L’OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVENIA (1941-1943)

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

JVlarco Cuzzi

L'OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVENIA (1941 - 1943)

1998


PROPRIETJ\ I.ETIEH.ARlA

Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione anche parz¡iale sen:i:a alllorizzazione. Š By SME - Ufficio Storico - Roma 1998

finito di stampare nel maggio I998 <la 11;1 Stilgrafica s .r. I. - Roma


Presentazione

La 2a Armata, dopo la breve carnpagna sul fronte jugoslavo, assunse il presidio ciel territorio dal solco della Sava, a nord , sino ai confi ni del Montenegro, fronteggiando impegnativi problemi oltretutto diversi a seconda delle zone. Le prime d ifficoltà furono determinate dallo stesso assetto che Roma diede ai territori annessi. In Slovenia, cioè nella provincia di Lubiana, l'amministrazione venne affidata ad un Alto Commissario nella persona di Emilio Grazioli. In Dalmazia, le n uove province cli Spalato e Cattaro assieme a quella vecchia di Zara costituirono il Governatorato della Dalmazia retto da Giuseppe Bastianini . Contemporaneamente la 2a Armata, presidiando ampie zone del nuovo Stato Indipendente cli Croazia, ebbe come interlocutore il "Poglavnik" Ante Pavelic. Diversi i temperamenti e gli atteggiamenti di questi uomini che nei ra pporti con il Comando italiano determinarono attriti ed incomprensioni. Il generale Vittorio Ambrosia p rima, e Mario Roatta poi, dovettero usare una attenta duttilità per non vedere compromesse le d irettive dello Stato fv1aggiore, del Comando Supremo, e la loro stessa autonomia, necessaria per la sicurezza delle truppe e delle popolazioni. Con l'Alto Commissario Grazioli riuscirono ad affermare le priorità dell'Esercito. Con Bastianini p revalse la personalità del Governatore che fece estromettere il Comandante del XVII Corpo d'armata. Con Pavelic le d ifficoltà furono più complesse : dall'estremismo degli ustascia contro i serbo ortodossi, alle connatu rali ambiguità dell 'ambiente di Zagabria , alla ostilità contro l'Italia. Inoltre, sin dai primi momenti, fu necessario interporsi - armi alla mano - nello scontro che coinvolgeva croati, serb i, mussulmani, e dove le diversità religiose assumevano determinante valenza politica. Subito dopo, insorse il movimento partigiano di Tito che, stravolgendo tutte le previsioni, impose un continuo e sempre p iù vasto impegno militare. Il lavoro del dott. Marco Cuzzi, "L'occupazione italiana della Slovenia", completa gli studi cli Salvatore Loi "Le operazioni delle Unità militari italiane in Jugoslavia", cli Francesco Fatutta "Cronache cli gllerriglia in Jllgoslavia", cli Oddone Talpa "Dalmazia -Una Cronaca per la Scoria", sin ora pubblicati da questo Ufficio Storico, sull'impegno e sull 'impiego della 2a Annata in Jugoslavia. Nella sua opera l'Aut0re, colmando un vuoto della nostra storiografia , dimostra ampia e profonda conoscenza cli quel complesso mondo politico che si manifestava - o che sotterraneamente tramava - particolarmente a Lubiana. Conoscenza di uomini, cli fa tti, di attese, cli coalizio ni, di intrighi, esposti con chiarezza e concatenazione cro nologica. In questo contesto sono fondamentali le molte pagine che dedica - oppor-


tunamente - alle o rigini ideologiche ed ai presupposti politico-sociali del collaborazionismo sloveno, nelle sue varie fasi, momenti ecl aspetti. Si ha quindi un quadro - anche politico-sociale - ciel difficile terreno sul quale si doveva muovere l'XI Corpo d'Armata direttamente interessato al p residio della Slovenia, e lo stesso Comando dell'Armata. Su questo sfondo, l'attrito e gli scontri del generale Mario Robotti con Grazioli d iventarono determinanti ed incidenti sulle decisioni militari. Per l'Alto Commissario, non essendo Lubiana "zona d 'operazione", doveva essere amministrata dall'autorità civile, come una delle tante province d'Italia. Per l'Esercito, invece, si trattava di un territorio dove l'insorgere della resistenza locale - poi del sempre più preoccupante fenomeno partigiano - richiedeva, anzi imponeva, la piena libertà cli manovra delle Forze armate, con i connessi riflessi sul controllo e su lla gestione delle popolazioni. Contrasto risolto per la Slovenia nel luglio 1943 quando quei territori furono dichiarati "zona d'operazione" portando - praticamente alla soppressione dei poteri cieli' Alto Commissario. Ampia e dettagliata la ricostruzione dei cicli operativi. Studio condotto sull'analisi dei documenti conservati dall'Ufficio Storico, attentamente vagliati e coordinati, che danno una efficace ed immediata visione de ll'impegno delle Forze annate in un terreno orograficamente difficile, ed in situazioni ambienta li progressivamente sempre più avverse. Ad oltre cinquant'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, placate le passioni della lotta, appare sempre p iù la validità della storicizzazione dei tanti avvenimenti che si sono accavallati in quel duro periodo, senza reticenze e senza emotività , come avviene per ogni fase storica ormai conclusa . Posizione culturale e concettuale necessaria per sentire con maggior equilibrio e responsabile consapevolezza la posizione del nostro Paese nell'ambito della Nuova Europa.

1L Gapo U.ffìcio Col. c. s.SM Riccardo Treppiccio ne


Ring raziamenti

Ringrazio il Prof. Romain H. Rainero, titolare di Storia Contemporanea presso la Facoltà cli Scienze Politiche dell'Università degli Studi di .tviilano ; il Col. Riccardo Treppiccione, capo dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano; i suoi predecessori, Col. Stefano Romano e Gen. Giancarlo Gay; il dote. Boris Mlak.ar, dell'Istituto per la Storia del ìv1ovimento Operaio di Lubiana; i dirigenti e i funzionar i dell'Archivio dell'Ufficio St0rico dello Staro Maggiore dell'Esercito Italiano, dell'Archivio Centrale dello Stato, dell'Archivio dell'Istituto per la Storia del Movimento Operaio d i Lubiana, del la Biblioteca Nazionale Centrale "Vittorio Emanuele II", della Biblioteca Nazionale di Milano (Brera), della Biblioteca Comunale di Milano (Sormani), della Biblioteca Militare d i Milano, della 13ihlioteca dell'Istituto di Studi Politici Internazionali.di Milano, della Biblioteca "Ferruccio Parri" di. Milano; ringrazio altresì tutti coloro che con i loro consigli, il loro sostegno e la loro pazienza, hanno contribuito alla realizzazione di questa ricerca.



Prefazione

Nel quadro delle attività editoriali dell'Ufficio Storico dello Stato !V1aggore - Esercito il periodo della seconda guerra mondiale ha trovatO molteplici occasio ni per essere oggetto di pubblicazioni che sono state sia delle ricostruzioni cli genere strettamente strategico e militare, sia delle raccolte di documenti, sia infine delle e laborazioni storiografiche più complesse nelle quali i primi due elementi venivano utilizzati ed inseriti in una vera e propria "storia" che verteva su di un argomento militare in un periodo particolare, ma nutriva l'ambizione di dare all'insieme una sistemazione globale Proprio l'argomento delle occupazioni militari italiane durante la seconda guerra mondiale, in Francia, in Grecia o in Jugoslavia fornisce l'occasione cli fare un discorso più ricco ed più artico!atO dando all'argomento trattato una veste storica che il tempo trascorso contribuisce certo a rendere p iù agevole nel bene e nel male . Ecco l'origine del volume del giovane studioso della Facoltà di Scienze Politiche all'Università cli Milano, Marco Cuzzi il quale, dopo aver collaborato da vari anni alla cattedra d i Storia contemporanea della Facoltà ed ai lavori della Commissione nazionale militare italiana affronta il tema delicato e tanto più interessante dell'occupazione italiana della Slovenia, non solo per delinearne i contorni strettamente militari, ma per abbracciare una realtà complessa politica e strategica che, a partire della Slovenia, coinvolgeva, nel cuore della seconda guerra mondiale le massime autorità italiane militari e politiche in un disegno politico confuso e spesso contraddittorio. Da quesra ricerca condotta sulla base degli archivi militari e su altre fonti, un importante dato che emerge è l'atteggiamento complessivo con il quale le autorità italiane tennero n ei confronti della "provincia autonoma" di Lubiana con un significato politico evocatore di antiche suggestioni. La Dalmazia, terra dei fasti della Serenissima, popolata da una cospicua m inoranza italofona, e non concessa in toto all'Italia dopo la prima guerra mondiale: la conquista del litorale croaro fu uno degli obiettivi sul quale si concentrò gran parte della politica diplomatica (ufficiale e segreta) dei governi italiani e che contribuì a creare - tanto nel vecchio Parlamento quanto nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni - un potente "partito dalmata". Il Montenegro, terra natale della Sovrana nella quale le attività diplomatiche segrete di Roma - anche ispirate dalla Real Casa - avevano avu to luogo sin dalla sua annessione alla Serbia, con l'ob iettivo di ricondurla all'indipendenza ecl alla conseguente immissione nella "Comunità imperiale" italiana. Il Kosovo e il Dib rano, quali compimenti dell'Albania, territorio a sua volta da decenni collegato all'Italia attraverso accordi politici, militari ed economici. In ognuno dei casi citati la conquista militare del 1941 era stata preceduta da una complessa diplomazia a favore degli elementi locali che si contrapponevano a Belgrado


(indipendentisti ed autonomisti croati, legittimisti montenegrini, separatisti skipetari). La conquista militare non fu che il completamento cli un'azione politica: il 6 a prile le truppe italiane che avanzarono speditamente verso sud, incontrarono lungo il loro cammino tutti i territori ambiti e ricercati da quasi vent'anni e questa campagna rappresentò, in ultima analisi, la vendetta di Mussolini nei confronti della "Vittoria mutilata". Il caso della Slovenia risultava viceversa alquanto atipico. I territori ex asburgici della Notranjska, della Dolenjska, della Bela Krajina, non fu rono mai menzionati nei patti di Londra ciel 1915; nel novembre 1918 i generali Diaz e Badoglio proposero all'Intesa l'occupazione militare italiana cl.i Lubiana al solo scopo di proteggere le conquis te cli Trieste, Gorizia, Pola e Fiume; l'occupazione e l'annessione della primorska (Postumia) nel 1918 fu vista come semplice completamento territoriale dell'annessione dell'Istria; non si riscontra, nei documenti diplomat.ici, una specifica attività di Roma a favore di gruppi, movimenti o partiti autonomisti sloveni durante il periodo interbellico, se si esclude qualche generica considerazione di Badoglio (sottocapo cli Stato Maggiore dell'Esercito) circa i suoi contatti con esponenti separatisti sloveni nel periodo immediatamente successivo al primo conflitto mondiale. Si trattava di un progetto vasto e generale per indebolire la Jugoslavia alla vigilia del Trattato di Pace di Parigi. Persino dopo l'attacco del 6 aprile 1941 alle truppe italiane schierate sulla frontiera giulia venne ordinato di asst1mere uno schieramento difensivo, per arginare eventuali sortite jugoslave che avrebbero potuto compromettere la sovranità delle terre irredente conquistate all'indomani ciel p rimo conflitto mondiale . Fu soltanto il timore cli una conquista germanica a scatenare l'avanzata italiana su Lubiana: la diplomazia fu conseguente a tale scenario, nato dalla competizione con l'ingombrante alleato, ed improvvisò - in pochi giorni se non in poche ore - una "politica s lovena". Furono quindi individuati i possibili vantaggi di un'annessione. L'allontanamento di una probabile frontiera "neoasburgica" che impedisse un temibile collegamento tra Berlino, Vienna e Lubiana perfezionato dal diretto controllo tedesco su Praga, dalla sottomissione cli Bratislava, dall'alleanza subordinata di Budapest e dalla presenza a Zagabria di una potente frazione progennanica, rafforzata dalla crescente ostilità croata nei confronti dell'Italia che aveva "invaso" il litorale dalmata: in pratica, un controllo tedesco sulla Slovenia, avrebbe completato la ricostituzione almeno territoriale dell'Impero Austro-Ungarico, concludendo l'accerchiamento clei "sacri cofini" italiani iniziato con l'Anscbluss. Inoltre, eliminare dalla carta geografica la Slovenia avrebbe potuto essere un efficace deterrente nei confronti delle velleità nazionaliste ecl irredentiste dell'inquieta minoranza slovena cli Gorizia e della maggioranza della popolazione del distretto di Posrumia. La politica slovena dell'Italia fu quindi frettolosa ed approssimativa, nata da una mera volontà cli prestigio del Regime e creata di conseguenza . Essa sarebbe stata malamente supportata in seguito da elucu-


brazioni storiche assai deboli, che vedevano nell'antico territ0rio pannonico di Emana (Lubiana) una p rovincia saldamente collegata all'Impero Romano e che - in u no sforzo di ricerca - tendevano a considerare "controllo italiano" la dominazione sulla Slovenia d i entità in realtà marginali rispetto all'evoluzione storica della penisola quali la Contea cli Gorizia, il Patriarcato di Aquileia o il DucatO ciel Friuli. Circa il controllo veneziano, anch'esso pari menti evocato, si era trattato d i un collegamento commerciale con debolissime influenze culturali: nonostante i tentativi degli storici cli Regime, risultava evidente la mancanza cli alcun passato collegamento concreto tra Slovenia ed Italia. Gli abitanti d i Ljubljana erano più abituati a denominare la loro città Laibach che Lubiana. L'estraneità della Slovenia fu pertanto causa dell'acutizzarsi dell'indifferena italiana verso quel territorio; anzi, giunti a Lubiana gli italiani si imbatterono in una popolazione slava nella cultura e germanico-asburgica nella mentalità, che utilizzava un idioma assolutamente incomprensibile per un latino: ben presto all'indifferenza dell'autorità centrale si sarebbe affiancata l'ostilità delle autorità locali, specialmente cli quella militare. La Slovenia, oh torto collo, era diven tata italiana. F. questa sarebbe stata una realtà difficilmente sopportabile . L'atteggiamento d 'indiffere nza dell'autorità centrale nei confronti della poco amata "provincia annessa" si può evincere dal trattamento riservato all 'Alto Commissario dal Governo Graziali che, una volta nominato, fu sostanzialmente lasciato a se stesso. Traspare con evidenza la volontà ciel "supe rprefetto", convinto sostenitore dell'italianizzazione dei nuovi territori, di estendere l'intero ordinamento statale sulla nu ova provincia e le difficoltà incontrate in tal senso: p iC1 propenso a considerare la Slovenia un territorio ostile ed occu pato che una provincia annessa al Regno, il Governo avrebbe sovente fatto naufragare le proposte dell'Alto Commissario. In d iversi casi le richieste cli Grazio li non ottennero nemmeno risposte formali dalla Presidenza del Consiglio: dal comportamento dd Governo nei confronti dell'Alto Commissario - considerato incapace nell'affrontare l'insurrezione - emergeva una propensione ad ascoltare con maggiore interesse le resi d elle autorità militari, desiderose d i riservare alla .Slovenia un trattamento assai più d raconiano. In tale situazione si sviluppò l'attrito Grazioli-Robotti e più in generale la d ialettica tra le autorità civili e militari a Lubiana. l rapporti peggiorarono progressivamente e subirono una rottura definitiva con l'arrivo ai vertici della Seconda Annata ciel generale Roarra. Con tale nomina, coincidente con l'emanazione dei bandi del Duce che avrebbero limitato le prerogative dell'Alto Commissario, il controllo della situazione passò definitivamente nelle mani dei m ilitari. I successivi tentativi cli Graziali cli ripristinare un sistema d 'amministrazione civile in Slovenia non avrebbero condotto a nulla: comprimari della dialettica sviluppantesi a Roma tra lo Stato !\faggiore dell'Esercito e il Comando Supremo, Robotti e Grazioli avevano trasferito a Lubiana lo scontro in atto nella capitale che avrebbe portato alla crisi clel luglio 1943.


La vittoria del gen. Robotti nel confronto con il suo antagonista civile comportò la rapida militarizzazione della provincia, che si concluse nel luglio 1943 con la proclamazione della Slovenia quale "zona d'operazioni". Il forzato passaggio di consegne fu senz'altro la causa prima delle misure drastiche e talvolta inumane applicate dai comandi italiani a Lubiana. Dal punto di vista militare l'azione dell'XI Corpo d'armata fu inefficace. Le Grandi Unità, sotto il comando di Robotti, pesanti divisioni di fanteria tanto potenti quanto poco agili ed elastiche, non riuscirono a debellare il movimento partigiano. Le unità "ribelli" adottarono la classica tattica del "mordi e fuggi", attaccando i presidi e le linee ferroviarie ed evitando un confronto diretto con gli occupanti. J due principali tentativi italiani di ottenere una vittoria "campale" sul nemico (offensiva nella Notranjska dell'est.ate 1942 e !"'azione Gorjanci" dell'autunno 1942) solo apparentemente riuscirono a scompaginare l'esercito avversario, il quale, dalla primavera successiva ricominciò ad attaccare. Ma il dato più significativo dell'evoluzione militare in Slovenia fu la ridotta consistenza numerica dei partigiani. I dati dei comandi italiani individuano nel giugno 1943 circa 1.800 partigiani sloveni operanti nella provincia annessa. La cifra si dovrebbe ulteriormente ridurre considerando la presenza nella Slovenia italiana di numerosi contingenti provenienti dalla Slovenia occupata dai tedeschi. Il dato suggerisce un'ulteriore considerazione, circa il consenso che il Fronte di Liberazione ebbe soprattutto se rapportato al seguito ottenuto dal movimento anticomunista slo veno. Calcolando - secondo i dati italiani - nello stesso periodo (estate 1943) che la forza numerica dei collaborazionisti cli ispirazione cattolica ammontava a circa seimila unità, la proporzione è cli quattro collaborazionisti in armi ed inquadrati nell'esercito italiano per ogni partigiano della provincia annessa. Inoltre, la p resenza di alcune centinaia di cetnici non schierati con l'occupante ma altrettanto distinti dal Fronte di liberazione e cli altre unità "bianche" o "azzurre" riduce ulteriormente l'incidenza del movimento partigiano. L'ampiezza del movimento collaborazionista nella Slovenia italiana smentisce una certa storiografia titoista del secondo dopoguerra tendente a p resentare l'insurrezione anti-italiana come un fenomeno cli massa ed al contempo a sminuire il belogardismo ed il movimento dei collaborazionisti di ispirazione monarchica limitandone l'incidenza ai "pochi circoli reazionari". In realtà il collaborazionismo ebbe un seguito di massa superiore a quello raccolto dal movimento di liberazione. Attraverso l'attività propagandistica (ma anche militare, in molti casi) delle strutture ecclesiastiche, l'adesione popolare al belogardismo fu notevole. Sono noti le origini ed il retroterra della "Guardia Bianca": conservatorismo rurale, cultura asburgica, anticomunismo radicato persino nelle fasce più basse della scala sociale, d ifficoltà per il Partito comunista di incidere su ll'ampio tessuto contadino, maggioritario rispetto a quello operaio. La diffusione del collaborazionismo in Slovenia non fu tuttavia coincidente con


entusiasmi filo-ita liani: collaborare per i belogardisti significava a nziturto opporsi al pe ricolo più immediato, il comun ismo. J\fa nei disegni dei leadei"s collabo razionisti vi erano anc he obiettivi cli massima, articolati sul lungo periodo, che prevedevano uno scenario dove la Slo venia sarebbe stata re integrata in un ricostiruito Regno di J ugoslavia oppure addirittura proclamata ind ipende nte. Il collaborazionismo fu dunque di m atrice nazionalista anche nelle sue compone nti clericali, e vide ne lla presenza italiana - salvo sporadic i e limitati casi filo-fa scisti nel senso più ideologico del termine - il uma le minore". La Slovenia, asburgica, rurale ed ultraconservatrice, non avrebbe mai s posato in toto la causa pa rtigiana: a dimostra7.ionc cli c iò, s i noti il compo rtamento de l Fronte di Liberazio ne dopo il 1942, qua ndq modificò il suo programma rimarcando i punti più spiccatamente nazio nalisti e riducendo gli accenni ad una futu ra soluzione "socialista" del problema jugoslavo. Lo stesso raffo rza mento dell'esercito partigiano, a ttraverso l'invio nella provincia cli contingenti c roati, bos niaci, serbi e della Slo ve nia sctcentrionalc eia pa ne dello Stato Maggio re titoista dimostra l'esiguità del seguito che il Fro nte di liberazione aveva nei distretti annessi all'Italia. In ogn i caso, sommando le forze collaborazion iste, cetn iche e partigia ne, nella provincia di Lubiana i "combauc nti" sloveni no n s upera rono le diecimila unità, e rappresenta rono quindi un'infima percentuale (3%) dell'intera popolazione. Aggiungendo i fia ncheggiatori dei divers i movime nti politico-militari , la percentu a le potre bbe anche raddoppiarsi, restando comunque a live lli minimi. Più di trecentomila s lo veni avrebbe ro accolto con iniziale indifferenza e poi co n crescente ostilità gli italiani, considerati gli "importatori" della guerra. t;n·ostilità silenziosa ma assai evidente, come testimo nia il conseguente dispre zzo de lle autorità italiane nei confro nti degli a utoctoni e le reazion i degli ital iani con rappresaglie, bombardamenti, deportazioni e fucilazio ni. Ventinove mesi cli occupazione italiana della uprovincia autonoma·· cli Lubiana no n sono ma i stati al centro cli una ricerca seria e docume nta ta. Ben ve nga quindi , dopo oltre c inquant'anni una "storia" fondata sui clocurnemi la q uale, con equanimità, e con serie tà scie ntifica, evochi anche questa pagina italiana della seconda guerra mondiale. Romain H. Rainero Università deg li Studi di M ilano



Elenco abbreviazioni

A.C. ACS B.A.C. C.A. CC.NN CC.RR. e.o . G.a.r. G .I.L. G.I.L.L. GG.UU. l.Z.D.G.

J.N.S. J.R.Z. K.P.J. M.V.A.C.

M.V.S.N. 0.F. 0.N.D. ORJUNA

Alt.o Commbsario / Alto Commissariato Archivio Centrale d ello Scato Bande Anti Comuniste Corpo d 'Armata Camicie Nere Carabinieri Reali carteggio o rdinario Guardia alla Frontie ra Gioventù Italiana del Littorio Giovencù Italiana del Littorio Lubianese Grandi Unità Institut za Zgodovìno Delcvskega Gìbanja (Istituto per la storia del movimento operaio) - J ugoslavcnska l'\acionalna Scranka (Partito l\lazùm ale Jugoslavo) - Jugoslavcnska Rac.l ikala Zajcdnica (Unione Radicale Jugoslava) Komunisla Pa1tija Jugoslavijc ( Partito Co munista d i Jugoslavia) Milizia Volontaria Anti Comunista Milizia Volo ntaria Sicurezza Nazionale Osvobodilna Fronta (Fronte di Liberazione) Ope ra Nazionale Dopolavoro O rganizacija Jugos lavenskih Nacionalisla (Organizzazione degli Jugoslavi Nazionalisti)

PC<l'I PCM

SLONAO

Panico Comunista d 'Italia Presiclen7.a del Consiglio dei Ministri Partilo Nazionale Fascista Pubblica Sicurezza Slove nska Ljuclska Stra nka (Pa rtito Popolare Sloveno) Slovenska Nacionalna Omladina

S.M.E. SPD V.0.S.

Sta to Maggiore de ll'Esercito Segreteria Particolare del Duce Varnastno Obvescevalna Sluzba

P.N .r.

P.S. S.L.S.

(Gioventtì Nazionale Slovena)

(Servizio d i Sicurezza e Sp ionaggio)



PARTE PRIMA

IL SISTEMA D'OCCUPAZIONE DELIA SLOVENIA



CAPITOLO PRIMO L'OCCUPAZIONE E 1A SPARTIZIONE DELIA SLOVENIA. 1A CREAZIONE DELL'ALTO COMMISSARIATO.

Il 27 marzo 1941 un colpo cli sr;ito o rganizzato dai generali Borivoje Mirkovic e Dusan Simovic ahbatteva a Belgrado il governo e.l i Drazica Cvetkovic. Il Primo ministro, e.li ritorno da Vienna dopo avere firmato l'adesione della Jugoslavia al Patto Tripartito, venne arrestato insieme al Ministro degli Esteri Alexandar Cincar-Markovic. frritatO dai nuovi aV\Ten imenti e preoccupato dalla situazione militare difficile in cui si trovavano le truppe italiane impegnate da cinque mesi in Grecia , Hitler ordinò l'attacco ai t3alcani, coinvolgendo ne ll'iniziativa gli altri alleati dell'Asse, a cominciare clall 'lralia. Iniziava così la crisi che avrebbe trascinato il Regno cli Jugoslavia nel secondo conflitto mondiale (1). Lo stesso giorno del putsch di Belgrado, il Comandante della Seconda Armata italiana, generale Vittorio Ambrosio, aveva completato la dislocazione sulla frontiera giulia delle unità appartenenti all'Xl Corpo d 'armata, al comando del generale Mario Roboni. Le unità dipende nti dal Corpo erano le seguenti:

'fruppe direttamente dipendenti dal Co1po d'armata 11 ° raggruppamento di artiglieria cl i Corpo d'armata Xl raggruppamento Guardia alla Frontiera Xl battaglione genio guastatori VU battaglione genio artieri VI e VUT battaglion i genio minatori 14'1 Divisione di fanteria "Isonzo" 23°-24° reggimenti di fanteria 6° reggimento di artiglieria XIV battaglione mortai 93a Legione CC.NN. XI bacraglione rnitraglieri 13a Divisione di fanteria 'Re'' 1°-2° reggimenti cli fanteria 23° reggimento di artiglieria 1° reggimento granatieri XIII hattaglione mortai

( I ) Si veda a questo prop<~~ito Stefano Ri:inchini-fr.incesco Privitera. "6 Aprile 194 J: l'a ttacco it:tli,1no alla Jugoslav ia", fvla rzoraii, Milano, J993.


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l .'OCCUPAZIO:-;E J'IALJA:-;A DELio\ SI.OVE:-;!,\ ( 1941- 194.l)

7Y Legio ne CC.NN. III-IV-XXXVIII battaglioni CC.NN. j<1 Divisione di fanteria "Ravenna" 37°-38° reggimenti di fanteria 11° reggimento di artiglieria III battaglione mortai 5a Legione CC.NN.

!Il Gruppo alpini "Valle" Battaglione alpini "Val 'foce" Battaglione alpini "Val Cenischia" Battaglione alpini "Val Pellice" Gruppo d 'artiglieria alpina "Val Adige" Le GG.UU. erano schierate tra il valico di Coccau e Monte Grosso escluso, con particolare riguardo alle zone di Tarvisio, Tolmino, Goclovici e Postumia. Lungo la frontiera settentrionale, tra Coccau e il Monte Nero, fu schierato il III Gruppo alpini "Valle", appoggiato dal VI battaglione CC.NN. d'assalto; segu iva, in posizione leggermente arretrata, la d ivisione "Ravenna", collocata nella zona centrale presso Santa Lucia d 'Isonzo; le divisioni "Re" ccl "Isonzo" furono dislocate rispettivamente a nord-ovest e nord-est cli Longatico, lungo la frontiera meridionale italojugoslava; infine, temporaneamente assegnata all'XI Corpo d'armata con funzioni di appoggio eia posizione arretrata, la 26a divisione di fanteria "Assietta" fu collocata a nord-ovest di Salloga d 'Idria tra Monte Lepre e Loga di iVIontenero, alle spalle della "Re". Già dallo schieramento delle truppe risultava evidente la decisione della Seconda Armata di fare del settore sloveno un fronte secondario, privilegiando la direttrice dalmata ed in gene rale il fronte meridionale. Il compito clell 'XI Corpo era prettamente difensivo, come ebbe a sottolineare Rohotti , che motivò la temporanea assegnazione della "Assietta" per "aumentare la e fficienza della ~lifesa" (2). Ad ulteriore testimonianza della funzioni difensive di tale unità si pensi al previsto impiego dell'aviazione quasi esclusivamente per perlustrazione e controllo delle linee nemiche con limitate azioni di bombardamento sugli snodi ferroviari principali, su caserme e depositi di munizioni d i Lubiana, Vrboksvo, Novo Mesto, Karlovac, Ostarje e Ogulin. La scelta difensiva dell'XI Corpo d'armata sul fronte sloveno veniva infine ribadita dallo schieramento ciel Corpo d'annata celere (composto dalle divisioni "Eugenio di Savoia", "Emanuele Filiberto Testa di Ferro" e "Principe Amedeo Duca d'Aosta") nei d intorni di Gorizia, in una posizione assai arretrata rispetto alle divisioni

(2) Sl\-1E, Ufficio Storico , M-3, F. 324, fl. 5, "Rela zio ne svolgimento o perazion i a lla frontiera Giu li,1 27 marzo-23 ,1prilc 1941''.


L'O CCUPAZIONE E LA SPARTIZIO:-lE OELL>\ SLOVENIA

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sopra citate. Poco convinti dell'importanza strategica dei territori sloveni, preoccupati dall'esercito avversario - esercito balcanico come balcanico era l'esercito greco che da cinque mesi te neva in scacco le trup pe italiane - gli alti comandi avevano scelto la solu zione più semplice, affidando alle forze schierate sulla frontiera giulia un ruolo d i protezione dei "sacri confini" da eventuali sortite di ra ppresaglia dell'esercito jugoslavo. La vera guerra si sarebbe dovuta svolgere p iù a sud, sul litorale dalmata, in Croazia, in Bosnia-Erzegovina ed in Montenegro. Scelta emblematica, quella comp iuta dai comandi italiani, che - al di là degli sviluppi politico-militari successivi al 6 aprile 1941 - non sarebbe mai mutata: la Slovenia sarebbe rimasta il "parente povero" dei territori occupati od annessi, la regione conq uistata ob torto collo per equilibrare la supremazia tedesca nei Balcani, la provincia generatrice soltanto cli problemi, utilizzata come cuscinettO per porre al riparo da qualsiasi pericolo le "terre irredente" conquistate nel primo conflitto mondiale. Il 5 ap rile il Sim inviò a Robocri una relazione circa la dislocazione delle truppe nemiche. TI Comando jugoslavo aveva schierato lungo il confine italo-sloveno circa 125 mila soldati, distribuiti in quattro settori: 19 mila uomini delle unità da montagna con servizi nel settore dell'Alta Sava, da Monte Forno e Piedicolle ( "Odred Tricorno '), contrapposti al III Gruppo alpini "Valle" ed al VI Battaglione CC.NN. d'assalto; 16-18 mila uomini erano stati collocati tra Piedicolle e Idria, contro le postazioni della Ravenna; i 25 mila soldati della Divisione "Drava" insieme ad un'altra divisione cop rivano i due settori della media Sava, da Idria al Monte Nevoso, fronteggiando il cuore dello schieramento italiano costituiro dalle divisioni ''Re" ed "Isonzo". Un'altra divisione, in posizione più arretrata, si era stanziata tra Kranj e Skofja Loka, mentre tra Litija e Novo Mesto il Comando jugoslavo stava costituendo una divisione e.li riserva (3). Con lo scopp io delle ostilità, domenica 6 aprile 1941, il Comando dell 'XI Corpo d'armata, .stanziatosi a Canale d 'Isonzo, eseguì gli ordini impartitigli dal generale Amhrosio: difendere ad oltranza con le d ivisioni di p rima schiera ("Re" e "Isonzo") il primo sistema difensivo dei confini nazionali (4). Iniziò quindi la prima fase della rapidissima e pressoché incruenta "campagna di Slovenia", caratterizzata da un clima di attesa e d i studio reciproco. Dal 6 aprile i comandi divisionali italiani comunicarono l'affluenza cli civili serbi e bosniaci presso i diversi reparti jugoslavi, ancora in abiti civili ma inquadrati ed armati. A rafforzare i timori italiani circa la volontà jugoslava di difendere strenuamente i confini nazionali, il 7 aprile giunse allo Stato Maggiore della Seconda Armata la notizia dell'arrivo cli nuove truppe jugoslave in Slovenia (5). Inoltre l'inclemenza delle condizioni metereologiche - una perturbazione in-

(3) ibidem.

(4) I bidem. (5) SIVIE, Ufficio Storico, F. 724, "Diari Storici della 2" Armata"', 6 ap rile 1941


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1.'0 CCt;PAZIO NE ITALIANA DELU SLOVENIA (194J-J943)

comheva da diversi giorni su tutta la regione - rendeva i cornandi ulteriormente titubanti. Risultò quindi sorprendente l'atteggiamento statico e fìnanco passivo dell'esercito jugoslavo. Già dal 6 aprile alcuni reparti ciel Raggruppamento Guardia a lla Frontiera (G.a.F.) dipendente clall'XI Corpo d'armata si e rano spinti in territorio sloveno con ricognizioni sempre più profonde. Nella serata dello stesso giorno le Guardie alla Frontiera, appoggiate da unità tedesche, occuparono Monte Forno, nella Val Sava, senza incontrare alcuna resistenza nemica. Il giorno dopo gli jugoslavi si sarebbero fatti vivi con alcune scariche di mitragliatrice dirette contro le postazioni appena conquistate dagli italiani, astenendosi tuttavia da qualsiasi contrattacco. Le colonne della Guardia alla Frontiera proseguirono quindi la loro ricognizione, che ormai aveva assunto tutte le caratteristiche di un'avanzata, e la sera ciel 7 aprile conquistarono anche Monte Larice, incontrando una debole ecl inefficace resistenza avversaria. Contemporaneamente le avanguardie della divisione "Re" si stavano spingendo oltre la frontiera, ad est di Idria. L'avanzata dovette essere interrotta per le condizioni metereologiche proibitive. La pioggia e la nebbia non impedirono tuttavia alla Guardia alla Frontiera di insistere nella penetrazione lungo la Val Sava: il duplice obiettivo italiano consisteva nella protezione della conca di Tarvisio, destinata ad essere il punto d'incontro tra le colonne tedesche provenienti da nord e !'XI Corpo d'armata ed al contempo la copertura del fianco meridionale della direttrice germanica verso la Slovenia settentrionale. L'S aprile reparti della Guardia alla Frontiera conquistavano Monte Peteliniek, consentendo ad una compagnia del III Gruppo alpini di occupare il villaggio cli Podkoren e la Kranijska Gora. I graniciari jugoslavi (ovvero la loro Guardia alla Frontiera) opposero una vivace ma discontinua reazione, al termine della quale ripiegarono sulla linea Zirovnica Radovljica-Dolenka, sgomberando l'intera regione dell'alta Sava. Se le reazioni jugoslave sul fronte settentrionale furono esigue, più energici si dimostrarono i reparti che fronteggiavano la divisione "Re" sulla media Sava, la quale era attestata su posizioni difensive. Nella notte tra 1'8 ed il 9 aprile alcuni reparti della divisione "Drava" contrattaccarono sulla riva destra dell'Idria, costringendo alcuni avamposti della "Re" ad arretrare. Contemporaneamente, p iù a nord, nella zona controllata dalla divisione "Ravenna", avanguardie jugoslave iniziarono alcune penetrazioni che le spinsero sino ai passi cli Skoffi e e Cerchina, dove furono bloccate dal fuoco cli contenimento dell'artiglieria italiana. La situazione sarebbe stata ristabilita alla mattina del 9 aprile, con la nuova espugnazione dei passi da parte del 37° battaglione di fanteria inquadrato nella divisione "Ravenna". Nel frattempo, affiancatisi alla Guardia alla Frontiera, i reparti alpini del battaglione "Va l Toce" stavano conducendo un violento attacco sulla linea meridionale dell'Alto Sava; gli alpini furono tuttavia bloccati nell'avanzata dai reparti dell' Odred 'Tricorno", schierati nei pressi di Goclz. La


L'OCCLIPA7.IOKE E LA S1'ARTl 7.l0'.'IE OELLJ\ 51.0VENIA

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hattaglia, probabilmente la più violenta dell'intera campagna. avrebbe impegnato gli alpini e le Guardie alla Frontiera sino all'alba del 10 aprile, quando, sbaragliata la difesa nemica, gli italiani sarebbero riusciti a conquistare Planika Govniak e Globoca. Per incapsulare le linee difensive avversarie, gli sciatori del battaglion e "Val Cenischia" conclusero l'azione sulla Kranjska Gora iniziata 1'8 aprile ed occuparono la Val Pisnica. Le avanzate italiane, rapide ed efficaci, avevano congelato ogni tentativo di contrattacco jugoslavo sul fronte settentrionale (alta Sava): a riprova dei successi ottenuti sul settore alpino, il 9 aprile re Vittorio Emanuele giunse in visita sulla Kranjska Gora. La sit.ua?.ione sulla media Sava risultava viceversa ancora statica, ed in quella zona le truppe jugoslave stavano dimostrando una maggio re capacità offensiva. l\ella notte tra il 9 cd il 1O aprile, il 1° battaglione di fa nteria inquadrato nella d ivisione "Re" venne fatto sgomberare dagli avamposci sul le alture di Sv. Barbara, Grapa e Rczice, in seguito a i violenti cannoneggiamenti dell'artiglieria jugoslava. Pur ave ndo subito perdite, il 1° battaglione, appoggiato dal 23° battaglione della divisione "Isonzo", riconquistò le posizioni perdute già all'alba del 10 aprile. Dalle alture cl i Sv. Barbara il 23° fanteria riuscì a convergere qu indi su Longatico superiore, occupando la cittadina della media Sava (regione della l\'otranjska) nella serata dello stesso giorno. Le operazioni della prima fase si erano concluse con la tenuta delle posizioni nel settore centro-meridionale e la conqu ista dell'alta Sava da parte del III Gruppo alpini e del Raggruppamento Guardia alla frontiera. La seconda fase delle operazioni italiane in Slovenia , che iniziò il 10 aprile, fu caratterizzata da sempre maggiori fenomeni di insubordinazione e ribellione tra le fila jugoslave. "In questa g iornata", si leggeva nella relazio ne compilata da Roboni al termine delle operazion i "si sono verificati in campo nemico diserzioni, scoppi, detonazioni; i nostri osservatori hanno visco levarsi un po' dovunque colonne di fumo. Sembra siano scati fatti saltare depositi munizioni ed attuate interruzioni. Informazioni comunicano che gli sloveni gettano le anni e ritornano alle loro case, mentre i serbi cercano di impedirlo; nascono conflitti tra loro. È forse il primo sintomo del dissolvimento (. .. )" (6). Le forze jugoslave si stavano rapidamente sgretolando. ALi'insubordinazione dei militari si aggiungevano casi sempre più frequenti di ribellio ni ed ammutinamenti organizzati dai croati, collegati al Partito di Macek ed alle organizzazioni clandestine ustascia (7).

(6) SME, Uffldo Storico, M-3, F. 321 B. 5, "Relazione svolgimento operazioni alla frontiera Giulia 27 marzo-23 aprile 1941". (7) Fondato nel 1904 <lai fratelli Radic, il Panito Contadino Croato (l-Inx.ttska Seljacka Stranka-HSS) era una formazione politica c he si b,meva per l'auwnomia della Croazia. Dopo la morte violcnw e.li Stjep:111 Radic (8 agoslo 1928) il parliw passò sotto la gt1ida cli Vlaclko Macek. Gli "Ustascia" erano i segu aci dcl l'inclipcnde ntista estremista croato Ante Pavclic, rnggruppati ncl'"Organizazione Rivol uzionaria Croa1a Insorta.. (Us1aska I-/11 1a1ska Revolucionarnn Organizacija - UHRO), fondata nel 1931.


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1,'0 CClfPAZIONE rli\l.lANA DELLA SLOVEKTA (194 1·'1943)

Ambrosio non si lasciò sfuggire l'occasione e decise cli fare assumere all 'XI Corpo d'armata una carattere "spiccatamente offensivo" (8). La questione era delicata : vista la situazione che scava profilandosi nella schieramento avversario , i comandi italiani compresero che si sarebbero potute verificare numerose ed improvvise "falle" tra le linee jugoslave; si rendevano pertanto necessarie avanzate immediate e rapide eia parte italiana, per evitare che i vuoti sorti dalle insubordinazioni e dalle ribellioni nell'esercito avversario fossero colmati dagli ingombranti alleati germanici. Il problema era che, escludendo le agili truppe ciel III Gruppo alpini, le forze a disposizione di Robotti erano unità tip icamente difensive, scarsamente utilizzabili per sferrare attacchi su larga scala e per condurre avanzate veloci e tempestive. Bisognava quindi dare all'XI Corpo d'armata una connotazione p iù agile ed elastica, modificandone la composizione e gli obiettivi. Il 10 aprile le divisioni "Rave nna" ed "Assietta" furono trasferite a sud ed inquadrate nel VI Corpo d'armata impegnato sul fronte fiumano-dalmata. Le due divisioni vennero rimpiazzate con la P Divisione celere "Eugenio di Savoia", sino ad allora stanziata nelle retrovie tra Gorizia e Trieste, e composta da due reggimenti di cavalleria ("Saluzzo" e "Alessandria") e dall'll O reggimento bersaglieri. Fu proprio quest'ultima unità, più vicina alla zona operativa rispetto alle altre, ad essere impiegata per prima dal Comando clell'XI Corpo d'armata . L'attacco sarebbe stato articolato su tre colonne . La colonna di sinistra, composta dal III Gruppo alpini e dai reparti della Guardia alla Frontiera, avrebbe proseguito la sua azione lungo la val Sava con obiettivo Kranj ("gruppo De Laurentis") ed avrebbe iniziato una penetrazione lungo la valle della Sara partendo eia Plavnika Govniak e Globoca con obiettivo Skofja Loka. Con queste due azioni parallele, la colonna avrebbe continuato a proteggere (ma anche a contenere!) l'avanzata tedesca nella Slovenia settentrionale (Gorenjska), convergendo quindi con le altre due colonne verso sud-est, in direzione di Lubiana . La colonna centrale, costituita dai reparti mobili della divisione "Re" (2° reggimento cli fanteria, gruppo someggiato del 23° reggimento di artiglieria , una compagnia mortai e una compagnia di artieri) e da un reparto di formazio ne della Guardia alla Frontiera, avrebbe condotto un'azione lungo la direttrice Ziri-Zirovski-Lucne-Horjul-Dobrova-St.Vid Jezlca. Obiett.ivi dei reparti erano i villaggi di Horjul e Jezica, nel distretto occidentale di Lubiana. La colonna di destra costituita dalla divisione "Isonzo" rinforzato clell' ll O reggimento bersaglieri e eia un gruppo di carri veloci, sarebbe avanzata lungo la direttrice Kalce-Longatico per raggiungere Verconico e Lubiana. L'll aprile, con lo scatenamento dell'offensiva, iniziò la terza ed ultima fase delle operazioni. L'avanzata in Val Sava non incontrò resistenze e proseguì fino a Jesenice. La colonna centrale raggiunse in serata Horjul, mentre la colonna di destra occupava Longarico inferiore. Accor-

(8) SME, Ufficio Sm rico, F. 724, 'Diari Storici della 2" Armma", 10 a prile 1941.


1: oCCt.:P,\ 7.IONf. E LA S J>,\ RTIZIONE LH!l.1.A SLOVENI,\

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tosi ciel co mpleto sfaldamento de lle unità ne miche, causato principalmente clall.e ribellioni dei soldati croati, lo Stato Maggiore dell'EserciLo ordinò al con tingente celere (bersaglie ri e carri veloci) cli superare i reparti della "Isonzo" e di puntare su Lub iana . La città fu occupata alle 17.30 de l\'11 aprile da due plotoni motoc iclisti cli formazione : "Tra la so rpresa degli abitanti che si apprestavano ad accogliere i tedeschi, nella città irruppero i nostri bersaglieri che secondo le precise clirertive impa1tite dal Capo cli Stato Maggiore dell'Esercito bloccarono il Palazzo ciel governatorato, la stazione ferroviaria, lo scalo merci, nel quale era in sosta tra l'altro un treno carico di munizioni e di esplosivo, i ponti su lla Sava, le poste, i telegrafi, la sede della radio: l'azio ne era conclusa nei tempi e nei modi previsti " (9). Nel loro recente studio Bianchini e Privitera ind ividuano in quella affannata corsa verso Lubiana un esempio dei difficili rapporti italo-tedeschi: "La celere o ccupazione del capoluogo della Slo venia, su cui già si scava dirigendo una colonna tedesca, aveva - per il regi.me fascista - un chiaro significato politico nei confronti, app unto, della Germania . Berlino, pu r avendo assegnato una pane di questa regione all'Italia, nutriva evidenti mire nei su oi confro nti. Sicché, la co rsa alla conquista di Lubiana tradì il sempre piC1 esaspe rato antagonismo , se non il dissidio di fondo , che ormai caratterizzava i rapporti fra i due alleali" (10). e l frattempo il 23° reggimento cli fa nteria, appartenente alla divisione "Isonzo", e ntrava a Verconico. "Del ne mico nessu na traccia" avrebbe scritto Robotti, "furono notati e lementi nemici nella campagna, ma, tratta vasi in genere di sloveni,che raggiungevano le loro d imo re" (1 1) . li 12 aprile il Comando dell'Xl Corp<> d 'armata d iede l'o rdine di prosegu ire celerme nte l'avanzata, con obiettivo il corso meridio nale cie l fiume Ljubljanica. Il III Gruppo alpini e i reparti della GaF insieme alle colonne del "gruppo De Laurentis" raggiu nsero Radovljica e Selca. Le u nità pesanti della "Re" compirono al contempo l' itinerario da Montorso fino a St.Vicl , mentre i reparti della "Isonzo" si sp ostarono a Brezovica. Al mattino del 12 aprile il gene rale Romeo, comandante della divisione "Isonzo", assumeva il coman do della piazzaforte d i Lubiana. li sindaco Adlesic e il bano (governatore) Narlacen gli consegnarono le chiavi della città. Il 13 aprile tutte le unità avevano raggiu nto le posizioni prestabilite: il III Grup po alpini e i reparti della GaF si attestarono tra Skofija Loka e Scncur; la "Re" ragg iunse la periferia orientale cli Lubiana; il 23° fanteria della "Isonzo" si spinse verso s ud-est in direzione di Kocevje, mentre il 24° reggimento si attestò s ulla fro nte meridionale della Ljubljanica . Il 13 aprile il Comando d'annata concentrò a Postumia il XV

(9) Salv,1to re Loi, " Le opera zio ni delle t111 i1 à italiane in Ju goslav ia (1941 - 1943)", Srnw Maggiore dell'Esercito· Uffici o S10rico, Roma, 1978, pp. 59-60. (10) Stefano I3ianchini-Frnncesco Privitera , cit.. p. 54. ( 11) SME, Ufficio Storico, .\'1-3, F. 324, B. 5, ''Rebz io nc svolgimen to operazioni alla rrontie rn Giulia 27 ma rzo-23 aprile 1911".


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1·ocCul'AZIONE ITAUANA DELLA SLOVENIA ( 1941-194.3)

Battaglione CC.RR. per un suo prossimo impiego a Lubiana. li Comando dell'XI Corpo d'armata si spostò da Canale d'Isonzo a Verconico, mentre il raggrup pamento cele re ritornava alte d ipendenze del VI Corpo d'armata. Il 14 aprile il Comando della divisione "Re" subentrò a quello della "Isonzo" nella p iazzaforte di Lubiana . Nel frattempo le unità jugoslave tentarono di raccogliersi presso Litja, tentando di sbarrare l'accesso alla Val Sava; tuttavia si astennero da qualsiasi azione. Il 14 aprile si ebbe uno scontro presso Zelimlje, tra Studenec e Turjak, tra un battaglione del 24° fa nteria e un gruppo di cetnici. I combattimenti si risolsero nella sconfitta e nella conseguente dispersione del reparto jugoslavo (12). Si trattò dell'ultimo timido tentativo cli resistenza del nemico. TI Comando clell'XI Corpo d 'armata non diede alle GG.UU. nessun ordine operativo ulteriore, limitandosi ad impartire d irettive circa la dislocazione delle truppe nel territorio occupato. Il 16 aprile una delegazione jugoslava si presentò a Scutari per trattare le condizioni di armistizio. Il giorno dopo il Comando della Seconda Armata impartì l'ordine cli sospendere ogni u lteriore movimento cli truppe . Alle ore 21 dello stesso giorno si ebbe la resa incondizionata del Regio Esercito jugoslavo. La "campagna di Slovenia" era terminata ed era costata agli italiani perdite alquanto limitate: 12 mo rti, 16 feriti e 21 dispersi 03). Nel corso della guerra d 'aprile i leader politici sloveni, constatata con un certo sollievo l'impossibilità di comunicare con il Governo Simovic a Belgrado, decisero cli costituire a Lubiana un "Comitato Nazionale Sloveno", composto oltre che dalla dirigenza ciel cattolico e maggioritario Partito popolare, da esponenti del piccolo Partito liberale, da alcuni rappresentanti socialisti e di altri raggruppamenti minori. Vennero esclusi dal "Comitato" i comunisti, da poco tornati legali. Il 12 aprile 1941, in una Lubiana occupata dalle truppe italiane, l'ex bano dott. Marko Natlacen venne eletto Presidente del Comitato (:14). Dinanzi al rischio di vedere la Slovenia precipitare in una pericolosa anarchia, il Comitato si attribuì il compito di gestire l'amministrazione e la pubblica sicurezza della Dravska Banovina cercando di ostacolare

(12) I cetnici, la cu i denominazione deriva da "cete" (compagnie), erano una unità d i élite d el Regio Esercito Jugosl avo, composte da guerriglier i volontari. Nati presumibilmente nel 1804 durante la prima rivoluzione serba amil.llrca, i <:etnici furono impiegati in tutte le gu erre condotte eia Belgrado. r<.>rtementc ca ratterizzati dalla fedeltà assoluta alla dinastia dei Karageorgevi<: , i cetnici ven nero riorganizzati militarmente nel 1940 (Cetnika Komcmda - Comando C:er.niço) in sei battagl ioni più uno rido tto. Nonostante le aspettative, il "Comando Cernico" non di.ede prova cli grandi capacità nel corso della guerra d'aprile. 03) SME, Uffieio SLOrico, 1Vl-3, F. 324, B . 5, ''Relazione svolgirnento operazion i alla frontiera Giulia 27 marzo-23 aprile 1941 ". (1/4) Teod oro Sala, "Occupnionc militare e amministrnione civile nell,1 'provincia' cli Lubiana 0941-1943)", in E. Collotti , T. Sala, G. Vaccari no, "L'Italia nell'Europa d,1nub iana durame la Seconda gu er ra mondiale", Istituto Nazionale per la storia ciel movimento di liberazio ne in Italia, Monza, 1967, p. 77.


l.'OCCUl'AZIONF. F. I.A SJ'Alffl7.10:-IF. Dr.I.I.A SJ.OVF.KIA

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l'inizialiva dei d irigenti sloveni del Partito comunista. Ma l'obiettivo dei membri del Comitato non si fermava ad una mera gestione pro Jempore dell'amministrazione ordinaria. L'occasione, anesa da più cli vent'anni, di creare uno Stato sloveno indipendente, poteva finalmente attuarsi: una Slovenia definitivamente separata da i disprezzati serbi e lontana dagli imbrogli cu lli balcanici di Zagabria, sono la protezione italiana , tedesca ed ungherese sul modello dello Stato Slovacco di monsignore Tiso. Già il 6 aprile, al momento dell'invasione, Natlacen aveva chiesto alle potenze dell'Asse cli poter costituire uno Stato sotto protettorato co ngiunto di Roma, Berlino e Budapest 05). li progeno non fu p reso in considerazione. Il Terzo Reich voleva annettersi almeno una parte cli quelle province della Slove nia che, attraverso un plebiscito, erano state sottratte all 'ex Impero asburgico all'indomani del primo conflitto mondiale (la "Marca Imperiale Stiriana"). A sua volta l'Ungheria pretendeva l'incorporazione entro i suoi confini dei distretti sloveni nord-orie ntali, abitati prevalentemente da lla minoranza etnica di lingua magiara. L'Italia, infi ne, reclamava i territori meridionali dell'area di Lubiana. Pur non potendo vantare, come i suoi alleaci, legami etnici e culturali con i territori che si volevano annettere, il Governo d i Roma avre bbe elaborato in seguilo generiche considerazioni storiche, con richiami alla Repubblica cli Venezia, alla Contea di Gorizia, al Patriarcato d'Aquilca, al Ducato ciel Friuli e alte Province illiriche dell'Impero romano. In uno studio cli Elio Migliarini del 1943 sulla Provincia di Lubiana si leggeva: "Sono dunque venuti a far parte del Regno d 'Italia dei territori che. pur non appartenendo alta regione geografica italiana, a questa sono strettamente legati eia molteplici vincoli. Come si riscontra a occidente per la Savoia e a nordest per i Grigioni, anche qui esiste al cli là dello spartiacque un territorio che gravita verso l'Italia p iuttosto che verso le regioni vicine. Già Roma nella sua penetra7.ione in Pannonia aveva avuto un nodo stradale importante nella località cl i Emona (Lubiana), e Venezia con una lenta opera di penetrazione economica aveva sereni molteplici vincoli con la Carniola. Anche in segu ito la Slovenia è restata nettamence d istinta per lingua, tradizioni, costumi, da altri popoli slavi ciel sud , e orientata piuttosro verso l'Europa Centrale e verso l'Italia, tanto che il suo sbocco naturale era Trieste e non già Sussag (Susak o Sussa - NdA) o Spalato" (16). 11 fatto stesso che, a differenza dei tedeschi e degli ungheresi, gli italiani dovessero ripercorrere a ritroso la Storia per diversi secoli, anziché decenni, per individuare un "legame" che potesse giustifica re l'annessione, dimostrava cuna la debolezza delle motivazioni di Mussolini e dei suoi rappresentanti (17) .

05) Ahrnet Donl:tgic, Zarkt, Aca nackovic:, Dusan Pl1;:nca, "La Yougoslavie dans la Se<'oncl e Gut;! rre Mond i~le'', Vojno.~1amparsko Pr<2cl uzece, Ht;!ogracl, 1967, p. 21. (16) Elio J\·l igliorini, '·La provincia di I.ubiana". (collana ''Paesi d'anualitù"). Cremonese. Roma, 1943. pp. 6-7. ( 17) Per Mario l(oatw. Capo di StalO Maggiore dell'Esercito, ·'la Sloveni~ non :iveva nulla di italiano" (Ma rio Ro,Ltta, "Orco milioni e.li b,1ionette'', Mond adori. Mil,1110. 1946, p. 167).


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!:OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVENIA ( 194 1- 1943)

Dietro alle dichiarazioni propagandistiche si celavano anzitutto esigenze di ordine strategico legate in particolare alla situazione politica dei confini orientali. I territori giuliani annessi nel 1918 (la regio ne della "Primorska") erano popolati eia una cospicua minoranza d'origine e lingua slovene (o "slave", come generalizzavano le autorità ital iane), la quale aveva sempre dimostrato una certa insofferenza nei confronti del Governo centrale. Gli attriti si erano ulteriormente acu iti con l'ascesa al potere di Mussolini e con la successiva instaurazio ne ciel Regime. L'energica scelta nazionalista ecl il rafforzamento della natura centralistica dello Stato avevano scatenato un'ondata di repressioni eia parte delle autorità italiane nei confronti delle minoranze slovene ne lla Venezia Giulia e nella Primorska. Discriminati dalle autorità a vantaggio degli italiani, gli sloveni costituivano le fasce sociali più basse. L'italiano rappresentava per lo sloveno cli Gorizia o cli Postumia il nemico, l'occupatore, l'avversario di classe. In una situazione così esplosiva è faci lmente comprensibile il seguito che le idee antifasciste avrebbero trovato tra gli sloveni d'Italia. Al di là della frontiera gli sloveni ebbero un referente principale, ecl un canale di ribellione quasi obbligato, nei nuclei clandestini del Partito comunista cli Jugoslavia. Facendo leva su una inedita miscela cli orgoglio nazionalista nei confronti degli occupanti italiani, di volontà cli riscatto sociale contro i "padroni " italiani e di lotta pe r la Libertà contro i fascisti italiani, gli esponenti del KPJ avevano creato nel corso degli anni trenta una fitta rete clandestina che si estendeva da Gorizia, a Trieste, in tutta l'Istria e a Fiume, collegata alla rete organizzata dal Partito comunista italiano, già p resente e molto attiva sin dal 1921. A tali attività clandestine si aggiungevano la propaganda e le infiltrazioni di associazioni "jugoslaviste" d 'ispirazione cetnica quali l'Orjuna, che il governo cli Belgrado utilizzava tutte le volte che i rapporti con Roma si deterioravano. Le province irredente, quei "sacri territori" conqu istati nel 1918 dalle truppe italiane dopo un immane sforzo bellico ed un incalcolabile tributo cli vite umane, stavano apparendo come i territori più instabili del Paese, sottoposti alle continue infiltrazioni comuniste e nazionaliste jugoslave alle quali il Governo cli Roma rispondeva con durissime repressioni e con il Tribt111ale Speciale . "Slavo" e "sloveno" nel lessico delle autorità fasciste erano diventati sinonimi di "antifascista", "bolscevico" e "terzinternazionalista". Nel 1941 si trattava dunque cli creare un territorio cuscinetto, una zona franca, controllata militarmente e con il pugno cli ferro, che potesse riparare i "sacri confini" dall'influenza "slavo-comunista". Non uno Stato "fantoccio", perché questo avrebbe alimentato le velleità nazionalistiche degli sloveni d'Italia, ma una p rovincia. L'occupazione e l'annessione della Slovenia meridionale avrebbe quindi isolato i nuclei di resistenza antifascista ed antitaliana al cli qua della frontiera, permettendo alle autorità di polizia di condurre con faci lità la repressio ne. La creazione cli una nuova Provincia a Lubiana avrebbe dato quindi notevoli vantaggi al Governo di Roma. Da un lato, l'incorporazione dei nuovi ter-


L·occi:PAZIO;siE

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I.A SP,\ lrl'IZIONE OEl.1.A SLOVENIA

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ritori nel Regno d 'Italia avre bbe significato sottrarre alla propaganda del KPJ le a rgomentazioni p atriottiche n ei confronti dei cittadini ita lia ni d'origine slovena abitanti la Venezia G iulia: non ci sarebbe più stata una "questione slovena" semplicemente perché la Slovenia sarebbe stata cancellata, incorporata nello Stato italiano. Dall'altra parte, la concessione di un'autonomia alla futura provincia d i Lubiana, seppu r ne i limiti permessi dallo Stato centralista, avrebbe presumibilmente conquistato la simpatia d i quei circoli minoritari slove ni p resenti in Venezia Giulia e nel la Primorska d'ispirazione asburgica e nn ionalista refrattari alla propaganda comunista. Q uindi l'occupazione italiana della Slovenia me ridio nale fu dettata soprattutto da motivazioni strumentali, tutte rivolte alla situazione all'interno della "Madrepatria" . Inoltre, la collocazione geografica della Slovenia rappresentava una ghiotta occasione per il Duce nei suoi malcelati tentativi di ridimensionare il potente ed ingombrante alleato tedesco in una regione storicamente sottoposta all'influenza germanica. Una presenza italia na tra le provincie austriache, il Regno d'Ungheria e il progettato Stato croato indipendente avrebbe senz'altro spezzato le velleità di chi, a Berlino come a Budapest e Zaga bria, voleva restaurare alme no territo rialmente lo scomparso Impero Austro-ungarico. La Slovenia sarebbe quindi divenuta un'appendice del Regno d'Italia spinta nel cuore della Mitteleuropa, una garanzia di salvaguardia dell'italianità de lle te rre irrede nte contro le aspirazioni revisionistiche tedesche, ung heresi e dei futuri alleati croati. Una Slovenia italiana avrebbe allontanalO dai "sacri confini" la temuta frontiera neo asburgica. Infine, vi e ra a nche in questo caso, come altrove, la volontà di .Mussolini di ribadire la sua assoluta auLonomia di movimento dall'alleato LCdesco, dimostrando lo "spirito conq uistatore" della Te rza Roma. La "corsa a Lubiana " dei bersaglie ri italia ni avrebbe rappresentato l'ultimo, affannato tentativo del Duce di cond urre una guerra pa rallela. La proposta di Natlacen venne quindi scarlata anche dall'Italia . Installatosi a Rihnica subito dopo l'armistizio del 17 aprile 1941 (18), il Coma ndo clell'XI Corpo d 'a rmata agli ordini del gene rale 1V1ario Robotti congedò l'ex bano Natlacen. Il 18 a prile il Comitato nazionale venne sciolto, e sostituito con un Regio commissariato civile provvisorio, composto eia esponenti del PNF triestino e goriziano, che avrebbe affia ncato le autorità militari italiane (19). Per assistere il Commissariato provvisorio nei compiti di pubblica sicurezza, il 19 a p rile il Comando de lla Seconda a rmata dislocò a Lubiana il XV ba ttaglione dei CC.RR. mobilitato (al comando del maggiore Ettore Giovannini) e ere baccaglioni di Camicie Nere (144°, 146° e 162°), po-

(18) Firmato alle 21.00 del 17 aprile, rarmis1 izio entrò in vigore alle 12.00 del giorno sl!cc;essivo. 0 9) Teodoro Sala, c.:it. , p . 77.


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l.'OCC.UPAZ.lONE ITALIANA OELL-\ SLOVENI A 094 1-1943)

nendoli agli ordini di Robotti. Il 20 venne definito l' assetto stanziale delle GG.VV. appartenenti all'Xl Corpo d 'armata. Il Comando dell'XI Corpo d' armata trovò sede a Ribnica . Capo di Stato Maggiore era il colonnello Aldo Princivalle, in seguito sostituito dal colonnello Bruno Lucini. Alla dirette dipendenze del Corpo operava l'XI Raggruppamento Guard ia alla Fro ntiera, comandato dal generale Carlo Ghe ed adibito al controllo dei "sacri confini" acl ovest d i Lubiana. Le altre unità dipendenti dal Corpo d' armata erano le seguenti: 11 ° raggruppamento artiglieria di Corpo d'annata XI Raggruppamento Guardia alla Frontiera XI battaglione genio g uastaLo ri VII battaglione genio artieri VI-VIII battaglioni genio minatori. La 13'1 divisione cli fanteria "Re" avrebbe presidiato Lubiana e per questo scopo ad essa venne aggregato un battaglione d i Granatieri di Sardegna . Le unità da essa dipendenti erano le seguenti: 1°-2° reggimenti di fanteria 23° reggimento artiglieria XIll battagl ione mortai 75a legione CC. NN. III-IV-XXXVIII battaglioni CC. NN. 1° reggimento granatieri La 14a divisione di "Isonzo" collocò il proprio comando a Kocevie . Le unit_à da essa dipendenti erano le seguenti: 23°-24° reggimenti cli fanteria 6° reggimento cli artiglieria XIV battaglione mortai 98a Legione CC. NN. XI battaglione mitraglieri . La 3a divisione cli fanteria "Ravenna" venne collocata p resso Hribi. Le unità da essa dipendenti erano le seguenti: 37°-38° reggimenci di fanteria 11 ° reggimento di artiglieria III battaglione mortai 5a Legione CC.NN. Il lll grup po alpini "Valle" si stabilì a Turja k. Le un ità da esso clipendenti erano le seguenti: Battaglione alpini "Val Toce" Battaglione alpini "Val Cenischia" Battaglione alpini "Val Pellice" Gruppo artiglieria alpina "Val Adige".


L·ocCUPA7.IONE E LA SPARTI ZIONE Dli i.I.A SLOVcN IA

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Pochi giorni dopo il gruppo alpin i '·Valle" lasciò lXI Corpo d'armata e rientrò nei confini metropolitani. In attesa che una commissione congiunta italo-tedesca delimitasse i confini tra le corrispondenti zone d'apparrenenza, le autorità militari d'occupazione italiana e tedesca definirono le zone di demarcazione provvisorie. Il 29 aprile, successivamente all'incontro di Vie nna tra Ciano e van Ribbentrop (21 aprile), il Comando della Seconda armata comunicava a Robotti i nuovi confini politici deJJa Slovenia italiana. Dal Monte Forno la linea cli demarcazione sarebbe passata a nord d i Vrh, qui ndi a sud di Lukne ed a nord d i Polhov Gradec e cli Jezica. L'abitato di Mirna sarebbe passato sotto controllo italiano, mentre ai tedeschi s pettavano i paesi d i Lirija, Cerklje e Brezice (20). Nei giorni s uccessivi, si ebbero numerosi casi di violazione della linea d i demarcazione provvisoria da patte di militari tedeschi. 11 5 maggio unità tedesche occuparono Sv. Trikali, cacciando un reparto di Guardia alla Frontiera dal locale p residio (21). Altri incidenti simili sp insero Ambrosia a protestare presso lo Stato Maggiore, che il 25 maggio trasmise alla Seconda armata una copia della disposizione del generale von Rintclen con la quale si ordinava alle truppe tedesche stanziate nella Slovenia settentrionale di rispettare gli accordi di Vienna e la linea di demarcazione. Nel frattempo, dal 22 maggio si tenevano incontri bilaterali tra Robotti cd il suo omologo tedesco, generale Gunzelman, comandante militare della Stiria meridionale per definire la sovranità dell'abitato di Lo m Sopot ( rivendicato dagli italiani) e dei villaggi di Suhi Dol e di Savlje (richiesti dai tedeschi) (22). La situazione nonostante le assicurazioni del generale von Nagy, comandante del XVHT Corpo d 'armata tedesco (23), non migliorò e il 6 giugno il Comando dell'Xl Corpo d'armata inviò al Comando della Seconda armata una relazione nella quale si prorestava per lo sconfinamento e !"'attività molesta d i elementi tedeschi" segnalata dai presidi della divisione "Isonzo": durante tali sconfinamenti i militari tedeschi avevano tentato di impedire, anche con l'arresto, le attività propagandistiche fi lo-italiane di alcuni abitanti (24) . Il perdurare degli incidenti spinse le autorità italiane ad accelerare i tempi di convocazione della commissione bilaterale per la delimitazione delle frontiere , che iniziò i suoi lavori il 18 luglio a Lubiana, sotto la presidenza del tedesco Gcheimherr van Kamphoevencr. La delegazione italiana era guidata dal generale Ar-

(20) SME, Ufficio storico, F. 724, Dii1ri slorici clell:1 2a Armata , Comunicnione ciel Comando della Seconda armata al Com,1nùo cl e ll 'XI Corpo cl 'ann,lla del 29 aprile 1941. (21) Ibidem, Comunicazione ciel Comando delrXI Corpo d'armata al Comando della Seconda anrnita del 5 m;1ggio 1941. (22) SME, Ufficio S10rico, Racc. M-3, Fa~c. 324, n. 2, '·Q uestioni i nerenti alla linea cli demarcazione italo-tedesca". (23) Ibidem. (24) SME, Ufficio Storico, Diario Storic;o della Sec;onda armala, Fase. 72-1 comunicazione del 5 maggio 1<)41.


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l,'OCCUP,\ZIONE !TALUNA DELLA SJ,OVENIA {194 1-l943)

mando Lubrano (25). Il 13 settembre 1941 la Commissione concludeva le trattative con il "Protocollo di Lubiana". La linea cli demarcazione provvisoria fu rettificata in modo da "determinare una linea più adatta alle necessità locali" . Argomento cli discussione, e di scontro, fu il possesso del fiume Sava . La delegazione tedesca rivendicava il possesso cli tale corso d'acqua, e q uindi cli entrambe le rive, dalle sue origini fino al suo ingresso in Croazia; perciò, anche nella zona cli Lubiana - ove il fiume transitava - la Sava era da considerarsi territorio tedesco. L'opposizione della delegazione italiana comportò un accordo per cui il fiume nella regione cli Lubiana restava sotto sovranità italiana. Le autorità italiane si impegnarono a costruire l'argine meridio nale della Sava d 'intesa con i tedeschi, rinunciando a qualsiasi p retesa su derivazioni di acqua o d i forza idraulica. Gli eventual i allacciamenti idroelettrici alla rete della Sava sarebbero stati chiesti ai tedeschi dalle autorità italiane alle condizioni commerciali che i tedesch i già applicavano pe r analoghe forniture nella Sloven ia settentrionale annessa al Reich. Il protocollo proseguiva con la definizione dei collegamenti ferroviari, delle procedure di trapasso dei diritti cli sovranità dei comuni o delle frazioni trasferiti in una delle due zone, e dei piccoli traffici di confine per i frontalieri (26). Il confine italo-tedesco venne ricalcato in gran parte sulla linea di demarcazione provvisoria . Le esigenze tedesche di controllare il corso della Sava (eccetto che nel settore di Lubiana) e di collegare il Terzo Reich con lo Stato croato di Ante Pavelic vennero soddisfatte: la frontiera aveva origine dal vecchio confine asburgico del passo d'Idria, in località Ziri, e proseguiva a nord di Rovte, Polhov Gradec e Dobrova, percorrendo lo spartiacque tra un'affluente della Sava , la Poliansica, e un affluente della Ljubljanica, la Graclasica. Nei pressi cli Lubiana il tracciato, come s'è visro, non raggiungeva la Sava ma arretrava cli q ualche chilometro, lambendo la periferia di Lubiana. Il confine quindi prosegu iva nella valli della Mirna e de lla Krka e si congiungeva alla front iera croata sui mo nti Gorjanci . Il confine tra Slovenia italiana e Stato Indipende nte cl i Croazia sarebbe stato definitO con gli accordi d i Roma ciel 18 maggio 1941, e perfezionato nella trattative ciel 6 luglio successivo. Il tracciato avrebbe ricalcate> parzialmente la precedente frontiera dell'ex Regno di Jugoslavia tra il Banato della Drava ed il Banato croato. Dal confine croato-tedesco, la linea avrebbe percorso la dorsale dei monti Gorjanci per poi includere la regione della l3ela Krajna e quindi risalire il fiume Kulpa sino ad Osilnica, da dove si sarebbe ricongiunto con il nuovo confine cl.ella provincia del Carnaro (27).

(25) ACS, PCM 1940-41, Fase. G 7/8, B 3166, Doc. 2 1000 1 (26) SME; Officio Storico, M-3, fase. 324, B. 4 "Commissione i ta.lo -cedes<:a per l a del im itazione dei confini -Protocollo", 13 settembre 1941 (Documento allegato n . J). (27) Ministero dell'Interno • Direzione Generale di Pubbl ica Sicurezza - Servizio for1/.e Armate di Polizia, ·'Panecipnione della Polizia italiana ( Pubblica Sicurezza) alle o perazioni mili tari i n.Jugoslavia duran1e il w nflitto 1940-1945", .M emoria storica, Roma, 1977, pp. 17-18.


l.'OCCUl'AZIOKE E I.A SPAlrl lZIONF. OEl.l.1\ SLOVE:,/LA

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Degli originari 16 mila chilometri quadrati che avevano costituito la

Dravska Banouina (ovvero la Slovenia jugoslava), soltanto un qua rto (4.593 chilome tri quadrati, con 337 mila abitanti, secondo il censime nto del 1931) corrispondente alle regioni della Notranjska, della Dolenjska e della Bela Krajina, venne attribuito all'Italia. In seguito a re ttifiche confinarie successive la supe rficie della Slovenia italiana venne ridotta a 4.545 chi lometri quadrati, estensione paragonabile alla provincia cli Grosseto (28).

La Gorenjska, la Ko roska e la Stajerska (l0.261 km 2 , con 798 mila abitanti) passarono sotto controllo tedesco e fu rono annesse al Terzo Reich. Infine , la regione no rd-orientale d 'oltre Mu ra ( Prekmurje), pari a 997 km 2 con 102 mila abitanti , venne incorporata nel Regno d'Ungheria. Come era accaduto anche nella Grecia occupata, i tedeschi avevano ottenuto i distretti minerari ed industriali più ricchi, lasciando agli italiani una regione strategicameme cli secondaria importanza. "Così l'Italia fu privata cli qua nto più le occorreva" avrebbe scritto l'allora Capo cli Stato Maggiore del 'Esercito generale Mario Roatta "non solo, ma vide la Germania insediarsi sopra un nuovo settore alpino, in posizione avvolgente ris petto al s uo territorio (circostanza poco importante sul momento , ma che avrebbe potuto presentare seri pericoli in seguito). Il ca poluogo della Slovenia, Lubiana, lasciato dal fuehrer all'Italia solo perché le truppe italiane vi giunsero prima della colonna germanica. Ma il confine venne determinato così vicino alla città da accerchia rla, nel raggio del nord, e da include re in territorio germanico persino alcuni servizi urbani, quali per esempio la centrale elettrica c he le forniv a luce ed e ne rgia" (29). l\el frattempo, il Comando dell'Xl Corpo d'armata - trasferitosi a Lub ia na il 29 aprile - aveva operaco una ridistribuzione de lle GG .UU. da esso dipende nti. Il comando della divisione "Isonzo" venne trasfe rito a Novo ì'v1esto, al comando del generale Federico l{omeo; il 18 maggio la 2l3 divisione di fanteria "Granatieri cli Sardegna·•, comandata dal generale Taddeo O rlando, si avvicendava con la divisione "Re" nel controllo della piazzaforte cli Lubiana . Le unità dipende nti dalla "G ranatieri di Sardegna" erano le segue nti: 1°-2° reggimenti granatieri 13° reggimento cli a rtiglieria XXI battaglione mo rtai 55a Legione CC.NN. Le eruppe assunsero posizioni di presidio presso le sedi dei comandi. Dal 18 aprile il generale Robotti, in qualità cli comandante militare dei te rritori sloveni occupati, ese rc itava anche i poteri dell'amministrazione civile, che avrebbe dovuto m antenere sino all'istituzio ne di un 'autorità civile a Lubiana.

(28) Elio .'vl igl iorinL cii., p . 5. (29) Mario Roana. cii .. p. 165.


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L·occUPA7.TON t ITA LIAKA DET,1.A SLOVE:s!IA ( 194 1-1943)

Jl 24 aprile, con ordinanza del Duce, il centurione della MVSN Emilio Grazio li (1899-1969), segretario federale ciel PNF di Trieste e consigliere nazionale del PartitO, veniva nominato "Regio Commissario civile" per i territori sloveni occupati (30). Esponente di punta di quel fascismo giuliano assai attivo nella lotta per l'italianizzazione delle regioni orientali, Grazioli aveva già ricoperto le cariche di Podestà e cli Federale cli Sesana ecl era stato nominato Ispettore cli zona del PNF per il Carso. Nel 1929 Grazioli era srato oggetto di un esposto a Mussolini da parte cli un gruppo anonimo di "giovani allogeni" di Sesana, i quali si lamentavano dei comportamenti arroganti e scandalosi dell'esponente fascista (31). Tale esposto convinse Mussolini a richiedere al Ministero dell'Interno un profilo cli Gra7.ioli, che gli sarebbe giunto il 14 maggio successivo: "Vecchio fascista", recita l'appunto del capo di gabinetto "devoto al Regime - onesto - ha senso d i responsabilità - temperamento militare - è dotato cli profondo senso di umanità - equilibrato. Ha limitatissima cultura e nessuna preparazione e capacità amministrativa non conosce lingue straniere. In complesso 'figura di modesto rilievo'" (32) . La scelta d i una figura così modesta dimostra ulteriormente l'approccio alquanto d isinteressato, quasi infastidito, con il quale il Governo italiano si avvicinò alla provincia in procinto cli essere annessa . Occupata ed inglobata oh torto collo per i motivi politici, strategici . e di p restigio sopra descritti, la Slovenia sarebbe rimasta il parente povero dei territori occupati od annessi; una regione che doveva restare periferica , e che non sarebbe mai stata amata dalle autorità italiane. La Slovenia non era la Dalmazia, evocatrice di antiche passioni irredentistiche, e non era neppure il Montenegro, terra saldamente legata alla Dinastia Sabauda. La Slovenia era un corpo estraneo che la ragione cli Stato aveva innestato nel "corpo sano" del Paese: bisognava tenerla a debita distanza, facendola amministrare da fede li burocrati poco brillanti e molto obbed ienti e lasciandola fermamente nelle mani dei militari. La "Slovenia italiana " non era ancora nata, e già veniva guardata con diffidenza eia Roma. In attesa dei futuri assetti della nuova provincia , Ambrosio inviò il 25 aprile 1941 ai comandi cli corpo d'armata, ai Commissariati civili p rovvisori della Slovenia e delle Province dalmate ed alla Regia prefettura di Fiume una circolare nella quale si esponevano, in forma schematica, i compiti e le attribuzioni dei Commissariati civili.

( 30) ACS, PC:M, 1940-41, Fasç G ì18, B. 3166, doc. 13141. Telegramma cli accettazione cl i Gra zioli a Mussolini. clarn illeggibile (Documento allegato n . 2) (31) ACS, SPO, e.o., 1922-43, B. 1731. Fase. 523.30 1, Esposto sonoscritto eia " Giov,1ni allogeni" a Mussolin i datato Scsana, 9 settembre VII; Racc:omanclarn riservata della Prefettura d i Trieste alla Segreteri a Particola re di S.E. il Duce datata 19 otcob n:! 1929. Su richiesta di Mussol in i , la Prefettura di Trieste avev,1 eseguito, nelrottobre 1929, un 'indagine su Grazioli dalla quale risultava che egli evesse w ntratto el ci debi ti per mantenere l a sua comp,1gna, donna piutto sto "chiacchiera ta" nel la zona di Sesana. (32) 1/Jidem., .Ministero dell'Interno • Gabinet[() dd l 'Ecccllen:r.a il JVlinistro, s.d .


l,'OCCUPAZIOKE E LA Sl'All11ZIONE DELli\ SI.OVF.NIA

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"I Commissariati Civili'', si legge nella circolare ·'dovranno adempiere le proprie attribuzioni con bene inteso spirito di autonomia e con larga responsabilità, face ndo capo direttamente ai vari Ministeri per la trattazione degli affari di propria spettanza, ma dipendendo direttamente dai Comandanti <lei Corpi d'armata per tutto quanto concerne la situazio ne politica, l'odine pubblico cd, in ge nere, le questioni la sicurezza, l'attività ed i compiti <lclle truppe <l'occupa zione··. Data la situazione provvisoria, con i comandi militari italiani esercitanti anche le funzioni cli coordinamento amministrativo, la circolare si dimostrava un passo obbligato. Ciò nonostante, la minuziosità con la q uale venivano descritti compiti ed attribuzioni delle future autorità civili e il ribadito "ruolo guida" de lle Fr.AA. italiane parevano sottolineare la "sovranità limitata" delle amministrazioni civili nelle zone d'occupazione, lasciando intravedere che tale situazio ne non sarebbe affatto cambiata anche dopo l'eventuale annessione delle provincie slove ne e dalmate al Regno d'Italia. "I Commissariati Civili", proseguiva la circolare "provvedono al funzionamento dei servizi civili cli Stato ne i territori della rispettiva competenza ed esercitano le funzioni di controllo già di pertinenza dell'Autorità Politica Regionale Jugoslava seco ndo le nonne vigenti nei rispettivi territori fino a quando esse non vengono specificatamente modificate o abolite. I Commissariati Civili perciò, vigileranno su tutte le pubbliche amministrazioni locali acciocché esse non o ltrepassi no la loro sfe ra d i azione e no n procedano in senso contrario alle vigenti leggi nonché alle direttive politiche dell'Autorità Militare Italiana" . Venivano quindi elencati quelli che A.mbrosio definiva "compiti speciali e principali" dei Commissariati Civili. Alcuni cli questi lasciavano trasparire cosa i militari si aspettavano dalle popolazioni "liberate dal giogo serbo". "l 0 ) - Previa autorizzazione di questo Comando istituire immediatamente zona p er zona e ove se ne ritiene l'opportunità sottocommissariati civili affidando li a persone cli p rovata esperie nza e capacità . 2°) - lmpedire con ogni mezzo qualsiasi attività ai nostri danni cli organizzazioni e procédere alla occupazione delle rispettive sedi; sospendere qualsiasi attività delle associazioni nazionaliste occupandone sedi e procedendo a minuziose perquisizioni. 3°) - Perquisire ed evitare il funzionamento (qualora non fosse già stato fa tto) dei Consolati stranieri dei Paesi nem ici, controllare tutti i Co nsolati s pecie di Paesi neutrali ed in maniera particolare quelli Americani, Portoghesi, Danesi e Olandesi. 4°) - Favo rire il rastrellamento e l'arresto cli tutti gli elementi indesiderabili specie di cittadini inglesi, francesi , greci e di altri Stati nemici. 5°) - La bandiera italiana deve essere diffusa era tutte le popolazioni onde essere esposta. 6°) - Eliminare immediatamente tutte le effigi di ex reali e di ex personalità jugoslave e diffondere effigi del Re Imperatore e del DUCE negli uffici ed esercizi pubblici. Obbligo ai funzionari di deui uffici pubblici cli adottare in servizio il saluto romano e propagandarlo nell'uso al-


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L·o cCUPAZIONE ITALIANA D ELLA SLOVENIA (194 1- 194., j

le popolazio ni civili. - Diffondere nelle facciate e lungo le strade frasi e motti del DUCE del Fascismo. 7°) - Favorire al massimo la costituzione di centri di assistenza del Partito Nazionale Fascista con gli opportuni coordinamenti con l'O.N.D., con i Fasci Femminili, e le Organizzazioni Giovanili. 8°) - Far conoscere ovunque e a tutti che qualsiasi attentato alla vita dei militari o dei borghesi italiani è punito con la fucilazione. 9°) - Procedere alla censura dei giornali periodici settimanali e mensili non italiani. Procedere all'immediato censimento della scampa e ad accertamenti cli carattere politico su tutti reclatcori. Favorire la d iffusione cli giornali italiani, specialmente ciel Popolo d'Italia organo della Rivoluzione Fascista . Far pubblicare edizioni bilingue dei giornali locali. 10°) - Indire immediatamente riunione d'esperti o di rappresentanti le varie categorie professionali per lo studio di tutti i problemi economici onde risolvere al p iù presto le varie difficoltà del momento." La circolare proseguiva con una serie di disposizioni in materia fi nanziaria: accertamento cli tutti i fondi esistenti presso uffici pubblici, banche ed istituti di credito; blocco cli cutti i fondi; divieto di pagamento ad enti pubblici e a privati stranieri nei territori occupati con versamenti presso bancbe italiane in via cl i istituzione sui territori occupati; divieto di esportazione di denaro, titoli, metalli ed oggetti preziosi nonché opere d'arte; sovrastampa cli tutti i valori bollati e postali. Veniva altresì definita una generale normativa per la regolamentazione alimentare e degli ammassi; si consigliava e.l i favorire nelle attività commerciali le ditte italiane, discriminando le straniere; si suggeriva cli accertare lo stato dei servizi pubblici affinché si potesse intervenire con eventuali miglioramenti e bonifiche degli stessi. Il Comando della Seconda annata invitava le autorità civili occupanti a procedere anche nel riassesto clell'orclinamento scolastico, e clava corrispondenti indicazioni: "Per le scuole, data la loro ch iusura non è possibile riaprirle in quanto sono occupate dai nostri Reparti. Mantenere q uindi la chiusura di dette scuole, e fa r procedere agli scrutini cli fine d 'anno, basando il punteggio sulle medie ciel p rimo semestre; per i corsi normali e gli esami di maturità valgono le medie suddette nonché quelle riportate nel periodo scolastico successivo. Si raccomanda e.li far dare la massima benevolen7a nei giudi7i di esame". Si invitavano infine i Commissari Civili a censire i funzionari già jugoslavi operanti sui territori occupati (33) . Sostanzialmente, la circolare de l 25 aprile rappresentava la volontà eia parte delle autorità militari di mantenere l'intero controllo politico-amministrativo sulle regioni da poco occupate. In nessuna parte ciel documento si faceva riferimento alla provvisorietà della situazione, in attesa delle decisioni del Governo. I Commissari civili, ben lungi nei disegni

(33) SJ\·1E - Ufficio Sto rico , F. 724, Dia ri Storici della 2• armata, Ali. 102.


L'OCCUPAZIONE E I.A S1'Al\'fl2l0NE DEI.I.A SI.OVE:S IA

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ciel Comando della Seconda armata eia prerogative straordinarie e plenipotenziarie, dovevano ridursi a meri esecutori delle disposizioni politiche ed ammin istrative delle autorità militari d'occupazione. La circolare ciel 25 aprile venne ripresa da Mussolin i ecl emanata come ordinanza il 29 aprile. La decisione cli fare dipendere i commissari civili dall'autorità militare veniva motivata come segue: "La discontinuità territoriale dei territori occupati non consiglia la dipendenza diretta dei commissariati civil i cli Slovenia e Dal mazia eia un organo centrale" (34). Il referente diretto del Commissario non sarebbe stato dunque il Governo, ma il Comando del Corpo d 'annata. Qualsiasi provvedimento amministrativo emanato dal Commissario civile, sino alla definizione cl.elio status dei territori occupati, avrebbe dovuto recare la formula iniziale : "In forza dei poteri conferiti dal Comando Supremo delle Forze Armate italiane" (35). Ma Emilio Graziali si sarebbe rivelato un problema maggiore d i q uanto si poteva supporre: nonostante la definizione d i "figura di modesto rilievo" attribuitagli dal .Ministero clell'lnterno, l'ex federale di Trieste non avrebbe mai accettato di ricoprire quel ruolo di sfondo che Ambrosio, i suoi subalterni in Slovenia ed il Governo gli avevano riservato. Come si vedrà, lo scontro tra l'autorità militare e quella civile a Lubiana avrebbe rappresentato un problema di difficile risoluzione. All'indomani della sua nomina a Commissario civile, Graziali chiese alla Presidenza del Consiglio l'invio di un funzionario per ciascun Ministero affinché si potesse costituire un governo locale con un "sottocommissario" per ciascuno dei settori di competenza dei diversi d icasteri (36). Infastidito dalla circolare cli Ambrosio sopra descritta, considerata come uno sconfinamento d i prerogative da parte dei militari, Grazioli attendeva da Roma una legittimazione con la definizione del suo ruolo e dello status elci territori occupati. TI 3 maggio 1941, con il Regio decreto legge n. 291 , veniva costituita la Provincia autonoma cli Lubiana, annessa al Regno d 'Italia. L'a1t. 1 del decreto recitava: "I territori sloveni, i cui confini sono delimitati come dall'allegata carta, vidimata d 'o rdine Nostro dal Duce del Fascismo, Ca po del Governo, fanno parte integrante del Regno d'Italia e costituiscono la provincia di Lubiana. "; art. 2: "Con decreti reali (. ..) saranno stabiliti gli ordinamenti della provincia cli Lu biana, la quale, avendo una popolazione compattamente slovena, avrà un ordinamento autonomo con riguardo alle caratteristiche etniche della popolazione, alla posizione geografica del territorio e alle speciali esigenze locali.". Veniva quindi istituita, straordinariamente - visto l'ordinamento centralista ciel Regno - , una provincia autonoma . Tale istituzione da un lato avrebbe dovuto ga-

(34) ACS, PCM, 1940-41, Fase. G 7/8, B 3166, doc. 13264. (35) Ibidem, doc. 17554. (36) Ibidem, doc. 12860.


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l.'OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVENIA ( 1941- l943)

rantire un minimo di consenso tanto tra gli sloveni cli Lubiana quanto tra gli sloveni giuliani, ma dall'altro ribadiva l'estraneità cli un territorio etnicamente alieno dalla cultura italiana . Il terzo articolo del decreto, senz'altro il più atteso eia Graziali, definiva i limiti dell'autorità governativa della nuova provincia, gettando tuttavia le basi per futuri scontri istituzionali: "I poteri cli governo saranno esercitati eia un Alto Commissario, nominato con decreto Reale su proposta del DUCE del Fascismo, Capo ciel Governo, Ministro per l'interno". Veniva creata una nuova figura nell'ordinamento amministrativo italiano, una sorta cli prefetto con ampi poteri, anche se la natura di tali poteri veniva raccolta nel vago predicato "cli governo", che, come si vedrà oltre, avrebbe dato adito a numerose e contrastanti interpretazioni. Conscio della delicatezza della situazione, il Governo cli Roma allontanava la nuova provincia dal resto del Regno, escludendo la creazione di organi amministrativi e rappresentanze governative ordinarie e delegando implicitamente le autorità militari e le appena istituite autorità civili locali a risolvere le inevitabili controversie sugli ambiti cli competenza reciproci. L'articolo 4 e i due successivi gettavano le basi per una futura collaborazione con la popolazione autoctona ed i suoi esponenti, ribadendo il rispetto della "diversità" etnico-culturale della popolazione della neocostituita provincia autonoma: "L'Alto Commissario sarà assistito da una Consulta composta di 14 rappresentanti scelti tra le categorie produttrici della popolazione slovena". Una sorta di Camera corporativa in formato ridotto dunque, con poteri esclusivamente consultivi, che avrebbe dato all'Alto Commissario una certa legittimità nel dialogo con la popolazione annessa. Il quinto articolo esentava la popolazione slovena dal servizio militare obbligatorio, ed il sesto sanciva l'obbl igatorietà della lingua slovena nelle scuole elementari, mentre nelle medie e nelle scuole superiori l'insegnamento della lingua italiana sarebbe stato facoltativo (37). "In tal modo" scriveva Migliorini "si rispetta l'individualità della popolazione slovena, che non poteva aspirare ad una completa indipendenza per l'esiguità del suo territorio e della sua popolazione e per l'insufficienza della sua economia, mentre trova invece nell'unione all'Italia un aiuto per la valorizzazione delle sue risorse" (38). Il settimo articolo del decreto avrebbe innescato un'altra conflitto, come si vedrà, stavolta tra l'Alto Commissario e il Governo centrale: "Il Governo del Re è autorizzato a pubblicare nel territorio della provincia cli Lubiana lo statuto e le altre leggi del Regno e ad emanare le disposizioni necessarie per coordinarle con la legislazione ivi vigente e con gli ordinamenti che saranno stabiliti a norma dell'art.2" (39).

(37) Gazzetta Uffic iale del Regno d' lta.lia, n. 105, 3 maggio 1941, p. lì25 (38) Elio Migliorin i, cii., p. 8. (39) Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 105, 3 maggio 1941, p. 1725. Il decreto sarebbe stato convertito in legge il 27 aprile 1943.


1·occtJPAZIO'.'IE E LA SJ>ARTIZlOKE DEI.I.A 51.0VE:-llA

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L'annessione venne proclamata a Lubiana lo stesso giorno, dal Regio Commissario civile Grazioli che, in attesa d i disposizioni in merito, esercitava i poteri di amministrazione provvisoria di concerto con il generale Robotti. Il 4 maggio un gruppo di "notabili d i Lubiana", come li definì Grazioli (40), inviò al Commissario civile un meSSé)ggio da inoltrare a Mussolini: nel messaggio, vero e proprio atto di sottomissione, oltre a dichiarare la "piL1 rispettosa devozione alla Maestà del Re ed Imperatore" e la "riconoscenza" al Duce, si affermava che "(. ..) la popolazione slovena dimostrerà più con i fatti la sua riconoscenza e la sua assoluta lealtà" . li documento era sottoscritto, oltre che dagl i ex ministri ciel Governo cli Belgrado Ivan Puceli (dirigente ciel Partito nazionale jugoslavo), Frane Novak e Gosar, dal rettore dell'Università di Lubiana Slavic, dall'ex senatore Gustav Gregorio, dal sindaco cli Lubiana Ivo Acilesic, da alcuni eletti negli enti locali e dai presidenti dei principali ordini professionali, camere di commercio ed associazioni culturali slovene (41). Il primo sottoscrittore della "dichiarazione cli Lubiana" era l'ex bano ed ex presidente del disciolto Consiglio nazionale, Marko Natlacen, che iniziava in tal modo la sua carriera cli leader del collaborazionismo filo-italiano. Alle dimostrazioni cli lealtà dei politici e notabili di Lubiana si aggiunsero quella del clott. Albert Kramer, incontrastato leader del piccolo Partito liberale sloveno, formaz ione politica collegata ai circoli industriali cli Lubiana e federata al PartitO nazionale jugoslavo. Aderirono inoltre quasi tutti i sindaci della provincia, in maggioranza aderenti al Partito popolare s loveno d 'ispirazione clericale, come il già citato sindaco cli Lubiana dott. Ivo Adlesic. Nel messaggio inviato a Mussolini dai 105 sindaci, si esprimeva "giubilo e orgoglio per l'incorporamento dei territori sloveni nel grande Regno d'Italia". "Duce," concludeva il messaggio dei sindaci "le leggi di Roma hanno dato veramente pace a queste popolazioni e profondamente sono giunte al cuore d i tutti i cittadini, che, con la loro assoluta lealtà e devozione e col

(40) "La g ut:!rra e uropea.,, notiziario periodico, in "Relaz ioni Internaziona li" ciel 10 maggio 1941, anno VlI, n. 19, racc. n. 6, p. 606. (41) Ibidem, p. 608. Oltre ai nomi citaci, il messaggio ven ne sottoscritto da: don. Zirovn ik (presidente della Camera degli Avvocaci), clott. Kuh,H (presidente dell.1 Carnera de i Notai), ing. Pirkmajer (preside nte della Cimera degli Ingegneri), Karl Cere (presidente de lla Camera del Commer<:io e dell'lnclustria) , Albi n Smerkol (presidente dell'Unione Commerci,111ti), Ci ril Majaczen (presidente dell'Unione Albe rgatori), Karl Kavka (presidente dell'Unio ne Artigiani), dote. Laurich (presidente della Camera degli Agricoltori), G. Jonke (segretario dell,1 Carnera del Lavoro), clou. Ravinhar (presidente delle Associazioni cultur,11i slovene), dott. Slokar (presidente dell'Unione degli Istituti Bancari ed Assicurativi), August Propocnik (presidente dell'Un ione Industriali), Scanko Virant (preside nte dell' Unio ne dei Giornalisti), dote. Golia (consigliere comunale d i Lubiana), R. Smersu e l'vl. Swrec (consiglieri ci rcondariali cli Lubiana), A Ringler (co nsigliere circondariale di Kocevic), dott. Koce (consigliere circo nda riale di Crenomclj).


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l,'OCCUP,\ ZIONE ITALIANA DEl,l,A SLO VENI A (194 1- 1943)

loro laborioso contributo dimostreranno di esserne pienamente degni" (42). Il 4 maggio, contestualmente alla "dichiarazione di Lubiana", l'arcivescovo cattolico del capoluogo, Gregorij Rozman, un energico ultraconservatore ed anticomunista, inviò un messaggio a Mussolini nel quale il prelato dichiarava di "(. ..) apprendere con vivo giubilo l'incorporamento (. .. ) nel Regno d'Italia ". L'arcivescovo concludeva il messaggio nel modo seguente: "Accogliete ancora, Duce, i sensi della nostra sicura lealtà e collaborazione, mentre invoco la benedizione cli Dio sull'opera Vostra, su tutta la grande Nazione Italiana e sulla popolazione slovena, che nell'ambito dell'Impero cli Roma potrà vivere e prosperare" (43). "L'atto ciel vescovo", si legge in una ricostruzione storica eseguita dal Comando clell'XI raggruppamemo Guardia alla Fro ntiera nel luglio 1943 "fu seguito dalla maggioranza della popolazione slovena, sia per subordinazione verso l'autorità religiosa, sia per la convinzione che un popo lo poco fo rte come quello sloveno non avrebbe potuto influire sull 'esito del conflitto mondiale" ( 44). L'appoggio della Chiesa cattolica all'occupante italiano si sarebbe rivelato di primaria ed insostituibile importanza per la definizione dei rappo rti di forza nei territori annessi. A testimonianza del consenso tra gli sloveni che le autorità italiane si aspettavano da questi presupposti, il Comando della Seconda armata riportava sui Diari storici in data 31 maggio che la notizia dell'annessione cli Lubiana al Regno d'Italia era stata accolta con soddisfazione dalla "grande maggioranza della po polazione" (45). Il 6 giugno anche i rappresentanti della colonia russa di Lubiana indirizzarono un omaggio al Duce (46), seguiti il 20 ottobre da Muhamacl Selman, Presidente della Drusrvo Muslimana, l'Associazione dei musulmani residenti in Slovenia (47). Dopo avere ricevuto dal Ministero dell'Interno il sopra citato profilo cli Emilio Grazia li, Mussolini - convinco della lealtà e dello zelo ciel Regio Commissario Civile per i territori sloveni occupati - lo nominò , il 21 maggio 1941 , "Alto Commissario per la Provincia autonoma cli Lubiana". Il giorno p recedente tutti i poteri civili erano passati ufficialmente dal Comando clell'XI Corpo d'armata all'Alto Commissa-

(42) Ma rco 1vfa ffei, La nuo va Provincia d i Lub iana ", in "Alma nacco fascista del ''Popolo d 'Ita lia "' 1942, Mil ano, 194 1, p . 368 (43) Ibidem, p. 607 (44) SME, Ufficio Sto rico , M 3, F 324, B. 2 - No tiz iari g iornalieri tras messi da l Coma ndo de ll'XII Raggruppamento Guardia alla Fromiera al C.oma nclo della Seconda annata, Notizia rio n . 202, 21 luglio 1943. (15) S.ME, Ufficio Storico, Dia ri Storici d ella Seconda annata, Fase. 724, re lazione cie l 31 maggio 1941. (46) ACS , SPD, e.o., Fase. 518.139, 13. 1575. Si twtwv,1 per lo più cli fuoriusciti zaristi, che aveva no trovato rifug io nel Regn o cli Jugoshivia d opo la Rivoluzio ne d'o ttobre . (47) ACS, SPD, <: .o ., Fase. 208.852, B. 687


1.'0 C.Ct; PAZIONE E L,\ SPART l7.IO:'<E DELL-\ SLOVEKI A

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riato (48). Nel frattempo, superata la fase cl i emergenza, il 12 maggio la divisione "Ravenna" aveva lasciato l'XJ Corpo d'annata per altra destinazione. Nel giugno il Comando dell'XT Corpo d'Armata si sarebbe trasferito a Planina lasciando a Grazioli il 1° reggimento granatieri per il controllo della piazzaforte cli Lubiana. Nella sua nuova veste di Alto Commissario, Grazioli, conscio dell'importanza della collaborazione della popolazione autoctona, applicò il quarto articolo del decreto del 3 maggio, istituendo una Consulta provinciale di 14 membri, scelti tra i più rappresentativi della popolazione locale: tra loro, Natlacen, gli esponenti p iù in vista dei partiti popolare e liberale ed i rappresentanti degli ordini professionali e delle associazioni socio-culturali che avevano aderito alla "dichiarazio ne cli Lubiana" . Ufficialmente, la Consulta avrebbe dovuto coadiuvare l'Alto Commissariato nell'opera cli estensione della legislazione italiana nei terrirori annessi, nel coordinamento delle leggi italiane con la legislazione già jugoslava vigente in Slovenia e nella definizione di quell'ordinamento autonomo p revisto dal decreto del 3 maggio. 1'8 giugno Mussolini avrebbe ricevuto i membri del nuovo organismo a Palazzo Venezia, gu idati eia Natlacen e dal sindaco di Lubiana Acllesic, ed accompagnati da Grazioli. In realtà, dopo i primi entusiasmi de i settori conservatori ed anticomunisti sloven i, apparve chiara la funzione meramente d'immagine ed assolutamente superflua di tale organismo: organo consultivo di un Alto Commissario con le prerogative limitate dall'ingombrante ma necessaria presenza delle autorità militari clell'XI Corpo d'armata, la Consulta non fu che un simbolo della concessa autonomia e non giocò che un ruolo secondario negl i sviluppi della situ azione politica. l suoi membri, di lì a poco, sarebbero stati utilizzati eia Grazioli e Robotti soprattutto per l'organizzazione di una forza militare anticomunista slovena da contrapporre al movimento partigiano. Alcuni membri della Consulta la abbandonarono dopo pochi mesi, come lo stesso Natlacen che si dimise nel dicembre 1941, sconsolati dall'assoluta inutilità dell'organismo. TI controllo della provincia era saldamente ne lle mani degli italiani e, per ribadire tale situazione, l'Alto Commissario aveva richiesto da Roma l'invio di funzionari ministeriali. I funzio nari che Grazio li, ancora nelle vesti di Regio Commissario civile, aveva chiesto ai singoli dicaste ri in aprile erano giunti a Lubiana nei giorni de lla proclamazione dell'annessione. Forte dell 'articolo 2 del decreto del 3 maggio che gli clava "p oteri di governo", l'Alto Commissario procedeva speditamente nella creazione d i un "esecutivo locale" che potesse rendere operativo l'apparato burocratico amministrativo della nuova provincia. Per evitare sovrapposizioni di competenze e conseguenti confusioni, Grazioli chiese ecl ottenne da Roma che tali funzionari, anzi-

(48) SJV!E, Ufficio Storico, F. 724, D iari Storiçi della 2" arnrnw, Disposizione ciel 20 maggio 19·11.


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L'OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVENIA 0 94 1-]9/43)

chĂŠ fa re riferimento ai loro rispettivi ministeri, rispondessero d irettamente a lui: nei p rogetti dell'esponente fascista , l'Alto Commissariato avrebbe dovuto diventare u na sorta cli "Governo italiano della provincia cli Lubiana" (49). Iniziava la breve vita della Provincia autonoma.

(49) Questi i nomi Agricolmra e Foreste Corporazioni Cu ltura popolare Educ,1:zione Nnionale

dei fu nziona ri, con i rispettiv i min isteri cli competenza: prof. Ciro Moseri (ispettore tecnico) ing. Rodol fo Masera (esperto in questioni corpora tive) dott. Guido Borga (funzionari o min isteriale) prof. Attilio Depoli (presid e di un liceo s<:ien tifico di Fiume) don. Ettore Raymondi (ispettore rn in is1.eriale) Finan,.e A ngelo Nicol a Donni ni (ispenore ministeriale) don. A ldo Paolon i ( ispe11o re ministeriale) comcn. Francesco Ciancimino (ispettore ministeriale) dott. Giusep pe Masiano (ispettore ministeriale) cav.uff. Nicol ò Tramontana (giudice presso la Direzione generale Grazia e Giusti zia A ffari civili) avv. Ulisse Pinon i (giudice presso l a Corte d'appello di Trieste) Interno don. Eduardo tli si,1 (viceprefetto) dott. Giuseppe Avian (vi ceprefeu.o) I.avori Pubb l ici Giuseppe Venti miglia (ispettore ministeriale) i ng. Vi ncenzo Q uasirnodo ( ispettore ministeriale) Scambi e Va lute Arnaldo Pizzi (capo ufficio Istitu to Nazionale Cambi) Arturo Colombo (isp ettore generale ciel Ministero) Comunicazion i i ng. Francesco Rolla (cap o servizio del Min istero) gr. uff. Vincenzo Senderi (funzionario ministeriale) Marina mercantile uffici.ili di Capitaneria cli porto (ACS, PCM,1910-41, fase. G 7/ 8, B .3166, doc. 12860). Il 24 ottobre 1942 un Regio decreto avrebbe i noltre istilllilO gli llffici provinciali del Ministero del Te:;oro e delle :;ezioni della Regi,1 Tesoreri,1 p rovi nciale nella n uova provinda.


CAPITOLO SECONDO L'ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO E LE STRUTTURE CIVILI

I "poteri di governo" accennati dall'articolo 3 ciel decreto del 3 maggio 1941 vennero chiariti con i successivi Bando ciel Duce del 17 maggio ("Ordinamento amministrativo e giudiziario nei territori dell'ex Regno di Jugoslavia occupati dalle Forze Armate italiane") e Regio Decreto Legge n. 452 del 18 maggio ("Sistemazione dei territori che sono venuti a far parte integrante del Regno d'Italia"). A tali disposizioni si aggiunse il 7 giugno il Regio Decreto Legge n. 454, che manteneva in vigore nella provincia cli Lubiana i provvedimenti emanati dall 'Autorità militare di occupazione fino al 20 maggio 1941, data del passaggio cli poteri all'autorità civile. Dai dispositivi legislativi sopra descritti, si possono riassumere i poteri dell'Alto Commissario nel modo seguente . Anzitutto al nuovo ufficio erano concesse le prerogative spettanti negli ordinamenti del Regno alla più alta carica governativa locale, affinché l'Alto Commissario potesse "provvedere in particolare acl assicurare l'ordine e la vita pubblica" (1): la funzione dell'Alto Commissario veniva assimilata a quella prefettizia. L'Alto Commissario esercitava dunque il potere di nominare e sostituire le autorità locali ed i funzionari civili mantenuti nell'esercizio delle loro funzioni . Inoltre, all'Alto Commissario era attribuito il potere di controllo cli legittimità e cli merito su tutte le deliberazioni ed i provvedimenti delle autorità amministrative e degli enti locali, laddove tali de liberazioni fossero soggette acl approvazione eia parte cli un'autorità superiore e comunque quando tali provvedimenti si rivolgessero alla generalità degli abitanti della nuova provincia autonoma . A tali poteri si aggiungeva quello cli rilasciare i salvacondotti agli abitanti della provincia che intendevano muoversi da essa o farvi ritorno. Infine, il potere "ampio e importantissimo" cli emanare ordinanze in materia di edili zia, cli polizia, di igiene, cli approvvigionamenti e consumi o di finanza locale, per urgenti motivi cli pubblico interesse (2). Le ordinanze dell'Alto Commissario sarehhero state pubblicate, insieme agli atti ufficiali ciel Governo centrale, sul "Bollettino Ufficiale per la p rovincia di Lubiana".

(1) Min istero clcll'Interno, D irezione Generale della Pubblica Skurezw, Servizio dell e Forze Armate di Polizia. "Partecipazione della Polizia italian,1 (Pubbl ica Sicu rezza) alle opt!razinni militari in Jugoslavia durante il conflitto 1940-1945", ,'vkmori a storica. Roma ,

1977, p. 22. (2) Ibidem.


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l.'OCClJPAZIONE ITAI.IA~A DEI.I.A SLOVENIA (1941-1943)

TI 13 maggio, ancora nelle vesti di "Regio Commissario civile", Grazio Ii inviò alla Presidenza del Consiglio un elenco dei comuni della provincia, suddivisi nei distretti dell'ordinamento territoriale jugoslavo. Si trattava di 103 comuni, poi ridotti in seguito alle correzioni confinarie con la Germania a 95, distribuiti in otto distretti: Brezice, Crnomelj, Kocevie, Krsko, Litija, Ljubljana, Logatec e Novo Mesto, più il capoluogo Lubiana. Essendo i dati demografici in possesso delle autorità italiane alquanto superati (si basavano sul censimento jugoslavo del 1931), il computo della popolazione residente nella provincia sarebbe stato affidato all'Istituto Centrale di Statistica. A questo scopo, con l'ordinanza n. 84 del 12 agosto 1941, Grazioli istituì il registro della popolazione p resso tutti i comuni della provincia e il 26 agosto rese obbligatoria la denuncia delle nascite . · Da un'indagine condotta dai collaboratori cli Grazioli, risultava comunque che la popolazione residente nel maggio 1941 su l territorio annesso ammomasse a circa 380-400 mila un iLà (3). Uno stud io più approfondito, condotto successivamente dal CNR e clall'Tstituto di Geografia clell'UniversiL~t cli Bologna fissò a circa 337 mila gli abitanti della nuova provincia (con una densità di circa 74 abitanti per chilometro quadrato). Di questi, circa 14 mila erano d i lingua tedesca, ottomila parlavo il serbo-croato e circa ottocento il "cecoslovacco". Gli israeliti ammontavano a poche centinaia (4). La popolazione della provincia praticava la religio ne cattolica nel la stragrande maggioranza (91,9 %) e il numero dei cristiano-ortodossi era assai limitato (1 %) (5). Tdistretti di Brezice, Krsko e Litija erano stati annessi al Reich, come pure alcuni comuni del settore settentrionale e nord-orientale della cintura di Lubiana; di conseguenza i comuni residui cli tali circondari vennero accorpa.ti a.i distretti rimasti sul territorio annesso all'Italia. La nuova disposizione territoriale, quindi, vedeva la provincia cli Lubiana suddivisa in cinque distretti: - distretto cl.i Lubiana (Ljubljana), situato nella zona nord occicl.enrale della provincia, comprendente i tre quarti ciel territorio precedentemente attribuitogli con l'aggiunta cli sette comuni già appartenenti al distretto cl.i Litija (964 chilometri quad rati, 68.700 abitanti nel 1941, che diventavano 91 .600 comprendendo anche i residenti nel centro cittadino); - distretto cli Longatico (Logatec), nella zona occidentale, compren-

(3) ACS, PCM, 194 1-43, l'asc. G 7 18 , B 5 166, Il I{ Commissariato Civile per i terrimri sloveni occupaci alla Presidenza ciel Consiglio dei 1'vlin iscri, 3 maggio 1941 (Docu.menro allegati 11. 1). (1) Consiglio Nnionale delle Ricerche - Comicato per la geografia, " La provi ncia di Lubian,1" (a cur,, di A.R. Toniolo, U. Giusti , G. Morancli ni), collana "Studi geografici sulle terre redente·· rnrala d all'Jstituto di Geografia della Regia Università cl i 13ologna, Zan ichelli, 8ologn,,, 1942, p. 34 (5) Elio Migl iori ni, ·' La Prov incia di Lubi,1n,1", coll,1n;1 "P,1esi d'attual ità", Cremonese, Roma , 1943, p. 44.


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t:ORDIKA\IF.l\'TO M!Mlt\ l~Ti!ATIVO EU: >TRlTrt.RF. CIVIC.C

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dente quasi tutti i comtrni del presistente distretto (561 chilometri quadrati, 24.700 abitanti nel 1941); - distretto di Coc<.:vie (Kocc.:vjc), nella zona meridionale , comprendente tutti i comuni del presistentc distretto (1065 chilometri quadrati, 40 mila abitanti circa nel 1941, con una notevole presenza di sloveno-tedeschi); - distretto di Ce rnomeli (Crnomelj), nel la zona sud-orientale, comprendente Cu lli i comuni ciel presistcnte distreuo (594 chilometri quadrati , 29.800 abitanti nel 1941. con una certa concentrazione di serbo-croati); - distretto cli Novo Mesto, s ituato nella zona nord-orientale, comprendente l'intera superficie del presistente distrello con l'aggiunta di due comuni residui dei distreui di Bre;;:ice e cli undici ciel distretto di Krsko ()289 chilometri quadrati, 81.400 abitami) (6). Con l'ord inanza n. ·12 ciel 24 ge nnaio 1942, l'Alto Commissario avrebbe definito l'ordinamento comunale: l'amministrazione delle municipalità venne affidata, secondo la legislazione vigente nel Regno, a podestà assistiti, se l'Alto Commissario lo avesse ritenuto opportuno, da una Consulta comunale composta da notabili locali di provata fede filo irnliana. Il podestà sarebbe stato nominato dall 'Alto Commissario ed avrebbe esercitato le prerogative già attribuite dalla legislazione jugoslava al sindaco, alla giunta ed al consiglio comunale (7). I distretti erano amministrati da Commissari distreltuali assimilati alle cariche di sotto prefccri, scelti tra notabili :-;loveni di sicura fede . A questo proposito, bisogna rilevare che, nel dicembre 1941 , Graziali, in seguito all'estendersi della ribellione, sostituì tali commissari, considerati poco fidati , con funzionari dell'Alto Commissariato di nazionalità italiana (8).

='Jell'opera ammin istrativa che s i accingeva ad iniziare, Grazioli si avvalse, oltre che dei collaborazionisti locali, delle strutture ciel Partito. I.I 21 ottobre 1911 la Segreteria nazionale ciel Partito Nazionale Fascis ta, su o rdine ciel Duce, istitu iva la Federazione dei Fasci cli Combattimento di Lubiana; su proposta di Mussolini, Graziali venne nominato Segretario Federale (9). Tn seguito. essendosi complicata la situazione politico-militare nella provincia, Graziali preferì occuparsi esclusivamente dell'Alto Commissariato. A ricoprire l'incarico d i Federale di Lubiana, il 9 febbraio 1942 la Segreteria del PNF chiamò l'ex volontario di Spagna O rlando Orlandini, già vicesegretario della federazione del Camara (IO).

(6) I dati s1a1istici sono stati estratti da: Consiglio Naziona le dell e Ri cerche. cil. (7) Ibidem, p. 23. (8) S1VIE, Urtìcio storie"<>. M-3, F. 324, B. 3. Verbali delle riunioni ciel Com;mdante di CA. con A ho Commissario, "Verbale ch e ha avuto lu ogo presso l'Alto Commi ssa riato il giorno 12 d ice mbre 194 1". (9) ACS. SPD. e.o., B. 1818. fase . 526.853.

(IO) ACS, PCJ\l. 1941-43. 8. 2907. Fase. l.710771 / 6'12.


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L'OCCUPAZIONE ITALIANA DELI.A StOVENI A (194"H 943}

Grazioli ed Orlandini trapiantarono a Lubiana le strutture ordinarie del Partito, istituendo le organizzazioni di massa tradizionali collegate al PNF: Gioventù Italiana del Littorio, Gruppo massaie rurali e Sezione provinciale delle lavoranti a domicilio, Opera Nazionale Dopolavoro. In seguito sorsero anche i Gruppi Universitari Fascisti, con Pietro Carra come fiduciario, e la Federazione dei fasci femminili. Il 22 febbra io 1942, nel corso del periodico "rapporto ai Federali", Mussolini dichiarò che "La Federazione di Lubiana è in prima linea": e "Prima Linea" sarebbe stata la testata del settimanale del Partito lubianese, con il fascista Luigi Pietrantonio come direttore responsabile (11). Attiva soprattutto nell"'italianizzazione" della Provincia, la Federazione fascista di Lubiana ebbe scarso segu ito tra gli autoctoni, anche tra quelli cli provata lealtà filo italiana e filo fascista, i quali per altro potevano solo "collaborare" con il Partito, militando nelle organizzazioni collaterali, e perfezionare la loro iscrizio ne soltanto dopo avere conseguito la cittadinanza italiana. Le organizzazioni collaterali al PNF ebbero di conseguenza maggiore successo tra gli sloveni: in un Notiziario politico-militare ciel 15 dicembre 1942, redatto dall'Ufficio 'T di Supersloda, veniva riportato il numero degli iscritti alla GIL federale, che ammontava a cinquemila unità, 1.500 delle quali nella sola città di Lubiana (12). Il 18 ottobre 1941 Graziali richiese ed ottenne dal Ministero dell'Interno 120 mila lire quale "fondo d'italianità" da utilizzare, "tenuta presente la particolarissima situazione di questa provincia", per le spese di propaganda pro Italia, secondo una prassi già adottata nelle provincie giuliane (13). Era necessario ribadire alla popolazione locale la sua definitiva appartenza, seppure in uno status di autonomia, al Regno d'ltalia, contrastando tanto il movimento partigiano - che seguendo una prassi adottata in altre regioni della ex Jugoslavia compenetrava l'internazionalismo proletario con le rivendicazioni patriottiche - quanto i circoli nazionalisti d'ispirazione cetnico-mihajloviciana, i quali agivano per la ricostituzione del Regno dei Karageorgevic. In un minaccioso discorso ai fascisti lubianesi, l'll dicembre 1941 Graziali affermò che dopo avere trasformato Lubiana in una provincia italiana "(. ..) faremo diventare italiani anche i suoi abitanti" (14) . In realtà, italiani gli sloveni non lo sarebbero mai diventati. Il 1° agosto 1941 Graziali richiese chiarimenti in merito al Governo: "(. .. ) ritengo sia necessario definire la questione della cittadinanza italiana, che, come è noto, non è stata ancora concessa ai cittadi-

(11) ACS, SPD, e.o., B. 1818, fase. 526.853. (12) SME Uffi do Slorico, F. 1360, Notiziari va ri Second;i arm,ita, Notiziari politico militari, No1izi ario n. 68, 15 d ice mbri:! 1942. ( 13) ACS. PCM, 1941-43, B. 266.l. fase. l -1-13-21006, souofasc. 13. (14) Teodoro Sala, " Occupazione militare t:!d ammi nistrazioni:! civili:! ndla ' provi n<.:i,1' di Lubia na ( 194 1-1 943)", i n: E. Colloni , T. Sala, G. Vaccari no, '' L' Ita lia nt:!ll 'Europa <.htn u hiana durame la seconda guerra mond iale", rsti[uto Nazionale p er la Sc.oria del Movirnento di Li berazione in Ita lia, Milano. 1966, p. 84.


L'OROINAMENTO AMMl~JS'[l(ATIVO F. J.F. STltU'JTCRF. CIVILI

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ni di questa provincia" 05). Ma la richiesta di Grazioli non ebbe alcuna risposta da Roma . Anco ra nel febbraio 1943 una p ropoMa cli Italo Sauro sulla concessione della cittadinanza italiana a sloveni e dalmati non venne neppure presa in considerazione dal Governo (16). Per tutto il corso dell'annessione, gli sloveni, come i dalmati di Sebenico, Spalato e Cattaro, sarebbero rimasti un "corpo separato", e la questione della lo ro cittadinanza italiana sarebbe stara rinviata alla conclusione del conflitto. "Singolare ed attivissima", si legge in una memoria storica della Pubblica Sicurezza "fu nei primi tempi l'opera dell'Alto Comrniss,1 rio Grazioli, che volle interpretare l'autonomia concessa alla nuova provincia non come autogoverno ma come fascistizzazione e promozione dell'economia e degli interessi loca li " (17) . Ma alla fase di italianizzazione e fascistizzazione avrebbe fa tto ben p resto seguito una fase più articolata, caratterizzata dalla ricerca del consenso tra la popolazione slovena. L'Alto Commissario si sarebbe reso conto che una politica cli denazionali zzazione forzata, simile a quella condotta dalle autorità tedesche nei distretti sloveni settentrionali, avrebbe alienato le simpatie di chi, come Marko Natlacen e l'arcivescovo Rozrnan, vedeva nell'Italia una protezione contro il nascente movimento titoista . Si trattava cli ribadire, con ene rgia, l'appartenenza di Lubiana al Regno cl 'ltalia come un dato cli fatto acquisito ed inclurtabile, senza mortificare eccessivamente tuttavia la cultura e le trad izioni degli autoctoni. TI raggiungimento d i questo equ ilibrio sarebbe stato uno degli obiettivi principali di Grazioli. Uno dei primi problemi che si presentarono dinanzi all'Alto Commissario fu quello dei funzionari ~loveni impiegati nell 'amminbtrazione dell'ex Banovina della Drava. L'ispeuore amministrativo del PNF Francesco Surace, inviato dal Partito per compiere un'indagine sulla situazione della nuova prov incia, inviò il 10 maggio :1941 al Capo dei servizi amministrativi de l Partito una relazione nella quale si sottolineava la scarsa densità demografica dei territori annessi (circa orto abitanti per chilometro quad rato). "È necessario quindi", scriveva Surace ''trovare utile imp iego all'eccesso dei fun zionari ex starali e regionali" (l 8). La volontà cli non licenziare ma di mobilitare verso altri impieghi il personale sloveno (gli appartenenti ad altre nazionalità venivano tendenzialmente rimpatriati in Croazia o in Serbia) rie ntrava in quel progetto cl i non mo rtificare eccessivamente gli autoctoni. Tnoltre, la presenza di funzionari sloveni nell'apparato che ci si accingeva a c1·eare avrebbe facilitato le nuove auto-

{1;) ACS, PC~I. 1940-41. B. 2663. Fase. 1/ 1-1343557. l.'Alro Commissario per la pro,·ineia di l.ubian:t al .\'linisrero dell'Interno, 1° :1gosco 194 I. ( 16) ACS, SPD. e.o., ll. 967, Fase. 501.4 17/1. Prorrn,ta d i h alo Sauro circa b concessione dcdla cinadi 11:111za iu1)ia11;1 alle popolcizion i delle provincie :11rn12ssc. febbraio 1943. (17) illinistero dell'Interno. op. òt., p . 24. (18) ACS. Pf\F. Servizi va ri. Serie 1. 13. 1242, I.ubiana 998, L'bpcttore Prapcesco Su ra<:e al C:1po dei servizio amministrativi el ci Partito, 10 nwggio ·194 1.


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l,'OCC1JPA7.IOKJ, ITALIANA DELLA SLOVENIA (1941-19-13)

rità, sia per quanto riguardava la comprensione ciel preesistente ordinamento amministrativo sia, più prosaicamente, per questioni di comprensione linguistica . A ciò si dovrebbe aggiungere che per lo più si trattava di funzionari con notevoli capacità amministrative cli formazione austro ungarica. Lo rivelava Grazioli, in una comunicazio ne ciel 19 maggio 1941 al l\.1inistero dell'Interno: "A unanime parere degli esperti inviatimi dai vari ministeri i funzionari ex jugoslavi e dell'ex Banovina sono in linea ge. nerale cli primissimo ordine. Per ragioni anche di carattere politico sarebbe opportuno, dopo la sistemazione di quelli occorrenti per l'amministrazione, poter provvedere all'assorbimento degli esuberanti nelle varie amministrazioni dello Stato o provinciali" (19). Mussolini diede la sua autorizzazione. Venne istituita una comissione paritetica italo-tedesca che avrebbe affrontato il problema sull'intero territorio dell'ex Banovina. I funzionari sloveni, e purati dagli elementi giudicati politicamente (o etnicamente, se israeliti) pericolosi, vennero così mantenuti in parte negli incarichi che ricoprivano precedentemente all'invasione ed in parte furono trasferiti ad altri incarichi del nuovo apparato in via cl i costituzione. Non appena si fosse definita la loro cittadinanza, sarebbe scattata l'obbligatorietà dell'iscrizione al PNF. In generale, gli sloveni impiegati nelle strutture provinciali erano così ripartiti: Uffici dell'Alto Commissariato cli Lubiana Dogane Ispettorato delle Finanze Ispettorato della Giustizia Monopolio cli Stato Teatro Nazionale di Lubiana Regia Università cli Lubiana Regia Accademia cli musica cl i Lubiana Museo Nazionale cli Lubiana Poste e Telefoni Commissariato scolastico Cassa cli Risparmio postale Regia Questura Totale

382 impiegati

25 130 150

19

43 61 10

5 270

1059 83 7

2344

(20)

A questi dovevano aggiungersi alcune centinaia cli ferrov ie ri sloveni che erano stati riconfermati ne lle loro mansioni. Inoltre, decine cli ex gendarmi jugoslavi cli origine slovena, dichiaratisi pronti a collaborare con le nuove autorità, e rano stati fo rniti cli uniformi italiane con appositi distintivi cli riconoscimento ed inquadrati nei CC.RR. e nei reparti della Re( 19) ACS , PCl'vl, 1941-43, fas<.:. G 7/ 8, B. 3166, doc. 12860, L'Alto Commissario per la provincia di Lub iana al M in istero dell'lnLerno, 19 rn,iggio 1941. (20) ACS, PCM, 1941-43, B. 2663, Fase. 1/ 1- 13-43557, L'Alto Commissario per la provincia di Lubiana a lla Presidenza elci Cons ig lio de i Minis tri, 1° agosw 194·1.


I. ORDIKAMENTO AMMIN1$'1' 1\/ITIVO F.

I.e $Tl(UTn :RF.

CIVILI

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gia Guardia di Finanza con mansioni di traduttori, analogamente ai sette impiegati s love ni della Questura. Nella fase <li amministrazione p rovvisoria il Regio Commissariato civile disponeva per la tulela dell'ordine pubblico, oltre che dei già citali genda rmi ex jugoslavi, di alcuni funzionari c.:ollaborazionisti della poli zia jugos lava, del banaglionc.: CC.RR. mobilitato "Nlilano" (al comando del maggiore Raffaele Lombardi), di u n battaglione di Guardie di Finanza e di reparti della MVSN non inquadrati nell'XT Corpo d 'a rmata appartenenti alla lV Legione della Milizia confinaria (comandata dal console Ferdinando De Padova). Erano inoltre a disposi7.ione di Grazioli , su sua ric hiesta, agenti della Compagnia Mobile Age nti cli Pubblica Sicurezza di Trieste . "Egli (Grazioli - NclA) desiderava però uno strumento più alla mano e più tecnico che non poteva esse re altro c he una Quescura e.li quelle provinciali italiane operanti alle dipendenze <lei Prefeni del Regno" (21). Nel giugno 1941 venne quindi inviaw a Lubiana dal Ministe ro dell'Interno ìl Questore c.lott. Ettore Messana, accompagnato dal Vice Qu estore don. Mario ferranre e seguilo da circa settanla tra sottufficiali ed agenti provenienti dalle Questure.: di Torino, Milano, Bologna, Firenze, Genova, Roma e Napo li . Venne o ccupata la vecchia Questura ex jugoslava e, per i servizi ed il ricove ro degli uomini, la caserma "S. Pietro'· della disciolta polizia della passata amminislrazione. Il Questore Messana o rganizzò rapidamente l'apparato <li PS nella provincia e la ra pid ità di tale azione dimostrava i timori di proba bili incidenti con il nascente movimento partigiano. Nel luglio 1941 venne islituito un Commissariato nel distretto di Kocevie, che si occupò della tute la delle minoranze cli lingua ted esca ivi residenti ed in procinlo di essere tras fe rite ne i distretti sloveni a nnessi al Reich. O rganizzata la parte nza degli s loveno-tedeschi. nel luglio 1942 il Commissariato venne soppresso . Dal luglio 194 1 furo no aperti , alle d ipendenze della Questura di Lubiana pe r i servizi cli Pubblica Sicurezza Zona cli Polizia di Frontiera di Trieste pe r i servizi di Pubblica Sicurezza di confine, uffici di PS a Trebnjc, Novo Mesto, Me tlika e Cmome lj. A questi s i aggiunse lo strategicamente necessario Ufficio Lubiana-Ferrovia, con competenza sugli impianti dell'importante nodo ferroviario e sui tronchi d i linea provenienti da Trieste via Postumia, dalla Ge rmania via Kranj, eia 7.agabria via Zalog e eia Novo Meslo via Grosuplje. Coadiuvato dai funzionari ministeriali inviati da Roma, dalle struttu· re del Partito, dai funziona ri sloveni e dagli uffici cli Pubblica Sicurezza, l'Alto Commissa rio applicò con c.:onvinzione i "pole ri cli governo" arrribuitigli. Nell'attesa di una decisione governativa sulla cinadinanza degli sloveni, Grazioli trapiantò in Slovenia le principali normalive d'ordinamento sociale, previdenziale e d 'assiste nza vige nli nel Regno d'Ital ia. Venne

(21) Min istero dcdrrntcrno, cii., p. 25.


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L"OCCUl'A ZIONE rli\LIANA DEI.I.A SLOVENIA ( 194 1-1943)

anzitutto istituito il Prevocl, l'Ente di alimentazione provinciale alle dirette dipendenze dell'Alto Commissariato. Nell'agosto 1941 il Governo istituì a Lubiana una "Federazione dei Centri d'assistenza" collegata alle organizzazioni giovanili ciel Partito, che sostituì la locale sezione della Croce Rossa Italiana. All'Alto Commissario venne dato l'incarico cli "Comandante della Federazione e delle organizzazioni giovanili" (22). La Federazione dei Centri d 'assistenza venne sciolta il 17 dicembre successivo, e sostituita con un ordinanza dell'Alto Commissariato con l'Ente Provinciale di Assistenza di Lubiana. Tra le opere di assistenza più emblematiche, si ebbe la disposizione del 25 agosto 1941 che prevedeva la collocazione dei figli dei cittadini sloveni residenti all'estero nelle strutture <.l'assistenza e scolastiche per gli emigranti italiani. La disposizione venne quindi estesa il 9 otcobre, su richiesta di Graziali, anche ai genitori, a condizione che non fossero di religione israelita (23). Il 12 gennaio 1942 venne concesso agli studenti sloveni che avessero voluto recarsi in altri istituti o università del Regno per proseguire gli stud i uno sconto del cinquanta per cento sui biglietti ferroviari. Infine il 21 dicembre 1942 un Regio decreto estese l'ordinamento relativo alla concessione degli assegni famigliari alla nuova provincia. Traspariva nell'opera dell'Alto Commissario e ciel Governo il progetto di applicare anche in Slovenia quel paternalismo che il Regime fascista aveva già sperimentato altrove, per esempio in Albania: i cittadini sloven i, cittadini di serie B poiché privi della cittadinanza italiana, avrebbero dovuto godere dei diritti che il Regime aveva rise1vato agli italiani affinché si convincessero che l'annessione rappresentava il naturale salto di qualità verso la civilizzazione dopo secoli d i "feudale" dominio asburgico e dopo decenni cli "barbaro" giogo serbo. Nell'ambito educativo ed un iversitario, tanto l'Alto Commissariato quanto il Governo si dimostrarono particolarmente attenti. Vennero anzitutto vagliati attentamente gli insegnanti, i docenti ed il personale impiegato nelle scuole, negli istituti e nell'Università. La Questura utilizzò per questo scopo gli esponenti di movimenti politici collaborazionisti, come la "Guardia nella tempesta" del professor Lambert Ehrlich della quale si parlerà più avanti, e le schedature già in possesso della ex Gendarmeria jugoslava. Sovente si trattava di esponenti cli movimenti nazionalisti legati al precedente Governo; talvolta appartenevano ad organizzazioni politiche di sinistra. lV1olti docenti si erano formati sotto l'Impero asburgico ed avevano mantenuto una profonda ostilità verso gli italiani. Il rischio che tali idee, genericamente definite "sovver~ive", potessero essere trasmesse agli studenti, creando pericolose cellule di resistenza, era

(22) ACS, PCM, 1941-43, B 2662, I:'. l -1-13-22773, L'Alto Commissa rio pe r la provi nci,1 di Lubiana :llla Preside nza del Cons iglio de i iVlinis tri, 6 agosto 1941. (23) ACS, PCM, 1941-43, I3. 2663, F. 1/ 1- 13-2816, li Min istero degli Interni all'Alto Commissario per la provincia cli Lub ia na, 9 onobre 1941.


1,'0RDJN,V.1~NTO AM~ll:'>ll~TRA'I IVO E I.E STRU"ITUKE CIVll,I

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reale. Già il 15 agosto 194 1, come si leggeva in una relazione del Comando della Seconda armata al Comando Supremo, l'Un iversità di Luhiana era considerata il centro nevralgico del ceto intel le ttuale partigiano (24). Ne l novembre 1941 il Comando dell'XI Corpo d'armata non si faceva illusioni: gli insegnanti sloveni, "infervorati propagandisti (. .. ), basano la loro propaganda perfino su i libri di testo che nelle scuole clemt.:nta ri sono ancora quelli del vecchio regime t.: che ne lle scuole .med ie e s uperiori dovrebbero essere più a ttentamente t.:saminati dalle nostre a utorità" (25). Nella riunione del 17 settembre 1942 tra il generale Roboni e l'Alto Commissario, il Comandante dell'XI Corpo d 'armata avrebbe ribadito tale concecco: "il nostro ne mico è costituito dal! ' intellighenzia cli Lubia na" (26). Un ese mpio di questa situazione lo diedero gli avvenimenti del 1° dicembre successivo , quando, in occasione del ventitreesimo anniversario della fondazione del Regno Serbo-Croato-Sloveno, in molte scuole elementari gli insegnanti fecero alzare in piedi per un minuto - in segno di omaggio alla ex Jugoslavia - le classi di alunn i. All'episodio riportato nei diari storici dell'Xl Corpo d'a rmata, seguì una dura reazione epurativa condona dalle autorità italiane (27). Si trattava di trasformare radicalmente l'ord iname nto educa tivo, sostituendo gradualmente programmi e soprattutto pe rsonale, dando al contempo agli s tudenti agevolazioni e strutture affinché non potessero fare delle rimostranze per una didarcica più efficiente un pretesto per una piL1 estesa protesta contro le nuove autorità. Il 17 agosto 1941 un Regio decreto istitu iva un nuovo istituw gin nasiale a Lubiana. Il 9 settembre Grazioli richiedeva al Ministero dell'Educazione Nazionale la fornitu ra per la biblioteca universitaria di Lubiana di opere di cultura italiana, pubblicazioni ciel Regno, acci, rendiconti e memorie cli Accade mie e I::;rituti scientifici e di tutti gli atti pubblicaci dai dicasteri, dal Consiglio Nazionale d elle Ricerche, dall'Istituto Centrale d i Statistica e dagli altri emi statali (28). ·ei mesi successivi gli enti e gli organismi ai quali era stata fatta la richiesta inviarono ingenti documenta;cio ni a Lub iana. Lo stesso Mussolini sembrò seguire con a tte nzione l'ope razione politico-culturale di Grazioli. Il 17 giugno 1941 stanziò, dal s uo

·(24) ACS, PCM, 1941-43, l:l 2662, F. l-l-13-26030, Appu nco per il D uce della Pr<::sidcnw <l<::I Consiglio ùei .'vlinislri, 18 sencmbr<:: 1941, con allega ta relazione ciel Coma ndo della Seconda Armata al Comando Supremo. (25) S:\IIE, Ufficio Storico, 1\1-3, F. 32·1, A. 4 '·Kotiziari informazioni del Comando dell'Xl Corpo d'Armata", Notiziario del 6 novembre 19/41. (26) Sl'vl E. Ufficio Sto rico, M-3, F. 325 , B. 7 "Verh,il i ri unioni del Comand,1n1e cli C.A. con l'Alto Commissario"', Riunione presso l 'Alto Commissariato d<::l giorno 17 seuembre 1942/XX. ( 27) $:\Il E, Ufficio Storico. M-3, fase. 32/4, ll. 3 "Verbali riunioni del Comando di C.A. con l'Alc.o Commissario ", Vcrhak della rilinion<:: che ha avuw l uogo pr<::sso l'Alto Commissar.iato il giorno 12 cliccm hre 1941/X!X. (28) ACS. PCM, 1941-·13, B. 2661, ra:;c. l - 1-13-21006, souofasc. 8, L'Alto Commiss:irio per la provincia di Lubiana al \linis1ero dell'Educazione '.'Jazionale. 9 settembre 1941.


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L·ocCUl'i\ZJONE ITA I.IAKA DEI.I.A 51.0VE:-,JJ,\ ( 194·1-1 943)

fondo personale, 600 mila lire a favore delle istituzioni culturali della nuova provincia . Il 20 agosto altre 30 mila lire vennero poste dal Ministero dell'Educazione Nazionale, su richiesta del Duce, a disposizione degli insegnanti sloveni per i loro viaggi di studio e di formazione nel resto d'Italia. Infine, il 15 novembre, vennero prelevate eia Mussolini 100 mila lire dai fond i discrezionali della Direzione Generale cli Pubhl ica Sicurezza, le quali vennero stanziate a favore degli studenti cli medicina di Lubiana vincitori di borse d.i studio, che le avrebbero utilizzate per i loro spostamenti accademici in Italia (29) . li 10 settembre 1941 il Ministero dell'Educazione Nazionale, competente per l'estensione dell'ordinamento scolastico nella nuova provincia, chiese alla Presidenza del Consiglio se l'Alto Commissario aveva, tra i suoi pote ri di governo, anche la facoltà cl i emettere ordinanze innovative sul la materia. Considerata la particolare situazione di autonomia linguistica, il lVIinistero clegll'Interno - interpe llaco dalla Presidenza ciel Consiglio - suggerì di attendere l'estensione della legislazione fondamenta le del Regno alla Slovenia annessa prima di procedere con una verifica delle prerogative (30) . Veniva così mantenuto l'ordinamento scolastico tradizionale ciel Regno cli Jugoslavia con l'introduzione cli programmi italiani, in una situazione provvisoria che sarebbe tut.tavia diventata di fatto definitiva . L'intervento culturale venne effettuato parallelamente alla già citata epurazio ne dei quadri didattici. Inoltre, dinanzi all'intensificarsi della crisi politico-militare, il 28 ottobre 1942 l'Alto Commissario avrebbe definitivamente chiarito la questione, rimasta in sospeso, delle eventuali assunzion i di nuovo personale nell'Università : con rife rimento specifico ai cittadini sloveni che avevano facto richiesta di assistenti volontari e non cli ruolo p resso la Regia Università, Grazioli ord inò di respingere qualsiasi richiesta d'assunzione cli sloveni poiché "non italiani e quindi non iscritti al PNF" (31). La situazione politica, fattasi incandescente, aveva trasformato il problema della cittadinanza ital iana non ancora concessa Govern o in una prevenzione contro pericolose infil trazioni sovversive. Oltre alla mancata applicazione d i un ordinamento scolastico speciale a Lu biana, un altro esempio cli come l'autonomia della provincia fosse ben lungi dall'essere accettata nei fatti dal Governo di Roma fu la q uestione della risoluzione delle vertenze amministrative. Il nume ro de lle vertenze amministrative ancora pendenti presso il Tribunale amministrativo dell'ex Regno jugoslavo convinse Graziali a chiedere il 29 agosto 194] alla Presidenza ciel Consiglio l'istituzione a Lubiana cli un Tribunale Speciale Amministrativo. L'Alto Commissariato inviò q uindi a Roma uno schema d 'ordinanza in merito. La risposta ciel Guardasigill i fu nega-

(29) ACS, SPO, e.o, 1:l. 1573, rase. 518.074. (30) i\CS, P(M, 1940-4 1, B. 2662, rase. l -1-13-25615. (31) i\CS, PC.VI, 1941 -43, B 2663. Fase. 1/ 1-13-55485.


J:OKOINAMENTO AMMIK ISTRATIVO E I.E STRUT J'U KE CIVJJ.1

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tiva: il 23 ottobre il Ministero di Grazia e Giustizia inviò a Graziali una le tte ra cli risposta che non lasciava adito a dubbi circa la permanenza nella nuova provincia dello stato di provvisorietà ormai defini tivo: "(.. .) una giurisdizione speciale ( ...) contrasterebbe con una delle fondamentali leggi del Regime, il quale anche nel campo giurisdizionale ha sempre affermato il princip io strettamente unitario come diretta conseguenza di quello più gene rale della inscindibile sovra nità dello Staro" (32). Anche la proposta in subordine, presenrnta dalla Presidenza del Consiglio, dell'istituzione di una Commjssione ad hoc c he dirimesse le vertenze in luogo del Tribunale Speciale Amministrativo venne respinta dal Ministero. La contropro posca del Guardasigilli, che Graziali dovette accettare a malincuore, fu d i istituire una Commissione con soli poteri consultivi. AscoltatO il·parere della Commissione, l'Alto Commissario avrebbe preso le decisioni ritenute a sua discrezione più opportune in merito alle diverse vertenze. Il 4 genna io 1943 la Presidenza del Consiglio limitò la competenza dell'Alto Commissariato ai ricorsi su atti ex jugoslavi effettuati contro una autorità gerarchicamente inferiore ali' Alto Commissariato; in attesa dell'estensione del diritto amministrativo italiano alla nuova provincia, i reclami contro a utorità equivalenti o superiori al corrispondente ex jugoslavo dell'Alto Commissario (il Bano) avrebbero dovuto essere p resentati dai cittadini sloveni nella forma dell 'opposizione direttamente al Re ed Imperatore, e non con ricorso al Consiglio di Stato (33). Traspariva nell'atteggiamento del Governo il già citato fastidio con il quale si affrontava ogni questione legata, più c he alla nuova provincia, al suo status autonomo: al di là delle dichiarazio ni contenute nell'a1ticolo 2 del decre to del 3 maggio, la cenrralità dello Stato e dei s uoi ordinamenti sarebbe stata ribadita in ogni occasione. In politica monetaria, le autorità italiane operarono una rapida sostituzione del dinaro jugoslavo con la lira. Il 10 maggio l'ispettore amministr~ltivo del PNF Surace comunicava al Partito che il cambio era stato fissato, al momento dell'occupazione, a tre nta lire per cento dinari ed era stato fatto obbligo agli e nti ecl ai privati cli accettare esclusivamente la lira italiana per i pagamenti dei beni acquistati e dei servizi connessi con lo stato d 'occupazione. Veniva altresì vietata l'introduzione di dinari da altre regioni della ex Jugoslavia (34). Era stato applicatO il Bando del Duce del 29 aprile, con il quale, oltre a fissare il cambio d inaro/ lira nella misura sopra riportata, si dichiaravano a corso legale soltanto la lira italiana ed il franco albanese. Il commercio con valuta diversa eia quella italiana ed albanese sarebbe stato di compete nza diretta dell 'Istituto Nazio-

(32) ACS, PCM, 1941-43, B. 2661, F. l-1-1 3-21006, sou.ofasc. 9, Il Ministero di Grazi a e Giustizi,1 all'Alto Commissario p er !;1 provincia di Lubi ana, 23 onobre 1941. (33) ACS, PCM, 1941 -43, !3. 2663, Fase. 1/ 1-13-5472 1. (34) ACS, PNF. Servizi vari , Serie 1, B. 1242, Lubiana 998.


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l.'OCCUPA7.lONE ITALIANA DELL.A SLOVENIA ( 194 1-19·13)

nale per i cambi con l'estero (35). In seguito, il cambio sarebbe scato corretto dal Ministero delle Finanze, previo parere dell'Alto Commissario. Le controversie sulla conversione valutaria, le cui modalità vennero regolate da un Regio Decreto legge il 2 giugno 1941, sarebbero state risolte da specifiche commissioni ministeriali, che cessarono la loro attività il 30 giugno 1942. Il 2 giugno 1942 i prezzi della provincia furono allineati ai prezzi italiani, con l'estensione della normativa vigente nel Regno, creando notevoli problemi ai cittadini sloveni che subirono repentinamente un innalzamento del costo della vita (36). Il sistema bancario jugoslavo p resistenre venne inizialmente mantenu·: o dalle nuove autorità, che esercitarono su di esso, come sugli istituti as~ icurarivi, cli previdenza e di assistenza, un attento controllo. A clii:_ ferenza cli quanto compiuto dalle aurorità germaniche nei distretti settentrionali, il denaro versaro nelle banche e nelle casse di Risparmio non fu utilizzato dall'Alto Commissariato. Lo ribadiva, il IO maggio 1941 l'ispettore Surace: "Mi è gradito segnalare ch e non un dinaro è stato prelevato per le necessità dell'Amministrazione Commissariale, affinché la popolazione sappia che l'Amministrazione italiana dà (sottolineato nell'originale - NdA) ma non preleva e non grava sulle finanze dei rerrirori occupati" (37). Le casse dell'amministrazione civile italiana vennero inizialmente fi nanziate con il sequestro della cassa della Divisione Drava, appartenente al disciolto Regio esercito jugoslavo (ca . 33 milioni d i dinari, pari a circa 11 milioni di lire secondo il cambio imposto dagli italiérni) (38). Tale somma sarebbe stata versata nel giugno 1941 nei forzieri della neoistituita "Cassa di Risparmio della Provincia cli Lubiana" (39) . In realtà, Grazioli informò il Ministero delle Finanze che si trattava di un crecliro con la Serbia, in quanto poco prima della disfatta il contante era stato trasferito da Lubiana a Belgrado dall'amministrazione della Divisione Drava. Sulla questione si aprì una controversia, poiché l'ispettore ministeriale Strino, inviato dal dicastero delle Finanze a Lubiana per verificare la situazione, dichiarò che una parte della somma era stata lasciata dai militari jugoslavi in Slovenia . Tale controversia rientrò in una più amp ia polemica tra l'Alto Commissario e l'ispettore . Quest'ultimo aveva riscontrato, durante la sua ispezione, una situazione amministrativa difficile e caotica, come si evince da lla sua relazione dell '11 agosto 1941. Venuto anticipatamente a conoscenza dell 'op inione d i Strino, Grazioli, già il 17 luglio aveva inviato al Minis te ro delle Finanze una vivace, per non (35) SME, U fficio scorico. Diario Swriec.> della Seconda arm,tta, f. ì24, Ali. 103, Ban-

do del Du ce del 29 aprile 1941 . (36) ACS, PCM, 1941-43, n. 2663, fase. 1/ 1-1 3-50 144. (37) ACS, PNF, Servizi vari , Sc1"i'e 1, B. 1242, I.ubiana 998, 1,·1spe1tore ammin istra tivo Francesco Sur:ice al Capo d ei Servizi amminiscrncivi del Partito, 10 maggio 194 1. (38) Ib idem . (39) ACS , l'C!VJ, 1941 -43, B. 2661, F:1sc. 1-1-13-1899/i, soccofasc. 2. Secondo il Mi nistero delle Finanze, eia un computo effettuaw dai suoi funzionari a Lub iana il 18 luglio 1941. si tra ttava d i un a somma pari a 34.778.867,33 dinari jugosl avi.


L·OI\Ol\11\~IENTO A1\ l~ll :-IISTI\ATIVO E LE 51 I\V ITCRF. CIVILI

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dire furente, protesta contro le considerazioni del funzionario. Nella polemica si inserì il Ministero dell'Interno, richiamando all'ordine i funzionari delle Finanze e prendendo le d ifese cli Grazio li il q uale, a detta del dicastero, aveva fronteggiato uno stato d i cose eccezionale con mezzi di fortuna, riuscendo wrravia a chiudere in pareggio il bilancio della provincia . Ancora il 25 settembre successivo, il Ministero delle Finanze ribadiva che, a suo parere, notevoli erano state le irregolarità compiute dall'Alto Commissariato in maLcria finanziaria ed amministrativa. Vennero eseguile di conseguenza altre ispezioni, che tuttavia non riuscirono a chiarire la situazione (40). Come spesso accadde, anche in questo caso la questione venne lasciata cade re dagli o rganismi competenti, e non ebbe più seguito. Un altro arrrito tra Grazioli ed il Ministero delle Finanze si ebbe con la questione dei fondi di gestione. li 18 gennaio 1942 Grazioli chiese al Ministero delle Finanze un fond o cli 28 milioni cli lire per il fun zionamento dei servizi dell 'Alto Commissariato. TI 3 fe bbraio la Direzione Generale del Tesoro del Ministero delle Finanze comunicò a Grazioli che la Ragioneria Generale c.lelllo Stato concedeva tale somma esclusivamente per "regolari:aare le anticipazioni ricevute da lle Casse militari e dall'Amministrazio ne dei Monopoli": quindi l'Alto Commissario avrebbe dovuto utilizzare il fondo per pagare i debiti del suo ufficio. L'8 febbraio la risposta di Graziali alla Direzione Generale del Tesoro, alla Ragioneria Generale ed a lla Presidenza del Consiglio fu estremamente polemica . Richiamandosi alla legge n. 1286 de l 24 novembre 1941, Graziali ricordava che i contributi venivano concessi per il pagamento degli stipendi dei funzionari compreso il pagamento dei debiti. Di conseguenza, l'Alto Commissari<.) avrebbe utilizzato tale somma come meglio avrebbe creduto per poi, con il rend iconto consultivo, dare tutti i ragguagl i sulle spese: "Ciò spiegato", concludeva l'Alto Commissario "non posso nascondere il mio disappunto per l'intralcio, che il nuovo ritardo alla riscossione del contributo frappone alla sollecita regola7.ione delle pendenze della gesLione 1941 e all'assestamento del bilancio" (41). La polemica si sarebbe trascinata ancora per diverso tempo, senza approdare acl alcuna risoluzione. Al cl i là del meriro della querelle tra Grazioli e il Ministero de lle Finanze, risulta evidente da tali accadimenti uno stato cli malessere , determinato eia incomprensioni reciproche tra gli organi dello Stato, che avrebbe caratterizzato turri i rapporti tra l'Alto Commissariato ed il Governo. Frustrato nelle sue aspettative cli dare alla Slovenia annessa uno Statuto autonomo, e di fatto limitaco nelle sue pre rogative concessegli inizialmente, il "superprefetto" di Lubiana - man m,rno che i mesi trascorreva-

(40) J/Jide111. (41) ACS , PCM, 1941-43, l:l. 266 1, Fase l -1-13-21006, sottofa~<:. 18. L'Alto Commiss,1rio per la provincia <li Lubiana alla Direzione Generale del Tcwro, 8 fcbbrnio 19-12.


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L'OCCUl'i\ZIO KE IT/\f.lANA l)Ef,LA SLOVENIA (19; 1-1943)

no - sentiva semp re di più l'allontanamento dei poteri centrali dalle q uestioni slovene. Per quanto concerneva la politica commercia.l e , inizialmente vennero mantenute integre le barriere doganali in Slovenia, anche verso l'Italia, per evitare l'esportazione dai territori occupati e favorire il contingentamento . Successivamente, in seguito a lla promulgazione di un Bando del Duce il 29 aprile 1941 ("Disposizio ni in materia dogana le nei territori dell'ex Regno di Jugoslavia occupati dalle forze Armate italiane"), la situazione venne definita più dettaglia tamente. li 13 agosto 1941 il Ministero pe r gli Scambi e le Valute, dopo avere esaminato il fabbisogno cli mate rie prime fino al dicembre dello stesso anno e lencatogli dalla Federazione degli Industriali di Lubiana, definì i criteri per le importazioni ne lla provincia, ribad endo c he la decisione sull'opportunità ed i tempi d e lle eventuali importazioni era prerogativa dell'Alto Commissario. Merci potevano essere importate dalla Germania, dal Protettorato tedesco cli Boemia-Moravia, e d alla Slovenia tedesca ( in particolare l'energia idroe lettrica) tramite le compensazioni. Tali merci erano sottoposte a contingentamento. Generi alime ntari e prodotti cl i la rgo consumo avrebbero potuto essere importati eia Bulgaria, Romania , Ungheria, Norvegia e Spagna. Le m erci (pollame,, uova, cavalli ed ovini) p rovenienti dallo Stato Indipendente cli Croazia sarebbero sta te contingentate fino al valore massimo di tre milioni cli lire e ntro il 31 dicembre 1941. La dipendenza a lime n tare dalla Croazia era notevole, in seguito all'accaparramento cli d e rra te alimentari da parre d e i militari tedeschi nei g iorni d 'aprile, che aveva impoverito l'intera ex Banovina (42). Il consumo di benzine, carboni, colori organici sinretici, nafta, oli minerali, pe trolio, rame, stagno sarebbe stato regolato, a seconda del setto re cli competenza, dal 1\ilonopolio Carboni, dal Monopolio Metalli (la legislazione monopolistica era stata estesa alla n uova provincia con un Regio Decreto legge il 19 maggio , convertito in legge l'8 agosto 1941) e dal Ministero per l'Economia Corporativa. Veniva p ro ibita l'importazione cli o ro, argento ecl alluminio dalla Serbia, e, naturalmente, q ualsiasi importazione d alle Nazioni nemiche. Vi era inoltre l'obbligo per Lubiana, come pe r tutte le altre p rovincie italiane, cli eseguire le d isposizioni relative agli ammassi delle me rci prodotte intername nte presso gli enti accentratori. Si sottolineava altresì l'importanza dell 'interscambio con le p rovincie italiane. Il 26 novembre 1941, Grazio li richiese che Lubiana venisse inserita, insie me a Fiume ed alla Dalmazia, tra I.e provincie bene ficiarie della Risolu zione italo -croata per g li scambi commercia li cie l 18 maggio 1941. L'Alto Commissario motivò la rich iesta sottolineando che, fi no all'aprile 1941 , i ra ppo1ti commerciali sloveno-croati erano stati mo lto stretti, e con tale estensione sarebbero potuti permanere. Inoltre l'este nsione avrebbe evitato l'

{42) ACS, PNF, Servizi vari, Serie I , B. 1442, Lubiana 998, L'ispetto re ammi nistra tivo Francesco Surace al Capo dei se rvizi amminist ra tivi ciel Partito , 10 maggio 1941.


l,'O RD l:-lAM c.' fl'O A~l~II NIS'J'll,\TLVO E LE S'l'I\UT rUllE <:IVI I.I

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isolamento di Lubiana, che per altro non avr<..:bbe così più gravato sulle risors<..: agricole nazionali. 11 Ministero degli Esteri rispose il 9 d icembre dello stesso anno, negando l'estensione in quanto la Risoluzione si richiamava a precedenti accordi con Ante Pavclic considerati "assolutamente eccezional i". Inoltre, la Cro:.tzia avrehbe già avuto notevoli difficoltà nel!' adempiere a quanto irnpostole dall' Italia ed un coinvo lgimento di Lubiana sarebbe stato un ulteriore gravame per il giovane Stato Indipendente (43). Jl 6 giugno 1943, dopo a vere artentamente vagliaco la situazione eco nomica della provincia. Graziali inviò al Ministero pe r gli Scambi e le Valute una relazione di chiarimento in merito alle sopra citate disposizioni. L'Alto Commissario richiese l'esonero dagli ammassi della carta cli giorna li cd inoltre l'esonero delle industrie slovene dal passaggio presso gli enti accentratori per il loro approvvigionamento diretto, laddove questo si fosse effettuato tram ite com pensazione con prodotti sloveni. Veniva poi richiesta la licenza d'importazione nel caso di merci di proprietà di cittadini sloveni rimaste in altri regioni dell'ex Jugoslavia. A ciò, Grazioli aggiu nse la richiesta di esclusione dei concingenlamenti delle merci provenienti dalla Slovenia tedesca, in q uanto la loro entità e ra notevole (44). l'\ella stessa relazione veniva inoltre chiesto, riferendosi alla mancata applicazione in Slovenia della Risoluzione italo-croata del 18 maggio 1911, se le impo rtazioni contingentate d alla Croazia dovessero essere limitate al solo consumo interno, in quanto prima del conflitto diverse industrie slovene lavoravano materie prime provenienti dalla Croazia. Se tali relazioni fossero state mantenute, ollre ai vantaggi pe r le econom ie di Slovenia e dello Stato Indipendente di Croazia, i p rodotti finiti avrebbero potuto essere venduti in Italia. Infine Grazioli richiedeva l'autorizzazione alla temporanea esportazione e importazione verso e dalla Sloven ia tedesca cli prodotti tessi Ii e cartacei che avrebbero dovuto essere inviati per la lavora zione nei distretti settentrionali e quindi riencrare a Luhiana. Il 22 gi ugno il Ministe ro negò il trattenimento a Lubiana della carta e.la giornali. Si ribiclì l'obbl igo per le industrie slovene di passare dagli enti accentratori. Venne altresì esclusa la temporanea esportazione, salvo casi abituali, che sarebbero scati vagliaci separatamente. Furono invece accettate le proposte cli Grazioli cli modifica delle disposizioni sulle importazioni dalla Slovenia tedesca e dalla Croazia. Infine venne concessa la licenza di importazione di merci provenienti da regioni ex jugoslave di proprietà cli cittadini sloveni. La materia, estremamente complicata, fu

c.13) ACS, rc;:v1, 1940-41, H. .2661. f ase. 1-1 -13-21006, s<mofasc. 15. (4 4) O ltre alla pr1;:ziosiss i1na c: nergia i droelettrica, l.\diiana clip..:ndeva d ai d istretti ck:1la Slov<::nia tedesca per: acqu:1, latte, ceme nto, calce, colori, vernici , cana, acido solforico. artkoli ferrosi, tubi in ferro, c:ucnc. ;icd:tio, puntine da disegno, guarnizioni in ferro. vasellame, vetro rozzo e l;ivoraio, pietre pt! r arrotare, <.':.tolino, pmdotli chimiC'i i n gener<::. fr1k i. asci , piccon i, :t.app<::.


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r; o CCUl'AZIO'.'<E ITAUANA DELLA SLOVENTA (!9·11-1943}

affrontata anche dal successore cli Grazioli, Giuseppe Lombrassa (19061966), che il 9 luglio 1943 chiese maggiori chiarimenti in merito senza tuttavia ottenere alcuna risposta eia Roma. La politica commerciale imposta dal Governo alla provincia dimostrava la scarsa fiducia riposta dalle autorità nell'imprenditoria slovena, negando ad essa quella elasticità necessaria per potere mantenere rappo1ti commerciali con altre realtà ed imponendo ad essa una disciplina (gli ammassi, l'accentramento, il contingentamento, la compensazione) estremamente frustrante. L'esclusione della Slovenia dalla Risoluzione italo-croata, inoltre, era inspiegabile, tenendo conto dell'appartenenza giuridica a tutti gli effetti della provincia al Regno d 'Italia e i motivi reali cli tale decisione (assai sfavorevole per le imprese ed i cittadini sloveni) erano da ricercare soprattutto nell'ostilità di Zagabria verso le altre regioni della ex Jugoslavia. Infine, la divi:-,ione della Slovenia aveva sottratto alle imprese di Lubiana i ricchi distretti settentrionali, costringendo le industrie ad un completo rapporto cli sudditanza con le autorità tedesche di Maribor. Molto attivo fu l'Alto Commissariato nel settore delle opere pubbliche. Già il 18 maggio 1941, all'indomani della sua nomina ad Alto Commissario, Grazioli ricevette l'ordine da Mussolini cli iniziare lavori di completamento dell'Università, di sistemazione delle strade e cli edificazione di un nuovo Ospedale provinciale (45) . Il 29 agosto il Governo italiano varò una legge per lo stanziamento di 500 mi lioni cli lire da destinare all'esecuzione di opere pubbliche straordinarie (opere stradali, igieniche, di edilizia statale, popolare e scolastica, opere idrauliche, marittime ed impreviste) a Lubiana, Fiume, Spalato, Cattaro e Zara (325 milioni) ed al miglioramento delle strade (125 milioni). Graziali destinò la maggior parte ciel fi nanziamento per le opere igieniche e cli risanamento delle abitazioni; una parte considerevole del capitale residuo venne destinato ad opere di edilizia popolare, statale e scolastica ed alla sistemazione della rete stradale nella provincia (46). Un piano per nuove opere p ubbliche sui territori annessi fu varato con un Regio Decreto il 4 settembre 1941. Convinto assertore dell'imponanza politica dell'edilizia popolare, nel gennaio 1942 Grazioli chiese al Ministero dei Lavori Pubblici l'istituzione cli un Istituto Autonomo per le Case Popolari nella provincia. Il Ministero rispose proponendo l'estensione del Testo Unico ciel 28 aprile 1938 n. 1165. Con un certo stupore, l'Alto Commissario rammentò al dicastero che i testi unici potevano essere applicati soltanto successivamente all'entrata in vigore del Codice Civile il quale a sua volta, come tutte le altre leggi fondamentali del Regno, non era ancora stato introdotto nella nuova provincia. Graziali, quindi, chiese i poteri per emanare un'ordi-

(15) ACS, PNF, Servizi va ri, serie 1, n. 1242, Lubiana 998. (46) ACS, PCM, 1941-43, Fase. G 7/ 8, B. 3166, <loc 12970


1.'0 RDINAMl',l\'1'0 ,\MMINISTI\.ATIVO E I.E STltU'JTURE CIVll.1

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nanza straordinaria di istitu zione di uno IACP a Lubia na. Da Ro ma, il Ministero rispose insistendo sull'introduzione del Testo Unico, e la questione proseguì - con lunghe attese eia parte dell'Alto Commissariaro fino al 5 maggio 1943, quando il Ministero dei Lavori Pubblici presentò alla Presidenza ciel Consiglio uno schema di Regio Decreto ne l q uale si introduceva a Lubiana il Testo Unico sull'edilizia. li 28 maggio la Presidenza del Consiglio comunicava che: "Questa Presidenza ritiene che non sia oppo rtuno dare seguito agli sc he mi di provvedime nto re lativi all'estensione della legislazione italiana sui Lavori Pubblic i a lle p rov incie annesse (. .. ), all'estensione alla provincia cli Lubiana ed al territorio annesso alla provincia di Fiume della ele tta legislazione sull'edilizia popolare ed economica. Com'é stato opportuna mente messo in r ilievo dal Ministero delle Finanze, la questione potrà essere riesaminata allorquando la mutata situazione consentirà cli svolgere in quelle zone un'apprezzabile attività in materia e.li opere pubbliche" (47) . il progetto venne quine.li definitivamente a ccantonato. Un analogo falli mento dei tentativi di Grazioli cli intervenire per migliorare la situazione edilizia nella provincia fu il progetto di riassestamento dell'ed ilizia carceraria a Lu biana. Nel luglio 1941 il Direttore Generale per gli isriruti di prevenzione e di pena del Ministero della Giustizia aveva compiuto un'ispezione nei territori annessi. Soddisfatto della s ituazione a Lubiana pe r quanto concerneva i fabbricati atti alla carcerazione preventiva e pe r le peni brevi, il Direttore aveva ritenuto indispensabile provvedere tempestivamente alla costruzione di opportuni fabbricati per l'espiazione delle pe ne gravi, anche in visione di un aggravarsi della s ituazione politica ne lla provincia. Venne quind i proposta la costruzione e.li un carcere a Lubiana della capienw cli trecento posti . Il 1'v1inistero stanziò quindi 500 milio ni allo scopo, quindici dei quali "immediatamente d isponibili", senonché l'Alto Commissa rio -nonostante le sue ripe tute ric hieste di informazio ni non vide mai giungere a destinazione tale somma (48). In materia di circolazione, Graz ioli introdusse le strutture de l Regno, dal Rea le Automo bile Club Italiano (26 sette mbre 194]) a l Pubblico Registro Automobilistico (1° o uobre 1941) (49). Il 29 aprile 1941, con l'ordinanza n. 13 de l Regio Commissario civile, e ra stata limitata la circolazio ne de gli autoveicoli e e.le i motoveicoli a quelli di pubblico interesse. Quindi, il 12 luglio (ordina nza n. 65), anche a i veico li e d ai motoveicoli e.li pubblico inte resse venne proibita la circolazione notturna e festiva, fu p roibito il tras porto di donne e bambini e venne impedita la fuoriuscita cli veicoli dai territori provinc iali. Infine, il traffico e.lei servizi pub-

(47) ACS. PCM, 1941-43, B. 2663, Fase. 1/ 1-13-36861. L,1 presidenza e.lei Consigl io elci Minis1ri al Minisero elci Lavori Pubhlici, 28 maggio 1943. (48) ACS, PCM, 1940-41, il. 2662, Fase. 1-1 - 13-218'13. (49) Gli au toveico li d ella provincia ri p tinavano sull;i l arga le i n iziali "LU".


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l.'OCC1JPA7.IONE ITAIJANA DELT.A Sl.OVENJA (194 1-1943)

blici fu limitato ai giorni feriali. Anche in questo caso, la Presidenza ciel Consiglio non ravvisò la necessità cli estendere nella provincia le disposizioni in materia cli circolazione vigenti nel resto ciel Regno. Come si è visto, l'attività dell'Alto Commissario venne ripetutamente limitata, se non inibita, dalla mancata applicazione nella nuova provincia della legislazione ordinaria vigente nel resto ciel Paese. Oltre ai casi già ricordati, va menzionata la proposta di bonifica delle paludi presso Lubiana presentata nel giugno 1941 alla segreteria del Duce dall'ufficio tecnico del Consorzio cl i bonifica della Bassa fri ulana, che fu rinviata fino all'applicazione della legblazione corrispondente sui nuovi territori annessi. Anche in materia cli circola7.ione ferroviaria, l'Alto Commissario richiese il 20 febbraio 1942 i poteri d 'ordinanza in assenza della disciplina su l personale ferroviario vigente nel Regno, ottenendo un rinvio sino all'appl icazione -che non ebbe mai luogo- di detta regolamentazione. Un altro esempio fu la legis lazione previdenziale, la cui applicazione fu proposta dal Ministero dell 'Economia Corporativa il 18 agosto 1941, e c he fu anch'essa rinviata in attesa dell'estensione delle leggi fondamentali del Regno. La Presidenza del Consiglio, si leggeva nella risposta al dicastero , "(. ..) segnala l'opportunità di far luogo all'estensione a eletti territori in modo graduale, iniziando con l'estendere le leggi costituzionali, che debbono rappresentare il punto di partenza e la base di ogni altra disposizione legislativa che stabilisca diritti e doveri per i cittadini dei territori ex jugoslavi passati a far parte ciel Regno d'Italia" (50). Il 26 dicembre 1941 un Regio decreto estendeva, con un inspiegabile ritardo, ai territori annessi le leggi fondamentali del Regno d'Italia. Tra le ventisei leggi che furono estese alla nuova provincia, vanno menzionate: lo Statuto fondamentale del Regno del 4 marzo 1848 (Statuto albercino); la legge n. 2263 del 24 dicembre 1925 sulle attribuzioni e prerogative ciel Capo del Governo, Primo Ministro e Segretario di Stato; la legge n. 100 del 31 genna io 1926, sulla facoltà del potere esecutivo di emanare nonne giuridiche, con la sua modifica del 4 settembre 1940; la legge n. 2693 del 9 dicembre 1928, sull'ordinamento e le a ttribuzioni del Gran Consiglio del Fascismo, con le sue modifiche del 1929, 1935 e 1937; il Regio decreto n . 513 del 28 aprile 1938 sullo Statuto ciel Partito Nazionale Fascista, con le modifiche apportate nel novembre 1938, 1939, 1940 e con le due modifiche del 1941; la legge n. 129 ciel 19 gennaio 1939 sull'istituzione della Camera clei Fasci e delle Corporazioni; il Regio Decreto legge n . 754 sulla dichiarazione cli sovranità del Regno d'Italia sull'Etiopia e sull'assunzione eia parte ciel Re d'ltalia del titOlo di Imperatore d'Etiop ia; la legge n . 580 elci 16 aprile 1939 still'accettazione della corona cl'A.lbania eia parte del re d'Italia, Imperatore d 'Etiopia; il Re-

(50) ACS , PCM, 19·10-41, l\. 2662, Fase. 1-1-13-23661, La Presidenza ciel Consig lio dei M iniscri al 1'vlin isrerc:> <lell'Economia Corpo raciv,1, 18 agosto 1941.


L"OROJ:\IA1\ l l::'i'l'O A.\l~IIKISTRAl"l\'0 E I.F. STRUIT l lRE CIVILI

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gio Decrero n . 1852, sul'approvazionc del Tesro del primo libro del Codice civile; la legge del 30 genna io 1941, sul valore giuridico della Carta del Lavoro (5 1). La tanto attesa estensione de lle leggi fondamental i, cd in modo parricolare ciel Codice civile e della Ca11a del Lavoro, non ebbe alcun seguito legislativo. La breve stagione clcll'amministrazionc ordinaria nella provincia cli Lubiana, sovente caratterizzata dalle polemiche tra gli organi centrali e perife rici, sarebbe presto tramontala, incalzala dalla crescente instabilità politica e militare.

(5 1) AC.S, PCJ\11, 1941 -·B . H. 2663, f;,~ç. 1/ 1-13-273 12, Regio D1::neto del 26 cl iccmhre 194 1 - Es1ensio ne delle leggi fonclamenrnli del Regno ai territori ,,nncssi co i Regi decreti legge ùel 3 maggio 1941-XIX n. 291 e 18 maggio 194 1-XIX n. 452 (Documento al/egli/o 11.

3).



PARTE SECONDA IL COLLABORAZIONISMO E IL NAZIONALISMO SLOVENI



CAPITOLO PRIMO ORIGINI IDEOLOGICHE E PRESUPPOSTI POLITICO-SOCIALI DEI COLIABORAZIONISMI SLOVENI

Il collaborazionismo con gli italiani in Slovenia fu un fenomeno estremamente complesso, perché tante furono le sue anime ed altrettante le sue morivazioni . Sorto come scelta necessaria pcr imped ire.; che la dissoluzione dello Stato jugoslavo degen<:::rasse, a I.ubiana come a Maribor, in una pericolosa anarchia, nel corso dell'occupazione e dell'annessione il collaborazionismo avrebbe assunto sempre più marcate caralteristiche di movimento politico-militare anticomunista e, in alcuni casi, sostenitore del Nuovo Ordine Europeo dell'Asse, per raggiungere quind i una "pie na maturità" all'indomani dell'8 serrembre con la creazione di un Esercito !':azionale (lo Slovensko nomobra11stuo) e con il progetto di coscituzione di un Partito unico . Il movimento collabo razio nista s loveno viene sovente associato al "belogardismo", italianizzazione dello sloveno .. beloga rdizem", talvolta tradotto leucralmente in ·'biancoguarclismo". Al belogardismo vengono attribuiti in letteratura diversi s ignificati. Vi è, anzitu tto, un'accezione che si potrebbe defini re "popolare": nel lessico quotidiano, il hclogardisLa fu l'anticomunista, o più genericamente il controrivoluzionario della Slovenia del primo dopoguerra: "Bela Garda" o Guardia bianca fu il parroco che, terrorizzato dall'incalzare rivoluzionario, trasformava le funzioni domenicali in comizi politici, invitando le popolazioni rurali a combattere, armi in pugno, il pericolo bolscevico degli Zeleni Kader (l). Guardia bianca fu il lacifonclista asburgico, che vedeva le sue terre bccupatc dai braccianti, e reagiva facendo appeJJo alle o rganizzazioni naziona liste quali 1' 01:funa (Organizac~jaJugoslauenskib Na.cionalista - Organiz7.azione dei Nazionalisti Jugoslavi) o la Narodna Obrcm.a (2). Guardia bianca fu l'industriale che rispondeva con le serrare deJJe fabbr iche e dei pozzi cl'estra7.ione agli scioperi o rganizza ti dai sindacati. Guardia bianca fu l'intellettuale grnnde-::;lovcno, che, (1) Sor1i nei territori jugosl,1vi ex asburgici, gli /.eleni Kade1; o '·Qu;1dri verdi", crn no formazion i composte da soldati sh,1ndati ciel clb<.:iolto escrc-ito imperinl-regio alleatisi e-on brncci.inti in rivo lta e controll:iti dal Partito comunisca cli Jugoslavia. Nati nt!l 1918, µli /.ele11/ Kader vennero debellati dalla Regia Gendarmeria nel 1920-21. (2) Narod11a Obrana (Dift!:;a :-lazionalc) era il nome di un'altra o~:mizazione nazionalista e jugoslavista , collegata direttamente all a Corona ed al Governo di l'ldgrado, assai attiva negli anni Vt! Flli soprn ttu tLo in Dalmazi,1. f.(!c,dcrdi w le nrganizzazione l'u l'eroe dd primo çon lliuo mondiale llja Trif11 novic-13ircanin, che era s1,11.o ,rnche presidente clcll'Associ:uiom: dei cctnici dal 1929 al 1932 e che in seguito sarebbe divenuto collahorazionista fi lo italiano a Spalato durame roccupazionc.


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L·o ccu mz10:-1E ITAJ.IAKA D ELLA $1.0VE:-/I,\ ( 194 1- 19 1 · 3)

sognando una Slovenia indipendente o collegata acl un restaurato Impero austro-ungarico, se già guardava con diffidenza i p rogetti jugoslavisti cli Belgrado, respingeva con energ ia l'internazionalismo bolscevico. E Guardie bianche furono Je migliaia d i contadini e le centina ia cli burocrati ex asburgici, spaventati dalle notizie - più o meno manipolate dalla p ropaganda occidentale - provenienti dalla ex Russia zarista, e d~ill'Ungheria cli Bela Kun, che narravano di carestie e massacri, cli collettivizzazioni e deportazioni cli piccoli proprietari, cli Stato ateo e materialista che fucilava i sacerdoti, incendiava le Chiese, dissacrava i luoghi di culto trasformandoli in granai ed in magazzini. Il belogardismo fu dunque la composita reazione conservatrice slovena ~tl movimento rivoluzio nario, sorta all'indomani ciel primo conflitto mondiale . Il "pericolo bolscevico" si ripresentò nel 1941, spingendo gli anticomunisti sloveni alla collaborazione con l'Asse: p untualmente il lessico popolare indicò tutte le forze slovene ostili ai titoisti come "Guard ie bianche" . Questa semplificazione venne altresì adorrata dalle autorità, e di riflesso dai partigiani: le "Guardie bianche " furono tutti coloro çhe - più o meno convinti - avrebbero collaborato con gli occupatori. Guardie bianche diventarono quind i i militi della J'vlil izia Volontaria Anti Comunista (MVAC), gli aderenti a circoli accademici clerico-fascisti, i notabili ed i borghesi membri dei partiti moderati, gli ufficiali ed i soldati già jugoslavi disposti a mettersi al servizio delle nuove autorità, e fi nanco i p relati che facevano capo al vescovo di Lubiana. Soltanto in una seconda fase, con la complicazione della situazione politica e la fo rmazione cli milizie cetniche, tanto gli italiani quanto i partigiani avrebbero compiuto uno sforzo di comprensione, distinguendo tra "bianchi" ed "azzurri", ossia tra "clericali" e "nazionalisti". l\fa con belogarclismo si indica alrresì, in particolare ne lla letteratura politica jugoslava ciel secondo dopoguerra, una più specifica ideologizzazione ciel movimento controrivoluzionario. Nei discorsi dei collaboratori cli Tito, "belogarclismo" era sinonimo cli "fascismo sloveno", come "ustascismo" per i croati o "cetnicismo" per i serbi. Nella Jugoslavia socialista, chi tentava di riproporre argomentazioni nazionaliste, sarebbe stato apostrofato , cli volt.a in volta, a seconda della nazionalità alla quale apparte neva, con uno dei sopra citati epiteti. E belogardista diventò il nemico del presente, l'oppositore interno o l'esttle, associato al nemico ciel passato. In tutti i casi, il significato che si vuole dare al helogardismo è generalizzante: all'interno delle d ive rse accezioni si inseriscono tutti gli aspetti del fenomeno, livellando le diverse anime clell'anticomunismo e del collaborazionismo sloveno sotto un'unica denominazione, la quale, viceversa si riferisce ad una realtà ben specifica. In un'accezione storicamente più rigorosa , quindi, che in q ualche modo concilia la generalizzazione "popolare" e la strumentalizzazione politica, il belogarclismo diventa il termine con il quale si intende indicare quel particolare collaborazionismo sloveno contraddistinto da una matrice clericale e conservatrice, che si sviluppò nella provincia cli Lubiana


ORIGl\11 IDEOI.OGICHE f. PRf.~Cl'l'OSTI 1'01.!Tlf.O•SOCIALI DEI f.01.1.ALIORAZI0:>11~1\II SI.OVENI

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annessa al Regno d 'Italia dal 18 aprile 1941 all'8 settembre 1943, e che superò - in termini di consenso e di organizzazione - cune le altre forme di collaborazionismo, sia quelle di stampo cetnico nazionalista che quelle imitative del fascismo. Il belogardismo ebbe un retroterra cultura le ben radicato nella storia e nella cultura slovene. Originato politicamente da formazioni di stampo conservatore e clericale, primo fra tutte il Partito popolare sloveno, il belogardismo fu un movimento d'ispirazione cattolico integralista: fu proprio tale orientamento a spingere numerosi sacerdoti ad aderire (anche con le armi) al collaborazionismo, a cominciare dallo stesso vescovo Rozman. Alla convinta fede cristiano-cattolica, intesa in modo militante contro il "bolscevismo ateo e materialista", belogardisti aggiu nsero da un lato un nostalgico richiamo al passato asburgico, al concetto autoritario, gerarchico, "patriarcale" e paternaliscico dello Stato; dall'altro, una particolare attenzione al mondo contadino, vera "spina dorsale" della società slovena non contaminata (come invece era accaduto per il proletariato urbano) dal social ismo. Le similitud ini con il movimento ustascia sono facilme nte individuabili, anche se nel caso sloveno la scelta cattolica fu probabilmente meno strumentale: gli ustascia fecero del cattolicesimo integralista soprattutto un'a rma contro i serbi, utilizzandolo come spartiacque tra i croati cattolici e gli odiati preciani ortodossi; il cattolicesimo dei bclogardisti fu, sotto una certa lettura, più in buona fede, legato a tradizioni ed o rdinamenti consolidati ne i secoli, privo cli connotazioni razziali (salvo l'antisemitismo). Fu anche per questo motivo che la Chiesa cattolica di Lubiana e delle altre città della provincia appoggiarono sino in fondo il belogardismo, e fu per questo che un Rozman non ebbe mai le titubanze, i dubbi ed i ripensamenti di uno Stepinac. Uno de i Leader della resistenza slovena, il socialista cristiano Eclvard Kocbek, scrive a proposito del belogardismo che all'origine di tale fenomeno si deve individuare un ··sistema patriarcale" con profonde radici in tutta la Slovenia. ··11 cosiddetto sistema patriarcale ha messo profonde radici particolarmente in Slovenia. Se ciò non è avvenuto nella forma e.lei sentimento dinastico nei confronti dei re del paese, che ne l corso della storia hanno rappresentato per ogni nazione il sistema patriarcale nella sua espressio ne più marcata , si è pe rò realizzato nella forma di un acritico e servile rapporto ne i confronti d i ogni p otere costituito, patrio e soprattutro straniero, politico e spiritua le. La mentalità paternalistica si è diffusa nelle famiglie, nelle parrocchie, nei comuni, in campagna. È tradizionalismo contadino, padronalismo corporativo, fe udalismo (sic) ecclesiastico, praga 111atismo piccolo borghese (...)" (3). Traspare, nell'analisi ciel capo partigiano la consap evolezza che il fenomeno non e ra limitato, ma assai radicato tra la popolazione.

(3) Eduard K ocbek. '"Compagnia': l a rc~istenza partigiana in Slovenia··, .Jaca Book, tvlilano, 1975. pp. 184-185.


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J,'OCCC PAZIONE IMI.IA:'<A DEI.I.A Si,OVENIA 09·11-1943)

Nel secondo dopoguerra la storiografia jugoslava avrebbe liquidato il bclogardismo come un movimento legato a poch i e minoritari circoli "clerico-fascisti". Come si vedrà, le dimensioni del fenomeno furono assai più estese. La Chiesa cattolica, con la sua capillare rete distribuita sul territorio, avrebbe contrib uito a fare del belogard ismo un fenomeno cli massa. La cultura canolico-ashurgico-paternalista tipica della popolazione rurale slovena, che rispettava da sempre la suddivisione gerarchica della società, avrebbe dato a tale movimento caratteristiche di notevole solidità. Il timore della collettivizzazione ad opera di un vittorioso Partito comunista avrebbe spinto il movimento ad una coesione sociale, con l'obiettivo di difendere le piccole proprietà dalla statalizzazione. E il sogno di una Slovenia indipendente o, in subordine , inserita in una ricostituita comunità asburgico-danubiana, per sempre lontana dagli intrighi balcanici di Zagabria e Belgrado avrebbe fatto accettare alla popolazione "bianca" il male minore, ovvero l'occupazione straniera, considerata come una fase intennedia prima della definitiva conquista dell'indipendenza politica. li belogardismo fu dunque il collaborazionismo clerical-contadino, caratterizzato da una certa nostalgia verso l'epoca asburgica ed animato eia velleità grandi-slovene. Al suo fianco - sovente in posizione concorrenziale, talvolta in antitesi - si e bbe un collaborazionismo di stampo nazionalista, laico ed anticlericale, assai più frammentato al suo interno rispetto alla Guardia bianca, e popolarmente definito "plavogardismo" (da Plaua Garda, Guardia azzurra). In realtà, a differenza del collaborazionismo clericale, i nazionalisti in Slovenia non si sarebbero fregiati di un'unica denominazione. Si formò, anzitutto, un collaborazionismo defi nito dalle autorità italiane "liberale", ispirato dal p iccolo Partiro liherale sloveno, a sua volta collegato con il Partito nazionale jugoslavo ( 4), e sostenitore, nella sua maggioranza - a differenza dei belogarclisti - , di una Slovenia inserita nel restauraro Regno jugoslavo dei Karageorgevic. Tale movimento avrebbe subìto, nel corso dell'occupazione e dell'annessione alcune scissioni, organizzate da correnti favorevoli come i popolari ad una Slovenia indipendente o eia componenti filo titoiste. Ino ltre, sorsero dalla stessa matrice nazional-liberale le formazioni politico-militari dei cetnici sloveni, affiancaci da ex soldati jugoslavi d'origine serba e croata , che si collegavano al Movimento cli Ravna Gora ed all'Esercito Jugoslavo in Patria cli Draza Mihajlovic. Mentre i liberali "indipendentisti", in gran parte, avrebhero aderito parallelamente ai popolar-clericali al progetto collaborazionista già all'indomani dell'occupazione, il movimento cetnicc,

(4) fondaco nel 1933 e<l ispirato eia Re Alessandro, i l Partito naziona le jugosl avo (]11/./0slawnsktt Nacionafna Stranka · JNS) avrebbe ric:openo un ruolo determinante fi no alla sa li ta ,11 potere ciel neoradic:a le Mil,111 Stojadinovic:. Caraueri zato da un programma "jugoslavista", che negava i localismi e le autonomie delle singole regioni , l '.JNS dopo l'i nvasio ne si di vi:;e tra una corrente ostile all'Asse e u na componente più disponibile alla col laborazio ne.


O RIGINI IDEOLOGICI-IE E PRESUPPOSTI J'OJ,IT C<:O -SOClALl DEl COl.l.i\BORAZIOl\'ISMI Sl.OVEKI

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sloveno (definito talvolta dalle autorità italiane ''III gruppo" per distinguerlo dai belogardisti e da i liberali) e la componente jugoslavista del Partito nazional-liberale si sarebbero per lungo tempo astenuti da qualsiasi scelta cli campo (anche per un'antica ostilità ·v erso gli italiani , della quale si parlerà in seguito), preferendo attendere l'evoluzione del conflitto e l'agognata vittoria anglo-americana. Collegati , seppure con discontinuità, allo Stato Maggiore cli 1\!lihajlovic, i cetnici sloveni avrebbero successivamente seguìto il leader serbo ed i s uoi ufficiali nella collaborazione temporanea con gli italo-tedeschi per debellare il movimento partigiano, rafforzarsi, incorporando per lo più i militanti liberali ed in secondo tempo, attraverso un lungo favorìo cli propaganda, una parte dei belogarc.listi, ed attendere l'atteso sbarco in Dalmazia degli Alleati. T"plavogardismi" liberale e cetnico furono un fe nomeno socialmente assai più limitato ciel belogarc.lismo, e riuscirono ad avere un certo seguito soltanto tra le classi sociali che avevano o ttenuto i rnaggiori benefici dallo StaLO unitario prebellico: militari, burocrati, industriali, alcuni ceri professionali, la vecchia aristocrazia asburgica. Come si vedrà , la forza militare della Guardia azzurra sarebbe aume ntata corrispo ndentemente alla flessione della potenza occupatrice diventando (analogamente a quanto compiuto dalle formazioni neocetniche in Serbia con le "Guardie cli Stato" serbe del generale Nedic) un sicuro rifugio per le milizie anticomuniste inquadrate dagli italiani. Per tutto il corso dell'annessione l'atteggiamento dei p lavogarc.listi sarebbe stato estremamente ambiguo, divisi, come tutti gli altri movimenti cetn ici ex jugoslavi, tra l'anticomunismo, la fedeltà al Governo in esilio a Londra ed alla Dinastia, il progetto cli restaurazione dell'ex Regno di Jugoslavia e la necessità di accettare il "male minore", cioè l'occupazione straniera. Infine, si ebbe il collaborazionismo di chi - dichiaratamente fascista - aveva visto nell'annessione della Slovenia all'Italia l'inizio cli una nuova era, dove la pic:cola regione avrebbe fatto parte del Nuovo Ordine Europeo, lasciandosi alle spalle tanto i trascorsi asburgici, così cari ai "bianchi" quanto quelli jugoslavi, guard,Lti con nostalgia dagli "azzu rri", ed abbracciando il nuovo ordinamento politico-sociale dei vincitori Stati tota1itari. Questo collaborazionismo, che, seguendo la suddivisione politicocromatica adottata dalla popolazione slovena, potremmo definire "nero'', fu estremamente limitato nel numero dei sostenitori ma assai attivo nella propaganda. Appartenenti per lo p iù ai piccoli ma agguerriti movimenti d 'estrema destra della Slovenia pre bellica (la Straza v Viharfu di Ebrlich, la sezione slovena dello Zbor e.li Dimitrije Ljotic), i fascisti sloveni ebbero un seguito soprattutto tra il cero intellettuale universitario di Lubiana, e non riuscirono acl ottenere alcun consenso né nelle campagne né tra la borghesia cittadina. Come si è visto, i tre collaborazionismi sloveni traevano la ragione d'esistere dalla storia politica della Slovenia pre bellica. La Slovenia interbellica ebbe un principale, indiscusso protagonista: 11 Partito popolare sloveno (Slovenska Ljud5ka Stranka - SLS) di monsi-


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L'OCCUPAZIONE ITAUANA DELL-\ SLOVENI A

0941-1943)

gnor Anton Korosec (1872-1940). Nelle sue memorie l'ex primo ministro Milan Stojadinovic scrive che Korosec nel periodo interbellico aveva "(. ..) instaurato in Slovenia, che considerava un suo feudo esclusivo, un regime autoritario, eliminando ogni tendenza liberale e facendo eleggere solo candidati clericali" (5). Tn effetti il potere cl i Korosec e dell'SLS su tutta la regione fu, nel periodo interbellico, estremamente esteso e radicato, e le forze alternative ai popolari (liberali, socialisti, fascisti, comunisti clandestini) non giocarono che un ruolo secondario, se non cli sfondo, rispetto ai seguaci ciel prelato sloveno. Il partito di Korosec fu un movimento politico cli destra e, in certi pt1nti programmatici, cli estre ma destra: una destra populista, rnrale, clericale, legata all'Ancién Régime asburgico, con manifeste simpatie verso il corporativismo fascista . Non fu comunque una forza politica apertamente fascista, anche se non pochi aderenti all'SLS sarebbero in seguito convinti sostenitori del collaborazionismo con le aurorità italiane. Nato in Stiria nel 1872, monsignor Anton Korosec aderì al Partito popolare sloveno agli inizi del secolo e ne l 1906 venne eletto de putato al Parlamento di Vienna. Aristocratico nei modi, conservatore nelle posizioni politiche, fedelissimo agli Asburgo ed estremamente scaltro, Korosec entrò presto nel ristretto circolo clerical-conservatore dell'imperatrice Zita, moglie di Carlo I. Dinanzi all'ormai imminente crollo dell'AustriaUngheria, il leader sloveno optò per la soluzione jt1goslava, diventando, insieme a Trumbic, Pasic e Pribicevic, uno dei celebrati "padri della Patria" . La Slovenia era in una posizione assai diversa rispetto agli altri Banati: la quasi tota lità delle industrie e delle miniere nazionali dipendeva eia Lubiana. Fu soprattutto questa "condizione privilegiata" che evitò alle popolazioni slovene il trattamento duramente repressivo che Belgrado riservò, viceversa, ai croati ed ai macedoni. l\fa cli certo gli sloven i furono risparmiati anche dall'intelligente e forse opportunista politica del leader del Partito popolare, il quale partecipò a tutti i governi del periodo parlamentare, ottenendo numerose concessioni. Disinteressato alla condiz.i one delle altre popolazioni jugoslave, Korosec accettò le repressioni anticroate ed antimacecloni in cambio cli una relativa tranquillità in Slovenia. La sua fedeltà, più o meno sincera verso Belgrado gli inimicò i leader autonomisti come il croato Raclic e gli esponenti dell'opposi7.ione serba, come il preciano Pribicevic, ma gli consentì nel 1928 di diventare l'unico primo ministro non serbo cl.ella Jugoslavia interbellica. Tuttavia lo jugoslavismo integrale successivo al colpo di Stato del gennaio 1929 modificò le posizioni del prelato: l'accentramento applicato dal sovrano e dai suoi ministri avrebbe obbligato la ricca Slovenia a produrre un reddito che sarebbe stato goduto dalle regioni più povere: regioni, queste ultime, che Korosec e tutta la classe politica slovena di formazione asbur-

(5) Milan Sco jaclinovic, "Jugosl;1via fra le cl ue guerre", Cappelli , 13ologna, 1970, p. 285.


OIUG JNJ JOJ!O J,OGJCJ-JE E J>RESUl'l'OSTl PO UTICO -SOC JAU VEI C0 U.A.130 RAZIO N1SMJ SLOVENI

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gica ritenevano essere popolate da selvaggi e ignoranti. Nel 1932 l'opposizione cli Korosec al progetto jugoslavista lo fece condannare al confino dal Tribunale speciale sull'isola di Hvar, in Dalmazia. Reintegrato nei suoi diritti nel 1934, Koroscc fu eletto Presidente del Senato e quindi Ministro dell'Interno nel governo Stojadinovic. Ottenute delle garanzie sull'autonomia della Slovenia , il leader dell'SLS, federò il suo partito all'Unione rad icale jugoslava (jugos!auenska Radikala Zafednica - JRZ) di Stojadinovic, della quale divenne vicepresidente (6). Nel 1940 Korosec entrò nel gabinetto Cvetkovic-Macek come ministro della Pubblica Istruzione. Dopo la sua dipartita, avvenuta nel dicembre 1940, il Partito popolare sloveno passò sotto la guida del "delfino" dell'anziano prelato, Frane Kulovec. Anton Korosec fu ispirato nel suo pensiero politico soprattutto da due partiti della regione danubiana: il Partito cristiano-sociale austriaco di Dollfuss ed il Partito popolare slovacco di monsignor Tiso. Fu particolarmente da quest'ultimo che il prelato sloveno trasse numerose ispirazioni politiche. La dottrina cristiana era per Korosec (e per i suoi successori) l'elemento che stabiliva una ben precisa gerarchia cli valori nell'ordine sociale, e cioè: l'individuo come persona morale responsabile titolare cli diritti e doveri; la famiglia come cellula fondamentale dello Stato e della società; la Nazione, come un ione delle varie famiglie sancita da una forza spirituale prima che sociale, militare o politica. Ruralisca e populista in politica sociale, corporativo in economia, anticomunista convinto, Korosec si distinse negli ultimi anni della sua vita per un fe roce antisemitismo. Dopo avere introdotto (senza difficoltà, visto il potere illimitato di cui godeva nella sua regione) il numero chiuso per gli studenti universitari ebrei in Slovenia, si batté come ministro dell'Istruzione per introdurre un'analoga disposizione in tutta la Jugoslavia, e per estenderla anche all'interno dell'esercito. TI 18 settembre 1940 il Ministro tedesco a Belgrado, Viktor von Heeren, inviò a Berlino un profilo ciel prelato sloveno: "Egli (Korosec -NdA) è l'unico uomo politico che conduce la lotta agli ebrei, a i massoni e ai comunisti con veritiera convinzione interna" (ì). Nonostante il suo antisemitismo e le sue simpatie verso il clerico fascismo di Dollfuss e Tiso, Korosec non fu mai amico del Terzo Reich, né tantomeno dell'Italia . Apprezzava l'anticomunismo ed il totalitarismo di Hitler e Mussolini, ma ne temeva le velleità espansio-

(6) Part ito autoriwrio e "creaturn personale" di iV!ilan Stoj,1dinovic, l']RZ fu un tentativo di adeguare la politica jugoslava ;1i moddli dei partiti-stati di Mussolini cd Iiitlr::r. In Sloven ia l'JRZ fu rappre:,~emata dal Partito popolare, ed è per qut.!SW morivo che nr::i '·nociziari poli tici" delle ,1u1orità militari iwliane, l'JRZ é la sight con la quale ralvolw viene indicato la formazione dei seguaci di Korosec. La federazione dei movimenti politici sloveni come cli altre nazional ità - ,1 partit i jugoslavi (i popolari con l'JRZ, i liberali con l']NS) era una eone/ilio sine qua non una fo rza politica loçak non poteva presentarsi alle elezioni. (7) Johann Wucscht, "Jugoslawien uncl d,1s Dritte Reich (1933-1945)", Seewalcl , Stuugart,

1969, p. 35.


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1:0CCCPAZIONE ITAU ANA DELLA SLOVE:-IIA ( 194 1- 1943)

n iste sulla Slovenia. Korosec fu sempre p reoccupato dai rischi che la regio ne più settenrrionale della Jugoslavia correva, e fu tale p reoccupazione a convincerlo della validità dell'unione di tuni gli slavi del sud, anche se culturalmente non individuava alcun elernenro comune tra il suo popolo ed i montenegrini, i serbi o i macedoni. Le notizie, provenienri soprattutto dall'Italia, relative al pessimo tratt.amento riservato dalle autorità fasciste alla minoranza slovena, non fecero che acu ire l'ostilità ciel prelato sloveno verso i pericolosi vicin i. Durante l'assemblea della giunta della Banovina della Drava a Lubiana, nel novembre 1939, Korosec, comprendendo il rischio dell'imminente crollo del Regno jugoslavo, parlò esplicitamente del pericolo che la Slovenia correva di cadere sottO la dominazione tedesca . I timori ciel leader popolare erano confermati dal recente Anschluss e dallo smembramento della Repubblica Cecoslovacca. Si ebbero così, nel 1940, diverse manifestazioni di intolleranza da parte dei militanti popolari contro la minoranza tedesca in Slovenia. Stojadinovic ed il suo successore Cvetkovic si videro costretti a scusarsi con Berlino per l'attività antiteclesca ciel loro ministro Korosec. Fu sempre il timore cli un'invasione a sp ingere Ku lovec, il nuovo leader dell'SLS, ad appoggiare i protocolli cli Vienna e l'adesione della Jugoslavia al Tripartito. Il Partito popolare sloveno dominò praticamente incontrastato su lla Slovenia per oltre vent'ann i, e non ebbe mai i problemi che ebbe un Macek con gli ustascia cli Ante Pavelic. Negli anni venti nacque la Gioventù Nazionale Slovena (Slovenska Nacionalna Dm.ladina - SLONAO), che tentò di contestare l'attendismo e la realpolirik di Korosec, partendo da e laborazioni politiche nazionaliste intransigenti e parafasciste, ma essa non riuscì a scalfire minimamente la forza dell'SLS, p resente in modo massiccio nelle campagne ed appoggiato, si noti bene, dal vescovo cli Lubiana . In conclusio ne, il partito cl i Korosec, al di là degli eleme nti fascistici presenti nei suoi programmi e nell a sua struttura (l'SLS aveva anche un'organizzazione paramilitare utilizzata per il servizio d 'ordine, gli "Slo venski Pjesakt' - "Fanti sloveni"), non si distanziava dal modello di un partito della destra conservatrice se non reazionaria , più legato al passato asburgico che al presente nazifascista. D'altra parte, nonostante l'ostilità nei confront.i di Germania ed Italia fosse ben radicata nelle coscienze dei popolari sloveni, molti seguaci di Korosec e cli Kulovec - a cominciare dal bano .tvfarko Natlacen - avrebbero aderito al collaborazio nismo, e la residua dirigenza del Partito popolare che non aveva seguito il Regio Governo sulla strada dell'esilio, sarebbe diventata l'ossatura e la guida politico-ideologica del belogarclismo. Tra le organizzazioni centralistiche, jugoslaviste e filogovernative, merita una citazione l'Orjuna slovena, guidata dal "comandante nazionale" delle "Truppe d 'azione" (l'organizzazione paramilitare clell'Orjuna), Marko Kranjec. Per le fort i tensioni antiraliane presenti nella regione, l'Orjuna ebbe in Slovenia negli anni venti un seguito relativamente este-


O IUG INI IDEOI.OG ICI-IE E PRESUPPOSTI POl.lnco-SOC!.~Ll l)EJ COl.l.AllOlv\ZION ISM f SLOVENI

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so. Nonostante la simpatia verso il fascismo nutrita dalla dirigenza nazionale dell'organizzazione, la sez ione slovena dell'Orju na si schierò energicame nte contro l'Italia ed organizzò in molte zone del confine giuliano diversi attentati contro obiettivi italiani, talvolta causando la morte di Guardie di fina nza, guardie alla frontiera o militi confinari italiani (8). Nel periodo e.l i massimo attrito con Roma, Belgrado appoggiò e finanz iò le azioni illegali degli jugoslavisti sloveni: in un telegramma ciel 17 febbraio 1929, il Ministro italiano a Belgrado Galli scriveva a Mussolini che l'Orjuna altro non era ch e "(. .. ) una manifestazione del comitagismo serbo organizzata e voluta dallo Stato Maggiore SCS (SerboCroato-Sloveno - NdA)", sostenendo che il movimentO sloveno cli 'Kranjec e la Narodna Obrana locale avevano centrali e nuclei operativi sparsi in tutta la Venezia Giu lia con lo scopo di sobillare le minoranze slovene presenti in Ital ia (9) . Sempre in un disegno anti italiano, gli "oifunistt' sloveni avevano contattato ad Innsbruck nel 1925 l'associazione irredentista sudtirolese "Andreas Hofcr", con la quale sembra avessero progettato una serie di attent.ati contro Gabriele D'Annunzio e lo stesso Mussolini (10). A Lubiana si verificaro no diversi attentati 017u.nist-i contro il consolato italiano: la violenta azione si stava però collocando in un periodo cli ravvicinamento tra Belgrado e Roma e cli conseguenza la sezione slovena de ll'Orjuna venne disciolta . Ma l'attività dell'organizzazione proseguì. Nel 1930 il Governo italiano temette che la dirigenza dell'ex Orjuna slovena fosse in contatto con il movimento fa scista austriaco della "Heimwe/.?1'", pe r intercessio ne dei dirigenti sudtirolesi de ll'organizzazio ne irredentistica "Andreas Ho fe r", nel tentativo di organizzare una duplice azione anti italiana che conducesse alla liberazione de ll 'Alto Adige e della Venezia Giulia (11). In un incontro ciel 23 onobre ] 930 con l'incaricato d'affari italiano a Vien na, Geisser Celesia, il leader de 11' I-Ieimwebr, Strahemberg, negò l'esistenza di accordi con organizzazioni jugoslave e slovene, ribadendo la simpatia verso il regime (8) "li l'vlin istro a Belgrado, Galli , al Capo del Governo e ministro degli Interni, .M ussolin i'' - Telegramma p er corri ere - 30 agosto 1928; i n 1'vlinisccro degl i Affari esteri, "Documemi dip l om,11.iei ita liani'", Serie V[! (1922-1935). voi. VT, Istituto Poligrafico e Zecca cl i stato - Libreri,1 d i stato, Ro1m1, 1967, clo c. n. 600, r>P· 531-532. (9) "li Ministro a l:lelgraclo, Galli , ,11 Capo ciel Governo e Min ist ro degli I nterni, Musso li ni" - Telegranun,1 per posta - 17 febbra io 1929, in Ministero degli A ffari esteri, '·Documenti diplomatici iwl iani", Serie Vll ( 1922-1 935). voi. Vll , Js1itu to Polgr.ifico e Zecca di Stato - Libreria di sww, l{oma, 1970, doc. n.2 60. p p. 282-283. ( 10) l3oris JvJlakar, "Elcmente cles Faschismus in einigen p olitischen Bewegungen in Slowe nien 1918- 1945", in K. S1.uhl pfarrer (a cura cli), "Fasch ismus in Oescerreicb uncl Internaciona l", t oecker Ve1fag, Wien, 1981, p. 155. !.'ep isodio è con fermato i n: "Il Ministro a V ien na, Au ri ti , al Ministro degli esecri, Gr,1ndi" - rapporto segrel() - 18 o tcobre 1930, in Ministero d egli Affari esteri , "Documenti d ip lomatici itali,1ni", Serie VTI (1922-1935), voi. IX, cit. doc. n. 310, p . 440 ( 11) "li Ministro degli Es1eri, Grandi, al i'vlinistr<.> a Vie nna, Aurici" - d ocumento segreto - 7 o ttobre 1930, i n Min istero degli Affari Esteri. ·'Documenti di plomatici ita lian i", Serie Vll (1922-1935), voi. JX, cii." dc.>e n. 291 , p . 408


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1:0CCUPAZIOKI' ITAJ.IANA DELLA SJ.OVE:-<JA (194 1-1943)

fascis ta (12). Le dichiarazioni di Strahemberg tranquillizzarono l'Italia ma, e la cosa risulta chiaramente dai documenti diplomatici del periodo, le preoccupazioni del governo cli Roma verso l'attività delle organizzazioni jugoslaviste slovene perdurarono per diverso tempo. Appoggiata dal piccolo Partito li berale sloveno cl i Albert Kramer, l'Orjuna slovena fu part.icolarmente energica contro il movimento comunista e sindacale, ma concentrò le sue spedizioni p unitive anche sui popolari di Korosec, considerati pericolosi localisti, e sulla minoranza etnica cli lingua tedesca. Molti esponenti dell'Orjuna slovena avrebbero negli anni trenta aderito agli Jugosokol (Organizzazione dei falchi jugoslavi) sloveni (13) e sarebbero rimasti coerenti con i lo ro ideali grande-jugoslavi, freddi, per non dire ostili, dinanzi all'espansionismo delle potenze dell'Asse, e diventarono di conseguenza esponenti e militanti del movimento cetnico-plavogarclista durante l'annessione al Regno d 'Italia. Ma la tradizione "movimenrista", sciovinista ecl anticomunista dell'Orjuna slovena avrebbe convinto parecchi suoi militami ad abbracciare con entusiasmo gli ideali ciel Nuovo Ordine lanciati eia Roma e da Berlino. Dalle ceneri dell'Orjuna slovena nacque a Maribor il gruppo "Borba" ("Combattimento"), che in seguito aderì in parte a.Ila "Zdruzenje Borcev 'Boj'" ("Unione dei Combattenti 'Lotta"'), naca nel 1924 ma politicamente attiva soltanto dopo il 1929. Il Boj fu un'organizzazione paramilitare che riunì diversi gruppi patriott.ici e cli veterani cli guerra, ed aveva come obiettivo l'appoggio al regime dittatoriale che re Alessandro aveva instaurato in Jugoslavia nel gennaio 1929. Inizialmente la dirigenza del Boj, ribadendo l'apo liticità del movimento, non volle basare la propria azione su nessuna ideologia definita. Tuttavia la battaglia che il Boj conduceva con convinzione per la limitazione del grande capitale e per la soluzione clelia crisi economica , lo fece approdare ai principi del corporativismo e della pianificazione economica statalizzata. L'attività del Boj fu diretta contro gli elementi ostili al regime di Alessandro, e la dirige nza ciel movimento organizzò, sulla falsariga clell'Orjuna, "Truppe dell'Ordine" con lo scopo cli catturare gli oppositori e consegnarli alla Gendarmeria . Riprendendo il programma irreclentisra degli orjunisti sloveni, i bojovnici scatenarono dalla prima metà degli anni trenta un'ehcrgica attività anti italiana, e della cosa si lamentò in diverse occasioni lo stesso Ministro Galli (14). Mentre le adesioni al Boj cominciavano ad aumenta(1 2) "L'incaricato d'affari a Vienna, C~e isser Celesia, ,11 Min istro degli Affari Esteri , grandi'. telegramma per po,;ta segreto - 23 ottobre 1930; in Mi nistero degli Affa ri Esteri, ''Doçu rnenti dipl omatici irnliani", serie VII (1922-1935), voi. IX, op. cii., cloc. n. 324, p. 463. ( 13) Gli Jugosokol sorsero nel 1929 per volere d i re Aless,mcl ro dalle ceneri dei disciolti Sokol. Organizazione formalmente "ginnico-atletica" dipendente dal 1932 dal Ministero per l'Eduçazi one Fisica, gli jugosokol sarebbero diventati il hraccio politico p i ù fidato d ella Corona nel propagandare lo "jugosbvismo integrale" e p er çombatterc o gni forma di localismo . (1 4) Carlo Galli, "Jugosl avia tragica (l i)" , in "Nuova A ntolo gia", luglio 1953, anno 88, fo sc. 18.'31, p. 315


0 1\lG INI IDEO LOGICHE E PRESliPPOST I POLITICO-SO CIAl.I DEI COIJ.All0 RAZl0)11SM 1 SLOVENI

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re , al suo interno divampò una profonda contrapposizione tra le due anime che convivevano sin dalla fondazione del movimento: la popolar-localista legata all'SLS di Korosec e la liberal-jugoslavisca legata al Partito liberale di Kramer. Successivamente i due partiti rinunciarono ad estendere la propria influenza sul movimento, ma le divisioni nel Boj rimasero, anzi si acuirono . Nel 1935 la d ivisione degenerò in scissione. La correnrc d'estrema destra, jugoslavista, capeggiata da August Kuster decise di uscire dal movimento e di entrare nella sezione slovena dello Zhor di Ljotic (15). Il Boj scomparve, mentre il movimento ljoticiano tentò di approfittare del vuoto creatosi conseguentemente all'estrema destra del panorama po litico sloveno e presentò nelle elezioni del 1935 la lista 'Zbor' ("Raduno") anche a Lubiana . f risultati furono estremamenre deludenti e lo Zbor sloveno, sotto la gu ida di Izido r Cergol e di August Kuster, ottenne poco p iù cli tremila preferenze (16) . La violenza zborista che seguì alla sconfitta elettorale venne ut.ilizzata dai popolari di Korosec, che dominavano la Banovina, come pretesto per sciogliere il gruppo cl i Cergol g ià nel 1939, un anno prima rispetto al resto ciel Paese. Il movimento ljoticiano a Lubiana rappresentò quindi, seguendo l'esempio ciel suo leader nazionale, l'aspetto più d ichiaratamente fascista della politica slovena, permeato da posizioni jugoslaviste . Le tendenze localiste e separat.iste non ebbero un grande seguito , e furono quasi del tutto assorbite dal Partito popolare. Ciò nonostante, il panorama dei movimenti dell'estrema destra slovena non sarebbe completo se non si citasse la "G uardia nella Tempesta" ("Straza v Vihctrju") ciel sacerdote e professore Larnbert Ehrlich. Originario di un paese vicino a Tarvisio, Ehrlich era un gesu ita , professore di teologia all'Università di Lubiana ed etnologo a tempo perso, che verso la metà degli anni trenta fondò presso il suo ate neo il movimento politico "Guardia nella Tempesta", cercando di organizzare meri gli stude nti e i docenti cattolici contro gli altri movimenti presenti nell'Università, soprammo quelli di sinistra. Gli avversari di Ehrlich e rano, come lui stesso ebbe a scrivere, "i liberi pensatori, i massoni e i bolscevichi" (17), contro i quali bisognava creare u na vera e p ropria Chiesa combattente che con la forza delle encicliche papali avrebbe dovuto lott:arc per un nuovo ordine sociale . L'intera vita della società slovena avrebbe dovuto essere subordinata alla

( l 5) Il "Movi1m:n ro popolare jugoslavo 'Raduno'" ( 'jugoslawnsko Narodno Gibanje f!VC;-'Zhor") fu fon<law nel genn,1io 1935 dall'ex min istro D i rn itije I.jotic. Fu l'u n ico movimento politico jugoslavo che, olln:: ad una iconogra fia fasci,;ra, adottò programrni e metodologie mutuate clal nazion,dsoc ialismo e dal fascismo italiano. Ostile a tutti i loca lismi, compreso quelli grande-serbi, lo Zhor - mi noriw rio rna bellicoso - creò un.i vasca rete di sezioni i n tutto il Regno di Jugoslavia, che di ven nero, con l'arrivo degli eserciti dell'Asse, attivi ed entusiasti centri co llaborazionisti. (16) Boris Mlab r, op cit. , p . 159. ( 17) !!?idem.


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1,'0CCL.:l'AZIONE ITAI.IANA DELL,\ SLO VE/\IA ( 1941 - 1943)

Chiesa cattolica, ed organizzata con i criteri dell'economia corporativa, come Ehrlich scrisse in un libro apologetico ciel corporativismo. "Soltanto una cattolicità totalitaria, attiva, comprendente tutti gli uomini può salvare tutti gli uomini dalle cattiverie e dalla meschinità, può p roteggere il corpo e l'anima e quindi l'intera umanità" (18), sosteneva in un suo scritto il professore cli Lubiana. Anticomunisti ad oltranza, gli "strazarif' cli Ehrlich crearono nel 1940 un "Fronte Anticomunista della gioventù universitaria di Lubiana", che si distinse per la vio lenza dei suoi aderenti. La "Gtiarclia nella Tempesta" era attestata su posizioni localiste (molti suoi memhri erano ex appartenenti alla Slonao e all'SLS), e fu l'unica organinazione che creò, almeno a Lubiana, qualche difficoltà al granitico monopolio dei popolari. Mentre il programma minimo cli Ehrlich era una Banovina amministrativamente indipendente, analogamente alla Croazia dello SjJorazum (19), in ultima istanza il professore cli Lubiana aveva in progetto la fondazione di uno Staro cattolico danubiano ne ll 'ottica di una restaurazione asburgica, comprenclent:e l'Austria, la Slovacchia, l'Ungheria e naturalmente la Slovenia (20). Più vicini al modello fascista che nazista (al quale contestavano le suggestioni pagane), gli strazmji furono i rappresentanti della componente collaborazionista p iù filo italiana, evitando accuratamente qualsiasi accenno ai territori giuliani irredenti. Sui fog li dei seguaci di Ehrlich apparvero anche elogi al governo nazionaldericale cli Dollfuss ed al falangismo spagnolo, al quale gli strazaifi si ispiravano ideologicamente. Ehrlicb, che il l\tllakar definisce "una fascista alla Degrelle" (21), e i suoi studenti avrebbero rappresentato durante l'occupazione e l'annessione il nucleo più convinto del collaborazionismo sloveno, e, insieme ai poch i seguaci dello Zhor sloveno cli Cergol, ne avrebbero rappresentato l'anima apertamente fascista. Bianchi, azzurri, e "neri" - diversi nell'ideologia, nelle radici socioculturali e nei programmi - avrebbero trovato un collante comune nella lotta al movimento partigiano e, conseguentemente, nella collaborazione più o meno sentita con le autorità italiane.

(1 8) Ibidem, p. 160. 0 9) Lo Sf.1omzum (Accordo) fu firmaco i l 26 agosto 1939 dal reggente principe Paolo , il primo ministro Cvetko vic ed il leader concad in<.> c;roato JVJacelc e c;oncedeva ampie autonomie all a /-ianovinc1 croata. ( 20) SME, Ufficio Storico, F. 327, B . 2, "Notizia ri gio rnalieri trasmessi clall'XI R,1ggruppamento Guard ia alla Frontiera al Comando d C'IJa Seconda A rm,na", Notiziario n. 202 elci 21 luglio 1943. (21) 13oris Mlakar, cii ., p. 160.


CAPITOLO SECONDO LA PRIMA FASE DEL COLLABORAZIONISMO: DALLE "LEGIONI" ALLA MILIZIA VOLONTARIA ANTI COMUNISTA (MVAC)

Con l'invasio ne, le forze politiche slovene s i smembrarono. La maggioranza della dirigenza del Partito popolare seguì la Casa regnante ed il Governo sulla scrada dell'esilio. Tale decisione fu presa dal già citaco Frane Kulovec, successore d i Korosec alla guida dc ll'SLS, e da numerosi alcri esponenti popolari: il ministro Snoj ed il vicepresidemc ciel Cons iglio 1\lliha Krek (quesc'ultimo ricopriva anche l'incarico di vicepresidente dell'Azio ne cattolica slovena), il no to redattore politico dell'organo dell'SLS "Slovencc" ("Lo Sloveno") , Fra ne Ruhar, il senato re Gabrovsek, l'esponente della corrente di sinistra del Partito. professor Boris Furlan ed altri. Con la parcenza cl i Kulovec e Krek, i due nomi più prestigiosi dell'SLS, il Partito passò nelle rnani della componente [)iù estremista, capeggiata dal bano Marko Natlaccn, distintosi in passato per il suo acceso localismo e per le sue posizioni grandi-slovene. Al suo fianco, oltre ai g ià citati leader politici firmatar i della "d ichiarazione cli Lubiana", gli ex deputati dell 'SLS-JRZ Staret e Krajnc, l'esponente locale Anton Dubovnik. il "decano" dei popolari e vecchio amico di Korosec. Skrbec. il genera le del Regio Esercito jugoslavo August Novak, il sindaco d i Lubiana, dott. Ivo Acllesic. Inoltre la dirigenza popolare poteva fa re affidamento sull'Azione cattolica slovena, sulla Curia, sui giornali ·'Slovenec", "Dornoljub" ("li Patriota") e "Slovenski dom" ('·La Pacria Slovena") nonché e s u alcune centinaia cli militanti della formazione paramilitare ciel Partito "Fanti sloveni". Analogamente a l\atlaccn, anche due esponenti di primo piano ciel Panico Jiberale-:JNS, il già citaw presidente clott. Alberc Kramcr e il ministro Ivan Puceli, o ptarono per restare a Lubiana, non seguendo il Governo e la maggioranza dei loro colleghi di partito sulla strada dell'esilio. I nazional-liberali potevano contare sulla struttura degli Jugosokol, sui resti delle o rganiZ7:azioni nazionaliste disciolte negli anni precedenti ma ancora attive, come l'Orjuna e il Boj, su numerosi burocrati e militari legati al Governo centrale ed al Partito nazionale jugoslavo e su alcune amicizie influcnci nella locale Massoneria. Al loro fi anco, alcune associazioni cli categoria e, soprattutto, il potentissimo dott. August. Praprotnik, presidente dell'Associazione degli Industriali di Lubiana, e finanziatore del la formazione politica. T partiti politici modera ti assunsero inizialmente un atteggiamento di attesa, astenendosi da un'adesione entusiasta alle nuove autorità e limitandosi, al di là delle formali dichiarazioni di lealtà quali il '·documento cli Lubiana", a riconosce re l'annessione al Regno d'Italia come un dato


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1.·ocCUPAZIO NE ITA I.IAKA DEI.T./1 $1,0VENIA ( 194 1-1943)

cli fatto . Dal luglio 1941, con la scesa in campo del Partito comuni::;ta, si sarebbero accentuate le posizioni "controrivoluzionarie" di entrambi i raggruppamenti politici, avvicinandoli tempestivamente al "male minore", ovvero agli italiani. Come si è visto, Natlacen raggruppò alcuni espo nenti di primo piano dei due partiti, una esigua rappresentanza ciel Partito socialista e di altri raggrnppamenti minori in un "Consigl io Nazionale", affinché la Banovina potesse continuare a funzio nare in attesa degli sviluppi politicomilitari. Nell'aprile 1941, immediatamente dopo l'occupazione, i leader popolari e nazional-liberali decisero di costituire akune organizzazioni paramilitari prive cli coordinamento l'una con l'altra e senza la necessaria autorizzazione delle auw rità italiane: il fine di entrambi era da un lato quello di mantenere i contatti con i rispettivi militanti e dall'altro quello di creare le basi per una p iù organizzata struttura paramilitare che potesse fronteggiare una probabile "crisi" futura, senza però definire il futuro "nemico". Dopo lo scioglimento del "Consiglio Nazionale" deciso dalle autorità italiane e l'istituzione della Consulta provinciale, venne quindi fondata dalla dirigenza del Partito popolare la clandestina "Legio ne Slovena" ("Slovenska Legija"), posta al comando del generale August Novak e coord inata a Lubiana da Rudolf Smersu, composta eia attivisti dei "Fanti sloveni" e de ll 'SLS. I nazional-liberali organizzarono una concorrente "Legione Sokolista" ("Sokolska Legija") , anch'essa illegale, che già ne l nome si richiamava alle tradizionali formazioni nazionaliste d'anteguerra, e che raggruppava n umerosi militanti dell'ex Orjuna slovena d i Marko Kranjec, del Boj e degli Jugosokol. Tali organizzazioni mantennero inizialmente un atteggiamento alquanto prudente, limitandosi ad una propaganda atta a prevenire eventuali insurrezioni ispirate dal Partito comunista ed al mantenimento dell'ordine nei villaggi. Gli italiani ufficialmente non riconobbero alcun ruolo alle legioni, tollerandone la presenza con sufficienza, e limitandone l'attività . Di ben altro tono e privo cli ambiguità fu l'atteggiame nto delle minuscole ma agguerrite formaz ioni fasciste slovene . Ricostituitosi all'indomani dell'invasione, lo Zbor sloveno di Cergol raggruppò alcune centinaia cli studenti universitari, ex combattenti aderenti al Boj, intellettuali e memhri della piccola borghesia impiegatizia cli Lubiana . Cergol, convinto filo nazista e visceralmente anti italiano, decise di abbandonare la Slovenia incorporata ne l Regno d'Italia e cli raggiungere a Belgrado il vodja Ljotic. La scelta d i Cergol non fu condivisa da alcuni z horisti che, viceversa, scelsero d i restare a Lubiana, organizzando attività propagandistiche filo fasciste. L'altro movimento fascista sloveno, il circolo universitario cattolicointegralista della "Guardia nella tempesta" di Larnbert Ehrlich, aderì con entusiasmo all'annessione cli Lubiana all'Italia ed alla fascistizzazione della Slovenia. Nonostante il loro numero esiguo (la "Straza" contava nel 1941 circa duecento aderenti), gli "strazarif' sarebbero divenuti il n ucleo


I.A l'Rl,IA rASF. l)f.L COLL-\llORA7.10:-IIS:.lO: DAI.I.E "l.f.G[0:.;1- ALL-\ ~l\,\C

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centrale , e più convinto, d el belogardismo (1). I d ue movimenti fascisti si d istinsero tra loro soprattutto per l'atteggiamento nei confronti delle a utorità italiane. Sostanzialme nte ostili gli zbon'st'i, i qua li nella stragrande maggioran za preferiro no co llaborare con i tedeschi in Serbia p iutto sto che con gli italiani in Slovenia; completamente favorevoli all'annessione, rin negando così il loro passato indipendentista, gli strazarij cli Ehrlich . Nei primi m es i successiv i a ll'annesionc né Grazio li né !Zo bo tti considerano l'ipotesi di un coin volgimento "direuo" d egli sloveni nel mantenimento dell'ordine pubblico, p referendo ad essi le strunure militari e di polizia im porta te d a ll'ltalia . Anche all'attività p ro paga nd ista dei g io rnali vicini ai p opolari ed a i nazional-libe rali, i q ua li iniziarono nell'e state 1941 a lanciare appelli per la lotta al comunismo, delle legioni e dei circoli filo fascisti, le nuove autorità preferirono le solide (e fidate) srnmure del PNf lubia ncse, presiedute d a funz io nari italiani. La presenza d egli e mbrioni d e l colla borazio nism o ve niva, in un certo se nso, tolle rata d a ll'Alto Com missario, e rifiutata dal Comand o dell 'XI Co rpo d'annata: molti esponenti politici che avevano garantito obbedienza al Regno d 'Italia, a cominciare d a Na tlacen, avevano r icoperto incaric hi cli p restigio negli o rganismi po lilic i e ne ll 'apparato a m ministrativo de ll'ex Re g no cli Jugoslavia; i filo fasc isti, come Cergo l ed Eh rlich, avevano un passato anci italiano o favorevole ad un'indipendenza della Sloven ia. In sostan za, si trattava cli pe rsona lità poco a ffidabili, a lme no in una fase - l'esta te 1941 in cui le a ttività cle ll 'embionale movimento partig iano pareva no fac ilmente re pri mib ili da parte d e lle sole forze militari e cli polizia irnliane. L'Alto Commissario utilizzò i funzionari della passata amministrazione disposti a collaborare, come a us iliari della nuova macch ina b urocra tica, ed inserì i nomi più p restig iosi d e lle forze politiche an tico muniste ne lla ne oistituita Consulta p rovinciale. I più con vinti filo italiani , come g li strazarij; vennero utilizzaci, sporadicamente, quali delatori per individuare gli espo nenli accadem ici anti italiani ed anti fascis ti. TalvolLa, i membri delle le gion i, sopra ttu uo d ella p iC1 affid a bile "Legione Slove na ", furon o imp iegati pe r il mante ni mento d e ll 'ordine p ub b lico nei villaggi rura li, sotto s trerca sorveglianza delle autorità iLaliane (2). Nulla di più . Il limitato im piego dei collaborazio n isti spinse alcuni d i loro ad abba ndona re l'attività po litica : Natlace n si d im ise d a lla Co nsulta ne l dicembre 1941 , seguito da a ltri esponen ti popola ri e nazio nal-liberali. Le limitazioni venivano lene, eia parte degli esponenti più energicamenlc localisti, autonomisti o aclcliriccura indipendentisti, come .la d imostrazione

(l) Tr.i glì altri esponenti più in vis1:t clell;i Stra.za. ricordiamo il professore Ciril Zebol. Franz Ccsar. il don. Pos1onan, gli imelleuuali Oolinar e Jareh (/\CS. Minis1ero degli ln1erni , Direz io ne Generale di l'.:ì., Direzione affari gcncndi e riserv,u i. 1942, A. 62 K J-A Lubiana). ( 2) 11.W. Neulcn, "An ùc:r clcutscher Seite: i ntermllionale Freiwi llige von Wehn nachl uncl Waffen SS", Universi1as, t.lucnchen, 198'!. p. 221.


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L'OCCuPAZIONE ITAl.l,\ NA DELl,\ Sf.OVENfA 09·i l - 1943)

che la "liberazio ne" della Slovenia dal "giogo serbo" si stava tramutando in un'italianizzazione forzata, un progetto che escludeva gli autoctoni e allontanava ogni velleità d'indipendenza . La stessa concessione dello status autonomo alla provincia veniva lecca dai settori grandi-sloveni come un palliativo privo di contenuti concreti. La crisi del primo collaborazionismo portò a numerose defezioni, in modo particolare tra i nazional-liberali. Alcu ni esponenti del Parcito, guidati dal giudice Joze Rus, aderirono al "Fronte di liberazione" ("Osvohodilna Fronta" - OF), ormai controllato dal Partito comunista. Altri militanti nazional-liberali, guidati dal dott. Milan Vidmar già membro della Consulta comunale di Lubiana, ed alcuni esponenti popolari costituirono l'O rganizzazione Edinost ("Unità"), semi clandestina, presieduta da alcuni intellettuali di Lubiana (come il noto scrittore Fingasar) ed acresrata su posizioni neutrali, equidistante tanto dai col laborazionisti quanto dai partigiani (3). La crisi del collaborazionismo non risparmiò neppure le legioni, e nel gennaio 1942 la nazional-liberale "Legione Sokolista" subì una scissione. Alcuni suoi esponenti, accusando la dirigenza di avere trad ito gli ideali nazionalisti appiaccendosi sugli occupatori e di avere rinnegato la laicità del movimento collaborando con i clericali, costitu irono una minoritaria ma attiva "Legione Nazionale" ("Narodna Legya") . Come si vedrà, la "Legione Nazionale" sarebbe stata uno degli embrioni ciel movimento cetnico sloveno. Le difficoltà de l movimento collaborazionista stavano trasformandosi in vantaggi tanto per i partigiani q uanto per i cetnici, e i dirigenti popolari e nazio nal-liberali decisero cli porvi drasticamente rimedio. La questione non era semplice: la framm entazione delle forze anticomt1niste in campo, il rafforzamento ciel movimento titoista e l'inversione cli tende nza ciel conflitto rendevano necessaria una maggiore elasticità. Si doveva mantenere - attraverso un organismo ad hoc - una serie cli contatti "a tutto campo", con il Governo in esilio, i cetnici, le organizzazioni p iù dichiaratamente collaborazioniste, i "neutrali" come i membri della Edinost. Un'organismo che facesse dell'anticomunismo il suo p unto programmatico più importante ma che ventilasse con maggior convinzio ne l'autonomia o addirittura l'indipendenza della Slovenia, come obbiettivo a lunga scadenza, procrastinato al termine del conflino. I diverbi tra grandi-sloveni e jugoslavisti sarebbero stati parimenti rinviati: una Slovenia indipendente o, in alternativa, autonomamente inserita in una Nuova Jugoslavia, ma senz'altro libera anzitucto dai comunisti ed in un secondo tempo, con l'aiuto degli angloamericani, anche dagli italo-tedeschi. I popolar-liberali (o "bianco-azzurri" come la propaganda partigiana li clefi-

(3) SME, U fficio swrico , f . 327, I3. 2, Nmiziari giornalieri trasmessi dall'XI Raggruppamento Guardia alla Frontiera., Notiziario n. 202 del 21 luglio 1943. Secondo le au torità italiane, l a Edinost era in real1à u na cre,Jtura del Fronte cl i liberazione; a ri prov,1 di ciò , si ricordava che Milan V idmar era fra1ello di Josip Vidmar, definito " p residen1e dell'O f".


LA l'illMA FASE 1)111, C.Ol.l.ABOllAllONISMO , DALI. E "LEGlONI" ALLA ~LVAC

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niva) abbracciarono così, nei fan i, un modus opercmdi non dissimile dai mihaj loviciani, dai collaborazionisli serbi e financo da qualche espone nte c roato: creare una sorta di "governo ombra", sfruttare gli italiani, ottenendo da essi armi ed equipaggiamento per la costituzione di un esercito s loveno a nticomun ista, coordina re tutti i grup pi presenti sul te rritorio (dagli strazctr(f ai ne utrali, dall e legion i ai cetnici) e condurre, in attesa cli uno sbarco alle~no, una durissima lotta al movimento partigiano. Da quel momento le a ttività del variega to anticomunismo sloveno, al di là degli scontri e delle scaramucce intestine (talvolta sapientemente pilotate dai leader politici di Lubiana per confondere le idee tanto agli italiani quanto ai partigiani), avrebbero avuto un unico coordinamento centrale . Nel marzo ·1942 venne q uindi istituita , dalla dirigenza del Partito popolare, dai resti dei nazional-liberali, e da alcuni socialisti moderati orma i votati alla causa dell'a ntico1m..111ismo, la ·'Fratellanza Slovena" ("Slovensktt Zaveza") , c he le autorità militari italia ne ribattezzarono "Centro nazionale sloveno" define ndolo ··anticomunista e per l'assoluta indipendenza della Slovenia" (4). Is piratori di ra ie operazione furo no il vescovo Rozma n e Marko Natlacen, riemrnto nella politica a ttiva dopo alcuni mesi di meditazione. Al fianco cli Natlacen, apparve una nuova figura che avrebbe ricoperto un ruolo sempre più determinante nel collaborazionismo s loveno: il gene rale Leon Ru pnik (1880-1946), cons iderato dalla storiografia slovena "il personaggio centrale cie l campo controrivoluzionario e collaborazionista sloveno dal 1941 al 1945" (5). Nato a Loqua, presso Gorizia, già cap itano di Sta to Maggiore dell 'esercito austro-u ngarico durante il primo conflitto mo ndiale, Rupnik proseguì la carrie ra ne ll'ese rcito jugoslavo, diventando generale di divisione. Trovatosi a Zagabria nei giorni della capitolazione, l'ufficiale aveva collaborato con il maresciallo Kvaternik (6) nella ricostitllzione dell'esercito croato; la d iffide nza che i militari c roati n utrivano per l'ufficiale slo veno convinse Rupnik. nella tarda estate del 1941, a ritornare a Lubiana. Anticomunista viscerale, convinto cattolico s impatizzante ciel Partito popolare, favorevo le a lla coll aborazio ne con gli italiani, Rupnik fu ferito con due colpi cli rivoltella in un artentato partigiano a Lubiana il 25 settembre, pochi giorni dopo· il suo a rri vo (7). L'ufficiale sarebbe stato nominato da Grazioli podestà di Lubiana il 9 giug no 1942 al posto dello sc reditato Adelsic (8),

(4) SME, Ufficio storico, F. 1358, '·Noli ziari vari dc lb 2" A rm:na··. Notiziari quinclidn:tl i Norizi:irio siruazion<.: quindicina le n. 51 cld 3 marzo 19·/42. (5) 8oris .\11:ikar, "Gencrnl Rupnik in Slove::nsko Domobrnn~rvo", in: ··zogodo\"inski Ca sopis" 35. 1981.3. p. !.87. (6) Slavko Kva1ernik, gi.ì ulTìcialc asb u rgico e na zionalisca ero.i lo , fu i l primo Mi nistro clcll;1 Difesa Kaziona le e Comandante Surremo d elle Forze M m:llt! Croate nt! ll o Stato l ndipe;:nclentc di Croazia. (7) ACS . PCM, 19/41-43. !3. 2661. Fase. l-1-13-21006. sottofasc. Il. (8) L't!x podestà Adlt!s ic :1vrd,b e i n , cguiw .ib hanclona ro t ubiana p er ri r :1ra rc i n Ital ia.


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J:OCCUPA7.IOKE ITALIANA DELLA SLOVENIA ( 194 1-1943)

ed in seguito a ciò il Governo in esilio lo avrebbe radiato dall'Esercito jugoslavo. Con l'apporto di Rupnik, la "Fratellanza" iniziò ad operare sulle direttive sopra descritte. Attraverso l' lntelligence Service, che a Lubiana operava a ttraverso il colonnello Vladimir Vauhnik, già attaché militare alla Legazione jugoslava di Berlino nell'anteguerra, l'organismo mantene va in contatti con il Governo in esilio, nella figura del vicepresidente ciel Consiglio Miha Kre k. Emissari della "Fratellanza" contattarono il maggiore Karel Novak, leaderdei cetnici sloveni cie l quale si parlerà p iù avanti . Contemporaneamente, Natlacen manteneva rapporti ufficiosi con il Partita fascista, a ttraverso il federale Orlancl ini, e con l'Alto Commissario, attraverso i funz ionari Zenaro e Tomasin; venne trovato altresì un canale di contatto con il generale Robocci e con le autorità militari tedesche dei distretti settentrionali, attraverso esponenti locali del Partito popolare, come Ivan Brodar, e il leader cetnico Bedenk (9) . Contestualmente all'attività politica della "Fratellanza", Rupnik si occupò della riorganizzazione delle forze paramilitari collaborazioniste. Nell'aprile 1942 l'anziano generale sloveno, si incontrò con Robotti. Nel corso del colloquio, Rupnik manifestò al comandante dell'XI Corpo d'armata il proprio intendimento cli chiedere all'Alto Commissario l'autorizzazione per la costituzione cli milizie armate composte eia sloveni da affiancare alle truppe italiane nella lotta ai partigiani. Nella successiva riunione periodica tra le autorità militari e civili italiane, si discusse della questione . "L'Ecc.Robotti", si leggeva nel verbale dei colloqui "esprime il suo parere contrario a tale concessione. L'A.C. (Alto Commissario - NdA) dichiara che tale concessione è inammissibile per questioni di prestigio. Ad ogni modo riceverà il Podestà e, richiede ndo l'elenco nominativo degli individu i eia armare, mirerà a gt,adagnare tempo perché ragioni contingenti consiglia no di agire con un cerro tatto nei riguardi ciel partito cattolico" (10). La "Fratellanza", in attesa del colloquio richiesto da Rupnik con l'Alto Commissario , adottò anche in questo caso una politica del "doppio binario", legale ed al contempo clandestina. Presentare alle autorità militari e civili un "dato di fa tto", e cioè la costituzione di una formaz ione armata anticomunista, avrebbe vinto le titubanze italiane, rendendo la legittimazio ne delle progettate milizie quasi automatica. Il 17 maggio si ebbe un incontro clandestino, a Lubiana, tra esponenti della "Fratellanza", i leader della Straza e dello Zhor, il comando

(9) ACS , Ministero degli Interni, Direzione Generale <li P.S., D irezione affari gener,11i e rise1vati, 1942, B. 62 K 1-B- Lubiana. (1 0) SME, Ufficio Storico, M-3, I'. 325, B. 7, "Verbali riunio ni del Comandante d i Corpo d'armata con l'Alto Commissario", Argomenti trattati nella riunione ciel 30 apri le presso L'\l to Commissariato presenti l'Alt.o Commissario, l'Eccellenza Roboui, i l genera le Orlando, il Questore, il Federa le, il Capo cl i S.M. dell 'XI C.A. cd il Comandame <lei Grupp o CC.RR. ''Milano", 30 aprile 1942, p. 2.


LA PRI MA FASE DEL CO LLAllOI\AZlONlSMO, DAI.I.E ··I.EGIO)ff Al.lo\ MVAC

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della "Legione Slovena" ed alcuni emissari dei cetnici di Nova!<. Nel corso della riunione si decise la costitllzione di una formazione militare unitaria: nacque il "Battaglio ne Stiriano" ('Stajerski .Bataijon" talvolta definito anche "Compagnia Stiriana" - "Stajerska Ceta" (11), composto dai militari sbandati riun.iti da Novak e provenienti per lo più dalla regione moncuosa del Gorjensko, eia qualche volontario strazaro e zborista e da legionari sloveni. Il "J3attaglione Stiriano" (che utilizzava la stessa denominazione cli una formazio ne titoista) sarebbe dovuto diventare nei progetti dei suoi fondatori il p rimo nucleo di un "EsercitO nazionale sloveno", anticomunista ma, fino alla legittimazione, autonomo dagli italiani. Comandante della formazione venne nominato il capitano cetnico l'vlilan Kranjc. In realtà, a smuovere le autorità italiane dalle loro titubanze e pe rplessità, non fu tanto il "Battaglione stiriano" di Kranjc (l imitato negli organici e molto scoordinato), q uanto l'evoluzione della situazione politico-militare nella provincia. Le prime avvisaglie di ribe llione dell'estate 1941 si erano nel corso dei mesi trasformate in movimenti insurrezionali di grand i e preoccupanti proporzioni. Agli attacchi ai militari italiani si aggiungeva una drammatica situazione dell'ordine pubblico a Lubiana e nelle altre principali città slovene. Si rendeva necessario un coinvolgimento della popolazione slovena refrattaria al movimente> titoista, un coinvolgimento politico ma anche militare al fianco delle truppe e delle forze di p0Ji7,ia italiane. Inoltre, l'affidabilità dei collaborazion isti veniva rafforzata dal numero crescente dei loro caduti nelle imboscate partigiane. Inizialmente l'attività terroristica dei partigiani si era limitata ad alcuni gendarmi sloveni inq uadrati nei CC. RR., a funzionari ed a contadini cli dichiarata fede filo italiana . Dal tardo inverno 1941-42 gli attentati contro i collaborazionisti erano aumentati, e le vittime erano sempre cli più esponenti d i primo piano. L'8 gennaio veniva ucciso al parco Tivoli a Lubiana il commissario cli polizia sloveno Ivan Polak. In febbraio, in un bar di Lubiana, cadeva vittima di un anentaco il dott. Praprotnik, presidente degl i industriali ed esponente d i punta de l collabora7.ionismo nazional-liberale. Il 17 marzo 1942 a Lubiana venne ucciso Frane Zupanec, vicefiduciario dei GUF cli Lubiana e confidente della Questura. Il 27 marzo fu ferito un dirigente sloveno della GIL. TI 25 aprile fu la volta del podestà di San Vito di Cerknica, che venne ucciso insieme al segretario comunale ed a un altro collaborazionista . Ma l'ep isodio più grave avvenne il mattino del 2ì maggio, nella centralissima via Stelinska a Lubiana. Un commando com-

(1 1) La citava con questa d enominazione il corn missario cl i PS di Novo Mesm , Nazareno Chiuzelin, i n una relazione del 12 luglio 1942 al Comando della D ivisione "Ison zo··. (Archivio cli Lub i;ina dell'I stituto per la storia e.lei movimento operaio - Jnsitut za zgodovi110 defevskegagihcmja - citato p iù av,1nti e<.>n la sigla IZDG, XI Corpo d'armata, F. 741/1, U R. Ufficio di Pubblica Sicurezw di Con fi ne cli Novo Mesco ;il Conwn<lo della Divisione Militare Fantt!ri a "Isonzo'', 12 lugl io 1943).


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J:OCCUP,\ZIOKF. ITAI.IANA DELI.A SI.OVF.Nl,\

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posto eia due partigiani, agenti del "Servizio di Sicurezza e cli Spionaggio" (" Varn.ostno Obvescevalna Stuzba" - VOS), uccise a colpi cli rivoltella il leader della "Guardia nella Tempesta" Lambert Ehrlich ed il suo assistente dott. Viktor Rojc. Il giorno stesso venne ferito gravemente Ivan Persuk, caporedattore del giornale collaborazionista "Vasa Moy" e noto anticomunista. "Movente grave del delitto", scrisse l'Alto Commissario a proposito del l'omicidio di Ehrlich nella suo telegramma al Minbtero degli Interni "devesi all'attività spesa dal sacerdote per collaborazione con autorità italiana e atteggiamento anticomunista eia lui apertamente assunto" (] 2). Grazioli propose, durante la riunione periodica con il generale Robotti del 30 maggio successivo, cli rispondere all'attentato con una rappresaglia: la proposta venne lasciara cadere, probabilmente per l'intervento del vescovo Rozrnan (13). Successore cli Ehrlicb alla guida della Straza fu nominato il professore univers itario di economia Ciril Zebot, ::metto collaboratore del prelato (14). La scomparsa cli esponenti cli primo piano, come Praprotnik ed Ehrlich, comribuirono ad attenuare - non certo a far scomparire ciel tutto i dubbi delle autorità italiane circa l'affidabi lità dei collaborazionisti, esposti forse p iù degli stessi militari e funzionari italiani alle rappresaglie titoiste. Nei primi g iorni cli giugno si tennero alcuni colloqui informali tra Robotti e Ru pnik, ne l corso dei quali il podestà di Lubiana consegnò al Comandante clell'XT Corpo d'annata un "Progetto per l'annientamento dell'attività dei partigiani". "Poiché a causa della guerra dei banditi svolta dai p artigiani", si leggeva nella maldestra versione ital iana del progetto eseguita dai traduttori "la vita ed il lavoro nella provincia di I.ubiana sono intralciati al massimo e la provvista ciel carbone e della legna da ardere necessaria per l'inverno 42-43 alla città cli Lubiana minaccia una catastrofe, tenute presenti le necessità militari, dev'essere posto fine al più presto e con ogni mezzo alla servitù della rapace attività dei bolscevichi.

(1 2) i\CS, PCM, 1941-43, R. 2661, F. l-1-13-21006, sottofasc. 11 . hucres$ante il c;ornmento di uno strenuo avversario di Ehrlid ,, Edvard Kocbek, all'indomani dell'accentato: " Vc,:do davanti a me il morto Ehrlich", scrive il leader partigi:1110 sul suo diario "con cui an ch'io ho molto discusso un tempo. Nonostante il suo sli11 are sempre più rapido nel fascismo sloveno, questo interessante personaggio v iv rebbe ancora, se proprio il fascismo no n ci avesse costretti atrinesorabilc alternativa : o la v ita o la morte." (Edvard Kocbek, "Co mpagnia: la resisJt::nza p:1rtigi,111a in Slovenia", Jaca 13ook. Milano, 1975, p. 39). 03) "L'Ecc. Grazio! i i? del p:1rt::re cl i dar co rso alle rappresaglie per l'assass inio del prof. Ilerlich (recte: Ehrlich) e dello studt::nce sloveno (si 1mttcwc1 del ci/alo d ou .Rojc - Nd/1) . t-la ricevuto :1nchc lu i u na rich iesr.a dt::ll'autorità ecclesi:1st ica per non dar lu ogo ad azione cli r.1ppres,1glia." (S1VIE, Ufficio storico, M-3, F. 325, e. 7. "Verbali riunioni del Comandante di CA co n l'Alto Commissario", Verba le della riunio ne che h:i avuto luogo il giorno 30 maggio alle ore 9 p resso l'Alto Commissariato, 30 maggio 1942). ( 14) Da norare che, i l p:,dre cli Zebot, sindaco cli Maribor, ven ne deportato d:1i tedesch i a Dachau perché comrario alla denazionalizazionc dei territori della Slovenia setten triona le. L'a nziano po li1ico sloveno trovò la morte nel lager nel 1945.


LA PRIMA FASE OEL COLLABORAZIONISMO, DAI.I.E ··1.F.GIONr · ALI.A MVAC.

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TI territorio della provincia cli Lubiana è particolarmente impo rtante per i metodi di guerra delle bande balcanico-bolsceviche, mentre al contrario sono imped ite o rese difficili al massimo le operazioni di moderna guerra in questo terreno, ovunque densamente coperto, alle truppe regolari che non vi sono abituate" . Il progetto proseguiva con alcune proposte operative. li podestà richiedeva anzicutto la costituzione cli "controbande" (defini te da Rupnik " Streifko,p.{'), composte eia sloveni anticomunisti ed atte al combattimento in momagna. Tali controbande, composte eia un n umero variabile cli "controguerriglieri" (tra i 25 e i 150 "o anche più"), sarebbero state affiancate alle unità italiane clei presidi principali, presso i principali capoluoghi distrettuali. Presso i presidi minori si sarebbero costituiti viceversa nuclei di ausiliari ed informatori. Veniva proposra u na "leva " diversificata per le d ifferenti situazioni. Le conrrobande avrebbero affiancato le truppe regolari italiane e, laddove possibile , avrebbero condotto attività alltonome . In appoggio a cali formazioni, Rupnik propo neva la mobilitazione delle autorità locali anticomuniste più note ed apprezzate dalle popolazioni, affinché fosse atruata da parte di costoro un'intensa propagand a favorevole alle controbande ed ostile ai partigiani. Le controbande av rebbero dovuto essere comandate eia ufficiali sloveni fidati , scelti dalle au torità italiane tra i prigionieri di guerra. Infine, Rupnik proponeva l'istituzione di nuovi presidi ed il rafforzamento degli esistenti: "Appena i maggiori e p iù importanti centri ( .. ) e le loro adiacenze in virtù delle occupazioni italiane si sentiranno stabilmente protetti, è da aspettarsi con certezza che tutti quegli elementi che sono contrari ( nemici) dei partigiani e clei banditi, vengano alla superfice ecl entrino in quella riserva d'uomin i della quale poi (. .. ) sarebbe scelto il libero combattente" (15). TI 12 giugno Robotti inviò al Comando Superiore Ff. AA. SloveniaDalmazia (Su pe rslocla) una s ua relazione relativa a tale progetto. Secondo il Comandante dell'XI Corpo d'armata, la proposta di Rupnik cl i rafforzare .i presidi o istituirne di nuovi era irrealizzabile poiché avrebbe necessitato cli u n numero elevato di truppe. Pur accettando la proposta di organizzare le "conrrobande" , Robo tti si dimosrrava alquanto scettico sulla loro efficacia. Ino lrre, il generale italiano nutriva ben poche s pe ranze sull'atteggiamento della popolazione slovena e seri duhbi sulla lealtà dei cattolici e dei nazional-liberali: "La popolazio ne", per Robotti "per quanro soddisfatta cli vedersi protetta dalle violenze che conturbano la sua pacifica vita rurale ( ...) non è disposta a collaborare con noi, almeno prima che la guerra sia fi nita, giacché c1.mi ( sottoUneato nell'originale - NdA) credono fermamente che l'Asse perderà la guerra, e che la situazione slovena sarà orientata verso diversa soluzione". E, a proposito dei collaborazionisti: "( ...) pur combattendo i comunisti, il Vescovo (Rozman - NdA) ed i capi della borghesia, nazional isti e cattolici, rimanevano e rimango-

(15) S,'v!E, Ufficio s torico, M-3, f. 84 ( Documento allegato n. 4).


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L'OCClJJ>AZIONE ITi\lJA'.'<A [)El.I.A SLOVENIA 094 1-1913>

no profondamente ancitaliani e tendono semplicemente a sostituirsi ai comunisti nel movimento cli liberazione dallo straniero. (. . .) Poiché un movimento rivoltoso a carattere nazionalista otterrebbe l'adesione totalitaria e plebiscitaria della popolazione slovena e qtlincli si presenterebbe per noi molto p iù pericoloso che non quello attuale capeggiato dai comunisti, ritengo che la nostra collaborazione con gli uomini del movimento cattolico sloveno debba essere limitata alle strette necessità contingenti (attività informativa nel senso più largo) e condotta con abilissima arte diplomatica". Per gli stessi motivi, l'impiego delle controbande avrebbe dovuto essere limitato, e limitati avrebbero dovuto essere i loro organici. 'Sottoposte al diretto comando delle autorità militari italiane, avrebbero !X'tuto essere coordinate dagli sloveni ex prigionieri scelti in base alla loro provata fede . Le conclusioni cli Robotti ribadivano il suo profondo scetticismo: "L'a iu to che ci si può aspettare dalle controbande locali, per quanto sotto certi punti di vista non trascurabile e suscettibile d i eventuali inconvenie nti, non mi pare possa sensibilmente influire su l programma di nonnalizzazione della Slovenia (. ..) (16) . L'opinione di Robotti era confermma dal Comando della Seconda armata (Supersloda) . Nel Notiziario politico militare del 15 giugno 1942, si leggeva, a proposito di un'eventuale reazio ne anticomunista delle forze collegate ai popolari: "Resta tuttavia fe rmo che tale reazione, ancorché avvenga, non starà a significare una adesione alla nostra politica, ma un semplice "affiancamento" e per scop i puramente contingenti, quale potrebbe essere il trattamento cli favo re delle autorità occupami, in attesa che la sconfitta dell'Asse, auspicata dai partigiani e in non mino re misura da i cattolici, ridia alla Slovenia Ja perduta indipendenza" (17). L'ambiguo disegno della "fratellanza Slovena" era stato colto da lle autorità italiane, ma in ogni caso, la situazione militare e politica aveva convinto gli occupatori acl impiegare - seppur limitatamente - formazioni collaborazioniste . In vari distretti rurali si stavano verificando reazioni spontanee cli contadini e piccoli proprietari, talvolta coordinate eia esponenti del "Battaglione stiriano", talvolta eia semplici parroci cli campagna, contro i nuclei partigiani: a maggio, presso Hrib, ad ovest cli Kocevje, alcuni contadin i avevano respi nto con successo i tentativi cl i nuclei di partigiani cli penetrare nel centro abitato (18). I dirigenti della "Fratellanza", già° delusi dall'esperienza ciel "Battaglione stiriano" (organizzazione sempre più cetnica e sempre meno belogardista, e q uindi incontrollabile) e consci che soltanto un consenso popolare al collaborazio nismo avrebbe dissolto i

(16) Ibidem, li Comandante dell'Xl Corpo d'armata al Comando Superiore ff.AA. Slove nia-Dalmazia, 12 giugno 1942. (17) SME, Ufficio Slorico, f. 1358, "Kotiziari v,1ri della 2" armata", .'lmiziari pol ilico-m ilicari, Notiziario n. 58, 15 giugno 1942. (18) SME, Ufficio Swric<.>, ·'Notiziari vari della 2" armata", Notiziari sectiamanal i, Notiziario n.7, 19 maggio 1942.


I.A PRl~IA fASE IWL C01.1.ABORAZI01'1S~IO, DAI.LE LEGI0;,/1" Al.I.A i\lVAC

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pregiudizi degli italiani, tentarono con successo d i organizzare le ribellioni antipartigiane dei rurali. In giug no, a Sv. Jos t, nel distre uo occide ntale di Lub iana, il lec1der cattolico locale rranc Kampar costituì un piccolo nucleo combattente anticomunista. l\ei primi giorni di luglio, a :Novo Mesto, dalle fo rma7.io ni ciel "Ilattaglione stiriano·· con rapporto cli contadini locali, sorse la p rima "13anda Anti Comunista" (BAC), composta da un centinaio cli uomini (19). Alla form azione - primo nucleo della futu ra !Vlilizia Volontaria AntiComunista - si sarebbe aggiunto nei primi giorni d'agosto, il "Battaglione dei condannati a morte", p roveniente da Smolenja Vas, ad e:,t di Novo lVlesto, e comandato eia locali esponenti e.lei Partito popo lare . Le due formazioni anticomuniste cli Sv. Jost e cli Novo Mesto vennero immediatamence impiegate dalle autorità mi litari italiane nei rastrellame nti dell'estate: la banda Kampar cl i Sv..Jost fu aggregata al nucleo mobil e c.lella 153~ Divisio ne cli fanteria "Macerata", soprn ggiunta nel fra ttempo in Slovenia; le formazioni d i Novo Mesto furono utilizzate dalla Divisione '·Isonzo". Nel mese di luglio, durame la p rima fase delle operazioni ve nne utilizzaro s ul Krim e sul Mokrec e nella zona Sodra7.ica Cerknica il raggruppame nto cli Karnpar, che ottenne durante l'avan?.ata l'approvazione e l'appoggio dei ceci rurali ciel luogo. Nella seconda fase operativa, iniziata nei primi giorni d'agosto neUa zona Slivnica Mackovrec-Ribnica, furono impiegaci dagli italiani la BAC cli Novo Mesto e il "Battaglio ne dei condannati a morte" . In e ntrambi i casi i reparti anticomunisti diedero prova di attitudine al combanimento, coraggio e e.l i lealtà verso i militari italiani. AlLre BAC sorsero presso Cerknica e Skrl ievo, ne i d intorni di Lubiana, e ne lla seconda metà di agosto gli organici delle forze anticomuniste sarebbero ammontati a circa ottocento unità combattenti ed operative (delle q uali 176 concentrate a :Novo Mesto) (20), per raggiungere il migliaio nel mese cli.sette mbre . Ne lla zona di Novo Mesto e di Smolenja Vas le BAC continuarono a sostene re, con un ce rto successo , combattimene.i contro le forze titoiste. Marko Natlacen decise cli intervcnire personalmente, consegnando alle truppe slovene anticomuniste di Novo Mesto la sua tenuta cli campagna di .Mirna Pec, qua le centro c.l"aclclestramcnto e centrale o perativa (21). Con l'apporto logi~tico della te nuta de l leader popolare la BAC cli Novo Mesco avrebbe superato a settembre le c.luccento unità (22). Nel frattempo, le bande anticomuniste iniziavano a sorgere in d iversi distrett i della p rovincia, concentrandosi in particolare nella zona tra

(19) S,\IE, Ufficio s1orico. I'. 1359 -:\Jociziari v,1ri della Seconda armala... ;,.!01iziari s.:uimanali. 1'01iziario n. 13 dell'S luglio 1942. (20) SME, Ufficio S1orico, F. 1359, Notiziari vari della 2" armata' No1izario ciel 19 agosto 1942. (21) ACS, M inistero degli Inte rni , Di r<::zione Generale ùi PS, Direzione Affari generali e riservmi. PS 19'f2. I3. 62, K 1-B (lubi,1na).


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l.'OCCl JPAZIONE lT:\LlANA DEU.A SLOVENIA 0 941-19fi3)

Lubiana ed il vecchio confine italiano, a nord-est - presso la fronti era tedesca - , e presso Cerknica , Loz, Robe Ribnica. Moderatamente entusiasta ciel "battesimo del fuoco", il Comando dell'XT Corpo d'annata decise cli denominare le bande belogarcliste "Milizia Volontaria Ami Comunista '' (l\.1VAC), utilizzando una denominazione già impiegata in Dalmazia per indicare le locali formazioni collaborazioniste. Le autorità militari italiane si avvicinarono al fenome no con estrema cautela. Una dimostrazione cli raie atteggiamento la si ha leggendo la circolare del tenente colonnello Manlio Berarcl i, comandante del II battaglione ciel 24° reggimento cli fanteria "Como" (Divisione "Isonzo") che il 13 agosto 1942 informava i suoi comandi s ubalte rni de ll'avvenuto arruolamento presso la 5'1 e la 7a compagn ia cl i 140 volontari anticomunisti. L'ufficiale si raccomandava d i redigere un e lenco dei volontari affinchè questi fossero identificabili dai militari ital iani : "I reparti che non hanno l'elenco, qualora fermino qualche armato, prima di 'passarlo per le armi', come sarebbe stabilito, devono avviarlo a questo Comando per i necessari controlli - per la segnalazione al Comando di reggimento . È in definitiva necessario che questi arruolati non siano fu cilati, perché, per il momento, lottano, come noi, contro i briganti comunisti" (23). Si trattava di dare a tale milizia una struttura più organica, collegata a i comandi di divisione ed ai presidi distribuiti sul territorio, cli assorb ire in essa le formazioni autonome, come le legioni e gli "stiria ni" di Kranjc, e di coinvolgere in maniera definitiva la dirigenza dei partiti della "Fratellanza" e le strutture della Chiesa . Sovente, infatti, le parrocchie fungevano da centrali operative de!Je MVAC: "(. ..) non sono rari i casi", si leggeva su un Notiziario della Seconda annata datato 30 settembre 1942 "cli sacerdoti che organizzano o guidano personalmente le fo rmazioni stesse o che collaborano con le nostre truppe" (24). Alla luce cl i questi fatti , più che Natlacen e Rupnik, l'interlocutore clell'XI Corpo d'armata e dell'Alto Commissariato avrebbe dovuto essere il Vescovo Rozrnan, diffidente verso gli italiani ma senz'altro energicamente contrapposto al movimento titoista.

(22) SME, Uffi cio Storico, F. 1359, Notiziari vari della 2" annata, Noti zi ario del 9 set1.ern bre 1')42. (23) l ZOG, X l Corpo d'annata , F. 744/ 1, li Tenente colonnello Comandame Manlio Bera rcl i al Comando 5" e 7" compagn i,1. 13 agosto 1942. (24) SME, Ufficio Storico, f . 1359, No tiziari vari 2" armata, Notiziario politico-militare n. 65 ciel 30 senembre 1942.


CAPITOLO TERZO LA MILIZIA VOLONTARIA ANTI COMUNISTA NELL'ESERCITO ITALIANO

l soddisfacenti risultati operalivi della MVAC, pur migliorando l 'opinione delle aucoricà italiane circa le.; possibilità di collaborazione mililare di alcuni settori della popolazione slovena, non avevano eliminato completamente le perplessità nutrite soprattutto da Robotti in merito al variegato mondo politico della provincia ed ai suoi obiettivi reali. I fatti dimostravano che in alcuni distretti ben delimitali (Novo ,\!lesto, i distretti meridiona li , la zona ad ovest di I.ubiana ed i senari attigui alla frontiera tedesca) le popolazioni rurali, spaventate dal movimenro comunista, aveva no imbracciato le anni contro i partigiani . Tn un secondo tempo tali "controribellioni" sponLance, o organizzate da esponenti del clero locale, erano state coordinate eia alcuni nocabili anticomunisti e eia qualche esponente delle "legioni'' collegato a forma zioni quali il "Battaglione stiriano". li fenomeno era dunque ci rcoscritto ad un livell.o local e e soprattutto spontaneo. Ma se dal punco cli vista milicare la fidu cia degli iLaliani nei confronti dei collaborazio nisti era aumentata, restava irrisolta la questione delle dirigenze dei partili del la "Fratel lanza", d iv isi tra l a necessità di collaborare con gli italiani contro i titoisti e la loro velleità indipendenlistiche. La questione era di una certa delicatezza. ·on approfiuare del convinto anticomunismo de i popolari e e.lei nazional-libcrali avrebbe signi fi calo per gl i italian i perdere un valido appoggio d i forw influenti nella provincia, che avrebbero potuto rappresentare un momento di inrerlocuzion e Lra le autorità e le popolazioni. specie contadine; negare, come era stato fatto in passato, la costituzione di forze armate nazionali slovene avrebbe generato tra gli anticomunisti un senso cli frustrazio ne che sarebbe andato a vantaggio dei cetnici, se non addirittura dei titoisci. D'a ltra parte, concedere a uomini come l'\aclacen maggior potere politico e consentire al genera le l{up nik cli creare il nucleo di un futuro "Esercito nazionale sloveno" avrebbe rin vigorito i deside ri d'indipendenza del la classe politica di Lubiana, stravolgendo i motivi stessi dell'annessione ed aumentando il numero degli avversari degli icaliani. l\fa l'elemento nuovo era la situazione miliwre che, seppur non drammatica come in altre ragio ni della ex Jugoslavia, stava impegnando tre divisioni cli fanteria, un consistente numero di truppe di Corpo d 'a rmata e numerosi reparti cli forze dell 'ordine. Come si vedrà, il movimenco partigiano sloveno veniva sempre più massicciamente rinvigorito eia odred proven ienti tanto cl all :1 Gorenjsk a occupata dai tedeschi quanto dal la Croazia, e stava facendo delle inaccessibili ragioni moncagnosc centromeridionali della provincia le sue roccafoni. Si trattava di dare alle forze


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L'OCCUl'AZJO:-lE ITALIANA DEI.I.A SLOVENIA (l <H l-1943)

annate italiane un supporto militare locale, composto da sloveni con una buona conoscenza ciel territorio e delle popolazio ni . Si trattava altresì di contrastare la propaganda titoista con azioni cli contro propaganda condotte non soltanto eia funzionari italiani ciel PNF, peraltro poco apprezzati dagli autoctoni anche a cat1sa delle difficoltà linguistiche, ma anche da esponenti sloveni. Gli avvenimenti cli luglio-agosto che avevano visto la formazione di "bande anticomuniste" spesso coordinate da parroci, dimostravano che un serio referente delle autorità italiane avrebbe potuto essere il Vescovo di Lubiana, Rozman. Privo delle ambiguità ciel suo collega cli Zagabria, Rozman aveva sin dall'aprile 1941 accolto con entusiasmo l'arrivo delle truppe italiane. Attestato su posizioni tradizionaliste, ultra-conservatrici, per non dire reazionarie, il prelato era animato da uno spirito battagliero, intendendo la "militanza" cattolica nel senso più letterale della parola. Un'efficace ritratto di Rozman lo diede Frieclrich Rainer, oberster Kommissar tedesco della provincia cli Lubiana dopo il crollo italiano. Descrivendo un colloquio avuto con il p relato, l'Alto commissario germanico sintetizzava in poche parole il suo interlocutore: "Mi pareva di trovarmi in presenza di qualche vescovo del lVIeclioevo, uno di quelli che avevano diretto la lotta del papa per il potere temporale contro l'imperatore e talvolta viceversa." (1). Questa figura di "vescovo militare" aveva accettato come "male minore" l'annessione d i Lubiana al Regno d'Italia e, non nascondendo simpatie verso il iVIussolini del Concordato e dell'intervento in Spagna, riconosceva nell'ingombrante presenza del Fascismo un antemurale contro i pericoli comunisti e la salvaguardia delle tradizioni cattoliche della Slovenia. Grazioli, conscio dell'importanza che avrebbe avu to un appoggio incondizionato di un prelato già così ben disposto, decise cli invia re a Rozman un segnale che, al di là del significato religioso, ne avrebbe conquistato definitivamente le simpatie. Il 24 giugno 1942, con un ordinanza emanata dall'Alto Commissariato, veniva revocato su tutto il territorio della provincia il riconoscimento della "Chiesa Cattolica Nazionale" dei "Vecchi cattolici" concesso a suo tempo dal Governo dell'ex Regno di Jugoslavia. Con la stessa ordinanza venivano disciolte le comunità vecchiecattoliche e se ne vietava l'esercizio pubblico con un'ammenda per i contravventori fino a due mesi d'arresto (2). Con tale decisio ne Grazioli , ol-

(1 ) Elio Api h, "Documenti su l 'Litorale Adriatico' - d oc n. 3: ' Deposizione e.li Rainer al giudice istruttore del Tribunale mil itare della IV Armata iugoslava" - Lubiana, pri mavera l 947", in "li Movirnenro di l ibern ionc in I talia", gen naio -marzo 19ì2, n. 106, p.68. (2) Arnaldo Cicchitti-Surian i, "Chiesa e fascismo a Lubia na 0942)", in "Nuova Antologia", marzo 1972, anno 87, fase . l 815., p. 277. Seguaci del teologo Ignaz von Doellinger, i Vecchi canolici si riallacciavano agl i "Ant i-Infollibilisti " d el XIX sec:ol o e si b;ictcvano p er la nascita d i "chiese cattoliche nazionali" sui terr.i tori dell'ex Impero .i\ sburgico. Fautori di un ritorno alla Chiesa i ndivisa dei p rimi dieci seco li , i Vecchi cattolici erano ra ppresentat i a Lubiana da un l oro "vic,1riato vescovile", creando alcu ni problemi alla Cu ria çauolica "uffidale".


LA MI LIZIA VOl.01\T.,\RIA ANTI CQ,\ l llNISTA Nf.1.L'J;:,~.RCITO ITJ\l.11\1\0

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tre ad eliminare una serra che faceva del principio di nazionalità (in questo caso, di nazionalità slovena) la base del proprio credo, aiutò il vescovo Rozman nella sua "missio ne pastorale": "( ... ) gli ecclesiastici cattolici-romani della Slovenia, in grazia del servizievole fasc ismo, si erano presi una clamorosa rivincita'· (3). La tattica politica dell 'Alto Commissario avrebbe dato ben presto dei buoni risultati. Alla me tà cli settembre 1942 Rozman, che nel giugno aveva o ttenuto una scorta militare italiana organinata dal generale Orlando, comandante ùdla divisione "Granatieri di Sardegna" (4), chiese un incontro ufficiale con Gra7.ioli. Della natura di ta li colloqui l'Alto Commissario informò Rohotti nel corso della periodica riunione congiunta del 28 settembre. "L"Alto Commissario", si legge nel verbale de lla riunione "ha dimostrato di essere in parte al corrente dell 'attività svolta dal Vescovo rendente a riunire in un unico fronte anticomunista le for7.e politiche della Slovenia": il rife rimento a lla "clandestina " "Fratellanza Slovena" eia un lato lasciava trasparire l'ambiguità della posizione italiana, c he ne tolle rava e quasi ne apprezzava l'esistenza, e dall'altro riconosceva il ruolo guida cli Ro7.man nel fronte collaborazionista. La rela7.ione di Gra7.ioli proseguiva: il Vescovo aveva informato l'Alto Commissario che dalla fi ne cli agosto si s tavano tene ndo riunioni presso la sede episcopale tra esponenti dei partiti a nticomunisti. "( .. .)in una prima riunione tenuta dal Vescovo i tre quarri dei presenti .si sarebbero dimostrati favorevoli al programma collaborazionista, e( .. .) success ivamente, il 24 o il 25 corrente (set1embre - NdA) , il comitato si sare bbe di nu ovo riunito". Attendendosi da Rozman una '·concreta. attiva e fattiva collaborazione (sottolineato nell'originale - NdA) , il generale Roboni si assunse il compito di riorganizzare su base provinciale le bande anticom uniste; a Grazia li sarehbc stata attribuita la prerogativa cli coordinamento politico elci collaborazionismo, mantenendo i rapporti con Rozrnan e con gli altri esponenti sloveni, trattando con essi le loro eventuali richieste di ordine politico, sociale od economico, e soprattLlttO attendendo una definitiva presa di pos izione pro-italiana che abba ndonasse le ambiguità della "Fralellanza" (5). In rea ltà, l'attesa d i Grazial i non sa rebbe mai slata soddi.sfaua . I leader della "rratellanza·· non avrebbero compiuto quel "salto q ualitativo·· richiesto dalle autorità italiane, che avrebbe significato l'abbandono definitivo dei collegamenti con gli esponenti s loveni nel Gove rno in esilio a Londra e con i loro rappresentanti a Lubiana. La maggioranza e.lei dirigenti popolari e nazional-lihe-

( 3) l bìc/C!III, p. 278. (4) S.'vlE, Uffìcio storico, M-3. F. 325, B.7, "Verbali riunioni del Com:rndan1e CA con l"Aho Commissario··, Verbal e della riunion e del 9 giugno 1942 - XX . I.a scorta era s1ata richiesta personalmente dal Vescovo di Trie.,te a Grazioli in quanto Hozman aveva confì<lalO al collega di senti rsi ·'minacci,110 di mo rte". (5) SME. Ufficio storico, M-3. f 325. G. 7. "Verbali ri union i del Comandante di Corpo d'armata con l'Alto Commissario", Verbale riunione del giorno 28 settembre 1942/XX prcs!><> !"Alto Commissariato per la provincia di 1,uhiana.


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l"OCCCPAZION F. ITAU ,\NA D ELL-\ SLOVENIA 09·1J.1943}

rali, fedeli alla consegna che si erano dati in marzo, preferirono mantenenrsi in una sorta d i li mbo politico in attesa degli sviluppi del confl itto. All'interno della "Fratellanza", invero, alcuni esponenti politici cercavano di convincere i loro colleghi della giustezza della "collaborazione politica aperta": uno di costoro era l'ex bano ed ex presidente ciel "Consiglio Nazionale" Marko Natlacen. L'evoluzione della situazione politicomilitare aveva convinto ]'esponente clell'SLS ad accantonare, per il momento, le velleità autonomistiche che lo avevano spinto ad abbandonare Ja Consulta nel dicembre 1941, ed a schierarsi quindi con energia al fianco degli italiani contro il movimentO partigiano. L'Alto Commissario contava su Natlacen per la propria opera d i avvicinamento definitivo dell'ambigua classe politica di Lubiana, senonché, il mattino ciel 13 ottobre 1942, un partigiano sorprendeva l'ex bano sulla porta cl i casa, uccidendolo a revolverate (6). La morte dell'esponente cli punta del collaborazio nismo venne accolta con entusiasmo dal movimento titoista. Il 14 ottobre, sul suo diario, Kocbek annotava : "Nella liquidazione di Natlacen io vedo la nascita legittima del nuovo diritro, del diritto rivoluzionario e cie l senso d·i una giustizia nuova, che si manifesterà in questa epoca SLOrica. Questa tragica morte, insieme con le a ltre liquidazioni, ha il significato di una svolta storica . Questa svolta consiste nel fa tto che la liquidazione significa non solo la giusta pena per la collaborazione prestata dai traditori, ma significa anche l'affermarsi netto cli un n uovo diritto e di una giustizia nuova" (7). L'uccisio ne di Natlacen, come quella del professor Ehrlich , si inseriva nel p rogetto dell'Of cli eliminare tutti i possibili collaboratori convinti degli italiani. Per rapp resaglia Grazioli ordinò ad un reparto misto cli Pubblica sicurezza e Camicie nere di fucilare il giorno dopo, davanti al cancello della villa cli Natlacen, 21 prigion ieri po litici sloveni; a questi, vennero aggiunti altri otto - definiti "no[i comunisti " - poche ore dopo, per rappresaglia contro il ferimento mortale de l commissario aggiu nto cli PS Casimir Kukovic, avvenuto 1'8 mwbre (8). L'Alto Commissario organizzò il

(6) ACS, Min istero D i rezione Genera le d i PS, Direzi one Affini generali e riservati, PS 1942, B. 62. Il giovane p.inigi,1no, crnvescito eia sacerclme. era riuscico ,1 farsi aprire la porla di casa cd a emrare nell'abitazione d ell'uomo polit ico fi ngendo di dovere co nsegnare u na lettera personale all'ex hrmu. (lVliniscero degli I ntern i - Direzio ne Generale della Pubbl ica Sicurezza - Servizio Forze Annate di Polizi:1. "Partecipazione della Pol izia italiana (Pubblica Sicu rezza) alle operazion i militari i n .Jugoslavia durante il con fl itto 1940-1945", Roma, 1977, p. 20) (7) Edvarcl Kochek , ·'Compagnia: la re.sis1e nza partigii1na in Sl ovenia", Jaca Rook , 1'vlilano. 1975, p. 246 (8) ACS, PCM, 1941-43, B. 2661, Fase. 1-1 - 13-21006, sou.ofasc. 11, "lnciclenci a Lubiana" Telegra mma dell'Alto Commissario al ìV!inistero d egli I ncern i del 11 o ttobre 1942; ACS, Min istero degli Interni, D irezione Generale cl i PS, Direzione Affa ri gen erali e riservati, PS 1942, B. 62. Dai clocu men1i co nsultati non risu lta alcu na i ntercessione di Rozman, diversamente da quanto accaduto nel caso d i Ehrlich. p er impedire la rappresagli.1.


1.,1 Mll.JZI,\ V0 1,0N1i\HIA J\i'-TI COMUNISTA NFl.l.'ESl' RC:ITO l'li\l,IANO

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l6 ottobre una messa a suffragio dello scomparso Natbcen, trasformandola in una vera e propria manifestazio ne politica, alla quale seguirono i funerali solenni. Presenti le principali autorità autoctone ed italiane, la messa ed i funerali vennero seguiti da un pubblico che Graziali avrebbe definito ·' nu merosissimo" (9). L'energica repression e e l a solennità della cerimonia fun ebre dimostravano che il colpo di mano partigiano del 14 onobre aveva colto nel segno. L'uccisione di Natlacen privava Grazioli cli un collaboratore leale e con.vinto. D a q uel momento, l'Alto Comm issario ed il Vescovo avrebbero dovuto condurre le trattative con esponenti più ambigui, come il podestà l{upnik, la cui posizione filo italiana appariva assai più strumentale di quella dello scomparso ex hcmo. Rifiutata nei fa tti una scelta d i campo " politica", i leader anticomun isti sloveni dimostrarono maggiore impegno e volontà nell'organizzazione militare. Le buone prove dell'estate avevano comprovato a Rupnik, diventato il successore vi rtuale d i Natlace n alla gu ida politica dell'anticomunismo sloveno. la giustezza delle scelte della "Fratcllanza": con l 'ausilio degli italiani la MVAC sarehbc diventata nei piani dell'anziano generale l 'embrione di un esercito nazi onale in una prima fase eia contrapporre ai partig iani di T ito e successivamente eia impiegare per "altri scopi" a seconda dell'evoluzione del conflitto. Mentre Grazioli proseguiva senza risultati concreti i concatti con gli esponenti politici sloven i, il Comando dell'XT Corpo d'armata aveva iniziato a riorganizzare le truppe collaborazioniste. Si rrarrava, anzitutto, di trasformare le "bande'· capeggiate da contadini. notabili locali o parroci in forze militari hen inquadrate e soprattutto ben comandate. Venne dunq ue ripreso in considerazione il p rogetto cli Hupnik circa J'impiego di soldati e quadri ufficiali sloveni del disciolto Regio esercito jugoslavo rila sciali nei mesi precedenti dal campo d i prigionia. La q uestione dei prigionieri cl i guerra sloven i era stata affrontata all'indomani della guerra italo-jugoslava dell 'aprile 1941. ll 22 aprile, una settimana dopo l'armistizio, in un telescritto ciel Comando supremo al Comando della Seconda armata si raccomandava di riservare ai prigion ieri croati e sloveni appartenenti alle disciolte truppe regie jugoslave un "trattamento speciale'' con la promessa cli una loro prossima liberazione, la quale avrebbe dovuto essere organizzata immediatamente (10). Gli internane.li , concentrati nel campo di Gonars, vennero lentamente ed auenramente vagliati dalle autorità militari. Tuttavia, nonostante gli intendimenti ini7.iali di Supcresercito, furono rilasciate soltanto alcune decine d i ufficiali e sottufficiali sloveni. La scoperta cli alcuni degli ex internandi tra le fil e dei gucrriglieri partigiani calturati o uccisi in combat-

(9) ACS. PCM, 194 1-43. l.l. 2661, Fase. 1-1 - 13-21006. ~011ofasc. l i . ··i ncidenti a Lubi ana" Telegramma dell'Alto Commb.~ario al l\l inistero degli Interni del 16 onobre 1942. ( 10) SME. Uffido storico 7 r 724, Di,, ri Storici della armaw, 'l'elescriuo da Superescrcito :-1 Comando d.:lla Seu>nd11 :mn,Ha, 22 aprile I 94 1.

za


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l'OCCUPAZlONc ITALIANA DEI.lo\ SI.OVE~!,\ ( 194J-i943)

cimento convinse Robotti dei pericoli di una liberazione cli massa e, nel febbra io 1942, il comandante dell'XI Corpo d'armata chiese ed ottenne dal Comando della Seconda armata la sospensione delle procedure di liberazione. Il problema delle decine di ufficiali e sottufficial i sloveni nel frattempo rilasciati venne risolto dall'Alto Commissario, il quale comunicò a Robotti di avere istituito una tessera di riconoscimento con fotografia per l' identificazione dei militari sloveni e - sulla base cli un 'esplicita richiesta dell'Autorità JVIilitare - l'obbligo di presentarsi quotidianamente presso la caserma o il Comando di presidio più vicino per il controllo. Gli assegni sarebbero stati concessi agli ufficiali sloveni liberati dalle locali autorità militari p revia presentazione del documento d'identificazione. I militari ex jugoslavi non sloveni ancora in libertà sarebbero stati arrestati dalla Pubblica Sicurez7a, consegnati alle autorità dell'XI Corpo d 'armata e trasferiti a Gonars (11.). Una volta giunti a Gonars, le famiglie degli internancli avrebbero ricominciato a ricevere gli assegni dello stipendio, concessi clall'XJ Corpo d'armata (12). Con la collaborazione di Rupnik, gli ufficali sloveni rilasciati tra l'aprile 1941 e il febbraio 1942 e disposti alla collaborazione vennero quindi coinvolti nel progetto di riorganizzazione de lle forze paramilitari antipartigiane. La complicata questione relativa all'impiego ed alle funzioni della Milizia Volontaria Anti Comunista venne definitivamente chiarita dalle autorità superiori. Con la circolare n. 3/c del 1° marzo 1942 il Comandante superiore delle Forze Armate "Slovenia-Dalmazia" (già II Annata) generale Mario Roatta definì, nei punti dal 192 al 145, la struttura ed i comp iti della MVAC (13): "142. - Le formazioni d i M.V.A.C. sono reclutate, costituite, inquadrate, annate, equipaggiare ecc. secondo norme a parte. Sono alla d ip endenza completa e permanente dei comandi italiani. 143. - Vengono impiegate: - normalmente: attorno ai presidii, per tenere o controllare posizioni e zone avanzate, a guisa d i "cuscinetto" inforrnativo e tattico dei presidii stessi o cli un loro dato insieme; - talvolta: nei presidii, con funzioni cli riserve o reparti mobili, o di riserva della difesa; - nel corso cli operazioni: come reparti esploranti, reparti cli avanguardia o di retroguardia, reparti fiancheggianti, o come colonne a sé

(11) SME, Ufficio sc.ori co - M -3, F. 325, B.7, " Verba li riun ioni ciel Comanclance cJj CA con Alto Commissario", Verbale della riunione tenuta presso !' Allo Commissariato i l giorno 5 fd ibraio 1912/XX. ( 12) ibidem, Verbale d ella riunione che ha avuto lu ogo presso l'Alto Commissariato i l giorno 21 rnarzo 1912/ XX. ( 13) Nelb "circolare Roana" non si cita esplicitamente la MVAC sl ovena, ma più generica menc.e le fv[VAC inquadrate nelle GG.UU. operanti sui territori Sot[()pOsti alla giurisdizione cl i S11per:;Jcxb (Slovenia e Dalmazia).


l,A .M IUZIA VQl,()NTARI A ANTI C0Ml1ì\"1STA ì\"1'1.L'l'~EkCITO ITAI.IAM)

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stanti, con concorso, o meno, cli reparti italiani, specie cli a.a. e cli artiglieria. 144 - In determ inati casi può essere affidata a form azioni M.Y.A.C., particolarmente solide e fidate, la d ifesa di p residii staccati, la protezione di tratti cli ferrovia, ecc., ed il controllo cli intere zone. 145. - Le fo rmazioni M.V.A.C. incaricate di tenere posizio ni, centri a bitati, o cli proteggere ferrovie , e simili, dehbono sistemarsi a difesa con criteri analoghi a quelli sta biliti per i repani italiani , nel limite compatibile colle caratteristiche dei quadri gragari. Deve essere data loro tutta l'assistenza tecnica e materiale necessaria ."

La sezio ne della "circolare Roatta" dedicata ai militi anticomunisti si concludeva con un appello che lasciava trasparire tutta le preoccupazione circa le consegue nze che la creazione d i una forza militare slovena filo italiana avrebbe comportato: "Siano sempre (in corsil)O nell'orif:;inale - NdA) presi i provvedimenti nece:-.sari per impedire o reprimere eccessi da parte delle formazioni in parola a danno delle popolazioni" (14). In base alle d isposizioni di Roana, dal 20 settembre 1942 iniziarono gli arruolamenti in Slovenia. Nel novembre 1942 i volonrari per la MVAC raggiunsero la ragguardevole cifra d i quattromila unità Cl 5). Gli arruolamenti nella MVAC furono concertati tra il Comando dell 'Xl Corpo d'armata e le autorità slovene. Un ruolo centrale nella creazione delle formazioni lo e bbe la Curia di Lubiana. li conv into impegno d i Rozman ne lla creazione di una forza militare s lovena anricomunisra spinse numerosi sacerdoti e militanti dell'Azione Cattolica loca le ad aderire alla mili7.ia volontaria: già il 1° sertembre 1942, durante l'offensiva antipartigiana, il Comando clell'Xl Corpo d'armata inviò a Supersloda una richiesta di "pis tole per armamenti cli sacerdoti promotori delle organi:aazioni MVAC" (16). La q uestione sarebbe stara affrontata quindi dai comandi superiori . Si tenga presente che i sacerdoti non vennero quasi mai arruolati in qualità di cappe llani milirari, bensì come sottufficiali o comandanti cli compagnie collaborazioniste (17).

(14) lZOG. Xl Corpo cl':i nn.Ha, r. 744/ 1: Comando S\1perio re FF.AA. Slovenia-D:ilm,1zia/ Il Armaca/ gcn. /vi. Roana, ''Cirç(>lare No. 3c", 1° nrnrzo 1942, seco nda edizione cl..:1 1• dicembre 1942. (15) IZDG, Xl Corpo d 'armata. E 7·1-1/ I, Comando dell'Xl Corpo d'annaca - t,JVAC, Il Generale Roboni al com:indo della divisione ' lson w··, "Altivicà formazioni MVAC-, 23 nove,nbrc 1942 (16) JZOG, Xl Corro cl 'arm:tta, f. 747/lll, ·'Jl gc,,n. cli brigata Oc,, Blasio ( Surerslocb ) al Com.indo dell'Xl Corpo d'armni:1··. 6 seneinbre 194 2. ( 17) Si veda a quesco proposico in IZDG. Xl Corpo d'armaca, F. 744/1. il documento ·scheda person;i]e·· d i un milite MVAC: il milite rispondeva al nome cli Anton Hrcn, di pro· fcss ione parroco, ed era so1111 f'fìciale comn ndante della rnm pagnia MVAC cli Vdike Rlokc (l )oc11111en10 c,/legalo n. 5). Per le richieste di ann i d,1 distribu ire ai sacerdoti ''fondatori e dirigenci " delle compagnie amicomunisle. si veda i nohre Giuseppe Piemonccse, ·'Venti nove mesi di ocn,pazione italiana nella Provincia di Lubiana "', Lubiana. 1946. ali. XXI.


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L·occt;J>i\ZIONE ITALIANA DEI.I.A SLOVENIA ( 1941 -1943)

Presso il cornando dell 'XI Corpo d 'annata venne istitu ito un "Ufficio MVA.C" con a capo il colonnello Ettore Gallo; sezioni MVAC furono costituite presso gli uffici dei Capi di Stato 1v1aggiore delle singo le Divisioni o raggruppamenti. Ogni sezione MVAC divisionale avrebbe avuto un Comando Gruppo battaglioni, compagnie o distaccamenti cli più compagnie J\!IVAC, il q uale doveva sovraintendere sull'attività delle formazioni anticomunbte (compagnie) inquadrate nelle unità subalterne del Regio esercito, la cu i fless ibile consistenza poteva variare tra cinquanta e i duecento rniliti a seconda delle situazioni territoriali e tattiche . Ogni formazione MVAC (battaglione, distaccamento e compagnia) sarebbe stata comandata da un ufficiale o sottufficiale sloveno; tuttavia, la presenza, al fianco di questi, di un ufficiale cli collegamento italiano con prerogative operative e di comando, riduceva cli fatto le funzioni del militare sloveno, ribadendo la subalternità della mil izia alle forze armate occupatrici. Furono costituiti tre battaglioni MVAC cli quattro compagnie ciascuno, ai quali si sarebbero aggiunti nel corso dei mesi successivi tre battaglioni speciali ed un numero variabile di compagnie (o distaccamenti di più compagnie) autonome dai battaglioni (18). Nell'aucunno 1942 la MVAC fu impiegata dai comandi divisionali italiani su sca la ridotta. Ciò nonostante, non pochi furono i casi cli insubordinazione eia pa rte dei militi, mentre in diverse occasioni la popolazione civile cl.enunciò alle autorità italiane i soprusi compiuti clai belogardisti (abuso d 'autorità, furti, omicidi, stupri, regolamenti di conti personali). In una circolare del 1° ottobre 1942 sull'attività partigiana e sul movimento anticomunista, il Capo di Stato lV1aggiore de lla Divisione "Isonzo", tenente colonne llo Rossi, traendo spunto eia alcuni episodi che avevano avuto come protagonisti militi lVIVAC, sonolineava "(. ..) l'odio ed il carattere ideologico che il movimento anticomunista sta assumendo nei riguardi del comunismo. La multiforme azione dei partigiani", proseguiva l'ufficiale italiano, "per neutralizzare o rendere inoperante il movimento anticomunista deve essere attentamente seguita e frustrata; l'odio d i parte dovrà essere sfruttato ai nostri fini per il raggiungimento del nostro obbiettivo immediato: la distruzione, cioè, del comunismo. Nel conLcmpo occorre tenere imbrigliato il movimento anticomunista in modo eia incanalarlo sempre più verso i nosLri obiettivi vicini e lontani, paventando eventuali, pericolose deviazioni". La circolare del tenente colonnello Rossi individuava in due punti fo ndame ntali l'azione italiana cli rafforzamento del "movimento anticomunista": da un lato sostenendo militarmente le attivit,'ì della MVAC, per evitare che rovesci militari potessero indebolire l'immagine dei belogardisti, dall'altro sviluppando "C...) il moviment.o anticomunista, non tanto come numero ecl entità delle for-

(18) Il numero d elle compagn ie ;1utonome variò nel corso del 1943 seco ndo .l a .situazione bellica contingente: le compagni<:! ven iv,1110 talvolta riunite oppure scorporate i n altre compagnie dai coma ndi di visional i.


I.A ~11 1,17.I A VOLONT,IIU1\ A;'lTI (;0.\l l,;NIST.\ :-.EU,'~~EllCITO 11', \IJANO

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mazioni volontarie armale (oltre un certo limite non conviene - come è ovv io - armare questa gente) quanto come movimento ideologico-reazionario" (19) _ Le proposte cli Rossi per "sviluppare ideo logicamente" il bclogardismo si limitavano, per il vero, a semplici aumenti di sl ipencl i, Ma due erano le tesi centrali dell 'analisi compiuta dall'ufficiale italiano , In primo luogo, la considerazione sul "consenso·· popolare al belogarclismo come '·fase cli transito" per giungere al conse nso popolare nei confronti delle autorità mi litari e civi li italiane: "sviluppare il mo vimento anticomunista tra le popolazioni; proteggere queste, dove e quando possibile, e convogliarle verso la nostra o rbita" (20). Gli ecces:-;i compiuli dalle bande anticomuniste nei confronti delle popol azio ni rischiavano di trasformare le ini7.iali simpatie popolari verso le Guardie bianche in ostilità , Si tenga conto che, dal settembre 1942, alle '·ba nde" locali organizzare da parroci e eia notabili autoctoni si erano affiancate formazio ni più organ izzare, guidate da ex ufficiali del disciolto Regio esercito (o della temuta Regia gendarmeria) e composte sovente da fanatici stude nti e intellettuali filo -fascisti d 'estrazione urbana e borghese, poco propensi a comprendere e quind i a p rot<.!ggere gli interess i del ecco contadino, Si trnccava dunque di dare alla Milizia anLicomunisra un respiro più ampio, più ·'popolare'' e soprattuno di impedire che gli estremisti , anziché sfogare il lo ro odio ideolog ico contro i titoisti, riversassero l a lo ro osLilità sociale sulle classi rurali, ln secondo luogo, Rossi ribadi va il convincimento che non sarebbe stato utile, anzi alla lunga sarebbe divenuto nocivo, un eccessivo numero cli "volontari anLicomunisti " ("oltre un cer to li mite non conviene - come è ovvio - arma re questa gente"). La considerazione di Rossi venne ripresa dal generale Robotti che, in una circolare del 23 novembre 1942 invitava tu lli il Co mando della divisione "I sonzo" (presso la quale come si vedrà in seguito era di~taccara la maggior parre delle formazioni anticomuniste) a non aumentare ulterio rmente gli organici della MVAC. "- La forza attuale ra ggiunta dalle form azioni MVAC. nel C.cl'A. è di circa 4000 uomini. Per vari morivi e anche per di fficoltà cli annamcnro e, soprattutto cli equipaggiamento, è bene che gli or ganici non ven gano ulteriormente aumentati (sottolineato nell'originale - NdA), Si tenda piuttosto a una accurata selezione sostituendo gli elementi meno fidati o meno idonei, con al tri cl i più sicura fedel tà e d i magg iore idoneità fisi ca" , I noltre nella circolare Ro botti indicava al Comando divisionale l e mo-

0 9) IZ DG7 Xl Corpo d',,nnata. r, 71/4 / 1/27,Com,,nd o della Divisio ne "Isonzo" - Uffìcio del Capo di S.M , - Sezione I. "Allivit,ì d ei ribelli e movimcmo an1 ico111unis1a - Cirrolare divisionale del Capo di S1a10 Maggiore 1encn1e n>lonnello Ermanno Rossi ", 1° onohre

1942, (20) Ibidem,


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1:occt;J>AZIONE ITALIANA Drl.L,\ SLOVE1'1A ( J'.)41- 19•\3)

clalità d·impiego dei reparci anticomunisci inquadrati nell'Xl Corpo d·armata: ·'- I comand i e reparti seguano attenta mente q ueste formaz ion i cerchino di risolvere le difficoltà derivanti dalla loro scarsa attrezzatu ra, con spirito di adattamento e senza iniziativa. Gli ufficiali <li collegamento vivano il più possibile la vira delle forma:lioni; venga no incontro alle necessità cli esse, ne sentano il polso. - Siano sfruuate le formazioni M.V.A.C. e la conoscenza c he esse hanno del terreno e degli abitanti per assicurare il controllo del territorio. Reparti M.V.A.C. in località già sufficientemente presidiate dall'Ese rcito non hanno ragione di esistere; essi renderanno invece segnalati servigi se d is locati in località viciniori, con una loro zona di azione e compiti ben definiti. - la massa di sciatori esistente nelle formazioni in parola, sia sfruttala nel pross imo periodo dalle nevi; s i creino reparti agili e veloci e s i prete nda eia essi una razionale, coscame attività onde mente nc re (sic) il controllo anche delle zone montane c più impervie. - Le caratteristiche delle formazioni M.V.A.C. consigliano in genere un impiego indipendente (a utonomo): quando ciò non sia ritenuto opportuno, si ce rchi comunque cli affida re ad esse compiti particolari, quali avanguardia - fiancheggiamento - puntate o appostamenci su direzioni prestabilite - ecc. - Si cerchi comunque di armoniz7,are il loro modo di combattere col nostro, prendendo con i comanda nti, prima cli ogn i azione, c hiari accordi, impartendo ad essi semplici ed inequivocabili disposizioni." (21) Su lla base delle disposizioni di Roboni e Roana, che definivano natura e limiti d'impiego e numerici delle formazioni a usiliarie, il progetto MVAC e ntrò dalla fine del 1942 nella fase operativa finale. TI 20 fe bb raio 1943 la dislocazione e la consistenza delle formazioni MVAC presso le GG.UU. dell'XI Corpo d 'armata erano le seguenti. 14a D.F: "Isonzo" Furono aLtribuiti alla "Isonzo" 1.308 militi anricomuni::;ti, distribuiti in due battaglioni e tre compagnie autonome. TI "Il Battaglione MVAC", forte di 575 unità (dotati cli 2 mitragliatrici, 9 fucili mitragliatori e 560 fu cili) a ve va il Comando p resso Brezovica . TI II Battaglione e ra staro inquadrato nel 24° fanteria ed era articolato in quattro compagnie: la ia, za e 4a di stanza a Pleterje; la 3a a Kostanjcvica. TI ·'III Battaglione MVAC comandava 443 militi (con 3 mitragliatrici, 8 fucili mitragliatori e 434 fu cili), ma non aveva un Comando. L'attività del IIl battaglione era direttamente compiuta dalle quattro compagn ie ( la F', con sede a Stopice. la z:a e la 3'1, a Semic, la 4a a Crnomelj). Il battaglione era in realtà soltan-

(2 l ) IZDG, Xl Co rro d'annala, F. 744/ 1, Comando <lell'Xl Corpo <l'armata - MVAC...Circolare <lei generale Rolx,ui al Comando della Divisione ' Isonzo"·. 23 novembre 1942.


I.A ~III.I ZIA VOI.O!'(TAI\IA ANTI CO~ I UNIS'L~\ I\F.1.1,'~~f.l\CITO ITAU AI\O

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to nominale, po iché le compagnie e rano state distribuite dal dicembre 1942 in due diverse unità de ll'eserc ir.o italiano: nel 23° (2a e 411 ) e nel 21° fanteria (1" e 3") (22). Un progetto di costituzione di un "lV Battaglione MVAC", da attribuire alla 98" Legione CCN . d 'assalto era stato accantonato (23): le autorità divis ionali rite ne vano assai più utili (e fo r:,;c, controllabil i) le p iccole compagnie anzic hé le unità di dime nsioni superiori. Furono quindi costituite. in luogo dell'ipotizzato lV battaglione, tre compagnie autonome le quali , come le altre, adottavano il nome della località ove e rano stanziate. Compagniè autonome MVAC inguadrate nella divisione '·Isonzo.. frebnje. 108 m iliti, 2 fu c ili m itraglia tori, 2 pistole, 128 fucili ; Z11ze111berk,· 112 militi, 2 fucili mrr. , 1 pistola, 117 fuci li; Rakol'!lik: 70 militi, 1 fucile mtr., 70 fucili. A d is posizione della NfVAC, nei m agazzini della divisione ''lsonzo", si trova vano infine 178 fucili, da distribuire in caso d i m1me nto di o rganici (24)

22a D.F: "Cacciatori delle Alpi" l a ··cacciatori delle Alpi'' imp iegò. a differenza della "Isonzo", unità ,VlVAC meno stanziali, più snelle ccl elastiche, adatte per i compiti di perlustrazione e fi ancheggiame nto definiti dagli Alti comandi. Non furono d unque costituiti battaglioni, come nel caso prece dente, m a 19 compagnie. per un totale di 1.658 unità, con le quali la ·'Cacciatori delle Alpi" divenne la G .1J. in Slovenia con il più e levato numero di milirnri collaborazio nisti.

Compagnie autonome MVAC inguadrace nella divisione "Cacciatori delle Alpi" Klece: 48 m iliti. 3 fucili nm., 4 p isto le , 55 fuci li Deu Ma1ja Po/ju: ì4 militi. 1 fucile mtr. , 2 pistole, 75 fucili Bizovil~: J 19 militi, 1 m itragliatrice, 2 fuci li mtr., 4 pis tole, 84 fuc ili Log: 170 m iliti, 2 m itragliatric i, 5 fucili mcr. , 4 pisto le, 200 fucili Stude11ec lg: 81 militi , 2 fucili mtr.. 2 pistole. 90 fu cili Zazar: 69 militi, 1 fuc ili mtr. , 7j fucili Brezovica: 50 militi, l Cucile mt:r., 1 pistola, 50 fu c ili Hu,jul: 80 militi, 1 mitragliatrice:, 2 fuci li mcr., 3 pis tole, 80 Cucili Stic11a: 75 militi. 2 fucili mcr., 'I pistola, 75 fucili Mlaceuo: 43 militi, l fu c ile mtr., 1 pisto la, 72 fuc ili

(22) IZOG, Xl Corpo cl'armat:1. F. 744/ 1, li Comando della Divi~ione di fanteria ·rson(1 4") • Ufficio cl<.!! Capo d i 5.M. - Sez. M .V.A.C. al Com ando cli fa nteria divisio nale. 29 cli!'embrc 1942. (23) Ibidem. (24) I/Jide111, Situazione dd pcrson:ile e arm:1men10 form;izioni :\1.V.A.C. clcll'Xl C.A. al 20 f eh hniio 1943 - i\lh.:ga1.o al PGL n 702/ MVAC del 25 fchh rai o '1 9/43. 7.0 ..


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L°<X:CUl'AZIOKE ITAl,IANA DELLA SJ.OVENIA ( l \M l -1943)

Rafdtna. 68 mil iti, 2 fucili m tr. , 1 p istola , 70 fuci li Borovnica. 80 militi, 3 fucili m tr. , 1 pistola, 75 fucili Verconico. 213 militi , 1 mitragliatrice, 4 fucili nm., 4 pistole, 150 Smarje: 74 militi, 3 fucili mtr., 1 p istola , 73 fucili Dohrova. 33 m iliti, 2 fucili mtr. , 2 p istole, 50 fucili Rudnik: 30 militi, 1 pistola, 30 fu cili Folhov Gradec: 46 militi, 46 fucili St. Vid. 163 militi, 1 fucile nm., 4 pistole, 165 fucili.

Raggn1ppamento CC.NN. "XXI Aprile" Anche le formazioni cli Cam icie Nere ebbero a disposizio ne u nità MVAC autonome. Le compagnie inquadrate nel "X:Xl Aprile" erano o tto. In totale, alle dipendenze ciel "XXI Aprile" s i trovavano 796 militi anticomunisti. Compagnie autonome 1\t!VAC inquadrate nel Ra ggruppamento CC.NN . "X:)CT Aprile" Dole1'~jà Vas. 38 rniliti, 1 fucile mtr., 1 p istola , 59 fucili Ribnica. 53 m iliti, 1 fucile mtr. , 50 fucili Tw_7ah: 80 militi , 2 fucili mtr., 1 pistola, 79 fuci li Roh: 50 mil iti, 1 fucile m tr., 80 fu cili Sodrazica: 45 militi , 2 fucili mtr. , 1 p istola , 100 fucili Velilw Lasce: 145 mili ti, 2 fucili mtr., 1 pistola, 153 fucili Videm Dohrepolje: 192 militi, 5 fuc ili rntr. , 226 fu cili Videm-Krka: 193 m iliti, 1 mitragliatrice, 2 fucili mtr. , 150 fu cili

XI Raggruppamento Guardia alla Frontiera La GaF inqua drata nell'Xl Corpo d 'armata poté contare s u un batta glione MVI\C. Il "I Battaglione MVAC" e ra numericamente il più consistente ba ttaglione anticomunista, con u na forza numerica pari a 665 militi clorati d i 2 m itragliatrici, 10 fuci li m itragliatori, 10 pisto le e 575 fucili. Il I battaglione, con comando a Rovte, si articolava in quattro compagnie: la ia a StJost (la d ecana d e lle formazioni anticomuniste slovene), la 2a a Rovt.e a disposizione cie l Comando di battaglione, la Y a Zaplana e la 4a a Hoteclrsica . Ino ltre , all'XI ragg ruppamento GaF vennero attrib uite sene compagnie autonome dal battaglione. Tra battaglione e compagnie autonome i militi a nticomu nisti inquadra ti nella GaF ammontavano a 1.391 . Compagnie autonome MVAC inquad rate nel Xl Raggruppamento Guardia a lla Frontie ra Crahovo. 34 mil iti, 1 fucile 1mr. , 1 p isto la, 50 fucili Stari Trg 70 m iliti, 2 fucili mtr. , 110 fucili Unec: 24 militi, 1 fu cile mtr. , 50 fuci li Dane. 34 militi, 1 fucile mtr. , 50 fuci li Velike Bloke: 133 m iliti, 2 fucili mtr, 1 pistola, 118 fucili


LA MI LI ZIA VOLONTAJ\IA ANTI CO~IJ.;NIS'li\ :>IEU .'l'SERCITO ITALIA:-10

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Loski Poto/e: 206 militi, 1 mitrag liatrice, 1 fucile mtr. , 203 fucili Begur~je: 225 militi , 3 mitragliatrici, 5 fucili mtr., 1 p i/'ì tola, 221 fucil i

In comp lesso, al 20 febbra io 1943, la MVAC inquadrata nell'XI Corpo d'annata era composta eia 5.153 militi, dotati di 17 mitragliatrici, 100 fucili mitragliatori, 5.423 fu cili e 61 pistole (25). Nel marzo s uccessivo vennero definiti i comandi dei baLtaglioni (26) e delle singole compagnie e - in alcuni casi - ebbe luogo una ridistribuzione di compagnie sul terricorio . Gli organici complessivi dei militi anticomunisti inquad raci nella divisione "Isonzo" salirono a marzo a 1.339 unità. Il 11 Battaglione MVAC venne parzialme nte ridistribuito: la P compagnia (al comando cli Anton Perko, con il s.ten. Rufino Gallo come ufficiale cli collegamento) venne spostata da Pleterje alla zona Brezovica-Novo Mesto. La 2a compagnia (comandante Luigi Bavdas, ufficiale cl i collegame nto s.ten . Vincenzo Marchetti) lasciò PJ.eterje e fu dislocala a Stopice; la 3a compagn ia (comandante Anton Matic, ufficiale d i collegamento s.ten. Francesco Pucci) restò invece a Kostarjevica , dove fu raggiunta dalla 4a compagnia (comandante Frane Sekovec, ufficiale di collegamento s.te n. Santo Pulzio). 11 III Battaglione MVAC, viceversa, fu lasciato nei presidi d i febbraio. Alle compagnie anche in quesco caso vennero attribuiti comandanti e g li ufficiali di collegamento: Ja compagnia, al comando di Radovan Slanc, ufficiale cli coJlegamento s.ten. Gioacchino Giovannelli; za compagnia, al comando di Frane Egger, ufficiale di collegamento s.ten . Giulio Boemo; 3a compagnia, al comando cli Milos Sabic, ufficiale di collegamento s.ten Giulio Boemo, il quale, trovandosi sia la 2a che la 3a compagnia a Semic, poteva esercitare la sua funzione di collegamento contemporaneamente su entrambe le formaz ioni; 4a compagnia, al comando d i Boziclar Jarnovic, ufficiale d i collegamento ten. Giuseppe Bressan. Anche le tre compagnie autonome restarono nei loro villaggi, mantenendo così le denominazioni cli fe bbraio. Ad esse furo no attribuiti i comandi: li'ebenje: comandante Oskar Fric, ufficiale cl i collegamento cene. Raffaele Rasano Zezemberk. comandante Rapha el Skerbe, ufficiale di col legamento capomanipolo Demetrio Rosatello

(25) Ibidem. (26) I comand anti slo veni <lei battaglioni - a differenza degli uffici,1)i d i co llegamen10 italiani - non ven iva no imi p receduti negl i org,1nigrammi mensili dell'Ufficio MVAC dello Sraco Maggio re ciel Corpo <l'armata dagli eventuali gradi con i qu,di avevano prestalo se rvizio nel disciolto esercito jugoslavo. Di conseguenza dai docu menti no n è possibile disti nguere tra i conrnnd,H1Li sloven i d elle for mazioni MVAC gl i u ffic iali dai sottufficiali e p iù i n generale i mi litari ex jugoslavi d,i i civ il i e d agli ccclesiasl.i. Tutti, ind isti ntamente, erano definiti come "comandami".


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l 'OCCUl'.\ZlOi\'E rJAl.lA:-lA OELLA SLO VENIA ( 19'il- 19HJ

Rakovnifi: comanclanre Miha Be necl icic, ufficiale cli co llegame nto capomanipolo Vittorio Nicolai.

Rispetto alla "Isonzo", la cli visione "Cacciatori delle Alpi" ebbe in marzo un notevole incre me nro cli militi sloveni, passando da 1.680 a l.981 unità . Le compagnie a uto nome della "Caccimori delle Alp i" subirono nel marzo pochi cambiamenti. La compagnia cli Log d ivenne compagnia di Gorice , mantenendo runavia il controllo su llo stesso te rritorio che le era staro attribuito in febbraio. Ve nne costituita una nuova compagnia , a Gor Brezovica (10 militi, 10 fu cili). Ino ltre, la compagnia d i St.Vid fu scorporata in clt1e compagn ie: Teme nica (107 militi, 5 fucili mtr., 3 pistole, 141 fu cili) , e Sela Pri Sumberku (120 militi, 1 fucile mtr., 3 pistole, 117 fucili). Il te ntativo eia parte delle a utorità divisionali e dell'ufficiale sloveno Frane Novak cli ricostitu ire su scala p iù snella la com pagnia di Se.Vie! non sarebbe più riuscito. Furono a ttribuiti i coma nda nti di compagnia e gli ufficiali cl i collegamento. Klece: comandante Ja nez Kos, ufficia le di collegamento ten. Milziade Mencucci Dev Ma1.7a Polju. comandante Janez Grum, ufficiale di collegamento ten. Qu intino O rtis Bizovik: coma nda nte Stan ko Bicene, uffi ciale di collegamento ten. Quintino O rtis Gorice (già Log) coma ndante Alojz Pezdir, ufficiale di collegamenro s.tcn. Francesco Silvagni Studenec lg· comandante Janez Benko, ufficiale di collegarnenro s.ren. Angelo Puccinelli Zazar: comandante Ivan Rastrezen, ufficiale di collegamento s.ten. Sergio l'v!atteoni Brezovica: comandante Alojz Ahljn, ufficiale cli collegamento s.ten . Salvatore Ferri Hmjul: comandante Luigi Bastie, ufficiale di collegame nto s.ten. ,\ntonio Di Giorgio Polica: comandante Frane Mikus, ufficiale di collegamento s.ten. Antonio Minuti Sticna: comandante Josep Naclrnh, ufficiale di collegame nto centurione Riccardo Serafini Mlaceuo: comandante Frane Polic, ufficiale cli collegamento s.te n. Giacinto Gindre Rakitna: comandante /Vla:x Kunstelj, ufficiale cli collegamento s.ten. Enn io Fie rro Borovnica: comandante Lu clv ig Kolman, ufficiale d i collegamento s.ten . Silvio Ferrari Verconico: comandante Stanis lav Zupan, uffic iale d i collegamento s.cen. Guerrino ,Tannino Sma1je: comandante Josep Cvctkovec, ufficiale cli collegame nto ten. Camilla Conforto


I;\ 1\ IIU 7,I,\ \'OI.Oi'ffA]{li\ .~ '111 (X")~IDilS'Ji\ \lEl.1 E~EIK!TO ITALI,\ \lO

10 1

Dobrova: comandante Silvesrer Knuplez.ufficiale di collegamento s.ten. Ciro lihertazzi Rudnik: comanclante V ikror Veber, ufficiale di col legamento caromanipolo Pierro Pimo Polbol' Gradec: comandante Johann Svarka.ufficiale di collegamc.:nto s.ten. Giovann i Jannelli Gor Hrazouica: connnclantc Gabriel Suhaclolnik, ufficia le cli collegamento Lcn. Francesco Lancli Teme11ica: comandante Frane Dolenc, ufficiale cli collc.:gamenro cc.:nrurione Riccardo Serafini Seta Pri Swnberlm: comandante Frane Flisar, ufficiale e.l i collegamenro capomanipolo Umberto Cesa rcui. Per quanto concerneva il Raggruppamento CC.f\N. "XXI Aprile'', il numero dcli<: compag nie, le l oro collocazio ni ec.l i loro o rganici no n subirono alcuna vari azione nel marzo. Vennero nominati anche per le formazioni collaborazioniste inquadrale nelle Camicie f\ere i comandanti di compagnia. Dolenja Vas: comanclanre Vinko Pueko, ufficiale cli col legamento centurione Pietro Menej Ribnica: comandante Karl Puhan. ufficiale di collegamento capomanipolo Remo Cornizzoli 7i,1.1:jctli: c:ornand,rnte frane Zuraj, ufficiale cli co llegamento capomanipolo Anronio Biserni Rob: comanclanre Anton Purkar. ufficiale di collegamento centurione Paolo Anronelli Sodrnz ica: comandan te.: Lojze G rehenc, ufficiale d i collegamento centu rione Paolo Ranieri Ve/ike lnsce. comandante Josep Bajek. ufficiale di collegamento capomanipolo Lauro Ferrari \/idem Vobi·epolje: comandante Anton Pernc, ufficiale di collegamc.:mo ec1 pomanìpolo A ngelo Berutti \!idem Krka: comandante Jozc Jankar, ufficiale cli collegamento cencurione Brenno J'v1eccarelli. Nel mar;w la for za numerica della MVAC attribu ira alla "Guard ia alla frontiera'' c.lcll'Xl Corpo d'armata si c.:ra incrementata fino a 1.504 unità. Anche in qu<.:sto caso non si ebbero variazioni rispetto all'assetto cli febbraio, se si c.:sclude la costituzione e.li una nuova compagnia autonoma a Grcarevec (72 militi, 2 fu cili m itragliatori, 1 pistola, 109 fuci li). I comandi fu rono attribuiti come.: segue.

I "Battaglione MVAC" di Rovtc l" compagnia : comandante Frane Igor compagnia: comanc.lance Frnnc Sever 3:• compagnia: comandante Josep Logar

z:•


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L'OCCUl'AZIOl\"E rli\l.lANA DELI, \ SLOVE'.'IIA ( 194 1-1943)

4a compagnia: comandante Leopold Debrevec Ufficiale di collegamento de l battaglio ne : ten. Francesco Landi (facente altresì funzioni cli ufficiale di collegamento delle singole compagnie).

Compagnie autonome Grahovo. comandante Frane Kremzar, ufficiale cli collegamento s.te n. Renato Prosa Stai-i Trg comandante Janez Kralj, ufficiale di collegamento s.ten. r erdinando Gasparri Unec: comandante Jakob Petar, ufficiale di collegamento s.ten. Arnaldo Biagetti Dane: comandante Josep Petrie, ufficiale cli collegamento s.ten. Antonio G iacalone Velike Bloke: comandante Frane Omerza, ufficiale cli collegamento s.ten. Agostino Manzioi Loski Potok: comandante Janez Pikelj, ufficiale cli collegamento s.ten. Giovanni Chiodi Begunje: comandante Josep Vojska, ufficiale cli collegame nto s.ten. Felice Ballero C/rcarevec: comandante Viktor Berlot; l'ufficiale di collegamento alla data de l l 5 marzo 1913 non era stato ancora assegnato (27). Nei mesi successivi si ebbe una rapida razio nalizzazio ne delle forze collaborazioniste. Abbandonato definitivamente il progetto di costituzione di una forza armar.a organizzata in battaglioni, l'Ufficio MVAC dello Stato Maggiore del Corpo d'armata optò per una maggiore diffusione parcellizzata della Milizia attraverso il potenziamento delle unità di piccola e 1nedia grandezza. In aprile gli organici anticomunbti s loveni de lla divisione "Isonzo" si incrementarono di misura , raggiu nge ndo le 1.41 1 unità. Venne disciolro il "III Battaglione MVAC" e furono costituite tre compagnie autonome: la "Stopice" (163 militi, 1 mitragl iatrice, 2 fucili mitragliatori, 181 fucili, 8 pistole), composta dagli effettivi della P compagnia e da una parte della 2a, con comandante fra ne Egger (già comandante della za compagnia) e come ufficiale cli collegamento il s.ten. Vincenzo Marchetti (già ufficiale di collegamento de lla 2" compagnia del II battaglione); la "Semic" (135 militi, 1 mitragliatrice, 2 fucili mitragliatori, 151 fucili) , composta da una parte degli effettivi della za compagnia e dall'intera 3'1 compagnia, con comandame Milos Sabic (già comandane.e della 3a compagn ia) e come ufficiale cli collegamento il s. ten. Ferdinando Benzi; la "Crnomelj" (136 militi, 1 mitragliatrice, 2 fucili mitragliatori, 144 fuci li, 3 pistole), costituì-

(27) IZlìG, Xl Corpo d'armata, r. 7441 1. Comando dcll'Xl Corpo d'armata, Situnione M.V.A.C. alla data cie l 15 marzo 1943 - Copia Ufficio opern zio ni.


L,\ Ml!.IZI A VOLO:S:TAIHA A~'TI ,:OML.NIST,1 'IEl,l,'1:!--EnCITO 11',\U,\ 'I()

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la dagli effettivi della 4a compagnia, della quale mantenne altresì sia il comandante che l'ufficiale: italiano d i collegamento. li "II Battaglione MVAC" fu invece mantenuto, ecl al comando di esso venne ch iamato Emi l Kranjc, con il tenente Arturo Ferrari come ufficiale cli collegamento e 68 militi come truppa a disposizione del Comando. Le compagnie non subirono variazioni negli organici e solcanro la 2:1 ebbe un avvicendamento : Radovan Slanc, già cornandante della ia compagnia del disciolto TJT hatraglione, venne nominato comandante della formazione, ed al suo fianco fu inviato il ren. Francesco Saccani. Per quanto riguarda le compagnie autonome, oltre alle tre formazioni sorte da llo scioglimento del I ll Battaglio ne, si aggiunsero altre due unità: la "Sr.l{uperr" (50 mi liti, 2 fu cili mitragliatori, 63 fu cili) al comando di Viktor Bajec affiancato dal cemurione Amonio Orioli. e la "Mirna Pec·' (62 militi, 1 fucile micragliatore, 77 fucili) al comando di Frane Pelko afnancato da l cen. Leone Valeri. La MVAC inquadrata nella divisione "Cacciatori delle Alpi" raggiunse in aprile la forza numerica di 2.058 militi. Pochi furono i cambiamenti nel numero delle compagnie autonome inquadrate nella G.U. Venne cosLilu ica la formazione d i Sentu rje (51 militi , 50 fucili), al comando di Danil Capucler affiancato dal te n. Gaddo Matt ini, e fu d isciolta la compagnia cli Gor Brezovica. Si ebbero inoltre avvicendam<.:nti ai comandi di alcune formazioni. I sorrotenenti Leonardo Bonomelli e rrancesco Gioletta vennero attribuiti alle compagnie cl i Smarj e e cl i D<.:v Marja Polju ; presso quest' ultima formazione venne nom inal o anche un nuovo comandante sloveno, Milko Pirih. Al collegamento con la formazione di Sela Pri Sumberku fu preposto il capomanipolo Costanzo Corti; un altro ufficiale della MVSN, il capomanipolo Giuseppe Famà, venne incaricato presso il nuovo comandante della compagnia di Th ,dnik, Janez Grum. Il centurione Scrafini, che in marzo era ufficiale di collegamento presso due compagnie, la ..Temenica'' e la ..Sticna··, fu avv icendato in quest'ultima dal centurione Giuseppe Dorninici ; infi ne f rane Pristovni k venne nominato nuovo coma ndante della com pagnia di Brezovica. Gli effettivi della MVAC inquadrata nel raggruppamento "XXI Aprile" sal irono in aprile a 838. Vennero mantenuce le stesse formazioni, con pochi avvicendamenti ai comandi : a T urjak giu nse come u fficiale italiano il ten . Antonio Ebreo; a Ribnica venne affiancato al comandante sloveno il centurione Giuseppe Santi ni; a Videm Dobrepolje, la formazione MVAC più forte della G.U. , la ricerca cli llO nuovo comandante fu più difficile e nel frattempo il comando fu attribuito ad interim all 'ufficiale di collegamento, il ca pomanipolo Angelo Berruti. LXI Raggruppamento ·'Guardia alla Frontiera" vide in aprile ridursi cli un centinaio di unicà b forza nu merica della MVAC ad essa attribuita, e gli effettivi si ridussero complessivamente a 1.403 m iliti. Venne colpito particolarmente il "I Battaglione MVAC", confermando la tendenza degli alti comandi già espressa nel caso della divisione ..I sonzo" a preferire la


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!:OCCUPAZIONE ITA I.IAKA DET.T.1\ SLOVENIA ( 194 1-194.l)

costituzione di piccole formazioni autonome e scollegate tra cli loro. Ve nne nominato Mirko Vidmar comandante del battaglione (con la sede ciel coma ndo a Rovte), affiancato dal ten. Giuseppe Vitas. Pochi furono gli avvicendamenti: presso la formazione di Dane fu nominato nuovo coma nda nte Janez Borstnar; alla "Grcarevec" fu inviato come ufficiale cl i collegamento (incarico fino ad allora non attribuito) il ten. Francesco Lìonetti (28). La sistemazione degli organigrammi della 1\ll\/AC proseguì nei due mesi successivi con alcuni trasferimenti delle compagnie, in modo particolare dal Raggruppamento "XXI Aprile" alla divisione "Caccimori delle Alpi" e con la costituzione cli quamo battaglioni speciali eia aggrega re a lle GG.UU. durante le operazioni su vasta scala. In giugno venne a ttribuita alla sopraggiunta 5J<l D.f. "Lombardia" la compagnia autonoma di Crnomelj, già inquaclraca nella "Isonzo". L'ultimo orga nigramma redatto dall' Ufficio MVAC dello Stato Maggio re dell'XI Corpo d 'a rmata, datato 15 luglio 1943, presentava dunque il seguente q uadro com plessivo, che rappresenta l'aspetto al contempo definitivo e fina le della Milizia belogardisw nell'Ese rcito italiano. 1411 D.F. "Isonzo" Nel luglio i militi anticomunisti sloveni della divisione ammontavano a 1 319 unità, distribuite tra il "II Battaglione MVAC", 8 compagnie autonome o perative, 2 compagnie in via di costituzione ed un "Battaglione speciale".

II Battaglione i\11\/AC Comando cli Battaglione: comandante Emil Kranjc; ufficiale cli collegamento ten. Arturo Ferrari; sede Bela Cerkevi forza numerica 63 rniliti; armamento 53 fucili e 7 p istole . P compagnia: comandante Anton Perkoi uffic iale cli collegarnento s.ten. Luigi Virgilio ; sede Carezi; fo rza nu me rica 115; militi armamento mitragliatrice, 3 fucili mitragliatori, 117 fucili, 2 pistole. 2•1 compagnia: comandante Raclovan Slanc; ufficiale cli collegamento ten. Francesco Saccani; sede Ratez Otovec; fo rza n ume rica 121 militi ; arma me nto 3 fuc ili mlr. , 138 fucili, 4 p istole. 3'1 compagnia: cornandante Anton Malie; ufficia le cli collegamento s.ten. Francesco Pucci; sede Brezovica; forza nu merica 116 militi; armamento 1 mitragliatrice, 2 fucili m tr, ] 25 fuc ili, 4 pistole. 4'1 compagnia: comandante Frane Sekovec; ufficiale di collegamento s.ten . Dome nico Simoncini ; sede Skocjan; fo rza numerica 104 militi; armamento 3 fuc ili mtr. , 112 fucili, 6 pistole.

( 28) IZ:DG, Xl Co rpo d 'a nm1w , F.ì/4-1/ I, Comando <lell'XI Corpo d'a rmata , Situ azione ,'vlVAC a ll é! data del J 5 ap ri le 1943.


LA Mll,17.IA VOI.OKT.\RI A ANTI CO~IL::-11$'Jì\ :-l EJ,L'ESERCITO ITAl.lA:-10

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Compagn ie autonome inquadrate nella divisione "Isonzo" Trebr{/e: comandante Oscar Fric; ufficiale cli collegamento centurione Dome nico Dc Cesare; forza nume r ica 88 militi; armamento 2 fucili m tr. , 107 fucili, 2 p istole. Zuz:eniberk: comandante Raffael Sk rhe; ufficiale di collegamento s.ten. Francesco Parmigiano; forza nume rica 110 militi; armamento 3 fu cili mtr, 118 fucili, 4 pist.ole. Stopice: comandante Frane Egger; ufficiale cli collegamento s.ten. Vincenzo Marchetti; forza numerica 149 mil iti; a rmamento mitragliatrice, 3 fucili mtr., 180 fucili, 8 pistole. Semic: coma ndante t\Jlilos Sabic; uffi cia le di collegamento s.ten. Ferdinando Be nzi; forza numerica 114 mil iti; armamento 1 mitragliatrice, 2 fucili mtr. , 145 fucili, 2 pistole. Rakovn:ik: comandante Nliha Benedicic; uffic iale di collegamento centurione Antonio O rioli; forza numerica 74 mil iti; armamento 1 fucile mtr. , 98 fucili , 1 p istola. St.Rupert· comandante Viktor Ba jec; ufficiale cli collegamento centurione Antonio O rioli; forza numerica 89 militi; a rma mento 2 fucili m tr , 100 fucili, 2 pistole, Mirna Pec: comandante Frane Pelko; ufficiale di collegamento ten. Leone Valeri; fo rza numerica 7ì militi; armamento 1 fucile mtr., 81 fuci li, 1 pistola . Bela Cerkev: comandante frane Rataj; ufficiale di collegamento s.ten. Giovanni Sassoli ; forza numerica 39 militi; annamento 50 fucili. A tali compagnie s i dovevano aggiungere le formazioni cli Dobrnic e cli Catez, quest'ultima con già fissat a la forza nume rica, che sarebbe ammontata a 30 m iliti. Alla divisione "Isonzo" venne infine a ttribuito il "Battaglione speciale MVAC n° l", costituito in giugno, composto da 60 militi al comando d i Wolfgang Rupnik ed a rmato d irettamente dagli organici dei hattaglioni speciali clell'XI Corpo d'armata e non dall'Ufficio MVAC. 22a D.F. "Cacciatori de lle Alpi" A luglio la divisione registrò un incremento della ivlVAC ad essa a Ltribuita, raggiu ngendo una forza n umerica complessiva di 3.247 militi, suddivisi in 30 compagnie autonome ed in due "Battaglioni s peciali". TI notevole aumenti degli organici er~i motivato dal fa tto che la "Cacciatori delle Alpi" aveva inglobato le sette compagnie autonome già inquadrate nel Raggru ppamento "XXI Aprile".

Con1pagnie a utonome inquadrnte nella Divisione "Cacciatori delle Alp i" Bizovik: comandante Stanko Bitec; u fficiale di collegamento s.ten. Francesco Gio leLta; forza numerica 101 militi; a rmamento mitragliatrice, 2 fucili mtr., 84 fucili, 2 p istole . Klece: comandante Janez Kos; ufficiale di collegame nLo ten, Milziade


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t'OCC11PA7.10 KI' ITAI.IAKA D EI.I.A 51.0VE:-<IA (19/4 1-19/45)

Mencucci; forza numerica 65 militi; arm amento 3 fuc ili rntr., 66 fucili, 4 pis tole . Dev 1vla1:ja Polju.: comandante Milko Pirih, ufficiale di collegamento s.te n. Francesco Gioletta; forza numerica 74 militi; armamenLo 1 fuci le mtr. , 75 fucili, 3 pistole. Velike Lasce: comandante Josep Bajec; ufficiale di collegame nto s.ten. Alberto Castiglia; forza numerica 74 militi; a rmamento 1 fucile mtr., 15 fucili , 3 pistole. Corice: comandante Alojz Pezdir; ufficiale cli collegamento s.ten. Michele Am ato; forza nume rica 105 militi; armamento 1 mitragliatrice , 2 fucili mrr. , 100 fucili, 3 p istole . Divem Dobrepolje. comandante Stanislav Golob; ufficiale di collegamento s.te n. Giacinto Giclra; forza numerica 218 m iliti; a rmame nto 2 fu cili mtr., 221 fucili, J pistola . Temenica. comandante Viktor Pip; ufficiale di collegame nto capomanipolo Oro Petrucci; forza numerica 133 miliLi; a rmamento 4 fu c ili mtr. , 143 fucili, 3 pistole. Se/a Pri Su.mberku: comandante Frane Felisar; u ffic ia le cl i collegamento capomanipolo Temistocle .tdieri; forza numerica 122 militi; armame nto 1 fuci le mtr. , 119 fucili, 4 pistole. Mlacevo: comandante Frane Polic- ufficiale di collegamento centurione G iovanni Quad ri; forza nu merica 72 militi; armamento 1 fuc ile mtr. , 82 fucili, 1 pistola. Borovnica: comandante Luclwig Kolman; ufficiale di collegamento ren. Silvio Ferrara; forza numerica 96 m iliti ; armame nLo 4 fucil i mrr. , 98 fucili, 2 pistole . Rol?: comandante Anron Purkat; ufficiale di coJlegamento s.ten. Antonio Minuti; forza numerica 68 m iliti; armamento 1 fucile mrr., 64 fu cili ; 1 p istola. Sticna: comandante Josep Nadrah ; ufficiale cli collegamento centurione Giuseppe Dominic i; forza numerica 85 militi; armamento 2 fucili mtr. , 75 fucili, 1 pistola. Polica: coma ndante J o hann Benko; ufficiale di collegamento centurione Riccardo Serafini; forza numerica 152 mi liti; armamento 4 fucili mtr., 155 fucili, 2 pistole. Videm Krka: comandante J oze Miklic; ufficiale di collegamento ten. Michele lVlanna; forza nume rica 220 m iliti; a rmamento 1 mitragliatrice, 2 fucili mtr. , 215 fuc ili, 3 pisto le. R.akitna: comandante Max Kunstelj; ufficiale cli collegame mo s.te n. Ennio Fie rro; forza nume rica 80 miliLi; armame nto 2 fuc ili mtr., 68 fucili, 1 p istola. Verconico: comandante Stanis lav Zupan; ufficiale di collegamento s .ten . Gue rrino Iannino; forza numerica 129 militi; armamento l mitragliatrice, 106 fucili, 4 pistole . Sodrazica: comandante Joze Lavrih- ufficiale di collegame nto s.ten.


L; \ M LLT7.LA VOL.OK.LAI\LA ANTI COM UNISTA NEl.l:liSERCLTO ITAI.IANO

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Angelo Vanni; forza numerica 98 militi; a rmamento 2 fucili mtr., 105 fucili, 2 pistole . Ho17u.!: comandante Luigi Bastie; ufficiale cl i collegamen to s .ten. Antonio Di Giorg io; forza nume rica 104 m iliti; a rmamento 1 mitrag liatrice, fu cile mtr., 80 fucili, 4 pistole . Turiak: comandante Frane Zuraj; ufficiale cli colleaamento s.ten. Severino Cicaglia; forza n ume rica 80 militi; armamento 2 fucili mtr. , 83 fucili, 1 pisto la Studenec Tg.¡ comandante Anton Skubic; u ffic ia le di col legamento s.ten. Leonardo Honomelli; forza n t1 merica 203 militi; armame nto 2 fucili mtr. , 207 fucili, 3 pisto le. Zazar: comandante Ivan Rastrezen; ufficiale d i collegamento s.ten. Serg io Matteoni; forza numerica 46 militi; armam e nto 1 fucile mtr., 73 fu cili , 1 pistola. Brezovica: comandante Ratko Susteric; ufficiale di collegamento s.ten. Salvatore Ferri; forza nume rica 98 mil iti; armamento 1 mitragliatrice, 2 fucili rntr., 120 fu cili, 2 p isrole . Smmje: comandante Bozidar Berlo r; ufficiale d i collegamento centurione Bre nno Mecare lli; forza numerica 64 militi; armame nto 3 fuci li mtr., 85 fucil i, 2 pistole. Dobrova: comanda n te Silvester Kn uplez; ufficiale d i collegamento s .ten. Ciro Libertazzi; forza numerica 74 militi; armamento 2 fucili mtr., 68 fucili , 2 pistole. Ribnica: comandante Karl Puhan; ufficiale di collegamento s .ten. Eros Urbani; forza numerica 83 militi; annamemo 1 fucile m tr. , 105 fucili. Ru.dnik: comandante J a nez Grum; ufficiale cli collegamento s .ten. Guido Nati; forza n ume rica 49 militi; armamento 1 fucile mtr., 50 fu cil i, 1 pistola. Polhol) Gradec: comandante Johann Skvarca; ufficiale e.li collegamento s .ten. Giovanni Jannelli; forza nume rica 137 militi; armame nto 143 fu cili, 1 pistola. Sentu.r7e: comandante Danil Capuder; ufficiale cli collegamento capomanipolo Costanzo Corti; forza n umerica 97 m iliti; armam e nto 115 fucili. Drehou Gric. comandante Anton Komotar; ufficiale di colle gamento s.ten. Ennio Bucchioni; forza nume rica 126 m iliti; armamento 3 fucili mtr. , 102 fuc ili, 2 pistole. Podpec: comandante Johann Boh; ufficiale di collegamentO s .ten. Lino Magnaguagno; fo rza n umerica 103 m iliti; arm amento 2 fucili mitr., 125 fucili, 1 p istola. Alla divisione s i aggiungevano inoltre il "Battaglione speciale MVAC n° 2", comand anto d a Anton Car::. con 60 militi e u n "Battaglione spe- ¡ ciale" non numerato, comandato da Albino Cerkven ik e composto da 31 militi . Entrambi i "battaglioni speciali" erano do ta ti , come nel caso precedente, d a armamenti previsti dagli o rganici dei "battaglioni speciali" del Corpo d'armarn .


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1:ocCUl'AZION E l'fALIAN/\ DEU,1\ SLOVENIA ( I j).1 I - I 943)

Raggruppamento CC.NN. "XXI Aprile" Gli organici MVAC inquadraci nelle Camicie Nere e rano stati ridotti a 70 militi. Tutte le compagnie precedentemente attribuite al Raggruppamento erano state trasferite sotto il comando della divisione "Cacciatori delle Alpi". Venne ro costitu ire clue sole compagnie autono me amihuite al comando del Raggruppamento, con limitati compiti di magazzino; ad esse si aggiungeva un "Battaglione speciale".

Compagnie autonome inquadrare nel Raggruppamento CC.NN. "),..'Xl Aprile" Stara Cerkev: comandante Jozc Seselj ; ufficiale di collegamento ce nturione Antonio Matteoni; forza numerica 9 militi; armamento 2 fuci li mtr. , 50 fucili. Vimol: comandante no n attrihuito; ufficiale di collegamento centurione Agostino Zangarin i; fo rza nu merica 10 militi; armamento 1 mitragliatrice, 2 fucili mtr. , 138 fu cili. Il "Battaglione speciale MV.\C n° 3" era comandato da Emilio SaveJli ed era composto da 51 militi armati come nei precedenti casi. XI Raggruppamento "Guardia alla Frontiera" Gli organici MVAC attribuiti al Raggruppamento Ga.F vennero ulteriormente ridotti a 1.374 unità, suddivise nel "I Battaglione l'v1VA.C" ed in sette compagnie autonome. Ad esse si sarebbe aggiunta un'ottava, a luglio ancora in via cli costituzione (compagnia "Kalce").

T Battaglione MVAC (29) P compagnia: comandante Frane Igor; ufficiale cli collegamento ren. Fulvio Pellis; sede St.Jost; forza numerica 152 militi; armamento 1 mitragliatrice, 4 fucili mtr. , 160 fucili, 5 pistole. 2a compagnia: comandante Frane Kogosvec; ufficiale cli collegamento ten. Giuseppe Vitas; sede Rovte; forza numerica 162 militi; annamento l mitragliatrice, 2 fucili mtr. , 163 fuci li , 1 pistola. Y compagnia: comandante Josep Logàr; ufficiale di collegamento s .ten . .!'viario Gamhino; sede Zaplana; forza numerica 100 militi; armamento 1 m itragliatrice, 2 fucili mtr. , 97 fuc ili, 1 p istola . 4a compagnia: comandante Leopold Dehevcc; u fficiale di collegamento s.ten . Salvatore D'Amico; sede Hot.edrsica; forza numerica 12ì militi; armamento 2 fucili mrr. , 123 fu cili, 3 pisrolc. Compagnie autonorne inquadrate nell'XTRaggruppamento "Guardia alla Fronriera" Begunje: comandante Josep Vojska; ufficiale di collegamento s.ren.

(29) L'assenz.i del c.:oma nclance cl i hanaglionc (Mirko Vidm~r) successivo,

~

spiegata nel cap itolo


l A MILIZIA VOLONTMUA AXTI C:O~ID:IS°Ji\ NEl.1,'l'Sl'RCITO IT\ I.IA:'10

109

Antonio Ramello; forza nu merica 228 militi; armamento 3 mitragliatrici, 5 fucili mtr. , 239 fucili , 2 pistole . Grahovo: comandame Lu igi Kremzar; ufficiale di collegamento ten. Bruno Visconti; forza nu merica 45 militi; armamento 1 fucile mtr., 61 fucili, 2 pistole. Stari Trg: coma ndante Jakob Petar; ufficiale di collegamento ten . Abramo Ahrami; forza numerica 96 militi; armamento 2 fucili mtr., 110 fucili, l pislola. Velike Bloke: comandante frauc O merza; ufficia le cli collegamenlO s.ten. Giovanni Chiodi; forza numerica 203 militi; armamento 2 fucili mtr. , 213 fucili , 1 pistola. Loski Poto/e: comandante Paolo Pozcnel; ufficiale cli collegamento s.ten. Giuseppe Bottini; fo rza numerica 169 militi; armamento 1 mitragliatrice, 1 fucile mtr. , 191 fu cili, 1 pistola. Dane: comandante Jancz Borstnar; ufficiale cli collegamento s.t.en . Virginio Pagan i; forza numerica 38 militi; armamento 2 fucili mtr., 50 fucili. Crcareuec: comandante Viktor Berlot; ufficiale di collegamento ten. Lo renzo Bercini; forza numerica 54 militi; armamento 55 fucili, 1 pistola. 57a D.F. "Loinbarclia" Alla divisio ne "Lombardia" venne attribu ila soltanto la compagnia autonoma di Crnornelj, inquadrata fino a giugno nella divisione "Isonzo" , comnclata da Ugo Senekovic affiancato dal ten. Bruno Tomini, con una forza numerica d i 121 militi equipaggiati con 1 mitragliatrice, 1 fucile mitragliatore e 138 fucili.

Complessivamente, le forze MVAC inquad rale nell'XI Corpo d'armata al 15 luglio 1943 ammontavano a 6.131 militi, malamente armati con 18 mitraglia trici, 108 fuci li milragliatori, 6.337 fucili, 122 p istole (30). Quindi, dalle iniziali quattromila unità il numero dei militi anticomunisti sarebbe salito fino a seimila circa. La cifra è significariva, soprattutto tenendo conto che, secondo i coma ndi italiani, nel giugno 1943 operavano in Slovenia soltanto 1.800 partigiani sloveni. Gli altri, parecchie migliaia, erano di origine serba e soprattutto bosniaca e croata (31) . Se si aggiunge che parte dei 1.800 partigiani sloveni provenivano dalla Slovenia tedesca , la cifra s i riduceva ulteriormente. Prenclcnclo per aucndibili i dati elci Comandi italiani, nell'estate 1943 nella Slovenia meridionale i rapporti cl i forza tra s loveni delle tre regioni occupate dagli italiani erano di quasi quattro belogarclisti per un partigiano originario delle stesse regioni.

(30) Ibidem, Situazione MVAC alla daw dd I 5 luglio 1943. (31) S,v\P., IJfficio stori(:o, M-3, F. 327. B. 2, '·Notiziari giornal ieri t rasmessi d al Comando clcll'Xl Raggrup pamenw Guardia alla Frontiera al Comando della II Armaw, ", Notiziario n. 180,

29 giugno 1943.


110

1:0CCUl'.\ZIOKE ITALIANA DELia\ SLOVENIA 0941 · 194:>J

Per migliorare il coordinamento tra i diversi distaccamenti belogardisti, uno degli ex ufficiali sloveni fatti liberare su intercessione di Rupnik, il tenente colonnello Ernest Peterlin, già ufficiale del Regio esercito jugoslavo, venne nominato dal Comando dell 'Xl Corpo d'armata comandante operativo della MVAC della Provinci:1 di Lubiana, ad essa sottopostO al colonnello Gallo. Nonostante la nomina del tenente colonnello Peterlin, le formazioni MVAC, dotate di uniformi italiane con un caratteristico basco nero ma sovente operanti in borghese con una fascia bianca sul braccio destro, restarono truppa ausiliaria, con impieghi logist.ici, cli esplorazione ricongnizione e di supporto, talvolta persino con funzioni cli gendarmeria rurale. La mancanza di un comando supremo sloveno della MVAC - Peterlin restò "comandante operativo" privo cli qualsiasi prerogativa decisionale autonoma - allontanò la milizia belogardista da qualsiasi progetto di "Esercito nazionale sloveno". I dirigenti e i militanti delle formazioni politico-militari precedenti la MVAC (le "Legioni", il "Battaglione stiriano", gli strazarij cl.i Zebot, gli zhorl,ti) vennero gradualmente inseriti nella truppa collaborazionista senza particolari trattamenti o favoritismi. Come si è visco, la p resenza all'interno della truppa ausiliaria di esponenti estremisti e difficilmente controllabili rese l'attuazione del progetto cli Robotri, Rupnik e Rozrnan estremamente difficile. La questione clell'afficlabilità delle nuove unità ausiliarie e dei loro comportamenti sovente censurabili sarebbe rimasta insoluta per tutto il 1943. Il 13 febb raio il generale Gastone Gambara, successore di Robotti al Comando dell'XI Corpo d 'annata, inviava al Comando della divisione "Isonzo" una precisazione dettata evidentemente da avvenimenti giunt.i a sua conoscenza aventi per protagonisti militi A.C. sloveni: "Nel mio foglio 'Precisazioni varie' n.1 al punto e) del capitolo sulle formazioni slovene anticomuniste, è detto: 'Non siano mai impiegati elementi della M.V.A.C. per perquisizioni, arresti, aut similia'. Preciso che questo concetto - per quanto si riferisce ai centri abitati da noi presidiati - non contiene affatto una proibizione assoluta per volontari a.e. di arrestare gli elementi che fossero da loro riconosciuti come ribelli e incontrati casualmente o volutamente, ma limitar.a cli norma la iniziativa cli questi volontari alla parte informativa lasciando quella esecutiva ai nostri organi di polizia o delle forze armate. AJla M.V.A.C. sia riservato - in linea di massima - solo l'onore di combattere con le armi il partigiano a fianco ciel nostro soldato" (32) . Nonostante t.ale precisazione, l'estremismo di alcuni reparti MVAC proseguì per tutto il 1943. Il 4 settembre Gambara sarebbe intervenuto di nuovo, stavolta con tono assai piC1 perentorio, indirizzando le sue

(32) TZDG, Xl Corpo d'armata, F. 744/ 1127: TI Generale cli Corpo d'Annata Comandante Gastone Gambara al Comando d ella divisione cli Fanteria "Isonzo'·, 13 febbraio 1943.


I.A MILIZIA VOLOKTARIA ANTI COMU.' JJSTA )IEl,l,'ESER<:ITO ITAI.IANO

111

disposizioni al Comandante dei CC.RR. distaccati presso la Divisione "Isonzo": "Fermi di persone , operati recentemente eia militi A.C., impongono richiamare alla necessità cli evitare, per q uanto possibile, operazioni del genere da parte di mili[i A.C. Salvo nei casi di flangrante reato l'intervento di detti miliLi p uò facilmente risultare se non eiettato, accompagnato eia spirit.o di parte, e quindi sucettihili (sic) di soprusi o vendette inammissibili. Pertanto preciso che, fermo restando l'impiego eccezionale dei militi con compito informativo nelle indagini preliminari, l'azione esecutiva che porti ad arresto di persone deve rimanere in ogni caso affidato ai CC.RR. competenti per giurisdizione territoriale. Prego impartire in pro posito o rdini tassativi agli ufficiali (sottolineato nell'originale - NdA) di collegamemo delle formaz ioni M.V.A.C." (33). Un'altra questione di non fa cile soluzione fu la natu ra stessa de i militi anticomunisti, dichiarati esplicitamente "volontari", ma talvolta sottoposti dai comandi locali a coscrizione obbligatoria. Il 1° aprile 1943 l'ing. Farina, dirigente della sezio ne staccata di Lubiana ciel Compartimento della Via bi lità cli Trieste dell'AA.SS inviò a Gra7.ioli una lettera avente per oggetto "Arruolamenti nella Milizia Anticomunista". "Per prestare il loro servizio nella Milizia Volontaria Anticomunista" si leggeva nella lettera del funziona rio statale "sono stati recenteme nte prelevati dal lotto cli sistema7.ione generale tratto : Kalce-Raskovec (Impresa comm. Vittorio /Vlarchioro), circa una trentina di operai. Poiché tale provvedimento è cl i grave danno per lo sviluppo dei lavori predetti ed in relazione alle intelligenze verbali intercorse tra l'E.V. e l'ing. Capo Compartimento della Viabilità (AA.SS.) cli Trieste, si allega alla presente un elenco numerico e nominativo degli operai prelevati distinto secondo i vari Comandi della .IVlilizia Anticomunista perché V.E. voglia cortesemente compiacersi cl i intervenire presso Comandi stessi, affinché tutti gli operai prelevati siano lasciati liberi" (34). T "volontari" e rano stati prelevati dal comando del battaglione l'vl\lA.C di Rovte (XI Rgpt. Guardia alla Frontiera) per essere inquadrati. nella za compagnia con sede a Rovte e nella 3" compagnia con sede a Zaplana, e dal comando della compagnia autonoma l\.1VAC di Verconico (Divisione "Cacciatori delle Alpi") . L'8 aprile Grazioli inviò copia di tale lettera al Comando clell'XI Corpo d'armata . Di suo pugno Robotti avrebbe annotato sulla lettera d 'accompagnamento dell'Alto Commissario: "Dire che la pianti no! È Milizia volontaria!". L'autorità militare intervenne per ripristinare lo status quo ante:

(33) Jbide1n , F. 744/ 1, li Generale d i Corpo d',1rmata Comandante Gastone (;ambara :il Comando dell a clivisione d i fanteri a '·Iso nzo" - Uffi(;io del Co mandante i Carab in ieri Reali, 4 settemb re 1943. 0 4) IZDG, XI Corpo d'a nnma,

r. 747/ 1. La Sezione staccata d i Lu bi ana clell'AA.SS. Compartimento della Viabilità di Trieste ,111'F.ccellenza Alto Commissario per la Provi ncia cli Lul>iana, 1 aprile

1943.


112

l.'OCCUPA7.IONE 11~\U NIA DELLA StoVE)IJA ( JY4H 9/ij )

"Di q uanto sopra siano edotti i Comandanti di Presidio e gli ufficiali di collegamento M.V.A.C" si legge nella circolare ciel colonnello Capo di S.M. Bruno Lucini "che debbono assolutamente impedire che nelle formazioni M.V.A.C. siano comunque arruolati elementi non volo ntari" (35). Al di là di questo episodio, significativo ma circoscritto, è indubbia - tabelle alla mano - l'adesione che ebbe la MVAC nell'inverno 1942-13: più di seimila sloveni accorsero alla chiamata cli Rozman, Rupnik e Peterlin e , anche se come s'è visto si ebbero casi cli arruolamenti forzati, per la maggior parte si trattò di adesioni volontarie. Motivare il consenso al fenomeno belogarclista esclusivamente come atto di difesa da parte cli contadini contro l'incalzare dei partigiani oppure come adesione al Nuovo Ordine imposto dal Fascismo sarebbe perlomeno riduttivo. Come è stato eletto, la MVAC fu una creatura con diverse paternità: le autorità italiane, la Chiesa cattolica, l'estrema destra, il tradizionalismo asburgico-clericale inconciliabile con i programmi socialisti di Tito, la "Fratellanza Slovena". Quest'u ltima agì ambiguamente nell'operazione, favorendo gli arruolamenti ed o rganizzando talvolta la costituzione delle formazion i, ma nel contempo mantenendosi in contatto con quei settori nazionalisti, in Patria ed all'estero, che attendevano un segnale per intervenire nel conflitto. Sulla fa lsariga cli quanto stava compiendo in Serbia Mihajlovic con la "Guardia cli Stato" del gene rale Nedic (36) la "Fratellanza" avrebbe utilizzato la MVAC come un polmone per le costituentesi forze nazionaliste d'ispirazione cetnica .

(35) l bidem. Non si hanno notizi e di altre coscrizioni, ma, dal tono perento rio d i Roboni ("Dire che la p iantino") si potr<::bbe sospettare che taluni comandi MVAC fossero reddivi ed avessero comp iuto ani simili and1e nel pas.saw (Doçu.menti allegati nn . 12, 13

e

14)

(36) Nelb Serbi a occupata dai tedeschi il capo del col laborazionisw ''Governo Nazionale Serbo··, generale Milan Ncdic (già Ministro della Guerra del governo jugosl;ivo) aveva cos[itui[() una fatiscente "Gu,irdia cl i S[ato Serba" (S,pska Drzal)na Straza) che, ,il fianco dei mili[ari germanici gestiva l 'ordine pubbl ico. La debolezza politica e mili[are dei cosiddetti guarclisti nedicel)Ci li fec;e facile preda della propaganda dei cetnici di Mihajlovic, che ne utili zzarono ampliamente armi, equipaggi,tmenti e stru tture. Nl olti nedil)ecvi mil itavano al contemp o nel movimento d i Ravna Gora (cfr. Jozo Tonwsevic, "The Ch ctniks. War ,md revolu tion in Yugoslavia. 194 1-1945", S[anclford University, 1975).


CAPITOLO QUARTO IL MOVIMENTO CETNICO SLOVENO E L'OCCUPAZIONE ITALIANA

Le conseguenze dell'occupazione italiana del la Slovenia erano stalc dirom penti per il piccolo Partito liberale-J NS e pi ù in gene rale per l'intero arcipelago di sigle laico-nazionaliste. Se la componente indipendentisca della vecchia dirigenza nazional-liberale, guidala da Albert Kramer, Ivan Puceli c cl Augusr Praprotn ik, aveva a ccetcato l'annessione e qu ind i la collaborazione con gli italiani e con il Partito popolare, a ltri esponenti nazionalisti avevano optato alcrimenti: il gruppo di Milan Vidmar aveva fondato Eclinost, ,m estandosi su posizioni cli attesa; la componente d i sinistra del Partito liherale-JNS, capeggiata dal giudice J oze Rus, aveva aderito al Fronte di liherazione, alleandosi con le sinislre e collaborando con i partigiani. Estranei a lla co mplicata evolu Gio ne po liLica de l movimento nazionalista e in precarie condizioni di clanclestiniLà erano rimasti alcuni ufficiali sloveni già inquadraci nel Regio esercito jugoslavo e non ancora internati dalle autorità m ilita ri italia ne. Guidato da l colonne llo di artig lie ria Jakob "Jaka" i\vsic, un g ruppo d i ufficiali e sonuffìciali dell'ex esercito jugoslavo si era dato alla macchia nei giorni immediatamente successivi all'armistizio, concentrandosi sopratlutto nelle regioni me ridionali al confinc con lo Sta to Indipendente di Croazia (distretti di Kocevje e Crnomelj). ~ell'estate 1941 la "banda Avsic" iniziò un sotterraneo lavorìo di ricoslituzione delle forze militari regolari del d isciolto esercito te nt:rndo al contempo di prende re contatto con a lcuni esponenti nazional-1iberali a Lubiana e ne lle principali città della provincia. Dal settembre i naiionalisti irriducibili guidati da Avsic e dai suoi refere nti civili a Lubiana intrapresero una serie d i ini7.iative autonome, non collegate a lle forze partigiane, contro le a utorità di occupazione italiane . L'azione cli Avsic tultavia si limitò inizialmente a qualche scomro con i militari italiani (definito "accidencale" dal Comando clell'Xl Corpo d 'a rmata) (1) e soprattutto acl a lcune man ifestazion i cli propaganda, come quella del 9 ottobre in occasione del settimo anniversario dell'uccisione cli re Alessandro (2). Ma le notizie delle limitate imprese de l colonne llo Avsic e de i s uoi seguaci giunsero a lla Ravna Gora, l'altopiano de lla Serbia occidentale dove dal 13 maggio 1941 aveva sede il Quartier Generale di Dra7.a Mihajlovic. In ottobre Avsic venne nomi-

(1 ) St.JE, Ufficio Storico. 111-3, F.324, B. 4. ·;>JoLiziari informazi oni del Comando <lell'\1 Corpo d';1rn1aia·. ;>101i~iario ciel 20 ~ettembre 194 1. (2) Jhidem. No1 i~.iario del 9 ottobre 19/4 I.


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1: 0 CClJl'AZIO KT' ITAU ANA D EU; \ SJ.OVE:-llA ( 194 1- 1943)

nato da Mihajlovic "Comandante delle fo rze cetniche in Slovenia" ed al s uo fianco Avsic nominò quale Capo cli Stato l\tlaggiore il maggiore Karel Novak. Conseguita l'investitura dal "cornbat:te nte di Ravna Gora" (3), il colonnello Avsic incrementò gli arruolamenti tra i fa utori di una Slovenia re inserita in una ricostituita Jugoslavia ed al contempo iniziò ad avvicinarsi al movimento partigiano titoista, cercando cli concertare con esso alcune azioni militari contro gli italiani. Tali contatti furono determinanti per le frnure scelte politiche de ll 'ufficiale cetnico. Deluso dell'atteggiamento collaborazionista o quanto meno d'attesa dei s uoi referenti politici a Lubiana e dall'immobilità ciel suo diretto superiore sulla Ravna Gora, nel dicembre 194 1 Avsic decise di abbandonare la lotta autonoma e di unirsi con alcuni fedelissimi all 'Esercito cli liberazione . Il comando dei pochi cetnici rimasti fu assunto quindi dall'ex Capo di Stato Maggiore di Avsic, il maggiore Novak, che, pochi giorni dopo la defezione cie l suo superio re, fu nominato eta Mihajlovic nuovo "Comandante delle forze cetniche in Slovenia". Tra Lutti i protagonisti dell 'occupazione italiana della Slovenia Novak fu senza d ubbio il più arnbiguo. Assai più pragmatico del s uo p redecessore, l'ufficiale iniziò a tessere una fitta rete cli rapporti con tutte le fa zioni in campo . Comatti furono presi con la "Legione Nazionale", forma zione politico-militare scissasi dalla p iC1 nu merosa e moderata "Legione Sokolista"; al contempo il leader cetnico iniziò ad avvicinare alcuni esponenti del collaborazionismo clericale, a com inciare dal Professor Ehrlich. Ma soprattutto, Novak, quale rapprese ntante cli Mihajlovic in Slovenia, poté collegarsi con facilità alle formazioni cetniche operanti nella Croazia nord-occidentale , le quali , sotto la guida prima del maggio re Bosko P. Todorovic e successivamente del vojvoda Ilija Trifunovic-Bircanin, avevano raggiunto un d iscreto livello organizzativo e logistico . ru anche per mantenere il contatto con i cetnici cli Todorovic e Trifunovic-Bircanin che Novak concentrò la presenza delle fo rmazioni sotto il proprio comando nei distretti cli Crnomelj e Metlika, s ul confine con la Croazia, e nella zona tra Trebnje e Zuzemberk. Inoltre, con lo scopo cli caratterizzare lo "spirito cetnico" de lla sua formazione clan.destina, Novak intensificò la p ro paganda anri italiana ed ancora cli più l'azione politica anticomunista . La presenza cli Novak e dei suoi ceLnici (detti "pobratinC', "affratellati") non fu inizialmente avvertita dalle au torità italiane. Approfittando della distrazione italiana (si tenga comu nque conto che le "forze " cetniche slovene erano alquanto esigue e passavano di conseguenza inosservate), il 17 maggio· 1942 Novak inviò a Lubiana suoi emissa ri pe r incontrare esponenti della "Legione Slovena ", de llo Zbor e della Straza, durante la già citata riunione che avrebbe costituito il ·'Battaglione stiriano" .

( 3) Uno d ei tanti soprannomi d el co lo nnello (poi generale e Min isJro della Guerra) Dragoljub ·' l)r,1z,1·· Mihajlovic.


IL ,\10\UU:I\ l'O CF,TNICO ~l.O l'El\0 F. J:OCCLIPAZIO;,/E ITAI.IA 'lit\

l 15

Con la nascita del "Bactaglione stiriano" le autorità militari italiane ini7.ia ro no ad occupars i con maggiore actenzionc ciel fenomeno cetnico, almeno com.e fenome no panjugoslavo con possibili diramazioni a nc he in Slovenia. Il 24 giu gno 1942 l'Uffic io Informazioni del Comando Superiore rF.AA. "Slovenia-Dalmazia'· inviè> una circolare a i Capi uffici "T" presso i Comandi cli tutti i Corpi d'armata avente per oggeuo il cosiddccto "Movimento nazionalista jugoslavo". "ronre confidenzia le" si leggeva nel dispaccio firmato dal colonnello capo di S.M. Gallo '·comunica che emissari del geo. Mihajlovic operano attivamente nella Croa7.ia occidentale e in Slovenia, nella wna cli MetlikaCrnomclj e d intorni cli Zuzcmberg, incaricati d i o rganizzare !"Eserc ito insurrezionale'. Per ogn i comune vengono compilati d egli e lenchi cl i le va, registrando anche lo stato delle a rmi , delle munizioni, del carreggio, del bestiame e delle risorse alimentari disponibili''. Se l'analisi rispondeva a ve rità n e l caso dei dis tre tti croati occide ntali, difettava di sopravalutazione per qu e llo che riguardava le capacità o rga nizzative di Novak e d e i suoi seguaci. "Tali operazioni cli censimento, sia in rerrirorio croato che in quello sloveno, sono, per ora dirette unicamente d al ''Co mando Esercito Nazionale Croato" (Stab Hrva tske Narodne Vojske), con sede in Croazia, in lo calità imprecisata tra Petrinja e Bihac. non e ssendo ancora formato in Slovenia il ·comando Esercito !\azionale Sloveno···. in effe tti Novak, pur essendo sta to nominato Comandante per la Slo venia dal Quartier Gene rale cetnico, non ave va potuto ancora costituire un suo Stato Maggiore e di fatto, a lmeno logisticamentc, dipendeva dai cosiclclecti "Tspettori generali" di Mihajlovic operanti nello Stato Tnclipendence cli Croazia. La c ircolare proseguiva con una minu ziosa a nalisi delJ'organizza7.io ne mi litare cetnica. "L'intera organizzazione farà capo ad un 'Comando Supremo' (Vrhovna Komanda) che avrà sede nominale in Jugoslavia, ma che in effetti fun zionerà all 'este ro. Ciascun "Coma ndo Eserc ito Nazionale " avrà alle sue d ipe ndenze un nume ro imprecisa to di distaccamenti (Oclred) , d e nominati o col n o me ciel Comandante o con l'indicazione delle rispettive zone c1·operazioni (zon a dejvsta). Per esempio "Odrecl Crnomelj" (che sembra sarebbe stato già fo rmato) . Ogni 'Odred' sarà costituito d a un numero imprecisato cli compagnie ·Cete' così d e nominate: - 'Compagnie rurali' (soeske cece) - 'Compagnie comunali' (opstnske cere) - 'Compagnie attive' (aktivne cece). È prev isto (sic) ino ltre, ne lle sole città, la fo rmaz ione di 'battaglioni presidiari' (posadni bata ljon), costituiti eia ·compagnie rio nali' (rayo ns ke cere). Le 'Compa[?nie mrali', vengono formare nei villaggi con il compito d i impadronirsene al momento opportun o, pro vved e re all'o rdine inte rno c d effettuare il restrellamento nei dintorni p e r un raggio d 'azione d i pochi chilometri.


116

l .'OCC:1.JPA7.)0 >:E ITA I.IAKA D EI.I.A SI.OVE>ll..\

(194J-19·13)

Le 'Compagnie comunali', con compito analogo alle precedenti, vengono formate nelle sedi cli comuni ed esercitano, rispetto alle ·compagnie rurali' le funzioni di comando d i battaglione . Le 'compagnie attive', formano l'elemento mobile. Sono distinte nelle seguenti specialità: - 'cornpagnie fucilieri' (streljacke cete) - 'cornpagnie d'assalto' (jurisne cete) - 'compagnie d'urto' (udarne cete) vengono raggruppate in battaglioni, contrassegnati con un numero. e Ad ogni compagnia attiva sarà assegnato, possib ilmente, un n ucleo di 11omini a cavallo (da 4 a 16) per il servizio cli collegamento e per le 'azio.1i cli sorpresa'. Saranno inoltre costituite 'pattuglie volanti' (lereca patrola), dotate di armi anticarro, a disposizione elci comandi di distaccamento (odred), per azioni cli sorpresa contro unità corazzate. In linea di massima un distaccamento non deve conoscere l'esistenza di un altro; lo stesso criterio viene pure adottato nei reparti dipendenti. Le comunicazioni di ogni genere vengono effettuate verbalrnente. Per conoscersi fra loro, gli aderenti usano una frase convenzionale di saluto. Per esempio, a Karlovac (in Croazia - NdA): 'Orao klice sa visine' (L'aquila chiama dalle vette), inizio cli un inno patriottico jugoslavo. Si segnala un rnnto con preghiera cli possibili accertamenti e maggiori notizie" (4). La circolare, che sembrava riferirsi p ili alla s ituazione croato dalma ta che a quella slovena, venne comunque ritrasmessa da Robotti a tutti i comandi divisionali, con la disposizione cli procedere - trami te i presìcli e con l'ausilio cli CC.RR. e commissariati e.l i P.S. - alle corrispondenti verifiche. ln particolare ve nne richiesta una particolare indagine alla divisione "Isonzo", la quale presidiava la zona sospettata cli presenza cetnica. Il Comando della 93:i Legione CC.I\N. d 'assalto e il Comando CC.RR. della divisione inviarono una relazio ne negativa. Viceversa, il Regio ufficio di PS cli Novo Mesto, anch'esso collegato alla "Isonzo", trasmise al comando divisionale in da ta 12 luglio 1942 un resoconto cli ben altra natura. "In relazione al foglio sopraindicato", scriveva il commissario Chiuzzelin, ·'comunico quanto in questi giorni mi è stato riferito in merito alle organizzazio ni de l generale MIIIAJLOVTC. Alcuni reparti di dette formazioni effettivamente avrebbero varcato il Kulpa ecl anzi si dice che stiano già operando nella zona de i monti Uscocchi (Gorianci). Nelle vicinanze cli Novo Mesto sarebbero avvenuti degli sconrri tra partigiani e nazionalisti jugoslavi e corre voce 9 comunisti siano stati catturati e fu cilati a Dolz (di seguito nell'originale - Nc!A) da altre fonti pure non controllabili s i apprende che 17 sarebbero i sovversivi passati per le armi nei pressi della medesima località. Mi viene inoltre rife rito che circa 1'80%

(4) JZDC,, Xl Corpo d'armata, F. 744/ 1, Comando Superiore F r.AA. ··Slove nia-Dalmazia'· ai coma ndi ciel V. VI, Xl e XVlJI Corpi <f arm,1w ", 21 giugno 1942.


I l. ~IOVIMENTO Cl!T1'1C.0 SLOVENO E l.'OC.:C.:lli'A 7.ION E l'l'A t l,l 'IA

l 17

degli ind ividui i quali attualmente militano con i partigiani sarebbero disposti a d isertare per passare nelle file dei nazionalisti. In q uesta zona pe r il momento - i gregari del generale Mihajlovic mancherebbero di mitragliatrici (di seguito nell'originale - NdA) essi - assertivamente - accusano gli agenti della 'Gestapò' (sic) di forn ire armi e mun izioni ai partigiani. ·· La relazio ne del Conunissario Ch iuzzelin terminava con la citazione della "Ceta stiriana" della quale si è già parlato precedente mente (5).

Ulteriori indagini convinsero Supersloda e l'XT Corpo d'armata della presenza cl i "nazionalisti " organizza ti nella zona di Crnomdj e Mctlika (6). La "scoperta" di fo rma;doni cetniche, che le autorità italiane seguitavano a definire nazionaliste rischiando d i confon derle con i seguaci del nazional-libcrale Kramer eia tempo schieratosi con gli ital iani, suggerì a Roboni di muoversi con accortezza. Di conseguenza, i gruppi di Kovak vennero lasciati operare, non so lta nto a ca usa della loro inconsistenza numerica, ma anche per il loro convinto anticomunismo che li spingeva a scontrarsi talvolta con le formazioni partigiane. Tuuavia i reparti cetnici no n giunsero, in quella rase, ad alcun accorcio con le autorità italiane. "I nazionalisti sono p iù esita nti" si leggeva in un notiziario politico-militare di Supcrsloda datato 15 settemhre 1942, ·'Attendono, seguendo le direttive cli Mihajlovic, l'evolv<.:rsi e una situazione più fa vorevole" (7). Anticomunisti rna anche ant.i-italiani , i cetnici, auraverso una massiccia propaganda, esortavano la popolazione ad avere fiducia nel governo in esilio a Londra : in un manifestino ce tnico del 1° agosto 1912, riportato in un notiziario cli Supcrsloda, i seguaci cli N'ovak invitavano la popo lazione a tenersi pronta agli ordini del generale Mihajlovic "(. ..) quando scoccherà l'ora della riconquista ciel te rritorio nazionale , comprese le provincie d i Go rizia e Tri<.:ste" (8). fino ad allo ra, le forze cetniche avre bbero dovuto organizzarsi, astenendosi da qualsiasi confronto militare con i reparti italiani e limitandosi a poche azioni di disturbo contro i partig iani. L'anenzio ne italiana, acca nto al sostanziale fall imento dell 'operazione ciel 17 maggio e la conseguente confluenza del "Battaglione stiriano·· nel nucleo costitutivo de lla MVAC, convinsero Novak che i temp i per la creazione cli una forza militare d'ispirazione cernico-mihajloviciana in Slovenia non erano ancora maturi. Bisognava attendere una sicuazione più propizia, approfirranclo dei mezzi e degli equ.ipaggiamenti mes::;i a dis posizione dei belogardisti della MVAC dalle autorità de ll'XI Corpo d'armata. T cetnici e ntrarono quindi all' interno delle formazioni helogardiste con lo scopo - assolutamente coe rente con la p olitica cli Mihajlovic in

(5) Jbidt•m . i l R.I Jffic io di Pubb lic,1 Sicurezza cli Confine ùi Novo :Vlesto ,11 Comando della Divisione mil i1a re cli fa nteria "Isonzo". 12 luglio 19/42 (f)oc11mento allegato 11 . 7). (6) Si\lE. Ufficio Sto rico, F. 1358...i\ociziari vari 2l Armata", :"lotiziari Quindicinali. i\oriziario del 30 luglio 19/42. (7) l/Jide111, P. 1359. "Notizinri politico-ni ilitari ", Notiziario n. 64, 15 settembre 1942. (8) Ibidem. Notiziario n. 65, .:IO scucmbre 1942.


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L·o c cUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVEKIA (194 1- 1943)

Serb ia - di utilizzarne le strutture, armarsi e diffondere una clandestina p ropaganda anti-ital iana. Contrario alla "infiltrazione", un collabora[Ore di Novak, il capitano Janko Debeljak, preferì porsi apertamente al servizio degli ital iani quale soggetto autonomo, distinto e quasi in concorrenza con la !VIVAC; a Novo 1\.1esto, nell'estate 1942, Debeljak raggruppò attorno a sé alcuni cetnici e d isertori partigian i e, con il tacito consenso ciel Comando della d ivisione "Isonzo", istituì una "Legione della Morte" (Leg{ja Sm1'ti) operante nella regione della Dolenjska merid ionale e della Bela Kraijna. La "Legione della 1\.'iorte" si mosse autonomamente, e con tutta l'ambiguità cetnica, rifiutando qualsiasi confl uenza nella 1\iIVAC locale e scatenando di conseguenza l'ostilità dei militi anticomun isti (9). Dal settembre-ottobre 1942 alla primavera 1943 l'attività della formazione cli Novak si confuse con quella della MVAC, tra l'indifferenza e forse la tolleranza dei comandi italiani. Fedeli alla consegna, seguaci del leader cetnico attesero l'evoluzione degli eventi, diffondendo tra le file dei militi anticomunisti la propaganda nazionalista. Nel marzo 1943, il professor Ivan Ruclolf, del Servizio segreto ìugoslavo, dal Cairo inviò in Slovenia alcuni militari jugoslavi cli nazionalità italo-slovena, accompagnati da un ufficiale britannico (] O) . La missione fu paracadutata alla fine cli marzo, ne lla zona tra Kocevje e il Kupa, nell'estremo s ud della Slovenia, con in dotazione una ricetrasmittente che venne consegnata alla formazione di Novak. L'acquisizione cli un mezzo cli comu nicazione, con il quale collegarsi con il Governo in esilio, coincise con la scomparsa ciel vecchio leader nazionalliberale s loveno, il clott. Albert Kramer, esponente dei liberali collaborazionisti. L'instaurazione cli contatti perrnamenri con Londra e l'uscita di scena dell'unico esponente politico nazional-liberale di rilievo rafforzarono la posizione del maggiore Novak. La disfatta dell'Asse, ecl in modo particolare dell'Italia, dopo i rovesci in Nordafrica ed in Linio ne Sovietica, sembrava vicina . La situazione era divenuta finalmente favorevole per i distaccamenti sloveni dell'"Esercito Jugoslavo in Patria". L'azione elci cetnici sloveni si sviluppò su cinque direttive differenti: 1) incrementare g li arruolamenti e costituire compagnie (cete) clandestine da concentrare in alcune zone strategicamente importanti quali le regioni ad sud e ovest cli Lub iana, la zona di frontiera con la Slove-

(9) S.ME, Ufficio Storico, ,vl-3, F.327, B.4 "Bollettino cetnico", "Panorami", ap eriod ico clericale, l 0 giugno 1943, allegato in traduzione i1.ali,1na al ''Bollettino cetniw n. 14" del 15 luglio 1943 (Documenro allegato n 8).

(1 O) Si tra ttava di mi litari jugosl avi riparaci in Egino d opo la capitolaz ione dell'aprile

1941 , costitu ienti la "Prckomorskan", unit:ì inquadrata nell'esercito britannico. La presenza in Slove nia di un ufficiale inglese e di p ersone tra i cetn ici ·'cbe parlano p erfeccarnente la l i ngua italiana" venne confermata anche dal Servizio Infonnazioni it,diano (SME, Uffieio stork'o, M-3, "Bolleu ino cetnico", Bollettino cetn ico n. 16 ciel 20 luglio 1913).


11. ~10\/lt\lENTO <.:ET\IIC:0 Sl.O\'ll NO E l.'O<.:<.:Gl',17.lONE l'!;\ U A\IA

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nia tedesca o i distretti montagnosi meridionali al confin e con la Croa zia; 2) mantenere regolarmente i contatti con il Governo in esilio, il Comando di JV!ihajlovic e i Comandi alleati ( in modo pa rticolare , con i britannici): 3) condurre una politica pragmatica e spregiud icata sia con gli italiani che con le forw ciel Fronte di liberazione, ce rcando d i giungere ad accordi cli tregua con entrambi, in aucsa di un·evoluzione del conflitto a fa vor e degli Alleati; 1) diffondere tra la po polazio ne rura le e cittadina l a propaganda mihajloviciana e filoalleata , cercando nel contempo all'interno ciel confuso panorama politico cli Lubiana sostegni economici e fiancheggia tori; 5) penetrare all'interno della stru ttura della MVAC per d iffondere materiale propagandistico nazionalista. arruolare nuovi "affratellati" cernici e ottenere con vari mezzi arm i ed equipaggiamento. L'obiettivo di '.'J ovak - non dissimile eia quello cli altri voivoda cetnici nel resto della ex Jugoslavia - era quindi rafforzarsi in attesa dell'agognato sbarco alleato nei Balcani; realizza ta cale ipotesi, attorno alla bandiera cctnica si sarebbero catal izzate tutte le forze slovene, compresi i partigiani "epuraci'' dalla loro leadership comunista. L'Esercito sloveno così costitu ito avrebbe infine affiancato le forze alleate nella lotta contro gli occupatori iralo-tedeschi. Dalla primavera inoltrata del 1943 le formazioni cetniche crebbero di consistenza cosLringendo il Comando ddl'XI Corpo d 'armata ad istituire un '·Ufficio cetnici " che avrebbe redatto quoridianamente un osservatorio inform ativo ('·Bollettino cecnico'') sull 'evoluzione del fenomeno. TI 19 maggio venne segnalata al Com ando di Corpo d 'a rmata la presenza cli reparti cetnici nella zona di Hruscvje, presso il confi ne storico con l'Tlalia ; si trattava di poche dec ine di armari, ma clue furono gli aspetti che preoccuparo no le au to rità militari italiane: e.la un lato, la segna lata "connivenza" tra le formazioni ccrniche e tre compagnie MVAC, la "K lece" (Divisione "Cacciatori delle Alp i") e soprattutto la P e la Y compagnia del "I Barragl ione MVAC": dall 'altro lato, si rammentava che 1-1.rusevje era stato fino al gennaio precedente un forre centro partigiano (11). Tni:liarono a farsi srrac.la i sospetti che la cosic.lclena forza '·illegale e.l i Novak'' volesse porsi come centro d'unificazione di tutte le forze militari slovene, non disdegnando neppure rapporti con gli odiaci tito isti. li 6 giugno vennero segnalati moviJnemi di truppe cetn icbe dalla Slovenia tedesca i..n direzione cli Horjul (sud cli Lubiana). St. Jost e Po lhov Gradec (ov<.:sr di Lubiana), mentre la d iv isione '·Cacciatori delle Alpi'' sospettava che presso Hrezovica (a nord del fiume Bistrica, su l con fine orienta le slo-

(11) SM I-'.. Uffic io Storico . .'vl-3. F. 327. 13. ,j '·Bollettino cem ico", Bollcuino cctn ico ricrilogati\·o mesi cli arrilc-maggio-giugno. 19 maggio 19 13.


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J:OCCIJPAZIOKE ITAI.IAi'IA DELLI\ $1.0VE~I A ( 1941-191.l)

veno-croato) si trovasse lo "Stato maggiore cetnico" (12). Il 20 giugno veniva individuata una formazione cli 200 cetnici, nei pressi della Gotenjska Gora, nel territorio della divisione "Cacciatori delle Alpi"; i militari erano dotati cli "(. ..) ottimo equipaggiamento e zaino avvolto in seta cli paracadute" (13): prova quest'ultima del contatto ormai consolidato tra Novak e gli Alleati. Il 30 giugno !'Xl Raggruppamento "Guardia alla Frontiera" comunicò la presenza a Zaplana di una consistente compagnia cetnica della forza di 600 uomini, armati con 24 mitragliatrici "Skoda", 14 fucili mitragl iatori e nume rosi fucil i "molti dei quali di tipo inglese" . "Il munizionamento è scarso" si leggeva nel corrispondente bollettino "perciò la formazione si astiene da ogn i scontro con gli italiani, limitandosi a perfezionare la propria organizzazione" (14) . Il 2 luglio alcuni reparti esploranti della GaF, collocati dal Comando a prote7.ione della strada Sv. Trij Kralj-St. Jost, individuarono nella zona tra Smrecje e Podi p ia circa 200 cetnici, probabilmente appartenenti alla stessa fo rmazione individuata due giorni prima (15). La notevole presenza cetnica nei p ressi di St. Jost venne chiarita pochi giorni dopo, il 5 luglio, con un colloquio avuto da un uffi ciale clel 51 ° reggime nto di fante ria (Divisione "Cacciatori delle Alpi") con il maggiore Both, un cetnico erzegovese. La formazione, composta da 450 uomini stava transitando da St. Jost a Tska Vas, ecl era composta da sloveni, croati e serbi in uniforme dell'esercito jugoslavo, con ottimo equipaggiamento ed un b uon armamento: 8 mitragliatrici pesanti tedesche, 45 fuci li mitragliatori, 10 MAB, fucili Mauser individuali, bombe a mano italiane e jugoslave, abbondante munizionamento. La formazione era giunta dalla Serbia nel febbraio 1943 ecl aveva sostenuto un combattimento con i partigiani sul Krim; il 5 marzo i cetnici cli Both si erano trasferiti a Hrusevje e quindi, ai p rimi di maggio, a St. Jost. Il 2 luglio gli uomini di Both avevano avuto uno scontro con i partigiani nei pressi della frontiera tedesca. Dichiaratosi con entusiasmo disposto a cooperare con i militari italiani ("il nostro compito è uguale," disse Both all'ufficiale italiano "quello di eliminare il comunismo, nemico pubblico n. 1 della civiltà europea"), l'ufficiale cetnico info rmò il suo collega italiano della p resenza di una formazio ne slovena di cetnici a Crnomelj, comandata eia Novak (16). Gli italiani concessero alla formazione cetnica di tran-

( I 2) Ibidem., 6 giugno 1943. L'ufficio inforrnnioni clcll'XI Corpo d'anna ta interceccò il 18 giugno un dispaccio di Novak d 1e comu nica va <li ,1vere "reclu tato n° 37 uffi<;i ~li dell'ex cserciro jugoslavo"(/hidem, 18 giugno 194.'3). Ta le noli zi,1 venne in :;eguico recrifk~ta , poic hé sembrò che la maggioranza cli que:;ti ufficiali, clelu:;a, avrebbe in seguito abbando nato il leader cetnico (Ibidem, Bollettino n. 11, 11 luglio 1943). (13) Ibidem, 20 giugno 1943. (1 4) SME, Uffi cio Sto rico, M-3, l'. 327, B 4 "Bollecci no cetnico". Bol leu ino n ..'3, 2 luglio 1943. (15) Ibidem, Bollettino n. 5, 4 lugl io 1943 (16) Ibidem, Rolleffino n. 7 del 6 lu glio 1943


Il. ~10\' IMErs ro C:ET :SICO SI.O\ i,NO E 1:0CCl.'l'All 0'1E ITAl.li\Ni\

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sitare. cosa che essa fece il 4 luglio. certi della cstraneit~ì degli uomini cli 80th alle gesta della '·illegale di :-.Jovak''. 11 comando italiano di Smrecje diede ino lLre alla forma:.::.ione riforni menti e munizioni ( l 7). A Smrecje rcSLÒ una compagnia ce1nica di 50 uomini. In realt~ì. al momento del transito presso il villaggio di Podpec, militari della "Cacciatori delle Alpi" scoprirono che gli effeui vi della forma :.: . ione non erano 450 ma 600, e cli c al comando della sLessa si trova va "un certo V iclmar", nome sloveno uLilizzato come pseudon imo dallo sLcsso l\ovak, come si vednì più avanti (18). Il 10 luglio venne segnalata un 'altra compagnia presso Iska Vas, non collegata con i seicenLo di Vidmar, composta da 92 effettivi definiti dall'Ufficio in formazioni "ultimo r esid uo che no n è d'accordo sul eia fa rsi cd è formato per lo più da avventurieri" (19). Lo stesso giorno si ebbe uno scontro a Strazar era celnici e partigiani. 1·11 luglio sempre sul Krim, vennero ind iv idual i circa '':SOO m ihajloviciani " (20). Si trattava ancora d i una pan e della formazione transitata con consenso italiano all' inizio del mese da Podpec. Il resto della forma7.ione si trovava a lska Vas; presso il villaggio di Tski Vas; presso il villaggio cli Iski V ingar era stata issata una band iera jugoslava: ·'Sul posto si parla cli pretesi aiuti dagli italian i: una pa rte dei presenti sm entisce la ind i pendenza operativo-logistica da l com:mdo italiano (21). Le dichiarazioni di Both, rilasciare ai primi di luglio all'ufficiale della divisio ne "Cacciato ri delle Alpi .., risultavano dunque del tutto stru mental i. Per l 'ennesima volta i cccnici avevano d imostrato tutto il loro spregiudicato pragmatismo. Per chiarire la situa:,:ione, il 51 ° reggimento inviò il tenente Luigi Madau Dia:,:, capo del nucleo "I ", ad lska Vas. !.'ufficiale italiano no n trovò il maggiore Borh, ma riuscì ad avere un colloqu io con quatcro u ffi ciali ciel suo ·'stato maggiore". Q uesti d iedero a Madau D in un q uad ro, considerato dall 'uffi ciale italiano abbasm nza plausibile, della dislonl7:ione delle forze cccniche. Sul Krim (lska Vas) esisteva un presidio cccnico con una forza numerica di 250 uomini, al comando d i Hoth ; a Se. .J ost si trovavano circa 200 cetnici, il cui comandante era sconosciu to ; aJrri 150 eran o dislribuiti presso Crn omc lj, co mandati direttamente dal 1ovak : in totale le forze ceLniche in Sloven ia ammontavano a circa seicento unirà, cifra che in realtà scrideva con i numeri ripo rtati nei precedenti ·'Bollettini cetnici" (22) Gli ufficiali cernici informaro no Madau Diaz che armi ed equipaggiamento proveniva no regolarmente dalla Gra n Bretagna via aerea, ed i contatti con Londra ed il Cairo erano continui. Più che quesLe affermazioni, forse esagerate per im-

(17) Ibidem. 13ollenino n. ()8) Ibidem. &Jllenino n. ( 19) Ibidem, Kollenino n. d;1 c;a1nbarn: ·'Q ua l'è No va kt· (20) !hide1J1, Bolletti no 11. ( 21 ) /bfde111. Bollettino n. (22) S0han1o a Podpec ai

11. I l l uglio 1943 9. 8 lugliol915 11, 11 luglki 1943. lntcrcssa n1e l'appunto a margi n<' :-<·rino 12. 13 lugl io 1943. 16. 20 luglio 1943. primi di lugho erano t ran~itati 6oO n~Inki!


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!:OCCUPAZIONE ITAI.IJ\KA DEI.I, \ SLOVENIA

( 194 1-194.~)

pressionare l'avversario , risultano interessanti gli orientamenti politici illustrati dagli ufficiali cetnici: "Odio palese verso i tedeschi; è loro convinzione (dei cetnici - NdA) che i tedeschi non vinceranno mai quesra guerra; se ciò fosse l' imperialismo tedesco soffocherebbe tutte le altre nazioni europee annientando qualsiasi sentimento nazionale. Seguono con entusiasmo il progredire della avanzata anglo-americana nella Sicilia; certena in loro che tra poco gli anglo americani marceranno sti Roma. Si chiedono quale sia, in tal caso, il nostro contegno. Sono certi cli ottenere dall'Inghilterra la libertà del popolo jugoslavo fo so in un sol blocco sotto un nuovo e più lungimirante governo. A loro parere tutti i popoli europei non aspettano che un cenno per rivoltarsi contro i tedeschi. Anglofili al 100/ 100. Compiti: per ora combattere il comunismo in attesa di nuovi eventi" (23). L'assenza cli Both era motivata dal trasferimento, avvenuto il 19 luglio, ciel comando dei cernici ciel Krim eia Tska Vas ad una località presso Ribnica . Insieme a Boch si trasferirono 170 ufficiali e sottufficia li dell'ex esercito jugoslavo, "parecchi ex orjunasci e soko listi" (21). A lska Vas erano rimasti circa 400 cetnici, armati con due pezzi di artiglieria alp ina (eia 75/13), due morta i d'assalto (da 45), 58 moschetti automatici, fuci li Ma user e bombe a mano individuali. Per soppe rire alla scarsità di rnunizion i, i cetnici avevano installato una rudimentale officina che provvedeva alla ricarica dei bossoli, rigenerando delle rudimentali ma efficaci munizioni. Significative, ne lla relazione d i Madau Diaz riportata eia! bollettino , le note sul l'equipaggiamento cetnico: "Ogni gregario ha ino ltre in dotazione un berretto da be logardista ed uno da partigiano in modo che se vengono incontrate truppe italiane i cetnici figurano essere he logardisti, se quelle partigiane, partigiani" (25). L'ultimo bollettino cetnico, datato 1° agosto 1943, riportava ulteriori p resenze cetniche a Podpreska (20 uomini) e tra Horjul e Polhov Gradec ("forte reparto", indossante il basco della MVAC) (26). 1 contatti della "illegale di Novak'' con Draza Mihajlovic erano temiti da un parroco di Rakonico, Blatnik, aiutato da due ufficiali dell'ex esercito jugoslavo (27). Novak, attraverso emissari provenienti dalla Croazia, riusciva a mantenere i contatti con il "combattente cli l{avna Gora" . Nel 1943, in un messaggio a Londra, JVlihajlovic citò l'anività ciel suo rappresentante in Slovenia: "Il maggiore Novak sta creando in Slovenia un esercito jugoslavo, organizzando unità illegali e raccogliendo atto rno a sé tutti gli elementi patriottici. Le s ue unità saranno pronte acl incontrare g li

(23) SME, Ufficio Storico, lvt-3, F.327, R.4 "Bol lenino cem ico", Bollett ino n 17, 22 l uglio 1943. (24 ) Jhidem. constatazione dimostrava il sol ido legame esisccnce tra i ccrnici sloven i e le forrn:nioni polili<:he jugoslave d'anteguerra di m,Hrice nazionalista. (25) lhidem. (26) lhidem, Bollenino n. 20, J 0 agosto 1943. (27) Ib idem, Rolleuino cern icn riepiloga1ivo, mesi d i aprile-rnaggio -giugno, 11 maggio

u,

1943


11. MOVl ~IEKTO <.:t'rNICO SI.OVEI\O E J.'OCCUl'AZl0NE ITA l,I AKA

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alleati qt1ando questi sbarcherann o, ccl a presLar loro assistenza" (28) . Un esempio e una prova dei collegamenti con Mihjlovi c era contenuto i n un messaggio telecifrato intercettato e tradotto dall'Ufficio 'T clell'XT Corpo d'armata il 30 luglio 1943: "Stazione radio Lubiana non ha già sei giorni collegamento con generale ( JJresu mihilmenle Mihajlouic - NdA). Abbiamo chiamato Cairo ore 3 anche l oro nominati vo ha collegamento 6 giorni. Tenteremo tramite stazione rnmena (radio?. è il commento dell'Ufficio NdA) Ostojic risposta comunicherò prego informare Grgic. Jevcljevic" (29). Il m aggiore clell 'acreonautica jugoslava Zaharije Osro jic era un uffic.ale cetnico montenegrino dello Stato Maggiore cli Mihajlovic; l'ex parlamentare Dobroslav Jevdjevic, membro clellJNS e clell·Associa zione Cetnica d 'a nteguern:1, era i l vojuoda del le forze ce tnichc in Erzegovina e Bosnia orientale e G rgic era un suo collaboratore. In realtà, i contatti con Mihajlovic furono soltanto formali: il generale non aveva n é i l tempo né i mezzi per ga rantire a Novak qualcosa cli più cli un'investitura a "Coma ndanre delle forze cetniche in Slovenia"; da ll'altra parte, il maggiore N'ovak - come molti altri suoi '"colleghi'' voivoda i n Jugoslavia - p referiva agire con il massimo dell 'autonomia possibile, limitando di conseguenza alla pura formalità i contatti con il "combatlente di Ravna Gora". Più concreti furono i rapporti con gli Alleati. Dal marzo 1943 operava in Slovenia .una missione m ilira re britannica, dotala cli rice trasmittente a onde corre per le comunicazioni con Londra e TI Cairo. L' 11 luglio l'Cfficio informazioni individuò un reparto cctnico a Sv. Trij Kralij. presso il quale operava un radiotelegrafista inglese che, attraverso una stazione radio, m anteneva i contatti con Il Cairo (30). La stazion e radio serviva anzitutto per trasmertere agli aerei britannici le coordinate delle zone cli lancio ciel materiale bellico e dei rifornimenti. Il 20 luglio il Comando clell 'Xl Corpo d 'a rmata venne i n form ato che nella reg ione della Dolenjska si erano intensificati i rifornimenti aerei di maLeriale bellico sia ai partigiani che ai cetnici. "Continuano ad essere segnalati anche lanci di p aracadutisti destinati ad istru ire i ribelli su ll'uso delle nuove armi britanniche" (3]). La missione britann ica del marzo si era nel frattempo stabilita presso Jska Vas, che insieme a Crnomelj era divenuto il centro operativo cctnico in Sloven ia: la presenza degli ufficiali inglesi fu confermata dal l'U fficio ''I" della divisione ·'Cacciatori delle Al p i'' il 20 l u glio 1943 (32). Nell'incontro avuto da Madau Diaz con il comando cetnico cli lska

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(28) Jozo TomaM?vic. "Thi:! Chetniks. \X,'a r and rcvolu1 ion in Yugosl:ivia'', Stanùford Univcrsity. 1975. p. 2:SO. (29) S:VIE, t; fficio storico, F. 327, 8. 2. '·Tclccifra10 d:t Comando Xl Carm al Gfficio .. , .. 2A Annata per Colonnello Cari:\", luglio 1913. (30) SME, Ufficio Storico. M-:S, F. 327. D. /4 ''8ollenino cetnirn", 13ollettino n. 12. 13 lu glio 1913. (31) lhidem. tlol l~ttino n.1 6, 20 luglio 1943. (32) Ibidem .

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L'OCCUl'A2101'E ITAU A1'A DEI.I, \ SLOVE:-!1.-\ ( 19/4 1-1943)

Vas, i cetnici di Novak avevano cornu nicato all'ufficiale italiano la presenza eia alcuni giorni presso cli loro di "tre elementi" inviati dal Governo in esilio a Londra, probabilmente ufficiali de i se rvizi segreti. Si trattava della seconda missione militare, stavolta costituita esch.tsivarnente da jugoslavi. La prima missione, composta e.la sei ufficiali britannici e - come è stato eletto - eia alcu ni italo-s loveni, aveva seguito Both e il suo Stato 1\llaggio re nel trasferimento e.la Ts ka Vas a Ribnica. I cetnici confermarono a Maclau Diaz i rifornimenti aerei britann ici, e lo stesso ufficiale italiano ebbe occasione, durante la visita ai reparti del Krim, di osservare che ogni militare aveva a disposizione ingenti somme di denaro che erano state portate dalla missio ne britannica (33). I rapporti tra le autorità italiane e Novak fu rono caratterizzati da una reciproca diffidenza, se si esclude l'atteggiame nto collaborazionista (ma come si ved rà p ili avanti non privo di ambiguità) della "Legione della Morte" cli Debeljak . Tuttavia non furono registrati atti di ostilità, a parte alcuni isolati incide nti , causati forse dall a difficile distinguibilità delle uniformi cetniche eia quelle partigiane. Il 2·1 giugno una colonna cli Guardia a lla Frontiera, tra Poc.lip la e Sv. Jost, sorprese una pattuglia cecnica intenta a sorvegl iare i movimenti della formazione italiana . Nello scontro a fuoco che ne seguì venne ucciso il tenente Luigi Lavric, ciel disciolto esercito jugoslavo (34). Un altro scontro a fuoco, stavolta incruento, si ebbe il g iorno dopo, a Rovte, tra un ufficiale cetnico sconosciuto e il tenen te Vitas, ufficiale di colJegamento presso il comando ciel "I Battaglione MVi\C' (35)

Come è stato detto, il Comando del Corpo d 'armata tollerò la presenza cetnica sul territorio sloveno ecl in alcuni casi, come nell'episodio de lla "marcia sul Krim", i presidi aiutarono i cecnici nei trasferimenti. Memori dell'esperienza in Erzegovina e Dalmazia , gli italia ni confidarono su ll'anticomunismo della "illegale cli Novak" per poterla utilizzare a l pari della MV.A.C nella controguerriglia anripartigiana. Ma se in Erzegovina e in Dalmazia l'elemenco etnico stava giocando un ruolo fondame ntale nella scelta di campo delle formazio ni cetniche (36), l'assenza di analoghe contrapposizioni in Slovenia rese più instabile e me no ch iara la situazione. I cetnici dichiararono p ili volcc agli em issari italiani di volere

(33) Ibidem , Bollettino n 17, 22 l uglio 1943. (34 ) //1idem, llolleuino celnico riepilogativo. mesi di aprile-maggio -giugno, 21 giugno 1943. Un appunw aggiun10 forse d al gener;i le Gamh,,r,, ,ivev,1 individuaco il nome e persino i l domicilio clell'u ffìciale ce111ico ("Lubia na , via Puccin i 10): probabilmente i l cenence Lavric faceva parte d i quei militari jugoslavi l iberati nel 1')42 con l o scopo di essere inquadrali nel b MVAC, e per ta le moc ivo fu relmiv~rn1ente ,;empl ice ris.ilire al nome e all 'inc.l irizzo (cfr. cap itolo precedente). (35) lhidem, 22 giugno 1943. ( 36) Le truppe ce1niche in quelle regioni erano sorte per difendere le p opolazioni serbo-ortodosse d ai pogrom usrn~cia e lrov,1rono conn ivenze e procezioni presso i Comanc.l i d ivisionali ital iani (si veda a questo proposilo Oddone Talpo. ''Dalnrnzia: u na cronaca per la scoria - 1941", Stato ìV!aggiore clell'Est:rciw, Ul'ficio s1orico, Roma, 1981).


Il. , 10\Hll'"ITO CETi\ lCO ,1.ov1::-.o I:: L'OCCI P,\ 7.101\'E J'J;l.l.lA , .,

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astenersi da qualsiasi a7.ionc contro gli occupatori: a Zaplana, la locale formazione cetnica aprì delle rrarrative con il Comando del l'XI Raggruppamento "Gua rd ia alla Frontiera" . con lo scopo e.li giungere acl un accordo cli risperto reciproco (37). La notizia dell'apertura di tal i rramitive, confermata dal Comando GaF, suscitò malcontento tra i militi anricomunisti della locale formazione MVAC (38) . I belogardisti dimostrarono nuova mente il loro malcontento il 5 lug lio a Skocjan, quando un u fficiale ii:ali,1110 appa rtenente alla divisione "Cacciatori delle Alpi" o rclinù alla compagnia ..\IIVAC locale cli lasciare transitare indisturbata presso il villaggio un:i formazione cernica (39). Lo strun1enta le ccl o pportunistico atteggiamento cetnico nei riguardi degli italiani era staro confermaro dura nte i colloqu i rra Madau D ir17. e Both: ··I] nostro capo si è messo craccordo con il vostro governo:·', avrebbe dichiarnro t·ufficiale cetnico a Madau Diaz riferendosi forse a . ovak m.a più proba bi lmente a Mi hajlovic, "siamo certi che g li ufficiali ita liani m;:inrerranno l:1 loro parola d 'onore C...) Siamo fe lici d i cooperare con voi italiani ( 40). A riprova del loro convinto anri comunismo, i cetnici ebbero come si è visto alcuni scomri con le formazioni partigiane. Gli scontri avvennero soprattuno sul K rim, la regione controllata dalle compagn ie serbo-croato-slovene cli Both, e furono cli minima intensità . Particolare stridente. nella zona cli Crnomelj e sul massiccio elci Gorianci dove, come si dirà nel capitolo successivo, si trovavano no tevoli presenze partigiane e dove aveva S(!cle lo Srato JV!aggiore cli Novak , non fu rono viceversa registrnti scontri tra le clue fazioni. La limitatc:aa delle operazioni sul Krim e rassenza cli attriti sui Gorianci dimostravano che ì'\ovak utilizzasse in quella fase l'a nticomunismo come scrumemo per raggiungere un ··q uieto vivere" con i militari it:-i lia ni . Parallel amente agli accord i con gli occupatori. infatti, il leader cernico aprì trnrrative con il Fronte cli Liberazione. Il fouo che un esponente <:etnico, nel 1943, continuasse a mantenere i contalli anche con i partigiani (a differenza degli altri wivoda in Jugoslavia, ormai votati alla lotta ai titoisti) era la riprova clella particol are "specificità'' slovena. Sin dai primi giorni di giugno 1943 giunsero al Corpo d·armata notizie circa i rapporti che la ''illegale cli Novak " stava intraucnendo con alcune unit?ì partigiane, appartenenti soprattutto al Partito socialista-cristiano cli Edvard Kocbek: '·Segnalato un avvicinamento tra la Jvl.V.A.C. - cetnici - partigiani. Nella questione è in mezzo anche un autorevole cspo-

(37) SJ\11', llfficio S1orico, :VI-3. F jl7. 13. •1 .. lloll t:11ino ,etni co ... lkillcttino n. 3. 2 luglio 19'13. (38) S1\IE. Ufficio Smrico. i\1-.5, f. 327. ll. 2. '·Nmiziari giornalieri dal Comando ch.:lrXI Rgpl. Guard i~ al b Frontiera ,il <:ornando dd l:1 2" Anmrn ", :slo1 i;,.iario n. 197, 16 luglio 1943. (39) SME, t ·fficio Storico, M-3. F. 327, H. 4 "13ollcu ino cetnico". Bollcui no n. 8. 7 l u· glio 1943. (qO) Jhide111. Dolleuino n 7. 6 luglio 19,13.


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L'OCCUPAZIONE IMI.IANA l)lc;I.I.A SLO VEl'ilA 09·11·19.\3)

nente ciel 3° gruppo ciel partitO clericale (cristiano sociali) ( 41). La presunta costituzione della 'milizia liheratrice popolare antifascista' sarebbe la conseguenza cli accordi presi nella zona cli Cabar (a sud-ovest di Kocevje - NdA) tra cetnici e partigiani. Altri incontri del genere sono segnalati a Catez e Krska Vas (presso Brezice - NdA). Militari già catturati clai partigiani dichiarano essere stato loro affermato dal comandante e dal cornrnissario politico che i partigiani non combattono per il comunismo ma per la libertà dei popoli e per annientare il fascismo" (42). Per tu tto il mese si susseguirono notizie relative ad emissari di Novak - talvolta appartenenti alla MVAC - che incontravano esponenti titoisti con l'obiettivo "(...) di fondere assieme i tra gruppi (partigiani, cetnici e MVA.C.) allo scopo di cacciare gli italiani dalla Slovenia" (43). Incontri tra emissari del le tre fonnazioni ebbero luogo a Pod Lipa, presso Verconico, eia! 29 giugno in avanti, e coinvolsero il comandante della locale formazione MV.i\C, Stanislav Zupan. Tncontri tra cetnici e partigiani si tennero altresì a Logatec nei p rimi gio rni di luglio, per intercessione cli alcuni esponenti sokolisti: "La notizia circa la collaborazione tra cernici e partigiani", fu la norn in proposito dell'Ufficio "I", "conferma le numerose precedenti segnalazioni pervenute in questi ultimi tempi" (44). Le trattative cetnico-partigiane non anelarono molto oltre una serie cli abboccamenti locali, privi cli alcuna conseguenza dal punto d i vista operativo, ma scatenarono contro Nova k ed i suoi collaboratori una violenta campagna denigratoria eia p arte dei clericali vicini a Rupnik ed al Parcito popolare. In un foglio ciel 1° giugno 1943 ("Panorami") i collaborazionisti clericali accusarono Novak d i avere incontrato il 24 aprile precedente, a St. Jernej, p resso Novo lV!esto, un certo Nocivnik, industriale cli Maribor aderente al Partito comunista. Venuti a conoscenza delle positive op inio ni cli Nocivnik nei confronti del Novak, i collaborazionisti le pubblicaro no con lo scopo di denunciare la politica "disinvolta" ciel leader cetn ico. Sullo s tesso fog lio veniva denunciato anche l'operato cl i Janl«> Debeljak, capo de lla collaborazionista ''Legione della Morte", il quale secondo i clerical i aveva arruo lato all'interno della sua formazione numerosi ex partigiani suscitando l'ira dei militi anricomun isti d i Novo Mesto: "Non è s ufficiente che i partigiani ci hanno ucciso i nostri gen itori, frate lli e sorelle, incendiate le nostre case", avrebhero sostenuto i belogardisti locali riferendosi a Debeljak ed ai s uoi "legionari ", "ora ci comandano ancora!". "Panorami" proseguiva i suoi attacchi accusando emissari di Debeljak dell'uccisione cli uno studente universitario belogardista, un certo Jelon, eseguita da una" trojka" mista cet-

(41) I n realtà i socialisri-cristian i avev,1110 già <la tempo co:;tituito un movimento autonomo dai popolari e lo avevano fauo aderi re al Fronte cl i liberazione. (42) S1v!E, Ufficio Sro rico , M-3, F. 327, R. 4 "Rolleui no cern irn", Ro lleu.ino <:etnico riepilogativo mesi cl i aprile-maggio-giugno, 8 giugno 1943. (13) Ibidem, Bollettino n. 4, 3 luglio 1943. (44) IbidC!III, Bollettino n. 10. 9 luglio 1943.


li. MOVIMENTO Cl!T\IICO SLOVENO E J;OCCl.:P,\ZIONE IMI.IANA

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nico-partigiana nell'ottobre 1942. L'e pisodio secondo il bollettino clericale avrebbe generato malumore tra i collaborazionisti nei confronti de l Comando della divisione "Isonzo", accusatO cli proteggere il Debeljak e la s ua "Legione" ( 45) . Nel numero di "Panorami" ciel 14 giugno 1943, l'attenzione venne concentrata sulla "illegale cli Novak", che, secondo gli articolisti del bollettino si e ra avvicinata al KP.J sin dall'ottobre 1941, per allearvisi all'indomani dello scioglimento ciel Komintern. Nello stesso numero dell'aperiodico, il Debeljak veniva nuovamente attaccato con l'accusa cli avere rifornito alcune formazion i partigiane di Zabja Vas e Sto pice (46) . Al cli là de ll'ostilità dei belogarclisti, la "guardia liberale" cli Novak (una delle denominazioni che i Comandi italiani utilizzavano per indicare i cetnici, insie me a "illegale", "allear.i" e "TTJ gruppo") si guardò bene dal concludere alcu n "accordo o nnicomprensivo" con partigiani: così come stava facendo con gli italiani , Novak preferiva far credere ai propri avversari cli essere d isposto a giungere ad un accorcio, rinviandone però la stipulazione a data eia stabilirsi e, nel frattem po, ottenendo una tregua che avrebbe consentito alle sue fo rmazioni di rafforzarsi lontane dalla battaglia. Il rafforzamento dei cernici passava attraverso una attenta e metodica propaganda tra le popolazioni c ivili, tanto nei villaggi quanto nelle principal i città . I cetnici iniziarono, dall'estate 1943, a diffondere la propaganda mihajloviciana tra la popolazione. "Risu lta che nuclei cli circa 10 cetnici si sono recati con una certa freq uenza, cli giorno e cl i notte, specie negli ultimi tre giorni, nelle case esterne della cinta d ife nsiva d i Rovte intrat.tene ndosi con quelle famiglie in d iscussioni politiche affermando tra l'altro che fra qualche tempo l'Ital ia romperà l'alleanza con la Germa nia e si schiererà a fianco delle porenze anglo-sassoni. Affermano che in tale occasione, delle rivolte nazionali ricostruiranno l'Austria e la Jugoslavia, mentre l'Italia ritirerà le proprie truppe entro gli antichi confini" (47). Con i contadini i cetnici instaurarono rapporti commerciali, acquistando a prezzi maggiorati generi alimentari e pagando in contanti, probahilmente con il denaro proveniente dalle missioni alleate, "ostentando così una generosità tendente a dimostrare l'aiuto che gli inglesi presterebbero a l movimento cetnico. La popolazione ritiene cbe q uesti aiuti provengano da clementi liberali sloveni" (48). Ulteriori contatti tra cetnici e famiglie contadine si ebbero nel luglio-agosto 1943 a Sovra, Hlevisce e lzgorje, e in tutti i centri abitati delle zone

(45) Ibidem, ·' Panorami". aperiodico clericak!, 1° giugno 1913. al legaco in twduzio ne icaliana al '·J3ollen i no cetni(:o n. 14'' ciel 15 l uglio 1943 (Documenti allegati n. 18). (16) Jhidem,''Panor,irni", aperio dico clericale, 14 giugno 1943. allegato in craclu zione italian.i al '·flolleuino ceLnico n. 1/4" del .15 luglio 1913 (Doc;umen./i allegati n . 19) . (47) Ibidem, Bolleclino n. 2, 1° luglio 1943. (48) Ib idem, Bolleuino n. ·1, 3 lugl io 1943.


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1.·o c CUPAZIONE ITi\l.li\NA DEI.I.A SLO HKli\ (] 941- 194., 1

presid iate da formazioni cetniche d i una certa consistenza (Krim-lska Vas, Gorianci-Crnome lj). Parallelamente, attraverso alcuni bollettini aperiodici (come ;'Libertà o morte") ed una martellante distribuzione di volantini, l\'ovak diffondeva la propaganda cetnica nelle grandi città della Provincia, appoggiandosi anche su cell ule un iversitarie collegate ai movimenti nazionalisti e monarchici. Il fe nomeno, nell'estate 1943, assunse dimensioni preoccupanti pe r il Comando del Corpo d'annata: "La massima parte degli sw denti,", si leggeva n el resoconto inviato dal Comando del Raggruppamento CC.:NN. "A'Xl Aprile" il 1° luglio 1943 all'Ufficio 'T', ;'seguendo il motto 'Patria, Re e Religione' dopo aver resistito passivamente alla propaganda e alle pressioni dell'O.F. sta orientandosi verso il movimenro mihajloviciano. Sembra che costoro si stiano dando eta fare per propagandare il programma del maggiore NOVAK e attendono il momento propizio per entrare nella lotta armata ai suoi ordini. Nacuralmentc anche costoro non hanno alcuna simpatia nei noscri confronti." Gli italiani erano accusati dai giovani sostenitori cli Novak cli avere aperto t.rattative con i "briganti comunisti" e cli avere concerrnto con i tedeschi un "massacro dei cetnici", nonostante essi avessero dato prova del loro convinto anticomunismo (49). Il leader cecnico aveva iniziaco a tessere una trama cli collegamenti con i circoli nazional-libera li cli Lu biana (la già citata "Legione Nazionale"), i quali, attraverso l'oscura "Fratellanza slovena", mantenevano rapporti continuacivi con l'vliha Krck e gli esponenti sloveni a Lond ra . Novak si crasferì per alcuni giorni, in p rimavera , a Lubiana, dove fu ospite cli un esponente nazional-liherale, l'avvocato Zajc. TI leader cetn ico prese conracri con la locale Massoneria, eia sempre attestata su poi-iizioni filo-britanniche, per ricercare nuovi cana li cli finanziame nto delle sue formazioni. Quale o rgano cl i finanziamenro venne individuata la Banca di Creclico cli Lubiana : il p residente, Ivan Jclacin ecl alcuni principali azio nisti (l'ingegner Paulin, i dottori Sclenko Knez e Rus) erano esponenti nazional-lihcrali ccl in passato avevano finanziaw l'attività ciel Partito liberale-JNS (50). La p ropaganda mihajloviciana cli Novak non s i limitò alla popolazio ne civile. La presenza s ul territorio sloveno dall'autunno 1942 di una forza militare collaborazio nista - la MVAC - s pinse il leader cetnico ad avvicinarsi alle formazioni belogardiste inquadrale nell'Esercito italiano . Se i rapporti con italiani e partigian i erano impe rniati su un mero e s pregiudicato calcolo politico e sulla convenienza delle situazioni contingenti , la scelta di aprire un canale privilegiato con la MV..<\.C, nella quale al fianco de i fanatici fi lofascisti e dei clericali collaborazionisti convivevano

( 49) ibidem. ( 50) ibidem, Boll.<:!U in <.> C<:! tnico ri<:!pilog~tivo, 111<:!si di april<:!-m,1ggio -giugno. 10 giugno

1943


IL ~IOVIME:'<TO Ct1'JS:(CO

,1.o,·1cr-.o t

L OC:C:IJP,\7.IOX~ IT,11.I;\ 'sA

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numerosi ex militari del disciolto Regio esercito jugoslavo, fu la principale e più coerente stralegia politica e.lei cecnici sloveni. L' infiltra zio ne di esponenti cetn ic i nella MVAC ebbe tre obiettiv i principa li: la diffusione della propaganda favorevole al Governo in esil io a Londra; l'urilizw cli me7.7.i, equipaggiamento ed armi, ceduti eia ufficiali MVAC conniventi, o semrlicemence acquistati; l'arruolamento cli inlerc compagnie MVAC, nom inalmente inquadrate nell'Esercito ita liano ma in realtà rispondenti agli o rdini cli Novak. 1 ell'aprile 1943 lo stesso Novak entrò ufficialmente nella MVAC, solco lo pseudonimo cli "capitano Mirko Vidmar··, e fu posto al comando ciel "I Battaglione MVAC'" e.li Rovte, inquadrato nell'XI Raggruppamento "Guardia alla fronriern" (5 1). Da quella posizio ne, il leader ccrnico poteva coordinare l'ini:liativa propagandista ed organizzativa dei suoi agenci infiltrati nei raparti anticomunisti ed al conrempo, approfittando delle a:doni condotte dalle formazioni sotto il suo comando, manteneva contatti con i repar ti cetnici alla macchia. Auraverso la sua posizione all 'i nlerno della MVAC l\ovak iniziò ad acquistare o impossessarsi di armi ed equipaggiamento in dotazione alle formazioni anticomuniste. con la connivenza e.lei militi a.e. e tal volta persino e.li militari italiani "spregiudica ti'": "Segnalata incetta e.li arm i da parre mihajlov ici~ina. La M.V.A.C. è impegnata in questo rifornimenro e concorre sia con scorte proprie sia sfruttando le sue migliori conoscenze - con acquisto dal commercio cui non sono estrant.:i militari irnliani (prezzo base cli una pistola L. 800)" (52). L'attivit~L cli proselitismo nel frattempo p rocedeva sp<..:clitamente. li 19 giugno un drappello cli militi anticomunisti si univa a gruppi cetnici sui monti Gorianci. coslilllendo una formazione denominata "Mano Nera·· (Crna Roka). li 25 giugno venne segnalata clall' Ufficio "T' un"intensa propaganda nelle file dei reparti anticomu nisti cli Drenov Cri c (div isione '·Cacciatori delle Alpi"), St. Jost e Rovte (Xl Raggru ppamento "Guardia alla rrontiera") "'(. ..) per indurli a far causa comune con i cctnici di Mihajlovic. La propaganda trova terreno favorevole in quanto fra gl i ancicomunisti vi sono mol ti sirnpatizzanLi per Mihaj lovic" (53). li 29 giugno i l Comando dell 'Xl Raggruppamento Gaf scoprì che il tenente Frane Sever, comandante la compagnia di Ro\"Ce del ·'J Battaglione MVAC", dopo avere o ttenuto un permesso, anziché avere fatlo visita alla sua famiglia d i Lub iana , av<..:va raggiunto una formazione cetnica accompagnato e.la un suo subalterno, il mi lite Preseren : ":-lon si prcs<..:nterà più a l{ovte", fu il

za

(51) IZDG, Xl Corpo d'ann ata, F. 744/ l . Situazio nt! MVAC del 15 aprile 1943. ('>2) SME, Ufficio Swrico, l'l'l-3. F. 327. n. 4 '·Bolleitino cctnico", Bollettino cernico ril;:pilogati\·o mesi di .aprile-maggio-giugno, 22 giugno 19-B. (53) Ibidem. Bollectino n. I. :IO giugno 194:\. Questa con~iderazionc ~arebbc stata contraddt:lla pochi giorn i dopo d,11 "Notiziario giornaliero" d<.:lll'XI Raggrnpp:1111emo Gaf datato L I l uglio 194:1, secondo cu i il numero <l~i nazion;rlisli 111ihajlov ici:111i ::dl'i ntt:rno ddl.1 \IVAC era trascurabile (S:VIE, Ufficio Stori(o, M-3. F. 327, B. 2, "Noti ziari giornalit:ri X l Rgpt. ··(;uardia all:t l'mnticra"', No1i2iario n. 20.2, 21 luglio 19-13).


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VOCCUPAZIO:-lt:: IT,\I.IA:-lA DEI.I.A 51.0VENI A (194 1-1 943)

commento amareggiato e quasi paradossale dell'Ufficio "I", "nemmeno per passare le consegne de lla compagnia M.V.A.C. che comandava" (54). La situazione delicata che si scava creando presso il "I Battaglione MVAC" cli Rovce richiamò l'attenzione dell'Ufficio informazion i e del Comando clell'XT Raggruppamento GaF sulla formazione. Il capitano Vidmar, sospettato di essere miha jloviciano, venne rimosso eia! comando del battaglione e nominato "ispettore" a Vhrnika. "Egli forn irebbe armi e munizioni (a.i cetnici - NdA) che verrebbero spedite eia Lubiana a mezzo automobile che transiterebbe dal posto cli blocco cli Vie" (55) . Le autorità militari italiane, ciò nonostante, non intervennero, p referendo controllare l' ufficia le anziché arrestarlo. In seguito, il nucleo "I" del l'XI Raggruppamenro "Guard ia alla frontiera" scoprì che, dietro lo pseudonimo cli Viclmar, si celava l'ineffabile maggiore Karel Novak, ormai dileguar.osi dopo avere organizzato il trasferimento cli ingenti quantitativi di materiale bellico dalla MVAC alle sue formazioni (56). Nel mese di luglio furono incl ivicluati altri agenti cetnici infiltrati nei reparti anticomunisti, e quasi tutti con funzioni di comandanti cli compagnie: il dote. Anton Komotar, comandante della MVAC di Drenov Gric (Divisione "Cacciatori delle Alpi"), e un suo sottufficiale, Janko Ravnikar; il comandante la 3a compagnia ciel "I Battaglione MVAC", Kaucic, e il suo successore Josep Logar (XI Raggruppamento "Guardia alla Frontiera"); il comandante della MVAC cl i Verconico, Stanislav Zupan (divisione "Cacciatori delle Alpi"); un non identi fi cato ufficiale sloveno della MVAC di Stopice (divisione "Isonzo"); il comandante della MVAC di I-Iorjul, Lu igi Bastie, e il comandante della MVAC di Devica lVIarja Polju, Mili«) Pirih (divisione "Cacciatori delle Alpi"). Mentre eia un lat0 gli infiltrati operavano per raccogliere anni ed equipaggiamento all'interno delle compagnie MVAC, clall'alrro scatenarono una vio lenta propaganda ami-italiana, soprattutto all'indomani dello sbarco in Sici lia. TI 14 luglio l'Ufficio "1" rilevava con rassegnazione che "Nella Slovenia la propaganda amitaliana è in continuo aumento, specie fra i capi della M.V.A.C. Novo Mesto ne sarebbe il centro più attivo" (57). Con il 25 luglio si ebbe un u lteriore intensificarsi della propaganda della "illegale di Novak" all'interno della MVAC. In un promemoria per il colonnello Bruno lucini, capo cli Stato Maggiore dell'XT Corpo d'armata, il capo di Stato .Maggiore della divisione "Cacciatori delle Alpi", Formichi, annotava 1'11 agosto 1943: "Da qualche tempo viene segnalata nelle formazioni M.V.A.C. una intensa propaganda Mihailoviciana, tendente

(54) SME, Uffi<:io Stori co, M-3, F 327, B. 4 '·Bollenino cem i<.:o", Bo.lleuino n. 1, 30 giugno 1943. (55) Ibidem, Bolletti no n. 3, 2 luglio 1943. (56) SME, Ufficio Storico, M-3, F. 327, B. 2, "Notiziari giornalieri dal Comando dellXl Rgpt. Guardia alla Frontiera al Comando della 2" Armata, Noti ziario n. 202, 21 l uglio 1943. (57) SJV!E, Ufficio Storico, M-3, I'. 327, 8 4 "Bo.lleuino cetnico", Ilollcni no n. 13, 14 luglio 1943.


Il..\IO VIMtNTO CETKICO SLOVENO E 1.·ocCUl'AZIONE ITAI.IAKA

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ad attrarre nell'orbita delle bande cetniche, i gregari a nticomunisti." La successiva nota di Formichi metteva alla luce lo strano comportamento ciel Comando di Corpo d'armata e cli Supersloda, tolierante oltre m isura con l'amiguo e fondamentalme nte ostile comportamento cl i Novak: "Tale propaganda, indirettamente appoggiata dal vostro ufficio M.V.A.C. , per direttive superiori cl i cui non sono a conoscenza, sta assumendo u n carattere nettamente antitaliano, come risulta dagli elementi a seguito della indagine disposta sui fatti segnalati dal vostro ufficio tv1.V.A.C. con foglio n° 1652/ 1\ilVAC cie l 23 luglio scorso. Infatti dall'interrogatorio d i due m iliti de lla formazione M.V.A.C. cli Videm Dobre polje, di cui allego i verbali, è stato confermato non solo l'atto d i dispre zzo verso la nostra bandiera da parte dei gregari anticomu nisti ma - e questo è ancora più grave - , che e ffettivamente il cappe llano LVRIC - nomina to con foglio n° 1624/ivlVAC cie l 1° luglio u .s. - svolgerebbe una attiva e velenosa propaganda antitaliana, istigando i militi a preparasi a tradire, al momento opportuno, la nostra causa" (58). L'azione propagandista cetnica tra le fila de lla MVAC non venne re pressa dalle autorità italiane. li calcolo politico d i Supersloda nei confron ti cli Mihajlovic e del ruolo che egli avre bbe potuto giocare q uale intermediario con gli Alleati ridusse di fatto l'attività anticecnica dell'>-..'1 Corpo d'a rmata alla semplice raccolta di informazioni sul fe nomeno (59). Di ben altra natura fu la reazio ne de l col laborazionismo sloveno, in modo particolare degli esponenti del collaborazionismo cle ricale . Preoccu pati dell'attività d i Novak e de l proselitismo che stava d iffondendosi a suo favore nella l'vlVAC, i leader belogardisti (Sme rsu, Krisman e d altri esponenti vicini al Partiro popolare e alla Curia) agirono inizialmente seguendo due direttive. Da un lato tentarono d i separare Novak dalle sue formazioni, rispondendo a lla propaganda cetnica nella MVAC con una contro propaganda belogardista tra i cetnici: "Il partito clericale è in moto contro la persona del maggiore Novak, non contro il suo movimento" (60) . Parallelamente, gli esponenti collaborazionisti cattolici inviarono nei p rimi giorni di luglio il colonne llo Peterlin, comandante della J\1\~'\.C, in Bosnia con lo scopo di prendere i contatti con Mibajlovic pe r appianare il dissidio con Novale L'incontro non ebbe luogo, a nche perché dal maggio 1943 Mihajlovic e ra ritornato sulla Ravna Gora; tutta-

(58) Al promemoria cli Forrnich i erano allegare le clichiaral.ioni cli due militi anticomunisti della cornpagnia tv!VAC d i Kompolje . IZDG, XI Corpo d'armata, F. 747/ 111, Com,1n do Divisione Fanreria "C1cç iatori d elle Alp i ", Ufficio del Capo d i S.IVI, Sezione M.V.A.C. al Capo di StalO Maggiore dell'XI Corpo d·arrnaca", 11 ago sw 1943 (Docu.me11ti allegati nn.

21, 22 e 23) (59) I documenti consu ltati esd uclono qualsiasi co involgimento dell'XI Corpo d'armata n el progetto inse rii.O nell'Operazione "Schw,1rz" ( maggio-giugno J943) relativo al disarmo di 1.une le unità cecniche prese nti su l territorio ex jugoslavo. (60) SME, Ufficio Storico, M-3, F.327, B .4 "Rollenino cetnico"', Rollettino cecn ico riepilogat.ivo, mesi di aprile-m;iggio -giugno - 18- giugno 1943.


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l.'O CX'.l :PAZIO NE IT1\ LIAt'JA DELia\ SLO VENIA ( l\>'Jl · l\>·13)

via il tentativo, non essendo stato concordato con le autorità italiane, suscitèJ comunque irritazione presso l'XI Corpo d 'armata, al punto da ipotizzare un arresto del comandante della MVAC. Nell'appunto redatto dal Capo di Stato Maggiore sul bollettino cetnico che riportava la notizia, si leggeva: "Generale: dobbiamo restituire Pcterlin al ca mpo di internamento:>"; la risposta di Gambara fu emblematica: "Non mi sembra ancora (il corsivo è nostro - NdA) il caso. Peterlin finora è contro Noval<'' (61). Fallito il tentativo cli un accorcio, la rottura tra gli esponenti clericali e Novak divenne definitiva, e dalla metà cli luglio l'Ufficio 'T' riscontrò una "accentuata attività nell'ambienlc clericale intesa ad evitare che la propaganda cernica trovi aderenLi nelle fi le della M.V.A.C." (62) . L'attacco clericale nei confronti cli l\ovak si basù principalmente sulla diffusione tra la truppa anticomunista cli volantini e bollettini (il già citato "Panorami") che avrebbero dovuto scred itare il leader cetnico ed altri esponenti nazional-liberali corne Deheljak, accusati di complicità con i panigiani ed il Fronte cli liberazione. L'attività anricernica degli espone nti clericali non si fermò al solo Novak, ma proseguì con criliche nei confronti degli italiani, accusati cli essere tolleranti, se non aclclirittura complici, del dilagare delle forze cetniche: "Negli ambienti clericali si cerca di capire le intenzioni delle autoritJ verso il Novak ecl i cetnici in quanto sembrano strane le voci che corrono su cli una legalizzazione di questa guardia liberale eia parte del comando cli C.A. - Tal i voci asseriscono che il Comando aiuta i cetnici con armi munizioni e viveri. Si attribuisce questo atteggiamento italiano ad una genera le accorta azione diplomatica resasi necessaria per gli avvenimenti della guerra in corso ( ... ). Questo riconoscimento della guardia liberale non è gradito ai clericali che hanno rotto eia Lempo ormai i rapporti con essa (. .) In sostanza, ligi alla promessa cli leale col laborazione fatta alle autorità, i clericali temono che il Novak rompa l'attual e equ ilibrio e la soddisfacente situazione interna p rovocando scissione e rappresaglie eventuali da parte italiana" (63). Nonostante i tentativi dei leader clericali, tuttavia, l'efficace azione cli erosione degli organici della MVAC da parre cli Novak sarebbe continuata per il resto dell'estate: nel notiziario giornaliero della "Guardia alla Frontiera" del 22 agosto 1943, si segnalava l'ulteriore intensifica7.ione della "propaganda filo cetnica " tra le fvlilizia Volonta ria Anticomunista (64). Consci dell'imminente crollo ita liano, i belogarclisti accorrevano, più disperati che convinti, all'appello elci maggiore Karel "Jovak, unica labile sperann di salvezza dalle rappresaglie pa rtigiane o tedesche.

(61) Ibidem, Bollettino n. 8, ì l uglio 1913. (62) Ibidem, Bollettino n. 14, l5 luglio 1943. (63) Ibidem, Bollettino n. 15, 14 luglio 1943 (64) SME, M-3, E 32ì , B. , "Nociziari giornal ieri clell'XI 1/aggrupp;unento Gua rdia alla l'ro nt iera", Notiziario n. 231, 22 agosto 1943.


PARTE TERZA EVOLUZIONE POLITICA E MIUTARE DELL'OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVENIA



CAPITOLO PRIMO 1A PRIMA FASE DELL'INSURREZIONE E IL CONFLITTO TRA LE AUTORITÀ A LUBIANA

(giugno-dicembre 1941) Sin dall'autunno 1940 il Partito comun ista sloveno aveva tentato di rompere l'isolamento causalo dalla lunga clandestinità ma anche dallo scarso seguito che l'ideologia terzimcrnazionalisra riscuoreva tra le popo lazion i della Drcwska Rw1oui1w. La nascita a Lubiana cli club ccl associazioni d'am icizia con l 'Unio ne Sovietica ri entrava quind i nel p it: 1 ampio disegno del Partito comunista jugoslavo di riunire forze eterogenee, anche lontane - se no n ostili - all'idea comunista. Facendo leva sull'equazio ne " Un io ne Sovietica uguale Russia uguale Eterno difensore d ei popoli slavi", i dirigenti sloveni del KPJ riuscirono a catalizzare alcuni esponenti ciel Pa rtito liberal e-JNS e dei locali J11!!,osokol preoccupa ti dalle m ire espansionistiche dell'Asse. Pragmatici quanto i loro avversari interni, i comunisti sloveni erano consci clell'imponanz.a delle forze moderare. e clell 'influem:a che queste ultime avevano sulla Banovina . L'abilità della d irigenza ciel KP.J cli Slovenia si palesò i l 27 marzo 1941. A Lubiana il Comicaco Ccnrrnle del Pa1tito comunista. in un incontro clanclesrino con una delegazione dei Social isti cristiani (forrn a1.ione po litica scissionisra del Partito popolar e) e con alcu ni espo nenti na1.ional-libera li e sokolisci, costituì un '·fronte Antimperialista". l.a denominazione, considerata trop,;o riduttiva e eccessivamente qualificabile, venne mod i ficata poche settim ane dopo in "Fron1<;: di liberazi one" (" Osuobodilna Pron ta'' - OF). li l O maggio il KPJ sloveno lanciò un appello a tutte le forze patrior.tichc affinché si coa lizzassero attorno all'OF ed al Partito comunista. Venne defin ito l 'organigramma clell'OF, nel quale entraro no tra gli altri Josip Vidmar, lovrenc Kuhar, Edvard Karclclj, Frane Leskosec e Boris K i<.lric per il KPJ, Eclvard Kocbek p er i Soci.alisei cri stiani e, in seguito, il giudice Jozc Rus per il Partito liberale-JNS. Presidente del Fronte d i Liberazione fu nominato Josip Vidmar e segretario Boris Kidric, entrambi del Partito comunista. N'el g iugno ·1942 all'OF si sarebbe aggregara la sezione slovena dell'Unione Sindacale Jugoslava, anch'essa di matrice carro Ii Co-progressista. L'Of, guidato dai p rincipali espo nenti ciel KP.J sloveno, si ma ntenne su posizioni cli attesa sino alla risoluzione dell 'imbarazzante situazione venu tasi a ncare con il patlo Molotov-Ribbentrop (1 ). I n una delibera-

( 1) Gius..:rr e Picn1omcsc. ndlo stud io a lui commiss io nato cblle au tori1ù jugoslave di Lubi ana nell'immccliitto dopoguerra, amici pa la clarn dell'insurrezione al m:iggio 191 I (Giu 5<:![)J>c Piemontese. ·ven1inove mesi cli occupazione i1:iliana nella Provincia di Lubi;,na", Lu -


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l.'O CCwJ>.-\ZIONE ITALIAN A Dl,tL,\ SLO VEJ\'I A

0941- 19431

zione del 22 giugno 1941, contestualmente all 'attacco tedesco contro l'Unione Sovietica, !'Or istituì uno Stato J\llaggio re delle formazioni partig iane slovene, al comando del giornalista comunista Frane "Lu ka" Leskosek affiancaw eia Boris Kidric in q ualità cli commissario politico. L'organigramma ciel movimento partigiano si perfezionò il 16 settembre 1941 con la costituzione del Comitato popolare di liberazione sloveno, organismo che avrebbe esercitato il potere sui territori liberati, in seguito (giugno 1942) trasformatosi in Consiglio di Liberazione Nazionale sloveno. Il Consiglio , articolato in commissariati (affari generali, fi nanze, giustizia, educazione , propaganda, agricoltura e approvvigionamenti) avrebbe avuto funzioni di governo provvisorio. A questi organismi si sarebbe aggiunto il "Servizio di Sicu rezza e di Spionaggio" (" Vanwstno Ohvescevalna Slu..zba" - VOS), sorta di polizia segreta particolarmente impegnata nella repressione terroristica del collaborazionismo. L'attività organizzativa insurrezionale dell'OF non fu particolarmente intensa nel corso del 1941. Interessante risulta la considerazione cli Gino Bambara in un suo studio sull'Esercir.o partigiano jugoslavo: "Nonostante la p reparazione politica che, in ipotesi, si sarebbe dovuta concretare con azioni di rilevo, l'attività partigiana in Slovenia non ebbe, per tutto il 1941., respiro strategico ampio. Si incentrò in particolare in azioni di sabotaggio a linee ferroviarie e telegrafich~ e a q ualche installazione bellica, con attacchi a militari isolati o a piccoli grup pi. Il che si pt1ò spiegare con la conrrogucrriglia e le misure cli pol izia poste in atto dalle forze di occupazione (tcclesche, italiane, ungheresi), e, forse, con una non p ie na rispondenza rra i programmi ciel PCJ (KPJ - NdA) e le sue sollecitazioni alla lona, per un verso, e l'effettiva volontà di combattere da parte della popolazione, per l'altro; fatto, quesro, piuttosto insolito, dato che gli Sloveni odiavano gli occupanti che si erano divisi la loro regione" . li 13ambara, a suffragio della sua resi, riporta il giudizio dello storico militare jugoslavo Miljanic, secondo il quale "Dopo le p rime azioni, alcuni gruppi cli guerriglia si portarono ne lle zone stabilite, mentre la maggior part.e clei combattenti fece rito rno a casa" (2). L'attività militare dell'OF si incentrò nell'estate 1941 soprattutto nei distretti settentrionali (la Primorska settentrionale, la Gorenjska, la Koro ska e la Stajerska), dove le autorità tedesche stavano conducendo un'e-

biana, 1946, p. 3). I l dato tutrnvia non è confermato dalle font i dt!ll'Xl Corpo d'annata, ddla Seconda anm1ta e dell'Alto Commiss,1riato, le quali conco rdano nell'individuare 1·inizi o d ella "ribelliont!·· succt!ssiv:unente all'aggrt!ssione dell'Unio ne S0vie1.ica. I poch issimi episodi cl i ostilità ve rso gli iwliani registrat i antt!cedentemente al 22 giugno 1941. come si è visto , erano a!trihui ti acl organizzazion i genericamt!nle nazion,11iste p rive cl i collegamenti comprovaci con i l "Fronte d i l iherazione•·. Va cornu nque ri leva to che il Comitato Centr,de KPJ nazionale emanò u n p roclama i nsurrezionale i nd irizzato a tu!ti i popoli jugoslavi giii nelr apri le 1941. (2) Gi no l\,1mbara, "La gu erra di liberazione nazio nale in Jugoshtvia (1941-1943)", Mursia, Milano, 1988, p. 9-1.


1.A PRIMA FASE DGLL'LNSURRE7,LQ:,il'. E IL CO'.'<H.rtT0 T lù\ LE AUTOKLT.:i_ A l.lJnlAKA

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nergica politica cli denazionalizzazione. Il clima cli assoluta contrapposizione creato dalle nuove autorità nei confronti della popolazione autoctona si stava dimostrando estremamente favorevole per le prime unità partigiane: al di là della colorazione politica delle formazioni dell'OF, gli abitanti dei distretti settentrionali vedevano in queste le uniche forze disposte a difenderli dalla brutalità dell'ocrnpatore, e quindi prestavano ai distaccamenti titoisLi appoggi e protezioni. Le conseguenti repressioni germaniche spinsero alcuni odred partigiani a valicare la frontiera, rifugiandosi nella relativamente più tranquilla Slovenia italiana . Per contrastare la fuoriu scita dei fuggiaschi, il 28 luglio 1941 il Cauleiter di Veldes richiese a Grazioli la ch iusura dei valichi di confine tra Ziri e Gobnik, a nord est cli Gradise. Il 29 luglio, il vicequestore della V zona di frontiera chiudeva cli conseguenza anche la frontiera tra la provincia cli Trieste e il territorio sloveno sottoposto all'autorità tedesca (3) . Il 1° settembre le aulorità germaniche avrebbero chiuso anche il tratto cli frontiera tra T.om e Monte Termi ne (4). Nonostante la chiusura dei confini il fenomeno cl i tracimazione verso la Slovenia meridionale sarebbe perdurato per tutto il periodo dell'occupazione italiana, e sarebbe stato la causa principale dell'acutizzarsi della situazione militare nel 1942. Gli esponenti dell'OF erano consci della diversa situazione politica esiste nte nei distretti meridionali , dove la presenza di un occupatore meno energico si accompagnava al la rad icata influenza nazionalista e soprattutto clericale rra le popolazioni. Si trauava di procedere quindi su due clirett.ive parallele ma distinte : da un lato, organizzare gli odred alla macchia, utilinanclo il poco materiale umano disponibile sul posto ed incrementando le fo rmazioni con i fuor iusciti dal nord e, in un secondo tempo, dalla Croazia; dall'altro, tessere nel frattempo una fitta rete di contatti attraverso le cellule ciel KPJ sloveno, elc i socialisti cristiani e dei circoli sokolisti aderenti all'Of. A queste due direttive si aggiungeva la propaganda, con lo scopo d i portare la popolazione locale a conoscenza dell'esistenza clell'OF e convincerla conseguentemen te ad appoggiarne le iniziative. La propaganda si sarebbe attuata non soltanto con la distribuzione di mareriale informativo, ma anche attraverso azioni terroristiche dimostrative (attacchi a distaccamenti militari e a nuclei d i polizia italiana, uccisioni di collahorazionisti, atte ntati contro le linee fe rroviarie e nelle principali città); nel caso in cui tali azioni fossero state condotte in realtà da nuclei nazionalisti autonomi dall'OF, quest'ultimo avrebbe dovuto tempestivamente rive ndicarne comunq ue la paternità, in modo eia risultare agli occhi degli sloveni come l'unica organizzazione liberatrice della regione. Le autorità italiane non tardarono ad accorgersi ciel mutamento della situazione. In una circolare ai comandi divisionali datata 1° luglio 1941 ,

(3) ACS, PCM, 194 1-43, 8 . 2661, F. 1-1-13-21002, sottofasc. 4. '·1;Al1.0 Commissario di I.ubiana al Mi nistero degli Interni ", 28 luglio 1941. (4) SME, Ufficio storico, F. 724, "Diari storid del la 2" Armata·•.


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1.·ocCUl'A:liONE IT,\LI ANA D EI.IJ\ SLOVE:-ll A 0 94 1-1 94.\)

Roboni sottolineava il m utamento dell 'atteggiamento della popolazione e la conseguente crescente insofferenza degli sloveni verso i militari ita liani. "Questa gente, in sostanza, dal contegno finora non certo e ntua.sias tico per noi, m a corretto ed accomodante (forse anche in virtù del confro nto tra il trattame nto eia noi avuto e que llo dovuto subire da a ltre truppe ...) sta orientandosi , malgrado che la tradizionale bontà e correttezza delle nostre truppe in generale e la compre ns iva educazione de i nostri ufficiali non siano mod ificate, verso forme, insornma, sempre più percep ibili di malanimo. Se la cosa s ia dovuta o me no ai recenti avvenimenti politici europei, o s ia do vura al fatto che la nostra equilibrata m isura nel tratto e nel conte gno ge nerale s ia interpretata pe r debolezza, non si può ancora d ire". Traspariva nel ragionamento del Comandante del Corpo d 'a rmata la sua malcelata insofferenza verso atteggiamenti "morbidi" e. compre ns ivi nei confronti degli s loveni. Ro botti concludeva la circolare invitando le truppe ad assumere un comportamento p iC-1 diffidente, sospe tto.so e cliscaccaco verso la popolazione della provincia (5). TI 29 luglio 1941, informa to da Graziali, Musso lini ordinò l'estensione delle leggi n . 461 del 24 m aggio 1940 e n 1782 e.lei 1° novembre 1940 sulla disciplina cl i guerra a lla provincia cli Lubiana : la motivazione risiedeva ne lla constarnzione che, tra gli ambienti operai degli stabilimenti sloveni inte ressaci a lla produzione bellica , si stava registrando un certo fermento organizzato eia nuclei sovversivi non meglio ide ntificati (6). Il 30 luglio a Lubiana venne ucciso in un attentato un soldato tedesco d is taccato presso la locale delegazion e rnilicare . La Questura di Lubiana chiese ed ottenne clall'Xl Corpo d'armata l'utilizzo di m ille g ranatieri cl i Sardegna per cond urre nella notte tra il 1° ecl il 2 agosto un'operazione cli rastrellamento in un q ua rtiere pe rife rico della città (7). Le operazioni cl i polizia ne l capoluogo sarebbero proce dute fi no a l 10 agosto, con l'arresto comlessivo d i 14 .sospe tta ti. Al termine dell'operazione, i nuclei di PS ebbero uno scontro a fuoco con degli ade re nti a ll'OF, dura me il quale vennero u ccisi un partigia no ed un poliziotto ausiliario sloveno (8). Se mpre il 10 agosto e bbe luogo il primo di una lunga serie di attentati contro la linea fe rroviaria Lubiana-Postumia; un sospettato venne arrestato. Ne i giorni successivi s i ebbero a ltre esemp i cl i ostilità , soprattutto contro panuglie italiane.

(S) Il Com,111<.lame clell'XJ Corpo c1·arm,1ta ai comandi divisionali, 1° l uglio 194 1, in Giuse ppe Piemoncese, c ii ., p . 28. (6) ACS, PCM, 1941-43, B. 266 1. F. J- 1- 13-21002" sottofasc. S, '·Li1 Presidenza del Consiglio clei Ministri all'Alto Commiss,1ria10 per la provinci,1 d.i Lubian a"', 29 luglio 194 1. (7 ) TI numero cli mi litari richiesti cl:.1lla Questu ra per le operazioni cl i polizia nella città sarebbe sta to cli 300 sol<lac.i al giorno era il 3 ccl il 7 ,1gosLo, e d i 150 successiva mente. (ìvlinistero dell'Interno - D irezione Generale d ella Pubblica Sicu rezza - Servizio Forze A rmale cl i Pol izia, '·Partecipazione della Poli zia itali,111a ( Pubblica Sicurezza) alle opernioni rni l i1 ari in Jugoslavi.i durante il conllino 1940-1945'', Memoria storica, Roma, 1977, p. 28). (8) ACS, PCM, 1941 -4.\ 13. 2661, F. l- l- 13-21006, sottofasc. 11, TAile> Commissario della provind a cl i Lu biana al Mi nistero degli Interni", 10 agosto 194 l.


I.J\ J>IU M,\ FASE DELl: tNSllRRf.7.10:',iE E Il. CO:-ll'LIITO TRA I.E AUTOIUT A A LU BIANA

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Con il trasferimento della divisione "Ravenna" e ciel Gruppo alpini "Valle" e l'avvicendamento di alcune piccole unità, le Forze Annate presenti in Slovenia e dipendenti dall'XT Corpo d'ann ata erano nell'estate 1941 le seguenti:

Tntppe di Corpo d 'armata XI Raggruppamento Guardia alla Frontiera 11 ° raggruppamento artiglieria di Corpo d 'armata XI-CXI battaglioni mitraglieri TV-CXLIV-CXLVI-CLXII battaglioni CC.NN. cli copertura TI-XXX.VIII battaglioni CC.NN. da montagna Xl battaglione genio guastatori Divisione "Isonzo" 23°-24° reggimenti cli fante ria 6° reggimento di artiglieria XIV battaglione mortai 9sa Legione CC. NN. CX battaglione mitraglieri XCVTTT-CXVII battaglioni CC.NN. D ivisione "Granatieri di Sardegna " 1°-2° reggimenti granatieri 13° reggimento di artiglieria XXI battaglione mortai 55~ Legione CC.NN. Le forze a disposizione erano qu indi limitate per frontegg iare un'eventuale insurrezione: le attività "sovversive", nonostante loro esiguità, destarono preoccupazione tra le autorità italiane. ln una relazione del 15 agosto 1941 al Comando Supremo, il Comando della Seconda armarn descriveva in tono allarmato la situazione ne lla provincia annessa: "È eia porre in risalto che dopo i primi due mesi della nostra occupazione della Slovenia, il contegno cli attesa, mantenuto dalla popolazione slovena è sensibilmente andato evolvendosi in una forma sempre maggiore cli ostilità, di larvato disprezzo e cli riottosità. Questo peggioramento rilevato dopo l'entrata in guerra della Russia si p uò considerare esteso a tutti i ceti. Qualche limitazione, se non qualche eccezione, può farsi per il clero e per i pochi elementi cli posizione elevata i q uali, per i maggior contatti con le nostre autorità, hanno avuto modo di poterci conoscere ed apprezzare ( .. .). In Slovenia il limite tra comunismo e nazionalismo non è ben definito ed i due movimenti presentano alcuni punti cli interferenza che specialmente si rilevano alla lettura di manifestini che, dopo aver inneggiato alle future conquiste sociali, concludono con l'invocare l'unione dei serbi, croati e sloveni pe r la resurrezione della patria jugoslava". In conclusione, inoltre, il Comando della Se-


l<iO

l,'OCC.UPAZIONE ITAI.IAN,\ DEI.LA SLO VENI,\ 0 9•f J- l 91i3)

conda armata faceva notare che i partigiani fugg ivano dallo Stato Inclipenclente d i Croazia (nessun accenno tuttavia veniva fa tto alla Slovenia tedesca) nella Slovenia italiana, dove evidentemente "le leggi penali sono assai rniti". Ciò rendeva la "situazione comunista" in Slovenia "delicata". Per questi motivi il Comando della Seconda armata richiedeva al Comando Supremo una p ili stretta collaborazione italo-croata s ulla linea cli confine tra Slovenia e Stato Indipendente di Croazia e un comportamento più energico dell'Alto Commissario contro i "ribe lli" (9). Il 3 settembre 1941, durame un incontro avuto da Robotti con i comandanti delle unità dipendenti dall'Alto Commissario (Battaglione CC.RR. "Milano", Battaglione Regia Guardia cli Finanza, reparti della TV legio ne della Milizia Confinaria, Corpo Agenti cli PS della Questura), il Comandante ciel Corpo d 'armata sottolineò la gravità dell'attività partigiana, aggiungendo il rischio di "contaminazioni politiche ed ideologiche" dei militari italiani, sottoposti ad un 'intensa propaganda da parte dell'OF. "È necessario reagire alle manifestazioni di propaganda comunista, sia con azio ne diretta contro gli ele me nti che organizzano tali manifestazioni, sia con azione d iretta verso le nostre truppe. TI soldato deve sapere che le manifestazioni, le comunicazioni radio e le iscrizioni varie sui muri, d i pro paganda comu nista, sono completamente fa lsi. Far risaltare, esagerando se occorre, i successi dell'Asse contro le forze russe. Comestare ogni volta che è possibile le false notizie deJla propaganda comunista. Gli ufficiali e.lei reparti abbiano cura di tener alto lo spirito delle truppe ap profittando cli tutti i successi delle forze de ll'Asse ." Le considerazioni di Robotti proseguivano quindi elencando le possib ili reazioni ad un fenomeno che il comandante ciel Corpo d'annata riteneva evidentemente troppo sottovalutato: "Per energicamente reagire ai numerosi atti cli sabotaggio ed alle aggressioni cli elementi ribelli è necessario eia parte cli tutti essere meno generosi e rispondere con ani di viole nza a qualsiasi cenno di ostilità da parte di elementi sloveni. Il generale Lubrano (presidente della Commissione per la de limitazione dei confini italo-tedeschi) mi ha riferito che i tedeschi si lamentano per la nostra troppa debolezza ne i riguardi degli sloveni". Veniva quindi citato un episodio, avvenuto il 2 settembre p recedente, dove alcuni insorti avevano attaccato una pattuglia italiana nei pressi di St. Vid. "Tn un territorio relativamente poco esteso come la Slovenia italiana in cui vi sono numerose unità (2 division i pili repa rti cli C.A.) sul piede d i guerra non dovrebbero accadere gli atti cl i sabotaggio e le aggressioni che si stanno ve rificando". Le osservazio ni d i Rohotti , vere e proprie lamentele nei confronti di una situazione insoc.lc.lisfacente , proseguivano individuandone nello status giuridico della Slovenia la causa ultima : "Non ci stiamo facendo una buona figura rispetto a questi ri-

(9) ACS, PCM, 19-10-11, l:l. 2662, F. J-1-1 3.26030, "Appunto per il Duce dal Gabinetto della Presidenza del Consiglio d ei .M in i~lri '. ciel 18 settembre 1941. con allegar.a relazione al Comando Supremo del (ornando della 2" Armata del 15 agosto 194 1.


I.A l'HIM1\ FASE 0 1;11 '11\M "IUlEZIOi\E I Il C:01\FI.JTl'OTlv\ I.I' i\lTOIUT A ,\ l lntAè\:\

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voltosi. So bene che la colpa non deve attribuirsi a noi militari. ma ai forti vincol i irnpostici dal trattamento giuridico concesso alla Slovenia (/'an 11essione al N.ep,no d 'lfetlia - NdA) , ch e è cosa ben diversa ad es. nella vicina Croazia e nella Slovenia tedesca ( .. .)". '' Ripeto", concludeva Robocti ··agire al primo indizio ed energicamente contro gli elementi sospetti ed i sabotatori " (10). L'avversione di Robotti all 'annessione suscitò in Graziali una notevole indignazione, aggravando i gi,1 difficili rapporti tra le auto ri tà civili e quelle militari. L'll settembre l 'Alto Commissario. nel tentativo di dimostrare al Comando clellXI Corpo d'annata la capacità detrarnministrazio ne civi le nel mantenere il controllo dell 'ord ine pubblico della provincia, emanò un bando, pubblicato ~ul Bollettino Ufficia le della Provincia il 13 settembre 1911. che comminava la pena cli morte contro chi avesse partecipato ad azioni contro appartenenti alle forze armate e di poli7.ia italiane. La pena sarebbe stata erogata non sol o a chi avesse partecipal o ad attentati, ma anche a "chi sia trovato in possesso cli mani festini, emblemi , distintivi, altro materiale cli propaganda sovversiva" ed a chi ··partecipi a riunioni o assembramenti della stessa natura (. .. ) e dia ricctro alle p ersone" colpevoli dei reati. Venne istituito un Tribunale straord inario composto da tre membri , c lic avrebbe g iudica to gli imputati per direttissima. TI bando "era quasi una dichiarazione e.li stato e.li guerra" ( 11). I I 20 settembre venne introclorra la pratica dell'invio al confino nei confronti cli tutti coloro g iud icati "politica mente pericolosi" ( 12). Poch i giorni dopo l 'emanazione delle due o rd inanze, Grazioli condusse una grande operazione di rastrellamento nella regione tra i massiccio ciel Krim e il i\ ilokrcc, a sue.I cli Lubiana. utilizzane.lo il Comando agenti di PS della Questura, il XlV btg. CC.RR. e i reparti della MVS!\" non inquadrati nell'Xl Corpo d'armata. L'a7.io nc si risolse in un insuccesso e, di facro, consentì a Roboni di escludere Graziali da qualsi asi operazione m ilitare ( 13). L'esclusione dell'Alto Commisario si rendeva necessaria per Roboni anche in seguito alla comunicazione privata inv iata al Comando dell'XI Corpo d'armala dal genera le Ambrosia, comandante della Seconda anna ta, in data 26 settembre 194 1. "Da alcune rel azioni con fidenziali" si leggeva nello scritto di Ambrosie '·trasmesse da osservatori direlli , il DUCE ha rilevato che k autorità della Slovenia italiana danno l'impressione cli ve-

(10) S!\IE. I ifficio storirn. i\1-3, f. 32-1. B. 3. ·verbali di riunione del Com,1ndan1e del Cf\ con le G<ì .l ll;. dip endenti dall'Al to C:omrniss,1rin•, Sintt.:si del 3 St'llembrc 1941. (11) Teodnro Sah1, '·Occupazione ,n ilitan: e ;1mrnin i.~1r:izione civilt.: nelh1 ·Provinci:1· di I.ubiana", in E. Collolli, T. Sala. G. Vaccarino, ··L·llali:.i n<!ll'Europ:1 danubiana ùmant<.: la ~econda guerra mondiale... lslil\Ho Nazionale per l:i storia del movimemo dì libernzione, .\lonz:1. 1967, p. 8 7. Le ci1azioni dal bando sono 1raue dal 13ollc11ino llfficinlc della Provinda di Lubiana n. 74 del 13 settembre 1941. ( 12) MiniHtero dell'Interno - Direzione Generale della l'ub blirn Sin rn· zza - Servizio ForZl' Armate di Polizia. cii., p. 2'). (13) ibidem. pp. 28-2').


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i;OCCUP,\ Zl O:>!E lTALIANA DELLA SJ,QVENJ,, 0 94'1-19-13)

dere e giudicare la situazione non con una visione panoramica e rotale, bensì ognuno eia un proprio punro cl i vista e cioé limitatamente al proprio sectore cl i azione ecl alla propria speciale veduta cli istituto. Si nota da parte italiana una eccessiva esaltazione degli slavi. Si riscontra poca stima e climinuico rispetto per le forze armate ("eia parte cli ch i7 " era il commenro apposto a penna da Roboni) . Tutto questo sarebbe o riginato da qualche palese rilassatezza <.fociplinare cl i alcuni reparti; ma soprattutto dal contegno eccessivamente loquace cli ufficiali i quali, nei contatti con la popolazione civile , non tacciono certi loro ap prezzamenti critici, dai quali gli allogeni traggono la convinzione che nell'Esercito italiano la guerra non sia sentita come pure non sia condivisa la certezza della vittc>ria. Questo malvezzo di parlare inopportunamente deve cessare." Robotti aggiunse a penna, con malumore, "adesso la colpa è nostra!" (14). Risultava evidente che qualcuno di quegli "osservatori diretti" citati eia Ambrosio e confidenti di Mussolini perseguissero il disegno di screditare il più possibile le forze annate impegnate nella provincia annessa: agli occh i di Robotti, dietro le manovre dei sopra citati "osservatori", non poteva che trovarsi l'Alto Commissario. Si rendeva assolutamente vitale l'ann ichilimento delle funzioni di Grazioli. Relegato, dopo il fallimento delle operazioni sul Krim e sul Mokrec, a gestire la situazione nel capoluogo, l'Alto Commissario dovette affrontare, dalla fine di settembre, un inasprimento dell'attività ciel VOS partigiano. Il 25 settembre venne ferito il generale Rupnik; il 5 ottobre, in due scontri a fuoco, furono uccisi due militari italiani. Ciò nonostante, Grazioli continuava a ritenere inopportuno un allargamento dei poteri militari sulla provincia, insistendo nel considerare assolutamente controllabile la situazione e ribaclenclo la giustezza dell'annessio ne. L'Alto Commissario, dinnanzi alle insistenze cli Robotti circa la "militarizzazione" della p rovincia, inviò un memorandum al Ministero dell'Interno: "Secondo quanto informa l'Alto Commissario cli Lubiana", si leggeva nella conseguente lettera ciel dicastero a lla Presidenza del Consiglio ed alla Commissione Consultiva per il diritto di guerra datata 7 ottobre 1941 "l'autorità militare continua a considerare applicabile la legge di guerra in quella Provincia, che considera 'zona di operazioni' , benché non vi sia una formale dichiarazione in tal senso" . Il Ministero dell'Interno chiedeva quindi che il Comando Supremo ordinasse ai comandi locali cli astenersi da provvedimenti che avrebbero considerato la provincia annessa "zona di operazioni" o "territorio nemico occupato". Sintomaticamente, la richiesta di Grazioli e ciel Ministero dell'Interno non ricevette alcuna risposta (15). Il 3 ottobre era stato nel frattempo emanato il Re(1 4) SJVIE, Ufficio s torico, M-3, l'. 324, B. 6, "li Comanda nce del la 2'' Armata al Comando de ll'XI Corpo d 'armata", 26 senembre 1941 (Documento allegato n . 11). 05) ACS, PC.M, 1941-13, B. 2661, F. 1-1-13-21006, sottofasc. 12, "Il Mi nistro degli Interni alla Presidenz,1 <lei Consig lio dei lVlinistri e p.c. a lla Commissio ne consu ltiva per il d iriuo <li guerra,, 7 otto bre 1941.


LA 1'1(1~1,I fASF. DELL'INSllRRE7.10:'<f. E Il. CO:-IFUTIO TRA L~ AUTORIT/\ A l.lll!IA:SA

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gio Decreto Legge con il quale si estendeva anche a Lubiana la dichiarazione di staro di guerra ("nel territorio dello Stato ad o riente del fiu me Tagliamento"), e che implicitamente sanciva l'introduzione dei Tribunali militari (16). J\I decreto seguì lo stesso giorno il ba ndo ciel Duce con il quale si definivano le "Disposizioni penali per i territori annessi al Regno d'Italia··, ed al qua le si sarebbe aggiunto l'ulteriore bando del 24 ottobre (17) l{affo rzaLo sia dal silenzio del Governo in merito alla natura giuridico-militare della provincia sia dai bandi appena emanaci, il Comando dell'Xl Corpo d 'armata dal 6 ottobre aveva iniziato - q uasi come risposta all 'azione isolala di Gra7.io li - un'ope razione d i rastrellamento su larga scala, sempre sul Krim, nella zona di Debeli v rh , e sul Mokrek , utilizzando la divisione .. Granatieri di Sardegna". L'azione sarebbe proseguita, con un certo successo, fino al 28 occobre. Nel rappo rto inviaro a Roana al term ine delle o perazion i, Roborci non nascondeva tuttavia un certo scetticismo circa la si tuazione futura: "Con i mezzi a mia disposizione e soprattuuo con i limitati poteri cli cui o ra dispongo e di cui dispongono i miei divisionari si potranno eliminare gli effecti ma non le cause del perturbamento": cause che il Comancl.-1nte dell'Xl Corpo d 'armata individuava in un"'organizzazione dirigente di Lubiana" (18). L'intuizione d i Roboni circa l'origine del moto insurrezionale trovava conferma nell'aggravamento della situazione dell'ordine pubblico nel capoluogo: raccolta la ·'sfida " d i Grnzioli, l'OF aveva lanc iato una vera e propria offensiva che pareva essere una ri sposta alle ordinanze dell'Alto Co mmissario. li 7 ottobre fu falla esplodere Lina bomba presso la Fiera cli Lubiana, senza tutLavia procurare né vin ime né ingenti danni. Venne fermato dal la PS un iscritto al Partito comunista, V ladimir Crear. che fu riconosciuto colpevole del gesto e, in hase all'ordinanza dell 'l J senembre, immediatamente fucilato 09). Il clima in cirrà si stava facendo incandescente. li Kotiziario informazioni del Comando clell'Xl Corpo c1·armata riponava il 7 ottobre la cronaca cl i un incidente che , seppur limitato, rappresentava con rea lismo la situazione: " Mentre un ufficiale al comando ciel picchccco d'onore dell'ammaina bandiera passava per una via centrale cli Lubiana, un borghese .si rivolgeva verso cli lui dimenando il braccio destro a pugno chiuso, con gesw che poteva essere interpretato sia come saluto comunista sia come arto di volgare d ileggio. Raggiuntolo con un bal zo l 'ufficiale l o colpiva con due o tre sciabolare alla faccia ccl alla resra, riprendendo subito dopo il suo posto alla resta

( 16) ACS, PCM. 1940-·il. H. 2662. J'. 1-1- 13.260., 0, lkgio Decreto Legge del 3 011ohre 1941. (17) Cfr. documenti alleg:tti nn. 26 e 27. (18) Rapr10rto ciel generale Rob on i :il gc.: nerale Roaua, 2 novcmhrl' 1942, cita lo in: Giuseppe Piemo,ncsc.:. cit., p . 27. (19) Ibidem. souof3sc. 1 J. "L'Aho Com111iss:1rio dell:1 provincia di Lubiana al Minis1ero degli lmemi".


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L'OCCUl'AZIONE ITAI.IAKA D EI.I.A SLOVENIA (194 1-1943)

del p icchetto" (20). Il 14 ottobre U vicequestore di Lubiana, lo sloveno Hecin, venne ferito in un agguato; nei giorni successivi le "trojlee" (21) del VOS compirono numerosi attentati nei confronti degli esponenti sloveni dichiaratame nte fi lo-ital iani (22) . Le forze di polizia presenti in città e negli altri p rincipali centri urbani apparivano insufficienti, tenuto conto che dal novembre successivo la Questura avrebbe dovuto organizzare il trasferirnento della po polazione tedesca della Slovenia merid ionale verso i clisrrelti annessi al Reich, come recitavano gli accordi sottoscritti in settembre tra le autorità delle due potenze occupatrici. li 20 ottobre il Ministe ro dell'Interno inviò quind i a Lubiana un contingente di 60 agenti de lla Compagnia Mobile Agenti di PS di Trieste , al comando del tenente Alfonso Gantone, e un contingente cli altri 60 agenti della Divisione Speciale di Polizia di Roma , comandati dal sottotenente Gennaro Palma, p oco dopo sostituito dal sottotenente Rosario La JV!aro i (23). Giunti in Slovenia, i due contingenti sarebbero stati distribuiti a Cennosnjice (contingente di Trieste) e a Kocevie (contingente cli Roma). Parallelamente all'attività ciel VOS, lo Stato Maggio re partigiano iniziò le operazioni contro i presidi militari italiani. L'incide nte più grave si ebbe il 19 ottobre, presso il p residio italiano cli Loz, a poche decine d i chilometri dal confine sloveno-croato nella zona cl i Stari Trg. Un gruppo di partigiani "armati cli fucili mitragliatori, moschetti e bombe a mano, e portanti per la maggior parte un be rre tto dell'ex esercito jugoslavo con il trofeo di una stella rossa a cinque punte", attaccarono il presidio, tenuto dalla 156•1 batteria della Guardia alla Frontiera. Nello scontro a fuoco che ne seguì, vennero uccisi tre partigiani e furono feriti undici soldati cli cui due morirono al seguito delle fe rite riportate . Un capitano ecl un soldato italiano vennero catturati dai partigiani che, ostacolati nell'assalto, furono costretti a ritirarsi. Nella notte successiva anche il vicino presidio cli Bezuliak fu attaccato da un'unità partigiana. La formazione slovena prima cli ripiegare fece esplodere la polveriera del presid io, causando la morte cli tre militari italiani (24). La gravità dei due episodi si evinceva dalla particolare attenzione prestata dallo stesso Robotti alle vicende: "In entrambe le suddette azioni è stata constatata la manifesta connivenza della popolazione. (. ..) Da questi fatti è logico dedurre che ci troviamo in un paese decisamente ostile. Siamo cioè circondati eia gen -

(20) SME, Uffici o storico. M-3, F. 324, B. 4, "Notiziari in form:nivi <lei Conwnclo clcl l'Xf Corpo d'armai.a", Noti zi,irio ciel 7 ottobre 1941. (21) Era questa la denomi nazione dei commando partigiani, composti quasi sempre eia ere clementi, seguendo un a t.r,1di zione tutta balcanica e jugoslava in modo panic.:ohre. (22) SME, Ufficio storico, M-3, f. 324, 1\. ·1, "J\otiziari informazioni e grafie sull':lllivilà elc i ribelli". Notiziari ciel 14 011.0hrt: 1941 e seguenti. ( 23) Ministero clcll 'Incerno - Di rezio ne Generale della Pubblica Sicurezza - Servizio Forze Armate di Polizia, cit., p. 30. (2-4 ) SME, Ufficio storico, M-3, F 324, B. 3, "Ve rbale della ri uniont: tenuta dall'Eccellenza Co1rn1nd,1nte il giorno 21 ottobre 1941 X JX 0 presso il coma ndo X.I C.A.".


I.A l'l(l \11\ l',ISli OF.J,l.'INSl 'ltllEZIOKE E 11. CUNFl,ITIO TI\A LE AUTOlllTA A LU111Aè'<,\

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te che odia gli italiani e che, anche quando non favorisce d ircttamenLc questi attentati, accoglie con man ifesta gioia il verificarsi degl i SLessi. Occorre che LUrti i militari si convincano di questa veriLà e che da parte di turri vengano sempre attuate quelle misure di sicurezza atte a prevenire e reprimere ogn i manifestazione di antitalianità". Il Comandanr<c: de] Corpo d'armala disponeva quindi alcune misure d 'eme rgenza: i p resid i sarebbero stari tenuti in stato d'alJannc, applicando tulle le misure di sicurezza ; la libera w;cita sarebbe stata limitata alle ore diurne; ogni presidio avrebbe costituito un nucleo cli manovra non inferiore ai 20 elementi, in stato d'allerta; rutte le truppe avrebbero svolto un conlinuo controllo del traffico stradale, ogni autocarro civile avrebbe dovuto essere controllato (" Meglio esagera re p iuttosto che fr;chiare di venire sorpresi "); "La reazione ad eventuali attentati deve essere immediata, vio lenta, decisa, ene rgica e , se necessario, completata dalla distru7.ione dell'abitato··: a tale scopo il battaglione guastarori avrebbe sempre t:enuro pronta una squadra lanciafiamme con rre autocarri cli su pporto; i p iccoli avamposti d i CC. RR. e R. Guardie cli finanza nel caso di attacco avrebbero dovuto asserragliarsi, tenendo la posizione fino all'arrivo dei rinforzi; le rruprc avrebbero dovuto au mentare l'addestra rne nto alla marcia ; i co mandanLi in se rvizio isolato avrebbero dovuto usare "le dovute precauzioni" (bombe a mano, anenden1i ed autisti addesrrati, macchine sraffetta con pochi uomini bene armali). L'ulLi ma disposizione cl i RobotLi lasciava rrnsparire la diffide nza del Comandante de l Corpo d 'armata nei confronti degli autoctoni: "Il contegno con la popolazione non deve essere confidenziale. Occorre sorvegliare i direndenti ed impedire ad og ni costo che si affiatino con essa. Occorre orientare i corpi, le ,umi e le anime cl i tutti a qu esta diffidenza" (25). La ·'d iffidenzan richiesta da Roboni aggravò la tensione alla quale erano sottoposti i militari d i stanza in Slovenia. La sera ciel 25 otrobre a Lubiana un drappello di cinque soldati del 13° reggimento artiglieria apriva il fuoco contro due ..sospetti", uccidendoli: si trauava in realtà di due agenti di PS in servizio cli ronda (26) . Il 28 ottobre si ebbero altri due incidenti a Lubiana: nel primo ven ne ucciso un attivista dell'OF; nel secondo si svolse un confliuo a fuoco tra alcuni membri del VOS e un d rappello e.li militari italiani. Nella mattinata ciel 29 ouobre, in occasione del ventitresimo anniversario della liberazione della Sloven ia dalla dominazione austro-ungarica, alcuni insegnanti di scuole cd istituti di vari ordini e gradi, fecero alzare gli alunni e gli studenti dai loro banchi, chiedendo due minuti d i sile nzio; eia alcuni balconi d i Lubiana apparvero band iere slovene con al centro una s tella rossa a cinque punLc; contemporaneamente l'OF - aurnverso un lancio di volantini - invitò la popo-

( 25) Ibidem. ( 26) Ministero dell'Interno · D irezione Generale della Pubblicn Sicurczz;i • Sel"\'izio Forze .A rmati: cli Polizia. c;it. , p. 3 1.


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L'OCClll'AZlO:-IE ITALIANA DEI.LA SLOVENIA (19•11 - 1943)

!azione a commemorare tale data astenendosi per un'ora dal frequentare i pubblici ritrovi e rimanendo nelle proprie abitazioni. Dalle 19 alle 20 della stessa sera tutte le strade di Lubiana e di altre città minori si presentarono agli occhi dei militari ita liani completamente deserte. "La manifestazione", si leggeva s ul notiziario informativo del Corpo d 'armata "è pienamente riuscita" (27). Fu la prima, massiccia dimostrazione implicitamente antitaliana organizzata dal Fronte di liberazione . Il 30 ottobre, durame un ennesimo scontro vennero uccisi sei partigiani, ccl altri 14 fuorono arrestati. Le azioni dell 'OF si stavano verificando in numero crescente e con sempre maggio re intensità. La diffusione della propaganda dell'Of avveniva attrave rso la distribuzione clandestina clell'"Araldo Sloveno" , foglio scritto da attivisti del Fronte, in maggioranza aderenti al KPJ Iniziò a farsi slracla tra le autorità politico-militari italiane l'ipotesi di un movimenco cli contropropagancla organizzato dai settori anticomunisti. A questo proposito, si dovrebbe sott.olineare la posizione dell'Ufficio informazioni d el Comando ciel Corpo d'armata, in stridente contrasto con q uanto sostenuto personalmente dal generale Rohotti: "Numerose manifestazioni d i simpatia sia da parte del gruppo etnico tedesco che da q uello sloveno, avvalorano la convinzione che la maggior parte della popolazione civile, una volta epllrata cli quei pochi mestatori che, per ragioni più o meno ideologiche, svolgono propaganda sovversiva e attività terroristica, può essere facilmente contro llabi le e che essa non tarderebbe ad adattarsi al nuovo o rdine po litico" (28). Nei primi giorni cli novembre iniziò l'operazione di trasferimento verso nord dei tedeschi residenti nei distretti meridionali. Presso la Questura di Lubiana le auto rità germaniche inviarono una apposita commissione della Ordnungspolizei comandanta dal maggiore Jiolst, il quale avrebbe coordinato le dive rse fasi dell'operazione. Quesra si sarebbe articolata in una fase cli raccolta delle famiglie, alla quale sarebhe seguito il trasferimento su treni ed autocarri delle masserizie e quindi il trasferimento delle persone. Visto il clima estremamente ostile, le forze di PS, alle quali si erano all'uopo aggiunti i clue contingenti di rinforzo di Trieste e cli Roma, insieme ai CC.RR. ed a reparti appositamente d istaccati dal Corpo d'armata, avrebbero operato un'attenta vigilanza su tutte le linee ferrov iarie e camionabili. Si ebbero, durante i pattugliamenti, alcun i incruenti scont.ri a fuoco con i pa rtigiani : nonostante la limitatezza degli episodi, nei primi giorni cli novembre la d ivisione "Granatieri cli Sardegna" mise a disposizione della Questura, per la protezione ciel gruppo etnico tedesco in via cli trasferimento, 1.350 soldati, successivamente (l O novembre) ridotti a quamocento. Le operazioni sarebbero proseguite per

(27) SJVIE. U fficio stori<.:o, M -3, r. 324, n. 4. "Notiziari i nforrnmivi <lei Corno1ndo clell'Xl Corpo cl':1 rrnarn", Notizia rio del 30 o ttobre 1941. Un anonimo u fficia le, forse lo stesso Roholli, ,1ggiungcva a penna "Bisognav,1 chiudere i locali p rima". (28) !bidenz, Notizia rio del 31 011obre J941.


LA PRfM,\ FA~~ DELl.'INSUIU\EZIONE E Il. CU NFJ,ITI"O TI\A LE J\lJTORITA A LUl)IANA

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tutto l' inverno sino al febhraio 1942; completaLO il trasferimento il maggiore Holst rimase a Lub iana quale attaché presso la Q uesru ra per coadiuvare la lotta alle "bande ribelli" (29). La scarsità delle azioni compiute dalrOF contro i convogli diretti verso i distretti settentrionali non stava rapprese ntando affatto una flessione.: dell'attività titoista nella Slovenia ita liana . ln attesa de lla prossima p rimavera, lo Stato Maggiore dell 'OF stava compiendo un completo riassestamento delle sue fo rmazion i, attraverso la trasformazione dei distaccamenti (odred) in vere e proprie brigate d'assalto . La situazione venne efficacemente illustrata dall'Ufficio I dell'Xl Corpo d·armata il 6 novembre: si denotava il "salto di qualità" del movimento partigiano. che da una situazione caratteri:.aata dall'attività cli "e lementi ribelli isolati" stava passando ad un livello cli "bande armate che hanno ini7.iato ve re e proprie operazioni belliche". Le bande partigiane, i cui membri indossavano spesso uni.formi dell'ex esercito jugoslavo (e pertanto avrebbero potuto in realtà appanenere alle formazioni ceLniche di Avsic e Novak), erano state individuate nei distretti contigui alle frontiere con la Slovenia tedesca e con lo Stato Indipendente cli Croazia (30) Il 7 novembre si te nne a Lub ia na la prima riu nione ufficia le tra l'A lto Commissario Grazioli ed il Com.andante del Corpo d'armata generale Roboni, presenLi i comandanti delle divisioni .. Granatieri di Sardegna·· e "Isomo", il Questore, i capi di Stato Maggiore del Corpo d 'annata e delle due divisioni, il comandante de l grup po CC.RR. "ì\llilano" cli Lubiana, un ufficiale addelto all'Alto Commissariato ccl uno del comando dell'XI Corpo d'armata. Grn7.ioli espose una rdazione sul suo ultimo viaggio a Roma, dove era venuto a conoscenza cli colloqui tra Mussolini e il generale Cavallero, Capo cli Stato !'vlaggiorc dell'Esercito, in merito alla situazione di Lubiana . Durante tali colloqui si era ipotizzato l'assunzione d i Lutti i poteri da parte della locale autorità militare (l'XT Corpo d'armata). Tale possibilità era stata tuttavia scarLata dal Duce, che aveva preferito confermare la vigente separa7.ione delle prerogative. Succc.:ssivamcnte ai colloqui con Cavallero, Mussolini aveva ricevuto Grazio li. Q uest'ultimo aveva esposto con obiettività la grave situazione venutasi a creare nella provincia da lui amministrata all'indomani dell'attacco airUnione Sovietica e con la conseguente apparizione, al fia nco de lle forze nazionaliste, cli unità controllate dal Partito comu nista . Ma l'obiettivo dell'Alto Commissario era ben altro: "I la ammesso ( Graz io/i - NdA) come logica conseguenza della coesistenza dell'autorità politica e cli quella militare in un territorio in tali

(29) Ministero dell'Interno - Direzione Generale della Pubblica Sicurezza - Servizio For-

ie Arm:ite di Pol izia, cii., pp. 30-31. (30) SME, Ufficio stori co, M-3, F. 324, 13. 1, "Notiziari informazion i del Co,uando delrXI Corpo d'armaia··. :-lotiziario del 6 novembre 1941. In effeui va w 1101inca10 che. in questa prima fase, le autorità italiane non distinguevano tra comunisti e i cosiddeui ..naziona listi estremisti ", ovvero i sostenitori del movi111enco cli Mihajlovic.


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l,'OCCIJl'AZIO NE ITALI Ai\"A DELLJ\ SLOVENIA {l\>11 · 194:l)

condizioni, l'accavallamento dei reciproci poteri naturalmente in buona fede a causa ciel fervore cli lavoro ". Dunq ue, dopo una breve tregua , erano ricominciare le ostilità rra il potere civile e quello militare. Forte della decisione ciel Capo del Governo, l'Alto Commissario gestì con sicurezza la riunione ciel 7 novembre . La riunione affrontò due tematiche principali: l'eliminazione elci conflitti cli competenza e l'individuazione delle truppe da impiegare in servizio cli ordine p ubblico. Per il raggiungimento del primo scopo , veniva premessa la necessità cli una sempre pi ù stretta collaborazione fra le autorità politiche e quelle ;n ilitari, con lo scopo di "normalizzare" la vita della provincia . Il capove:so s uccessivo, infinitamente corretto e ricorretto dal l{oboni, dimostrava la delicatezza dei rapporti con l'Alto Commissariato. "Ch iarito a mezzo cli concreri ele menti probativi esposti dal Comandante clell'XI C.A. che finora , i suoi ordini ai comandi dipendenti e la condona d 'azione di questi ultimi, lungi dall 'intralciare l'opera dell'autorità civile, non si sono mai né accavallati né discostati dalle direttive generali dell'auto rità politica e neppure da quelle recentemente emanare da l foglio 96/ 6/ Ris., se si eccettuano le sole deroghe impost.e dallo svolgimento delle operazioni, anzi che tale ordinanza fu eseguir.a qualche volta anche a scapito della buona riuscita delle operazioni st.esse; " (31). Fatte queste premesse, vennero defini ti gli ambiti di competenza. Le operazioni di rastre llamenw intese come reazione immediata alle aggressioni partigiane sarebbero state condotte, in massima libertà d'azione ed autonomia, dall'autorità militare, la qua le avre bbe avuto anche l'assoluta competenza nell'interrogatorio degli eventuali prigionieri. Un rappresentante de lla PS (preferibilmente un carabiniere) avrebbe assistito agli interrogatori. La compete nza militare sarebbe cessata al momento della consegna dei prigionieri alle autorità di polizia territoriale. Tuttavia, l'autorità civile avrebbe potuto liberare prigionieri soltanto dopo avere ottenuto il nulla osta dall'autorità milit.are. Questa definizione delle competenze militari avrebbe dovuto risolvere una questione che e ra stata aperta in seguito all'episodio di Loz, quando - su richiesta della Questura di Lubiana - i pa rtigiani catturati erano stati consegnati dai militari alle autorità civili: l'immediata consegna dei prigionieri aveva impedito al Comando clell'XI Raggruppamento Guardie alla Frontiera di procedere nel prezioso interrogatorio. Per q uanto concerneva i rimanenti servizi cli ordine p ubblico, essi sarebbero stari concordati tra il Comando dell'Xl Corpo e le autorità di PS, in modo eia defi nire l'impiego di truppe in azioni cli polizia richieste dall'Alto Comrnissariato. I compiti cli polizia veri e propri, nelle campa-

(3 1) Da notare come nella ve rsio ne originale ciel verba le non corretta da Roboni, si affermava che gli ordi ni e h1 condotta ciel Corpo cl'armaca "non si era d i massima cliscoscarn dalle d ireu ive" dell'.1u toriw civile. Nella versione defin it iva , il Com:rn.den te preferì omettere l'avverb io per evitare spi ,1cevoli contestazioni d a parte d i Grnzioli e ribadire l ',1ssoluta buo na condotta dei suoi <.:omandi.


LA l'Jtl.\l \ fASE IJEl.l.1'1Sl:RRE;(IO'IE E Il. (.;())ffl.l1T O T IIA l.E ,\IITO)(IT,\ .\ l.ll llJAN,1

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gne, sarebbero stati devoluti ai nuc:l<..:i territoriali dei CC.RR. I m ilitari d i pattuglia presso le linee ferroviarie, telefoniche, telegrafiche ecl :1lle opere d'a rte (quesr'ul timo serv izio devo luto esclusivamente all'auto rità milicare) avrebbero avuto la facoltà di fermare autoveicoli e persone sospette per eseguire perquisizioni. 'Tali pc rquisi7.ioni dovranno però essere atruate, o in collaborazione di un organo dell'auto rità civ ile, o con la resrimonianza di due o più militari... I sospellati, dopo gli accertamenti a loro c:arico, sarebbero stati c:onsegnati ai CC. RR. Nella riunione del 7 novembre Grazioli e Roboni definiron o inoltre un p iù razional e im piego delle forze dislocare nella provincin, tenuto conto dcll'irnpossibi lit~t, per morivi strategici e logistici , cli ottener e eia l{oma dei rinforzi. Di conseguenza si convenne cli: - abolire le opera:cioni di rastre llamento su grandi aree; - limitare le azioni controffensi ve partenti da sedi cli presidi lonrani ('·ciò in relazione alla necessità cli risparmiare la truppa il più possibile.. ); - ridurre il personale addetto al la sorveglianza delle li nee ferroviari e, telegrafiche, telefoniche, e delle opere c1·arte; - r idurre il persona le addetto alla protezione delle famiglie tedesche ancora residenti nella Slovenia itali ana; - sganciare parzialmente la divisione .. G ranatieri di Sardegna·· dai servizi di ordine pubblic:o che esplicava a Lubiana , non appena fosse sopraggiunto a Lubiana l'YIIl bauaglione CC. NN. d'assalto "!vi .., eia poco assegnato in Slovenia. I.e.: Camicie Nere sarebbero rimaste alle dipendente <lellXJ Corpo d 'armata, ma, su richiesta cli Grazioli, sarebbero state irnpiegare a Lubiana per il mantenimento clell'orcline pubblico in sostiruzione elc i "Granatieri di Sardegna". Tra le altre tematiche affrontate da Robotti e Grazioli. fu definita l'azione di contropropaganda da effecruarsi nei confronti clel!'··azione deleteria e bugiarda dell'Araldo Sloveno'': ··- C<mtroffensiva sui giornali a utorizzari locali - già in atto: --: m anifestini mu ra li settimanali ; - opuscoli di propaganda". " Dati i risultali fattivi della presente riunione, che si è svolw in uno spirito di reciproca comprensio ne, è stalO convenuto che per l 'avvenire le aucorità militari e civili si riuniranno analogamente ogni mese per l 'esame della siruazione e per clerimcre tutte le questioni che dovessero nascere cl all'accennato incon veniente dell'accavallamento dei poteri." (32) ln realri\, l' incontro ciel 7 novembre, nonosta nte le speranze della vigilia, si era risolto in un fallimento per Grazi oli: l 'esclusiva competenza del Corpo d'armaca sulle o perazioni di rastrellamento aveva definitivamente fatto svanire le velle ità militari dell'Alto Commissario iniziare con la fai-

(32) S~IE. Ufficio storico. M -3, F. 324, H. 3. ·'Vi:!rlxil i delle riunion i 1enutc d:11 Co1m111dnnte di CA con Alto Commissario", Verbale della riunione che ha avuto luogo presso l'Alto Commis~:1riato i l giorno 7 novembre 1')4l / X:X.


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L'OCCC JPA7.10)1E l'JALIANA l>ELLA SJ.OVE)II A ( 194'1-1 943)

limentare operazione sul Krim e sul i\t!okrec della metà cli settembre; inoltre, la ribadita ingerenza dei militari nelle questioni cli o rdine pubblico gettava un'inquietante ipoteca sul futuro ruolo di Gra;doli. Con novembre l'att.ività militare e terroristica partigia na subì una fase d 'arresto, in attesa della nuova stagione, e l'OF p referì o rientarsi verso le iniziative propagandistiche. TI miglioramento della s ituazione nelle campagne e nelle regioni montuose dei distretti a sud di Lubiana non fece abbassare la guardia al Comando del Corpo d'armata il qua.le, oltre a riorganizzare le proprie GG.lJU. come deliberato il 7 nove mbre, insistette sulle azioni di contropropaganda. Basata essenzialmente sul conccLto della "magnan imità romana" nei confronti della popolazione slovena, la contropopagancla avrebbe dovuto essere svolta anche in forma pubblicitaria, con la proiezione pubblica di documentari cine matografici Luce e con l'organizzazione di ve ri e propri "viaggi promozionali" in Italia pe r comitive di studenti ed operai: in tal modo si sarebbe "(...) fatto conoscere meglio che cosa è veramente l'Italia, chi sono veramente gli italiani, e q uali realizzazioni ha raggiunto il Regime fascista" (33). L'interesse verso la questione propagandistica non fece scordare tuttavia alle autorità militari la gravità ciel fenomeno ribellistico: il 19 novembre venne insediato nel capoluogo una sede distaccata del Tribunale militare della Seconda Armata. Come procuratore militare venne nominato il procuratore reggente del Re cli Torino, Enrico 1'vlacis, assimilato al grado cli colonnello. Inoltre il Tribunale straordinario creato eia Graziali all'indomani dell'ordinanza clell'l l settembre venne soppresso con l'estensione sulla provincia della giurisdizione del Tribunale Speciale per la difesa de llo Staro di Trieste. Il relativo calo de ll'attività panigiana consentì all'Alto Commissario cli incrementare le indagini nel te ntativo di scoprire le centrali organizzative del Fronte cli liberazione. Il 9 novembre venne arrestato Josef Oven, leader ed o rganizzatore cli una piccola ma attiva organ izzazione fiancheggiatrice dell'OF, la "Difesa Contadina." (Se[jacka Ohrana); il 18 novembre i nuclei mobili dei CC.RR. di Lubiana individuarono un centro studentesco di propaganda antitaliana presso la facoltà di Ingegneria (\o "Sloveno Club"), e sequestrarono numeroso materiale "sovversivo". Tn una battuta del 24 novembre le forze dell'ordine scopri rono alt.ri covi della resistenza, arrestando due attivisti dell'O.r e sequestrando ulteriore materiale propagandistico e documentazione organizzativa. Dalla lettura dei documenti rinvenuti presso lo "Sloveno Club" e gli altri covi, le autorità iniziarono il difficile lavoro cli ricostruzione dell'organigramma dirigenziale del Fronte di Liberazione, individuando nel dottore .rermevc, proveniente da Maribor e residente a Lubiana , uno dei principali nuovi dirigenti del KPJ sloveno.

(33) SMe, Ufficio storico , M-3, F. 324, B. 4, "Notizia ri lnformnioni del Comando <lell'XI Corpo cl 'armaw", Notiziario del 16 novembre 191 1.


I, \ PIU,\I I f \SE OFl.l.'l,SURKFZIO'IE E Il. CO'<FLITl'O 11lA I.E AlJTORITA A l.L' BIAKA

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I.e iniziative di Grazio li. prese senza consultare il Comando cli Corpo d 'armata, irritarono Robon i che vide disattesi i "buoni i nLendirncnLi " dell'incontro del 7 novembre. In una nota del 30 novernhrc ind irizzata al Comando della 2:1 Armata, il Comandante dellXI Corpo d'ar1nata rinnovava le sue prm cste in merito all'operato dell'A lto Comm issario. '·Sembra quasi" scriveva Robotti. come se volesse sminuire la recente attività ciel suo referenre-amagonista "che l'a uto rilà d i polizia soffra per i risu ltati p ratici oucnuti dall'autorità m ilitare, risul tali che essa interprcla come parente di insufficienza, cli incapaciLà della propria azione ( .. .) . Ne segue un 'azione com plessiva slegata, u na collabo ra zione che non è cale perché intralcia ~1nziché completare, con mezzi e poteri maggiori, quanlo l'autorità m ilitare oltiene attraverso u n'organizzazione p ropria (34) . Si stava profil ando dunque una definitiva contrapposizione tra autorità civile e miliLare con conseguenze dirompenti sulla del icma gestione clell'o rcl ine p ubblico nell a provincia annessa". Il contrasto verteva sosLanzia lmente su l desiderio delle autorità civili di risolvere la situazione con m isure p olitiche c tecniche di polizia, di contro alla convinzione dei mi li tari che occorresse invece adottare p ro vvedimenti molto più drastici. cli carnuere militare, per la prevenzione e 1~1 repressione'' (35). Il 1° dicembre 1941, in occasi o ne ciel ventitresimo anniversa rio della nascirn del Regno Serbo-Croato-Sloveno, l 'OF organizzò una serie e.li di mostrazio ni cl i varia natu ra in alcune città del la p rov incia, in p articolare a T.ubiana e Kovo Mesto. lo scopo era duplice: da un l ato, la vol ontà di ribad ire l'i ndomabilità del Fro nte cl i libera zio ne; dall'altro, data la n:itura al contempo patrio ttica e mo narchica della ricorrenza, si voleva lanciare un messaggio cli un ità alle forze nazionaliste e catto liche attestate su posizio ni ne utrali e d iffi denti verso l'Of, d im ostrando loro l 'assoluta buona fede ·'jugoslavisw" del movimento cli liberazione. Si ripeterono le mani festa zion i del 29 ottobre: eia ci rca u n mese era sLata effettuata una capillare distribuzione di manifestini che avevano avvisato la popo lazione dell'incombente ricorrenza. li giorno fati d ico, in alcune scuole una pan e degli alunn i e degli studenti si alzarono in p iedi per un minuto, per ricordare in silenzio la nascita della Jugoslavia (36): dalle 19 alle 20 si ebbe una "quasi cornpkta astensione", come av rcl)be ricordato Grazioli in una segnalnione al Ministero dell'Tnterno "da

(3ft) IZDG . r . 656/Jll/ 15. '·Le1tern di Hobotti al C:omanclantc della 2" Ann:1ta" , 30 novembre J<)4 1, r i1 ata in: Teodoro Sala. ·'Occu pazione rn iliwre e :1mn1in is1 r.izionc civile nC'II:, ·Provincia' di Lubiana-. cir .. p. 88 e noia 61. (35) Minis1ero dell'l rucrno - Direzione Generale della Pubblica Sinrrezza • Sen izio rorzc Arnia1e d i Pol izi:1. cit .. p. ,52. (36) Da notart· che ndl:1 Regia LJnivcrsi1:·, le lezioni prost-guirono viccvers:1 senz:1 i11 1erruzioni a causa dell'at1ivi1:'1 con1ropropagandisw dt•i circoli studcnte~chi dell:I de:;tra clerica le qual i la S1m z a ci el p rofessor Ehrl ir ll.


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1.'0CCUPAZIO:s!E I TAl.lANA f)J;J,l,A SLOVENI A ( 194 1-J9/4j)

parte della popolazione nella circolazione e nella frequenza dei locali p ubblici" (37). Poco dopo l'inizio dello scio pero, a[[ivisti dell'OF fecero esplodere 1.111 ordigno acl orologeria in via Celjarski Nasip, presso piazza Tre Ponti, una zona secondaria del centro cittadino. All'attentato, "con effetto più che a ltro a carattere morale per la fo rte detonazione" (38), seguì una drammatica sparatoria: un drappello cli soldati della "Granatieri cli Sardegna" e cli militi dell'appena assegnato VITI battaglione CCNN. "M", in servizio cli o rdine pubblico e accorsi sul luogo dell'esplosione, iniziarono a sparare s ulla folla che, spaventata dall'esplosione, stava allontanandosi di corsa. Due innocenti vennero uccisi, il presidente della Federazione Commercianti, Vikror Meden, e l'industriale Jan Jakor, entrambi trovantisi sul luogo per puro caso e non fermatisi all'intimazione dei militari. Una te rza vittima delle pattuglie italiane fu un avventore in una vicina trattoria, aggredito eia un gruppo cli militari (39). Circa dieci minuti dopo sopraggiungevano in piazza Tre Ponti altre pattuglie in servizio cli ronda e militari in libera uscita armati. Quasi a voler sottolineare l'imperizia delle Forze Annate, l'Alto Commissario descrisse impietosamente lo scenario tragicomico che si era· venuto a creare: le pattuglie e i militari in libera uscita "cominciarono a sparare, essendosi sparsa la voce che eia una finestra sarebbero stati esplosi colpi di arma da fuoco . Anche da altre parti della città, eia parte di ufficiali e soldati si è iniziato il fuoco contro finestre od in aria, senza sapere pe rcbé e contro chi si sparasse" . Poco prima del coprifuoco (fissato alle ore 21) una trentina cli studenti cattolici guidati da un sacerdote vennero sorpresi mentre uscivano dalla cu ria vescovile da un numeroso gruppo di sconosciuti che li circondarono, malmenarono e costrinsero a dirigersi verso il centro della città a braccia alzate in segno cli resa. Nella già citata segnalazione, Grazioli illustrò al Ministero dell'Interno la natura della manifestazione. "Preparata attraverso una propaganda serrata e con larga distribuzione cli manifestini ed (37) "L'Alto Cornmissario Grazioli al Ministero d ell 'I nterno", 3 dicembre 1941 e allega ti; allegato a SME, Ufficio storico, M-3, f. 324, B. 3, " lielazione del Cornandame dell'XI Corpo d'armata al Comand o della 2" Arm,na", 17 dicem bre 1941. (38) Ibidem. (39) Curiosameme, l 'avventore ferito, Slavko Grikar, era un impicgaro presso l'AllO Commissariai.e> (Ibidem). La deposizione del G ri kar, raccolta i l 2 dicembre all'ospedale cli I.ubiana ei a un agente ccl u n cornmissario aggiunl.l> di PS, rappresentò con efficicia il cl ima dei concitati minuti successivi all 'espolosio ne: G ri kar si trovava p resso l 'osteria Akeska, in via 1-lrdarjcva Nabrez, in compagni,1 cli due soldati itali;ini , ai qual i aveva offerco da bere ··rn quel momenco si udì fuori dell'esercizio u na forte esplosione. Con i due militari swvo per usci re fuo ri, ma nello stesso momento entrarono nell'eserciz io akun i solclaci çon l'clmeHo e armati. Mi chiesero ch i foss i ed io rispos i ciancio il mio nome e dicendo che ero amico, perché impiegato all'A lto Co111 rniss:1riato. Uno dei detti soldati, nonostante che i milita ri ai quali ,1vevo offerto da bere cercassero difendermi, rni colpì due volre col caldo del moschecto. Uopo non riço rdo cosa sia successo avendo percJuto i sensi che ho riacq uisw ti al mio arrivo all'osped ale. Non so a quale rep,1110 i sold ati appartenessero." (Ibidem, Copia della depo~izione cl i Slavko Grikar, allega1a).


I.•\ PRl~li\ fA5E OEl.1. IX~l' l\llEZIOXI] F Il. C:OKFI.JlTO l RA I F ,\I ITORIT,Ì. A l.l,IIIAi\A

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altre pubblica7.ioni clandestine. da parte del partito comunista e da clementi estremisti-nazionalisti, associati ormai al comunismo··, la celebrazione era stata designata dall 'OF quaJe "g iornata rivolu zionaria del popolo sloveno, che dov rà insorgere in massa contro 'l'oppressore"'. Nonostante i fatti, peraltro minuziosamente descritti nella segnalazione, l'Alto Commissario si affrettava a sottolineare che la man ifestazione era stara un quasi com p leto insuccesso, per la prevenzione effettuata dagli organi di polizia, per la presenza d i fo rti presidi militari e per "sintomi cli rezione da parte della massa sana della popolazione che stigmatizza l 'azione dei comunisti, sia per gli incidenti che provocano, sia perché si teme una sempre p iù dura linea cli governo da pa rte dell e autorità iLaliane". In realtà, quest'ultima considerazione strideva con gli avvenimenti stessi, in modo particolare con l'aggressione subita da ben trenta studenti cacrolici, senz'altro circondati da un nutrito gruppo di avversari che avevano potuLo agire indisturbati. Le conclusion i di Graziali erano tutte con~cntrate, infi ne, sul comportamento dei m ilitari in segu ito all'espJosione. "La prima rea,ione, dopo lo scoppio della bomba , è perfettamente giustificata . T.o spettacolo che si è dato dopo, dimostra quello staro di nervosismo a cu i sono in preda i rn iliLari dislocati in questa provincia, e dovuto all'azione dei Joro comandanLi . Non è stata certamente un'azione cli forza, ma bensì (sic), a mio avviso, dimostrazione cli impotenza, di mancato controllo sui p ropri uomini e di panico. Malgrado l'energica azione degli organi di polizia si sono ud iti colpi di arma eia fuoco sino all a o re 21 ,10. Su quanto sopra ho richiamato vivamente l'atten7.io ne ciel locale Comandante della Divisione Militare" (40). La risposta, stizzita, di Roboni non sarebbe tardata. In una relazione del 17 dicembre trasmessa al Comando della Seconda armata, il Comandante clell'Xl Corpo d 'armata riba ltava drasticamente l 'ana lisi della situazione compiuta eia Grazioli: ·'Ieri sera, cla fonre confidenziale che non nomino per non esporla ad eventuali rappresaglie, ho avmo copia della relazione w1smessa dal! '/\. Commissario al M inistero degli Interni circa i fatti del 1° d icembre. Non ho motivo d i club it:1re dell'autenticità ciel documemo, ciel quale allego copia. Merro in evidenza nei confronti cli quanco riferisce !'A.Commissario al ~liniscero Interni, quanto nel verbale è detto circa gli inci.clenti del 1° d icembre. L'Eccellenza Grazia li ba accennato a col pi di fu cile che, p er essere srati sparati in vari punti della città , potevano dare l'impressione che qualcosa di grave stesse succedendo : ha però esposro la cosa senza rappresentarla come inconveniente da addeb irnrsi all'autorità milita re. I l Comandante la fanteria della divisione "Granatieri cli Sardegna" face notare che cc.o n. e truppe in ser vizio di 0 .P. erano a disposi zione clclla P.S. e no n dipendevano quindi da autorità militari .. el rapporto all'Autorità Centrale. i fatti vengono travisati in modo da far ricadere sui m ilitari le responsabilità di quanto è successo, nono-

(40) Ibidem.


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H )CCUl't\ZIOKE ITALIANA DELLA SLOVEN IA

( 194 1-1943)

stante "la energica azione" della pol izia . Non discuto le benemerenze delle autorità di polizia : no to soltanLo che la manifestazione, strombazzata ai quattro venti per o ltre un mese da parte degli organizzatori, ha avuto pieno successo e suona decisamente come uno schiaffo all'autorità politica e, quello che è peggio, al princip io d i autorità . Unica azione energica di repressione in tanto grigiore è q uella dei militari, sia pure alle dipendenze della P.S. Jl contegno dei militari in genere è stato tranquillo : molti ufficiali hanno assistito al l'opera di tacita intimidazione esercitata dai componenti del Comitato F. L. (Fronte cli Liberazione - Nc!A) che, p resentatisi nei locali pubblici, hanno con la sola loro p resenza, imposto alla popolazione civile l'allon tanamento dai locali ed il rientro alle abitazioni. Non hanno reagito perché la loro azione d i individui isolati non avrebbe avuto risultati pratici e perché il comp ito d i reprimere tale fo rma di attività è di spettan za della pol izia. Tutto ciò sta a dimostrare che i soldati, ufficiali e truppa, hanno i ne rvi a posto, ma tengono gli occhi aperti perché non vogliono, non devono es::;ere sorpresi". Le conclusioni cli Robotti si concentravano sul compo rtamento dell'Alto Commissario : "Già ho segnalato la tendenza dell'autorità p olitica a minimizzare gli incidenti: nel caso particolare del 1° dicembre tale tendenza si è accencu arn , con l'aggravante non simpatica, di far cadere la colpa su i militari, esonerandone chi doveva prevenire , cioé la poli ;,:ia e, incl irettarnente, la 'buona popolazione slovena' (tra virgolette ne/L'originale - NdA). Non faccio altri co rnrnenti. L'autorità militare continuerà per la strada che le superiori direuive le hanno tracciato e che non ammettono devia;,:ioni q uando ci si trovi d i fro nte a circostanze che impegnano il prestigio ed il buon nome dell 'Esercito. Di q uesLa dopp ia faccia dell'Autorità politica locale terrò conto in modo da into nare opportunamente i reciproci rapporti" (4 1).

Lungi dall'essere stata una manifesrazio ne cli portata decisiva , la giornata del 1° dicembre e le sue conseguenze, avrebbero rappresentato la definitiva, insanabile rottura tra i poteri milirnre e civile a Lubiana. Nella notte tra il 4 ed il 5 dicembre un nu meroso distaccamento partigiano assalì il presidio dei Granatieri d i Sardegna cli Preserje, lungo la linea ferroviaria Lubiana-Postumia-Trieste. Furo no uccisi quattro militari italiani e ne furono feriti altrettanti. Prima cli ritirarsi, i titoisti tentarono cli fa re saltare il ponte della cittadina, riusce ndo tuttavia soltanto a danneggiarlo, ferendo altri due soldati. La reazio ne italiana comportò il rastrellamento, della zona circostant.e l'abitato, condotto eia reparti divisionali e da forze cli polizia, con l'arresto di quaranta sospetti, dei quali 38 rei confessi (42). 11 5 dicembre, a Lubiana, vennero uccisi in un'imbo-

(41) SME, Ufficio storico, M-3, F. 324, 13. 3, "Rel,1zione <lei Co01.ind an1.e del l' Xl Corro c1·arrnata al Comand o della 2" Armata", 17 d icembre 1941. (4 2) l bide111, " Verba le d e lla riu nione che ha av u10 luogo r resso l'Alto Commissariato il giorno 12 dicembre 1941 - XX"


lo\ l'lUM,\ F1\ SE DEI.I.T'<SUI\REZIONE E ll. C:OKFl.lT fO TR.-\ l,E ACTOIUTf. A LL:CllANA

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scara altri cinque militari italiani; le indagini della Questura condussero a ll'arresto di 25 sospettati. Il 9 dicen1bre, presso il poligono di tiro di via Dolen a Lubiana , un plotone dell'VITT battaglione CC.NN . "t\11" fucilò Joscp Michelcic, esponente del Partito comunista arrestato qualch e g iorno prima (43). Nei primi giorni d i dicembre era frattanto iniziato presso il Tribunale Speciale cli Trieste il primo grande processo nei confronti d i 56 de tenuti sloveni, a rrestati nei mesi precedenti nel corso di varie azioni eia parte d ella PS e delle Forze Armate. L'1 l dicembre, men tre i giudici, riuniti in carnera cli consiglio, erano in procinLo di emettere la sentenza, Graziali ricevette numerose richieste di clemenza nei confronti di tutti g li imputati. Tra i firmatari, il vescovo Rozman, il rettore dell'Università dott. J\,filk o Kos, il podestà di Lubiana Acllesic, l'ex bano Marlw Natlacen. Nei giorni segu e nti , a ll'Alto Com missariato furono fa tte pervenire a ltre ric hieste di clemenza, tra le quali quella degli ex ministri jugoslavi Drago Marusec (già bano d ella Slovenia prima cli Natlacen), Ivan Puceli e Frane Novak; ciel preside nte dell'Associazione industriali August Praprotnik, ciel vicepodestà Vzoclimir Ravnihar, cli ventitre associazioni di categoria, e nti e circoli culturali della provincia e dei fam ig lia ri degli impu tati (44) La presenza dei num erosi esponenti politici notoriamenre filoitaliani (Natlacen, Rozrnan, Puceli, Avsic, Praprotnik) e l'adesione agli appelli cli grazia da larga della "socie tà civile" della provincia e rano la d imostrazione che, non ostante alcu ni attentati ne i confronti di collaborazionisri (per lo più agenti sloveni di PS) , la guerra c ivile era an<.:ora lontana e lo scontro stava riguardando escl1.1sivamen te g li occupatori italiani. Il 12 d icembre 1941, in un clima d ifficile appesantito d al conflitto tra le autorità, si tenne a Lubiana il secondo incontro p e riodico tra rappresentanti dei poteri m ilitari e civili. O ltre a Graziali e Robotti, a lla riunione parteciparono i comandanti del le d ue divisioni e clell'XI Ragg ru ppamento Guard ia alla Fro ntiera, il Questore, i comandanti cl'art.iglieria e del genio del Corpo d 'armata , il comandante ciel Battaglione "l'v1ilano " dei CC.RR., il comandante d e l battaglione delle Regie Guardie cli Finanza di Lubiana, un ufficiale ac.letto all'Alto Commissariato e due ciel Comando del Corpo d'armata. Particolare significativo, alla riunione presero parte a n che il presidente ed il p rocuratore gen erale del Trib unale m ilitare cli Lubiana. Graziali, non senza una certa ipocrisia visti i fatti e.li pochi giorni prima, ri volse a nzitutto "parole cli pla uso" per le Forze Arma te : "Pie no riconoscimento", si leggeva ne l verbale della riunione redatto dallo Stato Maggiore del Corpo d 'armata "ha avuto il notevole conrrib1.1to dato dall'Autorità militare per il raggiungimento e.li raie stretta collaborazione, con

(43) i\CS, PCM, 194 1-43, l\. 2661 , F. 1-l -13-21006, sonofasc. 11, ·' L'Alto Commissario della provi ncia <li I.ubiana al Mini.~tero degli Intern i", 9 dicembre 194 1. (44) Ibidem, telegrammi d eU-11 d icembre 1941 e seguenti.


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l.'OCCI.JPA7.IONE ITAI.IAKA DEI.I, \ 5L0VE.'% \ ( 19-i H91i3)

un operato che è sempre informato ad una linea cli condotta scrupolosamente aderente alle direttive emanate dalle autorità politiche. E l'Alto Commissario è lieto di dare pieno atto di questa aderenza". Vennero affrontati gli avvenimenti de i gio rni p recedenti, ovvero la giornata ciel 1° dicembre e l'aggressio ne cli Preserje. Circa il 1° dicembre, l'Alto Comm issario metteva in rilievo il comportamento della popolazione civile, la quale si era "comportata bene" nelle campagne e nei distretti minori e viceversa aveva contribuito fattivamente alla riuscita della manifestazione a Lubiana e Novo Mesto. Gli alunni e gli s tudenti che avevano aderito all'invito di alzarsi in pied i per un minum erano stati espulsi, le scuole dove s i erano manifesLari tali e pisodi erano state parzia lmente o totalmente chi use, a seconda dell'estens ione della manifestazione. Riguardo la bomba presso i Tre Ponti, Grazioli "ha avuto parole cl i comprensione e di e logio per il comportamento dei militari in servizio cli 0 .P. la cui reazione energica, immediata e decisa, al momento dello scoppio e della fuga dei lanciatori o presunti ta li , ha s troncato, su l nascere i piani p redisposti dai rivoltosi. Gli effetti dell'azione d i fuoco, tempestiva e violenta, hanno prodotto un ottimo risultato, riusce ndo di esemplare monito ai malintenzionati." L'Alto Commissario rilevava che, a detta degli informatori della Questura, la popolazione aveva disapprovato l'attentato e i "criminali attentatori che, con il loro gesto inconsulto, hanno coinvolto persone irresponsabili": nessun riferimento al fatto che le "persone irresponsabili" erano state uccise o ferite dal drappello d i soldati e camicie nere accorse sul luogo dell'esplosione. Il comandante dei CC.RR., intervenuto nell'analisi di Grazioli, rilevava inoltre che l'adesione alla diserzione dalle strade cli Lubiana era stata sovente organizzata con mezzi coercitivi eia "gruppi cli giovanotti" che, entrati nei locali pubblici, avevano obbligato con minacce gli avventori a fare ritorno nelle proprie abitazioni. L'esposizione di Grazioli. e dei suoi collaboratori si concludeva con una nota sostanzialmente riduttiva dell'episodio e, per q uanto concerneva la popolazione civile, "la massa della popolazione slovena è, nel complesso, molle, senza s pina dorsale e faci lmente terrorizzabile. L'azione cli repressione deve pertanto essere rivolta specia lmemc contro la minoranza sovversiva che, con un'intensa operazione di propaganda, pote nziata eia atroci rappresaglie e da atti di pre potenza, domina la rimane nte popolazione costringendola al favoreggiamento. Tale favo reggiamento occorrerà stroncare estenclenclo la reazione punitiva a tutti coloro che, con atteggiamento remissivo alle intimazioni dei ribelli, consentono la facile realizzazione clei lo ro p iani criminosi. A tale scopo, l'Alto Commissario ha richiesto all'Autorità Centra le l'autorizzazione di poter confiscare tutti i beni elci favoregg iatori, beni che potranno essere in parte devoluti per il risarcimento degli inevitabili danni subiti da persone innoce nti." Circa l'aggressione d i Preserje , s i conveniva che i 38 rei confessi fossero g iudicati al p iù presto e severamente puniti. Si ipotizzò di fucilare


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i colpevoli nel preciso luogo dove '"i bandiri hanno consumato il delitto·· (45) Veniva quindi i llustrata la situa7.ionc anu:1 le, influenzat<.1 o ltre che da i residui delle manifestazioni del JO d icembre, anche dal processo in corso a Trieste conrro i 56 ··tcrrorisri sloveni. processo che sboccherà in alcune condanne a rnone·· . Roboni illuscrò i p rovvedimenti da adoHare per p reven ire qualsia.si reazione al.l 'i nc.lornani della semenza eia parte clell 'OF. ln generale il Comanclanre del Corpo d 'annata sospettava che il movimento parrigiano stava riorganizzandosi per meglio sferrare un artacco contro le am orità di occupa7. io ne. l provvedimenti, du nque sarebbero sca ti incentrati su du e linee d irettive: ricerca, p<.:rsecuzione, disorganizzazione e distruzio ne delle bande armate da parte dei repa rti, d islocaci anche per addestramenro, nei territori ad alta densità partigiana ( il Krim e il Mokrec); stato cl'alla rme permanente nei presidi e rafforz.amcnto degli stessi med iante osrncoli passiv i, come muretti e reticolati . e mediante l 'assegnazione ai m ilitari e.l i presidio di arm i automatiche addizionali. I noltre, si sarebbero creati gruppi mobili con lo scopo di un pronto intervento in supporto ai presidi eventualmente auaccaci. Tn parti.colare, si s,uehhero cre:1ti nuclei dell'entità numerica e.l i un battaglione, nei presid i "a ri schio '' di Lubiana, Kocevj<.:, Logarec e Novo Mesto. I m 1clei mobili sarebbero stati integrati dai reparti dipendenti dall'Alto Commissariato ed agli ordini del XIV batcaglionc "!\1ilano" dei CC.RR. Infine sarebbe stata aumentata la sorveglianza alle opera d'a rte, "effi cace obiettivo elci ribe lli''. Concertato il p rogramma di reazione armata, le autorità italiane definivano quindi le iniziative di contropropaganda eia adottare. Alla proposta e.li Robotti d i creare un perio dico filo-i taliano da contrapporre all'azio ne "deleteria" c.lcll"'Araldo Sloveno", Grazio li rispose proponendo viceversa l a redazione cli un "A raldo Sloveno" identico nel formato e nell 'impaginazione a quello delJ'OF: scopo della simulazione '·creare della confusione con articoli i q uali, pur non facendo trasparire che si mmi di copie apocrire del libello, portino incertezza e dissenso nell 'organ izzazione sovvcrsiva . Tali anicoli, intelligentemente cammuffoti . dovranno dare alla popolazione l 'esatta sensazione di non persevara re in un vano cunregno ostile e l 'oppo rtunità che le; bande armate vengano sciolte per no n creare im 1tili m artiri ". I noltre, l 'Alto Comm issario illustrò il p rogramma di attività contropropagandistica da lui redatto: - controffensiva sui giornali locali; - affissione settimanale di manifestini murali b ilingui; - distribuzione clancksrina e p~tlese cli vola ntini;

(4 5) Gli :1cc\1sali del l'aggn;~~io ne d i Pri.:8erje sa rebbero stat i giutlit'ati dal neois1 itu i10 Tribu nale miliiare. Il 25 febb ra io 1942 l:l cort e emise una sen ten za d i ,n orte per 28 imp u1:11i, 12 furono <"Ondannati all'erga!>tolo. e novt: a pene vari:1bili 1ra i rre l' i tre nt'anni cli c·a rccrc. Dei 28 condannati a mm1c. sedici furono fucilati (Giu:,eppe Piemontese. cii .. p. 2<1).


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l,'OCCUPA7.f0NE fTAI.IAKA DEI.I.A SLOVE:-l fA ( 19/4 1-1913)

- propagand a attraverso radiodiffusion i da effettuarsi quotidianamente alle ore 20.15, dopo il bollettino serale, per controbattere alle diffusioni clandestine dell'OF, che avvenivano alle ore 17 "dei giorni in cui i dirigenti comunisti ritengono necessario emanare ord ini e notizie" . La trattazione della situazione politico-militare si concluse con l'accettazione eia p arte di Robotti della proposta di Grazioli cli ricoverare i partigiani feriti negli ospedali militari, maggiormente attrezzati per la sorveglianza dei p rigionieri rispetto alle strutture sanitarie civili . Circa le altre questioni, cli ordine logistico, si decise cl i respingere la proposta ciel Comandante ciel gruppo "Milano" di rinforzare i posti d i CC.RR. isolati con reparti clell'Esercit.o: la motiva7.ione di tale rifiuto risedeva nel fatto che un rinforzo limitato, con poche unità, no n avrebbe modificato la situazione vulnerabile dei posti; un rinforzo considerevole avrebbe compo rtato un'eccessiva parcellizzazione dei reparti con una dispersione d i forze estremamente pericolosa. Si sarebbe quindi abo lita la maggior parte dei posti CC. RR. isolati, ampliando la circoscrizione territoriale dei rimane nti. I rinforzi sarebbero stati limitati esclusivamente ai posti che ricoprivano compiti particolarmente importanti. Inoltre, venne deliberato che la custodia dei beni appartenenti al gruppo etnico tedesco in via d i trasfe rimento sarebbe stata trasferita dai reparti dell'esercito alle formazio ni cli gendarmi sloveni inquadrati nel gruppo "l'vlilano" dei CC.RR e nel battaglione della Regia Guard ia di Finanza . 1 gendarmi sarebbero stati fo rni ti cli armi e mun izionamento italiani, "col duplice vantaggio di controllarne l'imp iego ed assicurare il rifornimento delle munizioni" . La riu nione del 12 dicembre si conchiuse con l'esposizione del p ro curatore militare, circa le sfere di competenza delle auto rità politica e militare in materia giudiziaria . Nella riunione del 7 novembre si era stabilito che l'auto rità militare avrebbe dovuto espe rire soltanto alcune funzioni cl i polizia giud iziaria, a seconda dei casi. Il Procuratore militare, citando l'articolo 301 del Codice penale militare d i pace (46) , sottolineò che l'autorità militare era sempre investita degli accertamenti elci reati commessi nei limiti della sua competenza. Q uindi l'azione investigativa non avrebbe dovuto intendersi come una facoltà del Comando cli Corpo d'armata ma come un suo preciso dovere, d al quale sarebbe scaturito il s uo diritto ad esperire le indagini. Robotti interpretò la considerazio ne del magistrato come una victoria nella sua lunga querelle con Grazio li : "Questo chiarimenro ciel Procurato re Militare del Re Imperatore ha servito a provare ancora una volta che l'attività del C.d'A., lungi dall'esorbitare la compete nza fissatagl i dalla legge, si è mantenuta sempre su di una linea di assoluta legal ità con la s ua attività cli raccolta notizie e di repressioni (. ..) . Dato che la legge conferisce all'autorità militare persino

(46) L;1 Slovenia no n era stata ancora dichiarata zona o perati va, e quindi non en1 sw lO ,1ppl kato il codice penale m ilitare d i guerra .


I.A PIUMA FASI: ()El.l:INSURREZIONE E Il. c:o:s; H.rrro TRJ\ LE AUTORITA A J.UUJ.\)iA

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ai comandanti d i posto, fisso o mobile, il potere cli esperire atti di polizia giudiziaria, l'Eccellenza il Comandante dell'Xl C.d'A. invita il Procuratore Militare a suggerire quelle eventuali limitazioni atte ad evitare il verificarsi cli possibili inconven ienti nella pratica esplicazione cli così delicate funzioni" (47). Anche la !:>econcla riunione, come quella del 7 novembre, si era risolta in una sconfitta per l'Alto Commissario, che vedeva così ulterionne nlc ridursi le sue p rerogative. Il 14 dicembre il Tribunale Speciale cli Trie!:>le pronunciò la sentenza nei confronti dei 56 imputati. Vennero condannaci a morte: Leopoldo Cermelj, di anni 52, triestino cli nazionalità italiana, "dirigente d i associazione nazionalistica s lovena spionistica e terroristica"; Vittorio Bobek, dianni 32, cittadino italiano aderente al Partito comunista sloveno; Antonio Scuka, d i anni 29, appartenente ad una "associazione studentesca spionistica slovena''; Ivan Ivancic, di anni 28, comun ista sloveno; Pranc Kaus, cli anni 28, comunista sloveno; Sirnon Kos, di anni 30, comunista sloveno; Theodor Sardo, di anni 43, nazionalista sloveno; Ivan Vadnal, cli anni 40, comunista sloveno; Josep Tomasi , comunista sloveno. In w tale , nove condan ne a morte, alle quali si aggiunsero ventitré condanne a trent'anni d i reclusione ccl altre ventiquattro condanne con pe ne detentive variabili Lra uno e 24 anni. Il prefetto di TriesLe, Tamburini, nell'informare il Ministero dell'Interno scrisse che la "sentenza è stata accolta con vivi applausi dalla fo lla presente nell'aula costituita in massima parte da fascisti..." (48). Si e bbero ulteriori richieste di cle menza, come quella di Agostino Kostelec, abate ciel monastero cli Sticna. Sotto la pressione delle numerose domande cli grazia, quattro dei nove condannati videro la loro pena commutata in ergastolo: Bobek, Ivancic, Kos, Vacl.nal e Tornasi furono viceversa fucilaci il giorno dopo la sentenza (19). La ris posta clell'OF alla sentenza cli Trieste fu immediata: il 15 dicembre un ordigno esplose nella fa bbrica chimica di Mosre Lubiana, un sobborgo ciel capoluogo. Le pattuglie iniziarono un rastrellamento nell'abitato e ad un posto cl i blocco un· passante, non fermatosi all'intimazione dei militari, rimase ucciso. Il 16 dicembre il Tribunale militare di Lubiana condannò a morte sette partigiani catturati, che venne ro fucilati il giorno :;;uccessivo. La situazione, divenuta incandescente dopo la sentenza cli Trieste, non distolse Grazioli dalla polem ica con Robotti, soprattutto alla luce di quanto discusso nel corso della riunione ciel 12 d icembre. Il 23 dicembre il Ministero dell'Interno inviò alla Presidenza del Consiglio ccl al Ministero di Grazia e GiusLizia uno s tralcio di una comunicazione dell'A lto Commissario. Con rife rimento alla priorità dei militari sul le q uestioni (47) SME, Uffkio storico, ivl-:l, r. 324, I3. 3, ··verbale della riu n ione che h,, ;ivuto luogo presso l 'Alto Commissari,Ho i l giorno 12 dict!mbre 1941 - XX". (48) ACS, PCM 1941-43, B 2927. I'. 2/4-2-33321, '· Jl Preft!l to Tamburin i ,1] Min istero degl i Interni'", 14 dicembre .1 941. (49) ibidem.


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l.'OCClJPAZION E ITALIAKA U ELLA SLOVEN I,\ ( 194 1-194.l)

cli p ubblica sicurezza in Slovenia, Grazia li non aveva nulla da eccep ire dal punto d i vista giuridico . "È opportu no invece rilevare che", proseguiva [uttavia l'Alto Commissario "considerata la particolare situazione d i questa Provincia, l'applicazione degli articoli s uddetti (ossia gli aiticoli del Codice penale militare di pace citati dal procuratore militare durante la riunione del 12 dicembre - NdA) viene a infrangere quell'unità di comando e di coorclinament.o che evidentemente deve esclusivamente far capo ali' Alw Commissario, in base ai pote ri cli Governo a lui conferiti dall'art. 3 del RDL 3 maggio u.s.". Grazio li proseguiva la comunicazione descrive ndo la situazione della provincia. Cinquantamila soldati erano distribuiti in tutta la Slovenia annessa, con notevoli problemi conseguenti: sovente i comandanti "non ha nno né la possibilità, né le qualità, né gli e lementi necessari per una valutazione politica da una parte, e obiettiva dall'altra, circa la tempestività cli determinati provvedimenti di caratte re preventivo". Conseguentemente l'Alto Commissario riteneva indispensabile "l'assoluta unità di comando dal punto cli vista amministrativo, politico e giudiziario per poter svolgere in questa Provincia, con proficui risultati, l'azione di governo a me affidata". Graziali chiese quindi, a conclusione della sua lunga comunicazione, l'este nsione degli articoli 11 , 12, 13, 14 e 15 del Bando de l Duce del 24 ottobre 1941 circa l'istituzione di un Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato a Lubiana, an alogamente a quanto effettuato nel Governatorato cli Da lmazia (50) L'o biettivo di Grazioli era dunque quel lo di esautorare la sede lubianese del Tribunale militare delta Seconda armata con un organismo da lui controllabile, e qu indi cli rafforzare la figura ed il ruolo dell'Alto Commissariato a discapito dell'XI Corpo d'armata. La questione venne quindi esposta al Ministero della Giustizia, che l'avrebbe attentarneme valutata. Il 28 dicembre il Comandante della Seconda annata, generale Ambrosia, venne ricevuto da Mussoli ni. Tra i vari argomenti trattati durante il colloquio, fu fa tta menzio ne anche della situazione creatasi in Slovenia circa i rapporti tra le due autorità: "il Duce ha deciso d i procedere pe r tempi. Primo: chiamerà a sè l'Alto Commissario e gli ordinerà l'azione di comando . Secondo: se, nonostante questo, la situazione no n migliorerà, passerà i poteri all'autorità militare. Circa l'applicazione dell'art. 301 del Codice Penale militare, è giusta la tesi sostenuta da noi (ovvero, l'applicazione, come proposto dal procuratore militare il 12 dicembre NdA), tesi che dovrà trovare pertanto applicazione pratica" (51) .

(50) ACS, PCM 1911-43, l:l. 2661, F. l-1-1 3-21002, sottofasc. 16, "' Il M inis teru degli Interni alla Prcsiclenz.i del Co nsiglio dei Mi nistri ccl al Min istero di Gral.ia e <~iust.i :da"', 23 dicembre 19,iJ . ( 51) S.M f., Ufficio scorico, M-3, F. 324. 13 3. ·'Verbale dell a ri u nione tenuta il giorno 3012-1941.XX presso il Comando d ella 2" Arm,11.,t'·. Da notare che i l capoverso venne cvidem.ialO d allo stesso Roboni con u n appunto, probabilmente destinato al C;ipo di Stato Maggiore Gallo "Questo non di rlo .i nessuno ...


LA PIUMA FASE DEl.l: J:'<SURREZIO.\l E E I l, CO\lFl.l'r r o T llA LE AUTO RIT,\ ,, l,llBIAKJ\

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Ne l frattempo, la situazione nella provincia si manteneva critica. Il 26 d icembre, in uno scontro a fuoco a Lubiana , vennero uccisi d ue partigiani ed altri ventu no furono arrestati dalle fo rze dell'ordine. Lo stesso giorno vennero deferiti al Tribunale militare cento sospettati che erano stati arrestati ne i giorni precede nti. Quasi come risposta a tali episodi, un ordigno esp lose in un oste ria centrale de lla città, abitualmente frequentata da militari ita liani, senza particolari conseguenze. In un commento, Grazioli notò con una certa intu izione che l'incremento delle presenze partigiane nella Slovenia meridionale coincideva con i rastrellamenti su la rga scala o rganizzati dalle aucorirà tedesche nella Gorenjska e nella Scajerska: le fo rmazioni, anziché dis perdersi, valicavano la fro ntiera e si rif1.1giavano nell'evidentemente p iù accogliente Slovenia italiana (52). L'anno si concluse con una riunione di tutti i comandanti dei Corpi d'armata presso il Comando della Seconda armata. Ambrosia cornunicò la nuova disposizione delle GG.UU . A differe nza ciel V e del VI Corpo d'armata, ]'XI non ottenne alcuna unità di rinforzo; viceversa venne ro sotmrni alla G.U. d ue battaglioni ( il 301° e il 307°), assegnati altrove . In camb io , l'XI Corpo d 'armata avrebbe ricevuto un battaglione granatie ri cli complemento che tuttavia non avrebbe fatto parte della divisione "Granatieri d i Sardegna". Non essendo p iù coinvolto l'XT Corpo d'armata nel vemilaco piano per l'occupazione d ell'intera Croazia (53), la divisione "Granatieri di Sardegna " non avrebbe ricevuto neppure la legione CC. NN . e i battaglioni complementi che le sarebbero stati assegnaci qualora avesse partecipato all'operazione. Per quello che concerneva la situazione politica, Ambrosio illustre'> i comenuti dei già cirnti colloqui avuti con Mussolin .i il 28 dicembre , e , a proposito della situazione in Slovenia egli riportò "l'impressione che anche le s upreme au torità central i incominciano a d iffidare delle po po lazioni slovene". Riguardo le questioni operative, il Comandante de lla Seconda armata e lencò le direttive che le GG.UU . avrebbero dovuto seguire, come riportato nel riassunto redatto da Robotti: "- si curi la sicurezza dei presid i per non essere sorpresi; - si crei e si pe rfezioni un servizio cl i informazion i attivo; - si abbiano se mpre disponibili delle colonne mobi li per immediate reazioni; - gio rnalmente si portino delle truppe nelle zone ne lle q uali si sa o si s uppone che vi siano dei ribelli, e si agisca decisame nte: rap ido censime nto, interrogatorio degli elementi sospetti, fu cilazione degli indiziati.

( 52) ACS. PCM, 1941--13, B 266 1, F. 1-1-13-21006. sou.o fasc. 11, ''L'A lto Com missario della provjnçia d i t ub ian;1 a l .'\1i nistero degl i Interni ", 26 d icembre 1911. ( 53) A nche d cl h1 pMl<' co ntrollata dalle tru p pe tedesche, che si s;ireb hero riti ra te (Si ved;1 S1Vtl::, Ufficio stori<.:o, M-3, F. :, 24, B.1, " Pi ano per l'eventuale occu pazione della Croa zi,1").


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1;0CCUl'AZIONE JTALIA:-IA DEI.I.A SLOVENIA (19-i l-1913)

(Queste direttive evidentemente valgono per la Croazia nella quale non esistono vincoli imposti dall'autorità civile; però possono, con alcune limitazioni ed adattamenti, servire cli norma· per le nostre azioni). - Ci si abitui a te ndere agguati nei boschi come fanno i ribelli. Le truppe si abituino a sostare fuori perché l'azione di agguato possa dare i fru tti desiderati. - Non si portino a casa i prigionieri: in genere rappresentano un peso morto che rende poco o niente. - Si proteggano gli info rmato ri (ad una mia osservazione - di Rohotti - NdA, circa la massima difficoltà cli trovare informatori pe r il sistema sbrigativo adot.tato dai ribelli e circa l'opportunità di assicurare agli informatori sfruttati un sicuro rifugio in Imlia, l'Ecc.Ambrosio ha risposto che, pe r i casi in cui gli informatori abbiano reso molto e bene , si inoltrino proposte all'armata). :.. . T posti cli guardia siano rafforzati con ripari o reticolati. - Si d iffidi sempre di tutti, specie dei p refetti (l'Ecc. Ambrosio forse alludeva alle autorità croate che dovrebbero, teoricamente, col laborare con noi). (54)" Ambrosio, in conclusione, elogiò il Servizio informazioni dell'XI Corpo d'armata, con particolare riferimento all'Ufficio "I" della divisione "Granatieri di Sardegna" (55). Il 1941 si con cludeva quindi in un clima di diffidenza verso tutti: degli italiani nei confronti degl i sloveni, dei mi litari nei confronti delle forze clell'orcline, dell'autorità militare nei confronti di quella politica . Nel frattempo, l'Of, ricompattate le fi la e resa snervante la vita agli occupatori, si stava apprestando a scatenare l'offensiva di primavera.

(54) Si noti l'inciso fin,1le di Roboui , laddove, inseren do un "fo r:;e" i n una cons iderazione assolutamente htpal is:;ian.t, so11.o l ineava con una legger.i ironia la sicuazio ne venutasi a creare con il "superp refetto" Gral.ioli a Lubiana. (55) S1v!E, Ufficio storico, M-3, F 324, B. 3, ''Ver h,1le d ella riunione tenuta il giorno 3012-1941.XX p resso il Comando della 2" Armata" .


CAPITOLO SECONDO L'INIZIO DELLE OPERAZIONI BELLICHE E DELL'OCCUPAZIONE MILITARE DELLA SLOVENIA: IL "PROGETTO PRIMAVERA"

(gennaio-febbraio 1942) Il nuovo anno si aprì con un'ennesima manifestazione organizzata dall'OP: il 3 gennaio 1942 ebbe luogo nuovamente un 'astensione della gente dalla circolazione ed una diserzione dai pubblici ritrovi per ricordare i "caduti per la causa slovena". L'Ufficio informazioni del Corpo d'armata inviò al s uo organo s uperiore della Seconda armata una relazione nella quale l'adesione a lla manifestazione ven iva definita "totalitaria" (1). La Questura aumentò la vigilanza : complessivamente nove attivisti del Fronte di liberazione fu rono a rrestati la sera stessa ecl un altro venne ucciso da una pattuglia. Sempre il 3 gennaio il Tribunale militare condannò a morte un imputa to per te rrorismo. la risposta titoisca alle repressioni non si fece attendere. Il giorno successivo un ordigno esplose presso una c~1senna di artiglieria della Guardia alla Frontiera, tuttavia senza causare vittime o danni particolari. TI 7 gennaio !'VIII battagl ione "M" fucilò al poligono di via Dolen (ormai triste mente famoso) un condannato alla pena capitale; lo stesso giorno, in un conflitto a fuoco fu ro no uccisi da una pattuglia tre attivisti comunisti. L'8 gennaio in un altro scontro perì un militare italiano e vennero catturati cinque partigiani; contemporaneamente al parco Tivoli veniva ucciso un commissario di polizia, lo s loveno Ivan Polak. Lubiana e il resto della provincia si erano trasformate in un campo cli battaglia, con conseguenze negative sul morale delle truppe. Riprendendo le considerazioni fatte il 26 settembre 1941, il ge nerale Ambrosia inviò il 6 gennaio una circolare a tutti i comandi delle GG.UU. sottoposti alla sua g iu risdizione. "Ho la sensazione", si leggeva nella circolare ciel Comandante della Seconda armata "che in qualche settore si stiano manifestando s intomi cli stanchezza da parre delle truppe. A determinare questo stato d i fatto concorrono probabilmente la mancanza cli turni di riposo; i gravosi servizi di vigilanza alle linee cli comunicazione; forse anche il fatto che non tutti hanno p otuto fruire della licenza; cerro contribuiscono, in modo preponderante, le frequenti azioni di rastrellamento in corso (2), lo stato cli continua tensione subita nella lotta contro ribelli , la natura stessa di questa lotta, la cui finalità e la cui necessità sfug-

(1) SME, Uffkio storico, F. 1358, J\c.>Liziari va ri della 2" Arm;1t;1, Ufficio 'T Notiziario quinclicin;1le n. 48, 19 gennaio 1942. ( 2) In questo caso Ambrosio si riferiva ad altre zon e, poi ché in Slovenia, cb l 7 novembre 194 1, era stato deciso d al Comando clell'Xl Corpo d'armata di l imitare l e a7.ioni a '·punw1.e " f uori clall,1 ce rch ia dei presidi.


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1.'0CCCPAZIONE ITAIHNA DELia\ SLO VENI,\ ( 194 1-1943)

gono alla sensibilità della massa. È accaduto infatti che in recenti scontri con i ribelli è mancata la lotta a fondo, l'indomita volontà di an nientare l'avversa rio. Purtroppo qualche repartO, anche cli una certa consistenza è staro con troppa facilità disarmato e catturato, senza perdite sul terreno e pochi feriti. Ciò che, se da un lato rileva affimera (recte: (![fimera) reazione e scarsa volontà di resistenza, comprova anche deficienza d 'ordine tecnico e di comando, in quanto è da supporre che tali reparti si siano fatti sorp rendere (. ..). Occorre immediatamente riparare alle deficienze tecnico-aclclestrative e superare la cris i di volontà combattiva che si delinea. Occorre anzitutto chiarire una volta per sempre che non vi sono distinzioni cli sorta fra ribelli, di qualsiasi razza o colore essi siano. Chiunque impugna un'arma contro di noi è un nemico da annientare". Ambrosio si raccomand ava quindi di procedere ad un p iù attento addestramentO hellico e ad una massiccia opera di indottrinamento delle truppe, affinché queste riacquistassero una seria attitudine al combattimento (3). Tn effetti il disarmo dei soldati italian i era una pratica assai diffusa , anche in Slovenia . Le "trojhd' partigiane sorprendevano i militari isolati in zone poco frequentate, puntavano addosso elci malcapitati le anni e li depredavano. "Aggressioni del genere si sono già verificate in questi ultimi giorni" avrebbe scritto Robotti, stimolato dalla circolare del suo superiore "e rich iamo perciò l'attenzione dei comandi in indirizzo sulla opportunità di prevenire questi delinquenti, tendendo con oppurtune esche, agguati alle 'troike' in modo eia distruggerle con la nostra inesorabile reazione ad ogni accenno a tentativi ciel genere" (4). Mentre il Comandante ciel Corpo d'ann ata procedeva nell'applicazione delle ultime disposizioni cli Ambrosia, l'Alto Commissario - preoccupato dell'incalzare degli avvenimenti a Lubiana - continuava acl arrendere notizie circa la sua p roposta cli istiruire un Tribunale Speciale in Slovenia, sotto la sua giurisdizione. L'8 gennaio, il Ministero di Grazia e Giustizia rispose fina lmente al ìv1inistero dell'Interno: la questione, più che polirica, era di "carattere pratico" e il dicastero non aveva, in linea cli massima, nulla da obiettare se l'Alto Commissario avesse ritenuto opportuna l'istituzione cli una sede del Trihunale Speciale nel capo luogo s loveno. Era tuttavia necessario ascoltare il parere della Commissione consultiva per il diritto cli guerra, presieduta da Dino Grandi. Il Ministero di Grazia e G iustizia si sarebbe attenuto al le decisioni cli tale organismo . Tl 21 gennaio la Commissione avrebbe respinto la proposta di Grazioli, in quanto a suo tempo l'Alto Commissario aveva espresso parere favorevo le all'istituzione cl i un Tribunale militare. Tale precedente posizione dell'Alto Commissario strideva con l'attuale richiesta di un Tribunale Speciale. Inoltre, la Comrnissione Grandi faceva notare che la promulgazione di un bando istitu(3) SME, Ufficio smrico , M-3, r. 324, B. 6, '·li Comando della 2" Arm.it,1, Uffici o o pera zioni ai Comandi delle GG.UU.", 6 gennaio 1942. (4) SME, Ufficio storico, 1VJ-3, f. 327, li. 2, "Il Coma ndo dell'Xl Co rpo <f a rmara a ind irizzi omessi , 8 genn,1io 1942 (/)oc11111ento allegato n . 12).


!.'INIZIO D EL.LE Ol'ERAZ!ONI IJELLICIIE E D F.1.1:0CC:Ul'AZIO:-lE ~IIUTARE DELLA SJ.OVEK I A

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rivo cli un Tribunale Speciale a Lubiana in base alla legge cli guerra non p oteva essere e ffettuata poiché , a differenza d i altre zone della ex Jugoslavia, la Slovenia non era "zona cl'o perazio ni'.' (5). Paradossalmente, Grazioli vedeva utiliZ7.are dall'Autorità centrale ciò che p iù temeva, la p roclamazione della Slovenia quale "zona d 'operazioni", come un ica possibilità per l 'ist.ituzione di un Tribu nale Speciale. Continuava la consueLucline cli arginare l'intrap rende nza dell'Alto Commissario con ostacoli burocratici s pesso contraddittori. Il 19 gennaio 1942 si ebbero due avvenimenti cruciali per i rapporti tra le autorità a Lubiana. TI generale Mario Roatta sostituì Ambrosia, nominato Capo cli Stato Maggiore dell'Esercito, al comando della Seconda Armata: con tale avvicenda memo, la linea sostanzialmente difensiva condotta sino acl allora si tramutò in o ffensiva . Nei disegni e ne lla menrnlità ciel nuovo Cornanclance il ruolo delle autorità civili avrebbe dovuto essere assolutamente subordinato al le Forze Armate: attento osservato re, l'alto ufficiale italiano si era reso conto, assai p iù ciel suo predecessore, che gli episodi di ribellio ne accadut.i nel 1941 non erano altro che la premessa di una energica offe nsiva partigiana, che avrebbe colpito soprattutto le zone più deboli de i territori occupati. La debolezza cli tali zone, oltre ad essere imputata aJ!a scarsiLà cli truppe a disposizione elci Co rp i d'annata, doveva essere fatta risalire ai conflitti tra le autorit~t civili e militari locali, confl iui che dovevano essere sedati drasticamente al più p resto. Inoltre, si tenga p resente che la Seconda armata, a differenza delle alLre unità d islocate ne i Balcani, dipendeva d irettamente dallo Stato l'v!aggiore dell'Esercito anziché dal Comando Supremo. Q uesta "libertà d 'azio ne" avrebbe consentito all'intraprendente Roatta, g ià Capo di Stato Maggiore, d i sviluppare accanto alla linea d'azione bellica una vera e propria linea politica italiana nella regione, esautorando defin itivamente le autorità civili locali (6). Collegata alla nomina ciel deciso Roatta si ebbe la p romulgazione d i un Decreto ciel Duce (semp re il 19 gennaio) re lativo alla d ifesa ed alla tutela clell'orcline pubblico nelle p rovincie annesse al Regno d'Italia. Il dispositivo distingueva tra la "difesa" e la "tutela" dell'ordine pubblico. L'art.icolo 1° ciel decreto , ritene ndo opportuno regolare i rappo rti tra le autorità militari e quelle civili in mace ria cli pubblica sicurezza e cl i ordine pubblico nelle provincie annesse (Spalato , Cattaro e Lub iana) e nei territori annessi alla provincia di Fiu rne, e nunciava che "La difesa dell'ordine pubblico è affidata all'Autorità J\,1ilitare, la quale interviene s u richie(5) ACS , PCM 194 1-'i3, F. l -1-13.2 1002, soctofasc. 16. ·'JI /vlinistero di Grazia e Giustizi,1 al Min istero degli Interni"', 8 gennaio 19 42; e '·La Com misione consu lriva p er il diriuo di guerra al .'Vlinistcro di Gra1/.ia e C iustizia'·, 21 gennaio l~H 2. (6) Interessante è. la cons iderazione cl i Teodoro S,,Ja. seu>ndo il quale il dissidio Ro a1.1.a-autoritiì civil i, e quindi Robotti-Grnzioli , si sarebbe i nserito nel più ampio e clirorn pente cletcrioramenw d t!i rap porti tra lo Sta to i\ faggio re d ell'Esercito e Mussol ini. (Teodoro Sala, "Occupazione mil ita re e ammin istraziont! civi lt! nella ·Prov incia' cl i Lub iana", i n E. Collotti, T. Sah1 , G. Vaccarino, "L'l tali,1 nell·Europa danubiana durame la seconcb gu <:!r ra mondiale", Jstiw to nazio nale per la storia del 1T1<.>vimento cl i l iberazione. Monza, J967, pp. 91 -92).


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l'OCCUPA7.IONE ITAI.I AKA D ELU\ SLOVENIA (194 1- 1943)

sta (. .. ) dell 'Alto Commissario per la Provincia di Lubiana"; l'autorità militare poteva inoltre intervenire di propria iniziativa qualora la situazione lo richiedesse, lirnitanclosi ad informare le autorità civili. Nell'articolo 2 si stabiliva che le modalità d'impiego delle Forze Armate nella difesa dell'ordine pubblico erano di esclusiva competenza dell'autorità militare. L'articolo 3 stabiliva infine che alle autorità di Pubblica Sicurezza venivano affidate le funzioni cli polizia giudiziaria e amministrative nonché la "tutela dell 'ordine politico e morale" (7). Il decreto concedeva quindi maggiori poteri ai militari, riducendo drasticamente quel li dell'Alto Commissario, il quale , come enunciava l'articolo 2, non avrebbe più potuto condurre iniziative autonome utilizzando Forze Annate regolari. !\fa il decreto del 19 gennaio introduceva una distinzione complessa, e forse oziosa, tra "difesa" e "tutela" dell 'ordine pubblico: la difficoltà cli individuare le funz ioni d'istituto atte alla difesa eia quelle atte alla tutela avrebbe generato ulteriori aspri contrasti tra Graziali e Robotti, che sarebbero perdurati sino alla definitiva proclamazione della Slovenia quale "zona cli operazio ni". A Lubiana e negli a ltri centri della provincia la Questura ed il Comando dei CC.RR. tentarono d i applicare al meglio l'oscura distinzione del bando, intensificando le operazioni preventive e d 'indagine . Le rice rche furem o gu idate dal dott. Giulio fiammeri, inviato appositamente dal Ministero dell'Interno, il quale, assimilato al grado cli maggiore, era stato posto al comando del Corpo Agenti cli PS della Questura cli Lubiana. TI 22 gennaio furono rinvenuti pacchi di volantini comunisti sulla strada provincia le Grosuplje-Lubiana; lo stesso giorno e il 25 gennaio, nella città di Novo Mesto, venne sequestrato altro materiale di p ropaganda, tra l'altro incitante le famiglie slovene a non iscrivere i propri figli alla GILL. Le indagini comportarono, nella notte tra il 27 ed il 28 gennaio, una serie d'arresti. TI 30 gennaio, su un tre no fermo alla stazio ne cli Lubiana, sarebbe stata rinvenuta dalla polizia ferroviaria una val igia contenente ulteriore materiale propagandistico, ed un rinvenimento analogo (una valigia rinvenuta su un treno diretto a Kocevie, contenente gio rnali ciclostilati dell'OF, volamini e fotografie di fucilati) si sarebbe avuto anche il giorno dopo. TI 1° febbraio si ebbe un altro ritrovamento d i materiale clandestino nel capoluogo. li 24 gennaio Graziali incontrò Roboni a Verconico. L'Alto Commissario dichiarò di "aver preso visione" del bando del Duce durante la s ua (7) ACS, PC.M, 1941 -43, fl . 2663, F. 1/ 1-13.36 146, Decrem ciel Duce del 19 gennaio 1942. L'energico decreto si collegava alle posizioni degli esponenti più estremisti d el Regime, i qual i da 1empo invocavan o soluzioni drastiche e definitive al "problema sloveno". Nel diario di Ciano, in data 5 gennaio 1942, viene citato un animHto incontro co n Viclussoni: " Dopo aver parl aw cli piccole questio ni con tingenti, fa alcuni cenni politici e d ich iara truci propositi contro gli slove ni. I.i vuole ammazzare tu tti. Mi permeno osserv;ire d1e sono un milione. Non import.i - risponde deciso - bisogn.i fa re come con gli ascari e sterminarli tutti . lo spero che si ca lmi" (G,1leazzo Ciano , "Diario 1937-1 943", a cura di Renzo De Felice, Rizzoli, i'vlilano, 1960, p . 578).


LT'llZIO DELLE OPERAZIO:'ll LlELLICHI: E DEl.l: oc:ct 'PAZIONE M ILrJAl\t DEl.LA $1.0VF.:>!IA

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ultima visita nella capitale. Il Comandante del Corpo d'armata rese noto che non avrebbe potuto trattare l'argomento ("d ifesa dell'ord.ine pubblico") finché non gli fossero giunte disposizio ni in merito dal nuovo Comandante della Seconda armata. Ciò nonostante, "vennero intanto esaminate le (. ..) questioni pi ù importanti già prospettate dal comando cli C.A. all 'Alto Commissariato come necessarie allo scopo cli tutelare l'O .P.". l ruoli si erano dunque defin itivamente ribaltati: forte del decreto del 19 gennaio e appoggiato dalla determinazione di Roana, Robotti era cl i fatto divenuto il diretto superio re d i Graziali in tema cli ordine pubblico. Robotti indicò all'Alto Commissario alcune direttive: distribuzione cli una carta d' ide ntità a tutta la popollazione della provincia ; distribuzione cli u n lasciapassare agli sJoveni senza il quale sarebbe stato impossibile circolare su.I territorio annesso; difesa dei più importami fa bbricati di Lubiana, che avrebbero dovuto essere segnalati dalJ'A lto Commissariato al Comando di Corpo d'armata; servizio cli pattugliam.ento a Lubiana, organizzato dalla Questura o, nel caso cli deficienze di personale di PS, dall'autorità militare con l'ausilio cli age nLi cli polizia e CC.RR. Inoltre venne prospettata , da parte dell'Alto Comm issario, la creazione cl i una "cintura" attorno al capoluogo costituita da posLi cl i blocco permanenti (8). La breve riun ione, dominata da un clima tutt'altro che idilliaco, si concluse con l'intend imento di Grazioli cli organizzare una manifestazione di contropropagancla con le stesse caraneristiche di quelle organizzate dall 'OF il 29 otto bre, il 1° dicembre e il 3 gennaio precedenti. I.a manifestazione ebbe luogo il 26 gennaio; tuttavia .l'Alto Commissario sca rtò l'idea di o rganizzarla a Lubiana, e preferì trasferirla in due ceneri dove erano stati rilevati i primi sintomi di un'insofferenza anticomunista, Novo lVlesto e Kocevje. Le p opolazioni locali furono invitate dalle autorità ad astenersi dalla circolazione e dalla frequentazio ne elci pubblici esercizi, in segno cli protesta contro "le uccisioni di sloveni effettuate dai comunisti". Tn un telegramma al MinisLero dell'Interno Graziali avrebbe dichiarar.o, con una certa solennità, che "la manifestazione è stata totalitaria" (9). L'entusiasmo cli Grazio li strideva con la reale situazione registrata dalle Forze armate . Nonostante l'intervento di Robotri, gli episodi di aggressione e disarmo dei militari isolati si stavano moltiplicando. TI 29 gennaio, il Comandante dell'XT Corpo d'annata inviava una nuova circolare in merito a tutti i comandi divisiona li: "Il caso recente di alcuni militari isolati che, rientrando nei rispettivi alloggiamenti, sono stati aggred iti eia elementi ribelli disarmati, senza opporre la benché minima reazione , mi convince della opportunità cli richiamare i comandi d ipendenti s ulla im(8) SME, Gfficio :;torico, M -3, F. 325, B . 7, "Verbali delle riun ioni del Comancl ,1n1e <li C.A. con Alto Commissari o"', Verba le clelb v isita fatta il gio rno 24 gennaio al Conwndante del C.A. i n Vercon iço dall'Alto Commissa rie"> per la provincia di Lt1h iana, 24 genn;iio 1942. (9) ACS, l'S, 1942, 13. 62 "Attivitii dei ribelli nella provinci~ d i Lubiana", telegramma dell 'Alto Commissario al 1Vlinistem degli l nce rni, 26 gennJi<J 1942.


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t'OCCL:PAZIONE ITALIANA DEI.LA SLOVEl'-lA 09-il-19/43)

portanza del fano che, tra l'altro, può avere conseguenze gravi di discip lina o e.l i prestigio". Il concetto di lasciars i disarmare rappresentava per Robotti fonte cl i pericoli maggiori di quelli offerti eia una reazione pronta e risoluta, per non parlare delle conseguenze discip linari e penali cui il militare sarebbe anelato incontro. Quine.li, i comandanti locali avrebbero dovuto "rincuorare i meno audaci" e "te nere gli uomini alla mano"; inoltre, s i sarebbe dovuto anticipare le o re ciel rientro in caserma e nei presidi per evitare che l'oscurità sorprendesse i militari in libera uscita. Infine, si raccomandava che fuori dagli alloggiamenti, i soldati fossero "almeno in due. fvleglio se più" (10). In una comunicazione del 4 febbraio 1942 alla Direzione Generale cli Pubblica Sicurezza del J'vlinistero dell'Interno, l'Alto Commissario riassumenva la diffici le situazione, cercando di sm inuire la portata del fenomeno soprattutto in paragone acl altre realtà: "Effettivamente" scriveva Grazioli in una sorta e.l'ammissione forzata "dopo la dichiarazione cli guerra alla Russia, anche in questa Provincia si è costituito il fronte liberatore, i cui componenti 'paitigiani' sono risultati essere nella quasi assoluta totalità comunisti" . L'Alto Commissario illustrava quindi l'organizzazione delle bande, sulla base delle poche segnalazioni raccolte in proposito: gruppi cli 1520 elementi, dotati di armi ex jugoslave (nessun riferimento ai sequestri e.li armi italiane), comandati da ufficiali ex jugoslavi e da commissari politici e.lei KPJ. Le bande concentravano soprattutto la loro iniziativa contro le linee ferroviarie, le pattuglie isolate ed i piccoli presidi. In generale Grazioli presentava una situazione tutt'altro che facile , sebbene si affrettasse aricordare al s uo Nlinistero che la situazione nella Slovenia settentrionale sotto l'occupazione tedesca era senz'altro assai piC1 grave (11). Il 5 febbraio l'Alto Commissario vide definitivamente sfumare le sue speranze circa l'istituzione cli u n Tribunale Speciale a Lubiana sotto il suo controllo: il J'v1inistero dell'Interno comunicavà alla Presidenza del Consiglio che, a suo parere, non vi era stata sovrapposizione tra autorità militare e Pubblica Sicurezza tale da motivare la presenza di un Tribunale Speciale. Inoltre, secondo il dicastero, la Slovenia non era zona operativa, come viceversa la Dalmazia, e pertanto nessun bando ad boe istituente un Tribunale Speciale avrebbe potuto essere e rnanaro. Infine, il Ministero riteneva che la questione rivestisse "carattere squisitamente politico", estraneo alle proprie competenze dirette. Sulla base cli queste considerazioni, il 23 febbraio il Governo avrebbe deciso di soprassedere definitivamente in merito alla questione sollevata da Grazioli (12).

(10) SM E, Ufficio scorico, M-3, F. .127, U. 2, "li C_ornando dell' XI Corpo d'armata a..." indiri zz i omessi, 29 gennaio 1942. ( 11) ACS, PS, 1942, U. 62, "L'Aco Commissario per la Prov inci:1 d i Lubian,1 al Mi niscero degli l merni Direzione Generale di PS", 4 febbraio 1942. (12) i\CS, PCM, 1911-43, .8. 2661, f. l-1-1 3.21002, sottofasc.16, ·li Minis1<;,rc.> degl i Jn1erni alla Presidenza del Con~iglio dei ,'vlinistri"_ 5 febbraio 1942; "Ut Presidenza del Consiglio dei Miniscri ,il Ministero degli Interni'·, 23 fcbbr,iio 1942.


f,'IKIZIO DEI.I.E O l'ERAZIOKI BEI.I.ICI-IF. E DELL'OCCUPAZIOKF. M II.IT/\RE D EI.I.A SI.O VE~!,\

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La riunione mensile tra le autorità civili e mil itari si tenne a Lubiana il 5 febbraio e, come era da aspettarsi, fu uno scontro tra le due aucorità. Robotti, che non poteva p rendere ancora decisioni risolutive in attesa delle disposizioni di Roatta, ricevette eia Grazio li un promemoria con il quale l'Alto Cornmissario intendeva definire alcuni p unti fermi circa i rapporti tra militari e civili in materia cli ordine pubblico. Nel terzo punto ciel promemoria , Graziali individuava una distinzio ne tra !"'attività preventiva e repressio ne di polizia" e le "operazioni belliche vere e proprie". Tale distinzione venne respinta dal Comandante del Corpo d'annata, in quanto "tali attività si compenetrano ecl hanno profondi addentellati". "L'Autorità militare, in sostanza, no n può fare a meno d i perseguire il singolo quando ciò rientri nel quadro generale dell'attività che svolge contro i ribelli. Ne viene perciò di conseguenza, che costituendo Lubiana il rifu gio comodo e sicu ro di tutti i capi dirigenti della criminosa attività delle bande armate, l'Autorità militare deve poter essere libera di agi re contro di essi, anche, e soprattutto, in cale città". Dal canto suo l'Alto Commissario ribatté che la polizia possedeva organi più complessi e meglio addestrati per quel genere di attività investigativa rispetto alle Forze annate regolari: "comunque si potrà addivenire in pratica ad una forma di collaborazione fra Autorità civili e militari mediante lo scambio di notizie e cli prigionieri in relazione ai reciproci interessi". La risposta cli Robotti fu sprezzante a tal p unto eia risultare persino dalla lettura dell'asettico verbale della seduta: "L'Eccellenza Comandante sottolinea allora che, per il passato, le notizie o non sono affatto pervenute o avevano talmente perd uto il loro carattere d 'immediatezza eia non poter essere utilmente sfruttate ai fini bellici". A tale asserzione, il Q uestore Messana non oppose alcuna esaurie nte giustificazione. Le proposte dell'Alto Commissario ven nero quindi accantonate in attesa della circolare cli Roatta , ormai unica autorità in materia cli ordine pubblico. Non vinto, Grazioli fece notare che egli considerava ancora in vigore le .disposizioni regolamentari che gli consentivano cli chiedere tru ppa eia impegnare alle sue dipendenze in servizio di ordine pubblico. TI Comandante del Corpo d'armata p recisò tuttavia che l'articolo 2 del decreto ciel Duce del 19 gennaio stahiliva che l'impiego delle truppe in materia di ordine p ubblico era d i esclusiva competenza clei militari. Grazio li insistette sul mantenimento alle proprie dipendenze, q uali forze integranti la PS , di almeno alcuni reparti dell'esercito. La discussio ne, svoltasi .in un clima ormai apertamente ostile, si concluse con l'impegno cli Robotti a chiedere necessari chiarimenti in proposito al Comando d 'armata. I colloqui p roseguirono con la trattazione dei provvedimenti che l'Alto Commissario aveva adottato o intendeva adottare. Fu annunciato l'arrivo a Lubiana cli un primo presidente cli Corte d'appe llo e venne ricordata da Grazioli l'imminente suddivisione nel locale penitenziario tra detenuti comuni e "detenuti per reari militari". Nel tentativo cli inserire un nuovo argomento cli polemica, l'Alto Commissario precisò che nessun rapporto con autorità estere (in sostanza, con autorità tedesche) avrebbe po-


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COCCCf>AZIONE ITALIAN1\ DELL1\ SJ.OVENI,\ ( 194 1- 19 4_l)

turo avere luogo senza l'intervento p reventivo del Ministero degli Affari Esteri. A tale proposito, Grazioli citò un episodio in cui un ufficiale italiano, sedicente agente dell'OVRA, aveva avuto un colloquio con autorità cli polizia germaniche. Roboni rispose facendo notare che i rapporti intercorsi e che intercorrevano tra a utorità militari italiane e tedesche si limitavano alla ricerca cli collaborazio ne operativa nella lotta ai partigiani. L'Alto Commissario comunicò ino lrre che ogni tentativo per schermare o disturbare le radiotrasmissioni clell'OF era stato vano e che queste ultime continuavano a ripete rsi ogni settimana il lu nedì, mercoledì e sabato (su o ncia 27,3). Non po tendo neutralizzare le trasmissioni del Fronte di Liberazio ne (alle quali si aggiu ngevano le trasmissio ni in sloveno e serbo-croato cli Radio Londra e ciel Governo in esilio), Ro botti richiese formalmente il seq uestro di tutti gli apparecchi radio privati, lasciando in funzione esclusivamente gli apparecchi rad io dei locali pubblici "opportunamente controllati" . Sarebbe stata ino ltre resa operativa una stazione radio di contropropaganda. Infine, Graziali ricordò che il 7 febbraio era stata organiz7.ata dall'OF un'altra giornata di protesta e di ricordo dei "cad uti comunisti" , che prevedeva la solita astensione della po polazione dalle vie e dai locali pubblici delle principali città. L'Alto Commissario era certo che i partigiani avrebbero fatto brillare un ordigno in occasione della dimostrazione, analogament.e a quanto fatto il 1° dicembre precedente . Robotti "premessa la necessità che verso la popolazione slovena venga usata una linea di condotta p iù energica e severa", propose "cli infliggere un niaggior disagio costringendola (la popolazione - NdA) a commemorare anche i nostri caduti, con l'anticipo ciel coprifuoco dalle ore 12 ciel giorno ì alle o re 12 del giorno successivo". Grazioli si riservò d i valu tare la proposta . Fu q uind i la volta de ll'esposizione ciel Comandanre dell'Xl Corpo cl'arrnara . Rohocti ribadì cli non essere in grado cli rinforzare con truppe fresche i posti isolati de i CC.RR., della Regia Guardia di f inanza e della Milizia Confinaria, nonostante le insiste nze d i Grazia li, dal q uale cali corpi dipendevano. Il Comandante del Corpo d'armata ripropose cli ridurre il numero dei posti fissi isolati e e.li accorpare in pochi pu mi gli effettivi. L'Alto Commissario si riservò d i prese ntare al Corpo d 'a rmata una richiesta di rinforzi forma le con preghiera e.li inoltrarla al Comando della Seconda annata. Vennero quindi affronta ti alcuni episod i d i favoreggiamento, dove medici civili (di nazionalità non precisata) avevano prestato soccorso a partigiani colpiti da scorbuto o da congelamento degli arti. Robotti chiese formalmente all'Alto Commissario l'individuazione e la punizione del personale sanitario risultante colpevole di t.ali atti. Con lo scopo cli imped ire un mercato d'armi clandestino, il Comandante cli corpo d 'armata chiese inoltre il sequestro d i tutti i fucili da caccia sull'intero territorio della p rovincia. Inoltre, sempre allo scopo cli sottrarre eventuali mezzi cli trasporto alle formazioni partigiane, Robotti propose l'inibizio ne all'uso da parte della popolazione d i automobili, bici-


L'IN17.10 DEI.I.E OPERAZIONI UElJ.ICJ IE E DELL'OCCUPAZIO NE MILl'IAHI'. llEI.I.A Sl.0\/l'NI,\

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elette e sci. Graziali fece Luttavia notare cbe una proibizione così drasrica avre bbe avuLO conseguenze disasLrose sulla già provata vira economica della provincia. Si convenne quindi di limitare la distribuzione delle licenze di circolazione a pochi casi cli "assoluta necessità" e previo accertamento delle persone che ne ,Lvrebbero favo riro; di limitare a parricolari ore della giornata l'u Lilizzo di b iciclerre; di inibire a cuna la popolazione l'urilizzo degli sci. Su segnalazione del Questore venne deciso che i militari ai posti di b locco avrehhero perquisito anche le donne, sospettate cli cuswdire le armi dei "ribelli". Il Comandante ciel Corpo c1·armata ribadì inoltre la necessità, allo scopo di ridurre al minimo i contatti con la popolazione locale, cli istituire una casa cli rolleranza a Lubiana: in tal modo si sarebbero potuti ridurre i rischi che al momento correvano i militari e i funzionari dell 'Alto Commissariato durante le loro "frequencazioni'' serali. Graziali si dimostrò assolucamente favorevole, motivando il ritardo nell'attuazione con la '·mancanza di concorrenti" sino ad allora e con l' iniziale opposizion<.: della Curia, in un secondo tempo dichiararasi tuttavia favorevole all'inizia Li va. !\ella riunione successiva clell'8 aprile sarebbe stato limiLalO l'ingresso nelle case ai soli milirari in divisa, e la sorvegl ianza agli edifici sarebbe stata di competenza della divisione "Granatieri di Sardegna". Durante la riunione fu quindi affrontata anche la spinosa questione del trasferimenLo dei confidenti ormai palesali e dunque più esposti alle rappreaglie panigiane: costoro sarebbero stati internati in "territori sicuri" sono il coordinamenLO delle Alllorità militari. Un altro problema che si presentò fu quello relativo al personale sloveno ddle ferrovie, poste, telegrafi e Lelefoni. L'Alto Commissario segnalò "L'inderogabile necessità che tale personale venisse scrupolosamenle selezionalo e magari sostiLUito in pieno allo scopo cli evitare i deleteri risultati dei favorcggiarnenli nelle a7.ioni contro le ferrovie e clell'intercetLazione dclle comunicazioni militari". Ciò nonostante, la soluzione dì tale problema era resa impossibile da diverse ragioni: - personale delle ferrovie: il Ministero delle comunicazioni non soltanto non aveva aderiro alla richiesta di ferrovieri ita liani in sostituzione del personale sloveno "poco fida to", ma non aveva potuto completare gli organici, costringendo l'Alto Commissariato a reclutare ulLcriore "elemento locale" se nza alcuna poss ibilità d i selezione; - personale dei telefoni: erano state richieste da Lubiana venti telefoniste italiane in sostituzione di quelle slovene. Il Ministero non solo non aveva aderite> alla richiesta, ma e ra in procinto di richiamare le cinque telefoniste italiane che erano in servizio presso la centrale di Lubiana ; - personale delle posre e telegrafi: era stato richiesco personale italiano da ad ibire ai servizio di censura . Il .Ministero aveva inviato venti ufficali '·d i cui non uno solo conosce la lingu,1 slovena o Lcclesca". "In tal modo", aggiungeva Graziali "la censura viene esclusivamente effenuata sulla corrispondenza italiana realizzando un danno per ritardi anziché un vanlaggio''. "Tn Lale situazione" s i leggeva sottolineato nel verbale della seduta,


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COCCGPA ZIONE rJAI.IA:'H DEI.LA SLOVENIA (1941• 19 13)

"l'Autorità politica si trova immobil izzata ed impotente ad agire". Il Comandante cli Corpo d'armata assicurò che il comando genio del Corpo d'armata avrehhe studiato i p rovvedimenti da adottare per ridurre al minimo la possibilità d i intercettazione; inoltre i comandi delle GG. UU. avrebbero segnalalo i militari conoscenti la lingua slovena o , in alternativa collahorazio nisi bilingui fidati , da adibire in sostituzione del personale sloveno "poco fid ato". Al termine della lunga riunione, furono affrontati alcuni episodi accad uti nei giorn i precedenti. Robotti stigmatizzò "vivamente" l'operato cli alct1 ni agenti d i PS in borghese che avevano fermato a Lubiana ufficiali e soldati italiani per chiedere loro le generalità e i documenti d'identità. L'Alto Commissario e il Questore spiegarono che l'ordine di fermare anche i soldati era stato dato in seguito alla segnalazione che alcu ni partigiani stessero circolando a Lubiana con uniformi italiane. Inoltre da alcuni giorni circolava nel capoluogo una autovettura militare grigio-verde, della quale si stavano servendo ;'dei pericolosi comunisti". In ogni caso l'o rdine era già stato revocato (13). Un ufficiale italiano, il tenente Bucci, era stato oggetto cli ;;atti cli disprezzo" da parte di studenti affacciati da una fines tra cli u na scuola di Lubiana. Grazioli assicurò che gli organi della Questura avevano già p rovveduto ad arrestare altri studenti colpevoli, oltre a quelli già fe rmati dallo stesso ufficiale. In seguito ad episodi di sottrazione di armi della Regia Guardia di Finanza da parte cli elementi partigiani, il Comandante ciel Corpo d'armata ordinò l'accantonamento delle armi non individuali nelle caserme . "Vuol dire che i corpi armati (non dell'esercito) che le dovran no di volta in volta impiegare per i servizi esteri, le andranno a ritirare al momento opportuno e si eviterà così lo scorno e lo scherno di un rifornimento involontario dei ribelli". Venne quindi studiata la possibilità di requisire alcuni alberghi a Lubiana per sistemare tutti gli ufficiali del Corpo d 'armata, i quali, trovantisi sino a quel momento in alloggi disseminati in vari quartieri del capoluogo, correvano il rischio di essere aggrediti. Infine, Robotti segnalò a Grazioli che da alcuni giorni il Corpo d'armata aveva a disposizione un treno blindato ed armato per i servizi cli vigilanza lungo le ferrovie e che, all'occorrenza, avrebbe potuto essere richiesto il concorso dell 'aviazione per azioni di bombardamento su particolari obiettivi. "La riun ione" recitava solennemente l'ultimo capoverso del verbale

(13) L'episod io cl i partigia ni cammuffaci da m ilitari ita liani venne conferrnato a Robotti eia una sua fonce confidenziale il 27 febbraio 1942: ,;I p arcigian i, specia lmente q ue lli r<!siclenci in cimì , sono in poss<!sso cli alcu ne uniformi da u fficiale ita lia no , faue confeziona re da s,trti loc.1 li, con p,tnno di truppa (sembra provenient<! d ,1ll,1 Croazi:1, dove la milizia ustascia <! l'<!s<!rcito avrdibero ado ttato il grigio v<!rde id<!ntico al nostro)" (SME, Ufficio storico, M-3, r. 327, B. 2, ';li (ornando dell 'XI. Corpo d 'arm,Ha a ..." i nd iri:a.i om<!ssi, 27 f<!bbrnio 1942).


l.' I\IIZIO DEl,J,J' OPERA:ll0 .\11 111' 1.1,ICI IE Il J) tLJ,'0C(TPA7.10NE Mll,ITJ\RE DEI.I.A SJ.O VE\11,1

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"viene chiusa con la certezza che la collaborazione in atto consentirà cli raggiungere al più presro i risultati a cui te ndono i comu ni intenti" (1 4). In realtà il tono della riunione fu decisamente sfavorevole per Grazioli. L'Alto Commissario vide sfumare i suoi tentativi cli aggirare il bando del Duce, e di conseguenza perdette dcfinit.ivamente l'opponunità di condurre a;:ioni di polizia su larga scala autonomamente; inoltre , le fo rze ancora sottoposte alla sua giurisdizione (Regia Guardia di Finanza, CC.RR, Milizia) non avevano ottenuto i rinfor,:i sperati, anzi, si vedevano costrette ad incamerare a magazzino l'armamento pesante. Circa i rapporti con i tedeschi, Roboni aveva implicitamente sorco lineato che l'unica autorità che li avrebbe mantenuti sarebbe stata quella militare. A ciò si aggiungevano una serie cli interventi del Comandante e.lei Corpo d 'armata su varie tematiche di ordine pubblico (sequestro degli sci e dei mezzi e.li locomozione, dei fucili da caccia nonché degli apparecchi radio; questione della casa cl i tolleranza eccetera). Infine, al colmo dell 'umiliazione, i problemi che Graiioli aveva con l'Autorità centrale in merito alla sostituzione ciel personale sloveno, erano stati - si sarebbe detto con compassione! - risolti dall'ingombrante Corpo d 'armata. La Slovenia si stava trasformando da provincia annessa al Regno d 'Italia in una regione sotro occupazione militare e prossima alla proclamazione cli "zona cl'operazioni". La se ra ciel 5 febbraio, Robotti inviò una relazione a Roatta nella quale, oltre a sottoporre al Comandante d'armata i provvedimenti "concordati" con Grazioli, proponeva cli censire sommariamente la popolazione slovena attraverso la nomina di un ca pofahbricato per ogni stabile che inviasse alle autorità politica e militare un elenco dei condomini. Inoltre il Comandante del Corpo d'armata proponeva l'emanazione di un bando che elesse la facoltà all'Autorità militare di effettuare chiamate di controllo di tutti gli cx m ilitari jugoslavi residenti in Sloven ia. Infine - proposta questa che Roboni non aveva presentato nel corso della riunione con l'Alto Commissario - veniva suggerito di abolire o quanto meno ridurre il numero dei gendarmi sloveni in forza presso i CC. RR. e la Regia Guardia d i finanza: "Togl ierli in ogni caso l'attuale caratteristica uniforme che contribuisce a mentcnere (recte: mantenere - NdA) desto il ricordo di un passato che non deve ritornare". Il 14 giugno successivo i gendarmi inquadrati nella polizia avrebbero ricevu to le unifo rmi della PS; i gendarmi in servizio presso il battaglione dei CC.RR. avrebbero utilizzato divise grigioverdi dell'esercito, con un apposito distintivo di riconoscimento. Curiosamente, il Comandante del Corpo d 'armata, rammentando a Roana e.li avere prospettato alcuni dei provvedimenti e le ncati a Graziali, affermava che .. ·ulla o ben poco ho potuto ottenere, forse perché pre-

0·1) SME. Ufficio storico. ~1-3. F. 325, B. 7. -verbali riunioni del Comando di C.A. con l'Alto Commissario", Vt:rbale della riun ione 11::nuta presso f"Alto Commissariato il giorno 5 fcbbr~io 1<)42/XX.


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L'OCCUPAZlONE ITALlANA DEU.A SLOVEN IA ( 194 1-1943)

supposti politici non consentono o non consigliano di adottare le misure restrittive che io ritengo necessarie per frenare il movimento sedizioso". In realtà, Graziali non aveva potuto che prendere atto ob torto collo della nuova situazione posta in essere con il bando del 19 gennaio, situazione completamente favorevole ai militari. La comunicazione di Roboni conteneva inoltre un progetto relativo al trasferimento a Lubiana della sede del Comando cli Corpo d'armata, trasferimento che aveva incontrato il parere favorevole (e non avrebbe potuto che essere tale!) dell'Alto Commissario. Infine, il Comando d 'armata veniva informato che il progetto d i soppressione cli tre piccoli presidi (Rakek, Grosuplje e Metlika) e ra stato accanconato a causa della loro importanza strategica, essendo presidi ferroviari e posti su vie cli comunicazione sovente utilizzate dalle truppe in via cli spostamentO sul territorio (15). Il 6 febbraio , un giorno prima rispetto alla data ipotizzata eia Graziali, si ebbe la venti lata astensione della popolazio ne dai pubblici ritrovi. Considerando eccessiva la proposta cli Robotti (ventiq uattrore cli coprifuoco) l'Alto Commissario anticipò il coprifuoco alle o re 18, ottene ndo il virtuale fallimento della dimostrazione. TI 7 febbra io un plotone de l battaglione "i\.f' passò per le anni due condannati dal Tribunale militare per terrorismo. Il 13 e il 19 febbraio alcuni partigiani assalirono due pattuglie cli ronda nel capoluogo. Nello stesso mese si ebbe il già citato attentato al nazional-liberale collaborazionista Praprotnik. A questi episodi, cli una certa gravità, si aggiusero piccoli esempi di ostilità, come lo strappo cli una bandiera italiana presso la sede del PNF di St. Jernej (11 febbraio) o il lancio cli una p ietra contro la vetrina di una libreria italiana a Lub iana (18 febbraio) (16). Per migliorare le indagini, il Ministero dell'Interno inviò a Lubiana il 15 febbra io un contingente di cento agenti ciel battaglione mobile di Pubblica Sicurezza di Roma, al comando ciel commissario aggiunto con funzioni di capitano di PS Francesco Mazzola, con il sottotenente di PS Mario Loquenzi come a iutante subalterno . Al contingente, equipaggiato cli uniforme grigio verde, armamento individuale e cl i reparto p revisto per la fanteria, si aggiunse un reparto cli agenti della Compagnia mobile di Trieste che aveva prestato servizio per qualche tempo a Cermosnjice: la formaz ione venne alloggiata alla "Mlacl ika", un edificio scolastico nei pressi della Questura, e fu messa a disposizione del Comandante degli Agenti della Questura, dott. Fiammeri . Il 21 febbraio una "fonte confidenziale" indicò alla Questura che a Lu-

( 15) SME, M-3, F. 324, B. 8, li Comando dell'Xl Corpo d'annata all'Eccellenza il Comandante della 2" Armata", 5 febbra io 1942, contenu to nella busta "Progetto Primavera". (16) L'estendersi cl i episodi come quesc'ultimo avrebbe spinto Grazioli ad emanare un bando, in aprile, in cui si obbligava l'auto rità comunale a risarcire i danni subiti (SME, Ufficio storico , M-3, F.325, B. ì, "Verbali riunioni del Com,indante di C.A. con AllO Conuuissario", Verba le della riunione tenuta il giorno 8 aprile 1942/ XX presso il Comando Xl Corpo cl',1rmata con l'Eccellenz;i l'Alto Commissario pe r la provincia d i Lubiana).


L'INIZIO DELLE OPERAZIONI BELLICHE E DF.1.1: 0C<XJ>AZIONE MII.ITARE D EI.I.A SLO VENIA

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biana trovava sede il centro organizzatore clell'OF (forse il Comitato esecutivo): da esso, secondo l'anonima informazione, si diramavano gli ordin i alle formaz ioni partigiane sia nella Slovenia italiana che nei distretti sotto la dominazione tedesca, poiché nel capoluogo erano giu nti numerosi fuoriusciti dalla Gorenjska (17). Veniva altresì indicato il Teatro Toti di Lubiana quale il "centro della propaganda" anti Asse e filo comunista (18). La segnalazione convinse le autorità che era giunto il momento di procedere al blocco rotale della città. 11 23 febbraio venne posta in opera attorno a Lubiana una cintura di reticolari e posti di blocco, tenuti sotto il tiro di posti cli fuoco ap positamente predisposti. Nei punti in cui la cintura veniva attraversata dalle li nce ferroviarie o dalle principali camionabili, furono istituiti posti cli controllo per la minuzi.osa verifica delle persone in entrata o in uscita dalla città. TI transito fu consenriro esclusivamente ai possessori di un apposito lasciapassare per l'entrat<l o per l'uscita rilasciato dalla Questura. Completato il blocco, i reparti della divisione "Granatieri di Sardegna" coadiuvati dai contingenti cli polizia, d ei CC.RR. e delle Camicie Nere, iniziarono un completo rastrellamento dell'abitato. Vennero perquisiti tutti i quartieri del capoluogo, alla ricerca di materiale propagandistico. Tutti i giovani cli età compresa tra i 20 e i 30 anni vennero concentrati in appositi centri di raccolta e sottoposti a identificazione e interrogatorio. Al 28 febbraio erano stare fermate 3.264 persone ed eseguili p iù cli duecemo arresti (19). Tra gli arrestati, Toner Tomsic, dirigente del KPJ (sarebbe stato giustiziato il 26 maggio successivo nonostante un tentativo di evasione dal penitenziario organizzato dal VOS); sua moglie, la moglie cl i Eclvard Kardelj, il dirigente comunista Lovrenc Kuhar. Durante il blocco, il 26 febbraio , furono uccisi dalle panuglie tre sospettati attivisti dell'OF in fuga , e il 28 febbraio un civile innocente, ucciso erroneamente durante uno scontro a fuoco . Nonostante l'efficacia della "cintura" organizzata da Robotti e Grazioli, numerosi dirigenti clell'OF ri uscirono a dileguarsi ed alcu ni ad oltrepassare i posti cli blocco. Il Comitato esecutivo, parzialmente decimato clall'on.d ata repressiva , si ricostituì rcmporaneamenre sul massiccio del Kocevski Rog, tra Kocevje e Gorna Straza, a sud-est cli Lubiana . Le autorità italiane avevano scelto un periodo complessivamente fa vorevole per colpire i centri organizzativi del movimento partigiano. Dall'autu nno 1941 l'attività delle fo rmazioni armate titoiste si era ridotto sensibilmente, e l'azione dell ' OF si era corrispondentemente trasferita nei centri abitati. Roboni, conscio della temporaneità de lla situazione apparenremente tranquilla inviò il 21 febbra io una circolare a tutti comandi d ivisionali , invitandoli a non sottovalutare il pericolo cli una

(1 7) I I confiden l <c!, forse es:1geran<lo, quanti fic;1va i fuoriusciti in 25 mila u nit,ì, d l°ra prolx 1bilmente comprensiva non soh anto di p artigi,ini ma anche di s<c!rn p lici cittadi ni p oco propensi a condividere l'occu pazione gernrn n ica "' rifugiatisi pacifiçarnence a Lubia na. ( 18) ACS, PS, 1942, B. 62 " l.' l Jfficio d i PS d i Lubiana al Mini~l<c!rO degli l nl<c!rn i'', 21 feb-

b raio 1942. (19) ibidem, ''L'Ufficio di PS cl i Lubiana al Ministero degli Interni", 28 febbraio 1942.


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1:ocCUPAZlONE ITAl.lANA DEI.I.A SLOVENIA (194 1-1943)

imminente recl uclescenza dell'attività partigiana nelle campagne e sui monti. "Richiamo l'attenzio ne di tutti i comandi in indirizzo" si leggeva nella comunicazione "( .. .) sulla necessità di non lasciarsi illudere dal la apparente tranquillità delle bande ribelli. Di fronte alla temporanea sospensione degli attacchi in forza ai nostri distaccamenti ed ai presldi nostri alle comuni cazioni e alle opere d'arte, c'è la permanente irriquietezza cl i elementi isolati i quali uccidono di pieno giorno ccl in piena Lubiana, sospetti nostri confidenti e anche semplicemente cittadini non condividenti idee estremiste; ci sono le frequenti grassazioni nelle campagne, i fu rti a mano armata nei cascinali, gli spostamenti cli piccoli gruppi armati - e spesso in divisa ex jugoslava- eia una località all'altra della zona, tentativi di disarmo sempre nel capoluogo, cl i nostri militari ecc. ecc. A ciò si aggiungono gli inequivocabili segni d i una continua propaganda (in forma manifesta con i manifestini ed i libelli alla macchia, in forma subdola con riunioni segrete con continui segni di sprezzo e di svalutazione bellica dei nostri soldati ecc. ecc.) per una prossima sollevazione contro !"invasore fascista '". Tutto ciò, proseguiva il Comandante del Corpo d'armata, non doveva essere dimenticato dai soldati. I segnali di una prossima sollevazione erano evidenti, e Robotti invitava t.ut.ti a preparasi affinché alla clara fatidica nessuno fosse colto impreparato (20) . A suffragio di questi timori, il Comandante ciel Corpo d'annata inviò il giorno dopo a rutti comand i delle GG. UU. un telescritto pervenutogli da Roatta relativo ad episodi accaduti in Croazia, dove alcuni piccoli nuclei di militari italiani erano stati cruentemente aggrediti da "ribelli". Il Comandante dell'Armata ordinava lapidario: "Basta dico basta con questi procedimenti eia tempo et da mentalità di pace alt I Comandanti cli corpo d'armata diano ordini tassativi affinché in tutto il territorio dell'Armata , tranne nelle zone notoriamente et sicuramente tranquille, non avvengano movimenti isolati aut di piccoli nuclei, ma solo movimenti cli reparti adeguati alle circostanze contingenti alt" (21). Robotti, nell'inviare ai cornandi divisionali copia del telescritto, ribadiva quanto espresso eia Roatta: "Finiamola di considerarci in pace" (22). La "pace" tanto temuta dal Comandante del Corpo d'armata sarebbe terrninata assai presto. Il 27 febbraio l'Ufficio Operazioni della Seconda Armata inviò un ordine a Robotti informandolo che si scava approntando per la Croazia un'ampia operazione cli repressione antipartigiana. Si sarebbe resa necessaria di conseguenza una completa normalizzazione della situazione in Slovenia, la quale si sarebbe sviluppata su due diret-

( 20) SME, U fficio scorico, M-3, F. 327, l:l. 2, ''Il Comando dell'XI Corpo d'ann ata a ... " indirizzi omessi, 21 febbraio 1942. (21) Ibidem, ''Da Comando 2" Armata - Ufficio Operazioni ;i Comandi di Corpo d'Arnw ta", 21 febbraio 1942, allega to a "Il Comando clel l' XT Corpo cl 'armat;i a ... " indirizzi omcs~i , 22 febbraio 1942 ( Documento a llega/On. 14). ( 22) ibidem., "Il Com;indo dell'XI Corpo d'armata a...'' indirizzi omessi, 22 l'ebbraio 1942.


l,'INIZIO DELLE OJ'ERA7.f0 KI flEl.l.lCHE E DELL.OCCUPA7.IOKE Mfl.lTAl(E DEI.I.,\ SLOVENIA

J 77

tive parallele: la soppressione del "movimento sovversivo" di Lubiana (in fase cli attuazione con la "cintura" del 23 febb ra io) e un ciclo d i operazioni offensive, non appena le condizioni metereologiche lo avessero reso possibile, contro i '·centri di raccolta dei ribell i" (23) . Il 1° marzo 1942 il generale Roana emanò la nota "Circolare 3c" contenente le disposizioni fondamentali per la difesa dell'ordine pubblico sul territorio di competenza della Seconda armata. La circolare, un volume cli d uecento pagine del quale sarebbe stata realizzata u na seconda edizione nel d icembre 1942, oltre alle già citate disposizion i circa la MVAC, elencava in articoli un piano cli "normalizzazione" delle varie provincie, indicando misure dracon ia ne ("non dente per dente ma testa per dente") ed offensive, e demandando ai singoli Corpi d 'annata l'incarico d i redigere i piani operar.ivi. TI vol'Llme si divideva in sei capitoli ed in una appendice di allegati: "Concetti basilari", "Servizio informazioni", "Misure cl i sicurezza e protezione", "Organizzazione de l territorio e ciel presidio", "Operazion i" e "Trattamento da usare alle popolazioni ecl ai partigiani nel corso delle operazion i". Quest'u ltimo capitolo appa riva alquanto significativo circa il futu,'o modus operandi: si prevedeva l'intername nto (protettivo, precauzionale o repressivo) di individui, famiglie e - in caso cli necessità - intere pop o lazioni di vil laggi; si consigliava di fermare anticipatamente i sospetti e.la utilizzare come ostaggi per eventuali rap presaglie; ch i risiedeva nei pressi di luogh i nei quali erano avvenuti saboraggi avrebbe dovuto, in linea di massima, essere consicleraro corresponsabile e quindi internaw. Nella circolare, Roana considerava legittimo e non perseguibile un evemuale eccesso cl i reazione da parte dei militari italiani; non sarebbe stato viceversa accetraro un atteggiamento ignavo e timoroso. I punti dal 252 al 261 si occupavano più specificatamente delle popolazioni. Chi fosse stato sorpreso in zone operative e non fosse risu ltato residente in eletta zona sarebbe stato fermato ed interrogatO per stabilire eventuali sue connivenze con i "ribelli". Se fosse stara comprovata l'adesione all'OF eia parte della maggioranza della popolazione cli un villaggio, l'abitato sarebbe stato distrurto. Proibito e represso il saccheggio delle abitazioni, si riconosceva la confisca di bestiame e viveri in determinati casi di conn ivenza. La circolare si concludeva con l'avvertenza di non compiere gratuiti ecl inutili inasprimenti delle misure elencate, considerate dal Comandante d'armata giù sufficientemente draconiane (24) . Robotti elaborò sulla base della comunicazione dal Comando d'armata e.lei 27 febbraio e della Circola re 3c un piano operativo su larga scala, ponendo le p remesse per fare compiere alla linea strategica fino a

(23) SME. Ufficio storico, M-3, F. 324, B . 8, ··[l Comando della 2" Annaw al Comando clcll'Xl Corpo d'armat,1", 27 febbraio 1942. (24) IZDG, Xl Corpo d'Annata , 744/ 1, Comando Superiore FF.M. '·S[ovenia-Dalm.izia", generale Mario Roau.a, "Circolare n. 3<.:°'. 1° marzo 1942, seconda ed izione l" d icembre 1942.


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1.'0CC( JPAZIOC'lE ITALIANA [)Ell.,\ SLOVENI A (19-il- 1913)

quel momenco seguita un prossimo "salto di qualità" . Il "Progetto primavera" si sarebbe articolato in due fasi. La p rima fase partiva dal p resupposto che l'organizzazione del territorio del Corpo d'armata, pur avendo dato sino a quel momento buoni risulati, avrebbe dovtno essere perfezionata in seguito alla riorganizzazione delle fo rze partigiane. Le operazioni sarebbero state caratterizzate da un potenziamento sostanziale dei p residi di maggiore importanza, con il contributo di reparti sollevati da incarichi secondari. "Occorre perciò: a) - considerare la possibilità di riduzione dei presidi abolendo quelli che non banno compiti specifici d i protezione alle ferrov ie, alle rotabili ed alle opere d'arte; b) - aumentare la capacità di resistenza dei presidi con difese passive ed in particolare con reticolato; c) - trasformare i posti di guardia alle opere d'arte d i particolare importanza in veri e p ropri fortilizi con dotazione cli almento 5 giorni cl i viveri e 3 unfoc; cl) - abbandonare la sorveglianza delle linee secondarie - Verconico-Lubiana cli imeresse locale e che favorisce quasi esclusivamente la popolazione; - Trebnje-Valle Mirna cl i scarsa importanza anche perché la linea cli Lub iana va ad inserirsi anche essa in quella clclla Sava; e) - costituire dei magazzini viveri e dei magazzini munizioni n ei presidi destinati a costituire l'organizzazione della za fase (. ..) in modo da formare piccole basi logistiche con autonomia di 15 giorni per una forza trip la cli quella del presid io in ciascuno di essi destinata; f) - impartire ordini precisi per l'immediato ripiegamento dei presidi minori su q uelli maggiori tenendo conto - per i rifornimenti attuali dei minori p resid i - che è necessario essere pronti a passa re alla za fase a cominci.are dalla seconda metà d i marzo; g) - emanare gli ordini ed attuare i provvedimenti idone i perché i presidi destinati ad essere rit.irati possano : - dist.ruggere gli apprestamenti creati; - port.are al seguito tutti i materiali; h) - preparare postazioni e trinceramenti nelle località destinate ai presidi della za fase ." La seconda fase sarehhe stata attuata "(. ..) su ordine in seguito al peggioramento della situazio ne o di iniziativa nella eventualità di insurrezione improvvisa e non avvertita in precedenza (ipotesi poco probabile) dalla nostra rete informativa". Essa prevedeva il concentramemo cli tutte le fo rze a d isposizione de l Corpo d'armata in pochi raggruppamenti cli consistenza notevole asserragl iati in località oppurtunamente difese. Si sarebbero organizzar.i dei presìdi con forze numeriche non inferiori a due battagl io ni . I presìdi, così rafforzati, avrebbero potute> tanto resist.ere agli attacchi avversari quanto condurre manovre convergenti su zone attigue non occupate. Le linee ferrov iarie sarebbero state vigilate con l'impiego di treni blindati.


L'i l\'12.10 DEI.I.E O Pl'l11\ZIOl\'I llELUCIIE E DHI.L'OCClJPAZIO>iE M ILITARE Dl:Ll.A Sl.OVEl\'1/\

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All 'ordine '·Attuate Primavera", k unità del Corpo d'armata avrebbero dovuto assume re la dis locazione seguente:

XI Raggruppamento Guardia. alla Frontiera: Presidio di Rakek Co ma ndo l 7° raggruppamento e.l 'artiglieria Guardia alla Frontiera; 11/XXIII settore; vm baLtaglione minatori: 6463 compagn ia mitraglicri; CX bai:taglione mitraglie ri; due batterie leggere di Guardia alla Frontiera eia stabilire. Presidio di longatico (T.ogatec) Comando clel l'XT Raggruppamento Guardia alla Frontiera; due battaglioni di Guardia alla frontiera del XXII! settore; VT battaglione minatori; lP compagnia c himica; una compagnia del 248° battaglione T.M. (truppe motori:aate); LI gruppo artiglieria eia 105/ 32.

Divisione "Granatieri di Sardegna":

Presidio di !Jorounica lI/ 1° granatieri; V battaglione ferrovieri; 11/XXT set.t.ore; Vlf battaglione artieri ; 221° battaglione TM.; una batteria del 13° raggruppamento d 'artiglieria . Presidio di Lubiana Comando clell 'XI Corpo d'armata; Comando artiglieria cle ll 'XT Corpo d 'armata; Comando genio clell'XT Corpo d'armata; Quartier Gene rale dell"XT Corpo d'armata; 11 ° a utoreparto pesante; Comando divisio ne "Granatieri di Sardegna"; 2° reggimento granatieri; 13° raggruppamento d'artiglie ria (meno quattro batterie); VIII battaglione CC.NN. "M"; I/XXl settore di coperrura; XXI battaglione morrai; 121 :, compagnia da 47/32;


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l.'OCCI.JPA7.10NE ITAI.IAKA D EI.I.A SI.OVE:%\ ( 194 1· 1943)

IV battaglione teleferisti; 79a compagnia telegrafisti; g5a compagnia telegrafisti; 10T1 compagnia marconisti; Comando dell'll O raggruppamento d'artiglieria di Corpo d 'armata con due gruppi uno eia 105/32 ed uno da 149/ 13; 248° battaglione T.M. (meno una compagnia); 2 compagnie XI battaglione gua::;rarori. Presidio di Grosuplje 1/X:Xlll settore di copertura; IJT battaglione CC.NN. da montagna ; 1 batteria ciel 13° raggruppamento d'artiglieria; 301° battaglione T.M. (meno una compagnia).

Presidio di Velike Lasce III/ 1° granatieri; IV battaglione CC.NN . da montagna; una compagnia dell'XI battaglione mitraglicri; una compagnia del 301° battaglione T.M.; una batteria del 13° raggruppamento d 'artigl ieria. Presidio di Kocevje Comando del 1° reggimento granatieri con un battaglione compagnia mortai, batteria d 'accompagnamento, e 1 batteria del 13° raggruppamento d'artiglieria; 2 compagnie guastatori con comando di battaglione; 239° battaglione T.M. (meno una compagnia); 232a compagnia pre~idiaria. Presidio di Petrina (ovvero, il ponte sulla Kupa della rotabile Kocevje-Delnice) XI battaglione mitraglieri meno una compagnia; Poiché la :,:ona interessava anche il V Corpo d'annata, Robotti proponeva che unità ap partenenti a tale Corpo si dislocassero sull'altra sponda p erfezionando il p residio .

Divisione "Isonzo": Presidio di T1"ebnje 93a legione CC.NN.; XIV battaglione mortai; 1 compagnia del 307° battaglione T.M.; 1 compagnia del 239° battaglione T.M ..


U K IZIO UHl,E OPF.RAZIOl\ 1 REl.1.ICI IF. E llF.LL'OCCllPAZIONF. MIUTAI\F. DFl.l.1\ ~1.0\'EI\IA

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Presidio di Novo Mesto Comando della divisione '·Isonzo··; 24° reggimento d i fa nteria articola to in tre battaglioni; 14a compagnia da /i7/ 32; 6° raggruppamento d 'artiglieria meno quattro batterie; 1 gruppo da 105/ 32; 307° ba uaglione T.M. (meno una compagnia) . Presidio di Cmomelj Comando del 23° reggimento d i fanceria con un barraglione; batteria d'accompagnamento; compagnia mortai; CXI battaglione mitraglieri; 2 batte rie del 6° raggruppamento d'art iglie ria. Presidio di Metlika 2 battaglioni del 23° fanteria ; 1 batLcria del 6° raggruppamento d'a rtiglieria .

Oltre alla concentra.cione delle unità nei presidi, la seconda fase del progetto prevedeva l'istituzione di nuclei di manovra autotrasportati presso ogni presidio: Presidio di Rakek una compagnia fucilieri; due peni autotrasportati; una compagnia mitraglicri.

Presidio di Longatico (logatec) un batt.aglione di fanteria; una batteria autoportata; una compagnia chimica. Presidio di Borovn:icc,

una compagnia rinforza ta con mitragliatrici per vigilanza propria wna e proprie opere d'arte. Presidio di Lubiana due battaglioni grnnatie ri con il comando di reggimento; un gruppo di a11iglieria; una compagnia guastatori. Presidio di Velike Lasce una compagnia rinforzata con M. P.


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l,'OCCUPA7.10Nl'. IT,\ i,lAl'/A DEI.LA SJ.OVENIA ( 194 1-1943)

Presidio di I<oce1~je

comando battaglione guastatori; due compagnie guastatori; una compagnia granatieri. Presidio di Novo }desto

battaglione cli fanteria; un gruppo artiglieria (25).

1.111

Le protezioni alle linee ferroviarie , effettuate permanentemente con truppe a pie di e ntro 5-6 chilometri dai presìcli, sarebbero sta te inoltre limitate ai tratti Rakek-Luhiana-Zalog, Lubiana-Grosuplje-Trebnje-Metlika e Grosuplje-Kocevje. Il presidio cli Borovnica avrebbe dovuto garantire l'assoluta protezione del viadotto e delle opere d'arte ("è il compito essenziale del presidio di Borovnica"). Una protezione saltuaria dei tratti ferroviari s i sarebbe attuata con carre lli blindati nelle zone cli Rakek, Borovnica, Lubiana, Grosuplje, Trebn je, l'\ovo Mesto, J'v1etl ika, Velike Lasce e Kocevje. I convogli importanti sarebbero stati p rotetti utilizzando il g ià citato treno blindato. Per quello che concerneva le strade camionabili, la loro protezione sarebbe stata limitata nei tratti Planina-Lubiana-Novo JV!esto-Karlovac e Lubiana-Kocevje-Delnice, con protezione permanente alle opere d'arte importanti e ogni presidio avrebbe assicurato il funzionamento del tratto della re te te lefonica sotto la propria giurisdizione (26) . li "Progetto Primavera" aveva una natura che poteva e rroneamente essere definita difensiva . Le due fasi di rafforzamento e di raggru ppamento delle unità previste eia Robo tti avrebbero in realtà preceduto una g rande offensiva nella p rimavera-estate, secondo le direttive inviate dal Comando d 'armara il 27 febbra io.

(25) I presidi cli Rakek, 13orovnirn, Vel ike Lasce e Kocevje era dowti di nudei mobili alquanco ridotti: lo stesso Roboni aveva appunwto, acca nt.o alla lista delle uni1à rnobili assegnate a tali presidi, '·poco". (26) SME, Uffkio sto rico, M-3. F. 324, B. 8, "Progetto Primavera (Documento allegCJto 11 .

15).


CAPITOLO TERZO L'ORDINE PUBBLICO E LE REPRESSIONI DELLA PRIMAVERA 1942 (marzo-maggio 1942)

Le disposizioni di Robotti c irca la sorveglianza de lle principali strade ferrate traevano spunto dagli avvenimenti recenti. caratterizzati dalla particolare inisiste nza delle formazioni panigiane nell'assalire i convogli transitanti sui principali tratti ferroviari. li 4 ma rzo 1942, durante un servizio di pauug lia sulla linea tra Lubiana e la frontiera storica con l'Ita lia, un reparto della Guardia alla Frontiera sorprese una formazione titoista, ingaggiando con essa un vio le nto scontro a fuoco. Furono ucc isi sei partigiani e ne vennero arrestati altri d odici. Da parte ita lia na si registrò un caduto. Nel frattempo , l'operazione di rastrella mento conseguente all'istituzione de lla "cintura cli Lubiana" s i stava avviando alla conclusione. I risultati sembravano incoraggianti. TI 14 marzo Graziali e manò l'ordinanza n. 4J con la quale si regolava il transito attraverso la cintura. l lasciapassare sarebbe ro stati concessi soltanto in taluni cas i ai cittadini s loveni che avessero compiuto i quattordici anni. Si sarebbe potuto transitare esclusivamente lungo le vie cli comunicazione rotabili e ferrovi arie conducenti a Brezovica, Dravljc, St.Vid , Klece, Jezic, Tomacevo, Hrastje, Zalog, Dobrunje, Skofljca e Stuclenec Tg. Chi avesse sconfina to eia tal i percorsi sarebbe stato ucciso dalle pattuglie (1). Non si ebbe tuttavia, un·approvazione corale alle in iziative. li 6 mar7.o un b ig lietto anonimo recapitato a lla Questura recirnva: "A Lubiana s i rie.le de lle perquisizioni della nostrn q uestu ra. Tutte le armi son.o nascoste nel sottosuolo delle cantine e sotto i pavimenti di legno delle abitazioni". Si tramwa probabilme me cli un messaggio provocatorio o, forse, cli un inconsueto invito eia parre d e i gruppi anticomunisti affinché l'azione repressiva fosse condotta dalle autorità con ancora maggio re rigore (2). Comprendendo la natura della nuova poiirica adouara da Romea e e.la Roboni, l'OF decise di intensificare l'azione ami ita liana, approfittando anche del!'iinminente conclusione delle operazioni di polizia nel capoluogo iniziate con l'istituzio ne de lla cintura. li 13 marzo sulla strada Gros uplje-Visnia Gora, nei pressi cli C rosuplje s i verificò un grave a trentato

(1) 1\CS. PCJl,J, 19·-ll-43, 13. .2663. r. l / 1- 1357412, ~011ofasc. 2. ·'O rd inanza n . 41", 14 marzo 19-1.2. (2) /\C:S. PS. 1942. 13. 62, " L'Ufficio <l i PS cli Luhi ana a l Mi niswro degli ln1t:rni", 6 marzo 1942.


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l:O CCUPAZIOKE ITAI.IAKA DEI.I, \ SI.OVE'.'<I A ( 194 1- 194.3)

contro l'autovettura del generale Oxilia, adetto militare presso la Legazione d 'Italia a Zagabria, diretto a Lubiana per motivi di servizio. Oxilia rimase miracolosamente illeso insieme a l suo autista, ma nell'agguato trovarono la morte un ufficiale della missione mi litare ed un carabiniere addetto alla scorta. I colpevoli non fu ro no individuati. Lo stesso giorno a l\"ovo Mesto una pattuglia d i soldati della d ivisione "Isonzo" fu assalir.a da una squadra partigiana armata d i fu cili e bombe a man o . Il 16 marzo, a Lubiana venne ucciso il vicefiduciario de l GUF, Frane Zupanec. L'indomani si verificarono una serie impressio nante di episodi: un treno merci in servizio su lla linea Lubiana-Postumia fu assalito da sconosciuti, che uccisero due ferrovieri; un civile venne ucciso ad un posto di blocco da militari italiani; il VOS colpì a morte altri due collaborazionisti. Il 20 marzo in un notiziario quindicinale , l'Ufficio in formazioni del Comando della Seconda ann ata prendeva atto che la "propaganda sovversiva" stava ormai estendendosi dalla Slovenia alle popolazioni della Venezia Giulia (3).

La reazione italiana all'offensiva dell'OF fu durissima, in taluni casi eccessiva. La frustrazione dei soldati italiani aveva raggiunto livelli preoccu panti, scatenando tra i militari rancore e odio nei confronti della popolazione. Il 19 e 20 marzo un reparto della Divisione "Granatieri cli Sardegna" incendiò sette frazioni del comune di !decano, razziò l'intero bestiame, i generi alimentari e tutte le masserizie disponibili ed infine fu cilò sul posto cinque civili. Nei giorni precedenti erano stati compiuti alcuni bruta li rastrellamenti p resso t\fontrec. Nella sua relazione al Ministero dell'Interno Graziali ricordò che i villaggi saccheggiati ed incendiati non avevano mai d ato "motivi cli lagnanza politica " (4). Dal 20 al 23 marzo si ebbero numerosi scontri a fuoco, con complessivamente sei militari italiani e sette partigiani uccisi. Il 25 marzo, durante un rastrellamento presso Lubiana, i Granatieri cli Sardegna fucilarono due civili . Il gio rno dopo, in seguito ad uno scontro a fuoco dove venne ucciso un militante clell'OF, gli italiani rastrellarono alcuni villaggi a s ud cli Lubiana, distruggendo una ventina cli abitazio ni. Contemporaneamente si ebbero alcuni episodi cli criminalità comune aventi per protagonisti militari italian i o rmai in preda al totale disprezzo nei confronti di una popolazione ritenurn ostile . TI 10 marzo una squadra cli rn iliti confi nari aveva saccheggiato un'abitazione a Kamen Gorica. Il 24 marzo cinque soldati del presidio cli Lubiana rapinavano una trattoria. Tre giorni do po un civile venne aggred ito senza particolari motivi eia altri militari. Grazioli registrò gli avvenimenti del marzo con preoccupazione. Lui che sperava cli essere il "super prefetto" di una nuova provincia del Re-

(3) SME, Uffido sto rico, F. 1358, "Notiziari vari 2" Armata", Ufficio 1, Notizia ri Q uind icinali, Situnione q uind i<:in,1le n. 52 del 20 m.irzo 1942. (4) ACS, PCM, l94 J-43, B. 2661, F. 1-1-13-21006, .sonofasc. l.l , "L'Alto Commiss;irio pe r la prov inda d i !,ubiana al M in i~1.ero d egli l nLern i" , 20 marzo !942.


l.'OHDl l':P. PlJBBI.ICO E I.E REl'U E:0-~10'< 1 DEI.I.A l'IU~IAVERA l 'I 1l

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gno, si trovava a dover computare giorno per giorno i sanguinosi bila nci cli una marca di fronti era assediata dagli od iati partig iani ma anche dalle draconiane contromisure dei militari. Agli occhi dell 'Alto Commissario in Slovenia s i stavano ormai ricalcando gli stessi errori compiuti dalle autorità germaniche nei d istretti settentrionali, errori che avevano visto il movimento partigiano crescere in modo esponenziale. Grazioli denunciava .. il sistema in atto dell'autorità militare di colpire popolazioni rurali inermi con l'incendio de i paesi, con l'arresto in massa de lle popola7.ioni valide e con l'asporta:cione di tutti i beni mobili , senza avere nell'assoluta maggioranza dei casi alcun elemento positivo a carico delle popolazioni stesse"' (5). Il 21 marzo s i Leone a Lubiana l'incontro mensile tra il Comandante del Corpo d 'armata e l'Alto Conrn1issario. l\'onostante l'infuriare delle repressioni e l'opposizione <li Grazioli ai met0<li adottati. i colloqui verterono esclusivame nte su questioni ·tecniche" di ordine pubblico . Dopo essere stata affrontala la già citata te matica dell 'arresto degli ex appartenenti alle Forze armate jugoslave, venne discussa la situazione della cintura di Lubiana, la c ui fase operativa cli rastre llamento si era definitivamente conclusa il l 5 marzo. I lasciapassare, già predisposti. non erano ancora stati distribuiti, a causa delle lunghe operazioni cli rastrellamento. Crazioli propose una distribuzione di permessi provvisori per non b.l occare il traffico consentito dalle aul'orità; dal l O aprile avrebbe avuto luogo la distribuzione dei predetti lasciapassare. Affinché si rendesse possibile l'operazione, Roboni propose l'istituzione di uffic i provvjsori presso i posti d i blocco. Il Comandante del Corpo d'armata propose inoltre l'avvicendamento elci militari ai posti di blocco con personale di Pubblica Sicurezza alle dipendenze dell'Alto Commissariato. Grazia li, nonostante il parere contrario del Questore e del Comandante del gsuppo "Mila no" dei CC.RR. , che la mentavano scarsità di org,1nici. .acconsentì. Venne quindi stabilito che 48 carabinieri e 48 agenti di polizia avrebbero rile\'ato dal 23 marzo il controllo de i valichi della cinrura . Tn seguito, s i sarebbero aggiunti alcu n i contingenti cli rinforzo p rovenienti dal territorio metropolitano. fu predisposto l'impiego di un nucleo femmini.le di PS per la perquisizione delle donne. L'Alto Commissario sollevò alcune critiche s ulranclamento del tracciato della cintura pred isposto dall'autorità militare in febbrn io. Robotri motivò tale scelta, che escludeva alcuni quartieri periferici della cinà. con ragioni contingenti legate alla scarsità di tempo a disposizione in quei gio rni. Il Co mandante ciel Corpo d'armata propose quindi a G raziali

('5) IZDG. F. 3/lll/20, '·Relazione di Cni:zioli al Mi ni~trt ro degli Interni", 24 111~Hzo 1942, ciw to i n Teodoro Sala "Occu pazione milit:ire e ammin istrazione civi lt: nelhi ·Provin(ia' cli Lubiana ( 19'¼ 1-19-13)" in E. Colloni. T. Sal:1. G. \an·,irino. '·L'Italia nell'Europa clanuhian:1 durante la :;econcl:t ~1 1e rra mondiale", Is1it1110 nazionale per la storia ciel mo\'imcnto cli lilierazionc, Monza, 1967. p. 90, nota 69.


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L·occ u J>AZIONE ITAI.IA~i\ l)f.1.1.A SLOVENIA (194 1- 194.l )

di fa r conoscere all 'autorità militare le correzioni che egli avrebbe ritenuto opportune . La riunione proseguì analizzando la tematica dei presìcli militari. Fu questo un motivo di ulteriore polemica tra le due autorità in Sloven ia. Infatti, secondo l'Alto Commissario la riduzione dei presìcli orclinaca da l{oatta ecl eseguita da Robotti avrebbe abbandonato a sé stessa pane della provincia, che Grazio l.i ribadiva essere pur sempre "territorio nazionale ", consentendo a i ribelli l'approntamento cli basi cli rifornirnc nro e reclu tamento. Respingendo tali considerazioni, il Comandante del Corpo d'armata rammentò al suo referente politico che il controllo delle zone non presidiate sarebbe s tato effettuato efficacemente dalle unità mobili predisposte con il "Progetto Primavera". L'Alto Commissario fece presente che gran parte della popolazione srnva temendo una nuova tracimazione di forze partigiane quesrn volta dalla Croazia, e s i domandò se la Seconda armata avesse ·contemplato tale eventualità nella nuova sistemazione militare della provincia annessa. Dal canto suo Grazio li propose la chiusura della frontiera con lo Stato Ind ipendente di Croazia. Il militare Robotti rispose che egli aveva esclusivamente atteso alle disposizioni superiori, sottointenclenclo cli non essere a conoscenza degli ulteriori piani strategici di Roana. L'Alto Commissa rio, cli nuovo ob torto col.lo, accettò quindi la situazione venutasi a creare, ed applicò disposizione analoghe a quelle ciel Corpo cl'armaca circa il raggruppamento dei posti isolati di carabinieri , guardie cli finanza e militi confinari. J "superpresìdi" così creati sarebbero stati rinforzati dall'imminente arrivo di trecento CC.RR. e trecento Regie Guardie cli Finanza. Una coorte della Milizia confinaria sarebbe stata collocata dalla Seconda annata sul confine storico con l'Italia, per impedire la già segnalata penetrazione partigiana nella Venezia Giulia . Per meglio controllare le zone sottoposte ai n uovi presìdi sul vecchio confine, Grazioli ottenne l'aiuto del Corpo d 'armata nell'opera cli disboscamento cli una fascia larga circa cento met.ri lungo la linea cl i frontiera ecl a cavallo delle principali vie di comunicazione oltre che nell'installazione di reticolati: virtualmente, l'isolamento della "provincia annessa" era ormai realizzato. L'Alto Commissario definì quindi con i comandanti della MVSN confinaria, dei CC.RR. e della Regia Guardia cli Finanza la dislocazione dei nuovi presìdi. Riguardo a quelli confinari, venne s tabilito di alleggerire la dis locazione presidiale verso la fromiera con la Slovenia tedesca, già ampliamente controllata da lle truppe germaniche, e di rinforzare viceversa i presìdi verso la Croazia. Utilizzando i rinforzi in arrivo dal territorio metropolitano, i nuovi presìdi avrebbero potuto contare su una forza numerica cli cinquanta uomini circa ciascuno, raggruppando militi, carabinieri e finanzieri e clotatandoli di moschetti e fucili mitragliatori. Circa la dislocazione dei presìdi di Pubblica Sicurezza all'interno del territorio, Grazioli insistette sull'oppo rtunità di mantenere i 15 posti presistenti (su un totale cl i 94 comuni della provincia), dei quali:


l "OKDl'IE l'l nnuc:o E 11' REPRESSJO'II DELIJ\ PRIM,WtRA l?t2

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- 12 avrebbero mantenuto invariata la loro forza numerica, poiché trovantisi in :cone già controllate dalle Forze armale; - 17, controllaci in quel momento dai CC.RR., sarebbero stati rinfor:ca ti con elementi della Regia C uardi a cli Finanza; - 13 avrebbero ricevuto alcuni reparti dal contingente cli trecento carabinic ri in arrivo dall'Italia; - 3 sarebbero stati probabilmente soppressi. Robotti consigliò all'Alto Commissario di rinforzare soprattutto presìdi più lontani dagli aquanieramenti mi litari , poiché i posti cli Pubblica Sicurezza attigui ai presìdi delle Forze Armate avrebbero potuto sempre contare sui rinforzi clell'escrciro. Si decise inoltre cli mantenere un controllo continuo su alcune aree e.li interesse economico, come la zona cli Mokronog, dove esisteva una grande ed importante conceria. Roboni promise azioni di rastrellamento in rutta !area circostante gli opifici. Venne quindi considerata l'opporrunità, proposta eia Grazio li, cli trasformare il r,rovvec.l imento restrittivo sull'uso del le biciclette in proibizione c.lclla circolazione in tutti i ce11tri abitati. ll comandante del Corpo d'armata insistette che raie provvedimento fosse applicmo assolutameme entro la cintura di Lubiana, e comunicò che avrehhc impartito "precisi o rdini alle pattuglie cli sparare senz'altro contro chiunque venga sorpreso in b icicletta" . Gli operai in forza a Lubiana provenienti clall' hi11ter/and avrebbero dovuto parcheggiare le biciclene in apposi te rastrel liere presso i posti cl i blocco e proseguire dentro la città a piedi. "(n tal modo sari\ possibile proibire che in Lubiana si circoli anche con le biciclette alla mano··. Circa gli alLri provvedimenti in pmgerro. Grazioli comu nicò di avere intenzione ··di arrestare in blocco gli studenti di Lubiana e di internarli. effettuando poi l a selezio ne in base a un esam e degli elenchi che verrà fatto dall'Autorità comunale". Venne inoltre stabilito che tulli gli apparecchi radio sarebbero stati seque:;w1ti. Su richiesta del .Ministero della Cultura Popolare, preoccupal o della mancanza nelle case slovene degli strumenti con cui diffondere la comropropaganda , una parte e.li questi sarebbero stali ridistribuiti alle sole p ersone cli sicuro affidamento. Decisione quest'ultima alquanto curiosa, tenuto conto che i cittadini di sicuro affidamento non avrebbero avuto la necessità di essere ulteriormcnt.e convinti (6). li 26 marzo l 'Alto Commissariato avrebbe quindi emanato un'ordinanzt1 per il sequestro cli tutti gli apparecchi radio e le antenne presenti sull'intero territorio provinciale (7).

(6) .SME, Ufficio storico, M-3 , F 325, D. 7, '·Ve rbali riu nioni <lei Cornand:111te di C. A. (·on l'Aho Commissario". '-Verbale dell:1 riunione che ha avuto luogo presso l'Aho Commissarialo il giorno 2 1 marzo I 942/XX. {7) ACS. PS, 194 2. 13. 62. ·' L'Alto Commissario per la provinci,1 cli Lubi ana al Ministero degli Interni". 26 marzo 19~2


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1: o cct:P1I ZIONE ITAUANA DEU..tl SLOVENIA (19.j 1-19·13)

Nonostante l'inasprimento della politica repressiva, la situazio ne a Lubiana non accennava a tranquillizzarsi. ln un rapporto ciel 21 marzo al Miniscro de ll'Interno , l'Ufficio dell'Ispettore Generale d i Pubblica Sicurezza per la Croazia illustrava con tono allarmati la situazione in Slovenia : "La situazione politica a Lubiana e provincia, specie sotto il particolare aspetto de ll'ordine pubblico, permane tuttora grave" (8). Un nuovo rapporto de l 24 marzo individuava il pericolo che srnvano correndo in modo particolare i collaborazionisti: "Nella città cli Lubiana il partito comun ista e gl i e lementi antitaliani ed antifascisti continuano incessantemente la loro o pera contraria all'lta lia con lancio cli manifestini volanti, con scritte sovversive sui muri e con delitti contro le persone ritenute di sentimenti italiani e sospettate cli essere fiduciarie dei nostri organi di po lizia" (9). Il 27 marzo fu ferito eia una troj/ea ciel VOS un esponente slo veno della GILL; il 30 marzo, quasi come rappresagl ia, le camicie nere fucilarono al poligono un prigioniero partigiano. TI 28 marzo Grazioli si incontrò con Roatta; i contenuti del colloquio furono trasmessi pochi giorni dopo dal Comando cl' Armata al Comando del l'XI Corpo d'armata . Ribadendo la sua posizione espressa ne l corso dell 'incontro del 21 marzo, l'Alto Commissario ravvisò la necessità d i istituire nuovi p resìcli militari in Slovenia , p artendo dalla considerazione che - a differen za cli altre regioni - essa rappresentava una parte integrante del Regno d 'Italia. Il Comandante d'armata acconsentì alla richiesta: nei suoi progetti i presìcli avrebbero clov uro essere ridotti anziché aumentati, e su tale linea si stava muovendo Robotti, ma l'esposizione di Grazioli convinse Roatta a rinviare il p rogetto cli riduzione in un secondo tempo. l{incu orato dalla ·'comprensione" cli Roatta, Graziali sollevò nuovamente la q uestione degli eccessi compiuti dai militari durante le recenti operazio ni antipartigiane : "È avvenuto che ilnprovvisamente (sottolineato nell'originale NdA) si è, eia parte militare , comunicato all'Alto Commissario che dovevano essere ospitate centinaia, o molte decine cli abitanti, sgombrati in operazio ni d i rastreJJamento. Inoltre si sono verificati casi cli incendi di chiese e scuole , .in località dove erano in corso o imminenti operazioni militari, ossia .in località in situazione non anormale. La presenza e la attività d i una decina di ribelli non può bastare a dare caraltere di 'anormaliLà' ad una località, e tanto meno ad una intera zona". Roatta, non avendo notizie in merito, "senza riandare al passato" e "tenuto conto che si tratta d i territorio nazionale", avrebbe dato disposizioni affinché l'Alto Commissario fosse preventivamente informato de lle operazioni imminenti. Tn ogni caso, le grand i d istruzioni cli interi villaggi avrebbero avuto luogo soltanto in caso cli vere e p rop rie operazio ni militari su vasta

(8) ACS, PS, 1912, U. (i2, ''L'Ufficio dell'lspenore <~eneral<! di PS Croazia al Ministero d<!gli lnt<!mi", rd azion<! del 21 marzo 1942. (9) !hiclem, rel,,zion<! dd 24 marzo 1942.


L'ORDI NE l'Llll111.ICO E LE Jl8PllES:-ION I DEI.IJ\ l'l(l.\lAl'Ell,\ 19 i L

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scala ( non ancora disposte per la Slovenia): altrimenti, i soldaLi si sa rebhero limitati alla distruzione esclusiva delle abitazioni dalle quali fossero sLati esp losi colpi di arma da fuoco. Proseguendo nelle sue richieste (da notare il tentativo dell'Alto Commissario di aggirare l'osrnco.lo Robott i interpellando il suo d iretto superiore) . Grazioli richiese che le formnioni dei CC.HR . restassero alle sue dirette dipenden;:e e non fossero utilizzati, come già avvenuto in varie occ..isioni, dalle autoritù militari. Il Comandante cl'annaLa nuovamente acconsentì, congedando un Alto Commi sario sicuro di avere o ttenuto qualcosa di concreto (10). li m ese d 'aprile fu caratt.eri:aato da un'imprcssio name serie di attentati del VOS contro sedi di organizzazioni del PNF (GILL, O~D) e loro esponenti sloven i. Lo Stato Maggiore partigiano aveva lanciato un'offensiva contro il collaborazionismo che, come si è eletto. aveva ini7.iato a riorgani 7.Zarsi da poche settimane. La gravità della situa1.ione obbligò le autorità ad organiz7.are una nuova riunione mensile. a pochi giorni d i distan7.a dalla precedente. 1'8 april e 1942, presso la nuova sede del Com ando dell 'Xl Corpo d'armata a Lubiana, si Leone l 'incontro tra Roboni e Grazia li . li primo argomento all'ord ine ciel giorno rigu ardò nuovamente l'organ izzazio ne dei preskli. li 4 ap rile. ins ieme :i l promemoria della riunio ne del 28 marzo con Graziali, Roatta aveva trasmesso a Roboni le disposizioni circa la costituzione e.l i nuovi presìdi . Richiamandosi a r:.ile d isposizione ("le superiori autorità consemono di avvicinarsi al la soluzione desiderata dall'autoritù politica"), il Comandante dell'Xl Corpo d'armata subordinò l'aumento dei presìcl.i a precise esigenze. Tnnan7.i rutto, eia alcune settimane Robotti aveva ceduto temporane~1111ente al V Corpo d 'armata due battaglioni d i fanteria ( il J/23° e il ll/ 24°), il gruppo d 'artigl ieria e l 'Vlll battaglione CC.NN. cl'assa ltu "M"; ino ltre i battaglioni T.M. 301° e 307° erano stati smobilitati, la 55" legione CC.NN. della d ivisione "Granatieri di Sarc.kgna " era stata anch 'essa assegnata al V Corpo d'armata , e per altre esigenze il Comando non poteva p iù contare sull 'll O raggruppam ento d 'artiglieri a di corpo d'armata. Tale situazio ne andava a strid ere con l e disposizion i ciel Comando cl'a rm:ita circa l'aliquota minima cli forza numeri<.:a prescritta per presidio (un barcaglione e.l i fa nteria p iù un'aliquota di artiglieria). Di conseguenza , un aumento ciel numero dei presìdi poteva essere effettuato, a eletta cli Roborri, solta nto limitatamente allo stretto i ndispensabile, utilizzando tutte le forze a disposizione. Per questo m o tivo il Comandante del Corpo d'armata chiese ed ottenne un'aliquo ta d el contingente di rinforzo di trecento cc.rrn. che era srnco messo a disposi zione d i Graziol i: tale aliq uota avrebbe rinforzato il gruppo mobile della divisione "Granatieri di Sardegna".

( 10) Si\113. Ufficio ~corico, \1-3, F. 32·1. B. 8 '·Progeno Primavera". Promemoria del Comanda nte dd la 2" anna ta al C:ornancl:rnle dell'Xl Corpo cl'c1rn1m:1, ,1 ,1pril..: 1942.


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L·OCCUl'A ZIONL ITALIANA DELLA SLOVENIA ( 194 1•1943)

Fatta questa pre messa, il Comandante del Corpo d'armata informò l'Alto Comm issario delle conseguenti modifiche introdotte nel "Progetto Primavera". Veniva mantenuto, olrre ai presìdi descritti nel sopracitato progetto, il presid io della "G ranatieri di Sardegna" di Verconico, poiché esso interessava la rotabile Lubiana-Postumia, disimpegnava i reparti dalla protezione della linea ferroviaria in corrispondenza della stazione di Verd, era collegato con il presidio cl i Borovnica, era dotato d i caserme d i recente costruzione e poteva condurre azioni antipartigiane nelle attigue zone controllate dai "ribell i". Analogamente , sarebbe stato mante nuto il presidio de lla "G ranatieri di Sardegna" di Ribnica, in quanto garantiva la sorveglianza della linea ferroviaria Lubiana-Kocevje e consentiva cli controllare tutte le comunicazioni con la zona cli Velike Bloke, particolarmente indiziata di attività partigiana. Su proposta cli Grazioli venne aggiunto anche un presidio a Skofl ica, zona posta ad otto chilometri da Lubiana ad alta densità partigiana. Tn tal modo i p resìdi della divisione "Granatieri di Sardegna" sarebbero passati eia sei a nove, più i presìdi ferroviari. Grazia li, non soddisfatto, propose l'istituzione cli altri due presìdi a Iloriul (Guard ia alla Frontiera) e Dev Marija Polju (Grana tieri di Sardegna). Robotti, che non voleva indebolire i p resìcl i del "Progetto Primavera", resp inse l'idea cli un nuovo presidio a Dcv Marija Polju - zona fa cilmente controllabile da Lu biana - e propose l'istituzione cli un presidio della Guard ia alla Frontiera a Rovte, anziché ad Horjul, in qu anto località posta tra il confine storico con l'Ital ia e la frontiera con la Slovenia tedesca. Nella zona operavano periodicamen te p iccoli nuclei cli partigiani, in transito tra i d istretti settentrionali e meridio nali. Grazio li accertò la controproposta del Comandante del Corpo d 'armata. Circa i quattro presìcli originariamente attribuiti alla d ivisione "Tsonzo" , l'Alto Commissario, in base al criterio cli non lasciare amp ie zone scoperte e di proteggere i beni cli società italiane, quali l'Tstituto agricolo immobiliare cli Lubiana "Erno na", richiese tredici presìdi. Nove d i questi furono considerati da Roboni assolutamente inutili; tuttavia il Comandante ciel Corpo d'annata accettò cli sottoporre al Comando d'armata una proposta per l'istituzio ne di quattro presìcli aggiuntivi, e precisamente : Soteska , in quanto avrebbe dato all'ese rcito "l'opportunità di proteggere le proprietà del principe tedesco Auersperg , come eia specifica richiesta fa tta d a Roana il 2 aprile precedente; Mokronog, perché sede del già citaco o pificio, situata nei pressi della miniera cli carbone cli Krmelj e in grado cli controllare la Valle çlel fiume lV!irna nonché una vasta zona della frontiera sloveno-croata; Radatovici, in quanto centro abitato in conresrazione con il governo di Ante Pave lic ("abbandonarlo significherebbe rinunciare a priori alla sovranità su tale località, che amministrativarneme fa parte della provincia cli Lubiana"); Sern ic, pe rché da mie località pmeva essere facilmente controllata la locale linea fe rroviaria, ricca in quel tratto cli n umerose opere d 'arte, e perché nodo cli comunicazione tra Novo Mesco, Crnomelj e Metlika. Se le forze a disposizione lo aves-


1.'0Ul)INE PIJBBI.ICQ E LE RF.Pllf.S~ I0:-11 OF.1.1.A l'lllMtW ERA 19 Il

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sero conse ntito, Roboni avrebbe aggiunto alle quattro località anche il villaggio d i Vinica. In ogn i caso, l'approntame nto de i quattro (o c inque) presìcli della "Isonzo•· sarebbe stato su bordinato alla restituzione e.la parte del V Corpo d'armata delle unità "prestate·· per le operazioni in Croazia. L'elenco dei presìdi aggiu ntivi si completò con l'istituz ione di comune accordo e.li un avamposto della Guardia alla Frontiera a Velike 8loke. La località controllava una zona '·de li catissima" che era s tata varie volte sede cl i bande partigiane; ino ltre consentiva il contro llo de lle rotabili verso Kocevje e il confine metropolitano. Complessivamente, l'Xl Corpo d'armata avrebbe dovuto chiedere al Comand o de lla Seconda a rmata il mante nime nto o l'istituzione d i a ltri d ieci presìdi: Ve rconico, l{ibnica, Skoflica (divisione ''Granatie ri di Sardegna"), Soteska, Mokronog, Radatovici. Semic (divisione "Isonzo"), RoVIe e Velike 1:3loke (Xl raggru ppamenro Gua rd ia alla Frontie ra). ln to tale, i presìd i del "Progetto Primavera" passavano da dodici a ventu no (11). Un'altra questione che venne affrontata durante la riunione clell'8 aprile fu la ventilata c hiusura della frontiera con la Croazia. Grnzioli informò il Comandante del Co rpo d'armata di ave re inizia to il disboscam ento d i una fascia cli terreno larga tra i cento e i trecem o metri ad iacente al confine sloveno-croato. Tnoltre. l'Alto Commissariato attendeva dal Corpo d 'armala l'assegnazione cli corda s pinosa per la posa di re tico l::i ti lungo la fa scia. Infine era stata proibita la circolazione flu via le su lla Ku pa , fa tta eccezione per i passaggi autorizzati. prevedendo il sequestro cli tutte le imbarcazion i, anche e.li nazionalità croata, sorprese ad infrangere le dispos izion i. Alla richiesta cli re pa rti militari per procedere a lla chiusura della frontiera. Rohotti rispose di esserne impossibilitato per l'esiguità delle forze d isponibili. Per qua nto con,cerneva l'ordine pubblico, le a utorità concorda rono la ripresa delle perquisiz ioni improvvise "nelle vie, nelle au le stude ntesche delle scuole medie superiori ed unive rsitarie. negli ospedali, nelle cliniche ecc. , ;;1 llo scopo di acce rta re l'esistenza di a rmi, munizioni e d i ogni altro ma te ria le che possa servi re:: a i ribe lli neIJe azioni contro d i noi". Il Comando del Corpo d'armata ne avrebbe dato preventiva informazione all'Alto Conun is.sariato.

(11) Nella lettera d'accompagnamento al verba le dcll:1 riunione' 111,·i:tto a Roana , Rohotti faceva no tare che n suo parer(~ lt: ··onerose p ropo:;tc" di Crazio li i 11 rema cl i presìcli fossero d a ricollegarsi ;1 ric:h iestc in 1ale senso facce all'A ho Commis!>ario chii dirigenti clell'"fmona··. La societ:ì. auiva nell'opera cli ripopolamen10 dei dis1rc11i meiidionali presso Kocevje abhandonaci cla~li allogeni tedeschi, :.ive\':J visto la sua activi1:1 ne11ersi a causa della guerriglia p:.1rtigian:1. I.e op ern io 11i cl i ricogn izione su l WrTC'no e di ripopola111e11 to si erano notevolmente rallen1,nc nelle ultime seuiinane (S,\èlE, Ufficio .simico. M -3, "\lerb,ili riu · nioni del Comanda111e di C.A. con Alto Commiss;1rio·, li Comandamc dell'XI Corpo d'armata al Co111a ndo della 2• Arrnaca. 13 ,1prile 19/42 (·on allegato verbale riunione cle11'8 aprile 1942 e relazione su ll:l scx ieca ··Emona·').


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l: O CCU PAZIO'.'<E ITAI.IAKA D ELLA 5LOVE'.'<IA < 19/4 1- 1943 )

A propositO della cintura di Lubia na, G razioli richiese l'a utorizzazione alla d istribuzione d i ulte riori lasciapassare ai fo rnitori p rovenie nti dalla campagna, in quanto la condizione di "città sotto assed io" del ca po luogo ne ostaco lava i riforn ime nti gio rnalie ri. In me rito alla questio ne della distribuzione delle carte d'ide ntità, l'Alto Commissario info rmò Robo tti che non si poteva p iù fare affidame nto s ulla a ute nticità d i tal i docume nti "in quanto presso i comuni es istono impiegati di poc hi scrupoli c he si presta no alla lo ro falsifi cazione". Un motivo di polem ica tra i due poteri s i ebbe in te ma di a rresti ed inte rroga to ri de i partigia ni. "L'Eccel le nza Comandante fa rilevare all'Alto Commissario c he in molte circostanze è ma ncata un'azio ne immediata delle truppe pe r catturare e distruggere ba nde ribelli pe rc hé l'autorità di P.S. , o ha omesso di notifi care alJ'A.M. (autorità militare - NdA) l'arresto di ele me nti sovversivi e d i favoreggiatori, oppure ha segalato con molto ritardo le p reziose informazioni da essi forn ite, quando addirittura non le ha comple ta me nte taciute . Tal.e linea di condotta dell'Autorità civile no n può c he ostacolare l'attività ope rativa che l' A.M. deve svolgere, mentre la situazione richiede da parte di tutti la maggiore unità di intenti, d i lavoro e di sforzi per il raggiungimento dello scopo principale: la distruzione delle bande ribelli nei vari element.i che le costituiscono". l{obot.ti chiese di conseguenza a Graziali che le autorità di Pubblica Sic urezza dessero immediata comunicazione all'aut.orità militare di tutti i fermi e gli arresti. Inoltre, ad ogni inte rrogatorio avrebbe dovuto essere presente un rappresentante dell'esercito . Infine, la Pubblica Sicurezza avrebbe dovuto aderire immedia tamente alle richieste di temporanea disponibilità degli arrestati eia parte dei coma ndi militari. Graziali rispose cita ndo un episodio in cu i sette a rrestati eia p arte dell'esercito non era no stati consegnati alla Questura, nonostante cosm ro avessero assalim una pattuglia della Milizia confinari:-( che e ra alle clipe nclenzc de ll'Alto Commissariato . Si convenne che, eia q uel momento, gli imcrrogamri sarchhero stati condotti dall'a utorità c he a veva p roceduto ne ll'arresto, la quale avre bbe dovuto invia re te mpesrivame nre all'altra a utorità l'ele nco degli arrestati con i loro dati anagrafici e, s uccintamente, le circostanze dell'arresto. L'altra a utorità, qualora ne avesse ravvisam la necessità , avre bbe potuto fare assiste re all'inte rroga m rio un suo rappresentante. Gli eventuali age nti sloveni arres tati sarebbero stati in ogni caso consegnati all'autorità militare. L'unica citazione relativa alle rep ressioni di ma rzo si e bbe quando Grazioli rammentò le avvenute razzie cli generi alimentari nel corso dei rastrellame nti della "G ra natie ri di Sardegna": "È stato conve nuto c he durante le azio ni cli rastrellame nto con pe rquisizioni domiciliari, le derrate alimentari ccl i prodotti da se mina non dovranno essere requisiti . Le eventuali scorte anormali saranno segnalate alla piC1 vicina stazione de lla R.G. d i fin a nza pe r i provvedime nti ciel caso". Circa le continue aggression i ne i confronti di militari isolati o collabo razio nisti , il Coma nda nte del Corpo d 'arma ta propose all'Alto Com-


!.'ORDINE l'UBOl,ICO E I.li l{EPRESSIUNI ))ELLA l'IUMAVEll A ll/12

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missario l'enrnnazione cli un hanclo cli rc cco ad ammo ni re l a po polazio ne, ·'facendo imendere chiaramente che nelle zone ove si verificassero aggressio ni od altri atti ostili alle autorità costitui te, qualora non si riuscisse enrro un determinato tem po a catturare i responsabili , si procederà all'esecuzione di persone residenti nel la stessa località o in località vicinori, certamente colp evoli cli attività sovversiva terroristica". La natura della fra se ripor ta ta clal verbalizza nte, forse giud icata troppo sim ile alle decimazioni compiute dalle autorità germaniche, venne modificata a penna eia Rohotti: ''N'o, no n è questo. La cosa è ben diversa. Quello che propongo è che per ogni nostro assassin ato, se no n si riuscisse a trovare il responsabile si giustizi uno dei mascalzoni già catturati''. Graziali condivise '·pienamente" l a p roposta e garantì la redazione di elenchi di giustiziandi in base ad una "graduatoria d i colpevolezza". Furono quindi elencaci alcuni episodi avvenuti nei giorni immediatamente precedenti. Erano stato individ uati alcuni sindaci ( podestà) sosperrati di avere collegamenti con l'O P: gli arresti sa rebbero stati compiuti soltanto in caso e.li flagranza o di accertata colpevolezza. Fu concesso la frequentazio ne ciel dopolavoro cli Kocevje ad "elementi sloveni", previe misure precauzionali eia parte del comandante ciel locale presidio. Graziali comunicò che tre impiegati sloveni della ·'Emona" di Kocevje erano scomparsi alcuni giorni p rima : le indagin i sarebbero state cli competenza dell'Autorità milita re. La riunione si concluse con l'impegno da parte delle due autorità a risarcire i negoziami che erano stati sfratta ti in segu ito al trasferimento della sede ciel Comando clell 'XT Corpo d'armata a Lu biana (12). Continuavano nel frattempo i numerosi episodi d'aggressione, comp iu ti clfil VO S e eia reparti partigiani nei confro nti cl i confidenti ed in formatori delle autorità italiane. TI caso p iù drammatico fu quello di Ponova Vas, dove sci membri della famiglia Jacopin . che collaborava con i militari ita liani , fu ro no trucidati. L'Autorità militare attuò conseguentemente una rappresaglia, fu cilando alcu ni ostaggi. Il 2/i aprile Graziali e Ro boni emanarono, come concordaro durame la riunione, i.rn bando con il quale si d isponeva che per ogni sloveno o italiano ucciso, fer ito o sequestrato dai ribelli. trascorse 48 o re senza che fossero scopeni g li autori dei delitti, sarebbero stati fucilati rispettivamente uno o due ostaggi prescelti tra persone accusa te d i attività com unista e terro rista e già arrcsrnte (1 3). TI bando non placò gli inrendimenti clell'OF. TI 25 aprile i partigiani ucci se-

02) s:-11::, Uffkio scorie(>, M-3, F. 325. Il. 7. "Verlx1li riunioni dd Comandante di C.A. con Alco Commis~ariaro•·, Verlxllc della riunione tenuta il giorno 8 aprile 1942/XX pres'>O i l Co mando XI Corpo d'arrnaca con l'fa:cellen z:1 l'Alto CC>inmissari o per la prov inci,1 ù i Lubiana. ( 13) ~linistero deJrlncemo - Direzione Gen('ra)e della Pubb)i(~1 Sicurezza - Sen-izio Forze A r111~1tc di Pol izi,1. "Parccc ipazionc dd la Po lizia iraliana (Pu hb l ica Sicurezza) alle ope razioni miliwri in Jugoslavia dtirance il conllino '194 1-1 94 5". Memoria sto rica, Rollla, 1977, p.

36.


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L'OCCUPA7.IOKE ITALIANA DELLA SLOVENIA ( 194 1- 1943)

ro in un attentato il podestà di St. Vie!, il segretario comunale ed un altro esponente filo italiano. Nei giorni successivi si ebbe una serie pressoché interminabile di attentati alle linee fe rroviarie, uccisioni di collaborazionisti ed aggression i a militari italiani. Il 28 aprile furono fucilati otto ostaggi, in ottemperanza ciel bando del 24 aprile . Altri due sarebbe stati passati per le anni il 2 maggio successivo (14). Graziali si limitava orma i a registrare nei telegrammi al Ministero dell'Interno - trasformati in meri bollett.ini cli guerra - il numero cli scontri, di rnorci, cli feriti e d i fu cilati. La fine del lungo e panicolannente gelido inverno coincise dunque con la ripresa su larga scala dell'att.ività del Fronte cli liberazione che, incurante della ''Circolare Roatta " del 1° marzo e del Bando del 24 aprile, stava riprendendo, accanto all'offensiva terro ristica, l'iniziativa militare contro le autorità d'occupazione. Inoltre, l'inizariva si stava sempre più estendendo verso i "sacri confini della Patria" - ciò che maggiormente temevano lo Stato Nlaggio re e lo stesso Musso lini - coinvolgendo elementi ribelli anche nella Valle dell'Isonzo Cl 5). Tn un notiziario del Comando d'armata della seconda metà cli aprile si registrava !"'aumento di aggressività " ed iniziativa da parte delle formaz ioni partigiane slovene: la "politica cli p residio" che aveva caratterizzato il "Progetto Primavera" doveva trasformarsi in o perazioni offensive di grande respiro. li 29 aprile il capo di Stato Maggiore dell'XT Corpo d'armata, colonnello Gallo, si incontrò con il Capo cli Gabinetto dell'Alto Commissariato, comunicando al rappresentante d i Graziali l'imminente dichiarazione cli "zona in situazione anormale" dei territori a sud di Ribnica. Cominciavano ad apparire i p reludi della futu ra trasformazione della provincia in "zona d'operazioni". L'Alto Commissariato venne inoltre informato cli un nu ovo attentato partigiano contro la tradotta militare in zona Rad hova Vas, che aveva comportato il fe rimento d i quattro soldati, e del la conseguente fucilazione di due partigiani detenuti, in applicazione de l bando del 24 aprile. Ad essi se ne sarebbero aggiunti altri quattro lo stesso giorno (16). Nel corso dell'incontro venne data comunicazione al Capo di Gabinetto che dal pomeriggio dello stesso giorno sarebbero iniziate operazio ni cli rastrellamento nella zona adiacente al quartiere di Sis ka, alla periferia estrema di Lubiana (1 7).

(14) Giuseppe Piemontese, "Ventinove mesi cl i occupnione italian a nella Provincia cl i Lu b ian,1", Lubian a, 1946, p. 54. ( J 5) SM E, Uffici(' sto rico, I'. 1358, ·'Notiziari va ri 2" Arm a ta ··, Sta to Maggiore ci el Regio eserdto, Ufficio Operazioni I - Sezione ::i", Promemori,1 n. 2 <lei 29 aprile 1942. (1 6) SME, Ufficio storico . J\'l-3, F. 325, B. 7. "Verbali riunioni ciel Comancl,1nte di C.A. con Alto Commiss,1rio'·, Argomenti trattati nclb r iu nione del giorno 30 :iprite presso l'A lto Commissariaw presenti l'Alto Commissa rio , l'Eccellenza Roboni, il gener.de Orland o, il Questore, il I'eden.1 le, i l Ca po d i S.M. clell'XI C.A. e<l il Comandante del Gruppo CC. RR . "Milano", 30 aprilt:: 1942 (17) ibidem, Argomenti tratw ti dal Capo cli S.M. clell'Xl C.A. n el co lloqu io ciel giorno 29 ,i prik 1942/ )(X ore 9.30 con il rappresenta nte dell'Alto Commissario p er la p rovi ncia di Lubi ana.


l°<)l\l)INE PUBOl.lCO I' I.E REPRESSIQKI U ELLA PRlMAVER,\ 1942

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L'incalzare de lla situazione costrinse le autorità ad un nuovo incontro ufficiale, che si tenne presso la sede dell'Alto Commissariato il 30 aprile . Presenti ai colloqui, Grazioli, Roboni, il comandante della divisione "Granatieri cli Sardegna" generale Orlando, il Segretario Federale del PNF Orlandini, il Questore di Lubiana, il Capo di Stato Maggiore dell'XI corpo d'armata ed il comandante del XIV battaglione dei CC.RR. "l'vlilano". Il Questore Messana comunicò che , essendo necessario intensificare il servizio di pattugliamento a Lubiana in segu ito agli e pisodi dei giorni precedenti, non gl i era possibile con i mezzi a sua disposizione aclemp.iere con successo alla sorveglianza del capoluogo. Per questO motivo, il pattugliamento di alcuni quartieri periferici erano stati affidati eia Messana alle autorità m ilitari. Per sollevare la "Granatieri cli Sardegna" eia questo compito, Orlandini mise a d isposizione della Questura sessanta militanti del Partito, i qual i avrebbero rilevato i soldati nel quartiere cli Siska. Venne qu indi affrontata la questione degli attacchi alle tradotte, considerati dal Comandante della Seconda annata, in una comu nicazione a Robotti, veri e propri atti di guerra e non più di brigantaggio. Se fossero stati considerati cali, il bando ciel 24 aprile, riferendosi ad atti di terro rismo e non cli g uerra, non avre bbe potuto essere applicato. L'intervento di Gra7.ioli, reduce da un colloquio con l'vlussolini e conseguentemente allineatosi alle posizioni "draconiane" dei militari fu risolutivo: "L'Ecc. Grazio li comunica che il DUCE ha approvato in pieno la lettera e lo spirito del bando e che nel caso dell'attacco alle tradotte è dell'idea sia necessario applicare le disposizio ni del bando stesso. Ritiene (Gra zio/i - NdA) che ormai non si possa attenuare, né tanto meno sospendere la nostra azione repressiva, che anzi deve essere intensificata, visto che ci si è messi su q uesta strada . Dice testualment.e che: 'se l'au torità militare non fucilerà lei li fucilerò io". Gli viene consegnato il foglio n. 02/ 3382 ciel 30 aprile relativo alla fucilazione ciel 1° maggio d i due individui sicuramente colpevoli di attività sovversiva. L'A.C. (Alto Commissario - NdA) immediatamente dispone che la Questura metta a disposizione l'Eiper per l'esecuzione. " Vennero quind i affronrati altri temi inerenti all'ordine pubblico. Fu prospettato un internamento cli protezione a Gonars degli sloveni ostili al movimento partigiano; si d ispose il taglio d i tutti i boschi lungo le strade e le linee ferroviarie per impedire agguati ed aggressioni a colonne e tradotte. Robotti chiese a Grazioli di disciplinare il suono delle campane , in quanto talvolta parroci o campanari accondiscendenti le avevano usate per avvertire le formaz ioni partigiane del sopraggiungere di reparti italiani. Graziali assicurò che ne :avrebbe parlato a Rozman affinché limitasse l'utilizzo delle campane alle sole funzioni religiose e a determinate ore del giorno. In seguito a tali colloqui, l'Alto Commissario avrebbe emanato un'ordinanza, il 19 agosto 1942, nella quale si limitava l'utilizzo delle campane alle sole funzio ni religiose e, su o rdine del compe-


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1:0CClJPAZIONE ITAI.I AKA L>ELL;\ Sl.O VENI,\ ( 194 1-194.l)

teme comando militare, come allarme antiaereo. Per chi avesse fatto uso improprio delle campane, sarebbe stata commitata una pena pari ad un anno cli carcere e diecimila lire di multa. Venuto a conoscenza attraverso il suo Capo di Gabinetto, della trasformazione dei distretti a sud di Ribnica in "zona in situazione anormale", l'Alto Commissario raccomandò cli limitare il più possibile nel te mpo t;de provvedimento. Inoltre, Gra;:ioli comunicò che a Roma aveva chiesto, q uali rinforzi, 1.300 carabinieri, per costituire distaccame nti de ll'Arma in tutti i comuni privi di presìdi. Ciò allo scopo di evitare casi simili a quello accaduto a St. Vid, con l'uccisione del sindaco e degli altri collaborazionisti. La riunione terminò con la comunica;:ione cli Robotti circa l'imminente serie cli puntate che le truppe d i presidio avrebbero effettuato nelle zone "più infestate dai ribelli". "Ciò sia per dimostrare che non subiamo passivarncnre gli avvenimenti, sia per ostacolare l'attuazione del progetto attribuito ai ribelli cli raggrupparsi in grosse bande per forzare J.a cintura cli Lubiana" (18). Con il maggio 1942 ricominciò, potenziata, l'attività dei partigiani nelle campagne, sulle catene montuose dei distretti meridionali e lungo le frontiere . Ciò che il Servizio Informazioni aveva prospettato stava rapidamente trasf<Jrmanclosi in realtà: i mesi invernali avevano permesso alle formazioni titoiste cli riorganizzarsi su scala p iù ampia e, dato il loro numero alquanto esiguo, cli rinforzarsi attraverso il collegamento con i ben più forti reparti, ormai trasformatisi in "brigate d 'assa lto", provenienti dalla Croazia e dalla Slovenia tedesca. Gli Uffici info rmazioni cl.ella Seconda armata e dell'XI Corpo d'armata individuarono in alcune zone specifiche la recluclescenza delle forze partigiane: - lVIassiccio del Krim, dove operava una formazione ben inquadrata comandata da ottimi ufficiali dell'ex esercito jugoslavo e fornita di artiglieria da montagna dei disciolti odred regolari e numerose mitragliatrici; i reparti del Krim si occupavano in modo particolare degli assalti e degli attene.ari lungo le lince fe rroviarie Lubiana-PosLumia e Lubiana-Kocevje; - il gruppo de l Turjak, nella zona di Ribnica-Velika Gora e sulla Goteniska Gora, presso Cabar, in prossimità della fro ntiera con lo Srato Inclipenclente di Croazia; più rido tto cli numero e capacità cli fuoco, il gruppo era assai attivo lungo il tratto ferroviario Ribnica-Kocevjc; - sul massiccio dei Gorjanci si registrava un'affluenza cli "ribelli" slo-

( 18) SM E, U"ficio storico, M -3, l'. 325, ~- 7 , "Verbali riunioni del Comandante di C.A. çon Alto Commissario", Argomenti tr,HWti nella ri un io ne ciel giorno 30 .iprile pre~~o l 'Aho Commissariato p resenti l 'Alto Conunis~ario, l'Eccellenza Robotti, i l genera le Orlando, il Questore, il Federale, il Capo e.li S.M . <.lell'X f C.A. ccl il Com,1mh1nte del Gruppo CC. RR. ··JVfilano", 30 aprile 1942.


l:OllDINE f>Ul3lll,ICO I' I.E REP RESSIOKI D ELI, \ J>RIMAVtl{A 1942

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veni in fase di raggruppamento con numerosi reparti partigiani croati provenienti da Karlovac e gruppi di disertori ciel Corpo di Spedizione Croato costituir.o da Pavelic e diretto in Unio ne Sovietica; le formazion i dei Gorjanci conducevano azioni aggress.i ve e terroristiche in particolare contro la linea Lubiana-Novo Mesto, nel tratto tra Trebnje e Novo Mesto, e la linea Novo Mesto-Mirna Pec, nel tratto Trebnje-Mirna Pec; - un'altra piccola formazione, alimentata eia flussi sempre maggio ri di partigiani croati, operava sulla sponda sinistra della Kupa; - lu ngo la frontiera con la Slovenia tedesca, ad ovest di Lubiana, era attivo un odred collegato con il comando del Krim, per lo più composto da partigiani della Gorenjska transitati dal confine italo-tedesco; il distaccamento era particolarmente impegnato negli attacchi alla linea ferroviaria Logatec-Rakek; - nei pressi di Villa del Nevoso, entro i confin i storici con l'Italia, operava infine una serie di piccole formazioni, le quali , come è stato detto, diffondevano preoccupantemente la propaganda partigiana nella Venezia Giulia (19); - nei dintorni di Lub.i ana si rilevava la presenza di alcune bande non meglio identificate . Attraverso un sistema di cartoline precetto, in alcune zone controllate dai titoisti si stava procedendo al reclutamento, suscitando in diversi casi l'ostilità della popolazione, come nel caso già citato di Tlrib, a sudovest di Crnomelj. L'ostilità dei contad ini, soprattutto nei distretti sul confine sloveno-croaro e a Novo Mesto avrebbe rinvigorito, come si è visto, il belogardismo. In un notiziario della prima metà cli maggio, il Comando d 'armata, trasformatosi il 9 maggio in "Comando Superiore Forze Armate Slovenia Dalmazia " (Superslocla), individuò gli obiettivi p rincipali dell'OF, ormai Lrasformatosi ne l Comando Supremo cli un vero e proprio esercito partigiano: -: con ogni mezzo, assicurarsi i l conLro llo delle popolazioni riclucenclo al minimo gli altri partiti e movime nti (popolari, nazional-Jiberali non aderenti all'OF, strazarij, Azione Cattolica ecc.) attraverso la sistema[ica attivirà terroristica; - perfezionare l'o rganizzazione delle bande con nuovi elementi e migl iorando armamento ed equipaggiamento; - creare un unico cenLro d irettivo e di comando; - sabotare le linee ferroviarie per ostacolare i riforniment.i e tene re impegnati gli italiani;

(19) Il cl,1w è più ril evante cl:11 punto d i vi$la politico che amministrati vo: nella Va lle dell'Isonzo e ne.i p ressi del Monte Nevoso, territori italiani dal termine del primo con flitto mondiale, la resisrenza era già ,Htiva nel 1942. l o stesso dicasi p er molti d istretti a sud di Postumi.i <!d in [stria (cfr. Paolo S<!ma, '·Lai loua in !seria 1890-1945'', Cluet, Trieste, 197 1. pp. 229 e segg.).


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~·ocr.lJPAZIO.'le ITAI.IA.'IA l)Ell.,\ SI.OVENIA 09·•1-1915)

- condurre azioni di formazioni bene addestrate contro i presìdi e le colonne italiane (20). Dinanzi all'esplosione del fenomeno militare partigiano le autorità civili e dell'esercito reagi1·ono con e nergia e violenza. Il 4 maggio Robotti inviò all'Ufficio Operazioni della Seconda armaca una quasi disperata richiesca di rinforzi, rammentando a lloatta la perdurante p resenza, tra gli o rganici del V Corpo d'armata, delle unità "prestate" alcuni mesi prima: i due battaglioni di fanceria della divisione Isonzo .. e l'VIll battaglione CC.\1::-J. d'assalto "M''. A tali richieste il Comandante dcll'Xl Corpo d'annata aggiungeva una compagnia lanciafiamme, estremamente preziosa durante i rastrd lamenti, carri armati '\1nche leggeri" e tre ulteriori battaglioni cli fanteria. Nella comunicazione Rohoni motivava le sue richieste lamentandosi che i presìdi previsti dal ·"Progetto Primavera" erano in gran parte privi delle loro possibilità cli manovra, essendosi ridotti gli organici a d isposizione, e risultava estre mamente difficile condurre le "puntare·· sul territorio nemico. Se non fossero sopraggiunti tali rinforzi, non si sarebbero potuto realizzare i nove presìdi aggiuntivi ai dodici del "Progetto Primavera" che erano stati concordati con Grazioli 1'8 aprile . Tnoltre, nel caso in cui la s ituazione si fosse ulteriormente aggravata (come dimostravano i notiziari dell 'Ufficio Informazioni), si sarebbe dovuto procedere all'abolizione di tutti i presìdi ferroviari e alla riduzione dei "presìdi primavera" eia dodici a otto (21). Verso la fin e ciel mese Roatta, valu tata attentamente la situazione, avrebbe acconsentito all'invio di rinforzi in Slovenia (22). Il 6 maggio il Comandante dell'Xl Corpo d'armala e l'Alto Commissario emanarono un nuovo bando congiunto che, di Fano, sostituiva quello de l 24 a prile inasprendone decisamente i contenuti: "L'Alto Commissario per la provincia di Lubiana e il Comandante clell'XI Corpo d'armata, visto il Bando emanato il 24 aprile 1942-XX, considerato che l'attivirà criminale dei comunisti si è intensificata con la minaccia e il compi mento d i ani terroristici e di sabotaggio, cli sequestri cli persone e cli fatt i comunque limitativi della liberatà personale, rendono noto: a partire da oggi, qualora dovessero verficarsi atti terroristici o cli sabotaggio di qualsiasi natura o deliui contro la libertà delle persone, rimaste infruttuose le indagini per la scoperta elci colpevoli ne lle 48 ore successive al veri fica tosi evcnLo delittu oso, saranno fuci lati elementi cli cui sia accertata l'appartenenza al comunismo oppure sicuri favoreggiatori di auivicà comunque conLraria all'Autorità dello Stato. Kello stesso

(20) S.\IE. Cfficio storico. F. 1358. "Notiziari vari· 2" armata". l'\miziari scuimanali Su perslod:t. :-lotiziario n. 5 d,11 6 maggio al 12 maggio 1942. (2 1) SME, Ufficio storiw, M-3. F. 324, R. 8 "Progetto Primavt!ra'', Il Comandante dcll'XI C:orpo cl'Jrrnata al Cornanclo della 2" Annata. 4 maggio J942. (22) SMF., Ufficio ~10ri co, M-3, l'. j2S, Il. 7, " Verba li riuni oni ciel Comandante cli C.A. con Alto Commissario", Verbale della riunione che ha avuto luogo il giorno 30 maggio alle ore 9 presso l 'Alto C,ommissaria10.


l.'OJ{UINE Pl.!lìlìl.lC.O E I.E HEl'RESSIOKI D EI.L\ l'RIMAVER,\ 1942

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modo si procederà qualora, essendosi verificati delitti contro la libertà delle persone, le persone stesse non siano rilasciare entro 48 ore dall 'evento delittuoso. La misura de lla repressione sarà determ inata in relazione alla gravità ciel crimine commesso e sarà resa pubblica mediante manifesto" (23). Rispetto al precedente bando non venivano quindi piC1 definiti i limiti numerici delle rappresaglie. Al bando seguì un'ordinanza dell'Alto Commissario che licenziava tLmi gli agenli ferroviari ex jugoslavi appartenenti alla razza ebraica (e pertanto "nemici") o giudicati per appartenenza a banda armata e poi assolti per insufficienza cli prove o condannati ad un periodo inferiore ad un anno (24). Anche in questo caso l'effetto d el bando e delle altre disposizioni fu esattamente l'opposto delle aspettative, ed il conflitto tra OF e autorità si inasprì ulterio rmente. TI 7 maggio un reparto del 2° reggimento della divisione "Granatieri di Sardegna", mentre rientrava nel presidio cli Lubiana da un rastrellamento, cadde in un'imboscata nei pressi ciel villaggio di Log. Fu un massacro: perirono 27 soldati italiani, tra i quali il comandante ciel reggimento, colonnello Latini, ed altri 81 fu rono i feriti. Fu organ izzato u n ampio rastrellamento congiunto delle Forze Armate e dei reparti cli polizia, che non diede tuttavia risultati soddisfacenti. Le autorità applicarono con estrema decisione il bando del 6 maggio. Dall'll a l 29 maggio a Lubian;,i fu rono fuc ilati per rappresaglia quaranta prigionie ri politici (25). Nel corso della settimana successiva, tra il 22 e il 28 maggio, si ebbe una serie di anenrati ed aggressioni nel capoluogo ed in altri centri abitaci della provincia. Si contarono, in soli sei giorni, credici attentati alle lince ferroviarie, sei sloveni filo italiani uccisi, tre aggressioni a pattuglie italia ne. TI 2ì maggio ebbero luogo le due imboscate ciel VOS già citate nelle quali venne fe rito il giornalista anticomunisra Ivan Persuk e furono uccisi gli esponenti della Straza Lambert Ehrlich e Viktor Rojc (26) L'intensificarsi della lotta ai pa rtigiani aumentò i dissidi tra le autorità . Se G raziali, in seguito ai colloqui avuti con Mussolini, si e ra sostanzialmente adeguato all'operaro dei militari, il Questore l'vlessana non accertava né le metodologie degli alri comandi né il ruolo subordinato

(23) t'originale si trova esposto presso la Fondazione Bibl ioteca i\rchivio ·' Lu igi lvlicheleni" di I3rescia. (24) ACS, PCM, 1941-43, B. 2663, f. 1-1- 1347052 • Ordinanza dell'Alto Commissario , maggio 1912. (25) I d ari so no sw ti compuwti son, rn anclo gli elench i ri nvenuti i n ACS, PCM, 194143, B. 2661, F. l -1-13 21006, sottofasc. 11, L'Alto Commissa rio per !;1 provincia di Lub iana al Ministero degli Interni , 12 maggio. 13 maggio. 15 maggio e 17 maggio 1912, e i d ocumenti riportati da Giuseppe Piemontese, cii., p. 54. (26) l\:onoswnte che Grniol i fosse favorevole ad un'esempl are rappres,1gl ia per ve ndicue la morte d i Ehrl ich, il wscovo Rozm,in p regò le au torit;ì militari e civili d i non dare luogo a simili azioni. (SME, Ufficio stor.i co, M-3. F. 325. B . 7, " Verba li riunioni ciel Comandante di C /\ . con Alto Commissario", Ve rbale della riun ione che h ,1 avuto luogo i l giorno 30 maggio alle ore 9 presso l'Alto Comm issariato}


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L'OCCUPAZIONE l'I\\I.IA:-!A DEI.LA SLOVENIA ('1941-194.ll

entro il quale erano state con fi nate le forze di polizia. Il 7 aprile Messana si era recato improvvisa.mente a Roma, per conferire con il Capo della Polizia Senise ed esporgli la situazione. Il risultato dell'iniziativa furo no le dimissioni dell'energico fu nzionario e la sua sostituzione, il 12 maggio, con il Dott. Domenico Ravelli, già Q uestore cli Cuneo e figu ra assai più accomodante (27). L'esercito stava affrontando una vera e propria gue rra in Slovenia, e non avrebbe potuto sopportare ulteriori impedimenti da parte cli zelanti funzionari di polizia. Grazìo li richiese a Roma l'invio di rinforzi per fronteggiare la difficile situazione. Il 14 maggio in un incontro con Cavallero, Capo di Stato Maggio re Generale, l'Alto Commissario comu nicò che dal 1° maggio la situazione in Slovenia era peggiorata, poiché erano stati ridotti i presìdi e le bande partigiane potevano riunirsi ed operare. Grazioli proponeva "cli contrapporre guerriglia a guerriglia, uscire dalle strade ed abbandonare la mentalità p residìaria". Cavallero si mostrò alq uanto scettico: "Gli faccio notare che non si riuscirà egualmente ad el iminare la differenza tra il soldato e il ribelle . Il soldato è sempre afferrabile, il ribelle è inafferrabile e non sì p uò contrapporre guerriglia a gue rriglia" (28). Le notizie circa la situazione a Lubiana si diffusero rapidamente . Inascoltato dai militari, l'Alto Commissario tentò cli presentare le sue richieste cli rinforzi costituiti da truppe cli PS, al Governo: "Non vanno bene le cose in Slovenia" avrebbe scritto su l suo diario Galeazzo Ciano il 18 maggio 1942 "l'Alto Commissario richiede l'invio cli altri 24.000 uo mini. Sembra che le strade di Lubiana siano o rma i intransitabili per le nostre truppe: ogni portone ed ogni persona nascondono un'insidia" (29). Ma il Governo si rimetteva all'Autorità militare, la quale aveva idee ben d iverse: non servivano ulteriori forze d i Pubblica Sicurezza (Polizia, CC.RR. Regie Guardie cli finanza, MVSN), bensì occorreva riorganizzare tutte le forze d isponibili sotto un unico comando . L'allontanamento del fastidioso Messana e l'arrivo dell'accondiscendente Ravelli avrebbero favorito i progetti dei militari. D'altro canto, si rendeva indispensabile u n rafforzamento delle Forze Armate p resenti nella provincia, come disse Cavallero a Roatta nell'incontro del 18 maggio: "Raccogliere le forze e dare loro molto dinamismo. Vedere cli fa re una migliora chiusura della frontiera croata ed aumentare le forze in Slovenia" (30). Tl 23 maggio a Fiume, nel corso di un rapporto tenuto eia Roan a ai Comandanti delle GG .UU., il Comandante d 'armata riferì che 1\llussolini lo aveva autorizzato a trasferire agli ordini delle autorità militari tutte le forze di po lizia, compresi gli agenti di Pubblica Sicu rezza in borghese.

(27) Mi nistero cl cll'Jnterno - Direzione Gene rale de lla Pu bblica Sicu rezza - Servizio Forze Armare cli Polizia, cii ., p. 36. (28) Ugo Cavallero. ·'Coma ndo su prerno", Cappelli. 13o logna. 1948. p. 256. (29) Ga leazzo Ci,H10, "Diario 1937-1 943", a cura cli Renzo De Felice, Rizzol i, ,'vl ilano, 1990. p. 621. (30) Ugo Cavallero, cii, p 257.


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Di conseguenza, il 2ì maggio, approfittando dell'assenza di Grazioli che si era recato a Roma per ottenere chiarimenti in merito, Robotti emanò disposizioni per il passaggio e.li dipendenza delle forze di polizia dall'at1torità civile a quella militare. Vennero immediatamente impiegati per azioni cli rastrellamento della divisione "G ranatieri cli Sardegna " tutte le forze cli Pubblica Sicurezza disponibili (carabinieri, finanzieri, militi confinari ed agenti di polizia) che - come da o rdini cli Supersloda - avrebbero dovuto da quel momento considerarsi a lle clirette dipendenze dell'a utorità militare (31) . Il 30 maggio si tenne il colloquio mensile tra Grazioli e Robotti, con la presenza del colonnello Gallo, capo di Stato Maggiore clell'Xl Corpo d'armata . L'Alto Commissario comunicò gli argomenti trattati a Roma : "L'Eccellenza Cavallero e l'Eccellenza Roatta, nel prospettare al DUCE la situazione nella Slovenia hanno detto che essa è peggiorata ed hanno prospettato le difficoltà derivanti dalla non dipendenza dall'autorità militare delle forze di polizia. Da lì è derivato l'ordine che il Comando del Corpo d'Armata ha ricevuto dal Supersloc.la" . Anche Roboni si era recato a Roma , dove aveva incontrato Guido Buffarini-Guic.li, sottosegretario all 'Interno, al quale aveva chiesto chiarimenti circa i servizi cli istituto della Pubblica Sicurezza (il servizio tdbutario della Regia Guardia cli Finanza, i servizi politico-informativi della Questura): "L'Ecc. Buffarini gli ha detto cli ritornare a Lubiana e di prendere accordi con l'au torità milicare, nel senso che le forze tutte di polizia passano al le dipendenze, per l'azione, dell'autorità militare; si è riservato e.li dare d isposizioni lu i per alcuni limitati servizi d'istituto". A Grazioli, ormai soccombente d i fronte all'ennesimo allargamento dei poteri dei militari nella provincia, vennero date garanzie circa la limitatezza temporale del provvedimento, sino alla normalizzazione della situazione. "Resta quindi stabilito" si leggeva ne l verbale della riunione "che le forze di polizia dipendono, per l'impiego, dall'autorità militare che potrà anche variarne la dislocazione, informando l'Alto Commissario per quanto interessa il servizio ai valichi e la polizia tributaria". Anche la Questura, nonostante le resistenze e.li Grazioli, sarebbe passata alle dipendenze delle Autorità militari. Si diede per scontato che i servizi d 'istituto citati avrebbero subito "contraccolpi" conseguenti alla nuova situazione d 'emergenza. Tl maggiore Holst, ufficiale della Ordnungspolizei tedesca accreditato presso la polizia di Lubiana, si sarebbe rivoh:o da quel momento direttamente alle autorità militari. Le deboli riserve ed eccezioni sollevate dall'Alto Commissario non impressionarono affatto il vertice del Corpo d 'armata: "Si è avuto insomma l'impressione che da parte dell'A lto Commissario non sorgeranno ostacoli circa il quasi totalitario im piego da parte deil'autorità militare delle forze di polizia in quanto le eccezio-

(3 1) Min istero dell'Interno - Direzione Generale della Pubbl ica Sicurezza - Se,v izi<.> l'orze i-\nnare cli Polizia, cii., p. 37.


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r; ocCUP,\ZIONE ITJ\I.IA)<A l)I\LLA SLOVEKJ,\ ( 1<)41- 1943)

ni sollevate sono di poco momento. L'autorità militare dovrà vigilare perché q ueste esigenze non si ingrandiscano, agendo con tatto e fe rmezza". Furo no q uindi affrontate altre questioni di ordine pubblico. Tra l'altro, fu d iscussa l'ipotesi che gli sloveni arrestati, il cui numero cominciava a crescere, fossero trasferiti per l'internamento in campi di concentramento in Italia. L'Alto Commissario comunicò che "Tn generale in Italia è assa i limitata la disponibilità di posti per l'internamento. Ila (Grazio/i - NdA) quindi i suoi dubbi sulla possibilità di esecuzione dell'esodo forzato d i considerevoli masse, a meno che l'autorità militare disponga di campi propri". Grazioli assicurò che in ogni caso avrebbe fa tto pervenire entro pochi giorni all'Autorità militare alcuni elenchi d i studenti da internare (32). Il 31 maggio, con nota n. 832/ 2/ Ris. , avente per oggetto "Dipendenza delle forze di polizia ", l'Alto Commissario pose ufficialmente alle dipendenze dell 'XT Corpo d'armata tutte le forze cli polizia già a sua d isposizione: CC.RR., Regia Guardia di Finanza, .l\.1ilizia Confinaria, e tutte le forze dipendenti dalla Questura. Si precisava che la "tutela" dell'ordine pubblico nelle città sarebbe stata affidata all'aurorità militare, la quale, dal 19 gennaio dbponeva già della competenza sulla "difesa" dell'ordine pubblico (33): l'occupazione militare de lla Slovenia si era definitivamente compiuta. Intanto, il Comitato Esecutivo clell'OF si era trasferito a Polje, un sobborgo cli Lubiana all'esterno della cintura, diminue nclÒ conseguentemente le azioni nelle città e concentrandosi sull'i1.rnninente iniziativa militare contro le truppe italiane . Nei giorni successivi, l'esecutivo si sarebbe trasferito sul Monte Tisovec, del sistema della Mala Gora. TI 17 maggio il giudice Joze Rus, durante un incontro con Edvard Kocbek ecl altri avrebbe dichiarato: "Eccoci dunque qu i, compagni, ora si comincia sul serio! Sarà quello che sarà" (34).

(32) SME, Ufficio storico, M-3. f. 325, B. 7, "Verbal i riunion i del Comandante cl i C.!\. co n Alto Commissario", Verbale clel h1 riun ione che ha avuto luogo il giorno 30 maggio alle ore 9 presso· l'Alco Commi:;sari" to. (33) Miniscero dell'Interno - Direzio ne Generale d ell.i Pubblica Sicurezza - Servizio forze Armate d i Poli zi,1, cit., pp. 37-38. (34) Edv,1rd Ko<'bek, "Compania: la resistenza pa rl.igiana in Slovenia", j ,1c 1 Book, Milano, 197'1 , p. 27.


CAPITOLO QUARTO LE OPERAZIONI MILITARI DELL'ESTATE 194 2 (giugno-sette mbre 194 2)

Nei primi giorni d i giugno 1942 il Reparto Agenti di Pubhlica Sicurezza de lla Questura di Lubiana fu completamente ristrutturato, assu mendo la denominazione cli "Divfaio ne Speciale cli Polizia cli Lubiana". La formazione venne così equiparata ai grandi reparti Agenti di PS dipendenti dalle più importanti questure ciel territorio metropolitano e fu posta alle dipendenze dell'XI Corpo d'annata. Tn assenza del comandante titolare del Reparto, maggiore Fiammeri, venne nom inato comandante pro ternpore della divisione il maggiore d i PS Candido Magistri, sostituito pochi giorni dopo per motivi cli salute dal capitano cli PS Gaetano Iorio. Iorio mantenne la carica fino al 27 giugno, quando il Comando della divisione venne assunto definitivamente da Fiammeri, rientrato a Luhiana . Lo Stato Maggiore della divisione comprendeva inoltre tre capitani ed un sottotenente di Pubblica Sicurezza nonché quattro ufficiali di complemento dell'Esercito distaccati p resso il Ministero dell'Interno per l'inquadramento dei reparti mobili di polizia. La "Divisione Speciale di Poliz ia cli Lubiana" si articolava in quattro compagnie, costituite tra il giugno e il luglio 1942, per un totale cli circa ottocento agenti e sottufficiali e venti ufficiali: F' compagnia "Agenti Sloveni", che raggruppava gli e lementi sloveni collaborazionisti della d isciolta polizia jugoslava; comandata da ufficiali italiani, la compagnia espletava funzioni d 'istitllto quali servizi d'interpretariato, viabilità, vigilanza delle carceri; za compagnia 'Territoriale", fo rmata eia agenti italiani , distribuita in nove stazioni sezionali a Lubiana e in quattro Uffici cli PS distrettuali (Novo tvlcsto, Trebnje, Metlika, Cernomelj); alla compagnia apparteneva altresì un plotone a cavallo; 3a compagnia "Servizi Speciali", formata anch'essa eia agenti italiani, e comprendente: - la ia stazione di Polizia di Lubiana (Caserma San Pietro), che raggruppava gli agenti e i sottufficiali preposti agli uffici della Questura; - il plotone Comando della Divisione; - la stazione "Lubiana ferrovia"; - il gruppo cinofilo; - la sezione au tomezzi (una decina cli torpedoni, utilizzati nelle operazioni d i rastrellamento); 4a compagn ia "J\.1obile" , formata eia agenti italiani, e che inquadrava il personale addetto ai servizi di o rd ine pubblico, rastre llamenti e con-


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L·ocCUl'AZIOi'<E i'JAI.IANA DEl.1.A SLOVENIA (194 1, 1943)

troguerriglia; la compagnia era articolata in plotoni ("squadrigiie") ed equipaggiata come i reparti scelti dell'esercito (1). La militarizzazione del Reparco di PS di Lubiana fu tardiva: dal giugno le attività partigiane si erano spostate nel resto della provincia, ed a Lubiana nell'estate si sarebbero registrati soltanto sporadici e p isodi, quali il rinvenimento di materia le propagandistico nel corso di rastrellamenti nei quartieri del capoluogo. TI 2 giugno venne giustiziato, come rappresaglia in seguito ad un'azione partigiana, un membro dell'Esecutivo dell'OF, Ales Stanovik. L'esponente comunista fu fucilato, insien1e ad altri cinque osraggi, in una cava di sabbia nella perferia nord di Lubiana, luogo che, con il poligono di via Dole n, sarebbe divenuto tristemente famoso (2). Lo scontro nelle campagne era ormai aperto. Il 7 giugno una reparto della divisione "Granatieri di Sardegna" si scontrò nei pressi della Mala Gora con una grande formazione partigiana, lasciando sul terreno sette morti. In seguito due bombardieri, partiti da Udine , bombardarono a tappeto tutta la zona del Tisovec, uccidendo circa un centinaio di "ribelli": il Comitato Esecutivo non fu tuttavia vittima dell'incursione, come ricorda Kocbek su l suo diario (3). Nel fra ttempo, la situazione nella "zona in situazione anormale" a sud di Kocevje aveva obbligato il comando d'annata a ritirare le truppe dei locali presìdi e avamposti. La zona era di fatto controllata dai partigiani. L'8 giugno 1942, con l'ordine di operazioni n. 12.600, Supersloda comunicò a Robotti le direttive per il "Ciclo operativo Primavera", atto a ristabilire defi nitivamente l'ordine sull'intero te rritorio sloveno. Delegando al Comando di Corpo d'armata l'approntamento di un piano operativo, Roatta indicava i principali obiettivi dell'operazione : - "far fuori la organizzazione direttiva centrale ciel movimento sovversivo o, comunque, anti italiano, ed i suoi centri motori periferici; - proteggere le ferrovie con particolare rife rimento alla linea Postumia-Lubiana-Zalog, il cui funzionamento avrebbe dovuto essere assicurato "a qualsiasi costo";

(1) Gli ,,genri della 4" compagnia della Divisione Speciale cli Polizia d i Lubiana era no dot,Hi di armamemo individuale (piswle, fudli a uwma tici e bombe a mano) ed arm,1menti di reparto quali fucili mitraglia to ri Bred,1 30 montati su motoc,mozette e mitraglia trici Breda 37; la compagnia aveva altresì a d isposizione d ue carri .irmati leggeri, due :iu1.0bilindo e due ci ngole tte (Ministero dell'Interno - Direzione Gener;i le della Pubblica Sicu rezza, Servizio Fo rze Arma ta di Polizia, "Panecipazione della Polizi;i italiana (Pubblica Sicurezza) alle operazioni militari .in Jugoslavia durante il conflitto 1940-1 945", Me mo ria s torica, Ro ma 1977, pp. 4142) (2) ACS, PCM, 1941-43, B. 2661, F. l -1-13-21006, sottofasc. 11 ''L'Alto Commissa rio pe r la provinc:ia di Lubiana al Ministero deg li Interni", 2 giugno 1942: l'episodio è ciwto anche in Edvard Kocbek, "'Co mpagnia': la resiste nza partig iana in Slove ni,1", J.ica Book, Milano, 1f4, p. 45. e rie ntra nel triste computo d i Pie montese (Giusep pe Piemo ntese, "Vent.i nove mesi cli occupazio ne italiana nella Prov incia cli Lubiana" , Lubiana, 1946, p. 54).

(3) Ibidem, p. 50


I.E Ol'EIV\ZJONJ MIIX/'.~ IU 1)1'1.J.'ESTATE 1942

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- chiudere tutte le fro ntiere clellla Slovenia, sia con la Germania (Slovenia settentrionale) che con lo Staro Indipendente cli Croazia; - sistemare i presìdi, assicurando il saldo possesso dei centri abitati più importanti e costituendo punti fissi e sicuri cli appoggio a ll 'azione delle colonne mobili; - istitu ire nuovi centri "cli sorveglianza e di dominio" sul territorio circostante. li Comandante di Superslocla s i raccomandava di eseguire operazioni offensive, le quali "costituiscono l'unico mezzo redditizio per raggiungere lo scopo prefisso e l'unico procedimento, ciel resto, consono al nostro prestigio". 11 Comando della Seconda armata indicava q uindi le truppe a d isposizione dell'XJ Corpo d'armata per l'esecuzione del ciclo operativo: * le truppe già attribuite in Slovenia, e cioè la 14a Divisione e.li fanteria "Isonzo", la 2P Divisione cli fanteria "Granatieri cli Sardegna", le tru ppe di Corpo d 'armata, tra i quali !'XI Raggruppamento Guardia alla Frontiera, la D ivisione Speciale d i Polizia e le unitù già dipendenti dall'Alto Commissariato (XIV battaglione CC.RR. "Mila no", Regia Guardia cli Finanza, Milizia confinaria); * 153a Divis ione di fanteria "!\faccrata" (disponibile immediatarneme); la G.U ., al com a ndo ciel generale Edoardo Quarra Sito, sostituito in seguito dal generale Vincenzo Giardina, comprendeva: il 121° e il 122° reggimento di fanteria, il 153° raggru ppamento di artiglie ria, il CLIII battaglione misto genio e il CLIII battaglione mitraglieri; * la 22a D ivisione cli fanteria "Cacciatori delle Alpi" (d isponibile in un secondo tempo); la G .U., al comando del generale Angelo Pivano poi sostitu ito dal genera le Luigi Maggiore Perni, comprendeva: il 51 ° e il 52° reggimento di fanteria, il 1° raggruppamento di artiglie ria, il XXII battaglione mortai, la 105a Legione CC.NN. ·c1 ·assalto, il CIV e il CV battaglione CC.NN. d'assalto; • il LXXI e l'LXXXI battaglione CC.NN. d 'assalto con il supporto delle due compagnie CC.NN. mitraglieri collegate ai battaglioni p iù la 182a compagnia CC.NN. mitraglie ri del 311° raggimento di fan teria; * la 4ia squadriglia O.A., che si sarebbe trasferita il 9 giugno all'aereoporto cli Lubiana; • il resto dell'aereoraggruppamento di Susak (113a squadriglia O.A., 98° gruppo eia bombare.lamento B.R. 20 (240" e 24P squadriglia), alle dipendenze ciel V Corpo e.l'armata ma a disposizio ne dell'XI Corpo d 'armata (4). A queste unità si sarebbero aggiunti, come si è visto, ulterio ri rinforzi cli Camicie Nere e, successivamente, le formazioni MVAC (20 _settembre 1942) .

(4) SM.F., Ufficio storico, F. 993, " Diari storici 2" arma ta··. li Comando Superiore FF.A.A. Sloveni;i-Dalmazia al Comando dell'XI Corpo d'Arm :Ha, 8 giugno 1912.


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L'OCCUPAZIONE ITALIANA DEI.I.A SI.OVEKI A (1941- 1943)

Robotti dispose immediatamente le direttive per le nuove unità, finalmente attribuite al Corpo d'armata. l compiti ciel Corpo così rinforzato sarebbero stati corrispondenti agli ordini di Superslocla, e precisamente: - mantenere l'occupazione dei capisaldi principali; - proteggere i tronchi ferroviari cli: Postumia-Longatico-Lublana-Zalog con la derivazione per St. Vie! , Lubiana-Grosuplje-Trebnje-Novo I'vlesto-Mctlika, in direzione cli Karlovac, Grosuplje-Kocevje; - rice rcare e distruggere le formazioni partigiane, composte eia "elementi sovversivi locali", "immigrati serbi e croati" e "elementi per la maggio r parte reclutati coercitavamente nel territorio "; - svolgere "ne l limite del consentito" l'aclclestramento inclivicluale e collettivo. Il territorio sarebbe stato così ripartito: - territorio Xl Raggruppamento GaF Racche-Circonio (dizione italiana di Rakek e Cerknica, nomi tradotti poiché facenti parte del territorio di PustU1nia - NdA), Longarico (Logatec); Rovte, Velike Bloke. Protezione dei tronchi ferroviari presso Tvanje Selo e Laze. - territorio divisione "Granatieri di Sardegna " Lubiana; Verconico; Borovnica; Skoflica; Grosuplje; Velike Lasce . Protezione dei tronchi ferroviari presso Podpec, Notranje Gorice, Brezovica, Smarje, Sp.Slivnica, Kusperk, Dobrepolje, Ortnek, Visnja Gora. - territorio divisione '~l1acerata " Kocevje; Ribnica; Petrina-Brod na Kupi; Kocevska Reka; Mozelj. Era previsto l'ampliamento dei limiti territoriali sino a comprendere l'altopiano cli Velike Bloke, Stari Trg e la zona fino al vecchio confine a sud cli Circonio. Protezione dei tronchi ferroviari presso Kocevje e Ribnica; - territorio divisione' "Isonzo " Novo ivlesto; Semic; Crnomelj; Trebnje; Mokronog; Soteska; Metlika; Radatovici. Protezione dei tronchi ferroviari presso Slicna, St. Vie!, Sela di San Paolo, Velike Loka , Mirna Pec, Ursna Sela. - territorio CC.RR., R. Guardia di Finanza, Milizia co11finaria Frontiere italo -tedesca e italo-croma . Stazioni cli PS (CC.RR.) erano distribuite in tutti i centri p rincipali della provincia. Circa i compiti attribu iti alla divisione "Macerata", il Comanclame d i Corpo d'armata non ne nascondeva le difficoltà : "La divisione 'Macerata' è destinata a presidiare la zona di Ribnica e ciel s ud Cocevjano. Tale zona è stata recente mente per qualche tempo dichiarata in situazione 'anormale' perché infestata da formazioni partigiane. L'esiguità delle forze disponibili per effettuare operazioni di rastrellamento e la natura ciel terreno, rottO e boscoso, che è particolarmente favorevole agli agguati ed alla guerriglia che combattono i ribelli, hanno consigliato il ritiro del nostro distaccamento di Petrina e dei presìdi dei CC.RR., della R.G. di Finanza e Milizia Confinaria dislocati lungo la frontiera croata e nell'interno del territorio. La popolazione locale è con nivente coll 'attività parti-


Lii OPERAZIONI MI LITARI D El.l.'ESTATE 1912

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giana . Risulta infatti che, dopo la partenza delle nostre tru ppe, ribelli abbiano trovato in essa larga adesione sia come rifornimenti cli nuovi adepti (che ha avuto un carattere totalitario fra la popolazione maschile), sia come rifornimento cli viveri, indumenti, armi e munizioni". Robotti informava quindi il Comandante della Divisio ne "Macerata" (generale Edoardo Quarra Sito) che il presidio di Petrina era stato faticosamente riconquistato dal I/23° reggimento della divisione "Isonzo" in condizioni ta li per cu i esso veniva rifornito attraverso un canale presidiato dalla d ivisione "Lombardia" c.lell'aniguo V Corpo d'armata. I compiti della "Macerata" sarebbero dovuti essere quell i di riconquistare il pieno controllo sul territorio , interdire l'affl usso cl i part.igiani croati in territorio sloveno e "assicurarmi una embrionale copertura, la cui completa anu azione mi consenta successivamente di impedire che nuclei ribelli sfuggano verso sud e verso est, in direzione del vecclhio confine, allorquando avrò le forze necessarie per effettuare operazioni in grande stile contro le bande armate della Slovenia occidentale" (5). Alcuni giorni dopo l'arrivo in Slovenia della "Macerata ", giunse la divisione "Cacciatori delle Alpi" (generale Vittorio Ruggie ro) che venne dislocata nel la zona di Grosuplje-Racna-Zclenska Vas, rilevando un ampio territorio dell 'esausta "Granatieri d i Sardegna". Definita la nuova disposizione delle truppe, l'Ufficio Operazioni dell'Xl Corpo d'armata approntò il cido operativo del "Progetto Primavera" . Le GG.UU. avrebbero concorso allo svolgimento delle operazioni secondo le seguenti rnoclalità. a) Costituzione cli due masse operative mobili formate: la prima dalle unirà disponibil i della d ivisione "Granatieri d i Sardegna" (due reggimenti granatieri articolati s u cinque battaglioni, piC1 aliquote cli artiglieria, battaglione mortai e servizi); la seconda dall 'intera divisione "CacciaLori delle Alpi", d iminu ita soltantO degli elementi necessari per il mantenimento degli alloggiamenti e per la loro sicurezza, nonché per la sicurezza dei collegamenti con le GG .UU. limitrofe . A tali masse mobili era s tato affidato il compico cli svolgere gran parte del ciclo operativo. b) Costituzione e.li una massa di manovra alle d ipendenze dirette cli Roboni , composta da: due banaglioni CC.NN. "J'v1" (il XVI, con sede a Smarje, e !'LXXXV, con sede a Skoflica), già apparLe nenti alle Truppe cli Corpo d'armata; un plotone autoblindo; una sezio ne semovente. L'unità mobile ("Colonna battaglioni 'M'") sarebbe stata dislocata a Lubiana, al comando del console generale Talli nucci, ccl avrebbe avuto i compiti cli fare fronte ad eventuali imprevisti nonché sostituire i repar-

(5) SME, llfficio storico. M-3, F. 325, B . 2, Comando Xl Corpo d'armata - Ufficio Operazion i, "Direcrive e da ti di orientamento r er la di visione 'Mace rata· i n via cli twsferirnenco in zom1", s.d. (D0cume11to ulle1:1,ct10 n. /6) .


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L·ocCUl'AZlONE ITALIANA OELl. \ SJ.OVENlA 09·l H 91:I)

ti delle GG.UU. occupati nella sistemazione delle difese nelle località raggiunte nel corso delle operazioni. e) Le divisioni "Macerata" ecl "Isonzo", utilizzando i p ropri nuclei mobili, i nuclei mobili dei p resìcli eia esse dipendenti nonché le truppe di rinforzo attribu ite l'8 giugno al Corpo d'armata eia Superslocla, avrebbero realizzato varie operazioni simultanee con lo scopo cl i arrestare gli spostamenti dei partigiani impegnandoli in strenu i comhattimenti; tali raggruppamenti avrebbero dovuto altresì : concorrere alle azioni de lle due masse principali della "Granatieri cli Sardegna" e della "Cacciatori delle Alpi"; mante nere il controllo d elle zone indebolire da ll' impiego delle unità delle due d ivisioni di manovra; istituire nelle zone "liberate" dalla presenza partigiana nuovi presìdi, laddove raie operazione fosse possibile, ed assumere in essi posizione "fortemente" difensiva. Nel contesto deJJe operazioni si sarebbe richiesto alle Autorità militari germaniche la chiusura totale della frontiera settentrionale . Jl ciclo si sarebbe articolato in sette "complessi operativi" ed avrebbe avuto inizio il 5 luglio per concludersi entro la seconda settimana cli settembre 1942 (6) La proposta dell'Ufficio Operazioni dell'XI Corpo d'armata venne quindi inviata a Robotti per l'approvazione. Il 9 giugno, presso il Comando dell'XI Corpo d'annata di Lubiana, si tenne il periodico incomro tra le autorità civili e militari. Alla riunione parteciparono Graziali, Robotti, il generale Orlando, il colonnello Gallo e l'Ing. Rolla, responsabile della Delegazione ferroviaria orientale . La presenza d i quest'ultimo era motivata dall'intensificarsi delle azioni terroristiche contro le strade ferra te ed i convogli. Rolla espose una relazione sugli attentati. Poiché essi erano di natura tale (sbullonamenti cli rotaie e traversine, eccetera) eia non essere rilevabili dal personale conducente nelle ore notturne, il dirigente statale era propenso alla sospensio ne del traffico al calare ciel sole . TantO le autorità civili quanto quelle militari respinsero q uesta proposta, giudicata inopportuna in vista delle immine nti operazioni, e venne cli conseguenza accettata una proposta cli Grazioli cli fare precedere ogni convoglio eia un piccolo carrello a motore con funz ioni di staffetta. Venne altresì affrontato il problema della penuria di motrici, in quanto molte d i esse si trovavano in riparazione in seguito agl i attentati. Fu concordato qu indi un viaggio a Roma dell'Alto Commissario, accompagnato <la Rolla, pe r esporre richieste cli motrici supp lementari agli o rgani competenti. Nel fratte mpo, l'esercito avrebbe fornito per le motrici appositi scudi protettivi. Il Comandante del Corpo d'annata chiese a Grazioli di emanare tempestivamente un provvedimento che limitasse il numero degli autoveicoli in circolazio ne sul territorio provinciale. Sempre in merito alla circola-

(6) SME, Ufficio storico, J'v1-3, F. 324, 13. 6, "Cido o perativo luglio-settembre 1942'', invi,Ho dall'Ufficio opernio ni dell'XI Corpo d'a rmata ,11 Com,111d,1nte gene rale Roboni nel giugno 1942, copi,1 sem:a riferimenti.


LE OPERAZIONI M ILITA!tl D ELL.~S'\ATE ) ')42

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zionc, venne alla luce che - oltre al già citato proble ma delle carte d 'identità fa lse - si erano scoperti numerosi lasciapassare eia e per la ci ntura di Lubiana contraffatti., i quali venivano usufruiti dai portaordini del Fronte di Liberazione. L'Alto Commissario garantì che avrebbe affrontato il problema con il nuovo Questore Ravelli. Circa le imminenti operazioni, fu concordato che - qualora le truppe non fossero rifornite in tempo d agli abituali forn itori - avrebbero potuto operare delle requisizioni in loco. Grazioli avrebbe comunicato i criteri cl i scelta che s i sare bbe dovuto seguire in tali casi pe r evitare d i danneggiare eccessivamente il patrimo nio zootecnico della provincia (7). La riunione fu sospesa e rinviata al 14 giugno successivo. In attesa del parere del proprio Comandante in meriw al progettato ciclo operativo, l'Xl Corpo d'annata continuava a registrare un continuo rafforzamento delle formazioni partigiane . Il 10 giugno il t\otiziario politi.co-rnilitare di Supersloda quantificava come segue la p resenza "ribelle" nella provincia: - su l massiccio ciel Krim si erano unific,ue le formazioni del Krim con quelle operanti nella zona di Tu rjak-Ribnica-Cabar e con que lle dei distretti occidentali (Logatec-Rakek) e meridionali (fium e Kupa), costituendo in tal modo il gru ppo pi.ù te mibile, efficiente ccl organizzato operante in rutti i d istretti a sud e sud-ovest ciel capoluogo; d a esso d ipendevano inoltre dive rsi odred gregari, operanti a Loz, Cerkinika e Verd; - nel Kocevjano e ra rimasta una frazio ne del gruppo ciel Turjak, con alcune basi a Velika Gora; essendo male armata, la formazione aveva ridotto l'attività in attesa cli rinforzi dalla Croazia; - sul massiccio dei Gorjanci continuava a rafforzarsi un'unità sloveno croata, regolarmente rinvigorita da odred provenienti da Karlovac; - una nuova formazione partig iana si stava costituendo a Novo Mesto, dall'unione di più gruppi precedentemente s parsi; - un'altra nuova unità cl.ell'OF stava o rganizzandosi fra la ferrovia Lubiana-Novo Mesto ed il fiume Sava, utilizzando reparti in affluenza dalla Slovenia tedesca (8). Particolarmente interessato alla zona de lla Suba Krajina e cl.ella Mala Gora , a nord est di Ribnica (cl.ove si sospettava la presenza dell'Esecutivo dell'O F), il Comando clell'Xl Corpo d'annata aveva o rganizzato dai primi giorni cli giugno una vasta o perazione cli rastrellamenro a Zuzemberk, Sticna e all'ingresso de lla va lle di Dobropolje . L'azio ne, assai energica e cruenta, avrebbe condotto i "Granatie ri cli Sardegna" a Viclem da un lato e sulle sponde della Krka dall'altro (9-1 0 giugno), incontrando

(7) SME, Ufficio storico, 1V!-3. f'. 325, R. 7 , "Verbali riunioni del Comandan1e di C.A. con ;\ 110 Commis~ario", Ve rbale clelb riun i one ciel 9 giugno 1942-J(X. (8) SME. Uffi<.:io sto rico. r. 1358, '·Notiziari vari 2" Arma ta··, Notizia rio politico-militari, Notiziario n. 57 del 10 giugno 1942


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l,'OCCIJPAZlONE l'l~\LIANA DEf,l,A Sl..OVENIA ( 1941- 1943)

una strenua ed efficace resistenza partigiana. Il Comitato esecutivo non venne tuttavia scoperto, e il 12 giugno la dirigenza dell'OF si trasferì p resso il villaggio cli Novi breg, nel kocevjano. Nel frattempo, seppure ridotta, l'attività del VOS e delle cellule ciel Fronte cli liberazione proseguiva anche a Lubiana dove, dal 17 giugno, si registrò una recluclescenza cli anentati terroristici, in modo particolare nelle vie centrali del capoluogo. li 18 giugno, presso l'Alto Commissariato, si tenne la riunione tra le autorità. Era no p resemi, o ltre a Grazia li e Robotti, il genera le Orlando, il colo nnello Ga llo , il Capo cli gabinetto dell'Alto Commissario, il Questore Stato Maggiore della d ivisio ne "G ranatie ri di Sardegna". Il Comandante ciel Corpo d'armata diede lettura delle disposizio ni cli Supersloda relative al funzionamento della provincia nel periodo del ciclo o pe rativo (luglio-settembre), e precisamente : - Internamento della popolazione civi le in Ita lia (9). La questione, disse Grazioli, era subord inata alle decisioni del Governo circa i luoghi di raccolta da individuare sul territorio metropolitano. - Sgombero del territorio per l'ampiezza di 1-2 chilometri presso le linee ferroviarie . Sarebbe stata emanata dall'Alto Commissario, su richiesta dell'Autorità militare, un'ordinanza che prevedeva la fucilazione per chiu nque fosse trovaro a circolare nelle o re ciel coprifuoco entro un chilometro dalle linee ferroviarie. - Arresto in massa cli studenti, intellettuali e d isoccupati. L'operazione era stata sospesa per mancanza cli organici . Graziol i approfittava della pausa per concludere la redazione dei g ià p romessi e le nchi degli studenti da arrestare. L'Alto Commissario informò il Comandante ciel Corpo d 'armata che, per accordi presi con il Ministro Bottai, le iscrizio ni all 'Università di Lubiana erano state limitate ai soli autoctoni; inoltre, per limitare il numero degli studenti , erano state aumentate le tasse d i iscrizione e di frequenza. A questo proposito si inserì un elemento alquanto preoccupante circa i ra pporti diplomatici con gli alleati: "All'accenno dell'Eccellenza Robotti che le persone dei gruppi suddetti costituiscono una no tevole fonte di reclutamento delle bande, l'Alto Commissario comunica che il Ministro Pietromarchi, a Roma, gli ha dichiarato come l'organizzazione delle bande in Slovenia provenienti dalla Croazia è fatta dalla Gestapo e dalle autorità croate (sottolineato nell'originale - NdA). Sarebbe in corso un'azione diplomatica al riguardo." Per evidenti motivi di competenza la questione, delica tissima, fu immediata-

(9) Ne l documento non vi è alcuna precisazione se ta le interna mento fosse riservato ai colpevoli o a tutta la popolazione. È probabile che si riferisse ai soli sospettati.


I.E O J>Elv \ ZI0\11 ~111.ITA IU DELL.ESTATE 1942

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mente abbandonata. Circa l'arresto dei gruppi predetti, ta le provved imento avrehbe avuto luogo all'arrivo di nuovi contingenti cli polizia e.li rinforzo. - Sgombero protettivo di sloveni minacciati. Fino ad allora, gli sloveni filo italiani erano stati inviati dal federa le Orlanclini presso le Federazioni ciel PNF del territorio metropolitano. L'operazione aveva subìto un arresm p er le d ifficoltà cli sisternazione in Italia cli tali persone, il cui numero era ''superiore alle previsioni". L'Alto Commissario aveva avuto in questo senso un colloquio con Orlandini, pregandolo d i intensificare le ricerche, estendendole a tutte le Federazioni ciel Regno. Ravelli intervenne ricordando che per disposizion i e.lei Ministero dell'Interno nessuno straniero (e gli sloveni non erano ancora italiani!) avrebbe potuto essere immesso in Italia a sud della linea RomaPescara. ln ogni caso, le Federazioni del centro-nord, a dena del Questore, sarebbero state sufficienti. - Limitazione ciel traffico. Rohotti propose inizialmente u na paralisi totale della provincia, con la soppressione di treni viaggiatori locali, il d ivieto alla popolazione slovena d i usufruire di treni in transito, la soppressione dei servizi di autocorriere, la requisizione di tutti gli automezzi civili, il divieto categorico cli spostamento di civili da paese a paese. L'Alto Commissario sollevò la sua netta opposizione a provvedimenti così draconiani, i quali a suo parere avrebbero fermato completamente la vita economica della provincia . Fu concordato q uindi che si sarebbe attuato soltanto il provvedimento d i requisizio ne degli automezzi civili, rinviando le altre disposizioni a seconda dell'andamento de l ciclo operativo. - Rappresaglie su ostaggi e su abitati. 11 Comandante del Corpo d'armata aveva ricevuto copia del già citato verbale dei colloqui tra Graziali e Roana . Volle qu indi precisare la dimensione d i tali provvedimenti: 'T Ecc. Robotti comunica che al riguardo , ci si atterrà sia alle disposizioni della ordinanza che stabilisce le rappresaglie, sia alle disposizioni della circolare 3c nei riguardi delle azioni sugli abitati. Queste ultime vengono e verranno attuate a ragion veclura Jà dove l'azione militare riscontra effettivamente l'esistenza delle circostanze che autorizzino l'adozione del provvedimento". - Propaganda. La compete nza sulla propaganda venne attribuita all 'Alto Commissariato. La propaganda sarebbe servita ad otte nere il consenso cli una parte della popolazione civile. - Invio di viveri ai paesi. Per rifornire i paesi non controllati dall'Autorità militare , l'Alto Com-


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r;ocCUPAZJO.\lt ITALIANA DEI.LA SLOVE.\fJA ( 1941-19·13)

missariato avrebbe dovuto chiedere uno specifico nulla osta al Comando del Corpo d 'armata . .,.. Requisizione cli sci e calzature in cuoio. Grazioli attendeva l'autorizzazione dell'Autorità milicare per l'emanazione cl i un'ordinanza relativa alla confisca delle 16 mila paia di sci registrate sul territorio provinciale. L'autorizzazione ciel Corpo d'armata si rendeva necessaria poiché l'ingente quantitativo cl i materiale requisito avrebbe dovuto essere conse rvatO nelle caserrne e ne i presìdi. Giunto il nulla osta ciel Corpo d 'armata, il 25 luglio 1942 Grazioli avrebbe emanam un'ord inanza che obbligava gli sloveni a consegnare tutti gli sci in loro possesso ai magazzini mil itari. Circa le calzature, l'Autorità militare richiese una requ isizione di tutto il materiale in vendita e la repressione de l me rcato clandestino, che si sospettava alimentasse le formazioni parLigiane. - Limitazione dei medicinali. Per motivi analoghi al caso precedente, Roboni richiese all'Alto Commissario una disposizio ne che regolasse la vendita dei medicinali. - Medici. L'Ufficio informazioni era venuto a conoscenza dell'invio di numerosi medici presso i comandi clandestini dell'OF. "Evidentemente" aggiungeva Robotti con una certa soddisfazione "le perdite subite dalle bande ne lle ultime opera7.ioni devono essere considerevoli". Fu concordato cli aumentare la sorveglianza sui medici in modo di potere esercitare un'eventuale azione preventiva. - Perquisizioni, chiusura di esercizi pubblici e rast.rellamenti di città e villaggi. L'Alto Commissario ribadì che tutta la materia inerente al commercio al dettaglio ed allo smercio presso esercizi pubblici era cli sua competenza. Richiese ed ottenne p reventivi accordi tra le due autorità in materia. Nessuna obiezione venne viceversa sollevata circa le perqu isizioni e rastrellamenti. - Disboscamento lungo le vie cli comunicazione. L'attuazione ciel provvedimento procedeva a rilento a causa della deficienza cli manodopera, terrorizzata dalle eventuali rappresaglie partigiane, e dalla scarsità cli soldati per la protezio ne delle squadre di lavoro. - Protezione delle ferrovie. Robotti comu nicò i tronchi ferroviari che avrebbe protetto: * la linea Postumia-Lubiana-Zalog, a tutti i costi; • la linea Lubiana-Novo Mesto -Metlika; • la linea Grosuplje-Kocevje.


I.E Ol'f.RAZIOI\ I 1\ III.IT1\IU DELL"ES'IAT~ 19.\Z

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La prote7.ione di altri traili quali Lubiana-Verconico e Trebnje-Crnomelj, considerati secondari, non avrebbe più avuto luogo.

- Rappresaglie nei villaggi dove fossero compiuti allentati. "Saranno effettuare col massimo rigore e verrarn10 emanati ordini in proposito alle divisioni". - Chiusura e.lei confini . Una delegazione dellXT Corpo d'armala si sarebbe recata a Bleù per discutere con le Autorità militari tedesche circa la chiusura deJJa frontiera settentrionale e l'istituzio ne cl i posti di controllo fiss i lungo la linea cli confin e. Per quanto riguardava la frontie ra con lo Stato Indipendente cli Croazia, il tratto lungo il fiume Kupa sarehbc stato controllato da appositi presìcli istituiti dal V Corpo d 'armata; la frontiera lungo la dorsale dei Gorjanci sa re bbe stara completamente chiusa dal Comando Genio d i Supersloda (10). Il 20 giugno l'Alto Commissarjo emanò l'ordinanza n. 120 riguardante la limitazione della circoln ione degli autoveicoli . Il 23 giugno a tale provvedimento venne aggiunta la proibi;cione di circolazione a tutte le auto pubbliche o a noleggio . 11 1° luglio ogni permesso di circolazione, anche per traspono merci, fu sospeso. Sarebbero stati rilasciati appositi salvacondotti caso per caso. I veicoli au to rizzati sarebbero stati muniti di un apposito segnale triangolare bianco-azzurro con impressi numero di targa, numc:ro di autorizzazione, data di scadenza ciel permesso e timbro "Alto Commissariato-Lubiana·· (11). Con tali disposizioni le Auto rità militari si dichiararono soddisfatte e conseguentemente accantonarono le loro richieste e.li requisizione totale di tutti gli autoveicoli della p rovincia. L' l l luglio Grazioli emanò un'altra ordinanza, con la quale si stabiliva che l'Alto Commissariato avrebbe potu to per decreto requisire edifici, contro un'indennità pari al reddito dell'immobile, per uso militare . Dalla disposizione erano escluse le chiese, gli edifici destinati a p ubblica assistenza o a beneficenza e quelli nei quali erano custodite casse pubbliche (12). Le altre delibere sarebbe ro state trasformate in un'unica o rdinanza cong iu nta di Grazia li e Robotti.

(10) SME, Ufficio sto rico, M-3, f. 325. R. 7, "Verbali riun ioni elci Comandante di C.A. con Alto Commissario", Hiunionc presso l'Alto Comrnissariato: Prcscn1 i: Eccellenza Emilio Grazioli Allo Commissario; Ecccllenz.i Mario Roboui Comandante cli C.A., Generale Orlando: Capo di S..\I. Col. Gallo; Capo Gabinetto Alto Commissario; Il questore: Capo di S.M. dcli.i dr Granatieri, 14 giugno 1942-XX. ( I 1) i\CS, PCM, 1941 -43, I"\. 2663, F.1 ·l- 1357412. Orclinanz.i dell'Alto Commiss:,rio pe r h1 provincia di l,11biana n. '120 del 20 giugn o 1942 e scgg. (12) Ibidem, Ordinanza dell'Alto Commi!>sario per la provincia di I.\1biana n. 140 dell'l 1 luglio 1942.


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l.'OC:C:lJPAZIO NE JTAI.IA>IA DEI.I.A SI.O VF.NIA ( 194 1-1 94~)

Il 21 giugno il Comando clell'Xl Corpo d'armata definì il ciclo operativo e ne inviò una copia, per l'approvazione definitiva, a Supersloda. Proseguivano nel frattempo gli assalti ai convogli e i passaggi cli frontiera era Slovenia e Croazia . Il 23 giugno una formazione partigiana slovenia operò una serie cli incursioni su territorio croato, scatenando un rastrellamento congiunto clell'XI e ciel V Corpo d 'armata . Il 24 g iugno il Comando del XIV battaglione CC.RR. "Milano" informò Supersloda del preoccupante aumento di consistenza delle formazioni partigiane nelle zone di Turjak, Ponovares e Sv. Juri: "Gli appartenenri circolano di giorno e cli notte armati e in divisa per i centri abitati". Si segnalavano accampamenti, in particolare modo nelle zone boschive adiacenti alle vie di comunicazioni principali e secondarie. Secondo i carabinie ri , si trattava cli formaz ioni miste, per lo più serbi , croati e "russi" (13)_ Le operazioni, nel frattempo prosegu ivano, assumendo ::;empre più le caratteristiche di attività belliche: nella ::;econcla metà ciel mese i reparti della divisione "Isonzo" riuscirono con d ifficoltà ad impedire ai partigiani di tagliare tutte le comunicazioni tra Novo MesLO e Lubiana, con l'obiettivo cli spaccare in due la provincia. Il 29 giugno ebbe luogo una beffarda azione di un nucleo di partigiani nei pressi cli Borovnica: un convoglio con seicento p rigionieri politici diretto al campo d i Gonars, transitante sulla linea Lubiana-Postumia, venne fermaco con uno stratagemma e 240 prig ionieri furono liberati. InformatO, Roatta inviò una furente comunica7-ione a Robot.ti: il fatto era gravissimo, "espone al ridicolo l'attività delle nostre Forze Armate della Slovenia e ( .. .) dimostra a qual punto giungano le circostanze, l'abilità del l'avversario e l'inefficienza delle nostre misure preventive e protettive" (14). Fu aperta un'inchiesta contro i militari della "Granatieri cli Sardegna" sopraffatti che avrebbero dovuto garantire la protezione ciel convoglio; l'imminenza del ciclo operativo fece rinviare sin.e clie i p rocedimenti. L'evoluzione della situazione nelle campagne non fece d imenticare alle autorità i rischi che continuavano a sussistere nei grandi centri abitati. Dalla metà cli giugno erano stati registrati alcuni attentati rerroristici di lieve entità nel centro cli Lubiana . Si rendeva necessaria una grande operazione cli polizia, che avrebbe clovuro precedere cli poch i g iorni l'inizio delle operazioni militari . Tra il 27 g iugno ed il 1° luglio la Questu-

(13) È difficile stabilire se vi fos~e, nel I 942, una presenza di sovietici in Sloveni,1. Forse si trattava cli prigionieri di guerra fuggiti dai t reni d iretti nei camp i d i co ncen r.ramento; oppure cli elementi appartenenti alla già citata minora nza russa cli I.ubiana, o forse di diserw ri del " Corpo di Difesa Russo" o rganizza to dai tedeschi i n Serbia con gli appartenenti :Jlla comu nità d i esuli belgrndese. (SME, Ufficio Storico, '"F. 993, Diario Storico della Annata, 24 giugno 1942). (1 4) $ME, Ufficio storico, M-3, F. 325, ~- 6 "Inchiesta l iberazione i ntem,,ndi di retti a Gonars (attacco tradotta d el 29 giugno) , li Comando Superiore rr.AA Slovenia-D,1l mni;i al Comand o clell'XT Corpo cl'armaca, 2 l uglio 1942.

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I.E OPERAZl(.)1' 1 MII.ITARI DELn:s1/\'1'1 l?-1!

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ra. su ordine del Comando di Corpo d'a rmara. insieme ai reparti della divisione "Granatieri cli Sardegn a" eseguì u na grande re Laca a Lubiana, ferm ando 17 .076 persone, d e lle qua li b e n 2.663 da internare ( 15) . Oa ll'll al 23 g iugno furono ino ltre fu c ilati per rappres..iglia 31 ostaggi (16) . Alla fine di g iugno giunsero a Lubiana i due bauaglioni d i Camicie >!ere p romessi da Roana (LXXI e DCXXI harraglione CC. 'N. d'assalro più tre compagnie e.li CC.NN. mitraglie ri ). cosiLue nti la cosidde tta "Legio ne rom agnola". "Sono romagno li'' aveva scritto il Luogote nente gene rale d i collegamento della \-lVSN con Supersloda Renio Montagna al console generale Tallinucci, comandante della Milizia in Sloven ia, "gente molto in gamba" (1 7). Tallinucci a vrebbe voluto crea re una Grande U nit~t cl i Cam icie 1\"ere eia impiegare, sotto il s uo comand o, n e ll'immine nte ciclo o pe rativo. Nei progetti del Console genera le, i due battaglioni sarebbero stati raggruppati ai bauaglìoni d i CC.NN . d'assalto non indivisionati con l'agg iunta d e l 111 e del TV b:.mag lionc CC.NN. e.la m o ntagna . Ro botti, tuttavia, vo lle inquadrare imme cli,Jta mente i b a ttaglioni cli Camic ie Ne re n e lle unità dell'esercito, lasciane.lo a Tal linucci il raggruppamento già citato n c:I piano operativo. l due baccaglioni e la compagnia mitraglieri vennero quin e.l i inquadrati nel modo seguente. Il LXXT ba ttaglione e la 182" compagn ia cnitraglie ri sareb bero sta te messe a d isposizion e della d ivisione '·Gra n atieri di Sardegn a ··. sostituendo due battaglioni cli formazione della Guard ia alla Frontiera (I/ XXI e T/XXlll) che e rano stati ceduti a Ila divis io ne per presidiare le c ittà cl i Circo nio (Ce rknica) e Rov te. I comandi d e lle unità sa re bhcro stati co llocali a Skofl ica (DCXT battaglione) e Velike Lasce (182" compagnia). I due banaglioni Gaf sarebbero q u indi rientrati alle dipendenze dell')G Raggruppa me nto. LT>DOCI battaglione sarebbe stato posto alle d ipend e nze d ella divisione "Isonzo", p e r sostituire ne i compiti di prote7.ionc delle linee fe rroviarie il XIV barraglione m o rrai, e sarebbe sraw clisplocato a St. Vid con puntate su Zuzemberk. A sostitu:t.ione avvenuta l'vm banaglio ne genio m inato ri e il VII barcaglio nc a rtieri, presemi risp e ttivame nte all'Xl Raggruppame nto Guardia alla Frontie ra ed alla divisione "Gran a tie ri di Sardegna" per p e rfc:t.ionare i presìdi e.le i "Progetro Primavera", sarebbero rien trati alle dipendenze di rc tre del Corpo d 'armata. Le a ltre unità d elle Cam icie Ne re sarebbe ro state d isloca te come seg ue . L'VIll bacrag lione "M", tornato sotto il dire tto comando del Corpo d'armata, sarebbe sraro attri b u ito alla Guardia alla Frontiera. ed avrebbe raggiunto il nuovo p residio della GaF e.li Velike Blo kc; il III e il IV bat-

( 15) S/\IE. Llllìcio storico, i:. 1358. Notiziari ,·ari 2" Armala. --Situaziom• ribelli", notiziari se11imanali. Notiziario sellimanale n. 13, l. luglio-8 luglio 19'12. (16) G iusc.; ppc Piemon1e.,c. cii.. p. 54. (17) SME, Ufficio s1ori co, M-3, F. 324. [3. 7, '·Jrnpi ego cl i artigl ieria - Impiego d i B1g. C:C.N;,.!.", Il luogotenen1e generale Renzo J\,Jontagna al console Tal li nucci, promemori a n. IO. 15 giugno 19-12.


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J:OCCliPA7.IONE ITAIJ ANA DELLA SJ.OVE:>!I A ( 19/4 1-1943)

taglione CC.NN. da montagna avrebbero mantenuto la loro collocazione presidiale definita dal "Progetto Primavera". I rinforzi provenienti da Supersloda si sarebbero perfezionati encro le prime due settimane di luglio, con l'arrivo in Slovenia, oltre che di una "Cicogna" eia ricognizione aerea, alle dipendenze dirette del Comando cli Corpo d'armata, dei seguenti reparti: la 2" Legione CC.NN. d'assalto appartenente alla Divisione CC.NN. "Superga", che venne impiegata su lla cintura cli Lubiana; il XVI banaglione "M", utilizzato come raggruppamento di manovra dal Comando cli Corpo d'armata e collocato a Smarje; !'LXXXV battaglione ''M", utilizzato come raggruppamento cli manovra dal Comando d i Corpo d'armata e collocato a Skoflica; il LVI raggruppamento di artiglieria da 105/32, collocato a Bresovica alle dipendenze della "Granatieri di Sardegna"; la 7P batteria da 149/35, collocata a Grosuplje, alle dipendenze cicli "Cacciarori delle Alpi"; il gruppo d 'artiglieria da 75/13 del 5° reggimento "Superga", posto alle dipendenze della "Granatieri cli Sardegna" a Lubiana; una compagnia carri lanciafiamme, alle dirette dipendenze del Comando cli Corpo d'annata a Lubiana; · la 124a compagnia boscaioli, dipendente dalla ìV!ilizia Nazionale Forestale, situata a Longatico ed impiegata nelle già gitate operazioni di disboscamento delle linee ferroviarie; 2 autoblindo, a disposizione del Comando cli Corpo d'armata a Lubiana (18). Completata l'assegnazione del secondo contingente di rinforzi, il Corpo d'annata avrebbe proceduto nelle operazio ni belliche previste agli inizi cl i giugno. Il 29 giugno 1942 l'Ufficio operazioni cli Supersloda a pprovò il ciclo operativo dell'XI Corpo d'armata, definendolo "(..) una legnata secca al nemico". Roatta si raccomandava elasticità e tempestività. Le disposizion i aggiuntive al progettato ciclo operativo erano poche: fare concorrere a lle operazioni anche i p resìcli più lontani in modo da disorientare il nemico; ricorrere all'aviazione; coordinars i con il V e il XVIII Corpo d'armata per accerchiare i partigiani, in modo particolare durante le p rime fasi dell'operazione 09). Circa l'inizio del ciclo operativo, Robotti aveva ipotizzato la data del 5 luglio 1942. A causa dei lenti trasferimenti delle unità di rinforzo, la data venne posticipata prima al 15 e quindi al 16 luglio. Nel fra ttempo reparti della "Granatieri di Sardegna" e della "Guardia alla Fromiera" avevano condotto un energico rastrellamento nei pressi di

( 18) SMr., Uffido Storico, M-3, F. 324, B. 7, '·li Comanclo dell'Xl Corpo d'armata ai comancli d ivisio nal i", L9 giugno 1942. 09) SME, Officio :;to rico, F. 993, ''Diario Storico della Seconcla .(rmaL;J", Il Comando Superiore delle FF.M. Sloveni,1-Dalmazia al Comando cl ell'XI Corpo cl 'armata, 29 giugno

1942.


L~ O Pt R-\ZIOKI MII.ITARI OELL'EST,\ TE 1?42

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Sv. Jost ( 4 luglio) infliggendo forti p erdite ai partigiani . Il 12 luglio l'aviazione bombardò la zona di Nuha Vas, p resso Novo Mesto, dove era stato segnalato un ;'congresso di co mmissari ciel popolo,;. Furono altresì bombardate la zona d i Ravava Pec, dove si sospettava fosse accampato un battaglione partigiano , e la scuola cli Zrpatok, considerata un accantonamento cli "ribe lli" (20). In attesa ciel fat idico inizio del ciclo operativo, gli Uffici Informazioni tentarono cli individuare le forze avversarie . Defini te le zone d i controllo partigiane, si trattava cli dare a l misterioso ';esercito cli liberazio ne" un organigramma e di quantificarn e gli organici. In un notiziario settimanale dei primi giorni cli luglio, l'Uffi cio "I" cli Superslocla, basandosi sull'ingente materiale clell'O F sequestrato, attribuì ai partigiani sloveni una forza numerica non superiore alle c inquemila un ità. Le truppe erano articolate in dieci "gruppi"; ogni "gruppo" comprendeva due o tre bartaglioni; ogni battaglione tre o quattro compagnie ; ogni s ingola compagnia e ra formata dalle tre al le cinq ue "sq uadre" . Ogni reparto era comandato da un "comandante mili tare" affiancato eia un ;'com missario poli tico". Quest'ultimo gestiva la propaganda interna ecl esterna, presiedeva al reclutame nto, imponeva le tasse nei territori liberati, organizzava gli approvvigionamenti e l'amministrazione delle eruppe. Dal p unto cli vista territoriale , si stava verifica ndo uno sp ostamento cli tutte le fo rmazioni verso la Slovenia centrale e meridionale , conseguente all 'arrivo dei rinforzi all 'XT Corpo d'armata. Tatticamente le formazioni partigiane tendevano a sudd ividersi in nuclei sempre più piccoli , pe r rendere le operazioni repressive inefficaci. O biettivo politico de ll'OF nel periodo analizzato era l'eliminazione dei colla borazionisti i quali , come si è visto, si accingevano ad organizzarsi militarmente (bande anticomuniste di Sv. Jost) (21). TI 3 luglio Roatta inviò a Robotti una comunicazione riservata avente per oggetto "Operazioni in Slovenia". "V. E. ", scriveva il Comandante cli Supersloda "è conscio della grandissima importanza delle operazioni cli grande rastrellamento che s tanno per essere iniziate in Slovenia, ai Vostri ordini: importanza che de riva n on solo dallo scopo e dalla mole delle operazio ni stesse, ma altresì da una questione d i prestigio nazionale e dal fatto che praticamente sono s tati concess i alle autorità militari p ieni pote ri ". Nella missiva Roatta si raccomandava che fosse "(. .. ) assolutamente indispensabile che dette o perazioni s iano condotte ccl eseguite colla massima decisione, colla massima energia, e che siano particolarmente durante di esse evitati incide nti pregiudizievoli al nostro p restigio ed al morale dei combattenti, come quello - noto - del treno degli internandi, sop rese ad autocolonne , imboscate a deboli nucle i, e simili". Roana ins isteva sull'assistenza poss ibile alle tru ppe, attraverso la p ro-

( 20) SME7 l:fficio stori co , Diari stori ci della 2" ,Hm,1w, 12 luglio 19·1 2. (21) SME, Ufficio sto rico, F. 1358. No1.i;,.iari va ri 2" Armai.a, "Situazione ribelli", notiziari settiman,1li . l\otiziario settimanale n. 13, 2 luglio -8 lugl io 1942.


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J,'O CCIJPAZ[ONE ITALIANA DULlA StO VENl A (194 1-1 943)

messa di ricompense, licenze p remio ad operazio ni ultima te, p re mi 111 denaro, distribuzioni cli generi cli conforto. "Eventuali deficienze ne l comportamento be llico d i quadri, e g regari, debbono essere represse d' urgenza, senza esitazione e senza pietà" ( "Stia p ure cranq uillo 1" avrebbe aggiunto a penna Robon i) . Roana concludeva la sua lettera ch ie de ndo a l{obocti cli segna lare a Supe rslocla eventuali q uad ri eia sostituire pe r incapacità , prima cle ll'ini;:io ciel c iclo operativo (22). li 5 luglio la ripani;:ione de i rinfor;:i definita a lla fine cl i giug no da Ro boni venne par;:ialmente modificata eia Supe rs locla. Accogliendo il progetto ciel Console generale Tall inucci, Roacra o rdinò la c reazione di un raggruppamento tattico cli Camic ie Nere, eia affiancare a lle d ivisioni già presenti in Sloven ia . Fu costitu itO qu indi il "Ragg ruppame nto tattico CC.NN. 'Montagna '", dal no me de l comandante, il Luogote ne nte generale della MVSN Re1no Montagna. TI raggruppame nto avre bbe compreso: la Legio ne CC.NN. d 'assalto "Supe rga", il ITT e TV battaglio ne CC.NK da montagna, il LXXI e l'D(XXT battaglione CC.NN. d 'assalto, b 182a compagn ia CC.NN. m itraglie ri ed il "g ruppo battaglion i ' l'v!'" composta dal VIII, XVT e LXXXV battaglione. Mentre i preparativi del ciclo o pe rativo stavano conduclenclosi, Roboni si incontrò con Grazioli, per dare all'Alto Commissario le disposiz ion i c irca l'organizzazione della vita civile nel corso delle o pe razioni milit~u i. - U bestiame ed il foraggio trovati a bbandonati sarebbero stati tras po rtati all'interno dei presìdi dal servizio dell'Alto Commissariato. - D'intesa con i comandi militari locali si sarebbe provveduto a ll'organizzazione dei lavori agricoli (m ietutu ra, raccolto e n uova semina) e stradali esclusivamente nelle zone non interessate ad operazioni militari. - La circolazione degli sloveni muniti cli lasciapassa re rilasciato dalla Questura cli Lubiana sarebbe stara sospesa , eccetto per coloro che fossero segnalati clall'Alco Commissariato alla Questura cli Lubiana e d agli Uffici cli PS degli a ltri d istretti. - Gli unici tren i che avrebbero potuto ci rcolare sare bbero stati i treni incerna;:ionali , i tre ni merci per i rifornime nti e q ue lli in transito. Sarebbero scate soppresse tutte le linee automobilistiche, eccezion fatta per le aurocorrie re delle linee Trieste -Lubia na e Gorizia-Lubia na, c he avrebbero do vuto procede re in convoglio sul tra tto Postumia-I.ubiana e ritorno.

(22) SM E, l Jl'ficio ,;Lori<:0, M-3, F. 325, B. 2, " li Cornan<lo Superiore FF. AA. SloveniaDalmazia al Generale Comandante l' XI Corpo cl 'anna1.a··, 3 luglio 1942 ( Doc11m(!nto allegato n . 17}. Da no tare che Robotli, a margine clell'u ltimo paragrafo, aveva anno tato che, non appena fosse avvenuta una sostituz io ne eia lui rich iesta cli alcun i quadri della divisione ''Isonzo", I,1 situazione sareb be stata assolu tamente sono controllo. Il generale Federico !{omero era sww rimosso dal comando cld la division e e sostitu ito con il generale Emil io Coronati, a sua volta sosLituiw d al generale Alessandro t\ faccario. A lla fine cli luglio 1942 anche 1vtaccario sa rebbe stato ri rnosso e<l al suo posw, al com,H1<lo della "Ison zo", sarebbe stato nominato il generale Guido Cerru ti.


I.E O PERAZJO:>!J M ILIT ,\ RI DEl.l:ESTATE 19·i 2

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- l rifornimemi alle città, oltre che dai treni merci, sarebbero stati assicurati dalle tradotte militari. - Gli uffici post.ali sarebbero stati chi usi in cutte le località soggette ad operazioni militari. Sarebbero rimasti aperti soltanto gli uffici di Lubiana e dei centri maggiormeme presidiati (Kocevje, Novo Mesto, Longatico, Rakel<, Verconico, Grosuplje, Crnomelj). - La corrispondenza degli sloveni da e per l'interno sarebbe stata sopp ressa, ad eccezione di quella diretta a o proveniente da Consolaci esteri in Slovenia . ln tali casi la corrispondenza sarebbe stata sottoposta a censura "totalitaria". - La corrispondenza della provincia sarebbe stata completamente sospesa , salvo quella diretta ad uffici pubblici (compresi la Curia e i Consolati) o dagli stessi spedita. Anche in tale caso, si sarebbe esercitata la censura cotale . - Analoghe limitazioni sarebbero sta te applicate per le comu nicazioni telegrafiche . - Le comunicazioni telefoniche sarebbero state bloccate, fatta eccezione per il servizio civile degli uffici p ubblici che facevano capo a personale italiano e pe r gli uffici e le abitazioni privare cli italiani q uando l'uso dell'apparecchio telefonico avesse avuto caraLtere di indispensabilità (23). Il 18 luglio, con ordinanza n. 186, l'Alto Commissa rio emanò una disposizione che defin iva le ammende per tutti coloro non avessero osservato i regolamenti straord inari disposti con l'Autorità militare: "Chiunque non osserva un provvedimento o un ordine legalmente daLo d all'Autorità Civile o .tvlilitare per ragion i cl i giustizia o d i sicurezza pubblica o di o rd ine pubblico, è punito, previo immediato arresto, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a 2 anni o con l'ammenda fino a lire 10.000". La competenza su tali reati sarebbe scaca della sezione cli Lubiana ciel Tribunale JV!ilitare di Supersloda (24). In Slovenia .era iniziata la guerra, come d imostrò l'incidente occorso allo stesso generale Roboni il 15 luglio. In visita all'LXXXV Battaglione "M" a Iska Vas, il Comandante dell'XI Corpo d'armata fu oggetto di alcuni colpi cli fuc ile , sparati dalle pendici del Krim, restando illeso. Il 16 luglio 1942 iniziarono le operazioni militari. L'attenzione italiana e ra concentrata soprauutto sulla Notranjska. Le due Grandi Unità ("G ranatieri di Sardegna" e "Cacciatori delle Alpi") preposte all'azione "mobile" avrebbero dovuto concentrarsi verso il Krim e proseguire verso sud , oltre Kocevje fino al confine con la Croazia. Quindi avrebbero

(23) S,vll', Ufficio storico, M -3, f. 325, B. 7, Verba li riunioni del Comandame di C.A. con Alto Commissario, Di:;posizioni concordate con l'Alto Corn missario , comunicazione del Comand,rnce cl cll').1 Corpo cl'armaw ,ti Comando del Raggruppamemo CC.NN. "Mon wgna",

14 luglio 1942. (24) i\CS, PC!v.1, 1941-43. 8. 2663, F. l -1-13-57412, sonofasc. 2. "Ordinanza n . 146 del

18 lugl io 1942"


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L'OCCUl'J\ZJO :-!E ITALIANA DELLA SLOVENIA ( 19-i H 9•1j)

dovuto risalire verso nord-est, fino alla frontiera italo-tedesca. Il 1° complesso operativo sarebbe durato s ino al 20 lug lio e prevedeva la distruzione delle unità partigiane s ul Krim e l'accerchiamento del lVIokrec, dove si supponeva sarebbero fuggiti i "ribelli" cacciati dal Krim. In particolare, l'azione si sarebbe svolra secondo le seguenti d irettive. La divisione "Cacciacori delle Alp i", partendo dalle basi cli Grosuplje, Racna e Zclenska Vas avrebbe dovuto procedere verso ovest, "epurando" dai partigiani la zona compresa nel quadrilatero delimitato dalle strade Grosuplje-Zclenska Vas, Grosuplje-Skofl ijca, Skoflijca-Rasica, Rasica-Zdenska Vas. 1 reparti della divisione avrebbero dovuto prestare particolare attenzione al territorio intorno alla rotabile Grosuplje-Luce-Videm Krka (zona ciel J\llalj Vrh). Aci operazione avvenuta, la G.U. avrebbe raggiunto le posizioni cl i fron te cl i Pljava Gorica, Zelimljke, Turjak e Rob. Intanto la divis ione "Granatieri di Sardegna", partendo dal margine sud della pianura cli Lub iana (in corrispondenza de ll 'allineamento Borovnica-PreserjcTomisclj) avrebbe dovuto procedere verso sud-est, liberando il territorio ciel Krim ed app rontando ostacoli precauzionali" contro il ritorno delle formazioni partigiane. Alla divisione sarebbero stati aggrega ti un p lo to ne cli carri L (lanciafi amme) ed un gruppo da 75/ 13 del 5° artiglieria "Superga". Ad operazione completata, la G.U. si sarebbe attestata sulla fron te Borovnica Krim-Tska Vas. Raggiunti gli obiettivi, le due divisioni avrebbero dovuto eseguire minori operazioni di rastrellamento nelle zone alle loro spalle . Nella zona cli Longatico, dai presìdi di Borovnica (Granatie ri e.li Sardegna) e Velike Bloke (Guardia alla Frontiera), u na colonna "Battaglioni "M" (XVI battaglione "ivl" e due compagnie clell'VIII battaglione "M"), al comando ciel console Gelormini, avrebbe dovu to fi ancheggiare l'azione della divisione "Granatieri cli Sardegna", impeclenc.lo la fuga di partigiani verso sud e ovest. La colonna avrebbe inoltre dovuto rastrellare il territorio compreso tra la linea Velike Blokc-Lu zarij e la linea St. Vid-Mackovec. La divisione "Macerata" avrebbe cornp iuto azioni tattiche di rastrellamento a corto raggio partendo da i p resìcli, d istruggendo gli apprestamenti nem ici nella zona cl i Soclrazica . La divisione ';Isonzo" avrebbe effettuato anch'essa azioni limitate cl i rastrellamento nella zona di Toplice. Alle dirette dipendenze ciel Comando clell'XJ Corpo d 'armata avrebbe operato un raggrupparnentO di manovra, costituito ini7.ialmente eia : LXXXV battaglione "M" compagnia carri "M" 2° plotone autoblindo sezione semoventi del Corpo d 'armata due plotoni cl i carri I.. Il raggruppame nto, al comando del generale cli brigata De Rienzi, avrebbe operato rastrellamenti nella zona di Lubiana-Skoflica-Smarje. Jn seguito (2° complesso operativo) al raggru ppamento si sarebbero uniti temporaneamente il JJJ/ 1° della divisione "Granatieri cli Sardegna" e il 11/51° della divisio ne "Cacciatori delle Alpi''.


LE OPl,R,\7.IONI MI UTARI DEIJ."E~·li\TE 1942

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L'Xl Raggruppamento ''Guardia a lla Frontiera" avrebbe condotto rastrellamenti ne lla zona tra Vinji Vrh, Topoi e Circonio, ostacolando al contempo eventuali fughe di partigiani d a l Krim verso sud-ovest e da Turjak verso sud-est. I confini storici dell'Italia sarebbero stati c h iusi e presidiati dal XXIII Corpo d 'armata; la frontiera verso la provincia cli Fiume sarebbe stata coperta d alle truppe del V Corpo d'annata. Le operazioni del 1° ciclo operativo sarebbero state p recedute eia un bombardamento e uno spezzonamento p reventivo su lle zone eia rastrellare, attuato dalla ,i] a squadriglia O.A. e dallla 240a squadrigl ia BR 20 (aereoraggruppamento di Sussa) e su p portato da un marte Ila mento cli mortai da 81. Il 2° complesso operativo sarebbe d u rato d al 20 al 25 luglio, e prevedeva principalme n te la distruzione d e lle formazioni pa rtigiane accerchiate sul l'vlokrec e nella valle dell'lska da pa rte della "Granatie ri cli Sardegna", fiancheggiata d a lla Colonna Battaglioni "!Yl" e della "Cacciatori delle Alpi" . L'accerchiamento avrebbe avu to luogo con la chiusura delle vie cli fuga a d ovest da parte clell'XI raggruppamento Guardia alla Frontiera e della Colonna Battaglioni "IVI", e nel settore orie ntale dalla "Caccia to ri delle Alp i" (nord est), "Granatieri cli Sardegna" (est) e dal raggruppamento tattico Dc Rienzi (sud -est). Successivamente le G.U. avrebbe ro· raggiunto la linea cli Nova Vas Runarsko-Sodrazica-Zapotok, verso sud-est, effettu a ndo un rastrellamento inte rmedio. I p artig ia n i presenti nella zona cli Sodrazica (Ribnica) sarebbero sta ti quindi s pinti verso sud, dove sarebbero stati sorpresi dal n ucleo mobile della divis ione "lVlacerata". Conte mporaneamente l'alta Va lle del Krka (ìV!irna Pec) sarebbe stata rastrellata d al m ,cleo mobile d e lla d ivisione "Isonzo". Gli altri presìdi avrebbero compiuto rastre llamenti limitati. Tl 3° complesso operativo sarebbe iniziato il 24-25 luglio . Le d ivisioni congiu nte ("Gra na tieri cli Sardegna"-Colonna Battaglioni "ìV!" e "Cacciatori delle Alpi") avrebbero dovuto lasciare la linea della rotabile Bloska Polica Nova Vas-Soclrazica-Zapot.ok pe r proseguire verso sud-est, rastrellane.lo tutto il territorio fino al fiu me Kupa. In questa operazione sare bbe intervenuta la "colonna Fabbri", composta eia due battaglioni ciel V Corpo d'a rmata, che avrebbe creato uno sbarramento alla ritirata partigiana ad occidente sulla vecchia frontiera con l'Italia (Prezid-Osilnica). La divisio ne "l\facerata" avre bbe chiuso le v ie cl i fuga a est e sud, disponendosi lungo le p e ndic i occiclentali del Malagora, tra Zapotok e Kocevje. I.o sbarramento della "Macerata" sarebbe stato supportato d al 65° g ruppo d 'an ig lie ria . La d iv is ione "Isonzo" avre bbe proseguito il rastrellamento nella zona di Novo Mesco. li nucleo m obile clell'Xl Ragg ruppamen to Guard ia alla Frontiera avrebbe rastrellato la zona compresa tra le rotabili Grahovo-G.]azero-Dane-Stari Trg e Grahovo-Bloska Polica-LozStari Trg, ed al contempo avrebbe concorso ai rastrellamenti condot.t.i dalla "colonna Fabbri" . Il nucleo mobile della divisione "Isonzo" e il "Ragg ru ppamen to De Rienzi" avre bbero proseguito i rastrellamenti a sud d i Lubiana .


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L·occt:J>AZIONE rlALIAN1\ DEU..t\ SLOVENIA ( 194 1-1943)

Le operazio ni vennero p recedu te da un'ora di bombardame nto e s pezzonamento preventivo su cucce le zone occupate dai partigiani. Nel corso delle prime fas i d'attacco, le colonne italiane incontrarono una notevole resistenza, soprattutto nelle zone verso Turjak. Presso Zagradec un reparto della 105a Legione CC.NN., in forza alla divisione "Cacciatori delle Alpi", si scontrò il 19 luglio con una formazione di circa duecento partigiani. La divisione "Granatieri d i Sardegna" procedeva più speditamente, e il 21 luglio occupò le zone boscose ai piedi del Krim. Una volt.a debellate le resistenze nemiche, anche la "Cacciatori delle Alpi" riuscì ad accellerare l'avanzata : il 24 luglio i reparti d ivisionali raggiunsero l'alta valle dell'Iska. Dal 26 luglio iniziarono i rastrellamenti nelle zone occupate; diciannove partigiani furono catturati e fucilati. Venne rinvenuto, sul Krim, numeroso materiale bellico (armi, munizioni, radio) e propagandistico. Altri partigiani catturati vennero immediatamente passaci per le armi tra il 26 e il 29 luglio. Le o perazioni proseguiro no nei giorni successivi come progettato da Robotti, e il 31 luglio la divisione "Granatieri cli Sardegna " raggiunse la linea di attestamento fi nale ciel 3° ciclo operativo cl i Trava-Istenica-Gric, sulla Goteniska Gora. La divisione "Cacciato ri delle Alp i" si attestò nella zona era Petrovi e Grcarice, sulla Goteniska Dolina . Conclusa l'operazione, !'LXXXI battaglione CC.NN. d'assalto e un plotone di carri della "l'vlacerata" puntò sulla Kocevska Mala Gora, impedendo la fuga ad alcune formazioni partigiane che tentavano una sortita. Le operazioni terminarono il 31 luglio, e ad esse seguirono due fasi di rastrellamento su larga scala. Nel corso di queste fasi fu particolarmente efficace l'azione elci "Raggruppamento De Rienzi", affiancato durante il 3° complesso operativo dalla Colonna Battaglioni "M". I due raggruppamenti avevano operaro con successo nella valle dell'Iska (1 ° complesso) e ne lla zona Skoflijca-Pijava Gorica e nel territorio a sud di Lubiana (2°-3° complesso). Meno incisivo fu il ruolo della divisione "Isonzo", ch e aveva operato sempre ne lla Dolenjska sud orientale, in prossimità cli Novo !Vlesto. La "battaglia della Notranjska" era terminata con poche perdite da parte italiana ed un nume ro e levato cli morti nel campo avversario. L'azione energica e rapida delle truppe italiane aveva spiazzato i partigiani, abituati alla "politica d i presidio " adottata sino ad allora dall'XI Corpo d'armata. Nel suo diario Kocbek avrebbe anno tato, il 24 luglio : "Non riesco a farmi una visione chiara su llo sviluppo dell'offensiva italiana . L'unica cosa che sappiamo è che, da Grosuplje fino al Krim e al Mokrec, è scesa in campo una forza militare imponente e che gli italiani stanno avanzando a catena. Oggi sentiamo per tutta la mattinata un violento cannoneggiamento in direzione di Ribnica. Non sapp iamo cosa stia succedendo" (25). E il 24 luglio: "Gli italiani sono riusciti acl occupare la Norranjska, i loro presìcli si sono annidati in quasi tutti i centri abitari e tut-

( 25) Eclvarcl Kocbek , cit., p. 108.


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OPEl\;\ 7,ICìNI MI I.ITARI DEl.i:JiS-ii\TE l•H2

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to fa p resu mere che vi resteranno per qualche tempo. Le nostre u nita hanno rip iegato, dopo una valorosa resistenza , su lla linea Loz-Sodrazica. ( .. .) Dobbiamo prepararci al peggio. E come prepararci?" (26). Si e bbero casi e.li eccessi compiuti dag li ital iani durante rastre!Jamenti. In un telescritto cifrato ciel 30 luglio 1942, Robon i chiedeva sp iegazioni al generale Quarra, comandante la "Macerata", circa gli eccessi compiuti dalle sue unità: "Mi sono giunte notizie su comportamento de plorevole truppe nucleo mobile colonnello Bruno nella regione et abitato Sodrazica, specialme nte riguardante sevizie donne et appropriazione materiali alt prego esperire rapidi et severi accertamenti anche azione comando colonnello Bruno, rife rendoci anche at sua condona truppe nelle azio ni contro ribelli zona Sedrazica alt" (27). T."'i nciclenre" fu presto dimenticato, e non si e bbero consegu enze cli alcun tipo. Allontanati dal Krirn, e.lai Mokrec e dalla zona limitrofa alla strada Soclrazica-Cerknica, i partigiani ripiegarono verso il monte Travni Gori, e i sistemi montuosi della Velika Gora e Kocevska Mala Gora. L'Ufficio Informazioni di Superslocla individ uò già al termine e.lei 3° ciclo operativo le formazio ni più consistenti, sommando ai precedenti insecliamemi de ll'OF gli scampati ai rast.rellamenti nella Notranjska. - Zone a nord della fe rrovia Lubiana-Trebn je , e.love sembravano essere concentrati circa 800-1 000 partigiani. - Massiccio dei Gorjanci, sul q uale si st.avano concentrando formazioni sempre piC1 consistenti e.l i croati e di sloveni, questi ultimi proven ienti dal l'alta Krka. - Ne lla Suha Kra jina, fra Zuzemberk, Trebnje e Novo Mesto (a nord ciel fiume Krka); alcune formazioni si scavano dirigento eia questi territori verso sud , in direzione de l Kocevski Rog. - Sulla !Vlala Gora numerose formazioni sbandate in ritirata tentavano di raggiu ngere anch'esse il Koccvski Rog e , più ad est; il massiccio e.lei Gorjanci. - .Altri grupp i cli sbanda.ti s i trovavano ancora nei pressi della rotab ile Soclrazica-Cerknica; formaz ioni più consistenti si dirigevano verso il Travni Gori e la Vel ika Gora (28). L'obiettivo dello Stato Niaggiore c.lell'OF era a quel punto cli sottra rsi il p iù possibile alla pressione delle GG UU. disperdendo Je formazioni in piccole unità e trasfere ndo le tru ppe concentrate sul Tisovec insieme al Comitaw Esecutivo, a nord , oltre la Krka. Tale operazione avrebhe confuso gli italiani, obbligancloli ad una dispersio ne delle forze e acl una limitazione delle operazio ni nella Notranjska me ridionale . Le formazioni, impossihilitate a fronteggiare quattro divisioni, due raggruppamenti tatti-

(26) ibidem, p. 130. (2ì) S.M E, lJfficio storico , J\·1-3, r. 325, D. 8, ·'Il Co1mnd,1n1e dellXI Co rpo d'armata al Co1rn1ndant(s della Divisione .Maceraia··, telescritto del 30 luglio 194 2. (28) SME, Ufficio storiço, r. 1359 . ·'Notiziari v,tri 2" Annata ··, No tiziari seuirnanali, >ioti zi.irio n. 16 , 4 agosto 1942.


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J: O CClJPAZIONF. ITAl.l,I N,I DEI.I.A SI.OVF.NIA ( 194·1-1 9,,3)

ci e le trup pe d i Corpo d 'annata, avrebbero evita to lo scontro d irette), irnpegnando i reparti italiani in azioni di guerriglia (29) . TI 31 luglio , a Gorizia, Mussolini ebbe una riunione con Cavallero, Arnhrosio e Roatta circa la situazione in Slovenia e nelle zone adiacenti alla provincia. Il Comandante di Supersloda espose la situazio ne militare e delle operazioni appena concluse, ed illustrò il programma per il futuro . Al termine della relazione di Roana, p rese la parola il Duce, il cu i inte rvento fu ripo rtato da Cavallero nel d iario. Fu una delle poche considerazioni di Mussolini sulla provincia di Lubiana: "Dopo lo sfacelo della Jugoslavia ci siamo ritrovati sulle braccia la metà cli u na provincia e , bisogna aggiungere, la metà più povera . l germanici ci hanno comunicato un confi ne : noi non potevamo che prenderne atto . Aprile 1941. Inizialmente le cose parvero procedere nel modo migliore . La popolazione considerava il minore dei mali il fatto di essere sotto la bandiera italiana. Fu dato alla provincia uno statuto poiché non consideri.amo territorio nazionale quanto è oltre i l cr inale delle A lpi, salvo casi cl i carattere eccezionale (il c01:,iuo è nostro NdA). Si credette che la zona fosse tranq uilla, poi si vide, q uando la crisi scop piò che i presìdi non erano abbastanza consiste nti e che no n vi era modo di rinforzarli adeguatamente. Il 21 giugno (recte: 22 giugno) con l'inizio delle ostilità con la Russia, questa popolazione che si sente slava si è se ntita solidale con la l{ussia. Da allora tutte le speranze ottimistiche tramontarono . Ci si domanda se la nostra politica fu saggia . Si può solo dire che fu ingenua". Le considerazioni del Duce, anelavano dunque oltre la questione militare, criticando, neppure troppo imp licitamente, quegli esponenti "slovenofili" come Grazia li che si erano banuci per l'italianin azione della provincia . "Anche nella Slovenia tedesca le cose no n vanno bene" continuò Mussolini "lo penso che sia meglio p assare dalla maniera dolce a quella forte piuttosto che essere obbligati all'inverso. Si ha in q uesto secondo caso la frattura ciel p restigio. Non temo le parole. Sono convinto che al terrore dei partigiani si debba rispondere con il fe rro ed il fuoco . Deve cessare il luogo comune che dipinge gli italiani come sentimentali incapaci di essere duri quando occorre . Qu esta tradizione di leggiadria e di tenerezza soverchia va inte rrotta. Co me avete eletto è cominciato un nuovo ciclo che moscra gli italiani come gente d isposta a tuttO per il bene del Paese ecl il prestigio de lle Forze Armate. Q uesta popolazione non ci amerà mai". Mussolin i si occupò qu indi de l problema dei collaborazionisti: "Non mi sorprende che i catto lici vedendo declinare la ste lla dei partigiani vogliano fa rsi avanti. In genere queste si appalesano situazioni ambigue . Poiché non si possono respingere si può accettare il loro apporto quasi come una concessione che no i facciamo loro e senza impegni per il fu turo". Il Duce chiese q uind i che il ritmo delle operazio ni fosse sollecito ("Non possiamo tenere tante division i in Balcania"), tenuto conto dell'evoluzione elc i conflitto nel No rd Afr ica e de lla richiesta continua di rinforzi proveniente

(29) Eclvarcl Kocbek, cii., p. 112.


!.F. OJ>ERAZIO:-<I .\IILITAHI UELL.EST,\T~ 19:,2

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dalla Tripolitania . .tvlussolini consigliava per la Slovenia l'utilizzo delle Forze aeree: "L'aviazione ha qui un compito abbastanza importante. Q uesto territorio deve essere considerato da noi come terreno di esperienza". Circa i disagi della popolazione, il Duce fu senza p ietà: "Non vi preoccupate ciel disagio economico della po polazione. Lo ha voluto! Così no n mi preoccupo dell'Università (virtualmente chiusa - NdA) che era un focolaio contro cli noi. Non sarei alieno dal trasfe rimento cli masse di popolazione . Il Duce concluse la sua lunga trattazio ne ciranclo il buon rendimenco della "Macerata" e della "Cacciatori della Alpi", mentre gli risultava "appesantita" la "Granatieri cl i Sardegna" , forse a ca usa della troppo lunga guarnigione di Lubiana (30). Duro, impietoso e determinato, Mussolini aveva così dichiarato guerra alla popolazione slovena. Le ind icazioni cli Mussolini sarehbcro state riportate da Roboni il 2 agosto 1942 ai comandanti divisionali riu niti a Kocevje (3 1). Nei primi g iorni cli agosto le d ivision i "G ranatieri di Sardegna", "Cacciatori delle Alpi" e "l'vlacerata" proseguirono i rastrellamenti in tutto il territorio della Notraniska meridio nale, tra il confine storico con l'Italia e la ferrovia Lubiana-Kocevje. Nelle op erazio ni iniziarono ad affiancarsi ai reparti italiani i primi nuclei sloveni anticomunisti, dando prova cli determinazione e coraggio, talvolta anche di crudeltà . Nel corso dei rastrellamenti, le truppe italiane rinvennero numeroso materiale propagandistico ccl operativo dei comandi nemici: "Sono documenti cli interesse particolare" scrisse Robotti in una circolare trasmessa a tutti i comandi divisionali il 4 agosco 1942, "in certi punci veramente emotivo, che, se nel complesso clirnostrano il substrato cli sciocca negalomania (sic) dei p iccoli capi nemici nostri, non cli me no hanno cerci spunti di verità, specialmente agli e ffetti ciel giudizio sulle nostre azioni". Da un documento sequestraro datato 19 luglio e trasmesso dal Comandante ciel "Reggimento Stiriano" (32) Stjen ka Knap ai comandanti di battaglione e cli compagnia ciel reggimento del Krim e ciel 3° battaglione del reggimento stiriano, si evinceva che lo Stato Maggiore partigiano aveva creduto erroneamente che l'offensiva italiana dal 16 luglio si sarebbe arrestata il 21 luglio, limitandosi cli fatto al 1° complesso operativo. In ta l caso, avrebbe avuto luogo una controffensiva da parte dei reparti dell'OF al fin e d i riconquistare le posizioni occupate dagli italiani durante la loro avanzata e, in un secondo tempo, la conquista cli nuove posizioni. ln un secondo documento, datato 27 luglio ed inviato dal Comando del Il battaglione "Milan Ziclanzek" al Comandante e.lei reggimento del Krim, si denotava un subentrato pessimismo conseguente all'evoluzione delle operazioni. Nella comunicazione, Robotti faceva notare, citando gli allegati, il quadro d i "sfacelo " tra le fila nem iche che

(30) Ugo Cav,1\lero, "Comando su p remo", Cappelli, flologna, pp. 297-299. (31) Vedi docurnemo n. 47. (32) D,1 non co nfondersi con il '·Battaglione Stiriano" collaborni on ista.


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1·occUJ>AZIONE ITAI.IA:-lA DEI.I.,\ s1.ovr,NfA 09·11-19/i j)

questo secondo documento sequestrato implicitamente delineava : le formazioni si erano sudivise in compagnie autonome, alcune circondate, altre iso late ed altre ancora disperse; le notizie che giungevano ai comandi erano "allarmami"; i p artigiani croati, valicata la front iera, si erano trovati in una situazione caotica e, impauriti dall'avanzata italiana, si e rano sbandati. Nella comunicazione, il Comandante del Corpo cl'ani1ata ravvisava una "certa profondità professionale" nei documenti cons ultati, segnale della p resenza tra i "ribelli" d i numerosi ex ufficiali (il colonnello Avsic, ad esempio, già leadercetnico era entrato nello Stato Maggiore partigiano). Tuttavia, "eia questo quadro s i può anche rilevare come s ia giusta l'asserzione dei nostri superiori comandi in merito alla sopravalutazione che, in sostanza, è soltanto basata su qualche riuscita loro sorpresa a nostro danno e su qualche irrequ ietezza dei capi, mentre il complesso delle bande dimostra e lavora in una forma più caotica che ordinata e conseguente". Roboni concludeva la comunicazione ricordando al comandi che in futuro la tendenza all'imboscata da parte del nemico sarebbe senz'altro aumentata . "La buona causa ecl il numero delle armi sono indubbiamente in nostro favore, ed il loro impiego(. .) verrà certamente a raggiungere quei risultati p iC, completi ai q uali vogliamo arrivare, cioé la distru7.ione assoluta delle bande in modo che sia impedito ogni lo ro ripullulamento nella zona" (33) . In un'altra serie di documenti sequestrati venne rinvenut.o un "velenoso manifestino diramato dal sedicente partito comunista italiano" nel quale si invitava i soldati italiani a "sabotare la guerra" (34) Il 5 agosto si svolse la seconda fase delle operazion i di rastrellamento successive al 3° complesso operativo. Le unità italiane si spose.arano dal kocevjano nella zona di Ribnica-Nlackovrec-Slivnica, spingendo le ulrirne formazioni partigiane rimaste nella regione verso est, in direzione dei Gorjanci. So ltanto piccoli nuclei riuscirono a darsi alla macchia, sfuggendo ai rastre llamenti. Il 13 agosto s i conclusero le operazioni mil itari su larga scala. In sostanza i primi tre complessi operativi e le due fasi cli rastrella(33) $ ,'v!E, Ufficio storico, 1Vl-3, 325. R. 1, Il Cornand,1nte dell'XI Corpo d'annata ai comandi divisiona li, 4 ,1gosto 1942, con due allegati (!)ocumento ctllep,ato n. 18). (34) "Soldati italiani' Un itevi e reclamare !°aumento della ra zi on e di pane, il migl iora mento ciel rancio e l'aurnento della decade. Fra ternizza re con gl i o perai e contad ini, un itevi ,il loro lona re co ntro la guerra di Mussol in i e di Hicler per un governo che si appoggi su ll.i vol ont,ì elc i popoli, per la difes,1 dell'URSS. Paese elci Socialismo, delb libemì e del benessere. EVVIVA LA LOTI!\ COMUNE DEGLI OPERAI, CO>!TADINI E SOLDATI DI TUTTI I PAESI CONTRO LA 13ARBARIA FASCISTA' r.VVlVA STALIN. MAESTRO E c;urnA Dl TUTIJ I PAESl 1 MORTE AL FASCISMO, UBERTA r. G IUSTI ZIA SOCIALE AL POPOLO' Il Partito Comun ista cl'JLaJia··. Tanto questo vola mino quanto u n an,dogo proclama rinvenuto dalla "Granacieri cli Sardegn.i" erano forse stati ciclost ilat i per essere distrib uiti tra i so lcla1.i sul fronte sovietico. I.o si evince dall'assenza d i riferiment i alla Slove nia e cbl h1 continua citnione della guerra all'l)({SS. Probabilmente. vist i i contenuti "univer,:;ali" di entrambi , i l Comintern li impiegava anche su ,1ltri fronti. (SME, Ufficio storico, M-3, r. 327, B. 2. Comando dell'Xl Corpo d'armata - Uftk io ln forrnaz.ioni ,1] Comand o della divisio ne '·Granatieri ùi Sardegn;1", 15 agosto 1942). Si ved a ançhe il Documento allegato 11 . 19.


U, OPERA7.IONI .\ III.ITAHI DELL.ESTA'fl: J942

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mento su ccessive si erano rivelate u n indiscutibile successo per l'XI Corpo d'armata, come dimostrò la vis ita cli cortesia ai reparti effettuata da Roatta e dal tenente colonnello Boggio, dello Stato .lvlaggiore cli Supersloda, il 16 agosto. Le ultime operazio ni cli rastrellamento avevano ridotto la presenza dell'OF in tre settori: ad est e a nord di Kocevje, sul massiccio dei Gorjanci e nei territori compresi tra la linea ferrovia ria Lubiana-Pos tu mia e la frontiera italo-tedesca (Notranjska nord-occidentale). A queste si aggiungevano alcune forma7.ioni sparse intorno a Novo /\'lesto. L'obiettivo partigiano era un ripiegamento delle forze ancora disponibili in due direzioni: verso la Croazia (dai Gorjanci) e verso la Slovenia tedesca (dalla Notranjska e eia Novo .tvlesto). A pericolo cessato gli odred partigiani sarebbero rientrati nella Slovenia italiana. Sul s uo diario, Kochek annotava con p reoccupazione l'evolversi della situazione: il 13 agosto il Comitato Esecutivo clell'OF incontrò alcuni. emissari dal kocevjano. "Dal loro racconto" avrebbe scritto il leader partigiano "si enucleano i particolari di un quadro che ci fa rizzare i capelli. L'offe nsiva italiana ha lasciaro dietro a sé nella Notran.jska ccmseguenze terribili" (35). E il 14 agosto: "Oggi tutto è o rmai chiaro pe r noi: siamo circondati eia tutte le parti" (36). In reah~Ll'ottimismo italiano era giustificato soltamo parzialmente. La p resenza degli ultimi gruppi isolari cli partigia ni ne l kocevjano e verso il fiu me Kupa e cli formazion i sfuggite ai rastrellamenti sul Kocevski Rog impegnò le unità italiane ne l 4° e 5° complesso operativo. Si trattava ora cli risalire verso nord-est, spingendo le formazioni partigiane contro la fromiera italo-tedesca saldamente presidiata dalle truppe germaniche . Il 4° complesso operativo scattò al mattino del 19 agosto ed ebbe come teatro delle operazioni la zona compresa tra il solco cli Kocevje e l'alta valle Krka (massiccio del Kocevski Rog). Alle operazioni partecipò la divisione ·'Granatieri cli Sardegna", la quale, con l'ausilio ciel nucleo mobile della divisione ''Macerata", avrebbe dovuto bloccare eventuali fughe di partigiani verso nord-ovest, verso i territori a nord di Soclrazica e verso il Krim e il Mok rec. Dall'altro lato, la divisione "Cacciatori delle Alpi", insieme al nucleo mobile e ad un battaglione in formazione della divisione "Isonzo" e ad un battaglione della "Granatieri cli Sardegna", avrebbe dovuto coprire il fianco destro e bloccare le fughe del nem ico verso nord-est. Il presidio di Vapta Vas ("Macerata") avrebbe coperto il fianco meridionale . La fuga dei "ribelli" verso nord sarebbe stata impedita dal Raggru ppamento tattico del generale Perni , che raggrup pava la 105" Legione CC.NN . d'assalto, la Colonna Battaglioni "M" ciel console Gelormini e le truppe dei presìdi cl i Velike Lasce ("Granatieri cli Sardegna"), Viclem e Dohropolje (Raggruppamento CC.NN. "XXI Aprile", nuova denominazione ciel Raggruppamento CC.:NN . "Montagna") . Dal presidio cli

(35) F.<lva rcl Kocbek. cii, (36) lhidein, p. 132

r

130.


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l.'Oc:<TPAZ(ONE ITALL,\NA DELLA SLOVENIA 09fi l -19ù)

Longatico la Guardia alla Frontiera avrebbe condotto azioni di rastrellamento a corto raggio. Il raggruppamento Dc Rienzi avrebbe proseguito le azioni del 3° complesso operativo nella zona cli Iska Vas. Nel kocevjano le operazioni non diedero risulcati entusiasmanti: le formazioni nemiche tendevano a suddividersi in p iccol i gruppi, attendere alla macchia il passaggio delle t1nità italiane e quind i rientrare nei luoghi già rastrellati. Inoltre, approfittando dell'attenzione italiana ve rso territori della Notranjska, molti nuclei partigiani si stavano d irigendo ve rso orienre. A Novo Mesto si ebbero i primi violenti scontri tra belogard isti e partigiani. Presso Zuzemberg erano stati segnalati circa trece ntO "ribelli" e si sospettava che circa 1800 partigiani avessero trovaro rifugio sui Gorjanci, zona favo revole sia per la fitta copertura ciel terreno che per le risorse alimentari provenienti dalla confinante Croazia . Se la Notranjska era stata quasi completamente "normalizzata", nella regione o~·ientale della Dolenjska e in Bela Krajina la situazione si stava aggravando preoccupantemente. Il complesso operativo proseguì fino al completo accerchiamento ciel Kocevski Rog, avvenu to il 26 agosro. Nonostante il segnalato afflusso continuo cli partigiani nelle zone già rastrellate, i comandi italiani ritennero che, nella regione "l'attività ribelli può dirsi per ora praticamente esaurita" (37). Lo stesso Comitato Esecutivo dell 'OF aveva rischiato di essere sorpreso dalle colonne ita liane. I leader partigiani furono costretti a rifugiarsi nelle caverne ciel massiccio per sfuggire alla cattura (38). Concluso il rastrellamento ciel massiccio , le GG.UU. si attestarono sulla linea della rotabile Ras ica-Zclenska Vas-Videm-Zagradec Zuzemberk. Il 31 agosto iniziò il 5° complesso operativo, che concluse le p recedenti operazioni. Le divis ioni "Granatieri di Sardegna" e "Cacciatori delle Alpi", q uest'ultima con l'appoggio del nucleo mobile della divisione "Isonzo", s i spinsero dall'a lta Krka sino alla frontiera italo-tedesca, chiusa dalle autorità germaniche. Contemporaneamente il Raggruppamento Perni proseguì i rastrellamenti nella zona di Videm, Dobrepolje e Vclike Lase mentre i p resìd i della "Macerata" di Ribnica e Kocevje controllavano la situazione sul fiurne Kupa, impedendo eventuali fughe partigiane ve rso sud. Le formaz ioni clell 'OF scampate dalla morsa si diressero verso Zuzemberk, Treblno e Mokronog e da quelle località raggiunsero i Gorjanci. L'll settembre 1942, a conclusione del 5° complesso operativo, la divisione "Granatieri cl i Sardegna" venne trasferita da Superslocla in Croazia, alle clipenclenze del V Corpo d'armata. Complessivamente, sommando i dati dei complessi operativi, le perdite partigiane dal 16 luglio alla fine di agost.o ammontavano a 1.053 mor-

(37) S1\,[E, Ufficio storico, F. 1359, Nmiziari va ri 2" Arrnaw , Notiziari settimanali, Korizi,irio n. 20, 26 ,1gosto 1942. (38) Jl diar.io di Kocbek, dal 13 agosto ai primi giorni cl i seuembre raccon l ,L di un co ntin uo peregri nare della dirigenza del l'rontc di liberazione anorno al massiccio del Rog per sfuggire agli ita liani. In aku ni c;1si i rep,1rti divisionali furono assai vicini alla cali.lira dei di rigenti partigiani (Eclva rcl Kodiek, cit., pp. 136 e seg.) .


1.1' OPERAZIOKI MI LITARI DEl.1.' ES"J; \TE 1942

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ti in combattimento, 1. 236 fucilati s ul posto, 1.381 catturati, per un totale di 3.670 partigiani liquidati (39). A ciò doveva essere aggiunto il cosp icuo materiale bellico, organizzativo e propagandistico sequestrato. In particolare, dallo stud io de i docu1nenti operativi de i coma ndi dell'OF, le autoriLà militari italiane riuscirono ad avere un nuovo q uad ro, ancora più pre ciso dei precedenti , degli organigrammi e delle stra tegie degli avversari. Dai documenti rinvenuti risulta va che l'organizzazio ne partigiana e ra costituita da un quad ro dirigente, articolato in: Comita to Ce ntrale ciel Partito comunista slo veno; Comitato Esecutivo del "fronte cli liberazione "; Comando Supre mo dei re parti partigiani sloveni. Dal Comando Supre mo d ipe ndevano: 1. una Brigata proletaria costituita su tre battaglion i; 2. il III gru ppo "Reparti partig ian i s loveni", costituito da i segue nti odred Krimski Oclrecl, Kocevski Odred , Polhograjski Oclred ; 3. il TV gruppo "Reparti partigiani s loveni", costitu ito dalle segue nti formazio ni: Krski Oclrecl, Belokrainjski Odred , Zapadno Dolenski Odre cl; 4. le "Pa rtizanske De lavnice (Officine partigiane) e i "Battaglioni lavoratori" ( formazioni disciolte in seguito a i complessi o pe racivi 4° e 5° sul Kocevsk i Rog) ; 5. un non meglio identificato servizio "Agitp rop" , probabilmente incaricato de lla d iffusione della propaganda. A tali formazioni si dovevano aggiungere il "Prirno rska Odred ", opera nte in Venezia Giulia (Postum ia) e i d istaccamenti nella Gorenjs ka e nella Stajerska. La "centrale" opera Liva dell'intera organizzazione e ra ancora Lubiana, no nostante le repressioni della primave ra precedente (40). A conclusione delle operazioni ciel 5° complesso, il colonnello Callo, capo cli Stato Maggiore di Superslocla, scrisse a Rohotti. I "ba nditi" stavano rientrando ne lle loro abitazioni per svernare. Alcuni di loro e rano stati fermati e d arresta ti dai carabinie ri: "Tutti concordamente dichiarano di essere stati forzatame nte recl utati da i partigia ni " scriveva Gallo "me ntre ciò è assolu ta me nte falso , pe rc hé nella zona tra Grosuplje e Trebnje, come in altre a nord della fe rrovia Lubiana-Novo Mesto, la popolazione slo vena è spo ntaneamente accorsa numerosa a lla mobilitazione partigiana de lla scorsa primavera" . Il Capo cli Stato Maggiore si lamentava a ltresì dell'"eccessiva deb olezza d imostrata dai re pa rti che hanno rastrellato e controllato gl i uomini ne lla interna zona" (41) . Le o perazioni dell'eswtc, dunque, considerate positive dal Corpo d'a rmata , non avevano comple tamente soddisfatto i quadri superiori di Sussa. La situazione a Lubiana ne l corso delle o pe razioni militari e ra apparsa

(39) $ME, Ufficio storico, F. 1359. Noti zi;iri va ri 2" Armata, Notiziari sectim,inali, notiziari n. J7 del 5 agosto e n. 2l ci el 2 settembre. [)a notare che i l notiziario d i seue:: mbre rip orwva anche le perdiu~ icalianc del solo mese d'agosto: 13 morti e 139 feriti. (40) l hide1n, No1iziario n 21 2 settembre 1941. (4 1) SME, Uffic.:io storico, l\·1-3, F. 325, B. 8, Circob re del Capo di Sw to Maggio re Gal lo al Comando dell' Xl Corpo d';irn,ata, 11 setccmbre 1942.


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l.'OCCL"l'AZIONE l'li\l.lA:-lA DEI.I.A SI.OVEKI A (194 1-194J)

sostanzia lmente tranquilla. "Nel.la c ittà d i Lubiana" si legge in un notizia rio politico-milita re del 31 lug lio "la popolazione ostenta un atteggiamento di indifferenza che rileva la malcelata ostilità verso cli noi ed il favo re con il quale, generalmente, viene seguita l'attività del 'Fronte liberato re"' . Tuttavia, nello steso notiz ia rio, veniva rilevato come molti lu bianesi vedessero la p resenza italiana come un "male minore" rispetto ad una vittoria comunista. Il fe nomeno, come si è visto, si accresceva nelle campagne, dove tra le popolazioni rurali si scava diffondendo un sempre piC1deciso atteggiame nto a ntico munista. "Premuti fra l'azione terroristica de l 'Fronte liberatore' e la nostra azione di rappresaglia, g li sloveni han no compreso che il maggiore danno conseguente alla presente situa zione dovrà essere fata lmente sopportato da loro" (42). ln seguito, verso la fine del mese di agosto, l'Ufficio in formazioni clell'Xl Corpo d'armata comun icò al suo organismo superio re che si scava de lineando un accegiame nto della po po lazione, ne l suo complesso, più favorevole verso le autorità (43). I.a scoperta, nel corso delle operazio ni, cli nume rosi partigiani reside nti a Lu biana spinse le a utorità militari e c ivili il 18 agosto ad e manare un bando pe r la confisca clei beni mobi li ed immobili dei "rivoltosi". J be ni dei partigiani uccisi in combattimento, passati pe r le anni immed iatamente o giustiz iati e cli Lucci i masch i validi d i età com presa tra i 18 e i 60 anni assenti senza gi ustificato motivo dalle loro residenze abituali sarebbero stati confiscati e da ti in p ro prie tà : - "alle famiglie elci milita ri e d a ltri d ipende nti dello Stato e di Enti ausiliari cacluci in combattimento o vittime d i aggressioni nella provincia d i Lubia na;" - "ai mutilati c cl inval idi delle medesime ca tegorie". Le proprietà cle i fa miliari d i partigiani che avrebbero potuto concorrere ad una s uccessione legittima sarebbero sta ti parimenti confiscate . L'articolo quattro del bando enunciava: "Le d isposizioni p recede nti non si app licano nei confronti di coloro che, entro il 15 settembre del corre nte anno, si arre nderanno, prima del combattimenco, alle Forze A.rmate italia ne o rie ntre ranno nella propria abituale residenza, presentandosi a lle Autorità ital ia ne . Costoro avranno inoltre salva la vita". L'u ltimo a rticolo cie l bando a llargava ulteriormente la lunga lista clei "ribelli" passibili cli pena d i mo rte: "Ai mandanti, complici o favo reggia to ri o in genere a coloro che comunque prestino rifugio o assiste nza a i colpevoli cli talu no dei seguenti reati: a) atte ntato contro l'unità , l'inclipenclenza o l'integrità dello Stato; b) atte ntato alla sicurezza de llo Stato; e) insurrezione armata; d) associazioni sovversive; e) propaganda o apologia sovve rsiva;

(42) ibidem , l\otizia ri politico-militari, notiziario n. ( 43) ibidem. not iziario n. 30, 30 agosto 1942

61, 31 lugl io 1942.


Lt OPERAZI0'.\11 .\IILITAIU DEU.'E$TATE 1942

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j) delitti contro la personalità interna dello stato; g) attentato a lla incolumità o a)h-1 libertà personale cli appartenenti a lle Forze Armate; h) accentato alla pubblica incolumità o ai pubblici servizi; si applicano, ancorché trattasi e.li prossimi congiunti, le stesse pene contemplate per gli esecutori materiali elci rispettivi del itti (44)" Nel corso delle operazioni m ilitari la Questura operò a Lubiana numerosi rastre llamenti. Dal :16 al 21 luglio fu rono fucilati 14 ostaggi (45). Il 23 agosto un giovane, trovato in possesso cli maccriale propagandistico, venne fucilato. La relativa tranqt1illità de l capoluogo non tranquillizzò il Comandante ciel Corpo d'armata, il quale avrebbe voluto fa re rientrare a lcuni reparti della divisione "Granatieri di Sardegna", per presidiare Ja città. Il trasferimento d i questa G.U. a lle clipcnclenze del V Corpo d'A rmata non venne quindi accolto con entusiasmo eia Robotti, che già il 22 agosto aveva chiesto chia rimenti in proposito a Supersloda. TI 23 agosto il capo di Stato maggiore gene rale De Blasio rispose al Comandante dell'XI Corpo d 'armata. "Nulla è possibile variare a quanto stabilito circa la messa a disposizione alle stazioni cli carico de lle forze destina te a rinforzo del V C.A." Nella stessa comunicazione, De l31asio suggeriva a Roboni di utilizzare, per la garanzia de ll'o rdine pubblico a Lubiana, alcu ni reparti delle GG.UU. operanti, come la "Caccia tori delle Alp i". Un appu nto ciel contrariato Comandante dell'XT Corpo d 'armata rispondeva indirettamente a De Blasio: "Ma q uesto l'ho già fatto ! Già! Aspetto loro che me lo clicano 1" (46). A causa della decisa opposizione di Robotti, la 105'1 Legione CC.NN., che avrebbe dovuto essere trasferita in Croazia, restò alle dipe ndenze della "Cacciatori delle Alpi". l ' ll settembre la divis ione "Cacciatori delle Alpi" chiese ed ottenne da Superslocla due nuove sezioni di rinforzo di CC. RR. (80 carabinie ri) per pote re meglio esperire i nuovi incarichi cli ordine p ubblico. L'ordine pubblico nel ca poluogo sarebbe stato tutelato e protetto anche e.lai XlV battagl ione CC.RR. ;'Mila no'', dalla "D ivisione Speciale di Polizia" e dal Raggruppamento CC.NN. "XXI Aprile". Nella tarda est.ate 1942 il vero problema eia risolvere non sarebbe stato tuttavia l'ordine pubblico nelle g randi città, ma la sempre p iù massiccia concentrazione di forze partigiane in alcune zone della prov incia, in modo particolare ne lla Dolenjska. La s ituazione venne segnalata il 3 set(44) ACS. PCM, 19-1 1-43. R. 2663, F 1-l-135ì4 12. "Rancio clcll'Aho Commissario p<:!r la Provinci:1 di Lu biana e del Comandante deJl"X l Corpo d'armata", 18 agosto 1942 (/Joc11 mento allegato n . 2()). l i progecto di con fi sca re i beni ai ''ribelli'. era sta to prest ntato d a Roatt.i a Mussolin i n t l corso della gi,ì ciJala riunio ne di Gorizia del 31 luglio precedente ,;Apprc.>Vo·' avrebbe risposto il Duce ·'Cominciate pure. Così çons icler:uc senza d iscrimi n.-1zion i i comunisti: sloveni o cro,tti, st comu n isti, v,1nn<.> 1ra11:.11i allo stesso rnodo" (Ugo Cavallero. cii .. p. 299) (45) Giuseppe Picmont<:!S<:!, cii., p 54/ (46) SMr., Ufficio storico, M-3, F. 325, B. 2, Il Comando Superiort! FF.AA. Slovenia-Dalmazia - Cffieio Operazioni al Comando clell'XI Corpo d'armata, 23 agosto 1942 (1Joc111nento nllegato

11 .

21).


232

1: o c.n :PA7.IONE ITAUANA DEI.I.,\ SLOVENIA ( 1941 - 1943•

tembre dalle autorità tedesche. Il generale di brigata della polizia germanica, Brenner, inviò un radiogramma al maggiore Holst, ufficiale cli collegamento della Ordnungspolizei a Lubiana. Rilevando la continua affluenza cli partigiani sul confine orientale, l'ufficiale tedesco si rammaricava dell'incapacità italiana cli eliminare tali nuclei'"ribelli": "Tutti i miei provveclimenci non hanno alcuno scopo, se le forze italiane in orie nte sono talmente deboli, da non pmer impedire una fuga verso oriente" . Il commento cli Robocti, appu ntaw a margine, era significativo: "Le forze italiane sono quelle che sono ... " (47). Mentre nella Notra njska i residui delle formaz ioni ciel Krim, ciel Mokrec e del kocevjano stavano tornando nei distretti già rastrellati, le autorità militari italiane rilevarono con p reoccupazione una nuova trasformazione della strategia partigiana. Nel corso delle operazioni cli luglio e agosto i reparti dell'Of sì erano scorporati in p iccole formazion i al fine cl i sfuggire ai rastrellamenti. Dalla fi ne del mese d 'agosto a tale tattica era suhentrata la tendenza a raggruppare in grandi unità operative (brigate e battaglioni) gli odred, concentrandoli in zone diffici lmente accessibili, come i Gorjanci, conti nuando invece la parcellizzazione delle formazioni negli altri distretti. L'XI Corpo d'armata avrebbe dovuto intervenire preventivamente, per scongiurare il rischio che alla guerriglia e alla controguerriglia si aggiungesse un devastante ed impegnativo scontro di grandi masse di manovra . In un notiziario del 9 settembre, l'Ufficio Informazioni del Corpo d 'armata realizzò un quadro estremamente preciso della dislocazione, e della forza numerica delle formazioni "ribelli", codificando l'ingente clocumencazione sequestrata nel corso delle operazioni militari. Di fatto , la p resenza cli partigiani nei distretti della Notranjska settentrio nale, meridionale ed orie ntale era stata eliminata. Di conseguenza, i d istretti della Notranjska occidentale e della Dolenjska avevano accolto i fuggiaschi, che avevano ali mentato i loca li rcparri partigiani, rinforzandoli sensibilmente. Nella ;-lotranjska occidentale (zona compresa tra il confine storico con l'Italia, la linea di confine italo-tedesca e l'allineamento Dohrova-Ravni k) operava un odred ("Polhov Gradec Odrecl") d i circa millequattrocento partigiani, suddivisi in quattro battaglioni da 350 uom ini ciascuno, di cui uno operante nella provincia di Trieste (Primo rska). L'armamento del reparto consisteva in fucili, pistole, circa 30 fuci li mitragl iatori , 4 o 5 mitragliatrici, 5 "tromboncini", circa 1500 bombe a mano e una settantina di mine anticarro. Comandato eia Joze Jezovnik e dal comm issario politico Metod Cestnik, il cliscaccamento operava principalmente contro le linee di comunicazione (Lubiana-Postumia in modo particolare), e si asteneva dagli attacchi ai presìcli, accendendo l'evoluzione della situazione.

(4 7) SME, Ufficio storico, M-3, F. 325, I3. 1, Chef der Ordmmgspolizei-Verbindungso ffizicr zum Hohcn Kommissar in La ibach- 1\fagg J-Iobt ,,I gen. 1\fa rio Rohotti Com,md,1ntc l'XI Corpo d 'arma ta , 3 settembre 1912 (Documento allegato n . 22).


I.E O PEl\:\i.:10 :-il Mll.lTAlll DEl.l:1csrA:rE W f 2

233

Da un documento rinvenuto il 1° settembre le autorità italiane ritenevano che tale distaccamento sarebbe stato d isciolto dallo Staro Maggiore dell'OF e ridotto a p iccole compagnie cli 35 uomini ciascuna . Nella Dole njs ka (Trebnje-Mokronog-Kostanjevica-Fiume Krska) s i trovavano circa duemila "ribelli" elci "Krski Oclred" e cl i alcun i reparti degli odred "Krimski", "Kocevski" e "Zap aclno Dole nis ki " scampati ai rastrellamenti nella Notranjska. Comandati. da Zam Rome e clal commissario politico Marko Doline, i reparti della Dolenjska compivano p revalentemente azio ni di d isturbo s ui p resìcli più p iccoli della divis ione "Isonzo" e azioni di rappresaglia contro la popolazione filo ital iana (la zona scava trasformandosi, come è stato eletto, in un centro cli arruolamenro belogardista) . Le formazion i cli Trebnje, o lrre a svolgere una rnassiccia propaganda nella regione, reclutavano fo rzosamente parecchi uomini validi. Anche in questo caso, lo Stato Maggiore partig iano aveva o rdinato cli scorporare gli odred in p iccole compagnie (48). Nella zona e.lei Gorjanci infine s i assisteva ad una fo rte concentrazione di ''ribelli", alime ntati da partigian i p rovenienti da Karlovac, ecl organizzati in u na "brigata proletatfa e.l'assalto". In un fonogra mma ai reparti d ivisionali il Comandante c.lell'XT Corpo d'armata illustrò la s ituazio ne, insistendo sul d isorientame nto de ll'OF in seguito alle operazioni estive ma a nche su lla presenza di nuclei "ribe ll i'' cli una certa consisten7.a nelle zon e più periferiche della provincia "Benissimo!" scrisse Robotti sul fonogramma "Li andremo a cercare e ad ammazzare anche all'Inferno!'' (49). Robotti voleva anzitutto a pprofittare degli ultimi scorci dell'estate per fare "terra bruciata" intorno ai Gorjanci, eliminando le formazioni di Trebnje e delle altre locali tà della Dolenjska. Al contempo, si sarebbero intensificati i rastrellamenti nei territori occidentali. Il 12 settembre ebbe q uindi inizio il 6° complesso operativo. Obiettivo delle operazioni: rastrellare la zona tra la rotabile Velika Loka-lVloravce, la valle della lVlirna e il fiume Krka a valle di Novo Mesto; rastrellare le zone ad ovest, dove si crovava il "Polhov Gradec Oclrecl", e a s ud cli Lubiana, dove erano ritornati alcuni nuclei partigiani. La divisione "Cacciatori delle Alp i", il nucleo mobile della divisione "Isonzo" e la MVAC cli Novo Nlesto avrebbero p reso posizione s ulla rotabile Vclika Gora-!Vlora vce. La zona ad ovest della strada sarebbe stata sbarrata eia un bacrnglione della 105,i Legione CC.NN. d'assalto. Da nord e no rd-est sarebbero sopraggiunte tucte le unità della divisione "Isonzo" per completare l'accerchiamento. L'aereoraggruppamento di Sussa avrebbe garantico un'efficace copcnura aerea. Ncll'alrro settore il colonnello

(18) SME. Ufficio ~,ori<:o, M-3, E 325, B. 3, >101 izie sul n emico ,,Jb d aw del 9 ~e1.1.ernbre 1942/ XX, Allegato n. 1 al foglio 02/ 1051 1 ciel 9 seu.emhre l942/ XX . ( 49) SME, Ufficio storico, M-3, F. 325, B. 2, '·Can eggio operai iv<.> loua ('ontro i pa r1igiani", il Comandante dell'XI Corpo d'armata ai comandi divisionali, 18 senemh re 1942.


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1.·ocCUl'AZIO:s!E JT,\l.lANt\ f)EJ. J.A SLOVENIA (194 1- 19 43)

Ermanno Tonizzi, comandante del n1.1 cleo mobile della d ivisione "Macerata", avrebbe guidato un raggru ppamento tattico costituito dal nucleo mobile della "Macerata", dal nucleo mobile d ell'XT Ragg ruppa rne nw G1.1ardia alla Frontiera, da ll'D,_'XX\/ battaglione "!VI", dal CV battagl ione CC.J\N. de lla 105a Legione, dal 2° p lo tone a1.1to blindo e da reparti MVAC cl i Zaplana, St. Jost, Jezica e Brezovica. A tali formazio ni s i sarebbe aggregata la Colonna Battaglioni "ìVI" del console Gelo rrnin i. TI "Raggrupp amento Tonizzi", sotto il comando superiore di Robotti, avrebbe rastrellato la zona ad ovest d i I.ub iana e le regioni de l Krim , cli Mackovec e cie l Mokrec. Inoltre, il 13 settembre, su o rdine diretto di Superslocla, il raggruppamento tattico organizzò una difesa del viadotto di Borcwnica, considerato strategicamente importante , allestendo persino una illuminazione notturna con fotoelettriche e fari alimentati da gru ppi elettrogeni. Mentre le o perazioni proseguivano, il 14 settembre venne scoperto tra Ku m e Poclstenice, sul Kocevski Rog, u n forte nucleo partigiano con alcu ni esponenti di primo piano dell 'OF. Due battaglioni della divisione "Isonzo" e un autocarro della "Cacciatori de lle Alpi" scatenarono un attacco improvviso, senza t1.1ttavia catturare la formazione (50). L'episodio e ra la riprova della perdurante presenza, alla macchia, di alcuni gruppi ribelli ne lle zone eia poco rastrellate. I.o s tesso giorno, lo Stato Maggio re c roato a ttuò \IO piano d 'attacco sulle pendici o rientali dei Gorjanci, in territo rio croato, impiegando quattro battaglio ni della Milizia Ustascia a l coma ndo de l colonnello Moskar. L'azione durò sino a l 17 settembre e si concluse con il s1.1ccesso degli ustascia. I.e conseguenze tuttavia furono negative pe r gli italiani, in quanto i partigiani ri piegaro no s ull'altro versante, trasferendosi in Slovenia. Mentre le o perazioni cl i rastrellamento presso Trebnje e Lubiana continuavano sen za pa rticolari risultati, la situazio ne si aggravò sui confini italo-croati a s ud d i Kocevje. TI 19 settembre un migliaio e.li pa rtigiani attaccò il villaggio di Brod Moravice, in territorio croato, e q uine.li s i ritirò in Slovenia. Il Comando d i Corpo d 'a rmata inviò immediatamente s ul posto il III/ 122° fanteria della divisione "Macerata" con un suppo rto e.l'a rtiglieria. Il comingente si unì alle forze del presidio di Petrina e si d iresse verso Brocl , aggirando le unità nemiche. Da Novo Selo una batteria avrebbe cannoneggiato la zona. Il 20 settembre il battaglione della "Macerata" giunse sull'obiettivo, ma i partigiani si e rano già allontanati. Le unità n emiche s i diressero verso Crni Lug, Gerovo e Raz Ioge (presso il Gorski Kotar) dove il 27 settembre si sare bbero concentrate con altri gruppi. Un a ltro episodio, g ravissimo, si ebbe a lla sera de l 22 settembre, ultimo giorno cie l complesso o perativo in Be la Krajina. Una compagnia de lla divis ione "Isonzo", in perl1.1strazio ne presso Tanca Gora, cinque chilometri a sud ovest cli Crnomelj, venne attaccata eia un m igliaio cli parti-

(50) SME, Ufficio storico, F. 993, Diari s1<.>ri d della 2" Annata. 14 scctcmbrc 1942; il gntppo era quello di Kocbck e del ComitaLO Esecucivo (Edvarcl Kocbck, cit., p. 191).


I.E OPERAZIO'.'<I M ILITARI DEl.L'ESTArE 1942

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giani. Si trattava di una formazione sfuggita all'attacco ustascia su i Gorjanci, composta eia sloveno-croati in uniforme ex jugoslava, ben inquadrata e dotata d i a rmi automatiche e di lanciagranate. Giunsero rinforzi eia Vin ica e Crnomelj. Da Novo i'vlesto il Comando della "Isonzo " inviò una colonna di autocarri e due compagn ie cli fanteria. Lo scontro si protrasse nella none, e si concluse con la sconfitta degli italiani , che lasciarono sul campo sessanta morti. Altri ven tiquattro soldati risu lta rono dispersi. Conclusa l'azione, i partigiani si ritira rono dividendosi in due g ru ppi: una colonna s i d iresse a Sinij Vrh, e c.l u n'altra verso sud-est Ven ne disposto un bombardamento tattico su tutta la zona eia parte dell'aereoraggruppamento d i Susak. 1 due episodi dimostravano che la strategia partigiana s i era raffinata. Le unità "ribell i" sfuggivano alle azio n i e.li rasu-cllamento su la rga scala (come quella condotta d urante il complesso operativo dalla "Cacciatori delle Alpi") preferendo scatenare a ttacchi con ingenti forze, sovente provenienti dal "polmone" dei Gorjanci, in settori estranei alle operazioni. li 22 settembre iniziò il ì 0 comp lesso operativo. La "Cacciatori d e lle Alpi", i nuclei mobili della ''.fVlacerata" e della "Isonzo" e la 105a Legione CC.Nl\. d'assalto av rebbero dovuto proseguire le precedenti operazioni sul Kocevski Rog e ne lla zona tra Zuzernberk e Trebnje, elimina ndo le sacche cli resistenza superstiti all'estate precedente e le unità partigiane in v ia cli formazione. Pe r evitare il rischio d i essere catturato, il Comitato Esecutivo lasciò definitivamente il Rog, per raggiungere il 26 settembre l'a ltura di Debeli H ri b, p resso Lipoglav, poc hi chilometri a sud est cli Lubiana. Le operazioni tuuavia vennero sospese il 27 settembre. Il violento scontro avvenuto nella Bela Kra jina il 22 settembre aveva costretto Robcmi a modificare i p iani. Su ccessivamente a llo scontro, le unità pa rtigiane cl ella zona si erano aggregate ad altri nuclei "ribelli" . Inoltre, circa quattromila partigiani serbi e croati provenienti eia sud erano sopraggiunti ne lla valle della Kupa, sul confine sloveno-c roato, in aiuto degli sloveni. Nella Bela Krajina s i stava raggruppando u na pocente formazione partigiana, con il risc hio cli creare un'altra difficile situazione simile a quella dei Gorja nci. L'Ufficio ope razioni elaborò quindi 1'8° complesso operatvo. Tutte le forze impiegate a nord nel sospeso ì 0 complesso operativo ("Cacciatori delle Alpi" e nucle i mobili della "Isonzo" e della "Macerata") vennero dirottate n e lla Bela Krajina. Al contingente si unirono tutte le forze disponibili dei locali presìdi. L'operazione scattò il 28 settembre, e si concentrò nella zona mcorno al fiume Kupa, concluclendosi senza particolari risultati il 1° ottobre: le forze partigiane sfuggirono agli agganciame nti , d ilenguanclosi nel le locali zone montagnose. A Lubiana ne l fraccempo la "Div is ione Specia le di Polizia ", il G ru ppo CC.RR. "lv1ilano" e il Raggruppam e nto CC:.NN. "XXl Aprile" (quest'ultimo rinfo rzato il 28 settembre dal Battaglio ne squaclrisci "Nizza") avevano iniziato, clai primi g iorn i cli settembre, una serie cli radicali rastrellamenti nei quartie ri . 11 3 settem b re era stata fucilata una donna sorpresa dalle Camicie Nere a trascrivere u n proclama del Partito comunista; il 9 settem-


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1:oc ct: PAZIOKE rli\ l.lA:-IA OELl.,1 SI.OVF.NIJ\ (194 I • 19/45)

bre erano stati arrestati 36 sospetti appartenenti all'OF. TI 13 settembre si ebbe un'altra fucilazione di un partigiano. La scoperta di numerosi sloveni rei cli avere inviato attraverso i convogli ferroviari viveri, armi e medicine ai partigiani impegnati ne i combattimenti, spinse Grazioli a chiedere al Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni la sostituzione del personale sloveno operante su lla linea Pos tumia-Lubiana-Zalog con personale italiano. Il dicastero, sostene ndo che la questione era di natura politica, trasmise la richiesta alla Presidenza ciel Consiglio, la quale avrebbe vagliato attentamente la proposta (51). Un'altra serie di rastrellamenti erano stati organinati a Lubiana dopo la metà del mese, con la pe rquisizione cli pubblici locali, esercizi e p iccole botteghe artigianali. Il 22 settembre presso una segheria venne scoperta una tipografia clandestina dello "Slovenski Porocevalec" ("Notiziario Slove no"), giornale dell'OF. T carabinieri uccisero un opera io e ne arrestarono altri quattro, rinvenendo numeroso materiale propagandistico. TI 26 settembre il VOS organizzò un attentato contro un Commissario agg iunto cli PS, lo sloveno Casim ir Kukovic, ferendolo. Sempre a Lubiana, lo stesso giorno, un informatore della polizia, Josep Habian, fu ucciso dalla "polizia segreta" part.igiana . TI 2ì settembre le Camicie Nere ciel "XXI Aprile" e la polizia, nel corso di un ennesimo rastrel lamento in una zona perife rica ciel capoluogo, fucilarono altre due persone. Nonostante tali episod i, il clima a Lubiana era ben d iverso rispetro alla tarda primavera precedente . In un notiziario politico-militare ciel 15 settembre si rilevava un mutato atteggiamento della popolazione ciel capoluogo, a seguito elci rastrellamenti e della supposta perdita d i prestigio dell'Of : "(..) va facendosi st.rada ne i singoli e si afferma sulle stesse ideologie irredentistiche, il desiderio d i p roteggere direttamente la vita e i beni e cli assicurare condizioni di esistenza tranquilla e possibilità d i proficuo lavoro" . La voce ciel collaborazionismo cattolico e nazional-liberale cominciava a farsi sentire, ottenendo un certo consenso (52). Il seguito che riscuotevano le idee grandi-slove ne, esposte con veemenza dai tribuni belogardisti aveva tuttavia convinro l'OF ad abbandonare u lteriormente il programma rivoluzionario ispirato dal KPJ per abbracciare con sempre maggiore convinzione istanze nazionaliste (53). Il 17 settembre ripresero presso l'Alto Commissariato le riunioni tra le autorità militari e civili, sospese nel corso dell'estate a causa delle operazioni belliche. Venne affrontata la questione degli alloggiamenti militari in città . Nel corso delle operazioni estive, e rano stati occupati alcuni edifici scolastici. Grazioli chiese lo sgombero de i predetti edifici, per consentire agli

(51) ACS, PCM, 1941-43, n. 2661, F J- 1-1 3-21006, sottofa~<.:. 23, l.'Alro Commissario per la provincia di I.ubia na al Ivlinistero dei Trasporti e delle Comunicazioni, 10 sette mbre 1942. (52) StvlE, Uffic io s to rico, F. 1359. Notiziari vari 2" Armata, Notizia ri politico-miliwri, Notiziuio n. 64 del 15 senemb re 1942.


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alunni il graduale rit.orno a lla normale vita didattica. Una parre delle scuole sarebbero state liberate immed iatamente, altre in una seconda fase . Analogamente, l'Alt.o Commissario chiese la liberazio ne ciel Ginnasio Reale cli Kocevje, di due scuole infe riori a l{akek e d i altri due edifici a Crnomelj. La richiesta venne trasmessa ai comandi divisionali competenti. Furono quind i affrontati altri temi cli ordine politico-amministrativo. T lasciapassare per i commercianti direni a Zagabria sarebbero stati sospesi. Circa i beni confiscati ai rivoltosi , corrispondentemente al bando di agosto, Grazioli informò il Comandante ciel Corpo .d'armata che avrebbe tempestivamente designato l'ente che li doveva prendere in consegna. Una commissione, della quale avrebbe fatto parte anche un rappresentante militare, avrebbe quindi provveduto alla distribuzione dei beni alle "famiglie italiane". l\el corso delle operazioni nel kocevjano erano stati fermati tutti i minatori della zona , fiospe ttati di attività comunista. L'Alto Commissario informò Robotti e.li avere concluso le indagini su di essi , e che avrebbe enrro breve tempo fa tto pervenire ali' Autorità militare l'elenco di coloro che sarebbero potuti tornare ai pozzi e.l'estrazione. La riunione si concluse con la decisione cli fare pubblicare sui giornali locali un articolo in merito a lle "atrocità comuniste" effettuate da i partigiani nel corso dell'estate (54). Il 28 settembre si tenne , sempre presso l'Alto Commissariato, un nuovo incontro tra Grazioli e Robotti, p resente il Capo di Stato Maggiore dell'XI Corpo d'armata . Fu l'ult.irna riun ione tra le amorità civili e militari prima delle operazioni autunnali (55) L'Alto Comm issario, oltre alla già cit:m1 illustrazione del fenomeno collaborazionista e ciel ruolo del Vescovo Rozman, informò le Autorità mi litari cli un episodio accaduto a Kranj, nella Gorenjska tedesca alcuni giorni prima. In occas ione del rientro in Patria cli un reggimento cli Alpenjaeger, il Gau.leiter Kuschera aveva tenuto un discorso in cui, constatando la pressoché totale pacificazione della regione, aveva annunciato l'abolizione di tutti i provvedimenti restrittivi. Inoltre sarebbero stati sospesi gli internamenti e sarebbe stata concessa la cittadinanza tedesca all'intera popolazione. "L'Alto Commissario ha notato come i provvedimenti presi avvantaggeranno la Germania nell'azione e.li propaganda, il che, unito ad una migliore situazione economica della Slovenia tedesca potrà far sorgere il miraggio della ricostituzione di una Slovenia riunita, con dannose ripercussioni sulla nostra azione. In sostanza il provvedimento non può farci molto piacere, mentre è indubbio che l'autorità tedesca ha giocato una carta decisiva". Paradossalmente, la situazione ciel 1941, con la

(53) Ibidem, Nmiziari setti manali, Noliziario n. 23, 16 settembre 1942. (54) SME. Ufficio storico, J\-1-3, F. 325, 8. 7, "Verbali delle riunion i ciel Com,,ndante cl i C.A. con Alto Commissario", Riun .ione presso l'Alto Commissari ato ciel giorno 17 :;euembrc 1942/ XX . (55) Non si hanno notizie cl i riu nion i ufficiali nel co r~o cie l 1943.


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l .'O<::C1 JPA7.10NE ITA U ANA D EI.I.A SLOVENIA ( 194 1-1943)

Slovenia italiana relativamente tranquilla e la Slovenia tedesca sconquassata dalle repressioni, si era capovolta. In merito all'ordine pubblico, venne deciso di procedere alla fuc ilazione di quattro prigionieri quale rappresaglia per la morte dell'informatore Josep Habian. Graziali propose inoltre cli rafforzare il servizio cl i protezione presso lo stabilimento chimico cli Moste, a nord cli Lubiana. Robotti acconsentì. Circa un furto cli un milione cli lire subito alcuni giorni prima dalla Cassa di Risparmio cli Lubiana, l'Alto Commissario informò che dalle indagini era emersa la natura politica del reato. Il denaro avrebbe dovuto considerarsi ormai in "mano ribelle" . Le questioni cli ordine pubblico si esaurirono con l'autorizzazione di Roborti alla distribuzione di lasciapassare alle autorità civili slovene (il Podestà Rupnik ed i suoi collaboratori), agli ecclesiasti, a tecnici e a studenti "fidati" che dovevano sostenere altrove gli esami. Furono q uindi affrontati temi cli carattere amministrativo: - a causa della chiusura degli uffici postali durante le operazioni estive, molta corrispondenza giaceva inevasa; fu deliberato di distribuirla agli sloveni successivamente al vaglio de ll 'Ufficio censura; - venne de liberata la distribuzione d i quotidiani italiani e sloveni nei paesi della provincia attraverso i locali presìdi militari; - furono autorizzate le riparazioni di calzature da uomo ad alcune categorie di lavoratori; - venne infine concessa l'autorizzazione militare circa l'ingresso cli carri trainati a Lubiana, per la spedizione ferroviaria di generi alimentari (crauti) richiesti da Trieste. Al termine dell'incontro, il Comandante dell'XI Corpo d'armata espose a Graziali la situazione militare nella provincia (56). Le positive conseguenze ciel susseguirsi dei complessi operativi si stavano nel frattempo esaure ndo. Alla fine cli settembre veniva rilevato un nuovo insediamento partigiano su l Krim. A Vrhnika (Verconico) era giunto, p roveniente dalla Slovenia tedesca, un battaglione partigiano composto da d isertori austriaci della Wehrmacht. Altri odred si s tavano costituendo nuovamente sulla Kocevska Mala Gora e sulla Velika Gora, a dispetto dei ras trellamenti del 9° complesso operativo. Conclusesi le operazioni usrascia, la .situazione sui Gorjanci si stava aggravando, con il continuo afflusso cli partigiani croati. NeÙa zona d i Novo Mesto, dal 23 settembre, le unità della neocostituita MVAC stavano affrontando aspri combattimenti con formazio ni partigiane provenienti dalla catena montuosa. Il 26 settemhre 1942 Supersloda ordinò all'XJ Corpo d'annata, tenn inate le operazioni in corso, di ''ri puli re" una volta per tutte il massiccio dei Gorjanci (5ì). Iniziavano così le manovre autunnali .

(56) ibidem, Verbale riunione del giorno 28 se ttembre 1942/ .XX presso l'Alto Commissa ria to pe r la p rovincia di Lubi,1na . (57) SivlE, Uffic io s torico, r. 993, Diari sw rici della 2" Armata, 26 seuernbre 1942.


CAPITOLO QUINTO LE OPERAZIONI MILITARI DELL'AUTUNNO 1942 (ottobre-dicembre 1942)

Il 1° ottobre 1942 iniziù il 9° complesso operativo. Come la precedente, anche questa operazione si concentrò nella Bela Krajina, in particolare ne lle zone meridional i della valle del Kupa, su l confine slove nocroato. Furono impiegate le stesse unità dell'8° complesso, ovvero la d ivisione "Cacciatori delle Alpi'', il nucleo mobile della "Isonzo", il nucleo mobile e le forze presidia li della "Macerata". Ad esse fu aggiunto il nucleo mobile dell'Xl Raggruppamento Guardia alla Frontiera. Inoltre al le operazioni concorsero anche due GG .UU . del V Corpo d'armata, la 57a divisione d i fanteria "Lomhardia" e la P divisione celere "Eugenio di Savoia". Le operazioni cli accerchiamento dei territori a cavallo tra la Bela Krajina e la Croazia si svolsero su tre direttrici. Le azioni preliminari, dal 1° all'8 ottobre, sarebbero state conclorte dalla divisione "Cacciatori delle Alp i" che, insieme ad un battaglione della d ivisione "Macerata" , avrebbe e liminato le sacche difensive a nord, nella zona del Kocevski Rog. Concluse tali operazioni la "Cacciatori delle Alpi" si sarebbe spinta verso la Kupa e, con l'ausilio del nucleo mohile dell'XI Raggruppamento Guardia alla Frontie ra, della divisione "Lombardia" e della 1° divisione cele re, avrebbe condotto un ampio rastrellamento lungo il fi ume e la linea fe rroviaria Fuzine-Ogulin-Karlovac nel tratto parallelo alla fromiera. Al contempo, la divisione "Isonzo" con il suo nucleo mobile, il CV battaglione CC..\JN. d'assalto, un battaglione del nucleo mobile della "!\lacerata" e alcune bande MVAC avrebbero operato un'azione di copertura lungo la Krka a valle di Novo Mesto e tra Novo Mesto e Vinica. L'aviazione di Susak avrebbe garantito la copertura aerea all'intera azione. Le operazioni iniziarono con un insuccesso italiano: il 2 ottobre il nucleo mobile del presidio confina rio cli Brocl na Kupi (divisione "Macerata"), forte di 170 uomini, cadde in un'imboscata tesa da una agguerrita formazione "ribelle" cli circa 400 partigiani. Nell'agguato furono uccisi cinquanta soldati italiani. Robotti si recù personalmente sul luogo dello scontro, per rendersi conro dell'accaduto, e lu i stesso fu oggetto cli alcuni colpi di fucile, che però lo mancarono. In una circolare ai comandi divisionali, il Comandante clell'XI Corpo d'annata spiegò i motivi dell'imboscata alla colonna della "Maceraca", .indicanclo i criteri per evitare in futuro simili incidenti. "1) ( .. .) Non bisogna fidarsi de ll 'apparente stato di tranqu illità di una zona per dedu rre che essa è sgombra d i ribelli e quindi no n sia più necessario cli prende re (sic) in modo completo le misure atte a prevenire le sorprese."


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l.'OCCUP/\Zl0'.'1E ITALl,\ l'i,\ l)EJ,LA Sl.OVE:>!IA ( 19-i l-1943>

"2) ( ...) Il servizio informazioni va curato cli più ." "3) (. .. ) Bisogna sempre d iffidare della popolazione slovena. " "4) ( ...) Le misure di sicurezza devono essere prese sempre ed applicate: A) in modo adeguato alla situazione del terreno, B) non essere mai allentate, neppure a pochi metri eia! perimetro degli alloggiamenti fortificati, C) che siano dis poste con senso logico e pratico, ed all'occasione trasformate addirittura in 'avanzate in combattimento"' (1). Le operazioni continuarono come previsto, ma st1birono ralle ntamenti e soprattutto non riuscirono ad imbrigliare le sfuggenti forze nemiche. Furono condotti rastrellamenti nel territorio della Kupa in due zone: dalla linea Kocevje-Delnice fino alla linea Bojanci-Ogu lin; dal fiu n1e Kupa/ ferrovia Ogulin-Karlovac fino ai Gorjanci. L'azio ne non diede risultar.i concreti, e le truppe italiane dovettero lamentare numerosi morti e diversi dispersi, probabilmente catturati dal nemico. In un numero del notiziario settimanale clell'XI Corpo d'armata venne descritto il trattamento riservato ai p rigionieri italian i ed agli sloveni collaborazionisti: "Trattamento generoso ai nostri prigionieri ed ai prigio nieri della MVAC per minare lo spirito dei p rimi ed indurre i secondi alla defezione" (2). Una pratica, q uesta, che rientrava ne l "nuovo corso" intrapreso dall'OF per accrescere l'immagine di esercitO regolare - rispettoso delle convenzioni internazionali - della quale si fregiavano le formazioni partigiane. Preoccupato dal rischio cli un pericoloso indottrinamento dei militari prigionieri, Superslocla già da tempo aveva dato istruzioni ai Comandi di Corpo d'armata circa il mantenimento in "quarantena" dei soldati rilasciaci, affinché fosse possibile "accertarne il contegno all'atto della cattu ra e d urante la prigionia nonché la consistenza morale" (3) . TI 10° complesso operativo ripeté le disposizioni del precedente. Il 10 ottobre la divisione "Isonzo" si schierò sulla Krka, tra la linea d i confine italo-tedesca e la linea Novo Mesto-Semic-Crnomelj-Vinjca, spingendo ve rso sud-ovest i locali odred partigiani. Lo stesso giorno la divisione "Cacciatori delle Alpi" raggiunse la linea Doblice-lVlerajec e con la s ua ala destra la zona d i Lipa . Da sud, la divisione "Lombardia" raggi unse l'allinea-

( 1) SMP., Uffki o swriw, M-3, F. 325, 8 .2, li Com,1nd ante clell'XI Corpo d'armata ai comandi divisionali, 6 onobre 1942 (Doc;ume n10 allegato n . 53). ( 2) Sìv!E, Ufficio scoricn , M-3, r. 324, ~. 8, Nrniziari seu.irnan,ili dell'Xl Corpo d'armata, notiziario n. 79, 5 novembre-11 novembre 1942. Ta le co nsidera zio ne fu rip resa d al genernle cli b rigata Lo Maglio, comand ante della l " divisione celere. In u n raprorto del 27 ottobre l'ufficiale disti ngueva tra le crudeltà in flitce d ai pa n igiani ai prigionieri italian i nelht Lik.i , i n Croni,1, e il tr,ittarnento più "morbido" riservato ai prigionieri dalle fonnazioni sloveno -cro,ue· del Ko rdu n (SME, Ufficio storico, M-3, F. 326, 8. 1, '·Notiziari giornalieri provenieni:i d alle GG.Ul J. dbpendenti", :'s!otiziario gic.>m,11iero della l" Divisione celere, Rappo rco ciel generale di briga ta I.o Maglio , 27 0 1.wbre 1942). (3) Il Comand o d ella 2" armala - Uffìcio ordi namento ai Coma nd i di Cor po d'annata, 29 gen naio 1942.


I.E O l'EIUZIONI MII.ITARI DEI.L\UTU:-lNO 1942

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mento dei villaggi croati cli Gorseti-Brod Moravice-Sbaad-Kupiak. La P divisione celere si attestò p iù a sud, presso Ogulin e Otok, in una posizione arretrata per impedire la fuga dei partigiani in Croazia. Contemporaneamente i presìdi della divisione "Isonzo", della "lvlaceram", della Guard ia alla Frontiera e de l Raggruppamento CC.NN. 'J(XT Aprile" compirono alcune azioni cli rastrellamento a corto raggio. La sera ciel 10 ottobre il 51° reggimento della divisione "Cacciatori delle Alpi" raggiunse Vinica; il 52° reggimento si spinse fino a Podgora, Zagozdac e Dcskova Vas, travolgendo i partigiani attestati sulla Poljanska Gora . L'l l ottobre le colonne della d ivisione "Lombardia" si distribuirono tra Plemenitas (confin e sloveno-croato), la linea fe rroviaria e la Ravna Gora croata . Superata la frontiera, il LXXI battaglio ne CC.NN. d 'assalto iniziò un ampio rastrel lamento nell'ansa del fiume Kupa, a nord d i Brod Moravice . Nel frattempo, i presìdi continuavano le loro azioni a corto raggio: la MVAC della "Isonzo" si scontrò con un nucleo partigiano presso Hrib, mentre il V Raggruppamento Guardia alla Frontiera (appartene nte al V Corpo d 'annata) respinse un attacco a Gerovo, in Croazia. Jl 12 ottobre anche una colonna della "Macerata" s ubì un attacco, respingendolo. Lo stesso giorno il 51° reggimento della "Cacciatori delle Alpi", raggiu nta la frontiera , ripiegò verso sud-est in d irezione di Bosiljevo, costeggiando la Ku pa da nord. Il 52° reggimento rastrellò la zona cli Stari Trg, cannoneggiandola con l'artiglieria . Dalla Ravna Gora, la "Lombardia" si d iresse verso est, in direzione Vrbovsko e Bosiljevo, costeggiando la Kupa da sud. Il 14 ottobre il 51 ° reggimento della "Cacciatori delle Alpi" raggiunse i villaggi di Bojanci, Vinica e Bosanci. Le colonne della "Lombardia" raggiunse lo stesso giorno il paese cli Osojn ik, p roseguendo quindi verso sud in direzio ne cli Otok. Nel fratte mpo la "Isonzo" da nord e la 1a divisione celere da sud proseguivano le azion i cli copertura a breve raggio . Mentre le operazioni volgevano al termine , i presìcli di Koprivnik della divisione ';J\facerata" e il presidio Rakek de ll'XI l{aggrupparnento Guardia alla Frontiera s ubirono attacchi da parte di fo rmazioni. panigiane. Altri scontri si e bbero tra la MVAC e i partigiani a Ravne, Log e Ribn i.ca . 11 16 ottobre la "Cacciatori delle Alpi", la "Lombardia" e la P divisio ne celere si schierarono lungo l'allineamento fin ale di Bojanci-Vinica-Bosiljevo-Grabik-Gojak-Ogulin , concludendo il 10° complesso operativo (4). (4) Anche in onobre si ehhero ep iso d i di i nso fferenza italiana nei confronti degl i au1C>c;wni . Un tenente, rimasto anonimo , forse della divisione ''Macera la", nel corso delle operazio ni ch iamò nel suo uHkio ciel presidi(J alcu ni notabili slo veni locali. Aveva avuco luogo un non meglio identificac.o "delitto terrorista'' e l'uffici,ile com unicò ai rapp resencanti del la citwdi nanza che ''in çaso d i ripeti zi.<.>ne cli simili barb,iri deli tt i, essi s,1rel>bero sta ti fu<:ilati come 'oswggi'" . 1/obotti intervenne con una decisa circolare, trasmessa a tu tt i i comandi divisionali: ''A p,u te l'arbitraria inopportu nità del gesto del tenente suddeno, è cl;i ricordare ,rn ziruno che in Slove nia, finora le rappresaglie - a sa lvaguard ia s1essa della po polazio n(s onesta (sollolineato nell'originale - NdA), w mro gli efferati del i1.ti dei briganti comun isti clell'OF (siano essi di rigenti o sica ri) - hanno avuto luogo su elementi col pevoli di attività terrorisrirn e :ipp,irtenenci all'OT' (e quasi tuui, anzi , gi ~ incarcera ti per tali risultanze)


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l.'OCX:UPAZIO NE J'Ji\LIA:-M DEI.L \ SI.OVF.KIA (1941-1943)

La Bela Krajina, la valle della Kupa e la ferrovia per Karlovac erano sta[e rninu7.iosamente rastrellate. Tuttavia, per l'ennesima volta, le forze partigiane erano parzialmente riuscite a sfuggire all'accerchiamento. La tendenza delJ'OF, già riscontrata in agosto, a trasformare le formazioni guerrigliere in grandi unità cli manovra ("Battaglioni d'assalto" suddivisi in brigate) stava modificando i frammentati odred in un esercito nazionale di liberazione. Inoltre, i centri di resistenza si stavano rapidamente ricostituendo nei territori non investiti dai rastrellamenti. Già il 14 ottobre, mentre le operazio ni a sud erano ancora in via cli svolgimento, si riscontrò la nuova presenza di notevoli forze clell 'OF (circa un migliaio di uomini) sulla linea Lubiana-Kocevje e presso Ritmica. TI 28 ottobre fu registrata una recluclescenza "ribelle" cli nuovo sul Krim. Inoltre, nella Dolenjska orientale operavano quasi indisturbati tre gruppi consistenti. Sulla linea Visnja Gora-Novo .lVIesto-Metlika erano stati segnalati circa 700 partigiani sloveno-croati, concentrati soprattutro a Crnomelj. Aci essi si aggiungevano altri mille guerriglieri distribuiti in due brigate (la "1\fattia Gubec" e la "Cankarjeva") operanti a nord della Krka, tra Zagradec e Novo Mesto . ivla, soprattutto, sussisteva come una spina nel fianco degli ita liani la sempre più massiccia e irnprecisara p resen7.a (forse un migliaio di uomini, fo rse tremila) di "ribelli" sui Gorjanci, i quali fungevano da collegamento per gli altri due gruppi della Dolenjska orientale (5). I Gorjanci interessarono lo stesso Comando Supremo. Il 3 ottobre Mussolini informò Superslocla cli essere venuto a conoscenza "(...) da fonte sicura ed autorevole" che i partigiani avevano ripreso la loro attività in Slovenia con maggiore aggressività. TI Duce rilevava che la situazione fosse assai grave nella zona confinante con lo Star.o Indipendente di Croazia, dove operavano gruppi serbo-croati mai visti fino ad allora (6). L'intervento diretto cli 1\llussolini precedette cli pochi giorni una riunione operativa tenutasi a Lubiana il 5 ottobre, tra i rappresentanti di Superslocla , dell 'X1 Corpo d'armata e de l marescallo Slavko Kvaternik, Ministro cle lla Difesa Nazionale cli Zagabria e Comandante Supre mo delle Forze Armate croate (7). Nel corso della riunione furono sdrammatizzate le informazioni in possesso de l Comando Supremo. Non risultava affatto ai comandi in Slovenia che i partigiani fossero divenuti pi ù aggressivi. r u in-

e mai su '<Jswggi' propriamence delti , ci<Jè su elememi immuni d i accusa··. Furono date disposizion i affinché ta li episod i non <lowssero ripresentarsi nel futuro (SM F., Ufficio storico. M-3, F. 324, R. 6, Il C<Jmandante clell'XI Corp<J d'a rnw t,1 ai Comandi d ivisio nali", 18 o tto bre 1942) (5) SME, Urficio storico, D. 1360, Notiziari vari 2" Anna ta, Notiziari settimanali, notizi,1ri del 14 ottobre e ciel 28 o ttobre 1942. (6) SME, Ufficio storico, F. 1222, Diari storici clella 2" Arma ta, 3 o ttobre 1942. ( 7) Lo stesso gio rno della ri u nione Kvatemik venne esautoralo d alli1 su,1 ca rica e si riti rò in Sloven ia uffici:1l mente per 11101 ivi di s;i l ute e personali (la moglie si er;i suicidata). I rapp resent ane i rro:ni presenti all a riu nione avrebbero quindi i nviato le loro relazioni :id An te Pavelic. che avev:1 assunto nel fr:rnernpo i n prin1.1 persona le ca riche clell':rn zi ,1no maresciallo.


LE Ol'EI\AZIONI MI LITARI IJELL\UTUNNO 1942

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vece riconosciuto l'afflu sso continuo d i elementi estrane i (serbi e croaLi) in aiuto dei partigiani ::;loveni evidentemente in "piena crisi" (8). Si rendeva improcastinabile un intervento decisivo, congiungendo le forze dei d ue corpi d 'armata italiani (l'Xl dalla Slovenia e il V dalla Croazia) con i reparti croati. La situazione venne inquadrata con precisione dall'Ufficio Informazioni di Supersloda il 14 onobre. Si registrava un continuo afflusso cli partigiani provenienti dalla Croazia ed un particolare accanimento di queste formazioni nei confro nti dei re parti della MVAC, sop rattutto nei setLori cli Ravne, Log e Crnomelj. In alcuni casi, come a Crnomelj, gli attacchi erano srati respinti dai militi collahorazionisti, sovente aiutati dalle popolazioni locali. La d islocazione delle forze partigiane era la seguente: 1) Ad ovest cli Ribnica: circa 600 sloveni; 2) nella zona Kocevska Rcka-Planina: circa 500 croati; 3) nella zona tra il Kocevski Rog e Knezja Lipa : circa 800 partigiani, quasi tutti croati; 4) nella zona Tribuce-Sinj Vrh-Srari Trg: circa 700 slove no-croati; 5) nella zona tra Trebelno e Mokronog: circa 500 partigiani, quasi tutti sloveni; 6) Gorjanci: circa 1.500 sloveno-croati (9) Il 16 ottobre, a conclusione del 10° complesso operativo, Superslocla emanò la direttiva per un nuovo complesso da realizzare sui Gorjanci. Furono messe a disposizione dell 'Xl Corpo d'armata le seguenti u nità: due battaglioni della divisione "Granatieri cli Sardegna"; due bactaglioni e una compagnia motociclisti dell'11° reggimento bersaglieri (1 a divisio ne celere); una batteria cli cannoni da 47/3 del V Corpo d 'armata. A tali reparti si sarebbero aggiunti tre battaglio ni della "Milizia ustascia", ai quali se ne sarebbe aggiu nto in seguito un quarto (10). Inoltre, Roana propose a Robotti l'impiego cli orto compagnie cli collaborazionisti montenegrini. Il Comandante del Corpo d'annata accettò e ipotizzò la loro collocazione tra il fiume Ku pa e la linea confinaria italo -croata. Tuttavia in seguito la proposta venne abbandonata, anche a causa dei malumori croati che si sarebbero avuti in tale eventualità (11). (8) SME, Uffa:io smrìco. f. 1222, D iarù scorici delle 2" Annaca, 5 ou.ohre 1942, ,11lega10

9. (9) SME, Ufficio storico, 1Vl-3, F. 324, B . 8, Nrnìz ìari senìmamili Superslocl,1, Notiziario

n. 27. 11 ottobre 19-12. (10) Ibidem, 16 ouoh re 1942. (11) Si tranava probabilmente cli montenegrini :1ppanenerlli ai "Discaççamenti volan1i"' cli Djuris ic, Popovic e Stanìsic, che il 24 luglio 1912, sotto i l Comando supremo d el gen eral e D jukanovic, avevano concluso un '·accorcio onnicomprensivo'' cl i colla borazione çon il generale Pirzio 13iroli, governawre del Montenegro ( $ME, Ufficio Storico, M-3, F. 325. B. 2. Il Comandante dell'Xl Corpo d'armata al Comand ante Superiore FF.M. Slovenia-Dalmazia. 27 mtobre 1942 - Documento allegalo n. 24).


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l.'OCCUP,I ZIONE l'J\\LJA:,iA DEI.LA 51.0VENIA ( 194 1- 19à.3)

Le autorità tedesche avrebbero chiuso la frontiera tra Zamesko e il p unto triconfinale italo-tedesco-croato, con perno di sbarramento a Kostanjevica. La divisione "Isonzo", in collahora7.ione con le aurorità mi lita ri germaniche, avrebbe presidiato le eventuali vie di fuga verso l'interno della Slovenia, presidiando la valle della Krka ad est di Novo Mesto. l quattro battaglioni ustascia avrebbero irnpedito un'analoga sortita verso la Croazia . In tal modo si sarebbe evitato che i partigiani, cacciati dai Gorjanci si spingessero verso nord, ovest oppure est. Si ipotizzarono due fromi marcianti: da sud, in direzione nord (Zurnberak meridionale), da parte della divisione "Lombardia" e della ia divisione celere; da ovest, in dir:'!zione est (Gorjanci) , della divisione "Cacciatori delle Alpi", eventualmente rinfo rzata. La regione montuosa sarebbe stata in questo modo completamente incapsulata in una morsa. Accolto il progetto, l' Ufficio operazio ni dell'XI Corpo d'armata emanò il 19 ottobre le disposizion i per 1'11° complesso operativo ("Azione Gorjanci"). TI comando tattico ciel Corpo d'armata venne quinci.i spostato prirna a Karlovac e quindi a Novo Mesto, pe r essere nelle vicinanze del teatro del le operazioni. L'azione si sarebbe articolata in due fasi: dal 25 al 28 ottobre avrebbe avuro luogo l'incapsulamento del massiccio; quindi, si sarebbe procedu to in un minuzioso rastrellamento, anticipato da un cannoneggiamento "a tappeto". Nel corso dello spostamento delle GG.UU. verso i Gorjanci si ebbero numerosi scontri con le forze partigiane. Il 22 ottobre, alla vigilia delle operazioni di spostamento delle GG.UU., le artiglie rie italiane bombardarono le alture cl i Poljska Kosa, Klipinka e Pome Ve ljun, tra la Bela Kra jina e la valle della Dobra . Furono distrutti completamente i tre abitati, con un conseguente esodo di partigiani e soprattutto di civili verso sud. Il 23 ottobre la "Cacciatori delle Alpi" e la "Lombardia" occuparono la zona, sequestrando tutto il bestiame abbandonato. "Il provvedimento si è reso necessario essendo risultata la connivenza totale della popolazione con i parrigiani", sarebbe stato scritto sui diari storici di Supersloda (12). Contemporaneamente all'azione dell'artiglieria, il V Raggruppamento Guardia alla Frontiera rastrellò la zona limitrofa al presidio di Gerovo, sbaragliane.lo una locale formazione partigiana. TI 25 ottobre, proseguendo la sua marcia verso la linea cli partenza del l'operazione, la divisione "Lombardia" si scontrò con altre fo rmazion i partigiane presso Dereti, venti chilometri a sud di Karlovac. Il villaggio fu distrutto da un violento cannoneggiamento . L'aviazione iniziò il 26 ottobre lo spezzonamento e il mitragliamento della zona presso Tihahoj, a nord-ovest di Mirna . TI 2ì ottobre il Raggruppamento CC.NN. "XXI Aprile" ebbe una serie cli scontri con nucle i partigiani sulle montagne a nord di Horjul. Il 28 ottobre l'incapsulamentO dei Gorjanci era completato. La divisione "Lombardia" assunse la posizio ne prevista sulla strada Netretic-Kar-

(12) SME, Uffido .storico, I'. 1222, Diari storic i della 2" Armaw, 21 o ttob re 1942.


LF 01'1:1\J\i.'.IONI ,\1 11.1'1', ll(I DELL'Al 'TllN:SO i\>li 2

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lovac. Ad ovest, nella zona era Gstna Vas e Suhor, si piazzò la "CacciaLori delle Alpi". T.a divisione "Macerata" si attestc'l in posizione arretrara a Semic. I.e forze croate (13°, 16°, 33° e 35° battaglione della ".~lili7.ia usrascia"), al comando ciel colonnello Metzger, si collocarono in posizione avanzata sulla tra Vini V hr e Sl avetic, in territori o croato. I croati, assa i malmessi, vennero equipaggiaci dal la ia divisio ne celere (cappotti, teli e séilrnerie) e posti alle dipendenze della ·'Lombardia''. Le GG.UU. impegnare d irettamente nell'operazione avevano a disposi7.ione un ingente suppo rto cl'artigl ieri a: - Divisione ·'Cacciato ri delle Alpi": Gruppo di formazione ciel 6° reggimento di arciglieria (una hacteria da 152/'13 ed una eia 100/ 17); due hatcerie da 75/13. - D ivisione "Lombardia": III Gruppo del 13° reggimento d'artiglieria (tre batterie eia 75/ 27) IV gruppo del 13° reggimento e.l i artiglieria (tre batterie da 100/ 17) Gruppo di formazion e del 23° reggimento cli artiglieria (due batterie eia 75/ 27; una balleria da 100/ 17). A raie armamenco si aggiungevano le artiglierie dei presìdi di >Jovo Mesco e Metlika. Con l 'attestamento della l" Divisione celere tra la "Lombarclia''e la colonna ustascia si concluse lo schieramento delle GG.uU. Il 28 octobre 1942 ini7.iò l 'attacco (13), preceduto da tre quarti d'ora di cannoneggiamento su entramb i i versami ciel sistema mo ntuoso. La divisione "Lombardia~ si spostò dalla linea Bojanci-1\:etredic verso nord, ras trellando l 'ansa del fium e Kupa. Vennero sorpresi alcuni nuclei di partigiani nella zona di Baril ovic dotati cli mortai e persino cli q ualche carro armaco. TI "Raggruppamento lattico Pelazzi ", composto da unità scelte della divisione "Isonzo", condusse una serie di rastrellamenti lungo la li nea cli sbarramen to Strelas-Sela-Dolina. T presìdi della "Isonzo" cl i St. Vicl, Krmelj e Scraza operarono operazioni anal oghe nelle zone attigue. Il 30 ortobre la divisione '·Cacciatori delle Alpi" si spinse in profondità, percorrendo le pene.l ici sud-occidentali de i Gorjanci. Il 51° reggimento di fanteria giunse in prossim ità della linea di sbarramento della ·'Isonzo''. Tpartigiani, sorpresi dall'entità dell 'offensiva , tentarono una sortita verso esc, ma furono colpici da un possente m itragliamento aereo presso il Monte Mol nik. Sempre il 30 ottobre giunse la notizia che un forte odred (il battaglione "I van Cenkar") si stava spostando dalla Dolenjska centrale verso i Gorjanci, per assalire alle spalle il sistema di sharram ento della divisione "I sonzo" . In serata la divisione '·Lombardia" compì un rastrellamento nella zona a sud della strada Sosice-Kalje, cannoneggiando numerose formazioni nemiche: ··va bene!" avrebbe appuntato Robotti a margine della comunicazione del generale Zatti, coman-

(13) !\on risulm ~e la sceha del ventesimo anniversario dell:t mucia su Roma fosse

stata casuak oppure voluta.


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l.'OCCUl'AZIO:-JE ITA I.IAKA D EI.I.A ST.OVENIA ( l 'Jli J.1943)

dante della divisione, "Incorniciamo a trovarli! " (14). Nel frattempo proseguivano le azioni cli rastrella mento delta divisione "Isonzo"; il comando divisiona le inviò verso la zona centrale elci Gorjanci alcune compagnie della MVAC. Nel corso della giornata una formazione partigiana era riuscita a forzare lo sbarramen to verso est, sbaragliando gli ustascia . La 1'1 Divisione celere inviò immediatamente un reparto di bersaglieri su pportato dall'artiglieria della "Lombardia" per limitare i movimenti e.lei partigiani s fuggiti all'accerch iamento. Il 31 ottobre la d ivisione "Lombard ia" si attestò sulla dorsale dei Gorjanci, tra quota 1002 e la Sv. Petka . Da quel la posizione, face ndo per·no su Kostanjevica, la d ivisione avrebbe dovuto incalzare i partigiani eia sud verso nord. Alla "Lombardia" vennero assegnate le formazioni MVAC della "Isonzo" appena a rrivate . Nel frattempo una formaz io ne partigiana ( il battaglione p roletario croato "Poku psko Zumberak", circa 400 uomini, al comando cli Mi lo Simic, e u n battaglione del Korclu m di un centinaio di unità), per s fuggire alla morsa delle due division i e.l'attacco italiane, tentò cl i sfondare l'accerchiamento nel punto più debole: la zona di controllo croata, presso i\llrglo Polje e Novo Selo. Il tentativo riuscì parzialmente, con numerose perdite tra g li ustascia ciel 13° e del 35° battaglione. I partigiani si diressero qu indi verso Grabar, uscendo dal q uad rilatero. Il Coma ndo tattico italiano, preoccupato dalla debolezza della linea cli sbarramento croata (quattro battaglioni ustascia con equ ipaggiamento cl i rip iego della ia Divisione celere) inviò al colonnello Metzger l'UCXXI Battaglione CC.NN. "M" e un gruppo ciel 13° artiglieria. Un altro tentativo di sfondamento par tigiano si ebbe a Zavade, su l lato settentrio nale sbarrato dalle truppe tedesche, al fine e.li attraversare la Krka. Circa 200 partigiani riuscirono ad oltrep·assarc la frontiera. St1persloda sospettava che lo sfondamento fosse staro comp iuto con l'aiuto d i alcuni militari tedeschi disertori o comunque conniventi con i partigiani (15). Venne inviata ai tedeschi una compagnia cli rinfo rzo delta divisione "Isonzo". Nelle altre zone controllate dagli italia ni lo sbarramento fu più efficace, se si esclude una "falla" apertasi nello schiaramento della divisione "Macerata" p resso Vinij Vrh, peraltro immedia tamente richiusa da una compagnia inviata dal Comando tattico cli Novo J\,1esto . TI IO novembre 1942, giunta a quota 1002 sulla linea Maharovec-Vrhpolje, la divisione "Cacciatori delle Alpi", con l'ausilio cli reparti MVAC della "Isonzo", iniziò a dirigersi verso est in direzione dello schieramento ustascia . Alcuni nuclei partigiani ri uscirono a fil trare attraverso lo sbarrament.o della "Isonzo" e fu rono pertanto inseguir.i fuo ri dal quadrilatero, verso nord-ovest, dal "Raggruppame nto Pelazzi". Nel frattempo, l'aviazione proseguiva i bombardame nti nella regione a nord di Trebnjc, im-

(11) SME, lJ!Ti<:io storico, F. 325, B. 4. "A.zione Gorianci ". ma rcon igwmma del genera le Zatti al genera le Roboui, 30 onobre 1942. 05) SME, Ufficio s1.o riw, I'. 1222. Diari .~toric i del la 2" Armata, 1° novembre 1942.


LI' OPl%\ZIO.\ll ~111,JT,IIU DEl.l:ALITIINKO 19,12

2/i7

peclendo alle locali forn1117.ioni partigiane cli attaccar<.: eia ovest gli slx1rramenri italiani sui Gorjanci. Verso sera le divisioni "Cacciatori delle Alpi" e "Lombardia'' !ii incontrarono sulla dorsale dei Gorjanci. I.a "Cacciatori della Alpi" proseguì il 2 novembre v<.:rso Kostanjcvica, sringendo i partigiani conrro g li sbarrn rnenLi ita lo-tedesco e i ta lo-croa to . TI Comando tattico sospese il movimento in scrara, per fare riposare le truppe. Il 3 novembre le bacrerie della '·Cacciatori delle Alpi .. iniziarono un poderoso cannoneggiamento della zona intorno a Kostanjevica, al qual<.: seguì un rastrellamento. Nel frattempo l a d ivisione "Lombardia", superata la dorsale, iniziò a muovere v<.:rso ovest, spingendo i nuclei partigiani verso gli sbarramenti della ·'Tsonzo" e ddla ·'Macerata'·. Giunta la notizia cl i un nuovo sfondamento del le linee ustasci a, rrn Novo Selo e q uota 796, la divisione doverre sospendere l'avanzata per battere con le sue batterie verso est al tìnc di ostacolare la tracimazione dei partigiani in Croazia. Ciò nonostante numerose unità " ribelli" (una brigaw proleta ria croata e il battaglione "Bela Krajina ") riuscirono a fu ggire dal quadrilatero. Analoghi tentativi cli sfondamento a nord costrinsero la divisione "Isonzo" ad inviare nuovi rinforzi ai tedesch i. T.a fuga d i numerose bande rarrigiane era confermata dall 'Ufficio Informazioni di Supersloda. che segnalò il 3 novembre la presenza di un nucleo cli duecento '·rihclli.. a Stari Log, sul Kocevski Rog. Un cencina io cli pa rtigiani appartenenti a quesL~t formazio ne stava d irigendo verso il Mokrec, rirornancl o nei luoghi dai quali erano stari cacciati nel corso delle operazioni estive. A.ltrc formazioni vennero individuate a 'frehelno, una decina cli chilometri a norcl-esr e.li Trebnje (16). L'Ufficio ··1·· della divisione " Isonzo" sospettava che nell a zona attorno a Trebnjc operasse umi forma7.ione di ben tremila partigiani, suddivisi in numerosi odred (17). Uno di questi odred operanti all'esterno del quadrilatero avrebbe arraccato il li novembre l e colonne d i p erlu srrazione della div isione "Macerata''. Tra il 2 e il 5 novembre la "Isonzo" e la MVAC ad essa collegata condussero una serie di azioni sul loro terrirorio di competenza (distreuo di Novo Mesto) alla ricerca di d ue battaglio ni (il "Mattia Gubcc·· e l'"Tvan Cankar'') e cli due odi·ecl ('·Zapoclno Dolcnski'' e '·Vzhadno Dolensk i") sfuggici all'accerchiamenco. TI 4 novembre la d ivisione ·'Cacciatori delle Alpi'' concluckva le sue azioni tra la dorsale e il fiume Krka, con alcune p untate della sua retroguardia nella zona di Trcbelno, all 'esterno del quadrialtero. I.a "Lombardia", venuta a conoscen:at di una presenza cli partigiani croati nella zona d i Ku pcina, sulla K upa , ripercorse l a dorsale e di resse n uovamente a sud. TI complesso operativo sui Corjanci terminò ufficialmente il 5 novembre. e si concluse con alcune azioni di rastrellamento.

(]6) Si\lE. Uffido sto rico. l'. 1222. Diari "torici ddla 2" Arm:11:1. 5 no,·emhrc 19-12. (17) St\llE, Ufficio storico, M-3. F. :i26. 13. 1. "f\:oti ziari giornal ieri prmi.:nienti dalil· GG.Ul J. dispencJe rn i", f\:oti zi:1rio giornali ero ddb d ivisio ne ·'Iso nzo·•. 1° novembre 1942.


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J:()C.CIJPAZIO K E n :!\LIANA DEI.I.A St O VENIA U\>1 1• 1943)

Il 5 novemhre un batraglio ne della divisione "Cacciatori delle Alpi" raggiunse Kostanjevica ed operò pe r quattro gio rni un energico rastrellamento sequestrando ingenti quantitativi di armi e materiale p ropagandistico dell'Of. Lo stesso gio rno una formazione partigiana sfondò nuovamente lo schieramento usrascia, dirigendosi sulla Crna Mlaka, in Croazia. Il 6 novembre altri nuclei partigiani oltrepassarono a sud il Kupa, nei pressi del villaggio di Bucjniak, d irigendosi ad ovest, verso la Goteniska Gora. Dal 7 novembre i reparti della "Isonzo" e la MVAC assegnata alla divisione si scontra rono con forti nuclei partigiani ne lla zona a nord di Novo Mesto e verso Trebnje. Dal 9 novembre ricominciarono i sabotaggi sulle linee ferroviarie. L'azione su i Gorjanci fu una delle poche battaglie insieme a quelle ne lla No tranjska e nel kocevjano, di una guerra cl i polizia fa tta per lo più d i brevi azioni di controguerriglia. L'operazione non fu un successo. Le truppe italiane erano state indebolite dalla "battaglia della Nocranjska" ed esasperate dagli estenuanti inseguimenti sul Kocevski Rog, e giunsero quindi esauste sui Gorjanci. Inoltre, non si ebbe una determinante azione congiunta con gli alleaci. I tedeschi dimostrarono scarso interesse all'operazione, forse con il segreto desiderio cli vedere fallire gli italiani; gli ustascia croati, scalcinate truppe più propense alle repressio ni delle popolazioni che alle azioni mili tari, contribu irono con la loro imperizia alla fuga cli consistenti unità partigiane. Applicando la solita tattica vincente, lo Stato Maggiore clelJ'OF fece "scomparire " le proprie formazioni dalle zone operative, p er farle "riapparire " alle spalle degli italiani, in territori ritenuti da questi ultimi - erronemaente - già "epurati". L'esempio più clamoroso lo diede il Comitato Esecutivo che il 18 ottobre, mentre l'Ufficio operazioni clell 'XT Corpo d'armata stava elaborando il piano d 'attacco, riuscì ad allontanarsi indisturbato dal Kocevski Roglper ed occultarsi a Lubiana, dove avrebbe svernato (18). "L'esperienza delle ultime operazioni (L'azione G01:fcmci - NdA)" si leggeva in un Notiziario settimana le di Superslocla "ha provato una volta ancora come l'agga nciamento di nuclei ribell i di qualche consistenza non sia agevole, giacché i partigiani, fedeli alla loro tattica, tendono, con la connivenza della popolazione, a fare ovunque vuoto davanti alle nostre colo nne" (19) . Salutato come una vittoria, 1'11° complesso operativo fu l'ultima operazione militare su larga scala condotta dagli italiani in Slovenia . Tuttavia non avrebbe rappresentato affatto quella soluzione definitiva ciel problema partigiano aus picata dagli alti comandi (20) .

( 18) Edvarcl Kocbe k, cit., pp.

251 e seg.

(l<)) S1VJE, Ufficio storico, f . 1360, Notiziari va ri 2" A rmata. Notizia ri settimanali, n01 i-

ziario n. 30, 15 novembre 1942. ( 20) Circa lo sc.:enicismo dei c.:<.>m,111di italiani , in modo particolare dei <:rnn;,ncl i locali, in merito all'effkac.: ia dell'azio ne Gorjanci , si veda Comando 209 sezione mista Carabin ieri reali al Comand o C:iranin ieri reali cleU-X J Corpo d'armata, J{ela zi one qu i nd icinale, 18 novembre 1942.


LE OPF.RAZIOKI MI U'l i\10 OEtJ,'AlJT LINNO 1942

249

Nei primi giorni d'ottobre no n s i ebbero particolari avvenimenti a Lub ia na . La conside razione fatta il 3 o ttobre dal Comando Supremo, d rca una s ituazione "notevolmente peggiorata " nel capolu ogo (21), venne smentita d ue giorni dopo da Supe rslocla, nel corso della riunione preparatoria italo-croata di Lubiana. "Est fa lsa afferm azio ne concerne nte s ituazio ne Lubiana, che va atte ntamente seguita, ma c he est per ora ca lma . Se est possibile che numerosi partigiani continuino at vivere ne lla città, nonostante internamenti et arresti effettuati d urante gli ultimi mesi, non est credibile che numerosi altri vi abbiano trovato rifugio dopo inizio operazioni dello scorso luglio. Fanti e CC.NN., dislocati su cintura difensiva città, montano buona guard ia" (22). ln realtà l'ottimismo d i Supe rslocla non corispondeva alla realtà . Nel d iario di Kocbek si pa rla cli numerosi ed indisturbati viaggi di esponenti cli primo p iano dell'Of nel capol uogo. Durante le o perazio ni p reparatorie de ll'operazione sui Gorjanci il leader comunista Ed vard Ka rdelj si sarebbe spostato a Lubiana (12 o ttobre) (23), seguito pochi giorni dopo dagli a ltri membri clcll'Esecutivo. La situazione a Lubiana peggio rò dopo la prima settimana di ottobre. L'8 il VOS colpì nuovamente il Com m issario Kukovic, il q ua le morì in seguito a lle fe rite riportate nell'a ttentato. Il 13 ottobre si ebbe il già citato attentato che costò la vita a Marko Natlacen, il lectder incontrastato ciel collaborazionismo Ai due attentati l'Alto Commissario ris pose con l'eccidio de l 14 ottobre , facendo fucilare complessivamente trentadue prigionie ri, ventiq uattro davanti all'abitazione de ll'ex bano e d a ltri o tto nella famigerata cava di sabbia. N'el corso de l mese di novembre 1942 proseguirono le operazioni d i rastrellamento successive all'll O complesso opera t.ivo. Il 10 novembre, mentre le GG .UU. stavano raggiungendo le loro sedi inverna li, il 23° fanteria della d ivisione "Isonzo" si scontrò presso il bosco Bocka con una grande banda partigiana; un a ltra formazione "ribe lle" ven ne sorpresa da l nude.o mobile della stessa divisione il 12 novembre, presso il p residio d i Trebnje. Nel frattempo, con il 10 novembre, i reparti del Raggruppamento CC.NN. "XXI Aprile" sostenne ro violenti comba ttimenti lungo il tratto fe rrovia rio tra Trebnje e N'ovo Mesto con un nucleo partigiano, che si sospenava fosse l'autore di un a tte ntato sulla linea avvenuto il giorno 9. L'afflusso di partigiani croati , interrotto sulla do rsale dei Gorjanci, stava riprendendo dal fiume Kupa: nu merose bande provenienti dallo Stato Indipendente di Croazia vennero segnalate nella zona a sud di Novo l'v1esto, presso Sta ri Log. Come è stato detto, a ltre fo rmazioni stavano ri compa rendo nei territori a sud cl i Lubiana: il 13 novembre la MVAC de lla d ivis ione "Cacciatori delle Alpi" intercettò un d istaccamento dell'OF d i

(2 1) SME, Uffk·io smrico. r. 1222, Diari storici delh1 2" Armata , 3 onohre 1942. (22) Ibidem, 5 ottobre 1942, allega to 9. (23) Edv,m.l Kocbck, cii., p. 244.

,,Il. 5.


250

1:oCCl!PA7.IOKE ITALIANA or:u~, SLOVENIA (1\)1 )· 19.f\)

circa cento uomin i vicino alla città di Cerknica . Altri duecento partigiani vennero sorp resi dai reparti della "Cacciatori delle Alp i" presso il fiume Ljubljanica . Il 14 novembre vennero organizzati ne lla zona a sud ciel capoluogo e a Novo Jvlesto alcuni rastrellamenti. Le autorità militari italiane, proseguendo nelle loro attività informative sul nemico, confermarono la tendenza dei partigiani ad assumere caratteristiche p ilJ militari, con l'astensione da aui terroristici contro i civili accusati di collaborazionismo o, quanto rneno, con la riduzione degli scessi. G li ordini dello Staro Maggiore dell 'OF, rinvigorito dalla cospicua presenza di comandami croati assa i p iù esperti degli sloveni, p revedevano soprattutto il sabotaggio delle linee di comunicazione, gli attacchi ai comandi della MVAC e le azio ni di d istu rbo contro i presìcli ita liani minori. Da una disposizione clell'OF datata 1° ottobre 1942, rinvenuta dai reparti della ;'Isonzo" durante un rastrellamento, le autorità militari italiane vennero in possesso di p reziose informazioni circa il nuovo organ igramma della dirigenza ne mica. U nuovo comandante s up remo dei ;'Reparti sloveni cli liberazione nazionale'·, successore cli Leskosec e di Strugar, era Jernej Posavca, già commissario politico dello Stato .!Vlaggiore; l'ex colonnello dello Stato .tvlaggiore jugoslavo, Branko Harst, aveva assunto la carica di vicecomandanre. Commissario politico dello Stato lVlaggiore era Pietro Kalan, già aiuto segretario del Cornitato Esecutivo clell'OF. Lo Srato /V!aggiore partigiano comprendeva anche quattro aiutanti degli organi superiori: Dore Trclino, organizzatore dei reparti presso i comand i dei d istaccamenti; "Bolk" (non se ne conosceva il nome, probabilme nte s i trattava di un nome eia baccagl ia), responsabile del settore "Agirprop" dell 'OF; Juraj Dobravc, in rappresentanza dei Socialisti Cristian i; Slavka Gruma, in rappresentanza della componente nazional-liberale e sokolista. Il Comitato Esecutivo, anch'esso parzialmente rinnovato, era composto eia nove membri: ,;Kristov·' (Edvard Karclelj), ';Peter" ( Bo ris Kid ric), "Sasa" (Eclvarcl Kocbek), Andrej Hribar, Juraj Gosper, Pavle Tratar, Drejce Jaklic, Pietro Struga r e Primez Tratnik (24). Le dislocazioni del nemico, dopo l'ultimo complesso operativo erano le seguenti: - a nord-ovest della linea ferrovia ria Lubiana-Longatico, dove si trovavano circa 400 ;'ribelli" del "Polhovgrajski Odrecl"; - nella zona tra il Krim e Cerknica, dove operava la brigata "Ljubo Sercer"; - a sud cli Lubiana, oltre il Krim, erano st.ati individuati 900 appartenenti alla brigata ''Tonet Tornsic". Inoltre numerose bande slovene avevano i loro comand i in Croazia, oltre la Kupa . In pa rticolare sulla Velika Kapela era no segnalate alcune

(24) SME, Uffic io storico, 1Vl-3, F. 326. 13. l. " l\miziari giorn alieri provenienti d alle GG .UU. dipendenci .., noti1/.iario giornaliero della divisione ''Isonzo" ciel 3 novembre 19·12, allegato 2 (Documento allegato n. 25).


I.I' ()l>ER1\ZIO'.'<I )ll~IT,l lll DEI.C.'AUTlltsMJ l9·t2

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formazioni cli forza numerica imprecisata e soprattutto si era rilevata una massiccia propaganda clell"OF tra le popolazioni civili: si sospettava che sull'altipiano, tra Brezno e Jasenak, avesse sede il "Comando della V wna operativa" dell'Esercito Popolar<.: di Liberazione della Jugosl avia, affiancato dalla 1 brigata proletaria d'assalto (25). Supersloda anche per inLervenire nella zona e verso Karlovac, alla ricerca dei comandi partigiani e delle formazi oni slovene sfuggile all'l JO complesso o perativo, o rganiaò sul territorio croato l'operazione post-Gorjanci con l'impiego del V Corpo d'armata e di alcune unità d cll'Xl Corpo d 'armata . Oltre al le formazioni segnalate, veni va confermaca la presenza a l\ovo Mesto Cl (, novernhrc) e a T ihahoj (17 novembre) cli gruppi partigiani in via di rafforzamcnlo. il 19 novembre il presidio della " Isonzo" a Ostrc, sotto le pendici nord-occidentali dei Gorjanci, respinse un arracco improvviso. li 21 novembre si ebbero numerosi scontri tra i partigiani e le colonne della "CacciaLOri delle Alp i" e della "Isonzo", che erano state costrerte a rinviare i l loro rientro nelle sedi a ca usa dell 'inverno . Il 28 no,·embre i prcsìcli della divisione "Isonzo'' cli Hadovica e Suhor, sul versante meridionale dello Zumberak, furono cinti d'assedio eia ingenti forma7.ioni nem iche. Un attacco venne portato da un agguerrito odred pa rtigiano anche al presidio di Mitli ka , dove sopraggiunse in soccorso della locale guarnigione una formazione MVAC. L'auspicato intervento dell'aviazione venne annullato per il maltempo. C' cli conscguen7.a la situazione nei tre presìd i si aggravò . Superslocla ord inò l'intervento d i un battaglione di fanteri a rinforzato da mortai eia 81 e eia una balleria di artiglieria , apparlcnenti al V Corpo d'armata. Il 29 novembre le unità della ··Isonzo" e i rinforzi riuscirono a sbloccare l 'assedio di l{adovica e di Suhori; lllttavia, incalwre dai mort~i partigiani, le truppe italiane furono costrette a ripiegare verso Metlika. l {aggiunlO il presidio d i Metlika , il contingente riuscì. con notevoli difficoltà, ad allontanare gli assediami (30 novembre). 1 ei giorni successivi furono effettuati rastrellamenti in tutta la zona a sud-ovest dei Gorjanci e dello 7umberak, sen7.,1 tuttavia alcun concreto risu ltato. Con la battaglia di 1\rletlika si concluse definilivamente il lungo ciclo operativo iniziato il 16 luglio. I.'unico mutamento conseguente all'estenuante serie cl i operazioni fu, paradossalmente, il rafforzamento del nem ico. ln un notiziario quindicin.lle del 30 novembre, Supersloda annotava con una certa sorpresa che ;,i l numero degli oclred e delle brigate è superiore a quello preesistente", sebbene "la massa ·combanente" fosse notevolmente inferiore (26). Ma 1::, riduzione dei combattenti partigian i ri entrava in una prassi g ià applicata l 'anno p recedente: con il soprag-

(25) S,VIE, Ufficio smrk:o. F. 1360, Notizia ri va ri 2·' Anna ta, Nrniziari quinùicin:tli, no1iziario <lei 1'> novembre 19/42. (26) SJ\·IE. LJITicio smrico, r. 1360. Notiziari vari 2' Armala. >Joiiziari quindicina li. notiziario ciel 30 novembre 19-12.


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1: o c c u mz10 KE ITALJ,\ N,\ D~LL/\ Sl.OVEN IA (1')4 1-19.\.l )

giungere dell 'inverno, le forze militari clell'OF tendevano a cercare luoghi s icu ri e.love avrebbero atteso la nuova stagione e la conseguente offensiva. l\'ell'attesa, p iccoli nuclei cli guastatori avrebbero concentrato le azion i di sabotaggio s ulle linee fe rroviarie, soprattutto sui tratti LubianaI.ongatico e Trebnje-Crnomelj. L'altra conseguenza fu economica . La provincia era in ginocchio, devastata dalle azio ni mil itari e dalle rappresaglie; il patrimonio orrofrucricolo e zootecnico era stato impoverito dalle razzie (partigiane ed icaliane), con rischi di carestie ; i trasporti erano srati bloccati per tutto il corso delle operazioni , con conseguenze estremamente negative su llo scambio commerciale interno; la chiusu ra delle frontiere tedesca, italiana e croata aveva annullato il commercio con l'estero e con il territorio metropolitano; Ja guerra, come sempre, aveva ridotto il numero cl i uomini validi, e gli arresti, compiuti soprattutto tra le classi lavoratrici, avevano depauperato la manodopera . Nei primi giorni di novembre l'Alto Commissariato ecl il Comando dell'XI Corpo d'annata stabilirono una serie di interventi e.l i emergenza: 1) concessione di sussidi a favore di fam iglie slovene che avevano subito danni di guerra ; 2) facilitazioni dei trasporti dei generi alimentari, con la sospensione in q uesti casi delle limitazioni disposte in estate; 3) graduale ritorno degli uomini validi dai camp i di internamento, previa verifica della loro innocuità; 4) nuovo piano cli lavori pubblici per l'edificazione di strutture cli p ubblica utilità; 5) incremenco della p ropaganda anticomunista, anche per evitare l'equazione "italiani uguale carestia, partigiani uguale benessere" diffusa tra la popolazione (27) . Il clima politico a Lubiana era ancora tranquillo. Tuttavia veniva rilevata dalle autorità italiane una sempre crescente s impatia dello popolazione nei confro nti dell'OF. T morivi erano sostanzialmente tre . Anzitutto, le già citate privazioni conseguenti alle operazioni militari; che avevano fatto svanire i tranqu illizzanti principi della pa:x romana più volte ribad iti da Grazio li ne lla primavera-estate 1941. In secondo luogo, il mutamento della linea politica del Fronte cli liberazione, sempre meno comun ista e sempre più attento ai settori cattolici e nazional-liberali ostili agli italiani. Infine, l'inversione d i tene.lenza e.lei confl itto mondia le , ed in particolare la controffensiva sovietica partita da Stalingrado, che aveva aumentato le speranze cli una vittoria alleata. Più che un atteggiamento di simpatia nei confronti dei partigiani , una buona parte degli sloveni delle grandi città scava raffreddando sensibilmente i rappo rti con gli italiani. Ne era dimostrazione il rafforzamento della MVAC limitato alle so-

(27) SJVIE, Ufficio storico, F. 1360 , NotiziMi v,1ri d elb 2" Anrnlta , Notizia ri politico-miliwri. notizia rio n . 67. 15 novembre 1912.


LE O J>ERAZIONI ,\III.IT.-I IU DELL:ALT LIKNO 19,,2

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le zone ru rali, e la rid uzione del fenomeno collaborazion ista a Lubiana in seguito alla morte cli Natlacen. Più che ostile, Lubiana si stava trasformane.lo in una citta estranea agli italiani. L'Alto Commissario, unico punto di riferimento ''civi le ", era stato definitivamente posto in disparte. Ridotto al ruolo di mero amministratore dell'emergenza bellica e cl i responsabile dell'ordine pubblico in nome e per conto dell'autorità militare, Grazioli non avrebbe ma i più riottenuto le prerogative concessegli con il Regio decreto ciel .3 maggio 1941. Un esempio de l ruolo ormai secondario giocato dall'Alto Commissario lo diede la conclusione della vicenda, iniziata nel settembre, relativa alla sostiLuzione del personale sloveno delle ferrovie con iraliani. La richiesta e.li Grazioli venne trasmessa dalla Presidenza del Consiglio al Ministero dell'Interno. TI d icastero propose, il 18 novembre, una sostituzione graduale del personale; l'attuazione ciel provvedimento sarebbe stara subordinara al parere dell'autorità militare "dalla quale muovono particolari premure per l'attuazione dell'integrale sostituzione ciel personale sloveno s ulla linea fe rrov iaria Postum ia-Luhiana -Zalog" (28) . Il 18 d icembre 1942 si tenne a Roma una riunio ne tra i rappresenrnnti dei ministeri dell'Interno, delle Finanze e della Guerra, l'Alto Commissario, i rappresentanti dello Stato rvlaggiore, i d irigenti delle Ferrovie e della Delegazione fe rroviaria o rientale cli Lubiana, per discutere della precisa natu ra del provvedimento. TI 28 d icembre il Mi nistero dei Trasporti e delle Comunicazioni inviò una comunicazione alla Presidenza del Consiglio: la situazione in Slovenia "pur non essendo pacificata è migliorata"; di conseguenza non si ravvisava l'urgenza di una simile disposizione; inoltre, erano scatu rite, durante la riu nione del 18 d icembre, delJ.e difficoltà logistiche circa la sostituzio ne ciel personale fe rroviario sloveno, a causa e.lei sovraccarico cli lavoro sulla rete in seguito agli spostamenti delle tradotte militari e dei convogli cli sfollati. Veniva quindi proposto che l'autorità militare (e non l'Alto Commissariato 1) si liberasse dei soli clementi infidi tra il pe rsonale ferroviario sloveno, evitane.lo un provvedimento rad icale (29). Un altro esempio del consolidato potere dell'Autorità mi litare e cli quanto fosse cond iviso da parte de l Governo si e bbe sulla questio ne delle confische. Il bando del 18 agosto, oltrepassando la legislazione cli guerra applicata in Ttalia, poteva essere valido soltanto se coperto da un cl.isposiLivo legislativo ad boe. La Presidenza del Consiglio aveva quindi richiesto alla Commissione Grane.li un parere circa la validità del provveclimento. Mentre la Commissione esaminava la situazione, l'l l dicembre J.942 Grazioli inviava una lettera a lla Presidenza del Consiglio. Prenclen-

(28) i\CS. PCM, 194 1-43, 13. 2661, F. 1-1-1 3-21006, sottofasç. 23. 'Il Ministero degli Intern i alla Prcsidenz.a del Consiglio d ei Min istri ", 18 novembre 1942. ( 29) Ibidem, '·li Mi nistero dei Trasponi e delle Comuniç11zion i alla Presidenza ciel Con,:;iglio elci IV!inist ri ", 28 dicembre 1942.


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l .'OCc.t JPA7.IONE ITAI.IA:-l.-\ l)ELI.A SLO VEKIA 0 94 1-1943)

do come spunto la questione de lle confische, l'Alto Commissario elencava le ordinanze che per materia inerente alla situazione bellica, avrebbero dovuto coinvolgere l'autorità m ilitare (come q uella delle confische). Neg li altri casi le ordinanze sarebbero state d i comperenza dell'autorità c ivile e dell'autorità giudiziaria ordinaria . Nel bando del Duce ciel 19 gennaio 1942, sosteneva Graziali, si era viceversa anelati ben o lrre tale d istinzio ne, amibuenclo ai militari com piti più onerosi , e danneggiando il p restig io dell'Alto Commissariato, poiché le sue funzioni erano state sensib il menre riclocte. Dato che dal bando sembrava che qualsiasi infrazione compiuta ne lla provincia annessa sa rebbe stata g iudicata dal Tribuna le militare, Grazioli concludeva chiedendo la sostanziale modifica ciel Bando del 19 gennaio, essendo ormai superata la fase d i emergenza (30). La Commissio ne Grandi avrebbe risposto, dietro richiesta del Gove rno, il 23 d icemb re . L'Ateo Commissario aveva competenza su i reati d i minore im portanza, con pene previsre inferiori a due mesi di carcere e alle cinquemila lire cl i a mmenda. Tutti g li altri reati sarebbero stati d i competenza del l'Autorità militare (31). Dal J 6 dicembre 1942 il genera le Mario Robotti fu nom inato Comand ante ''facente funz ione" ciel Comando Superiore FF.AA. "SloveniaDalmazia" al posto cli Roatta (32). L'incarico sarebbe stato formalizzato il 5 febbraio 1943. Robotti avre bbe lascia to Lubiana e il generale Gastone Gambara (1891-1967) sa rebbe stato nominato nuovo comandante dell'XI Corpo d'annata. Gli ultimi provvedimenti ch e Grazioli p rese in rema cli ordine pu bblico furono ordinati da Robotti in qual ità cli n uovo Comandante cli St1pers locla. Menrre la MVAC della "Cacciatori delle Alpi" conduceva alcune azioni cli rastrellamento sul Mokrec e a Poclljpoglav, il 21 dicembre 1942 i ca rabinieri e le camicie nere condussero un 'operazione cli polizia ne l capoluogo, arrestando 252 sospetti. Il 28 d icemb re fu eseguito dalle autorità cl i PS un ulterio re rastrellamento con l'arresto cli a ltre 289 persone. Con i rastrellamenti della MVAC e delle forze dell'o rd ine le auto rità italia ne ritenne ro che la situazione nel ca po luogo fosse stata definitivam ente no rma lizzata. Si trattava cli fare riprendere al più p resto l'attività commerciale ed a mministrativa abituale. Il 24 dice mbre venne quindi sospeso il blocco de l circondario cli Lubiana e delle linee ferroviarie ad essa collegate. TI 30 d icemb re , su richiesta cli Su pe rsloda, l'Alto Commissario riaprì la città, rimuovendo i posri cli blocco della "cintura" cli Lubiana.

(30) ACS, PCM, 194 1-43, B. 2663, F. l -1-13-5ì4 12. soltofosc. 2, "L'Alto Corn rnissa r(o per la provi ncia di i.u biana alla Prcsiclcnw d el Consiglio dei ,vlin isl ri ... 11 dicembre 1942. (31 ) Ibidem, La Commissione consu ltiva per il d iritto d i guerra alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. 23 d icembre 1912. 02) Il 1° giugno 1943 Mario Roaua fu nominato nuo va mente Capo di Stato ì\faggiore cleJrEsercit<.>.


CAPITOLO SESTO LA FINE DELL'AMMINISTRAZIONE CIVILE: LA SLOVENIA "ZONA D'OPERAZIONI"

(gennaio-luglio 1943) l primi mesi ciel 1943 furono caratterizzati da una sostanzia le riduzione delle attività dcll'OF. A parte i sempre numerosi a ttentati contro le li nce ferroviarie , non si ebbero o perazio ni partigia ne cli rilevante importanza . Sporadicam e nte alcuni piccoli nuclei "ribelli" atraccavano le sed i dei presìdi italiani e de lle MVAC, per poi dileguars i rapidamente dandos i a lla macchia. Le unità italiane fuoriuscivano da i prcsìcli per eseguire brevi puntate ne i territori che si presumeva fosse ro controllati dai pa rtigia ni . Tramontar.a la stagione de lle grandi o perazioni militari, il Comando dell'Xl Corpo d'a rmata aveva riaclo ttato la trad izionale politica presidiale . Dal gennaio al maggio 1943 la Slovenia visse una stagione relativamen te tranquilla e l'OF limitò la propria attività a lla marte llante propaganda a nti italiana . Di ta le assenza ne approfittò , come si è visto, il maggiore Novak organizzando in Slovenia una rete - più informativa che militare - collegata a Draza Mihajlovic. L'XI Corpo d'arma ta utilizzò i mesi inve rnali per riassestarsi sul te rritorio, potenziando i presìdi delle GG.UU . a d isposizione Le divisioni "Macerata" e "Lombardia", concluso il c iclo operativo, venne ro trasferite nuovam ente in Croazia, alle dipe nde nze ciel V Corpo d'annata. In Slovenia restarono la "Cacciatori delle Alpi", la "Isonzo", il Raggruppamento CC.NN. ")(Xl Ap rile", e le truppe de l Corpo d 'arma ta, tra le q uali l'Xl Raggruppamento Guardia alla Frontie ra. A tali formazioni si dovevano aggiungere le forze cl i PS (Divisio ne Speciale cli Polizia , Gruppo CC.RR. "Milano", Regia Guard ia cl i Finanza, Milizia Confinaria) inquadrate nell'esercito. Si organizzò la d islocazione delle GG.UU. su lla falsariga de l "Progetto Primavera": la "Isonzo" avrebbe mantenuto il presidio de l distretto cl i Novo ?vlesto, conce ntrandos i in pochi capisald i ne i p ressi de i Gorjanci; la "Cacciatori delle Alpi", oltre a m antenere la p iazzaforte cli Lubiana, avre bbe assunto i presìdi già della "Granatieri d i Sardegna", fa tte eccezione pe r la zona della l'vlala Gora (Velike Lasce-Ri bnica), controllata dal Raggruppamento CC.>!N. "XXI Aprile". L'Xl Raggruppamento Guardia a lla Frontiera avrebbe proseguito il controllo dei distretti ad ovest e a sud ovest di Lubiana, sul confine storico con l'Italia . La politica de l Corpo d'arma ta sarebbe stata, almeno nella fase di attesa, sostanzialmente dife ns iva, con rare puntate in zone ne lle q ua li si sospettava la presenza "ribe lle". Poc hi furono quindi i fatti cl'arme di rilevante irnporranza, nel periodo tra gennaio e maggio. li 19 marzo l 943 si e bbe un violento scontro, durato alcune o re , nei pressi di Ambrus, tra


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1:ocCUl'AZI0 1'E ITALIANA DEI.I.A SLO VEK I A (1\)-i 1-19·13)

Ribnica e la Krka, che vide impegnata la Divisione Speciale di Polizia. Altri e pisod i, tra il febbra io e il marzo si verificarono nei territori controllati dalla "honzo" e dalla "Cacciatori delle Alp i". Gambara prediligeva la fortificazione ed il saldo controllo del territorio alle azio ni su larga scala come quella eseguita nell'autunno precedente sui Gorjanci. Non si trattava tuttavia cli una p resa d i posizione implicitamente critica dell'operato del suo predecessore . Nella primavera 1942 anche Rohotti aveva rafforzato i presìdi, salvo poi trasformare i suoi progetti dife nsivi in offensivi per l'incalzare degli eventi e il conseguente intervento di Roana. In un'ultima analisi si porrebbe ritenere che fu proprio la sostituzione cli Roatta con Ro botti a riportare la situazione allo status quo ante: Gambara e Robotti lavora rono d unque di comune accordo, consci entrambi (il secondo per espe rienza personale) che la strategia partigiana del perenne inseguimento non poteva rendere attuabile alcun ciclo di ope razioni cli grande respiro. L'attività del VOS a Lubiana viceversa proseguiva con decisione . Durante l'inverno si verificarono nu merosi attentati soprattutto contro collaborazionis ti. L'autorità militare intervenne durame nte, come fece ad esempio il 6 gen na io , con la fu cilazione di se i ostaggi in seguito ad un'aggressione contro militari italiani di pattuglia. Il 30 gennaio, come reazione all'uccisione di un impiegato sloveno dell'Alto Commissariato, altri quattro prigion ieri furono fucilati nella cava di sabbia cli Lubiana . Episodi analoghi si ebbero quasi quotidianamente nei giorni successivi. Più affabile nei modi e meno duro del suo predecessore, Garnbara non modificò tuttavia la metodologia antiparrigiana, anzi intensificò le fucilazion i, sopratruto nei primi tre mesi dell'anno (1). Significativo fu anche l'impiego dell'aviazione, ed in particolare della 1 P squdriglia O.A., particolarmente intenso a Prekrizje (31 gennaio), Vrhpolje (19 febbraio), SeJo, Rupe, Vrh e Bostetje (25 febb ra io). In marzo furono altresì bombardati e spezzonati i villaggi di Kal e Karnni Vrh (17 marzo) (2). Grazio li, nel frattempo, era occupato a proseguire nella s ua ultima battaglia privata per riottenere Je p rerogative ed i poteri e.li ordinanza s pettantigli in forza del l{egio Decreto ciel 3 maggio 1941. O rrnai convinto ob torto collo del passaggio de i poteri sull'ordine pubblico a i militari , egli cercava cl.i ottenere perlomeno la riconferma de lle sue prerogative in campo amministrativo, pregiudicare dalle ingerenze de l Corpo d'armata e e.li Superslocla nel corso delle operazioni dell'anno precedente. Inoltre, la gestione militare dell'apparato statale nella provincia, in particolare dal punto cli vista amministrativo, economico e sociale , aveva get-

(1) Si ve<i,1 :1 q u1;,sw proposito la circolare di G.irnb:ua dacarn 27 maggio 1943, con h1 q tw le si r.iccomandava l'esecuzione immedi,Ha di LL1LLi i pa rcigiani ca ttu ra ti in coml:xittimentc.> entro qu,1ranta ore d alla G\ICura .

( 2) Giuseppe Piemo ntese, "Ventinove mesi cl i occu pa zione iwli,11w nell a Provin<:ia cli Lubiana··, Lub iana. 1946, p. 61.


1,,1 FIKE D El.l: .\M,111 NISTRA7.IO NE CIVILE: LA SJ.OVE\IIA "7.0KA IYOl'El!AllO.\I J"

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rato la Slovenia in una situazione e~tremamente d ifficile se non caotica . l tentativi cli Grazioli e.li dare alla provincia annessa, nonostante la gra-

vità del momento, l'aspetro cli una qualsiasi provincia del Regno d'Italia rischiavano cli naufragare definitivamente. li 16 gennaio l'Alto Commissario invi<'> una nuova comunicazione a lla Presidenza ciel Consiglio, sostenendo che il Tribunale militare avrebhe dovuto occuparsi esclusivamente cli reati specifici, descritti nei Bandi del 3 ottobre e del 24 ottobre 1941 . I reati erano i seguenli: - attentato contro l'unità , l'indipendenza e l'integrità dello Stato; - a ttentato concro la sicurezza dello Stato; - insurrezione armata; - associazione sovversiva; - delitro contro la personalità interna dello StaLo; - attenta to all.'incolumità e al la libertà personale cli appa rtenenti alle FF.AA.; - attentato alla pubblica incolum ità o a i pubblici servizi; - danne ggiamento e.li opere d'arte; - serrata o sciopero a fine politico o ad altro fine ; - cospirazione medianLe accordi e associazioni e re la tivo favo reggiamento; - banda armata; - porto a busivo e detenzione ab usiva d'armi, munizioni cd esplosivi; - propagazione di notizie fa lse o tendenziose; - manifestazioni e grida per sedizione; - offese all'onore e a l decoro cli militari; - sottrazione e.li merce al consumo; - distruzioni d i materie prime . Per Graziali solLanto undici ordinanze (su un totale cli 433) , da lui promu lgate dal maggio al dicembre 1942, rientravano in questi casi. Ciò nonostante, l'autorit~t militare praticamente aveva esteso la propria competenza su tutte le ,naccrie regolate dalle restanti 422 disposizioni. La letLera dell'Alto Commissario si concludeva con la richiesta cli un bando o comunque di un provvedimento che ribadisse le compeLcnze militari, limita te ai casi predetti, lasciando all'Alto Commissariato le funzioni e.li governo come sta bilite nel Regio decreto del 3 maggio 1941 (3). La Commissione Grane.li chiese quindi, il 9 febbraio 1943 , al Governo di emanare un provvedimento legislativo che integrasse il l{egio decreto in parola e definisse le nuove sfere d i competenza de ll'Alto Comm issaria to (1). TI 24 febbraio Grazioli, stanco e.li attende re i pareri del-

(3) ACS, PCM, 1911-43, B. 2663. r. 1-1-13-57412, sottofasc. 2, I.' i\lco Commissario p er la p rovincia di Lu bian,1 allla Presidenza del Consiglio elci Mini~tri e alla Commissione consult iva per i l d iritto di G11err,1", 16 genn.ii<.> 1943. 0) ibidem, La Commissione consu ltiva per il diritto di guerra :1lla Presidenza del Con;siglio dei !vli niscri . 9 febbraio 1913.


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J:OC.CUPA7.101'1' ITALIAN A DEI.la\ SLOVENIA ( 194 1-194:l)

l'Autorit.à centrale, inviò a Roma uno schema di regio Decreto . Nello schema si sta biliva che l'Alto Commissario attuava. le direttive generali del Governo per l'asserto amministrativo, economico e sociale della provincia, in particolare l'Alto Commissario : a) esercitava nel territorio della provincia le attribuzioni del Governo, ciel Re e dei singoli Ministeri, per i servizi civili, governar.ivi e locali; b) sottoponeva al Duce le proposte per gli ordinamenti p revisti clall'anicolo 2 ciel Regio Decreto Legge ciel 3 maggio 1941 e per l'estensio ne graduale delle leggi cie l Regno alla provincia no nché per l'emanazio ne delle disposizio ni d i coordi namento come eia anicolo 7 ciel Regio Decreto Legge ciel 3 maggio 1941; e) provvedeva, con p ropria o rdinanza, per le materie non co nte mplate nella lettera b) (5). Il 6 marzo :I 943 sarebbe interven uto ne lla querelle il Ministero d i Grazia e Giustizia, il quale sosteneva che i poteri d 'ordinanza del l'Alto Commissario dovevano essere determinati "(. .. ) no n so lo relativamente a.Ila natura dei provvedimenti da adottare in virtù di essi, ma anche in rapporto alla materia a cui i provvedimenti si rifer iscono" (6). In altre parole, le ordinanze potevano essere cli competenza dell'autorità militare se la materia alla quale esse si riferivano aveva qualche atti nenza con la sfera di competenza dell'aurorità militare stessa, prescindendo dalla natura amministrativa, economica o sociale clell'ordinam:a. Venne nuovamente interpellata la Commissione Grandi in merito allo schema cli Regio Decreto Legge proposto da Grazioli. Il 17 maggio 1943 la Commissione respinse la propose.a dell'Alto Commissario, "giacché essa ( .. .) non eliminerebbe i dubbi a cui può dare luogo", e presentò una controproposta cli decreto. In essa si ribadiva che l'Alto Commissario avrebbe emanaco norme aventi forza cli legge, in caso di necessità e straordinarietà; la cognizione elci reati in esse previsti sarebbe stara attribu ita al Trib unale militare (7). Sosrnnzialmenre in Slovenia , s i eliminava definitivamente ogni forma d i g iustizia o rdinaria trasferendone le competenze al Tribunale di Supers loc.la. T Min isteri cli Grazia e G iustizia e de ll'Interno sol levarono numerose eccezio ni allo schema cli bando presentato daJla Commissione Grandi e la questio ne fu accantonata dal Governo . L'evoluzione della . sitrnizione a Lubiana avre bbe reso inu tile l'ulteriore prosecuzione della discussione. In Slovenia, dall'aprile 1943, si intensificarono gl i attentati alle linee ferrovia rie, sopratnmo nella zona delta Dolenjska (Trebnje, Novo lvlesto, Metlika). Tra il personale fe rroviario il numero dei morti era in continuo

(5) Ibidem, L'Alto Commissario per la rrovi ncia di I.ub iana al Min istero dell"lmerno. 2-1 feb hn1io 1943. (6) lhidem, Il .Mi nistero e.l i Gra zia << <~iuscizia alla Presidenza ciel Consiglio dei Min istri,

6 marzo 1943. (7) Ibidem, La Commissione consultiva per i l cl iricco cl i guerra alla Presidenza del Consiglio d ei Ministri. 17 maggio 1943.


L,1 FINI' DEJ.1: ,1.l l ~II K ISTlt..\ ZIQ KE CIV ll,E· LA $1,0VEK IA · 7.0'IA D'O PER,\ ZIOK I..

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aumento , tanto che G razioli chiese al Governo l'estens ione alla provincia del la legislazione sui danni cli g uerra, affinché le famiglie delle vittime fossero risarcite. Il 6 aprile la Ragioneria Geilerale de llo Stato propose d i limitare, per il mo mento, l'esrensione della legislazione ai ferro vie ri in possesso della cittad inanza italiana anteriormente alla data dell'annessio ne, applicando una prass i già consolidata altrove (Afri ca Orientale, Dodecanneso, Albania) (8) Per l'e nnesima volta, il Governo italiano distingueva, s u u n territo rio di chiarato merropolitano, tra cittadini e sudditi, re legando in quest'ultima categoria gli s loveni. Inoltre , l'Alto Commissario s i vedeva nuovamente res p ingere una sua proposta cl i estendere la legis lazione italiana a Lubiana . Tuttavia , le continue richieste di Grazio li circa la sempre p romessa ma mai attuata estensione della legislazione ita liana costrinsero le riluttanti Autorità centra li a prendere una posizione definitiva su ll'argomento. Il 28 maggio 1943 la Presidenza ciel Consigl io inviò una comunicazione alla Commissione Grandi. "Quanto al problema delle estensioni delle leggi italiane ai territori annessi" si leggeva nel d ispaccio governativo "codesta Commissione ha segnalato che, in mancanza cli dispo s izioni speciali, sembre rebbe che, do po il Regio decreto 26 d icembre 1941 XIX, n. 1581, detta estensione sia divenuta automatica ; mentre di fatto, e anche per ragio ni d i indole pratica , la estensione stessa è stara rite nu ta limitata ai casi d i cu i le leggi dis pongono espressamente per il territori annessi" (9). La s ituazio ne: politica e militare in Slovenia faceva dunque ritenere o pportuna una sospensione dell'applicazione delle leggi s ul territorio provincia le . TI 27 g iugno 1943 la Commissione Grandi avre bbe risposto alla richiesta d i chiarimenti del Governo confe rmando che, salvo le leggi espressame nte emanate per i territori annessi, in Slovenia non era stato mai esteso a lcun dispositivo legislativo , legge o decreto già in vigore ne l resto del Regno. La Commissione propose cli emanare un decreto che regolasse definitivamente lo status giurid ico della Slovenia (10). Interpellato cJal Governo, il IV!inistero de ll'I nterno aderì alla proposta della Conun issione Grand i. Tuttavia chiese il parere preventivo del l'Alto Commissario. Da Lubiana non sare bbe giunta alcuna ris posta. Il 10 maggio 1943 a Grazia li e ra stato confe rito, fi nalmente, il grado cli prefetto . La promozione non aveva altro s ignificato che la s ua rimozione. Graziol i e ra inviso a Robotti, Comanda nte d i Superslocla, e ignora[() eia Gambara, Comandante cle ll'XI Corpo d'armata. Tnolrre , le continue richieste de l neo p refetto circa l'italianizzazio ne cl i una provincia

(8) ACS, l'CM. 1941-43, l3. 2661, F. l-.l-J3-2 1006, ~ouofasc. 25. La Ragion eria Generale dello Sww alla Presidenza ciel Consigl io d ei Min istri , 6 arrile 1943. (9) AC:S, PC!VJ. 1941-13. 1:3. 2663. f. 1- 1- 13-27312, ,onafasc. 2. La Presidenza del Consiglio dei Minisl ri alla Commissio ne co nsulti va per il di rino d i gu crn1, 28 maggio 1943. (10) l b idC'm, La Commissione c:o nsulliva.per il diritto cli guerr;i ,tl la Presidenza ciel Consigl io dei Ministri. 27 giugno 1943.


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t:OCCUl'AZIO.'<t n : \ LJMIA OH I..·\ SI.O H KIA \19·11 · W1'1)

sempre meno amata, l'esLensione delle leggi italiane a Lu biana , l'estensione (o perlomeno la tute la) dei poteri cli governo dell'Alto Commissario, avevano posto il MinisLero dell'Interno e la Presidenza cl.e] Consiglio in una situazio ne imharazzanre, in particolare nei confronti delle Autorità militari. li 15 giugno 1943 Emilio Graziali, nominato prefetto cl i Catania, fu sostituito nella carica d i Alto Commissario per la provincia cli Luhiana eia Giuseppe Lombrassa Cl 906-1966), consigliere nazionale e SottosegreLario cli Stato alle Corporazioni fin o al 2 giugno precedente (1 1). Al suo fianco, in qualità di Capo di gabinetto, il clotr. Antonio Ciampi , cons igliere del Ministero della Cultura Popolare. Non s i conoscono le motivazio ni ufficiali dell'avvicendamento. Non si sa se Graziali avesse chiesto - ormai deluso e forse persino esasperato - il trasferimento o se gli fosse stato imposto. Di certo la nomina de l mal leabile ed acconcliscenclente Lombrassa, un burocrate poco noto e fi no ad allora assolurame nte estraneo alla s iLuazione slovena, dimostrava che l'Autorità centrale aveva preso u na decis ione definitiva circa la Slovenia; una soluzione che Grazioli no n avrehhe accettato volentieri (12). Il mese di maggio vide una recludescenza dell'azione clell'OF, che caratterizzò la sua attività con una serie pressoché ininterrotta di attentati ferroviari nella zona orie nta le della Slovenia ( Dolenjska) e presso Lubiana. Agli attentati seguivano puntualmente i rastre llamenti. Dal 2 al 5 maggio 1943 si e bbero numerosi scontri tra i reparti della d ivisione "Isonzo", affiancati dalla compagnia MVAC cli lVIirna Pec, e formazioni partigiane . L'intervento dell'aviazione contribuì a sbaragliare l'odred titoista. Tuttavia l'in iziativa partigiana nella zona proseguì su due d irettrici : il sabotaggio della linea ferroviaria tra Trebnje e Metlika e gli ,macchi improvvisi contro i p resìcli cli Crnomelj, Metlika e Novo Mesto. Spostamenti cli forti reparti de ll'OF vennero segnalati, dalla metà cli maggio, lu ngo il fi ume Krka . Garnbara decise cli intervenire in rutto il distretto d i Novo MesLo. Furono utili zzati i bombardieri clell 'acreoraggruppamento di Sussa, che coprirono l'azione elci reparti de lla divisione "Isonzo", della MVAC e ciel Raggruppame nto CC.NN . ·'XXl Aprile". Nella seconda metà del mese le grnncli azioni di rastrellamento si erano concl use con un buon successo per gli italian i. TI 17 maggio la zona compresa rra Trebnje e la frontiera

0 l ) Lombrassa era un ex reduce cli Spagna, e come ta le era clivencaco cl ireccore dclhi rivista ··Legion i e fa langi ... 0 2) Il desci no volle die C razio li passasse d,1 un a p ro vincia che sareb be stma clicb iar:1t:1 encro breve tempo ··zo 11:1 <foperazioni" ad un·altra, Catania. i n u na sicuazion e pressoché analog:1. l n seguii.O all o sba rco alleaw i n Sicil ia l'ex i\lw Cornrniss,trio, col loc;;ito a riposo do po il 25 l ugl io. si crnsferì a nord. Soll o la 1/epub blica Sociale lwli;m.i diven ne prefctco di Bergamo ( 25 onobre 1943-12 1mggio 1944), d i Raven na (1 2 m.iggio -1 ° ouol >re I ')44) e q uindi d i Torino (1° otcobre 1914-2-5 :1prile 1945), arrendendosi - u ltima ironia del la sorte - a partigiani ideologic,unente si mil i a quel li che per ventkinque mesi aveva st renuamente cornba tcu to a Luhian ,1.


I.A Fl'.'IE D E1.J:AM1\ JJ;sJ$T lv \ Z I01'E CIVILE: I.A SI.OVE:-;lA '·Z0:--1,\ IYOl'EllAZIOi\'I..

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Leclesca (Mokronog) venne accerchiata dal nucleo mobile della "lsonzo" e le locali formazioni partigiane fu rono sbaragliate. TI 30 maggio le colon ne italiane erano ri uscite ad ·'epurare" altre.sì la zona compresa tra Trebnjc, Metlika e Crnomelj. Spinti verso sud e sud-ovest, gli odred oltrepassaro no la Kupa, collegandosi nei pressi di Moravce con. distaccamenti partigiani croati. La divisione "Cacciatori del le Alp i" e il "X:Xl Aprile" att.accarono il 25 maggio la zona cli Moravce, coadiuvati eia unità del V Corpo d'armata. Le operazion i si conclusero con la dispersione, temporanea, delle Lruppc avversarie . Le operazioni militari erano qu indi ricominciate con una serie cl i s uccessi per l'Xl Corpo d 'armata. Anche a Lubiana, il 29 maggio, un nucleo mobile dei carabinieri aveva ind ividualo e liquidato una centrale operativa dell'OF La tecnica di Gambara, che prediligeva brevi attacch i improvvisi a grandi movimenti d i truppe, sembrava dare dei risultati soclclisfacenti. Nel giugno 1943 l'attività delle fo rmazio ni partigiane si s postò verso occidente, int.e ressanclo soprattutto i presìdi della Guardia alla Frontiera cli Longatico, Rakek e Velike Bloke e la linea fe rroviaria Postumia-I.ubiana . l{obotti, p reoccupato della recludescenza partigiana, inviò nuovamente in Slove nia la divisione '·Lombardia'', che s i sistemò presso Crnomelj, disimpegnando in quel d istre tto la '·Isonzo". Dal 13 giugno iniziarono veri e propri "bombardamenti a tappeto" ne lle regioni dove si sospettava la presenza cli "ribelli" 03). Nel frattempo alcuni distaccamenti ';ribell i" slove no-croati, a pprofittando dell'assenza di colonne italiane nella zona, si ricostitu irono in Suba Krajina , nei pressi cl i Senturje, otto chilometri a sud ovest cli Grosuplje . Il 15 giugno Gambara inviò in zona un contingente de lla d ivisione ;.Cacciatori delle Alpi". L'operazione proseguì il giorno successivo verso Metlika , mentre nei territori ';epurati" dai rastrellamenti (Senturje, Knin, Pagiene., Zrrnanja) gli italiani lasciarono dei p iccoli presìdi della JVIVAC. Gli anticomunisti avrebbero condotto nei giorni successivi azio ni di rastrellamento a corto raggio nei pressi d elle loro fortificazioni. Il 18 g iugno i partigiani inizarono a ripiegare ve rso Zuzernberk, dove vennero raggiunLi il 20 giugno dalle colonne della ;'Cacciatori delle Alp i". La ;'CacciaLo ri delle Alpi" p roseguì i rastrellamenti nella zona de i Gorjanci e de llo Zuzemberk fino alla fine d i giugno . Contemporanente il nucleo mobile della divisione arsonzo" conduceva un'analoga operazione nelle regioni a sucl e a sud-ovest dei Gorjanci, dove e rano stati segnalati nucle i ;'ribell i" croati in via di formazione . Il 29 giugno si svilupparono altri intensi scontri tra un reparto de lla divisione ,;Lombardia" e un odred partigiano a nord-est cli J\iletlika, presso i Corjanci. Sempre il 30 giugno 1.111 altro re parto de lla "Lombardia" eh-

(]3) G iuseppe Piemontese, ci i ., p. G1 .


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L·o cClJPt\ZJO:-< E IT.-\1.lt\K.-\ l>tLIJ\ SLO VENI /\ '194 1- 19.; 31

be un vio lento combattimento con un'altra formazione sloveno-croata nei pressi di Ostrc, su lle pendici nord occidentali dei Gorjanci. Complessivamente, anche il b ilancio cli giugno poteva dirsi soddisfacente . Ma il continuo ripull ulare cli fo rmazione p artigiane in zone appena rastrellate faceva bene intendere che q uel conflitto non avrebbe mai potuto avere termine, né, soprattutto, un vincitore. Gli italiani inseguivano i partigiani, e mentre li inseguivano, alle loro spalle si costicuivano nuovi nuclei nemici. Inoltre, l'afflu sso cli rinforzi dalla Croazia era ormai continuo ed inarrestabile. La presenza sul te rritorio sloveno cli p artigiani croati, serbi e bosniaci era tale da rendere ormai i "ribe lli" sloveni una minoranza. Nonostante le mis ure prese nel novembre p recedente e.la Grazio li e Robotti, la situazione economica della p rovincia era catastrofica . Tnteressami ris ulta vano i notiziari dell'XI Raggruppamento Gua rdia a lla Frontien\ che davano un q uad ro assai veritiero dell' insofferenza che la popolazio ne iniziava a nutrire nei confronti di quel la situazione d i interminabile emergenza. "Nostro confidente ha intercettato in una osteria un d iscorso fra alcun i sloveni. La conversazione si svolgeva sulla vita e sul live ll o econom ico raggiunco dalla po polazion e prima della guerra mond iale, quando la Slovenia era soggena al governo austriaco. Veniva magnificato tale regime come il migliore conosciuto dagli sloveni negli ultimi quarant'anni e per il quale lo s tesso regime jugoslavo sarebbe stato d i gran lunga in feriore specie nel campo sociale" (14). ln un notizia rio de l 30 giugno, la situazione veniva descritta con toni allarmanti: Ta po polazione civile lamenta sempre p iù l'aumento dei prezzi di prima necessità ed in particolar modo clei generi alimenrnri e ciel vestiario. È lamentata pure, ne lla zona cli Vclike Bloke, la totale mancanza di carne . La popola7.ione e.le i comu ne cli S. Vie! , non ammessa al razionamento di viveri, lamenta in particolar modo l'assoluta mancanza cli zucchero e sale, elementi indispe nsab ili specialrnemc per i bambini" (15). Il 1° luglio 1943 i reparti della d ivisione "Lombard ia" terminavano i combattimenti a Metlika . Sul campo erano rimasti 47 partigiani e 6 soldati ita liani. li 6 luglio, la "Lombardia" ebbe un nuovo sconLro, anche questo cli notevole intensità, con formazioni "ribell i" che si trovavano ad otto chilometri dal p residio d ivisionale di Crnornelj. Nelle operazioni di rastrellamento furono utilizzati in grandi quantità i reparti de lla MVAC d i Crnomel j e un contingente cl i usrascia e domo brani croati ( 16) .

(14) SME, Ufficio swri co, 'vl -3, F. 327. U. 2, .. Nolifiari giorn:di eri 1ra:;rne~:;i d,il Com,111clo dell X I Raggruppamcnco Guard ia alla Frontiera al Cornando della 2'' An nata··, Nm iziario n. 178, 27 giùgno 1943. (15) Ibidem. Noti zi ,1rio n. 181, 30 giugno 1943 (16) I "Domohrani .. er,1no i mernhri clelr esercico regolare croa to . Tru ppa raccolrn in fretw e compos1a da cos<:rilli , i,ri vi della p repa razione ideologica degli ustascia, i cl omohr:rni :;i d imostra rono i ne fficaci ed imffidabi l i alle stregua dei "gu,1rdisti "' serbi di Neclic.


L \ Fl\l E l)EJ.L°AMMI\IISTHAZI0 \1 8 CJV(f,E, I,;\ S1,0VE\IIA · ZON A D'O PERA7.IO\IJ"

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Il 10 luglio , in una locali[à a circa dieci chilometri a nord-ovest eia Semic, un re pa rto d ella "Cacciarori delle Alpi" distrusse il comando di una formazione partigiana della Bela Krajina . li 14 luglio il nucleo mobile d e lla divisione "Isonzo" sconfiggeva un a lrro nucleo titoista a Kobila , nel distretto cli Novo ìV!esto. Da lla metà del mese le azioni contro i presìcli della "Isonzo" e g li atten tati contro le linee Trebnje-JVlokronog e Novo Mesro-Straza raddoppiarono. La sirnazione nel triangolo Novo Mesto-Gorjanci-Metlika stava ridiventa ndo esplosiva come ne ll'autunno preced ente. Al contempo, nel settore occidentale, dal 7 luglio erano ripre:,:;i gl i assalti partigiani ai presìcli d e lla Guardia alla Frontiera, in mo d o particolare a Rakek. Gli scontri, soprattutto con la JVIVAC, furono in ogni caso d i m ino re inrensit,'ì rispetto a i cornhattimemi che si stavano verificando ne lla Dolenjska o rientale. A Lu biana la situazione appariva tranqu illa , a l punto che Gambara emanò un p rovvedimento che riduceva il coprifuoco dalle 23 in città e dalle 22 in provincia (17). Alle azioni terroristiche e di guerrig lia l'OF a ffia ncò dall'inizio dell'estate u n'intensa propaganda anti ita liana. J notizia ri della Guardia alla Frontie ra rappresenrnvano efficacemente la situazione. "La p ropaganda dell'OF", si leggeva ad esempio in u n notizia rio del 3 luglio "è più che mai intensa (. .. ) la propagand a assicura inoltre che se g li sloveni daranno gli a iuti chiesti (all'OF - NdA) , la Slovenia sarà in beve tempo libera ed indipe nde nte" (18). Quindi, un ult.e riore ';salto q ua litativo" ciel fronte di libe razio ne: dopo avere abbandonato le caratteristiche più marcatamente comunis te e cli sinistra , l'Of - nel tentativo di preclude re la strada ciel consenso riscosso d a u omini come Rupnik o Novak - evirava troppi riferimenti alla ricos[ituzione della Jugoslavia, predi ligendo un rag lio d ecisamente "g rand e s loveno" e d indipendentista . T.a propaganda avrebbe raggiunto il suo apice in occasione dello sbarco a lleato in Sic ilia: g li occu patori erano divenuti occupaci, e si stava delineando con p re c is ione la crisi d el sistema politico m ilitare italiano. La liberazione, almeno dagli italiani, era prossima. Alla propaganda del Fronte cli liberazione corrispond eva un ma lesse re d iffuso tra gli ambienti de l col laborazionismo. La MVAC, in modo particola re , accoglieva con preoccupazio ne le notizie provenienti dalla Slo venia settentrionale . Nella Gorenjska e ne lla Staje rska i te d eschi stavano conducendo, dalla primavera, un'ampia operazione cli ras trellamento, inasprendo a l con tempo le rappresaglie nei confronti della popolazione civile . Tra le MVAC, nel luglio, si stava diffonclenc.lo la voce cli un'imminente

(1 7) SME, Ufficio storico, .\•l-3. F. 327. 13. 2. l i Coma nd ante' d d J'XJ Corpo cl'armata al Comando dd b 2" An nata". 22 l uglio 194.l (18) SME, Ufficio stori co, M-3, f. 327, B. 2, ;,Koti zi,1ri gi orn alieri trasmessi dal Comando dellX I HaggruppamC'nto Guardia al b f rontiera al Comando della 2" Armata ". No ti 7.i:irio n. 184, 3 luglio 1943.


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L·occUl'A ZIONE l TAI.IA:M JJEI.I.A SLO VEì>JIJ\ ( 1941- 194; )

invasione tedesca de i d istretti meridionali, e i militi anticomunisti temevano, in tale caso, di poter essere colpiti eia rappresaglie in q uanto "filo italiani" (19). Cominiciavano a verifica rsi defezioni e diserzioni da pane de i militi collaborazionisti i quali talvolta raggiungevano le unità partigiane ma più s pesso s i avvicinavano ai cetnici d i Novak, cioè alla compone nte anticomunista ed anti italiana presente ne lla provincia. Preoccupato dall'intensificazione della propaganda partigiana ma anche dall'indebolimento ideologico del belogard ismo, il Vescovo Rozman scese in ca mpo in prima pe rsona. Venne o rganizzato, in accordo con Gambara, un itinerario propagandistico dell'a lto prelato (ufficialmente, una "visita pastorale") presso alcuni centri della provincia. li 19 luglio Rozman giunse a Cerknica, a sud est cli Lubiana. Ricevuco clal Comanclame del sotcosettore e da una rappresemanza del locale presidio della Guardia alla Frontiera, Rozman non pronu nciò un'omelia, bensì un "vibrante discorso" elencando "le nefandezze compiute dai b.c. (banditi comunisti - NdA) e rivolgendo un riconoscente saluto alle Forze .A nnate italiane che da tempo in terra slovena comhatrono il subdolo nem ico pe r il trionfo della civiltà cattolico e uropea" (20). Da Cerknica il Vescovo s i spostò q uindi a Begun je, pochi chilometri a nord-est, dove ripeté gli stessi concetti in un incontro con la locale compagn ia de lla .M\/,A..C. Il 21 luglio Rozman si recò a Nova Vas, ccl ebbe un cord iale incontro con il presid io della Gaf e con la compagnia della ìVIVAC di Vclike Bloke . Anche questa volm il p relato ricordò le "bassezze" dei "banditi comunisti" e ringraziò le Forze Armate italiane "(. ..) che hanno saputo dare p rova del loro va lore nella crociata contro il comunismo" (21). La "vis ita paswrale'' di Rozman proseguì nei giorni successivi, sebbene ragio ni di s icu rezza la avre bbero limitata ai soli d istretti occidentali. Aci oriente la s ituazione era ulteriormente peggiorata. L'intervento in p rima persona del Vescovo, che mai sino a quel momento si era esposto in q uel modo, e ra la d imostrazione della crisi in atto. Tuttavia il 22 luglio Gambara trasmise al Comando di Supersloda una relazione riassuntiva me nsile dai toni piuttosto ottimistici. ''Gli avvenime nti bellici ne i vari scacchieri, e più recentemente lo sbarco in Sicilia, hanno determinato una certa qual recrudescenza nella propaganda avversa. La popolazione si mantiene fedele al solito contegno in apparenza agnostico, corretto, attesista, dovuto forse alla speranza - per taluni certezza - del la p rossima "liberazione" dei Balcani acl opera degli anglo-sassoni o, come spera l'O.F., dei paracadutisti e dei soldati russi. L'idea comunista, in concreto mai radicata nel popo lo s loveno, tranne che in un'esigu a minoranza, trova semp re minori ade pti; l'idea nazio nal ista invece - per ovvie conside razioni - è in fase ascendente ed è

( 19) ibidem, N01.iziari o n. 199, 18 l uglio 1943. ( 20) Jhidem, l\otiziario n. 200, 19 l ugl io 1943. (21 ) lhidem, Notiziario n. 205, 21 l uglio 1')43.


I.A FINI' DEI.L\MMl :-: l~T RA7.f0NI' CIVILE: la\ ~LOVENIA ··7.0:sl,\ lrO PrnAZIONI"

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p rofessata eia coloro che sperano così cl i raggiunge re q uella sistemazio ne democratica della libera Sloven ia che il movimento partigiano - se fosse rimasto fedele alle sue premesse - non avrebbe mai saputo realizzare. I vari procedimenti in atto e la conoscenza della triste situazione degli elementi al bosco, impediscono l'ulte riore incre mento delle bande c.lell 'O.F., per altro oggi quasi inat.tive in vista, si dice, e.li futuri impiegh i. Notevole il numero delle costituzioni presso i vari presìcli della provincia. La situazione politica è pit1 de licata ne lle località non presid iate: la popolazione è continuamente costretta al doppio giuoco, a seconda della momentanea presenza delle nostre truppe o dei partigiani. Questi ultimi pe rò non hanno per nu lla accresciuto il loro p restigio, s ia per i soprusi, p iù o meno mascherati, che hanno fatto s ulle popolazioni (razzie, arruolamenti forzosi) sia per i concinui insuccessi riportati negli scontri con le nostre trup pe". Gambara descriveva quindi l'a ttività propagandista dell 'OF, con riferimento al mutamento clell'irnpostazione ideologica eia comunista a nazionalista. Circa la situazione economica, il Comandante clell'XI Corpo d 'armata non nascondeva le difficoltà, mitigate dai piccoli miglioramenti in qualche settore: "Ottimo il raccolto . Stazionarie - senza sintomi d i miglioramento - le attività commerciali ed industriali. Qualche leggero miglioramento nella produzione ciel legname eia costruzione a scapito però d i quello da arciere. In continuo depauperamento il patrimonio zootecnico. Perdura il disagio delle categorie a reddito fisso che non vedono se non un ulteriore peggioramento della I.o ro già grave situazione contingente" . Tn panicolare, Gambara riscontrava malu mori fra gli impiegati ed i pensionati "pe r gli scars i assegni che pe rcepiscono, inadeguati al costo attuale cl.ella vita" . A conclusione della relazione, il Comandante de l Corpo d 'armata illustrava i proh lemi che avrebbero meritato la particolare attenzio ne delle autorità: "Favorire il temporaneo trasferimento della popolazione dai centri più lontani ai centri presidiati per evitare ulteriori razzie e nuovi reclutamenti fo r7.os i cl.i uomini validi da parte de i b.c. (banditi comunisti - NdA) . Migliorare il trattame nto economico ciel personale ferroviario in vista del particolare compito gravoso che esegue" (22). L'ottimismo d i Gambara strideva con la pe rdurante situazione di allarme registrata da maggio nella Dolenjska orie ntale e in Be la Kra jina. Nonostante la sua sca rsa simpatia ve rso le o perazioni militari a largo raggio, almeno per quanto concerneva la situazione della Slovenia, il Comandante clcll'Xl Corpo d'armata dovette organ i7.zarc una nuova offensiva sui Gorjanci, con lo scopo d i eliminare i nuovi insediamenti partigiani sul massiccio.

(22) SME, l l fficio sto rk o, M-3. F. 327, B. 2, Il Comandante d ellXI Corpo d\1r1na ra al Comand o de lla 2" Arm,ita", 22 luglio 194.3 (l)oc/1/nelllo alfew110 n 26).


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l :OCCIJPA7.IONE ITAI.I AKA D EI.I.I\ 51.0VE:sllc\ (194 1• 1945)

Il fatto che la situazione fosse tutt'altro che tranquilla lo dimostrò inoltre la definitiva conclusione deU'interminabile confl itto tra le autorità civili e militari. Trasferitosi (o allontanato) Grazio li , l'Alto Conunissariato era gestito da Lombrassa, il quale aveva trascorso i rnesi di giugno e di luglio seguendo d'ufficio tutti i procedimenti iniziati dal suo predecessore nei confronti dell'Autorità centrale. Il 26 giugno il .tvlinistero dell'Interno aveva inviato al nuovo Alto Commissario uno schema di bando nel quale si definivano i limiti dei poteri legislativi dell'autorità civile e le competenze dell'autorità militare (23). Essendo alquanto confusa la ripartizione dei poteri tra le due autorità, Lombrassa richiese chiarimenti a Roma . La risposta sarebbe g iunta il 26 luglio 1943. Da quel momento l'intera provincia annessa cli Lubiana era cl.a considerarsi "zona cl'opérazioni" (24). I resid ui poteri civili (amministrativi, economici, sociali) sino ad allo ra cli p rerogativa dell'Alto Commissario sarebbero stari assu nti dal Comando Supremo e da i suoi rappresentanti in loco. L'Alto Commissa rio sarebbe stato mantenuto in carica q uale cl ipcnclcntc clcll'auroriLà militare ed esecutore delle d isposizioni dettate dal Comando clell 'XI Corpo d 'armata e da Supersloda. Significativa la data ciel provvedimento, all'indomani della caduta del Regime . Eliminato l'ormai ingombrante Fascismo , le Autorità militari finalmente potevano agire liberamente. Lo "Stato parallelo" che Mussolini aveva voluto anche in Slovenia, con la creazione di un Alto Commissariato non per caso sempre controllato da ·esponenti del Partito anziché da prefetti di carriera, aveva cessato di esistere. Dal 26 luglio 1943 la "provincia annessa" era diventata, anche ufficialmente, zona occupata dalle Forze Annate. Il sogno della ''Slovenia it.aliana" parte integrante del Regno, durato ventiquattro mesi, era terminato.

(23) t\CS, PCM, 1941-43 fl . 2(i63, F. l -1-13-57112, sotto fasc . 2, Il Ministero dell'Interno all'A lto Commissario per la provi ncia di Lu bi ,1na", 26 giugno 1913. (24) t\CS, PCM, 1941-13, 13. 3164, f. G 7/ 1. n. 22007, "Sloven ia zo na d'operazioni'·. Di· ch iarn i one di S.,'-". Vittorio Em,1n ude Ili Re e Imperato re, 26 lugl io 1943.


CAPITOLO SETTIMO DALLA "ZONA D'OPERAZIONI" AL CROLLO DELL'AUTORITÀ ITALIANA

(agosto-settembre 1943) TI 25 luglio 1943 l'Ufficio Operazioni dell'XI Corpo d'armarn ordinava una nuova azione su larga scala nella zona dei Gorjanci . Vennero impiegati nell'o perazione le divisioni "Cacciatori delle Alpi" e "Isonzo", il nucleo mobile dell'XJ Raggruppamento Guardia alla Frontiera ed alcuni battaglioni croati misti (ustascia e clomobrani). Nuovamente il massiccio fu accerchiato, seguendo lo schema dell'operazione condotta da Robon i nell'autunno precedente . Tuttavia la scarsità cl i truppe (due sole GG. UU . contro le quattro disponibi li nel 1942) ridusse i tempi e le modalità dell'azione. Dal 26 al 27 luglio le colonne de lla "Isonzo" da est e della "Cacciatori delle Alp i" eia sud-ovest compirono un energico rastre llamento delle pend ici !:> Ud-occidentali della catena mo ntuosa . La divisione "Lombardia" ch iudeva a s ud , presso Crnomelj, le evcmuali vie di fuga . TI contingente croato aveva operato uno s barrame nto a nord est e ad est, impedendo sortite verso lo Zumberak e la Croazia. La frontiera tedesca d i Kosranjrica venne chiusa dalle truppe german iche . L'o perazione si concluse il 27 lug lio , con la cattura di alcune centinaia cl i partigiani e la morte di altri 97 (1 ). Le azioni cl i rastrellamento previste in segu ito vennero tllttavia .sospese, in quanto alcuni nuclei partigiani avevano attaccato il presidio d i 7.uzemberk (d ivisione "Isonzo"). Le unità coinvolte su i Gorjanci vennero quindi .spostate verso occidente, e dalla se ra del 27 luglio operarono un ampio rastrellamento a Zuzemberk e a Trebnje . Le operazio ni a Zuzemberk proseguirono fin o al 29 luglio, e si conclusero con uno spezzo namento a tappeto de lla zona d a parte de ll'aviazione cl i Sussa . I partigiani, colpiti duramente dalla doppia azione da terra e dall'aria , si ritirarono a nord , verso Trebnje . 11 31 luglio le unità della "Cacciatori delle Alp i'' e della "Isonzo" inseguirono le fo rmazioni nemiche, infliggendo loro notevoli pe rdi[e. Tra luglio e ago.sto la divisione "Lombardia" corse sovente in aiuto ai reparti ustascia e domohrani, caduti in sangu inose imboscate sul confine italo-croato, sostenendo aspri combat.tirnenti con ingenti forze partigiane provenienti dallo 7.umberak. Nel frattempo , mentre il Co mando dell 'XI Corpo d'armata ord inava l'attacco s ui Gorjanci, era giunta a l uhiana la notizia della caduta d i Mussolini e del Regime fascista. Segue ndo le disposizioni ciel n uovo gover-

(1) SMF.. U Ticio scorico, F. 1362. SMl~E. Orer:1:r.io ni-'.'Jovit:ì op erative, Sincesi nov ità opera tive n. 14909, 28 luglio 1943.


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1: occt.:J>AZIONE rJALIA:>lA OEJ,U SI.OVF.NIA (1 9•• 1- 194.l \

no, Gambara e Lombrassa, quest'ultimo in a ttesa di disposizioni in quan to ex consigliere nazionale elci Pa rtito, avrebbero sciolto ne i g iorni successivi le o rga nizzazioni fasciste present.i nella provincia . Tn segu.ito a ll'inquadramento nell'eserc ito regolare delle truppe della Milizia, il 25 agosto 1943 il Raggruppamento CC.NN. "XXI Aprile" si sare bbe trasformato in Raggruppame nto legiona rio "XXI Aprile" posto alle dipende nze dire tte ciel Corpo d'armata. L'avvicendamento tra ì'vlussolini e Badoglio venne accolto con sorpresa tra la po polazio ne . "T.a notizia delle dimissioni di Mussolini", si leggeva nel notiziaro giornaliero della GaF data to 27 luglio "ha destato enorme impressione e giubilo tra gli s loveni. Nella massima parte, essi rite ngcmo che l'Italia cesserà le ostilità e ntro breve tempo e che la dichiarazione ciel nuovo Governo, circa la p rosecuzione della guerra a fianco della Germania non abbia altro scopo che quello cli mettere l'Esercito nazionale in condizioni cli fronteggia re evencua li rappresaglie da parte tedesca" (2). Tutta via, a l giubilo con cui venne accolta la notizia si sostituì in pochi giorni il timo re di una reazione eia parte tedesca. Alcuni re parti de lla MVAC chiesero ai lo ro corrisponclent.i comandi italiani d i prenderli con sé nella ritira ta, ne ll'evcnrualità che la l)(lehrma.cht occupasse la provincia cli Lubiana . Tn un notiziario ciel 31 luglio veniva efficacemente riassunta la posizio ne de i collaborazionisti. Poco inte ressati alla repentina fine de l Fascismo, i belogarcl isti temevano soltanto l'ira degli a lleati germanici: '·La situazio ne in Ita lia è seguir.a con crescente allarme dagli e lementi clericali i qual i affermano cli preferire il dominio italia no p iuttosto che l'occupazione tedesca" (3) . Conoscendo il mmamento c he i te deschi avevano riservato ai loro compatrioti nel nord, gli sloveni di Lubiana tornavano a vedere l'occup azione italiana come il "male minore". T timori, tra i fi lo italia ni ed anche fra la semplice popolazione, sarebbero pe rdurati per diversi gio rni, p rima che l'a pparente stabilizzazione del la situazione politica in Ital ia ; e soprattutto l'immobilità germanica, facesse ro tornare una certa sere nità. li clima sarebbe ridivenu to teso il 26 agosto 1943, con l'arrivo a Longatico cli un battaglione tedesco autotrasportato della 7P divisione (appartenente al XVI Corpo d'armata cli stanza ne i cl istre Lti settentrionali) inviata , cli comune accordo con gli italiani, per pro teggere la locale linea ferroviaria. Conscio de ll'impo rta nza degli avvenimenti ciel 25 luglio, l'OF incrememò la propaganda tra la popolazione, sostenendo che la caduta del Duce era soltanto il primo arto di un'immine nte fu o riuscita cle ll'lrnlia dal conflitto. Contemporaneamente, il servizio propagandistico partigiano riprese a la nciare volantini tra le truppe italiane, con lo scopo cli convin-

(2) SM E, lJfficio sto rico, M-3, .F. 327, B. 2, >lolizi,,ri gio rnalieri trasmessi dal Comando dcll'Xl Raggrup pamento Guardi ,1 alla Fronticr,1 al Corn:rn ùo dell a 2" Armata, Notiziario n. 208, 27 luglio 1943. (3) !bide111. Notizi,i rio n. 212, 31 luglio 1943.


DALLA ··zoN,1 IYOPERAZIONr· ,\ L CROl.1.0 D EI.I..At.:TORITA ITAI.IA'.':,1

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cere i soldati a ribellarsi, ad arrendersi oppure a d isertare. La "guerra cl i Mussol ini" non aveva p iù senso che fosse combattuta, essendone uscito cli scena l'artefice (4) . In uno di q uesti volantini, datato 31 luglio e firmato dal presidente clell'OF Vidmar e dal segretario Kidric, veniva ripreso l'a ppello fatto agli italiani dalla propaganda alleata . "Il libello ribadisce l'invito che radio Londra e radio l\fosca avrebbero fa tto alle truppe italiane nella penisola balcanica 'cl i unirisi ai partigiani contro il comune nemico tedesco'" ed aggiungeva che il maggio re inglese Jones combatte con le brigate slovene. Nella seconda parte i redattori vagheggiano l'unità nazionale slovena " (5). Il 9 agosro 1913 venne rinvenuto dalle truppe italiane un nuovo manifestino, questa volta firmato dall'ineffabile maggio re \v il.liarn M. Jones, "supervisore rappresentante britannico", nel quale s i inviatavano gli italiani a cambiare campo, a consegnare armi, provviste e materiale ai partigiani non ché a fa r saltare "ponti fe rroviari, galle rie etc." per pregiudicare i movimenti tedeschi. Inoltre si richiedeva alle truppe italiane di ;'souoporsi alla protezione dei partigiani che garantiscono il libero rim1:iatrio" (6). Per tutto agosto sarebbero stati rinvenuti bo lleltini di questo teno re. Tuttavia , pochi furono i casi cli diserzione tra gli italiani. Il 10 agosto il l\ ucleo Interce[[azione segnalò all'Ufficio ;'I" clelJ'XTCorpo d'armata l'accercara presenza, tra le fila partigiane della brigata "Socer", d i soltanto quamo soldati italiani d isertori , tra cui un carabiniere già in servizio a Lubiana p resso il Gruppo CC.Rl{. "1vli.l ano" (ì) . Dal 1° al 4· agosto 1943 la "Cacciatori delle Alpi" e la "Ison zo" proseguirono le operazioni di rasLrellamento nella zona di Trebnje, per poi s postars i verso Ajclovec, dove il 5 agosto i reparti divisionali ebbero un violento scontro a fu oco con una b anda partigiana. Negli stessi giorni numerosi attentati colpirono le principali linee ferroviarie della provincia . La mattina del 2 agosto un gruppo di ci rca duecento civili, in preva lenza donne, si riunì davanti alle carceri g iud iziarie di Lubiana pe r poi Lrasferirs i a piccoli grup pi nella centrale Piazza Congresso. Lo scopo della maniJesLazione era la richiesta cli scarcera7.ione immediata dei detenuti politici. Nel corso della protesta i manifestanti lanciarono grida di "Viva Italia li bera" (in lingua italiana) e cantarono l' inno nazionale sloveno . Tmervennero i carabinie ri clisperdenclo la manifestazione ed arrestando 38 sospetti, che ven ne ro deferiti per d irettissima al Tribunale militare. Ventisei imputati furo no condannati a pene variabili dai cinque ai dod ici anni di ca rcere (8). Fu la p rima grande manifestazione di prmesra dal-

(4) Si'vlE, l Jfficio stork:o, M-3, I'. 327. R. l , Nmiziari i\udeo Jntcrce11:1zionc del Co1n31Klo deJrXI Corpo d·:mnaca - Ufficio I nformazio ni , ;s.Jot i1/.iari n. :392, 4 agosto 1943, n. 396. 8 ;1gos10 1943. n . 413, 25 agosto 1943, n. 146. 28 :1gos10 1943. (5) Jhidem. NoU1/.iario n. 395, 7 agosto 1943. (6) I bidem, Notiziario n. 397. 9 agosto 1813. (7) Ibidem, Noriziario n. 398, 10 agosto 1943. (8) SME, Uffi<.:io Storico. M-3. F. 327. l:l. 2, Telescrini i n p.in enza dal Cornanclo deWXI Corpo cl'armaw, 11 Comand,1n1e dell'XI Corpo d'ann ata a Superslo cla, 2 agosto 1943.


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t:OCCl iPAZIONE ITAI.JA'.'1,1 D EI.I.A SLO VENIA

( 1941-194.l )

l'inizio dell'occupazione italiana . Nelle ore seguenti i carabinieri e g li agenti di polizia ebbero numerosi conflitti a fuoco in zona Tre ponti ed al Parco Tivoli con elementi dell'OF. La caduta del Regime aveva aumentato l'attività propagandistica e mobilitativa ciel Fronte cli liberazione. Tutt.avia, dal p unto cli vista militare , non si era rilevata una particolare recludescenza partigiana. Le forze partigiane erano s tare individuate principalmente a Ribnica, lungo il tratto ferroviario tra Ribnica e Brega, a Trebnje e a Novo Mesco. Forti contingemi "ribelli" venivano inoltre segnalmi a Karlovac e sullo Zuzemberk, zone croate attigue alla Slovenia sovente utilizzate come passaggio dall'una all'altra parte della frontiera. Meno notevole appariva la presenza cl i partigian i ne i territori ad ovest d i Lubiana e sul Krim. La scarsità cli azioni cli rilevante importa nza da parte degli odred non significava che l'OF fosse allo .sbando. TI 9 agosto il Nucleo intercettazione ciel Corpo cl'arrmua individuò, o peranti già da alcune settimane sul territorio, clue divisioni partigiane (la F' e la 23 Divisione Slovena): l'Esercito d i Liberazione si era dunque costituito, unendo gli sloveni della provincia di Lub iana agli sloveni del nord ed a quelli della Primorska italiana (Posturnia) (9). A tali formazioni si dovevano aggiungere numerosi distaccamenti croati , serbi e bosniaci. Dal 5 ago.sto si ebbero numerose scaramucce tra pattuglie della "Isonzo" e nuclei pa rtigiani nella zona presso Novo Mesto. Venivano segnalate inoltre presenze partigiane lungo la frontiera settentrionale, in fuga dai rastrellamenti operati dalle truppe tedesche. Sul confine sloveno-croato si verificarono 1'8 agosto scontri tra gli usrnscia dipendenti dalla divisione "Lombardia" e le formazioni titoiste provenienti eia Karlovac. Lo .stesso giorno veniva segnalato il trasferimento cl i forti unità partigiane dalla Velika Gora al Mokrec, pochi chilometri a sucl-est cli Lubiana. Altri scontri nel distretto cli Novo Mesto, quesrn volta tra parrigiani e militi anticomunisti collegati alla "lsonzo", si verificarono il 9 agosto. Sui Gorjanci, conclusa l'operazione della fin e cli luglio, riapparvero fo rmazioni "ribelli", inquadrate nella XIII brigata proletaria. Complessivamente, la pri ma decade di agosto non creò particolari preoccupazioni agli italian i. Gamhara, sempre p iù convinto della validità della "politica presidiale" ordinava brevi ricognizioni e rastrellamenti a corro raggio, predil igendo in ogni caso l'assetto difensivo delle trup pe nelle fort ificazion i presidiali. Soltanto in casi estremi, come negli episod i che vedevano g li al lea ti croati soccombere agli attacchi partigiani, il Comandante dell'XI Corpo d'armata ordinava alle sue GG.UU . azioni più estese. Le truppe italiane avevano in una certa misura accenaro di ricoprire il ruolo di "assediaci". Nel frattempo, preoccupato dalle reazioni negative reg istrate tra le fi-

(9) SME, Ufficio storico, M-.) . F. 327, 13. 1, Notiziari Nucleo Intercettazione cJe l Comando cJeffXI Corpo d",1rmata - Ufficio Informazioni, Notiziario n. .'397, 9 agosto 1')43.


DALLA ··ZO/\,\ O'OPF.RA7.IONr·

,,L CROL.l.0

D~J.V,\ t; TORlT A lTAI.IAKA

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la della MVAC all'indomani del 25 luglio, il Vescovo Rozman continuava il s uo peregrinare al fine di spronare gli sloveni "bianchi" a proseguire la Joua ai comun isti. Il 9 agosto l'alto prelato si recò a Rakek, presso il locale p residio della Guardia alla Frontiera. Tuttavia, ascoltando attentamente le parole del Vescovo, si d enotava , anche in lui, una certa malcelata preoccupazione . "Parlando della guerra in corso ( Rozman - iVdA) ha affermato che d ifficilmente una delle pa rti contendenti potrà raggiungere una effettiva vittoria sull'altra, ma se i popoli dovranno prevalere sugli altri , potranno essere soltant.o quelli che si sono mantenuti vicini a Dio ed alle dottrine cristiane, poiché senza la provvidenza d ivina nessuna meta potrà mai essere raggiunta" . L'ufficia le della Guardia alla Frontiera che redasse il notiziario annotò inoltre: "Secondo alcune voci, il d iscorso è stato definito come 'coraggioso', per quanto non sia mancato chi lo abbia ritenuto un po' impru de nte" (10) . La ·'crisi" del collaborazio nismo fu seguita con attenzione, come si è visto, dal movimento cetnico sloveno. Tuttavia anche i partigiani, convinti dagli emissari britannici, tentarono cli estende re la propaganda già in atto verso g li italiani ai militi della MVAC. Ad alcuni presìdi anticomunisti della Guard ia alla frontie ra furono recapitati appelli firmati dal maggiore Jones, nei q uali si chiedeva ai belogardisti di abbandonare gli italiani e cli unirsi alle unità t.itoiste (11). La crisi del sistema politico-militare italiano stava coinvolgendo anche le s ue creature : le d iserzioni dalla .tvIVAC iniziarono ad aumentare. Il 10 agosto venne organizza ta una vasta operazio ne d i rastrellamento nella regione della Vdika Gora settentrionale , tra Ribnica e Cerknica, nel tentativo cli intercettare la fon nazione partigiana transitata nella zona 1'8 agosto e diretta s ul Mokrec. All'operazione partecipò il nucleo mobile della d ivisione "Cacciato ri delle Alp i" ed il nucleo mobile clell'XI Raggruppamento Guardia alla Frontiera. T.'11 agosto un reparto della '·Cacciatori delle Alpi" riuscì a debellare, do po un violento combattimento, una agguerrita formaz ione partigiana ne i pressi cli Bestetnje. Lo stesso giorno unità della Guard ia alla f rontiera e de lla MVAC locale condussero un'azione cli media scala nel territorio attorno al presidio cli Longatico, sgominando un piccolo distaccamento "ribe lle" . L'operazio ne si sarebbe protratta fi no al 13 agosto . Nel fratte mpo proseguivano le operazio ni a corto raggio anche ne lla Dolenjska orientale . li 12 e il 13 agosto il nucleo mobi le della divisio ne "Isonzo", in collaborazione con la MVAC di l\ovo 1Vlesto, intervenne con un rastrellamento nella zona presso Bela Ce rkev. A Breska Vas e a Sela Dorina ebbero luogo alcuni scontri a fuoco con un ità nemiche alla macchia.

(10) $,vl E, Ufficio ~lo ri<.:o, M-3, F. 327, 13. 2, Not iziari giornal ieri tra~messi cl,11 Comando clell'XI Raggruppame nto Gua rd ia alla Frontie ra al Comando della 2" Armata. Notizia rio

n. 22 l , 9 agosto 1943 ( 11) I bidem, Notiziario n. 222. 10 ,1gos1.o 1943.


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1: o cci.:m2101'E ITALIANA D ELLA SLOVE:S:l ;\ 0 9·i l-l913)

iVlenrre la situazione militare si risolveva in una serie 111111terrotta di scaramucce, a Lubiana l'Alto Commissario Lombrassa, deluso dall'assoluta inconsistenza del s uo incarico, e contrario all'avvicendamento tra Mussolini e Badoglio, si d imise. Tl 12 agosto la Presidema del Consiglio no minò nuovo Alt0 Commissario della provincia di Lubiana Riccardo Moizo (1877-1962). Già pioniere dell'aeronautica militare in Libia durante la gue rra del 1911-·12, il senatore del Regno generale Moizo aveva ricope rto la carica d i Comandante Genera le dei CC.RR.; generale cl i corpo d'A rmata fuori quadro, Moizo era stato messo a disposizione ciel Ministe ro della Guerra per incarichi speciali. Con la nomina d i u n alto ufficiale dipendente dal Ministero della Gu erra al ruolo cl i "st1perprefetto", la militarizzazione della provincia si era compi uta anche fo rmalmente. Dal 13 agosto gli sconrri aumentarono d 'intensità, estendendosi nelle regioni occidentali, nei dinto rni cl i Lubiana. Presso Plamik e Lavrovec il nucleo mobile della Guard ia alla frontiera s i scontrò con alcuni p iccoli nuclei cli partigiani. Proseguivano nel frattempo gli attentati contro le principali linee di comunicazione . La "Cacciatori delle Alpi" era impegnata dal 13 agosto in operazioni di rastrellamento presso Kocevje . Nella Dolenjs ka orientale proseguivano i combattimenti. Si era verificato un defin itivo raggrup pamento dei comandi dei Gorjanci con q uelli cli Karlovac, tanto da costringere Supersloda ad estendere il p residio dell 'XT Corpo d'ann ata anche alla zona di Karlovac, in Croazia. I reparti della d ivisione "Lombardia" e i battaglioni usrascia e clomobrani ad essa collegati si trasferirono dalla Slovenia alla Croazia, inseguendo la XTIT brigata proletaria nei territori a nord-ovest cli Karlovac (Mahicno, Zorkovac). Nel distretto di Novo Mesto e nella zona cli Trehnje la d ivisione "Tsonzo" e la MVAC riuscirono a de bellare una p resenza "ribelle" a Smarjeta e Crnovo. La formazione partigiana riuscì a sfu ggire dall'agganciamento, dirigendosi verso ovest in direzione di Trebelno , dopo avere lasciato sul campo numerosi caduti. Altri scontri tra la "Isonzo " e l'OF si e bbero il 13 agosto in seguito al deragliame nto e.li un treno s ulla li nea Trebnje-Mirna causato da un attentato. Venne o rgani7Zato un rastrellamento in tutta la valle ciel fiume Mirna. Alla metà del mese di agosto il Nucleo Intercettazione dell'Ufficio 'T dell 'XI Corpo d 'armata segnalò la ramificata presenza su tutto il territorio p rovinciale di un'organ izzazione segreta collegata all'OF, la "Guardia delle strade e delle vie". "Questa sare bbe un'organizzazione allo s tato potenziale destinata ad agire appena si sa rà determinato il crollo dell'esercito occu patore. Attualmente avre bbe ramificato clandestinamente i suoi aderenti in ogni casa per indagini preliminari e per la p reparazione degli elenchi di coloro che al momento opportuno dovrebbero essere trucida.ti. Ventimila lubianesi dovre bbero subire q uesto fatale destino, cli ogni ord ine e ceto sociale: belogarclisti, sokolis ti, cetnici, ex orjunasci, preti, gente faco ltosa, indus triali, commercianti, contadini, possidenti, intellettuali, impiegati, agenti cli poli zia, ecc., pe rfino g li stessi collaboratori de ll'attività ribelle . Solo i fede li comunisti sarebbero rispar-


DAI.LA "20:-IA 1)'0PERA7.IOKI- Al. Cl(O Ll.0 OEl.l.'Al ITORITc\ IT\UA:-IA

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miati. Le proprietà degli uccisi et i beni pubblici dovrebbero passare al nuovo governo . Paracadutisti russi scenderebbero nella Slovenia per aLtuare assieme ai comunisti sloveni questo regime di terrore che dovrebbe avere inizio improvviso, a Lubiana, mediante appositi segna li " (12). Il Nucleo Intercettazione aveva basato le proprie indagini esclusivamente su un dispaccio dello Stato Maggiore clell'Of. Probabilmente si trattava di un tentativo di controinformazione o rganizzato da i dirigenti collaborazionisti per impedire ulteriori diserzio ni cl i militi MV!\( verso i partigiani. Tuttavia va rilevato che l'atteggiamento dei partigiani nei confronti dei quisling sloveni nella seconda metà del mese d i agosto era cambiato rispetto al tono ciel volantino firmato dal maggiore Jones, citato precedentemente, con il quale si invitavano i militi anticomunisti ad unirsi alle forze clell'OF Gi~t l'8 agosto era s tato rinvenuto un ciclostilato del Fronte di liberazione nel rione di Nova Jarso, a Lubiana. I partigian i, si leggeva nel manifestino, "vengono denunciati ai carnefici italiani e tedeschi dai belogarclisti e dai mihajloviciani, è pertanto mollo chiaro quale sarà il destino che attenda questi ultimi da parre della giustizia alleata" (13) . Le minacce partigiane iniziarono ad attua rsi dopo il 20 agosto: numerosi militi anticomunisti vennero trucidati dalle squadre ciel VOS. La stagione della vendetta era iniziata (14) Il 17 agosto un altro attentato interrompeva nuovame nte il tratto fe rroviario Trebnjc-Mirna Pec. Ai rastrellamenti della divisione "Isonzo" e della MVAC i parrigiani risposero con ulteriori sabotaggi della linea fe rroviaria. I] 18 agosto intervenne l'aviazione, che bombardò la regione a no rd est di Trebnje . Nuovamente la risposta dei partigiani furono altri attentati sulla linea fe rroviaria. L'estenuante situazione si sarebbe protratta pe r runo il mese. Mancavano Lucrnvia scontri con grandi unità parigiane. Considerata la presenza di ben due divisioni dell 'Of e di numerose formazioni cli media (onsistenza provenienti dalla Croazia e dalla Slovenia settentrionale, risultava curioso che le azioni nemiche si limitassero acl attentati s ulle linee ferroviarie e d ina nnzi ai rast rellamenti. In realtà , l'Of stava attendendo l'imminente crollo dell'autorità italiana, preferendo risparmiare il

(12) SME, Ufficio storico, ,v l-3. I'. 327, 13. 1, Notizi ~ri l\'ucleo lnterceuazione ciel Comando cl cll'Xl Corpo d'armata - Ufficio Informazioni, :-.Jmiziario n. 101, 13 agosto 1913. 03) ibidem, Notiziario n . 396, 8 agosto 1943 (14) ibidem, Notizia ri o n. 409, 22 agosto 1943. Nelle sue memori e Roana ci w u n man ifesw, p ubblicato all.i fine ciel 1943 da u n,1 no n meglio icl cntific;Ha ·'élite sloven,1·· nel quale si denunciava che nella sola p rovi nci;i d i l.ub i:rna erano st,Hi massacrati dai partigiani in un ,11rno e mezzo p ii) d i quincl icimiht ~loveni , compresi intelle1.1.uali, sacerdot i, donne. giov,111i e bambini; numerosi fu ron o i sequestri d i pcrsom1 e ingentissim i i cl:111ni alla prop rie1:ì. Secondo il generale imliano J'eli 111irn1zione d i collabornionisti o cli p ersone sempliceme nle non schier,lle politica mente rapp resentò la principale al.livirà elci partigiani i n Sloveni:i ( ,via rio Ro,LtW , "OHo milion i di baionene'', /vlond,1dori, !Vlilano, 19·16, fl · 174).


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L·ocCCPAZIONE ITALIANA DEI.I.A Sl,OVEN IA (l94 1-19·1jl

più possibile le forze miliari a sua disposizione per potere affrontare l'evolversi della sicuazione. Le notizie circa uno sbarco alleato sulle cosce balcaniche ciel Mediterraneo erano vagliate con preoccupazione dai comandi partigiani. Il rischio che, una volra giunri in Jugoslavia (e in Slovenia), gli anglosassoni instaurassero n uovamente il Regno dei Karageorgevic era reale ed avrebbe compromesso i progetti postbellici del Comando supremo titoista circa l'assetto politico del la "Nuova Jugoslavia". "L'OF" si leggeva in un nociziario ciel Nucleo Intercettazione ciel 20 agosto "non vorrebbe oggi più impegnarsi a fo ndo nella lo tta contro d i noi, perché teme di non potere poi disporre d i forze sufficienri da opporre agli anglosassoni, qualora cosLoro, occu pando il paese, volessero instaurarvi l'ex regime jugoslavo" 05). D'altro canto, ancora p iC1 reale , si dimostrava un probabile attacco tedesco a Lubiana dopo il crollo italiano. In ogni caso si tramwa cli risparmiare le forze, limitando le azioni al "minimo indispensabile" per tenere impegnati gli italiani. Le o perazioni cli rastrellame nto continuavano. 11 21 agosto il nucleo mobile della divisione "Isonzo", p roseguendo verso nord-ovest un rastrellamento iniziato p resso Mirna, infliggeva pesanti perdite ad una formazione partigiana attestata tra l\tloravce e Sv . Kriz. Mentre continuavano i sabotaggi lungo le linee ferroviarie, in particolare sul tratto Lt1biana Trebnje, un contingente misto MVAC-usrascia si scontrò il 24 agosto su lla Kupa croata, a Pisarovina. Il contingente era stato organizzaw pe r sbloccare l'assedio partigiano al locale presidio clomobrano, che perdurava da alcuni giorn i. La bauaglia vide il successo dei collaborazio nisti e la ritirata della formazione "ribelle". Sempre il 24 agosto i carabinieri d ispersero un manifestazione organizzata clall'OF presso il Parco Tivol i ed in Piazza 3 !\faggio per celebrare la conq uista sovietica di Charkov. Il 29 agosto fu ro no segnalati paracaclucisti briLannici, sovietici e jugoslavi (questi ultimi inviati dal Governo in esil io) ne lla zona cli Idria, entro i confini storici con l'Italia (16). Ormai ridotto a semplice cronista degli avvenimenti, il Comando clell'XI Corpo d'armata stava conducendo una guerra d i routine senza alcuna speranza d i vederla risolta, e, forse, in attesa d i ord ini superiori circa il futuro d ella provincia . Il 30 agosto un 'altra manifestaz ione a Lubiana, organizzata in ricordo della fuci lazione di un esponente partigiano, venne impedita dai carabinieri e dalla po lizia, che effettuarono ventid ue arresti. Da circa un anno erano stati realizzati in Italia elci campi di internamento per gli sloveni ritenuti politicamente pericolosi. Come è stato eletto, la scelta delle località non era stata facile , tenuto conto dell'emergenza in cui si trovava anche il territorio metropolitano. Gli sloveni, insieme a numerosi croati, furono internati - sotto il conLrollo della Difesa Territoriale - nei seguenti campi:

(15) Ibidem, Notiziario n. 408. 20 agosto 1943. (16) Ibidem, Notiziari o n. 117, 29 agosto 1943.


D,\ I.LA " ZONA D'OPERAZIONr · Al. CIH) LLO Dl;Ll,';\ t :TORITA ITAI.I Ai':A

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Gonars, p resso Palmanova , dove dall'estate 191·l e rano concentrati gli ex soldati jugoslavi; Sagrado, presso Gorizia, dove il trauamenro dei prigion ie ri fu partico larmente duro; Monigo, in provincia cli Treviso; Chiesanuova, in provincia di Padova; Renicci, presso Arezzo. Altri camp i fu rono realizzar.i a Tavernelle, Colfiorito , p resso Novara. Numeros i furono gli sloveni deten uti nella tristemente famosa isola cli Arbe, in Dalmazia. Le p rivazioni, la fame, l'assenza delle p iù clemenrari norme sanitarie resero la vira degli internati s loveni e croati penosa ed inumana (17). 11 3] agosto Gambara inviò all'Ufficio Stampa e Assistenza dello Staro Maggio re dell'esercito un'ampia relazione circa la situazione della provincia di Lub iana. La relazione iniziava con la descrizione dello "spirito delle tru ppe". "La crisi del regime ed il cambiamento di governo hanno suscitato nella grande massa della truppa, insieme allo stupore, una certa sensazione cli sollievo, per la considerazio ne clic la fine della guerra dovesse orma i essere imminente. Superate le prime impressioni, si è fa tta palese la necessità cli continuare nella lotta. Comunque, anche nei p rimi giorn i, nessun incidente ha minimamente tu rbaro la disciplina nei presìdi e l'attività operativa particolarmente intensa. Anzi alcuni re parti , duramente impegnati per giorni e giorni in freque nt i sanguinosi scontri con i ribelli, hanno d imostrato che il nostro soldato ha saprno dare l'inte rpretazione più onesta cli tali avvenimenti politici, ignorando ogni. recriminazione o polemica cli parte nel solo interesse de lla Patria comune . Nel confronto con l'ancora elevato (poi corretto a mano da Cambam "abbastanza elevato" - NdA) spirito combattivo del soldato, acqu istano un intollerabile tono disfattista le invocazion i alla pace di certa nostra stampa. Per p reservare il morale delle truppe eia possibili perniciosi inquinamenti, ho disposto la censura preventiva su tutti i giornali in lingua italiana che entrano nella p rovincia e.li Lubiana, cons iderando che il novanta per cento dei loro lettori è costituito dall'elemento militare". Più p reoccupante si dimostrava il morale de lle cx Camicie :--Je re ciel l{aggru ppamento "XXI Aprile" . "Presso i reparti de lla M.V.S.N. - che h anno accettato con d iscip linata comprensione la loro inserzione nell'Esercito - hanno inciso su l morale dei legionari, p iù ancora della stessa caduta del regime fascista, le facili generalizzazioni della stampa a carico cli tutti co loro che militarono nelle

(17) S,'v!E, Ufficio sto rico, /Vl-3 , F. 75. A ppu nw a mano "Campi i nternati civil i., - Sup crsloda, l agosto 1943. Il numero preciso d egl i internaci non risu lta d agl i atei ufficiali, come ebbe occas io ne <li rilevare Grazioli i n u na comun icazione ,11 Min istero degli Interni del 18 gennaio 1913. Piemo ntese, ei a un çornp uto basato su i docu rnemi in suo possesso . chi u na cifra sti m,i w di 35 mila i nternali (Giuseppe Piemontese, ·' Venti nove mesi cli occu1x 17.ione irn lian,1 nela Provi ncia di Lubian a'·. Lubiana, 1946, p. 3 I).


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t:OCCl.:PAZICJNE IM l.l,1:-IA OEll.,1 SI.OVE:NIA r 19•,1- 194.~)

file ciel soppresso partito nazio nale fascista" . Si segnalava che i "legio-

nari" MYSN non ricevano la corrispondenza clall'ltalia, probabilmente a causa cli un ostru zionismo contro le ex Camicie Nere eia parte ciel personale postale ital iano. Circa i rapporti con gl i alleati, il Comandante clell'Xl corpo cl 'armara descriveva una situazione alquanto difficile . "Guardinghi con i tedeschi, sempre piC1 d ifficlent:i con i croati. L'impressione che l'lralia abbia dovuto sostenere il ruolo più ingrato contro il comune nemico, e le notizie da l fronte russo avevano già contribuito ad alienare molte simpatie verso l'alleato germanico, ed a scuotere la fiducia s ulla inv incibilità delle sue an :1i. Ora l'ingresso delle truppe germaniche in Sloven ia (l'episodio di !.on15'1tlco del 26 agosto - NdA), anche se non ha dato luogo al min imo incidente, tuttavia non ha contribuito ad alime ntare le si mpatie verso l'a lleato. l\'ei ra pporti con i croati, non manca un certo affiatame nto con i re parti d i ·uswsci', mentre il nostro soldato mostra una profonda disistima e diffidenza verso i 'domobrani''' . Nei confronti degli sloveni (''la popolazione dei paesi occupati") non era nutrita alcuna stima. "La popolazione slovena, che in genere non ha mai fatto nulla per attirarsi la nostra simpatia e la nostra fiducia, non esita ora ad esternare sentimenti di rincrescimento, temendo che il territorio della provincia possa passare sotto il totale controllo germanico. Comunque, attende la vittoria degli anglo -sassoni". Nella relazione veniva quind i citato l'incremento della propaganda partigiana che incitava i soldati italiani ad a bbandonare la lotta . Gambara si dimostrava tuttavia fidu cioso clell'inattaccabilicà politica ciel militare italiano. Si elencavano q uind i le forme cli assistenza realizzate per la truppa e si allegavano alla relazione i tabulati delle varie manifestazioni ricreative e sporcive effeuuate per risolleva re il morale ai militari. In panicolare, nel serrare della p ropaganda, era stara svolta clai comandi un'azione presso ogni reparto per ribattere alle "illazioni" secondo le quali gli avvenimenti ciel 25 lug lio fossero eia rite nersi il prologo della fi ne de lla guerra. La re lazione si concludeva con una se rie cli allegati circa la situazione dell'as::;istenza alle truppe e con una tabella riassurniva della for7.a numerica delle GG .UU. presenti ne lla provincia, ammontanti complessivame nte a 44.ì21 uomini (18).

(18} SM E, Uffidc> swrico . M-3. f. 32ì. R. 2, Il Comand ante dell'XI Corpo d 'anrni ta l Jf{ìc; io sot.wsezione Assiste:,nza allo Stato Maggiore Regio Esercito l{elazione sulservizio per il mese d al 15 l uglio a 115 agosto, 3 I agosto 1943, con allegaci. Gli allega ti comprendevano: Al legato n. 1 Forza media presente; Allegato n. 2 Provvecl i menci d isc ip li nari e penali: Allegato n. 3 Forme cli assistenza realizzate; Allegato n. 4 forme cl i propaganda realizzate; A llega to n. 5 Specchio visite ai reparci compiute dal ca po sottosezione "A": Allegato n. 6 Specchio delle malanie veneree clenuziate d ai dipe ndenti re parti clurnnce i l mese cl i agosto 19·13; Allegato n. ì fondi assegna ti ,11le divisioni.

·x·


DAI.I.A ' ZONA D'OPER/\ZJO:'W AL CROI.I.O DEJ.J:AUTOI\ITI\ )TAI.IANA

277

TI 1° settembre 1993 si e hhe u n poderoso acrncco partigiano presso il presidio della d ivisione .;Tsonzo" cli Mokronog. L'assalto fu respinto dagli ital iani, che inflissero molte perdite all'avversario. Effettuaca la sortita, le truppe cli presidio operarono un rastrel lamento nella zona circostance che s i protrasse fino al 2 setternbre, concluc.lenclosi con la cliscruzione elci comandi "ribelli" locali. TI 4 settemhre nella zona rra JVlackovec e Maljniek, presso Lubiana, alcune avanguardie della d ivisione ·'Cacciarori delle Alpi" in fase e.l i rastrellamento si scontrarono con un odred che impegnò gli italiani per alcun i giorni. A conclusione dello scontro, i partigiani riuscirono a dileguars i, suscitando la rabbia e.l i Gambara: "Io mi domando allora - e lo doma ndo sop rauutro a voi - " scriveva il Comandante dell'Xl Corpo d 'armata ai comandi a lui sottoposti "se merita la pena che cli fronte a un volgarissimo Oaki-Rajko-Klanjsek - ad un disgraziato Ton i qualsiasi - che sino a ieri vangava o batteva la mazza s ull'i ncudine - noi mettiamo canto di ufficiali c he hanno consumaro pantaloni e fosforo sui banchi e.li una scuola cli guerra e nei nume rosi corsi nelle varie scuole cl'ltalia!! 11" (19). 1\"ella notte del 6 settemb re alcuni n uclei partigian i impegnarono cl ue avamposti del presidio di Novo Mesto in un cruento combattimento. La reazione italiana impedì ai "ribellii" di collocare ordigni esplosivi sul vicino tratto ferroviario. Nell'ultimo notiziario gio rnaliero dell'Ufficio lnforn,azioni clell'XTCorpo d'a rmata, datato ì settembre 1943, veniva illustrata la clist.ribuzione de lle forze partigiane sul territorio provinciale . Le forze dell'Esercito cli liberazione e rano così dislocale : 1. Dintorni cl i Lubiana: espulsi dalla zona di iVIackovec dalla "Cacciatori delle Alpi", i partigiani si s tavano d irigendo verso sud-est, nella zona della Sloka Go.ra e della Racna Gora, dove si sarebbero raggruppati con formazioni operanti in qu ei territori . 2. Trebnje: erano stati segnalaci circa duecenco ;,ribelli" in transito e.la Nloravce, diretti verso Mirna Pec. Nella zona di Sv. Kriz i pa rtigiani avevano razziato viveri e bestiame alla popolazio ne locale . Il 5 settembre lo "Zapadno Delen jski Oclred" e le b rigate ·Tomsic'' e ''Sercer" si erano trasferite eia Ajdovec a Trebe lno , per congiungers i con le locali brigate "Cankar" e ';Gubec". Nella regione ad est di Trebnje stava dunque formandosi un consistente distaccamento dell'OF. 3. Su l fiume Radeska e nel la :zona cli Crmosnjice (Bela Krajina) operavano nuclei "ribell i" preposti dallo Stato Maggiore clell'OF al sequestro cli ingenti quantitativi cli grano da inviare a mugna i fiancheggiatori presso Srobotnik. 4. Gorjanci: erano sLate segnalate formazioni ne miche, prohabilmen-

(19) Il Comandante dell'XI Corpo d'arm~ ta - Ufficio oper,1zioni ai Comandami d i Reggimento, di Bau:iglione e di l{eparto corris pondente... 3 settembre 1943 i n: Gi useppe Piemontese,

cii., all.

XXX.


278

l,'OCCLll'AllO.\i E ITALIAKA l>EI.LA SJ.U VE.\ IIA ( 19 i l · l \>i j >

te appartenenti allo "Vzhocl no Dolenjski Oc.lred '', in transito tra Vrhpolje e Mihovo. 5. Karlovac: alcun i nuclei pa rtigia ni c roa ti avevano raggiunto il 3 sette mbre il villaggio cli Prilic; a Plaski s i e ra trasferita la temibile XIII lxigarn proletaria d'assalto. Era stato segnalato il lancio di materiale bell ico e propagand istico, denaro italia no , equipaggiamento e viveri eia aere i b ritannici sorvola nti la regione (:I O settembre). A Svetice era s tato individua to un altro forte nucleo partigiano, preposto al sabotaggio de lla linea ferroviaria Karlovac-!Vletlika . 6. Zona Horju l-7.aplana-Verconico-Velike Bloke: dall'interrogatorio di un pa rtigiano che si e ra costitu ito il Comando cli Corpo d 'a rmata e ra venuto a conoscenza dell'esistenza cli una "brigata Gorenjska" e.li c.irca trecento uomini, dotati cli arma mento individuale, nove fucili mitragliatori e due mitragliatrici. La brigata era comandata eia slove ni della Gorenjska e e.la croati (20). Con tale documento aveva termine la lunga ed estenuante cronaca dell'estate 1943. La sera del 2 settembre il generale Robotti ricevette dallo Sta to Maggiore dell'Esercito la "Memo ria 44", con gli ore.l ini pe r le unità da esso dipendenti operanti nelle regio ni perife ric he . Secondo lo Stato Maggiore Generale, le truppe opera nti ne l settore Slovenia-Croa7.ia e le tre d ivisioni stanziate sull'antica front ie ra italo-jugoslava avrebbero dovuto liquidare la 71" d ivisione tedesca, unifica rs i in un Gruppo d'armate e concenrrarsi nella zona cli Tarvisio, ostacolando l'avan7.ata germanica (21). Immediatamente dopo l'annuncio dell'armisti7.io, le unità italiane avrebbero dovuto entrare in trattativa con le formazioni partigiane locali per realiz7.are una cooperazio ne anti-tedesca (22) . Il 5 se tte mbre Roboni convocò a Susak i comandanti ciel V e de ll 'Xl Corpo e.l'arma ta dando !ore le disposizioni corrispondenti al dispaccio . L'XTCorpo d 'ann ata avrebbe dovuto sganciarsi con un rip iegamento in due te mpi sulla linea Colle cli Rakek-Monte Nevoso ed al contempo predisporre operazioni arte a bloccare p reventivamente l'eventuale ini7.iativa dei reparti della 71" divisione cl i fanteria della \Vehrmacht di stanza dal 26 agosto nei territori lungo la linea fe rroviaria Lubia na-Postumia . Le operazioni sarebbero state concordate con il XXTTT Corpo d 'armata (appartenente all'8a Annata) e.li sta nza nei te rritori metropolitani confinanti. Nel progetto cli Robotti si ipotizzava altresì, se le condizioni lo avessero pe rmesso, la costituzione d i una massa di manovra composta eia entrambi i corp i e.l'a rmata. Il V Corpo d'annata si sarebbe attestato a

(20) SME, Ufficio storico, M-3, F. 327. B. 1, .\Jotiziari Nucleo I ntercetwz ione del Comando del.l 'Xl Corpo d'armata - U fficio I nformazioni, Notiziario n. 426, 7 settembre 1943

( n ocumento allegato

11

28),

(2 1) Mario Torsid lo ( ,1 curn cl i), '·Le operazion i delle u n ità ita liane nel senern h re-otto-

bre 1943. siaw Maggiore dell'Esercito - Ufficio storico, Roma, 1975, p. 43. (22) Mario Roacca, "Otto rnil iuni. di baionelle", ,Vlond,1dori , Milano, 1946. p. 304.


DAI.I.,\ " ZONA D'01'EJ~ 7.IO:'<r · A L CROLLO OELL'AI JTORITA IM I.IA:-JA

279

sud, sulla linea Susa k-Monte Nevoso; eia esso si sarebbe s taccata la Divisione "Murge" la q uale, insieme alla divisione "Isonzo", si sarebbe attestata sulla linea Aidussina-Divaccia Banne, a copertura cli Gorizia e Trieste. Nei p ressi di Trieste si sarebbe schierata anche la 1'1 Divisione celere. Il Genio avrebbe provveduto all'approntamento cli mine per la distruzione delle vie di cominicazione. TI Comando d'Armata si sarebbe trasferito a Trieste. Robotti, informato dell'imminente capiwlazione, aveva dunque deciso cli abbandonare definitavamence la Slovenia, terra ingrata che non mericava certO cl i essere difesa : nel dispaccio ciel Comandante d'Armata non appariva alcun riferimento all'eventuale d ifesa della "provincia autonoma del Regno" (23). Il 5 settemb re lo Stato Maggiore inviò a Robotti l'ord ine di sganciamento della Divisione "Isonzo" e la concentrazione di questa presso Postumia , dove stavano afflue ndo dai giorn i p receclent.i numerosi reparti partigiani. Venne altresì impartito l'ordine di fa re arretrare le altre GG.UU. dell'XI Corpo d'armata verso occidente . Lo stesso giorno il generale Gambara dopo avere incontrato i comandanti delle Unità dipendenti, fu convocato a Roma. Il Capo cli Stato Maggiore dell'Esercito Roatta affidò al Comandante clell'XT Corpo d'armata l'incarico di assumere il comando delle d ivisioni mobili della 2a e clell'83 Armata (Comand i cl i Corpo d'armata , Divisioni, reparti cli rinforzo, esclusi il XVIII e il XXXV Corpo d'armata): si costituì il cosiddetto "Comando Raggruppamento Garnbara", costituito da d ieci-dodici divisioni. A Gambara ven ne affidato il compito cli eliminare le "forze ostili", attestarsi con il suo Raggruppamento tra l'Isonzo e il Tagliamento e possesso di Gorizia, di Udine e dei porti cli Fiume e Trieste. A d ifferenza d i quanto prospettato da Robotti, Roatta riteneva ind ispensabile alcresì il mantenimento del controllo sulla Slovenia: compito addizionale del nuovo Raggruppamento sarebbe stata quind i la difesa della piazzaforte di Lubiana e d i Novo Mesto, con l'impiego di alcune unit~t della "Cacciatori delle Alpi" e dell'intera divisione "Lombard ia", che avrebbe dovuro abbandonare la Croazia (24). "ln effetti l'ordine scritto per tale compito - diretto anche ai Comandanti le Armate 2,1 e sa - gli venne consegnato (a Gamham - Ndll) a Roma verso le ore 19 del giorno 8 (. .. ). TI ritardo nell'ernanazione d i tale ordine, dopo gli orientamenti verbali in precedenza fo rniti al Gene rale Gambara, fu dovuto alla necessità d i attendere il ritorno eia Torino ciel Generale Vittorio Ambrosio ( Capo di Stato lvlaggiore Generale - NdA) e anche alla considerazione che lo s tesso Capo cli S.l\1. dell'Esercito non si era ritenuto autorizzato a diramarlo senza il consenso del Comando Supremo. >!on sembra esservi dubbio che sulla ritardata diramazione e sul-

( 23) Mario Torsiello. cii . p p. 325-326. ( 24) 'viario Torsiello, cii., p. 73, ali. 6.


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l:OCCUPAZIO~E ITAI.IA~,1 DEIJ.A SL0 VEK I A (l\)sl -19·13)

le assicurazion i fornite al Generale Gambara in meriLo al tempo rite nuto necessario, abbia influito decisamente, come s u tante paralle le esigenze, la certezza che l'annuncio dell'armistizio non sarebbe giunto prima del giorno 12" (25). Partito da Roma in automobile alla sera dell.'8 settembre, Gambara si diresse a Lubiana . A Foligno l'ufficia le ricevette la notizia dell'annuncio dell'armistizio. Sorpreso, s i mise in comunicazione con lo Stato l.\faggiore ed ebbe l'ord ine di proseguire per la Slovenia e colà attuare quanto avrebbe poruro delle direttive impartitegli da Ambrosia e Roatta. Giu nto a Padova la mattina ciel giorno seguente, Gambara si incontrò con il generale Italo Garibolcli , comanclance del1'8a Armata, il quale "lo lasciò libero cli q ualsiasi d ecisione" (26) . Gambara tentò cl i mettersi q uind i in contatto con il suo Corpo d 'armata a Lubiana, senza riuscirvi. Gli fu invece possibile comunicare con Roh.otti, il qua le lo informò degli avvenime nti in Slovenia e de lla cad uta del capoluogo in mano Leclesca. Il Comandante dell 'XJ Corpo d 'armata raggiu nse qu ind i Robotti a Susa k lo stesso giorno , informando il Comandante della Seconda Armata del la sua recente nomina a Comandante del Raggrup pamento d 'armate: Robotti, che non era stato informato neppure del viaggio di Gambara a Roma, reagì malamente considerando tale decisione un'offesa, in quanto fino ad allora Gambara, come comandante di un Corpo d'armata di pendente dalla Seconda Armata, era stato un s uo su bordinato. La situazione nel frattempo era precipitata . La notizia dell'armistizio era giunta a Susak alla sera clell'S settembre. Robotti aveva dato ordine all'Xl Corpo d'armata, comandato in vece di Gambara dal generale Armando Lubrano, cl i raccogl ie re le tru ppe dei presìdi circostanti Lubiana all'interno della cinà, raffo rzando la cinta difensiva . Il mattino del 9 settembre, mentre Gambara s i trovava ancora a Padova, Robotti aveva ord inato cli applicare la "Memoria 44". Impossibilitato a comt1nicare con il genera le Lubrano e con il Comando cl.ella "Lombardia", il Comandante d'armata inviò un ordine al Comando della d ivis ione "Isonzo" affinché concentrasse le truppe a Novo Mesto pe r poi trasferirle nel setto re a nord di Fiume. Su perata la sorpresa iniziale, Roboni concordò con Gamhara il passaggio delle dipendenze: in attesa del trasferimento della d ivisione "Isonzo", il Raggruppamento Gambara avrebbe potuto contare soltanto sui comandi d'artiglieria , di genio e d'intendenza d'armata . TI 1O settembre Robott.i si trasferì a Lussinpiccolo insieme al proprio Comando tattico, con l'obiettivo cli raggiungere a Zara il comando dell'unico Corpo d 'annata rimastogli (il XVlll) . Nel pomeriggio dello stesso giorno unità partigiane iniziarono a dilagare nelle ciccà cli Susak e Fiume. Preoccu pato eia ciò, Gambara s.i crasferì a Fiu me, eia dove 1'11 settembre inviò al Comando

(25) Mario Torsiello, cii., p. 327 (26) Dalla relazione del generale Gambara, ciww i n ibidem . p. 328.


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della 23 Armata la seguente comunicazione: ''Vista impossibilità imporre nostra volontà, dato staro morale truppe in posto et situazione particola rmente grave per p r<.:ssione miglia ia partigiani, questo Comando habct concesso ingresso truppe germaniche per occupazione l iLOrale fiumano. Comando Armata et totalità se,vizi intendem~a completamente disciolti. Mancano notizie XI Corpo Armata. Truppe tedesche entreranno a Fiume in giornata. Da ieri pomeriggio situazione interna Fiume-Susak gravissima" (27). Roboni intendeva trasferirsi da Lussinpiccolo a Venezia. nel tenrativo di riorgani zzare colà le truppe sbandme provenienti dalla Venezia Giulia e dai territori ex jugoslavi. L'ufficiak giunse il 12 scnembre in un::i Venezia già occupata dal le truppe tedesche. Venuto a conoscenza della CJttura del Comando clell'Sa armata, Hobotti sciolse quindi il Comando tattico e ordinò di distruggere tulli i documenti in suo possesso. 1 resti della Seconda Armata (:alcuni reparLi del ·12° r<:ggiment.o CJvalleggeri di Saluzzo, appartenente alla P Divisione celere) furono dislocati da Gambara a presidio di Fiume lungo la spond ..1 dell'Eneo. Ciò nonostante, il 14 settembre le colonne tedesche entrarono a Fiume: la notizia dell 'avvenuta liberazione di Mussolin i su l Gran Sasso aveva consigliato a Ga rnbara cli non opporsi. Le aurorit:ì tedesche invita rono militari italiani alla collaborazione; tuttavia al rifiuto della maggioranza dei soldati , i reparti italiani furono disarmati e condotti a Trieste. Il 18 settembr e il generale Gambara, sono scorta tedesca, lasciò fiu me alla volta prima cli Tri este e quindi d i Lu biana (28). Finiva così il "Raggru ppamento Gambara·· e con esso la Seconda Armata. La dislocazione delle truppe dipendenti dallXI Corpo d'annata nei primi giorni cli settembre era la seguente: Il Comando del l'XI Corpo e.l 'Armata, con le truppe :1d esso sonoposte. aveva sc.;cle a Lubiana: tra le truppe cli Corpo d'armata , l'XJ Raggruppamento Guardia alla tronriera del generale Ghe presidia,·a i territori occidentali, men tre i " legionari" (cx Camicie Nere) ciel Raggruppamento "XXI Aprile" con trollavano la zona cli Kocevjc; la Divisione ·'Caccial'ori delle A lpi '', al comando ciel generale Luigi ,\Jaggiore Perni (Capo cli S.vl Teo.Col. Emilio formichi Remy dc Turict[lle) trovava sede anch'essa nel capoluogo; la Div isione ''Ison ;t.O", cornandanta dal generale Gu ido Cerrur.i (Capo di S.M. Ten. Col. Giovanni Carli) continuava a presidiare Novo Mesto; la Divisione ··Lombardia .., al comando del generale Pietro Scipione (Capo cli S.M . Ten.Col. Luigi Roherto Battaglia) aveva sede a Karlovac e conrrollava la regio ne croata per conto ciel Corpo d 'armata di Lubiana;

(27) D:tl la ri;:l:izione ck-1 gen~rale l{ohou i. citata in ibidem. p. :'\3'1, (28) A differenza di Robo11 i. Gambar:1 avrebbe :1derilo :1lb Repubblica Sociale• llalì:1na. dh·enendone Capo di s1:110 "laggiorc delre!>erci10. agli ordini del m:irt'.sciallo Graziani.


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l:O CCl JPA7.10:--IE ITAl.lA ì'iA l)El,I.;\ SLO V E:--II A 0 9·11-19<5)

la 401" squadriglia O .A., era dislocarn su l campo e.li aviazione cli Lubiana. A tali fo rze si dovevano aggiungere la Divbione Speciale di Polizia , il Gru ppo "Milano" dei CC.RR. , i reparti della Regia Guardia cli Finanza e le compagnie della NlVAC. Le tru ppe erano distribu ire in molti presìd i (circa duecento) e d innumerevoli posti ed avamposti: la capacità offensiva dell'XI Corpo e.l'a rmata, truppa impiegata eia ventinove mesi ne lla lo tta contro p iccoli reparti partigiani, era pericolosamente frazionata. La Slovenia tedesca e ra anch'essa presidiata; tuttavia d al 25 luglio i Comandi germanic i avevano fatto affluire lungo i confini ita liani n uove unità corazzate d e ll'e ntità di una divisione. Inoltre , dalla fine e.l'agosto Longatico, Planina e Verconico e rano presidiati eia u n battaglio ne della 71" divisione della Wehrmacht, affiancato a i reparti d ell'XT Raggruppamento Guardia alla Fron tiera. Un altro battaglione tedesco e ra sopraggiunto a Lubiana . Conscio e.lei pericoli che correva il capoluogo, Garnbara aveva ordinato il ra fforzamento della cinta dife ns iva cli Lubiana, ed altri rinforzi erano stati inviati nei rimanenti capoluogh i distrettuali. Ciò nonostante, !'Xl Corpo d 'armata, lo gorato eia mesi cli controguerriglia, non e ra in grado cli sopportare u n a ttacco cli forze regolari fresche e ben equipaggiate. Il 5 sertemb re il generale Armando Lubrano, facente funz ioni d i Comandante cie l Corpo d 'annata in assenza cli Garnbara in quanto ufficiale p iù a nziano, ricevette la "Memoria 44" e le corrispond enti d isposizioni cl i Robon i. Mentre il Comando cli Lubiana procedeva alla d ifficile operazione cli concentrazione delle forze d istribuite s ul territorio, sopraggiunse, la sera c.le ll '8 settembre , la notizia d ell 'armistizio. Due ufficiali re d eschi si recarono immediatamente eia Lubrano pe r intimargli la resa . L'uffic iale ch iese d e l tempo, in a nesa cli istruzioni e.la i Coma nd i superiori, ma la d e lega7.ione germanica respinse ra ie proposta ed informò Lubrano che nella mattina successiva le truppe tedesche avrebbero occupato manu nii/itari la sede del Comando d e ll'XT Corpo d 'annata . Congedati i due ufficiali germa nici, Lubrano impanì g li o rd ini, p revisti dalla "Memo ria 44", e la distruzione dei ponti attorno a l capoluogo. Tunavia , alle q uattro del mattino del 9 settembre, le truppe d e lla 7P divisione redcsca , va licata la vicina frontiera, bloccarono le porte della cinà . Lubiana fu immediatamente occupar.a ed i tedeschi catturarono i Comandi dell'XI Corpo e.l 'a rmata e della divisione "Cacciato ri delle Alpi" . Il capitano Melzi d 'Eril, distaccato presso il Comando di C.A. cli Lubiana, ricorda le concitate e tristi o re s uccessive a ll'a rmistizio: "Alle 7 d e l mate.i.no" (del 9 settembre - NdA) "tutti g li ufficiali d el Coma ndo ven nero riuniti in un salone e inv itati a consegnare le armi. Ci venne concesso u n permesso perché potessi mo ritira re i nostri bagag li ne i rispettivi a lloggi; trascorremmo il porneriggio nei nostri uffici fart is i dese rti e me lanconici, in attesa cl i o rd ini. Verso sera ci fecero salire su e.l i un p ul mino rosso che panava l'insegna e.l i u n g razioso albergo ciel lago d i Bled (che conoscevo come u no d e i luoghi più deliziosi delle Alpi) e


[)Al.I.,\ - zoNA IYOJ>Elv\7.10 \ ff° 1\ I. Cl(()J.L() l)[(l,l .'1\ CJT OHITA n ;11.1<1Ntl

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son o scorta c i portarono p resso Se . Vie.I dove d o rm immo all'addiaccio in un campo sportivo cbe a nda11a v ia via riempiendosi d i militari rastre llati nelle zone di Triesce e de ll 'Istria . Con noi c'erano .il generale Lub ra no e il colonnello Luc ini" (29). J1 10 settembre g li ufficia li furono riuniti p resso l'ex sem ina rio d i St. Vid ; quindi, il 12, iniziò il tras ferimento verso i campi cli concentramento in Po lonia. Altre ttanto d rammatica s i p resentò la situazione n e i p resìcli. Nella zona controllata dalla "Caccia tori delle Alp i" la preesiste nte p resenza d i repa rti Le cleschi (Longatico, P la nin a , Vercon ico) contribuì acl accelle ra re le o pe raz ioni germaniche: immedia tamente dopo la proclamazione d ell'arm istizio, rutti i p resìcl i furo no b loccati e pa ra lizzati. In molti casi i p artig ia ni approfittarono d ello s band amento delle truppe italiane per a Lmccarle . Nonosta nte alcune reazion i iniziali , la q u asi tota lità d e lle truppe presid ia li della "Cacciatori delle Alpi" cedette, arrendendosi ai ted eschi. SoltanLO alcuni re pa rti ciel 51° fan te ria riuscirono fortu itarncnte a sfuggire a ll 'incapsulame nto ed a raggiungere p resso Ru p pa la ia Divisio ne celere, p resegu e ndo con essa in d irezione di T rieste . Nel corso della marcia il ragg ruppa me nLO, privo di ord ini chiari d a i latitan ti Comand i supe riori, s i sbandò e s i ridusse sens ibilmente come forza numerica. Poiché il gen e rale Perni, coma ndante della d ivisione, era stato cauuraro dai tedesch i a Lu b iana ins ie rne a l generale Lub rano, l' in izia tiva passò al Coma ndante dell'artiglie ria ùel Corpo d'armata , gene rale Giuseppe Fa va . Costu i riuscì , il pomeriggio d el 9 sette mbre, a concentra re a lcuni b attagl io ni d el 51° fa meria e una p arte d elle a niglierie a lui sottoposte presso Ribnica . L'ohieLrivo d i Fava era raggiungere con i suoi uomini Fiume e eia q uesta città proseguire verso Trieste . TI 10 settembre la "colonna Fava'' fu fe rma ta d a unità pa rt ig iane che intimarono a lle trup pe italiane la resa: d ai successivi negoziali si giunse ad un accordo che p reved eva la cessione e.la p arte degli iLa liani d e i mag azzini, dei d epositi e d e lle arm i colle tt.ive in cambio del permesso di transitare._Nel pome rig g io Fava raggiunse Fiume, dove si incontrò con Garnb ara. T.' 11 settemb re venne com un icato a Fava che pe r ordine cli Ga mba ra l'XTCorpo d 'a rmata era stato d iscio lto . Orma i allo sba ndo la colo nna d i a rtig lie ri e fa nti p roseguì la ma rcia fino a i'vlune; co là venne fermata, il 17 settembre, d a alcuni re pani partigian i. I soldati, o rma i allo stre mo, consegnarono le anni e s i dispersero . Pi ù compatta si dimostrò la d iv ision e "Lombardia '·, cl i srnnza n e lla zona cl i Karlovac-O zeli (Croazia) e Crnome lj (Slovenia) . Il 6 sette mbre la d ivisione aveva ricevuto l'ord ine cl i abbandonare la C roazia e di dirigersi verso Novo Mesto, dove avrebbe ril.evato la "Isonzo'', destina ta a s ua volta a presidiare il confine storico con l'Ttalia. Lo spostamento avrebbe d ovuto inizi,1 re il 9 settembre . G iunta la notizia clell'armistizio, il genera-

(29) Gian Pao lo Me lzi D'Eril, ·' tln'esutc ne ll ,t Slove nia in Jb1nme (l943Y-, Cavallotti. Milano, 1990. p p. 66-68


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1:occt: J>AZLONE rli\l.LANA [)EL.I.,\ SLOVEK LA I [\)q L- 1943)

le Scipione prese contatto con le aut0rità militari croate per procedere ad un avvicendamento incruento ne i presìdi , rendendo possibile la concentrazione delle fo rze d ivis ionali italiane. Tuttavia, il mattino del 9 sette mbre, Ante Pavelic in un cele bre discorso alla radio ordinò ai domobrani e alla milizia ustascia cli attaccare immediatamente tutte i re parti italiani presenti su l territorio dello Staro lnclipenclenre cli Croazia, considerati trad itori deH'alleanza (30) . li Comando della "Lombard ia" mise in s tato d 'allarme tutte le unità, ed e bbero luogo cruenti scontri. Le fo rze croate attaccarono il Comando d ivisionale cl i Karlovac che, dopo una furiosa battaglia, si arrese alle preponderanti fo rze avversa rie. Scipione venne condotto a Zaga bria e quindi fu trasferito in un campo d'internamento in Germania. Successivamente, tutte le un ità della ;'Lombardia" dislocate nei pressi della citt,ì si arresero. Alcuni reparti della divisione, provenienti da Ozeli e eia altri p resìdi croati, raggiunsero il presidio sloveno di Crnomelj, dove la guarnigione italiana stava conducendo trattative con i part.igiani. .Anche in tal caso i negoziati s i conclusero con la cessione dei magazzini e delle armi collettive in cambio del permesso di transit.o. li 10 settembre i resti della ,;Lombardia" lasciarono Crnomelj in direzione di Villa ciel Nevoso e Fiume . Nei pressi di Kocevje si d iffuse tra le truppe l'infondata notizia d i un imminente attacco tedesco, con una consegllente fuga cli numerosi solda ti. I residui della colonna riuscirono tuttavia a proseguire la marcia. A Osilnica gli italiani vennero fermati eia unità partigiane, le quali stavano procedendo al disarmo cl i reparti s bandati della NIVSN e della Guardia alla Frontiera . Curiosamente i titoisti accolsero cord ialme nte i militari della ;,Lombardia", forse pe rché informati degl i scontri che gli italiani avevano sostenuto con l'esercito croato e gli us tascia, e dopo averli rifocillaci li lasciarono transitare (31). La colo nna raggiunse Susak il 12 settembre, trovando Lultavia i ponti del fiu me Eneo chiusi per ord ine cli Gambara . La colonna, disperata, si d issolse . La d ivisione "Isonzo" venne raggiunta da lla notizia dell'armistizio memre era in procinto di concentrarsi e q uindi trasferirsi a Postumia , come o rd inato dai Comandi superiori. L'organizzazione del trasferimemo e ra resa difficoltosa dall'assenza di linee telefoniche, interrotte dai partigiani la notte de l 7 settembre; ciò nonostante, il generale Cerruti riuscì a concentrare a )Jovo J\ilesto e Trebnje circa 12 mila uomini. li 9 scue mbre una delegazione partigiana guidata dal maggiore britannico Jones si incontrò con il comandante della divisione, chiedendogli la consegna delle armi. Cerruti rifiutò. Tuccavia, venuto a conoscenza della resa de l Comando di Corpo d 'armata e della "Lombardia", consegnò ai partigiani le armi extra organico e materiale bellico, disarmando inoltre le compagnie

(30) Al cl i 1ft della retorica. J°nhietrivo d el f'oglaim ik era la rirnnqui:;ta dell'.1gognata

Dalma zia. (31) .Mario Torsic llo, c il .. p. 339


l)t\l.1..1 -7.0:S:,\ Il 01'1:l<AZIO"

11 CROLLO l ll'U. ,\I I ORITA

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285

i\lVAC poste alle dipendenze della Divisione. Jn cambio l"ufficiale ottenne la libertà di transito in direzione di fiume. ;,lei p rc:,;si cli Stari Log la colonna venne nuov;.1mente fermma da unirà p:irtigianc, alle qual i gli italian i dovettero cedere un terzo delle armi in dotazio ne. L'll settembre, a Koce\'je, si ebbe u11a ennesima trattati,·a con i titoisti e nuovo materia le fu consegnato in cambio del permesso cli transitare. La colonna nel fr:mempo si st:1v:1 d isgregando, per I<.: numerose diserzioni. Cerrn ti, rendendosi como dell'i mpossibili tà d i proseguire e preoccupato della debole7.za rappresentata da una 1m:ssa di uomini disa rmati, decise di consegnare le armi rimaste in dotazione ai partigiani, considerandoli rappresentanti del le Nazio ni Un ite con le quali il Governo legiu irno del ma resciall o Badoglio aveva concluso l 'a rm isti zio. La Grande l ·nit:ì fu quindi disciolta (32). Molti soldati si sbandarono, ma alcuni, pur disannati, proseguirono la marcia ,·crso il contìnc italiano. I nLcrt:ssamc. e significativo, fu il co111porra menl<> del Co,rn1ndante del la Divisione : .. il Generale Cerru ti si unì ai partigian i e con ess i combatté sino al 28 seuembre nei boschi della Slo,·enia. da semplice soldato·· <.33). A tubiana. in assenza di Gambara e con la cattura di Lubrano. runica ~1 utoritiì i wliana rimasta era l 'Alto Comm issario !vloi7.o, p rotetto dalla Divisione Speciale e.l i Polizia e da alcuni reparti dei CC:.RR. l{elegata in un ruolo ormai soltanto formale d al processo cli militarizzazione della provincia, la figura dell'Alto Commissario paradossalmente assunse in quelle ulti me e concitat<c: ore una funzione nuovamen te sostanziale. Le au Lorità m ilit ari tedesche, giun te nc.:lla sede del l'Al to Comm issariato, sottoposero all'anziano generale 1111 documento da sorroscrivcrc nel quale si faceva riferimento al ··tradimento ciel Governo icaliano di Badoglio". T.'Alro Comlllissario, non potendo più comu nicare con i r,ropri referenti m ilitari superiori, ri fiutò categoricam ente di acl'ettare un resto cli quel tenore. T tedeschi. dopo ulteriori tranati,·c rimossero Moizo dalla carica. In seguito l'ex Allo Comm issario fu trasferi to in lr:ilia e consegnato alle nuove au Lorit;ì della Rer,uhl Jlica Socia lt:. Le prerogarivc clel l'Ah-o Comm issari.no vennero temporanea mente anribuitc al generale Rupnik, podestà di Lubiana e cli sentimenti filo tedeschi: il collaborazionismo a,·e,·a già oper:ito una scelra, ccl i ti mori cl i rappresaglie tedesche sull;1 MVAC erano SV~lll iti . L'ulLimo problema che i tedeschi doveLLcro risolvere fu l a posizio ne della Divisione Speciale di Polizia. Arrestati i carabinieri. gli agenti erano rimasti l'unica forz:i m ilitare icali,.1na ancora o perati\·a ed organizzata present.e in Sl ove nia. Le nuove auto rità, clic avevano sostitui to il Q uestore Ravd li con un suo col laboratore sloveno, tentarono di ;:issocia re alla propria causa gli agenti inquadrati nella divisione. Gli italiani non so-

<32) 1):,11:t rdnione del G~·ner:,Je Ce1n1ti. ciwi;, in 1/Jidl'III. p . :\57. (33) ///idem.


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U .)CCUl'AZIO:-. E ITII.IAi':A DEI.I.A ,l.OVENI A C 1911 - 19 15)

lo rifiutarono ma, con l'ausilio de lle conoscenze consolidate in mesi di indagini , p resero contatto con i partigia ni cle ll'OF pe r consegnare loro le a rmi e l'eq uipaggia me nto divis io na le. T tedeschi inte rve nnero, a rrestando i circa 450 age nti rimasti (mo lti si e rano uniti ai partigia ni) concentrandoli ne lle caserme S. Pietro e Mladica . TI 18 ottobre i re parti di PS fu rono trasferiti su vagoni piom bati prima verso l'Austria e quindi a Trieste (34) .

Nel fratte mpo, il 10 settembre Hitler aveva nominato Frieclrich Raine r, già Gaule-tter della Carinzia, ·' Oberster Konuntssm,, della provincia cli Lubiana. Rupnik sarebbe divenuto "President.e della provincia". La "Provincia italiana cli Lubiana" non esisteva più . Era d urata ventinove m esi (35).

(34) Da Trieste gli agenti furono smi.swti d,11le autorità delb Repubblica Sociale nelle varie Questure dell"l1alia occu1xna d ai tedeschi. Chi non aderì ,ilhi llsi fu dep onato i n Germania, seguendo la sori.e dei sold ati dell"X l Corpo d·arma1a (!vlini s1ero dell"Imcrno - D irezio ne Generale del la l'ubl>lic .1 sin 1rezz:1 Servizio Forze Am iate di Pol izia, "P;irtecipazionc della Polizia italiana (Pubblica sicurezza) alle ope raz ion i militari i n _Iu gos lavia dur,111te il conflino 1910-1945", Memoria storica, Roma. 1977. p. 61). 05) Le funzioni clell'i\lto Commissa riato furono attribuicc dal Governo cl i Cia rgnano (Rsi) ,il do tt. EdoMdo l:lisi:1. già rappresentan te del Ministero delrlnccrno a Lubiana. il q uale - con l;i qual ific1 di ··funzionario cli collegamen to·· presso la prefem1 ra d i Triesce - seguì le p ra1id 1e ammin i.stnlli ve rimaste i n sospeso tr.1 i v,iri d ica.steri e l o scompa rso org:1nisrno cl i I.u b iana (ACS, Mi ni.siero dell'lnt.erno, Affa ri col le11.ivi del le prefetture 1935-1947. B . 5198. I.ub iana).


ALLEGATI



AU.EGA'fl

289

ALLEGATO 1

Commissione italo-tedesca per la delimitazione dei confini - Protocollo, Lubiana, 13 settembre 1941 . Si tratta di un documento illustrante i criteri di spa1tizione della Slovenia adottati dalle autoritcì militai'i italiane e germaniche. Al documento è allegata una cartina timbrata dal Comando dellXI Co17)(1 d'annata. Fonte: SME, Ufficio storico, M-3, F. 324, B. 2.

COM.MISSIONE ITALO-TEDESCA PER LA DELIMITAZIONE DEI CONFTNI PROTOCOLLO

sulle trattative della Commissione italo-tedesca di confine nella Slovenia durante il periodo dal 17 luglio al 13 settembre 1941. 1) Nonne per il funzionamento

Le norme per i lavori al confine italo-tedesco sono state stabilite il 30 luglio L'accordo previsto circa le norme relative alla posa dei cippi e al rilevamento cl.ella linea è stato raggiunto. Le norme stesse sono state firmate il '13 settembre. 2)

Andamento della linea di confine

La Commissione ha riportato sulla carta 1: 25 .000 la linea di confine fissata nel trattato in data 8 luglio 1941; in forza delle clausole di cui all'art. 2, la Commissione ha raggiu nto un accorcio per le rettifiche (spostamenti) intese a determinare una linea piC1 adatta alle necessità locali. La nuova linea cli confine così determinata è stata riportata su carte alla scala 1 :25.000 in doppio esemplare fi rmate dai Presidenri delle Delegazioni. Queste carte debbono servire alle dipendenti sottocommissioni F, G, Il, K come orientamento per i loro lavori. Le sottocommissioni dovranno esaminare in posto attentamente le condizioni che possano eventualmente indurre a ulteriori rettifi che della linea di confine segnata e dovranno per ta li rettifiche determ inare d irettamente adeguata compensazione nella stessa località o in località ciel settore assegnato alla sottocommissione.

3) Saua La Delegazione tedesca ha esposto il concetto che l'accordo raggiunto tra i Governi italiano e tedesco per l'andamento del confine in


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l:OCClJPAZIONE ITA I.IANA DELLA SLOVENIA (19-i l-1915)

Slovenia comporti il d iritt.o ted esco a l pie no possesso d e lla Sava d alle sue origini sino all'ingresso d e l fiume in Croazia e che perciò, anche nella zona d ella città di Lubiana, il terreno a sud della Sava sino al limite della pie na - dal ponte presso Tschernutz alla confluenza con la Ljublianska - è possesso te d esco. Questo terreno rappresenta il limite minimo che la Delegazione tedesca richiede per il p rogettato regolamento della Sava e la riorganizzazione della sua forza idrica . La Delegazione italiana oppone il punto d i vista proprio che in base alla linea desunta dalla carta annessa al trattato la linea d i confine in detto tratto d ebba intendersi coincidente con la med iana del fiume e soggiunge che di conseguenza il terreno a sud del fiume de bba rimanere in p iena sovranità d e ll'Italia . Pe r il regolamento d e l fiume in detto tratto cli Lubiana l'argine s ud del fiume verrà costruito dall'Italia . La Delegazione italiana è autorizzaca a dic hiarare che il Governo italiano è pronto ad eseguire ed a mantenere tale costruzione conformemente, per q uanto poss ibile, ai piani tedeschi e lavorando d 'intesa con le Arnorità tedesche. Essa dichiara inoltre che l'Italia non accampa nessuna p retesa a derivazioni cli acqua o fo rza idraulica. Confida che il collegamenro d e lla rete italiana acl u na cen trale idroele ttrica eia costruirs i eventua lme nte per parte d e lla Germania ne l tratto in q uestione avvenga a lle stesse condizion i comme rciali come pe r la re te ted esca . Parime nti confida che l'erogazio ne di corrente finora forniw dalle centrali presso Ziri, Ta tschen e Tsche rnutz venga continuata alle condizio ni in vigore ne l territorio tedesco. La Delegazione te desca si dichiara fin d 'ora autoriznta ad accogliere le richieste italiane pe r la fornitura d ella corrente e assicura che questa sarà fornita con la s tessa modalità di pagamento p reviste dal clearing. La Commissione decid e cli eseguire l'incippamento del su ddetto tratto cl i fi ume nella zona cl i Lubiana come è previsto pe r i corsi d 'acqua cli confine, restando inteso che fino ad ultimazione dei lavori di arginatura esiste l'accorcio pe r c ui spem1 a l Governo cie l Reich la sorveglia nza del fiu me s ino a l livello e.li massi ma p iena. A lavori ultimati apposita convenzione fra i clue Govern i regolerà definitivamente il confine ne l tratto in q uestione essendo le no rme internazionali in vigore per i corsi d 'acqua e.li confine .

4) Ferrovie

L'a ndamento della linea di confine si svolge in ma niera c he la Germania a bbia a disposizione e conse rvi il ponte fe rroviario Tsche rnutz~Je zica - il terreno necessario per la costruz io ne e.li u na fe rrovia d i raccordo tra de tto ponte e \"v'ischmarje - no nché u na striscia d i terreno della larghezza non superiore ai 150 me tr.i pe r necessità e.le i servizio di vig ilanza . Poiché, a causa de lla linea cli confine, le comunicazioni tra le linee di Assling-Sr. Veit \X!ischmarje da una parte e Tschernutz-Stein, come pu-


ALLEGATI

291

re Laase-Steinhruck dall'altra parte, vengono a trovarsi in alcuni tratti s u lCrritorio italiano, il Governo tedesco fa presente il clesiclerio d'una concessione in proprio favore di trans ito privilegiato (diriLLO cli Peage) per le pe rsone e per le merci sulle fe rrovie che incrociano la città di Lubiana e d intorni, garantendo il risarcimento delle spese vive. La Delegazione iraliana, incompetente ad aderire alla richiesta, acconsente a segnalare al proprio Governo tale desiderio. Le pa rticolarità su ciò saranno regolate e.la una convenzione da stipularsi fra i due Governi.

5) frapasso dei diritti di so1Jranità La Commissione segnala ai rispettivi Governi la necessità di assumere l'amministrazio ne dei Comuni o fraz ioni cli comuni che in conseguenza della modificata linea cli confine verranno a risultare dalla parte rispettiva del Lcrritorio al la data del 1° ottobre dell'anno in corso.

6) Piccolo lrc!ffìco di cor~/ine Le due Delegazioni segnalano ai rispettivi Governi la necessità cli estendere a suo tempo al nuovo confine le d isposizioni circa il p iccolo traffico d i confine e di accordarsi al più presto s ulle facilitazioni per il passaggio del confine da parte elci possidenti doppi.

7) 7ì·attato di confine

Le due Delegazioni segnalano ai rispettivi Governi la necessità di applicare (estendere) al nuovo confine gli accordi esistenti pel mantenime nto ciel vecch io confine, come p ure le norme legali vigenti pel vecch io confine.

8) Disposizio11i provuisorie

Tl tracciamento definitivo della linea cl i confine del triangolo a nord di Karmel (valle di St. Jantz) riman e sospeso fino a quando non sia stato fissato da parte tedesca il tracciato della strada cli arrocame nro da costruirsi tra la valle d i Sr. Jantz e la valle d i Mirna (Rinze). I.a linea definitiva cli confine deve essere tracciata in modo che le case del villaggio cli Karmcl cadano entro il territo rio attribuito all'ltalia. La costruzione della strada dovrà essere ultimata non o ltre il 1° luglio 1942. Fino al comp imento della strada stessa la vigilanza ciel suddetto triangolo , compreso entro la costruenda strada da una parte ed il quadrivio cli Karmel dall 'altra, resta affidata alle Autorità germaniche.


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COCCUl'A7.IONE n ;\ I.IA:-lA DELLA $1,0 \·1' KIA ( 1941 · 19'13)

Agli operai della miniera abitanti in questo territorio verrà da parte germanica concesso il libero transito dietro presentazione di una speciale carta d 'identità e verranno loro concesse facil itazioni cli dogana e d i valuta a seconda dei loro bisogni personali. Questa incesa provvisoria non pregiudica l'assunzione da parte italiana dell'amministrazione della frazione di Karmel che passa senz'altro all'Italia sotto la data prevista ciel 1° ottobre corrente anno. Fino all 'ultimazione della strada l'esercizio dei diritti di sovranità italiana nel triangolo in questione avverrà previo accorcio delle autorità locali. Si allega un lucido del territorio in questione . A Lubiana 13 settembre 1941 COMMISSIONE DI CONFINE ITALO-TEDESCA

Per la Delegazione italiana f.to Generale Luhrano per copia conforme

Per la Delegazione tedesca f.to von Kamphoevener


293

AI.I.EGAfl

ALLEGATO 2 Telegramma di Emilio Grazioli al Duce , Trieste, data illeggibile . Si tratta del telegramma con il quale Graziali injè>rmava Mussolini di avere assunto l'incarico di Commissario Civile dei territori sloveni occupati. Fonte: ACS, PCM 1940-41, F. G 7/8, B. 3166, doc. 13441.

Roma Trieste 18817-53-2125 Ho assu nto oggi per vostro ordine funzioni commissario civile territori sloveni occupati nostre gloriose forze armate punto Saprò agire con autorità ordine e giustizia così come voi avete comandato punto Orgoglioso nuovo posto di responsabilità cbe avete volt1to affidarmi saprò assolverlo con dedizione assoluta et fede fascista punto Devotamente federale Grazioli


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J:OCCUPAZIOKE ITA LIANA DEI.I.A SI.OVE:SIA ( 19!1 - 19·1:P

ALLEGATO 3 R. Decreto 26 dicembre 1941-X:X - Estensione delle leggi fondamentali ciel l{egno ai territori annessi coi Regi decreti-legge 3 maggio 1941XIX e 18 maggio 1941-XTX N. 452. Si tratta de/Le agognate estensioni delle leggi fondamentali ai teJTitori annessi di Slovenia e Dalmazia, presentate nella copia depositata presso gli archivi della Presidenza del Consiglio dei Ministri . Fonte: ACS, PCM 1941 -43, B. 266 l , F 1/ 1-13-27312.

R. DECRETO 26 dicembre 1941-XX-Estensione delle leggi fondamentali del Regno ai territori annessi coi Regi decreti-legge 3 maggio 1941XTX n . 291 e 18 maggio 1911-XTX n. 452.

Vittorio Emanuele 111 per grazia di Dio e per volontà della nazio ne Re d'Italia e di Albania Imperatore d 'Etiopia Visto l'art. 7 de l R. decreto -legge 3 maggio 1941-XlX n . 291, concernente la costituzio ne della provincia di Lubiana; Visto l'art. 5 de l R. decreto-legge 18 maggio 1941-XIX n. 452 , riguardante la sistemazione dei terrimri che sono ten uti a fa r parte integrante ciel Regno d'Italia; Visto l'art. 3, n . 1 della legge 31 gennaio 1926-TV n . 100; Sentito il Collegio dei MiniMri; Su lla proposta ciel DUCF del r ascismo, Capo del Governo e !Vlinistro dell'JnLcrno, d 'intesa col Segretario elci Partito Naziona le Fascista Ministro Segretario cl i Stato e col lVIinistro di Crazia e Giustizia;

ABBIAi\110 DECRFTJ\TO E DECRETIAlv!O Art 1. Sono pubblicati ccl avranno vigore nei territori annessi al Regno con i RR. decreti-legge 3 maggio 1941-XJX, n. 291 e 18 maggio 194 1-XJX n. 452: - lo Statuto cosLiLuzionale del Regno ciel 4 marzo 1848; - la legge 24 d icembre 1925-IV n. 100 s ulle facoltà ciel potere esecutivo di emanare norme giuridiche, e le s uccessive modificazioni d isposte con le legge 8 giugno 1939-XVTT numero 860 e 4 settembre 1910XVlll n . 1517; - la legge 9 d icembre 1928-Vll n. 2693, su l'ordinamento e le attribuzioni del Gran Consiglio elci fascismo;


ALLEGAT I

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- la legge 14 dicembre 1929-VIII n. 2099, che apporta modifiche alla legge 9 d icembre 1928-VJT n. 2693, sull'ordinamento e le attribuzioni del Gran Consiglio del Fas<.:ismo, e norme per l'ordinamento del Partito Nazio nale Fascista; - i Regi decreti-legge 19 d icen1bre 1935-À'lV n. 2121, convertito ne lla legge 2 aprile 1936-XJV n. 607 e 7 genna io 1937-XV n . 5, convertito nella legge 3 aprile 1937-:XV n . 592, concernenti modifiche alla composizione del Gran Consiglio del Fascismo ; - il R. clecreco 28 aprile 1938-XVT n. 513, che approva lo Statuto de l Partito Nazio nale Fascista e le successive mod ificazioni apportate con i Regi decreti 21 novembre 1938-\'V JT n. 2154, 9 luglio 1939-XVII n . 1027, 23 gen naio 1940-XVIII n . 33, 17 fe bbraio 1941-XIX, n . 69; - il R. decreto 27 giugno 1941 -XTX n. 600 concernente attribuzioni del Segretario del Partito Nazionale Fascista quale Ministro Segretario di Stato; - la legge 17 febbraio 1941-XIX, n. 65 concerne nte rnoclificazioni alla composizione elci Consiglio Nazionale de l Partito J\:azionale fascista; - la legge 19 genna io 1939-1.'VII n. 129, istitutiva della Camera de i Fasci e delle Corporazioni; - il R. decreto-legge 9 maggio 1936-XIV n . 754, convertito nella legge 18 maggio ] 936-XIV n . 867, concernente dichiarazione della Sovranità piena ecl intera de l Regno d'Italia s ull'Etiopia ed assunzione da parte ciel Re d'Irnlia ciel titolo di Tmperatore cl Etiopia; - la legge 16 apri le 1939-XVII n . 580, concernente accettazione della Corona d i Albania da parte del Re cl 'lrnlia, Im pera tore d'Etiopia; - l'art. 1 delle disposizion i sull'applicazione delle leggi in generale, che p recedono il libro 1° del codice civile approvar.o con R. decrero 12 dicembre 1938-XVIJ n. 1852; - il Testo Unico de lle d isposiz ioni legislative concernenti la promu lgazione e pubblicazione delle leggi e dei Regi decreti, approvato con R. decreto 24 settembre 1931-JX n. ·1256; ~ il R. decrero 2 settembre 1932-X n. 1293, concernente l'approvazione de l Regolamento per l'esecuzio ne de l Testo Unico 24 settembre 1931-IX n. 1256, riguardante la pro mulgazione e pubblicazione de lle leggi e dei Regi decreti; - la legge 5 maggio 1939-XVII n . 660 relativa a d isposizioni concernenti la promulgazione e pubblicazione delle leggi e dei l{egi decreti; - la legge 30 gennaio 1941-XIX n J4 su l valore giuridico della Carta ciel Lavoro , approvata dal Gra n Consiglio del Fascis mo il 21 ap rile 1927-V; - il R. decreto-legge 24 settemb re 192.3-J n . 2072, convertito nella legge 24 dicembre 1925-TV n. 2264, concernente norme pe r l'uso della band iera nazionale; - il R. decreto 11 aprile 1929-Vll n. 504, conce rne nte la foggia e !"uso dello stemma e de l sigillo dello Srnto, e la successiva modificazione dbposta col Regio decreto 1° giugno 1939-XVII n. 876.


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l 'OCCUPA7.IOKE ITALIANA DELLA SLOVENJA (194 1-1943)

Art. 2.

Il presente decreto entra in vigore dalla data della sua p ubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Ordiniamo che il presente decreto, munito del s igillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e de i รงlecre ti del l{egno d 'Italia, mandato a chiunque spetti cli osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma addรฌ: 26 dicembre 1941-X:X: Ft0 : VITTORIO ElVI.ANUELE Ct0 : Mussolini Aldo Vidussoni Grandi

Per cop ia conforme Il CAPO DI GABINETI'O DELLA Pl{ESlDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI


Af.1.EG ATl

297

ALLEGATO 4 Un progetto per l'annientamento dell'attività dei partigiani. Il documento è altegato ad una relazione inviata da Robotti a Supersloda il 12 giugno 1942 Il progetto, privo di autore ma riconducibile al Podestà generale Ru,pnik, rappresenta la prima proposta 1,tj/ìciale degli espone1Ìti anticomunisti sloveni - ed in particolare modo dei settori clericali - circa la costt:tuzione di una forza militare collaborazionista da contrapporre ai partigiani. S1: tratta di un documento malamente tradotto da anonimo in lingua italiana. Fonte: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 84.

UN PROGETTO PER L'ANNIENTA.MENTO DELL'ATfIVITÀ DEI PARTIGIANI 1 °) - INTRODUZIONE

Poiché a causa della guerra dei banditi svolta dai partigiani, la vita ed il lavoro nella provincia cli Lubiana sono intralciati al massimo e la provvista del carbone e della legna da arciere necessaria per l'inverno 4243 alla città cli Lubiana minaccia una catastrofe, tenute presenti le necessità militari, dev'essere posto fine al piC1 presto e con ogni mezzo alla servitù della rapace attività dei bolscevichi. Il territorio della provincia cli Lubiana è particolarmente importante per i metodi di guerra delle bande balcanico-bolsceviche, mentre al contrario sono impedite o rese difficili al massimo le operazioni di moderna guerra in questo terreno, ovllnque densame nte coperto, alle truppe regolari che non vi sono abituate. Per questa ragione è dunque necessario impiegare ogni sistema di lotta manifestatosi sin qui migliore nella guerra contro le bande in terreni analoghi. 2°) - CON7ROBANDE (Streifkorps)

Controbande per disciplinate rnegl io armate per mantenere una linea ininterrotta per parecchi giorn i, condotte con abilità e sprezzo del pericolo eia non appartenenti alla . (NachschuP), sorrette ed aiutate dalla popolazione, dovrebbero essere il mezzo efficacissimo per impadronirsi delle bande partigiane anche nelle più lontane regioni montagnose. 3°) - LA RETE DEI PRESIDI COME CONDIZIONE PRIMA PER IL SUCCESSO DELLE CO!'v7ROBANDE L'organizzazione e l'attività con speranza cli successo delle controbande, potrebbe aver luogo solo se almeno i capoluoghi della provincia


298

L'OCCUPA7.JO~ E ITALI ANA OEJ,1.A SJ.OVENJ.\ (W11-l943)

fossero stabilmente presidiati con reparti di conveniente consiste nza dell'Esercito ( + ) italiano in modo che la popolazione avesse tangibilmente la certezza di una forte e permanente protezio ne e non si trovasse, come sin qui troppo spesso, tra due fuochi e perciò nel dubbio, operasse sconsideratamente o scientemente . I presidi dovrebbero quindi vivere nelle loro località e nelle immediate vicinanze, in particolare però nel luogo abitato perché la po polaziorie'acquistasse la completa fi ducia nella "sua compagnia" nel "suo capitano" nei "suoi ufficiali" e nei "suoi soldati". Appena i maggiori e più impo rtanti centri (cittadine - mercati - villaggi çon uffici comunali - più importanti modi d i comunicazione) e le loro adiacenze in virtù delle occupazioni italiane si sentiranno sta bilmente protetti, è da aspettarsi con certezza che tutti quegli clementi che sono contrari (nemici) dei partigiani e dei banditi, vengano alla superfice ed entrino in quella riserva d'uomini dalla q uale poi per individuale dete rminazione (?) sarebbe scclco il libero combattente . L'occupazione già da sola sarebbe un fiero colpo alle escorsioni a scopo cl i requisizione de i partigiani e fa rebbe diventare quasi impossibile il loro sostentamento. 4°) - L'ORCAN!ZZAZIONE DEI PERSONALE D'AIUTO E DELLli CONTROBANDE La organizzazione delle contro formazioni attraverso la leva (?) della popolazione slovena devo, secondo le condizioni locali, essere condotta non schematicamente ma adattata individualmente. Aci esempio una piccola località potrà dare soltanto personale d'aiuto (guide che conoscono bene i luoghi, guard ie per il luogo medesimo, informatori, ecc.) per i posti cli carabinieri appartenenti alla località stessa o per i p iccoli reparti italiani cli occupazione, mentre nelle p iù grandi località potranno essere formate controbande della forza da 25 a 150 uomini e p iù.

5°) - liv.{P!RGO DH LE CONTROBANDE Queste controbande debbo no formare il virtuale filo mobile, sempre pronto, della rete costituita ne lla intera provincia dalle ripartite truppe regolari italiane . Il loro compito p rincipale sarebbe quello di sostenere ed appoggiare le azioni delle truppe regolari ne lle regioni più diffi cili , nelle zone dove la guerriglia è più pericolosa e nelle direzioni più sensibili per i partigiani, ovvero anche senza le truppe regolari condurre p roprie azioni cl i intesa con le controbande vincitori.

6°) - LA ISTRUZI0Nh' (ELEVAZIONE ANTIBOJSCEVICA DEL POPOLO)

Come pe r la preparazione spirituale e morale della popolazio ne a questa lotta vengono tenute in considerazione le principali pe rsonalità


AfJ.l'Gi\T I

299

che sono legate al popolo e lo guidano spiritualmente , come il bolscevismo, l'anarc hia e la negazione d i Dio odiano fanaticamente (giovani ecclesiastici, maestri, economi, rurali, industriali, del legno, ecc.) ed agitatoriamente e p ropagandisticamente sono predestinati alla guida (?) così sono anche indispensabili condottie ri sloveno-militari. ì 0)

-

CAPI MTLTTAR! DHW CONJN.OBANDE SCELTA

Come guide mililari ve rranno innanzitutto presi in cons ide razione gli ufficiali e sottu fficiali sloveni ciel servizio attivo e della riserva, anualme nre prigion ie ri di guerra e che maggiormente si distinguono, per carattere, a ttitudine militare ccl umano tatto. La scelta degli stessi dovrebbe venir fatta in modo segreto e n aruralmente da un ufficiale dell'esercito ita liano il quale, grazie alle speciali a ttività cli servizio s in qu i svolte nella provincia d i Lubiana , abbia già sufficienti personali conoscenze tra gli appartenenti alle ex forze armare jugoslave. 8°) - LA LIBERAZJONR DA! CAMP! DI CONC!iNJNAMEi'vTO La liberazione del la prigionia del personale scelto deve fars i giustifica ndola con pretesti mo lto chiari (nozze, nascite, esami, morti, ma lattie , ecc.) e in generale condurla come cosa casuale. Poiché mentre pe r lo Stato la provincia e per il popolo s loveno specialmente, sarebbe molto utile aumentare il più possibile ne lla ciLLà e nella provincia d i Lubiana rn li elementi che si sono già fatti padroni eia lungo tempo delle ideologie fasciste sulla nuova Furo pa, altre ttanto utile sare bbe provvedere al la separazione di questi leali ufficiali e sottufficiali da quelli aventi le ideologie clei nostri nem ici che sono natura lmente da trattene re e tanto p iù ciò sare bbe in quanto questi disciplinati soldati potrebbero essere impiegati per u tili servizi non solo ne lle controbande ma i_n ogni altra contingenza in modo da aiutare la prospettata a ttività. 9°) - CONCLUSJONR Da tLHto quanto sopra ne viene che per la organizzazione della collaborazione del popolo s loveno comro i pa rtigiani banditi occorre: a) - Per l'elevazio ne spirituale ccl il reclutamento della popolazio ne prornuovere con r.utt.i i mezzi e senza indugio l'azione delle personalità del luogo di tutti i grad i le cui a tLiviL:1 agitatorie sono effetto de lla loro propria convinzione e di fa natica opposizione contro il partigianesimo degli organi militari civili e stata li. b) - Pe r la condona milita re de gli ufficiali, sonufficiali, gendarmi , poliziotti, ccc. cli nazionalità slove na scelti secondo i punti cli vista accennati . L'organizzazione e l'azione avre bbe ro così inizio in ogni regione dove è pronto l'ambiente pe r la libe ra contro-azione cominciando natu-


300

L'OCCL"l'AZIONE ITAI.IA'.'!A DELLA SLOVENIA (1941-1 943)

ralmente nei capoluoghi resi sicuri per la forte occupazione italiana e successivamente lungo le linee principali del traffico (ferrovie e strade). CosĂŹ le occupazioni attraverso ( rastrellamenti cli determinate truppe e le locali concrobande in armonica cooperazione soffocherebbero presto l'attivitĂ partigiana. p.c.c. IL .MAGGIORE CAPO UFFICIO - C. .!Vlortarotti -


Al. LEG AT I

301

ALLEGATO 5 Comando XI Corpo d 'armata - M.V.A.C. Scheda personale . Si tratta di una scheda per:5onale di tal Anton Hren, nato nel 1901, e sott1Jj/ìciale in forza dal 15 agosto 1942 presso il plotone di Velike Vrh della com-

pagnia MVAC di Velike Bloke (Xl Raggruppamento Guardia alla Frontiera). il dato sign{/ìcatù;o della scheda è la prqfessione del sott1Jj/ìciale (armato con fucile lebel). parroco, a testimonianza della notevole presenza di sacerdoti tra le fila delle truppe collaborazioniste. Fonte : IZDG, XI Corpo d 'armata, F. 744/T. COMA! -oo XI CORPO D'ARMATA M.V.A.C. SCHEDA PERSONALE

Reparto CO.!VIPAGNA DI VELIKE BLOKE - PLOTONE DI VEUKE VRH SQUADRA DI VELIKE VRH Nome ANTON Casato HREN Maternità PETROVCIC 1\llARIJA Paternità Af\TON Data di nascita 20. 1.1901 Luogo di nascita VERD Professione PARROCO Domicilio FARA DI BLOKE 0 Data di arruolamento 15.8.1942 X:X Funzioni e compiti assegnati S0TfUFFIC1ALE Grado rivestito nell'ex esercito jugoslavo T.N. Tessera M.V.A.C. N° 1 Fucile Lebel matr. B. 036659 Firma:


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1;0CCUl',I ZIO NF. ITAI.IA:SA LJEU.t\ SLOVEl\11A ( 194 1- 19 4.3 \

ALLEGATO 6

24° Reggime nto fa nteria "Como", Comando 11 Ba ttaglione, N. 735 di prot. S, P.:tvl. 59, 13 agosto 1942 XX. OggettO: Arruolamenti della .Mili7.ia Volontaria A...nti Comunista (J\.1. V.A.C.). F. il primo documento rinvenuto dove si cita la denominazione 14/ìct:ale della truppa collaborazionista, già da alcune settim,ane utilizzata dal '·Cenno " e da altre unità della d ivis ione "Isonzo'·. Fonte : IZDG , XI Corpo d 'armata, F. 744/ 1.

24° REGG IMENTO FANTERIA "COMO" COMANDO lL BATIAGLTONE N. 735 cli prot. S.

PM. 59, 13 agosto 1942 XX

oc;GElTO : Arruolamenti della .Milizia Volonta ria a mi Comun ista (M.V.!\.C.)

e, p .c.:

AL COMANDO 5' E 7" COMPAGNIA AL C0tv1AND0 CC. - 6" E 8" COMPAGNIA

ZONA Sede

Come è stato già segnalato col fog lio 705/ S. del 5 c.m , e come eletto a rapporto agli ufficiali dei re parti c ui la presente è invia ta pe r conoscenza , ci rca 140 citrndini si sono arruolati volontari nella "Milizia Volontaria Anti Com un ista", che i comand i superiori hanno sta bilito di denominare con le s igle M.V.A.C. , denominazione che deve essere sempre usata nelle eventuali co mun icazioni scritte, senza aggiungere le corrispondenti parole in chiaro. Ora viene segnalato un altro elenco di 31 arruolati che invio alle compagnie 5·' e 7", perché d istaccate , avverte ndo però che tale elenco ha carauere di segretezza e deve essere custodito pe rsonalmente dal Coma ndante. Per mis ura prudenziale ho omesso anche l'intestazione dell'elenco, e deve essere soppressa all'elenco precedentemente inviato, in modo che se mala uguracamente cadesse in mano cli ribelli, essi non sappiano eia noi lo scopo e l'attività di tale e le nco e persone S'intende che la presente lettera deve essere custodita separatamente dall'elenco. Tale ele nco serve per controllo delle eventuali persone fo rmate, le quali devono essere trattenute e no n devono essere passate pe r le armi, in qua nto a rmate, ma segnalate suhito ai comandi cui ciascu n re parto d ipende pe r servizio cl i impiego, in attesa cli ordini. I repa rti che non hanno l'elenco, qualora fermino qualche a rmalo, p rima di "passarlo per le armi", come sarebbe stabilito , devono avviarlo a questo Coma ndo per i necessari controlli - per la segnaJn ione al Comando di reggime mo. È in definitiva necessario che questi arruolati non


A LLEGATI

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siano fucilati, perchĂŠ, per il momento, lottano, come noi, contro i briganti comunisti. S'inte nde che se i fermati non risu lteranno compresi negli elenchi, sarĂ dato l'ordine cli passarli alle armi. TEN. COLONNELLO COMANDANTE

- Manlio Berardi -


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l,'OCC1JPA7.TONI' ITAI.IAKA D ELL;\ 51.0VENIA 094 1-1943)

ALLEGATO 7 R. Ufficio cli Pubblica Sicurezza cli Novo Mesto, N. 06614 di Prot. Gab., Novo 1vlesto, li 12 luglio 1942/XX0 . Oggetto: Movimento nazionalista jugoslavo. Si tratta delta prima segnalazione di una presenza cetni-

ca in Slovenia. Da notare l'accusa lanciata dai cetnici alla Gestapo tedesca circa presunte consegne di armi efj'èttuati dai germanici ai partigiani. Fonte: IZDG, XI Corpo d'armata, F. 744/1.

R. UFFICIO DI PUBBLICA SICUREZZA DI CONFINE DI NOVO MESTO

N. 06614 cli Prot. Gab . Novo Mesto, il 12 luglio 1942/ XX:0 Risposta a l fog lio n . 08/3740, del 3 andante . OGGETTO: Movimento nazionalista jugoslavo Al Comand o de lla Divisione Militare Fanteria "Isonzo" p.c. Alla R. Q uestu ra p .c. Al Commissariato va Zona Polizia Frontie ra Posta Militare 59 Lubia na Trieste In relazione al foglio sopraindicato, comunico quanto in questi g iorni mi è stato riferito in me rito a lle organizzazioni del generale Mihajlovic. Alcuni re parti di dette formazioni effettivamente avrebbero varcato il Kulpa ed anzi si dice che siano già operando nella zona dei monti Uscocchi (Gorianci). Nelle vicinanze di Novo Mesto sarebbero awenuti degli scontri tra partigiani e nazionalisti jugoslavi e corre voce che 9 comunisti siano stati catturati e fucilati a Dolz (XR-CR) eia altre fonti pure non controllabili si apprende che 17 sarebbero i sovversivi passati per le armi nei pressi della medesima località. Mi viene inoltre riferito che circa 1'80% degli individui i quali a ttualmente militano con i partigiani sarebbero d isposti a disertare per passare ne lle file dei nazionalisti. In q uesta zona - per il momento - i g regari cie l generale Mihajlovic manche rebbero di mitragliatrici essi - assertivamenre - accusano gli agenti della "Gestapò" di fornire armi e m unizioni a i partigiani. Non è la prima volta che tale diceria mi viene riportata eia elementi locali e m i è stato eletto che un ufficiale del gene rale Mihajlovic fattosi ritenere com unista avrehhe o ttenuto dai partigiani la nom ina a commis-


ALLEG,¡,rt

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sario politico ed in raie veste sarebbe riuscito a venire a conoscenza che i sovversivi hanno avuto le armi d ella "Gestapò" a Sevnica. Da piÚ fo nti mi viene segnalato che gran parte degli sloveni ciel contrado i quali l'anno scorso erano favorevoli ai tedeschi, manifestandosi a noi contrari, oggi militano con i comunisti. Altra fonte informatrice mi assicura che mentre nelle alture di Gaberije (XR-CM) sarebbero accampati i partigiani nelle vicinanze d i Hrusice (XR-CM) si troverebbero accantonati i nazionalisti jugoslavi i quali sarebbero .in gran parte giovani ciel Gorensko appartenenti alla "Staijerska ceca". Il Commissario


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l,'OCCUPAZIO:,!E ITAT.IANA DEI.I.A SLOVENI A (194 1• 194:~)

ALLEGATO 8

"Panorami", Lubiana, li 1° giugno 1943. IL documento riporta la traduz ione, eseguita da militai i italiani, di un notiziario aperiodico redatto da menihri del Partito popolare sloveno e da clericali. ll notiziario si occupa per la quasi totalità di Novak, Debeljak e del movimento cetnico, accusando i seguaci di Mihajlovic di connivenza con le forze partigiane. ronre: SIV!E, Uffici o Storico, M-3, F. 32ì, B allegato al Bollettino cetnico N. 14 de l 15 luglio 1943. 0

PAf\ORAMl

Lubiana, lì 1° giugno 1943

Un magnate comunista circa la illegale di NO VAK Per il sabato santo, 24 aprile 1943, alle ore 11 cli sera, si è tenuta a St.. Jernaj presso Novo Mesto una riunione del comitato territoriale comunista con un "banchetto" in onore dell'ex industriale di Marihor, Mocivnik, ora corriere comunista fra Lubiana e Vienna. Oggi pubblich iamo solt.anto le sue dichiarazioni riguardanti la posizione de l partito comunista nei confronti dell'illegale di Novak e del campo cattolico. Alla domanda quale sia la posizione del PCS verso la illegale d i Novak ha detto: "Il vecchio (smto questo nome è conosciuto il maggiore Karel Novak) lavora ottimamente per noi. La illegale di Novak è interamente una nostra istitu zione", quando poi gli hanno chiesto quale sia la posizione ciel P.C.: verso il campo cattolico, ha risposto: "Compagni, dovete essere consci che i clericali sono gli unici nostri nemici in Slovenia. Però non ahhiaLe timore anche q uesto campo è stato già minato fortemente". - La morte del dr. Alhert KRAMI:.R ln occasione della morte del dr. Alhert Kramer dobbiamo ricordare che gli è stato uno dei primi nostri uomin i politici che hanno preso una posizione contraria all'O .F. ed ai partigiani. - Janko DEBE'"/AK e la divisione "Isonzo". Quando nell'estate dello scorso anno saputo che esisteva un p rimo reparto legionario p resso Novo Mesto, hanno cercato subito di venire in collegamento con esso. Per questo lavoro si è offerto la loro vecch ia spia, il degradato capitano jugoslavo e collaboratore del maggiore Novak, Janko Debcljak. Il gene rale italiano lo ba nominato comandante de lla "Legione della Morte" e presto il Dolenjako meridionale e la Belokrajna hanno sentilo la sua mano. 11 Debeljak nel nominare i comandanti ha dato la precedenza agli e x partigiani, per fare in questo modo da contropeso ai clerical i che <.:omponevano quasi esclusivamente i reparti anti<.:omunisti. Nei reparti allora è nato il malcontento; i giovani hanno cominciato a protestare: "Non è sufficiente che i partigiani ci abbiano ucciso i nostri genitori , fratelli e sorelle, incendiate le nostre case, ora ci comanderanno anco'ra 1" .


A l.LEGATI

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Hanno fatto seguito le uccisioni per suo ordine. Nel mese di ottobre 1942, è stato ucciso in pa ttugliamento l'unive rs itario .J elon, coscie me catrolico, pe rché non era d 'accorcio con le idee e g li scopi del Deheljak, e cioè c he i reparti si d ovrebbero mescolare con gli ex pa rtigian i. Lo ha ucciso l'agente cli De he ljak, Frank (i\forn Fra nz) da St.. J ost p resso Stopide . Erano presenti all 'uccisione anche gli agenti Joco Joze, figlio ciel famoso protettore dei partigiani l{uske eia Hrus ica, che è una norn personalità tra i collaboratori d i Debe ljak e i partigian i. !\elio stesso giorno sono caduti per simili motivi i frarelli Zunika, decisi anticomunisti . l giovan i del re parto, ca usa il modo cli trattare disonesto del Debeljak con i legionari hanno protesta to p resso la divisio ne "Isonzo" ma invano. In quanto si vede tutta la trivialità de lla po litica italiana presso cli noi. Nuouo tentativo cli omicidio. Nel mese di aprile 1943 il Debeljak ha tenta to di eseguire una nuova uccisione . Il 30 aprile e.a . lo Slanc comandante d i compagnia di Stopice, d ie tro ordine cli Debeljak ha inviato una pattuglia , che si è m asche rarn con i be rretti partigiani. La pa ttug lia era composta d i 10 uomini. È partita nella direzione cli Gahcrja. L'omic idio non è riuscito, perché quello che doveva essere liquidato è sfuggito in te mpo, avendo saputo le loro inrenzioni. Per q ue s ti si sono n uovamente lamentati presso la d ivisione, ma invano. L'opinione di un appartenente al f1l gruppo sul su.o dirigente. Eccovi l'opinione dell'ex apparte ne te a l te rzo g ru ppo C. su l suo ex idolo, dirigente e lavoratore culturale , "eccitatore elc i popolo s loveno" nel tardo autunno del 194 1, quando la collaborazione cie l l1I gru p po ne ll'O.F. passava già nella fase conclusiva . Costui aveva eletto q uanto segue: Una maggiore esponente po litica come lu i non es is teva an cora tra noi . Tutti vent.'an ni g iocava ora g li uni poi gli a ltri e cl era l'untume delle maggiori porcherie rra i libera li e i cle ricali 1" . Cosa invece succede oggi che il terzo gru p po si rrova in nuovo sviluppo? J massoni e il maggiore Karel Novak. Uno elci p rincipali p ilastri del1'0.F sono stari i masson i. Sono star.i proprio loro quelli che hanno a ppoggiato d i più il finanziamento l' O.F. Quando hanno capito che l'O.F. sa rebbe st.ato sconfino hanno su bito accostato il loro pentolino alla "be la garcla". Però qui, hanno cap ito s ubito che non avrebbero poturo salire in alro così prcsro, s pecialmente perché l'idea antibolscevica non piaceva a loro. Perciò hanno pensato cli fare una terza cosa . Hanno visto g li sforzi del maggio re Kare l Novak, loro buon conoscente. Presto si sono accordati con lui, appoggia ndo lo finanziariame nte. Dapprincipio non gli hanno fatto d ifficili condizioni. Quando invece lui ha richiesto sempre più denaro, una nota pe rsona della cerchia massone, che gioca cloppiocarte, gli ha spiegato così la situazione : "Oggi avete soltanto a lcune decine nella vostra illegale, ma c i costate g ià canto! Qua nto ci costerete, qua ndo sarete in mille. Cosa ci ojji·ite per questo? La tattica dei ·1nar:xisti cristiani. I marxisti cristiani, che si sono uniti a i partigiani, da n no sempre un maggiore accento sulla loro equivalenza e uguaglianza di d iritti con i comunisti. Questo significhe rebbe, che i co-


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1:o cCUPAZIO:-lE l°IAUAKA DELLA SLO VE:-II A ( 194 1-194.l)

munisti avrebbero anche d i fatto cambiato almeno temporaneamente la loro tattica e dato ai loro "alleati" più libertà, preparando con ciò il terreno per la rinnovazione iniziale della forma dell'O.F. , dove tutti i membri componenti dovrebbero avere eguali diritti. AVVERTIMENTO. In provincia sono stari diffusi manifestini, che imitavano gli scritti dei "Panorami". Questa manifestini discutono cose persomdi, che riguardano alcune persone delle cerchie cattoliche. In Lubiana sono apparsi invece dei foglietti, che sotto la forma dei "Panorama" hanno diffuso questioni puramente cli alcune persone delle cerchie progn::i ite. Siamo giunti alla conclusione che si tratti di mistificazione intenziom.ta, o almeno dell'attività cli persone non responsabili. Con i panorami questi manifestini non hanno nulla in comune. Bisogna decisamente condannare il modo di fa re di questa attività non responsabile, tanto più che se si tratta di mistificazione, che rivela il modo disonesto della lotta. L 'organizzazione alleata di Lubiana. Dopo la disfatta dall'O.F. alcuni dirigenti di sinistra hanno voluto salvare le loro pecore. Perciò hanno fondato una nuova organizzazione, che si basa sull'unione cli tutte le forze nazionali. La midolla di questa nuova organizzazione degli alleati è formata dagli appartenenti al III gruppo, che non si sono troppo esposti nel1'0.F. e che sono rimasti a Lubiana. Nell'organizzazione sono stati inclusi anche molti membri del partito comunista. La loro organizzazione è molto diffusa in Lubiana, questo lo vediamo dalla numerosa quantità dei giornalett.i che vengono diffusi in città. L'organizzazione territoriale è divisa in circondari: centro, Bezigrad, Siak [I.foste, Rakovnik e Rezma Dolina. I circondari si dividono in rioni. L'organizzazione è formata eia tre sistemi. Si divise in ramo informativo, organizzativo a propaganda. È costruita verticalmente senza alcun collegamento, tra gli appartenenti. "Libertà o morte ", organo personale del maggiore Nouak. "Libertà, o morte" è l'organo personale ciel magg. Novak e di un dirigente del terzo gruppo, sotto la d irezione del quale sta oggi tutta la cerchia alleata. Però questo non è un organo ufficia le dell'organizzazione militare dei .Mihajloviciani. Il maggiore Novak, delegato nominale e procuratore nominale del ministro della guerra jugoslavo Draza Mihajlovic vuole proclamare il suo o rgano "Libertà o morte" in tutti i medi quale unico, vero e regolare organo ufficiale. * * *

Il "Panorama" è un foglio informativo, che aiuta a vedere chiaro le nostre questioni politiche pubbliche. I suoi dati non sono frutto cli fantasia, ma fatti che si basano sullo stato reale e che si pubblicano soltanto dal punto di vista degli interessi nazionali. Se si fa qualche nome, non è colpa dei "Panorami" ma è colpevole colui che pecca contro gli interessi pubblici. !ndecti discant et ament meminisse perii.i.'


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ALLEGATl

ALLEGATO 9 "Panorami", Lubiana, li 14 giugno 1943-XXT. In questo numero dell'aperiodico clericale Novak viene accusato di avere ormai stretto una salda alleanza con l'Ol"; si evince che tale alleanza passasse, secondo gli avve1:<;ari del leader cetnico, attraverso la locale loggia massonica. Fonte: SME, Ufficio storico, M-3, F 32ì, B. 4, allegato al Bollettino cetnico N. 14 del 15 luglio 1943 .

PANOl:ZAMI Lubiana, lì 14 giugno 1943-XXI TI contenuto ciel numero odierno: definitivo schiarimento sull'azione del terzo gruppo e su Novak.

- L'azione del terzo gruppo e di Novak schiarita: H.iportiamo il manifesco diffuso il 9 e il 10 giugn o a Lubiana: "'"'Sloveni! L'occupatore ci istiga col suo manifesto "Lubiananuova" ad un nuovo massacro fratricida. S'intriga con la domanda: "Panigiani, combatterete ora per J\lliha jlovic, che lo avete tanto odiato? Combatterete forse per la Jugoslavia democratica?" Rispondiamo "SI!! D'ora in poi combatteremo per tutto questo! I grandi alleati banno trovato la via per la nostra pacificazio ne. Ci siamo resi conto, a che era utile la nostra lotta finora . Nessun intrigo vi potrà ancora aiutare. È iniziata una nuova era, arrivano persone nuove, incomincia un nuovo modo cli lotta inesorabile! Sloveni! Leggete il manifesto "Lubiana nuova'' e riflettete! Non bisogna più credere ai p rogetti dell'occupatore 1 Sloveni! Seguiamo la nuova strada! Questo è il desiderio e la volo ntà della gioventù progredita, che vede? comprende e accetta la nuova situazione! - Morte al fascismo - libertà al popolo!". - Il sign~/ìcato ed il contenuto del manifesto. Poiché le azioni comuni non hanno raggiunto alcun successo per la resistenza delle forze anticomuniste interne, il partito comunista cerca ora di trovare qualche via cl i uscita dalla (confusione) creatasi. Già p rima dello scioglimento ciel Comitern aveva acquistato per sé vari gruppi invitandoli nel blocco nazional antioccupatore. Lo scioglimento del Comintern è stato fruttato, per unire totalmente il movimento cli Karal Novak e del terzo gruppo con il suo movimento. Informazioni degne di fede dicono che questa unione da parte dei comunisti è pensata come mossa che dovrebbe escludere dalla decisione o dalla pattecipazione ogni altro movimento, rinforzando così il movimento con le persone che sarebbero, portate da Novak. In questo senso, il P.C.S. sollecita l'unione degli illegali cli Novak con i propri reparti che sarebbero così d ifesi dagli attacch i dei reparti anticomunisti. Questo è il retroscena ideale ciel suddetto manifesto.


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1;0CCUl'J\ZIONG l'l'AU /\NJ\ DELLJ\ SJ,O\'ENlA ( 19-11-19,13)

- Cbi è l'autore del suddetto manf/èsto. li menzionaw manifesto lo ha fa tto stampare il noto , dirigente del cosidderco terzo gruppo, che spalla contro spa lla con il gruppetto cli Karel Novak, già cl.a un anno cerca la possibilità, cli pote r un ire con il com1.rnismo i carcolici e le rimanenti forze progrecliLe. Lo ha fatto riprodu rre col ciclostile, che è cli proprietà della s ua o rganizzazione segreta del terzo gru ppo. 11 manifesto è sta to diffuso poi dalle organizzazio ni del terzo gruppo unitamente ai poco numerosi appartenenti al gruppetto cl i Novale Corne fi nora, anche q uesta volta i nostri dari sono precisi e s icuri. Se però in qualche parte sorgesse il dubbio nella loro precis io ne saranno cosLretti per autodifesa, e.l i localizzare e nominare le menzionate realtà e le principali pe rsone inte ressate per d imostrare la verità. - Il si.gn(/zcato di questa scoperta. Già a prima visrn s i scopre il s ign ificato e.li questa realtà. L'ideologo ciel terzo gruppo, che vuole conquistare ins ie me con Nova k una certa ide ntità, agisce nel nome e.li ì'vlihajlovic e dell'esercito jugos l~1vo, pe r<"> nello stesso tempo pubblica ne l nome dei partigian i man ifestini comunisti e li diffonde con l'aiuto dei soci della sua organizzazione. In questo modo il collegame nto tra il comunismo da una parte e tra gli appartene nti al ter7.o gruppo ed i seguaci cli Novak dall'altra, è completamente chiarito. Nello stesso tempo il compito mihajloviciano è tolto al terzo gru ppo e al Novak e la serenità della situazione è nuovamente ristabilita. - il collegamento è stato progettato f!,ià da lunf!,O tem.po. li collegamento fra i due campi si p reparava già da lungo tempo. Gli appartenemi al terzo gruppo sono entrati già all'inizio nell'O.F. Quelli che sono rimasti, sono stati des tinati come una specie cli riserva . Lo stesso Novak ha cercato già all'inizio la poss ibilità cl i poter paralizzare la lotta anticomunista attirane.lo i partigiani nel suo campo. PiC1 intensamente ha cercato di raggiungere questa soluzione dal settembre u.s. Lo scioglime nto de l Komintern g li ha dato l'occasio ne che ora vorre bbe sfruLtare. - T.u posizicme di Karel Novak ve1:<;0 il PC.S. L'opinione del magg. Nova k verso il C.P.S., ancora prima dello scioglimento ciel Cominte rn, risu lta evidente dalla seguente sua dichiara7.io ne: "TI P.C.S. dovrà rimanere anche dopo la guerra, essendosi dimostrato un ottimo combattente contro l'occupatore". La domanda (quale sarà la posi7.ione della illegale e.li Novak verso il P.C.S.) è chiarita dalla seguente dichiarazio ne cli uno stretto collaudatore del Novak, fatta prima dello scioglimento del Comintern: "Con i partigiani non ci batteremo, perché ora la cosa più importante è di attaccare l'occupatore, i partigiani fanno già la stessa cosa , perciò sono nostri fra telli". - Rifornimenti di Debeljah ai pa111gicmi. Da Za bja Vas e da Stopice Janko Debeliak fornisce tramite i suoi confidenti, varie cose ai partigiani a danno dei reparti anticomunisti. Sono noti s pecialmente i rifornimenti cli sigarette che vanno in gran quantità da Zabja Vas, tramite l'interessamento dell'age nte cl i Debeliak l'ex partigiano Siano, ai partigiani a Rarez. Sono sta ti spediti a Rates anche 100 kg di cuoio, che dovrebbero invece ottenere i legionari .


AI.I.EG AT I

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- La questione finanziaria presso gli a!Leati parttj?ictni. L'organizzazione del terzo gruppo e quello di Novak hanno a disposizione a Lubiana grandi somme cli denaro. Vari fornitori ricevono dei premi soltanto per la loro appartenenza . L'articolo s ulle loro pubblicazioni è pagato fino a duemila lire. - La collaboraz-ione dei massoni con l'O.F Negli ulcimi cempi i massoni hanno raddoppiaco la loro attività presso di noi. Oltre al terzo gruppo forma no anche un gruppo partigiano alleato e sono in realtà il motore degli ''alleati" partigiani. - La relazione della legione nazionale verso il gruppo cattolico. Giorni fa un funziona rio dirigente della Legione nazionale (così si chiama o ra l'organizzazione del terzo gruppo) ha fatto la seguente dichiarazione: "Noi siamo la parrocchia, loro sono invece la fi liale . Quando la gente si abitua ad anelare alla messa nella parrocchia non pensa più alla filiale, così si abituerà anche alla Legione nazionale e del gruppo cattolico non si interesserà più". - La propaganda contro la guardia bianca. 11 P.C.S. ed i suoi alleati (cerzo gruppo e Novak) fanno una fo rte propaganda contro la guardia bianca specialmente a Lubiana. Come motivo propagandistico citano "la collaborazio ne dei reparti anticomunisti con l'occupatore", invece a loro stessi attribuiscono un puro programma nazional ista e ancioccupatore. La propaganda cerca cli fars i valere più efficacemente in questo modo e cioè cli accusare cli varie irregolarità i reparti anticomunisti. - J comunisti nella direzione del terzo gruppo. Più volte si è constatato, che nei posti di responsabilità dell'organizzazione alleata siedono i comunisti. Le reclute fanno il giuramento ai comunisti. T funzionari ricevono le d irettive per l'attivit,'ì nella loro organizzazione dai comunisti, che sono staci una volta alti funzionari clell'O.F. Nell'organizzazione partigiano-alleata vengono accolti a braccia aperte i comunisti del partito e la gioventLJ comunista . I comunisti stessi fanno ovunque della propaganda per la nuova organizzazione alleata . ....: "li tempo chiama". Il giornalecto "Il tempo chiama" n. 16 tratto dallo studio sullo sviluppo dell'azione comunista. in Slovenia, sulla nascosta tattica ciel P.C.S. e specialmente sul compito del terzo grup po. La descrizione fatta eia "Il tempo chiama", ap partie ne indubbiamente alle migliori visioni dell'attuale situazione slovena. Il buon contenuto dell'articolo è: per la bolscevizzazione degli sloveni il partito comunista ha preparato quattro azion i parallele e cioè : l'azione ciel partico comunista, l'attivit~t fra i socialisti, l'attività tra il gruppo progredito e l'attività nella cerchia cattolica. Tutte queste azioni parallele sono state esternamente ciel tutto distinte. TI preludio della rivoluzione comunista è stato preparato dal terzo gruppo, che ha effettuato l'azione per i comunisti nel campo cattolico, e non dal comunismo stesso. Quando è scoppiata la rivolu zione, il partito ha unito tutte le quattro azioni in una sola . Quando poi la rivolu zione ha ottenuto l'insuccesso, le azioni si sono nuovamente divise e hanno separatamente iniziato l'attività. ln questa luce bisogna osservare l'attuale attività del terzo gruppo.


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!."OCCUPAZIONE ITAI.IA'.'<A DEI.LA SLOVENI A (19-iJ.19-13)

ALLEGATO 10

Lettera indirizzata a "Marlw e cornpagni" eia "Slavka", s.cl. Si tratta di un documento rinvenuto da un reparto della divisione "l5onzo " in casa di una donna appartenente ai gruppi sokolisti aderenti al Fronte di Liherazione e tradotta dall'U_ffìcio Informazioni della Divisione. Nonostante la maldestra traduzione, la missiva risulta interessante per comprendere la complessità dei rapporti politici tra le varie fazioni in campo, ed in particolare appare esplicita la spaccatura all'interno dei movimenti nazionalisti tra cetnici, collaborazionisti e aderenti all'OF. Fonte: SJ'v1E, Ufficio Storico, M-3, F. 327, B. 4, allegata al Bollettino cetnico N. 14 del 15 luglio 1943.

Caro Marko e compagni 1 Sono stata nuovamente qui, per poter avere il collegamento con voi. Ma poiché la posta non ha fu nzionatO è anelato nuovamente tutto in fumo. Ho incontrato dalle nostre parti Bogdan, che lo cercavo tutto il giorno, fino a che non ci siamo incontrati ne lle "ore oscure", però doveva allontanarsi subito, perché tuonava troppo vicino. Anzi con lui non avrei potuto discutere la nostra situazione, pe rché egl i non la conosce, sulle questioni principali che mi aveva comunicato siamo già in chiaro. Tuttavia era uti le, di averci incontrati e mi ha consegnato le lettere e le circolari. Ci siamo messi d'accordo di incontrarci nuovamente mercoledì dopo il 1° agosto, fate tutto il necessario attraverso Benj (?) per trovarci in qualsiasi modo. Io farò di tutto per poter uscire dalla parte vostra. Conosco molto bene il Bogdan, già dallo scorso anno come un compagno molto attivo ed intelligente. Abbiamo ricevuto le vostre lettere pure quella del 29.6. Anche Salvo ba scritto diverse volte, ha inviato anche una lettera cifrata. Così vedete, che non dormiamo, viceversa lavoriamo molto bene e sfruttiamo ogni situazione. Per quanto ·riguarda le riunioni con i partigiani , con i territoriali e con i circondari sokolisti ho già comunicato di massima ultimamente, aspettiamo solo la risposta. Questo lunedì, mentre mi trovavo qui si è tenuta un'altra riunione, della quale però non posso comunicarvi ancora nulla. Di massima acconsentiremo sulla collaborazione, per avere un più stretto contatto con il rione e le nostre società sokoliste (rappresentanti) nelle quali saranno risolte tutte le questioni che riguardano il fronte e la collaborazione dei sokol. Cercheremo di ottenere l'aiuto dei sokol, così come vi ho già comunicato e cioè che i nostri rappresentanti siano inviati nel S.N.P. (Slovenska Naroclna Pomoc - Assis[enza nazionale slovena (?)), mamenenclo però tutto l'aiuto sokolista organizzato e in parte anche i mezzi per i nos tri bisogni. Vi comunicherò p iù in concreto era breve. Tuttavia abbiamo l'impressione che ciò non sia sufficie nte a loro, come hanno fatto già menzione l'ultima volta, e cerchere-


1\1.l.J, GATI

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mo la comp leta rottura della linea d i condotta. Ciò che ho menzionato ora non è eletto ufficialmente ma soltanto è nostra impressione personale, dai singoli colloqui. È chiaro, ch e ciò va discusso segretamente solo con le persone altolocate perché qu elle inferio ri non hanno alcun concetto di ciò . Questa non è alcuna speciale p roposta, ma solo una discussione per una migliore risoluzione tecnica . Vi aggiungo, nuovamente un po' cl i statistica incompleta per la cui raccolta ho incontrato molte difficoltà. I dati riguardanti Lj (Lubiana), S; (Siska) e T. (?) sono incompleti, perché è difficile cenere in evidenza tutti i gregari. Il II non ha dato i nominativi degli avversari, per il IJT non è possibile ottenere la perfezione perché mancano persone fidate (la persona alla quale mi rivolgevo mi è sfuggita e sua madre mi aveva sgridato, dicendomi cosa volessi da lei), Siska non ha dato i nomi degl i avversari (in quanto me li hanno eletti verbalmente ricorso solo: Deleja, Blanc, Kralj, Antosievic) . Zg. Siska, Stepanja Vas e Moste hanno riferito dati più precisi. Dobbiamo però ancora da controllare tutto. Ancora più particolarmente e personalmente. Con Vevce non abbiamo ancora contatti migliori, ora abbiamo nuovamente qualche cosa di progettato. Ci interessiamo molto perché le nostre persone approfondiscano il lavoro nel fronte Dove si è pmuto e dove si potrà abbiamo ottenuto una socia pe r la AZZ (Lega antifascista femminile) con un compito concreto. La stessa cosa è con la gioventù che è tutta nella lega della Gioventù Slovena (Z.S.ìVI. ). Urska (Orsola) che è innanzitutto nello SKOJ (Lega della gioventù comunista jugoslava) e non è tanto informata della attività sokdista si tiene legata specialmente là sebbene nostra rappresentante p resso la Z.S.M. (Lega Gioventù Slovena). La stessa cosa è con la Moscanska (?) nostra rappresentante, sembra che essa sia schizzata da u n'altra parte e tutto non è cresciuto sul suo . Dopo ripetuti colloqui e schiarimenti giudico in base ai miei e suoi colloqui, o ciò che ho eletto, che essa prende tutti i contarci colle società dei sokol "sektestne", perché l'ultima volta che abbiamo parlato sull'attività dei rappresentanti delle società e del rione (fronte) ha eletto che c'era bisogno di tenere il collegamento con i rappresentanti della società. Da tali d ichiarazioni ho cap ito che lei stessa non sa cosa vorrebbe. Perciò ho eletto già ultimamente che con .f\foste è un sacrificio. Veramente queste sono p iccolezze in confronto alla nostra principale attività e ai nostri scopi. Di questo non parlate ancora con nessuno, perché non posso descrivere tutti i particolari, tutto sembra che sia cli pi ù di q uello che è in realtà veramente non c'è nulla. Questo ho scritto solo per illustrarvi la situazio ne. Verrà già l'occasione che si potrà parlare personalmente. Siate convinti che noi non dormiamo e che lavoriamo bene . Ancora qualche notizia dal circondario, che vi interesserà sicuramente. Abbiamo costituito il gruppo e la lega e la segreteria circondariale nella quale siamo io Jost e Dore; un più vasto com itato comprende i rappresentanti per la propaganda, fina nze, relat.ore militare e intendente. Ci auguriamo un'attività ravvivata. Negli ultimi giorni abbiamo avu-


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J:OCClJPAZIOKE ITALlt\N1\ OELla\ SLOVENJA 0 94 1-J943l

to molto lavoro con il legame della difesa (zascira) con il lavoro ciel fron te, ch e si è svolto in generale bene, meno che nel centro e a Vie, dove abbiamo incontrato alcuni opportun isti; però in hreve anche questo sa rà messo a posto. Con ciò sono sorti nuovi comitati territorial i e simili; e speriamo che sia una splendida li nea. Inoltre abbiamo formato dovunque dei gruppi per l'attività educativa e politica dei rioni e questa settimana si ini zieranno le conferenze politiche. Se tutto andrà bene ci sarà di grande utilit~L. Anche nell'organiz-' zazione abbiamo fa tto alcuni cambiamenti, une ndo o completando nei comitati rionali gli at.t.ivisti, ravvivato l'attività, diviso il rione di Vic-Tmovo in due rioni, S. Pietro-stazione abbiano unito, la prima metà alle Poljane, la seconda metà al centro, che sarà mo lto meglio. Sfru ttiamo in piena misura tutta la situazione politica, la presenza dei rappresentanti inglesi, l'invasione della Sicilia, che è la felicità di tutti, con tutti i mezzi ci siamo gettati sul dissidio del centro e bela garda. T Mihajloviciani divulgano molrn propaganda, si appropriano delle nostre azioni. (Così, ad es. l'azione fatta per la liberazione degli internati dicono che è stata organizzata dalle socie[à nazionali, e che i comunisti cercavano di disturbare - oppure i s uccessi pa rtigiani presso Grosuplje, che tutto ciò è merim dei rnihajloviciani ecc. Gruppi mihajloviciani sono apparsi in forte numero (circa 400) su l Krim, portano le divise da ufficiali con i berretti bleu con la coccarda. Secondo la dichiarazione cli un mio conoscente (fidato) da Vbhnika, sono stati condotti sul Krim clal Notranjsko dalla belagarcla, gli italiani invece portano ogni g io rno un vagone cl i viveri per loro. Già la settimana scorsa si preparava un'azione nel [eatro lirico in occasione della presentazione della "Figlia di Jorio"; cli sera sono stati diffusi manifestini contro d'Annunzio e per il Litorale, che portano la fi rma clell'O.F., per far sapere chi ha fatto le azioni. È inleressante vero? Poiché la rappresentazione non ha mai. avuto luogo si rimanda l'a7ione a questa settimana, già siamo sempre pronti. Gli stessi attori temono ques ta azione e non vogliono lavorare. Ottima disposizio ne pe r i nostri e il [imo re clei colpevoli creano i nomi delle persone che strisciano dietro l'occupatore e i nomi clei traditori (ad es. i nomi dei belogardisti al Tribunale Ukmar - Bolrn rj) . La geme sente che noi abbiamo il controllo di tutto q ucsco e s u tutti e non se ne dimenticherà troppo presto. Tra gli avversari c'è una grande paura del castigo. Si prepara l'azione contro le donne che frequentano gli italiani e contro le tortu re. Gli it.aliani torturano rnolto le persone, la settimana scorsa hanno fucilato 4 condannati a mone . Nelle carceri hanno fa tto un jòrte chiasso perciò è st.ato proibito di invia re i pacchi e la posra . Gli italiani cercano cli dimostrarsi buoni, hanno paura delle d imoslrazion i e promettono tutte le comodità - il rilascio di tulti gli internati (che ora tornano già in maggior numero), ecc. Durante si è osservato anche presso gli italiani una forte demora lizzazione. Tuttavia c'è da aspettarsi ancora delle ·'porcherie", cercheranno ancora di dare calci . Da un lato si fanno vedere buoni clall'alrro invece ti danno lo schiaffo.


ALLGG /\TI

3 15

Quanto prima d eside riamo avere l'artico lo sulla posizione del Sokol nell'avvenire, la collaborazione nella vita politica, se sarà un organo sLatale o ppure p rivato e in gene re quale è l'opinione ufficiale. D i quesLo credo di aver g ià p regato ultimamente . Anche il tuo articolo che stai scrivendo po trà schiarire molti quesiti s ul terreno. Mandalo quanto prima. Circa l'emrata nel pa rtito comunista ho g ià fa tto menzione l'ultima volta, non c'è nulla d i nuovo. Di Jost non sappiamo nulla cli preciso, all'infuori cli essere venuto dalle carceri. Cercheremo di inform arti fra b reve. TI padre non ha dato nulla ancora. perché Pavia non si è recata ancora da lui , sebbe ne le abbiamo detto già diverse volte . Anc he questo regole re mo. La relazione (40 pagine) riguarclame i success i delle b rigate non l'abbia mo ricevuta ancora . La posta funziona ma le . sebbene si a bbia scritto già diverse volte circa le direttive per le proteste d a farsi al Vescovo non so ancora nulla e se nel frattempo s iano giunte . Sa lvo ti ha invia to il vestito e d è s trano che tu non abbia ricevuLo nulla. Devo fin ire le m ie litanie . Andrej ha avuto qualche miglioramento. Andrei, Drejce, Slavl«\ 1\.faja stanno tutti bene e s pe ra no d i vederci presto nella libertà . Saluti d a tutti. Del la tua famiglia non so molto, spero che sia tu tto in ordine . Tuo fratello ne lla Bgcl (belogarda?) si è interessato d i te se sei ancora vivo. Gli comun ic he rò che sei vivo e sano. Ancora una volta vi d ico che noi tutti lavoriamo bene e ci intendiamo be nissimo . Nel la speranza di vederci, presto fe lic i vi saluto sinceramente. Maja S1avko 1 Consegna questa le ttera a J'vlarko, perché è la risposta alla sua, d e l resto so, che siete tutti interessati, solo con te sono in contacro pili facilmente . f'v1aja


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1.'0 CCl!P,\Zl01'E ll)\LIAN;\ DELLA SJ.OVE>IIA (194 1-1943)

ALLEGATO 11 Comando della 2a armata, P.M. 10, li 26 settembre 1941 - Anno XTX, Ufficio Personale e Segreteria, N . cli Prot. 60/Ris.Pers. Oggetto: Comunicazione privata. Al Comando dell'Xl Corpo d'armata. In questo documento Ambrosio, riportando alcune osservazioni jJolemiche di Mussolini, redarguisce il Comando dell'Xl Goipo d 'armata circa una condotta troppo moderata nei conJi-onti degli "slavi" (ovvero gli sloveni) Viene inoltre fatto notare a Robotti che i reparti soj/rono di un 'eccessiva "rilassatezza disciplinare". Le note apposte dal Comandante del Corpo d'annata ("Da parte d1 chi?" e "Adesso La colpa è nostra.'") sull'originale testimoniano la reazione i·11/astidita di Robotti a simili rilievi. fonte: SME, Ufficio Storico, t\ll-3, F. 324, B.6. Comando della za Armata Ujjìcio Personale e Segreteria

P.M. 10, lì 26 settembre 1941 - Anno XIX

:N. di Prot. 60/Ris. Pers.

OGGE1TO: Comunicazione privata AL COMANDO DELL'XJ CORPO D'ARNIATA

POSTA MILIARE 46

Da alcune relazioni confidenziali trasmesse da osservatori diretti , il DUCE ha rilevato che le autorità della Slovenia italiana danno l'imp ressione di vedere e giudicare la situazione non con una visione panoramica e totale, bensì ognuno eia un proprio punto di vista e cioè limitatamente al proprio settore cli azio ne ecl alla propria speciale veduta di istituto. Si nota da parte italiana una eccessiva esaltazione degli slavi. Si riscontra poca stima e diminuito rispetto per le forze armate italiane. (da parte di chi?) Tutto questo sarebbe originato eia qualche palese rilassatezza disciplinare d i alcu ni reparti; ma soprattutto dal contegno eccessivamente loquace d i ufficiali i quali, nei contatti con la popolazio ne civile, non tacciono certi loro apprezzamenti critici, dai quali gli allogeni traggono la convinzione che nell'Esercito italiano la guerra non sia sentita come pure non sia condivisa la certezza della vittoria . Questo malvezzo di parlare inopportunamente deve cessare. Siano richiamati gli ufficial i a quella serietà che il momento richiede e tutti abbiano presente cbe non solamente occorre conseguire la vittoria; ma è d'uopo parlare in modo che gli ascoltatori abbiano la sensazione che in noi la fede neJla vittoria è incontrollabile. IL GENERALE Comandante Designato d 'Armata (V. AMBROSIO)

(adesso la colpa è nostra/)


317

AI.I.EGJ\TI

ALLEGATO 12 Ufficio I del Comando del Corpo d 'armata, N. l/84 di prot. P.M. 46, 8 gennaio 1942. Oggetto: Azioni e.li ribelli. Si tratta di un documento nel

quale Robotti stigmatizza le crescenJ.i aggressioni contro niilitari italiani l,olati da parte delle "trojke'' partigiane. Fonte: SME, Ufficio Storico, M3, F. 327, B 2.

Uffic io I.C.A. P.M. 46, 8 gennaio 1942 XX

n° 1/ 84 di prot.

OGGETTO: Azio ni cli ribelli . . . ... INDIRIZZI OMESSI

Sembra che i ribelli abbiano progettato di far aggredire singoli militari allo scopo di impadronirsi delle lo ro armi. Si sono organizzate all'uopo le note "Troike", piccole squadre composte cli 3 individui le quali agiscono inc.lipe nclentemente le une dalle altre, con il compito e.li sorprendere militari isolaci in punti poco frequentati e mentre uno dei componenti m inaccia con l'arma l'aggredito l'altro lo disarma ed il terzo tiene a bada gli eventuali sopraggiunti. Aggressioni del genere si sono già verificate in questi ultimi giorni, e richiamo perciò l'attenzione dei comandi in indirizzo sulla opportunità di prevenire questi delinquenti, tendendo con opportune esche, agguati alle "Troike" in modo eia distruggerle con la nostra inesorabile reazione ad ogni accenno a temativi del genere. IL GENERALE D I C.A. COMANDANTE

F/to Mario Robotti

p.c.c. IL TEN. COL. AIUT. DI CAivlPO (A. Troysi)


L·occc.;P,I ZIONE IMLIA:>!A DEI.I.A SI.O VEK I A (194 1-19>3)

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ALLEGATO 13 Ufficio T del Comando del Corpo d'armata , N. 1/ 1275 cl i prm ., P.M. 46, 27 febbraio 1942. Oggetto: Partigiani in possesso di uniformi italiane.

li documento considera le azioni d 'infì!tra.zione degli agenti partigiani del VOS, 1: quali giunsero ad utilizzare unijbnni dell'eserct:to italiano per co,npiere atti di sabotaggio e per circolare indisturbati nelle città. Fonte: SME, Ufficio Storico, J\tl-:?, f . 327, B. 2.

P.M. 46, 27 febbraio 1942

n° 1/ 1275 di prot.

OGGETrO: Partigiani in possesso e.li uniformi di ufficial i ita liani ...... Ind irizzi Fonte confidenziale segnala che: """T partigiani, specialmente quell i residenti in ci ttà, sono in possesso di alcune uniformi da ufficiale italiano, fatte confezionare da sarti locali, con panno di truppa (sembra proveniente dalla Croazia, dove la milizia ustascia e l'esercito avrebbero adottato il grigioverde identico al nostro""" . Prescrivo che tutto gli ufficiali siano sempre in possesso delle normali tessere per ufficiali di complemento o li bretti ferroviari, in modo eia rendere più sicuro il cont.rollo e.la parte delle ronde o pattuglie preposte a ta le servizio . I documenti in parola dovranno essere presentati ad ogni eventuale richiesta .

JL GENERALE 0T CORPO D'ARMATA COMANDANTE

f.t.o Mari o Robotti COIYlANDO DELLA DIVISIONE DI FANTEI{IA "GRANATIERI DT SARDEGNA" (1 ° Ufficio del Capo d i S.M. Sezione " i")

P.JVI. 81, 1/ 3/ 1942 XX

n . 638/ i/ MS cli prot.

ENTI COME DA SPF.DTTA COPIA " D" per conoscenza e norma. d 'ordine IL TEX COL. DI S.M. CAPO DT S.M. (R. Broccoli)


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Al,I.ECATI

ALLEGATO 11

Alle gato al foglio 02/ 1205 Op . del 22 febbraio 1942 XX. Copia Telescritto. Sussa, 21 fe bbraio 1942. Da Comando 2a Armata - Ufficio Operazio ni a Comandi Corpi d 'armata sottoposti. Si tratta di un telescritto di

)Jresentazione" del nuouo Comandante d'Armata, nel quale Roatta ordina - con stile estremamente perentorio - ai suoi subalterni di considerare le provincie (compresa la Slovenia) occupate dalle G'G'. UU. come territori in stato di guerra. Fonte: SME , Ufficio Storico, M-3, F. 327 , B. 2.

(allegato al foglio 02/ 1205 Op. d e l 22/ 2/ 42 X Copia Telescritto Sussa, 21 fe bbraio 42 XX Da Comando 2a Arma ta - Offic io Operazioni Al At At At

Comando Comand o Comand o Comando

V V

XI XVIII

Corpo Corpo Corpo Corpo

d 'Armata d 'Armara d 'Armata d'Armata

n° 2750 Alt Rilevo d ai bolle ttini d e lle novità che negli ultimi g iorni si sono nuovamente verifi cati attacchi di ribelli a piccoli nostri nucle i in movime mo et a minuscole scorte cli autocorrie re Alt Il Risultato est stato que llo d o lorosamen te logico et che il più eJeme nta re buon se nso avre bbe dov uto fare preved e re a lt Base.a dico basta con q uesti procedimen ti da te mpo e t d,J me nta lità cli p ace alt I Comand a nti d i corpo d'A rmata d iano o rd ini tassatiy i affinché in tutto il territorio de ll'Armata, tranne ne lle zone notoriamente e t s icuramente tranquille , non avvengano movimenti e.li isolati aut d i piccoli nuclei, ma solo movime n ti cl i reparti adeguati a lle c ircostanze contingenti alt Gene rale Roana p.c.c. L'UFFICIALE ADDETTO ALLA SEZIONE OPERAZIONI E SERVIZI (Cap. S. Cu ltrera cl i Menrosano)


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L'OCCUPA7.IOKF. ITALIANA OEllA SI.OVEKIA U\>'i l-1943)

ALLEGAl'O 15

Cicli operativi dell'est.ate 1942 (lu glio -settembre) . S.d. Redatto dall'[([/ìcio Operazioni dell'XI Co1110 d'armata, questo documento 'illustra il piano per la realizzazione dei sette complessi del ciclo operativo estivo. Font.e: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 324, B. 8 .

PREMESSA

Con la disponibilità deJJe nuove t.ruppe at,segnare al C.d'A. intende svolgere un ciclo operat.ivo inteso ad epurare la Slovenia dalle bande ribelli. Le G. U. concorreranno allo svolgimento delle operazioni secondo le seguenti modali[à: a) - costituzione cli due masse operative mobili forma te da - l'una dai disponibili della divisione "Gramuieri cli Sardegna" (2 reggimenti granatieri su 5 btg., p iù aliquot.e di artiglieria , btg. mortai e t>ervizi) - l'altra dalla intera divisione "Cacciatori delle Alp i" diminuita soltanto cleglì ele me nti necessari per il mantenimento degli alloggiamenti e per la loro sicurezza, nonché per la sicurezza dei collegamenti fra tali zone e quella delle G.U. limitrofe aventi giu risdizione territoriale. A tali masse mobili è affidato il compit.o d i svolgere la parte massiccia del ciclo operativo. b) - costituzione cli una massa cli manovra alle mie esclusive dipendenze composta eia: - due btg. ec.m . "M" (XVI Smarje - LXXV Skop lica) - cp . carri armati - 2° plotone autoblindo - due sezioni semoventi. Tale massa sarà dislocata nella zona cli Lubiana. Ne assumerà il comando il Console Generale Tallinucci. Compiti: - fa r fronte ad eventuali imprevisti; - eventualmente sostituire i reparti delle G.U. operanti nell'occupazione e sistemazione a difesa delle principali località raggiunte. c) - Le divisioni "Macerata", "Isonzo" ed il comando 11° raggruppamenro G.a F. con la disponibilità di forze determinata dall'assegnazione d i una parte dei reparti cli rinforzo testè giunri, svolgeranno, col proprio nucleo mobile, rinforzandolo eventualmente coi nuclei dei presidi dipendenti, operazioni contemporanee aventi lo scopo di : 1°) - irùpegnare i gruppi ribelli stazionanti nella propria zona ed impedire loro cli spostarsi nelle zone ove avrebbero ope rato le clu e masse mobili maggiori; 2°) - concorrere alle operazioni delle clue massi principali, sia occu-


Al.LEG ATI

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panclo determinate linee per impedire che gruppi ribelli poressero sfuggire all'azione delle masse predette, sia con azioni tattiche, cli volta in volta ordinate, in connessio ne operativa con le maggiori operazioni; 3°) - aumencare il dominio delle nostre truppe su terreni e su località che la deficienza di forze ci aveva costretto a lasciare nei mesi precedemi; 4°) - istituire là dove sarebbe stato ritenuto necessario, e le proprie forze lo avessero permesso, parte de i presidi nuovi coi quali concretare tale aumentato dominio. IL Cf(,10 OPERATIVO sarà costituito da un complesso di operazioni principali e concomitanti che, in linea di larga massima , verranno raggruppate e svolte nel tempo secondo le modalità e la successione previste negli allegati "complessi operativi". Tali COMPLESSI OPERATIVI, suscettibili di tutte le varianti che la situazione contingente consiglierà cli volta in volta , rapp resentano, nelle linee generali, il programma operativo che intendo svolgere. Come dato di largo o rientamento si può calcolare che, iniziando il ciclo delle operazioni verso il 5 di luglio, questo potrà essere ultimato entro la prima quindicina di settembre. - -- ===o ()o=== -- -

Per le operazioni che si svolgeranno lungo il confine tedesco sarà chiesta all'Autorità germanica la chius ura del confine stesso.

1° CONIPLESSO OPERATIVO

- Divisione "Cacciatori delle Alpi ": partendo dalla base Grosuplje Racna - Zdenska Vas dovrà, procedendo verso ovest, epurare la zona compresa nel quadrilatero limitato dalle strade Grosuplje - Zdenska Vas, Grosup lje - Skofl ijca, Skoflijca - Rasica, Rasica - Zdenska Vas e le sue località principali dai ribelli, distruggendo gli alloggiamenti e gli apprestamenti logistici della zona. Particolare attenzione si dovrà avere per il territorio a cavallo della rotabile Grosuplje - Luce - Videl Krka (zona del Malj Vrh). Ad operazione u ltimata la G. lJ. dovrà aver raggiunto la fronte : Pijava Gorica - Zelimlje - Turjak - Rob. - Divisione "Granatieri di Sardegna": partendo dal margine sud della pianura cli Lubiana in corrispondenza dell'allineamento: Borovnica Preserje - Tomiselj dovrà procedendo verso sud-est, liberare dai ribelli il territorio del Krim, occupando le località più imporranti agli effetti tattici e precauzionali contro il ritorno dei ribelli nella zona. Si attesterà s ulla fronte Borovnka - Krim - Iska Vas.


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1.'Qr.et: PAZIONE rJ,\I.IA:-lA [)El.LA SLO VENIA t l94J-1943)

Raggiunti gli obiettivi, la divisione Cacciatori e Granatieri sosteranno in attesa di riprendere i rastrellamenti, cornpleranclo durante le soste, con minori operazioni cli polizia il rastrellamento operato. - Lona Longatico: con le truppe disponib ili dei presidi cli Borovnica e Velike Bloke fiancheggiare l'azione della d ivis.ione Granatieri impeclenclo la sfuggita cli elementi ribelli verso ovest. - Divisione "ivlacerata": svolgerà azioni tattiche a breve raggio aventi lo scopo cli rastrellare e distruggere gli apprestamenti nernici nella zona cli Socl razica e in quelle comprese nella sfera e.li influenza dei vari presidi. - Divisione "lmnzo ": come per la divisione "Macerata" con particolare riguardo alla zona cli Toplice. Durata approssimativa ciel complesso operativo: dal 5 al 1O luglio.

2° COMPLESSO OPERATIVO - Divisione "Cacciatori ": dalla fronte Pijava Gorica - Turjak - Rob, convergendo a sud (ala marciante Stuclenec, lska Vas, Mokrec) si porta sulla fronte Turiak - Krvava Pec e quindi avanza verso sud fino 'a raggiungere la strada e le loca lità Sus ie - Soclrazica - Runarsko, dove si attesta e sosta. Fiancheggiamento attivo ad ovest della strada Pijava Gorica - Turiak - Zlebic. - Divisione "Granatieri '': dalla fronte lska Vas - Krim - Borovnica marciando e rastrellando verso sue.I a cavallo dell'asse Krim - Rakitna S. Vicl - Valike Bloke si porta sulla strada Runarsko - Nova Vas - Bloska Polica, dove si attesta e sosta. - Zona Longatico: concentrerà a Grahovo il suo nucleo mobile per concorrere con tale nucleo alle operazioni della d ivisione Granatieri che scenderà eia! Krim, cioè attaccare e distruggere, in concordanza con il presid io cli Velike Bloke, gli elementi partigiani che, cacciati dalla Granatieri, cercassero fuggire verso sud e collegandosi, all'uopo, appena possibile con la divisione stessa . Accordi preventivi con la divisione Granatieri. Altrettanto, nei limiti ciel suo raggio d'azione fa rà il p residio e.li Velike Lasce, che per tale compito riceverà ordini da l Comandante della d ivisione Cacciatori. - Divisione ''iH.acerata ": col nucleo mobile che gli sarà possibile riunire a Ribnica occuperà Soc.lrazica e cl i qui si metterà in condizione d i distruggere gli elementi partigiani che scendessero verso sud, ricacciati davanti a sé dalla Cacciatori. - Accordi fra le due divisioni . - Divisione "Isonzo ": rastrellerà la zona cli Mirna Pec. Collegamento assoluto, nella marcia verso sud e nella sosta fra le divis ioni Cacciatori e Granatieri. Durata approssimativa del complesso operativo: dal 12 al 18 luglio.


ALI.EG,ffl

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3° COMPLESSO OPERATIVO Divisione "Cacciatori ": dalla fronte Zlebic - Sodrazica - Runarsko, prosegue la s ua azione verso sud , sulla fronte Ceplje - Knezja Lipa - Mozelj - Stalcarji . Zona cli avanzata fra la strada cli Kocevje compresa, e le linee Runarsko - Glazuta - Kocc - Novi Lazi - Stalcarji. - Divisione "Granatieri": dalla fron te Rumarska - Nova Vas - Bloska Polica, prosegue anch'essa la sua marcia verso sucl-sucl-est portandosi sulla fronte Stalcarji - Kocevska Reka - Borovec. La strada cl i Gotenica è a sua intera d isposizio ne oltre a quella d i Draga - Borovec. Durante la sosta su lle linee-obiettivo, le d ivisioni spi ngeranno distaccamenti di battaglione alme11<) fi no a lla Kupa, provvedendo a rastrellamenti complementari e prendendo contatto coi segue nti distaccamenti: V0 corpo d 'armata Bosljiva Loka Div. "Macerata" Brod na Ku pi Div. '·Macerata" Stari Trg Località di part.icolare importanza da osservare e da ripuli re: Loz Stari Trg di Loz - Loski Potok - Draga - Borovec - Briga nella zona della Granatieri; Glazuta - Grcarice - Crni Potok - Stalcarji - Knezja Lipa Sp. Log - Predgracl nella zona della Cacciatori. - Zona Longatico: fiancheggia lungo la vecchia frontiera col suo nucleo mobile fino a Babino Polje la avanzata della divisione Granati.eri. - Divisione "Macerata": concorrerà coi suoi presidi fissi al rastrellame nto fatto dalle truppe delle due divisioni mancant.i, previ accordi con esse. - Divisione "Isonzo": rastrellerà il quadrilatero: Novo Mesto - Grn Polie - Poljane - Ursna Sela. Durara approssimativa del complesso operativo: dal 20 al 28 luglio.

4° COMPLESSO OPERATIVO - Divisione "Cacciatori": dalla fronte Cepljc - Knezia Lipa - Mozeli e Stalcarji alla fronte Zuzemberg - Krs ka Vas. Zona cli avanzata fra la strada Knezia Lipa - Planina - Crsmosnj ice - Soteska - Zuscmberg (compreso ad est e la strada (compresa mu lattiera, carrareccia e rotabile) Stalcarji - Mozeli - Mackovec - Trnovec - Stari Log - Smuka - Lopata - Brezocl Do! - Zagradec - Krska Vas (quest'ultima località alla "Granatieri"). - Divisione "Granatieri": dalla fronte Stakarji - Kocevska Re ka - Borovec alla fronte Ponikve - Hocevje - Krska Vas (località alla divisione "Granatieri"). La divisione ;'Granatieri" svolgerà il suo rastrellamento fra la strada rotabile e mulaniera Kocevje - Stari Log - Lazina - Ratje - Primca Vas Amhrus - Korini - Podbukovie e la cresta del lVIalagora.


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1: ocCUl'A:llONE ITALIANA DELLA Si,O VENIA U91 1-19"i3)

Collegamento delle due divisioni lungo i rispettivi limiti interni della propria zona cli rastrellamento. - Zona Longatico: rasrrellamento zona Lubjanski e Tolsti Vrh, si no a prendere materiale collegamento col presidio di Borovnica, presso il quale il nucleo rastrellante soggiornerà due giorni. - Divisione '~\1acerata": con gli elementi mobili dei presidi d i Kocevje e di Rihnica fianchegg ierà sulle pendici sud-ovest del Malagora e sino all'altezza cli Ortnek la sinistra della divisione "Granatieri" rastrellando la zona fra dette pendici e la ferrovia. Accordi fra le divisioni interessate. - Divisione "Isonzo": con il nucleo mobile di Novo J\1Iesto prenderà contatto a Soteska con l'ala destra della divisione "Cacciatori", rastrellando la zona di riva sinistra Krka fra Novo Mesto - Dvor. Accordi fra le divisioni interessate. Durata approssimativa del complesso operativo: dal 28 luglio al 5 agosto .

5° COMPLESSO OPERATIVO Diuisione "Cacciatori ": dalla front.e Zuzemberg - Krska Vas procedendo verso nord sino a raggiungere la frontiera tedesca, rastrellerà il rerritorio compreso fra la strada Kraska Vas - Muljava - Hudo - Sricna Poliane (l'ultimo tratto mulattiero) ad ovest e la strada Zuzemberg - Dobnic - Velika Loka - .!V1oravce. A operazione terminata si schiererà fra Velika Loka e 1\l[oravce fronte ad est. - Divisione "Granatieri ": dalla fronte Krska Vas - Hocevje - Ponikve procedendo verso nord sino a raggiungere la frontie ra tedesca , rastrellen:ì il terreno compreso fra la strada Muljava - Hudo - Sticna - Poljane e la s trada Rasica - Senturie - Grosuplje - Po lica. A operazione ultimata si schiererà fra Sp. Slivnica e Polica fronte ad ovest. - Zona Longatico: rastrellamento zona S. Josc - Rovte e nella zona di Zaplana. - Divisione '},lacerata": continua i rastrellamenti attorno ai presidi, con particolare riguardo alla zona rivierasca della Kupa per osservare ed impedire i passaggi. - Diuisione "Isonzo ": col proprio nucleo mobile si porta a Trebnje e schierandosi lungo la strada Trebnje - Mirna Pec - SS. Rupert - si mette in grado di d istruggere gruppi ribelli che sfuggendo al rastrellamento della "Cacciatori" tentassero di ritirarsi verso oriente. Accordi colla "Cacciatori". Durata ap prossimativa del complesso operativo: dal 7 al J4. agosto.


ALLEG.lffl

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6° COìV(PLESSO OPERATIVO - Divisione "Cacciatori": dalla fronte Velika Loka - Moravce alla fronte Treblno - Mokronog - Trzisce. L'ala sinistra avai1zi lungo la frontiera tedesca. - Divisione "Granatieri": dalla fronte Sp. Slivnica - Polica alla fronte Scudenec Ig - Dev Marjia Polju , marcerà con l'ala destra lungo la linea di frontiera. - Zona Longatico: continua il ripulime nco della zona Rovte - S. Jost - Zaplana. - Divisione "Macerata ": ripresa rastrellamento zona Kocevska Reka Gotenica - Grcarice. - Divisione "Isonzo ": col suo nucleo mobile schierato sulla linea Bela Cerkev - Toplica - Grcevje si metta in cond izioni cli opporsi all'eventuale ritirata di ribelli verso sud in seguito all'avanzata della Cacciatori. Durata approssimativa del complesso operativo: dal 16 al 20 agosto.

7° COMPLESSO OPERATIVO - Divisione "Cacciatori": dalla front.e Trebelno - Trzisce convergendo verso sud con l'ala marciante (sinistra) sempre camminando lungo frontiera tedesca e croata, si porta sulla fronte Ursna Sela - Jugorie . - Divisione "Granatieri ": dalla fronte Studenec Tg - Dev Marjia Polju alla fronte Log - Polbov Gradec, coll'ala destra marciante lungo la frontiera tedesca . - Zona Longatico: continua il rastrellamento della zona S. Jost Horjul - Zaplana - spingendosi sino verso la linea Log - Polhov Graclec - obbiettivo della divisione "Granatieri". - Divisione "Nlacerata ": ripresa rastrellamenti della zona Kocevje Kop rivnik. Il nucleo operante al te rmine cli questa operazione resta a Koprivnik. - Divisione '·fsonzo": fiancheggia a destra col suo nucleo operativo il rastrellamento verso s ud della divisione "Cacciatori" nella zona a nordest della strada Trebnje - Novo Mesto e nella zona a ovest della strada Novo fl,1esto Ursna Sela . Durata approssimativa ciel complesso operativo: dal 22 al 28 agosto.


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L·occt.:l'AZLONt !TAU,\~,\ DEI.I.,\ Sl.OVEKIJ\ (l\Ml·19·i3l

ALLEGATO 16 =Comando XI Corpo d 'armata - Ufficio Operazioni. Direttive e dati di orie ntamento per la divisione ;'Macerata" in v ia di trasferimento in zo-

na . Oltre a disporre la nuova G. U. sul territorio sloveno, la direttiva di Robotti raccoglie interessanti injòrrnazioni sulle posizioni di pai·tenza delle altre GG.UU. già presenti nella provincia ed in procinto di iniziare l'of fensiva estiva. Fon te: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 325, B. 2.

COMANDO XI CORPO D'ARfvIATA Ufficio Operazion i

DIRETTIVE E DATI DI ORIENTAMENTO PER LA DIVISIONE "NIACEilA.TA" IN VIA DJ TRASFERIMENTO IN ZONA L'XI Corpo d 'Annata presidia il territorio della Slovenia i cui limiti territoriali corrispondono a quelli d ella p rovincia cli Lubiana (allegato n. l ) .

Cornpiti del C01po d'Armata.· a) - mantenere l'effet.tiva occupazione d e i principali centri della Slovenia o rganizzati a capisaldi secondo le d irettive della circolare 3.C. del Comando Superiore, allegata in copia (allegaro n . 2); b) - proteggere i seguenti tronchi ferrov iari: - Postumia - Longatico - Lubiana - Zalog - con derivazione per St. Vie.I; - Lubia na - Grosuplje - Trebnje - Novo Mesto - Metlika (prosegue per Karlovac); - G rosuplje - Cocevje; c) - ricercare e distruggere le formaz ioni partig iane costitu ite da e le menti sovversivi local i, eia immigrati serbi e croati e eia e lementi per la maggior parte reclu tati coercitivamente nel territorio; d) - svolgere, ne l limite del possibile, consenLito dall'attività operativa, l'addestramento individuale e collettivo dei re parti d ipe nde n ti . In particolare: a) - Il territorio è sudd iviso nelle giurisdizioni cli cui all'allegato n. 1. I centri presidiati sono rispettivamente: . - territorio G. a F Xl CA. (n. 4) • Racche-Circooio; Longatico; Rovte; Velike Bloke . - territorio della divisione "Granatieri di Sardegna " (n . 6) • Lubiana; Verconico; Borovnica; Skoflica; Grosu plje; Ve like I.asce . - territorio della divisione "Macerata " (inizialmente n. 1) • Cocevje; Ribnica; Petrina-Hrocl na Kupi.


,\1.1.EGATI

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Con l'arrivo ciel secondo reggimento di fanteria , del reggimento d'artiglieria e delle altre truppe divisionali si aggiungeranno q uelli cli: Kocevska Reka; Mozelj. .È previsto l'ampliamento dei limiti territoriali della divis ione sino a comprendere l'a ltopiano cli Velike Bloke - Stari Trg e la zona fino al vecchio confine a sud dell 'abitato cli Circonio. - territorio della divisione "Isonzo " (n. 8) • Novo Mesto; Semic; Crnomelj; Trebnje; IV1okrooog; Soteska; Nletlika; Ra datovici. La frontiera italo -tedesca ccl italo-croata è presidiata in alcuni tratti da e lementi CC.RR., R.G. di Finanza e Milizia Confinaria dipendenti per l'imp iego dall'Autorità politica. Stazioni CC.Rl{. esistono inoltre nei p rincipali comuni della Provincia cl i Lubiana. b) - Servizio di protezione alle ferrovie: viene disimpegnato eia complessivi 17 presidi fe rroviari che distaccano posti fissi al le opere d'arte e nuclei mobili per la sorveglianza lungo la linea. L'organizzazione risulta dall 'allegato n . 3. Essi sono: - territorio G. a F Xl CA . ( n . 2) • Ivanje Selo; Laze. - ten'itorio della Divisione Gmn.atieri di Sardegna ( n. 9) • Poclpec; Notran je Gorice; Brezovica; Srnarje; Sp. Slivnica; Kusperk; Dobrepolje; Ortnek; Visn ja Gora. - 1.erritorio della cliuisione "Maceratà" JI pe rsonale viene fornito dai p resid i cli Ribnica e Cocevje. - terrilo1'io della divisione "Isonzo " (n . 6) • Slicna; Se. Vid; Sela di S. Paolo; Ve like Loka; J\ilirna Pec; Ursna Sela. e) - Il corpo d 'armata dispone d i un treno bl indato, che nonnalmcnce ha sede a Lubiana . cl) - Attività operativa contro i ribelli. La divis ione "Macerata " è destinata a presidiare la zona di Ribnica e del sud Cocevjano . Tale zona è staca recentemente per qualche tempo dichiarata in situazione "anormale" perché infestata da formazion i partigiane. L'esiguità delle forze disponibili per effettuare operazioni di rastrellamento e la natu ra del terreno, rotto e boscoso, che è particolarmente favorevole agli agguati ccl alla guerriglia che combattono i ribelli, han no consigliato il ritiro del nostro distaccamento d i Petrina e dei presidi dei CC. RR. , della R.G. d i f inanza e 1\llilizia Confinaria dislocaci lungo la frontiera croata e ne ll 'inte rno ciel terriwrio. La popolazione locale è connivente coll'attività partigiana. Risulta infatti che, dopo la pa rtenza delle nostre trippe, i ribelli abbiano trovato in essa larga adesione sia come rifornimento cl i nuovi adepti (che ha avuto un carattere totalitario fra la po po lazio ne maschile), s ia come rifornimento d i viveri, ind umenti, armi e munizioni.


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L·0ccCJ>AZIONE ITAl.lA'.'IA DELLA SLOVENI A 0 941 -1 9-13}

Attualmente i collegamenti da Cocevje verso Petrina sono assai precari, tanto che si è dovuto ricorrere a l \1° corpo per assicurare l'alimentazione del I/23° fanteria che ha ricostituito il presidio di Petrina-Eroe! na Kupi dopo un 'operazione ejjèttuata su tale località con altre truppe della divisione "Lombai·dia ". Con l'arrivo in zona elci reparti de lla divisione "Macerata" mi riprometto di raggiungere i seguenti scopi: 1°) - controllare il territorio cli Ribnica e del sud cocevjano con puntate radiali che, partendo dai vari presidi, tendano alla distribuzione delle formazioni ribelli ed alla normalizzazione della zona; 2°) - interdire l'afflusso di bande ribelli dalla zona elci V0 corpo d'armata nella Slovenia; 3°) - assicurarmi una emb rionale copertura, la cui completa amiazione mi consenta successivamente cli impedire che nuclei ribelli sfuggano verso sud e verso est, in direzione del vecchio confine, allo rquando avrò le forze necessarie per effettuare operazioni in grande stile contro le bande armare della Slovenia occidentale. Per q uanto riguarda le modalità da seguire nella lotta contro i ribelli, allego copia delle principali direttive che ho in precedenza impart.ite alle dipendenti G.U. (allegato n. 4). d) - Attività addestrativa: dovrà essere svolta in base alle direttive di cui all'allegato n. 5. Per opportuna norma allego tutte le circolari d 'indole disciplinare ed addestrativa che ho diramato in questi u lti mi tempi (allegato 5) ed un elenco delle carte periodiche che le G.U. dipendenti debbono trasmettere a questo comando (allegato n. 6). IL GENERA.LE DT CORPO D'ARMATA COMANDAl\TE - Mario Roboni -


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ALLEGATI

ALLEGATO 17

Comando Superiore FF. AA. "Slovenia-Dalmazia" c2a Armata) - Ufficio Operazioni, P.M. 10, li 3 luglio 1942-Anno XX. N. di Prot. 14350 Segreto. Oggetto : Operazioni in Slovenia . All'Eccellenza il Generale Comandante l'XI Corpo d'Annata. Si tratta di una precisazione di Roatta al proprio scritto 1,(f.lìciale detl'8 giugno (documento n. 36), dove il Comandante di Supersloda rammenta a Robotti la necessità di un 'azione decisa ed energica. Nel docurnento vengono altresì sollecitate una serie di iniziative atte ad incentivare l'entusiasmo dei soldati (licenze pre1nio, premi in denaro, distribuzioni di generi di conforto). Fonte : SME, Ufficio Storico, M-3, F. 325, B. 2.

CO.MAN DO SUPERIORE FF.AA. "SLOVENIA - DAUvlAZTA" (2H A..nnata)

UFFICIO OPERAZTONI N . cli Prot. 14350 SEGRETO

P.M. 10, lì 3 luglio 1942 - Anno XX

OGGE1TO: Operazio ni in Slovenia ALL'ECCELLENZA I L GENERALE COMANDANTE L'XI CORPO D 'ARl'vlATA

= Posta Militare 46 = V.E. è conscio della grandissima importanza delle operazioni cli grande rastrellamento che stanno pe r essere iniziate in Slovenia, ai Vostri ord ini: irnponanza che deriva non solo dallo scopo e dalla mole delle operazioni stesse, ma altresì da una questione cl i p restigio nazionale e eia! fa tto che praticarncnte sono stati concessi alle autorità militari p ieni poteri. Ciò posto, è assolutamente in dispensabile che elette operazioni siano condotte ed eseguite colla massima decisione, colla massima energia, e che siano particolarmente durante di esse evitati incidenti pregiudizievoli al nostro prestigio ed al morale dei combattenti, come que llo - noto - del treno degl i imernandi, sorpresa ed autocolonne, imboscate a deboli nuclei, e simili. È necessario altrcsì, come Vi ho già scritto nelle d irettive per le operazioni in questione, che venga data a lle truppe la massima assistenza possibile, sotto forma cli concessione immediata delle ricompense che sono in Vostra faco ltà, cli proposte immediate di concessione sul campo pe r le altre, di licenze premio (eia fruire ad operazioni ultimate), di premi in denaro, di distribu zione cli generi di conforto, etc.


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1.'0CCl lPAZJO:-.E J'JALJANA DEU.A SI.OVE1'1A 09·11-1913)

Vi prego di applicare quanto riguarda le licenze p remio, i premi in denaro e distribuzioni supp lementari con grande larghezza cli vedute. Eventuali deficienze ne l comportamento bellico cli quadri, e gregari, debbono essere represse d 'urgenza, senza esitazione e senza pietà. In quest'ordine di idee, se ritiene che qualcuno dei s uoi p rincipali dipendenti (comandanti delle fanterie divisionali - comandanti cli reggimento - Capi di S.M. - ecc.), non sia, per una ragione qualsiasi, all'altezza del compito nelle prossime operazioni affidatogli, me ne proponga immediatamente la sostituzione. Questo vale - bene inteso - non solo nel caso cli deficien:Le professionali o fisiche generiche nei quadri cli cui trattasi, ma alLresì nel caso che - a p rescindere da esse - non stimiate detti comandanti taghati a condurre convenie ntemente le azioni cl.i loro competenza ne l ciclo operativo in parola. L'importanza dello scopo da raggi ungere è infatti tale, che ogni considerazione personale o pietista deve essere decisamente superata. IL GENERALE Comandante Designato d'Annata (Mario ROATIA)


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AI.I.EG:\T(

ALLEGATO 18 Comando XI Corpo d'annata-Ufficio Operazioni. N. 02/ 7693 di Prot. op. , P.M. 46, 4 agosto 1942. Oggetto: Documenti catturati ai briganti comunisti. Si tratta di due disposizioni, rispettivamente di un comando di

reggimento e di un comando di battaglione pai1igiani, rinvenuti durcmte i rastrellamenti. il documento è integrato da una relazione analitica di Rohotti che analizza lo sbando nel quale si trovavano le forze nemiche in seguito all'inizio del complesso operativo. Fonte: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 325 , B. 1.

COl'vLi\NDO Xl C ORPO D'ARNlA'IA

Ufficio Operazioni N. 02/ 7693 di prot. op.

P.M. 46, 4 agosto 1942/ XX

OGGETTO: Docurnemi catturati ai. briganti comunisti.

Al Coma ndo Al Comando Al Comando Al Comando Al Comando Al Comando Al Comando e p.c. Al Comando

Divisione Fanteria "Granatieri di Sardegna" Divis ione Fanteria "Cacciato ri de lle Alpi" Divis ione Fanteria "Isonzo" Divisio ne Fame ria "Macerata" Raggruppame nto CC.NN. "Montagna " XT Raggruppame nto G.a F. Raggruppame nto d i Manovra Superio re FF.AA. Slovenia - Dalmazia

Il comando divisione Granatieri ha rinvenuto fra i documenti dei brigami comunisti gli annessi diario e ordini operativi c he, tradotti, trasmetto pe r conoscenza ai comandi di indirizzo per q ue lle considerazioni istruttive del caso e per quelle conseguenti direttive da emanare ai reparti dipendenti. Sono clocument.i di interesse particolare, in certi pu nti veramente e motivo, che, se nel complesso dimostrano il substrato di sciocca megalo mania dei p iccoli capi nemici nostri, non di meno hanno certi appunti di verità, specia lmente agli effetti del giudizio sulle nostre azio ni. Mi riferisco ai grandi progetti di controffensiva che, ne lla e rrata convinzione ciel termine della nostra offensiva il giorno 21, q uesta gente dichiarava di volere scatenare per ricacciarci dalle posizioni da noi conquistate. Controffensiva che parla addirittura di sfondamenti successivi del nostro dispositivo e di obiettivi da raggiungere in modo assoluto. D'a ltra pa rte, come ho eletto sopra, non è me n vero che questi documenti rivelano una ce rta profondità professionale, ad esempio quando


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L·ocCUPAZTO~E ITALI AKA f>ELLA SLOVF.~TA ( 194 1-1943)

rilevano che "gli italiani hanno posto le loro tende nei campi e nei prati e, come abbiamo potuto accertare, si sono assicurati con avamposti soltanto contro le nostre posizioni, mentre dalle direzioni ... sarebbe stato molto fac ile e molti più agevole attaccarli alle spalle". Di speciale interesse agli effetti del rapido dissolvimento della loro resistenza è il quadro dello sfacelo, dopo il nostro attacco del giorno 18, dal quale si rileva come una nostra azione abbia raggiuntO dei risultati concreti, e ch e solo una eccessiva fortuna partigiana non ha permesso di tradurre nell'agganciamento e distruzione delle bande (compagnie) a noi opposte sulle pendici ciel Krirn e del Mokrec. Da questo quadro si p uò anche rilevare come sia giusta l'asserzione dei nostri superio ri comandi in merito alla supervalutazione che, in sostanza, è soltanto basata su qualche riuscita loro sorpresa a nostro danno e su qualche irrequietezza dei capi , mentre il complesso delle bande d imostra e lavora in u na forma più caotica che ordinata e conseguente . Vien fatto però di notare come questa loro azione ricorra frequentemente ed accanitamente all'imboscata, sempre consigliata e sempre eseguita anche su dati informativi di poca atte ndibilità. La lettura ed il commento cli questi documenti, che, ripeto, oltre a tutto offrono spunti di curiosità e di interesse, deve avere per risu ltato lo scopo immediato di un affinamento del nostro lavoro e di un maggior adeguamemo nostro a que lla lotta speciale, che si può definire: impiego in ogni occasione della loro tattica di sorpresa, cli agguati, di spregiudicatezza d'avanzata , di decisione, che il mordente delle nostre truppe e la mano fe rma dei comandanti in sottordine possono imporre con sicura certezza cli riuscita . La buona causa ed il numero delle arm i sono indubbiamente in nostro favo re, ed il loro impiego col terzo e col quarto dei coefficienti che ho nominato varrà certamente a raggiungere quei risultati più completi ai quali vogliamo arrivare, cioè la clist.ruzione assoluta delle bande in modo che sia imped ito ogni loro ripullulamento nella zona. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE

- Mario Robotti p.c.c. IL COLONNELLO CAPO DI S.M.

- Annibale Gallo -


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ALLEGATI

19 luglio 1942 dal fronte

e d i op . Ai compagn i comandanti di btg. e cp. del reggimento del Krirn nonché al comando del 3° btg. del rgt. Stirjano zona operazioni La tanto attesa e con tanta sbandierata offensiva italiana è effettivamente terminata con un totale insuccesso. L'accerchiamento non è riuscito. I nostri reparti sono fuori del cerchio italiano e attendono l'ordine di attaccare il nemico alle spalle. Impartisco quest'ordine e ordini quanto segue: - la nostra offensiva nelle direzioni smcoindicate avrà inizio nelle ore opportune ciel mattino ciel 21 luglio 1942. TI primo urto deve essere quanto meglio preparato e ad ogni costo deve riuscire. Subito dopo con la più grande velocità bisogna penetrare secondo il piano. Per gli eventuali aiuti alle azioni particolari ho pronta una apposita riserva. Preparare per il compito suddetto tutti i compagni; Dopo un paio di giorni del più duro lavoro verrà anche per essi il momento del riposo. Tutti i comandi cli btg. e cp. sappiano che ogni negligenza p uò guastare tutto il piano. In tal caso punirò i colpevoli nel modo p iù severo. Allego il p iano cli attacco per tutte le unità che sono inquadrate nel nostro reggimento affinché tutti coloro che hanno il comando abbiano la possibilità cli avere una esatt:a visione della situazione e possano rnantenere i collegamenti con i reparti vicini. È possibile anche che le posizioni durante il corso dell'offensiva possano modificarsi e con ciò anche il piano. Tutti i comandanti in tal i circostanze saranno tempestivamente avvertiti. Solo nel caso che qualcuna tra le posizioni avversarie no n si possa conquistare d'assalto, permette che venga accerchiata e che venga attaccata successivamente. Nei comunicati che dovranno essere rimessi al comando ciel rgt. ~1lmeno una volta al giorno si indichino esattamente il luogo e la posizione tenuta da ciascuna unità. I compiti delle singole unità sono i seguenti: 1) - il primo htg. secondo ord ini verbali. 2) - del secondo btg . la prima e la quarta cp. : tenere ad ogn i costo l'ingresso nella valle cli Sodrazica. Massima decisione verso l'uscita. Nella composizione riceverà ancora una mitragliatrice pesante e i combattenti del la compagnia tecnica. Costruite per le mtr. pesanti potenti bun ker. 3) - Seconda cp.: operazioni d ecisive (assalto) nei dintorni di IVI. Lasce. Aci ogni costo impedire il passaggio eia V. Lasce verso V. Bloke. 4) - 3'1 cp.: operazioni decisive (assalto) nei dintorn i cl i V. Bloke fino a Mramorevo. Impedire e ad ogni costo e tenere tutte le uscite da V. Bloke verso Sodrazica - V. Lasce e Loski Pocok. Invio in aiuto la Y cp. ciel III btg. con una mtr. pesante che dovrà mettersi in un bunker all'incrocio delle vie verso Socl razica e Loski Potok.


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l.'OCCIJPA7.IOXE ITAJ,TANA DEI.I.A Si.OVEX!A ( J94l-l9'i 3l

5) - III btg. P cp. penetrazione decisiva (assalto) in direzio ne: Rob Csolnik - Rasica - Ponikve - .tvlale Lipljene - Val. Lipljene - St. Jurje - Ponova VAs. Fino a Rasica insieme con la 2a cp. 6) - za cp. Penetrazione decisiva (assalto) in direzione: Turjak - Mali Locnik - Ve!. Locnik - Greclisco - Ucljc - Smerjene - Vino - Drenik. Fino a Rasi ca insieme alla 1a cp. ì) - 3a cp. Costitu isce riserva stabile . Provvisoriamente in composizione con la 3a cp. del II btg. 8) - Cp. di cavalie ri: in riserva stabile . 9) - La compagnia quando va in composizione con la P cp. 10) III btg. rgt. Stirjano. Attacco decisivo in direzione Selo - Krvava Pec - Uzmani - Macke - Strletje - Sekirsce - Centa - Osredek - Zaporok - Skilje - Zelimlje - Brezlje. 11) - La compagnia tecnica in composizione con la P cp. del lll btg. Iniziati tosto i pre parativi per l'offensiva. Fornitevi delle necessarie munizio ni. Rivedete e riparate tutte le armi specie le automatiche. Inviate le singole compagnie di minatori subito per la distruzione delle linee ferroviarie (allo scopo di far deragliare i treni). L'allegata pianta sia distrutta in caso estremo. Cercheremo di rifornirvi alle spalle, meglio però se ve li p rocurate sul posto con l'aiuto dei comitati locali. Morte al fascismo e libertà al popolo.

p. il comando del rgt. il comandante Stjenka Kna p p.c.c. Jl maggiore capo ufficio - C. Mortarotti -


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ALLGGAT)

Comando del TI brg. "Milan Zidanzek" Dal fronte 27 fug lio 1942 Comunicazio ne uffic iale Al comandante del reggime nto ciel Krim nonché al comando d e l 3° btg. ciel rgt. Srirjano zona ope razioni A causa della situazio ne che s i è creara nel mio settore ho suclcliviso le compagnie in gruppetti d i 20-25 uomini per un più fac ile movimento. Allo scopo di rompere il cerchio intorno alla nostra posiz ione ho inviato la P cp. verso 55 14 81 21 81 a llo scopo cli iniziare da que l posto l'attacco alle spalle. È riuscita ad infiltrarsi q uesca sera attraverso 11 22 21 47 64 55 76 65 61. 16 37 66 61 34 67. Oggi ho dovuto conse gnare al compagno Zmelj 2 fucili mitragliatori pe l battaglione di nuova formazione c.lcstinaro al litorale. Una nostra mitragliatrice è nelle mani della ex compagnia cli Pockai che adesso non so e.love sia. li comandante del gruppo mi ha ordinato di richiedere a l coma ndo ciel reggimento C. , due fucili mitragliatori e prego anche di poter ottene re attraverso il vostro comando la restituzione del fucile mitragliatore prestato alla compagnia Pock. Alleghiamo lo schizzo della situazione intorno a noi . l nostri gruppetti inizieranno con attacchi minori alle posizioni into rno a Bloska Polica e Bloke; vi prego di inviarmi qualche compagnia per l'attacco alle posizioni d i l3loke perché gli italiani hanno posto le loro tende nei camp i e nei prati e come abbiamo potuto accertare si sono assicurati con avamposti solo contro le nostre posizioni, mentre dalla direzione 55 14 93 13 21 - 92 95 62 64 55 53 32 2 93 21 46 - 37 55 51 sare bbe molto fa cile e molto più agevole attaccarli alle spalle. l comunicati c irca le azioni ciel 20 corrente fino ad oggi non ha poLuto inviare perché i singoli fino a stasera hanno contin uato a fa r ritorno all'azione intorno a Spilje mentre ho inviato il comandante cli quell'azione con la 1a compagnia. Tutti i giorni passano attraverso i nostri accampame nti i partigiani croati, i quali diffondono le p iù varie notizie allarmanti a segu ito cli che ahbiamo dovuto spostare il nostro accampamento. Vi preghiamo cli chiarirc i la situazione che è nel vosLro selwre allo scopo di poterci regolare. Perché è venuta la necessità e.li rapidi movimenti e in ciò siamo impediti dai partigiani non ancora atti alle armi o alle partigiane dei quali a lcuni hanno già prestato g iuramento e a ltri no e vi preghiamo di consigliarci che cosa fare di essi. Nella maggio ranza sono combattenti ed essi stessi pregano d i lasciarli ritornare a casa perché hanno paura degli italiani. Sono cie l parere di rilasciare in libertà tali clementi perché non fan-


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J:OCCUl'AZfO NE ITALIANA D ELie\ 51.0 VE,\ll A (194'1- 1943)

no altro che guasta re il morale delle compagnie . Non appena la situazione si modifich erà vi a vvertirò tosto. J\llorte al fascismo e libe rtà al popolo . Il comandante lllegibile

p .c.c. TT. MAGG IORE CAPO UFFICIO - C. Mortarotti -

Il commissario politico Tllegibilc


ALU.\GATI

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ALLEGATO 19 "Soldati italiani!.. .". Volantino partigiano distribuito tra le tru ppe italiane. L'interessante documento rappresenta il tentativo compiuto dall'OF ofm:,e dal PCd'l (si veda il riferimento al "nostro" Paese, cioè l'Italia), di rninare la solidità politica e disciplinare delt'avve1~,ario. Leggendone i contenuti generici e privi di riferimenti specf{ici alla situazione slovena, si può ipotizzare cbe si tratta probabilmente di un volanNno "universale\ ovvero distribuito anche su altri fronti. Font.e: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 327, B. 2, Allegato a Comando c.le ll'XI Corpo e.I' Armata - Ufficio Informazioni, al Comando della Divisione "Granatieri cl i Sardegna". N. ì759 cli prot. Segreto, P.JV!. 46, 15 agosto 1942 A. XX0 . Oggetto: Propaganda comunista verso i militari" .

SOLDATI ITALIANJ1 Mussolini vi ha strap paro dalle vostre case, dalle vostre fam iglie per trascinarvi in una guerra ingiusta di conq uista. Il fascismo, che nel corso della vostra vita vi ha negato ogni gioia e vi ha procurato miseria e fame, vuole ora d istruggere ogni vostra speranza e mandarvi al macello. Nelle caserm e soffrite la fame, siete sottoposti a fat iche in utili e penose e siete tenuti sotto una b rutale disciplina. Sui fronti della guerra siete esposti alla più crudele morte, alle più d olo rose mutilazioni. Sono i plutocrati fascisti, che hanno volu to q uesta guerra e che ora eia essa ne tirano grandi profitti. Siate voi che non avere volu to questa guerra, che ora siere mandati a fa rla e a sopportarne tutte le sofferenze. Sono i plutocrari fascisti e le loro famiglie, respo nsahili della guerra, che non soffrano la fame, pe rché hanno le case piene cl i riserve d i generi a limentari. Siete voi e le vostre famiglie cbe per causa dei res ponsabili della guerra soffrite la fam e, non avete eia mangiare. Gli agenti del fascismo cercano d i cl.iviclervi e mettervi contro gli o pe rai delle vostre classi non richiamati alle anni. Non lasciatevi ingannare' Q uesti operai non sono degli imboscati, m a sono anch'essi vittime della g uerra del fascismo, esse assieme a tutti gli a ltri operai vogliono unirsi a voi e ai contadini pe r d ifendere l'URSS, per conquista re la pace e pe r libe rare il nos tro paese dal giogo hitle riano. SOLDATI, S01TlJfF1C1ALI , UPPICIAU! H itle r, Mussolini , dopo aver suhiro il più clamoroso scacco nella loro aggressione contro l'URSS si apprestano ora a lanciare una nuova grande e vana offensiva conrro il paese cie l Socialismo, della libert~t e ciel henessere . Rifiutatevi d i combattere conLro l' Unione Sovietica. I vostr i nemici non solo le popolazioni de ll 'URSS , della Jugoslavia e della Grecia ecc. ma il governo di Mussolini c he ha ridotto voi e le vostre famiglie a soffrire la fame e che v uole fare d i voi della carne e.la cannone. Il vostro nemico è il governo d i Mussolini che ha aggregato il nostro Paese al ca rro dell'imperia lismo hitle riano.


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L¡ocCUPAZIONE IMI.IA:-l,\ DEI.I.,\ SI.OVEKI A (194 1- 1943)

Le armi che il fascismo vi ha c;onsegnato n on uti lizza tele contro i gloriosi soldati e partigiani sovietic;i e i loro alleati, utilizzatele per spazzare dal nostro Paese i vostri veri ne mic:i; il governo di l\tlussolini e i dominatori hitleriani . Distruggete, sabotate il materiale bellico destinalo alla guerra contro l'URSS e i suo.i alleati. Passate con armi e bagagli dalla parte dell'Esercito Rosso per continuare nelle sue file la lotta contro il c;omune nemico. Alla miliz.i a fascista che spia i vostri sentimenti, che esercita s u cli voi il c:ontrollo degli sbirri, e che è disposta a spararvi ne lla schiena, rispo ndete col piombo dei vostri fu cili e delle vostre mitragliatrici.


ALLEGAT(

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ALLEGATO 20 Alto Commissario per la provincia cli Lubiana - Cornanclante dell'Xl Corpo d'armata. Bando del 18 agosto 1942. Si tratta del l?ando con il quale le autorità italiane disjJoneuano la conjìsca di tutti i heni appartenenti ai alle loro famiglie. Fonte: ACS, PCM , 1941-43, B. 2663, f . 1 1-l 357412.

L'Alto Commissario per la provincia di Lubiana e

TI Comandante dell 'XI° Corpo d'Armata Visto il proprio Bando 15 luglio 1942-X:X e le disp'osizioni impartite dalle rispettive superiori Autorità, rendono noto: 10 T beni mobili ed immobili dei rivoltosi saranno confiscati e dati in

proprietà: alle famiglie dei militari ed altri dipendenti dello Stato o di Enti ausiliari caduti in combattimento o vittime di aggressioni nella provincia d i Lubiana; ai mutilati ed invalidi delle medesime categorie. 20

Si considerano beni de i rivoltosi quelli appartenenri: ai rivoltosi uccisi in combattimenro, passati per le armi o giustiziati; ai maschi validi di età compresa fra i 18 e i 60 anni, assenti senza giustificato morivo dalla loro residenza abituale.

30 La confi sca si estende ai beni d ei familiari dei rivolwsi nei casi in cui il rivoltoso si trovi, secondo la legislazione civile vigente, nella condizione di e rede legittimo rispetto ,Li proprietari dei beni e nella quota in cui parteciperebbe alla successione legittima .

Le disposizioni precedenti non si applicano nei confronti di coloro che, entro il 15 settembre ciel corrente anno, si arrenderanno, prima del cornharrimento, alle Forze Annate Italiane o rientreranno nella propria


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1:occt.:PAZIONE rJALIAè<A DELLA SLOVENIA 0941-)9·13)

abituale residenza, presentandosi alle Autorità italiane. Costoro avranno inoltre salva la vita.

50 Ai mandanti, complici o favoreggiatori o in genere a coloro che comunque p restino rifugio o assistenza ai colpevoli cli talu no elc i seguenti reati: a) attentato contro l'unità, l'indipendenza o l'integrità dello Stato; b) attentato alla sicurezza dello Stato; c) insurrezione annata; c1) associazioni sovversive; e) propaganda o apologia sovversiva; f) delitti contro la personalità interna dello Stato; g) attentato alla incolumità o alla libertà personale d i apparten enti alle Forze Armate; h) attentato alla pubblica incolumità o ai pubblici servizi; si applicano, ancorché trattisi di prossimi congiunti, le stesse pene contemplate per gli esecutori materiali dei rispettivi de litti. Il presente BANDO entra immediatamente in vigore ed è pubblicato mediante affissione. Lubiana, 18 agosto 1942/XX: L'Alto Commissario per la provincia di Lu biana Emilio Graziali

Il Generale Comandante dell'XI0 Corpo d'Armata Mario Robocti


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Al.LEG!ITI

ALLEGATO 21 Comando Superiore FF.AA. "S lovenia-Dalmazia" - 2n Armata - Ufficio Operazioni, P.M. 10, li 23 agosto 1942-Anno XX. N. d i Prot. 17410 (Op. Segreto. Oggetto: Continuazione operazioni in Slovenia. All'Ecc. il Comandante c.lell'Xl Corpo d'armata. Il documento, oltre a impartire disjJOsizioni circa la garanzia dell'ordine pubblico a Lubiana, individua nella zona dei GorjanC'i un nuovo centro partigiano ed anticipa conseguentemente le azioni autunnali in tali terri:tori. \!iene altresì apprezzato il rendimento della NIVAC. Da notare le note a margine di Robotti ("già, aspettavo Loro!") cbe dimostrano una certa insofferenza del Comandante di Corpo d'armata nei riguardi del Capo di Stato Jl!laggiore di Supersloda generale de Btasio. Fonte: SME, Ufficio Storico, M 3, F. 325, B. 2.

COMANDO SUPERIORE FF.AA. "SLOVENIA - DALMAZIA"

2" ,;lrmata

UFFICIO OPERAZIONI

P.M. 10, lì 23 agosto 1942 - Anno XX

N e.li Prot. 17410/0p. Segreto OGGETTO: Continuazio ne operazjoni in Slovenis ALL'ECC. IL COMANDANTE L'Xl CORPO D'ARMATA

= POSTA MILITARE 46 = Presi gli ordini dall'Ecc . il Generale Comandante

Premesso che azioni q uali quelle accennate al Capo 2° del foglio n° 02/10390 di codesto Comando in data 22 agosto, vanno impedite o stroncate s ul nascere, e che le sottrazioni di forza d i cui al foglio n° 17150 e al telescritto n° 17352 rispettivamente in data 18 e 22 corr. di q uesto Comando sono imposte da altre imprescindibili esigenze operative: a) - siano, se necessario, sottratte alle unità operanti (div. "Cacciatori" o - soluzione preferib ile - nuclei mobili divis.) le forze giudicate indispensabili a garantire l'O.P. in Lubiana e a salvaguardare il viadotto di Borovnica; (ma questo L'ho già fatto! Già! aspetto loro cbe me Lo dicano!) b) - siano apportate, se necessario, le conseguenti varianti al previsto p iano operativo. Poiché, però, esso risponde bene allo scopo, sembra sia il caso di scostarsene solo di quanto si renderà di volta in volta necessario, senza per que.stO abba.ndonarlo del tutto. Tn altre parole, poiché esso preventivava un'azione cli divisione verso ovest, si tratterà ora


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l.'OCCCP,\ ZIONe n :~LIAN,\ DELLA SI.OVE:s!IA ( 194 1-19-13)

cli rendere successive, anziché contemporanee, le clue azioni sopra dette; e cl i p reventivare per ciascuna di esse, se necessario, maggior tempo cli quello inizialmente considerato, per compensare eventuali diminuzioni cli forze conseguenti a quel che è detto in a); (già, aspettavo loro!) c) - data l'importanza della zona Gorianci, derivante dall'ubicazione a cavallo della frontiera italo-croata, dalla naturale asprezza, dagli apprestamenti, dalle risorse e dalle forze che i ribelli vi hanno accumulato, è in esame da parte cli questo Comando la possibilità d i far intervenire da sud maggiori forze croate e una colonna mobile costituita da unità miste di codesto C.A. e del V Si gradirebbe urgente parere in merito; d) - si concorda per ciò che ha tratto al rend imento attuale della ìV!.V.A.C. St.ia però di fatto che sul concorso locale d i questa gente a lla difesa dei presicl1 si può fare notevole affidamento; e ciò può consigliare, in determinate situazioni di sicurezza, a sottrarre qualche nostro reparto ai presicl'ì, anziché alle forze operanti, per i compiti preminenti dei quali è detto alla citata lettera a); e) - nulla è possibile variare a quanto stabilito circa la messa a d isposizione alle stazioni di carico delle forze destinate a rinforzo del V C.A. (foglio e telescritto citati). d'o rdine: IL GENERALE DI BRIGATA

Capo di Stato Maggiore (E. de Blasio)


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Al.LEGATI

ALLEGATO 22 Chef cler Ordnungspolizei-Verb inclungsoffizier zurn Hohen Kommissar in Laibach. Laihach, den 3 settembre 1942. M.T-I./Sch. Segreto' Alla S.E. il Cen. Mario Rohotti Comandante l'Xl Corpo d 'Armata. fn questo docu·men/.o il maggiore 1-Jolst trasmette al Comandante del/XI Ccn1;0 d'ar-

mata u.n radiogramma del generale flrenner· della Ordnungj)olizei germanica, il quale lamentava la debolezza delle forze i/.alicme neL!e .zone orientali (implicito riferimento quindi alla divisione "Isonzo ''.). Da notare il commento di Rohotti, a margine. "le forze italiane sono quelle che sono. Si ricordino i tedeschi che noi... facciamo il nostro (illeggibile), non il loro'"· rome: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 325 , B 1.

Chef cler Ordnungspolizei Verbinclungsoffizier zurn Hohen Kommissar in T.aihach Laibach, den 3 sette mb re 1942. M.H./Sch. Segreto!

Alla S.E. Il Ge n. Mario Robotti Comandante l'XI Corpo d'Armata Lubiana

Or ora ho ricevuto il seguente radiogramma con la preghiera di ulteriore provvedimento: RADIOGRAMMA NR. 6 DEL 3 .9 .1942 DA VELDES Oggi alle 16 il Col. franz comunica che secondo asserzioni eia parte cli disertori, la maggior parte dei hancliti si è ritirata, risp. si ritira verso oriente. Stamane verso le 11 una band a di 60 uomini con cavalli 3 km a sud di Germanda s i è ritirata verso o riente . La mia ala sinistra venne allungata fino all'alLezza di Raune 7 km ad oriente di I-leiligenkreuz. Tutti i mie i provvedimenti non hanno a lcuno scopo, se le forze italiane in oriente sono talme nte deboli, da non poter impedire una fuga verso orien te. Questa fuga viene ancora facilitata dalla pressione italiana eia occidente verso oriente, mentre il colpo principa le era stato atteso da sud a nord. Mentre all'altezza di Kuce vrh sussiste collegamento con compagnia di investigarnento italiana, sembra che le forze d 'assalto d 'oriente siano tanto deboli, c he i banditi p ossono evitarle senza impedimento. f. to Brenner Generale cli Brigata della Polizia German ia Essen do il Gen . Brenner molto inte ressato agli urgenti provvedimenti da prendersi da pa rte Vostra , prego devotamente d i farmeli pervenire quanto prima per poterli trasmettere al Cornanclo Germa nico. Major d. Sch


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l.'O CCCPAZIONE ITALIANA DELLI\ ST.OVENIA ( J94J-19·i3)

ALLEGATO 23 Comando X l Corpo d'armata - Ufficio Opera zio ni, P.M. 46, li 18 ottobre 1942, N .. .. cli prot. op. Oggetto: Direttive. Il documento riporta un

episodio nel quale un tenente aveva minacciato di fucilare i notabili eh un villaggio, da lui considerati ostaggi, in rappresaglia alle azioni partif!,iane. Robotti sottolinea con energia l'inutilità e Jìnanco la pericolosità di tali comportamenti. Fonte : SME, Ufficio Storico, M-3, F 324, B. 6.

Comando XT Corpo d 'Armata Ufficio Operazio ni N ... cli Prot. op .

P.M 10, lì 18 ottobre 1942 - Anno XX

OGGETTO: Diretti ve AL AL AL AL AL

COMAND ANTE COMAND ANTE COMANDANTE COMANDANTE COMANDANTE

DIVISIONE FANTERIA "ISONZO" DIVISIONE FANTERIA "MACERATA" DIVISIONE FANTERIA "CACCIATORl DELLE ALPI " RAGGRUPPAMENTO CC.NN. "XXI APRlLE" XI RAGGRUPPAMENTO G. a F.

Si è verifica to il seguente fatto: Tn seguito ad un recente delitto terrorista , presso u n comando, un tenente, fatti chiamare in u ffici o alcuni esponenti delle classi superiori della popolazione, ha loro comu nicato che, in caso cli ripartizione di sim ili barbari delitti, essi sarebbero stati fucilati come "ostaggi ". A parte l'arbitraria inopportu nità ciel gesto ciel tenente suddetto, è da ricordare anzitutto che in Slovenia, finora le rappresaglie - a salvaguardia stessa della popolazione onesta, contro gli efferati delitti dei briganti comunisti clell'O.F. ( siano essi clirigenci o sicari) - hanno avuto l uogo su elementi colpevol i cli attività terroristica e appartenenti al l'O .F. (e quasi tutti, anzi, già incarcerati per tali risul tanze) e mai su "ostaggi" propriamente eletti, cioè su elementi immuni cli accusa. In secondo luogo - prego tener presente particolarmente questo - il git1clizio sugli ind ividui da sottoporre alle rappresaglie compete unicamem e alla autori tà pol itica e mili tare superiore e non int.enclo che esso sia concep ito come attribuzione ordinaria d i un comando mio cl ipenclenre, e tanto meno d i un ufficiale d i grado inferiore, come è avvenuto. Prego dare chiare e tassative disposizioni perché il grave inconveniente non si verifichi e sia da tutti compresa la assoluta necessità di un ritegno e d i una linea di condotta adeguati al momento. IL GENERALE Dl CORPO D'ARMATA CO .M A ND A N TE - Mari o Robotti -


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ALLEG ATI

ALLEGATO 24 TI Comandante dell'Xl Corpo d 'armata all'Eccellenza Mario Roatta Comandamc Superiore FF.A.A. Slovenia Dalma:lia, Operazion i, P.M . 46, 27 ottobre 1942 XX N. 02/ 10902 di prot. op. Oggerto: Compagn ie montenegrine. Si tratta di una copia velina con la quale Robotti accetta la proposta di Roaua di inviare in Slovenia otto compagnie di collaborazionisti montenegrini. fonte: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 325, B. 2.

Operazioni 02/ 10902 op. compagnie montenegrine.

PM. 46 27 ottobre 2 XX

ALL'ECCELLENZA NlARIO ROATTA Comandante Superiore FF.AA. Slovenia - Dalmazia POSTA MILl'fARE 1O In una riunione tenu ta a Sussa, V.E . aveva chiesto il mio pensiero circa l'impiego cli compagnie montenegrine nel mio territorio. Vagliati tutti i vantaggi e gli svantaggi che potrebbero derivare dall'impiego d i tali reparti in relazione ai fattori etnici morali e politici, ritengo non conveniente dislocarli nell'interno del territorio affidando loro compiti analoghi a quelli dei reparti dell'Esercito o della M.V.A.C. locale. Considerata però la impresci nd ibile necessità della chiusura della front iera sloveno-croata, per evitare l'infiltrarsi di bande partigiane in Slovenia, e l'attuale impossibilità d i chiuderla materiahneme con ostacolo passivo, ritengo che reparti montenegrini potrebbero trovare una buona utilizzazione dislocandoli lungo il Ku pa con compiti di sorveglianza e chius ura della frontiera. In tal modo verrebbero ad operare in una zona limitata che, per essere di transizione tra Croazia e Slovenia, cornporterebbe in misu ra minore gli inconvenienti prima rilevati. Succes::;ivamente, in base ai risultati che fornirà l'esperienza, potrò decidere circa altri possibili impieghi. Chiedo pertanto l'assegnazio ne di 8 compagnie che dislocherò lungo il Kupa e la linea cli demarcazione costituendo presidi ad integrazio ne degli attuali posti di polizia. JL GENERALE DI CORPO D'ARMATA comanda nt e - Mario Robotti -


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r; occt:PAZIONE ITAI.IANA UEI.I.A SLOVENIA ( 194 1-1 9-1.l )

ALLEGATO 25 Allegato 2 al Notiziario Giornaliero in data 3 novembre 1942 XXI. Disposizione. Si tratta di un documento partigiano trovato dai comandi ita-

liarti, nel quale si dejìniscono l'organigramma e la dislocazione dell'Jisercito di liheraz ione e del Comitato Esecutivo dell'OF. Fonte : SME, Ufficio Storico, M-3, F. 326, B. 1.

ALiegato 2 al Notiziario Giornaliero in data

j

novemhre 1942 X:XI 0

DISPOSl ZIONF. Per la riorganizzazione ciel comando Supremo dei reparti partigia ni sloveni naziona l libe ratori. 1°) - allo scopo di perfezionare l'abilità operativa de ll'a lto comando dei reparti partigiani s loven i nazional liberatori, e ne llo .stesso tempo pe r collegare più strettamente l'eserc ito nazionale, con l'ottava politica del fronte liberatore, il comitato esecutivo ciel F.L. nomina il seguente personale per lo stato maggiore dei reparti partigiani s loveni nazio na l liberatori: - Comandante: compagno JERNEJ Posavca sinora commissario politico dello stato maggiore. - Commissario politico: compagno Pietro KALAN, aiuto segretario ciel comitato esecutivo della F.L. - Vice comandante: compagno Branko I-IRA.ST colonnello dello stato maggiore dell'ex esercito jugoslavo sinora o rgano dello stato maggiore. Come organizzatore cli speciali formazioni militari e reparti dei comand i il compagno Dore TRDINO, sinora o rgano dello stato maggiore. 2°) - a llo scopo cli portare i reparti ad un p ili alto livello di conoscenza politica e per la sorveglianza de ll'andamento politico clei repani il comitato esectivo ciel F.L. nomina i seguenti aiutanti del commissario politico dello stato maggiore: - Compagno BOLK, organo della commissione agitatrice-propagandisti.ca ciel comitato esecutivo ciel P.L. e organo K.P.S. (partito comunista della Sloveni.a) - Compagno Jurj DOBRAYC, organo della direzione del g ru ppo c ristiano del F.P. - Compagno Slavka GRUMA o rgano delle d irezioni dei Sokol. 3°) - Ai compagni Pietro STRUGAR e Primez TRATJ\:IK, c he assumono il nuovo incarico nel movimento liberatore, il com itato esecutivo del F.P. esprime la sua riconoscenza , per i sacrifici e l'ope ra s ino ad ora prestata nel comando supre mo, ed assicura che la nascita e l'o rganizzazione del movimento dei partigiani s loveni ciel primo periodo sono essen-


ALL!òG ATI

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zialmente legati con i loro n omi, sia per quanto s'è fatLO p raticamente s ia per i sen tim enti ispirati ne lla coscienza dei partig ia ni . Jn zona I0 ottobre 1942 Il comitato esecu tivo del F.P. Hribar Andrej, J. r. - Kristov - Edo Kardel, J. r. Gasp er Jeraj, J.r. - Peter - Boris Kidric, I. r. Pavle Tratar, J. r. - Sasa, J. r. Drejce Jaklic, J.r. DISPOSIZIONE per l'assu n zione di Pietro STRUGAR nel comitato esecutivo del F. L T0 il comitato esecutivo del F.L. accoglie il compagno Pie Lro STRUGAR TT 0 il comitato esecutivo del F.L. dà l' incarico cli relatore miliw re al compagno Pietro STRUGAR Zona il 1° ottobre 1942 Il comitato esecutivo I-Iribar Andrei, l.r. - Kistov - Edo Ka rclel, l.r. Gaspcr Jera j, l.r - Pcter - Boris Kiclric, l.r. Pavle Tratar, l.r. - Sasa, l.r. D re jce Jaklic, l.r.


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!,'OCCUPAZIONE ITALIANA D ELLA SJ,O VE~I A ( 194 1- 1943)

ALLEGATO 26 Comando XI Corpo d'armata S.M. - Ufficio Operazioni. N. 1/ 3643 di prot. P.M . 46, li 22 luglio 1943-XXI. Oggetto: Relazione mensile. Al Comando della 2.1 Armata - Ufficio "I". Si tratta di un notiziario cbe 'illustra la situazione politica venutasi a creare in Slovenia all'indomani dello sbarco in Sicilia. Veniano descritte altresì le attività dei partiti (OF, liherali, clericali) e la d{flìcile situazione economico-sociale. Fonte: SME, Uffi cio Storico, M-3, F. 327, B. 2.

SEGRETO COMANDO XT CORPO D'ARivlATA S.M. - Ufficio Operazioni

P.lVI. 46, lì 22 luglio 1943-XXT

l\. 1/ 3643 cli proc.

OGGETTO: Relazione mensile AL COMANDO DELLA

za

ARMATA

- Ufficio "I" POSTA MIL1T..A..RE 1O I - SITUAZIONE POLITICA Il\ GENERE La situazione politica della Slovenia non è sostanzialmente mutata nel periodo 20 giugno 20 luglio 1943 . Gli avvenimenti bel lici nei bari scacchieri, e più recenternente lo sbaco in Sicilia, hanno determinato una certa qual recrudescenza nella propaganda avversa . La popolazione si mantie ne fedele al solito contegno in apparenza agnostico, corretto, attesista, dovuto forse alla s peranza - per taluni certezza - della prossima "liberazione" de i Balcani ad o pera degli anglo-sassoni o, come spera l'O.F., dei paracadutisti e dei soldati russi. L'idea comunista, in concreto ma i radicata nel popolo sloveno, tranne che in un'esigua minoranza, trova sempre minori adepti; l'idea nazionalista invece - per ovvie considerazioni - è in fase ascendente ed è professata da colo ro che sperano così cli raggiungere quella sistemazione democratica della libera Slovenia che il movimento partigiano - se fosse fedele alle s ue premesse - non avrehhe ma i saputo realizzare. I vari procedime nti in atto e la conoscenza della rriste s irazione degli elementi.al bosco, impediscono l'ulteriore incremento delle bande del1'0 .F., per altro oggi quasi inattive in vista, si d ice, cli fururi imp ieghi. Norevole il numero delle costituzioni presso i vari presidi della provincia. La situazione politica è più delicata nelle local ità non presidiate: la popolazione è continuamente costretta al dopp io giuoco, a seconda ciel-


,11,lH , ATI

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la momentanea presenza delle nostre truppe o dei partigiani. Questi ultimi però non hanno per nulla accresciuto il loro p restigio, sia per i soprusi, più o meno masche rati, che hanno facto sulle popolazioni (razzie, arruolamenti faziosi) sia per i continui insuccessi riportati negli scontri con le nostre truppe. Il - ATI'fVITÀ DEI PARTITI Anche in questo campo non vi sono particolari novità eia segnalare. Sintomat.ico, soltanto, è il nuovo sistema di _propaganda adottato dall'O.F. che, formalmente , ha posto in ombra il suo atteggiamento comunista o filocomunista per lumeggiare maggiormente l'i ntento patriottico che essa prete nde di persegu ire (la li berazione della Slovenia) con l'ovvio scopo cl i: - accattivarsi maggiori simpatie nella massa; - togliere eventuali fu turi adepti ai Mihajloviciani; - mantenere ai comunisti che la dirigono la posizione cli s upremazia che d iversamente potrebbero pe rdere. In seno a qualche fabbrica di Lubiana , sono state costituite delle "Narodna Zascita" d i cu i alcune ind ividuate e colpile. Il partito libe rale è diviso in due correnti: una che vorrebbe la Slovenia libera ed if1d ipenclente; l'altra la ricostruzione - su nuove basi della vecchia Jugoslavia. I suoi rarporti con i clericali sono freddi pe r non dire quasi ostili, come già accennato. Il partito clericale è sempre quello cli maggioranza e pe r quanto la sua politica sia attesista, i suoi rapporti con l'autorità sono corretti ed ispirati ad una piena collaborazione nella lotta contro il comunismo.

III - AITJVIT À DELLE ASSOCIAZIONI GIOVANILI Nulla d i notevole da aggiungere a quanto segnalato nel mese scorso. IV - ATTIVTT.À. DELLA POPOLAZIONE Nulla d i nuovo da segnalare. V - ASPETTI ED EVOLUZIONI DELL'ECONOJVIIA - ATrIVITA E POSSIBILTT.À. AGRICO LE COMMERCIALI ED INDUSTRIALI

Onimo il raccolto. Stazionarie - senza sintomi di miglioramento - le attività commerciali ed industria li. Qualche leggero miglioramento nella produzione del legname da costruzione a scapito però d i quello da arde re. In. contin uo depauperamento il patrimonio zootecnico. Perdura il disagio della categoria a reddito fisso che non vedono se non un ulteriore peggioramento della loro già grave situazione contingente. VI - UMORI DEJ VARI STRATI SOCIALI Continua il malumore degli impiegati e dei pensionati per gli scarsi assegni che percepiscono, inadeguati al costo attuale della vita.


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L'OCCUPAZlONE ITAI.IAKA DEl.l,A SI.O VE~IA ( 194 1-194.~)

VII - RIPERCUSSIONI DEl NOSTRI PROVVEDIMENTI

Commentato molto favorevolmente il provvedimento che ha protratto alle 23 a Lubiana e alle 22 in provincia, il coprifuoco. La sosta nelle liberazioni internati (ora cessata) aveva generaro inquietudine e malumore. VllI - Pl{OBLEMI CHE MERID\NO LA NOSTRA PARTICOLARE AITENZIONE Favorire il remporaneo trasferimento della popolazione dai ce ntri più

lontani ai centri presidiati per evirare ulteriori razzie e nuovi reclutamenti forzosi cli uomini valid i eia pane dei b .c. Migliorare il trattamento economico ciel persona le ferroviario in vista ciel particolare compito gravoso che esegue. TL GENERALE DI CORPO D 'ARMATA COìV!ANDANTF.

- Gastone Gambara P.C.C. TL COLONNELLO CAPO DI S.M. - Bruno Lucini -


Al.1.EGATI

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ALLEGATO 27 Comando Xl Corpo d'annata - Ufficio MVAC. N. 1976 cli prot. MVAC. Posta Militare 46, li 4 settembre 1943. Oggetto: Fermi cl i persone . Si tratta di un deciso intervento di Gambara contro gli abusi ed i soprusi com-

piuti dai m'iliti anticomunisti nei conJì-onti dei ciuili. Al documento segue una corrispondente disposizione della Divisione "Isonzo '· inviata al 24° reggimento di fanteria, affinché fosse impedito ai reparti della MVAC di compiere improprie azioni di Pubblica Sicurezza. Fonte: IZDG, Xl Corpo d 'armata, F. 744/ 1.

COMANDO XI CORPO D'ARMATA - Ufficio M.V.A.C. Posta Militare 46, lì 4 sette mbre 1943

:N. 1976 cli prot. MVAC

OGGETTO: Fermi cli persone ... INDIRIZZI OMESSI ... fermi di persone, operati recentemente eia militi A.C. , impongono richiamare alla necessità cli e vitare, per q uanto possibile, o pe razioni del genere da parte cli militi A.C. Salvo nei casi di flagrante reato l' inte rvento cli detti m iliti può facilmente risultare se non dettato, accompagnaw eia spirito di parte, e q uindi suscettibili cli soprusi o vendette inam missibili. Pertanto preciso che, fermo restando l'i mpiego eccezionale dei militi con compito informativo nelle indagini preliminari, l'azione esecutiva che porti ad a rresto di persone deve rimane re in ogni caso affidato a i CC.RR. compe tenti per giurisdizione te rritoriale. Prego impartire in p roposito ordini tassativi agli 1-!/liciali cli collegamento delle fo rmazioni M.V.A.C. IL GENERALE DI CORPO D'AR1V1ATA COMA N DANTE - Gastone Gambara -

COMANDO DELLA DIVISIONE DI fA:,JTER TA ISONZO (14) Ufficio del Comandante i Carabinie ri Reali N. 4/ 12 cli prot. Segre to

Posta Militare 59, lì 8 sette mbre 1943

AL COMANDO DEL 23° REGG . FANTEIUA AL COMANDO DEL 24° REGG . FANTEIUA


352

L·ocCUPAZIONE IT,\I.IANA UELLA SLOVENIA (194 1- 1915)

AL AL AL AL AL AL

COMANDO CO~lANDO COlVIANDO COMANDO CONIANDO COMANDO

DEL 6° REGG . ARTIGLIERIA DEL 98~ LEGIONE MILIAZIA DEL XIV BTG MORTAI DEL BTG. SPECIALE N. 1 DELLA M.V.A.C. DIVISIONALE DELLA COMPAGNIA CC. RR.II

P.M. 59

ZONA SEDE NOVO lVIESTO

... ne l rrascrivere il fog lio ciel Corpo d 'Arma ta dispongo che i comandanti cl i reggimento, di reparto auronomo e il com a ndo .M.V.A.C. del la Divisione impartiscano tassative disposizioni agli ufficiali cli collegamento delle form azioni A.C. p e rché i fermi e g li arresti s ia no effettuati cliret.tamente dai m iliti amicomunisti unicamente in caso e.li flagranza di remo; in tutti gli a ltri casi i m iliti si limiteranno a fornire le info rmazioni necessarie e parte esecutiva sarà affidata a i CC.RR. dei nudei Reggimentali; oppure ai CC.RR. d elle stazioni territoriali. Anche nel caso di fl agranza i fermati ocl a rrestati dovranno essere s ub ito consegnati ai CC.RR. con un rapporto del farro . IL G ENERALE D I BRIGATA COMANDANTE INTER DELLA DIVISIONE - Guido Cerruti -


353

AI.I.EGATI

ALLEGATO 28 Comando XI Corpo cl';mnata - S.M. - Ufficio Informazio ni. P.M. 46, li ì settem bre 1943. Notiziario giornaliero n. 426. Sint.esi. Si tratta dell'ultimo notiziario redatto dall'U.ftìcio Jnjè)rmazioni. Vi è descritta la situazio-

ne 1nilitare ed operativa della provincia a poche ore dalla proclamazione dell'armistizio italiano. Fonte: SME, Ufficio Storico, M-3, F. 327, B. l.

SEGRETO cloç>pia busta COMANDO XI CORPO D'ARMATA S.M. - Ufficio Operazioni

N. 1/4520 cli prot.

P.M. 46, lì ì .settembre 1943 .

OGGETTO: Notiziario gio rnaliero AL COMANDO DELLA 2a AR.tVLA.TA - Ufficio "I" AL COMANDO DELLA 2a ARMATA - Ufficio "A" AL COMANDO DELL'8a ARivIATA - Ufficio " I " AL COMANDO V CORPO D'ARMATA - Ufficio "I" AL COMANDO xxm CORPO D'ARMATA - Ufficio "I" AL COMANDO XXIV CORPO D 'ARMATA - Ufficio "I" AL COMANDO DIVISIONE FTR. "ISONZO" - Sez. "I" AL COMANDO DIVISIONE FTR. " CACCIATORI DELLE ALPI " - Sez. "I" AL COMANDO DIVISIONE FTR. "LOMBARDIA" - Sez. "I" AL COMANDO XI RA.GG RUPPAMENTO G.A.F. - Sez. "I" AL. COMANDO R.A.GGRUPPAMENTO "XXI APRILE" - Sez. "I " ALL'XJ COMANDO G.A.F. DI C.A. - Sez. "I " AL COMANDO G.A.F. DEL X:Xlll C.A. - Sez. "I " AL COMANDO DI FANTERIA DIV.LE ';CACCIATORI D ELLE ALPI" AL COMANDO AERORAGGRUPPA/VlENTO - Aeroporto di Lubiana Si tra.smette copia d el nociziari o giornaliero n. 426 di questo Comando. d'ordine IL COLONNELLO CAPO DI S..M. - Bruno Lucini p .c.c. IL CAPITANO CAPO UFFICIO - E. Bacciola -


354

L'OCCL"l'AZIONE JTt\l.lA>IA OEl.1.A Sl.OVEKli\ 0 9·1 l-1 943J

COMANDO XI CORPO D'ARMATA

S.l'v1. - Ufficio Informazioni P.M. 46, lì 7 settembre 1943 NOTIZIARIO G IORNALIERO N. 426 SINTESI

- Il rastrellamento della zona Mackovec (IM-OQ) - Lednik (UO-CO) ha portato al rinvenimen to di altri 24 cadaveri ribelli ed alla distruzione cli 3 baracche della capacità di 300 posti; - azioni di fuoco svolte da nuclei ribelli contro i posti di P.F. fra le stazioni di Novo Mesto (XL-00) e Iludo (XI-OQ) stroncate dalla proma reazione clei nostri che impedivano atti di sabotaggio alla linea; - confermata la presenza di fermazioni ribelli in zona Ajdoveo (ZR00). A) - ATTIVITÀ OPERATIVA - Diuisione "Isonzo": nette sui 6 nuclei ribelli impegnavano con n utrito fuoco i posti P.F 117-117/ a-117/ b (XL-CO). La pronta reazione im-

pediva atti di sabotaggio alla linea ferroviaria. Rimaneva ucciso un artigliere. - Divisione "Cacciatori": il rastrellamento della zona Mackovec (UMCQ) - Declnik (C0-00), segnalato in corso con notiziario n. 424 ciel 5 corr. comma "A" , hanno portato al rinvenimento di altri 24 cadaveri ribelli e alla distruzione di 3 baracche della capacità di 300 posti. - Xl Raggruppamento G.a.F: costitu itosi a Stari Trg. (UK-CF) un ribelle. B) - ATTIVITÀ DELL'AVIAZIONE

- Nem ica: aerei sconosciuti hanno sorvolaco ad alta quota regione est Lubiana. Allarme aereo a Lubiana da ore 0 ,34 a ore 2. C) - ATTIVITÀ DEI RIBELLI

7-ona di Lubiana l . - Gruppi ribelli, appartenenti alle brigate già in zona lVIackoec (UJV!OQ), sono segnalati nei dintorni cli Sloka Gora (US-CS). Potrebbe trattarsi degli stessi elementi segna lati con notiz. 425 del 6 corr. in zona Skrilje - Solo ( UO-CU) in movirnento verso sud-est con il probabile intento d i riunirsi alle altre formazio ni rip iegate verso il Travna Gora (VH-OK). Zona di Trednfe 2. - Il mattino del 5 corr., circa 200 ribel li , provenienti dal territorio tedesco, sarebbero transitati eia Moravce (ZN-LE) dirigendosi s u Mirna (ZT-OZ).


ALLEGATI

355

La notizia è stata confermata anche da altra fome; nella zona cli Sv. Kriz (ZT-DH) avrebbero effettuato r azzie di viveri e bestiame . 3. - Nella no tte sul 5 corr. , lo Zapadno D .0. (form. 10) dalla zona di Ajclovec (ZR-CO) si sarebbe trasferito a quello e.li Trebelno (XL-OU) . 4. - Nostre pattuglie inviate in zona Ajdovec (ZR-CO) han no riferito che ne lla zona p redetta si tro ve rebbero le brigate 'Tomsic" e "Sercer" ave mi l'intenzione cli raggiu ngere la zona di Trebalno (XL-OU) p er unirs i alle brigate "Cankar" e "Gubec". Conferma la segnalazion e fatta al p. 8 del notiziario di ie ri; in corso accerrnmenti su i n ominativi e sulla consistenza d e lle formazioni. Zona Vi;tl!e Radeska-Orrnosnice 5. - Negli u ltimi giorni di agosto i ribelli avrebbero requis ito, nella zona di Prapre ce (XI-0IV1), circa 18 q. li cli grano che sarebbero stati avv iati a Srobotnik (ZV-Cf) ove funzionerebbero d u e mulini. Tale notizie va messa in relazione con quella segnalata al p. 5 ciel notiz. 422 ciel 3 corr. c irca un deposito cli cereali esistente nella zona cli Stara Zoga (SV-OF). . Zona dei Gorianci 6. - Patt uglie ribe lli sono sta te notate in transito, ne lla notte sul 5 corr., da Vrhpolje (IH-CO) dirette verso Mihovo ()(V-CO). Trattasi probabilme nte cli elementi d e l btg. dei Gorianci ciel Vzboc.lno D.O. ( form.li) . Lana cli Kardovac ì . - Da fronte civile: - Nella notte sul 3 corr. , nucle i ribelli prove nie nti eia Sosice (KI-O K) sa reb bero giun ti a Prilisc e (TH- BH) con al seguito una d iecina cli carri con munizioni e viveri. - La À'lll b rigata si trasfe rirebbe ne lla zona e.li Plaski (KI-AF) per dare il cambio alla VII brigata che dovrebbe raggiungere i Goria nci. T movimenti e.li c ui a l I capoverso potrebbero essere in relazione al seg na lato movimento dalla brigata (d a accertare). 8. - Il l corr. due aerei inglesi avrebbero lanciato ne lla zona e.li Sosice (KT-OK) munizioni, capi di vestiario , tabacco, danaro italiano e materia le e.li propaganda. 9. - In zona Svetice (J\IIH-DS) è segnalata la presen za di un nucleo ribelle imprecisato. Si tra tta probabilmente cli elementi territoriali che svolgono attività cli sabotaggio contro la fe rrovia a Karlovac-Metlika . D) - VARIE 1(). - Dall'interrogatorio d el ribelle Schollrnaje r Mi rko costituitosi il 28/ 8 u.s. a l presidio e.li Velike Ploka (UK-0 /vl) è risultato: - p relevato il 24/6 e.a. ne i pressi d i Gormja Vas (SL-DP) (Slovenia tedesca) fu incorporato ne lla b rigata "Gore nska" - 11 b tg. - allora dislocata syllo Z.irovsk i Vhr. - Nella prima decad e d i luglio la brigata in seguito all'ord ine di p as-


356

L"O CCt.:J>AZ l ONE lTAI.IANA DEI.LA SJ.OVE'.'IIA (!941·1943)

sare il confine nei pressi cli Se. Jost (SP-DH) raggiunge le località di Horiul - Zaplana - Verconico ove sosta durante il mese cli luglio. Nell'agosto la brigata, atraverso la ferrovia nei pressi cli Borovnica, si porta sul Krim e da tale località p assa in zona Padez (TN-OS) - Circonio - Polnje }azero - Bogu nje - V. Bloke - Grahovo e Runarsko - da dove lo Schollmajer riusciva a fuggire . - Durante questo periodo di tempo la formazione suddetta avrebbe avuto circa 5 combattimenti e precisamente in zona Begunje - Borovnica - V. Bloke e nelle vicinanze di quest'ultima località; le perdite subite sarebbero d i 35 morti e 60 fe riti. - Forza delle brigate: circa 300 u. su tre btg. - ogni btg. su 3 op. di circa 30 u. Oltre all'armamento ind ividuale è dotata di 2 mitra e 9 fucili mitragliatori. Funziona da medico uno studente in medicina, cerco "Teme " da Lubiana, che prende lezioni cli medicina dal medico della brigata "Tomsic" certo "Pirz". I medicinali sono molto scarsi. I feriti vengono avviati in ospedale nei pressi di Zuzemberk ed in altro nella zona del Travna Gora. - Tutte le brigate sono forn ite cli apparecchi telefonici che adoperano per intercettare le comunicazioni italiane. Brigata "Corenska ": (Slovenia tedesca) Comandante : "JOVO" "RUDO" (croato) Comm. poi.: Il htg. "BLAZ" (Slovenia tedesca) Comandante Comrn. poi.: "CIMAN" (da Skofia Loka) Comandante la divisione (P) "JANCE" (Slovenia ted.) Comm.pol. "PRANZI" (Slovenia tedesca) I comandanti sarebbero ora sprovvbti cli distintivi di grado perché in corso cli sostituzione . 11. - Ne i pressi ciel km 92,3 - Mirna Pec - (ZT-OS) è stato rinvenuto il cadavere mutilato cli un partigiano, addosso al quale, oltre ad altri do cumenti, è stata rinvenuto la riproduzione cli un lucido (allegato per l'ufficio T. A.) ove sono indicati i modi di ap plicazione e le quantità di esplosivo occorrenti per i vari generi di attentati alle linee ed al materiale ferroviario.


CARTINE


L.t.GE.N

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/e.a.lo.

1:100.000


C\RTIKE

359

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Fig,u·a l. I.a li nt'a d i d c•111-irc1z io ne tra Il' zo nl' d·occup:iziune italiana e tc•tl<:sca (ca rta :tlJcgaw al l'rotocollo della Commissione italo-tedesca per la delimitazione <lei confi ni , conten uta i n SME, Cfficio Storico, M-3, F. 321, B. 2; cfr. Doc. allegato 1).


360

J: OCClJPAZIOKE ITALIANA UELLA SLOVENI,\ (194 1-19.U)

Fii,>ura 2. La prov inda auw noma cli Lubiana (tra tto d,1 Elio 1vliglio rini , La provi ncia di Lubimia, Cremonese, Homa, 1943, fig. 1), 59.


C AlfflKE

Figura 3. L'l situazione in Slovenia alla vigilia dcll 'offcnsh·a itali;ina delres1a1e 1942.

Legencl:J:

o

Coma ndo X l Corpo d'annata

-ti

Comandi divisionali

(G .) (!.) (.~1.) (GaF)

Presidi imli:mi Div. ··Grnnati eri di Sardeg na" Div. "Isonzo .. Div. ··t,JacerJ1aRgp1. ·Guard ia alla Fromicra) Rep;irti riar1igiani (con località o nomina1ivo del re p:1110)

@

361


362

1:0CCIJPAZION E ITAUJ\KA DELLA SLO VENIA (19• 1- 19 4:l)

15

Novo Mesto @

Cerriomeli ®

15

"

139t

Km 15

Figura 4. La '·battaglia de lla Notranjsb '" (16 Juglio-1 1 senembre 1942).

M.R


36.3

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46 0

Longafico

E)v.,; . . o..

Cocevie

® r,;;", ~"'-~

. Cernomelr ®

15

"

1391

Km -

Figura 5. La situazione in Slovenia alla fine di settembre 1942. Legcnch1:

@

Reparti pa rtigian i (con localit,ì o no minarivo del rep,,no)

M.R.


364

J:OCCUl'AZIONE ITALIANA DELia\ SLOVENIA ({911 · 194:\)

Figura 6. 1: ··azione Gorjanci·· (28 onobre-4 novembre:" 1942) (carta operativa ùelr lJ fficio Opernzioni clell'Xl Corpo cl'annaca, contenu ta in SME, Ufficio Storico, 1Vl-3, F. 325, B. 4).


365

CARTIK E

46

Novo Mesto

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Cocevie ÂŽ

M.Tresicnico

f

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15

Figura 7 . La situazione i n Slovenia al la fine cl i novembre 1942. Legend a:

(@

Repar1.i pa rt igiani (con Jo cal it,ĂŹ o nominativo ciel reparto)


366

1.'0CCt.:PA7.I ONE ITAI.IA'.'IA OEI.I.,\ SLOVENI A (1<)4 1- 194.>)

46

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Wla d Neo'OSO

M.Nevoso e:.

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1796

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Nov~Mesto

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Mr;la vodical

15

t.

139•

Km M.fl.

Figura 8. La situazione i n Slo ven ia nel seuembre 1943, alla vigilia clell'armis1.izio italiano. Legemfa:

@

lle parti p,1rtigiani (con località o nominativo del reparto)


367

CAlfflNE

15

46

6

À s~o(

Cocevie @

15

li

<391

Km 15

Figu ra 9. Dislocazione in Slovl'nia dei reparti dell:t i\lilizia \ i>lon1ari:t Anti Comunista (lu glio 1943). Legenda:

•.à

Bauaglion1 M\½C Cornpagnic M\'.-\C t.:on loc:tl it~. di d islocazione)

MR.


368

l,'0(.f.l 'P,I ZIONE ITALIA;siA DELLA SI.OVF.KTA ( 19 11 (Y-13)

46

Novo Mesto

è @

4

139f

Figura 10. Dislocazione in Slon:nia dei reparti ce1nici, con gli spostamenti della forma zione del maggiore Both tra il fehbraio e il luglio 1943.

Legcncb: o

C)

Reparti cetnici (con nominativi dei comandanti o delle formazioni)


BIBLIOGRAFIA



lllllUOGlù\FIA

371

1. Pubblicazioni

1.1 Premessa Nel corso elci presente lavoro s1 e riscontrata una quasi totale mancanza di pubblicazioni italiane ine renti alla storia della Provincia all[Onoma di Lubiana e all'occupazione italiana della Slovenia. All'indomani del conflitto è perdurata una sorta di persistente indifferenza su quanto è avvenuto in q uei territori: che tale indifferenza fosse motivata dai residui di quel disinteresse nutrito dal Regime fascista nei riguardi della Slovenia (del quale si è scritto nella parte narrativa) oppure avesse tratte> le sue origini da una sorta di pudore nel dovere affrontare tematiche ritenute "scottanti", non ci è dato di sapere. In ogni caso questa assenza quasi totale di studi italiani con i quali confrontare la presente ricerca ci ha costretti ad operare una selezione su fonti ital iane p iù vaste, individuando in lavori generali, trattanti i rapporti italo -jugoslavi d'anteguerra e la guerra in Jugoslavia, le parei descriventi la realtà slovena . Anche in questo caso, tuttavia, è emerso un ruolo complessivamente marginale della situazione di Lubiana nel periodo 1941-1943, soprattutto rispetto agl i studi - sovente egregi - compiuti per altri territori che avevano visto operanti le truppe italiane, quali la Dalmazia, la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro. Si è q uindi proceduto ad uno sLUclio delle fonti stranie re, ecl in particolare dei lavori condotti in Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti. Tuttavia anche in cale caso si è riscontrata una maggiore attenzio ne acl altri territori jugoslavi. Un esempio per tutti è rappresentato dal pregevole lavoro d i Jozo Tomasevic, della Stanford University, uno dei pochi testi non editi nella ex Jugoslavia trattanti in modo assai approfondito il fenomeno cetnico: mentre l'evoluzione de l rnovimento di lVlibaj lovic in Serbia, in Croazia e nelle regioni bosniaco-erzcgovesi viene descritta con minùzia di particola ri, l'attività di Novak in Slovenia è quasi completamente tralasciata. La terza fo nte non poteva che essere ex jugoslava, e naturalmente il materiale in questo caso abbonda. Tuttavia, dalla Jet.tura dei testi, scritti durante il periodo titoista, si evince sovente un difetto di obiettività sia per guanto riguarda il sistema di occupazione iraliano sia· nell'analisi ciel fenomeno belogardista e collaborazionista. Parimenti spesso poco obiettiva risulta talvolta la p ubblicistica post-jugoslava, influenzata dalle vicende politicbe recenti e dal crescente patriottismo (o nazionalismo) diffu sori dopo il 1991. Si è cercato quindi cli estrapolare da u n lato le considerazioni e documenti concernenti la Slovenia riportati frammentariamente dagli studiosi italiani e stran ie ri nei loro lavori sulla Jugoslavia nel periodo prebellico e durante l'ultimo conflitto mondiale; dall'altro si è proceduto ad una cernita delle informazioni riportate dagli studiosi piC1 imparziali, uti-


372

l.'OCCUPAZIO N!, ITAl.lANA OF.1.1.A SLOVENIA ( 194'1-1943)

lizzando il materiale che, attraverso un confronto incrociato con altre pubblicazioni e soprammo con i documenti originali consultati, è risultato più attendibile.

1.2 Pubblicazioni italiane L'unico lavoro cli ampio respiro sull'occupazione italiana della Sloven ia edito in Italia ci è risultato essere il contributo cli Teodoro Sala dal titolo "Occupazione ·militare e amministrazione civile nella 'Provincia' di Lu.Nana (1941-1943) ", p resenraro al Convegno "L'Europa danubiana da Mom.co alla Seconda guerra mondiale " (Budapest, 13-15 ottobre 1966) organizzato dal Comité international de liaison pour l'organisation de Co11(érences su.r l'histoire de la Résistance en Europe. La relazione è stata pubblicata in Italia nell'antologia: E. Collotti-T. Sa la-G. Vaccari no, L'Italia nell'Europa danubiana durante fa seconda guerra mondiale, (Istituto nazionale per la storia ciel movimento cli liberazione in Italia, Monza, 1967). Il lavoro di Sala, noto ed apprezzato storico dei Balcani e dell 'Europa danubiana , nonostante la necessaria sintesi richiesta ad una relazione presentata durame una confe renza, descrive efficaceme nte le fasi dell'instaurazione dell'autorità italiana a Lubiana, concentrando l'attenzione sul conflitto tra le autorità civili e militari italiane in Slovenia. Il lavoro si basa soprammo su documenti provenienti dall'Arch ivio di Lubiana per la storia del rnovimento operaio e su stud i compiuti da storici sloveni. Più circoscritta nella trattazione risulta la pubblicazione di Arnaldo Cicchitti-Su riani dal titolo "Chiesa e.fascismo a Lubiana (1942) ", pubblicato nel marzo 1952 sulla rivista "Nuova Antologia" (anno 87, fase. 1815). Si tratta cli un lavoro concentrato esclusivamente sui rapporti tra l'Alto Commissariato e la Curia Vescovile per quanto concerneva la citata questio ne della lotta condotta da Grazioli contro la setta dei "Vecchi cattolici". Cicchitti-Suriani ha basato la sua ricerca principalmente su documenti ecclesiastici e su memorialistiche non pubblicate. Interessante risulta la testimonianza cli Gian Paolo Mclzi D'Eril, avvocato e uomo politico milanese nel dopoguerra , che nell'estate 1943 fu distaccato a Lubiana come ufficiale di complemento presso il Comando dell'XI Corpo d'armata. li s uo "Un'estate nella Slovenia in fia mme (1943)" (Cavallotti, Milano, 1990), senza avere la p retesa cli essere una ricostruzione esaustiva , rappresenta un importante comributo per meglio comprendere la psicologia ciel so ldato italiano in Slovenia negli ultimi mesi dell'occupazione. Priva cli va lore storiografico, una suggestiva ed a tratti inquietante è la memoria di don Pietro Brignoli , cappellano presso il 2° reggimento della "Gra natie ri d i Sardegna" tra il maggio 1941 e il novembre 1942: "Santa messa pe r i mie i fuc ilati" (Longanesi, .tvlilano, 1973). Con le quattro opere citate si esaurisce il contributo italiano allo studio dell'occupazione italiana della Slovenia. Non ci risulta, difatti, la presenza d i alrre puhhlicazioni italiane sull'argomento. Degli autori stranieri


lllllLJ OGRAJ'JA

373

pubblicati in Italia, è risultato alqua nto utile p er conoscere il punto di vista quotidiano dei p artigian i sloveni l'opera di Edvard Kocbek, Compagnia: la resistenza partigiana in Slovenia, (Jaca Book, Milano, 1975), un diario redatto dal leader partigiano tra il 17 maggio e il 25 ottobre 1942. Sono s tati utilizzati anche alcu ni manuali editi durante il conflitto mondiale . Elio Miglia rini nel s uo La provincia di Lubiana (Cremonese, Roma, 1943), volumet.to della collana "Paesi d'attualità", presenta la Slovenia come una terra po polata da ab itanti pacifici e la boriosi, e fornisce alcuni dati statistici nonché qualche cons iderazione pol itica cl i un certo interesse. Più rigoroso dal punto d i vista scientifico s i è dimostra to !.'o ttimo studio del Consiglio Nazio nale delle Ricerche in collaborazione con l'Istiruto di Geografia della Regia Università di Bologna, La p rovincia di Lubiana (Zan ichelli, Bologna, 1942). Il volume, curato da Antonio Toniolo, Ugo Giusti e Giusep pe Morandini si suddivide in tre parti (quadro geografico, no tizie demografiche , condizioni economiche), d ando una nutrita serie d i informazioni sulla realtà slovena nel periodo successivo all'annessione . Per quanto concerne la ricerca più in generale, sono state consultate anzitutto opere inerenti ai rappo rti tra Italia e Jugoslavia nel periodo interbellico. L'antologia L'imperialismo italiano e Ili Jugoslavia, atti ciel convegno italo-jugoslavo tenutosi ad Ancona il 14-16 ottobre 19ì7 (Argalia, Urbino, 1981), p ur affrontando minuziosamente uno studio sui complessi rapporti italo-jugoslavi precedenti lo scoppio del conflitto non forn isce che limitati accenni alla questione s lovena, privilegiando (come è ovvio, data l'importanza della materia) la "questione croata" ed i rappo rti tra il Regime Fascista ed il movimento ustascia . Analogamente un'altra antologia, di Enzo Colloni e Teodoro Sala, Le potenze dell'Asse e la Jugoslavia, (Feltrine ll i, Milano , 1974) si occupa principalmente dei rapporti tedesco jugoslavi e ciel "caso croato". Anche il saggio d i Teodoro Sa la dallo stimolante titolo "Lo ~fi'uttamento economico della Jugoslavia secondo il punto cli vista italiano", contenuto in tale volume, foca lizza l'atte nzione soprattutto sullo sfruttamento della Dalmazia e della Croazia, citando sporadicamente la Slovenia. Sono state consultate quindi altre o pere inerenti ai rapporti politico-d ip lo matici tra Italia e Jugos lavia tra le due guerre, quali: Jerzy W. Borejsza, Il f ascismo e l'Europa orientale dalla propaganda all'aggressione, Laterza, Bari, 1981; Ennio Di Nolfo, Mussolini e !a politica estera italiana, Cedam, Padova , 1960; Giampiero Carocci, La politi.ca estera de!l'ltalia f ascista (1925 -1928), Laterza, Bari, 1969; Giorgio Rum i, L'ùnp erialismo .fascista, l'vlursia, Milano, 1974. Si tratta d i opere di grande respiro, redatte da noti ed apprezzati storici, che confe rmano l'assenza d i u na "linea slovena" nella politica estera fascista, la quale viceversa si concentrò sulla Dalmazia, la Croazia, il IV!omenegro e fi nanco sui territori albanesi del kosovano. Anche il pregievole lavoro d i Giorgio Perich, Mussolini nei Balcani (Longanesi, .tv1i-


3ì1

1:0CCUl'AZIOKE ITALIANA D tLI.A SLOVEN IA ( 19,11-1 943)

lano, 1966), pur occupandosi diffusamente dell'attività diplomatica italiana nei confro nti del governo cli Belgrado, descrive l'invasione della Slovenia come un avvenimento q uasi fonuito, soprattutto se paragonato al lungo lavorìo condotto da Roma nei confronti della Croazia . Un'ulteriore conferma cli tale situazione è stata forn ita dallo studio delle opere d i Renzo De Felice (klussolini il Duce - Voi. 1, Einaudi, Torino, 1974, Mussolini il Duce - \!ol. II, Eina udi, Torino, 1981, 1vlussolini l'Alleato - Tomo 1, Einaudi, Torino, 1990, Mussolini l'Alleato - Voi. I - Tomo 2, Einaudi, Torino, 1990). Sono s tati altresì consu ltati i Documenti diplomatici italiani, i quali nella Serie VII (1922-1935) - Voli. VI, VIII e IX, ripo rtano akuni acce nni all'attività am i-italiana condotta clall' 0 1juna slovena ed ai rapporti che ta le o rganizzazione manteneva con gli irredentisti tirolesi e con la Heim.wehraustriaca. Una definitiva confe rma della tesi che esdude una politica preparatoria proslovena ciel Governo d i Roma è fornita altresì dalla libellistica de l Regime fascista specializzata in proble mi balcanici: nel lavoro di Umberto Nan i, L'Italia e i Balcani (Tupini, Roma, 1938), l'attenzione dell'autore è concentrata sulla Dalmazia, sulla Croazia e financo sulla Bulgaria, la Grecia e la Turchia, ma esclu·cte totalmente alcun riferimento a Lubiana. L'analisi delle fonti italiane pubblicate inerenti all'aggressione della Jugoslavia ed all'occupazione si è basata sui seguenti testi. La guerra cli liberazione nazionale in Jugoslavia (1941-1943), un'opera di Gino Bambara, già militare presso la divisione "i\llurge" cli s tanza in Montenegro, che raccoglie con obiettività numerosi documenti trarti dagl i archivi militari jugoslavi ed italiani, oltre ad un'ampia bibliografia. Il lavoro, cl i grande respiro in alcuni tratti, risent.e forse dell'esperienza d iretta clell'aut0re nei territori meridionali della ex Jugoslavia, concentrandosi di conseguenza su tali regioni e ciranclo soltanto marginalmente gli avveni menti in Slovenia. Ciò nonostamc il testo si è d imostrato prezioso soprattutto nell'analisi - approfondita - dell'organizzazio ne mil itare partigiana. Lo studio del testo è stato integrato con il datato Alfio Russo, Rivoluzione 1:njugoslavia (De Luigi, R<Hna, 1944). Basato soprattutto su documenti originali recentemente rinvenuti negli archivi ex jugoslavi il volume di Stefano Bia nchini e Francesco Privitera, 6 Aprile 1941: l 'attacco 'italiano alla Jugoslavia (Marzorati , Milano, 1993) rappresenta un recente contributo alla storiografia sulla Jugoslavia. Nel volume, scritto da noti conoscitori de lla materia, si raccolgono preziose informazioni sui rapporti tra italiani e jugoslavi nel periodo immediatamente precedente all'attacco del 6 aprile e si analizza con sintesi efficace l'evoluzione generale del confl itto spingendosi oltre 1'8 settembre 1943. Pubblicato in lralia, il libro memorialistico di Stephen Clissold La Ju goslavia nella tempesta (Garzanti, Milano, 1952) descrive senza riportare alcune documentazione l'evoluzione del conflitto in Jugoslavia partendo clall'esperienze dirette dell'autore, distaccato quale ufficiale cli collegamento presso i comand i partigiani. Testo godibile ma privo cli spessore


(IJ[ILlOGRAFIA

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storiografico, anche il lib ro ciel Clissold emargina la Slovenia. Meno datate e p ili ricche di documentazione risultano le memorie di Frederick W. Deakin, La montagna più alta (Club degli ed itori, Milano, 19ì2), imperniato tuttavia principalmente sull'epopea della guerra di liberazione nelle regio ni bosniache. Nel volu me a cura e.li Enzo Collotti dal titolo L'occupazione ·n azista in Europa (Editori Riuniti, Roma, 1975), si tratta anche della Jugoslavia : l'enormità ciel lavoro non consente cerro all'autore cl i soffermarsi a lungo su un'unica realtà nazionale; ciò nonostante s i ricavano numerose informazio ni utili per stabilire soprattutto il com portamento tedesco nella Slovenia settentrionale , consentendo di fare un'interessante comparazione con gli avvenimenti a Lubiana . Alquanto imporranti, nell 'economia della ricerca soprammo dal punto di vista militare , sono stati due lavori editi da llo Stato JVlaggiore dell'Esercito. Jl lib ro cli Salvatore Lo i, Le operazioni delle unità italiane in Jugoslctvia (7.941-1943) (S.!'v1F.-Uffic io Storico, Roma, 1978) affronta con dovizia di particolari e di documen ti provenienti pe r lo p iù dall'Archivio dello Stato 1v1aggio re dell'Esercito la d isposizione delle truppe italiane sul territorio jugoslavo, descrivendo le fasi ciel conflitto sino all'armistizio. Concentrato soprattutto sulle operazioni militari di grande respiro, il testo non dimentica cl i citare la meno avvincente realtà slovena . Ragguardevole si è dimostrato il lavoro di ricostituzione tanto degli organici italiani quanto di quelli partigiani. Importante si è dimostrata altresì l'ope ra monumentale curata eia Oddone Talpa, Dalmazia. una cronaca per la storia, suddivisa in Lre volumi (1941, 1942, 1943-44), nei quali l'autore, pur occupandosi degli avvenimenti in Croazia cita a p iù riprese le situazioni sviluppatesi ne l contempo in altre regioni jugoslave. Di grande utilità si è dimostrata l'analisi della politica adottata e.lai comandi della 2a armata (poi Supersloc.la) nei riguardi delle popolazioni jugoslave. Utile ne lla parte conclusiva della presente ricerca è'. stata altresì l'opera di Mario Torsiello, Le operazioni delle unità italiane nel settemhreottobre 1943 (SJ\-1E-Ufficio Storico, Roma , 1975), che con numerosi documenti affronta la difficile proble rna[ica del comportamento delle unità italiane nei giorni p recedenti e successivi all'armistizio, analizzando con dovizia d i particolari anche la s ituazione in Slovenia. Sempre editi dall'Ufficio Storico dell 'Esercito, sono staLi consultati gli Studi Stori<;o Militari. Lo studio d i Emilio Rosignoli su lla Milizia, 1HVSN (Ermanno Albertarelli, Parma, 1995) riporta alcun i dati circa l'impiego delle unità di Camicie Nere sul territorio jugoslavo, con riferimenti anche alla dislocazione delle truppe e.li Partito in Sloven ia. Con difficoltà si sono individuati alcuni testi italiani che, marginalrnenre, si occupano della question e del collaborazionismo sloveno, da lle origini ideologiche alla manifesta adesione all'occu pazio ne iLaliana . Negli atti del Convegno internazionale su Rivoluzione e reazione in Euro-


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L'OCCUl'AllO :>i E ITALI AKA J)EJ.J.A 51.0VENIA ( 194 1-1 943)

pa .797 7/1924, tenutosi a Perugia ne l ] 978, sono sta ti individuati alcuni riferimenti alla situazione politica della Slovenia negli anni immedia tamente successivi a l primo conflitto mondiale. Nel numero 106 (gennaio -rnarzo 1972) della rivista "Il Movime1ito di liberazione in Italia" , il contrihuto di Elio Apib (Documenti sul "Litorale Adriatico ') , riporta la copia della deposizione di Friedrich Raine r, Oberster Ko1wnissar a Lubiana, nel corso de l p rocesso contro il gerarca nazista tenutosi a Lubiana nella p rimavera 1947 . Rainer, durante la sua deposizione, illustra l'atteggiamento politico d i alcuni esponenti cie l collaborazionismo, ed in particolar modo ciel vescovo Rozman. Inte ressante è altresì lo s tudio dello sloveno Boris Mla kar s ui Rapporti tra collaborazionisti sloveni e italiani nel litorale, presentato in occasione del convegno "Trieste 1941 -1947; dall'aggressione ita liana .alla Jugoslavia al Trattato cli Pace" (atti pubblicati su "Qualestoria" n . 1, aprile 1988, anno XVI). Il contributo cli J\t!lakar, pur limitandosi acl analizzare il periodo 1944-45, è ricco cli richiami all'occupazione ita liana de lla provincia di Lubiana ed a i rapporti tra gli italiani e i primi belogardisti. Un lavoro alquanro cli parte e pr ivo di richiami documentari è Michele Rallo, L'epoca delle rivoluzioni nazionali t:n Europa (1919-45), volume JJ, Jugoslavia (Settimo Sigi llo, Roma, 1989), dove l'arnore descrive minuziosamente tuLte le fo rze colla borazioniste presenti in Jugoslavia durante il conflitto, compresa la Guardia Bianca. Un interessanre affresco della politica jugoslava e slovena tra le due guerre si evince dalle me morie di Iv!ilan Stojadinovic, Jugoslauia _li·a le due guerre (Cappelli, Bologna, 1970), dove l'ex premier jugoslavo descrive i vari personaggi politici che conobbe, compreso Anton Korosec. Un'opera senz'altro generica ma talvolta risultata indispe nsabile per inquadrare storicamente le trasformazioni in a tto nella J ugoslavia e nella Slovenia nel periodo interbellico è la Storia dellajugoslavia (Einaudi, Torino, 1969) , un ico compendio storico sullo Stato degli Slavi del sud pubblicato in Italia. Alcuni studi su l problema dei confini orientali, sull'Istria e sulla Venezia Giulia durante il conflitto, raccolgono talune considerazioni su quanto accadeva a Lubiana durante l'occupazione irnliana. Si tratta di opere scritte da autori di varia estrazione politica : Mario Pacor, Co11jìne orientale (Feltrinelli, Milano, 1964); Teodoro Francesconi, Gorizia 194047 (Uomo libero, .tvlilano, 1990); Paolo Sema, La lotta in L,tria 1890-1915 (Cleut, Trieste, 1971). La ricerca bibliografica dei testi editi in Ita lia si è conclusa con a lc une opere memorialistiche. Indispensabile è appa rso Ugo Cavallero, Comando Supremo, Cappelli, Bologna, 1948 c cl a lq ua nto interessante Mario Roatta, Otto milioni di baionette, Monclaclori, Milano, 1946, sebbene l'ex comandante cli Superslocla riduca acl un solo capitolo la s ua esperienza in Jugoslavia . Deludente, nell'economia della presente ricerca, si è dimostrata viceversa la lettura cl i Galeaz7o Ciano, Diari 193743 (Rizzoli, Milano, 1990) e cl i Galeazzo Ciano, l 'Eu.ropa verso la cata-


BJBI.IOCJ\AFl1\

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strofe, (Mondadori, lVIilano, 1948), e ntrambi ricchi di notizie ed informazioni ma scarsi di riferimenti alla quesrione slovena. Sono state altresì consu ltate le polemiche memorie di Milovan Gilas, Conuersazioni con Stalin (Feltrinelli, Milano, 1978) e Compagno Tito (Monclaclori, Milano, 1980), ma in entrambi i casi non vi sono che sporadiche citazioni alla guerra cli liberazione in Slovenia. Di tendenza opposta , rispeuo alle opere cli Gilas, è Edvard Karc.lel j con le sue 1v!emorie degli anni di ferro (Ed itori Riuniti, Roma, 1980): si tratta cl i un'opera che assume più un signifkaro politico che s torico, e.love l'esperienza partigiana in Slovenia viene dall'autore inserita nel più ampio contesto della liberazione della Jugoslavia.

1.3 Pubblicazioni straniere Si è riscontrata l'assenza di studi sull'occupazione italiana della Slovenia. Il Johnann \Vuescht, in ]u.goslawien und das Dritte Reicb (19331945) (Seewalcl, Stuttgart, 1969), cita solrnnto marginalmente l'occupazione italiana della Slovenia come p remessa all'estensione su Lubiana della clomina7.ione germanica. Il lavoro cli \Vuescht risulta più inrcressante nell'illustrazione ciel sistema di occupazione tedesco nei d istretti sloveni e.lei nord. Più proficua si è dimostrata viceversa la ricerca sui fenomen i ciel collaborazionismo e ciel fascismo sloveni. Ivan Avakumovic in Natiu Jascism in tbe successor States (Santa Barbara, 1971) analizza l'espandersi del fenomeno nazioni create all'indomani del primo confl itto mondiale , occupandosi con dovizia cli particolari del caso jugoslavo. Hans \X!erner Neulen nel suo An der deu.tscber Seite: internationctle Freiwillige von Webrmacht u.nd 1,Vc[ffen-SS (Universitas, .!Vluenchen, 1984), seppu re eccessivame nte ispirato, rip orta numerosi dati documentati circa l'impiego dei collaborazionisti in Slovenia. L'autore si concentra, ovviamente, sul periodo successivo all'8 settembre 1943; tuttavia non pochi sono i riferimenti al fe nomeno belogardista filo-italiano. Anthony Polonski in Tbe little dictators (Routleclge & Kegan, Lonclon, 1975) si limica a qualche accenno :alle forme imitative ciel fascismo nei paesi dell'Europa orientale, citando anche la Jugoslavia. Più ampio e descrittivo risulta la ricerca a cu ra cli K. Stuhlpfarrer, Faschismus in Oesterreich und International (Loecker Verlag, Wien, 1981), dove nel capitolo "Elemente des Fascbismus in eigenen politiscben Bewegungen in Slowenien 1918-45" vengono analizzate da Boris Mlakar le d iverse formazioni politiche di estrema destra operanti a Lubiana negli anni tra le due guerre mondiali e le loro trasformazioni dopo l'aprile 1941. Infine va citata la monumentale opera di Jozo Tomasevic, Tbe Chetniks. War and revolu.tion in Yu.goslavia 1941 -1945 (Stanford University, 1975), sebbene come è stato eletto pochi sono i rife rimenti al movimento cetnico sloveno.


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L'O CCCJ>AZIONE J'Ji\ LIA:>!A DELio\ SLO VEK IA 094 1• 1943)

7. 4. Pubblicazioni ex jugoslave Nel periodo titoista sono stati scritti numerosi lavori di ricerca sull'occupazione italiana della Slovenia. TI più interessante, anche per la rnole di documentazione riportata, risulta il testo di Giuseppe Piemomese, Ventinove mesi cli occupazione italiana nella Provincia di Lubiana (Lubiana, 1916), scritto in lingua italiana. Si tratta di un'opera con finalità politiche ben p recise, probabilmente commissionata a Piemontese e.lai Governo di Belgrado in un periodo storico nel quale le venem:e con l'Italia circa l'assetto elci confini stavano entrando in una fase estremamente delicata. Si trattava cli dimostrare, all 'Italia ed al Mondo, che gli italiani si erano comportati con spietatezza e ferocia durante il conflitto, in modo da indebolire la posizione politica e diplomat.ica del Governo e.li Rc)lna. Piemontese raccoglie ne l suo volume decine di documenti clell XI Corpo d'armata e della Seconda Annata , caduti nelle rnani elci partigiani dopo 1'8 settembre 1943. Nel presente lavoro, tanto nella pane narrativa quanto in quella documentaria, si è preferito utilizzare il solo materiale di tale opera riscontrabile con altre fonti originali. Nei casi assai limitati in cui si è citato e talvolta riportato materiale non riscontrato proveniente dal testo e.li Piemontese, se ne è preventivamente infonnato il lettore. Un discorso analogo va fatto per il lavoro cl i I. Juvanovic, !talUanski okuputor v Ljubljani, 1941-1943 raccolto nell'antologia "Piispevhi za zgodovino delasfiega gihanja'· (Ljubljana, 1962), laddove l'autore utilizza parimenti il numeroso materiale proven iente dall'Alto Commissariato e clall'XI Corpo d'armata con fina lità di parte. Va rilevata in questo caso, tuttavia (forse per il maggiore distacco prospettico rispetto al Piemontese), una maggiore obiettività. Negli ani del Convegno inte rnazionale sulla storia della resistenza europea, tenutosi a Karlovy Vary nel 1964, sono state presentate numerose relazioni cli storici jugoslavi. Tali contributi sono stati raccolti in un volume (Les sys1.emes d 'occupution en jugoslavie, Beogracl, 1964). La relazione cli Tone Ferenc, !.e système d'occupation des nazis en Slovenie, si occupa specificatamente e con una certa obbiettività dell'occupazione tedesca clei distretti sloveni settentrionali, fornendo numerosi dati di comparazione con la situazione di Lubiana . li collaborazionismo sloveno è stato ampliamente analizzato in un'ampia e documentata opera di F. Saje, Belogarclizem (Ljubljana, 1962), il quale descrive le fasi del fenomeno dalle origini fino alla concl usione del conflitto . Il lavoro tende a ridurre il collaborazionismo acl un fenomeno piuttosro limitato ed alquanto ideologizzato. Ciò nonostante, il lavoro di Saje resta la p iù minuziosa trattazione sull'argomento fin'ora pubblicata. Assai p iù obiettivi risultano essere i lavori cl i ricerca del già citato Boris Mlakar, noto esperto della materia, sebbene si concentrino maggiormente sulla fase filo -tedesca ciel collaborazionismo sloveno, dopo 1'8 se[tembre 1943. Si tratta comunque cl i pubblicazioni e contribmi cli notevole interesse, ricchi cli citazioni ciel periodo fi lo -italiano, come Genera!


111 111.10(, l(AFIA

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Rupink in Slouensko f)omobransflio. puhhlicaro sul numero 35 di ··:Zagoclovinski Casopis'' (ma r7.o 1981). Il libro e.l i Ivan Jan , Odstrte :!,auese (Parriza nski Knji:rni Kl ub, Ljubljana, 1992) ana lizza la storia ciel collaborazionismo sloveno all'indomani della capitolazione italiana, fornendo alcuni dari sul comportamento cli Rozrnan e soprattutto Rupnik dinanzi al sopraggiungere delle col onne tedesche. Anche i l teslO monumentale di Vik tor Novak, Mag111 11n O ·i111e11 (Pjer Krizanic, Zagreb, 1948), concentrato sui crimini ustascia in Croazia e sulla complicità della Chiesa ca ttolica di Zagabria, accenna ai rapporti tra bclogardisti , Rozman e autorità italiane durante l'occupazione e.l i Lubiana. Sono stati altresì studiati cesci ex jugoslavi più generali inerenti all'occup azione della Jugoslavia ccl ,1lb guerra di liberazione nazionale. Tra questi l'anro logia La J11µ,oslavie dans la seconde g ueire mondiale (Vojnosramparsk o Preduzcce, Beogracl , 1967), curata dagli storici Ahmet Donlagic. Zarko Atanackovic e Dusan Plenca; e il noto libro di Jovan Marjanovic, La g uerra popolare d i liberazione e le, rivoluzione popolare in Jugoslauia ( Ecl ir, Rijeka, 1961) TI prim o è un tesLo più r igoroso dal punto cl i vista storiografi co e, seppur sinte tico, con temp la con numerose in formazioni l'evoluzione della guerra di liberazione e della guerra civile in Slovenia. li cesto d i Marjanovic è invece celebrati vo, redatto in occasione del ventesimo ann iversario dell ' insurrezio ne, e riporta un q uad ro assai approssimativo del conflit.to in Jugoslav ia, solLanro accennando alla situazione slovena. Util e si è d i mosrrata la "Scelta di documenti e di norizie sulla guerra d i l iberazione nazionale dei popoli della Jugoslav ia" (:!,bornik dokumenala i p odataka o na rodno osbodifackom m /11 nai·odaJ11goskwije), pubblicata a Belgrado dal 1950 dal Vojnoistorijski lnstitut ( Istituto di Storia m il itare): si tra tta di una raccolca di docum enci partigiani. cetnici e collaborazionisti selezionati dalle aucorità di Belgrado. Infine, va citato il vol ume cli A ldo Bressan e Luciano Giurici n Fratelli nel sangue (Eclir, Rijeka, 1964) che. pur occupan dosi essenzialmente della guerra di liberazione in !seria , affronta la catastrofe italiana successiva all'8 settembre e la rotta e.lei militari c.lell 'Xl Corpo d 'armata verso occidente. Al m o mento della red azione di questo lavoro è g iunta l a no tizia di uno sruclio specifico del già citaro stor ico sloveno Teme Ferenc sull'occupazione italiana della Slovenia. in via di pubblicazione e quindi non consultato.

1.5. F.lenco dei testi consultati AA.VV. , Les systemes rl'occupation on Jugoslavi<?, Rappo rs au 3c congrè:s inrern ational sur l'histoire de la Résisrance européenne à K orlovy Va1y , les 2-4 scpcembre 1963. Beograd, 1964


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fll lJLLOC R,\ FI A

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2. Fonti archivistiche

2 . .1 Stato Maggiore dell'Esercito - U.[fìcio Storico Base della ricerca avrebbe dovuto essere il d iario storico dell'XT Corpo d'armata ed il corrispondente carteggio tra il Corpo, le GG .UU. ad esso sottoposte e il Comando della Seconda Armata (Supers locla). Purtroppo, all'indomani dell'8 settembre 1943 l'intero archivio clell'Xl Corpo d'armata è andato d isperso, parzialmente sequcsrrato dalle truppe tedesche e dalle unità partigiane. Giunto in possesso cli gran parte del materiale già appartenuto all'Xl Corpo d'armata, il Ministero della Difesa statunitense ha riconsegnato tale carteggio all'Ufficio Storico dello Stato iVIaggiore dell'Eserciro che lo ha classificato nella raccolta M-3. Tale raccolta può essere considerata il diario storico dell'XT Corpo d'armata, ed è s tata quindi ampliamenre utilizzata per la realizzazione del presente lavoro. Il carteggio della raccolta M-3 è stato integrato con il Diari Storici della 211 Arma-


384

l .'OCCUPAZIO.\!E IT.-\l.lANA l>EI.I.A 51.0 V E:-.l,1 ( 194 1- 1943)

ta (Supersloda). I fascicoli consultati, nei quali viene minuziosamente descritta l'attivitĂ delle unitĂ italiane in Slove nia, sono quindi seguenti: Fondo M-3 Documenti italiani restituiti dagli USA Fascicoli 5, 12, 14, 18, 30, 44-90, 324-338, 468, 448, 489, 508 Diari storici za Annata (Supersloda) fascicoli 235, 724, 993, 1222, 1357, 1362, 1358, 1359, 1360, 1361 , 1363, 1371, 1372 A tali font i principali si aggiungono i seguenti fondi che sono stati consultati 4uali fonti integrative: Fondo H-1 Min istero della Guerra - Gabinetto Fascicoli 8, 11, 16, 21, 23, 27, 30, 31 , 32, 33, 37, 38, 39, 40, 45, 62, 63 Fondo I-3 Carteggio Stato Maggiore Difesa Fascicoli 27, 40, 53, 107, 124, 194 Fondo I-4 Carteggio dello Stato Maggio re Generale e ciel Comando Supremo Fascicoli 46, 57, 64 fondo L-1 3 Fascicoli 40, 42, 44, 46, 50, 149, 189 Fondo L-3 Studi particolari Fascicolo 59, 78

L-14 Carteggio sussidiario SMRE Fascicolo 33, 34, 35, 36, 45, 50 Fondo L-10 Carreggio uffici SMRE Fascicolo 13, 99 Fondo H-9 Carteggio del Capo del governo Fascicolo 10, 11 , 12 Fondo H-5 Documenti RR e di speciale carattere storico Fascicolo 3, 46 Diari storici Commissione Reg.Je Slovenia / Confine italo-tedesco Fascicolo 426, 682, 851, 962 Diari storici Comando Guardia alla Frontiera Fascicolo 240, 334, 446, 51 4, 557, 697, 642, 1009


HIHI.IOGIIAFIA

385

2.2 Arcbiuio Centrale dello Stato Presso l'Archivio Centrale dello Stato sono conservati numerosi documenti concernenti in particolare l 'anuninistrazione civile della provincia di Lubiana ed il carteggio tra l'Alto Comm issa riato, la Prcsiden7.a elci Consiglio dei Min istri ccl i singoli dicasteri ed organi ccncrali. Si tratta di materiale distribuito nei scguenti fondi: Presidenza del Consiglio dei J\.1 inistri Raccolta 1940-41 Volumi I, IIJ, VII , Xl Raccolta 1941 -43 Volume II Ministero dell'Tntcrno - Direzione Generale d i PS - Dire7.ionc Affari generali e riservati PS J942 Buste 13 CZA Lubiana, 62 Kl-8 Lubiana, PS 1943 Buste 17 A5 80 Lubiana , 37 CZA Lub iana È stato alcresì consultato il fondo della Segreteria particolare del Duce (carteggio o rdinario), <.: precisamente i seguenti fascicoli:

Segreteria Particolare del Duce. e.o. Fascicoli 501.417/ 1, 523.301, 208.392, 526.853, 527.352, 208.352, 530.133,

210.462, 208.841, 518.074, 510.227, 518.139, 208.852, 5/i7.973, 210.279

2.3 Archivio dell'Istituto per la storia del m ovimento operaio di Lubiana (JZDC) Presso l'l st.ituto per la storia ciel movimento o peraio di Lubiana è conservata una parte dei d iari storici ùell'Xl Corpo d'armata ccl una parte del carteggio interno delle autorità civili (Alto Commissariato, organi locali ad esso collegaci, municipi, federazione del P:-.JF, organizzazioni di partito, commissariati e caserme e.lei CC. RR.) . In parte si tratta d i documenti utilizzati dagli autori sloveni nell e ricerche citate nel para grafo p recedente. T fascicoli consultati sono i seguenti: XI Corpo d 'armata, Fascicolo ì44, 715, 746, 747

3. Altre fonti Tra le numerose riviste e pubblicazioni periodiche consultate. materiale di particolare importan7.a è stato tratto eia: "Relazioni Interna7.ionali" annate 1941, 1942, 1943 (Raccolte 6, 7, 8) " Almanacco fasci1,w ciel Popolo cl 'ltalia per il 1942'', Milano, 1941


386

L·occuP.~ZIO NE ITAUANA DELLA $1,0VE:--tlA ( 194 1-194.l )

"Annali dell'Università d 'Italia", aprile 1943 "Rivista Internazionale di studi sociali", anno 1941 "Il Popolo d'Italia", 1941 "Il Regime Fascista", 1941 "L'Ambrosiano", 1941 "Annali dell'Università italiana", 1942 e 1943 "La voce d'Italia", 1941 "Illustrazione coloniale", 1941 "L'Industria", 1941 "Turismo d 'Italia", 1942 "L'economia italiana", 1941 "Autarchia", 1941 "Il Bosco", 1941 "Cronache della guerra", 1941 "Augustea", 1941 "La terra", 1943 "Rivista di politica economica", 1941 Centro di Ricerche Storiche cli Rovigno - Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume: "Quaderni" voli. I 0971), II (1972), III (1973) , IV (1974); "Documenti" voli. I 0972), II 0973), III 0974), IV 0 977). Infine, di prezioso interesse è stata la lettura di una memoria storica commissionata dal Ministero dell'Interno alla Direzione Generale cli Pubblica Sicurezza (Servizio delle Forze Armate cli Polizia) probabilmente in visione di uno studio più approfondito sul contributo della Pubblica Sicurezza durante l'ultimo conflitto mondiale: Ministero dell'Interno - Direzione Generale della Pubblica Sicurezza - Servizio Forze Armate di Polizia, "Partecipazione della Polizia italiana (Pubblica sicurezza) alle operazio ni militari in Jugoslavia durante il conflitto 1940-1 945", Roma, 1977.


INDICI



Indice dei nomi

A Abrami, Abramo 109 Acllesic, Tvo 23, 3 7, 39, 75, 79, 155 Ahljn, Alojz 100 Alessandro cli Karageorgevic (Alexandar I) 66n, 72n, 113 Alie ti, TemisLocle 106 Amato, Michele 106 Ambrosia, Vittorio 3, 17, 19, 22, 29, 32, 35, 741, 142, 160, 761, 162, 163, 164, 76.5, 226; 283, 2H4, 320. Antonelli, Paolo 101 Ap ih, Elio 88n, 380, 384 Atanackovic, Zarko 25n, 383, 385 Auersperg, pri ncipe di 192 Auriti, Giacinto 71 n Avakumovic, Tvan 381, 384 Avian, Giuseppe 40n Avsic, Jakob "Jaka" 113, 114, 147, 228

B Bacciola, E. 357 Badoglio, Pietro 8, 272, 289 Bajek, Josep 101, .106 Bajec, Viktor 103, 105 Ballero Felice 102 Bambara, Gino 136, 378, 384 Bastianini, Giuseppe 3 Bastie, Luigi 100, 107, 130 Battaglia, Luigi Roberto 285 Bavclas, Luigi 99 Beclenk, capitano 80 Benedicic, Miha 100, 705 Benko, Janez (Johann) 100, 106 Benzi, Ferdinando 102, 105 Bcrardi, Manlio 86, 307 Bercini, Lorenzo 109 Be rlor, Boziclar 107

Berlot, Viktor 102, 109 Berutti, Angelo 101, 103 Biagetti, Arnaldo 102 Bianchini, Stefano l 7n, 23n 3 78, 384 Biserni, Antonio 101 Bisia, Eduardo 40n, 290n Blatnik, parroco .7 22 Bohek, Vittorio 159 Boemo, Giulio 99 Boggio, tenente colonnello 229 Boh , Johann 107 "Bolk" 254, 350 Bonomclli, Leonardo 103, 107 Borejsza, Jerzy \x/. 377, 384 Broccoli , R. 322 Brodar, Ivo 80 Bruno, colonnello 225 Bucci, tenente 172 Buffarini-Guidi, Gu ido 203

e Capuder, Danil 103, 107 Cavallero, Ugo 147, 202, 226, 22 7n., 233n, 380, 384 Carli, Giovanni 285 Carlo d'Asburgo (Carlo I) 68 Cc1rocci, Giampiero 377, 384 Cars, Anton 107 Castiglia, Albe rto 106 Cere, Karl 3 7n Cergol, lzidor 73, 76, 77 Ccrkvenik, Albino 107 Ccrmelj, Leopoldo 159 Ccrruti, Guido 220n, 285, 288, 289, 356 Cesar, Franz 77n Cesaretti, Umberto 101 Ch iodi, Giovanni 102, 109 Chiuzelin, Nazare no 81n, 116; 117 Ciampi, Antonio 264


390

TNOlCE DE! NOMI

Ciancimino, Francesco 40n Ciano, Galeazzo 29, 166n, 202, 380,384 Cicchitti-Suriani, Arnaldo 88n, 376,384 Cigaglia, Severino 1 O7 Cincar-Markovic, Alexanclar 17 Clissold, Stephen 3 78, 3 79, 384 Collotti, Enzo 24n, 44n, 16.5n, 187n, 376; 3 77, 3 79, 384 Colombo, Arturo 40n Conforto, Camillo 100 Cornizzoli, Remo 101 Coronati, Emilio 220n Corti, Costanzo 103, 107 Cultre ra cl i l'vfentosano, cap. 323 Cvetkovec, Josep .ZOO Cvetkovic, Drazica 17, 69, 740

D D'Amico, Salvatore 108 D'Annunzio, Gabriele 318 De ntasio, Ettore 233, 345, 3 46 De Cesare, Domenico 105 De Felice, Renzo 166n, 202n, 378, 385 De Laurentis, colonnello 23 De Padova, Ferdinando 47 De Rienzi, generale 222, 223, 224, 230 Deakin, Frederick W . 3 79, 385 Debeljak, Janko 118, 124, 126, 127, 132, 310, 314 Debrevec, Leopolcl 102, 108 Degrelle, Léon 74 Depoli, Attilio 40n Di Giorgio, Antonio .100, .107 Di Nolfo, Ennio 377, 385 Djukanovic, Blazo 247n Djuris ic, Pavle 247n Dobravc, Juràj 254, 350 Doellinger, Ignaz von 88n Dolenc, Frane 101 Dolinar, dott. 77n

Dollfuss, Engelhert 69, 74 Dominiei, Giuseppe 103, 106 Donlagie, Ahmet 25n, 383, 385 Donnini, Angelo N. 40n Dubovnik, Anton 75

E Ebreo, Antonio, .103 Egger, Frane 99, .102, 105 Ehrlich, Lambert 48, 67, 73, 74, 76, 77, 82, 90, 114, 151n, 201

F Fabbri, Umberto 223 Famà, Giuseppe 103 Farina, ing. 111 Fatutta, Francesco 3 Fava, Giuseppe 287 Ferenc, Tone 382 Ferrante, Mario 47 Ferrara, Silvio 106 Ferrari, Arturo 103, 104 Ferrari, Lauro 101 Ferrari, Silvio 100 ferri, Salvatore 100, 107 Fiammeri, Giulio 166, 175, 205 fierro, Ennio 100, 106 Fingasar, don. 78 Flisar, Frane 101, 106 Formiehi, Remy de Turicque Emilio 130, 131, 285 Frane, Igor 101, 108 Francesconi, Teodoro 380, 385 Frank (Murn Franz) 311 Frio, Oekar 99, 105 Furlan, Boris 75

G Gabrovsek, senatore 75 Galli, Carlo 71, 72


391

1:-IDICE DEI NOMI

Gallo, Annibale 115, 160n, 19<5; 203, 210, 212, 215n, 231, 23 7n 336 Gallo, Ettore 94 Gallo, Rufino 99 Gambara, Gastone 110, 1.1 ln, 124n, 25~ 26~ 263, 26~ 26~ 267, 268, 269, 272, 274, 279, 280, 281, 283, 284, 285, 286, 287, 288, 289, 354, 355 Gambino, Mario 108 Gantone, Alfonso 144 Gariboldi, Italo 284 Gasparri, Ferdinando 102 Geisser, Celesia 71, 72n Gelormini, console 222, 230, 236 Ghe, Carlo 28, 285 Giacalone, Antonio 102 Gilas, Milovan 381, 385 Gindre, Giacinto 100 Gioletta, Francesco 103, 105, 706 Giovanelli, Gioacchino 99 Giuricin, Luciano 383, 384 Giusti, Ugo 42n, 3 77, 385 Golia, dott. 3 7n Golob, Stanislav 106 Gosar, ministro 3 7 Gosper, Juraj 254, 351 Grandi, Dino 71n, 73n, 74, 7.9n, 164,257,258, 261, 262, 263,300 Graziali, Emilio 3, 9, 32, 35, 36, 3 7, 38, 39, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 5 4, 55, 56, 57, 77, 79, 82, 88, 89, 90, 91, 11.1, .13 7, 138, 141, ]42, 143, 14 7, 149, 150, 151, 152, 153, 155, 156, 157, 158, .159, 160, 161, 162n, 164, 165, l 66, 167, 168, 169, 170, 171, 172, 17.3, 174, 17.5n, 176, 185, .186, 187, 188, 189, 190, 191, .192, 193, 194, 195, 196, 197, 198, 200, 201, 202, 203, 204, 210, 211, 212, 213, 214, 215, 220, 226, 238, 239, 240, 256, 257, 258, 260, 261, 262, 263, 264, 266, 270, 279n, 297,301, 344,376

Grcar, Vlaclimir 143 Gregenc, Lo jze 101 Gregorio, Gustav 3 7 Grgic, tenente 123 Grikar, S]avko 152 Gnun, Janez 100, 103, 107 Gruma, Slavka 254, 351 Gunzelman, generale 29

H Habian, Josep 238, 253 Harst, Branko 254, 350 Heein, dott. 144 Heeren, Viktor von 69 Hitler, Adolf 17, 49, 228n, 290, 3 41

Holst, maggiore 146, 147, 203, 234,347

Hren, Anton 93n, 305 Hribar, Andrej 254, 351

K Kalan, Pietro 254, 350 Kampar, Frane 85 Kamphoevener, Geheimherr von 29,296

Karde lj, Edvard "Kristov" 135, 176~ 253, 254, 351, 381, 385

Kaucic, comandante 130 Kaus, Frane 159 Kavka, Karl 37n Kiclric, Boris "Peter" 135, 136, 254, 2 73, 351

Knap, Stjenka 338 Knez, Sdenko 128 Knuplez, Silvester .101, 107 Koebek, Eclvard "Sasa" 65, 82n, 90, 125, 135, 204, 206, 224, 226n, 229, 230n, 236n, 252n, 253, 254, 351, 377 Koee, dott. 37n Kogosvec, Frane 108


392

INDICE DEI KOMI

Kolman, Luclwig .ZOO, .! 06 Komorar, Anton 707, 130 Korosec, Anton 68, 69, 70, 72, 73, 75, 3 80 Kos, Simon 159 Kosto lec, Agostino .159 Krajnc, deputato 75 Kralj, Jane z 102 Kramer, Albert 72, 73, 75, .l 13, 11 7, 118, 3 .lO Kranjc, Emi! .103, 104. Kranjc, Milan 81 Kranjec, Marko 70, 76 Krek, Miha 75, 80, 128 Kremzar, Luigi 102, 109 Krisman, dott. 131 Kuhar, dote. 3 7n Kuhar, Lovrenc 135 Kukovic, Casimir 90, 238, 253 Kulovec, Frane 69, 70, 75 Kun, Bela 64 Kunstelj, l\'lax 100, 106 Kuschera, Franz 240 Kuster, August 73 Kvacernik, Slavlrn 79, 246

I Ian, Ivan 383, 385 lannelli, Giovanni 707 Iorio, Gaetano 205 Ivancic, Ivan 159

J Jacopin, fam . 195 Jaklic, Drejce 254., 351 Jakor, Ja n 152 Jankar, Joze .101 Jan nelli, Giovanni 101, 107 Jannino, Guerrino 100 Jareb, dott. 77n Jarnovic, Bozidar 99 Jelacin, Ivan 128

Jelon, studente 126, 3 11 Jevdjevic, Dovrosla v 123 Jones, \Villiam M. 273, 275, 277, 298,300 Jonke, G. 37n Joze, Joco 311 Juvanovic, I. 382, 385

L La Marca, Rosario 144 Lancli, Francesco 10.l, .1 02 Latini, colo n nello 20.l Laurich, clott. 3 7n Lavric, Lu igi 124 Lavrih, Joze 706 Leskosec, Frane "Luka" 135, 136, 254 Libertazzi, Ciro 101, 107 Lionetti, Francesco 104 Ljotic Dimitrije 67, 73, 76 Logar, Josep 101, 108, 130 Loi, Salvatore 3, 23n, 3 79, 386 Lombardi, Raffaele 47 Lombrassa, Giuseppe 56, 264, 270, 272, 276 Lo Maglio, Cesare 244n Loquenzi, Mario 175 Lubrano, Armando 3 0, 140, 284., 286, 287, 296 Lucini, Bruno 28, 287, 172, 130, 354,357 Lvric, cappellano 131

M Maccario, Alessandro 220n Macek, Vlaclko 2.7, 69, 74.n /Vlacis, Enrico .750 Maclau Diaz, Luigi 121, 122, 123, 124, 125 Maffei, Marco 38n Maggio re Perni, Luigi 207, 230, 285, 287


J:'<DIC:E l)Jil KO~ll

Magistri, Candido 205 Magnaguagno, Lino 107 Majatzen, Ciril 3 7n Manzini, Agostino 102 Marchelli, Vincen:w 99, 102, 105 Marjanovic, Jovan 383, 386 Martini, Guido 103 Marusec, Drago 155 Masera, Rodolfo 40n Masiano, Giuseppe 40n Matic, AnLOn 99, 104 Marreon i, Sergio 700, 107, 108 J\,'lazzola, Francesco 175 Mecarelli, Brenno 101, 107 Mcclen, Viktor .152 l'vl encucci, Milziade 100, .106 Melzi ()'Eri!. Gian Paolo 286.

287n, 376, 386 Mencj, Pietro 101 Messana, Ettore 47, 169, 197, 201, 202 Metzgcr, colonnello 249, 250 Michclcic, Joscp 155 Migliorini. Elio 25. 3111. 36n.

42n, 365n, 3 77, 386 J\llihajlovic, Dragoljub "Drnza" 66,

67, 112, 173, 114, 715. 116, 117, 119, 122, 123, 125, 129, 13 1, .147n, 259, 3 08, 3.70, 313,

314. 375, 385 Miklic, Joze 106 Miljanic, Gojko 736 Minuti, Antonio 100, 106 Mirkovic, Borivojc 17 Mirkus, Frane 700 iVllakar, Boris 77 n, 73n, 74, 79n,

380,381, 382,386 Moizo, Riccardo 276, 289 J\llolotov 135 Montagna , Renzo 2 17, 220 Morandini, Giuseppe 42n, 3 77, 385 Mortarotti, C. 304, 338, 340 Moseri, Ciro 40n Moskar, colonnello 236 Mussolin i, Benito 8, 26, 32, 37, 38, 39, 43, 16, 49, 50, 77, 138,

393

142, 147. 160, 167, 16511, 196; 197, 207, 202. 226, 227, 22811, 233n, 246. 270, 277, 272, 285. 297. 300, 320. 341. 342, 377,

378, 385

N l\adrnh. Joscp 100, 706 Nani, Umberto 378, 386 Narlacen , Marko 23, 24, 25, 27, 39, 45, 70, 75. 76, 77, 79, 85. 86, 87. 9(~ 91. 155,253.257 "leclic, Milan 112, 266H Neulcn, Hans Wcrner 7711, 38.l, 386 Nicolai. Vittorio 100 Nocivnik, dou. 126 Novak, AugusL 75, 76 Novale frank 37. 155 Kovak, Karel 80, 81, 114. 1.15. ll 7, 118, 779, 120, 721, 122, 123. 124, 125, 126, 727, 128, 129, 130, 131, 132, 147. 259. 267, 268, 310, 311, 3 12, 313, 314, 3 15, 37.5 Novak. Viktor 383. 386

o Omer7a, Fran e 102, 109 Orioli, Antonio 703, 105 Orlandini, Orlando 43, 44. 80, 197, 213 Orlane.lo, Taddeo 31, 80n, 89, 19611, 197, 198n, 210. 212, 21511 Ortis, Quintino 700 Osro jic, Zaharije 723 Oven, Joscf 150 Oxilia , Giovanni 786

p Pacor, Mario 380, 386


394

INUICl: Del NOMI

Pagani, Virginio 109 Palma, Gennaro 144 Paolo di Karageorgevic (Pavle) 74 Paoloni, Aldo 40n Parmigiano, Francesco 105 Pasic, Nikola 68 Paulin, ing. 128 Pavelic, Ante 3, 21n, 30, 55, 70, 192, 246n, 288 Pekelj, Janez 102 Pehzzi, colonnello 249, 250 Pelke. Frane 103, 10.5 Pellis, Fulvio .708 Perkoi, Anton 104 Perich, Giorgio 3 77, 386 Perne, Anton .701 Persuk, Ivan 82, 201 Peter, Jakob 702, 109 Peterlin, Ernest 110, 112, 137, 132 Petrie, Josep 102 Petrucci, Oro 106 Pezclir, Alojz 100, 106 Piemontese, Giuseppe 93n, 135n, 136n, 157n, 201n, 206, 233n, 260n, 265n, 279n, 382, 386 Pie[rantonio, Luigi 44 Pierromarchi, Luca 212 Pinto, Pietro 101 Pip, Viktor 106 Pirkmajer, ing. 3 7n Pirih, Milko 103, 106, 130 Piraia Biroli 247n Picconi, Ulisse 40n Pivano, Angelo 207 Pizzi, Arnaldo 40n Plenca, Dusan 25n, 383, 385 Polak, Ivan 81, 163 Polic, Frane 100, 106 Polonski, Anthony 381, 386 Popovic, Krsto 247n Posavca, Jernej 254, 350 Postonan, dott. 77n Pozenel, Paolo l09 Preseren, miiite 729

Pribicevic, Sverozar 68 Princivalle, Aldo 28 Pristovnik, Frane 103 Privitera, Francesco 17n, 23n, 378,384 Propotnik, August 37n, 75, 81, 82, J l3, 1.55, 174 Prosa, Renato 102 Pucci, Francesco 99, 104 Puccine lli, Angelo 100 Puceli, Ivan 37, 75, 113, 155 Pueko, Vinko 101 Puhan, Karl 101, 107 Pulzio, Santo 99 Purkat, Anton 101, 106

Q Quadri, Giovanni 106 Quarra Sito, Edoardo 207, 209 Quasimodo, Vincenzo 40n

R Raclic, Stjepan 2.ln, 68 Rainer, Friedrich 88, 290, 380, 384 Rallo, Michele 380, 386 Ramello, Antonio .109 Ranieri, Paolo 101 Rastrezen, Ivan 100, .1 07 Rataj, Frane 105 Ra vell i, Domenico 202, 2.7 J, 213, 289 Ravinkar, Janko 130 Ravinhar, Vzoclirnir 37n Raymoncli, Ettore 40n Ribbentrop, Joachim von 29, 135 Ringler, A. 3 7n Rintele n, Anton von 29 Roatta, Mario 3, 9, 25, 31, 92, 93, 96, .743, 16.5, 167, 169, 173, 174, .7 77, 178, 190, 191, 192, 193n, 796, 200, 202, 203,206,


JNl)JCE DEL NOMI

213, 216, 217, 218, 219, 220, 229, 233n, 24 7, 258, 260, 277n, 282n, 283, 284, 323, 333, 334, 349, 380, 386 Robotti , Mario 4, 9, 10, 17, 18, 19, 21, 22, 23, 2 7, 28, 31, 37, 39, 49, 77, 80, 82, 83, 84, 87, 89, 92, 93n, 95, 9 6, 11 O, 11.1, 112n, 17 6, 138, 140, 141, 142, 143, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 151, 153, .754, 155, 157, 158. 159, 16011, 162n, 164, 165n, .7 66, .767, 168, 169, 170, 172, 173, 174, 176, 177, 178, 181, 18211, 183, 185, 187, 188, 789, 190, 191, 192, 193, 194, 195, 196n, 197, 198, 2 00, 2 03, 206, 208, 209, 21 O, 2.J 2, 213, 2 14, 215, 216, 217, 218, 219, 220, 221, 224, 225, 227, 228, 231, 233, 234, 235, 236, 23 7, 239, 240, 243, 245n, 2 4 7, 25011, 258, 260, 263 . 264, 2 66, 2 71 , 282, 283, 284, 285, 286, 320, 321,33 0,322, 333, 335, 33 6, 3 44, 34 5, 34 7, 348, 3 49 Rojc, Viktor, 82, 201 Rolla , Francesco 40n, 210 Romeo, Federico 23, 220n Rosano, Raffaele 99 Rosatello, Demetrio 99 Rosignoli, Emilio 379, 386 Rossi, Ermanno 94, 9 5 Rozman, Gregorij 38, 45, 65, 79, 82. 83, 86, 88, 89, 93, 17 O, 112, 155, 197, 201n, 240, 268, 2 75, 380 Rudolf, Ivan 118 Ruggie ro, Vittorio 20.9 Rubar, fra ne 75 Rurni , Giorgio 377, 386 Rupnik, Leon 79, 80, 82, 83, 86, 87, 91, 92, 1.70, 112, 126, 142, 240, 267, 290, 301, 383

395

Rupnik, Wolfgang 105 Rus, dott. 128 Rus, Joze 78, 173, 135, 204 Rus, M.ilko 155 Russo, Alfi o 378, 3 86

s Sabic, !Vlilos 99, 102, 705 Saccani, Francesco 103, 104 Saje, Francck 382 Sala, Teodoro 24n, 2711, 44n, 141n, .l51n, 16.5n, 187n, 376, 377, 384

Santini, Giuseppe 103 Sassoli, Giovanni 105 Sauro, Italo 45n Save lli, Emilio .708 Scipione, Pietro 285, 288 Scuka, Antonio 759 Sekovec, Frane 99, 104 Selman, Muhammcd 38 Sema, Paolo 380, 3 86 Sendcri, Vincenzo 4011 Se nkovic, Ugo 109 Senisc, Carmine 202 Serafini, Riccardo 100, 101, 103 Seselj, Joze 108 Sever, Frane 101, 129 Skerbe, Rapirne! 99, 105 Skrbec, dott. 75 Skub ic, Anton 107 Silvagni, Fra ncesco 100 Simic, Milo 250 Simoncini, Domenico .704 Simovic, Dusan .7 7, 24 Slanc, Radovan 99, 103, 104 Slavic, prof. 37 Sloka r, dott. 3 7n Smerkol, Albin 37n Smersu, Rudolf 37n., 76, 131 Snoj, min. 75 Stankovik, Ales 206 Stanisic, Bajo 24 7 Staret, M. 37n, 75 Stepinac, Alojzijc 65


396

1:-ll)ICE I)~( NOMI

Stojaclinovic, Mila n 66, 68, 69, 70,380, 387 Stra hemberg, principe cl i 71, 72 Strino, clott. 52 Strugar, Pietro 254, 350, 351 Stuhlpfarrer, K. 7.ln, 381, 387 Suhaclolnik, Gabriel 101 Suracc, Francesco 45, 51, 52, 54n Susteric, l{mko 107 Svarka , Johann 101, 107

T Tamburini, Tullio 159 Tallinucci, console gene rale 209, 217, 220 Talpo, Ode.Ione 3, 124n, 379, 387 Tiso, Jozef 25, 69 Tito (Josip Broz) 3, 64, 97, .112 Toclorovic, Bosko P. 114 Tomasevic, Jozo 112n, 123n, 375, 381 Tornasi, Josep .l 59 Tomasin, <.lott. 80 Tomsic, Tonet 1 76 Toniolo, Antonio R. 42n, 377, 385 Tonizzi, Erma nno 236 Torsiello, Mario 282n, 283n, 284.n, 288n, 379, 387 Tramontana, Nicolò 40n Tratar, Pavle 254, 351 Tratnik, Primez 254, 356 Trclino, Dore 254, 350 Trifunovic-Bircanin, Ilija 63n, J 14 Troysi, tenente colonnello 321 Trumbic, Ante 68

u Urbani, Eros 107

V Vaccarino , Giuseppe 24n, 44n, 141n, .165n, 187n, 376; 384 Vacinai, Ivan 159 Valeri, Leone 103, 105 Vanni, Angelo 107 Vauhnik, Vlaclimir 80 Veber, Viktor 101 Ventimiglia, Giuseppe 40n Vidmar, Josip 78n, 135, 273 Vidmar, Milan 78, 113 Viclmar, Mirko 104, 121, 129, 130 Viclussoni, Aldo 300 Virant., Stanko 3 7n Virgilio, Luigi 104 Visconti, Bruno 109 Vitas, Giuse ppe l 04, 108, 124 Vittorio Emanuele cli Savoia (Vittorio Emanuele TTI) 270n Vojska, Josep 702, 108

w Wuescht, Johann 69n, 381, 387

z Zajc, avv. 128 Zangarini, Agostino 708 Zatti, Vittorio 249, 250n Zebot, Ciril 77n, 82, .110 Zenaro, clott. 80 Zirovnik, clott. 3 7n Zita d'Asburgo 68 Zunika, fratelli 311 Zupan, Stan islav 100, 106, 126; 130 Zupanec, Frane 81, 186 Zuraj, Frane 101, 107


INDICE GENERALE PRESENTAZTONF.

pag.

3

Rll\GRAZlAME TT

pag.

5

PREfAZTONE

pag.

7

ELENCO ABJ1REVTAZ10~I

pag.

13

Capirolo primo L'occupazione e la spartizione della Slovenia. La creazione ddl'Alw Commissariar.o .

pag.

17

Capitolo secondo L'ordinamento anuninistrativo e le strutture civili.

pag.

41

pag.

63

T.a prima fase del collaborazionismo sloveno: dalle '·Legioni" alla M ilizia Volontaria Ami Comunista (MVAC) pag.

75

PARTE PRIMA IT. SISTEMA D 'OCCUPAZ IONE DELLA SLOYEKT!\

PARTE SECONDA IL COLLABORAZIOl\"TSMO E lL \IAZIONALJSMO SLOVENI

Capitolo primo Origini ideologiche e presupposti politico-sociali dei collaborazionismi sloveni

Capitolo secondo

Capitolo terzo La Mi lizia Volontaria Anci Comunista nell 'Eserciw italiano

pag.

87

pag.

11 3

<..,àpitolo quarto Il movimento cetnico sloveno e l'occupazione italiana


PARTE TERZA

EVOLUZIONE POLITICA E MILITARE DELL'OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA SLOVENIA

Caj)itolo primo La prima fase dell'insurrezione e il conflitto tra le autorità a Lubiana (giugno-dicembre 1941)

pag.

135

GàjJitolo secondo L'inizio delle operazioni bell iche e dell'occupazione militare della Slovenia: il "Progetto Primavera" (gennaio-febbraio 1942)

pag.

163

Caj)itolo terzo L'ordine pubblico e le repressioni della primavera 1942 (marzo-maggio 1942)

pag.

183

Capitolo quarto Le operazioni militari dell 'estate 1942 (giugno-settembre 1942)

pag.

203

Capitolo quinto Le operazioni militari dell 'autunno 1942 (ottobre-dicembre 1942)

pag.

239

Capitolo sesto La fine dell'amministrazione civile: la Slovenia "zona d'operazioni" (gennaio-luglio 1943)

pag.

255

Capitolo settimo Dalla "zona d'operazioni" al crollo dell'autorità italiana (agosto-settembre 1943)

pag.

267

ALLEGATI

pag.

287

CARTINE

pag.

357

13IBLIOGRAFIA

pag.

369

INDICI

pag.

397


Finite.> e.li ~tarnpare nel mese cli giugno 1998 Scilgrafica s.r.L - Via della Mortel h1 , 36 00157 RO,vlA



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