresentante miI itare permanente, tenente generale di Robilant al presidente ciel consiglio Orlando relativa alla Co,~ferenza inleralleata presso il maresciallo Foch, pp. 269-279. 444 Ic-85, 88, 91, 95 (S. W.C.) procés verbaux des trois séance de la hutiéme session du Conseil supérieur de guerre, tenues à Versailles, les 31 oclobre-4 novembre 1918; in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 4 .


CA PITO! O VI - Il . CO,vli\'.'!DO UNICO INTERA LL EATO E I RA PPRESENTANT I M ILITARI PERMANF.KTI

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29 ottobre con l'arrivo deUe delegazioni alleate nella capitale francese445. All'8" sessione parteciparono i presidenti del consiglio e i ministri degli esteri francesi, Clemenceau e Pichon, ital iani Orlando e Sonnino, il primo nĂšn istro e il ministro degli esteri britannico, Lloyd George e .Balfour, i plenipotenziari, americano, colo nnello House; serbo, Vesnic, e greco Venizelos; inoltre a titolo consultivo, il maresciallo Foch e i rappresentanti militari permanenti e altri consiglieri militari_ Alla fine della riunione, quando ormai l'esercito austro-ungarico aveva capitolato, furono approvate tre risoluzioni446. La prima riguardava l'approvazione delle condizioni di armistizio con l'Austria consegnate da Diaz all'alto comando austriaco447 e la seconda, l'approvazione delle clausole d'armistizio con la Germania delle cui trattative veniva incaricato il maresciallo Foch448 . Nella terza deliberazione il Consiglio Supremo di guerra approvava il disegno di operazioni contro la Germania, attraverso l'Austria, proposto dai rappresentanti militari permanenti italiano (di Robilant) e americano (Bliss), dal generale Wilson, capo di stato maggiore imperiale btitannico e dal maresciallo Foch e ne affidava a quest'ultimo "la suprema direzione strategica". Incaricava, inoltre, i "consulenti militari" dei si ngoli governi alleati di esaminare immediatamente alcune questioni, fra le quali: l'invio in Boemia e Galizia delle legioni cecoslovacche449 , reclutate in Francia e Italia, per difendere quei paesi da una probabile invasione germanica; l'organizzazione di aeroporti per bombardare la Germania e, infine, l'attuazione di una immediata ed efficace cooperazione con il generale Franchet d'Esperey co445 L. ALDROVANDI-MARESCOTTI, Guerra diplomatica - ricordi e.fĂŹwnmenti di ~liario (1914-1919), cit., pp. 185-210; M.G. MEJ..CHIONNI, La vittoria mwilala ... cit., p. 43-73. 446 TC-96 ( S.W.C.) Resolutions passed al the Eighth session of tbe Supreme War Council, oclober 19 l 8; sono allegate le clausole d'armistizio con l'Austria (Allegato A) e con la Germania (Allegato B), in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 9, fase . 4. 447 A . ALBERn , L'Armistizio di Villa Giusti, Roma, Stato Maggiore Regio Esercito, 1924. 44 8 F. Fon,, Memorie cit., pp. 606-655 . 449 Sulle legioni cecoslovacche cfr. E. Eoou, I legionari cecoslovacchi in llalia (1915-1918), Roma, Associazione italiana per i rapporti culturali con la Cecoslovac. chia, 1968; E. BUCCIOL, Dalla Moldavia al Piave. ! legionari cecoslovacchi sul }i-onte italiano, Portogruaro, Ediciclo, 1998; G.C. Gon1-PoRCTNARI, Con i legionari cecoslovacchi al .fronte italiano ed in Slovacchia (1918-J 919), Roma, Ministero della Guerra - Comando del Corpo di Stato Maggiore - Ufficio Storico, 1933; K. P1CHLIK, ! legionari cecoslovacchi, Trento, Museo Storico, 1997.


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UT/\UA E IL COOIW IN/\MENTO MILITARE '°1,'i1Etl,\LLEA1'0" NELL/1 PRIMA C UERR/\ W)NDI AI.E

mandante in capo delle annate alleate nei Balcani. Secondo il citato disegno di operazioni contro la Germania, deciso alla fine della riunione tenuta a Parigi il 3 novembre tra il maresciallo Foch e i generali Bliss, Wilson e di Robilant, le forze alleate, ripartite in due masse, avrebbero dovuto agire concentticamente, con una manovra a tenaglia su Monaco di Baviera450. La prima massa, formata da una armata di sei divisioni italiane, adatte alle operazioni in territorio montuoso, avrebbe operato da sud verso nord, partendo dall'alta valle dell'Inn (Tirolo). La seconda massa, formata da due annate di dieci o quindici divisioni ciascuna, quasi tutte italiane eccetto le tre britanniche e le due francesi già allora sul Piave, avrebbe agito da est verso ovest, partendo dalla regione di Salisburgo. Queste tre armate, per assicurare una completa unità d'azione, avrebbero formato, a loro volta, un gruppo di annate comandato da un generale italiano451 , posto sotto la direzione strategica del comandante in capo degli eserciti alleati sul fronte occidentale (Foch). La complessa attività dei rappresentanti militari permanenti nell'aprile - novembre 1918, come nei mesi antecedenti , non si esauriva con la consulenza diretta ai capi di governo dell 'Intesa durante le sessioni del Consiglio Supremo di guerra. Si espletava, come abbiamo già visto, anche in modo più autonomo, durante le loro riunioni comuni, at450 Sintesi delle decisioni raggiunte dal Maresciallo Foch e dai generali Bliss, Wilson e di Robilant nella riunione del tre novembre 1918 (in francese) , in AussME, fondo E-8 cit., b. 9, fase. 11. Nel documento vi è anche il testo della risoluzione che venne proposta al Consiglio Supremo di g uerra, riportata, tradotto in italiano, anche da Luigi Aldrovandi-Marescotti in, Guerra diplomatica - ricordi e.frammenli dì dia rio ( 19.14-1919), p. 209: "Sarà costituito, senza indugio, un gruppo cli tre annate destinate ad operare al fronte bavarese; questo gruppo di armate si eleverà progressivamente, ed al più presto, ad un totale di 30 o 40 divisioni, da prelevare dal fronte italiano, comprese le 3 divisioni britanniche e le 2 divisioni francesi. Questo gruppo di annate sarà posto sotto gli ordini cli un ufficiale generale italiano; le tre annate saranno comandate da ufficiali generali delle singole nazionalità; per la coordinazione delle operazioni contro la Germania questo gruppo cli annate dipenderà dal comandante in capo degli eserciti alleati (Foch)". Sulle direttive operative per l'avanzata dell'Esercito ita liano in Baviera dopo l'armistizio cli Villa Giusti , si veda Cfr. STATO M AGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra, cit., voi. V, Tomo 2° cit., Narrazione, pp. I O13-1018. 451 Ripo1ta Aldovrandi-Marescotti che, durante la riunione del 3 novembre 1918 del Consiglio Supremo di guerra, dopo che furono fatti i nomi di Frnnchet cl' Esperey e Diaz, tutti concordarono nel designare il Duca d'Aosta: L. A L DROVANDI-MARESCOTTI, Guerra diplomatica - ricordi e frammenti di diario (1914-1919), cit., p. 209.


CAPITOLO VI - Il. COM/\N J)O UNICO JNTERAI.I .EATO E I RA l'l'RESENTANTI M ILITARI PER~·IANENTI

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traverso l'approvazione delle note collettive, che poi venivano presentate al Supremo Consiglio. Dal 27 marzo al 12 novembre 1918, primo giorno di pace, i rappresentanti militari permanenti approvarono 24 note, dalla n. 18 alla n. 42, relative ai vad aspetti del coordinamento mili tare interalleato. Uno dei problemi che maggiormente assillava l'Intesa era la carenza di effettivi: la nota n. 18 approvata nella sed uta del 27 marzo, la n. 32 approvata il 3 luglio e la n. 34 del 16 agosto 1918 cercavano di risolvere questo problema452 . La prima delle tre, approvata durante l'offensiva tedesca sul fron te occidentale, riguardava la necessi tà dell'invio di rinforzi americani in Francia. In sostanza i rappresentanti militari chiedevano urgentemente il trasporto di unità di fanteria e reparti mitraglieri della consistenza di almeno due divisioni al mese e di impiegare, temporaneamente, per sopperire alla carenza di effettivi, le truppe americane, già al fron te, come complementi per le unità anglo-francesi decimate. Le altre due comprendevano la proposta di arruolamenti dei prigion ieri austro-ungarici di nazionalità slava nell ' esercito serbo e quella dell' arruolamento cli lavoratori e soldati in Abi ssinia, ritenuta dagli stessi rappresentanti militari cli difficile attuazione. Un altro aspetto affrontato nelle note era quello dell'economia degl i approvvigionamenti, dovuta alla guerra sottomarina, che imponeva la necessità di risparmiare sul vettovagliamento anche per le forze combattenti. La nota n. 26, approvata nella seduta del 19 maggio 1918, comprendeva la proposta di ridurre il numero dei cavalli e la razione di foraggio destinata a tutti i quadrupedi in dotazione alle truppe alleate453 . Quest' ultimo aspetto fu poi risolto dal Comitato interalleato degli approvvigionamenti che stabilì delle razion i standard454 .

4 52 Nota collettiva n. 18, deliberazione presa dai rappresentanti militari nella seduta ciel 27 marzo 1918; nota collettiva n. 32 deliberazione presa dai rapp resentanti m ilitari nella seduta del 3 luglio 19 J8, oggetto: " impiego dei prigionieri jugoslavi cli razza serba nell'esercito serbo"; nota collelliva n. 34 deliberazione presa dai rappresentanti militari nella seduta ciel 16 luglio 19 18, oggetto: "reclutamento di soldati e lavoratori abissini" ; in A uSSME, fondo E-8 cit., b.10, fase. 2. 453 Ivi, nota collettiva n. 26: deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio Supremo cli guerra nella seduta ciel 19 maggio 19 18, oggetto: "riduzione del numero dei cavalli e riduzione della razione foraggio negli eserciti alleati" . 454 Vedi sotto § VI.5.


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I : ITALIA E IL COORDI NAMENTO M ILITARE ··1Nn'R1\LU,·,1ro ·· NEI .I.A PR IM A GUERRA MONDIALE

Anche la questione relativa alle relazioni con i paesi neutrali fu oggetto di due note, la n. 27 approvata nella seduta del 19 maggio e la n. 29 approvata, invece, il 28 maggio 1918455 . La prima riguardava l'urgenza di realizzare un accordo con lo stato maggiore olandese in vista di una possibile invasione germanica di quel paese, mentre la seconda prendeva in esame la penuria di materie tessili destinate alle uniformi e ai corredi delle truppe nemiche e proponeva, attraverso l'organizzazione del blocco econom ico, di limitare al massimo il commercio tra imperi centrali e paesi neutri d i quei prodotti. Il gruppo di note più importante rimane sicuramente quello relativo al coordinamento strategico, sia dal punto d i vista generale, sia relativo alle forze alleate nei diversi teatri di operazione. I rappresentanti militari approvarono quattro note relative al teatro orientale, una relativa all'attività navale e una relativa alla politica militare alleata. Nella nota n. 20, approvata 1'8 aprile 1918, poco più di un mese dopo la firma del trattato cli Brest Litowsk (5 marzo 1918), veniva presa in esame la complessa situazione dell'ex impero russo456 . In quelle vaste regioni al confine tra Europa ed Asia si stava attuando una decisa penetrazione turco - germanica finalizzata allo sfruttamento delle risorse agricole e minerarie locali e al controllo del territorio, attraverso la costituzione di stati fantocc io, retti da governi controrivoluzionari. La penetrazione degli imperi centrali, basandosi sulla propaganda pan-turca e mussulmana poteva aITivare all' Afgan istan e minacciare l'esercito inglese dell' India, o, attraverso il Caucaso, alla Persia e quindi mettere in difficoltà " i fianchi delle forze inglesi in Mesopotamia". La soluzione prospettata era quella di intervenire in Russia, sia ad est sfruttando il

455

Nota collettiva n. 27: deliberazione presa dai rappresentant.i militari permanenti al Consiglio supremo cli guerra nella seduta del 19 maggio 1918, oggetto: "relazioni da stabilirsi con lo Stato Maggiore olandese in vista cli un eventuale appoggio all'Olanda cli forze militari dell'Intesa"; nota collettiva n. 29: deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio Supremo di guerra nella seduta ciel 28 maggio 19 18, oggetto: " rifornimenti di materie tessili agli imperi centrali" in AUSSME, fo ndo E8 eit, b. I O, fase . 2. 456 lvi, nota collettiva n. 20: del iberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio supremo di guerra nella seduta dell' 8 apri le 1918, oggetto: "La situazione ciel teatro orientale".


CAPITOLO VI - IL COMANDO

UNICO INTP.RAI.I.EATO P.1 IV\Pl'RESENTANTI MILITARI PERM AKRNTI

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corpo di spedizione giapponese già sbarcato ed operante in Siberia457 , sia da sud con piccoli contingenti britannici provenienti dalla Mesopotamia che appoggiandosi agli armeni, avrebbero controllato parte della Transcaucasia. Nelle note n. 25, approvata il 27 aprile, e n.31, approvata il 3 giugno 1918, i rappresentanti militari sottolineavano l'assoluta importanza strategica del possesso dei porti di Arcangelo e Murmansk e suggerivano di difenderli con le truppe ceche già in loco, rafforzate da contingenti di truppe britanniche, francesi, americane e italiane. La nota n. 38, votata dai soli rappresentanti militari francese, inglese e italiano, 1'8 ottobre 1918 458 , significava, di fatto la rinuncia al disegno operativo, proposta nella precedente (nota n. 37), di ricostituire, attraverso i] collegamento dei corpi di spedizione alleati nella Russia settentrionale, nel Caucaso e in Siberia, un nuovo fronte orientale che avrebbe impegnato nuovamente molte divisioni tedesche. Di fronte alle difficoltà in cui versavano il contingente interalleato al comando del generale biitannico Poole nella Russia de] nord, le legioni ceche nelJe regio-

457 Ibidem, secondo i rappresentanti militari le truppe giapponesi in Siberia non dovevano comportarsi come "un esercito di invasione", ma come "un nucleo mobile di forza armata regolare, offerente aiuto morale, materiale, e se necessario militare, a distaccamenti ed emissari russi che si muoverebbero ai suoi due fianchi ". Attorno al corpo di spedizione giapponese doveva coagularsi la resistenza russa contro i tedeschi: "È sempre possibile, se riesce il movimento dì riorganizzazione in Siberia, ciel quale le forze giapponesi sono per fo rmare il nucleo, che esso dia s·pinla e forza a qualunque movimento cli resistenza ai tedeschi nella Russia europea, sia esso originariamente mosso dai bolscevichi o in qualsiasi altro modo". Nella nota poi si dichiarava apertamente che la Germania voleva " utilizzare in generale la reazione contro il bolscevismo per organizzare la massima parte dell' impero russo come stato amico", cli conseguenza l'Intesa doveva "dare un efficace aiuto militare a qualunque elemento del popolo russo che abbia volontà dì organizzarsi su basi che gli permettano cli resistere alla penetrazione tedesca, a qualunque nazionalità od elemento nelle regioni non russe dell 'impero o in Persia, che sia preparato ad opporsi all'avanzala del nemico o a respingere intrighi". Sull'argomento si veda, fra i principali, W.B. LI NCOLN , I Bianchi e i !?ossi - storia della guerra civile russa, Milano, Mondadori, I 991. 458 Nota col lettiva n. 38: deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio Supremo cli guerra nella seduta ciel 8 ottobre 1918, oggetto: "orientamento dell'azione degli alleati in Russia", in AuSSME, fondo E-8 cit., b.10, fase. 2. Alla nota era allegato una dichiarazione, in data 6 ottobre I9 18, del rappresentante americano che, su istruzione del proprio governo, si dissociava da qualsiasi azione final ìzzala a porre in atto o potenziare qualsiasi tipo cli intervento mi litare in Russia.


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L'ITAUA E IL COORDINAMENTO MILITARE "INTER.4 LLEATQ" NELLA PRIMA GUERRA :VIONDIALE

ni centrali, le truppe di Alexieff nel Sud e le forze giapponesi ad est, gli stessi rappresentanti militari pennanenti ritenevano che, per il momento, gl i alleatì si dovevano limitare a conservare ad ogni costo le teste dì ponte ad Arcangelo e Vladivostock. Anzi, tenuto conto delle difficile situazione di quelle truppe, proponevano l'immediato invio di rinforzi e una serie di misure capaci a coordinare le operazioni delle forze dell'Intesa inviate nell'ex impero russo. La nota 21, approvata nella riunione dell'8 aprile 1918459 , rifl etteva la collaborazione tra rappresentanti milìtari e navali 460 al fine di realizzare anche in quel settore un minimo coordinamento nelle possibili operazioni anfibie. Le funzioni di coordinamento strateg ico generale, proprie dei rappresentanti militari, si manifestarono in tutta la loro completezza nella nota n. 37, approvata nella sed uta del IO settembre 1918, la quale, non era altro che lo studio sulla politica militare generale degli alleati per il 1918-191 9, chiesto nell a 7a Sessione del Supremo consiglio agli stessi rappresentanti militari 461 . La nota, ripartita in due parti, delle quali la prima relativa al fronte occidentale (il fronte dal mare del Nord ali' Adriatico) e la seconda ai "teatri esterni" (fronte macedone, l'impero ottomano con Palestina, la Mesopotamia e la Persia fino al Caucaso, l'ex Impero russo, e l'Africa orientale); conteneva, dopo un sommaria analisi delle situazioni, le previsioni operative da seguire fino alla fine del conflitto, previsto allora per il 1919, quando appunto, raggiunta l' agognata superiorità numerica, gli eserciti dell'Intesa e gli americani avrebbero potuto passare all' offensiva sul fronte occidentale mentre le forze alleate, schierate sugli altri fronti,

459 lvi, Nota collettiva n. 21: deliberazione presa dai rappresentanti militari permanenti al Consiglio supremo di guerra nella seduta dell'8 aprile 1918 riguardante l'attività navale degli alleati nell 'Adriat.ico. 460 Per quanto riguarda il consiglio navale interalleato si veda, piu avanti, il § YI.5. 461 Nota colleniva n. 37, in data 10 settembrel918, oggelto: "politica mili tare generale degli a lleati per l'autunno 1918 e per l'anno 1919": (studio presentato dai rappresentanti mi litari permanenti al Consiglio Supremo di guerra in esecuz ione d'una deliberazione del Consiglio Supremo di guerra in data 4 luglio"; in Auss_ME, fondo E-8 cit., b. lO, fase. 2, pubblicato ora in STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerm cit., voi. V, Torno 2° cit., Documenti, documento n. 50, pp. 229-237.


CAPITOLO VI - IL COM1\NOO UNICO l NTERALl,EATO E I R,\ PPRESENTANTI M ILITARI PERMANENT I

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avrebbero concorso con offensive locali. In sostanza la nota confermava la priorità che aveva nella condotta della guerra il fronte occidentale e pur riconoscendo un ' importanza al settore italiana, parte del fro nte occidentale, considerava assolutamente più importante quello francese dove era schierato il meglio dell'esercito tedesco, che, una volta sconfitto, avrebbe definitivamente segnato la fine della coalizione nemica 462 . Tutti gli eserciti alleati dovevano, quindi, concorrere al le operazioni del fronte francese condotte dal comandante in capo delle armate alleate (Foch), attraverso delle offe nsive di alleggerimento o, in caso di stasi operativa, con il trasferimento di parte delle proprie forze in Francia. Nella nota il settore italiano, strettamente connesso con quello francese, era considerato in una situazione di equilibrio a nostro favore che ne garantiva di fatto la sicurezza e quindi venivano esclusi particolari apporti alleati in uomini e mezzi. Per l'autunno del 1918, j rappresentanti militari prendevano in considerazione la possibilità di un ' offensiva generale alleata in Italia sotto il comando cli Foch, solo nel caso in cui la situazione interna dell' Austria ne dimostrasse palesemente il vantaggio, mentre per il 1919 prevedevano un'offensiva generale che doveva concorrere con quell a scatenata da Foch in Francia. La nota collettiva n. 37 segnava, di fatto, il rigetto della proposta del nostro rappresentante militare permanente presentata il 3 settembre. Tale rifiuto non rappresentava certamente una sorpresa per il generale di Robilant, che già nelle p1ime due settimane d'agosto aveva preso visione dei piani per il l 918-1919 presentati dagli altri tre rappresentanti militari. Il 14, infatti, scriveva a Diaz e Orlando informandoli che quei piani erano, in realtà, espressione della visione politica dei singoli governi na-

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lhideni: "La sconfitta completa della coalizione nemica non può realizzarsi che su quel tratto della fronte occidentale compreso fra il Mare del Nord e la Svizzera. Infatti qualora sembrasse possibile schiacciare in llalia l' esercito austriaco ed una parte dell'esercito germanico, la sconfitta finale della Germania, anima della coalizione nemica, non può conseguirsi che sul teatro d'operazione, dove è dislocata la massa principale ciel suo esercito cioè tra il Mare del nord e la Svizzera. Le operazioni sugli altri teatri, devono concorrere alla decisione sulla fronte occidentale (... ). Infatti le sconfitte subite dagli imperi centrali su un teatro secondario della guerra non possono che costituire un passo verso la sconfitta completa del la Germania, no certo apportare la decisione".


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1; 1TALIA E IL COORDINAMENTO MILITARE " INTEl?A /1.F.ATO " Nl'I .I .A PRIMA GUERRA MONDIALE

zionali ed erano tutti ispirati alla centralità del fronte fran cese463 . Secondo questì disegni operativi la decisione del conflitto non poteva che avvenire in Francia ma, non prima del 1919, se non addirittura oltre, come ipotizzato dal rappresentante inglese, ìn quanto tutte le risorse umane erano esaurite così che i reclutamenti nel 19 18 avevano come unico effetto quello di ricoprire i vuoti cagionati dalle perdite. Le direttive strategiche per quell'anno erano, quindi, di natura difensiva, capaci al massimo di impegnare su tutti i fronti l'avversario per impedirne l'iniziativa e logorarne le riserve. Per il fronte italiano, considerato chiaramente secondario, non si prendeva affatto in esame una grande offensiva alleata per battere I' Austria464 . Solamente nel progetto operativo francese si faceva cenno ad una azione al imentata da dieci divisioni alleate di ri nforzo, che, visto la poca consistenza di quell 'aiuto poteva avere solo modeste finalità di supporto alle operazìoni in Francia. Era in concomitanza con la visita del generale Diaz a Parigi465 che, il 3 settembre, il generale di Robilant, cl' accordo con quest'ultimo, presentava ai propri colleghi la sua memoria operativa ripartita in una prima parte generale e in una seconda relativa ai disegni d'operazione per il 1918-19 19466 . Proprio in

463 Lettera n. 3788 di prot. riservatissima personale, in data 14 agosto 1918, del tenente generale di Robilant al generale Diaz, capo di Stato Maggiore e per conoscenza al presidente del Consiglio Orlando, e al ministro della guerra generale Zuppelli, oggetto: "disegni d'operazioni per gli anni 1918- 1919; in AUSSME, fondo E-2 cit., b. 81, fase. "Consiglio interalleato di guerra di Versailles", pubblicato ora in STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cit., Docum.enti, documento n. 48, pp. 213-227. Nel documento Di Robilant definiva i progetti operativi degli altri tre rappresentanti mili tari permanenti "non un piano organico, ma piuttosto una serie di mezze misure, con le quali ciascuno mira a conciliare la tutela dei propri interessi diretti". 464 lbid., documento n. 48, p. 2 14. "una grande offensiva interalleata condotta dalla fronte italiana contro l' Austria nell'intento di mettere fuo ri causa la minore delle avversarie e riaprire le comunicazioni con l'oriente coordinando opportunamente tale offensiva con un'azione in Macedonia che, occupata la Serbia, minacciasse l'Ungheria". 4 (,5 Cfr. L. GRATTON, Armando Diaz ... cit., pp. 163-166. 466 STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO, l 'Esercilo italiano nella grande guerra cit. , voi. V, Torno 2° cit., Docum.enli, documento n. 63, pp. 282-296, lettera n. 4353 in data 3 settembre 1918 ciel rappresentante militare italiano, con annessa la "Memoria sui disegni d'operazione per l' autunno 1918 e per il 191 9". Nella seconda parte della memoria, relativa ai disegni d'operazione, si accennava acl alcune possibili azioni nel saliente trentino, ma cli fatto, come gli altri progcui alleati, si


CJ\l'ITOLO V I . Il. ( OMAN DO u·:-nco INTERAL LEATO F. I RAPPRESENTJ\:-!TI M ILITARI PERMA:-!ENTL

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questa prima parte si ribadiva, ancora una volta, la possibilità di sconfiggere gli imperi centrali, battendo per prima l'Austria. Secondo la memoria, infatti, la Germania avrebbe resistito fino a quando avesse avuto "il suo fianco sinistro guardato dall 'esercito austriaco" e le si fosse lasciata aperta "la via d'oriente attraverso la Bulgaria e la Turchia". Ribaltando il pri ncipio di centralità che aveva nella strategia alleata il settore dal Mare del Nord alla Svizzera del fronte occidentale, si proponeva di sferrare un'offensiva generale in Italia con il supporto di venti-venticinque divisioni alleate ed una corrispondente aliquota cli artiglierie e rifornimenti al fine di mettere fuori causa la Duplice Monarchia. Quella proposta, come abbiamo visto, cozzava con la diversa visione strategica sostenuta dai francesi e di fatto accettata dagli inglesi e americani, non aveva, quindi, possibilità di essere accolta.

VI.3. I rappresentanti militari italiani e il Comando unico Il 31 marzo 1918, il rappresentante militare permanente a Versailles, che, in quel momento era ancora il generale Giardino, inviava un telegramma ad Orlando e a Diaz, informandoli della avvenuta costituzione ciel comando unico sul fronte franco-belga e dell'intenzione di Clemenceau di estenderlo anche al fronte italiano467 . Il generale Giardino aggiungeva che le funzioni di coordinamento assegnate a Foch erano conseguenza della grave crisi in cui versavano le armate franco britanniche investite dall' offensiva tedesca468 , ma, in quella situazione, poteva essere dannoso per il nostro esercito non accettare tale coordinamento perché, d i fatto, lo avrebbe escl uso da ogni aiuto, GOn il pericolo immediato del ritiro delle poche divisioni anglo-francesi sul

prospettava una situazione operativa di stato per il 1918 e un'offensiva generale per

il 19 19. Questa memoria presentata da Di Robilant era in realtà una sintesi della memoria preparata dal Comando Supremo intorno al 23 agosto per il viaggio di Diaz a Parigi e per lo stesso rappresentante mi litare italiano a Versailles, cfr. STATO MAGGIORE ESERCITO - UfflClO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cil., Documenti, documento n. 56, pp. 2 52-260. 467 Telegramma n. 579, in data 31 marzo 1918 ciel generale Giardino ad Orlando e a Diaz, in AuSSME, fondo E-8 cit. , b. IO, fase. 9. 468 Cfr. G. G!ARD1NO, Rievocazioni e riflessioni di guerra, Il, l'Armata del Grap/ )(1 - la batlaglia d(fènsiva del giugno 1918, Milano, Monclaclori, 1929, pp. 422-424.


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L' ITALIA E IL COORDJNAMEI\TO M ILITARE " INTERAI.I.F.ATO" Nl'.LI A PRIMA GUERRA MON DIA LE

nostro fronte. Suggeriva, quindi, al generale Diaz, indipendentemente da ogni decisione del governo, di riconoscere, in qualche modo, l' azione del "generalissimo" Foche di offrire solidarietà attraverso l' immediato invio delle divisioni italiane previste469 . In pratica la posizione del nostro rappresentante militare era quella di una diplomatica accettazione dell 'accordo per evitare il pericolo dell'isolamento militare, ben più grave di quello di riconoscere formalmente un generico coordinamento ad un generale francese470 . In un successivo telegramma inviato ad Orlando, il 4 aprile 1918, manifestava tutta la sua preoccupazione per le conseguenze del nostro mancato concorso al comando unico in quanto, avrebbe potuto avere conseguenze negative, anche dopo la guerra, quando gli alleati avrebbero fatto valere gli aiuti invi ati, senza aver ricevuto nulla in cambio dall' lta1ia471 . Giardino, inoltre, non clava una semplice interpretazione formale cieli ' accordo cli Doullens perchè, secondo lui, avrebbe obbligato l'Italia ad un maggior coordinamento strategico con il fronte francese, attraverso una condotta parallela delle operazioni e spostamenti di forze eia un fro nte ali' altro. IJ successore di Giardino alla carica di rappresentante militare permanente italiano, il generale di Robilant, come abbiamo visto, ebbe una atteggiamento critico verso la gestione cli Foch del comando unico interalleato, dovuta non tanto ad una visione nazionale della guerra italiana quanto alla consapevolezza del ruolo dei rappresentanti militari permanenti a cui in ultima istanza spettava di proporre e tracciare le direttive per il coordinamento strategico globale non di un solo fronte, anche se di importanza prioritaria come quello occidentale. Contraria invece era la posizione di Diaz. Il 1° aprile 1918, il capo di Stato Maggiore dell 'Esercito, in seguito al telegramma di Giardino, si affrettava a scrivere al presidente del consiglio e al, ministro della guerra, esprimendo tutto il suo compiacimento per la costituzione del comando unico sul fronte franco-belga, ritenuto assolutamente neces-

469 Intendeva la 3" e 8" Divisione che avrebbero costituito il II Corpo d ' Armata italiano inviato jn Francia il 1.8 aprile 19 I 8. 470 Giardino, in un appunto alla risposta (telegramma n. 414) inviala da Orlando al suo telegramma 11. 576, scriveva di sua mano che, secondo lui , " non si lratta di differenti situazioni di fronti, che è ben nota- si lralla cli restare o no isolati, senza più voce a Versailles, e senza collegamento diretto nella guerra generale- questo è un rischio", in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 10, fase. 9. 471 Ivi, Telegramma n. 606, in data 4 aprile 1918, da Giardino ad Orlando.


CAPITOLO VI . IL cm•IANDO UNICO INT ERA LI.li.LITO E I RAPl'R ESE:>ITANTI MILITA RI PERMANENTI

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sar:io in quella situazione ma, nello stesso tempo, manifestava le sue profonde perplessità sull'estens ione dei poteri di Foch al nostro fronte 472 . Secondo Diaz, il fronte italiano aveva una sua specifica peculiarità che lo rendeva assolutamente differente dal resto del fronte occidentale e che non era valutata in tutta la sua importanza dall'alto comando francese. Inoltre i rapporti di forze allora esistenti in Italia (54 divisioni italiane contro solo 7 alleate) non avrebbero giustificato in nessun modo l'estensione dell ' autorità del "generalissimo" francese, che poteva trovare una ragione di essere solo nel caso in cui fossero trasferite in Italia almeno 60 divisioni alleate. In sostanza nella situazione allora presente "l'adesione al comando unico avrebbe come logico significato quello puro e semplice della rinunzia all'azione del comando nazionale, fatto cli valore eminentemente morale" . Egli, in alternativa, partendo dalla considerazione che le due fronti erano assolutamente distinte, proponeva di realizzare l'unità cl' azione "con un rapido e tempestivo spostamento della riserva strategica, da farsi dopo ponderato esame delle esigenze di ciascu n fronte". Il 2 aprile 1918, Clemenceau chiedeva ad Orlando di aderire agli accordi cli Doullens del 26 marzo. Come lo stesso Sonnino 473 , il presidente del Consiglio era rimasto abbastanza perplesso sulla costituzione del comando unico. In un telegramma del 6 aprile scriveva ali ' ambasciatore a Parigi Bonin che in linea cli massima avrebbe potuto accettare l'accordo ma osservava che la sua applicazione sul fronte itaforno era imposs ibile 474 . Secondo Orlando il coordinamento poteva avvenire solo sul fronte franco-belga dove le armate francesi ed inglesi quasi si eguagliavano per forze ma non su quello italiano, dove le for' 172 STATO MAGGIORE ESERCr ro - UFFICIO STORICO, L' Esercito italiano nella grande guerra cit. , vol. V, Tomo 2° cit., Docurn.enii, documento n. 11, pp. 38-40, lettera n. 9573 in data 1° apri le 1918 ciel capo di Stato Maggiore dell'Esercito al president.e del consiglio e al ministro della guerra. 47 3 S. SONNINO, Carteggio 1916-1922, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza, 1975, cloc. 273, telegramma di Sonnino ad Orlando, in data 6 aprile 19 18, pp. 398399; cloc. 274 telegramma di Sonnino ad Orlando, in data 6 aprile 19 18, p. 399; doc. 11. 275, telegramma cli Orlando ad Sonnino, in data 2 maggio 19 I 8, p. 400. 474 Telegramma, in data 6 aprile, da Orlando a Bonin, in AuSSME, fondo E-8 cit., b. I o, fase. 9; si veda anche cfr. STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cit., Documenti, documento n. 12, lettera del presidente del consiglio Orlando al generale Diaz, in data 2 ap1ile 1918, con annessa copia cli dispaccio telegrafico ali' ambasciatore Bonin, pp. 41-42.


1.' ITAI .IA r.11. COORDl:>lAMENTO ,vllLITARI' ··1NTi,RAUJò1\TO .. I\F.LLA PRIMA GUERRA MONl)JAI.E

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ze nazionali avevano un assoluta preponderanza: "in quest'ultimo caso l'autonomia tattica consentita ai comandanti in capo coincide praticamente coli' autonomia strategica: diversamente avverrebbe ove gli eventi nùlitari determinassero l'invio in Italia di rilevanti contingenti alleati". In sostanza il presidente del Consiglio Orlando guardava con sospetto alle funzioni conferite al generale Foch, perché temeva una ingerenza francese nella gestione della guerra italiana, ma nello stesso tempo intravedeva nell'estensione del comando unico la possibilità di dirottare sul nostro fronte ingenti forze alleate, magari non sotto il comando di un generale italiano475 . Del resto, fino alla fine della guerra, i vertici militari italiani, non senza contraddizioni interne, non abbandonarono mai l'idea di una grande offensiva risolutrice dal Trentino all'Adriatico, alimentata da ingenti rinforzi alleati 47 6. La questione, come abbiamo visto, fu risolta, dopo una ampia discussione, nella 5a sessione del Consiglio supremo di guerra (2 maggio 1918) 477 quando fu approvata un estensione dei poteri di coordinamento del generale Foch al fronte italiano. "in buona .sostanza, il presidente del consiglio italiano era riuscito nella vaghezza delle sue espressioni a sottrarre il proprio fronte all'effettiva autorità di Foch. Al generale era riconosciuto una certa capacità nel coordinare lo sforzo sul fronte italiano con quello degli altri fronti, ma in realtà il comando italiano rimaneva pienamente padrone della sua autonomia cli determinare l' andamento delle operazioni" 478 .

L'accordo di Abbeville segnava in certo senso una vittoria per Orlando che aveva preservato l' autonomia dell'alto comando italiano, senza però isolarlo dal resto dell'alleanza, anzi aveva ottenuto due vantaggi di non poca importanza. li primo era rappresentato dalla possibilità dello schieramento di armate alleate sul fronte itaJiano che, al comando di Foch, avrebbero presumibilmente potuto condurre l'offensiva risolutiva contro l'Austria. Il secondo era l'unificazione del fronte franco-belga con quello italiano, nel senso che, dal punto di vista strategico, veniva concepito un unico fronte dal Mare del Nord ali' Adria-

4ì 5 Ibidem. 476

L. GRATTON, Armando Diaz.. . cit., pp. 148-158. Si veda sopra § Vl.2. 478 L. R1CCARDl, Alleali non arnici... cit., p. 595. 477


CAPITOLO VI - IL COM ANDO UNICO INTERALLEATO E I RA PPRESENTANTI M ILlTARI PERMAN ENTI

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tico. L'Esercito italiano entrava, qu indi , a far parte del teatro di operazione principale secondo il pensiero strategico dominante dei vertici militari anglo-francesi 479 .

VI.4. La missione di collegamento con il Gran Quartier generale del Maresciallo Foch e la Missione militare italiana presso il Gran Quartier generale americano in Francia Una delle prime conseguenze dell'estensione dei poteri di Foch fu la costituzione, con un apposita circo]are in data l O giugno 1918480, di un ufficio di collegamento del Comando Supremo italiano presso il Quartier Generale (castello di Bombom) del "generalissimo" francese. Capo del nuovo ufficio cli collegamento venne nominato il colonnello brigadiere Riccardo Calcagno48 1 che, secondo quanto stabilito dalla circolare, avrebbe inviato le sue comunicazioni cli servizio all'Ufficio Operazioni dello stesso Comando Supremo e avrebbe ricevuto tutte le pubblicazioni che venivano periodicamente inviate alle altre missioni dell ' Esercito italiano in Francia. La corrispondenza tra Ja missione di 479 Cfr. STATO MAGGIORE ESERCITO - U FFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit. , voi. V, Tomo 2° cit., Narrazione, pp. 35-36. 48 Circolare n. 16106 ciel Comando supremo- Ufficio Operazioni, in data J O giugno 19 18, in Ausstv11:::, fondo E- 11 cit., b. 41, fase. 3. 4 81 Riccardo Calcagno nacque a Lecce il I O settembre 1872. Allievo alla Accademia militare di artiglieria e genio venne nominato sottotenente cli artiglieria nel 1893 e dopo aver frequentato la scuola d' applicazione nel 1895 fu promosso ten~nte. Promosso capitano nel 1905 divenne comandante cli batteria nell' I I O Reggimento artiglieria da campagna. Nel 191 I passato al Corpo cli Stato Maggiore, fu destinato allo stesso Comando del Corpo cli Stato Maggiore a Roma. Promosso tenente colonnello nel 1915, colonnello nel 191 6, partecipò alla grande guerra prima come comandante ciel 46° Reggimento artiglieria da campagna poi come ufficiale aclcletto al Comando Supremo. Dal 23 maggio 1918 all'agosto 19 19 fu ufficiale cli collegamento al Gran Quartier Generale di Foche durante quel l'incarico, nell'agosto ciel 1918, fu promosso generale cli brigata. Dal settembre 1919 al marzo 1927 fu capo della delegazione italiana presso la commissione interalleata di controllo in Germania. Promosso generale di divisione, nel 1928 fu comandante della Divisione territoriale cli Messina. Promosso generale cli corpo d'armata nel 1932, ricoprì l'incarico cli comandate del Corpo d'Annata territoriale cli Udine nel 1932 e comandante generale della Guardia di Finanza eia) 1934 al 1938. Posto in ausiliaria con il grado di generale designato d'armata fu nominato senatore ciel Regno. Morì a Roma nel 1953.

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1:rr,\Lli\ E IL COORDINAMEKTO M ILITARE " /,VT/,//,11,/,MT(Y N ELLA PRIMA G UERRA MONOli\LE

collegamento e il Comando Supremo itali ano era polarizzata su due questioni principali. La prima riguardava il possibile spostamento di unità germaniche sul fronte italo-austriaco che destava le più grandi preoccupazioni presso il nostro Comando Supremo. Il 20 lugl io, infatti, Calcagno, promosso brigadier generale, inviava un rapporto all'Ufficio Operazioni dove informava dei progressi della controffensiva anglo-britannica in Francia482 . Tale rapporto aveva come unico effetto quello di destare le preoccupazioni di Diaz per un eventuale spostamento di unità germaniche in Ital ia che, secondo il capo cli Stato Maggiore dell 'Esercito, avrebbe potuto spiegare la scarsa resistenza tedesca dovuta proprio al trasferimento di forze in corso da un fronte ali' altro. La seconda questione che polarizzava la corrispondenza tra l'Ufficio di collegamento a Bombon e l'Ufficio Operazioni era rappresentata dai continui e inascoltati solleciti inviati da Foch a Diaz al fine di convincerlo a passare all' offensiva4 83 . I rapporti tra Comando Supremo italiano e comando unico interalleato sul fronte occidentale non aiTivarono mai ad una defin izione precisa. dei reciproci poteri e delle responsabilità, lasciando una serie di strascichi polemici che trovarono eco nella storiografia militare italiana del primo dopoguerra e anche in studi recenti 484 . Diaz, consapevole del ruolo subalterno assegnato al proprio fronte, sì comportava con assoluta indipendenza, ignorando, in verità con molto tatto, le continue sollecitazioni di Foch a passare all ' offensiva, preferendo scegliere lui il momento, ritenuto dal punto di vista militare, più opportuno485 . Quest'atteggiamento se

4 82 STATO

MAGGIORE ESERC ITO - U FFICIO STORICO, L 'Esercito italiano nella grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cit., Documenti, documento 11. 33, lettera n. 96 S.I., in data 20 luglio 1918, del generale Calcagno all'Ufficio Operazioni, con annotazioni autografe di Diaz, p. 185. 483 /bid.; Documento n. 191 , lettera n. 325, in data 26 settembre 1918, del generale Calcagno all'Ufficio Operazioni, pp. 68 1-682; documento n. 194, letternn. 365 S.J., in data 6 ottobre 1918, del generale Calcagno ali' Ufficio Operazioni; documento n. 218, lettera n. 395 S.T., in data 19 ottobre 1918, ciel generale Calcagno all' Ufficio Operazioni , p. 716. Si veda anche F. foCH, Memorie cit., pp. 468-472. 484 Per i testi dell' immediato dopoguerra ricordiamo il citato M. CARACCJOLO, L'Italia e i suoi alleali nella grande guerra ; come studio recente L. GRAJTON, Armando Diaz ... cit. , senza togliere nulla alla validità cli questi lavori, che nonostante l'intento polemico dimostrano tutta la loro validi tà. 4 85 Cfr. STATO MAGGIORE ESERCITO - UFFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra ci t., voi. V, Tomo 2° cit. , Narrazione, pp. 107-1 25.


C,\l'JTOLO VI • IL COM ANDO lJNICO 11':T ERA LI.EATO E I RAPPRESENTANTI MILIT;\ RI PERM ANENTI

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pernùse di sferrare un'offensiva (la battaglia di Vitt01io Veneto) che poi si dimostrò risolutiva per l'abbattimento dell'Austria e la fine della gue1rn, portò l'Italia ad un isolamento nùlitare ma anche politico che ebbe riflessi negativi sulle successive trattative in sede di conferenza della pace. Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti d'America entrarono in gue1rn contro la Germania a fianco dell'Intesa. Il 25 maggio inviarono in Francia il primo nucleo del corpo di spedizione americano, che, al comando del generale Pershing, raggiunse, alla fine della guerra, la forza di 14 divisioni, partecipando già dall'aprile 1918, alle principali operazioni sul fronte occidentale4 86 . Il 26 giugno 1918 il Comando Supremo, su richiesta del governo degli Stati Uniti, decise di inviare una missione militare presso il Gran Quartier Generale americano in Francia al comando ciel generale Ippolito Perelli487 . La Missione italiana, posta alle dipendenze del nostro rappresentante militare permanente in Francia (generale di Robilant), aveva funzioni di collegamento e coordinamento tra gli alti comandi italiano e americano, di scambio di informazioni sul nemico e su tutte le questioni militari, fu soppressa il 13 luglio 1919, in coincidenza del rimpatrio del generale Pershing e dello scioglimento dello stesso Gran Quartier Generale americano in Francia488 .

VI.5. Sviluppo dell'organizzazione interalleata: il comitato degli approvvigionamenti, il consiglio navale e il Consiglio degli armamenti e munizioni Il 23 gennaio 19 18 i rappresentanti militari approvavano la nota collettiva n. 13 nella quale proponevano al Consiglio supremo di guerni la costituzione cli un "comitato interalleato dei r(fornimenti", con il compito di coordinare collettivamente, in stretto rapporto con il Consiglio inte-

Repart qf' genera{ John J. Pershing, U.S.A.., Commancler-in chief-American Expeditionary Forces. as cablecl to the Segretary or War, November 20, 19 I 8, correctecl January 16, 19 I 9 (opuscolo a stampa). 4 87 Lettera n. 18152 ciel Comando Supremo - Ufficio Operazioni, in data 26 giu. 1918, in A USSME, fondo E- 11, klissioni militari varie presso gli alleali e missioni militari ilaliane all'estero, b. 18, fase. 1. 488 Telegramma n. 5281 ciel Comando supremo - Ufficio Operazioni, in data 10 lu. 1919, in AussME, fondo E-1 1 cit., b. 20, fase . 5. 4 86


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I : ITAI.IA E IL COORDINAMENTO MILITARE "IA' IH/1\LLEATO" NEI .LA PRIMI\ GUERR"- :VIONDI ALE

ralleato dei trasporti, le risorse degli Stati dell'Intesa489 . Secondo la nota, ìl presunto comitato, come primo passo, avrebbe dovuto compilare una situazione dei bisogni di vettovaglie, materiali grezzi e minerali per tutti i paesi alleati e, in stretta collaborazione con il Consiglio dei trasporti, proporre le modalità per il loro soddisfacimento. Fra le questioni da affrontare con la massima urgenza vi era il problema dei rifornimenti di nitrato, del!' arresto per tre mesi delle importazioni delle rimonte e mezzi meccanici e dei rifornjmenti all'Italia, il paese dell'alleanza con maggiori difficoltà in quel settore. Nel mese successivo, di fatto, non furono prese misure esecutive e la costituzione del comitato rimase lettera morta, anche perché il nuovo organo proposto sembrava sovrapporsi all'organizzazione interalleata preesistente, relativa agli approvvigionamenti per la popolazione civile. Nel marzo 1918 il Comando del Corpo cli spedizione americano in Francia, nella persona del colonnello Dawes, si fece promotore presso gli altri comandi alleati sul fronte occidentale, di un progetto cli coordinamento dei rifornimenti per tutte le truppe alleate490 . Il 6 maggio 1918 si tenne a Parigi una conferenza cli delegati militari (il delegato italiano era il generale Merrone) inviati dagli alti comandi degli eserciti francese, britannico, americano e italiano per decidere la costituzione di un cornitato per il coordinamento mi litare dei servizi logistici sul fro nte occidentale. Dopo la discussione di una prima bozza d'accordo, la conferenza fu aggiornata al 14 maggio, quando si riunirono nuovamente i delegati militari alleati491 . Alla fine di quella conferenza fu definitivamente confermata la costituzione del "Com.itato interalleato degli approvvigionarnenti", competente, esclusivamente, sui riforni menti militari, che avrebbe operato in stretto contatto con la "Direction générale de ravitaillement" affidata ad un alto ufficiale francese con funzioni di centralizzazione delle richieste e successivo smistamento,sul fronte franco -

489 Nota collettiva n. 13, deliberazione presa dai rappresentanti m.ilitari al Consiglio supremo di guerra nella seduta del 23 gennaio 1918, circa i rifornimenti, in AussME, fondo E-8 cit., b. I O, fase . 2. Il documento nella versione francese è stato pubblicato in M INISTERE DE LA GUERRE - ElAT MAJOR DE L' ARMÉE - S ERV ICE 1-IJSTORIO QUE, Les Armées Françaises dans la grande guerre, tomo VI, vol. l , Anncxes cit., annexe 11. 283, pp. 542-543. 49 0 RAPPORT DU COMITEI~ INTERALLIÉ, Les Armées alliées sous le commande1nent du maréchal Foch dcms le théatre des opérations franco-belge, Washington, Imprirnerie du gouvernement, 1924, pp. 65-76. 49 1 Il delegato inglese non partecipò.


CAPITOLO VI - I L COMAN DO llNICO 11\TERALl.l' ATO E I RAPPRESENTANTI M ILITA RI PERMANENTI

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belga. Il 22 maggio veniva raggiunto un successivo accordo tra CJemenceau e il generale Pershing, che confermava il precedente del 14. Il 24 gli accordi venivano sottoscritti dal delegato italiano, generale Me1rnne. Il 3 giugno, alla fine della 6a sessione, il Consiglio Supremo di guerra, con la deliberazione n. 2, approvava quella convenzione e gli altri accordi intercorsi492 . Il nuovo Comitato degli approvvigionamenti doveva occuparsi di coordinare, con i relativi mezzi di trasporto, tutti i rifornimenti di materiale e vettovaglie per le truppe alleate e i quadrupedi impiegati sul fronte dal Mare del Nord alla Svizzera. Era competente sulle grand i ripartizioni, in relazione alla possibilità di alimentare la guerra, non si occupava degli acquisti per i quali esistevano gia specifici organi interalleati. In pratica aveva delle funzioni simili a quelle delle intendenze generali in zona di guerra493. Costituito dai capi delegazione494 dei cinque paesi alleati le cui truppe operavano sul fronte occidentale, era un organo collegiale che funzionava indipendentemente dal maresciallo Foch, in quanto, subordinato ali' operato dei rappresentanti militari permanenti 495; agiva, quindi, come un loro comitato tecnico, simile ai Comitati d'aviazione, dei "tanks" e dei trasporti 496 . La delegazione italiana, denominata "sezione italiana del Comitato interalleato degli approvvigionamenti",

492 Secret I.C. - 67 (S .W.C.) resolutions passed at the sixth session on the supreme War council, June 1918 eit., p. 2 , in AussME, fondo E -8 cit., h. 9, fase. 2. 49 3 Sui servizi logistici italiani nella grande guerra e sull' Intendenza generale e quelle di armata, cfr. F. BOTTI, La logistica delt 'EsercilO italiano ( 183 I -1981 ), voi. II Dalla nascila dell' Esercito italiano alla prima guerra mondiale (1861-/918) , Roma, Stato Maggiore Esercito - Ufficio storico, 1991; .MINISTERO DELLA GUERRA - UFFICIO STATISTICO, Statistica dello -~fèJrzo militare italiano nella guerra mondiale, i servizi logistici, Roma, Poligrafico dello Stato, 1929. 49 4 I capi delegazione erano il colonnello Payot per la Francia, il colonnello Dawes per gli Stati Uniti, il colonnello Beaclon per la Gran Bretagna, il maggiore Cumont per il Belgio e il generale Enrico Mcrrone per l'Italia; efr. R'-\PPORT DU COMJTEÉ INTERALLJÉ, Les Armées alliées sous le commandemeut du nwrécha/ Foch .. .cit., p. 73. 495 Diario della sezione italiana del Comitato interalleato degli approvvigionamenti, giorno 7 luglio 1918; in AussME, fondo E-9 eit., b. 9, fase. 191. 496 Allegato n. 2 al promemoria Businelli , in data 7 agosto 1918 eit., in AUSSME, fondo E-2 conumdo corpo di stato maggiore - carteggio guerra mondiale, b. 81, fase. "consiglio interalleato supremo di guerra" .


L" ITAUA E IL COORDINAMENTO M II.ITARE ··1N1'ERAU F.AT(r' NELLA PRIM A GUERRA .vlONDIALE

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presieduta dal maggiore generale Enrico Merrone497 era costituita dal capitano Mauroner, dal sottotenente Stoppa e da due soldati498 . L'attività del Comitato degli approvvigionamenti fu particolarmente intensa durante il conflitto: dal 28 giugno 19 18 al 9 ottobre 1919, date della sua prima e della sua ultima seduta, si riunì ben ventisei volte499 . In una sua relazione inviata al Comando Supremo, il generale Merrone riassumeva le principali questioni affrontate dal Comitato stesso, dal giugno, quando entrò in funzione, al settembre 1918500 .Tra queste ricordava la questione legata alla messa in comune dei locali e depositi cli materiali cli rifornimento e di derrate sul fronte occidentale; la standardizzazione della razione di foraggio per i quadrupedi degli eserciti alleati che, allo scopo di superare le ·difficoltà di trasporto, fu ridotta a due tipologie di razioni 50 1; l'utilizzo cl i macchine speciali americane per la doppia compressione del fieno, al fine cli agevolarne il trasporto al fro nte; la costituzione cli una riserva interalleata cli materiale e personale telegrafico e telefonico; la razional izzazione dello sfruttamento del legname attraverso la ripartizione delle zone fo restali della Francia allora soggette a taglio e la ricerca cli altre zone forestali da sfruttare in

497

Enrico Merrone nacque a Maddaloni nel 1865. Sottotenente d'artiglieria nel 1883, frequentò la Scuola di guerra e passò nel Corpo di Stato Maggiore. Colonnello 1914 e maggior generale nel 1915, partecipò alla prima guerra mondiale con l' incarico di capo cli stato maggiore clell' Intenclenza generale. Rappresentante italiano nel Comitato interalleto degli approvvigionamenti nel 1918-19 19, fu promosso tenente generale. fvforì a Roma nel 1923. Cfr. Enciclopedia rnilitare, voi. V, M ilano, Istituto editoriale scientifico, 1933, pp. 95-96. 498 Diario della sezione italiana del Comitato interalleato degli approvvigionamenti cit., giorno 7 luglio 19 18; in AussME, fondo E-9 cit., b. 9, fase. 19 L 499 Le date delle riunioni per il 1918 furono le seguenti: 28 giugno; 2, 7, 17, 22, 28 luglio; 2, 11 agosto; 2, 9, 13, 24 settembre; 3, 14, 24, 3 1 ottobre; 21, 29, novembre; 15 dicembre. Per il 1919: 15 gennaio, 1° febbraio, 28 marzo, 30 aprile, 13 settembre, 9 ottobre. Per i verbali di queste riunioni si veda in A USSME, fondo E-9 cit., b. 24, fase. 185. 5oo Lettera n. 231 della Sezione italiana del Comitato interalleato degli app rovvigionamenti alla sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra in data 19 settembre 1918, in AussJvrE, fondo F-1 cit, b. 246, fase. 2. SO i La razione prevista per la Francia, il Belgio e l' lt.alia era di 5 chilogranm1i di avena e 4 cli fieno ; la razione prevista per l'esercito britannico e ame1icano di 5 chilogrammi di avena e 5 cli fieno. La questione era stata affrontata precedentemente dai rappresentanti 1nilitari pennanenti che con la nota collettiva n. 26 del 19 maggio 1918 avevano proposto una generale riduzione dei cavalli in dotazione all'esercito francese editaliano e delle loro razioni, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 1O, fase . 2.


CAPITOLO VI . IL CO'vl AN DO UNICO INT ERALL EATO E I RAPPRESENTANTI MILITARI PERMANEKTI

199

Francia e in Italia. Il Comitato degli approvvigionamenti dovette, inoltre, risolvere le complesse problematiche relative al servizio automobilistico e a quello ferrov iario. Riguardo al primo preparò e fece approvare dal comandante in capo delle armate alleate (Foch) i regolamenti automobilistici di circolazione generale, per il trasporto di materiale e di persone su autoveicoli, validi per le truppe alleate in Francia; si occupò poi della costituzione del "centro interalleato d' istruzione automobilistica" e dei relativi corsi per ufficia1i502 ; predispose, infine, gli studi per la costituzione di una "riserva interalleata di autoveicoli", stimata attorno alle 24.000 unità, alla quale però l'Italia non avrebbe partecipato503 . Riguardo al servizio ferroviario il comitato fece costituire, a Nangis, un "centro interalleato di istruzione e di allenamento per la costruzione rapida di ferrovie a scartamento ridotto" e si occupò, anche in questo caso, de]la formazione della relativa riserva interalleata, cioè di un nucleo di pronto intervento, formato da personale specializzato con i relativi materiali, in grado di approntare, con la massima celerità, quel tipo di linea ferroviaria in diversi punti del fronte franco-belga. L' America avrebbe fornito un reggimento (I 500 uomini) del genio fe1Tovieri e, come materiale, 150 locomotive e 1080 vagoni da sei tonnellate, la Francia un'aliquota simile in uomini e materiale mentre la Gran Breta502

Lettera n. 23 l della sezione italiana del Comitato interalleato degli approvvigionamenti alla Sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, in data 19 settembre 19 I8, cit., in AUSSME, fondo Fl cit., b. 246, fase. 2, "ogni corso avrà un primo pe1iodo (15 giorni) di istruzione teoriche, visite ,ùle formazioni ed agli stabilimenti au tomobilis tici in Francia, assistenza a carico e scarico di materiali e di personale; cd un secondo periodo di istruzione pratica (8 giorni) presso le comm issioni regolatrici automobilistiche in F rancia. Ogni corso avrà una sezione cli ufficiali di stato maggiore addetti al servizio automobilistico; e tali ufficiali di stato maggiore assisteranno alle più interessanti conferenze ed alle più interessanti pratiche del corso comune per ufficiali automobilisti ; ed in più avranno conferenze relative ai principali servizi in rappono col servizio automobilistico. TI corso degli ufficiali di stato maggiore durerà solo 10 giorni per non distrarli troppo dal loro servizio presso gli s tati maggiori dei grandi comandi. TI primo corso per ufficiali automobilisti fu iniziato il 5 settembre; terminerà il 27 p. v. Vi prendono parte 12 ufficial i frances i, 13 americani, 10 inglesi, 5 belgi, 3 italiani(...)". · 503 li 17 luglio 1918 il Comando Supremo sollecitava il generale cli Robi [ant affinché avviasse le procedure per ottenere in sede di Consiglio Supremo di guerra in prestito 3.000 aut.ocarri per tre mesi. Tale richiesta non fu accolta. Cfr. STATO MAGGIORE E SERCITO - U FFICIO STORICO, L'Esercito italiano nella grande guerra cit.., vol. V, Tomo 2° cit., Docurnenti, documento n. 158, lettera n. 12233 G.M. del generale Diaz al generale cli Robilant, in data 17 luglio 1918, pp. 588-589.


200

L' ITAI.IA E IL COORDINAMENTO MILITARE "INTt:111\LLl?ATO" NEI.I.A PRIMA GUERRA MONDIALE

gna avrebbe fornito 350 ferrovieri, 100 locomotive e 400 vagoni. Belgio e Italia non avrebbero dato nell'immediato un contributo diretto. Dopo la fine delle ostilità il Comitato interalleato degli approvvigionamenti si occupò anche dei rifornimenti della popolazione civile nell'Europa centro-orientale, devastata dalla guerra, e, nel 1919, fu assorbito dalla Sezione generi alimentari e aiuti del Consiglio Supremo econornico504 . Ricordiamo infine che il generale Merrone era anche il rappresentante italiano per la raccolta dei dati statistici che venivano poi comunicati all' Ufficio interalleato di statistica505 . Alla fine del novembre 1917 venne costituito, a Parigi, il Consiglio navale interalleato (Allied Naval Council), composto, quali membri di diritto con facoltà di delegare altri a rappresentarli 506 , dai tre capi cli stato maggiore delle marine di Gran Bretagna, Francia, Italia e dai comandanti delle forze navali degli Stati Uniti d' America e del Giappone in Europa507 . In analogia al conispondente consesso dei rappresentanti militari, aveva funzioni tecnico-consultive e di coordinamento strategico della guerra marittima e delle operazioni navali alleate. Nella prima riunione del Consiglio, a carattere preliminare, avvenuta nel dicembre 1917, alla quale tuttavia l'Italia non partecipò, i rappresentanti navali stabilirono di riunirsi circa una volta al mese, alternativamente, in una delle capitali degli tre Stati dell'Intesa, sotto la presidenza del ministro della marina del paese in cui la riunione avrebbe avuto luogo. Nel gennaio 1918 ebbe luogo a Londra, sotto la presidenza del primo lord dell' ammiragliato sir Geddes, la prima sessione del Consi glio navale interalleato a cui parteciparono tutti e tre i capi di stato maggiore alleati e il comandante americano in Europa508 . In quella sessione furono discusse due questioni principali: la situaz ione in Adriatico, che ormai, a differenza dell'Atlantico, era divenuto l'unico teatro navale dove fosse possibile condurre operazioni contro la flotta nemica e il problema della guerra sottomarina, che, secondo l'opinio504

Si veda§ VIIl.2. 932, in data 11 maggio 1918, della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, in Aussivm, fondo E-ll cit., b. 4lbis, fase. "rappresentanze militari" . S06 Il rappresentante navale italiano era il contrammiraglio Mario Grassi, già addetto navale a Parigi. 50? C. MANFRONI , cit. , pp. 207-209; E. FERRANTE, cit., pp. 97-100. 508 C, MANFRONI, cit., pp. 212-213. 505 Circolare n.


CAPITOLO VI . Il. COMANDO UNICO INl ERA LLEATO E I RAPPRESEKTANTI M ILITARI PERMANENTI

20 1

ne di tutti delegati alleati, poteva esser risolta solo con l' adozione, per i mercantili, d i agguerite scorte di navi da guerra. Su richiesta del rappresentante americano fu anche nominata una comm issione con il compito di analizzare le possibili operazioni offensive in Adriatico, tra cui un attacco aeronavale su Cattaro. La commissione venne in Italia dall'8 al 9 febbraio 1918 ma, difronte all'opposizione italiana, finì per occuparsi del Canale d ' Otranto, stabilendo l'adozione di uno sbarramento fisso e il passaggio del preesistente sbarramento mobile sotto l' alta sorveglianza del comando in capo inglese nel Medi terraneo 509. Dal 12 al 14 marzo 1918 si svolse, sempre a Londra, la 2a sessione del Consiglio navale con il compito cli esaminare l'eventualità che la marina germanica si impadronisse della flotta russa per attaccare il Mediterraneo dai Dardanelli e, ancora la situazione in Adriatico 510. Riguardo a quest'ultimo aspetto, il rappresentante statunitense, propose u na grande operazione di sbarco in Dalmazia che oltre al giudizio di una commissione interna, in quanto operazione anfibia, fu sottoposta anche al giudizio dei rappresentanti militari. Tutte e due gli organi em isero un parere palesemente negativo, ritenendola troppo azzardata. La 3a sessione s i tenne a Parigi; una prima riunione si svolse in aprile, mentre una seconda a maggio 511. Durante queste riunioni fu nuovamente esaminata la possibilità che la marina germanica si impadronisse della flotta russa per attaccare il Mediterraneo dai Dardanelli e per farvi fronte si pensò cli minare lo stretto e concentrare il grosso della flotta alleata nell'Egeo, lasciando in Adriatico solo poche forze. Nel luglio 1918, s i svolse, sempre a Parigi, un'ulteriore riunione de] Consiglio navale, questa volta incentrato sulla proposta ameri_c ana di un grande sbarramento di mi ne nel medio Adriatico per impèdire l'uscita dei sottomari ni austro-tedeschi51 2 . La discussione, per l'oppos izione britannica, fu rimandata ad un' altra riunione, esclusivamente tecnica, che si tenne a Malta nella prima decade dell'agosto 1918. In quella sede, fu accolta definitivamente l' idea cii uno sbarramento fisso, retale e di mine, ciel Canale d' Otranto5 13_ cit. , pp. 217-219. 228-236. 236-238. 253-254, 258. 254-255.

509 C. M/\Nf'RONI,

Ibid, pp. 5l L lbid, pp. 512 fbid, pp. 513 lbid, pp. 5LO


L' ITALIA E IL COORDINAMENTO MII .ITARE .. /NtF:RMLEATO" NELLA PRIMA (òlJERRA MONDIALE

202

A fine agosto l 918 si svolse, a Londra, la 4a sessione del Consi glio navale interalleato durante la quale fu ancora una volta esaminata l'eventualitĂ che la marina germanica si impadronisse della flotta russa per attaccare il Mediterraneo dai Dardanelli514 . Come soluzione al problema fu nuovamente riproposta quella di concentrare tutte le forze navali nel Mediterraneo orientale, mentre l'Italia avrebbe acconsentito che le forze britanniche in Adriatico fossero richiamate. Nel settembre 1918 si svolse, nuovamente a Parigi, la sa sessione del Consiglio navale interalleato, durante la quale furono esaminati due argomenti principali , connessi alle operazioni navali in Adriatico: lo sbarramento del Canale d' Otranto, per il quale fu accettata definitivamente l'idea dello sban-amento fisso sulla linea proposta dall'Italia (Capo Cavallo-Saseno) e una spedizio ne navale sulla costa dalmate che fu nuovamente bocciata. In alternativa allo sbarco si decise di rinforzare per il momento la base di Valona515 . Dal Consiglio navale interalleato dipendeva anche il Comitato navale di collegamento, con sede a Versailles, che teneva i contatti con i rappresentati militari permanenti5 16 e il Consiglio per il blocco navale contro gli Imperi centrali. Dopo l'armistizio, ma anche prima, come nel caso della prima sessione del Consiglio navale interalleato del gennaio 1918, i rappresentanti militari e navali si riunirono spesso insieme al fine di approvare note collettive relative a questi oni comuni. Fra queste spiccavano le clausole relative al disarmo militare e navale dei paesi sconfitti. Nella conferenza, tenuta a Parigi, il 4-5 giugno 1918 a cui parteciparono i ministri alleati responsabili della produzione delle armi fu decisa la costituzione del Consiglio interalleato delL 'armarnento e delle niunizioni (C.I.A.M.)517 . Questo nuovo Consiglio si occupava dello studio delle dotazioni belliche adatte a tutti gli eserciti alleati, dello scambio di informazioni tra i singoli paesi dell ' Intesa e gli Stati Uniti

5 14

C. MANFRONI, cii., pp. 255-257. Jbid, pp. 258-259. 51 6 Nota relativa al Consiglio navale interalleato della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, senza data, presumibilmente redatta poco dopo il 28 febbraio 1918, in AuSSME, fondo E-8 cit., b. 4, fase. 14. 5 17 "Memorandum sur l'organisation interalliĂŠ de l'armament et des munitions" testo stabilito durante la conferenza interalleate del 4-5 giugno a Parigi, in AussrvtE, fondo E-2 cit., b. 55, fase . "consiglio interalleato armamento e munizioni". 5 15


CAPITOLO VI . IL C0\'1AND0 liJ\lCO INTERALLEATO E I RAl'l'RESENTANTI MILITARI PERMANENTI

203

Organigramma 7 Struttura del consiglio supremo di guerra nell'aprile-novembre 1918 Consiglio Supremo cli guerra

Rappresentanti navali permanenti

Consiglio interalleato per i trasporti

Rappresentanti militari permanenti

Consiglio interalleato per l'aviazione

Consiglio interalleato per i "tanks"

Comando unico interalleato sul fronte occidentale (Maresciallo Foch)

Comitato interalleato degli approvvigionamenti

Comitato interalleato per la difesa contraerea

riguardanti le innovazioni tecnico-scientifiche raggiunte nella fabbricazione di determinati materiali da guerra, del coordinamento della produzione industriale tra i paesi de]J 'Intesa, anche attraverso la ripartizione delle tipologia di produzione su scala nazionale e, infine, dei relativi trasporti. Esulava dalle sue funzioni tutto ciò che riguardava l'impiego tattico e la ripartizione organica dei mezzi approntati; il Consiglio interalleato degli armamenti era esclusivamente un organo per il coordinamento logistico. Formato dai ministri e sottoseg~etari al la produzione di anni e munizioni di Francia, Gran Bretagna, Italia e America518 che si riunivano periodicamente a Parigi, aveva alle proprie dipendenze un comitato di de]egati permanenti, un segretariato, con sede fissa nella capitale francese, e sette comitati tecnico-consultivi: il "comitato tecnico delle artiglierie e armi portatili", il "comitato dell ' aeronautica", il "comitato chimico", il "comitato degli esplosivi", il "comitato dei metalli non ferrosi", il "comitato dei tanks", il "comitato dell'acciaio". Il Consiglio degli armamenti lavorava, in modo au-

518

La Francia rappresentava anche la Grecia, gli Stati Uniti il Belgio e l'Italia la Serbia.


204

L"ITALIA E lL COORDINAM ENTO ~I IJ.ITARE ··1NTEIM LLEATO '" NELLA PRIM A GUERRA MOKDI AJ..E

tonomo, in stretto collegamento con il Consiglio interalleato dei trasporti marittimi e con tutti gli altri comitati per i rifornimenti e con funzioni economico - finanziari distaccati nella City519 , ma, in ultima istanza, come tutta l'organizzazione interalleata, faceva capo al Consiglio Supremo di guerra. 11 26 giugno 1918 il sottosegretario cli stato alle armi e munizioni, onorevole Cesare Nava, nominava i delegati che avrebbero rappresentato l'Italia nei sette comitati tecnico -consultivi del C.I.A.M: il tenente colonnello Guerritore e il tenente Pasetti per il Comitato tecnico dell'artiglieria, il senatore Ciamician e il tenente Cardoso per il Comitato chimico, il funzionario Quartieri e il Tenente colonnello Corazzini per quello degli esplosivi, il tenente Positano per il Comitato dei metalli non ferrosi, il maggiore Benicelli per il Comitato dei carri d'assalto520, il tenente Aghib per il Comitato dell'acciaio e il capitano Lazzerini per il comitato dei trasporti; il capitano Gauda, inoltre, restava designato quale delegato italiano al segretariato permanente dello stesso Consiglio dell'armamento e munizioni e ufficiale di collegamento con l'omonimo ministero italiano521 . Il 19 ottobre 19 l 8, il generale Mola, giunto a Parigi, assumeva la carica di Delegato permanente italiano al Consiglio interalleato dell'armamento e munizioni, pur continuando a ricoprire le funzioni di addetto militare e capo della Missione militare italiana a Londra522. Quest'ultimo e tutti gli altri delegati dei comitati tecnico-consultivi operarono in stretto collegamento con il ministero delle armi e munizioni a Roma e con il rappresesentante militare italiano a Parigi. Con la costituzione del Consiglio interalleato dell' armamento e delle munzioni l'organizzazione interalleata relativa al coordinamento economico-finanziario e logistico raggiunse il suo apice. Nel corso ' della guerra 1'Intesa costituì un sistema capace di occuparsi di tutti problemi legati alle importazioni: furono creati venti comitati specifi-

5 19

Si veda sopra§ 1.4. Si veda sopra l' attività del maggiore Alfredo Benicelli in relaz ione al Comitato dei "tanks", § Y.5. 52 1 Lettera n. 5122, ciel sottosegretario per le armi e munizioni al colonnello Mal vani capo sezione Munizionamento e materiali eia guerra della Missione militare italiana a Parigi, in data 26 giugno 19 J8, AuSSME, fondo E-11, cit. b. 41 , fase. 3. 5 22 Ci reo lare n. 593 cieli' Ufficio del delegato permanente italiano, in data 19 ottobre 1918, in AussMi::, fondo E-11, cit. b. 12, fase. 16. 520


CAPITOLO VI . IL CONIANDO lJNICO IKT EHA LL EATO F I RAPPREScN'J;\ NT I MILITAR I PERMANENTI

205

ci, oltre al Consiglio interalleato marittimo, allo stesso Consiglio degli armamenti e a quello dei viveri. Le esigenze della Francia e dell' Italia, a cui furono garantite le 600.000 tonnelate di carbone al mese, necessarie alla sua sopravvivenza, furono in massima parte sodd isfatte; le riserve di vettovaglie furono portate ad un sufficiente livello, decisamente alto, se paragonato alla situazione degli imperi centrali, gli aiuti al Belgio furono inviati regolarmente, l'esercito americano fu trasportato e tifornito, 500.000 tonnelate di naviglio neutrale vennero gestite direttamente. Alla data dell'armistizio l'organizzazione alleata funzionava per i rifornimenti dei viveri da qualche mese, appena completata per i rifornimenti dei materiali bellici, non ancora in piena e:ffi.cienza per le importazion i delle materie prime ad uso civile523 . Insomma per dirla con le parole di Crespi "i paesi alleati sono diventati un enorme ente comune che riunisce tutte le risorse, cli sangue, di energia, di materie prime, e le ripartisce in proporzione ai bisogni" 524 .

S23 J. SALTER C.B., li controllo inleralleato del traj]ico marittĂšno - un esperienza cli gestione internazionale, Torino, Roggero & Torchia, 1938 , pp. 133-233. 524 S. CRESPI, Alla difesa d 'Italia ... cit., Milano, Mondadori, 1937, p. 101.


206

L' ITALI A E IL COORDINAMENTO M ILITAR E ' /N1Ellt\LLl'A10'" NELLA Pl~IM A (;{ !ERRA :VIONDIAI .E

Organigramma 8

Organizzazione di guerra degli alleati alla fine de] conflitto Consiglio Consiglio Supremo navale / cli guerra interalleato / ~

-

Rappresentanti militari permanenti

--1 '-----J/

Consiglio dj

blocco /

Consiglio degli acquisti e delle finanze cli guerra

/

/

Conunissione internazional e dei rifornimenti

Consiglio dei viveri

Comitati dei rappresentanti: - esecutivo del grano - esecutivo cleisenĂš oleosi - esecutivo delle carni e dei grassi - comitato del programma dello zucchero

Consiglio interalleato dei trasporti

Comitati dei programmi: - cuoi e pelli - lana - cotone - iuta - lino - legno - carta - carbone - tabacco - petrolio

'

Consiglio armi e munizioni


CAPITOLO

vn

I RAPPRESENTANTI MILITARI PERlVIANENTI E LA "SEZIONE ITALIANA DEL CONSIGLIO SUPRElVIO DI GUERRA" VII.1. I rappresentanti militari permanenti, il governo e il Comando Supremo Angelo Gatti, al seguito dì Cadorna insieme ad altri sette ufficiali525, che formarono il primo nucleo della Sezione italiana del Consiglio Supremo, nel suo volume526, ci ha lasciato una intell igente e complessa testimonianza dell 'atmosfera in cui sì svolse Ja missione dell'ex capo di Stato Maggiore dell'Esercito in Francia. L'autore di Un italiano a Versailles ha valutato negativamente i rapporti tra governo e il rappresentante militare permanente per l'Italia, che, istituzionalmente parlando, dipendeva direttamente dal presidente del consiglio dei ministri. Tali rapporti erano dì fatto inconsistenti, anche per colpa della stessa rappresentanza italiana che: "nonostante il valore dei componenti, non è nelle migliori condizion i per aiutare il paese. Gli uomini sono g li stessi che si sono scontrati e combattuti nel tempo della sfortuna e solo hanno mutato gl i uffici" 527 .

I rapporti con il Comando Supremo non erano migliori, erano "non molto stretti, né molto precisi", anche per la rivalità che esisteva tra Cadorna e Badoglio528 . La sezione italiana al Supremo Consiglio 525 Erano il co lonnello Bianchi cl'Espinosa, il tenente colonnello Pintor, il maggiore Martin Frankl in, il tenente colonnello Ponza cli San Martino, il maggiore Leoni, il maggiore medico Casali, il tenente Gallarati Scotti . 526 A. GATTI, Un italiano a Versailles (dicembre 1917:febbraio 1918), Milano, Ceschina, 1958. 527 !bici., p. 81. 528 /bici., p. 211.


208

l:ITf\J.,I A E IL COORDINAMENTO MII.ITA R" ''/NT/il?AU.liATO" NEI.I A PRIMA GUERRA MONDIALE

non riceveva poche informazioni dal generale Porro, nominato rappresentante di Cadorna presso il Comando Suprerno529. Tra le missioni militari italiane presso gli alti comandi alleati sul fronte occidentale la sola missione in Francia si degnava cli passare qualche notizia al rappresentante militare530 . Di fatto, secondo Gatti, Cadorna portava avanti il suo incarico completamente isolato. Il 24 dicembre 1917, però, il presidente del consiglio Orlando inviava al rappresentante militare un promemoria del ministro degli esteri in cui quest'ultimo, consapevole che il Consiglio supremo di guerra dovesse avere per obbiettivo l'unità d'azione degli alleati che, secondo lui, consisteva "nell'eliminare le divergenze mediante discussione sulla base della tutela degli interessi rispettivi", dava istruzioni su cinque questioni diplomatiche in sospeso 531 . La prima riguardava la Russia per la quale Sonnino escludeva ogni possibilità di trattativa con il governo rivoluzionario e, di contro, prospettava invece la possibilità di allacciare contatti con il movimento controrivoluzionaiio della Russia meridionale per ostacolare la penetrazione degli imperi centrali. Per la Finlandia, ex provincia dell'impero russo, era favorevole a riconoscerne l'indipendenza. La seconda questione diplomatica riguardava la Romania, per la quale suggeriva di tenere conto della difficilissima situazione in cui si trovava il Governo di Bratianu, senza prendere atteggiamenti intransigenti 532 . La terza e la guaita riguardavano l'impero ottomano, in particolare la Palestina e l'Asia minore, per le qual i si doveva vigilare che gli accordi raggiunti in precedenza tra alleati fossero rispettati. L'ultima questione rivendicava il controllo del porto di Patrasso ali' Itali a nell'ambito del controllo interalleato della Grecia.533 . Le direttive date a Cadorna ricalcavano, l'indirizzo generale della politica estera italiana voluto da Sonnino, e, in sostanza, erano una semplice misura di prudenza che il ' 529

Ordine di servizio del capo di Stato Maggiore dell'Esercito in data 15 novembre 1917, in AuSSME, fondo E-2 cit., b. 81, rase. Z "Consiglio interalleato supremo cli guerra". 530 A. GATTI , Un italiano a Versailles c it., pp. 212-213 . 53 1 Lettera del presidente del consiglio dei ministri Orlando al generale Cadorna, in data 24 dicembre I 917, con allegato promemoria del ministro degli esteri in data 20 dicembre 1917, in AussivIE, fondo E -8 cit., b. 11 , fase. 13. 532 A. BLAGJNJ, Storia della Romania con.temporanea, Milano, Bompiani, 2004, pp. 65-75. 53 3 Si veda sopra cap. III.


CAPITOLO VII · I RAPPRESENTANTI MILITAR I PERMANEl':TI E I A "SEZIONE ITALIANA DEL CONSIGLIO...

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ministro degli esteri prendeva nei confronti del rappresentante militare il quale, in sede di Consiglio supremo, trovandosi, presumibilmente, a discutere su quelle questioni controverse, anche se dal punto cli vista strettamente militare, avrebbe dovuto tenere un atteggiamento in linea con l'indirizzo di poli tica estera governativa al fine di contribuire, per la sua parte, alla propria realizzazione. Con i successori di Cadorna, che erano due prestigiosi generali italiani all'apice della loro carriera, cambiarono decisamente i rapporti tra rappresentanti militari, vertici politici e l'Esercito. Già con Giardino, che riscuoteva la piena fiducia sia cli Orlando che cli Diaz l' atmosfera a Versailles mutò decisamente, anche se la sua breve permanenza nella carica534 rallentò, in un certo senso, il processo di riqualificazione del ruolo di rappresentante militare. L'arrivo del di Robilant, che tenne quell'incarico per più di un anno535 e la sua intelligente e attenta azione determinarono un vera e propria inversione cli tendenza tanto che il Comando Supremo tenne a chiarire alcuni aspetti delle nuove relazioni tra i due organi. In un promemoria redatto il 7 agosto 19 18 dal colonnello Cavallero, capo dell'Ufficio Operazioni del Comando Supremo, si poneva il problema di come il Comando Supremo stesso potesse influire efficacemente sull ' azione del rappresentante militare nazionale536 . Partendo dalla considerazione che le risoluzioni raggiunte dal consesso dei rappresentanti militari non vincolavano i governi se non erano prima approvate dal Consiglio Supremo cli gue1rn, Cavallero concludeva che era possibile influ ire efficacemente tramite il presi dente del Consiglio che avrebbe potuto, in sede di sessione del Supremo Consiglio, non votare le note collettive presentate dai rappresentanti militari o mod ificarle quando queste ultime avrebbero troppo contrastato "con le contingenti esigenze della situazione militare della nostra fronte, o con altre necessità strettamente nostre". Quella, comunque, era l'ultima possibili tà a cui ricorrere, in quanto era preferibile concertare preventivamente il tutto direttamente con la sezione itafoma di Versailles; ma, mentre riguardo alla situazione militare degli 534 Circa

due mesi, dal 14 febbraio al 15 aprile 1918.

53 5 Dal" 16 aprile 1918 al 5 febbraio 1919. 536 Promemoria del Comando Supremo -

Ufficio Operazioni "circa le relazioni fra Comando Supremo italiano e la sezione italiana del Consiglio interalleato pennanente (Versailles)", in data 7 agosto 1918, in AussrvrE, fondo E-2 cit., b. 81, fase . "Consiglio interalleato supremo di guerra" .


21 0

1.;n,\LIA E IL C:OOR[)JNAMENTO M ILITA RE " /Nff/ULLE1\TO" KEI.I.A PRIMI\ G UERRA MON Dl,\I.E

altri fronti, il capo dell'Ufficio Operazioni riteneva sufficiente uno scambio di vedute tra Comando Supremo e rappresentante militare, per quanto riguardava il nostro fronte voleva vincolare l'azione di quest'ultimo a precise regole. Per risolvere la questione Cavallero non ri teneva necessario stabilire una dipendenza gerarchica tra Comando Supremo e sezione italiana del Supremo Consiglio, che sarebbe risultata in contrasto con l' ordinamento delle altre sezioni nazionali, tutte dipendenti direttamente dai capi di governo; proponeva invece di integrare la risoluzione n. 7, approvata il 4 luglio nell a 7a sessione537 , con delle disposizioni a carattere interno che obbligavano la stessa sezione italiana di Versailles ad informare preventivamente il Comando Supremo cli tutte le questioni che trattavano del1o scacchiere italiano, per ricevere le conseguenti direttive con l'obbligo di rispettarle. In un successivo promemoria interno del 13 agosto, presum ibilmente sempre di Cavallero, veniva abbandonata l' idea di vincolare l'azione del rappresentante militare a delle disposizioni scritte ma quest'ultimo, per quanto riguardava le questioni interessanti il nostro scacchiere, nonostante le formali dichiarazioni di rispetto della sua autonomia, doveva comportarsi come un semplice portavoce del Comando Supremo538. Si suggeriva, addirittura, che la sua coITispondenza sulle questioni inerenti al fronte italiano si svolgesse solo con quell'organo cli vertice che poi avrebbe informato direttamente il presidente del consiglio il quale, a sua volta, avrebbe ricevuto dal rappresentante militare solo le comunicazioni relative al punto cli vista alleato, propugnato dagli altri rappresentanti militari. Non sembra che questi due promemoria si concretizzassero in qualche disposizione scritta, ma rappresentaremo sicuramente il punto di vista, di allora, dei vertici dell 'Esercito, forse dello stesso Diaz del quale Cavallero, in quel periodo, era uno stretto collaboratore, verso i rappresentanti militari. fl Comando Supremo italiano, in questo molto vicino alle posizioni di Foch, negava, di fatto, le funzioni consultive e di studio relative alla direzione strategica mondiale riconosciute, almeno uflicialmente, al consesso dei rappresentanti militari permanenti dal Supremo Consiglio. Assegnava loro solamente il ruolo di portavoce dei comandanti in capo dei diversi

53 7

Si veda sopra ยง Vl.2. Promemoria senza firma in data 13 agosto 1918, in b. 81 , fase. "Consiglio interalleato supremo di guerra". 538

AUSSME,

fondo E-2 cit.,


CAPITOLO VII - I RAPPRF.SliNTAKTI MII .ITAR I PERMANENTI F. I.A "SEZION E ITA UANA DEI. CONSICOl.10 ...

21 1

fronti. Il loro compito era ridotto alla conoscenza dei punti di vista degli altri alleati e alla mediazione su alcune questioni militari di poca importanza. Nel Comando Supremo italiano, come presumibilmente, negli altri comandi in capo degli eserciti alleati e come nello stesso comando unico sul fronte occidentale, forse per egoismo nazionale, non si arrivava a concepire un reale coordinamento strategico globale, benché quella guerra avesse raggiunto dimensioni mondiali. L'atteggiamento personale del generale cli Robi lant evitò di fatto ogni attrito con il capo di Stato Maggiore cieli ' Esercito, perché senza rinunciare alla sue reali funzioni cl i rappresentante militare permanente e quindi di consulente per un efficace coordinamento mi litare a beneficio di tutta la coalizione che combatteva su tre continenti, seppe farsi fedele interprete delle esigenze connesse al fronte italiano, forse troppo fedele.

VII. 2. I rappresentanti militari permanenti e le funzioni di coordinamento della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra Abbiamo visto come nel corso del conflitto le missioni e le delegazioni militari italiane si moltiplicarono in concomitanza co n lo sviluppo dell'organizzazione interalleata finalizzata ai diversi aspetti del coordinamento. La sede privilegiata era Londra per le delegazioni con funzioni economico-finanziarie e logistiche e la Francia, con Parigi e Versailles in particolare, per le mission i più propriamente militari. Nella capitale francese il ruolo di coordinamento degli enti e missioni militari ven iva, di fatto, svolto, fino alla primavera del 1918, dal capo dell a missione mi litare italiana, che però ricopriva un grado inferiore (colonnello) rispetto al comandante (tenente generale Albricci) del II Corpo d'armata italiano che, dall'aprile 19 18, era stato sch ierato sul fronte franco-belga, ma soprattutto rispetto al rappresentante militare permanente (tenente generale). La sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, quindi , per effetto naturale del!' alto grado ricoperto dal rappresentante militare del quale era il relativo stato maggiore, assunse progressivamente il ruolo di catalizzatore verso le altre nostredelegazioni mi litari, sostituendosi così alla Missione militare in Francia. Una delle pri me conseguenza di quella situazione fu, 1' 8 marzo 1918, il passaggio di dipendenza della Se-


212

LTlì\LIA E IL COORDINAMENTO M ILITARE "/,VT/:/l,1U,t:,H'O '' NELLA PRIMA (ilJERRA M OND IALE

zione informazioni presso il "Bureau ìnterall iés" dalla Missione alla Sezione stessa ciel supremo Consiglio 539 . Il 27 maggio 1918, con un apposita circolare540 , il generale di Robilant, avuto il consenso da Rmna, stabiliva che il rappresentante militare permanente era il naturale tutore degli interessi delle truppe italiane in Francia; cli conseguenza il comandante del II Corpo d'annata, l'ispettore generale delle truppe ausiliarie, i capi di tutte le altre unità italiane autonome e cli tutti gli altri enti militari italiani in Francia avrebbero fatto capo alla sezione ital iana del Consiglio Supremo di guerra per tutto ciò che riguardava le ricompense e le punizioni, nei riguardi delle quali lo stesso rappresentante militare esercitava le attribuzioni di comandante cli armata. Quella circolare chiariva di dir.itto le dipendenze gerarchico - disciplinari ma non risolveva ancora le funzioni di coordinamento generale che di fatto la sezione assolveva senza però avere un fondamento normativo che le regolarizzasse. Già l' 11 maggio 1918, il generale di Robilant aveva assegnato al generale Merrone, delegato italiano agli approvvigionamenti, l'incarico cli raccogliere tutte la informazioni su l funzionamento degli enti militari italiani in Francia e a tal proposito veniva istituito un piccolo ufficio, diretto dallo stesso Merrone che avrebbe studiato la situazione del personale in missione per la preparazione di eventuali proposte finalizzate ad un miglioramento della gestione54 1. Terminata la raccolta dei dati, di Robi lant incaricava, nuovamente, Merrone cli studiare un specifica organizzazione che permettesse di coordinarli. Quest'ultimo , in un progetto, presentato poco prima del 1O giugno 542 , proponeva cli creare una "direzione generale dei servizi mi litari italiani" che avrebbe riunito tutte le delegazioni con funzioni logistiche e amministrative con altri uffici interni creato ex novo (Ufficio di segreteria, Ufficio

539 54

Cfr. § 1.1.

°Circolare n. 1445, in data 27 maggio 1918, della sezione italiana ciel Consi-

glio Supremo cli guerra, in Aussrv!E, fondo E-1 1 cit., b. 16, fase. 3. Sono conservate anche altre copie in fondo E-8 cit. , fase . 2 e 4 . 54 1 Circolare n. 932, in clala 11 maggio 1918, della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, in AuSSME, fondo E-11 cit. , b. 4lbis, fase. " rappresentanze militari". 5 42 Lettera n. 1728, in data I O giugno 1918, della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra al generale Merrone, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 13, fase. 3.


CAPITOLO VII - I RAPPRESENTANTI M ILITARI f>ERMANEKTI E LA "SEZIONE ITA U ANA OEI. O)NSIC.LIO...

2 13

statistico, Ufficio sanitario, Ufficio per i servizi dopoguerra, Ufficio contabilità del personale) mentre l' Ufficio dell'addetto militare, l'Ispettorato generale truppe ausiliarie sarebbero rimasti autonomi543 . La sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra concordava in linea di massima con il progetto di Merrone e ne condivideva il principio generale della ripartizione in due grandi gruppi: il gruppo relativo ai problemi logistici, sotto la costituenda direzione dei servizi militari e il gruppo relativo agli enti operativi ed informativi, che sarebbero rimasti indipendenti, ma escludeva la possibilità cli costituire nuovi uffici 544 . Frattanto di RobiJant già il 18 giugno l 918 riceveva un approvazione generale alle sue intenzioni di realizzare il coordi namento degli enti in Franci a sia dal Comando Supremo che dal ministro della guerra545 , poi successivamente ribadita dal presidente del Consiglio tramite lo stesso ministro della guerra Zuppelli 546 . Contemporaneamente la sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, formata da uno suo stato maggiore, con gli uffici operazioni e informazioni, da un ufficio artiglieria, una segreteria e quartier generaJe e dagli uffici archivio e protocollo, cifra e amministrazione547 , aveva raggiunto la forza di 13 ufficiali e 18 soldati e, grazie all'azione accentratrice voluta dal generale di Robilant, dirigeva sempre di più il lavoro delle altre missioni , delegazioni ed enti in Francia548 .

543

lvi, "progetto d i unificazione dei servizi in Francia" , del generale Merrone, senza data. 544 lvi, promemoria de lla sezione italiana ciel Consiglio Supremo cli guerra al generale Mcrrone relativo al "coordinamento degli enti militari dislocati in Francia", in data 9 giugno 1918. 545 Lettera n. !0533, in data 18 giugno 1918, ciel ministro della guerra al Comando Supremo, in AUSSME, fondo E-1 1 c it., b. 41bis, fase. "rappresentanze militari" . 546 Lettera n. 17583, in data 21 agosto 1918, ciel rn.inistrn della guerra al Comando Supremo, in A USSME, fondo E-8 cit., b. 13, fase. 3 5 47 Elenco nominativo degli ufficial i appartenenti alla sezione italiana del Consiglio Supremo di Versailles, in data 27 maggio 1918, in AUSSME, fondo E-11 cit., b. 41 , fase . 4. La sezione era formar.a da I colonnello con funzioni cli capo di stato maggiore (Ugo Businelli), 4 tenenti colonne lli , l maggiore, 3 capitani, 3 tenenti e I sollotenente. 548 Promemoria, senza firma ma sicuramente ciel colonnello Businelli capo cli stato maggiore della sezione italiana al Consigl io Supremo cli guerra, in data 28 luglio 19 l 8, in A uSSME, fondo E-2 cit., b. 81, fase. "Consiglio interalleato supremo di guerra".


2 14

1: r rAL.IA E IL COORDINAM ENTO M ILITA RE " /N'ff //1\ /./.F!\71)" NF.LLA PRIM,~ ( i UERRA M O.' lDIA L E

Il 15 ottobre 1918, finalmente, di Robilant riusciva ad emanare la circolare che rendeva operativo il coordinamento degli enti militari italiani in Francia549 . Per effetto dì quella circolare tutti gli enti venivano riuniti sotto cinque gruppi distinti stabiliti secondo il criterio delle affinità o della dipendenza da una stessa branca deJl'amministrazione pubblica (per esempio gli enti dipendenti dal ministero della guerra o quello delle anni e munizioni) . Ciascun gruppo faceva capo all'ufficiale o al funzionario civile più elevato in grado, che aveva il compito cli seguire il lavori degli enti riuniti sotto il suo gruppo coordinandone il lavoro senza, però, sminuire le loro responsabilità tecniche e amministrative. Questi infatti avrebbero continuato a corrispondere direttamente con i ministeri nazionali da cui dipendevano, tenendone informato il proprio capogruppo. Allo scopo di mantenere il collegamento, dovevano aver luogo, a scadenza settimanale, le riunioni dei cinque capi-gruppo alle quali avrebbero partecipato anche due ufficiali della sezione italiana del Supremo Consiglio di guerra. In sostanza alla fine della guerra, la nostra organizzazione cli coordinamento delle missioni e delegazioni militari ricalcava la struttura pirnmiclale del coordinamento interalleato al cui vertice era posto il Supremo Consiglio di guerra.

549 Circolare n. 5540, in data 15 ottobre 1918, della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra, con allegato grafico relativo, in AussME, fondo E-8 cit. , b. 13, fase . 3.


CAPITOI O VII - I RAl'f>RESENTANT I M ILITARI PF.RMANEKTI E LA "SEZIONE ITALIA:-IA DEL CONSIGLIO...

2 15

Organigranuna 9

Struttura del coordinamento degli enti militari italiani in Francia nell'ottobre 1918 Consiglio Supremo di guerra Sezione italiana

-=--J Gruppo: B rigadicr generale Mola

I Sezione munizionamento e materiali da g uerra

I Servizio studi chimici cli guerra

I Ufficio invenzi.oni per la guerra

I Delegato permanente italiano e segreteria nel consiglio interalleato armamenti e munizioni . Rappresentanti italiani ne i vari comitati

Il Gruppo: Onorevole Grassi

I M issione italiana per l'aero nautica militare all' estero

I III Gruppo: maggiore generale Merrone

I Delegazione italiana nel consiglio interalleato degli approv v ig ionamenti

---

IV Gruppo: .Brigadiere generale Levi

V Gruppo: colonnello Brancaccio

I

T

Delegazione italiana nel consiglio interalleato dei trasporti

Servizio informazioni (Centrn di Parigi)

I

Centro informazioni sulle truppe nemiche operanti alla fronte occidentale

l

Sezione trasporti di Parigi

Centurie operai rn..ilitarizzati italiani

Sezione trasporti di P rovins

1 Sezione mano d'opera

I

1

I Ufficio dell'addetto militare

I Sezioni presso i grandi quartieri generali francese, anglo-belga e americano; Ufficiale di collegamento presso il maresciallo Foch


'


CAPITOLO VIII

L'EREDITÀ NEL PRIMO DOPOGUERRA: BREVE CENNO ALL'ESPERIENZA DEL COORDINAMENTO MILITARE INTERALLEATO VIII. 1. Il Comitato militare alleato di Versailles Dal dicembre 19 l 8, il generale Cavallero fu nom inato capo della sezione italiana del Consiglio supremo di guerra, con l'incarico interinale di rappresentante militare permanente (il titolare era sempre Di Robilant). Coordinava, contemporaneamente, anche i lavori della Sezione m ilitare della Delegazione italiana alla conferenza per la pace. Il successore di Cavallero fu il generale Marietti, che tenne la carica fino allo scioglimento della stessa, il l O settembre 1919. Le sue competenze passarono alla Sezione militare della Delegazione italiana alla conferenza per la pace550 . Dalla Conferenza della pace, aperta ufficialmente il 12 gennaio 1919 a Parigi, dipendevano alcuni organi, con funzioni generali di segreteria e coordinamento (Segretariato generale, Comitato per la verifica dei poteri, Comitato di redazione) e numerosi comitati e commissioni 55 1, tra cui il Comitato mil itare alleato d i Ver550 Lettera n. 13007, in data 6 sett. 1919 e lettera n. 13017, in data 6 sett. J 919, della Delegazione italiana per la conferenza della pace - Sezione militare, allegati 12 e 13 al diario storico del Comitato Mi li tare alleato di Versailles, in AUSSME, fondo B-1 diari storici della l" guerra mondiale cit., posizione 154/A n. 15, vol. 1/H (I 0 -30 sett. l 919). 55 1 Società delle nazioni, responsabilità della guerra e sanzioni, Ripartizione dei danni , Regime internazionale dei porti - corsi d'acqua - ferrovie, Società finanziaria delle nazioni, questioni economiche, aeronautica, legislazione internazionale del lavoro, Comitato centrale delle questioni territoriali, Comitato dell'Alsazia-Lorena, Comitato della Sarre; commissioni degli affari polacchi, cecoslovacchi, rumeni e jugoslavi, greci e albanesi, belgi e danesi, coloniali, cavi sottomarini; Missione int.eralleata in Polonia, Commissione cli Teschen, Comitato delle clausole mil itari-navali e aeree, Comitato navale alleato, Consiglio supremo economico, ecc.


2 18

1: 1TA LIA E IL COORDINAMENTO M ILITARE "JN tEIULLt:,rm·· NELLA PRIMA (;lJRRRA MONf)JA t E

sailles, costituito da alti ufficiali dell'Intesa e competente, appunto, sulle questioni milìtari552 . La delegazione italiana, i cui membri parteciparono ai lavori degli organi centrali e delle varie commissioni, era composta dai supremi delegati plenipotenziari (Orlando, Sonnino e altri componenti del governo), dagli alti delegati militari (il capo di stato maggiore dell'Esercito, generale Diaz, il capo di stato maggiore della Marina Thaon de Revel e altri ufficiali, tra cui i generali Cavallero e Marietti ), da delegati aggiunti e da delegati tecnici, dal Segretariato della stessa delegazione, dal Comitato di coordinamento, dalla Sezione politica, dalla Sezione militare, dalla Sezione coloniale, dalla Sezione giuridica, dalla Sezione della Marina, dalla Sezione economicofinanziaria, dall 'Ufficio Stampa e dall'Ufficio servizi553 . La Sezione militare della delegazione italiana alla conferenza della pace, sotto l'alta direzione del generale Cavallero, era costitui ta da un colonnello capo sezione, da un tenente colonnello vice capo sezione e da sei ufficiali addetti, alcuni de i quali partecipavano contemporaneamente ai lavori delle commissioni interalleate. Nel 1920, dopo la firma dei trattati di pace e la nascita della Conferenza degli ambasciatori 554, la Sezione militare, presieduta dal generale Marietti, fu integrata nella delegazione italiana, cambiando denom inazione in "Sezione militare della delegazione italiana alla Conferenza degli ambasciatori". La Sezione militare assumeva anche le funzioni di "Sezione italiana del Comitato mi-

552 Cfr. F. CURATO, 'Lct conferen za della pace 1919-1920, Milano, ISPJ, 1942, voi. I, pp. 124- 125; sulla conferenza e la sua organizzazione si veda anche: A. TORRE, Versailles - storia delta conferenza della pace, Milano, ISPI, 1940; H.W.V TEMPERLEY, A History of the Peace Conferen.ce of Paris, Londra, 1-Ioclder and Saughton 1920-1924, 6 voli., voi. I; F.S. Mi\RSTON, The Peace Cor{f'erb ice of 19 J9. Organization end Procedure, London-New York-Toronto, Oxford University Press, 1944; F. CACCAMO, L 'Italia e la "Nuova Europa"- il co11fi,mto sull'Europa orie,uale alla conferenza della Pace di Parigi (1919-19120), 2000, Luni Editrice, Milano; E. GOLDSTEIN, Gli accordi di pace dopo la Grande guerra (1 919-1925) , Bologna, il Mulino, 2005, pp. 17-37; M. MACMILLAN, Parigi 1919, ·Milano, Moncladori, 2006. 553 Papers relating to the foreign relations of the Uniteci States in the Pari.i· Peace Conj'erence (da adesso in poi FRS-PPC), I 9 I 9, voll. III, New York, Kraus Reprinl Co., 1969, pp. 2 1-25; A. GH)N FRIDA, Missioni e addetti m.ili.tari italiani in Polonia ( 191 9-1923) - le f onti archivistiche dell'Ufficio Storico, Roma, Stato Maggiore Esercito - Ul'ficio Storico, 1996, pp. 127- 130. 554 La conferenza degli ambasciatori era costituita eia un rappresentante del governo francese e dagli ambasciatori britannico, americano e italiano a Parigi.


CJ\l'ITOLO V III. 1: EREDIT.À NEL PRIMO DOPOG UERRA: BREVE CEKKO AILESl'ERIENZA ...

219

litare alleato di Versailles" e cli "Delegazione militare italiana della Commissione permanente consultiva della Società delle Nazioni" 555 . La sezione militare, in quanto tale, partecipava alle sedute della Conferenza della pace, poi, della Conferenza degli ambasciatori, relative all'esecuzione dei trattati di pace, alle sedute del Comitato Militare alleato di Versailles, relative all'esecuzione delle clausole militari degli stessi trattati, all e sedute del Comitato tecnico-geografico, relative alle questioni territoriali dell 'Europa balcanica e centro-orientale, alle sedute della commissione fi nanziaria, relative alle spese militari ed, infine, altre sottocommissioni. Tra i suoi compiti, la Sezione militare aveva anche quello di tenere informato, sull'andamento dei lavori della conferenza, il Comando Supremo, poi, dal 1920, lo Stato Maggiore ciel Regio Esercito. Infatti i numerosi rappresentanti mi litari italiani, membri delle varie commissioni interalleate, inviavano alla sezione i loro rapporti informativi, che la stessa, dopo averli ulteriormente elaborati, provvedeva, poi, a trasmettere allo Stato Maggiore a Roma.

VIII.2.11 Consiglio Supremo Economico (C.S.E.) e la delegazione italiana L' 11 gennaio 1919, i rappresentanti dell' Intesa al Consiglio Supremo di guerra556 , su proposta ciel delegato americano, decisero la costituzione del Supremo Consiglio interalleato per gli approvvigionamenti e soccorsi ("Inter-allied Supreme Council for Supply and Relief'')557, formato da due delegati per ognuna delle quattro potenze rappresentate (U.S.A., Gran Bretagna, Francia e Belgio), nonché da un inviato del comando unico alleato. li 9 febbraio I 919 il Consiglio supremo di guerra approvò la proposta del presidente Wilson relativa all ' istituzione del Consiglio Supremo Economico ("Supreme Econo-

555 Promemoria n. 244, senza data (presumi bilmente 3 1 gen. 1921 ), del la Sezione italiana ciel Comitato Militare alleato di Versailles, oggetto: attività della Sezione italiana del C.M.A.V. dal convegno cli Spa a quello cli Parigi (lug . 1920-gen. 1921) allegalo 40 al diario storico del Comitato Mi litare alleato di Versailles (1°-31 gennaio 1921), in A USS ME, fondo B- J cil., posizione 154/A 11. 27, vol. 3/A. 5S6 M. M ACMILLAN , Parigi 1919 cil., pp. 140-1 42. 55 7 H.W.V. TEMPERLEY , A History (~f' the Peace Co,~ference of Pari.\ cit., vol. I, pp. 389-333.


220

L'ITALIA E IL COORDINNvl ENTO MILITARI' ''/NT/if/AI,/ f;ATO" NELLA PRIMA GUERRA MONDIAtE

mie Council") che avrebbe assorbito il precedente Supremo Consiglio interalleato per gli approvvigionamenti e soccorsi. Il nuovo organo interalleato, posto alle dipendenze dello stesso Consiglio Supremo di guerra, doveva organizzare, durante il periodo d'armistizio, gli aiuti necessari alla sopravvivenza dei paesi alleati, neutrali ed ex nemici devastati dalla guerra e occuparsi della loro prima ricostruzione economica. Il Consiglio Supremo Economico, che non era un organo propriamente militare ma dopo aver assorbito precedenti comitati a carattere militare (Consiglio interalleato dei trasporti e Comitato interalleato degli approvvigionamenti), ebbe, trn le sue funzioni, anche quella di coordinare il lavoro di precedenti organi interalleati (Consiglio interalleato dei trasporti marittimi, Consiglio supremo del blocco, il Supremo Consigl io interalleato per gli approvvigionamenti e soccorsi, ecc.) che, ben presto, vennero trasformate in sezioni poste alle sue stesse dipendenze: Sezione generi alimentari e aiuti, Sezione finanziaria, Sezione comunicazioni, Sezione materie prime, Sezione del blocco, Sezione del naviglio e trasporti marittimi. Anche la Sottocommissione per la Germania, la Commissione interalleata dei territori renani e varie missioni temporanee di soccorso in Europa orientale fecero parte dell'organizzazione del Consiglio Supremo Economi co. Questo organo interalleato, dopo la firma del trattato di pace cli Versailles (28 giugno 1919), subĂŹ dei cambiamenti e venne, cosĂŹ, costituito dal Comitato permanente consultivo, dal Comitato consultivo per gli alimenti, dal Comitato per il carbone, dal Comitato per le materie prime e le informazioni statistiche, dal Comitato finanziario, dalla Sezione comunicazioni e dalla Sezione del naviglio e trasporti marittimi. Il personale del Consiglio Supremo economico venne formato dai delegati di Gran Bretagna, Francia, U.S.A. e Italia. La Delegazione italiana, presieduta dal ministro per gli appro'vvigionamenti e' consumi alimentari, Silvio Crespi558 , era composta da diplomatici, funzionari e consulenti tecnici (Stringher, Ciuffelli, Paratore, Macchi cli Cellere, Chiesa, Ferraris, Attolico, Jung, Giuffrida, Volpi, Pirelli, Giannini, Zucchini) 559 . I medesimi rappresentanti italiani al Consi-

558 S. CRESPI, Alla di/èsa d'Italia in guerra e a Versailles, Milano, Monclado1i, 559 E lenco della delegazione italiana al Consiglio Supremo economico,

1937. senza data (presumibilmente gennaio 1919), in AuSSME, fondo E-9, b. 28, fase. 221; FRSPPC, 19 19,voll.lll,p. 153.


CAPITO!,() VIII ·

J;EREQITÀ KEL l'lm 'iO L>OPOGl JERRA: IJBEVE CENNO AU 'FSPFIO ENZA .•

221

g lie Sup remo Economico erano anche membri dell a Sezione economi co-finanziaria della Delegazione itali ana alla con ferenza della pace, compreso il ministro Cresp i che, co nte mporaneamente, era anche ca po di quella stessa sezione560.

VIII.3. Le commissioni interalleate di controllo I trattati di pace contenevano clausole militari, navali e aeronautiche, le qual i, per la loro attuazione, prevedevano una scadenza temporale e la vigi lanza di appositi organi interalleato a carattere colleg iale, formati d ai rappresentanti di Francia, Gran Bretagna, Itali a, Stati Uniti e G iappo ne 56 1. T ra il 1919 e il J920 furon o , quindi, costituite, in ogni stato vinto562 , tre commissioni di controllo: una militare, una navale e una aeronautica . Le commissioni militari interalleate di contro llo avevano il comp ito di ricevere, da parte del lo Stato sottoposto a monito raggio, e veri ficare, attraverso apposite ispezioni, le segnalazioni riguardanti l'ubicazione di dep os iti di munizioni , l'armamento delle fortificazioni e di tutte le sistemazioni d ifensive, le officine e le fabbri che di m ateriale belli co. Inoltre dovevano ricevere consegne di armi, munizion i e materi ali considerati preda bell ica e vigil are s ulle riduzione dell'esercito di quel determinato Stato sconfitto. Fu nzioni s imili ebbero le comm issioni navali , per la consegna e sorveglianza dell e demoli zioni di navi da guerra e materiale della marina militare, e le commissioni aeronautiche, per la vigilanza sulle fab briche d 'aerop lani, diri g ib ili e altro materi ale d 'av iazione, sugli aeroporti e hanga rs. Le fun zioni de lle commi ssioni di conlrollo vennero a cessare e tra la fine del 1927 e l' inizio del 1928 me ntre la Soc ietà delle Nazioni subrentava nella tute la del ri spetto dell e clauso le militari stabilite dai trattati di pace . Per quanto riguardava l'Austria, costitui ta nel gennaio 1920 la Commissione di controllo, il 16 aprile il presidente e il primo scaglione FRS-PPC CIT. , 19 l 9, voli . III. p. 23. Enciclopedia Militare, voi. III, Milano, Istituto editoriale scientilico S.A., 1933, p. 204-205 (voce: Co111rollo militare). sc,2 Per la la Bulgaria si veda A. 811\GINI, La conunissione militare i111eralleata di controllo in Bulgaria dopo la prima guerra 111ondia/e - fonti e problemi, in Studi balcanici, a cura di F. Guida e L. Valmarin. Roma, Carucci, 1989. 193-203. 560 561


222

LTrAL IA E Il. COOIWINA M ENTO MILITARE ··JNTE:{(ALL l?A10 "" NELLA PRIMA GIJERRA MONDIALE

di ufficiali giunsero a Vienna, dando inizio alla loro attività563 . La Commissione militare interalleata di controllo, composta dal personale francese, inglese, italiano e giapponese, era articolata in Presidenza, Sottocommissione degli effettivi, Sottocommissione degli armamenti, organizzate, a loro volta, in uffici e sezioni. La stessa presidenza, assegnata al capo della delegazione italiana, generale di divisione Zuccari, era formata da un ufficio cli presidenza, da un proprio stato maggiore, dalla Sezione effettivi ed armamenti, dalla Sezione informazioni, dal segretariato, dal quartiere generale italiano e da quello inglese, per un totale di 16 ufficiali italiani, 4 francesi, 5 inglesi e 1 giapponese. La Sottocommissione degli effettivi era formata da un proprio stato maggiore, dal gabinetto del generale capo-della medesima sottocommissione, da 3 organi di controlli (con sede a Vienna, Graz, lnnsbruck) e una riserva di ufficiali, per un totale di 6 ufficiali italiani, 13 francesi e 4 inglesi. Anche la Sottocommissione degli armamenti era formata da un proprio stato maggiore, dal gabinetto del generale capo della medesima sottocommissione, da 4 organi cli controllo (con sede a Vienna, Graz, Irinsbruck e Klagenfurt) e una riserva di ufficiali, per un totale di 8 ufficiali. italiani, 4 francesi, 4 inglesi e l giapponese. Nel suo complesso la Commissione raggiungeva la forza di 66 ufficiali (30 italiani, 21 francesi, 13 inglesi, 2 giapponesi) e 352 uomini di truppa (191 italiani, 95 francesi, 56 inglesi e 10 giapponesi). Il 20 febbraio 1921, con la risoluzione n.106, votata il 17 febbraio dalla Conferenza degli Ambasciatori, la Commissione militare interalleata pose termine all'attività cli controllo e, al suo posto, fu costituito un Organo di Liquidazione, presieduto dal generale francese Hallier, con il compito di risolvere le questioni rimaste pendenti. L'Organo di Liquidazione della Commissione militare interalleata per l'Austria era sempre formato dalle delegazioni francese, britannica, giapponese ed italiana. Quest'ultima, presieduta dal nostro addetto militare a Vienna, colonnello Franchini Stappo, era inizialmente formata da altli 6 ufficiali, poi gradualmente rimpatriati564 . L' Organo 563 COMMISS101 MILITAIRE JNTERALLIÈ DE CONTRÒLE DANS LA REPUBBLIQUE D' AU -

rapport de.fin d'opérations, Juin 1921, in AUSSME, fon do E- 15 Conunissioni militari interalleate di controllo, b. 61/b, fase . 2. Si veda anche LE. LONGO, L'attività degli addetti militari italiani a/l'estero ji-ci le due guerre rnoncliali (1919-1939), Roma, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, 1999, pp. 45-5 L 564 Lettera n. 244 della Delegazione italiana dell'Organo cli liquidazione, in data 11 lug. I 922, in AUSSME, fondo E-1 5 cit. , b. 32, fase. 4 .

TR!CHE,


CAPITOLO Vi li - (; EREDITÀ KEL PRIMO DOPOGUERRA: HREVE CENNO Al !.' ESPERIENZA ...

223

di liquidazione, che si occupò essenzialmente dell'individuazione sul territorio austriaco di fabbriche e depositi clandestini di materiale bellico565, terminò il suo lavoro nel 1927. Dopo la caduta della Repubblica dei Consigli ungherese e la successiva occupazione militare rumena, i rappresentanti alleati alla Conferenza della pace di Parigi, con la risoluzione votata il 4 agosto 1919, decisero di inviare una Missione militare interalleata a Budapest, formata dal generale francese Hamelin, dal generale inglese Gorton e dal generale italiano Mombelli566 . La Missione aveva il compito di disporre lo sgombero dall 'Ungheria dell' armata d'occupazione rumena e predisporre l'attività di monitoraggio della futura Commissione militare interalleata di controllo sulle forze armate ungheresi. Il maggiore generale Mombelli aveva anche le funzioni di capo della Missione militare italiana a Budapest, che, in pratica, coincideva con la delegazione italiana della medesima Missione militare interalleata nella capitale magiara. La missione militare italiana, oltre che dal capo missione, era formata dal tenente colonnello Copp.i, responsabile della segreteria, dal maggiore Pignatelli, responsabile della segreteria della Missione militare italiana, dal capitano Ponza di San Martino addetto alla delegazione italiana e da una scorta mista di carabinieri, fanti e telegrafisti. Inoltre, dipendevano dalla Missione militare interalleata di Budapest, il colonnello Tvaldi, presidente della Commissione interalleata di Sopron e il capitano Mandò, delegato italiano nella Commissione interalleata distaccata a Pecs. 11 15 agosto 1921, dopo l' entrata in vigore del trattato di pace dì Trianon (4 giugno 1920), la Missione militare italiana a Budapest, anche nella sua funzione di delegazione italiana della Missione interalleata, venne definitivamente sciolta e il suo personale passò effettivo alle delegazioni italiane della Commissione militare interalleata di controllo per l'Un-

565 Promemoria sul controllo in Austria dello Stato Maggiore Centrale - Ufficio Segreteria, in data 13 clic. 1924, in AussME, fondo F-1 cit., b. 294 , fase. 2. 566 Telesprcsso ciel Ministero Affari Esteri n. 24 1536, in data 11 agosto 1927 ogg.: spese della missione Mombelli e lettera n. 455/T del Comitato militare alleato - Sezione italiana, in data IO ollobre 1927; in AusSME, fondo E-8 Commissione interalleata di Parigi, b. 144, fase. 8. Sull' attività delle missione si vedano le relazioni quindicinali inviate dal generale Mombelli all' Ufficio Esteri dello Stato Maggiore Regio Esercito, in AUSSME, fondo E-8 cit., b. 116, fase. 4.


l) ITA LIA 1' IL COOR[)INAMENTO M ILIT,~RE '"JNTt:JULL/':,ffO ·· ~ EL L.i\ PRIMI\ GUERRA MONOJ/\1..E

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gheria e della Commissione interalleata di Sopron567 • Secondo il trattato dì pace, il nuovo Stato magiaro si impegnava a cedere ampi territori alle nazioni confinanti, tra cui il Burgeland (Ungheria occidentale) alla Repubblica austriaca568 . Quella regione, posta al confine tra Austria e Ungheria, era abitata principalmente da popolazione di lingua tedesca, tranne il circondario di Sopron (in tedesco Oedenburg) abitato da una maggioranza di lingua magiara. La Conferenza degli Ambasciatori decise di costituire un'apposita commissione militare interalleata con il compito di controllare Je operazioni di trasferimento del Burgeland al1' Austria. La Commissione militare interalleata di Sopron era formata dalla delegazione francese, diretta dal generale Hamelin, eia quella britannica, diretta dal generale Gorton e da quella italiana, diretta dal generale Ferrario, che aveva anche funzioni di presidente della medesima Commissione569 . La delegazione italiana era-formata da quattordici uffic iali e personale cli truppa, tra cui il colonnello Ivaldi. Inoltre, i generali francese, britannico e italiano, riuniti in sessione comune, costituivano l'apposita Commissione dei generali alleati di Sopron che sov1intendeva a tutta l'attività complessiva clelJ'omonima Commissione militare interalleata. Il 27-29 agosto 1921, secondo il "Pian de trasfert" elaborato dalla Commissione570, la gendarmeria austriaca avrebbe dovuto pacificamente sostituire le truppe ungheresi. Ciò non avvenne: il Burgeland divenne teatro di sanguinosi scontri tra austriaci e magiari che ebbero termine con gli accordi di Venezia del 12 ottobre 1921. Nella conferenza del capoluogo veneto, presieduta dal ministro degli esteri italiano, i rispettivi capi dei govern i austriaco e ungherese raggiunsero un accordo definitivo sulla spinosa questione dell'Ungheria occidentale: la regione sarebbe stata definitivamente annessa ali ' Austria ad eccezione

567

Lettera n. 250 della Missione militare italiana a Budapest, in data 15 agosto AUSSME, fondo E-15 cit., b. 93, fase. 8. 568 STATO M.t\GGIORE ESERCITO, Oltrernare - Le 1nissioni dell'Esercito italiano all 'estero, a cura di Enrico Magnani , Roma 1994 , p.116; MINISTERO DELLA GUERRA STATO MAGGIORE CENTRALE - UFfJCJO OPERAZIONI, Notiziario n. 14 - Fascicolo I, Sinlesi polilica (1918-1923), 1 giugno /923, Roma, Stabilimento poligrafico per l'Amministrazione della Guerra, 1923, pp. 52-58. 569 Elenco degli ufficiali della Commissione dei generali di Sopron, senza data, in AUSSME, fondo E-15 cit., b. 76, fase. 1. 570 Il lesto originale del piano cli trasferimento in AusstvlE, fondo E - 15 cit., b. 98, fase. 7. 192] , in


CAPITOLO VIII - l: EREOITÀ i':RI. PR IMO OO POGUERRA: BREVE CENNO ALL'ESPERIENZA ...

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del distretto di Sopron (Oedenburg), dove un plebiscito tra la popolazione locale ne avrebbe determinato la sovranità. Tra il 13 novembre e il 3 dicembre, sotto la sorveglianza della Commissione militare interalleata, l'Austria prese possesso, senza gravi incidenti, del Burgeland. Per il plebiscito nel distretto di Sopron la Conferenza degli ambasciatori decise che le operazioni si sarebbero svolte sempre sotto iJ conlrnllo della Commissione interalleata, la quale si sarebbe avvalsa dell'aiuto cli un contingente di truppe alleate (200 granatieri italiani, 200 soldati francesi e 50 inglesi), tratto dal contingente interalleato già in stanza in Alta Slesia per il relativo plebiscito. Il 14-16 dicembre ebbe luogo il plebiscito nel distretto di Sopron con esito favorevole all'Ungheria. Il 16 gennaio 1922 si scioglieva la Commissione militare interalleata di Sopron e la relativa Delegazione italiana, la quale versava la sua documentazione alla delegazione italiana della Commissione interalleata di controllo per 1'Ungheria571 . La costituzione e l'organizzazione della Conunissione Militare interalleata di controllo per l'Ungheria fu fissata dalla Conferenza degli Ambasciatori con la risoluzione 99/III del 27 dicembre 1920572 . Parte del personale della Missione interalleata a Budapest e della Commissione militare interalleata di controllo per l'Austria, sciolte recentemente, fu destinato alla nuova Commissione di controJlo per l'Ungheria. Quest'ultima, nell'agosto 1921, dovette mettere a disposizione della Commissione militare interalleata di Sopron personale e materiali che recuperò nel gennaio 1922. Compito della Commissione militare interalleata di controllo era verificare che l'organizzazione del le nuove forze armate ungheresi 1ispettasse gli articoli del trattato di pace relativi all'abolizione del servizio militare obbligatorio e alla riduzione degli effettivi, dell'armamento e dei materiali dell' esercito. La Co}D.missione, composta dal personale delle delegazioni francese, inglese, italiana e nipponica era costituita dalla Presidenza, dalla Sottocommissione degli effettivi , dalla Sottocommissione degli armamenti e dal Quartier generale delle delegazioni, organizzate, a loro volta, in uffici e sezioni. La stessa presidenza, assegnata ad un generale italiano (genera-

rn Telegramma n. 2966 del generale Fcrrario all ' Ufficio T dello Stato Maggiore R. Esercito, in data I I gennaio 1922, in AusSrvtE, fondo E- 15 cit., b. 7 l, fase. 2. 572 "Rapport de fin d'operations" della Commissione Militare Interalleata di controllo in Ungheria, s.d. (probabilmente del 16 febbraio 1927), in AussME, fondo E- 15 cit., b. 67, fase. l.


22(,

L' ITALIA E IL COORDINAMENTO MILITARE ··/NTERA l.l.E/ITO ·· NELLA PRIMA COIJERIV\ MON DIALE

le di divisione Zuccari) era formata da un vero e proprio ufficio di presidenza, da un proprio stato maggiore, dalla Sezione effettivi ed armamenti, dalla Sezione informazioni, dal Segretmiato, per un totale di 6 ufficiali italiani, 2 francesi, 3 inglesi e l giapponese. La Sottocommissione degli effettivi era formata dalla presidenza e un proprio stato maggiore, dall 'Ufficio effettivi e istruzioni, da due organi di controlli , per un totale di 3 ufficiali italiani, 6 francesi, 3 inglesi e l giapponese. Anche la Sottocommissione degli armamenti era formata dalla Presidenza e un proprio stato maggiore, da due organi cli controllo e anche unariserva di ufficiali, per un totale di 7 ufficiali italiani, 3 frances i e 4 inglesi. Il Quartier generale delle delegazioni era formato dai quartieri generali italiano, francese e britannico per un totale dj 5 ufficiali italiani, 2 francesi e 1 inglese. Nel suo complesso la Comnùssione, nell'agosto l 921, raggiungeva la forza di 47 ufficiali (21 italiani, 13 francesi, 11 inglesi, 2 giapponesi) e 186 uonùni di truppa (108 italiani, 47 francesi , 27 inglesi e 4 giapponesi). In seguito fu notevolmente ridotta e la presidenza della stessa passò dal generale Zuccari al colonnello Guzzoni. La Comnùssione di controllo, che iniziò a funzionare il 5 agosto 1921, fu definitivamente sciolta il 31 marzo 1927. Le clausole militari (articoli l 59-180) del trattato di pace di Versailles573, firmato il 28 giugno 1919 dalle potenze alleate ed associate e dalla Germmùa, riducevano l'esercito germanico, compresi gli ufficiali, a 100.000 uonùni , reclutato, non più tramite la coscrizione obbligato1ia, ma attraverso la ferma volontaria cli almeno 12 anni. Limitavano largamente le dotazioni, a disposizione delle forze armate germaniche, di armi, munizioni e materiale bellico, le cui esuberanze, destinate alla distruzione, dovevano essere consegnate agli alleati. Stabilivano, infine, il disarmo e smantellamento delle fortificazioni perma1\enti sulla riva sinistra del Reno, così come molte altre dislocate nel territorio germanico. Sempre secondo il trattato cli pace, queste clauso]e, come le rispettive clausole navali (articoli 181-197) e aeronautiche (articoli 198-202) dovevano essere applicate, entro un linùte di tempo, dal governo tedesco sotto il controllo di apposite commissione interalleate (articoli 203-210), nonùnata dai governi di Francia, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti d' America. Le commissioni militare, navale e aeronautica interalleate di

5?3 Tralt(l{O di pace, 28 giugno 1919, conchiuso a Versaglia fra l'Italia e Germania (R.D. 22 ap,: 1920), Milano, Società editrice libraria, 1920, pp. 85-107.


CAPITO! .O VIII - I :EREDITÀ NEI. PRIMO DOPOGUERRA: BREVE CENNO ALL.ESl'ilRlilNZA ...

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controllo avevano la possibilità di stabi lire la ]oro sede a Berlino e di recarsi in qualunque parte del territorio della repubblica tedesca, inviarvi sottocommissioni o propri singoli membri. Da parte sua il governo tedesco aveva l'obbligo di pagare spese e mantenimento delle stesse commissioni, di fornirg li informazioni, documenti e mezzi necessari ali' adempimento del loro compito e, a tal fine, poteva nominare presso di esse, con funzioni di collegamento, un proprio rappresentante. La Commissione militare interalleata di controllo (art. 208) aveva il compito di ricevere, dallo stesso governo tedesco, le notifiche relative al luogo dei depositi e fabbriche d' armi e munizioni e quelle relative agli annamenti delle fortificazioni, autorizzate ancora a fu nzionare. Doveva, inoltre, ricevere la consegna di materiale bellico e vigi lare sulla smobilitazione e riduzione dell'esercito, previsti dal trattato di pace. In seguito alla 1isoluzione del 9 settembre 19 I9, votata dal Consiglio supremo di guerra, il 15 furono inviate a Berlino le delegazioni avanzate delle Commissioni cli controllo, che comprendevano i presidenti delle stesse e i principali membri delle delegazioni alleate574 . La Commissione militare interal leata di controllo, composta dal personale delle delegazioni francese, inglese, belga, italiana e nipponica, era costitu ita dalla Presidenza, assistita da 1 consiglio, l stato maggiore e 1 stato maggiore amministrativo, da 3 sottocommissioni competenti sugli armamenti, effettivi e fortificazioni e dai relativi servizi. La presidenza, assegnata al capo della delegazione francese, il generale di corpo d'am1ata Nollet575 , era formata anche dai capi delle rimanenti delegazioni alleate e da un esperto giuridico. Il Consiglio del.la Commissione militare interalleata di controllo era formato dagli ufficiali che costituivano la sopracitata presidenza, dai presidenti delle sottocommissioni e dal capo di stato maggiore della stessa commissione. Il Consiglio si pronunciava su tutte le decisioni da notificarsi al governo tedesco e sui rapporti e avvisi che dovevano essere inviati, tramite il Comitato militare alleato di Versailles, alla Conferenza degli Ambasciatori. Il compito principale dello stato maggiore della 574 COMMISSIONE MILITARE INTERALLEATA DI CONTROLLO PER LA GERMANI A,

"Rapport .final de la commission milita ire ùueralliée de con.trote " in data 28 febbraio 1927, in AUSSME, fondo E-15 cit., b. 145. 575 G ENERALE NOLLET, un experience de desarmernent: cinq an.s de con1wl militare en Allemagne, Parigi, Gallimarcl, 1932. li l O luglio 1924 , il generale Nollet fu sostituito nella carica di presidente della Commissione militare interalleata cli controllo e capo della delegazione francese dal generale Walch.


L·1TAL11\ r, Il COORDINAMl;NTO M ILITARE " {lflfllt\ LLEATO'· NFU,/\ !'RIMA Glll'RIJA MONDIALI;

commissione di controllo, il cui capo era un colonnello francese, poi generale di brigata (Roye), era di preparare le decisioni ciel Consiglio. Lo stato maggiore era organizzato in 4 sezioni: la 1a era incaricata dello studio delle ques tioni a carattere generale, la 2 2 si occupava degli armamenti , la 3a degli effettivi, la 4a delle fortificaz ioni. Esse corrispondevano con le rispettive 3 sottocommission i della commissione di controllo, funzionando da collegamento tra queste e la presidenza. Lo stato maggiore amministrativo, composto interamente da ufficiali britannjci, aveva competenza su tutte le questioni contabili delle 3 commissioni di controllo (militare navale e aeronautica). Le 3 sottocommissioni, assistite da propri consigli interni, dovevano studiare le questioni sottoposte al Consiglio della Commissione di controllo, dirigere il lavoro dei comitati di distretto e rielaborare tutte le informazioni relative al controllo, inviate da questi ultimi. La sottocommissione degli armamenti era presieduta da un generale blitannico; la sottocomrrussione degli effettivi, così come quella per le fortificazioni, da generali fran cesi. I 22 comitati di distretto, ridotti nel 1925 a 3, dipendevano dalle 3 Sottocommissioni cd erano distribuiti nelle principal i città della repubblica tedesca (Berlino, Konisbcrg, Breslau, Stettino, Dresda, Monaco, Stoccarda, Colonia, Hannover, Dusseldorf, Francoforte, Munster, Kiel). Essi svolgevano tutte le operazioni pratiche di controllo: sorvegl iavano la distruzione del materi ale da guerra, visitavano le officine, gli stabilimenti militari, le guarnigioni; censivano le piazzeforti e controllavano il loro smantellamento. Nel suo complesso la Commissione di controllo contava 337 ufficiali (47 belgi, 109 britannici, 152 francesi, 2 1 italiani, 8 giapponesi) e 573 uomini di truppa, che, in seguito, furono gradualmente ridotti fin o a raggiungere, all a fine dei suoi lavori , la forza di 35 uffici ali e 89 uomini di truppa. La Conunissione di controllo, che iniziò a fun zionare nel gennaio 1920, secondo la risoluzione del 29 dicembre 1926, votata dalla Conferenza degli Ambasciatori, pose termine alla sua attività il 3 1 gennaio 1927 e si sciol se definitivamente un mese dopo. La Delegazione ital iana, diretta dal generale di brigata Calcagno, era, inizialmente, formata da 21 ufficiali e 45 tra sottufficiali e uomini di truppa576 . Negli anni successivi fu gradualmente ridotta.

576

Elenco nominativo del persona le italiano della Commi ssione militare interall eata dì controllo in Germania la data del 15 dicembre I 92 I . in Auss:v1E, fondo E15 cit., b. 141. fase. 5.


CAPITOLO VIII · L"EREDIT;\ NEL PRIMO LJOPOCUERR,\ : BREV" CENNO Al .1 :ESPliR lliNZA ...

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VIII.4. Le commissioni per la delimitazione dei confini I trattati di pace, imposti dall' Intesa agli stati sconfitti nel primo conflitto mondiale, prevedevano, tra le diverse clausole, anche la definizione cli nuovi confini. Il trattato di pace cli Versailles (artt. 2730) determinava le frontiere tra la Repubblica tedesca e gli stati limitrofi: Francia, Belgio, Danimarca, Cecoslovacchia e Polonia577 . Il trattato di pace di Saint Germain (artt. 27-35), firmato il 10 settembre 19 I 9 con l' Austria, stabi liva le frontiere tra la Repubblica austriaca da una parte, l' Italia, il Regno serbo-croato-sloveno (S.H.S.), l'Ungheria e la Cecoslovacchia dall'altra 578 . Il trattato di pace cli Neully, firmato il 27 novembre 1919 con la Bulgaria, prevedeva i confini tra il Regno bulgaro da una parte, il Regno serbo-croato-sloveno (S.H.S.), la Grecia e la Romania dall' altra. Infine, il trattato di pace del Trianon, firmato il 4 giugno 1920 con l'Ungheria, delineava le frontiere tra lo Stato magiaro e i paesi vicini: il Regno serbocroato-sloveno (S.H.S.), l'Austria, la Cecoslovacchia e la Romania. Tutti questi trattati di pace prescrivevano che le frontiere, stabilite sulla carta, fossero tracciate sul terreno da apposite commissioni di delimitazione dei confini. Il 6 ottobre 1919, la Conferenza della Pace a Parigi emanò delle specifiche istruzioni sul!' ord inamento e fun zionamento di que ll e commissioni. Il 1° maggio 1920, la Conferenza degli Ambasciatori predispose delle aggiunte e varianti e il 22 luglio, abrogando quelle precedenti del 6 ottobre 1919, emanò le nuove e definitive istruzioni579 . Secondo queste ultime, le comm iss ioni, dipendenti dalla stessa Conferenza degli Ambasciatori, dovevano individuare sul terreno le frazio ni defini te col nome di linee di confine e, a richiesta degli stati interessati, potevano rev isionare le fraz ione

577 Trattalo di pace, 28 giugno 1919, con.chiuso a \lersagliaJÌ"a l'Italia e Germania (R.D. 22 aprile 1920), Milano, Società editrice libraria, 1920, pp. 20-24. 578 Trattato di pace con l'Austria e alti connessi - 10 settembre 1919, Roma, Ahtenaeurn, 1919, (est.ratto dalla Rivista di diritto internazionale, anno XII, voi. VIII, rase. I-II), articoli nn. 149- 155 , pp. 17-23. 579 V. ADAMI, Storia docwnentata dei co11/ùii d'ltalia , voi. III, Cmifìne italo-auSlriaco, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1930, pp. 60-86; La revisione del Trattato del 'frianon Ili- La lettera accompagnatoria di lvlillerand e le conunissioni per la delùnitazione delle jiwuiere, Budapest, V. Hornyanszky - Tipografia di Corte ungherese, I 928; pp. 26-35.


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1:rr/\LI,\ E IL COORDINAMENTO M II .ITA Rlè ··1,vtERALLeATO" NELL A PRIMA GIJERRA MONDIALE

dei confini amministrativi, esclusi quel li esistenti dal 19 14. Avevano anche la facoltà di modificare l'attribuzione delle località designate per nome nei trattati, a condizione che la modifica fosse importante e che la commissione si dichiarasse in proposito favorevo le all'unanimità. In pratica le commissioni dovevano seguire le linee di confi ne stabilite dai trattati di pace, tene ndo, però, conto dei confini amministrativi e degli interessi economici locali. Erano competenti sulla preparazione di tutte le disposizioni relative alle questioni gi uridiche sollevate nel corso delle operazioni di delimitazione e su Il a stesura finale dei relativi protocolli, i quali divenivano val idi solo dopo l'approvazione degli stessi stati interessati . Le commissioni per la delimitazione dei confi ni erano formate dalle delegazioni delle potenze dell ' Intesa (Francia, Gran Bretagna, Ital ia, Giappone), dalle delegazione degli stati interessati e da una segreteria. Le delegazioni alleate, formate da personale militare, dovevano essere costitui te, in linea di massim a, da un commissario (ufficiale superiore), il quale poteva fa r parte di più commissioni , da un interprete, un segretario, e un aiutante disegnatore. Le delegazioni degli stati interessati dovevano essere formato da personale tecnico vario, anche civile. Ogni singo la commissione sarebbe stata presieduta da uno dei commissari dell 'Tntesa, eletto presidente dagli altri commissari alleati. Riguardo al funziona mento interno, le commissioni prendevano le loro decisioni normalmente a maggioranza cli voti e dovevano procedere all'organizzazione e approvazione di un piano di lavoro, alla determ in azione delle frontiere, dopo un'inchiesta preliminare sul terreno, presentando un tracciato unico. Realizzata la sistemazione dei segnal i lungo il confine a cura delle autorità locali, le commissioni dovevano verificare quei lavori durante e dopo, preparare il testo della descrizione generale con la relativa carta e i processi verbali definitivi, da co nsegnare, in fi ne, alla Conferenza degl i Ambasciatori . Le spese ·delle commissioni erano a carico dei paesi interessati all a delimitazione dell e frontiere. Le delegazioni italiane dell e commissioni delimitazioni confini, formate esclusivamente da personale militare, erano d irette da ufficiali superiori del Regio Esercito, spesso provenienti dal servizio di stato magg iore. Esse, poste alle dipendenze della Sezione italiana del Comitato Militare Alleato cli Versailles, secondo le disposizioni di quest'ultima, impartite nel 1923, dovevano versare i loro archivi, all 'atto del loro


CAPITOLO V III - ! .' EREDITA NEL PR IMO DOl'OC;lJERRA: HREVc CENNO AI..L"ESPERIENZ A ...

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sciogl imento, all'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Centrale (attuale Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito) 580_ Il l O agosto l 921, in virtù degli arti col i 29 e 46 del trnttato ciel Trianon, fu costituita a Parigi la Commissione di delimitazione dei confini rumeno-ungheresi, che, poco dopo, si trasferì ad Oradea Mare (Nagy-Vàrad) in Romania. La Commissione era formata dai delegati delle potenze alleate e dei paesi interessati: per la Francia il generale cli brigata R. Meunier, eletto presidente della stessa commissione; per la Gran Bretagna il tenente colonnello A.V.F. Russe!; per l'Italia il tenente colonnello T. Paolotti, eletto vicepresidente; per il Giappone il comandante M. Sano, rimpatriato il 28 feb braio 1923, prima della fine dei lavori, per la Romania, il colonnello D. Torna, poi promosso generale, e per l'Ungheria, il colonnello G. de Dormandy, sostituito, in seguito, da altri delegati magiari, l'ultimo dei quali fu il capitano di vascello A. de Dietrich-Sachsenfels581 . La Commissione, all'atto dell'insediamento, ricevette dalla Conferenza degli Ambasciatori l'istruzione supplementare del 2 giugno 1921, secondo la quale le stesse commissioni cli delimitazione dei confini dell'Ungheria potevano rivolgersi direttamente alla Società delle Nazioni per proporre eventuali modifiche alle frontiere stabilite dal trattato di Trianon 582 . Inizialmente procedette allo studio della linea cli confine, poi passò alle operazioni di effettiva delimitazione. La frontiera fu divisa in I I sezioni, identificate con le lettere da "A" ad " M" (le lettere I e J non erano comprese). Queste, in seguito, vennero ridotte a IO, dopo la soppressione della stessa sezione "M", in conseguenza dello spostamento a sud del punto in comune alle tre frontiere dell'Ungheria, Romania e Cecoslovacchia ("triplex"). Il punto di incontro triconfinale fu fissato, il 27 marzo 1923, nella riunione congiunta delle commissioni di deli-

580 Lettera - circolare n. 1874 del Comitato lVlilitare Alleato di Versailles - Sezione italiana alle delegazioni italiane delle commissioni delimitazioni confini, in data 16 agosto 1923, in A USSME, fondo E-1 6, Commissione delimitazione con.fìni, b. 6, fase. 3. 581 Frontiére en/re la Roumani.e et l'!-longrie -Procés verhal de.finit(f'de délimitation, in AUSSME, fondo F-3, Carteggi.o sussidiario la guerra mondiale, b. 374, fase . 4; G. C.~ROLI, Rapporti. militari.fra l'llali.a e Romania dal 1918 al 1945, Roma, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, 2000, pp. l J 1-120. 582 La revisione del Trattato del Trianon Ili - La lettera accornpagnatoria di lvlillerand e le commissioni per la delimitazione delle frontiere cit., pp. 11-17.


L' ITALIA E Il COORDIKAM ENTO MILITARE "INTl:'.//Al.Ll:MO " NELLA PRIMA (OIJERR ,\ MONDIALE

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mitazione dei confini rumeno-ungherese, ungaro-cecoslovacco e rumeno-cecoslovacca. Il 25 aprile 1923 fu defini tivamente approvato dalla Conferenza degli Ambasciatori. Il punto comune alla frontiera ungherese, rumena e jugoslava fu, invece, stabilito il 12 giugno 1922 in una riunione comune tra le commissioni di delimitazione dei confini rumeno-ungherese e ungaro-jugoslava. Le operazioni topografiche furono eseguite dagli Stati interessati e verificate dalla stessa Commissione di delimitazione dei confini rumeno-ungherese, i cui delegati, nonostante le proteste del rappresentante magiaro, approvarono, il 27 giugno 1925, il processo verbale della definitiva sistemazione della frontiera. Il l 7 luglio il tenente colonnello Paolotti, già rimpatriato, spedì all'Ufficio Segreteria dello Stato Maggiore del Regio Esercito due casse contenenti documenti e carte topografiche della Delegazione italiana della Commissione delimitazione confini rumeno- ungherese583. Il 3 1 luglio, l'Ufficio Segreteria versò le carte topografiche allo Istituto Geografico Militare584 e, il 4 agosto, i documenti all'Ufficio Storico dello Stato Maggiore del Regio Esercito 585 . Il complesso Javoro relativo alla delimitazione deJle frontiere della nuova repubblica cecoslovacca fu realizzato, secondo i trattati di pace, da cinque apposite commissioni , formate da delegazioni alleate e dei paesi interessati. La Commissione delimitazione confini polacco-cecoslovacchi, presieduta dal rappresentante francese, colonnello Uffler, si riunì la prima volta il 22 agosto 1920 ad Opava e i1 12 ottobre 1927 portò a termine i lavori di delimitazione della frontiera, redigendo il processo verbale definitivo586 . La Commissione delimitazione confini germano-cecoslovacchi, era presieduta anch'essa dal colonnello Uftler e si occupava esclusivamente della regione slesiana rimasta al la Ger-

583

Lettera della Commissione delimitazione confini romeno-ungherese - Delegazione italiana aJ Stato Maggiore Centrale (Stato Maggiore Regio Esercito), 11. 65/1-I, in data 17 lugl io 1925, in AussME, fon do F-3 cit.., b. 374, fase. 4. 584 lvi, lettera dello S tato Maggiore Regio Esercito - Ufficio Segreteria alla Direzione clell'lstituto Geografico Militare, n. 2569, in data 31 luglio 1925. 585 lvi, lettera dello Stato Maggiore de l Regio Esercito - Ufficio Segreteria all'Ufficio Storico n. 2586, in data 4 agosto 1925. 586 "Frontière entre la Pologne et la Tchécoslovaquie - rapport général sur le fonctionnement des travaux de la commission de delimitation 1920- 1927", in AusSME, fondo E-8 cit., b. 103, fase. 5.


CAl'ITOLO VIII . )) EREDITÀ NEL PR l èlllO D<WOGLJERRA: BREVE CENNO ALI 'ESPERIENZA ...

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mania (tre comuni prossimi alla frontiera) 587 . La Commissione delimitazione confini austro-cecoslovacchi, presieduta dal rappresentante italiano, tenente colonnell o Giulio Pellicelli, entrò in funzione nel gennaio 1920588 . La Commissione del imitazione confini ungaro-cecoslovacchi, costituita a Brno il 27 luglio 1921, era presieduta dal rappresentante inglese, colonnello Cmrey e tenne la sua ultima seduta il 15 maggio 1925, quando approvò il processo verbale definitivo , nonostante la protesta del delegato ungherese589 . La Commissione delimitazione confini romeno-cecoslovacchi, presieduta anch'essa dal tenente colonnello Pellicelli, iniziò i suoi lavori nel marzo 1923 e li terminò l' 11 febbraio I 926, quando, a maggioranza cli voti, nonostante la vibrata protesta ciel delegato rumeno, defi nì il tracciato de lle fro ntiera590_ In tutte e cinque queste commission i, la delegazione italiana, presieduta sempre dal tenente colonnello Pellicelli e formata da personale ausiliario (m il itare e civile) in numero assai limitato, fu la stessa. In pratica il medesimo ufficiale era, contemporaneamente, il commissario, rappresentante per l' Itali a, nelle commissioni delimitazioni confini polacco-cecoslovacchi, germano-cecoslovacchi, austrocecoslovacchi, ungaro-cecoslovacchi e romeno-cecoslovacchi591 .

587 Memoria "sui crediti ciel governo italiano verso quelli alleati ed nemici ..." della Sezione italiana del Comitato militare alleato cli Versailles, ciel novembre 1922, titolo B allegato 8, in AussME, fondo E- 16 cit., b. 5, fase. 1. 588 !bidem. 589 La revisione del 'frattato del Trianon. lii - La lettera accompagnatoria di Mille rand e le commissioni per la delimitazione delle frontiere cit., pp. 4- 1l. 590 G. CAROLI , Rapporti militarifi-a l'Italia e Romania cit., pp. 120-131. 59 1 Promemoria dello Stato Maggiore Regio Esercito - Ufficio Operazioni, in data 9 novembre 1922, relativo alle missioni all' estero, in AuSSME, fondo F-3 cit., b. 381, fase . 6.


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CONCLUSIONI Nel presente lavoro ho cercato di ricostruire, attraverso le carte dei delegati dell ' Esercito italiano, i tentativi e l'effettiva organizzazione raggiunta dal coordinamento militare dell'Intesa e degli Stati Uniti d'America, facendo cenno anche alle altre forme di coordinamento politico-strategico e economico-finanziario, strettamente collegate. Per coordinamento militare, almeno nelle intenzioni dei propugnatori, ho inteso il coordinamento strategico-militare propriamente eletto, cioè la determinazione, nell'ambito della stessa coalizione, delle principali linee di condotta nello sviluppo del le operazioni, gli scopi da raggiungere in uno o più teatri di guerra e l'assetto generale delle forze coinvolte592 ; il coordinamento dei servizi di informazione, oggi diremmo di intelligence, e il coordinamento logistico. Nell'amb ito dell'Intesa, la realizzazione del coordinamento politico-strategico, inteso come congiunzione tra obbiettivi politici che originarono la guerra e regole della guerra stessa, è stato cercato, nel 1915- l 917, attraverso le conferenze periodiche, poi, dopo la sconfitta di Caporetto, con la costituzione ciel Consiglio Supremo di guerra. Questo organo interalleato, formato dai capi di governo di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti cl' America e Italia rappresentava lo strumento. per la suprema direzione della guerra, che, in ultima istanza, nell'Intesa, rimase saldamente nelle mani del potere politico, a differenza della coalizione avversaria dominata dall'onnipotente grande stato maggiore germanico. Il Consiglio Supremo di guerra, nella sfera economica, attraverso la costituzione e il funzionamento di appositi comitati, riuscì a realizzare un effettivo coordinamento e distribuzione delle risorse per quan-

592 Cfr. SOC!ETA DI STORIA MILITARE, L'insegnamento della storia militare in Italia (atti del seminario tenutisi a Roma il 4 dicembre 1987), a cura di M. Nones, Genova, Compagnia dei librai, I989. Si vedano i contributi di C. J EAN, A. DE ROBERTJS, F. D ' AMOIA, O. BARIÈ; anche C. .TEAN, introduzione, pp. XI-LXTll, in C. VON CLAUSEWITZ, Della guerra , Bari, Rivista Militare, I989.


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L.TIALIA E IL C OOR DINA MENTO MILITARE " INT/iNMJ.l·:A·ro·· .'IEI..LJ\ PRIMA GUERRA MONDIA LE

to riguardava il naviglio mercantile, i viveri e le munizioni. La vastità del lavoro svolto dai comitati interalleati per i rifornimenti garantì la sussistenza di circa trecento milioni di persone e assicurò risorse e mezzi a tutti gli eserciti alleati. Alcune cifre possono chiarire l'entità dello sforzo: tra l'autunno del 1918 e l'autunno del 1919, periodo entro il quale era stata preventivata la fine della guerra, sarebbero dovuti affluire 72,5 milioni di tonnellate di rifornimenti (25,2 milioni di tonnellate di carbone, 22 milioni di tonnellate di alimentari e biade per cavalli; 17, 8 milioni di tonnellate di munizioni; 7 ,5 milioni di tonnellate di materie prime per uso civile) 593 . Tutti questi organi interalleati , nell'immediato dopoguerra, quando ancora non funzionava effettivamente la Società delle Nazioni, furono utilizzati per la ricostruzione dell'Europa. Il coordinamento militare ebbe un percorso parallelo a quello politico-strategico: dall'inizio della gue1rn all'autunno del 1917 fu quasi esclusivamente affidato alle normali missioni di collegamento che gli alti comandi dei singoli eserciti nazionali si scambiarono reciprocamente. Non si giunse mai alla costituzione di uno stato maggiore combinato. Il passo successivo fu il coordinamento dei servizi di informazione militari, attraverso, la costituzione del "Bureau interalliés de 1' Ètat Mc~jor de l' Armée" e lo svolgimento di periodiche conferenze finalizzate alla cooperazione strategico-militare, che si risolsero nella pianificazione di offensive concomitanti e in generici impegni di aiuto reciproco. L'esperienza, pur innovativa dal punto di vista organizzativo, della Commissione interalleata di controllo in Grecia rimase, di fatto, senza seguito nel periodo bellico, per la tipologia stessa della missione concepita con funzioni cli monitoraggio e disarmo di un paese occupato; ma nel 1919 le commissioni interalleate di controllo per i paesi vinti, ripresero queJJ'esperienza per la loro organizzazi one interna e il relativo fun zionamento. Nel novembre 1917, accanto al Consiglio Supremo di guerra, fu costituito il consesso dei rappresentanti militari permanenti, che doveva suggerire il necessario coordinamento strategico-militare dell 'alleanza ai capi di governo. Quel consesso ebbe funzioni esclusivamente consultive e il tentativo cli creare un "comitato esecutivo" formato dagli stessi

593

Cfr. STATO MAGGIORE

ESERCITO - U FPJCIO STORICO,

grande guerra cit., voi. V, Tomo 2° cit. , Narrazione, p. 32.

L'Esercito italiano nella


C

!JSION I

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rappresentanti militari permanenti, investito della facol tà di decidere l'impiego della riserva generale interalleata, fallì, spianando la strada alla costituzio ne del comando un.ico interalleato sul fronte occidentale. Secondo Liddel Hart questo episodio segnò il fallimento delle funzioni dei rappresentanti militari, la cui costituzione era segnata da un vizio di orig ine: la loro carica non poteva essere ricoperta dai capi di stato maggiore dei singoli eserciti alleati, creando così uno sdoppiamento594 . Il comitato esecutivo, infatti, avrebbe dovuto essere form ato: "dai comanda nti in capo e dai capi di stato maggiore de i diversi paesi, e in tal modo qualunque membro fosse stato scelto come presidente avrebbe visto limitato la sua libertà di giudizio e di azione dalla sua responsabilità nei confronti dell'esercì LO ciel proprio paese".

Questa soluzione, in realtà, per stessa ammissione del grande storico militare britannico, sarebbe incorsa in un pericolo ancora più grande d i quella della mancanza di facoltà di comando, avrebbe eliminato "l' indispensabile controllo della strategia da parte degli statisti". A mio avviso, la risoluzione n. 7 raggiunta dalla 7a sessione del Supremo Consiglio di guerra, chiariva ogn i dubbio sulle funzioni dei rappresentanti militari permanenti e sui loro rapporti con Foche g li altri comandanti in capo dei singoli fronti, compreso Diaz595 . I rappresentanti militari erano, secondo quella 1isoluzione, i consulenti del Supremo Consig lio, il loro stato maggiore, con il compito di tradurre le direttive politico-strateg iche generali , emanate dai capi di governo, in precise determinazioni strategico-militati, attraverso l'elaborazione del pi ano generale della guerra per tutti i teatri di operazioni visti nel 1oro complesso e nelle loro interdipendenze reciproche. Essi dovevano farsi interpreti d i una strategia mond iale perché la guen-a era a dimensione mondiale. I capi di governo alleati non seppero, o meglio , non vollero cogliere le conseguenze della costituzione della carica dei rappresentanti militari permanenti nella prassi strategica, perché avrebbero dovuto rinunciare ad una visione strettamente nazionale del conflitto. Preferirono condurre una guen-a su scala europea, dove solo le forze armate britanniche per la loro stessa natura imperiale, combatterono

594 595

B.H. LJDDELL H ART, Lu prima guerra rnondiale cit., pp. 467-470. Si veda§ Yl.2.


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1; 1TALIA E IL COORDINAMENTO M ILITARE .. INTERAUE1\TO .. NELL A PRhltlA GUERRA ,vlO.' IDIALE

un vero confl itto a dimensione mondiale. Il fallimento delle funzioni dei rappresentanti militari permanenti, secondo me, fu dovuto anche alla mancata elaborazione dì una efficace visione generale dello sforzo bellico nell'ambito del Supremo Consiglio, che preferì investire tutto in un comando unico limitato al fronte dal Mare del Nord all' Adriatico, ma in realtà al solo fronte franco-belga, rinunciando così all'elaborazione di una strategia veramente mondiale. La guerra, infatti, fu vinta proprio sui fronti secondari. Dal punto di vista della struttura organizzativa di una coalizione bellìca, i rappresentanti militari, così come il comando unico e gli altri comitati interalleati, hanno, comunque, costituito un punto di partenza non trascurabile, anche per le forze a~mate italiane, sicuramente innovativo per il periodo della grande guerra596 . La loro esperienza creò un precedente, nonchè un punto di riferimento e di raccordo ideale, in periodo successivi, in occasione di alleanze militari più durature, penso alla NATO e alla stessa Comunità Europea di Difesa597. Nel! ' immediato, invece, attraverso i rappresentanti militari pennanenti e i loro comitati tecnicì (comitati, d'aviazione, dei tanks, dei trasporti, degli approvvigionamenti, della difesa contraerei, delle invenziotù di guerra e altri) furono create le premesse alle nuove dottrine di impiego per il combattimento con i nuovi mezzi , che sperimentate al fronte, discusse, in ambito interalleato, vennero a conoscenza cli tutti gli ufficiali dell'Intesa, tra cui molti italiani, contribuendo così alla loro diffusione e alla necessaria standardizzazione nell'ambito della coalizione. Parallelamente all'organizzazione interalleata si sviluppò quella italiana corrispondente che, alla fine della guerra, grazie ali' azione del generale di Robilant, arrivò a costituire una sua efficace struttura di coordinamento, attraverso la quale si cercò di contribùire allo sforzo comune, ma soprattutto si cercò cli attenuare l'isolamento politico-militare dell'Italia, che poi ebbe pesanti conseguenze nelle success ive trattative alla conferenza della pace.

596

L. MONDINI, L'al10 comando nelle guerre di coalizione, pp. 1109-11 I 6, in "Rivista militare 1946". 597 Jean Monnet, l'ideatore della Comunità Europea cli Difesa, nel novembre 1914 fu inviato a Londra come rappresentante del governo francese negli organi interalleati competenti per l'approvvigionamento e per i trasporti.


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J; ITA J.IA E IL COORDINAMENTO MILITARE ··JNTENAI./.F.,ffO '" NELL /\ f>RIMA GUERRA MONDIALE

Truppe italiane in Francia. Interrogcaorio di un prigioniero tedesco ( 1918).

Truppe ausiliarie italiane in Francia a lavoro (1918).

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252

1.;ff,\ LJJ\ E IL COORDINAMENTO .VIILJ'JiWE .. ,N1ER.4UE4T<r NELLA PR IMA CUERR/\ MONDI Al.E

Il maresciallo Ferdinand Foch ( 1918).


L'ITAI.IA E IL COORDI NAMENTO :VITLITARE "IN'IH/1\U.t:MO ·· NELLA PR IMr\ <>llERRA MONDIALE

253

il generale francese Belin consegna al generale Mario Nicolis di Robilant, rappresentante militare permanente italiano la croce cli Gran Ufficiale della Legion d'onor (6 maggio 1918).

\,

il generale }offre decora alcuni ujfìciali italiani durante la rivista passata dal generale Cadorna ( /916).


254

1:nA I.IA E IL COO RDINAMENTO M ILITARE 路路JNTERA U&t ro 路路 NELLA PRIMA c;uER RA MONDIAl,E

Il generale Armando Diaz con il generale.francese Hirscaur ( 1918).


J:ITALIA

E 11. COORDINAMENTO MILITA RE ··1,vrE;RAU,EATQ "" NEI.L A PRIMA GUERRt\

MONDl/\1..E

255

I "generalissimi" Cadorna e Jcrfji"e a colloquio presso il Gran Quartier Generale francese (1916).


256

J: ITAI IA r, 11, COORDINAMEKTO MILITARE '"/NTERALIJòATO'" NELLA PRIMA GUERRA M ON Dl."-LE

I generali Mario Nicolis di Robilanl, rappresentante militare permanente italiano, e Alberigo Albricci, comandante del Il Co1po d'Armata in Francia (22 1naggio 1918).

Il tenente generale Alberigo Albricci, comandante del Il Corpo d 'Armata in Francia e un generale inglese ad Hantivillers sul.fivnte occidentale ( 1918).


LTIAUA E IL COORDINAMENTO ~II LITARE ··t,\' fEl/1\LU.MI, NELLA PRIMA GUERRA MONDI Al .E

2:57

Lo s/ato maggiore interalleato assiste alla rivista del 14 agosto I 918 a Parigi: passaggio di un battaglione italiano (1918).


'


INDICE Dlii N0~11 l)l l'ERS0Nt\

259

INDICE DEI NOMI DI PERSONA* Admni Vittorio, 229 n. 579,245. Aghib, tenente italiano, 204. Al berti Adr.iano, 181 n. 447, 245 . Albertini Luigi, 55 n. I 16. Albricci Alberigo, generale, 72, 125 n.293, 211, 256 (fotografia). Alegy Gregari, 135 n. 320, 245. Alexieff Mikhail Vasilevic, generale russo, 185. Alfieri Vittorio, generale, 84, 105. Aloisi Ugo, maggiore della G iustizia militare, 30 n.5 1. Ambrogio Sebastiano, 15 n.3, 245. Ansaldo, 163. Asburgo, 6 1. Asburgo Carlo , imperatore cl' Austria, re di Ungheria, 68 n. 150, 147 n. 351. Asburgo Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria, re di Ungheria, 68 Il . 150. Asquith Herbert Henry, 54, 55 n. 115,114. Attolico Bernardo, 220. Auberten, tenente colonnello francese, 158 n. 390. Badoglio Pietro, 156.

Bagnaia Antonio, 78 n. 171, 245. Baird J., rappresenta nte militare americano al comitato d' aviazione, 133. Balfour Arthur James, 170, 181. Barattieri di San Pietro Warmondo, generale, 41 n. 85. Bariè O. , 235 n. 592. Baroni Piero, 135 n. 320. Barrère Camille, 84. Beauvais capitano, 17 n. 7, 21 n. 20, 245 . Belin, generale francese, 157, 168 n. 411,253 (foto). Beltrotti, sergente, 30 n. 51. Benicelli Alfredo, maggiore, 152 en. 369, 155, 156 e nn. 382-383, 157 n.386, 158, 204. Bergera Carlo, tenente colonnello, 34. Benedetti Alfredo, tenente, 162. Bhaurnont, generale britannico, 82. Biagini Antonello, 11 n. V, 12, 17 n.7, 20 n. 15, 65 n. 145, 208 n.532, 221 n.562, 245. Bianchi d'Espinosa, 116 n. 275 , 126 n. 294, 207 n. 525

* N.B. : Quando viene indicata la pagina seguita dalla nota, significa che il nome è citato solo nel testo della nota, quando invece il numero della pagina del test.o è seguito dalla congiunzione "e" poi dal numero della nota, significa che il nome è citato sia ne lla pagina ciel testo indicata che nella nota del la stessa pagina. l gradi ricoperti dagli ufficial i citati nell'indice si riferiscono al periodo trattato nella presente pubblicazione.


2(,0

L' ITAUA E ILCOOIWINNvfENTO Mli !TA RE '"INTERALLEATO '' NH .1.A PRIMA GUERRA MONDIALE

Bissolati Leonida, 89, 120. Blanc G iulio, sottotenente, 23. Bliss Tasker H., generale statunitense, 93 , 94, 105, 108, 110, 11 1, 116 e n. 275,118, 119, 120, 123, 124, 126, 167, 168 n. 4 11, 177 e n. 436, 181 , 182, 246. Bollati Ambrogio, 147 n. 351, 246. Bolling R.C. , rappresentante bri tannico al comitato d'aviazione, 133. Bongiovanni Luigi, colon nello poi generale, 19 e n.12, 134 e n. 3 15, 135, 136, 137. Bonin Longare Lelio, 191. Bosdari, ambasciatore italiano ad Atene, 77 n. 169, 78 e n. 173, 79 e n. 176. Boselli Paolo, 61 n. 132, 68 n. 150. Bourgeois, politico francese, 56 n. 118. Botti Ferruccio, 135 n. 320, 197 n. 493,246. Brancaccio Nicola, colonnello poi generale, 23 n. 28 , 28 e n. 45-46, 29 e n. 48, 30 e n. 51, 34, 37 e n. 69,215,246. Bratianu Jon, 208. Breda, 163. Breganze Giovanni, colonnello poi generale, 19 e n. 13, 20, 22 e n. 24, 25, 26, 27, 28, 3 1, 33 n. 60, 39, 40, 243 . Briand Aristkle, 53, 54, 55 e n. 115116, 56 11. 118. Brignoli Marziano, 19 n. 13, 22 n. 24,245. Browning, colonnello statunitense, 158 n. 390. Buccio! E., 181 n. 449, 246. Buffi Aldo, colonnello, 139 n. 328. Businelli Ugo, maggiore poi tenente colonnello, 132 n. 31 l , 213 n. 547.

Buzzard, tenente colonnello britannico, 134 n. 314, 158 n. 390. Caccamo Francesco , 2 18 n . 552, 246. Caclorna Luigi, 20, 35, 42 e n. 89, 43 e n. 90, 54 n. 114, 55 n. 116, 57, 61 n. 132, 62 e n. 136, 68, 69, 70, 84, 85 n. 186, 88, 93 , 94, 95, 96, 104, 105, 111, 116, 207, 208, 209, 243, 253 (foto), 254 (foto). Calcagno Riccardo, colonnello poi generale, 193 e n. 48 1,194, 228. Candeloro Giorgio, 67 n. 150, 83 11. 182, 246. Cappellano Filippo, 23 n. 29, 27 n. 37, 36 n. 68, 44 n. 92, 152 n. 369, 155 n. 379 e n. 38 1, 161 n. 396, 163 n. 401, 246, 250. Capper, generale britannico , 153, 156, 158. Caprini Balduino, tenente colonnello carabinieri reali, 77 n. 170, 78. Carcloso, tenente, 204. Caracciolo Mario, 16 n. 5, 63 n . 137, 83 n. 181, 94 n. 212, 124 n. 291 , 131 n. 307, 169 n. 414, 194 n. 484, 246. Carcano Paolo, 58. Cardara Giovanni, te,p.ente colonnello, 3111. 54 e 56, 36. Carlotti di Riparbella Andrea, 67 n. 149. Caroli Giuliano, 23 1 n. 58 1, 233 n. 590,246. Carrey, colonnello inglese, 233. Cartier tenente colonnello Francese, 27 . Casali Pietro, maggiore medico, 207 n. 525. Castelli Alberto, tenente, 162.


.INDICE DEI NOM I DI PERSONA

Castelli Francesco, tenente carabinieri reali, 77 n. 170. Castelnau, generale francese, 64 n. 140. Cauboue, generale francese, 75, 76, 79, 80 n. 178, 81. Cavallero Ugo, nel 1917 maggiore, colonnello nel 1918, nel 1919 generale, 64, 209,210, 217,218. Ceva Lucio, 49 n. 101, 152 n. 369, 155 n. 379, 163 n. 401 e 402, 246. Chiesa, consulente delegazione italiana alla conferenza della pace , 220. Ciuffell i, consulente delegazione italiana alla conferenza della pace, 220. Ciamician, senatore, 204. Clemenceau Georges, 93, 94 e n. 211 , 100, 104, 120, 121,130, 166, 167,168,173, 176, 178, 181, 189,191, 197. Clergeau, capitato di fregata marina francese, 82. Cochet F., 23 n. 28. Colmano, professore, 30 n. 51 . Coppi . Amerigo, tenente colonnello, 223. Corazzini Aronte, tenente colonnello, 204. Camillo Cors i, ammiragl io, 61 n. 132. Costantino, re di Grecia, 68 n. 150. Costanzi Giulio, tenente colonnello, 134e n.3 16. Crespi Silvio, 48 e n. 97, 146 e n. 347, 205 e n. 524, 220 e n. 558, 221, 243. Crowsby, diplomatico statunitense, 93 .

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Curami Andrea , 49 n. I 01, 152 n. 369, 155 n. 379, 163 n. 401 e 402, 246. Curato Federico, 175 n. 431 , 218 n. 552, 246. Curie Longevin, 45 . Dall'Ol io Alfredo, generale, 57, 61 11. 132. D'Amoia Fulvio, 235 n. 592. Daneo Giulio, sottotenente, 23. D'Angiolino Piero, 31 n. 55. Dattolo Vita, soldato, 30 n. 51. D ' Aulisio Garigliota Francesco, colonnello carabinieri reali, 76 e n. 168, 77, 78 n. 171, 79, 81, 82. Dawes, colonnello statunitense, 169. De Berckeirn, diplomatico francese, 27. De Bon, ammiraglio fran cese, 134 n. 3 14. De Bon, anuniraglio italiano, 69. Decrais, comandante marina francese, 116 n. 275. de Dietrich-Sachsenfels, capitano cli vascello ungherese, 231 . de Dormandy, colonnello ungherese, 231. De Gaulle Charls, 253 n. 372. . de Gondrecourt Henry, generale francese, 39 e n. 77, 40, 84. Delcassè, diplomatico francese, 31. Della Riccia Angelo, maggiore, 31 n. 54 e n. 56, 32. Derby Edward George VillÏers, 63 n. 136, 120. De Sauteron Carlo, colonnello, 31, 34. De Tarle, comandante marina francese, 134 n. 314, 156 n. 386, 158 n. 390.


262

J: ITAI .IA E IL COOR[))NAMEl':TO M IJ.ITARE " /NTDIAU.t:Mr)" NELI.A PRIMr\ ( ;lJERRA MONDI Al .E

Dhe, tenente colonnello francese, 134 n. 314. Diaz Armando, 39 n. 77 , 89, 95, 104, 115, 118, 121, 122, 123, 124, 125, 127, 128, 129 e n. 301, 137, 144 e n. 344, 149 e n. 358, 150, 160 11. 393, 161, 174 e 11. 429, 178, 181, 187, 188, 189, 190, 191, 194, 209, 210, 218, 237, 254 (fotografia). Di Martino Basilio, 23 n. 28, 27 n. 37, 36 n. 68, 44 11. 92, 135 n. 320, 246. Di Palma di Castigl iole Guglielmo, sottotenente, 34, 35. Dmi trieff, capitano di fregata russo, 27. Dohuet Giulio, 135 n. 320. Dorand, tenente colonnello francese, 134. Ducros, comandante francese, 138 n. 326. Doumergue, m i.ni.s tro francese, 64 n. 140, 66. D ' Osnorichine, colonnello russo, 27. Duchfne, 43 n.90. Dusmes il J.L., rappresentante fran cese, 133. Egoli C., 18 1 n. 449, 247. Embic k, colonnell o statunitense, 134 n. 3 14. Estienne .Jean Batiste, generale fran cese, 152 e n. 372, 154 n. 377, 157, 158 e n. 390, 160, 162, 163 11. 403. Fabbri Giovanni, maggiore, 31 n. 54 e n. 56, 32. Falkenhayen Erich Von, 19 n. 12. Ferrante Ez io 20 n.17 , 70 n. 158, 200 n. 507,247. Ferrario Carlo, generale, 224.

Ferraris, consulente delegazione italiana alla conferenza de ll a pace, 220. Ferrie, colonnello francese, 27. Foch Ferdinand, 8, 35, 42 e 11. 89, 43 e n. 90, 63 n. 136, 68, 69, 70, 84, 85 n. 188, 88, 89, 93, 94 e n. 212, 103, 104, 105, 106, 107, 108 11. 249, 11 1, 113, 116 en. 274, 117, 118, 119, 120, 121 e 11. 286, 122, 123, 124, 125, 126, 127, 128, 130, 136, 137, 138, 157, 158, 159, 160 n. 393 e 394, 161 , 166 e nn.407-408 , 167 e n. 409, 168 e n. 41 1-412, 169 e n. 4 15, 170 e n. 418, 171, 173 e n.428, 174, 175, 178en. 440, 179, 180, 181, 182, 187, 189, 190, 192, 193, 194 e 11. 4 83, 197, 199, 210, 215 , 237, 243, 252 (fotografia). FoJiador Marco, tenente carabinieri reali, 77 n. 170. Foulois, generale statunitense, 134 n. 3 14. Frabotta M. A., 17 n. 7,247. Franchet d'Esperey Louis Felix, generale francese, 181 . Franchini- Stappo Giuseppe, colonnello, 222. Franklin - Bu illon Henry, ministro francese, 84, 86, 87. Frazier, d iplomatico statun itense, 105, 120, 167. Fuller .John Freclerick Charles, 162 e n. 399, 163 n. 403. Gabriele Mariano, 20 11. 17, 43 n. 91, 84 n. 185,247. Galante, professore, delegato italiano, 64. Gallarati-Scotti, tenente, 207 n. 525. Gandolfo Luigi, sergente, 143 .


INDICE DEI NOMI DL PERSONA

Gargiulo Domenico, tenente colonnello, 153 en. 373, 157 n. 386, 158, 159 Il. 392, 162. Gatti Angelo , tenente colonnello, 207 e IL 526, 208 e n. 530, 243. Gauda, capitano, 204. Geclcles , primo lord ammiragliato, 200.

Giannini, consulente delegazione italiana alla conferenza della pace, 220. Giardino Gaetano, 108, 11 O, 116 e n. 275, 117, 118, 119, 120, 123, 124, 125, 126, 127, 128, 129 e n. 301,130 e n. 305, 131, 144, 148 n. 348, 152, 189 e n. 468, 190, 209,243. Gillain, generale belga, 172 n. 424, 173. Gilli Carlo, tenente, 143. Gionfrida Alessandro, 7, 8 e n. iii, 9, 11, 12, 17 n. 7, 23 n. 28, 25 n. 32, 2711. 37,218 11. 553 , 247. Giordano Alessandro, 32 n. 59. Giordano, professore, 44, 45. Giuffricla, consulente delegazione italiana alla conferenza della pace, 220. Giuliano Michele, tenente, 30 n. 51 Golclstein Erik, 218 n. 552,247. Gorton, generale inglese, 223, 224. Gotti Porci nari Giulio Cesare, 181 n. 449, 247. Gozzi Francesco, sottotenente carabinieri reali, 77 n. 170. Grant, colonnello statunitense, 116 n. 275 , 126 n. 294. Grassi Giuseppe, deputato, 34, 133, 215. Grassi Mario, capitano di vascello, 20.

263

Gratton Luigi, 170 n. 417,188 n. 465, 194 n. 484, 247. Greppi Edoardo, colonnello, 48. Grossi E., 134 n. 316,247. Guerritore Orazio, tenente colonnello, 204. Guillaumat, generale francese, 117, 118, 168. Gurko Basilio, generale russo, 64 n. 190. Gustapane Raffaella, 19 n. 11 . Guzzoni Alfredo, colonnello, 226. Haig Douglas William, maresciallo britan nico, 100, , I 04, 105 , l 12, 114, 115, 116 n. 276, 118 e n. 281, 119, 120, 127, 128, 166, 168 n. 411. Hallier, generale francese, 222. Hamelin, generale francese, 223, 224. Hankey Maurice, 84, 85 n. 186. Helbronner, comandante francese di marina, 84. Hirscaur, generale francese, 254 (fotografia). Hopkins, colonnello statunitense, 138 11. 327. House Edward Mandell, 93 , 181. Iacopi Massimo, 138 n. 327, 139 n. 328. Ilari Virgilio, 135 n. 320. Imperiali di Francavilla Guglielmo, 52 n. 106, 54 n. 112 e 113, 55 n. 155. Isnenghi Mario, 21 n. 19, 46 n. 95, 84 n. 185, 247. Ivaldi G iu seppe, colonnello, 223, 224. Jean Carlo, 235 n. 592. .Teance, tenente di vascello francese , 27.


264

LTl'AI .I,\ E IL COORDINAMEKTO M ILrm RE ..JN1E RALL€,\1'0 .. NELLA PRIMA GUERRA M OND1i\ LE

Jellicoe Jhon Rushwort, ammiraglio britannico, 67, 70. Joffre Cèsar-Josepb-Jacques, 32, 33, 40, 52, 59, 253 (fotografia), 255 (fotografi.a). Joll J. , 15 11. 1,248. Jung, consulente delegazione italiana alla conferenza della pace, 220. Kerenskij Aleksander Fedorovic, 86. Klotz, ministro francese, 93. Krafft Von Dellmesingen Konrad, generale tedesco, 41 . Laborclere, comandante marina francese, 158 n. 390. Lazzerini Mario, capitano, 143, 204. Lazzerini Pietro, sottotenente, 34. Leone Vincenzo, capitano di corvetta, 27 , 31. Leoni Camillo, magg iore, 207 n. 525. Levi Giulio, generale, 143 e n. 340, 148 e n. 355, 215. Leygue, ministro francese, 170. Lewis, colonnello inglese, 27. Lidclel Hart Basil H., 53 n. 109, 83 n. 180, 115 n. 271 , 136 n. 322, 151 11. 368, 162 11. 399, 165 n. 405, 237 e n. 594, 248. Lincoln W.Bruce. 185 n. 457, 248. Lioyd Geroge David, 60, 61 , 62, 68 n. 150, 83, 84, 85 e n. 188, 86 e n. 188,87, 89,91,92 n. 206, 93 , 94 n. 212, 100, 105, 114, 120 , 121, 122, 130, 166, 167, 176, 181. Locatelli, sergente, 30 n. 5 1. Lochriclge, generale statunitense, 116 Il . 275, Il. 126 Il. 294. Loclolini Elio, 9. Longo L uigi Emilio , 222 n. 563, 248.

Loucher Louis, ministro francese , 166. MacMillan Margaret, 218 n. 552, 219 n. 556, 248. Macchi di Cellere Vincenzo, 220. Maffei Temistocle, ingegnere, 32 n. 59. Magrini, tenente, 64. Maistre, generale francese, 123, 124. Makalinski, capitano di vascello russo, 82. Mandò Arrigo, 223. Manfroni Camillo, 21 n. 18, 53 n. 107, 56 n. 119, 64 n. 138, 168 11. 153, 70 n. 157, 73 n. 164, 171 n. 420, 200 n. 507 e 508, 20111. 509-513, 20211. 514, 248. Marchetti Gino, sottotenente, 44. Marchetti Giovanni, sottotenente, 44. Marchetti Odoardo, 28 nn. 46 e 47, 243. Marietti Giovann i, generale, 217, 218 . Marinelli Gi unio, tenente carabin ieri reali, 77 n. 170. Marston F.S., 2 18 n. 552, 248. Martin Franklin Giorgio, tenente colonnello, 116, n. 275, 126 n. 294, 207 11. 525. ' carabinieri Mattea Guido, capitano reali, 77 n. 170. Mauroner, capitano, 198. Mazza Erminio, capitano carabinieri reali, 77 n. 170. Melchionni Maria Grazia , 175 11. 432, 178 11. 437, 181 Il. 445,248. Melograni Pietro, 19 n. 12, 21 n. 19, 28 n. 47, 85 n. 186, 248. Mermeix, 83 n. 181, 89 n. 199, 105 n. 245, 114 n. 268, 166 n. 407, 248.


IN DICE DEI NOM I DI PERSONA

Merrone Enrico, generale, 196, 197, 198 e 11. 497,200,212,213,215 . Meunier R., generale francese , 231. Michel, colonnello serbo, 27. Millerrand Etienne-Alexandre, 90. Milner Alfred, 64 n. 140, 93, 105, 120, 148, 166,170,171. Michelini Luigi, colonnello, 35. Mola Armando, colonnello poi generale, 48 e n. 100, 49 n. 101 , 90, 91,148,204,215. Mombelli Ernesto, colonnello poi generale, 78 n. 170, 168, 223. Mondini Luigi , 12 n. vi, 238 n. 596, 249. Monnet Jean, 238 n. 597. Montanari Carlo, colonnello, 20. Montanari Mario, 19 n. 13, 21 11. 19, 51 n. 104, 52 n. 105 e 106, 53 n. 108, 57 n. 120, 58, n.123, 127, 60 n. 131, 63 n. 136, 64 n. 139, 69 n. 154, 71 n. 162, 105 n. 245, 162, n. 397, 178 n. 438, 249. Moore, ammiraglio britannico, 156 n. 386. Mordacq, 52 n. 106, 63 n. 137, 86 n. 188, 93 n. 208 , 94 n. 211, 105 jn. 245 , 120 n. 284, 166 11. 407,249. Morrone Paolo, generale, 61 r1. 132. Mortimore, colonnello britannico, 138 n. 327. Motta Giovanna, 11 n. V. Muratori Amedeo, sottotenente carabi nieri reali, 77 n. 170. Nash P.A.M. , generale britannico, 123, 140 e n. 331. Nava Cesare, deputato, sottosegretario ministero armi e munizioni, 204. Neratoff, diplomatico russo, 66 n. 147.

265

Nicelli Pio, maggiore carabinieri reali, 77 11. 170, 78 e n. 172. Nicolis di Robilant Mario, generale, 131 e n. 308, 135 , 136 n. 321 e n. 323, 148 e nn. 353-355, 149, 150 e n. 360, 155 e 11. 381, 156, 1.58, 168, 411,, 174 e n. 11. 429, 175, 180 e n. 443 , 181, 182, 187 , 188, 190,, 195, 199 n. 503, 209, 211, 2 12, 213 , 214, 217, 238, 253 (fotografia) , 256 (fotografia). Nivellc Robert George, generale francese, 32, 35, 62 e n. 136. Nol let, generale francese, 227 e n. 575,249. Occhialini, professore, 46. Orlando Vittorio Emanuele, 39 11. 77, 84, 86, 89, 93, 105, 115, 120, 127, 128, 129, 130, n. 305, 148 e n. 354, 150, 151 , 167, 169, n. 415, 176, 178, 180 n. 443, 187, 189, 190, 191 , 192, 208, 209, 218 . Pagezy, comandante marina francese, 116 n. 275 . Pagliano Emilo, tenente, 32, 34. Painlevè Paul - Prudent, 84, 85 e n. 188, 86 n. 188, 87, 89. Paolotti Teodoro, tenente colonnello, 231, 232. Papa di Costigliole Carlo, colonnel.lo, 43, 37 n. 70, 38, 39, 40, 41, 42 e n. 89, 43 e n. 90. Paratore, consulente delegazione italiana alla conferenza della pace, 220. Pasqualini Maria G abriella, 28 n. 47,250. Passega Carlo, tenente, 44. Pasetti, tenente, 204.


266

L"ITALIA E Il. COORDl'.'IAME"1f0 ~111 .ITARJ; "'INTERI\UE,jT(r /\'.ELLA l'Rl\fA GL'ERRA ~IONmALE

Pastorelli Pierpaolo, 55 n. 117, 62 n. 134, 84 n. 183. Pavone Claudio, 31 n. 55. Pellegrino Emanuela, 9 n. iv. Pellicelli Giulio, tenente colon nello, 233. Penna, colonnelJo, 46. Pere Ili Ippolito, generale, 195. Persh ing John Joseph, generale statunitense, 71 , 105, 166, 168 n. 41 1, 169 e n. 414, 171, 195, 197. Pètain Henry - Philippe, generale francese , 71, 100, 104, 105, 112, 113, 118, 120, I27, 136, 166, 168 n. 41.l. Petazzoni Raffaele, sottotenente carabinieri reali , 77 n. 170. Petracchi Giorgio, 64 n. 139. Philips, generale britannico, 76, 79, 8 1. Pichl ik K., n. 449, 250. Pichon, ministro francese, l 05, 120, 170, 176, 181. Pieri Piero, 21 n. 19, 83 n. 182,250. Pignatelli A ntonio, maggiore, 223. Pignato Nicola, 152 n. 369, I 55 nn. 379 e 381 , 161 n. 396,250. Pintor Luigi, tenente colonnello , 207 n. 525. Pirelli, consulente clelegaz.ionc italiana alla conferenza della pace, 220. Pokrovski, min istro russo, 64 n. 140, 65. Poincarè Raymond , 51, 52, 166. Ponza cli San M artino Alberto, tenente colonnello, 207 n. 525. Ponza di San Martino Dionigi, capitano, 223. Poole, generale inglese, 185. Porro della B icocca Carlo, generale, 26, 33,53, 57,57,58,60,84,208.

Portier, capitano fran cese, 126 n. 294. Positano Francesco, tenente , 204. Pullen, tenen te colonnello statunitense, 158 n. 390. Pupin, 45. Quartieri, fun zionario, 204. Rainero Roman H., 135 n. 320. Rava Guglielmo, sottotenente, 143. Rawlison Hcnry Seymour, generale britannico, 116 e n. 275, 120, 123, 124, 126, 128. Revelstoke, lord, delegato britannico, 64 11. J40. Ribot Alekxandre- Felix-Joseph, 68 n. 150, 72. Riccardi Luca, 16 n. 5, 20 n. 15, 54 n. 115, 57 n. 121 , 62 n. 134, 64 n. 139, 67 n. 150, 71 n. 161, 115 n. 272,250. Riggi Virginio, colonnello, 48. Rivelta Giovanni, tenente, 30 n.54 e n. 56. Robertson Wiliam, generale britannico, 43 e n. 90, 63 n. 136, 69, 84, 93, I 05, 114. Rockenback, colonneJl o statu nitense, 153, 157 n. 386, I58 e n. 390. Rochat Giorgio, 19 n. 13, 20 n.16, 21 n. 19, 23 11. 28, 3-9 n. 75, 40 n. 79, 46 n. 95, 84 n. J85 , 247, 250. Romei Longhena Giovanni, generale, 65. Ropolo Edoardo, 20. Roquefeu il, diplomatico francese, 78.

Roussine, ammiraglio russo, 64 n. 140. Rovighi Alberto, 94 n. 2 lO, 250 . Roye, generale francese, 228.


INDlct PEI ~O\U PI l'ERSONA

Ruggeri - Laderchi Paolo, colonnello poi generale, 64, 65 n. 143. Ruspoli Umberto, tenente colonnello, 34, 41 e n. 86, 42 e n. 87. R usse! A.V.F., tenente co lon nel lo britannico, 231. Sackville West, generale britannico, 109 n. 255, 11 6 n. 275,119, 126 n. 294, 168 n. 41 1. Salandra Antonio, 55 e n. 116, 56 n. 118, 57 . Sale Ilaria, 9 n. iv. Salter J.C.B., 205 n. 523 , 250. Salvago Raggi Giuseppe, 5 8 nn. 124- 126. Samo M ., comandante marina nipponica, 23 1. Sansonetto Giulio, 31 n. 54. Savoia Vittorio E manuele III, 55 r1. 116, 89. Sc ialoja Vittori o, 64 , 66 no. 147 148, 67 n. 149. Scopa Marco, 15 n.2, 250. Sarrail Maurice, generale fra ncese, 53, 61 , 75, 78, 79, 81,95. Sims Wiliam Sowden, amm iraglio britannico, 69. Sisto di Borbone-Parma, 68 n. 150. Smuts Jan Chri stian, 84, 86. Soleri Giuseppe, tenente colonnello, 78 n. 170. Son ni no Sidney, 35 , 52 nn. I 05 e 106,54nn. ll 2-113,55 en.115117, 56 n. 118, 57, 58 m1. 125 e 126, 61 n. 132, 62 e n. 134, 68n. 150, 69, 71, 72, 84en. 183, 89 , 105, 115, 170, 171 n . 420, 176, 178, 181 , 191 e n. 473, 208, 218,243. Summia, colonnello, 46. Stefani Filippo, 15 n. 4, 19 n. 11 ,250. Stoppa, sottotenente, 198.

267

Slorr, tenente colonnello britannico, 116 n.275, 126 n. 294. Stringher, consu lente de legazione italiana alla conferenza della pace, 220. Sykes, generale britannico, 134 n. 3 14. Tempcrley H .W.V., 218 n. 552, 219 n. 557,250. Thaon de Revcl Paolo, 69, 170, 2 18. Tittoni Tommaso, 31 , 5 1, 52 n. 105 e 106, 55 e n. 116, 57, 58 . Toma D., colonnello romeno, 23 1. Torre A. , 218 n. 552, 250. Toscano Mario, 7 e n. iii , 19 n,. 13, 20 n. 14,250. Trenchard Hugh, generale britannico, J34 e n. 314, 136. Ubaldini degli Alberti Guido, maggiore, 23 . Uffler, colonnello francese, 232. Yenizelos Eleuterio, 70 n. 156, 78, 181 . Vesnic, colonne llo serbo, 181. Yezzana Cesare, sottotenente carab inieri reali , 77 n. 170. Yisentin Angelo, 15 n. I , 250. Volpi, consulente delegazione italiana alla confererna della pace, 220. Yon Clausewitz Claus, 235 n. 592. Z uccari Luigi, generale, 222, 225, 226. Z ucchini , co nsu lente delegazione italiana alla conferenia della pace, 220. Z uppelli Vittorio, generale, 155 e n. 381, 213. Walch , generale franc ese, 227 n , 575. Weigand Maxime, generale fra ncese, 63 n. 136, 84, 94, 95, 96, 103, 105, 108, 110, 111 n.


268

L' ITALIA li IL COORD INAMENTO MILITARE "l,\ "fF.//1\/./.F.1\T!J " NEL LA PR IMA GUERRA .'v10ND1ALE

260, 116 e n. 274,120,126,127 , 166. Whittinngton, generale britannico, 13411.314. Wilson Henry, generale britannico,, 64 n. 140, 84, 88, 89, 93, 94, 96, 97, 102, 104, 105, li I n. 260, 114, 116, 120, 166, 168 11. 411, 176, 181, 182. Wilson Thomas Woodrow, 176, 178, 219. Wrigth P. E., 114 n. 269, n. 116 n. 275, 126 n. 294,243.


IK DICE Dr.I NOMI

l)J

I .UOGO

269

INDICE DEI NOMI DI LUOGO Abbeville, 167, 192. Abissinia, 171, 183. Adana (Adal ia), 68 n. 150. Adriatico, 21 , 57, 63, 64 , 70, 96, 140, 141, 168, 170, 175, 186, 192, 200, 201 , 202, 238. Afganistan, 184. Africa orientale, 186. Ailette, 101. Albania, 57, 117, 177. Alpi, 145 n. 345. Alsaz ia- Lorena, 68 n. 150, 177, 179,217 n. 551. Alta Slesia, 225 . Alto Adige, 176, 177. Amiens, 165, 166. Aosta, 144. Arcangelo, 171 , 185, 186. Armenia, 96. Arras, 165. Asia, 184. Asia Minore, 62, 67, 68 n. 150, 71, 208. Atene, 66, 67 n. 149, 75 , 76, 77 (il Pireo), 78, 79, 80, 82. Atlantico, 200. Austria- Ungheria, 9, 20, 21, 53, 59, 60, 62, 67, 68 Il . 150, 69, 72, 177, 178, 179, 181, 187, 188, J 89, 192, 195, 221,224,225,229. Bacchiglione, 99 . Balcani, 62, 69, 96, 172, 182. Barisis, 100. Batum, 98. Baviera, 182.

Beauvais, 167 . Belgio, 68 n. 150, 173, 177, 179, 200, 203 n. 5 18, 205,219,229. Belgrado, 10, 17, 34 n. 63 . Berlino, IO, Il, 17, l 9 en. 12, 226, 227. Bema, 17. Biserta, 28. Boemia, 181. Bombom (castello di ), 180, 193, 194. Boulogne, 85 n. 188. Bourges, 46. ¡ Breslau, 228. Brest-Litowsk, 184. Brindisi, 73. Brno, 233 . Bucarest, 17, 34 n. 63 . Bucovina, 53. Budapest, 223, 225 . Bulgaria, 10,59, 173,175,189, 229. B urgeland (Ungheria occidentale), 224,225. Canale di Corinto, l J7. Canale d' Otranto, 68, 69, 201, 202. Caporetto, 42, 51,144, 235 . Capo Cavallo 202. Carso, 41, 62. Cassala 108 n. 251. Cattaro, 20 l. Caucaso, 177, 184, 185, 186. Cecoslovacchia, 229, 231 . Cina, 101. Chalchis, 77, 81. Champagne, 52.


270

l.'ITAI .IA F. Il. COORDINAMENTO M ILITARE "INTEIIAl.l.EATO" NEI .LA PRIM A ( ,lll'RRA MONDI AL.E

Chantilly, 52, 53, 57, 58, 62, 67. Chaternux, 162. Colonia, 228. Como (lago di ), 116. Corinto, 77, 81. CorfĂš, 28, 68, 117, 168. Costantinopoli, 17. Dalmazia, 201. Danimarca, 229. Dardanelli, 21, 201, 202. Downing street, 72 n. 163. DouHens , 166, 169 e n. 415, 190, 191. Dresda, 228. Dusseldorf, 228. Egeo, 201. Egitto, 63 n. 136. Epiro, 77. Eritrea, l 08, 251. Europa, 9, 11 e n. v 70, 71, 123 , 133, 143, 154, 169, 171, 179, 1.84, 200, 21.9, 220,236. Finlandia, 208. Fiandre, 173. Firenze, 1O. Fontainbleau, 157. Francia, 7, IO, 11 , 12, 15, 16, 19, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 28, 29 , 30, 31, 33,34, 35,36,37, 38, 39, 42, 43 , 44 n. 92, 45 , 47,, 48, 52, 53, 55 e n. 115, 61, 62 n. 136, 62-63 n.136, 68 n. 150, 69 n. 70, 71, 72, 82, 84, 85, 87, 88, 93 , 94, 100, 101, 102, 104, 105, 106, 110, 11 1 11. 260, 114, 115, 116, 119, 120, 12 1., 122, 124, 125, 126, 127, 128, 129, 130, 131, 132, 133, 136, 137, 138, 143, 144, 145, 146, 147, 149, 152, 153 n. 375, 154 e n. 376, 156, 157, 159, 160, 161 , 166, 167, 168, 169, 170, 171 , 173, 175, 177, 179, 180,

181, 183, 186, 188, 193, 194, 195, 196, 198, 199, 200, 203 e n 518, 205, 208, 211, 212, 213 , 214, 215, 219, 220, 221, 226, 229, 230, 231 , 235,251. Francoforte, 228. Fronte balcanico, l 06. Fronte francese, 1O1, 126, 187, 188, 190,238. Fronte inglese, l Ol. Fronte italiano, 41, 43, 45, 60, 61, 62, 63 n. 136, , 70, 88, 89, 94, 97 , 99, 104, 106, 112, 121, 122, 126, 149, 168, 189, 19 1, 194, 210. Fronte occidentale, 38 e n. 73, 39, 63 n. 136, 70, 71, 73 , 83 , 87, 100, 102, 103, 104, 106, 107, 112, 122, 123, 123, 124, 125, 130, 136, 137, 154 11. 376, 165, 170, 173, 174, 177, 178, 182, 183, 186, 187, 189, 194, 195, 196, 197, 198, 208,211,215. Fronte russo, 70. Galizia, 53, 68, 150, 181. Gallipoli (Puglia), 76 n. 168. Garda, 116. Giappone, 108, 200, 22 1, 230. Genova, 145, 149. Germania, 15, 57, 59, 68 n. 150, 71, 99, 142 n. 337 e 338, 177, 179, 181, 182, 189, 195, 220,226,229. Gorizia, 1.08 n. 251. Gratz, 222. Grecia, 7, 53, 65, 66, 68 n. 1.50, 70 n. 156, 75 e n. 165, 76, 77, 78, 79, 80, 82, 98, 102, 117,140, 203 11. 518,208,229,235. Hannover, 228. Harbin, 108.


INDICE DEI NOM I DI L UOGO

Heligoland, J77. Imperi centrali, 15, 59 , 60, 66 n. 148, 71, 93, 98, 112, 172. Impero ottomano (Turchia), 9, 59, 67 , 99, 103, 178, 186, 189. India, 184. Inghilterra (Gran Bretagna), 7, 1O, 11, 12, 15, 19, 20, 46, 47, 53, 55 e n. 115, 61 , 63 n. 136, 69, 72, 82, 84, 85, 87, 88, 90, 91 e n.204, 93, 94, 102, 105, 106, 111 n. 260, 120, 126, 132, 138, 153, 154, 156 n. 386, 160, 166, 167, 199, 200, 203, 219, 220, 221 , 226, 230, 231,235. 11111, 182. Innsruck, 222. Isonzo, 42, 52, 53 , 61 , 68, 69, 83 , 177. Istrìa, 176. Italia, 11, 15, 19e n. 11, 191111.l l e 13, 20, 21, 25, 31, 34, 36, 39, 42, 43, 45, 46, 47, 51, 52, 53 , 55, 6 1, 62, 62 n. 136, 66 n. 147, 68 Il. 150, 69, 70, 72, 77, 82, 87, 88, 93, 94, 95, 96, 99, 102, 105, 106, 11 111. 260, 112,115,117, 119, 120, 122, 122, 123, 125, 126, 127, 128, 129, 130, 131, 132, 133, 138, 143, 144, 145, 146, 148, 149, 150, 151 n. 365, 153 nn. 372 e 375, 155, 156 e 11. 386, 157, 159, 160, 162, 163, 167, 169, 174, 177, 18 1, 189, 190, 191, 194, 195, 196, 199, 2000, 201, 202, 203 e n. 518, 205, 208, 220, 22 1, 226, 229, 230, 235, 238. Ja11i11a, 77, 81. Kiel, 228. Klage11furt, 222. Konia, 68 n. 150. Konìsberg, 228.

271

Lamia, 77, 81. Laon, 101. Larissa, ?7, 81 . La Spezia, 145, 149. Lìnea Mincio - Po, 99. Linea Piave- Grappa- Altopiani, 89, 99. Lilla, 177. Lìvorno, 149. Londra, 7 , 16, 17, 19, 46, 47, 48, 49, 54 n. 1.1.2, 57, 63, 68 n. 150, 71, 72, 85 11. 188, 90, 91 , llO, 114, 119, 120, 120, 124, 128, 130, 148, 178, 200, 201 , 202, 204,211. Lussemburgo, 177, 179. Macedonia, 53 , 58, 60, 61, 66, 72, 96 n. 217, 98, 110, 116, 117, 131 n. 308, 145, 146, . 168. Madrid, 17. Malta, 56, 20 l. Manica, 169, 175. Mare ciel Nord, 96, 140, J41, 170, 186, 197, 238. Marna, 136. Mar Nero, 57, 73 , 98. Marsigl ia, 145. Mediterraneo, 52, 53, 56, 64 ,-70, 133, 168,201,202. Mesopotamia , 96 , 103 , 184, 185, 186. Metz, 177 . Milano, 63 n. 136. Modane, 43 n. 89, 144, 145, 146, 147. Moldavia, 98. Monaco, 182, 228. Monastir, 67, 97. Mongèron, 46. Montdidier, 165.


272

l: ITAI .IA E IL COORDINAMENTO MILITARE " INTt.RALL€ATO" NELLA PRIMA GUERRA MONl)IALE

Montemagno, 108. Mosella, 35. Mourmask (anche Murmask), 171, 185. Munster, 228. Nagy- Vàrad, 231. Nauplia-Argos, 77, 81. Neu Breisech, 177. Neully, 229. Nettuno, 139. New York, 47. Novara, 63 n. 136. Oedemburg, (si veda Sopron), 224. Odessa, 98. Olanda (Paesi bassi), 71, 184 n. 455. Opava, 232. Oradea, 23 1. Pacifico, 109. Padova, 89. Paesi balcanici, 12. Paesi scandinavi, 65. Palestina, 68, 69, 70, 72, 96, 103, 140, 186, 208. Parigi, 9, 10, 11, 17, 19, 20, 22, 25, 26, 27, 29, 32, 36, 38, 42, 43, 44, 44, 45, 52, 53, 56, 57, 58, 62 Il, 134, 64, 69, 72, 85, 87, 89, 108 n. 249, 124, 148, 178, 182, 188, 19 1, 196, 200, 201, 202, 203, 204,211,215, 217, 223,229,231. Patrasso, 77, 78, 81, 208. Pecs, 223 . Peloponneso, 61, 75, 77. Persia, 184, 186. Peschiera, 89. Piacenza, 131 n. 308. Piave, 42, 83 , 125, 129, 143, 144, 145, 147, 156, 159, 178, 182. Pietroburgo (Pietrogrado ), 17, 20, 58, 64, 67. Pinerolo, 144.

Polonia, 18 n. 7, 68 n. 150, 217 n. 551,229. Rapallo, 42 n. 88, 5.1 , 72, 83, 87, 89, 93 Il . 207, 94, 114. Recloses, 160, 161. Reno, 136, 176,177,179,226. Rodano, 145. Roma, 9,10, 55, 57, 60, 61, 75, 117, 178,204, 21 l, 219. Romania, 10, 60, 61, 65, 67, 98, 208, 229, 231. Russia, 10, 11 n. v, 15, 16, 19, 20, 53, 55 n. 115, 61, 64, 66 n. 148, 68 Il. 150, 70, 71 , 72, 77, 82, 86, 98, 169, 172, 184, 185, 208. Saint Gennaio, 229. Saint Quintin La Fère, 165. Salisburgo, 182. Salon.icco, 28, 53, 59 , 61 , 69 , 72, 95, 96 n. 217 , 97 , 117, 168, 173. San Dalmazzo, 114. San Giovanni di Mariana, 35, 67, 68 e n. 150. San Marco I 08 n. 251. Sarajevo, 10. Saseno, 202. Savoia, 67, 68 n. 150. Sarre, 1.17 n. 551. Savona, 144, 145, 149. Siberia, 109, .123 , 17 1, 184, 185. Serbia, 68 n. 150, 177,203 n. 518. S.H .S (Regno serbo-croato-sloveno), 229. Smirne, 68 n. 150. Sofia, 17, 59. Spagna, 25. Soisson, 1.01. Somme, 151, 165, 166. Sopron (si veda Oedemburg), 223, 224,225.


INDICE DEI l)OMI DI UJOCO

Stati Uniti d'America (U.S.A.) 10, 12, 16,25 , 45,46,47,65, 71 ,87, 91 e 11. 205, 93, 94, 101, 105, 106, 111 n. 260, 116, 120, 123, 126 11. 294, 132, 133, 138, 147, 153, 154, 156 n. 386, 157 , 167, 171, 172, 175 , 176, 177, 178, 195, 199, 200, 202, 203, 2 19, 220, 221 , 226, 235. Stettino, 228. Stoccarda, 228. Strasburgo, 177. Stravos, 97. Svezia, 7 1. Svizzera (anche Confederazione elvetica) , 25, 63 n. 136, 71, 93, 94, 95 , 10111. 233 , 145, 169, 189, 197. Tagliamento, 83. Taranto, 28, 144. Tebe, 77, 78 è n. 170, 8 I. Teschen, 217 n. 551. Tessaglia, 77, 81. Tiflis, 99. Tirolo, 182. Tolone, 45. Torino, 22 n. 224, 108 n. 251 , 124, 125, 127, 128, 13111. 308. Tokio, 17. Transcaucasia, 9, 185. Trentino, 41 , 68, 176, 192. Tresibonda, 98. Treviso, 43. Trikkala, 77. Ucraina, 9, 98. Udine, 62, 63 e n. 136. Ungheria, 177, 223 , 224, 225, 229, 231. Valona, 95, 98, 117, 202. Venezia, 45, 99, 224. Ventimiglia, 43 n. 89, 144, 145, 146.

273

Verdun, 23 n.28, 39 e n. 75 . Verona, 16 1. Versailles, 8, 11, 12, 87 , 88, 89, 94, 95, 100, 105, 108 n. 251 , 110, 127, 131, 150, 152, 189,202,209,2 10, 21 1,211 , 217, 219,220,226,227,229, 230. Verto iba, 108 n. 251 . Vicenza, 63 n. 136. Vienna, 1O, 17, 22. Vittorio Veneto, 195. Vladivostok, 98, 109, .I 71, 186. Volos, 77, 81.


274

l : ITALIA E IL COORDINAMENTO M II.ITARE ··/NTl:IIALLEt\TO" NELtA PR IMA <,UERRA ,vlONDl,\LE


INDICE Presentazione ..... ............................................... ................. . Pag. " Prefazione ................. .... .... .... .... ............ ...... ..... .... ........ ....... " Introduzione ............. .... .... .... ........................ ....... ............... . Capitolo I I rappresentanti italiani nei primi organi m.ilitari "interalleati" ............. .... ....... ..................... .... .......... ................. .. I. 1. Addetti e missioni militari .... .... ................... ..... ..... . I.2. La Missione mi litare italiana in Francia ..... ........... . I.3. Il delegato italiano nel co11:1tato interalleato delle invenzioni cli guerra ........ .... .... ... ............ ........ ........ . I.4. La Missione militare italiana a Londra ..... .... ......... . Capitolo li Le conferenze "interalleate" prirna di Caporetto ... .... ........ II. 1. Il coordinamento strategico dell 'Tntesa attraverso . le conferenze dal luglio 1915 all'agosto 1917 ....... . II.2. Le conferenze del 1915 ..... ........................... ......... . 11.3. Le conferenze del 1916 ................ ....... .................. . 11.4. Le conferenze del 1917 ............ ... .... ....... ............. ... Capitolo III Gli organi interalleati di controllo per la Grecia nel 1917... III.1. La Commissione militare interalleata di controllo per la Grecia ............. ........ ........ .... .................... .... .. 111.2. Gli organi interalleati dĂŹ controllo sui servizi civili .. . Capitolo IV La costituzione del Consiglio Supremo di guerra .............. .

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9 15

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IV. 1. IV.2.

LTl'AL I.,\ E IL COORDINAMEKTO Mli !TARE " /NTl'IIALLEATO" NELL A PRIMA GlJr-.RRA MO.' lDIALE

La conferenza di Rapallo (6-7 novembre 1917) ... .. La conferenza cli Peschiera (8 novembre 1917) .... .

Capitolo V Il Consiglio Supremo di guerra e i rappresentanti m.ilitari permanenti .............................. ..... .... ................... .... .... .... ... . V. 1. La 2" sessione del Consiglio supremo di guerra (1 ° dicembre 1917) e l' attività dei rappresentanti militari dal dicembre 1917 al gennaio 1918 ................ . V.2. La 3" sessione del Consiglio Supremo di guerra (30 gennaio-2 febbraio 1918) e l'attività dei rappresentanti militari dal febbraio alla prima metà di 1narzo 1918 ............................................................. V.3. Il Comitato esecutivo e la riserva generale interalleata ... .... .... ....... ................ .... ........ ........................... V.4. La 4a sessione del Consiglio Supremo di guerra (14-15 marzo I 918) e l' attività del comitato esecutivo dalla seconda metà alla fine del marzo 19 18 ..... I comitati interalleati tecnici del Consiglio SupreV.5. mo di guerra e i delegati italiani: a) Il comitato interalleato d'aviazione e il Comitato interalleato per le difesa contraerei, b) Il Consiglio interalleato per i trasporti, e) il Comitato interalleato dei tanks ...... . Capitolo VI Il coniando unico interalleato e i rappresentanti militari pennan.enti ...................... ............ ................... .... ..... ....... ....\ VI. I. La costituzione del comando unico interalleato .... . VI.2. La sa, 6\ 7ae 8" sessione del Consiglio Supremo di guerra e l'attività dei rappresentanti militari permanenti fino alla fine della guerra ......................... . VI.3. I rappresentanti militari permanenti, e il comando unico .. ... ........................ .... .... ........................... .... ... VI.4. La missione di collegamento con il Gran Quartier generale del Maresciallo Foch e la Missione militare italiana presso il Gran Quartier generale americano in Francia ..... .... .... ........... .... ................ .... .....

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277

INOICE

VI.5.

Sviluppo de11'organizzazione interalleata: il comitato approvvigionamenti, il consigl io navale e il comitato anni e munizioni .. .... .... ........... ................ .

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207

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Conclusioni ...... ........................ ............ ........................... ...

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235

Fonti archivistiche ........ ........................ .... ....... .................

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Capitolo VII I rappresentanti militari permanenti e la "Sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra" ...................... ..... .... .. VII. l. I rappresentanti militari permanenti , il governo e il Comando Supremo .................. .... .......................... . VU.2. l rappresentanti militari permanenti e le funzioni di coordinamento della sezione italiana del Consiglio Supremo di guerra .................. .... .... ... .............. Capitolo VIII L'ereditĂ nel primo dopoguerra: breve cenno all'e;,perienza del coordinamento niilitare interalleato ........... .... ... VIII. I. II Comitato militare alleato di Versailles .... ........ ... . VIII.2. Il Consiglio supremo economico e la delegazione italiana ............................ .... .... .... ........................... . VIIl.3. Le conunissionj militari interalleate di controllo .... .. Vlfl.4. Le conunissioni per la delimitazione dei confini ..... .

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241

Fonti a sta1npa ........... .... .... .... ....... .... ........... .. .. .. .. .. ... .... ... .. l\tlen1orialistica ..... ............... ... .. .. .. .... .... ... ... ... .. ............. .... ..

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243

Bibliografia .......... .... .... ... .. .. ....... ... .. ............... .... .... .. .. ....... .

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Appendice fotografica ... .. .. .. .. .... .... ....... .. ................ .. .... .... .

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Indice dei nomi di persona ............. ..... ... .... .... ................ .. Indice dei nomi di luogo ................................... ............... .

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