L’OCCUPAZIONE ITALIANA DEI TERRITORI METROPOLITANI FRANCESI

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFfCIO STORICO

Domenico SCHIPSI

L'OCCUPAZIONE ITALIANA DEI TERRITORI METROPOLITANI FRANCESI (1940-1943)



PRESENTAZIONE

Scrivere la storia dell'occupazione italiana dei territori metropolitan.i francesi dal I940 al 1943 significa affrontare una lunga serie cli problemi storiografici difficili e talvolta contraddittori, senza essere certo agevolati dall'esistenza cli opere letterarie consol idate dall'ideologia e dal tempo . I fenomeni che si vanno a trattare, infatti , costituiscono oggettivamente una catena di argomenti diversi, nei quali motivi e sentimenti contrastanti si avviluppano in nodi difficili da sciogli ere. Sono interessi politici e militari che nel tempo in parte cambiano, in parte no; sono spinte ideali e rancori, personali e di gruppo, che si mescolano all'odio per l'occupante, alle necessità della disciplina militare, alla lealtà alla bandiera. La storiografia di mezzo secolo ne è stata travolta quando ha affrontato questo tema. È quanto non accade invece al generale Schipsi, il cui lavoro affronta l'evoluzione intricata dei fatti con serenità e freddezza, attenendosi alla documentazione soltanto, per cui uomini e cose emergono con i loro limiti e i loro pregi, ma senza che la passione di parte faccia velo alla descrizione degli eventi quali furono. L'asetticità della narrazione riesce a non essere contaminata dalla presenza di tanti soggetti pol itici diversi: la Germania nazista, l'Italia fascista e poi regia, gli Alleati, De Gaulle, i regimi di Vichy e di Salò, la Resistenza italiana e francese. L'Ufficio Storico dell'Esercito, nel pubblicare questa opera, ritiene_ di riempire un vuoto nella storiografia italiana, favorendo la conoscenza storica . Dal punto di vista metodologico l'elaborato è ineccepibile: fonti bibliografiche ampie e complete, ricerca archivistica approfondita e significativa. Con queste premesse il volume del generale Schipsi si colloca quindi con la massima dignità nella collana di pubblicazioni che questo Ufficio ha dedicato alla storia del secondo conflitto mondiale. IL CAPO UFFICIO STORICO Col . Matteo PAESANO

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Ai niiei compagni del 17° corso dell'Accademia Militare

PREMESSA L'occupazione della Francia metropolitana sino al corso del Rodano , limite delle pertinenze territoriali accordate dalla Convenzione d'armistizio, è argomento poco noto. Nonostante le opere di studiosi illustri i professori Ra inero e Borgogn i, per citare solo i più recenti - se si chiedesse all'uomo della strada se sia mai avvenuta - e in quale periodo l'occupazione italiana della Provenza, del Delfinato e della Savoia, la più parte risponderebbe ricordando gli esiti della campagna del giugno del J940. Dimenticanza o forse rifiuto che hanno diverse ragioni. Una cli queste è rappresentata dal proposito assai sentito in Italia di cancellare le reminiscenze di un 'epoca che , fra l'altro, aveva prodotto l'odiosa pugnalata alle spalle. Di modo che, il conseguente forte desiderio cli riscatto che si anelò manifestando presso governo e popolo italiani nel dopoguerra contribuì verosimilmente ad avvalorare la semplificazione insita nella rappresentazione dell' insuccesso delle operazioni italiane ciel giugno del 1940, sintesi simbolica della presenza militare italiana in Francia. Altro e forse più sostanziale motivo deve vedersi nell'opera meritoria di quei governanti, di qua e di là delle Alpi , che, messi da parte i motivi di contesa, aspirarono a sopire gli antichi rancori e, nel nome di una futura comune patria, intesero favorire la rappaci ficazione di quelli che sono ancor oggi considerati dei cugini latini. Non fu opera agevole. Quella singolare occupazione fu infatti sof: fe1tà da parte francese assai più della pugnalata, nonostante che in Italia il significato cli quelle circostanze fosse scomparso nel gorgo dell'i mmane tragedia nazionale. Solo così si può spiegare una certa studiata negligenza francese per gli aspetti dell'occupazione italiana. La quale apparente disattenzione si accompagna spesso al diligente rifiuto dei fatti giudicati più mortificanti della sovranità e della grandezza nazionali. Altrettanto frequentemente non può sfuggire allo studioso il fatto che, nonostante da parte francese ci si compiaccia eloquentemente della circostanza che qualsiasi iniziativa degli occupanti derivasse dalla prevalenza politica e strategica tedesca, si addebitino poi alla parte italiana anche i provvedimenti sgradevoli resi necessari da esigenze di carattere militare ed effettivamente, questi sì, imposti da dispos izioni tedesche. 5


Ciò detto, va rilevato anche che è invece universale il riconoscimento dei meriti perenni che risalgono all'occupazione italiana, alle sue truppe e ai suoi comandi per aver protetto e salvato popolazioni ebraiche e per aver agito con umanità.

li descritto sentire prevale probabi lmente in parte per il fatto che l'occupazione ebbe luogo al fine di soddisfare le esigenze di un alleato che infine dovette sollecitare per convenienza quell'intervento cui a lungo si era opposto e per il quale da parte italiana erano state preparate e immobilizzate un buon numero di divisioni; ma anche perché tale necessità, dalla quale non si potevano non trarre previsioni infauste, fu ancora una volta velata dall'estrema albagia con la quale, almeno inizialmente, si vantò l'adempimento di un'aspirazione proclamata in tempi assai diversi. Vanto che costituisce l'emblema stesso di un sistema tanto minaccioso quanto inconsistente; tanto tracotante quanto illusorio. Per modo che, negli appartenenti alla 4" Armata, quel periodo è tuttora associato ali' angosciosa constatazione di essere stati sedotti dalla chimera del successo alla vigilia della rovina. Quella occupazione, infatti , attuata come fu in un paese civile, di cultura similare, in un ambiente di guerra più permeabile di altri a notizie cli fonte diversa, svelò agli occupanti italiani la realtà della guerra ormai perduta, un po' per l'inevitabile fraternizzazione con le popolazioni locali e in parte per la presenza di italiani, fuorusciti o non. La crudezza inesorabile cli quella verità trova riscontro nella memoria delle evenienze conseguenti alla catastrofe cle11 ' 8 settembre, percepite disonorevoli nonostante il progressivo recupero della propria consapevolezza da parte dei migliori. Inoltre, l'assenza ciel vincolo emotivo creato dal combattimento priva quei soldati dell'orgoglio che , pur nella sfortunata avventura della guerra,è ancora custodito da molti veterani di altri fronti e che spesso è alimentato dall'intrecciarsi dei racconti, dalle testimonianze e forse anche dal favoleggiare. Fatto sta che gli eventi, le attività e gli stessi nomi dei corpi che occuparono i territori francesi al cli qua del Rodano, e di cui quei reduci fecero parte , non sono ricordati con la buona precisione che caratterizza il ricordo dei veterani cli altri teatri cli guerra e, spesso, quell' esperienza è motivo cli disagio. Prevalgono in generale ricordi consueti sulla 6


piacevolezza del vivere francese e la considerazione che in fin dei conti sembrò trattarsi dell'occupazione cli un lembo d'Italia. E, più che altro, ricorre la memoria delle fughe rocambolesche che conseguirono allo sbandamento simultaneo ciel!' Armata, eludendo le pattuglie tedesche, anch'esse sorprese eia quel corale esodo. In definitiva tali circostanze, che rappresentano per un verso un'abilità di cui vantarsi, dall'altro la beffa del l'inviso potente alleato , sembrerebbero palesare la volontà di riscatto delle coscienze, e confermano da un lato l'inconsistenza dei ricordi più propriamente militari e la preponderanza ciel ricordo clell'8 settembre.

Si sarà compreso dal taglio della breve analis i che il lavoro che mi è stato affidato si ripromette soprattutto cli colmare un vuoto di carattere militare. In parte ciò deriva proprio dall'intenzione di forni re una testimonianza indiretta a favore degli appartenenti ad un'Armata che obbedirono agli ordini come quelli cli altri fronti, ma che , per questioni estranee al loro valore o alla loro fedeltà, sono stati dimenticati. Anche perciò, come si noterà, la base del lavoro è costituita dai diari storici militari degli organi centrai i e di grandi unità ciel!' Asse, con maggior risalto alle pianificazioni ed alle attività della 4" Armata. Non s i sono lesinati dettagli ordinativi e di schieramento, e spesso si è sces i ad illustrare reparti minori ed ausiliari. Ho tuttavia tentato di rintracciare, nelle scarne righe dei diari cli guen-a, la conferma delle tesi trattate eia illustri storici, esaminando le varie fasi della pianificazione per l'occupazione dei territori francesi 1 più volte rimaneggiata in conseguenza delle fluttuazioni degli umori politici, ed apprestata con una serietà e un' indipendenza di giudizio che, se ascoltate, avrebbero potuto evitare i drammi successivi dello sbandamento in territorio straniero e le recriminazioni ciel dopoguerra. Sono stati peraltro presi in esame anche l'evoluzione del carattere dell'occupazione italiana nel corso dei suoi dieci mesi cli vita e gli aspetti giuridici, organizzativi , comportamentali ed umani che ne furono il contrassegno e che tante contrastanti interpretazioni hanno suggerito nel corso del dopoguen-a. Intendo qui ringraziare il capo dell'Ufficio storico e i suoi dipendenti, della cui esperienza mi sono largamente avvalso ai fini della ricerca e ciel reperimento delle fonti d'archivio. Un particolare ricono7


scimento va a Giorgio Cinti, paziente riordinatore delle mie bozze, e a Gianni Palestro che per me ha consultato fonti documentali e fotografiche presso l'Istituto storico della Resistenza in Piemonte. Mi è gradita l'occasione per ricordare le Associazioni combattenti e reduci del Bresciano fra le cui fila ho potuto incontrare uomini, in particolare il cappellano capo don Antonio Maccarinelli, che sono stati prodighi di informazioni sull'atmosfera dell'occupazione.

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CAPITOLO I


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Il quadro generale successivo All'armistizio

Prima di esaminare l'evoluzione della pianificazione per l'occupazione dei territori fra ncesi, il successivo svolgimento delle operazioni che condussero all'occupazione stessa, ed i relativi aspetti mili tari e civili , è opportuno ricordare gl i antefatti che ebbero ripercussioni s ignificative sugli stessi . Questi fatti sono: - la decisione di condurre la campagna sulle Alpi occidentali e l'esito insoddisfacente e parziale delle operazioni contro la Francia, che, per un verso, consentì all'Armata Olry di non considerarsi battuta; dall 'altro non favorì la costituzione in territorio francese di basi operative utili per il mai celato intento mussoliniano di dar luogo prima o poi all'occupazione della Provenza. Circostanze che ebbero il loro peso sia nelle relazioni successive franco -italiane, sia dal punto di vista delle operazioni militari della futura occupazione 1; e - la rinuncia di Mussolini ad occupare la Francia sino al Rodano, cui conseguì un complicato sistema di linee di riferimento che in parte costituirono un vincolo giuridico per le pianificazioni successive. E, peraltro , la decisione pose le truppe italiane che restarono sulla frontiera per l'eventualità di un'ulteriore avanzata , in una condizione di sofferenza logistica. Come si verificò poi effettivamente al momento della tanto attesa avanzata in Francia, l' 11 novembre 1942, parte ciel dispositivo della 4" Annata si mosse con significativa lentezza per la difficoltà di superare celermente i passi alpini. Si riferirà più avanti su questo «gran rifiuto» di Mussolini. Per il momento è. Per il momento si ritiene opportuno tracciare un quadro generale della situazione militare ed armistiziale che conseguì alla firma del1'mmistizio, avvenuta a Villa Incisa, presso Roma, il 24 giugno 1940.2 1 Gli

errori strategici ed operativi di tale decisione sono stati descritti con accuratezza da V. Gallinari Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi occidentali, AUSSME, Roma, I981; ed E . Faldella, l 'Italia nella seconda guerra mo11diale, Cappelli, Bologna, 1959. 2 Per il testo della Convenzione stessa si rimanda a R.H. Rainero, Mussolini e Pétain - Storia dei rapporti tra l' Italia e la Francia di Vichy (10 giugno 1940 - 8 settembre 1943). AUSSME, Roma, 1990 . Il testo francese è riportato anche in A. Kammerer, la verité sur l'Armistice, Meclicis, Paris, 1944, Annexe XXIV, pag. 332.

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In base alla Convenzione statuita clall' Armistizio, l' occupazione reale del territorio francese eia parte delle forze italiane si riduceva ad una fasc ia di terreno piuttosto contenuta, limitata verso occidente dall' effettiva linea raggiunta dalle truppe italiane durante le operazioni, e di fatto presidiata dalle truppe stesse.3 Questo allineamento era denominato <<linea tattica>> , o «linea verde» (articolo TI della Convenzione d' armistizio). Una più avanzata «linea Jog.istica» , o ( «linea rossa»), rappresentava la delimitazione convenuta di zone , site ad ovest della «linea verde», che le truppe occupanti avrebbero potuto utili zzare "per esigenze di vita e di rifornimento" , ma che restavano "soggette, salvo la servitù cli passaggio da parte dei rifornimenti [italiani], alla sovranità francese" .4 Ancora più a ponente, correva un altro I imite convenzionale, denominato «linea viola>> , che rappresentava il margi ne anteriore "della zona dei 50 km, di cui ali' articolo III deIJa Conve nzione", tracciato mediante sistema dell'inviluppo sulla base della «li nea verde» o «li nea tattica» .5 Infine, la «linea azzurra» delimitava le zone d i controllo armistiziale (itali ana e tedesca), seguendo a grandi linee il corso del Rodano, da Ginevra alla foce .6 Entro la «linea tattica>> ( «linea verde») , il territorio francese occupato dagli italiani assommava a poco piì1 di 80 mila ettari (83.217) , con

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Sulle posizioni effettivamente ragg iunte dal le truppe italiane nella brev issima campagna sulle Alpi occidentali , s i legga V. Gallinari op. cit. e le Relazioni sulle posizioni raggiunte redatte in ambito CIAF, a proprio uso, nella controversia con i rappresentanti francesi dell'estate del I 940. AUSSME D-7 , Carteggio CIAF, Raccolta 2, Relazioni 2/1 e 2/2. 4 L' andamento sommario della linea «rossa» è individuabile nella carta della «Situazione delle un ità alla fronte occidentale alla data del 25 IX 1940>> (adattamento) riportata in appendice. (AUSS.l\lIE 2073-523). 5 L'andamento cli massima del la linea «viola}> è ri portato negl i schizzi riguardanti gli studi operativi di cui s i parlerà nel successivo paragrafo. Essa (eia sud a nord) correva lungo il tratto finale del corso della S iagne sino a Grasse, indi St. Vallier - Castellane (escluso) - Digne (escluso) - Chorges - Chabattes (sul corso della Drnc) - Val bonnais /esc luso) - percorso della N.90 a NE cli Grenoble - St. Pierre d'Albigny (escluso) Bonneville - B iot - confine italo-francese . 6 Per la precisione, la «linea azzurra», secondo gli accordi italo-tedeschi stabil iti a Wiesbaclen il 29 giugno 1940, aveva il seguente sviluppo (da sud a nord): fiume Rodano - margine est di Lione - strada Lionc-Bcllcgar<le-G inevra (abitalo di Lione escl uso). La «linea viola» (linea di smilitarizzazione) correva pressappoco lungo le località cli (da sud a nord) : foci Siagne (Cannes) - Grasse - St.Vallier - Castellane (esclusa) - Digne (esclusa) - Gap (esclusa) - St. Pierre cl' Albigny (esclusa) - Annecy (esclusa) Bonneville - confine franco-svizzero presso il lago cli Ginevra.

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complessivi 28.473 abitanti ripartiti in tredici comuni ed otto frazioni; il più grande dei primi era Mentone, che da solo raggiungeva cli 21 mila abitanti. Su quei comuni , in base al «Bando del Duce)) ciel 30 luglio J940, ebbe giurisdizione l'Amministrazione italiana dei Territori occupati , retta da un prefetto e dipendente dalla Commissione Italiana d'Armistizio con la Francia (CIAF) .7 Interessa maggiormente, per gli scopi di questa analisidata I ' impostazione del presente lavoro, la situazione che si determinò sulle linee cli carattere militare presidiate o utilizzate dalle truppe ( «linea verde» o «tattica» e «linea rossa» o «logistica>>), «linea verde» o «tattica» e «linea rossa>> o «logistica»); ed inoltre e l'effettivo realizzarsi della smilitarizzazione. Ciò perché, sia la dislocazione dei reparti itali ani oltre frontiera, sia il procedere della smilitarizzazione, intervennero nello sviluppo e nelle decisioni riguardanti i p iani di occupazione . La «l inea verde» o «tattica» sopravanzava la linea di confi ne in numeros i tratti; . A grandi linee ii segmenti più significativi si trovavano ai pied i ciel Piccolo San Bernardo, tra Séez e St. Foy; oltre il passo del Moncenisio e comprendevano l'abitato cli Lanslebourg, ma non que ll o di Moclane, incluso invece nella «linea rossa» «linea rossa» o «logistica». Più a sud , ai piedi ciel Monginevro, la «linea verde» s i inoltrava sino alle porte di Bri ançon , ma neanche la «l inea rossa» ne an netteva l'abitato . Oltre il passo della Maddalena , le due linee includevano buona parte idei territorio cli Larche, ma non il capoluogo. Nella parte più meridionale la «linea verde» si spi ngeva, in Val Roia, s ino alla riva sinistra del fi ume omonimo ed accentuava la sua prominenza in corrispondenza di Mentone. La <<linea rossa)) la

7 I dati sono tratti da l Rapporto cli Sarraz-Bournet, Ispettore generale del Ministero <lell ' lntemo di Vichy e membro della Delegaz ione francese p resso la CIAF, redatto in data 23 luglio 1941 (SHAT, I P78, dossier 2) . In appcnd.ice i dati relativi a comuni e frazioni occupati, d.ipartimenti , superficie ed abitanti. Risultava parzialmente occupato anche il territorio (che Sarraz-Bournet definisce "panie inhabitée") di una dozzina cli comuni, sopraltullO nelle Alpi Marittime. In data 30 luglio 1940, un ' Bando del Duce', sulla base della Legge di guerra 8 lug lio 1938 e del Regio decreto 10 giugno 1940 , regolò l' organizzazione amministrativa e giudiziaria dei territori occupati. Il Bando è riportato in R.H. Ra inero, op.cit .. L'ordinamento dell'Amministrazione ital iana dei Territori occupati è richiamato in appendice.

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sopravanzava appena, solo per consentire un raddoppio delle comunicazioni.8 La complessità de lla situazione diede luogo a numerosi incidenti. Pare soprattutto perché in parte la «linea verde» venne spesso interpretata dalle truppe come l'effettivo "limi te della [ ... ] occupazione materiale [i taliana]"; mentre si trattava cli "una linea convenzionale", e perciò stesso sommaria, e che non implicava cli per sé l'occupazione dell' "ultimo metro o centimetro cl i terreno a torto o ragione [ritenuto eia parte italiana] compreso nella linea [ .. . ]".Tanto che " posizioni mai occupate [ .. . J, attira[va]no la bramosia [italiana] solo perché [tale] linea convenzionale le comprencle[va]". In molte occasioni , g li incidenti "più spiacevoli " furono causati da "atti cli indisciplina [dovuti a] malsana curiosità, scopi [ . .. ] meno confessabili o spirito cli bravura".9 Esistevano peraltro tratti di «l.inea verde»linea verde che corrispondevano a località effettivamente conquistate, come nel caso dell'opera cli Pierre Pointue (pendici del M . Ruzet, a sud-est di Sospello), che da parte italiana si sosteneva essere stata espugnata da uni tà della divisione Cosseria la sera del 23 giugno.1° Ed altri ancora, ai quali da parte ita-

8 La «linea rossa)> o <<logistica» ,, che come detto serv iva ag li occupanti per esigenze di vita e di collegamento, s i sviluppava quasi sempre più ad occidente della verde. Talvolta, tuttavia, specie nella zona di Lanslebourg e di Briançon, era inviluppata nella «linea verde>) o linea tattica; t. Talaltra, coinc ideva con quest' ultima. 9 Dell'indisciplina di ce1ti reparti italiani si lagnò anche l'ammiraglio Duplat, capo della Delegazione francese presso la presidenza della CIAF a Torino. Egli lamentò devastazioni a Séez e a St. Foy, "sia in abitazioni sia in locali pubblici (scuole ed uffici compresi)". Il comando del!' Armata in risposta al contenuto del foglio 3 I6/Fr., in data 6 l uglio J 940, inviatogli con le lamentele di Duplat dalla presidenza della CTAF, con lettera 4465 del 13 luglio successivo addebitò molte delle trasgressioni attribuite alle sue truppe, a civili in fuga e a truppe francesi. Secondo la lettera ciel comando dell' Armata, quest' ultima c ircostanza fu testimoniata da un capitaqo francese. (AUSSME DS 4A 59-429) . Secondo il comando del 7° alpini, il vescovo d.i Tarantasia, nel corso di una visita all'abitato di St. Foy espresse meraviglia "per l'insperato stato di ordine" in cui trovò l'abitato. Ibidem, 59-430. IO Secondo gli itaLiani, che l'opera fosse stata effettivamente presa dalle truppe della Cosseria era dimostrato dal fatto che il giornale della fo11ificazione era sLato catturato dalle stesse truppe ed era conservato presso il comando del XV CA. Dopo l'arretramen to del dispositivo offensivo, il 5 agosto, Pierre Pointue era stata nuovamente occupata da unità italiane "perché compresa nella linea verde" . Tuttavia il pomeriggio del successivo 9, gendarmi francesi si erano presentati al presidio italiano dell'opera "asserendo che la linea verde passa/va] a 800 metri più ad est" e che l'opera stessa avrebbe dovuto essere sgomberata. La questione passò poi alle competenze della CIAF; ma non si è a conoscenza dell'esito fi nale della questione. AUSStvlE DS 7 A Diario dei giorni 8, 9 e 10 agosto 1940.

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liana si sarebbe volentieri rinunciato in cambio di località più adatte al controllo che avrebbero potuto fac ilitare il possesso di vie cli facilitazione, come nel caso della strada cli fondo della Valvalle cl 'lsère, tra Séez e St. Foy, la cui utilizzabilità eia parte italiana, era contrastata vivamente dalle autorità locali francesi . Nonostante che gli abitati cli cui si parla fossero stati conqu istati dalle truppe italiane , la strada che li univa, unico arroccamento tra le due località, per la natura accidentata del terreno circostante, non era stata materialmente occupata. Per ottenerne l'uso , da parte italiana ci si dispose a cedere ai frances i l'intero abitato di Bonneval, in alta Val d'Arc, che il trattato d'Arm istiz io divideva a metà, ed il ponte di Aussois sul!' Are , pochi chilometri a nord-est di Modane.11 Definito il modesto quadro dei guadagni territoriali derivanti dall'Armistizio, è il momento cli osservare lo schieramento italiano alla frontiera con la Franciaoccidentale. Lo scacchiere occidentale era tenuto dalle unità della 7" Annata, schierate con il I corpo d'armata (CA) in corrispondenza ciel tratto di frontiera compreso tra la Val d'Aosta e la Valle del Pellice. li II CA presidiava la fronte tra l'alta valle del Po, la Val Maira (Acceglio- Dronero) ed il passo di Tenda; infine , al XV CA competeva la zona compresa tra la Valle Roia e la costa. Arretrato, nell'entroterra ligure, era cli stanza l' VTII CA . Complessivamente si tratta-

11 Notiz ie traile dal Rapporto tenuto ai comandanti di corpo d'annata dal genera-

le designato d'annata Filiberto di Savoia-Genova, comandante della 7" Armata il 10 agosto 1940 (AUSSME DS 7 A 40-27). Le notizie sugli eventi della Pierre Pointuc sono state rinven ute nella lettera del comando 7" Armata n. 3 di prot. in data 23 settembre I 940 (AUSSME DS 7 A 40-142). Analoga era la posizione degli alti comandanti della 7'' Armata a riguard o delle posizioni di Isola, Ristolas, Larche, secondo loro diffici li da rifornire. Secondo accordi risalen ti al 27 giugno, la strada Séez - St. Foy poteva essere utilizzata eia italiani e francesi a patto cli non superarla vicendevolmen te. È singolare tuttavia che il giorno dopo, alla presenza di Mussolini , in visita alle truppe lungo l'asse ciel Piccolo S . Bernardo, il comandante del corpo d ' annata alpino rifi utasse la propos ta di un parlamentare francese che era giunto a Séez per offrire la "libera percorribilità strada Séez - St . Foy; [ .. .] poiché in seguito a precedente controversia le modalità di rifornimento per I.e nostre truppe in Val Isère erano state diversamente concretate" . AUSSME DS CA alpino , 59-339. L'episodio è confermato ne l testo del Diario (ore 8 ciel 28 giugno). Le località ricordate furono teatro di v ivaci incidenti tra occupanti e popolazione, poiché quest' ultima non perdeva occasione di schernire le truppe e, più in generale, le Forze armate italiane. Rapporto di Sarraz-Bo urnet citato, pag . 137.

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va cli uno schieramento complesso di forze pari a sette-otto divisioni. Questo insieme di grandi unità passò alle dipendenze del comando della 4" Armata, dopo che, il 10 ottobre, Mussoli ni decise di smobilitare 600mila uomini. Fu conseguentemente necessario sciogliere due comandi di armata (fra cui la 7") e la massa delle grandi unità che le costituivano dal tempo dell 'offensiva sulle Alpi occidentali. 12 JI 13 ottobre, il comando della 4a Annata, inizialmente dislocata nel tratto centrale della pianura padana, assunse la responsabilità dello scacchiere occidentale, con le divisioni che, in gran misura, erano appartenute alla 7" Armata. 13 La smobilitazione aveva prodotto anche altri effetti , essendo. Erano stati sciolti infatti tutti i reparti alpini «Valle», alimentati da classi più anziane. L' 11 ottobre era stato pertanto deciso di restituire ai corpi d'armata della 4a Armata le divisioni alpine Taurinense e Cuneense. Lo scopo era quello di sostituire i predetti gruppi «Valle» con reparti del 3° e 4° reggimento alpini, reggimenti delle due grandi unità da montagna appena ricordate. 14 A partire dal successivo novembre, tuttavia, il provvedimento non era stato ancora attuato completamente. La situazione delle forze italiane nei territori occupati rivela infatti, da un lato la tendenza ad impiegarvi ancora reparti alpini <<Valle» non disciolti; e dall'altro, rivela una duplice intenzione dei comandi: contrazione delle forze in vista del difficile accantonamento invernale; ed affidamento della frontiera, e delle sue propaggini francesi occupate, a alle «Truppe cli rinforzo alla copertura terrestre», integrate appunto nel dispositivo cli «copertura>> costituito sulla base dei comandi cli Settore della Guardia alla Frontiera (GaF).

12 E. Faldella, op. cit., pag. 246. Si veda anche Mac Gregor Knox, La guerra di 1\tlussolini, Editori Riuniti, Roma, 1984, pagg. 300 e seguenti . 13 Lettera SMRE 9400 del 12 ott. 1940, all 'oggetto "Riduzione deLla struttura R.E. · Attribuzioni competenze e dipendenze comandi e G.U", a firma Roatta. Fra l'altro, il documento prescriveva lo scioglimento del Gruppo di Armate ovest, delle armate 7' e 8'' e del corpo d'armata alpino, e stabiliva che il comando della 4° Armata subentrasse al comando della 7" "nelle a1tuali funzioni di quesr'ullimo alla.fronliera occidentale'· . (AUSSME DS 4A 103 11-12). 14 Lettera del comando4" Annata 6302/op. cieli' 11 ott. 1940 (AUSSME DS 4A 103-11).

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Il J O novembre 1940, infatti, la massa delle unitit dislocate oltralpe appartenevano a queste <<Truppe di rinforzo alla copertura terrestre» dipendenti appunto dai vari comandi di Settore della Guardie alla Frontiera (GaF) . Il dispositivo più importante in territorio francese occupato si trovava tra la testata della Val d'Isère e quella d ' Are . Due battaglioni del 4° alpini della Taurinense (1 CA) presidiavano le località francesi cli Séez e St. Foy, nei pressi di Bourg St. Maurice , all' imbocco occidentale del Piccolo S .an Bernardo. L'intero III gruppo alpini «Valle» (cli rinforzo al IX settore di copertura dello stesso I CA) presidiava con tre battaglioni (Val Dora, Val Cenischia e Val Fassa) e con la batteria cli artiglieria alpina organica (Valle Isonzo) i comuni francesi d i Bessans , Termignon, Bramans e Le Verney, alla testata della Val d'Arc. 15 Procedendo verso sud , la "compagnia alpina di formazione Guil" di rinforzo al VI Settore GaF (I CA), presidiava Ristolas, locali tà dell'Alto Guil , corso d 'acqua affluente della Durance. Una compagn ia del battaglione Borgo San Dalmazzo della Cuneense occupava i rovesci francesi del Col della Maddalena , senza però estendere l'occupazione sino a Larche . Sempre oltre frontiera, altri reparti italiani si trovavano nel «Settore Gessi>>, in gran parte nel versante italiano; il battaglione alpini Pieve cli Teco (VI gruppo alpini «Valle» del I O raggruppamento alpini di rinforzo al Il Settore di coperturaGaF di copertura del Il CA) presidi ava in territorio francese la località di Fontan (Fontano) , immediatamente a valle del passo d i Tenda . 11 Settore, ad arco, convesso verso la Francia, fronteggiava le vall i clell'Ubaye, della Tinea, della Vesubia e della Roia, che adducono , direttamente o indirettamente, alle locai ità della costa provenzale, da Ventimiglia a Marsiglia. 16 Più a sud, reparti della GaF (I Settore di copertura del XV CA) occupavano le local ità a levante d i Mentone é, dopo la sostituzione ciel 90° reggimento fante ria della Cosseria, anche nell'abitato dove si installarono due battaglionibattaglioni ed un grup-

15 Battaglioni alpini Aosta e ·1vrea del IV gruppo alpini «Valle»; battaglioni alpini Val Dora, Val Cenischia c Val Fassa del lII gruppo alpini «Valb>. A Lanslebourg era stato installato anche 1'8° Ospedale da campo dello stesso lX Settore GaF (AUSSME DS 4.A l03 II-19). 16 Il «Settore Gessi» corrisponde a un tratto delle Alpi Marittime compreso tra la Stura di Demonte - (dal Colle della Maddalena o di Larche), che riceve alcuni brevi corsi d' acqua denominati Gessi - , e l'asse viario Col di Tenda - Cuneo.

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po di artiglieria GaF, ai quali fu commessa l'organizzazione di avamposti .17 A riprova del progressivo effetto della smobilitazione, il dispositivo d i copertura e di occupazione subì varianti in alcuni tratti dello schieramento, nel corso del mese di dicembre: le località dell'alta Moriana (Val d ' Are) risultano presidiate da tre battaglioni alpini (Esìlle, Susa e Fenestrelle) della Taurìnense; più a mezzogiorno,: il Monginevro non è presidiato; a Ristolas (Alto Gui l) c'è una compagnia del battaglione alpini Pinerolo (Taurinense); alla Maddalena (nei pressi di Larche) e ad Isola (Settore Gessi), due compagnie del Borgo S . Da]mazzo (Cuneense) . Invariata la situazione nel settore della Roia.18 Come si può notare dall'analisi delle situazioni forn ite sui luoghi e sulle dislocazioni delle truppe, i problemi relativi agli sbocchi verso ovest, nell'eventualità di un'azione ulteriore contro la Francia, per realizzare l'occupazione sino al Rodano, risultavano in parte irrisolti. Questo perché l'unica direttrice realmente favorevole era quella costiera, data l'acquisizione di Mentone che faci litava l'accesso alle due strade cli «cornice» ed alle località portuali più importanti. Abbastanza vantaggiosa era anche la situazione in Val d'Isère, dove si disponeva dello sbocco sulla rotabile cli fondo valle, verso Moutiers , Albertville e Grenoble, sussidiata dalla rotabile cli fondo valle dell' Are, verso S t. Pierre cl' Albigny, dove il fiume confluiva nell'Isère . Condizioni più sfavorevoli sussistevano invece in corri~ sponclenza degli sbocchi occidentali dei passi del Monginevro (da Briançon verso Grenoble a nord-ovest, e Gap a sud-ovest) e della

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Schieramento unità Gaf appartenenti ai diversi settori operativi di copertura (AUSSME DS 4A 103 11- 19). L'organizzazione degli avamposti era stata proposta con lettera 0/344 del 3 ago. l 940 del comando XV CA e indirizzata al comando 7" Armala (AUSSME DS 7A 40- 125). Secondo Sarrnz-Bournet nei mesi di agosto e settembre 1940 la presenza cli forze italiane era ancora importante: c' erano 6mila uomini in Tarantasia (Tarantaise, Valle dell'Tsère) nelle località di Séez, St. Foy e Mont Valenzan; 15mila uomini in Moriana (Maurienne, Valle dell' Are); un battaglione (600 uomini) al Monginevro; due compagnie ed una batteria a Ristolas (testata del Guil, affluente della Durance); due compagnie a Larche; un battaglione ad Jsola (Alta Tinea); una divisione a Ment.one. Rapporto di Sarraz-Bournet, citato, pag. 5 1 e 52. 18 Carta delle «Dislocazioni Grandi Unità e settori GaF al 1° dicembre 1940» (AUSSME 103 IV-2). Nessuna variante nel settore della Tarantasia (Valle Isère) .

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Maddalena (la strada scende a Barcellonette, e prosegue verso Gap e la valle della Durance). Una configurazione tormentata cieli' Alpe d ' Huez e del Massiccio cles Ecrins costringeva ad un aggiramento tortuoso, utilizzando una rete viaria ug ualmente assoggettata dalla s ituazione meteorologica. La direttrice clell 'Ubaye (Barcellonette) era altrettanto accidentata ed in più , rinserrata fra gole impervie, non disponeva di raddoppi. Inoltre, prim a della confluenza del fiume ne lla Durance , non consentiva, se non per valic hi proibitivi, il concorso a favore della direttrice costiera. In ogni caso, tutto di pendeva dalla transitabilità elci passi alpini . Il vantaggio delle direttric i cli Tarantasia e di Moriana era annullato in gran parte dalla impraticabilità del Piccolo S . Bernardo e del Moncenisio per un lungo periodo cieli 'anno . Al contrario il Mo nginevro (ma non la Maddale na) era quasi se mpre valicabile . Complessivamente perc iò, soprattutto nel caso di intrans itabilità dei passi, al di là delle Alpi sarebbe stato disponibile per eventuali azioni in ten;torio francese un dispositivo assai ridotto e praticamente inuti lizzabile per un'avanzata profonda. La quas i simbolica occupazio ne itali ana, in sintesi, non aveva risolto i maggiori proble mi operativi della precedente campagna, in quanto la massa delle forze ital iane interessate a questo lo scacchiere occidenta le, era ancora costretta a svernare nelle pianure e nelle vall i piemontesi e lungo la costa ligure . Qualche vantaggio offrivano il velo d i forze GaF a presidio di possibili basi cli partenza per l'eventuale ulteriore progressione verso ovest; la p resenza di un profondo diafra mma smilitarizzato ; e la r idotta enti tà delle neo-costituite Forze armate di Transizione (o Esercito di Transizione - ET) . Passando ora ad esaminare le caratteristiche della zona smilitarizzata, si osservi che questa in effetti riguardava una porzione significativa dei dipartimenti francesi dell'A lta Savoia, della Savoia, del Delfinato (Briançon), delle Basses-Al pes e di tutto il dipartimento delle Alpi Marittime (Nizza) . All'ini:Lio delle operazioni sulla fron te occidentale, in territorio francese avevano sede 236 opere di fo1tificazione di vario tipo (poco più del 10% cli esse disponeva cli armamento fisso, quali artiglierie e armi automatiche). Gran parte di questa organizzazione a carattere difensivo si concentrava nella zona di Bourg St. Mauriee , allo sbocco occidentale del passo ciel Piccolo S. Bernardo, proseguiva con successivi sbarramenti per tutta la valle dell' lsère, e si addensava intorno ad 19


Albertville (regione fortificata). Altro grande complesso di fortificazioni cingeva Briançon , allo sbocco del Monginevro e si sviluppava sino alla zona di Ernbrun-Gap nella valle della ùurance , estendendosi sulla fronte da St. Paul a Larche. Più a sud, esistevano le organizzazioni difensive fortificate dell' Authion, complesso montano a cavallo delle valli della Vesubia e della Roia, di fronte alla convessità dei Gessi. Ed infine le "opere avanzate di Sospello" , nella valle della Roia, che reiteravano i loro sbarramenti in profondità sino a Roquebrune e Cap Martin (Mentone) da un lato e , dall'altro , si congiungevano al M. Agel ed alla Tète de Chien, sopra Montecarlo. A mente dell'articolo IV della Convenzione d'armistizio, alle truppe francesi era stato imposto di evacuare la zona "entro i dieci giorni che [avrebbero seguito] la cessazione delle ostilità, ad eccezione del personale strettamente necessario per la vigilanza ed il mantenimento delle opere della fortificazione [ ... ]" . L'articolo seguente (V) prescriveva altresì che " tutto l'armamento mobile [ .. .l diverso eia quello cli cui [erano dotate] le truppe [avrebbe dovuto essere] sgomberato entro il termine di quindici giorni fe quello] fisso delle opere Lavrebbe dovuto essere] messo in condizioni cli non poter essere usato nello stesso lasso cli tempo" . 19 Il disarmo cli un siffatto sistema cli fortificazioni non fu così celere. Nell'agosto del 1940, secondo almeno due dei comandanti dei CAcorpi d'armata italiani cli frontiera, il sistema incuteva ancora timore:

"Le opere francesi [eranoJ ancora intatte [. . .} ed i presidi vi [si trovavano J ancora dopo aver probabilmente cambiato soltanto il modo di vestire[ .. .]. In caso di avanzata avremo probabilmente dei morti".20 In realtà, secondo un documento della CIAF della fine del 1941 , sul fin ire cieli 'estate ciel 1940 la "smil itarizzazione delle opere fortificate al

19 Come ricordato dianzi, per il testo della Convenzione stessa si rimanda a R.H. Raincro, lvlusso/ini e Pétain ... cit. Si è consultata anche la redazione che ne dà A. Kammerer, La verité sur l'Armistice , cit. 20 Intervento del comandante del XV Ci\ in sede di rapporto tenuto dal comanclanle della 7'' Armata ai comandanti di corpo d' armala dipendenti il IO agosto 1940 (/\USSME DS 7A 40-127). In appendice. II comandante del I CA si espresse in modo analogo: le "operefortificme.fi·ancesi [erano} tuttora completamente e.fjìcienti" . Ibidem.

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confine alpino [stava procedendo .. .] attivamente", nonostante un certo rallentamento fosse stato imposto al disarmo francese dalla necessità di consentire a Vichy la possibilità di difendersi contro i britannici e i dissidenti gollisti .21 Vero è che a metà settembre 1940, nella zona smilitarizzata esistevano , oltre a poco più di mille uomini tra gendarmi e guarclie repubblicane mobili, quasi tremila uomin i appartenenti a "forze varie" non ancora smobilitate, e destinati alla custodia di "opere, depositi ed edifici militari". Tuttavia, quando verso la fine dell'anno, con la caduta di Lavai, l'Asse sembrò piegare verso una risposta militare, non solo il «gardiennage» era in via di scioglimento, ma la quasi totalità delle opere dell'organizzazione fortificata alpina francese era stata smilitarizzata .22 Un cenno infine alla situazione relativa alle Forze francesi di Transizione (ET) . Esse, consentite dagli accordi intervenuti tra i rappresentanti de.i comandi supremi dell'Asse a Wiesbaden, il 29 giugno 1940, nel tetTitorio metropol itano ammontavano complessivamente a 100 mila uomini.23

2 1 L'attacco «anglo-gollista» a Mers-el-Kebir (Orano, 3 luglio I 940) e a Dakar (2325 settembre dello stesso anno) impose un ripensamento delle misure di disarmo per venire incontro alle necessità d i autodifesa di Vichy. AUSSME, D-7, Carteggio ClAF, Raccolta n. 32, Relaz.ione n. 26 (16 dicembre 1941 - 15 gennaio 1942), Bre Fe cronistoria dell'Armistil.io, dalle origini al 3.l dicem.bre 1941, pag. 2. La questione dell'autodifesa ebbe per conseguenza c he in un certi settori costieri (Tolone, I-lyères, Cannes) il disarmo fu piutt.osto protratto e s i innestò nelle previste attiv ità di disarmo definitivo delle Forze ,uwate francesi. 22 Secondo Rainero (op .cit. pag. 179) le disposizioni inerenti all'articolo 5 della Convenzione d ' arm istizio relative alla smilitarizzazione vennero soddisfatte sia sul confine alpino, sia su quello libico verso la fine di ottobre 1940. L'entità delle "truppeji·ancesi" dislocate nella zona smilitarizzata è traua dal Rupporto di situazione del periodo 1- I 5 settembre I940, allegato n. 2 (AUSSME DS 7A 40-138). La situazione relativa ,llla funzionali tà delle opere fortificate francesi della fronte alpina è in AUSSME, D-7, Racco lte C IAF, Raccolta 26, Appunto 14 ( 1- 15 gennaio 194 1) . Nel settembre 1942 risultano essere state ''visitate e riscontrale priFe di armi 140 tra opere ed edifici militari " . AUSSME, D -7 , Raccolte C IAF, Raccolta 36, Relazione 35 (16 settembre - 15 ottobre 1942). 23 La presidenza della CIAF, riferendosi alla conferenza cli Wiesbadcn, ( 16 giugno 1940) attribuisce al rappresentante tedesco, generale Vogl , le seguenti dichiarazioni: "Il governo germ.anico si occupa della for za jì-ancese permessa in Francia metropolitarw ivi compresa la Corsica. Lascia all'Italia di s1abilire le forze Jiw1cesi permesse in Africa Settentrionale Francese (AFNJ, Siria, Costa dei Somali." E più avanti "f ...JÈ anunessa f nella Francia me/ropolitana/ una forza di I 00 .000 uomini ed artiglieria sino al calibro di 75 mm. e autoblindo I leggere] ( Automitrailleuses de Réconnaissance el Découverte" [AMR e A.MD]. AUSSME D-7 Carteggio CIAF Raccolta 39- 1.

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L'ordinamento generale de l 'A rrnée d' Armistice stabiliva l' esistenza di un Alto comando dell'esercito, da] quale dipendevano, oltre a due brigate di cavalleria di riserva generale , due comandi di Gruppo di divisioni. Questi ultimi avevano alle dipendenze quattro «divisioni militari>> ciascuna, a loro volta ordinate su tre reggimenti di fanteria, uno di cavalleria, uno di artiglieria, e da unità del genio, delle trasmissioni e del treno (servizi). Complessivamente ciascuna divisione aveva una forza cli circa 9 mila uomini. Oltre ai compiti delle operazioni di campagna, le divisioni avevano anche attribuzioni tenitoriali , le cui articolazioni erano costituite da 46 comandi di dipartimento, dai quali dipendevano 32 comandi di distretto.24 Nel territorio francese sotto controllo italiano avevano sede grosso modo la forza di due divisioni. In particolare, la IY divisione militare con comando in Marsiglia, aveva le truppe dislocate nella regione delle Bouches du Rh6ne (Bocche del Rodano), sulla quale - con l'eccezi.one del dipartimento delle Hautes Alpes (Gap) - si estendeva la sua competenza territoriale. Ammessa una loro effettiva capacità di combattimento, oltre alla volontà di battersi delle truppe stesse, quelle unità sarebbero state quelle con le quali il dispositivo avanzante avrebbe dovuto vedersela. Delle altre due divisioni le cui unità interessavano il dispositivo italiano - concretamente, 7a (Bourg) e la 14" (Lione) -, le forze italiane avrebbero invece dovuto affrontare solo la porzione disposta più ad oriente, in breve, come si vedrà, secondo la valutazione dei comandi italiani, le truppe impegnate in una eventuale avanzata nei territori francesi sotto controllo italiano, avrebbero dovuto scontrarsi con forze non superiori ad una divisione e mezza. Per quanto i reparti non fossero del tutto scadenti - anzi qualcuno fosse di buona qualità, per morale e disciplina - armamento ed equipaggiamento dell'Esercito di Transizione (ET) non consentivano la partecipazione a combattimenti moderni. Nei reggimenti di fanteria di vario tipo e srecialità (poco.più di 2 mila uomini), pur non difettando le armi . automatiche (84 fucili mitragliatori, 48 mitragliatrici e 356 pistole

24 I compiti di tali organismi andavano da quelli militari di carattere territoriale: ordine pubblico, controllo della circolazione, sorveglianza dei sospelti , req uisizioni, ccc. (sussisteva parzialmente nella Francia <<libera» lo stato d'assedio); a quelli cli ordine amministrativo.

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mitragliatrici) e le anni a tiro curvo (36 lanciagranate, 9 mortai da 60 e altrettanti da 81 ), gli autoveicoli erano quasi del rutto assenti. Lo stesso reggimento di fanteria alpina, nonostante disponesse di una migl iore mobilità in montagna , grazie ad una dotazione supplementare di 80 muli, era inadeguato per "le esigenze della guerra alpina , specie offensiva" . Analoga la situazione nella mezza brigata di Chasseurs alpins, corpo equivalente ai nostri alpini. Nel reggimento di cavalleria divisionale mancavano del tutto i carri armati, e le autoblindo erano equipaggiatearmate di sole mitragliatrici; mancavano anche i cavalli, tanto che uno dei gruppi di squadroni operava in bicicletta. Secondo la valutazione della CIAF, anche il reggimento di cavalleria era "inadeguato alle esigenze della guerra moderna". Il reggimento di artigl ieria non era migliore; dotato di 36 pezzi da 75 quasi completamente a traino animale, era "scarsamente potente" e privo di "un organo proprio [ . .. J per il servizio di rifornimento delle munizioni" .25 L'organizzazione militare d'Armistizio comprendeva, nei ranghi dell' ETesercito di transizione, anche la Guardia mobile:, complessivamente circa 6 mila uomini. Essa disponeva di "truppe di élite ottimamente addestrate, non solo a compiti di ordine pubblico, ma anche ad operazioni guerresche vere e proprie [ ... e le loro formazioni eranoJ capaci di lgenerare] agevolmente unità similari di nuova costituzione" . La Guardia era costituita su due comandi di Gruppi di legioni (Avignone e Clermont-Ferrand), ciascuno dei quali avente autorità nel territorio dei Gruppi di divisioni. Ne dipendevano quattro Legioni, ognuna a sua volta articolate su due Gruppi di squadroni. Nell'insieme la Guardia disponeva di 48 squadroni, di cui 12 a caval lo ed altrettanti su motociclo, oltre a 24 appiedati. 26 Quanto ai «Serviz i di campagna», essi, ne l complesso disponevano di una trentina di stabilimenti per le riparazioni , con materiali di scorta e ricambi. Ciascuna divisione poteva contare su uno «stabi limento prin-

25 Dati tratti dalla Monografia sull'Esercito francese di Transizione, del luglio 1942;

AUSSME, D-7. Raccolte CIAF, Raccolta 52-5. In appendice gli organigramm a più significativi . 26 In territorio di competenza ital iana avevano sede le Legioni l" (Grenoble), 2" (Marsiglia), 3" (Nizza). Ibidem.

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cipale» per la conservazione e il mantenimento dei materiali (Etablissement Principal, Service des Matériels) e di altri per la riparazione dei materiali di artiglieria (Etablissement Principal, Service cl' Artillerie, EPSA) o ciel genio (EPSG), rinforzati eia relativi «stabilimenti annessi» (EASA, EASG) in relazione al maggior carico delle attività di rifornimento o di riparazione in talune aree. Un aspetto non secondario ciel l'organizzazione militare conseguente alla progressiva attenuazione ciel regime d'Armistizio, era la presenza di una forte difesa antiaerea francese, totalmente a carattere territoriale. Essa godeva di particolare regime armistiziale, e, appartenendo all'Armée de l'air, era estranea all'ordinamento dell'ET, pur dipendendo territorialmente dai comandi di divisione. Il suo dispositivo, destinato alla protezione delle città e delle infrastrutture industriali , era stato progressivamente potenziato per iniziativa tedesca, dati gl i "sviluppi deIJa produzione bellica francese a favore del la Germania". Complessivamente, nel luglio del 1942, sotto controllo italiano erano schierate più di 30 batterie di vario calibro, corredate eia 7 batterie di 9 proiettori ciascuna .27 Un cenno vale la questione delle organizzazioni logistiche d'Intendenza, diverse eia quelle di campagna. Come, per altri versi , l'armamento della difesa antiaerea. Tali organismi non erano assoggettabili alle norme ciel regime armistiziale che governavano ordinamento e funzionamento delle altre forze. Il governo francese pertanto sosteneva che le organizzazioni logistiche dell'Intendenza francese, costituite da "organi completamente civili" , dovessero sfuggire al regime d'armis6zio. Questa posizione rivelerà la sua importanza allorché, come si vedrà a suo tempo, con l'effettiva occupazione della Francia «libera» sino al

27 Si trattava di 11 btr eia 90, in parte mobili; 10 da 75, tutte mobili; 1 btr leggera mista (3 cannoni da 37, 11 eia 25 e 6 mitragliatrici binate da 13 ,2); 8 leggere da 25, 2 sezioni mitragliatrici da 13,2. Le batterie pesanti erano schierate soprattutto a protezione cli Tolone e Hyères, M.arsiglia e dintorni (tra cui St. Louis e le sue grandi raffinerie). Si veda uno schema di tali forze in appendice. Nel settore tedesco della cosiddetta Francia libera erano installate 37 batterie contraeree cli vario tipo e 4 batterie proiettori, schierate soprattutto a difesa delle zone industriali dì St. Etienne e di Clermon t-Ferrancl. Allegato alla !et.tera 41429 in data 30 luglio 1942, all'oggetto: Dati e notizie sulle possibilità operative fi"ancesi, redatta in risposta a richieste verbali di un ufficiale dello SMRE (AUSSME D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 52-2).

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Rodano, avvenuta a seguito dello sbarco alleato in Occidentale ciel novembre 1942, si aprì un contenzioso assai aspro sulla possibilità, sostenuta da parte italiana, cli considerare preda bellica sia l'armamento contraereo e, soprattutto, le dotazioni dei vari servizi d'Intendenza. Per la verità, oltre che essere ««civili>»>, le due Officine per grandj riparazioni dei materiali d'armamento (manifattura armi leggere di St. Etienne e officina costruzioni artiglierie da 7 5 di Roanne) e le quattro Officine di riparazione per materiali non propriamente bellici (per autoveicoli a Tarbes; per ippomobili - vejcoli a traino animale - a Lione; magazzini per ricambi auto a Veniss ieux e per materiali cli p rotezione antigas a St. P.riest), e gli stessi EPSM o EASM (Etablissement.s Principaux / An nexes Service des Materiels), per quanto legati " territorialmente alle divisioni militari, parrebbero estranei all'ammontare dei lOOmila uomini di cui doveva essere costituito l'esercito di transizione (dell'ET), stando almeno ai quad ri ordinativi compilati dalla CIAF. 28 La breve illustrazione dell'organizzazione militare terrestre di Vichy si riprometteva cli trarre alcuni spunti uti li per il prosieguo della lettura. In sintesi, la qualità degli equipaggiamenti era, ovviamente, mediocre; ma anche il reclutamento non corrispondeva alle tradizioni delle Forze armate francesi, sia per la qualità dei candidati, sia perché il numero dei concorrenti non fu mai superiore all'esigenza, anche se le carenze organiche non furono mai rilevanti. Alla visita di controllo degli organi della ClAF in data 1° settembre 1942, l'ultima conosciuta prima dell'avanzata delle truppe dell'Asse , la forza delle divisioni territoriali francesi di interesse italiano era inferiore agli organici, e le carenze complessive dei sottufficiali erano le pi ù numericamente rilevanti, ma tuttav ia non superavano il 3% del totale. 29

28 Dati tratti dalla Monografia sull'Esercito francese di Transizione, citata. Nei «centomila» rientravano infatti i servizi delle truppe (di sanità, veterinario) e anche "rnagazzini principali di artiglieria" i quali potrebbero corrispondere agli stabilimenti principal.i di artiglieria (EPSA); ma non al tri. Probabilmente da questa poca chiarezza ebbero successivamente luogo i dissidi. In ogni caso, non erano dcll'ET né il Servizio dei materiali, né l'Intendenza e neanche il Demanio. La materia meriterebbe qualche approfondimento. · 29 AUSSME D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 35,Allegato alla relazione CIAF n. 34, (16 ago. - 15 set. 1942).

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Compito principale delle formazioni clell'ET era sicuramente quello cleil mantenimento clell'orcline pubblico, come indirettamente ebbe a dichiarare lo stesso dell' ammiraglio Darlan. 11 sistema adottato, tuttavia, consentiva la conservazione dello spirito militare, permetteva al governo cli contare su un organismo leale e quantitativamente non minore, sottraeva uomin i all a disoccupazione e probabilmente alla dissidenza . Darlan infatti dichiarò che " i compiti dell'esercito transitorio [ ... ] lungi dall'essere una semplice forza in servizio d'ordine, [doveva] lavorare e divenire la scuola cli formazione dei quadri della nazione".30 Lo scopo della rinascita era ravvisabile anche nella decisione ciel governo di Vichy:

"di raggruppare [subito dopo l'Armistizio/ le migliori forze della nazione, per: evitarne lo sbandamento e la polarizzazione verso organismi a carattere sovversivo; dare loro nuovi ideali [ .. .];procurarsi un appoggio di massa in vista[ ...] del risanamento del paese; creare una forza viva inquadrata ed organizzata capace di opporsi ad eventuali e probabili dissidenze" .31

3o Dichiarazione riportata nella relazione mensile CIAF n . 27 (16 gen. - 15 feb . 1942) a pag. 17. 31 Le organizzazioni civili (politiche e paramilitari) più importanti di Vichy erano: la Legion Française des Combatants (LFC) che raccoglieva i combattenti <lelle due guerre. Era la più organizzata territOrialmente, potendo contare su una legione per ogni dipartimento e una sezione per ciascun comune. Esistevano poi le Organizzazioni giovanili che comprendevano i Groupements de jeunesse o Chamiers de jeunesse (costituiti il 30 luglio 1940 con decreto del maresciallo Pétain), i Croupem.ents de centres de jeunesse et molllagne (una specie di specialità dei primi) e i Compagnons de France . Una prima differenza fra il p rimo e gli altri due organismi risiedeva nel fatto che il servizio cli lavoro per otto mesi nei Chantiers era obbligatorio: vi erano chiamati i giovani fisicamente idonei che avevano "raggiunto il 20° anno di età e cioè quelli che /avevano] raggiwllo o [erano] prossimi alt'età della normale chiamata alle armi" . Per .feunesse e1 montagne il recl utamen to era volontario e locale, ma la circostanza che il servizio prestatovi evitava quello obbligatorio, re.se questo organismo progressivamente simile all'altro. Ne consegui va anche un altro elemento distintivo: i Groupements de jeunesse ebbero una for7.a variabi le da 45 mila (a lla sua creazione) a 100 mila uomini (tra l'aprile ed il maggio 1943); mentre i Compagnons de France , sempre nello stesso periodo del 1943, raggiunsero a stento il numero di lOmila. A pa11e, per motivi di specialità, deve essere considerata .leunesse et mo111agne, la cui forza non superò mai le 1000 unità. Più o meno per tutti, l'attività principale si svolgeva nei Chantiers , ove i giovani erano raggruppali per lavori di pubblica utilitft. T uttav ia, almeno nei due Croupe1nents vigeva una disc iplina e un inquadramento di tipo mili tare e si coltivò uno spirito di rinascita. L'altro aveva carattere più sociale. A USSME D-7 , Carteggio CIAF, Raccolta 27, Appunto n. I 5 r~lativo al periodo 16 gen. - 15 feb. I 941. (Dati sulla Legio11 des com/Jatants); e Pamphlet sulle organizzazioni giovanili francesi edito dall'ufficio Informazioni del comando 4" Armata (AUSSME DS 4A 1326-16).

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Nel suo insieme l' ET non poteva essere in grado di affrontare una forza più consistente e meglio attrezzata sul piano dei materiali. Se questo valeva nel settore che avrebbe interessato i tedcsch i, i cui reparti erano quelli meglio equipaggiati , la valutazione era simile sulla fronte italiana , sia per la minore entità delle forze francesi opponibili, sia per la loro riclolta mobi lità montana, aggravata dal fatto che le truppe cli Vichy erano dislocate fuori del territorio smiIitarizzato e pertanto, anche contravvenendo alla Convenzione d'armistiz io, non avrebbero potuto, se non godendo di un largo preavviso, essere schierate tempestivamente su pos izioni idonee della zona stessa . Dopo il dispositivo militare , si intende ora tracciare un breve quadro della convivenza delle truppe ital iane con la popolazio ne francese dei te1Titori occupati. Il «Bando del Duce», emanato qualche settimana dopo alla fine delle ostilità (31 lug lio 1940), stabiliva tra l'altro che i poteri civili " nei territori occupati dalle forze armate italiane" erano esercitati da Commissari civili i tal iani .32 L' atto violava in parte le norme della Convenzione cicli ' Aia, la quale ali 'articolo 43 stabilisce che l'assunzione «d iretta» dei poteri da parte dello stato occupante debba avvenire in casi eccezionali o di impedimento assol uto di assicurare diversamente l'ordine e la vita pubblica. Da parte italiana si sosteneva però che un ' occupazione cli guerra costitu iva ostacolo all'esercizio regolare del potere legale e che dallo stesso svi luppo delle operazioni discendeva la necessità di sostituire I' amministrazione francese . I rappresentanti di Vichy replicavano che proprio " in periodo d'armistizio , l'au torità occupante [aveva.I il dovere di lasci,u-e lche] il potere legale [continuasse] a funzio nare I ...] beninteso sotto il controllo [dell'occupante ! e con riserva dei bisogni dei corpi d 'occupazione" .33 Aldilà delle questioni giuridiche appena ricordate, - che tuttavia ebbero un ' influe nza non secondaria sul! ' amministrazione della giustizia

32 Nei comuni francesi occupati di Mentone, Lanslcbourg, Béss,111s , Isola , Pontano, Mont Valenza n, St Foy, Ri stolas, ccc. 33 Rappo110 di Sarraz-Bournel. al presidente della Delegazione francese presso la Commissione italiana d·armistizio, in daia 27 lug lio 1942 (pagg. 29 e 30. SHAT, I P78, dossier 2) . La Convenzione cl ' armistizioConvenzione d 'armistizio non interveniva su Ila questione de l passaggio di poteri.

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e dei bilanci comunali , sull' estensione ai territori francesi della legislazione italiana in materia di protezione sociale, sui salvacondotti e sul corso legale cli due monete- , l' occupazione militare della ventina cli abi tati francesi d'oltralpe, più che un effettivo onere materiale, costituì per la popolazione francese un insostenibile fardello morale. L'aggravio materiale , tuttavia, non mancò. Se, infatti, da parte italiana ci s i astenne da reguisizioni alimentari e gli oneri gravanti sui comuni e derivanti dalla presenza delle truppe occupanti non eccedettero quelli usualmente dovuti per l' alloggio , il riscaldamento e la foraggiata delle truppe francesi, un po' dappertutto si verificarono gravi episodi di saccheggio e di depredazione (pillage) di beni privati francesi, specie nelle abitazioni abbandonate dai proprietari d'ordine del governo all'atto della dich.iarazione di guerra. I casi più deplorevoli si verificarono a Mentone , dove, secondo fonte francese, furono «visitati» tutti gli appartamenti (5 .500) ed a mezzo di autocarri si praticò un vero e proprio «sgombero» degli oggetti di maggior valore (opere d'arte, argenteria, pellicce, ecc.). Tali atti illegali furono peraltro condannati anche da parte delle autorità italiane di occupazione, le quali successivamente si mostrarono più attente , rigorose e legali. Da un lato, si premurarono di negoziare infatti con i privati locali, il pagamento di canoni di affitto per le necessità, successivamente, cli ricovero per animali e veicoli , con tariffe vicine a quelle praticate dall' Intendenza francese. Dall'altro, i beni di valore ancora esistenti furono sottoposti a vigilanza , secondo accordi stabiliti tra occupanti e autorità comunali . Non pare fossero stati tuttavia adottate né misure di repressione , né sanzioni a carico dei responsabili, nonostante eh' esse fossero state richieste da parte francese .34 Aci ogni modo, almeno secondo il rapporto di Sarraz-Bournet citato , fu il «clima morale» a pesare cli più sui cittadini frahcesi dei tenitori occupati. Da un lato, per l'atteggiamento arrogante e nÌinaccioso che

14 Ibidem, pagg. I 28- 132. La gravità dei fatti av venuti a Mentone trova conferma nel racconto di Italo Calvino Avanguardisti a Mentone . Qualche lagnanza francese su "coruinui sconflnamenli ilalian.i oltre «linea verde», con saccher:r:i in Val lsère" ragg iunse anche la Delegazione d'armistizio cli Vichy a Torino . Lettera 4465 del comando 4" Armata del 13 luglio 1940 (AUSSME DS 4A 59-43l).

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le truppe italiane ostentarono nei primi tempi e per quello analogo dell'ammin istrazione civile che faceva intendere imminente l' annessione. Dall' altro, per i divieti di manifestare l'appartenenza alla propria nazionalità ed alla cultura francese (proibizione di cantare la "Marsigliese", di portare coccarde tricolori francesi nei luoghi pubblici , di ascoltare la radio francese, ecc.); proibizioni che tuttavia non sempre ottennero lo scopo. Col passare ciel tempo, le truppe si mostrarono "più concilianti, negli atti, come nell'espressione dei loro sentimenti e la popolazione francese [poté] respirare più a suo agio". Sarraz -Bournet attribuisce questo cambiamento al progressivo isolamento in cui si sentì stringere un dispositivo di occupazione sempre più ridotto , che doveva attraversare talvolta il territorio «libero>> per l'evacuazione di feriti e malati. In realtà, l'atteggiamento italiano, comune più o meno a tutte le fronti, era semplicemente dovuto alla progressiva consuetudine ed alla familiarità che le truppe ebbero degli con gli abitanti locali, ed era fenomeno che si spiegava con l'umanità dell'i taliano, se non con il suo stesso carattere nazionale naturalmente portato a socializzare e in fondo incapace cli malvagità e di asprezza. Se gli occupanti vi ricorsero fu solo nei primi tempi, e più per parere inesorabil i che per esserlo veramente. Ciò in parte è confermato dallo stesso Sarraz-Bournet, il quale attribuisce una certa consonanza di sentimenti e cli costumi al fatto che alcuni reparti d'occupazione erano originari della Val d'Aosta o delle valli di frontiera. 35 Non a caso, la fraternizzazione sviluppatasi tra popolazione ed occupanti nei mesi seguenti l' autunno della vittoria, ebbe, come si vedrà, un'appendice anche in altri dipartimenti francesi, dopo l'occupazione del novembre ciel 1942.

35 Ibidem, pagg . 52 e 136- I 39.

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CAPITOLO II


'


L'evoluzione della pianificazione militare per l'occupazione dei territori francesi metropo litani

A. La rinuncia di Mussolini ad occupare la Francia e suoi elementi di interesse per l 'ulteriore studio di pian(ficazione - Precedenti e prima fase della pian(ficazione di operazioni militari per l'occupazione di territori francesi. Si è potuto osservare, nel precedente capitolo, che l'occupazione del territorio francese da parte delle forze italiane, a seguito della rinuncia di Mussol ini a dare compimento alla «vittoria», s.i li mitava ad una fascia di terreno modesta e praticamente inutilizzabile quale base operativa per eventuali ulteriori progressioni in territorio francese. Non rientrerebbe nei limiti dell'indag ine che si vuole condurre, l'analisi di come e quando in Mussolini maturò il ripensamento, se non fosse per esam inare origine ed evoluzione della pianificazione. Non guasterà dunque dare subito uno sguardo alle conseguenze che tale «rinuncia» ebbe sullo sviluppo degli stud i, prima ancora di svolgere il tema della genesi della pianificazione che chiameremo «francese». E questo argomento interessa per i due aspetti che seguono . In primo luogo , Hitler a Monaco (18 giugno 1940) - quando il dispositivo italiano si stava preparando alle due operazioni offensi: ve su lla fronte alpina, poi fissate per il 20 giugno - riconobbe all'alleato il diritto cli occupare la Francia sino al Rodano, la Corsica, la Tunisia e Gibuti . Il Fiihrer, cui sembra le operazioni italiane non interessassero molto , propose anzi "cli estendere [l' occupazione della Franc ia metropolitana] ad una fascia lungo il confine svizzero che mett[esse] in collegamento le due zone di occupazione ed isol[asse] la Francia non occupata .", accettando addirittura che gli ital iani occupassero sino alla Saone e che tale zona contenesse una li nea ferrov iaria "cli alte prestazioni" (Chambery - Culoz - Digione Bourg-en-Bresse) , che Hitler lasciò fosse tracciata da Roatta . Questi, secondo Faldella, ottenne anche un'analoga ferrov ia che collegasse Italia e Spagna, con il conseguente ampliamento della zona cli occu33


pazione italiana commisurato al tracciato di tale linea (Avignone Nìmes - Perpignano) .36 Non se ne fece nulla per la decisione di Mussolini di occupare il solo territorio francese conquistato dalle truppe. Pare tuttavia che il Ftihrer si fosse poi indispettito per il mancato congiungimento delle forze cieli' Asse, e anche quando già era nota la rinuncia italiana all'occupazione concordata, alle 20 del 23 giugno, l'addetto militare tedesco, von Rintelen, recò a Roatta un telegramma col quale Hitler chiedeva che "truppe italiane giungessero sino a 20 chilometri eia Ginevra, punto di contatto con quelle teclesche."37 II secondo ele mento di interesse è costituito eia una ulteriore postilla di Roatta al promemoria citato alla nota, la quale si conclude con una

36 Tale versione è fornita da un promemoria dell' incontro redatto dal sottocapo di SMRE, generale Roatta, che, agevolato dalla conoscenza della lingua, partecipò attivamente alla conferenza di Monaco ponendo anche domande ad Hitler. Per il testo completo del promemoria datato 18 giugno e con un'appendice in data 19, redatta duran te il viaggio di ritorno da Monaco, si veda riferir.o da E. Canevari La guerra italiana - Retroscena della disfatta, voi. li, Tosi Editore, Roma, pagg. 62-66. Si leggano anche V. Gallinari Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi occidentali, SME, ufficio Storico , Roma, Ristampa 1994, pag. 217; E. Faldella, L'Italia nella seconda iuerra mondiale, Cappelli , Bologna, 1959, pagg. 174 e seguenti . M. Roatta, Otto milioni di baionette, Mondadori, 1946 , pag. 101). Secondo F. Rossi, Mussolini e lo Stato Maggiore - Avvenimenti del 1940, Tip. Regionale, Roma 195 I , pag. 173, fu M ussolini "durante il viaggio di ritorno [da Monaco}, a chiedere di inserire fra i territori fran-

cesi da sottoporre all'occupazione italiana una striscia comprendente una ferrovia che collegasse la valle del Rodano alla frontiera spagnola .", in analogia a quanto attuato dai tedeschi che avevano occupato la costa atlantica francese sino al confine spagnolo, al fine d.i isolare la Francia dalla Gran Bretagna" . Sia come sia, la cosa non ebbe seguito. , 37 Il tenore del «fonogramma>> di von Rintelen è riportato in append ice. Secondo Roatta, Mussolini rinunciò alla possibilità offerta unicamente perché il testo delle condiz ioni d'armistizio era già stato ufficialmente consegnato alla Commissione francese. (M.Roatta, op. cit., pag. 103). I motivi della rinuncia ciel Duce sembrano divers i. Il più accreditato pare derivare dalla delusione provata per il modesto successo delle arm i italiane e dalla inferiorità psicologica che ciò gli procurava di fronte alle vittorie tedesche. Egli disse a Roatta che " 11011 avendo la possibilità di occupare con le armi il terrilorio sino al Rodano, non era ammissibile richiederne la conseJ?na" . .lvl ussolini, nel tentativo di giustificare tale singolare atteggiamento, affermò che la sua moderatezza avrebbe fac ili tato "l'accettazione dell 'armistizio da parte della Francia " . A stento Roatta ottenne che nel tes to della Convenzione cl ' Armistiz io si facesse menzione della

"zona smilitarizzata di cinquanta ·chilometri oltre la linea d'armistizio" . (E.Fa/della, op. cit., pagg. 180-181).

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informazione che Gallinari, nella sua opera, giudica "forse troppo trascurata dagli storici". Ad una domanda di Mussolini circa il quantitativo cli truppe necessario per l'occupazione della Francia meridionale, il generale Roatta rispose affermando che "dopo il disarmo dell'Esercito francese sarebbero bastate dieci divisioni, ma che in un primo tempo ne sarebbero occorse cli più". L'impegno di una quindicina di divisioni, quasi un terzo delle forze mobilitate in te1Titorio metropolitano, era una prospettiva che dové scoraggiare Mussolini, la cui mente si stava già volgendo ad attacchi in altre direzioni. Dunque, non è da escludere che questa dichiarazione cli Roatta abbia avuto un suo peso sulle successive decisioni ciel Duce circa l'estensione della nostra occupazione dei territori francesi .38 Questi elementi, affiorati in quel controverso momento, costituiremo il motivo conduttore della pianificazione italiana riguardante l'occupazione della parte del territorio francese che gli accordi italo-tedeschi cli Wiesbaden (29 g iugno 1940) lasciavano all'Italia, e che si estendeva sino al Rodano. La decisione di Mussolini cli occupare solo il terreno effettivamente conquistato durante le operazioni precedenti, lasciava ad un sistema di avamposti il presidio di una linea assai infelice dal punto di vista di ulteriori operazioni. Anche ammessa, come poi avvenne, la rinuncia ad un qualsiasi abbozzo di difesa da parte clell 'Esercito cli Transizione (ET), e anche nel caso in cu.i l'avanzata italiana si fosse delineata quale "grande operazione di polizia, tendente all'occupazione del territorio fra la frontiera ed il Rodano" , si doveva pur sempre ipotizzare "almeno aperte alcune direttrici rotabili", o quantomeno postulare che i valichi più importanti fossero transi.tabili. Fu questa la condizion~. che intervenne in maniera durevole e rilevante nella futura pianificazione.39 È pertanto utile ricordare che le operazioni previste eia alcuni studi iniziali relativi alle offensive sulla fronte occidentale e mai applicati (piani «B», «M» ed <<R», le cui denominazioni si riferivano ai passi del

38 V. Gallinari, op.cii., pagg . 218-220). 39 L'eventualità di una tale impresa era stata studiata dal capo dell'ufficio operazioni dello SMRE, il 12 giugno 1940. Essa tullavia si adatta concettualmente alla situazione che si verificò successivamente ali' Armistizio. (V. Gallinari, op. cii., pafi . 121 ).

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Piccolo S. Bernardo e della Maddalena, e alla Riviera), ispirarono a I ungo le successi ve pianificazioni «francesi» .40 Col piano (o operazione) «B» (S. Bernardo) , acquisiti i primi abitati della Tarantasia (valle dell'Isère), si tendeva agli obiettivi di Albertville e Annecy, puntando in secondo tempo su Montmélian/Chambéry, ed infine su Grenoble. Il piano «R» (Riviera), sfruttando le due rotabili costiere (le cosiddette «cornici» , alta e media) e il Col di Tenda, si riprometteva la conquista del Nizzardo . Lo sforzo principale esercitato dalle forze interessate al piano «M» (Maddalena), con l'occupazione della testata dell'Ubaye e della conca di Barcellonette, lungo la valle della Durnnce, tendeva a minacciare il fianco sin istro dello schieramento francese che fronteggiava la direttrice «R». Le operazioni c itate erano sussidiate sia dalla direttrice del Moncenisio, sia da quella del Monginevro . La prima, "classificata come un concorso all'offensiva in Alta Savoia", si riprometteva la conquista dei primi centri della Val d' Are o Val Modana (St. Michel de Maurienne e St. Jean de

4o Come

ricorda Gallinari nella sua opera, la pianificazione delle operazioni alla frontiera occidentale aveva avu to un ' evol uzione complessa nel corso degli eventi che precedettero l'ingresso italiano in guerra e anche de lla successiva campagna conclusasi con l'armistizio. La pianificazione riguardante la fronte francese partiva dal PR 12, che prevedeva solo una radunata delle armate operanti per la difesa della frontiera occidentale ed eventuali modeste azioni offensive "allo scopo di rendere più efficiente la difesa" (CìaLlinari, op. cit. pag.30). Le operazioni B, M ed R , si riferivano ad eventualità offensive che tuttavia furo no praticate solo parzialmente durante l'offensiva di giugno. Completava il quadro dei progetti il piano " P", cioè della Provenza, studiato in precedenza e che prevedeva l'attacco "dalla tes1a1a della Tinèa al mare", anch'esso non attuato. (V.Gallinari, op. cit., pag.104). Occorre tuttavia sottolineare che in base alle "Direttive a carattere operativo" emanate dallo SM Generale coN lettera prot. 4625 in data 17 Agosto 1939 agl i SM di Forza Armata, gli indirizzi operativi cui informare le rispettive pianificazioni dovevano ispirarsi a un prioritario atteggiamento di "difesa della inviolabilità delle frontiere della madrepatria e delle colonie" . Solo in un secondo tempo si sarebbero potute considerare azioni offensive rispettivamente contro la Grecia e la Croazia. La pianificazione cli operazioni sulle Alpi occidentali fu insomma prevalentemente difensiva, e solo successivamente furono prese in esame le operazioni offensive c itate. (Diario s1orico del Comando Supremo, (11.6.1940-31.8.1940), voi. I, Tomo II (Allegati), Appendice 5 al Riassumo di Badoglio[ .. .] sugli avvenimenii precedenli l'entrata i11 iuerra (1 939 - 29 maigio 1940) , pagg. 10 1- 102. SME, Ufficio Storico, 1986). A proposito delle linee di operazione in Francia, in appendice sono riportati due schizzi topogralìci riportanti le caratteristiche ambientali francesi ed i fasci di direttrici presi in considerazione dagli studi presso il corso superiore di SM della Scuola cli Guerra.

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Maurienne), a valle di Modane. La direttrice del Monginevro, convergendo sulla conca di Briançon e la testata della Durance, concorreva con l'operazione della Maddalena ( «M») . Poteva tuttavia cooperare anche con azioni portate sulla direttrice del Moncenisio, cadendo sui rovesci dell'alta Moriana. Come si sarà notato, si trattava di operazioni offensive tese alla conquista di due aree obiettivo piuttosto disgiunte, comprendenti a nord la zona di Grenoble e a sud quella di Nizza. Solo il piano che sfruttava la direttrice della Maddalena pare esplicitamente studiato tenendo conto della possibilità cli concorso alla direttrice della Riviera; quello dell'Alta Savoia ( «B») invece non fa cenno ad una progressione ulteriore lu ngo la valle dell'Isère, tesa al concorso cli un'eventuale operazione verso Marsiglia. In una parola, un'operazione più complessiva ed articolata che conducesse ad obiettivi strategicamente risolutivi come avrebbe potuto essere il corso del Rodano - linea che sarebbe poi stata fissata quella d'armistizio-, non era neanche immaginata . Eppure tale allineamento rappresentava per gli studi del tempo un obiettivo importante.41 Questo indirizzo concettuale orienterà anche le future pianificazioni.

B. Origini, cause e sviluppi degli ulteriori studi riguardanti l'occupazione di territori francesi metropolitani, visti allraverso i documenti degli SM italiani. l progetti relativi all'occupazione cli territori francesi ebbero due fasi: la prima fu espressione di un'errata convinzione di M ussolini sull'imminente conclusione della guerra. Circostanza che lo rese ansioso cli conseguire un qualsiasi successo militare che l'attacco alpino non gli aveva concesso, ivi compresa l'occupazione della Francia sino al

41 (Ibidem,pag. 110). È uti le ricordare infine, per la sua somiglianza alle pianificazioni future, che, verso la fine della campagna delle Alpi occidentali, i tedeschi accettarono l'attuazione di un piano italiano che sussidiava le operazioni appena ricordate e che si riprometteva di "prendere sranza rra Lione, Grenoble e Montmélian." . Sennonché la proposta cadde allorché, scelto un reparto idoneo, lo Stato Maggiore tedesco pose come condizione che questo battaglione si im barcasse su aerei tedeschi che avrebbero decollato eia Monaco di Baviera dove gli italiani dovevano giungere in treno. (Roatta, op. cit. pag. 1/8) .

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Rodano. Questo intendimento incontrò subito l'ostilità dell'alleato , il quale, dopo l'attacco inglese alla base navale francese di Mers-el-Kébir, in Algeria, tentò la strada di un interessato avvicinamento al governo di Vichy, nella speranza che qualche concessione militare da parte cieli' Asse, per la difesa autonoma delle colonie africane fedeli, rafforzasse la lealtà dei coloniali. Al contrario, la seconda trae origine dal mutamento cli questa posizione tedesca, suscitato a sua volta da ripetute secessioni che si verificarono fra le citate colonie e dal sospetto che tra rappresentanti coloniali di Vichy che indulgevano alla suggestione gollista e madrepatria esistesse un sottile, occulto legame.42 Allorché l'arresto cli Laval (13 dicembre 1940) diede corpo a tali sospetti, Hitler autorizzò la preparazione di un piano per l'occupazione della Francia «libera» nel caso in cui questo supposto tradimento si fosse realmente consumato . Da quell 'epoca data un periodo nuovo della pianificazione italiana per l'eventuale occupazione di terr.itori francesi. Questa si basò su tre pregiudiziali: dipendenza dalle decisioni tedesche; conseguente necessità di tenere pronto un dispositivo per non farsi sfuggire l'opportunità; braccio lim itato delle operazioni.

1. La fase preliminare - I primi piani «francesi» dopo l'Armistizio. Nel corso della prima fase, il Duce, cli fronte all'inattesa contrarietà causata dall'orientamento filo-francese dell'alleato, che allontanava la prospettiva del saldo delle sue aspirazioni francesi, fu costretto a cercare altrove pegni utili al momento di una prevedibilmente prossima conferenza per la pace, per la quale soluzione propendeva, soprattutto nei confronti della Francia, anche, come si vedrà, a prezzo di una pace separata.43 E pur di ottenere una vittoria, egli non si peritava di mutare "con-

42 Tra il 3 e il 6 luglio 1940 si era consumata l'aggressione inglese alla flotta francese ancorata a Mers-el-Kébir. In conseguenza d i ciò, i francesi avevano chiesto edottenuto progressivamente un potenziamento delle Forze armate d'armisti1.:io (di transizione) dislocate nei loro territori africani. 43 Mussolini era impaziente di ottenere una vittoria di fronte all'alleato: "l'orgoglio f erito, l'invidia per le vittorie di Hitler, l'irritazione per le difficoltà sollevate da Graziani, lo inducevano a cercare comunque di uscire dall'inazione." Faldella, op. cit., pag. 221.

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cezioni strategiche ad ogni piè sospinto" e di svolazzare " da un pensiero all 'altro, da una concezione strategica all'altra" .44 Così , tra la fine di giugno e la prima decade del luglio 1940, prevalse la concezione strategica di avviare una campagna cli invasione del territorio egiziano. Ma nel frattempo, gli Stati Maggiori dovettero riprendere alla mano un piano per operazioni cli sicurezza da condurre alla frontiera or.ientale («Esigenza E», 4 luglio). In rapida successione, mentre procedevano i preparativi per il fronte cirenaico, vennero prese in considerazione un 'azione limitata contro la Grecia (<<Esigenza G») e una nuova operazione (11 agosto) contro la Jugoslavia («Esigenza I») che avrebbe dovuto essere pronta per il 29 settembre 1940. Come non bastasse, fu addirittura impostato un piano per penetrare in Svizzera nel caso in cui i tedeschi ne avessero violato la neutralità.45 Mentre si moltiplicavano i piani nelle più vm·ie direzioni, Mussolini, che non aveva mai cessato di subire il richiamo di una soluzione definitiva con la Francia, vi fu nuovamente attirato dall'arroganza degli interlocutori francesi della CIAF, e dall'ostruzionismo delle autorità d'oltralpe nell'applicazione delle norme armistiziali. Ragioni in teoria sufficienti ad impon-e misure cli ritorsione, spinte finanche all'occupazione del territorio sotto controllo armistiziale italiano. E infatti Mussolini - nel corso della crisi della Costa francese dei Somali, durata quasi l'jntero mese di luglio e sorta perché il locale comandante francese disconosceva i termini

44 45

Q. Armellini, Diario di guerra, Garzanti, Milano 1946 , pag. 53. A partire dalla seconda decade di giugno, quando ancora non era stata iniziata l'offensiva sulle Alpi, il maresciallo Balbo, fu «autorizzato» "ad invadere il 1errilorio egiziano ". (Fa/della, op. cii., pagg. 205-210) . Badoglio confermò tale direttiva (n.979)il 28 giugno 1940, ossia il giorno stesso in cui il maresciallo Balbo rimase vittima del noto incidente aereo. (Diario storico del Coniando Supremo, (11.6.1940-31 .8 .1940), voi. I, Tomo I (Testo), giorni 20 (pag. 45) e 28 giugno 1940 (pag. 95) e 11 agosto I 940 (pag.359). SME, Ufficio Storico, 1986). L'interesse operativo della Jugoslavia, per la verità, era stato manifestato da Mussolini g ià durante i primi giorni del luglio I940. Il 22 agosto 1940, Badoglio illustrò "Le direttive del Duce circa le eventualità operc.//ive degli scacchieri J, G, E." Lo scacchiere E (operazioni alla frontiera orientale) era il principal.c, sul quale "bisogna/va/ fare 1nassa " ; J e G avevano "compiti di osservazione e vigilanza". Diario storico del Comando Supremo, (11.6.1940-31.8.1940), voi. I, Tomo I (Testo), giorno 22 agosto 1940 (pag.419). SME, Ufficio Storico, 1986. Mc Gregor Knox scrive che " il 7 luglio Soddu, factotum militare di lVl.ussolini lne era il capo cli Gabinetto al dicastero della Guerra che Mussolini deteneva I confidò a Roatta [sottocapo cli SMRE] che la Germania intendeva invadere la Svizzera. Roana pertanto [ ... ] il 21 luglio istruì Vercellino [allora comandante dell'Armala del Po] sui suoi compiti". M. Knox, fo guerra di Mussolini, Editori Ri uniti , Roma, 1986, pag. 222.

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dell'Armistizio e rifiutava di incontrare i membri della Commissione italiana incaricata di applicarne le disposizioni - aveva detto a Badoglio che "con la Francia intende[ va] pazientare fino al 20 agosto circa. Se per quella data i Francesi non [fossero stati] in regola con l'armistizio, li avrebbe messi alle strette". Il 21 luglio, quale "reazione al contegno [ostruzionistico delle autorità di Vichy in Somalia francese]", lo SMRE prospettò effettivamente l'opportunità di un'occupazione. Essa in realtà era limitata ad una "zona che port[ava] alla congiunzione con l'ala sinistra ge1manica in modo eia tagliare la Svizzera dalla Francia, [ ... secondo il ] desiderio espresso dal Ftihrer'' nei giorni precedenti la firma cieli' Armistizio. La modesta striscia cli territorio avrebbe potuto comprendere " l'Alta Savoia e parte della Savoia sino al Rodano; tutta o in parte la Valle dell' Are; la Valle clell'Isère"; ma il piano, che apparentemente intendeva contare sull'avallo costituito dal precedente invito tedesco, ormai tuttavia non rinnovabile data la situazione, rimase lettera morta.46 Mentre Mussolini cercava di coinvolgere l'alleato nel giudizio di slealtà nei confronti di Vichy e di convincerlo della necessità di una pace separata, il Fiihrer, cui gli avvenimenti di Mers-el-Kébir avevano di mostrato l'esistenza di una temibile alleanza tra la Gran Bretagna e i gollisti delle colonie, era invece interessato al mantenimento dello status quo armistiziale, convinto com'era che la lealtà delle autorità coloniali e la sopravvivenza stessa della Francia «libera», nell'ordinamento definito dall 'Armistizio, si reggessero sul delicato equilibrio esistente tra madrepatria francese e colonie. Temeva pertanto che un'iniziativa che danneggiasse il prestigio o, ancor peggio, mortificasse la sovranità di Vichy, avrebbe potuto scatenare la rivolta nell'Africa francese e provocare un mutamento politico a Vichy, imponendo un intervento

46 La frase ind irizzata da Mussolini a Badoglio é in M. Knox, op. cit., pag. 273. Sulla crisi di Gibuti si veda: Romain H. Rainero, Mussolini e Pé1ain. - Storia dei rapporti tra l'Italia e la Francia di Vichy ( 10 giugno 1940 - 8 se/lembre 1943) , SME, Roma, 1990, pag. I 33 e seguenti. Sullo studio SMRE del 21 luglio si veda: Diario storico del Comando Supremo, Voi. I, (I 1.6.1940 - 31.8.1940), Tomo I (Diario), g iorno 21 luglio I 940, pag. 231. SME, Ufficio Storico, 1986. In breve, i due pian i ricordati , l'appena citata «Esigenza Rodano» e il progetto di occupare la parte di Savoia che consentisse un collegamento i mmediato con il. territOrio francese già occupato dai tedeschi , malgrado fossero frutto delle osc.illaz ioni psicologiche e personali che sottostavano al già incerto disegno strategico itali;mo, costituirono la base de ll' ulteriore sviluppo dei progetti per l' occupazione di territori francesi. Del piano citato non è stata trovata traccia, neanche nei documenti dei destinatari.

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dell'Asse proprio mentre più serrato era l'impegno per la campagna aerea contro le Isole britanniche.47 A un Duce furibondo per le cosiddette «frodi armistiziali» francesi, non rimase che sperare in qualche avvenimento che sottraesse il Fiihrer dalla seduzione francese e lo convincesse di farla finita con Vichy. In questo quadro, il compimento delle secessioni del Ciad e del Camerun gli fornì il destro atteso. Proprio il 30 agosto, il Comando Supremo "in relazione a recenti avvenimenti nell'Africa" ed alle "complicazioni" che avrebbero potuto far sorgere in Francia, ordinò infatti allo SMRE di iniz.iare "senza indugio e [di condurre] a termine celermente gli studi per l'occupazione non solo della contea di Nizza, ma di tutto il territorio francese sino al Rodano." Compare così il piano per l'occupazione della «linea d'armistizio», che fu denom inato «Esigenza R» (dove R sta per Rodano e non più Riviera), il quale sopravvisse sino alla redazione del progetto denominato con più precisione «Emergenza O», cioè Ovest.48

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Hitler peraltro temeva che "una pace umiliante [imposta alla Francia] pote[sse] incoraggiare gli inglesi ad attaccare l'Africa equatoriale francese o il Marocco, mentre avrebbe costretto la Germanja ad abbandonare la costa atlantica francese[ ...e] le busi di importanza vitale contro l'lnghilterra." Ciò disse nel corso dell'incontro con Ciano il 7 luglio 1940. (M. Knox, op. cit. pag. 223. Ciano ebbe l'impressione che il «saldo» delle aspirazioni italiane verso la Francia fosse stato procrastinato "ad una data ancora imprecisata, senza dubbio connessa con l'andamento delle operazioni militari contro l'Inghilterra". (M. Borgogni, Mussolini e la Francia di Vichy, Siena, 1991, pagg. 78 e 79). In realtà, Vichy aveva dato subito l'impressione di non sostenere né avallare la secessione coloniale. Anzi, eia un lato, inviò in Africa il generale Wcygand con l'apparente missione cli impedire la perdita delle colonie africane francesi. Dall 'altro, subilo dopo l'aggressione inglese alla flotta francese ancorata a Mcrs - cl - Kebir (3 e 6 luglio 1940), il governo francese chiese alle Commissioni d'armistizio la possibilità di rafforzare il dispositivo militare di transizione delle colonie, per essere in grado di fronteggiare la secessione e cli difendere con le forze fedeli .le proprie colo-nie contro iniziative britanniche. Hitler credé in questa possibilità, mentre Mussolini, pur aderendo al progetto, comprese che le istanze italiane ne subivano un 1invio. La tesi è sostenuta da R. O. Paxton nel suo Vichy Saggiatore Milano 1999, pag. 8 I. 48 In quella fine di agosto i rappotti della Commissione Italiana cli A,mistizio con la Francia (CIAF) denunciavano nei francesi un aueggiamento an-ogante ("cli spiccata alterezza") non consono a vinti. Probabilmente l'avvio di questo nuovo progetto originava dal fatto che tra il 27 ed il 30 agosto il. Camerun e il Ciad , seguiti dopo pochi giorni dall'Africa Eyuatoriale Francese, si erano legati alla dissidenza per iniziativa di ufficiali francesi gollisti. La leuem del Comando Supremo 2216/op. e la risposta dello S.tv1RE (7208 del 31 ago. 194(), con la quale Roatta assicurava che gli studi erano in corso) si trovano in AUSSME, DS SMRE, 2073-21. Dell' «Esigenza R» della fù1e di ugosto non è stata trovata alcuna traccia documentale. Secondo Armellini, lo stesso 31 agosto il Comando Supremo ordinò cli preparare gli snidi anche in Corsica ed in Ttuùsia. Q. Annellini Diario di guerra, citato, pag. 68. Per le secessioni delle colotùe francesi, si leggano R. Aron, Histoire de Vichy, Pru·is, 1962, pagg. 281-287); L. M. Chassin, Sroria militare della seconda guerra mondiale, Sanso1ù, Firenze, 1964, pag. 79 ; C. De Gaulle, Memoires de guerre, Volume I Plon, Pru·is, pagg. 303-317. 41


Probabilmente però, neanche la nuova prospettiva soddisfece Mussolinj , almeno per il modo in cui si era manifestata: la ricomparsa della minaccia alle frontiere meridionalì della Libia "complicava seriamente i piani di Roma". Difatti anche l'eventuale occupazione della Francia metropolitana sino alla <<linea armistiziale» non si sarebbe tradotta in un successo decisivo, ove non fossero state adottate misure anche in Africa, dove invece era già stata presa la deci.sone per un attacco verso l'Egitto. La stessa esistenza cli un ten-itorio infido, alle spalle delle operazioni che Graziani stava intraprendendo in Cirenaica, costituiva una possibile remora alla libertà d'azione del Duce. Non a caso si prevedeva che per preparare "l'eventuale possibile azione [verso la Tunisia... fosse] necessario dare inizio agli studi intesi a raggiungere il completamento della 5" Armata", l'altra grande unità a disposizione di Graziani. Ciò, considerata anche la riluttanza ciel maresciallo governatore della Libia, avrebbe comportato un ennesimo ritardo nel calendario delle operazioni contro l'Egitto, come era giit avvenuto nel precedente luglio.49 Sulle prime, stando ad un colloquio avvenuto tra Badoglio e Roatta il IO settembre, sembra che il fervore con il quale furono avviati gli studi «francesi>> dopo gli eventi coloniali cli fine agosto, si isp irasse all'avallo tedesco. Disse .infatti Badoglio che "nel caso della Francia continentale saremo certamente d'accordo con i tedeschi, il che faciliterebbe la nostra azione". 50 Nella realtà, dovette apparire chiaro che le autorità tedesche erano ancora sedotte, e forse anche impacciate, dalle

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La 5" Armata in quel momento costituiva il serbatoio cui auingeva l'altra armata africana, la JO", incaricata delle operazioni ad est. Il 28 luglio, Badoglio telegrafò al Comando Superiore Forze Armate in Africa Settentrionale che la "situazione [andava] chiarendosi nel senso che colonie .francesi ub/Jidi[ vano/ agli (~rdini governo ." Non dovendosi temere pertanto sorprese ad est, "la 5" Armata /quella che fronteggiava in Tripolitania 4 divisioni ji-ancesi, doveva] servire in tutto e per fui/o come deposito di rifornimenlO della 10° Annata; {doveva inoltre} essere/allo lutto il possibile per essere pronti [ad a/laccare verso l'Egitto/ entro il 15 luglio". 50 Badoglio disse nella stessa occasione del 10 settembre, che sarebbe stato "più ùnporla/1./e [ .. .] di essere pronti ad un'azione contro la Francia, sia sul continente, sia in Corsica e nell'Africa francese del nord". Carteggio Roatta - Graziani , ACS, Scatola 58, fase . 47, sottofascicolo 9. Le dichiarazioni del IO settembre sono confermate da F. Rossi, Mussolini ed il suo Staio Maggiore. Avvenùnenti del 1940, Tip. Regionale, Roma l95 I).Non è noto se con la sua dichiarazione, il capo di SMG traducesse l'opinione personale di Mussolini ovvero se fosse espressione dell'esistenza di un effettiva consultazione con i Tedeschi e di un accordo per l'intervento comune. Il millantato credito rientra fra le ricorrenti percezioni mussoliniane circa i presunti intendimenti dell'alleato.

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numerose profferte di collaborazione francese, le quali si erano intensificate dopo Mers-el-Kébfr e nel successivo agosto. 51 Il fatto che i tedeschi perseguissero una «Nuova Politica» con la Francia, fu manifesto a Mussolini nel corso dell 'incontro del Brennero (4 ottobre 1940). Il Ftihrer, nel quale l'episodio gollista di Dakar di qualche giorno prima (23 e 24 settembre 1940) e la strenua difesa attuata dalle Forze di transizione coloniali avevano rinnovato il fervore per una politica di apertura nei confronti di Vichy, si mostrò infatti piuttosto vago di fronte alle rinnovate e 'modeste' pretese del Duce, (la contea di Nizza, la Corsica, la Tunisia e Gibuti). Questi, di rimando, espresse 'caute riserve' sulla «Nuova Politica>> tedesca, ribadite poco più di una ventina di giorni dopo i colloqui del Brennero, il successivo 28 ottobre, allorché i due dittatori si videro nella stazione di Firenze, il giorno stesso dell'attacco italiano alla Grecia.52

51 La tesi è sostenuta da R.0. Paxton nel suo Vichy , Saggiatore, Milano I999, pag. 8 1 e seguenti. Secondo l'autore, Vichy iniziò la ricerca di una collaborazione militare proprio in agosto, allorché il generale Huntziger delegato armisti ziale francese presso la Commissione tedesca d'armistizio, chiese cli parlare con il capo clell'OkW. Sempre secondo lo stesso autore, una prima collaborazione militare sul terreno si sviluppò col bombardamento di Gibilterra, avvenuto ad opera cli aerei francesi tra il 23 ed il 24 settembre (pag. 84). Più tardi, lo SM tedesco, accarezzò per qualche tempo l'ipotesi di un'azione militare comune dcli' Asse nei confronti dei territori coloniali francesi. A tal fine, gli incontri franco-tedeschi avvennero a Parigi prima il 29 novembre col generale 1-Iuntziger, e poi il 10 dicembre, alla presenza di Lavai. (Walter Warlimonl, /m Hauptquartier der deutschen Wehrmacht 1939- 1945, Frankfurt, 1962, pag. 89., E ' Knox, che sostiene come la "vittoriosa secessione gollista [ ... creasse] seri imbarazzi [ ... e] complica[sse] seriamente i piani cli Roma" . M. Knox, op. cit. pag. 273 e 274. 5.2 Il Fiihrer di ritorno dall'incontro di Montoire con i governanti francesi, si era preci~ pilato a Firenze dopo essere stato informato dell' attacco alla Grecia. Entrambi i dittatori si mostrarono vivamente allarmati: Hitler, per l'inattesa iniziativa militare italiana; e il Duce, per la conferma dell'esistenza di una «Nuova Politica» tedesca verso la Francia, di cui temeva esiti infausti per le aspira,.ioni italiane, tanto in Afìica, quanto nella Francia metropolitana. Hitler incontrò Lavai e Pétain a Montoire (22 e 24 ottobre) e il genero di Franco, Serrano-Suner, a Hendaye (23 onobre). Mussolini non aveva gradito l'iniziativa di Hitler volta ad una possibile azione su Gibilterra, col favore o l' appoggio aperto spagnolo, perché ciò avrebbe reso necessaria la costituzione di basi operative tedesche nel sud della Francia, con possibile discapito degli interessi armistiziali e delle rivendicazioni mussoliniane. La posizione di Mussolini a Firenze è tratta da Rainero, op. cit. pag. l 77. Dello stesso autore è l'affermazione sulla divaricazione delle politiche dei due capi dell'Asse. Di Paxton (op. cit., pag. 82) è il nesso riferito tra le posizioni rispettive dei due dittatori al Brennero e a Firenze. Secondo J-lillgruber al Brennero Mussolini si dimostTò pronto "a limitare Le rivendicazioni territoriali italiane nei confronti della Francia{. .. / ad una correzione del confine alpino, alla cessione della Corsica e della 1ìmisia / ... ed] all'annessione della Somalia francese" . A. Hillgruber, La s1ra1egia miliwre di Hitler, Rizzo li, Milano, 1986, pag. 367.

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Tornando alle pianificazioni, non si fatica a credere che, nel quadro delineato, gli Stati Maggiori non riuscissero a seguire le intenzioni del Duce, né che ne avessero indirizzi precisi riguardo alle priorità. Gli stessi nuovi progetti «francesi» (occupazione della Francia sino al Rodano, della Corsica e di Biserta), il cui studio era stato ordinato dal Comando Supremo il successivo 7 settembre, a poco più di una settimana dall'inizio delle operazioni offensive in Cirenaica, costituivano un 'ul.teriore complicazione nell'affannoso lavoro degli uffici dello SMRE. Di modo che, ci si rallegrò quando, l' Il settembre, Badoglio riferì al Duce, già nuovamente orientato verso l'esigenza Est, che "se si opera[va] contro la Jugoslavia, non si [poteva] operare contro la Francia; [ma che] verso la Corsica si [poteva] operare in qualsiasi momento con truppe della Sardegna." E il 12 il maresciallo Badoglio impartì ordini secondo i quali le operazioni contro la Francia subivano le seguenti varianti: "sospesa quella del Rodano; da effettuare eventualmente quella su Corsica dalla Sardegna". L'azione sulla Tunisia era già tacitamente tramontata.53 Il convegno del Brennero dovette fornire a Mussolini il convincimento che l'apparente moderazione delle sue pretese sulla Francia metropolitana avesse appagato il suo interlocutore, il quale aveva lasciato capire che prima o poi le ambizioni italiane sarebbero state soddisfatte. Curiosamente, infatti, il 14 novembre, quando già si delineava-

53 Gli ordini relativi ai nuovi «studi francesi» furono trasmessi rispettivamente con i fogli 2365 e 2372, Diario storico del Comando Supremo, Voi. II, (31 .8.194031 .12.1940), Tomo I (Diario), giorno 7 senembre 1940, pag. 38. SME, Ufficio Storico, 1988. Si veda anche (E. FaLdella, op. cii., pag. 218) . Solo il piano della Corsica, probabilmente meglio giustificabile dal punto cli vista strategico italiano, fu preparato per un'azione imminente e, in tale assetto, rimase in piedi sino al novembre del 1942, quando fu effettiva mente attuato. lii Le notizie relative al giorno I l. sono state tratte dal Diario Storico del Comando Supremo , Vol. Il, (1.9 .40-3 I .1 2.40), Torno I, giorno 11 settembre, paragrafo "Note dell' Ecc. il capo di SMG, pag. 59). E ibidem, giorno I 6 settembre paragrafo "Direttive ed ordini impartiti", pag. 63. Versione confermata dal generale Armellini, il quale nel suo libro così scrive: "il MaresciaLlo [Badoglio] ha parlalo al Duce dei troppi piani operativi. Pmnti verso Grecia per la fine di seuembre ... Promi verso Jugoslavia per la fine di ottobre. Niente verso il Rodano." (Q. Annellini, Diario di guerra cit., pagg. 65 e 66). Di tale decisione è testimone anche il capo dell'ufficio Operazioni del la ?'Armata, il quale, cli rientro da Roma il 16 settembre riferì : "l'ipotesi dell 'evenrnale ripresa dell'avanzata sino al Rodano per il momento non viene considerata" AUSSME, DS 7A, 40, giorno 16 settembre 1940. Secondo Knox, solo a metà settembre Mussolini parve decidersi per l'abbandono dell'ipotesi continentale francese. (M. Knox, op. cit. pag. 304; l'autore cita al riguardo documenti americani cieli ' Archivio nazionale degli Stati Uniti.

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no le difficoltà del nuovo scacchiere albanese, lo SMRE destinò "ali 'esigenza 'R' minori unità di fanteria ed artiglieria" e mantenne la Taurinense in Italia, (mentre ce n'era un bisogno disperato sulle montagne dell'Epiro) ''per eventuali interventi alla frontiera occidentale". La speranza non cedeva ancora alla ragione, ma qualcosa era mutato e ciò ebbe effetto sui progetti «frances i». Probabilmente, l'intrecciarsi degli effetti dei due eventi citati (Brennero e Grecia) condusse verosimilmente ali' abbandono della «strategia armistiziale» che aveva originato il piano «R», a vantaggio di progetti più contenuti. Mussolini lasciò infatti "alla discrezione di Roatta di mantenere in piedi [ ... ] un numero di divisioni bastante a compiere le restanti missioni d'emergenza, ora r.idotte ad un certo numero di piccole operazioni contro la Francia[ ... ]".54 Ebbe così inizio la fase cli studio che considerava un 'occupazione dei territori francesi d'oltralpe limitata a quelli "previsti dalle nostre aspirazioni nazional i" e che coincise con la «soluzione minima» che l'Esercito caldeggerà a lungo e che ebbe poi il sopravvento su altri piani. Come si vedrà, gli eventi del!' Africa francese della fine di novembre, riportarono tuttavia in auge per qualche tempo la necessità del! ' occupazione integrale della territorio francese soggetto ai vincoli armistiziali.

2. La situazione delle forze italiane sul finire del 1940 - Gli effetti della smobilitazione sulle pianificazioni «francesi» - L'esigenza «R» e le versioni ridotte dei progetti di occupazione dei territori d'oltrAlpe La questione della disponibilità delle forze per attuarla. Subito dopo l'Armistizio, erano schierate a ridosso delle Alpi occidental i la 4a e la 1" Armata, rispettivamente a nord e a sud del corso del Po.

54 M. Knox, La guerra di Mussolini citata, pag. 302. L'alleggiamento amichevole e cordiale di .H itler, e il suo possibilismo tnrnquillizzarono Mussolini, persuaso che prima o poi le sue intenzioni nei confronti della Francia si sarebbero compi ute. Ciò sembra confermato anche dal fatto che, secondo Borgogni, il qua le cita fonti diplomatiche francesi, a Vichy si sapeva che "Hitler avesse promesso a Mussolini di soddisfare alcune sue rivend icaz ioni nei confronti della Francia" (M.Borgogni , lvlussolini e la Francia di Vichy , cit., pag. 2 16). L'assegnazione di forze al settore occidentale è riportata nel Diario Storico del Comando Supremo Voi. II Tomo I (I .9 .J 940 - 3 1.12. 1940); giorno 4 dicembre 1940, Ufficio Storico SME, 1988, pag.491 (f. 332, h. 1.34).

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II 16 luglio, in previsione del riordinamento del dispositivo, le grandi unità delle due armate "esuberanti alla frontiera occidentale, avevano ultimato il concentramento nella zona pedemontana piemontese in prossimità delle linee ferroviarie[ .. . ] che dovranno utilizzare per raggiungere le zone di radunata previste nella parte centrale della pianura padana" .ss Di modo che, a metà d'agosto, la situazione vedeva il comando della 4a Armata a Bergamo e le sue truppe ai piedi delle Prealpi Orobiche, la 1a Armata disciolta (30 luglio) e le sue truppe passate alla 4a. Sulla frontiera, quest'ultima era stata sostituita dalla 7a Armata (1115 agosto). 56 Solo l'Armata ciel Po - quella che era destinata, nel periodo in esame, a potenziare con le sue grandi unità mobili le eventuali azioni oltre fron tiera - ebbe a disposizione cinque divisioni pronte allo scacchiere occidentale, malgrado le continue sottrazioni di forze per la fronte orientale.57 Ma, alla fine di settembre, il Duce autorizzò la smobilitazione di 600mila uomini, pare senza consultarsi con i capi militari responsabili delle operazioni. Scrisse Roatta:

"A.fine settembre, c'erano in patria cinquanta divisioni, complessivamente scarse di mezzi, ma affiatate ed addestrate . Quattro armate (2a, 4a, 6a e 8") erano particolarmente a posto[ .. .per l'} emergenza 'E', emergenza[ .. .] ben preparata sotto tutti i punti di vista. Ma

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In vista della "azione contro la .Jugoslavia" che, come si sa avrebbe dovu to essere pronta per il 29 settembre, il 19 luglio 1940 il piano dello SMRE prevedeva che "per fine agosto" le due armate citate, insieme ad altre due, avrebbero dovuto "trovarsi radunate nella zona compresa tra Milano, Parma, Ancona, Fiume e Tarvisio. Diario storico del Comando Supremo, Voi. I, (ll.6.1940-31.8.1940), Tomo I (Diario), giorni 16 e 19 luglio 1940, pagg. 199 e 227. SME, Ufficio Storico, 1986. 56 AUSSME, DS 4A, 59-462 (scioglimento I" Armata) e ibidem, (bimestre agosto-settembre) allegati 5 e 27 (dislocazione 4° Armata e avvicendamento della 7" Armata). 57 Anzi, in una relazione al Comando Supremo in data 19/9, lo SMRE sottolineava che la stessa Armata del Po disponeva cli armamento e di mezzi cli trasporto al completo. La forza dell'Armata è segnalata anche eia M. Knox, op. cii., pag. 223. La relazione dello SMRE è sintetizzata in Diario storico del Comando Supremo, Voi. II, (31.8.!940-31.12.1940), Tomo I (Diario), giorno 19 settembre 1940, pag. 63. SME, Ufficio Storico, 1988.

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a fine settembre, messe da parte le esigenze 'E ' e 'G' /,] l'esercito metropolitano riceveva ordini di congedare tutte le classi sin.o al 1916 compresa. [. . .] È in. tale frangente che è risorta l'emergenza "G" totalitaria. Per fortuna questo Stato Maggiore aveva prudenzialmente diluito i congedamenti nel tempo { .. .] Ma la smobilitazione era già in corso e moltissimi enti{ . . .] dovevano ormai sciogliersi per deficienza di forza . [ . ..} Per diverso tempo l'esercito metropolitano funzionerà come un vasto «deposito» [per le esigenze di Libia e di Albania]" .58 La smobilitazione, ordinata per iI I Oottobre e attuata per classi e non per grandi unità e la decisione collaterale di sciogliere il comando del Gruppo d i armate Ovest, due comandi di armata (7 3 e 8") e molte delle grandi unità da essi inquadrate, ebbe effetti anche sul dispositivo occidentale . A partire dal 13 ottobre , la 4" Armata, che era stata arretrata in precedenza nel tratto centrale della pianura padana, tornò in linea, al posto della disciolta 7" Armata. Alla fine di ottobre aveva assunto gli schieramenti previsti: comando in Torino, tre corpi d'armata, otto divisio ni di fanteria, falcidiate dalla smobilitazione, e due divisioni alpine. Le pr.ime erano ridotte al 40% del personale (70% i quadrupedi); le divi.sioni alp ine Taurinense e Cuneense erano ad un livello superiore (70% uomini e 100% quadrupedi ) . La situazione di carenza coinvolgeva in parte le stesse due divisioni che avrebbero dovuto sbarcare in Corsica, le quali sarebbero state portate al 100% per la metà d i dicembre . Con successivo provvedimento ordinato da Mussolini , il dispositivo schierato alla frontiera occidentale fu elevato al 75% , a dimostrazione dell'at-

58 Il firmatario del documento inviato allo SMG, Roatta, sosteneva altrcsì di "non vedere altro sistema [. ..] per far jìwite alle esigenze attuali [. ..] ed eventualmente, a qualche altra limitala esii enza esterna /se non J la rimobilitazione completa dell'esercito metropolitano{. ..la quale tuttavia, anche a cominciare subito, avrebbe richiesto] tempo, ossia sino a primavera [ .. .}.'' La frase è u-atta dal Promemoria 292 del 20 novembre (riportato quale documento n.78, in Diario storico del Comando Supremo, Volume JJ , T2) cit., pagg. 175- 178 . Pur non sviluppando un tema specificatamente legato ad un piano per l'occupazione della Francia, il Promemoria 292 è citato da altro successivo, il 352, che sarà esaminato fra qualche riga. L'emergenza "G" totalitaria si riferiva alle operazioni offensive contro la Grecia, sviluppate nella loro massima d imensione spaziale e relativamente all'impiego d i forze. La sua preparazione fu avviata il 5 ottobre 1940.

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tenzione che godeva presso il Duce un' ipotesi cli azione alla frontiera occidentale, seppur riclotta.59 Roatta, che doveva già essere stato sollecitato in tal senso , fece tuttavia presente, con un promemoria di qualche giorno dopo, che le otto divisioni della 4" Armata non sarebbero state impiegabili almeno per i successivi tre mesi: "ove si volesse occupare subilo il territorio oltre frontiera occidentale, con divisioni in buone condizioni, in attesa di completare le otto di fanteria stanziali alla ji-ontiera Ovest, si potrebbero impiegare: due alpine, già in posto [Tàurinense e Cuneense]; una motorizzata («Trento»)[. . .]; due corazzate {Ariete e Littorio]; tre autotrasportabili [da impiegare] conie divisioni di fanteria[ .. .]; eventualmente le tre divisioni celeri che sono al 100% prima del loro trasporto in Albania". 60

59 Un paio di settimane dopo l' inizio delle operazioni offensive in Albania, il 13 novembre, per ordine cli Mussolini , il generale Sorice, suo capo cli gabinetto alla Guerra, per rirnediare in parte ai guasti della smobilitazione e pcrfavorire le decisioni sullo stato di prontezza delle forze, decretò di tenere al 100% le grandi unità destinate alla Corsica ed al 75% quelle interessate all'eventuale occupazione della "fron tiera occidentale". Diario s/orico del Comando Supremo , Volume II, Tomo I, SME, Roma, 1988, pag. 49 1. I livelli cli forza stabiliti presso le divisioni di fanteria erano il prodotto di un provvedimento di adeguamento generale che, non rispettando la "struttura di guerra" delle unità componenti, consentiva d i ovviare in qualche misura ai danni dell'irregolarità organiche conseguente alla forma di smobilitazione per classi. Let. SMRE n. 005742 del 5 ottobre 1940, Diario storico del Comando Supremo, Voi. li, (31.8.1940-31.12 .1940), Tomo Il (Allegati), Promemoria n.1224 in data 13 novembre 1940, SME, Ufficio Storico, 1988, pag. 161-166. L' occupazione della «linea d'armistizio con la Francia» rien trava fra le "esigenze interne" da soddisfare indiscutibilmente; tali esigenze comprendevano altresì la "difesa delle isole 1 :,ia·1sicurezza alla frontiera giul ia [, esigenze che impegnavano complessivamentel diciotto divisioni (due alpiQe - sedici cli fanteria) [ ... ] Le quindici [di visioni] rimanenti tcomprenclevano anche] le speciali [ ... ] tre autocarrate non [ .. . avevano] al completo gli autogruppi, e le due corazzate [Ariete e Littorio, erano·I assai piccole ed armate di carri leggeri [ . .. ]." La frase è trnt.ta dal Promemori a 292 del 20 novembre già citato, pag. 177. La Taurincnsc restò a lungo alle dipendenze della 4" Armata, mentre nei primi giorni di dicembre venne deciso l'avvio della Cuneense in Al bania. 60 Era cioè necessario, insieme all'impiego delle due divisioni alp ine della 4" Armata, attingere alla riserva dell'esercito metropolitano, ("divisioni speciali": Ariete, Littorio, Trento), tre divisioni celeri pronte per l' Albania e ad altrettante division i autotraspo1tabili, ma prive di aut0mezzi. Un complesso di 11 divisioni , alcune delle quali incomplete, altre necessarie altrove. Diario storico del Comando Supremo, Volume II, To mo ll, SME, Roma, 1988, pagg. 164- 165 (Promemoria SìvlRE 11. 292 del 19 novembre 1940).

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Ma, alla fi ne di novembre, gli "S M delle Forze Armate [vennero informati] che il Duce [aveva] rappresentato come merita[sseJ attenzione lo sviluppo che lpoteva] avere in Francia e nelle colonie il mov imento De Gaulle. Perciò: la 4a Armata [doveva] essere in condizioni di agire; [doveva l essere accelerato il potenziamento della 5" Armata [in Tripolitania]". Si alludeva all'incerta situazione esistente in Africa: proprio qualche giorno prima (23 e 24 novembre 1940) era fallito un tentativo cli secessione da Vichy dell'Africa Occidentale Francese. Se avesse avuto successo, tutta l'Africa centro-occidentale, sino al confine meridionale libico, sarebbe divenuta zona d'operazioni contro l'Asse. All'evento, avevano fatto seguito l'esonero e l'arresto d i La val ( 13 dicembre 1940) , circostanze che, som mate alla dubbia fedeltà del maresciallo Wey gand, parevano avvalorare un'intesa tra i gollis ti africani e lo stesso Pétain. Insomma, non era escluso che la sedizione, originatasi nell'impero, avesse potuto coinvolgere la madrepatria francese.61 Il Duce e il suo entourage accolsero l'evento Lavai "con una certa soddisfazione[ ... ]" poiché il provvedimento:

"stava sicuramente a sign,4/icare che a Vichy, nonostante gli ~forzi per convincere i tedeschi del contrario, la politica di collaborazione incontrava resistenze tali da impedire qualsiasi effettiva evoluzione verso una reale cooperazione con la Gennania: un fatto, questo, che andava a tutto vantaggio dell'Italia che da sempre aveva considerato

6l La frase sulla potenziale pericolosità del movimento degollista e l'allerta data dallo SMG il 30 novembre con f.n.4271 è r.iportata nel Diario storico del Comando Supremo, Volume II, Tomo I, SME, Roma, 1988, giorno 30 novembre, pag. 469. Si ha tuttavia l'impressione che il Duce stesse approfittando della situazione per compiere i propri progetti . Egli infatti mostrò di ritenere inconsistenti i pericoli che potevano derivare sia dall'incerta situazione coloniale francese, sia dal cambio della guardia a Vichy, tanto da comunicare "a Graziani che non si [doveva] preoccupare della frontiera tunis ina dove basta[va] la GaF". Il 15, inoltre, annullava l'ordine di "messa in allarme alla piazza cli Tripoli (dato per l'improvvisa crisi governativa francese risoltasi favorevolmente per noi)". Le notizie del 13 e del 15 dicembre sono tratte dal Diario storico del Comando Supremo, Volume II, Tomo I, SME, Roma, 1988, giorni 13 e 15 dicembre 1940, rispettivamente pagg. 540 e 552.

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con sospetto qualsiasi di forma di riavvicinamento o di intesa francotedesca ." 62 Come dire che la «Politica Nuova» nei confronti della Francia, stava conducendo ad un ' tradimento' da patte francese anche nel territorio metropolitano; Mussolini aveva avuto dunque ragione di diffidarne, tuttavia verosimilmente si astem1e dal cantai·e vittoria. Dopo aver a lungo sollecitato un intervento risolutivo in Francia, preferiva ora che fosse Hitler ad assumere l'iniziativa: gesto apparentemente distaccato, sul quale si proiettava però l'accorta consapevolezza delle magre figure militari in corso. In ogni caso, il Duce aveva ben interpretato la possibilità di una reazione tedesca al putsch avvenuto a Vichy. Questo fu infatti giudicato da parte tedesca tanto pe1icoloso da meritare la redazione del piano «Attila»; a quanto se ne sa, il primo redatto per l'occupazione della Francia libera. Sotto la data del 10 dicembre, il diario dell'OKW ripo1ta infatti la notizia secondo la quale si stava lavorando ad un progetto per l'attuazione della «direttiva 19», (piano «Attila») "nel caso di un voltafaccia del generale Weygand e della consegna della flotta francese all'Inghilterra".63

62 M. B0rgog1ù, Mussolini e la Francia di Vichy, Nuova l.nunagine Editrice, Siena 199 1,pag. 180 . 63 Il Diario tedesco (OKW, Kriegstagebuch, Band I 1940 - 41, Berna.rei & Graefe Verlag fiir Wehrwesen - Frankfurt am Main, 1963), pag. 204, non fa cenno ad accordi per un'azione comune progettata insieme agli italian i. Esso così recita:" IO dezembcr 1940. [...] Oberst v. Lol3berg Jegt des ChefWFSt [WFSt(ab) = Wehrmacht=Fiihrungsstab, [divisione operazioni dell'OKW] den Entwmf [progetto] einer Weisung [direttiva] nr.1 9 filr das Unternehmen ,Attila' (Besetzung der unbesetzung Gebiete Frankreichs) [occupazione cieli.a parte non occupata della Francia] vor. «Attila» = Geplante Besetzung Restfranclu·eichs [occupaz ione pianificata del resto della Francia] beim Abfall [nel caso in cui] des Gen. Weygand und bei einem Ùbentritt [consegnasse la flotta francese] der franz . Flotte zu England (1940/41).,, La posizione del maresciallo Weygaod, da qualche tempo Delegato generale per l'Africa francese, pareva equivoca, ed era noto che Pétain in quei giorni intrattene.sse intense relazioni con emissari americani. Secondo Borgogni, il quale cita un diario di guerra della Welumacht, l'eventuale putsch in Africa avrebbe potuto interessare anche la Corsica, nel caso della perdita italiana della Tripolitania. (Borgogni, Mussolini e la Francia .. .op. cit. nota 87 al capitolo 4). I.I piano «Attila» avrebbe dovuto essere elaborato al li vello operativo da una delle am1ate tedesche in Francia. I documenti di base redatti a livello centrale sono in OKW/WFST,cartella «Attila» (10.12.40 - 29.6.41), Segnatura Ul W 55, Militargeschichtl ichstes Forschungsamt, Freiburg im Bresgau). Una redazione della " Direttiva I 9" si trova anche in Hugh Trevor-Roper, "Hitler 's war directives 1939-1945'' Birlinn, Edimburgh, 2004. Essa definisce le linee generali dell'avanzata, gli ass i e gli obiettivi e precisa che gli italiani non dovessero essere .importanti "dei preparativi e degli intendimenti" del piano, ma come si vedrà, Roma dovè essere informata.

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Se, come si è spesso ricordato, qualsiasi iniziativa mussoliniana verso la Francia poteva incardinarsi solo sull'avallo tedesco, né l'impressione destata dagli event i africani (quelli appena citati e falliti del 23 e 24 novembre), né lo stesso rovesciamento di Lavai ebbero rilievo tale da scatenare la vendetta tedesca. Il Fi.ihrer, ancora una volta, non ritenne necessario prendere le misure che il Duce s'attendeva.64 Tuttavia, l'esistenza, presunta o genericamente appresa del piano «Attila», convinse Mussolini che l'intervento tedesco in Francia, nonostante le reticenze dell'alleato, fosse imminente o quantomeno potesse essere attuato all'improvviso, mentre le forze italiane necessitavano di un certo preavviso. Scòsse Roatta al capo di SMRE (Graziani):

"a metà dicembre, in seguito al noto movimento del Gabinetto Francese,[ ... ] mi è giunto l'ordine di riprendere in esame quella operazione [occupazione della Francia .. .libera]" .65 Lo stesso comandante della 4a Annata, grande unità incaricata delle operazioni in Francia , fu messo a parte delle intuizioni del Duce o della sua impazienza e anche delle sue speranze. Nel corso cli un rapporto tenuto ai comandanti dei corpi d' Armata (CA) I, II , XV, il 15 e il 16 dicembre 1940 (riassunti in una sorta di verbale diramato il successivo giorno 17), il comandante della 4a Armata, generale Caracciolo di Feroleto , probabilmente riferendosi all'incontro con Mussolini avvenuto pochi giorni prima dell'assunzione del comando, così scriveva:

64 Come ebbe a dichiarare successivamente a Berchtesgaden, il 20 gennaio 1941, .il Fiihrer non vedeva se non la possibilità di "esercitare una minaccia sul governo francese ... sfruttando la concorrenza che esiste[va} fra le varie tendenze: governo di Vichy, Weygand, De Gaulle." (F. Rossi, op. cit. pag. 188). Un' azione militare che non si fosse ripromessa una ritorsione e non fosse stata un'arma da utilizzare con sapiente intimidazione, avrebbe causato la sicura secessione delle colonie francesi e compromesso l'equilibrio sul quale i tedeschi contavano per i piani dell'anno venturo. Come si vedrà, il comando supremo tedesco valutava in tre giorni il tempo necessario per occupare totalmente la Francia. 65 "Promemori a all'ecc. il capo d i SM" s .n., redatto in data 15 gennaio 1941 a firma Roana. Caite Roatla - Graziani, ACS, Se. 55, fase . 47, sottofasc. 2. Originali mese di ottobre 1940 - febbraio I 941.

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"[g]li a vvenimenti (specie interni della Francia) potrebbero imporre provvedimenti anche prima della data rfferita verbalmente dal Duce al comandante dell 'Armata". 66

Urgenza che trova conferma nella telefonata che lo stesso Caracciolo ricevé la sera prima di raggiungere il comando dell'armata a Torino. L'interlocutore, generale Guzzoni, già comandante della stessa armata e al momento sottocapo di SMG, lo invitò a partire subito: "in Francia ci sono dei torbidi; pare che la posizione di Pétain sia minacciata. Va subito sul posto e prepara il progetto di cui ti ho parlato.[. . .]. Si tratta di prepararsi per una eventuale avanzata in territorio francese qualora la situazione politica lo richiedesse ." 67

Il fervore della 4a Armata dipendeva per la verità da un nuovo progetto posto allo studio in quei giorni dallo SMRE per una "eventuale avanzata in territorio francese", che si prevedeva di sp ingere sino al Rodano impiegando complessivamente 9 div ision i. La redazione del progetto prendeva le mosse appunto dalle direttive del Duce circa l'eventuale occupazione dei teJTitori oltre la frontiera occidentale:

66 Lettera ciel comando 4" Armata 6873 del 17 dic. 194(), AUSSME, Onteggio MJ, cru·tcJJa III. La data "riferita verbalmente dal Duce" non è nota, ma una direttiva tanto esplicita, pur potendosi sempre ritenere uno dei consueti e perentori viatici di Mussolini, sembrerebbe dettata da urgenza, che, come si vedrà fu giustificata pretestuosamente con l'evento Lavai. Come si è preannunciato, cd anche se non se ne ha prova diretta, con-ogni probabilità l'azione da svolgere doveva ispirarsi all'esistente piano "R". Gli studi per questo piano furono avviati con alac1ità e la pianificazione fu sperimentata mcdi.ante un'esercitazione, "ma era un continuo cambiare di ufficiali - sostiene Caracciolo - e, quel che è peggio, di divisioni intere. Ne giungeva qualcuna motorizzata, corazzata [ ... [ dopo qualche giorno ripattiva, e si cominci.ava da capo". (M. Cmacciolo, E po i? La tragedia d ell'esercito italiano, Corso, Roma, 1946, pag. 71). Verso la metà di gennaio I941 alla 4" Armata fu infatti sottrntta la divisione Ariete. 67 Il colloquio con ìvlussolini e con Guzzoni è ricordato dal generale Caracciolo nel suo libro appena citato nel quale però non esiste traccia di tale direttiva. Secondo il diario del comando della 4" Annata, alla data 15 dicembre venne diramato ai corpi d'armata un fonogramma cifrato del Ministero Guerra 11. 13104/0p. "Ministero Guerra comunica che secondo notizie non conformate sarebbe caduto intero governo Pétain e prescrive per il caso nuovo governo aderisse a mo vimento De Gaulle massima vigilanza specie zona meridionale" . AUSSME, DS 4A, 103 Il.

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0

"[direttive in base alle quali] venne compilato in data ] [dicembre] uno studio, aggiornamento di quello già approvato tempo addietro[ ...e che f, nuovameme aggiornato, in base alle recenti direttive del [sollocapo di SMRE venivano pertanto] sottoposte alla [sua] approvazione". Lo studio s.i basava su due ipotesi. La prima contemplava il caso che l'operazione dovesse aver luogo prima che fosse ultimato il completamento e l'appro ntamento delle grandi unità della front iera occidentale. In tale evenienza si sarebbe potuto contare sulle sole 4 divisioni pronte, cui se ne sarebbero aggiunte 5 dell 'Annata del Po. Nel secondo caso, l'approntamento completato della 4" Armata avrebbe richiesto solo il rinforzo delle 3 divisioni mobili della stessa Armata del Po.68

3. L'influenza di previste concomitanti operazioni tedesche in. Francia sulle pianificazioni italiane. Iniziava così una nuova fase di pianificazione, la seconda delle due inizialmente illustrate; fase che teneva conto della partecipazione tedesca all'invasione dei territori francesi non ancora occupati e che vide preclusa ogni iniziativa italiana autonoma al riguardo , sia per la necessità di combinare le due componenti dell'operazione , sia per il progressivo indebol imento del dispositivo militare italiano. S i trattò in ogni caso dell' unico momento in cui la g ià descritta «strategia armistiziale» tornò in auge, per la necessità di adeguarsi al crite1io tedesco, il quale restava rigidamente legato al regime d'arm isti zio. Verso la fi ne del 1940, proprio mentre le crisi in Epiro e in Cirenaica palesavano la loro grav ità, lo SMRE rispose ad una sollecitazione de llo SMG con il "Promemoria segreto n. 352" inoltrato in data 20 dicembre 1940, e avente per oggetto l'occupazione della Francia metropolitana.

68 Promemoria per l'Ecc. il sottocapo di S.M. dell ' Esercito del 12 die. 1940 (AUSSME DS SMRE 2074-437). Le divisioni mobili erano la Trento, l'Ariete e la Centauro. Sull'entit1Lcomplessiva delle forze in gioco si veda lo schema in appendice sui piani frances i e sulle divis ioni impiegatevi.

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Nella «Memoria», redatta per le decisioni superiori dal capo del reparto Operazioni, così si legge:

"nell'attuale momento[ .. .] non [è] opportuno impegnarsi in un'impresa che complica ancor più la già difficile situazione attuale ed impegna oltre le Alpi un'aliquota così in.gente di forze e di mezzi di cui potremmo avere più urgente bisogno in altri scacchieri di operazioni. Sembra pertanto[. ..] più conveniente limitarsi ali' occupazione del solo Nizzardo e degli shocchi oltre jìwuiera di Modane - Briançon. Barcellonette e cioè occupare - in linea di massima - quanto desideriamo avere all'atto della pace." Si ricorderà che il precedente piano per 1' «Esigenza R» (quello del capo di gabinetto alla Guen-a in data 30 agosto 1940) impiegava complessivamente non meno di 11 divisioni , di cui due alpine e altrettante corazzate. Un tale piano non poteva più trovare applicazione perché, come argomentato dal capo cli SMRE nel suo promemoria di novembre (il 292), la massa delle divisioni di fanteria era incompleta per personale e per automezzi, e la situazione, pur in miglioramento , non era granché mutata. Inoltrando allo SMG gli esiti del nuovo studio per l'avanzata sino al Rodano 69 , Roatta non mancò di porre in evidenza come, dovendosi operare rapidamente "d'intesa coi tedeschi", le sole tre cli visioni mobili disponibili (Ariete, Littorio e Trento) lanc.iate verso occidente

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Promemoria n.352 in data 20 dicembre 1940. Il «Promemoria 352» e la «Memoria» allegata, la quale considerava un'occupazione sino al Rodano, sono stati reperiti in AUSSME DS 2074-441. Nel Promemoria 352 (appendice), che pure è del 20 dicembre, non vi è alcun riferimento alla defenestracione di Lavai. Nella «Memoria» tuttavia si richiamava l'eventualità "di un movimento secessionista del Nord Africa .fi'ancese". Ad ogni modo, in un promemoria a Graziani in data 15 gen. 1941 , Roat.ta scrisse che "/. . ./poco dopo[ ...il noto movimento del Gabinetto Francese era/ giunto l'ordine di riprendere in esame quella [occupazione della Francia libera ... con il trasportoJ alla frontiera ovest {del]la divisione motorizzata 1i·ento e la coraz.zata Ariete (che appena giunte [avrebbero dovuto} ripartire per l'A.S. " . "Promemoria all'ecc. il capo di SM" s .n., redatto in data I 5 gennaio 194 J a firma Roatla. Carte Roana Graziani , ACS, Se. 55, fasc.47, sottofasc. 2. Originali mese di ottobre 1940 - febbraio 194 l. Infine deve al riguardo essere rilevato il fatto che le truppe alla frontiera erano state poste in stato d'allarme. Diario comando 4" Armata, giorno 12 clic. 1940, AUS-

S.tvlE 103 (II).

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sarebbero rimaste isolate a lungo prima che le altre sei - facenti parte del dispositivo approntato, ma in larga misura incomplete e con gravi carenze nella dotazione di automezzi - fossero in grado di raggiungerle. Viceversa, un movimento cli conserva avrebbe imposto un inaccettabile rallentamento dell'operazione. Perciò, si consigliava la soluzione di "una prima occupazione delle zone cli Modane - Briançon Barcellonette - Nizzardo, salvo ad estenderla una volta chiaritasi la situazione''. li promemoria terminava in ogni caso con l'affermazione che "in relazione alla situazione generale", permaneva la validità delle "riserve di cui al promemoria n. 292 del 20 novembre". Se ne riparlò alla riunione del 1° gennaio 1941 cui parteciparono i capi di SM di Forza armata, nel corso della quale il sottocapo di SMG, generale Guzzoni, rinnovò "l 'ordine perché [fossero] condotti alacremente studi [ ... ] nell'eventualità che si [dovesse] procedere all'occupazione di una parte del territorio francese" d ' accorcio con l'alleato. In quella occasione , pur riconoscendo le carenze della 4" Annata, Guzzoni in formò tuttavia i convenuti che, temendosi mutamenti a Vichy, sarebbe stato necessario occupare "tutto: noi, lungo la Cornice verso Nizza, Tolone . La Germania occuperebbe il resto [ ... ] dice che può farlo in tre giorni. La nostra 4" Armata difetta di 2/3 di automezzi e di 2/3 di genio e quindi non può essere così fulminea" .70 Se ne potrebbe desumere che, in base agli accordi con i tedeschi da parte italiana si dovesse procedere all'occupazione del territorio limitato a ponente dalla linea d'am1istizio (all'incirca il corso del Rodano). Impresa che, in ogni caso - lo si vedrà meglio in seguito-, non era agevole per le note carenze. Il 3 gennaio, prima ancora che lo SMG ne diramasse ufficialmente le direttive, cosa che avvenne il successivo 11, l' ufficio Operazioni II dello SM RE presentò al suo sottocapo, che aveva partecipato alla riunione stessa, un promemoria con il quale si illustrava la situazione

70 Riunione tenutasi il 1° gennaio 1941 (Verbale n.27, AVSSME H- 10, BI). Guzzoni fece annotare nel diario del Comando Supremo di avere informato i capi di SM delle Forze Armate "sullo svoLgimen.10 delle trattcaive con La Germania per il concorso diretto e indire/IO alle operazioni ilaliane".

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degli studi esistenti, allegando uno studio su lla "avanzata in territorio francese", redatta veros imilmente sulla base delle direttive di Guzzoni.7 1 Con il promemoria citato , che consente di ricostruire in parte il contenuto della successiva direttiva dello SMG in data 11 gennaio, si presentava per l'approvazione lo:

"studio relativo all'occupazione di territorio.fi·ancese, compilato in base alle recenti direttive di Stamage di prendere in esame anche una soluzione più limitata di quella considerata nel precedente studio sull'Esigenza "R" e più ampia di quella accennata da questo S.M. (Nizzardo e sbocchi oltre Alpi). [Studio che .. .}, partendo dal presupposto della difficoltà di un'avanzata in Savoia e nel Delfinato, data la intransitabilità invernale dei colli del P. S. Bernardo e del Moncenisio, considera la occupazione limitata alla zona meridionale della fascia compresa tra le Alpi ed il Rodano . [ . . .] ". Tuttavia, si suggeriva al sottocapo di SMRE di rappresentare allo SMG, inviando il nuovo studio redatto secondo le sue indicazioni, che la soluzione «cli compromesso» adottata avrebbe richiesto le stesse forze dell'«Esigenza R». Tanto valeva adottare la soluzione «minima» (quella del Nizzardo e sbocchi oltre Alpi) che sarebbe stata "più facile

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"Promemoria per l'Ecc . il sol/ocapo di S.M. del[' Esercito " senza numero in data 3 gen. 1941 , con allegato studio sulla " Avanzata in territorio francese", studio che reca la data del precedente 2 gennaio (A USSME DS SMRE 2074-447). Il promemoria è riportato in appendice. Della lettera con la quale lo SMG diramò successivamente le direttive in materia, (n . 5399 di prot., in data 11 gennaio 194 J, AU~'SSME, Raccolta .lv17208, canella 3, n.26) si è rinvenuta la sola prima pagina, tuttavia è di aiuto alla sua interpretazione il fatto che esso fa espresso riferimento al Promemoria 352 del 20 dicembre 1940. Della diramazione del documento esiste annotazione nel Diario Storico deL Comando Supremo, voi. lii ( l .1.1941-30.4.194!) Tomo 1 Diario. Ufficio Storico SME, Roma 1989, giorno 11 gennaio 1941, pag. 85. Purtroppo la lettera, che viene citata come allegata, risulta fra i documenti irreperibili. Perciò la prima pagina viene comunque riportata in appendice. Per quanto è dato di leggere e di interpretare dall'unica pagina disponibile, si ipotizzavano due eventualità: una ravvicinata, l'altra più distante nel tempo. La prima eventualità, che è di maggior interesse, escludeva presumibilmente l' azione in Corsica perché di più difficile attuazione immediata. La Marina infatti non era pronta e la smilitarizzazione delle difese a mare della Corsica non ancora completata. Lo sarà nella primavera.

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in qualsiasi tempo e più economica (5-6 dì visioni)", oltre a svolgersi interamente "nella zona demìlitarizzata".72 Sul piano operativo , lo studio, che fu poi inviato allo SMG il 20 gennaio , esaminava la questione delle direttrici utilizzabili nel periodo invernale , abbozzando ì limiti della più conveniente linea di demarcazione da stabilire con le cooperanti truppe tedesche, data la stagione. Se ne deduceva che per le "notevoli difficoltà alla occupazione della Savoia e del Delfinato, territori nei quali potrebbero facilmente accedere le truppe tedesche'', sarebbe stato conveniente affidare a queste il compito dì avanzarvi, dato che dette truppe erano "in più favorevo li condizioni per una rapida avanzata (mezzi - viabili tà) [al fine di ....] occupare inizialmente anche una parte a noi riservata, ove verranno successivamente sostituite dalle nostre truppe".73 La linea degli obiettivi dello sbalzo iniziale, a sud segu ìva il Rodano, dalle foci sino ali 'altezza di Pont St. Esprit (poco più a nord di Avignone) , donde, per la

72 La soluzione del Comando Supremo - probabilmente conosciuta sin dalla nota riunione del 1° gennaio, e s inteticamente definita come "lim itata alla zona meridionale della fascia compresa tra le Alpi ed il Rodano" -, si sviluppava, seppur in modesta misura, piLt ad ovest della «linea viola,)), limite della s militarizzazione. Essa s i poneva fra quella «minima» caldeggiata dallo SMRE, la quale considerava l'occupazione ciel "Nizzardo e /degli] sbocchi oltre Alpi (Brianzonese · ivforiana · Tarantasia)", e che aveva costituito oggetto del Promemoria 352. E quella «media», che prevedeva l'occupazione ciel territorio francese sino alla "linea del Rodano[ ...e che era 1 considerata nello studio Esigenza 'R' " . La soluzione massima, richiamata per completezza nel pro· memoria, corrispondeva all'occupazione "della linea del Rodano e della fascia costiera sino al confine spagnolo''. Della soluzione caldeggiata dallo SMG, s i ha confernià anche da una lettera cli Roatta a Graziani che re.cita "{ .. .] L' I I gennaio è giu11io un ordine di preparare un'occupazione limitata agli sbocchi dei colli ed alla contea di Nizza. L'operazione dovrebbe essere accompagnata dalla occupazione della Corsica" . "Promemoria all'ecc . il capo di SM" s .n., redatto in data I 5 gennaio l 941 a firma Roatta. Carte Roana . Graziani, ACS , Se. 55, fase. 47, sottofasc. 2. Originali mese di ottobre 1940 · febbra io 1941. Detta soluzione nel prosieguo ebbe numerose evoluzioni ed infine fu ulteriormente precisata quale contenuta nell'inviluppo piLL occidentale delle varie linee di confine della contea cli Nizza con la Francia. Essa però comprese sempre gli "sbocchi dei colli" e cioè l'allargamento delle zone occupate di Moclane e di Bourg St. Maurice. 73 Lo studio sulla "Avanzata in territorio francese"i n data 2 gennaio, prendeva le mosse dai seguenti presupposti: "un'operazione tendente all'occupazione di parte del territorio francese [era] da considerarsi: quale ritorsione ad un movimento secessio11ista nel Nord Africa francese; inquadrata · previi precisi accordi · in analoga azione delle truppe di occupazione tedesche [ ...] ". Promemoria per l'Ecc. il sottocapo di S.M. dell'Esercito .. ..con allegato studio .. ..entrambi citati . AUSSME DS SMRE 2074-447.

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rotabile per Nyons, correva poi verso nord-est lungo le creste del Delfinato sino al Massiccio del Pelvoux e a Bourg St. Maurice.74 Il nuovo studio spingeva dunque l'avanzata sino al Rodano nel tratto meridionale, quasi a bilanciare lo svantaggio che la stagione invernale imponeva a nord, pur prevedendosi cl i avanzare in quel settore sino ad occupare gli "sbocchi dei colli" per real izzare l'ampliamento delle zone occupate cli Modane e di Bo urg St. Maurice, in vista della progressione ulteriore dell 'avanzata.75 Quello che fu inviato allo SMG il 20 gennaio 1941, costituì in realtà un nuovo progetto «R», in base al quale si sarebbe dovuto raggiungere la linea ciel Rodano, "dal confine svizzero al mare", ma che considerava, per l'eventuale suo svolgimento invernale, lo sfruttamento di due sole direttrici di avanzata (per il Col di Tenda e per le Cornici); se ne prevedeva tuttavia il raddoppio attraverso i valichi del Monginevro e della Maddalena o cl i Larche tenuti aperti grazie all'impiego cli "mezzi spazzaneve tenuti a piè d'opera". Il problema era dato dai passi più settentrionali (Moncenisio e Piccolo S. Bernardo) . Mentre quest'ultimo doveva essere scartato, insieme alla possibilità cli sfruttare la val le dell'Isère (o Tarantasia) , impiegando i minuscoli distaccamenti di presidio tra Séez e St. Foy, l'impegno della valle dell'Arc (o Moriana) poteva essere garantito dalle più cospicue forze dislocate in zona oltre frontiera (stanziate, come si ricorderà in torno all'abitato di Lanslebourg, ma non in quello di Moclane) . Tale possibilità era tuttavia consentita solo se si fosse potuto:

74 In pratica ta le linea correva Lra il corso dell ' Isère e quello della Durance. Ibidem. Delle "più favorevoli condizioni" riferisce un documento senza numero del Comando Supremo in data 15 gennaio 194 1, probabile promemoria per "E,ventuale occupazione totale territorio francese metropolitano". Documento allegato alla lettera C IAF n . 9758 in data 9 gennaio 1.943 riportata come documento n. 11 (allegato 470) nel Diario Storico del Comando Supremo, voi. III (l.l.1941 -30.4.1941) Tomo li Allegati. Ufficio Storico SME, Roma 1989, giorno l l gennaio 1941, pag. 48. Il nuovo studio fu definitivamente inoltrato allo SMG con lettera n. 820 (Esigenza " R") del 20 gennaio 1941, AUSSME, DS SMRE 2074-454. 75 Questa nuova direzione dei progetti di avanzata in Francia, derivava dunque eia ragioni climatiche. Nella stagione invernale i passi alpini più settentrionali (per quanto interessa, Piccolo S. Bernardo, Moncenisio e anche Monginevro) sono ancor oggi spesso i.ntransitabili, e all'epoca, per comprensibili ragioni, lo erano per periodi assai più protratti . li breve mov imento con poche idonee truppe oltre i va lichi più seLtentrionali fu sempre g iudicato possibile. Si parlerà più avanti del ricorso al trasporto ferroviario attraverso il tunnel del Fréjus.

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"garantire il traffico ferroviario per la galleria del Frejus, almeno sino a Modane. Per assicurare tale sfruttamento le[ .. .] truppe dislocate in Val Moriana [avrebbero dovutoJ immediatamente procedere all'occupazione di Modane e dello sbocco nord di detta galleria: a tale occupazione [avrebbe potuto/ concorrere un reparto inviato per ferrovia da Bardonecchia". Si sarebbe sfruttata, dunque, la dìrettrice della Val Morìana, per raggiungere le località ìmportanti della Savoia.76 TI progetto contemplava l'impiego dì nove divisioni ìnquadrate in tre corpì d'armata (I, II e XV) oltre a una riserva, costituita da grandi unità incomplete, che poteva ammontare a tre divisioni. Nel complesso, si trattava di dodici divìsioni, cli cui due corazzate e due autotrasportate, più una motorizzata e una alpina. Di esse, sei appartenevano alla 4" Armata, mentre Ariete, Littorio e Trento sarebbero state cedute dall 'Armata del Po. Si no al 15 gennaio , tuttavia, occorreva rìcorrere a ulteriorì due divisioni motorizzate (Piave e Pasubio) della stessa armata , per l'incompletezza di due divisioni di fanteria della 4" (Assietta e Livorno). La situazione non si discostava molto da quella del Promemoria 352. Tre divisionì di fanteria della 4" Armata "da far marciare al seguito delle G.U. corazzate e motorizzate dell'Armata del Po" erano prive degli automezzi necessari, condizione che avrebbe creato la soluzione di continuità già rappresentata con quel documento. Inoltre, ammesso il completamento delle divisioni Assietta e Livorno per la metà cli gennaio, solo dopo la fine del mese la 4" Armata avrebbe completato la faticosa rimobilitazione delle altre tre dìvìsioni tenute in rìserva (Cagliar~, Sforzesca, Forlì) ed avrebbe potuto condurre l'operazione autonomamente, potendo rìnunciare alle due dìvisioni autotrasportate, ma non alle due corazzate e alla motorizzata. Ma a quell'epoca Arìete e Trento sarebbero state in navigazione per Tripoli .77

76 Lettera 820 (Esigenza " R") del 20 gennaio 77 Il citato promemoria di Roatta a Graziani

1941 (AUSSl'vlE DS S.M RE 2074-454). ricorda che Ariete e Trento fatle affluire "alla .frontiera ovest ( / ... /, appena giunte debbono ripartire per l'A.S.)" ACS, Scatola 55, Fascicolo 47, Sottofaseicolo 2, Promemoria inviati da Roana, sottocapo di SMRE al maresciallo Graziani. In appendice uno schema delle forze impegnate nelle varie ipotesi operative e delle zone obiettivo.

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Non si può escludere che il rinnovato progetto «R» sia stato il viatico col quale Mussolini si presentò al Berghof per i previsti colloqui politico-militari con Hitler (19 e 20 gennaio 1941). Visto che i tedeschi erano pronti all'azione in Francia, egli intese presentarsi con un progetto che fosse all'altezza dei piani dell 'alleato e che consentisse di partecipare all'eventuale occupazione totale della Francia su un piede cli parità. È possibile dunque che Mussolini - di fronte ad un interlocutore che aveva ormai letto i suoi bluff e che si accingeva ad intervenire decisamente in Cirenaica - , avesse preso il partito di sempre, quello della sicurezza, lasciando al generale Guzzoni il compito cli illustrare i limiti contingenti della partecipazione italiana all'azione comune, in base alla disponibilità delle forze. Il sottocapo cli SMG dichiarò infatti, il 19 gennaio, nel corso degli incontri a carattere militare, che: "in merito all'eventuale occupazione della Francia tuttora non occupata, non sarebbe [stato Jpossibile alt' Italia occupare tutta la zona [. . .] sotto il suo controllo sino al Rodano . In ogni caso [avrebbe occupato] quei territori che rientra[va]no nelle sue rivendicazioni" .

Dichiarazione che può riferirsi probabilmente alle possibili tà italiane nel caso cli un'azione immed iata, mentre il governo italiano si riservava l'avanzata verso il Rodano in un secondo tempo. Tale era, come noto, la posizione che lo SMRE aveva sostenuto con la sua proposta del 20 dicembre 1940.78

78 F. Rossi , i"1ussolini e lo Stato Maggiore ... op. c it. , pag. 186. C'è chi attribuisce ad Hitler, che a Berchtesgaclen fu cordiale e comprensivo con il Duce, l'intento cli "evitare di suscitare pericolosi risentimenti nell'alleato facendo mostra di condividerne i disegni, ripromettendosi in realtà "attraverso un impegno graduale, di far comprendere agli italiani che essi dovevano ormai rassegnarsi a svolgere un ruolo secondario nel conflitto" . I generali hitleriani nel corso dei colloqui al livello militare, fecero invece del loro meglio per dissuadere immediatamente i loro omologhi italiani da ogni ambizione in Francia. (M. Borgogni, Mussolini e la Francia ... op. cit., pagg. 192 e 193) . Secondo Hillgruber, sui colloqui cli Berchtesgaden gravò il peso della disastrosa situazione militare italiana. Nonostante che il vero tema dell'incontro fosse il concorso che i tedesch i intendevano offrire all ' alleato sia sul fronte greco sia in Africa Settentrionale, si parlò anche della Francia. Il Duce accettò il "disegno [tedesco] che si inquadrava nel piano 'Attila' ". Hit.ler, che tuttavia aveva in mente la possibilità del tradimento della flotta francese, sostenne che questo piano doveva restare "sempre eseguibile, seppure in misura ridotta". (A. J-lillgruber, op. ci.t., pag. 390).

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L'ammissione del generale italiano non fece tuttavia né caldo né freddo all'OKW, i cui capi militari erano convinti probabilmente della relativa facilità dell 'operazione - che peraltro rientrava in eventualità remote - e della marginalità del concorso italiano. Questa tesi è suffragata anche dal fatto che alla fine del dicembre 1940, il sottocapo di SM dell'OKW, .Todi, aveva espresso al generale Gandin, che rappresentava il Comando Supremo, il suo giud izio sull'inutilità di complesse predisposizioni per aver ragione della resistenza francese"[ ... J la Francia si lega[val sempre più all' Asse [ ... ] In caso diverso sarebbe [stata] occupata in tre giorni [ ... ]".Dichiarazione che si è visto essere stata ripresa dal generale Guzzoni nel corso della riunione del l O gennaio. In un colloquio avvenuto un paio di settimane prima di Berchtesgaclen con il generale Favagrossa, sottosegretario alle Fabbricazioni di guerra, lo stesso Jocll disse al rappresentante italiano che:

"nell'ipotesi di un'occupazione totale della Francia, l'Italia avrebbe dovuto svolgere un ruolo secondario" e che l 'operazione sarebbe stata di "competenza esclusiva" tedesca.79 Se dunque l'OKW riteneva marginale il concorso ital iano, !"immediatezza' alla base degli studi italiani non era richiesta dai tedeschi, ma piuttosto un'esigenza italiana. I primi, infatti, ritenevano impossibile una 'sincronizzazione' delle operazioni dell'Asse in territorio francese, se non altro per le differenti velocità di progressione dei due dispositivi. Essendo palese l'intenzione germanica di scoraggiare iniziative dell'alleato , l'illusione di un 'azione comune in Francia non avrebbe dovuto riaccendere le antiche ambizioni di Mussolini. È interessante rilevare cOme l'OKW temesse addirittura eventuali azioni autonome italiané, tanto è vero che nel corso di quelle riunioni fu rono:

"fatte da Jodl [allusioni] all'eventualità che da parte italiana si pensi a qualche operazione segreta, per la quale si accantonano forze e mezzi: Gandin smentisce recisamente" .80

79 M. Borgogni, Mussolini e la Francia .. . cit., pag. 2 14 note 75 e 76 cap IV. 8 Carteggio Marras (2434/A) AUSSME I- 43 , 2. Si veda anche: Sergio Pelagalli, Efisio Marra.i· Addeuo Militare a Berlino 1936-43, Ufficio Storico SME, Roma, 1994 , pagg. 133 e seguenti.

°

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Il progetto 820 dell'«Esigenza R», predisposto il 20 gennaio dallo SMRE, risultò progressivamente superato dalle circostanze che condussero alla contrazione delle unità a disposizione della 4a Armata. Meno di due settimane dopo la presentazione del piano di cui si è appena trattato, l'Ariete aveva iniziato il suo afflusso in Libia, dove, a breve, sarebbe stata seguita dalla Trento; inoltre, tre divisioni di fanteria dell'Armata furono avviate al fronte albanese. Di conseguenza, dato che il dispositivo costituito per l'operazione veniva a mancare di quattro divisioni , il I O febbraio 1941, lo SMRE fu autorizzato ad impartire al comando della 4" Armata le disposizioni per l'attuazione di una soluzione operativa assai affine agli intendimenti formulati dallo stesso SMRE sul volgere dell'anno. Aveva così origine una nuova fase della pianificazione, ispirata al tentativo dì sottrarsi alla soggezione della stagione, influenzata dagli accordi presi al Berghof sull'azione concorrente delle truppe tedesche lungo le più agevoli valli savoiarde e dell'alto Delfinato, e concepita secondo un criterio di immediatezza, criterio che imponeva un traguardo intermedio prima di completare l'occupazione a oriente ciel Rodano, che restava l'obiettivo finale delle operazioni. La pianificazione fu allora caratterizzata dal conseguimento iniziale di obiettivi ravvicinati , interessanti soprattutto il Nizzardo, e dall'orientamento dell'asse delle operazioni verso sud-ovest, con basi di partenza poste generalmente a sud del Monginevro. Invariate le note azioni di ampliamento delle zone occupate ai piedi dei valichi più settentrionali, estese talvolta alla conca di Briançon e alle località limitrofe. Tale carattere si conserverà sino al novembre 1942.81 Il nuovo quadro di pianificazione, abbandonato quello di «Esigenza R», prese il nome di «Operazione 215». Si trattava cli occupare, secondo il progetto 900/0p. dello SMRE, la:

"zona del Nizzardo [sino a Cannes, Grasse e Puget - Théniers ... e

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Non si rinunciò ovviamente alla clirellrice costiera, ma progressivamente emerse la concezione che l'azione lungo l'asse delle Cornici avrebbe dovuto essere agevolata eia penetrazioni concorrenti agenti lungo i più agevoli assi trasversali cadenti sulla cost;,i tra Mentone e Nizza. Si giunse progressivamente a conferire a tali linee d'azione la prevalenza su quella costiera. Si veda più avanti, la concezione manifestata dal generale Caracciolo.

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gli} immediati sbocchi oltre confine in Tarantasia [Bourg St. Maurice], in Mariana [ Modane J e nel "Brianzonese" . I presupposti dell'operazione si ispiravano alla necessità di assecondare (e di sfruttare) la decisione dell'alleato al .fìne "di procedere - di comune intesa con la Germania - alla occupazione, anche con carattere di immediatezza, dei territori francesi non ancora occupali" nel caso in cui "la situazione politica della Francia " avesse generato avvenimenti tali da imporre l 'intervemo .82 Complessivamente , pertanto, l'Armata, ordinata su quattro corpi d'armata (I, TI , X V e autotrasportabile, o XIX), avrebbe potuto contare su poco più di nove divisioni, le cui formazjoni erano tuttavia largamente rimaneggiate per il continuo attingervi a favore di altri fro nti . Per esempio, la divisione corazzata Littorio era su soli due battaglioni can-i leggeri; la autotrasportata Pasubio, non disponeva della massa degli autoveicoli e la 3" celere, a sua volta, oltre ad essere stata designata per l'avvio in Albania, basava la sua forza su reggimenti di cavalleria montata.83 Sul piano operativo, tuttavia, l'alea della stagione era superata. Si rinunciava infatti allo sfruttamento dei passi più settentrionali (Piccolo S. Bernardo e Moncenisio) utilizzando invece le direttrici che impegnavano i valichi del Monginevro, della Maddalena e di Tenda, in ogni caso tenuti sgombri da neve. La modesta azione in Modana con l'occupazione di St. Miche! de Maurienne, come nel precedente caso, avrebbe avuto per protagoniste le truppe dislocate nelle zone oltre frontiera, le quali avrebbero portato un colpo di mano su Moclane, liberando la via a truppe affluite per ferrov ia da Bardonecchia, attraverso il traforo del Frejus.

82 Lettera SMRE 900 del .1° feb. 194 1 (AUSSME DS SMRE 2074-465). Gli obiettivi dell'operazione erano uniti da una linea ideale (Linea rossa) citata nel testo del documento. Essa univa le località di Aigle du Glacicr - Hauteville (Bourg SL Maurice) - rotabile St. Foy - Tignes (inclusa) - Grande Motte - St. Miche! - La Grave - M. Pelvoux Chorges - !es Trois Eveehés - ovest Thorane - ovest St. André des Méouilles - ovest Castellane - Fayencc (escluso) - foci Siagne. Essa era sensibilmente la stessa di quella prevista dal progetto di piano n.820/0p. del 20 gennaio precedente. 83 Il corpo d'armata autotrasportabile era su tre div isioni; l'Armata disponeva anche del 3° gruppo alpini Valle, formazione tattica di livello reggimentale. Si vedano in appendice gli organigramma della 4" Armata nelle varie fasi di pianificazione.

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4. L'avvento del piano "215" - La pianificazione presso il comando della 4a Armata. Le istruzioni contenute nel fogl io SMRE 900/op. dettero presumibilmente origine alle "direttive [per 1'] operazione 215", diramate a loro volta dal comando della 4" Armata ai corpi d 'armata dipendenti, il 12 febbra iol941. Tali direttive paiono illustrare con maggior precisione non solo la gravitazione delle forze per 1'acquisizione ciel Nizzardo, ma anche quell'indirizzo trasversale delle operazioni concorrenti che, movendo da valichi più agibili, avrebbero fornito impulso all'azione decisiva costiera. Ad esempio, la stessa occupazione della conca di Barcellonette, realizzata provenendo dalla Maddalena, non era propedeutica, come in altri casi, ali 'ulteriore progressione verso il medio Rodano o in direzione della valle della Durance. Essa invece serviva eia spalla alla concomitante azione che, più a sud, era interessata al presidio dei ponti sul Varo risalendo il corso del fiume. Analogamente, la penetrazione dal Monginevro fin oltre .Briançon, non rispondeva al criterio di procedere lungo la valle della Durance, ma a quello di occupare a nord il Galibier e ad ovest il nodo di Chorges - Mongardin. Nel complesso, il piano appare assai articolato, congegnato com'era su azioni concorrenti e su colpi di mano preventivi intersettoriali. Esso prevedeva l'impiego dei quattro corpi d ' armata menzionati, su complessive 9 divisioni, oltre ad un gruppo alpini e a reparti mobili della GaF, per citare le unità pi ù consistenti. La conquista degli obiettivi del Nizzardo doveva compiersi in due fasi: la prima era volta a raggi ungere il Varo, tra Colomars (II CA, direttrice del Tenda, divisioni Livorno e Ravenna) ed il mare (XIX, direttrice costiera, divisioni Littorio e Pasubio); mentre il 1 CA occupava le note conche della Tarantasia e della Moriana, ciel Brianzonese e cli Barcellonette.84 Nella seconda, il II

84 Più in particolare, il I CA (su Taurinense , Superga e gruppo Valle) avrebbe dovuto: ampliare il territorio occupato in Tarantasia intorno alla conca di Bourg St. Mauricc, giungendo, verso nord ovest , allo sbarramento montano de lle provenienze da Albenville; occupando, alle spalle del borgo, verso sud est, tutta l' alta valle Isère sino al Col de l' Iséran; infine, lungo la stessa valle, verso Mou tiers, Hautev ille piccolo vi llaggio dominante a pochi chilometri a sud di Bourg St. Maurice. Ed occupare la conca di Modane e quella di St. Miche! de Maurienne e, nel Brianzonese, lungo le direttrici del Monginevro e Maddalena, quelle di Briançon, Barcellonette, Embrun.

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CA avrebbe occupato la zona tra Castellane ed Escragnolles e il XIX CA quella tra Grasse, St. Vallier e i ponti della Siagne insistenti nel settore. Il XV CA, in riserva d'Armata, su tre div isioni (Assiett.a e Cosseria di fanteria e quasi tutta la 3'1 celere), avrebbe dovuto agevolare la progressione dei corpi d'armata Il e XIX, mediante il concorso al colpo di mano su Broglio, condotto eia unità GaF del Il CA, preventivo ali 'avanzata delle divisioni dello stesso corpo. Il XV avrebbe condotto in proprio altro colpo di mano su Sospello (Sospel), eseguito eia suoi reparti GaF, con lo scopo di occuparne la conca e interdire reazioni avversarie sul fianco destro delle divisioni di prima schiera procedenti lungo la Cornice .85 Presupposto cli base era ovviamente il "carattere di immediatezza" con il quale avrebbe dovuto poi svolgersi l'operazione e il fatto che s i sarebbe dovuto agire "di sorpresa"; modalità che avrebbero richiesto non solo "la celerità delle G. U . corazzate ed autotrasportabili", ma anche I"'autotrasporto di aliquote delle divisioni di fanteria" e della stessa Pasub io (che avrebbe dovuto essere organizzata autonomamente per l'autotrasporto, ma in realtà non lo era) . La disponibilità ciel XIX autotrasportabile costituiva pertanto la chiave cli volta dell'intero elaborato progettuale. L'Armata, che disponeva cli due soli autoraggruppamenti dovette dunque far fronte alle esigenze della Pasubio e decise poi cli predisporre l'autotrasporto di 4500 uomini della Livorno e cli parte della Ravenna (TI CA) , oltre che rinforzare le scarse dotazioni di automezzi del I CA. Per adeguare il movimento delle artiglierie a quello delle unità di fanteria, il piano prevedeva, a maggior complicazione, la

85 Il corpo d'armata autotrasponabile doveva muovere sulla sola direttrice costiera sino al Varo; di qui, una delle due divisioni avrebbe risalito la valle del Varo raggiungendo St. Vallier; l' altra avrebbe proseguito per l'itinerario costiero sino a Cagnes, dirigendosi poi verso Grasse. Le direttive del comand.inte della 4'' Armata sono contenute nella lettera 772 in dat.i 12 febbraio I 941 ; AUSSME M-3, 96, F3 (cartella 3976). Il compito tu tto sommato r idotto si potrebbe spiegare, con il fatto che in un appunto interno del comando della 4" Annata, senza data , ma che ancora si riferiva al «Piano 2 15» (e quindi databile prima del 5 marzo, data in cui si ha notizia del mutamento del suo nome in «Esigenza O»), si cita l' intendimento operativo tedesco di concorrere all'azione delle truppe iwliane "lungo la valle del Rodano, in direzione di Chambéry - Grenoble Sist.eron", al limi te della zona smilitarizzata, allo scopo cli "tagliare I.alle forze frances i'! la possibilità di tempestivamente intervenire nella zona smilitari zzata" . AUSSME, Carteggio M-3 , C.96, F3 , appunto senza numero né data redatto per illustrare il ,,Piano 2 I 5» di cui s i parla. In appendice.

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sostituzione "con gruppi 105/28 di C. d' A. delle artiglierie divisionali delle divisioni [organizzate per l'autotrasporto]. Dette artiglierie [divisionali ... avrebbero seguito] per v. o. e possibilmente per ferrovia" , come gran parte de)]a Ravenna. 86 Alla fine dello stesso mese, però, lo SMRE impose alcuni 'aggiornamenti', i quali consistevano in sostanza nel mantenere in riserva proprio iJ corpo d'armata autotrasportabile (XIX) in luogo del XV. Pur in assenza di prove documentali complete, la circostanza fa supporre che in tal modo s.i potesse disporre di questa grande unità anche per altre esigenze che si profilavano all'orizzonte. Tra il 6 e il 27 marzo, infatti, il XIX CA fu fatto progressivamente affluire verso i confini opposti, a seguito delle "misure difensive adottate alla frontiera orientale". Questo 'aggiornamento' del progetto iniziale, inoltrato allo SMRE lo stesso 28 febbraio, fu approvato. E dai primi cli marzo, corrispose alla «Esigenza Ovest» o , semplicemente «Esigenza O», che successivamente, per il carattere dell'urgenza, diventerà «Emergenza 0».87

86 Le unità della Ravenna avrebbero dovuto at11uire per via ferroviaria alle sue basi cli partenza (Borgo S. Dalmazzo) ed eventualmente utilizzare lo stesso mezzo per procedere lungo la sua direttrice in territorio francese. Ravenna e Livorno (Il CA) erano infatti incaricate di serrare sotto sulla linea del basso Varo, che costituiva obiettivo di primo tempo delle grandi unità cli testa del corpo d'armata autotrasportabilc, allo scopo di sostituirle su quelle posizioni, presidiare i ponti più importanti e dar loro la possibilità di proseguire s ino aJJ'obiettivo finale (la linea della Siagne). 87 11 4 marzo I 94 1, con lettera 1200/0p., il comando della 4" Armata trasmetteva ai dipendenti corpi "le disposizioni contenute nelfoglio n. 2645 dello Stato Maggiore, trasmesso con auergaw JI 04 in data 28 febbraio " in base al quale si definiva "l' aggiornamento delle Dire1tive" stesse, aggiornamento riferito sostanzialmente alla posizione del corpo d 'armata autotrasportabile nel dispositivo ed alla disponibilità di autotrasporti. (AUSSME, M-3, 96, FJ). Si vedano i seguenti documenti dello SMRE: lettera 2773 in data 5 marzo 1941 (approvazione delle nuove proposte dell ' Annata, inviate con lettera 2111 in data 28 febbraio, dove per la prima volta si accenna all'esistenza della Emergenza Ovest. AUSSME DS SMRE 2074-486); lettera SMRE n.3060, in data 6 marzo I 941 (decisione circa trasferimento corpo d'annata autotrasportabile, AUSStvlE, DS SMRE, 2074, giorno 6 marzo). Si legga inoltre la lettera SMRE n.3 I74 in data 9 marzo 1941 indirizzata allo SMG a proposito delle misure alla frontiera orientale, probabilmente derivanti dall'ingresso delle forze tedesche in Bulgaria . Diario storico del Comando Supremo, Volume II, Tomo 11 , SME, Roma, 1988, pag. 267 . A proposito del rinnovato progetto del comando 4" Armala, nella riunione del 3 marzo 1941 (Verbale 28, Verbali delle riunioni dello SMG, Volume II, Ufficio Storico dello SME, 1989) si cita l'esistenza di un "secondo swdio dell'eccellenza Caracciolo [allora comandante dell'Armata]" , studio, condiviso dallo SMRE e dal sottocapo cli SMG, Guzzoni. Esso tuttavia era completamente nuovo: rinunciava infatti all'impegno de lla direttrice delle Cornici e prevedeva di impiegare le forze motorizzate italiane "dalle comunicazioni picì a Nord". Dello studio non è stata rinvenuta traccia.

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Questa pianificazione, che prevedeva l'occupazione limitata cli cui si è trattato, fu accantonata a causa del rinnovato moltiplicarsi degli impegni operativi (.Jugoslavia, Russia, Africa Settentrionale) e per l'acutizzarsi della crisi militare, circostanze che ricondussero l'Annata alla fu nzione di «serbatoio». A partire da questo periodo le pianificazioni per l'Esigenza Ovest nella primavera del 1941 conobbero una effettiva stasi. Uno dei problemi che fu affrontato nel corso dello sviluppo del progetto 215/0p. e del successivo studio della «Esigenza Ovest» fu la questione della "rotabile della Media Cornice", la quale, dalle carte topografiche, pareva " intercettata [ . .. ] dal confine del Principato cli Monaco, neutrale[ .. . ]". Emerse invece che la strada era "integralmente esterna al territorio" monegasco e che anzi, anche quella della Bassa Cornice, che attraversava "in tutta la sua lunghezza il territorio del Principato [ ... l", poteva essere in buona parte utilizzata fino a Mentone e, subito dopo Montecarlo , fino all'abitato cli Nizza. La rotabile della Grande Cornice, invece, era totalmente svincolata dal territorio neutrale.88 Si vedrà che la questione ebbe la sua importanza: nel corso delle prime ore dell'avanzata del successivo novembre 1942, alcuni errori condussero minori reparti motociclisti a violare , per errore, il territorio monegasco. Le proteste successive condussero ad una piccola crisi diplomatica, subito composta.

5. Una nuova fase della pian(ficazione: all' «Esigenza Ovest».

progetti ispirati

La crisi del Levante francese (maggio-giugno 1941), di cui si temettero ripercussion i golliste in Francia, fornì l'occasione per dare origine, il 9 giugno, al progetto SMRE «9111», il quale resterà in vigore tutta l'estate . Il documento non è stato rinvenuto; tuttavia, da una lettera

88 Lettera comando 4" Armala 90 I/Op. ciel 22 feb. 1941, all'oggetto «Operazione 21.5 - Dati relativi alla rotab ile della Cornice» con allegato lucido al 50 .000, ineperibile (AUSSME, M-3, 96, F3). Lo SMRE ne diede notizia allo SMG con lettera n.3 129 ciel IO mar. 1941 (AUSSME 2074-501).

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dello SMRE dell'agosto successivo, si apprende che il progetto si ispi rava alla «soluzione minima» sulla quale lo SMRE insisteva sin dal 3 gennaio precedente e ne rappresentava l'aggiornamento «estivo», per il fatto che nella buona stagione era consentito il transito attraverso i passi del Piccolo S . Bernardo e del Moncenisio. Queste notizie paiono confermate in un appunto della prima metà di giugno, presentato al comandante del r CA , generale Curio Barbasetti di Prun . Nel documento si accennava al fatto che, nel quadro dell' «Emergenza O», si stava redigendo presso lo SMRE un nuovo progetto, il quale avrebbe trovato "attuazione soltanto se gli eventi in Siria avessero [avuto] una ripercussione orientata a degaullismo nella Francia metropolitana". Si prevedeva, a nord, di estendere la progressione per giungere sino alla "zona di Albe1tville" , sfruttando i solchi vallivi dell' Arc (Moriana) e dell'Isère (Tarantasia) e impiegando la Taurinense e il 3° gruppo <<Valle>>.89 A sud , non c'era "sostanziale variazione" rispetto alla <<soluzione minima» e ai piani che ne erano ormai derivati. Tuttavia , un ' annotazione manoscritta rivela che una variante risiedeva "nel passare al II CA la direttrice della Maddalena", fatto che induceva "un cospicuo spostamento a sud degli obiettivi" . Lungo le valli clell 'Ubaye e della Durance, la divisione Superga di quel corpo d ' armata sarebbe giunta ''ol tre Chorges", località del territorio smilitarizzato, sita nei pressi di Gap, poco più ad ovest di Savines (obiettivo della soluzione minima). li raggiungimento di quell 'abitato realizzava, attraverso la valle del Vernon, il collegamento col Nizzardo , eia occupare sino al corso ciel Varo, presumibilmente ad opera delle divisioni ciel XV CA.9°

89 Il documento è siglato con le iniziali dal generale Barbasetti (CB) e riporta una possibile data (13 VI, verosimilmente 13 giugno). AUSSME, Carteggio M-3, 96, F.3 (cart. 3976), appunto senza numero, né data. In appendice. Non si d ispone del progetto «9 I 11», tuttavia nella lettera I3416 in data 21 agosto 1941 indirizzata al Comando Supremo, s i legge che il piano era costituito dalla "soluzione minima, più quella pa11e della Savoia (Tarantasia - Moriana) prospettata [ .. . ] il 9 giugno u.s." . Lettera I3416 in data2 1 ago. 1941 (AUSSMEDSSMRE2075- 1114). 9 Complessivamente le forze impiegate nel progetto erano i corpi d ' armata I (d ivisione Tuarinense e 3° gruppo Valle); II (Superga); XV (Cosseria ed Assietta). In riserva la divisione Sforzesca. Vedasi organigramma in appendice .

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Sul fi nire cli luglio, per invito del Comando Supremo, lo SMRE impattì al comando della 4" Armata gli ordini per "avvicinare le truppe [della] Armata alla frontiera ovest", raccomandando al generale Vercellino la massima riservatezza. Mussolini, qualche giorno prima, il 24 luglio, aveva infatti ordinato allo SMG di " prendere le misure necessarie per fronteggiare ogni eventualità" in territorio francese metropolitano , oltre che in Corsica e in Tunisia.9 l A movimenti quasi completati, il 21 agosto, lo SMRE indirizzava al Comando Supremo e al comando della 4" Armata un progetto operativo riguardante I'"occupazione di parte del territorio francese aderente alla frontiera italiana" . Dizione che traduceva la scelta della "soluzione minima[ .. . ] più quella parte della Savoia (Tarantasìa - Moriana) [ . . . l prospettata con foglio 9111 del 9 giugno u.s.[ ... da acquisire] finché i colli rotabil i delle Alpi occidentali, dal P. San Bernardo a sud [fossero stati] sicuramente transitabili" .92

9I Lettera SMRE 121 40 del 31 lug. 194 1 (AUSSME DS SMRE 2075-2006) . Gli ordini di Mussolini sono nella Relazione per lo Staio Maggiore Generale sulla siluazione polùico - militare, in data 24 luglio 1941; in Hitler e Mussolini Lettere e docu1nenti, Rizzoli , Milano, 1946, pagg.114-115 . Verosi milmente tale necessità derivava dal fatto che, per la costituzione del Corpo di Spedizione In Russia (CSIR), si era attinto anche alle forze della 4° Annata (sottraendole le d ivisioni Assietta, L ivorno e Superga). Mussolini probabilmente non voleva che l'alleato, poco lieto del rinforzo italiano, ne ricusasse l' invio asserendo la necessitìLd i non sguarnire la frontiera occidentale in vista di un'eventuale occupazione dei terri tori francesi ancora liberi . In un colloquio avvenuto quasi un anno dopo, il 3 1 marzo 1942, tra Mussolini e il presidente della Commissione italiana d' armistizio, Vacca - Maggiolini alla presenza del capo di SMG , Cavallero, quest i ebbe a dich iarare cli aver assicurato l'OKW sulla persistente presenza di un robusto d ispositivo militare in corrispondenza della frontiera occiden tale, poiché il comando supremo tedesco, questa volta, temeva che "l'invio cli nostre truppe in Russia", avrebbe " indebo lito il nostro dispositivo sulle Alpi" . (R.H. Rainero, Mussolini e Pétain ..., op. cit. Tomo II, documento 47, pag . 282). 92 Il documento StvlRE (si vedano lettere 134 16 e 13417 , 21 agosto 194 1 (AUSSME DS SMRE 2075-1114 e 11 15), era stato redatto sulla base delle is truzioni dello SMG (10339, 27 luglio J 941, documento non reperito). La soluzione minima del 3 gennaio I 941 prevedeva, a nord , solo l' occupazione della conca d.i Modane, con qualche ampliame nto del la zona occupata in Tarantasia, del Brianzonese e del Nizzardo sino al Varo. Il promemoria 352 del 20 d icembre J 940 considerava solo le occupazioni cli Modane, Briançon, Barcellonette e Nizzardo. La "parte del la Savoia", prevista da l documento in esame era limitata in pratica alla ,,ona di A lbertville e d.i St. Pierre cl ' Albigny, occupazione un po' p.iù estesa delle precedenti. S i è accennato al fatto che il II CA, procedendo dalla Maddalena, aveva anche il compito di occupare il cosiddetto Brianzonesc.

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In sostanza, l'attuazione della «Emergenza O», nella sua ultima evoluzione, ricalcava ancora la «soluzione minima>> e si sviluppava quasi interamente in zona smi litarizzata.93 Si potrebbe pensare che la penetrazione aggiuntiva di cui si parla dipendesse , oltre che al già ricordato miglioramento della stagione, anche alla maggiore disponibilità di forze idonee. Sino alla fine dell 'agosto 1941 , la 4a Armata - la quale, alla fine di luglio aveva ceduto due di visioni di fanteria (Assietta e Superga, dipendenti dal I CA ed operante sulle direttrici più settentrionali), e successivamente dovette rinunciare anche alla Livorno (II CA) - ebbe tuttavia a disposizione tre divisioni alpine e due gruppi alpini «Valle>>, unità particolarmente idonee alle operazione richieste dal settore montano. Al contrario, nello stesso periodo, la direttrice costiera non poté mai contare su più di due divisioni di fanteria (senza automezzi o quasi). In realtà, la disponibilità di queste forze trasse origine da fattori casuali, legati al rientro di unità alpine dall'Albania o a periodi di riposo o di riordinamento di altre. La composizione dell' Armata restò soggetta a questa alea anche successivamente, continuando ad essere "serbatoio di forze" per altrui esigenze, spec ie dopo il concorso di forze che Mussolini quasi impose ad un ril uttante alleato impegnato a mietere successi in Russia. In conclusione, nella sua redazione finale del 9 giugno (piano «9111 >>) la «soluzione minima» contemplava un'occupazione che, con l'appena ricordato passaggio del II CA alla direttrice della Maddalena, nel settore centrale non superava l'ambito dei bacini dell ' Ubaye , del-

93 Non è inutile ricordare tu ttavia che il quadro generale nel quale s i sviluppava la pian ificazione dovette restare sempre legata al conseguimento . degli obiettivi del Rodano per dare attuazione al progetto armistiziale. La maggiore progressione in Savoia non poteva essere attri buibile ad intenzioni di semplice pegno la considerato che, come detto, la regione francese non rientrava neUe aspirazioni italiane. Non è escluso, tuttavia, che con l'avanzata pi ù profonda si in tendeva occupare posizioni che avrebbero consentito il migliore accantonamento delle forze italiane incaricate dell'occupazione in atto. Tale esigenza non è dichiarata; mttavia, l'eventuale trattato di pace avrebbe potuto sancire l'occupazione effettivamente realizzata e con ciò garantire la difesa avanzata del.la frontiera occidentale italiana, obiettivo effenivamente perseguito successivamente nel periodo dell'occupazione effettiva. Non si può peraltro escludere che la maggiore profondità dell'azione italiana in Savoia, corrispondesse ad una precauzione di carattere rnilitare volta ad impedire che il previsto concorso tedesco si spingesse sino alle località savoiarde pi ù vicine all'Italia.

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l'alta Durance, del medio Varo e della Tinea. A nord essa si spingeva, è vero, ben oltre Mod,rne; ma a sud si limitava al corso del Varo . Sicché, la linea immaginaria che definiva il margine più occidentale del territorio da occupare, correva praticamente parallela alla displuviale alpina, delimitando una fascia di territorio di superficie sensibilmente omogenea da nord a sud. Fu questa caratteristica che suggerì allo SMRE cli definire il piano «9111 » nella sua configurazione «estiva», quale quello destinato ali' occupazione limitata alla "parte di territorio francese" maggiormente "aderente alla frontiera italiana". Si trattò probabilmente di una semplificazione volta ad agevolare l'orientamento del Comando Supremo , verosimilmente confuso dai troppi piani esistenti .94 Questo piano fu in auge sino alla metà d'ottobre. Dopo questa data fu ridefinito un "progetto invernale", che fu oggetto cli una riunione presso il comando dell' Armata e a cui parteciparono i comandanti dei CA da essa dipendenti. Nel settore del I CA emerse la necessità cli rinunciare alla progressione in Valle Isère verso Albertville e St. Pierre d' Albigny, concentrando gli sforzi della Taurinense per "i l buon esito dell' azione [nota] su Moda ne" . La Tridentina avrebbe conservato il compito di tenere aperto il Monginevro al fine di poter scendere su Briançon anche d'inverno. Era inoltre confermata l'azione del II CA su Barcellonette, ma le forze di detta grande unità avrebbero gravitato lungo l' asse proveniente dal Tencla.95 I documenti apparsi nella seconda metà ciel 1941, rimasero in vigore per l'inverno. La primavera del nuovo anno vide l'affacciarsi di progetti basati sulle più modeste possibilità consentite dall'aggravarsi della situazione militare complessiva, e perciò ispirantisi - ancora a maggiOE ragione - a soluzioni più contenute di quella «minima» che aveva caratterizzato, nel 1941, lo sviluppo delle pianificazioni «francesi».

94 Non a caso la lettera che lo stesso 21 agosto fu indirizzata al comando della 4" Armata per fissare i lineamenti della pianificazione estiva, ana loghi a quelli inoltrati al Comando Supremo, non faceva alcun riferimento all'occupazione di territorio francese "aderente alla frontiera italiana". 95 Verbale degli "argomenti trattati nella riunione delle eccellenze i comandanti di C.A .- 15 settembre 1941 " (AUSSME DS I CA 356-14). Fra le questioni definite vi fu anche quella intesa a sgravare il 3° alpini/Taurinense del compito del presidio di Ristolas , affidandone la responsabilità a repa11i della GaF.

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C. La fase finale della Pianificazione - Origini e cause della ripresa degli studi - La partecipazione delle Commissioni d'armistizio al dibattito sull'occupazione. - La situazione militare complessiva alla vigilia dello sbarco alleato in Ajhca settentrionale francese - T piani preparati dallo SMRE e dalla 4" Armata.

1. I progetti di occupazione della Francia nell'estate del 1942. Quasi un mese dopo l'assunzione del comando dell'Armata da parte del generale Yercellino, Io stesso comando, con lettera 3300/op. diramò il 14 maggio 1942 una nuova direttiva per !'«Emergenza O». L'impostazione generale del piano ricalcava quella del precedente agosto, oltre che per la ridotta entità delle forze e degli automezzi disponibili, anche per il suo carattere «estivo». Questa insufficienza, tra l'altro, poneva l'alea del ricorso alla requisizione automezzi, subordinata , per uno dei CA, alla disponibilità di almeno dieci giorni cli preavviso. Il progetto si conformava nel suo sviluppo, e quanto a profondità degli obiettivi, alla più volte richiamata «soluzione minima» proposta dallo SMRE alla fine del 1940. Diversamente dal piano dell'agosto 194 1, infatti, non realizzava un'avanzata uniformemente pronunciata per occupare quella striscia di territorio "aderente alla frontiera italiana" già in precedenza menzionata, ma la limitava invece alle conche di Modane, con il consueto colpo di mano, e cli Barcellonette (dalla Maddalena). Nel settore meridionale spingeva le forze un po' oltre la linea di smilitarizzazione tra Barrème e Castellane, prevedendo cli occupare, sempre oltre la linea «viola», la riva occidentale della S iagne . La condotta delle operazioni era ripartita in tre settori di corpo d'armata. A parte quella minore affidata al I CA , mediante l'impiego cli unità mobili della GaF con il sostegno del 3° gruppo alpini «Valle» , il XXII, su due divisioni alpine (Cuneense e Tridentina), era incaricato cli una duplice avanzata. Attraverso il passo della Maddalena, sue unità celeri avrebbero dovuto precedere la Cuneense che aveva il compito cli occupare la conca di Barcellonette e cli spingersi a sud verso Barrème. Un altro dispositivo celere, invece, sarebbe avanzato verso oriente dal passo di Tenda, precedendo la Tridentina lungo la rotabile per Sospello, I'Escarène ("circonvallazione nord"), Lantosque, Utelle e la valle del Varo, verso St. Julien. Il XV CA, su Centauro e Piave, avrebbe dovuto procedere lungo tre direttrici: quella più a nord, assegnata alla Piave, si 72


sviluppava da Mente.me per l'Escarène ("circon vallazione sud"), Contes, Levens , Coursegoules, sino a Castellane. La direttrice centrale passava per la Turbie (Cornice Grande o Alta) , scavalcava il Varo, piegava verso Vence e giungeva a Grasse , mentre quella costiera seguiva l'andamento della Cornice Media . Entrambe queste ultime direttrici erano attribuite alla Centauro . TI dispositivo avrebbe dovuto contare complessivamente su 5 divisioni (la Legnano era in riserva cl' Armata) e su un gruppo a livello di reggimento , oltre che su qualche altro reparto minore celere motociclista.96 Poco più di un mese dopo , il 19 giugno J942, vide la luce , nel quadro delle predisposizioni per !'<<Emergenza O» , un nuovo piano, il «4100», che rappresentava l'aggiornamento del precedente, dal quale differiva unicamente per le forze a disposizione e per il fatto che un reggimento cli cavalleria avrebbe proceduto per la Val Ciastiglione (da S. Anna cli Valdieri, appena più a monte di Vinadio) e il Col de la Lombarde, al fine cli occupare Isola e l'alta valle della Tinea. Di qui , se disponibili , le divisioni autotrasportate Mantova e Piacenza rinforzate eia reggimento di cavalleria montata avrebbero proceduto verso sud sino al ponte della Mescla sul Varo (sud cli Utelle), e cli qui, lungo la valle, sarebbero giunte a Castellane e Barrème. A sud, lungo le Cornici, l'azione ricalcava quella del precedente piano «3300», con la Piave che doveva percorrere l'itinerario della Cornice Grande, giungendo, per Vence, a Grasse. La Centauro sarebbe passata per la costiera, aggirando, come sempre, il Principato cli Monaco.97

96 Lettera 4" Annata 3300/0p . del 14 mag. 1.942 (AUSSME M-3, 96 , F3). Il progetto prevedeva colpi di mano, analoghi a quelli del piano del 12 febbraio 1941 , affidati alla GaF a vantaggio del XX II e del XV CA, per garantire al primo il possesso del nodo stradale dell ' Aution in Val Tinea; al secondo quello di Breglio e Sospello. 97 Questa volta le divisioni dispon ibili erano quasi 6, e cioè la divisione corazzata Centauro, la motorizzata Piave, tre autotrasportate, seppur nominal mente (Mantova, P iacenza e Rovigo, quest'ultima riserva d'Armata), oltre al 3° gruppo Valle e a tre reggimenti di cavalleria montata. Lettera 4" Armata 4100i0p. in data 19 giugno 1942, AUSSME M-3, 96, F3. Sia per il «3300», sia per il «41 00» non si dispone delle d irettive emanate dall.o SMRE per la loro predisposizione da parte dell'Annata, direttive che tuttavia risulta fossero contrassegnale con lo stesso numero. I piani «3300)> e «4 100» differivano dal «9 1I I>> perché nel tratto settentrionale limitavano l'occupazione alla conca di Modane, consentendo, al massimo, di ampliare l'occupazione d i Bourg St. Maurice. Nella zona costiera però raggiungevano I.a linea di smilitarizzazione in corrispondenza del corso terminale della Siagne, mentre il «911 I» limitava l'occupazione al Varo.

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a. La pian(f'icazione degli organi centrali ispirata alla possibililà dell'apertura del secondo fronte da parte degli anglosassoni.

A partire dal luglio del 1942, nonostante che la situazione nord-africana volgesse ìn quel momento a favore dell' Asse, gli studi relativi all'occupazione della Francia ripresero, ma con altro spirito e inedito impianto. Da parte italiana, infatti, lo scopo non era più quello di occupare i ten-itori francesi in base ad esigenze politiche o ad aspirazioni annessionistiche. Per il progressivo coinvolgimento nella lotta del dispositivo militare americano, si trattava ormai di difendere le coste mediterranee francesi da possibili sbarchi anglo-americani, nel quadro dell'apertura di un secondo fronte in Europa. Diramando , il 12 luglio 1942, nuove direttive sull'occupazione dei territori francesi , il Comando Supremo mostrò infatti che i comandi dell'Asse non escludevano l'eventualità dì uno sbarco alleato, dato che si chiedeva allo SMRE di completare gli studi relativi all'occupazione del territorio francese "tenendo come base l'ipotesi che la nostra occupazione debba estendersi a tutta la costa francese ciel Mediterraneo ed al territorio fino alla linea Ginevra - Lione - Tolosa, (escluse le città cli Lione e Tolosa.)" oltre la quale "[avrebbero agito] contemporaneamente unità germaniche" _98 li IO agosto 1942, in un promemoria redatto dallo SMRE per il capo di SMG , la possibilità dell'apertura di un secondo fronte da parte delle truppe anglo-americane veniva addirittura analizzata con particolare completezza, esaminando le possibilità dell'avversario , le ipotesi circa la scelta del teatro d'operazioni e i provvedimenti da adottare. Fra le tre ipotesi contemplate (la prima delle quali si riferiva alle coste nord-occidentali della Francia) non figurava tuttavia, se non indirettamente, e attraverso la Spagna, una minaccia al territorio della Francia libera; era

98 Lettera CS - I Reparto 11022/0p. del 12 lug. I 942 (AUSSME DS SMRE 2 11 9 Cartella B). Il documento, riportato in appendice, richiama le disposizioni impartite dallo stesso Comando Supremo I' 11 gennaio 1941 contenute nella lettera n.5399 di prot., (AUSSME, Raccolta M7-208 , cartella 3, n.26, lettera incompletll citata in precedenza) e che avevano dato luogo al perfezionamento da parte dello SMRE degli "studi relativi all'occupazione del territorio francese sino alla linea del Rodano" .

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invece apertamente formulata l'eventualità di uno sbarco in Africa occidentale e nel Nord Africa francese (NAF).99 Quanto ai provvedimenti - che rappresentano il vero interesse del documento ai fini del tema proposto - , per entrambe le prime due ipotesi (sbarchi sul continente europeo), si riteneva probabile che l'Alto Comando germanico decidesse "l'occupazione totale della Francia, per prevenire il pericolo rappresentato dall'esercito cli transizione francese; e che richied[essel il nostro [i taliano] concorso, o limitato al Rodano, oppure esteso, secondo i recenti orientamenti, a tutta la costa mediterranea". JOO Al riguardo, il capo di SMRE, generale Ambrosia, cli fronte all'onerosità delle predisposizioni da adottare, (il Comando Supremo prevedeva l'impiego di un complesso di 15 divisioni) raccomandava tuttavia cli "non assumere impegni concreti con la parte germanica". Egli suggeriva al contrario di "assicurare la difesa della frontiera ovest" , conservando la capacità di effettuare operazioni entro il già noto "limitato raggio d'azione (occupazione del Nizzardo e degli immediati sbocchi ciel Brianzonese e in Moriana)"; atteggiamento prudente che avrebbe in ogni caso consentito l'occupazione della Corsica e, nell ' ipotesi di uno sbarco nell'Africa francese, anche la difesa della Tunisia. Ambrosia, in definitiva, sottolineava l'interesse preminente italiano per la difensiva, sia nel caso di uno sbarco sulle coste nord-occidentali francesi, sia nell'eventualità cli uno sbarco in Africa, per quanto, in

99 Promemoria I3788 del IO ago. 1942 a firma del capo di SMRE, generale Ambrosio e indirizzato al capo di SMG , Cavallero (AUSSME, DS SMRE 21 19 Caitella B).In appendice. Al riguardo, lo SMRE, pur non giudicando risolutivo lo sforzo angloamericano, limitato invece al sostegno del fronte russo e a costi tuire premessa per "grandi operazioni da effettuare nel '43", valutava tuttavia ingente il corpo di spedizione alleato che avrebbe avuto la consistenza di una quarantina di divisioni di fanteria e corazzate e ad alcune migliaia gli aerei. Venivano altresì indicate tre ip'.:>tcsi per la scelta del nuovo teatro d'operazioni , ipotesi "basate su induzioni di ordine logico", che prevedevano rispettivamente lo sbarco "sulle cos/e nord-occidentali della Francia, probabibnente ad ovest del canale (sic!)"; "l'irradiazione" dalla penisola iberica ed infine lo sbarco in Africa occidentale e nel Nord Africa francese. IOO Ibidem. Non si può escludere che l'eventualità di un'avanzata spinta sino alle frontiere spa~nole tradisse ancora una volta presunzione e mire di antiche e già osservate origini. E curioso infatti che, nell.o studio redatto dallo SMRE sull'operazione spinta sino alla frontiera spagnola, si tenesse conto della necessità di occupare e presidiare alcune zone industJiali e di importanza economica in territorio francese.

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quest'ultimo caso , operazioni offensive avrebbero potuto essere attuate mediante l' impiego di grandi unità (GU) della "riserva galleggiante", 101 con il concorso eventuale di GU partenti dalla frontiera libicotunisina. Al contrario, il "problema offensivo" imposto dall'occupazione dei territori francesi, occupazione prevista nei casi di sbarchi sul territorio europeo, in Francia o in Spagna - prima e seconda ipotesi - , era consi derato dallo SMRE "come non risolvibile" per "l'entità e la qualità delle forze occorrenti, forze che non [erano] disponibili e che non [avrebbero potuto] neppure esserlo entro un ragionevole margine di tempo". In sostanza l'Esercito continuava a sostenere la necessiti\ di contenere gli sforzi intesi all'occupazione francese, limitandone l'estensione alle zone già presentate quale massimo sviluppo di eventuali operazioni oltralpe . Tale posizione venne ribadita il 22 agosto, in risposta ad un rinnovato sollecito del Comando Supremo , che aveva "affermato la necessità di prevedere l'attuazione contemporanea delle esigenze ' Ovest' - 'C-2' 'C_4 ,,,_ 102

Il capo cli SMRE sosteneva , in sintesi, tre punti, e cioè che, in primo luogo , solo la C-2 (cioè lo sbarco in Corsica) si poteva considerare, " pur con qualche riserva e rinunciando alla divisione d' impiego eventuale, [la divisione Bari, non ancora pronta], cli possibile attuazione immeclia-

IOI Per riserva galleggiante si intendeva una forza anfibia, di quattro div isioni, inizialmen te approntata per lo sbarco a Malta, e poi orientata ad uno sbarco in Corsica (o in Sardegna, come rinforzo). Al riguardo si veda lo schizzo riportato in appendice , riguardante le forze terrestri impegnate nei vari scacchieri. 102 Lettera SMRE 14065 del 22 ago. 1942 (AUSSME DS SMRE 21 19 Cartella B). In appendice. La lettera rispondeva all'invito del CS che vo leva fossero esami nate le possibilità di una esecuzione contemporanea delle tre piani ficazioni «francesi», in vito rivolto con foglio l 5885 del I4 ago. I942; documento questo non reperito. Tuttavia, si deve ritenere che il contenuto dello stesso faccia riferimento all'estensione massima dell'occupazione italiana della Francia, prevista sin quasi ai Pirenei. Nel quadro delle già ricordate " Esigenze" o "Emergenze" definite sin dai primi mesi di guerra, la lettera "C" venne utilizzata per definire le esigenze riguardanti possibili operazioni anfibie riguardanti anche territori francesi e delle isole Baleari, rispettivamente: C-2 (occupazione della Corsica), C-3 (occupazione di Malta e poi nel caso in cui g li Alleati fossero sbarcati in Spagna), C-4 (occupazione della Tunisia). In particolare, la citata «Riserva galleggiante,, era stata costituita proprio per l'Esigenza C-3 (Malta). Secondo lo SMR E le sue forze av rebbero potuto essere impiegabili in alternativa a vantaggio della C-4.

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ta". E che "sotto il punto di vista logistico f.. .11'esecuzione contemporanea delle esigenze Ovest - C-2 e C-4 feral impossibile, salvo [nel caso] di occupazioni pacifiche, ipotesi del tutto improbabile" . Riguardo all' <<Esigenza Ovest», infine, Ambrosio rilevava come le direttive del Comando Supremo impartite con la lettera 11022 del 17 luglio precedente, prevedessero l'impiego cli 4 corpi d'armata su 15 divisioni, a fronte dei 3 corpi d'armata su 10 divisioni, su cui l'Armata avrebbe potuto contare in ottobre. Operazioni così profonde avrebbero inoltre necessitato di "importanti rinforzi cli unità meccan izzate e cli mezzi automobilistici [ ... ]provvedimenti I_ . • . ] realizzabili solo a lunga scadenza" . A maggior ragione , per la necessità cli mettere a disposizione della C-4 (Tunisia) le due divisioni mobili (Centauro e Piave) assegnate alla 4a Armata per l' «Esigenza Ovest». 103 Perciò, al fine di predisporre razionalmente le tre esigenze , lo SMRE proponeva di dare la precedenza alla C-2 (Corsica), seguita dalla C-4 e dalla Ovest nella nota "soluzione minima", nell ' intesa che le tre esigenze"[ ... avrebbero potuto] considerarsi di possibile contemporanea attuazione non prima cieli' estate 1943", ma solo ove " le necessità degli scacchieri operativi (Russia e A.S.) non abbiano ad incidere in maniera superiore al previsto [ . . .]". In sintesi, la posizione dello SMRE circa l'occupazione di territori francesi non differiva da quella emersa nel corso dell'anno precedente: anche in caso di sbarchi anglo-americani sulle coste frances i metropolitane o coloniali, le operazioni offensive in Francia avrebbero dovuto limitarsi all'occupazione del Nizzardo e degli sbocchi oltralpe nelle zone delle alte valli dell 'Are e della Durance.

103 La tesi predetta aveva tro valo illustrazione anche nel promemoria 13788 in data 10 agosto 1942, dianzi citato. Dal documento si apprende peraltro che l' unica divisione corazzata disponibi le , la Centauro era "per ora, senza carri"; che gli autocarri per le divisioni da trnsformare, seppur parzialmente, in motori zzate ed autotrasportate, erano "del tutto insufficienti alle necessità"; c che, per le esigenze complessive dell'esercito, "si {era] impegnata la produz.ione sino a tutto il marzo 1943" . Fra i provvedimenti che lo SMRE sottolineava, vi era .l ' importanza della costituzione "di una riserva con il recupero di GU dai Balcani", soluzione caldeggiata col pro memoria (n. 13788), sul quale ci si è intrattenuti in precedenza. Secondo lo stesso docu mento, l'Esigenza "Ovest" avrebbe potuto essere attuata anche senza la dispon ibilità delle divisioni Piave e Cen.lauro, purché "il programma di po1.enz.iamento abbia pieno corso" e purché l'operazione si limiti all ' attuazione ''della soluzione ,ninima già approvata da codesto Com.ando Supremo (occupazione del Nizzardo e delle alte valli Duran.ce e Moriana )."

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La posizione del capo di SMRE non era nuova e corrispondeva ad un sano criterio di economia delle forze più volte sostenuto. Tanto più giustificato se si riflette su due circostanze. In primo luogo, sul fatto che era ben nota la facilità con la quale l'eccezionale dispositivo militare tedesco in Francia avrebbe potuto raggiungere, meglio delle truppe italiane, le sponde mediterranee francesi pi ù occidentali; cosa che poi effettivamente avven-à. In caso cli necessità, il presidio italiano del tratto orientale della Costa Azzun-a avrebbe agevolato le operazioni tedesche, evitando un loro impegno eccentrico rispetto aì porti più sensibili (Tolone e Marsiglia). Secondariamente, la modesta progressione, soluzione subordinata a quel.la integralmente difensiva, avrebbe potuto costituire un sistema dì avamposti a protezione delle frontiere occidentali italiane. Anche per questa ipotesi sj osserveranno conferme nel prosieguo della trattazione .104 Ciononostante, lo SMRE redasse, verosimilmente nel corso del dibattito di cui si è riferito, un progetto nel senso desiderato dallo SMG, progetto denominato «Lineamenti sommari cli uno studio per l'occupazione dei territori francesi metropolitani compresi tra le linea Ginevra Lione - Tolosa (località escluse), la costa mediterranea ed il confine dei Pirenei». Non solo, ma mentre lo SMRE ven iva confermando la sua linea di prudente ritegno o dì ostj]ità manifesta ai progetti più ambiziosi, il comando della 4" Armata, informato del fermento concettuale in atto, elaborò un proprio piano e glielo trasmise in data 18 agosto, senza esserne stato rich iesto.

b. I progetti elaborati dal comando della 4° Armata redatti nel quadro della nuova situazione strategica e confrontati con quelli dello

SMRE.

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Il capo di SMRE caldeggiò peraltro a lungo di "costituire un 'adeguata riserva di GU a piena efficienza operativa" , provvedimento "essenziale per ji·onteggiare qualunque ipotesi [di sbarco}". Tale riserva sarebbe stata tratta da altri scacchieri e teatri e ripartita in due blocchi, di cui il primo, d i sette divisioni, dislocato nell'Italia centromeridionale e nelle isole, destinato alle Esigenze speciali (C-3 e C-4). Il secondo, d i pari forza, approntato in Italia settentrionale, presumibil mente orientato sia al concorso alle varie esigenze (Ovest, C-2 e C-4), sia alle raccomandate esigenze difensive. (Promemoria SMRE 13788 del IO ·ago. 1942, più vo lte citato). Si veda il citato schizzo sulla situazione delle forze terrestri nei vari scacchieri.

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Lo studio, denominato <<Progetto 'F' n.5450/0p., sull'occupazione integrale della Francia>> era stato elaborato quale contributo di pensiero sulla base della ''sommaria comunicazione verbale del [ ... ] foglio 11022 17/7/942 ciel Comando Supremo". 105 Se si confronta questo progetto clell 'Armata con i «Lineamenti.» redatti dallo SMRE, si nota che in sostanza i «fasci di direttrici» impiegati più o meno coincidono nel tratto delimitato dal Rodano; al di là del quale, invece, solo quelle progettate dallo SMRE si inoltrano ad occupare tutto il territorio sito al cli qua della linea di demarcazione convenuta con i tedeschi: dalla zona cli St. Étienne, più a nord, sino a quella di Perpignano e Carcassonne nei pressi della frontiera spagnola. L'Armata invece limitava gli obiettivi del suo progetto d'avanzata alla sola regione meridionale francese appena menzionata. 106 Ne derivava che il «Progetto 'F' 5450» richiedeva, almeno apparentemente, un dispositivo di forza inferiore rispetto a que llo contemplato nei «Lineamenti» dello SMRE (3 divisioni in meno); si palesava pertanto più fattibile sia per questo motivo, sia perché rinunciava ad unità difficilmente disponibili, previste invece da progetto dello SMRE. (una divisione aviotrasportata, forze da sbarco, ecc.). 107

lOS Così recita infatti, il promemoria di presentazione del documento al capo di SMRE. Il documento riporta un'annotazione autografa dello stesso generale Arnbrosio il quale lo definiva "buon contributo" pur invitando ad attendere che il Comando Supremo s i esprimesse sul progetto analogo redatto dallo SMRE. Promemoria SMRE s.n. del 20 ago. 1942 (AUSSME DS S.MRE 2119-182). Per il progetto dello SMRE si dispone della memoria operativa che reca la data "agosto I 942" senza precisazione del giorno ed ha per oggetto: "Linemnenti sonunari di uno studio per l'occupazione dei territori francesi metropolitani compresi tra le linea Ginevra - Lione - 7blosa (localilà escluse), La costa mediterranea ed il confine dei Pirenei". Del documento sono stati rintracciati il solo allegato I (carta topografica 1:1 milione). AUSSME DS SMRE 2119 Cartella 5B. È peraltro noto da altra fonte (Lettera SMRE 15315 - ovvero 15316, a seconda di come si interpreti la correzione apportata a penna - del 5 set. 1942, AUSSME DS SMRE 2 119-2 15) che il progetto fu inoltrato al Comando Supremo con foglio 14493 in data 23 agosto 1942. !06 Si veda la carta schematica riportata in appendice. Si veda anche lo specchio delle divisione impiegate. lO? Complessivamente trovavano impiego quattro corpi d 'armata (da nord: I, XXII, XIX e XV) e 15 divisioni , di cui almeno tre in riserva. Alle dirette dipendenze dell'Armata era posta anche una divisione aviotrasportata (presumibilmente la Spezia), per l' impiego a sostegno delle direttrici più meridionali insieme ad alcuni reparti paracadutisti. Si vedano al riguardo i rilievi mossi dal sottocapo dello SMRE ai «Lineamenti» di cui si parla.

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Nel piano SMRE, si prevedeva un'avanzata su tre fasci operativi. I1 primo dei quali, quello settentrionale, affidato al l CA, era costituito da due direttrici ("a";"b"), associate rispettivamente alla valle dell'Arc (Moriana) ed in parte a quella dell'lsère (Tarantasia). Lungo quest'ultima, una divisione e il I gruppo « Valle» raggiungevano il corso del Rodano tra Collonges (in territorio francese, vicino alla frontiera franco-svizzera), la periferia cli Lione e Vienne; di qui, superato il Rodano, St. Étienne e la Loira. Le due divisioni utilizzanti successivamente la direttrice della Moriana, sarebbero poi scese lungo la valle dell 'Isère da St. Pierre d'A1bigny sino a Grenoble, donde avrebbero oltrepassato il Rodano per concorrere all'occupazione della zona immediatamente a sud cl i St. Étienne. I1 secondo fascio operativo, sempre su due direttrici ("c";"d"), era assegnato al XXII CA e si sviluppava attraverso il Delfinato. Sulla prima delle due direttrici una divisione sarebbe scesa dal Monginevro e , percorrendo l'alta valle della Durance sino a Embrun e Gap, avrebbe poi puntato su Die. Seguendo il corso della Dròtne, avrebbe poi superato il Rodano nei pressi di Valence e raggiunta la demarcazione con le truppe tedesche tra Grandrieu e Mende. La direttrice "d", impegnata da due divisioni, una dietro l'altra, partendo dalla Maddalena sfruttava inizialmente i corsi clell'Ubaye e della media Durance; poi , per Laragne, il corso dell'Eygues , Nyons e Pont St. Esprit sul Rodano, conseguiva l'obiettivo di St. Affrique, sulla linea di demarcazione italo-tedesca, prestando concorso alla contigua direttrice di sinistra nella zona di Alès e Nùnes. Lo sforzo principale riguardava il terzo fascio operativo, questo su tre direttrici (''e";"f';"g"). La prima era affidata (unica eccezione) ad .un corpo d 'armata (XIX), su due divisioni, di cui una corazzata. Dal Tenda, la direttrice si sviluppava risalendo la media valle ciel Varo, sino all'attuale St. André des Alpes; successivamente per Barrème e il corso del fiume Asse raggiungeva Manosque sulla Durance; cli qui Apt, Avignone, ed infine si spingeva sino alla zona compresa tra Castres e Pamiers, presso i Pirenei. Al XV CA erano assegnate le due ulteriori direttrici ("f';"g"). La prima, riservata a due divisioni in tandem, di cui una motorizzata , seguiva il tracciato della Cornice Grande e, per Grasse, Draguignan, Aìx , superava Arles e Montpellier e raggiungeva la frontiera spagnola oltre Perpignano. L'unica divisione che impegnava la direttrice "g", per la Cornice Bassa, seguiva la cimosa costiera, e, toccando Tolone e Marsiglia, si attestava ad Arles. Il «Progetto 'F' n.5450/0p.» del comando cl' Armata sfruttava tutte e tre direttrici del fascio operativo montano (Piccolo S. Bernardo, 80


Moncenisio e Monginevro, e dunque Valli dell' Are, dell ' lsère e della Durance) con due divi sioni, di cui una alpina , e un complesso di forze imperniato sul gruppo alpini <<Valle». Due erano le direttrici sfruttale sul fascio meridionale da tre divisioni , cli cui una corazzata. Altre tre divisioni, di cu i una celere , impegnavano le due direttrici centrali aventi origine dagli sbocchi della Maddalena e di Tenda. In riserva d'Armata restavano due divisioni ed altre due erano impiegate per compiti di presid io ad obiettivi raggiunti. Questo piano si differenziava da quello dello SMRE sostanzialmente perché, a prezzo cli un braccio più contenuto , impiegava solo 12 divisioni e il gruppo alpini «Valle» (invece cli 15 , o ltre allo stesso gruppo) . ln particolare, la linea di demarcazione con i tedeschi (in zona Carcassonne), era raggiunta dal solo col fascio meridionale. n resto della progressione infatti si anestava al Rodano e solo successivamente procedeva ali ' ulteriore occupazione verso gli altipiani centrali e la linea che delimitava la zona tedesca. Nel corso dell'analisi del piano redatto dalla 4a Atmata condotto presso lo SMRE, fu posto in rilievo proprio tale difetto. Si sottolineò in particolare l'eccessiva rarefazione delle truppe destinate al presidio specie nella zona degli "altipiani a nord ovest dell'all ineamento Alès - Carcassonne e [in con-ispondenza della] zona costiera e pirenaica" che ne sarebbe derivato; insieme al fatto che l'occupazione escludeva " l' importante bacino mi nerario ed industriale di St. Etienne". L'esame segnalava inoltre la singolare contraddizione in base alla quale l' ill usoria riduzione delle forze corrispondeva all 'occupazione effetti va di un tenitorio complessivamente più ampio di quello p revisto dal progetto dello SMRE, per lo sforzo del comando d'Armata di far coincidere il limite della zona di occupazione "con la giurisdizione amministrativa". li progetto clell' Armata giunse proprio mentre lo SMRE si sforzava di dimostrare al Comando Supremo l'impossibilità di condurre un 'azione tanto dispendiosa di risorse e raccomandava di non prendere accordi tanto impegnativi con l' alleato. Si comprende come quello Stato Maggiore decidesse cli richiedere al comando dell'Armata un nuovo progetto che tenesse conto del le linùtazioni imposte dalla carerna di forze e di materiali sui quali il capo di SMRE non cessava di insistere. li comando della grande unità allestì pertanto il progetto n.6000 "studiato sulla base delle forze e le modalità concretate nel corso della riunione del mattino del 26 [agosto 19421 presso l'Eccellenza il Capo di S.M." . Dal promemoria interno redatto per la sua presentazione il 31 ago::;to 1942, lo studio tornava a " plasmarsi" su lle direttive : 81


"contenute nel proget10 [SMREJ 4100 a suo tempo esaminate (occupazione del Nizzardo e conca di Modane) con le limitazioni imposte dalL' alluale situazione . Esse considerano, in sostanza, La prima fase, denominata: occupazione degli sbocchi offensivi di quella più complessa operazione che dovrebbe essere realizzata qualora forze e mezzi occorrenti n.e consentissero l'attuabilità. Per i movimenti di attestamenro delle G. U. alle basi di partenza si richiede un preavviso di almeno tre giorni" .108 Le " limitazioni imposte dall'attuale situazione" si riferivano alla ridotta disponibilità di forze, le quali erano tuttavia curiosamente superiori a quelle previste dal progetto 5700 del 26 agosto , nel senso che per l'operazione 6000 il comando dell ' Armata erano state assicurate, a prezzo del RECo Lodi , la divisione Taro ed un reggimento della Pusteria: nel complesso 6 divisioni ed un reggimento alpini, a fron te delle 5 rinforzate dal RECo Lodi del progetto 5700. 109 Quanto alla zona da occupare, questa, oltre che limitata a nord alla conca di Modane, escludeva più a sud sia il Brianzoncse (come il piano «4100»); sia, diversamente da quello, la zona di Barcellonette e la parte più occidentale del dipartimento delle Alpi Marittime, poiché la linea di occupazione congiungeva il Passo cli Collalunga (raggiungibile da Vinadio), alla località di Entrevaux sul Varo cd infine alla foce della Siagne. Una sintesi cl i questi intendimenti , già approvati in linea di massima dal capo di SMG, venne trasmessa al Comando Supremo il successivo 5 settembre. Vi si dichiarava che:

"l'operazione prevista {. ..], dovendo adeguarsi alla eventuale necessità di un 'immediata attuazione e quindi alle sole fo rze e mez,zi impiegabili nell'odierna situazione (5 -6 divisioni) rappresenta[va] la premessa per La nota phì vasta operazione che, in concorso coi germanici, [avrebbe dovuto tendere] all'occupazione totale del territorio metropolitano francese" .

108 Promemoria interno SMRE s.n. in data 31 agosto 1942, all'oggeuo : "direttive Emergenza "O" (progetto 6000). AUSSME, DS SMRE 2119-216. È interessante notare che il piano in questione era stato preceduto da altro analogo (Lettera 4A 5700/op. del 26 ago. 1942, Direttive per !'«Emergenza O»), diramato ai comandi de lle grandi unità dipendenti e per conoscenza allo SMRE, "a seguito e parziale modifica del fascicolo 4100/0p. in data 19 giugno e.a. di q11es10 comandD". AUSSME Carteggio M-3. 96, F4. 109 Si veda lo specchio dei piani e delle divisioni impiegate in appendice.

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Tale concezione intendeva anteporre alla soluzione più 'ardita' il conseguimento preventivo degli sbocchi rappresentati dalla conca di Modane e "di una linea ad occidente di Cannes-Grasse-Entrevaux" (come si è visto , solo in parte coincidente con la nota linea della Siagne, margi ne occidentale della zona smilitarizzata):

"in attesa di poter procedere oltre, allorché fosse migliorata la situazione delle forze e soprattutto [quella della disponibilità di} automezzi [La cui carenza] si ripercuote/va] nel campo della rapidità d'azione in profondità e particolarmente in quella dell 'alimentazione Logistica".'10 Questi presupposti sono confermati dalla sintesi allegala alla comunicazione al Comando Supremo. In essa veniva apertamente dichiarato che il progetto autorizzato - che da allora si denominò piano «6000» - , pur legato ali ' evenienza di operazioni anglo-americane volte ad occupare parte del territorio metropolitano o coloniale francese del Mediterraneo , si limitava alla "occupazione di sbocchi offensivi", prima fase delle prev iste contromisure d i parte italiana. Queste, in ogn i caso, si ripromettevano l'occupazione integrale della Francia, rimandando ne l'esecuzione all 'epoca in cui sarebbero state disponibili le risorse materiali e le forze necessarie. L'operazione, pur così contenuta, pretendeva un preavv iso di c inque giorni ed era affidata a tre comandi corpi d'armata con l' impiego di 6 divisioni, fra le quali la Centauro e la Piave, olh-e a qualche reparto minore della GaF e della Pusteria, quest' ultima ancora in afflusso dai Balcani. Esami nando la sintesi di cui sopra, emerge in primo luogo che l'operazione si riprometteva l'occupazione di una zona più ridotta di quanto previsto nel progetto «4 100», il quale , si ricorderà, a parte l'acquisizione della conca di Modanc , prevedeva che la linea di occupazione seguisse a sud, nel Nizzardo, il margine occidentale della zona d i sm ilitarizzazione e si raccorciasse a nord al confine nazionale, grosso modo alla testa ta cieli ' Obaye. Nel piano «6000», invece, l'area di occupazione, pur seguendo a

llO Lettera SMRE 153 15 (ovvero 15316) in data 5 settembre 1942 all'oggello Emergenza ·'O" . AUSSME DS SMRE 2119-215 (Cartella 5B). Si tralla del progetto <<6000» che presso l'Armata fu denominato «600 1», piano che lo SMRE approvò con lettera 153 17 sempre in data 5 sette.mbre. AUSSME DS SMRE 2 11 9-230 .

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sud , dalle foci della S iagne fino ad Escragnolles (dieci chilometri a nord di Grasse), il limite della zona smilitarizzata, se ne discoslava poi più a nord piegando decisamente verso il confine italo-francese al Passo d i Co ll alunga (una trenti na di chil ometri a sud di Vinadio). Tanto che base della parte più significativa dell'operazione era la zona di Cuneo, e, nel triangolo immaginario avente per vertice quest'ultima città e per base la costa provenzale, si sviluppavano, in direzione nord-est/ sud-ovest, cinque delle sette direttrici. L'azione più complessa era affidata al XXll CA che disponeva de ll a Centauro e della parte maggiore della 2a divisione celere. Queste due grandi unità avrebbero proceduto cl i conserva, con la d ivisione corazzata in prima schiera, lungo la direttrice del col di Tenda, la quale , all 'altezza clell 'Escarène, si sdoppiava consentendo di raggiungere la zona di Thorenc - Grasse (Centauro) e quella di Entrevaux - St. Auban (2 3 celere). Lungo una direttrice avente origine più settentri onale e svil uppantesi lungo le valli de lla Tinea e del Varo, avrebbe operato un reggimento di cavalleria della 2a celere rinforzato da reparti da montagna per la protezione del fianco destro del dispositi vo avanzante e per il presidio dei ponti di Lune (Tinea) e Mescla (Varo). Lungo le Cornici sarebbero avanzate la Piave, con obiettivo Cannes , e la Legnano, con obietti vo Nizza, mentre la conca di Modane, co me già accennato, sarebbe stata presa con un colpo d i mano , condotto da reparti mobili della GaF, volto ad occupare lo sbocco francese del traforo ferroviario ciel Fréjus. In riserva d' Armata d ue divisioni: la Taro, che sarebbe affluita in secondo tempo , e la Lu pi cl i Toscana , destinata a sostituire la Centauro, la q uale, ad obiettivi conseguiti, si sarebbe concentrata nella zona di Colomars - Vence (est di Grasse) passando a sua volta in riserva d'Armata. 111

' 111 Sintesi senza nu mero in data 31 agosto 1942 a llegata a ila lettera Stv1RE 1531 5/6 AUSSME DS SMRE 2 119-215 in data 5 seuembre 1942 all'oggetto Emergenza (Cartella 58). Con le lettere n.153 17 e 15318, coeve de lla 1531 6, si esprimeva il parere d i concordan za sul progetto 6000 (che , come si è visto, il comando d·Am1ata aveva inviato qualche giorno pri ma) e lo stesso comando c1T1 autorizzato ad orientare i comandi di pendenti sull 'opera:r.ione e a prendere provvedimenti per rafforzare l'avamposto di Séez e per consentire l'autonom ia logistica a quell i di Ristolas e Maisonméanc. Con la 153 18, si richiede va alla CIAF, nel c.:iso dovessero maturare le condizioni per l'attuazione dell'Emergenza Ovest, di far rientrare gli uffi ciali delle Sezioni di controllo e di assegnare alla 4" Armata alcuni Ufficiali esperii dei luoghi.

··o··.

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Il progetto <<6000» era il piano in vigore allorché gl i Alleati sbarcarono nel Nord Africa Francese.

D. Qualche osservazioue sulle pianificazioni iniziali italiane . Come preannunciato, c i si è proposti di esaminare origine della pianificazione e ragioni della sua evoluzione. L'argomento si presta peraltro ad alcune osservazioni d'ordine politico-strategico, in materia di relazioni tra gli Stati Magg iori centrali e relativamente agli aspetti operativi della piani ficazio ne.

J. La strategia <irancese» di Mussolini. Fra i motivi che potrebbero avere spinto Mussolini ad occupare la Francia, due emergono sugli altri: sul piano politico-strategico - il principale- , quello della nota e copiosamente trattata convinzione di un'imminente fine del conflitto. Furono la sua ansia di otlenere comunque un successo militare - che il rapido sopravvenire dell'armisti zio gli aveva negato -, e l'apparente semplicità di una rinnovata azione o ltralpe, a produrre in lui il ripensamento che si è potuto notare nei paragrafi iniziali. Sul piano personale, quello ciel rinnovarsi delle aspirazioni teffitoriali ai danni della Francia, derivò invece da un insopprimibile spirito di rivincita, unito ad una dilettantesca e fatua ostentazione di capacità strategiche, banale imitazione delle qualit à ciel suo omologo tedesco. In realtà, Mussolini, che non "amava strategie complesse" e mostrava di non intendere la "vastità delle linee fondamental i della strategia" di Hitler per il Nord Africa francese, ne intuì tuttavia la fondatezza. Sin dai fatti di Mcrs-el-Kébir, ebbe la certezza che il Fi.ihrer si sarebbe opposto ad una soluzione di forza nei confronti di Vichy e che la politica francese cli Hitler si sarebbe sviluppata in danno delle aspirazioni italiane in Africa e in Francia metropolitana. Ne ebbe più tardi conferma al Brennero. 112 Nonostante ciò, per tutta l'estate Mussolini accarezzò l'idea cli un 'a-

112

M. Knox, op. cit. pag. 3 12.

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zione un ilaterale di cui, come s'è visto si accorsero anche i comandi tedeschi: preavvertì infatti Badoglio che "con la Francia intendeva pazientare fino al 20 agosto c irca". A quel tempo poteva ancora permettersi qualche indisciplina (come dimostra la decisione unilaterale di avviare la campagna di Albania), ma cercò comunque di coinvolgere il Fi:ihrer nel suo disegno. Infatti, con una sua missiva ad Hitler del 27 agosto 1940, Mussolini tentò, senza successo, di ottenerne l'appoggio, cercando di far passare l'atteggiamento delle autorità francesi - che invece disturbavano solo le relazioni franco-italiane - come un pericolo per l'intero Asse. 11 3 Decidendo per altre campagne, il Duce si tagliò i ponti dietro le spalle. Certi avveni menti successivi - in particolare il fa llito tentativo di secessione da Vichy dell'Africa Occidentale Francese (23 e 24 novembre 1940) e l'esonero e arresto di Lavai (13 dicembre 1940), circostanze che, insieme alla dubbia fedeltà di Weygand, parvero avvalorare la tesi di una connivenza tra i gollisti e lo stesso Pétain - diedero probabilmente a Mussolini l' illusione del successo politico. li maggiore impegno tedesco, concretatosi con la redazione de l primo piano («Attila») per l' occupazione del resto della Francia, mostrò invece scopi inattesi. Me ntre riprendevano di g ran lena gli studi italiani per l'occupazione de lla Francia, sin dai primi contatti con l'alleato emerse che l'azione germanica sarebbe stata condotta solo per ritorsione ad eventuali colpi di stato a Vichy o di secessione nelle colonie. E che tale azione sarebbe stata condotta con una celeri tà ed una immediatezza impossibile per le unità itali ane , grazie anche alla disponibilità cli assi più agevoli in qual unque stagione. Queste più convincenti ragioni si imposero a Berchtesgaden, nel gennaio del 1941. Quel l'incontro non solo segnò la fine cli ogni autonoma prospettiva militare italiana nei confronti della Francia, ma subordinò anche su q uel fronte le iniziative italiane alla rigida ed anogante guida strategica tedesca. Fu dunque proprio l'avvento del piano tedesco «Attil a» a togliere le ultime illusio ni a Mussolini. La stessa formu.la adottata nella redazio ne dei progetti italia-

113 "Per uno straordinario fenomeno ps icologico, [ .. . I la Franc ia non si considera vin ta. &sa conta sulla resistenza inglese e sull'appoggio americano. Ciò che accade nel Nord Africa francese indica le intenzioni francesi . Occorre vigilare ed imporre condi:i:ioni di pace che la rendano innocua ." (Hitler e Mussolini. Lettere e docume111i, pag. 77 , Milano 1946). La dichiarazione del Duce a I3adoglio è in Mc Gregor Knox, Le, guerra di Mussolini cit., pag. 273.

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ni che si riferiva ad una generica "avanzata in territorio francese" , il condizionamento anche nella scelta degli assi operativi per adeguarsi alla celerità tedesca , assieme al previsto primato germanico nel caso si fosse presentata quell'eventualità, rappresentarono la fine di qualsiasi autonoma aspirazione mussoliniana e di qualsiasi illusione. Ad ogni modo, è verosimile che il Duce non tentò m ai di operare al di fuori dcli 'accordo tedesco ed ancor meno fu incline a sfidare i tedeschi sulla queslione francese. Può darsi tuttavia che Mussolini , subi to dopo l'armistizio, fosse stato tentato da un 'azione improvvisa in territori'o sm il itarizzato , ponendoli davanti al fatto com pi uto . In realtà , anche se in quell 'epoca tale decisione avrebbe potuto esser presa - quando cioè era ancora incerta la collusione tra madrepatria francese e colonie -, dopo i manifesti segn i del ricatto coloniale, emersi nettamente verso la fi ne di novembre del 1940, anche la limitata az ione italiana sarebbe stata d'innesco ad un rivolgimento; o almeno ad una tensione, che i tedeschi non avrebbero mai accettato . Due tesi negano tuttavia l'esistenza di un t,ùe disegno. Il primo discende dalla nota indecis ione strategica cli Mussolini, il quale, nell'ansia di ottenere un qualunque successo immediato , si trovò senza forze impiegabili per un 'azione autonoma in Francia e Corsica. 114 L'operazione «R» vagheggiata tutta l'estate, non ebbe infatti pos::;ibilità di attuazione per la carenza e l'inadeguatezza delle forze, come ebbe a rispondere lo SMRE declinando l'invito all 'aggiornamento di tale piano tra il 12 e il 20 dicembre del 1940, ma riferendo essere invariata la situazione delle forze sin dal settembre . La prima ed essenziale ragione è dunque legata all a carenza cli forze ed ai gravi problemi di carattere militare che attraversavano le disastrose iniziative bell iche del Duce in Libia prima e poi in Albania.

2. La difficile pos1Z1one degli Stati Maggiori ed Comando Supremo e SMRE.

contrasti tra

C'è un secondo motivo che non fa ritenere possibile che Mussol ini intendesse operare anche senza l' appoggio tedesco e indif-

114 In parte a motivo del disordinato congedamenlo per classi imposto al dispositivo terrestre; in a ltra misura per la decjsone di gravitare a favore dello sforzo che Graziani avrebbe dovuto esercitare verso l'Egitto.

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ferente al parere de ll 'alleato c irca l'opportunità dell'impresa. L'esame dei documenti mii itari sin qui condotto fa infatti a rite nere che gl i SM furono, in linea generale, contrari a quals iasi operazione riguardante l'occupazione dei ten-i tori francesi, soprattutto a quelle ipotesi che contemplassero azioni profonde e complesse. E questo nonostante l'assiduità con la quale furono chiamati a ricercare le possibili soluzioni militari, come è d imostrato dagli sforzi per conciliare le concezioni operative alla situazione militare generale . In particolare lo SMRE dimostrò in più occasioni la sua preoccupazione prevalente, costituita dalle fo rze necessarie a tali operazioni. Si ricorderà altresì che il generale Gandi n smentì recisamente l'ipotesi formulata da Jodl sull 'eventualità che da parte itali ana si fosse pe nsato a qualche operazione segreta. L'atteggiamento degli Stati Maggiori di fronte alle prime idee di Musso lini a proposito di una possibile azione in Francia fu refrattari o, non tanto per motivi politici, quanto per il confuso arrembare delle sue intenzioni e la conseguente conger ie di pian ificazion i cui furono costretti . Vi s i aggiunse lo sbilanciamento dell 'organizzazione d i comando con il predom in io del Gabinetto Guerra (ossia di Soddu) per g li aspetti amministrativi e giurisdizionali , che rese subalterni e quasi superflui i due maggi ori o rganismi di staff a disposizio ne della dottrina terrestre del Duce . Questi, peraltro , non nascondeva di tollerare Badoglio perché " non poteva fa re a meno di tene r conto del suo prestigio" ; ma spesso lo ignorava " prefere ndo trattare le questioni con i Sottosegretari f ... ;1 non lo volle seco negli incontri con Hitl.er, gli in ibì i contatti dire tti con le massime autorità mil itari germaniche". 115 Fatto che agl i occhi tedeschi indebolì vieppitt la sua funzione . Quando l'OKW ebbe approntato un proprio disegno operativo per l'occupazione dell a Franc ia, l'evidente assoggettamento che sarebbe

115 Lo stesso Soddu ebbe a d ichiarare che "di tanto in 1a1llo gli [a M11ssoli11ij debbo ricordare che c'è anche Badoglio". 11 capo di SMG d'altra pa1te fu troppo "proclive a trangug iare i rospi " e non ebbe la capacità di opporsi al prepotere del Duce e inoltre non seppe trasformare. organizzare e dirigere, per ragioni anche estranee alla sua volontà, lo Stato Maggiore d i cui era al vertice. Quello che ebbe a disposizione, infatti, "si riduceva alla f sua} persona e a una modesta segreteria ". E. 1'aldclla, op. cit. pagg. 220 e 304. La frase di Soddu è tratta da Q: Armellini, op. cit. pag.104.

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derivato ad azioni militari italiani fu verosimilmente interpretato dai comandi di Roma come ri scatto dal le ossessionanti sollecitazioni cui periodicamente erano sottoposti . 11 6 ln realtà, nonostante la maggiore efficacia dell'eventuale p rogressione delle truppe dell'alleato alleggerisse il peso di un ' operazione au tonoma e favorisse conseguentemente la redaz ione di una serie d i piani di minor portata tendenti unicamente a creare le basi operative per l'u lteriore occupazione, la guida tedesca dell'operazione costituì una complicazione per gli Stati Maggiori italiani. L'alleato, conducendo le danze, pretese infatti prontezza e robustezza nell'apparato alla frontiera occidentale, tanto che l' OKW esaminò nel dettaglio se il concorso i tal iano all'operazione <<Barbarossa» avrebbe messo in c risi I'eventuale azione contro la Francia . Sicché fu necessario tenere sempre pronte alcune divisioni per l'eventuale avanzata .11 7 Ma tra lo SMG e lo SMRE qualche differenza ci fu. In parte ciò derivò sulle prime - quando più accesa fu raspirazione cli Mussolini di ottenere qualche successo mili tare - dall'accennata posiz ione subalterna di un rigido Badoglio. Al contrario Roatta, pur lamentando il fatto che, a suo d ire, lo SMRE fosse stato "ridotto ad organo esecutivo del Gabinetto", seppe reagire con accortezza «politica», mostrando, a chi le cercava, iniziativa e decisione. Sino alla fine di novembre del 1940 , egl i cost ituì il

1.1 6 Secondo Borgogni . che cita una indiscrezione del professor Roseo, "gli SM italiani sarebbero stati con/rari a condurre operazioni co111ro la Francia, da/a 1(1 difficile situazione militare in cui si trovava il paese e avrebbero avvisalo Hitler dei progeui insensati del duce''. (M. Borgogni. Mussolini e la Francia ... cit .. nota 80 al capitolo 4). In un promemoria a Graziani rcdauo in data IO settembre 1940, Roana ebbe a scrivere che " nel caso [cli un ' operazione ne i confronti ]della Francia continentale saremo certamente d 'accorcio con i tedeschi , il che l'acilitercbbe la nostra azione. 1... J" ACS, Carte Graziani - Roalla, Se. 58, Fase. 47, souofasc. 9. 117 Peraltro, la garanzia tedesca incoraggiò il ri nascere delle speranze di acquisire almeno il Nizzardo, regione che grosso modo costituì sempre l'obiettivo minimo del! 'occupazione italiana . E tale fu la modesta gratificazio ne delle ambi zioni elci Duce. Musso li ni parve in fatti attratto da una acquis izione territoria le minore. Si ricorderà che egli ebbe a dire, in un colloquio col generale Vacca-Maggiolini. che le pretese italiane nei confronti della Francia s i riducevano a 1000 kmq. Ma siamo g ià nel 1942. (CIAF, Racco lta SO, IL, rico rdata eia Rain cro, op. cit., vo lu me 11 , cloc. 47). La regione fu - significativamente, secondo alcu ni - anche l'ultima ad essere lasciala tlalle tru ppe della 4" Armata.

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vero organo d i pianificazione. Nell 'agosto de l 1940 eg li fu anzi fra i promotori cli azioni in Francia e in Africa Settentrionale, d i fronte a l " subdolo contegno francese" . Addirittura "ord inò di propria iniziativa uno stud io dell 'occupazio ne dell a Franci a fino a l Rodan o" . 11 8 Dispose anche che "lo studio [ .. . ] anzic hé rimanere cosa inte rna d i questo S .M. [fosse·] trasmesso per orien tamento preventi vo de lla T' A rmata" . 119 In questo attivismo, Roatta apparve probabil mente più convincente, facendo un uso spregiudicato dei temi della propaganda e mostrando quanto partecipe fosse l'opera del sottocapo de ll ' Esercito alla costruzione della «vittoria» . Ciò è di mostrato , oltre che dal descritto fervore palesato da Roatta nell'agosto 1940, anche dal fatto che egli enfatizzò abilmente i consue ti slogan sulle aspirazioni ital iane. Nel "Promemoria segreto n. 352", in data 20 dicembre 1940, eg li giudicò "più conven iente lim itarsi all 'occupazione del solo Nizzardo e degli sbocchi oltre frontiera cli Modane - Briançon - Barcellonette e cioè occupare - in linea di massima - quanto desideriamo avere all ' atto della pace". 120 ln effetti, pur ammettendo che su lle prime il sottocapo di SMRE avesse blandito le ipotesi cli Mussolini , per mettersi in mostra ai suoi occhi , giovandosi della debolezza dello SMG e delle sue indecisioni, si deve ritenere che, vuoi per reale convincimento e per costume, vuoi per il peggioramento della situazione militare, vuo i a seguito dell'avversata smobil itazione finì per prevalere in lui un ' ispirazione d'ordine pi ù strettamente tecnico-mi I itare. Verso la fine dell'estate egli sembra adottare la linea di un'opposi-

118

M. Knox, op. cit. pag. 220 e 304. ACS , Carte Graziani - Roatta, Se. 58, Fase. 47, sottofasc. 9. Promemoria inviato da Roatla a Graziani in data 3 1 agosto I 940 che fa riferime nto alla lellcra n . 22 I6 dello SMG (Stamage) appena gi unta. 120 Il sottocapo di SMRE, pensava anche alla Savoia (che invece non rientrnva ne lle aspiraz ioni territoriali ita liane), ma che egli affermò convenisse "mamenere, almeno in parre, in una soluzione di pace che considerasse l'illlegra/e spartizione della Svizzera " . Ciò peraltro dovelle derivare dal fatto ch 'egli non solo aveva partecipato, come si è visto, alla fase cruciale della definiz ione delle clausole dcll'armisti1.io , ma anche a colloqui importanti con i mass imi capi mi li tari tedeschi. A lui viene attr ibuita l' ipotesi della spartizione della Svizzera, emersa ad opera di rapprcsemanri tedeschi all' epoca dei colloqui in vista de ll' Armistizio. Ga ll inari ricorda peraltro che nelle aspinuioni italiane rientrava anche il Canton Ticino. (V.Gal li nari , op.c ii., pagg. 2 I 8-221 ). 119

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zione sempre più convinta a certi progetti «francesi» del Comando Supremo. Col promemoria 292 (20 novembre 1940) fece presente allo SMG che, nella situazione del momento, a causa della concomitanza della smobilitazione e delle crescenti esigenze operative oltremare ''l'esercito metropolitano [avrebbe funzionato] come un vasto deposito delle truppe dell 'Albania e della Libia", e che la rinnovata mobilitazione avrebbe potuto trovare favorevole compimento "solo a primavera" (del 194 1) . Nello stesso promemoria inviato a Palazzo Yidoni, i I sottocapo di SMRE sottolineò l'inopportunità di " una impresa [l'attuazione dell'esigenza "R"]" che complicava la già difficile situazione delle forze disponibili , suggerendo invece la convenienza di occupare la Corsica , definita "base aeronavale per noi pericolosissima". Un mese più tardi, analogo concetto si esprimeva nello «studio», redatto dal capo del reparto Operazioni, e allegato al citato " Promemoria segreto n. 352", in data 20 dicembre 1940, ove si giudicava:

"non opportuno impegnarsi in un 'impresa che complica[va/ ancor più la già difficile situazione attuale ed ùnpegnafva] oltre le Alpi un'aliquota così ingente di forze e di mezzi di cui [si sarebbe potuto aver] più urgente bisogno in altri scacchieri di operazioni". Sotto la sua direzione lo SMRE si spinse anche ad intervenire presso lo SMG , rappresentando aspetti che esulavano dalla valutazione della Forza Armata ed intervenendo nel g iudizio di congruit~1 delle periodiche accelerazioni dei piani «francesi>>. Nel promemoria ad uso interno dello SMRE del 3 gennaio 1941 , si legge come in quell 'ambito si ritenesse "assolutamente non conven iente che l'occupazione ol tre Alpi e della Corsica [fossel attuata per iniziativa italiana", e eh 'essa dovesse rappresentare piuttosto soltanto la ritorsione a movimenti secessionisti. Ovvero, come nel caso in cui Roatta criticò la «soluzione di compromesso» proposta dal Comando Supremo , riferendosi alla "dimostrazione di impotenza" derivante dalla "rinunzia all'occupazione dei territori che la convenzione d'armistizio [aveval assegnato al controllo dell'Italia" . Come dire che non solo le ambizioni erano ingiustificate dalla situazione militare del paese, ma che, nel suo imbarazzo, lo SMG non riuscisse neanche a delineare una strategia indovinata e ido nea. In definitiva, nel periodo Badoglio, l'evidente contrasto tra le sollecitazioni di uno SMG - apparentemente intenzionato a compiacere le decisioni di Mussolini - e le risposte scoraggianti dello SMRE ebbero sia veste 91


«tecnica»; sia . per evidente propensione di Roatta, audacia «politica»_ 121 L'avversione nei confronti delle operazioni «francesi» da pai1e dello SMRE si andò ovviamente rafforzando nei mes i successivi, man mano che la situazione mil itare terrestre andò affrontando impegni maggiori. Circostanza che in qualche misura sembra rafforzare la tesi in base alla quale l' ostilità dell ' Esercito - Forza Armata che più delle altre subì un progressivo deterioramento per la gravosità degli impegni -, derivasse. più che da affettazioni persona] i, dall 'aggravarsi delle effettive carenze tecn ico-militari, e che le prime non poterono sopravvivere, anche in chi vi fosse portato, oltre le prime g ravi disfatte .122 Allorchè ne ll'agosto del 1942 pai·ve sempre più imminente la possibilità dell'apertura di un secondo fronte in Europa , il contrasto tra SMRE e SMG assurse a livelli di contesa . 11 nuovo capo di SMRE si dichiarò ripetutamente contrario a qualsiasi sforzo operati vo in territorio francese che eccedesse la possibi lità di rinforzare le difese della frontiera occidentale; negò anche cli poter attuare la Esigenza Ovest insieme alle altre ipotesi (la C 2: occupazione della Corsica; e la C 4: occupazione de lla Tunisia) che si rendessero nccessaii e nell'eventualità di uno sbarco alleato nel teatro del Mediterraneo. E lo fece anche a prezzo di spingersi a valutare "i mprobabile" che l'avanzata in Francia potesse avere carattere pac ifico. 123 In conclus ione , quanto illustrato autorizza a sostenere che l'opposizione dell ' Esercito nei confronti dei disegni di occupazione dei ter-

12 1 Non si può escludere peraltro che la contrapposizione che si manifestò tra i due Stati Maggiori fosse espressione dei contrasti esisten ti anche fra i vari r crsonagg i degli stessi e della grave crisi prodottasi tra Mussolini e Badoglio. 122 La contrarietà dello SMRE si rinnovò all 'epoca delrinlcrregno Guzzoni , il quale . come sottocapo, di resse lo SMG du rante l' impegno di Cavallero in Albania. Secondo Armellini il nuovo sonocapo era creatura di Mussolini e a lui fedelissimo. Talché, nel difficile periodo descritto, lo SMG non fu orga nismo idoneo a frenare l'irrequi etezza del Duce; lo furono solo forse gli insuccessi d Al bania e di Cirenaica. La situazione non mutò successivamente, quando Roana era ormai cessato da lla carica. 123 Il nuovo capo cli S MRE , Ambrosio, co ntinu ù ne lla linea di avversione ai progetti francesi. La manifestò in data 25 aprile 1942, allorché negò la possibilità di far fronte all '«Emergenza O»; e poi nel promemoria n . 13788, in data IO agosto 1942, allorché raccomandò di "non assumere impegni concreti con la parte germanica" per l'onerosità delle predisposizioni da adottare per spingersi sino ai Pirenei. Ed infine con la lettera 14065/0p. de l 22 ago. 1942. Jn quest' ultima lette ra Ambrosio scrisse dell'improbabilità di un ·avanzata pacifica in Francia. Lettere citate in precedenza. R innovò questo atteggiamen to all a vigilia dell 'avanzata in Francia. 0

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ritori francesi metropolitani non ebbe origine da motivi di avversione «pol itica»; nella stragrande magg ioranza dei casi , il disaccordo fu invece motivato da rag ioni cli opportunità tecnica, spesso legate all 'aleatoria disponibilità di forze, alla molteplic ità delle ini ziative, all'incertezza strategica ovvero agli effetti negativ i di queste tre situazio ni , qu as i sempre accompagnati dall a variabilità de i presupposti del] 'operazione . Tuttavia questo disaccordo fu espresso nel rispetto del disegno politico che facev a da sfondo alle pretese e alle ambizioni dell 'epoca. Se i dissensi descritti non costituiscono prova positiva dell 'i nammissib ilità d'un intento autonomo italiano , pure le remore poste dallo SMRE, mentre furono certamente stimolo per soluzioni più contenute e fattib ili , avrebbero potuto anche rappresentare un freno ad eventuali azzardi ciel Comando Supremo e di Mussolini.

3. Uno sguardo agli aspelti mi/ilari dei piani esaminati. Come si è osservato , gli studi riguardanti l'occupazio ne di tenitori francesi metropolitani, si estendono dall'epoca immediatamente successiva ali ' Armistizio sino al novembre del 1942, con un ventaglio d i ipotesi che dalla «m inima» (occupazione degli sbocchi alpini adiacenti alle zone conquistate e al Nizzardo) giungono all'occupazione della fascia costiera sino alla frontiera meditcn-anea s pagnola. Tra questi due estremi si colloca il progetto più antico (il piano <<R»), quello che prevedeva un ' avanzata sino al limite del territorio posto sotto controllo armis tiziale italiano , grosso m odo coincidente con il corso del Rodano. 124 Nella realtà, cli volta in volta furono p.iù frequentemente adottate sol uzioni ancor più modeste della «minima» , sia per i v incoli ambientali, sia per l'inwfficienza delle forze, sia infine per quella certa «sic u-

124 Il prome moria del 3 ge nnaio 194 1 redailo in ambito S MRE dc riniva " minima" la prima soluzione citata e " massima" quella che interessava l' intera costa mediterranea francese; l' ipotes i «R» corrispondeva alla soluzione "media''. Questa ripartizione rappresentò sempre la configurazione compless iva delle soluzioni possibili. integrata dalla «soluzione di c<.impromesso», la quale prevedeva l'occupazione di una zona compresa tra il valico della Maddalena e il Rodano .

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rezza» garantita dalla zona smilitarizzata. È da precisare che, con il suo avvento, !'«Esigenza O» copri indi fferentemente tutte le ipotesi d'azione, dalle minime alla massima.

a. L'ambiente naturale francese. Dal confine italiano al Rodano , l'ambiente naturale francese presentava non poche limitazioni . I val ichi alpini più sette ntrionali (Piccolo S. Bernardo e Moncenisio) erano intransitabili per almeno sei mesi l'anno, mentre il Monginevro , la Maddalena e lo stesso Col di Tenda erano spesso innevati nelle stagioni d i mezzo . Solo l' asse Iitoraneo con le due Cornici (Grande e Media), che contornava la costa da Ventimiglia a Cannes, era sicuramente transitabile. Ciononostante anch'esso trovava limitazioni sia nel la potenzialità, sia nella possibilità di raddoppio, perché l' itinerario più costiero lambiva il neutrale Principato di Monaco. 125 Le direttrici provenienti dai due citati valichi più settentrionali , sfruttavano - più ad occidente - fondi valle abbastanza agevoli, sino alle sponde del Rodano, verso Lione e Valence; di qui, lungo il corso ciel fiume , era aperta la via di Marsigl ia. Ugualmente diretta, anche se un po' meno agevole nella patte iniziale sino ad Embrun e Savines , era la via tattica proveniente dal Monginevro , che sfruttava la valle della Durance e, in profondità , cadeva su Avignone e la regione delle Bocche del Rodano . Al contrario, le direttrici della Maddalena e del Tenda, seguendo vie di facilitazione con andamento quasi meridiano , scendevano rapidamente sulla fascia costiera tra Ventimiglia e Nizza. Le provenienze dalla Maddalena potevano concorrere con la direttrice della Durance solo lungo il corso dell'Ubaye. Di modo che l'avanzata parallela alla costa, tra l'Ubaye e il mare, era possibile unicamente risalendo il Varo. Tutte queste direttrici non avevano potenzialità superiori alla divisione, c spesso non potevano essere sfruttate da più di un battaglione alla volta (valli della Tinea e della Vesubia, media ed alta Val Varo , valle del Verdon).

125 Si vedano gli schi zzi geografici della Francia citati e riportati in appendice.

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L' aspetto peggiore era dovuto al fatto che le principali direttrici meridionali non disponevano di raddoppi altrettanto facil i, specialmente nel senso dei paral!el i, e l'indipendenza delle stesse vie maggiori era assai limitata. Per esempio, da Briançon (direttrice del Monginevro), la progressione verso Valence avrebbe dovuto affrontare il massiccio degli Ecrins , oppure aggirare il M . Pelvoux e procedere oziosamente per Grenoble. Lungo la Durance, più a sud , la via cli Gap era abbastanza agevole, anche se di capacità ridotta. Giunti però in questa località, l'itinerario più celere per arrivare al Rodano interessava il Col de Cabre (11 80111 .), per giungere a Loriol, oppure seguiva il tortuoso ed angusto percorso del fondo valle Eyguès sino a Nyons, donde la strada si apri va verso Montélimar, Pont St. Esprit e Orange. Ancor peggiore la s ituazione delle provenienze dalla Maddale na. li raddoppio verso sud, se non avesse seguito il corso dell'Ubaye , inizialmente avrebbe dovuto superare colli d i quota superiore ai 1200 metri, sfruttare poi stretti orridi, tra cui quello ciel Verdon , per allacciarsi alla via di facilitazione della valle del Varo, giungere nella zona di Digne e di qui, per un asse indipendente dalla Durancc, ad Avignone. Infine, come si è detto, anche il raddoppio del complesso delle vie di faci litazione ciel Tenda , comprendenti anche quelle che interessavano le valli della Tinea e della Vesubia, poteva realizzarsi , verso ponente , solo risalendo la valle del Varo. La direttrice principale , per il colle, trovava la possibilità di raddoppiarsi solo a Sospello , da dove era possibile procedere verso ovest per l'Escarène (Nizza) o per Lantosque - Levens Utelle (corso del Varo, Digne e Durance) . Peraltro, nel corso dell'attuazione dell' «Esigenza O» che si verificò nel novembre del 1942, Ja necessità di impadronirsi dei ponti in corrispondenza dei fiumi appena citati, e le ricordate difficoltà di movimento, resero ardua l'avanzata e rallentarono fortemente le unità che seguivano. Di modo che, sarebbe stato più facile operare a nord, ma c iò era impedito sia dalla aleatoria transitabilità dei passi, sia dall 'eccentricità degli obiettivi dell'avanzata (quelli del Nizzardo, ed ovviamente quelli più profondi di Tolone e Marsiglia) . Solo un dispositivo robusto, già dislocato nelle zone occupate al di là delle Alpi , avrebbe potuto conseguire, lungo le valli dell ' lsère e del Rodano , gli stessi obiettivi. Ciò tuttavia era reso diffic ile dalla esiguità delle aree occupate, dalla loro immediata adiacenza alle inospitali plaghe montane, dalla scarsità di alloggiamenti, ecc. Anche l'eventuale possibilità di far affluire forze al.la vigilia della prevista azione, era

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aleato1ia per l'incertezza delle possibilità di rifornimento . Ne derivò la tesi prevalente clello SMRE di !imitare in ogni caso la penetrazione a norcl all 'acqu isizione della conca di Modane, o al massimo, quella di St. Pierre d'Albigny, ovvero, come si vedrà, quella di Orelle (una decina di km più ad ovest di Modanc). E inoltre, di allargare la zona occupata tra iJ colle dell ' lseran e lo sbocco in piano dell'Jsère, sino ad Albertville.

b. Le.forze necessarie. L'entità delle forze necessarie per i progetti delineati dipendeva soprattutto dalla profondità dell'operazione; ma vi concorrevano anche la disponibilità di forze a piè d'opera e la tipologia delle stesse, con particolare riguardo alla loro mobilità. Per esempio, la pi ù volte ricordata «soluzione massima», i cui obiettivi erano posti alla frontiera pirenaica, richiedeva almeno J2 divisioni (addirittura 15 nella concezione dello SMRE), cli cui ameno 3 o 4 di tipo speciale (corazzate, motorizzate, autotrasportate e addirittura aviotrasportate); per la «minima», lo stesso SMRE ne prevedeva 5 o 6 . Altrettante ne erano stabilite sia per iJ piano «4100», ciel 9 giugno 1941, che contemplava un'occupazione più estesa (corso della Siagnc) nel Nizzardo; sia quello simile, il «6000», ciel 5 settembre 1942. La variante estiva dell a «soluzione minima», la «9 111 », o, analogamente, il piano per l'occupazione dei territori francesi "aderenti alla frontiera italiana", operazioni che si prevedeva dovessero spingersi più innanzi nelle valli dell 'Arc e dcll'Isère, impiegavano un numero di divisioni variabile tra 5 (più un gruppo «Valle») e 8- 10 (oltre a due gruppi «Valle») . L'Esigenza «R», («soluzione media» per l'occupazione della linea d'armistizio), postulava la disponibilità di un complesso cli "9 divisioni, con una riserva cli alcune altre" (promemoria 352 del 20 dicembre); il piano SMRE del 20 gennaio 1941 , ricorrendo come il precedente alle forze mobili dell'Armata del Po , impiegava 9 divisioni in prima schiera e un numero variabile da 3 a 5 in riserva. Questa variabilità dipendeva, o ltre claJla profondità degl i obiettivi, anche dalle forze disponibili al momento e dal loro tipo, con una certa propensione ad impiegare un sovrappiù cli grandi unità mobi li ed anche corazzate. E questo , soprattutto per motjvi inerenti la periodica incompletezza delle unità già assegnate alla 4a Armata. li fenomeno fu particolarmente evidente nelle ipotesi con obiettivi più «profondi». Per escm96


pio, quando furono predisposti i piani che contemplavano la possibi li tà dell'imminente raggiungimento della «linea d 'armistizio», e cioè del corso del Rodano, (dicembre 1940 e gennaio 1941), le 9 divis ioni della 4" Armata, non erano pronte e lo sarebbero state solo per la fine cli gennaio. Di modo che, vennero designate all' impiego sulla fronte francese anche 5 di visioni, di cui due corazzate, dell'Armata del Po. li ricorso alle unità corazzate anche quando incomplete ed equipagg iate di carri leggeri rappresenta un altro aspetto dell ' impiego delle forze. Si ha l'impressione che la sollecitazione a quell ' impiego non fosse richiesta dalla situazione, né ambientale né legata alle forze avversarie . Sembra p iuttosto ch 'esso rispondesse alla volontà di di mostrare la potenza delle anni italiane a chi oltralpe ancora non se ne dava per inteso. 126 È indicativo infatti che il ricorso a quelle unità fosse previsto anche nelle ipotesi più modeste. Lo stesso semplice piano definito nell 'agosto del 194 1 per l'occupazione del territorio francese "aderente alla frontiera italiana", prevedeva la disponibilità della Littorio, seppur su due battaglioni carri leggeri . Ciò probabilmente derivava anche da un'eccessiva sopravvalutazione dell 'Esercito francese cli Transizione francese (ET) , e piì:1 verosimilmente dalla prudenza che isp.irava la necessità di evitare qualsiasi smacco. Nella «Memoria>> redatta dal comando della 4a Armata per la presentazione allo SMRE del progetto <<F» , si legge che l'avanzata sul litorale era stata: "commessa alla divisione corazzata 'Centauro' sia per la p,vpria effettiva capacità di penetrazione, sia per /'i,ifluenza che la semplice segnalazione di mezzi corazzati eserciterebbe su truppe prive di difesa confrocarri" . 127

c. La sopravvalutazione del['avversario nella scelta degli obiettivi contenuti entro la Zona smilitarizz.OLa.

Questa sopravvalutazione cicli ' ET trova conferma nella costante ricerca, da parte della pianificazione italiana , d i contenere l' azione nei

126 Probabilmente questo intendimento era ispi rato eia qualche autorità al di so pra de llo SMRE, presso il quale si suggeriva la «soluzione mini ma» e si sosteneva essere le 5 divis ioni citate ·'le più indicate. specie le corazzate e le motorizzate. per un impiego in A.S. [Africa Settentrionale]:· 127 4" Armata 5450/op. del 18 agosto del 1942.

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limiti della zona smilitarizzata, scrupolo che fu quasi integralmente osservato i tutti i piani che non prevedessero l'occupazione della linea d'arrnjstizio, la linea del Rodano. 128 La preoccupazione italiana era tale che in quasi tutti i documenti passati in rassegna finora si attribuiscono capacità allarmanti alle unità delle divisioni territoriali francesi che avrebbero potuto confrontarsi con le colonne italiane avanzanti. Nel promemoria redatto presso lo SMRE il 12 dicembre 1940, si poneva in risalto , con qualche inquietudine, che " il 15 novembre [era] entrato in vigore, nel territorio metropolitano francese, l'ordinamento dell 'Armée de transition" e ci si rassicurava che le forze tedesche cooperanti, avrebbero mantenuto "un atteggiamento [cli minaccia] potenziale[ ... ] tale da immobilizzare le divisioni frances i dislocate in altre regioni " . Apprensione che riecheggia in queste parole dello stesso promemoria 352: "operazione da svolgere di intesa coi tedeschi che dovrebbero almeno minacciare affinché le 6 divisioni del/' esercito di transizione, dislocate oltre Rodano, non passino a rinforzare le 2 di qua." 129 Ovviamente le valutazioni del livello infe1iore tendono ad esasperare gli stessi concetti. Nel corpo delle direttive del comando della 4a Armata per l'operazione 215 del 12 febbraio 1941 , si rilevava che la concomitante "azione delle truppe germaniche [rendeva improbabile, pur non potendo essere esclusa] un' organizzata resistenza". Nel già citato progetto «F» del I 8 giugno 1942, il comando della 4" Annata

128

La sopravvalutazione è evidente nel fatto che, quando s i veyificò l'attuazione del vecchio piano «Attila», ribattezzato «Ant(m», nel novembre del 1942, i tedeschi vi impiegarono inizialmente elementi di non più di due divisioni, la 10'' corazzata e la 328" di fanteria; solo successivamente, per l'assalto a Tolone, affluirono altre forze fra cui un corpo d 'armata SS (in pratica una divisione granatieri corazzati), che tuttavia più tardi fu ritirata per altro impiego. Dei progetti che si ispiravano alla più volte citata «soluzione minima» (e cioè «9111», «3300», «4100>>, «5700>> «6000» ecc.), solo il terzo escluse totalmente la possibilità di spingere la linea d'occupazione oltre la «linea viola» . Per gli altri il suo superamento fu comunque contenuto e limitato al tratto minimo posto tra Barrème e Castellane e , più a sud, oltre il corso della Siagne per appoggiarvisi e comprendere Cannes. 29 I reparti francesi in territorio " ital iano" dipendevano infatti dalle divisioni 14 (Grenoble) e 15 (Marsiglia); una parte delle unità della 7" divisione (Bourg-en-Bresse territorio "tedesco") era dislocata in territorio italiano .

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dedicava alcune pagine all'esame delle "possibi lità operative francesi" prevedendo addirittura un'azione difensiva sulla linea immaginaria congiungente la stretta di Chamousset (a nord est di Montmélian) al campo trincerato di Nizza. Si considerava altresì l'altrettanto enfatizzata eventualità di una concentrazione di forze di transiz.ione "per manovrare in massa contro le colonne dell'invasore inizialmente isolate nelle compartimentate valli alpine". Infine, nel progetto presentato dal comando della 4" Armata il 18 agosto 1942 (5450/0p.), si ventilava la possibilità che "per ragioni morali di prestigio [si riteneva probabile ... ] una concentrazione di tutte le forze francesi contro i 'Italia" .130

d. L'influenza delle situazioni ambientali, della concomitante azione tedesca e delle aspirazioni nazionali nella scelta degli obiettivi. Gli studi iniziali sul l'occupazione della linea di armistizio ebbero inizio in piena estate, quando prevaleva la convinzione di una rapida conclusione del conflitto o cli una imminente ulteriore occupazione cli territori francesi, allorché le forze erano consistenti. L'approssimarsi della cattiva stagione coincise con differenti orientamenti politico-strategici e con la riduzione delle forze a disposizione. Tutti questi elementi appaiono inestricabilmente responsabili dei mutamenti successivi. Si può dire infatti che una maggiore disponibilità delle forze suggerì, per esempio, la «soluzione di compromesso» proposta dallo SMG l' 11 gennaio 1941; ma è evidente che in quel caso l'avanzata non avrebbe interessato le direttrici montane più settentrionali. In realtà, né il tempo meteorologico, né il difficile reperimento di direttrici meridionali totalmente indipendenti , furono i maggiori respon: sabili della scelta degli obiettivi. Tale scelta dipese dalle concomitanti operazioni tedesche e, in tale necessità, dalla convenienza di occupare il Nizzardo. Si è visto infatti che nel piano «820» del 20 gennaio 1941

130 In relazione all'epoca della redazione del piano, epoca che prevedeva la necessità di difendere l'intera costa francese mediterranea, sino ai Pirenei, si prevedeva anche un'analoga concentrazione - stavolta difensiva - volta a "raccogliere l'esercito di transiz.ione france se a difesa delle zona Tolone-Marsiglia" a protezione di una possibile testa di sbarco anglo-americana. Questa valutazione pare la più attagliata tra quelle considerate per le varie situazioni.

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si prevedeva il transito sia per il Monginevro, sia per la Maddalena med iante "mezzi spazzaneve tenuti a piè d'opera".1 31 Al riguardo , si può osservare quanto segue. L'asse longitudinale della progressione tedesca, avrebbe dovuto come visto procedere lungo le valli pri nci pali, impegnando pertanto anche la direttrice Grenoble - Sisteron - Chateau-Arnoux - Manosque Aix-en-Provence. All'avanzata italiana, in tale ipotesi, non sarebbe restato che entrare in collegamento con le forze dell'alleato. Successivamente le forze tedesche si sarebbero ritirate per consentire un'ulteriore progressione alle unità italiane per raggiungere il limite armistiz iale (fiume Rodano), ritiro che, come si vedrà avvenne effettivamente dopo l'avanzata dell'Il novembre 1942. In realtà, fosse perché eia parte italiana sussisteva qualche dubbio sulla lealtà cieli' alleato; o quantomeno si ritenesse opportuno dimostrare la capacit~t di occupare il territorio spettante, seppure con velocità diversa, le pianificazioni dei due alleati successive al febbraio 1941, dovettero prendere una piega diversa che escludeva i tedeschi dal percorso appena ricordato . Non a caso , a partire dalla concepimento cieli' operazione «215» (febbraio-marzo 1941) fu rono inclusi, quali obiettivi per le direttrici più esposte alle limitazioni climatiche, l'allargamento delle conche di Modane e di Bourg St. Maurice a nord , e, più a sud, l'occupazione della zona di confluenza dell 'Ubaye con la Durance. 132 Ciò nonostante si fosse in pieno inverno. Significati vamente, gli inizi dell'estate del 1941 suggerirono, con il piano «91 11 » del 9 giugno, l'estensione deJI 'occupazione, alla zona di Albertville e cli St. Piene d' Albigny, in Savoia. Tale intento divenne ancora più evidente nel pieno dell'estate, allorché fu in auge il piano che , ispirandosi ancora al «9111», consentiva un ' avanzata omogenea a ridosso delle Al pi , da nord a sud, realizzando una ' fasc ia non più profonda di 25-30 chilometri. 133 Queste circostanze non escludono peraltro che nelle intenzioni italiane rientrasse anche l'opportunità di ampliare il tenitorio della precedente occupazione. E ciò , sia per disporre di basi per ulteriori operazio-

131

Si veda la lettera c itata SMRE 820 del 20 gen . 1941 (AUSStvlE DS SMRE 2073-

454) . 132 133

100

Probabilmente non si voJJe che i tedeschi affluissero in Savoia. Documenti SMRE I 3416 e 13417, 2 1 agosto 194 1, citati.


ni più ampie e rispondenti (in tal senso si era espresso lo SMRE già dal 12 dicembre), sia per ampliare le possib ilità logistiche alle tr up pe che si alternavano nei piccoli comuni montani occupati nella campagna di giugno del I 940. 134 Così come non si può negare che la prevalenza delle azioni «montane» dipendesse talvolta, oltre che dalle condizioni meteoro logiche, anche dalla d is ponibilifa di truppe alpine, come avvenne nell'estate del 1941. allorché furono poste a dis posizione dell' Armata 2 o 3 divisioni alpine e allrcttanti gruppi alpini «Valle» . Detto questo , si intende però chiarire che fu prevalentemente la disponibilità di forze a dettare la profond.ità degli obiettivi . Dovendosi escludere la rinuncia ad un ' avanzata che coronasse le ambil.ioni te1Tito.riali nizzarde, la gravitn ione delle forze rispose primariamente al requisito di garantire questo obietti vo minimo , anche a danno delle operazioni settentrionali. Tanto che, pu r di non perdere il terrilorio di cui si parla , ci si adattò a sfruttare l' impervio passo di Collalunga o Col de la Lombarde . 135 Insieme a questa affermazione si intende tuttavia sostenerne un 'altra, per guanto si ngolare, e cioè che l'esc lusione delle direttrici settent,ionali ebbe maggior fond amento nei cas i cli indisponibilità di forte mobili e potenti . 136 Le quali, superato il diaframma alpino , avrebbero potu to scorrere rapidamente verso il Rodano . 137 Probabilmente all ' alleato fu esposta tale possibilità per convincerlo a rinunciare alla progressione verso Grenoble , Sisteron e la valle della Durance.

134 Ta li

truppe erano assoggettate all'alea dei difficili riforn imenti in vernali , mentre restavano inidonee a co ncors i impo rtanti nei confronti d i eventuali operazioni provenienti. dalla madrepatria. 135 Piani «4700» e«6000» citati Si può affermare in sintesi che. ald ilà delle modeste varianti, la linea degli obieuivi corrispose quasi sempre alla più volte citata «soluzione minima» de llo SMRE . S iffatta scelta dipese verosimilmente pi ù dalla carenza di forze e segnatamente di forze mobili. che dall 'andamento climatico. 136 Si ricorderà inoltre che la possibilità di sfruttare almeno la valle del!' Are, fu perseguita attraverso un colpo di mano su Modane . L'azione preve ntiva avrebbe consentito il transito per il traforo ferroviario del Frej us e l'attestamento al suo sbocco settentrionale delle divisioni del I CA tra le quali l'Ariete ed infine la loro prosecuzione per gli obietti vi finali de lla valle ciel Rodano. L'espediente d ivenne una costame, ma le forze corazzate o mobili non erano più di sponibili. Ne lle direttive SMRE del 1° febbrai o 1941 che si ripromettevano un'occupazione ridotta: ·'Nizzardo e gli immediati sbocchi oltre confine in Tarantas ia . 1'v1oriana e Brianzonese··, fu previsto anche un analogo colpo di ma no su Bou rg St. Maurice, portato dalle tru ppe dis locate nelle zone già occu pate di Séez e St. Foy. I comuni francesi occupali avrebbero potuto svolgere una funzione im portante nel caso cli operazioni piL1 profonde . 137 Non si d imen tichi che il piano «B» prevedeva il raggi ungimento cli Grenoble.

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'


CAPITOLO III



L'occupazione integrale dei territori francesi metropolitani. Sviluppo delle operazioni italiane

A. Gli eJTetti de/La situazione m.ilitare generale sui piani riguardanti l'Esigenza Ovest - I piani dell'estate i 942 in previsione dell'apertura del secondo fronte - Gli ordini impartiti dal Comando Supremo e dallo Stato Maggiore Regio Esercito (SMRE) alla vigilia dell'operazione - Le incertezze sulla profondità degli obiettivi - L'attuazione dell'Esigenza Ovest. In previsione di uno sbarco degli Alleati nell'Africa francese per l'inverno del 1942 o la primavera del 1943 - sulla quale possibil ità concordavano da qualche tempo, seppur con differenti strategie di contrasto, entrambi i comandi supremi dell'Asse - , sin dal settembre 1942 Cavallero aveva .iniziato a lavorare intorno al progetto urgente cli trasferire in Libia: "a prescindere dall'aviotrasporto ormai deciso della 'Spezia', trasporto che si deve iniziare il 30 corrente[ .. .}, almeno due divisioni [da] distogliere dalla frontiera occidentale con l'approssimarsi della cattiva stagione. Queste due divisioni sarebbero la 'Centauro' e la 'Piave' (una coraz:z.ata e l 'altra motorizzata) e il trasporto dovrebbe farsi non appena si sarà ripresa la pressione su Malta e quindi si possa riprendere la rotta di ponente" .1 38 Di modo che, il capo cli SMRE rappresentò il 13 ottobre la "situazione di fatto nei riguardi delle possibilità di attuazione" delle esigenze C2, C4 ed Ovest. Per quest'ultima, le forze a disposizione - fra le quali non venivano più considerate né Centauro, né Piave - rendevano non più "appLicabile" il progetto 6000 redatto dall 'Armata, e consigliavano invece di:

138 U. Cavallero, Diario, gg. 27 e 30 settembre 1942 pagg. 494 e 495. Ciarrapico Editore, Roma, 1990.

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"rinunciare per il momento a qualsiasi intendimento operativo offensivo alla frontiera occidentale e [diJ riprendere in esame una tale possibilità allorquando sarà possibile avere a punto le tre divisioni autotrasportabili ( 'Piacenza' - 'Rovigo' - 'Mantova') con adeguate aliquote di mezzi corazzati, e cioè nella prossima primavera. Comunque ho posto allo studio la possibilità di anticipare tale approntamento [del progettoJ sia pure a favore di una sola divisione da dislocare appena possibile in Liguria al posto della 'Piave'. Su questo nuovo orientamento chiedo il benestare f ...]" .139 Qualche giorno dopo, il capo di SMG rispose facendo osservare che "l'esigenza [Ovest avrebbe potuto essere] imposta da in iziative avversarie" e che dunque occorreva "orientarsi alla necessità di agire - anche d'inverno - con i soli mezzi che rimanevano disponibili , e cioè senza Piave e Centauro" . Pertanto, considerando la "precaria consistenza delle forze armate e deJl'organizzazione francese" e la concomitante "rapida violenta azione tedesca", sarebbe stato sufficiente per le forze italiane condurre "operazioni impostate su: rapide puntate in profondità contro i più importanti centri [ . .. con una solo] successiva occupazione metodica [ ... )".Con ciò, lo SMRE era invitato a riesaminare il problema (il giorno dopo l'inizio della battaglia di Alamein). 140 Quando 1'8 novembre gli Alleati sbarcarono in Marocco ed Algeria, alla 4a Armata erano già state sottratte, per le esigenze libiche, prima il RECo. Cavalleggeri di Lodi, e poi la Centauro, in movimento per affluire in Africa . Erano poi in corso alcuni avvicendamenti: la Lupi di Toscana avrebbe dovuto essere trasferita in Croazia, sostituita dalla Granatieri di Sardegna, la quale, proveniente dalla Dalmazia, avrebbe preso il posto della Taro alle dipendenze dell'Armata. C'era poi un gran movimento di altre unità, eia e per l'Armata, e incertezza sulla destinazione della Piave,

139 Lettera del capo di SMRE 242 1 del 13 ott. 1942 (AUSSME DS CS I 505-sn) . Con la stessa lettera si diceva che " il progetto sommario 1-. . I relativo ali' impiego cli 15 divisioni per il raggiungimento degli obiettivi massimi oltre Rodano, al confine pirenaico I .. . I debba avere, per ora, carattere cli semp lice studio" , negandosi pertanto la possi bilità di estendere l'avanzar.a sino alla costa pirenaica. 140 Lettera a firma Cavallero 12375 del 24 ott. 1942 (AUSSME DS CS 1505- 1408). Il documento è citato nel Diario storico del Comando Supremo, Voi. VIII ( I .931 .12.1 942), Tomo I (Diario), giorno 24 ott. J942, pag. 497 ., SME, Roma, 1999; tuttavia non è riportato fra gli allegati e perciò è stato ri.prodot.to in appendice.

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della cui sottrazione il comando dell'Armata era comungue infom1ato sin dalla fine di ottobre: in un primo tempo (I O novembre), perché destinata alla 6a Armata in Sicilia; poi in corso di affluenza a Napol i per il successivo trasporto in Africa. La divisione autotrasportabile Piacenza ne avrebbe preso il posto nel dispositivo della frontiera occidentale. 141 L'8 nov. alle 22 e 45, in riferimento alla direttiva del Comando Supremo in data 24 ottobre di cui si è parlato, lo SMRE impartiva l'ordine142 di predisporre:

"provvedimenti atti a facilitare eventuale attuazione Esigenza "Ovest" secondo direttive approvate con.foglio 15315 del 5 set. 1942: dovranno considerarsi di5ponibili divisioni Legnano, Lupi, Piave [la quale pertanto avrebbe dovuto sospendere le operazioni di carico per Celere, Pusteria e 3° gruppo alpini "Valle" , [ma Napo li], Taro, non .. .] le tre divisioni autotrasportate [cioè le divisioni "Mantova", "Piacenza" e "Rovigo" ] . Direllive scritte saranno recapitate [. . .] " .

r

Il giorno dopo, lo SMRE indirizzava al comando della 4" Armata la

141 Il 22 ottobre lo Sl'v1RE aveva deciso il "{ .. .] riordinamento G.U. livello divi.1·ione nell'ambi/o della 4" Armata:{. . .] dislocare{. . .] 'Taro' in zona già occupala dalla 'lupi', destinala in Croazia; [ .. .] 'Granatieri di Sardegna ', proveniente da Dalmazia si dislocherà al posto della 'Taro'; dopo la par1enza della 'Piave' per I' A. S ., [ .. .) la 'Piacenza' ne prenderà il pos10". AUSSME, allegato n.11 nella raccolta 2078, contenente diari storici dello S MRE riguardante la 4" Annata. D'ora in avanti si userà la dizione abbreviata in AUSSME 2078-[numero dell'allegato, nel caso in esame: 11]. La necessità di un rinforzo dello scacchiere libico per timore di minacce alle spalle cieli' Annata italo-tedesca battuta ad El Alamein era stata rappresentata più volte ali 'OKW, il quale, probabilmente fiducioso sulla capacità di resistenza delle forze mmate coloniali francesi fedeli a Vichy, aveva continuato a ritenere secondaria la questione. Sin dal 27 settembre era stato deciso di inviare in Africa Centauro e Piave; fu poi deciso di inviare, a partire dal 22 ottobre, la sola Centauro, per questioni di capacità dei trasporti. Dopo lo sbarco anglo-americano, il Comando Supremo ordinò di inviare in Africa (in preparazione al piano C4) e in tutta fretta, oltre a due grandi unità di fanteria, Superga e Livomo, seppur dotate largamente degli autoveicoli necessari per renderle mobili, anche la Piave, divisione motorizzata, in un primo tempo addirittura destinata e in parte effettivamente avviata in Sicilia. Sulla questione della prevedibilità dello sbarco e sulle fasi precedenti lo sbarco si leggano: U. Cavallero Diario gg. 27 settembre- 8 novembre, pagg. 494-549, Ciarrapico, Roma, 1990; C. Amé, Guena segreta in Italia, pagg. 114 e l 15; E . v. Rintelen, Mussolini l'alleato, Corso, Roma, 1952, pag. I69. E . Faldella, L' Italia nella seconda guerra mondiale, Cappelli, Bologna 1959, pagg. 506 - 509. Diario s/orìco del Comando Supremo, Vol. VIII ( 1.9. 1942 - 3 l.1 2. 1942), Tomo I (Diario), giorni 20 (pag. 466), 2l(pag. 472) 23 ottobre (487 e 488); I O (623) e 6 novembre l 942 (640) SME, Ufficio Storico, 1999. 142 Telescritto S MRE 19236 del l'8 nov.1942, con riferimento alla lettera del CS n.12375 del precedente 24 ott. (AUSSME 2078-24).

107


copia n.3 delle " Direttive per l'attuazione delle esigenze C2, C4 ed O", ispirate alle disposizioni impartite dal CS il 24 ottobre . Nel trasmetterle, si invitava il comando dell'Armata a:

"concretare le proprie direttive utilizzando tutti i possibili ripieghi per consentire, con gli automezzi disponibili, l'autotrasporto del maggior numero di reparti; attuare tutte le predisposizioni - senza peraltro addivenire a movimenti di C U - atte a facilitare l'esecuzione del progelto in caso di necessità ." 143 Ancor prima che giungessero le direttive dello SMRE, il comandante della 4a Armata, lamentando il continuo attingere dalle forze eia lui dipendenti, scriveva, quasi a mettere le mani avanti:

"Il trasferimento ad altro settore della div. cr. 'Centauro', e l'invio in Russia come complementi di avvicendamento di circa 12.000 uomini scelti e con inquadramento di classe - hanno [ .. .] ridotto notevolmente l'efficienza delle unità. Ne consegue che - nel caso di avvenimenti che imponessero l'occupazione parziale del territorio francese - è necessario, per commisurare l'obieltivo alle possibilità attuali, limitare l'ampiezza dell'azione [ .. .] all'occupazione della conca di Modem.e; alla conquista del Nizzardo a valle della confluenza con la Vesubia [ . . .]." Nel settore meridionale, in particolare, si prevedeva di impiegare in prima schiera, sulla " linea della Corn ice", le divisioni Piave e Lupi di Toscana, rispettivamente verso i ponti sul Varo di St Laurent du Var e, più nell' interno, Colomars. In seconda schiera, sulla stessa linea, la divisione Legnano. Lungo l'asse della Roia avrebbero operato la divisione Taro (davanti) , seguita dalla 2" divisione celere Emanuele Filiberto Testa di Ferro (EFfF), con obiettivo il ponte sul Varo della Mesci.a. In riserva d'armata la Pusteria.144

143

Lettera SMRE 19244 (per il Comando Supremo) e 19245 (destinata al comando 4" Armata); (AUSSME rispettivamente 2078-25 e 26). L'allegato contenente le "Direttive" non è stato rinvenuto. Il foglio del Comando Supremo n. 12375, in data 24 ottobre 1942 g ià citato, è in AUSSME DS CS 1505. 144 Lettera 4A 7884/0p. dell'8 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 2lJ9-364) . Essa prendeva lo spunto da un colloquio avvenuto la mattina stessa tra il generale Ambrosio e il capo di SM cieli' Annata, Trabucchi. La ridotta avanzata veniva posta anche in relazione al fatto che, secondo la lettera dell ' Armata mancavano la metà dei conduttori dei

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Due giorni dopo, il capo di SMRE,Ambrosio, pur accettando il disegno di manovra del comandante cieli' Armata, precisava che: "I. Le direuive emanate da questo S.M. e trasmesse con foglio 19245 odierne debbono essere considerate come un orientamento cui informare le predisposizioni per l'attuazione dell'Esigenza: gli eventuali sviluppi imprevedibili dell 'attuale situazione potranno imporre varianti ed adattamenti. li. In tale ordine di idee prendo atto di quanto comunicato con il foglio a riferimento. Resta peraltro inteso che la linea del Varo potrà essere considerata come sbalzo intermedio rispetto alla linea Cannes - Grasse Entrevaux che rappresenta sempre l'obiettivo [la linea della Siagne] cui l'Armata deve tendere in caso di attuazione dell'Esigenza." 145

Nelle prime ore cli quella stessa mattina, era gi unto però un pri mo contrordine: la Piave doveva partire per Napoli in vista dell'imbarco per l'Africa Settentrionale. Il comando 4a Armata ne trasse motivo per ribadire i suoi intendimenti riduttivi, redatti in un nuovo ordine cli operazioni, il 60 .000/0 p 146 . Esso considerava, "per commisurare il compito alla diminuzione di forze, rispetto a quelle considerate nel progetto 6000/0p .", che prevedeva di raggiungere la linea della Siagne, di limitare in un primo tempo l'avanzata al fi ume Varo, per il grande vantag-

l 300 autoveicoli dei citati raggruppamenti automobilistici. Si prevedeva di recuperare in un secondo tempo la Piave, sostituita sul suo obiettivo dalla Legnano. In relazione al suo asse d'avanzata, si chiese e si ottenne che la Taro res tasse in zona Alessandria da dove avrebbe potuto operare sia verso la Roia, sia verso la Liguria, eventualità quest'ultima che lo SMRE giudicava importante. 145 Lettera SMRE 19328 del IO nov. 1942 (AUSSJ'vl E 2078-29), (copia in AUSSME DS S MRE 2 1I 9-365) che s i riferiva appunto alla 7884 del comando della 4" Annata del precedente 8 nov. (AUSSME DS SMRE 2 119-361). 146 Il piano 60.000, poi effettivamente adottato in un primo tempo dalle grandi uni tà dipendenti dall'Armata, fu cliramnto alle ore 16 ciel 10 nove mbre, quando le "Direttive'' dello SMRE (19236) non erano ancora giunte. Per l'operazione, il generale Vercellino teneva validi "i criteri ed i procedimenti fissati ne/foglio 6000/0p . del/' 8 serrembre e.a.", pur modificandone le disposizioni di attuazione, " in relazione alla situazione attuale, / .. .}". Circa i tempi cli preavviso e gli obiettivi, il piano così si esprimeva: "l'attuale si1uazione può richiedere, i11 tempi brevissimi, l'avanzata nel terrilorio .fi·ancese per assicurarsi sbocchi offensivi atti ad agevolare, in cooperazione con la Gernwnia, l'occupazione del litorale del 1'vlediterra11eo." Lettera 4a Armata 8026/0p. del IO nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 2119-368). Il trasferi mento della Piave a Napoli fu ordinato dallo S MRE con telegramma 19296 delle ore 5,40 de l IO novembre (AUSSME DS SMRE 2078-27).

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gio di "recidere il grande saliente di Saorgio [SaorgeJ disponendo di una fronte difensiva più breve e con a tergo l'arroccamento rotabile e ferroviario della valle Roja". Si affermava inoltre che, in relazione a "torbidi interni francesi diretti ad ostacolare la volontà del governo legale", era allo studio: "l'opportunità, qualora si rendesse necessario [manoscritto aggiunto], di limitare l'avanzata in 1° tempo [manoscritto] e l'occupazione alla displuviate tra Paglione e Severa per le località di: Cima del Diavolo - 1v/. Aution - Colle della Peiracava - Pas de la Cabanette - Col di Braus - M. Orso - M. Bandone - M. Agel - La Turbie - Capo Martino [Cap Martin]."

Questo scambio epistolare palesa già elementi di un grave malinteso che riguardava tempi, obiettivi e forze dell'avanzata in Francia. Il tenore della lettera n.19238 ciel IO nov. dovette essere interpretato dal generale Vercellino come assicurazione di un'operazione non imminente; a maggior ragione dopo la sottrazione della Piave, di cui invece teneva conto l'ordine cli battaglia del piano stesso. Tale convinzione doveva appartenere anche allo stesso SMRE che lasciò intendere chissà quali ulteriori "varianti ed adattamenti"; in sintesi , che l'operazione non fosse alJe porte. In altre parole, Ambrosio approvò il piano 60 .000 - con gli obiettivi stabiliti in coincidenza dei ponti del Varo e della conca di Orelle a nord - un po' perché la situazione delle forze disponibili per l'armata era addirittura peggiorata dopo la partenza della Piave; ma anche perché egli pensava a possibili cambiamenti dovuti all'evoluzione della situazione e perché, tutto sommato, il piano 60.000/0p., ed ancor più quello maggiormente limitato tuttora allo studio, tenevano a base la necessità primaria della difesa della frontiera ìtaliana.147 '

147 Il generale Ambrosio appose la sua sigla «A» sul primo foglio della lettera 8026/0p. che trasmetteva allo SMRE il piano 60.000; sulla stessa pagina, a proposito dell' ipotesi ridotta di cui sopra, qualcuno chiosò la frase con la seguente annotazione «superato dagli avvenimenti, J II IJ)» Non è un caso che il piano stabilisse che, "per il ,nomento, I non dovesse essere attuato} nessun movimento senza autoriu.az.ione di questo comando". Anche l'annessa consistente richiesta di materiali ed equipaggiamenti, che "ove l' emergenza [avesse dovuto] aver corso, :vi [sarebbero resi] indispensabili" rivela ancora di più come il comando dell'Armata si attendesse un congruo tempo di preavviso.

I IO


Le modifiche maggiori , rispetto al 6000, si riferivano, oltre che alle forze, alla profondità degli obiettivi. infatti il documento precisava che " in un primo tempo l'occupazione [era] limitata al Nizzardo ad occidente della linea Mt. Toumairet - fiume Varo a valle della confluenza con la Vesubia." e che, "contemporaneamente nella zona del I CA [sarebbe stata] occupata la conca di Moda ne" . Più precisamente, gli obiettivi sarebbero stati "la stretta di Orelle" - poco più ad occidente di Modane, in Val d ' Are - , e "i ponti su I Varo tra la stretta della Mescla e lo sbocco in mare". Essi sarebbero stati raggiunti dalle divisioni di cui al progetto dell' 8 nov. 148 , inquadrate in tre corpi d'armata (da nord: I, XXII e XV). Si vedrà più avanti, tuttavia, che in sede di riunione presso l' OKW, presenti Hitler, Ciano e Lavai, si era pensato che l'avanzata italiana dovesse giungere addirittura all'allineamento "Gyens IGinevraJ - Lyon - Toulouse". In qual misura ciò anelò a detri mento dell 'operazione incipiente, alla quale la 4a Armata si accinse con le forze riportate nello schema in appendice, si vedrà nel prosieguo della trattazione.

B. Le decisioni prese a Monaco: occupare il resto della Francia per proteggerla da sbarchi alleati; ordini conseguenti emanati da parte italiana - Gli avven.imenJi della prima giornata: le d~ffìcoltà di artuare il piano per l'esigenza Ovest secondo il comandante della 4" Armata; ordini e contrordini; la decisione definiliva di ritardare l'avanzata di mezza giornata; attuazione dell'esigenza secondo il piano 60.000 e dunque sino al Varo - Gli ordini successivi: avanzare oltre il Limite del Varo il più profondamente possibile - L'esigenza di giungere a Tolone e Marsiglia prima dei Tedeschi - Gli ohiettivi ricollocati alla linea del Rodano.

1. Le decisioni prese a Monaco di occupare il resto della Francia per proteggerla eia sbarchi alleati; ordini conseguenti emanati da parte italiana. In realtà, l' incertezza sul da fars i rifletteva assai maggiore imbarazzo, specie in campo tedesco. Mentre il disappunto per la mancata difesa delle colonie da p,ute delle truppe fedeli a Vichy spingeva all'azione,

148

Lettera 7884/0p. dell'8 nov., già incontrata.

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la perplessità circa l'effettiva necessità strategica di presidiare la Francia meridionale per contrastare gli sbarchi alleati in Africa, concorreva all'esitazione che regnava alla Fuhrerbau, come anche il fatto che un'estesa occupazione avrebbe potuto far passare la flotta di Tolone agli Alleati. Di qui, il ritardo col quale furo no emanati gli ordini (o , almeno per la parte italiana, i necessari preavvisi), la cui diramazione dipendeva dall 'esito degli incontri in corso a Monaco tra Hitler e Ciano, cui si aggiunse successivamente La val chiamatovi dal Ftihrer. 149 Sulle prime, infatti , il generale Gandin dello SMG telefonò eia Monaco alle 2,15 del I.O novembre al generale Magli, addetto al capo di SMG, informandolo che "si considera[va] dover effettuare entrambe operazioni C2 e C4" ma, probabilmente - in attesa di Lavai, il "colloquio [col quale] non [avrebbe potuto aver] luogo prima delle ore 11 [dell' inclomaniJ" - solo quelle. Il Comando Supremo fu poi avvisato della decisione di dare l'avvio alle ipotesi <<francesi» da una telefonata del generale Gandin da Monaco alle 20,10 del 10 novembre:

"Con.eluso: domani alle 7 piede a terra l'vlondino [comandante del VII CA incaricato dell'occupazione della Corsica - piano C2], passo avanti Vercelli [il generale Vercellino, comandante della 4" Armata]. Gli amici di Riccardi [capo di SM della R. Marina, con allusione aLLa flotta francese J se si muov[onoJ ostilmente si va addosso" I SO

149 Ciano giunse a Mon.ico il 9 sera; Lavai g iunse alle prime ore dell ' J l. Il ministro degli Esteri italiano vi apprese che da parte tedesca era già stato chiesto a Vichy l'utilizzazione di alcune basi in Tunisia. Hitler, che pareva ancora incerto, animato com'era da qualche speranza circa l'esito del colloquio con Lavai, aveva dec iso improvvisamente nel corso della notte, pare in assenza cli Ciano, di occupare totalmente la Francia, di consentire lo sbarco in Corsica e di creare una testa di ponte in Tunisia. M. Borgogni, Italia e Francia durante la crisi militare dcll' Asse, Nuova immagine, Siena, 1994, pag. 114. Al riguardo si leggano anche le comunicazioni intervenute tra il generale Gandin al seguito cli Ciano a Monaco ed il generale Magli presso il Comando Supremo e reperite in AUSSME M-3, R36, Fil . In appendice. 150 Ibidem. Si osservi tuttavia che qualche informazione era trapelata anche in precedenza, se alle ore I 5 ,30 dello stesso IO nov. allo SMRE giunse una comunicazione telefonica del tenente colonnello di SM Montezemolo. Questi comunicava di "dare attuazione immediala ad esigenze Ov. - C.2 - C.4 (la Francia chiede nostro interven10). Orientamento del Comando Supremo sarebbe quello di restituire la Piave alla esigenza Ov. / ... ]." AUSSME 2078-8 bis. (Documento in appendice). Il fatto che l'ufficiale del Comando Supremo nel corso della stessa comunicazione sollecitasse l'intervento dello SMRE per convincere il proprio comando della convenienza di .lasciare la Pia.ve alla C 4, che giustamente riteneva la "più importante e difficile", autorizza a ritenere che sussistessero ancora a quel momento molte incertezze.

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Qualche ora dopo, alle ore 21 del IO nov., il Comando Supremo impartì effettivamente disposizioni per l'attuazione " immed iata delle esigenze "C2 , C4 ed Ovest [ ... ]". Conseguentemente, alle ore 22,55, lo SMRE ordinò al comando della 4n Armata l'esecuzione dell' «Esigenza 0 >> per l' indomani:

" ... attuazione esigenza "Ovest", domattina ore 7", secondo direttive foglio J 9245 data 9 corrente . Dubbio contegno governo francese. Forze disponibili: divisione Piave (meno aliquote partite) Legnano - Lupi - Piacenza - Taro - Pusteria - Seconda celere - primo gruppo Valle - ventesimo rarçgruppamento sciatori oltre truppe armata e corpo armata f .. .] Obiettivo iniziale quello indicato nelle citate direttive . Sbalzo intermedio linea Varo. Sia mantenuto in territorio franc ese contegno assolutamente riservato con nessun accenno a irredentismi o rivendicazioni politiche. Non aprire il fuoco per primi ... " 151 L'esecuzione del piano si ispirava alle direttive impartite il 9 novembre e delle quali, come detto, mancano gli al legati che possano chiarire i limiti dell' operazione. Tuttavia, pare evidente che lo S1V1RE, avendo accettato il piano 60.000 , aveva mostrato di accogliere il punto cli vista ciel comando del l' Armata . Secondariamente, pur se r accettazione di tale piano avesse contenuto la riserva in precedenza dichiarata del considerare il Varo traguardo intermedio, nulla lasciava ritenere che si fosse dovuto spingere !" avanzata oltre la Siagne.

2. Gli avvenimenti della prima giornata: le difficoltà di attuare il piano per l 'es irçenza Ovest secondo il comandante della 4" Armata; ordini e contrordini; la decisione definitiva di ritardare l 'avanzata di mezza giornata; attuazione dell 'esigenza secondo il piano 60.000 e dunque sino al Varo.

15 1 Telegramma ciel Comando Supremo 12639/0p., (10 nov. ore 2 1, AUSS ME DS SMRE 2078-28), indirizzato ai tre S M di Forza Armata. Telegramma S MRE 19355 , 10 nov. ore 22,55 , 2078-29.

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L'immediatezza dell' azione coglieva la 4a Armata in piena cns1. Come si è accennato, sebbene il piano diramato alle grandi unità dipendenti proprio quel giorno considerasse l'eventualità di un'avanzata con «brevissimo» preavviso, sia il vincolo di non effettuare movimenti di avvicinamento alla frontiera, sia l' incompletezza dell'equipaggiamento lamentata dal comandante dell'Armata, sia la g rave carenza di autisti, sia, infine, la partenza della Piave, potevano far pensare ad un ordine tanto fulmineo. Tanto più che il piano medesimo si ispirava comunque al 6000/0p . dell '8 settembre, progetto che contemplava un significativo preavviso di cinque giorni. Le un ità del I CA erano quasi tutte nelle sedi invernali e solo le forze della GaF erano disponibili per l'azione inm1ediata. Il XXII CA aveva la sua divisione di punta, la Taro, in movimento verso la Liguria, per esservi impiegata per la di fesa costiera . Il XV CA, a sua volta, aveva le un ità residue della Piave, senza comandante e comando; la Lupi aveva pi ù di due battaglioni in Genova per "serv izio cli pubblica uti lità" a seguito di un devastante bombardamento aereo. 152 La Legnano, la divisione più vicina al confine, "distava da questo, con gli elementi di testa , circa 30 km", come ricorda il maggiore Ciglieri, ufficiale dello SMRE distaccato temporaneamente presso il XVCA, con funzioni di collegamento per l'operazione. li comandante della 4" Armata, generale Vercellino , verso la mezzanotte, si mise pertanto in contatto telefonico col generale Vccchi arelli , sottocapo di SMRE per le operazioni. G li rappresentò "l'impossibilità materiale di raggiungere per l'ora prevista la linea di demarcazione [linea verde, cioè la linea effettivamente raggiunta dalle truppe nella precedente campagna] dato il precedente divieto di spostare le diverse unità dalle zone di sistemazione invernale" . Vercelli no chiese pe1tanto "di avere a disposizione la divisione Piave diretta ad altro settore e riceve[tte] l'autori zzazione di fermare i convogli ferro-

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Le incursioni avvenute su Genova , Savona e altre località costiere, nelle notti sul 23 e sul 24 ottobre, avevano procurato gravissimi danni . Il concorso del XV CA era stato immediato, con l'impiego di 1.500 uomini per i soccorsi veri e propri e 600 " a disposizione della R. Questura per il servizio di polizia". Alla data del 29 ottobre era "impiegata co111plessivame11te una.forza di 4.200 uomini". Oltre che per pubblica utilità, le uni tà del corpo d'armata erano stati utilizzate per il ri pristino delle proprie caserme. Lettera XV CA n.02/2106 del 29 ott. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-5).

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viari in atto [e . .. ] di iniziare il movi mento oltre fronti era al mattino del giorno 12" .153 Probabilmente convinto da Vecchiarelli , alle 0,10 del 11 novembre anche il generale Ambrosia ordinò che la 4a Armata "si mett[esse] in condizioni di superare il confine, almeno nelle 24 ore successive , con tutto que llo che può" . Vercellino ass icurava 154, tanto che neanche un'ora dopo il maggiore Amato, del comando XV CA , ricevette dal comando della 4• Armata la seguente comunicazione: "a modifica di quanto prevede il foglio 8053, [che giungerà al CA nella nouata], il 'passaggio del Rubicone' avrà luogo nella notte tra l'Jl e il 12 ". Ma, nel corso della notte , (ore 1,15), il capo del reparto operazioni, generale Gorlier, per ordine del capo di SMRE trasmetteva il seguente ordine:

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Diario storico del comando della 4" Annata de l 10 nove mbre (AUSSME 1099). Le dirclli ve contenute nel foglio 19245 , ne l quale si raccomandava di attuare tutte le predisposizioni ·'atte a facilitare l'esecuzione del progeuo", senza peraltro procedere "a movimenli di unità" erano gi unte - secondo Yercellino - solo alle 16 e 30 del IO. Secondo la relazione, Vercelli no s i dichiarò disponi bile a "passare confine [nella] notte fra i 2 e I3 corr. f .. .}". Telegramma 4 A 8057/Op. giunto allo SMRB alle ore 09 IO del giorno 11. In esso il comandante della 4" Armata segnalava le distanze dal confine de lle divis ioni incaricale dell ' avanzata più impegnati va, quella meri dionale (AUSSM E DS SMR E 2078-30). Documento in appe ndice. Sulla questione de lla disponibilità della Piave, garantita dallo SMRE, si deve ritenere che Verccllino fosse preoccupato del fallo che la massa della divisione fosse già prossima alla partenza prima de lla disposizio ne che la cedeva alla 4" Armata . In cffeui , lo SMRE aveva già emanato g li ordini per l' imbarco a Napoli del comando div is ione , ciel 57° reggimento fanteria e di clementi minori dei servi;d per il giorno 11 . li resto della divis ione avrebbe dovuto continuare il movimento su Palermo per il successivo imbarco da quel porto. I convogli fermati dovrebbero riguardare cali ultimi trasporti. Promemoria dell' ufficio ciel sottocapo di SM Intendente n. 174 del 10 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 2119 Cart. B-3). 154 Trascrizione della com unicazione tra Verccllino e Vecchiarelli, e di quella avvenuta tra questi e Arnbrosio (AUSSME DS SMRE 2078-30). Yercellino disse al suo interloemore che la nota mancanza cli conduttori d'automezzo costringeva a "eseguire gran. parie dei movimenti per via ordinaria con distanza dal co11/i11e: per la divisione Lupi di Toscana km. 80; / .. .]Taro.km. 140. La divisone Piave [era} tra Savona e Genova in parte ancora nelle srazionì ferroviarie . Ordinato avvicinamento con tappe forzale . Potrà passare confine notte tra 12 e I3 corr. ". li conte nuto di tale comunicazione venne ribadi to alle 9 e 10 de ll' 11 novembre con il telegramma 8057/0p. (AUSSME DS SMRE 2078-30 bis).

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"I) Autorità massima superiore fa sapere: L'Ecc. Verce/lino deve assolutamente passare il giorno Il[ novembre] a mezzogiorno lafrontiera col massimo delle forze che può . 2) Il Duce fa dire all'Ecc. Vercellino che passando la .frontiera faccia sapere alle popolazioni che noi andiamo come amici, e che lo scopo del nostro ingresso nel territorio francese è jàtto per impedire che gli anglo-americani facciano degli sbarchi sulle coste francesi. 3) non si autorizza quindi a prorogare di 24 ore il movimento" .155 Pertanto venivano subito diramati i conseguenti ordini ai CA dipendenti .1 56 TI telegramma giungeva al XV CA solo alle 2,30 dell'l l. Lo testimonia il citato maggiore Cigli eri , e la sua versione è confermata dal ten.col. Cadi, inviato presso il XXII CA con analoghe funzi oni. Anzi, quest'ultimo ufficiale , nella sua relazione del successivo 23 novembre, sostiene che: "il comando del XXII CA ricevette nel giorno IO novembre tre successive comunicazioni con le quali era preavvisato di dover attuare il piano per l'esigenza " O" prima entro tre giorni, poi entro 48 ore, poi ancora entro 24 ore. Alle ore 2.30 del g iorno I I ebbe infine l'ordine di: iniziare i movimenti oltre frontiera alle ore 12 de llo stesso g iorno 11, con la divisione "Taro"; e , concentrare la 2" divisione celere [ ... .·1 nella zona di Saluzzo - Savigliano - Caraglio" . 157 A lle 7 ,42 dell ' l 1, il comando 4" Annata informava il comando superiore che un d ispositivo ridotto era pronto a muovere nei tempi comandati:

155 Comunicazio ne tdcfonica, dal DS della 4• Armata dell ' 11 no v. (AUSSME 1099). Analoga stesura della stessa comunicazione riportata in AUSSME DS SMRE 2078-32. 156 Tclegramma 8100/0p., ore 3 dell' 11 nov. (AUSS ME DS 4A 1099-14). In appendice. 157 Questo affollarsi d i ordini e contrordini deri vava dall'andamento dei colloqui appena ricordati. Anche dal diario del XV CA (All.26, n.8053 della 4• Annata) risulta che alle 2 1 de l IO nov., dunque poco più di un 'ora prima del messaggio Jìnale, il 19355. lo SMRE ordinava che : "l'auraversanumto della frontiera dev'essere garantito per le

prime ore di vene refi 13. Preavvisn sarà dato con 24 ore di c1111icipo" .

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"il I CA, [a nord} è in misura di effettuare nota azione su Modane , con truppe GaF. li XV opera con la Divisione 'Legnano' ed aliquote [della] 'Lupi di Toscana' e [della] ' Piave '. I/ XXII {al centro del di~positivo d'Armata], è in misura d'agire con elementi GaF rinforzati[ ...]". "Tra le i 1 e le 12 di stamane 2 aerei dipendenti gruppi aviazione effettueranno lancio manifestini bilingue su Moclane e principali località abitate del Nizzardo ." 158 Come accennalo, il comando del\' Armata contava che le truppe operassero in base al piano 60.000, diramato ai tre corpi d 'armata dipendenti il 10 novembre e la c ui validità era stata confermata, nelle linee generali , alle ore 3 ciel giorno successivo , e dunque: - jl l CA avrebbe operato con reparti mobi li della GaF e il 20° alpini sciatori; in riserva la divisione Rovigo; - il XXll CA, dopo il previsto colpo di mano su Breglio de lla GaF, avrebbe schierato in testa la Taro, rinforzata da un reggimento d i cavalleria, eia una compagnia bersaglieri motocic.listi e eia uno squadrone cli caITi L; sempre in prima schiera, un reggime nto alpini della Posteria rin-

158 Telegramma 4A 8058 o re 7,42 dell ' ll nov. (AUSSME 2078-74). Il testo del messaggio bilingue contenuto nei volantini la nciati sulle zone alpine della Moriana e della Tarantasia è riportato in AUSSME DS 4A 1099-13. Quello dei mani festini caduti su Nizza è riportato in R. H. Rainero, Mussolini e Pétain - Storia dei rapporti rra f'/utlia e fa Francio di Vichy, SME, Roma 1990, pag. 4 13 . I tes ti scmo analoghi e così recitano a proposito dello scopo dell'avanzata: ''al fine di impedire che il rerrirorio fra ncese divemi 1111ovo rearm di guerra con sbarchi di forze a11glo-a111erica11e, noi occupiamo temporaneamenre la zona smilirariu.ata . Nessuno pensi a propositi osrili da parre nostra I .. .}". A Roma si ebbe tuttavia J' irn pressione che Vercellino non gliela facesse o che frapponesse ancora difficolrn. Tra le 10.20 e le 14,1S, uno SMRE preoccu pato ebbe conferma che il comando d'Armata aveva effcuivamente avviato l'operazione, e dell'avvenuto su peramento della «linea verde». Promemoria SMRE s .n. delle ore 102 0 e Ll,15 e te legramma SMRE a Comando S upremo n.19392 delle 14, 15 del! ' 11 (AUSSME DS SMRE 2078-34 e 35). La preoccupazione dello SMRE era la proiezione de lla grave inquienidinc che si ern prodotta più in alto. Infa11i, Cavallero, nel suo Diario scrive: " // Novembre · telefona il Duce chiedendo le novità. Rispondo: [ .. .]Quanto alla 4° Armata vi è stato 1111 po ' di ritardo. Ho dello ww ji·a.rn nwlro dura ad Ambrosia e cioè che Verce/fino corre il rischio di 11110 destitu:.ione i111111edia1a. A mezwgiomo pusseremo il co11jì11e con forze apprezzabili. Dovevamo passare alle 7, ma non è stato possibile. Non avevamo neanche la 'Piave'". Più tard i il capo di SMG così annotava: "Telefono a Vercellino perchéforzi il movimentu, spingendo a vami spregiudicatamente tutti i suoi elementi nwrorizzati: Affernw che un. procedimento metodico sarebbe la rovina." (Cavallero . Diario. pag. 564).

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forzato da un gruppo di artiglieria da montagna; in seconda schiera doveva muovere la 23 divisione celere EFTF; e - il XV CA avrebbe operato con la Lupi e la Legnano entrambe in prima schiera sulle Cornici; mentre la Piave procedeva al riordinamento delle proprie forze in parte g ià a Napoli . In riserva d'Annata erano la divisione autotrasportata Mantova e la alpina Pusteria (meno il reggimento e le altre fo rze cedute al XXII

CA).1s9 Nel pomeriggio dell ' 11, si seppe che truppe del I CA, utilizzando un "convoglio mii itare in automotrice" avevano raggiunto lo sbocco nord del traforo del Fréjus; che truppe GaF, scese da Po nt du Nant, avevano occupato Modane e poi su autocarri, insieme a truppe del 20° sciatori, la stretta d'Orelle ("obiettivo terminale dell'azione"). Il XXII CA era il più attardato: per la " notevolissima distanza tra confine e zona sistemazione invernale grandi unità", il confine era stato superato solo dalle unità mobil i della GaF e un loro " raggruppamento tattico autocarrato e motorizzato" nel tardo pomeriggio aveva raggiunto solo Sospello. L' attraversamento del Varo al ponte della Mescla era ancora lontano . Migliore era la situazione ne l settore del XV CA, dove la linea verde era stata varcata a mezzogiorno da truppe della Legnano, superate successi vamente a Roquebrune da avanguardie motocic liste de lla Piave, le quali giungevano a Nizza alle 15 ,30, donde prosegui vano per il Varo (ponte della Cros de Cagne o di St. Laurent du Var). 160

159 Lettera 4A 60.000 in data 10 nov., trasmessa con lettera 8026/0p., stessa data e

telegramma 4A 8IOO delle ore 3 dell' 11 nov. (AUSSM E I099-1 l e 14). li piano 60.000 è schematizzato in una cartina riportala in appendice. Secondo l'aggiornamento delle ore 3, appena citato, all 'avanzata avrebbero partecipato anche gli clementi disponibili della Piave. li documento non precisa il suo posto nel dispositivo, ma dalla re lazione Ciglieri si sa che il primo reparto a muovere fu un gruppo tattico della Piave. Re lazioni maggiore Ciglieri e ten. col. Carli allegate ai promemoria in data 19 e 28 novembre (AUSSME 2 11 9-83 tcr, segnatura 111/ G/2). 160 Telegrammi 4A a SMRE 8094/0p. ore 15 e 8095/0p. ore 16,35 (AUSSME DS SMRE 2078-40 e 37). Le novità sull ' Esigenza " O" de lle 18,15 cieli ' 11 nov., inviate da llo SMRE al Comando Supremo, confermavano ne lla sostanza tali informazioni. Telegrnmma SMRE n.19396/0p., ore 18,15 dell'll novembre (A USSME DS SMRE Carteggio rel ativo ai rapporti giornalieri sull 'operazione «Ovest» 2 119 (cartella 3), allegato 76 (abbreviato in 2 119-76 , forma che si utili zzerà d' ora in avant i)). Dunque le ava nguardie delle unità della 4° Armata nel pomeriggio dell ' 11 erano già sugli obiettivi previsti, sia in Val Moriana, sia alle foci del Varo, anche se la massa era ancora indietro, in parte in Italia.

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Avendo occupato con le truppe più avanzate la stretta di Orelle e accingendosi a raggiungere, con le avanguardie della Piave, il ponte di foce Varo, il comando de lla 4" Armata riteneva che il consegu imento degli obiettivi di primo tempo fosse ormai quasi compiuto. Ma così non doveva essere, perché, avendo segnalato alle 15 di aver occupato la stretta di Orelle, i I comando dell'Armata si sentì rispondere dallo SMRE, cinque ore dopo, che:

"note direttive esigenza ovest [dovevano] ritenersi superate {e che] obiettivo Armata [era il] fiume Rodano, che [doveva] essere raggiunto il più celermente possibile f ...] Tengasi presen.le particolare importanza Tolone" .1 61 Preso atto del cambiamento, il comando dell'Armata, segnalava allo SMRE di aver disposto "per giorno 12 [ ... ]proseguimento avanzata", e gli assicurava di aver ordinato che un "distaccamento leggero motorizzato [della PiaveJ inquad rato da ufficiali in autovetture [proseguisseJ per occidente con obiettivo te1mi nale fiume Rodano". 162 Questa metamorfosi della profondità degli obiettivi dipendeva in realtà da fatti, decisi dall 'OKW, di cui forse il capo di SMG non ebbe piena nozione finché non rientrò da Monaco il generale Gandin , lo stesso 11 novembre. Quest'ultimo riferì che H itler aveva ordinato di:

161 Telegrammi 4A 8094 delle ore 15 dell' lJ nov. e risposta SMRE 19438 delle 20,15 dello stesso giorno (AUSSME 2078-40 e 41). 162 Relazione riassuntiva dc li' 11 . trasmessa a SM RE con telegramma 4A 8 122/0p., 11 novembre, ore 2 1,45 (AUSSME 21 19-76 bis),e ritras messa da SMRE al Comando Supremo con n.19449 , 11 nov. ore 22,45 (AUSSME 21 19-77 bis). Si leggano le relazioni dei giorni relativi all'avanzata in appendice. Che l'ordine di raggiungere il Rodano fosse giunto nel pomeriggio è confermato dal contenuto del telegramma SMRE 194 11/0p. de lle ore 19,30 dell ' 11 nov. e indirizzato al Comando Supremo: "Seguito direttive ricevute dire1ta111e111e da codesto Comando Supremo circa ulteriore proseg11i111e1110 avan::.ata oltre zona demilitari::.zaw /la linea «viola» correv<1 all'incirca a metà strada tra linea raggi11111a e corso del Rodano] comtmdo 4" Armata chiede disposizioni circa contegno da tenere nei rif!,ua rdi truppe Jimicesi esercito transitorio" (AUSSME 21 19-39). Secondo la relazione del magg. Ciglieri alle 17 ,30 dell'll, il comando delrAnnata ordinò alla Piave di costituire un "gruppo talfico formato da 1111 battaglione del 57°, 1111 gruppo del 20° art. ed elememi minori " per raggiungere "il Rodano tra Tarascon /Tarascona / ed Arles " . Relaz ioni magg. C iglieri e ten.col. Carli allegate ai promemoria in data 19 e 28 novembre (AUSSME 2 119-83 ter, segnaLura lll/G/2).

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"preparare l'invasione della Francia a partire dal giorno 1 I novembre. [ .../L'urgenza di tali movimenti non ammelte[va] alcuna dilazione. { ... /Nel caso in cui le truppe italiane, data la Loro costituzione, non [avessero potuto] procedere rapidamente, / .. .] unità germaniche corazzate [avrebbero proceduto] senz'altro verso la costa; le unità tedesche [sarebbero rientrate] entro la linea di demarcazione già .fissata (Ginevra-Lione-Tolosa) col progredire dell'occupazione italiana" .163 Resosi conto dell '«opportunità» indirettamente offerta dall'alleato , Cavallero esortò ad accelerare il movimento perché le forze di Vercellino arrivassero celermente al Rodano:

"Telefono a Vercellino perché forzi il movimento f ...] Telefono ad Ambrosia raccomandando di disporre che Vercellino vada avanti . Non esiste altra formula che 'avanti' Deve arrivare al più presto al Rodano. Nessuno si.fermi. Non esistono né limiti né progetti." 164

Ma non si fermò lì: tra la sera dell' 11 e la notte sul 12 novembre , lasciò intendere che il Rodano era solo un trag uardo intermedio dell'operazione. Posto che la demarcazione fissata dai tedeschi era costituita dalla linea " Ginevra-Lione-Tolosa" , egli sollecitò ad occupare la maggior parte possibile del territorio che l'alleato aveva confermato voler cedere alla parte italiana; quantomeno bisognava non perdere Marsiglia: "Alle 22,30 telefono a Vercellino chiedendo a che punto sono giunti i nostri reparti celeri. Affermo che bisogna raggiungere Marsiglia. Il concetto è di andare avanti. I progetti bisogna metterli nel cassetto. Sono superati. Adesso si va avanti in tutte le direzioni. Ho dato quest'ordine chiaro. Aggiungo: «Sianw d'accordo con gli amici che in base ai punti raggiunti si fisseranno le linee di demarcazione. Andate avanti giorno e notte. Siano dimenticati i progetti come se non fossero mai esistiti. Ora si tratta di avanzare dappertutto , poi sistemeremo . La Linea fissata dai tedeschi è Ginevra-Lione-Tolosa. Non abbiamo i mezzi per

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Cavallero, Diario, cit., pag. 563. Cavallero, Diario, cii., pagg. 564 e 565.


anelarci. I tedeschi, saputa la cosa, hanno comunicalo che andranno loro alla costa. lo ho deTto di andare al Rodano e poi proseguire. Metti la gente in f errovia e marcia su Grenoble. I rifornimemi non devono destare preoccupazione» ." 165 Traducendo questi ordini velle itari ali' Armata, lo SMRE, nel corso della notte sul 12, si limitò ad indicare la necessità di raggiungere la linea che, correndo inizialmente lungo il Rodano, da Lione (esclusa) piegava poi ad ovest per toccare Tolosa . Un'avanzata che, secondo la valutazione fatta al tempo degli studi del precedente agosto , avrebbe dovuto richiedere non meno di 15 divisioni. 166 Al l' I ,40 un telegramma del CS a firma Cavallero indirizzato allo SMRE e da questi ritrasmesso al le 2,30, precisava ad ogni modo che "scopo operazione in corso da parte 4" Armata in unione con truppe germaniche [era ] quello di completare occupazione di tutto il territorio metropolitano francese l- .. e che il] limite tra azione tedesca e quella italiana [era] la li nea Ginevra. Lione, Tolosa (Lione e Tolosa alle truppe germaniche) ." 167 Alle 11 ciel 12, un ulteriore telegramma de l Comando S upremo ribadì che l'occupazione avrebbe dovuto seguire le direttive i mpartite il precedente 11 lugl io, le q ual i la estendevano "a tutta la costa francese del Mediterraneo" e pertanto si chiedeva che la profondità dell 'avanzata si conformasse alla necessità di raggiungere l'allineamento più distante. Alle 13,30 del 12, lo SMRE indirizzò infatti un nuovo relegranuna a Yercellino ponendogli a disposizione nuove forze e precisando che , in relazione ad ordini del Comando Supremo, l'obiettivo dell'Armata era la:

;'occupazione territorio Francese fino alla linea: Rodano da Ginevra a Lione (esclusa) - Arroccamento (com.preso) Saint Etìenlle - Le Puis -

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Cavallero, Diario , cii.. pag.566 (giomo 11 novembre). Si ricorderà che il piano SMRE (sn denominato «Lineamenti sommari di

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studio per l'occupazione dei 1erri1ori francesi metropolitani tra la Linea Ginevra Lione· Tolosa (località esc/11:;e). la costa mediterranea ed il confine dei Pirenei», prevedeva l' impiego di I S divisioni più un gruppo Valle; 12. più un gruppo Valle, quello della 4• Armata (5450/0p. in data 18 ago. 1942). 167 Telegramma CS a SMRE 12673/0p, 12 nov., ore 0 1,40 (AUSSME DS SMRE 2078-45). Telegramma SMRE a 4A 19460, 12 nov.. ore 2.30 ( AUSSME DS 4A 109919).

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Mende - Millau - Castres - Pamiers - Tarascon [si tratta di una Tarascon prossima ai Pirenei, Tarascon sur Arège ]. Fermo restante concello gravitazione forze per direttrici meridionali, est opportuno procedere altresì per valle Are con obiettivo zona St .Etienne utilizzando a tale scopo gruppo alpini 'Valle' et eventualmente elementi 'Mantova' . Confermo assoh1ta necessità imprimere movimento grandi unità massima celerità (. ..}".

Solo nelle prime ore del giorno 13, un telegramma dello SMRE informò il comando d'Armata che erano "in corso accordi con O.K .W. per fissare la linea di demarcazione 1... ] alla linea Ginevra-Lione (città ai germanici)-fiu me Rodano." 168

3. La tempestiva occupazione di Marsiglia da parte tedesca pone gli italiani di fronte al fatto compiuto. Il tentativo italiano di entrare in Tolone, la cui difesa Hitler aveva deciso di accordare alle forze di Transizione .francesi. Il preteso sbarco alleato nella zona di Tolone ed il progressivo allontanamento della Piave dal Rodano.

La rettifica della profondità degli obiettivi riguardò inizialmente soprattutto la direttrice costiera . Essa scaturiva dalla preoccupazione, che Cavallero aveva mostrato sin dall'esordio delle operazioni, derivante dalla possibilità che le truppe tedesche potessero giungere a Marsiglia e Tolone prima di quelle italiane a causa del lento procedere di queste ultime. Se ciò fosse avvenuto, la linea di demarcazione avrebbe potuto essere definita a danno delle pertinenze d'armistizio italiane, nonostante tutte le assicurazioni al riguardo. In verità, I' 11 novembre, il generale von Rintelen , rappresentante a Roma dell 'OKW, aveva convenuto sul fatto che "ciascuna delle d ue parti [avrebbe procedutol con la maggiore possibile rapidità e poi, ad occupazione effettuata , la linea di demarcazione [sarebbe stata] stabilita tenuto conto non soltanto dello stato di fatto cieli ' occupazione, bensì anche dei centri cli popolazione italiana", intesa che riconosceva l' inte-

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Telegrammi 12675/0p. da CS a SMRE ore 11 del 12 nov., che si riferiva alla precedente lettera CS 11022 in data 12 luglio 1942; AUSSME DS SMRE 2078-48: e 19470 da SMRE a 4A ore 13, 15 del 12 nov., /\USSME DS 4A 1099-2 1; 19528/0p. da SMRE a 4A ore 4 ,50 del 13 nov., AUSSME DS SMRE 2078-53 .

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resse italiano soprattutto su Marsiglia.169 È però probabi le che il capo di SMG pensasse che se i tedeschi fossero giunti per primi a Marsiglia, difficilmente se ne sarebbero poi allontanati . Così, nel primo pomeriggio del! ' 11 , il comando della Pia ve, rientrato bu1Tascosamente in zona di operazioni, poco prima che le sue unità di testa fossero giunte a Nizza, ricevette l'ordine perché un gruppo tattico - quello che, come si vedrà fra breve, sarà po.i avvi ato su Arles e Tarascon (del Rodano) - raggiungesse Marsiglia.J7° Quel che non è chiaro, è la circostanza secondo la qua le nella stessa giornata - no n è noto se prima o dopo quest' ultimo ordine - Cavallero invitò lo SMRE a sollecitare la " massima accelerazione possibile [della] divisione ' Piave ' su Tolone". Ordine che fu sicuramente ricevuto, come permette di rilevare il diario del comando della grande unità. Una fonte tuttavia consente di apprendere che nel pomeriggio dell ' 11 alla Piave fu anche ordinato di avviare un grup po tattico al Rodano tra Arles e Tarascona. 17 1 Data l'impossibilità per le scarse forze di cui il comando Piave pote-

169 «Appunto per il Duce» del capo di SMG, in data 11 nov. I 942 (AUSSME DS CS I 350-86). Stralcio in appendice. 17 Come si è visto, alle 22,30 cieli' J I novembre, il capo di SMG aveva ancora raccomandato: " [... I bisogna raggiungere Marsiglia." Cavallero, Diario. cit. giorno 11 novembre, pag. 566. Quanto all'interesse italiano per Marsiglia, si osservi che l' ingresso delle truppe tedesche in quella ciuà. avvenuto. come si vedrà, nel pomeriggio del giomo I 2, provocò i1 seguente commento da parte di Cavallero: "ciò al Duce dispiacer.\ moltissimo perché a Marsiglia vi è popolazione italiana. Occorre che Tolone sia sotto la nostra giurisdizione. Le genti italiane devono vedere la bandiera italiana". (Cavallero, Diario, op. cit. giorno 12 novembre, pag. 567). Marsiglia, principale obiettivo dell'avanzata dell' Am1eegruppc Fclbcr, venne raggiunta infatti da unità della 10' divisione corazzata nel pomeriggio del 12 novembre: "Von Rintelen infonna che stasera alle 5,30 sono arrivate le truppe tedesche a Marsiglia. L'OKW propone una linea di demarcazione per il momento ad est di Tolone. Rispondo che ciò al Duce dispiacerà moltissimo perché a Marsiglia vi è popolazione italiana. OccoJTe che Tolone sia sotto la nostra giurisdizione. Le genti italiane devono vedere la bandiern italiana··. (Cavallero. Diario. op. cit. giomo 12 novembre, pag. 567.) Tuttavia secondo Jacques Dclarue i tedeschi giunsero in città "verso le 8 del mattino". Jacques Delatuc, Trajics e1crimes sous l'occupatio11, Fayard, Parigi, 1968, pag. 24 1. 171 L'invito a r.iggiungerc Tolone è riferito in un promemoria ripo1tato nel dia1in storico del Comando Supremo. in data 11 novembre I942 (AUSSME 1350 allegato 88 ( I 35088); ed è confermato dal diario storico del comando Piave, giorno 11 nov. 1942: AUSSME I I00. li diario storico del comando Piave riporta anche la seguente annotazione: "comando XV C A. ordina di pumare su Tolone, meno noto gruppo 1a1tico /des1i11ato/ ad Arles 1è1rasco11a". La relazione del magg. Ciglieri è l'unica che precisa l'orario: alle 17.30 dcli' 11 . il comando dell'Annata ordinò alla Piave di costituire un "gmppo tattico fom1ato da un battaglione del 57°, un gruppo del 20° art. ed clementi minori" per raggiungere "il Rodano tra Tarascon !Tarascona led Arles". Relazioni maggiore Ciglicri e ten. col. Carli allegate ai promemoria in data 19 e 28 novembre (AUSSM E 2 1l 9-83 lcr, segnatura 111/G/2).

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va disporre in quel momemo per l'avanzata contemporanea e celere verso i centri della costa e sul Rodano, si possono ipotizzare due evenienze collegate: che la decisione di raggiungere il Rodano sia intervenuta allorché fo chiaro che la I O" divisione corazzata germanica sarebbe giunta a Marsiglia prima dei reparti della divisione ita liana; e che questa scelta fo rzata non interferiva con l'altra (l' ingresso in To lone) perché si era convinti che i tedeschi avrebbero rispettato entrambe le aspirazioni italiane nei riguardi delle due città portuali. Se ne deduce ancora che, sollecitando il comando della 4" Annata verso Tolone la sera dell ' 11 , il capo di SMG volesse, da un lato, porre piede su almeno uno dei due rilevanti obiettivi costieri; e dall'altrn, si proponesse di segnalare tuttavia all'alleato - le cui avanguardie erano già a Marsiglia - la sua intenzione di non rinunciare alla li nea di demarcazione del controllo am1istizialc del Rodano, e dunque a Marsiglia, presidiando comunque una zona esterna alla città con il gmppo tattico Arles - Tarascona. Secondo Rainero, fu proprio l'imminente ingresso dei reparti tedeschi a Marsiglia, il moti vo per il quale, fu imposto a1le avanguardie italiane e cioè al gruppo tattico che doveva entrare in Marsiglia, di giungere invece al Rodano tra Arles e Tarascona, per una direttrice diversa da quella costiera. Al riguardo, l'autore cita un' interessante annotazione, secondo la quale il comandante della 4a Armata, incontrando il suo compagno di corso generale Gamalcri, presidente della sottocommissione italiana d 'armistizio per l'Esercito, clava sfogo alla sua amarezza, così descritta dal Gamaleri stesso: "[il generale Vercellino] si è t,vvato alle prese con una situazione d(fficile a causa degli ordini successivi che aveva ricevuto all'improvviso. Le prime isn"uzioni non comportavano che un obiettivo limitato; egli avrebbe ricevuto in seguito ordine di ~pingersi sino al Rodano, Tolone esclusa [. . .] . Avendo fatto osservare \lercellino che i Tedeschi erano già a Marsiglùi, gliji,1. trasmesso l'ordine di recarsi comunque al Rodano seguendo un percorso diverso" .'72

172 R.

H . Rainero, Mussolini e Péwìn - Storìa dei mpportì tra l 'Itafìa e fa F rancia dì Vichy, Tomo 11, «Re lazione Parisot [generale presidente della sottodelegazione esercito della Delegazione francese d'armistizio] sull'occupazione della Provenza» indirizzata alla Direzione dei servizi d ' armisti zio di Vichy in data 13 novembre. SM~, Roma 1990, pagg.343 e seguenti. Ciò sembrerebbe in contras to con g li ordini impartiti il giorno 13 dal comando del XV CA c irca la necessità propugnata dal Comando Supremo di conseguire un duplice obiettivo: Tolone ed il Rod ano. In realtà l'ordine d i raggiungere il Rocl,1110 con un d istaccamento è de l pomeriggio dell ' 11 quando si pensava ancora di e ntrare in Tolone.

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Un passo della «relazione Parisot» - che però è ciel 13 - sembrerebbe tuttavia alludere alla decisione di Hitler di lasciare la difesa della Piazza marittima di Tolone alla Marina francese, poiché, secondo il testo citato, l'avanzata verso il Rodano avrebbe comunque dovuto evitare Tolone ("sauf Toulon") dato che per quella città la "question. était réglé par ailleurs". Cioè la questione di Tolone era stata regolata in maniera differente, cedendone la difesa all'ammiraglio Marquis, e la cosa era già nota 173 almeno al comando dell'Armata e allo SMRE dallo stesso giorno 11. Ciò rende ancora più enigmatica l'interpretazione dei fatti, perché ancora il J3 il XV CA ribadì alla Piave l'ordine del Comando Supremo "a Tolone arrivino per primi reparti italiani alt Divisione Piave prosegua pertanto immediatamente su Tolone [ ... ]", disponendo anche che " noto distacca4 mento [raggiungesse] ugualmente[ . .. Jobiettivi di Tarascona e di Arles".17 Si può ritenere che, nonostante fosse a conoscenza della concessione di Hitler all'ammiraglio Marq uis, Cavallero non volesse rinunciare a Tolone, sperando forse in un ripensamento o in una futura possibilità di occupazione; ovvero fosse incalzato dal suo o da altrui desiderio per un ingresso trionfale delle truppe italiane nel primo porto militare francese. Egli esortò dunque la Piave ad entrare in Tolone prima possibile, tanto piì1 che la sera ciel 12 gli era giunta notizia che "l'OKW propone[ va] una linea di demarcazione per il momento ad est di Tolone" .175 Se ne ebbe conferma quando - come riportato in un telegramma ciel giorno 12 dalla 4" Armata allo SMRE - al comandante del "distaccamento divisione Piave avviato at Rodano zona Tarascona re che vi era giunto] at ore 15 [del 12]", un uffic iale tedesco "aveva richiesto [il rispetto dei] limiti giurisdizionali" , dato che l'unità aveva superato la linea cli demarcazione proposta . Tale linea immaginaria, stabilita poi in_

173 Ibidem (Relazione Parisot citata) . La stessa sera clell'll , a. nome del comando dell'Armata, lo S'J'v1RE chiese al Comando Supremo - che evidentemente non aveva avvertito di tali accordi o ne era all'oscuro, se, in base all'accoglimento del des iderio espresso dall'ammiragl.io Marquis a proposito della difesa <<francese» di Tolone, "z.ona fortificata {della Piazza] 11011 [dovesse] essere occupala[,} limitandosi ad inviare organo di collegam.emo" , ne ottenne più tardi indiretta conferma cli attuare tale ultima opzione. Telegrammi SMRE n. i 9452, a Comando Supremo, ore 23,05 dell' 11 nov. (AUSSME 2078-42); e n. 19458, ore 02,55 , 12 nov., in risposta al n ..8123 della 4A (AUSSME 2078-46). 174 Fonogramma XV CA 02/3952 del 13 nov. 1942 (AUSSME DS 10" divisione Piave, 1100- allegato 29; (d'ora in poi: DS Piave, I 100-29). 175 Cavallero, Diario , op. cit. giorno 12 nov., pag. 567.

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con-ispondenza del "meridiano di Tolone", era stata concordata tra l'ammiraglio Marquis e il comandante locale tedesco, alla presenza dell'ammiraglio De Feo, capo della Delegazione CIAF per il disarmo marittimo, organismo alle dipendenze del Comando Supremo.176 Secondo la stessa relazione, un Cavallero esasperato , ordinò direttamente ali' Armata "di spostare divisione P iave pressi Marsiglia". Di modo che, anche il distaccamento Arles - Tarascona iniziò a ripiegare su Aix en Provence - un po' più arretrata della prima località rispetto al predetto meridiano ma sempre in vista di Marsiglia - proprio mentre alla Piave si chiedeva cli affluire in tutta fretta verso Tolone dove era stato segnalato uno sbarco di unità jngl.esi, risultato poi un falso allarme, per conco1Tere ali' azione della 10" divisione corazzata. Per concludere, la conferma alla Piave di entrare in Tolone, che derivava dal sospetto che i tedeschi tentassero di escludere gli italiani dalla Piazza marittima, concordava con l'ordine al gruppo tattico del Rodano perché si disponesse in vista di Marsiglia, a significare il persistere dell'interesse italiano per quella città. Alle 13,40 del 12, lo SMRE ordinò all' Armata cli concorrere all'azione della 10a divisione corazzata contro fantomatici reparti inglesi sbarcati nel sobborgo di Sanary. Gli fu risposto che a mezzogiorno le truppe più avanzate della Piave erano a 15 chilometri da Tolone. Allorché gueste giunsero nei pressi della città, due ore dopo, lo SMRE apprese con qualche sgomento che le forze della divisione ammontavano in pratica solo ad "un battaglione ed un gruppo [cli artiglie1ia e che] il rimanente della 'Piave' [era] sul Rodano (pressi di Arles -Tarascon)" .177 In altre parole, secondo tale fonte , se anche fosse stato possibile, l'ingresso a Tolone sarebbe stato improponibile per l'inconsistenza delle forze.

176 «Relazione riassuntiva>>delle operazioni del giorno 12, telegramma 4A a SMRE n.8220/0p. ore 23 del 12 nov. (AUSSME 2119-83/bis). L'ammiraglio De Feo aveva partecipato a quei colloqui, e il limite era stato stabilito "in accordo con locale comandante 1edesco." (AUSSME 2078-56, 13 nov., ore 17,55, 19581/0p.) 177 La testimonianza del capo di SM della 4° Armata è nel promemoria senza numero in data 12 nov. (AUSSME DS SMRE 2078-50). La Piave era costituita da due reggimenti di fanteria (57° e 58°), uno di artiglieria (20°), reparti divisionali e servizi. L' I I nov. a ciascuno dei reggimenti mancava un battaglione (il primo, era quasi giunto a Napoli per l'imbarco insieme al comando di divisione e stava tomando indietro; l'altro, già impegnato a Genova a seguito del noto bombardamento aereo e posto in secondo scaglione, s i era trovato attardato da problemi di transito sull'asse costiero). C. Ciglieri, relazione citata, pagg. I e 2.

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Fu probabilmente perciò che il comandante della Piave, generale Tabellini, fu autorizzato dal comando della 4" Armata ad avvicinare alla costa il "distaccamento Piave già sul Rodano e di quello cli Aix" al fine cli irrobustire una difesa che si estendeva dalle foci del Gapeau, corso d'acqua alla periferia orientale di Tolone, a Fréjus (St. Raphael). 178 L'idea cli Cavallero era invece quella cli presidiare Aix, fatto che consentiva di restare in vista cli Marsiglia, senza rinunciare alla presenza italiana in corrispondenza del tratto terminale del Rodano. Il capo di SMG, in sostanza, chiedeva cli non ritirare truppe già presenti nella zona Arles - Aix, ma cli garantire la difesa costiera "spingendo avanti elementi delle divisioni tuttora arretrate" .179 La decisione dell'Armata corrispondeva ad una miglior conoscenza della realtà. Quella stessa sera del 13, la Piave obbedendo alle direttive superiori, ordinò al gruppo tattico «Benzi» cli ritornare ad Aix e di avviare "a sua volta ad Arles un distaccamento" nùnore, perché almeno nel suo tratto meridionale il Rodano fosse guarnito di forze italiane. Ma il comando della divisione tuttavia dové ingegnarsi a garantire la d ifesa costiera a cavaliere cli Hyères con le poche forze a disposizione: parte del 58° fanteria e del 20° artiglieria. li giorno dopo, Tabellini ordinò lo schie-

178 Ibidem (AUSSM E 21 I 9-83/bis). G li ordini di Cavallero dovrebbero essere posteriori alle ore 15 del giorno 12, e presumibilmente dopo che il comandante del distaccamento ebbe il colloquio a proposito del meridiano di Tolone. L'allarme costiero era pervenuto allo SMRE a seguito di comunicazione del Comando Supremo, secondo la quale il generale v.Rintelen, aveva informato di uno sbarco di forze inglesi presso un sobborgo costiero di Tolone (Sanary). Fu accertato un ' ora dopo che si trattava solo cli commandos inglesi . Promemoria senza numero in data 12 novembre (AUSSM E DS SMRE 2078-50). Da alcune fonti fu ventilata l'ipotesi che una flotta anglo-americana fosse in navigazione al largo dì Barcellona, ma non se ne ebbe conferma. Successivamente, il giorno 13, l'ammiraglio De Feo della delegazione CIAF cli Tolone comunicò alla sua presidenza che nessuna notizia era pervenuta a conferma "di quella fornita da germanici su convoglio in navigazione pressi Barcellona ..[né] alcuna conferma su sbarchi costa francese a ponente di Tolone." Telegram ma SMRE a CS n.1958 I/Op, ore l7 ~55 del 13 nov. che cita analogo messaggio pervenuto dal comando 4" Armata (n.8266 ore 14,15 dello stesso 13) (AUSSME 2078-56). li ritiro dei distaccamenti di "Aix e di quello sul Rodano" (presumibilmente quello di Arles - Tarascona) è citato dal telegramma StvlRE 19635/0p delle 9,40 del 14 nov. (AUSSJ\!IE 2078-59). 179 Ibidem (AUSSME 2078-59). Allorché in seguito a successivi accordi col comandante tedesco, il comandante della Piave ordinò difatti la concentrazione della divisione lra il Gapeau, corso d'acqua alla periferia orientale di Tolone e Fréjus (St. Raphael), lo SMRE impose di restituire il noto distaccamento all'occupazione di Aix ed al presidio del Rodano ad Arles. Ibidem. Si vedrà successivamente che l'ipotesi Aix dovette essere abbandonata per l'eccessiva presenza tedesca ìn zona.

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ramento definitivo della divisione, ripartito un due settori reggimentali, tra le Levanclou - la Londes cles Maures e Fréjus (St. Raphael), un settore di quasi 80 chilometri. La situazione rimase la stessa sino all'avvenuto afflusso della divisione Lupi di Toscana nella zona di Trets, a poca distanza da Aix, completatosi non prima del 20 novembre.180

4. Alcune osservazioni circa i malintesi iniziali ed il ritardo con il quale procedettero le unità della 4a Annata. Ci si può chiedere a questo punto come siano potuti accadere così evidenti malintesi tra i vari comandi e come fosse emerso l'accordo in base al quale agl i italiani spettasse di spingere le loro forze assai oltre il Rodano . Infatti , l'occupazione sino alla linea dei Pirenei costieri era un'eventualità considerata da parte italiana - ancora in ottobre - solo quale studio accademico. Probabilmente i tedeschi offrirono questa opportunità per due ragioni: una politica, volta ad invogliare l'alleato in un momento difficile, presentandogli una porzione inattesa della Francia mediterranea; ed una pratica, ossia la carenza cli forze. Iniziava la crisi cli Stalingrado, ed essi avrebbero fatto volentieri a meno cli impiegare due divisioni corazzate, unità preziose per accentuare sconforto e disorientamento del nemico, e dunque ben più necessarie sul fronte orientale. E infatti , quelle stesse divisioni alla fine del mese furono avviate in Russia .181 A Roma, forse in man iera incauta, arrischiarono una promessa, nella speranza cli ottenere un bottino maggiore dall'inattesa e fortunosa occupazione. Si esaminino i fatti : l' 11 novembre, il comando supremo tedesco definì le due zone d'occupazione assegnando alle forze italiane obiettivi assai oltre il Rodano , sino alla linea dei Pirenei costieri, possibilità praticamente mai approfondita dai comandi che avrebbero dovuto attuarla. La cosa era ignota sia allo SMRE, sia alla 4" Armata che pen-

ISO Il gruppo tattico «Benzi» dal nome del suo colonnello comandante, era su 1/58° fanteria e 1/20° artiglieria, con il rinfo rzo di unità bersaglieri. Un battaglione del 57° fanteria era tenuto in riserva divisionale e un altro, come noto, era ad Aix-Arles (AUSSME DS Piave l 100-32 e 34). 18 1 Si tenga presente che nei primi giorni, fra Tolone e i Pirenei, i tedeschi ebbero in linea quat.trn divisioni di fanteria e due divisioni corazzate, oltre a supporti di vario genere.

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savano si dovessero conseguire i soli obiettivi ciel Varo. Solo la sera dì quel giorno lo SMRE accennò al Rodano e solo il giorno dopo fu finalmente chiaro che era l'allineamento "corso ciel Rodano-Lione-Tolosamare Mediterraneo" quello che occorreva raggiungere. 182 Peraltro, la necessità di far presto era anche dovuta al timore tedesco cli uno sbarco anglo-americano sulle coste mecliten-anee francesi. L' 11 novembre Hitler, annunciando a Pétain la completa occupazione della Francia, aveva avvertito infatti che le sue truppe avrebbero raggiunto, per la via più diretta , la costa med iterranea. 183 Effettivamente, l'Oberbefehl West (Ob.W.) aveva assegnato ali' Armeegruppe LXXXIII (83°), denominato poi per semplicità Anneegruppe «Felber» , l'obiettivo nodale di Marsiglia. L'altra grande unità impiegata, la 1" Armata, avrebbe dovuto occupare la zona costiera ad ovest di Montpellier sino alla frontiera spagnola. In altre parole, è fuori discussione che le unità tedesche dovessero conseguire immediatamente gli obiettivi costieri

182 Dal diario dell'OKW si apprende infatti che " ...Glcichzeitig wurden lose Abmachungen mit Italien liber clie Abgrenzung der beidcrseitigen Einmarschraume getroffen, wobei die bisher [ ...] Linie Genf [Ginevra] -Lyon - Toulouse auBcr Betracht blieb.,,. Kriegstagebuch des Oberkommandos der Werh.macht (OKW)

(Wehrmachtjìihrungsstab) 1940 - 1945, Band Il 1. Januar 1942 - 31. Dezember 1942; Zusammengestellt und erli:iutert von Andrea Hillgruber, Zweiter Halbband; 1963, Bernard & Graefe Verlag fiir Wehrwesen, Frankfurt am Main, 14. Novem ber, pag. 954. (D'ora in poi: OKW Ktgb. 1942). Come è noto, già lo stesso 11, il generale v. Rintelen

aveva probabilmente chiarito indirettamente l'inutilità dell'affannarsi italiano, comunicando che "ciascuna delle due parti [avrebbe proceduto] con la maggiore possibile rapidità" salvo definire .la linea cli demarcazione una volta completata l'occupazione. Tale offerta ru compresa dal capo di SMG («Appunto per il Duce » del capo di SM Generale, in data 11 novembre l 942. AUSSME DS CS 1350-86 ; - citato) . Si ricorderà inoltre che, alle 22,30 dell' l I, il capo di SMG affermò che la parte tedesca sosteneva che ''in base ai pumi raggiunti si [sarebbero fis.wue] le linee di demarcazione. La lineaflssata dai tedeschi è Ginevra - Lione -Tolosa . Non abbic11no i m.ezzi per andarci. I tedeschi, saputa la cosa. hanno comunicato che andranno loro alla cosw " . Perciò, non restò a

Cavallero che sollecitare quantomeno il raggiungimento del Rodano; cli lì si sarebbero valutate le possibilità ulteriori: alo ho dello di andare al Rodano e poi proseguire". Ibidem , 11 nov., pag. 566. 183 Hitler scrisse: "l ... ] I have been obliged to confer with the Italian government and to give orders to my troops to traverse France by the rnost direct route in order to occupy the Mcditerranean coast and to take part in its protection." November Il , 1942, Chancellor Adolf Hitler letter to Marshall Pétain announcing complete german occupation of France, in Inter-Allied Review, November 15, I942. (Trad.: "sono stato costretto, d'accordo con il governo italiano, a dare ordini alle mie truppe cli attraversare la Francia lungo l' itinerario più diretto al fine di occupare la costa 111edite1rnnea e di assumere la sua difesa". Lettera del cancelliere Adolfo Hitler al maresciallo Pétain, la quale annuncia la completa occupazione della Francia).

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anche laddove era invocata l'occupazione italiana. 184 Questa impel lenza fu illustrata anche dal generale Ganclin, cli rientro eia Monaco: "L'urgenza[ .. .] non ammette[va] alcuna dilazione.[ .. .] Nel caso in cui Le truppe italiane, data la Loro costituzione, non [avessero potuto] procedere rapidamente,[ .. .] unità germaniche corazzate [avrebbero procedutoJ senz'aLtro verso La costa; le unità tedesche [sarebbero rientrate] entro la linea di demarcazione già fissata (Ginevra - Lione Tolosa) col progredire dell'occupazione italiana". 185 Da quanto detto, si possono ricavare un paio di considerazioni che riguardano l'OKW: - la prima è che non poteva non rendersi conto dell'impossibilità da parte italiana di percorrere tratti estesi con forze poco celeri, e dunque di competere in velocità con le truppe tedesche. Tra l'altro , nel caso in cui le truppe italiane fossero avanzate con analoga solerzia, si sarebbe verificato un indesiderato incrocio di direttrici e un franunischiamento di forze; - la seconda è che, nonostante ciò, dovette restare convinto della possibil ità di uno sforzo risoluto da parte italiana, sulla base del promesso impiego della divisione Piave . Sfortuna volle che ormai la Piave fosse in buona parte sui treni in partenza per Napoli e dislocata presso stazioni arretrate e meno attrezzate per un più rapido caricamento . Circostanza che ne rallentò l'impiego, e che non sfuggì ai tedeschi . Quella progressione tedesca anche al di là della linea fissata, che avrebbe dovuto essere il prodotto dell'urgenza, divenne poi un fatto acquisito proprio per la lentezza delle forze italiane e per la loro scarsità.

4 LS Kriegstagebuch des Oberkommandos der Wcrhmacht (OKW) (Wehnnachtfiirungsstab) I 940 - 1945 , Band 11 l..lanuar l 942 - 31 .._ Dezember 1942; Zusammengestellt uncl erlautert von Andrea Hillgruber, Zweiter Halbband; J 963, Bernard & Graefe Verlag fiir Weluwesen, Frankfurt am Main, pagg. 940-941. (D'ora in poi: OKW Ktgb. 1942). L'operazione era stata affidata alla !"Armata (Armee oberkommando I AOK 1) e dcll'Anncegruppe LXXXIII (83°) detto poi semplicemente Armeegruppe <<Felber>>, dal nome del generale comandante. Secondo la terminologia militare italiana dell'epoca questo comando era denominato "Gruppo di divisioni", per distinguerlo dal livello Corpo cl ' Armata di cui pure conservava la numerazione romana (LXXXIll), ma rispetto al quale deteneva responsabilità maggiori.) La linea di demarcazione era stata passata alle 7 cieli' 11. L' Armeegruppe Felber disponeva cli due divisioni di fanteria 328" (temporaneamente su di un solo reggimento) e 335", e di un reggimento della l" brigata di artiglieria corazzata. Il comando superiore aveva ceduto a Felber in rinforzo la 10" divisione corazz~ta. Il dispositivo della !"Armata era cli poco più consistente. (lbidern, pag. 1391 ). 18 ) Cavallero, Diario, citato, giorno 11 novembre, pag. 563.

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La prima tentazione che i tedeschi ebbero una volta giunti a Marsiglia e sulla costa circostante, fu di consolidare l'avanzata col tenersi i territori occupati prima degli italiani, e fu attribuita, come si vedrà, proprio alle considerazioni sulla debolezza del dispositivo. Sembra infatti plausibile che i comandi german ici temessero uno sbarco degli Alleati, sfruttando la crisi d'afflusso delle forze cieli' Asse. L'allarme costiero di Tolone fu il prodotto di tale sindrome, cui si assoc iò la preoccupazione derivante dal ritardo e dalla tenuità delle difese che gli italiani avrebbero potuto schierare per tempo . Fu probabilmente sulla base di queste considerazioni che 1'0KW accolse di buon grado l'offerta francese di difendere autonomamente la Piazza mar.ittima, donde la sua propensione per "una linea di demarcazione per il momento ad est cli Tolone". Tale offerta consentiva di poter contare su una posiz ione presidiata, alla quale appoggiare le forze italo-tedesche. Insomma, si trattava di comporre il dispositivo con la massima rapidità possi.bile, ricorrendo ad ogni risorsa per completarlo almeno in corrispondenza dei tratti costieri più esposti, ben conoscendo la scarsità delle forze a disposizione. Probabilmente anche la questione di Marsiglia, città che v. Rintelen riteneva dovesse essere attribuita agli italiani, fu risolta a favore dei tedeschi, in base alla necessità cli difenderla con forze meglio equipaggiate, data la rilevanza strategica della città portuale e per la scarsa convenienza di avvicendare le forze tedesche a presidio. Peraltro, i comandi tedeschi intendevano restare a ridosso della costa in prossimità di Tolone, per tener d'occhio più da vicino la Flotta d 'alto mare francese. Lo si vide il 27 novembre, quando un corpo tedesco penetrò nella base navale provocando l'autoaffondamento della stessa Flotta. 186

186 Secondo il d.iario storico dell'OKW sulle prime Hitler ritenne che "la linea cli demarcazione [dovesse essere tracciata] possibilmente in modo che la valle del Rodano - con ferrovie e strade - e il del ta del Rodano [rimanessero] in mano tedesca. IE che] l'v1arsiglia [dovesse] essere data agli italiani, come Tolone[. ..anche se quest' ultima], come piazzaforte [dovesse! restare sotto controllo francese[ ... ]". Con ciò il Fiihrer " lrespinse] la proposta dcll'Ob.West, e cioè di subordinare al comando dell'Ob. West tuua la costa meridionale della Francia e a queste condizioni fare en/rare le truppe italiane nella Francia del Sud, quanto vogliono loro{ .. .]".OKW. ktb., giorno 14 novembre 1942, pagg. 955 e 956. Il testo tedesco così recita: "[ ... I hat der Flihrer den Vorschlag des OB West, die gesamte Stidk(iste Frankreichs dem OB West zu unterstellen und unter dieser Bedingung die iralienischen Trnppen so weit nach Siidfrankreich hereinzulassen, ,vie sie wollen, abgelehnt. Deutschcr Oberbefehl iiber die deutschen und italienischen Krafte konunt somit nicht in Betracht. [ ... j Die Trennungslinie soli moglichst so gezogen werden, daB das Rhonetal mit Balu1cn und Stralkn und das Rhonedelta in deutscher Band bleiben. Marseille soli an clie ltaliener fallen, ebenso lòulon, clas als Fcstungsbereich unter franzosischen Befohl bleibt. .[ ...],,

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Per concludere l'argomento non si può fare a meno di osservare che i malintesi sorti nelle primissime ore dell'avanzata italiana datavano sin dalla fine di ottobre precedente. Il capo di SMG , riferendosi ad una relazione dello SMRE circa la fattib ilità delle esigenze "C2-C4-0vest" , a proposito cli quest'ultima eventualità, aveva infatti avvertito lo SMRE stesso che, sia per l' inconsistenza delle forze francesi, sia per la "prevista rapida violenta azione tedesca, [doveva ritenersi] possibile, anche con l'attuale disponibilità cli forze, una penetrazione "di una certa entità" nel t:en-itorio metropolitano francese, almeno nel fascio operativo della Cornice". 187 Pan-ebbe evidente che con la penetrazione di una certa entità, lo SMG intendesse indicare un'avanzata meno prudente di quella che il comando clell' Armata aveva proposto 1'8 novembre , accennando addirittura a limitarne la progressione sulla linea della Roia. E che avesse ragione è dimostrato dal fatto che l'avanzata della Piave fu abbastanza celere lungo l'asse delle Cornici. A scusante di Ambrosio e Vercellino deve considerarsi che nella lettera che accompagna la copia indirizzata al Comando Supremo delle sue direttive sulle operazioni <<francesi» del 9 novembre (il citato foglio 19244) , si legge come lo SMRE considerasse il caso in cui " l'entrata delle nostre truppe in ten-itorio francese" avesse per scopo quello di "contrastare uno sbarco in forze anglo-americano sulle coste mediterranee della Francia" . Dunque l'atteggiamento prudente e difensivo assunto dal comandante della 4a Armata e volto a proteggere la frontiera nazionale, non era privo cli ragioni, anche in considerazione della qualità delle sue truppe. Si trattò invece di una corsa per precedere i tedeschi. Meno comprensibile deve ritenersi invece l' indecisione ciel capo di SMRE, il quale sin dalle prime ore dell'avanzata mostrò di aver compreso che l'obiettivo possibile cieli' Armata era il Rodano, ma, o non intese, ovvero non ebbe il coraggio cli segnalare subilo al Comando Supremo l'impossibilità cli raggiungere la linea Rodano - Lione St.Etienne - Tolosa, e continuò sino al mattino del 13 ad additarla a Vercellìno, contribuendo non poco alla confusione. I motivi del ritardo delle grandi unità italiane sono molteplici: a1cu-

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Lettera .12375, in data 24 ottobre 1942, in riferimento alla lettera SMRE 242 1 del precedente I 3 ottobre (AUSSME DS CS 1505). Ne lla sua lettera lo SMRE lamentava sostanzialmente la carenza di mezzi di trasporto per la «Ovest» . Ibidem .

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ni sono di carattere occasionale, attinenti aspetti dell'ordinamento ovvero che riguardano l' incompletezza o la carenza delle dotazioni; ma sono prevalenti le ragioni organizzative, derivanti dall'inattesa necessità di avanzare in Francia e, in definitiva dalla strutturale debolezza della posizione italiana e dalla sua subordinazione alle decisioni di Hi tler. Ne deriva che le prime motivazioni, intrecciandosi con le seconde di carattere generale, ne aggravarono portata ed effetti. Il fatto che meglio spiega questo fenomeno è la decisione di ritirare le truppe destinate all'esigenza Ovest dalle basi di partenza avanzate in vista della stagione invernale e il divieto espresso dallo Sl\!lRE cli consentire il loro avvicinamento alla frontiera francese. Circostanza che, oltre ad indurre probabilmente nel comandante dell'Armata l'opinione cli disporre di congruo tempo a disposizione, si sommò alla nota gravissima carenza cli conduttori d'automezzo (ne mancavano la metà) e all'incertezza sulla disponibilifa della Piave nel causare il ritardo di 5 ore nell 'avvio dell'operazione. 188 Un aspetto particolare di tale impreparazione fu proprio il destino della Piave. La decisione di lasciarla ali' Armata per la «Ovest» implicò diverse conseguenze negative. Da un lato, privò la divisione del suo comandante, partito per Napoli insieme al suo comando, al comandante del 57° fanteria e ad un battaglione dello stesso reggimento. L'assenza di quest'ultimo si ripercosse sulla consistenza delle forze che dovevano presidiare il Rodano e gli accessi orientali di Tolone; il battaglione rientrò al corpo solo il 17 novembre. 189 Questa circostanza, che indebolì il dispositivo della divisione , si sommò al fatto che buona parte del suoi autoveicoli erano già stati avviati a Napoli per l'imbarco. La conseguente ancor più acuita caren: za di automezzi dell'Armata e i numerosi inviti dei comandi superiori di far presto e di accelerare con ogni mezzo il movimento , comportò l'esigenza di raggruppare gli scarsi veicoli dotati di autisti per costituire e

188 Nella sua relazione in precedenza citata il maggiore Ciglieri scrisse ciel verificarsi di una situazione con '·una dislocazione iniziale a distanza da.i conlìni e non preordinata per ottener un rapido inizio del movimento[ ... ]''. C. Ciglieri, relazione citata, pag. 9. l89 Il comando della Piave era affidato temporancam.enle al comandante della fanteria divisionale, in attesa della nomina ciel suo comandante effettivo, generale Tabellini. Dalle 5 cieli' 11 al pomeriggio del 12, il comando fu nelle mani del colonnello Catalani , comandante del 58° fanteria. Tabellini ass unse il comando il 14. DS Piave, giorni 11, 12 e 14; AUSSME I 100.

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"[lanciare] in avanti dei gruppi tattici" su automezzo non solo per la Piave, divisione motorizzata , ma anche per reparti «autocarrati» della Lupi appositamente costituiti. Oltre a determinare il ricorso agli automezzi della Centauro che stava partendo per l' Africa, ciò provocò "l'insufficienza del solo asse disponibile per i reparti lutilizzanti] la direttrice principale della Cornice", e la necessità cli guidare le colonne per evitare , cosa che pare effettivamente avvenuta, che reparti minori si trovassero "ad attraversare, con grave rischio cli complicazioni diplomatiche, il piccolo e neutrale Principato cli Monaco". La proiezione in avanti di unità relativamente piccole, produsse inoltre l'impossibili tà di raggiungerle via radio, di cui , nella generale carenza, quei gruppi non erano dotati , né potevano riceverne per la circostanza. 190 Le conseg uenze della confermata assegnazione della Piave all'Armata, insieme alla decisione di non consentire l'avvicinamento delle forze alla frontiera , provocarono peraltro la necessità di mutare il piano di operazioni, restituendo alla divisione il posto in prima schiera e togliendolo alla più avanzata Legnano; ma, insieme alla disorganicità delle sedi stanziali , determinarono anche una ridotta possibilità di districare fra le più arretrate unità della Piave quelle che dovevano essere poste in testa. Deve registrarsi infine, fra i motivi del ritardo dei grossi, il problema dei trasporti in generale e, in particolare , quello della disponibilità di materiale ferroviario. A causa della nota insufficienza di automezzi e ancor più cli conduttori, che concerneva particolarmente le grandi unità del I e ciel XXII CA, il comando cl' Am1ata aveva avvertito lo SMRE la mattina dell ' 11 novembre che "parte [ciel] movimento ravrebbe dovuto essere attuato] per via ordinaria", cioè a piedi; tanto è vero che quasi tutta la Lupi fu costretta a percorrere a piedi in tre giorni 150 km . per

190 L'asse delle Cornici era unitario sino a dopo Mentone; solo a Roquebrune infatti

(attuale Roquebrune - Cap Marti n) l' itinerario si sdoppiava: il secondo asse era unico fino alla Turbie e solo dopo tale località si poteva parlare di tre assi d'avanzata, sui quali contava il comandan te interinale della Piave (Ordine di operazione n.2 dell' 11 novembre ore 7; AUSSME DS Piave 1100-26.) La prima citazione è tratta da un promemoria ciel maggiore Ciglieri in data 14 novembre relativo all'occupazione del terri torio francese si no al Rodano da parte del XV CA a pag. 3 . Documento da non confondere con la c itala relazione, ma riportato nella stessa raccolta: AUSSME 21 I 9 - 83 ter, segnatura Il I/G/2. Dalla stessa relazione sono state tralle le informazioni sulla carenza dei mezzi cli comunicazione radioelettrica. Se ne ha conferma dal fatto che La seconda citazione è tratta da Giuseppe Freudiani La pace separata cli Ciano, Bonacci , Roma, 1990, pag. 159.

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giungere e raccogliersi a Grasse. Di modo che la richiesta celerità del1'avanzata non poteva non contare sui trasporti ferroviari. Quando perciò unità avanzate ciel l CA il 12 novembre chiesero ai responsabili della stazione di Modane cli consentire il transito cli un convoglio che proveniva dall'Italia e diretto a Valence trasportante truppe destinate a quella località, la Delegazione francese di armistizio si oppose alla concessione, cui invece erano favorevoli gli organi locali, adducendo la necessità che sulla questione si esprimesse Vichy. Fu necessario ancora una volta ricorrere al pool cli automezzi per trasportare a Grenoble un gruppo tattico della GaF. 191 Per qualche giorno la situazione fu analoga per il 7° alpini. Il reggimento, che avrebbe dovuto procedere di conserva con la Taro in testa alle unità ciel XXII CA, era stato fermato a Borgo S. Dalmazzo insieme al gruppo artiglieria da montagna di rinforzo (il Lanzo) , in seguito alla decisione cli restituirli alla Pusteria, vista l'inutilità della sua azione a protezione ciel fianco destro ciel dispositivo previsto dal piano 60 .000 .192 Il giorno 13, tutte le unità citate erano ancora a Borgo S. Dalrnazzo: il reggimento era in attesa di muovere a mezzo ferrovia per Modane, dove giungeva presumibilmente il 15. La stessa sera muoveva, senza il battaglione Belluno, alla volta di Montélimar (poi Carpentras), utilizzando la linea della valle Tsère per Grenoble Valence, a bordo cli "convogli ferroviari predisposti" dalle autorità francesi. Il giorno dopo erano "transitati eia Modane quattro convogli". Nel rapporto serale il 7° alpini era segnalato ancora in movimento e nel pomeriggio del 17 "in arrivo at Carpentras", dove il 20 fu raggiunto dal Belluno , che partito anch'esso da Borgo S. Dalmazzo, era transitato per la linea ferrov iaria costiera e poi per quella cli riva sinistra Roclano.1 93 _

191 La stessa cosa avvenne per una richiesta di trasporto ferroviari o rivolto alla staz ione di Bourg St. Maurice. Relazione r iassunti va delle operazion i del giorno 12 novembre 1942, te legramma 4A 8220/ 0p., delle ore 23 (AUSSME DS SMRE 211983/bis). 192 Ciò a maggior ragione per il fatto che i reparti avrebbero dovuto valicare a piedi passi alpini impegnativi data la stagione (Colle Ciriegia e delle Finestre, passi che addicevano a San Martino Lantosca o St. Martin Lantosquc). 193 «Novità esigenza 'O'» dei giorni 13 (ore 11,27), 14 (ore 16), 16 (ore 16,20), 17 (ore 6 ) , 18 (ore 22,20), 20 (ore 15,35). Il 20 la Pusteria aveva il comando a Orange, il 7° alpini tra Cavaillon (sud est di Avignone) - Islc sur la Sorgue (est Avignone) - Carpentras; I' 11° tra Montélimar - Bolléme - Romans, insieme ai gruppi del 5° artiglieria; tutte le località sono sul Rodano o nei suoi pressi (AUSS ME DS SMRE 2119-rispellivamente allegati 85, 96, llO, 11.3, 128, 135). Il Piemonte cavalleria patì annloghi problemi.

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Queste vicissitudini illustrano emblematicamente quale fu la situazione dei trasporti ferroviari italiani in terra di Francia e tutto ciò mentre i tedeschi , grazie ai diritti della precedente occupazione, muovevano per ferrovia quasi tre divisioni. 194 Solo il 15 Ucomando 4" Annata seppe che i trasporti per le linee cli Modane e Mentone andavano richiesti alla conmussione nusta franco-tedesca di Lione, e lo segnalò allo S.MRE, il quale, per gli interventi necessari, interessò il Comando Supremo. Nella più completa infomiazione dello SMRE la questione appm·e ancora più complessa; vale la pena leggerne il testo: "Delegazione .francese alla quale C./ A.F. habet chiesto utilizzazione treni francesi per trasporti nostre truppe et rifornimenti in Francia, habet segnalato che non può trattare con i rappresentanti della società ferroviaria [ .. .] perché detta società riceve ordini dal Segretario di Stato alle coniunicazioni [ . .. . LeJ relazioni in zona libera fra autorità francesi et italiane devono essere trattate attraverso ministeri competenti e non mediante commissioni d'armistizio alt[ .. .}.

Come dire che c'era poco da mettere "la gente sul treno" come esortava Cavallero, visto che si equivocava sulle stesse basi giuridiche delle relazioni dei due governi . L'episodio svela il fondo dell'atteggiamento italiano nel quale, come si vedrà, convisse per qualche tempo , insieme alle dichiarazioni di cooperazione, l'inconfessata opinione di essere lì per l'assoggettamento del paese d'oltralpe e la convinzione di potervi spadroneggiare. Contemporaneamente esso denuncia imprevidenza o grave frattura funzionale nelle relazioni fra i vad organi dello stato. 195 Se ne riparlerà .

194 "Ein auf Eisen bahn verlastetes Rgt. cler 327 . Div. hal um 17,00 Uhr, e insatzfoh.ige Teile der 328. Div. urn 13 .oo Uhr und 335 . ID . w ircl um 20.00 Uhr clie Dem.Linie im Eisenbahn Transport libersclu·eiten. Fiir clie Bewegungen auf cler E isenbahn im bisher uns besetzten Frank.rcich gelten clieselben Bestimmungen wie im besetzlen Frankreich .';. OK W, Ktgb, cit., pag. 940. Sulla base delle disposizioni conseguenti alla Convenzione d' armistizio franco-tedesca, nel territorio già occupato dal 1940, la rete ferroviaria francese e l'utilizzazione del materiale rotabile si adeguava ad una regolamentazione fissata da organi delle ferrovie statali tedesche. L'o rganizzazione della circolazione dipendeva eia una serie di commissioni miste stabilite nelle sedi compartimentali più importanti. A Lione una commissione ferroviaria mista presiedeva al traffico della Francia libera e lo integrava nella rete già nazionale. 195 Telegramma 4A in data 15 nov. 42, ore 11,25, n.8388, indirizzato allo SMRE (AUSSME DS SMRE 2078-65) e telegramma n. 19543/0p de lle ore 16,55 ciel 13 nov. (AUSSME DS SMRE 2078-54) .

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Lo stesso telegramma con il quale lo SMRE inforn1ava della questione ferroviaria il Comando Supremo , ripo1ta la rassicurante novità in base alla quale le autorità di Vichy avevano permesso il transito di due treni , uno per Modane (diretto, come osservato, a Valence per trasporto truppe); e l'altro per la Cornice per il trasporto di rifornimenti. Solo per il 15, come sì è visto a proposito del trasferimento del 7° alpini , il governo francese [aveva] autorizzato[ ... ] quattro convogli truppa e materiali con scarico a Valence ed oltre. E solo a partire dal 18 la circolazione fe1rnviaria a beneficio delle unità italiane conseguì un ritmo regolare ed organico: le stesse autorità di Vichy accordarono alle truppe della 4" Armata sette treni giornalieri .196 Ma non andò meglio in patria. Secondo la relazione Carli, il comando dell'altro corpo d 'armata, il XXII, alla ricezione dell'ordine di avanzata, aveva richiesto a quello della 4a Armata i trasporti necessari per l'avvicinamento della Taro e dei suoi rinforzi alla zona del passo cli Tenda ed oltre, sino a Fontano lFontan]; e per concentrare la 2" celere EFfF, dispersa fra Lombardia e Piemonte, nella prevista zona di "Saluzzo-Savigliano-Caraglio" (a cavaliere della Varaita, verso Cuneo). La direzione trasporti dell'Intendenza d' Armata concesse: "22 treni (dei quali [faremo] attuati, il giorno 73, solo quelli per il trasporto di 'Piemonte Reale' cavalleria [in rùiòrzo alla Taro], i rimanenti non [ ebberoJ luogo, sembra per deficienza di materiale rotabile)" .1 97 Di modo che, mentre si poté ovviare alla carenza ricorrendo agli autoreparti dell'Annata e, come eletto, a quello della Centauro, la divisione celere patì un considerevole ritardo e con grande dispersione dei reggimenti . Per esempio, il giorno 13, mentre la testa della divisione er~ tra Sospello e Pontano , il Genova Cavalleria stava giungendo nell'astigiano proveniente da Voghera, il Piemonte Reale era in attesa di trasporto ferroviario nella zona cli Borgo S. Dalmazzo , destinato però ad util izzare la linea ferroviaria del Tenda, e il Nizza Cavalleria si trovava

196 <<Nov ità esigenza ' O'» delle ore 22 del 14 novembre; telegramma SMRE n.19702, (AUSSME 219-99); e <<Novità esigenza 'O'» ore 10 del 17 novembre; telegramma 4A n. 8513i0p. (A USS ME 2119-115). 197 Relazioni Ciglieri e Carli citate; note del ten .col. Cadi "sui movimenti effettuati dal XXII CA per l'occupazione del territorio francese (periodo I J- l9 novembre 1942), pag. 2. li problema dei trasporti ferroviari era aggravato dalla contemporanea necessità di avviare alle coste liguri, per potenziarne la difesa, le divisioni MantoFa, Rovigo e Piacenza .

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in marcia per via ordinaria da Torino. La sera del 14, solo il reggimento Piemonte Reale - dopo essere stato trasportato a Ventimiglia in treno ed aver proceduto poi per via ordinaria - aveva raggiunto, nella zona di Nizza il 1° bersaglieri ed il reggimento artiglieria della divisione. Il Nizza Cavalleria giunse a Cannes iI I 8, mentre il Genova Cavalleria giunse in zona Grasse addirittura il 21 .198

C. Sviluppo dell'operazione lungo le altre direttrici e nei giorni successivi - il raggiungimento del Rodano nel tratto centro-settentrionale - li tentativo italiano di non perdere il controllo delle massime città portuali della zona occupata.

Tornando ora a seguire l'avanzata delle unità dell'Armata e in particolare di quelle più attardate, alla fine della prima giornata dell 'operazione , si deve osservare che la relazione riassuntiva del comando 4a Armata, ritrasmessa sostanzialmente invariata dallo SMRE al Comando Supremo, poneva in evidenza che la presenza delle truppe italiane, sia presso il Rodano , sia in posizione chiave per intervenire su entrambe le città portuali in cima ai pensieri ciel capo di SMG, era ancora assai rarefatta. Per le altre grandi unità dell'Armata, il Rodano era ancora lontano. Tale situazione permaneva anche il 13, nonostante la favorevole prospettiva offerta dallo schieramento della Piave, specie in corrispondenza della costa tolonese .199

198 «Novità esigenza 'O'» dei giorni 13 - 21 (AUSSME DS SMRE 2119 - da 90 a 137), passim. Lo stesso trnsporto ferroviario a mezzo automotrice dei reparti mobili della GaP che avrebbero dovuto giungere a Modano per il Frèj us presentò alla vigilia dell'operazione qualche problema se il comando del l' Armata, alla vigilia dell'avanzata, si rivolse allo SMRE Direzione superiore trasporti per rappresentare -alcune impedimenti burocratici posti dal Compartimento di Torino quanto a posizione amministrativa ciel treno, a mezzo cli trazione ed a composizione del convoglio. Lettera 4 A n.7925/0p . in data 10 novembre 1942, con allegata lettera del citato Compartimento di Torino (AUSSME DS SMRE 2119 cart. B-372). 199 «Relazione riassuntiva» delle operazioni del giorno 13, telegramma 4Aa SMRE n.8296/0p. ore 23,20 del 13 nov. (AUSSME 2119-90). Come si osserverà innanzi, nel decisivo tratto meridionale ciel Rodano, la situazione non migliorò né nel corso dell'avanzata, né successivamente. Iniziò invece la fase relativa alla definizione della linea di demarcazione, fase che terminò solo un mese dopo, lasciando ai Tedeschi il Rodano da Avignone alla foce, oltre che Marsigli.a e gran parte del dipartimento delle Bocche del Rodano. L'occupazione della riva sinistra del Rodano a nord di Avignone, invece, proseguì abbastanza regolarmente.

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A seguito degli ordini che prospettavano il raggiungimento ciel Rodano sfruttando tutte le direttrici, anche le restanti forze dell'Armata s i accingevano a procedere oltre gli obiettivi fissati dal piano 60.000 . Il I CA, pur in mancanza di convogli ferroviari, avrebbe dovuto avanzare oltre la linea precedentemente fissata, per raggiungere, il Rodano, con obiettivo Valence. Alle 17 ciel giorno 12 un battaglione autocarrato ciel corpo d'armata g iungeva a Grenoble. Una più decisa progressione aveva luogo nel settore del XXII e del XV CA . Infatti colonne autocarrate della divisione Taro del XXII, scavalcati gli avamposti al Ponte Carlo Alberto sul Varo, erano già in movimento verso le zone obiettivo di. Entrevaux, St. Auban, tra il Varo e la Durance, e Castellane. La divisione celere seguiva da lontano , ancora attardata da movimenti ferroviari e non.200 Dal canto loro, sugli assi d'avanzata lungo le "cornici" , le GU del XV CA stavano serrando sotto. Si è già parlato della Piave. La Legnano serrava su Nizza e l'avanguardia della Lupi, costituita eia due battaglioni motorizzati, giungeva a Grasse.201 Tra il 13 ed il 16 novembre la situazione restava sensibilmente invariata, con il lento afflusso delle unità attardate. Unico progresso sign ificativo era rappresentato dal progressivo schieramento della Legnano (XV CA) e delle sopraggiunte unità della 2" divisione celere (Piemonte Reale, 1° bersaglieri e 134° artiglieria) le quali si schierarono tra Cannes e Fréjus (Antibes) . La divisione Taro iniziava il mov imento per avvicinarsi al basso Varo, si vide poi , con lo scopo di sfilare, per i più agevoli itinerari meridionali, dietro alle prime schiere per raggiungere le immediate retrovie di Tolone.202 La sera del 16, la Lupi di Toscana iniziò il movimento per sistemarsi ali~ spalle della grande unità motorizzata, nella probabile previsione ciel recu-

200

Rapporto di situazione delle ore IO del 12 novembre, 4A a SMRE n.8156 (AUSSME 2119-81). ZO J «Relazione riassuntiva» delle operazioni del g iorno l 2, telegramma 4A a SMRE n. 8220/0p. ore 23 del 12 nov. (AUSSME 2119-83/bis). Valence sul Rodano fu occupata, alle 3, da truppe rdella GaF] del I CA (rapporto di situazione delle 6,30 del 13 nov.; telegramma 4A n.8229 (AUSSME 2119-88). '1o2 Come si è dello, in appendice sono state riportate le «Rela,.ioni riassuntive>> delle operazioni svolte nei giorni piLt critici dell'avanzata; ad esse si rimanda per il dettaglio. La 2" celere EFfF passava il 15 alle dipendenze del XV CA . ciel giorno 13, telegram ma 4 A a SMRE n. 8296/0p. ore 23,20 del 13 nov.; AUSSME 21 19 - 90. Rapporto di situazione delle 21 del 14 novembre, 4A a SMRE n. 8368/0p. (AUSSME 2119-98).

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pero della Piave per costituirla in riserva d'Armata, ma nella più evidente intenzione immediata cli completare la presenza italiana intorno a Tolone, e di sostituire le unità della grande unità motorizzata che si trovavano sul Rodano. Proposito che - senza che si mollasse la presa sulle posizioni chiave tra il fiume, Tolone e Marsiglia -, avrebbe dovuto consentire alla Piave di completare intanto il suo schieramento costiero, recuperando due reparti del livello di battaglione, proprio mentre il JJ57, partito per Napoli il 10 novembre, stava affluendo per riunirsi al suo reggimento. Il 17, giorno in cui assieme alla Piave passava ad altro corpo d'armata (il XXTI), la Lupi si trovava già con un reggimento nella zona di Trets, presso Aix, area prescelta per la necessità di evitare franunischiamenti con le unità tedesche che, come si sa, erano già nell'antico capoluogo della Provenza. Il presidio itaUano di quest'area cruciale si completava lo stesso giorno, grazie all'accennata disponibilità cli convogli fenoviari, con la concentrazione dei reggimenti alpini della Pusteria (7° ed 11 °) rispettivamente tra Cavaillon e Carpentras (intorno ad Avignone); e tra Bollème e Montélimar sul Rodano. Per modo che, oltre alle aree d'accesso alle zone cli Marsiglia e Tolone, anche la sponda sinistra del Rodano, tra la confluenza dell' Isère (Valence) e quella della Durance, risultò presidiata da truppe italiane. Il 18 il I gruppo alpini <<Valle» completò il suo schieramento a presidio della frontiera franco-svizzera e della linea di demarcazione ru111istiziale, con battaglioni a Bonneville, Flumet (Arly), Sallanche, Albertville e Moutiers. Il raggruppamento alpini sciatori si trovava più nell'interno tra St. Piene cl' Albigny e il Col de Lautaret, verso Briançon.203 Il 20 novembre, la Taro, raccoltasi ormai nel basso Varo, iniziò il movimento che l'avrebbe portata nella zona di Cuers (nord est cli Tolone) sede cli un importante aeroporto già occupato , come si vedrà, dai tedeschi, e zona sulla quale si intendeva confermare la pertinenza italiana. Nella giornata ciel 22, la stessa divisione completò il movimento con i due reggimenti di fanteria organici, i quali si schierarono intorn'o a Tolone, tra Pierrefeu (nord est) e Méounes (nord) della città, alle spalle della Piave. La situazione complessiva al giorno 22 novembre è riportata nella cartina in appenclice.204

203 «Novità ore 16 del 17 nov.» , telegramma 4A 8523/0p. ore 17 stesso giorno (AUSSME 2119-117). 204 <<Novità esigenza 'O'» ore 15 del 20 nov. ed ore 16 ciel 22 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 21 J9- 135 e 143). Il resto della Taro sarebbe affluito nei giorni successivi per ferrovia.

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D . L'atteggiamento delle au1oriràfrancesi, delle Forze di transizione e della popolazione all'atto dell'avanzata italiana . L' ingresso delle truppe dell ' Armata in Francia fu ispirato ad una sorta di dicotomia concettuale. Sulle prime infatti, la rinnovata attualità dell'esigenza «Ovest», costruita sull ' ipotesi di uno sbarco degli Alleati sulle sponde metropolitane francesi ciel Mediterraneo, ispirò i piani cli un'operazione intesa a sopraffare la prevedibile resistenza delle Forze francesi dell' ET. Se ne sono osservate le testimonianze nella lettera in data 24 ottobre 1942 con la quale il Comando Supremo - al fine di tagliar corto con le lagnanze dell'Esercito per l' incompletezza del dispositivo della 4" Armata, cui erano state appena sottratte Piave e Centauro - , sottolineava la precarietà della "consistenza[ .. . ] delle forze armate e dell'organizzazione francese", quasi a sollecitare un'azione più spregi udicata.205 Tuttavia, quando fu evidente che l'evoluzione della situazione politica andava invece trasformando l'azione programmata in un vero e proprio trasferimento di forze per uno scopo difensivo antisbarco in comune con le forze francesi, siffatto cambiamento non dové essere assimilato facilmente . E ciò , non solo dalle truppe, per preparare le quali, specie nei ranghi inferiori e presso le minori unità, non ci fu il tempo, ma anche presso gli Stati maggiori e i comandi operanti. Molto probabilmente , in quest'ultimo caso, per l'inveterata abitudine di studiare piani ne i quali le Forze cli transizione francesi erano considerate sempre come avversarie. E fu così anche col piano 60.00o.206 Si aveva un bel dire dunque che il Duce intendeva far sapere ai francesi che:

20 5 Lettera a Jìrma Cavallero 12375 in data 24 olt. 1942 già citata (AUSSME DS CS

1505). 206 Lo stesso sottocapo cli SMRE, generale Vecchierelli, nel valutare i noti «lineamenti sommari di uno studio per l'occupazione dei territori f i·ancesi metropolitani tra la Linea Ginevra - Lione - Tolosa (località escluse), La costa mediterranea ed il confine dei Pirenei» nell'agosto precedente ritenne che l'avanzata lungo la costa sino alla frontiera spagnola commessa al XV CA, potesse essere soggetta a gravi pericoli. Ciò perché il XV non poteva godere, nel tratto rivierasco della Provenza, cli una protezione ciel fianco destro, per il fatto che tale protezione , Lraclizionalmente affidata al XXlf CA, non pot.cva essere ottenuta nel caso fosse necessario lungo le direllrici autonome il più vigoroso procedere verso obiettivi profondi. A sua volta nella «"lv1emoria n.5450 », il comando cieli' Armata considerava di far procedere lungo il litorale la Centauro perché le forLe cli transizione erano prive dì armamento controcarro.

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"noi andiamo come amici e che lo scopo del nostro ingresso in territorio francese è fatto per impedire che gli anglo-americani .facciano degli sbarchi sulle coste .fi·ancesi [ .. .]". Argomento che riecheggiò nei manifestini che l' aviazione d'Armata lanciò lo stesso 11 novembre sulle località della Tarantasia e della Moriana e su Nizza .207 Sul piano pratico , benché gli ordini effettivi furono di "mantenere in territorio francese contegno assolutamente riservato con nessun accenno a irredentism i o rivendicazioni politiche [e di] non aprire il fuoco per primi" - ordini che il comando d ' Armata trasm ise alle grandi unità dipendenti alle 3 dell'll - le direttive delle Autorità militari più che ali' atteggiamento amichevole, si ispirarono all 'aperto sospetto .208 Tanto che, all'atto dell' avanzata, gendarmi e doganieri furono clisannati un po' dappertutto. Fu loro restituito il solo armamento individuale "in aderenza a note direttive", probabilmente quando però gli agenti fecero "presente che per istruzioni superiori avrebbero dato loro collaborazione" .209

207

DS del comando 4° Armata, giorno 11 novembre, comunicazione ciel generale Gorlier capo del I reparto SMRE al capo cli SIVI cieli' Armata, delle ore I, 25 (AUSSME DS 4A 1099). Più tardi, Mussolini emanò alle armate in operazioni le seguenti direttive: « Il carattere della nostra occupazione del territorio metropolitano e insulare francese, impone di seguire le seguenti direttive: a) correttezza nei riguardi delle autorità militari et civili francesi e contatti .limitati alle pure necessità cli servizio; b) atteggiamento cordiale, ma riservato nei confronti della popolazione civile; e) tenuta delle truppe e disciplina irreprensibili. Gli uflìciali dei reparti dovranno soprattutto essere, sempre e dovunque, di esempio. cl) anche nei confronti delle colonie italiane, riserbo. Sono s icuro che queste direttive saranno rigorosamente osservate.». Cavallero, Diario, c itato , pag.569. Ne esiste anche trascri zione nel telegramma n. 1271 1 delle 1,15 del 14 nov. , trasmesso dal Comando Supremo direttamente alle armate 4" e 5" (AUSSME 2078-58). 203 Telegramma SMRE 19355 delle 22,55 del IO novembre; AUSSME DS SMRE 2078-29. Fonogramma a mano 4A 8100/0p., ore 3, I I nov. AUSSME DS 4A 1099-14. 209 «Relazione riassuntiva>> delle operazioni del giorno 11 nov. 'lè legramma 4A 8122/op. delle ore 21 ,45 dell' Il (AUSSME 2078-76 bis). Di analogo tenore è il rapporto del Commissario civile di Mentone , dr. Giuseppe Frediani, il quale riferì al suo superiore, prefetto Marziali , capo della Amministrazione dei Territori Occupati della Commissione d'armistizio: «all' inizio dell'avanzata pattuglie di militi confinari, militi portuari e militari della Guardia di Finanza [ ... ] hanno proceduto ad un rapido rastre llamento della zona antistante la linea d'armistizio [linea verde J per assicurare il primo passaggio delle truppe in conformità degli ordini de lla Autorità mili tare, specialmente per quanto atteneva al comportamento degli organi di polizia[ ... ) Nessun ine i.dente si è verificato in questa prima opera1..ione r... ] salvo qualche passiva resistenza per la consegna delle armi.[ .. . ]». Lettera 766/gab/ R del Commissariato civile di Mentone, AUSSME carteggio M-3, Racc. 34, Fascicolo del prefetto Marziali.

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In realtà, il sospetto non era del tutto mal riposto da parte italiana. A nche se i rapporti della giornata anche ai livelli più elevati, comunicarono che "in nessun settore venne incontrata resistenza attiva" o che "non [erano] state segnalate perdite per atti di gue1n", le autorità italiane dovettero temere la possibilità di qualche azione da parte le Forze dj transizione, sempre in base alla "incertezza circa il contegno" francese che anche l'ammiraglio Duplat , Delegato francese presso la Commissione d'armistizio italiana (ClAF) a Torino, parve ammettere in un colloquio col presidente della stessa CIAF nel corso di un incontro del 14 novembre di cui si parlerà ancora.210 Ci si può chiedere se tale diffidenza fosse giustificata. Stando all'opera di Henri Amouroux , nella notte sul 9 novembre, mentre Lavai era per strada alla volta di Monaco per il noto incontro con Hitler, l'Alto comando cli Vichy, probabilmente ispirandosi alla speranza di un imminente sbarco anglo-americano, giunse addiri ttura ad inviare ai comandanti delle divisioni mj)itari, il seguente telegramma , a firma del generale Verneau:

"Allo scopo di evitare incidenti nel caso di incontro [rencontre J tra truppe.francesi e straniere, i comandanti di divisione militare dovranno porsi in misura, ove truppe tedesche attraversassero la linea di demarcazione, di spostare truppe e comandi al di .fiwri degli accasermarn.enti e dei grandi assi stradali, portando seco tutte le munizioni" . Nonostante l'evidente azzardata precipitazione, questo comunicato infiammò effettivamente gli an imi dei comandanti "presso quasi tutte le unità" e anche eia parte dei più scettici . La zona pi.ù vivace fu quella sottoposta per territorio al comando del II Gruppo di divisioni (Tolosa), dove alcuni comandanti di reggimento e cli reparto, esaltati dalla presenza e dalle parole del fascinoso generale de Lattre de Tassigny, tentarono cli organizzarsi per resistere agli invasori, contro gli ordini ormai differenti che sopraggiungevano da Vichy, dopo il colloquio di Hitler con Lavai. Sempre secondo l'autore francese, quest'ultimo, rientrando dal convegno , affidò telefonicamente al generale Bridoux, segretario di stato alla Guerra, il compito di quietare gli animi:

210 «Relazione riassunti va» delle operazioni del giorno 11 nov. citata.

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"[i]l mattino dell 'JJ [novembre] alle ore 8 e 30 due ore dopo che le unità tedesche avevano attraversato i posti di frontiera [ .. .], Bridoux annuLla per telefono le disposizioni di Verneau.[ .. .] tutti i movimenti iniziati sono annullati, le truppe sono consegnate in caserma. Si lanciano staffette all'inseguimento di quelli che sono già partiti sul sentiero di guerra". A segu ito di quest'ordine l'entusiasmo cede alle "ragioni di comodità e di lealtà", e la quasi totalità della massa rientra nei ranghi. Nel territorio ove avanzavano gli italiani, la situazione fu anche meno preoccupante. A Grenoble , non ancora raggiunta dalle truppe del I CA, qualche reparto cantò la "Marsigliese"; a 1-Iyères il XXIV battaglione chasseurs alpins , dopo aver nascosto le armi, cantò l'inno del corpo in faccia ai reparti italiani. Ma non si andò oltre questi gesti nobili e generosi, ma inutili e passeggeri.2 11 Se ne conclude che la preoccupazione italiana era sproporzionata, forse alimentata da valutazioni provenienti dalla CIAF o dagli organi di informazione. Ma è più probabile che l'apprensione per le capacità combattive dell'Armée d'amùstice derivassero, come si è detto , da una valutazione abitudinaria. Altrettanto probabilmente, il Comando Supremo , sul quale cadevano ben maggiori preoccupazioni , aveva ragione nel ritenere che le Forze di transizione non sarebbero state una minaccia, data la "prevista rapida violenta azione tedesca". Non si può non sottolineare il lato involontariamente scettico sulle capacità delle anni italiane celato in questa affermazione. In proposito si ricorderà che sin dall'inizio l'assillo che presiedette prepotente nella redazione dei precedenti studi italiani per l'occupazione dei territori metropolitani francesi fu quello della possibilità di evitare qualsiasi smacco , come si è letto nel precedente capitolo.

2 11 Henri Amouroux, La vie jj·ançaise sous l'occupaiion, Fayarcl, Paris, 1961, pagg.279-290. La sera ciel 9 novembre, l'Alto comando delle Forze cli transizione, dichiarandosi forse sconsideratamente pronto ad intervenire contrn gli invasori tedeschi, lasciò Vichy per dissimularsi in una fattoria segretamente per prepararsi alla guida della lotta. L'ordine sopra riportato fu impartito dal generale Verneau. Nel te1Ti torio della 16" divis ione mili.tare (Montpellier) - zona che avrebbe dovuto essere percorsa dalle unità italiane per giungere, lungo la costa, alla frontiera pirenaica, e che poi fu raggiunta da unità della l" divisione corazzata tedesca -, i comandanti, affascinati dalla presenza e dalle parole del generale de Lattre de Tassigny, si spinsero effettivamente a qualche generoso ma inconsistente abbozzo <li resistenza militare. Ma il comandante della divisione, resosi conto della situazione di ri vol.ta, procedé a Il 'arresto di numerosi ufficiali.

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S i intende ora esaminare quale fu l'effettivo atteggiamento del governo di Vichy di fronte all 'avanzata italiana, e quali relazioni si stabilirono tra truppe avanzanti, autorità locali e popolazione. In un successivo capi tolo se ne tratterà per esteso , mentre ora inte ressa limitare l'esame ai giorni dell'avanzata. Come si è osservato, il governo di Vichy ebbe saldamente in mano la situazione mili tare, e polizia e gendarmeria mostrarono altresì di adeguarsi alle direttive del loro governo volte ad agevolare il transito e la sistemazione delle trup pe. Vero è che , almeno nel dipartimento delle Alpi Marittime, i sindaci sostennero di non aver ricevuto direttive sul1'atteggiamento da tenere nei confro nti delle truppe italiane (defin ite «arniche») . Ed è anche vero che il prefetto d i N izza (dello stesso dipartimento) consegnò nelle mani del comandante del XV CA una protesta indirizzata al governo di Roma " per anesti e perquisizioni lcondotteJ dagli agenti ritalianiJ del controspionaggio e della polizia politica". Fenomeno evidentemente grave e di cui si riparlerà, ma che palesa nel funzionario non solo un comportamento improprio, ma soprattutto un animo quantomeno poco fiducioso nell'opera del proprio governo. Fatte tali precisazioni sull 'aspetto formale, si deve però riconoscere che il prefetto aveva ragioni da vendere .212 Tuttavia, si deve ammettere che le autorità locali fu rono leali nei confronti del proprio governo e cortesi con le unità e i comandi italiani. A Yalence, il bauaglione GaF inviatovi in avanguardia fu "cortesemente accolto Ldal autorità locali". La stessa cosa era avvenuta a Bourg St. Mamicc e a Grenoble. Se fossero altrettanto ben disposte nei fatti è però dubbio; almeno a Brignoles, nella sede temporanea del comando ciel XXTI CA:

"le autorità civili, [ .. .] molto gentili a parole [,) non [dettero] quan-

2 L2 Rapporto c itato del Commissario civile di Mentone, dr. G iuseppe Fredi an i, al suo superiore, prefetto Marziali . Lettera citata 766/gab/R del Commissariato civi le di Mentone, AUSSME carteggio M-3 , Racc. 34, Fascicolo del prefetto MarLiali. Per la protesta del prefetto delle Alpi marittime: telegramma SMRE a CS n. 20121/0p .. delle ore 10,15 de l 2 1 nov. (AUSSME 2078-1 02) . Della protesta s i parlò in un colloquio tra Vacca Maggio lini e Duplat avvenuto il 2 1 nov. 1942 a Torino; il primo disse esplicitamente al suo interlocutore che "di/ .. .] colla/}()razio11e non /dava] certo prova il prefeuo di Niz.za che è arrivmo sino al p111110 di invitare 1111 nostro generale a trasmettere" la sua protesta a Roma. ·'ma che cosa si crede questo Prefe/fo [ . . .]? Di tra/fare da pari a pari col Governo italiano? / ...] si rivolga al scio Governo.1". Verbale del colloquio citato, AUSSME D-7, carteggio CIAF, Raccolta 5 l , fascicolo I , doc. 42.

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to effettivamente [avrebbero potuto dare J. Infatti rivolgendosi direttamente ai privati si [ottennero] alloggi e generi (ad es. legna) che il sindaco aveva dichiarato non esservene disponibili" .2 13 A livello centrale, nonostante le reciproche attestazioni di rispetto e le assicurazioni sulla vicendevole collaborazione, il governo francese ebbe buon gioco nel rilevare che certi atteggiamenti italiani in terra cli Francia denunciavano l'affiorare cli antiche e mai sopite smanie. Ne derivarono numerose proteste eia parte delle autorità governative cli Vichy: alcune ebbero a base evidenti eccessi delle truppe o iniziative inopportune di comandanti subordinati; altre, però, furono d 'ordine più generale e implicanti da parte italiana responsabilità di vertici politici o militari o autorità in comando. Una protesta particolarmente vibrata fu quella elevata dallo stesso Lavai per la decisione di presidiare apparentemente a tempo indeterminato le località della Savoia.214 La posizione francese rifletteva, non a torto, una vera questione politica riguardante la stessa sovranità della Francja non occupata, per l'evidente contrasto tra il dichiarato presupposto dell'afflusso delle forze italiane - quello di intervenire in Francia per procedere al rafforzamento della difesa costiera - ed il palese insediamento di carattere pennanente di truppe italiane nei più impo1tanti centri della Savoia medesima. La stessa CIAF si trovò probabilmente obbligata a fornire un giustificazione poco convincente agli occhi francesi e appoggiata al vacillante presupposto in base al quale il passaggio dalla Savoia era necessario per giungere al Rodano, evitando nel contempo l'intasamento degli itinerari costieri. Come disse il presidente della CIAF, generale Vacca Maggiolini al

2 13 Per Valence: «Relazione riass untiva» delle operazioni ciel gior~o I 3 nov. riferita ore 22; telegramma 4A n.8296/0p. del le ore 23 ,20 del 13 nov. (AUSSME DS SMRE 2119-90). Per le altre due località della Tarantasia: «Relazione riassuntiva» delle operazioni del giorno I I nov. citata. Per Brignoles: relazione Cadi citata, pag. 6. 214 A proposito della Savoia, la protesta ebbe carattere ufficiale e fu formalmente consegnata eia Lavai al rappresentante italiano a Vichy, console generale Zoppis, con la richiesta cli ritirare le truppe oltre la linea «verde» . Notizia fornita dalla presidenza CIAF al comando 4" Armata secondo la quale l'ufficiale di collegamento della CIAF stessa a Parigi aveva segnalato di aver ricevuto notizia dal console generale Zoppis in Vichy circa la protesta Lavai per l'ingresso truppe italiane in Tarantasia e Val Moriana e della sua richiesta per il rientro delle forze italiane di quel settore oltre linea «verde». Telegramma 4A 8265/0p. delle ore 14,1O ciel 13 nov. indirizzato allo SMRE (AUSSME DS SMRE 2078-55).

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suo interlocutore ammiraglio Duplat, capo della Delegazione francese d ' armistizio a Tori no:

"Se voi ci aveste consentito di fare il movimento da Torino verso la Provenza mediante treni della linea di Moda ne, la popolazione [locale 1 avrebbe costatato che si trattava di un passaggio e non di un'occupazione e l'impressione che volessimo impadronirci della Savoia non si sarebbe avuta" . In realtà, la protesta francese doveva avere un certo fondamento se lo stesso Mussolini, pur consentendo che " le operaz ioni lclovessero] continuare come prev isto", ordinò che "al termine di esse nostre forze favrebbero dovuto] gravitare a sud mantenendo qualche reparto molto a nord per sorvegliare provenienze da frontiera s vizzera." 2 15 Parimenti fondata sotto l'aspetto della sovranità e ugualmente energica fu la protesta per l'evidente carattere di rivendicazione con il quale la stampa italiana salutò l'avanzata italiana in Francia . Fatto che trovava risco ntro nel comportamento di certe unità soprattutto al superamento della linea d 'armistizio e all 'atto del l'ingresso in Nizza. O ltre agli arresti operati in questa città, parvero segni cli una segreta intenzione conquistatrice s ia i noti episodi di disarmo degli agenti di polizia, avvenuti a Modane; sia, nella stessa località, alcuni imprecisati atti di forza avvenuti mediante "l'arresto [ . .. ] di cittadini italiani e francesi" . Ma e bbero uguale risonanza certe prepotenze perpetrate dalle truppe nel!' intento di impadronfrs i cli treni francesi e ser virsene per il trasferimento delle forze verso il Rodano, e la stessa utilizzazione d ' imperio delle rete telegrafonica da parte delle forze italiane.2 16

215 li tes to del colloquio tra Vacca Maggiolini e Duplat, avvenuto il 14 nov. 1942, è tratto dal re lativo verbale AUSS ME D-7, carteggio C IA F, Raccolta 5 1, fascicolo I, doc. 41. Nel corso dello stesso colloquio, l'ammiraglio Duplat consegnò una nota <lei suo governo che prendeva ·'atto con compiacimento delle decisioni dell'Asse di mantenere l'occupazione della costa francese solo fino a quando [fossero perdurate] le minacce di sbarchi anglo-americani" . Gli ordini di Mussolini giunsero al comando della 4" Armata con telegramma SMRE n.l 9676, del 14 novem bre (AUSSME 2078-6 1). 216 Argomenti riportati nel DS del comando 4" Annata sotto la data del 14 novembre, nel riferire le proteste di Lavai (AUSSME 1099). Secondo Carli, allo scopo di superare la cris i dei collegamenti rad io, dal giorno 15 nov. era stata effettivamente utilizzata dal comando XXI[ CA la rete telefonica francese, lllttavia mediante convenzione con quella società. Relazione Carli citata, pag. 5.

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La popolazione si mostrò invece piuttosto indifferente agli avvenimenti . Dappertutto essa fu calma e assisté passivamente al passaggio delle truppe dell'Armata. Secondo una relazione della CIAF riferita al periodo in esame, anche nei ten-itori g ià occupati dal 1940 "[ .. . ] il passaggio delle nostre truppe oltre la vecchia linea cli demarcazione" non aveva mutato la situazione di normalità ivi esistente; non si era verificato alcun incidente e "le popolazioni [avevano] assistito freddamente al[ ... ] passaggio delle nostre truppe" senza "manifes tazioni cli anti-italianità". E ciò, nonostante che il commissario straordinario italiano della città di Mentone (il sindaco era sempre francese) avesse rivolto un appello ai mentonaschi nel quale plaudiva all'ingresso di "una balda e valorosa Armata d'Italia" destinata a "raggiungere e presidiare la Sabauda Contea di Nizza e la Romana Provenza". E malgrado il giro di vite che, in accorcio con i comandi militari, le autorità civili clell ' Amministrazione dei ten-itori occupati avevano imposto, specie lungo la frontiera cli Mentone, allo "scopo impedire infiltrazioni di elementi italiani mentonaschi et francesi sospetti" .217 Una certa tensione invece si verificò nel Principato di Monaco per l'erronea utilizzazione di strade di quel territorio, mentre un certo "nervosismo" si manifestò a Nizza al passaggio delle prime pattuglie. Concorsero all'inquietudine nella popolazione "taluni atti individuali" che contribuirono a dare l'impressione che l' «occupazione temporanea» preludesse al compimento delle note rivendicazioni.218 Tuttavia non si assisté ad alcuna azione di resistenza violenta, e nemmeno ad azioni cl i

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Relaz ione C!AF n.36 (16/10-15/11/1942), AUSSME D-7, Raccolte CIAF, Raccolta n. 37, A llegato VII, Amministrazione dei territori occupa!i, cap.3 , (Varie) pag.2. Il proclama ai ment.onaschi è in AUSSME, carteggio M-3, Racc. 34, fascicolo del prefetto Marziali . Il riferimento alla intensificazione del controllo della frontiera oltre Men tone è contenuto in un telegramma senza numero indirizzato a l ministero dell'Interno e a quello degli Affari Esteri in data 13 nov. 1942. Ibidem. 218 D i «minore tranqui llità» a Monaco e di «nervosismo» a Nizza parla il rapporto già citato de l Commissario civile di Mentone, Frediani. Ammette trattarsi cli «atti indivi.duali» quelli avvenuti a Nizza all.'atto del passaggio o dell'arrivo di trnppe italiane , l' ammiraglio Duplat nel corso del citato colloquio con il presidente della CIAF del 14 novembre. In quella occasione l'ammiraglio francese attribuì ag li italiani tre errori: in primo luogo cli aver diffidato del contegno favorevole di Vichy; poi , di aver permesso dimostrazioni di rivendicaz ionismo presso la stampa e fra alc uni reparti. Per ul timo, d i aver dato l'impressione con g li episodi di prepotenza in parte descritti di vo lersi sovrapporre al governo legittimo. Ibidem.

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disturbo o di ostilità da parte dei dissidenti , se si eccettua un volantino propagandistico dira mato qualche g iorno clopo .2 19 È interessante notm·e peraltro che sotto certi aspetti la popolazione mostrò una certa qual "soddisfazione cli avere come elementi di occupazione le tru ppe italiane il che [era] consideralo il minore dei mal i. [ ... 1 Non manca occasione di manifestare la s ua avversione per i tedeschi [ma ancheJ i propri sentimenti degaull isti" . Sotto altro rig uardo, almeno secondo le relazioni ufficiali, la sressa popolazione parve incuriosita dei reparti avanzanti e stupita per gli equipaggiamenti e il numero di automezzi di cui disponevano, ed espresse "commenti favorevoli in raffronto [delle 1operazion i [clell 1940". Più in generale, nei rapporti con la popolazione derivanti dalle necessità italiane di alloggio o di vita delle un ità, emerse che le difficoltà originavano più da carenze e da "necessità di indole economica [degli abitanti e delle comunità] che da ostruzionismo", cui invece fecero ricorso le autorità politiche, in misura maggiore quelle "dei grandi centri" che non que lle di locali tà minori .220 Q uesta accoglienza benevola presso i pri vati fu in seguito ancor più evidente: le persone semplici dall ' una e dall'altra parte trovarono la maniera non solo di convivere, ma anche di fraternizzare.

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Questa calma consentì a Mussolini di dettare il seguente comunicato: "Per d((e11dere la costa della Francia meridionale da temativi di sbarco a11glo-a111erica11i, ieri truppe della 4" armata hwmo inizialo il 111ovi111e1110 nella Francia 11011 occupma. e, oltrepassata Niv,a, h r111110 raggiunto il Rodano. Co111egno della popolazione: calmo. Nello stesso tempo reparti motori:,:,ati, dopo aver effettuato due importanti sbarchi a nord e a .md della Corsica. procedew1110 al/'occ11pazio11e dell'isola . Anche in Corsica, massima calma da parte della popolazione.·· (Cavallero, Diario, c itato , pag. 567). Qualche preoccupazione dové tuttavia manifestarsi. li 28 novembre lo SMRE trasmise un manifesto di propaganda redatto ·'da clementi comunisti della regione Nizzarda". Let. SMRE al Comando supre mo n. 20603/0p, 28 nov. 1942 (all'oggetto: contegno truppe francesi). Allegato vo lantino propagand istico di tono ana logo di altri del periodo, largamente riportati in altre pubblicazioni. (AUSSMB DS SMRE 2119-B/6) (cart. B). 220 Le frasi riportate sono tratte dalla relazione del maggiore Ciglicri, citata. pag. 11 ; e dalla breve re laz ione trasmessa dallo SMRE al CS su "contegno popolazione francese in terri torio occupato"; telegramma n. 20 167 delle 10,10 del 22 nov. (AUSSME 2078-104). Di "atti di concsia di privati" piuttosw che da parte deJle autorità, scrisse anche il ten. col. Carli nella sua re lazione c itata.

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CAPITOLO IV


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L'occupazione di Tolone e l'autoaffondamento della flotta francese d'alto mare

A. lt problema della ripartizione territoriale dell 'occupazione e l'andame11to della Linea di demarcazione prima degli avvenim.enti di Tolone. Stabilendo sul Rodano la linea che separava i limiti dell'avanzata tra truppe tedesche e italiane, il Comando Supremo cercava di salvaguardare le pertinenze am1istiziali italiane. Queste infatti, ne l caso della cessazione dello stato d'armistizio e di un 'evoluzione in occupazione vera e propria, avrebbero potuto consentire un bottino rilevante specie nella zona delle Bocche del Rodano. Fu questo il principio che guidò l'atteggiamento cli Roma nei riguardi delle evidenti intenzioni tedesche di tenere lontano la 4" Armata dall'area compresa tra Tolone, Marsigl ia ed Aix. Nonostante tali opposte intenzioni , da parte italiana non c i si poté esimere dal tollerare l' invadente presenza tedesca nell'arca descritta, che derivava apparentemente da necessità operative. E da parte tedesca non ci si oppose ai tentativi italiani di tenere l'appiglio sul Rodano. Fatto che, come si sa , aveva portato un gruppo tattico della Piave, prima sulla linea Tarascona - Arles e poi su quella Aix -Arles. Più tard i, la crescente presenza tedesca ad Aix, a Mars iglia e alla periferia nord-occidentale di Tolone221 , aveva spinto i comandi italiani ad occupare la zona di Trets, con il pretesto cli voler conco1Tere alla difesa costiera s ia in direzione di Tolone , sia verso Marsiglia . Opportunità consentita dal possesso dell'asse viario principale che attraversava l'entroterra delle due città, da Le Luc a Brignoles e di qui a Trcts ed Aix.222

221 Dalla situazione dell 'A rmeegruppe r eiber il 12 nov. i reparti tedeschi si affolla-

vano intorno alle tre ciuà ricordate. Un reggimento carri della 10• cliv. cor. si trovava a nord-oves t di Tolo ne e un btg. ad Ai x; un altro btg. con il comando di cliv. si trovava in Marsig lia. Delle al Lre due divisioni che lo co111po11evano, la 335" div. cli fanteria era ancora in fase di traspo110 ferroviario verso Marsiglia, e la 328" muoveva sempre per treno verso Nt111cs, con le avangu ardie già a Lunel e il comando di divisione nella stessa Nìmes (OKW, ktb 1942. giorno 12 nov. 1942, pag. 947). 222 Come rilevò Carli nella relazione citata (AUSS ME 211 9-273), la posizione di Trcts era assai favorevole; di lì, la divisione Lupi avrebbe potuto facilmente rnggiungere gli sbocchi orientali cli Marsiglia. È noto che la Pia ve era a ridosso di Tolone.

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Tale stranezza potrebbe spiegarsi col fatto che l'alleato tedesco ritenesse utile la presenza di unità italiane a rincalzo delle posizioni avanzate. Ciò perché, temendosi un imminente sbarco ed essendo carenti in forze di fanteria, queste unità sarebbero servite sia per rinforzare Marsiglia (dove c'era allora poco più di un battaglione carri), sia a Tolone, per sostituire eventualmente le uniti:t francesi a difesa della pi.azza marittima. A riprova di questa tesi, si osservi che solo il successivo 26 novembre si decise di far affluire 4 dei 5 gruppi tattici costituiti per rinforzare il dispositivo tedesco di Marsiglia, verosimilmente per concorrere indirettamente all 'operazione «Lila» (occupazione di Tolone e disarmo delle forze francesi). Quanto a Tolone, quando la lealtà dei comandanti francesi cominciò ad apparire dubbia, i comandi tedeschi decisero che il rinforzo del la Piazza o addirittura la sostituzione delle forze francesi poste a presidio, sarebbero stati cli pertinenza della 4a Armata. Di ciò si parlerà più approfonditamente fra qualche passo. In ogni. caso, tra il 13 e il 22 novembre, eia parte italiana si cullò la speranza di occupare tutta la costa dalla vecchia frontiera italo-francese alle foci. del Rodano o comunque sin oltre Marsiglia. Non a caso, proprio il 17, su istruzioni del comando cl ' Armata, iI XXTT CA aveva diramato un ordine di operazioni dal quale risulta chiaramente che il proprio compito sarebbe stato quello di: "assicurare la difesa costiera dalle foci del Rodano (Golfo di Fos incluso) a C. Cavalaire (a sud del G. di St. Tropez) ( ... e di J provvedere alla vigilanza dei grandi centri compresi in detta zona" .

In base all'ordine, pur se "limiti di settore [non erano stati ancora] precisati", la Taro sarebbe risultata "nella zona di Tolone; la Lupi nella zona cli Marsiglia". La Piave avrebbe costituito la riserva cl' Annata nella zona cli Brignoles (una quarantina di chilometri a nord di Tolone) .223 Il 22 novembre, la situazione lasciava ancora qualche spe-

223

G. Carli, relazione citata (AUSSME 2119-273), pag.3. Gli ordini dell'Annata erano stati probabilmente diramati con lettera n.8269 del 13 nov.(AUSSME DS SMRE 2119 - cart. B sn)., della quale mancano però le '\lireLLive impartite alle G.U. dipendenti" a meno cli un lucido circa la dislocazione delle forze. Ne fa cenno anche l'approvazione dello SMRE avvenuta con telegramma 19686/0p. delle ore 21 IO ciel I 5 nov. (AUSSME DS SMRE 2078-67). Esiste fra gli allegati ciel DS dell'Armata un documento (8260) (AUSSME 1099-28) che illustra gli stessi compiti , e che ha unico allegato 154


ranza, alme no per Marsig lia. Quel giorno lo SMRE confermò che, per accord i con OKW, la '·linea di demarcazjone fra occupa:.done italiana et germanica [eraJ stata fi ssata al Rod ano", con l'esclusione ciel solo delta elci fi ume. A tal punto il capo di S MRE ne e ra convinto da chiedere al comando d 'Armata di prendere accordi co n le truppe tedesche in sito per provvedere alla loro sostituzione .224 Non è noto da quando questi accordi mutarono e per quale esplicito motivo le cose non andarono poi così; verosimilmente l' Ob.W. , cui risaliva " l' alto coordinamento delle operazion i per l'occupazione" in corso, ave va altro a cui pensare e lasciò che i comandi italiani congetturassero su Marsiglia , mentre era e vidente che la pochezza delle forze , l'assenza d i unità corazzate e d i armamento contraereo, la scarsità artiglierie potenti e l' incompletezza dell 'equipaggiamento, non avrebbero permesso una difesa efficace della c ittà e delle Bocche del Rodano, che corrispondeva al settore più critico nel caso di sbarco alleato. Von Ru ndstedt, che ne conosceva i limiti, non faceva mistero del suo g iudiz io negati vo sull ' armamento della 4" Armata. 225 Verosimil mente la questione della demarcazione prese sempre più un aspetto tattico, cui in modo singolare contribuirono i comandanti italiani. Il colpo fin ale fu comunque inferto dall 'assalto tedesco a Tolone. Procedendo con ordine , si deve annotare che il 18 novembre, il comandante ciel XXII CA, Ollearo, recatosi a colloquio con il comandante del! ' Armeegruppc, generale Felber, seppe che questi aveva " inoltrato la proposta al [ ... J Comando Supremo di portare il limite della

nello "specchio indicante l'o rd inamento e la d islocazione lì nale de lle G. U. della fase occupazione" . Tn append ice lettera 8269 cd il grafico re lativo alle dislocazioni delle forze, così come inviato allo SMRE. L'antlamento della difesa assai simile a quello appena delineato è riportato nel DS della Piave in data del 14 nov. (02/2420 del XV CA, AUSSM E DS Piave I 100-34). S i trattava di una prospeniva non immediata, visto il ritardo della Tam. Il giorno 20 la divisione si trovava anco ra nel la zona de l basso Va ro, e giunse a ci ngere eia nord la periferia de lla piazzaforte solo il 22 . La posizione della Taro al 20 nov. si legge ne lle «Novità de lle ore 6» del 20 nov. telegramma SMRE al CS n. 20049/0p. delle ore 6 del 20 nov. (AUSSM E 2 1I 9- 133). 214 Telegramma SMRE 20193 delle 1345 del 22 nov. (AUSSME DS SMRE 2078105) . Nella stessa occas ione lo SMRE co nferì al comandante dell" Armata l' autori tà cli trattare d irettamente in loco nnche la questione de lla ferro via e de lla ro tab ile sull a sinistra ciel Rodano. 225 Telegramma (citato) SMRE 19528/0p. dellcorc0450 del 13 nov. (AUSSME DS SMRE 2078-53). Due giorni dopo fu disposto lo scambio di ufficia li cli collegamento tra Ob.W. e co mando 4" Armata; telegramm a SMR E 197 15 delle ore 13,50 del 15 nov. (AUSSME DS SMRE 2078-66).

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zona occupata dalle truppe germaniche alla linea: Lestaque [L'Estaque o Estaque, periferia nord di Marsiglia]-Salon-Orgon-Cavaillon llocalità lungo la strada Aix-Avignone]", cioè ad un allineamento che, pur lasciando presumibilmente Marsiglia alle truppe italiane, affidava all'occupazione tedesca il vasto settore compreso tra le foci del Rodano ed Aix, in zona che apparteneva al controllo armistiziale italiano. Di fronte a tale intervento, il comandante del XXII CA volle sostenere che, "vista la grande importanza che [rivestiva] per la difesa il porto e la città di Marsiglia, [sarebbe stato opportuno] che le truppe schierate sulle alture a nord-ovest della città [la parte tenuta dai tedeschi, fossero ]sotto lo stesso comando di quelle schierate a oriente [ ... ]" . Dichiarazione ambigua, ma che è chiarita dalla relazione del ten.col. Carli. Secondo questo ufficiale, infatti, Ollearo intese precisare che " [riteneva ] opportuna una delimitazione della zona che lasciasse Marsiglia e le alture ad oriente di essa alle truppe gennaniche". 226 Tale concezione doveva essere condivisa dai comandanti ital iani di maggior livello e addirittura dallo stesso comandante cieli' Armata, il quale era manifestamente convùlto che l'occupazione stessa di Marsiglia avrebbe comportato un peso insostenibile, per le manchevolezze di cui soffrivano le truppe italiane (prive, fra l'altro, di qualsiasi difesa anti-aerea in un 'area che, in caso di sbarco, sarebbe stata oggetto di pesanti attacchi dall'aria). Sia che anche i tedeschi declinassero l'impegno gravoso dell' occupazione cli Marsiglia, sia che volessero aderire a sollecitazioni di Roma perché la città fosse occupata da truppe italiane, fatto sta che, inopinatamente, il 23 novembre lo SMRE trasmise al Comando Supremo richieste contrastanti rivolte al comando della 4a Annata dall'Ob.W. e dal generale Felber. Questi proponeva di prendere contatto con le truppe italiane "sul li torale poco ad ovest dell ' abitato di Marsiglia rcarry le Rouet]", ad una ventina di chilometri dallo sbocco vero' e proprio del

226 G. Cari i, relazione citata (2119-273), pag. 4 . Il comandante dell' Armeegruppe era stato visitato in precedenza, il 15, da.I comanda nte de l XV CA, Bancale. Ibidem, relazione Ciglieri. L'ambiguità pare insita nel. fatto che la giurisdizione complessiva delle alture sovrastanti Marsiglia da est e da ovest avrebbe potuto risalire anche all'armata italiana, la quale avrebbe potuto esercitare il comando anche sulle unità tedesche a presidio delle cÒlline occidentali. È infatti s ingolare che un comandante in sottordine si spingesse ad ammettere una tale facoltà ai tedeschi, sapendo bene come la si pensasse a Rorna. A meno che Ollean) non fosse latore del pensiero del comandante dell'Armata.

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Rodano in mare. Ciò, come fu precisato in seguito , allo scopo di poter utilizzare i campi d'aviazione esistenti intorno alla città. TI comando superiore tedesco in Francia proponeva invece, per questa stessa ragione, cli spostare la linea cli demarcazione ad oriente di Marsiglia.227 Il capo di SMRE, Ambrosie, nel trasmettere al Comando Supremo le proposte appena richiamate, approvò la proposta Felber, che in sintesi prevedeva il seguente sviluppo della linea di demarcazione: "eia Avignone, lungo la Durance fino Mallemo1t; indi per Alleins, q .270 est Rognac, e . Gignac [sino] alla costa presso Carry le Rouet. [ovest Marsiglia]". Espresse tuttavia il suo disaccordo sul parere dell'Ob.W., parere sostenuto anche da Vercellino , cli spostare la "linea demarcazione ad oriente di M arsiglia", e quindi di lasciare la baia de La Ciotat ai reparti tedeschi.228 Secondo il parere del comandante dell' Am1ara, la proposta di lasciare M arsiglia alle truppe germaniche non solo ccmispondeva ad un 'esigenza tattica, quella "di includere nella zona di giurisdizione tedesca sia LI' l abitato Marsiglia, sia [la] Baia La Ciotat !ad est di MarsigliaJ per riflessi che detta baia e golfo Fos [acl ovest] hanno nella difesa di Mars iglia"; ma avrebbe anche ridotto la "fronte costiera" dello schieramento italiano. Provvedimento vantaggioso nella considerazione del fallo nuovo costimito dalla necessità di fornire "concorso ai francesi nella piazza di Tolone, se non aclcliritturn [ . .. J sostituirli nel compito' '. Su un pit1 elevato livello operativo, sarebbe stata faci litata la d ifesa aerea della zona marsigliese mediante l'uti lizzazione da pme tedesca dei campi d'aviazione di Istrcs e Marignane, siti ai margini dei grandi stagni prodoui dal delta del Rodano (anch'essi in territorio armistiziale italiano) .229

227 Telegramma SMRE 20236 delle ore 2 1,10 del 23 novembre (AUSSME DS SM RE 2078- 108). 228 Tale uh ima proposta scatu riva da una argomenlata lettera (8843/0p.) del 21 nov. (AUSSME DS 4A 1099-40) , con la quale il comandan1e della 4• Armata proponeva allo SMRE meditati argomenti per convincerlo della convenienza a lasciare Marsiglia e le foc i del Rodano ai tedeschi . li testo del documento è riporlato in appendice. L'allineamento predetto coincideva sensibilmente con i limiti territoriali del dipartimento del Varo e di quello delle Bocche del Rodano. 22<J A quegli aeroporti anche le autorità francesi ancora attribuivano grande importanza l)er la difesa aerea di Marsiglia. Il comando tedesco aveva enfatizzalo l"i mportanza, si n dalle fasi iniziali dell'avanzata. al concorso della d ifesa aerea fra ncese e "{ .. /l'aeronautica .fiw1cese (di 1ru11sizio11e) aveva posw a disposizio11e della 3" Lu.f?flotte (assef?11C1ta all'Ob.W) i suoi aeroporri". Ed ancora: "i/ comando delle forze aeree, dal suo camo, aveva

avvialo il comando di 1111 reggi111emo d'ariig/ieria comraerea verso le ::.<me di Tolone e 7r1losa, al.fìne di garamire /'idonea preparazione alla coopern,ione con le unità co111raeree.Ji·(111cesi colà s1a11ziate ... (OKW, Kriegslagebuch, 11 . November 1942. pag. 937).

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Sotto questo riguardo, Yercellino scrisse esplicitamente che così facendo si sarebbe aderito ad una "richiesta [dell'alleato], cu i nulla si potrebbe contrapporre da parte nostra per la mancanza cli aerei" , ma anche per indisponibilità di artiglieria contraerea. Neanche a farlo apposta, proprio qualche giorno prima, il 14 novembre, un comando tedesco cli Marsiglia aveva chiesto al comando della 4a Armata se avesse potuto concorrere alla difesa contraerea e in particolare "se e come" questa era stata organizzata ad est cli Marsiglia; il comando dell'Armata aveva dovuto rispondere cli non essere in grado di fornire eletto concorso. Il 18 novembre, il Comando Supremo, in risposta ad una rich iesta del comandante delle forze aeree tedesche cieli 'Europa settentrionale , generale Speer, il quale chiedeva notizie su eventuali previsti schieramenti della Regia Aeronautica in territorio francese, aveva risposto seccamente: "per ora non est previsto trasferimento di repatti d'aviazione in territorio metropolitano francese".230 Il comando d'Armata, che aveva segnalato in precedenza gli schieramenti della Luftwaffe231 , ebbe pertanto buon gioco nel dimostrare che i campi attorno a Marsiglia potevano essere più utilmente impiegati dalle forze aeree tedesche, con ciò avvalorando la pertinenza della sua proposta. Di chiunque fosse stata l'iniziativa di passare Marsiglia al settore tedesco, è certo però che, sempre restando sul piano militare, la richie-

230 Telegramma 4A 8380/0p. delle 23,45 del 14 nov. I942 (AUSSME 2078-63). lelegramma CS 12860/0p , (rif. SMRE 1976 1, 16 nov.) delle 22,50 del 16 nov. 1942 (AUSSME 2078-86). 23 1 Si trattava di un gruppo tedesco cli 50 cacc ia a Marignane; due squadriglie eia 24 apparecchi complessivi a Salon; una squadriglia da bombardamento cli previsto schieramento ad Avignone. La situazione degli schieramenti delle forze aeree tedesche in territorio armistiziale italiano fu oggetto di un telegramma SMRE al CS (20050 del 19 nov. 1942 AUSSM.E 2078-9) Ci.rea la difesa contraerea italiana in Francia, occorre ricordare che i gruppi mobi li di artiglieria contraerea leggera (20 mm) delle divisioni erano stati lasciati a difesa contraerea delle c ittà dell'Italia settentrionale. Un ica difesa contraerea cieli' Armata era costituito da un gruppo contraereo semovente da 90/53 che proteggeva Nizza. Quanto al la difesa dall 'aria, in ottobre, lo SMR Aeronautica aveva in viato, sollecitatone dal Comando Supremo, un "progetto di operazioni aeree per contrastare un eventuale sbarco anglo-americano sulle coste mediterranee francesi" . Vi si sottolineava la convenienza di conti nuare a controllare il Nord Africa - per la sensibilità strategica di quei territori - , a conservare la massa degli schieramenti in Sicilia, ed a favorire la protezione delle "formazioni navali nazionali". Lettera SMRA lB/6066 a firma del suo capo generale Fougier, in data 11 ott. 1942 (AUSSME 2119 6B-304). Visti gli avvenimen ti successivi, la valutazione dc.Ila Regia Aeronautica fu particolarmente indovinata . Ma ciò ovviamente significò che le operazioni in Francia non goderono di protezione aerea, o almeno non se ne sa nulla.

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sta dell'Ob.W. pare giustificata anche dalla necessità di utilizzare le comunicazioni stradali e ferroviarie esistenti lungo la valle del Rodano , le più celeri per raggiungere la costa provenendo da Lione e dalla Francia occupata. In prev isione di un'azione risolutiva in Tolone, che stava maturando proprio in quei giorn i (14-20 novembre) , queste vie di comunicazione avevano in Marsigl ia, Aix ed Avignone centri di snùstamento di vitale importanza. Da parte tedesca, la disponibilità dell ' asse Avignone-Marsig lia era in particolare ininunciabile .232 Questa esigenza era stata una costante nel dibattito sui limiti effettivi della demarcazione . li capo di SM del comando Armeegruppe Felber, nel corso di un co lloquio che ebbe in Avignone il 14 novembre con un ufficiale del comando dcli' Armata, espresse il "desiderio tedesco di avere libera disponibilità rctel] fascio stradale e ferroviario [dil entrambe sponde fi ume Rodano" . Quello di riva sinistra (ital iana) se ne distaccava proprio da Orange-Avignone per raggiungere la costa. li punto cli vista ciel comando Felber era tanto vincolante che rappresentava la " opportunità di non sistemare alti comandi italian i nella zona attraversata dalla ferrov ia del Rodano" .233 Dunque sembra logico che - pur cercando cli evitare controversie con i comandi italiani , che stavano pensando cli collocare in Avignone i comandi del I CA e della Pusteria - il comando tedesco perseguisse lo scopo di controllare quegli itinerari in vista di futuri eventi. Non è esclu-

232 L' importanza delle comuni cazioni svolse un ru olo notevole nelle trattative italotedesche sulla linea di demarcazione. Per i tedeschi era fo ndamentale disporre anche ciel fascio viario <li ri va sinistra, di cui si è appena parlato. Apparve chiaro sin dal J4 novembre che la linea di demarcazione doveva essere perciò modificata a tal fine: " ..die

Trennun,?slinie soli m6glichsr so gewgen werden, da.fJ das Rhonera/ mii Rah11e11 und Straj3e11 1111d das Rhonede/ra in deurscher Hand b/eiben .., OKW, Kriegstagebuch, 14. Novernber 1942 pag. 956. A l riguardo, si osservi che il 16 novembre lo SMRE non aveva concordato sulla proposta tedesca, patrocinando invece la soluzione prospettatagli, la quale prevedeva che al contrario la linea restasse in mani italiane, ma fosse fru ibile mediante accordi anche da parte dei tedeschi. (16 nov.42 112320 19873 Rif. 8456/0p .. 2078-75). 233 Relazione del colonnello di SM Palma, trasmesso dal comando 4• Armata con telegramma n.8456/0p delle ore 11.55 del 16 nov. 1942 ( AUSSM E 2078-74). La proposta tedesca per il predetto fascio rotabile e ferroviario ciel Rodano era che da parte italiana lo si sarebbe potuto sfruttare inserendosi nelle esigenw tedesche e sotto il con troll o tedesco. L' interlocutore italiano fece presente che la ferrovia di sinistra <lei Rodano era necessaria alle truppe italiane nel caso di "interruzioni delicaw linea cor11ice". Non è noto se il punto cl i vista italiano sia stato accolto, tuttavia i comandi italiani citati . pur non entrando in Avignone, si dislocarono lungo la riva sinistra del Rodano.

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so che a quell'epoca ai tedeschi fosse già nota la imminente occupazione della c ittà, alla cui attuazione concorreva l'ossessione che avevano di ripul ire il quattiere del Porto Vecchio (Vieux Port) di Marsiglia, cosa che poi fecero alla fine del gennaio seguente, catturando e deportando Ebrei e rifugiati politici che vi si erano riversati fuggendo: "le persecuzioni[ .. .] e Le invasioni", specie "dopo la nascita del nazismo. [ ...Venivano .. .] dalL' Europa centrale, dall'Austria, dalla Cecoslovacchia e, dopo il maggio 1940, vi si erano uniti Belgi e Olandesi. Pensavano tutti di aver trovato un po' di pace e di sicurezza in riva al vecchio mare latino. L'arrivo dei Tedeschi li si gelò di paura. n234

Qualche giorno dopo, le proposte sulla cessione cli Marsiglia, injzialmente rigettate f-t1rono approvate dal Comando Supremo.235 La cessione ai tedeschi cli quel triangolo al di qua del Rodano , fu sicuramente un vantaggio per lo schieramento dell'Annata, ma avrebbe tuttavia causato altre tensioni nelle relazioni italo-tedesche, allorché si trattò cli spartire le spoglie dell' Armée de Transition e quelle delle industrie belliche francesi.

B . Le modifiche alla linea di demarcazione armistiziale nel settore del I Corpo d 'Armata.

li riassetto dell'andamento della linea cli demarcazione interessò anche il settore ciel I CA. L'andamento della linea di controllo d'armistizio, nel tratto più settentrionale, dopo la front iera svizzera, abbandonava a Bellegarde la riva sinistra ciel Rodano e seguiva la rotabile St. Julien - Bellegarde - Chàtillon de Michaille - Nantua - Pont cl' Ain , donde, escl udendo gli abitati cli Meximieux e Montluel', fiancheggiava la strada per Lione (esclusa). Si riu niva al Rodano a sud della città, proseguendo poi ancora lungo la riva sinistra del fiume sino alla foce . Si

234 .I. Dclarue, Trqfics e/ crim.es sous l'occupation, cii., pagg. 248 e seguente. 235 II 27 novembre, infatti, lo SMRE comunicava alla 4" Annata che "a modifica 1:5 20365 del 24 nov., Comando Supremo ha autorizzato passaggio Marsiglia a zona occupazione tedesca". Telegramma SMRE n . 20593, del le ore 2 ·1,05 del 27 nov. 1942 . (AUSSME 2078- 1 l 7).

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sono però appena seguite al riguardo le traversie di quell 'ultimo tratto del Rodano a sud della confluenza della Durance. TI 18 novembre lo SMRE comunicava al Comando Supremo che il LXIV CA germanico aveva inoltrato la proposta di "spostare verso sud linea demarcazione tratto Ginevra-Lione, in modo da includere [in territorio controllato dai tedeschi] le località di Thonon, Douvaine, Annemasse , St.Julien", località s ite quasi tutte sulle sponde francesi ciel lago di Ginevra e comunque già occupate da reparti tedeschi. Ai tedeschi sarebbe restato il controllo politico-doganale della frontiera francosvizzera da Bellegarde a Chamonix. 236 La richiesta tedesca non aveva probabilmente altri scopi di quello di controllare i valichi più importanti con la Svizzera, nel quadro delle note esigenze della poliz.ia politica e della «Sichereit». Queste, a seguito dell' occupazione totale della Francia, stavano ampliando il controllo che già esercitavano altrove. Ciononostante, e nonostante che i provvedimenti che sarebbero derivati avrebbero sgravato le scarse forze italiane da un compito gravoso, la proposta non dovette essere accettata dal Comando Supremo . Verosimilmente non tanto per un fatto territoriale, visto che la Savoia non rientrava nelle aspirazioni italiane e considerata la modestia del ten-itorio in discussione. Quanto invece per una questione di principio sul piano delle pertinenze armistiziali, già apparentemente tanto compromesse sulla costa.237 E per il fatto che i reparti tedesch i erano a tal misura penetrati un po' dappe1tutto (molte unità tedesche erano giunte per prime a Grenoble, Chambery e in altre località della Savoia e del Delfinato), che accettarne il fatto compiuto sarebbe parso una manifesta-

236 Telegramma SMRE 19943/0p., AUSSME DS Sìv1RE 2078-83. L'informaz.ione fu passata, singolarmente, curiosamente da organi della CIAF. Il corpo tedesco era probabilmente non il LXIV, ma il LXXXIV il quale era di stanza nell' Ain, in territorio sotto controllo tedesco, e dal quale dipendeva una divisione che aveva partecipato all 'avanzata in Francia e presidiava il tratto in 4uestione. Ali 'epoca, non esistendo il traforo del M. Bianco , il possesso cli Charnon.ix, prossima alla frontiera consentiva il controllo dei movimenti eia e per un'area cli risaputo rifugio per gli elementi giudicati pericolosi e in particolare, per gli Ebrei. 237 Notizie tratte dal diario ciel comando 4 " Armala, in data cieli' l l marzo (AUSSME DS 4A 1218); e dalla lettera 3926/1, in data 19 mar. 1943 e che fa seguito alla 3015/1 dcli' l I marzo 1943 (AUSSME DS 4A 121 8-20). Del diniego italiano si ha prova indiretta per il fatto che, come si osserverà in successivo capitolo, nella primavera ciel 1943, l'Armata proccdeue alla chiusura di numerosi valichi della frontiera franco-svizzera nel settore in argornento e che presso Thonon, nello stesso periodo s i ebbero scontri con i patrioti della Resistenza francese.

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zione cli debolezza e cli sudditanza, tanto più per tale espansione non sussisteva l'equivalente necessità tattica che aveva suggerito di cedere Marsiglia. Peraltro, era noto che il proposito tedesco fosse quello di ottenere anche le località - appartenenti per Armistizio all'Italia - di Orange e Valence, al fine cli poter sfruttare pienamente l'asse stradale e ferroviario ciel Roclano. 238 Tanto è vero che, a seguito dei fatti di Tolone, il comando clell'Annata italiana fu autorizzato ad accettare che "provvisoriamente la linea cli demarcazione tra le forze italiane e le truppe germaniche" nelle zone interne ciel ten-itorio francese corresse tra "A nnecy-Chambery e la valle clell'Isère fino alla confluenza ciel Rodano". L'occupazione delle località presidiate dalle truppe germaniche nella zona di giurisdizione italiana, sarebbe poi avvenuta "con carattere di gradualità".239 Infine, accordare ali' occupazione tedesca il territorio di frontiera, avrebbe potuto per cli più costituire un precedente e facilitare l'eventuale raccordo tra questo e quelle zone più arretrate che erano state occupate solo momentaneamente, adducendo motivi di viabilità o cli economia cli forze. Se una tale concessione sarebbe stata auspicabile sul piano militare, per l'evidente riduzione delle forze impegnate in Francia, avrebbe costituito ingiustificata rinuncia al bottino che <<l ' Armistizio fin ito» faceva balenare.240

238 Verosimilmente l' occupazione di Grenoble da pmte tedesca insieme a quella di altre località - appartenenti per Armistizio all'Italia - quali Orange e Valence, avrebbe consentito al fine di poter sfruttare pienamente l'asse stradale e ferroviario del Rodano. Nel corso del colloquio citato avvenuto ad Avignone tra Felbcr e Ol!caro, il generale tedesco affermò che ··era sfato richiesto al comando supremo italiano di avere sotto unico comando - 1edesco - il /erre no a cm1allo delle foci del Rodano, estendendo l'occupazione sulla sinistra del fiume sino alla linea: Estaque (esclusa)-Salon-Orgon-Orange-Montelimar... " , località presso le quali si innestano le rotabili provenienti dalla Savoia. Lettera XXII CA al comando d'Armata n.3958/02 in data 18 nov. 1942 (AUSSME DS XXII CA I 101-48). 239 Lettera 4A n .9290/0p., in data 29 nov.1942 (AUSSME 1099-48). In appendice. Essa offre la situazione degli schieramenti italiani dopo l'occupazione di Tolone. Se ne riparlerà nel capitolo successivo. 240 Non si dispone di un elenco completo delle unità tedesche in territorio «italiano». Tuttavia, al momento dello scioglirnento delle forze armate francesi, dei 18 depositi segnalati dalla 4" Annata quali risultanti in mano tedesca, 15 erano dislocati nella zona compresa tra Orange-Avignone-Marsiglia-Tolone-Hyères, cioè nella fascia meridionale del settore di pe1tinenza armistiziale italiana. Cioè quella zona ottenuta, se con secondo fi ne si vedrà subito, a seguito degli accordi sull'andamento della linea di demarcazione. Oppure in ambiti la cui disponibilità consentiva la piena utilizzazione delle linee cli comunicazione della Valle ciel Rodano. Come a Valcnce, appena al di là del Rodano, la cui occupazione insieme a quella di Orange ed Avignone era giustificata dall'importanza cli quegli snodi sul fascio di comunicazioni nord-mare. Gli altri si trovavano in Savoia.

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C. La posizione delle Forze francesi d'armistizio e la loro partecipazione alla difesa comune .

A Tolone , nel frattempo, si osservavano gli effetti dell'affidamento della difesa della zona fortificata, concessa dal Ftihrer all'ammiraglio Marquis, comandante territoriale marittimo della piazzaforte, nella cui rada si trovava alla fonda la Flotta d'alto mare, agli ordini dell'ammiraglio de Laborde.241 Come si è fatto rilevare , la concessione più che vero gesto di fiducia e di cameratismo di combattimento, cui accennava Hitler nella sua lettera al maresciallo Pétain, era dettata da convenienza operativa. In ogni caso, la concessione ciel Fiihrer confermava alla piazzaforte dì Tolone il regime arm istiziale peculiare cli cui godeva da qualche tempo. In obbedienza alle clausole cl' Armistizio, infatti, subito dopo la cessazione delle ostilità, le navi avev ano dovuto sbarcare munizioni e nafta per essere messe nella impossibil ità di uscire e di combattere . Ma in seguito al rico noscimento della fedeltà della Marina al governo di Vichy, dimostrata ad Orano e poco dopo a Dakar e Casablanca, e alla rottura delle relazioni diplomatiche fra quel governo e il Regno Unito , Italia e Germania concessero "alla Marina ed alla Aviazione francesi di sospendere l'applicazione cieli' armistizio relative al loro disarmo, per poter opporsi a nuove eventuali aggressioni inglesi" .242 Forte della concessione, l'ammiraglio Marquis , intese probabilmente procedere ad un'organizzazione difensiva autonoma cli tutto il campo trincerato di Tolone - e non unicamente della base marittima - limitato da una linea immaginaria che da Bandol (ovest) , circoscriveva la piaz_za ~t nord passando per Le Beausset, Solliès-Pont, Cuers, Pierrefeu, Collobrières e toccando nuovamente la costa a levante in corrisponden-

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Marq uis era prefetto marittimo della III Regione militare, con sede a Tolone, e pertanto responsabile delle difese costiere, aeree e di qualche centinaio di imbarcazioni di appoggio . 242 Tur, op. cit. pag. 81. Erano state proprio queste due c ircostanze , e cioè l'affidamento della difesa cli Tolone ai francesi e la connessa ampie;aa complessiva della piazzaforte, a «strozzare» la direttrice che avrebbe dovuto seguire il XV CA, e in particolare la Piave , contribuendo a rendere pi ù tormentato il tragitto per raggiungere il Rodano per la via più breve.

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za cli Le Lavandou . Secondo Marquis, peraltro, l'unitarietà del fronte difensivo della piazza marittima non poteva escludere la baia della Ciotat a ponente e, ad est, quelle di St. Raphael (dove aveva base un gruppo cli aviazione della Madna) e di St. Tropez, e includeva ovviamente la rada cli Hyères. L'ammiraglio sosteneva inoltre che chi difendesse Tolone doveva controllare sul fronte a terra i corridoi che, aggirando i Maures, sboccavano da nord-est della Piazza e le provenienze da Marsiglia (Le Beausset) .243 Mancavano però le forze, dato che l'autonomia difensiva concessa non superava due o tre battaglioni di fucilieri cli marina. Di modo che le autorità militari francesi pensarono bene di integrarle con unità delle divisioni dell' Armée cl ' Armistice. Sulle prime la proposta non era stata respinta, verosimilmente perché il rinforzo previsto, specie sotto l'aspetto della riattivazione delle opere a mare, avrebbe potuto procurare vantaggi alle forze cieli' Asse schierate ai margini della Piazza. Peraltro le autorità di Vichy avevano accettato di porre eletti rinforzi agli ordini di Felber, come già stava avvenendo per qualche unità della 15" divisione militare francese, comando a Marsiglia, e con qualche reparto contraereo che concorreva alla difesa della città.244

243 Secondo Marquis "la locali1à [di Tolo11e] era legata fai} massiccio dei Maures e perciò chi difende[va] il corridoio Solliès-Pont-Pignans, {doveva] anche difendere quello per St. Tropez-Hyères e, più a lario raggio, quello di St. Raphael-Gon/aron ". (Pignans e Gonfaron si trovano lungo il corridoio che aggira i Maures da nord est, verso Tolone). Relazione sul colloquio tra il comandante del XXII CA, Marquis e De Feo, avvenuto il giorno 23 novembre (AUSSME DS XXII CA 1101-62). 244 Telegramma SMRE n.1 9764, 16 nov. (AUSSME DS SMRE 2078-70). Il giorno 17 si erano riuniti rappresentanti delle Commissioni d'armistizio italiani e tedeschi "per de1erminare limiti della Piazza di Tolone da afjìdare alle forze .francesi et per de.finire provvedimenti per messa in efficienza della difesa zone lilnitro.fe presidiate da truppe italiane et germaniche" . Telegramma 4A a SMRE n. 8531/0p., delle ore 18,20 del 17 nov. (AUSSME 2078-79). A proposito cli capacità e di prontezza della 15" divisione militare si osservi che il comando della divisione aveva inoltrnto al Segretariato alla guerra cli Vichy un piano d i di fesa ciel litorale redatto per i casi di colpo di mano da parte d i commando o di operazioni di sbarco "per occupare il porlo di Marsiglia". Lettera 15'' divisione n. 2995/3 in data IO set. I 942. SHAT, 1P89, Dossier 3. Comunque, a proposito della effettiva dispon ibilità della 15" divis.ionc ai suoi ordini, Felber si espresse così: "credo solo suita carta " . Lettera XXU CA n.3958/02 in data 18 dicembre sull ' incontro ci lato tra il generale Ollearo e il generale Felber avvenuto lo stesso giorno (AUSSM E I 101-48).

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Come noto, le autorità militari locali francesi avevano iniziato negoziati per la definizione ciel fronte difensivo della base navale lo stesso giorno dell'avanzata, tendendo ad incrementare le forze impiegate nel campo trincerato. I colloqui durarono sino al 19, allorché i rinforzi previsti per estendere la difesa cli Tolone oltre l'area fortificata furono allontanati dalla piazza marittima.245 Nel corso degli incontri di Tolone, di cui alla precedente nota, in considerazione del riconosciuto interesse italiano nei confronti della piazza marittima, alla CIAF, dunque in primis all'ammiraglio De Feo, era stato affidata la competenza prevista per regolare la "costituzione delle unità lfrancesi] , il riarmo [dei loro] battaglioni costieri e contraerei, il [corrispondente] prelevamento dei materiali dai depositi", in base al parere favorevole del comando 4" Armata, cui competeva anche il controllo dei "movimenti [cliJ comandi e reparti delle FA francesi autorizzate , che dovessero eventualmente effettuarsi in accordo con gli stessi comandi francesi ".246 Il giorno l7 si riunirono i rappresentanti delle Commissioni d'armistizio italiana e tedesca "per determinare limiti della Piazza di Tolone da affidare alle forze francesi et per definire provvedimenti per messa in efficienza della difesa zone limitrofe presidiate da truppe italiane et germaniche" .247 Almeno nei fatti, fino a quel g iorno da parte tedesca si pensava ancora alla poss.ibil ità di contare sulle forze francesi, seppure

245 Le trattative interessarono il periodo I I - I 9 novembre. l n una fase iniziale si svolsero tra Marquis e v. Ruault-Frappai1, capitano di vasccll.o, rappresentante tedesco della delegazione mista d'armistizio delle marine cieli' Asse ed emissario del grande ammiraglio Raeder, al la presenza dell'ammiraglio De Feo. Successivamente, a partire dal 13 novembre, i colloqui si svolsero Lra gli ammiragli francesi citati ed alcuni generali tedeschi, fra i quali il generale rappresentante del comando supremo tedesco presso il governo di Vichy, v. Neubronn, e il comandante della 10" div. cor., v. F ischer. Era inoltre presente, in qua lità di esper to, l'ammiraglio Weber. R . Aron, Histoire de Vichy, Fayard, Parigi, I 963, cit, pagg. 580-581. Anche se non menzionato dall'autore francese, pare fosse presente anche l'ammiraglio De Feo. 246 Circa le competenze della CIAF vedas i telegramma SMRE n. I 9764, delle ore I 5,10 del 16 novembre indirizzato al comando 4" Armata (AUSSME DS SMRE 207870). Sulla preminente valutazione dei comandi operativi italiani nella materia predetta si veda: telegramma SMRE a 4A. n. 19877 delle ore 12,45 del I7 nov. (AUSSME 207878) . In conseguenza del citato preminente interesse italiano su Tolone, era stato convenuto che l'eventuale rinforzo de lla Piazza sarebbe stato di pertinenza italiana. 247 Telegramma 4A a SMRE n .8531/0p., delle ore 18,20 del 17 nov. (AUSSME 2078-79).

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da più parti affiorassero crescenti dubbi sulla convenienza della concessione.248 Fatto sta che nel frattempo le forze francesi a difesa diretta o indiretta di Tolone, agli ordini del generale Hanoteau , pare fossero arrivate a circa 20mila uomini , assimilabili alla forza di due divisioni. Tale consistenza non si discosta da quella segnalata dal. generale Felber: gli effettivi dei rinforzi terrestri non superarono quelli di una divisione rinforzata, anche se quando giunse l'ordine cli Hitler di allontanarli dalla piazza marittima ( 17 novembre), le autorità militari francesi a ve vano in animo cli far affluire altre divisioni. 249 Raggruppando i dati della documentazione italiana pare che, oltre ai due battaglioni coloniali di fucilieri cli marina a difesa diretta della Piazza, e forse a qualche reparto coloniale della 15" divisione di Marsiglia, e di altri della stessa divisione a difesa dei campi d'aviazione attivati intorno alla Base navale , fossero affluiti nella zona di Tolone due battaglioni e i cinque squadroni del 5° dragoni (a cavallo, ciclisti e motociclisti) e due gruppi del 61 ° artiglieria eia montagna; tutti della 7" divisione francese (comando a Bourg , territorio sotto controllo tedesco). E inoltre vanno annoverati fra le forze a difesa del campo trincerato due battaglioni Chasseurs cles Alpes della mezza brigata di Hyères, sempre appartenente alla 15a divisione. In tutto si può pensare ad una forza

248 Per esempio secondo De Feo, mentre si poteva aver fiducia di de Laborde, che era "di sentùnenti decisamente anglofobi ed era be11 visto dagli equipaggi", egli "non era sicurissimo dei sentimenti di questo ammiraglio {Marquisj". De Feo sosteneva anche che si poteva contare sulla fedeltà a Vichy dei "due battaglioni coloniali residenti nella piazza, sia perché deue truppe [erano] molto legate alla marina, sia perché, essendo truppe di colore senti[va]no meno l'azione dei fattori morali nei riguardi della Francia " ; al contrario "non c'era da fare soverchio ciffidamento [sulle] truppe 1errestri metropolitane". Relazione sul colloquio tra l' ammiraglio De Feo ed il generale comandante del XXII CA (AUSS ME DS xxn CA I 101-53). 249 A riguardo della decisione di far rientrare le truppe francesi non appartenenti alla Marina nei loro alloggiamenti, il diario storico dell'OKW così si esprime: "Nach Mitteilung de.1' OKW ist die steifere Einstellung den Franzosen gegeniiber u. a. durch den Obergang der Division Constantine und die Haltung in Tunis, durch F/uchtversuche hoher O.fjiziere im Mullerlande sowie durch die unklare Lage in Vichy verursacht. Die Notwendigkeit eines Zugriffs auf die "lòulon=Flotte tritt mehr und mehr in den Vordergrund, deren Durchfi.ihrung hauptsiichlich vom Heer w bestreiten ware, da alle anderen Millel, auch Luftmi11eneinsatz.fiir nicht wirksam genug gehalten werden . Die Vorbereitungen missen vor den Franzosen, zuniichst auch vor den ltalienern, streng geheim gehalten werden.,, (Auszug aus ,Die Bemi.ihungen der Skl a . a. 0.) .0KW, ktgb, 17. November, pag. 975.

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complessiva di 12-14 battaglioni, ai quali si deve aggiungere un certo numero di gruppi contraerei .250 In realtà, i segni di questo intiepidirsi dell'iniziale vagheggiamento tedesco si erano visti già da qualche giorno. A partire dal 14, il comando tedesco aveva dato l' ordine di sospendere i movimenti delle unità francesi in afflusso sulla Piazza, perché avrebbero potuto "disturbare quelli delle [forze] tedesche, già in marcia verso i loro obbiettivi sulle coste della Provenza". Quando Marquis lamentò che queste sottrazioni lo ponevano nell'impossibilità di difendere Sanary, la 10" divisione corazzata la rioccupò immediatamente, nonostante le proteste del! 'ammiraglio .251 Dopo il 17 novembre, pare in coincidenza con l'an-ivo a Tolone dell'ammiraglio Raeder, si ebbe la certezza che la situazione si stava modificando a danno dei francesi. lnfatti, l'indomani ai battaglioni di fanteria già affluiti per rinforzare le difese di Tolone, venne impartito l'ordine di rientrare nelle proprie sedi. Secondo la lettera che Von Rintelen scrisse in proposito il 19 novembre al Comando Supremo, il "dislocamento di truppe dell'esercito francese nelle zone delle fortificazioni di Tolone non deve aver luogo" e che anche quelle impiegatevi dovevano essere ritirate; e " lo stesso [valeva] per le zone costiere attigue alla zona di fortificazione di Tolone". Secondo Von Rintelen, la decisione del ritiro derivava dal fatto che l'Ob.\V. aveva concesso unicamente l'occupazione di Tolone e solo con truppe di Marina "in conformità della assicurazione su parola d'onore del capo della flotta francese". Peraltro "quest'ultimo [aveva] espresso il desiderio di allontanare le truppe dell'esercito ivi

250 La tesi dei 20 battaglioni (due o tre divisioni) è in R. Aron, Histoire de Vichy, cit., pagg. 581 -582. L'altra tesi è nella lettera XXII CA.n.3958/02 in data 18 novembre che ri ferisce di un incontro tra il generale Ollearo c il generale Felber avvenuto .lo stesso giorno (AUSSME DS XXfI CA 1101-48). Dell'affluenza dei reparti della 7" divisione cli Bourg riferiscono i telegrammi: CS a SlYlRE n .12882 delle ore 22,15 del 19 nov.; SMRE a 4A n.20052, delle ore 01,35 del 20 nov.; SMRE a CS n.20082/0p. delle ore 2105 del 20 nov. Alla stessa 15" divisione appartenevano anche tre gruppi di artigl ieria con sede a Draguignan, i quali però non entrano nel conto appena fatto . Sull 'argomento si veda l'appendice sulle Forze francesi di Transizione. 251 (V. Tur, Con i marinai d'Italia ... op. cit., pag. 83). ln effetti la tes i tedesca non era priva cli ragioni visto che le unità della 7" div. corazzata, movenclo dalla zona cli Bou;.g, stavano affluendo verso la costa impegna ndo probabilmente l'asse viario del Rodano. Della rioccupazione di Sanary riferì l'ammiraglio De Feo al generale comandante del xxn CA (AUSSME DS XXII CA 1101 -53).

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alloggiate". Concorreva alla decisione il fatto che le truppe francesi erano di "poco valore combattivo" , che vi erano difficoltà per il loro rifornimento, che il loro impiego provocava conunenti sfavorevoli eia parte della popolazione, che era meglio impiegarle in retrovia, ecc.252 I provvedimenti cui si è accennato suggerirono ai comandi italiani l'oppo,tunità cli serrare intorno a Tolone. Il comando d'Armata intendeva completare l'isolamento della piazza marittima, clùuclendola a settentrione, lungo il tracciato della strada nazionale che cinge da nord il monte Faron, quota dominante Tolone, nel tentativo di realizzare un collegamento con i reparti tedeschi, i quali, oltre Sanary, occupavano tuttavia una località più a nord deU'aWneamento ricercato (Le Beausset). Aci est il limite italiano restava fissato sul già presidiato corso ciel Gapeau. li comando ciel XXJI CA, invece, propose con successo - probabilmente perché, come si diceva, la zona di Hyères restò presidiata dai reparti c:hasseurs francesi - di po1tare l'occupazione ad un allineamento meridiano che unisse il corso del Gapeau alle località cli La Crau e La Farlècle, eia dove si sarebbero comunque controllati gli sbocchi settenlTionali di Tolone.253 Non è priva cli valore l'ipotesi che se si fosse cercato il contatto con i reparti tedeschi, le intenzioni dell'alleato o quantomeno i suoi preparativi per il già deciso assalto a Tolone non sarebbero sfuggite. Tanto più che da parte italiana non si mancò di sottolineare "l'atteggiamento sempre meno chiaro della parte francese". Si previde addirittura di far avanzare il 42° reggimento di artiglieria del XXII CA per " battere il fronte cli terra della piazza" . Locuzione che sembrerebbe riferirsi non tanto a

252 Lettera di v.Rintelen n.0406/42 in data 19 novembre 1942, trasmesso da SMRE con foglio n.20220 in data 22 nov. (AUSSME DS SMRE 2078-106) . A Tolone rimasero solo i due reggimenti di fanteria di marina ai quali fu concesso il rinforzo di un solo battaglione di fanteria. Per quanto di maggior interesse delle truppc)taliane, il giorno dopo, 20 novembre, il governo di Vichy ordinò l'arretramento dalla costa di quasi tutta la mezza brigata Cacciatori delle Alpi, la cui sede era I-lyéres. Il provvedimento non ebbe attuazione immediata per divergenze fra autorità rnililari italiane e francesi circa la località di futura sede. Ma non è escluso che le truppe francesi furono lasciate lì perché la Taro non era ancora pronta . L'allontanamento cli '·tre gruppi di artiglieria coloniale da Draiuiincm 11011 ebbe invece luogo per fa marginalità del foro schieramento" (28 chilometri dalla costa). Per l'arretramento delle truppe francesi: te legramma 4A n.3223, delle ore I6,25 del 20 nov. (AUSS.tvlE 2078-96). Per l'allontanamento da Draguignan: lettera I002 in data 24 nov. 1942 dell'ufficiale di collegamento del comando della 4" Armata con il comando Felber (AUSSME L l3, 225). 253 Lettere 4A n. 8834/0p. in cta1a 2 I nov. e risposta XXII CA n.4029/02 in daui 24 nov.1942 (AUSS.ME DS XXII CA 1101-60 e 63). Si veda in proposito la cartina riportata in appendice.

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minacce dal mare, ma piuttosto al controllo delle possibilità di manovra dei reparti dell'Armée d' armistice nel caso di sbarco. È peraltro significativo che il comando d'Armata avesse dato ordine di far affluire un battaglione chimico "per il concorso ad un'azione di forza contro opere del campo trincerato". Si guardava insomma agli infidi reparti francesi; la sorpresa venne invece dall'alleato. 254

D. L'atteggiamento della Flotta francese d'alto mare (FAM) e il suo auto<4fondamento - il disarmo delle Forze francesi di transizione e gli eventi che ne furono cornice .

Nella lettera che I' 11 novembre Hitler aveva indirizzato a Pétain, egli esprimeva dubbi sull'intenzione francese di rispettare gli impegni armistiziali, dopo gli event.i cieli ' Africa Settentrionale e Occidentale Francese. In particolare, il cancelliere sembrava preoccupato della sorte della Flotta alla fonda nella base di Tolone e del suo comportamento in caso cli sbarco alleato sulle coste mediterranee francesi. 255 Per quanto se ne sa ora, la Marina francese sembrerebbe essere stata leale verso Vichy; quantomeno tale fu l'atteggiamento dell' ammiraglio de Laborde , mentre qualche dubbio sussiste per Marquis .256 Ciononostante, sembra che a de Laborde i tedeschi non avessero perdonato l'errore compiuto il 12, qu ando, sulla scorta di una notizia come noto rivelatasi poi infondata - di uno sbarco alleato a Tolone, egli aveva ordinato di «accendere i fuochi» delle navi alla fonda . Tale gesto

254 1126 novembre il comando d'Armata diramò una lettera (ai soli comandanti del XV e del XXII CA) con la quale metteva in guardia contro possibili resistenze delle truppe frances i di terra agli ordini di evacuazione del campo trincerato di Tolone. Lettera 4A n. 905 1 in data 26 nov. 1942 (AUSSME DS XXII CA 110 l-75). 255 Lettera di H itler a Pétain (Chancellor Adolf Hitler's Jetter to marshal Pétain announcing complete German occupation of France . Novcmber 11 , 1942; lnler-Allied Review, November 15, 1942.). In appendice. 256 Secondo Robert O. Paxton, nonostante Vichy avesse respinto "l'idea che le truppe fì'ancesi e quelle 1edesche combauessero fianco a fianco f. .. 7 le loro armi erano perà puntate nella stessa direzione ed è probabile che se le forze alleate avessero tentato di sbarcare presso Tolone a metà novembre, sarebbero state accolte da un fuoco francese nutrito/ ... }" . Paxton , Vichy, Milano, 1999. Singolare figura quella dell 'ammiraglio de Laborde, il quale, qu alche tempo prima, aveva minacciato di arrestare un ufficiale di marina, latore di un messaggio d i de Gaulle esortante alla consegna della Flotta d 'alto mare agli anglo-americani , se i tedeschi avessero occupato la zona libera. (J -R Tournoux, Pétain. et De Gaulle. Plon, Paris, 1964 ; Cap. VII , Tolone, pag. 200).

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fu interpretato, a torto o a ragione, come espressione manifesta della volontà francese di unirsi alle forze navali alleate, che secondo le informazioni dianzi riferite, si immaginavano ormai prossime e pronte a proteggere lo sbarco cli truppe. A nulla valse il comunicato inneggiante alle fortune della marina francese che l'ammiraglio emanò il g iorno dopo; ai comandi tedeschi parve un espediente.257 Fosse vera o no la professione di lealtà o fosse più attendibile l'interpretazione germanica, proprio da quei giorni, come si è letto, l'atteggiamento tedesco andò mutando. Di questo cambiamento, che ormai non faceva più differenza tra le infide truppe di te1Ta e quelle, ormai solo di marina o contraeree, presenti in Tolone, testimonia anche il contenuto di un telegramma dello SMRE del 24 novembre:

" 1 °) Contegno forze armate francesi sta diventando dubbio e sempre meno chiaro . 2°) Pertanto, pur tenendo alla collaborazione con le forze francesi, occorre chiarire contegno di esse et dove necessario prendere più rigorose misure militari per garantire [. . .] sicurezza nostre truppe. Ciò vale in modo particolare per la flotta et per reparti impiegati in difesa costiera e contraerea prendendo in considerazione la prospettiva di una possibile intelligenza col nemico.[ .. .] Prevedere e predi.\porre quanto [. . .] necessario attuare [nel casoJ di insicuro comportamento di comandi et reparti .francesi allo scopo di impedire tempestivamente e con qualunque mezza intese col nemico" .258 Pochi peraltro credevano alla lealtà. della flotta francese. I più, fra i vertici dell'Asse, ritenevano necessaria un'azione di forza per impadronirsi di Tolone ed evitare che le navi alla fonda nella rada potessero consegnarsi

2 57 Secondo l'ammiraglio Tur, che poi fu comandante italiano di Tolone, "il 13 novembre, da/a ufjìciale degli accordi [per la difesa autonoma di Tolone], l'ammiraglio de Laborde, comandante in capo della F.A .M., nel suo comunicato diramato agli Stati Maggiori ed equipaggi, così si esprimeva: «Malgrado le voci assurde sparse da agenti dello s1raniero, la piMzaforte di Tolone non è stata occupata e rimane, come le Forze di Allo Mare, interame111e sotlo il comando della Marinaji·ancese. Questa situazione è dovu/a unicamente ai se111imen1i di ammirazione che ha ispirato alle alte autorità mili/ari dell'Asse la condotta eroica dei nostri cam,erati della 2° Squadra Leggera della Marina in Algeria e al Marocco, che sono rimasti fedeli al loro giuramento fino al sacr(ficio. Le autorità hanno do1nanda10 ieri sera all'ammiraglio 1vfarquis e a me di accettamela testimonianza. Il 1nantenimento di questa situazione dipende da voi./ .. .]»" (Tur, op. cit. pagg. 82 e 83). 258 Telegramma SMRE n.20299, delle 1405 del 24 nov.1942 (AUSSME DS SMRE

2078-ll I).

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agli Alleati. Nella girandola delle congetture, non mancarono illusorie ipotesi di intervento anche in campo italiano.259 li Duce tuttavia, pur esprimendo perplessità sul comportamento francese, che giudicò "meritevole della più vigilante attenzione", non enunciò intenzioni interventiste.260 Ciononostante non era stato fatto nulla e, fino al 26 novembre, nulla era trapelato dell'intenzione tedesca.261 Tra l'altro, sfuggivano i significati stessi dei provvedimenti con i quali i comandi tedeschi avevano prima consentito l'afflusso a Tolone di forze terrestri francesi e poi ne avevano ordinato l'allontanamento. Per esempio, a Roma, si pensava che l'afflusso di truppe della 7a divisione francese fosse avvenuto su autorizzazione del comando 4" Armata, tanto che si diffidava lo stesso ad autorizzarne altri; per cui, "movimenti di una certa entità, come quello segnalato" dalla presidenza della CTAF, avrebbero dovuto essere autorizzati dal Comando Supremo. In realtà, il trasferimento cli alcune unità della 7" divisione, era stato autorizzato direttamente dall 'OKW, a seguito di presumibil i accordi con Vichy. Lo stesso avvenne anche a livello inferiore, allorché il comando cl' Annata sollecitò il comando ciel XXII CA ad accelerare " il trasferimento dalla piazzaforte di tutti gli effettivi dell'esercito francese" , provvedimento che quelle unità esegu ivano invece su ordine del proprio governo.262

259 Per esempio, Rainero ricorda che il generale Vacca Maggiolini, presidente della CIAF, i l 17 e il 18 novembre segnalò al Comando Supremo che "in relazione ai malfidi propositi del governo francese, si configurasse l'opportunità di predisporre tutte le misure necessarie per poter evemua/111.ente impadronirci navi guerra et commercio jì-ancesi et procedere disarmo truppe ." (Lellere 4841 5 e 48432, CIAF, riferite da R. 1:1 . Rainero, Mussolini e Pétain c it., pag. 416). 26° Al contrario, riferendosi peraltro ad aspetti generali, il 20 novembre scrisse ad Hitler che non giudicava opportu no per l' interesse de i due paesi dell'Asse di "interve nire negli sviluppi della situazione interna ljì·ancese], in ogni caso 11011 prima che essi costituiscano un pericolo per le nostre !ruppe d'occupazione". (Hi tler e Mussoli ni, Lettere e documenti , Rizzoli , Milano, 1946, pag . 81). 26 1 Come si vedrà meglio fra qualche riga, dell'operazione «Lita» (occupazione di. Tolone) , gli italian i non seppero nulla prima del 26 novernbre. 2 62 Telegrammi AUSSME 2078, rispettivamen te 92, 94 e 99. Informandone il CS, il generale Ambrosie faceva rilevare come, nonostante gli accordi, le t\lltorità francesi ottenevano le autorizzazioni di cui sarebbe stata competente la CIAF, di rettamente dal comando superiore tedesco in Franc ia . Da parte italiana si comprese tardi che, essendo ancora valido lo stato d' A,m istizio, le au torità di Vichy continuavano a detenere tutti i poteri amministrativi di uno stato sovrano. Il fatto era che tra Roma (CS) e Vichy non esisteva la stessa relazione che tra Parigi (Ob.W.) e Vichy assicurava invece un legame continuo e puntuale. Ciò, sia per la preferenza accordata da l governo francese al rapporto con il più potente soggetto poli tico-militare de ll' Asse, sia perché i tedeschi disponevano cli un'apposita e prees istente organizzazione d i occupazione. Questa mancata percezione della realtà emergerà anche successivamente.

17 1


Solo il giorno prima dell'autoaffondamento, Mussolini ricevette infatti da Hitler una lettera che poneva in evidenza la possibilità che anche nella Francia metropolitana, dopo quello che era avvenuto in AFN, fosse preved ibile il passaggio della flotta francese agli angloamericani.263

E. L'operazione «Li/a» .

I tedeschi frattanto avevano iniziato una febbrile attività di pianificazione dell'operazione «Lila» (occupazione di Tolone), sfuggendo le richieste e la frequentaz ione della controparte francese, ma evitando anche e deliberatamente dl informare per tempo gli italiani, come conferma la lettura del diario dell'OKW.264 Già il 26, truppe tedesche avevano occupato l 'aerobase cli Pascalette nei pressi di Hyères, mentre a ponente si notavano ammassamenti di unità corazzate. Quella sera stessa, presso il forte della Malgue , a Tolone, sede della prefettura marittima, si tenne un gran rapporto presieduto dall'ammiraglio Marqu is . Vi si decise di attuare il sabotaggio, secondo gli ordini impartiti sin dall'inizio dall'ammiraglio Auphan, ministro della marina francese. 265 Di conseguenza, fu predisposto il sabotaggio, non solo delle nav.i, ma anche delle numerose batterie costiere e cieli' arsenale. Peraltro, qualche ora prima dell'assaito tedesco a Tolone, l'ammiraglio Darlan aveva inviato un messaggio radio, invitando i marinai francesi ad unirsi alle forze della Francia libera. Come dianzi eletto, qualche ora prima dell'autoaffondamento della

263 Come si è letto in precedente nota, l' informazione fu passata dal comando della 4° Armata ai comandi d ipendenti. Lettera 4A n. 9051 in data 26 nov. 1942 (AUSSME DS XXII CA I IOI- 75) . La lettera di Hitler a Mussolini è riportata a pag. 594 del citato Diario di Cavallero, alla data del 26 nov. 1942. 264 Se ne ha la conferma dal Diario dell' OKW, "Die ltaliener haben vo11 dieser MaJJnahm.e keine Kenn1nis." (OKW, Kriegstagebuch, citato, 25 Nov., pag. 1019, nota 2). 265 " /) S'oppose,; sans ejjìision de san.g, à l'entrée des troupes étrangères dans /es établissemems, les bases aériennes, les ouvrages de la marine. Il) S'opposer, de meme, [cioè senza spargimento di sangue] à l'entrée de troupes étran.gères à bord des btiti111ents de la flotte; par des 11égocia1io11s loca/es, s 'effòrcer à u11 accord. lii) En cas d'impossibilité, saborder !es biìtimems ." R. Aron, Histoire de Vichy, Fayarcl, Paris, 1954 , pag.580.

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flotta francese, le unità italiane intorno a Tolone furono poste in allarme aeronavale. Alle 6 del 27 novembre, il comando del XXU CA ricevette una comunicazione del generale Felber con la notizia che '' truppe tedesche avrebbero iniziato occupazione piazza Tolone". Ne avvertì di conseguenza il comando d'Armata e i propri comandanti in sottordine cui scrisse:

"nella mattinata di quest'oggi le forze tedesche procederanno al disarmo delle forze armate .fiwicesi nel territorio da loro occupato e nella piazza di Tolone. Il comandante dell'Armée Gruppe Felber ha chiesto il concorso delle nostre forze in caso di necessità". 266 Le divisioni Piave e Taro avrebbero dovuto occupare rispettivamente, la prima, il campo d'aviazione di Palivestre e il contiguo idroscalo, "solo dopo che si [fosse avuta] notizia dell'ingresso delle truppe tedesche in Tolone"; la seconda, invece senza indugio, l'aerodromo di Cuers-Pierrefeu. Una parte delle forze delle due divisioni avrebbe dovuto tenersi in misura cli intervenire "ad eventuale richiesta del comando tedesco [operante] ne lla piazza di Tolone" .267 Tra le 3 e le 5 del 27 unità della 7" div. cor. germanica investivano e penetravano nel forte La Malgue, sede della prefettura marittima, ove Marquis venne catturato. Mezz'ora dopo unità carri tedesche si presentavano all'ingresso dell'arsenale, prendendolo d'assalto e iniziandone il presidio. Dalle banchine can-i armati tedeschi aprirono il fuoco sulle

266 Lettera comando XXII CA n. 4078/02 in data 27 nov. 1942 ore 7 ,15 (AUSSME DS XXII CA I 101 -76). Da una lettera inviata dall'ufficiale di collegamento del XXII CA al suo comando si arguisce che all'operazione «Li/a» avevano partecipato le seguenti unitìi: SS - Gen . Kdo. (Pz.) (Obergruppenfuhrer Hauser) con alle dipendenze la 7" divisione corazzata - 7 .Pz. Div., (v.Funke); 2° reggimento di artiglieria corazzata 2. Gepanzcrt art. reg .; un battaglione del reggimento SS "Langemark" della divisione SS "Das Reich", con speciali mezzi anfibi. Lettere 34 /Cit del 4 dic. e 37/Cit. in data 5 dicembre 1942. AUSS1\,1E L-13, 225, carteggio Cit.. 267 Diario storico della divisione Piave (DS Piave) giorno 26 novembre e, ibidem, lettera XXII CA n. 4078/02 citata delle ore 7 , 15 del 27 nov. 1942 (AUSSME DS XXII CA I IO I-78) . li comando d ' Arniata segnalò allo SMRE di essere stato informato dell'orario della comunicazione di Felber ad Ollearo e delle richieste di rinforzo. Telegramma 9206/0p. indirizzato a SMRE delle ore 10, 30 del 27 nov. (AUSSME DS 4A 1099-46). La lettera personale del generale Felber al comandante del XXII CA è in AUSSME DS XXII CA 1101-77.

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navi francesi; ma, nel frattempo, de Laborde dava l'ordine di sabotarle.268

Mentre si sviluppavano gli eventi ali' interno della base e subito dopo l'autoaffondamento, unità ciel XXII CA procedettero al disarmo delle poche batterie costiere armate dai marinai francesi nei sobborghi cli Tolone, ed alla loro sostituzione sia nel settore Hyères-Tolone, sia nel presidio dell ' isola cli Porquerolles, che chiudeva la rada di Hyères. Dal primo rapporto del comando cl' Armata, si sa che alla Piave era stata richiesto di disarmare alcuni battaglioni francesi e occupare il tratto compreso tra Hyères, le Praclet (escluso) e St. Marguerite, alle porte orient~tli dì Tolone.269 La massa degli aeroporti della zona della Piazza marittima fu però occupata eia reparti tedeschi e restò nelle loro mani per via del fatto che, come si sa, solo la Luftwaffe aveva trasferito propri reparti in Provenza per la difesa aerea della costa.270

F. La partecipazione italiana al disarmo delle Forze armate france-

si d'armistizio nelle zone interne. Le operazioni di disarmo si estesero rapidamente a tutto la zona occupata, sempre sotto l'egida del comando Felber, coinvolgendo anche

268 L'ammiraglio Tur nella sua opera cita una pagina della pubblica1.:ione di Yves Farge, «Térnoignage - Toulon» , da lla quale risulta che il giorno 27 "verso le 5 antimeridiane, l'ammiraglio Le Luc direttore dei servizi del Segretariato alla marina avrebbe telefonato alla Prefettura mariltima per parlare a/l'ammiraglio /Vlarquis. Ma essendosi questi trasporta/o al Fori.e La Malgue sede provvisoria della. scuola navale tolta a Brest, la comunicazione ji, presa da un ufficia/e che avrebbe dovu/o rimellerla subilo al predetto ammiraglio. Il tenore della comunicazione sarebbe stato il seguente: «Evitare ad ogni costo incidenti. Resistenza simbolica. La floua [da] non sahotarsi » . L'ordine avrebbe messo un certo tempo pervenire a.I Comando in Capo della F.A.M e sarebbe giunto a sabotaggio avanzato ". (Tu r , op. cit. pag. 89). La situazione creatasi a Tolone fu descritta nel rapporto giornaliero della 4'' Armar.a riportato in appendice. 269 La divisione vi schierò tre battaglioni di fanteria e due gruppi cl'aitiglieria . (20518, 2078- 118). Alle 16, con successivo messaggio, lo SMRE comunicava al Comando Supremo che anche il I CA era stato irnpegnato ne ll 'azione di disarmo delle trupre francesi. (2 119-1 62, ~0560): . . . . . . . - 7 Complessivamente , 1 campi d1 aviazione occupati dai tedeschi nsultano essere quelli cli Montélim.ar, Mont Favet, Palivestre, Cavaillon, Orange, Le Luc, Ni1.:2aCalifornia e in parte quello di Cuers . Telegramma 4A a SMRE n.9260/0p. 28 novembre ore 22.30. AUSSME DS 4A 1099-47, citato. I tedeschi dichiararono "essere tale compito loro devoluto per accordi fra comandi supremi" . Ibidem. Il documento è riportato in appendice.

°

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unità del I CA al cui comando erano stati rivolti inviti analoghi a quel li del XXII. Nelle primissime ore del pomeriggio del 27 novembre , su richiesta ciel comando Felber, truppe del I CA occuparono le caserme e gli aeroporti cli Orange , presero possesso cli quella centrale telegrafonica e stabilirono posti blocco lungo la valle del Rodano.271 Le operazioni si svolsero quasi sempre senza problemi nel settore del medio e basso Rodano. Più a nord si verificarono alcuni episodi che, per un verso dimostrano atteggiamento insofferente da parte dei comandanti francesi; per l'altro improvvisazione e sommarietà delle misure italiane. A tal ultimo proposito si osservi che a Modane (ma anche a Nizza) erano stati disarmati ancora una volta i reparti della Guardia mobile, forza di polizia che, a mente delle convenzioni internazionali, non doveva essere privata delle armj individuali. I comandi italiani s.i giustificarono adducendo "di non essere al corrente di accordi al riguardo avendo ricevuto soltanto comunicazione da gruppo Felber cli procedere a disarmo fo rze francesi" . Più tardi riferirono che il provvedimento era stato solo temporaneo e precauzionaie.272 Non meno provocatori si dimostrarono però taluni gesti francesi. Secondo lo stesso rapporto della 4" Armata, il comandante del II Gruppo di divisioni militari, generale Langlois, aveva dato ord in i di cedere le armi ad organi francesi cli vigilanza (probabilmente gli stessi che vigilavano sui depositi d'armistizio), come a negare a i reparti italiani il diritto di disarmare militari francesi . Langlois cedette solo dopo l'intervento dell' ufficiale tedesco cli collegamento; altrove, sempre da parte francese , si puntualizzarono gli ordini ricevuti "da proprio governo cli consegnare armi conservando la sciabola" .273

27 1 Telegrammi 4A nn.9165 e 9192 delle 15,50 e 19,40 del 27 nov. (AUSSME DS SMRE 2 119-16 1 e 9) (162 bis). 272 Dalla «Relazione operazioni giorno 27», telegramma 4A n.9192/0p. delle ore 19,40 del 27 nov. è tratta l'informazione sulla temporaneità del provvedimento di d isarmo della Guardia mobile. È però singolare che fatti del genere si verificassero sempre nelle stesse località. 273 In generale tuttavia non avvenne "nessun incidente [ ... ] . Truppe sono state smobilitate. Ufficiali trauenuti per esigenze matricolari". lbi.d ern. I rapporti del 30 novembre sono gli ultimi a trattare la materia del disarmo. Da quello delle ore 6 risulta che, anche nelle località di Digne e Annecy, donde non erano giunte immediate notizie la mattina del 28, due battaglioni chasseurs erano stai d isarmati e il campo di concentramento di prigionieri inglesi d.i Charnbarand era ormai presidiato da unità italiane del I CA. In seguito i prigionieri inglesi sarebbero stati sgomberati in Italia. Telegramma n. 20736/0p in data 30 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 2119-172).

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G. Le misure adottate dal Comando Supremo per prevenire quella che sembrava una nuova mossa tedesca volta a privare l'alleato delle sue pertinenze . Non si sa positivamente se il comando della 4a Annata fosse stato preavvisato cieli' operazione, come, secondo il telegramma di Hitler a Mussolini , avrebbe dovuto esserlo da parte di Yon Rundstedt. Dal canto loro, i diari storici indicano che Yercellino apprese verosimilmente l'avvio delle operazioni da una comunicazione del comandante del XXII CA, generale Ollearo, al quale il preavviso di richiesta di concorso fu recapitato solo alle 6 del 27 novembre, insieme ad una lettera indirizzata al comandante del] ' Armata e a questi trasmessa alle ore 6,45 per coITiere.274 Da altra fonte, è noto che il comando cl' Armata ebbe ulteriore confenna dell'operazi.one in atto, questa volta ad opera del comando del!' Armeegruppe Felber. L'ufficiale di coJlegamento del XXII CA con quel comando trasmise infatti al comando d'Armata un biglietto che si era visto recapitare, alle 10,30 del mattino, da un ufficiale del comando tedesco; un biglietto manoscritto nel quale si avve1tiva dell'iniziato disarmo delle truppe francesi e della flotta in Tolone.275 Non a caso, più o meno alla stessa ora fu inoltrato allo SMRE il primo rappo1to del comando d'Armata sull 'impiego della Piave nelle operazioni di disarmo costiero. Quasi che a quel punto il segreto dell'operazione non imp01tasse più. Non si può escludere tuttavia che il comando della 4a Armata, secondo quanto assicurato da Hitler a Mussolini., fosse stato effettivamente preavvisato dell'operazione dal comando dell' Ob.W., per il tramite del generale Marazzani, rappresentante di Vercellino presso quel comando. In realtà, la trascrizione di un'annotazione fatta dall'ufficiale di collegamento del XXII CA presso il comando dell' Armeegruppe Felber così recita:

"27.11.1942 ore 3.00 partito per Brignoles [sede de'l comando del

274

Il comando d'Armata si trovava a Mentone; quello del corpo d 'armata a Brignoles: distavano dunque quasi 150 chilometri. 2 75 Biglietto manoscritto senza numero delle ore 10 ,30 ciel 27 novembre a firma ten. col. von Rauchaupt, consegnato all ' ufficiale del comando XXII CA di collegamento con il comando tedesco e riportato in appendice (AUSSME L-13, 225, Carteggio Cit.). Tra comando del gruppo Felber e comando del XXII CA esisteva un reciproco collegamento. Da parte italiana esso assolse anche alle funzioni d i collegamento tra 4a Armata e Armeegruppe Felber; per qualche tempo anche un ufficiale della 4' Armata fu di collegamento con il comando Felber. Rientrò definitivamente dopo gli eventi cli Tolone.

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XX!l CA}. Comunicazione relativa all'occupazione di Tolone e disarmo truppe francesi . Rientrato ore 14,00" .276

Peraltro, lo stesso ufficiale il giorno prima - mentre reparti contraerei tedeschi sostituivano analoghe truppe francesi a difesa dell 'aeroporto cli Pascalette nei pressi di Hyères - riferì le impressioni avute a seguito di un colloquio con il colonnello tedesco di collegamento con i comandi francesi . Egli ebbe la sensazione che i tedeschi intendessero sottrarsi al pericolo , che giudicavano imminente, cli trovarsi di fronte uno sbarco anglo-americano, avendo alle spalle le truppe francesi.277 Si deve dunque riconoscere che il comando cl' Armata si attenne all'ordine di tenere il più possibile circoscritta l'informazione secondo il desiderio del cancelliere tedesco: "Poiché la riuscita di questo passo, che ha importanza forse decisiva per la guerra, dipende dalla segretezza più assoluta, vi pregherei, Duce, di restringere il più possibile la cerchia delle persone da mettere al corrente e soprattutto di non dare istruzioni telefoniche o altre più precise, bensì di dare disposizioni, esaltamente come ho fatto io con le mie Forze Armate, solo nel senso di collaborare . È ù1fatti impossibile ordinare dai nostri posti dettagli che possono essere esaminati e regolati solo sul posto''. 278

276 Diario storico dell'ufficiale di collegamento con il comando del)' Ar.Gr. Felber. Giorno 27 nov. 1942 (AUSSME Carteggio CIT, L-13, Raccolta 225). 277 Lettera 4068/02 indirizzata in data 26 novembre 1942 al co mando d'Armata (AUSSME DS XXII CA 1101 -74). L'ufficiale di collegamento italiano informò anche dell'afflusso di cinque divisioni tedesche della r iserva (cioè con truppe non istJuite) nella zona di nuova occupazione destinate a presidiare il territorio o ltre Rodano. 1\ntavia tal i non ancora efficienti grandi unità avrebbero generato allrettanti gruppi tattici del livello di reggimento, con carri ed artiglierie, due dei quali preparati per il presidio di locali tà costiere. Segnalò anche che "dietro lo schieramento lungo la costa [era] previ.sta la creazione di una seconda linea interna" i cui dettagli non erano ancora noti. Fossero avvisaglie dell'intenzione tedesca non è noto; tuttavia si osserverà successivamente che tali gruppi tattici si trovarono tutti nella zona di Marsiglia - Tolone. Segni deli ' imminente intenzione tedesca possono essere interpretati anche l'evidente sfiducia che le autorità tedesche nutrivano nei confronti delle forze francesi. E lo stessa si evacuaz ione delle truppe di rinforzo a Tolone, ordinata dai tedeschi il 19 novembre, e del progressivo allontanamento delle truppe francesi dal litorale. 278 Il mancato preavviso derivava da una varietà di motiv i d'ordine politico che si possono compendiare in sfiducia nell'alleato e convinzione che le sue idee di occupazione rivendicatrice e il suo manifesto proposito di «essere presente» in Tolone con le proprie truppe fosse per accampare diritti o a fini di preda, avrebbe messo a repentaglio un 'operazione che , in quel momento, aveva unicamente carattere mi litare.

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Questo può spiegare sia l'apparente assenza di sorpresa presso il comando d'Armata alla ricezione delle comunicazioni predette, sia la prontezza di esecuzione delle unità italiane. Nulla sfuggì di bocca anche all'ammiraglio De Feo, capo della sottode)egazione italiana presso la Delegazione mista di controllo del disarmo della base di Tolone, il quale risiedé nella piazza marittima durante il periodo dei colloqui per l 'impiego di forze francesi nel campo trincerato.279 Detto questo, pare tuttavia curioso che il Comando Supremo sia venuto a conoscenza delI'autoaffondamento della flotta fran cese da "Supermarina" .280 11 Comando Supremo sembra reagi.re con prontezza alle circostanze descritte. Alle 13,15 del 27 novembre giunse all' Armata il seguente telegramma:

"Comando Supremo informa che, secondo notizie di Supermarina, personale marina francese sta procedendo autoaffondamento proprie unità, su alcune sì sta combattendo, altre tentano la fuga. Provvedere con ogni mezzo ostacolare azione e per impadronirvi unità mercantili dislocate vari porti. Occupazioni siano sanzionate con bandiera italiana." 281 Cavallero comprese subito il rischio che una situazione completamente in mano dei comandi tedeschi avrebbe rappresentato per i diritti italiani; forse immaginò addirittura il superamento della condizione armistiziale che avrebbe condotto ad una vera e propria spartizione

279 De Feo risiedeva normalmente a Hyères; si installò a Tolone dopo I.a nomina ad

ufficiale di collegamento tra le fo rze deU 'Asse e quelle francesi . Non essendo disponibili i diari della CIAF relativi al periodo cruciale in esame, non si è in,grado di fonnu lare irotesi ulteriori. 2 0 Telegramma SMRE n.20520, ore 1315 del 27 novembre, citato (AUSSME 2078-11.9). L'episodio offre il destro per qualche commento ulteriore. Tra organi della CIAF e comando truppe operanti i motivi cli contatto sembrano minimi, se si eccettua la coopera,.ione che si istaurò temporaneamente tra am miraglio Dc Fco, comando 4" Armata e comando XXII CA. Si vedrà meglio in seguito che esisté sempre una certa incomunicabilità e qualche gelosia tra comandi di occupazione ed organi della CIAF compresa la sua presidenza che dipendeva direttamente dal Comando Supremo. Per segnalare vere e proprie stranezze, si osservi che Ciano annotò nel Diario di essere venuto a conoscenza degli eventi del 27 novembre solo intorno a mezzogiorno ed imputò il ritardo al motivo che la vicenda fosse stata trattata nel solo ambito militare. (Ciano, Diario, 27 novembre, Rizzoli). 281 Telegramma citato SìvlRE n.20520, delle 13,15 del 27 nov. (AUSSME 2078-1 19).

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delle spoglie francesi. Lo stesso giorno il capo di SMG an notò infatti nel diario la necessità di procedere "fulmjneamente" al presidio dei depositi armistiziali e d i considerare requ isibile "tutto quello che è armamento nella zona cli Vercelli no [ ... l".282 Ordini ribaditi dallo SMRE la stessa sera del 27, e prec isati meglio il g iorno dopo. Tali aspetti cli rilevante importanza verranno meglio illustrati fra breve.283 La situazione creata::;i a Tolone re::;tò tuttavia incerta ancora per qualche tempo. Nonostante che da parte tedesca si rinnovassero le assicurazioni sulla sua destinazione finale all'occupazione italiana , il 28 novembre il comando della Piazza cli Tolone era stato tuttavia assunto da truppe germaniche, con a capo un uffic iale non appartenente alla Commissione mista d'armistizio. L'"opera rdell'ammiraglio De Feo] come membro commiss ione mista era ultimata [ .. . ]. Mille marinai [tedeschi avevano] completamente presidiato arsenale e opere mi litari proibendo accesso a qualsiasi elemento italiano senza distinzio ne di grado o arma" .284 Il 3 dicembre, il capo dell ' OKW, fe ldmaresciallo Keite1 , al riguardo del futuro d i Tolone, scrisse una lettera a Cavallero, per informarlo che

282 Dal Diario di Cava llero: "Telefono a Vacca Maggiolini: di sarmo truppe francesi. Informo che deve procedere. Occorre mettere guardie armate ai depositi armisriziali. Le anni recuperate sono per completare la 4• Armata alla quale occorre dare I 'elenco dei depos iti e dei materiali . L' armistizio è finito. Telefono ad Ambrosio: argomento co me sopra . Prego dare ordini a Yercellino. Tutto deve essere esegui to fu lmineamente; inollrc in Corsica sia fauo disarmo totale. lèlefon o a Fougier: di sarmo in Cors ica e occupazione degli aeroporti. Telefono a Vacca Maggiolini: tutto quello che è armamento nella zona di Ycrcellino deve essere requisito. Il personale della C .l .A.F. addcuo agli arnwmenti passi a disposizione di Yerce llino . Quello che è in Corsica passi a disposi7.ione di Caracc iolo" .Cavallcro, Diario, g .27 nov., pagg. 597-98. 283 Alle 20 ,30 lo SMRE ordinava: "(Rif. 9 149 data odierna cli codesto comando) . Sulla base elenco depositi armistiziali anni , materiali e munizioni della zona sotto controllo. noto a codesto comando per comunicazione da parte CIAF, procedete immediatamente occupaz ione depositi stessi cd utili zzazione anni e materiale bellico comunque utile ai fini rin forzo GU ed organizzazione d ifesa costiera e contraerea." (20590, 2078120 ). Ed il giorno dopo. 28 nov., alle 11 45. (20597, 2078- 123), lo S MRE impartiva alle due armare interessate ali' occupazione di territorio metropolitano francese (4 e 5A) I' ordine del Comando Supremo di: disporre !"immediato disarmo delle FA francesi ·'(dell'esercito , navali ed aerei)'. e di tu tti i depositi arm istiziali e la presa di possesso ciel relativo armamento; e cli assumere alle dipendenze " delle truppe opera nti [ .. l anche il perso nale della C IAF addetto ai depositi stessi." 284 Telegramma 4A a SMRE n.9260/0p. 28 novembre ore 22.30, citato (AUSS ME DS 4A 1099-47). La posizione delJ'ammiraglio De Feo ru mutata - probabilmente per ini ziativa delle autori tà tedesche, che immed iatamente procedettero all 'adeguamento dei compiti della loro Commissione d' armisti zio - in quella cli ufficiale di collegamento.

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a causa dell'aumentato impiego di sommergibili in Mediterraneo, la Marina tedesca aveva necessità di incrementare la capacità dei cantieri, e l'arsenale di Tolone avrebbe fatto al caso, anche per alleviare l'onere delle lavorazioni nei cantieri navali italiani. Egli scrisse ancora: "sottolineo qui esplicitamente il carattere provvisorio di questa regolazione e confermo che essa non deve in alcun modo pregiudicare i diritti dell'autorità italiana [riguardo a Tolone .. .]. Naturalmente I ancheJ i diritti sulle navi da guerra francesi in Tolone confermati all'Italia dal Fiihrer non ne dovranno essere toccati in alcun modo.[ ... Da parte tedesca ci si sarebbe assicuratoJ solo alcune navi di piccolo tonnellaggio[ .. .] per[ .. .] i più urgenti compiti di sicurezza nella zona costiera" . Cavallero rispose il 5 seguente riferendo dell'adesione di Mussolini alla richiesta, ma precisando che il comando tedesco cieli' Arsenale non doveva escludere la possibilità di utilizzazione dello stabilimento anche eia parte italiana, e che la pattuita assegnazione delle navi francesi non scartava Ja possibilità di ul teriori ripartizion i di naviglio, da concordare tra le due Marine. 285 Ciò , insieme all'intera questione, dimostra quanto marcate fossero sudcl.itanza psicologica nei confronti del più potente alleato ed abitudine alla soggezione alle sue iniziative; caratteri che dominavano eia tempo la politica italiana e che ebbero l 'etfetto cli porre anche i comandi di Roma nella condizione cli insegui re le mosse tedesche, rappezzando qua e là, con provvedimenti dell'ultimo momento, le falle di un sistema dominato clall 'i mpreviclenza e dalla superficialità. Data da questo periodo la singolare monomania che attanagliò i comand i italiani: quella di diffidare cli ogni passo tedesco, ne] timore che l'alleato prevaricasse gli interessi nazionali. Per quanto giustificabile, essa, come si vedrà , precluse ai comand i italiani la comprensione della situazione reale e dei suoi sviluppi, li pose in ulteriori situazioni sfavorevoli e li costrinse sempre ad operare di rimessa . Per quanto corrispondente a realtà, la previsione che gli eventi di Tolone ed il successivo disarmo preludessero

285 Lettere Keitel WFST/Op. M Nr.004647/42 Segreto 3 clic. I 942 e Cavallero 40970/0p 5 ùic. 1942 (AUSSME DS es 1350- 19 e 30).

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alla conseguente occupazione da parte tedesca di tutta la Francia, indusse l'erronea opinione della fine dell'Armistizio, fatto che ebbe nefaste conseguenze nelle relazioni tra alleati ed in quelle franco-italiane , soprattutto perché piuttosto che sfuggire al capestro della subordinazione alla politica tedesca, da parte italiana si fu costretti a sfruttarne il prestigio. Ne discende che , quali che fossero le intenzioni tedesche, atteggiamento e proposte germanici a proposito degli eventi cli Tolone ed in quelli successivi si palesano allo studioso assai meglio motivati da ragioni operative o belliche, comunque di rilievo tecnico militare. Un atteggiamento che, pur essendo accorto e abile, non si può comunque definire sleale. Da parte italiana, anche nella questione della linea di demarcazione , prevalse insomma, anche fra i militari, per convincimento o per compiacenza, una posizione ancora una volta più interessata alla risonanza che l'occupazione delle località rinomate avrebbe destato sulla ormai rassegnata popolazione, che a convincere con i fatti l'alleato cli una volontà cli concorrere alla difesa al di là dei «dividendi» che tali scelte avrebbero garantito.

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CAPITOLO V


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Gli effetti del disarmo e della forte presenza tedesca nel territorio sotto contro llo armistiziale italiano sul! ' andamento definitivo della linea di demarcazione tra le zone di occupazione italiana e tedesca e sul destino delle pertinenze italiane d'armistizio

A . Gli schieramenti italiani e tedeschi dopo gli eventi di Tolone L'andamento definitivo della linea di demarcazione. Si rammenterà che quando fu chiamata a sostegno dell 'azione tedesca contro La Flotta francese d'Alto Mare (FAM) alla fonda in Tolone, la Piave, il cui limite occidentale era stato fissato inizialmente al corso del Gapeau e alle località interne di La Crau e La Farlède, si era spinta all 'occupazione dei forti d i St. Marguerite e di Le Pradet (escluso), alle porte orientali di Tolone, e del campo d'aviazione di Le L uc, nell'entroterra. All'indomani dell'autoaffondamento , l'andamento della linea d i demarcazione nella particolare zona di Tolone fu così definita: "in seguito ad accordi presi clall'Ecce/len.za il comandante della 4a Annata con il Feldmaresciallo v. Rundstedt e il comandante dell'Armeegruppe Felber, la.fi'on.te [ .. .],tra Cap Benat [nei pressi di le levan.dou, limite con la 2" divisione celereJ e Cap Brun [per?feria est di Tolone] (inclusi) è assegnata alla divisione "Piave", che la occuperà con forze ritenute indispensabili [ ...] dipendendo per l'impiego dal . i . comarwante lI.e ll. a piazza lt.l· 1'o l on.e [ . . .J,, .286 Sicché, il settore della Piave risultò mutato solo ad occidente, estendendosi sino al Cap Brun, comprendendo il fo1te St. Marguerite (a levante) e la penisola d i Hyères , ma nessuna località entro la piazza cli Tolone. La Taro, che in base agli ordini impartiti la mattina del 27 aveva temporaneamente occupato una parte ciel settore della Piave, tra Cap Brun, Carqueiranne, marina cli Hyères e Cuers-Pierrefeu, fu ritirata a

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Lettera XXII CA 4ll0/02 del 28 dic. 1942 (AUSSME DS Piave I 100-56).

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nord del "parallelo di La Crau''. In conseguenza di tali disposizioni, la Taro già dalle 5 del mattino del 28 si era completamente schierata tra Cuers, Solliès-Pont e Puget-Ville. La divisione Lupi di Toscana restò sempre nei pressi di Trets.287 In breve, nonostante il concorso fornito, le forze italiane non entrarono in Tolone durante l'azione tedesca. La limitazione impartita alla Piave - occupazione del settore "con le forze ritenute indispensabili" - scaturiva dal fatto che tali forze sarebbero state alle dipendenze d'impiego del comandante tedesco della Piazza di Tolone, l'SS Obergruppenfohrer Hauser. I comandi italiani pensavano di circoscrivere tale dipendenza; quelli tedeschi, per timore cli sbarchi e anche per motivi che si osserveranno tra poco, si ripromettevano invece di continuare a garantire un quadro di sicurezza nelle posizioni intorno alla piazzaforte, impiegando nel settore orientale il dispositivo italiano che si trovava utilmente già in posto. Il prevedibile avvicendamento delle loro unità con i rimpiazzi ancora in afilusso, e il riordino di un dispositivo complesso che le operazioni di disarmo avevano ancor più aggrovigliato, richiedevano, a loro probabile avviso, stabilità e sicurezza. Ad ogni modo, la massa della divisione Piave restò sulle prime alle dipendenze del suo CA . Sennonché questo complicato sistema cli comando - nel quale le truppe della divisione sch ierate sulla costa avrebbero obbedito ad ordini tedeschi, ma solo dopo averne informato il proprio comandante d i divisione - fu oltretutto adottato in un momento difficile. La sera del 27, il comando del XXII CA segnalò a Felber che la sua richiesta d i disporre di truppe italiane sino a Cap Brun era stata accolta. Ma, quasi alla mezzanotte, le truppe non s'erano viste; nuova richiesta e risposta che sarebberÒ arrivate nel corso della notte; alle 9 del mattino del 28 ancora nulla; alle 9 ,45 il comando del XXII CA segnalò allora che le truppe ( della Piave) erano sì giunte a Cap Brun, ma che lì reparti tedeschi si erano ' opposti all ' avvicendamento .288 Di chiunque fosse la responsabilità, gli equivoci nascevano dall ' ambigua dipendenza della Piave e dalla confusione delle informazioni e degli ordini. Perciò, lo stesso 28 il comando del XXII CA ricevette una

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Telegramma 4A 9201, Novità ore 5 del 28 nov. (AUSSME 2119- 164). 8 Cil, de l 27 nov. 1942 e verbale comunicazione te.lel'on ica tra ufficiale <li collegamento XXII CA presso Anneegruppe Felher e vari ufficiali del cornando tedesco, presumibilmente in data 28 nov. (AUSSME L 13-225 Carteggio Cit). 288 Telegramma

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comunicazione dall 'SS Generalkommando (generale Hauser) secondo la quale il comando della Piave non aveva "ancora ricevuto alcuna indicazione[ ... ] circa la sua dipendenza tattica dal comando di corpo d'armata corazzato SS l- . .]" e che tale dipendenza era desiderabile "per semplificazione nella trasmissione degli ordini" .289 Finalmente, il 30 novembre la questione sembrò definita, col passaggio cli tutta la Piave alle dipendenze del comando del corpo SS di Tolone.2 90 Ma il 3 dicembre successivo, incontrando il generale Ollearo, Hauser fece ancora presente che la sua responsabilità cli comando sui reparti della Piave schierati sulla costa non gli appari va "netta [ ,] trovando essa una remora nel fatto che la divisione Piave leral allo stesso tempo alle dipendenze [del suo] comando e di quello ciel XXII Corpo cl' Armata le lamentando che] ad est di Cap Benat [avesse] soltanto due battaglioni con due gruppi". Ollearo gli rispose, reticente, che le forze dovevano considerarsi sufficienti data la presenza di tutto il suo corpo d'armata dietro allo schieramento costiero e che comunque aveva ordinato aJia Taro cli cedere un battaglione per il rinforzo dei reparti Piave disposti sulla linea litoranea. Hauser incalzò, sostenendo il punto di vista dell'unicità di comando sull'intero settore, ma il comandante del XXII CA rispose che l'argomento esulava dalla sua competenza.291 Questi episodi sono ulteriore prova dì quelle relazioni tra alleati cieli' Asse le cui cause risiedono nel quadro che si è in precedenza illustrato, fatto di diffidenze e dì gelosie. Le inquietudini di quel periodo originarono probabilmente dall'incertezza del destino di Tolone. Il punto di vista dei comandi italiani era quello di tenere alla mano la Piave per essere in grado di entrarvi; perciò forse furono restii a cedere La miglior divisione di cui disponevano .292

289 Telegramma Armeegruppe Felber a firma del suo capo di SM n. 2192/42 sch., del 28 nov. 1942. 10 Cit. AUSSME L I3-225 Carteggio Cit. 290 Telegramma XXII CA4J44/02 del 30 nov. 1942 (AUSSME DS XXII CA 110163). La divisione risultò schierata tra Cap Brun (est) - Cap Cavalaire (ovest) - zona Le Luc (Les Mayons) a nord. 291 Relazione sul colloquio col generale Hauser del comandante del XXII CA, indirizzata al comandante dell ' Armata; lettera 4205/02 del 3 dic. 1942 (AUSSME DS XXTT CA J IO 1-63) . 292 In proposito, la lettera 4A 9051 del 26 nov. chiarisce che intendimento italiano alla vigilia di Tolone era quello di sostituire la Piave con la Taro e tenere la prima "alla ,nano per l'occupazione integrale della piazza di Tolone" . (AUSSME DS XXII CA I 101-75).

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Gli avvenimenti cli Tolone e il disarmo delle truppe cli Vichy determinarono una nuova fase nel problema dell 'anclamento della linea di demarcazione . Fase caratterizzata dalla necessità di sostituire le forze tedesche che avevano occupato la grande base della Marina francese e di subentrarvi con un presidio stabilmente affidato a forze italiane , secondo le decisioni comunicate da Hitler a Mussolini la sera prima dei fatti di Tolone, con la lettera di cui si serberà memoria . Il Ftihrer aveva rassicurato il Duce sul futuro dell'occupazione di Tolone, con questo brano tratto dalla stessa lettera:

"Subito dopo un favorevole esito di questa azione [l'occupazione di Tolone e il disarmo della flotta] avrà luogo la consegna del previsto tratto di costa alla 4" armata italiana. " 293 L'esigenza suddetta, tuttavia, si inquadrava in una situazione più complessa. Intanto, attorno alla Piazza militare marittima vera e propria, gravitava, come si vedrà, un quantità consistente di forze terrestri tedesche e italiane. Le prime erano affluite per l'assalto vero e proprio, mentre le seconde vi erano state chiamate dai comandi tedeschi per concorrere a rinserrare la città, pur non avendo ancora completato i movimenti e gli avvicendamenti decisi dal comando italiano prima cieli' operazione «Lila». Ne derivò che unità italiane si trovarono spesso a contatto o frammischiate con quelle tedesche anche ad est del Rodano. A parte Marsiglia, di cui si era deciso il passaggio all'occupazione tedesca, truppe germaniche, avendo anticipato quelle italiane in alcune località ad oriente del Rodano, anche al cli fuori della zona delle foci , si trovavano in numerose località della Vaucluse, ciel Dròme , del!' Ain e della Savoia. Il 29 novembre la situazione doveva essere così confusa che lo SMRE chiese al Comando Supremo se gli " sconfinamenti" , attuati dalle truppe germaniche nel procedere al disarmo dei reparti francesi - esse si erano spinte oltre che all' interno di Tolone anche in "zona Chambéry, [ed oltre i fiumel nel medio e basso Rodano" -, dovessero essere ritenuti frutto cli nuovi accordi ovvero fossero effettivamente provvisori.294 Conseguentemente, al fine di contenere la confusione presso i repar-

293 Cavallero, Diario, 26 nov., pag. 594, citata. 294 Telegrnnum1 S.MRE 20690 delle 10,45 del 29 nov. 1942 (AUSSME 2078- 128).

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ti, ìl comando della 4a Armata, verosìmilmente autorizzato dai comandi superiori , impartiva i seguenti ordìni:

- "provvisoriamente la linea di demarcazione tra le forze italiane e le truppe germaniche nel territorio Ji-ancese è stata dejznita nell'allineamento [ .. .]: frontiera svizzera a sud di Ginevra - Annecy Chambéry - valle dell'!sèrefino alla co11fiuenza del Rodano - corso del Rodano fino alla confluenza con la Durance - corso della Durance.fino a Le Logis Neuf- Alleim· - La Barben. - dosso di q. 270 (est Rognac) Pi/on. du Roi (sud Gardanne) - Aubagne - Portalis (località ai germanici) [Portalis si trova ad ovest di Bando!, nella baia della Ciotat]; - l'occupazione della zona di giurisdizione italiana nelle località auualmente occupate dalle truppe germaniche deve avvenire con carattere di gradualità" .295 Realtà che la dice lunga sull'espansione tedesca in territorio sotto controllo armistiziale italìano, sia pure ìn base alle necessità del disarmo. Si tornerà sull'argomento fra qualche passo.

B. L'evoluzione della linea di demarcazione nella zana di Marsiglia e nel tratto finale del Rodano. Per il momento, visto che il passaggio di Tolone all'occupazione italiana avvenne verso la metà di dicembre, per osservare un criterio cronologico, si porterà l'attenzione su Marsiglia e il suo interland. In un primo tempo, come noto, lo SMRE aveva favorevolmente accolto la proposta cli una linea di contatto che si snodasse eia Avignone alla costa presso Carry le Rouet, ad ovest di Marsiglia , lasciando la città alla parte italiana. Ma il 27 novembre il Comando Supremo aveva infine autorizzato il "passaggio Marsiglia a zona occupazione tedesca". La decisione fu probabilmente presa poiché ci sì rese conto che, paragonata all'ostentazione cli forza spiegata per Tolone, ìl dispositivo italiano era troppo debole ed elementare per

295 Lettera 4A 9290/0p. ciel 29 nov. 1942 (AUSSME 1099-48) . Il giorno p rima il comando ciel l CA , a seguito di accordi con il comando Felber, aveva autorizzato la coesistenza a Chambéry di distaccamenti italiani e tedeschi ''.fìno alla definizione della linea di demarcazione " . Lettera I CA 4857/0p. del 28 nov. 1942 (AUSSME L-13, 225, carteggio Cit).

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presidiare una città così complessa . Da patte italiana si contava poi di ottenere Tolone e non si volevano creare intralci in vista di tale obiettivo; insomma, si sacrificò verosimilmente a quella Piazza la città Marsiglia.296 Due giorni dopo, il 29 novembre, lo SMRE si fece portavoce della proposta caldeggiata da Vercellino, comunicando al Comando Supremo che " in seguito all'attribuzione della zona di Marsiglia alla parte germanica[ ... ] necessità della difesa cli Marsiglia consiglia[va]no di includere in essa - nella zona costiera - la baia de La Ciotat -, e nel retroterra - la zona delimitata a nord dalla bassa valle Durance."297 li 5 dicembre, l'allineamento proposto dello SMRE diventò demarcazione ufficiale tra le forze italiane e tedesche. Essa , tra Ginevra, Lione ed Avignone (località escluse), seguiva la linea d'Armistizio, ccmenclo in particolare tra Lione ed Avignone lungo la riva sinistra del Rodano. Successivamente seguiva la riva sinistra della Durance e toccava Peyrolles e Trets, giungendo infine alla baia de la Ciotat (mare Mediterraneo), lasciandola tutta sino a Bandol (ovest Po1tolis) ai tedeschi.298 L'andamento della linea di demarcazione che successivamente fu denominata «tattica» - per distinguerla da quella ciel controllo armistiziale che

296 Telegramma SMRE 20365 ore 21,05 del 24 nov. 1942 e telegram ma SMRE 20593 delle 21,05 del 27 nov. 1942 (A USSME 2078-113 e 117). Cavallero fece la seguenLe amara annotazione sul diario sotto la stessa data del 27 novembre: "Waldenhurg [il sostituto di v.Rimelen, l'addel/o militare tedesco a Roma tilOlare, rimasto ferito in un incidente aereo durante la visita ai comandi in r1SJ ha informato che il comandante della 4" annata ha chiesto che lvfarsigliafosse occupata dai tedeschi. Non abbiamo approvato questa proposta che è gradita dalla parie germanica . Non conviene insislere per Tolone ora che è occupata dai tedeschi, ma per Marsiglia mi pare converrebbe insistere .'' (Cavallero, Diario, g. 27 nov., pag. 597-98). 2 97 Lettera SMT{E 20729 del 29 nov. 1942 (AUSSME 2978-128) . Unica contropartita che il Comando Supremo avrebbe dovuto chiedere ai tedeschi era che la 4" Armata potesse conservare una conveniente retrovia corrispondente alla zona " Aix - Trets fino alla Durance, allo scopo di consentire alle nostre truppe l'utilizzazione della linea ferrov iaria di alimentazione della zona di Tolone (nel trntto Peyrolles - Aix - Gardanne Carnoules) indipendentemente dalla ferrovia della Cornice." 298 Telegramma SMRE 2 11 34/0 p. ore 18,30 del 5 dic. 1942 (AUSSME 2079-17). L' andamento della linea è visibile nella caita al. 500.000 della zona di Marsiglia riportata in appendice. OccoiTe dire che la scelta teneva anche conto della necessità di ripartire il territorio in base ai limiti amministrativi dei dipartimenti francesi. Si veda in proposito la carta redatta dai tedeschi e riponat.a fra gli allegati a AUSSME L- l 3,225, carteggio Cit. Il 7 dice mbre si raccomandava al comandante dell'A.rmata che, nel definire con i tedeschi .i particolari della linea di demarcazione, tenesse presente l' importanza ciel tronco ferrov iario Meyrargues - Aix en Provence - Trets e quantomeno ottenere libero transito su dello tronco. Telegramma SMRE 21246 ore 12,10 del 7 dic . l 942 (AUSSME 207921). La linea correva ad est della linea cli demarcazione di una ventina di chilometJi. Aix non fu ceduta come si chiedeva, ma la ferrovia fu utiliaata anche dagli Italiani.

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restò in vigore per altri aspetti -, lasciò alla responsabilità tedesca il settore unitario dell'area di Marsiglia "tatticamente in soggezione alle porte d 'accesso ciel golfo di Fos ad occidente, e della baia de La Ciotat ad oriente", come sosteneva Vercellino. La sistemazione intorno a Marsiglia ebbe effetti positivi anche nel riordinamento dell'intero settore costiero, compreso quello intorno a Tolone. Secondo la tesi del comandante della 4" Armata, infatti, la ripartizione in due delle zone intorno alle due maggiori città portuali, in considerazione ciel carattere tattjcamente unjtario cli ciascuna di loro, consentiva anche alla difesa della piazzaforte marittima di poter "affluire [a salvaguardia di] Tolone provenendo da ovest e da est dell'altipiano tra Reppe e Gapeau" .

C. La progressiva sostituzione delle.forze tedesche nella piazzaforte marittima e intorno a Tolone rispettivamente da parte dei corpi della R . Marina, della divisione Lupi di Toscana a cavallo di Tolone e l'avvicendamento tra la divisione Piave e la divisione Taro ad est della città . A seguito di accordi tra i comandi supremi, il 1° dicembre, l'ammiraglio di squadra italiano Tur si presentò al comando d'Armata per "assumere il comando Piazza Militare Marittima Tolone previa graduale sostituzione attuale presidio marittimo germanico con forze R. Marina". Lo stesso giorno, circa duemila marinai italiani transitarono da Mentone diretti a Hyères su tre convogli ferroviari . Non entrarono subito in Tolone: si appoggiarono presso le caserme di Hyères, dove si sistemarono in vista dell' avvicendamento.299

299 Telegramma 4A 9408/0p. ore 17 del 1° dic. 1942 (AUSSME 2079-8). Scrive Tur nel suo libro citato: "Il mattino del 2 dicembre, prima delle 8, tutto il personale, partito da Livorno con i relativi materiali, è ad flyères. Dopo aver ben analizzata la situazione in base agli elementi che mi ha fornito l'ammiraglio De Feo ed a quelli avuti dal generale Vercellino, riunisco i capi servizio ed impartisco le direttive per il lavoro da svolgere, con l'ordine di iniziarlo immediatamente nella zona dove possiamo subito rilevare i tedeschi e dove le opere sono abbandonate. [ .. .]Il generale Hauser, alto, magro, porta sul volto i segni di una gra ve ferita ricevuta in uno dei tanti comba11ime11ti ai quali ha preso parie.[ ...] Egli insiste perché la lv/arina italiana vada al più presto a Tolone e l'esercito nostro rilevi le sue truppe ove il cambio non è ancora avvenuto[ . .. / !l lavom da eseguire sarà enorme, / ...j . Solo quello che riguarda le balle rie rwvali e antiaeree comporlerà la rimessa in efficienza di circa IO /Ja1terie semidistrutte o distrutte, con un totale di /00 cannoni di vari calibri dal 75 mm. al 340 mm , i relativi collegamenti, le direzioni del tiro, ecc." Tur, op. cit..pagg. 68-70 . Fra i compili della R. Marina c'era quello di "sostiluire progressivamente con personale italiano quello tedesco su 11avi site a ponen/e di Hyères, in attesa equipaggi iwliani provenienti da Genova" . Telegramma SMRE 20903 del 1° dic. I 942 (AUSSME 2079-5).

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Alle estremità della Piazza si sarebbero gradualmente schierate la Lupi ad occidente e la Taro dall 'altra parte, verso Hyères, al posto della Piave. Sin dal 29 novembre la Lupi, era stata orientata a spostarsi "progressivamente nella zona cli St. Maximin [St. Maximin la St. Baume] La Roquebrusanne per mettersi in misura di raggiungere in prosieguo di tempo, la zona tra La Ciotat e Tolone per la rotabile cli Signes" . Questa rotabile, svolgendosi da Signes alle spalle di Tolone, conduce direttamente alla Ciotat.300 Comandi, grandi unità e reparti tedeschi che, giungendo da nord , avevano partecipato al disarmo della flotta francese, il 30 novembre erano ancora intorno a Tolone: il comando clell'SS Gen.Kclo (Pz.) si trovava a La Valette; la 7a divisione corazzata ad Aix, con i reggimenti nella zona cli Ollioules - all'immediata periferia nord ovest di Tolone- , tra Portalis e Fort Balaguier (estremi tà ciel molo sud della «piccola rada») ad occidente, e tra Fort Mourillon (estremità del molo nord) e Cap Brun (escluso).301 Il 9 dicembre, a seguito cli ordini clell'Ob.W. e di accordi con il gruppo Felber, il comando 4" Armata stabilì il calendario degli avvicendamenti . Il 12 e il 13 cl icembre, la divisione Lupi si sarebbe progressivamente avvicinata alla costa facendo un gran girn attorno a Tolone: da Trets per Roquevaire e Gémenos (ai piedi occidentali de La Sainte Baume), sarebbe giunta sulle posizioni dalla parte di OHioules, per esse-

300

Lettera 4A 9290/0p. de l 29 nov. 1942, citata. Della futura sistemaz ione tlifons.iva si ha notizia anche da una comunicazione de l comando del XXII CA del 3 dicembre. Da essa risulta che il settore tra Cap Brun (est di Tolone) e Rochers des Aigles (La Ciotat), pur occupato al momento dai Tedeschi, sarebbe stato affidato successivamente alla Lupi di Toscana e ai reparti della Regia Marina. Tra Cap Brune Cap Cavalaire, la costa sarebbe stata presidiata dalla Piave, almeno sino al suo avvicendamento da parte della Taro. Lettera XXII CA 4171 /02 03/12/42 (AUSSME L-13, 22~, carteggio Cit. (36Cit)). Il comando del corpo d 'armata chiedeva al suo ufficiale di collegamento presso il comando Felber di farsi interprete dell'esigenza di ricogni zioni della zona da parte cli ufficiali de lla divisione italiana. 30 1 Lettera citata 37/Cit. 5 dic . 1942 (AUSSME L-1 3, 225, carteggio Cit) . Il documento segnala la presenza ad Ollioules di gruppi tattici; mentre, in città, si trovavano reparti di artiglieria corazzata (Sturmgesch(itze) ed un battag lione di fanteria motori zzata insieme a un reggi mento territoriale ed ad unità di vario genere, tra i quali un reparto contraerei fe1Toviario . La 7" div.isione corazza ta era costituita di due reggimenti carri (5° e 6°); un reggimen to di granatieri corazzati (5°) cd un reggimento di artiglieria corazzata (78°). Più preciso sugli avvicendamenti è un documento tedesco in data 10 dicembre (57 Cit in data 11 dic. 1942, AUSSM E L-1 3, 225, carteggio Cit), il quale d11 un quadro completo degli avvicendamenti già av venuti tra divisione Lupi e reparti del.la T divisione corazzata.

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re in grado, il giorno dopo, di sostituire sul posto la 7a divisione corazzata . A mezzogiorno ciel 15, la Lupi cli Toscana avrebbe assunto definitivamente "la responsabilità del settore ad oriente dell'allineamento Pertuis [sulla Durance] - Aix - Roquevaire - Gémenos - Portalis rBandol]" .302 Sotto la stessa data, il comando militare marittimo italiano in Francia assumeva quella della piazza di Tolone. Più o meno nello stesso periodo avvenne la sostituzione della Piave ad opera della Taro. Per evitare che tutto il fronte di Tolone fosse in avvicendamento nello stesso momento, i movimenti iniziarono il 15 dicembre; la sera del 16 la Taro aveva completamente sostituito la Piave.303 Tutto avvenne come programmato. È interessante notare che, proprio per il timore cli azioni alleate, all'effettivo schieramento della Lupi sulle nuove prn,izioni, corrispose la misura di assicurare al comando ciel XXII CA una riserva. Essa fu tedesca e costituita dal gruppo corazzato di Ollioules (gruppo Fick) cli cui si è dianzi parlato, ma impiegabile solo in caso di sbarco nemico e su ordine cli Felber. Le parti si scambiavano. II gruppo rimase in tale posizione sino alla definitiva partenza dell'SS Gen. Kclo (Pz.).304 Al termine delle sostituzioni e degli avvicendamenti, la Lupi si trovò dunque schierata a cavallo di Tolone, tenendo la fronte tra Bandol e Cap Nègre (nord est di Hyères); sul retro, il settore giungeva sino ad Ollioules. La Taro ebbe la responsabilità della fronte compresa tra Cap Nègre e Cap Cavalaire, donde iniziava il settore del XV CA.305 Al centro, l'organizzazione della difesa della piazza di Tolone ad opera della Regia Marina era tuttavia ancora lungi dall'essere completata . Anche perché il suo sviluppo, così come era stato previsto , avrebbe dovuto estendersi ad est sino a comprendere le posizioni della penisola di Hyèr'es e le isole di Porquerolles (golfo di Gyens), al momento ancora presidiate dalla Lup.i. Cosa che si verificava anche ad ovest, dove la divisione teneva gran parte della penisola del Mandrier, la quale avrebbe dovuto essere di competenza del Comando Marina.

302 Lettera 4A 9856/0p. del 9 dic. 1942 (AUSSME DS XXU CA 1101 - 12 1). 303 Situazione grafica della 4" Armata al 15 e 16 <lic. I942; copia 21 (A USSME DS

SMRE 2079-28 e 29). 3o4 Lettere 4A 9856/0p. del 9 clic. 1942 (citala) e Armeegruppe Felber 598/42 del 13 clic . 1942 (AUSSME DS XXII CA 110 1- 121 e 127). 305 Rapporlo di situazione mensile per il periodo 20 ,wv.-20 dic . 1942 (AUSSME DS 4A 1099-66, pag. 2).

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Una settimana dopo i movimenti descritti, infatti, il comandante dell'Armata incontrò l'ammiraglio Tur per una verifica del grado di efficienza della Piazza marittima. Ne risultò che gran paite delle batterie francesi non erano ancora in grado di operare, anche se si sperava di mettere in efficienza almeno quelle destinate alla difesa del p01to. A protezione diretta della zona portuale concorrevano ancora unità minori tedesche, e la difesa del perimetro difensivo della base navale era ancora ed interamente affidata ai battaglioni della Lupi. Ad est (tra il Forte Mourillon e Cap Brun escluso) era prevista la sostituzione dei repa,tì "entro pochi giorni"; ma le h·uppe cleJJa divisione ad ovest di Tolone (schierate sulla pa,te della penisola del Mandrier affidata alla Marina), sarebbero state sostituite non "appena si [sarebbero potute] avere altre forze della R. Marina".306 La situazione della Piazza marittima migliorò nel mese cli febbraio, allorché al Comando Militare Marittimo furono assegnati un battaglione ciel reggimento San Marco, due battaglioni costieri (26° alpini costieri e 513° Te1Titoriale Mobile) ed altri due dì Camicie Nere. 307 li problema non fu mai completamente risolto. Si vedrà infatti che nel giugno seguente, alcuni reparti della Lupi stavano ancora prestando concorso alla difesa posta in atto dal comando Marina di Tolone. Dal canto suo, la Taro dovette assumere la responsabilità della difesa della penisola di Hyères e delle isole che gli fanno corona.308

D. L'occupazione da parte dei tedeschi delle installazioni di interesse militare esistenti anche in territorio di pertinenza italiana e i timori italiahi di perderne il controllo. Gli accordi sull'andamento della linea di demarcazione (in base ai quali parte del territorio sottoposto al controlJo della ClAF, passava, per

'

306 Argomenti trattati nella riunione avvenuta il 23 dic. 1942 (ore 17 ,30- 19 ,30) presso il comando del XXII Corpo d' A. (AUSSME DS XX!I CA 1101-47). 307 Si veda la "Situazione particolareggiata delle unità della 4"Annata alla data ciel 1° marzo 1943. (AUSSMEDS 4A 1127-68). Più tardi il Comando M . Marittimo ricevé anche un reggimento costiero, il 165° su due battaglioni ed una compagnia presidiaria. "Situazione particolareggiata delle unità della 4"Armata alla data del 18 maggio 1943. (AUSSME DS 4A 1326-15). 308 Lettera comando 4" Armata 9444/0p. del 1° giu. 1943. (AUSS.ME DS XXII CA 1249-49).

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esigenze tattiche, al presidio tedesco), parvero porre in discussione la giurisdizione italiana d' armistizio al di qua ciel Rodano. La sensazione era rafforzata dal fatto che reparti dello stesso Anneegruppe presidiavano tuttora, qui e là, un po ' per le necessità del disarmo e, come visto, per esigenze di difesa, ulteriori zone di pertinenza italiana. L'aspetto più preoccupante era tuttavia rappresentato dal fatto che, a seguito dello stabilimento della nuova linea tattica, l'alleato potesse controllare tutto il territorio costituito dal grande triangolo compreso tra le Bocche del Rodano, La Ciotat (appena a ponente di Tolone) e l'area urbana di Avignone - Orange. Un'area di grande rilievo dal punto di vista del controllo d'armistizio, sia per l'entità dei depositi ivi presenti, sia per il numero di impianti industriali sottoposti a vigilanza. A Marsiglia esistevano tra l'altro oltre ad altri importanti parchi e stabilimenti delle Forze Armate francesi, i grandi Ateliers della Marina e le U sines St. Chamoncl e Finniny, che prima della guerra avevano prodotto i tipi più moderni cli carri armati. Stabilimenti aeronautici di rilevante impo1tanza avevano sede in Marsiglia e nei suoi dintorni a Marignane , Berre, Ambérieu. L'interesse maggiore per entrambi gli alleati si appuntava sull' importanza del retroterra e dei dintorni di Marsiglia dal punto di vista economico, sia per il patrimonio cli materiali di ogni specie conservativi in conseguenza del dinamismo delle attività portuali e mercantili, sia per i grandi depositi di combustibile che vi avevano sede (ERG cli Miramas) . Sull' intera zona di pertinenza italiana, e in patticolare in quello di cui si è potuta apprezzare l'importanza, la parte tedesca esercitava una netta preminenza, come consentivano peraltro gli accordi cl'annistizio; infatti, sia gli organi per il controllo dei combustibili, che come osservato risiedevano a Marsiglia, sia quelli cli controllo delle industrie belliche, con sede a Grenoble, pur essendo cli compos.izione mista, avevano presidenza tedesca. 309

3o9 Non a caso, a Marsiglia trovavano sede numerosi organismi delle Commissioni di con trollo italo-tedesche: la Delegazione traffico mercantile marittimo, la Delegazione recupero navi, la Delegazione mista controHo combustibili, a presidenza tedesca, la Delegazione controllo industria bellica, con sede a Grenoble e sezioni ad Avignone c Lione. A Marsiglia aveva sede la I Direzione regionale di controllo ùell 'Esercito, dipendente dalla Delegazione Esercito Controllo Scacchiere Alpino (DECSA). (Organizzazione della CIAF in appendice).Tn altra appendice si veda una carta tematica dell'epoca dalla quale si può apprezzare la densità degli insediamenti produttivi nella zona in parola.

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Una supremazia che, con l'occupazione nell'area industriale appena ricordata, sembrava porre a risch io non solo l'atteso tornaconto italiano in ordine ai materiali bellici o di generico interesse militare sottoposti a vincoli d'armistizio, ma anche l'eventuale auspicato sfruttamento economico della zona sotto controllo italiano. Più nel concreto, relativamente al momento in esame, la parte italiana era interessata al destino dei depositi d'armistizio , per il fatto che i materiali contenutivi, insieme a quelli provenienti dal disarmo francese , erano ormai necessari "per completare l'equipaggiamento delle un:ità della 4 11 Armata", come ebbe a dire Cavallero.310 L'area occupata dalle truppe tedesche per esigenze tattiche, infatti, ospitava la metà dei venti "gruppi cli deposito", organismi che riunivano un numero variabile - e quasi sconosciuto nella sua interezza - di depositi costituititi in zona a seguito dell'armistizio. Molti cli questi appartenevano al tipo «B» e contenevano armi, munizioni, veicoli, che da parte italiana si sarebbe potuto esigere in forza dell'articolo X della Convenzione d'armistizio. La possibilità cli attingervi era però impedita dal fatto che l'Italia vi aveva rinunciato in cambio di una rimessa di denaro; altri analoghi, di tipo «C», erano stati costituiti in regiine cli articolo XI, fatto che ne escludeva l' esigibilità .311 Ormai non v'era differenza tra i due tipi di stoccaggio. Queste circostanze facevano temere , non a torto , che le pertinenze armistiziali italiane non fossero così garantite e che grazie alla loro presenza i tedeschi potessero concorrere alla loro presa di possesso. Oltre tutto per il fatto che, al controllo degli organi territoriali della CIAF si erano sovrapposti reparti tedeschi incaricati della vigilanza dei depositi che nè erano privi.

310 Il 27 novembre Cavallero scriveva nel Diario: "poiché il ienerale v.Ru11ds1edt ha detto che la 4" Armara non è armala bene, verrà potenziata con armi e mezzi ritirati ai Francesi " (Diario, 27 nov. pag 597). A Vacca Maggiolini ru detto : "tutto quello che è armamento nella zona di Vercelli110 deve essere requisito. / . .. ] Quello che é in

Corsica passi a disposizione di Caracciolo. L'armistizio è finito " . Secondo Cavallero, Mussolini espresse invece diverso parere: "le armi ritirate dalla Francia siano mandate in Italia e non 1ttiliz.za1e in posw, per evitare che i Francesi abbiano la sensazione che avevamo bisogno delle loro armi" . (Cavallero, Diario, 2 dic., pag.608). l'n effetti però i materia li francesi fu rono realmen te utjlizzati. Un e lenco non completo dei gruppi di deposito e dei depositi è riportato in appendice. 311 La differenza tra i due articoli e tra i regimi cli esigibilità stava nel fatto che i materiali compresi nell ' articolo X erano stati impiegati contro l'Italia; gli altri appartenevano a dotaz ioni comunque esistenti ne lla Francia sottoposta a controllo arm istiziale italiano (fino al Rodano) .

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Secondo un documento della 4" Armata del 5 dicembre, sotto quella data i tedeschi occupavano ancora una ventina di depositi d'armistizio tra Hyères e Marsiglia e da Tolone sin quasi a Lione. Tutti in territorio assegnato alle pertinenze armistiziali italiane, ma in buona parte dislocati nel settore ceduto alle competenze difensive teclesche.312 Gli ufficiali cli controllo italiani della CIAF, che non avevano ancora superato il trauma di tale occupazione, si allarmarono ancor cli più allorché appresero della decisione improvvisa e inattesa (oltre che unilaterale ed inizialmente dissimulata) cli sciogliere l' Armée cl 'annistice. TI successivo disarmo diede luogo infatti a rinnovate sottrazioni indebite eia parte germanica, e a manifestazioni cli aperta insofferenza nei confronti delle disposizioni concordate sulle modalità di costituzione dei centri di raccolta che le truppe germaniche impiantarono dove loro più aggradava. La confusione che ne derivò contribuì a confermare i sospetti italiani . Nacquero in questo primo periodo certe tensioni e un contenzioso che fu duro a morire e di cui si parlerà fra poco.313 Come si è eletto, questa situazione di potenziale danno per gli interessi italiani fu dovuta al ritardo con il quale i reparti della 4a Armata giunsero in molte località comprese nei limi ti arm istiziali italiani e in particolare nelle zone del ricordato triangolo geografico . La concordata sostituzione dei reparti tedeschi di guardia prese tempo. Ciò, in parte per la carenza nel dispositivo italiano cli truppe territorial i eia destinare a tali incombenze; in parte per la complessità delle operazioni cli riordinamento del dispositivo che, come visto, assorbirono quasi tutto il mese di dicembre. Tuttavia nel territorio della 4" Armata non d iede luogo a significativi problemi di relazione, quasi che da parte tedesca si riconoscesse che questa pertinenza fosse fuori di ogni questione. Assai più complessa si presentò invece la questione nel territorio tatticamente «tedesco», per risolvere la quale fu necessario un accorcio

312 Lettera 4A 9290 del 5 dic. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-48). I depositi erano quelli di: Hyères, St Mandricr, Tolone, Aubagne, Marsiglia, Cuers , Bcrre, lstres, Miramas , Lemanon, Fontvieille, Avignone-Le Pontet, Orange, Orangc-Caritat, Valence, Leyment, Belley. 111 Gli organi armistiziali italiani si trovarono dunque con un certo numero di depositi d'armistizio dei quali erano conosciute dislocazione cd entità, e un gran numero di «depositi di disarmo» della cui situazione sfuggiva loro ogni dettaglio, pur potendo appartenere quei materiali a pertinenze italiane e nonostante che tali . Questo, a maggior titolo nella zona definita tatticamente «tedesca>, , nella quale i reparti tedeschi avevano assunto la vigilanza degli uni e degli altri , con sufficienza e intolleranza.

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articolato, che da un lato riconoscesse le pertinenze armistiziali italiane e dall'altro regolasse l' avvicendamento in maniera che contestualmente fosse possibile verificare il materiale contenuto nei depositi. Singolare è il fatto che i comandi germanici premessero per un rapido cambio della vigilanza anche in quelle zone passate al loro settore difensivo, per motivi derivanti, come accennato, dalle nuove destinazioni delle loro forze che vi provvedevano. Il che, insieme ad altre circostanze di cui si parlerà, sembra rendere ingiustificata l'apprensione italiana relativamente ai materiali bellici cli diretto impiego militare, a meno di accertati abusi di cui si tratterà fra poco. In realtà, i dubbi più fondati sulla lealtà dell'alleato erano alimentati da fatti più complessi, per gli aspetti più generali risalenti all'evoluzione negativa delle campagne dell' Asse, che metteva a nudo la precarietà dei rapporti fra il governo tedesco e quello italiano e la crescente subordinazione politico-strategica cli quest'ultimo. In altra misura, più particolare, le diffidenze traevano ispirazione da evidenti segni dell' intesa politica, creatasi tra l'occupante tedesco e Vichy. Nei territori di nuova occupazione, si avvertiva infatti più di un segno cli questa egemonia del comando tedesco in Francia, che, incurante delle esigenze dell'alleato, intratteneva relazioni dirette col governo francese, quasi che la situazione creatasi rappresentasse l'evoluzione naturale dell'assetto presente nella Francia già occupata. Spesso le autorità locali frances i presenti nel territorio di occupazione italiana, forti di questa relazione privilegiata, si rivolsero ai comandi tedeschi per ottenere una pretesa giustizia nei confronti di arbitrii italiani. Lo fecero ad esempio per additare alle autorità militari tedesche l'utilizzazione impropria di castelli siti in ten-itorio di occupazione italiana. E lo fecero anche per contestare il provvedimento di scioglimento delle unità militari cli transizione.314 Era dunque giustificato il sospetto italiano di veder passare ai tedeschi non solo i materiali dei depositi, che come si accennava avrebbero dovuto essere utilizzati per migliorare l'equipaggiamento della 4" Armata, ma anche gli aeroporti , le basi aeronavali, le infrastrutture industriali, i prodotti industriali e manifatturieri e i depositi carburanti esistenti nel teffitorio cli loro pe1tinenza. Persino a Tolone, destinata al

314 Questa situazione fu in realtà favorita dalla stessa organizzazione dei collegamenti tra autorità militari francesi e comandi tedeschi cli cui si parlerà. Circa la questione dei castelli si veda la tabella riportata in appendice.

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presidio italiano, i tedeschi si erano riservata la disponibilità dei materiali più importanti per le riparazioni navali. Una situazione non eludibile anche per la necessità italiana di ottenere dall'alleato la copertura contraerea della base.315

E. La ripresa del controllo armistiziale da parte italiana - Gli accordi italo-tedeschi di Parigi - La sostanziale conferma delle pertinenze armistiziali. Come si è osservato in precedenza , i comandi cli Roma non erano rimasti inerti di fronte ai rischi di cui si è parlato. Lo stesso 27 novembre , lo SMRE, d'ordine del Comando Supremo, aveva emanato al comando della 4a Armata le seguenti note disposizioni riguardanti la pertinenza italiana di certi depositi d'armistizio e dei materiali che risultavano dal disarmo francese:

"sulla base elenco depositi armistiziali armi, materiali e munizioni della zana sotto controllo, noto a codesto comando per comunicazione da parte CIAF, procedete immediatamente occupazione depositi stessi ed utilizzazione armi e materiale bellico comunque utile ai ftni rinforzo GU ed organizzazione difesa costiera e contraerea." E il giorno dopo i comandi di occupazione nel "ten-itorio metropolitano e in Corsica" ricevettero l'ordine di far luogo alla "immediata presa di possesso di tutti i mezzi delle forze armate francesi [ ... ] e di tutti i deposi ti armistiziali" .316 Tale facoltà, frutto cli verosimili accordi tra comandi supremi, fu confermata dal comandante superiore tedesco dell'ovest (Ob.W.). Questi presiedé infatti a Parigi una riunione cui parteciparono i rappresentanti delle Commissioni d 'armistizio italiana e tedesca con lo scopo

315 Rispondendo alle proposte che il capo dell'OKW, feldmaresciallo Keitel gli aveva formulato il 3 dicembre, di cui si è parlato nel precedente capitolo, Cavallero chiese di mantenere in Tolone, finché non fosse completo il dispositivo italiano, le un ità contraeree tedesche. Lettere citate Keitel WFST/Op. M Nr. 004647/42 Segreto 3 clic. 1942 e Cavallero 40970/0p 5 clic. 1942 (A USSME DS CS 1350-19 e 30). 316 Telegramma SMRE 20590 e 20597/0p. ore 20,30 del 27 nov. e ore I 1,45 del 28 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 2078-1 20 e 123).

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di definire le competenze delle due armate occupanti e i relativi compiti armistiziali scaturiti dalle complesse vicende precedenti. L'ObW confe rmò pienamente valide le ripartizioni territoriali fissate al tempo dell'armistizio. Delle conseguenti disposizioni si conoscono le «Norme» allegate alle direttive emanate dal comando della 4n Armata.3 17 In campo italiano tali norme parvero rivincita. Nell'emanarle, il comando clell' Armata ordinò infatti che i comandi ciel I e del XXII CA avrebbero dovuto provvedere all'invio di distaccamenti per la presa in custodia cli depositi ancora in mano a reparti clell' alleato:

"al fine di affermare al più presto possibile il nostro diritto agli importanti depositi già da noi controllati ed ora temporaneamente custoditi dai germanici [ .. .]. Alla sostituzione delle guardie tedesche con guardie italiane [avrebbe presenziato] un ufficiale del controllo CJAF con il compito di stabilire, mediante preciso inventario, la reale consistenza residua di ciascun deposito.[. ..]". Un controllo che aveva il sapore della pariglia.318 I grandi temi trattati nel corso dei colloqui d i Parigi e ripresi dalle «Norme» intervenivano infatti su tutta la complessa questione della futura occupazione, ed in particolare, oltre che sulla materia assai delicata del riordinamento delle Commissioni d'Armistizio - tema di cui si parlerà più avanti - , anche sui fondamentali aspetti della pertinenza dei materiali e dei depositi, e della destinazione degli armamenti francesi. Dei quattro punti nei quali si articolava la disciplina dei depositi e dell'appmtenenza dei materiali, il più centrale era quello riguardante il recupero del controllo

317 Gl i accordi furono siglati il 28 novembre, tra i Segretari generali delle Commissioni italiana e tedesca d' armistizio a Parigi, sulla base delle direttive "impartite dal maresciallo v.Rundstedt". Ne derivarono alcune «Norme» che le truppe d'occupazione avrebbero dovuto osservare in materia di materiali d 'armistizio e di disarmo e che, da parte italiana, furono d iramate il 3 dicembre 1942. Gli accord i paiono confermare la validità del la preesistente ripmt izione terri toriale conseguente ali ' armistizio e in particolare le competenze italiane. Se ne dispone unicamente d i uno stralcio allegato alle conseguenti direttive applicative emanate dal comando della 4" Armata che si illustreranno fra breve. Il documento del 3 dicembre è allegato integralmente. Let. 4A 9497 con tre allegati del 3 dic . 1942 (A USSME, Raccolta L-13, 225, carteggio Cit) . Il documento è costituito di un testo che insieme a due dei tre allegati fu redatto dal comando de lla 4'' Armata; il terzo al legato costituisce uno stralcio del le disposizioni diramate dalla CIAF che aveva condotto la trattativa con i tedeschi. Documento in appendice. 318 Si tratta dei depositi di cui a precedente nota.

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sulle pertinenze italiane sia d'armistizio, sia di disarmo. Un secondo tema, quello delle relazioni tra comandi operativi e organi di controllo d'armistizio, stabiliva in campo italiano una disciplina basilare per la futura organizzazione di quell'occupazione. Esso si riferiva al legame eia stabilire tra i comandi operativi e le Delegazioni di controllo, per proteggere i materiali da indebite appropriazioni e per garantire a queste ultime la possibilità dell'esercizio più completo del controllo. Le Delegazioni avrebbero dovuto infatti prendere intese con i comandi operativi:

"per il personale occorrente alla sorveglianza (guardie italiane) dei depositi già esistenti e di quelli che si creeranno con le nuove operazioni di disarmo, nonché di tutti gli impianti e stabilimenti aventi in,teresse militare (campi aviazione, depositi carburanti, ecc.) [ivi compresi, come si legge n.ell'allegato 2 al documento}, gli stabilimenti di produzione bellica e la gestione amministrativa dei materiali bellici che vi giacciono a!Lo stato di prodotti .finiti." Ed a tal fi ne a ciascuno dei comandi dei corpi d 'armata dipendenti sarebbe stato assegnato un organo cli controllo periferico CIAF della branca esercito, "corrispondente per giurisdizione territoriale". Ne conseguiva l' importantissima norma che "secondo accordi in corso con il Comando Supremo germanico, la giurisdizione dei corpi d'armata T e XXII, ai soli fini del disarmo e della custodia dei materiali" si sarebbe estesa sull 'intero territorio già posto sotto il controllo armistiziale italiano e, perciò, sino "al corso ciel Rodano tra il delta e Lione (esclusa) e add irittura al cli là del Rodano nel tratto compreso tra quest'ultima località e la frontiera svizzera, lungo la nota linea Montluel Meximieux - Pont d ' Ain - Nantua - Chatillon de Michaille - Bellegarde - St Julien". 319

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LI comando del XXII CA ebbe a disposizione la I Direzione regionale di controllo di Marsiglia; al .I CA toccò di sostenere l' opera della II Direzione regionale di controllo di Valence. La Sezione cli Nizza fu posta alle dipendenze ciel XV CA. Dal comando cieli' Armata sarebbero direttamente dipese le Delegazioni di controllo delle industrie belliche e dei combustibili, e ovviament.c, per i motivi appena esposti, quelle della Marina e cieli' Aeronautica. Quanto al nuovo ordinamento degli organi della C IAF, questi, "pur continuando a dipendere - ai.fini disciplinari, matricolari ed am,ninistrativi - dalla presidenza della C/AF, [erano} poste a diretta dipendenza della 4" Armata per quamo auiene al disarmo delle forze francesi e all'amministrazione del materiale bellico".

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Infine, sul rilevante aspetto dell'utilizzazione dei materiali, il più importante per le truppe occupanti, si ordinava di concentrare i materiali clell 'Armée de Transition - dalle armi ai quadrupedi - in depositi tali da agevolare "la sorveglianza eia parte degli organi cli controllo", senza che dette dotazioni potessero essere considerate "preda bellica" _320 Questa disposizione dovette essere stabilita per tener conto del punto di vista ciel governo francese, il quale sosteneva che tutto il materiale avrebbe dovuto essere considerato cli proprietà di Vichy e che solo a seguito di accordi sulla sua destinazione ai fini della difesa delle coste francesi sarebbe stato svincolato per il successivo impiego ad opera degli occupanti.321 L'accettazione cli tale princip.io, giuridicamente più fondato in quel momento, non impedì che "le truppe dell'Asse previe intese con gli organi cli controllo [avrebbero potuto] richiedere subito l'utilizzazione dei materiali occorrenti per le necessità immediate della difesa costiera e contraerea del territorio occupato (pezzi antinave , pezzi contraerei, pezzi anticarro, munizioni, ecc.)". Purché dunque dette dotazioni fos -

320 A titolo di chiarimento, anche se non se ne ha una prova positiva, si deve ritenere che gli <<speciali deposit i» furono costituiti nei preesistenti depositi o presso le caserme o le installazioni mil itari delle Forze francesi disciolte, inquadrati per agevolarne il contro llo nei «gruppi di deposito». La loro "specialità" derivava solo dal fatto che, per motivi di precisione giuridica, i materiali di disarmo dovevano essere separati dai primi. Alla loro costituzione dovettero altrettanto verosinùlmente provvedere le truppe incaricate del disarmo, impiegando per il controllo amministrativo personale del «Service de la dissolution» lasciato in posto presso le varie sedi per incarico dal governo di Vichy. In altre occasioni, specie in un secondo tempo, vi provvidero le stesse unità operative italiane che avrebbero fornito le guardie. Sembra, però, che i tedeschi non seguissero tali prassi, probabilmente perché ritenevano eccessive queste predisposizioni organizzative e preferissero accumulare il materiale nelle stesse località di disarmo. Occorre ricordare che sin dall ' I I novembre, l'ordinamento della CTA era stata profondamente rimaneggiato e ormai differiva completamente dall'omologa organizzazione italiana. In particolare, nelle zone oltre Rodano, la raccolta dei materiali di disarmo avveniva ricorrendo agli organismi logistici del comando tedesco d'occupazione. 32J La questione fu a lungo dibattuta fra rappresentanti del governo francese. e il comandante militare della Francia occupata (MBHF, von Sliilpnagel) Secondo i francesi, il materiale, nonostante le suddivisioni di comodità, e nonostante il suo blocco a seguito dcli' Armistizio, apparteneva llltto allo stato francese, con il qualc gli alleati cieli ' Asse avevano firmato una Convenzione ancora in vigore. Il disarmo dell 'Armée de Transiiion rappresentava un ritorno alle origini di detta Convenzione, non necessariamente il mutamento del regime esistente tra le parti . Inizialmente da parte dell'Asse si ritenne tale principio maggiormente fondato su presupposti giuridici .

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sero impiegate per la difesa della «Francia libera» , che il governo di Vichy riconosceva essere affidata ora definitivamente alle unità dell'Asse. Nel rispetto di tali principi sembra operare il comando dell'Armata, allorché, richiamando i compiti delle grandi unità dipendenti, scrisse che "nella situazione in atto è di preminente importanza rafforzare la difesa costiera con il maggior numero di armi e.e. e automatiche e quella contraerea con ogni mezzo disponibile", definendo peraltro la disciplina della formazione di depositi di campagna con materiali tratti da quell i francesi e pretendendo "il più severo controllo per impedire evasioni ed indebiti dirottamenti" .322 Le limitazioni ten-itoriali sull'impiego degli armamenti e delle dotazioni francesi imposte dalle «Norme», furono uno dei motivi, se non il maggiore, che alla fine di dicembre imposero ai tedeschi di dichiarare l'occupazione totale della Francia e l'applicazione delle misure relative all'esercizio di potenza occupante.323

F. Il progressivo stabilizzarsi dei rispettivi settori difensivi italiani e tedeschi - la conseguente sostiti(zion.e da parte italiana dei presidi tedeschi nel controllo delle installazioni civili e militari - la questione degli aeroporti esistenti nel territorio italiano - l'adesione tedesca agli accordi - la questione degli ammanchi di materiale.

L'attuazione delle «Nonne» di Parigi prese un certo tempo, anche nei settori - temporaneamente presidiati dai tedeschi - che sarebbero dovuti rientrare sotto comando operativo italiano. In questi settori, la presenza gerrnanica rimase significativa almeno sino alla fine cli dicembre , per

322 Lettera 9290 del 29 nov. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-48). In precedenza cli.ramando le «Norme» il comando d'Armata aveva così sollecitato i comandi dipendenti: "specialmente imeressa ai .fìni della difesa costiera e contraerea il riliro dei materiali del gen io esistenti nei depositi di Fréjus, Digne, Marsiglia; 1lvignone (Le Ponte!) Valence, Gap, e Grenoble ( Poligono di Buttes) ". 323 Come si vedrà, la dichiarazione di occupazione totale presentata dall'OKW al governo di Vichy è del 27 dicembre 1942. Fino all'analoga dichiarazione italiana del 14 gennaio 1943, non avvennero trasporti di anni in l.tal.ia, di cui i francesi ebbero a lamentarsi lungamente.

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necessità prevalentemente organizzative, ma anche cli carattere operativo richieste dall 'incompletezza del dispositivo italiano. Ovviamente più complessa fu la sostituzione dei presid i tedeschi di vigilanza a depositi e installazioni cli vario genere presenti nella zona ciel triangolo delle Bocche ciel Rodano, che apparteneva ormai al settore di operativo di Felber. Oltre alla necessità di circostanziati accordi spinti sino ai minimi livelli di comando, la situazione si palesò qui più intricata per via dei problemi relativi alla riorganizzazione del d ispositivo tedesco . L'.interesse maggiore dell' Ob.W. , in quel periodo, risiedeva infatti nel fissare il regime che avrebbe regolato la coesistenza italo-tedesca di Tolone, col recupero delle forze che avevano dato l'assalto alla piazzaforte e l'adeguamento ciel dispositivo cli occupazione ai fini della difesa costiera . Nel periodo in esame, infatti, la 7" divisione corazzata, che occupava gran parte della zona sita al di qua della demarcazione italoteclesca, iniziò il mov imento fen-oviario verso il fro nte orientale.324 Il 15 dicembre, il comando Felber diramò l' «ordine n.8» in base al quale a partire dal successivo 18, il comando stesso avrebbe assunto la responsabilità di tutta la costa mecliten-anea francese ad ovest di Banclol, sino alla frontiera spagnola. li complesso dei movimenti stabiliti contemplava la ripartizione del settore ad ovest di Bando! in tre fronti divisionali. Per quanto di più d iretto interesse, a fianco della div isione Lupi, il settore Portal.is - Sal ine di Giraucl era affidato alla 335" di fanteria. 325 Per la parte italiana la situazione era simile: nessuna azione efficace nei confronti dei depositi in territorio «tatticamente tedesco» poteva essere completata finché le divisioni ciel XXII CA, il corpo d'armata

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Tra il 24 novembre 1942 e il 2 febbraio 1943 si consumerà la tragedia della 6" Armata tedesca e delle truppe romene, accerchiate a Stalingrado. La 7~' divisione corazzata inizierà a muovere per costit uire riserva per il Gruppo di Armate del Don. La 10" divisione corazzata di lì a pochi giorni sarebbe passata alle dipendenze del Gruppo cli Armate Sud, in vista del trasferimento in Tunisia, ove la situazione non era mig liore. 325 Lettera Armeegruppe I 984/42 del 15 dic. 1942 (AUSSME L-1 3 , 225, Carteggio Cit). Le divisioni tedesche schierate sulla fronte mediterranea erano, eia est ad ovest, In già citata 335'; la 327°, dalle (escluse) Salines de Giraucl a Grau de Vendres (Cap d' Agde - Béziers sulla costa); la 326" di qui alla frontiera spagnola. Mentre era ili corso il ritiro dei gruppi tattici delle divisioni de lla riserva (richiamati) - del cui avvic inamento alla costa si è parlato in occasione dei vari segnali premonitori delle opera,.ioni tedesche in Tolone - stavano invece affluendo le divisioni tedesche <li fanteria motorizzata 386" e 345', appartenenti alla riserva generale del Gruppo d'armate D (Ob.W.) . Quest'ultima doveva dislocarsi , a cavaliere del Rodano, parzialmente in territorio «italiano» per pertinenza armistiziale, alle spalle della 335'' divisione cli fanteria.

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interessato alla sostituzione di reparti tedeschi, non avessero concluso il nuovo schieramento lungo la costa. Proposito che si è visto portato a termine solo il 15 dicembre. Ai fin i del ripristino della competenza italiana sugli impianti militari o cli interesse militare, fu invece predisposta celermente la sostituzione dei reparti tedeschi laddove essi presidiavano le installazioni nel territorio definitivamente affidato alla 4" Armata. In ciò sollecitati dagli stessi auspici ciel comando Felber il quale intendeva recuperare truppe e coesione delle unità. Tali provvedimenti furono più che altro associati ali' intenzione italiana di far valere i propri diritti territoriali, anche in danno di convenienze operative. Un reclamo italiano riguardò gli aeroporti e gli aerocampi. Il 2 dicembre, il comando dell' Armata informò il comando Felber affinché , in armonia con le prescrizioni della Commissione Tedesca cl' Armistizio (CTA) sulla consegna "agli organi armistiziali italiani cli tutti i depositi della zona di pertinenza italiana" , fossero "date disposizioni che i campi di volo di Palivestre, Le Luce Cuers, [fossero] lasciati al controllo da parte delle nostre truppe" .326 In realfa, la vera ragione delle pretese italiane non discendeva dalla necessità cli utilizzare quegli impianti per la R. Aeronautica, anche se talvolta si cercò di addurre tale motivo. Invece, se si esclude un mero pretesto di pertinenza territoriale o una questione di principio, che pure non dovettero essere secondfu·i , si deve ipotizzare che detti campi di volo, anche quando non costituivano luoghi per il 1icovero o concenw1zione di aerei francesi, disponessero di dotazioni considerate assai appetibili da pa11e italiana, e alle quali non era escluso che in fulUro si potesse attingere, nonostante i vincoli del momento. Non a caso nella circostanza analoga dell'aeroporto di Hyère~_, allorché fu sostituito .il locale distaccamento di guardia tedesco, il comando ciel XXII CA ordinò alla divisione Taro cli far redigere "un verbale di consegna che [contenesse] anche l'elenco dei materiali esistenti" .327 Per il comando tedesco, al contrario, la prima esigenza era quella cli

326 Questo episodio mostra una tipica situaz ione di contenzioso italo-tedesco, prodotto in generale da necessità opposte, eia parte italiana volta a ripristinare il proprio controllo sui depositi e le installazioni francesi e , da parte tedesca, maggiormente indirizzata aUc necessità militari. 327 Lettera dell'ufficio di collegamento del XXU CA con I' Armeegruppe Felber 29 Cit. 2 dic. 1942 (AUSSME L-13, 225, carteggio Cit.); e Leuera XXII CA al comando Taro 1246/03/A 31 clic. 1942 (AUSSME L- 13 225).

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utilizzare gli aeroporti e tutto ciò che ne completava la funzione, ericadeva nella disponibilità dei reparti di volo che la 3" Annata aerea di Speer vi aveva destinato per la difesa ciel litorale. Ricomporre questa ed altre dispute richiese qualche tempo, quasi sempre con un compromesso sull'autorità di comando, ovvero 1ipartendo il materiale in base alle effettive necessità del reparto aereo tedesco; talvolta, nei casi di maggiore importanza di certe sedi per i beni custoditivi, con il trasferimento di reparti di volo da osservazione a favore della 4" Armata.328 Non che all'atto della sostituzione delle unità tedesche presso i depositi veri e propri e le altre installazioni simili in ten-itorio definitivamente occupato dalla 4" Armata non fossero sorti problemi. Infatti, la realtà delle consistenze residue dei depositi e delle altre sedi di accantonamento cl i materiali di disarmo - dopo il temporaneo stazionamento o il passaggio delle truppe tedesche - emerse solo dopo un po ' di tempo, allorquando furono completate le ricognizioni degli organi CIAF. Tale attività, è bene notarlo, fu svolta con una certa calma, per la precedenza che si d i.ede al controllo dei materiali dei depositi siti oltre la linea di demarcazione tattica e cioè nel più volte ricordato triangolo ciel Roclano .329

328 Dopo qualche tempo, si giunse ad un accorcio cli compromesso: i tedeschi avrebbero lasciato quegli aeroporti che non erano essenziali alla difesa aerea o che fossero troppo avanzati o troppo vicini agl i schieramenti terrestri . Per esempio, l'occupazione da parte della Luftwaffe e della dipendente Flak (artiglieria contraerei) del "campo ed idroscalo di St.Raphaé'I" perdurò senza problemi. Fonogramma del XXII CA registrato come 1 Cit. in data 27 nov. 1942, AUSSME L-13, 225, Carteggio Cit. Per il campo di Cuers-Pie1Tefeu, la questione fu regolata lasciandolo alla Luftwaffe, pur con guardia italiana. ln tal senso a seguito di un colloquio tra il capo di SM del XXll CA e il comandante tedesco clell' aerocampo, fu deciso che vi sarebbe stato un solo comandante (italiano) per la difesa della base aerea e la vig ilanza conseguente. Verbale del la riunione tra il colonnello di SM Nurra e il maggiore della Luftwaffe Wolf avvenuta in data I 8 gen. 1943 (AUSSME DS XXII CA I !02-76) . Il campo di Cuers a quell'epoca costituiva base anche per una squadri glia italiana cli Osservaz.ione Aerea della 4" Armata, che vi era stata di.rottata "per affermare il possesso" dell ' aeroporto cli Cuers. Telegramma 4A 14/01/43 (AUSSME DS 4A 11 27- 14). Più tardi il comando cieli' Armata diramò una disciplina generale sulla materia, la quale stabi liva che "compiti dei reparti del R. Esercito presenti presso 1ali campi[ .. .} con compiti di vigilanza ai depositi di materiali di p .b., deve concorrere alla difesa dei campi stessi da azioni nemiche". Lenera 4A 3 J80 del 26 feb. 1943 (A USSME L- 13 225 Carteggio Cit). 329 La sostituzione dei reparti tedeschi al cli qua della linea di demarcazione fu completata solo il 26 dicembre 1942. Si vedrà successivamente che molti depositi erano stati saccheggiati direttamente dalle truppe; in altri casi, a detta dei responsabili tedeschi si erano verificati errori o dirottamenti di materiale per esigenze superiori. Ciò avvenne in particolare nel territorio temporaneamente presidiato dai reparti tedeschi ad Orange e Valence, e in qualche località della Savoia.

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La fase riguardante l'avv icendamento nei depositi cli pertinenza CIAF, siti al di là della Linea di demarcazione, nel territorio definitivamente in mano tedesca fu infatti più lunga, complessa e contrastata . In generale, secondo il verosimile punto di vista tedesco, la competenza italiana sui depositi e i materiali in territorio «operativo» tedesco e la conseguente presenza di reparti italiani destinati alla relativa vigilanza, se presentavano il vantaggio di sollevare le unità clell' Armeegruppe Felber dagli oneri territoriali, risultarono alla lunga un problema di unicità cli comando e di indebolimento ciel dispositivo difensivo alleato nel suo complesso, distogliendo - come almeno accadde in un primo tempo - forze importanti per compiti secondari. Una direzione unitaria e l' affidamento cli entrambe le incombenze, operative e territoriali, ad un unico comando, sarebbero stati preferib ili .330 Inoltre, non si sbaglia ad immaginare che almeno inizialmente l'avvicendamento avesse creato tensioni con le truppe dell'alleato, le quali consideravano quello sul quale gli ital i.ani conclamavano la propria competenza, un territorio dove erano giunte per prime, e dove, come si vedrà, ritenevano avere qualche diritto d'~ùloggio e di prel ievo, anche arbitrario, a maggior ragione perché quella zona era affidata alla loro difesa. Secondo questa prospettiva, l'attribuzione ai CA della 4a Armata della responsabilità ciel presidio cli impianti di interesse militare in teITitorio «tedesco» e quella di favorire il compito degli organi della CIAF (loro distaccati) nella funzione ispettiva e di recupero dei materiali, diede un'impressione cl i diffidenza e di sospetto. Inoltre , certe visite non preannunciate per la presa in consegna dei materiali , parvero confermare il precedente giudizio, aggravato da talune forme di puntigliosità e cli recriminazione (come l'indifferenza al fatto che qualche inadempienza andasse attribuita all 'avvicendamento e che perciò non era facile risalire ad eventuali ammanchi) . Non ultime ragioni di contrasto paiono risiedere nella genericità delle intese, e nelle prassi troppo rigide e intransigenti degli organ i di controllo, a fronte cli situazioni particolari.331

330 L' idea d i concentrare nel settore di Marsiglia ceduto per necessità tattiche all'Armeegruppe Felber le responsabilità operative e quelle territoriali emerse successivamente nel marzo I 943, allorché si presentò il problema della spartizione dei veicoli di preda bellica francese . 331 È peraltro possibile che in qualche misura certi contrasti avessero fondamento psicologico: due division i tedesche si stavano preparando ad andare in Russia e talune forme di mcrjcolosità da parte italiana dovevano infastidire ancor più.

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In realtà, non si può dire che queste difficoltà fossero introdotte ad arte o che esistesse una sorta di ostruzionismo da parte del comando tedesco. Il comando Felber già dal 6 dicembre aveva fornito infatti assicurazione ai comandi italiani sull'avvenuta diramazione ai "competenti comandi dipendenti" delle disposizioni "relative al passaggio di sorveglianza alle truppe italiane dei depositi armistiziali elencati nel foglio a riferimento [allegato 3 alle «Nonne» emanate dal comando della 4" Armata con lettera citata del il 3 dicembre]". Segnalazione che conferma la già ricordata priorità accorciata dalle autorità italiane ai più importanti depositi cl ' armistizio .332 La buona volontà e il rispetto degli accordi da parte tedesca sono dimostrati eia una lettera del comando dell 'Armeegruppe Felber in data 14 dicembre . Si trattava di un preavviso ind irizzato alle unità dipendenti per informarle che:

"dal giorno 15.12.1942 le FF.AA. italiane [avrebbero preso] in consegna i depositi di materiali delle FFAA . francesi dislocati nel territorio sottoposto al controllo [armistiziale} italiano . [ . . .] Le FFAA . italiane assumeranno la sorveglianza anche dei depositi, presi in consegna, che sono dislocati nel territorio di occupazione tedesca . Dai depo siti jiwicesi dislocati nel territorio di controllo italiano non dovrà essere asportato nulla per conto delle FF.AA. tedesche [ . . .]" .333 Anche se non dovettero mancare problemi dovuti al ricordato riordinamento delle unità clell' Armeegruppe Felber, altri fu rono originati eia disguidi o da qualche malizia italiana, figlia a sua volta della già riferì-

332

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Lettera dell' ufficio di collegamento del XXII CA con I' Armeegruppe Felber n.39 Cit. in data 6 dic. 1942 (AUSSME L-13, 225 Carteggio CiL). Anche il comando ciel XX.li CA, il 3 dicembre scrisse al proprio ufficiale d i collegamenlo presso il comando Fclber, capitano Ottorino Pezzi, cli "prendere accordi f ...f allo scopo di effettuare il passaggio di sorveglianw dei seguenti depositi armistiziali auualme111e occupati da personale tedesco [ed anche in zona "tedesca" f e che per convenzione intervenura a Parigi tra CIAF e CY:4 , debbono essere occupati da /ruppe italiane essendo ubicati in territorio sotloposto a controllo italiano: St . Mandrier [deposi10 contenente materiali dell') (aeronautica); Tolone (esercito, marina, aeronaurica); Aubagne (marina) : Marsiglia (esercito e rnarina); Berre (aeronautica); lstres (aeronautica); Miramas (esercito ed aeronautica)". (AUSSME, L-13, 225, carteggio Cii, 33 C it.) . 333 Lettera A.Gr.Felber 1814/42 ciel 14 <lic. 1942 (AUSSME L-13 , 225, Carteggio Cit), lettera riportata in appendice.

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ta diffidenza preconcetta nei confronti dell'alleato . Di ciò sembrerebbe testimonianza un rapporto del 23 dicembre, redatto dal capo ufficio Servizi cli Felber, sul fatto che:

"la presa di consegna dei magazzini nel territorio sottoposto a controllo italiano ed occupato dalle truppe tedesche si /fosse} effettuata senza che l'Armeegruppe Felber ne fosse stato preventivamente avvisato.[ . . Inoltre] il .frequente cambio dei reparti che dovevano fornire le guardie [in relazione al rimaneggiamento del dispositivo tedesco J ha fatto sì che la consegna non [aveva potuto essere effettuata} ovunque. Solo da questo fatto può essere derivata l'impressione, presso la 4a Armata italiana, che le truppe tedesche abbiano voluto ritardare la consegna. Qualsiasi ritardo può essere evitato preavvisando tempestivamente il comando tedesco [ ...]"3 34 L'ammissione deJI 'ufficiale tedesco che certi "piccoli quantitativi di armi e di attrezzi" asportati dalle truppe tedesche erano serviti per l'organizzazione difensiva ìn posto, di fronte all'accusa d'aver sottratto dai depositi "tutti gli apparati di precisio ne", denunciata dal rappresentante ciel comando dell'armata italiana nella stessa sede, denota negli ispettori italiani non solo un atteggiamento fiscale poco appropriato al momento e alle condizioni delle sostituzioni, ma anche un accanimento reso grottesco dalla modestia del contendere e dall'imprecisione dei rilievi. Indagini successive nel territorio tatti.camente riservato all'occupazione tedesca, rilevarono come l'ammanco dì quel tipo di materiali fosse inilevante. In realtà, sì verificarono effettivamente alcuni episodi di ammanco cli materiale ottico di precisione, oltre che di altro genere, come mezzi

334 «Rapporto sul r isul tato dei colloqui avuti presso il comando della 4" Armata italiana circa la consegna dei materiali già appartenenti alle FF. AA. frances i» redatto dal capo ufficio Servizi del comando Fe lber, maggiore v. Hausen, il 23 dicembre 1942 (AUSSME, L-13, 225, Caiteggio Cit). In append ice. L' incomprensione aveva le sue fondamenta in una duplice ragione. Da una parte, l' insufficiente preavviso. Le forze italiane era previsto dall'indomani, cioè dal 15, p rendessero in consegna e vig ilassero i depositi di materiali delle FF . AA. francesi (cioè quelli di disarmo). Dall'altra proprio il fatto che, mentre la prima segnalazione del comando Felber si riferiva ai depositi d'armistizio, la seconda era relativa ai materiali ancora accantonati sui luoghi del disarmo e che j Tedeschi avevano trascurato di far afflui re in depositi più sicuri secondo le dispo sizioni italiane.

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delle trasmissioni, vestiario ed equipaggiamento indiv iduale, ecc. Interrogati circa tali sottrazioni, i comandi tedeschi si giustificarono quasi sempre col fatto che le truppe presenti in zona erano convinte di poter utilizzare il materiale francese esistente nelle caserme dove alloggiavano o che si trattasse di sottrazioni individuali poco controllabili.335 Come si vedrà, l'i nteresse sistematico tedesco si appuntava su materiali di maggior rilievo strategico. S i deve rilevare pertanto che finché si trattò di depositi armistiziali, non ci fu aperta né organica appropriazione tedesca, e che la massima parte del contenzioso di cui si è potuto venire a conoscenza, riguardò sottrazioni tedesche presso depositi «cli disarmo». Nonostante, specie da parte italiana, si fosse insistito sulla convenienza di far r ientrare i materiali distribuiti alle forze francesi nei depositi d'armistizio , in molti casi la raccolta delle dotazioni da parte tedesca avvenne direttamente presso le installazioni ove erano state disarmate le truppe di Vichy. Più in generale, si può ritenere che certe tensioni tra occupanti e organi armistiziali in territorio francese ceduto ai tedeschi, furono per un verso il prodotto dell'apparente astrusità dei diritti italiani agli occhi di reparti minori tedeschi isolati, e, peraltro, dall'atteggiamento arrogante - elemento psicologico non di secondo piano - col quale certi comandi germanici affrontarono la questione. Questo atteggiamento, che contrapponeva l'incomprensione dei meccanismi dai quali discendevano le «pretese>> italiane, e la difesa dei supposti diritti delle truppe giunte per prime in quei luoghi, appare in tutta la sua evidenza dal tenore cli una lettera, del 12 dicembre, indirizzata dalla I Direzione regionale (CIAF) di Marsiglia al comando della 335a divisione cli fanteria tedesca. Leggendo questo documento, si matura l'opinione che, almeno in un primo tempo, le unità della divisione tedesca si ritenessero padrone soprattutto dei materiali catturati a seguito del disarmo, non riconoscendo nessuna autorità agli organi di controllo italiani ed

335

Gli episodi interessanti l'illustrazione presente avvennero soprattutto ad Arles ed Avignone. Solo un caso fra quelli reperiti, relativo alla «requisizione» ordinata da una sezione francese dell' organizzazione degli Approvvigionamenti dell'esercito tedesco di materiali di vestiario ed equipaggiamento individuale, pare essere più rilevante. In appendice due casi Se ne parlerà successivamente. Un esempio di rimostranza espressa dal capo del Nucleo di collegamento e controllo n.3 (Marsiglia) per le sottrazioni di materiali da caserme del III battaglione del 21 reggimento di fanteria coloniale (RIC) è in appendice.

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agli agenti amministrativi francesi cui, a mente delle «Norme» stabilite a Parigi , risaliva la responsabilità del controllo e della contabilità del materiale. Fosse per ignoranza o per pmtito preso non si può dire, ma una frase usata nel testo della lettera della Delegazione - "quanto alla consegna vera e propria dei materiali, in sede di sopralluogo l- . . l le autorità tedesche favrebbero dovuto notificare ... ] il mater iale recuperato all'atto dell'occupazione e lquello] comunque prelevato successivamente dalle Autorità germaniche" - , lascia intendere che le truppe tedesche avessero proceduto anche nei primi tempi dell'avanzata, e dunque in questo caso nei confronti dei depositi d'armistizio, ad una certa accumulazione per usi propri. La quale, se non autorizzata, era tuttavia tollerata.336 Queste vicende illustrano meglio di altri commenti l'atmosfera del momento, la volontà di recuperare il controllo della situazione e l'atteggiamento di rivalsa degli italiani, ed il fatto che i tedesch i, pur non osteggiando il diritto italiano , in un primo tempo ebbero un atteggiamento ambiguo che irritò e preoccupò gli organi italiani di controllo. In realtà, è più verosimile che essi ritennero eccessivamente burocratiche e poco «operative» le misure che gli italiani andavano adottando; e che preferissero invece soluzioni più sbrigative che li impegnassero meno, ma non perché intendessero pianificare una vera e propria campagna di sottrazione di materiali. Se, come detto, l'azione degli organi CIAF avesse dovuto dimostrare che da parte italiana si procedeva con la correttezza e in conformità alle regole stabilite clall 'Ob.W. probabilmente per evitare un'ancora prematura spoliazione, e, forse, le temute manifestazioni cli «conquista» eia parte italiana, essa conseguì tale risultato. È anche possibile che le predisposizioni ed il rigore contabHe degli stessi organi contribuirono probabilmente ad evitare saccheggi ulteriori, resi possibili dalla facoltà accorciata alle truppe dell'Asse di prelevare i material i necessari per esigenze immediate della difesa costiera. Possibilità che lasciava aperta la po1ta a sottrazioni non autorizzate, se non ci fosse stato un effettivo con-

336 Lettera I Direzione di controllo regionale CIAF 2489/02 del 12 dic. 1942 (AUSSME L-13, 225, Carteggio Cit). Secondo gli accordi di Parigi, residuo personale militare francese "sotto controllo degli organi armistiziali italiani, [doveva] amministrare e provvedere alla co11se1w1zione dei materiali già appartenenti al rispettivo corpo." La 335" divisione di fanteria tedesca occupava gran parte della zona meridionale sulla quale si sta appuntando l'esame in corso.

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trollo; e tale controllo non poteva essere tale senza la concentrazione dei materiali soprattutto nei depositi d'armistizio, meglio sorvegliabili. Per concludere, va rilevato che, a dar retta ai documenti consultati, le questioni relative al contenzioso sui depositi e sui materiali contenutivi non salĂŹ mai al livello dei comandi delle armate limitrofe, nonostante che - come disse il capo ufficio Servizi cli Felber, nel rapporto citato- , i due comandi contennini avessero deciso cli risolvere fra dĂŹ loro le questioni che fossero potute insorgere. Anche gli attriti maggiori che sorsero successivamente tra i due alleati dell'Asse, a proposito non tanto dei materiali militari propriamente detti, quanto cli quelli industriali , non intaccarono i buoni rapporti e la cooperazione operativa dei due comandi.

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CAPITOLO VI


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L'occupazione militare italiana della Francia - L'aspetto mi litare

A . Il quadro cMensivo Lungo le coste italo Jrancesi - Il riassetto del dispositivo d'annata e i problemi della sua debolezza - l 'alternativa tra riserva costiera e presidio delle retrovie - la riorganizzazione delle f orze di difesa e d 'occupazione

1. Gli antefatti L'avanzata della 4a Armata in Francia e le relative esigenze di occupazione e di d ifesa costiera della P rovenza si som mavano a quelle g ià onerose intese a preservare l' integrità delle estesissime frontiere marittime italiane, proprio mentre più grave si presentava la situazione militare dell'Asse in Africa Settentriona le e più ard ua la possibilità d i reperire nuove forze per potenziare lo strumento bellico italiano . Perciò, da qualche tempo , gli Stati Maggiori, che ormai giudicavano imminente l'attacco al terri torio nazionale , erano intenti a recu perare le grandi un ità più efficienti di altri scacchieri operativi. Per tutto l'anno precedente , l' eventualità di sbarchi nemici aveva infa tti solleci tato una particolare attenz ione nei confronti delle coste nazionali, per la cui di fesa erano state istituite apposite di visioni costiere, e il cui schieramento era previsto anche in Costa Azzurra . Esse svolgevano in pratica Lo stesso co mpito che, per le frontiere terrestri , era affidato alla GaF, liberando dalle necessità di primo presidio le divisioni d i campagna, e restituendole alle funz ioni proprie della di fesa manovrata.337 Il timore di uno sbarco sulle nostre coste, alimentato da numerosi epi-

337

L' intend imento di recuperare le mig liori divisioni per le esigenze nazionali traspare nei provvedi menti adollati nei confronti della divis ione alpina Alpi Graie ri tirata da l Montenegro e, almeno temporaneame nte anche de lla motorizzata Pia ve , avvi ata in un primo tempo in Bas ilicata. A lla vigilia dell'occupazione della Francia, era stata ritirata dalla Slovenia la Granatie ri d i Sardeg na. Peraltro il sistema difensivo costiero aveva raggiunto, dopo piL1 di un ann o di intenso lavoro, una buona organizzazione. Circolare SMRE 3200 del 3 I gen. 1943 (AUSSM E raccol ta M-7 , 208, carl. 7).

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sodi che avevano palesato una effettiva vulnerabilità almeno ad azioni di commando , era stato rinvigorito - prima ancora del gigantesco sbarco nel Nord Africa Francese (NAF) - dal tentativo canadese cli sbarco a Dieppe (19 agosto 1942). Si ricorderà, infine, che la stessa avanzata della 4" Am1ata in Francia si ispirava alla necessità di contrastare uno sbarco alleato sulle coste mediterranee francesi, tant'è vero che uno dei piani redatti dall'Armata alla vigilia dell'«Esigenza O» prevedeva apertamente di limitare la linea degli obiettivi ad un tratto naturalmente fo11e della fascia alpina che costituisse un raddoppio delle posizioni di frontiera.338 In questo quadro , l'avanzata della 4" Annata in Francia, doveva essere stata un contrattempo nell'attuazione delle misure di rafforzamento della difesa nazionale. Forse perciò, il comando cieli' Armata pare non avesse mai ceduto completamente la responsabilità della difesa dei confini occidentali e delle coste liguri, che esercitava per il tramite dei comandi delle Difese Territoriali di Torino , Alessandria e Genova, la quale ultima era stata molto rinforzata in previsione dello sbarco alleato in NAF. Anzi, con disposizioni emanate il 16 novembre , il comando dell ' Armata aveva ricordato che i compiti derivanti dall'occupazione integrale della Francia, "non [dispensavano] dall'obbligo di conservare in pe1f'etta efficienza la copertura del confine; [e d i] mantenere la distinzione fra Francia occupata per le operazioni militari del 1940 e teITitorio temporaneamente occupato ai fin i della comune di fesa contro gli anglo-

338 Sull'organizzazione della difesa costiera, lo SMRE sul fi nire dell'estate ciel I 94 1 aveva emanato disposizioni dottrinali e cli proceclirnento diramando le circolari 19000 e 20000 rispettivamente del 6 e del 20 settembre, con le qual i si stabilivano le competenze per la difesa delle cosiddette «frontiere marittime». Un'u lteriore normativa, la circolare 3 CSM , del 21 ottobre I 941 regolava alcu ni procedimenti e l'organizza7,ionc minuta della difesa . Il corpo dottrinale citato era completato dalle "Istruzioni per la difesa delle coste, ed. I 94 I". Infine, il I O clic. 1941, con la circ. 28000 si precisavano le norme per l'esecuzione dei lavori di fortificazione alla frontiera marittima . Le circo lari sono riunite nella raccolta M-7, 208, cart. 7 , agosto e settembre 1941 (oggetto: nuova organizzazione delle frontiere marittime) . Il 21 ottobre I 942, lo S.MRE aveva diramato una circolare che illustrnva le esperienze tratte dal tentato sbarco br.itannico a Dieppe (n.25000,AUSS ME Raccolta M-7, 208, cart. 16). Numerosi docu menti accennano inoltre alla analoga necessità della fortificazione costiera e della copertura alpi na cd alla esigenza cli difendere la costa mediterranea francese nel caso si fosse ricorso all'occupazione. Fra questi i "Verbali , sintesi ed appunti relativi alle riunioni presiedute dal Capo di SMRE (1936-41)", in particolare, per quanto di più specifico interesse: Verbale cieli ' 8/4/41 ha per oggetto la fortificazione. costiera (Raccolta B8, 1941); Verbale dell'8/9/1942: sintesi relativa alla riunione tenuta il 26/8/1942 " Possibili sbarchi americani e possibil..ità d ' azione della 4" Armata" . (Raccol ta Hl 0/8/5, 1942).

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americani", stabilendo a\tresì che, entro dicembre, tutte le unità GaF di formazione mobile, quelle che si erano mosse primissime il giorno di inizio dell'avanzata e che si ritenevano ormai "esuberanti al presidio delle zone comprese fra la linea di frontiera e la linea verde [ ... ]"dovessero rientrare in "territorio". Queste unità, restituite ai rispettivi settori di frontiera, avrebbero concorso alla realizzazione dei "raddoppi" delle posizioni di frontiera, che dalla conca di Orelle (Val cl' Are) , passando per la sella del Monginevro, si estendevano alla località di Tete de Chien, sulla Cornice alta, nei pressi di Nizza. Tanto era importante la funzione difensiva delle "frontiere marittime e terrestri della madrepatria", che le unità del XV comando GaF, sempre dipendenti dal XV CA, erano state incaricate di realizzare il necessario collegamento tra lo schieramento provenzale e quello ligure "per la correlaz.ione con eventuali operazioni di difesa costiera" .339 11 24 novembre, poco prima degli eventi di Tolone e della decisione del definitivo andamento della demarcazione italo-tedesca, lo SMRE impartì i primi ordini sui compiti di occupazione e di difesa dell'Armata in Francia. Essi si ispiravano alla correlazione appena ricordata nello stabilire di "assicurare la difesa delle coste della Provenza dalle foci del Rodano a Mentone" secondo la dottrina in vigore.340 Tuttavia, l 'indisponibilità momentanea di reparti costieri avrebbe dovuto suggerire, in un primo tempo , cli "accentuare l'impiego manovrato delle forze, riducendo al minimo gli elementi di difesa fissa". In un secondo tempo , con l'afllusso di reparti costieri, questo criterio sarebbe stato esaltato in conformità con i principi generali predetti.341

339 Lettera 8434 ciel 16 nov. 1942 ciel comando 4" Armala (AUSSME DS 4A 109934) . La priorità della difesa nazionale emerse anche nel corso cli una EQ (Esercitazione per Quadri) svolta in ambito 4" Armata il successivo 15 marzo 1943 (AUSSME DS 4A, giornata del 15 marzo 1943 , 12 I 8), nella quale venne preso in esame il trasferimento della Celere e ciel raggru ppamento "Argens" in Liguria per emergenza. Il giorno prima, i neo-costituiti 48 JO e 482° btg. costieri furono assegnati alla 20 l'' divisione costiera schierata in Liguria, piuttosto che ad unità schierate sulla costa francese . (AUSS ME DS 4A, giornata del 14 marzo 1943 , 1218). L'organigramma GaF è in appendice. 340 Principi generali della nota circ . 3 C .S.M. ciel 24-X-941. 34 1 11 capo di SMRE, con la stessa lettera, invitava peraltro ad organizzare una difesa che non trascurasse la possibilità di "dover.fi·onteggiare fin seguito] a11i ostili anche 11ell'imemo del territorio" . L' eventualità sarebbe stata meglio affrontata con divisioni sganciate dai compiti costieri e dunque meglio manovrabili. Lettera SMRE 20366 del 24 nov. 1942 (AUSSME 2078- 114). In appendice. La difesa cli primo e di secondo tempo apparteneva al concetto operativo stabilito dalla citata c ircolare 3 C.S.M. del 24 ott. 1941.

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In quei giorni , le divisioni del)' Annata stavano ancora completando la loro sistemazione . Quelle dei corpi d'armata in prima sch iera sulla costa (XXII ad ovest e XV ad est), si trovavano rispettivamente così disposte: divisione Lupi nella zona d i Trets; Taro tra Sol lièsPont, Pierrefeu e Méou nes (nord Tolone); Piave tra la periferia d i Hyères e Fréjus (St. Raphael). La 2" div isio ne celere EFTF (XV CA) si trovava tra Draguignan, Fréj us e Cannes, e la Legnano in difesa costiera tra Antibes e il confine. Da qualche giorno, il I CA - avendo lasciato il I gruppo alpini «Valle» tra Grenoble , Sallanches e Bonneville , e il 20° raggruppamento sciatori nel Delfinato (Briançon, Gap, Digne) -, stava completando l' afflusso nella zona di Avignone, nonostante le diffide germaniche . In particolare , la divisione alpina Pusteria tra Montélimar e Cavaillon, molto probabilmente perché avrebbe dovuto schierarsi a cavaliere di Marsiglia, se la città fosse rimasta in mani italiane.342 Gli eventi ciel 27 novembre alterarono però gli assetti momentaneamente conseguiti, per via ciel concorso richiesto da Felber alle operazioni di disarmo e cli inviluppo della Piazza marittima. Ma fu soprattutto la decisione sull'andamento della linea cli demarcazione ad imporre allo SMRE una modifica delle cose. Il 29 novembre, il comando dell'Armata emanò quell'ordine organico sui compiti delle grandi unità che si è già incontrato; per quanto di interesse , però, le sistemazioni non mutavano. Era confermata la presenza dei due corpi d'armata (XXII e XV) in posizione costiera e la ubicazione di tutte le unità componenti il I CA, e in particolare il compito dei reparti alpi ni sciatori e d i «Valle» cl i continuare a presidiare le già ricordate zone dell'interno. Compito della div isione Pusteria e delle truppe di corpo d'annata era invece quello di seguitare a: "[vigilare sui] depositi armistiziali esisienli nella zona di giurisdizione [con l'orientamento a] trasferirsi, in un secondo tempo, con il comando del C.A. nella zona di St. Maximin - Le Luc - Puget-Ville, in riserva di Armata con presumibili direzioni d'impiego: Tolone - Hyères; St. Tropez; Fréjus".

342 Novità sulla «Esigenza O» dei giorni 23, 24, 25 e 26 novemb re (A USSME DS SMRE 2119-143 al 159). Si consulti I.a cartina relativa alla situazione delle forze alla fine di novembre.

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In sostanza la massa delle forze gravitava verso la costa con minori presid i nelle zone interne; non si poteva fare altro in un momento in cui la Piave era integrata nella difesa tedesca di Tolone.343 Mano a mano che le questioni in ballo venivano risolte (si ricorderà che la definizione finale della linea cli demarcazione era avvenuta il 5 dicembre), a Roma dovette riemergere l'idea del ricorso alla 4a Armata per recuperare parte delle forze necessarie alla primaria protezione del teffitorio nazionale, specie a seguito dell'assegnazione del triangolo delle Bocche del Rodano e della stessa Marsigl ia all'occupazione tedesca. L'ipotesi appena adombrata potrebbe spiegare la diramazione di nuove disposizioni per l'Armata che lo SMRE emanò il 7 dicembre, due giorni dopo la defin izione delle rispettive occupazioni e a poco più di una settimana dagli avvenimenti di Tolone. Esse stabilivano che compito della grande unità fosse quello della: "[. . .] difesa del territorio nazionale (frontiere marittime e terrestri) nella precedente competenza territoriale[ .. .e della] occupazione e difesa del territorio francese [ . . .] limitato alla fascia compresa tra il mare e la linea: bassa Durance, R. Verdon, dorsale delimitante il bacino del Varo, nonché al territorio dell'Alta Savoia e ciel Chiablese, adiacente alla frontiera svizzera. Nel territorio rimanente (,} l'occupazione ( avrebbe potuto limitarsi alla sorveglianza dei depositi[ ..} e al presidio dei centri di primaria importanza." In relazione a ciò, si ordinò che il XV CA, restando alle dipendenze della 4a Armata, assumesse "la responsabilità della difesa costiera, nonché della difesa terrestre nel tratto Val Ciastiglione - mare" . Per assol-

343 Lettera 4A 9290/0p. del 29 nov. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-48 , citata, in append ice). Tutte le divisioni e le unità arretrate avevano ricevuto nel frattempo l'ordine di cooperare con gli organi CIAF per "occupaz.io11e e vigilanza dei magazzini armi s1iziali esistenti nelle valli /sère, Are" e della Durance e ciel Delfinato. La divisione Pusteria stava presidiando i depositi d'armistizio nelle zone di Cavaillon, Carpentras ed Orange, Lettera 4A 8510 17 nov. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-37). Secondo un docu mento trasmesso dal comando del la 4" Armata al comando del generale Felber, il 5 dicembre il comando del I CA era ad Orangc, la Pusteria stazionava nella zona Le Thor - Cavaillon - Montélimar - Montfavet di Avignone. Il 20° sciatori era a Briançon e il 1° gruppo Valle era a Grcnoble (Lettera 4A 7579 5 dic. 1942, L 13, 225, Carteggio Cit.)

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vere al nuovo compito avrebbe preso alle dipendenze, tra l'altro , la divisione Alpi Graie , in corso dì ricostituzione, alla quale sì sarebbe successivamente riunito anche il I gruppo alpini «Valle>>che, come visto, sì trovava in Savoia alle dipendenze del I CA .344 La riarticolazione delle forze cieli' Annata e i tempi relativi furono sanciti dallo SMRE solo il 16 dicembre, ma già il 9 dicembre il comando cl ' Armata emanò gli ordini per tale profondo riordinamento ciel dispositivo. Vercellìno decise infatti di affidare al I CA il settore tenuto dal XV, e nel tratto difensivo già cli competenza di quest' ultimo, tra Cap Cavalaire e Cap d' Ail (ovest cli Mentone) , sarebbero rimaste le stesse divisioni (2" celere EFTF e Legnano), le quali avrebbero cambiato cli dipendenza a mezzogiorno del 19 novembre . Il I CA avrebbe comunque conservato la responsabilità della zona arretrata, sino ali' Alta Savoia, impiegandovi, ora, il solo 20° alpini sciatori; per presidiare alcune zone critiche del Delfinato (Gap e Digne) ebbe in rinforzo il battaglione Cadore della Pusteria. Analogo concetto fu adottato per il XXII CA. La Taro avrebbe sostituito la Piave - la quale doveva raccogliersi in zona Cuers quale riserva cl' Armata - , e insieme alla divisione Lupi avrebbe presidiato i fianchi della Piazza cli Tolone. Il XXII, a mezzogiorno del 18 novembre, avrebbe ricevuto dal I CA la divisione Pusteria , senza però poterne disporre, in quanto l' impiego della divisione alpina era riservato a] comando cl' Armata; circostanza

344 Lettera Sl'vtRE 2 1260 del 7 dic.1942 (AUSSME DS SMRE 20-79-22). In conseguenza di tali ordini , fu prevista qualche giorno dopo ( 16 dic. 1942) una importante riarticolazione delle forze dell' Armata , da attuarsi tra il 14 e il 20 dicembre. In base al riordinamento il XV avrebbe ceduto al I CA le divisioni Legnano e 2" celere già schierate sulla costa tra Mentone e Cap Cavalaire. li I CA a sua volta avrebbe perduto la divisione Pusteria a favore del XXII CA. Se ne riparlerà fra poche righe. La Val Ciastiglione sbocca su Isola, dopo il Col della Mercera, cui adduce l'alta Valle del Gesso da Te rme di Valdieri. In effetti, nonostante che l'andamento meridiano della displuviale alpina realizzasse una separazione poco vantaggiosa nei compiti affidati alle for1.:e presenti nei due versanti e rendesse d ifficile il concorso rec iproco cd un a reale economia cli forze, il sistema difensivo Nizzardo - Liguria - Piemonte è caratterizzato eia una certa qual un itarietà ai fini cli una difesa costiera. Inoltre si consideri che il XV CA avrebbe operato in parte a cavaliere delle Alpi .Marittime, dato che la sua responsabilità sarebbe gi unta s ino al Cap d 'Ai!.

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che sembrerebbe far appartenere anche la Pusteria alla riserva d'Armata .345 Non avendo reperito l'allegato topografico al documento in esame, non si è in grado di precisare lo sviluppo del settore cli ciascun corpo d'armata nelle rispettive retrovie . Si può dire però che il settore del I CA, il quale in retrovia disponeva del solo 20° sciatori e di un battaglione alpini, si spingesse sino al confine franco-svizzero. Quanto al XXII , si può pensare che il suo settore si estendesse tra la Durance e il Rodano, sino alla confluenza clell'Isère in quest'ultimo. Dunque, una presenza assai rarefatta nelle zone interne, soprattutto in vista del rientro in patria del gruppo «Valle», che era in pratica un reggimento rinforzato, alla cui sottrazione il comando cl' Armata aveva solo in parte sopperito con l'assegnazione al I CA di un battaglione alpini. 346 È tuttavia probabile che il generale Vercellino non escludesse che la divisione alpina, della quale si era riservato l' impiego, potesse intervenire nelle zone interne "per soffocare [nel contempo1minacce comunque insorgenti sul rovescio della zona". In tal senso si era espresso in

345 Si consideri però che era noto da qualche tempo che la Piave sarebbe rientrata in Italia per la fine d.i dicembre. 346 Lettera 4A (9852/0p. del 9 dic. I942 (AUSSME DS 4A 1099-53). li XV CA avrebbe assunto la sua nuova responsabilità per le 12 del 19 dicernbre, accogliendo nel suo settore il comando cl' Annata. Verosimilmente, l'ordine di controllare la frontiera franco-svizzera conseguiva da una raccomandazione espressa al comando dell'A1mata clall'Ob.\\l., ma noto allo SMRE, in base alla quale truppe della 4" A.rinata avrebbero dovuto "assumere la vigilanza del conjìne fi"anco -svizzero" in luogo di "doganieri e truppe tedesche·· . Tanto che in un documento della 4" Armata del 29 novembre alcuni reparti del I gruppo alpini "\!alle" avrebbero dovuto esercitare la "vigilanza della.frontiera svizzera ad est di Ginevra ''. (Let. 4A 9290/0p., citata, DS 4A , 1099-48). In base agli accordi, la sorveglianza comportava la chiusura della frontiera al transito di persone (non di merci) nel tratto di frontiera compresa tra Ginevra e M. Dolent. /// 11 controllo di competenz.a italiana, ma temporaneamente esercitato da un battaglione di fanteria e un centinaio di doganieri tedeschi, doveva tornare ad essere attuato da personale italiano. ;,Il movimento dei viaigiatori dalla Svizzera alla Francia e viceversa /sarebbe staio J convogliato nel tratto di jì·ontiera .fi·anco-svizzera affidato alle truppe germa11iche" . (Lettera 4A3870 "I", 12 dic. 1942AUSSME 1099-56). Giova ricordare che il 14 novembre Mussolini a proposito delle lamentele Lavai per l'occupazione della Tarantas ia, nel disporre che l' avanzata continuasse, aveva ordinato che successivamente, fosse lasciata a nord qualche unità a vigilanza della frontiera franco-svizzera. (SMRE I9676/0p. DS Sl'vlRE 2078-61).

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precedenza io una direttiva d'ordine generale riguardante l'occupazione del territorio fraocese .347 La soluzione adottata dalla 4" Armata, conservando ai corpi d'armata dipendenti anche le responsabilità che derivavano dall'occupazione delle zone interne, poteva complicarne l'azione cli comando e penalizzare l'auspicata semplicità dei compiti delle forze nel tratto difensivo costiero. Questo difetto pare accentuato dalla ridotta disponibilità di forze nelle retrovie. Anche se la Pusteria vi fosse stata impiegata, la sua dislocazione assecondava l'intento di far intervenire la grande unità alpina nei tratti più sensibili.

2. Il dibattito sugli schieramenti e la riserva d'Armata Lo SMRE, limitando con gli ordini impartiti il 7 dicembre la profondit~t del settore costiero ali' asse bassa Durance-Verclon-Varo, aveva probabilmente voluto indicare una netta separazione fra le funzioni cli difesa costiera e quelle di controllo delle retrovie. Perciò, nel rilevare che i settori che l'Armata aveva assegnato al I e al XXII CA risultavano "troppo estesi in profondità [rispetto] ai compiti preminenti cli difesa costiera[ ... ]", lo SMRE chiarì il 17 dicembre che:

"[. . .] nei riguardi del restante territorio codesto Comando si orienti ad affidarne il controllo alla d. a. "Pus teria", da mantenere alle proprie dipendenze, col rinforZo del 20 ° sciatori alpini [ .. .]. Oltre all 'occupazione e.ffeuiva dei centri adiacenti alla frontiera svizzera da parte del 20° raggruppamento sciatori alpini, è necessario che adeguati dis-

347 Lo schieramento definitivo della Pusteria (zona St. Maximin - Le Luc - PugetVille) fu portato a termi ne dopo la definizione dell'andamento della linea di demarcazione con i Tedeschi , il 5 dicembre. Da una tale posizione di attesa la divisione poteva teoricamnete intervenire, risalendo la Durance, in direzione del Delfinato; e lungo le valli del Rodano e dell'lsère, poteva raggiungere la Savoia. Infine, data la vicinanza dalla costa, avrebbe inoltre potuto operare con prontezza e senza i precari spostamenti dalle retrovie, verso il solco del Gapeau e la zona di Sanaiy, ad ovest; e, ad oriente, in direzione di Fréjus - St.Tropez .. In una lettera ai CA dipendenti il comando 4" Armata scriveva infatti: "Dislocare le riserve con il criterio di consentire l'intervento a sostegno della d(fesa cos1iera e nel contempo so..ffoèare minacce comunque insorgenti sul rovescio della zona". Il brano è tratto dalla lettern n.8772/0p., Direttiva 60.000/0p., 20 novembre, DS XV CA, allegato 51.

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taccamenti siano dislocati nelle principali località del restante territorio, comprese quelle aventi tuttora presidi germanici da sostituire appena possibile ." 348 Con un 'altra lettera dello stesso giorno, il generale Ambrosio rilevava che:

"qualora la divisione "Pusteria" fosse destinata in riserva costiera, come propone codesto comando, non vedrei come si potrebbe assicurare il controllo di tutto il restante territorio affidato all'Armata."349

a. Le possibili insidie nelle retrovie

È verosimile che l'invito dello SMRE dovesse scaturire essenzialmente da un indirizzo che si stava delineando in campo tedesco, per conferire al territorio cli nuova occupazione un assetto analogo a quello presente nel resto della Francia. Un assetto che si basava sulla sicurezza del dispositivo d'occupazione, cui s i stava aderendo anche da parte italiana. Nella sua lettera del 24 novembre, il capo cli SMRE aveva scritto: "organizzando la difesa della Provenza, prego tener conto de/fatto che l'ambiente è caratterizzata da apatica ostilità, e che se finora non si sono avute reazioni apprezzabili, potrebbe in seguito sorgere la necessità diji-oriteggiare atti ostili nell'interno del territorio ." Peraltro, il gran numero cli depositi cl andestini che stavano rivelandosi nei territori appena occupati, di qua e di là del Rodano , non poteva non suscitare inquietudini, non tanto per real i avvisaglie dell'attività

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Lettera S MRE 21978 del 17 dic. 1942 (AUSSME DS SMRE 2079-32). In appendice. 349 Con il primo foglio sopraccitato (SMRE 21978 del 17 d ic . 1942. AUSSME DS SMRE 2079-32), lo SMRE s i espri meva in ordine alle disposizioni impartite dal comando dell'Armata con la Ieuera 9852 del 9 dicembre ( 1099-53), già citata e che allegava un grafico non reperito. Il secondo (SMRE 2 1979, 2079-34) reca la stessa data, ma si riferisce ad altro documento inviato da que l comando il 12 dicembre col quale Vercellino illustrava il suo pensiero sull'intero problema difensivo costiero, sugli aspetti relativi alle riserve e su uno scambio di divisioni tra italiani e tedeschi. Se ne parledt tra poco. Entrambe le lettere sono riportate fra le appendici .

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della Resistenza francese, quanto come pericolosa opportunità nel caso di un attacco alle coste provenzali .350 La necessità cli provvedere nel senso indicato dall'alleato era accentuata dall 'urgenza della sostituzione dei "presidi germanici", provvedimento sollecitato dagli stessi tedeschi. 351 Tuttavia, si deve osservare come tale sostituzione rientrasse anche nelle aspirazion i italiane: in parte, per ricomporre un unicum di occupazione in base alle spettanze; ma in buona misura , il provvedimento pare indicare l'esi stenza di un'occulta contesa in atto tra i due alleati dell'Asse, a proposito di pertinenze italiane in tema di materiali, pertinenze che parevano soggette ali 'alea della presenza tedesca ed esposte alle più varie azioni di preda. Dopo gli avvenimenti ciel 27 novembre, con il disarmo delle truppe francesi e l'improvvisa (e inaspettata) decisione tedesca di occupare stabilmente anche il resto della Francia , si era formato nei comandi italiani un atteggiamento cli guardinga attesa delle decisioni tedesche e di preoccupazione per i risvolti che questa fase cli imprevedibilità avrebbe potuto avere - lo si è visto anche in precedenza - sulle speranze italiane sul bottino francese. Perciò, nonostante tutti apparentemente convenissero sui limiti fisici dell'occupazio ne e sulle rispettive pertinenze, non potevano sfuggire al campo italiano alcuni elementi preoccupanti. Mentre all' inizio dell'operazione infatti si era parlato solo di difesa costiera e per di più da attuare col concorso delle truppe di transizione, neanche tre settimane dopo era ev idente che ci si avviava ad un'occupazione completa per la quale da parte italiana non

350 Letter.J 20366 del 24 nov. 1942, citata. Nel settore italiano, nonostante "colpi d'arma dafiwco [sparati/ nottetempo con1ro autovetture militari [peral!ro] senza conseguenze per le persone", non si erano ancora verificati gravi attentati o azion i di guerriglia, neanche in Savoia, dove più tardi furono abbastanza frequenti. Rapporto di situazione per il periodo 20 ot1obre - 20 novembre 1942; lettera 4" Annata n.10294/0p. del 17 dicembre. AUSSME DS 4A 1099-4 1. Nel Rapporlo successivo (20 nov. - 20 dic.1942) nessuna segnalazione <lei genere. Non si può dire dunq ue che la necessità cli presidiare il territorio rctrnstanle derivasse eia mgenze o situazioni gravi di ordine pubblico.Per l'entit~1 del fenomeno dei depositi clandestini si veda R. H. Rainero, Mussolini e Pétain - S1oria dei rapporti tra l'Italia e la Francia di Vichy, SME, Roma 1990, Tomo f, pago. 425 e 426; Tomo U pag. 360, doc. n.62. 3's'f 11 comando dell'Armata il 26 dicembre inv iò un telegranuna (n.10693, 109962), già in precedenza citato, con il quale assicurava che nel settore del XXI I CA tutte le unità tedesche erano state sostituite in gran parte sin dal 15 dicembre e che, nel settore del I CA rimaneva da sostituire il solo presidio di Vienne, il cui avvicendamento era previsto per il 28 dicembre.

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erano disponibili forze sufficienti. Tutto ciò, che non poteva non essere premed.itato, oltre a porre in difficoltà i comandi italiani, creava incertezza sul reale disegno tedesco e aggravava il timore per l 'incertezza dei termini effettivi dell'occupazione e del quadro politico entro il quale procedere. 352 In definitiva, gli ordini dello SMRE, nell'orientare il comando dell'Armata verso la sorveglianza delle zone interne, rispondevano sì all'esigenza generale di aderire a un disegno di occupazione tracciato dai tedeschi; ma rappresentano anche il sintomo della perplessità crescente diffidenza italiana sul reale futuro dell' occupazione e dell'ossessione che attanagliava Roma: salvaguardare i diritti armistiziali.

b . il progettato scambio di settori tra una divisione italiana ed altra tedesca proveniente dalla costa della Manica. Un'occasione per tornare al tema della scarsità delle forze li dibattito sull'assetto difensivo e di occupazione dell'Annata, si sovrappose all'ipotesi di uno scambio tra una divisione tedesca da inserire nel dispositivo d'Armata, e una italiana eia impiegare a difesa delle coste della Manica.353 La soluzione proposta dallo SMRE, prevedeva la cessione della divisione Lupi , inserendo quella tedesca tra la Legnano e la Taro . Questa avrebbe dovuto assumere anche la responsabilità del settore tenuto dalla Lupi, presidiando perciò tutto il tratto costiero compreso tra il capo Cavalaire e la linea di demarcaz.ione con le truppe cli Felber. Dalla risposta di Vercellino , si apprende inoltre che - verosimilmente nel quadr~ dellà disamina ancora in corso a proposito della riserva-, lo S:tvlRE proponeva di recuperare una divisione dalla linea. L'altra possibilità era

352 Come si vedrà, per sopperire all' insufficiente presenza di forze ne l settore della 4" Armata, lo SMRE vi predispose l' invio di divisioni costiere, di unità territoriali e di qualche unità mobile. 353 Con lettera 2145 I ciel 9 dicembre (AUSSME 2079-25) lo SMRE preannunciò infaui a l comando della 4" Armata l'esistenza cli un progello - che traeva origine da un accordo tra i Comandi Supremi - secondo il quale una divisione di fanteri a italiana avrebbe preso il posto di una tedesca sulla Manica; ed una tedesca sarebbe stata inserita nel dispositivo costiero della 4" Armata. Dello scambio, lo SMRE fu presurnibilmente avvertito proprio il 7 dicembre.

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che, per rinforzare la difesa costiera, la Pusteria sostituisse la 2a celere; ciò probabilmente anche se non si fosse verificato lo scambio. Il comandante dell' Armata approfittò dell'occasione per tornare ancora una volta sull'argomento della fronte marittima, sostenendo com'egli ritenesse indispensabile che la totalità delle sue forze fosse impiegata prioritariamente per le necessità della difesa costiera. Vercellino, rilevava come alle quattro divisioni italiane di prima schiera tra Banclol e Mentone fossero stati assegnati "settori troppo ampi in relazione ai compiti includenti anche i servizi di presidio e cli vigilanza cli magazzini, campi di aviazione, centri industriali, ecc.", i quali sottraevano un decimo della forza delle grandi unità. Tanto che certe zone costiere, "pur idonee allo sbarco in spiaggia, non [erano] né costantemente vigilate, né difese" . Anche quando fossero state assegnate "le forze costiere da posizione segnalate" non sarebbe stato possibile "sottrarre una divisione della prima schiera" per esigenze diverse da quelle della difesa sulla fronte.354 A giudizio di Vercellino , la soluzione proposta dallo SMRE (scambiare la Lupi, estendere il settore della Taro, inserire la divisione tedesca e ampliare il tratto presidiato dalla Legnano per svincolare la divisione celere per la funzione cli riserva) non poteva essere perciò adottata. Rafforzavano tale opinione anche altri motivi. In primo luogo l'ampiezza della fronte lasciata alla Taro: "la piazzaforte cli Tolone, nella sua unità topografica,[ ... ] limitata dai solchi di Le grancl Vallata ponente e da quello di Le Gapeau a levante" aveva estensione eccessiva per una sola divisione. Inoltre, la presenza del comando Marina a protezione "della rada e ciel fronte a terra", complicava l'organizzazione di comando. E infine, la sensibilità tattica delle due posizioni d'ala: Ia baia cli Sanary e la rada di Hyères infatti "impegna[va]no ciascuna tutte le forze di una divisione binaria [e] fonna[va]no nel complesso un settore cli corpo d'annata e non di divisione". Tanto che in quel momento "detta

354 A proposito dei rinforzi, il comandante della 4" Armata li cita come "Xl btg. costiero alpini, IO" cp. mtr. da p.c.; 10" cp. mortai da p .c." . Nella successiva lettera dello SMRE con oggetto "unità per la difesa Francia occupata", (SMRE n.21870, 16 dicembre, 2079-3 1), si legge di 11 (undici, non und icesimo) battaglioni alp ini con compiti costieri. A11alogamente nella direttiva del comando della 4" Armata del 9 dice mbre (9852/0p. 1099-53) si legge che complessivamente i battaglioni costieri sono .l l , le compagnie rnitraglieri dieci e altrettante quelle mortai. Deve perciò trattarsi di un errore di dattilografia.

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fro nte per la sua grande importanza era presidiata dalla I O" divisione corazzata rinforzata tedesca, da 8000 marinai germanici, dalla divisione " Piave" e eia una parte della df. "Taro".[ .. . ]". Perciò, "il sistema unitario Baia cli Sanary - Rada cli Tolone - Rada di Hyères [imponeva] la necessità ciel concorso delle due division i [Lupi e Taro] a favore del centro" dello schieramento, tenuto dalla Marina.355 Viceversa, la scelta cli cedere ai tedeschi la Legnano, propugnata dal comando cl' Armata, presentava il vantaggio di .ridurre "al minimo gli spostamenti tra unità", rispondeva alle necessità tattiche riguardanti Tolo ne appena descritte, attribuiva "ai germanici la zona [ ... ] fra St. Tropez ed Antibes, dove le foci dell 'Argens e della Siagne consentono facile sbarco a mezzi corazzati e chiedono pertanto la responsabilità [disponibilità] di notevoli mezzi e.e. [controcarro]". Infine la soluzione assicurava una maggiore copertura contraerea per lo spostamento "verso levante della difesa e .a. tedesca" . Quanto alla soluzione che scambiava i compiti della Pusteria con quelli della 2" divisione celere EFTF, essa venne respinta dal comandante dell'Armata in base alla considerazione che la divisione celere non aveva: "in atto, né sufficiente mobilità, né potenza di fuoco, mentre la D . al. 'Pusteria ', a disposizione della quale intendo mettere[ ...j quattro autoreparti, costituisce un elemento di forza atto a far sentire il proprio peso in combattimento ". Era chiaro il riferimento che al fatto che una divisione praticamente di cavalleria, una volta appiedata avrebbe perso la sua pur modesta qua-

355 In particolare, relativamente ai settori, la Lupi aveva la responsabilità di fronte di 25 Km., "ovunque idonea allo sbarco in spiaggia "; così come nel settore de.Ila Taro (85 Km), lo erano le rade d i Hyères e d i Bormes . A queste due divisioni, data la dislocazione, era stato affidato in aggiun ta il "compito di concorso" del sostegno della d ifesa della piazza di Tolone, cu i si è accennato. Anche la Legnano, d ivis ione che si proponeva per lo scambio, presidiava 120 Km. di costa, con le zone delle foci cieli' Argens e della Siagne, "idonee a sbarchi in. spiaggia di mezzi corazzati" . Sul tema delle riserve, il comandan te dell'Annata respinse la proposta de llo SMRE d i ··schierare la D. al. Pusteria per tenere in riserva la D . cl. E.F.T.F." perc hé quest'u ltima era anch'essa priva di mobilità. Tanto valeva lasciare le cose come stavano. Lettera a firma Vercellino indirizzata al capo di SMRE 9975/0 p. del 12 d ic. 1942 (AUSSME DS SMRE 2079-33). In appendice.

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lità d i s picco, la mobilità, senza per questo raggiungere la robustezza di una grande unità di fa nteria.356 Il 17 dicembre, giorno fissato per i primi cambi di dipendenza e le prime misure cli riorganizzazione ciel dispositivo, Ambrosio rispose alla lettera del comandante cieli ' Armata della quale si è trattato sinora, concordando " di massima" con le tesi esposte eia Vercelli no, ed accettando dunque la proposta sulla divisione da sostituire con quella tedesca. Tuttav ia fu fermo nel disporre che:

"data la situazione della div. a. 'Pusteria' in rapporto ai compiti [di controllo delle retrovie] di cui al mio foglio 21978 [dello stesso 17 dicembre] essa non potrebbe disimpegnare che in modo assai ridotto le funzioni di riserva nei riguardi della difesa costiera. [ .. .] Con l'assegnazione delle unità costiere previste [11 battaglioni in.quadrati in reggimenti e divisioni .. .j - deve rendersi possibile il disimpegno non soltanto di una, ma gradualmente di tutte le divisioni ora schierate, per restituirle alla loro .funzione di manovra. Con la partenza della d . mt. "Piave", una almeno di tali divisioni dovrà [in ogni caso} costituire riserva d'Armata . Questo S .M. aveva ritenuto idonea la 2" celere E.F.T.F. : nulla vieta peraltro di destinarvi una divisione di fanteria se dotata di automezzi". 357 Insomma: una cosa era la riserva; altra i.l presidio delle retrovie. Le due funzioni non potevano essere confuse: una divisione da trarre dalla

356 S i veda la cartina re lativa alla fine di novembre . .I.I settore che includeva le foc i dell' Arge ns e della Siagne era per la verità assegnato in quel momento alla 2• celere EFTF. Se ne prevedeva l'attribuzione alla Legnano, in luogo ciel settore che, dal la fase dell'avanzata, gli era restato assegnato: la zona di Nizza. Il tratto comprendente la c ittà ad ovest del golfo di Juan (An tibes) sino alla frontiera italiana sarebbe stato assunto dalla 2" celere, con il compito delicato, ma più congeniale, del presidio e controllo di Nizza, per la sensibilità «politica» della città (e probabilmente per la maggiore uti lità d i regg imen ti di cavalleria in impiego d 'ordine pubblico). Scopo dichiarato deJJ'invcrsione di schieramento era quello di demandare alla d ivisione piLt forte il settore più cr.itico. Lel. 4A 9677, i.ndirizzata al XV CA, 7 clic. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-54). ln appendice. Le limitazioni d ' impiego della 2" celere EFTF emersero anche tempo dopo. Uno degli amrnaesLramenti tratti da un' esercitazione di impiego di una riserva di fonnazione, svolta dalle unità dell'Armata, fu proprio quello dell'impossibilità di impiegare reparti di cavalleria montata per il loro troppo lento procedere a cavallo ecc. (1326-30). In a~p_endice la costi tuzione de lla divisione insieme ad altre della 4" Armata . • ::i, Lettera citata a firma del capo di SM RE , 2 1979 del 17 clic. l 942 (AUSSME DS SMRE 2079-34).

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linea avrebbe dovuto costituire riserva cl' Armata. La Pusteria doveva restare responsabile delle zone arretrate. 358 li punto controverso si risolse qualche giorno dopo. Sembra che Vercellino avesse riferito valutazioni dell 'Ob.W. sull'inconsistenza della difesa dell'Armata. In una lettera della vig il ia di Natale del 1942 , il capo di SMRE si espresse apertamente contro la valutazione tedesca sull a consistenza del dispositivo costiero italiano. Egli così rispondeva alla lettera con la quale l' Armata aveva sollevato il problema:

"Non concordo sul giudizio dell'Oh.W. che considera eccessivamente leggero l'attuale nostro schieramento sul litorale provenzale .- Un confronto con lo schieramento realizzato dai germanici nel tratto di costa mediterranea di loro pertinenza, ,nette in evidenza una densità di forze pressoché analoga a quella il codesta Armata .- (. .]E' da tenere presente inoltre che con il prossimo afflusso previsto di unità costiere si raggiungerà sul litorale provenzale una densità pari o superiore a quella di taluni scacchieri della Madrepatria, più a portata del 'offesa nemica .-" 359 Però qualcosa di vero nella valutazione del comando tedesco doveva esserci e dovette essere riconosciuto . Ciò sembra comprovato dal

358 Quel che appare s ingolare in questa diatriba è il fatto che .i due generali non si intendessero su questo punto. È chiara la tesi del generale Vercellino: quallro divisioni sulla costa, una in riserva cl' Annata, qualche uni tà minore a presidio delle retrovie . Meno chiara è la posizione dello SMRE a proposito dello scambio tra Pu.1·teria e 2" celere nella funzione cli riserva cl ' Annata. Quale delle due allora avrebbe presidiato le zone interne? Ovvero, in alternativa, quale divisione avrebbe disimpegnato la funzione separata di riserva? Non si può dire che la riserva fosse costituita dalla Piave di cui era noto l'imminente rientro. 359 Lettera SMRE 22187 del 24 clic. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-63). In appendice. Si tratta della ri sposta ad un' ul teriore lettera del comandante della 4" Armata. Di quest' ul ti ma lettera è noto il numero (1036 1) e la data (19 clic. 1942) ma non è stata reperita; tu ttavia se ne intuisce il tenore dalla risposta dello SMRE. Nonostante questa dichiarazione si deve ritenere che l' Armata italiana fosse effetti vamente debole e lo si sapesse. Da questa debolezza in fondo derivava la decisione cli accettare la proposta tedesca circa la riduzione del territorio affidato alla responsabilità tattica della 4" Arma ta. Il generale Vercellino aveva incontrato due volt.e il generale v. Rundst.eclt.: il 28 novembre a Parigi e poi il 3 dicembre a.llorché l'Ob .W. era giunto in visita a Tolone (Tur). Dell ' inadeguatezza del nostro dispositivo era gi unta voce anche al Capo di SMG. Questi annotò ne l suo diario, il 27 nov.: "Telefona il Duce chiedendo le n.ovità. / ... / circa la 4" Armata, poiché il generale Rwulstedt ha detto che non è armata bene, verrà potenziata con armi e mezzi ritirati ai Francesi. / .. j" (Cavallero, Diario, op. cit., 27 nov. pag. 597).

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fatto che Ambrosio, nella stessa lettera, annunciava l'assegnazione all'Armata del 18° reggimento bersaglieri (Reparto Esplorante Corazzato, RECo .) rinforzato da un gruppo semovente da 75/18 . Queste "un ità motocorazzate di rinforzo" costituirono, il 1° gennaio 1943, il «Raggruppamento tattico "Argens"», riserva d'Armata, alle dipendenze disciplinari ed amministrative del XXII CA.360 L'assegnazione era fatta ''in conseguenza della sottrazione della Piave" e, grazie alla mobilità dei suoi elementi avrebbe potuto "contribu ire alla costituzione di una forte riserva cl' Armata insieme alla 2a celere o ad una divisione di fanteria dotata di automezzi". Tuttavia, continuava la lettera:

"qualora la divisione 'Pusteria'fosse destinata in riserva costiera, [. . .} non vedrei come si potrebbe assicurare il controllo di tutto il restante territorio[ . . .}. Perciò, anche in rapporto alle forze germaniche dislocate nell'interno, è necessario che almeno la 'Pusteria' sia destinata a tale compito; essa costituirà pur sempre riserva di 2 ° tempo .Codesto comando potrà, tuttavia,fino a quando il dispositivo della dife sa costiera con le apposite unità [da posizione costiera] non avrà raggiunto una certa consistenza, mantenere parte della 'Pusteria' nell'attuale dislocazione [grosso modo quella di Brignoles] per averla più a portata di mano in caso di necessità di intervento sulla costa" . Se ne può dedurre che la decisione tradiva appunto l'esistenza di una controversia con l'alleato, non solo a proposito della difesa costiera, ma

360 L'ordinamento del Raggruppamento era il seguente (n. 10822, 27 dicembre, AUSSM.E DS 4A 1099-64; in appendice): comando raggrnppamcnto (temporaneamcme al comando ciel generaleAnclreoli) 7° rgt. alpini coo gr. art. a. "Lanzo" (in luogo dell' 11 ° Alpini in precedenza indicato; successivamente, quando giunse effettivamente il RECo., verso la fine di gennaio l 943, la componente fanteria fu ridotta a battaglione); 18° rgt. bersaglieri RECo; CCCLXVID (368°) gr. da 149/19 del 42° raggr. art. di CA (XXII); un gr. semovente eia 75/J 8; 270° autoreparto. Il 1° gennaio tuttavia, disponeva solo del 7° Alpini e dei due gruppi di artiglieria appena ricordati. li 18° RECo,: avvertito dell'esigenza il 2 gennaio 1943 (2079-53), giunse verso la fine del mese. L'assegnazione ciel generale di brigata Giuseppe Andreoli fo stabilita con dispaccio ministeriale n. 68 in data I2 gennaio 43 (AUSSME 112749). Il generale Andeeoli comanderà successivamente la divisione celere EFrF. Come è noto, solo successivamente le unità "motoco.ra,.zate" formarono il punto di forza del <<Raggruppamemo Argens» che venne sciolto il 4 aprile 43, (AUSSl'vlE DS 4A 12 18-5 1). Il nome - «Raggruppamento A.rgens» - si ispirava al tratto di costa (rada di St. Tropez) ove sfociava l'omonimo fiume, tratto giudicato di patiicolru·e sensibilità dal generale Vercellino.

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anche del dispositivo nel suo complesso, comprese le retrovie, come appare chiaro dal confronto con le truppe germaniche "dislocate nell'interno''. Affermazione che sembra confermare l'ipotesi formulata all'inizio del presente capitolo a proposito dell'origine tedesca della questione della protezione delle retrovie. 361

3. La definizione cli due riserve settoriali Mentre la prospettiva dello scambio di cui si è discorso tramontava per sempre, il comando d'Annata il 27 dicembre emanò ordini definitiv i che si conformavano al disegno dello SMRE. In particolare , la divisione alpina si sarebbe trasferita a Grenoble restando alle dipendenze dirette clell ' Armata. Essa avrebbe ceduto al «Raggruppamento Argens», riserva cl' Armata, costituito sui reparti mobili dianzi descritti, il 7° reggimento alpini rinforzato dal gruppo di artiglieria da montagna Lanzo; ma avrebbe avuto alle dipendenze il 20° alpini sciatori, nella zona di Chambery.362 Nonostante gli auspici espressi nella citata lettera dello SMRE in data 24 dicembre, la divisione celere EFTF fu costituita in riserva solo allorché gi unsero le avanguardie degli undici battaglioni costieri promessi, e solo quando essi furono organicamente inquadrati nei quattro comandi di reggimento a loro volta agli ordini cli due comandi di divisione costiera. Fu in particolare il comando della 223a divisione costiera che ne rilevò la responsabilità in corrispondenza ciel noto tratto di costa delimitato ad occidente dal golfo cli Juan (Antibes) e ad ovest dal limite di competenza ciel I CA (Cap cl' Ail cli Ment:one). Tuttavia, aJ comando della divisione celere restò sempre una certa qual responsabilità dell'enclave di Nizza costituita in Piazza il 28 febbraio 1943 ed affi-

36 1 Lo schieramento della Pusteria non servì contro sbarchi, né operazioni militari; fu però utile per impedire che i Tedeschi spadroneggiassero in territorio "italiano" alla ricerca di Ebrei. Se ne riparlerà. 362 Lettera 4" Annata 10822 del 27 dic. I942 (A USSME DS 4A !099-64) . Si veda la cartina relativa alla fine di novembre. L' abbandono del progetto cli scambio fu comunicar.o al Comando Supremo il 3 1 dicembre, ma il comando della 4" Armata lo sapeva già dal 26, comunicatogli da l generale Marazzani capo ciel nucleo di collegamento dello stesso comando con OBW. Lettera SMRE 23608 26 dic. 1942 (AUSSME DS SMRE 2079-5 I).

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data al comando della 224:i divisione costiera, d ivisione rinforzata permanentemente da un reggimento cli cavalleria della EFTF.363 Quanto detto sembra confermare la forzatura insita nella concezione dello SMRE riguardo la costituzione della 2" celere in riserva. Pur potendo dare un certo concorso al limitrofo settore del!' Argens, con la tenuta delle posizion i che sbarravano la via di faci litazione creata dal corso della Siagne, la d ivisione celere fu in realtà una riserva «settoriale» e non avrebbe potuto svolgere i compiti decisivi che ci si sarebbe attesi da una riserva d ' annata. Fu tollerato o accettato alla fine che essa costituisse un rincalzo a disposizione ciel corpo d'armata eia cui dipendeva, a sostegno della Legnano e della Piazza di N izza. 364 Si avverò insomma un compromesso: il «Raggruppamento Argens», riserva cl ' Armata, si sarebbe dedicato al problema maggiore, e cioè al contrasto in profondità di eventuali sbarchi che, lungo il corso del!' Argens, avessero potuto cadere alle spalle della zona cli Tolone Hyères. Ciò con il concorso cli due battaglioni della Pusteria che avrebbero potuto intervenire in un secondo tempo (riserva di 2° tempo). Mancò in sintesi quel corpo unico-di riserva che auspicava Vercellino.365

363 In realtà, i reparti costieri giunsero a rilento ed in patte furono destinat i a rinforzare il settore della Piazza marittima tenu to dalla R . Marina. La sostituzione della 2" celere dalle posizio1ù di Nizza fu completata piuttosto tardi. I Tedeschi riportarono la notizia dell'afflusso in linea delle divis ioni costiere italiane nel setrore della 4" A1mata solo a partire dal 9 aprile: "9. Aprii 43: Antransport 223. und 224. Klistenschutz=Div. zur Ablèisung der Div. Celere (wird Korps=Res. I .) . 11. Aprii 43: AOK 4: Ab losung Div. Celere durt:h 223. und 224. Klistenschutz=Div. angelaufcn. (OKW, ktb., 9-11.April 1943 pag. 3 11-3 I5). Si veda il settore cli Nizza del documento fotografico relativo alla «Situazione particolareggjata delle forze della 4" Armata al 23 febbraio 1943»; in appendice. ~64 Ciò si sostiene, confortati dalla interpretazione tedesca della nota precedente, in pane per la sua dispersione della divisione celere (il suo schieramento da Draguignan gillngeva fin quasi a ~'1entone); inoltre, per via dello st:arso armarnento e della lenta mobilità della divisione nel suo complesso, difetti già r ilevati dal comando d'Annata; infine anche per la sua incompletezza (un reggim~nto di cavalleria rimase sempre in Nizza). La divisione ebbe insomma la fisionomia del rint:alzo «locale» . Tuttavia, solo alla fine, quando si avv icinava il suo rimpatrio, la 2" t:elere fu considerata ufficialmente riserva ciel f CA. In ogni caso, la divisione celere avrebbe potu to sbarrare le provenienze nemiche lungo la Siagne (Cannes), penetrazioni t:he avrebbero potuto cadere per Draguignan su Tolone. 365 Questa condizione fu più evidente allo scioglimento ciel raggruppamento Argens, nei primi giorn i dell'apri le ciel I 943. Le modeste superstiti forze ciel 18° RECo., pur rinforzate da un bauaglione alpini, imposero all'organizzazione della riserva costiera un taglio ancor meno un itario , e la sua conseguente art icolaz ione in due aliquote, una per ciascuno dei settori dei due corpi d'armata in prima schiera, benché quella basata sul 18° RECo d ipendesse per l'impiego dall'Armata.

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Non furono estranei a siffatta soluzione possibili accordi con i comandi tedeschi, sia perché costoro condividevano le apprensioni per la sensibilit~t dei tratti di costa compresi tra Bando], foci Gapeau e foci Argens, che concorrevano tu tte ad avviluppare Tolone, città chiave di qualsiasi iniziativa militare alleata. Inoltre , in ragione dell' evidente debolezza delle componenti corazzate del raggruppamento , ed infine perché I.e limitrofe e meglio equipaggiate forze clell' Armeegruppe Felber avrebbero potuto intervenire con facilità .366 Sorge iI sospetto che sin dal! ' inizio ci si fosse accorti che la riserva costiera non sarebbe servita, ma non si poteva ammettere di dover dipendere dai tedeschi o meglio, si doveva mostrare di essere in grado di provvedere autonomamente alla difesa di un tratto di costa che l'alleato riteneva particolarmente pericolosa. Non lo si poté fare per evidenti ragioni con la divisione celere, perciò giunse in rinforzo un reparto che si poteva far passare per «motocorazzato» . In fin dei conti, si deve annotare che lo SMRE era stato lungimirante: una vera riserva, unitaria e robusta non serviva; non per caso, come si vedrà, tra l'aprile ed il luglio successivo si fu quantomeno costretti a rinunciare, senza tanti drammi, a quelle esistenti. 367 Probabilmente Vercellino fu accontentato solo ad evitare altri commenti sfavorevoli sulla forza dell'Annata da parte dei comandi tedeschi.

366 Il comando di Felber ebbe a disposizione prima la 345" divisione motorizzata, e poi, dai primi giorni di aprile, la 60" divisione di fanteria motorizzata (in progressiva trasformazione in divisione granatieri corazzati), che, dislocata a cavaliere del Rodano, nella zona cli Nìmes - Quissac - Avignone -Tarascona, era in grado di intervenire lungo le direzioni più pericolose dell'arco costiero più critico. Secondo una lettera dell'ufficiale cli collegamento ciel X.Xli CA con il comando Felber, " I' Armeegruppe Felber [riteneva] opportuno - per evidenti ragioni tattiche - che la 345" divisione motorizzata [... ] assum[esse] dislocuzionc a cavallo della linea di demarcazione [...] arrivando con le unità di sinistra fino alla zona Peyrolles - Ryans - Trets in modo da poter essere rapidamente sia .in direzione di Marsiglia, sia in direzione di Tolone.[ ... ]". Lettera 71 CIT in data 16 dic. 1942. AUSSM E 113, 225, Ca1teggio Cit. In un promemoria del l Ogiugno 1943, al capo di SJvIG, l'ignoto estensore presentò infatti la situazione costiera francese non preoccupante, dato che le forze ivi dislocate erano sufficienti alla difesa "tenuto conto della possibilità di affluenza di riserve motocorazzate tedesche." (AUSSME, carteggio M-3, R I 1, fase.I). 367 Sotto la data del 15 aprile I 943, nel diario storico ciel comando dell' Annata (AUSSME .1218) si annotava che lo SMRE (con foglio 6859 del giorno precedente) non aveva autorizzato il trasferimento in Francia della divisione Piacenza (at.), perché destinata ad altro settore; che non poteva assegnare altre grandi unità; che doveva essere predisposta, presumibilmente quale riserva, la costituzione di un raggruppamento tattico imperniato su "una divisione di fanteria, rimaneggiata onde renderla idonea a fronteggiare f orze corazzaie."

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B. Le Zone presidiate dalla divisione alpina Pusteria e l'assetto delle forze territoriali della 4a Armata nelle retrovie Come si è osservato, il generale Vercellino sj conformò alle d irettive dello SMRE, emanando, il 27 dkembre, ordini con i quali egli definiva i settori critici delle zone interne:

"La situazione che viene evolvendo in Francia impone di maggiormente assicurare il controllo del territorio di occupazione qffzdaro all'Armata .- Di conseguenza, oltre al dispositivo per la difesa costiera, va pe,j'ezionato il dispositivo nella zona interna completando il controllo della frontiera svizzera con altro degli assi Grenoble - Sisteron Peyrolles e Briançon. - Sisteron.- "368

In base a tali dispos.izioni, la divisione Pusteria dislocò quasi tutto il 20° raggruppamento sciatori cli rinforzo in Savoia ed Alta Savoia, in corrispondenza del limite settentrionale del territorio sotto controllo armistiziale italiano. Il resto della divisione alpina fu disposto in parte lungo il Rodano (5° artiglieria alpina), ed in parte (1.1 ° alpini) nel territorio dei due dipartimenti (Alte e Basse Al pi) a cavaliere della Durance , a presidio dei capoluoghi (rispettivamente Gap e Digne) e lungo gli assi rotabili più importanti dianzi segnalati.369

368 Lettera citata 10822 del 27 dic. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-64) . 369 In stretta sintesi , i reggimenti della Pusteria avevano il seguente sommario schie-

ramento: l' 11° alpini si concentrava intorno al lago di Serre-Ponçon tra Gap, Mons, Sisteron, Em brun e Castellane; il 5° artig lieria alpina aveva reparti tra Valence, dove il Rodano riceve le acque dell'lsère e Montélimar, nei cui pressi vi si immettono quelle del Dri:ìme. Il 7°alpini rinforzò il raggruppamento Argens, dopo lo scioglimento del quale (aprile 1943) occupò la fascia meridiana, quella più a mezzogiorno dell'intero settore, compresa tra Digne e Manosque; a Manosque aveva sede il dipendente battaglione alpi ni Cadore che vi s i trovava sin dalla fine del novembre precedente. Sedi di comando di reggimenti e battaglioni della Pusteria erano Grenoble, Gap, D igne, Manosque, Forcalquier, Valence; quelli del 20° sciatori si trovavano a Chambéry, Albertville, Annemasse, Belley e le sponde meridionali del lago di Ginevra, da T honon a Chamonix. Una compagnia (ad Amberieu) ed una batteria (a Belley) si trovavano nel dipartimento d' o ltre Rodano dell' Aine. Come s i osserverà fra poco, nella zona descr itta troveranno sede e svolgeranno in parte analoghe attività numerosi reparti territori ali . Il limite meridionale del settore della Pusteria era stato dete1m inato con lettera citata SMRE n.21260, in data 7 dic. (AUSSME DS SMRE, 2079-22), all'asse: bassa Durance -Verdon -Varo. Per un certo periodo, conclusosi verso la fine del luglio 1943, il comando della Pusteria ebbe alle dipendenze tattiche anche due battaglioni GaF mobili, schierati sul confine settentrionale.

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Il dispositivo della Posteria fu progressivamente integrato da alcuni reparti territoriali che iniziarono a giungere nel gennaio 1943 e completarono il loro afflusso verso la fine di maggio . Complessivamente, verso la fine di quel mese , le unità territoriali italiane operanti nelle retrovie consistevano di soli quattro battaglioni Territoriali (T), due dei quali con compiti presid iari nella città cli Grenoble. Gli altri due ebbero sede nella zona dei depositi clandestini: il 46° battaglione T (bis) era sistemato tra Gap ed Embrun; l'analogo 105° presidiava la zona di Sisteron Laragne, e la media valle della Durance sino a Peyrolles.370 Ce n'erano cli più, tutto sommato, a protezione di località importanti nella fascia costiera, con il 52° e 1'87° dislocati intorno a N izza, per il presidio interno della Piazza; ed altri tre (13°, 43° e 109°) presidiavano rispettivamente il nodo stradale cli Sospello e le basi aeree a St. Raphael e Le L uc. Tuttavia, questa limitazione era bilanciata dal fatto che nel territorio di competenza della grande unità alpina avevano sede tre comandi Tappa (Modane, Chambery e Grenoble) e sette compagnie Presidiarie.371 Le incombenze dei reparti territoriali in Francia furono spesso e prevalentemente legate al sistema cli recuperi messo in atto

370 All' Armata furono assegnati complessivamente 18 battaglioni territoriali per varie funzioni, di cui 8 mobili. Cinque di quelli mobili furono inseriti nel dispositivo costiero di cui si parlerà fra poco (512, 513 , 514,528, 530); gli altri tre (529, 467 e 468) dipendenti dalle disezioni Tappe o Recuperi cl' Intenclenza, avevano però anche compiti cli controllo del territorio, come gli altri otto, battaglioni territorial i bis - cioè originati da un reparto analogo già esistente - (13, 36, 43, 46, 87, 52, 105 e 109). Infine in battaglione presidiario operò insieme al citato 529° TM alle dipendenze della Pusteria per il controllo della città di Grenoble. Un altro (X XX bersaglieri presidiario) fu di stanza a Marsiglia con analoghi compiti Complessivamente nelle regioni interne della Francia ebbero sede 4 dei 18 battaglioni territoriali. Si veda lo specchio in appendice. 371 Complessiva.mente i comandi Tappa, dipendenti dalla direzione delle Tappe di Intendenza erano 14 e le compagnie Presidiarie 24. Sede dei comandi Tappa furono : Chambéry (Savoia), Grenoble (Isère), Digne (Alpes de Haute Provence), Nizza (Alpes Maritimes) , Tolone (Var), Marsiglia (Bouches du Rhòne). Gli altri ha'lnO sede nei più importanti posti di transito o valichi (Modanc, Mcntone, Ventimiglia, Breglio), o in località situate sugli itinerari importanti (Draguignan, Brignoles, Gonfaron). Una buona aliquota delle compagnie Presidiarie ri siede in Italia nelle località che adducono ai va lichi più impo1tanti (Ulzio, Roccadebaldi) ovvero presso depositi di raccolta di materiali francesi (l\fontJ1eu da Po). Nella città di Nizza, ce n'erano due; una, la 53", fu colpila eia un attentato. I co.mandi Tappa erano frequentemente (40%) situati nei capoluoghi dei dipartimenti. Le compagnie presidiarie, complessivamente 24, risultano spesso disposte (70%) nello stesso luogo dei comandi Tappa da cui dipendono. Elenco dei comandi Tappa e delle compagnie Presidiarie in appendice.

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dall'Intendenza sin dalla fine di novembre ed abbracciavano un vasto campo cli attività che andavano dalla custodia dei depositi, alla movimentazione dei materiali e al loro eventuale carico sui treni, alla scorta agli stessi, nel quadro delle attività decise dalla direzione Recuperi dell'Intendenza. Tuttavia, senza sfuggire occasionalmente a tali comp iti, sia le compagnie Presidiarie, sia alcuni battaglioni territoriali furono anche impiegati per esigenze di presidio e cli vigilanza territoriale tip ici dell 'occupazione , quali sorveglianza delle istallazioni militari e controllo dei punti sensibili, degli assi rotabili e ferroviari, degli abitati. Svolsero pertanto, un po' dappertutto, anche compiti di segnalazione degli eventi pericolosi e di primo intervento in caso d i necessità, alle dipendenze in questo caso dei comandi delle unità di manovra responsabili di settore e costituendo in definitiva una rete ragguardevole a sostegno delle stesse unità. In realtà, nonostante la forza rispettabile che rappresentavano, (complessivamente 18 battaglioni erano la forza di quasi due divisioni italiane dell'epoca), i reparti tenitori al i non risolsero i problem i derivanti dall'occupazione. In primo luogo, la loro disponibilità per il controllo del territorio contrastava con i loro impegni lavorativi: solo la metà dei battaglioni ebbe incombenze quasi esclusive nel campo della sicurezza del territorio, benché la vigilanza dei depositi armistiziali e di disarmo competesse comunque a qualche loro minore unità. Inoltre la qualità delle truppe, che differiva a seconda del tipo di battaglione , del reclutamento ecc., rendeva l'affidabilità di tal i reparti disomogenea, nonostante la buona qualità cli qualcuno. Il fatto che tali reparti nella stragrande maggioranza non fossero mobili, e che invece fossero isolati e dispersi in unità minori e minime, infine, spiega il motivo ciel loro quasi completo sbandamento 1'8 settembre. Si deve aggiungere che, quella sera, in molti casi i materiali cli cui le unità territoriali dovevano occuparsi costituirono un onere notevole. Le caratteristiche, le incombenze descritte ed il ritardo con il quale tale dispositivo territoriale fu completato (si è visto che le prime unità erano giunte solo nel febbraio 1943; gli ultimi giunsero in maggio), concorse a rendere inevitabile un maggior impegno della Pusteria per il presidio vero e proprio della vasta zona delle retrovie. Fatto che contribuì alle difficoltà dì recupero della divisione in vista clell'annistizio. Complessivamente, il carico ciel presidio nelle località più difficili toccò effettivamente alla Pusteria. Vero è che la dislocazione cli buona parte ciel 5° artiglieria alpina, pare soddisfare il criterio cli mantenere il 236


presidio della porzione centrale della linea cli demarcazione italo-tedesca, quasi a ribadirvi le pertinenze italiane, visto che nella prima fase i reparti tedeschi si erano infiltrati s ino addirittura a Chambéry. La collocazione degli altri corpi della divisione alpina (l' 11 ° e, quando fu sollevato dal compito cli rinforzo del raggruppamento Argens, il 7° ed il 20° sciatori) pare rispondere appunto al criterio dell'impiego proprio cli queste uni tà, meglio attrezzate per il movimento e il combattimento episodico e frammentario, tipico delle operazioni in montag na. In particolare, la dislocazione del 7° rispose, verso la fine dell' occupazione anche all'esigenza di rinforzare il settore costiero ciel I CA ; se ne riparlerà. Tuttavia, solo il 20° sciatori fu prevalentemente coinvolto nella lotta contro le formazioni clandestine, dato che le organizzazioni resistenziali francesi s i radicarono soprattutto in Savoia, che fu teatro di alcune azioni di quei combattenti.

C. L'organizzazione d{/'ensiva tedesca nel settore mediterraneo limitrofo alla 4" Annata Ci si può chiedere quale dei due generali avesse ragione sull'entità delle forze rispettive dell'Asse su Ila costa mediterranea francese. Probabilmente era nel giusto il generale Ambrosia a sostenere che la densità delle forze italiane in difesa costiera fosse analoga a quella "cli taluni scacchieri della Madrepatria più a portata dell'offesa nemica". M a è altrettanto verosimile che il giudizio cli Vercellino sulla «leggerezza» dello schieramento italiano rispondesse ad una valutazione qualitativa, p.iù che quantitativa. In ogn i caso, in quel periodo (tra I' 1I dicembre e la fine dell'anno) nel settore mediterraneo tedesco furono schierate non meno cli tre divisioni di fanteria . Sino a Natale, nella zona limitrofa al settore del XXII CA, restarono in riserva alcuni reparti carri della 7" divisione corazzata. Dopo la partenza cli tale grande unità per la Russia, sul fin ire del 1942, l' Armeegruppe Felber ebbe in rinforzo una divisione motorizzata (poi di granatieri corazzati), che ne costituì la riserva. In particolare, all' Armeegruppe Felber era stato affidato il settore delimitato a levante dalla linea d i demarcazione con la 4" Armata (all 'incirca corrispondente all'asse Bando! - Cavaillon) e a ponente eia una linea immaginaria che correva ad est dell'allineamento Golfo cl ' Aiguesmortes (escluso) - Lumel - M ende - St. Flour - Tours (esclusa). Aci ovest di queste località la responsabilità difensiva risaliva alla l" 237


Armata tedesca (]AOK), la quale sulla costa mediterranea schierava la 326" div. (comando a Perpignano) e la 327" div. (Montpellier).372 Complessivamente, cinque divisioni erano pertanto schierate su poco più di 350 chilometri di costa; in particolare, Felber disponeva di tre divisioni su 150 km. Il tratto difensivo presidiato dalla 4" Armata era dunque superiore (quasi 250 km.), ma vi si trovavano disposte quattro divisioni. Se si considera che il settore dell 'Armeegruppe era più sensibile , si può cli.re che la densità degli schieramenti si equivaleva. Quel che differiva era in parte l'ordinamento: le divisioni cli fanteria tedesche disponevano cli tre reggimenti di fanteria (quelle italiane di due); inoltre, senza voler entrare in un confronto tecnico generale, le stesse divisioni avevano alle dipendenze sei compagnie controcruTo armate con cannone da 50 e 75 , non paragonabili, soprattutto per qualità dell'armamento, con quelle italiane. Infine, le divisioni motorizzate potevano contare non solo sulla mobilità della fanteria , ma anche su un battaglione di cannoni cingolati e corazzati d'assalto o su un battaglione carri. È indicativa al riguardo la circostanza in base alla quale, quando si decise l'avvicendamento tra truppe italiane e tedesche, a partire dalla fine dell'agosto successivo , l' intera Taro fosse stata sostituita eia un solo reggimento di fanteria tedesco, 1'870° della 356" div. e che l'avvicendamento stesso risultasse particolarmente complesso per via ciel fatto che i reparti dovevano essere sostituiti per settore e non per unità corrisponclente.373 Il giudizio del capo di SMRE quanto a densità pare tuttavia ancor più attagliato se si osserva l'evoluzione ciel dispositivo tedesco. A partire dal 18 dicembre, il comando Felber assunse la responsabilità dell'intera costa mediterranea dalla frontiera spagnola alla baia de la Ciotat compresa, donde aveva inizio il settore occupato dalle forze della Lupi. Confinante con la divisione italiana era la 335" divisione di fanteria; seguivano poi, verso ovest, la 327" (da Salin de Giraud ad ovest del Rodano) e la 326", schierata tra la Grau de Vendres , (alla foce dell' A ude) e la frontiera spagnola. In riserva la 345 a (mot.) , in afflusso entro il 22 clic. nella zona di attesa compresa tra Arles - Tarascon Roquemaure - Uzes - Alès - Lédignan - N'ìmes. li 23 dicembre ci fu un

372 Lettera dell'ufficiale di collegamento del XXII CA con il comando Fclbcr, 42 Cit. dell'8 clic. 1942 (AUSSME LI 3,225, carteggio Cit). 373 Lettera XXII CA 5545/02 del 2 set. 1943 (AUSSME 113 , 225 , carteggio Cit).

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nuovo rimaneggiamento: la 328a divisione di fanteria si sistemò sulla costa a fianco della Lupi; alla sua destra la 333a prese il posto della 327", mentre il settore verso il confine s pagnolo restò alla 326". La riserva restò invariata. 374 Tale situazione non mutò sino al marzo 1943, allorché la riserva, dopo la partenza della 345" motorizzata per l'Africa, fu sostituita temporaneamente dalla 999" divisione leggera Afrika, in attesa che la 60" divisione motorizzata, costituita con "elementi provenienti dal fronte russo e precisamente dal settore di Stalingrado", e probabilmente dotata dei carri armati di preda bellica francese, fosse pronta.375 Nel maggio del 1943, il dispositivo tedesco mutò ancora nel settore adiacente alla Lupi, dove fu schierata la 356a divisione di fanteria che restò su quelle posizioni sino all'8 settembre. Le riserve erano due: la 355" di fanteria nella zona cli Carcassonne, e l' altra, la 60a motorizzata nella nota zona a cavaliere del Rodano. La situazione del successivo maggio vide unicamente la trasformazione della 60" motorizzata in divisione granatieri corazzati (Panzergrenacliere) Feldherrnhalle su due reggimenti motorizzati cli granatieri, un gruppo carri su 80 carri cli preda bellica francese e un reggimento di artiglieria motorizzata su due gruppi di due batterie ciascuno.376 Nel secondo dei documenti citati, compare il numero di una divisione motorizzata, la 715" , divisione che ebbe successivamente rilevante importanza nel corso delle predisposizioni tedesche per l' attuaz.ione del piano «Achse» per l'eventualità dell'abbandono della lotta da parte ita-

374 Lettere dell' ufficiale di colJegamento del XXII CA con il comando Felber nn. 7 l Cit. in data 16 dic. 1942 e 90 Cit in data 23 dic. 1942 (AUSSME Ll3, 225 , carteggio Cit). li comando Felber ebbe per qualche tempo a disposizione anche la 345" divisione 111otorizzata, la quale successivamente transitò alJe dipendenze della ·1" Armata (von Blaskowitz), che presidiava la Francia occidentale atlantica. Dopo la partenza delJa div isione predetta cominciò la costituzione della 60° motorizzata, la quale costituì la riserva dell' ArGr Fleber a partire dal marzo 1943 . 111 Cit. in data 28 dic.1942. 375 Lettere dell'uffic iale di coJJegamento del XXII CA con il comando Fe!ber nn.352 Cit. in data 4 marzo 1943 e 464 Cit in data 6 aprile 1943. AUSSME LIJ, 225, carteggio Cit.. ln appendice, l'andamento del recupero dei caiTi armati francesi di preda bellica. 376 Lettera delJ 'ufficiale di collegamento del XXIT CA con il comando Felber n. 571 Cit. in data I3 mag. 1943 e schema senza numero né data, ma presu mi bilmente degli stessi giorni di maggio (AUSS ME Ll3 , 225 , carteggio Cit) . Non può non richiamarsi alla rnente l'analoga situazione cui si ispirò il pensiero della 4" Armata a proposito delle riserve «settoriali».

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liana e di cui si parlerà. Questa grande unità era stata ritirata da Lione dove si trovava già una divisione da montagna, la 157\ anch'essa impiegata nei giorni dell'8 settembre - per costituire riserva della l a Armata. Tornerà a Lione verso la fine del luglio 1943 .377 Questa osservazione consente di prendere in esame, per quanto possibile, l'organizzazione ciel controllo delle retrovie del comando Felber. Il territorio affidato effettivamente a questo comando appmteneva ai dipartimenti dei Pirenei orientali (Carcassonne) , dell'Hérault (Montpellier), ciel Garcl (N1mes) e delle Bouches clu Rhone (Marsiglia) , a meno della pmte cli questo territorio in mano alla 4a Armata. A nord e a nord-ovest dei limiti dei predetti dipattimenti, grosso modo lungo la linea immaginaria parallela alla costa mediterranea che unisce Pont St.Esprit sul Rodano a Millau e a Carcassonne, il territorio era affidato al "Kommandant des Heeresgebietes Suclfrankreich", comandante militm·e del teITitorio della Francia meridionale, alle dipendenze del comandante superiore in Francia (Parigi). Non è nota la disponibilità complessiva cli forze per tale incarico. Tuttavia, alcuni documenti originati o trasmessi dall'ufficiale di collegamento del XXII CA con il comando Felber fanno pensare che almeno sul finire ciel 1942, le divisioni incaricate del presidio delle retrovie tedesche fossero complessivamente 5 e tutte «di riserva», costituite cioè con i richiami. ln un primo tempo esse furono alle dipendenze del LXVI corpo d'annata (reserve K01ps) il quale cessò di dipendere clall' Armeegrnppe Felber alla fine clell'anno.378 È possibile dunque che il c01po cl'am1ata ricordato, con le sue divisioni, fosse passato alle dipendenze ciel comando territoriale tedesco, ovvero che le divisioni stesse dipendessero direttamente dall 'Armeegruppe, ma che potessero essere impiegate per esigenze teffitoriali. Se così fosse, non ci si può sottrarre alla riflessione su ulteriori motivi per i quali Vercellino intendeva disporre della Pusteria per le esigenze tattiche, preferendo lasciare le incombenze territoriali all'lntendenza.379

377 Sulla presenza della 157" divisione si veùa la leLtera ciel XXII CA al comando d' Annata n. 4068/02 in data 26 nov. 1942 (AUSSME DS XXII CA 1101-74); ed altri documenti che saranno citati successivamente a propos ito delle operazioni della divisione nei giorni dell'armistizio italiano. 378 Lettera Armeegruppe Felber 1984/42 con allegato (irreperibile) ùel 15 ùic. 1942 (AUSStvJE Ll3, 225, carteggio Cit), e lettera citata XXII CA 4068/02 del 26 nov. 1942 (AUSSME 1101 -74). Secondo tale lettera le divisio1ù affluite per le retrovie erano la 157' (tra Bourg e Lione); la I58" (Limoges); 159" (Clennont Ferrand); 148" (Tolosa); 189" (Le Puy - Alès). 379 Lettera Am1eegruppe Felber 2149/42 del 26 clic. 1942, tradotta e trasmessa dell 'ufficiale di collegamento del XXII CA con lo stesso comando (AUSSME LI 3,225, cruteggio Cit).

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In definitiva, si può dire che il dispositivo tedesco fosse superiore in termini qualitativi, nella disponibilità cli riserve mobili, potenti e dedicate, ma che complessivamente in grandi unità disponibili si equivalesse a quello italiano. Probabilmente era vero che la densità delle unità schierate sulla costa fosse analoga a quella delle più esposte frontiere marittime italiane, ma è altrett.anto vero che lo SMRE non seppe tener conto della mancanza di "reciprocità organica" tra i due schieramenti e della più congrua ripartizione delle fu nzioni tra le grandi unità tedesche avanzate, di riserva e di controllo territoriale delle retrovie.

D. Il completa,nento dell'organizzazione d?fensiva costiera con le unità da posizione costiera Si vuole osservare ora come si sviluppò l'afflusso delle unità costiere destinate alla 4a Armata e in che misura esse attuarono il disegno dello SMRE inteso a realizzare progressivamente sulle coste provenzali un dispositivo costituito "con reparti da posizione costieri del tutto analoghi a quelli impiegati per le nostre coste". Man mano che essi fossero giunti "l'organizzazione costiera [avrebbe dovuto] evolvere verso il tipo completo, disimpegnando gradualmente le GU per compiti di manovraL ... ] secondo un progetto [da] redigere e trasmettere al più presto e dal quale dovrà risultare il fabbisogno partico.lareggiato di unità e di mezzi".380

380 Lettera 20366 del 24 nov. l 942 (AUSSM E DS SMRE 2078-114) .; e lettera 21979 del 17 <lic. 1942 (AUSSl'vlE DS SMRE 2079-34). Già citate ed in appendice. Un esempio abbastanza completo di questa difesa costiera organi,.zata aco11 criteri e co11 reparti da posizione costieri del wtto analoghi a quelli irnpiegati" per le coste italiane, si trovava nel settore ligure del suo schieramento, affidato tra Punta del Mesco (La Spezia) e Cap d' Ail (l'vlentone) al XV CA. Il settore era presidiato dalla 201" divisione costiera, tra Cap Martin (li mite arm istiziale) e la peri reria ovest di Genova, e la Difesa Porto Genova che presiedeva alla difesa cli quel porto. La 201" divisione era costituita di due reggimenti costieri - ciascuno su tre battaglioni (o gruppi squadroni appiedati), rinforzati da compagnie mitraglieri costieri e da Nuclei Anti Paracadutisti (NAP); da un reggimento di artiglieria da posizione costiera, da due treni armati. Completavano la difesa cinque batterie della Milizia ca . (tvlCA) da 75/40 . La Difesa Porto Genova disponeva di un reggimento costiero, di un reggimento artiglieria GaF, più o meno ordinati come quelli della 20 1". Contava inoltre, tra l'altro, su un treno e su un pontone armati e la difesa contJaerea si basava su otto batterie pesanti di vario calibro co!1'edate, come l'altro organismo difensivo costiero cli un parco impressionante di stazioni fotoelettriche. (Si1uazio1w dei comandi, truppe e servizi assegnati all'Armata alle ore O del 1° gen. 1943. AUSSME DS 4A 1127-3). Si veda anche la Situazione grafica della 4''Armata al 31 dic. 1942. Copia 21. AUSSME DS SMRE 2079-48.

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1. L'afflusso dei. reparti e quello dei comandi costieri e le priorità stabilite per le loro assegnazioni I reparti veri e propri (non i comandi) di rinforzo promessi dallo SMRE (due comandi di divisione costiera, quattro comandi di reggimento costiero e undici battaglioni complementi alpini per compiti costieri, dieci compagnie mitraglieri da posizione, e altrettante controcarro e mortai) , avrebbero potuto consentire effettivamente un potenziamento dei settori provenzali, e forse avrebbero potuto anche eguagliare la densità dei repatti costieri schierati in Liguria. Ma se si prende per buono il progetto redatto dal comando del XV CA prima del suo trasferimento, verosimilmente sulla base dell'invito del comando d'Armata sollecitato a ciò dallo SMRE, si rileva che le forze necessarie non sono proporzionali a quelle previste. Il citato comando riferiva nel suo settore l'esigenza di 12 battaglioni costieri presupponendo che fossero loro assegnati "tutti i compiti relativi alla cope1tura costiera (POC - NF - NM - PBC - rincalzi e riserve settoriali occupazione della posizione di contenimento.)".381 È ipotizzabile che le esigenze rappresentate dagli altri corpi d'armata fossero state analoghe. Se la conseguente segnalazione dell'Annata riprese il tenore cli tal i richieste, le necessità complessive dovevano essere superiori. Ma, abbastanza inspiegabilmente, il comando d'Armata, ritenne invece "[ . .. ] adeguate alle necessità della difesa coste mediten-anee francesi" le forze ind icate dallo SMRE. La questione deve dunque considerarsi chiusa . Tuttavia, come si vedrà, le assegnazioni previste non potevano non conseguire risultati modesti per uno dei due corpi cl'arn1ata. 382 Il comando cl' Armata, prevedendo che l'afflusso delle forze sarebbe

381 POC (Posti di Osservazione Costiera) - NF (Nuclei Fissi) - NM (Nuclei Mobili)

- PBC (Posti di Blocco Costiero). 382 Tale opinione era stata espressa con lettera 1001 2 del I 2 clic. 1942, irreperibile, ma ci tata nella lettera S MRE 21979/0p. de l 17 dic. 1942 (citata). Il documento del XV CA sulle esigenze di rin forzi (n .02/3084, AUSSME, DS XV CA, novembre - dicembre 1942, allegato 89) reca la data del l7 dicembre (si è quasi alla vigilia del rientro in patria del comando del XV). Il progetto era stato richiesto dal comando dell'Annata (n.9304, in data 30 novembre, documento non reperito), facendo seguito, verosi milmente, all'analoga citata richiesta dello SMRE del 24 nov. J.942. (AUSSME 2078- 114). ll progetto dell ' Armata con le relative proposte, ancorché esistente, 11011 è stato reperito. Senza voler addentrarsi in un' illustrazione teorica, basti dire che, dopo la diramazione della circ. 3 C. S. M. del 24 ottobre 41, la nonnativa stava evolvendo verso un'organizzazione difensiva che si basava sulla costituzione di "<<Centri di gravità» adeguati alla importanza tallica locale ed intesi ad evitare qualsiasi dispersione delle forze, sia lungo la costa, sia immediatamente a tergo

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avvenuto " presumibi Ime nte entro iI mese di dicembre", aveva divisato d i gravitare a favore del XXII CA assegnandogli sette degli undici «battaglie.mi comple mento alpini per compiti costieri » ed altrettante compagnie mortai da posizione al XXH, (rispettivamente quattro e tre al I CJ\). Ciascuno dei corpi d 'annata avrebbe inoltre ricevuto cinque compagnie mitraglieri da posizione e altrettante compagnie controcarro. 383 li ritardo con il quale invece i vari rinforzi stavano giunge ndo, impose verosimilmente di confe rire priorità al potenziamento del settore della Legnano (I CA), alla quale divisione furono assegnati i primi tre battaglioni (XXIll, XXIV e XXXIX) giunti solo tra la metà e la fine d i gennaio .384

di essa. Tale criterio si [traduceva] nell'organizzazione [di i çapi.m ldi capaci di prolungata resistenza [e d i] centri o 11.idi di resistenza tali da potersi efficacemente opporre a qualsias i colpo di mano avversario. I primi [presidiati da plotoni o compagnie] ed eventualmente r iuniti in gruppi di capisaldi sotto un unico comando (di compagnia o di battaglione) [avrebbero costitui to] l'elemento base della organizzazione difensiva: i secondi, presidiati da una o due squadre, [erano[ previsti nei casi d i elementi isolali - nuclei tìssi (NF), (nucle i mobili (NM)), Posti di Osservaz ione Costiera (POC); Posti cli Blocco Costiero (PBC) [ .. . ]". (circ. 3200, 3 1 gennaio 43,/\USSME, Raccolta M-7,cart. 208). 383 Delle unità controcan·o, mitraglieri e mortai eia posizione non si è riusciti a reperire molte notizie. Si sa in ogni caso che per la costituzione delle 10 compagnie controcarro da posizione avrebbe dovuto essere impiegato " in parte pezzi frances i di preda bellica", anche ricorrendo ai " materiali presenti nei depositi clandestini" . AUSSM E OS SMRE, 1216, giorno 19 dic . 1942. Quanto ai mo11ai , il 12 gennaio lo SMRE diede disposizioni (ignote) relativamente ai recuperi di mortai francesi da 50 o da 60. Ibidem, giorno 12 gen.1943. Nulla sulle mitragliatrici. Tuttavia in un promemoria del successivo luglio I 943, risultano presenti nell'ambito della 4" Armata 16 compagnie mitrag lieri eia posizione ; 9 compagnie mortai da 81; 55 pezzi cc sciolti . Promemoria redatto in data 27 lugliu er aggiornare la situazione al capo di SMG (AUSS ME, carteggio M-3 , Il , F I) . 3 Come noto lo SMR E aveva annunciato i rinfor7.i per la difesa della Francia occupata con lettera citata n . 2 I 870 del J 6 die.1942. (AUSSME 2079-31 ). e ne aveva previsto l'afflusso entro dicembre (Lettera 9852 ciel 9 dic. 1942, altrettanto nota, 1099-53). In p.uticolare, - giunsero a rilento. Gli undic i battaglioni costieri alpin i assegnati ali ' Armat..i dovevano giungere in due blocchi: dal XXIU al XXVT (23-26) e dal XXXJ V al XL (3440). Siwazione dei comandi. 1ruppe e servizi assegnati all'Armata alle ore O del 1° ge11. 1943. AUSSME DS 4 A 1127-3. I primi quattro vennero precettati il successivo 5 gennaio e giunsero tra la metà di gennaio e la tìne di febbraio: XXIT e XX IV il 16 cd il 19 gennaio; il XX X IX il 28 gennaio e il XXXV il 28 febbraio. Gli altri , da trarre dalle c lassi 1908 e 1909, richiamati non ancora completamente addestrati, furono assegnali ancora più tardi. Formazioni dei battaglioni: compagnia comando, tre compagnie alpini di tre plotoni fucilieri ciascuna (tre squadre cli un·arrna [fucile mitragliatore] ) un plotone mitraglieri (tre squadre di un 'arma [mitragliatrice)), ci nque autocarri L [leggeri] modello 1939 o motocaffi . Questi , come le armi automatiche - fuci li mitrag liatori e mitrag liatrici - avrebbero dovuto essere garantiti da lle disponibilità della 4° Armata. Il calendario degli aft1ussi dei battaglioni costieri è frutto di una ricoslruzione che ha tratto le informazioni dai seguenti documenti: Si111a::.io11e dei comandi, truppe e servizi assegnati all 'Armata alle ore O deL 1° ge11. 1943. AUSStv1E DS 4 A 1127 - 3 ; ibidem, 11 27 - 35 ; ibidem, I 127 - 67 e 68. Tn appendice LlllO specchi o dei battaglioni complemento alpini.

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Una chiarificatrice carta degli schieramenti redatta dal comando della 4" Armata in data 25 febbraio 1943, mostra infatti la seguente lacunosa situazione. Nel settore del XXII CA, tra Bandol e Cap C avalaire, la difesa costiera era tutta nelle mani dei reggimenti di fanteria delle divisioni Lupi e Taro. Nel settore del I CA, si ind.ividuano tre dei citati battaglioni costieri della Legnano, ma il resto della fronte, tra Antibes e Cap d' Ail, è tenuto dal reggimento di cavalleria Piemonte Reale, da un gruppo squadroni di Genova cavalleria e dal battaglione mobile GaF I/b, là dislocato a suo tempo "per compensare nel settore di Villafranca [Villefrancbe, est di Nizza] la minor disponibilità di forze della 2" divisione celere rispetto alla df. " Legnano"" .385 Quanto al settore cli quest' ultima divisione, i battaglioni costieri assegnati alla divisione risultano erano schierati, partendo da ovest, nella zona di Grimaucl, a protezione delle s palle del golfo cli St. Tropez (XXXIX) 386 ; tra St. Raphael, Drammont ed Agay, sulle fa lde a mare dell'Esterel (XXIV); e grosso modo tra Théoule , Cannes ed il golfo di Juan c'era il XXIII. 387 A questo punto la sorte degli altri battaglioni si intreccia con il mistero dell'afflusso dei due comandi di divisione costiera assegnati all'Armata insieme ai quattro comandi di reggimento costiero. Nella appena richiamata carta tattica , i comandi di divisione costiera (223" e 224") risultano insediati rispettivamente a Cagnes ed a Nizza. In un documento coevo, dal comando della 223" dipendono già tre battaglioni complemento alpini : il XXXIV, XXXV e XXVI, disposti tra Cagnes sur mer ed Antibes .388 Poiché detti battaglioni non compaiono nella predetta carta tattica si

385 Lettera 4° Armata 9677 de l 7 dic. 1942 (AUSSME 1099-54). Già citata, e in appendice. 386 Per distinguere battaglioni e gruppi l'Esercito adottava una numerazione romana. In alcune parti di questa sezione, vista la frequenza del le citazioni e la quantità delle unità, ne viene fornito anche il corrispettivo arabo per agevolare la lettura ed evitare confusioni . 387 La carta tattica di cui si parla è riportata in AUSSME quale Situazione grcdica della dislocazione delle unità della 4" Armala alla data del 26 febbraio 1943. Copia 21. (DS 4A 1127-68). Essa è stata riprodotta in appendice per settori da Bando) a Cap d' Ail. Nulla compare delle unità controcarro, mortai e mitrnglieri da posizione armati con materiai.i di pbf. 388 Situazione dei cornandi, truppe e servizi assegnati a/l'Armata alle ore O del 25 febbraio 1943. (AUSSME DS 4A 1127-67).

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deve ritenere che la loro sistemazione fosse ancora in corso. Peraltro , nel diario storico della 223\ che fu il comando più celere a giungere presso la 4" Armata , si legge che alla fine di gennaio era partito per la Provenza solo un "nucleo comando" e solo il 22 febbraio il comando risulta insediato a Cagnes sur mer. È in ogni caso curioso che il diario storico dell'OKW annunci la piena fun zionalità dello schie ramento delle due divis ioni costiere nella pri ma decade dell'aprile successivo.389 Verosimilmente ciò dipese da una serie cli circostanze. In primo luogo dal fatto che i quattro comandi di reggimento costiero dei due comandi di divisione giunsero proprio in quei giorn i e che non furono assegnati tutti alle divisioni di appartenenza, ma ripartiti in base alla presenza dei battaglioni complemento alpini. In particolare , il 165° toccò al comando Marina di Tolone, che nel frattem po aveva ricevuto due battaglioni complemento alpini (XXV e XXVI) ed un battaglione ten-itoriale mobi le di cui si parlerà.390 L'altro comando di reggimento costiero, il 166°, restò alla sua divisione di appartenenza con i battaglioni XXXIV, XXXV, XXXV! ed i nuovi g iunti XXXVIII e DXII (512°) battaglione territoriale mobile (TM), complessivamente schierati tra Anti bes, Cagnes e St. Laurent du Var (il TM). Dei due comandi di reggimento della 224" (167° e 168°) , il primo fu assegnato alla Legnano con tre battaglioni complemento alpini (XXIII , XXIV e XXXIX) ed il Val Pellice. Lo schieramento di quest'ultimo battaglione si era contratto per presidiare i valichi dei Mauri , gli accessi a Collobrières (verso Tolone) e .la rada cli Cavalaire. I battaglioni. complemento restarono grosso modo dove si trovavano già da qualche tempo, tra il golfo di St. Tropez e quello di Juan. Il comando del 168° fu assegnato di rinfo rzo della Taro con i battagl ioni comple mento alpini costieri XL e DXIV (514°) TM. L' ultimo dei battaglioni complemento alpini preannunciati, il XXVII, rinforzò il settore della Lupi a

389 Diario storico del coma ndo della 223• div isione costiera, mesi di gennaio e feb-

braio 1943. AUSSME 1099, cartella 6 (223" div isione costiera). Secondo il diario storico dell 'OKW. le due divisioni iniziarono a funzi onare (angelau fcn) 1' 11 apri le 1943. OKy,'. ktb. , 9 - I I.Aprii 1943 pag. 3 l J-3 l 5). -'90 JI comando difesa di Tolone. alle dipendenze di un ammiraglio di squadra (prima Tur. poi Matteucci) , ebbe in rinforzo prima il XXV bauaglione, poi il XXVI ed infine il 513° battaglione TM bis . 01.trc alle forze c itate e a parte le artiglierie costiere, in Tolone si trovarono alla Cine di gennaio un battaglione del San Marco e du e battaglioni Camicie nere.

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Clinchamp, a sud di Tolone, molto probabilmente per il controllo delle alture che salgono da Cap Sicié a Nòtre Dame du Mai , scendendo poi su Six - Fours.391 Il numero dei battaglioni costieri TM rivela l'esistenza cli un secondo moti vo ciel r.itardo con il quale fu completato lo schieramento costiero. Essi furono assegnati perché dovette progressivamente emergere che i battaglioni complemento alpini non erano sufficienti. Circostanza che porta acqua alla tesi del XV CA che ne chiedeva 12 per il solo settore che poi sarebbe stato quello ciel I CA. Come si è potuto vedere, in quel settore vi erano complessivamente otto battaglioni alpini (compreso il Val Pellice) e due battaglioni TM (DXII e DXXX) per compiti costieri: un 'entità assai vicina a quella proposta da] XV CA e che soprattutto capovolgeva l'iniziale gravitazione ciel comando 4" Armata che ne aveva assegnati sette alla fronte ciel XXII CA .392 Un ulteriore e fondamentale motivo per giustificare la situazione intricata che si viene illustrando deriva dal fatto che in pratica la 224" divisione costiera si trovò senza truppe costiere. Ne discese che il settore del I CA compreso tra il Varo e Cap d' Ai!, fu presidiato dalla 223a (meno un reggimento); esso comprendeva il complicato enclave costituito dall'abitato di Nizza, posto sotto comando della 204a costiera , che dispose di un reggimento di cavalleria e dell'artiglieria della 2" celere EFfF, di minori unità carri L40 e bersaglieri motociclisti, e cli altri reparti di sostegno. In effetti, ciò dipese in parte dalla scarsità di forze, ma anche dalla necessità di creare il comando Piazza di Nizza, con il suo campo trin-

391 La costituzione e mobilitazione battaglioni complemento ,alpini XXXVII, XXXVIII, XXXIX , XL (secondo blocco) fu comunicato dallo SMRE al comando 4" Armata ordinato con un telegramma SMRE 11 79079 del IO feb. 1943 (1127-49) . 392 Dopo i battaglioni complemento alpini furono successivamente assegnati anche i battaglioni «Territoriali Mobili» (TM) per compiti costieri DXII, DXIII, DXIV (5 12° , 513° , 514°) cui si aggiunsero poi il 528° e il 530°; disposizioni del!' 11 e del 17 dicembre. Essi ricevettero l'ordine di affl uire al Centro di addestramento d i Albenga, appartenente alla 4" Armata, verso la fine del successivo gennaio. Lettera SMRE citata 1548 del 26 gen. 1943. (AUSSME 2079-71). Sotto la stessa data furono assegnati all'Intendenza cl' Armata i seguenti 5 battaglioni «territoriali bis»: XXXV I (36°) XLIII (43°) XLVI, CV (105°) e CIX (109°). Lettera S.wlRE n.1549 (AUSSME 2079-72). Ancora più tardi due battaglioni TM entrarono a far parte della Pusteria (529°) e del I CA (530°). (Situazione dei comandi, truppe e servizi assegnali all'Arm.a1a alle ore O del giorno I O giugno 1943. (AUSSME DS 4A I 326 I 9). In appendice specchio delle unità territoriali.

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cerato di cui si parlerà e infine dalla nota necessità di recuperare la divisione celere dalla linea di costa, provvedimento che assecondava i desideri dello SMRE e consentiva il recupero cli una divisione, seppur menomata , per la riserva settoria le di cui s'è parlato. 393 La situazione descritta perdurò sino ai giorni dei primi ri mpatri nell'estate del 1943 .

2. Le caratteristiche del sistema difensivo costiero Il sistema costiero che fu realizzato induce ad alcune considerazioni. La pri ma deriva dalla circostanza in base alla quale la maggiore presenza di reparti costieri coincise con le caratteristiche più difficili del1' ambiente naturale, ove all'isolamento dei luoghi si accompagnava l'asperità del terreno e la difficoltà di condurvi operazioni offensive importanti. Nel settore del T CA , per esempio, la disposizione avanzata dei reparti della Legnano sulle fa lde dell'Esterel o dei Mauri non avrebbe consentito alcuna manovra neanche dei capisald.i. I rinforzi costieri invece, stando sempre agli schieramenti riportati sulle carte tattiche, garantirono quantomeno alla Legnano v igilanza , allarme e prima difesa dei tratti più avanzati, scoscesi e disagevoli , consentendo alla grande unità di concentrare i propri reggimenti in corrispondenza dei critici settori delle foci dell 'Argens (St. Tropez) e della Siagne (Canues) . Più ad esl, tra Anti bes e Cap d ' Ail nel settore prevalentemente affidato alla 223" divisione costiera , siffatta scelta fu consentita dalla presenza di un fitto tessuto urbano costiero tra Cannes e Menlone e in parte per la con-

393 Il comando Piazza Militare di Nizza fu costituito il 28 febbraio 1943 sul coma ndo della 224" div isione costiera. Questi ebbe alle dipende nze un reggimento di cavalleria della EFTF (a turno fra quelli disponibili) con uno squadrone carri, il reggime nto artiglieri a ( 134° molorizzato) organico alla slessa EFTF, con la batteria contraerei legge ra, un gruppo contraerei pcsan1e . ahre minori uni1à dei carabinieri e territoriali. Le ttera 4" ArnMa n.3962 ciel 28 feb. 1943 (AUSSM E DS 4A 1218- 14). Buona r,arte della divisione s i trovò a presidiare il trailo costiero incentrato sul l' ab itato di Nizza, in parte per evidenti motiv i di sicurezza interna della città, in un'opera cui i reggimenti di cavalleria erano gi udicati più adatti. In fondo la EFTF svolse due compiti e perciò si è dello della sua debolezza per sviluppare quello di ri serva nell'accezione piena del termine su tutta la fro nt.e . Questo espediente rese superflua la necessità cli ulteri ori battaglioni costieri , risolvendo la s ituazione di carenza cli cui si è dello.

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figurazione topografica della zona, nella quale le strade più importanti correvano sulla cimosa costiera, avendo alle spalle quote significative dietro alle quali poteva manovrare la divisione celere. Nel settore ciel I CA, questo indirizzo fu conservato anche in seguito. Solo qui - con l'afflusso dei comandi cli divisione e cli reggimento costieri , il completamento delle restanti delle unità da posizione e il loro impiego sul fronte marittimo - la concezione tattica che intendeva conservare le forze delle grandi unit~t di campagna per le azioni manovrate pare soddisfatta . Tali provvedimenti permisero infatti cli svincolare la EFTF per una certa qual funzione di riserva settoriale costiera, basata sulla tenuta delle zone arretrate comprese tra Nizza, Grasse e Fayence, dominanti le retrovie della Legnano e in parte quelle delle stesse divisioni costiere. Da un documento cartografico del maggio ciel 1943, questo carattere continua a rivelarsi solo parzialmente nel settore ciel XXII CA. Si è già illustrata la situazione del XXXVII battaglione costiero cli Clinchamp nel settore della divisione Lupi . Unica variante in questo settore è rappresentata dalla presenza del DXXVIII 528° battaglione TM a presidio dell'abitato chiave di Solliès-Pont. Gli. altri due battaglioni, il XL alpini costieri , e il DXlV 51.4° TM, ammin istrati dal 168° costiero inquadrato a sua volta nella Taro , presidiano rispettivamente l'altura della Fossette (ai piedi della Pi.erre d ' Avenon) tra Levanclou e Borrnes; e le quote ove sorgono i forti del campo trincerato cli Le Pradet, alle porte orientali di Tolone.394

3. Alcune annotazioni

In definitiva, si può osservare come il maggior potenziamento fosse toccato al settore orientale del dispositivo d'Annata e èhe invece, in quello occidentale il nerbo del sistema difensivo fu sempre costituito dalle divisioni Taro e Lupi, i cui rispettivi reggimenti restarono sulla

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Situazione particolareggiata dell 'occupazione del la Provenza in data 18 maggio 1943, tratta dal Rapporto di situazione mensile periodo 21 apr. - 20 mag. 1943 inviato allo SMRE con lettera 4" Armata n.10127/0p. del 12 giu. 1943 (AUSSME DS 4A 132623) . Dal documento risulta che tutti i battaglioni costieri di rinforzo sono schierati.

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costa, con schieramenti piuttosto <<ancorati» e con scarse possibilità di manovra oltre quella dell'attivazione dei capisaldi non presidiati e dì quelli arretrati cli contenimento.395 Analoga la situazione della Taro, la quale ebbe sempre schierati sulla costa la quasi totali tà dei suoi battaglioni (5 su complessivi 8, compresi i rinforzi). Una certa interessante diversità d'impiego fu costituita dal rinforzo rappresentato dal comando ciel 168° reggimento costiero. Questi ebbe alle dipendenze fra l'altro il III battaglione del 208° fanteria della Taro, e si schierò in corrispondenza delle posiz.ìoni alle foci del Gapeau nella rada cli Hyères. Alleggerì in tal maniera il compito dello stesso reggimento impegnato sull'altro versante della penisola dì Gìens, da Carqueiranne alla Farlède, dove si trovava un suo battaglione, uno dei tre sch ierati in profondità . E rese nel contempo più agevole il compito ciel 207° fanteria della s tessa divisione schierato in corrispondenza della soglia cli Bormes (Levanclou) con all'ala sinistra il 514° [DXIV] battaglione TM . Una sorta di cross-attachment ante lìtteram. È interessante notare che, nel complesso, sulla fronte dell'intera Armata i battaglioni schierati furono i tre quinti (21); 14 quelli in rincalzo o riserva . Si osservi che questa ripartizione fu rispettata almeno in parte, anche nel settore della 223a divisione costiera, la quale destinò alla riserva uno dei suoi complessivi cinque battaglioni.396 Ne deriva la considerazione che non vi fu una vera distinzione tra l'impiego delle unità cli manovra e quello dei reparti costieri, se non nel settore della Legnano e in altre situazioni locali. Solo in questi. casi, i reparti da posizione si limitarono all'assolvimento della funzione tutto sommato ausiliaria dì vigilanza e di osservazione, attuat~1 negli intervalli dell'intelaiatura della difesa basata tuttavia sui capi-

395 Se si osserva una mappa redatta dalla divisione Lu pi di Toscana presumibilmente nel marzo del 1943 e riguardante le posizioni tenute dal 77° fanteria , (figura) si nor.a che posti di blocco costiero, posti di osservazione costiera e nuclei ne l caso in esame solo fissi (PBC, POC e NF), paiono attuar.i dag.li stessi reparti del reggimento, unità che in teoria av rebbero dovulo essere disimpegnate per la difesa manovrar.a . Lettera dell'ufficiale di collegamento del XXII CA con il comando Felber n.352 Cit. in data 4 marzo 1943 (AUSSME Ll3 , 225, carteggio Cit). 3% Allegato senza numero al rapporto suÌia situazione delle forze italiane inviato con foglio 542 Cit, probabile segnalazione periodica, trasmessa dall' ufficiale di collegamento del XXII CA, in cima 1° maggio J 943 (AUSS1\,1E Ll3 , 225. carteggi.o Cit).

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saldi tenuti da forze che per struttura organica e armamento fossero capaci di prolungata resistenza, c ioè dalle divisioni di fanteria schierate sulla costa . Lo scopo cli "liberare [tutte] le divis.ioni dell'Armata per restituirle ai compiti cli manovra" non pare dunque sia stato mai totalmente conseguito, nonostante lo SMRE avesse progressivamente portato a 16 i battaglioni di vario tipo destinati a compiti di difesa costiera.397 Se si dovesse poi trovare una ragione alla scarsa presenza di reparti costieri nel settore del XXII CA, la tesi più ovvia è che questo non fosse dappertutto conveniente al loro impiego: le caratteristiche di spiaggia di diversi tratti richiedevano unitarietà, omogeneità e prontezza cli reazione delle forze più vigorose per armamento e addestramento. Ma non si può escludere che tale dispositivo si fondasse sull'opportunità di adeguare l'organizzazione italiana a quella limitrofa dell 'alleato, il quale impiegò sulla fronte solo batterie costiere (italiane) ma non forze cli fanteria eia posizione costiera.398 Ci si orientò pertanto verso il potenziamento delle due divisioni più occidentali mediante il ricorso alle artiglierie di preda bellica francese, specie controcarro, e al miglioramento dei lavori di protezione .399

E. Il problema delle artiglierie costiere - L'impiego iniziale delle artiglierie GaF, dei raggruppamenti di corpo d'armata e di grande unità per sopperire alle carenze - IL progressivo rafforzamento del dis-

397 Elenco dei battaglioni nella citata appendice.

398 Solo nell'agosto 1943 giunsero, come si vedrà, due reggimentkda posizione (5° e 95°) i quali furono però impiegati nelle zone urbane di Marsiglia. 399 L'Armeegruppe Felber impiegò complessiv.imente 20 batterie (eia 501 a 504; 529; da 60 I a 6 I 5; 632 e 633; e da 645 a 649). Detti rep.irti, complessivamente oltre 2.700 uomini, furono assegnati con lettera SMRE n.0058210/4 del 29 gen . 1943 e cominciarono a partire per il fronte cieli' Armeegruppe Felber nella prima decade di febbraio e poste sotto il comando tattico delle grandi un ità tedesche competenti per settore (AUSSME DS 4A 1127-34 e 37) . Verso la metà febbraio il Ten. Col. Masi venne inviato a Marsiglia quale ufficiale di collegamento delle 20 batterie assegnate a lI' A.Gr. Felber. Annotazioni presenti nel carteggio Cit. AUSSME L- 13, 225. Nel settore prossimo a quello de lla Lupi, la prinrn di queste batterie (la 611") risulta schierata nell'isola di Pomégues di fronte a Marsiglia. Allegato .il rapporto sulla situazione delle forze italiane inviato con foglio 542 Cit in data IO nrng. l 943 AUSSME L- I 3,225, Carteggio Cit.

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positivo mediante l'utilizzazione dell'armamento francese di preda bellica e la costituzione di appositi reparti di artiglieria L' organi:aazione di fensiva costiera ebbe in realtà il potenziamento maggiore col ricorso alle artiglierie GaF e di preda bell ica .400 Secondo la dottrina italiana alle artiglierie «antinave>> e «antisbarCO>>, specie a quelle inserite nella fortificaz ione permanente , era infatti affidato un compito essenziale nelle fasi i niziali di un possibile assalto nemico alle coste: le pri me dovevano bersagl iare le navi, le altre avevano il compito di battere le posizioni avversarie sulle teste di sbarco, come una qualsiasi artiglieria da campagna .40 1 L'azione antinave si basava su artiglierie di maggior cal ibro la cui efficacia e ra esaltata dal fallo che generalmente esse erano sistemate in postazioni protette (caverne , speroni rocciosi, forti, torrette) . L'utilizzazione di questo materiale si presentò piuttosto complesso per d iversi motivi. In primo luogo, perché, a parte Tolone - dove la situazione, nonostante il sabotaggio francese e le aspo1tazioni tedesche, andò progressivamente migliorando -, le opere costiere francesi presenti nel settore armistiziale italiano erano concentrate, fino ali ' Annistizio, tra Nizza e Cannes . In pa1ticolare, una relazione del comando del XV CA riferiva che:

"le opere francesi f si addensavanoJ in corrispondenza del tratfo Cap de la Croisette (Cannes) - Cap Ferrclf [immediatamente a levante

400 Con la lettera 21 870 ciel 16 clic., lo SMRE aveva assicurato che "per le ar1ig lierie /si sarebbe} pro vved1110 alla costiwzio11e di btr. / bc111erie J (solo personale) des1i11n10 al servizio delle ballerie costiere .francesi che sarà possibile rimellere in eDicie11;:a, sia tra quelle in posil.io11e, sia traendole dai depositi armistiziali e dalle 1111i1tìfra11cesi smobilitate·· (AUSSM E 2079-31). La sera del 27 novembre lo stesso SMRE aveva ribad ito la possibilità di ··utilizzazione armi e materiale bellico co111111u111e utile ai fini rù!f'orz.o G .U. " . Il 28, prcdsò il suo pensiero di sponendo "'/ .. .j immediata presa di pos.rns.1·0 di 11mi i mezzi delle for::,e armate francesi [ .. .e] di tu/li i depositi armistiziali"" . Tele,fc'"ammi SMRE nn.25590 e 25597/0p. in data 27 e 28 nov. 1942. (2078-120 e 123). OI In un promemoria interno dello SMRE del maggio 1941, reda110 per il capo del Reparto operazioni e che si riferi va ai provvedimenti adottati, in tema cli difesa costiera, da lla 6" Armala, schierata ini zialmente nell'Italia meridionale, e poi trasferita in Sicilia ne l sellembre del 194 1, si sosteneva che, a mente delle ·'Istruzioni per la difesa delle coste", gli ordini impartiti dall'1mm11a imponevano a queste ru1iglierie antinave uno sehieramen10 avanzato "per costringere le navi da trasporto({ .. .] principale loro obiettivo) a mettersi al/a fonda il phì lontano possibile dalla riva, [e per/ disorgcmizzare e rallentare il trasbordo delle truppe sulle i111barcazioni '" . Lettera sn. AUSSìvlE M-7, 208, cmt. 6 .

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di Nizza] adiacente alla frontiera: la loro ubicazione [non era J quindi, nel complesso, rispondente alle esigenze della difesa della.fi-o,ite segnata al C.A. che, nella situazione [del momento, appariva] particolarmente vulnerabile in corrispondenza del tratto Cap Cavalaire - Tour de Drammont [tra Cannes e Sl. Raphaè"l]" .402

Nel tratto in questione , inoltre, la quasi totalità delle artiglierie era stata asportata in base al disposto armi.stiziale della smilitarizzazione: una parte delle bocche da fuoco erano state avviate in Italia in base alle sanzioni. applicate verso la fine del 1940. Gran parte di esse e delle loro componenti si trovava, smontata, presso i noti. depositi d'armistizio; gli elementi costitutivi delle artiglierie provenienti dalle zone smilitarizzate erano stati in alcuni casi addirittura "passati a rottame". Di quelle ancora utilizzabili molte erano antiquate e di scadente qualità. In generale, poi, la loro disomogeneità costituiva un problema organizzativo per la varietà dei materiali impiegabili.403 Delle artiglierie censite e radunate nei depositi d'armistizio non era nota l'efficienza. Quelle provenienti dal disarmo oltre ad essere scarsamente utili al tiro costiero, erano ancora in fase di raccolta e censimento.404 In definitiva, sulla costa nizzarda, grosso modo tra Cap d' Ail e le

402 Relazione 02/3084 ciel 17 clic. I 942 "Organizzm:Jon.e della costa mediterranea francese" (AUSS1'v1E DS XV CA, nov.-clic. 1942, allegato 89). Nei primi giorn i ciel gen-

naio 1943 , infatti, con l'afflusso nella Piazza marittima cli un contingente della Regia !\farina agli ordini dell'ammiraglio Tur, gran parte delle batterie furono sottoposte celermente a riparazione e rimesse in efficienza. Il 2 cli febbraio fu rimessa in funzione la batteria più importante, quella da 340 in torre binata dalla peniso.la dei Ccpct. Prima della met1t di marzo furono rese operative l l delle J5 batterie costiere che componevano il sistema difensivo di Tolone. Tur, op. cit., pagg. 119- 168, passim . La situazione delle batterie esistenti a Tolone è riportata in appendice. 4 o3 Lo rilevò un ' ispezione ciel comando del 2° raggruppamento artiglieria d'armata, che seguiva il riattamento e la distribuzione delle artiglieria cli preda bellica. Let. 12/0~., 8 gen. 1943, 1218 (2° rgpt.)-4). 4l 4 Secondo il comandante del XV CA, gli organi della CIAF non furono in grado di fornire "1101izie circa lo staio dei materiali{.. .] né del rela1ivo 111uniz.ionamen10", s ia per le artiglierie per installazion.i fisse, sia per quelle campali presenti nei depositi . In ogni caso, tutte o yuasi le artiglierie avrebbero dovuto essere perciò sotto poste almeno a visita tecnica . Ino ltre , secondo la re lazione in esame, lo stesso comando cli corpo d ' armata riteneva che la maggior parie delle artiglierie francesi campali era "di modello antiquato (modelli degli anni /877, /888); alcuni 1Zo11

rispondevano alle esigenze di un impiego costiero (cannoni o obici da montagna)". Relazione citata 02/3084.

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foci della Siagne , tratto che rientrava nella zona della smilitarizzata, non solo non esistevano batterie pronte, ma opere di difesa costiera, postazioni preparate , e piazzole erano state in larga misura smantellate. Negli altri settori , a parte la più favorevole situazione di Tolone , le artiglierie da costa erano semplicemente mancanti. In generale , poi, la disomogeneità dei calibri e la varietà dei materiali , l'incertezza sulle loro condizioni, la laboriosità delle attività cli recupero e cli ricerca ciel munizionamento costituivano un ulteriore problema organizzativo . Secondo la relazione citata del comando del 2° raggruppamento artiglieria d ' armata, che seguiva il riattamento e la distribuzione delle artiglieria di preda bellica, i problemi maggiori risedettero nella destinazione a rottami di molte postazioni con le relative bocche da fuoco e le loro componenti, nella difficoltà dì ricomporle e nei problemi del loro impiego .405

i . Il difficile recupero delle postazioni e delle artiglierie nella zona smilitarizzata La situazione della zona descritta sulla costa di Nizza costituiva un assillo da tempo . Allorché gli studi per l' «Esigenza O» avevano condotto alla possibilità di occupare la porzione costiera della zona smilitarizzata, era stato rilevato infatti che i provvedimenti di disarmo adottati dalla CIAF in questa zona, avevano provocato un tale smantellamento del sistema difensìvo costiero francese, che nel marzo del 1941 , allorché più imminente sembrò l'attuazione dell'«Esigenza O», i! comandante dell'Armata si sentì in dovere di far studiare qualche m isura co1Tettiva, ricorrendo al i 'impiego "di batterie G .a.F. che comunque si [rendessero] disponibili con l'attuazione cieli 'Esigenza in oggetto e col

405 Per curiosità, i modelli costieri francesi erano del tipo da 155 C[costiero] Schncider mocl . 17; eia 155 Cl.costiero] St.. Chamoncl , mod. 15; e del tipo da 194, cingolato, alcu ni pezzi del quale erano stati spediti all ' arsenale di Piacenza. Quelli campali giudicati impiegabili per il tiro costiero erano i pezzi da I05/27 L, I 55/45 L., I 55GPF, i quali si troveran no poi schierati lu ngo la costa . Antiquati erano invece i cannoni da 90, modello 1877; da 95, modello 1888; 12 L modello 1878. Relazione n.02/3084, in data 17 dicembre I 942, con oggetto "Organizzazione della costa mediterranea francese" . (AUSSME DS XV CA, novembre-dicembre 1942, allegato 89).

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raggiungimento degli obiettivi finali fissati per ciascun comando cli Corpo d'Armata. l.. .]."406 Proprio il ricorso alle artiglierie della GaF, costituì inizialmente il criter.io animatore dei primi provvedimenti di rinforzo adottati dallo SMRE a partire dal 1° dicembre. Data l'urgenza, in un primo tempo si adottarono d ue provvedimenti immediati. Da un lato si ricorse direttamente alle artiglierie organiche alla GaF; dall'altro, si procedette alla formazio ne d i nuovi serventi da destinare ad alcune batterie cli preda bellica austriaca della I guerra mondiale, i cui materiali erano immediatamente disponibili perché conservati presso alcuni raggruppamenti cl i artiglieria GaF. 407 Il 15 gennaio, infatti, lo SMRE autorizzò, quale prima misura, l'assegnazione definitiva ali ' Armata cli tre gruppi e cinque batterie GaF che facevano parte delle unità cli artiglieria di rinforzo e autorizzò l 'i mpiego cli un quarto gruppo. Dispose inoltre per il passaggio organico all'Armata di due gruppi da 149/13, uno dei quali il CLVI, appartenente al 15° artiglieria , che il XV CA aveva ceduto all'atto del suo rientro in patria e l'altro in corso di costituzione (CLV). 408

406 Lettera 683 del comando artiglieria della 4" Annata a firma del comandante, generale di brigata G.B. Oxilia, in data 28 marzo 1941. li documento è stato rinvenuto nel carteggio del 20° Raggruppamento sciatori conservato in AUSSME LIO, Raccolta 66, cartella 2. L'epoca era quella di un' «Esigenza O» limitata al Nizzardo.Dall'allegato alla lettera del generale Oxilia si evince che erano disponibili 10 batterie per l'impiego fronte a mare. Di esse, almeno quattro erano d i scarsa efficacia (da 105/14 e da 100/17), alcune delle quali però, come si vedrà, furono effettivamente impiegate. Se ne ha eco nel Diario Storico del I CA (6 apr. I 941) ove, richiamando la lettera n.1282/0p., stessa data , non reperita, s i reg istra che "In caso di attuazione di Esigenza O" , aku ne artiglierie da posizione dovevano "considerarsi come prenotate" per l'impiego appena descritto e vi si esaminava l'impiego delle batterie della GaF nella difesa "fronte mare" e della "difesa costiera ad obiettivi raggiunti". Ibidem. Il 18 apr. 1941 lo SMRE diramò una direttiva per la rimessa in efficienza di alcune batterie francesi da 194 GPF ed AVLF e da 220 Ll7. Ma non se ne conosce l'esito. (Let. 5862, AUSSME carteggio M7, 208, fasc icolo 6). 4o7 Disposizioni dello SMRE 20816 e 20826 del I O clic. 1942 (AUSSME DS SMRE

2079-6 e 7) . 408 Il documento, per quanto di diretto interesse, recita come segue: "a prescindere

dalle batterie francesi di prossimo riarmo" segnalate il 10 gennaio dal comando dell'A.rmata, si d ispone:"- assegnazione definitiva dei tre gruppi di artiglieria GaF già ceduti alla 4• Armata in rinforzo (61° [LXI), 63° [LXIII I da 152/13 e 57° [LVII] da 105/ll ), già messi a disposizione temporanea d.i codesta armata; assegnazione di due gruppi ( 155° [CLV] e 156° [CLVI]) da 149/J.9, già costituiti, disponibili per fine gennaio e altri due gruppi eia 149/19 da costituLrc entro marzo p.v.; au torizzazione all'impiego

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Questi rinforzi, pur se non del tutto idonei per l'azione costiera, O affluirono interamente nel settore del 1 CA. Due gruppi dell' J I GaF da 152/13 (LXI e LXIll), dei complessivi tre della GaF, furono subito schierati sulle posizioni costiere tra Cannes ed Antibes (Mougins) dominanti da oriente la foce della Siagne - e Fréjus, a rinforzo del settore della Legnano. li terzo, il LVII da 105/1.l , fu disposto in corrispondenza del fianco difensivo orientale di Nizza tra il Col des Quatre 409 Chemins (a mo nte) e Cap Ferrat (sulla costa) nel settore della EFTF. Successivamente, il settore del I CA fu ulteriormente potenziato anche con l'impiego di gruppi pesanti campali e pesanti d'armata e di corpo d 'armata. Un gruppo (il CIV) da 149/13 fu postato a VilleneuveLoubet, nei pressi della foce della Siagne, nel settore della Legnano. Il VII gruppo (149/35) del 2° raggruppamento d'Armata, fu schierato tra Agay, Dramond e St. Tropez; il XIV gruppo da 105/28, del 15° raggruppamento (già del XV CA) tra Ste. Maxime e Cap Larclier (promontorio del Cap Camarat). Un rinforzo che si concentrava pertanto nella zona che il comandante del XV CA aveva rilevato essere particolarmente esposta e che nel 1944 sarà teatro dello sbarco alleato. In sintesi , Io sforzo iniziale in termini di artiglierie ebbe la finalità cli rafforzare il settore Argens-Siagne. Nessun rinforzo del genere pare abbia avuto invece il XXII CA , a parte i 14 pezzi di vario calibro che la Lupi ricevette dal reparto tedesco che aveva sostituito. Le caratteristi-

del 104° gruppo G. a F. da 149/35 attualmente dislocato a Cuneo in riserva mobile di copenura del comando D ifesa territoriale di Alessandria; assegnazione delle 5 batterie G. a F. (da 196" a 200") da I00/23 in corso d i avanzata costituzione presso i depositi ·7° e 11 °art. G .a F. (f. 0052670/4 - 24-1 l-942 S.M.R.E. - Uff. Ordinamento)". Le batterie furono poi_riunite nel 152° gruppo, il quale fu schierato nella zona di Ollioules. Lettera SMRE n. 884, 15 gennaio 1943, oggetto: artiglierie per difesa costiera Provenza (AUSSME 2079-63). Il comando della 4" Armata aveva ceduto al XV CA la massa delle proprie artiglierie di supporto, e cioè i raggruppamenti di Armata I O e 7°, ma aveva preteso la disponibilità del 15° raggruppamento di corpo d'armata. Come accennato, per distinguere i gruppi l'Esercito adottava una numerazione romana. In questo caso essa non è stata adoperar.a per agevolare la lettura dei telescritti dato che, per l'inarrestabile proliferare di reparti, la comprensione dei numeri ordinali romani stava complicandosi. Numerazioni e dipendenze di gruppi e batterie vennero poi modificate nel corso dei successivi mesi. 409 Successivamente il 61° gruppo dovette essere ri tirato, preferendos i verosimilmente in zona artiglierie da campagna; solo in maggio ricompare a Villeneuve-Loubet (Cagnes). Nel settore del I CA s i trovava anche il gruppo d i mtiglieria alp ina Val Tanaro , assegnatogli sin dal 29 novembre insieme al battaglione Val Pellice per la difesa del Golfo di St. Tropez. L'assegnazione del Val Tanaro era stata stabilita dal comando 4" Armar.a con lettera 9290 del 29 nov. 1942 (AUSSME 1099-48).

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che prevalenti cli tali artiglierie, inserite spesso nei capisaldi, ne rendevano utile l'impiego a tiro diretto per Le esigenze della fanteria. Le circostanze fanno ritenere possibile che nell 'ambito ciel corpo d'armata si sia provveduto a ripartire anche altri pezzi francesi recuperati, senza che ciò elesse luogo a formazione di unità di artiglieria . Questa ipotesi parrebbe confermata eia una relazione dello stesso XXll CA, la quale riferiva che nell'ambito ciel corpo d'armata erano stati prelevati, rimessi in efficienza, schierati e collaudati non meno cli 400 pezzi cli artiglieria costiera e contraerea di preda bellica francese.410 Quanto alle artiglieria di maggior potenza le divisioni Lupi e Taro poterono contare sui soli tre gruppi da 149/19 ciel 42° raggruppamento del XXII CA, schierati tra Cavalaire e Le Beausset a nord cli Tolone. L'ind iscutibile maggiore gravitazione a favore ciel corpo d'armata schierato a ridosso della frontiera italiana pare d ipendere verosimilmente dalla nota rimozione clel1a maggior parte delle artiglierie e della distruzione dei ricoveri o delle opere fortificate del sistema cli difesa costiera nella zona smilitarizzata; ma anche dal fatto che certe artiglierie di maggior potenza e perciò idonee al tiro antinave , trovavano ideale schieramento sulle quote dei Maures e dell'Esterel. 41 1 I provved imenti ricordati furono accompagnati dall'ampio ricorso alle artiglierie da campagna delle divisioni, spesso sch ierate in fu nzione antinave, in luogo di quelle da posizione costiera, indispon ibil i. Per esempio, l'irrobustimento ciel campo trincerato di Tolone fu infatti affidato, quasi per intero, al reggimento di artiglieria della Lupi (30° da

4 10 In una relazione del 2° raggruppamento artiglieria d'Armata del 18 ge1111aio emerge che le u·uppc tedesche, partendo dalla zona , avevano lasciate-in consegna ai 77° fanteria della Lupi, numerose bocche da fuoco. Queste si trovavano nella zona costiera a sud-ovest cli Tolone. Si trattava complessivamente di 17 pezzi, sei del calibro 75 , due da 65 e 9 eia 47. A seguito di visita tecnica, si ritenne d i poterne rimetterne in efficienza cinq ue eia 75 G.(mod. 1897) e 9 da 47 (mod. 1902). È possibile che, trattandosi verosimilmente di cannoni per fanteria, seppur sistemati in piazzola, i materiali fossero stati inseriti direttame nte nei capisaldi del 77° .(Diario storico ciel 2° raggruppamento, gennaio-marzo 1943, allegato 3,A.USSME l'vl-8). 4 11 In parte la priorità conferita potrebbe anche discendere dalla convinzione che, nel settore del XXll, bastasse la presenza della forte posizione di Tolone, dei pezzi a tiro diretto di cui si è parlato e l'attiguità delle potenti forze dell' alleato. Ma non s i può escludere che, come già rilevato in altre circostanze, s.i intendesse rafforzare lo schieramento italiano in patria, proteggendo indirettamente il settore ligure-piernontese, in caso d i sbarco a ridosso della frontiera.

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campagna), il quale si schierò in corrispondenza delle spalle occidentali della Piazza militare marittima (Six Fours , Les Playes , zona Sanary, La Valette) . Analogo lo schieramento della metà delle batterie della Taro. Nel settore del I CA, praticamente tutti i gruppi della Legnano e due gruppi (105/28) della divisione celere furono schierati sulla costa. Artiglierie dotate di maggiore mobilità, anche se cli potenza limitata, come quelle delle divisioni , consentivano di svolgere anche funzioni tipiche del tiro diretto dei pezzi antinave. Nel febbraio ciel 1943 , il capo cli SM del comando 4a Armata scrisse infatti al comandante del XXII CA che il generale Vercellino avrebbe ritenuto "soluzione soddisfacente quella di avere [ ... ] dagli 8 ai 12 pezzi, sui 36 divisionali , schierati sul litorale".4 12 In sintesi, due furono i provvedimenti più rilevanti immediatamente adottati per potenziare la difesa costiera: ricorso alla GaF - uomini ed anni - e schieramento cli tutte le artiglierie possibili, comprese quelle da campagna divisionali.

2 . Le varie fasi del riarmo costiero L'utilizzazione dei materiali francesi, nonostante le difficoltà, prese man mano un ritmo più incalzante. La pratica di ricorrere ai serventi della GaF continuò a costituire l'unica risorsa per dar vita a nuove unità di artiglieria di preda bellica francese (PBF) , ma ad essa si associò quella cli avvalersi anche delle disponibilità cli personale dei depositi di artigl ieria della madrepatria. Fu la ricostituzione del <<campo trincerato» della Piazza di Nizza , a segnare l'avvio dell'impiego di personale cli artiglieria GaF anche per il servizio dei pezzi PBF.11 sistema difensivo della Piazza consentiva solo in parte il recupero cli alcuni siti ove ripristinare le postazioni . Inoltre

4 12 Lettera 4" Armata 3302/0p. del 18 feb. 1943 (AUSSME DS XXII CA 1102146). Lo schieramento delle artiglierie della divisione Lupi è tratto da Situazione dei comandi, !ruppe e servizi assegnati all'Armata alle ore O del 1 ° gen. 1943. (AUSSME DS 4A 1127-3). Il ricorso alle artiglierie di grande unità in schieramento costiero in questo settore si protrasse tuttavia a lungo se ancora nel maggio del 1943, a fronte stabilizzato, due gruppi del reggimento della EFTF risultavano presenti in prossimità della costa tra Nizza e Cannes per potenziare l'organizzazione difensiva della 223" divis ione costiera. In allegato, elenco e dipendenze delle artig lierie di cui si è parlato sinora.

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era piuttosto articolato: comprendeva la città e si estendeva sino a foci Siagne (Cannes). Il suo <<fronte a terra» era particolarmente poderoso: le opere francesi tra le Alpi Marittime e il mare, formavano infatti un complesso difensivo formidabile che in parte il comando del 2° raggruppamento era riuscito a ripristinare. li sistema si connetteva direttamente , potenziandolo, a quello:

"di copertura terrestre [ .. .] integrato da avamposizioni presidiate alla stretta di Orelle, alla sella del Monginevro e sull'allineamento S. Salvatore - M. Tournairet - Lantosque - Colle Braue [Braus} - M.Agel mare." .413 In particolare, le posizioni del Mt. Agel e della batteria di St. Agnès, alle spalle cli Nizza, raddoppiavano la potente postazione di Cap Ferrat, e, connettendosi altresì con quelle di Roquebrune, di Tete de chien e cli Cap Martin, tutte piazzate in forti ricavati nella roccia, avrebbero potuto concorrere a formare una potente sistemazione difensiva, atta a rinforzare il sistema costiero provenzale nel tratto tra Nizza e Mentone. Malauguratamente però, non si poté contare sul riarmo delle batterie della «Tete de chien» che concorreva a battere Mentone e le Cornici e cli quella a mare di Cap Martin .414 Il «fronte a mare» della Piazza di Nizza fu realizzato a seguito della opportunità offertasi di impiegare material i cli vario tipo PBF la cui consistenza complessiva consentiva di formare cinque batterie. li personale necessario al loro servizio fu precettato presso diversi depositi cli reg-

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Lettera SMRE 1252 al CS del 21 gen.1943 (AUSSME 2079-68). Le caratteristiche delle opere retrostanti la zona di Nizza erano di tutto rispetto. La batteria di Mt. Agel (4 pezzi da 75 mod. 33) era sistemata in due torrette binate scomparenti; quella di St. Agnès, d.i Roquebrune e di Cap Martin (sempre da 75 , rnod. 31 o 29) si trovavano in forti ricavati nella roccia. Quella di Tete dc chien , che non poteva essere riattata, era armata di un cannone da 155/77 in cupola fissa. Le operazioni di ripristino - precisava il comandante del raggruppamento - avrebbero presentato "non poche d/ffìcoltà dovute alla scarsissima conoscenza del materiale del quale non si ha alcuna istruzione". Erano però già iniziate con il montaggio di "un pezzo per ciascuna batteria" , nonostante non fosse disponibile ancora il "personale per il servizio dei pezzi al.fuoco" e mancasse "una forte aliquota di operai per ilfimz.ionarnento dei gruppi elettrogeni" di soccorso esistenti. I materiali antiquati erano i cannoni da 90, mod. I 877; da 95, mod.1888; 12 L mod .1878. Le artiglierie idonee erano rappresentate dai cannoni da 105/27L; dal 155/45Le dal 1.55 GPF. (Let. 12/0p., 8 gen. 1943, AUSSME DS 4A 1218 (2° rgpt.)-4). 4 14

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gimenti cli artiglieria in Italia, e, ad evitare confusioni, si duplicò la numerazione dei gruppi e delle batterie dell'8° raggruppamento GaF. Fu così costituito il XLlll gruppo bis dell '8° GaF, il quale dispose di tre batterie. Con i materiali eia 75 G (75/36), mod.1897 , la z53a batteria costiera bis dispose la sua prima sezione "in un giardino a sinistra del porto", sulla strada per Mentone . L'altra sezione, da 47 mocl.1895 , prese posizione sul molo di Nizza . La seconda batteria del 43° bis, la 157a bis, ebbe il materiale da 75 G ed armò la posizione del Graillon (località assai prossima al Cap d 'Antibes). La terza batteria del 43 ° gruppo ( 147" costiera bis), presidiò il forte La Maure (Super Cannes), anch'esso dotato successivamente del materiale da 75/G. Le altre due batterie furono destinate all'irrobustimento delle posizioni cli Cannes . La 512a da posizione costiera mista, schierò due dei suoi quattro pezzi da 120L (o 120/27), all'uscita occidentale cli Cannes (cimitero russo) ed altri due a La Garroupe presso la punta omonima ali' estremità sud occidentale della baia cli Antibes. Tra le due località (al Fort Carré) fu disposta una terza sezione mista su due pezzi da 75/G e uno da 120. Infine la quinta batteria, la 513a da posiz.ione costiera (da 47 /35), guarnì l'isola di Ste Marguerite, davanti a Cannes.4 15 Dopo Nizza, si provvide a rafforzare il settore compreso tra Cavalaire e Dramont, di cui era stata rilevata un certa qual debolezza. S.i fece ricorso alle artiglierie delle quali il comando cl' Armata - con la lettera in data IO gennaio , di cui alla precedente nota - aveva preannunciato la disponibilità in term in i eventuali, di altre cinque batterie. Esse comprendevano quattro pezzi (due batterie) da 155 C [costiero]

415 Lettera comando 4" Armata 843/A.Y. del IO gen. 1943 (AUSSME 1127- 1). I dati circa la costituzione cli qu este prime cinque batterie eia posizione costiera sono stati tratti eia: lettera 473/0p. del comando artiglieria d 'Armata in data 4 febbraio (costituzione delle batterie 51 2" e 51 3"). AUSSM E DS comando artiglieria d' Annata 11 27-8; diario storico del 2° raggruppamento artiglieria d' 1-\rmata sotto la data del 23 e del 24 gennaio, e del 9 feb. I 943. AUSSNlE 1127 (cmt. 2° rgpt. artiglieria della 4"Armata); diario St(Jrico comando 4" Armata in data 3 mar. 1943, che registra lettera SMRE 0061990/4 in data 27 feb. 1943 con la quale, tra il febbraio e il marzo successivi , venne mutata la tipologia della 147" batteria bis inizialmente annata e addestrata per il servizio dei cannoni da 149/35 . Il mutamento del materiale avvenuto per la 147'' batteria fu probabilmente dovuto al fatto che il cannone da 149/35 , lungo più di cinque metri, era "di difficile occultamento e perciò facilmente vulnerabile specie con azione aerea [oltre ad essere] poco idoneo ad eseguire tiri antinave f .. .]". Lettera 2858/02 del comando XXII CA in data 15 mag . 1942. AUSSME DS XXII CA 1249-21. Nell'appendice fotografica citata si può osservare l'organizzazione complessiva della Piazza di Nizza.

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Schneicler mocl.17; altrettanti da 155 C[costierol St. Chamond, mocl. 15; ed una batteria su quattro pezz.i cingolati ( 194 AVLF) , di due dei guaii , io precedenza avviati all'arsenale di Piacenza, si chiedeva il rientro. Di quest'ultimo materiale non si conosce la destinazione; con gli altri, in data 8 febbraio, si provvide a costituire un secondo gruppo di artiglieria bis , il 71 ° [LXXI] ciel 7° raggruppamento artiglieria GaF, su tre batterie costiere bis: due con materiale da 155/14 (155C mocl.17 Schneider) schierate a St. Peire à mer (140" bis) , ed a Cap Cammarat (207" bis). La 141" batteria bis schierò quattro pezzi eia costa St. Chamond (155/C) a Lion de Terre (St. Raphael). Complessivamente, il l O marzo 1943 , erano stati armati con materiale francese cli preda bellica due gruppi bis. Il 43° schierato sulla fronte a mare tra Nizza e Antibes con le sue tre batterie (147\ 157" e 253" bis); ed il 71 ° . Questi, oltre alle sue tre batterie eia 155 dianzi ricordate, ebbe , in pratica, la responsabilità cieli' artiglieri a eia posizione della Piazza di Nizza. Infatti, gli furono assegnate le due batterie (507a e 508") a presid.io delle postazioni cli M.Agel , di Roquebrune e cli Ste Agnès del fronte a terra cli Nizza; mentre le posizioni Cap Ferrat e quelle della fronte a mare tra Nizza ed Antibes, furono difese dalle batterie note per calibro e posizione 512a e 513". E poi, a seguito dello sdoppiamento di queste ultime anche dalle batterie 509", 510", entrambe eia posizione costiera armate rispettivamente con materiale 155 e 120 mista e con 155/17 entramhi di preda bellica francese.416

3. L'qfflusso del personale destinato al servizio dei pezzi . La trasformazione di gruppi GaF Qualche tempo dopo, lo SMRE decise la trasformazione delle unità di artiglieria GaF (quelle bis del 43° e 71 ° gruppo) nei gruppi da posizione costiera 173° e 174°. Le batterie restarono tuttavia sulle posizioni già occupate. Più precisamente, delle tre batterie ciel primo dei due gruppi, la 147" bis eia 149/35 fu mutata in 950" da posizione costiera (pc.) da 75/36 (75 SA); la 157" in 951" da 75 G (75/38) eia pc.; la 253" mutò nome in 952a

416 La 510" prese il posto della sezione della 253" di M. Boron (quella del giardino ad est di Nizza) e la 509" la postaz ione della Garroupe di Antibes, di modo che la 5 12° limitò la sua competenza al tratto Cimitero russo di Nizza e Fon Cané.

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con i materiali da 75 e 47, dei quali si è già parlato. Le batterie ciel neo costituito 174°, e cioè la 140\ la 141" e la 207" ciel disciolto 71 ° bis, adottarono la nuova numerazione, denominandosi rispettivamente 953", 954" e 955" eia posizione costiera, e conservando gli stessi schieramenti e le medesime artiglierie di preda bellica francese eia 155 di vario tipo.417 Questo adeguamento ordinativo è l' ultimo cli cui si ha conoscenza. I recuperi cli artiglierie francesi che verosimilmente progredirono ancora, non produssero infatti la costituzione di altri reparti rispetto a quelli segnalati, ma con ogni probabilità diedero luogo ad un incremento dei pezzi per batteria reso possibile anche dall'opera cli riparazione cli organi a ciò appositamente preposti.418 Se si osserva una carta degli schieramenti costieri del successivo mese di maggio 1943 , infatti, si notano ancora gli stessi nominativi cli unità. Si nota in pa1ticolare che, rispetto ai rinforzi preannunciati dallo SMRE il 10 gennaio , risultano schierati i gruppi 155° e 156° da 149/19, annunciati " disponibili per fi ne gennaio", e che si rilevano schierati uno alle spalle cli Antibes e l' altro a Le Cannet (Cannes). Di quelli promessi per fine marzo, se ne rileva uno solo, il 1.63°, che si può osservare schierato sui rovesci della fronte di Fréjus. In compenso, erano giunte sin da.I gennaio a rinforzare le posizioni costiere clell' Armata due inattese batterie da 105/ 15 de.I 96° gruppo GaF: la 961" postata a Théoule e la 962" (Pampelone). Pare invece che fossero effettivamente state assegnate le batterie eia 100/23, poiché già nel ricordato documento grafico un gruppo del I CA, il 102° non dispone più dell'armamento organico da 149/13 , ma è armato con il cannone eia 100/23. li promesso 104° gruppo da 149/35 fu effettivamente assegnato: risulta schierato al quadrivio de La Verrerie nei pressi di Bormes, nel settore ciel XXII CA. Quanto all'andamento degl i schieramenti, le artiglierie costiere si

417 DS del comando 4" Armata, giorno 27 marzo I 943 ove si cita la lettera SMRE 61990/4 27/021943 che stabilisce il nuovo ordinamemo (AUSSME DS 4A 1218). 4 18 L'opera di recupero è attestata ancora dal rapporto di situazione del comando della 4" Annata del IO maggio (con dati riferiti al 20 aprile) nel quale si dich iarava che conti nuavano " i riattamenti alle anir:lierie ed alle an ni di preda bellica da schierare nella fascia costiera." È però quasi certo che non sia stata proseguita la costituzione di nuovi reparti, né che sia mutata la gravitazione di quelli esistenli. Rapporto di situazione mensile per il periodo 21 marzo - 20 aprile 1943. Lct. comando 4" Annata 8 I 12/0p. 10/051943 (AUSSME DS 4A 1326- 1). Fu impiegato a tal fine il Nucleo artiglierie PBF, (una quarantina cli persone), costituito clall'Ispet.torato dell'Anna cli artiglieri a e incaricato della valutazione tecnica dell'efficienza e alla stessa riparazione dei pezzi francesi.

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addensano sulla fronte neUa zona di Nizza, ma soprattutto in quello tenuto dalla Legnano, tra Cap d' Antibes e Cavalaire. In particolare, oltre la zona snùlita.rizzata, si raccolgono quasi tutte le batterie costiere di preda bellica francese (8 sulle 11 presenti nel settore), che si concentrano in corrispondenza della costa di Cannes dei Massicci clell'Esterel e dei Mauri (Maures), raggiungendo densità cospicue specialmente tra il Cap de Drammont e St. Tropez, con l'evidente scopo cli precludere l'accesso alla soglia cli Fréjus (Argens) e , in misura minore, alla rada di St. Tropez.419 Al contrario, meno rilevante è nello stesso tratto la presenza dei gruppi da interdizione su materiale italiano (149/13-19-35), i quali invece paiono distribuiti abbastanza equamente tra i vari settori divisionali pur con una preponderanza nel tratto affidato alla Legnano.420 Nonostante la sua dichiarata sensibilità, nel tratto affidato alla Lupi non si nota una significativa densità di artigl ierie in rinforzo sia italiane , sia da posizione costiera pbf. Tuttavia, il comando del XXII CA definiva lo schieramento di artiglierie "assai più denso" nel settore della Lupi che in quello della Taro e ciò era "reso ancora più efficace dal concorso di artiglierie della Hak e della R. Marina". In sostanza, la presenza della Piazza di Tolone e degli schieramenti tedeschi, in uno con la grande disponibilità di pezzi impiegati a tiro diretto, sparsi per i vari capisaldi di cui si è parlato qualche passo fa', poneva al riparo di sorprese lo schieramento della divisione. Infine, il basso numero di ar6glierie francesi da campagna, specie cli quelle sottratte ai reparti di Vichy all'atto del disarmo, deve attribuirsi in parte al fatto che sì trattava di pezzi antiquati e di calibro (75mm) inferiore a molte schierate sulla costa. Non è escluso che in parte ciò dipese dal loro trasferimento in Italia: nei mesi successivi e in particolare in quelli cli marzo e aprile 1943 furono inviati in Italia quasi 700 carri ferroviari

4 19 Situazione particolareggiata occupazione della Provenza alla data del 18 mag. 1943. (allegato alla situazione particolareggiata) .Copia 26. Lettera 4aAm,ata I0127/0p. 12/061943. Rapporto situazione mensile periodo 21 aprile - 20 maggio 1943 (AUSSME DS 4A 1326-23). La gran parte di questi gruppi dovevano avere una funzione prevalente antinave, sia per le caratteristiche della costa, alta e prominente sul mare in prossimità del Cap Dramont (Estere!) e della analoga configurazione del Cap de St. Tropez. Sia per il calibro e le caratteristiche dei pezzi, sia infine per la dispersione per esempio del gruppo eia 105/28, con pezzi dispersi sulle falde a mare ciel Capo di St. Tropez. 420 Tra Théoulc sur mer e Cavalaire trovarono schieramento quattro batterie da costa (batterie 962" (105/15 , Ansa di Pampelone); 955" (155/14, Cap Canunarat); 954" (155/14, Le Lion de Te1Te); 953° ( 155/14, St.Peire sur mer), e cinque da interdizione.

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di materiali di artiglieria. Sembra però non inverosimile l'ipotesi che non si disponesse di altro personale per provvederne all'armarnento.421 Per concludere, nei settori costieri italiani, e cioè prevalentemente tra Cap Cavalaire e la frontiera ligure, le batterie costiere riarmate con materiale francese furono complessivamente una trentina, e una ventina quelle nazionali di provenienza GaF. 422

F. Il ricorso alle artiglierie contraeree di preda bellica francese (PBF)

Provvedimenti analoghi, per completare l'intelaiatura della difesa costiera, interessarono anche le artiglierie e le mitragliatrici contraeree. La necessità era resa più impellente cl al fatto che, come si ricorderà, gran parte delle divisioni italiane erano state costrette a lasciare in Liguria e in Piemonte, per la difesa delle città e degli opifici, le loro artiglierie contraeree da 20 mm. mod.35. Queste unità si andavano lentamente ricostituendo. Tuttavia, al 1° gennaio 1943, nella Francia occupata le batterie leggere organiche esistenti e operative erano complessivamente due nell'area ciel I CA, altre due nel settore del XXII CA, e quella della Pusteria. Complessivamente nel settore dell'Annata esistevano , valutando con qualche larghezza, al massimo sette batterie leggere da 20 ed un solo gruppo da 90/53, il 506°, schierato a Col des Quatre Chemins (Nizza); il comando artiglieria ne stava costituendo altri due, oltre ad un grnppo da 75/46.423

421 Unica eccezione fu forse costituita dall'impiego di minori unità di artiglieria con materiale da montagna da 65 francese, pezzo che fu impiegato nella zona del Levandou. 422 In appendice tabella sinottica delle batterie di pbf o di rinforzo impiegate lungo il tratto italiano delle coste provenzali. 423 Per quanto cli interesse, al I O gennaio, il I CA disponeva nel dipendente I raggruppamento artiglieria di due batterie da 20 (332" già schierata a Grasse e 349" in corso di costirnzione e affluita poi - secondo il Rapporto di situazione mensile per il periodo 2() dic. 1942 - 20 gen. 1943, (lettera comando 4" Armata 2779 del 3 I gen. 1943, AUSSME 1127-35) - il 9 gennaio. La divisione EFTF dello stesso I CA contava in organico su due btr. da 20 (3 I2" e 321 ", entrambe in corso di costituzione), ma aveva ricevuto in rinforzo una balte1ia da 20 del 37° artiglieria e il 506° gruppo contraerei da 90/53, tutti e due schierati nella zona di Nizza. La Legnano aveva ceduto la batteria organica (358") per esigenze d'Armata. Il XXII CA aveva in organico due batterie da 20, entrambe in corso di costitu zione (319• e 341 "). La Lupi (365", dislocata a Brulat, NW di le Beausset) e la Piave (3 IO'', a Pugct Vi lle) disponevano ciascuna di una batteria da 20. La Taro non di.sponeva di contraerea. La Pusteria aveva la sua balleria eia 20 (315•).

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li ricorso all'armamento contraereo francese presentò problemi analoghi a quelli osservati a proposito delle artiglierie terrestri, complicati peraltro dal fatto che in Francia la difesa contraerea territoriale (DCA , analoga alla DICAT italiana) e c ioè quella dotata dei materiali più potenti, non era stata disciolta. 424 Quando gli accordi tra CJAF e Ob.W. di Parigi concordarono la possibil ità cli accedere alle disponibilità dell'armamento francese, il ricorso alle artiglierie contraeree di maggior calibro (da 90 e eia 76) , consentito per le esigenze di rafforzamento del dispositivo difensivo, non mancò di sollevare le più ampie riserve del governo di Vichy, convinto che l'occupante tedesco non avrebbe ricusato il concorso della potente DCA francese per la protezione del territorio, delle città, delle industrie . Non a caso, quando le Commissioni si accordarono sul fatto che anche la ripartizione dell'armamento contraereo avrebbe seguito il principio di pertinenza territoriale cl' Armistizio, nacquero alcuni contrasti tra reparti contraerei francesi e organi della R. Aeronautica in seguito a presunte appropriazioni indebite da parte italiana.425 La soluzione venne dal fatto che i tedeschi decisero che sulla costa la difesa contraerea sarebbe stata assunta dalle truppe di occupazione e che le unità DCA francesi lasciate in vita per convenienza tedesca, avrebbero svolto la propria opera a partire da trenta chilometri dalla costa.

424 Nella lettera 41429 del 20 luglio 1942, con oggetto: "Da1i e notizie sulle possibiliuì operative francesi", la Sottocommissione aeronautica della CIAF segnalava presenti nel territorio di pertinenza arm istiziale italiana le seguenti forze contraeree francesi. Batterie pesanti, su quattro pezzi difesi eia 2 mitragliatrici binate da 13,2: 6 da 90 fisse; 5 semifisse; 10 da 75 mobili; batterie leggere, cli nonna su dodici pezzi: 8 da 25 e 1 mista. La batteria mista disponeva di 3 cannoni da 37, 11 da 25 e sei mi tragl iatric i binate da 13, 2. Corredavano tale assetto la disponibilità d i due sezioni mi trag liatrici eia 13,2 e 7 batterie proiettori da 150 su 98 proiettori. (AUSS ME D7, Carteggio CIAF, Raccolta n.53- 1). Gli schieramenti francesi d'armisti zio erano concentrati intorno a Marsiglia e Tolone. L'Esercito di transizione, invece, non disponeva cli arm i contraeree. Cornplessivamente, secondo un documento interno della CIAF che pare tradotto dal francese ciel 27 aprile 1941 , la DCA territoriale francese disponeva si trattavain tutto il territorio cli Vichy di 45 batterie pesanti , 22 leggere ed 11 sezioni proiettori con quasi 12 mila uomini cui. si agg iungevano quelli della Sécurité générale (avvistamenti, protezione ecc.), che assommavano a I 500 civili. AUSSME M-3 , 34). 425 Alcu ni comandanti della DCA francese lamen tarono appropria,.ioni indebite italiane di artiglierie contraeree presso l 'Isola di Frioul o Fri ùl, alle foci del Rodano. Lettera dell'ufficiale cli collegamento ciel XXII CA con il comando Felber, n. I IO Cit, 28 dicembre 1942 . AUSS1'v1E Carteggio L13, 225 .

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Sulla base di disponibilità accertate, il 10 gennaio il comando della 4" Armata segnalò allo SMRE la possibilità cli formare, con i materiali PBF disponibili, 16 batterie di cui "8 da 25mm, 5 da 75 e 3 da 90" per inquadrare le quali erano necessari" 2 comandi di gruppo" .426 Le prime artiglierie contraeree impiegabili, anche per disponibilità dei «complessi» per il tiro e per l'alimentazione elettrica campale , furono dunque i pezzi da 25 mm . (cosiddetti cannoni-mitragliera). Ciò peraltro coincideva con una maggiore disponibilità di uomini presso i centri di addestramento italiani, i quali erano in attesa cli ricevere le anni da 20 mm mod.35 nazionale, ormai di improbabile approvvigionamento. Per la loro riqualificazione, il comando cl' Armata stabilì pertanto cli avviare subito ad Antibes , presso la scuola contraerei francese, il personale delle "tre batterie italiane d'armata (297a, 2988 e 299a) in approntamento presso il 1° reggimento contraerei" a Torino . Il 18 gennaio J 943, le tre batterie citate, su otto pezzi ciascuna, furono rispettivamente schierate a Mentone, per la difesa del 98° gruppo di artiglieria GaF, "alle dipendenze del locale Comando di settore", (XV CA); la 298" fu poi trasferita a Beaulieu per la protezione dell'Intendenza e la 299" fu posta alle dipendenze della 2" celere EFTF per la protezione del centro addestramento contraereo di Antibes e presumibilmente per la difesa delle due batterie costiere là collocate.427 Il secondo passo fu quello di predisporre i «complementi» per ulteriori otto batterie PBF, calibro 25 "da posizione", numerate da 1401 a 1408.428

426 Lettera 843 del I O gen. I 943, cli cui si ha già notizia e che definiva l' armamento PBF impiegabile da parte cieli' Armata (AUSSME 1127-11). Conseguentemente c hiedeva che affl uisse "subito" ad Antibes il personale completo "per costituire quauro batterie da 25" e i "comple,nemi" per altre quattro. L'approntamento delle altre componenti sarebbe avvenute successivamente "in relazione alla rimessa in sfato di e.ff i cienza del materiale." 427 Comando artiglieria 4" Armata lettera 90/0p. dell'8 gen . 1943. AUSS.ME 11274 (comando artiglieria). Secondo il DS ciel comando della 4" Annata, gli uomini di queste prime tre batterie gi ungevano in zona cli impiego il 18 gennaio. Le btr da 25 erano su 8 pezzi, 4 sezioni di due. Ebbero 6 mila colpi per pezzo. Gli artiglieri furono armati con 111oschetto francese mocl . 1916 di preda bellica. Secondo un a lettera ciel comando 4" Armata, già in data 21 gennaio, la batteria 298 fu trasferita a Beaulieu per la protezione del comando dell'Intendenza d'armata. La 299 tornò ad Antibes per la difesa contraerea di quel centro addestramento. Let. 121/0p. 2 1 gen. 1943 AUSSME DS 4A 11 27-25 . 428 Lettera SMRE 0057030/4 cieli' 11 gen. I 943 (AUSSME DS 4A 1127-26).

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In relazione alla loro denominazione l'assegnazione di queste batterie continuò ad essere orientata non al completamento degli organici di grande unità, ma a soddisfare esigenze cli protezione a carattere territoriale. Sette di esse furono infatti assegnate direttamente alle sensibili località di Le Luc, Digne, Sanary, Draguignan, Brignoles, Halte de Biot e St. Tropez.429 Nel frattempo lo SMRE aveva impartito le disposizioni per la costituzione di due comandi cli gruppo contraereo da posizione, uno su tre batterie da 90/50 e l'altro su cinque eia 75/51, con armi di preda bellica francese.430 Mentre proseguiva il completamento di queste unità con quadri e truppe, l'amalgama relativo e un primo addestramento, fase che si concluse solo in marzo, i gruppi eia posizione di nuova formazione e i gruppi pesanti rimasti ali' Armata - il 506° ed il 508°, armati con materiale italiano da 90/53 - si amalgamarono. TI riordinamento combinò i calibri di maniera che ciascuno dei gruppi disponesse del pezzo da 90, italiano o francese, e del cannone mitragliera da 25 . Tranne il 506°, tutti gli altri ebbero anche pezzi eia 75 di PBF. Ne risultò comunque un potenziamento equilibrato dei gruppi e una loro ripartizione che tenesse conto della qualità dei materiali . Sicché ciascuno dei corpi d' annata ebbe un gruppo su base 90/53 italiano ed uno su 90/50 francese.431 In realtà, il criterio della ripartizione uniforme dei vari calibri in tutti i gruppi non trovò realizzazione immediata, né semplice. In primo luogo, per i tempi necessari per le verifiche, l'addestramento e l'amalgama; ma anche per la complessità dei materiali . I comandi di gruppo

429 Lettera del comando artiglieria 4" Armata 788/0p. del 4 mar. J943 (1218-42 comando artig lieria) La 1408" batteria, senza pezzi, restò provvisoriamente a disposizione del comando del 1° raggruppamento per comp.it.i cli addestramento. 43 o Lettera SMRE 56980/4 del IO gen. 1943 (AUSSME DS 4A 1127-29). Furono costituiti i gruppi «monocalibro» CXXVII e CXXVIII ( 127° e 128°): il primo aveva alle dipendenze tre batterie da 90 (dal 248 al 250); l' altro cinque da 75 (nu merate da I 25 1 a 1255). I pezzi da 90 appartengono verosimilmente al tipo francese da 90/50; il 75 corrisponde al tipo da 75/5 I. 43 1 Il gruppo DVI (506°) era stato potenziato con due batterie da 25 (297 e 298) ed una da 90 (248"); il DVIII (508°) con due da 75 (1251 e 1252) e due da 25 (1403 e 1405) . Il neo costituito gruppo CXXVH (127°) aveva al le dipendenze la batteria 250 da 90; la 299, la 1402 e la 1406 da 25, e la batteria 1253 da 75 . Il CXXVIII (128°) poteva contare sulla batteria 249 da 90; sulle 1254 e 1255 da 75; ed inoltre su tre batterie da 25 (140 I, 1404 e 1407). Diario comando 1° raggruppamento, giorno 14 apr. 1943. AUSSME 12 18 (comando IO raggruppamento artiglieria ca.) .

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127° e 128° il 1° aprile si trovano ancora presso la sede della scuola contraerei di Antibes. Vi si trovano ancora il 18 maggio 1943. DaJla «Situazione particolareggiata dell'occupazione della Provenza», redatta sotto quella data dal comando d'Armata, si rileva non solo che i due comandi di gruppo sono ancora ad Antibes; ma che i gruppi nuovi e vecchi, abbandonato il criterio della composizione mista, sono tornati ad essere solo pesanti e per di più «monocalibro». Per esempio, i gruppi 127° [CXXVII] e 128° [CXXVIII] risultano ordinati rispettivamente su batteri.e da 90 e da 75 PBF.432 Questi contrattempi, qualunque fosse la loro origine, produssero da una lato , il ritorno all'impiego dei soli gruppi di origine italiana, il 506° e il 508° sul 90/53 nazionale, i quali concentrarono le rispettive batterie intorno alle zone di Nizza, Antibes, Fréjus , Hyères e Sanary. Fatto che si evidenzia nel citato documento grafico del 18 maggio 1943, appena ricordato. Dall'altro, impose l'assegnazione di almeno una batteria a ciascuno dei comandi di grande unità dell' Armata. Per esempio, la 140F, la 1407" insieme alla 358a organica nel frattempo restituita , alla Legnano; la 1402" al comando ICA; la 1403" alla Lupi , la 1404a e la 1406" alla 223" divisione costiera e alla EFTF; la 1405" alla riserva d'armata (18° Reco). 433 Solo in giugno i gruppi 127° e 128°, che potrebbero definirsi «scuola», appaiono decentrati alla Legnano e alla 223" costiera; il 506° alla 2243 costiera ed il 508° al XXIl CA. Solo che il primo dei due è arma-

432 Situazione descrittiva (fino a btg. o gruppo) al l O aprile 1943 (AUSSME DS 4A 12.18-35); e Situazione particolareggiata occupazione della Provenza alla data del I g· mag. 1943. (allegato alla situazione particolareggiata). Copia 26. Lettera 4' Armata IOI27 /Op. 12/061943. Rapporto situazione mensile periodo 21 aprile-20 maggio I 943 (AUSSME DS 4A 1326-23). In appendice, ordinamento e dipendenze dei gruppi e delle batterie ca di PBF. 433 Le prime tre passate su pezzi eia 25 pbf (297", 298', 299a) e la batteria scuola (1408") dipendevano ancora dal comando del 1° raggruppamento contraereo. Tuttavia, a conferma del persistere della concezione <<areale» , la 1406" batteria restò sempre ad Haite de Biot. Nel territorio della Taro, divisione che non disponeva della propria batteria contraerea organica, ceduta per le esigenze cli difesa del comando <li corpo d'armata, due batterie ebbero compilo di difesa d' area. La Taro ceder.te la sua batteria organica, la 366'' da 20, a protezione del comando ciel XXII CA. NeJ territorio della divisione un'altra. batteria, la 3 I9" ciel 42° raggruppamento dello stesso corpo d'armata difendeva il bivio della Farlède, e la 341" dello stesso raggruppamento svolgeva la stessa funzione in co1Tisponclenza del campo d'aviazione <li PieJTefeu. Let. del comando 1° raggruppamento ca. d'armata 11. 1199/0p. 13 mag. 1943 (AUSSME 1326-6 (diario comando 'l O raggruppamento).

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to con cannoni francesi da 90/50; l'altro con il 75/51 ugualmente fran cese; gl i altri due restarono evidentemente armati con il 90/53 italiano.434 La composizione mista dei quattro gruppi contraerei cieli' Armata non dovette mai giungere ad una effettiva attuazione, in parte per le necessità pratiche di cui si è detto; ma anche per la complessità del disegno derivante dalla diffìcoltà di utilizzare e mantenere artiglierie di preda bellica (e pertanto non completamente padroneggiate) di caJibro e cli tipo diverso, insieme a quelle italiane, con i problemi che una tale promiscuità sollevava. Risultò pertanto comprensibilmente superiore al vantaggio tattico offerto dall'impiego misto, quello della composizione «monocalibro e monoarma» dei gruppi.

434 Situazione descrittiva (fino a btg. o gruppo) alle ore O del 1° giugno 1943 (AUSSME DS 4A 1316- 19).

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CAPITOLO VII


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L'occupazione militare della Francia di Vichy tra Armistizio e diritti di potenza occupante

A. Le dichiarazioni di esercizio di potenza occupante da parte tedesca ed italiana e la diversità delle loro basi politiche e giuridiche - l problemi sorti a proposito dell'interpretazione sulla possibilità di utilizzazione dei materiali francesi quali preda bellica - La questione della sopravvivenza delle Commissioni d'armistizio Il 27 dicembre 1942 il generale von Neubronn , rappresentante dell'OKW a Vichy, presentò al governo di Vichy una dichiarazione nella quale si affermava che il governo tedesco:

"pur astenendosi denuncia armistizio avoca[va] a sé per tutta Francia diritti derivanti da art. 3 convenzione [d'armistizio}.[ .. .} Tutte armi, materiali dotazione ed immobili appartenenti forze armate francesi passeranno a forze annate tedesche nella misura ritenuta necessaria. [ .. .} Governo francese dovrà appoggiare con ogni mezzo relative disposizioni comandante Ovest. 435 Come era già avvenuto durante l'afflusso delle forze dell'Asse 1' 11 novembre , l'Armistizio non era stato denunciato. Al convegno nella foresta di Gorlitz, (18 dicembre 1942) Hitler aveva infatti sostenuto la convenienza di un atteggiamento moderato nei confronti di Vichy, cor~vinto come si disse che, conservando a Vichy con un governo francese

435 Secondo un telescritto invitato dallo SMRE ai comandi della 4" e della 5" Armata (23713 ciel 30 dic. 1943 - AUSS.ME DS SfvlRE 2079-52). Il testo della dichiarazione tedesca e di quella successiva italiana sono riportali in appendice. Il Comando Supremo prescrisse di.ramando il testo di Neubroonn che "atteggiamento nostri comandi in Francia e Corsica [doveva] senz' altro uniformarsi a quanto sopra anche per territorio di giurisdizione italiana ." L'articolo 3 della convenzione franco-tedesca così recita: "Nelle regioni francesi occupate il Reich germanico usa il diritto di potenza occupante. Il Governo francese si impegna ad aiutare con tutti i suoi mezzi l'esercizio di questo diriLtO e di farlo eseguire con l' aiuto dell'Amministrazione francese. Tutti i funzionari francesi e gli uffici governativi del territorio occupato saranno invit.:tti senz'altTO da parte del governo francese ad eseguire le ordinanze del comandante militare gemrnnico ed a collaborare con esso in forma corretta".

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sotto Pétain "l'utile finzione della sovranità", 11011 solo si evitava "il precipitare della situazione interna francese", ma si otteneva anche il vantaggio "di mantenere le posizioni [ . .. ] in Francia, senza dovervi destinare altre forze". Questa sembianza di autonomia accordata ancora una volta al governo di Vichy fu pertanto alla base della formu la espressa nella dichiarazione tedesca: diritto d'occupazione senza denuncia clell' Armistizio. 436 La dichiarazione Neubronn rese Mussolini impaziente di ottenere gli stessi vantaggi , o forse lo mise in allarme il timore che le prerogative fornite all'alleato dal citato articolo 3 dell'Armistizio franco-tedesco avrebbero posto a repentaglio i pretesi diritti italiani. Tale articolo infatti ammetteva l'estensione clell ' apparato di sfruttamento già presente nella Francia già occupata anche ai territori cosiddetti liberi . li giorno dopo la dichiarazione Neubronn, il Comando Supremo si affrettò infatti ad impartire una direttiva che poneva fine "al regime di presidiamento a scopo difesa contro le aggressioni nemiche"; al contrario "il territorio francese [effettivamente occupato dalle truppe italiane .. ..) cliventa[va] un territorio praticamente occupato dalle truppe italiane a tutti i fini". E , per quanto fa l'oggetto del presente lavoro , anche ai fini dell' "incameramento" delle prede belliche che dall'occupazione sarebbero clerivate.437 In realtà, nei giorni immediatamente successivi alla dichiarazione tedesca dovettero sorgere dubbi sulla legittimità giuridica della deci-

436 Riferendo della sua missione presso il Gran Quartiere Generale del Fi.ihrer, Ciano, oltre alla frase appena riportata, scrisse che il cancelliere tedesco reputava che "Italia e Germania avessero nino l'interesse a garantire l'ordine interno e la sicurezza della Francia". M . Borgogni, "Italia e Francia durame la crisi militare dell'Asse" , Siena, 1994, pag. 162. Lavai, presente ad alcuni momenti clell'incontro, espresse il parere che assicurando al suo governo una parvenza di sovranità, l'Asse avrebbe potuto ottenere una più fida cooperazione francese. Egli pare sperasse "de protéger les Français et surtout dc jouer un rote primordial lors du traité de paix", (R. A.ron, "Histoire de Vichy" cit. pagg. 610-6 l 3); concorse invece ad una vera e propria "satellizzazione" del governo di Vichy. (Paxton, Vichy, cit., pagg. 247-250). Si veda anche Cavallero, Diario pagg. 616-618. 4 37 Secondo le notizie che si hanno da un appunto redatto in data 28 d ic . l 942 dal direttore deg\j Affari d'Europa e del Medite1Taneo, presso il Ministero degli Affari Esteri, Vitetti, le decisioni del Duce riguardavano " [l']occupaz.ione delle fabbriche esistenti nella porzione di territorio ove stanziano le nostre truppe e ll'J incameramento di tutte le scorre di materie prime utilizzabili ai fini del nostro potenziamento bellico"; "emissione di buoni d'occupazione redatti in franchi da usufruire per tutti gli acquisti nel predetto territorio"; abolizione della frontiera doganale fra i predetti territori e quello italiano" . In conseguenza dell ' occupazione, "i rappresentanti del Ministero degli

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sione del Duce . Non è noto il processo che condusse al ripensamento del governo italiano. Si sa però che tra la fi ne del 1942 e l'inizio del 1943 , la Commissione Consultiva per il Diritto di Guerra presso il Consiglio dei ministri, interpellata sulla questione , aveva espresso il parere che la presenza ital iana in Francia, pur conservando la sua piena natura di occupazione militare sotto tutti gli aspett i, trovava i suoi lim iti nelle:

"direttive che le superiori autorità [avevano] dato sin ad ora al comando delle truppe di occupazione, [le quali/ in parziale contrasto con i p rincipi suddetti, {costituivano] evidentemente un' <<autolimitazione di poteri» che le au10rità stesse si sono imposte per considerazioni d'ordine politico.[ . .. / le mutate condizioni [avrebbero potuto] consentire di mod(ficare le direttive emanate, nel senso più restrittivo senza pregiudizio delle norme di diritto internazionale . ,.,4JR Nonostante questo parere non intervenisse nella questione della preda bellica, sembra tuttavia testimoniare l'atmosfera cli incertezza e di attenta considerazione delle effettive possibilità concesse al diritto preteso da parte ital iana. La materia presentava aspetti ai q uali non era estranea l' ambiguità dell'atteggiamento dell 'alleato. La decisione di presentare un'analoga dichiarazio ne italiana trovò infatti fondam ento, oltre che in una generica opportunità, anche nella necessità di:

"precisare [ . . .] che l'applicazione dell 'art.3 della Convenzione d'annistizio franco-tedesca non [era] estesa a tutta la Francia (come si legge[ va] nella nota del generale Neubronn), ma [doveva] intendersi invece limitata ai terrirori controllati ed occupati dai tedeschi, essendo

Affari Esteri che si trova[va) no !nel territorio descritto] e che !erano] in gran parte quelle formanti oggeuo delle nostre rivendicazioni, dovrebbero assumere la lìgura di fu n1.ionari reggenti gli uffici civili presso i Comandi del R. Esercito anziché quella di Consoli Generali'". (ASMA E. Docume nti diplomatici italiani, serie IX , vo i. IX, n. 446, pag. 452) . Dell'ambizione ad attuare ullà vera e propri a occupazione propedeuti ca di una possibile annessione parla M . Borgogni Italia e Francia durante la crisi militare dell'Asse, citato Siena, 1994, pag. 165 . 438 Lenera SMRE I 177 del 12 gen. 1943; l'allegato. col parere citato a firma Grandi è però datato 30 dicembre 1942 (AUSSME DS SMRE 2079-70). Documento ri portato in appendice.

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riservata all'Italia ogni decisione per quanto riguarda i territori finora soggetti al suo controllo armistiziale" .439 A parte ciò, l'incertezza sulla plausibilità della pretesa italiana di esercitare il diritto cli potenza occupante, trova riflesso nelle motivazioni estranee alla Convenzione d' arn1istizio addotte a sostegno della decisione di Roma dalla nota trasmessa al generale Avama cli Gualtieri, rappresentante del Comando Supremo a Vichy, e da questi consegnata al governo francese il 16 gennaio 1943. Il diritto italiano 1iposava infatti sul postulato della necessità cli "[ .. .] meglio contribuire alla difesa dell'Europa". Assunto che si giovava accortamente, ma in maniera piuttosto ingenua, dell'adesione che, proprio a Gorlitz, Lavai aveva assicurato al progetto tedesco di una difesa del vecchio continente dall 'aggressione di potenze extra-europee. Oltre a garantire all'occupazione italiana una certa legittimità, tale principio consentiva di estendere il concetto di difesa comune alle coste italiane, utilizzando a tal fine materiale bellico di provenienza francese.44() Nella sostanza, la nota d i Avarna denotava tuttavia un atteggiamento assai più meditato della direttiva emanata da Mussolinj il giorno dopo la dichiarazione Neubronn . Essa aveva infatti il seguente tenore:

"In correlazione a quanto fatto il 27 dicembre u.s. dal generale Neubronn, pregoVi consegnare a Governo Ji-ancese, per incarico di questo Comando Supremo, seguente nota: "per ordine del comando suprenw italia,w lw l'onore di comunicare al Governo.francese quanto segue: In dipendenza della nuova situazione, e per poter meglio contribuire alla difesa dell'Europa, il Governo italiano è venuto nella determinazione di esercitare nei territori fùwra soggetti al controllo armistiziale italiano, tutti i diritti di potenza occupante. In conseguenza tutte le anni e il materiale bellico, come pure ogni

439 Lo si legge in una lettera a firma del generale Magli capo dell'ufficio del capo di SMG inviata il 6 gennaio 1943 al ministero degli Affari esteri, nella quale si chiede il parere del ministero sulla bozza della dichiarazione italiana. Diario storico del Comando Suprenw, voi. IX, (1.1.1943 - 30.4.1943), Tomo Il,Allegati,documento n.22, pag. 54; SME, Ufficio Storico, 2002. La diclùarazione Neubro1rn è del 27 novembre, la prima stesura di quella italiana venne sottoposta al parere del ministero Affari esteri il 6 gennaio 1943. (AS.lvlAE, Documenti diplomatici italiaiù, serie IX, pag. 484, n. 471, testo cd allegato). 440 La necessità di contribuire alla difesa del continente europeo era stata apparentemente la ragione stessa dell' avanzata italiana in Francia, tan to è vero che le autorità militari italiane, per un certo tempo, prima di Tolone, denominarono le truppe dislocate in Francia «truppe d'operazione» (e non d'occupazione).

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altra dotazione delle Forze Armate francesi esistenti in detti territori nonché gli immobili delle medesime, passeranno alle Forze Armate italiane nella misura che queste ultime riterranno necessaria. Il Governo francese appoggerà e faciliterà in ogni modo e con tutti i mezzi in suo potere le disposizioni che saranno emanate al riguardo" . Ugo Cavallero. 213014." 441

In realtà, a Roma doveva apparire chiaro che la "dichiarazione Avama [ ... ] fatta fuori del campo armistiziale", non consentiva ali ' Italia di "accampare, verso la Francia, diritti uguali a quelli [della] Germania[ . .. ]", mancando di qualsiasi base giuridica che autorizzasse il diritto cli occupazione. Non a caso , il termine cli «correlazione» usato nella comunicazione italiana sembra velatamente indicativo della consapevolezza della insufficienza giuridica della posizione di Roma e della necessità italiana di appoggiarsi al più forte status tedesco, accettando con ciò la subordinazione che ne sarebbe derivata. Cosa che, come si osserverà, ebbe le sue conseguenze.442 In sintesi, questo stato cli fatto , e cioè, da una parte l'insufficiente base giuridica della nota italiana, e daU'altra, la conseguentemente necessaria subordinazione alle scelte dell'alleato, significarono per gli occupanti italiani una continua contesa con le autorità cli Vichy, le qual i posero ogni ostacolo per evitare dì riconoscerne autorità e diritto. Per altro verso, siffatta manchevolezza ebbe per effetto la necessità di seguire i disegni tedeschi in materia d i sopravvivenza delle Commissioni d'armistizio.

B. L'assorbimento della Commissione tedesca nei ranghi del comando superiore tedesco dell'Ovest (Ob.W. I gruppo d'armate D) - 1 problemi sorti per attuare un provvedimento analogo da parte italiana

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lèlegranuna n.932/0p. del 16 gen. 1943 (AUSSME 2079-65). La presenza del generale Avama di Guaiteti a Vichy fo decisa dopo che l'OKW aveva inviato presso il governo Lavai il generale von Neubronn. Da prute italiana il criterio di ricalcare i passi tedeschi era seguito da tempo. A Vichy era accreditato un Regio Console generale d'Italia (console generale Vittorio Zoppi), il quale era stato nominato a queUa cru-ica il 5 dicembre 1942, dopo che i teclesclù avevano distaccato presso il governo della Francia libera il console generale Krng von Nidda. (Diario storico del Comando Supremo, voi. VIII, (J. 9.1942 - 31.12.1942), Tomo I, Testo, giorno 5 dicembre 1942, pag. 967; SlvfE, Ufticio Storico, 1999). Entrambi avevano relazioni con le rispettive rappresentanze diplomatiche istituite da tempo dai governi cieli' Asse presso il governo nùlitare della Francia occupata a Parigi (ambasciatori Buti e Abetz). 442 Intervento del presidente della CIAF nel corso dell'incontro di Monaco della fine dcli' apri le 1943. AUSS ME, D-7, cruteggio Cl AF, Raccolta 44, Verbali del convegno di Monaco.

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Con l'occupazione integrale della Francia si era reso necessario affidare a von Rundstedt "in qualità cli comandante del Gruppo dì Armate D [Heeresgruppe D]" la responsabilità del presidio e della difesa dell' ìntero territorio francese, al fine di realizzare l'unitarietà di comando su tutte le forze "dell'Asse impiegate in Francia", ivi comprese, come è noto almeno sotto l'aspetto operativo, quelle italiane. Non solo , ma all'Oberbefehlhaber West (Ob .W.) risalirono, per semplice estensione di responsabilità anche quei poteri cli occupazione che il governo militare tedesco della Francia occupata esercitava sin dal 1940 .443 Qui infatti funzionavano da quell'epoca gli organismi germanici di sfruttamento economico-industriale (uffici Economia dì guerra, per la produzione degli Armamenti, per la sorveglianza bancaria, ecc.) i quali soddisfacevano tutte le esigenze di controllo, ben oltre i compiti che le Commissioni d'armistizio svolgevano in territorio libero . Secondo la tesi dell'Ob.W., il comando germanico, esercitato anche sulla 4a Armata, avrebbe potuto infatti provvedere alle esigenze delle truppe di entrambe le nazionalità, sulla base del semplice fatto che la parte italiana non poteva vantare diritti analoghi a quelle tedeschi in tennini di sfruttamento delle risorse francesi. In particolare , l'estensione alla Francia «libera» ciel sistema di sfruttamento tedesco delle risorse belliche francesi cli interesse industriale in vigore in quella di prima occupazione, estensione che i tedeschi avviarono immediatamente, pose l'Ob .W. nelle condizioni di governare anche questo aspetto dell 'esercizio ciel diritto di occupazione e di riservarsi la facoltà di provvedere anche alle esigenze italiane. Autorità che sulle prime fu effettivamente esercitata ed alla quale i francesi ricorsero volentieri. Peraltro, l'utilizzazione delle risorse militari francesi fu inizialmente limitata alla sola acquisizione degli armamenti necessari per le truppe occupanti. In base a tale concezione, a Parigi (fine novembre) prima e K6nigsberg (9 dicembre) poi, erano stati avviati colloqui tra' rappresentan-

443

Questo commento fu interessatamente fornito dal presidente della CTA, generale Vogl, al suo omologo italiano nel corso della riunione di r.fonaco del successivo aprile 1943 per tornare sulle diversità delle rispettive posizioni. Al comando di Rundstedt, attraverso il Militiirbefehlhaber Frankreich (MBH) che da quel periodo passò alle sue dipendenze, risalirono peraltro anche quei poteri di occupazione che il governo militare tedesco della Francia occupata esercitava sin dal 1940. In base a tale riordi namento, l'Ob.W. ebbe a disposizione rappresentanti dei ministeri e degli uffici centrali interessati alla produz ione bellica, agli aspetti economico-finanziari, al controspionaggio ecc.

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ti delle due Commissioni volti a prevedere l'assorbimento dei rispettivi organi negli ordinamenti delle forze d'occupazione o, quantomeno, intesi a ridurne numero e competenze. Si ricorderà che, in forza di tali accordi, erano passati alle dipendenze operative dell' Armata l'intera Delegazione Esercito per il Controllo dello Scacchiere Alpino (DECSA) della CIAF. Queste misure furono applicate con risolute7.za dai tedeschi ed incisero più profondamente nella struttura della Commissione Tedesca e.I ' Armistizio (CTA). Compo1tarono infatti l'integrale dipendenza dal comando superiore tedesco in Francia degli elementi pe1iferici della CTA e di gran paite di quelli centrali ed il trasferimento all 'Ob.W. elci compiti di controllo della Commissione. Alla presidenza della CTA , rimasta a Wiesbaden , restarono unicamente compiti di carattere generale e d i rilievo g iurisdizionale in materia d'armistizio. A Parigi, presso il comando dell'Ob.W fu istituito un gruppo di lavoro (Arbcitstab) che fu ngeva eia organo cli collegamento con Wiesbaclen, ma, in pratica, assolveva le funzioni di consulenza armistiziale a vantaggio delle decision i che gli organi ciel governo militare tedesco e quelli competenti nell'ambito economico-industriale venivano prendendo. A questi ultim i, in definitiva dipendenti clall'Ob.W o , in alcuni casi, daJl'OKW, erano passati, per esempio, i compiti relativi al controllo delle industrie bc!Jiche (ClB) e dei combustibil i liquidi (CCL) .444

-144 Del nuovo assetto della CTA si hanno notizie abbastanza complete dai documenti conc lusivi ciel convegno di Monaco (fine aprile 1943) . L'Ob.W.. il quale tramite suoi organi controllava economia cd industria francese (Wirtsschaftstab e Rlistungstab), aveva inizialmente sostenuto l'inutilità della CTA: fu conseguentemente attuata lii completa "concentrazione dei compili delle sue funzioni [in quelle) normali svolte dallo stesso comando''. Successivamente, questa misura estrema fu attenuata mediamc la costituzione di uno gruppo di lavoro (/\rbeitstab) presso il comando deirOBW. Retto dal capo di SM dellii stessa CTA, colonne llo Bohmc , questo Arbcitstab dipendeva da l capo di SM dell 'Ob.W. Suoi compiti erano il "contro llo delle forze parnmilit.ari francesi. il potenziale bellico. i casi dubb i sull 'applicazione delle norme dell',mnistizio e le relazioni con· la CIAF'. Il presidente della CTA rimase al suo incarico con compiti più ge nerali e cli studio. (AUSSME, D-7 , Carteggio CIAF, Raccolta n. 44, Relazione de l generale Gelich.) Più tard i, secondo la relazione ciel nuovo capo di SM della Commissione tedesca, ten .col. Queis, allo stesso convegno di Monaco, i definitivi compiti della CTA risultarono essere i seguenti: ·'condurre a termine la smobilitazione delle forze armate francesi; controllare le organizzazioni prc e paramilitari; risolvere le questioni attinenti all'interpretazione della Convenzione d'armistizio; colliiborarc con la C IAF". Lo stesso ufficiale riferì nella stessa relazione che l' li marzo 1943 I' OKW aveva ribadito che compito della CTA era quello di "regolare i rapporti delle Potenze dell'Asse riguardanti la Francia e tutte le questioni di carattere milita.re - armistiziale [comprese quelle riguardanti) i territori[ ... 1a cavallo del Rodano nei quali possono sorge re questioni di carattere g iuridico ed amministrativo". AUSSME, D-7 , Carteggio C IAF, Riiccolta n. 44. Re laz ione del ten. col. Queis.

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Da parte italiana invece, avvertendosi in questa proposta un rischio per le proprie pertinenze annistiziali, il processo di trasformazione concordato non fu spinto a fondo . li trasferimento di certe competenze al comando di occupazione non significò una reale riduzione dell'importanza e dei compiti della CIAF, poiché il passaggio degli organi di controllo territoriale della Delegazione Esercito di Controllo dello Scacchiere Alpino (DECSA) alle dipendenze dalla 4" Armata, sembra essersi ispirato ad un iniziale allineamento sul sistema dell' alleato, necessità derivante dall'urgenza di vigilare i depositi e dei siti armistiziali, dopo il disarmo delle unità francesi che in precedenza vi provvedevano e cli far luogo alla concentrazione in luoghi sicuri dei materiali delle Forze francesi di Transizione , anch' essi eia vigilare. Tutto questo nella convinzione che i materiali francesi sarebbero stati celermente acquisiti e, cli conseguenza, i depositi sarebbero in breve rimasti vuoti.445 In altre parole, il passaggio degli organi della DECSA alle dipendenze dalla 4" Armata dipese da necessità organizzative, e in particolare dalla dispersione dei materiali, che richiedeva uno stretto collegamento tra le truppe cui quelli necessitavano e organi locali che ne potevano decretare la acquisizione; per la scoperta di numerosi depositi clandestini, che fecero prevalere le ragioni della presenza militare. Alla pertinenza CIAF continuò tuttavia a risalire una sorta di controllo indiretto sulla complessa realtà delle dotazioni soggette a controllo armistiziale , in parte in base alla sua insostituibile esperienza, ma soprattutto perché gli enti periferici della Commissione erano gli unici intitolati a conservare una qualche relazione con i corrispondenti organi locali francesi, i quali a loro volta continuavano a riconoscere negli organi CIAF gli unici interlocutori autorizzati. Per modo che la presidenza della CIAF venne rapidamente a conoscenza di certi disguidi o di atti cli imperio o di indisciplina dei reparti prelevanti attraversò il delegato

445

Sul numero dei depositi d'armistizio, sulla loro complessa articolazione e sull'entità dei materiali conservativi non si è rinvenuta una documentazione cumulativa ed organica. In ogni caso quelli sottoposti a controllo italiano si trovavano in 24 località dalle quali dipendevano un numero più che triplo cli sottodeposit i, di stabilimenti mili.tari, di ateliers, di anncxes, di établissement, di hangar e cli magazzini. Si può calcolare che i depositi c itali detenessero non meno di 4000 autoveicoli e di circa 1500 veicoli ippomobili (cioè a traino animale). Di questi, probabilmente un quinto si trnvava nei depositi delle Bocche del Rodano. Tabella in appendice.

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francese a Torino (ammiraglio Duplat). Nonostante ritenesse prossimo il riordinamento in chiave riduttiva della CIAF stessa, questi non si sottrasse al gusto di coinvolgere Vacca Maggiolini nei problemi che sorgevano tra truppe e amministrazioni francesi nel territorio occupato. Ne derivò che la presidenza della Commissione, messa da parte in base alla prevalenza delle funzioni della 4a Armata, si ritrovò nuovamente implicata nelle questioni che un tempo le appartenevano.446 Era vero che lo scopo difensivo che autorizzava la presenza italiana e gli effetti stessi che l'occupazione produceva - dall'occupazione della proprietà privata o pubblica per esigenze militari ali' appropria'.lione di material i d 'armamento o di rafforzamento necessario alle truppe - esulavano dalle clausole d 'A rmistizio e sfuggivano di conseguen'.la al controllo della CIAF. Ma neanche i comandi italiani di occupa'.lione disponevano dell'autorità e della competenza in una materia, quale quella dei materia li , nella quale prevalevano complesse norme interpretative progressivamente concordate nel corso di più di due anni di Armistizio. Per esempio, e per non parlare dei materiali dei depositi d'armistizio, non era accertato che le dotazioni delle truppe francesi disarmate potessero essere prelevate incondizionatamente, poiché anch'esse erano in definitiva beni di proprietà dello stato francese, bloccati in conseguenza dell'armistizio e ridistribuiti in base ad accordi tra entità sovrane e nel quadro dell'Armistizio. Quando le truppe, non solo quelle italiane, si dedicarono ai prelevamenti, lo fecero senza tener conto di questa situaz ione. Poco danno per quelle tedesche, le quali godevano della copertura del famoso articolo 3, anche se i comandi germanici furono in ogni caso invitati a reprimere ulteriori abusi. Al contrario, il maltolto di parte italiana creò seri imbm·azzi a Torino tra Delegazione francese d'armistizio e CTAF, con le conseguenze che quest'ultima segnalò a Roma l'indisciplina delle trup-

446 Basata com'era su un Armistizio ancora in vigore. la CIAF nella sua interez7.a era un organismo che restitui va alla parte italiana indipendenza <li giurisdizione e ricon oscimento internaz ionale. Secondo il generale Vacca Maggiolini, le attribul,ioni residue delle due Commissioni erano nettamente diverse. La CIAP rappresentava ancora per la parte italiana "l'organo regolatore della esecuzione della convenzione <l'armistizio", la CTJ\ restava solo "incaricata della interpretazione del trattato d' armistizio e delle divergcn7.e re lative". Si vedano R.H. Rainero , Mussolini e Pétain ...cit. pag. 428 cd i Verbali delle riunioni del convegno di Monaco AUSSME, D- 7, carteggio C IAF, Raccolta 44.

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pe sulla questi.one dei prelevamenti. Ne derivò alla fine qualche contrasto ed inevitabili rancori esalatati dalla asimmetria delle rispettive dipendenze dell'Armata e della Commissione.447 Nella stessa relazione, poi, si rilevava come nella zona sotto controllo della I Direzione regionale (che si sa operare alle dipendenze del I CA, proprio nel precedente periodo impegnato nei noti movimenti per l'assunzione di. un nuovo settore difensivo) "nulla [era] stato disposto" in materia di recupero quadrupedi .448 Ancora nel luglio ciel 1943, in una sua relazione al Comando Supremo,Vacca Maggiolini lamentò che il comando della 4a Armata non aveva concesso alla presidenza della CIAF cli cordspondere direttamente" con la DECSA per essere "tempestivamente informata degli avvenimenti di maggiore importanza".449 Come si è detto , era tuttavia evidente che la funzione della CIAF, quale organo regolatore delle relazioni franco-italiane, si sarebbe progressivamente esaurita man mano che gli accordi con Vichy avrebbero potuto mettere a disposizione i materiali d'impiego militare da utilizzare per scopi difensiv i e con l'accrescersi ed il prevalere delle questioni estranee all'Armistizio. La sussistenza della CIAF, dopo le decisioni tedesche, sembrava perciò incongrua agli stessi organi armistiziali francesi.450

447

La presidenza della ClAP inviava regolarmente al Comando Supremo, eia cui direttamente dipendeva, rapporti sulla situazione " armistiziale" esistente nel territorio occupato dalle truppe cieli' Armata, riportandovi notizie che segnalavano, anche involontariamente, errori ed incongruenze del comando occupante. // Verso la metà del febbraio 1943, infatti, il presidente della CIAF segnalò al Comando Supremo che dei ".materiali provenienti dal disarmo dell' Esercito Transitorio, [quelli] di collegamento, carreggio e materiali del genio [erano] ancora nella quasi totalità rimastj nei depositi di disarmo [ ... J in attesa che il Comando delle trnppe operanti ne determinrasse] l'impiego e la destinazione" . Come ad indicare un difetto organizzativo del comando dell'Annata. 448 AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 38, Relazione 39 (16 gen. - 15 feb. 43). 449 AUSSME, D-7, carteggio CIAP, Raccolta 38 , Relazione 44 ( 1-31 lug . 1943). 450 L'ammiraglio Duplat, capo della Delegazione d'armistizio francese a Torino, in più di un ' occasione, non mancò di chiedere al suo interlocutore, generale Vacca Maggiolini, se la CIAF fosse prossima allo scioglimento. Lo stesso ammiraglio, nel colloquio del 25 novembre, dichiarò che "le questioni sorte o che sorgeranno in conseguenza degli ultimi avvenimenti devono essere confuse colle questioni derivanti dall'applicazione cieli' Armistizio". Come dire che le questioni extra-armisliziali avrebbero progressivamente prevalso sulle altre. II colloquio del 25 novembre è riportato in AUSSME, D7, Carteggio CIAF, Raccolta 51 -2 . L'anuni.raglio Duplat 1'8 dicembre si mostrò interessato "circa lo scioglimento della CIAF o di una sua radicale trasformazione". Romain H . Rainero, op. cit. pag. 427. Duplat rinnovò le richieste sul destino della C IAF e della sua Delegazione il 16 gennaio 1943. Colloquio Vacca Maggiolini - Duplat dello stesso giorno dalle ore l0,30 alle 11,45, pag. I. AUSSME carteggio M3 - 34, F 96.

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Tuttavia, a Roma si temporeggiò, in parte perché si aveva ben altro da fare , ma probabilmente perché non era ancora ch iara la sorte dei materiali civili ed industriali di rilevanza bellica, e conseguentemente per la necessità di disporre di un organo in grado cli confrontarsi su tale questione armistiziale con la CTA. Secondo Rainero, il capo di SMG pensò che i problemi segnalati da Vacca Maggiolini, sia nelle relazioni con la parte francese, sia nei rapporti con il comando d i occupazione, si sarebbero progressivamente composti da soli, col lasciarne la soluzione "alle parti". Ricevendo Vacca Maggiolini il 24 dicembre, Cavallero sembrò "arrendersi alle logiche rsue] considerazioni"; in realtà, dichiarò comunque che "l'azione residua della CIAF dovesse rimanere decisamente subordinata ai compiti ed alle necessità delle truppe operanti , compiti e necessità che dovevano avere la assoluta prevalenza" .45 1 D'altra parte, lo stesso Cavallero non poteva derogare dagli accordi di Konigsberg, dove, il 9 dicembre, aveva concordato con Keitel che la sopravvivenza dell'attività ·c1elle Commissioni restavano confinate ai settori che "avevano ancora attinenza alla realtà armistiziale esistente tra Asse e Francia cli Vichy". Per il resto, era emersa chiara la prevalenza eia attribuire maggiori responsabilità alle truppe operanti, q uantomeno per non peggiorare , con una questione secondaria, le già difficili relazioni con i tedeschi.452

45 1 R.H. Rainero, op. cit. pag . 428-429. Vacca Maggiolini fu ricevuto ancora da Cavallero due volte nella stessa giornata del 9 gennaio, ma il capo di SMG non annotò nulla sul suo diario. Secondo quanto ri ferisce R. H. Rainero, nel colloquio del 24 dicembre il generale Vacca Maggiolini propose tre soluzioni, la prima delle quali lasciava all' t-\nnata la competenza su tutti gli organi della C IAF presenti in Francia, devolvendole le funzioni armistiziali conseguenti; in base alla seconda, si cedeva agli stessi organi lacompetenza sulle questioni armistiziali, e gli organi stessi, pur di.pendendo operativamente dal comando dell ' Anmua, dovevano tuttav ia rimanere emanazione della CIAF. Questa poteva decidere sulla loro consistenza e della loro riduzione eventuale. La terza ipotesi prevedeva di conservare la totale giurisdizione della CIAF, mentre si accettava che le annate di occupazione potessero <lispoITe cli deleghe da parte del CS per il contro llo di organi della C IAF su questioni minori. (Romain H . Rainero, op. cit. Voi. I, pag.431-432). 452 Quasi a decretare la fine delle competenze della ClAF, sin dal 27 dicembre, presso l 'lnten<lenza della 4" Armata era stato istituito l'ufficio Economia <li guerra e più tard i l'ufficio Recuperi . Detti organi, incaricati del recupero cli material i cli interesse bellico, erano stati istituiti in Francia in analogia a quanto attuato per qua lsiasi altro terri torio occupato. L'iniziutiva prova l'adesione del capo cli SMG , seppur con misure di scala ri<loua rispetto agli analogh i istituti tedeschi, al concetto di trasferire progressivamente alle truppe le competenze sulle riso rse francesi, sulle quali la CIAF poteva esercitare il solo controllo <l'armistizio. Lettera 005698074 di SMRE Ordinamento in data 3 gennaio 1943 (AUSSl'vlE, DS 4A 1127- 10) ed inoltre lettera 15740/E/G del Comando Supre mo in data 27 d icembre 1942 (AUSSME DS CS 1100-45).

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Il successore di Cavallero, generale Ambrosia, fu ancor meno propenso alle questioni «teoriche» legate alla sopravvivenza della CIAF. Annotò, per esempio , un infastidito commento sul promemoria del suo SMG presentatogli l' 11 marzo 1943 sui temi da trattare al Convegno di Monaco, temi che riguardavano fra l'altro, ancora una volta, la questione dei differenti status delle due Comnùssioni, e che Vacca Maggiolini riproponeva per sottolineare il primato della Convenzione d ' armistizio nelle relazioni con "la Francia vinta" e per proclamare la specìficità militare della CIAF.453 La posizione del nuovo capo cli SMG era infatti ormai orientata verso una soluzione definitiva che tagliava la testa al toro, attribuendo al comando cli occupazione la responsabilità delle relazioni sia con le autorità locali, sia con g li organi francesi cli controllo dei materiali, questi ultimi ormai operanti al di fuori de i vincoli armistiz iali .454 Il provvedimento esautorò di fatto la CIAF (intesa come presidenza), cui rimase la sola competenza sulle "questioni armistiziali di principio e di carattere generale", materia marg inale che la escludeva in pratica dalle decisioni di carattere pratico - quali acquisizioni di materiali bellici , tanto di impiego immediato (armi ed equipaggiamenti utilizzabili in posto) , quanto destinati ad impianti militari o all' uti lizzazione in Italia - che risa Iivano invece al comando dell'Armata e alla dipendente DECSA. Per di più, sulle prevalenti questioni di circoscritto interesse «extra-armistiziale» (occup azione di luoghi, requisizione di immobili, sgomberi, acquisti, rifornimenti , ordine pubblico ecc.), il comando di occupazione avrebbe potuto interessare direttamente il rappresentante del Comando Supremo presso il governo francese. Sicchè al comando dell'Armata fu assicurato un chiaro e rilevante primato sulle relazioni francesi che Vacca Maggiolini riteneva suo particolare dominio, con conseguente limitazione alle attribuzioni della

453 li generale Ambrosio annotò di proprio pugno: "Hanno proprio del tempo eia perdere ...." (AUSSME; Carteggio M-3, R36, F.l I). 454 Il IO marzo I 943 , infatti, vennero fissati gli ambiti rispettivi delle questioni "armistiziali ed extra armistiziali" e cioè la ripartizione fra la materia regolata dalle norme cieli' Armistizio, e quella di carattere militare conseguente all'occupazione e dunque «extra armistiziale». Il 20 marzo furono istituiti i «Nuclei di collegamento e controllo» di cui si parlerà più avanti.

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CIAF, relegata ad un rapporto periferico con le autorità francesi per il tramite della Delegazione di Duplat che non contava più granché. Ulteriore riduzione dei compiti della CIAF conseguì dal fatto che nelle questioni di carattere armistiziale minore, di rilevanza limitata o di carattere pratico , i comandi di occupazione avrebbero potuto intrattenere rapporti diretti con le autorit~t francesi locali, senza passare per il tramite della Commissione, la quale rientrava nelle sue attribuz.ioni unicamente nel caso cl i irresolubilità delle questioni (depositi, controlli , collegamenti con le autorità francesi amministratrici ciel controllo armistiziale ecc.) .455 Particolarmente penosa fu per la presidenza della Commissione la definitiva conferma della dipendenza della DECSA dal comando di occupazione. Il Comando Supremo infatti stabilì che:

"i controlli che, nei territori occupati dalle nostre truppe nella Francia metropolitana ed in Corsica, [che erano a quel tempoJ effettuati dagli organi per~ferici [delle tre Sottocommissioni Forze Armale e della Sottocommissione Affari Generali, sarebbero passati] rispettivamente alla competenza dei Comandi 4a Armata e Vfl C.A., [con J il personale di detti organi[ .. .] matricolarmente trasferito agli enti[ ...] indicati dai Comandi 4" Armata e Vll Cmpo d'Armata" .456 Il Comando Supremo infatti stabilì, sotto quella data, che al comando dell'Armata e del VII CA in Corsica risalivano le rispettive dipendenze degli organi periferici g ià dipendenti dalla CIAF. Ai comandi delle altre due Forze am1ate, rappresentate dal Comando Marina n.999 in Tolone ed al costituendo Comando Aeronautica 4a Armata, le Sottocommission i rispettive. Secondo la lettera citata:

"la C.l.A.F continua/va] ad essere depositaria della Convenzione di Armistizio con la Francia ed a regolarne l'esecuzione " ed avrebbe con-

4 55 Rivolgersi sempre alla CIAF avrebbe comportato lungaggini ed esiti forse ancor più incerti , dovendosi coinvolgere Delegazione francese di collegamento ed infine organi di ioverno a Vichy. 4 )6 AUSSME DS 4A CS 11390/op. del IO marzo 1943, DS 4A 12 18-15 . In appendice.

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tinuato a provvedere "direttamente a trattare con la Delegazione francese e con. C.T.A . le questioni armistiziali di principio e di carattere generale [ .. .]; ad intervenire presso il governo .francese, tramite Delegazione francese , [per le questioni sollevate] dai comandi 4° Armata e Vll C.A" .457 Le disposizioni derivarono eia una serie di riunioni. L'ultima è dell'8 marzo e se ne hanno diverse testimonianze, fra le altre la lettera 2253 del comando 4a Armata in data 20 marzo, nel testo della quale si fa riferimento alla riunione del 10 marzo. Esse avevano valore a partire dal successivo 1 ° aprile. Sotto quella data le tre Sottocommissioni si fusero nell a Sottocommissione Forze Armate.458 La decisione adottata il 10 marzo 1943 ebbe più d ' una giustificazione . E' evidente che essa fu eiettata dalla necessità di normalizzare le relazioni tra Vacca Maggiolini e Vercellino, separando le competenze ed evitando nel contempo una duplicazione di autorità su uno stesso territorio. 459 Tuttavia la decisione pare in ogni caso suggerita dalla necessità cli realizzare quella certa simmetria con la struttura tedesca cli cui si parlava da tempo, e confermava la val idità degli accordi assunti in precedenza con i tedeschi relativamente ali' ordinamento generale d'occupazione. Tale decisione fu presa pur se essa avrebbe implicato il rischio cli porre anche indirettamente la CIAF in una posizione di sudditanza, analoga a quella toccata alla CTA, praticamente assorbita clall'Ob.W. Eventuali controversie emergenti tra le due Commissioni, al cli là degli aspetti cli carattere generale illustrati in precedenza, avrebbero infatti potuto trovare un arbitrato non a di Wiesbaden , sede della parte della presidenza della CTA, ma a Parigi, (Ob.W.) come effettivamente spesso avvenne, o addirittura a livello più elevato. Concorse infatti alla preferenza della soluzione in esame proprio il graduale coinvòlgimento dei

457 458

Ibidem. AUSSME DS 4A 1218-2 1. Anche in AUSSME, D-7, carteggio CfAF, Raccolta

59-l. 45 9 Più esplicito è il commenl.o a questa teli.era da parte ciel Professor Rainero il quale, presentando il documento, scrive: "Perdurando la riva lità tra la CIAF e le autorit.à militari di occupazione della IV Armata, il Capo di SM Generale Ambrosio decideva di precisare j . .. ] i rapporti tra i due organi italiani presenti in Franciu". R.H. Rainero, op. cit. Voi. n, cloc. n. 60, pag. 357).

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comandi supremi dell'Asse in un contenzioso crescente tra CIAF e comando superiore tedesco in Francia.460 Da qualche tempo infatti, anche le questioni cli relazione armistiziale r.isalivano rapidamente alle determinazioni dei comand i supremi e alle decisioni dell'OKW. Non a caso proprio quaJche giorno prima, (il 3 marzo) l'OKW aveva diramato una circolare nella quale pareva voler risolvere una volta per tutte la questione delle pertinenze armistiziali e della loro ripartizione terri.toriale in base ai I imiti territoriali dell'Armistizio. TI contenzioso tuttavia si estendeva, come si osserverà più avanti, alla ripartizione delle «zone di competenza», legate queste alla ripartizione di materiali delle disciolte Forze armate di transizione e ad altri casi di utilizzazione cli materiai i che la CIAF riteneva, apparentemente non a buon diritto, comunque cli rilevanza armistiziale. Una tale precisazione , oltre a mostrare il livello di tensione raggiunto, palesa anche che una questione apparentemente indiscutib ile sul piano giuridico della Convenzione d'armistizio, doveva essere composta a quel livello perché ì diritti armistiziali italic111i potevano considerarsi nella sostanza annullati dalla dichiarazione Neubronn.461 Dalla predetta deliberazione del 10 marzo discese quella, imposta dalla necessità dì non gravare sul comando cl' Armata, di restituire definitivamente alla CIAF il controllo sulle Sottocommissioni Armamenti e Combustibili liquidi , le quali, come si ricorderà, in primo tempo, subito dopo il 27 novembre, erano passate alla competenza del comando dell'Armata; circostanza che oltre ad oberare il comando in operazioni,

4 60 Il 15 marzo, la stessa ClAF informava che la CTA aveva fatto conoscere l'intenzione dcll' OKW aveva di trattare direttamente con il Comando Supremo la questione della requisizione automezzi francesi che si trascinava tra discussioni inlerminabil.i sul fatto che appartenessero alle pertinenze armistiziali italiane o meno, sulla qualità dei materiali , sui metodi di ripartizione. Diario storico del Comando Supremo, voi. IX, (l .1 .1943-30.4.1943), Tomo I, giorno 23 mar1..o 1943 , pag. 740; SME, Ufficio Storico, 2002. 4 6J L'OKW, il 3 marzo 1943, aveva precisato che "il lin,ite di settore tra le truppe tedesche e la 4" Armala nel sud della Francia" non modificava "in nulla la situazione creata dall'armistizio ed [aveva] valore semplicemente tattico e che, conseguentemente, la linea del Rodano conservava "pieno valore di linea di separazione tra la zona di controllo italiano e quella tedesca". Il documento dell 'OKW è citato nella relazione della CIAF redatta a segui to del convegno di Monaco (29 apr. - 3 mag. I 943), lettera n. 55253 in data 7 maggio 1943, AUSSME, D -7, Carteggio CIAF, Raccolta 44- lE.

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senza attribuirgli un 'effettiva e generale competenza, aveva creato un immediato confl itto con l'ufficio Economia di guerra presso il comando dell' Armata .462 Complessivamente, le numerose disposizioni di riordinamento delle competenze che videro la luce nel marzo 1943 decretarono definitivamente l'affermazione dei principi di competenza dell'unicità di comando sul territorio occupato dalle truppe e sancirono la preminenza delle esigenze delle truppe su quelle della CIAF. 463 Vacca Maggiolini ne restò deluso . Egli, sin dalla illustrazione preventiva del tenore delle disposizioni che gli fu fatta il precedente l 0 marzo, nel corso di un colloquio col generale Ambrosie, ed anche in un successivo colloquio del giorno 17, ebbe a deplorare soprattutto la smilitarizzazione della CIAF, derivante dalla sottrazione degli organismi delle Sottocommissioni militari dalla sua dipendenza, fatto che svuotava la CIAF "di ogni contenuto militare [riducendola] ad un semplice organo civile" .464 Le lagnanze citate nel testo si riferiscono al primo coJioquio, ma vennero ribadite, seppur in forma diversa, in quello ciel 17. Egli dichiarò in quest'ultima occasione " il proprio rincrescimento per la riduzione delle funzioni della CI.AF" e cercò ed apparentemente ottenne qualche contentino in materia di organi di controllo residentj " in

462 Secondo la lettera I 1390 citata, oltre ai compiti in precedenza descritti alla CIAF era stato affidato il compito di: " controllare le industrie belliche francesi e combustibili liquidi; amministrare i territori occupati nel gi ugno 1940; regolare gli affari economici e finanziari; regolare gli scambi commercial i." Ai controlli industriali avrebbero provveduto gli organi "francesi" della quarta Souocommissione militare, quella degli Armamenti che dal 15 marzo fu riorganizzata al fine cli disciplinare l'attività cli "utilizzazione delle industrie francesi" (AUSSME, CIAF, Raccolta 38, Relazione 42, 16 apr. - 31 mag. 1943 , ). Tale ordinamento è riportato in appendice. Appena qualche giorno piLL tardi, il 22 marzo, lo SMG stabilì che anche le Delegazioni di assistenza e rimpatrio della Sottocommissione Affari Generali restassero alle dipendenze della CIAF. Quest'ultima, tra l' altro, aveva autorità sul traffico marittimo e sul recupero ciel naviglio mercantile . Lellera CS I I 668 , 22 marzo 1943 (AUSSME D-7 Carteggio CIAF Raccolta 59- 1). 463 Come dianzi asserito, ciò in pratica significò che il comando d'Armata avrebbe potuto decidere direttamente, non solo sul I.e questioni derivanti alla grande unità d'occupazione dal fatto stesso di occupare il territorio francese, (definite questioni extrn armistiziali), ma anche sugli affari armistiziali ai quali già attendeva e cioè a destinaz ione dei materiali d'armistizio, sull'impiego dei materiali di disarmo, sull' avvenire dei depositi e degli immobili militari, sulle armi dei civili ecc. 464 li generale Vacca Maggiolini risulta aver avuto due colloqui col capo di SMG, il 1° cd i.I 17 marzo. (AUSSME M-3 R36, Fascicolo lT 3045, n.38).

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zona di occupazione germanica" . Con ogni probabilità si trattava di elementi delle Commissioni di controllo industrie belliche. Nel colloquio del 1° marzo Vacca Maggiolini lamentò tra l'altro una certa asi mmetria rispetto alle competenze della CTA in merito al controllo sulle forma zioni parami litari francesi. Controllo che se si voleva conservare un rapporto omogeneo tra CTA e CIAF, occorreva fosse espletato dagli organi delle Delegazioni militari , proprio quelle che sarebbero passate ai comandi di occupazione. Probabilmente Vacca Maggiolini si sentì realmente defraudato cli un vero e proprio comando. Già in precedenza, 1'8 febbraio 1943, egli aveva annotato infatti su un appunto preparato per una riunione dell'indomani (verosimilmente con Ambrosia , il successivo 12 avrebbe incontrato Mussol ini) che: "poiché le Convenzioni [eranoJ documenti essenzialmente militari, occorre[va] conservare tale carattere alle Commissioni. Ridurle allo stato civile [come in effetti sembrava potesse essere a seguito della perdita degli organismi militari, rappresentati in larga misura dalle Direzioni di controllo operanti in Francia}, sarebbe un errore. (lo, ad ogni modo, chiederei di esserne dispensato) ." 465 Più tardi, manifestando al prefetto Marziali, capo della Sottocommissione incaricata dell'Amministrazione dei Tenitori francesi occupati nel 1940, l'intenzione di "chiedere superiormente la sua sostituzione col [ ... ], Generale di Corpo cl' Armata Marco Ganuùeri, Presidente della Sottocommissione Esercito", il presidente della CIAF confermò la sua opinione, soggiungendo che: ''gli [mancava} la possibilità di proporre [il nome del prefetto in que-

4 65 AUSSME, Carteggio M-3, Rll. li precedente 12 febbraio, il presidente della CJAF aveva avuto un colloquio col Duce, al quale incredulo, nel probabile tentativo di evidenziare la insopprimibile necessità dell'esistenza della CIAF, rivelò l'accresciuto impegno degli organi della Commissione dovuto in particolare, secondo il suo rapporto, allo sgombero dei depositi francesi ed al conseguente invio dei relativi materiali in ftalia . In realtà tali operazioni risalivano alla responsabilità del comando dell'Annata e della sua Intendenza, pur con il concorso degli organi periferici della CIAF. Alla riunione, il capo di SMG non intervenne e Mussolini sembrò accogliere la tesi di Vacca Maggiolini . In realtà, a quell'epoca i giochi dovevano già essere stati decisi. La citazione dell' incontro di Roma del 12 febbraio è tratta da Romain H. Rainero, Mussolini e Pétain ... cit.., Voi. I I, doc. 59, pag. 35 l.

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stione], come sarebbe suo desiderio, sembrandogli che anche coi nuovi compiti la parte militare [fosseJ ancora prevalente nella CIAF. " 466 Malinconico tentativo di conservare una qualche utilità all'ormai trascorsa Commissi.one. Benché si rendesse conto dell'esistenza di indesiderate sovrapposizioni e duplicazioni in Francia, egli continuò ad inoltrare i suoi rapporti sulla situazione francese, come a non voler 1iconoscere l'esistenza di una missione a Vichy che inviava anch'essa i propri rapporti al Comando Supremo, ma che disponeva di ben altra prospettiva.467 Nel già ricordato appunto, in vista del colloquio che avrebbe avuto a Roma, è riportata la seguente annotazione: "Vi sono troppi organismi italiani in Francia "(Ambasciata Avarna - Zoppi a Vichy - Ciaf- Marazzani . .. J).- Il meglio sarebbe deferire tutto all'Ambasciatore, collocandogli a fianco una Missione militare che tratti anche i compiti armistiziali" .468 Qualche osservazione. Sul piano giuridico, era vero che solo la Convenzione d'armistizio garantiva un'identità ed un'autonomia all'occupazione italiana ciel territorio francese, la quale altrimenti si sarebbe confusa nel più vasto disegno tedesco, di cui non poteva non risultare elemento assoggettato.

466 La lettera del prefetto Marziali fu indirizzata ad un Sottosegretario all'fntemo il 14 marzo 1943. AUSSME M-3, 34, Carteggio del prefotto Marziali. Anche il generale Ambrosie riteneva come Vacca Maggiolini che la Commissione italiana d ' armistizio dovesse conservare "il carattere prettamente militare", corne dire che le funzioni della CIAF, le sue prerogative e le sue abilità restavano primarie nel d isegno cli riorganizzazione abbozzalo del CS. Ambrosie lo affermò in una lettera al c itato prefetto ìv1arzia li, che probabilmente si proponeva come Vicepresidente della CIAF. Il prefetto in più d 'una occasione fece riferimento all'intenzione cli dimissioni manifestata da Vacca Maggiolini . AUSSME M-3, 34, Carteggio del prefetto Marziali. 467 Nel carteggio restituito dagli Alleati all'Italia sono stati reperiti non meno di un cinquantina di rapporti periodici della CIAF ed una decina della Rappresentanza del CS presso il governo di Vichy (AUSSME Fondo M-3 Fase. lt 3045). Probabilmente la presidenza della CIAF continuò ad avvalersi cli informazioni fornite dagl i organi che ne facevano parte e che operavano occultamente in Francia. Non bisogna dimenticare inoltre che anche i suo i organi cli Assistenza disponevano cli informatori e di delatori. Si può immaginare quale confusione dovesse regnare in Francia dal punto di vista dclJc infor1ml7.ioni e quale garbuglio di agenti, informatori, confidenti ci dovesse essere. 468 AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 51 -2. Il generale Marazzani era Capo dell'Ufficio di Collegamento del CS con l'ObW.

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In realtà, questo assoggettamento era nei fatti, dal momento in cui il governo italiano aveva deciso di avvalersi del diritto di potenza occupante ai fini dell'otten imento cli materiali bellici e delle scorte cli materie prime utilizzabili per il potenziamento bellico della nazione in guerra. Materiale che non poteva più ottenere in base alla predetta Convenzione .469 Ciò detto, tuttavia, i motivi del ritardo con il quale furono adottati i provvedimenti cli riordinamento dei compiti della CTAF sanciti il IO marzo, devono probabilmente richiamarsi alla necessità di un chiarimento sul principio della pertinenza italiana sul delicato «triangolo del Rodano». Si intese così scongiurare il principio del «fatto compiuto», esercizio consentito ai tedeschi dal fatto di essere giunti per primi in molte zone importanti e di disporre di di rettive più precise e consapevoli.470 Questo procedere consentì comunque, come si vedrà, una tempestiva presa d i possesso dei materiali di armamento e di equipaggiamento provenienti sia dal disarmo sia dai depos iti d'armistizio e, considerata la rapida evol uzione della situazione francese - dal colpo d i scena d i Tolone , cui seguì il disarmo dell'ET, a quello della dich iarazione tedesca cli riservarsi il diritto di potenza occupante - si trattò d i un certo successo. Al ridimensionamento delle funzioni della ClAF, nonostante l'utilità della sua opera, concorsero diverse ragioni. Fu certo fra queste la necessità di realizzare una certa simmetria con l'organizzazione tedesca: la CTA era ormai un semplice organo di. consulenza dell'Ob.W., dal quale riceveva gli indirizzi per trattare eventuali questioni di carattere g iuridico-arm istiziale con il governo francese. Ma sulle questioni

469 Una tal materia non poteva essere trattata nel quadro delle relazioni armistiziali , anche per la rinuncia italiana a certi materiali bellici in forza degli accordi di Roma della fine del I 94 l . Se ne riparlerà. 470 Solo la presidenza de lla CIAF avrebbe potu to guidare i suoi antichi organi a districarsi fra le inevitabili contese sulla qualità e l'ascendenza de i materiali. E fu effettivamente così. Solo allorquando l' OKW il 3 marzo I 943 stabilì formalmente la validità de i punti di vista italian i circa pertinenze e competenze deri vanti dalla ripartizione del territorio occupato, il Comando Supremo si sentì infatti ]ibero d i definire le compete nze rispettive tra truppe e CIAF, esautorando quest'ultima da lle funzioni di diretto controllo territoriale in Francia. Tale provvedimento fu attuato conservando tuttavia alla CIAF le responsabilità armistizia li maggiori e quelle d i indirizzo e di coordinamento nella stessa materia.

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riguardanti le pertinenze e le conseguenti possibili contese sull'appartenenza dei materiali, gli organi territoriali della CTA erano passati alle dipendenze del grandioso apparato economico e produttivo tedesco di cui disponeva l'Ob.W. Era quest'ultimo a trattare in definitiva questi affari, al massimo avvalendosi della consulenza della CTA. Ne derivava che una CIAF collegata direttamente al Comando Supremo, squilibrava le relazioni, provocando una scalata verso i più alti livelli ciel contenzioso ormai radicatosi tra CIAF e, in pratica, il comando superiore tedesco in Francia.471 Ma pesarono anche motivi di ordine nazionale. li fatto è che la CIAF, progressivamente espandendosi, fosse per iniziativa del suo presidente o per lasciar correre del Comando Supremo, aveva intrapreso attività sempre più estese , ed aveva rappresentato a lungo il punto di riferimento per la valutazione della situazione francese, anche dopo che a Parigi presso il comando militare della Francia occupata, si era insediato nel gennaio 1942 un Regio Plenipotenziario politico (l'ambasciatore B uti). Con l'avvento del rappresentante diplomatico a Parigi, tuttavia si era avuto qualche segnale di possibili conflitti di competenza tra CIAF e Ministero degli Affari esteri .472 E' pur vero che in teoria i compiti della Regia Rappresentanza d' Italia non erano in aperto conflitto con quelli della CTAF. Nel periodo antecedente il 27 novembre, aldilà cli quelli, rilevanti, di carattere politico e diplomatico, tali compiti furono infatti limitati alla trattazione di scambi commerciali, questioni finanziarie ed attività di protezione degli italiani nei territori francesi estranei alla competenza territoriale della CTAF. Qualche scompenso ordinativo ed organizzativo doveva comunque essere sorto. Non si fatica a credere alla tesi di Rainero, in base alla quale, per la contiguità delle funzioni dei due organismi non si erano potuti evitare immaginabili screzi tra Rappresentanza a Parigi e Commissione. La cosa non stupisce ove si consideri l'attivismo del pre-

47 1 Si è letto in una precedente nota che il 15 marLO, l'OKW aveva chiesto di trattare direttamente con il Comando Supremo la delicata questione della requisizione di automezzi francesi. Diario storico del Comando Suprenw, vol. IX, (1 .1.194330.4.1943), Tomo I, giorno 23 marzo 1943, pag. 740; SME, Ufficio Storico, 2002. 472 Il rappresentante diplomatico italiano ambasciatore Buti, si collocava sullo stesso piano di quello tedesco, ambasciatore Abetz ed era dunque accreditato presso il MBH in Frankreich. Suo rappresentante a Vichy era il console generale Zoppi.

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sidente della CIAF e la sua predilezione per i temi politici e diplomatici.473 Dopo la dichiarazione di occupazione militare, infatti, la diplomazia parve riprendere il sopravvento . Segno dei tempi fu, il 20 gennaio 1943, la favo revole conclusione degli accordi per le spese di occupazione, svoltesi sotto il controllo del ministero Affari Esteri .474 Sul pi ano clell 'impo1tanza politico-militare, il colpo mortale alla utilità della CIAF fu inferto però dal distaccamento a Vichy del generale Avarna quale rappresentante del Comando Supremo. Con la presenza del «Generale Italiano presso il Governo di Vichy» "la trattazione dei rapporti di natura politico-militare fra Comando Supremo italiano e Governo di Vichy divenne d i [ ... J competenza [di quel generale]" . Questo nuovo incarico , creato di concerto con i tedeschi, privò la CIAF cli una relazione seppur indiretta con Vichy e ne rese ancor più ingiustificata la presenza.475 Sulle relaz ioni proclottesi nel campo militare a segui to dell'ingresso in Francia della 411 Annata e della dichiarazione Avarna, si possono fare le seguenti osservazioni alcune di ordine tecnico e di rilevanza più generale. Le prime riguardano un fatto incontestabile: solo l' ingresso delle truppe italo-tedesche pem1ise di accertare l'esistenza di un numero di depositi clandestini mai rilevato in precedenza nel periodo in cui nella «Francia libera» il controllo fu nelle mani delle sole Commissioni d'armistizio. Vero è che l'azione mi.litare e l' occupazione stessa non potevano non avere maggiore intensità nelle ispezioni per la più diffusa presenza territoriale e per il più convincente minaccioso procedere. Ma non

473 Nella sua opera citata, R.H. Rainero scrive che tal i compiti della R. Rappresentanza "erano al margine dell'attività della CIAF, ma spesso vi faceva no capo con le complicazioni burocratiche di pri orità, esclusività e di dec isione che si possono immaginare". R .1-1. Rainero, op. cit., pag.340. Nella stessa opera, l'autore riferisce della ''presenza di ingenti problemi diplomatici [fra Francia cd Italia] che vedeva l'organo naturale a trattarli , il Ministero deg li Affari Esteri, csduso da ogni iniziativa e responsabilità" ed il primato di cui godeva la CIAF, generò sospetti e rancori , non solo presso il dicastero degli Esteri. (Ibidem , pagg. 377-381 ). 474 Gli accordi furono infatti firmati a Roma tra il senatore Giannin i e il consigliere francese 1fontarnal rappresentante della SoLtode legazione d'armisti zio per gli affari economici da tempo installatasi a Roma. 475 C. Avarna di Gualtieri, Una missione presso il Governo di Vichy, da «La Nuova Antologia,,, 1958, Fase. 1885, pagg. 80-88) .

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si creda che i materiali nascosti appartenessero alle unità disciolte e che fosse stato «camuffato>> da breve tempo . Per convincersene, basti scorrere l'elenco di tali depositi clandestjni riportato nell ' opera di Rainero. Nella maggioranza dei casi, il materiale d 'armamento rintracciato non proveniva infatti da quello distribuito ali ' Arrnée de Transition: si trattava di carri armati e di loro parti, di ricambi, cli componenti alla rinfusa e di automezzi , in misura assai superiore alle armi leggere o portatili; gran parte delle munizioni apparteneva ad anni o artiglierie in uso prima dell'Armistizio. In larga quantità i depos iti erano stati inoltre denunciati dalle stesse autorità francesi. Insomma, la scoperta cli tali luoghi di raccolta clandestina, pur attribuita in alcuni casi alla denuncia degli organi della CIAF, dovette essere in realtà resa possibile in parte dalla presenza delle truppe ed in altra misura dalla pressione esercitata dagli occupanti tedeschi sulle autorità francesi, di cui si parlerà fra poco. La tesi è ancor più convincente ove si ponga mente al fatto che molti di questi recetti furono scoperti in zona al di qua del Rodano occupata dalle truppe tedesche, per grandissima parte a Marsiglia. E per la circostanza che il loro rinvenimento si concentrò nel mese di dicembre 1942. Occorrenza che si verificò anche per la parte tedesca: la massa dei depositi clandestinj fu rinvenuta dai germanici solo dopo l'avanzata delle truppe di Felber nel novembre dello stesso anno: "sino al 5 gennaio [furono l scoperti 275 depositi". Fatto che convinse Hitler della necessità cli imporre ai fran cesi un termine per la consegna delle armi comunque presenti nel territorio dei vari clipartimenti.476 In sintesi, l'azione mi litare fu assai più efficace nella stessa opera di controllo per via delle esigenze cli sicurezza derivanti dall'occupazione,

476 R.H. Rainero, Mussolini e Pétain ... cit.., voi. II, doc. 62, pagg, 360 - 379. Sulla scoperta di depositi chrndcstini da parte tedesca si veda OKW Kriegstagebuch , band III, l . Januar - 31 . Dezcrnber 1943 , giorno 6 .1. 1943 pag. 18. Secondo il diario, dati del capo delle SS elevavano a 275 i depositi clandestini di armi francesi: ("Seit der Entdeckung geheimerjiwiz. Wafjènlager im November 1942 [ ...'] sind nach Angabe des Reichsf. SS bis zurn 5. I. insgesamt 275 Lager erfaf3t wordcn.). Il Fiihrer diede ordine a v. Rundstedt di imporre ai francesi una certa data per la consegna de lla massa delle anni; in caso contrario au torità francesi ed ufficiali del deiccièm.e bureau sarebbero stati internati in Germania. ("auf Befehl des Fiihrers erhalt der OB West den Auftrag, von den Franzosen zu verlangen, dass sie inncrhal b bestimmter Frist angeben, wo s.ich die Masse der versteckten Waffen bcfindet. und diese innerhalb der gcstell ten Frist libergeben. Den Franzosen soli glcichzeitig bekannt gegeben werden, dass im Falle der Nichterflillung dieser Fordcrungen das leitende Persona! der zusfandigen Stellen ebenso wie die Offizierc des 2. Biiros in Deutschland intcrnicrt werden sollen.,,). Ibidem.

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tanto che lo stesso Vacca Maggiolini, nella sua proposta di soluzione avanzata il 6 gennaio 1943 ed intesa alla conservazione dei compiti della CIAF, non poté non riconoscere la tesi di"[ .. . ] Vercellino relativamente ai compiti che [attenevano] alla sicurezza delle truppe" .477 Più in generale, il superamento dell'organizzazione di controllo armistiziale era conseguenza, oltre che della dichiarata voJontà tedesca, anche dal fatto che nella situazi.one in atto prevalevano le necessità militari ed in particolare dell'esigenza di una sola autorità di comando in un territorio che si sapeva ormai obiettivo possibile ciel secondo fronte, dove erano già iniziata in quel periodo l'organizzazione ciel Vallo Atlantico e del quale la parte affidata all'alleato italiano era relativamente modesta. Si è visto peraltro che la dipendenza della 4a Annata dal comando superiore tedesco era condizione stessa per praticare una vera occupazione militare. In sostanza, se l'Armata, livello tattico strettamente .legato alle operazioni di difesa, non avrebbe potuto sostenere il carico delle incombenze complesse e articolate derivanti dalla completa autorità sugli organi CIAF dislocati in Francia, (soluzione che Vacca Maggiolini attribuiva a Vercellino), analogamente una prevalenza della CIAF sarebbe stata ugualmente nociva. Ciò perché si sarebbe lasciata alla presidenza della CIAF una impropria funzione cli comando in grado di interferire, seppur per motivi giustificabili con il grave contrasto con le autorità francesi , sulle preminenti necessità delle truppe. Avrebbe prevalso il focus istituzionale della Commissione, quello amustiziale, che tutti ormai consideravano un impaccio, soverchiato com'era da esigenze militari o di produzione beJlica.478

477 R.H. Rainero, !Vfussolini e Pélain .. . cit.., voi. I, pagg. 430-431. Si tratta delle tre proposte di soluzione del contenzioso Vacca Maggiolini - Vercellino che Rainero ha tratto eia un promemoria indirizzato al generale U. Cavallero il 6 gennaio 1943, che egli riferisce esistente in AUSSME - CIAF, Racc. I 19, cloc. 50873. Il documento non è stato però reperito. 478 A differenza cli quanto avveniva presso i tedeschi, presso i quali la presenza di un comando di ben maggiori capacilà assicurava l'esplicazione di compiti cli livello superiore e più complesso, non fu possi bile un totale assorbimento di tutti i compiti della CIAF nell'ordinamento dell'Armata. Viceversa, sarebbe stata un impedimento per le armate di occupazione doversi riferire alla CJAF per ottenere i materiali conserva(i nei depositi (una delle soluzioni di Maggiolini) solo per rispettare i distinguo francesi; ovvero (altra sol uzione ciel presidente della CIAF) mantenere a quest'ultimo piena autonomia cd autorità invariata sugli cmi periferici armistiziali, con la sola ccce,.ione cli un contrnllo peraltro non clelegabile su eletti organi eia patte dei comandanti delle armate di occupazione (4" in Francia e 5" in Corsica). Fatto che avrebbe in pratica posto la ClAF sopra i comandi in operazioni. Eppure, questa soluzione fu effettivamente adottata il IO marzo 1943, nel quad ro del riordinamento delle competenze delle armate e della CIAF.

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C. I problemi sorti sull'interpretazione della possibilità di acquisire materiali di impiego militare .fi·ancese Il processo di acquisizione degli armamenti francesi non fu cosa semplice. Essi infatti, pur accantonati e bloccati dalle autorità di occupazione, restavano ad ogni modo di proprietà del governo di Vichy. Ciò sia in base al fatto che da parte tedesca, parte che, diversamente da quella italiana, conservava ancora diritti cli acquisizione in base all'Armistizio, si voleva evitare un'eventuale azione di forza, proprio mentre si annunciava il patto di collaborazione cli Gorlitz.479 Peraltro, gli stessi occupanti tedeschi avevano poco interesse a forzare la mano, dato che un'efficace cooperazione industriale era già in atto nella Francia di prima occupazione e che i germanici non andavano pazzi degli armamenti francesi. La loro idea era quella cli giungere ad accordi per ottenere non tanto equipaggiamenti bellici, ma soprattutto l'ulteriore sfruttamento dei materiali di carattere industriale bloccati con l'Armistizio nel territorio cli nuova occupazi.one. Da parte francese, queste proposte furono giudicate positivamente, vuoi perché ciò avrebbe comportato lavoro per le industrie nazionali e vantaggi econonùci, vuoi perché tale nuovo status contrattuale e cooperativo avrebbe potuto progressivamente accantonare il regime cl'arnùstizio. Emerse subito infatti che se eia parte di Vichy si fosse dovuto fare uno strappo alla regola, esso avrebbe potuto riguardare i materiali di disarmo, ma non quelli sotto controllo cl'annistizio, nella cui categorie rientravano material i della più varia specie, cli gran lunga i più consistenti ed importanti, e che soprattutto avrebbero potuto essere merce di un vantaggioso scambio. Ovviamente rientravano in questa categoria gli stabilimenti militari regionali e centrali, i magazzini dell'intendenza, le scorte centrali e regionali, i depositi di organismi paramilitari ecc. , che costituivano proprietà statale anche se in patte funzionavano a vantaggio dell' Armée cl'arnùstice.480

479 Come si vedrà più avanti , il governo italiano aveva rinunciato a servirs i dei materiali bellici armistiziali, sia militari veri e propri, sia di interesse industriale, in base agli accordi del Natale 1941 . 480 Per gli occupanti italiani il ricorso agli armamen ti conservati nei depositi d'armistizio era imposto dal fatto che questi ne contenevano l'entità più cospicua e le armi tecnicamente più rilevan ti. Aci esempio, nell'ET, le artiglierie terrestri non superavano il calibro 75 e quelle contraeree erano inesistenti. Analoghi erano i problemi che si presentavano alle truppe per l'acquisizione dei materiali ciel genio, i quali normalmente non

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Questo punto cli vista non fu preso del tutto in considerazione da parte italiana , la quale , sin dal 27 novembre ordinò la «presa di possesso» "immediata [ ... ] di tutti i mezzi delle forze armate francesi" . Le istruzioni del giorno successivo , 28 novembre, (almeno nella versione diramata dallo SMRE) erano anche più precisi, poiché stabili vano la "presa cli possesso cli tutti i mezzi delle forze armate frances i [ .. .]et cli tutti i depositi armistiziali". Fatto che, come si vedrà, da parte francese fu considerato non solo unilaterale, ma anche privo di fondamen to giuridico .481 Questo modo cli procedere trovò peraltro gi ustificazione nel fatto che gli accordi tra CIAF e CTA a Parigi non facevano differenza tra depositi di disarmo e quelli d 'armistizio: " il comando della 4" Armata [avrebbe potuto infatti ] attingere, per urgenti necessità militari a qualsiasi deposito , sia armistiziale, sia costituito per effetto del disarmo [ .. .]", con il solo vincolo dell'urgenza e della tenuta cli una contabilità delle

si trovavano presso le un itfL disciolte, ma erano conservati in parchi che contenevano anche altre dotazioni di materiali d'armistizio. Sennonché la facoltà di farvi ricorso sulla base della Convenzione d' armistizio era preclusa alla parte italiana.// Nei depositi arm istiziali erano accan tonati i materiali d'armamento e l'equipaggiamento delle " un ità[ ... ) comunque impegnate o schierate contro le forze armate italiana[ ... )", ("armi collettive di fanteria e cli artiglieria , autoblindo, carri armati, veicoli automobili o ippomobili e muni zioni") (articolo X della Convenzione d 'armistizio franco-ital iana; ed i materiali bellici di vario genere (anche proveniente dalle sospese attività produttive di guerra) (articolo Xl). I depositi erano di tre categorie: A= deposi.ti dislocali in territorio italiano e contenenti material i pro venienti dalle prime operazioni di disarmo delle opere della fortificazione alpina francese; B = depositi in territorio francese sotto controllo italiano contenenti materi ale delle categorie previste dall 'articolo X della Convenzione d 'arrnistizio (cioè materiale impiegato contro l'Jtalia) ed esigibile da parte italiana, come "garanzia della esecuzione della Convem.ione d'armistiz io''; C = depositi in territorio francese sotto controllo italiano, contenenti materi ale dell'Esercito di Transizione (ET) non soggetto a consegna, delle categorie diverse da quelle comprese nell'art. X, ma compresi nell'articolo Xl (materiale comunque esistente in Francia nelle due zone cl.i armistizio) . Si trattava non solo cli armamento e munizioni di opere cli piazzeforti e basi cli vario genere, ma anche di materiali delle industrie belliche. R.H. Rainero, op. cil. pag. 109. 48 1 Le istruzioni dello Sìv1RE si leggono ne l telegramma 20597 delle ore 11,45 del 28 nov. 1942. (AUSSME DS SMRE 2078- 123). Nel Diario cli Cavallero s i legge: "Le anni recuperate sono per completare la 4" Annata alla quale occorre dare l'elenco dei depositi e dei materiali. L'armistizio é fin ito. Telefono a Vacca Maggiolini: tutto quello che è armamento nella zona di Vercellino deve essere requisito. Cavallero, Diario, g. 27 nov., pag. 597-98. Qualche giorno dopo, il 30 novembre, i.I maresciallo Cavallero fece anche annotare: "Ricevo Vacca Maggiolini: necessità che la C.I.A .F. metta i propri organi a disposizione della 4a armata per la consegna delle armi contenute nei depositi arm istiziali ." Ibidem pag. 603.

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cessioni e con l'impegno di non considerarli preda bellica, obbligo che da parte italiana si riteneva appunto adempiuto dal fatto che di tal.i materiali era stata autorizzata la sola presa cli possesso.482 Tuttavia gli stessi accordi cli Parigi, come si legge nelle «Norme» emanate il 3 dicembre dal comando della 4a Armata, avevano fissato altresì che sia per necessità di sicurezza, sia per questioni amministrative i materiali provenienti dal disarmo avrebbero dovuti essere almeno accantonati in luoghi tali da garantire il loro agevole controllo ai fi ni contabili .483 Tanto è vero che, una qui nd icina cl i giorni dopo, l'ammiraglio Duplat fece proprio riferimento a tali accordi e le autorità tedesche, dimostrando di accogliere questo punto di vista francese, assicurarono di rispettare il principio in base al quale anche i materiali cli disarmo avrebbero dovuto essere accantonati, in attesa cli accordi successivi con le autorità cli Vichy ai fini della loro concessione: "toute:,; les armes, munitions, pièces d'armement, matériels et véhicules de tout genre de l 'Armée Française d'arm.istice clevaient etre stockés et groupé:,; de façon que leur surveillance et leu.r entretien soient assurés facilement" . 484 Si ha l' impressione che da questo accantonamento alla effettiva presa cli possesso il passo temporale sia stato assai breve; fo rse tale ammassa-

482 Lettera 9497 del 3 d ic. 1942, ciel comando 4" Armata, testo cd allegato 3, già citati (AUSSME, L- 13, 225, Carteggio C it.) . Documento riponato in append ice. Quamo ad " im pianti e stab ilimenti aventi interesse militare ([ .. . ) depositi carburanti, stabilimenti di produzione bellica ecc.)" essi dovevano essere unicamen te 91stoditi. Ma, - lo si osserverà tra qualche riga - l'atteggiamento italiano corrispondeva anche alla preoccupazione che, come sosteneva anche Duplat, il comando superiore tedesco cli Parigi fosse il patrocinatore degli interessi italiani, i quali, secondo Roma, risalivano invece a pertinenze armistiziali autono me in base alla ripartizione territoriale. 483 Ibidem. 484 Lettera 67/Pg. del 16 clic. 1942 a firma dell'ammiraglio Duplat, delegato del governo francese presso la presidenza della CIAF, nel testo della quale s i ri ferisce de lle ass icuraz ioni forn ite dal generale von Neubronn circa i provvedimenti iniziali nei confron ti dei material i già appartenenti all'Année Française d'armislice. Diario storico del Conumdo Supremo, voi. IX, (I .I .1943-30.4.1943). Tomo 11 , A llegati , documento n. 24, allegato 4 all'allegato 496, pagg. 63 e 64; SME, Ufficio Storico, 2002. La frase citata è quasi la stessa che il comando d'A rmata diramò ai comandi d ipendenti con la lettera del 3 clic. 1942, riportata in append ice.

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mento non avvenne completamente o molto probabilmente fu superato eia continui prelevamenti sul l'onda di pretese necessità. Qualche giorno dopo la lettera cli Duplat, il Comando Supremo ribadì che la " [P]resa cli possesso cli tutti i material i [proveniente dal disanno] delle Forze Armate francesi lcloveva] ormai essere avvenuta in base all'ordine [ciel 27 novembreJ" ed invitò a procedere con la forza in caso cli resistenza.485 Ciò dimostra che almeno da parte italiana, ma quasi sicuramente fu analogo l'atteggiamento tedesco, il rispetto di questa regola non fu molto praticato . Inevitabilmente, le truppe di entrambi gli alleati interpretarono con una certa larghezza la facoltà di recuperare q uanto serviva per immediate esigenze. Spesso ostentarono un atteggiamento cli superiorità, che talvolta tradiva vera e propria ignoranza. Tanto che un commissario regionale alla guerra (carica appena istituita da Vichy e di cui si parlerà più avanti) chiese con una lettera a Yercellino ed a Felber il rispetto degli accordi presi in realtà dal solo comando tedesco:

"les instructions que j' ai reçu du Gouvernement français et qui ont été établies après accord des hautes autorité allemandes [ . . .] puissent etre respectées par les autorìtés des Troupe.\' qui sont sous vos ordres" .486 La questione era però di lana caprina, tanto è vero che qualche tempo dopo questa prassi macchinosa, che aveva il solo scopo d i compiacere

485

Gli ordini del Comando Supremo in materia, erano stati emanati il 27 novembre

I 942 con telegramma n. I 304 I /op., ma il documento non è stato reperito. La frase appe:

na citata è tratta dal telegramma del 28 dicembre, 11. 4 1061/0p inviato allo Stato Maggiore R. ]\farina, e per conoscenza allo SMRE. Diario s1orico del Comando Supremo, vol. VIII, (1 .9.1942 -31 .12 .1942), Tomo Il, Allegati, documento 54, pag. 132; SM.E, Ufficio Storico, 1999). In materia si leggano tre te lescritti provenienti dallo SMRE: il 20590 in data 27 nov., il 20597 del 28 novembre (già citato) e 209 16/0p. del 2 dicembre (AUSSME, rispettivamente, DS SMRE 2078-1 20 e 123, e 2079- 12). Questa attitud ine italiana è confermata dal fatto che Cavallero aveva annotato in quei giorn i sul diario: "Telefono a Vacca Maggiolini: d isarmo truppe frances i. Informo che deve procedere. Occorre rnettere guardie armate ai depositi armistiziali . Le armi recuperate sono per completare la 4" Armata alla quale occo1Te dare ·i 'elenco dei depositi e dei materiali. Cav_allero, Diario, cit. g. 27 nov., pagg. 597-98. · 486 Lettera del colonnello Collignol "à Monsieur le Général Felber { .. .], a Monsieur le Général Vercellino ....", data a Marsiglia il 22 gennaio 1943. Ibidem, allegato 2 all'allegato 496, pagg. 60 e 61. Nella lettera di Collignol si chiedeva che comandi e truppe abbiano ben chiari gli accordi stabiliti e che certe dépredations fossero represse.

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l'amor proprio delle autorità francesi, fu abbandonata e le due Commissioni, probabilmente poste nell'impossibilità di controllare il gran movimento di materiali, si accordarono per sopprimere la consuetudine delle «ricevute» .487 Detto questo, rimane però il fatto che le truppe - regole o non regole - non si fecero tanti scrupoli. Spesso, almeno da parte italiana, non solo lo fecero senza le autorizzazioni degli organi periferici della CJAF, o le prescritte autorizzazioni francesi, delle quali si è appena detta I 'inutilità, ma ostentando un atteggiamento di superiorità, che pare proprio figlio della convinzione che la situazione del momento permettesse ai «vincitori» qualche arroganza. Questo comportamento, già evidente nelle relazioni che i comandi italiani intrattenevano con gli organi locali dell'Amministrazione francese, fu ancora più manifesto, nell'ambito appena osservato.488 Comandi e truppe invece operarono senza tanti riguardi, ma ebbero buoni maestri nei tedeschi , e, tutto sommato , si ispirarono all'atteggiamento che prevaleva in patria. Tra la fine ciel 1942 e le prime settimane del 1943, fu quasi generale infatti la "persuasione[ ... ] non soltanto fra i privati, ma anche fra molti enti governativi [italiani ... ] che, coll'entrata delle truppe cieli' Asse in Francia, l' armistizio avesse cessato di aver vigore [ ... ]". Le autorità militari italiane, in particolare , "sentirono la impellente necessità, per le loro esigenze operative, [ ... ] di agire d'imperio in tutte le circostanze in cui ciò fosse risultato loro necessario" .489 La convinzione che la presenza clell' Armata in Francia avesse ormai il carattere di un'occupazione vera e propria, di un'occupazione «a tutti i fini» , pare confermata dal fatto che fu ordinata, come si è appena letto, la «presa di possesso» (o <<util izzazione») dei beni militari francesi, una

487 AUSSME D-7 , Carteggio CJAF, Raccolta 38, Relazione n. 43 (1 ° - 30 giugno 1943) - cap. I (Forze Armate - Esercito) «Prelevamento m.ateriali dai depositi dai depo siti armistiziali e di disarmo>>, pagg. 8 e 9. E' peraltro curioso che il comandante <lell' Annata volesse conservarla; fu forse costretto alla rinuncia (ma ciò non è noto) <la una controproposta di Vucca Maggiolini ancor più complessa <li quella abbandonata. 488 Furono frequentemente adottati in quel periodo provvedimenti unilaterali nel requisire immobili per l'alloggiamento delle truppe e dei. comandi, ritenendo per esempio di poter occupare senza tanti riguardi le caserme dell' Armée de transition; ovvero cli poter grocedere al_l'incetta di vettovaglie esistenti nei magazzini dell'.annata disciolta._ 48 Le frasi citate sono tratte dal promemorw 57226 del 2 lugho redatto a seguito della riunione tenu tasi a Palazzo Chigi (Ministero degli Esteri) il 28 giugno 1943 . (AS!v1AE, AP Francia 43, busta 69, fascicolo 11).

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delle forme di <<acquisizione di beni mobili» di carattere bellico previste dalla Legge italiana di guerra. Provvedimento che, prevedendo l'utilizzazione temporanea delle descritte dotazioni militari di proprietà dello stato francese, in vista di una sua restituzione al tennine della guerra, pareva voler applicare le norme ricorrenti in un caso normale di occupazione e non quelle relative ad una situazione nella quale vigeva ancora un armistizio .490 È singolare che sia gli italiani, a parte l'opin ione del presidente della CIAF, sia i francesi , ritenessero esaurita l'esperienza dell'Armistizio , interpretando, ciascuno a proprio vantaggio, la po1tata dell'ingresso delle forze italiane nei territori francesi al di qua del Rodano: queste si affannavano a realizzare la preda bellica che gli accordi del Natale 1941 e quelli di Parigi non consentivano; i francesi speravano, a loro volta, di rimuovere i vincoli imposti da articoli armistiziali che mortificavano la sovranità e l'unità del paese, (occupazione di Mentone, fra gli altri) e tendevano a creare una nuova relazione su un piede d i parità. Si diceva poc ' anzi dei casi di prepotenza o di indisciplina attribuibili ad entrambe le annate di occupazione. Questi episodi si verificarono indifferentemente sia per i materiali provenienti dal d isarmo , sia per quelli conservati nei depositi d'armistizio, ai quali, come si è visto, gli occupanti potevano ricorrere per armamenti necessari alla comune difesa. Tuttavia, questa facoltà era subordinata oltre che all'urgenza, anche alle intese delle truppe con gli organi di controllo, i quali avrebbero trattato la questione con i corrispondenti francesi. Costoro , a loro volta, avrebbero dovuto essere autorizzati ad eventuali cessioni dal proprio governo. Lungaggine che in pratica contribuì a produrre gli scavalcamenti di cui ebbe a lamentarsi anche Vacca Maggiolini. In sintesi , quasi tacitamente, ma probabilmente sulla scorta di

49o La Legge di guerra e neutralità 14 I 5 dell' 8 luglio I938 (art. 60, comma l e 2 e 62) e le Istruzioni relative alla occupazione dei territori nemici, (decreto del Duce, in data 3 dicembre 4 1, (artt. 50, 54, 58 e 65), contemplavano tre esercizi fondamentali del diritto di preda be llica («acquisizioni»): la «confisca», di norma attuata nei confronti dei beni mobili dello stato occupato; il provvedimento non prevedeva l' indennizzo; la «presa di possesso» (o «utilizzazione»), praticata anche in danno delle proprietà private, che invece prevedeva «restituzione ed eventuale regolamento delle indennità alla conclus ione della pace» per i beni catturati. Infine poteva anche essere applicata la inisura della la «requisizione» di cose e servizi e !' «acquisto» forzoso. Ovviamente si trattava di beni e servizi che dovevano essere pagati .

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«coperture» tedesche, la possibilità del ricorso ai materiali «appartenenti alle Forze Armate francesi» ebbe una latitudine amplissima. Praticamente tutto apparteneva o avrebbe potuto appartenere alle unità del disciolto ET; tutto poteva essere preso purché si trattasse cli armamenti e cli equipaggiamenti militari o utilizzabi li per la comune difesa dell'Europa. Circostanza che consentì quella certa larghezza nelle acquisizioni di cui si parlava, tanto che quando non furono più necessari sulla costa provenzale, molti armamenti finirono a rinforzare le difese costiere italiane. Questa indulgenza contribuì anche, ed altrettanto frequentemente, a favorire gli errori delle stesse truppe, non sempre in grado di riconoscere il materiale risultante dal disarmo o anche quello d'armistizio, quando necessario , e pertanto <<acquisibili» a seguito cli accord i locali, dai <<beni» militari conservati nelle decine di depositi, di caserme, di stabilimenti militari , apparentemente simili agli altri ma che non potevano essere attinti perché del tutto estranei alla Convenzione d'armistizio. Fra le dotazioni non disponibili, dovevano essere annoverati i beni cli amministrazioni statali francesi estranei al ministero della Guerra, ma anche quelli dell'intendenza francese. 491 Per esempio, da parte italiana si tentò la presa di possesso dei materiali degli stabil imenti appartenenti all'amministrazione francese della Guerra, fra i quali la «cartucherie de Valence». Singolare poi il caso degli EPSM (Etablissements Principaux, Service du Materie)). l materiali di dotazione cli questi organi, ed in parte quelli conservativi, non potevano essere considerati alla stregua cli quelli dell 'ET, perché, essendo di proprietà dell'Intendenza generale francese, esulavano dalla possibilità della confisca, dalla quale si astennero anche i comandi tedeschi, cui conveniva disporre cli organi di riparazione a piè d'opera.492 Un tale contesto favorì peraltro certe manifestazioni di "malafede

49 1 Nel loro insieme i «beni» militari o d'uso bellico francesi davano luogo insomma ad una casistica tanto varia e, come s i vedrà, Lanto difformemente interpretata dalle parti in questione, compresi gli alleati dell'Asse, da risultare un ginepraio inestricabile . 492 1. tedeschi sostennero la convenienza di mantenerli in una certa efficienza, mediante la conservazione presso le loro sedi di un terzo delle dotazioni teoriche, allo scopo di utilizzarli per le riparazioni del proprio materiale. La CIAF, nel territorio sotto suo controllo, subordinò tale risoluzione al prioritario recupero cli materiali utili per le esigenze nazionali. Una trattazione abbastanza completa della vicenda si trnva .in SHAT, IP55 , D-4.

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fda parte] degli organi francesi che tenta[ro]no con ogni sotterfugio di sottrarre" quei materiali che loro convenivano con l'uno o l'altro pretesto. Di modo che, quando da parte italiana si rispose a quelle pretese slealtà " rivendicando i diritti di potenza occupante f.. .]", le autorità francesi protestarono a loro volta , innescando un contenzioso che tardò a sopirsi e che in pratica seguì l'altalenare, ora rispettoso ora prepotente, del comportamento italiano.493 La questione più difficile nelle relazioni franco -italiane si presentò dunque per i materiali conservati nei depositi d'armistizio, in parte perché essi rappresentavano la massa delle dotazioni militari di impiego più appetibile (automezzi specialmente, ma anche artiglierie). Ma soprattutto per il fatto che in tale categoria rientravano quelli accantonati in base all'articolo XI della Convenzione e cioè quelli beli ici cli vario genere (proveniente anche dalle sospese attività produttive cli guerra). Si trattava spesso di materiali industriali essenziali per l'economia francese. Vi concorse ad ogni modo il fatto che gli italiani , pur limitando inizialmente le loro pretese alle sole dotazioni di impiego strettamente militare, avevano deciso di adottare la formula, tutto sommato moderata, della «presa di possesso» (o «utilizzazione»), provvedimento che prevedeva l' uso temporaneo delle descritte dotazioni militari di proprietà dello stato francese, nell'intesa cli una loro "restituzione ed eventuale regolamento delle indennità alla conclusione della pace". Nonostante la sua pretesa moderazione, tale provvedimento ebbe l'effetto contrario, perché fu interpretato dai francesi, quale prova del sopravvivere fra gli italiani del mito della pretesa vittoria.494

493 La situazione dei materiali dell'Armée dc transilion e degli stessi depos.iti non era molto chiara, tanLo che, come si leggerà, gli occupanti chiesero una dichiarazione al governo di Vichy sulla reale situazione degli armamenti, dopo che furono evidenti i tentativi di far passare per proprietà della Amministrazione francese parte dei materiali delle disciolte unità dell'esercito di transizione (ET) . AUSSME, DS 4A, 1218 - g iorno 29 marzo I 943, ove viene citata la lenera I I 503/0p. ciel Comando Supremo in data 13 marzo precedente, trasmessa a SMRE ed a Colfran. Era invece scaduto il IO febbraio l' ultimatum che gli occupanti dell'Asse avevano indirizzato ai prefetti perché segnalassero la consistenza di tuui i depositi di materiale bellico, cornunque costituiti (d'armisti zio, di disarmo, d' uso industriale, di armi requisiLe ai civili ecc.). Lettera del Comando Supremo ha n. I 1368 op., Diario storico del Comando Supremo, voi. IX, (l.l.J943 - 30.4.1943), giorno 10 marzo 1943, pag. 604; SME, Ufficio Storico, 2002. 4 94 Vedi nota cli pag. 274.

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Oltre tutto per il fatto che questa prassi non coincideva neppure con quella dell'alleato. I tedeschi, infatti, pur potendo contare su accordi assai più vincolanti per Vichy per via del descritto tenore del! 'articolo 3 della Convenzione franco -tedesca, pagavano un indennizzo per quanto traevano , concordandolo con gli organi cli collegamento francesi, dai depos iti d'armistizio. Interpretando in tal senso la Convenzione, essi ritenevano infatti tali materiali cli proprietà dello stato francese. 495 A modo di vedere francese, siffatto procedere era anche giuridicamente privo di fondamento, per via del fatto che l'Italia, con il trattato del Natale 1941 , aveva rinunciato ad ottenere dalla Francia sia i materiali bellici che ricadevano sotto l'articolo XI della Convenzione d'armistizio franco-italiana (e di cui si parlerà diffusamente fra poco), sia quelli considerati nell'articolo X che riguardava gli armamenti effettivamente impiegati contro I.e forze italiane nel 1940 e perciò raccolti e bloccati nei depositi d'armistizio in ossequio alla Convenzione, ma che restavano cli proprietà francese.496 Il dissidio si fece infatti particolarmente aspro a proposito della cessione delle navi eia guerra scampate all'autoaffondamento e che i governi dell'Asse avevano deciso di spartirsi. Nel corso di un colloquio avvenuto il 31 dicembre 1942 col generale Vacca Maggiolini, Duplat affermò di rendersi :

"pe1j'ettamente ragione delle necessità che [avevano] indotto l'Asse ad utilizzare le armi ed i materiali esistenti in Francia , [ma di] pmte-

495 Anche perché godevano de l rilevante appannaggio erogato dal governo di Vichy per le spese di occupaz ione. Esso ammontava a 400 milioni di, franchi al giorno (equivalenti grosso modo ad una somma oscillante tra i 100 ed i 150 milioni di euro. 496 Il Comando Supremo, verso la fine del 1942 fu costretto a respingere un 'ennesima nota di Vichy di qualche giorno prima con la quale s i sosteneva l'intangibilità dei materiali sotto controllo armistiziale, senza un preventivo accordo del governo di Vichy, che Duplat, estensore della protesta, ass icurava essere procedura normalmente seguita dai tedeschi. A maggior ragione - a suo dire - avrebbe dovmo conformarvisi l' Italia che a quei materiali aveva rinunciato in forza degli accordi di Roma della fine del I 94 1. Lettera citata n.67/ Pg. del I 6 d icembre 1942 a lìrma dell'ammiraglio Duplat, si riferisce di accordi stabil iti tra Vichy ed Ob. West. Diario storico del Comando Supremo, vol. lX , (I. I. I943 - 30.4. I 943), Tomo II, Allegati, allegato 4 al documento n.24 (allegato 496 del Diario storico del Comando Supremo), pag. 63; SME, Ufficio Storico, 2002 .

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stare vivamente per l'avvenuta presa di possesso, da parte italiana, di cacciatorpediniere trovati intatti a Tolone" .497 Protesta non priva di fondamento. La posizione della flotta di Tolone era infatti definita dall'articolo 11 della Convenzione d 'armistizio franco-italiana, in base al quale, il governo italiano, pur pretendendo la smobilitazione delle navi da guerra della marina francese, aveva assicurato che "non aveva l'intenzione" di impiegarle. Vacca Maggiolini fece rilevare, nello stesso colloquio, che tale atteggiamento moderato italiano era superato dal "passaggio al nemico" della marina francese. Alle proteste di Duplat si associarono subito quelle vivissime dell'ammiraglio Abrial , il quale si spinse a disconoscere gli accordi intervenuti ed a minacciare la sospensione dei lavori dell' Arsenale.498 Analogo atteggiamento fu tenuto da Vichy a proposi to del pagamento delle spese di occupazione delle truppe italiane, per l'ammontare di un miliardo di franchi al mese; trattativa che si protrasse sin quasi alla fine di gennaio 1943 e che ebbe momenti di forte tensione. In ciò, la parte francese si mostrò indifferente alla considerazione che la cifra richiesta era incomparabilmente più ridotta rispetto a quella pagata agli occupanti tedeschi, e del fatto incontestabile che il pagamento cli tale ammontare avrebbe escluso l'inogazione di rilevanti pene pecuniarie

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Verbale di colloquio coll'Ammiraglio Duplat del 3 I ./2. /942, allegato alla lettera CI.AF n. 50639 del 2 gennaio 1943, non reperita, ma citata dal promemoria dello SMG in data 7 gennaio 1943. AUSSME, M-3, 36, F3 . Il governo di Vichy era stato coslreLto ad accettare la consegna alle marine cieli' Asse del naviglio militare di Tolone ancora impiegabile, e dei rottami di quello sabotato in base al fatto, sostenuto dai rappresentanti dell'Asse, che .la Flolta d' alto mare aveva manifestamente tradito i patti armistiziali . La protesta di Duplat per l' utili zzazione di navi francesi fu riferita al Comando Supremo con telescritto (irreperi bile) 11. 50601 in data 28 dicembre 1942. Con telegramma n.10021 in data 1° gennaio 1943, il Comando Supremo e comunicò alla CIAF la risposta (ignota) da dare ali 'ammiraglio Duplat. Diario storico del Comando Supremo , voi. IX, ( / .l ./943-30.4.1943), Tomo I, Testo, pagg. 7 e 11. 498 La Regia Marina ricevé comunque tra il gennaio e l'aprile del 1943, tre cacciatorpediniere (Lion, Panthère e Tigre), una torped iniera (Trombe) e tre incrociatori cli cui uno (Foch) pesante. Poté inoltre avvalers i dei rottami delle navi affondate i cu i ricuperi furono affidati ad un ente appositamente costituito, (E.R.J.T. • Ente Ricuperi Italiani Tolone). In proposito si veda Tur, op. cit. pagg. 102-106 . Lavai tentò di barattare la cessione del naviglio da guerra cli Tolone con la sospensione di penalità pecuniarie poste dalla sola C IAF in conseguenza della scoperta di numerosi depositi clandestini, ove, in parte all'atto del disarmo, erano stati nascosti armi e munizioni provenienti dallo scioglimento delle Forze Annate francesi e che parvero rappresentare la risposta francese alle prese cli possesso degli occupanti cieli' Asse.

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che Vichy avrebbe dovuto pagare per il rinvenimento di un numero cospìcuo cli deposìti clandestini della cui presenza il governo francese era oggettivamente responsabile .499 TI dìffìcile rapporto che contraddistinse le relazioni franco-italiane per quasì tuttì i nove mesi cli effettiva occupazione , si innestò verosimilmente su antìca ruggine, ma si complicò e si arroventò per il fatto che il governo francese ricambiò l'arroganza italiana sia con l'aperta insolenza, specie eia parte delle autorità locali francesi; sia, e più meditatamente, sostenendo la debolezza giuridica della posizione italiana; sia, infine , manìfestanclo cli tener conto delle decisioni delle più considerate autorità tedesche. In sostanza, Vìchy ritenne o fece mostra cli ritenere che l'unica autorità occupante fosse quella clell'Ob.W. Non è un caso che l'ammiraglio Duplat, già prìma cleglì avvenimenti cli Tolone, (22 e 25 novembre) si fosse fatto p01tavoce dalle rimostranze ciel governo francese per l'impraticabilità dell'applìcazìone delle norme d'armistizio a seguito dell'ingresso delle truppe italìane in Francia. Il successivo 12 dicembre, l'ammiraglio comunicò a Vacca Maggìolìni, non senza un'evidente iattanza, che il governo francese avrebbe trattato con l' Arbeitstab (della CTA) cli Parigi "tutte le questioni di princìpio concernenti le forze italiane in territorio francese", in altre parole anche quelle (extra-armistiziali) che maggiormente interessavano la 4" Armata e che rìguarclavano la vita stessa della grande unità, la stessa sicurezza delle truppe e, successivamente, la possibilità cli ricoffere alle dotazioni ann istizial i francesi .500 Non si può escludere peraltro che l'atteggiamento negativo ciel governo cli Vichy nei confronti degli occupantì italiani trovasse alimen-

499 La questione si risolse solo il 28 gennaio 1943, dopo estenuanti' trattative, con-

dotte a Roma dal senatore Giannini e dal consigliere Montarnal, rappresentante della Sottodelegazione d'armistizio per gli affari economici da tempo istallatasi a Roma. Da parte italiana ci si spinse sino a minacciare "circolazione forzosa di buoni italiani della «Cassa Centrale di Creditm>". (Lettera 4A 461 dell' 11 gennaio 1943, A USSME, DS SJ'vlRE, 2079-59). La posizione francese nella trattativa fu ancora una volta quella di considerare la necessità italiane comprese in quelle dell'Ob.W. Sulla questione dei depositi clandestini si veda Romain H. Rainero, Mussolini e Pétain ... cil.., voi. H, doc. 62, pafg. 360 - 379 . Sulle spese di occupazi.o ne tedesca s i veda precedente nota. )O< M. Borgogni, llalia e Francia durante la crisi militare dell'Asse, c itato, pag.153. Delle proteste di Duplat esiste eco nel Diario storico del Comando Supremo , voi. VIII, (1.9.1942 - 3l.12.l 942), Tomo l, Diario dei giorni 24 (pag. 866) e 26 (pag.891) novembre 1942; SIVIE, Ufficio Storico, 1999).

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to anche d i carattere sentimentale e nazionalistico, nel disappunto evidente che le autorità frances i manifestavano per l'occupazione da parte della 4" Armata, e cioè dalle truppe di un governo del quale conoscevano le intenzioni annessionistiche e dal quale non si consideravano vinti. Più concretamente, si deve tuttavia ritenere che il governo francese ed i suoi organi periferici operassero per salvaguardare quanto più possibile i propri ben i, ricorrendo ad ogni pretesto e ad ogni "sotterfugio lperl sottrarre i materiali" ai quali gli italiani ambivano .50 1 Le tensioni descritte invalidarono anche l'esito distensivo che ci si poteva attendere dalla descritta dichiarazione di «autolimitazione cli poteri». Essa, per quanto riguarda l'esame in corso, ebbe infatti il difetto cli essere unilaterale ed intimidatoria nella sostanza, incerta circa i campi di applicazione ed empirica riguardo alle soluzioni da adottare. Anche quando la buona volontà cli talune pa,ti volle tenerla in considerazione, l'indisciplina cli certi reparti e la confusione creata dalla molteplicità degli organi italiani alla ricerca di materiali pregiati, la rese incoerente ed ambigua. E addirittura spesso, nel tentativo di conseguire una certa pacificazione degli an imi ed una normalizzazione dei rapporti con le autorità francesi, i termini applicativi della predetta autolùnitazione furono d i volta in volta stabiliti eia Roma. In tale contesto, fino a tutto il mese ciel febbraio 1943, i comandi cli occupazione si trovarono nel p iù grave imbarazzo . È singolare che un qualche miglioramento delle relazioni con le autorità francesi venne solo dopo l'accettazione ufficiale da parte italiana del principio della ripartizione delle questioni armistizi.ali ed extra-annistiziali . Principio che rispose verosimilmente a pressioni esercitate dall'Ob .W., sia sull'alleato, sia sul governo francese e che probabilmente - ma non se ne hanno prove dirette - consentì agli occupanti ital iani un ricorso più ampio ai materiali bellici francesi e probabilmente sbloccò anche l'avvio in Italia di gran parte di essi, sulla base delle necessità della difesa comune .502 Pur rassegnandosi all'espediente probabilmente imposto dai tedeschi

SOi Lellera citata del Comando Supremo n. I '1368 op., Diario storico del Comando Supremo , voi. IX, (1.1.1943 - 30.4.1943), giorno IO marzo 1943 , pag. 604; SME, Ufficio Storico, 2002 . 50 2 Sono di questo scorcio di tempo alcuni interventi dcll'Ob.W. in materia di pertinenze territori.a li, sul divieto di fare prede belliche sulla necessità di evitare requisizioni, ma di ri cercare l'accordo con le autorità francesi anche per questioni riguardanti l' uso di locali o l'occupazione di suolo pubblico o p rivato. Se ne riparlerà.

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e dettato dalla necessità di "meglio contribuire alla difesa dell'Europa", i rappresentanti di Vichy tennero fem1e a lungo due linee di opposizione. Essi sostennero che per la sua inconsistenza g iuridica, la dichiarazione italiana non consentiva l'unilaterale ricorso agli armamenti delle disciolte Forze armate di Transizione e che neanche la vigenza dell' Armistizio esentava l'Italia dalla necessità di discutere i provvedimenti di acquisizione dei materiali bellici di qualsiasi tipo. Lo stesso richiamo alle com un i necessità di difesa de li 'Europa, non era sufficiente insomma ad avallare il "trasporto in Italia di automezzi francesi" .503 L'evoluzione favorevole della situazione, indusse probabilmente gli italiani ad accogliere le pretese francesi, cosa che fu agevolata dall'istituzione di uffici di collegamento con le locali autorità francesi di cui si parlerà fra poco. Ma liberò anche il Comando Supremo dai vincoli dell'incertezza e dalle inibizioni causati dalla cons~pevolezza della scarsa consistenza giuridica della posizione italiana. Solo in marzo si ha notizia cieli 'invito esplicitamente rivolto dal Comando Supremo al comando della 4a Armata e il generale Avarna a "respingere le proteste francesi [ .. .]rivendicando i diritti di potenza occupante [ . .. ]".504 Questa direttiva ebbe se non altro il pregio di uscire dall'ambiguità di una formula (autolimitazione), la quale nel tentativo cli rispettare la fonna cli un difficilmente applicabile diritto armistiziale, poneva i comandi in Francia di fronte al seguente dilemma: attendere l'esame superiore circa

503 Non sono noti né i contenuti della protesta di Duplat., né la provenienza dei veicoli, ma è singolare che la requisizione cli veicoli civili da part.e tedesca non abbia dato luogo a proteste analoghe. Diario storico del Comando Supremo, voi. IX , (I. l .1943 30.4.1943), Tomo I, Testo, diario del giorno 2 marzo 1943, pag. 528; SME, Ufficio Storico, 2002. L'opinione che le pretese e le azioni italiane mancassero di base giuridica fu uno dei punti più costanti delle proteste di Duplat. Questa sua c.onvinzione, talvo lta contro lo stesso parere ciel governo, è riferita da Massimo Borgogni nel suo Italia e Francia durante la crisi miliwre dell'Asse, citato, (nota 6 di pag. 3 17). Tesi sostenuta anche da Claude Lévy (la 4n Armata italiana in Francia 11 novembre /942 - 8 set<8 settembre, lo sfacelo della IV Armata, Istituto storico della tembre 1943, in < Resistenza in Piemonte», Book Store, Torino, 1979, nota 15 di pag.40). Entrarnbi i documenti si riferiscono ad opinioni manifestate da Duplal per lo scarso fondamento della dichiarazione italiana, nei successivi mesi cli maggio e giugno 1943. 5o4 Come si è letto in precedenza pare che in marzo il Comando Supremo rompesse gli indugi. Si ha infatti noti zia dell'invito esplicitamente rivo lto al generale Avarna a "respingere le proteste francesi [... ] rivendicando i diritti di potenza occupante [ ... ]" Lettera citata del comando 4" Annata AUSSME, DS 4A, 1218 - giorno 29 marzo I 943, ove viene citata la lettera 11503/0p. del Comando Supremo in data 13 marzo precedente, trasmessa a SMRE ed a Colfran.

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la convenienza di rivendicare il diritto d' occupazione, oppure operare con minori scrupoli ed attendere che le proteste francesi, passando da Roma, piovessero sul loro capo. Al contrario, applicando il diritto di occupazione che originava dalla slessa realtà dei fatti , isenza tante sottigliezze, si eluse il capestro degli inso1montabili vincoli armistiziali , sulle quali contavano invece le autorità frances i per impedire l'esercizio di un diritto che scaturiva dalla oggettività delle cose.

D. I provvedimenti adottati da Vichy per esercitare il controllo sui materiali bellici: l'istiluzione del «Service de la dissolution» e dei commissari regionali. "Loro collegamento preferenziale con gli organi territoriali tedeschi. Tensioni e problemi conseguenti . Necessità da parte italiana di seguire l'esempio dell'alleato: i Nuclei di collegamento e controllo eredi dell 'organizzazione periferica della CJAF in Francia Non sarà sfuggita la s ingolarità del fatto che sia gli ital iani, a parte l'opinione del presidente della CTAF, sia i frances i ritenessero esaurita l'esperienza dell'Armistizio; questi ultimi tendevano anzi a porre le basi di una nuova relazione con l'Asse su un piede di parità. A rbitri cieli 'intera vicenda restavano tuttavia i tedeschi, i qual i, godendo della vantagg iosa condizione loro assicurata dall'articolo 3 della Convenzione d'armistizio che li riguardava, pensavano più allo sfruttamento delle risorse francesi che ad un reale coinvolg imento di Vichy in quella sorta di alleanza cui il governo francese as pirava da tempo . Fra i proble mi che da parte italiana fu necessario affrontare devono annoverarsi anche quelli derivanti da questo modo cli operare dell'alleato, quasi sempre autonomo e noncurante . Per altro verso , debolezza italiana fu quella di procedere per conto proprio , eludendo gli accordi circa il riordinamento dell 'organizzazione del controllo d'armistizio. Se così operando ci si riprometteva di restare padron i del territorio sul quale l'Ital ia aveva pertinenza armistiziale , tuttavia questa ricerca di autonomia fu responsabile cli ulteriori tensioni e di nuovi smacchi.

1. L'istituzione del «Service de la dissolution», dei «Bureaux liquidateurs » e della figura del «Commissaire région.al à la dissolution » Sulla base del descritto auspicio francese, verso la metà del cliccm307


bre 1942, mentre era in corso dì completamento il disarmo delle truppe di transizione, il governo cli Vichy, si accodò alla clecisi.one del comando superiore tedesco in Francia il quale, come visto, aveva inteso ridimensionare l'esistente sistema della CTA , sistema che realizzava il collegamento con gli organi cli controllo dell'Asse in Francia, preferendogli un apparato che più utile all'esercizio del diritto di potenza occupante ai fin i delle esigenze delle truppe, in materia di sicurezza di queste ultime ed.i cooperazione con la polizia e le autoritù locali, ecc ., oltre che, come visto , per il controllo dell'economia, delle fonti di produzione, e per l'accesso alle risorse francesi. Perciò, il Militarbefehlhaber in Si.idfrankreich, sin dai primi g iorni seguenti gl i avvenimenti di Tolone , aveva completato la tradizionale organizzazione territoriale, la quale assorbì rapidamente i compiti d i controllo locale della CTA nel territorio del governo di Vichy. Dopo la dichiarazione di potenza occupante, l'esistente Obe1feldKommandantur, (OFK, cioè comando di zona, sito a Marsiglia), i Kreiskommandanturen (comandi di circoscrizione o distretto) e gli Ortskommandanturen (comandi di presidio) siti nelle più importanti cittù francesi, furono trasformati in uffici cli collegamento: Verbindungstabe (VS), presso leprefettu re dipartimentali; Hauptverbinclungstabe (HVS) presso le prefetture regionaJi. 505 Per la parte francese, il «Service de la dissolution» rappresentò l'organo francese più importante cli questo rivolgimento, organo resosi

505 Tanto viene infatti segnalato dall'ufficiale di collegamento (AUSSME, L-1 3 , 225, ArGr Felber n. 2 149/42), il qua le il 28 dicembre avvertì i suoi superiori che il comando Felber stava sostituendo tali comandi con quelli di collegamento appena descritti. L'elenco di questi organi è riportalo in appendice. In, realtà, alcune Kommandanturen non furono soppresse per evidenti questioni di controllo e competenze presidiarie. Fra queste quella di Avignone che risulta fu nzionante ancora il 19 apr. 43 (AUSSME L- 13, 225 , 523/Cit.) Le regioni occupate dai tedeschi l' l1 novembre totalmente o in parte erano, per quanto cli più stretto interesse: Centre (Orléans), Alvernia (Clermont), Midi - Pyrénées (Tolosa), Borgogna (Digione), Rhòne-Alpes (Lione), Languedoc - Roussilion (Montpellier), Provence - Alpes - Cotes cl' Azur (Marsiglia) . Gli !taliani avevano occupato solo i seguenti dipartimenti: Alpi Mari ttirne (Nizza); Varo (Draguignan); Basse Alpi (Dignc); Alte Alpi (Gap); Dròmc (Valence); Isère (Grenoble ); Savoia (Cham béry); Alta Savoia (Annecy). Il territorio dei dipartimenti delle Bocche ciel Rodano (Marsiglia) e cli Vaucluse (Avignone), pur compresi nella zona sotto controllo armistiziale italiano erano occupati in massima parte dai Tedeschi. I dipart imenti " italiani" facevano parte delle regioni di Lione e Marsiglia, sedi di dipartimenti reg ionali sotto controllo mili tare tedesco.

308


necessario sia per le esigenze connesse con il disarmo, lo scioglimento delle unità cd iJ controllo dei congedati dell 'ET ; sia, e forse soprattutto , per il controllo delle armi appartenute alle forze d'armistizio e dei depositi ancora esistenti. Fu questo Jo strumento con il quale il governo di Vichy intese rapportarsi alle nuove esigenze extra-armistiziali dell'occupante tedesco, ivi comprese tuttavia quelle di controllo dei materiali sottoposti al controllo stabilito dalle norme d'armistiz io, in precedenrn affidato agli ufficiali francesi distaccati presso direzioni e sezioni di controllo delle Commissioni del! ' Asse. Questa revisione prese le mosse proprio dalla consapevolezza che , a seguito dell'occupazione, i problem i maggiori si sarebbero rivelati nell a materia estranea alla Convenzione d'armistizio . Questo , sia perché non esistevano né legislatura, né strumenti in grado cli limitare la osservate prepotenze; sia per la considerazione che tutti gli aspetti collegati alla vigenza dell'Armistizio erano come congelati dalle norme sottoscritte, le qua li , in base al diritto acquisito, non potevano subire modifiche, soprattutto in tema di materiali. Peraltro, il. controllo più delicato, quello richiesto dall 'esistenza di forze armate cl i transizione , non era più materia d i regolamentazione o di discussione, dopo il loro scioglimento. In relazione a ciò, il controllo dei materiali di diretta destinazione all 'impiego militare, sia esistente nei depositi d'armisti zio, sia in quelli cli di sarmo, era praticamente stato soppresso. Infatti, la CTA aveva ceduto tale funzione ad organi di occupazione clell ' Ob.W., il q uale, pur disponendo di uno strumento armistiziale cli coercizione assai energico (I 'articolo 3), trattava con Vichy ogni necessità di attingere al le risorse francesi. Per quanto riguardava gli italiani, il contro llo era rimasto, formale e cli fatto orma i inerte , essendo stato regolato da convenzioni successive che escludevano consegne cli materiali bellici francesi di qualsiasi genere. Peraltro, da parte italiana non ci si poteva esimere dal condursi, per la stessa cess ione di materiali adibiti alla difesa costiera, secondo la prassi tedesca della contrattazione con la controparte. Solo gli altri control li , quelli cosiddetti CIB sulle industrie bel liche sui materiali di loro utilizzazione e sui carburanti liquidi (CCL) , erano in teoria ancora necessari. In pratica, tale possibilità era resa tuttavia vana, ai fini dell'interesse italiano per la sua confisca, da una serie di circostanze. Prima di tutto, dal fatto che i materiali beli ici industriai i erano stati bloccati dai tedeschi. In secondo luogo, gli organi d'armistizio italiani destinati a tal i controlli convivevano , in posizione subordinata, con quelli tedesch i che 309


però erano passati alle dipendenze clell'Ob.W. Infine dal fatto che i combustibili liquidi furono ceduti per le esigenze dell'Asse, quasi senza discussioni da parte francese. Si veda in appendice l'ordinamento della Sottocommissione armamenti della CIAF. Proprio a motivo cli tale sistematica debolezza italiana - in parte armistiziale, in altra legata alla scarsa competenza del comando cli occupazione italiano e del rappresentante ciel Comando Supremo a Vichy nella trattazione di argomenti che parevano prestarsi a deroghe ed interpretazioni favorevoli - , era stato deciso di mantenere in vita l'organizzazione periferica della CIAF. Per quanto interessa l'esposizione in atto, sotto l'aspetto primario delle relazioni con gli occupanti, la funzione degli organi di questo nuovo «Service de la clissolution», e cioè quella dei «Bureaux liquidateurs», come quella ciel «Commissaire régional à la dissolution », creata per il controllo delle attività dei primi, fu quella di cooperare con i comandi dell'Asse nel territorio cli nuova occupazione, realizzando con essi il necessario collegamento. Ciò al fine di provvedere - lo si vedrà meglio fra qualche riga - al soddisfacimento delle necessità delle truppe occupanti, ivi comprese le loro richieste di materiali cl 'armamento. Sotto questo aspetto, essi svolgevano in buona parte le mansioni che un tempo avevano assolto gli organi di collegamento istituiti presso le varie sezioni cli controllo delle Commissioni d'armistizio.506 Ne derivò che gli organi di collegamento armistiziale francesi che si trovavano presso le direzioni e le sezioni della DECSA - CIAF, ebbero

506 Il «Service de la clissolution» si basava su «Bureaux liquidateurs» costituiti da

personale amministrativo "rimasto in posto per la smobilitazione dell 'ET". Compiti dei Bureaux erano in particolare quelli di "presa in consegna (saisie), riunione (rassemblement), e conservazione nei magazzini (stockage) dell'insieme dei materiali militari nel territorio [appartenenti alle varie divisioni] I .. . I", come si legge in una lettera di clùarimenti ind irizzata dall ' ufficiale francese di collegamento presso il l" Gruppo di controllo tedesco (Vichy), al Commissario regionale cli Chàteauroux, (SHAT, IPS5 , D.4, n.91/42 in data 15 dicembre 1942). Secondo una relazione della CIAF i compiti di questi enti erano, fra l'altro, quelli di "tenere contatti con le truppe di occupazione; amministrare il personale dei Servizi liquidatori; agevolare la sistemazione degli smobilitati; [interessarsiJ della custodia e della manutenzione delle opere e delle caserme". Mentre la guardia era affidata alle forze occupanti cui tuttavia era fatto divieto di "prelevare, di loro i1ùziativa, materiali di qualsias i tipo I_ ••• J i Bureaux [restavano] comu nque responsabili della sicurezza dello stoccaggio e della sorveglianza [tecnico - amministrativa evidentemente] dei materiali [ . .. J. (AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 37, Relazione 39, 15 gen. - 16 feb. 1943). I Bureaux furono definitivamente disciolti nell'aprile del 1943 (AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccol ta 38, Relazione n. 42, 16 apr. - 31 mag . 1943).

310


nuovi capi e nuove procedure, quasi sempre più intransigenti con gli italiani; soprattutto, questi nuovi enti risultarono insediati fuori del te1Titorio di pertinenza italiana. In particolare, i Bureaux furono istitu iti di norma presso le sed i dei disciolti comandi di Gruppo di divisioni e di divisione (territoriale), ovvero presso le suddivisioni territoriali create contemporaneamente.507 Di modo che, anche a seguito del passaggio della zona delle Bocche del Rodano al settore tattico dell' Anneegruppe Felber, i Bureaux si trovarono tutti in territorio tedesco. La I direzione italiana cli controllo (organo teni toriale della CIAF d ipendente dalla DECSA della 4" Armata) era bensì a Marsiglia , ma la sua opera, come si osserverà fra poco, fu comprens ibilmente ostacolata dall 'organizzazione che il comando tedesco aveva istituito nella città.508 Quanto ai commissari regionali , essi furo no insediati, come ricorda la denominazione, in ciascun capoluogo di regione amministrativa, di no1ma, presso le prefetture regionali (Marsiglia e Lione). Anche in questo caso nessuno cli loro si trovò pertanto in territorio occupato dalle truppe italiane. Per restare alla citata situazione di Marsiglia, il commissario regionale che vi aveva sede, per essere affiancato alla prefct-

507 Sedi normali dei Burcaux liquidate urs furono dunque a Clennont.-Ferrand ed Avignone (comandi di Gruppo di divisioni); e, presso i comandi di divisione di Bourg en Bresse (7") . Chateauroux (9"), Limoges ( 12"), Cle nnont ( J3•), Lyon ( 14°), Marsiglia ( l 5"), Montpellier ( 16") , Toulouse ( 17"). Aci J\vignonc e a Grcnoble fu rono ino ltre istituiti Bureaux liquidateurs cli .mbdivisio11s, espressione territori ali delle disciolte divisioni cli Marsiglia e di Lione. In particolare. i Bureaux di Avignone e Marsiglia, sedi di comandi rrances i sotto controllo italiano, si trovarono sotto con trollo tedesco. 508 Si ricorder:ì che I' Arméc d'annjstice era ordinata su due comandi di Gruppo di divisioni (Clcrmont ed Avignone ) ed otto comandi cli divisione territoriale. Ciascuna divisione controllava anche un cerro numero cli organismi territoria li , costituiti da su/Jdivisio11s - che aveva preso il posto delle divisioni territoriali e dei dipartimenti - e da distrett i. In proposito si veda l'organizzazione territoriale dcll'ET in appendice. I comandi di Gruppo d i divisioni e di divis ione erano stati subito di sciolti. Alla f'ine del marzo 1943 esistevano ancora tuttavia 8 comandi di «Subclivision» territoria le (Marsiglia, Tolone, Avignone, Digne, Gap, Grenoblc, clelr Aha Savoia e delle Savoia); e 3 Distre tti mil itari che erano ancora sci ai primi del mese (Barccllonettc, Briançon, Albcrtville: disciolti St. Jean de Maurienne, Aix. Draguignan). (AUSSME, D-7 , Carteggio CIAF, Raccolta 38, Relazione 41, 16 mar. - 15 apr. 1943, parte I , all.5). Alcuni Bureaux liquidateurs erano stati posti a disposizione dell ' Ispettorato tedesco cli control lo delle industrie belliche (C IB) di Bourg en Bresse. Talvolta nel territorio di una divisione , per l' importanza della zona , esistevano più Bureaux liquidatcurs. Ibidem. Per l'organi7.z.azionc de lla DECSA e degli organi dipende nti, si veda l'ordinamento della ClAF in appendi ce.

3 11


tura regionale, nonostante risiedesse in zona di pertinenza armistiziale italiana, fu di fatto sotto controllo del locale comando tedesco. 509 Ne derivò da parte dei commissari un immaginabile atteggiamento di insolenza che si spinse a contestare la validità dei provvedimenti itaforni di scioglimento delle loro unità. Successivamente, unità francesi disarmate dalle truppe italiane, ricorsero al comando di Av ignone, cui riconoscevano supremazia in materia. Si pensi , per esempio , che in una lettera cieli ' 11 dicembre, allorché le operazioni di riorganizzazione della sistemazione dei materiali di d.isarmo non si erano ancora concluse, il colonnello francese commissario regionale della disciolta 15" divisione, lamentò presso il comando Felber e non presso le autorità italiane che le truppe italiane si erano appropriate delle anni di alcune batterie contraeree schierate nei dintorni di Marsiglia.510 Il compito più importante di questi commissari - i quali, pur essendo prevista una certa loro cooperazione con i prefetti, dipendevano però dal segretario di stato alla Guerra - , fu proprio quello di sostenere l'azione prefettizia, non tanto in materia di controllo della dissoluzione: l'ET si stava liquefacendo senza troppi problemi; quanto invece alla conoscenza effettiva del complesso sistema dei depositi, delle installazioni mili tari, delle infrastrutture dell'ET che potessero essere ricettacolo cli materiali d 'armamento trattenuto clandestinamente. La scoperta di numerosi

509 I dipartimenti di occupati dagli italiani e cioè: Alpi Marittime (Nizza); Varo; Basse Alpi (Digne); Alte Alpi (Gap); (Valence); Isèrc (Grenoble ); Savoia (Chambéry); Alta Savoia (A nnecy), facevano parte delle regioni di Lione, e Marsiglia, i cui prefelti dei dipartimenti regionali erano controllati dai tedeschi; al di qua della linea di demarcazione tattica infatti non v 'era alcu na sede commissariale. Il territorio italiano, lasciato ai tedeschi per motivi tattici, era sotto la competenza del Commissario regionale cli Marsiglia, da cui dipendeva la prefettura dipartimentale di Avignone (Vaucluse), anch'essa in territorio tatticamente tedesco. Il conunissariato regionale di Marsiglia non solo aveva competenza sugli organi liquidatori dislocati sul territorio dipartimentale passato alle truppe di Felber per ragioni tattiche, ma esercitava la sua funzione anche sui Servizi della dissoluzione presenti sul territorio interamente cli competenza della 4'' Armata . Talvolta, in relazione alla situazione spaziale ed all'importanza dei siti militari, i commissariati regionali ebbero sede presso i disciolti. comandi cli Gruppo di divisioni o di divisione territoriale. Secondo un documento francese, pare che il commissario regionale per l'Alvemia avesse sede a Chiìteauroux, città capoluogo dipartimentale e non regionale della stessa regione; ciò a riprova che la dislocazione dei Commissari seguiva anche altre necessità diverse eia quelle della coabitazione nella sede regionale, quali per esempio la dislocazione dei più importanti comandi clell'ET. (SHAT, IP55, Dossier 2 , passim). 51 Copia della lettera data a Marsiglia l' I I dic. 1942, a firma del colonnello Collignol ed indirizzata al generale Felber. AUSSME L- 13, 225, carteggio Cit.

°

3 1.2


depositi clandestini, sia nel settore italiano, sia in quello tedesco, lasciava supporre l'esistenza di altri e la possibilità di un'utilizzazione dell'armamento occultato eia parte delle organizzazioni segrete.511 I comandi di occupazione avevano pertanto fissato per il 23 gennaio (data poi prorogata al 10 febbraio 1943) il termine entro il q uale dovesse essere segnalata ai prefetti a cura dei Commissari stessi, l'entità dei depositi esistenti. Su richiesta tedesca, il governo di Vichy aveva emanato una legge (n . 1081 del 3 dicembre 1942, successivamente modificato più vol te), in base alla quale a tutti i cittadini frances i del territorio di nuova occupazione era fatto obbligo della consegna di armi e materiale d'armamento (munizioni , manufatti , radio) a qualsiasi titolo detenuti . Ai commissari regionali risaliva pertanto la non lieve responsabilità di garanti re ai rispettivi prefetti che i depositi fossero tutti riconosciuti e sotto controllo e, di conseguenza, eventuali arm i rintracciate non risalissero alle dotazioni dell'ET.512 Inconcepibilmente, infatti, la situazione dei depositi (d'armistizio e cli disarmo) non doveva essere completamente nota, se il commissario regionale di Tolosa (territorio sotto controllo tedesco) scrisse il 14 gennaio al suo superiore di Vichy una lettera nella quale sosteneva che:

"i vari livelli (échelons) di comando dell'ET non [avevano] mai avuto un elenco dei depositi . {Er;li pertanto non era l in misura di

51 1 L'importanza cli eletti commissari ai fini di relazioni distese con le autorità d ' occupazione, ma anche da l punto di vista dell'efficacia e dell'utilitìLdella loro presenza sul territorio, emerge anche da una leuera del commissario regionale cli ìv1arsiglia indirizzata al segretario cli Stato alla Guerra, al quale egli ch.icdeva cli "far intervenire oltre ai prefetli anche le grandi organizzazioni nazionali" per agevolare la sua opera di controllo sui materiali, sul di.s armo e sulla detenzione di armi da parte di ufficiali. (SHAT, I P5~, D.2, 203/4, 15 gennaio I 943). ) l 2 Lettera del Gabinetto ciel capo ciel governo cli Vichy, n.335/5/Cab. in data lO gennaio 43, SHAT, I P55, Dossier 2). Compilo precipuo dei Commissari secondo una circolare del Gabinetto del capo del governo cli Vichy (790/42, 24 dicembre 1942, SHAT, I P55, Dossier 2), doveva pertanto essere quello cli inventariare il numero dei depositi stessi e cli segnalare depositi e materiali illegalmente detenuti. Alla confusione dovevano aver contribuito peraltro le asportazioni arbitrarie deg li occupanti. 5 t3 Lettera 384/ 4 .M , SHAT, IP55, Dossier 2 . Pur trauandosi cli situazioni relative al territorio sotto controllo tedesco, nulla fa pensare che esse fossero diverse in zona italiana. Sul problema de lla detenzione di anni da parte cli ufficiali del d isciolto Esercito di transizione, .il segretario alla Guerra aveva ind irizzato un appunto ag li organi liquidatori regionali appena una settimana prima, richiamando la loro attenzione sulla delicata questione e sollecitando la loro vigilanza; (SHAT, 1P55,D.2, s. n .. 7 gennaio 1943) .

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dichiarare che tutti [i depositi] e non solo quelli conosciuti [fossero stati] dichiarati" .513 In ogni caso, i commissari regionali, per essere strumenti estranei alle regime d'armistizio ed al sistema di controllo che ne derivava, e per trovarsi nel settore gernianico, furono mezzi effettivi ed efficaci di controllo nelle mani dei tedeschi. Costoro, infatti, in base alla presenza dei propri organi di collegamento presso le prefetture regionali, furono in grado di controllare direttamente l'amministrazione periferica dello stato, l'intera residua organizzazione militare francese e la s ituazione dei depositi e quella dei materiali del disciolto ET o d'armistjzio , compresi quelli presenti nel territorio occupato dalle truppe italiane. Il fatto che gli ufficiali francesi di collegamento con gli organi periferici della CIAF fossero in fo ndo i destinatari delle richieste di indagine e che perciò ricevessero disposizioni dai commissari regionali in materia di verifica dei contenuti dei depositi, venne considerato dagli italiani, soprattutto nella zona disputata delle Bocche del Rodano, un'indebita intromissione su competenze stabilite dalla Convenzione d'armistizio. A ciò si aggiunse il fatto che questi funzionari, nel riferire sulla situazione dei materiali (anche quella di pertinenza italiana) a quelle tedesche, ostentarono indifferenza per le analoghe richieste degli organi DECSA, cui si accompagna va I' arroganza derivante dall'operare a favore dei più potente dei due occupanti. li conseguente risentimento italiano appare ancor più plausibi le , quando si ponga mente al fatto che in più di un'occasione, certi depositi - intesi italiani per pertinenza armistiziale - furono sgomberati dalle truppe germaniche per motivi cli sicurezza, veri o presunti che fossero, almeno in parte su segnalazione francese. In altri casi impartirono , senza tanti scrupoli, e scavalcando i commissari, ordini diretti agli ufficiali di collegamento francesi con gli organi di con, trollo italiani.514 Il colonnello capo della I direzione regionale di Marsiglia lamentò

5 14 Come si è visto in precedente capitolo, mo lti depositi soprattutto di disarmo furono abbandonati dalle guardie francesi all'atto dello scioglimento dell'ET; reparti tedeschi spesso li sgomberarono (talvolta li vigilarono) perché gli ital iani non avevano ancora p rov veduto a farlo ovvero a motivo della mancata concentrazione cli certi materiali recuperati dal disarmo nei depositi d'armistizio o di ricettività e vigilanza adeguata. In proposito, si ricorderà il tenore del "Rapporto" redatto dal capo ufficio Servizi del comando Felber il 23 dicembre 1942. (.A.USSME, L-13, 225, sn).

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per esempio che autorità tedesche, con il pretesto della sicurezza, disponevano normalmente di «bloccare» materiali francesi sotto controllo italiano. Più tardi, chiese l'intervento ciel comando della 4" Armata per la sostituzione cli tutto il personale francese appartenente all'organo liquidatore interessato ad un certo deposito delle Bocche ciel Rodano , per manifesta accondiscendenza ad improprie richieste tedesche e contemporaneamente indirizzò una diffi da al commissario regionale di Marsiglia.515 Parve , non del tutto arbitrariamente, agli organ i competenti italiani che, pur se in parte giustificati dal timore del passaggio di armi alla dissidenza francese, controlli, sbloccamenti, sequestri e più in generale varie dimostrazioni di interesse per dotazioni, material i ed equipaggiamenti presenti in territorio sotto controllo DECSA , segnalassero un certo accordo tra autorità francesi e comandi tedeschi sopra le teste ita1iane. Nel più favorevole dei casi si può ritenere infatti che i tedeschi esercitassero quella sorta cli preteso patrocinio nei confronti dei diritti italiani, di cui si è parlato . In realtà, l'ipotesi più plausibile è che essi bloccassero i materiali cui erano interessati per sottrarl i in un primo tempo al diritto dell 'alleato, organizzando le cose in man iera di appropriarsene in tempi migliori, con l'accordo dei francesi. Costoro, dal loro canto, tentavano infatti di negare che i materiali d' armamento di pe1-rinenza armistiziale italiane fossero attingibili dalle truppe della 4" Annata, in nome degli accordi, ma ripromettendosi di sottrarl i agli uni ed agli altri . Moti vi cli attrito sorsero così anche tra organi liquidatori francesi e comandi tedeschi . I primi lamentarono l'intervento indebito di reparti tedesch i per ispezioni e provvedimenti che esulavano dalle loro perti: nenze. Deprecarono , per esempio, decisioni riguardanti l'estromissione degli agenti cli controllo da un deposito che conservava material i militari sotto controllo italiano. Come nel caso in cui il prefetto della Vaucluse (capoluogo Avignone) segnalò al suo superiore, prefetto regionale d i Marsiglia, che alcuni ufficiali ciel comando presidio tedesco cli Avignone avevano visitato i depositi militari ove venivano conservate le armi depostevi dai cittadini in osservanza della legge francese , palesan-

5 15 J Direzione regionale, t-.farsig lia, lettera 3285/02 del 30 gen. 1943. AUSSME L13, 225, carteggio Cit.; e lellera 241 Cit. in data 5 febbraio I 943 (AUSSME L- I 3,225 carteggio Cit.).

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do l'intenzione di asportare le armi e le munizioni da guerra; materiali che , secondo il prefetto relatore, erano sotto controllo italiano.516 In sintesi, gli atti dei prefetti e degli organi della "Dissolution" (sull'entità e sulla consistenza dei depositi, sul rinvenimento di quelli clandestini anche in territorio italiano, sulla consistenza dei rinvenimenti e sulla loro appartenenza) sfuggivano alla disciplina della Convenzione d'arnùstizio. Di conse:guenza, per essere fuori dall'istituto armistiziale, fondamento di ogni sua azione, da patte italiana si deteneva pii:1 debole capadtà di rivendicazione e si incontravano maggiori difficoltà nel proteggere i propri dil'itti. Per altro verso, a motivo della loro dislocazione, esterna alla zona occupata dagli italiani e perciò stesso essendo più esposti alle pressioni tedesche, gli organi minori della "Dissolution" e gli stessi prefetti dipattimentali che avevano giurisdizione nel territorio italiano non esitarono a schennirsi adducendo ordini ricevuti da prefetti e eia commissari regionali, nessuno dei quali si trovava in territorio controllato dalle truppe della 4" Armata. La circostanza dell'ubiquità degli organi francesi e tedeschi del livello regionale ebbe spesso esiti tali da prevalere sui diritti italim1i. In particolm·e, i provvedimenti presi da direzioni o sezioni della DECSA - CIAF sulle questioni di loro interesse, si trnvarono spesso vanificati da accordi stabititi, in buona o mala fede, tra i vm·i organismi della "Dissolution" e dai comandi tedeschi a più alto livello, oppure da decisioni tedesche. In altri casi, le stesse sezioni italiane, non trovandosi in prossimità dei Bureaux, furono costrette a combattere una battaglia quotidiana per convincere gli addetti superstiti ai depositi o alle installazioni militari del buon diritto italiano o per ristabilire il diritto d'armistizio dopo defatiganti colloqui. Realtà che diede luogo ad innumerevoli motivi di contenzioso.517

SL 6

La richiesta di nonne di condotta ciel prefetto cli Vaucluse è riportata nel carteggio relativo all 'ufficiale del XXIl CA di collegamento con il comando Felber, lettera 610 . DI/ 82 in data 11 marzo 1943 (AUSSME, L- 13, 225, cmteggio Cit.). Ta!i episodi che fornirono il destro al citato colon nello capo della Direzione di controllo CIAF,di Marsiglia di rammaricarsi con il comando Felber del fatto che il modo di procedere delle sue truppe, incurante ciel diritto italiano, consentiva alla parte fra ncese di sottrarsi al controllo. Il commissario regionale di Marsiglia, ten.col. Chòmel de Jarn icu, del qua le era stata rich iesta la rimozione da paite della Direzione di controllo italiana, incappò infine in qualche contesa con i tedeschi e fu costretto a dm·e le dimissioni. ln conseguenza di ciò, il commissm'iato "già dislocato a Marsiglia [fu] disciolto. Ne [fu] costituito un altro ad Avignone". (AUSSME, D-7, Carteggio ClAF, Raccolta 37, Relazione 39, 15 gen. · 16 lèb.43). Il fatto che questo Cornmissario, ten.col. Chéìmel, fosse in urto e con gli italiani e con i tedeschi potrebbe confermare l' ipotesi ch' egli tentasse di proteggere i beni francesi . Ibidem. 517 Di questa situazione è testimone il carteggio dell ' ufficiale del XXIJ CA , di collegamento con l 'Ar.Gr Felber. (AUSSM E, L- 13, 225). Fu spesso ad opera degli arnmi· nistratori dei depositi che gli italiani seppero di provvedimenti .impropri e sfavorevoli.

3[6


2. Il mutamento del sistema italiano dì collegamento con organi

francesi: dal tipo armistiziale, al tipo extra-armistiziale; l'istituzione dei Nuclei di controllo e collegamento L'importanza di tali organismi di collegamento e la maggiore rilevanza della funzione extra-armistiziale loro affidata traspaiono eia una lettera che , su indicazione clell'Oberbefehlhaber West, il capo ciel governo di Vichy indirizzò ai prefetti regionali e dipartimentali in data 6 gennaio 1943 raccomandando ai prefetti del tenitorio di nuova occupazione , "compresi quelli della zona italiana" di "ricercare [ ... ] in una collaborazione leale [con le autorità delle truppe in operazione] le modalità lnecessarie per] il regolamento delle questioni'' riguardanti "accantonamento; evacuazioni di territorio'.' per necessità operative; prestazione cli mano d'opera e di mezzi di trasporto per i lavori di fortificazione costiera; nolo di automezzi o carriaggi . A tale scopo ricadeva sui prefetti il compito di realizzare il necessario nesso con gli uffici di collegamento tedeschi dei vari livelli e cioè l' HVS presente presso le prefetture regionali ed i VS, dai primi dipendenti, affiancati alle prefetture dipartimentali . A tal fine le prefetture avrebbero dovuto promuovere le azioni opportune dei vari funzionari periferici per ciascuna delle materie cli interesse descritte dalla lettera tedesca, ivi compresi i "commissari regionali militari". L' intento era quello cli "sollecitare dalle loro rispettive amministrazioni le istruzioni pratiche cli cui avessero bisogno e sulle quali [si attirava] già l'attenzione dei ministri interessati" .518 Non sarà sfuggito che, come per le questioni relative ali' Armistizio, anche in materia extra armistiziale il governo francese privilegiasse i rapporti con il comando tedesco di Parigi nell'intesa che l'annata italiana da questi dipendeva. Si vedrà infatti che successivamente il comando dell'Ob.W. vietò nel territorio cli sua competenza atti di appropriazione indebita o la formazione di prede belliche. Se ne può trarre l'ipotesi che agli occupanti italiani già penalizzati e in attesa degli esiti

518 La lettera del capo del governo francese ( " Le Chef du Gouvernement à Messieurs Ics Préfots Régionaux & Départementaux (Zone Lib re)" riporta il testo di quella indirizzata allo stesso Lavai a firma del capo di SM dell'Ob.W. (AUSSME DS 4A 1]27-38). Il documento, riportato in appendice, è significativo perché lascia interpretare che nel critico settore delle Bocche del Rodano i tedeschi si sarebbero assunti il compito di provvedere anche per le esigenze delle truppe italiane; o quanto meno che il governo francese ritenesse che l'Ob.W dovesse emanare direttive anche in I.o ro nome.

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degli accordi tra Ob.W. e governo francese quanto a possibiUtà di far ricorso ai materiali armistiziali, per via dei precedenti patti del Natale 1941 con Vichy, si trovarono su posizioni marginali anche sotto I' aspetto extra-armistiziale, il quale comprendeva, oltre alle materie inerenti le necessità delle truppe, anche la possibilità di ricorrere ai materiali di disarmo. Ciò perché si portò troppa attenzione ad acquisire in qualsiasi modo quanto capitava a portata cli mano, mentre le attività legate all'occupazione militare vera e propria, - utilizzazione di caserme, acquartieramenti, occupazione cli suoli pubblici e privati - furono troppo spesso abbandonate a rapporti saltuari e forse anoganti con le autorità locali, creandosi così quei problemi che si possono immaginare e che si protrassero per tempo. Questo strabismo fu causa del ritardo con il quale furono istituiti organismi analoghi a quelli tedeschi. Un ritardo rivelatore dell'incertezza del modo di procedere delle autorità italiane probabilmente convinte, in quei primi giorni del 1943, di una vera e propria occupazione, ed all'applicazione della «Legge di guerra» alla quale avrebbe dovuto piegarsi anche l'amministrazione francese, considerata priva cli effettivo potere o quale strumento del potere dell 'occupante .5 19 Dalle norme emanate dal Comando supremo il 10 marzo, scaturirono infatti una serie di provvedimenti che si ripromettevano, da un lato, l'adeguamento dell'organizzazione dell'occupazione alle necessità di mantenere, come l'alleato, il controllo territoriale e il collegamento con gli organ i locali francesi. Dall'altro , una migliore organizzazione del comando della 4" Armata per le incombenze crescenti e di carattere non strettamente militare che lo stesso comando si trovava ad affrontare con maggiore autonomia e con accresciuta responsabilità.520 Il provvedimento più rilevante fu quello della trasformazione degli

519 Probabilmente da parte italiana si ritenne sufficiente lo "stretto collegamento" già isti tuito con le autorità civili dalle unità della 4" Armata sin dai primi giorni dell'avanzata e la «protezione,> dell'Ob.W. Gli ordini del comando d'Asrnata al riguardo risultano in AUSSME, DS 4A, 8 185/0p., 12 nov. 1942, 1099-25 cd in AUSSME DS SMRE 21260, 7 dic. 1942, 2079-22. 520 Già dal I O marzo era stato provveduto alla costituzione del reparto Affari civili e vari sulla base dei due uffici di rispettiva analoga denom inazione esistenti . (AUSSi'vtE DS 4A SMRE 0062096/2 del 1 marzo, 1218-7). Il 20 marzo furono istituiti Nuclei di collegamento con le prefetture francesi. (AUSSME DS 4A SMRE n .2253/A./V., 1218-21). In precedenza, nel gennaio 1943 era stato istituiLO presso il comando dell' Annata un ufficio di rappresentanza del Minjstcro degli Affari Esteri retto da un diplomatico di quel ministero.

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organi di controllo armistiziale - già della CIAF e passati come visto alla dipendenze cieli' Armata-, in «Nuclei di collegamento e controllo».52 1 Secondo la lettera che li costituiva, i «Nuclei di collegamento e controllo» furono dislocati presso le sedi delle prefetture francesi e, funzio nando " da tramite abituale tra Comandi italiani ed organi francesi (prefetture, sottoprefetture, sindaci , [ed ammi nistrazioni varie]", avrebbero avuto il compito cli collaborare "con i Comandi di G.U ., corpi e presidi dislocati [in un determinato] dipartimento, per rappresentare alle autorità ammin istrative francesi i bisogni delle truppe di occupazione ed ottenere dalle autorità stesse l'emanazione di disposizioni atte" a soddisfarne le esigenze. Le prefetture interessate al provvedimento furono tutte quelle delle regioni occupate. Numerose testimonianze ritengono che a seguito di tale provved:imento iniziò una fase di cooperazione tra comandi di occupazione e autorità locali francesi.522

E. La questione della pertinenza armistiziale italiana - La destinazione dei materiali conservati nei depositi presenti nell'area

52 1 I Nuclei furono costituiti il 20 marzo 1943 con disposizione cie l comando cie li' Armata, mediante l'impiego di elementi della DECSA, nel quadro delle disposizioni impartite dal Comando Supremo il IO marzo I 943 allo scopo di concentrare in unico organo responsabilità di controllo (armistiziale) e di collegamento (extra-armistiziale), a similitudine dell' organizzazione tedesca (Verbindungstabe). I Nuclei p resero a funzionare effettivamente presso ogni sede di Prefettura francese dal I O aprile successivo. Lettera 2253/AV. - che fa seguito al f. I I 390 del 10 marzo - indirizzata al Comando Supremo ed allo SMRE, all' oggetto: rapporti armistiziali ed extra armistiziali con Francia. (AUSSME DS 4A 1218-21). 522 Le prefetture interessate furono quelle di Nizza («Nucleo di collegamento e conLrollo» n.l, dipartimento Alpi Marittime); Draguignan (2, Varo); Marsiglia (3 , Bocche de l Rodano, che aveva giurisdizione anche sul territorio del dipartimento della Vauclusc con capoluogo Avignone, compreso nella zona di occupazione italiana); Digne (4, Basse Alpi); Gap (5, Alte Alpi); Valence (6 , Dròme); Grenoble (7, Isère); Chambéry (8, Savoia); Annecy (9, Alta Savoia, che aveva giurisdizione anche sul territorio del dipartimento cieli' Ain con capoluogo Bourg - en - Bresse, non compreso nella zona di occupaz ione italiana). In appendice, oltre ai compiti dei Nuclei italiani, è ripo1tato un confronto complessivo delle organizzazioni d i collegamento italiana e tedesca. Sommariamente, oltre a quelle indicate, i compiti riguardavano materie che si estendevano dal controllo dei corpi armati (Guardia, Gcndarrneria, organi liquidatori, enti territoriali ancora in attività) e di quelli paramilitari (Jeunesse, Compagnons ecc.), a quello concernente i materiali di di sarmo , d'armistizio e delle arm i soLtratti ai civili. Ibidem. L' istituzione di tali organi è confermata dall'allegato n.80 del Diario storico del Comando Supremo, voi. TX, (l .J .1943-30.4.1943), Tomo II, pag. 227; SME, Ufficio Storico, 2002.

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delle Bocche del Rodano passata per esigenze tattiche al comando tedesco

I. Il comportmnento dei tedeschi nella zona occupala da Felber Uno dei problemi più rilevanti che , insieme alle proteste francesi, si presentarono agli occupanti della 4n Armata quando fu possibile far ricorso ai materiali bellici conservati nei vari depositi , derivò dalla situazione esistente proprio nella zona sotto controllo armistiziale italiano delle Bocche ciel Rodano, la più ricca di depositi militari, di stabilimenti e di magazzini cli varia estrazione; zona che era passata a i tedeschi per le note ragioni tattiche. 523 Fu qui che i tedeschi - a differenza degli alleati italiani, spesso ingenuamente fi scali a proposito dei modesti beni presenti nelle caserme del disciolto ET - diedero prova delle loro migliori capacità di sfruttamento. Non solo per lo strumento giuridico già applicato nel resto della Francia di prima occupazione, ma anche per l'invidiabile esperienza colà maturata e per la perfezionata organizzazione nella quale si riconoscevano sistematicità negli scopi , coerenza di comportamento e abilità di esecuzione. A tali capacità, gli occupanti germanici univano il rispetto delle regole e della proprietà, per quell'indole tedesca cli stare formalmente alle convenzioni ed a i patti. A maggior scorno degli italiani, il sistema tedesco, per quanto inesorabile, venne spesso percepito dai francesi come meno rozzo di quello italiano. Un po' per inconfessata ammirazione, un po' per timore e un altro po' per disprezzo nei confronti degli occupanti transalpini, giudicati deboli e completamente assoggettati ai tedeschi. Si osservi a tal riguardo che l'astensione italiana dall 'opera di

523 Sul loro numero, sulla loro complessa articolazione e sull'entità dei materiali conservativi non si è rinvenuta una documenta,,ione cumulativa ed organica. In ogni caso quelli sottoposti a controllo italiano si trovavano in 24 località dalle quali dipendevano un numero più che triplo di sottoclepositi, di stabilimenti militari, di ateliers, di anncxes, <li établissement, cli hangar e cli magazzini. Si può calcolare che i depositi citati detenessero non meno cli 4000 autoveicoli e di circa 1500 veicoli ippomobili , (a trazione animale). Di questi, probabilmente un quinto si trovava nei depos.iti delle Bocche ciel Rodano. Tabella in appendice. Si trattava di materiali d'armamento e l'equipaggiamento delle "unità [ ... ] comunque impegnate o schierate contro le f<m:e armate italiana [ ... ]" (articolo X della Convenzione d'armistizio franco - italiana; e cli materiali bellici di vario genere (anche proveniente dalle sospese attività produttive cli guerra) (articolo Xl). Si veda nota precedente.

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saccheggio compiuta dalle truppe tedesche, all'indomani di Tolone, nella zona di Marsiglia e in quelle limitrofe, non produsse negli ambienti fran cesi un atteggiamento benevolo nei confronti dell'Italia, ma anzi fu giudicato un segno di debolezza e sottomissione.524 Diligenza e disciplina teutoniche insomma fecero apparire meno vessatorio un procedere che invece perseguiva inesorabilmente la m issione di depredare la Francia fino i n fondo e contro ogni ostacolo. Compreso quello che avrebbe potuto frapporre l' alleato. Situazione che, come si diceva, si verificò con più frequenza appunto nella zona occupata tatticamente dalle truppe cli Felber, ove il principio giuridico predetto fu fatto prevalere sul principio della ripartizione territoriale che , come si è letto in precedente capitolo , Rundsteclt aveva ribad ito all'indomani di Tolone: qualsiasi acquisizione (armistiziale o non) sarebbe avvenuta sulla base della separazione territoriale (grosso modo il corso del Rodano) fissata all' epoca dell'Armistizio. La regione di Marsiglia , che i tedeschi presidiavano per ragioni tattiche, era sede tra l'altro di numerosi depositi di varia appartenenza e dell'Intendenza generale francese della regione meridionale. Sin dai primi giorni successivi all'occupazione di Tolone, le truppe tedesche avevano proceduto, presso quei magazzini , all'impossessamento di viveri e di vestiario , di buona parte dei carburanti e cli altre dotazioni accessorie.525 In questo quadro, la questione della pertinenza itaUana delle risorse francesi - almeno militari - della zona rappresentava per i tedeschi una complicazione. A tal punto che, sulla base del principio di far coincidere competenze tattiche con quelle te1Titoriali , i comandi germanici cercarono in tutte le maniere, ma inutilmente, cli far accettare il passaggio al controllo germanico della zona armistiziale italiana occupata dalle truppe cli Felber.526

524 Ne fa cenno una nota dell'ambasciatore Confalonieri al Comando Supremo in data 23 dicembre I 942. (ASMA E, AP, Francia 1942, busta 64, fasc.l) . 525 Atteggiamento che non poteva essere casuale e che invece palesava il disprezzo dei proclamati diritti italimù, che non solo probabilmente consideravano dotati di scarso fondamento giuridico, ma anche in base alla presunzione della prioritaria necessità di soddisfare le esigenze belhche della Germani.a. Ne fa cenno la appena citata nota dell'ambasciatore Confaloni.eri al Comando Supremo. (ASMAE, AP, Francia I942, busta 64, fase. I). 526 11 presidente della CIAF segnalò a pi11 riprese l'intenzione tedesca di far coincidere la linea di controllo con i limiti dell'attuale occupazione militare. Ne dà notizia il diario storico del Comando Supremo del giorno 17 1.narzo 1943. La questione sarà infine trattata, senza modifiche delle linee di demarcazione, al convegno di Monaco di cui si parlerà più avanti. (Diario storico del Comando Supremo, voi. LX , (1.l.194330.4.1943), giorno IO marzo 1943, pag. 680; SME, Roma 2002) .

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L'intervento più studiato e accorto fu da parte tedesca quello volto ad impadronirsi dei materiali; non quelli di armamento, ma quelli assai più remu nerativi esistenti nei grandi depositi d'Intendenza, o quelli presenti nei magazzini ciel grande porto di Marsiglia, con l'obiettivo di assicurarsi materiali veramente strategici e sempre più estranei alla destinazione bellica, in base al più indiscusso diritto cli potenza occupante, ma in barba delle ragioni territoriali del più debole alleato527 . Fra gli obiettivi più insistiti cli queste iniziative furono le derrate coloniali (caffè, tè , cacao, ecc.) e i materiali di vestiario ed equipaggiamento , risorse di cui i tedeschi avevano estremo bisogno per le gravose esigenze della campagna orientale. Il 29 febbraio , per esempio, il comando del XXIT CA dopo aver negoziato con la Direzione regionale del Ravìtaillement Général, la fornitura a pagamento d:i una certa partita cli caffè per le truppe, se la sentì successivamente rifiutare perché "tutto il caffè - come il tè e il cacao esistente nei docks di Marsiglia [era] stato bloccato [dai tedeschi] per le esigenze della difesa dell'Europa, talché lo stesso governo francese per le necessità del paese[ ... avrebbe dovuto] chiedere al comando tedesco l'autorizzazione per il prelevamento dei quantitativi occorrenti".528 Sempre in febbraio, truppe tedesche procedettero al prelevamento di "scarpe e materiale di equipaggiamento" dal deposito dell'Intendenza coloniale di

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Da prute italiana si sosteneva in materia il principio, in seguito parzialmente adottato, in base al quale se si fosse deciso che una certa qualità di materiali era requis ibile, tale diritto avrebbe dovuto seguire il criterio della ripartizione del controllo armistiziale. Probabilmente, come si vedrà più avanti, la parte tedesca risarciva i materiali requisiti o confiscati. 528 Comando XXII CA, Lettera 85 1 del 29 febbraio 1943, indirizzata all 'Ufficialc di collegamento presso l' Armeegruppc fclber, allo scopo cli tentare di ottenere quanto rich iesto; la richiesta t.rovò soddisfazione solo nel tardo aprile 1943 . (AUSSME, carteggio Cit, L-1 3, fascicolo 225) . .li timore che le truppe dell'alleato intendessero precedere gli italiani nell'appropriazione cli alcuni beni, in base al diri.tto conferito dal noto articolo 3, indusse talvolta questi ultimi a spostare in depositi più controllabili materiali francesi sui quali si appuntava l' interesse tedesco. In uno di questi casi furono trasferite in un primo tempo eia Marsiglia a Creste d.i qui per ordine italiano a Montélimar (territorio presidiato dalla 4" Annata) i beni di una compagnia privata francese (Mcssageries Maritimes). In base al diritto tali beni (200 tonnellate di materiale, del valore di diverse decine di milioni di franchi ) non potevano essere requisiti e tanto meno confiscati. Il movimento era stato portato a termine nell'aprile 1943, dopo che nel marzo precedente, l'ufficio approvvigionamenti ( Wirtsschafsamt) di Parigi ne aveva iniz iato a trattare la cessione col governo cli Vichy. (Lettere 158/C del 6 aprile e 3041 DNSL in data 31 agosto 1943 (quest' ultima ciel generale Bridoux, segretario di stato alla Difesa di Vichy). AUSSME D -7 , Carteggio CIAF, Raccolta 53 - 5).

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Marsiglia, ignorando le proteste italiane e francesi.529 In precedenza, il 30 gennaio 1943, il capo della I direzione regionale di controllo di Marsiglia (dipendente dalla 4" Armata, tramite la Delegazione di Controllo dello Scacchiere Alpino - DECSA), infonnatone dall'ufficiale francese di collegamento, si fece promotore di una lettera di protesta presso il comando Felber, lamentando che la polizia tedesca avesse bloccato il vestiario conservato presso il locale Centre de Réclassement (ufficio di riqualificazione professionale per operai). TI materiale apparteneva pe1ianto allo stato francese e se eia questi fosse stato messo a disposizione per la «comune difesa d'Europa», sarebbe dovuto toccare all'Italia, anche se si fosse trattato , come probabilmente fu , di un tentativo di indebito occultamento da parte francese (camouflage). Le dotazioni, pur non militari, erano infatti conservate in zona sottoposto al controllo italiano .530 Che si trattasse del perseguimento di un obiettivo non casuale e che i tedeschi non intendessero introm issioni , incuranti non solo delle esigenze dell'alleato che condivideva medesime gravi carenze specie nei prodotti a base di lana, cotone e cuoio, è provato dal fatto che la caccia ai materiali di equipaggiamento fu attività protratta . Già nel dicembre 1942, per esempio, le autorità francesi avevano segnalato la "sparizione di effetti di vestiario" dalla sede del IIJ/5 1 reg-

529 Promemoria redatto dalla Sottocommissione Forze armate circa le intromissioni abusive tedesche nella zona ad es t del Rodano. AUSSME, carteggio CIAF, Raccolta 44 - 4/E. Successivamente, i tedesch i, ricercando un accordo con l'intendente dei servizi coloniali, sperimentarono un netto rifiuto. Lettera dell ' intendente dei servizi coloni al i n. 848/M, in data 16 febbraio 1943 . SHAT in IP55, dossier 4. I fatti relativi alle Intendenze sono descritti nelle lettere dc.Ile rispettive au torità france.si interessate n. 848/M,in data 16 febbra io 1943; n .46/ZT, in data 19 marzo 1943; n. 184/CP in data 19 gennaio 1943. Documenti reperiti presso lo SHAT in 1P55, dossier 4 . La sottrazione di Bourloup sono riferiti nella lettera n. 12 160 della 16" Divisione mi litare in data 9 dicembre 1942. (ibidem). E' singolare che ne l corso di un analogo tentativo tedesco esperi to a Bourg en E resse, sede del) ' Intendenza della regione centrale, quest'ultima avvertì che una quota del materiale (que lla pur dipendente dall'.l ntendenza di Eresse, esistente in territorio sotto contrnllo italiano), era già stata presa dagli italiani. 530 In effettj la polizia tedesca aveva proceduto al blocco dei materiali perché una parte di essi era già stata allontanata da Mars iglia e collocata clandcsti.namente in un deposito lo ntano dalla città. Le circostanze della vicenda e in pa1tkolare i pretesti e le testimonianze addotti dagli incaricati francesi consentono di ritenere che si trattasse delle fasi iniziali della costituzione di un deposito clandestino per sottra1Te il vestiario alla p revedibile cattura. La lettera senza numero dell' ufficiale francese capo del distaccamento presso la 2" sezione italiana di controllo (dipendente dalla I direzione) reca la data del 29 gennaio 1943. Segue una corrispondenza che s i conclude il 12 febbraio successivo con la dichi.arazione tedesca dei motivi del blocco. Ma la questione non pare abbia avuto una soluzione attesa da parte italiana. AUSSME, L- 13, cart. 225 .

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gimento di fanteria coloniale (RIC), a Bourloup (Arles) , nel territorio occupato dalle divisioni di Felber, ma risalente alla pertinenza italiana. La sparizione fu confermata anche da fonte italiana per reclamare il diritto armistiziale, trattandosi di dotazioni di un reggimento francese disciolto , tratte dunque dagli equipaggiamenti bloccati a seguito clell' Armistizio. A riprova dell' esistenza di un piano tedesco i.n proposito, si osservi che quando gli fu fatto rilevare l'illecito , il Wehrmacht Beschaffnungsamt Abschnittleiter Frankreich, ammise l'indebita ed erronea appropriazione, ma addebitò il malinteso alla decisione dell ' Ob.W di fare incetta cli ogni serie di vestiario utilizzabile. L'autorità tedesca si mostrò disposta a restituire il maltolto , ma non è noto se ciò sia avvenuto .531 Nella seconda decade del maggio 1943, l'OKW, tramite la CTA , manifestò apertamente la decisione di:

"prendere possesso di tutte le riserve di vestiario e del materiale di equipaggiamento [e di consumo relativi] ancora esistenti nella Francia, onde poter far fronte alle urgenti difficoltà del fronte orientale e sottrarle a eventuali pericoli [occultamento da parte francese J". A seguito di rimostranze della CIAF, i tedeschi, che complessivamente pare si fossero appropriati di 630 mila serie, concessero alla parte aUeata ''le esistenze dei magazzini e caserme ad est ciel Rodano", escluse però quelle del triangolo intorno a Marsiglia. La CIAF fece allora presente che le truppe tedesche avevano già:

"preso possesso et usufruito dotazioni esistenti nelle caserme da essi occupate [ . . .] Data d([ficoltà recupero [fu proposto di ] lasciare ai Tedeschi tali dotazioni et dare at parte italiana tutte dotazioni trovantesi magazzini Intendenza francese dislocati detta zona". '

53 I Per la veritìL, oltre che questo motivo il Wehrmacht Beschaffnungsamt Abschnittleiter frankreich - Zweigstelle Epinal (organizzazione distaccata in Francia per l'approvvigionamento cli vestiario ed equipaggiamento per le Forze annate tedesche), portò quello della presenza della guarnigione tedesca che aveva fatto pensare che essa fosse a guardia di materiali di pertinenza tedesca. (Carteggio Cit, lettera della I dire7.ione regionale della DECSA n. 5299/02, in data 19 aprile .I 943 , (in appendice) , e risposta tedesca del successivo 28 maggio trasmessa dall'ufficiale di collegamento presso il comando Felber con letl. n. 647 Cit. in data 6 g iugno 1943. AUSSME, L-13, cart. 225).

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Partito di esito incerto, non solo perché si trattava di materiale estraneo alla possibilità di acquisizione, non appartenendo all 'Esercito di Transizione, ma anche perché in altre occasioni l'alleato aveva già avuto modo cli attingere alle dotazioni clell'Intendenza.532 Un tal comportamento, univoco, nonostante la diversità dei fenomeni e delle motivazioni che ne erano alla base, alimentava nelle autorità italiane il sospetto che un simile procedere potesse dissimulare il tentativo tedesco "di lasciare ali' Italia solo le briciole" o al massimo quanto di volta in volta concordato , sia con loro , sia con le autorità francesi.533 Aspetti ancor più preoccupanti della questione erano, come si vedrà meglio fra poco, i vincoli che i tedeschi ponevano sui materiali dell'industria bellica ed il fatto che non esitassero a procedere ad acquisti forzosi (requisizione con indennizzo) ovvero alla più subdola «requisizione cli prestazioni>>, di cui si è parlato. Dal quale diritto gli italiani si astenevano per ragioni di convenienza pol itica, ad evitare contrasti ulteriori con le autorità di Vichy, specie dopo la contesa sorta a causa della decisione italiana cli trasferire in Italia automezzi probabilmente provenienti dall'armistizio oltre che dallo scioglimento dell 'ET.534 Come si vedrà, questi problemi tra alleati permasero nonostante che, a partire dal mese cli marzo, della loro soluzione e di altre ancora più complesse, se ne fossero incaricati i comandi supremi.

2. Le controversie italo-tedesche sull'acquisizione di dotazioni francesi di impiego militare nella zona di pertinenza italiana occupata dalle truppe di Felber

532 Lettera presidenza CIAF 56040 ciel 29 maggio 1943 (con allegata altra della CTA 212/43 datata Wiesbaden, 19 maggio) e telegramma CIAF 56745 senza data, ma successivo ai precedenti documenti. Entrambi i documenti indiri,.zati al comando 4" Armata e per conoscenz.i al Comando Supremo (AUSSME DS 4A I 326-4 1 e 42) . 533 La cilaz.ione è tratta da R. De Felice, Mussolini l 'a/leato, voi. I, pagg . 163 - I 64, a sua vo lta ricordato da M. Borgogt.l i, Italia e Francia durame la crisi militare dell'Asse , citato, pag.178. 534 Al riguardo, protesta dell'ammiraglio Duplat riferita dal presidente della CIAF al Comando Supremo, Diario storico del Comando Supremo , voi. IX, (1 .1 .1943-30.4.1943), giorno 2 marzo 1943, pag. 528, SME, Roma 2002. Secondo la CTA, la requisizione tedesca era legittimata dal fatto che si riferiva ad autoveicoli civili , lasciando integri i diritti italiani su quelli provenienti dallo stato giuridico d'arm istizio (depositi e disarmo). Modo cli procedere avrebbe potuto ammettersi anche in territorio ove coincidevano controllo ed occupazione italiani. Non a caso, la CIAF aveva rappresentato questo intendimento della CTA al Comando Supremo. (Ibidem, giorno 3 marzo 1943, pag. 538, SME, Roma 2002) .

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Trattando degli eventi che seguirono l'azione tedesca su Tolone, si è parlato in altro capitolo della percezione di sudditanza e di accessorietà che si avvertì eia parte italiana, osservando questo modo cli fare tedesco. Ne derivò per gli italiani la sensazione di sentirsi non solo ingannati, ma anche beffati dall'alleato. Sentimento che come sì sa è uno dei peggiori ispiratori delle rivalse italiche e che da un lato, come si è visto, condusse a seguirne l'esempio. Dall'altro però indusse gli organi locali della CIAF a lamentare piuttosto ingenuamente e a protestare per ogni provvedimento tedesco giudicato sfavorevole per gli italiani, e a sollevare dubbi sulla lealtà dell'alleato ad ogni piè sospinto. Una delle questioni più aspre del contendere fu per gli italiani la questione della pertinenza degli automezzi. Accampando i propri prevalenti diritti d'occupazione e favoriti dalle migliori relazioni con il governo di Vichy e dall'istituzione di organi cli collegamento che premevano sulle autorità locali, i tedeschi si erano dati ad ogni sorta di iniziativa nel territorio sotto controllo italiano. Per esempio, avevano subito avviato il recupero, dietro compenso , di automezzi francesi di proprietà pubblica e privata. Tale attività era bensì estranea sia alla classificazione armistiziale, sia a quella di disam10, ed era evidentemente condotta in base alle facoltà concesse dal noto articolo 3; era tuttavia evidente quanto si tenesse in poca considerazione la stabilita prevalenza dei diritti italiani. Non a caso, a seguito delle proteste italiane, lo stesso Ob.W. fu costretto a ribadire in marzo, su concorde avviso delle Commissioni d'armistizio, il sussistere di pertinenze italiane diverse eia quelle armistizial i e cli disarmo nel territorio assegnato agli italiani dalla linea cli armistiz io. Furono pertanto fissate «zone di intluenza» che delimitavano le rispettive possibilità di acquisizione di risorse francesi. Gli occupanti tedeschi continuarono tuttavia a far prevalere le proprie superiori prerogative, esercitando i diritti più vari, dagli acquisti, alle incette di beni e servizi, anche alci ilà della zona tattica, nella zona ocèupata dalla 4a Armata.535 Proseguirono ancora le «requisizioni d'uso» d i automezzi privati e di imprese cli trasporti, alle quali si aggiunsero, e in maniera progressivamente più sensibile, le «requisizioni cli prestazioni». Questo predominio si estendeva a tutto ciò che rappresentava una qualsiasi utilità,

535 AUSSME, D-7, Ca1tcggio CIAF, Raccolta n. 37 Relazione n. 40 16 feb. - 15 marzo 1943, parte I, pag. 4.

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dalla distribuzione ciel carbone ed a quello del! 'energia elettrica alle truppe italiane, alla disponibilità di cemento, di sabbia, di ferro e cli legname per il rafforzamento delle posizioni costiere.536 Messi sull 'avviso da un rapporto sulla situazione dopo gli eventi di Tolone redatto dalla presidenza della CIAF con dati riferiti alla metà del gennaio 1943, gli organi locali della DECSA si diedero aJla ricerca delle prevaricazioni tedesche. Il 19 febbraio, per esempio, la I direzione di controllo (DECSA - CIAF) di Marsiglia segnalò al comando Felber che presso il "Centre de Triage" di Avignone, mancavano un "rimorchio cucina, prelevato dalle truppe germaniche" e "l' autotreno n.92538" il quale era stato trasferito al "Pare de Nimes, [e] posto sotto il controllo della Commissione tedesca d'armistizio". Cosa che successivamente risultò non vera.537

536 AUSSME, carteggio CIAF, Raccolta 44-4/D; ,<Ingerenza germanica nella zona di nostra occupazione» Rcla,.ione della Sottocommissione Forze A1mate - Ufficio Esercito, pag. I e 2. Il predominio tedesco si estendeva peraltro ben oltre la confisca dei materiali francesi, e toccava gli aspetti essenziali della presenza italiana in Francia. La rete ferroviaria francese e l'utilizzazione del materiale rotabile soggiaceva ad una regolamentazione fissata da organi delle ferrovie statali tedesche. Le esigenze italiane di meni di trazione, di pianali o di carri fe1Toviari chiusi, e la stessa entità del movimento ferroviario passeggeri erano soggette ad un'autorità mista franco-tedesca che risiedeva a Lione. La stessa cosa accadeva per la distribuzione di carbone e di energia elettrica, funzione cui i tedeschi presiedevano sin dall'epoca della prima occupazione. Dopo l'occupazione più recente, la stessa organizzazione germanica estese la sua autorità anche sul te1Titorio ad est del Rodano, fatto che accrebbe la dipendenza delle stesse unità tattiche italiane, dalle distribuz ioni o dalle assegnazioni decretate a Parigi. La distribuzione di carbone e di energia elettrica, sulla base di una inderogabile quanto modesta distribuzione quadrimestrale. A nulla valsero le proteste dei comandi italiani per aumentarne la razione. Il 1° febbraio l'Intendenza dell'Armeegruppe Felber scrisse a quel la italiana che non poteva cedere carbone per le esigenze della divisione EFfF perché le assegnazioni, provenienti dal «comando supremo in Francia» bastavano appena alle sue truppe. (AUSSME, L-13 cart.225, carteggio CIT; lett. n. 62 al 81/R). 537 Il rapporto mensile della ClAF segnalava ammanchi cli materiali presso le uni tà francesi disarmate dai tedeschi in territorio sotto controllo italiano, ed in particolare presso la caserma del 21° reggimento di fanteria coloniale (RIC). Gli ammanchi riguardavano soprattutto pistole, bussole, binocoli, dotazioni modeste ma che forse perciò e per la loro natura furono probabile oggetto di «collezionisti di ricordi». Tanto più che due dei battaglioni del reggimento si trovavano ancora in linea sulla costa tra la Seyne e Raynier (Tolone) quando furono disarmati. Relaz.io11e 1nensile CIAF relativa al periodo /6 dicembre 1942 - 15 gennaio 1943,par/e I, Esercito, pagg. 4 e 5. AUSSME, D 7, carteggio CIAF, Raccolta n. 37. Per la questione degli automezzi del Centre de Triage: lettera 70/D.C . del 19 febbraio I 943, (AUSSME, L-13 , cart.215, carteggio dell'ufficiale del XXII CA di collegamento con il comando Felber - Cit); la risposta è contenuta nella lettera 329 Cit, 21 febbraio 1943 a firma del comandante tedesco del Parco automobilistico 666, capitano Kleinung (Ibidem).

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In aprile, la stessa ex I direzione (divenuta all'epoca Nucleo di collegamento e controllo n.3), tornò alla carica questa volta chiedendo la restituzione di "13 camionette Citroen mod.23U [ ..] provenienti da un lotto posto sotto [ ... ] controllo [italiano e che] autorità militari tedesche [avevano prelevato] da Chateaurenard" (tra Marsiglia ed Avignone, in territorio occupato dalle truppe di Felber). La risposta tedesca fu (7 maggio) che gli automezzi (12 e non 13), si trovavano casualmente e per esigenze di riparazione ad Avignone presso un'officina (garage) della locai ifa. Essi in effetti provenivano ed appartenevano allo EASM (Établissement Annexe du Service du Materie!) di Nimes, in terr.itorio armistiziale tedesco e quindi eia considerare "cli spettanza delle Forze Armate tedesche". Puntigliosamente, il capo del Nucleo n.3 replicò che sì, le camionette appartenevano al "Pare de Nimes", ma in seguito al fatto che, dal deposito di armistizio cli Roquebrune (Fréjus du Var) vi erano state trasferite per le necessarie riparazioni, a seguito della decisione dalle autorità italiane di "sbloccarle" in favore dell'ET nell' ottobre del 1942. Le macchine competevano insomma alla parte italiana in quanto appartenute ali' Armata francese delle Alpi. I tedeschi ribadirono la loro buona fede e si dissero pronti a restituire il maltolto, purché da parte italiana si assumesse l'onere delle spese per le riparazioni eseguite , pur proponendosi alle autorità italiane cli soprassedere alle intenzioni di rientrarne in possesso, ad evitare complessi movimenti contabili.538 Le vicende esposte a titolo cli esempio permettono di apprezzare, da un lato la suscettibilità italiana e l'incredibile modestia del contendere. L'atteggiamento puntiglioso si percepisce figlio ciel fare contabile e

538 ivla la questione non finì lì:

' si ha notizia di una risentita lettera, con la quale il

capo della Circoscrizione automobilistica tedesca, maggiore Baltzer, oltre a lamentare l' atteggiamento della italiano che poneva in dubbio l'onestà delle asserzioni tedesche, respingeva la proposta italiana di una transazione, che accordasse agli Italiani sei di tali veicoli , evidentemente senza nessun contributo per le riparaz ioni. Egli ribadì che la sola via che consentisse alla parte italiana di ouenere le vetture era quella del pagamento delle riparazioni medesime. Lo sviluppo dell'intero contenzioso è riportato in AUSSME, L- 13 , Carteggio dell'urlìciale del XXU CA di collegamento con il comando Felber (Cit) , (5291/02 (512 Cit) 17 apr.43; 555 Cit., 7 maggio 43; Nucleo controllo e col legamento N .3 (DECSA 4" Armata) n. 4822, 19 maggio 43); 47" Circoscrizione auto. Avignone 644 Cit., I O giu. l 943; 47" Circoscrizione auto. Avignone, 8l 6 Cit, 14 luglio 1943). Questa puntigliosa ricerca di automezzi, si manifestò in altre occasioni già altrimenti citate. Per esempio e per sottolineare la nostra caccia agli aULornezzi che aveva

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burocratico che nei mesi precedenti aveva caratterizzato le relazioni franco-italiane in materia di controllo sugli armamenti , la forza dell'ET, la conformità della conservazione ciel materiale. Un modo cli fare non soltanto fuori della realtà, nella sua pretesa di mettere in riga un alleato indisciplinato, ma che, nel conseguire i risultati modesti di un controllo esercitato su entità marginali, dimostra la sua impotenza nei fatti maggiori di cui sì è parlato . L'evidente ritardo con il quale erano state attuate le verifiche nel territorio pr.ìma occupato e poi definitivamente presidiato dalle truppe tedesche , è sintomo ulteriore della mancanza di cooperazione delle due autorità che avevano competenza in Francia. Occorre però riconoscere la difficoltà insite in tali verifiche, spesso riguardanti materiali che, pur sotto controllo cli una parte, potevano finire nell'altro settore per effettive necessità, data l'organizzazione clell 'ET e la loro dislocazione rispetto agli organi di riparazione o di sostegno; è altrettanto evidente che una tale ammissibilità offriva all ' attività clandestina le più favorevoli condizioni. Non era dungue ciel tutto peregrina 1a p roposta tedesca di separare le pertinenze secondo le linee di rispettiva occupazione. La situazione descritta favorì anche i tedeschi, i quali, fosse per motivi di sicurezza, per errore o per convenienza, si trovarono dì fronte ad opportunità che non si lasciarono sfuggire, approfittando dell 'inclugìo o anche della inconsapevolezza degli italiani. È tuttavia singolare che, in previsione del convegno che le due Commissioni avrebbero avuto a Monaco alla fi ne dell'aprile 1943, fosse stato preparato un documento, poi effettivamente esposto alla controparte tedesca, nel quale si sosteneva che l'alleato aveva restituito tutti i materiali erroneamente sottratti alla pertinenza italiana . In realtà, verso la fine di maggio, i tedeschi si dichiararono pronti a scambiare ì materiali indebitamente

condollo alJo appena ricordato contenzioso sulle camionelle, Si ricordi la raccomandazione del comando Fclber perché quattro autocarri "White" , e due autovetture Peugeot. fossero "lasciati a disposizione del ' bataillon Michaud' per i servizi di sorveglianza di indocinesi impiegati I.... ] in lavori difensivi r... J nella zona" della 328" d ivis ione cli fanteria tedesca. (455 Cit, 3 aprile 1943). il Altri veicoli (canùon Renault, motociclette e motocarrozzette Terrot) erano già stati prelevati da altro deposito e assegnati ad un repano automobilistico italiano (Cit). Sei camion appartenenti all'OCADO e ricoverati per riparazioni presso Garage Maillane, furono sottratti dag li [taliani benché anch'essi lavorassero per i Tedeschi . (Commissariat régional militaire d ' Avignon - Détachement de Marseille all'ufficiale del XXII CA di collegamento con comando Fclber, 26 giu. l 943, sn ., carteggio Cit).

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asportati dai depositi o dalle installazioni sotto controllo italiano, con beni non armistiziali che stavano sottraendo alla proprietà statale fran cese.539 Uno degli episodi ricordati è testimonianza dei primi sintomi dell'attività clandestina. All'atto del disarmo, i francesi diedero vita al camouflage , occultando materiali in depositi clandestini, trasferendo automezzi da depositi di disarmo (come lo EASM di Nìmes) presso compiacenti proprietari di officine di riparazioni automobilistiche (garage), o costituendo società cli trasporto che rappresentarono la prima forma di trasmissione di informazioni ed ordini.540

539 Secondo l'esposizione fatta dal colonnello Tavazzani della CIAF nel corso della seduta del IO maggio 1943 del convegno di Monaco, i Tedeschi avevano restituito i "materiali esistenti" in zona sott.o controllo italiano " dei quali in un primo tempo aveva preso possesso". La citazione è tratta dall'esposizione ciel AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 44- 1. Quanto alla successiva ammissione tedesca, la CIAF, con letLera n. 56745, senza data, ma presurnibilmente inviata tra il 29 cd il 31 maggio, comunicò al comando della 4" Armata che la CTA "riaffermando di.ritto italiano su intera zona di controllo armistiziale, ammette[va] che nel territori o loccupato tatticamente eia Tedeschi , costoro avevano " preso possesso e usufruito d i dotazioni esistenti in caserme da loro occupate". Per la difficoltà di recuperarle, la CTA proponeva uno scambio che avrebbe lasciato ·'a parte italiana tutte dotazioni trovatesi magazzini intendenza francese della zona". Seguito f. n.56040 del 29 maggio 1943 (AUSSME DS 4A 1326-40). 540 La dissidenza creò 18 società di trasporto per scopi clandestini, delle quali la più famosa fu la società «Lcs Rapides du Littoral». Complessivamente la rete clandestina poté contare su più di 3.500 veicoli. Henri Amouroux La viefrançaise sous L'oçcupation, Fayard , Paris, 1961. Secondo Gilbert Guillaumc (Mes missions face à l'Abweh.r, Paris, 1971), poco prima clell'8 novembre 1942, agenti del servizio segreto della Francia libera utili,.zavano un'autovettura «camouflée » nascosta in "un garage de Marseille". Durante la conferenza cli Monaco (fine aprile 1943), il generale Vacca Maggiolini dichiarò che molti dei depositi clandestini scoperti dopo il 1° dic. 1942 e sino a tutto il mese cli marzo 1943, erano costituiti da garage, fra i quali il garage Arobio, in Marsiglia, dove erano stati trovati automezzi cli provenienza militare che, non essendo stati denunciati né dagli organi liquidatori della XV divisione militare, né dal EASM di Marsiglia all'atto dello scioglimento del ET, dovevano considerarsi sottratti al controllo italiano. (AUSSME D-7 Carteggio CIAF, Raccolta 44).

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CAPITOLO VIII


'


JI difficile esercizio da parte italiana del diritto di preda sui materiali militari e su quelli dell 'industria bellica

A. L'acquisizione da parre italiana dei materiali del disciolto Esercito di transizione e dai deposti d'armistizio - Entità della co11fìsca da parte italiana, materiali pilÌ ambiti e problemi sorti nella sua attuazione - Due casi significativi: i quadrupedi e [?li autoveicoli l'utilizzazione delle rison;efrancesi diverse da quelle legate al disarmo Si jntencle ora affrontare il tema delle acquisizioni italiane cli materiale mili tare francese, proveniente dai depositi d 'armistizio o dal disarmo. Prima della dichiarazione di «potenza occupante», molti aspetti relativi all'utilizzabilità degli armamenti francesi non erano ancora chiari e, per gli italiani, non lo fu neanche per qualche tempo ulteriore. Per esempio , mentre era nota la possibilità cli ricorrere ad armi e munizioni accantonate nei depositi, per la «difesa comune», componenti importanti delle opere difensive costiere francesi necessarie per le esigenze predette, quali torrette blindate, cupole corazzate cd altro analogo materiale, non appartenendo alle categorie dei veri e p ropri armamenti , erano stati incamerati, nella loro configurazione residuale, direttamente nel demanio francese: erano insomma di proprietà del governo e dello stato francesi. 541

I . La destinazione degli armamenti.fi'ancesi Un 'aliquota significativa cli armi francesi rimase effettivamente in Francia, in parte a motivo ciel riarmo costiero ed in parte perché una

54 1

Il 2 1 gen naio 1942 lo SMRE indirizzò al Comando Supremo la richiesta di autoriz.zazione formulata dal comando dell'Annata <li recuperare materiali residui delle opere difensive francesi fromeggianti la frontiera italiana e disarmate subito dopo l'armistizio per il rafforzamento del dispositivo difensivo costiero provenzale, in forza del disposto giuridico stabilito dal la nota dichiarazione (Lettera SMRE 1252, AUSSME DS SMRE 2079-68) .

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buona misura di quelle destjnate in Italia si fermò nei pressi della frontiera per equipaggiare i neo costituiti battaglioni territoriali, quelli di difesa costiera e le compagnie presidiarie , in formazione nei centri di Albenga e Ventimiglia. Alla fine del mese di dicembre, infatti, risultavano affluiti presso queste due località quasi 6.500 fucili calibro 8 ed un numero più che doppio di moschetti dello stesso calibro , oltre a qualche centinaio tra fucili mitragliatori e mitragliatrici e ad analoghe quantità di mortai. Più o meno nello stesso periodo furono avviati in Italia altri 60 mila fuc ili di tipo più vecchio e quasi 15 milioni di cartucce relative.542 Quanto alle artiglierie, a parte quelle distribuite in Provenza, non esiste nei documenti dell'Intendenza un 'elencazione altrettanto precisa, se si eccettua qualche sporadico invio di artiglierie inservibili presso gli schieramenti della 4" Armata .543 Analoga la situazione per il materiale del servizio del genio. Poche le macchine o gli automezzi operatori, qualche migliaio le mine, diverse tonnellate di attrezzi e di filo spinato. Complessivamente, tuttavia , il materiale del servizio di artiglieria da spedire in patria, richiese quasi mille carri ferrov iari nei soli mesi di marzo ed aprile. Nello stesso periodo, per la spedizione in Italia dei materiali ciel genio francesi (esistenti soprattutto nei depositi di "Fréjus, Digne, Marsiglia; Avignone - Le Pontet, Valence, Gap , e Grenoble Buttes") furono necessari (sempre nel periodo indicato) più dj 250 vagoni.544 Sempre secondo i dati dell'Intendenza, più importanti furono le spedizioni al deposito di Castel d' Annone (Caserta) di materiale di armamento aeronautico. Dal solo deposito di Lamanon (7 chilometri a nord di Salone una trentina a nord-ovest di Marsiglia) partirono , sino a giugno , non meno di dieci vagoni per settimana di "munizioni di caduta e

542 I primissimi viaggi di armi e munizioni, tratti dai depositi armistiziali, furono infatti destinati all'armamento "degli 8 btg. T.M.[Territoriali Mobili)" in corso cli costituzione a Ventimiglia e all'equipaggiamento dei reparti d' istruzione d'annata e dei battaglioni alp ini costieri in addestramento ad Albenga. Lettera comando 4" Armata 4227i0p. del 28 feb. 1943 («Rapporto d i situazione mensile periodo 20 gen. - 20 feb . 1943»). (AUSSME DS 4A I 127-64). 543 S i sa, per esempio, dell'invio a F irenze d i 4 pezzi da 75/34. ln effelti, ne i depositi non erano rimaste molte artiglierie, dopo l'invio in Italia cli quas i 700 pezzi nel settembre del 1940. 544 Intendenza 4" Armata, diario dei mesi di marzo ed aprile .

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di lancio". Nel periodo per il quale si dispone di dati più organici (marzo - aprile 1943), furono 75 i vagoni ulteriormente necessari per spedire materiale aeronautico. Fino alla fine di giugno volarono in Italia per il rinforzo della difesa aerea 120 aerei di vario tipo. 545

2. La preda bellica costituita da quadrupedi ed automezzi già appartenenti alle dotazioni militari francesi Furono però quadrupedi ed automezzi le proprietà nùlitari di gran lunga più ambite. Già nella relazione ciel 20 dicembre, l'Intendenza segnalava all'Annata di aver assunto il controllo, per mezzo della Direzione ippica e veterinaria e d'accordo con la DECSA, dei depositi che alloggiavano cavaJJi e muli. Il 28 la stessa Intendenza indirizzava al comando dell'Armata una relazione riguardante la raccolta dei quadrupedi . Nella relazione si legge che erano stati complessivamente esaminati quasi 1100 cavalli e poco più di 300 muli. Di questi, buona patte rimase in Francia per il completamento delle dotazioni delle varie unità e venne effettivamente distribuita tra le divisioni dell'Annata o tenuti in riserva. Dalla relazione mensile sulla situazione dell'Armata relativa al periodo compreso tra il 21 dicembre e il 20 gennaio, si rileva infatti che, nel periodo esaminato, erano stati "distribuiti ai corpi delle dipendenti G.U. 513 quadrupedi (283 muli e 236 cavalli)", saliti poi 547 alla fine del mese di dicembre, secondo un rappo1to dell'Intendenza. Alla fine di febbraio l'Annata segnalava allo SMRE che "con le distribuzioni effettuate nel mese precedente [eranolsono stati immessi finora nei reparti 1.668 quadrupedi del disciolto esercito di Transizione." Nel rappo1to ciel 4 marzo relativo ai quindici giorni prec~denti del mese di febbraio l'Intendenza segnalò che sino ad allora erano stati. recuperati quasi 1.800 cavalli e circa 500 muli.546

545 In una fase successiva (gi ugno e luglio 1943) l' organizzazione di recupero della R. Aeronautica inviò in patria materiali per quasi 800 carri ferroviari . In appendice. Per il materiale aeronautico i dati sono dell'Intendenza 4" Armata, interessata ai soli trasporti; diario dei giorni 20 e 3 1 dicembre (AUSS ME DS Intendenza 4A 11 27). I dati sui materiali aeronautici sono tratti da AUSSME, D-7 , carteggio ClAF, Raccolte 39-44). 54 6 (AUSSME, DS dell'Intendenza 4A, 11 26-41, 49 c 5l; 1327-3). Insieme ai quadrupedi venivano ritirate borse e chiodi per ferratura (quasi due tonnellate), ferri, tasche ed arnesi da cavallo, selle, e finimenti vari in numero cospicuo. I rapporti di situazione mensili riferiti nel testo si possono leggere in AUSSME, DS 4A, 1127-35 (20 dicembre 42 - 20 gennaio 43) e 1127-64 per il periodo (20 gen. - 20 feb. 43).

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Si può calcolare tuttavia che 500 o 600 quadrupedi furono destinati all'invio in patria. Un'entità pari al 30% dei quadrupedi di «preda bellica». La giustificazione cli questo atto, apparentemente non legata alla semplice appropriazione cli equipaggiamenti di. un 'armata dissolta, ma ad una vera e propria acquisizione di ben i di uno stato sotto occupazione, era sempre quella derivante dalla comunicazione Avarna: con l'esposizione delle sue coste alla possibile aggressione nemica, anche l'Italia concon-eva alla difesa dell'Europa ed anch'essa necessitava ciel concorso cli Vichy a tal fine. Questa destinazione mosse, come già osservato, le più vibrate proteste di Duplat e, ovviamente, l'ostilità e la ritrosia degli agricoltori cui, come si vedrà fra qualche riga, gli animali era stati ceduti, in parte e accortamente, ma illecitamente, all'atto dell'Armistizio e poi a seguito del disarmo. Dopo il primo periodo redditizio, il recupero degli animali iniziò infatti ad essere più laborioso. Dalla situazione raffigurata nel rapporto appena citato emergono infatti i primi problemi relativi al recupero degli animali ceduti agli agricoltori. Il governo francese, i comandi dell'ET e poi le stesse prefetture avevano autorizzatola cessione cli quadrupedi eccedenti le necessità delle truppe cli transizione per l'impiego agricolo, ancor prima dell' 11 novembre . Ma non era garantito che ciò non fosse avvenuto di nascosto anche più recentemente, nonostante che all'atto del disarmo le autorità francesi fossero state diffidate dall 'alienarli "neppure per usi civili" .547 Il rapporto di situazione ciel 20 febbraio evidenzia questa più incerta realtà: era noto solamente il numero dei quadrupedi (442) censiti dall'organo liquidatore della suddivisione di Grenoble, e dati in uso ad agricoltori dei quali si disponeva l'elenco. Tuttavia, in altre circoscrizioni, e segnatamente nel ten-itorio sotto controllo italiano della regione amministrativa cli Lione, le autorità prefettizie, al riparo della favorevole condizione cli estraneità territoriale , sì erano lìm itatè a sollecitare i vari organi liquidatori alla compi lazione di elenchi dai quali emergesse la situazione degli animali ceduti agl i agricoltori. Nel tentativo cli accelerare questa incombenza, il generale rappresentante ciel Comando Supremo a Vichy, ìl 18 febbraio 1943 interessò

547 Lettera 4A 9437/op. del 3 dic. 1942, cosiddetta delle «Norme», citata e riportata in appendice. AUSSME, L-13, 225.

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della questione il governo francese. La risposta , dopo dieci giorni, fu abilmente dilatoria. Vi si ricordava che le "Comm issions de Controle" chiedevano tempo per l'allestimento della li sta degli agricoltori in possesso di animali loro prestati dall'ET:

"En ce qui concerne l'état nominatif e/es agriculteurs détenteurs d'animaux provenant des Jormations dissoutes, son établissement demanclera sans doute quelques délais, étant donnée la désorganisation aménée dans /es servicesfrançais par la demobilisation brusqu.e imposèe à la Armée d'Armistice." Il governo francese si impegnava tuttavia a cedere i quadrupedi ritenuti necessari dal comando italiano, nel caso in cui detto comando stimasse tale bisogno "j mpericux pour la défence de la zone cotiére fran çaise ."548 Modo sottile per rimettere la questione nelle mani dei comandi italiani, dei quali peraltro i francesi dovevano conoscere la preoccupazione, data la sensibilità che presentava il provvedimento di sottrazione di animali all'agricoltura, come aveva segnalato anche il comando dell'Armata rilevando che la disposizione incidendo "direttamente su gli interessi privati", poteva causare "un ulteriore grave peggioramento [ ... ] della situazione nella Francia occupata dopo la dichiarazione del 27 dicembre." 549 Dallo scambio di vedute si può rilevare che, a Vichy, probabilmente non si discuteva la cessione dei quadrupedi dell' ET rintracciati nelle scuderie delle caserme. Ma per gli altri , ceduti o meno al. ' ul timo momento, il governo francese pareva prendere ogni contromisura nella percez ione che l'utilizzazione seppur per fini bellici degli animal i fosse una spoliazione indebita . Nel corso del mese di marzo 1943, ottenuta la lista degli agricoltori assegnatari di quadrupedi da lavoro provenienti dal disciolto ET, il comando cl' Armata poté tuttavia intavolare una trattativa col governo di Vichy sulla base del seguente compromesso: a patto della consegna

548 Leuera a firma del sottosegretario Bourragué n. 798/DN. SL del 27 feb. 1943 (AUSSME DS4A 12 18-11). ln appendice. 549 Lettera 4" Armata 461 del!' li gen. 1943 (A USSME DS SMRE 2079-59). Leuera citata e riportata in appendice.

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immediata dei quadrupedi ceduti ad agricoltori dopo 1'11 novembre, e della cessione a pagamento di ulteriori 4000 animali, la "parte italiana [ ... era] disposta a rinunciare al ritiro dei quadrupedi dell'ET consegnati agli agricoltori anteriormente all' 11 novembre." Per l'acquisto dei 4000 animali non pare esserci stato granché da discutere, anche se forse l 'lntendenza non giunse mai ad ottenere l'entità pattuita. Tuttavia, la trattativa per l'acquisto si intrecciò inevitabilmente con la questione del recupero degli animali della cosiddetta 2a categoria, quelli cioè distribuiti agli agricoltori dopo lo scioglimento cieli' ET. Infatti, nella fornitura a pagamento di 1.400 muli, quota parte dei 4mila in discuss.ione, il governo francese ne inserì una significativa al iquota di quelli militari di 2" categoria, i quali spettavano invece alla controparte per diritto di «preda bellica». Respinta la proposta dal generale Avarna, si addivenne ad un accordo più equo, in base al quale il lotto di fornitura fu formato da mille muli da acquistare presso privati a spese dell'Intendenza, ai quali furono aggiunti altri 400, "o militari di la categoria" [distribuiti cioè agli agricoltori prima cieli' I I novembre] o civili "acquistati a spese ciel governo francese [e ceduti] ali' Annata gratuitamente" .550 Fra i materiali di preda bellica avviati in Italia, il trasporto di autoveicoli e cli materiali connessi richiese, tra il marzo e l'aprile del 1943,

550

Nel mese di giugno la stessa Intendenza segnalò allo SMRE di aver proceduto all'acquisto di 560 muli e che nei giorni successivi sarebbero stati acquistati, dopo la visita di apposite commissioni, altri 700 quadrupedi dei quali oltre 1' 80% costituito da cavalli. Dell' esito dell'indagine sugli agricoltori detentori dei quadrupedi e delle trattative seguenti si ha notizia dalla Relazione CIAF n.41, (AUSSME, D-7, Carteggio CIAF). Dell'acquisto successivo degli animali si veda il diario storico dell'Intendenza della 4A (AUSSME DS Intendenza 4A 1327-54). I quadrupedi fw·ono la prima preda bellica, comunque non fu la più difficile da recuperare, per il fatto che.gli animali dovevano essere governati e pertanto, almeno quelli non ceduti agli agricoltori, furono più fac ilmente rintracciabili. La requisizione deg li animali cli preda bellica dell'ET non si protrasse conseguentemente oltre il mese di febbraio. A riprova di ciò, dal carteggio dell' ufficiale di collegamento con il comando Felber si ha la sensazione infatti che gift a febbraio si raschiasse il fondo del barile; il comando del XXII CA veniva infatti interessato al ritiro di soli 29 quadrupedi (12 cavalli). (2919 Rie ., Intendenza 4A in data 27 febbraio 43, AUSSME, L- I 3, car·l. 225). Non mancarono conseguentemente requisizioni indebite anche da parte delle commissioni appena ri.cordatc. Per esempio una cli queste commissioni ritirò dalla caserma cli Puget sur Argens alcun i quadrupedi a disposizione della 65" compagnia senegalese che eseguiva lavori a beneficio della Base tedesca di idrovolanti di St. Raphael. Gli animali furono ovviamente restituiti.(AUSSME, L- 13, cart. 225, carteggio dell'ufficiale di collegamento ciel XXII CA presso il comando Fel ber, 524 Cit.).

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736 can-i ferroviari, ammontare rile vante e secondo solo a quello re lativo alla spedizione del materiale di artiglieria (quasi 1000 carri).551 Cifre che danno la misura non solo dell' onere di queste attività , ove si consideri la penuria di materiale ferroviario e il fatto che le ferrovie francesi dipendevano d irettamente dall'organizzazione di occupazione tedesca. Esse sono anche indice di quanto a Roma si contasse su alcuni materiali e in particol are sugli automezzi che il Comando Supremo ordinò di far affluire tutti in Italia.552 Ma le carenze erano ovviamente più grav i presso i corpi d'a1mata e le division i e l'inadeguatezza degl i organici si rifletteva sulla stessa capacità di trasporto e sui compiti di recupero affidati a li.e grandi unità. Sicché progressivamente una parte minore degli autoveicoli fu ceduta per le esigenze proprie cieli ' Armata. In definitiva si può calcolare che almeno il l 0 % dei veicoli raccolti sino alla fine di febbrai o andò a reparti d i stanza in Francia o restò in Francia dopo le riparazioni. Nei documenti CIAF sono riportati anche dati di altri recuperi di automezzi, occasionali e di numero contenuto nelle decine. Non è noto se debbano essere conside rati a parte. Complessivamente potrà trattarsi di un centina io di veicoli di varia efficienza.55 3

551 Tra marzo e aprile 1943 (purtroppo si tratta dell ' unico dato completo, e lenco in appendice) furono avviati in Italia più di 2300 vagoni di material e da parte della sola Intendenza. AUSSME, DS dell' In tendenza 4A, 1126-48 e 1327-3. Come detto, i dat i sui materiali aeronautici sono tratti da AUSSME, D-7 , carteggio CJAF, Raccolte 43 e 44). 552 In una relazione della Presidenza della C IAF, la n. 39 ( 16 gennaio - l 5 febbra io 1943), così ci si esprimeva a riguardo degli automezzi: "li Comando Supremo ha disposto che tutti gli automezzi che hanno appartenuto all'E. T. francese o esistenti nei depos iti armistiziali. siano inviati in ftalia". Secondo i dati dell,1 CIAF, l'ET disponeva di 2930 automezz i. (AUSSME; D-7 , Carteggio C IAF, Raccolta 53) . L' obbligo di spedire tutti gli autoveicoli in Italia , comunque, poté essere rispettato solo parzialmente perché anche alcuni reparti trasporto d'Intendenza erano del tutto privi di autoveicoli (come lo stesso LVI (56°) autogruppo pesante d'A rmata). Fu autorizzata anche la cessione di una decina di camion Renault, Panharcl e Citroen (oltre che di qualche motocic letta e motocarrozzetta Terrot) al 178° autorepart.o d'Intendenza in rinforzo al X XII CA. (AUSSME, L-13 , 225,265 Cit). L' Intendenza, nella citata re laziune dei primi giorni cli marw, dichi arò che 4 7 automezzi erano stati assegnati direttamente ad "enti dell ' Armata". 553 In ogni caso, per quanto ha tratto agli autoveicoli di preda bellica. l'Intendenza fu sollecita: al 30 dicembre ne erano stati esaminati 2024 presso i vari depositi d 'armist.izio e 272 ne i siti di di sarmo " provenienti dal disarmo clell'ET'' , questi ultimi quasi tlltti in buone condizioni. Complessi vamente in questa fase , apparentemente la più frnttuosa, l' Intendenza segnalò di aver recuperato si no al 28 febbraio 2489 automezzi. Mancano purtroppo dati complessivi per il periodo successivo, assenza che perahro potrebbe essere posta in relazione con l'esaurimento dei veicoli o quanto meno cli quelli presenti nei depositi più riccamente dotati. (AUSSM E, Diario storico dell"Intendenza 4A 11 27-48).

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Un contributo ulteriore in termini di autoveicoli fu tuttavia offerto successivamente dai depositi dell 'Armée de l' Air; nel giugno ciel 1943 gli automezzi recuperati dai Nuclei della R. Aeronautica con tali operazioni ammontarono a 1745, dei quali più quasi 1500 furono inviati in Italia in parte presso depositi della Regia Aeronautica, ed in parte per le esigenze del R. Esercito .554 Merita registrme che la massa degli autoveicoli proveniva dai depositi d'armistizio , anche da quelli dislocati nella zona tatticamente tedesca delle Bocche del Rodano. Il timore della perdita di quanto loro competeva, dovette essere infatti così assillante per gli italiani che, mentre nei primissimi giorni successivi alla direttiva di Mussolini, il criterio seguito fu quello di conferire priorità ai recuperi dai depositi siti nel territorio della 4a Armata , al di qua della linea di demarcazione; alla fine dell'anno (dieci giorni dopo) la priorità fu ribaltata a favore dell'altra zona. Si decise di procedere al ritiro dai depositi di Marsiglia, Miramas ed Avignone, di quasi 800 autoveicoli, fra i quali molti cli tipo speciale, che furono sollecitamente trasferiti in Italia.555 Anche sotto questa prospettiva, la raccolta degli automezzi francesi rappresenta, meglio di altri materiai i, il rilievo che questo tipo di preda bellica ebbe per le necessità italiane, a causa delle carenze di tali materiali di cui soffriva la nazione. Ma anche per il fatto che , come per i quadrupedi, queste prese cli possesso, operate nei noti depositi cli competenza italiana , poterono avvenire senza

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(AUSSME, D-7 , Carteggio CIAF, Raccolta 43). Nel comples~o, l'efficienza dei "veicoli automobili" non era molto elevata. Gran parte degli automezzi, doveva essere sotloposta a riparazioni importanti; almeno in questa prima fase, solo 600 poterono raggiungere senza interventi cli riparazione i parchi automobilistici metropolitani per il successivo impiego. Solo una parte, pari al 10% del totale degli automezzi, avrebbe potuto essere riparato in posto ricorrendo alle lavorazioni c ivili , a patto che fossero giunte "a buon fine le trattative[ ... ] per ottenere da parte delle autorità competenti francesi la fornitura della serie di parti di ricambio necessarie". Quanto ai rimanenti, a parte i circa 600 inviati in patria, gli a.Itri dovevano essere sottoposti a grandi riparazioni presso l' organizzazione logistica metropolitana, essendo gli stessi in "pessime condizioni". AUSSIVIE, Diario storico dell' Intendenza 4A, lettera n. 8900/SM rispettivamente in data 30 dicembre, 1127-48) . 555 AUSSME DS Intendenza 4A, lettere 773 1/SM. e 8900/SM rispellivamente in data 20 e 30 dicembre, I I 27-4 1 e 48.

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che i tedeschi ne discutessero la valid ità in corri spondenza del famoso triangolo delle Bocche del Rodano. Piuttosto qualche controversia sorse in questa zona, ma anche in a ltre , poiché i tedeschi, senza con sultarsi con le autorità italiane, avevano restituito ai legittimi proprietari g li automezzi requisiti dall'ET sulla base delle segnalazioni delle prefetture, attraverso le quali i comandi francesi avevano procedu to alla requi s izione. Si poteva discutere sulla opportunità dell'atto e anche su ll 'effettivo diritto italiano su qu egli automezzi. Da un lato, infatti , se considerati statali, pur rientrando infatti nel materiale che poteva essere stato impiegato contro le armate italiane nel giugno del 1940, risalivano - stricto iure - ad una proprietà di versa da quella dell 'ET (o delle Forze armate frances i), anche se fosse stato da questi impiegato; e dunque non rientravano fra i beni «m ilitari» e non potev ano essere <<confiscati» come gli a ltri. Dall'altro, se considerati di propri età privata, la legislazio ne italiana di g uerra prevedeva , per detti beni, la «requisizione», dietro immediata ricompensa , o la «utili zzazione» con accordo tra le parti rinviato alla stipulaz io ne ciel trattato di pace, poiché materiali ascrivibili a que lli "atti a scopi di guerra" . La questione, come si vedrà nel prosieguo della trattazione, risiedeva proprio nella diversa attitudine dei due alleati d i fronte all'acqui siz ione d i beni esistenti ne llo stato occupato di proprietà diversa eia quella delle Forze armate francesi. In particolare, i tedeschi tendevano a riconoscere il diritto al rimborso anche per le proprietà Slatali france si. Insomma , si trattava di risarcimento e da parte italiana si cercava di evitare un simile riconoscimento, forse più per princip io che per o nere di spesa. A parte ciò, tuttavia, l'aspetto che più turbava i responsabili italiani era che il provved imento tedesco era stato attuato nel territorio di pertinenza armistiziale italiana, e c iò non solo costituiva un gesto di prevaricazione, ma probabil mente contribuiva ad alimentare nei Francesi, la fidu cia nella possibilità cl.i trarre qualche vantaggio dal diverso comportamento degli occupanti . Tanto più che, un po ' per la minore esosi tà, ed in parte per un diritto meglio riconosc ibile, autorità francesi e tedesche erano g iunte ad accord i che consentivano a queste u Itime s ia cli appropriarsi, sia di trattare acqui sti di automezzi, anche nella zona che, occupata militarmente dalle truppe di Felber, era sempre sotto controllo italiano. Questa situaz ione s.i confaceva anche agli interessi cli Vichy, le cui autorità pote341


rono ottenere una parte di a utoveicoli probabilmente scartati dai teclesch i.556 In marzo, come si sa, la necessità di disciplinare le facoltà di acquisto e di requisizione nel settore italiano condusse i comandi supremi dell' Asse a concordare che tal i possibilità fossero ripartite tra loro secondo «zone cli influenza» che avrebbero dovuto seguire la linea del Rodano , ma che in realtà seguirono sempre più quella di demarcazione tattica. In talune occasioni, per la verità, almeno sino all'intervento clell'Ob.W. dei primi giorni del marzo del 1943 , certe appropriazioni tedesche, pur indebite, riguardarono depositi di armistizio o di disarmo apparentemente meno controllati; e in particolare alcune acquisizioni di automezzi furono giustificate da parte tedesca, con la necessità cli sottrarre quei veicoli ad impossessamenti abusivi. Tali provvedimenti furono non del tutto ingiustificati, intanto perché gli automezzi francesi d'impiego militare erano di appartenenza incerta e spesso, pur sembrando abbandonati al momento dello scioglimento dell'ET, erano in realtà utilizzati clandestinamente. Dopo il disarmo , per esempio, molti autoveicoli utilizzati dall'ET non erano stati ricondotti nei depositi d'armistizio dai quali provenivano , né erano stati consegnati nei depositi di disarmo allestiti per tale scopo. All'atto del suo scioglimento, una buona misura dei veicoli dell 'ET era stata addirittura abbandonata in territorio italiano da reparti di divisioni militari francesi d'oltre Rodano. Altri, in carico a reparti delle divisioni sotto controllo italiano, si trovavano in riparazione in zona armistiziale tedesca. Pur appartenendo questi ultimi per competenza d'armistizio agli italiani, non era facile individuarne la conseguente spettanza. Per non citare infine quelli direttamente sottratti al

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Secondo l'Intendente dell'annata italiana, infatti , alla fine di dicembre risultava che un certo numero di veicoli erano "passati in mano tedesca o distri buiti alla popolazione civile". (AUSSME DS Intendenza 4A 8900/SM. 30 dic. 1942 1127-48) . Non è nota la conclusione della questione, tuttavia, considerati i trasporti effettuati verso l' Ilal ia nei mesi successivi, si deve ritenere che gli Ital iani riebbero guanto di pertinenza. Vi è da osservare che anche la CIAF, in cambio dei trasporti navali francesi di autocarri italiani per il fronte africano, attraverso porti francesi in madrepatri a e in Tunisia, (trasporli Gamma, accordi stabiliti il 3 febbraio 1942) aveva concesso alle autorità di Vichy lo sbloccamento di 2 automezzi nel territorio metropoli tano, da impiegare per uso civile, per ogni autocarro italiano trasportato in Africa con navi fra ncesi. AUSSME D7 , Carteggio CIAF, Raccolta n .32, Relazione n. 27 (16 gen. - 15 feb.1942), Questioni generali, pag. 2 .

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recupero da parte delle nascenti organizzazioni clandesline. Secondo una relazione del Segretario generale della CTAF, l'ex deuxième Bureau francese (organo per le informazioni e la sicurezza del disciolto Stato Maggiore Generale francese), dopo l'occupazione tedesca conseguente all 'armistizio, aveva "occultato migliaia di autocarri consegnandoli a ditte private nella zon a libera" .557 Se i tedesch i soprattutto erano preoccupati per possibili occultamenti francesi , il timore italiano si concentrava sulla poss.ibililà che l'alleato potesse addurre questo pretesto per approfittare di dimenticanze o ritardi italian i. Va rilevato tuttavia che spesso si trattò cl i questioni di modesta entità. Ponendo questo fatto in relaz ione con le date dei rilievi italiani, si deve infatti ritenere che g ià a metà del febbraio del 1943, l' Intendenza avesse proceduto al prelievo della massa degli autoveicoli francesi spettanti all 'Italia.558 Probabilme nte però da parte italiana si intendeva privare l'alleato di ogni pretesto o circostanza giustificativa. Le circostanze riferite indicano anche che, a seguito del disarmo, material i e mezzi non ricevettero eia parte francese un controllo efficace; ovvero che g li organ.i della Dissolution furono reticenti nel segnalare le consistenze. Ciò sembra g iustificare il procedimento tedesco inteso a co in volgere la responsabilità delle stesse autorità imponendo loro la dichiarazioni su entità e dislocazione dei materiali di armistizio e di disarmo. Fatto che la parte italiana riteneva una ingerenza inammissibile. Dal quadro tracciato, si arguiscono infine anche altre conferme, quali la diffidenza italiana nei confronti dei tedeschi e l'ostinato accertamento delle pertinenze; ma si evidenzia anche che l' irragionevole insistenza per ottenere risultati meno che modesti, prova che già verso la fine dell'apri le del 1943 si Slesse raschiando il fo ndo del barile.

557 Rel az.ione del segretario generale de lla C IAF. generale Ge lich , indirizzata al Comando Supre mo e alle armare operanti (n. 49569,dell'S dicembre 1942 AUSSM E, D7, Carteggio CIAF, Raccolta 56). Della funzione clandestina dei garage si è già parlato. 558 Tra la fine d i dicembre e la metà d i febbraio 1943. l' Intendcnza 4° Armata segnalò di aver ritirato 2042 automezzi; nei quindici giorni successivi di febbraio ne ritirò allri 447 . Per il periodo uncora successivo manc..1110 dati precisi; tuttav ia, le Re lazioni CIAF 40, 4 1 e 42 ( 16 fcb. - 3 1 mag. 1943) citano ulteri ori invii benché occasionali od imprecisati. Nella Relazione n.40 (16 feb. - 15 mar.) si scrive: "continuati regolarmente gli invii in Italia o la cessione alla 4• Annata dei material i dei depositi di disarmo". Come dianz i ri cordato, proprio a partire da metà marzo andarono crescendo i ritiri di automezzi eia parte dei Nucle i aeronauti ci.

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B. L'acquisizione dei materiali di carattere industriale: validità della legge italiana di guerra nei confronti di acquisizioni di beni pubblici e di proprietà private francesi alla luce della «autolimitazione dei poteri di occupazione» autonomamente stabilita da parte italiana - Il comportamento dei 1èdeschi - L'inte1pretazione e le discussioni con i Tedeschi a riguardo della possibilità di confisca dei prodotti delle industrie belliche sotto controllo - Lo sfruttamento delle potenzialità industriali francesi - Gli incontri di Monaco e di Parigi e l'atteggiamento tedesco I vertici italiani, sul volgere dell'anno, paiono combattuti tra la direttiva impaitita da Mussolini ("incameramento di tutte le sco11e di materie prime") , e le difficoltà che riferivano la autorità cli occupazione in Francia. Il contenzioso franco-italiano si arrovellò intorno ad un principio tutto sommato formale per entrambi i contendenti: gli italiani pretendevano di farla da vincitori e Vichy a sua volta, esigeva dì essere considerato governo cli uno stato sovrano. Nonostante lo scetticismo italiano, ciò giustificava il persistere del governo di Vichy nel suo atteggiamento di non considerarsi un paese vinto e di respingere il principio cui si appellava la parte italiana cli esercitare i poteri cli occupazione senza tener conto della situazione e della conseguente necessità di accordi su ogni materia che riguardasse al presenza italiana in Francia, armistiziale o extra-armistiziale che fosse. Tanto più che l'Ob .W., pur effettivo padrone della situazione, non si esimeva addirittura dal pagamento di un' indennità per l'acquisizione, concordata con le autorità francesi, degli armamenti conservati nei depositi d'armistizio, i quali erano ritenuti , in base alla Convenzione, di proprietà dello stato francese. Ed effettivamente, mentre da parte italiana si intendeva trattare le proprietà francesi in base alla «Legge di guerra» ed alle «Istruzioni per i territori occupati», in altre parole, come se si fosse trattato dell'occupaziòne della Grecia o della Croazia, il comportamento delle autorità tedesche cli occupazione in Francia si ispirava al più completo rispetto formale della giurisdiz ione d'armistizio e a quello della sovranità francese. In gennaio, per esempio, il comando d'Armata aveva ricevuto dall'Ob.W. direttive che non rispecchiavano, come rilevò il generale Vercellino, "gli amplissimi poteri [che] le vigenti disposizioni contenute nelle «Istruzioni per i territori occupati>>" fornivano in tema di "occupazione o sgomberi[ ... ] o requisizioni di immobili" ed in generale circa le "manomissioni di proprietà pubbliche e private per l'esecuzione dei 344


lavori di difesa" . Talché il comandante dell'Armata suggeriva ai suoi superiori l'opportunità di "non applicare provvedimenti in contrasto con quelli germanici, specie per quanto riguarda danni arrecati alla proprietà privata, per non incorrere in accuse di minore umanità".559 11 comando della 4" A nnata, per la verità, si era persuaso presto del fatto che la realtà francese non era quella che ci si attendeva, probabilmente anche prima della dichiarazione di «autolimitazione dei poteri» . Non essendo possibile né prevista, neanche da questo strumento giuridko, l'assunzione dei poteri diretti di occupazione - sulla qual formula ci si era invece orientati negli studi precedenti - alle truppe era preclusa la possibilità di imporre una volontà diversa da quella delle autorità fran cesi . Ne derivò che, a parte gli acquisti, anch'essi comunque regolati da leggi autonome del paese occupato, non era possibile alcuna acquisizione , a meno di usare la forza, evocando i diritti cli potenza occupante.

1. L'istituzione del.l'14ficio Economia di guerra presso l'intendenza della 4" Armata Ma a Roma su i materiali bellici d'importanza econom ica , si volle emulare l'organizzazione dell'alleato in Francia, nell'intesa cli poter attingere a materiali o prodotti di particolare interesse sul piano dell'economia bellica, mediante le varie forme di acquisizione (dall'acquisto alla confisca) contemplate dalla Legge di guerra italiana. Procedendo pertanto su questa linea, nei primi giorni del 1943 il Comando Supremo decise l'istituzione presso l'Intendenza della 4" Armata di un uffici?

559 li generale Vercell ino segnalò allo SMRE le direttive ricevute dal comanda nte superiore dell'Ovest, con lettera 492/P. I, 28 gennaio 1943. In appendice. Si apprende dalla stessa lettera del comandan te dell 'Armata che la direttiva dell'Ob.W. era contenuta nel foglio QU 1 Br. B. n.5343 in data 11 gennaio; il documento, sebbene risulti inviato in copia allo SMRE non è stato rintracciato (AUSSME DS 4A 1127-54).11 generale Vercellino, contrariamente a quanto previsto dalle «Istruzioni per i territori occupati», propose di procedere al risarcimento della proprietà privata, sia per le requisizioni e l'uso di beni, sia in presenza di danneggiamenti e di escludere dal risarcimento per requisizioni ed uso cli beni le sole amministrazioni pubbliche francesi. Lo SMRE approvò le proposte del generale Vercellino con lettera 296226 in data I 2 febbraio (AUSSME DS 4A 11 27-55) . Le disposizioni in vigore rinviavano invece il pagamento di eventuali indennità alla conclusione della pace ovvero non lo ammettevano nei casi in cui i danni arrecati fossero conseguenti a necessità di caraltere operativo .

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Economia di gue1Ta, analogo a quello tedesco esistente a Parigi (Wirtschaftstab), ed a quello esistente .in altri territori occupati. Compito dell'organismo era quello di individuare le risorse esistenti nel "territorio in cui opera la rispettiva G.U.[grande unità]" ed utili all'economia italiana, assicurandone la "acquisizione massima ed immediata" .560 Ali 'ufficio Economia di guerra furono man mano attribuiti compiti crescenti: dagli acquisti di materiali di rafforzamento a quelli di generi di sussistenza; gli furono assegnati mandati d 'acquisto di materie prime e di metalli pregiati. L'unico vincolo sembra essere stato quello della destinazione di tali materiali all 'impiego presso stabilimenti nùlitari od organi militari italiani. Grazie all'opera dell'ufficio, nel corso del gennaio 1943, l' Intendenza acquistò ed avviò in Italia, destinati appunto ad officine e depositi militari italiani, materiali metallici per un valore cli più cli 3 milioni e mezzo di franchi francesi , utilizzando presunùbilmente le assegnazioni che provenivano dalle spese di occupazione che il governo cli Vichy iniziò a pagare a seguito degli accordi Giannini - Montamal, siglati il 20 gennaio I 943 .561 L'inevitabile opposizione francese si manifestò particolarmente inflessibile in questa materia. Il governo di Vichy difese con ogni forza la proprietà pubblica o privata dei materiali e dei prodotti bellic.i da cui dipendeva la sua stessa economia. Ne discese che le difficoltà dell' uffi-

560 La lettera di SMRE - Ordinamento che, in data 3 gennaio 1943, istituiva anche

presso la 4" Armata l' ufficio Economia d.i guerra, reca il. n.0056390/2 e si può leggere in AUSSME, M-7, al n. 795 . L' ufficio Economia di guerra era stato istituito nel maggio del 1942, in base al dispaccio ciel m inistero della Guerra in <lata 27 aprile 1942 (n. 0635007/7, AUSSME, M-7, 786), presso tutti i Comandi Superiori Forze A.rrnatc e presso i comandi di annata autonoma (2" e CSIR). L' istituzione cli questi organismi traeva fondamento legislativo nelle disposizioni emanate dal Ministero della Guemt (n. 782/B) in data 21 agosto 1931. (lbi<lcm). Gli uffici Economia di guerra operavano al le dipendenze tecn iche ciel Comando Supremo. Compiti dell'ufficio in append ice. 561 L'ammontare complessivo delle sonune erogate mensilmente dal governo cli Vichy per le spese dell 'occupazione italiana in base all'accordo era di 500 milioni cli franchi francesi. Secondo Perona, la 4• Armata aveva ricevuto JOO milioni di franchi francesi già in gennaio: ricevé poi altri 287 mi lioni di franchi in febbraio, 250 in marzo, 310 in aprile, 370 in maggio, 4 10 in giugno, 380 in luglio . L' Autore cita fonti <lei l\llinistero della Produzione bellica reperiti presso I'1WN1, (FD 2057/44-F l7). G. Perona, Aspetri economici dell'occupazione italiana in Francia (novem.bre 1942 - settembre 1943), in 8 settembre, lo sfacelo della IV Armata, Istituto storico della Resistenza in Piemonte» , Book Store, Torino, 1979). Dei materiali m.etaUici acquistati dall'Intendenza 4° Armata, tratta la lettera 1815/GE del 9 febbraio 1943 (AUSSME DS Intendenza 4A 1127-46) . In appendice. fl testo non riferisce né località della transazione, presumibilmente conclusa con l'industria privata, e che riguardava un paio cli tonnellate cli prodotti metallurgici pregiati (acciaio speciale, ferro al tungsteno, rottami di bronzo ed ottone) ed una quantità analoga di resine e di gonuna, avviati tutti ad enti riparatori ciel R. Esercito.

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cio, già evidenti alla sua costituzio ne, furon o ulte riormente conferm ate dall'Intendente d ' armata . Questi sottolineò, in una lettera del success ivo 14 marzo indirizzata al comando della 4n Armata, come le attribuzioni del dipendente ufficio Econom ia cli guerra fossero «irrealizzabili», motivando il suo punto di vista con la constatazione che il campo d i applicazione della norma non corrispondeva a:

"quello della Francia da noi presidiata, ove è in atfo la sovranità francese e tutta un'organizzazione statale e regionale alla quale non è possibile sovrapporsi se non nei limiti di ben definite necessità contingenti per le quali può essere provveduto da questa intendenza con i propri normali organi direttivi ed esecutivi." Realtà che limitava le attività svolte cl all ' uffic.io a modeste "operazio ni d'acquisto ed alla risol uzione di qualche contesto valutario" che non erano commisurate" alle possibil ità potenziali dell ' Ufficio stesso". L'attività maggiore - que lla ciel recupero delle risorse utilizzabili in patria su lla base delle indicazion i del Sottosegre tariato alle Fabbricazioni d i gueITa (Fabbriguen-a) - era in pratica impedita, a meno cli gravi moti vi cli tensione col governo francese, sia dalle note ragioni cli carattere giuridico inerenti la legittimità dell 'eserciz io da parte italiana del diritto di occupazione; sia dall ' evidente interesse francese per i già scarsi materiali strategici disponibili. S ia, infine, dall'avvers ione tedesca ali 'applicazione della leg islazione italiana di guerra, anche nella veste edulcorata costituita dal contenuto del la circolare redatta dal ministero della Guen-a (n.2192, in data 2 marzo 1943) .562 11 comandante dell a 4a Armata, a sua volta, scrisse a Roma ribadendo guanto aveva già fatto presente con una lettera del gennaio , e cioè che :

562 Lettcni de ll' Intendcnl.c 4568/SM del 14 marzo 1943 . (AUSSME DS Intendenza 4A 1327- 15). La lettera precedente, quel la del 22 gen naio 1943 (4 12/P), non è slata reperita, ma il comando dell'Annata ne fa riferimento in quella del 14 marzo, appena ricordata. Più o meno nello stesso periodo, il Ministero della Guerra emanò una direttiva, la 2192, in data 2 mar,:o 1943 (AUSSME DS 4A 12 18-9), che rivedeva i principi di applicazione della legislaz ione italiana in materia di esercizio dei dirilli di occupazione, adeguandoli alla realtà francese. La nuova normativa traeva spunto proprio dal la considerazione che «le autorità italiane non [avevano] assunto. nel terri torio di cui si traua. i poteri civili». Conseguentemente esse avrebbero dovuto «astenersi da atti d i imperio» ne i confronti de lle autorità francesi, se non nei casi di necessità . TI lesto delle nuove «Istruzioni » è riportato in appendice.

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"se si volevano avere possibilità concrete di risultati nei compiti, assai ampi ed ardui, attribuiti all'Uffìcio Economia di guerra, occorreva mettere a disposizione dell'Armata gli organismi che già operavano in analogo campo alle dipendenze della CTAF", ed in pa1ticolare la Sottocommissione armamenti. Convinto invece delI'oppo1tunità che " il comando dell'armata [dovesse essere disimpegnato] da tale incombenza", chiedeva la soppressione dell'ufficio in questione.563 In considerazione d i tale realtà, e nell'auspicio di uno sbocco armistiziale della questione dei materiali bellici estranei alle dotazione dell'ET, il Comando Supremo, che stava tentando nello stesso periodo una difficile separazione dei compiti del!' Armata e della CIAF, fu difatti indotto a restituire alla CIAF il controllo delle "industrie belliche e cle]i combustibil i liquidi attraverso la Sottocommissione Armamenti" .564 L'efficacia dell'opera dell'ufficio Economia cli gue1Ta risultò Luttavia ostacolata anche dal!' inceitezza del procedere iniziale. Difatti, attratti dal miraggio della preda facile, sin dai primi giorni del dicembre 1942 una pletora di organismi italiani si industriò di acquisire materiali cli importanza strategica (materie prime, prodotti chinùci, rottami ecc.). Si trattava, soprattutto, di emissari del Sottosegretariato per la Fabbricazioni di guerra (FabbriguetTa), e di altri enti italiani a carattere economico-industriale, cosiddetti «enti accentratori», dei quali si parlerà fra poco. Un ce1to grado di indipendenza, di spregiudicatezza e l'assenza cli un coord inamento efficace, si accompagnavano alla crescente disponibilità di denaro francese ,

r

563 Questa decisione dovette realmente essere presa nell'intento di alleggerire le competenze dell' Armata , e di riordinare un comparto che era stato disarticolato a seguito della separazione orizzontale dei suoi organi, dato che, come si ricorderà, la Sottocommissione armamenti era rimasta alle dipendenze della presidenza CIAF, mentre le sue Delegazioni cli controllo del le industrie belliche (CIB) e dei carburanti liquidi (CCL) erano passate all'Armata. 564 La decisione fu assunta nel quadro della nota ripartizione dei compiti armistiziali ed extra-armistiziali tra i comandi di occupazione e la CIAF. La decisione cli affidare nuovamente alla ClAF I.e Delegazioni CIB e CCL (l'ufficio cli collegamen to col Ministero per la produzione dal precedente febbraio era alle dipendenze della Sottocommissione armamenti) fu presa nella nota riun ione tenutasi presso il Comando Supremo 1'8 marzo I 943. La lettera del comandante dell'Armata, n. 2252/AV, in data 20 marzo I 943 è in AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Racco lta 55-8. La lettera de l Comando Supremo, n. 3779/EG, in data 30 marzo I 943 è in A USSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 44, 1-B, ma anche in AUSSME DS 4A 1218-61. Emrambe le lettere sono riportate in appendice.

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fatto che li induceva a procurarsi quanto cercato a qualsiasi prezzo, producendo inevitabili contrasti con l'attività dell 'ufficio Economia di guerra dell 'Intendenza, oltre che una deleteria competizione. Talvolta questa si manifestò anche fra loro stessi, come rilevò, in un intervento addirittura posteriore all 'epoca trattata, il ministro per gli Scambi e le Valute, Oreste Bonomi . Non dovettero inoltre difettare in Francia, auspici certi emissari sollo copertura, alcuni equivoci personaggi incaricati di recuperare materiali pregiati , in analogia con il noto prosperare d i si mili enti tedeschi che esercitavano il contrabbando sin dal 1940.565 Né probabilmente mancarono episod i rinnovati di una pratica nazionale già sperimentata altrove e volta a realizzare prede personali, che conferivano poi nella vasta capac ità cli raccolta real izzata in Italia mediante sped izioni ind ividuali o mediante la raccolta nell'ambito dell ' Armata ed il successivo invio in patria.566

565 Le svariate iniziative condotte se117.a gran coordinamento dagli enti italiani provocarono non solo l' innalzamento dei prezzi d'acquisto, ma anche reciproche distrazioni di materiali. Nella riunione di cui si parla (30 marLO 1943), tenutasi alla presenza di Mussolini, il mini~tro Bonomi rivelò il numero eccessivo degli avent i causa , i qu ali I lavoravano] ciascuna del proprio limitato settore [ ... )" , ed ai quali si affiancavano le "legazioni economiche presso le Grandi Unità nei territori occu pati", ed i, si trovavano .. ben nove enti che [svolgevano] attività economica" esistenti presso la C IAF. Dichiarò inoltre che gli «enti accentratori» (cioè organismi costituiti per raccogliere materiali di «critica» disponibilità in Italia . come ad esempio, l'Ente na7.ionale italiano distribuzione rottam i, ENDlROT) erano stati «costituiti nelle forme più svariate», e che successivi tentativi di ri med iare alla loro affrenata costituzione avevano dato luogo, almeno in un caso, a «contrasti tra ministeri». Diario storico del Comando Supremo, voi. IX, ( I. l.1943-30.4.1943), Tomo II . Allegati; Doc. n. 96, pag . 284; SMt::, Ufficio Storico, 2002. Il disordine nelle acquisizioni mostrò di compromettere il ri fornimento da parte de l governo francese di materiali di raffor7.a111ento (legnnmc da opera, ferro e cemento) per l'annata di occupazione. 566 In Russia . per esempio, ·'le Autorità militari italiane L. .. avevano I organizzmo il recupero e la spedizione clandestina dei materiali pregiati''. sembra a mezzo di rimesse individuali presso le famiglie in Italia. le quali poi conferivano il materiale spedito ad organismi locali. La cosa era poi stata scoperta dai tedeschi, con conseguenze ignote . Ministero de ll'Aeronautica, le nera 85429. in data 20 ouobre 1942; A USSME. M-3. R. 10. In Francia questo sistema poteva essere avvantaggiato dal fatto che le truppe italiane presidiavano un territorio soggetto alla gi urisdizione italiana di controllo, territorio che non solo era separato da quello tedesco in base ad un trattato, ma con proprie retrovie direttamente connesse col territorio naz ionale . In ogni caso , a lla fine ciel 1941 il Comando Supremo aveva diramato un a lettera con la quale si concedevano la franchigia doganale per le merci o i generi " introdotti in Italia dai militari italiani proveni en ti da reparti operanti dislocati alrcstcro, faci litazione che si aggiungeva a que lla già accordata per le spedi zioni analoghe a mezzo pacco postale. (Lettera n. 3230/B-2-C/ E-G [Eco nomia di guerra] in data 28 dicembre 1941, AUSS ME M-7, 408, Cart.l).

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Fatto sta che l'ufficio Economia di guerra, pur non disciolto, fu progressivamente incaricato di funzio ni margi nali fra le quali emerse, sino alla fine dell'occupazione, la ricerca di moneta forte, di metalli preziosi, ecc.567

2 . La successiva opera di recupero a vantaggio dell'economia italiana. Le tesi opposte degli alleati dell 'Asse Le aspettative italiane di una rilevante preda bellica da trarre dal paese occupato, venivano alimentate dalle necessità prodotte dalla grave crisi italiana, che, sul piano economico-produttivo, riguardava sia le fonti di energia, sia le materie prime: in pratica l'intera produzione bellica, la quale negli ultimi mesi si era accentuata drammaticamente. Il 29 dicembre 1942 il capo di SMG, Cavallero, ebbe un colloquio con il Duce al quale illustrò "la scarsa produzione del settembre, ottobre, novembre [quale] conseguenza della deficienza di energia elettrica e di carbone", alle cui carenze verso la fine del 1942 si sommarono i gravi danni conseguenti ai bombardamenti alleati che iniziarono a colpire i centri industriali del nord .568

567 In appendice una tabella delle più importanti transazioni di monete preziose e di metalli pregiati perfezionate dall'Ufficio Economia di guerra cieli' Armata (dati di maggio e iiugno 1943) . 56 Diario storico del Comando Supremo , Voi. Vlll, (1.9.1942-31.12.1942), giorno 29 dicembre, pag.l I 81; SME, Ufficio Storico, I 999. Alla fine del gennaio I 943, il generale Favagrossa, Sottosegretario alle fabbricazioni di guerra (Fabbriguerra) denunciava una grave crisi di materie prime e di prodotti metallurgici di base (rame, alluminio). Verbali delle riunioni ... cit., Riunione del giorno 27 gennaio 1943, all.6, pagg. 18-22; SME, Ufficio Storico, 1990. ln quella sede Favagrossa sostenne che il diritto d'occupazione, avrebbe permesso l'acquisizione o anche l'acquisto in Francia di quelle materie prime o di quei materiali strategici che difettavano in Italia e le cui carenze, "anche se li mitate in numero e qualità I.,] [impedivano di] ultimare i manufatti nei quali esse [entravano] sia pure per piccole percentuali." C. Favagrossa, Perché perdemmo la guerra, Rizzo li, Milano, I946. Occorre peraltro ri.c ordare che il calo della produzione dipendeva anche dalla carenza di personale. Il numero degli esonerati dal servizio militare per esigenze della produzione raggiungeva l' entità di un milione su otto o nove milioni cli chiamati alle anni . Il numero relativamente contenuto del le esenzioni, non ne consentiva un ulteriore riduzione senza provocare una crisi irreparabile nella produzione. Secondo alcuni, tale insufficienza era in parte conseguente alla mancata mobilitazione generale. In materia s i veda: A. Curami, L'industria bellica prima del/'8 settembre in Italia in guerra - il quarto anno, Commissione italiana di storia militare. Roma 1994, pag. 320. E Fort1inato Minnili, Aspetli organizzativi del controllo della produzione bellica in Italia, Estratto dalla Rivista <<CLIÒ>> An no XIII - N .4 - Ottobre I 977.

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li conseguimento degli scopi auspicati trovava tuttavia non solo l'ostilità del governo cli Vichy, ma anche l'opposizione tedesca alla generalizzazione della preda bellica, ed in particolare ai comparti estranei alle dotazioni direttamente provenienti dalle Forze armate francesi disciolte ed in particolare ai cosiddetti semilavorati, per i quali l'Ob.W vietava ogni requisizione. Gli accordi stabiliti tra i comandi supremi il 3 marzo I943, rimuovevano bensì uno dei problemi la cui soluzione premeva ai comandi italiani, quello della certezza del diritto sulle pertinenze d'armistizio, in tutta la zona compresa tra la linea tattica e quella ciel Rodano ivi compresa la zona di Marsiglia e quella del noto triangolo geografico delle Bocche ciel Rodano. Ma non intervenivano invece nell'altra questione (extra-armistiziale) riguardante la cosiddetta «zona di influenza», ove rispettivamente si esplicava il prevalente interesse dei due alleati in Francia, ai fini dello sfruttamento delle risorse francesi. In una lettera indirizzata dal comando dell'Armata alle grandi unità dipendenti ed alla DECSA, si riferiva che, secondo istruzioni dell'Ob.W., "lo sfruttamento delle possibilità esistenti in territorio francese ad est della linea di contatto con i tedeschi [spettava] unicamente alla parte italiana" . Ma, al riguardo dello "sfruttamento [ ... ] degli impianti e dei materiali non di appartenenza" delle disciolte forze francesi, il comando cieli' Armata, nella stessa lettera, riferiva che l'Ob.W. aveva proibito "di effettuare [ ... ] qualsiasi requisizione", fino a "chiarificazione della cosa" la cui soluzione era "stata deferita alle Commissioni d'Armistizio" .569 In una successiva lettera che, il 7 aprile, l'Armata indirizzò alla presidenza della CIAF, le si suggeriva conseguentemente di ricercare tale accordo, verosimilmente con la Commissione tedesca, "per lo sfruttamerito della zona ad oriente ciel Rodano occupata dalle truppe teclesché

569 La lettera del comando della 4" Armata indirizzata ai comandi dipendenti reca la data del IO marzo 1943. (2103/AV) e costituisce allegato n. I a successivo documento (2644/ AV in data 7 aprile) indirizzato allo SMRE ed aIJa CIAF (AUSSME, DS 4A 1218 - rispettivamente allegati 53 e 52). En trambe in appendice. La direttiva dell'Ob.W. in data 7 marzo, diramata poi dal]' Armata come allegato n. 2 alla lettera 2644/AV., non è stata reperita. Il successivo 11 marzo, lo stesso OK W emanò una circolare con la quale la questione dello sfruttamento delle risorse francesi sulla base delle esistenti competenze territoriali era definitivamente sancita nei termini predetti. Ne fa riferimento nel verbale della seduta del 30 aprile 1943 durante il convegno di Monaco, l'intervento del capo di SM della CTA nel corso del convegno (AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 44).

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[ ... ] per quanto riguarda[va] la requisizione cli materiali e di impianti non appartenenti alle FF.AA. francesi" .570 La decisione tedesca dj affidare alle Commissioni cl' armistizio la soluzione della questione dei materiali bellici estranei alle dotazione dell'ET, veniva incontro agli auspicj del Comando Supremo, perché oltre a superare l'impasse che segnalava la 4" A1111ata circa le sue possibilità di procedere allo sfruttamento di risorse francesi estranee sia al carattere armistiziale, sia alle facoltà di esercitare il diritto di preda bellica (extra armistiziale) sui materiali di disarmo, costituiva l'implicito riconoscimento ciel diritto italiano cli concorrere ali 'acquisizione delle ricchezze francesi e pareva ricondurre nel più noto alveo armistiziale anche I' incerta condotta nel campo dei diritti estranei alla Convenzione d'armistizio. Permetteva, infine, cli impiegare la Sottocommissione armamenti della CIAF, cli cui era nota la competenza sulla complessa situazione dei materiali bell ici, estranei al settore dell'armamento strettamente inteso, in vista di una loro acquisizione. A tal fine , in base alla legge ital iana di guerra bisognava infatti valutarne, in primo luogo , l'appartenenza: se cioè si trattasse di «beni ed impianti>> di proprietà statale (e dunque, secondo la legge italiana, confiscabile); o privata, e pertanto regujsibile dietro inunediato pagamento, o, soluzione ovviamente preferita, «utilizzabile>> con transazione rinviata al futuro trattato di pace. Occorreva poj accertare la destj nazione d'impiego ciel materiale cli varia proprietà, presente, a vari stadi di lavorazione, presso stabilimenti dell'industria bellica. Per esempio , non v'era questione sulla «acquisibilità» dei materiali conservati presso stabil.imenti statali di carattere esclusivamente militare come la già citata «Cartucherk de Valence», data la loro evidente destinazione ad esigenze belliche. Diversa la condizione di altri, specie allorché, per esempio, nel caso di una fonderia, le componenti della fusione avrebbero potuto indifferentemente entrare nella produzione cli scafi cli cani armati o cli cilindri vapore di locomotive. In tal caso, l' «acquisibilità» dei materiali giacenti non era così scontata. Ma ciò non toglieva che questi ultimi, ed ancor più le loro componenti più pregiate, rivestissero particolare importanza per gli occupanti. In particolare, molto più che ai prodotti «finiti», e cioè cli armi complete e delle munizioni, gli occupanti guardavano al vasto ambito dei «semilavorati», denominazione che

57o Lettera n. 2644/AV in data 7 aprile 1943. citata. (AUSSME DS 4A 1218-52).

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abbracciava una larghissima gamma di prodotti di rilievo strategico incomparabilmente più rilevante degli altri. Anche se a suo tempo acquistati quale materia prima per realizzare aggressivi chimici, i nitrati - per fare un esempio - entravano in molteplici fabbricazioni di guerra. In pratica, per chi lo volesse , tutto era materiale bellico, ovvero , come recitava la legislazione italiana «atto ad usi bellici» .57 1 Le autorità tedesche erano dunque contrarie alla prassi della requisizioni di «semilavorati»; da parte italiana si era invece propensi ad una delle acquisizioni previste (requisizione o utilizzazione) dalla legge di guerra. C iò tuttavia avrebbe comportato il ricorso alla forza, il quale, se si poteva concepire nel territorio «italiano» , avrebbe comportato un confronto di esito incerto con i tedeschi nella più riccamente dotata zona delle Bocche del Rodano che era nelle loto mani. Proprio su questa importante materia infatti, le autorità di occupazione germaniche avevano ormai intrapreso l'approccio più «politico» cercando di accorciarsi con Vichy ed evitando confische forzose, nel1'interessato presupposto che l'utilizzazione delle materie prime e dei prodotti beli ici a vantaggio delle industrie frances i, si sarebbe tradotta in un vantaggio per le proprie esigenze. La situazione cli questi materiali era assai complessa, sotto l'aspetto della loro qualità e della conseguente «acquisibilità». Prodotti dell'industria bellica di vario livello di finitura e materie prime erano stati «bloccati» presso gli stabilimenti cli produzione sin dall'epoca immediatamente successiva alla sigla dell'armistizio e non potevano essere utilizzati dai frances i. Successivamente, però, a seguito degli accordi di Wiesbaclen (28 e 29 maggio 1941), gli alleati cieli' Asse avevano consentito una certa qual utilizzazione dei prodotti in parte «finiti», per soddisfare le esigenze delle "unità francesi autorizzate"; ed in parte di «semilavorati» pe,~ sostenere " le fabbricazioni cli guerra consentite [ ... ]." Inoltre, in base al protocollo italo-francese siglato a Roma il 22 novembre dello stesso anno, la parte italiana aveva rinunciato alla possibilità di ottenere mate-

57 1 Vale la pena di ricordare che per prodotti fin iti si intendevano quell i completi dal punto di vista della loro funzione costruttiva (un cannone, ad esempio) . I cosiddetti «semilavorati» oltre che i materiali non ancora completamente atti alla fum.ione e lementare di componente di un'arma, ed altresì componenli completi dal punto di vista della loro funzione costruttiva, anche se non concorrevano a comporre un'arma completa, (per esempio, l'otturatore di quel cannone) - comprendevano anche prodoui «finiti non completi», quali parti di armi, ricambi, mun izioni , prodotti chim.i ci, aggressivi e materie prime.

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riale bellico bloccato dal!' Armistizio , in cambio di una somma non proprio astronomica. 572 La possibilità di fondare le pretese di acquisizione cli materiali bellici sulla base ciel principio della «garanzia dell'esecuzione della convenzione cl ' armistizio>> (art. X) - pretese che, per l'esistenza degli accordi di Roma , si erano già mostrate logore a proposito dell'utilizzazione da parte italiana dei materiali d'armamento vero e proprio - , trovò pertanto insormontabile ostacolo. ln realtà, l'opposizione francese a qualsiasi provvedimento cli sottrazione riguardava entrambi gli alleati del!' Asse. La direttiva clell 'Ob.W. sulla mate1ia rifletteva, infatti, lo stallo in cui si trovavano le trattative dopo il rifiuto francese di ogni accordo, armistiziale o non, sulla questione, ed in seguito del conseguente blocco dei materi.ali delle industrie belliche operato da entrambe le Commissioni d'armistizio subito dopo Tolone per necessità cli sicurezza.573

572 I materiali bellici di cui si parla ricadevano sotto l'articolo XI della Convenzione d' armistizio franco-italiana e comprendevano anche quelli in prute già considerati all'articolo X, per effetto della rinuncia italiana a trasferirli in Italia, nel quadro della medesima trattativa di cui si parla qui cli seguito. Il Prot0collo di Roma, siglato il 22 novembre, confermava la validità del " procedimento seguito anteriormente, secondo il quale lo sblocco dei materiali destinati alle unità francesi auto1izzate, nonché delle fabbricazioni di guerra consentite [.. .].",avrebbe dovuto essere atniato senza compensazione (articolo 2). Stabiliva invece che gli sblocchi di tutti i tipi di armamento, (ovviamente, si badi bene, completo e funzionale) esistenti nei depositi o fabbriche poste sotto controllo italiano" avrebbero potuto dar luogo a «compensazioni» , consistenti nell' acquisizione da prute dell'Italia, a titolo oneroso, di una frazione paii al massimo al 30% del materiale di armamento sbloccato per le esigenze francesi,> . Ttiltavia, l'Italia si impegnava a "«sbloccare» senza compensazione, su richiesta francese [Toutefois seront débloqué sans compensation, sur demande française]" i prodotti finiti non completi, quali clementi di armi e pruti di ricambio o munizionamento incomp.leto per vari motivi; i prodotti chimici aggressivi o fumogeni non caricati, polveri ed esplosivi allo stato di componenti e sostanze chimiche. Ed infine questo~~bloccamento senza compensazione riguardava anche i semilavorati o allo stato intermedio di lavorazione e le materie prime. Si tenga inoltre presente che al convegno di Gardone (9-13 settembre 41 ) le due Commissioni avevano deciso di consentire la rottamazione di una prute dei materiali di armamento a vantaggio francese . Gli aiticoli del Protocollo cli Roma sono stati b·aui dal Tomo II (documento n. 33/41) dell'opera di R .H . Rainero Mussolini e Pétain . .., citata. 573 Gli italiani dovevano aver negato ai francesi anche la possibili tà di sbloccare quei «semilavorati» che gli accordi di Wiesbaden accordavano in parte alle esigenze francesi, se si dà ascolto al rincrescimento delle autorità e degli industriali francesi palesato dall'ammiraglio Duplat nel suo colloquio col generale Vacca Maggiolini, del 16 gennaio 43, (AUSSME, carteggio CIAF, Raccolta 51 -2). Sicuri com' erano dell'ostil.ità tedesca ad un ·azione forzosa, le autorità italiane pensavano che il blocco fosse uti le espediente che consentiva di mantenere accese la possibilità cli una soluzione concertata con l' alleato e con la parte francese.

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La ricerca di una soluzione affidata ai buoni uffici delle rispettive Commissioni d'armistizio , presentò tuttavia il problema della limitazione delle funzioni della CTA ormai organo consultivo nella sola materia di diritto armistiziale , giurisdizione superata per i tedeschi ed insufficiente a sciogliere i problemi che derivavano dalla condizione italiana. Gran parte delle competenze della CTA in materia cli controllo delle industrie belliche (che si è visto essere una definizione cli incerta latitudine) erano infatti transitate ai vari organismi economico-produttivi del comando superiore tedesco in Francia. TI Wehrwirtsschaftstab (Ufficio Economia cli guena) di Parigi controllava ormai tutte le risorse industriali frances i e non solo quelle cosiddette belliche.574 Come si diceva, i colloqui tra le due Commissioni non poterono andare oltre le interpretazioni del diritto armistiziale, sul quale già si erano confrontati gli organi dipendenti sin dal precedente gennaio. Ne erano emerse due posizioni distinte. A parte i materiali provenienti direttamente dai depositi o dal disarmo delle Forze annate francesi, i tedeschi cons ideravano «bottino di guen-a>> tutto il materiale bellico, comunque detenuto, sia quello che, a differenza del caso italiano, era stato loro «consegnato» a titolo di garanzia d'Armistizio; sia quello ancora esistente presso gli stabilimenti, fossero armamenti veri e propri o prodotti "ad uno stato intermedio o semifinito di lavorazione."575 Tuttavia, nei confronti dei " <<semilavorati>> bellici sotto controllo", che rappresentavano la parte più appetibile del materiale bellico-inclu-

574 Dal Wehrwirtsschaftstab. di pendeva l'Ispettorato cli controllo delle industri e be l~ liche (RUstungkontrollinspektionstab = KI (RLi) di Bourges, già organo della CTA e che continuava ad essere l' organismo chiave nelle relazioni italo-tedesche in materia . La Sottocommissione armamenti della CIAF vi conservava infatti un Uffic io di collegamento. Alla CTA era rimasto un Referat RUstung, e cioè un Referente sulla materia armamenti, in collegamento con il KI (Rii) di Bourges. Nonostante avesse conservato la denom inazione che richiamava la materia degl i armamenti (Riistung), l'Ispettorato tedesco di Bourges dipendeva dal.la branca Economia d i guerra (Wehrwirtsschaft). Le armi vere e proprie sottratte all'ET erano invece di competenza ciel Rlistungstab ugualmente residente a Parigi, ma di penden te dal Wehrmacht Rlistung, organo non di approvvigionamento ma di rifornimento delle armi. Anche da questo fatto potrebbe essere sono qualche equivoco sul parallelismo delle azioni dei due rispettiv i organismi cl'armistjzio. La complessa organizzazione tedesca è riportata in appendice. 575 Secondo la prassi sin [allora] osservata, i materiali dell 'industria bellica erano stati «bloccati» nel caso si trattassero di armamenti veri e propri, ma "solo inventariati - ma lasc ial i a disposizione dell'econo mia francese , per us i civili - se ad uno stato intermedio o semifinito cli lavorazione."

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striale, gli organi tedeschi avevano fatto sapere, sin dal mese dì febbraio, che era loro intendimento di procedere all 'indennizzo di quell i eventualmente sequestrati , con l'esclusione dei beni delle sole «Amministrazioni militari>> , per i quali unicamente poteva prevedersi la pura e semplice «confisca».576 La Sottocommissione armamenti opponeva, invece, che tutti i «semilavorati bellici sotto controllo», anche quelli di proprietà privata, giacendo presso stabilimenti destinati alla produzione bellica, erano perciò stesso "di ind iscutibile proprietà del lo Stato francese", poiché rientravano fra ì beni delle Amministrazion i militari o loro destinate per elezione.577 Come si può notare, le discussioni non vertevano ancora sulla ripartizione di quel patrimonio, ma unicamente sulle forme della sua "acquisibilità" in term in i dì diritto. Dibattendo la questione giuridica sulla possibilità di un ' appropriazione eventuale deì prodotti o delle materie di interesse bellico , la CTA, alla quale non doveva sfuggire la fondatezza della tesi italiana, si riprometteva verosimilmente lo scopo cli impedire, per quanto possibile, che i «semilavorati» bellìci presenti in abbondanza nella zona di Marsiglia, su i quali l'alleato vantava diritti armistiziali, restassero interamente nelle mani italiane. Per quelli dì diversa origine (estranei al regime armistiziale), che dovevano essere ancor più rilevanti, l'esistenza dell'accorcio su Ila ripartizione delle risorse in base alla

576 Per gli altri prodotti, quelli cosiddetti fi niti, la risposta fu a lungo ambigua. A metà febbraio gli organismi del Wehrwirtschaftstab non avevano ancora deciso la loro destinazione, tuttavia avevano vietato ai francesi di procedere alla loro rottamazione e raccomandavano analogo compo1ta rnento alle autorità italiane. La «confisca» era prevista anche dalla legge di guerra italiana e costituiva la più grave ed onerosa delle misure di acq uisizione, ma veniva applicata solo alle proprietà statali. 577 Si sostenne più precisamente e non a torto che anche i «semilavorati bellici sotto controllo» giacenti presso l'industria privata "erano di propr.ictà statale e eccezionalmente di proprietà privata". Già in precedenza, i tedeschi avevano considerato confiscato e di loro proprietà solo il materiale bellico era stato loro «consegnato» a titolo di garanzia, mentre ritenevano di proprietà francese quello «bloccato» presso depositi o stabilimenti francesi . (AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 1-9). I brani citati nel test.o sono tratti dal documento stilato a cura della Sottocommissione armamenti della CJAF in preparazione del convegno di Monaco (29 aprile - 3 maggio 1943), in AUSSM E, D-7, carteggio CIAF, Racco.lta 44, documento 7c) . Tutta la corrispondem.a tra la Sottocommissione armamenti ed il suo corrispondente tedesco di Wiesbaden (Referat RUstung) riporta considerazioni ed apprezzamenti di organi del Wehrwirtschaftstab e dell'Ispettorato di controllo delle industrie belliche (RUstungkontrollinspektionstab = KI (Rii) di Bourgcs. Si consulti, in proposito, la Raccolta 44 del carteggio CIAF citato al fascicolo 7, riguardante la preparazione del convegno di Monaco.

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linea tattica (zone di influenza), metteva già al riparo le pretese tedesche nella zona appena indicata. Per un verso, dunque, le risoluzioni prese dalle autorità germaniche su tale tipo dì prodotti palesavano il prevalente interesse che proprio i «semilavorati bellici sotto controllo» rappresentavano per l'occupante germanico, gìà volto allo sfruttamento del sistema industriale francese. Peraltro, l'apparente generosità delle autorità tedesche cli occupaz ione derivava ovviamente dai più elevati indennizzi che potevano corrispondere per i «semi lavorati>> bellici sotto controllo» cli proprietà privata, grazie all'ammontare rilevante delle spese d'occupazione pagate dal governo di Vichy sìn dal luglio 1940 e straordinariamente più elevate di quelle italiane. Peraltro, l'ufficio Economia cli guerra (Wehrwirtsschaftstab) dell'Ob.W. da tempo si riprometteva cli acquis ire proprio i semilavorati i quali, prodotti in Francia, meglio si prestavano all ' utilizzazione presso l'industria francese che li controllava eia tempo. Conferma della tesi sostenuta si trova nell'atteggiamento della CTA sull'altro aspetto, quello dei materiali <<finiti», sotto controllo . Il problema maggiore che su questo tema interessava gli organi tedeschi era il fatto che da parte francese , sulla base degli accordi di Garclone (9-13 settembre 1941) si ricorreva volentieri alla rottamazione di certi materiali, soprattutto armamenti, ormai privi di interesse. Da parte tedesca, invece, il consentimento alla rottamazione degli armamenti (prodotti fin ìtì), era subordinato alla valutazione sull'utilizzabilità dei materiali per esigenze cli rifornimento e dì effettiva utilizzazione bellica. Non si può escludere tuttavia che ne vietassero la rottamazione per le difficoltà di controllarne l'esecuzione , con il pericolo che anni dichiarate distrutte passassero in realtà alla dissiclenza .578

578 La riserva espressa dagli organi della CTA in merito alla destinazione delle armi vere e proprie (prodotti finiti) pare risiedere nella convenienza di reperire fra questi armi ULili per le loro forze. Questa utilità concerneva in paite anche l'Armata italiana in Francia, presso la quale, come noto, trovavano impiego, molte anni di preda bellica francese. I tedesch.i, tuttavia, disponevano ed impiegavano più largamente degli alleati italiani gli armamenti francesi per esigenze di trnppe territoriali specie sul fron te orientale, ed ovviamente avevano bisogno anche dei ricambi. Non a caso l'Ispettorato cli Bourgcs chiese di prelevare presso uno stabilimento cli Marsiglia sotto controllo italiano parti di carro armato francese da loro impiegato in zona di occupazione. (AUSSME, D-7 , carteggio CIAF, Relazione mens ile n.43 (giugno 1943), II Sezione, Armamenti, pag. 2. Sugli accordi di Gardone si veda: AUSSME, D-7, Carteggio CIAF Raccolta 3. Si veda anche R.H. Rainero 1"11tssolini e Péiain ... cit.., pag. 255 .

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Pare tuttavia abbastanza verosimile la circostanza in base alla quale, rifiutando le richieste francesi per ottenere l'autorizzazione a svolgere questa pratica, i tedeschi intendessero prevenire che tale prassi fosse stata favorita in territorio sotto controllo italiano. Così come si era giunti in qualche modo ad ottenere talvolta, tramite accordi locali, il consenso francese all'utilizzazione di armi vere e proprie e di ricambi ancora presenti nei vari stabilimenti di produzione per la loro destinazione al completamento delle difese costiere, è altrettanto possibile che, inizialmente, i francesi avessero accettato una certa qual spartizione dei rottami. In parte perché gli ital iani pagavano, come si è visto , ma anche sapendo che le armi non sarebbero loro servite ulteriormente ed ancor a maggior ragione se informati del fatto che tale possibilità - che si è osservata non essere condivisa dai tedeschi - , non sarebbe durata a lungo . Altrettanto probabilmente , in altri casi , eia parte italiana si procedé all'acquisto o comunque venne corrisposta un'indennità nelle requisizion i o prese di possesso di materiali giacenti in qualche deposito dell'industria privata che si liberava volentieri cli materiali cli nessuna utilità industriale. Questa situazione , favorevole agli italiani, durò il breve tempo che permise ai francesi di rendersi conto della convenienza del nuovo regime di relazioni economico-industrial i che si anelavano istaurando tra loro e gli occupanti tedeschi in quel periodo.579

3. La cooperazione economico-industriale .fi'anco-tedesca

Si andava ormai innestando, sugli accordi politici generali di Gi.)rlitz e quale pegno per la confermata sovranità di Vichy, una impo1tante cooperazione economico-industriale. Nel corso dei "noti colloqui cli dicembre al quartier generale di Hitler, il segretario di stato [francese per la produzione industriale], Bichelonne, si era dichiarato disposto a mettere a disposizione delle necessità della guerra europea le industrie belliche del territorio" occu-

579 E' possibile che il governo francese s i fosse reso conto dell'esistenza di questi contratti utilitaristici. Il generale Avarna ebbe a riferire infatti la richiesta avam:ata da Vichy perché i contratti privati fossero visti dai prefetti prima della conclusione . (Diario storico del Comando Supremo, voi. IX, ( i.I. 1943 - 30.4.1943), giorno 10 marzo 1943, pag . 606, SME, Roma 2002).

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pato. Ne era derivato per i tedeschi la vantaggiosa situazione in base alla quale per realizzare progetti e piani bastava che le autorit~1 di occupazione li concordassero "direttamente con i relativi organi e gli stabilimenti industriai i francesi" .580 Questa abile relazione costituì l'altro espediente con il quale la parte germanica intese limitare il diritto italiano. La cooperazione con le autorità e l'industria francese , consentì infatti agli occu,panti tedeschi cli aggirare l'ostacolo della pertinenza derivante dalla ri{Jartizione ten-itoriale che La parte italiana reclamava e fu l' espediente politico grazie al quale, la singolare alleanza franco -tedesca poté erodere i diritti armistiziali italiani sul territorio ad oriente del Rodano. Tutto ciò spiega il motivo retrostante all'opposizione tedesca alla rottamazione, non tanto o non solo perché si sottraevano armamenti alle necessità delle annate tedesche, ma perché siffatto procedere consentiva una fuga dei materiali per scopi diversi da quelli ch ' essi si ripromettevano cli ottenere dalle industrie francesi. Appariva sempre più evidente infatti il sistema che le autorità di occupazione gennaniche avevano adottato e che consentiva non solo un controllo su i materiali, bensì la stessa regolazione del! 'economia francese. Alle molte industrie , belliche e non, che sin dal 1940 , lavoravano ad ordinativi tedeschi, se ne erano aggiunte altre. Se lavorassero sfruttando materie prime provenienti dal settore tedesco o quelle presenti in loco , ma allora di pe1tinenza italiana, non è emerso chiaramente. Tuttavia, non si è molto lontani dalla verità nel ritenere che i tedeschi, nella ricerca desiderata della cooperazione industriale, non fossero stati a guardare se per far fronte alle commesse dell' occupante, le industrie francesi utilizzassero una parte di quei materiali, anche «italiani», forse con la speciosa giustifi_:caz10ne che si trattava cli prodotti in fin dei conti necessari all'economia francese. Questa tesi potrebbe trovare conferma nel fatto che la Sottocommissione armamenti aveva a lungo esperito tentativi cli accordo provando , un po' ingenuamente, a convincere i tedeschi della necessità di nuove norme per il controllo delle industrie belliche (CIB), per-

580 Il brano è tratto da un probabile al legato della nota del generale Perrone, indirizzata a yuest'ultimo e a firma de l ten.col. Queis, capo di SM della CTA. (n.106i43 in data 25 febbraio 43. Promemoria n.7) c) , redatto in previsione del convegno di Monaco, in AUSSIVIE, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 44.

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ché era accertato che "talune sottrazioni di materiali bellici [avvenivano] con la connivenza delle stesse autorità frances i" .581 A maggior ragione, senza esito restarono le proposte della Sottocommissione armamenti cli trovare un accorcio sulla questione della destinazione dei materiali «bloccati», cu i appartenevano, come accennato in precedenza, la totalità dei prodotti «finiti» e buona parte dei <<sem ilavorati» bellici o atti all'impiego bellico di proprietà statale o privata che fossero, sulla base dell'osservato presupposto che le commesse assegnate dal ministero della Guerra francese rientrassero comunque fra gli armamenti delle Forze annate francesi. 582 Il conseguimento dell'accorcio era ricercato, secondo quanto scrisse la Sottocommiss ione armamenti alla CTA, col proposito d ichiarato cli conoscerne il parere "onde non distaccarsene troppo, e per non fare opera unilaterale nell'imporre eventualmente alla Parte Francese i conseguen-

581 Allegato 2 al promemoria n.7) d), redatto in previsione ciel convegno di Monaco, e che fa riferimento ad una lettera (n.106/43 in data 25 febbraio 1943, redatla dal Referat Riistung (CTA) e cioè presso l'ufficio che, nello SM della Commissione tedesca, seguiva gli affari dcgli am,arnenti, ed indirizzata al capo della Delegazione italiana cli collegamento presso la CTA a Wiesbaclen, generale Perrone). La lettera fu inoltrata alla presidenza della CL'\F con una nota cli accompagnamento redatta dallo stesso generale (245/E in data 26 febbraio 1943.) La lettera n. 106/43,allude ad un documento del precedente gennaio, nel qualc,rispondendo a sollecitazioni italiane, da parte dello stesso ufficio tedesco si scrisse che in territorio soggetto alla sua competenza, alcune "nom1e previste per l'esecuzione del CIB (controllo industrie belliche) [...]non leranoJ più applicabili [.. .]perché non si [poteva] più parlare cli controllo, bensl di gestione e di organi tedeschi incaricati di presiedervi" . (AUSSME, D-7, caiteggio CIAF, Raccolta 44-7). La stessa CTA, con la lettera in argomento ( I06/43 in data 25 febbraio 1943) ebbe a ri levai-e che, nel territorio di pertinenza tedesca, il vero controllo sulle indusuie belliche era costituito dall'esercizio cli verifica tecnica sulla produzione delle "quasi mille fabbriche francesi[ .. .] impiegate in misura maggiore per conto dei tedeschi"; e da "un mandato esecutivo di sorveglianza", affidato agli "organi dipendenti dall'Ispettorato cli controllo degli armamenti [i quali dovevano.I aver cura che le conunesse [venissero I svolte regolaimente [ .. .]".Lettera 106/43 in data 22 febbraio 1943, a firma Queis, lettera tradotta in appendice all'allegato 2. (Promemoria n. 7) d), redatto in previsione del convegno cli Monaco, in AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 44). ln appendice. 582 I materiali bellici di pertinenza tedesca godevano di posizione in parte diversa da quella italiana, poiché i tedeschi non avevano rinunciato alla possibilità della loro «consegna)> eia parte francese a titolo di garanzia cieli'attllazione cieli ' armistizio. Analoga a quella cli pertinenza italiana era la posizione dei materiali «bloccati». Come si è in precedenza accennato, sin da febbra io, la CTA era stata sfuggente, sostenendo in maniera piuttosto oscura che pur non facendo distinzione in merito allo status armistiziale ciel materiale bellico, lo considerava tlltto <<bottino di guerra», evitando tuttavia cli precisare la destinazione dei materiali stessi. Lettera dell'Ispettorato di Bourges n. 83/43, in data 15 febbraio I943 indirizzata alla Delegazione CIB di Grenoble. I documenti citati sono allegati al promemoria n. 7) c), redatto in previsione ciel convegno cli tvlonaco, in AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 44).

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ti provvedimenti". In realtà la ricerca dell 'avallo tedesco si prefiggeva, da un lato , cli evitare l'insorgere cli conflitti ove la procedura italiana fosse stata applicata nel territorio sotto controllo armistiziale italiano , e quindi anche l'area critica del famoso triangolo geografico alle Bocche del Rodano. Dall'altro, doveva probabilmente cercare cli evitare l'azione unilaterale italiana in base al incerto diritto cli potenza occupante. Dì fronte al nuovo impasse , che questa volta segnava però il fallimento dell'arbitrato che i due vertici dell'Asse avevano consensualmente affidato alle rispettive Commissioni, al Comando Supremo non restò che approvare la proposta della presidenza della ClAF di informare il capo della Delegazione francese a Torino, ammiraglio Duplat, dell'intenzione unilaterale dello «Stato italiano» dì appropriarsi dei «ben i mobili» che, nel territorio francese a oriente del Rodano, appartenevano "tanto a pubbliche amministrazioni, quanto a privati L-..] secondo le disposizioni contenute nella nostra legge di guerra" . Si intendeva acquisire in tal modo quanto era ancora presente e «bloccato» o anche solo «inventariato» "nelle fabbriche francesi" , o mediante «confisca» (proprietà statale) ; ovvero attuando la <<presa di possesso» dei materiali privati. Misura che differiva dalla prima perché , a mente della Legge cli guerra, prevedeva "restituzione r... l ed eventuale regolamento delle indennità alla conclusione della pace" .583

4 . ll convegno di Monaco e il fallimento delle tesi italiane

583 Lettera 54500 del 17 aprile 1943 in AUSS~IE, D-7 , carteggio CIAF, Raccolta 44. La lettera fu approvata dal Comando Supremo, che doveva essere convinto dell'im~ praticabilità di ulteriori trattative per concordare una linea comune con i tedeschi. La Sottocommiss ione armamentj era intervenuta fino all'ul timo presso la CTA al fine di ricercare un comune procedimento che giustificasse la formula esecutiva appena citata. Nella comunicazione a Duplat si sosteneva che" nei confronti dei materiali bloccati e cli quelli inventariati (ma in teoria lasciati all' impiego civile francese), di cui la parte francese non [aveval libera disponibilità[ ... ] l'Italia intende[va] avvalersi della notifi cazione fatta fi n dal I6 magg io [in realtà la dichiarazione Avarna era del precedente 16 gennaio 1943 1. Ibidem , pag.3. Dopo la decisione del Comando Supremo cli arrogarsi l'acquisizione d i tutti i materiali delle industrie belliche, ( 17 aprile I 943) l'ammiraglio scrisse due lettere in tal senso il 17 maggio e 29 giugno. Queste lettere, più volte citai.e nei documenti delle Raccolte C.lAF dell ' A USSME, non vi sono state reperite; secondo Claucle Lévy (la 4" Armata in Francia - I I novembre 1942 - 8 se11embre 1943), in «8 settem.bre, lo sfacelo della IV Armata», Book Stare, Torino, 1979), le lettere sono reperibili alle append ici VII ed VIII dell'opera redatta dalla «Commission consu.ltative des dommages et réparations - Dommages subis par la France du fait de la guerre et de l'occupation ennemie. Part imputable à l'ltalie.» Paris, Imprimerie Nationale, 1948.

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I tentativi di composizione della vertenza o meglio di ricerca dell'avallo alleato dei princi.pi sostenuti da parte italiana, non fl.1rono tuttavia abbandonati . Insieme ad altre questioni, quella dei materiali bellici fu portata al convegno di Monaco, che le due Commissioni ebbero dal 29 aprile al 3 maggio 1943. Nel corso cli quell'incontro i convenuti ribadirono le rispettive tesi: in particolare, mentre gli italiani vi confermarono le intenzioni anticipate al governo francese il 17 aprile, i rappresentanti della CTA, pur ammettendo che il ricorso alle acquisizioni annunciato dalla CIAF non contraddiceva la norma internazionale del diritto bellico, dichiararono che la Germania continuava ad attenersi al principio di limitare il diritto di confisca ai soli materiali delle <<Amministrazioni militari francesi>>. Che l'atteggiamento rispettivo fosse quasi scontato, e che le due Commissioni non avessero trovato accordo e continuassero a procedere secondo i proprio disegni, è confermato dalla circostanza che vide il presidente della CIAF tacere sull'andamento della discussione sui materiali bellici, nel riferire a Roma del! 'esito dei colloqui .584 In realtà, doveva essere emerso chiaramente che la questione dei materiali era strettamente legata allo sfruttamento delle industrie francesi che era la chiave dì volta dell'intera questione cli materiali bellici. Non per caso, i rappresentanti della CIAF fecero un estremo tentativo di trovare una convergenza con la concezione deJJ 'alleato, concedendo che, in linea d i principio , il governo italiano era pronto ad accordare all'economia di Vichy parte dei materiali bellici (rottami) e ad impiegarne altra " ìn sito, per l'espletamento delle commesse italiane agli stabilimenti francesi" .585

584 Lettera 55253 del 7 maggio 1943 , oggetto: Convegno di Monaco, a firma del generale Vacca Maggiolini, redatta a seguito ciel Convegno stesso e quale relazione sui vari temi trattati. (AUSS.tvlE, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 44 - l E) . La stessa relazione inoltrata al Comando Supremo qualche tempo dopo, riferì solo di un conciliante dibattito con vicendevoli espressioni di comprensione delle rispettive posizioni. AUSSME, D7 , carteggio CIAF, Raccolta 38, Relazione n. 42, 16 apri le - 31 maggio l943 . Per le tesi svilt~~ate al convegno di Monaco si veda AUSS ME, D-7, caiteggio CIAP, Raccolta 44. · ' · I tedeschi infatti erano disposti ad " in viare a rottame il materi ale non occorrente alla Germania su richiesta del Ministero dell'Economia france.s e". (AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 44, Promemoria n. 7) c), redatto in previsione ciel convegno di Monaco. La proposta italiana è tratta da G . Perona, «Aspetti economici de/l'occupazione italiana in Francia (novembre 1942 - settembre 1943) », in 8 seuembre, lo sfacelo della IV Armata, Istituto storico della Resistenza in Piemonte», Book Store, l 'orino, 1979. L'autore riferisce di un «Promemoria per l' Utilizzazione Industrie Francesi, recuperi ed acquisti in F rancia», redatto per il Ministro per le Fabbricazioni <li Guerra, e che reca la data del 10 magg io 1943, reperito in IWM, FD, 2056/44.

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Tuttavia, questa concessione - che evidentemente avrebbe favorito i tedeschi, la cui organizzazione per l'utilizzazione delle industrie era g ià operante da tempo in Francia - , pretendeva altresì che l' intera questione dell'utilizzazione delle industrie francesi dovesse essere riesaminata. Ciò al fine di consentire che, per analogia con le commesse tedesche in territorio italiano , l' industria italiana potesse ricercare per simili commesse i fabbricanti francesi presenti in territorio «tedesco» "fino alla concorrenza di quelle che si effettueranno ancora in territorio sotto nostro [italiano] controllo" . Si pretendeva nel contempo che fosse confermata la competenza e la preminenza italiana sugli stabilimenti cli produzione bellica siti ad oriente ciel Rodano. 586 Come r ilevò la Sottomissione armamenti ancora prima del convegno cli Monaco, la preoccupazione italiana per la possibilità che l'alleato misconoscesse il primo diritto aveva origine proprio dal gran numero di stabilimentj che lavorava per i tedeschi in zona italiana. Da un computo sommario se ne enumeravano ben 54. Per esempio, degli stabilimenti che, sulla sinistra del Rodano, già lavoravano per commesse tedesche, almeno la metà eseguiva commesse cli carattere strettamente militare, utilizzando dunque in larga misura metallurgia cli qualità , e, a conferma di quanto si è detto in precedenza, solo qualcuno impiegava materie prime o componenti fornite dalla Germania. 587 I rappresentanti della CTA, si schermirono, allegando la loro incompetenza a trattare delle questioni appena evocate, ed ammisero che si trattava di materia di pertinenza dei delegati tedeschi dei "nuovi organi di Parigi", dei quali, però, non era stata prevista la partecipazione al convegno di Monaco. Non rimase allora che organizzare un incontro con detti organi a Parigi , incontro che effettivamente ebbe luogo tra il 18 ed il 21 maggi~ 1943, sotto la presidenza del capo del servizio Economia di guerra (West) dell'OKW, generale Hi.inennann. Quel convegno svelò definitivamente il disegno tedesco. La CIAF vi trovò conferma che l' intento cieli' alleato fosse quello di riservarsi un superiore diritto su tutte le risorse francesi, proposito che inevitabilmente coinvolgeva l'utilizzazione dei materiali delle industrie belliche, ma che si allargava a tutto lo spettro dello sfruttamento degli impianti industriali , delle materie pr ime e

586 Lettera 55253 de l 7 mag. 1943 citata (AUSSME D-7 Carteggio CIAF Raccolta 44-lE.). 587 Allegato 5 al promemoria n. 7) t), redatto in previsione del convegno di Monaco. (AUSSME, D-7, Carteggio CIAf, Raccolta 44.).

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dell'energia. I tedeschi infatti resero nota l'esistenza del <<Piano Generale di ripartizione delle materie prime europee» che, pare, fosse stato concordato in passato tra Italia e Germania, rivelando la loro concezione sulla "prevalenza dell'interesse germanico su quello italiano", disegno che la Sottocommissione armamenti supponeva esistere da tempo , come provava anche la gestione tedesca in materia di attribuzioni di energia e materie prime.588 Alla riunione di Parigi, furono infatti sanciti due provvedimenti, che in realtà ebbero attuazione nel successivo mese di luglio, e che parvero appagare, in qualche misura, le pretese .italiane. Si trattò in realtà ciel passo conclusivo dell'intento tedesco di governare le risorse francesi . 1 materiali bellici finiti (armi e munizioni) e in quanto tali bloccati , cli proprietà statale o privata presenti in territorio cli pertinenza armistiziale italiana, furono di fatto "riservati integralmente all'Italia'' . Quanto ai cosiddetti semilavorati, ivi compresi materie prime e materiali pregiati presenti in ten-itorio italiano, gli organi del Wehrwirtschaftstab proposero invece la spartizione al 50%.589

588 Sul piano tedesco di ripartizione deJle risorse Perona cita un "verbale sommario, senza data né intestazione, con un visto di Franco Liguori [capo di gabinetto del ministero della Produzione bellica] del J6 giugno [1943), sulla riunione [tenutasi] presso il Ministero Scambi e Valute il 12 giugno", reperito in IWM, FD 2056/44, fase. F70.), dal quale si apprende che in materia esistevano due accordi., uno franco-tedesco ed uno italo-tedesco. Quest'ultimo avrebbe riconosciuto «aJla Germania il diritto di sfruttamento di tutto il territorio francese» . G. Perona, «Aspetti economici dell'occupazione italiana in Francia>>, in «8 settembre, lo sfacelo della IV Armata», Book Store, Torino, 1979. Il proposito tedesco di inserire tutte le materie prime francesi disponibili nel predetto piano non solo era noto, ma provocò differente atteggiamento nei due Ministeri italiani interessati . Quello degli Affari Esteri pare lo considerasse equo; il Ministero della produzione bellica ritenne invece che fosse ingiustificato negare ai diritti italiani una quota aggiuntiva derivante dalla conclusione degli accordi direlli italo-tedeschi di cui si è appena parlato e relativa alle materie prime esistenti nel territorio francese ad oriente del Rodano. Lettera della Sottocommissione armamenti, Delegazione Utilizzazione Industrie Francesi - UfF, indirizzata a.Ila presidenza della CIAF, n.616 UIF in data 30 giugno 1943 , a firma del generale di brigata Alberto Pometti, in nome del presidente della Sottocommissione Armamentj (tenente generale del servi,.io tecnico Vittorio Pallieri) assente (AUSSME D-7 Carteggio CIAF-Armamenti Raccolta 56-2D). In apf.endice. :,, 9 Vedasi lettera senza numero né <lata - rna presumibilmente successiva cli qualche giorno all'incontro cli Parigi - a foma ciel generale Vittorio Pallieri, capo della Sottocommissione armamenti alla Presidenza della CIAF, in AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 56-lB , allegato 2. Ed inoltre promemoria indirizzato presumibiJmente al presidente della CIAF e redatto dal generale Alberto Pometti . AUSSME, D-7, Carteggio CJAF, Raccolta 56-2C, pag. 2. Un quadro complessivo sotto l'aspetto giuridico delle decisioni di Parigi è visibile proprio in questo documento ed è stato sintetizzato in appendice.

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Tuttavia, come gli ital iani seppero progressivamente , l'atteggiamento delle autorità dell'Economia di guerra di Parigi restava piuttosto restrittivo in materia di acquisizione dei materiali bellici. La «confisca>> di beni statali o la «presa di possesso» di quelli privati restava limitata alle armi o ai materiali di natura prettamente militare. Fatto che ridusse alquanto il vantaggio di disporre della totalità dei prodotti «finiti», i quali, per caratteristiche belliche evidenti, erano quelli più facilmente recuperabili. D'altra parte, la ripartizione dei «semilavorati» , comprese dunque le materie prime, operata sulla stessa base, comportò la necessità di seguire il procedimento tedesco, provvedendo all'indennizzo (per quelli più propriamente militari) o all'acquisto.590 Il fatto che, come dianzi anticipato , tali decisioni avvantaggiassero i tedeschi appare ancor più evidente per la ragione che, come scrisse l ' ignoto estensore cli un promemoria redatto nel corso delle riun ioni del ricordato convegno cli Parigi, l'Ispettorato (KI) di Bourges stava:

"liquidando i materiali bellici bloccai i nell'intento di: utilizzare le parti finite per le armi francesi usate al fronte; utilizzare le parti staccate per allestimento di wmmesse in Francia; dare il resto all'economia ,li-ancese, previa riduzione in rollarne, esclusi, ben inteso, i materiali non ferrosi" .591

In altri termini, l'alleato non si interessava tanto cli trasferire ed util izzare in patria la preda bellica confiscata, come invece si intendeva fare da parte italiana; preferiva invece accrescere la possibilità di assegnare commesse ad industrie francesi cedendo quei materiali che da parte italiana si riservavano all'industria italiana, data la ridotta possibilità di ricorrere a quella francese. Posizione che univa il vantaggio di presentare all'opinione francese un modello di occupazione pensoso del bene francese, all'efficacia dell' intento utilitaristico. Era in fondo un compo1tamento ancor più detestabile di quello italiano, ma i tedeschi, per quel loro strano rispetto dei principi, come al solito salvavano la forma.

590 Gli italiani , a differenza dei tedeschi - i quali, nonostante tutto, continuavano a considerarli di inalienabile proprietà francese - , valutavano anche i sernilavorati di natura «civile» , quali prodotti "utilizzabili per creare materiale bellico" e pertanto soggetti a requisizione .. 59 1 Promemoria senza numero né data presentato probabilmente al generale Alberto Pometti .in AUSSME D-7 Carteggio CIAF Raccolta 56-2C.

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In un primo tempo, almeno sino a luglio inoltrato, questo atteggiamento, suggerì agli italiani una certa cautela nell'i ntento di mostrare analoga moderazione. Ancora il 30 giugno, il generale addetto alla Sottocommissione armamenti scriveva in un promemoria che:

"in attesa di veder precisato dai superiori enti se l'esercizio dei diritti della potenza occupante, da parte italiana, sarà esercitata attenendosi alla prassi germanica,[ .. .] ovvero in applicazione della legge italiana di guerra, [. . .] si è ritenuto opportuno intanto disporre per la confisca solamente dei materiali di proprietà delle amministrazioni militari .francesi o di natura prettamente militare" .592 Il convegno di Parigi ebbe dunque non solo il merito di svelare il raggiro tedesco (da allora in avanti, stando ai documenti , dovette essere più chiaro per la parte italiana l'indirizzo da perseguire), ma ebbe anche un esito non del tutto negativo, almeno sotto l'aspetto dei materiali , la cui entità era in ogni caso ragguarclevole.593 I materiali, probabilmente confiscati, erano costituiti in parte da «rottami» cli prodotti finiti (quelli che pur "finiti non [eranol utilizzabili come tali") . Essi comprendevano rame, ghisa, alluminio, e soprattutto piombo, ma anche lamiere di ferro; per complessivi 45 milioni cli lire. Altro consistente apporto era fornito da «materiali finiti», i quali comprendevano anche qualche carro armato completo, lamiere speciali, alcuni motori, ma che soprattutto annoveravano esplosivi ed aggressivi chi mici (valore cli questi ultimi: oltre 260 milioni di lire). Si trattava

5n Promemoria indirizzato presumibilmente al presidente della CIAF e redatto dal generale Alberto Pometti. AUSSME, D-7, Carteggio CJAF, Raccolt~56-2C, pag. 6 . 593 Si ha notizia positiva da una segnalazione faua dalla CIAF - Armamenti all'I ntendenza d'armata dell'entità dei materiali finiti o dei rottami da confiscare in base all'accordo citato. Si ha notizia indiretta di una larga confisca cli materie prime (dunque appartenenti alla categoria dei semilavorati) da una trattativa tra autorità tedesche e italiane, delle quali si accennerà fra poche righe. A testimonianza dell'ansia cl.i spuntarla è s ignificativo il fatto che, quando ancora non era nota la posizione del Comando Supremo sul nego7.iato relativo ai materiali eia spartire (i semilavorati), la CIAF, avesse segnalato immediatamente l'opportunità, altrettanto s ignificativamente conferendo priorità ai prelievi da effettuare nella zona sotto controllo italiano occupata dalle truppe tedesche. Solo successivamente fu trasmesso elenco analogo relativo a " materiali bloccati negli stabilimenti del rimanente territorio ad oriente del Rodano" . AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolte 55-1 Tuttavia, non è noto se e fino a che punto questo accordo poté trovare effettiva applicazione.

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comunque di una quantità di materiali di valore intrinseco e complessivo rilevante, pari almeno a 300 milioni cli lire, ma che si elevava ad un miliardo se "anziché i prezzi cli listino, [fossero stati considerati] quelli realmente praticati sul mercato" . Più o meno l'ammontare di una mensilità cli spese di occupazione pagate dal governo francese.594 Generosità pelosa , perché l'alleato colse due opportunità. In primo luogo, quella della concessione : un modo per far pesare sugli Italiani - che non avrebbero potu to appropriarsi di quei beni francesi, per via degli accordi del novembre 1941 - la debolezza delle loro posizione anche sul piano giuridico, sottolineando indirettamente la supremazia tedesca. Come potenza occupante, inoltre , l'Italia non avrebbe potuto attuare i suoi propositi, perché questo diritto era una discendenza cli quello tedesco, che ne possedeva piena facoltà in base all'articolo 3 della nota Convenzione d 'armistizio. Se , in defin itiva, come si è v isto, nel territorio occupato dalla 4a Armata fu possibile portare qualche colpo fortunato , nel territorio pure italiano, occupato per ragion i tattiche da11e truppe dì Felber, questo non sarebbe stato più poss ibile . Ne derivava il secondo vantaggio, che consisteva nel far conferire nelle disponibilità totali in Francia, anche semilavorati e materie prime che avrebbero potuto nonostante tutto appartenere all'Italia in base al fatto che si trovavano sotto controllo ital iano. Si vedrà che questa non fu mossa di poco momento.

5. Il convegno di Parigi e il definitivo tramonto delle speranze italiane di ricorrere ai materiali o all'industria ji"ancese Al convegno di Parigi trovò spazio anche la trattazione ciel secondo tema in discussione, quello dell 'utilizzazione italiana delle industrie francesi. L'opportunità cli utilizzare in qualche misura le potenzialità industriali francesi, come facevano i Tedeschi, era stata presa in considerazione alla fine del novembre ciel 1942. li Sottosegretariato cli Stato per le Fabbricazioni cli guerra

594

Lettera citata della Sottocommissione armamenti, Delegazione Utilizzazione Industrie F rancesi - UIF, n. 6 I 6 UIF in data 30 gi ugno 1943.

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(Fabbriguerra) sin dai primi giorni delle nuove operazioni ita]iane in territorio francese, aveva sollecitato il proprio rappresentante presso la CIAF ad indagare non solo sulle "materie prime di possibile acquisizione per l'ind ust1ia bellica [italiana, ma anche] per le stesse industrie francesi la cui attività interess[asse] le fabbricazioni di guerra". L'ir1iziativa aveva condotto, il 15 dicembre 1942, ad una riunione tenutasi sotto gli auspici cli "Fabbriguerra" a Milano, "a seguito della quale furono designate ventisei ditte, una per ciascuna categoria di industrie , con l'incarico di avviare lo studio per lo sfruttamento delle industrie similari fra ncesi." In effetti, dai primi contatti avuti per iniziativa dei rappresentanti delle ventisei ditte designate dal neo costituito ministero della Produzione bellica (Miproguerra), risultò che per l'utilizzazione delle industrie francesi "occorreva risolvere talune questioni pregiudiziali", quali "I.a deficienza cli operai in conseguenza della rélève e dell' azione coercitiva Sauckel; la disponibilità di materie prime e cli energia per l'esecuzione delle commesse; le necessarie autorizzazioni del governo francese". Autorizzazioni che conseguivano al fatto che, per l'utilizzazione delle industrie francesi l'Ital ia, a differenza della Germania, non poteva avvalersi del diritto fornitole dalla Convenzione cl' armistizio .595 Nonostante che le esigenze suddette indicassero la necessità cli accordi con la parte germanica, grazie ad ulteriori iniziative diplomatiche esperite sin dall'inizio del 1943, dal Regio Commissario commerciale presso l'Ambasciata d'Italia a Parigi nei confronti ciel «Presidente Lavai [e dei] Ministri Chatala (Economia e Finanze) e Bichelonne (Produzione industriale)» e delle stesse direzioni delle industrie, una ventina di stabilimenti francesi, in territorio italiano, si dichiararono disposti ad accettare commesse italiane, subordinandole alla sospensione della rélève e dell'azione Sauckel, che, apparentemente dovevano costituire il maggior ostacolo all'accettazione di commesse, rispetto agli altri appena ricordati. E' tuttavia probabile che l'impossibilità cli allargare la cerchia degli stabilimenti di possibi-

595

Lettera del Sottosegretariato per le fabbricazioni di gue!1'a n. 17081/S.P. in data 15 novembre 1942. ln appendice. Lettera che costituisce allegato I al promemoria senza numero in data 30 giugno 1943 a suo volta unito alla lettera 616 UIF di cui alla nota precedente. AUSSME, D-7, Carteggio CIAF - Armamenti, Raccolta 56 D, promemoria in data 30 giugno 1943 .

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le coinvo lgimento , conseguisse anche all'esistenza delle commesse tedesche in zona italiana.596 Sulle questioni che presentavano la necessit~t di un accordo preventivo con i tedeschi, la Sottocomm issione armamenti esperì , sin dai primi mesi dell'anno, alcun i tentativi volti a saggiare il punto di vista alleato . A proposito delle commesse tedesche in zona italiana, gl i interlocutori tedeschi verso la fine del marzo 1943, avevano manifestato preoccupaz ione per la possibilità che i prograrrnni industriali italian i intralciassero il normale svolgimento delle commesse dell 'alleato. Forse perciò si erano dichiarati pronti ad " interessarsi per la collocazione di ordinazioni italiane ne l tenitorio di controllo tedesco" .597 All'atto pratico, però, i rappresentanti de lle indust1ie italiane lamentarono il fatto che per recarsi al di là del Rodano oeco1Tesse un particolare permesso (Auswe is West) rilasciato dal comando dell'Ob.W. Le lagnanze in alcuni casi si rivelarono «generiche)) e un po' e nfatizzate , ma la complicazione si aggiungeva alle altre per costituire una forte dissuasione all'impegno delle aziende italiane, remora che risul tò esasperata dal timore dell'istituzione cli una demarcazione fra i territori risalenti alla due occupazioni. Successivamente, su proposta ital iana presentata a Monaco e Parig i, il superamento ciel limite esistente fra le due

596 L'entità de lle commesse italiane

è riportata nello specchio in appendice. Azione Sauckel (da Fritz Sauckel, cui era stato affidato) era denominalo il progra mma naz ista, inteso al reclutamento della manodopera per esigenze produttive di interesse tedesco, in tu tti i paesi occupati, anche col ricorso alla forza. (Disposizione 4, 7 maggio I 942). Per ovviare a tale «reclutamento coatto», Lavai, incontrando Sauckel nel g iugno del 1942. nel tentativo d i preservare un a certa sovranità al governo d i Vichy, offrì in alternativa Ire lavoratori specializzati da reclutare per la Germania , per ogni francese liberato da lla prigionia di guerra tedesca. Questo provvedimento fu denominato rélève, cioè cambio. Nella realtà, il fallimento della rélève, indusse il governo di Vichy a promulgare una legge (4 senembre I 942) sulla coscrizione obbligatoria della manodopera per la Germania. Nel febbraio I943 . tale coscrizione obbligatoria (Servicc du Tra va il Obligatoire - STO) iniziava a fornire a Sauckel i contingenti richi es ti ; l' entità insoddisfacente del gettito. soprattutto perché i giovani preferivano darsi alla macchia piu1.tos10 che sottostare al reclutamcnlo, produsse rastrellamen ti e violente azioni di ritorsione da pane dell'occupante tedesco. Spesso nei documenti consultati le due organizzazioni vengono denominate semplicemente «azione Sauckcl», confermandosi con tale confusione, la realtà della prevalente azione tedesca . 597 Lenera 230/43 de l 3 apr. 43 , ciel Rcfcrat Rilslung della CTA indirizzata alla Delegazione italiana di collegamento. I rappresentanti della C IA F fecero presente che l'iniziativa italiana muoveva dall'esistenza di «accordi che LriservavanoJ all'Italia la zona ad est del Rodano» . (AUSSME, 0-7, cartegg io CIAF, Raccolla 44, promemoria 7 cl) redatto in previsione ciel convegno di Monaco.

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armate di occupazione fu sufficiente un lasciapassare della CIAF o dei comandi italiani d'occupazione.598 Sulla sospensione dell'azione Sauckel in zona italiana, gli organi della CTA, con una nota del 5 aprile, riferirono che una "dichiarazione di massi ma circa eccezioni sull'applicazione dell'azione Sauckel, data l'importanza della stessa", non era possibile . Le esigenze italiane avrebbero dovuto essere rappresentate alle autorità tedesche dell'Economia di guerra, per ottenere, di volta in volta, la sospensione del provvedimento e l'autorizzazione ad av viare la procedura di accensione delle commesse. In sostanza, il problema posto dagli italiani risultò capovolto: prima si voleva conoscere le necessità di fabbricazione e, in conseguenza della valutazione favorevole della loro congruità, si sarebbe accordata la sospensione dell'azione Sauckel.599 L'evidente impasse e l' impossibi lità cl.i risolverlo al ricordato convegno di Monaco , impose cli rinviarne la trattazione ancora una volta all'incontro di Parigi. In quella sede gli organi dell'Economia cli guerra tedesca confermarono quanto la Sottocommissione armamenti sapeva o aveva intuito: i programmi italiani di lavorazioni industriali in territorio francese non avrebbero dovuto interferire con quelli posti in esecuzione per soddisfare commesse tedesche; ed inoltre, l'eventuale espletamento delle commesse italiane, che richiedessero la sospensione dell'azione Sauckel, restavano subordinate alla valutazione degli organi tedeschi Wehrwirtschaft. Per ottenere il rispetto cli tali regole, i rappresentanti degli organi clell 'Economia di gueffa tedesca non si pedtarono di intimare "agli industriali francesi di rifiutare ogni commessa italiana" .600 Tuttavia, "subordinatamente alla necessità , sostenuta da parte ger-

~98 AUSS ME D-7 Carteggio CIAF, Raccolta 45-SF. , 99 Sulla sospens ione dell'azione Sauckel in zona ita liana, gli organi della CTA, fecero rilevare, con la stessa nota del 5 aprile, che a suo ternpo nessuna opposizione era stata presentata dall'Italia <<per il reclutamento di operai per l' industria tedesca nel territorio francese sotto controllo)> italiano. Come dire che la richiesta italiana suonava intempestiva e contraddittoria. S i veda il promemoria n. 7) I), redatto in previsione del convegno di Monaco, in AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 44. Le leLtere della CTA a firma del suo capo cli SM, costituiscono gli allegati 3 (5 aprile 43) e 4 (3 aprile 43) al promemoria. 600 M. Borgogni, Italia e Francia durante la crisi militare dell 'Asse, citato, pag. 29 1. In effetti, secondo yuanto riferì il generale Vacca Maggiolini sulla riunione, (lettera 55839, in data 24 maggio in AUSSME, D-7, carteggio CIAF, Raccolta 45-5A) i tedeschi accondiscesero a soddisfare la richiesta italiana di dar corso alle commesse stabilite nel periodo precedente il convegno. J

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manica di non interferire nel programma tedesco d.i lavorazioni belliche , [era] stata riconosciuta la necessità italiana cli conferire delle commesse alle industrie francesi", che da parte italiana si rich iedeva anche in territorio sotto controllo tedesco, a condizione che queste disponessero di potenzialità ulteriori e che non fossero aggiudicatarie cli lavorazioni continuative da parte tedesca. 601 Nella pratica però queste potenziali occasioni erano vincolate a procedure di carattere organizzativo tali da renderne assai complesso il meccanismo , e eia non favorire la già tentennante volontà degli industriali italiani. Dalla lettura del Protocollo ciel convegno redatto dai rappresentanti tedeschi, si rileva infatti che la Delegazione italiana per l'utilizzazione delle industrie francesi (UIF) cli Grenoble non avrebbe potuto far luogo a nessuna iniziativa (nichts unternehmen werden), prima che l'Ispettorato di Bourges avesse accertato la possibilità di evasione cli commesse italiane. Viceversa, la stessa Delegazione avrebbe dovuto rappresentare ali ' Ispettorato il sussistere della possibilità cli estendere a commesse italiane l'attività degli stabilimenti francesi in territorio sotto controllo CIAF, già operanti a favore di commesse germaniche. Condizione quest'ultima che, lungi da garantire una qualche possibilità di soddisfacimento delle ordinazioni italiane , pare predisposta ad assicurare una ancor maggiore penetrazione tedesca nel tessuto produttivo francese.602 Disappunto ancor maggiore corrispose all'apprendimento da parte italiana dell'esistenza - riferita dagli organi dell'Economia tedesca - di un «Piano generale di ripartizione delle materie prime europee», che si riprometteva di realizzare un pool dei materiali di

60 1 Relazione del gen. Vacca Maggiolini al Comando Supremo sull'esito degli incontri di Parigi Lettera 55839 del 24 mag. 1943. AUSSME D-7, carteggio CIAF, Raccolta 45-5A). Le condizioni descritte dal presidente della CIAF sono sinteticamente le seguenti: comunicazione delle commesse tedesche in corso ad est del Rodano; guelle non continuative, al loro termine, avrebbero potuto essere sostituite da quelle italiane; disponibilità per le esigenze italiane delle maggiori capacità di stabilimenti in detta zona. 602 La trasfonnazione della Delegazione di controllo delle IndustJic Belliche (CJB) in Delegazione per la Utilizzazione Industrie Francesi, (UIF) fu disposta solo il 15 marzo, nel quadro del riassetto delle competenze della CIAF. Tale nuovo ordinamento è riportato in appendice. Vedasi anche AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 38, Rela,.ione n.42, 16 apr. - 31 mag. 1943. Si veda ancora AUSSME, D-7 , Carteggio CIAF - Armamenti, Raccolta 56.

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base per le forniture belliche, che subordinava alla decisione tedesca qualsiasi assegnazione, fosse anche un semplice acquisto, di materie prime e cli quelle cosiddette «sussidiarie», di energia e di capacità di trasporto. Non a caso la volontà tedesca di esercitare il predominio assoluto in tema di risorse e di estendere la sua organizzazione di pillage anche in territorio italiano fu confermata daJl 'estensione dell'attività dell'organizzazione WEK 9 (Wehnnachts Erfassung Kommando 9, comando recuperi delle Forze armate) prima alla zona delle Bocche del Rodano occupata dalle truppe delJ' Ar.Gr. Felber e poi anche al resto del territorio armistiziale italiano, adottata, sempre nel quadro di applicazione del «Piano generale di ripartizione delle materie prime europee», con il pretesto di provvedervi con uno strumento più efficiente. Sicché , tenuto conto del fatto che questo rastrellamento tedesco dei materiali strategici riguardava anche il territorio sotto controllo italiano, la poss ibilità di conferimento di commesse italiane a stabilimenti della zona itafoma, risultò mortificata non solo dalla precedente esistenza cli ordinazioni tedesche, e dai vincoli cli subordinazione posti all'eventuale reperimento d' ulteriori potenzialità in seno all'industria francese. Ma soprattutto dalla disponibilità di risorse in materie prime, energia e trasporti che i tedeschi avevano concordato con i francesi al di fuori del contesto armistiziale. Da parte italiana si aveva un bel rivendicare che per le "materie prime prodotte in territorio occupato dall'Italia, l'attribuzione diretta di una quota parte cli esse [avrebbe dovuto] incidere sulle disponibilità generali e non totalmente sul contingente assegnato dalla Germania all'Italia nel piano cli ripartizione europeo". I tedeschi, almeno a Parigi, sostennero che "trattative [avrebbero potuto] aver luogo direttamente fra l' Italia ed il governo francese per l'esportazione verso l'Italia cli una parte della quota lasciata a disposizione della. Francia" .603 Peraltro, la possibilità di trattare con il governo o l'industria francese da una posizione di forza era vanificata in parte dall 'intenzione francese cli trattare au torizzazioni, cessioni cli quote delle materie prime loro

c,o 3 AUSSivlE D-7 carteggio CIAF Raccolta 38, Relazione 42 (16 apr. - 31 mag. 1943), Sezione II Armamenti.

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s pettanti e pagamento delle commesse sulla base del cosiddetto «conto compensazion i» (clcaring) aperto tra i due paesi. Ed in parte ancor maggiore dal convincimento francese che, come s i è accennato innanzi, da parte italiana non si godeva cli alcun diritto sul quale fondare le prctese.604 Ciononostante, qualche g iorno dopo Parigi, il 21 maggio, il presidente della CTAF inoltrò alla Delegazione francese di Torino una lettera nella quale, rivolgendosi ancora a li 'ammiraglio Duplat, manifestava, questa volta, l'intenzione italiana di applicare iJ diritto di occupazione su ll ' utilizzazione delle industrie frances i nella zona ad est del Rodano. 605 Le autorità francesi, tramite il loro delegato a Torino , oltre a confermare la negazione cli "qualsiasi fornitura cli materie prime o sussidiarie", fecero presente a più riprese cd infine il 7 giugno 1943 che l' utilizzazione delle loro ind ustrie era subordinata alla detrazione degli "operai adibiti all'espletamento delle commesse italiane" dal novero di quelli partenti per la Germani a («azione Sauckel») . Esse inoltre richiesero il pagamento del le «prestazioni in conto cli compensazione»; proposta quest'ultima che, reinserendosi nella normale relazione degli scambi commerciali , privava di significato la pretesa italiana di esercitare il diritto di potenza occupante .606 Fatto sta che rimasero in vigore le sole commesse ordinate in Francia (i n buona misura grazie ad iniziative individuali delle varie aziende),

604 Secondo Borgogni, che cita fonti del Ministero degli Affari Esteri francese, rife-

risce che quando furono faticosamente avviate le ini ziati ve italiane nel campo della uti lizi.azione delle industrie francesi e di quanto ad esso consegui va, all'inizio del giugno 1943, l'ammiraglio Duplat. contestò ancora una volta le basi giuridiche delle richieste italiane. (Massimo Borgogni. /tci/ia e Francia durame la crisi militare dell'Asse ... citala, pag. 317, nota 6. 6<>3 Lellera 55735/A, ASMAE, AP, Francia 43, Busta 69, fase . I . 606 La lettera dell'ammiraglio Duplat (che reca il numero I 867/P) non è stata ri ntracciata; mnavia del suo contenuto esiste traccia nel promemoria già citato del generale Pometti, il qua le ricorda anc he l'esito poco favorevole, sia sollo l'aspetto degli acquisti di materie prime, sia per l'u tilizzazione di industrie, d i una successiva riunion e con rappresenta nti francesi, presied uta dal min istro per g li Scambi e le Valute, Oreste Bonomi, tenutasi a Roma il I 2 giugno successivo (con l'intervento del senatore Giannini, che aveva concluso favorevolmente le trattative sulle spese di occupazione). Dalla sua re lazione sono traili i brani fra virgolette. In AUSSME. D-7, Carteggio CIAF - Armamenti , Raccolta 56-2D.

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mediante accordi stabiliti con le aziende francesi prima degli incontri che avrebbero dovuto risolvere e la questione.

C. Qualche annotazione

L'ammaestramento che emerge dai convegni di Monaco e cli Parigi pare sia quello che da parte italiana si era preferito ottenere immediatamente quanto utile per la produzione bellica italiana (i materiali bellici francesi, specie se in rottami), interessandosi solo successivamente dello strumento che consentiva di ottenerne in quantità anche maggiore (le industrie frances i), solo che si fosse potuto sfruttare quegli stessi materiali per le commesse italiane in Francia, proprio come facevano i Tedeschi. In altre parole , la questione eia risolvere sin dall'inizio non era quella dei material i bellici, ma quella della loro utilizzazione nelle industrie belliche francesi. Se si fosse potuto o saputo risolvere la prima questione convincendo alla cooperazione governo ed indust:Jiali francesi, sin dai primi tempi dell'occupazione e forse anche prima, sarebbero stati questi ultimi a risolvere l'altra, quella dei materiali necessari. Ma da parte italiana non si fu pronti a questa scelta. Ancora al convegno cli Monaco i rappresentanti della Sottocommissione armamenti dichiararono che "la necessità di passare alla Francia delle commesse (oltre che a procedere ad acquisti e a requisizioni) inizialmente non presentava interesse per l'Italia". A giustificazione di questa astensione si portò il motivo legato alle "difficoltà cli materie prime, combustibili ecc. fed il desiderio di] non interferire nel piano di collaborazione franco-tedesco". Si disse ai tedeschi nel corso ciel convegno di Monaco che solo le "aumentate esigenze della produzione bellica, più sentite e gravose per effetto della diminuita capacità di produzione [ ... J in conseguenza delle offese aeree nemiche" avevano convinto le autorità italiane a ' ricorrervi "per. recuperare il tempo perduto e per riaffermare dei diritti". 607 In realtà, la «politica del giorno per giorno» cui allude Rainero, si segnalò anche alla riunione di Parigi, per la quale i delegati della Sottocommissione armamenti furono latori di richieste contingenti ed affrettate, che diedero l'estro ai rappresentanti del Wehrwirtsschaft di

607 Si veda il promemoria n. 7) f) , redatto in previsione del convegno di Monaco, ed ivi illustrato, in AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 44 .

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mostrarsi accondiscendenti, probabilmente rallegrandosi tuttavia del fatto che l' imprecisione della formulazione delle richieste stesse consentisse loro una scappatoia.608 Dalle vicende illustrate si trae inoltre l'impressione - accennata in precedenza - che non esistesse né una effettiva convenienza, né una accertata volontà dell'industria italiana di ir1pegnarsi in questa impresa. Lo si evince dalla quantità dei committenti , che "risultava ancora poco modificata il 26 g iugno: 13 categorie [avevano] preso contatti con la Francia; 12 [dovevano] ancora inviare i loro esperti [ ... ]; 1 laveva] rinunciato". Ma anche dal!' entità delle commesse assegnate e dal fatto che solo una parte della grande industria fu in grado di approntare un programma.609 Circostanze che taluno ha imputato ad un progressivo disimpegno dell'industria stessa proprio allorquando l'organizzazione statale, con il passaggio al ministero della Produzione industriale di molte attribuzioni in precedenza disperse tra molte competenze, andava mostrando intenzioni più autorcvoli.610

608 I convenuti italiani fecero presente fra altre richieste riguardanti fosfati , alluminio ed altro , e l'estrema urgenza di aflìdare commesse cli autocarri a lla Berliet di Lione. Probabilmente però la richiesta, preparaw in tutta fretta, non teneva conto di un fatto convenientemente sottolineato invece dalla controparte tedesca, e cioè dell 'esistenza di <<U n programma di costruzione autocarri, per il quale esiste[ vaJ un comitato europeo di cui jera] membro il prof. Vallcua della fiat» (La citazione è tratta da G. Perona, Aspelii economici dell 'occupazione iraliana in Francia (novembre 1942 - se11embre 1943), in 8 set1e1J1bre, lo .~fè1celo della IV Armala, lstituto storico del la Resistenza in Piemonte , Book Storc, Torino, I 979. L'autore cita l'allegato 1 del verbale datato «Parigi, 2 1 maggio 1943», trasmesso al Comando Supremo con la lcuera 55839 della presidenza della CIAF, già incomrnto, per riferire delresito dei colloqui di Parigi; e reperito dall'autore in IWM, FD 2056/44, fasc .70. J rappresentanti italiani non seppero in falli che cosa replicare alla doma nda tedesca sul tipo di autocarro eia prod urre, data la standardi zzazione in allo presso la linea del produttore francese, che g ià lavorava per trauori ed autocarri tedeschi da 3,5 tonnellate. I temi trattati emergono dalla Relazione CIAF n.42, Appendice riservata. (AUSSME. D-7, Carteggio CIAr, Raccolta 38). La tesi di Rainero è riportata in R.H. Raincro 1'vlussoli11i e l'étain. Sroria dei rapporri tra l'Iralia e fa Francia di Vichy, eit., pag. 445 . 609 G. Perona. /isperti economici dell'occupazione italiana in Francia .. .. cit. pag . 129. L'Autore cita fonti dell'IWM (FD 2060/44, fase. F 2A). 610 Questa concentrazione di responsabilità avvenne verso la fine del marzo 1943. Il 30 marzo , infatti, il generale Favagrossa ebbe un colloqu io con il capo di SMG. Richiesto da quest'ultimo di noLizie sul " passaggio delle direzioni generali dei Ministeri mil itari al Ministero della Produzione Bellica", rispose che tale passagg io "era in pratica già avvenuto per Guerra e Marina;[c che] lunedì fsuccessivo, 5 aprile avrebbe presentato) il decreto per l'Aeronautica". Allegato n.2438 al Viario storico del Comando Supremo , voi. IX, (l.J .1943-30.4 .J 943), Tomo Il , Allegati, pagg. 292-293; SME, Ufficio Storico, 2002.

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Probabilmente, il fatto che molte industrie italiane preferissero gli acquisti di materie prime anche al di là del Rodano , alla destinazione cli commesse in Francia, deve attribui rsi anche ad altre cause, legate all'ordinamento corporativo dello stato e all'organizzazione sociale del lavoro .611

Tuttavia - secondo punto-, non si può non osservare che altrettanto probabilmente questo atteggiamento concorse ad orientare le autorità italiane competenti verso l'ottenimento con tutti i mezzi dei materiali necessari alla produzione bellica piuttosto che verso la ricerca cli un accordo diplomatico con il governo Lava!, strada che - ammesso che potesse avere effettivo sviluppo favorevole - fu intrapresa in ritardo. Ancora in giugno il verbale di una riunione intem1inisteriale riportava il seguente interrogativo:

"si può con la Francia usare la nianiera forte oppure si deve, seguendo le direltive dell'ultimo convegno di Berchtesgaden, cercare di concordare? Si può, quindi, deferire ai Comandi italiani la facoltà di souoporre al blocco, per eventuale confisca o requisizione, merci e prodo!li sotto nostro controllo, oppure si deve cercare di ottenere tuuo per via di negoziazione ?" 612 A simile evidenza, si riferiva probabilmente l'Intendente d'armata nell'indicare una realtà che si era presentata quasi subi to alla realizzazione dei suoi compiti, ma che nonostante le dich iarazion i di «autolimi-

611 A riprova di quanto detto si consideri che gli ufficiali della Sottocommissione armamenti avevano individualo 80 stab.ilimenti idonei. al conferimento di commesse italiane. L'utilizzazione avrebbe in ogni caso richiesto qua lche sfo,zo da parte delle aziende italiane. (AUSSME, D-7 , carteggio CIAF, Relazione 42 citata, Appendice riservata). Per favorire invece il trasferimento di attività industrial i in Francia, era stata ventilata la possibilità di alloggiare lavoratori italiani delle aziende coinvol te presso le caserme e scuole, ma non se ne fece nulla. G . Perona, op. cit. pag. I28. L' Autore cita la Relazione sulla ri unione tenuta in Milano il 15 dicembre 1942, conservala in IWM , FD 2060/44. 612 «Verbale sommario, senza data né intestaz ione, con un visto di Franco Liguori [capo di gabinetto ciel Ministero della Produzione bell ical del 16 giugno [1943], sulla riunione [tenutasi] presso il Ministero Scambi e Valute il 12 giugno» reperito in IWM, FD 2056/44, fase. F 70 .). G . Perona, Aspetti economici dell'occupazione italiana in Francia» cit., pag. 139. In precedenza a Salisburgo - Klessheim, (29 aprile l943) l' incontro Bastianini - Lavai, avvenuto nel quadro di colloqui a tre, non ebbe un risultato fe lice, per contrasti sorti fra l'italiano ed il francese .

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tazione dei poteri>> stentò a produrre atteggiamenti coerenti, probabilmente a causa della relativa marginalità del problema francese rispetto alle grandi tragedie militari che stavano compiendosi in Africa e che non consentirono una trattazione organica della questione sin dal suo manifestarsi. Questa mancata chiarificazione di fondo, che conseguiva peraltro alla necessità cli tenere dietro ai tedeschi sulla strada dello sfruttamento delle risorse francesi, insieme ad un atteggiamento rigido ed astioso nei confronti dei cosiddetti vinti, fu all' origine del ritardo con il quale ci si rese conto della complessità della situazione francese e delle difficoltà che derivavano dalla volontà italiana di applicare la legge di guerra nel!' occupazione della Francia meridionale. Secondo Perona, i nfatti, pianificare !"'utilizzazione delle industrie frances i per la produzione cli guerra'' o comunque assegnare loro commesse forzose non era misura attuabile "in diritto, essendo avvenuta f... ] l'occupazione della Francia in regime armistiziale." Ciò , sempre per l'assenza nella Convenzione franco -italiana di un passo corrispondente all'ormai famoso articolo 3 dell'altra Convenzione.613 Come dire che, diversamente da quanto poteva verificarsi in campo tedesco, ordinare lavori all'industria francese esorbitava le norme d'armistizio . Manchevolezza che fu almeno contenuta dalla politica ital.iana di protezione delle pertinenze garantite dalla Convenzione d 'armistizio, misura che garantì gran parte del materiale che poi fu confiscato all'industria bellica francese e che, in certo grado, costituì fattore cli scambio per invogliare le autorità frances i a consentire l'avvio cli commesse med iante utilizzazione cli materie e prodotti dell'industria bellica d'oltralpe. Questo rimedio , adottato quando i tedeschi avevano già avviat~ la loro opera cli sfruttamento, pose infatti costoro nelle condizioni di non poter esimersi dal concedere all' alleato i materiali fin iti presenti nel territorio ad oriente dèl Rodano . Tutto sommato, però, l'ottenimento del 50% dei semilavorati nella zona restò un 'elargizione tedesca poiché, con il «Patto di Roma>> l'Italia s'era impegnata a sbloccare senza compensazione, su richiesta francese ("Toutefois seront débloqué sans compensation, sur demancle françai-

613

G. Perona, Aspe/li economici dell'occupazione italiana in Francia ..., cit., pag.

123.

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se") i prodotti finiti non completi, "i semilavorati o allo stato intermedio di lavorazione e le materie prime".614 Se si dovesse rilevare una lacuna radicale nel metodo intrapreso dagli italiani per l'acquisizione dei materiali francesi , essa dovrebbe essere rinvenuta, oltre che nei difetti politici appena ricordati, anche in due ulteriori carenze. Al primo posto, quelle organizzative ed ordinative e, poi, l' incertezza degli organi centrali, la quale peraltro contribuisce all'insorgere del difetto precedente e al suo radicarsi. Le cause organiche sono da rintracciare nel frazionamento eccessivo delle conoscenze e delle competenze , sia in Francia, sia in patria. Qui e là, la realtà affiorava lentamente e si componeva in un quadro coerente se non dopo percorsi intricati, provocando irresolutezza nel procedere , che comportava anche decisioni non appropriate e talvolta divergenti. Non rientra negli scopi di questo lavoro discutere dei difetti organizzativi della produzione bellica in Italia, che pure ebbero una seppur tardiva soluzione. Interessa invece rilevare che la molteplicità delle competenze abbia costituito una remora alla causa italiana, atteso che l' acquisizione dei materiali bellici, gli acquisti in Francia e le commesse da affidare a stabilimenti francesi, rappresentavano una materia unitaria . Non si può non osservare in ciò una separazione artificiosa tra funzioni attinenti un unico scopo. La questione che balza agli occhi, in sostanza, attiene alla duplice presenza in Francia: a parte altri agenti sparsi, erano CIAF e comandi operativi a rappresentare i maggiori attori sullo stesso territorio. Per un verso, all'assenza di un accordo con Vichy e alle reciproche diffidenze, oltre che all'accennata molteplicità degli acquirenti e di varie mosche cocchiere, deve ascriversi il fallimento della

61 4

Circa la facoltà acquisizione dei materiali bellici, alla Sottocommissione armamenti era noto che al dubbio sulla possibilità di confisca dei semilavorati (pubblici o privati), si sommava l'incertezza sulla requisibilità dei prodotti finiti di proprietà privata che, secondo i tedeschi, avrebbero dovuto essere destinati ai bisogni delle trnppe d'occupazione e non alle esigenze industJiali in Italia, pos izione sostenuta dalla CIAF Armamenti . Non è noto come s ia finita la questione. La materia è estesamente trattata nella minuta di una lettera senza numero né data - ma presumibilmente successiva di qualche giorno all'incontro di Parigi poiché vi s i parla delle proposte da formulare al Comando Supremo a seguito cli quegli incontri - a firma ciel generale Vittorio Pallieri , capo della Sottocommissione armamenti alla Presidenza della CIAF. AUSSME, D-7 , Carteggio CIAF, Raccolta 56-1 , allegato B.

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prima fase di acquisti cli material i cui si dedicò l'Intendenza: senza un chiarimento politico, era impossibile ai militari ottenere il necessario consenso delle autorità francesi. In questa prospettiva, la restituzione alla CIAF cli alcune competenze riguardanti soprattutto l'acquisizione dei materiali bellici e l'utilizzazione delle industrie beli iche, fatta per salvaguardare prerogative e pertinenze armistiziali, in base al criterio delle più convincenti capacità della Commissione, non raggiunse lo scopo; si è visto infatti che furono necessarie due dichiarazioni sulle intenzioni italiane di far luogo ai diritti italiani e questi diritti, benché affermati dalla CIAF, attenevano ad una tipico esercizio cli potenza d'occupazione. Non a caso , secondo Perona, "l'Amministrazione italiana finì con l'operare mediante i soli strumenti sicuramente dispon ibili , i franch i de ll 'indenn ità e le truppe cl' occupazione".615 Questo, s ul fronte francese. Su quello tedesco, l'as.i mmetria delle competenze esistente tra le due Commissioni, sulle quali si è in precedenza indugiato, isolò progressivamente la CIAF, la quale non fu più in grado di intervenire sulle decisioni, le quali erano prese a Parigi e non a Wiesbaden. Le assicurazioni sulla permanente validità della ripartizione armistiziale e sulle separate zone di «sfruttamento delle possibilità esistenti» scaturirono infatti da accordi tra comandi supremi e seguirono poi le linee della dipendenza militare. Ed è singolare che la citata lettera del comando clell' Annata in data 7 aprile 1943 , fosse indirizzata alla presidenza della CIAF, come a chiarirle decisioni di un comando, l'Ob.W., che in pratica sovrastava entrambi, ma col quale il comando di Vercellino aveva relazioni più dirette e semplificate.616 _ Forse aveva ragione il rappresentante della CIAF presso la CTA, generale Penone, secondo il quale, per salvaguardare l'interesse italiano, sarebbe convenuto "realizzare il più stretto e rapido collegamento con i nuovi organi di Parigi" . Ma, un po' per ~ opposizione della stessa CTA, la quale probabilmente riferiva anche l'analogo atteggiamento dei comandi parigini, un po' perché probabilmente il provvedimento avreb-

6 15 G. Perona, Aspe/li economici de/l'occupazione italiana in Francia ..., cit., pag.

139. (,l 6 N.2644/AV.,AUSSME DS 4A 1218-52. Vedi supra citazione di cui alla lettera della 4" Armata ripo1tata in AUSSME, DS 4A 12 I8 - allegati 53 e 52.

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be avuto il sapore di una diminutio della CIAF, lo stesso non fu adottato.617 A testimonianza della progressiva contrazione delle attribuzioni della CIAF nelle funzioni consultive che avrebbe dovuto assumere sin dall'inizio dell'occupazione, in analogia con il riordino in senso riduttivo delle mansioni del suo omologo tedesco, si consideri quanto segue. Quando alle confische attuate dalle truppe clell' Armata in conseguenza degli accordi di Parigi sulle materie prime industriali e sui materiali prodotti o conservati dalle industrie belliche, eia parte italiana si dovette comunque associare , confermandola, la prassi degli acquisti, il ruolo esecutivo principale per la loro attuazione in tenitorio sotto controllo italiano , dopo essere stato in precedenza della CIAF, fu assegnato all' Intendenza, cui una Delegazione del Ministero degli Scambi e delle Valute (Scambi va]) affiancatale, prestava consulenza e forniva le necessarie autorizzazioni. Contestualmente, alla fine di marzo , alla CIAF veniva affidato un compito - si direbbe ausi liar.io - di evitare l'invio in Italia di "merci occonenti in posto per le Industrie belliche da noi utilizzate; [e per] segnalare al delegato di Scamb.ival le merci che possono venire in nostro possesso senza acquisto diretto (confisca, ecc.) a senso delle disposizioni armistiziali [ ... ]." Era invece la prova dell ' inversione cl i tendenza che da qualche tempo affiorava presso il Comando Supremo a proposito delle funzioni della CIAF.618

617 L'affermazione ciel generale Perrone è contenuta nel Promemoria n. 7) <l), redatto in previsione ciel convegno di Monaco, in AUSSME, D-7, carteggio Cl AF, Raccolta 44. Nel riferire sulla riunione di Parigi, da parte della presidenza della CIAF si scrisse in una relazione a proposito di una trattazione in quella sede de lla possibilità che presso gli organi tedeschi dell'Economia, a Parigi si installasse una qualche rappresentanza dellu CIAF stessa. (AUSSME, D-7 , Carteggio CIAF, Raccolta 38, Relazione n. 42, giugno 43, Appendice riservata) . 6 18 Lettera de l Comando Supremo, II Reparto, Ufficio Economia di guerrn n. 4999/E G . in data 28 maggio 1943 . Le linee organizzative e di relazione erano completate da un certo numero di ufficiali di collegamento, tra i quali quello del Ministero per la Produzione bellica. A quest'ultimo risaliva la responsabilità cl.i indicare al delegato di Scambi val se le merci acquistate servivano proprio per la produzione d i guerra. Secondo la lettera ciel ministro per gli Scambi e le Val ute del precedente 17 maggio 1943 (prot. n. 5693), l'affiancamento del del egato al l' Intendente aveva lo scopo di «collegare [gli] ucq uisti con le necessità dell'Armata 1-.. I e coi bisogni della produzione bellica, [e quello di . .. ] ottenere dall'Intendenza la tempesti va messa a disposizione dei mezzi necessari » per l' approntamento, il trasporto e la vigilanza delle merci. G . Perona, op. cit. pag. 140, nota 65. La lettera è conservata presso gli archivi dell'IWM (FD 2056/44). Prima

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Affrontando il secondo aspetto annunciato, quello della incertezza del procedere delle autorità italiane di vertice, è utile la lettura di un promemoria redatto, alla fine del giugno 1943, dal generale addetto alla Sottocommissione armamenti, Alberto Pometti. Il tenore dello scritto parrebbe una difesa estrema delle funzioni e delle competenze della CIAF, alla quale "si tenta[ va] cli far convergere L... l deficienze e lacune dei vari Enti interessati". Egli scriveva: "[ .. .] il disorientamento degli enti centrali sulle quesiioni, tra loro connesse ed in parte inierdipendenti, della utilizzazione delle industrie francesi, della co11fìsca dei materiali bloccati e degli acquisti in Francia, è ampiamente dimostrato dal fatto che il problema della utilizzazione delle industrie è praticamente fermo".

Su tali questioni, secondo Pometti, era mancata fino a quel momento: "qualsiasi direttiva da parte del Comando Supremo nella fase conclusiva dei rapporti con la Francia e con la Germania derivanti dalle dichiarazioni fatte alla D.F. [Delegazione Francese] [ .. .j col le note 54500 del 17 aprile u.s. e 55735 del 21 maggio u. s. e da quanto è emerso nel Convegno di Parigi [ .. .]. Sugli acquisti [ ...non] si è deciso di accogliere la proposta di acquistare con la Germania, in conto comune nella zona di Marsiglia [ .. .]. Sulla confisca, il Ministero Scamhi e Valute erroneamente ritiene che essa si ident~fichi con gli acquisti.[ .. .] L'imharazzo nel quale sembra oggi trovarsi il Ministero degli Affari Esteri, si deve supporre che derivi o dal non aver tenuto conio a Berchtesgaden che esisteva un prohlema italiano dell'utilizzazione

di q ueste direttive, la responsabilità degli acquisti era stata ripartita tra la Rappresentanza commerciale italiana di Parigi - per il territorio sotto precedente occupazione tedesca - e la CIAF, Sottocommissione per gli scambi commerciali, in zona italiana. A riprova del progressivo riordinamento dei compiti della CIAF, si osservi che dopo le nuove direttive di fine maggio, gli acquisti nel territorio di prima occupazione furono attribuiti alla responsabi lità alla stessa figura commerciale della Rappresentanza, tuttavia «nella sua qualità d i presidente dcli.a Sottocommissione affari commerciali . Secondo la relazione n.3 riferita al periodo 1O giugno - 3 I luglio 1943, e redatta a N izza in data 4 agosto 1943 dal delegato, commcndator Franco Pietrabissa, l' entità delle transaz ioni operate sotto la guida della predetta Delegazione, nel periodo c itato anunontavano a quasi mezzo milione di franchi francesi (oltre 430 milioni) . G. Perona, op. ciL. pag. 140, nota 66. (IWM, FD 2064i44).

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delle industrie francesi, oppure che l'approvazione data [dallo stesso Ministero] alla nota del 21 maggio u.s . alla D.F non fu consona alle risultanze del Convegno di Berchtesgaden" .619 La ricerca di un accordo, sia con le autorità tedesche, sia con quelle francesi per l'utilizzazione non ebbe dunque risultati soddisfacenti, in parte per la priorità che i Tedeschi accordavano alle lavorazion i di proprio interesse, in parte per l'impossibilità di intervenire significativamente sulla «azione Sauckel>>. All'insuccesso concorsero le difficoltù anche sul versante francese. Alla fine di luglio, "la utilizzazione delle industrie francesi non [eral ancora entrata in una fase concreta[ .. .] dato che [dovevano ancora] essere raggiunti taluni accordi in tema di materie prime e sussidiarie, di norme doganali, di modalità per i pagamenti etc.''. Solo il 6 settembre giunse al Comando Supremo una lettera del presidente della CIAF dalla quale si apprendeva che "un primo gruppo di sette commesse sembrava poter essere varato con il consenso francese".620 Più in generale, per concludere un discorso avviato esaminando il ruolo della CIAF durante l'occupazione, resta da chiedersi infine se il provvedimento di rivitalizzare le responsabilità della CIAF (Sottocommissione armamenti) abbia o no ottenuto quanto ci si riprometteva. Al riguardo si possono proporre tre elementi di risposta. Primo: la CIAF non aveva più nella CTA il suo vero interlocutore, il quale infatti dipendeva su tutta la materia che si è esaminata dagli organismi del comando superiore in Francia o dallo stesso comando supremo tedesco. Sicché , visto che a Parigi c 'erano un ambasciatore, un consigliere commerciale e, probabilmente per un certo tempo anche lo stesso precedente segretario generale della CIAF, generale Gelich, sarebbe stato più conveniente cedere a quella possibile missione diplomatica la

619 La frase è tratta dalla citala lettera 616/UIF in data 30 giugno 1943, redatta dal

generale addetto alla Sottocommissione armamenti, Alberto Pometti. (AUSSME, D-7, Carte ggio CIAF - Armamenti , Raccolta 56-2D). 621> Le informazioni relative alla situazione della fine di luglio sono tratte da AUSSME, D-7, Carteggio CIAF, Raccolta 38 , Relazione mensile n. 44 sull'attività svolta dalla Conunissione Italiana d ' Armistizio nel periodo I- 3 1 luglio 1943. Parte I - Quadro d'insieme. La lettera del presidente della CIAF in data 6 settembre I 943 è ricordata da G . Perona, op. cit., pag. 128, sulla base di documenti conservati presso l' IWM (FD 2060/44, fase. 2A

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responsabilità cli tali contatti. Soprattutto, e nonostante i meriti della presidenza della CIAF, s i sarebbe potuto evitare cli perdere tempo anche a causa cli un certo gusto per il puntiglio e per la precisione, se si considera la vastità della documentazione prodotta a Monaco - dietro ad un improbabile successo sui materiali bellici, concentrando gli sforzi sulle industrie, chiave di volta dell'intera vicenda. Non è eletto che questa misura - secondo punto - avrebbe dovuto imporre la rinuncia asperati vantaggi armistiziali, poiché la CIAF si sarebbe trovata piì:1 o meno nelle stesse condizioni della CTA, solo se si fosse accettato per la Commissione un ruolo meno protagonista. Al di là di ogni altra considerazione, tali vantaggi furono , come si è visto, oltre che controversi, parziali e non risolutivi. Questa scelta - terzo ed ultimo aspetto che si vuole sottolineare avrebbe consentito una più sollecita iniziativa ed una più ampia autonomia al Ministero per la Produzione bellica, i cui rappresentanti avrebbero potuto stabilire più dirette relazioni con i loro omologhi tedeschi a Parigi , tramite quella missione diplomatica cli cui si è parlato. E' probabile però che ciò non sarebbe stato sufficiente. Gran patte delle industrie italiane, alla ricerca dei prodotti di cui v'era gran penuria, preferivano evidentemente averli a piè d'opera in Italia.

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CAPITOLO IX


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L'occupazione italiana ed il suo carattere

A. Gli studi esistenti per l 'occupazione della provenza e della carsica e il carattere delle direttive impartite alle truppe di occupazione Si ricorderà che Mussolini, nel momento in cui le sue truppe entravano in Francia, aveva dimostrato molta moderazione. Il 14 novembre, il Comando Supremo intervenne direttamente presso il comando d'Armata, ricordando il carattere dell'occupazione italiana: "correttezza nei riguardi autorità; atteggiamento riservato; disciplina ed esempio da parte iffficiali; anche nei confronti colonie italiane riserbo . " 621 Non ci si stancava di ripetere, in quella prima fase che, pur nella drammaticità del momento, pareva coronare le ambizioni tanto a lungo cullate, che "l'avanzata nel ten-itorio francese [era] stata giustificata con la necessità militare di impedire agli anglo-americani di ripetere nel continente l'aggressione perpetrata nell'Africa Settentrionale Francese". E, conseguentemente, si chiedeva ai comandi dipendenti che la condotta delle truppe, pur "inflessibile [nell'applicazione] delle misure di sicurezza e per il potenziamento della dffesa costiera [mostrasse] comprensione per l~ dffficoltà di una nazione sempre più chiusa in limiti ristretti [eJ nei rapporti non attinenti alla esigenze militari operative [rispettasse le]facoltà giurisdizionali, la correttezza della forma , la compostezza di vita. "622

62 1 Telegramma CS 12711 del 14 nov. I 942 (AUSSME DS SMRE 2078-58). 622 Lettera 4A 8772/0p. del 20 nov. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-4 1). Nelle fasi

iniziali dell 'avanzaw dovette essere chiaro ai comandi impegnati (forse un po' meno alle truppe) che lo scopo della presenza dell'Annata in Francia era quello di "promuovere la cooperazione francese a difesa di un interesse comune" . Lettera del comando 4" Annata 11. 452/P.1 del 28 gen. I 943 (appendice); in essa si confronta la situaz ione di cooperazione alla quale si ispirava la presenza italiana in Francia ante Tolone, con quella successiva all'autoaffondamento della flotta (AUSSME DS 4A 1127-33).

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Questo atteggiamento misurato, di probabile ispirazi.one tedesca, contrastava in realtà con gli studi esistenti, i quali consideravano invece un'occupazione vera e propria. Nei giorni del novembre 1.942 antecedenti all'avanzata, mentre si avvicinava il momento dell'azione, lo SMRE era stato costretto a rispolverare in tutta fretta la documentazione che trattava l'occupazione militare della Provenza e della Corsica nell'eventualità che occorresse provvedere ad istituirvi un governo militare dei territori occupati . Questa possibilità risaliva alla descrizione fattane in un progetto del 1941, redatto dalla CIAF per il caso i cui , a seguito dell'occupazione di territori francesi in conseguenza di denuncia dell'Armistizio, sarebbe stato necessario provvedere all' organizzazione civile dei territori francesi occupati. Più in particolare, lo studio partiva da tre ipotesi sull'atteggiamento francese in caso di occupazione della Francia libera, ipotesi che prendevano in esame: a) resistenza militare all'avanzata, guidata dal governo che sarebbe restato in posto; b) trasferimento al i 'estero del governo francese, e, sulla base degli ordini ricevuti dalle autorità di governo, contrasto delle truppe francesi all'avanzata da parte delle forze italiane; c) "stipulazione di una nuova convenzione d'armistizio o di un nuovo accordo che consenta una pacifica occupazione ed un «modus vivendi» fra le potenze dell'Asse ed il governo francese". Nei primi due casi sarebbe avvenuto che, con la decadenza della Convenzione d'Armistizio in atto, l'occupazione avrebbe potuto attuarsi "gradualmente, seguendo il corso delle operazioni" e la CIAF si sarebbe trasformata in "organo di governo per i territori occupati, pur continuando la sua attività armistiziale nei confronti degli altri territori francesi" .623 Lo SMRE, alla vigilia dell'operazione formulò l' ipotesi che "le condizioni poste a base del nostro attuale intervento [avrebbero dovuto]

621 Il progetto si componeva di due parti che si riferivano rispeuivamente all'occu-

pazione della Francia sino al Rodano e della Corsica; e di un'occupaz ione limitata "ai 1erri1ori dello scacchiere alpino soggetti alle 11ostre rivendicazioni ed alfa Corsica " . I documenti era entrati in possesso dello SMRE in agosto 194 1, (prima parte) e nel successivo dicembre (seconda parte). La s ituazione è così descritta nel promemoria senza data, ma probabi lmen te redatto qualche giorno prima de ll'll novembre, alla le ttera n.1 939 I dell' l I nov. I 942 (AUSSME DS 4A 2119-367). Il progetto tuttav ia è reperibile ne l carteggio CIAF e, a titolo di curiosità , nei due casi presi in considerazione, è schemat izzato in appendice. Del suo invio allo SMRE fa fede anche il Diario storico del CS, V<>l.\~ Tomo I , giorno 13 dicembre 4l , pag. 770. Il comando 4" Armata ebbe copia ciel progetto presumibilmente nel dice mbre l 94 l .

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rientrare nel caso c) [ ... e cioè ] pacifica occupazione e «mod us vivendi» fra le potenze dell'Asse ed il governo francese , eppertanto le autorità francesi [sarebbero restate] al loro posto collaborando con noi" . Ma volle comunque assicurare il Comando Supremo che:

"nell'eventualità che il nostro intervento incontri resistenza [voluta o non dal governo francese] i Comandi 4" Armata e VII C.A . sono al corrente di quanto finora deciso e sanno che, in ogni caso, passandosi all'attuazione dovranno essere applicate la legge di guerra e il regolamento del servizio in guerra .fìno a quando non subentrerà l'organizzazione civile, potrebbe delinearsi la necessità di subentrare totalmente alle autoritàfi·ancesi e quindi l'opportunità di precisare,.fin d'ora, le questioni da definire e da riso i vere per la pratica applicazione del progetto stesso ." 624

In sintesi si può dire che a Roma, pur considerando il caso più moderato fra quelli progettati dalla CIAF, non si escludesse la possibilità che i comandi italiani dovessero "subentrare alle autorità francesi" e che le truppe avrebbero dovuto applicare la legge di guerra. La qual cosa si rivelò inapplicabile anche dopo il cosiddetto tradimento cli Tolone, non solo per la sua intrinseca complessità, ma soprattutto perché inattuabile sul piano politico. Quando , alla fine cli dicembre, si delineò la decisione tedesca di occupare integralmente la Francia e fu giocoforza seguirne il disegno, apparve chiaramente che l'indirizzo della politica tedesca in materia, emersa anche con la dichiarazione Neubronn, era quello cli lasciare le cose come stavano conservando "l'utile finzione della sovranità francese", sia al livello governativo, sia quanto a istituzioni periferiche.

B. l caratteri del! 'occupazione italiana: dall'iniziale incertezza alla fase di convinta possibilità dei comandi di un'occupazione effettiva, ed alla successiva attenuazione dell'asprezza. Le preoccupazioni per la sicurezza delle truppe e la priorità delle esigenze operative su quelle civili

624 Promemori a senza data, dianzi citalo (probabilmente redatto qualche giorno prima clcll'l 1 no vembre, alla lettera 19391 cieli' 11 nov. 1942) . AUSS ME DS 4A 2 119-

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Gli avvenimenti relativi agli aspetti militari dell'occupazione italiana in Francia, paiono uniformarsi all'evoluzione dei rapporti italo-francesi che si sono potuti osservare nel precedente capitolo ed il mutare delle intenzioni tedesche . Essi furono caratterizzati da una prima fase di apparente cooperazione, seguiti da un momento d'i ncertezza, che conseguì agli eventi cli Tolone. Poi, dopo la dichiarazione Avarna, si ispirarono al progressivo unifom1arsi alle prassi di occupazione dell'alleato , ed alla graduale presa cli coscienza dei limiti reali di un'occupaz ione equivoca, di cui sono testimonianze le successive decisioni sull' "autolimitazione dei poteri" di occupazione. Perciò, il carattere dell'occupazione militare italiana in Francia sembra in generale seguire queste fas i alterne: dopo i primi due mesi - successivamente alle note dichiarazioni prima, e poi ai chiarimenti del marzo 1943 -, attenuò l'odioso atteggiamento da «inesorabile vincitore». Più tardi, verso l'estate, l'occupazione pare tornare a qualche asprezza, dovuta verosimilmente, in parte alla necessità cli reagire alla sempre più intensa attività della dissidenza, ma imputabile anche alla crescente insicurezza sull'esito della guerra, e ai timori derivanti dal!' ormai evidente minaccia del suolo nazionale, cui conseguì un comprensibile in-igidimento dei comandi per tema del prevedibile sfascio totale ciel paese e delle Forze Armate. Non si può escludere però che tu tto ciò derivasse da ragioni operative , adottate nel territorio occupato dalle truppe della 4a Annata, in analogia ai provvedimenti dell'alleato o, più verosimilmente, per ordine tedesco. In sintesi, si trattò di un atteggiamento volto a garantire la tenuta dell'Armata o, al massimo, a mostrare adesione ai disegni dell'alleato. 625 Una delle costanti della presenza militare italo-tedesca in Francia fu effettivamente la preoccupazione per la <<sicurezza delle truppe» e per la possibilità di assolvere i compiti operativi senza il pericolo di retrovie insicure o di azioni fiancheggiatrici cli eventuali operazioni alleate. Per intendersi su questa accezione di sicurezza, basti pensare che i tedeschi ne diedero un significato piuttosto ampio, riguardante addirittura la

625 Lo stesso Lévy ammette che il comportamento degli occupanti, dopo i primi due mesi , attenuò la durezza che aveva caratterizzato i primissinù tempi, e che riapparve sul fini re dell' occupazione. Claucle Lévy (la 4" Anna/a i11 Francia - 11 novembre 1942 - 8 settembre 1943), in «8 settembre, lo sfacelo della IV Armata», Book Store, Torino, 1979, pag. 39.

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presenza degli ebrei; quelli stranieri vennero spesso additati quali agenti principali della propaganda e appoggi importanti delle più pericolose azioni contro l'Asse. Anche i momenti più discussi della presenza italiana furono giustificati dal comando della 4" Armata in base al principio della «sicurezza delle truppe» e dell'assolvimento dei compiti operativi . Si osserverà tuttavia che le misure più onerose adottate dall'Armata in base al descritto principio, e in particolare quelle che ebbero gli effetti più penosi sulla popolazione , derivarono probabilmente da decisioni tedesche. C'è un'altra osservazione da fare: i provvedimenti collettivi e individuali per reprimere le minacce alla sicurezza delle truppe di occupazione, trovarono un'invincibile ostilità presso le autorità italiane quando si trattò di perseguire gli ebrei di qualsiasi nazionalità ed anche apolidi residenti in Francia, circostanza che singolarmente coincise con l'accanimento che i tedeschi portavano contro questi abitanti. Viceversa, le autorità di occupazione e specialmente gli organi di polizia italiana, pur nel quadro dell'attenzione nei confronti degli elementi pericolosi, si ostinarono nella persecuzione dei fuo rusciti. In sostanza , i due occupanti non ebbero priorità comuni nel perseguire le minacce alla rispettiva sicurezza, fatto che finì per contrapporli.

I. La questione immediatamente emersa della sicurezza delle truppe e l'applicazione da parte italiana della legislazione di guerra L'occupazione italiana nelle fasi iniziali, a causa dell 'incertezz~ politica e delle contraddizioni sorte sul significato e sullo scopo dell'occupazione immediatamente dopo il 27 novembre 1942, ebbe carattere odioso perché i comandi non poterono far altro che uniformarsi alle regole che conoscevano e che erano quelle della legislazione italiana di guena. Questa interpretazione, che forniva nuove giustificazioni ad una forse mai sopita aspirazione di dominio, a sua volta conseguente alle precedenti campagne propagandistiche, trova conferma nel tono delle direttive emanate dal comando dell'Armata sin dall'indomani degli avvenimenti di Tolone. In una lettera del 27 novembre 1942, si legge che da parte dei comandi dipendenti si sarebbe dovuto procedere "indipendentemente dalla[loro] nazionalità" all' arresto degli individui colti 391


in fragrante reato di propaganda disfattista, sabotaggio e trafugamento o incetta di armi." 626 Atteggiamento confermato da un 'ulteriore direttiva di qualche giorno dopo, con la quale , in caso di attentati contro le truppe, si invitavano i comandi dipendenti a "procedere alla immediata cattura di ostaggi" (da tre a quaranta, a seconda degli effetti cieli' attentato), da trarsi da "personalità più in vista" o da "elementi più indiziati di svolgere attività antitaliana" . Questi ultimi avrebbero dovuto essere indiv iduati sulla base cli liste compilate con "l'ausilio dell.e nostre Delegazioni Assistenza e Rimpatrio , presso le quali si appoggiano, sotto copertura, nostri elementi cli investigazione politica'' .627 Questo ricorrere da parte del comando italiano ad un vero e proprio potere giurisdizionale diretto, con l'apparente esclusione delle autorità locali dalle normali competenze, derivava appunto dall'applicazione delle norme previste dalla legislazione nazionale di guerra, ed in particolare dalle «Istruzioni relative all 'occupazione dei territori nemici>> (art.12) e dal «Codice penale militare cli guerra>> (art.93). Riferimenti giuridici che, non essendo stato denunciato lo stato d'armistizio, non potevano essere messi in atto se non mediante il ricorso all'imposizione unilaterale .628 Atteggiamento che verosimilmente fu interpretato come un ulteriore intento cli limitare la sovranità francese, o addirittura come un'aperta intenzione cli attuare un governo militare d' occupazione, con una giurisdizione italiana e il ricorso ad organi italiani cli polizia. Gli interventi energici suggeriti delle direttive emanate dal comando

626 Lettera 4A3421 "I" del 27 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 211 9(cartella B)- I I). In appendice. Il testo delle lettera ha il seguente tenore: "Poiché, al di sopra di ogni altra considerazione, occorre iarantire la sicurezza delle nostre truppe, tutti i cmnandi dovranno imervenire con la massima energia e prontezza in caso di a/tentati o atti di ribellione .". 627 Lettera 4A 3657 " I" del 4 dic. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-52). Vi si aggi ungeva che: "saranno carwrati: 3 ostaggi nel caso in cui l'auentato, portato a co1npimento , non abbia avuto effetti dannosi alle cose ed alle persone militari; cinque, nel caso di danni alle cose; dieci, nel caso di ferirnento di milirare; venti nel caso di decesso della villin1a (il doppio se i!fjiciale)". Testo in appendice. 628 Secondo A . Marcheggi.ino, Dirirto umanirario e sua introduzione nell' Eserciro iwliano, SME, Ufficio Storico 1990, pag. 187, la <<Legge italiana di guerra e neutralità n. 1415 dcl.1'8 luglio 1938,, era "la più umanitaria e civile applicata dai belligeranti" . Tuttavia la sua applicazione nei terri tori occupati ( «Istruzioni relative alla occupazione dei terri tori nemici» , - decreto del Duce, in data 3 dicembre 1941), presentò non poche eccezioni a tali qualità. Ugualmente consono alla durezza delle situazioni belliche era il

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dell'Armata tra la fine del 1942 e gli ìnìzi dell'anno successivo,infatti, oltre al rigore delle misure, lasciavano credere all'applicazione diretta della giurisd izione cli guerra italiana, mediante appositi tribunali, ma anche ad un intento di occupazione totale («a tutti i fini»). Proposito di cui si è parlato e che presenta un evidente riscontro nell'analoga intenzione dì procedere a confische e a prese cli possesso delle risorse del paese occupato. Ne derivò nelle autorità e nella popolazione francesi una forte ostilità, unita all'ostruzionismo delle richieste avanzate dai comandi di occupazione, ed alimentata dal disprezzo per gli occupanti transalpini , dal forte sentimento nazionale, dall'emergere dei movimenti cli resistenza, dal peggioramento della situazione alimentare, ecc.629 Fra i motivi che alimentarono il dissenso e l'avversione nei confronti dell'occupante, vi furono certi provvedimenti di polizia che i comandi italiani adottarono di concerto e con la cooperazione di enti armistiziali italiani presenti nell'organizzazione periferica della CIAF. Secondo Lévy, i delegati ali' Assistenza ed al Rimpatrio , divenuti, dal 1° gennaio 1943 , Regi consoli o i Regi agenti consolari alle dipendenze dell'Armata, forti delle loro posizione:

"non più espressione di una funzione di rappresentanza di uno stato presso altro stato sovrano, ma personificazione di un governo di occupazione, [operarono] senza approvazione .fi'ancese [ .. ., nel] farsi accordare prerogative che i prefetti di Vichy giudicavano esorbitanti: comunicazione della lista nominativa dei cittadini di nazionalità italia-

«Codice penale militare cli guerra», (Regio decreto n.303, ciel 20 febbraio I 941). A parte la sua legittimi tà circa la facoltà di esercitare il diritto di occupazione, la dichiarazione Avarna non era neanche stata anticipata, come nel caso tedesco, da precisazioni sulla reale effettività della Convcnz.ione d'armistizio. Precisazione contenuta invece nella lettera cli Hitler a Pétain del 26 novernbre nella quale era scritto che "i presupposti della convenzione d'armis1izio non /erano} più esistemi", [ ...]anche se il Governo tedesco non [aveva]fcato uso del suo dirirto di denunciare l'ar111is1izio, secondo l'articolo 24". Ciò rendeva ancora più abnorme il citato coinvolgimento degli organi armist.iz.iali . Lettera di Neubronn all'ammiraglio Platon, n. 195/42 del 27 clic. 1942, Diario storico del Comando Supremo, voi. IX , (1..1 .1943-30.4. 1943), Tomo II, Allegati. Documento n.22; ~ag. 54; SME, Ufficio Storico, 2002. 62 Non ultime ragioni dell'avversione francese devono considerarsi anche le emanazioni cli norme dell'autorità occupante, le quali, come nel precedente capitolo si è rilevato, incidevano "direttamente sugli interessi privali". Lettera SìvfRE a CS n.461 cieli' Il gen. 1943 (AUSSME DS SMRE 2079-59) già citata e riportata in appendice.

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na [ .. .); convocazione dei giovani di ascendenza italiana[ ...] al fine dì aggiornare le liste di leva[ .. .j" .630 La presenza sotto copertura della polizia politica e degli organi del controspionaggio italiani in Francia, presso le Delegazioni Assistenza e Rimpatrio deJJa CIAF, non era recente; tuttavia, nei giorni dell'avanzata doveva essersi rafforzata. 11 comando del!' Armata comunicò allo SMRE infatti, che alle truppe del XV CA, che muovevano verso le città della Cornice, zona di fo,te presenza italiana, sj era accodato "personale [del] controspionaggio et polizia politica". Questi organi avevano eseguito "arresti et perquisizioni su cittadini di diversi stati", suscitando la protesta del governo francese, il quale affermava che "sovranità [ ... ] francese non [poteva] ricevere alcuna diminuzione". li comandante dell'Annata ordinò che fosse "immediatamente sospesa attività del genere" e chiese ai suoi superiori che al personale in questione fossero impartite convenienti istrnzioni.631 Negl i stessi giorni, peraltro, la presenza di questi organi di rilevanza «politica» fu meglio disciplinata al fine di evitare conflitti cli competenza con il comando d'occupazione. Difatti, il capo del SIM, era giunto in zona al fine cli stabilire col comando d'Armata "le modalità di collaborazione fra il Centro CS [controspionaggio] del SJM di Nizza e gli orga-

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63 Claude Lévy (la 4" Armata in Francia - 11 novembre 1942 - 8 sette1nbre 1943), in «8 settembre, lo sfacelo della IV Armata>, , Book Storc, Torino, 1979), pagg. 41 e 42. L'autore cita fonti della Conunission consultative des do111mage.1· et de réparations . L'apertura degli uffici consolari in Francia, decisa dal m inistero degli Affari Esteri per il 15 gennaio 1943, venne segnalata dalla CIAF con Jet.tera 50688 in data 4 gennaio 1943. Si trattava cli: Consolato principale a Lione; consolati a J\farsiglia, Lione, Montpel\icr; vice consolati ad Avignone, Nìmes ed Agen; agenzie consolari a Carcassonne e St. Etienne. (AUSSME DS 4A 1127-20). La notizia è confermai.a dal Rapporto di situazione ,rwnsile per il periodo 20 dicembre 1942 - 20 gennaio 1943, redatto dal comando clellZA1111ata ed inviato allo SMRE con lettera 2779/op. del 31 gen. 1943. (AUSSME DS 4A 11 27-35). Le «Delegazioni al Rimpatrio ed al.I' Assistenza» erano organi a1111istiziali dipendenti della Sottocommissione affari civ.ili della CIAF. Per accordi avvenu ti nel febbraio I 941, i delegati, il cui numero era stato incrementato più o meno nello stesso periodo, erano praticamente affiancati ai prefetti competenti nel territorio ove si trovavano le Delegazion i stesse e le Commissioni o Sezioni che ne dipendevano. A queste necessità pare ispirarsi il provvedimento di trasformazione cli queste Delegazioni in Consolati, adottato jl 1° gen . 1943 . La tesi dell'autore citato è che la dipendenza dall 'ufficio di collegamento del ministero Affari Est.cri presso il comando dell'Armata dei Consolati esistenti in zona italiana, rispondeva a criteri politici anche nei confronti cli llaliani, dato che consentiva cli esercitare il controllo su 700mila emigrati e soprattutto sulla fo1te colonia antifascista. 63 1 Telegramma 3225 "I" del 19 nov. I942 indirizzato allo SMRE, per l'interessamento del Comando Supremo (AUSSME DS 4A 1099-39). In appendice. La protesta

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ni CS [ufficio Informazioni] del comando d' Armata ai quali ri mane[va] la funzione esecutiva nel campo delle misure PM [polizia mi litare] che riguardano il CS". Restavano ovviamente nelle mani degl i organi sotto copertura le azioni più generali e «politiche», le indagini più accurate e la cooperazione con gli omologhi enti tedeschi.632 In marzo, infatti, quasi a voler separare le responsabilit~t militari eia quelle del controspionaggio e della polizia, il Comando Supremo segnalò ad organi del ministero Affari Esteri - ai quali pare "non [ . .. fosse] ben nota" [ . .. la ] circostanza che gl i arresti di funzionari o privati francesi non dipendevano tanto dalla 4a Armata, quanto dal SIM e dagl i organi di Pubblica Sicurezza [ ... ]" - che "in territorio francese arresti [erano] eseguiti da polizia militare [carabi nieri dell ' Armatal soltanto ai fini della sicurezza militare [ ... ] senza interferire in questioni di polizia che sono di competenza autorità civile locale". Circostanze che rivelano la difficile coesistenza nel territorio occupato, di funzioni derivanti dalla presenza di autorità di polizia politica e cli sicurezza che disponevano di larga autonomia e sulle quali il comando d'Armata esercitava solo "l'alta vigilanza".633 Ma che altresì tradiscono era stata fatta dal governo francese, per il tramite del prefetto Alpi Marittime, aJ comandan te del XV CA, con richiesta di invi.aria al governo italiano. Tra il dicembre I 942 e il gennaio I 943 fu rono arrestate numerose persone dal nome italiano: 1'8 cd il IO dicembre; il I O il 2, il JO ed il 26 gennaio (AUSSME DS CS 1405 e 1406) . La questione arresti fu oggetto di qualche protesta francese rappresentata da Duplat a Vacca Maggiolini nei colloqui del 31 dicembre 1942 e 16 gennaio 1943 (AUSSME M-3-36 F3). Alla fine di luglio il governo francese chiese, tramite il generale Avarna, la liberazione di 41 cittadini francesi arrestati in varie epoche e ancora detenuti. li comando cieli' Annata dispose per alcune scarcerazioni. Sommario delle attività della Rappresentanza [del Comando Supremo a Vichy] relativo al periodo 15 luglio - 15 agosto. Pag . 20. Ibidem . 632 Il capo del Silvl, nel corso di colloquio avvenuto con il comandante del!' Armata il 4 dicembre 1942, aveva significativamente 1ife1ito "l'intendimento del Duce di agire fermamente contro lo spionaggio ed il sabotaggio [. . .] del nemico nella Francia di nuova occupazione" . Il capo del SIM si era anche incontrato in quella occasione (il giorno 3 dello stesso mese) con rappresentanti ciel controspionaggio tedesco. Fatto che, oltre a chi.u-ire I' esistenza di accordi con i tedeschi sull' impiego di tali particolari strumenti, spiegu anche l'im~~ssibilità di farne a meno (AUSS!'vlE DS CS 1.405 giorni 4 e 5 dicembre 1942). 3 -' Telegramma CS 11409/op. dcli' I I mar. I 943 ore 2030 (ASMAE , Francia 43 , busta 69, fascicolo I), in risposta ad una segnalazione su un colloquio amichevole tra Lavai e l' ambasciatore Buti (Regio rappresentante a Parigi, presso il comando di occupazione tedesco in Francia), avvenuto nel precedente fe bbraio, nel corso del quale era emersa la questione di arresti di funzionari e notabili a Nizza . E' curioso che anche in qualche ambiente del ministero degli Affari Esteri (MAE) tale realtà non fosse nota, come si rileva dalla lettera manoscritta del capo dell' uffic io di collegamento del MAE presso il Comando Supremo. (ibidem) . La decisione sulle competenze di alta vigilanza affidate al comando della 4" Annata fu trasmessa dal lo Sì\!fRE con lettera n .23487 del 28 dic. 1942 (AUSSME DS S.MRE a 4A 2079-45).

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anche l'ostilità dell'Armata nei confronti di certe iniziative che potevano sfuggire al suo controllo e costituire oggetto di tensione con le autorità francesi. In febbraio, lo SMRE, interpellato dal Comando Supremo sul1' opportunità dell'invio di un battaglione Camicie Nere a Nizza, lo sconsigliò proprio per la situazione intricata derivante anche dalla presenza in città di organismi italiani che sfuggivano al controllo del comando cl' Armata ("R. Delegato per l'assistenza ed il rimpatrio, Delegazione CIAF, Dirigenti 'Azione Nizzarda', Dirigenti Polizia Politica").634 Resta in ogni caso il fatto che la necessità di garantire la «sicurezza delle truppe» di occupazione non poteva prescindere dalla cooperazione con gli organi del controspionaggio e della polizia italiani e da una conseguente contiguità operativa tra comando delle truppe occupanti e organi informativi e di sicurezza. Ciò , come si diceva, avvenne specialmente nella fase in cui si riteneva prossima un'occupazione integrale in vista di ulteriori sviluppi annessionistici. TI tenore delle direttive dell'Armata di occupazione evidenzia infatti ad un tempo l'inevitabilità del ricorso alla competenza degli agenti segreti italiani - anche cli quelli ospitati presso gli organi territoriali della CIAF -, per esigenze cli «sicurezza delle truppe» , e l'imprescindibile condiscendenza per gli interventi repressivi più gravi e politici, anche nei confronti di cittadini non italiani. Tuttavia, tra il tono della citata lettera del 27 novembre 1942, nella quale il comando cl' Am1ata prescriveva di procedere "indipendentemente dalla nazionalità" di chi fosse stato colto in fragrante reato nei confronti della sicurezza delle truppe occupanti, e quello della ricordata direttiva del 4 dicembre, in cui si faceva riferimento alla necessità di perseguire le attività antitaliane mediante il ricorso ad elenchi approntati dalle Delegazioni per l'Assistenza ed il Rimpatrio, pare esistere un clivario.635 Difatti, se entrambe sembrano derivare dal timore di attentati, la direttiva del 4 dicembre manifesta in fom1a più evidente il richiamo alla saldezza morale delle truppe, la cui fragilità doveva sembrare in pericolo di fronte all'azione di fuorusciti antifascisti o emigrati italiani, ovvero

63 4 Lettera 3035 del 23 fob . J.943, Diario storico del Comando Supremo, voi. IX , (1.1.1943 - 30.4.1943), Tomo 11 , Allegati. Documento n.73; pagg. J.88 e 189; SME, Ufficio Storico, 2002. Solo alla fine di giugno un bando del Duce pose alle dipendenza dell'Armata l'attività delle forze di polizia italiane. 635 Lettere citate del comando 4A rispettivamente 3421 'T' del 27 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 2119-11) e 3657 "I" del 4 dic . 1942 (AUSSME DS 4A 1099-52). Entrambe citate e riportate in appendice.

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anche di cittadini francesi di origine italiana o non. Circostanza che, aldilà dell'aggressività della forma dei decreti militari dei prinù mesi d'occupazione, sembra tradire piuttosto una generale insicurezza degli occupanti. Realtà nella quale non si poteva fare a meno dell 'azione di sostegno di organi informativi meglio attrezzati.636

2. Il miglioramento delle relazioni tra occupanti e autorità .francesi

per effetto della dichiarazione sulla «autolimitazione» dei poteri di occupazione da parte italiana Come si è letto, la progressiva presa cli coscienza della effettiva realtà francese, iniziata proprio mentre Mussolini proclamava l'occupazione <<a tutti i fin i», condusse ad una graduale attenuazione dei comportamenti p iù odiosi delle forze occupanti, tutto sommato però espressione cli un maggior rispetto della sovranità cli Vichy che di un'effettiva mitigazione dei provvedimenti di ordinanza. Si ricorderà che, a causa dell'unilateralità della nota dichiarazione Avarna , era stato ritenuto necessario quasi subito disporre per una "autolimitazione di poteri" .637 A partire dalla fine di gennaio (la lettera con la quale si diramava il parere della citata Comnùssione è del 23 gennaio), proba bi !mente per unifonnarsi alle procedure tedesche, l'atteggiamento degli occupanti prese progressivamente a mutare. Pur se sembrerebbe che l'arroganza italiana fosse più un fatto esteriore e comportamentale che un'effettiva manife-

636 Le lettere e le direttive italiane riportano in maniera ricorrente le seguenti rra~i assai indicative del fenomeno appena ricorda to: "atti di ribellione '', ·'propaianda dis fattista e i11citamento alla diserzione verso militari italiani" (lettera n.3421 "I" del 27 nov. 1942; AUSSME DS SMRE 2119-11). Al riguardo è interessante annotare una certa preoccupazione esistente presso il comando d' Armata sulla saldezza e la fedeltà delle truppe, denunciata eia una circolare del generale Vercellino che prendeva a pretesto alcune d~!;ìlianze dei soldati. Circolare in appendice dal titolo «Miei Ufficiali .. . » . 6~1 La Commissione Consultiva per il Diritto di Guerra presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva confermato che, per condizione giuridica, le forze armate italiane atruavano "una vera occupazione ., , determinata dal ''.fàtto che in alcuni di detti territori fa sovranitàfrcmcese]si svolgono operazioni di guerra". Nonostante la "a1.11oli111itazione di poteri" che dette autorità si erano "imposte per considerazioni d 'ordi11e politico.[ .. .]" dette forze "porra[va/no con sé le proprie leggi penali e la propria giurisdizione non solw1110 per la repressione dei fatti commessi dalle persone che [appartenevano] alleforze medesime, ma anche per la repressione dei fàtti dn chiunque commessi a danno delle forze occupanti

[ .. .}".LeueraSMRE n.1177 del 23 gen. 1943 (AUSSMEDS SMRE2079-70). Il parere della Commissione è già stato segnalato in precedenza; il testo è riportato in appendice.

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stazione di potere, la necessità di accodarsi al più espe1to procedere tedesco, impose agli occupanti italiani di limitare interventi e sanzioni ai casi in cui fosse messa a repentaglio la sicurezza delle truppe. J procedimenti da adottare in tale eventualità appaiono tuttavia ancora divisi fra il ricorso alle autorità locali e l'intervento diretto , e sono indicativi di come fosse ancora percepita da parte del comando d'occupazione italiano la situazione francese. Per esempio, in un documento della fine del gennaio 1943 a firma del comandante della 4n Armata, si informavano i comandi dipendenti sul fatto che le "dopo le operazioni del giorno 27, non si [poteva] logicamente fare alcun conto su un'opera di collaborazione" con le autorità francesi, principio che sino a quella data aveva imposto il "rispetto della sovranità francese e il divieto di qualsiasi atto che potesse giustificare il risentimento delle autorità. locali" . Occoffeva: "di conseguenza che, nei riguardi delle autorità francesi, il contegno delle autorità militari italiane [fosseJ regolato sulle seguenti direttive: tutela assoluta con qualsiasi mezzo dell'integrità fisica e spirituale delle Forze Armate italiane; imposizione inflessibile del rispetto di tutti al prestigio italiano. Pertanto,[ . . si disponeva che J in caso di attentato si [dovesse] fare il possibile per catturare i colpevoli. In caso di resistenza [si dovesse fare J inesorabile uso delle armi. Gli attentatori [avrebbe dovuto essereJdeferiti al Tribunale di guerra dell'Armata. Ove non [fosse] possibile catturare i colpevoli, [avrebbe dovuto essere] adottate [ .. .] le sanzioni collettive specificate in allegato [. . .e la cui J applicazione [avrebbe dovuto J effettuarsi mediante richiesta alle autorità politiche ed amministrative locali. Soltanto in caso di rifiuto o di resistenza[. . .] l'autorità militare italiana si [sarebbe potuta sostituire] a quella j1w1cese provvedendovi a mezzo ordinanze" .638

In ogni caso, le sanzioni collettive erano di tono assai più moderato di quelle stabilite solo due mesi prima (quelle del 4 dicembre) e prevedevano una serie di restrizioni di grav ità crescente, che andavano dal divieto di uso di automezzi o biciclette nei centri abitati per un detenninato numero di giorni (stabilito dal comandante ciel settore reggimentale interessato) , al coprifuoco (comandante di d ivisione), ad ammende alla municipalità (comandante di corpo d'armata). Al solo comandante d'ar-

638 Lettera citata 4A 452/P del 28 gen. 1943 indirizzata ai comandi dipendenti. (AUSSME DS 4A 11 27-33). fn appendice.

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mata risalivano le misure più severe, che comprendevano anche la deportazione e l' internamento di autorità civili. Infine, il mutamento dj tendenza è rilevabile anche dall'invito ai comandanti delegati a:

"stabilire quale o quali di esse [sanzioni fossero} proporzionate all'l~/J'esa ricevuta, tenendo conto delle condizioni ambientali, del modo in cui i falli si sono svolti, del loro ripetersi e dell' ef/'icacia chele sanzioni potranno avere f ... considerato che} le sanzioni collettive sono un'arma delicata di cui l'abuso è assai pericoloso" .639 Questa necessità dovette progressivamente emergere sempre piu chiara. Il capo dell'ufficio Politico dell'Armata , in una relazione sulla sua attività dei primi quindici giorni del febbraio 1943, riferiva infatti che, pur avendo "la presenza delle truppe [italiane ... ] per titolo una vera e propria occupazione[ ... ], l'Autorità militare italiana [aveva] adottato il principio di regolare i propri rapporti con gli abitanti del territorio tramite gli [ ... ]organi governativi francesi, richiedendo a quest'ultimo l'emanazione dei provvedimenti di interesse cieli' Armata". Solamente nel caso " di rifiuto o di resistenza ad adottare le misure richieste, l'autorità militare italiana si [sarebbe sostituita] a quella francese, provvedendovi a mezzo ordinanze" .640

639 E' interessante notare che il generale Vercellino, nella stessa direttiva, ricordava alle proprie truppe "serietà e compostezza di vi1a" nei confronti deJJa popolazione e dei suoi diritti, "in modo che la com.unilà non [dovesse] scontare l'arbitrio del singolo". Esortazione che pcrmeue cli ipotizzare che in tal uni precedenti casi fossero emerse provocazioni da parte delle truppe. Ibidem. 640 Lettera 940/P ciel 20 feb. 1943, indirizzata all'ufficio Operazioni cieli' Annata. Relazione riassuntiva attività ufficio politico dal I O al 15 feb . 1943 . Precisazioni sulla situazione giu1idico-amministrativa <lei te1Titori francesi di nuova occupazione, la quale presenta le caratteristiche cli vera e propria e propria occupazione, senza però assunzione dei poteri e servizi pubblici (AUSSME DS 4A 11 27-52). Lettera in appendice. Secondo l'estensore della relazione le «Istruzioni relative alla occupazione dei territOri nemici», decreto del Duce, in data 3 dicembre 1941 , erano state applicate con deroghe consigliate dalla delicatezza della situazione. Nella relazione si riferiva altrcsì. che con "favorevoli ripercussioni di opinione pubblica" si era dato corso alle "i11de11ni1à per i danni arrecali alle persone nonché alla proprie là pubblica e privaiajì-ancese (circolazione, dmmi di guerra, etc.)". Si ricorderà in proposito che il generale Vercelli.no aveva ricevuto dall'Ob.West direttive che consigliavano moderazione in materia di occupazioni e sgomberi. Che i tedeschi operassero nel rispello della sovranità francese, è dimostrato dal fatto che sin dal '13 novembre il prefetto regionale di Marsiglia fece affiggere manifesti con i quali rassicurava la popolazione riforendo che l'autorità tedesca gli aveva garantito che "la population civile, dans wus ses élements I!} ne relevait que de l'Administration et de la Police fran{:aise" , Jacques Delarue, Trafics et crimes sous l'occupatimi Fayarcl, Paris, 1968.

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Come si è osservato nel capitolo precedente, questo ind irizzo temperante fu confermato definitivamente eia una direttiva del Comando S upremo ciel 23 marzo 1943, con la quale si raccomandava di evitare "atti di imperio", e di "ottenere la soluzione dei vari problemi attraverso le Autorità centrali e periferiche francesi" , cui devo! vere l'attuazione "delle norme preventivamente concordate" .641

C. Il potere d'ordinanza e i suoi fondamenti giuridici in base alle esigenze di sicurezza delle truppe o per esigenze militari Le circostanze descritte fanno ritenere che, nonostante la mitigazione delle misure, la legge di guerra italiana restasse in vigore quale unico riferimento giuridico a guida del comportamento degli occupanti. "Sia nei riflessi del d iritto interno , che in quello ciel diritto internazionale'·' rec.itava infatti l' interpretazione della Commissione consultiva appena ricordata - non mutava l'esercizio della prerogativa cli "adottare [ ... ] norme intese a tutelare la difesa militare, la sicurezza e il prestigio delle forze di occupazione", a tal fine intervenendo per garantire " l' ordine interno e la disciplina della popolazione" . Le forze armate occupanti , infatti "porta[va]no con sé le proprie leggi penali e la propria giurisdizione non soltanto per la repressione dei fatt i commessi dalle persone che appartengono alle forze medesime, ma anche per la repressione dei fatti da chiunque commessi a danno delle forze occupanti [ .. . J". L' unica differenza era il ricorso alle autorità locali per l' implementazione cli tali norme nei confronti dei cittadini francesi. 642 Si deve ritenere pertanto che il potere di occupazione, imperniato sul diritto bellico , restasse in ogni caso ancorato al citato parere e al

64 1 Lettera SMRE 4957 del 23 mar. 1943, in<lisizzata ai comandi delle Armate di occupazione (AUSSME DS 4A 1218-29) . In appendice. A tali decisioni conseguì un miglioramento delle relazioni tra autorità italiane di occupazione e autorità francesi . Scriveva Avarna di Gualtieri a Roma: " In più occasioni il Governo jì'ancese si è compiaciuto della procedura i11 viiore [,] secondo la quale le diverse questioni sono trat· tate pel tramite delle au1ori1àji·ancesi f.! salvaguardando almeno nell.aforma fa sovranità dello staio". Lettera 11 . 1234 del 21 apr. 1943, pag. 6 . AUSSME M-3 36 F3 . 642 IL parere della Commissione consultiva per il Diritto di guerra, citato, è riportato in appendice. L' au torità occupante conservava comunque il "potere di emanare bandi e ordinanze al fine di regolare i rapponi predetti" .

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suo orientamento prevalentemente militare a salvaguardia delle forze occupanti; in sostanza la decisione giurisdizionale (e cioè il g iudizio sulla trasgressione commessa e sulla sua gravità) restava nelle mani de ll' occupante. Non a caso, il comando cl ' Armata , il 15 gennaio 1943, aveva ammon ito i dipendenti su l fatto che le ordinanze avrebbero dovuto riferirs i alle norme della legislazione bellica italiana e contenere un aperto richiamo al fatto che " le infrazioni importal va]no I ' applicazione delle sanzion i previste dal codice penale di guerra italiano".643 JI contrasto tra occupanti ed occupati si trasferì pertanto al potere di ordi nanza e alla facoltà della sua emanazione . Difatti, le autorità francesi interven nero spesso sulla legittimità de lle sanzioni e talvolta contrastarono il principio di necessità che le rendeva valide a parere italiano , ricorrendo alle decisioni di Vichy, anche per questioni minor.i . Pare non mancassero ricorsi impropri o affrettati al potere d'o rdinanza da parte dei corpi d'armata, forse sulla base di proprie valutazioni di pericolosità e di urgenza , ma sicuramente scavalcando le autorità francesi. Il 2 febbraio 1943 , per esempio, l' amm iraglio Platon, segretario di Stato presso il capo del governo di Vichy, lamentò che il comando di occupazione avesse reso obbligatorie - apparentemente in un solo dipartimento - cette misure per il controllo degli smobil itati cieli ' Armée de transition, senza che il governo di Vichy ne fosse stato informato. Circostanza che può essere sintomatica della d iffico ltà di garantire misure di sic urezza efficaci - e corrispondenti alle esigenze dell'occupante e alla sostanza delle leggi nazionali che ne rendevano obbligato-

6"' 3 Il comando <l'Armata, con la stessa di rettiva del 15 gennaio 1943 citata sul potere d"ordinanza, aveva notificato che deno potere trovava "la sua 11a111rale limiw:ione 11elfatto che i comandi [delegati} non /a vevano] c1ss111110 i p01eri ciFifi nel 1erri1orio

.fi"ancese e non si / erano] sostituiti alle a111orità locali nell'esercizio delle .fimzioni. { .. .} Materia del polere d'ordinanza [sarebbero stati] perwnto i [soli! provvedimenti dettati / .. .] dalle esigenze della siwrezza militare e del/"attività operatirn delle truppe di occupazione/ .. .}." Lenera clell'uflìcio politico della 4• Armata n.244/P.I del 15 gen .

1943 (AUSSME DS 4A 12 18-47). Dal potere di orclinan7.a erano esclusi i settori riguardanti "edilizia, polizia locale, sanità e i&iene pubblica. approvvi&ionamenti e simili. f ...}." Oggetto possibile cli (lrdinanza erano invece: circolazione stradale; orario del coprifuoco; accesso, transito e soggiorno in località <li interesse militare: oscuramento c protezione antiaerea; segnalazioni diurne e notturne; possesso di colombi viaggiatori: uso cli apparecchi di comunicazione elettrica e di apparecchi aerei e simili; esercizio della caccia e della pesca; polizia femw iaria; denuncia e consegna delle anni.

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ria l'iniziativa-, in certe situazioni territoriali che richiedevano misure immediate, come forse era il caso per gli smobilitati, i quali peraltro costituirono il nerbo del movimento dei Frane - tiJ·eurs. 644 Per evitare abusi, verso la fine di marzo , H comando dell'Armata diramò ai comandi dipendenti una direttiva ispirata alle prescrizioni impartite dal Comando Supremo. In base ad esse, "l'esercizio del potere d'ordinanza [ .. . doveva] intendersi implicitamente subordinato ai presupposti" dell'urgenza, "senza che sia possibile conseguire lo stesso scopo attraverso le autorità francesi", e alla "portata locale della natura delle questioni da risolvere", con l'esclusione delle ordinanze su materie che richiedessero "soluzioni uniformi di carattere generale" .645 È difficile ipotizzare peraltro che il contendere tra le parti sia con ciò cessato, anche per il comprensibile ostruzionismo delle autorità francesi .646 Tuttavia, pare di poter escludere che l 'occupazione italiana si sia caratterizzata per il persistente dispregio del diritto, per l'imposizione di misure tiranneggianti, per disumanità e per ordinanze dichiaratamente ed assiduamente arbitrarie. Si vuole perciò rivolgere piuttosto l'attenzione alla conformità delle ord inanze emanate dalle autorità italiane ai limiti di carattere militare stabiliti dalle direttive di Roma e che riguardavano, come si è vi.s to , i

644 Diario s1orico del Comando Supremo , voi. IX, ( I .I .1 943-30.4 . I943), Tomo Il, Allegati. Documento n.68; lettera 11016 del 20 feb. 1943, con allegata lettera di protesta dell'ammiraglio Platon. Pagg. 179 e 180; SME, Ufficio Storico, 2002. Dalla lettura ciel documento, si ri leva come l'ammiraglio deplorasse anche il fatto che il provvedimento, che avrebbe dovu to avere un carattere generale, fosse stato limitato ad un solo dipartimento (ignoto) dal cui prefetto l'ammiraglio era stato informato, apparentemente senza averne avuta altra notizia eia altre prefetture. Vi è da rilevare, peraltro, che nella fattispecie, il comando d'Armata non disponeva ancora della facoltà di trattare direttamente col governo francese le questioni extra-armistiziali, di cui q) la direttiva CS 11390/0p. del 10 mar. 1943, comunicata al governo francese verso la fine del precedente febbraio (AUSSME DS 4A 1218- 15) . Nel frattempo, il 15 febbraio , il governo francese aveva promulgato la Legge 124, pubblicata nel Journal Officiel il successivo 2 1, con la quale adottava misure complessive per il controllo ciel personale smobilitato (AUSSlvfE DS 4A 1218-17). 645 Lettera comando 4" Annata I I 9 1/P. I del 4 mar. I.943 (A USSME DS 4A 121848) . Tali principi furono più tardi ribaditi dalla lellern comando 4" A.rmata 1384/AC del 31 mar. 1943, la quale trasmetteva la lettera citata SMRE 4957/0p. del 23 mar. 1943 (AUSSME DS 4A 1218-29 e 30). 646 Quanto all'atteggiamento delle autorità francesi , nel Rapporto di situazione relativo al periodo 21.3-20.4.1943, alle autorità francesi venivano attribuiti "correttezza formale{ .. .] e pratico ostruzionismo ad ogni.forma di collaborazione" . (AUSSME DS 4A 1326-1) .

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soli "provvedimenti dettati dalle esigenze della sicurezza mil itare e dell'attività operativa delle truppe di occupazione[ ... ]".647 In particolare , ammessa la legittimità in base alle leggi italiane dei provvedimenti dianzi ricordati , si intende pertanto valutare plausibilità e congruità delle ordinanze emanate per la cosiddetta sicurezza delle truppe, ponendole in rapporto con l'effettiva pericolosità delle azioni della dissidenza e dei movimenti di resistenza nella Francia occupata dagl i italian i. Analogo esame sarà poi condotto sull 'ammissibilità di certe misure restrittive volte ad assicurare la difesa cosliera.

l. Le ordinanze emanate dal comando di occupazione italiano in materia di transiti: il loro scopo legato alla salvaguardia della «sicurezza delle truppe» e la loro percezione da parte francese Come si è vislo, le ordinanze italiane non attenevano solo a misure di repressione diretta o mediata, o anche sanzioni di carattere collettivo; molle regolavano, diretlamente o indirettamente, la vita sociale, le attività economiche e la libertà di movimento, anche senza che fossero eiettate da rag ioni evidenti di tutela delle forze e del la loro I ibertà di manovra. Forse proprio perciò certe ordinanze furo no - per l' opinione pubblica e per le autorità francesi - verosimilmente più malaccette di altre e più di altre parvero il segno delle intenzioni arroganti dell'occupante. Così furono interpretate , per esempio , le d isposizioni per il lransito attraverso la «linea verde» (la linea che individuava il limite ciel territorio effettivamente occupata dalle truppe itali ane) e il soggiorno in territorio di nuova occupazione per gli abitanti dei comuni occupati dopo la campagna del 1940. Per la verità, il nuovo regolamento si riprometteva "d i venire incontro alle pi ù impellenti necessità dei territori occupati, per i quali sussisterva] dall'I l novembre u.s. la sospensione del transito". Tuttavia, le norme recenti s i sostituivano a quelle regolate da alcun.i articoli del «Bando del Duce sui territori occupati del 30 luglio 1940» le qual i tenevano conto dello stato armistiziale . Ne derivò che le nuove norme furono giudicate una intromis-

647 Lettera dell'uffic io Poli tico della 4" Armata 244/P. l del 15 gcn . 1943 (AUSSME DS 4A 12 18-47) . In appendice.

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sione nella sfera della sovranità francese e parvero adombrare l'eventualità di un'annessione definitiva o quantomeno furono interpretati come atti rivelatori della volontà italiana di superare il regime d'arrnistizio e di esercitare la giurisdizione su i territori di vecchia e nuova occupazione.648

A. il transito da e per i territori di prima occupazione

L'intento era giudicato ancor più evidente per il fatto che per i sudditi italiani che intendessero "recarsi nei territori occupati entro la linea verde d'armistizio" era sufficiente il solo lasciapassare rilasciato da autorità militari. Fatto che, secondo Lévy, avrebbe potuto nascondere l'intenzione di promuovere cli straforo un ingresso massiccio giudicato foriero cli profondi mutamenti del contesto residenziale esistente. In realtà, l'ordinanza in esame prova che l'intento del comando cl' Armata era opposto. Si trattava infatti di controllare "condotta civile e politica e [ ... ] razza" dei cittadini italiani interessati a recarsi interritorio francese occupato (entro la linea verde) proprio per limitarne l'afflusso. Quanto ai cittadini italiani residenti in quei territori (sempre entro la Iinea verde), a parti re dal 23 marzo 1943, essi furono assoggettati alle stesse norme esistenti per quelli francesi che dal territorio occupato intendevano passare in quello «libero» (territorio di Vichy) "per motivi di lavoro"; norme che prevedevano il rilascio di salvacondotto eia parte delle autorità militari e che, per i «regnicoli» erano analoghe a quelle necessarie per entrare in Italia eia quei territori. Se si pone in relazione questa osservazione con l'attestazione che

648 Lettera comando 4" A1111ata 908 del I 8 dic. I942, indirizzata ai comandi dipendenti, agli organi della CIAF, allo SMRE e al SIM (AUSSME DS 4A 1099-58). li 3 1 dicembre 1942, un bando del capo di SMG demandava al generale Vcrcellino, in qualità di comandante dcli' Annata di occupa7.ionc, "la compe1enza conferila al Comando Supremo dall'articolo 19 del Bando del Duce concernenle gli ordinamenti amminis1ra1ivi e l'organizzazione giudiziaria nei territori.francesi occupali dalle Forze Armate italiane {sempre quelli occupati nel 1940)"; e cioè "l'esame e la risoluzione dei conresli relativi alle violazioni delle nonne valutarie". Lettera comando 4" Annata sn ., ùel 3 l dic. 1942 (AUSSME DS 4A 1127-6). Trasferimento di autorità assai modesto (probabilmente dettato da comportamenti che trovavano origine nei territori di nuova occupazione) per costituire conferma dell' intenzione italiana d i porre sotto unica autorità militare te1Titori di vecchia e nuova occupazione.

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compare nel preambolo dell'ordinanza ("la situazione in atto impone di subordinare gli interessi degli abitanti [francesi] alle esigenze operative") , si deve ri levare ancora una volta che le ragioni di tali misure affondassero le radici in una vera esigenza cli sicurezza e cli salvaguardia morale delle truppe .649 In definitiva, le disposizioni italiane in materia cli controllo dei transiti predelli paiono legittime, in base al disposto armistiziale, che riconosceva l' occupazione de i teffitori entro la linea verde. Peraltro, se è vero che la surrogazione adottata discendeva eia un principio di prestigio, non si può disconoscere che l'occupante impegnato nella «comune difesa d 'Europa» non potesse farsi nume tutelare della popolazione di nazionalità italiana da una g iurisdizione francese evidentemente invelenita dalla presenza dell'occupante italiano. Perciò, in febbraio, il Comando Supremo inviò al generale Avarna un telegramma con il quale , in base alla dichiarazione sul l'esercizio dei poteri cli occupazione, si vietavano procedimenti penali, provvedimenti di internamento o di espulsione contro "cittadini italiani residenti nei te rritori occupati dalle truppe italiane, senza il preventivo nulla osta del le RR . Delegazioni italiane per il rimpatrio e l'assistenza o cli altri RR. Uffici equivalenti [i quali , obbligatoriamente informat i sarebbero stati competenti a deciderel circa il mantenimento dell'arresto l- . ."I o la liberazione [ ... ]". Provvedimento che, come si vedrà, protesse anche gli stessi ebrei, di nazionalità ital iana e non .650

B . IL transito altra verso la frontiera fran co-svizzera La preoccupazione cli bloccare le front iere per motivi di sicurezza delle truppe e forse per impedirne lo sfaldamento morale , fu progressi-

649 Lettera comando 4" Armata 908 del 18 dic. 1942. citata (AUSSME DS 4A 109958) . Lévy riferisce che il governo di Vichy protestò per l'accesso in territorio francese di suddi ti italiani , nccesso subordinato ai soli visti de lle autori tà di occupazione. C. Lévy, op. cit., pag. 36 1. Le norme aggiornate per il transito attraverso la linea verde e la frontiera italiana sono riportate nella lettera SMRE citala n.4957/0p. del 23 mar. 1943 (AUSSME DS 4A 1218-29). 650 Te legramma CS 41/A.G. in data 4 feb. 1943 indirizzato a Colfran (generale Avarna), e. per conoscenza a Ministero Affari Esteri A.G., Supereserc ito, CIAF, 4" Armata. (AUSSME OS SMRE fondo 2119 cartella I).

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vamente manifesta anche alla frontiera franco-svizzera, in corrispondenza della quale un'ordinanza cieli' Armata impose limitazioni al transito delle persone. Anche questa ordinanza presenta i caratteri del mero soddisfacimento cli un'esigenza effettivamente militare, tesa a contrastare organizzazione, finanziamento ed armamento dei gruppi armati della Resistenza. Verso la fine di marzo, il Servizio Informazioni Militari (SIM) richiamò l'attenzione del comando della 4" Armata sull'esistenza di un "traffico abusivo di persone e mezzi" attraverso la frontiera franco-svizzera, fenomeno che si giudicava poter "dar luogo ad inconvenienti che [incidevano] sulla [ ... ] sicurezza militare" . Poco più di una settimana dopo, lo stesso comando di occupazione provvide a redigere un regolamento di transito ( chiusura della frontiera francosvizzera) con il quale si riduceva il numero dei valichi aperti, si disponevano controlli sulla validità delle "carte cli frontiera" (istituite per favorire il commercio e le relazioni frontaliere), si prescriveva l'apposizione cli visti d'ingresso eia parte delle autorità consolari italiane, si disciplinavano la navigazione fluviale e la " pesca lacuale", ecc. Il comando dell 'Armata giustificò tali "disposizioni cautelative" col fatto - segnalato anche alle autorità francesi - che:

"attraverso la cennatafrontiera, e particolarmente nel settore ginevrino, numerose persone (ebrei, dissidenti, ecc.) ogni notte, probabilmente con la complicità delle autorità franco -svizzere [riuscivano J a varcare il confine e a rijitgiarsi in Svizzera. [Circostanza che lasciava] fondatamente ritenere la ripetizione dello stesso .fenomeno in senso inverso, /fatto che favoriva] l'attività propagandistica nemica mediante l'introduzione nei territori.francesi occupati di denaro o di armi. " 651

65 1 A seguito di una comunicazione del SIM (Jctt. B/39053 del 27 mar. 1943) il comando d'Armata redasse le direttive predette e le inviò al Comando Supremo avvertendo dell'adozione di misure cautelative momentanee, .in attesa dell'approvazione di disposizioni superiori e dell' intervento del ministero Affari Esteri vo lto ad ottenere da parte del governo svizzero una "restrizione nei visti di autorizzazione". Lettera 4A 4830 "I" dell'8 apr. 1943 (AUSSME DS 4A 1218-54) . I provvedimenti furono effettivamente adottati dietro ordine del CS, il successivo 24 aprile. Lettera CS 2149/AG del 24 apr. 1943 indirizzata a 4" 1=-._nnata, CIAF e Colfrau (AUSSME DS 4A 1218-68). In realtà il CS aveva già da tempo preavvisato di tale intendimento. Il 27 marzo, con telecifrato 1435/AG, il CS aveva ordinato di predisporre la chiusura della frontiera franco-svizzera al trnnsito cli persone, con l'eccezione del valico di Bellegarde e di MarlignyChamonix. Diario storico della 4" A.rmata (testo) (AUSSME DS 4A giorno 27 mar. 1943, 1.218).

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Come si ricorderà, la necessità di chiudere la frontiera in parola aveva rappresentato una preoccupazione tedesca , manifestata sin dal giugno del 1940. Hitler a Monaco aveva infatti proposto che l'occupazione italiana si estendesse "ad una fascia lungo il confine svizzero che metta in collegamento le due zone di occupazione cd isoli la Francia non occupata" .652 Questo vero e proprio assillo del Fi.ihrer, era stato adempiuto solo nella fase dell'avanzata. In una lettera del 12 dicembre 1942, il comando d'Armata comunicava la decisione dell'Ob.W. di restituire la vigilanza del tratto di confine in precedenza presidiato da truppe e doganieri tedeschi, "alle truppe dell'armata". Le disposizioni ricordavano che "per esigenze cli pol izia militare [ . .. ] la frontiera [avrebbe dovuto restare] chiusa. Il movimento viaggiatori [ ... avrebbe dovuto essere] perciò convogliato nel tratto di frontiera affidato alla vigilanza delle truppe germaniche" . Circostanza che pare suggerire sia una certa qual sfiducia elci comandi tedeschi nei confronti della rigorosità del controllo italiano; s ia l'uniformarsi iniziale delle misure itali ane a quelle che la cooperazione fra alleati imponeva. In sostanza, non è arduo ritenere che l'esigenza nascesse da indicazioni tedesche; e che, quando successivamente la chiusura nel tratto italiano ciel confine dovette apparire a Vichy poco garantita, e si vedrà fra poco perché, i tedeschi avessero nuovamente ricordato quell' impegno al SIM.653 La disposizione italiana, attuata poi anche medi ante l' inizio della cosn·uzione di una vera e propria recinzione, la riduzione del transito alle persone dal solo valico di Ginevra-Annemasse, una serie di regolamentazioni dei transiti, le quali limitazioni nella sostanza prevedevano per i

652 Si veda V. Gallinari, op. cii. pag. 2 17 (appunto del sottocapo di SMRE. generale Roatta). AddiritLUra, il Flihrer si indispeuì per questo mancato congiungimento ed anche quunclo già era nota la rinuncia italiana all'occupazione inizialmente concordata , alle 20 del 23 giugno. 1'addello militare tedesco, von Ri nte len, recò a Roatta un telegramma col quale Hitler chiedeva che "truppe italiane giungessero sino a 20 chilometri da Ginevra, p1111to di conta110 co11 quelle tedesche". Mussolini rinunciò alla possibilità offerta unicamente perché il testo de lle condizioni d' armistizio era già stato uffi cialmente consegnato alla Commissione francese. (Roatta, Otto milioni di baionette, Mondadori, Milano, 1946, pag. 103). 653 Lo scamb io dei settori di sorveglianza tra organi tedeschi e italiani è ricordato dal telescritto 9943/0p. del 18 nov. 1942 (AUSSME DS SMRE 2078-83) . Le norme per l'attuazione della vigi lanza alla frontiera franco-svizzera, sono riportate nella lettera 3870/I del comando d'Armata del 12 dic. 1942 (AUSSME DS 4A 1099-56).

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cittadini frances i e svizzeri il visto consolare italiano, appariva g iustificata dal progressivo intensificarsi delle attività della Resistenza francese, specialmente in quelle zone. In coffispondenza delle zone d i frontiera franco-svizzera, sin dai primi giorni di marzo, il comando del l'Armata segnalava ai comandi dipendenti le rivelazioni emerse "dagli interrogatori degl i elementi arrestati nella zona cli Grenoble", appaitenenti al " movimento dei F ranc-tireurs". Esse, in sostanza, individuavano due elementi di inquietudine, il primo legato alle dimensioni crescenti del feno meno deJle diserzioni alla rélève; l'altro, all'aggregazione dell'ambiente "sovversivo" con quello "nazionalista" . A causa cli ciò :

"si [era] creata una notevole massa di giovani, animati da sentimenti diversi, ma tutti ormai <ifuori Legge» e bisognosi di assistenza e di aiuto e di ricovero; data tale situazione, [era] stato facile agli elementi interessati creare un movimenti di resistenza e di «liberazione» al quale faceva seguito la progressiva organizzazione dei numerosi.fuggitivi nei gruppi di <<francs-tireurs» ". 654 Il fenomeno fu più evidente proprio nei pressi della frontiera francosvizzera. Nella zona cli T honon - St. G ingolph (Alta Savoia) , sul lago di Ginevra, nei pressi del confi ne, si erano ammassate "alcune centinaia d i giovani sfuggiti alla rélève" e che "polizia e gendarmeria francese [avevano l iniziato le operazion i di rastrellamento" .655 Fatti che, insieme alla precedente osservazione circa l'organizzazione di questi cosiddetti renitenti in aggressivi gruppi di combattimento , paiono rappresentare la vera ragione del discusso provvedimento.

654 Lettera 3926/1 de l 19 mar. 1943, che fa seguito alla 30 15/1 dell' 11 mar. 1943 (AUSSME DS 4A 12 18-20). La "Relève" poi Service du Travail Obligatoire en Allemagne, (STO) istituito con la legge del 4 settembre 1942, provocò l' arrivo in Savoia di numerosi giovani che cercavano rifugio nelle montagne . lnformazioni sulla rélèFe sono riportate nel precedente capitolo. 655 Dal diario del comando 4'' Armata, in data dell ' 11 marzo (AUSSME DS 4A 12 18). Il DS del del 23 marzo, fa ammontare a 7 mila i francesi sfuggiti alla rélèFe e rifugiatisi nella montagne deUa Savoia, ove sopravvivevano riforniti dalla popolazione (AUSSME DS 1408). Secondo la Relazione CUF 11. 45. periodo 1-3 / agosto 1943. (AUSSME D-7, Carteggio eJAF, Raccolta n.38), "nella noue dal 1° al 2 agosto, alcuni renitenti alla relève, comunisti e .franchi tiratori [avevano assaltato J un posto di controllo della R . GdF di Nove/ presso St. Gingolph" .

es es

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2. L'effettiva pericolosità delle azioni dei patrioti Ji·ancesi. Le azioni di repressione, i rastrellamenti e le rappresaglie delle unità della 4° Armata L'argomento offre pertanto il destro per avviare l'esame sui delli fenome ni. Man mano che le predette fasi temporali vennero svolgendosi, la 4" Armata si trovò progress ivamente coinvolta in operazion i contro le ormai o rganizzate forze della dissidenza francese. Pu r nel panorama negativo, risalta il fatto che, fosse per bonarietà degli occupanti italiani o addirittura per scarsa considerazione, gli attentati nei loro confronti furono limitati e privi di effetti letali , ove si escluda l'episodio nel quale cadde un ufficiale del comando Piazza di Nizza ed al tri due restarono feriti, ed uno ulteriore, ugualmente mortale, di cui fu vittima un soldato del Comando Tappa di Marsiglia. In defi nitiva anche in questa fase, la più difficile per gli italiani, l'occupazione non dovette essere veramente oppressiva. Lo stessa epurazione di Nizza - che portò all'internamento iniziale di 1000 <<comun isti» nel campo di Cais (Fréjus), e l'arresto e il trasferimento definitivo nel cam.po di Moclane cli 226 persone -, nonostante le drastiche apparenze, non ebbe il rilievo della situazione creatasi a Marsigl ia. Con il pretesto di una serie di attentati , ne i quali peraltro i militari tedeschi bersagl iati restarono solo fe riti, tra il 24 gennaio 1943 e il successivo 7 febbra io, la città fu messa in stato d 'assedio. Il prefetto regionale, che si era rifiutato di pon-e gendarmeria e polizi a sotto comando tedesco, fu rimosso e il quartiere Vecchio Porto d istrutto quasi interame nte , con il co nseguente internamento di quas i 20.000 dei suoi abitanti nel campo di Fréjus e l'arresto di quasi 6000 pcrsone. 656 ·

656 L'epurazione di N izza avvenne il 7 maggio 1943. dopo che erano scaduri inutilmente i termini consegna dei colpevoli dell 'attentato. Furono arrestate 226 persone, rimosso .i l prefetto e probabilmente l' intendente di pol izia della città. L a documen tazione del provvedimento è reperibile in AUSSME DS 4A 1326 -9A , 98 e 9C. (Lettere 6824/1, 1° maggio: 7044/1, 7 maggio 7125/ 1. 8 maggio 1943) In appendice il primo dei tre documenti citati. Delranentalo del 27 aprile riferiscono i documenti 7348/0p.in data 28 aprile ciel comando cl ' Armata e sn in pari data, indirizzata al prefetto di Nizza, con il quale il comando Piazza di Nizza richiama i provveclimcnt.i che l' autorità militare intende adottare nel caso in cui en tro il 5 maggio la polizia francese non sarà stata in grado di catturare i responsabili (AUSSME DS 4A 1218-72 e 73). Un resoconto particolareggiato sulla distruzione del quartiere del Vecchio Porto di Marsiglia è riportato nell 'opera di Jacques Delarue, Trajìcs et crimes sous l'occupatio11, ci tata al capitolo Destrnctio11 du Vieux - Pori de Marseille 243 e seguenti.

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Vero è che un successivo attentato - avvenuto alla Trinité presso Nizza, la notte fra l' 11 e il 12 maggio, in cui rimasero feriti alcuni militari - provocò l'ordine del comando cl' Armata cli an-estare il sindaco della località , il capo della gendarmeria e "dieci elementi eia scegliersi fra i comunisti-gollisti o persone più in vista del luogo" .657 Tuttavia si trattò cli un intervento non solo provocato dal ripetersi impunito cli gravi attentati, ma anche isolato. Occorre poi tener conto anche clell 'atteggiarnento delle autorità centrali, le quali eia Roma pretendevano un comportamento che non fosse inferiore in severità a quello clell 'alleato. Un mese dopo, infatti , un appunto per il Duce della divisione Polizia Politica del ministero cieli ' Interno rivelava che in Corsica la reazione ciel comando occupante ad "atti terroristici o antiasse" appariva "inadeguata e la popolazione , percependo tale nostra debolezza, [sarebbe diventata] sempre più insolente" .658 Sempre in giugno, dunque quando i movimenti di resistenza avevano già mostrato una certa capacità operativa, il Comando Supremo aveva raccolto la preoccupazione del Ministero Affari Esteri circa il fatto che "l'atteggiamento di moderazione e di tolleranza nei territori francesi occupati [potesse] incoraggiare resistenza ed [ostilità] suscettibili di compromettere risultati raggiunti". Di conseguenza si suggeriva di controllare, specie nel vasto ten-itorio della Pusteria, stampa, comunicazioni e autorità francesi, "provvedendovi tuttavia con gradualità" _659 Lo stesso giorno, il comando clell' Armata diramava la circolare 10 .200/op. dal titolo significativo ( «Agi e sicurezza») con la quale si rilevava che la "sistemazione cli guerra" assunta dalle truppe " nei primi tempi cieli' occupazione", e che era caratterizzata tra l'altro da "severo controllo delle attività locali", si era "a poco a poco [ ... ] smussata" per

657 L'attentato con anni da fuoco causò il ferimento di un ufficiale e di tre bersaglieri cli una compagnia motociclisti, che pattugliavano la zona nottetempo. La «sanzione collettiva» adottata reca allegato comunicato da diramare eia parte della stampa (premio cli 100 mila franchi a chi fornirà notizie) . Lettera n. 7304/I in data 12 maggio 1943 indirizzata al comando I CA (competente per territorio). AUSSME DS 4A 132613.ln appendice. 658 Appunto per i.I Duce n.500 del 14 giu. 1943 , allegato a promemoria per il capo del I reparto dello SMG del 19 g iu. 1943 (AUSSME Carteggio M-3 Rll ). 659 Lettera SMRE 11119 del 12 giu. I 943 (AUSSME DS 4A 1326-36). In appendice.

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la "gradevoleaa del vivere francese , le compiacenti familiarità, la Ialina tendenza all'adattamenlo". Tanto che "i rari allentati sono considerati individuali manifestazioni di insofferenza che non preoccupano rispetto alla soddisfatta rassegnazione cli tutta la popolazione per l 'occupazione italiana".660 In realtà, nonostante lo sbigottimento iniziale della popolazione e benché i patrioti fossero ancora disorganizzati ed incerti, alcuni segni di resistenza, senza che si giungesse agU estremi dei periodi più critici, si segnalarono sin dalle fasi iniziali dell'occupazione.661 Mentre, come si è osservato poc'anzi, le aree urbane , e soprattutto Nizza, furono l'ambito preferito di attività terroristiche cli eleme nti isolati o di gruppi minori, anche italian i, attività che andarono crescendo solo con la primavera, l'attiviti1 «m ilitare» di bande armate fu, al contrruio, abbastanza vivace anche prima, suscitato come si è visto dall ' inasprimento delle misure della rélève.662 Tuttavia, il ruolo delle truppe italiane nelle azioni di rastrellamento governative contro i renitenti alla rélève fu marginale ed episodici furono anche gl i scontri che si verificarono con i patrioti francesi, come anche il carattere di analoghe cd autonome operazion i it.aliane .663

660

Circolare 10.200 /op. del 12 giu. 1943 (AUSSME DS 4A 1326-33) , da l titolo

«Agi e sicurezza». In appendice.

661 Secondo Panicacci , nei primi giorni di presenza italiana in Francia, fu lanciato ad opera di antifascisti italiani "un appel a11x solda1s de la Quarta Armata .,, che incitava alla d iserzi one e alla loua dei popoli fratelli di Frunci.1 e Italia per la liberazione dal giogo tedesco e cui fecero seguito altri vo lantini fra i quali uno di ispirazione comunista (Le cri dcs trava illeurs, organo della Regione comunista delle Alpi Maritti me e delle Basse Alpi) che accusava di brutalità le truppe '·de l'armée du fascisme iwlie11" che occupavano Nizza. J.-L. Panicacci Les Alpes Marimti111es de 1939 à 1945, CRDP Nicc, 1977, allegato 3 1 e docu mento fuori testo. 662 La concentrazione maggiore dei feno meni si riscontra però nel mese di maggio e nei dipartimenti montani (Basses Alpes, Savoia ed Alta Savoia), ove più facile era sottrarsi alla rélève. In appendice è riportato l'elenco delle presumibili azioni della Res istenza francese in territorio italiano, cosl come segnalate nei diari storici delle truppe di occupazione. Ugualme nte riporta to in appendice un documento redatto il J 2 giugno 1943 dall ' ufficio del generale Avarna e tratto dal carteggio del Comando Supremo (AUSSME M-3 F 34), nel quale peraltro risultano, presumibilmente per motivi di sintesi. i soli alli ostili nei confronti degli occupanti italiani. 663 Nel corso dei rastrellamenti governativi, le truppe italiane parteciparono, con funzioni di osservazione o di concorso, alle operazioni cli polizia, ma misero in atto anche azioni proprie. Tanto afferma Claudc Lévy, ne ll 'opera citata, pag. 365. Sempre secondo Lévy (op. cit.,pag. 366) truppe dcli' Armata tra il mese di marzo e quello di agosto 1943 intrapresero numerose azioni per smantellare i campi dei renitenti sul MontMò le. sulla Montagne-aux-Princes, sul Platée, sui De nts-de-Lanfon , sul Montfort e ai Confins à La Clusaz, loca li tri savoiarde.

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A dar retta al comandante della Pusteria - divisione il cui impiego arretrato aveva come scopo primario proprio quello cli contrastare l'incremento della attività dei movimenti cli resistenza, i quali già dal mese di marzo cominciarono a manifestare segni di crescente organizzazione, specie "nella Savoia e nel Delfinato"664 - , nonostante "l' attività delle orgaiùzzazioni di resistenza [fosse] viva ed operante essenzialmente in Savoia, ove si erano raccolti circa 3 .000 partigiani", solo "negli ultimi tempi, per iniziativa di alcuni esaltati elementi[ .. . ] si ebbero tre o quattro scontri armati con qualche perdita d'ambo le parti" . La situazione peraltro non dovette mai raggiungere livelli di criticità, se il comandante della divisione scrisse anche che:

"la mia direttiva in materia era quella di garantire l'ordine pubblico e la sicurezza delle truppe più con la dimostrazione che con l'impiego dellaforza e tale politica[ . . .] ebbe ottimo successo [ .. .]".665 La testimonianza ciel generale de Castiglion i sulla episodicità degli scontri tra truppe italiane e pattigian i francesi nelle zone dell'interno e sulla loro scarsa frequenza nei prim i mesi d i occupazione pare confermata dagli ultimi due «Rapporti di situazione» redatti dal comando cieli' Armata di cui si ha conoscenza. Sia in quello di aprile , sia in quello di maggio, si citano solo attentati terroristici , nella sola zona costiera e neanche sempre indirizzati alle truppe di occupazione italiane.666

664 Rappo rto d i situazione mensile dal 21 febbraio al 20 marzo (AUSSME DS 4A 121 8-3 1, pag. 2) . Dal diario del comando 4" Annata, sotto la data dell' .11 marzo, si trova registrala la notizia del la fusione del le organizzazioni elandesline «Combat», «Francstireurs», «Front Patriotique », «Degaullisti», nell'«Armée Sécrèle» (A USSM E DS 4A 1218) . In una lettera del 19 marzo 1943 (n.3926/1) , il comando d' A1mata forniva informazioni emerse dall'interrogatorio avvenuto a Grenoble cli catturati della zona appartenenti all'organizzazione "Franchi tiratori" (AUSSME DS 4A 1218-20). La div isione alpina era rinforzata dal 20° raggruppamento sciatori e poteva contare su due reparti della ç.aF per il presidio di Briançon e Bourg St. Mauricc. 66 ' Relazione dell'attivil:à svolta dal ge nerale di d ivisione .Maurizio Lazzaro de Castiglioni , comandante della 5" divisione alp ina "Pusteria" nel periodo de!l'annistizio (6-12 settembre 1943 (AUSSME 212 1/ A/5/, pag.l). 666 Rapporto di situazione mensile dal 21 marzo al 20 aprile. (AUSSME DS 4A 1326- 1, pag.4). e Rapporto di siwazione m.ensile dal 21 aprile al 20 maggio. (AUSSME DS 4A 1218-23 , pag.3). E' singolare che nel primo dei due Rapporti citati compaiano due voci nuove: sabotaggi ed a/li terroris1ici e nianif'estaz.ioni e propaganda. In g iugno la situazione si aggrava significativamente per numero di sabotaggi e cli atti terroristici, ma dal mese di giugno non si dispone più di Rapporti.

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Il citato episodio cli Nove! (St. Gingolph di Savoia) offre inoltre un'indiretta conferma cli tale situazione, se si rileva, come fece in un rapporto il presidente della CIAF che l'atteggiamento italiano nei confronti dei renitenti alla rélève era abbastanza indulgente e che, probabilmente, si cercava nel contempo cli evitare gli scontri con le vere e proprie organizzazioni militari della Resistenza. Si ha questa impressione dal tono della relazione CIAF dell 'agosto 1943, dal quale si rileva la compiaciuta osservazione che in Francia:

"si comincia[va] ad avvertire la tendenza - rilevante anche sulla stampa svizzera - a disgiungere l'azione di questi renitenti [al Service du Travail Obligatoire], che [volevano} sottrarsi alla partenza per la Germania, da quella di elementi comunisti e terroristi, ai quali soltanto si [sarebbero dovuti} imputare le imboscate e gli attentati" .667 Come dire che il comportamento italiano cercò cli cavalcare questo percepito sentimento per sottrarsi a noie e difficoltà . Episodi dunque, più che vera e propria campagna, che sembrano dimostrare come in quei frangenti dovettero prevalere criteri di opportunità, nel senso che l' azione promossa dalle autorità italiane non tanto perseguiva calcoli di carattere politico, derivanti dalla necessaria alleanza con la polizia collaborazionista, quanto criteri di salvaguardia delle truppe. Altrimenti non si comprenderebbe perché la cooperazione riferita eia Lévy non avesse riguardato anche altri settori, ebrei compresi. Merita sottolineare che le azioni di repressione italiane, anche quelle promosse a Chambéry da OVRA e polizia politica nel tentativo cli smembrare l'organizzazione della Resistenza, non ebbero il carattere arbitrario ed imprevedibile dalle analoghe dell' Abwehr e della Gestapo, ma offrirono agli an-estati la possibilità di di fendersi davanti al tribunale militare della 4a Armata, a Breglio (Breil- sur-Roya) . Secondo Miche! Bussière:

"la procedura era sommaria, ma obbediva ad un formalismo strettamente rispettato. L'istruzione era presentata con l'aiuto di un interprete e ciascun accusato era assistito davanti al tribunale da un avvo-

667 ACS , Carteggio CIAF Relazione n. 119 ( I - 31 agosto 1943)

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cato militare. Le accuse erano di «partecipazione a banda armata» o di aver compiuto atti di guerra contro le truppe dell'Armata senza possedere la qualità di «legittimi combattenti»; le pene pronunciate andavano da uno a dieci anni di reclusione. Solo in un caso si ebbe l'applicazione della pena di morte per il responsabile principale di un fatto di spionaggio, che però.fu giudicato dal Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato a Roma. In sintesi, conclude la citazione, ciò dimostra "il ri.\petto che gli italiani avevano per il diritto scritto, compreso quello derivante dallo stato di guerra,.fatto che appare un' eccezion.e fra i belligeranti della guerra 39-45" .668

3. Le ordinanze delle autorità di occupazione italiane legate alle necessità operative della difesa costiera. Loro ammissibilità in base alle leggi di guerra e alle occorrenze militari . La dipendenza della 4" Armata dall'Ob .W. e la necessità di adottare le misure decise dal comando tedesco Passando ora all'esame delle ordinanze dettate da «esigenze operative>> legate alle necessità della difesa costiera, si rileva che anch'esse ebbero forma analoga a quelle che erano originate da motivi di sicurezza delle truppe e comparvero più o meno nello stesso periodo in cui fu decretata la chiusura della frontiera franco -svizzera. Fatto che permette di ipotizzare che a base del provvedimento esistesse in ogni caso un generale peggioramento della situazione francese sotto il profilo dell'attività resistenziale (la primavera era già arrivata) . La coincidenza temporale con le ordinanze restrittive riguardanti la chiusura della citata frontiera, e la verosimile genesi tedesca di tale disposizione , peraltro, induce ad ipotizzare che anche i provvedimenti relativi alle restrizioni imposte dalla difesa costiera, ebbero all'origine un'analogà direttiva del comando superiore alleato. Il 16 aprile 1943, il comando cieli' Armata diramò una direttiva con

668 <<Les incidences judiciaires de la présence italienne en Savoie au cours de la seconde guerre mondiale». Résumé de la communication de M. Miche! Bussière, présidenl du Tribuna) de Grande Instance d ' Annecy; Académie de Savoie (Séances Jivrcs, résu rné 2000-200 I).

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la quale il territorio francese occupato veniva ripartito m due zone (combattimento e retrovie). Si trattava cli una misura cli carattere tattico; la disposizione era tuttavia inasprita eia ordinanze assai restrittive attinenti il coprifuoco notturno in tutta la «zona di combattimento», che aveva una profondità di 50 chilometri dalla costa; l'invito rivolto alle prefetture cli consigliare gli abitanti "ciel litorale fino a 4-5 chilometri dal mare di trasferirsi nell'interno"; restrittive regolamentazioni dei movimenti , specie notturni. 669 Non estranea ali' adozione dell'ordinanza di «Sbarramento zona costiera mediterranea» fu la possibilità che, prevedendosi una sfavorevole conclusione della campagna tunisina (avvenuta poi il 13 maggio 1943), la Francia meridionale potesse divenire da un giorno all'altro teatro di operazioni.670 Nel periodo in esame, infatti, il comando clell' Ob.W. continuò a emanare, anche per il comando della 4" Armata che ne dipendeva sotto l'aspetto operativo, numerose direttive per l'organizzazione difensiva costiera mediterranea. Per c.itarne uno , agli inizi di marzo, il comandante in capo dell'Ob.W. , diramò un documento

669 Lettera del comando 4" Armata ai comandi dipendenti 6678/0p. ciel 16 apr. 1943, all 'oggctto "Sbarramento zona costiera mediterranea. Definizione della «zona di comhallimento» e della «zorw delle retrovie»". Le disposizio11i dovevano andare in vigore tra il 27 ed il 30 aprile 1943 (AUSSME DS 4A 1218-74). Documento in appendice. Secondo Lévy, op. cit. pag. 40, questa misura fu aggravata con un bando del 7 agosto, il quale costituì l'unico vero e proprio «bando» effettivamente emanato dal comando dcli ' Armata riguardo l'ordine pubblico nella Francia occupata. Il bando del 7 agosto è reperibi le nel Tomo II dell'opera di R.H. Rainero citata. Probabilmente da questo periodo taluno fa datare la recrudescenza cleU'att.eggiamento intransigente dell'occupan te, Si vedano le risultanze delle sedute della Commission consultative des domma ges et réparations, citato, Lévy op. cit., pp 360 e 36 1. 670 La possibilità cli sbarchi alleati in Provem.a, considerata abbastanza reale dal CS e vagheggiata anche da Churchill e dal Comitato dei Capi di SM americano, alla fine ciel 1942, (Diario s1orico del Comando Supremo, voi. IX , (l.J. . I 943-30.4.1943), Tomo II, Allegati, Allegatol aJJ'allegato 1278-D, pagg. 140-144, Ufficio Storico, 2002) progressivamente perse importanza. Nella sua lettera a Mussolini del 16 febbraio 1943, anche Hitler dichiarò di scartare l'ipotesi di uno sbarco sulle coste mediterranee francesi. (Hitler et Mussolini, Lettres secrètes, curate da André François-Poncet, Parigi , Editions du Pavois, 1946, pag. 155). Quanto agli ital ian i, tutti gli organi di SM concordavano che la futura strategia alleata avrebbe considerato uno sbarco in Sicilia. (Faldella op. cit., pagg. 565-575). Tuttavia, ancora nel bollettino SIM del 3 settembre 1943 , s i prevedeva uno "sbarco in Corsica/Francia meridionale" . (Bollettino n .45, luglio-settembre I943, AUSSME carteggio M-3 , 97, fascicolo 3117) Dal canto loro, i tedeschi non abbandonarono mai la concezione della necessità della difesa del bacino nord-occidentale del Mediterraneo, per affrontare una minaccia che, attraverso le isole di Sardegna e di Corsica potesse coinvolgere le coste provenzali.

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(«Ordine basilare n.23») che estendeva anche all'organizzazio ne costiera mediterranea i complessi principi d ifensivi adottati sulla costa atlantica , principi che dedicavano attenzione alle possibilità di azione dei gruppi di Resistenza dietro le linee di combattimento. In aprile, due circolari diramate dal comando dell'Armata contenevano diretti o indiretti riferimenti a ordini o informazioni ricevuti dal comando superiore tedesco e tipicamente incentrati sulla volontà di resistenza, sulla difesa contro paracadutisti e sbarchi aerei, sulle esperienze tratte da esercitazioni alleate in Gran Bretagna, sui procedimenti di lotta clell ' avversario , ecc.671 La appena ricordata ripartizione tattica non poteva dunque riguardare il solo settore italiano, data la responsabilità cli comando operativo dell 'Ob .W. per la difesa costiera. Conforta in qualche misura la tesi dell'uniformità dei provvedimenti l'esistenza cli un brano nel diario del comando 4a Armata relativo al g iorno 27 marzo 1943 . Vi si legge che:

" il comandante in capo West [aveva comunicatoJ che - nel caso di sbarco nemico nella costa mediterranea [avrebbe esercitato] i diritti di potenza occupante, in tutti i campi, nel territorio ji·ancese occupato dalle truppe italiane e tedesche sin dall'Jl novembre 1942; [che] l'esercizio di tale diritto [sarebbe stato J trasferito a suo nome al comandante la 4a Armata italiana, al comandante del Raggruppamento d'armata Felber ed al Comandante il territorio d'occupazione della Francia meridionale, per le rispettive zone di competenza" .672 Con ciò, si vuole sottolineare l'ev idenza ciel primato tedesco sulle questioni relative all'occupazione in un quadro cli coinvolgimento bel-

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«Ordine basilare n.23.» del comandante in capo del!' Ob.W., copia n.3 16, (Traduzione) trasmesso con lettera n.1177/43 S del 6 mar. 1943 e riguardante le predisposizioni da adottare per la preparazione della battaglia sulla fronte costiera francese e in occidente (AUSSME DS 4A 1218-14). Circolare n.7300 su " Di fesa contro paracadutisti e sbarchi aerei" del 25 apr. I 943 (AUSSME DS 4A 12 I 8-67). La c ircolare trae spunto da quel.la analoga redatta dall'Ob.W. qualche giorno prima (n. 1658/43). Circolare n.7000/0p. su "Volontà di resistenza cd addestramento alla difesa" del 24 apr. 1943 (AUSSME DS 4A 12 18-76). 672 (AUSSME DS 4A 1218, 27 ma r. 1943). L'iniziativa tedesca è confermata dal diario storico del CS. Questi respinse la proposta dell'Ob.W. per una questione di prestigio: il comando della 4" Annata, in falli , avrebbe dovuto concordare con il comando superiore tedesco dell'Ovest una formula del predetto comune intento, la quale sarebbe stata indirizzata al governo francese separatamente.

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lico delle coste francesi; primato cui pare debbano risalire le decisioni sulla questione della delimitazione della zona di combattimento costiera. Non a caso, il governo di Vichy, come noto assai maldisposto nei confronti di richieste italiane, qualche tempo dopo, invitò la popolazione della fascia costiera ad abbandonarla " per qualche chilometro" .673 Sotto analogo profilo va verosimilmente vista un'ordinanza cli intonazione simile alle precedenti che il comando italiano dovette emanare verso la fine del maggio 1943, per uniformarsi a decisioni tedesche. TI 21 maggio 1943 , infatti, il MAE inviò al Comando Supremo un telegramma a firma Bastianini, nel quale si avvertiva che l'ambasciata germanica aveva a sua volta comunicato che "per ragioni difesa militare[,] Consolati stranieri nella zona costiera Francia meridionale occupata dalla Germania [avrebbero dovuto] essere, entro il 15 giugno p.v., sciolti e trasferiti all'interno. l- .. con l'] eccezione [dei] Consolati Italiani e Giapponesi , nonché [ .. . de.il Consolati spagnoli a Marsiglia e Sète. [ .. . )". Il governo germanico aveva "prospettato opportunità adozione identiche misure fda parte italiana]", misure che presumibilmente vennero prese in analogia alla decisioni tedesche, per tutti i dipartimenti costieri occupati dalle forze della 4" Armata.674 Probabilmente nella stessa ottica rientrarono l' ulteriore esasperante ordinanza di arretramento cli una quota parte del carburante esistente nei depositi dislocati sulla fascia costiera. Tuttavia, una lettera successiva dell'ufficiale cli collegamento del XXII CA con il comando Felber, in data 3 luglio, che trasmette, tradotti, alcuni richiesti chiarimenti sul modo di procedere tedesco, permette di apprendere che nel settore

673 Diario storico del Comando Supremo, voi. IX , (J.1.1943-30.4.1943), Tomo I, Testo, giorni 6, 7 e 22 aprile 1943 , pagg. 877,888 e 1036; SME, Ufficio Storico, 2002. La notizia dell'invito compare nel DS del comando della 4" Annata relati.vo al 19 giugno 1943 (AUSSME DS 4A 1326). 674 Telegramma del ministero Affari Esteri 16625 del 21 maggio 1943 indirizzato al CS; risposta di quest' ultimo (lettera 13388/0p. stessa data); i documenti costituiscono allegato I e 2 alla lettera 8682/1 del I3 giu. 1943 (AUSSME DS 4A 1326-34 e 35). In precedenza, l'Armata, con un ordine che faceva r iferimento e intendeva completare le direttive sullo sbarramento costiero, prescriveva un'ord inanza di evacuazione deg li elemen ti ostili o pericolosi e cioè: comunisti, da internare a Modane; sudditi di stati nemici pericolosi, da restringere nel campo di concentramento <li Embrun; ed infine assegnazione a residenza forzata dei sudditi di stati nemici non pericolosi. Lettera comando 4° Armata 9 159/0p. del 31 mag. 1943 (AUSSME DS 4A 1326-29) .

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tedesco le misure erano cli eguale tenore e, verosimilmente, erano state adottate anche da tempo sulla base cli disposizioni impartite dal comando dell' Heeresgebietes Stidfrankreich (il comando territoriale tedesco per lo scacchiere meridionale); ad esso, secondo la segnalazione del comando Felber, avrebbero potuto "essere richiesti eventuali ulteriori schiarimenti". Non è difficile ipotizzare che anche questa iniziativa vedesse gli occupanti italiani pedissequi esecutori di decisioni tedesche.675 In ogni caso, i provvedimenti, per quanto odiosi, paiono rispondere al soddisfacimento delle esigenze delle operazioni.

4. Un'ordinanza significativa circa l'ispirazione tedesca delle misure di controllo: la linea di demarcazione del Rodano e la sua minacciata istituzione Le ipotesi adombrate all'inizio di quest'ultima analisi volevano che l'emanazione quasi coeva delle ordinanze riguardanti lo sbarramento della zona costiera e la chiusura della fro ntiera sv izzera (oltre che la possibile ispirazione tedesca dj quest'ultima), si annodassero ai timori generati dalla rafforzamento della minaccia arrecata dalle organizzazioni della Resistenza, le quali potevano ottenere un vantaggio indiretto dalla possibilità di attraversare senza controllo la linea di demarcazione italo-tedesca. Pare evidente che la chiusura della li nea del Rodano, dovesse essere in qualche modo legata alla protezione che gl i occupanti italiani offrivano alla popolazione e agli apolidi di razza ebrea. Ne deriverebbe il facile postulato che la linea fosse stata stabilita per disposizione tedesca. Non è altresì escluso che la linea avvantaggiasse

675 Della decis ione di anetrare i depositi di carburante si ha notizia da una lettera

ciel 9 giugno del capo del Nucleo italiano di collegamento n.3 al capo del distaccamento francese di collegamento presso lo stesso nucleo. Delle due lettere citate, la prima è senza numero; la seconda reca il numero cl.i protocollo 760/Cit . Da una terza lettera sempre senza numero del 1° lugl io 1943, ind iri zzata ancora al capo del d istaccamento francese di collegamento, gli si confermano alcune mitigazioni delle misure nel settore italiano (i depos iti avrebbero potuto conservare da 1500 a 2000 litri a seconda dell'importanza, in luogo dei 1000 cui pare attenersi il comando Felber (AUSSME Carteggio Cit, L-13 225).

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l'intento italiano di preservarsi il bottino nel territorio occupato ad oriente del Rodano; se ne sono visti però gli scarsi effetti. E' possibile tuttavia che il porre ostacoli al libero movimento delle persone attraverso la linea cli demarcazione costituisse effettivamente la considerazione prevalente in chi volle istituire la linea del Rodano. In tal caso , però, pare evidente , ancora una volta, la sfiducia tedesca nelle capacità e nel rigore italiani. La li nea cli separazione fra le zone di occupate dalla forze dell'Asse aveva dunque l'intento particolare "di provvedere alla sorveglianza sul traffico delle persone e delle trasmissioni, r... ] allo scopo di ostacolare l'attività informativa avversaria". Ai cittadini era addirittura vietata, attraverso la linea, la stessa corrispondenza epistolare tra privati , se non quella rappresentata da cartoline postai i. In ogni caso, corrispondenza e comunicazioni telefoniche e telegrafi.che erano sottoposte a censura e a controllo. Il traffico di persone era assoggettato a prassi così complesse e vessatorie da risultare dissuasive per gli interessati ed onerose anche per gli stessi addetti ai controlli, prefetture francesi o organi militari di collegamento istituiti dai comandi del XXIl CA e della divisione Pusteria.676 Come si fosse giunti a tale accordo tra i comandi supremi del!' Asse, non emerge chiaramente dai documenti, anche se pare che "i militari itali ani la ritenessero indispensabile, specialmente per la difesa contro lo spionaggio" .677 Alla luce di fatti successivi, riguardanti in particolare i tentativi esperiti dagli ebrei cli passare in territodo controllato dagli italiani, e il m inor rigore nei confronti di quella popolazione di cui questi ultimi vennero sempre accusati dai tedeschi, parrebbe p iù plausibile i! contrario. Vi è poi eia considerare, fra le circostanze militanti a favore di questa ipotes i, la più volte ricordata subordinazione de)l' Armata italiana all'Ob.W. per gli aspetti operativi ed il fatto che la sospen-

676 Lettera 5514/1 del comando 4" Armata indirizzata ai comandi dipendenti in data 15 apr. 1943 , ali 'oggetto "Contro.Ilo delle persone e del le trasmissioni attraverso la linea di demarcazione (Linea Rodano)". AUSSME DS 4A 1218-60 . 677 Dichiarazione espressa dal sottosegretario agli Affari Esteri, Bastianini, al ministro Ribbentropp nel corso dei colloqui di Klessheim (aprile 1943). Citazione di M. Borgogni Italia e Francia durante la crisi militare dell'Asse citato, pag. 259 . E' curioso che Ribbentropp neJJa stessa occasione irridesse tale parere sostenendo che "nessuna linea avrebbe potuto impedire il passaggio cli spie" .

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sione della misura fosse ordinata dallo stesso comando. Infine, nella lettera diramata dal comando della 4a Armata ai comandi dipendenti, si riferisce che la sorveglianza del traffico "attraverso la linea di demarcazione" conseguiva a determinazioni congiunte tra comandi supremi cieli' Asse e che "le norme relative - da osservarsi dalle popolazioni francesi - [erano] state notificate al Governo Francese clall 'Ob .West" .678 Della tesi che vede i comandi italiani promotori o fautori dell'istituzione della linea Rodano, sembra sostenitore lo stesso sottosegretario agi i Affari Esteri, Bastianini, durante i colloqui cli Klessheim (29 aprile 1943).679 Tuttavia, per quanto ricordato a proposito dei provvedimenti precedentemente illustrati, pare inverosimile che i comandi italiani si fossero resi promotori di una tale demarcazione, a meno che essa non risolvesse, come accennato, i problemi delle pertinenze in materia di recupero di materiali frances i ovvero quelli relativi alle iniziative della polizia tedesca in caccia d i ebrei. In nessuna altro ca.so la linea sovveniva gli interessi dell'Annata d i occupazione e men che meno sulle questioni di spionaggio, campo nel quale gl i organi d irimpettai tedeschi primeggiavano. Tutt'al più si può ammettere che una tal frontiera, seppure improvvisata, avesse l'aria di assecondare le rivendicazioni italiane . Ma in tal caso, siffatto scopo esulava dalla competenza dei comandi italiani . Si ha pertanto l'impressione complessiva che gli accordi in corso tra

678 Lettera citata 4A su "Contro.Ilo delle persone e del le trasmissioni atlraverso la linea di demarcazione (Linea Rodano)" . AUSSME DS 4A 12 18-60. Ibidem . 679 Al sottosegretario agli Affari Esteri, Bastianini, Massimo Borgogni attribuisce il senso forn ito dalla frase menzionata nel testo e tratto dal suo libro Secondo M . Borgogni (Italia e Francia durante la crisi m.ilitare dell'Asse , citato), nel corso-del citato incon-· tro cli Klessheim, Lavai deplorò l'intenzione cli istituire un'altra linea di demarcazione oltre a quella esistente tra Francia libera e Francia già occupata in precedenza . Ribbentropp ;;lasciò intendere che il Fiihrer a vrebbe probabilmeme accolto la richiesta .francese con la proposta di abolire la linea di demarcazione lungo il Rodano". Pare peraltro che Mussolini, fosse ri masto "allarmato non poco dalla decisione di Hitler di rinunciare a stabilire una linea di demarcazione sul Rodano" (pagg. 261- 267). Sembra però che l' aboli7.ione della linea di demarcazione fosse stata dec isa qua lche giorno prima. Il 27 aprile, infatti , il colonnello Ravajo li, capo ciel nucleo cli collegamento della 4" Armata con l' Ob.W., telegrafò al comando della 4" Armata che "il comando supremo della Wehrmacht {aveva} ordinato telefonicamente che la linea del Rodano non [doveva/ entrare in fun zione il primo ,naggio". Telegramma dcli.a mjssionc di collegamento presso Ob.W. (colonnello Ravajoli) n.1371/3 A7/0p. del 27 apr. 1943, h 2300 (AUSsrv1E DS 4A 1218-71).

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comandi supremi dell'Asse per la linea di demarcazione ciel Rodano conseguissero ad un interesse vicendevole di d iversa origine , e che l'Ob.W., notificando al governo francese "le norme relative da osservarsi dalle popolazioni francesi", non solo ne guidasse l'iniziativa, ma se ne ripromettesse vantaggi militari . Si tenga conto delle due seguenti circostanze . TI 27 marzo 1943, l'ufficiale cli collegamento ciel XXII CA con l' Armeegruppe Felber aveva segnalato che il comando tedesco, al fine di intensificare il controJlo della circolazione tra i due territori occupati, aveva autorizzato la costituzione di pattuglie volanti (Heeresstreifen) , incaricate di collocare posti di blocco "sulle strade di accesso alla zona tedesca a sud della Durance''.680 In una lettera del comando 4" Annata in data 26 marzo 1943, si legge, inoltre, a proposito delle predisposizioni da adottare su richiesta tedesca, per impedire l'afflusso degli israeliti in zona occupata dagli italiani:

"essendo in corso di attuazione un servizio di sbarramento da parte germanica e da parte italiana lungo la linea di demarcazione, denominata «linea Rodano», sarà possibile impedire che elementi di razza ebraica passino dalla zona di occupazione germanica in quella italiana" .681

5 . Qualche breve considerazione L'occupazione militare della Francia fu fo rtemente osteggiata dalle autorità e dalla popolazione francese, soprattutto perché la nazione nel suo complesso non si sentiva battuta dagli occupanti e l' occupazione stessa fu considerata un insulto al sentimento patriottico ed un'inutil~ umiliazione.682 Ne derivò un tale sentimento d i osti lità che ancora oggi

680 A tal fine, il comando Felber chiedeva di poter sfruttare, per un certo tratto (tra la periferia sud-est di Aix e quella est di Aubagne) in territorio «italiano», la Nazionale 96 che da Marsiglia per Aix raggiunge pri111a e poi segue buona parte del corso della Durance - in considerazione del fatto che tali vie d'accesso originavano tutte dalla citata strada nazionale . Lettera 442/Cit del 27 mar. 1943 (AUSS_ M E Carteggio Cit , L-13 225). 681 La lettera del 26 111ar. 1943 reca il numero 4452/ I (AUSS ME DS 20° Raggruppa111ento Sciatori 1218-6). <582 Pare che Lavai avesse chiesto al generale Neu bronn che le tru ppe italiane e tedesche non fossero fra111rn ischiate per evitare che i Tedeschi fossero assoc iati agli Italiani nella scarsa opinione cli cui questi ulti111i godevano ("in the sake of public opinion") . Michael R. Marrus and Robert Paxton Vichy France and the Jews, Stanford Un iversity Press, Stanford , 1996, pag. 315 .

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il tema dell'occupazione italiana è cancellato dalla memoria collettiva ed anche le grandi opere storiche tendono a sorvolare su quell'esperienza. Chi ne tratta, usa quasi sempre toni di discredito se non di aperta accusa, con espliciti riferimenti alla durezza e all'esosità della presenza militare dei «cugini» d'oltralpe. In realtà, l'ingresso delle truppe italiane i.n Francia e i primi mesi cli occupazione furono caratterizzati dall'imperversare degli agenti della polizia politica del governo fascista, e da qualche sprezzante manifestazione di superiorità della quale forse si compiacguero cetti occupanti italiani (e non solo i comandi), e di cui si riparlerà. Fatti che contribuirono a favorire nell'opinione pubblica francese l'indifferenziata collocazione delle attività italiane, anche di quelle legate ad effettive esigenze militari, nell'ambito delle manifes tazioni di una presenza di un conquistatore oppressivo e liberticida, che tendeva ad una penetrazione di carattere «politico». A differenza cli quanto si vedrà avvenire per la questione ebraica, nei " primi due mesi" il comando dell ' Armata fu giudicato non solo strumento attraverso il quale si tradussero, anche formalmente, le inclinazioni dell'occupante, ma elemento attivo della politica ciel regime. Prevalse in sostanza, nei giudizi successivi, il concetto della pari responsabilità tra chi ordinava e chi eseguiva, tra misure dettate eia esigenze militari e provvedimenti di intonazione politica. Probabilmente, concorsero a sedimentare i sentimenti cui si è accennato, anche dopo la mitigazione ciel regime di occupazione e un qualche miglioramento delle relazioni fra le autorità occupanti e quelle locali, alcuni speciali fattori. In primo luogo l'applicazione della legislazione di guerra italiana. Nonostante che la «Legge italiana di guerra» si ispirasse a moderazione ed umanità, certi regolamenti da mettere in atto nei territori occupati si conformavano allo spirito aggressivo e soverchiante dell'epoca, epoca ritenuta cli conquista e di dominio, seppur attenuato dalla pretesa prudenza «romana». Generalmente, i provvedimenti restrittivi emanati con le ordinanze ebbero un tenore così ultimativo e inesorabile, da produrre due sentimenti: irrisione o rancore. E d'altra parte una forza d'occupazione di un territorio «nemico» non poteva esimersi da forme di imposizione , intrinseche al costume militare dell'intimazione e della risolutezza. Inoltre, contribuì alla generale cattiva opinione sugli occupanti l'evidente malinteso in cui caddero le autorità cli governo italiane sullo scopo effettivo dell'occupazione, che indusse nella parte francese il

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convincimento di una possibile annessione dei territori cui Mussolini aspirava da gran tempo. Sicché, l'attenuazione delle dure condizioni iniziali, sopravvenuta progressivamente in conseguenza della presa di coscienza da parte italiana della realtà francese, fu interpretata probabilmente come un tatticismo o, peggio, come un prescrizione tedesca . Discredito che rese poco persuasiva la ricerca italiana dell'assenso francese nell'esecuzione delle ordinanze e che comportò cli converso l'irrigidimento delle autorità italiane. Sulla questione del graduale ricredersi italiano sui limiti effettivi dell'occupazione, a parte le reticenze degli Stati Maggiori, a conoscenza delle iniziali spavalde direttive di Mussolini, il mutato atteggiamento trovò nelle truppe una certa difficoltà di intendimento, data la contraddizione che palesava con " la presenza delle nostre truppe in territorio francese [che aveva] titolo cli vera e propria occupazione" (cli una regione «nemica» a lungo descritta quale rientrante nelle aspirazioni territoriali della nazione), e con le consistenti operazioni di appropriazione dì beni francesi in corso d.i esecuzione.683 In sintesi, al comando cli occupazione italiano si possono attribuire, al massimo, le responsabilità derivanti per un verso da un certo compiacimento con il quale furono adottate inizialmente misure di occupazione militare, delle quali cì si avvalse come se il territorio francese dovesse essere ritenuto effettivamente conquistato. E peraltro dalla noncuranza della sovranità francese e ciel vigente diritto d ' arm istizio di certe sue disposizioni, pur legittime nella sostanza militare. Caso mai, maggiore fu la colpa perché quei fatti, ed altri dei quali il comando fu strumento della politica cli regime, suscitarono e alimentarono un'avversione sproporzionata e pericolosa. Responsabilità che probabilmente ìl comando condivide con gli Stati Maggiori centrali e con le decisioni politiche. Sarà tuttavia ormai evidente che la tesi sostenuta finora parte dall'ipotesi che i comandi italiani non si impegnarono oltre gli obblighi dell'obbedienza nei compiti cli carattere civile che accompagnavano l'occupazione. I militari non presero troppo a cuore sia le incombenze che a loro risalivano nel campo della «sicurezza interna>> del territorio occu-

683 Telescritto SMRE 932/0p.,orc 15 , 15 del 17 gen.1943 (AUSSME DS 4A 112723) .

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pato, e neanche quelle di una polizia politica lanciata alla caccia ai fuorusciti, considerati possibili nemici del regime e conseguentemente delle forze italiane presenti in Francia. Se dettero una tale impressione, lo si deve probabilmente al fatto che il comando dell'Armata ebbe progressivamente incombenze crescenti nel campo dei controlli di polizia militare, e perché, in base al principio dell'unità di comando su un medesimo territorio, al comando stesso risalì l'autorità ultima sugli indirizzi di polizia politica e di sicurezza.684 Con ciò, non si vuole disconoscere che da parte cieli' Armata italiana fossero state intraprese azio1ù energiche ed anche od iose con arresti e deferimenti ai tribunali di cui molti parlano; certamente, il comando clell' Armata fu incaricato o coinvolto .in provvedimenti repressivi dei quali se non fu l'ispiratore ebbe comunque una parte rilevante e non unicamente limitata ad iniziative conseguenti alla minaccia di sbarco. Tuttavia gran parte delle sue iniziative furono motivate soprattutto da effettive ragioni di sicurezza, anche quando sembrano attuate per rassicurare chi a Roma temeva per l'eccessiva moderazione di cui davano prova i comandi italiani. Tanto più che non risulta venisse comminata dai tribunali militari alcuna condanna alla pena capitale e inoltre, palesando moderatezza e prudenza, il comando d'armata si riservò sempre la sua valutazione sulle decisioni più severe. Si ha l'impressione in definitiva che nell'esplicazione di queste attività i comandi italiani non solo non ebbero in genere la perentorietà dei comandi tedeschi , né raggiunsero la vastità e la rilevanza dei loro provvedimenti. Sia pure un difetto del comando occupante sul piano milita.re, si nutrono peraltro seri dubbi sulle radici italiane dei vari provvedimenti che in varie ordinanze decretarono chiusure cli frontiere e sfollamento degli abitanti costieri. Anche se, sempre secondo Lévy, verso la fine dell'occupazione le autorità italiane si trovarono nella necessità cli

684 Al comando dell ' Armata risalivano responsabilità di controllo e di disciplina di impiego (alta vigilanza) degli agenti della polizia italiana, compresa quella politica, e del controspionaggio (SIM) . In giugno, probabilmente per stabilire il principio della prevalenza della giurisdizione del comando d'Annata, un bando del Duce fissò anche le norme che "il Comando delle forze i1aliane di occupazione" avrebbe <lovulo seguire in materia di "utilizzazione, i11 1erri10rio francese di iiurisdizione italiana, dell'opera di jimz.ionari ed age11ti di P. S ." (AUSSNIE 1218 DS del comando 4" Armata, giorno 23 giugno 1943).

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provvedere con propri uomin i all'apposizione del «Bando contenente disposizioni sulla sicurezza militare e sull'ordine pubblico» del 16 agosto 1943, si trattò sicuramente d i una misura approvata se non imposta dall'alto . Peraltro, probabilmente fu adottata di concerto con analogo provved imento tedesco nel settore d i competenza, sul quale converrebbe indagare ulteriormente, ma che per l'alleato doveva costituire la norma.685 In realtà, lo stile di comportamento militare ciel comando d i occupazione , lungi dal mostrarsi implacabile, ebbe invece carattere di consapevolezza e d i umanità che neanche gli attentati dell'aprile e del maggio 1943 mod ificarono. Ciò non bastò a separare le responsabi lità politiche da quelle militari, nonostante che le stesse accuse appena riferite non paiono rì levare né iniziative, né tanto meno spietatezza nell'opera ciel comando delle truppe di occupazione .

D. Il comportamento dei comandi italiani sulla questione ebraica Su una cosa le tesi sembrano concordare e cioè sul fatto che comandi e truppe di occupazione si ispirarono a principi di umanità e alle leggi dell'onore militare nel proteggere la popolazione ebraica . Di questa lum inosa parentesi della storia militare italiana nella seconda guerra mondiale molti hanno riferito con dovizia cli fonti e profondità cli analisi. Il presente esame intende svolgere, sulla base di documenti militari e dei diari storici, il tema dal punto d i vista dei comandi e delle unità operanti e documentare ulteriormente la pietà e la determinazione che alcuni comandanti seppero dimostrare, anche quando pote: rono trovare solo nel loro nel sentimento di onore militare le regole di comportamento e le d irettive da impartire.

685 Il «Bando contenente disposizioni sulln sicurezza mi litare e sulJ'ordine pubblico» del 16 agosto 1943, è l' unico vero e proprio «bando» effettivamente emnnato dal comando dcl i' Armala sull'ordine pubblico nella Francia occupata ed è riportato nell'opern di R.H. Rainero citata, Tomo il Documenti, pag. 380 . Jacques Delarue neJJa sua opera citata, a pagina 251, narra che, durante i preparativi tedeschi per la distruzione del Vecchio Porto di Marsiglia, il 4 gennaio 1943 il generale Mylo, comandante della Piazza, fece affiggere ai muri del la città un avviso sulle conseguenze micidiali che, fra l'altro, avrebbe avuto qualsiasi cenno di resistenza agli ordini della Wehrmacht..

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La questione ebraica aveva origini più lontane dell'occupazione. Esse risalivano ad alcune leggi promulgate tra l'autunno del 1940 e quello dell'anno seguente. Le prime grandi deportazioni di ebrei operate dai tedeschi nella Francia già occupata, posero il problema dell'analoga salvaguardia dei cittadini italiani di quella razza, tutela che ottenne qualche affermazione , ma anche l'irrigidimento crescente delle autorità germaniche cli occupazione per il fatto che ''la presenza cli ebrei stranieri privilegiati sarebbe stata un peso e un fattore cli disgregazione interna per il popolo tedesco" .686 Fatto sta che nel corso del 1942, il governo italiano si trovò a dover proteggere connazionali di razza ebraica che vivevano nella Francia già occupata e in Tunisia, e a contrastare l'intento di Vichy - intervento sostenuto dalle autorità tedesche - teso ad applicare le predette leggi razziali. anche nei loro confronti. Dopo gli avvenimenti cli Tolone , però, la questione assunse una dimensione più generale, poiché l'occupazione che andava delineandosui poneva non solo il problema degli ebri di nazionalità italiana, ma anche di quell i francesi, degli apolidi e dei rifugiati presenti nel te1Titorio appena occupato dalle truppe italiane. Sulle prime pare prevalere la natura delle più volte richiamate direttive di Mussolini. Questi, volle forse guadagnare meriti presso i tedeschi - dei quali riteneva essenziale l'appoggio per poter presentare a Vichy una dichiarazione analoga alla loro -, e pare perciò far mostra cli analoga irriducibile intransigenza. Fu verosimilmente in conseguenza cli ciò che lo SMRE, con una lettera datata 28 dicembre 1942, informò i comandi occupanti che era:

686 IVI. Borgogni Italia e Francia durante la crisi militare dell'Asse , citato, pag. l94. L'autore cita fonti del ministero degli Esteri tedesco. Il primo grande rastrellamento di ebrei ebbe luogo a Parigi verso la metà di luglio 1942. La maggior parte di essi erano cli nazionalità ceca o polacca, ma dovevano essere stati conce ntrati al \lélodrome d'hi,,er anche ebrei di nazionalità italiana, se il console generale italiano elevò protesta contro le autorità della polizia cli sicurezza tedesca , poiché l'arresto di cittadini italiani d.i origine ebraica era misura da adottare solo dietro suo consenso. Di ciò riferisce anche Daniel Carpi . Between Mussolini ami Hitler: the .lews and the !lalian Authorities in France and Tunisia. The Tauber lnstitute for the Study of European Jewry Series I 7 . Hanover, N .H. University Press of New England, 1994. I tedeschi non riconobbero questa facoltà, nonostante l' esistenza di un accordo di qualche giorno prima, che forse fu interpretato da parte italiana in maniera più estensiva di quanto fosse effettivamente.

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"stato superiormente deciso, in correlazione con analoghi provvedimenti adottati da parte germanica, che si [addivenisse], nei territori francesi[. ..] occupati dalle nostre truppe[ . . .}, all'arresto di tutti i sudditi di Stati nemici ritenuti pericolosi ed all'internamento degli ebrei residenti nei territori stessi" . Le disposizioni non escludevano dai provvedimenti cli internamento gli ebrei italiani, nonostante che i comandi di occupazione fossero stati invitati a:

"tener presente che i beni di cittadini italiani di razza ebraica [avrebbero dovuto] essere particolarmente difesi, costituendo essi un interesse italiano all'estero" .687 Direttiva che deve interpretarsi come misura tesa ad impedire che il governo di Vichy incamerasse beni sui quali si intendeva conservare diritti. Probabilmente per evitare irrigidimenti con l'alleato sulla questione ebraica in quel delicato frangente , il comando dell'Armata fu autorizzato ad informare l'Ob.W che da parte italiana " era stato dato l'ordine cli arrestare tutti i cittadini degli stati in guerra con le Potenze clell 'Asse, nonché gl i ebrei con le loro famiglie" .688 Che si trattasse cli tentativi di accondiscendere alla smania tedesca, dando ad intendere cli prendere sul serio la questione ebraica, ma in realtà difendendo almeno il principio della nazionalità, è provato dagli avvenimenti che avevano preceduto la lettera dello

68 7 Lettera 23487 SMRE ai co mandi della 4" e della 5'' Armata del 28 clic. 1942, all' oggetto: [ .. .] Arresto suddi1i di Stati nemici e internamento Ebrei. (AUSSME DS SMRE 2079-45) . In appendice. La lettera traduceva analoga direttjva del Comando Supremo, la quale a sua volta doveva derivare dalle indicazioni fornite da Mussolini sulle finalità incondizionate ( «a tutti i fini») dcli ' occupazione italiana. La direttiva sembrerebbe non escludere gl i ebrei italiani dai provvedimenti di internamento, seppure le sedi delle residenze obbligate fossero state collocate in zona .italiana. 688 M. Borgogni, Italia e Francia durante la crisi militare dell'Asse, citato, pag. I 97. Non è noto da quale fonte l'autore abbia appreso la notizia, tuttavia essa pare coincidere con il contenuto delle direttive dello SMRE. Anche la lettera con la quale il comando del!' Armata diramò ordini analoghi , verosimilmente ai comandi dipendenti, non chiarisce la questione degl i ebrei italiani oltre l'espressione ambigua della protezione dei beni. Lettera 4 A n. 11 /l in data gennaio 1943 (senza precisazione del giorno}. AUSS ME DS SMRE 2119 ( I) - sn. In appendice.

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SMRE. In data 20 dicembre I 942, il prefetto delle Alpi Marittime "a seguito di ordini ricevuti da Vichy", aveva infatti "disposto che gli ebrei stranieri cli q uals ias i naz ional ità s i [dovessero presentare] agli uffic i di polizia dove [sarebbe stato] dato loro un termine di tre giorni per raggiungere res idenza obbligata in zona occupata dai germanici" . Addirittura , gli ebrei italiani residenti nel dipartimento del D rome (zona italiana) , avrebbero dovuto essere trasferiti nell' Ardèche in zona tedesca. Provvedimento cui il Comando Supremo, come si legge nella stessa lettera , oppose la più decisa disapprovazione, ordinando

"di vietare ai prefetti internamenti di personale di razza ebraica [ed incaricando] la DECSA [di not?ficare] subito tale divieto alla parte .francese perché ne {fosseroJ edotti i prefetti dei dipartimenti della zona occupata dalle truppe italiane, rappresentando che il Governo italiano non ammette[vaj che /fosse} sottratto personale che [avrebbe potuto] essere implicato in attività antiitaliane o antiasse"689 Non essendo nota la data precisa della lettera appena ricordata - che peraltro fu ritrasmessa dal comando 20° sciatori il 12 gennaio 1943 non si può essere rigorosi al riguardo . Tuttavia, si sa che il ministero degli Affari Esteri, con una sua nota ciel 29 dicembre, fornì al Delegato all' Assistenza e al Rimpatrio (poi console) cli Nizza, norme di linguaggio le quali precisavano che:

"le misure atte a proteggere [sic!J gli ebrei, sia stranieri che italiani, sono di esclusiva competenza dei nostri organi, che hanno ricevuto istruzioni [sui principi cui ispirare la condotta e] che sono in accordo con le misure prese nel nostro Paese,fatta eccezione per certe norme di

689 Lettera 4849 "I" che reca la data di un giorno imprecisato del dicembre 1942, trascritta dal comando del 20° raggruppamento alpini sciatori in data 12 gennaio 1943. AUSSME Reperito nella cartella 1 del fondo 2119. Probabilmente l'iniziativa prefettizia scaturiva dal fatto che 1'11 novembre 1942, in concomitanza con l'avanzata delle truppe dell'Asse nella Francia libera, il governo di Vichy aveva promulgato una legge ulteriormente discriminatoria per gli ebrei, costretti fra l'altro ad esibire documenti di identità e tessere annonarie sui quali era stampigliato la loro «colpa». l'vlichael R. Marrus and Robert O. Paxton, Vichy France and the Jews Stanford University Press, Stanford, California, 1996, pag. 3 17.

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sicurezza di carattere speciale che dipendono dalla situazione militare. "690 Sulla base delle fonti fin qui citate, si possono fare alcune ipotesi. E cioè che il contrasto di questi provvedimenti delle autorità francesi, probabilmente emersi mentre Mussolini prendeva le note drastiche risoluzioni sui fi ni dell'occupazione italiana, furono da un lato occasione di provarne il rigore. Dall'altra tuttavia, sembrerebbe trattarsi cli un atteggiamento assai più complesso e generale, proprio per via del1'intervento del Ministero Affari Esteri (MAE), le cui istruz ioni erano indifferenti della nazionalità degli ebrei stessi ed ispirate invece alle prassi in atto in Italia. Da questa direttiva del MAE dovè trarre indirizzo anche quella appena letta del Comando Supremo, il quale, al suo livello, ne faceva materia di sicurezza militare italiana (" [ ... ] il Governo Italiano non ammette sia sottratto personale che può essere implicato in attività antiitaliane o antiasse [ ... j". Facoltà che per l' appunto lasciava balenare la riserva espressa dalla direttiva del MAE ("[ ... ]fatta eccezione per certe norme di sicurezza[ ... ] che dipendono dalla situazione militare." In sintesi, i primi passi ufficiali italiani furono dichiaratamente tesi alla protezione degli ebrei cli qualsiasi nazionalità, con abile dissimulazione di tale scopo dietro il paravento delle esigenze militari. Molto verosimilmente, la questione degli ebrei ed il deciso proposito cli sottrarli alla giuridizione ed alle decisioni delle autorità francesi si intrecciò con la vertenza sulla competenza francese cli tradurre in giudizio cittadini italiani presenti nel territorio occupato dalla 4a Armata, fra i quali si annoveravano molti ebrei. Dopo la dichiarazione Avarna, il Comando Supremo indirizzò infatti al generale suo rappre:

690 Telegramma 34/R 12825 del 29 d.ic. 1942 del MAE, citato da G. Pisanò in Storia della Guerra civile in Italia, Torino 1966, pag. 1367. Le istruzioni di cui si parla furono diramate da Ciano il 2 gennaio 1943 alle autorità militari e diplomatiche in Francia, in base ad una formu la probabilmente suggerita dall'ambasciatore Buti, la qu ale richiamava al governo francese che "nei territori occupa.ti dalle truppe italiane, le autorità militari italiane, per ragioni di sicurezza mili/are [erano] autorizzate a decidere sulle misure protei/i ve da prendersi nei riguardi degli ebrei [ .. .]" . Le istruzioni di Ciano alle autorità militari e diplomaLiche in Francia, (ASMAE AP, Francia 1943, busta 7 l) furono diramate dopo che il ministro degli Esteri italiano vide Buti il 29 dicembre (Ciano, Diario, Milano, l 999, pag. 681) . Il tenore della nota fu ribadito in successiva dichiarazione del l8 marzo l 943 (telegramma MAE n.34/R 2507, G. Pisanò, op. cit. pag. 1368).

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sentante a Vichy una comunicazione per il governo francese, in base alla quale

"nessun procedimento penale [avrebbe potutoJ essere iniziato dalle autoritàfi-ancesi contro cittadini italiani residenti nei territori occupati dalle truppe italiane, senza il preventivo nulla osta delle R. Delegazioni italiane per il rimpatrio e l'assistenza o di altri RR. (J.ffìci equivalenti[ ...]"691 Se ne deve concludere che le autorità italiane, oltre che per i motivi generali dianzi evidenziati, si trovarono a proteggere gli ebrei anche, come si vedrà tra poco, perché tra di essi ve n'erano di italiani per la cui tutela esse non facevano alcuna discriminazione etnica o razziale. Diffidavano invece della capacità o della volontà delle autorità francesi di preservare clall 'internamento gli ebrei italiani , come dette autorità tentarono di proporre, opponendosi al proposito tedesco, indifferente della nazionalità degli israeliti, specie cli quelli che ricercavano da tempo. Di fronte alla posizione italiana, Lavai - facendo rilevare il danno che il passo italiano an-ecava alla credibilità del suo governo e deplorando la condizione di inferiorità di cui avrebbero sofferto gli ebrei cli nazionalità francese - saggiò infatti la strada dell'esclusione degli ebrei italiani dai provvedimenti di polizia previsti dalla legge francese ("campi di concentramento, campi di lavoro e timbratura delle carte d'identità"). Il ministro francese assicurò appunto che i provvedimenti antisemiti non sarebbero stati applicati agli ebrei italiani, ai quali si dava anzi facoltà di essere rimpatriati o accolti in Italia. Ma non mancò cli informare le autorità tedesche delle difficoltà che derivavano al suo programma di «pulizia etnica» dall' atteggiamento italiano.692 .

es 441/A.G. in data 4 febbraio 1943 (AUSSME DS es 1490-2132). Le lame ntele di Lavai furono rappresentate a Roma con lettera del console generale a Vichy, Zoppi, in data 14 gennaio 1943 al MAE, Direzione degli Affari Generali (AS.lvlAE AP Francia 1943 , busta 80). L'interlocutore <li Lavai, SS Obersturmfiihrer H.e.lmuth Knochen, scrisse di questo incontro il. 13 gennaio. Michael R. Mam1s ancl Robe11 O. Paxton, Vichy France and 1he Jews, Stanford University Press, Stanford, California, 1996, pag. 317. 69 t Lettera 692

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Datano da questo momento i vivaci contrasti tra le autorità locali francesi e le truppe di occupazione, le quali probabilmente operarono sulla base delle direttive iniziali di cui si è parlato, ma anche di iniziativa. I casi pìù clamorosi si verificarono in Savoia, nel successivo febbraio. Quì il prefetto regionale aveva ordinato l'arresto di circa duemila ebrei destinati per "rappresaglia", a campi cli lavoro dell'Europa orientale. Allorché la polizia francese tentò di rinchiudere un centinaio di ebrei stranieri in una caserma della gendarmeria di Annecy, alcuni ufficiali italiani intimarono la loro consegna e, di fronte al rifiuto, truppe del 20° sciatori alpini circondarono l'immobile, finché la polizia francese non li ebbe lìberati.693 Dai diari della 4a Armata risulta inoltre che, nonostante fra gli arrestati non vi fossero ebrei italiani - mentre ve n'erano cli francesi, anche ricercati dalla poi izìa -, il comando della divisione Pusteria si oppose a provvedimenti analoghi anche in altre zone ed in particolare a Valence, Chambéry ed Annecy, dove i locali prefetti avevano effettuato, su ordine diretto dì Vichy, numerosi arresti di ebrei stranieri. I prefetti, cli fronte alle obiezioni ciel comandante della divisione, avevano sostenuto "cli dover obbedire ad ordinì".694 In risposta al telegramma con ìl quale il comando d'Armata informava il 22 febbraio degli arresti ìn Savoia, il Comando Supremo ribadì il J O marzo la validità delle norme diramate e confermò che in zona occupata dalle truppe italiane i "provvedimenti cli an-esto et internamento ebrei appartenenti qualsiasi nazionalità" erano riservati alle autorità militari italiane. Fece inoltre sapere che il generale rappresentante il Comando supremo a Vichy era stato incaricato dì esigere eia quel governo la "revoca an-esti et internamenti ebrei finora fatti" e la diramazione

693 Nota del SS Obersturmbannftirher Lischka, Kclr/Wo del 22 feb. I 943 in Centre de docwnentation juive contemporaine, Parigi, 1945, Raccolta XXV pag. 273-274. Episodi analoghi si erano svolti a Megève, dove gli italiani impedirono l'arresto cli una ventina cli ebrei ricercati da parte della polizia di Vichy e a Bressieux. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel (2 gennaio l 967) gli ebrei di Annecy erano 300 e furono tutti rilasciati a seguito dell'intervento italiano. 694 Il comando della Pusteria chiese «norme di contegno»al comando d ' Armata che rivolse analogo quesito allo SMRE, informando che i prefetti, di fronte alle obiezioni del comandante della divisi.une, avevano sostenuto "cli dover obbedire ad ordini". Telecifrato 4A a SMRE n. 2501/1 ciel 22 feb. 1943 (AUSSME DS 4A 1127-56).

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di "ordini ai prefetti di astenersi adottare provvedimenti come quelli attuati" .695 Lo stesso l O marzo, per illustrare il punto di vista ciel Comando Supremo, il generale Avarna ebbe pertanto un colloquio con il sottosegretario Platon. Di fronte alle obiezioni di quest'ultimo, il Comando Supremo precisò alcuni giorni dopo che "i provvedimenti cautelativi contro gli ebrei [avevano J carattere cli ordine pubblico e si applica[va]no in base al diritto cli potenza occupante; [essi] peraltro non riguarda[va]no gli ebrei colpevoli cli reati comuni" . Tuttavia per la definizione cli tali reati e ai fini clell 'autorizzazione dei conseguenti arresti erano richieste prove; le sanzioni penali che ne sarebbero derivate non avrebbero potuto in ogni caso contemplare la deportazione. Ambrosio istruì Avama sul fatto che la posizione italiana non era negoziabile e che "la materia relativa alla politica verso gli israeliti [era] avocata alla esclusiva competenza cieli' Autorità italiana" .696 L'opposizione del governo cli Vichy, sostenuta dai tedeschi, restò tuttavia vigorosa. Tanto che il 7 marzo successivo, il Ministero degli Affari Esteri (MAE) sollecitò "l'intervento del Comando Supremo presso il Comando 4a Armata per la sospensione dell'arresto e dell'esodo degli ebrei operata dai prefetti francesi nella zona di occupazione italiana". 697

695 Telegramma es 880/AG del I mar. I 943 indirizzato al comando 4" Armata e, per conoscenza, a Ministero Esteri A.G. e Superesercito operazioni (AUSSJ'v1E DS 4A 1218-3.11 comando d'occupazione era stato invitato a soprassedere al minacciato arresto dei prefetti proposto dal conte Bonarelli agente diplomatico presso il comando dell'Armata. li messaggio incompleto a proposito della sospensione dei provvedimenti nei confronti dei prefetti, venne corretto con l' invio di nuovo tel.escritto (AUSSME DS 4A 1218-4). ln appendice. 696 Diario swrico del Comando Supremo, vol. !X, (1.l.1943-30.4.1943), Tomo Il , Allegati. pagg. 306-308, Documento n. 102; SME, Ufficio Storico, 2002. Il brano citato è tratto da un promemoria interno per il es in data 3 aprile 1943 , nel quale si fa la cronistoria degli eventi successivi agli arresti in Savoia. La proposta di conoscere i capi di imputazione che riguardassero i cittadini di razza ebraica era stata fatta il del 9 marzo, dal generale Avarna, il quale suggerì di "notificare al Governop·a11cese l'obbligo, in caso di arresto di ebrei per reati com.uni, di comunicare ai comandi italiani i precisi motivi del/'arreslO, convalidati da prove, ad evitare abusi" . Il conte Bonarelli., diplomatico capo dell'ufficio cli collegamento del MAE presso il comando della 4a Armata, suggerì al suo ministero il provvedimento di aiTesto dei prefetti trasgressori che era stato appena sospeso (ASMAE AP Francia 1943 , busta 7 l). L'accavallarsi degli eventi e delle iniziative è ben ricordato nel Diario s1orico del Comando Supremo, voi. IX , (I. l .194330 .4.1943), Tomo I pagg. 533 (giorno 3 marzo 1943), 570-571 (7 marzo) e 591 (9 marzo); SME, Ufficio Storico, 2002. 697 Diario storico del Comando Supremo, vol. IX , ( I . I .1943-30.4.1943), Tomo I, giorno 7 aprile 'I 943, pag. 570; SME, Ufficio Storico, 2002.

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Proprio in quei giorni , peraltro, le autorità germaniche avevano iniziato un'offensiva diplomatica volta ad esercitare una progressiva pressione su Mussolini , per indurlo ad una modifica dell ' atteggiamento ita1iano . In una prima nota dell 'ambasciata tedesca, di temo «cooperativo» , s i accettavano le proposte d i rimpatrio degli ebrei italia ni . Reclamandosi tuttavia il di1;tto di intervenire nei confronti degli ebrei francesi e di quelli stranieri pericolosi, per questi ultirnj "con intervento d iretto dell a polizia del Reich". Si pretendeva inoltre che fosse impedito agli "ebrei francesi o stranieri che [avessero vol uto J rifugiarvisi", di accedere all a zona occupata dalle truppe italiane . li ministero degli Esteri oppose alla proposta un ferm o rifiuto.698 Qualche g iorno dopo, 1'1 1 marzo , durante la sua visita a Roma, Ribbenrropp sollevò la questione ebraica con Mussolini, esponendola tuttavia non solo insieme ad altri argo menti di rilievo che corredavano il portafog lio delle reciproche querelles, ma proponendola sotto la prospetti va, apparentemente condivisa, dell' apprezzabile azione che la polizia francese aveva intrapreso .699 Il 17 marzo, nel corso di un ' udienza accordatagli da M usso lini, l'ambasciatore tedesco a Roma, von Mackensen, parve soddisfatto dell'impegno ciel D uce di reprimere " I' «umanitarismo» dei suoi generali" e della sua decisione cli impartire al capo di SMG le disposizioni perché la questione ebraica fosse lasciata alla polizia francese . Pare però che Mussolini non avesse quella intenzione . Qualche giorno dopo, confutando la tesi tedesca dell 'efficienza delle autorità francesi, egli accolse la tesi del generale Ambrosie sull 'esistenza di una i nteressata conni-

698 Il ri fiuto fu articolato in tre punti: g li ebrei italian i sarebbero stati rimpatriati; per i frnncesi o g li stranieri '·pericol.osi o di razzo ebraica nei tel'J'iwri francesi occupati dalle truppe italiane" avrebbero provveduto autorità militari e di polizia italiani; per i tentati vi di ingresso dalla zona tedesca a quella ital iana, sarebbero state adottaci i "provvedimenti 11eces.mri per respingere [ .. .] tali eleme111i ". Diario storico del Comando Supremo, voi. IX, (1.1.J 943-30.4.1943), Tomo II, Al legati. pag. 307 , Documento n. 102; SME, Ufficio Storico, 2002. Il 9 marzo, il MAE rispose alla nota ringraziando, ma ass icura ndo che le autorità italiane avrebbero provveduto da sole alle misure di sicurezza ne i confronti d i ''.francesi o stranieri pericolosi o di razza ebraica nei territori fran cesi occupati dalle trnppe italiane" (ASMA E, Docu111e111i Diplomatici Italiani (OD I ), serie IX, Volume X. pag. 132) . 699 Secondo M.R. Manus e R.O. Paxton , (\lichy France and the Jews) Stanford Universit)' Prcss, Stanford, California, 1996, pag. 318, Ribbentropp "10/d him [Mussolini/ that Jewish 111aller in France shou/d be left to the French po/ice who, the Germans were co11vi11ced. were undertaking the 11ecessw y «clea11sin1; action» on their own " .

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venza della polizia francese con gli ebrei e fece scrivere ali' ambasciatore tedesco di aver deciso per l'affidamento della soluzione della controversi.a al ministero dell'Interno, nella persona dell'ispettore generale Lo Spinoso. Alludendo ai possibili intralci che i comandi italiani in Francia avrebbero potuto porre all'opera della polizia italiana, egli rassicurò lo scettico Mackensen che avrebbe preso provvedimenti contro coloro che avessero cercato di ostacolarne l'attività.700 Due giorni dopo, 19 marzo, il generale Ambrosio annotò sulla pratica riguardante la materia:

"la questione è stata definita - le Autorità militari italiane non si occupano più della questione ebraica, bensì la Polizia italiana, competente per tutti gli ebrei residenti nella nostra zona[. ..]". Egli inoltre il giorno successivo inviò a Mentone il capo dell'ufficio Affari generali del Comando Supremo, per illustrare le decisioni ciel Duce, le quali si ispiravano purtuttavia al principio cli "salvare gli ebrei dimoranti nel territorio francese occupato dalle nostre truppe" qualunque fosse la loro nazionalità. A tal fine l'autorità militare era esautorata dalla responsabilità sulla questione ebraica, la quale sarebbe passata alla competenza della polizia italiana. L' ufficiale ciel Comando Supremo era accompagnato dall'ispettore generale Lo Spinoso, il cui compito avrebbe dovuto essere in primo luogo quello di radunare gli Ebrei presenti in territorio italiano in "speciali campi cli concentramento" entro il mese di marzo .701

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oo Non è certo che la questione fosse proprio in questi termini. Come suggerisce Borgogni, Mussolini potrebbe essere stato convinto da Bastianini, il quale gli fece balenare le atrocità che stavano conunettendo i tedeschi in danno della popolazione ebraica e la responsabilità che sarebbe caduta su di lui. M. Borgogni Italia e Francia durame la crisi militare dell'Asse, citato, pag. 226. l brani citatati sono tratti ùa Un debi10 di gratitudine, Ufficio Storico dell' Esercito, Roma, 1981. La convenienza di lasciare "alla competenza dette Aworità ji-a.ncesi {almeno] i provvedimenti di polizia a carico degli elementi jìw1cesi di rau.a ebraica" era tuttavia condivisa dallo stesso generale Vercellino. Diario storico del Comando Supremo, vol. IX , (1.1.1943-30.4. 1943), Torno II, Allegati, pag. 307, Documento n. 102; SME, Ufficio Storico, 2002. 701 Diario storico del Comando Supremo, voi. IX, ( I .l .1943-30.4.1943), Tomo II, Allegati, pag.307-3 IO, Documento 11. 102; SME, Ufficio Storico, 2002. Al comando della 4" Armata si chiedeva di agevolare l'azione degli organi di polizia. li capo dell'uflìcio citato era latore di un messaggio di Mussolini il quale ribadiva l'avvicendamento predetto nelle responsabilità degli affari ebraici, ma precisava: "nell'attesa che Polizia

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Nel corso del successivo colloquio che il capo di SM dell ' Armata, Trabucchi, ebbe con l'alto funzionario di polizia , emersero due ipotesi di sistemazione degli ebrei . Lo Spinoso sostenne la convenienza di scegl iere località distanti cento chilometri dalla costa e in particolare formulò proposte per l' invio degli israeliti in alcune locai ità dell'Alta Savoia. Il generale Trabucchi, sostenne al contrario che la zona non si sarebbe prestata a tale accoglimento, per via della presenza di renitenti alla rélève e di ufficiali clcll' Armée secrèle, presenza che inficiava la sicurezza del provvedimento, esponendo i rifugiati alle accuse cli partecipazione alla Resistenza e alla conseguente repressione della polizia di Vichy. 11 generale indicò pertanto nel dipartimento della Dr6me la zona di concentramento degli ebrei dimoranti sulla fascia costiera. Lo Spinoso rinunciò, sul momento, ai trasferimenti in Alta Savoia, ma indicò "come primo lavoro[ ... ] il censimento degli ebrei [non ancoral internati" , accettò la proposta della Dròme , come provvedimento temporaneo "salvo a spostare in un secondo tempo in una zona più arretrata i soggiorni obbligati [all'epoca] in atto". 702 Intenzione effettivamente poco chiara, se si riflette sul fatto che anche Lo Spinoso secondo molte fonti si adoperò per salvare gli ebrei . Probabilmente però la competenza della Polizia era irrinunciabile per indagare sull'effettiva pericolosità o sulla reale ostilità politica di frange ebraiche verosimilmente presenti nella massa di quella popolazione. Risulta peraltro che l'affidamento alla poliz ia cli un compito legato ad un'occupazione militare in tempo di guerra, deve aseriverisi al dichiarato tentativo cli Mussolini di «scavalcare» in un sol colpo le opposizioni dei comandi e degli Stati Maggiori e quella del ministero degli Esteri , fidando di un dicastero ove vigeva un 'atmosfera notoriamente antisemita. Scelta che provava ai tedeschi le serie intenzioni. del Duce, sia scalzando le influenze predette , sia palesando una certa simmetria con l'organizzazione e la ripartizione dei poteri esistenti in Francia, tra Forze

i1aliana inizi il suo compito, nessuna modificazione deve essere apporrata allo stato di fcmo". Questi "speciali campi di conce11trc11nento" erano .i n realtà residenze obbligate, come rivela Bronka Halpem nel suo Raggio di sole nelle tenebre, Gerusalemme, 1967, ci talo da A lberco Cavaglion nella sua comunicazione al Convegno storico " 8 settembre 1943 e 4" Armata" sul tema " Gli ebrei di St. Martin dc Vesubie e lo sbandamento della 4" Armata" Cuneo, 3 e 4 novembre 1976. 702 Ibidem.

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annate e polizia tedesche. Anche se l'organizzazione tedesca era inapplicabile presso la 4a Armata; là, polizie politica e di sicurezza dipendevano dal comando superiore in Francia; l'armata italiana era invece livello troppo modesto per riprodurre il sistema in vigore presso l'Ob.W. e per essere in grado cli intrattenere utili rapporti con la polizia francese .703 Dovette apparire evidente alle autorità militari della 4" Armata che l' azione del funzionario di polizia avrebbe potuto provocare divergenze con le loro necessità cli carattere militare o, quantomeno, con gli indirizzi riguardanti la sicurezza del dispositivo e delle truppe; inoltre, il provvedimento che lasciava alla polizia le incombenze in materia, lungi dallo sgravare la responsabilità cieli' Armata, la quale restava pur sempre l'autorità cli occupazione, alla quale risalivano le incombenze dirette di implementare le direttive cli Roma, costituiva invece un onere aggiuntivo per la necessità di seguire le manovre del funzionario e sostenerle senza averne diretta conoscenza.704 Nei territori occupati, infatti, la citata direttiva di Mussolini di ''salvare gli ebrei dimoranti nel te1Titorio francese occupato dalle nostre truppe" qualunque fosse la loro nazionalità e l'evidente sostegno ciel Ministero degli Affari Esteri e dello SMG, continuava a riguardare l'attività dei comandi e delle truppe. Il 26 marzo, per esempio, il comando della 4a Armata diramò una lettera contenente la notizia fornitagli dal Comando Supremo in base alla quale i citatti colloqui condotti dal Ministero degli Esteri con le autorità tedesche avevano condotto alla conferma sostanziale delle posiz ioni italiane. Da un lato , l'offerta tedesca di lasciare alle autorità italiane la

703

La definizione sulle tendenze antisemite della polizia italiana è trn tta dall'opera di M. Borgogni Italia e Francia durame la crisi militare dell'Asse, ~itato, pag. 201. Quanto alla qucstjone della simmetria organizzativa con il sistema tedesco in Francia, si tenga presente che nella sua Relazione sul periodo /5 maggio - 15 giugno 1943, il generale Avarna riferì che anche successivamente mancò nei rapporti tra occupanti ed occupati un accordo sulle responsabilità dei rispettivi organi di polizia. AUSSME, Carteggio M-3, 36, F3, pag. 5, allegato al promemoria per il sottocapo di SM Generale in data 2 luglio I 943. 7 4 o Forse perciò il cornan<lo dell'A1111ata inviò a Roma il proprio capo dell'Ufficio Informazioni a chiedere delucidazioni sui termini del concorso che avrebbe dovuto assicurare alla missione Lo Spinoso. Il CS fissò i limiti seguenti: procurare informazioni; assegnare ufficiali per il collegamento con le autorità francesi; ordinare l'ape11ura di alberghi quali sedi obbligate per ebrei. Ibidem . In ogni caso il comandante dell'Armata il giorno 26 marzo disponeva misure atte a procurare "agli organi della polizia civile italiana operanti in Francia la collaborazione per l'assolvùÌ-1en10 dei compiti relativi al rimpatrio" .

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risoluzione della questione " degli ebrei italiani" era stata liquidata con la dichiarazione in base alla quale la vertenza poteva "cons iderarsi rego.lata, dato che Lerano] in corso misure per l'attuazione del loro rimpatro" . Dall'altro, era stato confermata la posizione di Roma quanto a pertinenza giurisdizionale italiana sugli ebrei stranieri e sugli individui pericolosi residenti in territorio di occupazione italiana. Nonostante il coinvolg imento integrale della 4a Armata nella vicenda - che si innestava tra l'altro sul la osservata questione ciel blocco elci transiti attraverso la .linea di demarcazione-, l'attuazione delle descritte misure risaliva alla competenza delle autorità di poliz ia italiane. 705 Nel fratte mpo, il governo di Vichy aveva rimesso, il 29 marzo , una nota al generale Avarna con la quale si affermava di non accettare che " politica concernente ebrei residenti Lnel] territorio di nostra occupazione [fosscl di competenza italiana [poiché] tale principio Lera] lesivo della sovranità francese ai sensi articolo 43 convenzione Aia f ... ]"; e si manifestava il " rifiuto [di] fornire prove arresti per reati diritto comune et revocare arresti et internamenti già avvenuti" .706 Per tutta risposta il generale Avarna propose al Comando Supremo di:

"notificare al Governo francese l'obbliJ?O, in caso cli arresto ebrei per reati comuni [che sembrava essere espediente usato dalle autorità

7o5 Lettera 4A 4452/ 1 de l 26 mar. 1943. AUSSM E DS S1V1RE 2119 cartella I , miscellanea. Unico argomento sul quale i tedeschi spuntarono un peraltro modesto successo riguardava r assicurazione italiana dell'impegno di ·'respingere"' gl i ebrei francesi o . stranieri che avessero tentato di accedere alla zona italiana d.1 quella tedesca. Attraverso la «linea del Roduno». La lettera pare integralmente ispirata dal promemoria del Comando Supremo in data 3 aprile 1943, già citato e contenuto nel Diario storico del Comando Supremo. voi. IX, (1.1.1943 - 30.4.1943). Tomo JI , Allegati, pag. 307310. Documento n. 102; SME. Ufficio Storico, 2002. 706 Telescritto 1001 del 29 mar. 1943 ricevuto hl820 e indirizzato a Comando Supremo da l generale Avarna (AUSSME DS CS I49 1-2225). In appendice. L'anicolo 43 della convenzione dell'Aia richiama l'occupante a rispettare "salvo assoluto impedimento, le leggi in l'igore nel paese". SME Ufficio Regolamenti Raccolta delle co11venzio11i i111ernazio11afi che riguardano la guerra terrestre. Roma. 1989. Lo stesso giorno il generale Avama inviava al medesimo indirizzo un altro telescritto, col quale avvertiva che il governo francese si appoggiasse ''a/. tacito consenso tedesco". Diario storico del Comando Supremo , voi. IX, ( 1.1. I943-30.4.1943). Tomo li, Allegati , pag. 309, Documento n.102; SME, Ufficio Storico, 2002. li giorno dopo il rappresentante del Comando Supremo a Vichy inoltrava analogo messaggio sulla procedura stabilita dal governo Lavai in materia di "arresti, esp11/-

sio11e, internamenti e rii.ascio maorizzazioni et concessioni amministrative per ci/ladini italiani" , di eguale tono (AUSSME DS CS 149 1-2320).

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francesi per aver ragione dell'opposizione italiana] di comunicare ai comandi italiani i precisi motivi dell 'arresto, convalidali da prove, ad evitare abusi per altri scopi" . 707 La conflittualità perdurava senza sbocco. L'l l aprile il Comando Supremo ebbe notizia dell' intervento ciel comando della Pusteria sul prefetto dell 'Isère, finalizzato a "sottrarre dallo scaglione di apolidi concentrati a Grenoble per essere destinati all'organizzazione tedesca «Toclt» gli elementi di razza ebraica, da internare a cura dell'autorità militare italiana". Dal ministero degli Affari Esteri, interpellato, venne comunicato, in data 19 aprile, il parere di concordanza con la posizione assunta dal comandante della Pusteria e l'op.inione che " la cessione di personale [tratto dalla zona occupata dalle truppe italiane dovesse] essere decisa tenendo presente la necessità o meno da parte nostra cli detta mano cl' opera" .708 Ciononostante, non sembra che la questione abbia avuta soluzione favo revole alla posizione dei militari. Verosimilmente, l'autorità cli polizia, non ritenne cli dover far luogo ad un intervento tanto conflittuale, in un campo cli così rilevante interesse per i tedeschi. 709 E' significativo infatti che il 30 aprile (dieci giorni dopo che il ministero degli Affari Esteri si era espresso favorevolmente alla decisione ciel generale de Castigliani), una lettera da parte dello SMRE ribadisse che la questione ebraica era cli competenza deUa polizia ital iana.7 10

7 7 o

Diario s/orico del Comando Supremo, vol. IX , ( I. l.l.943-30.4 .1 943), Tomo I, Testo fag. 591 (giorno 9 marzo 1943); SME, Ufficio Storico, 2002. 70 Diario slorico del Comando Supremo, vol. !X, (l .l.1 943-30.4.1943), Tomo I, Testo pagg. 92 1 (giorno 11 aprile) e 101 0 (19 aprile 1943); SME, Ufficio Storico , 2002. Si trattava complessivamente di 60 persone. 709 Tuttavia i tedeschi poterono ottenere poco anche dal commissariq italiano per gli Affari Ebraici, Lo Spinoso, il quale continuò a sottrarsi al confronto con le autorità germaniche e a lavorare segretamente per il «Centro di raccolta» del Boulcvard Debouchage di Nizza, vero e proprio organismo di protezione degli ebrei, e per il progressivo trasferimento degli israeli ti che lo desideravano verso la Savoia. Lo Spinoso, seguendo i consigli cli Angelo Donati, un "mez.zo israelita" come lo definirono i servizi cli sicurezza tedeschi, cercò cli nascondere ai tedeschi anche la sede del suo ufficio, la quale fu rintracciata solo il 26 maggio. 710 Lettera SM RE 5555 del 30 apr. 1943, in risposta a lettera del comando d 'Annata n. 4514/I del 26 mar. 1943 (AUSSME 2 11 9 cartella l, miscellanea). Che dietro .l 'ordine del prefetto clell 'Tsère ci fossero i germanici è confermato in certa misura dal fatto che il telegramma dello SMRE che informava della situazione descritta dalla Pusteria citava espressamente una "richiesta germanica". Telegramma in arrivo di Superesercito operazioni -I, n. 6490/0p. delle 2200 1104 (AUSSME DS CS 1495-753).

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Frattanto, sulla base di indicazioni del ministero degli Affari Esteri, il Comando Supremo continuò ad insistere per la revoca degli arresti e degli internamenti eseguiti in tenitorio occupato da truppe italiane, confermando che le autorità di occupazione, per esigenze di sicurezza militare, si riservavano interamente le misure relative agli ebrei di qualsiasi nazionalit~t e dove vano essere informate preventivamente dei capi di accusa ne i casi di provvedimenti giurisdizionali per reati comuni .711 Le relazioni andarono peggiorando anche con i tedeschi. Qualche giorno prima della visita di Ribbentropp, il capo della Polizia aveva informato lo SMG del divieto espresso dal comandante della 4" Armata agli organi di polizia in Francia cli arrestare o di consegnare a richiesta tedesca gli ebrei residenti in zona italiana. Divieto che pareva potesse contrastare con il tenore dell'accordo "concordato il 1° aprile del 1936 tra i capi delle polizie italiana e germanica in base al quale i due stati contraenti avrebbero dovuto estradare i criminali , evitando trattative diplomatiche". li Comando Supremo, esprimendo il parere che non ricorressero quei termini, chiese lumi al MAE. La direlione degli Affari Generali di guel ministero sostenne che tale accordo:

"già di per sé di carattere eccezionale[. ..J non [poteva] estendersi ai territori occupati f. . .] sia a riguardo della condizione giuridica di tali territori sia [perché le autorità tedesche avevano] ripetutamente man.(festato la tendenza ad ingerirsi direltamente nell'azione di polizia dei territori occupati dalle forze armate ilaliane. Tuttavia, avuto riguardo a quanto .fatto presente dal Capo della polizia, questo Ministero sarebbe disposto ad ammettere che in casi eccezionali, quando trattisi di imputazione per gravi delitti politici, si possa far luogo alla consegna· dell'imputato sempreché le persone richieste non siano cittadini italiani o di stato neutrale".712 Questo punto di vista fu ribadito dal sottosegretario agli Affari Esteri , Bastianini, in data sconosci uta, ma presumibilmente nel mese di luglio

711 Telegramma es a eolfr.in, e per conoscenza 4" Annata 1868/AG del 22 apr. 1943 h2130. Ri f. Tele Colrran 1001 del 29 mar. 1943 (AUSSME 1218-70). In appendice. 712 Messaggio <lei MAE 11 244 trasmesso alle ore 20 ,30 del 2 aprile 1943, in risposta a lettera del Comando Supremo 10 I 4 AG datata gennaio 1943, senza indicazione del giorno (AUSSME DS es 1492-110).

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1943. Egli confermò l'esistenza di "alcuni limiti entro i quali soltanto [avrebbe potuto] essere ammesso che da parte delle autorità di polizia italiane si [fosse proceduto] ad arresti ed alla diretta consegna alle autorità di polizia germaniche di persone residenti nei territori frances i occupati dalle truppe italiane". Questi limiti risiedevano nel fatto che "il noto accordo di polizia [ ... ] non [era] giustificabile se ad esso si [fosse ricorso] per scopi [eccedenti] quello della repressione della delinquenza". Ciò - continuava Bastianini - , era tanto più necessario in q uanto la polizia germanica inoltrava richieste per l'estradizione cli persone non imputate di delitti. Conseguentemente egli proponeva sia cli sentire il parere del comando della 4" Annata e del ministero degli Esteri nei casi dubbi , sia di informare "dettagliatamente" lo stesso comando di occupazì.one di consegne effettuate " a titolo eccezionale [ ... ] dalle autorità di polizia". Un secondo suggerimento riguardava l'inammissibilità delle consegna di cittadini italiani o cli stati neutrali, questi ultimi ad evitare incidenti diplomatici con stati terzi. Il giorno dopo la caduta di M ussolini, il comando deJJ'Armata si trovò pertanto a diramare ai dipendenti e al Nucleo cli collegamento con l'Ob.W. una disposizione che rivelava l'indirizzo ormai emerso dal confronto delle opinioni dei vari organi italiani sull'atteggiamento politico da seguire con i tedeschi a proposito dell'applicabilità dell'accordo del 1936. In sostanza, si ordinava di aderire "a richieste dì arresto di persone [residenti] nel territorio occupato dalle truppe italiane che fossero [state] fatte dalla polizia tedesca [ ... ]", ma se ne subordinava l'attuazione alle predette limitazioni poste dal ministero degli Affari Esteri. Ne derivava la prassi seguente: richiesta motivata della polizia germanica rivolta al comando carabinieri cl' Armata, il quale avrebbe aderito nei casi si fosse trattato di persone colpevoli di delitti contro la sicurezza del Reich o contro le sue forze an11ate e le sue istituzioni . Negli altri casi (ivi comprese le 1ichieste di consegna di ebrei) i carabinieri avrebbero interessato il comando d 'Annata, ma avrebbero comunque respinto richieste riguardanti cittadini italiani o di stati neutrali .7 13

7 13 Lettera del comando 4" Armata 11 035 "I" del 26 lug. I 943 , che reca allegati due documenti, il primo dei quali è indirizzato al Nucleo cli collegamento con il Gruppo di Armate "D" (Ob.W.) per informarlo della prassi appena ricordata; il secondo è costituito da una copia del tclegranuna del MAE a firma Bastianini recante il citato parere sulla questione (AUSS ME DS SMRE 2 119 cartella 1, miscellanea). La lettera definiva anche l'iter delle "operazioni di controspionaggio" per i quali gli organi tedeschi avrebbero dovuto rivolgersi al Centro cli Nizza.

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Sul funzionamento di questa procedura non si dispone di documenti, né cli memorie. E' tuttavia probabile che alle lungaggini che avevano caratterizzato la controversia sull'applicabilità ciel contenuto dell'accordo ciel l 936, fosse seguita una fase cli adattamento e di prudente verifica da parte tedesca, quando tuttavia Mussolini era ormai stato già deposto. Tanto più che l' insediamento cli un nuovo prefetto nel dipartimento delle Alpi Marittime, avvenuto il 23 luglio , aveva fatto apprezzare un mutamento inatteso e prezioso per l'opera italiana di protezione degli ebrei. Si trattava i nfatti cli una metamorfosi che faceva ben sperare ai già 30 mila rifugiati di quella etnia presenti nella regione.714 L'avvento del governo Badoglio non poté avere rilevante influenza sulla situazione degli ebrei in Francia, un po' per le gravi decisioni che incombevano sulla sua responsabilità e in parte per il timore che un attegg.iamento ostile nei confronti dell'alleato ne provocasse la reazione prima ancora della richiesta d'armistizio . Occorre peraltro r.ilevare che l'attività della polizia tedesca era coronata da crescente successo . Concorse d'altra parte al peggioramento della situazione la decisione di rimpatriare gran patte della 4a Annata . Risoluzione che produsse fennento tra gli ebrei, soprattutto in quelli residenti nelle zone che sarebbero passate sotto il controllo tedesco, al di là della linea Tinea - Varo. Impartendo le disposizioni per il ripiegamento del dispositivo più occidentale della 4a Am1ata, il capo cli SMG, Ambrosio, scrisse il 20 agosto che il comando cieli' Armata avrebbe dovuto conservare la giurisdizione sui territori predetti, almeno sino al 10 settembre 1943, allo scopo di rendere possibile, di nascosto dei tedeschi, "lo sgombero in Italia cli persone non italiane (inter-

71 4 Il prefetto Jean Chaigneau pare essere espressione di un nuovo attegg iamento cli Vichy nei confronti degli ebrei, atteggiamento caratterizzato dall'i ntenzione di approfittare delle resistenze italiana al loro arresto per giustificare il fallimento dell ' azione anti semitica, ma anche per recuperare un approccio della questione più consono alla dignità, alle tradizioni cli liberal.ità e cli accogliem.a della terra di Francia. M.R. Marrus and R.0 . Paxton, Vichy France ami the .!ews Stanford University Press, Stanford, California, 1996, pag. 320. Gli stessi autori rivelano che la popolazione ebraica nella zona in parola era quasi raddoppiata. Ibidem. Insediandosi a Nizza, Chaigneau diramò infatti al dipendente capo della polizia una direttiva singolarmente coraggiosa, che doveva essere in qualche misura condivisa dal governo francese e con la quale si invitava il funzionario di polizia a regolarizzare la posizione degli Ebrei illegalmente entrati e residenti nella regione. G. Pisanò, Storia della Guerra civile in balia, 1ò rino I 966, pag. 1369. Secondo Poliakov, che cita fonti del MAE, "il compor1amen10 dell'Italia rende[va/ più salda l'opposizione del govemo francese già maldispos/o per suo conio ad occuparsi della questione ebraica". Léon Poliakov // nazismo e lo sierminio degli Ebrei. Torino, 1955, pag. 292.

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nate, fermate ed anche libere) per le quali i Ministeri degli Esteri e dell 'Tnterno [avrebbero dato] disposizioni particolari" . Quando la questione fu esaminata in una riunione del 28 agosto presso il ministero dell 'Tnterno, emersero però decisioni ambigue se non più restrittive. Pare che gli accordi stabilissero quanto segue: nella zona compresa tra confine italo-francese e linea Tinea-Varo, il comando della 4a Armata avrebbe disposto per la costruzione di uno o più campi di concentramento per gli ebrei residenti nel territorio da cedere alla responsabi.lità tedesca, ove gli stessi avrebbero dovuto affluire con propri mezzi (agevolati per quanto possibile dall'Armata); la sorveglianza dei campi sarebbe stata affidata agli organi della polizia italiana in Francia, con la consegna di vietare il passaggio in Italia, almeno fino ad ulteriori decisioni .715 Tuttavia, un telegramma del ministero degli Esteri in data 7 settembre pare segnalasse ad alcuni consolati che il ministero dell'Interno accordava la possibilità di "avviare in Italia quelle persone cui può essere accordata la cittadinanza italiana anche se non ne [avesse avuto] la ce1tezza". Della stesso tenore (non ostacolare i rifugiati che desideravano essere accolti in Italia) è l'esito della riunione ciel 28 agosto secondo De Felice.716 In realtà, per un verso a causa della difficoltà di operare le verifiche necessarie secondo quei possibili parametri di accettabilità, ed in parte per l'accavallarsi degli eventi, nonostante l'utilizzazione di qualche espediente per fuggire in Italia, la massa degli ebrei fu preda ciel progressivo afflusso delle truppe tedesche destinate ad avvicendare le grandi unità italiane, man mano che le prime accrescevano la loro presenza nel territor.io della 4" Armata.717

7 1·5 Gli ordini di rimpatrio del 20 agosto furono impartiti con lettera del CS n.

16091/0p. (AUSSME DS SMRE 2119 cart. 1) (probabil.e allegato al diario n.125) In appendice. Alla riunione del 28 parteciparono, oltre al capo del.la Polizia, anche rappresentanti degli Esteri e dello SMG. Gli accordi presi sono ripo11ati sommariamente nella maniera descritta in un promemoria redatto presso lo SMRE in esito a quell'incontro (AUSSME DS SMRE 2119-236 cartella I). 716 G. Pisanò, Storia della Guerra civile in Italia, Torino 1966, pag.1369. Nel testo della risposta del ministero dell' Interno ad un telegramma (n . 5497 in data 16 agosto) di uno dei consolati italiani in Francia, si precisa che in materia "i negoziati /erano] ancora in corso". R. De Felice, Storia degli Ebrei italiani sotto il.fascismo, Torino 1968, pag. 50 I. 717 La presenza nel territorio occupato di trnppe germaniche aveva prodotto "panico fra gli ebrei e qualche preoccupazione fra i connazionali". Gli uni e gli altri apparentemente, per fuggire in Italia, rico1Tevano anche ad autoca1Ti militari. Lettera 4" Armata n.12748/I del 21 ago. 1943, diramata con propria appendice dal comando del 20° raggruppamento alpini sciatori (AUSSME DS SMRE 21 19 cartella I).

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La manovra del ministero degli Esteri aveva valore soprattutto per gli israeliti che vivevano nelle zone ad iacenti al Rodano e più interne (in specie nei dipa11imcnti montani). Una parte di quell i che abitavano la Savo ia, nelle località pross ime alla frontiera franco-svizzera, seguirono effettivamente l'esortazione. Circa duemila ebrei delle cosiddette zone di internamento di Mégève e St. Gervais (Alta Savoia) furo no trasportati a Nizza e accomodati nel citato Centro di Raccolta del Boulevard du Debouchage, e il tentativo d i concentrare gli ebrei nel! 'arca occupata dalle truppe italiane e sotto la loro protezione fu perseguito sino ali '8 settembre. Probabilmente un altro sito «protetto» fu organizzato o trovò spontanea formazione a St. Martin de Vesubie. La quasi total ità di quella popolazione perseguitata pare però preferi sse non fu ggire oltre. Sul piano degli interventi di parte militare, il verbale di una comunicazione telefon ica del Comando Supremo del 3 settembre , redatto presso lo SMRE, riferisce che la posizione dello SMG fu ancora fenna nel non "consentire allontanamento ebrei" ancora residenti nell ' Alta Savoia (la Posteria era ancora in zona) per il concorso ai lavori per la «Todt».7 18 Come il prefetto dell'Alta Savoia , anche altre autorità locali, pur nella stessa Nizza, paiono sentire l'allontanarsi della prqtezione o del pretesto italiani e il prevalere della logica di Vichy. Il 1° settembre i giornali della ci ttà pubblicarono un "avviso secondo cui ebrei francesi maschi età 20-30 anni cd ebrei stranieri età 18-50 residenti nel dipartimento Alpi Mar.ittime [avrebbero dovuto] presentarsi a particolare visita med ica", tra il 2 e il 7 settembre. Nel trasmettere la notizia , il comando della 4• Armata informò che il provvedimenro si estendeva anche ad oriente del Varo (zona che restava presidiata dal I CA) e che il suo scopo era quello di radunare gli idonei per l'avvio al lavoro obbligatorio. L' ordine francese fu tuttavia revocato ancora una volta con uno degli ultimi intervenri delle au torità di occupazione.71 9

718 Il prcfcllo dell'Alta Savoia infatti aveva recuperato l'autorità che le truppe dell ' Annata non g li avevano in precedenza riconosciuto e " 11011 [Po/evaj sentire f .. ./ opposizioni a nmo invio di ele111e11ti ebraici ad organizzazione «Todi»" .L'atteggiamento contrario a tali decisioni da parte dell ' Annata continuava ancora in quei giorni. Trascrizione di comun icazione telefon ica fatta dal colonnello Grclla del CS aJlo SMRE alle ore 11 ,45 del 3 seuembrc 1943 (AUSSM E DS SMRE 21 19-244. cartella I). Ln appendice. 719 Telegrammi 4• Annata 1330 I/I delle 17 ,30 del IO set. e I I/35436 delle 21 ,25 del 3 set. 1943 (AUSSME DS SMRE 2 119 - 238 e 243). In append ice.

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Questo patrocinio nei confronti della popolazione di razza o di religione ebraica di qualsiasi naziona]itit continuò, come si diceva, sino all'8 settembre, nonostante la grave situazione politico-militare che si riverberava sulla 4 3 Armata . Alle .1 4 di quel giorno, il Comando Supremo trasmise allo SMRE , in risposta ad una sollecitazione di contenuto ignoto, una comunicazione del m inistero degli Esteri, che suonava ormai impotente. In base ali' avviso del predetto ministero, non si poteva far altro che continuare ad operare "secondo la linea di condotta stabilita" nel corso della ri unione del 28 agosto presso il ministero cieli ' Interno:

"ln armonia con i provvedimenti stabiliti [si rendeva] necessario evitare precettazione uomini validi per lavoro obbligatorio presso organizzazione Todt" anche mediante l'eventuale impiego degli "elementi ebrei per lavori nella zona occupata nostre truppe", /provvedimento da considerare però un'ultima possibilità data la] delicatezza della materia" . Estremo tentativo di difesa della linea sino ad allora perseguita, ma in pari tempo prova del suo esaurimento.720 Conlo sbandamento dell' Armata, gli ebrei si trovarono senza protezione: alcuni cercarono di seguire le truppe in fuga, ma la massa fu catturata in pochi giorni. In base a una direttiva dei servizi di sicurezza tedeschi, la caccia agli ebrei fu organizzata con particolare accuratezza, pianificando la loro cattura secondo uno schema che facev a muovere le truppe dalle frontiere verso l'interno della Francia . Ciononostante, il forte insediamento ebraico cli St. Martin de Vesubie (circa 1000 persone) riuscì in buona parte a sconfinare in Italia frammischiandosi alle truppe in ritirata e valicando con esse il Colle delle Finestre per giungere a Valdieri ed Entracque. 721

'

720 Telegramma CS

5303/AG in riferimento ad ana loga comunicazione dello SMRE n.11 /35 I79 del 2 set. J943. In appendice. Il telegramma richiama inoltre due scritti del MAE n. 4957/AG de l 25 ago . 1943 e 5196/AG del 3 set. 1943 (annotati come non in possesso del lo StvlRE) e trascrive il telegramma de lla direzione Affari Generali degli Esteri n. 27447. 721 Ancora una volta i soldati della 4" Armata cercarono di a iutare l'esodo di questa comunità, alloggiandoli nelle caserme, mentre la popolazione delle valli del Cuneese provvedeva a rifocillarne i componenti . B. Halpern, op. cit., in Albeno Cavaglion , comunicazione al Convegno storico "8 settembre 1943 e 4" Armata" sul tema aGli Ebrei di St. Martin de Ves ubic e lo sbandamento della 4" A..rmata" Cuneo, 3 e 4 novembre 1976.

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E. Uno sguardo complessivo alle relazioni .fi'a le truppe D'occupazione e la popolazione .francese Il giudizio complessivo sulle relazioni fra truppe e popolazione, si può sintetizzare in questo aforisma del generale Avarna:

"la natura bonaria del nostro popolo che ispirava il contegno dei nostri militari in territorio francese impresse un aspetto particolarmente umano e comprensivo alla presenza delle forze italiane di occupazione, i cui rapporti con la popolazione locale, nonostante gli ordini contrari, furono improntati spesso ad una vera e propria fraternizzazione". 722 Tuttavia, le relazioni mensili del comando della 4" Armata riportano un quadro meno idilliaco, ove prevalgono i toni della diffidenza e del timore. Talvolta, specie inizialmente, tali consapevolezze paiono legate alla preoccupazione circa la lealtà delle unità francesi cooperanti, ovvero al timore cli possibili azioni diversive in caso cli sbarco alleato; in seguito, dopo la dichiarazione Avarna, predomina l'inquietudine per l'aperta ostilità della popolazione o l' i1ritazione per l'indifferenza o la scarsa considerazione dei francesi o il risentimento per il velato disprezzo della stampa e degli abitanti delle città; oppure il rammarico per il formalismo delle autorità locali, nella realtà assai maldisposte nei confronti degli occupanti e per la mancanza cli collaborazione eia parte loro. Solo più tardi, dopo il marzo ciel I 943, questi sentimenti di risentimento o di vaga preoccupazione, si tramutano in un preciso timore che la generica ostilità francese potesse fomentare in una parte crescente_ della popolazione un intento terroristico. Infine, a partire dall'aprile, con l'aumento degli attentati e delle zone di aperta ribellione , le segnalazioni assumono più propriamente il significato di un rappo,to informativo sull'attività e sulle organizzazioni <<antiasse» e sulle conseguenti operazioni di repressione. Nella fase iniziale dell'occupazione, per esempio, prima dell'episodio di Tolone, il comando della 4a Armata, nel diramare la direttiva 60100/op ., mise perfino in guardia dalla "esistenza di forze militari

722 C. Avarna cli Gualtieri, Una missione presso il go verno di Vichy, in Antologia Italianu cit., pag. 81 .

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frances i inserite nella sistemazione difensiva [ .. .J e dislocate nell'immediato retroterra" , sottolineando la "soggezione" italiana, per quanto riguardava il sistema di comunicazioni (ten-estri ed elettriche), al controllo e al sabotaggio francese , specie in caso di sbarco avversario . La direttiva 60100/op . avvertiva altresì che, pur non dovendosi lamentare incidenti, sarebbe stato pericoloso "interpretare la attuale passiva tranquillità francese come consenso alla collaborazione contro aggressioni anglosassoni" e anzi aveva poi raccomandato di assumere informazioni sul reale atteggiamento delle popolazioni dei territori occupati presso gli organismi italiani di Assistenza e Rimpatrio esistenti nelle più importanti città sottoposte ad occupazione.723 Lo stesso tenore hanno i «Rapporti di s ituazio ne» period ici del comando d'Armata di quel periodo. Il primo di ess i, dopo l'avanzata in territorio francese, relativo al periodo 20 ottobre - 20 novembre 1942, riportava le seguenti valutazioni:

"[n]onostante la calm.a e l'assenza di incidenti si è potuto costatare nell'opinione pubblica francese un acuirsi dei sentimenti di odio contro le potenze dell'Asse . La massa persiste nelle sue man.ffestazioni verbali di ostilità e di disprezzo nei confronti delle nostre truppe e dei nostri con.nazionali residenti in Francia . Attiva è la propaganda disfattista e sobillatrice esercitata sia presso i nostri soldati, sia presso la popolazione f rancese protestando verso quest'ultima accaparramenti [ .. .]. Finora non si sono verificati gravi attentati contro le truppe; solo nottetempo sono stati sparati colpi d'arma da fuoco contro autovetture militari, senza conseguenze per il personale." 724 I rapporti successivi riflettono l'amarezza per la scarsa considerazione di cui godono le truppe italiane: "la popolazione francese si mostra ind ifferente; il ceto più elevato finge di ignorare la nostra presenza", si seri veva nella <<Relazione sul servizio "A" [Assistenza]» per il mese di dicembre 1942.; oppure, come si legge nel «Rapporto cli

723 Lettera 2772/op. (diretliva 60100/op.) del 20 nov. 1942 (AUSSME DS XV CA 1100 allegato 5 1). 724 Rapporto di situazione relcuivo al periodo 20 ottobre - 20 novembre 1942 , trasmesso dal comando 4" Annata con lettera 10294 del 17 dic. I942. (A USSME DS SMRE 2 119 - cartella B . allegato 273).

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situazione» della fine del gennaio 1943 , " la stampa francese finge cli ignorare la nostra presenza". O ancora: "nella zona in cui [le truppe italiane hanno avvicendato quelle tedesche] la popolazione ha dimostrato cli preferire l'occupazione italiana, ma ha manifestato segni di minor considerazione per i nostri soldati" .725 Nella relazione della Sezione Assistenza cieli' Armata del mese cli febbraio 1943 si può leggere:

"la gran massa della popolazione francese o naturalizzata francese non nasconde un sentimento di ostilità o di disprezzo nei nostri confronti. Il nostro soldato lo sa, ma [ .. .j lo ricambia con atteggiamento riservato,freddo, corretto. ll risultato è che in taluni dei migliori elementi.fi·ancesi [ . . .} si correggono e si m.od~fìcano, sia pure lentamente, le opinioni nei riguardi dell'Italia e degli italiani".726 Per rilevare il mutamento del clima delle relazioni cui si accennava prima, si osservi che, tra l'aprile ed il maggio successivo, allorché numerosi segnali di carattere organizzativo (fusioni di alcuni organismi di resistenza e ripartizione delle rispettive funzioni tra gli assetti così consolidatisi) ed operativo (incremento degli attentati, anche mortali, e dei sabotaggi) lasciava intendere una svolta nella efficacia delle formazioni patriottiche francesi, il corrispondente «Rapporto di situazione)), a proposito dell'atteggiamento della popolazione riportava la frase seguente: "nei nostri confronti la massa della popolazione non mostra, in genere, alcuna ostilità palese'' .727 Comportamento confermato dal generale Avarna, il quale, nella sua relazione al Comando Supremo per il periodo 15 aprile - 15 maggio 1943, rilevava il "contegno cli benevola indifferenza della popolazione" e, al contrario, di un atteggiamento più ostile presso i circoli responsabili. Tono che non muta va nella relazione del mese successivo, nella quale il rappresentante del CS a Vichy riferiva che, nonostante il note-

725 Re lazione servizio "A" del mese di dicembre 1942 (AUSSME DS 4A 1127-13); Rapporto di situazione periodo 20.12. 1942-20.1.1943 (AUSSME 1127-35). 126 In Relazione servizio "A" del mese di febbraio 1943 lettera 1108 del 13 mar. 1943 (AUSSME DS 4A 1218-62). 727 Rapporto di situazione relmivo al periodo 21 aprile - 20 maggio 1943 . Lettera 4" Armata n . 10127/0p. del 12 giu. 1943 (AUSS'tv1E DS 4A 1326-23).

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vole sviluppo raggiunto dalle organizzazioni clandestine, "l'atteggiamento della massa della popolazione di fronte ai nostri soldati non sembra[va] peggiorato". Solo nella relazione cli luglio Avarna rilevò "nella popolazione contro le nostre truppe [ . .. ] una certa animosità [ ... ] soprattutto nelle regioni dove , in seguito ad attentati e sabotaggi , le nostre autorità militari [erano] state costrette ad adottare misure i repressione e dove [erano] avvenuti scontri contro gruppi di ribelli" .728 La modificazione del modo di sentire, oltre che con la crescente attenzione che pretendeva il progressivo sviluppo delle forme di lotta clandestina cui si è fatto cenno, deve collegarsi anche a motivi più generali. Fra questi, dovevano prevalere probabilmente le ragioni di politica interna italiana, nel senso che, pur tenendo conto della moderazione di cui dava prova Mussolini con la sua direttiva, il clima dell'avanzata in Francia e dei primi tempi rifletteva sì , la soddisfazione per il compimento di un disegno lungamente cullato, e, insieme, l'atteggiamento di rivincita del quale in precedenza si è parlato. Ma riecheggiava anche una sorta di parola d'ordine, la prova della partecipazione al comune intendere , della consonanza al motivo conduttore doveva trasparire proprio da queste segnalazioni. Si comunicava a Roma quello che colà si voleva ascoltare e cioè il mito degli occupanti corretti e superiori, contrastati dall'ottusa ostilità di una popolazione senza nerbo. 729 Insomma, pur nell ' inconfessato scetticismo di taluni , nei primi momenti dell'occupazione si vollero sottolineare le tensioni emergenti, l'ostilità francese, il disprezzo per gli italiani, quasi a compiacere l 'atteggiamento di ostilità che risiedeva nella comune opinione italiana e a giustificare il comportamento intransigente delle truppe occupanti e la minaccia dell'applicazione di severe sanzioni. Quando , come si è detto, il quadro francese si rivelò completamente, e forse allorché a livello politico si tentò un riavvicinamento con la Francia, mutò anche il motivo cli fondo dell'atteggiamento italiano, nel momento in 'cui più gravi

728 Allegati segreti contrassegnali rispeltivamente con la scrittura in ap ice Arm/1 B, (relazione 15 aprile - 15 magg io I 943) e V VIl 7 (relazione 15 maggio - 15 giugno I 943 e relazione 15 giug no - I 5 luglio 1943). Il primo di questi ultimi costituisce al legato di un promemoria per il Sottocapo di SMG redatto in data 2 luglio I 943 . I brani sono rispettivamente riportati rispettivamente a pag. 7 , 5, e 9 dei documenti c itati. (AUSSME M-3, 36, F3). 729 l.n questo le relazioni della sezione " A" appaiono le più consone all'intendere del centro e anche le più «politiche».

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nubi si affacciavano all'orizzonte delle responsabilità cieli' Armata. Questo mutamento , peraltro , è confermato anche dal citato passo ciel lavoro cli Claude Lévy nel quale l'autore individua, successivamente ai primi due mesi di occupazione , un mutamento cli atteggiamento, in senso più tollerante, delle truppe d'occupazione. Situazione confermata dal Panicacci.730 Probabilmente contribuì ad accrescere tale generale orientamento l'attitudine dei comandi e delle truppe sulla questione degli ebrei. Ciò non vuol dire che nella popolazione e nelle autorità francesi non permanessero i sentimenti cli ostilità, fatta soprattutto cli scarsa considerazione se non cli disprezzo. Avversione che, tuttavia, non raggiunse se non sporadicamente i toni della pericolosità e che, per altri versi, presentò evidenti segni concilianti per il ricordato modus vivendi che ebbe ad instaurarsi tra occupanti, infatuati della "gradevolezza del vivere francese", e popolazione alla ricerca di un "adattamento" che le consentisse di sopravvivere sino alla vittoria alleata. In sintesi , proprio quei comportamenti deprecati dai comandi italiani derivanti dagli agi del fronte francese, possibi li responsab.il i del degrado delle qualità combattive delle truppe, furono l'utile chiave di quella tregua e cli quell'adattamento.

730 C. Lévy, op. cit., pag.39 . .1.-L. Panicacci , L'8 sel/embre 11eL Nizzardo «8 settem bre, Lo sfacelo della IV Armata», Book Store, Torino, 1979, pag. 107 .

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CAPITOLO X


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Le truppe d'occupazione in Francia di fronte alla crisi dell'Asse

A . La decisione di recuperare le grandi unità italiane dislocate.fiwri del territorio nazionale per la difesa della madrepatria - Le posizioni dei comandi supremi dell'Asse sulla questione della presenza di truppe tedesche in italia - Il piano «Alarico» e le sue connotazioni in Francia Faldella scrive che "nella primavera del 1943 l'Esercito italiano disponeva [ . .. l di 64 divisioni di linea" di cui cinque si trovavano in Francia, oltre a due divisioni costiere incomplete. Per la difesa del terr itorio metropolitano lo SMRE disponeva di sole "7 divisioni di fanteria", senza can-i armati, ma il capo d i SMG insistette "invano [ . .. l per ottenere di far rientrare nel territorio nazionale parte delle divisioni imp iegate nei Balcani ed in Francia; Mussolini non lo appoggiò e l'OKW ebbe buon gioco per oppon-e decisi dinieghi".73 1 Secondo il medesimo autore, nel corso dell'incontro di Feltre (19 luglio 1943) il capo di S MG, dimostrando di temere il rafforzamento del dispositivo tedesco in Italia, ripropose , senza successo , la descritta necessità. Ambrosia indicò allo stesso Mussolini la necessità di preferire, all ' invio di truppe tedesche, aiuti materiali dell'alleato .732

73 1 E. Faldella, L'Italia nella seconda guerra mondiale, Cappelli, Bologna 1959, pag. 598 e 599. L' ordine di battaglia della 4" Armata alla fine di maggio (1943) è riportato in appendice. Il tentativo di potenziare il dispositivo militare terrestre della madrepatria risale alla fine del 1942 e ai primi giorni del 1943, allorché il capo di SMRE rappresentò al Comando Supremo la necessità di disporre in Italia di almeno altre 9 divisioni, da trarre dai vari scacchieri esterni, Francia compresa. Tre di esse sarebbero state destinate al presidio del territorio laziale. Lettera I 167 del 12 gen . ·1943 Diario storico del Comando Supremo , voi. IX, (l.l.1943-30.4. 1943) , Tomo Il, Allegati, (allegato 54) pag. 138; SME, Ufficio Storico, 2002. 732 In un promemoria del marzo 1943 citato dal generale Faldella nell ' opera in corso di menzione, il generale Ambrosio scrisse a Mussolini "se la Germania non ritenesse di soccorrerci nella misura suddetta (cioè con la consegna di materiali piullosto che con L'invio di grandi unità) e pensasse di servirsi delf' Italia da cuscinetto , è opportuno, anzi indispe nsabile rivedere la nostra linea di condotta". Faldell.a op. cit. Pag. 630. Dopo Feltre, Ambrosio annotò che l' intenzione tedesca era quel la di ;<sfruttare fino in fondo l' Italia, in funzione della difesa del la Germania" . Ibidem.

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Tutto il contrario di quello che, prevedendosi l'uscita dell 'ltalia dalla guerra, si sosteneva al quartier generale dell'OKW. In parte perché, nel caso di capitolazione italiana, le forze tedesche presenti nel teatro italiano avrebbero potuto continuare comunque la lotta, mantenendo gli Alleati lontani dal territorio del Reich; ma soprattutto con lo scopo di "provocare il collasso in Italia, [al fine di] istaurare un nuovo governo [... ] di occupare la Penisola [e di] imporre alle Forze Armate italiane un comando controllato dai Tedeschi", sempre al fine predetto .733 Pare che le basi del piano «Alarico» furono gettate qualche giorno dopo, alla conferenza presso il quartier generale del Ftihrer del 27 luglio. Tuttavia, secondo Faldella, "i primi provvedimenti di Hitler per attuare il piano d'invasione dell'Italia, onde imporre la Ftihrung germa. [ .. .J datano cla1maggio . " .734 mca, Venendo ad un quadro minore, relativo alla situazione in Francia alla vigilia dell'armistizio, si possono rilevare due circostanze di interesse. In primo luogo, il fatto che il generale Warlimont, sottocapo di SM per le operazioni presso l'OKW, attribuì ad Hitler la seguente frase, proferita nel corso della conferenza tenutasi presso il quartier generale del Ftihrer la sera del 25 luglio: "la cosa più importante è che ci assicuriamo alcuni punti di passaggio atlraverso le Alpi, che siamo pronti ad entrare immediatamente in con.tatto con. la 4" Armata italiana, che mettiamo le mani sui punti di passaggio.fi-aricesi . [ . . .] Pertanto è necessario [che] la divisione gra-

733 Ibidem, pag. 625. Il 17 luglio 1943, nel corso di una riun ione con i suoi più diretti collaboratori, alla quale partecipò anche Rommel, Hitler manifestò l'intendimento di "po!l'e la Marina italiana sotto comando germanico [ ... e di] imporre alle Forze Armate italiane un comando contTollato dai tedeschi. Infatti dichiarò: senza l'Esercito italiano nonlossiamo difendere tutta la penisola." Ibidem. 34 Ibidem, pag. 572. Le notizie sul piano «Alarico» sono tratte da Guido Gigli La seconda guerra mondiale, Bari, 1964. Secondo l'autore (pag. 443), il piano «Alarico» s i componeva di altri quattro piani: «Biche», per la liberazione d i Mussolini; «Student», per occupare Roma e restaurare il fascismo; «Achse», per impadronirsi della flotta , nel caso di capitolazione italiana; «Schwarz», per e liminare l'eserc ito e porre i punti chiave della penisola sotto controllo tedesco. Fra le misure più importanti prese a seguito della citata conferenza del 27 luglio, vi fu quella della costituzione di un Gruppo di armate, al comando del feldmaresciallo Rommel, incaricato di tenersi in misura di procedere attraverso il. Brennero per conseguire gli obiettivi terrestri più .importanti: occupare Roma e reinsed iarvi un governo filo-tedesco.

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natieri Feldherrnhalle [. ..} possa almeno impadronirsi dei passaggi [ .. .]" _735

La seconda circostanza, nel confermare la tesi di Faldella circa l'esistenza, sin dal maggio 1943, di una qualche bozza del piano <<Alarico», permette di osservare più da vicino la prospettiva francese della preparazione ciel piano stesso nel teffitorio occupato dalla 4" Armata. Il diario storico dell'armata tedesca segnala infatti che il 29 giugno il colonnello Zimmermann, capo ufficio operazioni (Ia) clell'Ob.W. si trovò ad Avignone per conferire col generale Felber. Nel corso del colloquio Zimmermann riferì a Felber che la situazione ]asciava prevedere la possibilità della capitolazione dell'alleato . Per affrontare l'evenienza era necessario non solo predisporre la sostituzione delle unità della 4a Armata, cli cui verosimilmente si parlava eia tempo; ma conveniva "impadronirsi ciel valico di frontiera di Mentone e degli sbocchi[ ... ] del Moncenisio", procedendo alla "eliminaz.ione spietata di ogni resistenza cli repa1ti italiani" . Quanto ai soldati della 4" Armata essi dovevano essere disarmati e il loro destino (prigionia, internamento o rimpatrio) sarebbe dipeso dal loro stesso atteggiamento. A tal fine, i comandanti tedeschi avrebbero dovuto prendere contatto con quelli italiani di vario livello per sondarne le intenzioni. In ogni caso, l'attivazione del piano, che doveva essere noto solo ai comandanti sino al livello di divisione e ai loro più diretti collaboratori, sarebbe conseguita alla trasmissione della parola d'ordine «Achse». Non sarà sfuggito che l'attuazione del piano «Achse» , il cui scopo ultimo era quello di "catturare la flotta italiana con tutti i mezzi", non poteva prescindere dalla neutralizzazione della 4a Armata. Fatto che giustifica l'esame che ci si è proposto.736

735 W. Warlimont, lm Hauptquartier der deutschen Wehrmacht 1939-1945, Frankfurt, 1962, pagg. 209-21 I. Nello stessa sede il Ftilu·er parve volersi rassicurare che anche la 715" divisione di fanteria , insieme alle divisioni 3• granatieri e feldherrnhalle, avesse conosciuLO "una istrnzione segreta del Comandante in Capo West per il piano Alarico". 736 Diario del comando Armeegruppe Felber (Kriegstagebuch des A.Gr. Felber, dopo il 12 ago. 1943 Kriegstagebuchdes Ob.Kdos. v. Sodenstern; dopo il 26 ago. 1943 Kriegstagebuch des Armeeoberkommando 19. D ' ora in poi: Ar.Gr. Felber ktb., ovvero Ar.Gr. Sodenstcrn ktb.; ovvero ancora AOK 19 ktb. - Bundesarchiv (Militararchiv) Freiburg i.B. Kriegstagebuch vom 20 .06.-31 .12.1943, RH 20-19/7). Ar.Gr. Felber ktb giorno 29 giu. l 943 pag.11. Zimmermann visitò il 30 giugno anche il comando del XXII CA. La visita fu contraddistinta"[ ... ] da ambo le parti da viva cordiali tà". Relazione del colonnello Mantelli Mario, già capo di S.M. del XXll C.d'A ., AUSSME 2121/A/4/l, pag. 6 . Si veda nota precedente a proposito dell ' articolazione del piano «Alarico».

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Prima di indagare sulle modalità e sulle forze che avrebbero reso possibile l'attuazione del piano predetto, vale la pena di osservare la situazione delle forze dell'Asse in Francia.

B. La situazione delle.forze della 4aArmata all'inizio dell'estate del 1943

1. Le forze schierate in Provenza In precedenza, ci si è intrattenuti s ulla situazione complessiva del dispositivo italiano in Francia e si ricorderà che lo schieramento delle componenti maggiori della 4a Armata nei primi giorni di aprile, lungo la costa eia Bando! a Mentone , presentava tre divisioni di fanteria (da occ idente: Lupi, Taro, Legnano) e, successivamente, una divisione costiera (203a), schierata dal limite orientale della Legnano (Cannes) a Cap d ' Ai!, a ponente cli Mentone . Di qui aveva inizio la responsabilità difensiva ciel XV CA con la divisione Rovigo. Il settore della 203" includeva la Piazza cli Nizza, affi data al comando della 204a divisione cos tiera, dal quale dipendeva un reggimento cli cavalleria della EFTF, le batterie a mare in precedenza osservate ed altre m inori unità. In riserva del I CA era schierata la 23 divisione celere EFTF, disposta dietro alle due divisioni di prima schiera s ulla fronte della costa , (Legnano e 203") , nella zona di Draguignan, Barge mon , Vence e Valbonne. 737 La Pusteria, rinforzata dal 20° raggruppamento sciatori, da alcuni reparti GaF e da altri. territoriali , era dislocata nell 'interno, ma con la

737 Lo schieramento conseguente, quasi immutato dal precedente nel settore occiden tale , è riportato in appendice. La Piazza di Nizza, costituita il precedente 28 febbraio, era stata affida ta al comando della 224", i cui reggi menti ri nforzavano, come si vedrà, altre tratte e in particolare: un reggimento della 224" si trovava nel settore della Legnano e un secondo reggimento era stato ceduto al comando Marina di Tolone. Il tratto di costa tenuto da un battaglione mobile GaF del XV CA comprendeva anche Mentone , sede del comando de lla 4·' Annata. Più tardi, in settembre, allorché il grosso della EFTF fu fatto rientrare in patria, il comando della Piazza di Nizza fu assunto dal generale Mario Badino-Rossi, già comandante della stessa divisione celere. (M. Badino-Rossi Memorie AUSS ME 2121/A/l/3, pag. 210).

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possibilità cli concorrere alla difesa costiera in un secondo tempo. Il solo 18° RECo - unità bersaglieri su autoblindo o carri leggeri cui si era ridotta progressivamente la riserva d'Armata -, rinforzato dal battagl ione alpini Belluno del 7° alpini Pusteria, era divenuto riserva del XXII CA. Complessivamente, alla fine del luglio 1943, il dispositivo costiero cieli' Armata risultava inoltre rinforzato da 16 battaglioni costieri, di cui 11 alpini, 16 compagnie mitraglieri da posizione, 9 compagnie mortai da 81, 53 batterie costiere di vario calibro e 55 pezzi controcarro isolati. La difesa contraerei dell'Armata disponeva complessivamente di 15 batterie pesanti (da 90 o da 75) e 22 batterie leggere da 25 mm, oltre alla difesa contraerea delle grandi unità di manovra, di cui si è parlato. Inoltre in tutta l' area dell'Armata si trovavano 14 battaglioni territoriali , alcuni dei quali con compiti di solo presidio , e 22 compagnie presidiarie.738 Più in particolare, l' organizzazione difensiva del XXII CA continuava a imperniarsi sull'esistenza dei due noti settori divisionali a cavaliere della Piazza Militare Marittima cli Tolone che , tenuta dal comando Marina, "d ivide[va] praticamente il settore del corpo d'armata in due sottosettori distinti [fatto che limitaval le possibilità di manovra a favore dei sottosettori stessi e, specialmente, data la gravitazione delle forze, di quello ad occidente della Piazza". Questo sottosettore era tenuto dalla Lupi, schierata fra Sanary e Bando! (esclusa), donde la difesa del fronte marittimo risaliva alla responsabilità della contermine 356" divisione di fanteria tedesca . La Taro presidiava il sottosettore orientale (Carqueiranne - Hyères - Bormes - Cap Cavalaire). A seguito della modifica del settore tra comando Marina Tolone e divisione Taro modifica che affidava alla Marina un settore più ristretto, escludente la penisola di Gyens (Hyères) e le isole che la fronteggiavano (Porquerolles e Port - Cros) - la Taro ebbe però anche i due battaglioni costieri che rinforzavano la P iazza. li suo settore risultò compreso tra Le Pradet e Cavalaire. Anche la Lupi concorreva in una certa qual .misura a potenziare Tolone, sia sul fronte a mare, ove si trovava uno dei gruppi da campagna del reggimento artiglieria divisionale , il IV/30° da

738 Promemoria redalto in data 27 luglio per aggiornare la situazione al capo di SMG (AUSSME, carteggio M-3 , li, Fl). La situazione dettagliata delle forze è stata trattata in un capitolo precedente, al quale si rimanda.

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100/17; sia sul fronte a terra, presidiato in parte dal Il/78° fanterja della divisione. Tuttavia, la Lupi conservò sempre lo stesso settore.739 La massa delle unità divisionali era interamente sistemata a difesa costiera, secondo lo schieramento in profondità previsto dalla dottrina. I tre o quattro battaglioni in riserva settoriale o divisionale, che pur costituivano una forza rilevante, potevano bensì di muovere anche su autocarri , ma solo per raggiungere i capisaldi predisposti nei settori più minacciati . Oltre al modesto concorso che poteva offrire alla sua azione il debole reparto esplorante, dotato cli sole autoblindo o carri leggeri lAO , il XXTI CA non disponeva di alcuna unità mobile con capacità controcarro. Verosimilmente, la divisione Lupi doveva godere della possibilità di concorso da parte delle riserve tedesche, come si è letto in precedenza; di qui la gravitazione orientale (settore Taro) del dispositivo costjero.740

2. La situazione nel settore del XV CA, sul quale si appuntavano le misure del piano Achse E' interessante a questo punto esaminare l'evoluzione della situazione nella parte di territorio nazionale affidato ali ' Armata che faceva oggetto ciel piano <<Achse». Si ha infatti l'impressione che alcuni riordinamenti avvenuti in patria, e che interessarono unità ciel XV CA, possano giustificare quanto avvenne successivamente. Vi intervennero

739 Sul cambiamento dei li miti d i settore tra Taro e comando Marina Tolone si vedano le lettere de i comandi 4'' Armata (9444) e XXII CA (330 1), rispettivamente in data 1° e 5 gi ugno 1943; e inoltre la lettera 4" Armata n.9753 del 5 giu . 1943 (AUSSME DS XXII CA 1249-49, 51 e 52). In conseguenza di ciò, il comando Piazza cedé alla Taro due battaglioni costieri che rientrarono al 168° costiero e un certo numero di batterie da posizione costiera. Per la verità era stato disposto che in caso di attacco nemico, la difesa della Piazza rientrasse nella responsabilità del XXII CA, che in tal man iera avrebbe assunto " il coordinamento di tutta la difesa del seltore". Relazione del colonnello Manie/li Mario, già capo di S .M . del XXII C.d'A., AUSSME 2 l 2 I/A/4/J, pag. I O. La Taro ebbe a disposizione complessivamente 5 battaglioni costieri, tre alpini e due Territoriali mob ili (DX IV e DXXVIIT, 5 14° e 528°); il primo cli questi ultimi presidiava Cap Nègre tra Le Levanclou e Cavalaire; il secondo controllava la soglia di SollièsPont. fl raggruppamento tattico Argens, riserva d'Annata, fu sciolto successivamente il 4 aprile 1943 (AUSSME DS 4A 1218-51). 740 Promemoria del comandante del XXII CA al capo di SM della 4" Armata n.354 del 21 mag. 1943. (AUSSME DS XXII CA 1249-64). Si veda anche la Relazione del colonnello Ma111elli Mario, già capo di S.M. del XXII C ..d 'A., AUSSl'vffi 2 !21/N4/I, pag. l l .

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soprattutto trasferimenti verso il fronte meridionale di alcune divisioni e certi crescenti compW territoriali e di protezione che furono affidati ad altre forze di manovra dipendenti eia quel corpo d'armata. Come si vedrà, vi concorse anche l'incerta dipendenza di tali comandi territoriali i quali teoricamente erano soggetti al comando dell'Annata, ma nella pratica operarono sulla base cli prevalenti direttive romane sull' ordine p ubblico . In seguito della decisione cli far rientrare in Italia il XV CA (dicembre 1942), erano passate alle dipendenze cli questo corpo d'armata tutte le unità cli copertura sulla costa o cli frontiera e precisamente il comando Difesa Tenitoriale di Genova, la 201 a divisione costiera e la Difesa Po1to Genova e i vari settori di copertura della GaF del XV CA tra Val Ciastiglione ed il mare. Tale copertura era raddoppiata, come si è potuto osservare in precedenza, da avamposti che, per quanto di interesse, a partire dal Mt. Agel si innestavano sulle posizioni tenute sulla costa dal battaglione GaF I/b, del V Settore GaF, ai fini della copertura della frontiera da esso clipenclente.741 Sicché è in un certo senso giusto affermare, come fece il comandante del XV CA che la sua responsabilità sulla costa si estendeva per circa trecento chilometri tra il predetto raddoppio ciel settore cli copertura che in pratica giungeva alla periferia di "Nizza [ .. . e] Punta del Mesco in provincia di La Spezia" .742 Nerbo delle unità di combattimento manovrato del XV CA furono, per un certo periodo, le divisioni Piacenza e Rovigo (entrambe autotrasportabili, ma largamente incomplete) e la divisione alpina Alpi Graie, appena rientrata dal Montenegro , con il rinforzo ciel I gruppo alpini «Valle», già del I CA e rimpatriato anch'esso dalla Francia. Sin dal aprile, lo SMRE aveva però preavvisato il comando dell' Armata che la divisione Piacenza avrebbe dovuto essere assegnata "ad altro settore" , senza che potesse prevedersi la sua sostituzione con altra grande unità. Dopo il trasferimento della Piacenza, avvenuto ancor prima del 25 luglio, fu necessario schierare parte della Rovigo, una delle due restanti divisioni di manovra, incompleta sotto l'aspetto mobilità, in corrispondenza del settore costiero compreso tra Imperia ed Albenga. Lo

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741 Lettera

SNlRE al CS, n.1252, 21 gen. 1943,AUSSME 2079-68. Relazione del comandante ciel XV CA sugli "Avvenimenti dal 25 luglio al 12 settembre 1943, Premessa". AUSSME 2121/A/3/l. 742

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scopo era quello di rinforzare il settore occidentale della 201a divisione costiera, che, tenuto da due reggimenti da posizione, andava dal confine (Mentone) ad Arenzano. Di qui iniziava il tratto presidiato dalla Difesa Porto Genova, con tre battaglioni costieri e reparti minori da posizione costiera, il cui limite orientale era fissato a Portofino. Tra questa località e Punta del Mesco, sita ancora più a levante, nei pressi di Spezia, la costa era difesa dal terzo reggimento della 201 ". Solo la Alpi Graie fu tenuta in "riserva, nella zona di Acqui, Passo del Turchino, Serravalle Scrivia" .743 Dopo gli avvenimenti del 25 luglio, il temuto aggravarsi della situazione interna suggerì diversi trasferimenti di forze mobili del XV CA a disposizione dei comandi Difesa Territoriale liguri e piemontesi per le esigenze di ordine p ubblico. In particolare, il comando Difesa Territoriale di Genova impiegò per tali esigenze quasi tutta la divisione Rov igo; la Mantova, a sua volta, fu precettata per analoghi compiti agli ordini diretti ciel comando Difesa Territoriale cli Torino, insieme ai settori GaF dipendenti dal I e dal XXII CA. Più tardi, si era ormai in agosto, la divisione Alpi Graie, fu assegnata al li CA (20 agosto), per la difesa della Piazza marittima della Spezia. Tre giorni dopo, il 23 agosto, la Rovigo assunse la responsabilità della difesa del «fronte a terra» "della Piazza M .M . entro i limiti concordati tra S.M.R.M. e S.M.R.E", che comprendevano i passi della Cisa e del Cerreto.744 A presidio della fronte marittima del XV CA rimasero pertanto solo le unità da posizione costiera dipendenti dalla 2()1 a divisione e dalla Difesa porto Genova. Fu forse proprio la carenza cli forze, sia quanto a densità, sia per la manovra in questo settore sensibile, che il Comando Supremo si sentì

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Relazione ciel comandante del XV CA, Bancale, sugli "Avvenimenti dal 25 luglio al 12 settembre 1943, Premessa". AUSSME 2121/A/3/I. Si vedano in proposito, sul preavvi.so del trasferimento della Piacenza, lettera SMRE 6859 (AUSSME DS 4A, giorno 15 aprile 1943, I 218); sull'assegnazione della cli visione alpina Alpi Graie, lettera SMRE 2186 1, 16 clic.1942 (AUSSME DS SMRE 2079-30) . E' noto che il trntto compreso tra il confine e Cap d' Ai! era ten uto da quattro battaglioni mobili cd un raggruppamento artiglieria GaF. 744 Il II CA, fin dal 5 gi ugno 1943, aveva assunto le incombenze del comando Difesa Territoriale di Alessandri a che aveva competenza sulle zone dell'Appennino piemontese, sino ai confini della Liguria (AUSSME DS 4A l 326-28). Successivamente si ern trasferito a Volterra a disposizione della 5" Armata. L' assegnazione della divisione Alpi Graie alle dipendenze del Comando Marina della Spezia s i legge nel promemoria senza numero né data, ma probabilmente redatto per il Sottocapo cli SMG agli inizi cli

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obbl igato ad accogliere l'offerta tedesca di rinforzi . Con il pretesto suddetto, entro la seconda decade del mese di agosto, l'Ob.W. completò l'afflusso in Liguria di un corpo d'armata su tre divisioni; il quale corpo, come si vedrà meglio a breve, andò schierandosi tra Savona (ovest) e Sestri Levante, a cavaliere degli Appennini, in grado dunque di controllare le rotabili verso l'intemo. 745 In virtù del suo compito di difesa manovrata agli ordini della 4a Annata e forse proprio per questo, le unità tedesche goderono di una maggiore libertà d'azione, poterono scegliere i luoghi più idonei per la sosta e l'afflusso verso la fronte costiera ed ebbero la possibilità di provare le ipotesi operative, con la confusione e il disagio italiano che si può immaginare, ma che doveva essere accettato perché in ogni caso si trattava di alleati. Fatto sta che, grazie a queste facilitazioni, 1'87° corpo tedesco si trovò in condizione di controllare le truppe italiane. Queste, per essere in gran parte da posizione e perciò strette tra mare e montagna, al fine di assolvere i compiti di una difesa ancorata alle coste, si trovarono poi incapsulate fra le divisioni tedesche, oltre tutto superiori per numero e per equipaggiamento.746

lug lio 1943, reperito in AUSSME, M-3, R34, Fl I . Alla divisione alpina era demandata la difesa della Piazza; alla Rovigo che stava sopraggiungendo, fu affidata, dalle 12 ciel 23 agosto, la difesa del fronte a terra della Piazza IVI.M. Relazione sulla situazione della divisione alpina Alpi Graie/ .. .] Parte f { . . .J periodo 20 agosto - 8 settembre !943. (AUSS1v1E 2 121/A/9/1, pag.3) . Secondo tale documento, la divisione alpina, il 2 l agosto, fu sul punto di essere inviata in Calabria. Una parte della Alpi Graie, in un primo tempo effettivamente avviatavi, era ancora in viaggio di ritorno verso la fine di agosto, (pag. 4, nota). La Rovigo in giugno aveva ricevuto analogo preavviso per raggiungere la Sicilia nell'ambito dell ' organizzaz ione difensiva attuata dalla 6" Armata. In data 26 agosto, le divisioni Alpi Graie e Rovigo passarono alle dipendenze del XVI CA con compiti invari ati . Ibidem. Sulle esigenze di ordine pubblico a Genova a seguito del crollo del fascismo, esiste la R elazione del comandante del X\/ CA sugli Avvenimenti dal 25 luglio al 12 seuembre 1943 , pagg. 2 e 3 . AUSSME 2121/Ai3/l. Il comandante giudicò eccessive le preoccupazioni delle autorità locali. La variabilità delle predisposizioni e i contrordini ripetuti possono contribuire a spiegare anche le incertezze sull'eserci zio del comando e sulle forze disponib.ili che caratterizzarono i giorni dell'armistizio. 745 Si vedrà che il LXXXVII (87°) CA tedesco e le sue divisioni (76", 94" e 305") si dislocarono rispettivamente a cavaliere delle rotabili di Altare (che da Savona conduce a Ceva) e del T\irchino (che da Voltri conduce ad Alessa ndria); in Valpolce vera tra Busa.Ha e Pontedecimo; tra Rapallo e Sestri Levante. In zona Acqui aveva sede il comando del corpo d ' armata. 746 Relazione del comandanre del XV CA . .. citata pagg. 9, 10 e .Il (AUSSME 2121/A/3/l). Oltre che su tali truppe, cli per sé inadatte alla lotta manovrata in terreno aperto, il XV CA , dopo la cessione delle divisioni per la difesa di Spezia, poté contare solo sui reparti dei depositi "male inquadrati e poco istruiti" .

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Spesso, dato il poco spazio a disposizione, si realizzò un inevitabile frammischiamento tra reparti italiani e tedeschi, i quali ultimi, per esempio, verso la metà di agosto si erano impadroniti di fatto del "controllo [della] difesa contraerea di Genova" grazie ,ùl'afflusso di "un grosso reparto dj specializzati nel tiro contraereo , giunto senza preavviso [ . .. l" con un numero di uomini che "veniva a superare quello italiano". 747

C. La situazione delle unità tedesche sul far dell'estate I 943 e i provvedimenti adottati per renderle pronte alla neutralizzazione delle .forze della 4° Armata Si è potuto osservare precedentemente che, tra la fine cli maggio e la prima decade cli giugno, in conseguenza della fine della campagna tunisina e della corrispondente esigenza di irrobustire il fronte mediterraneo francese, in vista di un prevedibile assalto all'Europa eia sud, erano giunte nel territorio dell' Armeegruppe Felber nuove grandi unità. Si trattava dell'Xl Corpo aereo su due divisioni paracadutisti e della 3" divisione granatieri corazzati (Pz.Gr.) , la quale proveniva dai ranghi della 1a Armata (Francia occidentale atlantica) .748 Quando la minaccia anglo-americana si delineò diretta verso la peni-

747 Relazione del comandante del XV CA sugli

"Avvenimenti dal 25 luglio al /2 settembre 1943" ,AUSSME 2121/A/3/J, pagg. 2, 3 e IO. Secondo il comandante del XV CA, "ad eccezione delle Divisioni 'Alpi Graie' e ' Rovigo' [finché le ebbe a disposizione] che avevano raggiunto un buon grado di efficienza, i rimanenti reparti costieri e G.A.F. si trovavano in condizioni poco soddisfacenti [anche perché] i loro effettivi superavano di poco la metà degli organici". 748 Verso la fine di maggio, affluì l'Xl Corpo aereo (Flicger Korps = A.Kp.) e tra il 3 giugno e il 16 giugno, giunsero nella zona di Lione anche le unità della 3" d ivisione granatieri corazzati, la quale proveniva dalle file della 1• Armala (Francia occidentale atlantica). (OKW, ktb. 28 maj - 16 juni 43, pagg.549-652). La notizia è confennata dalla segnalazione contenuta nella lettera dell'ufficiale di collegamento ciel XXII CA con il comando Felber, n.641 CIT, 10 giu. 1943 (AUSSME L- 13, 225). Nel luglio successivo, fu la volta del IV Flieger Korps il quale, con sede del comando a Montpellier, assunse il comando delle due divisioni più occidentali del dispositivo mediterraneo tedesco. Questi Flieger Korps erano grandi unità di campagna (felci) della Luftwaffe. Benché posti alle dirette dipendenze di Goring, in caso d' impiego sarebbero passati sotto il controllo tattico del generale Fc!ber. Pare che l'afflusso di tali corpi derivasse dal fatto che, nel primo quadrimestre del 1943, l'attenzione tedesca fo a lungo attratta dalla possibilità di sbarchi alleati nella penisola iberica, fatto che avrebbe segnato l'avvio dei piani per contenere l' aggressione alleata almeno in prossimità dei porti più settentrionali della penisola stessa. I piani erano «Gisela» «Isabella» e «Ilona». La loro ùnpostazione è descritta nel diario storico dell'OKW (OKW ktb.) sotto le date 22. Jan.; 2, 9, 10., 13., 19. Febr., 18 . .Marz und 16. Ju1ù 1943 .

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sola italiana, la quasi totalità di queste forze furono fatte convergere in Italia, ove, come si è visto, le divisioni mancavano effettivamente e dove era più necessaria l'elevata capaciat combattiva delle meglio equipaggiate unità tedesche. Probabilmente tale decisione conseguì alla relativa calma di cui ancora godeva il fron te occidentale atlantico ed alla convenienza di non modificare troppo il dispositivo difensivo costiero francese. L'avvio in Italia cli nuove forze della Wehrmacht era preferibile al rimpatrio delle divisioni della 4a Armata . Furono verosimilmente questi gli argomenti portati dal comando supremo tedesco per convincere lo scettico Ambrosia. Questi invece paventava che l'afflu sso cli unità tedesche in Italia contribuisse in ogni caso al controllo ciel paese ed a fare della "infelice terra italiana" (così Churchill definì l'Italia di quel periodo), il cuscinetto per la difesa della Germania. Ne derivò che , nella prima decade di luglio, la 3" divisione granatieri corazzati (Pz. Gr.) giunse 749 nella zona di Siena, attraversando la Liguria e sostando nella regione. Seguirono questo primo movimento due divisioni paracadutisti: la l" , già dal 12 luglio, era in trasferimento verso l'Italia meridionale; mentre la 2a restò inizialmente intorno a Cavaillon, (zona armistiziale italiana), ma, nei primi giorni di agosto, finì per dislocarsi nella zona di Roma.750 L' Armeegruppe Felber continuò tuttavia ad essere progressivamente potenziato. E' noto che verso la fine del mese di maggio, era stato completato l'organico della 60" divisione granatieri corazzati, ottenuta dalla trasformazione di preesistente divisione di fanteria motorizzata e che costituiva riserva dello stesso gruppo tedesco. Nei primi giorni di luglio, probabilmente in conseguenza dei dubbi crescenti dell 'OKW sulla tenuta dell'alleato, tesi di cui si vedrà fra poche righe l'effettiva fondatezza, verine decisa la restituzione al comando Felber della 715a divisione di

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Ciò in qualche modo avvezzò comandi e truppe all'opinione che le unità tedesche affluissero per la difesa nazionale e le disarmò psicologicamente per le loro allarmanti caratteristiche di potenza. Fatto che non fu secondario nel crollo delle forze italiane schierate in Liguria. 750 L' ufficiale di collegamento ciel comando del XXII CA, capitano Pezzi, segnalò il 10 luglio che la 3" Pz. Gr. div., era partita "recentemente" per l' Italia (Siena) (A USSME, L-13, 225, n.804 CIT, IO lug. 1943). Secondo la stessa fonte l'XI Flieger Korps risulta trasferito in ltalia nell'agosto del 1943 (L-13, 225, n.892 CIT, 15 agosto 43). Le notizie sul movimento della l" divisione paracadutisti sono tratte da Armeegruppe Felber, Ktb., 1.2.7. 43, pag. 25. Quelle sulla dislocazione della 2° dal docu mento L-13, 804 CIT, 10 luglio 43. Secondo il cap. Pezzi, le divisioni paracadutiste si sarebbero trasferite la I• in Sicilia e la 2" "probabilmente in Calabria".

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fanteria, parzialmente motorizzata, e la costituzione di un nuovo comando di corpo d'armata, !'LXXXVII (87°) , il quale avrebbe avuto alle dipendenze tre divisioni in via di completamento. Sin dall'inizio, il nuovo comando fu preavvisato della sua destinazione in Italia.751 Queste direttive tedesche paiono scaturire dalla previsione espressa da Zimmermann sulla imminente capitolazione italiana e dalla conseguente necessità di prendere in ogni caso le misure opportune per il caso «Achse» , presentandole tuttavia come predisposizioni da adottare nel caso del rimpatrio e della sostituzione delle forze italiane. Fra le prime predisposizioni adottate nell'ambito del comando Felber, vi fu quella (piano «Kopenhagen») in base alla quale, la 60a granatieri corazzati (rinomfoata nel frattempo Feldherrnhalle) e la 715a divisione cli fanteria avrebbero dovuto "lanciare i propri repaiti esploranti d'avanguardia [(Vorausabteìlungen) rinforzati da compagnie del 525° battaglione cacciacarri (panzerjager)], a sban-ai·e la frontiera franco-italiana [rispettivamente] presso Mentone, e al Moncenisio presso Modane" .752 Alla fine di luglio, la situazione era la seguente. Nel settore contermine a quello italiano della Lupi (XXII CA) c'era la 356'1 divisione di fanteria che , come si ricorderà, estendeva la sua competenza sulla costa sino a Salin de Giraucl (escluso), appena oltre il Rodano . Seguivano poi le divisioni 333a e 326a rispettivamente da Salin alle foci dell ' Aucle e da questa località alla frontiera spagnola . A riprova della necessità di lasciare il corpo di Felber più libero per i compiti verso l'Italia, queste ultime due divisioni sarebbero passate entro pochi giorni alle dipendenze del citato IV Luftwaffe Feldkorps.

751 La denominazione «Felclherrnhalle» fu conferita alla 60a divisione di fanteria motorizzata nel corso di una rutilante cerimonia il 2 1 giu. 1943 AUSSME L-13, 225 Lettera Cit 729. 752 Le notizie sulla 60" sono tratte dal Diario storico dell' OKW, (OKW Ktb, 23 maj 1943, pag. 521). Vi si cita altresì l'afflusso in zona Valence di un altro CA aereo tedesco, il Xlii, ini,.iato lo stesso giorno (pag.9), mentre i.I 25 luglio iniziò l'ammassamento ciel )V Corpo in zona Montpellier. Si vedrà che più tard i i tedeschi decisero di far affluire a d isposizione cli Felber anche la 10a divisione granatieri corazzati SS e la 389" di fanteria. Sulla 7 I 5a e sul LXXXVII CA riferisce il Diario storico del comando Anneegruppe Felber, (Ar.Gr. Felbe1; ktb. giorno 27.6.43, pag. 8). Lo stesso documento informa dei compiti delle due divisioni nei confronti delle forze italiane nel caso fosse stato dichiarato il piano Achse. Compiti che riguardavano la cattura degli ufficiali e in parti.c olar modo dei comandanti di grande unità. Ibidem, giorno 29 giugno 1943, pag. l l . I compiti richiamati nel piano «Kopenhagen» circa la chiusura dei valichi di frontiera sono riportati in Ibidem, giorno 27 luglio I943, pag. 36. Tutto il 525° panzcrjiigcr (meno una compagnia che andò alla Feldeherrnhalle) rinforzò la 7 I 5" di visione. Ibidem.

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Nella zona di Lione Slava completando il rientro dalla 1a Armata (Bordeaux) la 7 1sa divisione , ufficialmente per sostituire la 3" cli visione granatieri corazzati partita per l'Italia . Alla Fe lclherrnhalle si era aggiunta quale riserva, verso la metà di agosto , la 10a SS . Quest'ultima si dislocò tra Lunel e Quissac, oltre Rodano; la prima tra Arles e Tarascon. Infine, nello stesso periodo, i reggimenti Sicherung tedeschi 5° e 95° , formati da classi anziane ed assimi labili alle unità territoriali e da posizione italiane, sostituirono sulla costa, tra Marsig lia (compresa) e Bando) , due reggimenti de lla 356" (869° e 871 °). Questi ultimi furono ritirati con il prelesto di essere sottoposti ad un periodo di istruzione. Si vedrà che essi intervennero, direttamente o indirettamente , nell' incapsulamento delle forze della 4a Armata.753

D . l primi rimpatri delle divisioni della 4a Armata a seguito degli sbarchi alleati nelle isole siciliane e in conseguenza del 25 Luglio - l rùnpa1.ri decisi alla conferenza di Bologna (10 agosto 1943) La possibilità di un ritiro almeno parLiale delle forze italiane che presidiavano la Provenza dovette riprendere vigore a seguito dello sbarco angloamericano a Pantelleria e Lampedusa (10 e 11 giugno 1943) e, soprattutto, dopo l'assalto alla Sicilia ( IO luglio) e l'esito favorevole dell'ulteriore progressione alleata nell'isola. Da parte tedesca si cedette alle richieste italiane, sia perché l'aspirazione italiana di cli fendere il territorio nazionale era difficile da avversare, sia per non accrescere i già desti sospctti.754

753 Lettere dell ' ufficiale di collegamento del XX II CA con il comando Fclber, nn.804/Ci t. e 892/Cit. in data 10 luglio e 15 agosto 1943 . AUSSME Ll3, 225, carteggio C it. Come la Feldherrnhalle, la 10" SS d isponeva di due reggimenti granatieri (su tre battaglioni), un reggimento d 'artiglieria (tre gruppi) ed di un gruppo (abteilung) carri su 60 carri. Restava in zona arretrata, per quanto d i interesse, la 157·' d ivisione di fanteria da montagna, oltre ad altre divis ioni territoriali dislocate in zone più arretrate e di cui si è parlato in preceden te capitolo. Il 3 agosto l' Ob.W. aveva preannunciato l' in vio di una nuova divisione di fanteria, la 389", destinata a presidiare il Golfo di Fréjus e St. Raphacl. Non se ne fece però nulla. D iario Armeegruppe Felber, telegramma Ob.W. delle ore 13,55 del giorno 3 agosto 1943, pag. 12 . 754 Nonostante l'ostilità tedesca, da parte italiana si era conti nuato a premere sui capi alleati attorno alla possibilità di un avvicendamento tra truppe italiane e germaniche lungo la costa provenzale. Dopo l' incontro di Fehrc ( I9 luglio 1943), la questione fu portata al convegno cli Tarvisio (6 agosto 1943) ed i.ntì ne a Bologna ( IO agosto I 943). L'esito favorevole della disputa per la parte italiana ebbe luogo proprio nel corso cli quest'ultimo convegno.

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1.1 primi rimpatri e la riarticolazione del settore del 1 CA dopo il 25 luglio I primi rimpatri iniziarono in conseguenza degli avvenimenti del 25 luglio. Fu prima il turno della Legnano, che condusse a termine il rientro in patria nella prima settimaana di agosto. Le succedette, dopo un mese, la 2" celere, la quale, in quell'intervallo di tempo, fu incaricata di sostituire la divisione di fanteria, in corrispondenza del tratto di costa compreso tra Cap Cavalaire (ad occidente) e Antibes. La divisione celere ebbe in rinforzo il 7° alpini , con un gruppo di artiglieria da montagna, entrambi tratti dalla Posteria; ed assorbì il 167° reggimento costiero della 223" divisione, che era già stato alle dipendenze della Legnano, e le batterie costiere presenti nel settore. Fino alla fine di agosto, il comando della 2" celere EFTF assolse pertanto sia compiti di difesa costiera, sia quelli "di massa di manovra nel retroterra di tutto il I CA", con un dispositivo assai rarefatto il cui schieramento giungeva da Cap d' Ail sin quasi a Cavalaire.755 In previsione del suo rimpatrio, verso la metà di agosto, fu predisposto un complesso riordinamento che preludeva all'attribuzione al comando del I CA del settore di Nizza, tra l'asse Varo - Tinea e la linea del raddoppio della copertura terrestre (Authion - Cap d' Ail). Al di là del Varo, il territorio sarebbe restato interamente in mani tedesche.756

755 Il trasferimento a Bologna della Legnano si compì nei primi giorni di agosto. Le responsabilità costiere furono affidate al reggimento Nizza cavalleria e a tre battaglioni alpini costieri; quelle riserva del I CA agli altri due reggimenti di cavalleria ed al 1° bersaglieri (su cicli e motocicli) dislocati tra Grasse, Manosque e Digne. Nella stessa località ebbe sede il 7° reggimento alpini. Relazione del comandante della 223° divisione costiera generale Amedeo da Cia 2121/A/2/3 , pagg. 1 e 2; Relazione del comandante del 167° reggimenlo costiero , colonnello Simeone Guglielmo 2121/Al2/4. 756 11 riassetto del dispositivo era contenuto nella «direttiva I I I» dello SMRE in data IO agosto, con la quale si preannunciava che in Provenza sarebbe rimasto il solo I CA su due divisioni costiere. li 29 agosto giunse l' ordine che poneva la 2" celere EFTF "a disposizione del comando Difesa Territoriale di Torino [... ] per esigenze di ordine pubblico[ ... ]". Le partenze iniziarono il giorno dopo, con movimenti per via ordinaria, attraverso i valichi cli Tenda e della Maddalena, ma nonostante ogni tentativo di accelerare il trasferimento, il trasferimento della divisione, la quale nel frattempo aveva anche cambiato il comandante, non poté essere concluso prima dell'8 settembre . Relazione sul comportame1110 della divisione celere EFTF (2") alla dichiarazione dell'armistizio del ten. col. SM (art.) Carlo Vallese, capo di SM della divisione ed analoga del maggiore s. SM Romolo Guerci addetto al comando della 2" divisione celere EFTF, rispettivamente pagg. 3 e 4 , e pag. 3. AUSSME 2121/A/2. La situazione complessiva è riportata in cartina, dalla quale risultano anche i coevi movimenti tedeschi.

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In base ai progetti, il I CA avrebbe impiegato le sole division i costiere 223" e 224a. La prima, destinata a tenere l' intero settore, avrebbe potuto contare sul comando del 166° costiero, con quattro battaglioni costieri in linea ed uno territoriale in riserva; e sul 167°, quello ceduto in rinforzo alla Legnano , con altri tre battaglioni costieri. La 224\ su un solo battaglione (verosim ilmente il 52° Territoriale) , avrebbe conservato il compito di presidio della Piazza di Nizza.757 Comandante e capo di SM del I CA , nel riferire sug li avvenimenti di quei g iorni , concordano tuttavia sul fatto che, sino a l 5 settembre, la massa de i d ue reggimenti si trovò ancora oltre Varo, in corrispondenza delle posizioni cli Cannes, Fréjus e St . Tropez, per cop1ire il settore di circa 110 chilometri (da Antibes a Cap Cavalaire) lasciato prima dalla Legnano e poi dalla EFfF: la 223a costiera avrebbe potuto disporre del 167° reggimento (tre battaglioni) , e del 166° con due. Circostanza che contribuì al cedi mento dell a divisio ne 1'8 settembre . Le unità della 223" costiera, una volta che ebbero abbandonato le loro pur robuste posizioni di difesa, prive com 'erano cli qualsiasi capacità di combattimento controeano, fu rono infarti p reda dei reparti corazzati tedeschi che avevano preso i ponti sul Varo. 758

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Il battaglione Gaf 1/b , che teneva il tratto compreso tra Cap d' Ail e la frontiera, saJcbhe restato alle dipendenze de l I raggruppamento GaF (XV C A) a presidio dell a costa francese sino alla frontiera , raddoppiando la copertura alpina. Secondo la testimonianza del capo di SM del I CA, il settore della 223' costiera aveva per limite est Mentone; ma tale località, assai prossima a Cap d' Ail. era spesso utilizzata probabilmente per semplic ità per definire il li mite predetto (AUSSME 2 I2 1/ A/2/2, pag. I). 758 Secondo le citate testimonianze , 1'8 settembre si trovavano ancora oltre Varo il com.a ndo della 223' divisione (Canncs) e due battaglioni del 166° reggimento costiero. Quanto a l numero dei battagl ioni cos tieri ancora complessivamente dipendenti dalla 223" di visione il capo di S M de l I CA sostiene nella sua relazione essere quattro in linea ed uno in riserva alla Turbie (sopra Nizza). Uno di essi però fu poi arretrato a Escarène, ed un altro sarebbe stato poi destinato in Liguria. Probabilmente egli tenne conto dei battaglioni Te TM, ma non di lutti quelli schierati ne l vecchio settore della Legnano ( I 67°) È peral tro plausibile che sino all 'atto dell 'avvicendame nto i tre battaglioni costieri del 167° costiero fossero rimasti in posto. Occorre infi ne tener presente che l'ordinamento dei reggimenti costieri non fu organico: variò invece a seconda degl i afflussi e delle esigenze . Ciò può spiegare la «danza>> dei numeri che si rileva nelle varie relazioni degli interessati. Si vedano i seg uenti documenti : Relazione del comandai/le del I corpo d'armata , generale Federico Romero , cd analoga del colon ne llo Marioni capo di SM dello stesso corpo d ' armata sui fatti dcll'8 settembre 1943. Rispettivamente AUSSME 2121/A/2/I, pagg.2e3e2121/A/2/2, pagg. 1- 4; Relazione del comandame della 223" divisione costiera generale Amedeo da Cia 21 2 1/ A/2/3 , pag . I e 2; Relazione del comandante del 167° reggimento cos1iero, colonnello Silneone Guglielmo 2 12 1/A/2/4. Si veda l'ordinamento probabile in appendice e la cartina già citata della fine di agosto.

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2. La situazione nel settore del XXII CA e i piani per il rimpatrio delle sue divisioni e per la loro sostituzione formulati nell'agosto del 1943 L' ipotesi della possibilità di una progressiva assunzione da parte tedesca cli maggiori responsabilità difensive sulla costa provenzale, trova almeno parziale conferma nel fatto che, verso la metà ciel luglio 1943, dunque poco prima del convegno di Feltre, il XXll CA aveva redatto un dettagliato piano cli ricognizioni ad uso cli ufficiali delle divisioni tedesche verosimilmente interessate ad un prevedibile avvicendamento. In particolare, stando alle rispettive aree cli ricognizione, sembra che I.a 356" divisione cli fanteria avrebbe dovuto assumere la responsabilità dei settori tenuti da Lupi e Taro; e la 715a pare destinata al settore ancora tenuto dalla Legnano. L'itinerario cli ricognizione degli ufficiali della granatieri corazzati Feldherrnhalle, a sua volta, pare riguardare l'intero settore e le zone di attesa per l'impiego del 18° RECo.7 59 Scopo dichiarato delle ricognizioni era quello di "orientare le G .U. [grandi unità] germaniche per un immediato loro intervento a rinforzo del settore operativo della 4" Annata in caso cli attacco nemico". Ma, come rilevò il capo cli SM ciel XXII CA, queste ad altre predisposizioni sembrarono "[ ... ] alla luce dei fatti [ ... ,l precisa manifestazione, da parte germanica, cli un piano organico lungamente studiato [ ... ]" .760 Visto che la decisione cli lasciare in Francia il solo J CA con due divisioni costiere fu presa con la <<direttiva 111» ciel 1O agosto, la tesi ciel capo di SM ciel corpo d'armata sembra verosimile.

759

Lettera 4423i02 del 14 lug. 1943, redatta in esito agli ordini e1~anati dal comando della 4" Armata con Lettera n. 11854/op. del 7 lug. 1943, non reperita (AUSSME, L 13, 225, carteggio Cit). Le ricognizioni, che interessavano Lre divisioni tedesche (Felclherrnha!le , 356" e 715"), avrebbero dovuto protrarsi dal 16 al 28 luglio (secondo il diario tedesco di cui si parlerà tra poco, dal I 6 al 24). Una lettera del XXII CA del 2 settembre 1943 conforma che un reggimento germanico, 1'870° della 356', avrebbe sostituito l' intera divisione Taro. (Lettera n. 5545/02 , AUSSlvlE, L 13, 225, carteggio C it.). Queste predisposizioni e i. settori di avvicendamento risultano anche dal Diario storico dell' Armeegruppe Felber alla data dell' li luglio I 943, pag.23. 760 Anche secondo il colonnello capo cli SM del XXII CA le divisioni tedesche interessate alle ricognizioni erano le tre citate. Suo è il giudizio sullo scopo delle ricognizioni . Relazione del colonnello Mantelli 1'v!ario, già capo di S.M. del XXII C. d 'A., AUSSME 2121/A/4/1, pagg. 6 e 7. .

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Del rimpatrio della divisione Lupi di Toscana si era cominciato a parlare ancor prima della caduta ciel fasci smo. La grande unità, il 23 luglio, aveva infatti ricevuto il preavviso della sua nuova destinazione, la Puglia. Ma, probabilmente, non se ne fece null a per l'opposizione tedesca. Dopo gli accordi della conferenza di Bologna, e dopo che, ill4 agosto, l'OKW ebbe rimosso i vincoli posti al rientro della 4a Armata (piano «Siegfried») , lo SMRE impartì gl i ordini di rimpatrio della Lup i (25 agosto, destinazione Lazio) e poi del resto del XXII CA, compreso il 18° RECo destinato al rinforzo della Difesa Territoriale di Torino. Jl corpo d'armata, avrebbe dovuto dislocarsi, con compiti di manovra, nella zona di Alessandria - Voghera - Acqui. Come si può immaginare, la realizzazione di tale piano non sarebbe stata priva di conseguenze per gli schieramenti tedeschi in Liguria. Mentre era fuori discussione l 'estensione ciel settore della 356" tedesca sino a coprire il vuoto lasciato dalla Lupi , sembrò, in un primo tempo, che la 223" divisione costiera, che si è visto essere stata orientata al presidio del settore di qua del Varo , avrebbe dovuto estendere la sua responsabilità difensiva sino a coprire anche il tratto cli costa affidato alla Taro . Circostanza poco chiara anche quanto a responsabilità dell'equivoco, il quale tuttavia contribuì ad imporre l'affrettato rientro al di qua del Varo di cui si è appena parlato .761 Qualche giorno dopo (tra il 28 e il 3 1 agosto) un nuovo ordine dell 'Armata, stabilì definitivamente che le unità del corpo d'armata sarebbero state sostituite da reggimenti tedeschi. Questi ultimi tuttavia, come decretò il comando d'Armata con un terzo ordine in data 31 agosto, fino al 10 settembre sarebbero rimasti alle dipendenze del comandante del XXTT CA. Pertanto , fi no a quella data, il comando di quel corpo avrebbe continuato a detenere la responsabi lit~t del settore, impiegandovi anche le forze italiane non in immediato avvicendamento. Fatto che,

761 La Taro avrebbe lasciato in posto sia il 168° reggimento costiero, sia i reparti <la posizione esistenti nel suo seuore. Mentre lo SMRE il giorno 10 agosto (direttiva I l l/Op.) aveva chiaramente stabilito che g li italiani sarebbero rimasti solo a levante del Varo, successivamente il comando della 4" Armata aveva emanato due ordini consecutivi per il rier11ro <lei XXII CA, il 15.200 del 23 agosto e il 15 .300 diramato tra il 28 e iJ 31 , col quale ultimo soltanto fu stabilito che le forze avvicendant i sarebbero state tedesche. Sul fatto che il scuore della Taro sarebbe stato presidiato dalla 223" costiera riferisce il colonnello Mantelli. Rela:io11e del colonnello Ma111elli Mario, già capo di S.M. del XXII C.d'A., AUSSME 212 l/A/4/l, pagg. 15-21.

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1'8 settembre, fu in qualche misura responsabile della cattura del comando e della disgregazione delle unità residue del corpo d'armata.762

E. I provvedimenti per l'attuazione del piano Achse adottati dal comando Felber a seguito della caduta di Mussolini Man mano che i giorni successivi alla caduta del fasc ismo andarono palesando l'esistenza di una crisi italiana decisiva e irreversibile, ai livelli più elevati del comando tedesco andò crescendo la convinzione della necessità di un risolutivo intervento , volto ad impedire il rientro delle forze della 4a Armata se a Roma si fosse tentata l'uscita dal conflitto.763 Pur restando primaria, la preparazione ciel piano «Achse» non era tuttavia la sola attività cli studio e cli predisposizione dei comandi tedeschi in Francia, i quali non avevano scartata l'ipotesi che gli anglo-americani , dopo essere sbarcati in Sardegna o in Corsica, si sarebbero diretti verso le coste liguri o provenzali. O che addirittura potessero sbarcare nella penisola iberica; fatto che, come osservato, aveva reso necessaria la predisposizione cli piani per quella eventualità. Si deve credere in particolare che i tedeschi temessero uno sbarco alleato nella zona cli Tolone che cogliesse in piena crisi il previsto avvicendamento delle forze italiane schierate intorno alla Piazza, sfruttando l'indebolimento ciel dispositivo. Era inoltre dichiarato il sospetto germanico di un accorcio tra l'alleato e gli anglo-americani, tanto che, come si vedrà, i tedeschi , dopo aver a lungo osteggiato tale ipotesi, spinsero per un celere avvicendamento delle rispettive truppe nel timore che , col

762 II comando della 4" Armata diramò al riguardo tre ordini: il J5.200 del 23 agosto, il 15.300 del 28 e il 15 .700 del 31. Relazione del colonnello Mantelli Mario, già capo di S.M. del XX!l C.d'A., AUSSME 2121/A/4/l, pagg.15-1. Tolone sarebbe rimasta sotto comando italiano, con i battaglioni M che vi si trovavano. Complessivamente, a seguito de.li.e sottrazioni predette, "la forza totale cieli' Armata si era ridotta a poco più di 100.000 uomini e quella combattente all'incirca a 60.000 [ ... ] tra Francia e Liguria" . Generale M. Vercellino Relazione sul mio operato dalla sera dell'8 settembre 1943 a tutto af'"ile 1945. AUSSME 2121/A/J/l, pag.6. 76 Il 28 luglio, il comando Felber venne informato che la " non chiara situazione in Italia imponeva all'Ob. West, nel caso di rivo lgimenti che compromettessero la saldezza delle forze italiane, cli prendere subito "il comando sulla 4"Annata [ ... ],cli avvalersi degli italiani che volessero combattere e di disarmare gli altri [. . .)".Diario del comando cieli' Armeegruppe Felber (A. Gr. Felber Ktb), giorno 28 luglio 1943, pag.39.

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passare del tempo, l'eventuale accordo trovasse maggiori possibilità di attuazione. Ciò nondimeno essi, specie dopo la caduta del regime fasci sta, rinnovarono gli sforzi intesi, da un lato, a interpretare l'atteggiamento dell 'alleato e a tenerne d'occhio le mosse, e, dall 'altro, a predisporre le misure idonee a sopraffarne, appena se ne desse la necess ità, le forze dislocate in Francia e in Liguria, al fine cli impadronirsi delle flotta alla fonda ne ll a rada della Spezia.764

I. L'avvio in Liguria dell'87° corpo d 'armata tedesco su tre divisioni e lo scopo di tale misura nell'ambito del piano Achse. La difficile attuazione di tale disegno L'eventualità cli uno sbarco alleato fo verosimilmente osservata attraverso la lente della complicazione che ne sarebbe derivata nell 'attuazione del piano «Achse», forse più che per le difficoltà dell'operazione difensiva in sé. Tanto è vero che le predisposizioni da assumere in vista delle due eventualità ebbero diverso peso presso Ob.W. e comando clell' Armeegruppe. TI generale Felber, comprensibilmente, si premuniva per il caso tattico dello sbarco nel suo settore, menlre l'Ob.W. si preoccupava maggiormenle della necessità che la 305" divisione raggiungesse Genova per assicurarsene il controllo , pur guardando all ' csigenza difensiva del porto italiano.765

764 fl timore di sbarchi riemerse di quando in quando: ancora una volta, il 15 agosto, a llorché l'Ob.W. diramò al comando Felber la notizia di un possibile sbarco angloamericano per il successivo 17. Ar. Gr. Fclber Ktb .. pag. 35 c poi per il giomo 20 pag. 58 . Nuovo allarme alla fine di agosto, nel corso dell 'avvicendamento delle forze. La psicosi dello sbarco doveva essere collettiva. Un allarme antisbarco fu diramato il IO settembre anche da parte del comando 4" Armata, per segnalazione tedesca. Relazione del co/01111ello Mantelli Mario. gitì capo di S.M. del XXII C.d'A., AUSSME 2121/N4/I . pag. 23. Sempre la 4" Armata diramò il 28 luglio 1943 lo stato d i preallarme, comunicandolo al comando Fclber, in base alla notizia che una nona alleata si trovava al largo della Sardegna. Diario storico dcli' Annecgruppe Fclber (A. Gr. Ktb.) giorno 28 luglio 1943, rg.37 . 76· Due giorni dopo la caduta di Mussolini , il 27 luglio 1943, l' Ob.W. orientò Felber alla dislocazione della 30Y divisione nella zona compresa mi Fréjus st. Rapl1ael e Nizza al fine di consentirgli di raggiungere Genova per via ordinaria, di assicurare il controllo de l porto e dell'area circostante e cli di fenderli in caso di attacco nemico"[ .. . ] um de11 Hafen Ce11ua v1. sichern 1111d de11 Raum um Ce111w gege11 Fei11dla11d1111g z.u ver1eidige11 t ... ]".Diario storico dell'Armeegruppe Felber (A. Gr. Ktb .. 27.7.43) giorno 27 luglio 1943, pag. 35.

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La divisione tedesca sarebbe stata solo la prima delle tre destinate ad affluire in Liguria nel quadro dell'ipotesi «Achse» . L'obiettivo tedesco era quello di concentrarvi l'intero 87° COll)O, il quale, per il momento, si trovava di stanza ad est di Aix en Provence, con due delle sue grandi unità, la 305'1 e l'appena assegnata 76a divisione. Questa era ancora in fase di completamento, come la terza, e cioè la 94" divisione di fanteria, di stanza nella zona di Lione.766 Scopo dichiarato dell'approntamento di questo nuovo dispositivo secondo quanto fu eloquentemente illustrato al neo giunto capo delle operazioni della 76", nel corso di un rapporto presso il comando Felber avvenuto il 1°agosto-, era quello cli "rinforzare [col LXXXVll corpo] le forze tedesche presenti in Italia ("zur Versfarkung cler deutschen Krafte nach Italien i.iberfilhrt werclen"). Espressione che, comunque ]a si interpreti - si ispirasse cioè alla necessità di garantire l'attuazione de] piano «Achse» o ali 'esigenza del potenziamento generale ciel dispositivo tedesco in Itali.a - può solo essere intesa come provvedimento che si riprometteva di assicurare in Liguria la prevalenza delle forze tedesche.767 Alle 23 del 30 luglio, l'Ob .W. ordinò che per la sera successiva un raggruppamento su base reggimento dell.a 305" divisione attraversasse la frontiera precedendo il resto della grande unità. 768 Di fronte al diniego italiano comunicato, nella serata del 31, all'ufficiale di collegamento tedesco, col. Heggenreiner, il comando superiore tedesco vietò pera!-

766 Il giorno dopo la caduta ciel regime fasc ista, il comando dell 'LXXXVll (87°) corpo tedesco - componente occidentale della morsa che stava per chiuders i sul territorio italiano e cli cui l'altro ganglio era costituito dalle numerose forze che si affacciarono quello stesso giorno al Brennero - stava completando il suo. trasferimenLO a Lione. A.Or. Felber ktb., giorno 26 luglio 1943 , pag. 34. In precedenza il comando dell'87° corpo faceva parte della 7a Armata tedesca dis locata nella Francia centro-settentrionale. 767 La 76a divisione fu definitivamente assegnata all'87° corpo in data 1° agosto. Nella stessa giornata il suo Ia, ten.col. Fellmer, partecipò ad una riunione nel corso della quale fu illustrato lo scopo di cui alla frase in lingua tedesca dianzi c itata. Ibidem, giorno 1° agosto 1943, pag. 5. La 76" divisione che, per il momento, sarebbe stata preceduta eia elementi avanzati del suo comando, avrebbe seguito il movimento della 305" a mezzo ferrovia, acl evitare disordine nelle ristrette zone di scarico e di deflusso. Ibidem. La terza divisione, la 94", sarebbe transitata successivamente per il valico del Moncenisio. 768 Di ciò, pare che il comando dell'Annata fosse stato informato. A. Gr. ktb ore 23 ciel 30 luglio, pag. 45 e ore 14 ciel 3 1, pag. 50.

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tro che la divisione in movimento superasse la frontiera franco-italiana.769 In attesa di ulteriori accordi, le truppe dell a 305'1 furono fermate nella zona di Nizza - Ventimiglia, dove la divisione fu raggiunta dal gruppo d'avanguardia della Feldherrnhalle. Nell'intento di mostrarsi leale, alle 20,50 del l O agosto il comando Felber comunicò al col. Heggenreiner un messaggio che avrebbe dovuto essere trasmesso al comando d ' Am1ata per rassicurare gli italian i. Secondo questa comunicazione, il reparto esplorante della Feldherrnhalle - al cui comandante nel corso della notte precedente era stato in realtà ordinato cli "tenere aperto il valico cli frontiera a tutti i costi, anche contro reparti italiani che avessero opposto resistenza" - dovesse considerarsi quale riserva della 4" Armata al cu i com ando avrebbe dovuto "essere subordinato" . Addirittura , il reparto avrebbe potuto essere impiegato dal comando d' Armata per la partecipazione ad esercitazioni di cooperazione.770 Sennonché durante la sosta, che durò qualche giorno, queste «diss imul azioni>> mostrarono la corda allorché le truppe dei due alleati vennero a contatto. Nel territorio del I CA, dove i reparti tedesch i si trovarono in attesa di passare il confine o per i compiti di sicurezza predetti , fu rono infatti registrati tafferugli. A seguito di ulteriori accordi tra comandi supre mi , fu deciso che la 305" divisione proseguisse in treno. Il reparto esplorante restò nella zona raggiunta (oltre Nizza).771 In proposito, ecco i passi della relazione del comandante del I CA sulla presenza di una divisione tedesca e di un reparto corazzato nel suo sellare:

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Ibidem, 31 luglio pagg. 50 e 51 . Il colonnello Heggenrciner, ufficiale di collegamento presso il comando de lla 4" Armata , r ivelò che ri guardo al trasferimento in Itnlia della divisione tedesca, al più nello diniego de l generale Ye rcellino s i era agg iunto il dissenso del Comando Supremo. Tale opposizione dovette allarmare i tedesch i. A tal punto che il comando dell' Ob.W., alle 23,20 dello stesso giorno, diede ordine di tenere in allarme s ia la 1-'e ldherrnha lle , sia la 7 15' divis ione. Ibidem . Non a caso lo stesso 3 1 Ru ndstcdt si trovava in visita presso il comando dell a 4" Armata, verosimilmente per tastarne il polso. ibidem, pag. 48. 770 Ibidem, giorno 1° agosto 1943, pagg. 2, 3, 6 e 7. A proposito degl i ordini al reparto d"avanguardia della Feldhermhalle. il diario recita così:"[ ... ] in caso di opposir.ione da parte deg li italiani l'ordine deve essere eseguito con la forza ··. ("Solite clic llaliener jecloch sie die Durchrtihrung vcrhi ndern suchen. so ist der Auftrag gegen clcn Widerstand der llaliener mit Gewalt durchzusetzen .,,). Diario dell' Armeegruppe fo lber, giorno 1° agosto 1943, pag. 2. 771 Ibidem, giorno 2 .8., pag. 8. Il comando dell '87° CA e le fort.e dipendenti in corso d i radunata si trovavano sempre ad Aix en Provence. Ibidem . Si veda la canina de lla situazio ne.

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"in. quei giorni [periodo compreso tra la fine di luglio e la prima decade di agostoJ erano state di transito nel nostro territorio parecchie unità tedesche dirette in Italia; in particolare una div. tedesca (305a) ed un reggimento d'avanguardia corazzato [presumibilmente quello della Feldherrnhalle,J vi si erano stabiliti comportandosi da padroni, nell' eseguire tiri, marce ed esercitazioni ad evidente scopo intimidatorio. Poi si ottenne l 'allontanamento della divisione (che proseguì per la Liguria), ma rimase il regg . corazza[() che si dislocò presso il Varo e continuò ad eseguire esercitazioni allo scopo di garantirsi il possesso dei ponti in caso di emergenza ." 772 Più grave momento di tensione si verificò quando i comandi tedeschi decisero per l'avvio in Ital ia della 76" divisione. Il 2 agosto, verso le 10, giunse al comando del XXII CA: "l'ordine superiore di opporsi all'ingresso in territorio francese d 'occupazione italiana della 76adivisione germanica[. . .]; la divisione Lupi [fit incaricata} a partire dalle 13 di impedire l 'ingresso nel territorio di giurisdizione, operando anche, in caso di necessità, interruzioni ferroviarie nella zona di Bando[[ .. .j.773 Per rimuovere il veto, il 2 agosto il generale Felber si recò eia Vercellino; questi gli fece sapere che: "il movimento non autorizzato [lo J obbligava a far rispettare la consegna di divieto di transito, anche facendo uso delle armi e che ciò avrebbe creato uno stato di fatto non certo gradito al feldmaresciallo v.Rundstedt [di modo cheJ il Generale Felber non insistette oltre, dicen-

' 772 Relazione del comandante del I corpo d 'annata, generale Federico Romero, sui farti dell'8 settembre /943. AUSSME 2121/A/2/I, pag. 3 . Analogo il contenuto della relazione citata del colonnello Marioni capo di SM dello stesso corpo d 'armata sui fatti dell'S settembre 1943 . AUSS I\IIB 2 12 1/A/2/2 , pagg. I e 2. Denuncia che trova riscontro nell'analoga relazione del capo d i SM del XXII CA cli cui s i parlerà fra poche righe e che riferisce della presenza di " due battaglioni carri armati (80 carri complessivamente) [nella zona di] Roquc-brusanne [ ... ]" Relazio11e del colonnello Mantelli Mario, già capo di S.M. del XX/J C.d'A., AUSSME 2121/A/4/l, pagg . 4 e 5 . 773 Relaz ione del colonnel.lo Mantelli M ario, già capo di S .M . del XXII C.d' A., AUSSME 2 121 /A/4/I , pagg. 4 e 5 .

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do che ne avrebbe r(ferito a Parigi, [ma] intanto sospendeva il movimento già ordinato ."774 Scrive peraltro Vercellino: "l'indomani [del suo incontro con Felber e quindi il 3 agosto] il Generale Roatta [capo di SMRE] mi informò per telefono di autorizzare il transito e la dislocazione nella zona di Genova ed adiacenze delle unità tedesche" .775 Il comandante della 4" Armata scrisse nella sua testimonianza del dopoguerra che anche "successivamente, altre analoghe richieste urgenti di passaggio di forze tedesche dirette in Italia attraverso i passi principali delle Alpi occidentali e sulla strada costiera [ebbero] sempre esito negativo e solo dopo ritardati ordini dello SMRE poterono essere effettuati [ .. .) con maggior disagio morale e preoccupazioni nei quadri e nelle truppe dell'Armata" .776 In effetti, ancora il 5 agosto nessuna delle unità tedesche era riuscita a passare completamente in Italia: fino a quella data la massa della 305a restò quasi tutta nella zona di attesa più occidentale delle due prescelte, quella tra l' Argens e il Varo; solo in parte ebbe la possibilità di muovere per ferrovia verso Ventimiglia. Quanto alla 76\ soltanto alle 12 del 5 agosto essa poté transitare per via ferroviaria dal tunnel del Fr~jus (Moncenisio) . La 94\ la quale iniziò il movimento lo stesso giorno , fu fatta sostare nella 777 zona di Grenoble, in attesa che i treni della 7e fossero passati. Fatto sta che, fino al 1O agosto - giorno in cui il Comando Supremo

774 Generale M. Vercellino Relazione sul mio operato dalla sera delL'8 settembre 1943 a tutto aprile 1945. AUSSME 2 121/A/ l/l , pag. 3. 775 Ibiclem. Secondo Vercellino, il generale Felber fu rimosso "per non essere riuscito ad ottenere il permesso cli transito". Ibidem. La data cli questa telefonata non è precisata, come peraltro dai documenti italiani non risulta la data dell'incontro del generale Vercellino con il generale Fclber, avvenuta, secondo I' Ar.Gr. ktb più volte citato, il giorno 2 agosto: "Befehlshaber (comandante) der Armee-gruppc begibt sich (si reca) mi t Genehrninung (con il permesso di) Ob.West nach .Mentone, um dort mit dem Oberbefehlshaber der Kgl. Ital. 4 . Annee, [ .. . ] alle wegen der Zufilhrung cleutscher Divisionen in den ital. Raum entstandenen Missverstiindnisse zu kHiren (per chiarire i malintesi sorti a seguito della presenza delle divisioni tedesche nel settore italiano). A.Gr. ktb., giorno 2.8.1943 pag. 8. Nel diario dell'A1meegruppe Fclber nei giorni che vanno dal 1° al 4 agosto la parola Achse ricorre 7 volte, quasi sempre riferita ai movimenti di cui si parla. 776 Generale M. Verccllino Relazione sul mio operato dalla sera dell'8 settembre 1943 a tutto aprile 1945 citata, AUSS ME 2121/A/J/J , pag. 3. 777 Ar.Gr. Felber Ktb. 5.8., pagg.17- 19.

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aveva diramato la direttiva 111/op., la quale inquadrava l'operazione di rientro neJJa prospettiva di possibili contrasti da parte tedesca - la sola 76a divisione, muovendo per ferrovia, aveva completato il suo afflusso .in Liguria e si era dislocata progressivamente aJJe spaJJe della costa, sui passi appenninici verso la pianura padana. Nonostante le descritte «ritardate» autorizzazioni, Vercellino aveva continuato a designare con parsimonia le zone di schieramento nel territorio del XV CA, tentando di tener lontani i reparti tedeschi dalla Spezia, dove invece l'Ob.W. intendeva posizionare la 305a divisione. La quale però continuava a sostare in parte nei pressi della frontiera franco-italiana, nonostante che il comando germanico , convinto ormai di averla avuta vinta, avesse accettato il principio deUa subordinazione delle grandi unità tedesche destinate in Liguria al controllo operativo dei comandi italiani competenti.778 In conclusione, l'Ob.W. riuscì nel suo proposito di riunire rapidamente la massa delle divisioni dell'87° corpo in Liguria solo dopo il 17 agosto, quando gli elementi avanzati della 305", prima fra le divisioni che si erano mosse alla volta della Liguria, si spinse - su ordine di Rommel, ma contravvenendo a quelli di Vercellino -, sin nella zona della Spezia, "fuori del settore d' Armata" .779

778 In particolare il comando <lell'87° CA, p ur restando in zona Aix, fu posto alle dipendenze della 4• Armata. La 76" divisione, cui il comando dell'Armata aveva assegnato due aree cli attesa separate rispettivamente a nord cli Savona e di Genova, ru posta alle dipendenze ciel XV CA. Diario cieli ' Armeegruppe tedesco, pagg. 25 e 26, giorno 9.8.1943. Secondo lo stesso diario, " i malintesi emersi nel corso delle trattative tra i comandi supremi del!' Asse furono progressivamente superati", nonostante l'evidente peg~iorament.o della situazione italo-tedesca rilevato nello stesso diario Ibidem. 79 La detcnninazione dell'Ob.W. fu espressa il giorno IO agosto . Ibidem, pag. 28, giorno 10.8.1943. Sugli elen1enti avanzati della 305" divisione giunti in vista della Spezia, ibidem giorno 17 agosto 1943 , pag. 44. Tutte le fonti italiane concordano sul fatto che l'afllusso delle divisioni tedesche in Liguria fu completato per la metà di agosto. L'87° CA tedesco e le sue divisioni (76", 94" e 305") si dislocarono rispettivamente a cavaliere delle rotabili cli Altare (che da Savona conduce a Ceva) e ciel Turchino (da Voltri ad Alessandria); in Valpolcevera tra Busalla e Ponteclecimo; tra Rapallo e Sestri Levante; in zona Acqui aveva sede il comando del CA. Relazione del generale Ernilio Bancale, comandan1e del XV corpo d 'armata .... cit. AUSSME, 2121/A/3il, pag. 6. Secondo i tedeschi la massa delle forze fu indirizzata nella zona "Giovi - Acuata [Arquata Scrivial). Diario <lcll'Armceg.ruppc Fclbcr, giorno 7 agosto 1943, pag. 24. Sulla posizione illecita della 305" divi.sione, si veda il giudizio del generai.e Vcrcellino il quale lamentò presso lo SMRE anche il fatto che, invece di tenere "le truppe [ ... ·1 come riserve, (il comando ciel corpo d ' annata tedesco ne scaglionò] buona pa~te nelle immediate retrovie delle difese costiere" . Lo SMRE " non poté inter venire efficacemente data la particolare situazione" . Generale Mario Vercellino Relazione sul mio operato dalla sera del/'8 settembre 1943 a tutto aprile 1945. AUSSME 2 12 l/A/J/l, pag. 4.

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2. Le misure attuate dai comandi tedeschi per immobilizzare le forze italiane in Francia Come si è visto, contrasti con i tedeschi si erano andati manifestando anche nel settore del XXII CA all 'atto del passaggio attraverso le sue lince della 76a divisione . Ma, tra il 1° ed il 2 agosto, furono adottate da parte tedesca ulteriori e più organiche misure preventive nel quadro del p iano «Achse». Esse si possono riassumere in p rogelli, come l' ipotesi di far affluire su ordine nell a zona di Aix (settore tedesco) la d ivisione Feldhennhalle (FHH) e un gruppo tattico imperniato sul 725° reggime nto della 7 J 5" divisione (gruppo «Stahmer», dal nome elci colonnello comandante); e in provvedimenti veri e propri, come quello - dianzi osservato - di avviare il reparto d'avang uardia della Fl-Il-I a l seg uito della 305a divi sione in marcia per Genova. Ovvero quello d i far affluire presso Brignoles i 30 Sturmgeschutze (cannoni d'assalto cingolati con compiti controcarro e cli sostegno alla fan teria, simi li esteriormente a carri armati) dell a FHH, e la compag nia (cli norma sei veicoli analoghi) , dotati però di maggiore capacità controcarro (schwerc Panze1jager Kompanie) denominati «Homissen», che la divisione granatieri aveva ricevuto in rinforzo eia quel 525° gruppo cacciacarri di cui s i è parlato.780 Misure che si iscrivevano nel noto disegno tedesco, in base al quale l'attua7.ione elci piano «Siegfried» di cui s i tratterà fra qualche riga - e cioè l' avvicendamento in d.iscussionc tra le forze italiane e quelle tedesche - non doveva inserirs i nel più vasto e generale piano «Achse». Tanto più che da parte germanica si temeva l'eventualità di sbarchi alleati in concomitanza con il ritiro delle fo rze italiane.781 l n

780 Diario dell'Armeegruppc Felber, giorni 1° e 2 agosto 1943. pagg.2-4. Di questo anl usso dà testimonianza anche il capo di SM del XXfl CA, secondo il quale i tedeschi avevano disposto "due battag lioni carri e due gruppi d i artiglieria da campagna" ne lla z.ona di Roquebrussanne, a monte della soglia di So lliès-Pont, lungo l'asse che porta alla Piazza mariuima di Tolone. Relazione del colon11ello Ma111e/li Mario, già capo di S.M . del XXII C d'A .. AUSSME 2121/A/4/I. citata, pag. 4. Secondo la stessa fonte. dappertutto fu un proliforare di repatti delle trasmissioni. d i artig lieria contraerea, unità di ri leva mento radar. di complessi per l'assiste nza aerea. Sulla possibi le situazione s i vedano la cartina delle predisposizioni tedesche in appendice. 781 Si ricorderà che, alla fine di giugno. il colonnello Zimmermann - a proposito delle misure volte a bloccare l'Armata italiana in Francia - parlò di sostituzione come di una delle due fas i della sopraffazione delle forze italia ne. L'altra prevedeva di bloccare i noti va lichi di frontiera.

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sostanza, il timore di possibili sbarchi indusse i tedeschi a rafforzare la compagine che avrebbe dovuto ad un tempo sostituire le forze dell a 4" Armata o sopraffarla se necessario.782 Conferma la tesi che si va illustrando anche il fatto che già dal l agosto, l'Ob.W., ritenendo le forze a disposizione di Felber verosimilmente insufficienti al compito nel loro insieme "[lo informò] della sua intenzione di assegnar[gli] la 389a divisione di fanteria [jagd, leggera] ed i reggimenti eia posizione [Sicherheit] 5° e 95° per il piano «Siegfried» [. ..]". 0

Due giorni dopo, lo stesso Ob.W. decretò l'afflusso sulla costa dei due reggimenti da posizione, i quali avrebbero dovuto muovere a mezzogiorno del 4 agosto; ma, pur ponendola sul piede cli partenza, trattenne la 389", riservandosi di assegnare eventalmente in suo luogo a Felber la 10a SS .783 Su tali basi, il comando dell' Armeegruppe ritrasmise lo stesso giorno (ore 22,30) i propri intendimenti , i quali tenevano conto dei due casi: assegnazione o meno delle divisioni 389" e 10" SS. Nel caso negativo, la 356a divisione rinforzata avrebbe occupato il settore ciel XXH CA e la Feldhermhalle (compreso il suo reparto d'avanguardia) avrebbe assunto la responsabilità ciel tratto presidiato dal I CA, prendendo alle dipendenze la 715\ la quale però avrebbe lasciato il gruppo «Stahmer» a disposizione dell'esigenza di bloccare il Moncenisio. Ove fossero

782 La realtà ostile descritta era esasperata da una situazione ancor più sospetta, e particolarmente per l'adiacenza al settore italiano delle divisioni in riserva (715" e Feldherrnhalle) alle qual.i erano stati commessi i noti importanti compiti nel disegno di sopraffazione delle forze italiane. Ma anche per il fatto che, nei giorni immediatamente successivi al crollo del fascismo, il comando di Parigi aveva vietato di condividere con gli i.talian i le reti telegrafoniche e invitato a prendere misure opportune per la sicurezza delle comunicazioni. La cosa riguardava in particolar modo i settori contermini e dunque, per la parte italiana, il XXII CA. Gli ufficiali di collegamento (q uello del comando della 4° Armata e quello del comando del XXII CA) dovevano essere tenuti all'oscuro del disegno tedesco. Diario dell'A. Gr. Felber, giorno 26 luglio, pag. 33. Il 29 luglio, generale Felber aveva informato i comandanti delle div isioni 356° (contermine della Lupi) e FeldhcrrnhaUe (FH H) e il capo di SM della 7 I 5" sulla situazione italiana sull'eventualità dell'attuazione del piano Achse, la 356" d ivisione di fanteria rinforzata tutto il settore del XXI I CA incluso Tolone. La FHH avrebbe dovuto chiudere le frontiere e la 715" bloccare le forze ital iane sulla costa . Ibidem, giorno 29 luglio 1943, pag.40. 783 Diario cieli' A . Gr. Felber, giorno I O agosto 1943, pag. 4, e ibidem giorno 3 agosto I 943, ore I 3,55, pag. I 2. La 389" pareva necessaria nel settore pirenaico.

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state disponibili anche le due divisioni cli previsto afflusso (389a e 10a SS) nulla sarebbe cambiato per la 35e; la 389" si sarebbe schierata a difesa delle posizioni prospicienti il Golfo di Fréjus, compresa St. Raphael (tratto già difeso dalla Legnano); ed invece il posto della Feldherrnhalle (FHH) sarebbe stato preso dalla I (f' SS nel restante settore del I CA italiano ad est della 389a. La 715" divisione avrebbe presidiato il tratto pi ù orientale compreso tra Mentone (Cap d'Ail) e la frontiera. 784 Alle 23,40 del 4 agosto, con un nuovo messaggio, l' Ob.W. comunicò al comando Felber quanto il comando supremo tedesco (OKW) aveva deciso sulla base dei progetti segnalatigli. Le d ue eventualità predette (con o senza rinforzi) era state approvate , prevedendosi tuttavia anche la possibilità che fosse assegnata la sola 10" SS, la quale , si ricorderà, si trovava già in territorio dell' Armeegruppe Felber, quale riserva del tratto pirenaico _78 5 Secondo le intenzioni dell' OKW, nel caso in cui la 10a SS fosse stata disponibile per il piano «Siegfried», la divisione FHH avrebbe dovuto schierarsi dietro la 7 J5a cioè nei pressi della frontiera italiana, "a protezione delle retrovie" .786 Quanto a Tolone, i tedeschi stavano già in quei giorni predisponendo le misure della sua presa di possesso. Sia mediante l'infiltrazione cli truppe cli marina tedesche, le quali secondo fonti italiane assommarono addirittura a 6 mila uomini; sia grazie alla dislocazione degli "Sturmgeschi.itze" di cui si è parlato, sui rovesci della Piazza. Verosimilmente giudicando scontata l'assegnazione della 10a SS ed evidente la sua destinazione per l' «Achse», von Rundsteclt decise di ordinarne il trasferimento a piè d'opera. Il 7 agosto, la 10" SS iniziò a muovere per via ferroviaria e si andò sistemando progressivamente nella zona compresa tra Aix e Marignane (territorio tedesco, ai margini di quello italiano). Quando il 9 agosto la divisione ebbe quasi completato il trasferimento, al suo comandante, generale Debes, fu confermato che "ove la situazione avesse così suggerito" la divisione avrebbe dovuto assumere alle dipendenze tutte le unità site alle spalle delle divisioni italiane, dalla linea di demarcazione

78~ Diar io dell' A. Or. Felber, giorno 3 agosto 1943, ore 2255, pagg . I 3 e 14. 78 )

Ibidem, giorno 4 agosto, pag. 15 .

786 Ibidern, g iorni 6, 7 ed 8 agosto 1943 , pagg. 20, 2 1 e 23 .

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(reparto dei 30 o 36 "Sturmgeschi.itze" di Brignoles), ai valichi di fron tiera: reparto d'avanguardia rinforzato della Felclhermhalle (gruppo «Bitti», Mentone) e quello della 715" (gruppo «Stahmer», destinato a Moclane) .787 Qualche giorno dopo, l'OKW però pretese un maggior equilibrio nel dispositivo delle riserve; e l'Ob.W. ordinò pertanto di spostare la 10" SS a riserva di settore nella zona ad ovest del Roclano. 788 La presunzione clell ' Ob.W. non era poi così insensata e Runclsteclt aveva ben compreso che l'orientamento cli impiego della I O" SS non si discostava, nonostante la poisizione più arretrata, dagli scopi previsti dall '«Achse». In definitiva, secondo la nuova ipotesi d'impiego , la costa mediterranea provenzale avrebbe visto schierati , per quanto cli interesse, le seguenti forze tedesche (dalla linea ciel Rodano verso est): due reggimenti da posizione (5° e 95°) a protezione del porto e della costa adiacente Marsiglia; 356" divisione nel settore del XXII CA, compresa Tolone, presidiata dal II/3° Brandenburg, ma escluse le posizioni di Hyères; 715" divisione nella zona compresa tra Hyères e St. Raphael,

787 Ibidem, giorno 4 agosto, ore 23,40, pagg. 15 e 16. Il 6 agosto, l'Ob.W. assegnò all ' Anneegruppe la 10" SS e un battaglione del 3° reggimento granatieri corazzati «Brandenburg» per il concorso alla difesa di Tolone. Il 11/3° granatieri Brandenburg si incaricò successivamente del presidio d.i Marsiglia. ibidem, giorno 6 agosto, ore 21, pag. 20 . l compiti della IO" divisione SS furono precisati presso il comando Felber il giorno 9 . Ibidem, giorno 9 agosto, pagg. 24 e 25. L'8 agosto, il comando della 356" stava comp letando la sostituzione di due suoi reggimenti schierati sulla costa con le truppe territoriali cli cui si è dato notizia. Ibidem, giorni 6, 7 ed 8 agosto 1943 , pagg. 20, 21 e 23 . L' ordinamento tattico della 10" SS per l'operazione prevista fu confermato il 10 agosto 1943, ibidem, pag. 27. I marinai tedeschi erano giunti a Tolone con il pretesto cli rafforzare il presidio marittimo cieli' Arsenale, il quale dipendeva dalla Marina germanica. Si ha notizia del loro afflusso dallo stesso diario appena citato, giorno 1° agosto, pag. 8. Ai 6mila uomini accenna il capo di SM del XXII CA Relazione del colomiello Mantelli 1\tlario, già capo di S.M. del XXII C.d'A., AUSSME 2121/A/4/l, pag. 4. Si veda dalla cartina riguardante le predisposizioni successivamente adottate dai tedeschi, gli schieramenti previsti e se ne apprezzi la dislocazione delle forze tutte nel settore orientale del settore tedesco. 788 Runclstedt informò più precisamente il comando Felber sugli intendimenti complessivi dell'OK\V riguardo al previsto avvicendamento con le forze italiane. Nel caso fosse stato possibile assegnare anche la 389" di fanteria, la I O'' granatieri corazzati sarebbe stata destinata a riserva cli settore nella zona ad ovest del Rodano e la Feldherrnhalle lo sarebbe stato dietro alla 389" a nord di St. Raphael. Una terza d ivisione di fanteria, la 242", ebbe il compito di costituire r iserva per il tratto pirenaico. Ibidem, giorno 11 agosto 1943, pagg. 29 e 30.

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compreso il golfo di Fréjus; 389" divisione a difesa della costa tra questa località e la frontiera. La divisione Feldherrnhalle in riserva a nord di St. Raphael. Nel caso di indisponibilità della 389", ancora trattenuta nel nord della Francia, i corpi d'armata italiani sarebbero stati sostituiti rispettivamente dalla 356" divisione (settore del XXII CA; alla Piazza di Tolone avrebbe provveduto un battaglione del Brandenburg). La Feldherrnhalle avrebbe inglobato anche il reparto d'avanguardia della 7 J5" ed il resto della stessa divisione nella funzione di presidio ciel vecchio settore ciel I CA., sino alla frontiera franco-italiana.789 Questo il quadro dell'attuazione del piano «Achse» sulle coste francesi che rimase in vigore sino alla metà di agosto.

F La sostituzione della 4" Annata e le predisposizioni tedesche in conseguenza del provvedimento (piano «Siegfried») Complessivamente, nei primi giorni di agosto le predisposizioni per la messa in opera ciel piano «Achse» erano ancora lontane dalla completezza. Il braccio orientale della morsa tedesca stava ancora affluendo in Liguria e, dei reparti d'avanguardia che avrebbero dovuto bloccare da ovest gli accessi ai valichi, solo quello della Feldherrnhalle (gruppo <<Bittl>>) era in grado di intervenire a Mentone. Il gruppo «Stahmer», un robusto gruppo tattico della 71Y destinato ad analoga funzione al Moncenisio, era ancora in sosta ad ovest di Avignone, in territorio tedesco. Nella stessa zona si trovavano i grossi delle grandi unità alle quali i due reparti citati appartenevano . Pur avendo avviato a sol uzione il problema dell'afflusso in Italia del corpo d'armata che avrebbe potuto concorrere al blocco dell'eventuale rimpatrio «ostile» della 4" Armata, il problema tedesco restava quello di dover sostituire , nella migliore delle ipotesi, il XXII CA; e, nella peggiore, di tenersi in misura di immobilizzare tutte le forze italiane, sostituendole necessariamente da Tolone alla frontiera. Entrambe le necessità erano in

789 Ibidem. Il reparto di avanguardia della 715" fu poi quello che bloccò gli italiani che tentavano cli fuggire oltre il Varo.

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ogni caso esposte all'alea di uno sbarco alleato. 790 Questa era la situazione il 14 agosto, quando l'afflusso in Liguria delle divisioni dell'87° CA tedesco parve in fase cli conclusione; quel giorno, l'OKW diede signifi cativamente il via libera al rimpatrio della 4" Armata (piano «S iegfried») .791

l. Il problema tedesco: come adeguare le esigenze della difesa an.tisbarco all'atto della sostituzione delle forze italiane (piano Siegfried) Il pericolo derivante dal protrarsi della decisione italiana circa il ritiro delle divisioni del XX.Jl CA - La situazione sulla costa e in particolare a Tolone Come si sarà osservato, fino a quella data era convinzione dei comandi tedeschi che l'assunzione della responsabil ità difensiva avrebbe riguardato l'intero settore italiano. Ciò verosimilmente dipese dal fatto che tra i comandi supremi non c'era ancora accordo sull'entità del ritiro ital iano e probabilmente lo schieramento deciso dai tedeschi teneva conto delle dislocazioni effettive e del momento delle unità costiere italiane e non del loro concentramento alle dipendenze dei comandi di divisione costiera nel tratto Varo-frontiera. Secondo il capo cli SM del XXII CA, nel primo dei suoi ordini diramato per il rientro ciel XXII, (il 15.200 del 23 agosto) il comando d'Armata aveva infatti stabilito che il "XXII C.d.A. [ .. .dovesse essere] sostituito nel settore della Provenza dalla 223" divisione costiera, alla quale [avrebbero dovuto] essere ceduti unità e reparti costieri e da posizione" .792

°

79 Come si ved rà, il comando supremo tedesco avrebbe succes,sivamente disposto per un riordinamen to de lle forze che condusse anche al rientro del reparto di Brignoles, alla previsione di un celere afflusso della 242" divisione nel settore pirenaico e per un complesso rid isegno dell'organizzazione di comando. Diario storico del comando della 19" Annata (AO K I 9 ktb, già A. Gr. Fel ber), giorni 15 e 16 agosto pagg. 35-40. 791 Dell'accordo intervenuto tra i comandi supremi e del placet di OKW si ha notizia dal Diario dell'AOK 19 (già Arrneegruppe felber) in data 14 agosto 1943 . (Ktb. AOK 19, pag. 34). 792 Questa spiegazione è fornita dal col. M.antelli. Si ricorderà che il comando della 4" Armata aveva diramato due ordini successivi per il rientro del XXII CA (il 15.200 del 23 agosto) e il 15 .300 Ira il 28 ed il 3 1, col quale fu stabilito che le forze avvicendanti sarebbero state tedesche. Relazione del colonnello Mame/.li lv!ario, già capo di S.M. del XX!l C.d'A. , AUSSME 2121/i-V4/1, pagg. 15-21 . L'indisponibilità dei documenti che riferiscano sugli effettivi ordini del comando d ' Annata non consente una verifica.

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Che tuttavia possa trattarsi di un malinteso è provato dal fatto che il giorno 16 l'Ob .W. aveva però già trasmesso al comandante della 19a Armata (von Sodenstern) una precisazione dell 'OKW in base alla quale il Comando Supremo aveva stabilito di lasciare le sole due note divisioni costiere nel tratto compreso tra "Antibes ed ovest Monaco, sotto il comando di un corpo d'armata" . Caso mai una qualche conferma degli equivoci esistenti tra i comandi alleati, fossero voluti o non, sta nel fatto che i tedeschi ritenessero che il corpo d'armata italiano dovesse contare su "una ulteriore divisione come riserva [ . .. ] a disposizione clell'Ob .W." Il fatto era che, ancora il 19 agosto , il Comando Supremo non aveva deciso se concedere ai tedeschi la div.isione richiesta.793 Resta il fatto che queste diverse interpretazioni paiono testimonianza della confusione esistente in quel momento; imbarazzo, esitazione ed inquietudine cui contribuì l' improvviso allarme generale che, il 15 agosto , fu diramato per la possibilità di uno sbarco anglo-americano sulla costa mediterranea francese in corrispondenza delle zone intorno a Marsiglia e alle Bocche del Rodano . Ipotesi che provocò il rientro da Brignoles nel territorio della 19" Armata del reparto "Sturmgeschi.itze" e la predisposizione cli una complessa r.iarticolazione del dispositivo . In particolare fu previsto: lo spostamento dei reparti non schierati sulla costa della 356" divisione in corrispondenza della zona degli stagni a nord di Mars.iglia; l'avanzamento verso il Rodano della 71Y divisione al completo (zona Arles) con compiti di sicurezza; l'arretramento della Feldherrn.h.alle (FHH) in direzione delle Bocche del Rodano (Aiguesmortes) e l'affl usso della 10" SS neJl'area di lstres. Solo il

793 Diario storico del comando della 19" Annata (AOK 19 ktb.), giorno 16 agosto 1943, pag. 40. L(l SMRE il 19 agosto, con telegramma registrato presso il Comando Supremo come 11 /32920, chiese allo stesso comando se si potesse far luogo al rientro in patria delle unità per le quali non vi fosse contenzioso con l'alleato, atteso che da pa11e italiana si era d 'accordo con i tedeschi sulla necessità di lasciare in Provenza le due divisioni costiere, ma non si era deciso su una terza divisione (di fanteria) che l'OKW chiedeva. AUSSME DS SMRE 2 119 (I) - sn. In appendice. Qualche incomprensione dové restare in questa materia. Va registrato infatti il seguente fatto curioso. Presso il comando della 19" Armata si annotò nel diario che le divisioni costiere italiane sarebbero state poste alle dipendenze del XXU CA e non del I. Diario storico del comando dc li.a 19" Armata (AOK 19 ktb.), giorno 26 agosto 1943 , pag. 58. Anche se legato alla malintesa decisione di lasciare il XXII CA sino al IO settembre successivo, il fatto è indicativo ciel contrasto esistente tra i due comandi supremi.

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reparto d'avanguardia della FHH rimase al suo posto sul Varo . E solo nei giorni successivi l'allarme fu revocato.794 Ad ogni modo , il 19 agosto, il capo cli SMRE (Roatta) sollecitò il Comando Supremo a decidere per il rimpatrio "delle rimanenti unità [e cioè di quelle sul rientro delle quali non v'era disputa]" e dei servizi dell'Annata. Il giorno dopo , il generale Ambrosia sciolse la riserva, diramando l'ordine esecutivo, con l'autorizzazione ad iniziare subito i movimenti . La lettera ciel 20 agosto conteneva istruzioni per la salvaguardia di " persone non italiane" che avrebbero dovuto essere sgomberate in Italia sotto la protezione delle forze in ripiegamento . Perciò il comando d'Armata avrebbe dovuto conservare la giurisdizione nei territori occupati "almeno fino al 10 settembre" .795 Il 26 agosto, un telegramma dell'Ob.W. confermò al comando della 19" Armata tedesca (già Armeegruppe Felber) che sarebbero rimaste in Francia, alle dipendenze ciel comando del I CA, a sua volta agli ordini dell ' Ob.W., le divisioni costiere italiane 223a e 224a nel settore compreso tra il solco Varo-Tinea e il confine italo-francese.796 li giorno dopo, un ulteriore telescritto dell'Ob.W. stabilì .i tempi di tale avvicendamento , che avrebbe dovuto aver inizio il 29 agosto (giorno X) e completarsi entro due giorni. Al g iorno X+2 la situazione avrebbe dovuto essere la seguente: la 356;' avrebbe dovuto assumere la responsabilità del settore tenuto dalle divisioni Lupi e Taro e la 7 15" avrebbe avvicendato la 2• divisione celere EFTF da Cavalaire al Varo. Entrambe le divisioni tedesche sarebbero passate alle dipendenze del comando del XXII CA . Tuttavia , questo comando e in generale le uniti\

794

tbidem, giorno 15, 16 e 17 agosto 1943 , pagg. 35-44 . , Telegramma SMRE J 1/32920 del le 12,30 del 19 ago. 1943 e, in risposta lettera CS 1609 I/Op. in data 20 agosto, indirizzata anche ai ministeri degli Est.cri e dell'Interno, per i motivi legati alla protezione degl i Ebrei di cui s i riferisce nel testo . Di ciò, il comando della 4" Armata, incaricato dei necessari accord i con i tedeschi, non avrebbe dovuto far menzione. Il documento del CS precisava che oltre al comando del I CA con truppe e servizi e alle due divisioni costiere alle sue dipendenze, sarebbero restate a difesa di Tolone le forze della R. Marina. AUSSME 2119, cartella I. Solo alla vigilia dcli' Armistizio, il 6 settembre, con la Memoria 44 di cui si parlerà, si definì la necessità per tutte le unità della 4" Armata di ripiegare verso l' ltalia difendendone i confini contro i tedeschi. R. Cruccu. Le operazioni delle unità italiane nel seuembre - 0 110bre 1943, SME, Ufficio Storico, Roma, 1975. 796 Diario del comando del la 19" Armata (AOK 19 ktb.), giorno 26 agosto 1943, pag. 58. 795

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italiane ad ovest del fiume sarebbero state a quel punto sotto il comando della 19" Armata.797 Il fatto che doveva preoccupare il comando supremo germanico - per i motivi richiamati in precedenza e in particolare per il sospetto di un accordo segreto tra l' alleato e gli anglo-american i, in base al quale timore il possesso d.i Tolone sarebbe stato decisivo nel caso di un possibile sbarco - era che il nuovo ordinamento lasciava la Piazza Militare Marittima in mano italiana. Tanto più che i tedeschi sapevano di lavor.i di rafforzamento in corso a Tolone, e a maggior ragione per via ciel fatto che, nel frattempo, il capo di SM dell'armata italiana , ad evitare confusioni dovute alla fretta, stabilì che il giorno X (inizio delle sostituzioni) avrebbe dovuto essere il 30 agosto (e non il previsto 29) . Nonostante il parere contrario dell 'Ob.W., questi lavori dovettero essere interpretati dal comando supremo tedesco come la prova del «tradi mento>> italiano. Anche perché il col. Zimmermann ebbe cura cli porli in relazione con analoghi rafforzamenti in atto in corrispondenza dei valichi .798 Di modo che l'OKW stabilì che la sostituzione delle divisioni del XXII CA doveva essere portata a termine senza ulteriori benestare italiani, entro

797 Come noto per sostituire la Legnano, lo schieramento italiano era stato modifi cato in maniera eia estendere il settore cli entrambe le divisioni ricordate; di modo che la EFfF copriva ancora il settore Antibes (esclusa) - Cavalaire. ln relazione al piano così defini to, si verificava un riordinamento tattico delle forze tedesche. Il comando del IV corpo d' annata aereo (Luftwaffen Felclkorps) definitivamente sistemato a Montpellier, agli ordini del comando della 19" Armata, avrebbe assunto alle proprie dipendenze le divisioni di fanteria 326" e 338"; la 356" passava alle dirette dipendenze della 19;' Annata tedesca e invece la 7 15'' divisione sarebbe stata sotto il comando del XXII CA italiano. Inoltre, per scopi addestrativi, la Hl" divisione granatieri corazzati SS (SS Panzcgrenadiere, Pz.Gr.) si sarebbe spostata nella zona cli Lune! - Arles (esclusa) Tarascon - Quissac. La Felclhcrrnhalle, divisione dello stesso tipo ma dell'esercito, si sarebbe dislocata muovendo per ferrovia nell'area di Draguignan (nel territorio del I CA italiano). Tuttavia, i movimenti delle due divisioni avrebbero dovuto essere autorizzati eia Ob.W. Diario storico del comando della 19" Asmara (AOK 19), giorno 26 agosto 1943,J>agg. 61 -63. 79, Elementi di preoccupazione erano anche le misure inerenti il «piano di ritardo» e cioè della predisposizione del minarnento dei valichi di fron tiera, attuate dagli italiani. Vi si sommava il fatto che il comando della 4" Armata aveva confermato il suo accordo con il piano di avvicendamento , avvertendo però che mancava ancora l'avallo del Comando Supremo. Il 28 agosto, infaui , il solito col. Zimmermann orientò il comando dell' annata tedesca sulle misure di potenziamento dei sistemi difensivi che si stavano adottando da parte italiana a Tolone e in corrispondenza della frontiera. AOK 19 Kriegstagebuch, giorno 28 ago. 1943, pag. 64.

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lo stesso 28; alla 356a fu ordinato di impadronirsi contestualmente del porto e delle batterie cli Tolone.799 Dietro insistenze ciel comando OKW, l'Ob.W. si dispose comunque a prendere qualche precauzione. Il piano seguiva la predisposta pianificazione: lo stesso 28 agosto, il distaccamento esplorante della 356a, rinforzata con reparti del reggimento Brandenburg, avrebbe dovuto tenersi in misura di avanzare su Tolone, intervenendovi però solo su specifico ordine del comando Ob.W. Analogamente, il battaglione cannoni d'assalto cingolati (Sturmgeschiitze) della FHH, fatto nuovamente affluire a Brignoles, avrebbe dovuto prepararsi nascostamente per lo stesso intervento. 800 A giustificazione dell'eventmùe ingresso in Tolone, i comandanti avrebbero dovuto addurre il motivo della possibilità che gli anglo-americani approfittassero della crisi derivante dalle operazioni di sostituzione delle unità italiane in posto, operazioni di cui gli Al leati erano informati. Alle 16,45 vennero impartiti i preavvisi conseguenti, in base ai quali si sarebbe contestualmente predisposto il controllo dei ponti sul Varo ad opera cli scaglioni di sicurezza della divisione FHH, i quali, come si sa, erano già a piè d'opera. Le divisioni granatieri corazzati (10a SS e FHH) sarebbero rimaste in riserva, in misura di "presentarsi con tutte le unità mobili" in corrispondenza di eventuali teste di sbarco tra Tolone e Marsiglia; a dimostrazione ciel fatto che il comando cieli 'OKW restava invariabilmente assillato dall'eventualità cli uno sbarco.80 1 La sera del 28 agosto, quando ancora da paite italiana si esprimevano riserve sulla cessione cli Tolone alla 19a Armata, gli ''Sturmgeschiitze" entrarono nella Piazza, e i comandi tedeschi salvarono la faccia ponendo tali forze agli ordini dell'ammiraglio italiano. Atteggiamento conciliante suggerito probabilmente dalla necessità cli evitare ulteriori contrasti, ma

799 lbidem, giorno 28 ago. 1943, pagg. 64 e 65 . Secondo l'Ob.W. i lavori di irrobustirnento delle dife.se in corso a Tolone avevano lo scopo di migliorare l'organizzazione costiera, dopo la comunicazione del 26 che segnalava ancora la possibilità di. uno sbarco. Nulla giustificava secondo l'Ob.W. un' intenzione sleale da parte italiana. Ibidem, giorno 26 agosto 1943, pag. 59. Ed effettivamente l' ammiraglio italiano comandante dichiarò al comando Felber Io stesso 8 settembre che contava sul successo cieli' Asse. Ktb. AOK 19, giorno 8 settembre, pag. 13. soo Insieme verosimilmente al reggimento carri della stessa d.ivisione. 801 AOK 19 Ktb., giorno 28 ago. 1943, pagg. 68 e 69. Le predisposizioni furono prese anche se, nel frattempo, da parte del comando 4" Armata era giunta la conforma dell 'accettazione del giorno 29 quale giorno X. Pare che il pretesto dello sbarco fosse staro suggerito dallo stesso Hitler. Ibidem, giorno 28 agosto I 943, pagg. 67 e 68. Il timore tedesco doveva però essere reale, come si vedrà appena più avanti.

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che lasciava inalterata ai comandanti tedeschi la possibilit~t di compo1tarsi secondo le evenienze. Per rafforzare il controllo cli Tolone, l'Ob.W. ordinò infatti cli anticipare di 24 ore il movimento ferroviario della 71Y divisione per il suo schieramento tra Cavalaire (Cap Larclier) e il solco ciel Varo; disposizione poi effettivamente attuata a partire dal giorno successivo. Anche se si può supporre che tale anticipo si ripromettesse lo scopo di accelerare le previste sostituzioni e superare quella che sembrava un'interessata flemma italiana, pare che i tedeschi temessero soprattutto la possibilit~t che gli Alleati, forse con l'inteUigenza cli Roma, sfruttassero la fase clell'avvicenclamento per attuare uno sbarco, e che conseguentemente le forze tedesche potessero rimanere rinserrate fra le truppe italiane in ripiegamento e quelle anglo-americane sbarcate. Il comando dell'annata tedesca comunicò esplicitamente ai comandi dipendenti che il "nemico [eraJ informato dell'avvicendamento" e che Tolone ed il settore della 356" divisione (schierata alla destra della Lupi), erano particolarmente a rischio.802 Fu perciò che, secondo i piani, il giorno dopo la 356" estese il suo settore verso levante inglobando quello della divisione Lupi, ormai in ripiegamento, e disponendosi a cavaliere di Tolone eia Six Fours a La Valette con tre gruppi tattici di battaglione, uno dei quali rinforzato con il reparto "Sturmgeschtitze" della FHH. Con ciò la divisione tedesca ebbe alla sua sinistra la Taro, la quale, come noto, stava disponendosi all'abbandono delle posizioni costiere ad est della Piazza marittima. 803 ln sintesi, sino alla fine di agosto, per il timore di uno sbarco alleato, da parte tedesca si favorì la prioritaria necessità dì conservare forte la difesa costiera, tanto da accettare che entrambe le divisioni interessate ali' a vvicenclamento nel settore italiano (715a e 356") fossero poste alle dipendenze rispettive del comando del I e ciel XXII CA e che a Tolone restasse in comando l'ammiraglio Matteucci.804 Atteggiamento che tuttavia conservava intatta ai comandi tedeschi la possibilità cli cli condurre il progetto principale, quello previsto dai piani «Alarico» ed «Achse».

2. La situazione in corrispondenza dei valichi settentrionali (settore Pusieria)

802 Ibidem, giorno 28 ago. 1943, pag. 68. 803 Ibidem, giorni 28, 29, 30 e 31 ago. 1943, pagg. 68-82. 804 Ibidem.

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In questo quadro, alcuni segni di temute predisposizioni potenzialmente ostili da parte italiana si verificarono la stessa sera del 28 agosto. L' Ob.W. ebbe conferma cli interruzioni stradali e ferroviarie predisposte dalle truppe GaF ai valichi cui era interessato . Con la spietatezza che contraddisti ngueva i comandi tedeschi d i fronte ad ostacoli imbarazzanti, l' Ob.W. incaricò dell'accertamento il comandante cli un nuovo gruppo tattico di avanguardia (gruppo «Mi.i nch»), il quale, in testa alla 157" divisione cui apparteneva, stava avvicinandosi al Moncenisio. Il comandante avrebbe dovuto cercare di dissuadere le truppe italiane dall'attivazione delle cariche e, in caso contrario, di averne ragione. Analoghi ordini vennero impartiti al comandante del gruppo di sicurezza della Felherrnhalle, dislocato ai ponti sul Varo. Le proteste eia parte del comando della 4" Armata che tali iniziative dovettero impone un chiarimento a più al to livello, in seguito al quale da parte italiana non si procedette oltre alla predisposizione delle cariche e da patte tedesca il gruppo «Mi.inch» arretrò alquanto .805 La situazione di tens ione creatasi a Moclane, con l'afflusso di una nuova divisione tedesca, la 1573, la quale anelò disponendosi "a cavallo delle direttrici del P. S. Bernardo, ciel Moncenisio e del Monginevro, fra le [ ... ] truppe [della Pusteria] e le Alpi" , fece in sostanza il paio con quella prodottasi in precedenza, specie con la presenza del gruppo d'avanguardia della Feldherrnhalle in grado cli intervenire a .Mentone; con analoghe incertezze negli atteggiamenti degli Stati .Maggiori.806

805 Ibidem, giorno 28 e 29 agosto 1943, pagg. 68-70 . Il gruppo di sicurezza del Moncenisio, detto Mlinch, dal nome del suo comandante, apparteneva alla 157• div isione tedesca destinata a sostituire la Pusteria e si era nel frattempo dislocato in una zona che controllava gli accessi al valico ciel Moncenisio, affermando che la sua iniziativa derivava da pretesi ma pare inesistenti accordi tra comandi supremi e cercando cli portare a termine la sua missione. ll gruppo di avanguardia Mii nch sostituì in pratica quello della 715", il quale a sua volta non aveva ancora potulo muoversi dalla zona di Avignone per non destare sospetti. Le proteste del capo cli SM della 4" Armata sono riportate nel diario tedesco (AOK 19 Ktb.), a pagina 69 (giorno 28 agosto). 806 Il generale Trabucchi sostenne infatti che: " quanto avvenne nella prima settimana di agosto [tentativo tedesco di far passare le divisioni dirette in Liguria attraverso il territorio della 4" Armata, senza accordi con il suo comando] si ripeté successivamente per altre richieste tedesche dirette all ' occupazione cli [ .. . ]questo o quel nodo cli c<mrnnicazioni. Le autorizzazioni provenienti da Roma dopo il rifiuto del comando d ' armata posero questo in concli;r.ioni di d isagio rispetto alla missione tedesca che aveva buon gioco a ril.e vare l' os tilità o quanto meno l' incomprens ione ciel comando periferico "Relazione del generale 'frabucchi, già capo di SM del comando 4"Armata alla CommissioHe d'inchiesta per gli avvenimenti del giorno 8 seuem.bre AUSSME 212 1/A/bis, pag. 5.

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Proprio questa situazione di debolezza del comando d' Armata, in uno con la sottile d isposizione tedesca in base alla quale le truppe in afflusso fossero sotto controllo tattico dei comandi italiani, e con la necessità di consentire ai comandanti tedeschi la scelta delle posizioni da essi stessi giudicate util i, fu responsabile cli un progressivo incontrollato afflusso di truppe tedesche anche nel settore della Pusteria. Il comandante deJla d ivisione, generale de Castiglioni, passando dal Moncenisio per recarsi a Roma il 6 settembre, poté rendersi conto della situazione descritta: nonostante che sul passo si trovasse già una " compagnia alpina inviatavi per ordine dell'Armata in anticipo del battaglione alpino previstovi", un reparto contraereo tedesco si era dislocato proprio in corrispondenza del valico , pare senza autorizzazione; esso era posto "in misura di sbarrare la rotabile: la presenza poi di un suo distaccamento a Modane mirava all'eventualità di un colpo cli mano sulla stazione e l'ingresso della galleria ferroviaria" . Quel reparto rappresentava una delle componenti e.lei gruppo cli sicurezza «Miinch» .807

G. Cli avvenimenti dell' 8 settembre secondo le versioni degli exalleati - Le decisioni del comando della 4° Armata e le operazioni di disarmo condotte dalla 19" Armata tedesca Gli avvenimenti clell'8 settembre sono stati ampiamente ill ustrati in opere numerose e dettagliati saggi . Nonostante ciò, si ritiene opportuna una breve sintesi degli avvenimenti conseguenti all'armistizio. In parte, questa esigenza sembra giustificata dal seguire fino in fondo il clestim?

807 Relazione dell ' attiv ità svolta dal generale cli divisione Maurizio Lazzaro de Castiglioni, comandante della 5" div isione alpina "Pusteria" nel periodo dell'armistizio (6-12 sette mbre 1943) ... AUSSME 2121/A/5/, pagg. 3 e 5. Già con il passaggio della 94• per la Liguria, si era verificato un afflusso esorbitante di reparti d i vario genere, destinati garantire la sicurezza terrestre e contraerea, o incaricati della fluidità dei movimenti, ovvero ancora deputati alla regolarità delle co municazioni. Un complesso di supporti praticamente sconosciuti agli osservatori italiani cui le un ità in trans ito parvero, e come visto effettivamente furono, usurpatori prepotenti . Ma per ridurli alla ragione, i comandi italiani avevano assai pochi stru menti, essendo il passaggio e la stessa prolungata presenza tedesca dovuta all'inevitabile scaglionamento dei reparti in mov imento o in sosta; inoltre, come si vide, spesso i tedeschi vantavano accordi tra comand i supremi che forse erano reali, ma che giungevano ai comandi italiani con ritardo.

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di un'Armata che non trovò impiego in combattimento se non nei giorni dell'armistizio; in parte per osservare gli avvenimenti dall'inedito punto cli vista dell'annata tedesca limitrofa attraverso i suoi diari.808 Con la <<Memoria 44» - giunta al comando della 4a Armata, pare accertato, la sera ciel 3 settembre - si confermava il mantenimento del1' occupazione sino al corso del Varo, ma si disponevano misure cautelative nei confronti delle unità tedesche, spinte ove possibile , secondo il capo cli SM dell' Armata, finanche alla loro eliminazione. In particolare, si ordinava di:

"raccogliere la Divisione Pusteria e successivamente la Taro nelle valli Roja e Vermenagna,fronte ad ovest per [essere in grado di] interrompere le vie di comunicazione della Cornice [ .. .]; agire, specie sui fianchi, contro truppe germaniche in movimento od in sosta in quelle wne. (. . .]; impiegare il 20° raggruppamento sciatori ai colli Moncenisio, del Monginevro e a Bardonecchia per sbarrare i valichi ed interrompere la ferrovia del Fr~jus". Per evitarne l'incapsulamento, visto che le forze tedesche erano ormai disposte tra Savona e Spezia, si giudicò opportuno di recuperare quanto possibile delle forze del XV CA, le quali avrebbero dovuto convergere verso ovest nella zona cli Imperia per tentare di realizzare, secondo gli ordini dell'Armata, il congiungimento con le rimanenti forze clell' Armata ripieganti da est.809

808 Sulle vicende mi.li tari della 4" Armata si leggano: R . Crucco, Le operazi<mi delle unità italiane nel settemhre-onobre 1943, SME , Ufficio Storico, Roma, 1975; M. Torsiello, Le operazioni delle unità italiane nel setlembre-ottobre 1943, SME, Ufficio Storico, Roma, 1976; A. Trabucchi, / vinti hanno sempre torto , De Silva, Torino, 1946. Sugli aspetti generali della questione, specie per guanto riguarda il dissolvimento della 4" Armata, si leggano i saggi apparsi nella raccolta dei documenti del convegno tenutosi a Cuneo il 3 e 4 novembre 1976 contenuti nel volume La 4" Armata e l'armis1izio, in 8 seuembre, lo sfacelo della IV Armata, Istituto storico della Resistenza in Piemonte)>, Book Store, Torino, 1979. Ed inoltre, S. Barba, la Resis1enza dei militari italiani in Francia, Commissione per lo studio della Resistenza dei militari italian.i all 'estero, Rivista mi litare, Roma, 1995. 809 M. Torsiello, Le operazioni delle unità italiane .. .cit., pag. 146. Durante il progressivo rimpatri.o dei reggimenti e delle truppe della Posteria, solo il 20° sciatori era rimasto in posto, schierato molto a nord. li generale Trabucchi, nella sua Relazione del generale ..., &ià capo di SM del comando 4°!\rmata alla Commissione d'inchiesla per ili avvenimenti è!el giorno 8 settembre cit., sostiene che la direttiva 44/0p. fosse giunta il 5 o 6 settembre (probabilmente confondendola con la Memoria 45/0p. in data 6 settembre,

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Nonostante tutto, le misure predisposte partivano dal presupposto di un'aggressione tedesca, e, a parte le singole sensazioni e le aspirazioni di molti, nulla faceva ritenere già firmato l'armistiz io , il quale, annunciato la sera dell '8 settembre, colse di sorpresa tutti i comandi. Per comprendere la sensazione di assenza di ordini che pare aver caratterizzato quei momenti, e, successivamente, il prevalere delle azioni tedesche, occone tener presenti alcuni fatti. Fra gli elementi che caratterizzarono quelle difficili circostanze emerge quello legato al sistema di comando. Esso non presentava più l'organicità che lo caratterizzava sino a qualche giorno prima. Né gli ordini del comando d' Armata trovavano un effettiva demoltiplicazione attraverso l'organizzazione dei corpi d'armata e delle divisioni. Fenomeno che deve attribuirsi al movimento di queste, e al fatto che quelle condividevano ormai con i comandi tedeschi le reti di comunicazione esistenti. Circostanza che, al momento oppo1tuno, pose in grado i tedeschi di interrompere con la forza la connessione delle reti dei comandi italiani . Vi concorse peraltro l'incertezza sulle intenzioni dei tedeschi, il ritardo, l'indecisione e le contraddizioni nei provvedimenti, la forse voluta lentezza delle operazioni di avvicendamento. Infine, aspetto non secondario fu il fatto che comandi e truppe italiani si trovavano in pratica circondate o pressate eia vicino da patte di unità tedesche o addirittura frammischiate ad esse, con le unità frazionate e in marcia isolata: ad un certo momento, tutto il fronte cieli' Armata fu in movimento. 8 IO Per esempio, nel settore del I CA, la sera dell'8 settembre il comando della 223a costiera, un comando di reggimento costiero e due battagl ioni alpini costieri si trovavano ancora ad ovest del Varo tra Cannes, Cagnes e Golfo di Juan, nel territorio da cedere ai tedeschi . In particolare i battaglioni ''cedute da alcuni giorni le loro opere difensive ai tede-

memoria che tuttavia completava le disposizioni precedenti definendo aspetti di dettaglio) e che la direttiva stessa "ignorando r...l la situazione [della 4''A.nnata], suggeriva alcuni provvedimenti piuttosto semplicistici, come quello di far fuori qui e lì le forze tedesche". AUSSl.vlE 2121/A/bis, pag.7. Circa le predisposizioni nel settore del XV CA, si veda: Relazione del generale Emilio Bancale, co111andan1e del XV corpo d'armata .... cit. AUSSME, 2121/A/3/I, pag. 9. 8 10 In tale condizione s i trovò soprattutto il XXII CA, non solo perché le sue div isioni erano tutte in marcia, ma anche perché, come si ricorderà, doveva restare al comando del settore sino alla mezzanotte del 9 settembre. Pare che la lentezza nelle operazioni cli avvicendamento rispondesse ad un "desiderio" espresso dal comando d'Armata. Testimonianza del comandante della Taro, in Situazione della divisione Taro ai prim.i di seuembre 1943. AUSSME 2121/A/J/3.

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schi, si erano ritirati in retrostanti alloggiamenti sparsi e provvisori coi materiali e parte delle armi imballati per il prossimo trasferimento" . Secondo la relazione del capo di SM del comando del XXTT CA, delle due divisioni in movimento, la Lupi , che aveva iniziato a muovere il 3 settembre, aveva ancora qualche unità in attesa di imbarco ferroviario. La Taro si stava raccogliendo dal 28 agosto in una zona immediatamente arretrata rispetto al precedente schieramento costiero, sita lungo l'asse stradale che sì sviluppa ai piedi nord occidentali dei Mauri (Maures) . Le operazioni di sganciamento erano iniziate il 30 agosto; la sera del 7 settembre , i reparti tedeschi:

"presidia[vajno i setlori costieri; [. ..avevano . . .] preso possesso e gesti[va]no l'intera rete dei collegamenti; [ ...disponevano ancora dello J schieramento di artiglieria (d'Armata, di Cmpo d'Armata e divisionale [quasi tutte quelle della Taro]) ; controlla[vajno direttamente i battaglioni costieri italiani [ ...] in attesa di ordini di movimento". 811 Ne derivò che 1' 8 settembre, le forze italiane, impegnate nei preparativi anzidetti, disseminate e frazionate, risultarono incapsulate da un considerevole complesso di forze tedesco dotato dì carri , armi controcarro e contraeree, equipaggiamenti radioelettrici e che disponeva ciel completo dominio ciel cielo; il quale dispositivo sbarrava la zona arretrata con 2-3 battaglioni carri o cacciacarri (a Roquebrusanne) ed impediva al corpo d'armata italiano la comunicazione e il collegamento con le altre forze italiane di schieramenti contigui, sia in Tolone, sia verso oriente. Circostanza che, insieme al controllo eia parte tedesca della rete dei collegamenti, che, come visto, conseguiva dal fatto stesso ciel passaggio cli consegne, paralizzò ogni iniziativa italiana.812

811 Un certo rallentamento nel ritiro delle ultime unità della Taro si era avuto a seguito della diramazione dello stato d'allarme antisbarco giunto dalle autorità superiori il 1° settembre e per le operazioni di recupero e spedizione di materiali residui, gi udicati tu ttora uti li in patria. Relazione del colonnello Mantelli Mario, già capo di S .M. del XX!l C.d'A ., AUSSME 2121/A/4/1, pagg.24-26. 8 12 Il pomeriggio dell'8 settembre era stato del tutto normale. Presso il comando d'Armata si era trattato della nuova dislocazione che il XX.I l CA avrebbe assunto dopo il definitivo ritiro. Verso le 20 giunse invece al comando del corpo d'armata una lettera allarmante, la 16152/0 p. del comando dell'Armata in data 7 settembre all'oggetto "segnalazioni di disposizioni che sarebbero impartite a reparti germanici". Relazione del colonnello Mantelli Mario, già capo di S.M. del XXII C .d'A.,AUSS.M E 212 l/A/4/I, pagg. 28 e seguenti. Secondo il col. Mantelli fra le cause dell'impossibilità cli reagire vi

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1. La Memoria 45/0p . e gli ordini dell'Armata Lo scenario descritto non offriva molte opportunità di difesa, a meno che, come alcuni comandanti della 4" Armata sperarono, non fosse realmente prossimo quello sbarco alleato che tante preoccupazioni aveva creato in precedenza. Il comando dell ' Armata, che nel frattempo si era trasferito a St. Jean di Sospel, lasciando a t\'1entone la delegazione tedesca di collegamento e pochi altri organismi, giudicò impossibile attuare pienamente le clirettjve contenute nella ricordata Memor.ia 45/0p. Nell'attesa di poterne dare attuazione "a trasferimento in corso ultimato, quando[ ... ] le grandi unità in movimento [si fossero] ricostitu ite l ... )", il comandante d'Armata, in una riunione del 6 settembre con gli alti comandanti , "insistette sulla necessità di sorvegliare costantemente i tedeschi per non esser sorpresi dall' eventuale loro insidia". Non ci fu dunque un vero disegno operativo. All ' annunc.io dell'armistizio , si intervenne cercando di recuperare le truppe superstiti concentrandole nella zona di Tenda-Cuneo. Di conseguenza, sulla base delle informazioni che davano sopraffatte e in disgregazione le truppe oltre Varo e quelle disposte tra Spezia e Savona e del prevedibile rapido sopraggiungere di truppe tedesche "in movimento lungo il litorale per congiungersi nella zona centrale di Mentone - Sospello [ ... ]", si decise di costituire, con le forze residue, due dispositivi cli arresto , uno con fro nte ad ovest e l' altro ad est, nel tentativo di conservare il transito attraverso i passi della Val Tanaro (acl oriente) e della Valle del Roia ad occjdente, unici lasciati liberi dalla pressione tedesca. Il comando cieli' Armata ordinò conseguentemente al comandante della 20 I" costiera/XV CA (Gazzale) cli "guardare i contrafforti tra Imperia e Sanremo , fronte alle colonne tedesche" con le forze residue, al fine di conservare la libera disponibilità dei passi cli San Bartolomeo (o San Bernardo) e del Col d i Nava, attraverso i quali successivamente dette forze sarebbero ripiegate per concentrarsi a Cuneo . Diede ordini al

fu anche il fatto che in precedenza le truppe erano state sensibilizzate a rafforzare i vincoli cli cameratismo con l'alleato, probabilmente dopo i momenti drammatici proclottis.i a seguito ciel passaggio di div isioni tedesche attraverso il dispositivo ital iano . Non era possibile cambiare " in brevi istanti [.. . I orientamenti,[ ... ) senti mento [ ... e) la stessa fiducia" dei soldati . Ibidem, pag. 29.

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comandante della Piazza cli Nizza, generale Badino Rossi , perché assumesse il comando della "linea Authion - Testa ciel Cane" (Tète du chien, prospiciente la Cornice alta tra Mentone e Nizza), comprendendovi il Col de Castillon (a sud di Sospello), per evitare che reparti tedeschi motorizzati provenienti da ovest, giungessero a Breglio per il Col de Braus, prima che le truppe italiane in ritirata fossero completamente sfilate eia quella località; che il 7° alpini ed il gruppo cli artiglieria Belluno - entrambi della Pusteria, ma ceduti come si ricorderà al I CA - ritardassero la possibile progressione tedesca lungo la litoranea, brillando le interruzioni e tenendosi in misura di sfilare lungo la valle della Roia. La divisione Pusteria (meno il 7° alpi ni) e il 20° raggruppamento sciatori avrebbero continuato a difendere i passi alpini (Monginevro e Moncenisio) assieme al dispositivo della GaF.813 Quando, nel pomeriggio del 9, il comando cl' Armata si trasferì a Caraglio, con l'intenzione di riprendere successivamente a funzionare da Cuneo, la situazione "anche per quanto concerneva il retrote1i-a" era già compromessa. Si venne a sapere che i tedeschi erano già in movimento per "Alessandria e verso Alba - Bra". JJ g iorno dopo, il comandante della Posteria apprese dal comandante della zona territoriale di Cuneo che a Milano e a Torino erano già state stipulate intese con comandi tedeschi, ad evitare spargimenti di sangue.814 Al comando cl' Armata non rimase che tentare di costituire un ridotto alpino appoggiato alle testate delle valli alpine più difficili. Le alternative erano due: addossare la difesa:

"alle valli chiuse della Maraita e della Maira: per tale compito

813 Generale Trabucchi, già capo di SM della 4• Armata: Memoria. sulle condizioni della 4° Armata alla della dell'8 se11embre,AUSSME 2121 /A/l/2, pagg. 8 e 9. Il 7° alpin i distaccò

effettivamente un battaglione al Col de Braus col compito di presidiarlo finché le ultime trnppe non fossero defluite; un reparto minato1i del genio avrebbe brillato le interrnzioni della Val Roia e del Col de Braus subito dopo. Relazione dell'a11ivi1à svolla dal generale di divisione

Mauri.zio I..azzaro de Castiglioni, c011umtlante della 5" divisione alpina "Pusteria" nel periodo de/L'armistizio (6-/2 seuembre 1943) ... AUSSME 2121/iV5/, pagg. I I e 12. 814 Generale Trabucchi, Memoria sulle condizioni della 4" Armata .. .citata, pag. 6. Relazione dell'attività svolta dal generale di divisione Maurizio Lazzaro de Castiglioni , comandante della 5" divisione alpina "Pusteria" nel periodo dell'armistizio (6-12.9. I943), AUSS!v1E 2121/A/5/, pag. 12. Si ricorderà peraltro che truppe gemrnniche provenienti dal Brennero erano già in sosta a portata di mano cli Milano. Inoltre, i Tedeschi entrarono «pacificamente» in Torino il pomeriggio del IO settembre, ma il 9 erano già nelle vicinanze. A.. Trabucchi, I vinti hanno sempre Iorio, De Silva, Torino, 1946, pag. 68.

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occorreva portare dalla zona di Torino la 2a divisione celere;[ .. .] ovvero costituire a ridotto difensivo [la] valle della Dora [Riparia] . In quel pomeriggio [del 9 settembre] la seconda soluzione parve la più favorevole in quanto si argomentò che i tedeschi - nella previsione di sbarchi anglo-americani nel litorale ligure - si sarebbero preoccupati piuttosto del retroterra immediato che delle zone interne". Ma in Val Susa ormai le forze tedesche avevano sopraffatto l' 11 ° alpini Pusteria, cli modo che si ripiegò sulla soluzione delle valli chiuse del cuneese e per tale scopo il comando dell' Armata riuscì a recuperare da Torino quasi tutta la 2a celere, la quale la sera del 10 giungeva tra Dronero e Caraglio per il tentativo appena descritto. Peraltro , la seconda soluzione presentava il vantaggio cli agevolare il recupero delle forze in ripiegamento dalla costa francese e ligure, accorciandone gli itinerari e consentiva una più agevole diretta azione di comanclo .815 Frattanto, nella zona di Tenda, al comando del generale de Castiglioni, si stava organizzando con le forze disponibili un abbozzo cli difesa, basato ancora una volta sull'esistente sistema difensivo della GaF, rinforzato da pochi elementi della 224a divisione costiera e dal 7° alpini. Sul fronte sud, le poche unità della 201 a divisione costiera (XV CA) in ripiegamento dalla costa, dopo aver arrestato gli inseguitori con un combattimento sostenuto ad Ormea, giunsero a Tenda, la mattina dell' 11, percorrendo la strada militare del passo di Tanarello. li complesso difensivo si presenta a questo punto articolato in due sistemi: quello delle valli chiuse cuneesi, affidato alla divisione celere, e quello ciel Tenda ove la struttura della difesa, imperni.ata come detto sulla preesistente organizzazione deJla GaF, venne modificata per realizzare, con fronte ad ovest, un semicerchio difensivo da sud a nord, proteggendo le spalle del dispositivo a mezzo cli posti di osservazione e allarme in direzione di Dronero.816 La sera dell' 11 quasi tutti i capoluoghi di provincia e le più importanti

8 15 Genera.le Trabucchi, Memoria

sulle condizioni della 4" Annata .. .citata, pagg. 9 e I O. tra l'altro il complesso provvedimento del rovesciamento verso nord del fronte della stretta di Tenda che s i sviluppava "in corrispondenza della displuviate del colle omonimo, già predisposta come seconda linea difens iva verso sud". Tale sistemazione si riprometteva di realizzare un arco difensivo continuo. Rinaldo Cruccu , La 4"Armctta e l'armistiz io , in 8 seflembre, lo sfacelo della IV Armata, Istituto storico della Resistenza in Piemonte», Book Store , Torino, 1979, pagg.83-86. 8 16 F u disposto

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città piemontesi erano stati occupati e la 4a Am1ata o meglio l'ombra della grande unità che aveva occupato Provenza e Savoia, era ridotta ad un complesso disarticolato e senza speranza: continuavano le defezioni, che avevano impedito il successo dell'azione in Val Roia; la divisione celere non aveva più foraggi , né carburante; si immaginava, non a torto, che il sistema di copertura GaF si stesse dissolvendo. Solo a nord, isolati, elementi del 20° sciatori erano efficienti. Ma era evidente la loro separazione da un eventuale fulcro difensivo basato ancora sul ridotto cuneese, di cui, nondimeno, i tedeschi, sin dalla sera del 10, avevano iniziato l'attacco, costringendo la difesa ad arretrare sulle posizioni fo11i di S. Dalmazzo di Tenda.817 In definitiva, il progressivo disfacimento dei reparti e l'efficacia dell'azione tedesca resero impraticabile qualsiasi soluzione di resistenza militare organizzata ed indussero il comandante dell'Armata, la sera cieli ' 11 settembre, a sciogliere comando e le superstiti unità dipendenti e a liberare dal giuramento di fedeltà i suoi uomini .81 8 Secondo Trabucchi, scopo dello scioglimento fu quello di "porre i tedeschi cli fronte a qualcosa cli impalpabile, di inafferrabile", volendosi con ciò forse invitare i superstiti alla lotta clandestina, invito che tuttavia non fu esplicito né efficace, anche se tale fu la scelta effettivamente adottata dallo stesso capo di SM clell' Armata.819

2. Gli avvenimenti visti dalla parte tedesca - La situazione delle

unità tedesche alla vigilia del!' 8 settembre La situazione degli schieramenti tedeschi alla vigilia dell'armistizio italiano era la seguente . Sulla costa, la 356a aveva quasi completato Io schieramento a cavaliere di Tolone lrn Banclol e Cavalaire (Cap Lardier); alcune sue unità corazzate rinforzavano gli approdi della Piazza Militare Marittima

' 8 17

Generale Trabucchi, Memoria sulle condizioni della 4" Armata ....citata, pag. 86. Quel giorno, (la sera dell' Jl) l'Armata contava ancora sul proprio stato maggiore su c lementi de l XV CA con il comandante, generale Bancale, i reparti misti (alpini e resti del I CA) della di fesa della zona cli Tenda, le truppe GaF delle valli cuneesi e della 2" celere. Generale Mario Vercellino Relazione sul mio operato dalla sera del/ '8 settembre /943 a tulio aprile 1945. AUSSME 2 I2 1/A/I/J , pag. 11. 819 Relazione ciel generale Trabucchi , già capo di SM del comando 4" Annata alla Commissione d'inchiesta per g li avvenimenti de l giorno 8 settembre cit., AUSSME 2 121/A/bis, pag.11. La dec isione de l comandante dell'Armata valse al gene rale Vercellino un processo celebratosi nel dopoguerra . 8 18

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agli ordini del comando italiano della stessa. Repatti corazzati (il reparto di cannoni d'assalto della divisione e probabilmente il reggimento cmTi della FHH) si trovavano nella zona della Roquebrussanne a salvaguardia dei rovesci della Piazza di Tolone. Lo affiancava, come si vedrà meglio innanzi, un reggimento di fanteria della 356'\ posto in posizione arretrata e dietro alla zona cli raccolta della Taro (Cuers, Puget - Ville, Collobrières). La 715'1 stava completando l'afflusso in treno dalla periferia nord-occidentale cli Avignone al settore di nuova assegnazione sito tra Cavalaire ed il Varo. Il 2 settembre, 19 dei 25 treni necessari al suo spostamento, attuato per ferrovia per evitare ulteriori contrasti con gli italiani, erano giunti in zona. Solo nel settore della Pusteria, l'avvicendamento era in ritardo, dato che il comando italiano aveva stabilito che la sostituzione della grande unità alpina con la 157a divisione tedesca, cui era stato ordinato cli sostare intorno a Grenoble, avrebbe dovuto iniziare non prima del 7 settembre.820 Quanto alla dislocazione delle riserve, la situazione era ancora in divenire. TI comando tedesco il giorno 3 settembre aveva ordinato cli schierare a Draguignan , dietro il I CA italiano, i reparti carri e controcarri della divisione granatieri corazzati Felclherrhalle (FHH) , con il compito di " costituire riserva per il contrattacco, dato che il movimento italiano richieder va] tempo". 11 grosso delle forze della divisione granatieri corazzati restò tuttavia raccolto nella zona cli Nìmes, anche dopo l '8 settembre, sempre in prospettiva di un suo impiego antisbarco.821

820 DS

del comando del.la 19" Annata (Ktb.AOKl9) giomi 1, 2 e 3 settembre, pagg. 2,4, 6. dislocazione a Draguignan d.i reparti carri della Fcldhem1halle risali va al 26 agosto Diario storico del comando della 19" Armata, giorno 26 agosto 1943, pagg.6 163 . .Il trattenimento della Feldherrnhalle nella zona di Nìmes dipendeva dal la necessità di disporre di una forte riserva nella zona delle Bocche del Rodano. Anche se, al fine di agevolarne l'addestramento, la lO"SS si trovava dislocata nella zona di"( ... ) Gardanne - Aix - Mallemorte [ ... ), l'Ob.W. intendeva impiegarla, come visto, per le esigenze cli contrattacco della l" Armata (settore pirenaico). Diario storico del comando della I9" Armata, giorno 3 settembre, pag.6. Ibidem, giorni 3-7 settembre, pagg.6-9, passim. La situazione descritta conferma la valutazione del comando del XXII CA. Si veda in proposito .la cartina della fine di agosto. La decisione di orientare la IO" SS all'intervento sul fronte della l'' A..rmata tedesca fu imposta da notizie frequenti che all udevano a possibili sbarchi alleati sulla penisola iberica. Circost:inza per la quale, proprio 1'8 settembre, l' Ob.W. decise di ordinare in tale evenienza l'alluazione del piano Niirnberg (Norimberga) il quale prevedeva il rafforzamento delle difese pirenaiche. Ktb. AOK I9, giorno 8 settembre, pag. 11. Non vengono considerate le dislocazioni di altre grandi unità perché non interessanti l'esame. Basti tuttavia accennare all 'esistenza alle dipendenze della 19" Annata cli due ulteriori corpi d'annata tedeschi, il già incontrato IV Luftwaffe Felclekorps e il LXVI delle forze. di riserva. Entrambi erano tuttavia orientati all'attuazione del piano Norimberga . Ibidem, giorno 8 settembre 1943, pag.11 . 82 1 La

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Queste circostanze paiono mettere in risalto come la situazione tattica delle forze tedesche non fosse particolarmente soverchiante: la massa delle forze era schierata sulla costa e impegnata nel non facile compito di impratichirsi dei pezzi di preda bellica, delle posizioni e delle ipotesi di difesa; la massima parte delle forze di reazione era orientata al contrasto di possibili sbarchi in Provenza e nella penisola iberica.822 Tuttavia, un reggimento della 356" (1'869° fanteria) si trovò utilmente dietro le posizioni del I CA e alle spalle della base di rimpatrio della Taro: era uno dei due che il comando della 356a divisione aveva inviato "ad un periodo di istruzione" .823 Tranne il Vorausabteilung della FHH , che si trovava nella zona di Nizza, nessun altro reparto era 111 posizione per bloccare i valichi.

3. La capitolazione italiana e i primi provvedimenti presi dai tedeschi in Francia Il comando dell'annata tedesca apprese la capitolazione italiana da una trasmissione di radio Londra alle 18,30 dell'8 settembre e ne ebbe la conferma alle 19, 45 da un comunicato del maresciallo Badoglio:

"per l'armata [ 19°}, già preparata al crollo dell'Italia, le notizie [dell'armistizio] giunsero prevedibili. Caso mai, la sorpresa [ci fu] per il fatto che ancora [quel giorno J l'ammiraglio [italianoJ di Tolone [nel corso della visita resa lo stesso 8 settembre al comando dell'armata tedesca] dimostrò fiducia nella vittoria, [e perché] l'Armata pensava che prima di capitolare gli Italiani avrebbero tentato di far rientrare le truppe in Italia, anche perché l'avvicendamento delle divisioni del I e del XXII corpo era ormai quasi concluso. [Tìtttavia] per il modo di lavorare dei comandi italiani e per i ritardi, ciò [ormaiJ non. era più possibile". Il comando della 19" Armata rilevava tuttavia come .la posizione delle truppe italiane avvicendate , con:

822

La notte sul 9 settembre, tutta la difesa costiera fu in «allarme rinforzato», per timore di sbarchi. Ktb. AOK 19, giorno 9 settembre, ore 0 ,35, pag. 21. 823 Lettera citata dell'ufficiale di collegamento del XXII CA con il comando Felber, n. 892/Cit. in data 15 agosto 1943 . AUSSME L 13, 225, carteggio Cit.

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"i reggimenti [ .. .] in posizione arretrata rispelto alla costa, alle spalle dei reparti tedeschi in posizione costiera [ ...costituissero una minaccia] in caso di sbarco alleato, poiché gli Italiani avrebbero potuto fare causa comune con gli alteati ed attaccare i reparti tedeschi schierati davanti" . Risultò pertanto assai utile lo schieramento in posizione arretrata del 869° reggimento di fanteria della 356" che " per poter reagire rapidamente e inesorabilmente in questo caso, l'armata non aveva impegnato nello schieramento costiero" .824 L' ordine di attuazione del piano «Acbse» non fu diramato tuttavia se non dopo aver ricevuto dall'Ob.W. la conferma che Badoglio aveva firmato la capitolazione, comunicazione che giunse solo alle 2 1,07 . Qualche minuto dopo tutto il dispositivo tedesco ricevette la nota parola d'ordine. Verso la mezzanotte, il reparto esplorante d 'avanguardia della FHH ebbe l' ordine di "bloccare il transito per l'Italia alla frontiera di Mentone" . Venne pertanto interdetto "[l'attraversamento dei] ponti su l Varo [mentrel una massa di soldati in disordine[ ... ]" vi si affollava. A Nizza si stavano verificando "episodi" non meglio definiti dal diario tedesco che imposero di bloccare anche i treni provenienti dal Varo.825 La mattina del 9 tuttavia la 356" segnalava che il disarmo procedeva senza difficoltà: la Piazza cli Tolone era tutta in mano tedesca; il comando della Taro - eia parte del quale, dichiarandosi di essere senza ordini superiori, era stato chiesto cli continuare le operazioni previste - , era stato disarmato e arrestato alle 6 ,25; il disarmo delle truppe della divisione era già in atto. li comandante del XXII CA, che aveva rifiutato cli continuare la lotta a fianco dei tedeschi, era stato arrestato con il suo Stato Maggiore a Hyères. Dal comando della 715" giungeva la notizia che nel settore del I CA il disarmo era stato iniziato dopo che il comando del corpo italiano aveva rifiutato di combattere e di impartire ordini per il disarmo delle truppe. Nel complesso il comando della 19a Armata valutava favorevol-

824

Ktb. AOK 19, giorno 8 settembre, pag. 13 . Ktb. AOK 19, giorno 8 settembre, pagg. 19 e 20; giorno 9 settembre, pag.20. Nel diario viene usata la parola ·'ubriachi (betrunkener)" per definire lo stato di alterazione delle truppe ital iane. Gli episodi corrispondevano all'eroica resistenza del comando militare di staz ione di Nizza. R. Cruccu, la 4" Armata e l 'armistizio Istituto storico della Resistenza in Piemonte, Book Store, Torino, 1979, pag. 86. 825

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mente la situazione, tanto che nel diario fu annotato come fosse da scartare l'eventualità d i " ulterio re resistenza [degli .italiani l a causa della [lorol demoralizzazione" .826 In realtà, oltre all'episodio cli res istenza di un modesto repa1to territoriale a Nizza, altri preoccupanti segnali di opposizione ali' «Achse» delle truppe italiane venivano anche dalla 157" divisione: il comandante (interinale) della Pusteria chiedeva "di essere messo in contatto con i suoi superiori e nega[va] di cedere le armi senza ordini [legittimi] e persisteva nella suo atteggiamento anche dopo che il suo comando era stato arrestato" .827 Il comando della 157a comunicò c he nel corso della notte sul 9 settembre, a Grenoble, erano stati disarmati reparti italian i che occupavano tre casem1e "senza spargimento cli sangue", e che, " nonostante l' ostruzio nismo del comandante della Pusteria", si prevedeva cli procedere in città al disarmo di tutti i reparti. La mattina del 9 , il comando d'armata tedesco fu informato c he Grenoble era " in mani tedesche". No n si avevano però notizie sulla situazione delle altre località già occupate dalla divisione alpina italiana. A Chambéry il disarmo avveni va "secondo i piani", ma a Gap la situazione ri sultava incerta.828

A mezzogiorno del 9, il gruppo di sicurezza «Miinch» - reparto tratto dalla 157" divisione che sostituì nelle sue fun:L ioni il gruppo «Stahmer» sorpreso dagli avvenimenli nella zona di Avignone e impossibilitato a raggiungere il valico - aveva disarmato e internato non meno

826 Ktb. AOK 19, giorno 9 settembre, pagg.20-28. Il comandante della 715" si recò a Grasse presso il I CA per chiedere la resa e porre in atto il disarmo, poco dopo la mezzanotte dell '8 seuembre. Ibidem, g iorno 9, pag.20. 827 Ktb. AOK 19, giorno 9 settembre. pagg. 20 e 21. li comando de lla 19" Armata in1c1venne sul proprio ufficiale di collegamento con la 4' Am1ata. col. Heggenreiner, perché questi si facesse po11avoce delle richieste della Pusteria presso il comando della 4° Annata, ma il colonnello rispose però che ·' non credeva di poter trovnre alcun responsabile" presso il comando italiano (che non era più a Mentone). 828 Ktb. AOK 19. giorno 9 seuembre, ore 7, pag. 27 e ore 10. pag. 28. L'armata tedesca ordinava pertanto alla 157" divisione di procedere al disanno in tutte le località già in mano alla Pusteria. Si ricorderà che le truppe italiane nel Delrinato risultavano assai disperse anche pe r la presenza di battaglioni Territoria li e compagnie Presicliari e. A Gap. secondo Cruccu, si era trasferito I' 11° alpini, dopo che a Grenoble i tedeschj ebbero la meglio. Il concetto del comandante del reggimento era quello di raggiu ngere l' Italia '·per !' Argentera", cioè per il passo della Maddalena - Larehe. R. Cruccu, La 4''Arn101a e l 'armistizio Istituto storico de lla Resistenza in Piemonte, Book Store. Tori no, 1979. pag. 80.

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di 1000 ital iani in zona Modane, dove si era impadronito dell' uscita occidentale ciel tunnel ferroviario ciel Fréjus e dove soldati italiani vennero disarmati e internati man mano che si affacciavano sulla strada del Moncenisio che conduceva in Italia. La massa degli sbandati che premeva ai piedi del valico per passare in Italia era tuttavia così rilevante che , nel corso della notte sul 9 , sì decise di rinforzare direttamente il gruppo «Milnch» con un complesso di forze (un battaglione di fanteria da montagna e una batteria, entrambi dell a stessa 157:') . Il complesso che ne derivò prese temporaneame nte il nome del ten. col. Schubert (gruppo «Schubert») .829 Questi eventi , insieme alla resistenza italiana in corrispondenza del passo e il brillamento delle interruzioni nel tunnel del Fréjus, ritardarono l'azione tedesca e imposero un riordinamento e un potenziamento del dispositivo in vista cli azione pi ù decisa e risolutiva, affidata alla 157" divisione. 830 Il compito consisteva nell'occupare il valico del Moncenisio e nell' impadronirsi dello sbocco est del tunnel del Fréjus (che il diario chiama anch 'esso del Moncenisio, probabilmente per evitare confusioni con la Fréjus sul litorale) . In serata il gruppo «Schubert», rinforzato dal «Mi.inch», fu incaricato cli quest' ultima operazione, la quale, forzando le difese italiane del colle , avrebbe dovuto concludersi all 'alba. U n altro gruppo tattico di battaglione sarebbe penetrato nel tunnel per congiungersi al primo a Bardonecch ia. La sera del 9 il reparto tedesco presidiava con una compagnia l'Ospizio del Moncenisio - appena dopo il valico e a quota leggermente inferiore -, dopo un cruento scontro a fuoco con reparti italiani. Tanto che il comando della 157n la stessa sera trasmise che "se si [fosse proceduto l si [sarebbe dovuto] tenere conto di lulteriore] resistenza" e il comando d'armata decise l' in vio di rinforzi e

829 Ktb. AOK 19, giorno 9 settembre, ore 2,20 cd o re 7, pagg. 27 e 28. A mezzogiorno del 9 il gruppo non era ancora en trato in azione. Gli incitamenti che ne derivarono provocarono probabilmente l'i nconveniente derivante dal fallo che il ten1ativo di un imprecisato reparto tedesco di prendere lo sbocco est del tunnel del Fréjus penetrando attraverso la galleria, si concluse con un mezzo disastro, poiché almeno una parte deg li uomi ni del reparto rimase nel traforo e fu necessario andarli a salvare da lla possibile morte per asfissia. Del reparto penetrato nel traforo non è nota appartenenza né condizioni effettive. Al riguardo, il diario pare reticente. 830 Secondo R . Cruccu, La 4" Armata e l'armis1izio ... citato , il Monce nisio fu difeso accanitan1ente da reparti del 20° sciatori (battaglione Val Cenischia) e della Guardia alla Frontiera (VIII settore).

50]


autorizzò Schubert a desistere dall'attacco conrrn le opere della fortifi cazione permanente "che si trova[va]no a sud est del passo" .83 1 Il comando dell'Heeresgruppe D (Ob.W.) alle 22 del 10 ordinò allora di informare i difensori italiani che sarebbero stati:

"trattati da irregolari ( "Freischiiller") e fucilati se non avessero lasciata libera entro 12 ore l'uscita del tunnel [e di] dire agli Italiani che la divisione corazzata SS Leibstandarte Adolj' Hitler si sta[va] già avvicinando da Torino e che Roma /aveva] capitolato innanzi alle truppe tedesche" .832 L'effetto decisivo fu tuttavia dovuto al fatto che , qualche decina di minuti dopo la mezzanotte sul 10, un altro reparto tedesco (gruppo «Schneider») presumibilmente passando dal Monginevro, era nel frattempo giunto a Bardonecchia. Lungo il percorso aveva disarmato i presidi cli Ulzìo (Oulx) e Cesana. Alle 7 ,30 giungeva allo sbocco orientale ciel tunnel del Fréjus il gruppo <<Mtinch». I tedeschi non vi trovarono italiani i quali avevano abbandonato lo sbocco orientale del tunnel dopo aver causato il brillamento delle interruzioni ali 'interno del traforo.833

Il gruppo «Mtinch» riuscì pertanto a passare il Moncenisio , le cui

831 .Secondo il diario, il transito attraverso il traforo ferroviario non rappresentava più un problema dato che il fumo ivi esistente, che si temeva essere stato immesso ad arte dagli Italiani , era quello sprigionato dalle locomotive. Il reparto che vi era rimasto inizialmente, intossicato, e della cui salvaguardia si era interessato anche l'Ob.W., era stato probabilmente soccorso e posto in salvo. All'operazione avrebbe partecipato un treno corav.ato da lavoro per la riparazione della linea ferroviaria. Ktb. 19AOK, giorno 9 settembre, pagg. 31 e 33 . 832 Ibidem, giorno 10 settembre, pag. 39. La comunica7.ione agli italiani avrebbe dovuto essere fatta a cura del col. Heggenreincr, capo dell'ufficio di collegamento tedesco con la 4° Armala. L'offerta di 12 ore fu po.i ridotta a 2 per timore di sabotaggi da parte italiana. La posizione i.llegale che, sul piano giuridico, i tedeschi attribuivano agli italiani era giustificata, secondo l'Heeresgruppe D dal fatto che " non c'era guerra [ ... tra Germania ed] Italia". 833 Il diario non precisa da dove fossero passati i repa1ti tedeschi. Come detto, si presume che Sclmcider avesse percorso il valico del Monginevro per via delle citate occupazioni di Oulx e Cesana. Occorre tenere presente al riguardo che il comando della divisione tedesca aveva spinto altre forze , seppur modeste, per la Maddalena da Briançon - Larche, in base all'ordine della 19" Annata di conquistare ed occupare tutti i passi verso l'Italia. Risulta infatti che un plotone tedesco (Haas, dal nome del comandante) era stato arrestato da un reparto italiano che difendeva il passo della Maddalena. Ibidem, giorno 9 settembre pag. 34.

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posizioni, secondo il diario tede::;co, erano state abbandonate " volontariamente" dalle truppe italiane.834

4. La resistenza italiana tra il Tenda e la costa e l'afflusso di forze tedesche da est La sera del 9 settembre, i tedeschi consideravano tuttavia favorevolmente la situazione generale: "azione disarmo procede senza grosse difficoltà, nono::;tante la resistenza al passo ed al tunnel del Moncenisio". In realtà, le cose non andarono lisce neanche nel settore costiero , ma per la necessità di dover procedere alla sostituzione delle divisioni costiere italiane, che in un primo tempo erano state designate a restare in posto tra il Varo e la frontiera. Infatti, già alle l 8 del 9 settembre, il reparto d'avanguardia della divisione Feldhe1rnhalle aveva superato g li sbarramenti stradali itali ani che ne ritardavano la progressione ed era giunto a Ponte S. Luigi. Nel corso dello stesso 9 settembre, inoltre i negoziali a Sospello tra comandante della divisione granatieri corazzati e quello della 223a divisione costiera, "portai ro]no alla libera disponibilità del tratto compreso tra Varo e confine italiano" .835 Nel rapporto giornali ero del IO settembre, i1 comando della 19a Armata confermava che "il disarmo delle truppe italiane sulla costa [era] avvenuto senza problemi" e che tale era ug ualmente risultata la loro sostituzione. Tuttavia, tra Varo e frontiera c'era solo la Feldherrnhalle. La divisione era in difficoltà nel provvedere al presidio del.la costa, in parte perché impegnata nel disarmo dei soldati italiani e nella realizzazione del contatto con le forze lig uri dell'87° CA ; ma anche per le sue stesse caratteristiche ordinative, basate sulla mobilità.

834 I tedeschi si affrettarono a far g iungere a Moda ne il treno corazzato n.25 per i lavori nel tunne l, Ibidem , giorni IO e 11 settembre, pagg.47-49. Il brillamento delle interruzioni all'interno del tunnel provocò 7 crateri de l diametro di 3-4 metri per la profondi tà di 2 metri per uno sviluppo complessivo di 150 metri , ali 'allczza del 700° metro dall'imbocco est de l traforo. Ibidem, giorno 12 settembre, pag. 51. Si previdero 12 giorni di lavoro per il ripristino de ll'opera d'ane. Ibidem, pag. 52. 835 Gli sbarramenti italiani più ostici pare fossero ad Eze e Bcaulieu. Allorché, dopo trattative, il battaglione esplorante della divis ione Fcl.dherrnhalle giu nse a Ponte S. Luigi , poté assistere, ad un tiro di schioppo, al brillamento dell'interruzione della via Aurelia ad opera di truppe italiane. Ibidem, giorno 9 settembre. pagg. 32 e 33 .

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Questa, nel tratto cli terreno in questione, assai compartirnentato, rotto ed angusto, spesso precipite sul mare, era legata alla sola viabi lità, quasi del tutto parallela alla costa e sovente solo costiera. Perciò, il comando della FI-11-1 chiese ali' Armata, sin dalla mattinata ciel 9 settembre, cli poter ottenere un battaglione cli fanteria dalla 715'1 divisione, battaglione (1/735) che fu concesso con il rinforzo di una batteria ciel 67 l O reggimento artiglieria per il presidio ciel tratto di costa compreso tra le foci del Varo e Beaulieu, presso Nizza. 836 Per lo stesso motivo, il giorno dopo, il comando d'Armata ordinò l'invio ciel treno corazzato n.22, rinforzato da fanteria e pionieri del genio, " sulla linea Mentone - Ventim iglia - Savona, allo scopo di sorvegliare la costa e prendere contatto con le truppe tedesche presenti nella zona cli Savona"_83? Il congiungimento avvenne alle 19 de]}' 11 settembre, quando il treno blindato prese contatto con il battaglione esplorante (176°) della 76a divisione. li comando ciel battaglione informò che "tutta la costa fra Savona e Genova era in mani tedesche". Aci Albenga - da dove hanno origine le strade montane per i colli di San Bernardo e di Nava, le quali, come si sa, potevano costituire le uniche vie cli fuga verso Cuneo per le residue disciolte forze italiane -, era occupata da un gruppo tattico del 178° fanteria della 76a clivisione.838 In sintesi, il 12 settembre, il settore montano compreso tra il Piccolo S . Bernardo e la Maddalena era tutto in mano ai tedeschi; questi stavano peral tro avviando a rinforzo del fronte costiero un secondo treno blindato, il 25° , al fine di "costituire un unico sistema di difesa nel tratto Mentone - Albenga, sorvegliare la linea [ .. . ] e mantenere il contatto con l' Heeresgruppe B .[ ... ]", quello cli Romme!. 839

836 19 AOK Ktb., giorno 9 settembre, pagg. 29 e 32. 837 . 19 AOK Ktb, giorno LO settembre, pag. 39. 838

AOK 19 Ktb., giorno I J settembre, pag. 49. Si ricorderà che presumibilmente la sera del JO il comando della 20 I" divisione costiera ciel XV CA aveva ricevuto l' ordine di costituire, con le forze residue, un fianco difensivo a cavallo della rotabile costiera tra le località Imperia e Sanremo, al fine di conservare la libera disponibilità dei passi cli San Bartolomeo, di San Bernardo e del Col di Nava, attraverso i quali successivamente dette forze sarebbero ripiegate per concentrarsi a Cuneo. Generale Trabucchi, già capo di SM della 4" Armata: Memoria sulle condizioni della 4° Armata alla dala dell'8 settembre , A USSME 2121 / A/ 1/2, pag. 8 . 839 AOK 19 Ktb., giorno 12 settembre, pag. 51. Il riferimento al contatto da realizzare con il gruppo di armate (Heeresgruppe) di Rommel , penetrato in Italia settentrionale dopo il convegno di Bologna, fa ritenere che 1'87° corpo tedesco fosse transitato

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Dopo il g iorno 11, nel diario dell'armata tedesca non compaiono ulteriori segni di resistenza italiana. Il 1.3 setr.embre il gruppo di sicurezza «Mi.inch» prendeva contatto a Tori no con la divisone corazzata SS Lcibstandarte Adolf H itler. Solo la sera dello stesso giorno 13, reparti motoriaati della Fcldherrnhalle, spintisi sulla strada Mentone - Breglio (quella che adduce a quest' ultima località passando per il colle di Castillon, Sospello e il noto Col de Braus), la trovarono inteITOtta. Fu pertanto deciso di costituire un forte gruppo Lattico, il quale, invi ato per ferrovia a Ventimiglia, avrebbe dovuto risalire il fondo valle della Roia fino a Breglio e di lì procedere per Cuneo.840 La mattina del 14, il comando de lla divisione Felclherrnhalle segnalò che Breglio era libera da truppe italiane e che un gruppo tattico rinforzato sarebbe stato po11ato progressivamente per ferrovia da Mentone a Ventimiglia, donde per intanto una compagnia rinforzata si sarebbe messa in marcia per Breglio - Cuneo . Aile 15, la divisione comunicava all'armata che i suoi elementi avanzati si erano incontrati a Saorgio (8 km. a nord cli Breglio) con le pattuglie da ricognizione della divisione Adolf Hitler. Nessu na traccia di reparti itaJ iani organici .841 Ormai l'armata tedesca aveva assolto il suo compito; progressivamente il suo dispositivo riprese il carattere tattico che derivava dalla sua missione principale che era la difesa costiera della Francia mediterranea.

H. Osservazioni conclusive sul crollo della 4" Armata. Lo sbandamento della 4" Armata dopo l'annuncio dell'armisti zio la sera dell"8 settembre ha cause ampiamente e dettagliatamente studiate.

alle dipendenze di quel Heeresgruppe i cui limiti occidentali dovevano essere costituiti dall'abitato di Albenga. Questo potrebbe spiegare il fatto che il diario della 19' Annata non faccia alcun accenno alla riti rata delle !"orze residue italiane per il passo di Tenda e per i colli appenninici citati (S . Baitolomeo. S. Bernardo e Nava), né ai combattimemi di Onnea. E. possibile che tali citazioni compaiano invece nel diario storico dcll'87° corpo che non è però d isponibile. 840 AO K 19 Ktb ., g iorno 13 sel!embrc, pag. 53. /\nche la strada Mc ntone Ventimig lia risultò intcrrolla. In ogni caso per i Tedeschi sulla strada Mentonc - Breglio non vi era pericolo di azioni italiane. 841 Ibidem, giorno 14 settembre. pagg. 55 e 56. Non restò che occupare Aosta, dove il comando de lla 1911 Armata in viò eia L ione un battaglione di granatieri corazzati con l'ordine di ricercare un accordo con il locale comandante italiano per rego lare il disarmo delle truppe. Ktb. AOK 19 giorno 14 seuembre, pag. 57.

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Ci si limiterà perciò a brevi osservazioni di carattere generale e d'ordine psicologico , sulla base dei giudizi dei capi italiani e delle annotazioni presenti nei diari dell' Armeegruppe e della 19"Armata tedesca.

I. Le relazioni tra i comandi e le truppe dell'Asse nel periodo a cavallo della caduta del fascismo e il loro possibile effetto sulla preparazione psicologica dei comandi difronte agli eventi descritti Secondo Trabucchi:

"il crollo generale e improvviso di tutte le unità dell'armata, più che alla superiorità deLl 'armamento delle forze tedesche, [deve attribuirsiJ allo choc psicologico conseguente alla subitaneità dell'ordine di considerare nemici coloro che fino ad un momento prima si consideravano alleati" . 842 Non si può escludere che questo motivo poté pesare in maniera rilevante, specie nelle relazioni tra comandi cli occupazione dell ' Asse. Vero è che anche negli ultimi tempi, ad ogni modo precedenti al 25 luglio, pur non essendo fervide , le relazioni fra i comandi ebbero caratteri della cooperazione e della apparente lealtà militare. Fu in generale ben accolta la presenza reciproca di ufficiali cli collegamento; ci fu accordo, al livello cli comandi tattici, sulla spartizioni della «preda bellica» francese cli carattere militare. In maggio-giugno si svolsero esercitazioni combinate "con i quadri tra comand i italiani e tedeschi" . Nel corso delle ricognizioni della metà di luglio, che ufficiali tedeschi fecero nelle zone occupate dalle divisioni ciel XXII CA , e delle quali si è dianzi riferito, le varie attività trovarono un clima di cooperazione ed anche cli "commensalità". Tuttavia, anèhe prima della caduta del fascismo, le relazioni italo-tedesche non superarono questa soglia di correttezza formale e di cooperazione operativa. Non ci fu, insomma, molto entusiasmo dall'una e dall'altra parte. Nella realtà però, le relazioni tra le truppe alleate non sembrano esse-

842 Relazione del generale Trabucch.i, g.ià capo di

SM ciel comando 4a Ann ata alla Commissione d 'inchiesta per g li avven imenti del giorno 8 settembre cit., AUSSME 2 12 1/A/bis, pag.11.

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re state molto fam iliari. G ià nella «Relazione del serv izio "A" del mese di feìbb raio 1943» si scri veva che:

"fra le nostre truppe e quelle tedesche permane una buona a1mosfera di cameralismo e di reciproco rispetto, che esclude tuttavia il tratlo di familiarità" .843 Secondo il capo cli SM del XXTT CA, inoltre , da una parte i rapporti quotidiani nell'ambito di quel corpo d' armata si limitaro no all 'esigenza di "assicurare [tra Lupi e 3563 divis ione tedesca . .. l la necessaria robustezza difensiva[ ... ed] a contatti di semplice cameratismo" tra i comandi di più alto livello per la contiguità dei rispettivi settori. Dall 'altro , furono travagliati dal compo11amento tedesco:

"[. .. / nel settore di giurisdizione del XX/1 CA trova/ va] larga applicazione il sistema tedesco di ovunque istallarsi per occupare, controllare, ingerirsi". f ...] la circolazione della rete delle comunicazioni del C .d'A . f era] praticata dai germanici {. . .] con ostentata, decisa, costante insofferenza ed inosservanza delle norme di disciplina fissate dalle autorità italiane. f. . .] i comandi tedeschi [davano] sistematicamente ampia soddisfazione alle autorità italiane; di fatto però non si realizza[ va]110 partici risultati [ .. .]" .844 Più favorevole iJ g iudizio del capo di SM de ll'Armata, Trabucchi. Egli scrisse:

''fino al 25 luglio i rapporti tra comando 4" armata e comando tedesco ·furono corretti, e, alle volte cordiali, in quanto sempre mantenuti esclusivamente sul piano operativo.[ .. .] Lungo la linea di contatto[ .. .] furono sempre molto corretti[ .. .] Qualche dissidio si ebbe [ .. .] tra il comando tedesco di Tolone e il comando marina Provenza per la questione dell'arsenale di Tolone, ma si trattò di dissidi che non superaro-

843 «Relazione del servizio '·J\·' del mese di febbraio 1943», la quale, per la prima vol ta comprende s ignilìcativamente la voce «Sentimenti ne i confronti dei nostri alleati» . (AUSS ME DS 4 A 12 18-62). 844 Relazione del col. Mario Mantelli , g ià capo di S.M. del XXII C.d'A., AUSSME 212l/N4/I. pagg. 3 e seguenti .

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no le proteste formali per la spartizione del materiale francese di guerra". Secondo la stessa fonte, ci fu anche qualche scambio cli v1s1te: il comandante dell'Armata si recò un paio di volte presso l'Ob.W., dal quale dipendeva operativamente: verso la fine del dicembre 1942 e nel mese di febbraio ; nel marzo successivo, analoga visita fu resa da Trabucchi . Von Runclstedt - che era già venuto a vedere lo schieramento cieli' Armata nei primi giorni del dicembre 1942 e che, come si ricorderà, aveva espresso giudizi poco lusinghieri sulla qualità cieli ' armamento italiano - , tornò invece a visitare schieramenti e comando cl' Armata "prima del 25 luglio 1943". Secondo il capo cli SM del XXII CA la sua ispezione "si conclu[sel con la visita alla Piazza di Tolone (30 luglio )".845 In generale, il comando dell' Armeegruppe conservò dunque un atteggiamento corretto nei confronti delle pertinenze e della giurisdizione italiana . Anzi, Felber approvò le misure prese dal comando cl' Armata nei confronti di intrusioni clegl i agenti della Gestapo alla cacc ia degli Ebrei nel territorio di occupazione italiana. Dopo il 25 luglio, tuttavia, egli fu sopraffatto dagli ordini che provenivano eia Rundstedt per l'attuazione dei quali trovò vigorosa avversione nel comando dell'armata italiana. Forse l'atteggiamento indulgente ciel generale Felber ebbe il suo peso, ma la ragione della sua sostituzione, ventilata già dal 6 agosto, fu conseguenza del manifesto ritardo nei tempi d'afflusso dell'87° corpo tedesco e della sua mancanza di energia. Qualche giorno dopo, gli subentrò, ufficialmente per la necessità cli elevare il livello del comando e per le conseguenti question i di anzianità, il generale von Sodenstern, personaggio che aveva avuto

845

Gen .le Trabucchi lv!emoria sulle condizioni della 4° Armata alla della del/'8 settembre, AUSSME 2121 /A/l/2, pagg. 4 e 5. Re/azione del colonnello Mantelli Mario, già capo di S.M. del XXII C .d'A., AUSSME 2121 /A/4/l, pag. 6. Altri scambi di visita avvennero tra i comandanti dei corpi d'armata italiani cd i comandanti tedeschi delle grandi unità limitrofe soprattutto nel periodo novembre - dicembre 1942. li comandante del ]' Armata ricevette la visita di Fclber nel gennaio 1943 . Non si ha notizia d i restituzione di tale visita . Sempre secondo la relazione Trabucchi, il comando dell ' Armeegruppe conservò un atteggiamento corretto nei confronti delle pertinenze e della giurisdizione itali.ana. Anzi, Felber app rovò le misure prese dal comando d' Armata nei confronti d i in trusioni degli agenti della Gestapo alla caccia degli Ebrei nel territorio di occupazione italiana

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occasione di mostrare intransigenza con gli Italiani in Russia.846 Dopo i primi chiarimenti, da una parte e dall'altra si tese a ricreare un clima cameratesco.847 Stando al diario del comando dell' Arrneegruppe, questo richiamo alla cameraderie fu presente anche nelle direttive di Fe lber e in quelle del suo successore, in parte per tentare di portare a termine il difficile compito d i porre le basi per l'attuaz ione del piano «Achse», le quali non potevano prescindere, nella fase preparatoria da un'interessata pacificaz ione. Tuttavia, almeno formalmente, l'invito che i comandi itali ani avevano rivolto alle truppe per sottolineare la necessità di serbare buoni rapporti di cameratismo con i reparti tedeschi era stato fatto proprio dal comando della 19a Armata. Ancora il 6 settembre, quel comando raccomandò alle unità dipendenti I"'atteggiamento cameratesco l- .. l nei confront i delle truppe italiane in ripiegamento" .848

846 Il 6 agosto fu preannunciata la sostitu zione. (Diario Armecgruppe Felber, giorno 6 agosto 1943 . pag. 19). Il 12 il comando dell'Armeegruppc passò da Felber a v. Sodenstem che proveniva dal fronte russo dove era stato capo di S:vt del Gruppo di armate ·'B" che inquadrava 1'8·' Armata italiana. Il 13 . il comando assunse la denominazione di Oberkom mando v. Sodenstern. Il 24, la den ominaz ione cambiò in quella di Armce - Oberkommando 19 (/\OK 19), cioè 19" Armata. /\ USSME L- I 3, 225, carteggio C it, lettere dell ' ufficiale di collegamento del XXII C/\ in data l 3, 14 e 25 agosto 1943, con rispcuivi numeri di protocollo 888. 89 1 e 914/Cit. Il comandante della 4° Armata ebbe l' impressione che il generale Felber fosse stato sostituilo " in seguito a lle forti discussioni av ute con me I Vercellinol sulla questione [.dei transiti negati] e per non essere riuscito ad ottenere il permesso di transito". Generale Mario Vercelli no Rela:.ione sul mio opera10 dalla sera de/1'8 seuembre 1943 a tutto aprile 1945. AUSSME 212 l/A/ I/I . pag.2. Il capo di SM delr Armala, generale Trabu cchi , conferma la ve rsione della disc ussione accesa . Relazione del generale ..., già capo di SM del co111a11do 4"/\rmata alla Commissione d' inchiesla per gli avve11i111e11ti del giorno 8 seuembre AUSSME 2121//\/bis, pag. 2. Secondo il diario dell' Armccgruppe, il generale Felber si recò in visita presso il generale Yercellino il 2 agosto, '·col permesso dcll'Ob.\:V." Diario Anneegruppc Fclber. giorno 2 agosto 1943. pag. 8. 847 Le truppe della 4" Armata vennero tuttavia sollecitate dai rispe ttivi comandi a manifestare nei confronti dei Ledeschi spirito cli cameratismo, in obbedie nza "alle diretti ve superiori". Relazione del colonnello Manie/li Mario, già capo di S.M. del XXII C.d'A .. AUSSYIE 2 121/A/4/I. pag. 29. 848 Ktb. 19 AO K. g iorno 6 seuembre, pag.1 0. Sempre secondo il diario dcli ' /\rmeegruppc tedesco , " i malintesi e me rsi nel corso delle trattative tra i comandi supremi dell 'Asse furono progress ivamente superati", nonostante l'evidente peggioramento della situazione italo- tedesca rilevato ne llo stesso diario. Ibidem, pagg. 25 e 26. giorno 9.8.1943. Analoghe espressioni erano state diramate dal comando della 4° Armata il 28 agosto (''affiancamento ai reparti germanici con spirito di cordiale cameratismo"). Relazione del colo1111ello i'vfa111elli /Viario, già capo di S.M. del XXII C.d'i\ .. AUSSME 21 2 1/A/4/l, pag. 16 .

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Ed è significativo che tale sentimento albergasse presso comandi e truppe tedesche . Si è osservato infatti come il comandante dell 'Armeegruppe Felber fosse rimasto vittima del suo stesso tentativo di usare un atteggiamento cameratesco con gli italiani; ma non fu da meno il suo successore, comandante della 19a Armata tedesca il quale attese l' esito dei tentativi che il colonnello Heggenreiner stava sperimentando per avvicinare e convincere il comandante cieli' Armata italiana, prima di attuare i vari arresti che ebbero inizio solo nel corso delle prime ore del 9 settembre , quando fu evidente che il generale Vercellino non sarebbe stato raggiunto . Indicativo delle incertezze e dei dubbi tedeschi è ino ltre il fatto che la 19" Armata diede l'ordine di attuare il piano «Achse» solo alle 21,07 dell'8 settembre, e dovette confermarne l'attuazione con un nuovo telegramma alle unità dipendenti.849 Si vuole affermare insomma che tale era la drammaticità del contesto e la proporzione degli avvenimenti, e talmente grandiosa la tragedia che andava consumandosi fra i vecchi alleati , che anche da patte tedesca si soffrirono le stesse incertezze e le stesse inquietudini. Questo stato di cose tuttavia ebbe ripercussioni più decisive per i comandi italiani per via del collasso militare delle truppe . Ciononostante, l'invito alla conciliazione fu, almeno in certi momenti, accompagnato da palesi ed anche goffi tentativi di intimidazione , come nel caso in cui, per tentare un ammorbidimento ciel comando dell'armata italiana, il comandante della ben nota 30Y divisione, si avviò a Mentone in un semicingolato partendo eia Avignone. In ogni caso , gli ufficiali vennero ben indottrinati sulla necessità di usare le maniere forti con gli italiani.850 Resta in ogni caso il fatto che, nonostante tra i comandi si cercasse cli mantenere la parvenza di relaz.ion i corrette, almeno presso le truppe ciel XXII CA, gli eventi del 2 agosto, dei quali si è parlàto qualche riga fa', avevano scavato un solco profondo tra i due sch ieramenti . Le truppe italiane in particolare avevano accolto con una certa soddisfazione e addirittura con una sorta di ridesto orgoglio l'eventualità di uno scontro armato con quelle tedesche:

849 Ktb. AOK 19, giorno 8 settembre 1943, pag. 14 e giorno 9 seuembre, pag. 850 Armeegtuppe Fclber Ktb., giorno 29 luglio 1943, pag. 43.

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24.


"pur non dissimulandosi la gravità delle conseguenze, (comandi e truppe sencivano J lutto l'orgoglio del privilegio loro conferito di riaffermare (. . .} la dignità, il prestigio,[ .. .} da troppo tempo succube di un prepotere ingiustificato[ .. .Più tardi, lo stesso gionw] l'ordine [venne] superiormente revocato e l'episodio si chiude con l'amara constatazione di una soggezione senza limiti".RSI Ciò, nonostante che lo stesso capo di SM della 4" Armata, Trabucchi , scrisse, parlando delle fo rze sbandate in Francia:

"[ ...}potrebbe anche darsi che, nonostante i dati di fatto della situazione [ .. ., una opportuna / preparazione psicologica [avrebbe potuto originare/ così nwnerosifocolari di resistenza da impedire [ .. .} ai tedeschi di far Jiwri in brevissimo tempo le unità dell 'armata" .852 Si potrebbe concludere che una adegu ata preparazione psicologica delle truppe avrebbe potuto trovare un campo fertile. Mancò invece la preparazione dei comandi.

2. Lentezze dei comandi italiani, ma improbabilità che un'azione più energica e celere avrebbe garantito una resistenza organizzata da parte della 4° Armata in territorio italiano Questa impreparazione o questa mancanza cli prospettiva fu in q ualche misura indotta dai ritardi e dalle stranene delle direttive romane . Il ritardo con il quale fu deciso il rimpatrio delle ultime divisioni fu rilevato anche dai tedeschi:

"prima di capitolare gli Italiani avrebbero tentato di far rientrare le

851 Relazione del col. Mantelli Mario, già capo di S.M . del XXll C.d'A., AUSSME 2 12 1/A/4/I , pagg. 4 e 5. 852 Re lazione del generale Trabucchi , già capo cli SM del comando 4" Armata alla Commissione d'inchiesta per g li avvenimenti del giorno 8 settembre cit., AUSSME 2 121/A/bis, pag.1 1. Perciò Trabucchi sottolinea che lo scioglimento delrAnnata fu ordinato ne ll ' intesa di " porre i tedeschi di fronte a qualcosa di impalpabile, d i inafferrabile" e, dunque, per evitare che l'Armata dovesse opporsi ai tedeschi come grande unità da combattimento convenzionale. Ibidem.

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truppe in. Italia, anche perché l'avvicendamento delle divisioni del I e del XXII corpo era ormai quasi concluso" . Esso non fu solo dovuto a quello che il comando cieli 'armata tedesca descrisse come "modo di lavorare dei comandi italiani", ma anche alla decisione quasi .inspiegabile degli Stati Maggiori centrali cli conservare fino alla mezzanotte del 10 settembre il controllo cli un 'area che stava riempiendosi di unità tedesche. Questa decisione fo rse derivò dalla concezione dì tenere il più possibile j tedeschi lontano dalle frontiere nazionali, ma pare anche che vi concorresse l'impegno di salvare qualche gruppo di Ebrei o di far rientrare in patria materiali di «preda bellica» già pronti e carìcati.853 Tuttavia, anche se fosse avvenuto, l'anticipato recupero delle forze, specie delle divisioni più occidentali, avrebbe tuttavia risolto il problema maggiore che era quello di opporsi alle grandi unità germaniche nel tratto centrale della pianura padana in grado di intervenire nelle retrovie cieli' armata italiana e alle spalle di essa, come si è visto nel caso del Moncenisio. Non è garantito insomma che tale misura avrebbe permesso ali' Armata e alle sue divisioni un destino diverso da quello delle altre grand i unità italiane in madrepatria - almeno finché l'Armata stessa avesse conservato il carattere cli grande unità destinata al combattimento organizzato e complesso - data la situazione generale creata dai tedeschi nella pianura padana, situazione che pare indifferente del travaglio circa epoca e modalità dell 'avvicenclamento previsto. A parte questo aspetto, l'impreparazione dei comandi ebbe rilievo più vasto che, pur nella limitatezza dell'esame, non si esita a descrivere più decisivo di quello legati alla sola impreparazione psicologica. Si è più propensi a considerare infatti il crollo generale e completo come effetto del generale scoramento per la guerra ormai perduta, con tutto il corollario di miserie, di preoccupazioni e cli livore che tale situazione

853 Nonostante la tenuità di tale tesi , anche da parte tedesca esiste testimonianza della volontà di recupero o delle direttive di recuperare quanto possibile impartito alle truppe. Il comando aniglieria del reparto esplorante della Felclherrnhalle (Arko 2) segnalò al comando dell' Armata tedesca che un certo ten.col. Massy pretendeva condurre seco in patria certe artig lierie costiere. Ktb. AOK 19, giorno 9, ore 0.50, pag. 22. Difficile è dire se la protezione degli Ebrei rientrasse nel disegno del governo Badoglio di accattivarsi le simpatie degli Alleati. Mancano peraltro prove che facciano attribuire tali ritardi alla necessità cli ritardare l'ingresso di nuove forze tedesche in Italia e che, pertanto, lascino pensare alla necessità di sacrificare a tale scopo le divisioni di cui si parla.

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comportava . Altri ba ampiamente ed efficacemente descritto le colpe dei vertici militari nel frangente drammatico della dichiarazione d 'armistizio .854 Ci si astiene da ulteriore indag ini.

3. Le condizioni psicologiche delle truppe - Gli effetti della propaganda TI crollo generale dell'Armata offre, oltre alle cause di ordì ne più generale, relative alla ampliamente descritta inerzia dei comand i, due ulteriori prospettive , una di carattere contingente e l' altra più generale. La contingenza dell'arm istizio fu elemento disgregatore troppo noto per ulteriori disamine. Come si è letto, lo stesso diario del comando della 19" Armata tedesca informa della grande quantità cli sbandati che affollarono ponti e valichi nelle ore seguenti la proclamazione dell'armistizio. In sostanza ci si trovò immed iatamente in presenza cli un crollo subitaneo e generalizzato , al controllo ciel quale sarebbero stati impari qualsiasi organizzazione di comando, vuoi per ragioni psicologiche, vuoi per insufficienza ideale e morale. Per non trattare di questioni già note, si vuole dunque osservare se negli uomini fossero emersi. di mostrazioni di stanchezza e di crollo morale derivante dalla frequentazione degli abitanti locali e se tali fenomeni fossero attribuibili alla cosiddetta propaganda «antiasse» . Le tutto sommate eccellenti relazioni stabilitesi tra singoli soldati e famiglie local i - specie nelle zone agricole dell'entroterra, ma anche, per via dell'antica consuetudine e per la presenza di em igrati italiani , lungo la Costa Azzurra - , contribu irono verosimilmente a creare, dopo il crollo del fascismo, una certa disgregazione nelle truppe della 4" Armata . Ciò per il fatto che in molti, già persuasi del prossimo verificarsi di qualche sconvolgimento, avevano predisposto le misure per trovare un qualche rifugio presso gli abitanti con i quali avevano stretto relazioni . Cosa che è dimostrata oltre che da testimonianze, anche dal-

854 Resta tuttavia il fallo che almeno in Francia i diari tedeschi r i.portano la constatazione che, ad eccezione del comando d ' Armata, tutti i comandi italiani di grande un ità, non in movi mento, furono sorpresi ai loro posti dalle avanguardie germaniche avviate presso le rispettive sedi di comando per saggiarne le in tenzioni. Diario storico della I 9" Armata giorni 9-14 settembre I943 . Passim.

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l'entità di tali «rifugiati», i quali, senza un appoggio così vasto e probabilmente predisposto, non sarebbero sfuggiti ai reparti tedeschi che davano loro la caccia. In sintesi, sotto questo riguardo, le relazioni tra popolazione ed occupanti italiani non furono direttamente responsabili dell'infiacchimento delle truppe, ma, soprattutto alI'atto dell'armistizio, rappresentarono un'alternativa alla necessità più rigorosa di serrare i ranghi. Non furono insomma le citate relazioni ad infiacchire la volontà combattiva delle unità di Vercellino prima, e a costituire poi una minaccia per la loro saldezza al momento dell'armistizio. Sotto l'altro aspetto, quello della progressiva penetrazione presso le truppe della propaganda «anti-Asse», essa esisté sin dal novembre precedente. Secondo Panicacd , nei primi giorni di occupazione, fu lanciato ad opera di antifascisti italiani "un appel aux soldats de la Quarta Armata", che incitava alla diserzione e alla lotta dei popoli fratelli di Francia ed Italia per la liberazione dal giogo teclesco.855 Altri volantini e giornali clandestini («La voce dei giovani», in particolare) videro la luce tra il dicembre 1942 e l'inverno 1943, alcuni di essi furono creati da organizzazioni di "esuli antifascisti ed operai" (fra le quali «Troupe italienne») ed altro è attribuito ad un sedicente «Comitato cli ufficiali e di soldati» .856 Questa contesto è confermato dalle relazioni del comando d'Armata. Il primo «Rapporto di situazione» redatto dopo l'avanzata italiana in Francia e realativo al periodo 20 ottobre - 20 novembre 1942 segnala "atti va [ .. .] la propaganda disfattista e sobillatrice esercitata [ ... ] presso i nostri soldati". La «Relazione del servizio Assistenza» riferita al mese di dicembre 1942 comunicò la scoperta di "moltissimi manifestini di propaganda antiasse e a favore del movimento gollista" . Anche quella relativa al mese di febbraio lascia immaginare un'analoga situazione poiché vi si registra che "i militari dipendenti porta[va]no ' spontaneamente i manifestini che trova[va]no".857

855 J.-L. Pani.cacci Les Alpes Maritimes de 1939 à 1945, CRDP Nice, 1977, allegato 31 e documento fuori testo. 856 S. Barba La Resistenza dei mi/ilari italiani in Francia , Commissione per lo studio della Resistenza dei militari italiani ali 'estero, Rivista militare, Roma, 1995, pagg. 20 e 21. 857 «Rapporto di situazione per il periodo 20 ottobre - 20 novembre 1942 » , Jet.tera 4A n. 10294 in data 17 dicembre 1942, pag. 3. AUSSME 2119-273. Relazioni del Servizio "A" mese dicembre I942 e del febbraio 1943 rispettivamente trasmesse dal comando 4"Annata con lettere 114/As, l' 11 gennaio 1943 e 1108/As.il 13 marzo 1943; inAUSMEDS4A 11 27- 13 e 1218-63.

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Secondo alcune fonti, i temi preferiti di questi organ i riguardavano , prevalentemente e con una certa qual abilità, da un lato la grave situazione esistente in patria, con le città oggetto cli bombardamenti disastrosi e il profilarsi di "una disfatta ormai sicura" . Dall'altro, si sottolinea va l'assurdità della presenza in Francia di forze italiane ("E noi qui in Francia a calpestare il sentimento, gli interessi del popolo francese, a fare da sgherri ad Hitler") e si sfruttava il forte sentimento antiteclesco.858 Quale fosse la reale pericolosità di questi gruppi e la capacità cli mobilitazione contro la guerra fascista e l'occupazione in Francia non è possibile dire con certezza . E' sicuro però che gli obiettivi dell 'azione informativa era quello di "favorire le diserzioni". Ma anche in questo caso il successo pare dubbio.859 Se si osserva il diagramma in appendice, relativamente all'anno 1943, la quota superiore ai 60 disertori, raggiunta e superata in maggio (69, si tratta dell'ultimo rilevamento) era stata oltrepassata anche in un mese precedente non particolarmente significativo dal punto di vista degli eventi militari (febbraio 1943) o altrettanto drammatico come quello in cui dovette essere accolta la fine della lotta in Africa. Almeno in maggio, il numero dei disertori, dei quali alcuni non era escluso fossero rifugiati in patria, rappresentava, rispetto alla forza dell'Armata, una quota percentuale di molto inferiore all'unità.860 In ogni caso, già in maggio l'entità delle diserzioni è di gran lunga più rilevante di quella riscontrata nel periodo antecedente al novembre 1942; questo segno di disgregazione parrebbe confermato dal fatto che

858 S. Barba La Resistenza dei militari italiani in Francia, Commissione per lo stud io della Resistenza dei militari italiani all' estero, Rivista militare, Roma, 1995, ibidem . Le frasi sono trnue dagli allegati n.l-2 al testo. A da retta ad uno degl i ul timi «Rapporti di situazione», quel lo relativo al periodo 2 1 aprile - 20 maggio 1943, i sentimenti dianzi descritti dovevano essere abbastanza diffusi se nel «Rapporto» stesso si legge che il morale de.i soldati era " buono, in rapporto alla situazione" . Rapporto di situazione relativo al periodo 21 aprile - 20 maggio i 943, trasmesso dal comando 4" Armata con lettera n.1 0127 ciel 12 giu. 1943 (AUSSME DS 4A I326-23 pag.5). 859 S. Barba La Resistenza dei militari italiani in Francia, op. c itala, pag. 22. 860 Dati tratti dai «Rapporti di situazione» mensili ciel comando 4"Armata reperiti nelle raccolte AUSSME DS 4A 103,187,340,356, 383 ,492 , 59 1, 59,642,741,8 13, 1127, 1218, 1326 . I dati si riferiscono a periodi normalmcme d isposti a cavallo di due mesi; ci si è riferiti a quello dei due mesi che comprendeva il numero maggiore di giorni (es.: per il periodo 21 maggio - 20 g iugno, i dati sono stati riferiti al mese di g iugno). Il numero dei disertori in patri a non sempre è considerato a parte rispetto all 'entità totale del fenomeno.

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a metà luglio nell'ambito della Pusteria - nella qual divisione taluno segnala la possibile presenza cli "molti elementi antifascisti" - l'ordine impartito cli rastrellare i gruppi cli Resistenza presenti nell'Alta Savoia non fosse stato eseguito.861 La situazione dovette aggravarsi nei quarantacinque giorni successivi alla caduta di Mussolini. Almeno nel dipartimento delle Alpi Marittime nel periodo 25 luglio - 8 settembre gruppi organizzati e popolazione francese sem bra avessero assicurato la protezione di "soldati italiani che abbandonavano le formazioni dell'esercito e si rifugiavano sulle montagne costiere". Secondo alcuni scri ttori, alla caduta di Mussolini, "nelle zone in cui la propaganda antifascista era più sentita, si arrivò, nel mese di agosto, alle prime defezioni".862 Circostanza che può confermare come in Francia i soldati disertori, probabilmente i più avveduti o preparati politicamente, trovassero un ambiente favorevole ed in ogni caso accoglienza presso i civili; ma altresì che il fenomeno fu contenuto. Tutto considerato e se si tiene conto della testimonianza cli Faldella, il quale assicura che nei famosi quarantacinque giorni l' esercito conservò una mirabile disciplina, si potrebbe osservare che il tono disciplinare e il morale cieli ' Armata alla vigilia dell'8 settembre fosse sostanzialmente accettabile, anche se , secondo la relazione del comandante della Pusteria, generale de Castigliani:

"tra i reparti della divisione [ .. .] la campagna di stampa, [. . .] mirante più o meno e.\plicitamente all'uscita dell'llalia dal conflitto, [ .. .] influì sul mordente delle truppe, [orientandole] all'idea di una prossima pace". Medesima pare l'opinione del generale comandante l'Armata, il quale riferisce che: '

"il morale delle mie truppe, che era eccellente fino al 25 luglio, cominciò gradualmente a modificarsi, sia per le notizie che riportava-

861 S. Barba La Resistenza dei ,nilitari italiani in Francia, op. citata, pagg. 21 e 22. 862 Ibidem. Gli episodi cli protezione della diserzione sono attribuiti dall'autrice a F.

Biga (La resistenza ligure nei suoi rapporti con la resislenza e gli alleati in Provenza , Genova , 1985). Allo stesso autore la Barba riferisce la frase citata.

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no i militari di ritorno dalla licenza in Patria, sia per articoli talvolta di.~fattisti pubblicati nei giornali italiani e anche per l'enorme quantità di truppe tedesche che qffluivano [ .. .] in Italia". Sostiene la stessa cosa il generale Trabucch i:

"la caduta del fascismo il 25 luglio fu interpretata dalla truppa come fine della guerra, anche se l'abito della disciplina impedì man(festazioni esteriori ." 863 La tenuta di alcuni reparti in una tale catastrofe, dipese , oltre che dalla qualità della truppa, anche dal tipo delle unità e dallo stampo e clal1'ascendente dei comandanti. Questi ultimi due caratteri furono decisivi, se si considera che la massa delle unità catturate dai tedeschi fu cli tipo territoriale o costiero, nei quali l'inquadramento era peggiore . La saldezza morale dei singoli uomini dipese invece in buona parte dalla loro sensibilità politica . Tale fu la condizione che permise a m igliaia cli militari dell'Armata cli entrare a far parte delle formazioni partigiane piemontesi. Scrisse T rabucchi nella sua relazione, più volte citata:

"ritengo che il crollo delle .forze non possa attribuirsi a volontà di opposizione all'ordine da parte dei cmnandanti [ .. .] E tanto meno ritengo sia da attribuirsi a viltà degli uomini se molti di quelli che abbandonarono i reparti li ritrovai più tardi tra i più valorosi nella lotta clandestina[. ..J. 864 Se ne deve concludere che lo sbandamento delle truppe dell'Armata per la sua stessa immediatezza e simultaneità fu il prodotto ciel clima di

863 Relazione dell'attività svolla dal generale di divisione Maurizio Lazzaro de Castiglioni, comandante della 5ndivisione alpina ''Pusteria" nel periodo dell'armistizio (6-12 se1te111bre 1943) ... AUSS ME 2121/A/5/, pag. 2. Gen.le M. Vercellino Relazione sul mio operato da.Ila sera dell'8 settembre 1943 a tu tto apri le 1945. AUSSME 2121/A/I/ I, pag.4. Relazione del generale Trabucchi, già capo di S M del comando 4" Ar111ata alla Commissione d'inchiesta per g li avvenimenti del giorno 8 settembre cit., AUSSMB 2121/A/bis, pag.4. 864 Relazione del generale 'frabucchi, già capo di SM del comando 4" Armata alla Commissione d'inchiesta per gli avvenimenti del giorno 8 settembre cit., AUSSME 212 1/A/bis, pag.ll. Il generale Trabucchi entrò come mo.lti nel la lotta clandesLina e fu comandante militare del Corpo Volontari della Libertà del Piemonte.

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stanchezza nazionale. Ma fu decisivo verosimilmente il fatto che leprevedibili circostanze conseguenti all'armistizio, pur attese, non ebbero contromisure adeguate, volte soprattutto a legare le unità grandi e piccole nel nome della patria comune. Mancò fondamentalmente la fiducia dei capi nei dipendenti. Nel timore cli quanto poi avvenne, chi comandava non ebbe il coraggio di dire la verità; rimase inerte ad attendere il compimento del destino, come fu per diversi dei comandi cli cui si è a lungo trattato e che furono catturati dai tedeschi . Secondo qualche ufficiale, la sfiducia dei soldati era nota, poiché si era consapevoli che l'aver negato sino alla fine il destino tragico cui erano avviate Forze Armate e Nazione, rappresentava il fallimento della loro azione di comando e la conclusione fatale del patto di confidenza reciproca che si era istaurato fra ufficiali e soldati. In questo senso si può parlare cli impreparazione psicologica di fronte all'armistizio.

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EPILOGO


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La gran parte degli uomini dell'Armata cadde prigioniera dei tedeschi , per un verso o per l'altro. Si parla di quasi 60.000 uomini. Di quelli che decisero di tornare a casa, una patte aderì alle formazioni di Resistenza in Francia o in Piemonte. Numerosi tuttavia furono i militari del!' Armata o di altre Forze Armate di occupazione che, restando in Francia, cercarono semplicemente di sfuggii-e alla cattura da parte delle forze del vecchio alleato, sfruttando la protezione di "famiglie francesi o italiane [ ... ] offrendo braccia - lavoro per i campi o cercando una mediazione per entrare nella Resistenza'' .865 Dopo la liberazione della Francia meridionale (agosto 1944), il governo francese iniziò progressivamente l' opera di individuazione dei militari della disciolta armata di occupazione. Secondo fonti governative francesi, nella zona meridionale della Francia si trovavano circa 27mila soldati italiani, già prigionieri dei Tedeschi e "liberati nel corso dell'avanzata alleata". Di essi 10 mila, considerati prigionieri di guerra risultavano "rinchiusi nei campi cli concentramento"; circa 12 mila "vivevano nascosti [ .. . ] nelle fattorie gestite da connazionali emigrati o lavoravano, senza regolare autorizzazione delle autorità francesi, nei porti, nelle officine [ ... ]; circa 2.000 facevano parte di alcune formazioni garibaldine in corso di organizzazione" e i rimanenti "vivacchiavano presso i vari comitati di liberazione della zona in attesa di un ipotetico inquadramento in mil izie di partito" .866 Nonostante la presenza nel novero degli sbandati della 4" Armata di un certo numero di combattenti per la libertà, le autorità francesi destinarono tutti questi Italiani ai campi di concentramento, quali prigionieri di guerra, adoperandosi peraltro nella ricerca cli eventuali «renitenti». L'intervento degli Americani condusse, nell'autunno del 1944, al rimpafrio di circa 2 .500 uomini della 4" Armata, probabilmente sfuggiti alla cattura e che lavoravano nel porto di Marsigl ia, inquadrati in unità ausiliarie. Il rimpatrio degli altri, più sfortunati, iniziò più tardi, sempre su iniziativa americana. Dopo l'interrogatorio preteso dalle autorità francesi,

865 S. Barba, La Resistenza dei militari italiani in Francia, Comm.issione per lo studio della Resistenza dei militari italiani all'estero, Rivista mili.tare, Roma, 1995, pag. 50. Secondo l'autrice, dopo i primi tempi, i francesi erano divenuti "molto cauti nel favori re l' inserimento dei militari nel maquis". Ibidem, pag. 55. 866 Relazione del colonnello Antonio Bruno in AUSSME, Carteggio LlO, cartella A.

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e volto ad accertare le loro responsabilità in terra cli Francia, i soldati cieli' Armata iniziarono a rientrare in patria.867 Terminava così l'avventura francese dei soldati della 4" Armata, avventura che molti avevano accettato come il minore dei mali, pensando alla dolcezza del clima della Costa Azzurra e alla piacevolezza del vivere francese. In una pagina del romanzo di Joffo, si legge che il protagonista, camminando sulla "Passeggiata" di Nizza fu attratto dalla vista di "molti ufficiali italiani ai caffè, sotto gli ombrelloni, le loro uniformi scintillano , quelli là fanno una guerra comoda." 868 Questo fatto delle belle uniformi, dei profumi di Grasse e, in generale, della bella vita degli occupanti italiani in Francia, doveva essere nozione comune, tanto che all'Annata, non si sa come, né da chi, fu affibbiato l'epiteto di Armée des par:fìtms. La vita dei comandi e delle truppe in Francia non presentava di ceito la durezza e la drammaticità esistenti in altri fronti e anche in quello della madrepatria, sottoposto ad una faticosa e psicologicamente snervante attività di preparazione in vista del prevedibile coinvolgimento ciel territorio nazionale nelle operazioni. Tuttavia, nei capitoli precedenti si sarà osservato l'onere di una difficile occupazione militare che ricadeva sulla 4" Armata e sulla sua Intendenza, compito ingrato sia per il carico delle attività di recupero, sia per la difficoltà dell'interpretazione giuridica e sia per la cornice ostile e difficile nella quale comandi e truppe erano costretti. ad operare. Si è anche potuto constatare quanto progressivamente infido fosse il territorio occupato , che, se non aveva il carattere estremo dell' occupazione nei Balcani , e benché "non fosse preoccupante", pure rivelava segni dell' asprezza e della crescente durezza degli scontri.869 Sul finire del maggio 1943, la 4a Armata era una grande unità di oltre 150 mila uomini. Il suo «Reparto operazioni» che comprendeva lo Stato Maggiore e gli elementi di sostegno del comando contava circa J70 ufficiali e si articolava in alcuni uffici tipicamente militari ed altr.i di natura derivante dai vasti compiti di carattere poco sperimentato in una

867 I dati di alcuni rimpatri del personale in argomento, tratti da AUSSME I 3, f 19 J e 205, sono riportati in appendice. 868 Joseph Joffo, Un sacchetto pieno di bif.ilie, Rizzoli, Milano, 1977, pag. 142. 869 R. Cruccu, La 4" Armata e l'armistizio , in «8 settembre, lo sfacelo della IV Armata», Book Store, Torino, 1979, pag. 68 .

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grande unità tattica. Per esempio, dal comandante d'Annata dipendevano un "R. Ministro plenipotenziario, capo ufficio collegamento del Ministero Affari Esteri presso il comando della 4" Armata", nella persona del conte Bonarelli di Castelbompiano; il generale capo della Delegazione Esercito di Controllo dello Scacchiere Alpino (DECSA), già alle dipendenze della CIAF; un poderoso reparto Affari civili ed Affari vari, retto dal generale di brigata Poli, che dal 1° marzo J943, aveva fortunatamente riunito le numerose funzioni occasionali riguardanti gli aspetti cli carattere politico , dei recuperi, della preda bellica. Il «Reparto operazioni», per tornare alle peculiari funzioni militari, disponeva anche di una componente topocartografica, le cui incombenze solo recentemente sono state riscoperte nel! ' organizzazione di corpi di spedizione destinati a missioni assai complesse.870 Dal comando d' Armata dipendevano anche dal 1° gennaio 1943 il comando Marina cli Tolone, cli cui si è già parlato in precedenza, e , dal 23 marzo, il comando .Aeronautica Provenza dal quale dipendevano tutti gli organi della R. Aeronautica nel territorio 4a Arnrnta.871 Intensissima fu l'attività addestrativa delle truppe, ed approfondito lo studio sulle possibilità e sui perfezionamenti eia apportare alle difesa. Nel periodo febbraio - aprile furono organizzate con i quadri due «manovre di armata», una «manovra» per ciascuno dei corpi d'armata e delle divisioni dipendenti, compreso il raggruppamento Argens , il quale organizzò e condusse una esercitazione cli movimento sulla base della analoga «manovra» svolta con i quadri (in marzo). Numerosissime furono le esercitazioni di allarme delle truppe, conclusesi con due esercitazioni complessive cli allarme costiero, una diurna ed un'altra nottur-

870 Sanzione SMRE ordinamento degli adauamenti apportati all'ordinamento del comando cl' Armata, avvenuta con lettera 0062096/2 in data IO mar. 1943 indirizzata anche al ministero deJJa Guerra per gli aspetti amministrativi (AUSSME DS 4A 1218-7). L'organizzazione del comando dell'Armata al I O giugno l943 è riportntll in appendice S-71 L'ordinamento del comando Marina 999 cli Tolone è riportato in appendice. l.l comando Aeronautica Provenza era stato costituito con dispaccio 50353 del 16 mar. 1943 diretto da CS a SMRA (AUSSME DS 4A 1218-24). Il comando Aeronautica Provenza disponeva dei seguenti uffici o direzioni: comando; presidio CCRR; Operazioni; Servizi logistici; ordinamento e personale; prede belliche, e di reparti di sostegno diretto. Lettera SMRA 2/3507 in data 2 apr. I 943 (AUSSME DS 4A 12 I8-50) Dal comando dipendeva il 19° Stormo su tre gruppi di osservazione aerea (OA) (64, 73, 76), il 73° rimase in patria (Venaria e Mondovì), per le es.igenze del comando d'Armata e del XV CA. Le squadriglie degli altri due furono assegnati ai CA cd alln Pusteria (AUSSME DS 4A 1127-22). Ordinamento in appendice.

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na ed una esercitazione a partiti contrapposti (nel periodo 21 marzo - 20 apr.ile). Nello stesso periodo furono svolte esercitazioni cli tiro a proietto delle batterie contraeree e di tiro "anti nave contro bersaglio rimorchiato". Tra la fine di aprile ed il maggio successivo ebbero luogo due esercitazi.oni cli corpo d'armata; una divisionale con le truppe; esercitazioni di allarme e tattiche a tutti i livelli inferiori e di analogo livello con carattere tecnico (tiro diurno e notturno a proietto contro natanti, esercitazioni "anticarro ed antiparacaclutisti'' , di posa e rilevamento mine, con i mortai a fuoco per addestramento reparti costieri. In giugno, l'addestramento cieli' Armata venne valutato nel suo complesso nel corso dell'esercitazione d'armata n.7300 con lo scopo cli "trarre dati sperimentali cli giudizio: sul funzionamento di un raggruppamento tattico dì manovra; sui tempi di [schieramento di] unità dì fanteria autotrasportate con aliquote cli salmerie; sulle possibil.ità dì marce celeri per unità dì cavalleria e bersaglieri ciclisti; sul concorso dì unità aeree germaniche a favore dì truppe italiane" .872 Tutto ciò mentre fervevano gravosi lavori di rafforzamento, di potenziamento e di protezione degli schieramenti costieri di riattivazione delle artiglierie e delle relative postazioni i quali costituirono una delle competenze cli maggior impegno per la 4a Armata in Francia. La quota mensile necessaria, ed in gran parte concessa dalle autorità francesi, per i lavori ammontava, come si è visto nel capitolo precedente, a 2000 tonnellate cli cemento e a 1000 metri cubi dì legname da opera. Nel settore del XXII CA furono costruiti, anche mediante modesto concorso della difficilmente ottenibile manodopera proveniente dal l'Italia (centurie lavoratori) , quasi 10 chilometri cli fosso anticarro complessivi, prevalentemente sulla fronte costiera della divisione Lupi. Furono prelevati, rimessi in efficienza, schierati e collaudati non meno ' 872 Dati u·atti da AUSSME, DS 4A, 1127, 1218, 1326, contenuti rispellivarnente negli allegati 35 e 64; 3 1; 1, e 30. Nello stesso periodo, il comando d'Armata diramò quattro circolari a carattere dottrinale con tema riguardante l'organizzazione e le modalità della difesa costiera. Le circolari erano: 62 I00/43 OP "Direltive sull' impiego dell'artigl ieria nella difesa costiera di interesse" in data 25 mar. 1943; (DS 4A 1218-26); 6300/0p. "Circolare sull'organizzazione costiera di 2° tempo", 30 mar. 1943 (DS 4A 12 I8-28); 9000 Op. "Circolare sulla di fesa costiera", 5 mag. I 943; (DS 4A 1326-9). Ed inoltre trasmissione di circolari diramate su llo stesso dallo SMRE. 62500/43/0p. Potenziamento de.Ila difesa cosLiera, in data 13 mag.1943. (DS 4A. 13 16- I4). I diari storici ricordati sono conservali presso I' AUSSME.

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di 400 pezzi cli artiglieria costiera e contraerea cli preda bellica francese, per i quali furono addestrati ex-novo i serventi.873 In sintes i, se non vi fu prova della bontà delle predisposizioni e se agli uonùni cieli ' Armata fu risparmiata la drammaticità cli una campagna protratta, la grande unità diede prova di efficienza e di spirito di sacrificio . Nei mesi di occupazione precedenti 1'8 settembre si registrarono una media di circa venti decessi mensili di cui la metà per incidenti (prima dell'avanzata la media non superava le 5 unità mensili). Rimasero ferit i una media di 110 uomini per mese (prima dell'avanzata media dimezzata) . Non s i trattò certo di perdite rilevanti , ma neanche ciel livello di una serena vita cli guarn igione , pur se in tempo d i guerra. Ne era valsa la pena? Se s i rievoca la drammatica disgregazione cieli' Annata, verrebbe da dire che forse sarebbe stato meglio che la grande unità fosse restata in Italia. È dubbio che questa decis ione avre bbe potuto ottenere, 1'8 settembre, mig liori risultati cl i quelli dianzi osservati, nell 'inevitabile conflitto con le trnppe germaniche che si sare bbe comunque verificato anche in patria . Ma è possibile che la presenza di un 'armata nel territorio nazionale avrebbe quantomeno legittimato ed anzi reso più vigoroso il rifiuto di ulteriori afflussi di unità tedesche. Senza volersi inoltrare nei meandri di una tal ipotetica questione , ci si può chiedere se l' in vio cicli ' Armata in Francia abbia potuto rappresentare un qualche vantaggio o , alme no , a bbia potuto assecondare g li auspici che Mussolini aveva espresso s in dal l' indomani dell'arm istizio con la Francia. Si è visto in precedenza che !' impropriamente definito bottino fu abbastanza rilevante in termini di materiali di immediato impiego militare, ma scarso di risultati per quel che riguardava materie strategiche e util izzazione delle industrie frances i. Dato il relativamente breve periodo de ll ' occupazione, in ogni caso, primi e secondi f inirono per incrementare il boltino tedesco, dopo 1'8 settembre.

873 Questi lavori rapp resentano umi costante nell'attività del l' Armata. Nel le rcla;doni mensili ri corrono frasi come "proseguono con al.icrità i lavori re lativi alla sistemazione a di fesa della fasc ia costiera provenzale ed al perfezionamento di quella ligure ... (Rapporto di situazione del periodo 20 dicembre 1942 - 20 gennaio 1943,AUSSME DS 4A 11 27-35) . '·Iniziata la costruz ione dei camp i minati e di reticolati (Rappo rto di situazione cie l peri odo 20 marzo - 20 aprile 1.943, AUSSME DS 4A 1326-1). Gli scavi elci fossi anticarro sono citati nella lettera 2 109/02 in data 15 marzo 1943 indirizzata da l XX II CA al comando 4" Armata (AUSSME DS XXII C/\ 12 17-70 bis.). E' curioso che alla difficoltà di ottenere manodopera militarizzata ed anche civile in Francia . si sommassero le di fficol tà di sdoganamento di macchinari delle ditte itali,me impeg nate ne i lavori costieri. (AUSSME DS XXII CA 12 I7-81).

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Quanto al conseguimento degli auspici «nazionali», gl i esiti dell'improvvisa avanzata cui fu spinta l'Armata furono ancora più disastrosi. Pare inutile discutere sulle risultanze politiche e strategiche di tale decisione, attuate proprio allorché la guerra era già perduta, senza che l'occupazione potesse garanti.re un significativo vantaggio militare o generare profitti congrui per la comatosa economia italiana. S i vuole invece osservare che, in pratica, Vercelli.no fu sollecitato aU'occupazione proprio quando la sua grande unità si trovava al minimo della forza e dell'efficienza. Ciò non si spiega se non con il sopravvivere dell'atteggiamento di arroganza e di millanteria che avevano accompagnato l'intero studio dell'occupazione dei territori francesi dal 1940 al 1942. Fu un soprassalto di vanagloria e di presunzione nei confronti dei Francesi sul far della rovina, un nuovo inutile bluffnei confronti dell' alleato. Questi infatti avrebbe fatto volentieri a meno del concorso italiano e le Alpi occidentali sarebbero state più sicure. Insomma, si trattò di una decisione errata perseguita dal Comando Supremo nonostante la contrarietà dello SMRE, il quale cercò inutilmente cli sostenere la proposta del comandante della 4" Armata, intesa a limitare l'avanzata, seppure in un primo tempo, ad una linea che avrebbe potuto costituire un raddoppio della copertura terrestre.874 Scelta che sarebbe stata cli grande utilità visto lo sviluppo successivo degli eventi. Nonostante la sua attività e lo spirito cli abnegazione dei suoi appartenenti , il gravoso compito svolto, l'onere di spossanti predisposizioni addestrative, di lavoro e tattiche, la 4a Armata non ebbe neanche l'onore del combattimento . Gli unici scontri, pur eroici, furono modesti, rari ed occasionali ed ebbero luogo con le unità dell'antico alleato . Pur tuttavia resta nelle pagine scritte da quella grande unità la gloria d i essersi opposta con fierezza ed umanità ai tentativi cli cattura e cli deportazione d i popolazioni di razza ebraica . Ai suoi componenti che passarono nei ranghi della Resistenza rimane il vanto cli aver contribuito a dar vita e ad ali mentare la lotta cli liberazione in Piemonte.875 874 Come sì ricorderà il comando dell'Armata propose il 10 novembre "l'opp01tunità, qualora si rendesse necessaria [manoscritto aggiunto], di limitare l'avanzata in IO tempo [manoscritto]e l'occupazione alla displuviale tra Paglione e Bevera per le località di: Cima del diavolo - M. Aution - Colle della Peiracava - Pas de la Cabanelte - Col di Braus (Brouis) - M . Orso - M . Bandone - Mt. Agel - La Turbie - Capo Martino (Cap Martin)" . 875 A tale riguardo si leggano i passi ciel volume di Raimondo Luraghì, ufficiale subalterno di un reparto Gaf (''Eravamo partigiani", Milano, Rizzolì, 2005) il quale testimonia nella sua opera sia la crisi delle truppe, sia il desiderio di riscatto ispirantesi al nobilissimo sentimento di tener fede al giuramento.

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BIBLIOGRAFIA


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La redazione del presente lavoro si è avvalsa della consultazione di fon ti di vario genere. Quelle a stampa, sono in grado di fornire un quadro di carattere generale relativo ai rapporti italo- francesi, le tensioni ed i contrasti che si verificarono tra i rappresentanti cli Vichy e la Commissione Italiana cl' Armistizio con la Francia (CIAF) e la situazione che si verificò a seguito dell'occupazione della Francia sino al limite ciel territorio sotto controllo armistiziale italiano. Tn tale campo , particolarmente interessanti sono le opere di Rainero e di Borgogni; e, sul piano più giuridico, le opere sull'Armistizio italo - francese cl i Avvantaggiato- Puppo, di Kammerer, di Girarci e di Duroselle. Alcune opere, di carattere memorialistico e relative ai primi mesi di guerra - per esemp io quella di Armell ini - si sono rivelate assai utiLi per la valutazione del contrastato avvio degli studi militari per la pianificazione di un'avanzata in Francia oltre i limiti stabiliti dall 'esito della campagna ciel giugno 1940; esordio tormentato a causa delle contraddittorie strategie mussoliniane e a motivo dell'opposizione tedesca. Altre , più generali, come ad esempio i testi cli Hillgruber e cli Mc Knox sono in grado di fornire uno spaccato ancor più preciso e complessivo delle incertezze strategiche della condotta italiana della guerra in quegli stessi mesi . Altre ancora, di carattere storico, come ad esempio l'opera cli Faldella, rappresentano un utilissimo strumento per la lettura degli avvenimenti bellici sino all' armistizio dell '8 settembre. Più in generale, pare degna di attenzione la lettura delle opere di Ceva sull'organizzazione e le li mitazioni fu nzionali dello Stato Maggiore Generale. Sotto l' aspetto politico - strategico cli qualche generica utilità si è dimostrata la lettura di alcuni volumi dell'Opera omnia di Mussolini e della corrispondenza da questi intrattenuta col Fiihrer. Includo i Diari storici del Comando Supremo, fra quelle opere preziose che, pur con le inevitabili carenze, offrono la prospettiva nella quale inquadrare la per molti versi modesta questione francese. Essi, in particolare, forniscono lo sfondo nel quale si iscrivono prima la irrealizzabilità tecn ica di un'iniziativa militare francese; poi, col peggiorare della situazione bellica, sono testimoni delle predisposizioni per il concepimento di piani per operazioni sempre più contenute. Ed infi ne svelano i ·momenti drammatic i che condussero all'attuazi.one clell' «Esigenza Ovest», in conseguenza dell'allarmante sbarco alleato in NAF (Nord Africa Francese) e per il timore di uno sbarco nel continente, in Liguria o in Provenza. Nonostante le citate incompletezze, il Diario storico del primo quadrimestre del 1943 (voi. IX) illustra i pro529


blemi che travagliarono l'occupazione italiana sin dall'inizio ed i problemi giuridici e comportamentali che ne rappresentarono il fondamento quotidiano. Di analoga utilità, sotto la giovevole prospettiva tedesca sono i Diari storici dell'OKW (OKW Kriegstagebuch), i quali illustrano in parte il punto di vista tedesco sull'intera questione e di più informano sugli aspetti militari, talvolta costituendo un elemento di chiarezza sui tempi e sulle dinamiche delle attività italiane . Alcune opere di carattere documentale sono consigliabili per la interpretazione degli avvenimenti di cui si tratta dal punto di vista francese, ben tenendo conto che, in linea generale, fosse per pochezza territoriale o per irrilevanza politica, la presenza italiana è assai poco considerata. Tra le opere raccomandabili restano quelle tradizionali di Aron e di Amouroux, le quali offrono una scenario fondamentale degli aspetti della vita francese sotto l'occupazione, o rappresentano - in particolare quella di Delarue - un quadro assai vivo della percezione della presenza straniera nella Francia di recente occupazione; o ancora, come in Remy, le prime fasi di organizzazione della Resistenza. Altre ancora, e mi riferisco soprattutto alle opere di Paxton, tracciano il quadro politico a riguardo dell'atteggiamento del governo di Vichy, dell'evoluzione politica degli assetti ordinativ i francesi sotto l'occupazione e della collaborazione. Sotto l'aspetto della collaborazione, relativamente ai dati dello sfruttamento tedesco delle industrie tedesche , sono rilevanti certi saggi o dossier delle éditions Daniel ed altri reperibili presso i Fonds patrimoniaux de la ville de Vichy, dai quali si possono apprezzare alcune informazioni sullo sfruttamento delle industrie francesi da parte italiana e rilevarne la modestia e la velleità rispetto al gigantesco strumento posto in opera dai tedeschi. Sotto il medesimo riguardo, assai proficua si è rivelata la consultazione del!' opera di Perona (Aspetti economici dell'occupazione italiana in Francia ..., in 8 settembre, lo ~facelo della IV Armata, ..) ed il suo riferimento alle opere di Catalano, Curami , Minniti. Per finire, le cause del crollo della 4"Armata alla dichiarazione dell'armistizio è argomento ampiamente e approfonditamente trattato da numerosi autori delle cui informazioni ci si è ampiamente avvalsi. Sugli aspetti della sopravvivenza cli militari italiani in teffa di Francia, mi è parsa utile l'opera cli Selene Barba, dalla quale ho tratto informazioni sull'entità del fenomeno . In appendice, l'elenco delle opere consultate. 530


Jl taglio militare conferito al presente lavoro è stato però soddisfatto soprattutto dall'esame dei diari storici e dei carteggi militari. l più importanti documenti, a tal fine, restano quelli del Comando Supremo (parte non ancora pubblicata) e quelli dello Stato Maggiore del Regio Esercito . Tuttavia in quelli consultati, il tema degli studi e dei progetti per l'occupazione ulteriore della Francia non risultano riportati organicamente, né completamente , a meno dei primissimi studi condotti nelle prime fasi della guerra tra l'agosto del 1940 ed il gennaio 1941 e solo nei documenti dello SMRE. Successivamente il carteggio sulle operazioni francesi dei comandi centrali riassume una certa organicità alla vigilia ed all'atto dell'avanzata in Francia (soprattutto nei fondi 2078 e 2079, ma anche nel 2119); gli eventi esaminati si limitano tuttavia al periodo ottobre 1942 - gennaio 1943. Sugli aspetti relativi alle pianificazioni, di grande ausilio si sono invece rivelati i documenti restituiti dagli Alleati ed in parte taluni fondi contenenti il carteggio di corpi e reparti, quali quelli appartenenti alla Guardia alla Frontiera che ebbero maggiore permanenza nelle località della frontiera franco-italiana. Quanto all'organizzazione difensiva posta in essere sulla costa provenzale, alle questioni relative alla ripartizione territoriale della difesa costiera sono insostituibili fonti cli notizie i diari storici dello SMRE, delle grandi unità e dei reggimenti della 4"Armata. Un carteggio separato dello SMRE (2119, cartella I) contiene interessanti documenti sulle ultime fasi della presenza ital iana in Francia, alla vigilia dell '8 settembre. Per questa periodo molto utile si è rivelato tuttavia il Diario storico del!' Armeegruppe Felber, poi 19" Armata, (Kriegstagebuch des 19 AOK - Armeegruppe Felber - Ober Kommando von Soderstern), nel senso che il documento offre un punto di vista apparentemente ignoto dell'atteggiamento tedesco nei confronti dell 'alleato a partire dalle prime manifestazioni di diffidenza tedesche per il prosieguo della lotta da patte degli italiani ed un quadro assi minuzioso delle predisposizioni adottate dai tedeschi in Francia ed in Liguria per l'attuazione del piano Achse. La fase di vera e propria occupazione ed i problemi militari, di sicurezza e di relazione posti all'occupante italiano da questa decisione sono illustrati dai diari della 4AArmata e delle grandi unità dipendentì. Essi hanno fornito le notizie pìù convincenti sui problemi operativi, sul1'entità delle forze sull'organizzazione difensiva da posizìone, sull'utilizzazione di materiale di preda bellica francese, sui lavori e sulle eser531


citazioni. Talvolta in materia hanno palesato una certa utilità il diario dell 'OKW citato ed il carteggio reperito nel fondo L-13, fondo riguardante le attività dell'ufficiale cli collegamento del comando ciel XXII CA con il comando Felber. Tale carteggio è anche interessante sotto l'aspetto dei rapporti con le autorità militari francesi . Al riguardo, mentre sull'organizzazione delle appropriazioni di materiali di preda bellica, sull'utilizzazione delle risorse francesi , sulle azioni cli forzata acquisizione i diari citati sono abbastanza reticenti, il carteggio L- 13 è di molta utilità, anche indiretta. Vi si trovano anche documenti da.i quali possono apprezzarsi le tensioni fra organi del controllo d'armistizio francesi e comandi italiani ; s.ia il contenzioso creatosi in materia fra i due alleati clell' Asse; sia infine, e non ultime, le relazioni tra i comandi alleati in Francia , le rispettive dislocazioni ecc. Ma le informazioni che si traggono indirettamente dai documenti restituiti dagli Alleati sono ancor più concrete per valutare il quadro creatosi a seguito dell'occupazione di Tolone e della dichiarazione di potenza occupante da parte dell'Italia. Soprattutto di interesse è il carteggio M-3 il quale conserva sia i rapporti inviati al Comando Supremo da parte del generale rappresentante lo stesso Comando Supremo , l'atteggiamento c il quale presso lo stesso comando si valutavano i documenti provenienti dalla presidenza della CIAF, le questioni relative alla progressiva contrazione delle funzioni dello stesso organismo e le lagnanze del presidente della CIAF. Di grande uti lità resta comunque il carteggio della stessa CIAF, soprattutto quello relativo alle competenze, al funzionamento ed alle questioni sollevate dalla sua Sottocommissione armamenti dai quali si possono apprezzare le tensioni createsi con alleato e francesi sullo sfruttamento dei materiali di interesse bell ico, il contendere giuridico sulla materia delle acquisizioni ed i temi relativi alla contesa con i tedeschi sullo sfruttamento delle industrie francesi. Rimangono assi illuminanti le Relazioni mensili dello stesso organismo dalle quali si sono potuti trarre dati e aver conferma cli altri per la redazione degli argomenti cli quell'ambito . Una certa qual attenzione relativamente ali 'argomento in trattazione meritano i documenti conservati presso il Service Historique de L' Armée (SHAT) dai quali sono stati tratte indicazioni circa l'organizzazione della Delegazione francese presso la CIAF a Torino, a riguardo dell 'ordinamento dell' Armée de Transitino e segnalazioni su certi aspetti del contenzioso italo-francese, a proposito della disputa franco-tedesca in merito alla legge sulla deten532


zionc delle armi da parte di privati; e sulla questione italo-francese sull' estensione del diritto dell'occupante italiano di rico1Tere alle più disparate fonti di rifornimento di equipaggiamenti mil itari per esigenze della difesa comune. Ma non più di questo. Di seguito i fondi consultati. A . Fase di studio e di preparazione delle operazioni (dall' agosto del 1940 al novembre 1942).

Diari italiani. I . Repe1torio N - Diari storici e carteggio del Comando supremo - SIM. Qualche vaga informazione sull a fase descritta compaiono nei fo ndi: 1341 (dicembre 1940, cartelle dal l O al 15): brevi e sporadici accenni ai problemi francesi. 1351 Novità operati ve dello SMRE gennaio - fe bbraio 1942. 1505 contiene la c ircolare sulla difesa costiera n. 3 CSM in data 24 ott. 1941. 2. Repertori o N - Diari storici dell o SMRE. Le cartelle che trattano degli argomenti relativi alla pian ificazione cd agi i studi su una possibile ulteri.ore occupazione di territori francesi sono i seguenti: 2073 (giugno - novembre 1940) il quale tratta degli argomenti in questione a partire dal g iugno 1940. Esso tra l'altro conserva il docu mento ciel Ministero della Guerra-Gabinetto sulla contrazione della forza alle armi. 2074 (dicembre 1940 - marzo 1941) il quale custodisce i più imporranti documenti (promemoria) dello SMRE sulla "eventuale avanzata in terri to rio francese" . Di particolare importanza gli allegati 437 (promemori a del 12 dicembre 1940); 441 (promemoria 352 in data 20 clic. 1940 con allegato il progetto per l' occupazione della Franc ia fino al corso del Rodano); 438 (telegramma 13104/0p. in data 14 dic. 1940 all'oggetto: "voci su caduta governo Pétain. Per il caso che nuovo governo aderisse movimento de Gaulle intensificare vigilanza specie zona

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meridionaler ... ] ." 447 (promemoria in data 3 gennaio 1941 sull'Esigenza «R» e sulle sue varianti minori (soluzioni media e minima). 454 (Lettera 820 in data 20 gen. 1941 indirizzata al Comando Supremo sulla "eventuale occupazione cli territori francesi"; 465 (Lettera SMRE 900 in data l O febbraio l 941 indirizzata all'eccellenza il comandante della 4 1'.Armata sulla "eventuale occupazione di territori francesi") . Ed inoltre gli allegati 486,498,525 (mesi di febbraio e marzo 1941) sui progressivi provvedimenti per il trasferimento di forze preparate per le esigenze francesi alla frontiera orientale. Si tratta dunque ciel fondo che ili ustra le basi dell ' «Esigenza O». (aprile - luglio 194 l) riporta periodici aggiornamenti dei piani e movimenti di grandi unità in afflusso o ritirate dalla fronte occidentale. (agosto - novembre 1941) gli allegati 2121 e 2122 (Lettere 13416 e 13417 in data 21 agosto 1941 ed indirizzate rispettivamente al Comando supremo ed al comando della 4AArmata) descrivono iI piano deU' estate 1941 su Ila "occupazione cli parte del territorio francese aderente alla fro ntiera italiana". (dicembre 1941 - ottobre 1942) è di scarso interesse ai fini della ricerca preannunciata. : è un repertorio costituito eia cinque fasc icol i, due riguardanti le novità delle operazioni di avanzata (dall' 11 novembre 1942 al 31 gennaio 1943. Le altre conservano alcuni documenti importanti: - fascicolo B , contiene l'importante documento del Comando Supremo (lettera 11022/0p. in data 12 luglio 1942 all' oggetto "studio per l'eventuale occupazione cli parte del rimanente territorio francese metropolitano" dal quale derivarono i piani cieli 'ultima fase di Studio per l'avanzata in territorio francese. Vi è inoltre catalogato il piano 60.000 del comando 4A Armata (n. 8026/0p. del 10 nov. 1942), quello che poi fu attuato il giorno dopo; fascicolo 5/B, contiene lo studio "Lineamenti sommari per uno studio per l'occupazione dei territori francesi metropolitani tra la linea Ginevra-Lione-Tolosa (località escl use), la costa mediterranea ed il confine dei Pirenei". (senza numero, datato agosto 1942); fascicolo 6/B, conserva i piani del comando 4AArmata n.


5450/ Op. in data 18 agosto 1942 ("occupazione integrale della Francia" sino alla frontiera pirenaica.) ed il piano 6000 del 3 1 agosto 1942 ("Direttive «Emergenza O» (progetto 6000"). 3. Repertorio N - Diari storici del comando della 4"Armata. Cartelle: 59 ( TII e IV bimeslre 1940); 59 - I03(V/ 1940); 103 ( VI/40); 103 - 187 (I/1941); 187 ( 1/1941); 187 - 340 (lll/194.1); 340 356 ( TV/ 1941); 356 - 383 (V/ 1941; 591 - 642 (II/1 942); 642 74l(IIl/1942) ; 741 - 813 (IV/1942); 813 - 1099 (V/1942, settembre otlobre 1942). Curiosamente i fondi non riportano i piani, ma sono utili perché descrivono i problemi derivanti dalle interpretazioni francesi ed itali ane sull'andamento delle linee armistiziali (rossa e verde in particolare), la situazione teni toriale delle grandi unità, ecc.; e per i periodici «Rapporti di situazione» . Diari tedeschi Si vedano le annotazioni riportate al paragrafo c seguente. Carteggi militari italiani 4. Repertori o H- 10. Nonostante la sua incompletezza, questa raccolta contiene a lcuni annotazioni di qualche interesse, ri guardanti: -

Raccolta B l (H lO/B I): Verbali sintesi ed appunti relativi alle riun ioni tenute dal Sottosegretario di Stato alla Guerra ( 1936 - 41) con alcune annotazioni marginali su lla possibi lità di svolgere operaz ioni in Franci a. In particolare, cli interesse sono: - la "Sintesi della riunione te nuta il 27 clic. 1940 al Ministero della Gue1rn nell'ufficio del Sottosegretario di Stato e Sottocapo di SMG dalle ore 8,45 alle 9,25 . [ ... J Secondo argomento: r... ] l'ecc. Guzzoni informa che i moti ldi carattere locale antiasse] che dovevano avvenire a Nizza il [ .. . J 24 novembre non si sono verificati e per il momento s.ituazione appare immutata. Per ogni eventual it~t [il sottocapo SMG] rinnova l'ordine perché siano 535


condotti alacremente studi[ ... ] nell 'eventualità che si debba procedere all'occupazione di una parte del territorio francese[ ... ]"; Verbale n . 27 della seduta del l O gennaio 1941: "[ .. . ] Francia. Si teme la caduta del governo di Vichy. Occorrerebbe occupare tutto: noi lungo la Cornice verso Nizza e Tolone. La Germania [ .. .]il resto. La Germania dice che potrebbe farlo in tre giorni. La nostra 4AArmata difetta dei 2/3 degli automezzi e 2/3 dei materiali del genio e quindi no può essere così fulminea [ .. .]". Verbale n. 28 della seduta tenuta il 3 marzo 1941 . " [ ... ] Ecc. Guzzoni non vede l'impiego delle forze motorizzate lungo la cornice, ma dalle comunicazioni più a nord. Tale idea è condivisa dallo SMRE e dai risultati del secondo studio dell'ecc. Caracciolo [ ... ]". Raccolta VI, cartella M4, 61-1: sulla eventualità della occupazione dei territori francesi per contrastare l'azione gollista; Raccolta B8, 1941: Verbali sintesi ed appunti relativi alle riunioni presiedute dal Capo di SMRE (1936 - 41) con annotazioni sulle predisposizioni da adottare per la fortificazione costiera, anche nel territorio francese occupato (8/4/1941) . 5 . Repertorio 1-3. Le cartelle più interessanti sono: - 58 SMG, ove si parla della ferrovia Transahariana e dei pericoli per le difese italiane in Libia ( 1941 ); 61 SMG (Diari storici dello SMG luglio - agosto 1942), ove compare, sotto la data clell'll luglio 1942, la necessità di assegnare 1000 autocarri alla 4AA (su richiesta tedesca circa prontezza del dispositivo alla frontiera occidentale); necessità ribadita il successivo 21 agosto. - 61 SMG (Diari storici dello SMG luglio - agosto 1942~, ove: - alla data ciel 24 agosto J942 è riportata l'annotazione in base alla quale secondo v.Rintelen "[ ... ] lo stesso governo francese , in caso di azione nemica chiederebbe l'intervento dei tedeschi e degli italiani[ .. .]". Il capo di SMG dal suo canto afferma che "[ .. .]qualunque siano gli eventi la cosa llo sbarco di Dieppe] serve per ginnasticare movimenti e predisposizion i alla frontiera occidentale [ ... ]"; in data 25 agosto il capo di SMG avverte il Duce che "[ ... ] i Francesi hanno allarmato le difese costiere e contraeree[ ... ]";

536


in data 31 agosto viene convocato "per istruzioni il comandante della 4AArmata generale Vercellino". 6. Repertorio L-10 (Raccolta 66). Si tratta di un complesso documentale cli oltre 130 cartelle nel complesso riguardanti le operazioni del I CA nel quadro delle pianificazioni «francesi>> sia relative all'operazione «215», sia riguardanti la «Esigenza O». Le più interessanti sono le cartelle: 1: lettera I CA n .1145/0p. in data 26 marzo 1941 nella quale si accenna alla tutela del segreto in vista cli possibili operazioni oltralpe; - 2: lettera I CA 1282/0p . in data 6 aprile 1941 per la difesa costiera ad obiettivi raggiunti) . Lettera del comando artiglieria J CA a firma del comandante , generale Oxilia , che stabilisce l'entità dei rinforzi di artiglierie GaF all'atto dell'avvenuta occupazione. (n.683/0p. in data 28 marzo 194 1); dalla 3 alla 14, nelle quali numerose sono le annotazioni riguardo all'organizzazione ed al potenziamento delle, alla costituzione cli reparti ad hoc forze nell'ambito del I CA e dei dipendenti settori GaF (3 - 7); cenni a ricognizioni oltre frontiera , schizzi panoramici della testata della valle dell 'Are e dei colli circostanti , della zona di Modane con valutazioni sulle forze di gendarmeria presenti (9 - 14); 67 , fasc icolo 8, il quale contiene le predisposizioni generali impartite dal comando 4AArmata così come ricevute dal l CA e, nel fasc icolo 51 , alcuni documenti che riportano predisposizioni per I' «Emergenza O» . (varie date del 1942). 7. Repertorio M-3 . Trattasi, di documenti di carteggio restituiti dai comandi alleati e contenuti in un centinaio di cartelle. I documenti furono in gran parte catturati presso un organo tedesco di raccolta del carteggio delle unità italiane sopraffatte 1'8 settembre 1943 (Aktenstelle Sud). Due contenitori (96 e 97) contengono, alla rinfusa, appunti e promemoria redatti presso il CS e lo SMRE. Per la fase in esame la cartella 96 contiene: nel fascicolo 3 (M-3, 96 , F.3) alcuni piani del comando 4AArmata non altrimenti reperiti e cioè: 537


Direttiva operazione «215», in data 12 febbraio 1941, redatto sulla base di quelle analoghe impartite dallo SMRE il 1° febbraio precedente; - Direttive <<Esigenza O» (n. 3300/0p. in data 14 maggio 1942); - Direttiva «Esigenza O» (n. 4100/0p. in data 19 giugno 1942); - Direttiva <<Emergenza O». (n . 5700/0p. in data 26 agosto 1942). La cartella conserva anche alcuni appunti dai quali si apprende che il 21 marzo l'operazione «215» muta nome in «Esigenza O» e che presumibilmente il 13 giugno 1941 un ignoto redattore nell'ambito del comando della 4AArmata riferisce dell'avvio di una nuova fase cli pianificazione la quale subito dopo (luglio - agosto 194 I) fu denominata "occupazione di parte del ten-itorio francese aderente alla frontiera italiana". - nel fascicolo 4 (n. 3980 US) si trova il piano 6000 per «Emergenza O» , allegati e testo, così come ricevuti dal I CA, ed un meticoloso allegato sulla qualità e sull'entità delle forze francesi contrapposte ed in particolare sulle posizioni tenute dal 153° reggimento di fanteria dell'Esercito di Transizione. Altre cartelle accolgono i documenti cli pianificazione del comando ciel I CA e dei comandi dipendenti. In particolare, le cartelle: - 267 riporta nei fasc icoli 3974, 3975 e 3977 (US) progetti sull' «Esigenza O» o «Emergenza 0>> redatti dal comando del corpo d'armata, dal suo comando artiglieria e delle unità Ga.F; di interesse il piano del I gruppo Valle per l'occupazione di Bourg St. Maurice; nel fascicolo 3794 è reperibile altra copia del piano 3300/0 p.) ; - 268 (fascicoli A.ktenstelle Sud 3539, 3540 e 3541) conserva documenti riguardanti piani di reparti GaF, piani delle interruzioni, presidi ecc. 8. Repertorio M-7. Questo repertorio nel suo insieme raccoglie notizie pocb utili all'esame della fase cli studio cui ci si riferisce. Interessanti sono alcune circolari dello SMRE riguardanti la difesa costiera cartelle 208 (fascicoli l 12) e 209 (I - 3). Tuttavia nella cartella 209, fascicolo 3 (M7 - 208, F. 3) è stato reperita la lettera con la quale il Comando Supremo risponde al promemoria dello SMRE n. 352 data 20 dic. e al f. 11. 8279 in data 21 seguente (n . 5399/0p., 11 gen . 1941). 11 documento è incompleto, manca la seconda pagina ed il lucido, tuttavia può essere utile per una visione generale dell'atteggiamento dello SMG sul problema in esame. Nella lettera, d'ordine del Duce, si prendevano in esame almeno due casi, sia per 538


l'avanzata in Francia continentale al di qua del Rodano , sia per l'occupazione della Corsica. Dopo una premessa nella quale si sosteneva che "data le situazione politjca della Francia, si possono improvvisamente verificare avvenimenti tali che impongano di. procedere - di comune intesa con la Germania - alla occupazione, anche cli carattere cli immediatezza, dei territori frances i che ancora non sono occupati .", nel documento si considerava la necessità cli "prepararsi per una occupazione oltre Alpi limitata [ ... ] e per l'occupazione della Corsica". L'occupazione della Francia doveva limitarsi a comprendere il Nizzardo, e "gli immediati sbocchi oltre confine" nel Brianzonese, in Val Moriana (Valle clell'Arc) ed in Tarantasia (valle clell'Isère) , con l'impiego di sei divisioni, "più altre tre per presidiare la linea di confine".

Carteggi conservati presso l'Archivio centrale dello Stato . Gli elementi di maggiore interesse sono contenuti nell' Inventario 48/66, Se. 58 Fase. 47, Sottofasc. 9. Vi si sono reperite le lettere del sottocapo cli SMRE, Roatta, al maresciallo Graziani (il quale , come capo cli SMRE, era il suo superiore diretto, pur essendo comandante superiore in A.S.). Dalla corrispondenza si apprezzano le confuse intenzioni di Mussolini: prima la Francia (fine agosto) ; poi la Jugoslavia (10 settembre); poi ancora la Francia (20 settembre) ed ancora a dicembre. Nella busta 69, Fase. 50, Sottofasc. 4, è stata reperita questa curiosa annotazione cli Roatta sull'andirivieni di progetti: "13 gennaio 1941 - In preparazione l'ennesimo progetto di occupazione cli parte del territorio al cli qua ciel Rodano e della Corsica." Annotazione che richiama le molte analoghe ciel periodo, ed in particolare quelle ciel generale Annellini nel testo citato.

Cartegr;io del Service Historique de l 'Armée de Terre (SHAT) . Da questa fonte è stata tratta la nota relazione Sarraz-Bournet relativo al quadro dei territori occupati dalle truppe italiane a seguito dell'Armistizio. B. Attuazione dell'avanzata( novembre - dicembre 1942).

I documenti di maggiore interesse relativamente a questa fase sono conservati nei diari storici. 539


l. Diari storici e carteggio del Comando supremo - STM. La ca1tella cli maggior interesse è la 1350 (novembre 1942, fascicoli dal 16 al 30). Cenni sulla situazione compaiono nei fascicoli 16 - 17 - 26 - 27. In particolare, nel fascicolo 16 (1 - 15 nov. 1942) sono interessanti gli allegati al diario: n. 88 (11.11): "prego clispon-e massima acceleramento possibile movimento divisione Piave su Tolone. Cavallero. [ ... ]"; 11. 95 bis (12.11) "intercettazione telefonica comunicazione tra Vacca Maggiolini e Cavallero. [ ... ] Vacca Maggiolini: non ho perduto la fiducia che si possa an-ivare ad una collaborazione [con i francesi]"; - n. 1J2 (13.11): comunicazione del I reparto CS "per notizia ed eventuale propaganda l- .. ] si sottolinea che ce1tezza che azioni analoghe [allo sbarco in Africa nord occidentale] avrebbero avuto per obiettivo costa meridionale francese ha obbligato [ ... ] a far entrare[ ... ] truppe nella zona non occupata[ ... ] Operazioni svolte fra la calma più assoluta delle popolazione è ... ]''; n. 135 (16. 1]): " [il capo cli SMG riceve] Vercellino: la linea di demarcazione proposta dai tedeschi [a seguito delle sue proteste] per Tolone e Marsiglia [è stata riportata] al Rodano" ; altri argomenti: posizionamento del ICA e collegamenti con comandi tedeschi in Francia; all. 144 (27.11): il 27 nov. 1942 alle ore 12,55 Cavallero avverte Ciano dell'avvenuto assalto tedesco alla base di Tolone; ("solo ieri sera ho avuto notizie riservatissime dell'ordine dato dal Fi.ihrer per il disarmo dei Francesi [ ... ] Sono entrate in Tolone truppe tedesche con truppe italiane [ .. .]". Ciò conferma l'annotazione cli Ciano nel suo Diario. ' 2. Repertorio N - Diari storici dello SMRE. Le cartelle che trattano degli argomenti relativ i alla preparazione dell'avanzata, all'ingresso vero e proprio delle unità della 4AArmata in territorio francese oltre la linea di occupazione (rossa) sono le seguenti: 2078, 2079, 2119. Vi sono custoditi i diari storici dello SMRE relativamente all'esigenza descritta ed agli avvenimenti correlati, anche successivi alle prime fasi . La redazione di tali avvenimenti è stata verosimilmente estrapolata eia quella riguardante gli situazioni operative già 540


in corso ed eseguita da un particolare ufficio operazioni allestito per l'esigenza. Gli allegati ai diari sono elencati a parte per consentire una dettagliata informazione. Nella cartella 2119 - 3 sono conservate le interessanti relazioni del maggiore Ciglieri e del ten. col. Cadi allegate ai promemoria in data 19 e 28 novembre . (AUSSME 2 119-83 ter, segnatura lll/G/2). 3. Repertorio N - Diari storici del comando della 4" Armata. Di interesse è solo la cartella 1099: VI bimestre 1942. Come per quell i dello SMRE gli allegati ai diari sono elencati a parte per consentire una dettagliata informazione. 4. Repertorio N - Diari storici del comando XV CA. La cartella 1100 e la 11 Ol descrivono i momenti difficili trascorsi alla vigilia dell'avanzata da quel comando - quello incaricato dell 'azione più spinta e celere - e le prime fasi della progressione delle sue forze aventi dislocazione abbastanza distante dalla frontiera per essere in grado di produrre un movimento immediato. Interessante è la descrizione degli effetti dei bombardamenti di Genova e dei soccorsi prestati alla popolazione da unità della Legnano, soccorsi ancora in atto allorché fu ordinata l'attuazione dell'Esigenza O. 5. Repertorio N - Diari storici del comando della divisione motorizzata Piave. Trattasi della cartella 1212 (trimestre ottobre - novembre - dicembre). Il diario della divisione, per le attivi tà nelle quali essa fu coinvolta - ed in particolare per la penetrazione più celere di alcuni suoi elementi verso Nizza ed il Rodano, per le posizioni tenute e per la sua partecipazione alle operazioni di occupazione di Tolone - merita un'attenzione particolare, nel senso che degli aspetti appena ricordati vengono fornite prospettive cli livello inferiore che illuminano di diversa luce gl i eventi trattati. Di particolare interesse le annotazioni relative alle vicissitudini della grande unità, richiamata ad un nuovo compito mentre si accingeva a partire per l'Africa,; le osservazioni sulle prime ore dell' avanzata; la partecipazione al disarmo delle truppe frances i intorno a Tolone . 541


C. L'occupazione. Aspetti militari e civili. (dicembre 1942 - giugno 1943). Diari

È opportuno precisare che tutti i diari storici dei comandi di grande unità non sono disponibili dopo la fine del giugno 1943. 1. Repertorio N - Diari storici e carteggio ciel Comando Supremo - SIM. Le cartelle più interessanti sono le seguenti: 135 1 e 1352 che riportano il diario storico delle comunicazioni tra CS e SMRE sulla situazione nelle zone occupate e le questione della linea di demarcazione tra le truppe italiane e quelle tedesche relativamente al dicembre 1942 ed al gennaio-febbraio I943; 1405 , 1406, 1408 e 1414 ove si rintracciano i documenti riguardanti gli accordi iniziali tra organi della Sicurezza italiani e germanici e si registra qualche arresto di fuorusciti ricercati; - la 1505 per la corrispondenza tra il maresciallo Cavallero ed il suo omologo Ke.itel sul regolamento delle attività rispettive presso l'arsenale di Tolone e sulle pertinenze navali italiane. dal 1500 al 1505 per gl i aspetti riguardanti la possibil ità da parte italiana di ricorrere ai materiali francesie, più in generale alle relazioni italo-francesi, con particolare riguardo alla questione ebraica. 2. Repertorio N - Diari storici dello SMRE. A parte i documenti segnalati al precedente paragrafo (diari 2078, 2079, ed in parte 2119) - i quali trattano ancora, sino alla fine di gennaio 1943 , gli aspetti del! ' occupazione, ma unicamente da un punto di vista militare - , gli altri sono poco importanti e riportano pochi ed occasionali accenni alla situazione francese. Il repertorio 2119, cartella B è impo1tante per gli aspetti relativi alla protezione offerta dalle unità cieli' Armata italiana di occupazione nei confronti degli ebrei. 3 . Repertorio N - Diari storici del comando 4"Armata. Si tratta di tre cartelle 1127, 1218 e 1316, che riguardano rispettiva542


mente il I, i1 li ed il III bimestre ciel 1943. Vi sono raccolti tutti i documenti di interesse militare e civile relativi all'occupazione. Data la loro importanza sono stati annessi specchi relativi ali' argomento degli allegati più importanti. Le tre cartelle sono state fondamentali per la ricostruzione del dispositivo della 4AArmata nel periodo d'occupazione. Tutte e tre , peraltro, ospitano le cartelle dell'Intendenza d'armata (n. 1127, 1218 e I 219 e 1327, dai quali si sono ricavate le notizie maggiori sull'attivit~t di recupero ed altre, numerose, avrebbero potute essere tratte su argomenti collaterali. 4. Repertorio N - Diari storici del comando del I CA. Gli elementi di più congruo interesse sono contenuti nelle cartelle 1102, 5. Repertorio N - Diari storici del comando del XV CA. Di maggiore interesse lo studio prodotto dal comando ciel corpo d'armata sull'entità dei rinforzi costieri effettivamente necessari per assicurare un'adeguata difesa costiera. Il documento del XV CA su tale esigenza (n. 02/3084, in data 17 dicembre AUSSME, DS XV CA, novembre - dicembre 1942, allegato 89) è l'unico che è disponibile al riguardo ed è l'unico che indirettamente denuncia una certa disparità di pareri tra SMRE e comando 4AArmata sulla congruità dei rinforzi cos!ieri. 6. Repertorio N - Diari storici ciel comando del XXII CA. Gli argomenti di maggior utilità sono riportati nelle cartelle 1102 (quadrimestre novembre 1942 - febbraio 1943); 1217 (bimestre marzo aprile 1943) e 1249 (bimestre maggio - giugno 1943). Trattasi di temi cli particolare importanza data la posizione del corpo d'armata, che affiancava I' Armeegruppe di Felber, e considerata la sensibilità del settore presidiato. Interessanti sono alcune valutazioni di carattere tattico e le annotazioni ciel comandante della grande unità sulla presenza del1'enclave di Tolone nello schieramento delle sue unità. 7. Repertorio N - Diari storici del comando divisione Piave. Il diario della divisione, per le attività nelle quali essa fu coinvolta 543


ed in pa11icolare per la penetrazione più celere di alcuni suoi elementi verso Nizza ed il Rodano , per le posizioni tenute e per la sua partecipazione aJle operazioni di occupazione di Tolone - merita un'attenzione particolare, nel senso che degli aspetti appena ricordati vengono fornite prospettive di livello inferiore che illuminano di diversa luce gli eventi trattati. Di particolare interesse le annotazioni relative alle vicissitudini della grande unità, richiamata ad un nuovo compito mentre si accingeva a partire per l'Africa,; le osservazioni sulle prime ore dell'avanzata; la partecipazione al disarmo delle truppe francesi intorno a Tolone.

Carteggi militari italiani 1. Repertorio D-7

Si tratta di 80 cartelle concernenti l'attività della CIAF. Essi sono di grande rilevanza per la comprensione della situazione armistiziale, ma nel periodo in esame rappresentano una delle fonti principali di informazione sull'attività della Commissione nel periodo cl' occupazione, sull'organizzazione degli organismi di controllo francesi dopo lo scioglimento delle Forze di Transizione. Quanto alle relazioni con i germanici sono illuminanti i documenti contenuti nelle cartelle 44 (incontro di Monaco tra le due Commissioni) e 45 (esiti di quell'incontro). Di fondamentale importanza per la redazione del capitolo Vlll sono risultati i documenti della Sottocommissione Armamenti di quella Commissione. Essi , conservati nelle cartelle 55, 56, 57 , 58 ìllustrano il quadro delle relazioni italo - tedesche riguardo l'approvvigionamento di materiali francesi , l'utilizzazione de11e industre belliche e gli esiti degli incontri di Parigi (maggio 1943). 2. Repertorio M-3.

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Interessanti, ai fini del lavoro, sono sembrati: i documenti della corrispondenza tra lo SMG e l' ufficio dell'Addetto militare a Roma, generale v. Rintelen, ove si possono rilevare le posizioni più ed i punti di vista, (cart. 96 - Fase. 4); rapporti e relazioni redatte dal generale Avarna per il Comando Supremo, fra i quali degni di nota i colloqui , la corrispondenza ed i punti di vista rispettivi del capo di SM Generale (Ambrosia) e il presidente della CTAF Vacca

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Maggiolini; tra questi documenti si annovera una memoria presentata ad Ambrosia sulle questioni giuridico - armistiziali sollevate dal presidente della CIAF ed il relativo commento del capo di SMG di cui si è parlato; - il carteggio confidenziale tra il capo cli Stato Maggiore Generale, Ambrosio, e il Sottosegretario agli esteri Bastìanini, su una relazione riguardante la Corsica redatta dal Delegato al rimpatrio degli italiani .(96 - 11); - quello analogo tra Ambrosio e prefetto Marziali capo della Sottocommissione Affari civili della CIAF e tra quest'ultimo ed alcuni funzionari dipendenti, in particolare con il dottor Frediani, commissario a Mentone; numerose segnalazioni della CIAF, in specie della Cartella 52 - 2, ma anche nelle cartelle 34 - 36; - nella Raccolta 34 sono riportate notizie interessanti sull'esercizio del «Controllo industria bellica » , un rapporto semestrale sull'attività dell'analogo Ispettorato di controllo tedesco, industria bellica e due cartelle sulla situazione delle forze frances i di polizia nelle valli lsère ed Are. Interessanti i documenti riguardanti le attività dei reparti GaF della 4 /\Armata - in particolare del I CA - esistono nelle cartelle 92 - 97. Racc. n. 20 in cui si segnala il rapporto della CIAF sui territori francesi a seguito della caduta di Mussolini. 3. Repertorio M-7. Di particolare interesse alcuni documenti riguardanti costituzione e compiti degli uffici Economia dì Guerra di armata o di comando superiore , ed in particolare, quello riguardante l'ufficio Economia di Guerra della 4/\Armata. Da notare nello stesso repertorio un documento relativo alla raccolta dai materiali di preda bellica sul fronte orientale ed i problemi che le prassi adottate comportarono nelle relazioni tra alleati dell'Asse. Carteggi italiani del ministero Ajfa.ri Esteri Di rilevante interesse i noti Documenti Diplomatici dai guaii sono stati tratti i documenti citati riguardanti i rapporti e la corrispondenza del direttore generale degli Affari Europei ed il Capo di SMG. 545


Ugualmente interessanti le relazjoni ciel console generale Zoppi ai ministri degli Affari Esteri. Numerosi i documenti del fondo AP(Busta 60) riguardanti la CIAF ed in particolare le sue funzioni residue, i problemi di relazione e di pertinenze tra Buti e Vacca Maggiolini e la decisione di affidare al Commissario commerciale italiano a Parigi la responsabilità degli acquisti in territorio francese oltre Rodano; e cli quelli al di qyua del fiume al Delegato del ministero degli Scambi e della Valute presso l'Intendenza d'Armata. (Let. Comando Supremo n. 4999/EG/ in data 28 maggio 1943). Ugualmente utile è stato l'esame delle buste 43 (direttive dell'Ob.W. sulla ripartizione territoriale delle pertinenze italiane e tedesche del 7 e del 14 marzo 1943). Solo presso l' ASMAE è reperibile in microfilm la Relazione Cavallero del viaggio da questi compiuto presso il QG del Filhrer dopo gli eventj di Tolone, viaggio che stabilì le relazioni extra armistiziali tra italiani e tedeschi .

Carteggi del Service Historique del' Armée de Terre (SHAT). Di qualche interesse alcuni documenti conservati nella raccolta l P55 i quali riguardano la difficile applicazione della legge francese sulla detenz.ione delle armi, le difficoltà incontrate dai Commissari regionali a conoscere la realtà dei depositi d'armistizio e cli disarmo e la pressione esercitata su tali agenti francesi dall'Ob.W. (Dossier 2); l'organizzazione territoriale delle riparazioni (dossier 3); certe transazioni di beni trattate da Intendenze generali francesi (Marsiglia, Bourg en Bresse) e responsabiU tedeschi (Dossier 4) ; alcuni contenziosi con le autorità italiane prevalentemente su questioni riguardanti il disinteresse di queste ultime per la vita delle truppe cli colore presenti nelle caserme dei reggimenti coloniali francesi (Dossier 5). Dal Dossier 4 si sono tratte informazioni sull'organizzazione della Dissolution. Di un certo interesse, di carattere generale, è anche la consultazione della raccolta 1P54, specie su particolari aspetti del funzionamento e delle d ipendenze dell' Année cl' Armistice, e della raccolta IPSO che interessa per gli aspetti riguardanti le relazioni frontaliere e postali con la Svizzera, per i problemi che si affacciarono per patticolari necessità cli approvvigionamento delle truppe italiane e per un esame delle esigenze cli guardie alle comunicazioni. nel territorio cli occupazione italiana. D. La crisi dell'Asse - il rimpatrio della 4"Armata - 1'8 settembre 1943 - rientro i patria dei militari della4"Armata.

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Diari italiani

Repertorio N - Diari storici e carteggio del Comando Supremo SIM, dello SMRE e della 4"Armata. Le cartelle più interessanti sono quelle già segnalate ed in particolare quelle dal 1502 al 1505 per gli aspetti riguardanti la questione ebraica; questione che viene seguita sino alle fasi immediatamente precedenti 1'8 settembre. Vi si trovano inoltre qualche accenno alle operazioni dj rimpatrio ed ,ùtri relativi all'organizzazione difensiva della 4"Armata nel mese di lugl io 1943 . . Relativamente noto invece è il contenuto delle cattelle SMRE 1216, 1243, 1392, 1393 e 1394. Come si è detto, qualche accenno alle operazioni di rientro èstato rinvenuto nel fondo 2119, nel quale sono conservati alcuni scritti ciel 20 8 sciatori dal quale si può risali re agli ordini del comando della4"Annata. Non è stato possibile rintracciare i diari storici del comando della 4"Armata , dei comandi e delle unità dipendenti relativamente al periodo successivo al luglio 1943. Diari tedeschi

Come dianzi enunciato, sono stati consultati per gli aspetti riguardanti 1' intero lavoro il citato Diario storico del comando supremo tedesco (OKW, Kriegstagebuch, Band I- ili 1940 - 43, Bernarcl & Graefe Verlag fur Wehrwesen - Frankfmt am Main, 1963). È stato peraltro assai interessante - pei· quanto riguarda la trattazione del periodo cui ci si riferisce - osservare quelle annotazioni attraverso la prospettiva cli fatti e cli eventi esaminati a minore livello. A tale scopo, il Diario storico cieli' Areegruppe Felber e poi quello della 19"Armata tedesca sono, per quanto privi cli allegati, molto utili, specie per quanto riguarda il punto di vista tedesco degli eventi precedenti il 25 luglio e 1'8 settembre. ((Kriegstagebuch des A .Gr. Felber, dopo il 12 ago. 1943 Kriegstagebuch des Ob.Kdos. v. Sodenstern; dopo il 26 ago. 1943 Kriegstagebuch des Armeeoberkommando 19. - Bundesarchiv (MiliHirarchiv) Freiburg i.B. Kriegstagebuch vom 20 .06.-31.12.1943, RH 20-19/7). Dal diario risultano in paiticolar modo la realtà dei provvedimenti studiati dai tedeschi per sopraffm·e le forze italiane in Francia e la prospettiva tedesca dello sbandamento della 4"Armata 1'8 settembre. 547


Carteggi

Deve segnalarsi che la mancanza dei diari ha costretto a ricavare gran parte delle notizie d'archivio, relative alla fase in esame , dal fondo L-13 e dalle relazioni redatte dagli alti comandanti e dai capi di SM delle grandi unità della 4" Armata redatte in sede di accertamento dei rispettivi comportamenti 1'8 settembre (AUSSME fondo 2121/A). Relativamente a tali ultime fonti si deve rilevare - aldilà del loro interesse specifico e fatte salve alcune eccezioni - , una certa generale carenza cli precisione sull'organizzazione delle forze e degli schieramenti nell'ultima fase dell' occupazione, dovuta alla distanza degli eventi trattati dall'epoca della stesura delle relazioni. Fatto che non consente di tracciare un quadro dettagliato ed univoco delle dislocazioni delle forze . Ciò detto, di qualche aiuto sono risultati i documenti del fondo 1-13, il quale riporta annotazioni dell'ufficiale di collegamento tra XXII CA e Anneegruppe Felber sino ad agosto ¡inoltrato, e conserva documenti redatti dal comando 4"Armata e dallo stesso comando cli CA di buon interesse.

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ELENCO DELLE LOCALITÀ E DEGLI ELEMENTI TOPOGRAFICI DI INTERESSE


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Acceglio, abitato in Val Maira, Acqui, Africa Equatoriale Francese, Africa Occidentale Francese, (AOF), Africa Settentrionale Francese (Nord Afrique Française =NAF ovvero Nord Africa Francese), Agay, abitato sulla costa presso Théoules (vedi) , Agel, Mont, Agnès, Mont, Aigles du Glacier, alla testata della Tarantasia, Aiguesmortes, sulla costa ad occidente della Camargue , Aiguilles, località sulla linea cli demarcazione italo-tedesca, presso gli Stagni cli Marsiglia, Ain, fiume e dipartimento, Alba, Albania, Albenga, Albertville, nei pressi della confluenza del!' Are nell'lsère , sede di sotto prefettura, Albi, Alés, località ad ovest di Orange (ved i), Alessandria, Alleins, local ità sulla linea di demarcazione italo -tedesca, Alpe d'Huez (I') ad est di Grenoble, Alpi Marittime (Alpes Maritimes), dipartimento con capoluogo Nizza, Alpi Orobiche, Alta Savoia, Haute - Savoie dipartimento con capoluogo, Ambérieu, località alle porte nord est di Marsiglia, sede cli stabilimenti. aeronautici , Ancona, Annecy, capoluogo di dipartimento Annemasse, località nei pressi ciel lago cli Ginevra, Antibes, Antibo, località costiera e capo omonimo , Aosta, capoluogo e Valle, Appennini, Arenzano , Argens, fiume , Argentera, località piemontese sulla strada per la Maddalena (vedi) , eia cui il nome dello stesso passo, Arly, 551


Asse , fiume , affluente di destra della Durance, Asti, A ubagne, località alle porte nord di Marsiglia, Authion, Monte, con istallazioni difensive permanenti , Avignone, Avignon, capoluogo di dipartimento, Balcani o Bacania, Bando!, abitato sulla costa, al limite del territorio sotto controllo italiano, Barcellonette, sede di sottoprefettura in alta valle U baye, ai piedi ciel Colle della Maddalena, Bardonecchia, sbocco orientale ciel tunnel del Fréjus, Bafféme, località presso Digne (vedi), Basse Alpi, (Basses Alpes) , dipartimento con capoluogo Digne , Beaulieu, presso ~1entone, sede dell 'Intendenza 4AArmata, Bellegarde, località di confine, ad ovest di Ginevra, Belley, sul Rodano, sede di depositi, Benat, Cap, capo, Berchtesgaden o Berghof, rifugio montano di Hitler Bergamo , Berghof, vedi Berchtesgaden, Berre, località alle porte nord est di Marsiglia, sede di stabilimenti aeronautici, Bessans, in Mariana, Bevera, fiume , Béziers, sede di sottoprefettura Biot, abitato in Alta Savoia, Bisetta (Tunisia), Bolleme, località presso il Rodano , Bonneval, abitato dell'alta valle dell'Isère , Bonneville (Savoia) , Borgo San Dalmazzo, verso il passo di Tenda, Bormes, località presso Cavalaire (vedi) , Bouches du Rhone (Bocche del Rodano) regione con capoluogo Marsiglia, Bourg St. Maurice (Borgo San Maurizio) Bourg-en-Bresse, capoluogo di dipartimento, Bourges , Bourloup, località presso Arles, Bra, 552


Bramans, in Mariana, Braus (Col de), tra Sospel e Breil, Breglio, Breil, Breil- sur-Roya, Brennero, valico di confine italo-austriaco, Bressieux, Briançon, ai piedi del Monginevro. Brianzonese, regione di Briançon, Brignoles, a nord cli Tolone, Busalla (Genova), sulla strada dei Giovi , Buttes, poligono nei pressi di Lione, sede di depositi, Cabanette (Pas de la) Cabre , (Col de) alla testata della Drome, affluente del Rodano, Cagnes , abitato presso Cannes, Cais , località nei pressi di Fréjus (costiera) sede di un campo di internamento , Camerun (Caméroun) colonia francese secessionista da Vichy, Cannes , abitato Cap Brun, nei pressi di Tolone, Cap Camarat, a sud di St. Tropez, Cap d' Agde , nei pressi di Béziers (vedi), Cap d' Ail, presso Mentone , Cap Ferrat, est di Nizza, Cap Lardier, opposto al Cap Camarat sul promontorio omonimo nei pressi di Cavalaire, Cap Martin, in prossimità di Mentone, Cap Nègre, (nord est di Hyères) , Cap Sicié, posto tra Tolone e Bando! (vedi), cm:aglio, Carcassonne, capoluogo di dipartimento, Caritat, sobborgo di Orange (vedi) , Carnoules, nei pressi di Gardanne (vedi), Carpentras, località sulla riva sinistra del Rodano , Carqueiranne, abitato nei pressi di Tolone, Carry Le Rouet, abitato alla periferia ovest di Marsiglia, Castellane, abitato tra Digne e Grasse (vedi), Castres, Cavaillon, località sulla strada Avignone - Salon (vedi) , Cavalaire, Cap ed abitato, Cépet, Cap, capo 553


Cesana, ai piedi del Moncenisio, Ceva, nodo stradale tra la Liguria ed il Piemonte , Chabattes, località sulla Drac, ove passava la linea di smilitarizzazione, Chalons sur Saòne, a nord di Lione, Chambarand, località nei pressi di Digne, sede di un campo d'internamento, Chambéry, capoluogo di dipartimento, Chamonix (Mont Blanc) località ai piedi del Monte Bianco, Chamousset, stretta a nord est di Monmélian (vedi), Chàteau-Arnoux , abitato sulla Durance a sud di Sisteron (vedi), Chàteaurenarcl, località sulla strada Marsiglia - Avignone, Chateauroux, capoluogo di dipartimento, Chàtillon de Michaille, località sulla strada Lione -Ginevra, Chorges, località presso Gap (vedi) Ciad, colonia francese, secessionista da Vichy, Ciotat, baia ed abitato, Cirenaica, regione della Libia, Clermont-Ferrand, capoluogo di dipartimento, Clinchamp , località di Tolone , Col de Castillon (a sud di Sospello) , Col de la Lombarde, (Collalunga) tra S. Anna cli Vinadio e Isola (ved i) , Col de Lautaret, tra le valli del' Are (Moriana) e della Durance, verso Briançon, Col des Quatre Chemins, sopra Nizza, Col di Braus, conduce a Breglio aggirando Sospello, Col cli Nava, tra Imperia e Ceva/Mondovì (CN), Collalunga, passo di, (vedi Col de la Lombarde), Colle delle Finestre o Col della Ciriegia, Collobrières, località ai piedi settentrionali dei Mauri, Collonges, nei pressi del confine franco-svizzero (Lago cl"i Ginevra) , Colomars, località con ponte sul Varo, Contes, località sulla strada proveniente da Escarène (vedi), Cornice, Cornici (Comiche, s) è così inteso il complesso delle strade litoranee della Riviera provenzale che comprende la Comiche haute, strada costiera provenzale , alta sulla costa; la Comiche moyenne, strada costiera a mezza quota,; e la Comiche inférieure, Cornice, strada costiera litoranea, Corsica, isola, Costa dei Somali, (Cote des Somales), 554


Coursegoules, località tra Escarène e Castellane, Croix Hau te (Col de) tra Grenoble e Sisteron (vedi) , Cros de Cagnes, località con ponte sul Varo, Cuers, località sede di aerobase a nord est di Tolone , Culoz, abitato della Franche-Comtée, Cuneo, Delfinato (Dauphiné) regione con capoluogo Briançon, Diavolo , Cima ciel, quota in zona Die, località nella valle della Dròrne , Digione, Dijon, capoluogo della Franche-Comtée, Digne, capoluogo cli dipartimento, Dora [Riparia], fiume della valle di Susa, Douvaine, località nei pressi del lago di Ginevra, Draguignan , sede cli sottoprefettura, nell'entroterra cli St. Raphael , Drammont nei pressi ciel capo omonimo, sulle falde a mare dell'Esterel (vedi), Dròme, fiume (affluente ciel Rodano nei pressi cli Loriol) , valle e dipartimento, Dronero, abitato in Val Maira, Durance, fiume Écrins, Massif des, massiccio montano tra Briançon e Grenoble, Egitto, Embrun, località presso Gap, Entracque, nei pressi di Valdieri (vedi), Entrevaux, località in alta Val Varo, Épinal, capoluogo di dipartimento, Epiro, regione montuosa tra Grecia ed Albania, Escarène, Scarena, località Escragnoles, nei pressi di Castellane (vedi), Estere!, rilievo prospiciente la costa tra St. Raphael e la Napoule (Cannes), Eygues, fiume(affluente della Dròme) e valle, passa per Nyons (vedi) , Ézé, locali tà presso Mentone, Fayence, a nord cli Cannes , Ferrat, Cap, capo, Firenze , Fiume , Flumet, località presso Arly (vedi), Fontvieille, alla periferia ovest di Marsiglia, sede di depositi, 555


Forcalquier, in val Durance, presso Manosque (vedi), Fort Carré, località di Cannes, sulla costa, Fossette località ai piedi della Pierre d' Avenon, tra Levandou e Bonnes (vedi), Frangy (Savoia) Fréjus (St. Raphael). Frèjus du Var, località nell'entroterra di Nizza, sul Varo, Frèjus, colle e traforo, Galibier (Col du) tra St. Jean de Maurienne e Briançon Gap, capoluogo di diparti mento, Gapeau, tonente, Gardanne, località sulla linea di demarcazione tattica italo-tedesca, nei pressi di Aubagne (vedi), Gardone (Riviera) sul lago di Garda, Gémenos, località sulla linea di demarcazione italo -tedesca, a nord ovest di Tolone, Genova, Gessi, brevi corsi d'acqua che confluiscono nella Stura di Demente; settore compreso tra il colle della Maddalena e quello di Tenda, Gibuti, Giens, abitato e golfo, Gignac , località a nord cli Marsiglia, Ginevra, Gorlitz , località sede orientale del QG di Hitler, nella foresta omonima, Graillon (Cap d' Antibes), Gran San Bernardo, passo, Grand Vallat, solco naturale ad ovest di Tolone, Grandieu, località a sud di St. Étienne, Grasse, sede di sottoprefettura, Grau de Vendres , località costiera sul Golfo del Leone, ' Grecia, Grenoble, capoluogo di dipartimento, Grimaud, alle spalle di St. Tropez, Halte de Biot, località ntroterra cli St. Tropez, Hautes Alpes dipartimento con capoluogo Gap , HauteviJle, nei pressi di Bourg St. Maurice , Hendaye, località della frontiera pirenaica ove Hitler incontrò il genero di Franco, Huez . Alpe del', rilievo sopra Grenoble, 556


Hyères, abitato e penisola, Imperia, Iséran, (Col de), tra Bourg St. Maurice e Bonneval (vedi), Isle sur la Sorgue (est Avignone), Isola, località nei pressi di Larche (vedi.) , lstres, località ed aerobase alla periferia nord dì Marsiglia, nei pressi dei Grandi Stagni, Juan , (Golfe de), golfo sito tra Cannes ed Antibes, Klessheim, località presso Salisburgo, sede dell ' ìncontro tra i responsabìlì della politica estera dell'Asse, Konigsberg, una delle sedi cli QG dell'OKW ella Prussia orientale, sede di convegni, L'Estaque, o Estaque, talvolta scritto Lestaque, sobborgo settentrionale d.i Marsiglia, La Ciotat, abitato e baia, nei pressi cli Bandol (vedi) , La Crau , abitato a nord est di Tolone, La Farlède , località alla periferia est cli Tolone , La Garroupe , punta ciel Cap cl'Antibes, La Grave, Jocalitit ai piedi ciel M. Pelvoux (Vedi), La Manon o Lamanon, alla periferia ovest di Marsiglia , sede cli depositi munizioni, La Spezia, La Valette, local.ità dì Tolone, Lanslebourg, abitato in Tarantasia, Lantosque, Lantosca alla testata della valle Vesubia, Laragne, località a nord ovest di Sisteron, Larche, località francese aì piedi ciel colle della Maddalena, Le Barben, località sulla linea di demarcazione tattica italo-tedesca, a sud cli Le Logis Neuf (vedì), Le Beausset , località a nord ovest cli Tolone, Le Cannet (Cannes), Le Lion de Terre (St. Raphael), Le Logis Neuf, località sulla linea di demarcazione tattica italo-tedesca, sulla Durance, Le Luc, località con aerobase nei pressi cli Cuers (vedi), Le Pontet, sobborgo di Avignone, sede di depositi, Le Praclet, alla periferia est dì Tolone Le Puis, Le Puy en Velay, a nord di Alès (vedi), 557


Le Verney, alla testata della Val d' Are Lédignan, a sud cli Alès (vedi), Les Playes, località cli Tolone, Les Trois Evechés, località ai piedi ciel Mont Pelvoux, verso Chorges (vedi) , Levandou, (le) località sulla costa (Cavalaire) Levens , abitato sulla Vesubia, Leyment, località alle porte di Lione, sede cli depositi, Libia, Limoges, capoluogo ciel Limousin, Lione, Lyon, capoluogo regionale Loncles des Maures, la, località nei pressi cli Levandou (vedi), Loriol, località sul medio Rodano , Lumel, località sulla strada N1mes- Montpellier, Macon , capoluogo di dipartimento, Maddalena, Col della o dell' Argentera, Maira, fiume e valle, Maisonméane, località presso Ristolas (vedi) , Mallemort sur Durance, località donde si distaccava la linea cli demarcazione italo-tedesca, Manclelieu, abitato presso Cannes, Manclrier, penisola che chiude la rada di Tolone a sud, Manosque, località sulla Durance, Maraita, fiume e valle, Marignane, località ed aerobase alla periferia nord cli Marsiglia, nei pressi dei Grandi Stagni, Marsiglia, Marseille, Martigues, località alle porte di Marsiglia, Massiccio (Massit) cles Écrins, Maures, Mauri, Massif, massiccio montano prospiciente il mare tra Hyères e St. Tropez, Mégève (Alta Savoia), Mende, capoluogo cli dipartimento, Méounes , località a nord di Tolone, Mers-el Kébir, (Orano) , base navale francese attaccata nel luglio del 1940 da unità navali britanniche, Mescla, stretta e ponte sul Varo, Meximieux, località nei pressi di Lione, Milano , 558


Millau, località capoluogo di dipartimento ad est cli Albi (vedi) , Miramas, località presso i Grandi Stagni di Marsiglia, sede di depositi aeronautici, Mod,me, abitato allo sbocco del tunnel del Fréjus, Monaco, (Mtinchen) capoluogo della Baviera, Monaco, Principato , Moncenisio, passo alpino, Mongardin, abitato nei pressi di Chorges (ved i), Monginevro, passo alpino, e del Monmélian, abitato in valle Isére , Mont Boron, quota sul porto di Nizza, Mont Valenzan, località in Tarantasia, Montecarlo, capoluogo ciel Principato di Monaco, Montélimar, abitato sul Rodano, Montheu da Po, presso Chiasso, sede di grandi depositi d'intendenza, Montluel, località nei pressi di Lione , Montoire, località alla frontiera pirenaica ove avvenne l'incontro tra Hitler e Pétain , Montpellier, capoluogo cli dipartimento, Mariana, (Val Moriana o Val cl' Are), Mougins , nell'entroterra, tra Cannes ed Antibes , Moutiers, abitato in Val Moriana, Nantua, località sull'asse Lione - Ginevra, Napoule (la) , località costiera alla periferia occidentale di Cannes, Narbonnc, Narbona, sede di sottoprefettura Nimes, capoluogo di dipartimento, Nizza, Nice, Nizzardo, regione della antica contea cli Nizza , Nòtre Dame du Mai, loca!ia t di Tolone, presso Six - Fours , Nove!, località di St. Gingolph di Savoia (vedi), Nyons, località presso il Rodano Ollioules, abitato a nord di Tolone, Orelle, stretta della Val Moriana, presso Moutiers (vedi) , Orgon, abitato a sud est di Avignone, Ormea,Iocalità piemontese ai piedi del Col di Nava, Oulx (Ulzio) località italiana ai piedi dei valichi del Moncenisio e del Monginevro, Paglione, fiume, 559


Palivestre, idroscalo alla periferia est di Tolone, Pamiers, Pampelone, abitato e ansa sulla costa , Parigi, Parma, Passo dell' Altare , da Savona a Ceva, Passo del Turchino , da Genova- Voltri conduce ad Alessandria, Passo dei Giovi (Genova - Milano), Passo cli Tanarello, strada militare che dal Col di Nava (vedi) adduce al Colle cli Tenda, Peiracava, Colle della, Pellice, fiume e valle , Pelvoux , (Mont) domina da ovest Briançon, per giungere a Valdieri ed Entracque, da St. Martin de Vesubie, Perpignano, Perpignan, sede di prefettura dipartimentale, Peyrolles, località sulla Durance, Piacenza, Piccolo S. Bernardo, Colle, Pierre d' Avenon, quota tra Levandou e Bormes (vedi), Pierre- Pointue, quota alle pendici del M. Ruzet, a sud est di Sospello, Pierrefeu , nei pressi cli Cuers (vedi), Pignans, località ad est cli Solliès-Pont (vedi), Pilon du Roi, località sulla linea di demarcazione italo -tedesca, Po, fiume e valle, Pomégues, isola davanti a Marsiglia, Pont cl ' Ain, località nei pressi cli Lione, sul fiume Ain, Ponte S. Luigi, valico della fro ntiera franco-italiana tra Mentone e Ventimiglia, Pont St. Ésprit, abitato sul Rodano, Pontedecimo (Genova), sulla strada dei Giovi, Porquerolles, isole al largo di Hyères (vedi), Port - Cros, isola al largo di Hyères (vedi), Portofino , Port Vendres, abitato sulla costa, presso la frontiera spagnola, Portolis, abitato presso Bando] (vedi), Prealpi Orobiche, Puget - Theniers, locaLità sull'alto Varo, Puget-Ville, località a nord di Tolone, Punta del Mesco (La Spezia), Rapallo, 560


Raynier, località costiera presso 1ò lone, Reppe, altipiano a nord ovest d i Tolone, Rimplas, località alla restata dell a Vesubia , Ristolas, abitato dell testata della Durance , (Alto Guil) , Roanne , Roccadebalcli, local ità nei pressi di Oulx (vedi), Rodano , Rhone , fiume e valle, Rodez, capoluogo di dipartimento, a nord di millau (vedi) Rognac, località a nord est di Bando! (vedi) Roia, Roj a, fiume e valle, Romans , sul Rodano nei pressi di Bollème (vedi) , Roquebrune, nell'entroten-a di Ni:aa, Roquebrussanne (la), località a i piedi della St. Baume, Roquefort , località ai margini della linea di demarcazione italo-tedesca , Roquemaure, sulla riva destra del rodano, di fronte a Carpcntras, Roquesteron. sull'Esteron, affluente del Varo, a sud di Pugct-Théniers , Roquevaire, abitato s ito tra Aix e Aubagne, Ruzet, Mont, a sud est di Sospello, S . Anna di Valdieri, a monte di Vinadio (vedi), Salin de Giraud, località costiera ad ovest d i Marsiglia, Sallanchcs, località a valle di Chamonix, Salon (dc Provence), abitato, importante nodo cli comunicazioni tra Arles, Marsiglia ed Aix, Saluzzo , San Bartolomeo (o San Bernardo) . San Bernardo, San Martino Lantosca (St . Martin de Vesubie) San Salvatore (St. Sauveur de Vesubie), alla testata della Vesubie, Sanary, abitato presso Bandol , Sanremo, Saòne , fiume che scorre a nord di Lione e passa per Macon, Saorge (Saorgio) in Val Roia, Sardegna, Savigliano, Savines, località presso Gap, Savoia, Savoie, Savona, Séez , abitato della Tarantasia,, Scn-avalle Scrivia. (Alessandria) , 561


Serre-Ponçon ,(lac de), alla confluenza tra Ubaye e Durance, Sestri Levante, Seyne, località costiera presso Tolone, e Raynier Siagne, fiume, Signes, località sulla strada di grande comunicazione Tolone Marsiglia, Siria, Sisteron, loc,ùità sulla Durance, Six-Fours, abitato ,ùla periferia ovest di Tolone, Solliès-Pont, località a nord di Tolone, Sospel, Sospello , St. Affrique, località a nord ovest di Alès (vedi), St. André des Alpes, o cles Méouilles alla testata del Varo, St. André des Méouilles St. Auban, ad ovest cli Entrevaux (vedi), St. Baume, complesso montano ad est di Avignone (vedi), St. Croix, (lac de), lungo il Verdon, St. Étienne Valle lsère St. Étienne, capoluogo di dipartimento, St. Flour, in Alvernia, ad ovest di le Puy en Velay (vedi), St. Foy, abitato della Tarantasia, St. Gervais, (Alta Savoia) , St. Gingolph (Alta Savoia), località sul lago di Ginevra, St. Jean de Maurienne (Moriana) St. Julien, località nei pressi del lago cli Ginevra, St. Laurent du Var, abitato, St. Louis, abitato nei pressi di Marsiglia, sede di grandi raffinerie cli petrolio , St. Manclrier, penisola alle presso Tolone, St. Martin de Vesubie, vedi St. Martin Lantosque o de Vesubie , St. Martin Lantosque, in val Vesubia, ovvero St. Maurice. Ste. Maxime, abitato sulla costa presso St. Tropez (vedi) , St. Maximin la St. Baume, abitato, St. Miche! de Maurienne, abitato della Moriana, St. Paul abitato nei pressi cli Larche, St. Peire à mer, sulla costa dell 'Esterel, St. Pierre d' Albigny, abitato alla confluenza dei fiumi Isère ed Are, St. Priest, 562


St. Raphael , St. Sauveur de Vesubie (vedi San Salvatore). St. Tropez, St. Vallier, località sulla linea viola a nord dì Grasse (vedi), Ste Marguerite, isola al largo di Cannes, Ste. Margueritte, o Marguerite, alla periferia est di Tolone, Stura di Demonte, fiume e valle; riceve alcuni brevi corsi d'acqua denominati Gessi (vedi) , Super Cannes, entroterra cli Cannes sede del forte La Maure, Tanaro, fiume e valle , Tarantasia, Tarantaise, (Valle Isère), Tarascòn, ( Tarascon prossima ai Pirenei, Tarascon sur Arège), Tarascon, località sul Rodano, Tarbes, Tarvisio, Tenda, Col di, Termignon , in Moriana, Tete de Chien, caratteristica quota sopra Montecarlo, Théoule, abitato sulla costa presso Cannes, Thonon, località sulle sponde del lago di Ginevra Thorane, nei pressi di St. André cles A. (vedi), Thorenc , ad est di Grasse (vedi), Tignes, presso St. Foy (vedi), Tinée, Tinea, fiume e valle, Tolone, Toulon, Tolosa, Toulouse , capoluogo di dipartimento, Torino , Toscana, Tournairet, monte, domina la valle della Vesubie, Tours , a sud di Parigi, Trinité, località di Nizza, Tripoli, Tunisia, Turbie (La) località sopra Nizza, Ubaye, Valle e fiume, Ulzio, vedi Oulx , Utelle , abitato sul Varo, Uzès , (Gard) a nord ovest di Avignone, Val Ciastìglione, (da S. Anna di Valdieri, al Col de la Lombarde , vedi), 563


Valdieri a sud ovest di Cuneo verso il Col de la Cirjegia e St. Martin de Vesubie, Valence, capoluogo di dipartimento, sul Rodano , Val di Susa, vedi Dora Riparia, Valpolcevera, tra Busalla e Pontedecimo (Liguria), Varaita, fiume e valle, nella zona di Cuneo, Varo, Var, fiume e valle, Vaucluse, dipartimento, Vence, località a nord di Cannes , sulla via per Grasse (vedi), Venissieux, Ventimiglia, Ventoux, Mont, sopra Orange (vedi) Verdon, fiume ed on-iclo , Vesubie, Vesubia, fiume e valle, Vichy, capitale del territorio francese non occupato, Villa Incisa (Roma), Villars, abitato in Valle del Varo Villefranche sur Saòne, abitato alla periferia nord est cli Lione , Villefranche, abitato alla periferia orientale di Nizza, Villeneuve -Loubet, abitato, nei pressi della foce della Siagne, Vinadio, località termale in Val Ciastiglione, verso j] Col de la Lombarde, Voghera, Wiesbaden, sede della Commissione di armistizio tedesca,

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ELENCO DEI NOMI


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Amè, Cesare, generale di corpo d'armata, capo del SIM dal 1940 al 18 agosto 1943 . Ambrosio, Vittorio, generale di corpo d'armata capo di SMRE sino al 31 gennaio 1943; da questa data succede a Cavallero alla carica cli capo di SMG. Andeoli, generale di brigata, comandante del raggruppamento Argens, poi comandante delle divisione celere EFTF Armellini, Quirino, quale generale di brigata capo dell' ufficio del capo di SMG sino al dicembre 1940. Auphan, J ., amnùraglio francese. Avarna di Gualtieri, Carlo , generale cli brigata, rappresentante del Comando Supremo italiano presso il governo di Vichy (ColFran). Badoglio , Pietro, maresciallo d'Italia, capo di SMG sino al 6 dicembre 1940. Presidente del consiglio dei ministri dal 25 luglio 1943 al g iug no 1944. Bancale, E nrico, generale di corpo d'armata, comandante del XV CA. Bastianini , sottosegretario del ministero degli Affari Esteri. Bergia, sottocapo SM Difesa Territo riale. Bichelonnc, Jean Dcnis, ministrn della Produzione industriale nel governo di Vichy. Bonomi, ministro degli Scambi e delle Valute, Bourragué, mi nistro francese, Bridoux, segretario cli Stato alla Guena (Vichy), Buti, rapprcsentantecliplomatico italiano presso il comando di occupazione tedesco aParig i, Caracciolo di Ferole to, Mario, generale designato d'armata, comandante della 4" Armata, predecessore di Vercellino. Cavagnari, capo SMR.Marina Cavallero , Ugo, maresciallo d'Italia , capo cli SMG dal 6 dicembre 1940 al 31 gennaio 1943, Ciglieri, Carlo, tenente colonnello dello SMRE inviato acl osservare l'avanzata ciel XV CA , Chomel de Jamieu, tenente colonnello francese, di collegamento con la I direzione italiana cli controllo (Marsiglia), Collignol , colonnello francese Da Cia, generale di div isione, comandante della 223" divisione costiera .

Darlan, François, ammi raglio, De Feo, ammiraglio , delegato navale della CTAF presso la Delegazione 567


mista di controllo dell'Asse a Tolone, De Gaulle, Charles AndrĂŠ (Lilla 1890), dal 20 giugno 1940 presidente del comitato "Francia libera". de Laborde, Jean, ammiraglio francese, comandante la Flotta cl' Alto Mare a Tolone, de Lattre de Tassigny, generale comandante ciel II Gruppo di divisioni (Vichy), Duplat, Felber, Hans, comandante dell 'Armeegruppe omonimo, dal 12 agosto 1943 trasformatosi in 19"Armata. Fischer, Karl, comandante della 10" divisione corazzata tedesca durante l'assalto a Tolone. Fougier, Franco Bahamonde, Francisco, capo dello stato , del governo e del partito falangista in Spagna. Gamaleri, Marco , generale cli corpo d'armata, presidente della Sottoconunissione CIAF per l'Esercito. Gandin , Antonio, generale, capo del reparto operazioni del Comando Supremo. Cadde alla testa delle divisione Acqui a Cefalonia. Gelich, Fernando, generale cli brigata, segretario generale della CIAF, Giannini , Amedeo, direttore degli Affari Commerciali del ministero degli Affari Esteri, rappresentante degli interessi italiani in numerose trattative di carattere politico ed economico, fra le quali quelle tenutesi a Roma nel novembre e nel dicembre del J94 l (protocollo di Roma) e quelle sulle spese di occupazione (Roma, dicembre 1942 - gennaio 1943). Gnerre, Lucio, colonnello, direttore della 1 direzione regionale della Sottocommissione Esercito di controllo CIAF (Marsiglia) . Gorlier, Mario, da generale di brigata capo del reparto operazioni dello SMRE; da generale di divisione comandante della divisione alpina Alpi Graie. Graziani, Rodolfo, maresciallo d'Italia, capo di SMRE (1939 - 1940) e comandante superiore in AS dal giugno 1940 al febbraio 1941 . Guzzoni,Alfredo, generale, sottocapo cli SMG dal 30 novembre 1940 al giugno 1941 . Hauser, comandante dell' SS Panzerkorps che diede l'assalto a Tolone. Heggenreiner, Heinz, colonnello, capo dell'ufficio di collegamento tedesco con il comando della 4"Armata. Hitler, Adol f, cancelliere del III Reich. 568


.lodi, Alfred , generale , souocapo di SM dell'OKW. Keitcl, Wilhelm, feldm aresciallo, capo di SM dell'OKW, ministro della Guerra del Rcich, Kessclring, Albert, feld maresciallo , comandante dell'Ob.S. Laborde, vedi de Laborde. Lavai, Pierre, uomo politico fran cese. Leroy - Beaulieu, Paul , direttore de l Commerc io estero presso il ministero delle Finanze de l governo di Vichy, interlocutore dell'ambasciatore Giannini nel corso delle riunioni che diedero vita ai Protocolli di Roma. Lodi, Ettore, generale di cliv. aerea, dall '8 dicembre 1940 capo della sottoconunissione aero nautica della CIAF in sostituzione del gen. di squadra aerea Aldo Pe llegrini Mantelli, Mario, colonnello cli SM , capo cli SM del comando ciel XXIT CA. Marras, Efisio, genera le capo della missione militare italiana a Berl ino. Marquis, amm iraglio , prefetto militare marittimo della Piazza di Tolone , Matteucci, am miraglio, comandante ella Piazza di Tolone e del Comando Marina della Provenza dopo Tur, Montezemolo, Lanza Cordero cli, G iuseppe , capo dell 'ufficio operazioni dello SMG; caduto alle FosseArdeatine, Mussolini , Benito , ovvero Duce. Ncubronn von Eisemburg, generale, capo dell'Ufficio di collegamento tedesco con il governo di Vichy, Nidda, Krug von , console germanico presso il governo di Vichy, Ollearo, , comandante ciel XXII CA Opcrti, Raffaello, generale Intendente della 4"Armata Pariani , Alberto sottosegretario alla guerra e capo di SMRE dall'ottobre 1936 al novembre 1939. PĂŠtain, Henri - Phil ippe, maresci all o cli Francia per la vittoria a Verdun; dal 17 g iugno 1940 presidente de l consiglio , con pieni poteri e delega per trattare l'armistizio. Dall'11 lug lio 1940 capo dello stato (Vichy). Platon, vice-ad miral, segretario di stato alla Guerra presso il governo di Vichy Pe1rnne, capo dell 'ufficio di collegamento con la Commissione d ' armistizio tedesca, Pezzi, capitano, ufficiale cli collegamento tra il comando ciel XX CA ed

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il comando dell ' Armeegruppe Felber. Pricolo , capo SM Regia Aeronautica Queis , Gerhard, tenente colonnello, capo di SM della Commissione d'armistizio tedesca (CTA) dopo il 27 nov. 1942. Roatta, Mario, generale addetto militare a Berlino (luglio - novembre 1939); sottocapo di SMRE (novembre 1939 - febbraio 1941); capo di SMRE (febbraio 1941 - gennaio 1942); comandante di armata (2" e 6") sino al giugno 1943; capo di SMRE dal giugno al novembre 1943. Rommel, Erwin, generale, poi feldmaresciallo, comandante del Gruppo di armate B incaricato dell'occupazione dell 'ltalia settentrionale. Romero, Federico, comandante del I Corpo d'Armata. Rossi, Francesco, generale, sottocapo di SMG. Sansonetti, Luigi, amm iraglio, sottocapo cli SMRM. Sarraz - Bournet, ministro francese, Scuero, Antonio, generale, sottosegretario alla Guerra dal giugno 1940 al febbraio 1943. Soldarelli, , capo di SM del comando della 4AArmata sino al 19 aprile 194 1. Sorice, Antonio , generale, capo di gabinetto di Mussolini al ministero della Guen-a( sino al maggio 1941); sottosegretario alla Guerra (febbrafo - luglio 1943). Starace, Achille, capo SM MVSN. Tabellini, generale di divisione, comandante della divisione motorizzata Piave, Tavazzani, colonnello della Sottocommissione Armamenti CIAF, Trabucchi, Alessandro, generale di brigata, poi di divisione, capo di SM del comando della 4A Armata. Tur, Vittorio, ammiraglio comandante della Piazza cli Tolone e del Comando Marina della Provenza, Vacca Maggiolini, Arturo, generale designato cl' Armata, Presidente della CIAF, Vecchiarelli, Carlo, genenĂše, sottocapo SM per le operazioni ; poi capo della Sottocommissione Esercito della CIAF Venturi, Host, Ministro delle Comunicazioni, Vercellino, Mario, promosso generale cl ' Armata il 28 ottobre 1942; ufficiale proveniente dai corsi dell'Accademia cli artiglieria. Insegnante presso la Scuola di Guerra tra il 1924 al 1926 (piĂš tardi ne fu anche comandante). Nel 1934 comandante del corpo d'armata di Torino;

570


comandante della 9" Armata durante la campagna d'Albania; comandante della 4" Annata dall 'aprile de l 194 1. Yerneau, generale fran cese, comandante delle forze terrestri ( ArmĂŠe dc terre) di Vichy, Vogl, Oskar, generale d'artiglieria, presidente della Commissione tedesca d'arm istizio v. Brauchitsch, Walther, comandante della I "Armata, v. Felber, comandante del gruppo cli divisioni (Armee Gruppe) schierato a fianco della 4"Armata nella Francia meridionale . v. Mackensen, Hans George, ambasciatore di Germania a Roma, fino al luglio 1943 . v. Rintelen , Enno , addello militare a Roma v. Rundstedt , Ober Befehlshaber West v. Senger une! Etterlin , Frido, colonnello , poi generale, capo dell' ufficio di collegamento tedesco presso la ClAF ( 1940 -194 1), v. Soderstern , Georg, comandante della 19"Armata tedesca (19. AOK, g iĂ Armeegruppe Felber) v. Sti.ilpnagel, comandante delle forze di occupazione tedesche, Waldenburg , sostituto de l generale v.Rintelen quale addetto militare a Roma nel periodo della convalescenza di quest'ultimo a seguito di ferite riportate in incidente aereo in Libia. Warl imont, Walther, generale, capo del reparto operazioni dell'OKW. Weygand , Max ime, comandante dell'Esercito francese nell ' ultima fase dell'offensiva tedesca . Nel settembre del l 940 nominato governatore dell 'Africa del nord controllare . Zoppi, Villorio, console generale italiano presso il governo di Vichy.

571


'


ABBREVIAZIONI


'


Abbreviazioni riguardanti le fonti ed i documenti. ACS: Archivio Centrale dello Stato. All. , ali.: allegato . Apd., apd.: appendice/i AUSSME: Archivio Storico dello Slato Maggiore dell'Esercito. ASMAE: Archivio storico del min islero degli Affari Esteri . DS: Diario storico seguito dal nome dell'organismo , a sua volta seguito dal numero della raccolta e se disponibile da quello dell'allegato al Diario stesso. Frequentemente , allorquando la raccolta è tanto spesso ripetuta da non prestarsi a equivoco, si è evitato cli riportare la dizione AUSSME e il nome della grande unità cu i si riferisce il diario; si è semplicemente scritto in tal caso il numero della raccolla e quello dell'allegato al Diario separate da un trattino. (es . di scrittura completa: AUSSME, DS 4A, 1127 - 45, volendosi così riferire la fonte, il diario cui ci si rifer isce, la raccolta nella quale è custodito il diario ed il numero dell'alJegato al diario stesso. Scrittura abbreviata: 1127 - 45; oppure M-3 , 23; ovvero I -3, senza numero (sn.),; ovvero ancora 2079 - 56. F., fase .: fasc icolo. f.: foglio. Let. !et.: lettera. N. Nr. nr. n. ,: numero. Prot., prot: protocollo. R., Racc., racc.: raccolta. Sd , sd ,: senza data (documento) . Sn , sn. ,: senza data (documento). Tgr.: telegram ma. TS.: Telescritto. (in partenza : TSP ; in arrivo :TSA). Abbreviazioni militari italiane. A: Annata. Per la numerazione si è seguita quella classica nella quale l' ordinale è riportato con cifre arabe. Es.: 4A Annata. Per questa grande unità si è ulteriormente abbreviata la scrittura, anteponendo un semplice 4 alla A di armata (4 A= 4A Armata). Art., art, a .: artiglieria . at.: autotrasportata/o. Be rs., bers : bersagliere/i. Btg ., btg.: battaglione . Btr. , btr.: batteria. 575


CA: Corpo/i d'armata. Sono riportati con la abbreviazione CA preceduta tradizionalmente dal numero ordinale romano. Es.: XXII CA. ca.: contraerea/o. cav : cavalleria. cc.: controcarro o anticarro. CCL: Controllo Combustibili Liquidi (Funzione di organi della CIAF) . cl.: celere. CIAF: Commissione Italiana per l'Armistizio con la Francia. CIB: Controllo Industrie Belliche. (Funzione di organi della CIAF). cp.: compagnia. cr.: caffi, corazzata/o. CS: Comando Supremo. Div, div, d.: divisione. Sono denominate o con la scrittura prevista dalla norma dottrinale (pubblicazione n. , (es.: dat Mantova: divisione autotrasportata Mantova; df. Legnano : divisione di fanteria Legnano). Ovvero col nome soltanto (Legnano, Pusteria ecc.) . Ovvero ancora, con la numerazione ufficiale; (es .: Piave : 20A divisione di fanteria motorizzata, Taro, 48A divisione di fanteria). DECSA. Delegazione Esercito Controllo Scacchiere Alpino. F., f., ftr.: fanteria. g. ,: genio . Gr., gr.: gruppo (di artiglieria o di cavalleria o anche formazione speciale di alpini) mt.: motorizzata/o. mtc.: motociclista. Rgpt., rgpt.: raggruppamento; es . 42° raggruppamento cli artiglieria; raggruppamento tattico Argens Rgt., rgt.: reggimento . Sez. Sz, sez, sz.: Sezione, di artiglieria, di uno SM, ecc. SMG: Stato Maggiore Generale, organo del Comando Supremo SMRA, SA: Stato Maggiore Regia Aeronautica. (talvolta riportato con la dizione Superaereo = SA). SMRE, SE: Stato Maggiore del Regio Esercito (talvolta riportato con la dizione Superesercito = SE ) S MRM, SMar: Stato Maggiore Regia Marina. (talvolta riportato con la dizione Supermarina = SMar. ) Trasm .: trasmissioni.

Abbreviazioni francesi

576


AT: Armée de Terre o Armée de Transition . DCA: Défense Contre Aérienne, difesa contraerea tenitoriale francese. EASA: Établissement Annexe Services d' Artillerie EASM: Établissement Annexe Services du Matériel. EPSA: Établissement Principal / aux Services d 'Artillerie EPSG: Établissement Principal / aux Services du Genie EPSM: Établissement Principal /aux Services du Matériel RA: Régiment d'artillerie RAC: Régiment d'artillerie coloniale. RC: Régiment de cavalerie. RCA: Régiment de chasseurs alpins . RIA Régiment d'infanterie alpine. RIC: Régiment d'infanterie coloniale. SHAT: Service Historique de l' Armée de Terre. (Archivio storico dell'Esercito francese). SOL: Service cl'Ordre Légionnaire. STO: Service clu Travail Obligatoire (Servizio ciel Lavoro Obbligatorio). Abbreviazioni tedesche AK. (A.K.): Armeekorps (Corpo cl' Armata). A.0 .K (AOK): Armee = Oberkommanclo comando d'annata. Battr., Bttr.: Batterie Btl. : Bataillon. E= Transport: Eisenbahn = Transport (trasporto ferroviario). F.: Feld (da campo, eia campagna, terrestri). Fl. K.(Korps): Flieger = Korps (Corpo aereo, corpo d'annata della Luftwaffe). I. D. : Infanterie = Division (divisione cli fanteria). Komp. (Kp.): Kornpanie. KTB , ktb: Kriegstagebuch. (diario storico) . Ktist. Div.: Ki.istenclivision (divisione costiera). M.A.A.: Marine=ArtillerieabteHung (reparto cli artiglieria costiera). mot.: motorisiert (motorizzata/o). Ob. W.: Ober Befehlshaber West (Comandante superiore del fronte dell'Ovest) . OKW: Oberkommanclo cler Wehrmacht. Org.Todt: Organisation Toclt. Pz.: Panzer (Carri, corazzato, di reparto) . 577


Pz.Gr.: Panzergruppe (gruppo carri o corazzato). Pz.Gr(en).: Panzer=Grenaclier (Granatiere corazzato, bersaglieri, meccanizzato, di reparto). Rgt. : Regiment. Sturmgesch.: Sturmgeschiitz (cannone d'assalto cingolato). WFSt(ab): Wehrmacht= Fiihrungsstab (Ufficio o divisione operazioni cle1l'OKW). WSt(ab): Wirtschaftsstab (Ufficio Econom ia di guerra). WStK(W.St.K.): Waffenstillstanclskommjssion (Commissione tedesca d'Armistizio - CTA).

578


APPENDICI


-


Appendice l Opere a stampa AA .YV. 8 settembre, lo sfacelo della IV Armata, 1st. storico della Resistenza in Piemonte, Book Store, Torino , 1979. Amouroux, Henri, La vie des Français sous l'occupation, Fayard , Paris, 1961. Armellini Quirino, Diario di guerra. Nove mesi al Comando Supremo. Garzanti , Milano 1946. Aron Robert, Histoire de Vichy 1940 - 44, Fayarcl , Paris, 1954 Avarna di Gualtieri .Carlo, Una missione presso il Governo di Vichy, in «La Nuova Antologia», 1958, F. 1885. Avvantaggiato Puppo , Franca, Gli armistizi francesi del 1940, Giuffré, Milano, 1963. Badoglio Pietro, L 'Italia nella seconda guerra mondiale, Mondadori, Milano 1946. Barba , Selene, La Resistenza dei militari italiani in Francia, Comm issione per lo studio della Resistenza dei militari italiani all'estero , R ivista militare, Roma, 1995. Bastianini Giuseppe, Uomini, cose.fatti. Memorie di un ambasciatore, Garzanti, Milano, 1959. Battaglia, Roberto, Storia della Resistenza italiana, Einaudi, Torino, 1974. Beltran , A., Frank, R. Rousso, H ., La vie des entreprises sous l'occupation. Vedi Ville de Vichy. Bocca, Giorgio, Storia dell'Italia partigiana, Oscar Storia , Mondadori, Milano,1996 . Boèchi Lorenzo, Petain, Della Volpe, Bologna 1967. Bonomi, Ivanoe, Diario di un anno, 2 giugno 1943 - 10 giugno 1944, Garzanti, Milano , 1947. Borgogni, Massimo, Mussolini e la Francia di Vichy. Dalla dichiarazione di guerra al fallimento del riavvicinamento italo - francese (g iugno 1940 - aprile 1942). Nuova Inunagine, Siena, 1991. Borgogni, Massimo, Italia e Francia durante la crisi militare dell'Asse (1942 - 1943). Nuova Immagine, Siena, l.994. Caracciolo cli Feroleto Mario, E poi? La tragedia dell'esercito italiano , Roma, 1946. Carello Giancarlo , Regia Aeronautica e Arm.ée de l'Air - 1940 - 1943. Bizzarri, Roma, 1975 . 581


Cavaglion, Alberto , "Gli ebrei di St. Martin de Vesubie e lo sbandamento della 4aAnnata", comunicazione al Convegno storico "8 settembre 1943 e 4" Annata" Cuneo, 3 e 4 novembre 1976. Cavallero, Ugo, Diario, Ciarrapico, Roma 1994. Caviglia Enrico, Diario 1925 - 1945, Casini, Roma 1952. Catalano, Franco , L'economia italiana di guerra in Quaderni del «Movimento di Liberazione in Italia>>, Roma 1969. Ceva, Lucio, Appunti per una storia dello Stato Maggiore Generale fino alla vigilia della "non - belligeranza" , in Storia Contemporanea, IO, 2 (1979) . Ceva, Lucio, La condotta italiana della guerra. Cavallero e il Comando Supremo 1941 - 1942. Rizzoli, Milano , 1975. Ciano Galeazzo, Diario 1937 - 1943, Rizzoli , Milano 1980. Cruccu, Rinaldo, Le operazioni delle unità italiane nel settembre-ottobre 1943. SME, Ufficio Storico, Roma, 1975. Curam i, Andrea, L'industria bellica prima dell'8 settenibre in L'Italia in guerra, Commissione Italiana d.i Storia Militare, Roma 1994. De Gaulle, Charles, Mém.oires de guerre - l'appel: 1940 - 1942. Plon, Parigi , 1954. Delarue, Jacques, Tra/ics et crimes sous l'occupation. Fayard, Paris, 1968. Desquesnes , Henri, L'organisation Todt en France 1940 - 1944, in Histoire, économie et société - Stratégies industrielles sous l' occupation. Vedi Ville de Vichy. 1(*) DFCAA (Délégation française auprès de la commission allemande cl 'armistice) , Recueil des documents publié par le gouvernement français, 5 volL , voi II , Tmpr. Nat. Paris, 1947 - 54 Doise, Jean et Vai:sse, Maurice Diplomati.e et outil militai.re . Plon , Paris , 1972. Duroselle, Jean Baptiste e Serra, Enrico, Italia e Francia' 1939 - 1945. Angeli, Milano , 1984.

1 ("') Ville de Vichy, Fond patJimoniaux: EF (Etat français) 944.08 .6 85 - 91 P.; Paillat Claucle, L' occupa1ion allemande. EF 944.08.6, 92 R.; Paillat Claucle, I1alie, 1943 - 45. EF 330 93. ST; AA. VV. S1ra1égies industrielles sous l'occupation. EF 658 94. V.; AA. VV., Industrie: France 1940 - 1946; e Bellran, A., Frank, R. Rousso, H., La vie des entreprises sous l'occupalion.

582


Duroselle Jean Baptiste, Le gouvernement de Vichy face à Vichy, juillet 1940 - septemhre 1943 , in Italia e Francia 1939 - 1945, volume I , (a cura di Duroselle J.B. e Serra, E.), Relazioni internazionali, Milano. Duroselle , Jean Baptiste, l'Abfme, Plon, Paris, 1982. Faldella Emilio, L 'Italia nella seconda guerra mondiale. Revisione di giudizi, Cappelli, Bologna 1960. Favagrossa Carlo, Perché perdemmo la guerra, Rizzoli, Milano 1945. François-Poncet, André, a cura di , Le lettres secrètes échangées par Hitler et Mussolini . Éclitions du Pavois, Paris , 1946. Frecliani, Giuseppe, La pace separata di Ciano, Bonacci, Roma, 1990. Gallinari Vincenzo, Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi occidentali, SME, Ufficio Storico, Roma, Ristampa 1994. Gigli, Guido, La seconda guerra mondiale , Laterza, Bari, 1964. Girarci, Louis- Dominigue, La guerre franco - française - Le maréchal répuhlicain, Bonne, Paris , 1950. Guariglia Raffaele. Ricordi 1922-1945, Napoli 1949. Guerri Giordano Bruno , ( a cura cli), Rapporto al duce, Bompiani , Milano 1979. Guicheteau, Gèrard, Archives de guerre - collection dirige par, Pétain. Daniel & Cie. Paris , 1975. Hillgruber, Anclreas, La strategia militare di Hitler , Rizzoli, Milano, 1986 . Hillgruber, Andreas, a cura di, Kriegstagehuch des Oberkommandos der Wehrmacht (Wehrmachtfi.ihrungsstab), 1940 - 1945 Gefi.ihrt von Helmut Greiner und Percy Ernst Schrarnrn. Band II (1. Januar 1942 -31. Dezember 1942); III (1. Januar 1943 - 31. Dezernber 1943). Bernard & Graefe Verlag for Wehrwesen - Frankfurt am Main . Hitler e Mussolini, Lettere e documenti. Rizzoli, Milano, 1946 Humbreit, Hans Der Militarbefehlhaber in Frankreich 1940 - 1944 , Boehme VerJag Monaco, 1970. Karnmerer,Albert, La vérité sur l'Armistice , Méclicis, Paris, 1945. Kammerer, Albert, La passion de la.flolle française, Plon, Paris, 1951 Knox Mac, Oregon, La guerra di Mussolini, Editori Riun iti , Roma 1984. Kuby Erich, Il tradimento tedesco, Rizzoli , M ilano 1983. Joffo, Joseph, Un sacchetto pieno di biglie (Un sac de hilles) , Rizzoli, Milano , 1977. Leto, Guido, O.VR.A.,fascismo, ant(fascismo, Cappelli, Bologna.

583


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Rainero , Romani, H., Mussolini e Pétain - Storia dei rapporti tra l'!ralia e la Francia di Vichy, SME Uff. storico, Roma, 1990. Rintelen , Enno von, Mussolini l'alleato , Corso , Roma 1953. Roatta Mario , Otto milioni di baionette. L 'esercito italiano in guerra dal 1940 al 1944, Mondadori , Verona 1946. Rossi F., Mussolini e lo Stato Maggiore, Avvenimenti del 1940, Tip . Regionale, Roma , 1951. Serra, Maurizio, Una cultura dell'autorità: I.a Francia di Vichy, Laterza, Bari , 1980. Stefani Filippo, Storia della dottrina e degli ordinamenti dell'esercito italiano, SME, Ufficio Storico , Roma 1984. Torsiello, Mario, Le operazioni delle unità italiane nel settembre-ottobre 1943, SME Uffic io Storico, Roma 1975 . Trabucchi Alessandro, / vinti hanno sempre torto, De Silva, Torino, l.946 . Trevor Roper, Hugh, Hitler '.\· War Directives, 1939 - 1945, Birlinn, Edinburgh, 2004. Tur, Vittorio, Con i marinai d'Italia da Bastia a Tolone, L'Arnia, Roma, 1949. Ufficio Storico, Marina Mili tare, La marina italiana nella seconda guerra mondiale, Roma 1958. Ufficio Storico , Stato M . dell 'Esercito, Verbali delle riunioni tenute dal Capo di SMG, voli . I - lI1 , Roma, 1983 - 1985 . Ufficio Storico, Stato Maggiore dell' Esercito, Diari storici del Comando Supremo, voli. I - IX , testo ed allegati , Roma, varie edizioni . Ufficio Storico , Stato Maggiore dell'Esercito, La guerra di Liberazione- scritti sul trentennale, Roma , 1979. Warlimont, Walter, Irn Hauptquartier der deutschen Wehrmacht 1939 1945, Frankfurt, 1962. Wiskemann, Elisabeth, L'axe Rome - Berlin, Payot, Paris, 1968.

585


''


Appendice 2 Elenchi degli allegati ai Diari storici dello SMRE riguardanti l'avanzata e le prime fasi dell'occupazione italiana ELENCO DEI DOCUMENTI ALLEGATI RIGUARDANTI L' OCCUPAZIONE INTEGRALE DELLA FRANCIA METROPOLITANA PRESENTI NEL FONDO 2078 , CARTELLA 78 DIARIO STORICO DELLO STATO MAGGIORE DEL REGIO ESERCITO UFFICIO OPERAZIONI - I PERIODO AGOSTO - SETTEMBRE OTTOBRE - NOVEMBRE 1942

Qualità e Oggetto Protocollo 3 4 2 2 ago. 42 (interno) Situazione grafica riassuntiva dei vari scacchieri al IO agosto Domenica 10 ago. Let.13788 Promemoria per capo di SM generaie. Eventualità Il Fronte. Ha allegata la famosa schizzo della ripartizione finale delle GU, eia cui risulta che alla 4 A vengono assegnate 8 divisioni le attuali meno Piave e Centauro Let.13994 Assegnazioni di G.U. già diretta14 ago. mente dipendenti dalla 4A, ai C.A. da questa dipendenti. Si tratta delle Divisioni "Centauro", "Taro" e "Lupi di Toscana". Let.14060 2. Div. Celere "EFTF" è assegnata 15 ago. alla 4A Let.14438 Il Gr. Alpini "Valle", dal 5 ago. 20 ago. dipendente da 4A, viene assegnato al I CA. Let.14065 Rif. CS 11022 e 15885; SE 13788. 22 ago. Difficoltà per attuazione Esigenze C2, C4, O. In pat1icolare vt si

Ali. Data 11.

1 =

l

2

3 4

5

s =

SE a CS

SE a 4A

SE a 4A SE a 4A

SE a CS

587


sostiene che solo la Esigenza "C 2" può essere attuata immediatamente; le altre due devono essere considerata ad essa subordinate. Rientro unità alla clcr. "Centauro" Movimenti 31. Rgt Cr. e RECo. "Cavg. di Lodi" Rientro unità a "Centauro" e "Piave" Div. EFTF a XXII C.A. Rientro unità a "Legnano" Situazione grafica riassuntiva dei vari scacchieri al IO Settembre Ordine di cessazione lavori alla frontiera germanica Situazione G.U. al mattino (invariata) Assegnazione compagn ie motorizzate (?) Assegnazione a 4.A. di gruppo carri "Nizza Cav." Invia al CS sintesi del progetto compilato dal Comando 4A per Esigenza "O". Rif.4A600lclel3lago .. Direttiva su Esigenza "O" Concordanza con XXIII C.A. circa oppotiunità soprassedere ai lavori previsti anno in corso ("secondo sistema", rif. f. n. 5544 ciel 3 apr.) Completamento 76° Fanteria

7

23 ago. 25 ago.

Let.14487 Let.14609

8

27 ago.

Let.14698

9 10 11

28 ago. 31 ago. l set.

Let.14782 Let. I5025 (interno)

12

l set.

14860

13

1 set.

(interno)

14

l set.

15072

15

4 set.

15233

I6

5 set.

Let.15316

17

5 set.

Let.15317

18

5 set.

Let.15321

19

5 set.

20

8 set.

21

9 set.

22

9 set.

SE a Slocla TSA 1492 - Costituzione Div. f. "Zara" (158) Sloda - Div. "Granatieri cli Sardegna" a CS, SE e vari passa a dipendenze V C.A. Assegnazione a 8A. cli Btg, mtrgl. SE a 8A 15620 autocarrato Revocata assegnazione "Nizza SE a 4A 15621 Cav.'' a 4A

6

588

Let.15325

SE a 4A SE a 4A SE a 4A SE a4A SE a 4A =

=

SE a CS

SEaCS


23 24

9 set. 10 set.

15622 ??

25

12 set.

Let.15792

26? 27

?

Let.15828

28

19 set.

29? 30

22 set.

TG08 1630/307 Let. Let.16313

31

22 set.

Let.16317

32·

23 set.

Let. I6418

Assegnazione dal. "Pusteria" a I CA. Btg. Regia Guardia di Finanza (RGdF) assegnato a Celo Superiore Albania Direttiva dottrinale su campi minati Situazione 4A al 15 set. 1942 Direttiva dottrinale sui campi minati. Dato il largo efficace impiego in A.S., estenderne addestramento a tutte le unità del genio ed inoltre alle unità carri, esploranti e paracadutisti. RECo. "Cavg. cli Lodi" cessa dipendenza eia 4.A. Non reperito fine sezione sesta Rimpatrio da scacchiere Supersloda di gruppo artiglieria LVI (altrove riportato come 56°) da 100/32; sua assegnazione temporanea a dipendenze addestrative e disciplinari di XV CA, pur restando a disposizione cli SMRE Gruppi artiglieria da 105/28 XIV e XX passano a dipendenze acidestrative e disciplinari di XV e XXII CA 20°Sciatori passa a dipendenze addestrati ve e disciplinari di I CA

SE a 4A SE a S Alba Se a dip. 4A a SE SE a vari comandi

SE a vari comandi SE a vari comandi

SE a vari comandi

SE a vari _ comandi

PERIODO OTTOBRE - NOVEMBRE 1942

I

l 0 ott. 42

2

l ott.

3? 4

5 ott.

(interno)

Situazione grafica riassuntiva vari = Scacchieri Let.1 6928 Operazioni contro i 1ibelli in Venezia SE a vari comandi Giulia Cessazione lavo1i a frontiera Germanica 589


6

6 ott. 8 ott.

=

7

8 ott.

Let.17375

8

12 ott.

Let.17522

9 10

16 ott. 16 ott.

17647 ??

11

22 ott.

??

27 ott. 27 ott.

(interno SMRE) 18505 TSP 18500

15? 27 ott.

TSP 18501

16? 28 ott.

TSP 18600

17

ott.

??

18

1°nov. 42

19

1° nov.

(interno SMRE) (interno SMRE)

20

6 nov.

5

12?

13 14

590

Artiglierie cli rinforzo Situazione complessiva sommaria grafica della 4.A. alla data dell '8 ott .. Atto cli approvazione dei provvedimenti per la sistemazione invernale (G .U. della 4A.) 20°Sciatori non è più destinato ad 8"Armata. Riordinamento artiglierie Assegnazione a 4A. ciel 20° alp. Sciatori Riordinamento G.U. livello Div. nell'ambito della 4A: dislocare df. 'Taro" in zona già occupata dalla "Lupi", destinata 111 Croazia; la "Granatieri di Sardegna", provem.ente da Dalmazia si dislocherà al posto della "Taro"; dopo la partenza della "Piave" per l' A. S., la "Piacenza'' ne prenderà il posto) Situazione paiticolare unità clipendenti da Supersloda Assetto unità in Croazia e Slovenia La "Granatieri di S." è destinata a sostituire la "Lupi" alle dipendenze della 4A. Assegnazione gruppi artiglieria a Supersloda Assegnazione gruppi artiglieria LXXVI contraerei da 75/46 su tre batte1ie a 4" Armata. Trasferimento "Lupi" a Supersloda e provvedimenti com1essi Situazione grafica complessiva sommmia delle GU nei vari Scacchieri. Situazione descrittiva delle GU sino al livello di Brigata non indivisionata. Situazione grafica patticolai·eggiata della 4.A:

=

SE a 4A

SE a vari comandi

SE a 4A

=

SE a 4A

SE a vari comandi SE a 4A

= =


21

8 nov.

22

8 nov.

hl020 23

8 nov.

h1805 24

8 nov. h2245

25

9 nov.

26

9 nov.

10 nov. hl600

TSA 1259~ Ordini allo SMRE a fuma Cavallero: - Sospendere movimenti "Lupi" (allegato 17) e "Piave", predispoire afflusso ''Taro" in Liguria ; - Rinforz.are divisioni "Superga" e "Livorno" con automezzi anche requisiti; - Spostare divisione "Baii" tra Roma e Napoli, per difendere relativa costa tiirenica; - Dispoire per accurata ispezione difese costiere Liguria, Lazio e Campania. TG 19189 Movimenti ''Taro" in Ligmia per rinforzo difesa costiera. TSPI 9190 Sospensione movimenti "Lupi" , Pusteria in zona Cuneo. TSP 19236 Rif. CS n. 12375 del 24 ott Attuazione "Esigenza O"- "Predisponete provvedimenti atti a facilitare eventuale attuazione Esigenza "Ovest" secondo direttive approvate con foglio 15315 del 5 set.: dovranno considerarsi disponibili divisioni Legnano, Lupi, Piave, Taro, 2"Celere, Pusteiia e 3° gruppo alpini "Valle", ma non ... le tre divisioni autotrasportate. Direttive scritte saranno recapitate". Lettere cli trasmissione copia 2 19244 Direttive attuazione "Esigenza C2, C4 ed O" c.s. copia n. 3. Rif. CS n.12375 ciel 19245 24 ott. (in questo documento viene precisato che la 4A non disporrà della "Granatieri") Emergenza "O". Lettera Trasmissione progetto 60.000/0p. 8026

CS a SE

SE a vari comandi SE a vari comandi SE a 4A

SE a CS

SE a 4A

4A a SE

591


8bis 10 nov. hl600

s. 11.

27

10 nov. h0540 10 nov. h2100

TSP19296

?

10 nov.

60000/0p

29

10 nov. h2255

TSP 19355

30

10 nov. 112400

s. 11.

30 bis

11 nov. 110910

TSA 8057/0p

31

11 nov.

interno

32

11 nov. h 0115

Com. telefonica.

33

.ll nov.

TSA 8058/0p.

28?

h0730

34

592

11 nov. hl020 e 1125

TG . 12639/0p

Promemori, s. n.

Comunicazione telefonica ciel Ten. Col. Montezemolo: "dare attuazione immediata note esigenze". Trasferimento a Napoli della "Piave" Copia del telegramma inviato eia Comando Supremo per attuazione Esigenze "O", "C-2", "C-4 Ordini del Comando 4A ai Comandi dipendenti Esigenza "O" attuazione domani alle 7"; "Non aprire il fuoco per p1imi"; "No irredentismo" Comunicazione telefonica da Vercellino a Veccl1iru·elli: Comando 4A cita il ritardo col quale è giunto il 19245 e comunica intenzione ciel comandante 4A di muovere solo il 12 nov. Comando 4A cita il ritardo col quale è giunto il 19245 e comunica intenzione ciel Comandante 4A di muovere il 12 nov. con le sole truppe GaF. Situazione grafica riassuntiva vari Scacchkri Alle .l ,15 Ecc. Ambrosia telefona al generale Gorlier: "Autorità Massima Superiore" fa sapere. Vercellino deve passare assolutameme il confine a mezzogiorno cieli' 11 . Novità operative. I CA è in misura di fare nota azione su Modane con truppe GaF. XV opera con divisione Legnano ed aliquota Lupi e Piave. XXII opera con elementi GaF rinforzati. Gruppi OA hanno lanciato i bilingue. A 4A viene richiesta confenna intenzione superare Bourg St. Mamice. Risposta affe1rnativa per il passaggio, negativa per Bourg St. Maurice.

CS a SE

SE a4A CS a SE, SM,SA 4AaSE e GUclip. SE a4A

I

4AaSE

SEa 4A

4Aa SMRE

=


34

11 nov.

hl200 35

11 nov.

hl41 5

36

11 nov.

37

11 nov. hl635

38

11

110\1.

h21 00

39

l I nov. hl930

40

lJ nov.

hl550 41

11 nov.

h2000 o 2015? 42

11 nov.

h2305

Promcmori2 Richiesta se è nelle intenzioni del generale Vercellino di passare la frontiera alle ore 12. (dell' 11). TSP Conferma dell'avvenuto superamen19392 to della "linea Verde" alle ore J2. TGP Urgentissimo. Cessione delle attribu0051 521/2 zioni tmitoriali al XV e XXII C.A. TSA Il comando della 4A comunica che 8095/0p. "motomitraglieri della 'Piave' hanno raggiunto Nizza alle ore 1532". "Avendo dato ordine di procedere TSA 8118/0p. oltre linea smilitarizzata, è indispensabile precisare contegno da assumere riguardi comandi militari francesi nelle località della zona da occupare. Prego far conoscere risultati accordi con comando tedesco per assicurare uniformità condotta. Generale Verccllino" TSP 19411 Trattasi di documento che, anticipando quello dianzi ricordato, informa il CS del solo primo aspetto del citato problema (atteggiamento confronti unità e comandi francesi) e ne ritiene "inopportuno" il disarmo. TSA 8094 Ultimata l'occupazione "della conca di Modane sino alla strella di Orclle". Telefonia Rif. 8094. "Direttive note circa csisegreta genza 'O', superate" Obiettivo del19438 l'operazione è il Rodano. Si ricorda l'impot1anza di Tolone. TSP Richiesta direttive circa contegno da 19452 tenere con Marina francese eventualità si giunga a Tolone ptima dei Tedeschi e tenuto conto accoglimento da patte del Fillu-er della richiesta francese (Amm. Marquis) volta a concorrere alla difesa di Tolone. compleuue

SE a 4A?

SE a CS SE a 4A 4A a SE

4A a SE

SE a CS

4A a SE

SE a 4A

SE a CS

593


43

11 nov.

44

12 nov.

45

12 nov. h 0140

46

12 nov. h 0255

47

J2nov. h0245

48

12 nov. hllOO 12 nov. hl330

49

594

Situazione grafica descrittiva Esigenza "O" TSP 19481 La divisione "Granatieri di S." dovrà dislocarsi in zona Alessandria, Novi L., T01tona. TSA A firma Cavallero: " ... scopo opera12673/0p zione in corso da parte 4A in unione con truppe germaniche è quello di completare occupazione di tutto il tenitorio metropolitano francese." Limite tra azione tedesca e quella italiana la linea "Ginevra, Lione, Tolosa (Lione e Tolosa alle trnppe gennaniche)." Rif.8123 el9452 data 11/11. CIAF TSP autorizzata aderire a richiesta Mari19458 na francese di lasciare ad essa difesa Tolone contro sbarchi alleati. Ali' Ammiraglio Marquis è stata affidata la difesa marittima di Tolone. TSP Rif. 8118.Trasmette alla 4A gli ordini di cui sopra, (Scopi, limiti) e dis19460 posizioni richieste per comportamento confronti forze francesi. TG Rif. 12673.eonferma disposizioni 12675 impattite con 11022 del 12 lug. TSP Precisazioni a seguito ordini del CS: 19470/0p - Obiettivi dell'Armata ed i limiti italo - tedeschi che restano quelli già definiti e cioè: fiume Rodano da Ginevra a Lione esclusa; poi: St. Etienne- Le Puy Mende - Mi!lau Castres - Pamiers - Tarascon. - "Le unità germaniche che operano al di qua di questa linea saranno successivamente sostituite da unità 4A ... " - Confermata gravitazione meridionale dello sforzo, ma opportutùtà =

=

SE a vari comandi es a SE

SE a 4A

SE a 4A

es a SE SE a 4A


50

12 nov.

51

12 nov. h2100

52

12 nov.

53

13 110\1. h 0450

54

13 nov. hl655

procedere per Val d' Are sino a St.Etienne - Massima celerità con ogni mezzo - Difese costiere Liguria resta responsabilità 4A; predisporre difesa costiera Provenza. Appunto Rif. h 1320, presunto sbarco alleato a Tolone (Smrnry), riferilo da ufficio addetto militare tedesco a Roma: 10" div. corazzata muove all'attacco per eliminare l'avversario. Situazione grafica Esigenza "O" = Dislocazione delle forze della 4A alle 21 del 12 Copia di Dalle 12 di domani 13 novembre I TG CA ceda attribuzioni te1Titoriali ad 0051634/2 imprecisato comando difesa. TSP Direttive del CS: 19528/0p. - in corso accordi con OKW per fissare linea demarcazione alla linea Ginevra - Lione (città ai gennanici) fiume Rodano; - sino a quando - specie a sud occupazione italiana non avrà acquistato sufficiente consistenza Tedeschi affiancheranno Italiani nel presidio sponda sinistra Rodano; - ferrovia di sinistra Rodano utilizzabile, tramite accordi, anche dai Tedeschi - comandante Ob.W. assume "alto coordinamento delle operazioni". - Comandante XV CA prenda contatti con truppe tedesche operanti zona Tolone. TSP Rif. 4 A 8388/0p. ore 11 ,25 ciel I3. 19543/0p Trasporti ferroviari devono essere richiesti a Commissione franco tedesca di Lione.

SE a vari intelocutori

SEa4A ed altri SEa4A

SEaCS

595


55

13 nov. hl410

56

13 nov. h1755

57 58

13 110\1. 14 nov. h0115

59

14 nov. h0940 0950

596

TG 8265/0p

L'I presidenza CIAF comunica che proprio ufficiale cli collegamento a Pm·igi segnala cli aver ricevuto notizia dal console generale Zoppis in Vìchy circa protesta Lava! per ingresso trnppe itali~me in Tarantasia e Val Modana e chiede loro dtiro oltre linea "Verde'' . TSP Messaggio n.8266 pervenuto da 4A 19581/0p ore t415 del l3nov. Presidenza CIAF riceve comunicazione da anuniraglio De Feo, (delegato CIAFTolone), che nessuna notizia conferma quella fornita da Tedeschi circa convoglio in navigazione pressi Barcellona ore 15 del 12; né conferma su sbarchi costa francese a ponente di Tolone. Ammiraglio De Feo, riferisce anche della defuùzione del meridiano passante per centro settore difensivo francese di Tolone quale limite provviso1io della occupazione italiana limite stabilito in accordo con locale commidante tedesco. Situazione grafica Esigenza ''O" = TSA Direttive Mussolini su carattere 12711 nostra occupazione terdtorio metropolitano e insulare: - co1Tettezza nei riguardi autorità; - atteggiamento riservato; - disciplina ed esempio eia patte ufficiali; - riserbo nei confronti colonie italiane. TSP Riferimento novità 4A ore 21 e TSP 19635/0p 19528, 13 nov. SMRE: - reputa "non giustificato il ritiro a Hyères del distaccamento .Piave già sul Rodano e di quella di Aix";

4AaSE

SEaCS

= CS a4A e5A

SEa4A eCS


60? 14 nov. hlOI O

14 nov. hl345 61

14 nov.

63

14 nov. h2345

64

14 nov. h2100

- precisa che per "esigenze di difesa Tolone si doveva "provvedere spingendo avanti" restanti forze "tuttora arretrate" . Si provveda in tal senso ristabilendo l' occupazione italiana sul Rodano; - ricorda ancora la massima cele1ità di progressione. TSA TI gen. Vercellino confronta la scarsi831 7/0 p tà cli traspo1t i fen-oviari ed automobilistici delle nostre unità paragommdole alle disponibilità tedesche e stabilisce la necessità di movimenti a piedi , ma per marce regolari (non più for:tate) non appena raggiunto F. Rodano ed imbastite difese costiere territorio francese. TSA XVCA preso contatto con 10" cliv. 8339/0p cor. tedesca a ponente di Tolone. Limiti tra G.U. tedesche ed ital iane TSP Disposizioni di Mussolini a seguito 19676/0p lamentele Lava] perTarant.asia. Continuare l'avanzata come previsto; al termine, le forze saranno schierate a sud, lasciando a nord qualche unitit a vigilanza della frontiera franco svizzera. TSA Richiesta cli generale tedesco capo 8380/0p commissione mista controllo aeronautico di Aix chiede di conoscere "se e come" è stata schierata difesa c/a, ad est di Marsiglia. Chiede anche essere info1mato avvistamenti aerei da Sardegna e Corsica. La 4A ricorda che sue unità non dispongono difesa c/a c chiede se ne potr~t disporre. Situazione grafica Esigenza "O" =

4AaSE

4AaSE

SEa 4A

4A aSE

=

597


65

15 nov. hll25

66

15 nov. hl350

67

15 nov. h2110

69 70

15 nov. 16 nov. hl510

71

16 nov. h 1140

Richiesta trasporti per linee Mod~me e Mentone vanno richieste a commissione franco tedesca in Lione TSP Scambio ufficiali di collegamento [9715 con Ob.W. in Parigi. Capo del nucleo collegamento italiano sarà generale Marazzani, che dovrà trovarsi a Parigi entro giorno 16. Capo nucleo collegamento tedesco presso 4A generale div. Ottembacher. TSP Approvazione ciel Piano di schiera19686/0p mento forze 4A per occupazione. Seguito 8269 del 13 nov. Scritto su Usta?? TSP Delegazione CIAF Marsiglia comu19761 nica a 4A che generctle Speer comandante Luftwaffe nord Europa giunto ad Aix, prega far conoscere forza dislocazione R. Aeronautica italiana in territorio francese. Situazione grafica Esigenza "O" = TSP Rif. 19460 del 12 nov. Disposizioni 19764/0p. concordate con OKW, circa contegno da tenere in Francia: - Attuali autorità politiche ed amministrative continuano a detenere il potere; - Continua competenza CIAF per costituzione nuove unità [francesi] , il riarmo di reparti contraerei e di difesa costiera, e prelevamento materiali dai depositi; - 15" cliv. francese di Mm·siglia posta a disposizione comando tedesco . TSA Prevista per h 12 occupazione Prin3108/I cipato di Monaco, secondo ordini

72

16 nov. h 2355

TSA 3129/1

68 69

16 nov. hl 135

TSA 8388

4Aa SE

SEa 4A

4AaSE

SE a CS

= SE a4A

4Aa SE

es.

598

Corso mattinata, Console italiano 4AaSE per ordine Min. Esteri ha comunica-


73 74

75

76? 77

16 nov. hl445 16 nov. h I 155

TSA 3112/I TSA 8456/0 p

16 nov. h2320

ISP

16 nov. h2100 17 nov. hl 735

19873

TSP 19880

to in anticipo ad autorità Principato occupazione imminente Occupazione Principato di Monaco. 4A a SE Esito contatti con Armcegruppe 4A a SE Felber ad Avignone: tedeschi vogliono assi stradali entrambe sponde Rodano, che provvederebbero ad organiz7,are inserendo necessari movimenti forze italiane. "Di conseguenza" da comando tedesco rappresentata opportunità non sistemare alti comandi italiani nella zona attraversata da fe1rovia del Rodano. Ciò influisce su scelte posti comando di I CA e divisione "Pusteria". Da patte italiana fatta rilevare necessità dispo1Te fenuvia di sinistra Rodano, quale raddoppio linea della Cornice. Rif. 8456/0p. Si concorda con po- SE a 4A sizione sostenuta ad Avignone circa utilizzazione fmovia di riva sin . F. Rodano, "in armonia" con direttive del 19528 (precedente n.53) Situazione grnfica Esigenza "O" Confem1a provvedimento confino SE a 4A confronto cittadini di nazioni ostil i, stabilito dal Ministero degli esteri tramite ClAF. In particolare "personale statunitense in tenitorio Principato di Monaco, dovrà rimanere confinato", privato di ogni tipo di comunicazione a distanza. Autorità militcu·i dovranno procedere a tali provvedimenti con cortese fermezza 1ichiedendo informazioni a funzionari diplomatici italiani residenti nelle vruie località.

599


78

17 nov. hl245

TSP 19877

79

17 nov. hl820

TSA 8531/0p

80

17 nov. h2100 18 nov.

=

81

hll35

82

18 nov. hll55

83

18 nov. h1830

600

Quanto sopra in vista di tutela del personale militare e civile della delegazione CIAF in Algeria, che sarebbe stato tradotto a bordo di navi nemiche con destinazione ignota"" CS dispone su 1ichiesta CIAF: SE a 4A - circa "sbloccamento depositi" [a favore francesi] valgono disposizioni precedenti (vedi n.70); - "movimenti comandi e reparti delle FA francesi autorizzate, che dovessero eventualmente effettuarsi in accordo con gli stessi comandi francesi "sono devoluti alla competenza 4A Rif.19528 del 13 nov. In corso 4A a SE riunioni fra rappresentanti militari (francesi e CIAF compresi) per definizione limiti piazza Tolone Situazione grafica Esigenza "O"

TSP Rif. 12801 ciel l7nov. Problema pre- SE a CS 19915/0p senza Console USA presso Principato di Monaco e segni cli resistenza a occupazione ISP Continua coITispondenza su proble- SE a CS 19917/Op mi causati da ordine di piantonamento console USA (gen. Da Pino) ISP 4A comunica che LXIV CA tedesco SE a CS 19943/0p ha inoltrato richiesta tramite CIAF, tendente ad ottenere spostamento verso sud linea demarcazione tratto Ginevra Lione, nel tratto tenuto dal I Gruppo "Valle", (Albe1tvi.lle, Sallanches, Bonneville). Si intenderebbe cosĂŹ includere in settore tedesco, giĂ presidiato da forze germaniche localitĂ cli Thonon, Douvaine,Annemasse, StJulien.


84

18 nov. 112021

85

18 nov. 112205

86

18 nov. 112230

87 88

18 nov. 19 nov.

89

19 nov.

90

19 nov.

91

19 nov. hl815

9x

19 nov.

Controllo politico doganale della frontiera franco svizzera da Bellegarde a Chamonix sarebbe assicurato da parte tedesca. Sotto la minaccia di assunzione da 4AaSE TSP?? parte occupanti di poteri civili, Prin3154/X cipe Monaco accetta proposte per collaborazione. (Rif.19915 e 19917). Disposizioni CS a SE TSA circa ultimatum da presentare al Pri12859/0 p ncipe di Monaco. Non previsti trasferimenti in territo- CS a SE TSA 12860/0p rio francese di forze aeree R. Aeronautica (rif. 19761, 16 nov.) Situazione grafica Esigenza "O" Auto1izzazione movimenti con terLettera rovie francesi in zona occupata 0406/ Div. "Rovigo" e "Piacenza" passano Lettera alle dipendenze DiTer Genova 19957 Cambio dipendenze: Lettera 20000/0p disciplinari e aclclestrative: - "Mantova", da ore zero 15 nov., eia Comando DiTer Genova; - "GdS", da ore zero 24 nov. da Comando DiTer Alessandria; d'impiego: - "Lupi" e "Piave", da ore 13, 17 nov., dal XV al XXII CA; - "Celere EFfF' da ore zero, 15 nov., dal XXll CA al XV Rif. 19880., che manca. Nei conTSP fronti di "cittadini privati" di nazio19993 nalità nemica "non può applicarsi clisposizione cui documento riferimento. Provvedasi a generica vigilanza." Trasmissione segnalazione 4A su h TSP dislocazione forze aeree tedesche 20050 (Marignane, Salon, Avignone)

Acld. mii. led. a es SEa4A SEa4A

SEa4A

SE a CS

601


92

19 nov. h2215

93

19 nov. h2100 20 nov. h

94

20 nov. h0135

95 96

20 nov. 20 nov. h1625

TSA 12882

Rif. 12806 eIAF segnala movimen- es a SE ti motorizzati 71'div francese intorno piazza Tolone. Movimenti impottanti devono essere richiesti a es e rinforzi in Tolone fomiti da Italiani. Situazione grafica Esigenza "O"

Direttive del? comando 4A a XV e es aS . XXIIe A per difesa costiera Mar eIAF segnala che 7A divisione fran- SEa4A cese si raccoglie in Tolone. Si ribadisce la validità del f. I9877 (n. 78), confermando che movimenti cli una certa entità occorTe autorizzazione. Secondo messaggio avente analogo tenore TSA,s.n. 4Aa SE TSA3223 Il governo cli Vichy ha ordinato l'ar- 4Aa SE retramento cli 30 Km della mezza brigata francese dislocata ad Hyères. TSP 20051/0p TSP 20052

97

98 99

20 nov. h2045 20 nov. h2105

100 20 nov. h2230 101 21 nov. 10? 21 nov. 102 21 nov. hl015

602

TSP 20120/0p TSP 20082/0p

Richiesta situazione e comporta- SE a4A mento popolazione francese. Movimenti unità francesi. Illustra- SEaeS zione della situazione riguardante la 7Adiv. francese e richiesta direttive circa compoitamento comando 4 A in caso di ulteriori movimenti forze francesi. Situazione grafica Esigenza "O" ' CS a SE

Situazione grafica in Slovenia Dalmazia. TSA 8843 Aggiustamenti linee demarcazione SEa4A con tedeschi TSP Protesta del Prefetto delle Alpi SE a CS 20121/0p Matittime per arresti e perquisizioni effettuati da agenti controspionaggio e polizia politica.


104 22110\1. 111010

105 22 nov. 111345

106 22 110\1.

107 22 nov. h2JOO 108 23 nov. h2J 10

TSP Breve relazione inviata, su richiesta, SE a es 20167/0p da comando 4A. Contegno amichevole e "ben impressionato" di popolazione francese; problemi invece da pmte autorità politiche. TSP 20193 Accordi circa: SE a 4A - demarcazione fra trnppe italiane e tedesche fissata al Rodano - dislocazione truppe unicamente marina francesi limitata piazzafo1te Tolone (con ali.) Ulte1iori disposizioni su linea demarcazione, uso fe1Tovie ecc. da fissarsi tramite accordi diretti fra comando 4A e comando tedesco. Let. 20220 Linea cli demarcazione rigum¡dm1te SE a 4A Piazza cli Tolone. Allegata lettera div. Rintelen in data 19 nov. sull'allontanamento da Tolone di tutte le forze non appmtenenti iÚla Mruina france.se. Situazione grafica Esigenza "O" TSP 20236 4A (TS 8919) segnala che Ob.W. e SE a es Gruppo Felber richiedono dispon-e intera zona foci Rodm10. Comando 4A coglie l'occasione per propon~ di includere in settore tedesco "sia abitato Marsiglia, sia Baia La Ciotat per 1iflessi che detta baia e golfo Fos hanno nella difesa di Marsiglia" e per "1iduire fronte costiera". SMRE concorda adesione richiesta tedesca, (limitato riassetto settori e conseguente nuova linea di demarcazione, modificata nel trntto a sud di Avi+ gnone, donde la linea con~ verso sud ovest di Marsiglia), ma non con lo spostamento linea demarcazione "a oriente di Marsiglia". proposto eia 4A. 603


109 23 nov. hl950

110 23 nov. 112100 11 1 24 nov. 111405

112 24 nov. hl340

113

24 nov. h2105

114 24 nov.

115 25 nov. hll40 11 6 25 nov. h2100

604

TSP 20265 (Seg. 19528 del 13, 19877del 17, SEa4A 20193 del 22 c.m. e rif. 3219 e 3224). Conferma disposizioni impartite circa atteggiamento confronto FA francesi e linea demarcazione. ln pMicolare movimenti decisi da comandi tedeschi devono essere confermati da organi cli collegamento (generale Marazzani e generale Ottembacher) Situazione grafica Esigenza "O" TSP20299 Considerata ambiguitĂ delle forze ai-mate francesi (in particolare di quelle cli marina) ed ostilitĂ popolazione, assumere misure protezione nostre trnppe TSP2030 1 (Rif.8756 del 18 nov.). Respinta proposta 4A di porre limiti a Rodano e Marsiglia; confermati precedenti ordini. TSP20365 (Rif. 8843 del 21e 8919 del 23c.m.). Accettata la proposta Felber circa minori aggiustamenti linea demarcazione zona foci Rodano. (limite a Carry le Rouet), Non si aderisce alla richiesta Ob.W per spostamento ad est della linea. Let. 20366 Difesa costiera Provenza. Orgartizzazione della difesa costiera di primo e secondo tempo; impiego artiglierie francesi "in posizione e nei depositi"; necessitĂ di presidio del teITitorio. TSP Occupazione integrale Principato di 20379/0p Monaco e misure connesse Situazione grafica Esigenza "O"

SEa4A

SEa 4A

SEa4A

SEa4A

SEa4A


117

27 nov. h2105

118

27 nov. hl310

119 27 nov. hl3]5 27 nov. hl940 10 27 nov. h2]40 120 27 nov. h2030

9

27 nov. h2100 122 28 nov. hlll5 123 28 nov. 111145

121

TSP20593 A modifica TS 20365 del 24 nov., Comando supremo ha autorizzato "passaggio Marsiglia a zona occupazione tedesca". TSP 20518 4A comunica che per ordine Ob.W. 11uppe tedesche intrapreso clisanno forze francesi; chiesto concorso forze italiane ciel XXII CA. TSP20520 Ostacolare presunto autoaffonclamento flotta francese Tolone ed impaclronirsi di naviglio mercantile Prima relazione giorno 27 TSA 9192/0p Trasmissione relazione completa TSP 20591/0p giomo27 TSP20590 (Rif. 9149 stessa data cli 4A). Procedere presidio depositi mmi, materiali e munizioni definiti eia CIAF. Situazione grafica Esigenza "O"

SEa4A

Trasferimento console americano di in Italia, pressi frontiera francese?? Comando supremo ordina in Francia continentale e Corsica immediato clisarmo forze francesi e presa possesso armamento F.A. Provvedere fermo autovetture consolari di Paesi ostili Riassunto avvenimenti relativi occupazione piazza Tolone. Resoconto ulteriori avvenimenti occupazione tedesca cli Tolone e zone limitrofe (Seg. 20658 e 20688). Sconfinamenti tedeschi oltre linea demarcazione concordata. Urgono precisazioni per conoscere se presenza tedesca debba considerarsi temporanea e circa atteggiamento da tenere da parte 4A.

SE a es

TSP 20604/0p TSP 20597/0p

124 28 nov. 111345 125 28 nov. h1400 127 29 nov. 111030

TSP 20600/0p TSP20625

128 29 nov. hl045

TSP20690

TSP20688

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4AaSE SEaCS SEa4A

SEa4A e5A

SEa4A SE a es SEaCS

SE a es

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129 29 nov.

130 29 nov. h2100 131 30 nov. h1920 132 30 nov. h2100

Let. 20729 Linea demarcazione ad est di SEaCS Marsiglia: nuova definizione linea demarcazione proposta al CS. Si approva la proposta della 4A circa l'appartenenza della baia de La Ciotat, ma si propone che la fmovia A.ix Trets resti agli Italiani. Situazione grafica Esigenza "O" Costituzione Comando Mmina cli SEa4A TSP 20782/0p. Tolone Situazione grafica Esigenza ''O"

ELENCO DEI DOCUMENTI ALLEGATI RIGUARDANTI L'OCCUPAZIONE INTEGRALE DELLA FRANCIA METROPOLITANA PRESENTI NEL FONDO 2079, CARTELLA 79 (dal n.1 al n.73) DIARIO STORICO DELLO STATO MAGGIORE DEL REGIO ESERCITO UFFICIO OPERAZIONI - I PERIODO DICEMBRE 1942 - GENNAIO 1943

Qualifica e Oggetto Protocollo 2 3 4 s I dic. '42 Copia21 Situazione complessiva sonuna- = ria delle G.U., comprese le Brigate non indivisionate, elisiocate in madrepatria e rimanenti ' Scacchieri. l clic. Copia 21 Id. clesciittiva delle stesse G.U. = l clic. Copia 21 Situazione grafica "Esigenza O", = al pomeriggio ciel 1° clic. 42. l clic. TSA3589/I Infonnativa riguardante arresto, 4a a SE h 0945 senza incidenti, di console americano nel Principato di Monaco. 1 clic. TSP20903 Allo scopo di evitare atti sabo- SEa4A h 2210 taggio in zona controllo italiano,

Ali. Data 11 .

1 1

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4

5

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l dic. h 1700 1 clic. h 1325

TSP 20816

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TSA 9408/0p.

9

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Copia 21

10

2 clic. h 1315

TSP20901

11

2 dic. h 1310

TSP 20915/0p.

6 7

TSP 20826

invito a cooperare con comando militare marittimo e con repa1ti R. Marina della Francia occupata. Personale italiano dovrà sostituire progressivamente quello tedesco su navi site a ponente di Hyères, in attesa equipaggi italiani provenienti da Genova. Rimessa in efficienza batterie SE a 4A costiere francesi e... ... , in attesa precisazioni su dette SE a 4A batterie, ordine d'impiego di repatti di Guardia alla Frontiera (GaF). Presentatosi presso comando 4A 4A a SE Ammiraglio Squadra Thmr (Tur) destinato assumere responsabilità Piazza Militare Marittima di Tolone. Duemila marinai, che rileveranno progressivamente presidio marittimo tedesco, transitati da Mentone per Hyères. Situazione grafica "Esigenza O", al pomeriggio ciel 2 Dic. 42. In territorio francese occupato SE a SC non esistono consoli o personale consolare stati nemici o che abbiano rotto relazioni con Italia, ad eccezione ciel personale consolare esistente nel Principato di Monaco Comportamento confronti mili- SE a SC tmi francesi . In analogia a contegno forze tedesche, personale FA francesi disarmato e lasciato in libertà. Restano in zona reparti di colore a Fréjus ed alcuni Corsi a Nizza. Seguito TS 20658 e 20736. 'Di interesse '

N N

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S

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12

2 dic. hl515

13

2dic. h2125

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3 dic.

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3 dic.

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5 clic.

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5 clic. h 1830

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5 dic. h 2035

608

TSP CJAF comunica che mate1iale 20916/0p. ritirato a FA francesi da paite dei tedeschi ad est del Rodano, in zona non ancora occupata da forze 4A, sarà accantonato in posto per successiva consegna a competenti autorità italiane. Rif. 20597 del 28 Nov. TSP20871 Direttive del CS: difesa tenitorio metropolitano francese compete a 4A, che deve utilizzai-e mezzi francesi, e dalla quale dipende anche comando marittimo di Tolone. Richiesta cli progetti di piano per difesa fronte a mare e fronte terrestre Copia21 Situazione grafica unità 4.A. alla data del 3 dic. Let. 20930 Disposizioni per rimpatrio dal Montenegro cliv. alpina "Alpi Graie" Copia 21 Situazione grafica unità 4.A. alla data del 5 clic. TSP Andamento linea demarcazione 21134/0p. con forLe tedesche. (Lione [escl.] - Ginevra - riva sin F. Rodano - Avignone [esci.] - F. Durance - Peyrolles - Trets - baia de la Ciotat (Mare Medite1rnneo). Le FA tedesche, che dovranno essere gradualmente sostituite con truppe italiane, potranno utilizzai-e fascio rotabile fen-oviario cli sinistra Rodano. TSP Facoltà concessa al comando 21172/0p. d'Armata di riaprire il traffico di frontiera (linea verde) per agevolare transito operai e "fronta!ieri".

SE a4A

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SE a4A

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SE a 4A

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19

6 dic.

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6 dic. h 0345

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7 dic . h12!0

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7 clic.

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7 clic.

N Situazione grafica unità 4 A. alla data del 6 dic. TSP21203/ Norme di comportamento SEa4A s confronti ufficiali F.A. franceOp. si in Francia metropolitana ed in Corsica. In particolare ufficiali congedati, con limitata e vigilata possibilità movimento e co1Tesponsabilità loro fa SEa4A s TSP21246 miglie. Seg. 21134, 5 dic. Nel definire con i tedeschi i particolari deUa linea di demarcazione, tenere presente impo1tanza del tronco ferrovimio Meyrargues - Aix en Provence - Trets e quantomeno ottenere libero transito su eletto SEa4A s Let.21260 tronco. Rlb Orientamenti sui compiti della 4A. Occupazione e difesa territorio francese, difesa territorio nazionale nella "precedente competenza territoriale". Occupazione e difesa del ten-itorio francese può limitarsi alla linea bassa Durance - bacino ciel Varo, ed inoltre al Chiablese ed all'alta Savoia. Nel restante territorio: sorveglianza dei depositi e presidio dei maggiori centri. Mutamenti all'ordine cli battaglia, fra l'altro: XV CA rientra in Liguria per difesa costiera e frontiera terrestre (tratto Val Ciastiglione mare). "Piave" destinata ad altro scacchiere. N Copia 21 Situazione grafica unità Coman- do Sup. Slovenia - Dalmazia, alla data del 7 Dic.

Copia 21

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9 dic.

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9 dic.

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t3 dic.

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16dic.

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16dic.

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16 clic.

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17 dic.

610

Situazione grafica unità 4.A,. alla data del 9 dic. Let.21451 Progetto di scambio unità fra forze italiane e germaniche. Una div. fanteria italiana sulla Manica; una tedesca inserita nel dispositivo costiero 4A. Copia 21 Situazione grafica 4A, alJa data del 11 dic. Copia 21 Situazione grafica 4A, alla data del 13 clic. Copia 21 Id., alla data del 15. Di rilievo: Lupi che fino a ora era a cavaliere demarcazione ora tutta in territo1io italiano. Piave e Taro iniziano cambio di posizione e sono tutte e due ammassate su Hyères. Legnano e celere cambiano settore Copia21 Id., ciel 16. Continuano movimenti Taro sostituito integralmente Piave; Lupi in basso a Sanruy; Legnano quasi completamente al posto della EFrF Let.21861/ Nuovo ordinamento 4A - RienOp. tro XV CA. Vi si prevede il rientro in patria ciel comando e delle trnppe del XV, e l'assunzione eia patte del I CA, rinforzato eia "Legnano" e "Celere", delle responsabilità ciel XV. Let. Assegnazione unità costiere a 21870/0p. 4.A. (due comandi divisione costiera, 4 comandi di reggimento, 11 battaglioni complemento alpini per compiti costieri Let. Nuovo ordinamento 4A. osser21978/0p. vazioni dello SMRE ali' organizzazione adottata da comando 4A

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SE a 4A Sì

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SE a 4A S

SE a 4A S

SE a 4A S


33

12 dic.

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17 clic.

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18 clic.

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19 clic.

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19 clic.

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21 dic.

sui criteri di assegnazione dei compiti e sulla giurisdizione territoriale in ambito 4A; in pru.t.icolare sono criticate lo scarso presidio della zona interna e la limitatezza della profondità delle possibili di.rettrici del XV CA. Rif. 21451. La "Legnano" desiLet. 9975/0p. gnata quale GU più idonea allo scambio previsto con analoga tedesca. Commenti del generale Vercellino circa le proposte dello SMRE sull'affidamento ad una stessa divisione delle zone sia a ponente sia a levante di Tolone. Ulteriori giudizi sullo schieramento. Let.21979/ Seg. 21978. G.U. da scambiare con forze gennatùche e da teneOp. re in riserva: lo SMRE accetta le proposte del comando 4A circa GU da destinare ad esigenza, ma non con le decisioni riguardanti la GU da tenere in riserva sulla fronte marittima e con l'impiego di GU di manovra per lo schieramento costiero, una volta assegnate le unità di difesa costiera. Copia 21 Situazione grafica 4.A., al 18 clic. Legnano e EFTF ancora in unico blocco. Copia 21 Id., al 19 clic. Comando XV CA ancora a Grasse Let.2722 Compiti eatuibuzioni XV C.A, che deve assumere compiti difesa frontiere teITesl1i mruittime da 20 dic. Copia 21 Situazione grafica 4.A., al 21 clic. XV è in comando da Val Ciastiglione al mare

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SE a4A

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23 dic. 23 dic.

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24 dic. 24 dic.

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27 dic. 28 dic. 28 dic.

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28 dic.

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29 dic. 31 dic. l gen.43

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1 gen. (VenerdĂŹ)

51 52

31 clic. 1 gen.43 hl950

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2 gen.

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Id., al 23 clic. NN Si apprende che 1 francesi nascondono armi 111 depositi clandestini zona Gap. Situazione grafica 4.A., 24 dic. Copia 21 Let.23392 Procedere all'internamento famiglie implicate in atti ribellione in Venezia - Giulia (al Mi11istero Interno) Copia 21 Situazione grafica 4.A, 27 clic. Let.23603 Cp. marconisti in rinforzo. Let.23487 Arresto in teITitorio francese sudditi stati nemici ed internamento Ebrei. Ai comandi d'armata devoluta l'alta giurisdizione sull'azione organi di polizia, disponendo dell'assistenza degli agenti diplomatici e consolari. "Da tenere presente che i beni di cittadini italiani di razza ebraica devono essere [..]difesi." Let.23588 Assunzione dipendenze cliv. alp. "Alpi Graie" eia prute del XV CA Copia 21 Situazione grafica 4.A., 29 dic. Copia 21 Situazione grafica 4.A., 31 clic. Copia 21 Situazione descrittiva delle G.U ., comprese le Brigate non indivisionate, al l gen . 43 Copia 21 Situazione descrittiva delle G.U ., comprese le Brigate non inclivisionate, dislocate in madrepatria e rimanenti Scacchieri. Let.23608 Sospeso scambio GU con Ob.W. TSP 23713 Governo tedesco avoca a sÊ i diritti di potenza occupante, (a1t.3 convenzione d'rumistizio). ?? 18° Bersaglieri (RECo), in addestramento a Pordenone assegnato a 4A Copia 21 Let.21869

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SE a 4A S

SE a 4A S

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54

3 gen.

Copia 21

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5 gen.

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7 gen.

Let.403

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Copia 16

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8 gen.

Copia 21

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Let.461

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11 gen.

Let.643

61 62

12 gen. 12 gen.

Copiali Let.690

62 bis

16 gen.

Copia 2.1

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15 gen .

Let.884

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16 gen .

Let.927

Situazione grafica 4A., al 3 gen. Battaglione Feltre in zona Nfumnas. Rinforzi di battaglioni compiementi alpini da XXlll a XXVI a 4.A. Ordine d'afflusso Cambi di dipendenza: 20° sciatori alpini alla "Pusteria", e "Pusteria" dirette dipendenze 4A. (da XXTT CA) .. Situazione grafica Comando Superiore Slovenia e Dalmazia 2.A., alla data dell'8 gen. Situazione grafica 4.A., 8 gen. Compare gr tat Argens da Feltre Belluno Cadore sede a Brignoles; Celere e Legnano divisi. Situazione peggiorata in Francia: provvedimenti da adottare per la sicurezza degli itinerru"i. Trasferimento di battaglioni di formazione di sei reggimenti fanteria, (reclute classe 1922), già destinati alla lotta contro ribelli in Venezia -Giulia, sono assegnati a Supersloda. Altri battaglioni complementi li sostituiranno. Situazione grafica 4A, 12 gen. Assegnazione artiglierie a 8A.

SE a4A

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SE a4A

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Situazione grafica 4A., 16 gen. N Piave in trasferimento per Madrepatria. Orientamenti su rinforzi a 4Adi SE a4A s aitiglierie per difesa costiera Provenza. Cambio dipendenza cp. minato- SE a vari s ri: da Di. Ter. Bolzano a XXTil comandi CA, per esigenze Udine e Venezia Giulia. 613


65

16 gen. h1505

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16 gen.

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21 gen.

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26 gen.

72 bis

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29 gen.

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Let.932/0p. Testo dichiarazione dell'esercizio da parte italiana dei diritti di potenza occupante sui territori francesi occupati. Almi equipaggiamenti, installazioni francesi esistenti in territorio occupato eia Italiani, passeranno a FA italiane. Let.1068 Rinforzo di Carabinieri Reali (CC.RR.) in Venezia - Giulia. Let.1129 Ordini a 4 e SA. per fo1tificazione costiera Let.1252 Utilizzazione opere fortificazione francesi in arco alpino Let.827 Approvazione piano 4A per utilizzazione opere fortificazione frnncesi in arco alpino. Rif.764, 16 e 932/0p.19 clic. Situazione grafica 4A., 22 gen. Insieme al solito Argens rinforzato da ccclxviii Trasmette, allegato, il parere delLet.1177 la Commissione Consultiva sul Diiitto di Guwa (Presidenza Consiglio Ministri), circa opportunitĂ clii-amazione norme per salvaguardia integritĂ FA italiane in Francia occupata Let.1548 Battaglioni Territoriali Mobili (TM) assegnati a 4A, con compiti costie,i (512,513 e 514) Let.1548 Battaglioni TM bis. assegnati a 4A. per Intendenza. (36, 43, 46, 105 e 109) Situazione grafica 4.A., 29 gen. Ulteriore rinforzo per Argens con Lxviii/18 e Lxix /18 Reco Let.1685 Rinforzi in Btg. Alp. per il XXII CA.

SE a 4A S e SA rlb

SE a vari N comandi SE a 4 e S SA. SE a SC S SE a 4A S

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DOCUMENTI


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DI I

Documento trailo dai Diari storici del corncmdo 4AArmata . AUSSME DS 4A 127 - 40. Trai/asi dell'argo111e1110 di 1111 rappor10 1e111110 dal generale Carocciolo di Feroleto, co111m1da11te della 4AAm1a1a s11/ significato della linea verde e s11 mancalo rispello di q11es1a linea da parie delle truppe.

C O lvi A :si D O 4" A R 1'v1 A T A Stato .Maggiore - Ufficio Opernzioni

PRO:vfEMORIA PER I.A RIUN!Oi>.1E DELLE ECCEJ.J.ENZE I COMA1'1DA.1"-rr'I DI CORPO D'ARlvfJ\Ti\ !O AGOSTO 1940 XVIII

SCOPO DELLA RllTN101'TE Definire una volta tanto le questioni relative alla linea verde che, come si può vedere eia q1uuito av venuto in questi ult imi giorni: continua a dm·e spnn to a riliev i ; ha accentuato la sua importanza con l'intervento diretto elci Capo cli SM Generale (v. episodio di Pien-e Point11e nel se ttore del XV CA.). Pertanto, sia come conrnnclante dclrannata, s ia per le auribuzion.i derivantcmi dalle disposizioni date dallo SM; in seguilo a contalli e scambi di vedute con l'Ecc. il Presiden te della Conunissione d'Arrnnis tiz.io, ho volu to qui riunire le V. Ecc. per definire i tennini della questione secondo la duplice necessi tà: di evita.re il ripetersi di incident i del genere e cli 1mm1enere alto e indiscusso il prestigio dei comandi e delle truppe ai miei ordini. Nei riguardi delle accennate allribuzioni conferitemi dallo Sì'vf in relazione allo s to di armist izio ricordo che è stabili lo quanto segue (fogli o 3500 del 5 luglio dello SJ\1RE - Uff. Op. ) : " i compiti dei comandanti interessati conseguen ti allo stato di ;u-mistizio (rapporti con le autorità militari e ci.vil i francesi - transiti - 11so cli rotabili eventualmente non comprese nella zom, millerialmente occupata - e s imi li) saranno definiti, trnmite il comando di annata, dalla Commissione Italiana cl'A nnis tiz.io". Di ciò sono s talli resi edoHi i Comandi di CA - T uuavia mi risulta che vm·ie questioni sono sfuggite finora al tramite di questo comando. Stabilito come base fondamentale che il nos tro contegno deve essere alieno da ogni ing iustificata condiscendenza e pienamente rispondente a truppe vincitrici, si deve riconoscere la necessità e l'opportuni tà di non caus,u-e inCL>denti, che senz.1 un risultalo concreto. vengono a detenninm·e, anche agli effetti della serenità nella vi ta dei comandi discussioni e conseguenze 11011 proporzionate all 'esigua importanm elci punti discussi. Non è che con ques to io intenda non accettare la discussione sui pun ti controversi o non vo!!lia sosiencrc i miei comandanti di u1ù t11, come ho ben chim·aiuente detto alla Commissione di Arnùstizio e come ho dimostrato cli fm·e: nel caso di Combe Bremoncl e in <Juello della stazione di l:'onlm1 per il Il CJ\ ; nel chiedere il più deciso in terven to uell'incic\ente avvenuto nella zona del Coll e 1.-'réjus, per il I CA; come ieri si è fatto e oggi s i farà ancora per il caso di Pierre Pointue per il XV CA: rna occonc s tabilire una base logica di ragionamento alla a d.u·e la possibi lità di considenu·e obbie11ivamente la questione sotto il pun to di vista generale e sollo il p unto di vista particolare. La linea verde . come nettamente ;iffemrato dal Presidente della Conunissione d'Armistizio, non segna il limite c\ella nostra occupazione rnateria\c, ma rappresenta una linea convenzionale alla a defin ire una ripartizione provvisoria, senw nessun vincolo per le questioni che saranno definite in sede di trauative di pace. Occorre pe.rtm110 che essa sui a dovunque proprio raggiunta in ogni suo estremo limite') Occo1Te mellcre materialmente il piede sull'ulti mo metro o centimetro di tell"eno che a torlo o rngioue sembra compreso nella linea ve1de? Vale la pena cli date appiglio al nemico di poter fare su basi legali - quali sono le clausole d'atmislizio - delle proteste? -

617


Sì, capisco del vincitore, la questfone morale dell'occupa,jone. - Gius to , e anch'io sento come voi. ìVla s i deve ,rnche porre tullo s u quella base logica che prima ho premesso, e cousidenire: il dùillo del vù1citore lo si affemia forse cou le piccole querelle che possono trascendere sino alla guerriglia? La questione morale dell 'occupazione ha un valore diverso, a seconda che si lrnlli cli posizioni conquistale con il valore ed il sangue dei nostri soldati, e che sono perciò divenule sacre, oppure di posizioni che 11011 sono 1mù slale occupale e che non ancora lo sono a cutt'oggi e che, solo perché c'è una linea convcllZionale che le comprende, attirano la nos h·a bramosia . D' altra parte è anche da considerare che gli incidenti p iù spiacevoli sono avvenuti, pit1 che per la discussione di pertinenza o meno cli determinale posi7joni, per veri e propri alti cli indisciplina, costi tuiti eia, chiamiamoli così, incursioni di elementi, soldati e ufficiali, che per malsana cmiosità, per scopi anche meno confessabil i e ,Ulche per spùilo di bnivura, si sono spiauri e si spiugono o.Jtre la li nea vc,dc. E cc ne sono cli recenti, specie sulla froute del! CA .Questi casi devono cess,u·e: lo esigo da Voi , eccellenze, e Voi dovete esigerlo iliù vostri comancll1nti di unitì1, di ragh1J11pp,unento cli sellore. Se nei primi casi considerati di discussione di appartenenza, ci può essere la ragione di un dmllo ella sostenere, ÌJ1 questi casi d i vera indisciplina non vi è nessuna ragione, altro che una tollenanza da parte dei comandanti minori , che denota scarsa energia cd insufficiente azione di comando. Se uei primi casi considerali s i può dire che vi è una spinta detenninat,1 dalla fierezza e dallo spfrito dei comandanti delle truppe, che d,mno al comand;mte responsabile, sia pure nella noia delle diatribe che ne derivano , un senso di lehrill imo orgoglio - tanto da fame c;1usa propria - ÌJ1 questi casi di indisciplina vi è , oltre che la noia delle consegue112.e, anche il dispiacere di nou vedere osservato quel contegno fermo, superiore, che è 1H prima rngione di foo..a del vinc.i tore anche se tali fatti sono causati da clementi che potrebbero essere definiti irresponsabili , se sopra di ess i non s i esercitasse l'azione di comandmti di ogni grado. Concludendo : è con gli incidenti che si dm1ostra e si affenna la nostra roo..a ed il nostro prestigi o . OccoITe evitarli, con u u'azione renna , improntata a quella sicmc7.7.a di se s tessi che, fondandosi su diri tto solidamente e iJTevocabilmentc acquisiti mercé il valore dei nostri soldati e la sagace guida dei Capi, ci da l' orgogliosa fo17.a di non cadere in misere quisquil ie che ci fanno scendere a discussioni col nemico e, peggio, ci mettono in condizioni di accettare rimarchi per l'ù1disciplina di pochi, facendo assurgere ad incidente in ternazionale quei falli che forse troverebbero piri pratica soluzione in quam·o scapaccioni dati a qualche ragazrnccio imx1uiero ed indisciplinato .Pertanto : sui cerchi di matcrialin.arc nei tratti più importanti che la linea ve1de nella sua lunga estensione presenta (e non sono molti) il suo tracciato, in modo che tuHi sappi,mo che essa è un limi te da non superare e si tengano, in coITispondenza di tali trail i, ufficiali che abbiano energia e capacità di comando .Per i p unt i che ancona possono presentare particolare importanm ai fini della loro ulteriore occupazione, Vi prego di espormi ora i te1mini delle questioni che li rigurudano, al fine di poterli prospellare alla Commissione di Annistiz io, e risolverli nel modo come, ripeto, io intendo, rispondente cioè a quella attitudine fatta di cosciente fo17..a e di serena fierezza che a noi si addice. -

110 11

DISCIPLINA , Anche nel campo generale della disciplina ancora vi sono manchcvolcz.z.c. Cause principali: lo scarso interessamento degli ufficiali ccl un lascia andru·c che porta a vedere: poco scatlo alli di indisciplina uniformi in disordù1e. So che vi sono difficoltà per concdo ccl cquipaggiamc1110; ma ben si sa che dove gli ufficiali si in teres,mo le

cose vanno. S i elimini la pessima abimcline di and;u·e senza giubba da parte di mili tari isolali , anche ufficiali, 1icordaudo che ciò è a mmesso solo per i reparti. S i ricordi p ure che da parte degli ufficiali cbe l'unifonue è quella di marcia. [s ic 1] .

618


D l li Documento /rallo dai car/eggio CJA.F. AUSSMt: D-7 Racco Ila i, Carie/la 11 I1. (Rielab orazione)

Deuts€he Botschaft Der Militar-Attacbé

Ro m, den 23

5iu.5eo

Vi#' Conltt- RosSO-fJQ,

19~_?~

· ,·

T•l-'1~6 - $7~8.

Nel compito ciel GeneralobersL KEITEL comunico il seguente. Il FUhrer crede, che sia opportuno cli separare la Francia da ogni collegamento colla Svizzera durante l'armistizio. L'occupazione germanica è stata determinata secondo il trattmo d'armistizio conforme ai colloqui di Monaco soltanto fino alla punta di Ginevra. Perciò il FUhrer riterrebbe molto desiderabile l'occupazione almeno della linea Frangy (50 Km. a sud di Ginevra) -Annecy Albertville - Moutiers - Piccolo S. Bernardo da parte delle truppe Italiane per la durala dell'armistizio.

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D 211 Documento /rallo dai Diari siori<·i dello SMRE, AUSSME DS SMRE 2074 - 441 .( Rielabora zione grafica) .

o

STATO MAGGIORE R. ESERCITO Ufficio del Sottocapo di S .ì'vf. Roma, 20 dicembre 1940 - XIX - PROMEMORIA N.352 PF.R STAMAGE -

OGGETIO: Occupazione Frnncia metropolitana.

1°)- Queslo S.M., in seguito al noto ordine di codesto s1ato Maggiore Generale, ha :;tudiato il problema della occupazione in oggetto sino al Rodimo. 2°)- Si tratta di occupm·e i passaggi sul fiume cd i principali centrei abitali su di essi, e fra esso e la frontiera. Direttrici (d'inverno): Mongincvro Maddalena Tenda Cornice. Occupando però con colpo di mano tvlodime, si potrebbero parlare le nostre t111ppe per lem>Via sino a detta località, e proseguire quindi anche per la valle dell' Are. È presumibile che si possa usufrui.re anche delle fcn-ovie francesi , ma non vi :;i può scm.'allro giurare, caw;a sabotaggio, anche nel caso di ma.ncanw cli rcsislcnza vera e propria. 3°)- Operazione da svolgere di intesa coi tedeschi che dovrebbern almeno minaccim·e, affinché le 6 divisioni francesi dell'esercito di transizione, dislocate ollre Rodano, non passi no a rinfomu·e le 2 al di qua.

4°)- Si considerano da parte nostra 9 di.visioni , con una riserva di alcune altre . S ino a fine d'arlllO (4"Armata non ancora cornpletamcnlc approntala) le 9 divisioni compre1xlerebbern: 5 dell'Annata Po (1 mot. - dne corazzate - 2 autotrasporlabili ma agenti a piedi). 4 (approntate) della 4''Annata . ' Dopo il 1° gemmio, il concorso dell'Armata Po potrebbe - volendo - li mitarsi a 3 divisioni , essendo le alt1·c della 4A;\nnata. In qualsiasi dei suddetti casi azioni affidale al comandai della 4''Armata, e dei CA . 1 - Il - X V. 5°)- È evidente, per ovvie ragioni, che conviene :UTivare al più presto al Rodano. Questo è possibile colle 3 G.U. (motorizzata - corazzare) di cui sopra. ì'vfa nel caso, da non scm·r;u·e, che sia inibii.O l'uso delle fenuvie francesi , le rimanenti G .C. dovrebbero procedere per via orcliniu·ia; il che porterebbe le tre prime a rimanere per diversi g iorni isolate in avanti. ;\ltro sistema sm·ebbe quello di procede, grosso modo, di conserva. Jv[a in questo caso i passaggi del. rodm10 cd una cerla zona al di qua rimarrebbero per diversi giorni liberi, e potrebbe così orgauizzarsi una

620


resistenza seria , che sarebbe mollo meno efficiente o adtliritntra inesislenle procedendo ad avaU2llta profonda immediata. Utùco me1.zo per risolvere la questione sarebbe l'autotrasporto di una divisione cli f,uiteria al seguilo cli ognuna delle divisioni celeri cli punta. Non clispo1ùamo perè> degli autocmTi necessari. 6°)- Permanendo tale tllancm1:w, e scartando i due casi di cui sopra, si potrebbe ridmTe la prima occupazione alle zone di 1:Vlod;me - Driançon - Barcelo1111eue - Nin.1rdo, salvo ad estenderla una volta chiaritasi la si1na1-ione.

7°)- L'impiego delle divisioni celeri (vere e proprie) non si ritiene opportuno, d'inverno, nella profonda zona

alpina francese. Tuse polrebbero invece ser vire bene per mantenere le occupazioni, una volta effettuale. 8°)- Qum1clo si rilencssc che l'operazione potesse essere prossitlla, conven-ebbc avvicinare alla frontiera almeno le più dis tanti frn le divisioni dell 'Arma la Po, da illlpiegm·e (ad es. Div .motorizzata Trento Div. coran.ata Ariete).

9°)- Circa la convenicn7.a della operazione, in relazione alla situazione generale iu atto, permangono \e riserve cli cui al promemoria n.292 de.I 20 novembre u.s.

Prillla di diramare diretlive in proposito si prega codesto Cotllando Supremo di rnler comunicru·c il suo pensiero su quanto sopra.

IL .SOTTOC1\PO DI STATO ìvli\GGIORE f.to Roalla

P.

c.

c.

IL GENERALE DI BRIGATA CAPO UFFICIO - .M. L. dc Casliglionni -

62 1


D3 Il D0cumeu1o 1ra110 dai Diari s1orici dello SMRE, AVSSME DS SMRE 2074 - 447.(Rielaborazione).

o

STATO MAGGIORE R. ESERClTO Uttt.aio

··--···

~

% -

OrNf._. , .. 3 gennaio 1941 .. XIX

OGGEITO: Ava!l7ata in tctTitorio francese. PROME1vlORJA PER L'ECC. IL SOrJDCi\PO DI

s.:vr. DELI .TiSERCffO

1°)Si sollopone a ll 'approvazione uno studio re lativo alla occupa1.ionedi te rri torio francese, comp ilato in base alle recen ti dire11i ve dello Stamagedi prendere in esame anche una so luzione p iù limitata di quell a considerala nel precedente studio s ull 'Esigenz.a "R" (linea Rodano) e più ampia di quella accen nata da ques to S.:vf. (Ni1..zardo e sbocch i ol1reAl pi). Il prescu1e studio, partendo dal presupposi o delle diffico ltà di una avanzata in Savoia e ne l Delfinato . data la i111ransirnbili1à invernale dei colli del P. lo S. Bernardo cdcl Moncenisio, considera la o ccupazio ne limi1a1a alla zona meridionale dcli,·, fascia compresa tra le Alpi cd il Rodano. 2°) Nell'inviare tale studio alle Scampc si ri tiene oppor tuno rappresentare, in apposito promemoria, le

seguenti co11::;idcra2.ioni; - non è a ssolutamente co,weniente, nell' attuale situazione, c he l'occupazione oltre Alpi e della Corsica sia falla di nostra iniziativa : essa deve essere considerala sol1anto come ritorsione ad un 111ovime1110 secessioni sia del Noni Africa e della Cors ica. l'occupaz ione deve essere [arra in.p ieno accordo con la Germani,i con la q uale convc1Tcbbc fin d 'ora procedere alle necessarie intese. Il problema dell'occupazione oltre Alpi presenta ire nette soluzioni: a)- so luzione minima: Nia.ardo e sbocchi o lt re Alpi (Rria nzonese - Moriana- Taran tasia). E' la so luz ione più faci le in quals iasi tempo ed eco nomica ( 5 -6div isio ni ), si s volge nella io na Demi li tarizzata, non richi ede au totrasporti di G.IJ .; b)- soluzione media: linea del Rodano. E' quella considerata nello s tudio Esige nza "R": richiede a ll 'incirca 9division i; e)- so luzione massima: linea del Rodano e fascia cos tiera sino alla Spagna. S.u-ebbc la più desiderabile per ovvie ragion i politic he-economiche e mi litari; ma è la meno Econom ica: richiede almeno 12 d ivis ion i (ved i c,u-ta a ll. 2) . 3°)La soluzione testé prospetla ta dallo Scamage e considerata dell' unito s n,dio, cost ituisce invece un com promesso Ira la soluzione minima e la so luzione media . compromesso che, a parere dell' ufficio, p resen ta vari inconvcn ien li: a) - es ige. a ll'incirca, le stesse forze della soluzio ne med ia e presenta pressappoco le stesse difficoltà Jogis1iche; b) .. dimostra pa lesemcure la nos1w impotenza con la rinuncia all'occupazione dei territori che la convenzione d'armistizio ha ,1sscg uato al controllo dell 'Italia (la difficoltft d 'avanzata è una gius tificazione artificiosa q uando si ha la possibili!~ di sfnillarc la dircurice dcll'Arc col colpo cli mano s u tvlodanc); ' e) .. rinuncia - a priori - all.1 Savoia che converrebbe mantenere, almeno in pane. in una so lui.ione di pace che cons iderasse I'evenn,a le spaniz ione de lla Svizzera. 4°)In conc lusione te nute presenti : le esigerne deg li scacch ieri operativ i in alto; la necessità di conservare un certo numero di G .U. d is pooib i Ii per eventuali al1rc esigenze; la p reminente convenienza nel caso in questione di occupare subilo la Corsica per levare alle forze fraocesi di ss identi ed a quelle ing lesi , una base aeronavale per noi pel'ico los issirna. si propende per la so luzione mini ma che contempla l'occupazione dei te ITitori previ sti dall e nostre..aspira1.ioni nazionali e che si presenta di più faci le ed economica a11uazione. IL GENERALE CAPO DEI. I RFPi\RTO -r. to !vl. Negro p c. c. IL GENERAU:: DI BRIGATA CAPO UFFICIO .. M. L. dc Cas riglioni ..

622


I -'f0~~,0

c~<v,.,_,

r.

26

..// . ... ~ o ..1941. -XlX

-----

.,, ~~OOSUPREMO

A SUPERESERCITO (risp.promamoria 352 da.ta 20 dio. & f:oglio ··B219· dai& 21 dio •. ) ....... ... .

, s ~ / ~ G I O R E GENERALE

SU1'ERMARINA

....... ·crtç~~;;~ 8995 .~t~. :à...rurv. > Uff;c;o

.9P81,".~:l,.9.P.:I, .

Prot. N .

.. ........ ,..._,......... 'P.•

53;1,; o

Risposto. <>i foglio

O,v.

Sez. J.~.

...

SUPERAEREO e, per conoscenza•

Allega1; J ... lv.-c.;!.do

(soltanto per

del ....... ············· ··········Sapereaerci to)

...-....G1Th'RRA - GABINE'l'l'O

Sez. ................. N .

OGG ETTO ,

Eventuale occupazione di t .e rritor.i. francesi.. ..

..

~;;t>i~6.~~i~~~~~lS.~P.Ai 13 GEN lj 1__J

/7! i , T. "··

--/d;f

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Data la situazione politica della ~'rancia, si poasono improvvisamente verificare avvenimenti tali che L~pongano di procedere - di e~ muno intesa con la Germaiùa - alla occupazioll8, anche con carattere di iJ,,.mediatozza, dei terr itori francesi cha ancora non sono occupati. Presi pertanto gli ordini dal Duce, diapongo • 1°) - Immediatamente

prepararsi per una occupazione oltre Alpi lbi tata (in relazione

a.!.

le forze attualmente disponibili) e per la occupazione della Corsica: a) - la occupazione oltre Alpi deve comprendere in llizzardo e gli 1.mmedi!_ ti sbocchi oltre confine nel Rri.e,r.zcr.aS0, in !.!oriana ed in valle

Iaère, sino alla linea rossa dell'unito schizzo: in base agli studi già compiuti dallo

s.~. n.Esercito per detta occupazione dovrebbero

essere impiegate sei divisioni, più altre tre per presidiare la linea di confine J

- --

b) - gli s~di compiuti per la occupazione della Coreica bal'lno masso in luce le difficoltà dell'impresa essenzialmente per la impossibilità di trasportare in breve tam.po lo notevoli forze giudicate occorrenti (tre divisioni. con truppe e servi.21 di corpo d'llZ'!DAta) e per le difficoltà dello sbarco mentre ancora esistono in:,CJO'roic:a batterie co-

aUe:re. !.t!a l'importanza della occupazione doll '~'?<'111- nella ipotesi

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D5ll Doc11me11to trauo dal/omio AUSSME M-3, cartella 36 ( carteggio restituito dagli Alleati) . Si Ira/la di 1(11 app111110 redai/o verosi111ifme111e 11ell'a111bi10 del ,-0111r111do del I CA. per iflustrare a grandi linee il proge110 215. Dovrebbe essere staio redento co11seg11e11teme111e pri111a del 21 111arw 1941, datu sono lo q"afe il comando dell'Armala. co111w1icò il 1111t10111e1110 di de11omi11azio11e dei proge11i «francesi ». Gli affegali 111a11ca110 perl'hé irreperibili .

PROGElTO 215 1°).GENERALITA ' 1) - li presenle progello 1rova 01igine nell'ipotesi che sia necessario eslcndcrc improvvisamenle e nipidamentc la nostra occupazione in tcll'itorio francese. È eia prevedersi che il verificiu·si di tale ipotesi sia conosciuto con qualche giomo cli anlicipo, occoll'e per<'> studiare e predisporre sin d'ora l'operazione nei limiti ciel possibile al fine di non essere sorpresi cou avvenimenti imprevisti, o, per il momento, imprevedibiJj .L'ipotesi coinvolge anche le trnppe di occupazione germaniche ccl è pertanto eia prevedere concorde azione di esse lungo la valle del Rodano in direzione di Clrnmbéry - Grenohle - Sisteron. 2) - I ,e f'o17..c francesi di armistizio saraimo in massima pm·1e impegnale comro le forze gennanichc e eia queste tagliate fuo1i, in modo dt wgliere loro la possibilità di tempestivamente intervenire nella zona demili1a1i7.7.ata .3) - Scopo della nostra opcmzione è l'occupazione della zona cli lenitorio francese che venft in seguito precisata .- Scopo quindi precipuamente tenil<.niale e che porta due p1incipali conseguenze: necessità cli l'ar presto; necessità cli consiclcnu·e il combauimenlo sollanlo c<.>tne un mezzo per raggiungere gli obiettivi tenitori.ali. 2°).ELErvfEl'.ffl DEL PROOLEY!A OPERATIVO I) - Compito ciel corpo d'ai1m11a è l'occnpazione della 1.011a l'ranccsc indicata nell'allegato 1. - Il 11 e il XV CA col corpo d'annata autotraspor1abile, procedono contemporaneamente all'occupazione del Niiznmb secondo le direttrici e con gli obiettivi pure indicati uel l'allegato l. 2) - Le forze francesi in misura di intervenire nel settore del I CA. nei prillli due o tre giorni di operazione risultano dall 'allegato 2 . Si traua in complesso di un massimo di due divisioni pift elementi vari di guardie mobili , gendarmi e uni là di gardie1111af!e, delle quali foo.e però è presumibile che una pm·1c soltailto fiu·ì1 in tempo ad an·il'are. - Sono poi pru·ticolrumente in difficoltà , perché a immediata portata del l'azione gennanica, le unità più arreu·ate della ?A e della 14" divisi.oue. È 1u11avia lecito attendersi che, data la convinzione di non potersi oppone alle forze tedesche e essenzialmente per ragioni morali, i francesi coucentrino 1u11i i loro sfo17.i su cli noi per ottenere successi, sia pure lllomcntanci e locali eia sfrn uru·e ai nostri dmmi politici più che militari. In tale ipotesi è anche da prevedersi la possibili tìt di reazioni locali indipendenti cd in aggiunta alla reazione delle truppe regolari , eseguite eia clementi incgolru·i cos1i111iti in forma provvisoria con anni sonrauc alla vigilanza dei nostri orgaiti di conlrollo e affrettatameute mobilitali nei singoli paesi. 3) - Le f'o17.c a disposiz.ionc ciel I CA risuilano clall 'allega Lo 3 e comprendono a grandi linee:

la divisione "Superga" la divisione alpina "Taurinense" il 3° gruppo alpini Valle 2 battaglioni alpini Valle di nuova c.oslituzione un gruppo squaclro1ti cm·ri veloci e nna eo.1.np. Mo1ociclisti truppe e servizi di CA e clementi vru·i d 'armala. Tutte queste ù·uppe, attualmente dislocate in massi1na parte nella piamu-a piemonlese, clovrrumo affluire al momento del bisogno, e secondo gl i ordini di questo com;u1clo, nelle alte valli così come di seguito è precisato.

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D6ll Docume1110 !ratto dal fondo M-3 carteggio res1it11ito dagli Alleati (Rielabora-:.ione). Si 1ra11a di 1m app111110 redallo ver osi111i/111ell/e 11ell'a111bi10 del co11u11uio del I CA e l'i si riferisce verosimil111e111e al piano 911 i (si veda la rnr1i1,a ) . Per le Jè1r~e si veda l 'organigramma della 4"Ar111a1a alla da111 del 9 giugno 1941. Il rolonnello Tra/m rrhi era gi111110 quale 1111ovo capo d i Si'vf dell 'Am1a1a in aprile .

APPUì,r ro Ilo conferito con il colonnello Tnibucch.i. Arriverà a giorni il nuovo progeuo di emerge1ua O . Tale progetto troverebbe atn1azione soltanto se gli eventi in Siria avessero una ripercussione orientala a degaullismo nella !:rancia metropolitana. Le sue lince generali san1ru10 queste: J0 ).

Obiettivi: E' estesa soprallullo la parte nord, in quan to s i deve comprendere tulla h1 2.0na Valle Isère e Valle Are fino alla conca di i\lbertville. Non c'è sostao.zjalc variazione nella parte sud ('111w1osrTillo j salvo q11ella g ià nota consis1e111e nel passare al Il CA la d irellrire della Maddalena e 1111 cospiruo spostame1110 o sud del/ 'obiellivo .

2°).

Le fo1ze a disposizione sono qnelle attualmente facenti parte organica ciel C.A. compresa la divisione "Assiella". I .1 divis ione "Sfor7.c.sca" sarebbe a disposizione del comando cl'Anmna.

30) _

4°).

Souo da prevedere tlue azion i: a no1ù la divisione alpina "Ta111inensc" e il 3° gruppo Valle attrHverso le direttrici di Valle lsère e della ì'vloriana fino all a 7.ona cli Albertville; a sud la divisione "S uperga" attraverso la Val Dmance fino verso Chorges.

Le modalità di tali opera?.ioni sono quelle già fissate <hl vos tra Eccelleuza e cioè azione di clementi celeri e autotn1sportati tali eia raggiungere gli obiettivi a qualunque coslO nelle prime 24 ore. - Si potrebbe obiettare che gli clementi celeri mancano; ma questo non ha importanza per l'autorità cen trale . Si trallcrà di racimolare la maggiore quantità possibile di automc7.z.i, compresi quelli delle artiglierie di C.!\. e d'Annata, che evidentemente non trovano impiego in ipo tesi di questo genere.

[manoscri1tol 13 VI Lsiglal CB [Curio Barbaselli di PrunJ

[siglal CM[ ?]

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D7Il Documento tratto dai Diari storici dello SMRE, AUSSME DS SMRE 2119 cartella B. COPIA COMANDO SUPREMO I REPARTO Uff. Operazioni - Scacc. occ. Prot. n. 11022.0p.

P \!I. li, 12 luglio 1942 - XX

Eccellcm.a Generale Des.lo Armata A:VIBROSIO CA PO STATO lVlAGGIORE R. ESERCITO

Sulla base delle disposizioni imp,u-lile da questo Comando Supremo [( f". ) del!' Il. 1. 1941 - XlX) sono s1a1i compilali dallo Stato \!laggiore R.E. gli studi relativi all'occupaz.iooe del renitorio friu1cese fino alla li nea del F. [Roda]no (limile della zona di nosiro controllo). Prego ora complerare 1ale s tudio, lenendo come base che la nostra occupazione debba esrcndersi a IUlla la cosla francese ciel Mcdire1Taneo ed al tenitorio fino alla linea Ginevni - Lione - Tolosa ( escluse le cinà di Lione e Tolosa). Al cli là di rnle linea agirebbero contemporaneamente uni1ì1 germaniche, con immcdiare puntale di for.i:e corazzate su I.ione e Tolosa e la rapida occupazione dei più imporlanli centri, clcposili, nodi di comunicazione. Per l'eventuale altua7Jone clell'esigenw suddella, considerala la scarsa cJlicie112.a dell'esercito transitorio metropolilano fomcese e la contemporanea azione gem1anica, s i polrà contare prevedibiJmenle su un complesso di foJ?.e. di circa 9 - 10 divisioni e cioè quelle dislocate alla frontiera alpina occidentale, rinfor.i:ate da: l divisione alpina cd un grnppo alpino "Valle" ( provenienti dalla Balcania 1 - 2 divisioni di fanteria )

I divisione coran.ata aliquota ,miglierie mobili adeguato quantitativo di automezzi che ven-ruu10 assegnati in tempo. Prego comunicarmi appena possibile i lineamenl i sonunru·i dello smdio in pm·ola , lenendo presen te che esso deve avere carattere riservatissimo ed escludere predisposizioni o preparativi palesi, alli a lasciai· trapelare i nosh·i intendimenti operativi.

TL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE f,10 Ugo Cavallero

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D8ll Documellfo Lrallo dai Diari storici dello SMRE. AUSSMF DS SJvJRE 2119 - 38.

STATO MAGGIORE R . ESERCITO

P.M.9, 10 agosto 1942 - XX

N. 13788 di prot. OGGETTO: Secondo fronte.

PROMEMORIA PER L'ECC IL CAPO DI S.ìvl 1. - Notizie di varia fo nte, sempre p.i ù insistenti, segnalano come probabile cd imm inente l ' apertura di un 2° fronte da pa rte degli angloamericani. Sebbene uo n sia facile disting uere fra ta.li voci ciò che può essere ma novra propagandistica, o applicazione dei criteri della cosiddetta guerra di nerv i dagli elementi informativi veri e propri, si è ritenuto oppo rtuno esami nare con il presente promemoria: le possibilità dell ' avversario nei riguard i di una nuova fronte; le ipotesi circa la scelta del nuovo teatro d ' operazio ni ; i riDess i di tali ipotesi nei nostri riguardi ccl i provvedimenti che potrebbero adottarsi per prevenire le possibilità esaminate. Lo studio non ri tiene certo di esaurire l'impo rtante questione, ma si propo ne soltanto di precisare al riguardo il punto di vista di questo S.tvL e di apportare un contrib uto ali 'esame e risoluzione di tale complesso problema nel s ue aspetto essenzialmente militare. II. - Possi bilità e caratteri ge nerali dell'operazione: - l'apertura di un nuovo fronte è c.:ertamente negli intenti dell'avversario, essendo l' unico mezzo per tentare una conclusione risoluti va della guerra; - gli anglo - americani no n potranno produrre il loro sforzo massimo prima del '43; ma la crisi del fronte russo può impo rre cli anticipare l'interv ento alla fine dcli ' est.ate in corso o nell'autunno; - forze disponibili in Gran Cretagna [sic]per un impiego oltremare a breve scadenza (notizie del S.l.E.): 30 div. ftr. britanniche 5 d iv. corazz. britanniche 5 cliv. ftr. a mericane l div. cornzz . ame ricana

) ( )

40 + 41 division i (5 + 6 corazzale)

(

alcune mi gliaia di aerei anglo - americani; d) - mancano dati sul pro ble ma assai co mplesso della possi bilità di trasportare e rifornire ml simile cor po di spedizio ne. Si può ammellere che della possibilità sussista, ma che la crisi di tonnellaggio non consenta, almeno per i prossimi mesi, .il trasporto di altre forze dall 'America, anche se ve ne fosse la dispo 1ùbili.tà; e) - le forze indicale non bastano evidentemente per condurre una campagna risolutiva: i loro compiti dovrann o quindi essere limitati: a provocare un alleggerimento della pressione tedesca in Russia; a costituire premessa per grnndi operazioni da effettuare nel ' 43 ,

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evitando per quest'anno un impeg no decisivo che potrebbe anc he sboccare nell'a nnientamento delle forze sba rcale. Si tenga presente inoltre che tali fo rze in primo tempo almeno, sarebbero, per una forte percentuale, inglesi; e che l'Inghilterra si trova o rmai nella necessilf1 di evitare ml nuovo grave scacco che potrebbe portare a conseg uenze irreparabili IIJ. - Scelta del nu ovo teatro d ' ope razioni. Ma ncano finora al riguardo sic uri elementi informativi; si possono soltanto form ulare de lle ipotesi basale s u ind uzion i d i ordine logico: I ''ipotesi: sbarco s ulle coste nord occidentali della Francia, probabilmente ad ovest del canale, per co ntenere - efficacemente la reazione delle forze aeree e navali germaniche, e per utilizzare le due penisole di Bretagna e del Cotentin per la creazione di teste di sbarco a mpie e di facile difesa. Va nt aggi e inconvenienti: vicinanza delle basi navali ccl aeree e possibilità quindi di co nquistare e mantenere localmente una decisa sup remazia mariu.ima e aerea: brevità dei percorsi tra porti d'imbarco e zone di sbarco, e possibilitìt co nseguente di trasportare ingenti fo rze con aliquote relativ amente piccole cli tonnellaggio ; probabile favoreggiamento de lla popolazione; condizioni difficili delle coste nei riguardi della esec uzio ne di sbarchi; facile localizzazio ne dei traili idonei, facile o rga ni zzazione della di fesa: notevoli predisposizioni in allo di difesa costiera, faci lità di manovra delle uniti"i mobili: carallere fo rtemente impegnativo del nuovo fronte, e pertanto probabile reazione germanica immediata e di massa, faci litala dalla disponibiliti"i di G. U. già in posto. 2" ipotesi: penisola iberica irradiazione da Gibilterra e sbarchi sulle coste atlantiche della Spagna (eventualmente anche del Portogallo). Vantaggi cd inconvenienti: possibili tà d i neutralizzare la reazio ne spagnola mediante un ' azio ne politica tendente alla costituzione di un governo democratico, facendo leva sul ma lcontento diffuso nella Penisola; liberazione della Piazza e dello stretto cli Gibil te rra dalla minaccia, sem pre incombente, di una azione spagnola, le cui consegue nze potrebbero essere grav issime (definitiva esclusione cieli ' Inghilterra dal i'vledite rra neo) ; gravi difficoltà cli sbocco o ltre i Pirenei per imprimere all'azione carattere risolutivo, e pertanto scarso effetto di alleggerime nto per il fro nte russo. Condizioni analog he presenta un'o perazione nella penisola scandi nava nella quale si accentuano l 1eccenlricita' e la difficoltà di sbocco in una d irezio ne risolutiva. 3" ipotesi. Africa occidentale e ì\ord Africa francese con il primo obiettivo di. eliminare le forze italo - germaniche dalla Libia e l'attuale minaccia sull'Egitto. Vantaggi ed inco nve ni enti: facilità di s barchi nei porli atlantici per la probabile sca rsa reazio ne francese; possibilità anzi di attrarre al movimento J--"ra ncia com batte nte le ri levanti forze fra ncesi del Nord Africa; necessitf1 di tener conto dell 'atte,rniamento della Spagna e delle forze notevoli che essa mant iene nel Protettorato marocchino; "'"'

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possibilità di rov esciare l'attu11le situazione nel Mediterraneo; direzione in primo tempo sca rsamente impegnati va e sollrnlta alla por lata di reazioni immediate: scarso influsso qui ndi sulla situazione al fronte russo; per contro vaste possibilità operativ e per il fulll rti verso le isole e le cos te italiant:, nei Balca ni, e nel Medio oriente. In conclusio ne: la I" ipotesi è la più impegnati va, ma anche la più rischiosa, potendo sboccare in un grave, insuccesso; le ipotesi 2 e 3 s'into nano meglio al carattere temporeggiante richiesto dalla si1ua1.ionc delle fo rze, ma difettano nei rigua rdi di riperctL~sione diretta sulle operazioni in Russia. Queste due ipotesi, che potrebbero anche dar luogo ad una sola o perazione complessa, sono piulloslo da considerare come p rcparnzione per lo svil uppo di grandi o perazioni per il '43. IV.l'u'ullima ipotesi si può infine formulare: e cioè che l' avversario rin unci per ora ali,, creazione d i un nuo,·o fronte per potenziare al massimo le for1:e del , icino e '.\ledio Oriente Con questa decisione egli potrebbe ripromet.l.ersi di: alimentare la difesa del! 'Egitto; influi re sull ' att.egg iarncnto del la Turchia; rifornire la Russia. cd eventualmente fornirle anche un apporlo dircllo di fo r1,e per la difesa del Caucaso; co nscrv.ire la possibilità, sin pure a lontana scadenza, di un inler ven to nel Balcani. Ripercussioni e proVYedimenti che si rcnderehhero probahilmcnle necessari da parte nostra qualora si veri li casse: la J. 1' i ~: è probabile che l'Alto Cornnndo germanico decida l ' occupai.ione total e della Francia, per prevenire il pericolo rappresentalo dall'esercito di transizione francese; e che richi eda il nostro co ncorso, o limi tato al Rodano. opp ure esteso, secondo i recenti orientamenti. a tutta la costa meditcm1nea. Lo st udio in corso su tale o permr.ionc mette in eYidcn,1;a l'e ntità e la qualità delle for.w occorrenti, rnrzc che non sono ora disponi bili e che no n potranno neppure esserlo entro un ragionevole margine di tempo. So110 anche i11 essere le co rrispondenti predisposizioni logistiche, la cui realizl•.tZione, specie in fatto di aulomea.i, presenta gra,·i difficoltà. Ritengo pertanto che convenga orientarsi a non assu mere impeg ni conc reti con In parie germanica nei ri g uardi d i lfllc operazione. Occorrerà peraltro assicurare la difcs.i della fro ntiera ovest e mante ne rci in grnclo di effettuare operazioni oltre frontiera, sia pure entro un rag gio molto piiì ristrcllo (occ upazione del Niz:a1rdo e degli im mediati, shocc hi nel Brianzonese e in l\lori,ma).

la 211 ipotesi: sbarchi avversari nella pe nisola iberica possono ren dere necessaria l'occupa%.io ne dcli' intera fronti era pirenaica e della costa, francese mediterranea. Anche, in questo c<1so può essere richiesto, da parte germanica' il nostro concorso; e ,·algono al riguardo le considerazioni es poste pe r l' ipotesi precedente; - la 3 11 ipotesi: sbarchi ncll 'Africa occidentale e nel Nord Africa francese. Occorre provvedere alla difesa della fron tiera li bica occidenrnle e meridionale; cvcnt ual mente ,,Il ' i mmcdiala occupai.ione della Tunisia. Infine esigenza co mune, all e I.re i potesi deve essere considerata l'occupazione della Corsica. ...\Ilo state attuale delle informazio11i nessuna delle ipotesi esa minale può co nsiderarsi più o meno probabile delle altre; e sarehhe pertanto pre maturo adouarc fin d'ora prov,•edimcnti impegnati,·i in un senso o nel! ' altro. Si ri leva peraltro che le due ipotesi per noi più interessanti - la 111 e h1 y, - prest:ntano a fa ttor comune:

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un problema difensivo preminente ( fro ntiera alpina occidentale - frontiera libico tunisina); un problema offensive subordinate ed eventuale (occupazione di territori francesi metropolitani - occ upazione della T unisia). Per l ' ipotesi IA: il problema difensivo con i provvedimenti in corso potrà raggiu ngere in tempo rclativamen1.e breve una buona soJu,.ionc; quello offensive, nella solu zio ne più estesa si può considerare come non risolvibile; e tutti i provvedimenti di possibile attuazione non ne consentirann o che una soh1,.ionc parziale. Pe r la 3 11 ipotesi al contrario: il problema offensivo presenta buone possibilità di attua,.ione mediante l' impiego dell e G. U. del la riserva galleggiante specie con il concorso di G. U. partenti dal la frontiera libicotunis ina; quello difens ivo invece, allo stato attuale, non e' avv iato neppure ad un pri ncipio di soluzione, e non vi e mode di farvi fronte se no n ricorrendo a G. U. già diversame nte impegnate. In tali condizioni, tenuto conte della importanza vitale che per noi riveste, lo scacchiere libico e del fatto che la natura del terreno, e l 'enorme estensione della frontiera esigono per la difesa l'impiego di G .U. motocora:aatc, è il caso di esami nare se non convenga: rinunciare per l'esigenza ovest ad ogni intendimento, offensive di vasta portata (per il quale ad ogni modo le due G. li. motocoraaate " Piave e "Centauro" saranno se mpre insufficienti); provvedere alle esigenze difensive della Libia occidentale con il trasferimen to de lle di,•. "Centa uro" e "Piave", le sole divisioni che potrebbero altresì essere in grado d i concorrere con le G.lJ. da sbarco, all 'occupazione della Tunisia. Nulla da varia re nei provvedimenti già disposti per il potcn7.iamento sia della frontiera ovest, sia del fronte egiziano: per quest'ul!imo si potrà disporre eventualmente anche d i un'altra divisione da trarre dalla G recia. Ma il provvedimento essen,.iale per fronteggiare qua lunque ipotesi, e sul q uale ritengo per parte mia doveroso insistere, e quello di costituire un'adeg uata riserva di G.U. a piena efficienza operativa. Essa potrebbe ris ultare costituita da due blocchi il 1°, dislocato nel l 'Italia centro me ridionale e nelle isole, costituito dalle G.U. speciali "S pezia" - ".;ri ul_i " - ,, "Livorno,',' - '.'. ~uperga ';, c dalle divisioni già nelle isole, ipotecate per la es1gen,.a C 4: Ass1etta - Napo li - Sabauda ;

il 2° blocco, da dislocare nell'Ital ia settentrionale, costituito da G.U. da trarre dai Balcani (in più di quelle di cui è già disposto il trasferimento) Riprendo a tale riguardo le proposte già da mc avanzate con fogli 6986 del 25 - 4 e I 5619 del 5 - 7, e propongo di trasferire; - in 1° tempo

dalla Sloveni a al termine del ciclo operativo in corso: divisione

da.Ila Croaòa :

l divisione

dal \fontenegro:

l divisione

dall 'Albania:

I d ivisione

- in 2° tempo dalla Croazia 3 divisioni (con assegnazione alla stessa delle 2 nuove divisioni tipo occupazione "Veneto " e "Novara ") .

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La riserva risulterebbe q uindi cosi costituita: • 1° blocco • 2° blocco

Totale

7 divisioni 7 divisioni 14 divisioni.

ln piit dovranno esse re sempre ma ntenute dispo ni bili le divisioni e i mezzi predisposti pe r l'csigem.a C 2. Nello schizzo schematico allegato e rappresentata la ri partizione delle G. l '. quale risulterebbe, ten uto conto dei prO\'vcdimenti in co rso, con l'adozio ne di quelli proposti. A grossi blocc hi av re mo:

negli scacchieri operativi Russia e Egi uo (div. 10 + I O)

20 d iv.

fro ntie ra libico . tunisina

2 div.

Ralcani: Snpersloda

I O cliv.

l'-. lontenegro

div. 4

Albania

di v. 4

Grecia

d iv. 6

Egeo e Creta

div. 3

) ( ) ( ) ( )

27 div.

Madrepa tri a: 41\ Armala

div. 8 )

5- -6--7Aa rrn ata (escluse le div. desti nlllc alle esigem.c C 2 e C 4) div. 3 27 div. esigenza C 2

div. 2

Riserva

div. 14

'Totale

76 di v.

Co nsidernzio ni di ordine lo gistico. Le considcra;i.ioni che precedo no po rtano a prevedere l'i mpiego in g uerra guerreggiata di 46 divisioni, inquad rate in un ceri o numero di Cì. l l. di ordine superiore. In totale ci rca 900.000 li. Ciò co mporla problemi inerenti: al completame nto delle Cì.l'.; all'alimentazio ne delle G. l 1. in: personale e q uadrupedi materiali e munirioni Le 4 6 di visioni sopra indic,lle sono orn così sudd ivise: a)- 18 in Russia ed in Egitto (od in via di afflue nza). Per queste divisioni si considera o rma i solo la al imcntadone; b)- 2 (in Italia e G recia) pe r Russia ed Egitto, da co mpletare;

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e)- 19 in Patria, in parte co mplete, o quasi, ed in gran parte da trasformare e completare, secondo programma in co rso; d)- 7 rimpatriare da lla Ra lcan.ia, da completare (programma non previsto); 46. Com pletamento delle G. U. È questione essenzialmente di a utocarri, artiglierie a T.lvL, artiglierie e.a. e mezzi di collegamento specie radio. a) - La sit uazione ge nerale autocarri è stata prospettatala co n fog lio 219385 del 3 agosto. -

Per la att uazione dei programmi di cui ai precedenti comma b .C, limitatamente, per gra n parte delle divisioni, al 50% O 70% degli organici, e co n autoraggruppamenti del tutto in sufficienti alle necessità, dopo avere soddisfatto in mis-r:a--mollo ridotta ai cons um i negli scacchieri att ual mente operanti, si e' impegnala la produzione fino a tutto il marzo 1943. E' ovvio che dopo dovremo, anzit utto, completare gli organici del le G. U. di che trattas i, e costituire nuovi .autoraggruppamenti. Ne consegue c he nessuna attendibile previsione può farsi per ii completa men lo delle 7 divisioni costituenti la rise rva scllentrionale (v . precedente co mma a). b) - Le 7 divisioni predelle dovranno in ogni modo conservare il reggimento artiglieria a tra ino animale ed il carreggio normale. e) - La dis po nibilitr1 di artiglieria e.a. mobi le, s pecie in una prevedibile massiccia offesa aerea, e del lutto ins ufficiente. d) - Un particolare cenno deve farsi delle unità corazzate. La produzione dell'anno in corso servirli a far fronte ai consumi per A.S. ed a rin fo r7.are notevolmente lo schieramento dei semoventi in quello scacchiere, secondo gli ordini d i codesto Comando Supremo. La sola di visione corazzala su cui si potriì contare, - la Centauro - è per ora senza carri . Essa potrù ave re assai presto provv isoriamente 2 btg. carri '.vi (XIV e X\/11) ed ent ro l 'anno 2 gruppi ca rri I .. 6, se sarà deciso di non inviarne più in A.S. dove sembra non abbiano fai.lo buona prova. La divisione potrà anc he avere il Reco Lodi, se non andrà più in Russia. Da gennaio in poi, dopo sopperito ai prevedibili consumi in J\.S., si potra nno costituire ex novo un btg. carri ìVI 15 cd I g ruppo semovente ogni due mesi. Nel co mplesso i mezzi corazzati saran no sempre assai scarsi. AJ imentazione. a) - Personale e quadruped i. Le condizioni di inquadramento in fatto di ufficiali in s. p.c. so no ben note e non ammellono sensi bile miglioramento. Bisognerù limitare ad una equa percenlttale gli invii di ufficial i in s. p. e. in Russia cd A.S. per non rendere ancor più critiche le condizio ni delle rimanenti unitù. Occorre preparare molto per lcmpo i complementi per così ingente massa i combattenti (960.000 u .): i provvedimenti previsti per il prossimo sellcmbrc e pe r febbraio (chiamata ciel ' 23) sarebbero assolutamente e di gran lunga inaclc~uali . All'aumento del contingente alle ar mi si oppongono peraltro ra gioni annonarie. In fallo di quadrupedi, le Ci U. esislenli sono al 60 - 75% degli organici. Un mi glioramento, non è possibi le, e questo S .ivl. incontra già serie d ifficoltà per rifo rnire la 8'" Arm ata. b)- Materiali e munizioni Si accenna soltanto alle munizioni, ai mezzi radio ccl ag li automezzi senza soffermars i ad altri materiali, (mezzi di collegamento in gc nere, calzature, carburanti, ccc.) fortemente deficitari . La produzione munizioni prevedibile nel 2° semestre ' 42 consente di sopperire ai consumi delle sole 18 divisioni era in A.S . e in Russia, dcli 'addestramento ed alle a utosufficienze da accantonare, in misura variabile fra il 30 ed il 50% del fabbisogno complessivo per le suddeue esigenze, co n punte negative fine al 20% . E', di più, prevedibile che nel 1° scmcslrc ' 43 la produzione subi rà una ulteriore contrazio ne. E' ovvio che la deficienza sarà ancor più sentita se le divisioni operanti saranno 4 6. Nella si tuazione attuale di disponibilitù di materie prime e di prod uzio ne munizio ni, un impiego in guerra guerreggiata di una notevole massa di divisioni è da escl udere. I mezzi di collegamento radio di grande polenza vengono inviati in A.S. a mano a mano

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che ,·engono introdotti. Lii crisi si aggrn\'erà notc,·olmente se. in conseguenza di 11110\'i scacchieri operativi, si dovranno impiantare nuove reti radi o. S l1ll,1 grave difficoltà di sopperire a cons umi automezzi è superfluo ritornare, do po quanto detto s ul co mplelame1110 delle G.l 1. lX.)-

Trnsporti olt remare.

Deve essere csaminato <1llenta mentc con la R.i'vl. e la R. A. :;e la alimentazione contempo ranea di Ctìrpi di occupazione in Eg itto, in Tripolitania, e iu T unisia e possibile, con la dis po ni bi lità attuale di nav iglio da Clll'ico e dell e navi ed aerei per sco rta. Questo S.}.I. ne dubita fortemente. X.) -

Possibilità di mig liora re la silllnzionc dei me7.Zi.

La situazione può essere mi g liorala, peni ltro a non breve scadenza, co n: più cospicuo concorso dell'alleato; maggiore disponibilitì1 di materie pri me; ade g ualo eventuale increment o delle fo nti produttive. li maggior co ncorso german ico può illt llarsi cssenòalme ntc nei sellori nrnt erie prime, carbone, carburanti. Se a noi "iene richiesto una cospicua partecipazione alle opcrntioni, è necessario un maggi or co nco rso alleato. C irca una ma gg iore- di spo nibilità di rrn11 erie prime (a parte il pii) la rgo couco rso di cui sopra) q uesto S.M. non ha ele menti per affermare se potrebbero <1ncora essere possibili furti lag I i suJle auività non mil itari a fa,·ore di quelle militari. cd infine , l'e\'entuale incremento - delle fonti produttive , che Jliill.-lrnò essere a breve scadenza, può essere consideralo solo dopo defi nito i.I programma che si vuole altuare cd i mezzi disponibili. :\I.)- Le considerazioni esposte potrebbero far pensare alla inuti lità di ripo,tarc in Patria le 7 di,•isioni della risen·a seltcntrionale. Q uesto non è, perché una ,·olla in Patri a, sarà possibile completarle in prosieguo di tem po, non appe na se ne avrà la possibilità. Aggiungo che le divisioni da rimpatriare dov rebbero es~ere scelte da questo S.ìvl., fra quelle in m igliori condi zioni, e ciò per ovvie ragioni.

XII.)- l ·11 orientamento di codesto Comando Supremo sul progetto da auuare e' indispensabile per co ncreta re i po~sibili provvedi me nti eia prendere sia per il personale, sia per il materiale cd i mezzi . Xlii.)Le considerazioni di o rdine logistico fatte nel presente promemoria sono basate sulle pre,·isioni attuali di materie prime disponibili e di produzione

fLCAPO DI STATO MMìGIORE F: to Ambrosio p.

c.

(;,

IL TEN. CO L. [)! SM CAPO SEZIONE (Ci. Carracini)

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D9ll Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS SMRE 21 !9(B) - sn.

STATO MAGGIORE R hSERCITO N. 14065 di prot.

P.l'vf.9, 22 agosto 1942 - XX

OGGETTO : Attuazione contemporanea de lle esigenze Ovest - C 2 - C 4.

AL COMANDO SUPREMO

Con il foglio 15885 in data I I u.s. ccdesto Comando Supremo ha affermalo la necessillì di prevedere l'auuaz.ione contemporanea delle esigenze Ovest - C 2 - C 4. Al rigmudo reputo necessarie talune precisazioni. I.

Esigenza Ovest : lo studio relativo alhi occupazione totale ciel territorio francese ( direlliva di codesto Co1m1ndo Supremo foglio 11022 in data 17 - 7 - 942) prcvcle l'impiego di 4 Corpi d'Annata o 15 division i, di fronte ai 3 Corpi d'Armalli e l2 divisioni di cui potrà disporre in ouobre la 4"Annata. Le forze mancanti non polraru10 essere tratte che dai Balcani, come da mie proposte contenute nel promemoria 11. 13788 del IO C(nT. all'oggello 2° fronte. Lo studio prospeua inoltre la necessità di importanti rinforzi di un il11 rneccanizwte e di mezzi automobilistici nonché l'adozione di notevoli pr(wvedimenli d'on:line logistico : Mn è prevedibile il tempo che potrà occorrere per attuare il complesso dei provvedimenti citati che sono da considemrsi realizzabili solo a lunga scadenz,1.

Il -

Esigenza C 2 : per la sua allm11.ione, com'è nolo, sono previste : divisioni di pronto impiego: h iuli e Cremona; una divisio.ne d'impiego eventuale: la Bari; truppe e servizi d i Corpo d'Annata. Per la Friuli, interessata all'esigenz.a in via temporanea, è prev ista kla snstitu,-ione con la Bari, necessita pertanto destinare altra divisione per l'impiego eventuale, e nell'attuale situazione non v'è altra possibilità che di designare a tale scopo una d ivisione da recuperare dai Balcani secondo le proposte del promemoria citalo. Le predisposizion i log isticbe relative a questa esigenza sono d1 considerarsi a punto salvo alcune varianti conseguent i alla sostituàone della G.U. -

III. -

Esigenza C 4 : nello s tudio attuato eia questo S .M. sono previsti : il XXX C.A. con le d iv.isilmi "Friuli" - "Superga" - «Livorno" il XVI C.A. con le divis ion i "f\ ssietta" e "Napoli" le divisioni "Spezia" e "Sabauda".

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Per.dtro è da tener pre~cnte che : la "Friuli" è per ora impegnata nella C 2 ; le divisioni del XXX C.A . sono incomplete per l'avvenuta sotu·az.ione di hattaglioni e gruppi destinati in 1\ .S .• e sulla cui rieostitll7fone non sono possibili per ora pre,·isioni; è in corso per le divisioni ·'Sab.1uda" - "Assiella " - "1'"apoli" la trasfonmu.ioue dei reggimenti d'ar1iglieria e del cancggio, cd anche per ques ta non sono possibil i previsioni.

Lo studio, infmc, mette in e,·idc1v.,a per l'esigenz.,, iu questione, la uecc.<.s ità di disporre miche di due divisioni (una coraw11a cd w1a mo 1oriuata) opcr:mti via terra in concorso con le truppe di sbarco. T,ù i division i "Centauro " c " Piave" , di cui con il promemoria "2°frontc " citato ho prospe11ato la possibilitìi cli un trasfeiìmcnlo nella Libia ùcciclcntale, sarebbero uaturalmente sottrallc all'esigenw Ovest . Le predisposizioni logistiche per tali csige!l7.1 non sono state ancora affrontale neppure nel campo dello s tadio Lsic!J. E' peraltro d1 rilevare che le medesi me polraru10 trovare in quelle già in allo per la C 3 una huo na base.

IV. -

In sintesi : delle tre esigenze in ogge tto la sola C 2 si può considerare, pur con qualche riserva e 1inuneiando alfo divi sio ne d'impiego eventuale, di poss ibile attmrt.io ne immediata; le altre due sono subordinate ad tm complesso di provvcdimea li di t,ùc entilìi, parte in corso, parte solo a llo s ladio di propos1a, che aon è possibile fare previs ioni circa J;1 loro alluazi.one; sollo il pwllo di ,·is1a logistico occom: infine affmre che l'cscclU.Ìone contem poranea delle es igenze Ovest - C 2 - C 4 è impossibile, sah •o che si !ralli di occupazioni paci fiche, ipotes i ciel lutlo i1nprobabile.

L' esigenza "Ovest'' nei par:ign1fi prcccdcali, è s iata co11sidernt}1 nella sua soluzione massima. V. oss ia occupazione integrale ilalo-gennanica del territorio della Frnncia meu·opolitana, come appare ovvio dal conlcs to del foglio di codes to Comando S upremo 15885. I .e forze giì, prcvi sle per ]11 41'Annata consentono l11lta via - anche ammc llendo la so11n1zionc delle divi sioni "Piave " e "Centauro" , e sempre che il progrnmma di polenzimncnto abbia pieno corso l'atluaz.ione della soluzione .!llÙÙ!lli! già appro,·a1a da codesto Comando S upremo (occupa,Jone del Niw1rdo e delle ;iltc valli Durance e .\'!oriana). Jn quest'ordine di idee , e sempre che non si verifichino sott raz.ioni alle for.Ge e mc77j prcvisli per le Ire esigenze e che le necessi lÌl degli scacdti cri operativi (Russia e A.S .) no n abbiano ad incidere in misura superiore al previs to, le u·e esigenze - Ovcsl - C 2 - C 4 possono considerarsi di possibile conlemporanea atluaz.ionc non p1ima della fine dell'estalc del 1943. VI. In relazione a quanto sopra cxl allo scopo di avere un preciso ori entamento , riterrei opportuno s1;-1hilirc un ordine cli prccedea1..11 nelle prcclisposi7.ioni delle tre cs igcm.c.

A mio aHiso esso do,·rebhc essere il seguente: C 2 • C 4 · 01'es t (SCJ ILt7.ÌOllC minima)

J.'adesione ai erilcri qui espos li non dovrebbe ad ogni modo essere disgiunta dalla cos lituz.ione di una riserva con il ricupero di una G.U. dai Balcani secondo le propos te ciel promemoria pii', volte citato 13788.

IL CJ\PO DI ST ATO M.AGGIORE fto A m brosio

635


DI 111

Documento tratto dai Diari s1orici del Comando Supremo, AUSSME DS CS 1505 - 1408.(Rielabora-:Jone) COMANDO SUl'Rb/\10 l REPARTO

Ul+JCJO OPERAZ!OK!

Scacchiere occidentale e sbarchi

N . 12375 di prot.

P.M. 31, lì 24, 10, 1942 XX

risposta al I" 2421 del 13 corr. ALGE.i'I. DES. d'A. Vi llorio i\iVIBROSIO

Capo di S.'.vf.R. Esercito e, per conoscenza: Al L'AM!vf. DF.S. D'A . Arturo RICCA RDI

Capo di S .M.R. Marina

OGGETTO:Esigenze e 2=

e 4 = Ovest.

Nel prendere alto dell 'assiclmlzione che saranno alluali lutti i provvedimenti idonei a migliorare e completare il più celennente possibile la preparazione delle esigenze in oggeuo , prego tenere presenti le seguenti direttive particolari: Esigenza C: 2

1°)-

In auesa che sia possibile riunire nuovamente ai porli d'imbm·co tulli i mezzi mm·iuimi già destinati all'es igenza, conco.rrlo sull' opportunità di prevedere d'aituare l'opera:i:ione utilizzando tutti i mezzi navali speciali comunque dislocati in Sardegna e Toscana. Prego pertanto voler far compilare in merito (comando VII C.A. d'acco1do con Comando F.N.S.) apposito studio da tener sempre aggiornalo, sen7.a però: vari are J'auuale progetto C-2; effelluHre alcun movimento dei mezzi navali stessi. 20)-

Esi!!enza C 4 a) - Conco1ùo sulla opportunità di designare il comando della (f'A.nnara, al comando del Corpo di Spedizione. b) - Riserva di direttive sui lineamenti operativi som mari, m relazione alle forze allualmente dispo,ùbili per la costituzione del Corpo cli Spedizione.

30)-

Es igenza Ovest

L'auuazione dell 'esigen7.a può esserci imposta da .ini ziative avversm·ie; occo1Te, pert,mlo, orient:usi ,ùla necessiti, di agire - anche dtumlle l'invcmo - con i soli me7.7.i che riroanaimo disponibili, dopo la sollrazione della "Centalu·o" e della " Piave". In merito è da tener presente che: la precaria consistenza delle forze annate e dell'organizzazione francese; la prevista rapi<la violenta azione tedesca,

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fanno rileucre possibile, anche con l'alluale disponibilità <li forze, una peneu·azione cli una cer1a en1ià nel territorio metropolilauo francese, a.Imeno sul fascio open11ivo della Cornice (l'unico transitabile nella stagione invernale). Naturalmente, dette operazioni dovranno essere impostate su: rapide puniate in profondità contro i più importanti cenlTi vitali della zona, allo scopo di sconvolgere e p,mtliz:.wre, nel più breve tempo possibile, l'org;nJi7..zazione avversaria; successiva occupazione metodica del territorio conquistato.

Prego, pertanto, di voler ricsamimu·e il problema sulla bHse cli quanto sopra.

IL CAPO DI STATO 1vi-'\GGIORE GEì' -1ERJ\LE f,to Ugo C;1vall cro

637


D 211/ Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. A USSME DS SMRE 2078 - 24 (Rielabora-:.ione) (La daw è quella de/1'8 11ove.111bre 1942: il foglio 15317 del 5 settembre 1942 è riportalo i11 seguilo)

SEGREro

TELESCRJrro IN PARTENZA

IN CIFRA

STATO MAGGIORE R. ESERCITO

UITKIO OPERAZIONI I

Dal SUPERESERCITO OPERAZION1

AI CO.MANDO 4"ARlV1ATA N. 19236 Alt.

Predisponete provvcdimenli alli at faci litare eventuale a11uazione Esigenz.a Ovesl secondo direttive approvate con foglio 15317 del 5 sellembf(~ scorso alt Dovranno al tale scopo considerarsi disponibili divisioni Legnano - Lupi di Toscana - Piave - Tfu-o - '2!' celere - Pustcria - 3° grnppo alpin i VaHe - 20 raggruppamento sciatori alpini. Le tre divisioni autolrnsporlabili et Centauro non, dico non, sono da considenirsi disponibili alt At mc77.o uflicial e saranno recapitate ulteriori dircllive seri tic.

GENERALE Atv1BROSIO p.

c.

c.

IL TEN. COI .. DI SM CAPO SEZIONE (G. Ca1rncini)

638


D3 lff

Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS SlvJRE 21 !9B- 230 (Direltiva SMRE n. 15317 del 5 settembre 1942) (Rielabora:ione)

o

STATO MAGGIORE R. ESERCITO

.........

urn,.10 ~ I -

S.S.°"*

19

P.YL 9 , 5 settembre 1942 - A . XX

N° 15317 di prot.

OGGETTO: Direuive "Emergenza O".

J\L CO\!IAN1)0 DELLA 4-"AR~tATA (rif. F. 6001 del 31 - 8 - '42 - XX)

I. -

- P.M. I -

Conco1do, di massi ma, con le di.retti vc contenute nel progetto 6000. Prego considemre l'opport111ùtà che: - il movimento della '2:' D:cl. "E.F.T.f,." e della D:cr. "Centauro" sulla comune di.rettrice del Tenda, sia regolato in modo che la "Ccncauro" preceda la 2'' celere; - il limi te della zona di occupazione in co1Tispondenza di Cmmes includa le alture ad ovest della Siagne, fo1 Tanneron e le Trayas.

Il. -

Cotesto comm1do provveda: - ad orientm·e senz'altro i com,mdan ti di G .U. sull ' operazione senza addivenire alla diramazione degli ordiJù che dovranno essere temlli pronti e diJ'amati al momento opportuno; - a rinfo1w re il distaccamento di occupazione di Sée7. fomendolo dei necessari mezzi per assicurm·e l'c1utono mia logistica dnrante l'inverno; mantenere i1rnu1to i distaccamenti di Ristolas e Maisonméane il cui ritiro è da subordinare agli sviluppi della s ituazio ne nei pro~simi mes i.

III. -

Per l'osservazione aerea possono considerm'Si, per ora, a disposizione dell'armata 4 squadriglie: - 30'' e 127,., del 76° gmppo Venaria Reale; - 115" e 137'' del 73° gruppo Nov i Ligure, da ritenersi sufficienti ai bisogni dell 'operazione. R iserva di provvedimenti in caso di l'fUianti alla si tuazione delle citate squadriglie.

IV . -

In merito al concorso della R . Marina e della R. Aeronautica ho interessa to il Comm1do Supremo. Riserva di disposizioni circa le questioni interessanti i quadmpedi provenienti dal gr. "V .Orco" e le stazioni radio R. 5.

V.-

II , CAPO DI STATO iVL•\GGIORE

639


D 4 Ili

Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. AUSSME SMRE 2119 B - 368. (Gli allegati 11011 sono stati riportali; per qua11to di interesse; for:e e direttrici .10110 visibili i11

altra parte della presente appe11dice).

COPIA l

CA,

SEGRETO

COM AN DO 4" ARMATA

11.

60.000,op. di prot.

OGGEITO:

P.M. 1 lì 10 novembre 1'>42 • XXI.

A lluaiione ernergen7.a "()".

Allegati: due. ALL'ECCELLENZA IL GENERALE COY!ANDANIE IL I C.J\. . ALL'ECCELLENZA IL GENERALE C0\1ANDANTE IL XV C.A. ALL'ECCEl_.T .ENZA 1T. OENERALE CO\'IANDA1'1TE 1T. XXII C .A. AL GENERALE COMAl<DA.V fE L'ARTIGLIERIA D' ARN.IJ\TJ\ AL GENERALE COMA1'DANTE IL GENIO D' ARtvV\TA Al , GFì\.lERAJ ,F. J'JTEì\.DENTE

P .YL

P ..Vl P .M

SEDE SEDE SEDE

Carte: I :500.000 Confini norclocciclentali, cieli'!. G. lvi. I :200.000 speciale.

L'attuale situaz.ione può richiedere, in tempi brevissimi, l 'avanzata nel territorio francese per assicurarsi sbocchi offensivi atti ad agevolare, in coopenv.ione con la Germania , l'occupazione elci litorale mcclitcmmeo. Fermi restando criteri ed i procedimenti fissati nel foglio 6000,0p. de11'8 seLLembre e.a. , le disposizioni di attuazione sono, in relazione alla situazione at\uale, modificata. A - ZONE DI OCCuPAZIOì'{E EO RZE i\ VVERSARIE, ODimTIVL I - In un prime tempo l'occupazione viene limita ta al N izzrudo ad occidente della linea ìV!.Tournairct - fiume Viu·o 11 valle della con11ueo.za con .la Vesubia. , 1 limiti della zona - con valore di orientamento - risultano indicati graficamente nel lucido 1 : 200.000 (allegato l) con la linea nera. Contemporaneamente nella zona del I C.A . sarà occupala la conca cli Moclane. 2 - Foo.e avversarie : quelle note.

In seguit<i al <licJ1iara10 intendimento cli opporsi a sbarchi anglo-amc,i cani sul litorale Mecli tcmmco le divisioni francesi hanno assunto le fomiazioni di allarme e sono pertanto da organici completi. 3 • Obiettivi di primo tempo sono: la stretta di Orcllc in Val cl ' Are; i ponti sul V aro tra la strella del.la lv!escla e lo sbocco in mare.

640

considenu-si prontamente impiegabili ad


B -- FORZE. OR.DlNAyfEÌ\'TO LCvUTE DI SEfrORE FER LA FASE AVANZATA 1 - Forze: sono ripor1a1c nello specchio allegalo 11. 2. 2 - Ope1~U\O (cL1 n01d): I C .A. - xxu e.A. -XV C .A.3 - Limili Ira il XXU C.A . ed .i C .A. co111ermini: a nord: lvi.Vi.so - colle Vars colle des Om:s - Riochu·; a sud: Ivi. Granuuondo- l'\•!. Bandone - Tc)ffellas - il Piano - Castaguics - Bonvillars (localilà al XV C .J\.). Vedasi anche caria I : 200.000 s peciale.

e --

ASSI DI AV J\NZATA (caria 1: 200.000 speciale).

xxn

C .A

A, I S. Dalmazzo di Tenda - L1 Gianclol/l (Dreglio) - Sospcllo - Scarena - colle S. Rocco - Lcntosque - S. Jeau dc la Rivi.è.re - bivio ad es t di Ilonsonc- Ponte della Mescla su l \l,u·o - con i raddoppi: A,2 - Scarena - Contcs - Levenzn - Ponlc Ou-Jo Alberlo; A ,3 Sospel!o - Baisse dc Turin.i - la Bollenc - Lanlosque - St. Jcan de la Ri vièrc - bivio ad esl di Bonsone - P. tc della ;vlescla s ul Varo.

B, I - Mcntone - alta Cornice - la T urbie - L1ghe1to - Trinità Vittorio - S. Andrea - Torrellas - J\spromonle P. le di Coloma.rs; B,2 - Ventimiglia - :Vlenlone - media Cornice - >!iz.za - Ponte cli foce sul Varo. Non dov1f1 essere H11raversato il Princip<1IO di Monaco salvo nel caso che partissero ostilità dal suo 1eni1orio o che vi si rifugiassero fo1ze annate avvcrs,u'ie. In questi casi si procederà senz'allw all 'occupazione del Principalo .

B - DISPOSITIVO DI /\ VA~ZATA

reparti mobili G. a F. e gruppo art. alp. "\i al C hisonc"; gnippo di sostegno : 20° raggruppamenlo sciatori; riserva cli C.A.: di visione "Rovigo" . XXII C .A. In lA sch iera:

clf. "Timi": asse A, I con i niddoppi A,2, A ,3.· Riceverà in rinfo1zo come nucleo cs plon1n1e: - il rgt. cav. 'Piemonte Reale'; - la J03Acp. bersaglieri motociclis1i; - il I 0 squadrone citrri L 7° reggimento alpini con il 3°gruppo art. alp . "Lanzo" - asse cli avanzata: Valdieri - Terme di Valdieri Colle Ciriegia - San Martino I.antosca - con il raddoppio: l:inlrac:que - Colle delle Pinestrc - San Martino L'llltOSCa.

In 2A schiera: divisione ccl. "E.F.T.F.": segue la div . flr. "Taro" lungo gli <1ssi A, I e A,2. -

64 1


In 1 schiera: <lf. 'l .upi di T oseana' : asse B, l; df. "Legnano" : asse B,2.

riserva di CA : da costituire con lnippc delle suddelte divisioni. Riserva di Armala <liv. al. "tv(antova,,~ div. a. "Pusteria" (meno 7°rgt. Alpini e gJ . .u·1. alp. "Lamo") che si dislocherà inizialmente nella zona Borgo S. Dalmazzo • Cuneo.

E · PA RTICOLARI DI COORDINAMENTO

I .e cp. motocicl isti 104 e 112 • <1ssegna1e alle div . ftr. "Legnano" con vincolo d'impiego - dovmnno: muovere con gli elemen ti esploranti della divisione fino al V aro; risalire con la massima celeri1ì1 per la strada del Varo. J\:cl particolm·e: - la !04''Cp. occuperà il Pon1e della Mese.la garantendone l'intangibilità fino all'itn-ivo del nucleo esplorante della divisione fante1ia "Taro", alle cui dipendenze passerà, spingendo clementi: a S. Jean dela Rivière per assicui1u-e il possesso della strella omonima, al Ponte della Luna ed a Malaussena (s1retta rolabile valle Vm·o ) conu·o pun tate avversarie; - la 112."q>. occuperà i ponti C.Alberlo a di Colornars garantendone l'in1angibilitì1 sil10 aU'aiTivo degli clementi delle divisioni di fan1eria "Taro" e "Lupi di Tomuw " passando successivamente alle dipendenze della df. "Lupi di

Tosa11a

11 • -

F • SISTEM/\7.!01'.'E DEGLI OB1Ernv1

Raggiunti g li obiettivi, questi saranno immediatamente sistemati a difesa con largo ii.corso alla for1ifiea1.ionc campale e ai procedimenti del eomballimento di arreslo . G - DISTAC CAMENTI Dl OLTRE l;RONTTERA NEI SETTORI NON OPE RATIVI All'alto clell'emergenz.a:

il dislaccamcnto di 1\laisonmeane (i\lla valle U baye) ripiegherà al colle della Madtfalena;

il dislaccarnento di Ristolas (valle Gai)) sari1 rilfralo; il distaccamenlo di ivfonginevro resterà in silo convenienlemenle 1-inforz.ato; il distaccamento di Séez (allo Isère) resterà in s ito allargando la sua occupa:linoe fino a Bonrg SI. .Maurice. A tal fine sarà rafforzalo con aliquote del 1°gmrpo alpini " Valle", il di cui comaoclanle assumerà la direzione dell'operazione. -

Avvertenza

La presen ti direttive devono costitufre materia di .immediata comunicazione e di _ illustra:lione ai Comandanti di divisione a di gruppo tallico autonomo. Gli ordini relativi debbono esser preparali per essere diramati , con le v,u-imlli imposle t~1Ua situa7.ione conlingente, a.I momento oppornino. Per ora nessun movimento sem.a au1ori1.1~1zionc cli questo comando. Segnare ricevuta citando il numero cli pro1ocollo 60.000,0 p. IL GENERALE COlvIA1'l )A1'TE (M. Vcrcellino)

642


D5 lll

D0c11rne11to tratto da AUSSME Fondo M-3 Raccolta 36 Trascriz.ioni di com.1111.itazioni telefoniche i11tralle11111e tra Mussolini e l'ujjìcio di Cavallero e tra Monaco (generale Ga11di11) e Roma (generale Mag li) alla vigilia de/f'avanzafa in Francia. (Rielabora zione)

Ore 02,00 del IO novembre. I . - DUCE comunica al Maresciallo CAVALLERO che il colloquio ha luogo per iniziativa di LA \I AL.

2. - Il colloquio non potrà avvenire prima delle ore I I del giorno 10.

3. - Siamo autoriwlli a portare la nostra avia7ione in Tunisia. 4. - Il Governo tedesco esclude siano avven uti sbarchi a Philippcville ed a Bona.

Orc02,15 Generale GANDlN comu1ùca a Genemle MAGI.I : 1. - Si considera dover effeuuarc entrambe operazioni C 2 e C 4.

2. - Coll()(1uio non potrà aver luogo prima delle ore J I .

3. - Hanno chiesto se abbimno unità paracadutiste da inviare in Corsica. 4. - GANDIN riferito al Fiihrer circa opernzio1ù Africa . - Fiihrer ha convenuto s u resistenza sulla linea Sollum - Hau·aya.

lO novembre 1942 - XXI Ore 20, IO : GANDIN telefona: Concluso: domani alle 7 piede a terra Mondino passo avanti Vercelli. Alla stessa ora muovono i nostri amici. Gli amici di RICCARDI se si muovofno] oscilm.entc s i va addosso. Ore 20,30 - Comunicaco ad Eccellenza SAì'\SO"fEITI il via esecutivo per C 2. Ore 20,40: Dato il via ad Ammiraglio T UR ed a Superaereo. -

643


D6III Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS SMRE 2078 - 28. (Rielabmw,ione) COPIA

COPIA DI TELEGRAtv!Ms\ SPEDITO DA COMANDO SUPREMO DIRETTO A SUPERESERCITO SUPERlvLA.Rl1'A - Sl..iPERESERCITO 10, 11, l'J42,XX1

'.'J. I 2639,0p. A CONl·ERMA OR.DI:--.11 VERBAT J

1°) - Disponesi immedia ta .amuv.ione esigenze C.2, C.4; et ovest. Primo convoglio esigenza C.4 muoverà domallina per sbarcare are mallino 12. Sbarco C.2 et allnazione ovest domallina. 2°) - 1'ulla di varialo circa forle previste per C.2.

3°) - Per alhiazione esigenw C.4 verranno ini1Jalmente avviate seguenti forze et men.i: primo c.onvoglio: minori unitit in corso di imbarco a Napoli unitamente ad unilit germaniche al comando di un colonnello gennanico; convogl i successivi: comando XXX coJl)O d 'annata con T.S. di C.A.; divisioni fanteria Superga et Bari (sostituendo al quest'ultima gruppi artigl ieria traino animale con gruppi artiglieria a traino meccanico tratti da quelli già approntati per A.S .); maggiore quantità possibile automea:i per rendere autotrasp011abili sucklette divisioni fanteria; riserva di disposi:t..ioni per di visione Piave. Domani I I corrente deve essere predisposto avviamento via aerea da Castclvetrano a Tunisi maggiore qu.'UU-ità possibile 1ruppa per pmtezione aeroporti che ci interessano et prote:t..io11e porto. Riser va di disposizioni per l'avviamento in relazione situa:t..ione, in posto.

4°)

5°) .Per alluaàooe esigen7.a ovest: forze previste meno divisione motori7.zara Piave per cui si fa riserva cli disposizioni.

Ugo Cavallero

210010

644


D 7 III Documento tratto dai Diari storici dello SMRE, AUSSME DS SMR.E 2078- 8 bis. (Rielabora-:,ione)

o

STATO MAGGIORE R. ESERCITO ~ft<tiQ qa I ••lo!d. l: - Bal.Q9a • .0-0. . . . ... .

10 novembre 1942, ore 16

Al.le ore I 5,30 len .col. l'v10:{f E7 Ei'vlOLO co munica:

1.-

Dare attu azio ne irnmcdiala ad esigenze Ov .- C.2 - C.4 (la Francia chiede nos1ro inlervcnlo).

IL-

Oricntamcnlo del Com ando Supremo sarebbe quello di reslill1ire la Piave alla csigcnw O ves t. Ten. Col. ìVlo nlez.cmolo non co ncorda in quanlo , da1a la si1uazi.one politica (nessuna resistenza in territo rio francese), riliene che la divis io ne possa meglio servire al.la esigen7,1 C.4 che rimane la più imporlantc e la più difficile . Occo1Tercbbe che S.l'vl.R.E. inoltrasse propos te in tal senso qualo ra concordi.

IU.Analoga menle C.S. irllendcrcbbc assegnare alla C.2 qualche piroscafo cd elementi bersaglieri a11ualmente a Napoli. Ten. Col. Montezemo lo, sempre in considemzio ne che anche in Corsica foru1 navale speciale non dovrebbe inconlrare resis te nza e sbarcm·e quindi anche nei porli occidclll:ùi ritiene che nienle sia so llrallo alla C.4. Anche per qucslo S .M .R.E. dovrebbe inoltrare proposlc .

P.

C.

C.

IL TEN. COL DI S .lvl. C APO SEZIOJ,JE (G . Carracini)

645


D 8 lll Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS SMJ& 2078 - 30. (Rielabora-:,ione) SEGRETO COPIA DI TELEGRAMl'vlA IN ARRIVO

STATO MAGGIORE R. ESERCITO DAL COJ\·L\NDO 4 AA RMATA ALL' Uff!CIO OPERAZIONI- I

TELESCRl'ITO IN ARRIVO o re 09 10 del giorno 11, 11. 1942 •• XX I

8057,op. all.

Comando 4'\am1a1a a S. M . R. E. ufficio operazioni alt.

Come da direttive 1924 5 del 9 novembre giunTe ore 16.10 oggi 10 tuttora non sono stati effettuati movimenti grandi unilà dalla sistemazione inverno alt. Attuale nota mancanza condullori aulomezzi obbl iga parte movimenco per via ordinaria alt. Div is ione cl i f,mleria "Lupi di Toscana" dista confine francese 80 Km. alt. D ivisione cli fanteria "Taro" 140 Km. alt. Divisione cli ranteria "Piave" est in Savona et Genova ancora parte in stazione ferroviaria per noto trasferimento al t. Ho ordinato avvicinamento con tappe fornte alt. Passerò confine francese alba 12 mese corrente con elemenci Guaitlia alla frontiera et avanguartlia. Seguiran no sostegno et (2 grnppi indecifrabili) sul litornle divisione fanteria "Piave", d ivisione di fanteria "Lupi di Toscana" et divisione di fanteria "Legnano'' XV corpo annata alL Successivarnence va lle Roia d ivis ione cl i fanteria "Taro" et divisione celere XXII co1po d'anna ca alt. In va lle Are no to trans ito avrà luogo giorno 12 alt.

Generale d'armata VERCELLINO

P.

C.

C.

IL TEN. COL DI S M CAPO SEZIONE (G. Carracin i)

646


D 9111 Documento tratto dai Diari storici del Comando 4AArmata, AUSSME DS 4A 1099-14. (Rielabora~ione)

FONOGRAMMA A ìvfA~O DAL COMANDO DELLA 4" ARIVlATA AT COlvlANDO l CORPO D'ARMATA COt'vlAi'(OO XV CORPO D'ARMATA COMAN"DO XXII CORPO D'ARivUTA

e, per conoscenza: AT

COlvlANDO ARTIGLIERIA 0T ARi'vlATA COlvJANDO GEÌ'-'10 DI ARMATA INTENDENZA DI ARMATA

8 .100,0p. alt ore 3 dcli' 11 novembre alt Comando Supremo onliua passaggio linea ve1de ore 12 di oggi giomo Il novembre alt Movimento deve essere condollo infonu.aodo popolazione che essa [sic!] est fatto esclusivamente per opporsi ad azioni anglo-americane nella zona sm ilitarizzata alt

In teITitorio francese dovrà mantenersi contegno assolutamente riservato senza accenni at irredentismo ani rivendicazioni polit iche ali Non aprire fuoco per primi alt I Corpo armata effettui azioni contro Modane ct BoUJ'g St. \.faurice con note modalità et assicuri difesa rimanendo suo settore alt XXII Corpo ,U1m1la effenui previste azioni con tn1ppe O.a.F . alt Successivamente effettui operazioni previste da progetto 60.00010p. con Divisione "Tm·o" et 7° reggimento alpini con grnppo ,u-1. a. (Belluno) seguiti d,1

2" Divisione celere alt Assicuri difesa rimaneute suo settore alt XV Corpo annata operi con divisio.ni "Piave" "Lupi" et "Legnano" iniziando passaggio linea verde con truppe disponibili in posto ore 12 al.t Resta confermato obiettivo linea Varo su fronte da clcternùmu-ci in rapp_orto alle esigenze c01itinge1ui dell 'F.cccllenw Comandante Co1vo armata alt Divisione "Pustcria" - meno 7° rgl. Alpini et g.r. Art. a. "Belluno" secondo disposizioni da emanme alt

seguirli da zona raccolta movimento

Segn:u·c ricevula ripeteudo numero protocollo 8.100,0p.

Gcnemle VERC:ELI .! NO

P.

C:.

C.

IlJ SO'ffOCJ\PO DI STATO lvUOGIORE · Col. s. S.M. L. :Malavasi -

647


D 10 Ili Relcc:;ioni riassuntive avve11Ìr11enti dell'avan::,ata ini:iata l' 11 novembre /942 . (Trascrizioni delle relazioni più significative del periodo 11 - 19 novembre 1942, tratte dal Diario storico dello SMRE-AUSSME 2 119) AUSSME 21J 9 - 77 bis. Relazione riassunti va avvenimenti gio rno 11 nov. , trasmessa a S.M RE con t.elegrn mnui 4A n.8122,0p. Il novembre, ore 21,45 AUSS ME 2119 - 76bis, e ritrasmessa da SMRE a l Co mando Supremo con n.19449, J l nov. o re 2245 . «Dopo un lancio di manifestini su Nizza e gli abitati delle valli Moriana e Tamn cas ia <la parte di aerei dell'Armata, alle ore 12 truppe della (ìa[, o ltrepassavano linea '\ ,c1dc" nella zona del la Valle d'Arc (Moriana), dcli 'a lta Roia e di Mcnto nc. l CA , convoglio mili tare in automotrice raggiunge sbocco nord trnforo Fréjus; truppe GaF, scese da Pon i du Nant, occupavano Modanc; poi su autocan-i insieme a truppe 20°Sciatori , occupavano slrella Orcl lc ("obiettivo term inale dcl i'azione"). XXll CA , per notevolissima d is ta n7~1 tra con l'ine e zona sis te mazione invernale grandi uniù1 in a lta Val Ro ia co nf ine era passato soltanto da truppe GaF, che occupavano Saorgio e Breglio"; più tan:li un gruppo tmtico ragg iungeva Sospcllo ; XV CA , ore 12 linea occupazione era atlravcrsata da avangua1d ia divis ione 'Legnano' Poi in ·w na di Roccabrnna un ità mo to ri7.7.ate della "Piave", provenienti da Cìenova e Savona scavalcavano uni tà avam.ate 'Legnano' e loro avangua1dic giun gevano a Niz7~1. Da dove un "distaccamento leggero mo tori,:wto al comando cli uffic ia ii in autovettura" , prosegui vano verso iI Rodano .» 2 119 - 8] 12 nov. h 1040 4"A nnata 8 156,0 p. Situa7.ione ore 10 : l CA , giunto 8, 15 a Dourg Sl. Ma uricc: nessuna res is te nza; altre uni tà si accingono a muovere direlle zona Valcncc. X,'GI CA, con tinua movimento "Taro" verso obj. zona En trcvaux- Sl. Aubane - Caste llane . XV CA, unità "Piave" in marc ia verso Rodano e Tolone; "Legnano" si concentra s u Niz7~1; "Lupi" muove verso Grasse. 21 19 - 85 .n nov. hl 127 4"Annaca 8224 ,0p. Situazione o re 10. Comando 4A a To rino, con posto tallico a Mentone; futura sede: Mentone . I CA: sede comando a Torino , futura a Grcno blc coma ndo I alpin i " Va lle" a Rourg SL l'v[aurice, in giornata a Mouticrs; una compagnia già a Cham béry, gli <1 ltri repm·ti muovono per lrasfcrimcn to in Valle Jsère a uraverso P icco lo S . Bernaitlo. Tmppe mobi li CiaF: co mandante a Valence, battaglioni mo bili GaE Vll e "O" Lrcparto costi tuito per esigenza "0" 1a Orcllc, Val d 'A rc; IX a Valence su l Rodano . Div is ione "Pus teria" sede comando a Torino, futura a Grcno blc; l 1° Alpin i in marcia (v . o .) per Modane, con tes ta a Baidonccchia; 7° Alp ini a Borgo S . Dalmauo in attesa di muo vere per Modanc, mezzo ferrovia XXll CA: co ma ndo a Con tes (ovest Scarena = Escarène), Divisione 'Taro" , comando a Pugct -Thèn icrs; truppe proseguono mov imen to per mccogliersi zona Entrevaux - Villars. Div isione celere: comando a Sospcllo (= Sospel) truppe in marcia per Sospello, con tes ta costitui ta da 1° bersaglieri e 134° ani gl ie ria a r:ontano (=r:on tan). XV CA: comando a Mcn tone futu ra sede a Villafranca (V ille franchc <l i Nizza): Divis ione "Lupi d i Toscana" comando e truppe a Grasse. Di vis ione "Legnano", comando e truppe a Nizza. Divisione "Piave", comando e truppe a Hyèrcs, meno un dis taccamento ad Arlcs. 4A a SE' 2119 - 96 14 nov. h 1600, 4/'A rmata 1545. S icuazioneorc 16. [ .. ] I CA , sede comando invariata, I a lpin i "Valle" , comando invariata ; [battaglione "V<1l Fella" trn Albcrtv illc e Chambcry; bauaglione "Val Natisone": Po rta Littoria; battaglio ne "Val Tagliamen to": M.oHLiers. T ruppe mobi li GaF: comando e battag li oni sede invariata.

648


Divisione "Pustcria", comando sede inva1iara; Vice comandante cd clementi comando a Grenoble; 7°alpini sede Ì.11v,u-foll!; 11 ° alpini a '.vfod,me, meno ballaglione "Bolzano" a Sl. .\ {ichel. 20° Sci,llori: comando e hauaglione "Monte Rosa" a Bria11ço11; battaglioni "Val Toce" e "Cenischia" invariata. Divisione "Rovigo": verso Imperia a me7.zo ferrovia. Divisione "i\,fantova" , sl fua7.ione invari ata XX ll CA, sede comando invariata Divisione 'Taro" tra Entrevaux e Villars; "Celere" sede comando invariata; reggimento "Piemonte Reale" giunto per ferrov ia a Ventimiglia, muove per Nizw [via 01diua1ia] Reggimenti "Niw1 ca,,." e Genova cav." proseguono movimento (v ia ordi naria). 1° Bersaglie1i marcia per Grasse, resta colonna a 1vlcntone. XV CA, sede comando inv,u-ia ta; "Piave" sede comando e truppe inva1iara a meno del dis taccamento che muove per Aix e Arlcs. "Legnano": situazione invariata; "Lupi" : comando invariata; reparti su autocatTO invmiata; reparti a piedi raggiunto Villeneuve ovest cli Cagnes. "PiaceuJ..a" in corso trasferimento (fcmwia) a Oenova. 2119 - 98 J4 nov. h 2100 LJ/'Armata 8368,0p. Situazione ore 21, (Ritras messa eia S:V1RE alle 2250): I CA, dislocazione co1mmdo Ì.lwmiata [Torino]. I Gruppo alpini Valle inva1fata [; bauaglionc "Val Fclla" tra Albcrtville e Chambery; battaglione "Val Natisone" : Po rta Littoria; battaglione "Val Tagliamento": ìVloutiers.l; comando "P us teria ", Cìrcnoble; 11° alpini, tra St. l\,ficJ1el e St. Pien e d'Alhiguy; 200Sciatori, invariata, con un bauagli onc ad lJlzio. " Rov igo" , in movimento verso Imperia. "'l'vlantova" inv,u'iata rzona T orino]. XXII Ci\, comando invariata; "Taro", invariata [tra Entrcvanx e Villars]. Divisione celere, (destinata a passare da ore zero al XV CA), comando inv,u"iata, (dall'indomani a J-'.réjus); rgt. "Piemonte Ci!V ." a J\.lizza, "Genova cav." a CmTLÌ, "NiZVL tav ." a S.Dalnuazzo; 1°bers,·1g.lieri a St. Laurcnt; 134° art. a

Cagnes. XV CA, "Legnano" e ''Lupi" 1:on di~locm.ione comandi inviu·i;11a, ("Lupi" <~tll'iodornan.i si completerà a Gmssc); "Piave" con tUI distaccamento ad Arlcs ccl altro ad Aix. "Piacenw" con comando a Savona, 111°l{g t. tra Genova e S. Yfargheri ta L.; 112° Rgt. Art. tra 'fÌ.lrnie L. e Lugliano. [ ... l 2 119- 99 14 nov. h 2250, SMRE 19702, Novità Esigenza "O" ore 22. (Trasmeuc sinta7.ionc cui a precedente n.98 a CS): I CA, obiettivi raggiunti; "Pusteria" tra Grenoble, St. Y!ichel e S t. PietTe d'Alhigny; la "Rov igo" muove su Imperia; "l'vlantova" si tuazione invariata. XXII CA, obiellivi raggiunti: "Taro", si tuazione Ìlll',u·iata, ma deve muovere verso Tolone per sos ti tuire la "Piave" in zona 1-lyères - Aix - Arles; "Celere", destinata a passare a mezzanolle a dipendenze XV CA, è lrn S t. La iu·enl e Cagnes, con i reggimenti "Nizza" e "Genova" ancom m Piemonte. XV CA , situazione inv.ufala con eccezione distacciuuenti "Piave" Iornati ad Aix en Provence e ;\J:l.es. Obiellivi per .l 'indomani: I CA: 11°alpini prosegue su Grenoble; 7°Alpini utili1,zenì convogli fe1Toviiu·i predisposti (vedi oltre) per raggiungere Montélimar; XXII CA: "Celere" a Fréjus, "Lupi" si raccoglie a Grasse. XV Ci\: invariata. [ .. ]. 21 19 - 112 16 nov. h 2250 SMRF. 19809: Si111az.ione ore 22 (Rapporto delle 22). I CA: "obiellivi raggiunti" l1°alpini: battaglione ''Bolzano" a Montélimar; ballag lioni ''Bassano" e ''Trento" a Romans. 7°Alpini in "transito fcnoviario a l'vlodm1c, per Montélimar. I Alpini "Valle" battaglione ··val Fella" meno una compagnia a La Clusaz; batlaglione "Val Natisone" a Ilourg S t. Maurice. X,"(ll CA, la 'Tam" sta riunendosi h·a Gattières - St. Jcannet - La Gaude (basso Varo); XV CA, comando a Grasse; "Piemonte cav." e "Genova cav." rispellivamente a Fréjus e :V!eutone. Reparti (ìa'f e carabinieri a l'v(onaco. Altre novità: eia ore 15 divisioni "l{ovigo" e Piacenza" sono passate alle dipendenze del comando D ifesa Tenitoriale (Diter) di Genova.

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Per l'indomani: I CA, la "Pustcria" si riunirà in zona Montélimar - Avignone ed il I Gruppo Alpini a Sallanche; XXII CA , la "Tm·o'' si riunirà in zona basso Vm·o; XV CA, zom1 Trels per "Lupi", zona fréjns per divisione celere [Legnano in z.ona Nizza].

2119- 117 17 nov. h 1700, 4AAnnala 8523,0p. Novilà ore 16. f... ] I CA, sia complernndo schieramen10 della "Pns1eria" con banaglioni 'Trento" e "Bassano" da Romans a ].'vlontélimar e gruppo ari. alp. da Aiguehcllc a Grcnoble. 7°Alpini in an-ivo a Carpcntras. Battagli on i di I Alpini "Valle" : "Val Tagliamento" da Albcrvillc a 1-lumct; "Val Fclla" eia Clusaz a Bonneville; "Val J\:alisonc" eia Bourg St. lvlaurice a JVfouliers. Ballerie del gruppo "Val Taglim11e1110" seguono rispellivi baltaglioni. XXII CA, comandod,1 Co111es a Brignoles. XV CA, "Lupi" 77°Fanteria giun10 a Chfiteauncuf Le Rouge e Bcaurccueil, ovcsl Trcts ; 78° anesa movimento con au1ocaffi per Roussct (ovest Trcls); 30°Artiglicria da Villcneuve a Fayencc. "Celere" a .Mcntonc - V illafranca (=V illefranchc). Difesa lcrr. di Genova: "Piacenza"; con comando l 12°Fanleria zona Vado. Difesa len-. di Alessandria è ri.nfor,:;lla da uni1à "Granatieri di San:Jegna". Dalle 15, "Lupi" e "Piave" al XXII CA .

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_TELESCRITTO. IN ARRIVO ··

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STATO MA66IORE. . R, ESERCIT0

Dal

COJ!!AJmO ·SUPR3:l:O

Al

SU.2~F.S~!iCIT0_ - Oper-,,.,doni.

n_o~_ia111.~ ~-- 13_4z.:.x

A eegnito d1sposlz1oni verbali . èt teis~oniche e1 -;ireciaà Òhs · soopo· dei.le o·o eraz1on1 1n corso cla parte dÒlls 4 A armata in "Wlione alle

trupue Gi!I'lllaniohe ~ queùo

di- comohtaro la ooaupazione di. t~tto

· iÌ t=rHoi--1:o "'etropol!~no ì?renceee !'Ìlt r.1r.irte "trà 'la nona d'azione ·delle truope italiane et ·qu~lla delle truro~ g~nicna la lir.ea · . (;11H1vra • .- lii o.ne, Tolosa (Lione et Telo~ alle tru;;,,ie ;;;.}.:,::::aniche)al t 1a occu;iazione d,:,vo e~:ic:r~ spinta lllllAL!z:1. 11 ;>1:'.i ::-:1,, u,_1c:·? o~o ;JO::?aJi

bila nella zona a .:;ci a;;segna t a utilizzando tu t ~i. 1 i;,e::.z1 ;i!. tr-..1s~orto ferrovie comJrooe alt

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651


D12lll Stralcio dell'appunto al Duce redai/o da Cavallero in data I I novembre 1942 sulla questione della linea di demarcazione 1ra le 1ruppe dell'Asse in Fra11cia . Documenlo /ra ffo dai Diari storici del Comando Supremo, AUSSM!i DS CS 1350 - 86 (RielaborC1zio11e)

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11 Novembre 1942

- XXI -

Oggi ho intrattenuto il Generale V. Rintelen sugli argomenti seguenti: 1°)-

La linea di demarcazione tra le truppe italiane e le truppe germaniche nella Francia non occupata. È rimasto stabilito che ciascuna delle due parti procederà con la maggiore possibile rapidità e poi, ad occupazione effettuata, la linea di demarcazione sarà stabilita tenuto conto non soltanto dello stato di fatto come occupazione, bensì anche dei centri di popolazione italiana.

2°)-

Problema del Nord Africa Francese .. . .... .. omissis .. . ... .. . ..

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D 1 TV Documento trallo dal Diari storici dello SlvJRE. AUSSME DS SMRE 2119 cari. R. (Rielabora::,ione) (111 altra parie della prese/Ile appe11dire si può vedere la riprod11~io11e di ro111e1111to del prese111e docu111e1110) .

1111

lurido rhe richia111a il

C O M A N D O 4" A R ìvl A T A Stato Magg iore - Ufficio Operazioui P.i'vl. I, 13 novembre 1942 - XXI

N . 8269,op.

OGGETTO : Occupazione integrale della Francia - Difesa c.ostiera. -

ALLO STATO MAGGIORE REGIO ESERCITO - Ufficio Operazioni I -

- POST A lvllL.lTARE 9

Riferimento !elescrillo 19528 data 13 coll'ente.

I. -

Trasmetto le direHive impartite alle G .U. dipendenti per l'occupazione integrale della FranciH nella zona

di giurisdizione assegnata alle FF.AA. italiane.

II. - I movimenti in corso sono direlli a rcali7.zarc tale sistemazione. ITI . - Alla difesa costiera della I .iguria sono assegnate le divisionj "Piacenza" e "Rovigo" (rispettivamente ad oriente ed occidente del meridiano di Loano). IV. - Per ragioni di ordine politico (0.P.) ravviso l'opponunilÌl di ma.111cnerc la divisione "lvfa111ova" nella

zona Asli - Torino. Ho ordinato al comando della divisione di trnsfcrirs i a Torino.

IL GENERALE COìvU:S.1DANTE F, to ìvl. V ercellino

p.

c.

c.

IL TEN. COL DI St'vl CAPO SEZIONE (G. C:u1·acini)

653


D 2 IV

Documento tratto dai Diari s!Orici del Comando 4"Armata, AUSSME DS 4A /099- 40. (Rie/abora~io11e)

C O M A N D O 4" A R MA T A Stato Maggiore - Ufficio Operazioni N. 8843/0p. di prot.

P.M. 1, lì 21 novembre 1942 - XXI

OGGE1TO: Linea di demarcazione lm fo17.e italiane e gennaniche nel terrilot'io francese. ALLO STATO l'v1AGGJORE R. ESERCITO Ufficio OpcrwJoni I Posta Mi li lare 9

li genemle Mamnzani - capo nucleo di collegamento presso l'O. K. W - ha mppresenlato il desiderio dell'alto comando germanico per la [,rancia di ,1verc nel scllore di giu riscli7.ione tedesco lulla la :wna clelle foci del Rodano, motivando la proposta con la necessità di assegnare allo stesso comando cli corpo d'esercito il solco allrnverso ii quale si svolge il maggior arrlusso dei mezzi germanici, e la convenien7a di disporre dei campi d'aviazione di Jstres e cli Marignano. Analoga richies1a e' stata preseniata dal comando del gruppo Felber che, nel pan icolarc, ha proposto di prendere conlallo sul litorale poco ad ovest dell'abi tato di Marsiglia. Per quanto negli acco1di presi a Roma con il genemle von Rin lelen sia stata stabi li ta una linea di demarcazione molto più ad ovest per lasciare alla parte icaliana Ja vigilanza sulla città di Marsigl ia, un approfondilo esame della questione cd una serena valutazione della situazione - specie per quanlo riguarda disponibil ità di fo1w aeree - inducono a venire incontro alla richiesta germanica di portare ad oriente la linea di demarcazione. Per al tro, non può essere accellala incegralrnenle la soluzione proposta di lasciare l'abitalo di Marsiglia alle forze italiane, in quanto la delicale7..Z.U del porlo cli Marsiglia - obiettivo determinante di primo tempo per uno sbarco di g.u. - è tanicameme in soggezione alle porle d'accesso del golfo di Fos ad occiden te. e della baia de La Cio1,ll ad oriente. Ne consegue la conven ienza di includere nella zona di giurisdizione tedesca sia l'abicato di Marsiglia sia la baia di La Ciotm. I.a soluzione - se può sembrare meno opport11na dal punto di vista sentimentale in relazione alla forte colonia italiana di Marsigl ia - presenta sicuri vantaggi mi litari, e cioè: lascia ai germanici la piena disponibilità dei campi d'avia7ione di lstres e di Marignano, aderendo così ad una 1icbies la, cui nulla si potrebbe contrappotTe da parte nos tra per la mancanw di aerei; riduce il nostro fronte che appare, ltlttora, sprnpo17ionalo rispeuo alle forze disponibili, tan to più se, come è probabile, occotTcrà provvedere a dar concorso ai fmncesi nel la pia,..:ai di Tolone, se non addirillura si dovrà sostituirli nel compito. Acccllando l'i llustrato punto di visca, la linea di demarcazione dovrebbe essere definita nell'allineamento (M ichel in 1:200.000): (da no1i:I) Mallemorl sur Durance - Al leins - q.318 di Badasse! - val Mousse - q.306 (ovest Aiguilles) Veutabren - q.270 (est di Rognac) - q.7 10 di Pilon du Roi - q.710 (sud ovest Roquevair[e]s) - Gemenos - q.20 (sud est Roqueforl) - q.324 (sud est St. Cyr) - Ponol is. Con questa demarcazione le nostre truppe: avrebbero la piena disponibilità della linea ferroviaria della Durance; potrebbero affluire alla piao..a di Tolone provenendo da ovest e da est dell'altipiano tra Reppe e (iapeau;

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appoggerebbero l'ala verso i tedeschi a punti lallicamente forti ; <lispmrebbero di umi w na di alloggiamcnli abbastanza adeguata alle neccssilà. Prego cocleslo S~1l{b di voler rappresentare la questione al Comando Supremo perché in accordo con quello tedesco siano modificati gli acconli presi con il generale von Riutelen, rappresentando i due fatti nuovi: del compito affidalo alle forte italiane di raffoI7~1rc, se necessario, la pi,1w1 di Tolone; cleJla richicsla gcnnanica di dispo1Te in proprio dei campi d'aviazione di lstres e Maii g nano. Stabi lita la nuova linea di denmrca:àone: il l C./\ . - con la div . a. "Pus1eria" e le T . S. di C .A. - verrà dislocato in 21, schiera la riserva d'Armata, nella zona di Brignolcs per impiego con scaglioni au toaUTali . sia in direzione di Tolone, sia in direzione di Hyères; la div . "Piave" - sostilllila cL1lla div. '"f,u·o" - si dislocherà in 2:' schiera nella :wna di T.e Luc per agire a favore s.ia della wna di T-Tyèrcs sia della zona di Fréjus."

IL GENERALE C01VIANDANTE F 110 M.ario Verccllino

p. c. c. IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE

- Col. s.S.M. L. lvlalavasi

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D3 !V

Comunicato del!' Age1vJa lnter-Allied Review in data 15 novembre 1942 CHANCELLOR ADOU: HITLER'S LETTER TO MARSHAL PETAIN Al\NOliNCING COMPLETE GERMAN OCCllPATION OF FRAl\CE Ì\ovember 11, 1942 !111er-Allied Revieiv, '-Jovember 15, 1942. Since the da y when the stale called upon me lo direct the deslinies of my people I have ceaselessly striven lo improve our relations with France, even at the price of heavy sacrilices by Germany. Ali my efforts have proved futile. This is not my fault. The declarations of war which Grem Britain and France handed 10 German y on Sept. 3, 1939, affccted mc profoundly, and lhe Oerman pcoplc wilh me. Neither Brilain nor France had any plausiblc molive for thcsc deelarations. Ì\otwithstanding the precipitous and disastrous issues for some resulting [rom this campaign, I decided il was essential lo reopcn a d car field for thc establishme nt or a betler r.uropea n solidari ty. In this spiril I inscrtcd into thc annistice no dause which was contradictory lo thc idea which was announced in the prcamblc. The German Reich did not al the momcnt take advantage of the weakness of France in order lo indulge in extortions and has contentecl itself by requiri ng only what a victor in such circumstances is compelled Lo ask for, notably, Lo sccurc a guaranty Lhal Lhc annisticc is not circumvcnled and effcctivc conclusion of the war is guarnnteed. Finally, the Reich required thal uncler no circumstances shoulcl the armistice suffer any moclifications which might leacl Lo disaclvantages in Germany's mi litary position by actions of Lhe former allies of France which woulcl cause prolongation o[ the war. Al thai Lime Oennany did nol impose any requiremcnls in regard Lo Lhc French navy. She has not in any way infri ngecl upo n the sovereignt.y of France in her colonia) empire. In che hore of carrying the war to Europe Brilain and America have since then commenccd to occup y the western and norlhern Arrican lerritorics of France. France, on her pan, is not in a position to oppose thesc agg ressions. Furthermore, Gcrmany and llaly will not lolcratc, in any evcnt, Lcrmination of lhc armisticc and thc conscqucnces this would bring in ils train which would necessarily be to Germany's and ltaly's disaclvantage. Tbus, aflcr reccipl of ccnain in fonnation, Gcrmany and ltaly are lefl in no doubt whatsocvcr Lhal tbc next step of Britain and America is dircctcd toward Corsica ancl thc south of France. In conscqucnce of this the founclations of the armislice have ceased to exist, as France is no Ionger able to acquil herself vis-à-vis Germanv ancl ltalv. The governrnent~ of Gern{any and ltaly have agreed LO cake urgent rneasures designecl 10 counteract as rapidly as possible continuation of the Anglo-A merican aggression . These are the circumstances, ancl honour ancl regrel at the same time còmpel me lo inform you that in orcler to escape the danger which threatens us I have been obliged to confer with the ltalian government and Lo give orders to my troops 10 traverse France by the most direct rou te in order .lO occupy the Mcditcrranean coasl and lo Lakc pari in ils prolection againsl Lhe aggression which is immincnl from the Anulo-Amcrican forccs. Thi behaviour of a French generai has namely forccd mc Lo takc llùs fine of conduct. This one, duri ng his captivity, simulatcd illness, and on account of this some faci]ilies werc granted lo hi m or which he Look advantagc in ordcr to cscape, contrary to tbc assurance I rcceived rcgarding bis pledge on his word of honour given to you, Marshal. He clecicled not only to fighl from now on againsl Germany in the services of the Anglo-Saxon natio ns, the authors of the aggression, but also against his own country. Besides that, I have to inform you on this occasion, Marshal, that the action of the German troops is not clirectecl againsl you, the Chief of Stale and venerable commander of the brave French soldiers during the last war, nor against the French government, nor against any Frenchmen who are clesirous of peace and who above ali fear that their country woulcl become again a theatre of war. On this unde rstanding I would like at the same time to give you the assurance that the entry o[ allied (Gcrman and llalian) Lroops into France is nol dirccted againsl thc hench forces and Lhat I keep hope of defcnding, shouldcr Lo shouldcr with them, Europc as wcll as thc African posscssions bclonging to France against the coalition of the Anglo-Saxon powers. Lastly, thc cmrance of allied (Axis) troops, is 1101 directed againsl the French ad ministration, which, I hopc, will continue in its functions as in thc pasl. The only aim of our aclion is Lo prevcnt lhc situation now dcvcloping in North Africa from being reprocluced on the coast of France.

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fn rcfcrence to the precautions to be takcn in th is sense, I feci rcsponsihlc not only toll'ard my people but also, in a l.irgc r sense, toward the whole of Europc, as the cntry of th is continent into a new state of war woultl bring Lhc destruction of ali European n.itions, and cspccially or European culture. Bcsides that, allow me to gi,·c you thc assurancc, 1'!arshal, that, as soon as thc situation in the ~lcditerrancan is imprO\"Cd lo lhc poinl that il is no Jongcr impcrilling thc inlercsls of lhe Rcich in maritimc France, I ha\"e dccided to withdraw immcdiately my troops inside lhc forrner linc of dcrnarcation. Lastly, I would also like to givc you lhc assurancc, 1' 1arshal, th ai yo u and yo m govern mcnt will be free lo move wilhout any limilations in lhe wholc of France. Acluall y, I havc pronounccd mysclf against thc trausfer of thc French gorernmcnt to \'crsaillcs only because I fearcd that encmy propaganda would havc pretenclcd that you, .\ilmshal, ami yo ur govc rnment had been dcprivcd of your frccdom 1111d that, in conscqucnce, yo u wcrc no more in Lhc position of fulfilling your task in lhcsc conditions. Considering that. owing to the circumstances abm e stresscd, the Reich and halr ha,·e been forced, in ordcr lo sat'eguard the ~intcrcsts envisagcd in thc mrnistice conditions, to foce the thrcat of thc i\ngloSaxo n nations, and, in conscquence, lo abolish thc l{eich fmnticr in France, the reason for kccpi11g the seat o f governmcnt in Vichy does not cxist any more. I hm•c thereforc taken thc liberty of profiting by this momenl to communicate with you on thc abolition of thc eia use which has bccn in force si ncc the armistice. I can undersrnncl, MMsh:il, how bit1er is the fate or your country. Allow me, howcvcr, to cali your allcntio n to thc f'atc of my own pcople, compclled lo wage for scvcrnl yeMs a war which had been f'o rced upon lhcm ,,ithout any fault on their pa1t and who now had lo take thc above citcd decision unde r inn uence of thc stronecst nccessitics. I exprcss the hopc thàt, not onl y from th is reason, thcrc will be no fresh bloodshed hctwcen France and Gcn na ny, bnt thai, on the contrary, rapprochcmenl of Europcan pcoplcs wi ll be bro ught about by this stcp againsl thc cxtra-continental disturbers of Lhc pc11cc. Gcrmany conscquently has decided lo defend, if possible shoulder lo shoulder with French soldiers. thc bo rdcrs of your country.

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D4 !V noc11111e11to tratto dai Diari storici del comando 4AArmata. A USSME DS 4A 1099 - 47. Si tra/la della rela: io11e completa sugli avve11imemi di Tolone inviata dal rnmando 4AArmata allo SMRE.

N. 9260 Op. 28 novembre ore 22.30. Risposta fonogranuna 8592 data odiema ufficio staccato operazioni. Relazione ore 22. Situa1.ione a T olone. Comandante Di Muro provcnfontc da Tolone infonna virgolato

«alle ore 5 giorno 27, truppe gem1anichc sono entrate in Tolone sc1v.a preventivo accordo o avviso a comando italiano fma il Comando Supremo sapevaj. Truppe erano costi tuite da divis ione conuzala direttamente aJnuita da No1tl Fmncia. [con ogni probabilità deve cra1tm·si del SS Ge11eral Knm111a11do.j Solranco a ore 6 una duplice richiesca è s tata diramata dii generale Fclbcr a comando X,\11

CA er dii capitano vascello Hoffmann a ammiraglio De Fco per concorso truppe italiane a occupai.ione località ST. Margueritc

L,J periferia 01icncale Tolone c c disarmo batcaglione Chasscurs di Hyèrc.~ e

lmctaglionc IC [lnfm1teric Colonialel di Le Pradec. Risulla che solo quactro sommergibili hauno lcncato evadere. Due sono riusciti in ten to, e due affoudati a colpi di cannone cfa artiglieria tmppe di,·isione cor.11J.ata. Rimanente naviglio è s tato auroaJTondalo con esplosioni intcme ed incendi. «Alctme ballcrie del fronc c mare sono s111te sabotale. f-"ino ad or11 accertato snhocaggio bactcric Carqucira11[11c) cd altre penisola Cyeus. Truppe marina hanno fallo resisceDL.a in ,ùcune zone arsenal e mentre arsenalotti francesi ham10 proceduto a saccheggio a materiale depositi . Rapido intervento tedesco ha procedtHo oomplcca occupazione arsenale. Peraltro svi luppa ci alcuni in cendi in qualche deposito nafta. Ore 13 Capitano vascello IIoffmann ha comunicato ammiraglio Dc reo che comando Piazza Tolone veni,•a assunto da alcro ufficiale di marina e che s irn opera come membro commissione mis1a era ultimata. Da tale momento non è s1a10 possibile riprendere contatto con autorità milicarc marittima germanica. Maccinata giorno 28 sono gi1mci a Tolone mjJlc marinai [ccdcschi.l che hanno completamente presidiato arseuale e opere militm·i proihcndo accesso a qtmlsias i elemcnco italiano senza distill7fone di grado o anna. «Nel porto sono tuttora io fiamme due incrociarori cipo diecimila. «Da ricognizione eseguica <fa llo es cemo di noca : S lrashourg posata s nl fondo, magginrnnza navi glio silurante affondato, altro incrociatore grosso lonnellaggio rovesciato sul fianco , due cacciacorpedinicre in cantiere I ,1 Seyne rovesciati sul fianco. Con tinue esplosioni si susseguono. Rada Tolone coperta nafta. E' s caco impossihile accertare evcncuali sabo1aggi ad opere difese navali ed ru·ciglierie contraeree. !\folti ufficiali marina sruggiti a cattura cd in abito civile pare tc111ino atto sabocaggio nella

1.01111

occupata da gcm1anici. Chit~~a del u·atto ,•irgolato ».

"Seccore Hyères operazioni di disarmo hattaglion.i chasscurs 24 e 25 e 2° ballaglione del 21° IC di I .e Prndct è proecduco rcgolru·mc11tc. Maggiore

Dc Vene! comaud,mte più an1.iano ha dichian110

d'aver ricevuto ordine da proprio governo di cousegnare armi conservando la sciabola. Ncssw1 i.uciden ce è avvenuto. Tmppe sono state smobililate. Ufficiali trattenuti per esigenze matricol:ui. Settore Savoia

a Grenoblc comaodance presidio ha ricevuto ordine da generale Langloi s di conscgi1,u·e armi con

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formula conseg11,1 temporanea a proprio personale vigilam.a. Seguilo conferma colonnello germanico Eckardt opcrnz.ione ha avuto luogo rcgolanncntc per comando e baHaglionc J59 fanteria alpina per comando e due gruppi 2° reggimento artig lieria alpina per 6° battaglione chasseurs e per 4° battaglione genio e 8° 14° gnippo trasmissioue e 8" s4uadrone a piedi gumdia. Scuore Gap è stato disarmato 3°battaglionc 159° fanteria alpina. Scuore Draguignan disannato sen1.a opposiz.ionc 3° 6'1t1ppo I O" reggimento coloniale. Seuore ~iz:w disarmati ci nque sq1u1droni guardia mobile. Se ttore Y.Codane di sarmato squadrone guardia moluci cli s ti . Seuore Chambéry è s tato preventivamente occupato da truppe tedesche. Se11orc medio e basso Rodano è stato c!Tcuuato da tmppe tedesche che

h,'UlllO

dichiarato essere tale compito loro devoluto per accordi frn comandi supremi . Geuemlc Langlois ha presentato proposta tramite colonnello Eckarclt per dis,umo guardia signif'icanclo che tale procedirncnto è contrario iid accoroi. Questo comando ha risposto di nou essere al corrente di aceoroi al rigurudo

t1ve11do ricev1110 soltamo co111unicazio11e da gruppo Fe/ber di procedere a disarmo forze francesi. richiesta confemwta da ordine codesto Supereserl'ito. Mancano tuttorn informazioni su presidi Anuecy, Chambarand, Digne per interrwfone collcgameuti. In tali località risul tano rispettivamente 27" battaglio ne chasseurs , campo internamento i11gk si con distaccamento vigilanz,1 francese, 20" ballag!ionc chasseu(S e squadrone gu.udia a piedi. Depositi 1m11is ti1.iali: sono sta ti occupati gruppo

depositi Fréjus, deposito Draguignan, deposito V ith1uban, depos ito Vcnançon (J\'i1:z.a Calif'omia). Campi av hnionc occupati : Le Luc, Nizw Cali fornia. Cen trali postelegrafoniche occupa te: Cannes. Occupali silurifici di L~ Londe e St. Tropez, Natm1ti: eomand;mte D i Muro della delegazione navale Hyères h.a significato che autorità gcnrnmiche hanno messo a disposizione Italia <1tu111roccntomi la tonnella te a tvlarsiglia dichiarando peraltro che occupazione naviglio dc,·c essere cffeuuata co11 personale navi gante al più presto per clcconges tionarc porto ccl evit,u-e sabotaggi."

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DIV D0c11me11to traflo dai Diari stor ici del comando 4"Arma1a . AUSSM E D S 4A J099 - 4 R. (Rielabora:ione)

CO ~ ! A NDO 4• A R 1\ 1 A T J\ S tato 1vlaggiorc - Ufficio Opcral.Ìoni

N. 9290 dj pro1. O p .

P J-,1. I, lì 29 novembre 1942 - XX I

OGC'rE JT O : Compit i g. u . •

Prcmesst1 che: pro\' visoriamcntc la linea di demarca1ione rra le for7.c italiane e le lrnppe genmuiiche nel tc1Titorio francese è s tata definita nell'allineamento (lucido allegato): fro ntiera svizzera a sud di Giue\'Tll Annecy - Cha111béry - nille dell 'faèrc fino alla conflucn,.a del Roclm10 - corso del RocL'll10 fino alla confl 11em41 con la Dtmmcc - corso della Durnncc fino a I .e Logis Ncuf - J\llcins - La Barben - dosso di q. 270 (est Rognac) - Pilon clu Roi (sud Gard..'Ullle) - Aubague - Portalis (località ai gcnnanici) l'occupazione della zona d i giurisdizione italiana nelle località allualmente occupate dalle truppe germaniche deve av1•enirc con carallerc di gradualità : ilispongo: l ) - Scllorj delle g.u.

Il I C.A. assumerà la seguente disloca,i one: 1° gruppo alpini "valle": co mando a Cìrcnoble; ba11aglion i a Grcnohlc, Albertville . 13onnev i I le. Oltre alla "igi lam;i della fron tiera sviv.cra a sud di Ginevra. pro,·Ycdcnì all'occup;rlione e , igilanw dei magaz1ini ar111isti~ia l i esistenti nelle valli lsère cd Are. C.hiederì1 il personale di controllo aJJa D.E.. C .S .A. (l)clcgaz.ionc Esercito Controllo Scacchiere Alpino) 2"Dircz.ionc Reg ionale (Valence) e ::iezionc di Controll o (Anuecy);

20~ raggruppamento sciatori comando a Brianço n; ba11aglio ni a Briançon , Gap, D ignc. Provn:derà alr occupa1ione e Yigi lan7.a dei magazzini annistizia I i del bacino della Dwancc (vedi lucido). C hiederà il perso nale cli controllo alla D.E.C.S.A. - 3" Sezione controllo Cì ap ; Div isione alpina "Pustcria•· e T. S. cli C.A.: a)- restauo per ora nella sistemazione attuale presidiando i depositi an11isti~i11/i esis1en ti nella zona di g iu1isdi1.ione. R ichies ta del personale di conlrollo a i deposi ti della D.E.C.S .i\ . (Niz.1.a): b)- si o rientino a tra~fcrirsi, in un secondo tempo, con il co,n.wdo del CA. nella w na Saint Maxi min - Le Luc - Pugct Vill e, in riser va di Anmua con presumibili dirczjoui d'impiego: T olone -Hyèrc~; St. Tropcz; Fréjus .

li XXll C.;\ , cljsponà: Divisione "Piave": continui nei comp iti di difesa costiera passando al le dipendenze per l'impiego del comandante delle forze gcnnaniche cli Tolone (pos to <li co1mu1do Samtry) . I ,inca d i contallO ad oriente, con le truppe del XV CA a Cap C.avalaire (l ocalità al XV C;\); L uu reggi mento della ··Piave" il 28 a,·eva proccdu10 ali 'occupazione dell ' isola ili Porquerclle, cli fronte a Ilyèrcs, (92 I 8, 211 9 - 165)1;

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Divisione "Lupi di Toscana" : si spos ti progressivamente nella zona cli Saint 1\ilaximin - la Roqueb111saone per 111ellersi in misura di raggiungere. in pros ieguo di tempo, la 7.ona trn la Ciota t e Tolone per la rotabile <li Signes; Divisione "Tal'O": si raccolga a cava liere dell'arca Le J.uc - Cucrs, sgomberando Sollicrs le Pont.Llocalità che risulta occupata col posto comando di <li,-is ionc solo il giorno prima, (9201, 211 9 1(,4)]. Si orienti per la sos timzionc, in prosieguo di tempo, della divisione " Piave" nel settore tra Tolone e Cavalairc. Il CA provvcdcdi al presidio dei magazzini armis tiziali csis1enfi nel leITitorio di giurisdizione. Richies tn di personale di conlrollo alla D.E. C.S.A. - l " Direzione Regionale (Marsiglia). Di speciale importanza sono i materiali di artiglieria necessari per I 'efficicnZ!l della difesa fronte a mare del c..unpo 1riucerato di Tolone (isole comprese).

XV C.A.: cessale le ragioni per cui erano s lal1 11npegnnt1 il 1° rgt. bers. e il 15° art. di CA. per un'eventuale azione di concorso a favore del XXII C.A., riprenda la piena disponibili là di tali uni1à; data la dclicaten.a del golfo di St. Tropez in rapportc, al rctm lemt del sis tema Tolone - Ilyèrcs, il bauaglione "Val Pellice" con il gr. art a . "Val Tanaro" <k>n'à essere schier.tto a difesa della cennata 7.oua.

2) - I mpiego dei ma1criali dei depositi armistiziali

Nella si tuazione in allo , è di preminente importanza rafforutre la difesa costiera con il maggior numero di anni e.e. e au1omatiche, quell;i contraerea cou ogn i mezzo disponibile.

A tal l'ine, ciascun comando, nella s ua competenza, agisca sulle seguenti dircuive di mas.~ima: artiglierie e.e . e mmi automa1ichc (con relati vo munizionamento) cos lilu7.ione d i depositi divisionali per l'armamento cli unità cos tiere già richies te allo S .M .R.E. per compi li di difesa s tatica del litorale; artiglierie <li medio o piccolo calibro, mortai e rclati,•o muniaonamcn10: costitu,jonc di depositi di corpo d'armata per il rafTorwmenlo dello schieramento con compili antinave cd mui sbarco; a11rezzi eia la voro , ma teriali per difesa campale cd opcm: costituzione di depositi di l ntendenw: per i tras porti: si uti liu.ino gli automezzi comunque disponi bi Ii e, <1u..u1do possibile, i treni vuoti d i ritorno; i materiali preleva ti sono <~1 considerm·c temporaneamente in prestito; disposizioni per inventari, ~riclù, scariclù , ccc.: a cura dell'Intendenza; il più severo con1rollo per impedire evasioni cd indebiti dirottamenti.

IL GENERALE COI\IIANDANTE (l'VI. Verccllino)

p. c. c .

nJ S0Tf0CAP0 DI STATO ~'1AGGIORI: - Col. s . S .M . L. .vlalavasi -

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D2V

Dorn111e1110 /rallo dal carteggio AUSSME LI 3 - Cartella 225. (Rielabora:ione)

CO lii A :si DO 4• ...\ R 1\1 A T ...\ Stato Maggiore - UfTicio Opcra1Joni ~- 9497 Op. Cdi prot.

P.1\1.1.ll3diccmbrel942 - XXI

QGGfilTO : Disanno delle l'ot7.C fnuicesi - Dcposi1i materiali. Allegati n.3 AL COl\11.ANDO DEL I CORPO O' J\RtvlATA

ALC0/11,'u,1)() DEL\:V CO RPO D'Al~UT;\ ,\I , CO'.\ L\J\l)() DEL I CORPO D'AR'.\IATA ALL'J}ffl:'.NDG\TE D'ARMATA ALLA DELEGJ\7J0:---1E ESERCITO CONl'ROLLO SCACCI nF.RE ALPI:--JO ALLA DELEGAZIONE NAVALE

ALLA DELEGAZIONE AliRONAllTlCA ALLA DELEGAZIO:--JE C.I.B. ALLA DELEG1\710KE CO\IBL·smn ,[ LIQUIDI

PM 43 P:'vl 15

Pl\f 78 SEDE !IZZA HYERF.S MARSIGUA

ORE 10BLE MARSIGLIA

e. per conoscenza:

1°)-

ALLO STATO \!AGGlORI: R. ESERCITO -Ufficio O pera1..iot1i I -

PM9

ALLA PRESIDl::.' !ZA DELL CL\F

TORIKO

Secondo ae<.'Ordi intercorsi a !{orna il giorno 30 no\'embre u.s. fra i rapprcseotanti delle Fr.AA. italiane e delle FF.AA. gennaiùche, resta s tabilito: a) l'urgauo incmicato cli dirigere tulle le opcrazio1ù di clis,umo delle fur,.c armate f'nuicesi nel territorio già sonoposto al controllo annisti1..iale italiano è il comando della 4"Arma1a. b) gli organi della CL-\F dislocati in tenitorio francese, pur continu;mclo nella clipcnclenza - ai fini disciplinari , matricolari cd ammini strativi - dalla presidenza della CIAI\ sono posti a diretta disposizione ciel comando della 41'Arma1,1 per quanto attiene al disarmo delle l'orze annate fnuicesi e all'auuni1ùstrazionc dei materiali bellici. Gli organi stess i - essendo perfettamente al corrett1c sulla si1tta1ioue delle forLe predette in mc7.7.i navali e aerei, in armi e mmùz.ioui , equipaggiamento, garanti ranno che tulio il materiale da esse posseduto venga cffetti\'am enle ritirato, accantonato , inventariato e tenuto a clispos.ii ionc del comando della 4"Annata. e) Il comando della 4"Armata può attingere, per urgent i necessità militari, ,1 qualsiasi deposito, sia amiistizialc, sia costitui to per cffeuo dell ' invio in congedo dei mililari dei corpi clisciolti. G li orgruù annistiziali temmno conto dei matcri,ùi prcle"ati. in modo da assicumre l'esalta contabilità di quanto è in carico mnminis 1ra1i1·0.

2°)-

Con 1iserva di emanare norme clcfi rù ti ve. si trasmennno in stmlcio allegato I) a ti tolo do primo orientamento. le nonne provvisorie concordale tra CIAF e CfA a Parigi, per il disaimo e lo scioglimento delle forLc annate francesi. I co1mu1di di C A in i.ndiriz.zo presicclono alle opcrazk)11i di disarmo clclle l'orze ru'lllatc francesi e assicurano la custodiit dei materiali già depositati e provenienti dal disrumo in corso, nonché di tu Ili gli impianti e stabilimenti aventi interesse militare (campi di a1·iazionc, depositi carburami,

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s tabilimcn1i cli produzio11c bellica ecc.), valenclnsi degli orga11i della CIAF per la gestio11e amministra1iv<1 coniabile elci rnaleriali accmllonali. Secondo accordi in corso con il Comando Supremo germanico, l;i gimisdizione dei CA I e XXII ili. soli fi ni del disarmo e della custodia elci malcriali si este11de1~ì oltre l'auuale linea di clcman.:azione 1m occupa1.ionc italiana e germanica, fino a tullo il territorio già pos to sollo conlrollo annistiziale iial iano e cioè fino al corso ciel Rodano tra il delta e Lione (esclusa), e la lin ea J\,Jo111luel Mcximieux - Poni d 'Aìn - Naniua - Chati ll on de Michaille - Belleg11rde - St. Julien. Il Ii111i 1e tra i due corpi d'annata ,•emì perciò prolungalo - sempre ai fini predclli - fino al Rodano seguendo il corso della ])urance. Per affcmmre al più pres to possibi le il nos1ro diriuo agli impo11m1ti depositi già da noi controllati cd ora 1empor:meamente custoclili dai gcrmm1iei, i CA I e xxn provvedano - ove non già, fallo - ad inviare, so llo la guida degli orgmii di controllo (prima e seconda direzione regionale), dìstaccamen1i per prendere anche la custodia dei dC(X>siti di cui all'elenco allegato 3. De,·c essere pmn-cduto alle esigcn1.c di vita del personale dei distaccarn.enti. Alla sos1i111zionc delle gua,die tedesche con gwuùie italiane presenti 1111 ufficiale del controllo CIAF con il compito di s1abilirc, median1e preciso i11,·cn1mo, la reale consistcnm rc~idua di ciascu11 deposito.

3°)- Le att1ib11L.ioni degli organi del la CIAF dislocati nella Francia ,rn:tropolitana risultano dall ':illcga10 n. 3 (n .2'1. Dall'allegato ~11ddet10 appare che è s taio possibi le mc11cre a disposizioni di ciascuno dei tre CA un organo di controllo dell'Esercito corrispondente per giurisdiL.ione 1crritoriale. Non è stato possibile fare allrcttanto per le rirn,menti aui vità. [... I i co nrnndi di CA in indiriz1.0 sono autorizzati a corrispondere con le ,·arie dclega1.ioni competenti, per quanto riguan~, il disanno delle f.orze Navali cd Aeree e per la cus1oclia dei materiali , impianti , s tabili ment i e deposi li vari . 4°)- Per quanto riguan'la l'accantonamento e l'uso dei materiali bellici da utilin;tre ai lini della difesa costiera, valgono le disposizioni di cui ,ù paragrafo 2°) del foglio 9290,0p. del w . 11 t1.s .(a ll ega to 4) in s tra lcio per i soli en ti della CIAF). Ad intcl-,razionc di tali nom1c l'Intendc1101 - presi acconli con le Delegrvioni di controllo - vo,ri\ impartir(.! disposi2 ioni perché tulla la pari e contabile del material e sia accuratamente dimos trala , stabilendo - sulla base dei quaderni di emico g iìi esis tenti per i materiali accantonati sollo con trollo, e degli inventari che saranno man mano compi lali per i mate1iali pro,·enien1i dal disimno dell e uni tà fmncesi - la consis tcn1a di ogni deposito, i prelevamenti effettual i dai CA, e le rimanc,u,c. Specialmente interessa ai fi n.i della d ifesa costiera e contraerea il ritiro dei ma1eriali del genio esistenti nei depositi dì Fréjus, Digue, Marsiglia, Avignone (Le Pontet) , Valcncc, Gap , e C renoble (poligono di But1es).

IL GE>ICRA I ,E COMA~DAYCTI r:.to .\·I. Vcrcellino

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Allegato n. l al foglio 9497 Op. C in data 3 dicembre 1942 X..\ :J del comando 4"Armata. COi\l:VllSSIOì'\E ITALT,\.J'\A DI ARM[STl7.10 CON LA FRA1'CIA Torino, 28 novembre 1942 XXJ

concortlate a Parigi rm il rappresentante della C.I.A.F (seg:rera,·io generale) e il rappresentante della C.T.A, (segretario generale) a seguito dircuive impartite dal maresciallo Rundsted per il disarmo e scioglimcuto delle fon.e arma le francesi.a) i provvedimc111i esecuti vi sono stabilili tb1 llc ordimmze che emaned, il Governo francese sulla base ucl le richieste dei governi italiano e tedesco, 1r1n11ite i rispeui vi comandi Supremi ; b) - si dovrà fare leva sul sen timento di onore delle fon.e annate francesi evjtancla,finch4 possibile ogni auo intimidatorio a repressivo ck, p;u1e delle fone annate dcli'. \ sse .cercando che tulle le opcraz.ioni Si svolgano nella massima calma ad allivando la volontà di tulli gli organi fr.Ulccsi ad aderire senza Scosse alle misure volute da parte italiana e tcclcsca Le Delegazioni di controllo prenderam10 Intese coi comandi operativi per il personale occom:nle alla son •cglianza (guardie italiane) dei depositi dei materiali già esistenti e di quelli che si crccram10 con le nuo,·e opera1.ioni di disanno, nonché di tulli gli impianti e stabi limenti aventi interesse mi litare (campi aviazione, depositi c11rburanti ccc.).Gli stessi com,rncli operativi saranno ri volle richieste dagli organi di controllo per interventi repressivi i11 caso di inadempienza tfa parte francese, o, comunque di disordini.Sulle modaliti1 con le quali dovrà atn1,tr~i il disarmo e sciogli mento delle forze annate f'ranccsi v;ilgano per ora i seguenli criteri fond;1mentali: ESERC:ITO: Tutti i rep,trli \'erranno sciolti, ad cccc-Lioae di quelli della guardia (per i Servizi di ordine interna) e di quelli 11ddc1ti ai servizi territoriali cd amministrati vi che rcsternnno col loro personale al completo per le pratiche di compe1enz;1, per la custodia di caserme, materiali e quatb·upcdi, per la conservazione cli documenti ecc. ccc.In ciascun rcp,trlo disciolto rimarrà in ,·i1a soltanto un piccolo nucleo di personale tecnico e specializzato per la custodia cli quanta aveva in consegna il reparto stesso.Gli ufficiali e somrlTiciali in sen·izio pcnnanente \'erranno collocati in "congedo di armistiz.io" (analogamente a quanta an-cnuto per gli ufficiali e so11u1Ticiali csuber.wti all 'esercito 1ransi1orio che era stato fissato clalie Commissioni d.i ann istiz.io sari, prospcltala le possibilità di reimpiego di tali q1mdri in nuore eventuali unilil da costituirsi ulteriormente secondo criteri eia stabilire .Gli uomini di truppa sia di leva che ,·olonta,i, saranno ùwiati in congedo illimitato. Il ma teriale (compreso I mezzi di trasporto) dei reparti sciolti sarà unito e accantonato in speciali depositi , tali che ne sia fiicilc la sorveglia111.a eia parie degli organi di controllo, i qu11li dovranno tenere elenchi aggiornati del maleri11li stessi. I qu.tdrupedi dei reparti sciolti ,,emllll10 raccolti in dcposili e in,·e11taria1i a cure degli organi di controllo.- IL Govemo frml(.:ese 11011 potrà alienarli , neppure per usi civili. Quale sarà la destinazione del materiali raccolti nel depositi resta da definire; essi comunque non saranno considerati prc<L1 bellica.- Le truppe dell'Asse pr'C,·ie intese cogli organi ci controllo. potranno h.lllm·ia richiedere subilo i 1utiii7.7l11Jone del materiali occorrenti al necess ita' immediate della dift:-~a costiera e con traerea cld tenitorio occupalo (pezzi antinave, pcz,j contraerei , pcn .i anticano ,muniz.ioni ,ccc.).-

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~LA.RINA: Per il personale e per i mate1iali valgono criteri analoghi a quelli elencali per !'esercito. Le piazze marittime sono prese in consegua dalle poteiue cicli' Asse e così pure le batterie costiere fuori c.lalic pia7J.e..Il navig li o da gue,rn passe t1lllo sollo la sorvcg li m:tza delle potenze dell 'Asse. S011n in corso accert;unenli su quello rccupcrntile e saranno prese intese tra Itali a e Germania per la sua utiliz:a12ionc.ll naviglio mcrc:uuile francese esistente nel ~lcditerraneo \'Crrà poi utili7J.ato d,ùlc poteoze dell'Asse secoooo nonne da definire. Continuer:i a battere bandiera francese con equipaggi francesi.- Su ciascuna nave vi sarà però una gu;u'dia itali;ina o tedesca.AERONAliTICA: Tuili il reparti di aeronautica vemurno sciolti. Per il personale e materiali valgono criteri analoghi a quelli indicati per l'esercito. Tutti i campi di avia1ione, le b..1llerie contraeree, e le i11stallazioni ,·arie ,·emumo prese in consegna cL1llc forre dell'Asse nella 1.ona di prop1ia giurisdi7jone. -

INDT.TSJRIE BELLICI IE: Nulla per ora e.li variato .- Continueril il controllo degli organi locali con le solite nonne .•

I depositi di combustihili liquidi sarmmo so llo In sorvegliam11 degli organi di controllo .• La sotlocommissione affari economici e rinam:i,u·i prenderà immediati provvedimenti per il controll o doganale di una parie della frontiern franco svia.cm ad est del Rodauo, prc\'ie intese con i corrispondenti organi gcmianici, scgueudo il cri terio di non attuare controllo misto, ma in una parte sollo controllo italiano e in un'altra pane sotto controllo tedesco.Per il controllo delle conHmjçazioni post-telegrafoniche e radin scguinurno disposizioni. Una delegazione italiana, con a capo il segretario genernle della Cl/\F, si insedierà a Parigi, in s tretto contatto con :uialogo organo della CTA, per tulle le questioni inerenti al disarmo delle for7.c a.rmate francesi, per le va,ie atlività da svolgere in funzione alle vaiimiti che subiranno I.e conven1.i orti d'mnisiizioc per intensificme i già esistenti conl/lHi fra CIAF e R . Ambasciata .Nulla di variato per ora per l'mnministra:z.ione dei territori francesi occupati .- u1 linea di demarcazione (linea verde) frn la zona occupata e la zona libera conserva il suo carattere attuale .• J\:ulla di vm'iato perqum1to riguarda compiti ed allività delle delegazioni per l'ass is lenza rimpatrio.• Esse intens ificheranno i provvedimenti per l'ass is tenza <lei nostri conm11,;ionali e collaborcmnuo con i comandi delle truppe di occupal.ione, in ~p<.-cie per qwmto riguanla i contatti fra questi ultimi e le autorità civili francesi . Sono in esarne le norme eia aHum·si per la documentazione occon-cn1e per cntr11rc in terri tnri o fr;u1cesc (salvacondoll i, passaporti) da pm·tc cli persone non appartenenti alle truppe operanti. - Per queste ultime cd i loro seguili provvedono i comandi delle truppe. Resta inteso sempre cli competeru.a della delegazione fmnccse di Torino porre i "Visti" su salvaeondoui e passaporti. -

666


Allegato n. 2 al foglio 9497 Op. C io data 3 dicembre 1942 XXI ciel comando 4"Annata. Attribu1-ioni de!!li organj di con1rollo

della CL.\P dislocati in F rancia metropolitana;

a) - l)ekga1.ionc esercito per il con trollo dello Scacchiere Alpino <Ni1,;,a): Organo a direUa dipc11dc1m1 del cumanclo 4"A.nnala per lutto qtumlù concerne il disarmo delle l'cn7.c terrestri e la gestione ammini strativa dei DJatcriali il cui controllo ;muistizia lc cm devoluto all 'csercilo. Organi dipendenti dalla l)elegaz.ionc escrci10 per il controllo dello Scacchiere Alpino cli Kiua: I Direzione Regionale (l\farsiglia) organo a diretta dipcndcnz;1 del comru1do X.Xli CA cogli stessi compiti di cui sopra. Il Direzione Regionale (Valcncc), orgm10 a diretta dipe1Klem.a del comando I CA cogli s tessi compi li di cui sopra. " Sezione di controllo ~i7.7,1) organo a dirella disposizione dd comando X\' CA cogli s tessi compiti cli cui sopm. b) - ~ azione na11alc (Hyères) : org;uio a dire tta dipe1Klcn1,11 del c01mmdo 4"Annata per tutto qumllo conccmc il disanno delle fone na,·ali e la gestione mnminis trativa dei materiali il cui controllo an11is1iziale era devoluto alla \ farina . e) - I:kkgazione J\cmnautica (Marsig lia) : organo a diretta clipc11dcn1,, del comando 4"Armaia per tulio quaalo concerne il di sarmo delle f'Ot7.C tcffestri e la ges tione amrnin is lrativa dei materiali il cui controllo anni sti1.iale era dcvolu lo alla aeronautica, (comprese armi e mur1i1.ioni contrac1-cc). l)ç!ega1.ionc çon1rollo industòe belliche (Grcoohlc) : organo a diretta dipendenza del comando 4"Armata per 111110 quanto concerne la vig ilanza s ugli stabilimenti di prcxlul ionc bcllic<1 e la gestione ;uuministrativa dei materiali che vi g iacciono allo stato di prodotli finiti. cl) -

e) - Dc1egazionç controllo combuscjbjli (Ma~ig!ia) : organo a dirella dipcndc111.a del comando 4/1/\nnata per tu Ilo quanto concerne la vigilan:w dei depositi combustibile e i! con trollo contabil e delle scorte in essi esis ten ti. -

Allegato n. 3 al foglio 9497 Op. C in data 3 dicembre 1942 XXI del comando 4/1;\mlata. ELENCO DH DEPOSITI ARMISTl7.TALI GlA ' SOTJ"OPOSTJ A CONTROLLO ITJ\LTJ\NO CIII: R1SLTJ...T6REBBER0 OCCUPATI DAI GER\IA1'1CI 1-lyères (J\eronnutica) S l. 1vlandricr (Aeronautica) Tolone (Esercito - Marina Aeronautica) 1\ uhagne (l\ forina) \lru-siglia (Esercito) Cucrs (Aeronautica) Ben-e (Aeronautica) lstres (Acronaulica) !lliramas (Esercito - Aeronau1ica) I .cmruion (Aeronautica) rontvieillc (Marina) /\ vignonc - Le l'onte t (Esercito - Aeronautica) Ornngc (Esercilo - Aeronautica) Orangc - Carita t (Aeronautica) \"alcnce (Esercito) I .cyment ( Aeronautica) Bclley (Esercito)

667


DJV

D0cu111e111o /rallo dal rar1eggio C ii 1enul0 da ll'ufficiale di 1'ollegaJ11en10 Ira il roma11do del XXII CA e l'Armeegruppe Felber . AUSSME L-13, cari. 225. N. 68 Cii . (Rielaborazio11e)

(fRADGZIONE)

Anneegmppc Felber Quartier Generale Nr. 18 I 4,42 Segreto

SEGRElO Dal Quart ier Generale 14. 12.1942

OGGF.TTO: Presa io consegna ùci deposi ti delle FF.A A. P r.uicesi da p,u·te delle l:F.AA. i caliane .

... INDIRIZZI OlvlESSI .

Dal giorno 15.12.1942 le FF.AA. irnliane prcndc11mno in consegna i depositi di materiali delle FF.AA. francesi dislocati nel LeO"itorio souopos ro al controll o italiano. Il terri torio so ttoposto al controJJo ita liano è limitato ad occidente dalla strada Gine,·ra-Bellegardc· ·antua-Pont d'Ain-Uone ed al corso del Rodano fino alla foce, anche per quanto attualmente occupato dalle truppe tedesche. • I .e località suJJa s trada Ginevra - I .ione cadono sotto controllo italiano. Il tcffit orio della ciuìt di Lione, comprese le localitiì di Bron e Venissicux, cadono so llo controll o tedesco. La presa in consegna dei depositi sarà fatta da organi dclle FF.,\.-\. italiane; possibilmente vi assis teranno organi della C .I.A.F. Al comando dcll'A.Gr. l~clber clovnì essere trasmesso , in duplice esemplare, l'elenco dei matt:riali pass<1ti in consegna alle Ff-.AA. ita liane. Le FF.AA. italiane assumeranno la sor\'eglian1A1 anche dei dcposili presi in consegna che sono dislocati nei tenitori di occupazione tedesca. Dai depositi fnuicesi dislocati nel 1e1Titorio di controllo italiano non dovriì essere asportato nulla per conto delle f-f-.AA. tedesche. e\'cnruali difficoltà che dovessero presentarsi dovranno essere comunicate al maggiore Lichey, presso il comm1do dcli' A.Gr. Fclher.

p. l'Armeeh~·uppe Fclbcr p. il Capo ili S.M. :vragg. \ '. Hausen

668


D4V D0cu111e111o /rallo dal carteggio Cit te111110 dall'ufficia/e di collega111e11to tra il comando del XXII CA e l'Armeegrnppe Felber. AUSSME L-13, rart. 225. Tradu1ione Armeegmp1x: Fclber Quartier generale Quartier genera le 23. 12.42

R AP PORT O Sul risul1a10 dei colloqui a,·uti presso il comando della 4"/\nuata italiana circa la consegna dei materiali già 11pparteneu1i alle FF.AA. francesi.I colloqui da mc avuti presso il Comando della 4" Annala italiana circa la consegna alle FF.AA. italiane dei depositi già appartenu1i alle FEAA. francesi, banno pona10, nello spiri10 di cameratismo e di fratella1Wt d'anni, ai seguent i accordi: l) tulle le qucstio11i e le eventuali con1esta1.ioni che risultano c~1lla consegna di cui sopra, devono essere risolte dircllamcnte tra il 00111ando della 4" Annata italiana e dcll'Armeegmppc Fclber.-

2) La presa in consegna dei magazzini nel 1cni1orio so11opos10 a controll o italiano ed occupato dalle !ruppe tedesche, si. è cffct111al<1 fiuora scn1~1 che ne fosse prcve111iva111cn1c avvisalo. I reparti che avevano fornito la guruùia ai depositi non polerono pertanto ricevere dall ' AJIDeegruppc istruzioni di predispone la conscgm1 per il giorno dcll'anivo delle Com mi ss ioni ilalianc. Il frcqucnlc cambio dei reparti che dovenmo fornire le g uatùie ba fallo sì che la consegna non ha potuto clTcuuan,i ovunque. Solo da questo fallo può essere dcrirnta l'impressione, presso la 4" Armata iial iana, che le truppe 1cdcsche abbiano volu to ritardare la consegna. Qualsiasi riiardo può essere evitalo preavvisando 1cmpcs tiviimcn1e il Comando 1cclcsco. Negli ultimi tempi non sono stale fatte ossc1,•;1zioni del genere da parte della 4"Arroata,3) Dal territorio souoposto a l'Ontmllo italiano le 1ruppe tcd:scbe hanno asportato solamcnlc piccoli quanti1a1i l' i di armi e di aurczzi cbe l'Crranno lascia li nel 1c1Ti t01io di controllo italiano per essere impiegati nella <W'esa della cosl,1. Si è avuta perl'ella identilà di l'cdutc con la 4'•Armata italiana per qu,u110 riguarda l'i mpiego delle armi che devono essere ulilizzaie di preferem.a nella difesa della costa, Ho promesso cli trasmcllcrc 1111 elenco del materiale prelevato dalle !ruppe tedcscbc per lo scopo di cui sopra.4) I.a 4" Armala italim1a ha comunicato elle d,1i depositi fino 11d ora presi in consegna mancano molti maleriali ccl in p,u·1 icolare tulli gli app,u'Ccchi di precisione; non è s1,110 possibile <farmi precisazioni in merilo. Tali appru·ccchi non sono slali però asporta ti dalle trnppc lcxleschc. tvli è staio promesso che l 'A rmcegruppc Fclbcr 1icc,•cr;\ di volta in l'Olla gli elcnch.i dei ma1criali risG'Ontrati mane.mli presso i diversi depositi, di modo elle anche da parte tedesca si possano dispone le opportune: ricerche. Per poter con 5) ali. FF.AA. francesi e dislocali nel territorio sollopos to a controllo italiano sono slati presi in cus todia (l;'tllc truppe tedesche, ho chieslo che mi venisse rilasciato un cleuw delle locali1ì1 dove si trornuo tali depositi; 1alc elenco mi è s tato promesso. 6) Le tmppe 1cdeschc hanno assunto la cus10<lia la sorveglimw 1esterna dei dcpnsiti di maleriali clellc forLc annate francesi. Gli orga1ù francesi che gestiscono l'amminis1razionc dei depositi , sono di massima responsabili che i malcriali non ,·cngano toccati. Oli enl i tedeschi baono ricc1·11to online di curnre che in occasione ciel cambio della guardia con le truppe irnliane sia compilato un protocollo d i consegna che contenga anche un elenco dei materiali. Oi tale protocollo devono essere rimessi due csc1nplari al coma ndo Armeegnippc Felber con1emponu1e.unen1c alla comu1ùca1.ionc della effemmta consegna. Lii consegna dei materiali per se stessi , è di competcnz.;1degli orgru1i d'a=inis tra1ione frnuccsi.-

l" p. l'Anneegmppe Felber Il Capo lff'licio !:ìervi1j ~fagg. v. I lauseu

669


I)

5 V

Doc11111e1110 /ratto dal carleggio Cii 1e111110 dall'ulficiale di mllega111e11to tra il comando del XXII CA e l'Armeegmppe Felber. AUSSME !,- / 3, cari. 225.(Rielaborcr:Jone).

o C:OMMISSIONU lTALIANA DI i\Rtvl.ISTIZIO CON LA FRA1':CIA NUCLEO C ON'I ROLLO E COLLl"iGA~lt;.1 '·ro

:-..3 M ARSIGLIA

!vlarsiglia, li. 8 maggio (943 XXI0

N. 5643,02 di Prot.

OGGEITO: Prclcvamc111i operal i dalle FF.A/\. germaniche

Carte annesse ~ .

Al Capitano PEZZI Ufficiale italiano di collegamento presso I ' /\ nneegruppc FELBER

Vi confcnno la nùa comunicazione telefonica di stamani con la quale vi i.nfonnai che le truppe tedesche hanno prelevato dalla casenna del III Btg. del 21° Reggimento fanteria coloniale di Arles sotto controllo di questo Nucleo - i seguenti maleri,ùi: tutte le vetturette ippo mod. 37 ivi esistenti; una \"ettura Peugeot. Lmanoseri tto: recuperata, (è ad Orange)) L'autovettura fu data da me in consegna al Capo dell 'organo liquidatore di tale ente affinché la usasse nelJ 'interesse del suo ser-vi7io. Vi prego inten-e11ire presso il Comando Genmmico affinché tutto il maceriéùe di cui sopra venga ripo11ato in posto poiché, come noto, esso è cli pertinenza delle Forze A.1matc italiane.-

lL TE.'>:. COL. CAPO 1'1 JCLEO (Lucio Gnerre)

670


DI VI

Documenlo lrclllo dai Diari storiri dello :SMRE, AUSSME DS SMRE 207R - 114.(Rielaborazione) .

o

STATO MAGGIORE R. ESERCITO

P .M. 9, 24 novembre 1942,XXI

N. 20366 di proc. OGGE'ITO : Difesa costiera Provenza.

Al. CO.MANDO DEL.LA 4'' ARìv.CJ\TA

1'ei riguarct.i del nuovo compito affidalo a codesto comandi di assicurare la difesa dell e coste della Provenza diùle foci del Rodano a l'vlcntone, e con riserva di una precisa1.ione definiti va circa il limi te occidentale della 7.ona assegna ta, prescrivo: a) la difesa dovrà essere in primo tempo organizzala con le sole forze anualmente a dispos izione del)' Annata; e perlanto, pur basandosi sui principi gene111li della nota circolare 3 C.S.M. del 24 -X - 1941, dovrà tendere ad accentuare l'impiego manovralo delle forze, 1iducendo al minimo gli clementi iJ1 difesa fissa; b) in 2° tempo la difesa costiera dovrà essere organizz.ata con criteri e con reparti da posizione costieri, del 1ut10 analoghi a (luelli impiegali per le nostre cosle, secondo un progello che codeslo comando è pregato cli redigere e trasmettere al più presto, e dal quale dovrà risullarc il fabbisogno particolareggiato di uniti• e di mcz.z.i. Nei rigurudi delle artig lierie, dovranno essere u1ilizzati nella maggiore misura possibile i ma leriali frruicesi in posizione e nei depositi, eia metlere in opera con personale italiano. Come da 1e]cscrillo 20310 - data 24 conenle prego segnahu·e a parte e d'urgenw - previe intese con delegazioni C.I. A.F. - dati esatti sul numero, tipo , condizioni d'efficienza, disponibilità di munizionamento e di male1iali di precisione delle artiglierie fnmcesi anzidette, e sul personale occorrente per annru-Je. Mano a mm10 che le uniti1 costiere sarrumo approntate ed assegnate a codesla annata, l'organin.azione coslie.ra potd1 evolvere verso il tipo completo, disimpegnando gradmùmente le G.U. per

compi ti di manovra; c) s iano avviati se112.'altro lavori difensivi a carnllere campale o semipermancnle da effetruarc di massima con le slesse truppe destinate a presidiarli: siano trasmesse le relative richieste di cemento e ma1erial i di raffon'.i1mento occorrenti. Nell'organizzare la difesa della Provenza prego 1ener conto del fallo che l 'ambienle è caratterizrnlo da apatica ostiliti1, e che se finoni non si sono avute reazioni apprea.abili, potrebbe in seguito sorgere la necessità di fron1eggiru·e alli ostili anche nell'inlemo del territorio. Occo!l'e pertanto adollarc in ogni circosta1w1 adeguate misure di sicm-e-7..7..a, e oricntru·e l'organizzazione della difesa costiera alla si1ui11ione particolare del territorio.

IL CA PO DI STATO l'vLi-\GGIORE F, lo AlvmROSIO

C. c. TEN. COL. DI S .M. CAPO Sl:!ZlOJ,tE (G. Carracini)

p

671


D2 VI nocu111e11to trallo dai Diari slorici del comando 4"Armata. AUSSME DS 4A J099 - 53. (Rielabora~ione)

C O M A N D O 4" A R ìvf J\ T A

S!alo Maggiore - Ufficio Operazioni '-!. 9852 di prot. Op.

P.M. l, lì 9 dicembre 1942 - XXI

OGGfTl'O : !\uovo ordinamento dell'Armata.

Al. COìv.u\ r--1DO DEL I CORPO D'AR:\1.ATA AL CO'.v.l.t\NDO DELXV CORPO D'ARMATA AL COMANDO DEL XXII CORPO D'AR:\1ATA

Pivl 43 PM 15 Pi'vl 78

e, per conoscen7.a: Al .I .O S.M.R.E. -Ufficio Operazioni I AL COMANDO lvf. MARITTIMO Il\: FRANCIA AL COMA'-!00 J\RT!GLJERIA D'ARMATA AL COìVIANDO GENIO D'AR:\,JJ\TA ALL'INfB •fDEW.A D'ARi'vlATA

P1vl 9 HYERF.S SEDE

SEDE SEDE

I.a delicalczza assunta d,11 settore ligure impone di . preporvi un comando di C.A . avente compi ti esclusivamente operativi a di dislc,c,u·e nella z.ona Acqui - Ovada una divisione con co.rnpiti di manovra. A tal fine lo S.M.R.E. ba ordinato: comando XV C.A: rienlra in Ligmia per assumere la responsabilità della difesa costiera, nonché dslia : frontiera ten-estre. nel !ratto Val Ciastglione - mare.- Avrì1 soltanlo compili operativi. lasciando quelli leniloriali ,il comando della difesa lerriloriale di Genova; I Grnppo alpini "Valle": dovrà rimpatriare al completo previa sostilllzione. Si trasferi.rà nella zona di Acqui - Ovaia, dove si concenlrerà successivamente l'intera divisione alpina "Alpi Graje" alle di.relle dipenden7.c del comando XV CA.Ciò premesso, a considerato che la div. mt. "Piaye" dovrà, nel correnle mese, trasfe1irsi ad altro settore: I Como d'mmata disponga perché il 20° Raggr. sciatori, con inizia dei movimen1i al più presto, a in ogni modo non oltre il 12, trasferisca : , comando e un battaglione a Chambé1y (una cp. a Grenoble); un bili taglione a Bon.ueville (una ep. a Thonon); un hauaglione a Sallanche (una cp.. a Chamonir); provveda perché il btg. "Cadore" si tn1sferisca subilo a Gap (con una cp. a Dignc) per foro.ire le gmudia ai depositi attllalmentc sorvegliati dal 2° raggr. sciatori. Tale btg. rientrerà alla propria divisione quando sostituito da un b!g. T.M. comunichi al comando d·Armarn (Jl~UJdo il I gruppo alp. "Valle" è i11 misura di trasferirsi in zona Ovada; alle ore 12 del giorno 18 passi in dipendenza a tutti gli effetti la divi s.ione alp. "l'usteria" (meno il btg. alp. "Cadore") al comando del XXIT C.J\.; alle ore 12 ciel giomo I9 dicembre prench, in dipendenza - a tulli gli elfolli - le divisioni "Legmmo" e 2:'<:I. "E.FT.F.". Settore, cli respomabilità', a nuovo onlimunento a11ua10 quello indicalo uel lucido allegato.-

672


XV Corpo d'annala Alle ore 12 del giorno 19 dicembre ceda le divisioui "Legnano" e 2" cl. "E.FT.F." al comando del I CA; alle ore 12 del gion10 20 dicembre assuma la responsabililà della difes<1 costiera del seltore ligure e quella del scltore 1em:s1re nel trailo Val Ciastiglione - mare (disporrì1 a lai fine di 11111c le T. e S. cli C.A., falla eccezione per i gruppi XIV e CIV del 15° an. di C.A. che saranno assegnale al I C.A .; proponga al più pres10 la sede del proprio comando per la nuova incombenza.

XXII Corpo d'Annala disponga perché alle ore 12 del giorno 14 dicembre la df. 'Taro" abbia sos tit uilo nell'a11uale settore la div. ml. "Piave" che dovrì1 raccogliersi in riserva d',mnalll nella 2011a Cuers; a parlire dalle ore 12 del giomo 18 dicembre, prenda in dipcndenz.a la divisione alp. "Pusteria". (me110 il btg. "Cadore').- Kessuna nnilà di !aie divisione po1rà essere impiegata se non <li.e1ro preventiva au1orizza7.,io11e del comando di Armarn.- Sc1tore di responsabiliriì. a 11uovo 01diname1110 auuato: quello indicalo nel lucido allegato._o_

'.vle1.zi cli rinforz.o per la difesa costieni Nell'a11uazione del clisposilivo i comandi in indirizzo leugano presenle che l'organ.izw1.ione difensiva dov1ÌI, nel complesso, realizz,u-e lungo il litorale un clisposi1ivo di vigilanza e prima resistenza affidalo ad un.ilà cosliere per conservare la libera disponibili là delle G.U. in aiinni manovrate.- A lak fine: il I C.A. riceverà in 1inforzo, presum.ibilmenlc entro il mese di dicembre 4 b1g. coslieri alpini, 5 op. milr. (h1 pos., 3 cp. morlai da pos., 5 cp. c. c.; il XX II C.A. riceverà in rinforzo, presumibilmente entro in slesso peri(x:Io di tempo, 7 blg. costieri alpini, 5 cp. milr. da pos., 7 cp. monai da pos., 5 cp. e.e.-

IL GENERALE Cmvfi.\J\.'DAt'ffE F, lo ìvf. V ercellino

p.

c.

e.

fL SOTfOCA PO DI .STATO l'vl.i\GGJORE (Col s. S. lvi. L. lvlalavasi)

673


D3 Vi Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS S,'vfRE 2079 - 32. (Rielaborazione)

STATO MAGG IORE R. ESERCITO tttft<ll.<>

°"'""".........

I - - - ..

N. 2 l 978i 0p. cl i pro t.

P.M., 17 d icembre 1942/XXI

OGGETITO : Nuovo ordinamento 4" Armata. AL COMANDO DEL LA 4¡' ARfv!ATA

Mi riferisco a i sello ri d i responsabili1 assegnati da codesto Comando a lle G.U. dipendenli, quali risu ltano da ll a carta al 500.000 c itata ne l foglio 9852 del 9 corrente. a) - I e XX!l CA : sono assegnati seu ori troppo estesi in pro fond it , specie per il I CA cui competerebbe a nc he la responsab il it della frontie-ra svizzera . Ri tengo pi opportuno adeguarne la profondit ai compiti pre mine nti d i difesa costiera a ffidati a i due Corpi cl Armata atle ne ndosi, circa il limite posteriore, a lle direttive del mio foglio 2 1260 (l inea bassa Durancc, R.Verdon. dorsale de lim itante bacino del Varo) . b) - Nei riguardi de l restante territorio, codesto Comando si o rienti ad a ffidarne il controllo a lla d.a. Pusteria. d a mantenere a lle p roprie dirette dipe ndenze, co l rinforzo del 20 i raggruppame nto sciatori a lpini ed eventua lmente, del battag lione a lpini Val Pellice e del gr. art. al p. Val Tanaro. O ltre a li occupazione effelliva de i centri adiacenti alla front iera svizzera da parte del 20i raggruppamento sciatori a lpi ni , necessar io c he adeguati d istaccamenti siano dislocati nel le principa li loca lit de l resta nte territorio, comprese quelle aventi tuttora presidi gemianic i da sostituire appena possibile. e) - X V CA : dalla carta a ppare una I imitazione territoriale (zona in azzurro} in contrasto con i compiti operativi assegnati a i C.i\., compiti c he devono invece poters i esplicare per u n adeguato svi luppo in profond i! delle direttrici di penetrazio ne, sia della costa lig ure, sia de lla frontiera terrestre del tratto Val Ciastiglione - mare. Non ravviso I opportuni( di tale limitaz ione c he potrebbe ingenerare dubbi sui compit i operativi de l XV C.A. specie tenuto conto della d islocazione p revista per la div. a. Alpi Graie", riserva di C.t\. S intende che i compi ti stanzia li e te rritoriali nei terri to ri considerati rimangono sempre affidati ai ris pettivi Comandi di Difesa. Prego adeguare a ta li concetti le d irettive d i codesto comando e le co nseguenti assegnazioni de i settori di responsabilit.

lL CAPO DI STATO MAGGIORE flto A mbrosio p.

c.

c.

IL TEN. COL. DI SM CAPO SEZIONE (G. Carracini}

674


D4VI

Docume1110 tratto dai Diari storici dello SMRJ.:,'. AUSSME DS SMRE 2079 - 34. (Elabora-::Jone) .

o

STATO MAGGIORE R. ESERCITO l!tftoio Cla,N ..toal I - ani.- ..

••o•••••o

P.JVl. , 17 dicembre

N . 21979,0 p. di prot. 1942,XXI

OGGETTI'O: Scambio G.U. coi germanici AL C01v1AND0 DELLA 4" ARMATA (rif. f. 9975 - 12 COIT.)

I. -

Il. -

Conco1do, di massima, con quanto espos10 nel foglio a riforimenl{> con le seguenti eccezioni : a) - dala la sil11az.ione della div. a."Pusteria" in rapporlo ai compiti cli cui al mio fogli o 21978 in cfata odierna essa nou potrebbe clisimpegmu·e che in modo assai relativo le fumioni di riserva nei rigmudi della difesa costiera"; b) - con l'asscgna1.ione delle mùlà costiere previste (due comandi di divisione - quallrn comandi cli reggimcnlo- 11 batlaglioni di clementi vari da posizione) - rilenute da coclesio Comando adeguate alle necessità della difesa coste mediterranee fnmccsi (foglio 10012 del 12 COJT.) - deve rendersi possibile il disimpegno non soltanto di .!!lli!, ma, gradualmente, di Jl!!.Lç le divisioni ora schierale, per restiniirle alla loro funzione di manovra. Con la partenza della d .ml. "Piave", uua almeno di tali divisioni dovrà costituire riserva d'Armala. Quale riserva d'J.\nm11a, questo S.l'vl. aveva ri1enu10 idonea la 2'' celere Ef.T.F. nulla vieta perallro di destinarvi una divisione di fanteria se dotala di automeui. Sulla base degli Ottlini impartiti dal Comando Supremo e trnsmessi cou mio foglio 21451 del 9 con-. È da ritenere che il nolo scambio G .U. coi germatùci sia stato concordato frn i due comandi supremi alleati. Codesto Comando è pregalo di prendere senz.'allro acco1di in merito col Maresciallo von Rundsledl e di riferirmi s u quanto ven'à concretato, segnalando altresì le necessità per il completamento della divisione "Legnano".

IL CA PO DI .STATO l'vi.c\GGIORE f,lo Ambros io

p.

c.

c.

lL TEN. COL. DI SM CAPO SEZIONE (G. Carracini)

675


D5 VI Dornmento tratto dai Diari storici dello SMRE. AUSSME T>S SMRE 2079 - 33. (Rielaborci-:;io11e)

CO PI A COMA:-,.,f])O 41' ARi\t.(ATA - S tato maggiore- Ufficio Operazioni -

N. 9975,0p. di prot.

POSTA ivllL.ITA RE L 12 DICB vlBRE 1942 - XXI

OGGETTO : scambio G.U. con i germanici. ALL'ECCELLENZA lL GENERA I .F. VlITOR10 Ai'v!BROSIO Capo di S tato ìVfaggiore dcll'F.scrci10 POSTA i''v1ILITARE

11

9

Riferimento foglio 21451 in dal/l 9 conente. I-lo esaminalo la questione dello scambio di nna divisione italiana, a11ualmc11te in difesa della costa francese del Mcdilerraueo, con altra germanica in difesa delle cos te dell '>Allanlico.L-

Assc~nazione ad una s tessa divisione delle zone sia a ponente che a levante cli Tolone. La pia7J~'liorle di Tolone, nella sua unitì1 topografica è li1uitilfil dai solchi cli Le grancl Vallal a ponen te, e da quello cli I .e Gapeau a lev,mte. L'ampiev.,a della fronte, la presenza di un comando m.m. in Tolone - con hl responsabilità della difesa della nKh1 e del fronte a tenn - e le zone lallicamente molto sensibili della baia di San,u·is LSanary] e della rJda di Ilyèrcs, chge impegnano ciascuna tulle le forze di una di visione bimuia, formano nel complesso un sellore di corpo ,mnata e non di divisione. J\llualmenle eletta fronte per la sua );'rande importanza è pres idiata dalla 10" divisione corau~1ta rinfo17..ala tedesca, da 8.000 marinai germanici , dalla divisione "Piave" e da un parte della D. f. 'Tm·o".-

Il. - Dcsigna?.ionc della divisione italiana da scambiare. Se, per ragioni cli oppornu.ù.1ìi politica si ritiene indispensabile aillivenire a !aie scambio, propongo che la scelta cada sulla D.f. "Legnano" Difatti , mentre approssiroativHmente le tre dipendenti divisioni di fanteria si equivalgono per mezzi e per acldcs tr,unento, la soluz.ione assicura i seguenti

vantaggi: 1iduce al massimo gli spos tament i tra unirà; lascia alle truppe i1aJiane il citalo sistema unilario Baia di Samu·is - rada di Tolone - rada di 1-Iyères che può impo1Te il concorso delle due divisioni a favore del cen tro; atlribu iscc ai germanici la zona proposta da codesto S .M.R. E., e cioè tra S l. Tropcz e J\111ibes, dove le foci dell' Argens e della Siagne consentono facile sbarco a mezzi corazza li e chiedono per11111to la responsabili tà di no1cvoli mezzi e.e.; spos terebbe verso lev,mte il eone.orso della rufcsa e.a. tedesca.

lii. -

Div i.~ione da manlenere in prima schiera. Con l'alluazionc del nuovo scl.ù.eramenlo ordinato con il foglio 9852,0p.del 9 dicembre in viato a codesto S .1VI.R .b. per conoscenza, l'mmala tra Bando) e lvlcn1011c avrà quattrn divisioni in prima schiera e precisamente: D.f. "Lupi di Toscana" :

676


fronte assegnata: 25 km. , ovunque idonea all o sbarco in spiaggia; compito di concorso: sos tegno della difesa della piazw di Tolone; D.f. "Taro" : fronle assegnata: 85 km., con 25 km. delle .111de d i Hyères e di Bormes idonee a sbarchi .i n spiaggia; compito di concorso: sos1eguo della difesa della piazza di Tolone; D.f. "Legnano" {raffonata con btg. Alpino "Val Pellice" e grumio artiglieria a. "Val Tanaro"); fronte assegnata: 120 km. , con le zone dell e foci clell'Argens e della Siagnc idonee a sbarchi in spiaggia di mezzi cora1Jati; D.cl. "E.F.T .I7" : fronte assegnata: 60 km . compilo particohumenle delicato: presidio e contrnllo nel cen1ro di Nizza. Dato il rappor10 tra fronti e forz.e (altuahnenle ollre un decimo della forza di ciascuna G .U. è impiegalo in compiti di presidio e di vigilauza di magazzini, campi di av ia7.ionc, centri ind11s1riali, ccc.) e dato il criterio sanci to da l OB. Wes t di dare un centro di gravità aui sellori delle G .C . , vi sono attualemne1 zone, pur idonee ,ùlo sbm·co in spiaggia, che non sono né cos tantemente vigilate, né difese .Qwmdo sanumo disponibili le forLe costiere d:1 posizione segnalate da codesto S .lvl. (Xl btg . Costiero alpini; X cp. \rfi tr. da pc.; X cp. lvlortai eia p.c.; X cp. cc. Da pc.) sarà possibile colmare le lacune piìt gravi dell 'atrualc dispostivo, ma non mai so11ra1Tc tma divisone dalla prima schci,u· per necessilà di fun7.ionamcnto del comando.Non ritengo opportuno schierare la D . Al. "Pusteria" per tenere in riserva la D. cl. E.F.'J'.F. .• Questa non ha, nella situazione in allo , né sufficiente mobililì1, né potenza di fuoco , me11tre la D.al. " Pusteria", a disposizione della quale intendo metlerc, appena possibile, quattro autorcpm·ti , costituisce un elemento cli forza allo a far sentire il proprio peso nel comballimento .Prego f;m1ù conoscere se lo scambio delle divisioni è stato già acconlato tra i Comandi Supremi o deve figunu-e come iniziativa del Comando Supremo i taliano.

(V. -

Appena definita la divisione da inviru-c sulle cos te della ìvian.i.ca, sarà ncccssru"io - prima di dispoffe V. il trasferimento - provvedere con cru·attcre d'urgenza a completamc g li organici e a miglioramc i quadri.

IL CTE\.IJ'::RALE COÌ\L\~ANTE Cito Mario Vcrcellino

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C.

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IL TEN COL.. 1)J S.vf CAPO SE7J01'E (G. Camici1ù)

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D6VJ Documento trailo dai Diari siorid del comando 4"Armata. A USSMt: DS 4A J099- 54. (Uielahora~io11e) C O lvi A '.: D O 4' A R .\t! A T A S tato lv!aggiore - C ilicio Operazioni N. 96771 Op.

P.M. 1, lì 7 dicembre 1942 - XX I

OGGETTO : Nuovo ordinamento dell'Annata. -

AL CO.\IIAN!)() DELXV CORPO D'AR}.{:.\TA

L 'alluale d istribuzione delle forze iu difesa costiera nel sellorc di codesto CA è s1a1a effettuata in relazione alla si rua2.ione in allo il giorno 10 novembre.- L 'immediata d isponibili là della dL "Legnano" Ila impos to infalli d i affidare a questa GU l 'occupazione del.la zona a cavaliere della foce del Varo, riservano alla 2'div.cclcre, in arrivo dalla mna di Akssamhia - Cuneo, l'occupazione cli un altro seHore, al momen10 giudicalo meno sensibi le dal punlo di vista politico.Ogg i il problema militare della difesa cos tiera ha ripreso imporranw preminence.E'. per1an10, da notare come nel sel!ore di cocle-slo comando la zona irùlicannenlc più sensibile sia darn dal solco del) 'AJgens

con il sussidio della valle della Siagne.-

Consegue la ueeess ità di dislocare nel sellore St. Tropez - Antibes l 'unità numericamente più forte e clo1aca di maggior volume cli fuoco, schiernndo a levante di Antibes l'u1ù1a più leggem e meglio indicata • per coucro - a compili cli grande polizia.Ciò illustralo, prego disporre perché, con can\llere ùi prq,~·essiv ilà, si addivenga alla sos1i tw1ouc selloriale frn divisione "Lcgmmo" e divi sione celere "E.F.T.F.". rcscrmùo immutato lo schieramento delle truppe alpine nella zona di Sl. Tropez. Per compensare nel se11orc cli Villafrauca la minor disponibilità d i forze della 2'' divisione celere rispello alla cu·. "Legmmo", dovrà iv i dislocarsi un reparto G .a.F. allingendo alle uni lì, a1malmcmc disponibili al V Sello re di copert1u·a.1 movi menti dovranno essere ulrimali entro le ore 12 del giorno 18 p.v.

IL GE:S."ERALE CO.Vli\ ND ANT E F. lo ,vi. Vercelli no

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IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE (Cui. s . S. M. 1.. .\l!alavasi)

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D7VI

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Documento tratto dai Diari storici del comando 4"Armata. A USSME DS 4A 1099- 63 . (Rielabora-:,ione). op i a STATO MAGGIORE REGIO ESERCITO Ufficio Operazioni I - Sez. I" PM 9 - 24 dicembre l 942

N 22187 di prol.

XXI

AL COMA>JOO DELLA 4AARMATA (risp. r. l0361 - 19 con-.)

PM

L-

!\:on conco1ùo sul giudi2.io dell'Ob.W. che considera eccess ivamente lcggem l'alll1ale nos tro schienunento sul li torale Provenzale.- Un conJron lo con lo schieramento rcaliaalo dai gennanici nel 1ra110 di cos ta mcdilemmea di loro pertinem.a , melle in evidenza una dcnsi1i1 di f'or1.e pressoché analoga a quella il codcs1a Armata.E' da tenere presente inoltre che con il prossimo afflusso previs10 d i w 1i1ò costiere s i raggiungerà sul litorale provcnz,,lc una densi1ì1 pari o superiore a quella di talun i scacchieri della Machqx11ria, più a portala dell'offesa nemica. Infine - in conseguenza della sotln.rd one della "Piave" - ho assegnalo i/ / 8° rgl. bers . e ,m gruppo semovente da 75//8 di prossimo invio . elemen ti che, per la loro J.Uob ili1à , possono con1ribuirc alla costit112.ione di una i'nrlc riserva d'Armata in s.ieme alla 2"cclcre o ad una divis ione di rtr. dotata cli automeai.-

l i.

Qualora la div isio ne "Pustcria" fosse destinala in riserva cost iera, come propone codesto comando, non vedrei <·0111e si po1rebbe assicurare il r·o111ro/lo di 111110 il res1a111e territorio affid<llo a/l 'Ar111aw.Perciè.1, anche in mpporto alle forlc gem1an ichc disloca te nell'in terno, è necessario che almeno la "Pustcria" sia <bi inata a tale compilo : essa costituirà pur sempre riserva cli 2° Lcmpo.-

Ili.-

Confermo pcrlan!o le dire11i vc emanale in merito col mio foglio 21978 del 17 corre1He.- Codes to Comando potrà, tu11avia , fino a q uando il dispos iti vo della difesa costiern con le apposite unila no n avrà raggiunto una cena consistenza, mantenere p,u·1e della "Pusleri a" nell'auuale disloc.1zione per averla più a portala in caso di necessi tà cli interven to su lla cos ta.-

IT. CAPO DI STATO MAGGIO RE r. 10 Ambrosio

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IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE (Col. s. S. M. L. Malavasi)

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DSSVI Doc11111e1110 fratto dai Diari storici del comando 4"Annara. AUSS1'WE DS 4A 1099- 64. (Rie/abondo11e)

C O iVf A i': DO 4' A R M A T A S iaco ìVfaggiore - Ufficio Operazioni

N. 10822 di prol. Op.

P.:vl. l, lì 27 dicembre 1942 - XXI

OGGl';CTO : N uovo ordinamento del[' Annata.

AL CO:vfANDO DEI. I CORPO D ' ARMAT A AL CO\LA.:S-1 )() DEL XXII CORPO D'AR:vlATA AL COiVL,\NDO ARTIGLIERIA D' ARVlATA AL COiVL,\NDO GENIO D'ARMATA ALL'I1'TEN DENZA D'ARMATA e, per conoscenza: AL COMANDO DELXV CORPO D'AR:vUTA

PVI 41 P M78

SEDE SEDE SEDE

I .a situazione che viene evolvendo in Fr,u1cia impone di maggiormente assicurare il coo trollo del terri torio di occupazione a/TicL1to all'Armata.Di consegnenza, o lire al dispositivo per la difesa cost iera, va perfc-Lionato il d ispositivo nella zona in terna completando il concrollo della frontiera svizzcm con aliro degli assi Grenoble - .Sisternn - Peyrolles e B1iançon e 13riançon - Sis tcron.Per consentire la realiz.zaz.ione di tale ùisposi til•o lo SMRE ha preavvisato il prossimo afflusso in Frao.cia d i : dne comandi di di visione cos ricra; ql~11lro comm1<li di reggimenco cos tiero; 11 bauag lioni territoriali cos1ie1i nn reggimento bersaglie1i RECo.( 18° rgt.) un gruppo semovente cl1 75, 18. Ciò premesso (e fino a qmuKlo il dispositivo della difesa costiera non consenta l' impiego dell'incera divisione "Pus1eiia" per il controllo della zona inlema deUa Francia), dispongo : I.- ORDINA:vlFNTO

DI ALCl i ff: UNITA ' DELL' ARMATA

Div.a. "Pusteria" (alle direuc dipendenze ciel comando d'Annata) comaodo divisione; 7' rgr. alpini; 20° raggr. alpini sciatori con gr. a1·1. a. "Va) Orco\ 5° rg1. arl. alp. (meno gr. art alp. "Lan2.o" ) . lli!ggru~~pamcnlo tallico "i\rgens" : ( riserva d'Annala : alle dipendenze disciplinari ed auuninis trnlil•e del XXU CA) comando raggruppamento (temporaneamente a l comando del generale ANDREOLI)

l 1° rgL alpini con gr. art.a. ''Lanzo"; 18" rgl. bersaglieri RECo; CCCLXV III gr. da t49, 19 del 42° rnggr. art. di CA; un gr. semovente da 75, 18; 270° autoreparto.-

Il.- SCl-flERAME>.TO Div. a. '1 Pusted,l' comando 7°rgl. alp. : e.do e un btg.alp. un htg . alpini

680

Grenoble Gap Grcnoble


Digne

un b1g . alpin i 20° Raggr. al,pini scialori comando

Chamhéry Cba1J1béry Bon.neville .Sallanche

un bauaglione un bauaglione un batlagliooe

Raggruppamento "Argcns·· Brignoles zona Tbolone1 - SI. :Vlaximin - S1. Zacharie zona La RoqnebJUsanne- Le Luc - Pugc1-Ville.

comando I I• rgl. alpini 18° RECo

m.IV. -

Le nuove zone di giurisdizione risuhano dal lucido allegalo.Il nuovo ordinamento andrà in vigore alle ore 12 del giorno 31 dice mbre p.v .. 1 mo vimcn1i rcla1ivi ali 'alluazione del nuovo ordiuameu10 avranno inizio con il giorno 1° gennaio 1943.-

IL GENERAI .I" COMANDANTE F.10 M. Vercellino

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IL S01TOCAPO D1 STATO ìv1AGGI0RE (Col. s . S . ,vi. L. Malavasi)

68 1


D 9 Vi Documento trailo dai Diari storici dello SMRc . A USSME n s SMRE 2079 - 63. (Rielabora:.io11e)

o

STATO M AGGIOR.E

11

8 8 4 di p rot.. -

R ESERCITO

POSTA ìvfILITARE 9 - li 15 gennaio I 943 - XXl

O Ci Cl ET TO : artiglierie per difesa costiera PROVEN7,A. -

i\L COYIAND0 DELLA 4AAIUvlA T A

- P.lvl I -

1.A prescindere <lelle batterie francesi segnalale d i prossimo rianno, urge conoscere cL1li definitivi e conseguente fabbisogno batterie costiere per I.a Provenza. In particolare: a)-

batterie pia7J.a TOTDNE cd cvcolualmcnle in altre zone che sono state o saranno riarmale ck1 R Marina;

b) ~ bat terie che si ri tengono ancora necessarie sia per la difesa cn:; tiera , s ia per il fronte a temi della P. ivi. ivi. <li TOLOl'fF; al riguamo codesto coma1Klo vorrà lenere presente. l'opportnnilit di ridurre al minimo poss ibi le le richieste poiché d,1la aU ualc indisponibi lità materiali, non potranno farsi che assegnazioni limitate incidendo su altri scacch.icri . -

li.- Q uesto S . ìVl. - nel quadro delle poss ib il ità consenti te - s i orienta all'attuazione dei seguenti prov vedimenti : assegnazione definitiva <lei tre gruppi (i.a F disposizione temporanea d i ctxlesla annata ;

(61° e 63° cl1 152, 13 ; 57° t~t 10.5111) già messi a

assegnazio ne di <lue ~ruppi (15.5° e 156°) d,1 14'J1l'J, già cost ituiti, disponibili per fi ne gennaio e di altri due oruppi da 149119 da costituire. entro marlO p. v autorizwz.io ne all'impiego dc) 1()4° gmppo G .a F. da 149.35 attualmente dislocalo a CU:--JCO in riserva mobi le di copertma; assegnazione del le 5 baltcrie G . a F. (1 96A e 200") ili1 100123 in corso di ai:anzata cost ituzione presso i depositi 7° e I I O art G. a F (f. 005267014 • 24- 11 -942 S . M. R. F. - l ;ff Ordinamento). -

IL CAPO DI ST AT O :VIAGGJORE f,to A mbros io p.

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IL TEN. CO L. DI SM CAPO SEZIONE (G. Carracini)

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D 1 VJJ Documenti traili dai Diari storici dello SMRE, AUSSME DS SMRE 2079- 52 e 65. Il 31 d icembre 1942 lo SMRL inviava il seg11e111e 1e/escri110 (n. 23713, 2079- 52) alle due armare d'ocwpazione (4" e 5"):

"Governo tedesco ha fallo in data 27 con-ente seguente comunicazione a Vichy; comi ncia: 1°) - Governo tedesco pur astenendosi denuncia armis tizio avoca a sé per nl!ta Francia diritti derivanti da art. 3 convenzione. 2°) - Tutte anni , materiali dotazione cd immobili ;ippartenenti forze annate frnncesi passeranno a forLe ,uwate tedesche nella misura ti.tenuta necessaria. Govemo francese dovrà appoggiare con ogni me:a:o relative disposizioni comandante Ovest. 3°) - Per armamento nuove forLe armate francesi provvcdernnno suo tempo forze annate tedesche. Finisce. Comando Supremo prescrive che aHeggiamento nostri comandi in Francia e Corsica deve senz'éùtru l" uniformarsi a quanto sopra anche per territorio di giurisdizione italiana .

r...

li 16 11e1111aio infaui analoga cv1111111irazione veniva prese1110111 dal Governo ilaliano ( 932/0p .. 16 gennaio 1943. 2079 - 65):

"" In con'Clazione a qu,mto fatto il 27 dicembre u.s. dal generale Neubronn, pregoVi consegnare a Govemo francese, per i11cm·ico di questo Comando Supremo, seguente nota: "per ordine del comando supremo italiano ho l'ouorc di comu1ticm·e al Governo francese quanlo segue: In clipenden7.,a della nuova situazione, e per poter meglio contribuire alla difesa clell'fau·opa, il Governo italiano è venu to nella detenrunazione cli esercitare nei tenitori finorn soggelli al con1roll o ,untistiziale ilaliano, tulli i diriui di polenza occupante. In conscg11en1..a lulle le ;u·mi e il materiale bellico, come pure ogni altra dowzione delle Forze Annate francesi esisten ti in deui tetTitori nonché gli immobili dell e medesime, passeranoo all e Forze Armate italiane nella misura che 4ueste ultime ritcrnumo necessaria. li Governo frm1cese appoggerà e faciliterì1 i11 ogni modo e con tutti i mezzi in suo potere le disposizioni che s,uaru10 emanate al riguanlo". Ugo Cavallero. 213014.="

683


D 2 VII Documenti tratti dai Diari storici dello SMRE, AUSSME DS SMNL: 2079- 70. (Rielabora:io11e)

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Commissione consultiva per il diriuo di guerra -------------- ooOoo ------- ------------

Il.

1589;clg.

R o 1n a, li 3 0 dicembre 1942 - XXI -

OGGETTO : Territori occu pati dalla [sic!] Prancia . -

AL COMANDO S l1 P R E M O Ufficio Affari Generali -

P. M. 21 I n riscontro al foglio sopraindicato, la Commi ss ione, esaminata la condizione giuridica delle forze armate italiane nel territorio francese non compreso entro la linea dell'armi stizio, osserva quanto appresso. Le modalità con cu i tal e dislocazione [delle forze annate italiane·) sia cleterm.inaw, i l fatto che i n alcuni cl i detti territori si svolgono operazioni di guerra. alcuni provvedimenti adottati dal comando delle for7.e italo tedesche, (disarmo e smobilitazione delle guarnigioni fmncesi) i nducono la consegucn111 cbe elette fo17.e abbiano atn1ata una vera occupazione bellica. La ci rcostanza che tale occupazione è stata effettuata i n regime cli armistizio non ne modifica di per sé la natura, poiché, non avendo l 'armistizio elimi nato il rapporto cl i belligeranza fra Italia e Francia, il territorio a ques ta appartenente ha conservato il carattere cli nemico, e l ' occupazione militare di esso ha ass unto qui ndi carattere esclusi vamente bellico. A diverse concl usioni si potrebbe gi ungere sol tanto se i rapporti i nerenti alla clislrn;azione delle forle annate iwliane i n Francia fossero stati regolati da particolari accordi fra i due governi ; ma, mentre non sono a conoscenza di questa Comm issi one clementi positi vi che inducano ad ammettere la stipulazione. di ta li acco1tli , si hanno invece ragioni valide per escluderne la esistenza. Basca pensare al fallo che , per quantio concerne l'isola di Corsica , è stato emanato un bando del comandante supremo i taliano, i nteso a regolare, agli elfoui della applica7.ione della legge penale e dell'esercizio della giurisdizione, non soltan to la condizione delle fo17.e occupan ti ma anche quella degli abitanti nel territori o occupato; ammeLLendosi così implicitamen te l 'esi stenza cli un vero stato cli occupazione bellica, con la conseguente sos tituzione cli fallo dell'autorità dello stato occupante a quella dello Sta to , cu i appartiene il tcrrito1io occupato.

Sulla base cli tali premesse, amme tlendosi cioè eh.e le forze armate italiane si trov in o nel terri tori o francese non compreso nelle linee di armistizio i n un vero e proprio regime occupazione bellica , non possono che trar:<:i le seguenti conclusioni, sia nei ririess i del diritto interno, che in quello ciel diritto internazionale:

cii'

a) - le for-lc annate occupanti portano con sé l e proprie leggi penali e la propria giurisdizione non soltanto per la repress ione dei fatti commessi dalle persone che appartengono alle forze medes ime, ma anche per la repressione dei falli da chi unque co111111essi a danno delle forze occupanti o delle persone ad esse appartenenti o da esse di pendenti per essere al loro servizio o al loro seguito; b) - l ' au tori tà occupante ass ume l 'amministrazione ci vile del terri torio occupalo, che pui'> auuare anche servendosi degli organi locai i ; c) - l 'autorità occupan te può adottare tutte le norme intese a tutelare la dilcsa militare, la sicurezza e il presti gio delle forze di occupazione, l 'ordine in temo e la disciplina della popo lazione; d) - l'autorità occupante ha i l potere cl i emanare bandi e ordinanze al f ine di regolare i rnpporti predetti .

684


I ,e direuive che le superiori autorilì1 hanno dato sino ad ora al comando delle fone di occupa7jone, in pa17jaJe contrasto con i principi suclclctti, costit uisco evidentemente un'autolimitazione di poteri che le au1orità stesse si sono imposte per considerazioni cli carnllere politico. ì'vla nojn è dubbio che le mutate circostam:e o altre prevalenti ragioni di tutela della sicurezw o elci prestigio delle l'orze di occupazione possano consentire in ogni momento cli modificare le clirettive stesse, senza venir meno al rispello delle nonne di di.ritto internazionale che regolano l'occupazione militare e senza contrackli.re, anzi vieppiù uniformarsi alle clisposizioni della legge internazionale concernenti tale materia. Tenuto conto delle suesposte considerazioni, la Commissione è d'avviso che - qualora non esistano particolari acco1.tli che esclud,u10 il presupposto della esis tenw di una occupnione militare nel ten·itorio frru1cese - il comando della 4'--,uinata possa senz'altro diramare ai comandi clipcnclcnti le direttive contenute nello schema di is truzioni cli cui è sta ia crasmessa copia.

IL PRESIDE..'-.rn:; DELLA COtv1MJSS10>!b f:10 Grandi

P.

c.

C.

IL TE>!. COL. DI S.i'v1. CAPO SEZIO>IE (G. Carrncini)

685


D J Vll D<K11me11to tratlo dai Diari storici del!A 4A/\rmata, AUSSME DS 4 A 1218 - 15. (Rielabora-;,io11e) . CO PI A COMANDO SLTPRE.vlO 1 REPARTO l"fficio QpenuJoni Esercito S,

O.

N. 11390,0p. di pro t.

P.M. 21, li 10 mano 1943 XX

OGG(:ITO: Rappon i .u1nistiziali cd extra amlistiziali con la Francia. Allo STATO .vL\GGIO RE REGIO ESERCITO Allo STATO MAGGIORE REGIA 1VIARù~A .\Ilo STATO l\UGGIORE REGIA AERONAC11CA Alla C.I.A.r. 1\l COMANDO DEI ,LA 4"ARMA TA Al COMANDO DELI ,A 5" Al{j\ lAT/\ Al CO~lA mo DEL vn CORPO D'AR.\lATA e, per conoscenza: All'UFHClO DEL GE iERJ.\LE RAPPRESE!'.TAJ\TE IL COl\ lANDO SUPREMO ITALIANO A

La si rua:t.ionc che si è de terminata nella Francia metropolitana , Corsica e >lord Africa francese rende necessario precisare i rapporti fra la Commissione Italiana di Armistizio con la Francia , Comandi delle Truppe di occupazione e Genernle Rappresentante del Comando Supremo Italiano 11 Vichy. Pertanto, 11 deco!l'c1'C dlii l aprile p .v. dispongo: l. I .11 e.I.A .F., continu,u1do ad essere deposit,u-ia della Convenzione di Armi stizio con In Francia cd a 1-cgolame l 'esccuzione, pro\'\'ederà dircllamente a: trattare con la Delegazione francest: e con C.T.J\. le questioni armistizial i di principio e di cara11crc generale ( e in particolare que)[e rilh:llenli le orgm1iw 1zioni paramilitari e del lavoro) ; intervenire presso il governo francese, lranlite l)clcga:t.ionc fnmcesc, per le questioni che, in base ,1 quanto p revis10 al scguen1c n.3 , le saranno rappresentate di \'Olla in volta dai com.uldi 4" Armata e vn e.A.; controllare le industrie belliche francesi e combuslibili liquidi ; ammini strare i tenitori occupati ne l giug no 1940; regolare gli affari economici e finam.iari; regolare gli scambi commerciali. 2. l controlli che, nei tcrrilori occupati cla)[e nostre lrnppe nella Francia melropolilana cd in Corsica, sono allualmcnte effelluali dagli org,uti periferici; del!a S011ocommissione C.I.A .F. per l'Esercito, della Sottocom missione C.I.A. F. per la ~farina, della Sottocom missione C J .A .F. per l' Aeronautica, della Sollocommissione C. I.A.F per g li AJfru·i Uencrab , passeranno rispe11ivamcnte al la compe tenza dei Comand i 4" Anuala e vn C.A . . alla cui dirc11a dipendenza passera il personale di detti o rgani . Tale personale sarn matricolannene lrasf'cri1 0 agli cnli che saranno rispellivamcn le indica ti dai Comand i 41'Arm111a e VII Corpo d 'armata .

686


3.

Per .le questioni armistiziali che 11011 sarà possibile riso! vere con le Autoriuì francesi locali, i Comandi 4''Annata e Vll C.A. interesseranno direttamente la Presidenza della C.T .A.F. per l'ulteriore segui to. I Comandi stessi clovra.1U10 i11oltrc ck'U·e conoscenza alla Presidenza della C .l.A.F. delle questioni armistiziali risolte diret111mentc.

4.

Per le questioni extra armistiziali che non sm-à possibile Jisolverc con le Antorità frm1cesi locali , i Conumdi 4'\ \.nnata e VII C.A. faranno capo: gerarchicamente a questo Comando Supremo, se si tratta di questioni di pri ncipio o comunque di particolm·e importanza; clireHamente al Generale rappresentante ciel Comando Supremo ilalia.110 a Vichy negli altii casi.

5.

Tutto il personale mili1<u·e della C.l.A.F . attualmente dislocato in Tun isia passerì1 senz'altro (se già non passato) alla cliretla dipendenza dei Comandi italim1i i vi dislocati. Tale personale sarà matricolm·mene trnsferito agli enti che sarnnno indicali dallo Stato Maggiore R Esercito. Il personale civil e sarà messo a dispos izione di rispettivi minis teri.

6.

Gli Stati Maggiori in indirizzo e la Presidew..a della C(Af, sono pregati di dare le disposizioni di rispettiva competenw per l'lll'gente attunionc dei provvedimenti sopraindicati, riferendo in merito al più presto a ques to Comando Supremo. T.a CI AF è inoltre pregala di trasmettere con urgenza a questo Comando Supremo dettagliate proposte circa la contra,joue dei suoi orga.11.i ed il suo nuovo ordinamento interno.

7.

IL CAPO DI S.M. GENERALE r,to: Ambrosio

P.

C. C .

TI. SOTTOCAPO DI SM - Col. L. Malavasi -

687


I) 4 VII Documento lrclflo dai Diari storici del comando 4AArmaia. AVSSME DS 4A 1127 - 38. (Rielabora:. ione).

Abschrift Le Chef du Gouvcmemenl à Messieurs Ics Préfe1s Régionaux & Dépmtemcn1aux

(Zone Libre) Le 6 janvicr 1943, le Commandan1 en Chef dcs Forces Militaircs de l'Ouest m'a rail parvenir la !cure doul vous ITouvc1-e7. le Lexte ci - dessous : « la protcction des cotes françaises cle la Méditcmmée par !es troupes allemandcs et ila lieones réclame l'assistance personnclle de l'Administralion française, aussi bicn que de la population du tenitoire nouvellement occupé. » « En l'abscnce d'i.t1s1ructions confonnes du Gouvemement française , la collaboration enrre le Préfets e1 les organismcs rnil.ilaires allcmand~ a bien r,u-cmcnt été satisfaisanrc jnsqu'ici. » « Le Commandanl cn Chef des Forces ìvlilitaires de l'Oucst invite donc le Gouvemement français à dnnner immédiatemenl aux Préfcts du len'itoirc occnpé, y compris cer,x de la zone italienne, 1'01drc de faixe <.lroil sur le charnp à Loutes rcquètes présenléc par un service allcmand nu i 1alien. » « Ccs requeles conccmenl enlTe autrc: a) - les c11111onncme111s de loutcs cspèces ; h) - l'évacuation nu !es modificatinns à apportcr dans l'inléret dc la défense des cotes, à des tenitoires hatis ou non biìtis ; e) - la main -<l'o,uvre cl Ics moyens de 11~'U1sport qui doivenl ctrc fmu11is cn parriculier pour les travaux de fortification cf>1ièrc ; <I) - la location cl'aulomobilcs ou d'allelagc pour les besoins dc I ' Année. » « Les mesurcs prises devront clrc ponées à notrc connaissance. » Pour le Command;111r en Chef' des 'Gorces dc l'Ouesl Le Chef d'Eia! - 1\fajor signé : Zimmcnnan.n D'autrc pari, une communica1iou a été faite au Gouvcmcmcnl frauçais pour J'informer du [qu'il] sen1iL établi au siège de chaquc Préreclurc <fans le lerritoire nouvcllemenl occupé, un é1a1-major dc liaison allemand ct [au] Siège dc chaque Préfec1ure Régionale un état-major pri.ncipal dc liaison allemand du quel dépenclront Ics étals-majors et états-majors principm1,, allemm1ds sera d 'élablir la liaison entre la troupe e1 les administralions rrançaises localcs c l récipr<XJucmcnt .Te vous demandc dc prenclre pcrso1111ellemen1 contaci avec !es auto1i1és qualifiécs des lroupes cl'opération qui soni stationnées sur le 1crritoire dc votTe Région et etc volre dép,u·temenl en vuc dc rechercher avcc cllcs dans une collabonuion loyalc, Ics moclalilés de règlcmenl cles qucstions mulliplcs quc pose, pour l'administration frm1çaisc, la présence dcs troupes d'opérations dans Ics dépar1e111ents précédemmenl non occupés. Des inslrnctions on été adrcssécs par le Secrétairc d'élal à la Guc!l'c à ses Commissaires Régionaux pour ceux-ci vous apporla111 en toutcs circonstances, un enlier concours el se considèrcnl colllllle vos conseilleurs 1eclu1iques pour l'exarncn des toutes Ics ques1ions néccssi1a111es f inlervcntion des aulorités mil itaire françaiscs. Pour l'cxamen des questions énoncées dans la lettre du 6 janvicr 1943 du Commandan Len Chef des Forces Mililaircs dc l'Ouesl, vous deve7. prenclre contaci avec !es autorités compétentes de l'Adm.inistration rrançaise: Commissaire régionaux mili laires pour Ics cantoJlllemcnts, - inspecleurs du Tra va.il pour la maind\eune, - inspcctenr de la Production i.ndustriellc pour le bons de monnaie 111a1ièrc, - ingénieurs des Ponts cl Chaussées pour le trausporl,- Trésoriers - payeurs Généraux pour le financement. Ccs haul fonclionnaircs devronl éventucllernenl prendre l'auache de !eurs adminislralions respcctives potu· sollicitcr Jes insrructions pratiques doni ils poum1ient avoir bcsoin et sur Ics quclles j'auire d'orcs et déjì1 1.'auention dcs Ministres inlércssés. » p.

c.

c.

IL SOITOCAPO D1 SM (Col. s. S'.vl i'vL Malavasi)

688


D 5 VII D0cu111e11fo trailo dai Diari s1orici dell/l 4AArmala. AUSSME DS 4 A 1218 - 21. (Slra l<'io - allegato 11. 2 - della lei/era

11.

2253/A V in da1a 20 111arzo del romando 4"Armala. /

C O t-.f

P I T I

I compiti <lei Nuclei sono di doppia natura: 1. Di collcgamenlo: collabornl.ione in linea generale, con i comandi delle G.U. coqii e presidi dislocati nel dipartimento per rappresentare alle autorità amm inistrati\'e frnn<.-csi i bisogui delle truppe in occu1w .ione cd o uenere dalle autori tìì stesse l'cmr111a7.ione di di sposizioni aue a soddisfare le esigcm.e delle truppe. In linea specifica i >!uclei: funzionano dé1 tramite abituale fra COlllilnili italiatù ed organi frm1cesi (prefetture, souopref'etturc, si m~1ci, organi clell'/\rnministraziouc Pon ts et Chaussécs, dirc1jouc Posta e Telegrafi, amnùnistraiione ferroviaria e simili) in lulli i mol1eplici e vm·i rapporti che è necessario stabilire in dipcndcn7.a del penuat1ere delle u·uppc in 7,ona di occupazione; cooper.mo nell'esercito [csei'Ciz.io] del potere di ordi nanza; assistono i comandi delle truppe nelle question i di risarcimento danni rccaù o subiti dalle forze amiate, stabilendo gli opportuni contalli con le autorit:1 f'mncesi competenti. Rimane però i111cso che l'auività dei nuclei in questo campo rimamì limitala all o stabilire il contallo e ad agevolare con opportu1ù interventi la rapida solu1.ione delle questioni scu1~1 per altro acklossarscne né la trattazione né lo s,·iluppo: coopenmo con le truppe di occupazione nella ricerca e individuazione dei depos iti sollralli al pos~esso delle truppe occupan ti; assistono i comai1di delle truppe di occu1i,11jo11c con il fonùrc loro nolilje sulle risorse del clipm·timento, specie per quanto ha 1mtto agli a~'C.'ll11tonainen1i . alle località idonee all'accampmnc1110 cd ane a fa,·orire in genere lo stanzi,m1cn10 delle truppe; esplicano nel campo genernk rum.ione informativa per tulio quanto ha IJ.i llo im pianti industriali , rete telegrafica, telefonica, fe1To,·iaria, stradale del dipartimento; forniscono dati sul potcm.iale bellico della zona di giuris<li7.ione cd in parùcolarc sullo sta to di efficienza della organi'l..lM.ione difcnsirn. 2. IJi controll o: collabornnclo~ oon il comando d'atinata per quanto ha trailo alla sorveglianza e controllo delle fo11m11,ioni mi li tari, paramilitari e <li polizia: con l'I ntendenza dell'Annata per quanto ha trailo al con troll o sulla gestione dei materiali ancora accantonali nei deposi ti armis tiziali e di dis,muo. In pai·ticolarc sono souoposti al controllo dei >!uclei: A) le un ità della "Guardia" B) la gcndam1cria C) la polizia D) la "gnmùia alle comunicazioni'' E) gli o rgatù liquidatori delle disciolte 1mi1à dell'E.T. I) i comwdi territoriali rimasti in posto per la rs]rnobilitaz.ione dell 'l2.T. (scuole comprese) Cì) i "burcaux dcmobilisatcurs" 1-1) il personale rimasto ai cainpi del sud-est 1) il personale delle FF.AA. smobilitate dopo l'l I no,·. 1942 L) i servizj deU'IDlcndenza. Ed all'infuori delle 1'01-Le annate: a) i raggruppamenti tli "Jcunessc" b) i raggruppamenti di "jeunessc et montagne'' e) le fonnazioni di Compagnons dc Francs d) le formazioni cli lavoratori (fnlllcesi - strnnieri - coloni.ili) Infine per quanto rig uru,la i materiali, spetta ai Nuclei il controllo: a) sulla gestione dei depositi armisti1.iali e <li disanno b) sui depositi delle anni ritirale ai civili. I J\:uclci sorvegliano alcrcsì tutte le formazioni cd org,mi.z1.a1.ioni il camtlere politico-militare; Legioni comhattenli; .\,fil ice Frauçaisc e simi li , riferendo sulle loro attività, orientamento e mai1ifestalio1ù.

689


D 6 VJI D0c11111e11to co11 i l quale il capo della l" D irezione regionale (DECSAJ (Marsiglia) lame111a la so11razio11e di materiali di vestiario ed eq11ipaggia111e1110 dalla raserma del ll/121 Reggi111e1110 di fa/I/erta coloniale ( NJC). ( Rielabora ,io11e).

o

CO!vlMJSSlONE ITALIANJ\ DI ARMISTI7.10 CON I .A FRANCIA DEI .EG,\:l:IONE &ERCITO Co:-.TROLLO SCACCHIERE ALPINO 1•

Djrezionç R~io nale

1\. 5299 02 <li Prot.

Marsiglia, li 19 aprile 1943 - XXl0

OG G ETI'O: Erroneo prelevamento di materiali effettualo dai comandi tedeschi dal deposito di <lisanno <lì Arles (Jil ball. Del 21° R.l.C.) Carte an nesse N.

Al Capitano PEZZI lJfficiale italiano di collegamc1110 presso

I' Armeegrnppc FELBER

Come già vi è noto, i tedeschi hanno proceduto, credo in più riprese, al prelcviunento dal deposito di disanno di Arles cli materiale vestiario e di elmetti metallici ivi accantonali e di pertinenza delle nostre truppe. Poiché la cosa è irregolare, devo ammettere che la Piute Tedesca abbia effettuato il prelevamento per errore. ~ Vi prego invocare l 'inunecliata restituzione cli tutto il matc1i,ùe prelevato, dovendo questa Direzione assicurare iu t..ù senso i superiori organi annistiziali ccl i superirni com,m.di. Secondo notizie emerse in sede di accertamenti già compiuti, il prelev,unento sarebbe stato effettuato il 27 marlo scorso e, in più ridotta misura, anche iu precedenza. Ente prelevatore: \\'EIIRMI\CIITBESCIIAFFUNGSA:--.1T Abschnittleiter Franchreicb - Dreigstelle Epinal. Attualmente il matciiale trovasi accantonato ad Epinal. Mentre prego la vostra cortesia di fominni notizie sui passi che farete, vi segnalo che, in data di oggi, ho ordinato all' uffici,ùe francese di collegamento con quesra Direzione di sostituire tutto il personale appartenente all'organo liquidatore del prccilato deposito di disa1mo.

Firmato Gnerre Lmanoscritto]

690


D J VIII Doc11mento tratto dai Diari storici del rnma11do 4AArma1a. AUSSME DS SMRE 1218 - I J. (Riefabora;:, io11e).

Le Chef du Gouvememeul Sectiou mili rairc de liaison

ì\." '798 DH SL Vichy, le 27 févricr 1943

Le Vice AmiraJ Pla ion Sécrelaire d'élat près du gouvcmcmen l à

l'vlo nsieur le Général Av11ma cli Gualicri Répresentant le Cornmandcment Supreme llalicn cn France

.\ fon Gènhal J'ai l' honncur de vous accuser réccpliou de vou"C letlre I' Annéc françaisc dc Transition pretés aux agricultcurs.

11°

548 du 18 fé1•ricr, relative aux cbc1•aux dc

J'apprécic viveme111 l'esprit de conciliation qui a dicté celte note, clu coté italicn , cl je dcmande dès mainlcmull au sccrétariat d ' l~al à la GucrTC cl au Sccrétarial d'U1a1 à l'lnlérieur dc donner Ics instrnclions ncccssaires pour quc Jes Au1ori1és Ttalicnnes puissc111 recueillir, après dcs scrvices locaux frauç.iis, Ics renscig11emc111s qui Jeur soni uliles . le pe.n se quc Ics li slcs numcriqucs dcs chc1•cam prciés a l'agricullue, établics par Rcgiuns lVlil i1aires, pfircnt ctre immédiatameut commuuiquées aux Commissions de Conlròlc.

En cc qui concerne I'clat nominalif des agriculleurs dé1c111curs d 'animaux provcnanl dcs funnations dissouics, son érnhlisscment demanclera sans doutc quelques dèlais, élaut donnéc la désorganisation amcnée <bns Ics services français par la dc111obilisa1ion brnsquc i mposée ii la Annécd't\rmisticc. Ccs délais ne saurnienl porlcr le muimlre prégiudice anx Troupes d 'Opcration, car le Gouvcmcmcnl Français prcnd l'engagcmcnl de foirc réintcgrer, clans le miuirn dc 1cmps , le chcvaux qui lui scraienl dcmandés par le Comandcmcnt ltaJicn, cn cas où cclui-ei cs1imcrnit en avoir un besoin imperieux pour la défencc dc la zone cotiére fn1nçaise.

V cuilles agrécr, mon Général , l 'express inn dc ma trés hautc cousidération . Signé BOUR.RAGUE'

691


REQl.lISIZIO~ l ffficio Affari Ci,·ili N . 1237, J\C,!

P.lvL li 9 mano 1943 XXI

OGGclTO : Js1rnzione in materia di rcquisiz.ionc e di ris,lfci men10 di danni nel territorio f:ranccse occupalo dalla foo,e am1ate ita liane fuori di limiti della linea di 1\nnisli1,io. ALL'lì\Tc.'>:Dl:NZA DEI..LA 4/\ AR.\fATA Oirez.ione di /\ mministniz.ione-

Posta lvlili tare l,A

Con l'av,·enula tr:isruissione a <."Odesta lntenden7a delle nonne in oggello emanale dal ~li1ùs1em (1"2192 E del 2 mano e.a.) qnesro Comando ha esa11ri10 il suo compilo ini,Jal e di predispom! le basi di una discipli na della maceria delle rex111isiz.ioni e elci damù , in annonia coi pm·ricolari cm,111cri della nostra occupazione. Come risulla dalle nuove norme, 1u11a la materia è on11ai di competenza di codesta lnlcndenza, cni qucs10 Comando comn1c11c di diramare nonne di esecuzione per i dipendcnri Comandi , in so~lilu,Jonc d i lullc le preccclcnti , da considerarsi abrogale. A complcmenlo e a cltiarùnen10 delle islruz.ioni ministeriali si precisa: I. Per accorui ,·ert>ahnente presi col l\linislero della Guem1, la base sulla quale codesta Intendenza po1rìi em;mm·e le s11dcle11c nonne cli esecuzione sulla materia dei dann i è cosliluila dalla <.:ircolm·c minis teriale 782 R del 2 l agosto I 93 l. ~aturalmente la circolare dovrà essere applicala in qua1110 possibile, essendo stata diramata per il territorio del Regno e souo l'impero del ,·ecchio codice civilc.2. li ì\ lin.i stero non conscnle l'invio cl i avvocHli cli S lalo nei ten-ilori occupali. Però per inrcrvenuli accon:li verbali codesta Intendenza porrà richiedere l' invio del personale s1,ccializu110 occon-enlc per cosliluire un ufficio tecnico a,·cnlc funzioni analoghe a quelle cicli',\ ,·vocatura dello S1a10. 3. Com'è disposto nelle is truzioni in oggc110, codesta l111enclen1.a potrà riferire al ì\linistero sui casi cli pnrlicoliu·e gravità: sono da considenu·si lil li quelli che imporlino un pi1gamen10 s uperiore alle lire 150.000. 4. Per qnaulo la legge fondameulalc da applicare sia quella italiana, rngioni di opporrunità possono consigliare cli tenere presenti i cri leri coi quali la legge e la pratica legale francese s labi liscono la vi1l11tazionc della respo nsa bilità e dei danni . 5. Codesla lntendcnz.a 1ico rred1, per le questioni di il11CJ1>retazionc delle nom1e esis1en1i e ogni q11<1h-ol1a ra\'visi l'inefficienza di queste, a questo Comando, cui compete il compito di integrare, occom::mlo, la disciplina della materia, L'ordinamento u1s tm111110 non è infaui complelo, e qucs10 Comando ha in corso di studio provvedimenti intes i a colmare la lacuna. Così, ad c-scmpio, le istruzioni non provnxlono praùcamcn1c al risarcimento dei danni am:ca1i cL1 francesi a persone e cose appar1cnenti alle r:F.AA. Si consiglin, per il 111omen10, di seguire il cri lerio seguente: Tr:iU.lfC in via amm inis1rn1i,·a con le au1orità francesi - prcfc1ibilmen1c Prefellurc -affwché adonino in materia di chuU1i, un criterio analogo a quello seguilo cL1ll 'Amministra1ione militare italiana, concedendo adeguali inclenni1.zi ai danneggiati o ni loro aventi causa; I ,1scim· li bcri i singoli ,11,nneggimi cli adire per loro conio il giudice francese, 6 Non appena rice,•uta la presente, codesta Intendenza vomì in,·i1arc i dipendenti Comandi a u-asmellerlc lnlte le prntichc in corso e anche quelle dtf inilc, cessandosene l' invio dagli s less i a ques10 Co1m111do d'Annala: è pernlrro opportuno ri111c1tere a questo Ufficio Affari Civili una si.n tetica relal ionc in ogni caso clcri11i10 eia codesta ln1endcnza, allo scopo di facilitare lo s tudio e la prcpamt.ionc di pro,·,·cdimcnli nella materia, cl'o1dine li . GENERALE CA PO DI SYI f.10 A. Trabucchi

692


N.1139/0p. di prot.

P.M. 21, li 10 mari.o

OGGETTO: Rapporti annisti7.iali ed extra armistiziali con la Francia

La si tua7jo ne che si è determinata nella Francia metropolitana, Corsica e Nord Africa francese rende nccessmio precisare i rapporti fra la Commissione ILaliana di Armistizio con la Francia , Comandi delle Truppe di occupazione e Generale Rappresentante del Comando Supremo lk'lliano a Vichy. Pertanto, a decorrere dal I aprile p.v. dispongo: l. La C.l.A.F.. continuando ad essere dcposi truia della Convenzione di Armisti1jo con la Francia cd a regolarne I 'esecu1.ionc, pron·ederà direllamente a: T rattare con la Delegazione francese e con C.T.A. le questioni a,mistiziali di principio e cli carallere generale ( e in particolare quelle riflettenti le organi1.zaz.ioni paramilitari e del lavoro) ; lnte1Yenire presso il governo francese, tramite Delegazione francese, per le questioni che, in base a quanto previsto al seguente n.3 , le saranno rappresentate di volta in volta dai com,mdi 4" Armata e VII C.A.; Controllare le industrie belliche francesi e combustibili liquidi ; Anuninistrarc i tenitori occupali nel giugno 1940; Regolare gli affa1i economici e finaniiari; Regolare gli scambi commerciali. 2. I controlli che, nei territori occupati dalle nostre truppe nella Francia metropolitana ed in Corsica, sono auualrnente cffeuuati dagli organi perife rici; della Sottocommissione C.l.A.F. per l'Esercito, della Souocommissione C. f.A.F. per la Ma1ina, della Sottocommissione C. I.A.F. per l'Aeronautica, della Souocommissionc C.l.A.F. per gli Affaii Generali, passeranno rispellivamcnte alla competenza elci Comandi 4" Armata e VII C.A., alla cui dircua dipendenza passerà il personale di delli organi.

693


D 2 Vl/l Docu111e1110 trarro dai Diari s1orici dello SMRE, A USSM E DS SMHE 2079 - 59 ( Rielabora:ione)

o

ST ATO M AGGIO RE R. ESERC IT O

..........

uru-1<> Qpell•.tod J

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PM 9, 11 gennaio l 943 -

N° 461 di prot.

XXI O(ìGETTO: Situazione nella Francia occ u pala. li Comando 4" Annata segnala il sens ibi le peggioramento della situa:Gionc nella Francia occupala dopo la dichiara;,.ione del 27 dicembre s. m. con la quale ,·eni,·a a dctem1ina10 il dirillo al comando germanico. e implicitarnenle al comaudo italiano, alle l";,collà d i "poten;,1 occupante ". Prevtxic t lll ulterio re gxave peggior.imenio con l'entrala in vigore delle nuove disposizioni sulla circolazione forzosa di buoni italiani della "Cassa centrale cli Credito" e sulla facoltà di int.-ella quadn1pcdi , proVYcdi menti che incidono clirellamente su g li interess i privati. Informazioni di ronte toocsca e nostre fa1u10 ritenere che fra i primi au i di opposizione francese "i sarebbe l'oslruzionismo all'esercizio dc le ferrovie e l'estendersi di atli terroristici. 11 comando germanico avrebbe perciò provvLxluto all'organiz1m:ionc dei grandi di assi stradal i per realizzare un scrvi1jo di autotras1xirti in rac.rioppio o in sostilu1jone tempmanca dei trasporli fcmwiari di speciali cd alla costituzione di speciali comandi nei gnmdi centri con compiti territorial i e di polizia, svincolando i comandi di G.U.In analogia a tali pro,·vcdimenti il comando 41'Armata ha provvaluto alla preparazione di un pm1,m1mma di cscrcilio ridono con personale italiano sugli assi fomwiari 1vloclarn: - Grenoble - Sis!cron Peyrolles e Tenei., - Sospc llo - Ninn - Le Luc - Tolone; e cli un programma di rifomimcnlo via mare (con scn•izjo di piccolo cabotaggio) e via 1em1 a mezzo autotrasporti. Propone ino ltre ;1 hri provvedimenti che com por!ano assegnazione di altre unità e mw.z.i, proposte che si concretano nei seguenti provvedimenti gii\ decisi ck1 questo S.l'vl. : prossimo inv io cli due comandi di d ivisione costiera in corso di ava n'.l~1ta cos1i1Uzio11e; costituzione ex oorn di 2 reggimenti su 3 btg. T .i\l. ciascurK>, pronti per fine febbraio p.,·.; prossimo invio di 5 btg. T. per Jnlcnden;r;i e coslituzione cli altri tre b1g . T . pronti per fine febbraio p. v.; assegnazione cd invio entro c.m. del 18° bersaglieri RECo la cui cos1i1u1.ionc e mobilità lo rendono idoneo a far rrontc a particolari evenienze.

IL CAPO DI STATO \IIAGG IORD f to Ambrosio

p. c. c. IL TEN. COL. DI S.M. CAPO S l~ZIONE - O. Carrncini -

694


D 3 VJII

f)oc11111e1110 tratto dai Diari storici della 4AArmata. A USSMt:

ns 4 A J 127 - 54

Trai/asi di co1111111icazio11e allo SMRE sul co111por1mue1110 giudic(//0 oppor111110 sulle ques1io11i rig1111rdr1111i i da1111i e le req11isi~io11i di beni pubblici e priva ii fra11cesi . (Rielabora~ione).

C O M A .:-1 D O 4 3 i\ R :vi i\ T A Staio Maggiore - lllTicio Politim >i. 492 P. l di Jll'Ot.

P.:\L l , lì 28 gerumio 1943 - XXI

OGGbl.TO: Rcqui siz.ione - rifusione dru1ni per occupa:tione immobili a scopo orgaui77.azione difesa costiera.

ALLO STAIU t,1.[;\GGIORE R. F.ShRCITO - l ifficio Servi7.i I -

Ai 1.2.-

Posta Mili tare 9

firu della difesa Cl)Slicra occo.,.e provv(Xlcrc:

a occupa1.ione o sgomhcri di beni immobili e a rcquisiz.ionc di beni immobi li sul Ii1orale:

a manomissioni di propric1à pubbliche e prirnle per l'csccuz:ione di J;n·ori di difesa (ad esempio ahbauimento di cdi!"ici per lo sgo mbero cli campi cli tiro). Al riguardo J'Ob.Wcs1 ba emanato norme con il foglio Ql I I Br. D. 11. 5343 in data 11 gennaio, che si allega in copia. Osservo in proposito: la si1ua1.ionc final\7.iru"ia e valu trufa dello S taio f1alia110, che per ora non percepisce alcuna somma dal Govcmo frnnccse per spese di occupazione, è diversa da quella dello s tato gcmtanico ; le disposizioni conten111c nelle dgc111i '"lstnu.ioni per i 1eni101i occupati" concedono allo stato italiano amplissimi poteri in rna1cria, con rinvio - nell ' art. 54 - del pagamento delle indennità alla conclusione della pace; le disposi1.ioni co111cnu1e nelle citate islrU1..ioni all 'ari. 53 s tabiliscono che non è dovu1a indcnnil~ alcuna per danni am:cali per necessità di car.tllcrc opcrnli\C> (il 1isarcirnc11to dc,·c quindi inlcndcrsi riservato per indennità cli caraltcre logis 1ico). S ussiste di conscgucn.z.a, la facoltà di procedere alle cilate prese di possesso e manomissione di proprietà se!l7.a corresponsione allualc di indcm1i1.1.i. Sussislono, pcrallro, consider;1zioni cli ordine polilico che suggeriscono di non applicare provvcdimenl i in contrasto con quelli gcr111n11ici, speci e per quanlo riguruùa dmmi m-recali alla proprietà priva1,1 per 11011 inco1wrc in accuse di minore umanità. Pertanto . salvo orcli11i di,·crsi di codesto S.M .. in analogia a quan10 hanno s labilito le autorità germaniche nell a propria zona d i g iurisdizione, ho dispos to : o ,·c s i traili di far fro01e ad csigell.l.e militari a11i11c111i alla difc.~a: !;1 retiuisizione e l' uso dei beni appartenen ti ;ùlo stato e alle pubbl iche amminis 1rn1.ioni francesi s,u-ar1110 falle se1m1 corresponsione cli iudcnnitil: la requisizione e l'uso di beni di prnprictà privala sarrurno fn 11i a pagamc1110 i dailill arrecati alla proprietà priv,11a sarallllo risarci ti. =

IL GE>fERALE CO MA>!DANTh F 10 ,\ fario V crcellino

p. c. c. IL SO'JTOCAPO DI STATO MAGGIORE - Col. L. l\lalarnsi -

695


[) 4 VIII noc11111e11ro fratto dal.fondo llUSSME M- 7 rnrte//a 795. (Rielabora: ione) ST ATO MAGGIORE R. ESERCITO Ul-'H CIO ORDl>IAME>JTO - 2" SEZIONE

:sì 0 0056390.2 cl i prot.

Plvl

11.

9,

~

gennai o l 94~ - X XI

ALCO lVI A\IDO 4A ARìvl AT 1\ ... .... ..

e, per conoscenza : ALCOl\ IANDOSlTPREl\10 ...... .... ..... ........ .. .... ... ...... ... ... ... ... P ì\l (ris p. telescri tto n . 15740 G. G. in d11ta 27. X Tr . I ')42 - X X I) [altri o mes~ i I

?I

OGGETTO· Costitu'l.ione dell'ufficio economia di guerra per ln tendcn1..a 4 " A rmala.

Allegati: n 2 1.

Si dispone la costi luzionc, sollo la data del 10 ~,cnnaio e.a., dcli' "ufficio L..:onomia di gucm,... presso il

comar,clo 4AArmata. L'ufficio in parola è posto alle d ircHc dipcndcm.cdcll'lnlcndcn1c ( 1). Vi prc>Vvcde i) comnnd(, dcl la 4"Armatn slcsso.

Il. -

C!,unpi li : que lli i1Klic<1li nell'allcg<110 n. l.

lii.

Fom1.v:ioni proyyjsorie: quelle indicate nell'allegalo n. 2.

IV.

<:en tri di mobiljwj.Qlll2 :

[0111<.......w).

per gli uffici'11i = comando difesa territoriale Bolw no; per i sottufficiali e la truppa = distrello militare \ ·crona. V. -

Personale : ufficiali = as~cgnnli con pn.>VVtx.limcnto a p,11·1c n cura di quc.slo Stato ~Vlaggiorc~ sonurficialj e \C\IPI~' = asscgn.vionc a cura del <.'tlmaTKlo 41'An1101a.

VI. -

DoJ;V,jpni indivjdua)i : quelle prcvi,1c per il personale della lntendcn,n della 4·'Armnta.

ìvlaLcrjqlj v,ui : asscgm1Lionc a cLu·a del comando 4t'/\r111é1la. Vcffrurno nl più presto rci nlcgrati con dil\JJOsizioni a parte dell' uffic io scrdzi I di q uesto SltllO t\lnggiorc. d'o1di11e ILOEN l::RAI.E CAPO DEL Il REPA RTO I.:. Cappa p.

c.

c.

IL COLO'-:~ELLO 01 S..\1. CAPO L FFICIO - G . Bau a~lini -

( !) - Dc110 ufficio ricc., ·e,à peraltro dircui,·e generali dall' "ufficio economia di guerra" del Comando Supremo.

696


Al fogl io

Allcg,uo:--1 I 0056390,2 del 3 . I. 1?43 - XX I Ufficio Orclìnamc1110 - 2' Sc1Jonc

11 .

CO\ U'l1l DELL'l1FRCIO l'COÌ'O\Où DI Gl]3RR.\ DEI I A 4'AR}.JA'L\. J0).

Indagine. ricerca, ricogni1.ione, sluclio delle risor~c agricole, ,·1limentari. iudustriali. wjuernric del ICJiitorio in cui opcm l'Annala. 2°). Or~ruùzzcuionc dei mcv.i intesi ad C\'ilare la dispersione e ,d a!>sicuran:: rac;quisi1.ionc massima e illll)}cdiata di delle riso rse, per le ncccssii:1 tiella G.U., delle popol,wioni del tc,rilo rio in c ui opera la G .l l. medes int;i, nonché per conlribui,·c all'affl usso in paui,, di materie prime e prcxlo lli interessanti l'economia bellica ,rnliouale. 3°). Rimessa in cfficico1a, 1xitclll.Ìamc1110 e sfrunamento di tulle le all i\'ità e risor,c agricole, indus1riali. mi nerarie , artigiane csislcnti in atto nel tcrri1orio di cui ,~ recedente 11. 2. comunque danncggia1c o sospese per clfo110 dello s tato di gucm1. 4°). ~ tt1dio mcss.i in efficicuz.1, po 1cnz.ia111en10 e s fr uttamento di 1\llle le a11i\'i 1i1 esis tenti in potenza nel 1erri10rio della G.l I, 5"). L 1ilii.1.azìonc e rcquisi1.ìo11c . ai finì dcU'aiionc di cui ai nr. 3 e 4 della manodopera locale e conscg ucmc n ssazionc delle rcla1ivc re l1i bu2.ioni e salmi . 6°). li mana1.ionc dcllc djs posiziunc di cm11ttcrc finanzhu·io e doganale. di inuucùiaw auuaziouc 110n appena occupalo il 1erritorio, in anesa dei 1>ron-edimc111i delinilh ì di compclclll,1 delle ,·mie amm inis traz.ìoni. Adozione di misure inicsc a reprimere il comrabbm1do dell e merci e delle ,·ahuc, ai chumi dell'economia locale e nazionnlc. 7°). Fissaz.ìonc, qualora ~e ne ravvisi l'o pponuni1:1. dei prcoj dei generi di p,i ma neccssi1à s ui tcnit0ri occupali ed emm~11ionc di c,cu111,1li mi sure per il r.wo11amcn10 dei generi s lcssi, per disciptiuare il <.-ousmno, sp<.-cic nei confrom i della popola1.ionc loc,1lc. 8°). R icogniz io ne rlei beni di pcrtinc,u,;1 dello Siaw ncmiw nel 1crri1orio occup,110 e vigilam:1 dell'anuninismwonc dei beni medesimi per C(utlo dello S taio llaliano. 9"). Collegamcn10 e acroroì <.-on i comandi ,ùlca1i per la collabor.ufonc ccc)nonùca nel quadro e nello spiri to dei trnttati Mipulati fra i governi. 10°). S tudio prc\'cntivo delle possìbili1à economiche dei 1crri1ori di presumibi le succc~siva occup,11 io ne, ai fini dell'azione da s ,·olgcrc in rapporto ai paragrafi prcct'dcnti . 11°). Scgua.la1ione ali 'ufficio Economia di guem1 del Commxlo \upremo dei 1=,..-edimc111i ado11:11ì e di 1u11c lè un1i1.ìe comunque in1crcssa n1i l'ccouomia ìtalian,1, in mpporlo non solo all'am1;de sta io di g ucm, wa an<:lic :ù fururo s tato di pace. l.'assoh·i111c1110 dei compili degli Llffici Economia di G1icm1 ,·a c.,;seivjahnc111e riferito ai 1erritori nemici occupali e da occupare.

697


I) 5 Vll/ Documenro rrafto da, Diari storici della 4AArma ra . A USSM H DS lntenden::,a 4 A 11 27 • 46 . ( Rie/a bora::,ione).

CO PIA

Sl:!GRETO

l NTE'.\!DF.NZA

4" A RM ATA

N. 1815,GE cli pro1.

P.M. l , lì 9 febbraio 1943

OGGETTO: Vcrsameulo ma teriali melallici aequislali da questa Inlendcnza.

Allo STATO M,\ GGIORE R. ESERCITO - Reparto II1

P.M

9

e, per conosecn1.a:

P.\1 9 DOLOGNA

Allo STATO l'\L\GGJORE R. E . - Ufficio Recuperi All'Off!ClNA t\ UfO.VJORTIJ!STICA Al DEPOSITO .:Vl"ATHRIALI DEL GRJ\110 - Sez. S w<:c.~la

CA.:VNAGO

LENTJ\Ui Al 2° RF.GGI~ffi.\ !TO PO. fll:iRI A l co:,.,JANDO 4" ARMATA

PIACENZA p ~! l

In csccu1joue di quru110 dispos lo con foglio n. 18003 clel 7 gennaio, ho rocfok1IO che siano spedi li. sollo scorta, i so11oclcnca1i malcriali melallici acquis lali dal commercio in eonformilà delle au1oriu.a1.i o11i di ooleslo S.M. All'Officina Automobilis1ica cli Bologna :

Kg 109,5645 di acciaio s lcllilc francese prc7J.O franchi 19.000 al Kg. Kg. 3.280 di acciaio slclliw americano prt:lzo franchi 27.000 al Kg.

imporlo

rr.

TOTALE Fr.

3.177. 370, 50 88. 560. 3.265. 930, 50

,\1 Deposi lo ma teriali del (lcnio - Scz. S 1accata di C urnrn~o Lcn1a1e:

kg. 350 di rouamc di bronzo e ollone prc,.;.o fnmchi 45 al kg. kg. 210 di rame in rollami prcno frnncbi 90 al kg. kg. 315 cli piombo in rollami prcuo fr.uichi 20 al kg.

importo Fr.

15.750 18.200 6.300

TOTA l .E

40250 (Arr. 40.000)

i\l 2° reggjmc!}(o Ponlicrj - Piacenza

Kg. 43.690 di palafillc in acciaio lipo L;1cavanno (n. 65 pla11cc<~1 m. 8 ,05 - n. 22 da m. 12,10)

Fr. 655.350 l.150

spese di carico su vagoni T OTALE

698

656.500


Le sucldelle palafi uc sono sta te spedite su c:uTi ferroviari francesi n . 39695 e 92041. Successivamente sarnnno spedili all 'Officina automobilistica di Bologna kg. O, 4355 ùi acciaio stelli te francese per l'impor ro di fr. 12.629. 50 prele\'ati per l 'esccu1fone di un'analisi di controllo. Prego cotesto S .M. di voler comunicare a quale ente de\'0110 essere spediti i seguenti materiali pure aup1ist:11i e in carico provvisorio alla fra7.ionc del 1° magazzino genio cli Nizza:

Kg. Kg.

Kg.

barrette mcialliche di tungsteno puro placchelle tungsteno al 98<:a placcheuc tungs teno al 98% polvere di tllllgsteuo all '80% polvere di tungsteno al 98% poh·cre di tungsteno al 77 - 82% polvere di tungs teno al 65 % polvere di tungsteuoall '85% polvere di tungsteno all '82"" polvere di tungsteno al 98 e;, 4 IO resina bionda 930 gomma arnbica 60, 500nickcl al %''!, 108, 200 fcrrotungs tcno al 78-82C,,

2. =

Casse con tenenti frese assortite a punta eli coidale come da u1ù 1a rauura descri ttiva

Kg. l(g. Kg. Kg. Kg.

Kg. Kg. Kg. Kg.

Kg.

Kg.

8, 300 7, 980 2, 500 1,300 1,000 19 20 101,250 35, 870 30

prc77.o franchi 22.000 al kg. pre,zo fnmchi 12000 al kg. prezzo fomchi 10.500 al kg. preuo franchi 2500 al kg. prev.o franchi 14.000 a l kg. pre1zo franchi 10 .500 al kg. prezzo franchi 8.000 al kg. prc7..zofomchi 11.000al kg. preu.o franchi 9.500 al kg. prezzo franchi 12.000 al kg. prezzo fnmchi 85 al kg. prc7J_,0 frnnchi 250 al kg. prcu..o fomchi 1350 al kg. preuo franchi 9. 000 al kg.

IMPO RTO TOTALE

imp. Fr. 182. 600 95. 520 26. 250 12. 350 14. 000 199.500 160. 000 1119. 750 40. 765

36.000 31. 850 232.500 81. 675

971. 800

Fr.

65. 140

3 . 858. 701

IL GEl\"ER.ALE l~'l'El\Tib"\fl'é Lto Opcrri p.

c.

c.

IL SOTfOCJ\PO l)l STATO lvlAGGIOR.f (Col. s. ::;. iVL L. l'Vlalavasi)

699


D6 Vili Documento tratto dai Diari storici della 4"Arrnata AUSSME DS 4A 1218 - 9. (Rielabora-;Jone).

1vfJ1'1JSTERO DEI J .i\ GU ERRA Direzione Gen. dei Servizi A nuninislral ivi Divis ione 2" A. C . n. 2l'J2 di pror.

Roma, 2 mao.o 1943 - XXI

OGGFITO: lstrnzioni in materia di requisizioni e di ri sarcimento cli danni nel teffitorio Crancese occupalo dal.le forze armate ilaliane fuori dai li tui li della linea di annis tizio .

AL COMANDO 4"/\RMATA - lntendcm.a - Direzione di AIJJ.lllinistrazione

P.ì'vf. 1

e, per conoscenza: A L COlvIJ\NDO SUPRE.YIO Al. CO,vLANDO 4'\ \ Rt\tL<\TA - Ufficio poi i tico (rif. f. n . 803, P. l ciel 15,2, 1943)

P.M. 21 P.ì1d .

Q uesto m inis tero , se111ita la cornnùssione consuhi va per il diriuo di. guerra e l' avvocalura generale dello Stato, determina che la materia delle requisizioni e ciel risarcimento d11nni nel territorio friu1cesc occupato dalle FF.A/\ . i laJia nc sia regolata, fino a nuova cfopos izione , secondo le seguenti direll ive: A) Requisii.ioni. I) Relativamente alle rcquisi7.ioni e, in genere, alla ut ilizzazione deUa proprietà puhb!ica e priva ta, per le necessità delle FF.Ai\. di occupa7.ione , si osserveranno le disposizion i deg li are. 58 e 62 della legge cli gucmt e quelle ciel capo V delle is truzioni relative all 'occupazione dei territori nemici, in data 3 dicembre 194 1-X)C con le seguen ti limitazioni. 2) Poiché le autori tà italiane di occupazione non h,urno assunto nel tcffitorio di cui si traua ,i poteri civili, esse si as temurno dal prendere possesso cli tutri i beni im mobili appartenenti a pubbliche amminis1ra1.ioni francesi , allo scope, di esercitare il dirillo cli usufrullo e di anunini strazione, che spellerebbe allo s tato occupante, ai sensi dell'art.59 della legge di guemt. Di deui immobili s i premierà possesso solamente quando essi s iano necessm·i per fru· fron te a uua inderogabil e uecessità delle fone di occupa7.ione e adottando, in ogni caso, le opportune cautele perché, nei limiti ciel possibile,non sia turbato lo svolgimen to elci pubblici ser vizi ai quali g li immobili s tessi siano adibiti. Per l ' tllilizm7.ione degli inu nobili predetti nessuna indennilà dovrà essere corrisposta al!'anuninis tnv.ione cui essi appartengono. 3) U gualmente le autori tà cli occupa:lione si asteminno clall 'esercitare il ,clirilto spettante allo stato occupa111e ai sensi dcll'arl.60 , primo comma della legge di guerra, cli fare p11!pri " il numera.rio ,i capi tali, i credili esigibili, i depositi di ,m1ù , i men.i di trasporto, i magazzini, e, in generale lutt i i beni mobili Hppartcnenti a pubbliche amrninistra7Joni nenùche e alti a servixe a scopi di g ucna" . T uttavia, quando per le necessità delle fo1-ze cli occupa:lione fosse necess;ufo dispo1Te di detti beni (esclusi naruralmente il numerario, i capita li ed i crediti esigibili), potrà richiedersi la consegna dei beni s tessi e, in caso di rifiuto, procedersi all 'apprensione di essi. I .' nt ilizzazionc di beni predeHi, dovrà, per quanto possibile, limitarsi a quegli usi che ne consen1ano .. . ..... perché non sia turbato le s volg imento dei servizi pubblici ai quali sono adibii-i. Ncpptu·c in questo caso è dovuta una indennità. 4) Le autorità di occupazione potranno altresì, in caso cli necessità, dis porre, ai sensi dell'ar.(i0 secondo comma, della legge di gucm1, di ogni s pecie di ann.i e muniz.ioni e di tutli i mezzi cli eonl u1ùcazionc e di lrasporto, ivi com presi le navi e gli aeromobili appartenenti a persone private (che non si.mo oggeuo di diritto di pR'(la ai sensi delle clisposi7.ioni sulla gucmi

700


5)

B)

mariuima o aerea), quando siano u1iliuahili a scopi d i guerr.i. In c1ueslo caso e in deroga a quanto dispos to ncll 'art.60 l' utili7.7.az.ione anemì con riserva di restin11Jone e sarì1 COJTispo,;ta una adcg,1ata inde1U1.ità. ......... .. .... .die1m pagamento dell a merce requis ila... . . .. alla competente autorità fr.mecsc ............ ............... .. di urgenza non consentissero di analcrsi delle au1oriti1 locali ... ........ ........ suflicien1emen1e promo ed eflicace. le au1ori1à i1aliane di occupazione proctXlcnumo direttamen lC alla requisizionc,sccondo le di sposizioni in vigore.

llisarcimcnto dei danni a1Teca1j dalle foo.e armale i taliane. Per quanto riguanJa i daun.i arrecati o subiti dalla FF.,\A. italiane, s i 1enga prescntl: lDJ1mv.i tutto che: a) I reali commessi eia appancnen1i alle nostre FF.AA. appartengono esclusivamente alla cogniz.ione dei tribunali mili tari di guerra i taliani e pcrt,ullo uessu1m persona appru·tcnente i1 delle FF.AA. po trà ma.i essere chiamata a rispondere cli un reato avanti all e au1ori1à giudiziarie locali. b) Lo s1a10 i1aliano gode in lerritorio francese, della inummità giu,isdirionale e non polrebhe quindi essere convenuto a,·,ui1i ai tribunali civi li locali . Della s lc~sa i1111nuni 1à godono le persone appru·tenc111i alle nos tre Ff,". /\A. relativamente a falli inerenti al loro servi1.io , e pertanto esse non potrebbero mai essere chiamate av;u11i alla autori là giudi1.iaria locale, per rispondere. neppure in sede eh-ile. dei real i su<klelli. c)ln base alla legge i1aliam1, la quale sollanto può essere appl icata nella specie, lo 51alo non è 1cnu10 a rispondere dei falli commessi a s ingole per:;one apparlcnen li alle FF.AA. fuori della sfera del le rum.io ni o delJe mansioni loro affithllc. d)Egualmcn tc lo s tato italiano non è tenuto a rispondere dei ck-uuti de1i l'anti eia f.t11i di scrviz.io commessi dalle persone appru·tenen li alle sue FF.,\ A.i n qu.-mlo, 1mttru1dosi cli forze mobili1a1e che si trovano della 7.ona delle opern1.ioni.1ali danni hanno il camnerc di dann.i di gucJTa per i qtk,li non esis te una rcspo 11sabili1à civile dello S1a1o. Premessi ques ti riliev i s i deve llll tavia tener conto delle regioni cli opportun ità che possono comigliare in clclcrm_inati cas i uu intervento dello S tato italiano per la riparn1Jone del d'Ulllo .A qucslo fine i comandi dipendenti inollrenmno a codeslo comando le loro proposte lenendo prc-~cn1e i seguenti criteri cli massima: Per i clm11ti cagionati clai singo li app,U'lcncn1i alle FF.AA. mediante fall i estranei ;illa sfern delJc loro runz.ion.i o mansioni, la concess ione di un indc,utizzo a cru·ico dello S taio dov1.'1 a,·ere c.iraucrc di cccczionc e potri\ a\'l:r luogo principalmen1e quaudo la tu tela del prestigio delle FF.AA. stessa lo richieda. 2). Per i dmmi derivanti da faui cli servii.io, l'indennil./.O potrà essere concesso quando se ne presenti l'opport1111i 1:1, 1cnuto conio. o ltre che delle ragioni cli pn:stig io suaccennate, di ragioni di c.u·anerc equitativo, quali quelle a11inen1i alfe condizioni economiche ciel danneggiato e degli eve111uali elementi di colpa che 1x)ssono esistere a carico di appartenenti alle Fr:.AA .. L 'indici1J.o non sarà 1ut1m·ia concesso qwmdo si trnlla di fatti che presentano una panicolare conness ione con la condona delle opcrazion.i bel li che . L 'accertamento del danno dovrà essere fallo d,tl comando mili lare nella cui ci rcoscrizione teJTi torialc s iasi verificato il fa1 10 seguendo le modalità che saranno all' uopo stabi lite da codesto comando, alla quale do\"J'anno poi essere lmsmessi gli alli dell'inchicsla con le e,·cnniali proposte per la concessione di un indennia.o 3) .Sulla proposta cli indennizzo deciderà codesto comando saJ,·o casi di particolare gra,·i1à per cui rilenessc riferirne a questo minis tero. L' inclcnn_i:ao avri1 in ogn.i caso cru·anere di una spon1a11ca elargizione e non cti adempimento di un obbligo giuridico. li clanneggiaio che riceve la somma i1111ibuitagli dol'rà ri lanciare regolare riccrnta cli q11ie1an1.a e cli rinuncia, eia parie s w,. a qualsias i prctcsa nei confronli della persona appartenente alle Ff'.AA . iialiane, che ha arrecalo il dm1110. 1).

4) Il comm1tlo che inol tra la proposta di indennizzo clovri'\ accerrru·e le eve,m,ali responsabi lità cli persone apparlcncnti alle FF.AA. ilaliane; ai fini delle cvenluali samJoni penali e disciplinari. Si av vcne che e cbmni an·ccati dal le nos tre 1-'F.,\ 1\ . agli abi1,1111i ciel tenitorio occupalo, dovnumo essere, nei limiti del possibi le, Cl'itati mediante il rigoroso man1cn.imen10 della

70 1


disciplina della truppa, accom pagnata da una cos1m11e opera di persuasione esercitala dai comandanti di reparto sui militati dipendenti. C) Damù subili dalle FF.AA. italiane

I reati commessi dagli abitanti a danno delle nostre FF.AA. o dal le persone a queste appartenenti, sono devoluti alla competenza dei nostri tribunali di guerrn, ai sensi dell'art.235 del C(xlice penale di guerra. Ciò vale si.a per reati dolosi, sia per quelli colposi. Per quanto riguarda il risarcimento dei danni subiti dal.I.e nostre FF.AA. o dalle persone ad esso appartenenti, i comandi dipendenti frmmno .le loro segnala7Joni a codes10 comando ai fini degli eventuali provvedimenti da adonarsi per ollenere dall'autore del danno o dal Governo francese nna cong111a inderuùtà.

IL SO'ITOSFGRETA K!O

DI STATO F.to Soricc

p.

c.

c.

IL SOTTOCAPO DI S.lvl. (Col. L. Malavasi)

702


D 7 VIII D 0c11111ento !raffo dal fondo A USSME D - 7 Carie/la 55 - 8. Vi si !ratta delle dij/ìcoltà i11co11tra1e da/l' Uj/ìcio Economia di guerra dell' lnte11de1r;,a 4"Armata per assolvere i compiti islillr;,ionali demandatigli . (Rielabora -:..io11e).

eo p i a C O lvi A N D O 4" A R M I\ T A Stato Ivfaggiorc - Re parto A. C . V.

~. 2252,A.V. di prot.

P.i\tl. I , lì 20 marzo 1943 - XX I

XJGEITO: lTficio Eco nomia di Gucm1 presso il Comando <kll'Armata . .. . .. . . .. ... indirizzi o messi ..... . ... .

.. - Con foglio 4 12 ,P del 22 genna io u.s. rapprcsenta,·o a codes to Comando Supremo che se si volevano m·crc possibilità concrete di risultati nei compiti, assi ampi cd ardui, allribuiti allo llITicio Economia di guerra , occorreva mcllcre a disposizit>oe dell 'Armata gli organismi che già opcr.l\·a110 in analogo campo alle d ipc11clcnze clella C. I. A.F ., e prcci.~,uncnte: Ul Delegazione Conu·ollo I ndustrie Belliche ( C.! .B.); La Delegazione Co ntrollo Combus tibili L iquidi (C.C.L) ; L' Cfficio c.·ollcgamento c.-ol ~lin1 s1ero per la produzione bellica; G li "esperti" di dello M ini stero.

2.- Nell ,1 riunione tenuta~i in Ro ma il g iorno 8 c. m. è s tata pe1~tltro, riconosci uta mollo oppor111m11nente la convenienza di disimpegnare il comando dell 'annata da tale incombenza , lasciando alla C.I.A .F., il compito di ricerca, potel1i.Ìarocnto e ut iliuaz.ionc dcUe a11ivi tit e risorse agricole, indus triali, minernrie, ar1igiane es iste111i in allo io Francia nel terrilo rio di occupa7jo ne i1alia11a, l imilando 1'at1i vi1à cleU'llflicio econo mia di guerra allo srruttamcnlo delle riso rse s tesse in quanto necessarie a i b isogni dc.JI' Arma la. In quest'ordine di idee con lellera n. 11390,0p. del 10 corr. Cocles10 Comando Supremo ha di sposto cbe gli organi di cui al n . 1 del presente foglio con tinuassero a far parte inlegra.ntc della C.I.J\ .F . . In dipendenw di quanto sopra propongo di abolire l't ·mcio Economia di Guem1, destmaIKlo il personale pel seguente modo: !0 ). 2°).

Cos titui re presso la Direzione Ricuperi dell'Intendenza un "Ufficio ACl1uisti"; Trasferire il personale addetto alla prati che valutarie alla Direzione di A111ministra7jone d'lnleIKleo1..a.

IT, GE>IERALE C01v1J\NnANT E

r, tn l\lario Verccll ino p. c. c. IL CAPO SEZIONE SEGRl2TGRJ;\ [illeggibi le]

703


D 8 VIII Documento Ira.Ilo dai Diari storici della 41\4mwla AUSS/v/E DS 4A 12 18 - 61 . Traila delle compelenze sulla questione del con/rollo e dell'even/uale '111ilizzazio11e delle indus1rie bellit/1e ftw1cesi e definisce il compilo dell'ufficio Econo111ia di guerra dell'Armala . (Rielaborazione).

CO\t(J\NDO SUPRHvlO Il° Reparto Ufficio Economia di Guerra

P.)vl. 2 1 lì 30 marlo l'J43 XXI

Prot. n. 3779,EG . \.'!INTSTERO PRODlìZlO:--JE BELLICA - Gabineuo (rif. s uoi f.: 2 1035 del 12.2.43 - 21 °39 del 12 2.43 - 21 °71 ciel 27.2.43 - 21119 clell '8.3 .43) STATO l'v!AG(ì[OR.E REGlO ESERCITO STATO M.1-\ GGlORE REGIA MARl>li\ STATO NL~GGIORE REGIA AERONAUTICA COMMISSI01'T-i ITA.LL\.J°'\!A DI A RMISTIZIO CON LA FRANCIA e, per conoscenza: MINISTERO DELLA GlJT-iRR.A - Gi1bi..ne110 lvllNISTERO DEI .I A >1'.i\RINA - Gabinetto 'v!INTSTERO DELL'AERONAUTICA - Ga binellll Oggello: Organizzazione industrial e francese-Acquist·i e recuperi cli rnate,iali .nella Frnncia occupata. Riferimento: telespresso n. 247,EG cli questo Comando Supremo, in daca 6 genmùo e.a., incliri1211to al Sottosegrcrario per le Fabbricazioni cli Guen-a e agli Sta ti Maggiori in indirizzo; foglio l 1390.op., di questo Comando Supremo, indirizzato agli S tato tvlaggiori ed alla C.I.A.F

I.) Col foglio l 13<JO sopra citato ques to Co!llando Supremo ha precisato, uei rigua.idi della C.I.A.F., quanto segue: la C. I.A.F., continuando ad essere depositaria della Conven,ione di Armis tizio con la Frnncia ed a regolame l' esecu:lione, provvederà direttamente a: a) - trallare con la Delegazione frnncese e con C.1'.A. le ques tion i Armis tiziali di pdncipio e cli carattere generale ( e in particolare 4uelle rifleHenti le organin .azioni paralllili ta.ri e del lavoro); intervenire presso il Govenù fra.t1cese, tmmite Delegazione fra.t1cesc, per le questioni che sara.tl!IO rappresentate cli volta in volta dai Comandi 4" Armata e \/Il C.A .; b) - controllare le indust,ie belliche e combustibili liquidi attmverso Ja Sollocommissionc Armamenti (controllo industrie belliche e combus tibili liquidi); e) - mmuiuistra.i·e i ten-itori occupati ne l giuguo 1940; <l) - regola.i·e g li affari economici e finanzia.i-i; e) - regolare gli scambi commerciali . -

li)-

Tenuto anche presente che nella riunione tenutasi il 2 Gellllaio e.a. presso questo Comando Supremo con intervento cli Rappresen tanti del f,abbdguem1 e degli Stati :Vlaggiori , fu convenuto di affidare al Fabbrigucrra lo sllldio e l\ 1rga1ùzzazionc della indus tria francese ai fini delle necessità della nostra indus t1·ia (conclusioui della riunione diramate con telespresso n.247 sopracitato), si ritiene necessario precism·e i compi ti dei vari Enti .interessa ti alla utilizzazione delle industrie fnu1cesi dislocate in territorio sollo nostro controllo.

Ili) - Pertanto:

a) - il con trollo delle inclust1ie belliche rn,ncesi viene esercitato dall a C.l.A.F allrnvcrso la Sottocommissione Armamenti - C.l.B.

704


Ques1'ul1i mo assume però collegamento <lixello col lV!inistero della Produzione Bellica per quanto riguaida direuive tecniche per l'u1iliz.2.azione delle in<lusui e frai1cesi ai fini della nostra produzione nonché gli acquisti ed i ricuperi di ma1eriali i111eressanti la produ1.ione bellicc1; b) - le trallative con le P,u·(i germanica e fnuicese, che si rendono necessarie in proposi10 vengono conclolle c~tlla C:.T.A.F. in acco1do col M ini stero della Pro<lu1jo11c Bellica che, a raie scopo, è pregato di COJTisponclere direllamentc con la Commissione s tessa; c) -11 Comando Supremo siu-ìt tenuto al correnle, da parie del lvliprogne1111e della C.I. A.F.,degli clementi princip,1li riguattlan li le queslioni di cui trattasi; d) -11 Miprngue1rn e la C.I.1\.F. clcfcriraimo a questo Comando Supremo quelle quesli.o ni per le quali occorrono 1rnt1ative oc\ inlese con le Parti germanica e fr,Ulcese che mm ricnlrino nella competenza della Commissiooe cl' Annistiiio; e) - Riserva di comunicaz.ioui per l' Ufficio Economia di Guerra clell'In1endcn:rn 4" Annata il quale per intanto limi1erì1 la sua attività alla 11tilin,1zione sol1an10 di quanto occorra a.Ila Annata stessa; I) - Gli Enti militati dislocali nel territorio di cui 1ra11as i; mentre polranno provvedere, secondo le nonne

in vigore,ad acqu istare qu,11110 ser va per coprire il fahbisoguo, dovrnnno eYitai·c lo acquisto di rna1eriali che in1eressino il lvliuis tero della Produzione Bell ica ( soprnttu1fo rottami metallici) in misura esuberante rispello al loro fabbisogno. Ogni segu,tl,u.ione di disponibili1à di materi,tli inleressanti il sucldello Ministero dovrà essere inol1rata agli OrgaiJ.i della C .I .A.F. per la messa a clisposizio11e del \.1iproguerra ; g) - i Comandi nJ.i.li1a1i clovraimo altresì provvedere affinché tutto il matcri11le di preda bellica, che non sia direttamente utili:aabi le per i bisogni del le rispcllive Ammini strazioni,sia sollecitamcute ver~a10 ,tlle organi1.1.azio1J.i del ì'v(inistcro della Prtxlw.ionc Bellica, per essere reimpiegalo nella industria bellica. -

TI, SOTTOCAPO DT S .1vl. Gh"\;bRJ\LE F. to ROSSI

705


D 9 Vili Documento trallo dai Diari storici della 4"Armata. A USSME TJS 4 A 1218 - 53 Trcil/asi dell'allegato I alla lei.tera 2fi44 i,, daw 7 aprile riporta/a frn le presenti appendici. (Rielabora zione) . C O lvi A N D O 4• A R M A T A Sla to M aggiore - Ufficio Operazioni

N. 2103,A.V. cli prot.

P.M. I , lì 10 mar10 1943 - XXI

OGGEITO: Sfntllamen(o risorse in zone d' interesse ital iano. Al C01v1A>ID0 I CORPO D ' ARMATA Al COi'vL,i.NDO XXII CORPO D 'J\RM1\TJ\ Al COìv.!Al\1DO iVllLITARE lVIA RITIHvlO A l COlv.!ANDO DIVISIONE PUSTERIA

All'INTENDENZA 4" ARìV.!ATA Alla D. E. C. S. A.

P. M. 43 P. !VI. 78

TOLONE P. !VI. 206 P.M. l NJ7.7.A

1) - Non esiste dubbio che lo sfnlltamento delle possibilità esistenti in len·itorio fnmcese ad es t della li nea

tattica di contallO con i tedeschi, spetta unicamente alla parte italiana. In tale re1Tilorio non sono ammesse pertanto requisizioni da parte dei Comandi germanici. 2) - Non esiste dubbio che nella 7.ona ancora souoposta a controllo iumistiziale italiano ad occidente della

linea 1a1tica iuJZideua (grosso modo il triangolo A vignoue - Bocche del rodano - baia cli La Ciotat) spetta alla parte italiana il possesso cli tutti i materiali già appartenenti alle fone nnnale fnmcesi. 3) - Per quanto invece ha tratto allo sfruwunenlo di quest 'ullima zona ai fini della requisizione dei materiali non cli appiu·tencnza alle foo.e annate francesi, l'Ob.West , inleressalo da questo comando, ha cleferilO alle Commissioni d'Armistizio la chiarifica1ione della cosa. In allesa della decisione , l'Ob. West - come appare chllla le1tera allegata - ha proibito cli effettuare nella 1.ona s tessa qualsiasi requisizione,

d'ordine Il., GENERALE

CAPO DI S .M.

f,to A. Trabucchi

c. e. DI STATO tvlA GGJORE - Col. s. S .M. L. l'vlalavasi p.

Il., SOTTOCAPO

706


D 10 Vlll Docume11to lralto dai Diari storici della 4"Arm.ata. AUSSME DS 4 A 1218 - 52 L'aflegato I al documelllo ti1a10 nel testo è ripor1a10 a parte; il 2 ed il 6 11011 sono stati r eperì/i . (Rielaborazione).

C O M /\ N D O 4" A R ìv( A T A Sta to Maggiore - L;fficio Operazioni N . 2644,A.V. di prot.

P Jv(. l, lì 7 aprile 1943 -XXI

OGGETTO: I .inca di demarcazione tra fort:e italiane e germaniche nel te1Titorio francese. TORINO

Alla C.I./\.F. - Sollocomnùssionc Armamenti e, per conoscenza: Allo STATO J\l!J\(',GJO RE R. E SERCITO

Riferimento foglio n. 15,l_j . I. F. in data 4 con:entc mese.

È bene chiarire in modo inequivocabile la questione dello sfrnllamento delle risorse fnmcesi in zona di interesse italiano in Francia metropoli tana. 1°).

Questo comando con foglio 2103,J\ .V . del IO mano u.s . (ali. I) ha riassunto e precisato quanto può essere materia di discussione e qwmto deve ritenersi ormai cosa definita . E precisamente riferendosi a dello foglio 2103: comma I e 2 . è materia che non deve essere pit• discussa . li comando Oh.West è pe1fct1amcnte d'accordo con il comando delr Annata nel li conoscere l 'eschtsività del diriuo italiano; comma n. 3 è materia che può essere oggetto di d iscussione come è precisalo nel foglio Ob. West in data 7 mano e.a. (ali. 2).

2°).

Si !ratta in soslail.Zll : di impoITe alla Parie tedesca il 1ispctto degli acconli già presi per lo sfruuamento della zona ad est della linea tallica trn le truppe italiane e le 1nippe tedesche. Sarebbe sufficiente 011encrc qu,mlo richiesto da questo comando nel 1elesc1i110 allegato 6. acco1darsi per lo sfrnttamcnlo della zona ad oriente del Rodano occupata dalle truppe . tedesche (triangolo Avignone - Bocche del Rod,mo - La Cio tat) per qnanto rigmmta la requisizione di mlllcriali e di impianti !JQ!Lappartenenti alle FF. AA. francesi. d'ordine

IL GEJ\:ERALE CJ\PO DI S .. ìvL f110 A . Trabucclù

p. c. c. IL S0Tl0CAP0 DI STATO ~{AGGIORE - Col. s. S.M. L. i'vfalavasi -

707


D 11 \llll Documento lrauo da AUSSME .fondo D -7 carteggio ClAF, Raccolta 44, allegalo 2 al promemoria n. 2 slilato in previsione del convegno di Mo1/(/CO (argomento 7b) . Si Ira/la della rispos1a tedesca alla proposta ilaliana di i stituire nuove regole per il con/ro llo delle i ndustrie bellir he: proposla che probabilmente nascondeva l' inlenzione di procedere per le spicce nei confronti dei francesi. (Rielaborazione).

T R AD U ZION E

Commissione Tedesca di Armistizio Rcfcrat Riisrnng Nr.106A3

Wiesbaden 25.2.1943

Alla Delegaz..ione Italiana di Collcgarnenlo Presso la C.T.A. Signor Genera le Per r o ne \Viesbaden Riferimento: voslra nora nr. 213,E ciel 20 febbraio 1943. Oggeuo: cont rollo ed utilizzazione delle induslrie belliche fomcesi . L'utili2.7It7.ione per scopi tedeschi delle induslrie siruale nel tenitorio non occupalo è slala finora ostacolata dal fallo che, tulle le tratlati ve al ri guardo dovevano essere avviate esclusivamente auraverso gli organi ,umistiziali di Vich y. Dopo la linea di demaroiz..ione è stata soppressa cd il segretario di stato B i c h e I o n n e si è, cltu-ante i colloqui avuti nello scorso dicembre al FUh.rerhauptquartier, dichiarato disposto di mellere a disposiz..ione delle necessità della gucn-a europea le industrie belliche del tell'itorio finora non occupato.la trnuazione delle pratiche atlraverso Vichy viene eliminata e gli organi ledeschi degli ,umamenti cli Parigi tranano dirctlamenle con i relativi organi e gli stabili ment i indus11-iiili fomcesi. Gli organi tedeschi esistenti a Parigi sono: i ) - Riisrnngsstab r:ran.kreich (Dirc7Jonc degl i annamen ti in francia) ; 2) - Weluwirtschaftsstab West (Dirc7.ione dell'industria bellica dell 'Ovcst), 3) - Diensts tellc Paris des I-Ieereswaffenamtes (sezione di Parig i dell'ufficio armamenti). L'organo esecutivo di tali uffici nel territorio cli nuova occupazione è l'lspcllorato di Controllo per g li Anmunenti che finora dipendeva dal la C.T.!\. Per motivi di convenienza l'Ispettorato di Conlrollo per gli Armamenti non è souoposto al Riistungsstab f.ran.k:reich ma al Wchrwirtsschartssrab r:rank:reich, poiché questo dipende a sua volta dal Weluwirtschaftsamt (ufficio economia bellic;i) clell'O.K .W., il quale tratra d.irew1mente le questioni armistiziali nel cam po degli armamenti. Il conlrollo delle circa 1.000 fabbriche fi no ad oggi eia noi sorvegliate, V~ffà eseguilo anclte i f uluro, secondo le direuive finora date, da11'Ispe11ora to di Controllo per gli Armamenti. Nuove disposizioni non sono state emanate dall '8 novembre u.s. Essendo le fabbriche francesi impiegate ora in misura maggiore per conto dei tedeschi, il con trollo di delle fabbriche si trasforma in un manc:lalo esecutivo cli sorveglianza, cioè gli orga1ù dipendenti dall'Ispettorato cli Con t1·oll o per gli Armamenti devono aver ctun che le commesse vengano svolte rcgolrurnente. Ess i devono fiu· si che i lavori non subiscano inte11111Jo11i in seguito a mancanza d i mano d'opera, energia, materiali, materie primc,ccc. C iò rappresenta il migl ior controllo, poiché porta gli orga1ù inc,u·icati a conosccn111 di ruu i i segreti di fabbrica . Le fabbriche non impiegate per conto elci tedeschi vengono ulteriormente colllrollate. Per quanto rigumtla l'esposto allegato a ll a nota di cui al riferimento, si suppone lraUarsi di umi disposiz..ione cli servizio riguardan te scopi intenù italim1i. Particolrurncntc s i traua di liassumere - in parte in modo più deuagliato - dispos izioni già emanale. A tale riguardo 11011 vi è nulla in contrario.

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Prcoccup.mlc appare solamente raccenno conlcaulo alle cifre 7) e 14) rigumdanle il ricorso alla forza, la qunle è da impi egare solamente i11 caso di necessità assoluta. :;e ilii qualcbc parte dovesse venire opposw resistenza, la cause sono 1b, riccrc.u·e nell ' ordine di una autorità cenlmlc opptm: nell'insubordina7.ione di un organo dipcntlenlc. 1'el primo caso la rcsis tcn1À1 deve essere eliminala 111cdiaole una pressione sull'autorità. nel secondo caso de,·c essere richiesto pure all'organo centrale il richiamo dei col1,c,·oli. Con la cifra 12) è stara richies ta per ogni decade una segnalazione del consumo di rnmcrie prime; <!ella scg11ala1..io11e 11011 appare per il tenitori o di compelcnz.1 tedesca eseguibile poiché si trallerebbc di un totale di 3000 comun icazioni al mese, per la cui elabornz.ionc manca il personale. J...;1 wrclla collabo1~v.ione degli organi di controllo per gli ,u,11ame11li ita liani e tedeschi avrà luogo tramite gli ufTici di collocamento tedeschi di A\'igoone c Grcnoblc. Pratiche che 11011 possono venir clabornlc in tal modo, ,·c1-r;uiuo 1ra11ate, come finorn, dalle due Commissioni di Armistizio. Per la Commissione Tedesca di A.m1isti1.io Il Capo di Stato ~laggiorc d'ordine . f', to: Qu.GTS

709


D 12 Vflf

Documento trat10 da/fondo AUSSME D-7 Cartella 56 -2D. (Rielabora:ione). SO'JTOCOìVIN.ITSSlO[\ffòA RMAME NTl 1° UFFICIO U . I. F. N . 6 16 lJif,

30 Giugno 1943, XXI

Oggeuo: Utilizzazione indusrric francesi .Ali 'Eccellenza Il Presidente della C.l.A.F. TORIN O

Si fa rirerimenlo al foglio 57127,A in data <:xliema con allegata copia di lcuera n. 8545 in data 22 c.m . del _Ministero Scambi e Valute, nonché alla richiesta verbale di prcdispoJTe un promemoria relativo allo slalo della ques1ione dell 'utilin1izione delle incluslri e fomcesi e de)Je comunicazioni ra ue alla D .F. circa l'in reuclirnenlo italiano di procedere alla uri(i:cmzionc delle induslrie francesi nel quadro dell'esercizio dei clirilli della polell7ll OCCll))iUlle. I) - i\l foglio rclalivo alla comunicazione del l'vlinislero Scambi e Valute è slato dato ri sccm tTO col foglio n. 620,lJIT- , in data odierna. 2) - Il promemoria richiesto viene unilo alla presente e si ritiene opporluno cogli ere lale occasione per esprimere le considerazioni che seguono. Tali conside111zio1ù senza cufenùsmi mirano a precisruVi, Eccellenza, i veri lermini della <Juestionc: A) È mancata finon1 qualsiasi direui va da parie del Comando Supremo nella fase conclusiva dei rapporti con la Francia e con la Germania derivant i dalle didùarazioni fatte alla D.F. con le noie 54500 del 17 aprile u.s. e 55735 del 21 maggio u.s. e da quanto è emerso nel Convegno cli Parigi del 18,21 magg io u.s. -. D) Non è s1a10 ancora precisai.O dal .'vlinistcro 1\Jimi Esteri se, in conlrappos10 con quanto sos1iene il lVlinistero della Produzione Bellica, sia gius tificata o meno la pretesa germanica cli inscrirte lulle le materie prime francesi disponibili, nel paiJ.10 genemlc europeo; negru1clo in conseguenza J'a t1Iibu1Jonc all'I1alia cli una quo1a pm·1e cli esse, in aumento dei cn,11ingenli s tabiliti con gli accon1i irnlo -lcdcschi. C) Neppure è srn10 s labilito dal .Miiùstero Affari Esteri se i rapporti ilalo-francesi per la queslione in oggcno debb,u10 ispirnrsi al tema della collaboraz.ione, che sembra cleri vi dall'tù limo convegno Hiltrer - Bastianini - Lavai a Rerchlesgaden , ovvero al lcma dell 'esercizio elci diriui della Po1enw occuprulle, di ciui ,ùla dichiarazione Avama ciel 16 gennaio u.s . e cli cui la Vos11·a nota alla D.l:. del 21 maggio u.s. coslitu.iva una logica es tensione. L ' imbru·azzo nel quale scmhm oggi trovarsi il j\,finistero Affari Es teri , si deve supporre che derivi o dal non aver lenulo conto a Berchtcsaden che esisteva un problema italiano della utilizw zione delle industri f11U1ccsi, oppure che l'approvazione data <fal Minis1cro AJfari Eslcri alla 1101a del 21 maggio u.s. alla D.F. non fu consona alle risullan7.c ciel convegno cli Rerctuesgaclcn. D) Che pc,duri il clisoricn1ameuto deg li en ti cenlrali sulle questioni , 'Ira loro connesse e in prutc i.lllerdipenclenti , della utilizzazione delle incluslrie frmICesi, della confisca elci m111eriali bloccati e degli acquisii in Frm1cia è ampimnenle dimostrato dal fatto che il problema della utilizzazione delle industrie è pmlicamentc rcrmo. Sulla confi sca, il lvJinistcro Scambi e Valu1e e1Toneainc1llc ritiene che essa si identificlù con gli acquisii. Sugli acquis ii, infine , non è ancom intervenula alcuna pratica anuazione né si è deciso se accogliere , o meno, la nota proposta cli acquistai·c con la Genn,rnia in eouto co1mmc nella wna cli Marsiglia. Tali appaiono, in ruodo inequivocabile le deficienze e le lacune elci vari Enli in1ercssa1i, le quali comporlano serie responsabilità, che si lenla ora cli far convergere sulla CIAF. p. il Tcn. Gen. Presidenle della Souoconunissionc Anmunenli Il Generale di Brigata. Alberlo Pometti

7 10


D 13 Vili Documento tralto dal.fondo AUSSME D-7 Cartella 56 -2D. (Rielabora-;,ione).

so-nosEGRETARIATODI STATO

PER LE FABBRICAZIONI rn GUERRA Segreteria Roma, 15. l 1.1942. XXI

N. 1708J...S . P. di proc.

OGGETTO : Acquisto materie prime in Francia . Al Colonnello Al berto ROSSI Rappresentante del Fabbriguerra presso la CIA F TORI1'0

Le vicende degli ultinù giorni, e la mutata situazione in tenitorio francese si 1iticnc possa no porre sul tappeto problcnù di nuovo ordine in meri to alle attività che interessano questo Sottosegretaria[(). E ciò, oltre che per le materie prime cli possibile acquisizione per l 'industria bellica ilaliana di cui si è sempre direttamente interessata codesta Rappresentanza, anche per le stesse industrie francesi la cui attività interessi le fabbricazioni di guerra. Sarebbe perciò opport.uno che codesta Rappresentanza si interessasse presso la Sottocomnùssioni Armame nti allo scopo cli studi are quali possibilitù esistano e qua li siano le eventuali determinazioni da adottare al riguardo, dandone com unicazione a questo Sottosegretariato.

d'ordine IL CAPO DELLA SEGRETERIA Dr, Franco Liguori

7 11


DJJX Docu111e11to tratto dai Diari storici del Comando 4AArmata, AUSSME DS 4A 1127 - 35. (Rie/abora-:,io11e). C O lvi A './ D O 4" i\ R .\.1 A T A Ufficio Politi co N. 452, P . I di prot.

P.M. I, lì 28 gennaio 1943 - XXI

OGGETTO: Direllive per la salvaguardia delle FF.AJ\ . i tafone e per la tutela del rispello al prestigio ita liano. Allegati n . l AL COMANDO DEI. I CORPO D'ARlVIATA AL COJVJANDO DEI.XV CORPO lYAR.'vLA.TA AL COlVù-\1'1)0 DEI, XXll CORPO D'ARlvlATA AL CO/vLA.NDO M. MAR.LTnìVJO l'./ FRA1'CIA AL COlvlANDO DTVISlONE ALPINA PUSTERIA e, per conoscen:t..a: ALL'INTENDENZA D'ARlvL-'\TA ALLA DEC.S.A.

PM43 PM 15 P:'vl 78 TOLONE PìvJ 20<i

P]VI J.A '.'JT 7. ZA

La s it11a1.ione in coruinua evoluzione 1ichicdc alcune precisazioni. Fino al giorno 27 novembre - data dell'occupa:t..ione di Tolone e del disruT110 dell 'esercito di transiz.ionc francese - il nostro contegno era rispetto alle autorità francesi era regolato dall' indirizzo stabilito dal Comando Supremo (f.<mog1111llma 8344,0p. del 14. 11) di promuovere la collaboraz.ione fmncese a difesa di un interesse comune. Di qui l'obbligo in al lora sancito del rispetto alla sovrru1ità fnu1cese e i.I divieto di qualsias i alto che potesse giustific;u·e il risentimento delle auto1itì1 locali. Dopo le operazioni del 27, non si pllll logicamente fru·e alcun con to su un 'opera di collaboraz.ionc. Occorre cli conseguenza che, nei rìgmudi delle au torità francesi il couleguo delle autorità militari italiane s ia regolato sulle seguenti direttive: tutela assoluta con qualsias i meao dell'integrità fisica e spirituale delle Forze Annate italiane; imposizione inflessibil e del rispe110 da parte di tutti al presti gio i taliano. Pertanto, f'cnna resrando quella serietà e compostcz.1.a di vita che ho tassativamente prescrillo (rispello della proprietà pri vata, della religione, delle clow1c, delle cosruman:t..e locali, in modo che la comunità u debba sco11tru·e l 'ru·bitrio del singolo) dispongo: in casi di attentato all\ncolumit~ delle nostre 1rnppe si dovrì1 fare il possibile per camu-;u·e i colpevoli. In caso di resis1cm.a si faccia inesorabilmente uso delle mTll i. Oli allentatori siano immediatamente deferiti al Tribunale di guem1 dcli' Annata . O ve non sia possibile cattunu·e i colpevoli, siano adollate , a seconda della gravi tà dell 'attentato, le sa117joni collettive specificate in allegato alla presen1e. Spella al criterio del Comandim1e che le determina lo s tabilire quale o quaJj di esse siano proporzionate all'offesa ricevuta, tenuto conto delle condi.z ioni alllbientali, del modo in cui i falli si sono svolti, del loro 1iperersi , e infine dell'enìcacia che 1c sam.ionì' potn1uno avere; I .'apptica:t..ione delle sanzioni dovrà effettuarsi mediante richiesta di apposi la ordiJiaiw1 alle autorità politiche e ammiuis tnttive locali. Soltanto in caso cli rifiuto o di resistenza di adoltare le misure richieste, l'amori tà m ili.tare italiana si sostintirà a quel la francese provvedendovi a mez.z.o ordinmne; Le sanzioni collellive sono un',UTna delicata di cui l'abuso è assa.i pericoloso. La sensibilità dei comandan ti mi garantisce il risultato che intendo olleoere.

IL GENERALE CO.\•J.ANDANTE F io M. Vercellino

p.

c.

c.

IL SOTTOCAPO DI STATO iv(;\GGlORE (Col. s. S . M. T.. Malav11si)

712


AJlcga10 alla lc11era 452, P. l

Specie delle sanzioni 1)- 'foenno di inclivicltti sospell i o ri1em11i tali da palcr forni.re

informazioni sttll 'accaclulo 2)· Restrizione sttlla circolazione dei privati - nei centri abitali - per un determina to numero di giorni. Es. : di vieto uso aulomc-o..i o biciclelle. 3)- Res tri z.iou i come sopra, aggra vate con la prescrizione che anche la circola7.ionc a carattere limita lo puè> effcmtarsi soltan to in dctcnninale ore della giornata. E s. : dall 'alba al tramonto (coprifuoco). 4)- Res triz.ione agli onui dei locali d i pttbblico ritro vo (caflè , cinenur , lealri ecc.) 5)- Chittsttra 1en1pornnea dc locali s tessi per un detenninalo numero di g iorni. G)- Come sopra a 1empo indeterminato , fino ,1n uovo ordine. 7)- Imposi1Joni di am mende all e municipali tà. 8)- Sospensione emissioni radiofoniche e sospensione s tampa periodica. 9)- Deportazione ed in1emau1en to delle autorità ci vili.

Comandante investilo della facollìt di Note appli ca7.ionc Cournndancc di scltore reggimenlale Cotnanwmlc di scltort~ reggimentale

Comanc~mte d i d ivis io ne Sen7,a

facol1ì1 di

Comandante d i di visione

delega

Comancku1le di div.i sione Comandante di divis ione Comanc1-ulle di C.A. Comanc1-ultc cli A rmala Comandante di Armala

7 13


D2 IX Documento che riporta gli ordini dello SMRE al comando della 4" Armata sulla organi-;:a:io11e civile dei territori francesi di recelmte occupa:ione. STATO MAGGIOR E R. ES ERCITO UFFICIO OPERAZI 01'! I - SE7.. J"

'-1°19391 cli prot.

P.M. 9, 11 novembre 1942 - XXl

OGGETIO: Organi:i.wzione civile dei te1Titmi francesi eia occupm·e . AL C0lv1i\ND0 SL:PRE\t!O

-~ -

Con rif'ctimenlo al foglio 11091 del 13 dicembre 1941 cotesto Comando Supremo e ai fogli 13810 del 21 sctlemhre 1941 e 19337 elci 30 novembre 1941 cli questo S .lvf. rappresento qumuo segue in merito alla evel)(uale applica1Jone dello studio in oggetto.

I0 ) Le condizioni poste a hase del nostro auualc intervento dovrebbero rientrare nel caso c) considerato nella ''Premessa" al progello (pacifica occupa7.ione e "modus vivendi" fra le poleme dell'asse cd il governo francese) cpper1ao.10 le autori tà francesi dei territori occupati res terebbero al loro posto collaborando con noi. 2°) - Tunavia, 11ell'even1uali t?1 che nostro intervento incontri resistcn7.a am1a1a governo francese - pur tenendo presen te che:

volente o nolente il

le essenzial i predisposizioni sono state claho1111e; Comandi 4"· Annata e VTJ C.J\. sono al corrente cli quanto finora deciso e sanno cbe, in ogni caso, pi1~sandosi a!l'altuaz.ionc dMrarmo essere applicale la legge di guerra e il regolamento del servizio in gue1rn fino a qmu1do non subentrerà l'organizzazione civile, potrebbe del incm·s i la necessità di suben trare totalmente 11lle autorità frm1ccsi e qnindi l'opportunità di precism-c, rin d'ora, le questioni da definire e da 1iso I vere per la prat ica applicazione del progelto stesso.

J\/el n1ppresentm·e quanto sopra resto in allesa delle decision i di cotesto Comando Supremo.

TI. CAPO Dl STATO MAGGIORE

7 14


D3 IX Documento !ratio dai Diari storici dello SMRE. A USSME DS SMJU!, 21 J9(R) - 11. (Rielabora:ione) CO .M A N DO 4" A R M A T A Stato ìVlaggiore - Ufficio InJonm1zio11i P ,;v[. l, lì 27 novembre 1942 - XXI

N . '.l421 'T' di pro!. OGGETTO: Repressione sabotaggio e propaganda disfalli sta .ALCOl'vL\~TDO DEL I CO RPO D'ARMATA ALC01v1A NDO DELXV CORPO D'ARMATA AL CO!VI.J.\ì\:J)() DEL CORPO D'ARMATA (rifcr, to f.106, 104 del 2G, lJ,U.S.) ALLTNT8'1DE.t~ZA J)'ARìVIATA AL COl'vL\:-IDO CC. RR. e, per conoscenza: ALLO STATO MAGGIORE R. ESERCITO - Ufficio Open17joni - I ALLO STATO MAGGIORE R. ESERCITO

PM4'.l

PM 15

xxn

P:VI 78

PM l PMI

-S.I .E. -

Pì'vl 9 PM 9

Co111e è giii s tato illustrato, pur non dovendosi fino ad ora lamentare incidenti di violenza, siu·ebbe pericoloso inteqirctare la attuale passiva tranquillità francese come consenso alla collaborazione nella difesa contro aggressioni anglosassoni. V,u-i sinto111i dimostrano che buona pm·te della popolazione fnu1cese, inquinata dalla propagantb1 comunista - degollisra, accennia la tendenza ostile verso le potenze occupanti. Poiché, al disopra di ogiù altra considerazione, occo1Te ganwtire la sicurezza delle nostre truppe, nmi i comandi dovranno intervenire con la massima energia e prontew1 in caso cli attentali o ali di ri bell ione. Pertanto, indipendentemente dalla nazionalità, si dovrà procedere all'am:sto degli individui colti iu fragrante rato di: propaganda disfallista ed incita.mento alla dise1zione verso militari italiani; sabotaggio alle vie ed ai mc1.1.i di trasmissione; sabotaggio contro materiali, opere ed impianti delle truppe italiluie e gennaniche; trah1ga111erllo ccl incetta di amù e di materiali.

Si fa riserva di comu1ùc.are la competenZil a giudicm·e per tali reati .

IL GENERALE COMANDA1'TE F, to ì'vl. Vercelli•,o

p.

c.

c.

IL G E1'TIRAI .E CAPO DI STATO NLAGGIORE (A. Trabucchi)

7 15


D4IX Doc11111e11to trclllo dai Diari storici del comando 4AArmata. A USSM.t,' DS 4A 1099 - 52 . (Rielabora : ione) .

C O \ti A N D O 4'' A R M A T A S tato lvlaggiore - Ufficio Operazioni N. 3657 , "I" di pro1.

P.ìvl. 1, ll 4 dicembre 1942 - XXI

OGGEITO : Sicnrezm delle truppe di occupazione .i\LCOìvUNDO OELI CORPO D'ARMATA AL COlvJANDO DRL xv CORPO D' AR.tvJJ\TA Al . CON1Al\1DO DEI. XXII CORPO D' ARì'v1ATA ALL'INl3TEJ\1DENZA

P ..\!I. 4] P ..\!I. 15

P.M. 78 P.ìvf. l

e, per conoscenza :

AL C:Olv.lAì'..l])O ARTIGLIERIA AL CO~'.L'\NDO GE>!IO AL CO.\!IANDO CC,RR.

SEDE SEDE

Non è da escluder-e che da clementi cornunisti o gollisti dc.I tenitorio francese occupato possano essere commessi allentati contro le nostre truppe. -

In tal caso i comandi in indi.rizzo - indipcnclcntc111en1e dalla gravità degli effetti - dovranno procede inunediatamentc alla cattura cli ostaggi locali, scegliendo questi nelle seguenti categorie: personalità più in vis ta per situazione sodale e per censo; elementi più indiziati di svolger-e attività mllitaliana, sia per scopi patriollici, sia per avversità ideologica. A tal fine i comandi dipendenti provvedano ,ùla compilazione di elenchi. richiedendo per l'individtmlione degli elementi della sccnud11 categoria l'ausilio delle nostre Delegazioni Assistenza c Rimpatrio, pi-esso le quali già si appoggiano. sotto copertura, nostri clementi di in vestigazione politica. Per un ifon:n.ità di indirizzo saranno cauurnti : 3 ostaggi nel caso in cui l'atteuiato, portato a compimento, non ahhi a avuto effeui dannosi alle cose cd alle persona militari; 5 ostaggi nel caso abbia avuto effetti dannosi per le cose militari; 10 os taggi per ogni nostro militare ferito; ' 20 osrnggi per ogni nostro militiu·e rimasto vi ttima dell'attentato, il doppio trattandosi di ufficiali. I provvedimenti a carico degli os taggi saranno ordinati dal comando di Armata. TL GEJ\tRALE C0\,1J\J\1])A1'-trE r-:10 .\Ilario Vcrcellino

p. c. c. IL SO"ffOCAPO DI STATO 1vJAGGI0RE (Col. s. S . .vf. L. ìVlalavasi)

7 16


D5IX Docurne11to trmto dai Diari storici del comando 4"Amwta. AUSSMJ:: DS 4A / 099 - 39. (Rielabora:ione) .

DAL C O lv! A N D O 4" A R lvi A T A ALLO S M.R.E. - Ufficio operazioni I -

N. 3225 . "I" All Prefello Alpi Marittime d'ordine proprio governo ha rappresentalo protesta scritta a comando XV Corpo d' Armata per anesti e perquisizioni erfeuuate da personale controspionaggio et polizia politica italiana su cittadini di diversi stati alt. Nella protesta est affermato che sovrani tà governo francese non può ricevere alcuna diminuzione alL Chiede che .la protesta sia inviata al governo italiano et prega impartire ordi ni perché cessi qualsiasi operazione di polizia nel dipartimento ah Data la situazione ho disposto perché sia i mm.e diatamentc sospesa attività del genere alt Est necessario impartire istruzioni at persone controspionaggio cl polizia politica alt Generale Vercel.lino

p.

c.

c.

IL SOTTOCAPO DI STATO Y.CAGGIORE (Co l. s. S . iVf. L. Malavasi)

717


D6/X

D0cu111en1o trailo dai Diari storici del comando 4AArmata. AUSSME DS 4A 1127 - 32. (Rielabora::.io11e) . C0 i\l{AND0 4"A R MA TA

P .M . I. lì 26 gennaio 1943 -

XXI

lv/iei Ufficiali, nelle ispe: io11i 11011 ho mai tralasciato d 'interrogare 111ohi soldati per se111ire bisogni e aspira: io11i. Una voha rii pilÌ si è radicow in me lo co11vin: io11e che il so fda10 i/(//ia110 - sobrio , generoso, pa: ie111e della JiJtica - è pro1110 a tulio dare ove abbia .fiducia nei co11u111dami,di cui sen1a la scien:a pari alfa coscien:a. Ma occorre che 1a!e fiduc ia sia piena : oneswmem e guadagnala, 011es1amem e conserva/a. Ora io Vi chiedo di g11ardarVi bene al!omo e accertar Vi se in più d i 1111 reparto 11011 sia per avventura in corso 1111 processo di rilassamento, causa/ola 1111 1101evole dis1acco spirituale tra 11JJ'iciali e lrnppa . Se .raprete, oltre che g11ardare. Federe, Voi rileverete che il mo1ivo domi110111e nelle lame111e!e del 11os1ro so!da10 11011 s ta nei sacrifici e 111tlle rinunce i11ere111i a!/a vi10 militare , 11/l/ .ria do 1111a parie 11e!!'omora conslllta:ione dello scarso intere.rse che rufjkia!e pona ge11emlme111e alfe 11ere.uità continue ed assi!/a111i del so!da10 . e rlal!'oltra nella pers11asio11e che esis tano due pesi e due 111is11re nel trallamento fallo agli ufficiali ri.1pello a q11el!o fa llo alla lruppa . Quando le distribu: io11i di vino sono a!ealorie o deficienti, urta il so!da!o veder passare il f 11rgonci110 per la 111e11sa ufficiali greve di fiaschi o d i bollig lie. Quando manca la distrilm:ione del ///bacco e lo spaccio 11e è privo, urta il soldato vedere !'11fficiale che acr·e11de una dopo /'a l!ra le s igarelfe . Q11a11do rag ioni operalive, o co111111u111e di traffico jàroviario, impongono limi1a: io11i nelle !ice11:e, irri1a il soldato vedere !'11fficiole inviato in lice11:a perché "l'uso di pochi posi i 11e!!e velli/re di I . classe 11011 i111ralcia il servi: io" . Quando si foglie al soldato r11da110, ol!ontanaio dag li affe11i famig liari, fa possibililà di rivedere con frequen :a i suoi . irrila veder giovani 11fli<:ia!i osteutare la co11q11is1a di donne venali . Avvicinarsi ol so ldato 11011 .rig11ifica J'ami!iari::a: io11e no<·iva , ma comprensione del s110 spiri/O e 01te11:io11e assidua e amorosa a i s 11oi bisogni. Q11a11do Voi avrete assicurato a i vos lri dipendenti t11llo ciò che loro va dato - !'acca111011ame11to decem e, il rancio curato, fa di.l'lrilm:io11e regolare de!!a posla . fa tempestiva corresponsione de.gli assegni, le gi11ste ri1111ova: ioni del corredo . il ri~petto ai 111mi di .rervi:io e di lice11:a - quando Voi avrele m os1ra10 al so!da 10 che vole /e e sapele ai111arlo, dirigerlo, co11sig!iar!o nei lavori e 11e!!'addestra111e11to. il so !da10 11011 s i dorrà se Voi cercherele 1111a si.1·te111a;.io11e pilÌ co11fv r1evole del!a sua e p iù co11.1·011a alle Vostre abi11u/i11i ed esige11:e; né crilicherà quei !e<.:iti svaghi che, rasserenando l'animo, meglio preparano ad a[(ron,rll'e il rischio f11111m . Ma quando, per qualsiasi motivo, il so/da/o assoggella to a d isagi. ri11u11ce e sacrifici. spella a Voi di111ostmre di saper acce/lare, per allo di volontà e 11011 per costri:ione .11110 i!l11111i11ata e <·011sapevole r·ompartecipa:io11e agli stessi d isagi, alfe s 1esse rinunce ed a.gli s 1essi .rnNijid. È questa q11e!!a 111orale militare che 11011 s'insegno per precello .o ore fisse, )na eh.e. s i vive 11111i i giorni e che tulli i g iorni l'11fficiale deve diffondere a uomo a sé,se 11011 vuol venir meno al suo dovere verso la Palria . Così , e .rn!tanto così, Voi sareie degni di comandare e ro11correrete o 11w111e11ere il mimbile organismo dell 'J::sercito sempre saldo nella s ua s1mll11ra . sempre fede le alfe s11e idealità , sempre pro1110 a!/a prova.

IL GENERALE CO'vf!\NDAYI'E (Mario Vercellino)

718


D7IX Documento trailo da l diario storico del comando 4"Armata. . AUSSlvfE DS 4A 1127 - 52. (Rielaborazione) . C:Olv1 AND0 4"ARMATA Ufficio l'olit. N. 940,P di prot.

P.tvl. 1, lì 20 febbra io 1943 - XXI

OGGETTO: Relazione riassuntiva sulla attività dell' Liffi cio Politico, dal 1°al 15 febhraio 1943 XXI ALL' UFFICIO OPERAZIO NI SEZIONE AFFARI CIVILI:

Dal complesso dell 'attività spiegata dalla sezione emergono i seguenti punti della situazione giuridico - amministrativa dei territori francesi di nuova occupazione.Precisato <.:he in presenza delle nostre truppe ha per titolo una vera e propria occu pazione (telescri tto S uperesercito n. 932 del 16 gen naio u. se.), la s ituazione ha conservato un carattere di parti<.:olare delicatezza, in quanto si e' ritenuto di estendere ai nuovi territo ri non integrai mente le Istruzio ni del 3 dice mbre I 941, ma con deroghe cons igliale da rag ioni di opportun.it.à e convenienza politica. Pri ncipal mente no n si è avuta assu nzione dei poteri e servizi pubblici e non si è avuta sostituzione dell' A utorilà militare alle Auto rità politiche ed a mmirùstrative francesi. Per conseguenza l' Autorità militare italiana ha adottato il principio di regolare i propri rapporti co n gli abitanti del te rritorio occupato trami te gli stessi organi governativ i francesi, richiedendo a questi l'ema nazio ne dei provvedi menti di inte resse dell'Armata. I n questa situazione caratterizzata dalla man<.:anza di precise e si<.:ure nor me cui riferirsi per regolare i rapporti tra oc<.: upanti e occupati, la Sezione sta gradualmente svolgendo il suo compito di preparazione di queste norme nello specifico campo di sua competenza. Una delle prime esigenze prese in considerazione, e' quella del rispetto della vila privata ciel paese occupato . .i\'e conseguì ! 'esame di particolari problern..i giuridici, in prima linea quello dei da nni arrecati alle persone nonché alle proprietà pubblica e privata francese (circolazione stradale, danni di guerra, cl<.:.). Dopo una complessa preparaz io ne, svoltasi. in parte a Roma in d iretti <.:ontat.t.i con o rgani <.:onsult.ivi pel diritto di g uerra e al lv1inistero, il suddetto problema e' ormai risoluto nel senso del pagamento di una adeguata indennità ai danneggiati, rimesso alla dis<.:rezionalit.à del Comandante del l'Armata (foglio n. 1465,E., Direzione 2A A.C. - Sez . I, del 9 febbraio 1943 - V. ns. precedente, foglio 84, A.v. del 7 gennaio I 943) . Devono segnalarsi favorevoli riperc ussioni di opinione pubblica soprattutto dopo qualche pagamento effettuato in alcuni gravi episodi di danni di persone.. Altra situazione in corso di definizione, è quella sorta dalla necessitì1 dell',.<.\rmata di pro<.:edere a requisizioni li ns. foglio 492, P.i del 28 gennaio 1943 , stabilisce che i beni di proprietà privata possono essere requisiti solo dietro pagamento di una indennità (provvedime nto approvato con foglio 29 622 6 del 12 febbra io 1943, dello SJvLR. E. - L:ff Serv I). Il provvedime nto definitivo è in elaborazione presso il :vJinistero, che ha <.:om unicato v. b. la sua approvazione.Nulla da segnalare per le alt.re Sezio ni.

Il CAPO 1ffFIC I0 POLITIC:O F.to Ten. Col. M. Lessona

7 19


D81X

Do('/Jmelllo ,raffo dai Diari .1·1orici del to111a11do 4"Armata. AUSSME DS 4A 1218 - 29. Segreto STATO /\IAGGIORE R. ESERCITO Ufficio O perazioni [ - Sezione 111 P.~1. 9. lì 2.3 mano 1943 - XXI

>f. 4957 di prot.

OGGE ITQ : Rappo rti con la Francia - D irc llive di ruass ima, AL CO'.\IA r1X) DELLA 41'AR.i\1ATA AL CO'.'vi~ì':00 DELLA S"ARMATA e, per conoscenza AL CO\·IJ\J'\.100 GRl -PPO AR '.\IATE SCD

Comunico per nonna Comando Supremo.

d;1

POSTA :\fiLlTARF.

l

POSTA MTJ.,l'[:\RR 119

POSTA :\llUT,\ RE 23

seguire nei rapporti con le Autorità francesi le seguent i direttive del

" " Il particolare caratlere della nostra occupai.i one nel tel1'itorio metropolitano ccl insulare fr.u1cesc impone cli scguin: le seguen ti direlli\'e che completano quelle man mano imp;u·titc si nora:

1°).

Sal\'aguard-u'C nella forma la sornuù là francese ed il prestigio del go,·cmo legale; quindi per quanto poss ihile : evitare i1Ui cli imperio e tendere 11d ottenere 111 soluzione dei vari prohlcmi attraverso le Autorilil centrali e periferiche l'mnc.-csi; devol\'crc :1gli o rgani esecutivi francesi l'applica1,ione delle nonne preventivamente concordate eon le Autorità f'raneesi cos titui.te; adol!,u·e ruui quegli aecorgi.meuli che, seuza ledere i nos1ri in teressi, possano dare agli organi francesi, di fronte all'opinione pubblica, veslc di au1orità e <ti i11dipc1xlenm nell'escrei2io delle loro attribuzioni. Ri mane nat11ra lmcnle hcn fenuo che questa autolimitaz.ionc volon1aria dell'cserci2io dei diritti cli polcnz.a occupìmle va appli cilla solo fino a qu,u1clo non lede nella sos tanza i nos tri interessi. non compromette le nostre necessità mili tari e non tro1·a ostacolo ncll'ostnl7.ionismo degli organi esecutivi francesi.

2°).

Dsscrc decis i cd i1Tcmovihili nelle qucs1io1ù di principio, ,uTendcvoli in quelle di minore imporlmm1 c1•i1ando. nel limite del possihile, di ferire la suseelt ihilità fr:u1cesc nei c.1si in cui i vantaggi non compensino gli svantaggi. 3°). Tenere una linea cli condotta per quanlo poss ibile analoga a quella iedesca, anche se la nostrn attività è mllono ma ed indipendente da quell a dell'alleato (la competenza di O.B.\.\'. nei rigu,udi del com.u1clo 4"Armata è lim ita la all 'alto coordinamen10 delle opcra1.iooi); mantenere quindi continuo collegamento coi corri~1><>1xlen1i orgarù germanici. 4°). ,\Ucggiamento con-eHo ma riserva lo coi francesi; riscrho anche nei confronti della colonia italiana ; tcnulil e disciplina delle truppe i11'eprensibili.

In sintesi : 1cndcre, per qumuo possibile a garantire la nostra sicure1.2;1 e pron•cdcre alle nostre esigen1.c, col !lonsenso, sia pul'e solo fom1ale, dei francesi e in accordo con l'A lleato"". GENERALE A1'Cl3ROS10 J). c. c. IL SOTTOCAPO DI STATO lvl/\GGIOilli (Col. s. S. M . L. :\1Ialavasi)

720


D9!X Dorn111e11to trai/o dai Diari slorici del comando 4"Amwta. AUSSME DS 4A 1218- 47. (Riela/Jorcdone). COM A t DO 4' A R i\l 1\ T ,\ Cilicio Politico MM

K 244 di prol. P.l.

P.M. l. lì 15 geunaio 1943 - XXI

Oggc110: Potere di on'.linanza _ Delega ai Comandi di C..l ·.

AL COM/\~l])J\NfF. DEL I CORPO ARMATA P.ì'vf. 43 AL COl'\li\~)A>JTE DEL xxn CORPO ARl',IATA AL COi\l.\XDA..' <TEDELI .A DIVISIONE Pl lSTERlr\ AL CO\IA1'DA.1'-TE \fil.lTARE MARl1Tli\10 (2 copie) e, per conoscenza,

P.1\1. 78

P.\I 206. Tolone

AL COMANDO SUPREMO ALLO ST,\ TO H~GGIORE R. ESERCITO

,\ seguito ciel foglio 622, in data 2 corr..c a scioglimento della riser\'a cli nonne ivi contenu te sull 'oggcllu sovra indicalo, preciso: 1)

- Delego il potere di ordinanza ai (',oma.i1c~1111i in incliri1.zo cd a quelli delle divisioni dipendenti del I e

XXII C. A.2) - A nomia delle disposizioni \'igcuti io materia, il potere di ordinanza trova sua naniralc limita1.ionc nel !'allo che i Comandi ai qual i delegalo non hanno assunto i po teri civili nel tcn·itorio fr,mcese e non si sono sos tinriti alle autorità locali uell'escrci1.io delle funzioni a queste spellanti . Rimane perciò escluso che il potere di ordinru11__a abbia ,KI c.~scrc esercitalo in materia cli edilizia, polizia locale, sanità e igiene pubblica,approvvigiona.inenli e simili. 3) - Materia spec ifica del potere cli orclinarw1 saranno pertanto i proncdimcnti <lcllati i pron-edimenti dcllati (h1ll e csigciw.e della micia della sicurc7.7,~ mili tare.ai scusi dcll ',u-t. 12 delle "lstruz.ioni relative all'occupa1.ionc di tcrri tori occupati" emanate dal Comando Supremo il 3 diccnrhrc 194 1 - XX, e clell'm·t. 93 <lei Cod. Pen. mii. cli guem1. La detta materia può essere catalogata , a titolo di 01ientamento, come segue, sempre 1e11uto presente che le disposizioni presi nell'ambito <li cia.~euna V0<,'C non ha.iu10 lo scopo di lU\a totale rcgol:m1c111azionc dei ,·ari punti , 111a debbono li mi.ta rsi a qrnmto suggerito dalle esigenze dell a s it:urc7.7.a mi litare e deI1'at1 ivi1à openi ti v1r delle 1111ppe di ot:cupazione: t:ircolazionc s tradale orario ciel coprifuoco oscuramemo e protezione antiaerea segnalazioni dimnc e 11011u111c possesso cli colombi viaggiatori uso cli app,u·ccchi telefonici , telegrafici , radi o-tele-grafici, HCl'Onaut ici e si mili esercizio della caccia e della pest;;l polizia ferroviaria denunzia e consegna mmi. 4) - I ,e on'.linanz.c dovranno essere redrnc in lingua italiana, e accompagnate dalla trnduli011c in lingua fr.mcc.,;c ai fini della loro pubblit;;tiionc, che di regola vemì falla mediante affissione alla sede del comando, all'albo pretorio dei comuni intercss.rti, e mccliantc manifesti esposti al pubblico. 5) - Ù opportuno includere ncll 'orclinm1w l'avvertimento che le infrazjorti i1J1portano l'applicazione clcllc sarrlioni previste dal codice pcn.ilc militare cli g uerra il.i liano. 6) - Ogni ordimm.l<r dovrà essere immediatamente comunicata a questo t:omando. =

fL GiiNERA LE D' ARJ\11;-\T A C0\1;\ t\TIANTE Mario Vcrccllino

721


DIO/X Dornmento tratto dai Diari storici del comando 4AArmata. AUSSME DS 4A 1326 - 9A. (Rielabora:io11e ). Esso è i111eressa111e sopra1111110 ollre d1e sollo l'aspello dorumen1ale, per il fa110 dell'evidente spropor~ione Ira il livello di ro111a111.fo e l'eleme111ari1à dell'opera~ione, per la quo/e lltftavia ve11go110 fomiti deuagli fin lroppo parlicolareggiali. Se ne lrae l'impressione che ciò iu parte derivi dal[' i11esperie11 ~a di simili allivilà e dal/'alrro dal fallo che /'ordinmnenlo dei CCRR. d'Armala era tale da 11011 co11se111ire al colo1111el/o co111a11da111e - ad 1111 lempo organo direllivo ed eserulivo e del quale si percepisce la parteripa~io11e alla stesura degli ordini - di poter emanare ordini in proprio.

C O M A N D O 4' A R M A T A Stato l'vfoggiore - Ufficio Informazioni N. 6824 "I" di prot.

P.lvf. 1, lì 1° maggio 1943 - XXI

OGGJ~ITO : Epurazione della ciuì1 di Nizza.

All 'Eccellenza il Generale Comandante il I CA All'Eccellenza il Generale Comand,mle il XV CA All'Eccellema il Generale Comand,mte il XX II CA Al Generale Iurendenle i\l Colonnello Comandante i CC.RR. d'Arn1ala

P .M.43 P .lvI. 15 P.M. 78 P .~,J. 169

SEDE

e, pet conoscenza : Al Generale Comandante la div . a lp . "Pusteria" J\I Gene1~1le Comandm1le la Difesa tenitoriale di

P ./vl. 206 Torino

I recenti episodi avvenuti nel Nizzardo contro le truppe italiane di occupazione, culminati in quello gravissimo del 27 aprile, mostrano come l'attività ideologica degli elementi oslili all 'llalia stia prendendo forme concrete. Poiché dati in possesw di questo comando JiU1no ritenere che, sollo la copcrmra del patriottismo, gli elementi allivi provengono specialmente dalle file comuniste, s' impone un'opera di epurazione nei riguardi degli appartenenti a tale partilo. Dispongo: 1.- I: operazione di eplU'azione della cillà di J\:i1..1..a è affidata al colonnello com1mci-u1te i cc.1T. deU 'Armata che,

per l'esecuzione, prenderà preventivi accordi con il generale comandante la pi,l{,211 di 1'i7.7,1. L'operazione sm,ì svolta il giorno 7 maggio p.v. 2.- Il comando del I C . A . disponga perché: la 21' divisione celere "E.F.T.F" sia concentrata a Nizza per le ore 12 del giorno 6 in rn(xlo da ruu·c sostegno, ove occorra, all'opcra1jone (per la tutela del segreto si darà inizialmente ai movimenti veste di esereita?.ione); b) sia assicumlo per il giorno 7 un servizio di vigilanza lungo l'itinerm'io lppodromo di Nizza - Fréjus.

a)

3.- I comandi del XV e XX II C.A. avviino a l'vlentone, entro le ore 12 del giorno 6, una compagnia di formazione di 150 cc.IT., al comando di un capitano, ordinata su 3 plotoni di 50 uomini, possibilmente 1u11i al comando di ufficiali. Il personale dovrì1 portare al seguito viveri a secco per 4 giornate. Le due compagnie saranno a disposi1jone del cornandmlle i cc.rr. dell' Annata.

722


4 .- L'Intendenza provvcd,1 : a mellere a disposi:àone del coinandanle i cc.11'. d'annala in }.Icnlonc per le ore 12 del 6 p.v. - n .50 autocarri altrC7.7,1ti per il trasporto di 25 persone ciascuno; b) ad apprcst,u·c, in accordo con il comando I C .A ., il campo d i Cais (Y:réjus) per accogliere 1000 fe1111a1i c 250 cc. 11'.. In cale campo dovrà essere pronto a f'unz.ionarc, fin dalle prime ore del giorno 7, un posto di pronto soccorso con un capitano e due subaltemi medici - par1icolarmentc energici - per sottoporre a visiia i fem1ati che accusassero mal:,llie gmvi incompalibili con il lrasporto e l'internamento. Kello stesso campo clovr;1 effclluarsi la distribuzione ai rennali s i gavella cucchiaio e tazza per la sera del giomo 7 dovranno essere conf'c7.iouate 1250 raz.ioni ( 1000 per i fermati e 250 per i cc.JT.); e) ad apprestare il campo di ~lodane in modo di poten·i allogare, a parti re dal 7 maggio, 1000 internati; tQ a prcrndinare il lrasporto fcrrovimio Fréj us - Moclm1e. a)

5.- 11 conuuxl.wte i cc.rr. d'Annata, in accordo con i comaixl.mti delle g.u . interessate e con il generale lntenientc rsic!], stabiJi sca nel particolare le modalit à di esecuzione delle seguenti dire11ive di massima:

a) b)

e)

d) e)

clunmtc il peri odo di coprifuoco della nolle sul 7 maggio la cillì1 di ~i2.2.1l sia bloccata in modo che nessuno possa usc irne o entrarvi fino al term ine clcll'opem7Jone di polilia: la cillà sia suddivisa in settori eia affidare ad uo ufficiale dei cc.o-. a disposiz.ione del quale s,mm no mess i, oltre ai cc. n-. ritenuli 11ccessari per le opcra7.ioni di ispezione e di a.rreslo , plotoni di bersaglieri e i necessari aulomeni; il personale fennnto sia avYiato a gruppi di 121 (6 au1oc;uri : 20 femiati e 5 cc.11'. di scorta per autocan·o) all'lppoclromo cli J'(i,.,a1. Ogni l,'TllJlJlO di 6 autoc:u,i sia sc1,•uito da un autocarro di scorta con personale armato di fucile mitmgliatore. Dall'Ippodromo, dopo una pri ma selelione, il personale sarà fatto proseguire sul campo di Cais (Y:réjus) sempre a gnippi di 6 autocarri e dell'au1ocarro di scoria: un ufficiale supc1iore dei cc.,,., ass umcr11 a Cai s il comando del c11111po, dove rru·à procedere alla esa11a iclentif'ic.1zione degli intenaati e farì1 compi lare i conseguenti ruolini: ultimato il conceum1mento e l'idcntifica:l.Ìone dei fermati . si provvcdenì al irasfcrimenlo per fciwvia a Moclanc del personale da internare sollo congrua scorta.

IL CEì'-fF.RAL.13 COMJ\NDA:'\11'1J F. to ]Viario Verccllino

p.

c.

c.

IL SOTJ OCJ\PO DI STATO MAGGIORE (Col. s. S. M . L . Malavasi)

723


D 11 JX

D0c11me11to !rallo dai D iari storici ciel comando 4AArmala. AUSSME DS 4A 1326 - 13. (Rie/abora-;.ione) .

C O lvi A N D O 4a A R M A T A S1a10 }.faggiore - l'fficio Opera1joni

'-J. 7304 "I" di prot.

P ..VI. l , Il 12 maggio 1943 - XXI

OCrul;TTO : Allcnlalo alla Trinité .-

.-\ confenna delle disposizioni verbali impartile circa l'atteulato verificatosi alla Trinité nella none dall ' li al 12 corrente, l'Ec<Jcllenz.a Comandante di spone: l'a1Testo del sindaco e del capo della geod:uineria del luogo; l'arresto di d icci elementi da scegliersi fra conmuisti -go llisti o persone più in v is ta del luogo.

Pregasi provvedere in conseguenza.

Si prega altrcsì i1Jtcrcssarc le autorità fr;mcesi perd1é sia in,crita su i giornali di Nia.a una comunicazione conforme al l' allegato .

IL GF.:-..13RALE COJ\L..\1'0,\>,.TE L io yfa rio Vercell ino

P. c. c. IL SOlTOC...\ PO DI STATO :\L\GGIORE - Col. s. S.:Vl. L. Ma lavasi -

Allegato al foglio 7304 "I" del 12. 5.43

In consegue1w.a cli attentato verificatosi nella none tlall' 11 al 12 corrente a La 'l'riniré contrn militrui italiani, il Comando delle truppe cli occupazione italiru1c conisponderà un premio cli 100.000 fr. a chiunque fomtrà indizi ani ad addive1ùrc all 'arreslo dei colpevoli.=

P. C. C. IL S0Tf0CAP0 DI STATO lv1AGGIORE - Col. s. S.J\I. L. ~lala,·asi -

724


DJ2 IX Documento !raffo dai Diari sforit i del co111a11(/o 411Amwta. AUSSMF, DS 4A 1326 - 38. (Rielabora-;,io11e). Segreto STATO J,,IJ\GG IO RE R. ESERCITO l lfficio O perazionj l - Sezione l"

P.M. I , lì 16 giugno l943 - XXI

N. 11119 di prot.

OGC.F,rro : Si 1ua1.ione nei tenitori francesi occupali . AL COMANDO D'EU .A 4"ARM1\ Ti\

I. -

POSTA i\U L!TARE l

Il Comando Supremo commùc;1 che il i\liuistero degli Airdfi [sic!I Esteri ha espresso la sua prcoccupa1..io11c che un 11ucggiame1110 di modcrnziom: e di 1ollcrnnu1 ne i 1e1Ti lori francesi occupali possa incoraggiare res istenze ed m1cggimnc111 i os tili s usc.:c llibili di cornpromcllcrc i risultati raggiunti. D'altra p;u·1e. il peggioramento il peggiorn111cn10 della si tua?ione verificatosi in q11cs1i ullimi lc mpi nella Francia <.x.-cupata con l'intensificazione dei noti ,lltentati e sabotaggi, potrebbe shoccare a pericolosi S\'iluppi, in caso di sbarco aHcrsario, spccialr11enle nel \'aSlo 1eni1orio contr ollato dalla clil'isione "Pus teria" .

Il. -

Sia pro,·,·cduto intanto : ad is lilu ire un efficace contro llo della stampa: a com pletare il co111rollo delle comunica1.ion.i pos1elcgrafo1ùche; a s111d i,u-e le mi~urc meglio appropriale ai fini di un più clTicacc controllo sulle au1orità francesi e sugli clementi di opposiL.ione all'Ital ia, nonché della pro1e1i one del,!li clementi a uoi fa,·orc,•oli, particolarmente nei territori soggclli a rivcndicaz.ione. Prego tenermi informato dei provvedimenti rilcnuli più opporlun.i al riguardo, i qmùi dovranno essere allmni con la necessaria gradmlità.

m.

Per le esigeMe di controllo del 1crri1orio della divisione " Pus teria" questo S.~1. sia esaminando la [)ossihi lità di costilllirc i 2 btg. T)vl riclùes li con f. 9284 del 30 maggio u .s. Dato che l'assegna1jonc di tali ballaglioni non può prc\'(xlersi a breve scadenw, ncll 'a11esa cocleslo Comm1do: è autoriz1...1to a 111111cncre fino a quando lo riteni opportw10 i b lg . G .a F. vn e Vlll , già a tempomnea disposiz ione della " l' ustcria" e a valersi evcnlll,ùenmct di qualche altra u1ùli1 mobile G.aF.:

è pregato di dar cor~o al rientro alla ci1a1a di visione del battaglione "13elluno.. 1emporancamenle tn,11en1110 sulla fascia cos tiera (cf'r. f. 5935 - 4 - 4 - 943 di codesto Comando. -

Il. CA PO DI STATO ~·IAGGIORE f,10 illegg ibil e

p. c. e. S01TOCAPO D I S ivi (Col. L . l\lal arnsi)

725


!Jocwne1110 trailo

D 13 !X dai Diari slorici del comando 4"Armala. A.USSME DS 4A 1326- 33. (Rielabora zione) . l)irnmaziouc estesa fino ai comandi di rcggim~nlo

C O M A N DO 4" A R ivi i\ T A S tato ì'vlaggiorc - Ufficio Operazioni

N. I0200 di Prot. op.

P.M. I , lì 12 gi ugno 1943 - XX I

Oggetto : Agi e sicurezza

AL COMANDO DEL I COJU'O ARMATA AL COMANDO DEL XV CORPO ARMATA AL COMANDO DEL XXII CORPO i\Rlv!ATA AL CO,'v!ANDO MILl1ARH MARITTIMO AL COMANDO DELLA D/\1/S!ONE PUSTl:RIA AL COMANDO ARTIGUI-.RIA DI ARMATA Al, COM,1.NDO GENIO DI ARMATA ALL'/NTENDEN'/.A f)f ARMATA AL COMANDO CC. RR DI ARMATA

f..M. 43 P.M.15 F.M. 78 f>.M. 78 P.M. ?06.

Sede Serle P.M.169

Sede

Nei primi tempi dell'occupazione del 1erri1orio fra11cese. le forze ila liane hanno ass111110 una sistemazione di guerra: comandi oppor111namenle isolali, !ruppe co.rn111te111enle ar111a/e, severo co111ro/lo delle a11ivi1à locali . A poco a pot'o, la gradevolezza del vivere francese , lei co111piace111i fa111iliarilà. la l(lfi11a 1e11denw al/'ada11amemo a11no sopilo la rliffirle11za, s1m1s.1·a10 i co11trasli. s111in11ila la severilà .

I rari allenf(lfi sono co11sider(lfi individ11ali manifesta zion i di insofferenza che non preoccupano rispello alla soddisfalla rassegnazione di t1//la la popolazione per r occ11pazione italiana . Di qui 1111a sislemazione delle forze i11 c11i si rirerw assai più la romodi1à che la s icurezza contro latenti os1i/i1à che potrebbero .w:{l(e11arsi al/'i/Jlprowiso . /)i co11cessio11e in co11cessione verso i dipendenti, si è giunti ad 1111a sis1e111azione rii g11amigio1ie, nella q11ale,di 11or111a, se gli 11omini sono acrn111ona1i ad 1111 es/remo rlelf'abilaw,gli 11/Jiriali lo sono all'altro i11 modo da 11011 imparciare le reciprorhe liberlà . Che così jàrendo la lmppa sia più esposta alla propaganda a.wermria e gli ufficiali al pericolo di w,·improvvi.w eliminc,zioue pare 11011 i111eressare.

I co111amli in indirizzo co111ro/lino e farria110 co111rol/are la si.1·t,1111azio11e i11 allo . Rilevera11110 in molli casi la co11ve11ie11w di far assumere ai dipendenti l'asse/lo di" 1r11ppe ai campi" . Ne g1uulagn~ra11110,<·on la severilà della vita, la sicurezza e /'arlrles1ra111en10 .

lL GENERALE COMANDANTE (Mario Vercellino)

726


O 14 IX Doc111ne1110 tralfo dai Diari storici del co111a11do 4"Annata. AUSSME DS 4A 1218 - 74. (Rielabora-:,ione). C Olvl J\Nl)0 4"A RM ATA S1:110 Maggiore - Ufficio O perazfooi

N. (,678.op.

P.\1. I, lì 16 apri le 1943 XX I

Ogge1to: Sbamunenlo della zona cos1icra mcditcmmca. CARTJ\

ALLEGATI.

1:500 000 1:200.000

foglio spccilùe del confine occiden1ale \lichelin foglio 84

,I

AL CO.ìvIJ\NDO I CORPO ARMAT;\ AL CO\ L\J'\.11)0 X\'.U CO RPO A IH..:1./\TA P \ I. 78 AL C0\1A1'.1DO ivi:\ Rlì':A 999 c. per conosccnvi. AL C01vli\ND0 X\" CORPO ARìv.li\ TA AL CO\ lA1'.D0 DI V. A "PUST GR!A"

P .\1. 43

PM . 78

P.Ì\,f. 15 P.\1. 206

I. AUo scopo cli premunirci co111ro altività dannose ai nos1ri rig uardi nell a zona cos1icr;1 mcdi1cn-m1ca nei confronli della popola1.ionc c i,·il c francese \'iene stabilite quan to segue : Sono cùnfennate le dispos i1.ioni date t~l questo comando con foglio 419,op. iu daia 7 gcmmio c.n. circa la suddivisione del tenitorio francese occupato d,1llc tn1ppe italiane in :

zona di combaujmcnto: quella compresa fra la eos la e la linea - località compre.'>C - dc1c1minala da : Garruumc straru, G C 19 Tn:1s. s trada 11. 8 bis, s trada n . 7 da Porcieux a Brignoles. strada n. 554, s1.n1cla o.562 Draguignau, Callas, 5tr<Y:la G C 5, Bargcmon, strada G C 19. Seillans sirade G C 55A , G e 56A. G C 56, Calliau. strade V.O .. G C 13.1' , G C 13, S1. Vallier, s1racle G e 5, G C 12°. Coll et dc Rougi e (q,1339) Courscgoules . stracl.1 G C 69 Bouyon. stnKL1 G C I, le Rroc, Ponte Cad o Albet1o, strada di fondo valle T. Vcs ubic, S. Martin dc Vesubie, Ciricgia. Tullo le loca ii tà abitate aura versato dalle s irade sopmripor1a1c sono comprese, per intero. nella zona cli comba11i111en10; zona della retro\"je: quella a noni della predella liuea. 2. Qualunque eil'i lc • a qu.1lsiasi na;,ionali tà appartenga - che abbia siabile di1110111 o intenda 1-cc.'U·si nella "w na di comhattimc1110" dovrà essere 111mli10 cli caria cl"idcntil11 <:on recente fo1ogrnfia rilascial,1 cL111c au1orità competenti fram.-csi e di data non anteriore al 1°gennaio 1943. li provvcdimcn lo non viene applica to per i mi1101i cli 16 muli. I .e persone che ,·c,rnimo a compiere i 16 muli ck),r.umo all'alto del compimento di ta le età munirs i della ca11a d 'iclenlilà. 3. 'ella ":wna di comhallimcnto" ciascun caposaldo ,·c,Tà circoscri110 in una adeguala "zona di s icurczz.i"; il perimetro dclh11.01rn s tessa sarà precisalo eia tabelle indicatrici . Le "1.onc cli sicurcu..a" - o ,·e ragioni militari lo rendano necessario - sm,mllù falle progrcssiva111eu1e cvacmu·e cl1 lla popola1Jonc ancora rimasta in pos10. L 'cvacuaz.ionc sarìi ricllieslll dagli enti miliwri interessati alle Prerctnm:.

727


L'iugrcsso nelle zone di sicure77.a ~, di regola , proibito alla popola:l.ione ci vi le. In casi di singoli e fondini moti vi pub essere concesso l'ingresso sollanto, in ben detenuinate località dell e zone di s iwrezm, le persone au101ia;11e, dovn1nno essere munite di apposito certifica10 analogo a, quello, allegato, da richiedersi alle Prefenurc e concesso esclusivamente ai comandi dei se11ori di difesa costiera (grado minimo: comancJ;m1e di hauaglionc) . Qualora il limite esterno della zona di sicurena ,·enga a tagliare la slr.Kla litonmca questa dovrà essere lasciata libera al 1nmsi10. L'ingresso in detla mua di sicurezza dovrà essere Impedito eia trnlli di reticolalo parallel i ai m;u·gini della s trada. In caso di emcrgcnw miche la rotabile s arà s barrata da cavalli di frisia gi/1 predis posti . 4.

Nella wna di eomba11imen10 i cambi di rcsidcn1a - non imposti da obblighi cli e\'acuazione anche se temporanei es ti vi e cli fine se11imana sono vietati. Cas i ecce1jonali saranno aulorivati :

- dai rispcni\'i comaIKtmli nella zona di propria giurisdiz.ione; - cL1i comandanti di 01dinc immcdialamcnie superiore se cbl terri tori o tli un ente a quello di a llro enl e. I cambi di rcsidcnz.a per cfTello dcll/1 evacuazione saranno segnalati dall'ente perdente all'ente ,iccventc compc1cu1e per tcrrilorio.

5.

Gli cnli militari compclcnti (comandi di C. d'A. e di divisione) irwilcrmmo le Prcfcnurc: a wnsigliare g li abilanti ciel litorale e fino a 4 - 5 k111 . dal mare di trasferirsi nell' interno ciel paese; ad 11vvisarc In popolaz ione, abitante in prossimi tà del litorale che, in caso di emcrgcnt.a, deve rimanere chiusa nelle proprie case. l\'essun esodo all 'esteruo sanì permesso per la necessità di non ostacolare i movimenli mili1ari.

6 . A p;utirc diii giorno 27 aprile nella "zona di comhallimcnto" è ist itui to il coprifuoco generale c~ille ore 23 alle ore 4 e la sospensione totale del traffico notturno (compresa s'intende anche la sospensione elci lllO\'imcnlO pedoni). Dunullc il coprifuoco s,mmno au1ori21.ati a circolare, se muniti di speciale salvaconclollo, rilasciato daUe autorità civili fnuicesi e "is1a10 dal locale comando cli pn:sidio militare italiano: i sanitari (111edici, leva1rici , infcn11icri, croce rossa, ccc.) relig iosi chiamali espressamente per cura cl 'anime; gli organi della polizia francese; i fc1mvieri cli turno nollumo limitatamente al viaggio di anadata e 1ilorno dalle loro case al posto di lavoro; le gum·clie francesi alle comunicazioni in tumo cli la,·oro. I famigliari di persona ammalala o che si recano per chiammo urgenti di medici e di religiosi od escono per at'(Juisti indispensabili cli medicinali sono cscn1aci dell'obbligo dello speci,ùc snlvaco11clo110 ma sanUlDO assoggellali ad accertamenti (i l ri conoscimento della mancala urgenw coslituirì1 aggrarnule).

E' fatto divieto cli pernonarc all'aper10 in allcnclamcnli. L'autoriuazione a prendere bagni sul litorale è eonscn1i1a esclusivamente alla popol.17ione locale e con le limila1joni di tempo e luogo espressmnen1e stabililo dai comandi di CA. competenti per 1cni1orio.

7.

8. 1"cllc zone di sictu·c1.1;1 e in quell e adiacen ti alle rimanenti opere della difesa costiera e non delimitate da zona di sicurcna, è ,·ietato a chiunque di eseguire fotografie salvo speciale au1oriz.za7jonc del Comando cli C .A. competente per 1en-itorio. Tale divieto sarà reso nolo anehe1fa appositi cartelli indicatori. Ogni individuo sorpreso a ritrarre fotografie nelle località suddcna, dovr:i essere fcnnato e consegnalo unicamente alla macchina fotografica al più vicino posto cli CC.RR . che provvcdcrÌI alle indagini ciel caso. La pellicole contenuto nella macchina cd eventualtneule altre in precedenza impressionalo, dovranno essere invia le al commxli di C.,.\. compelenli per terri torio che proccdcr;umo al loro sviluppo cd al loro accurnto esame.

728


~cl caso 110 11 risultassero clementi di colpcl'olc1.7À1 a c.uico dei formate ques1i sar:11mo rilasciali e ,·crrà loro res1i1uira la macchina ro1ografica. 9. In c.1so di allarme per pericolo in1111inen1e in seguito ad ordine trasmesso, con la formula "A11ua1e A. C ." (foglio 419 op. in <fata 7 gennaio u. s. di ques10 Comando) ,·emumo attuati i seguenti prov,·cdimenli: sospensione comple ta , del traffico telegrafico civile in tutto in terrilorio dell'armata; sospensione completa del traffico telefonico civile nella "zorrn tli combattimento "; sospensione del solo traffico telefonico civ ile interurbano nella "zona delle rcu·o,·ic". Le presenti nom1e confermano e comple tano le dispos i1.ioni date d;1 ques to Comando con i fogli 4 L9,0 p. del 7 gennaio e.a. e 481 "I" del 14 gennaio e.a . - S,minno comunicale alla popolazione civi le a curn delle prefcl111re francesi e andranno in vigore a partire dal 30 aprile corrente. Saranno pre,·isre, sull 'ordiuan.za stessa adeguate sanzioni n carico dei tr.isgrcssori.

Gli organi di polizia francesi cuncoll'ono a fru· osservare le prescrizioni imposte alla popolazione francese. I comandi di C.,\. I e XXll , il Comando .\lariua 999 e il Comando di\·. a. 'P11s1cria" far.umo comunicnrc al pitr presto, direttamente alle Prefcm1rc interessate. quan to s tabilito dal presento foglio . li comando ciel XV C.A. di sporrà ;malogmnc111c ccl in acconlo con il Comando I C.A. per la parte di territorio francese dj sua giurisdizione.

U , GEì':RALD CO MA:'--!DA1 ' -trE (J\.fario Vercclliuo) p. c. c. SOTTOCAPO DI S.M (Col. I.. iVlalav11si)

729


D 15 IX

Documento trailo dai Diari storici dello SMRE, AUSSME DS SMRE 2079 - 45

o

STATO MAGGIORE R. ESERCITO

N° 23487 di prot.

PM 9, 28 dicembre 1943 - XXI

OGGElTO: Territorio francese metropolitano. A1Testo d i sudditi di Sta ti nemici cd internamento ebrei.

AL C0i'v1AND0 DELLA 4.A ARl'vL•\TA AL CO:VlANDO DELLA 5" AR:V!ATA Comando Supremo comunic,1 essere stato superiormente deciso, in co,,-e!az.ione con ana!ogbj provvedimenti adottali da parte germanica, che s i addivenga, nei terri tori francesi metropoli tani occupati c~11lc nos tre truppe ed in Cors ica, all'arresto d i llllti i sudditi d i Stat i. nemici ritenuti pericolosi cd all'internamento degli ebrei res identi nei te rri t.ori s tessi. li complesso dei provvedimenti - in relaz.ione alle esige.w..c militari - si svolgerà sotto l'alta giurisd iz ione dei comandi della 4,\ annata e del VII C.d'A. , rispett ivamente per il te1Titorio della riviern Francese e per la Corsic;1.

Il compito esecutivo e la cousegucntc rcspon.sabilitì1 saranno affidati ad organi della pol izia, alla cui cos tituzione provvederà il lvlinistcro dell'Interno, che invierà sul pos to il personale necessario per h1 identificazione e l'arresto degli stranieri perico losi, e che provvederì1 inoltre per l'organizz.az.ione ammin istrativa in sito d i campi di concen trnm.e nto o di sedi obbligate. Le suddette for~c di poliiia avranno, per l'assolvimento ciel loro compito, il concorso dei militari dell'arma dei CC.RR. che potranno , se possibi le ed opportu no, avvalersi anche della polià, fn111ccse. I comandi della 4,\;\nnata e del VI! C.d'A. metteranno quindi a disposizione personale e inca.i e san1ru10 larghi di concorso e di collaborazione tu tte le volte che ne saranno richiesti. Il S.I.lvl. collaborerà a sua volta con propri o rgan i (centri d i Nizm e dell a Corsica) intervenendo con consulenze e con aiuto.

Il lvli.nistcro per g li Affari Esteri è stato interessato - da parte del Comando Supremo - a cime direttive ed istruzioni agli agenti d iplomatici e consolari in r:raucia cd in Corsica cd al proprio funzionario di collegamento con la 4/'Annata, perché affianchino l'opera delle autorità militari e ùi pubbl ica s icnrez7a facili tandone il compi to: col fornire indiscrezioni atte ad individuare persone ebraich.e passibili di internamento; con I ' in terveni re presso le autorità francesi per dirimere questioni o d ifficoltà che in d ipenden7.a dei provvedimenti da adottare possono eventualmente sorgere. Riserva di di rettive, se necessario, per quanto rigu,ud1 i beni di proprietà giudaica, sia di persone pri vate e s ia di Enti morali , associazioni, collettiv ità in genere. Da tener presente che i beni di cittad in i ital iani d i 7.am\ [ran11] ebraica devono essere particolarmente difes i, cos tituendo essi un interesse italiano all'est.ero. Prego tenermi informato cli quanto sarà fatto in meri to. -

IL CAPO DI STATO MAGGIORE [110 Ambrosio

p.

c.

c.

IL TE:-,.J. COL. DI S .M. CAPO SEZIONE (G . Carraci.tù)

730


I) 16 JX

D0cu111e11to trailo dai Diari storici dello SMRE . AUSSMR DS SMRE 2 119 ( I) - s11. (Rielabora-;,io11e) .

CO \1 A \! I) O 4" A R \1 A T A Stato iVlaggiorc - Ufficio lnfonmv.ionj

N. 11 I cli prot.

P .1\1. 1, '! gem1aio 1943 -

X,'(]

OGGETTO : TeITito1io franocse mctropolita110. Am:sto cli sudditi di stati nemi ci ed intemmnento di ci,·ili. ..... ... I DIRI7.7J ...... ..

E' s11perion11cnte deciso che, in co1TClaz.io11e ad a11aloghi pron-cdimenti adottali da p;1tte germanica, si addi venga nei te1Titori occupati dalle truppe dipendenti all 'an-csto di hHli i sudditi di stati nemici ri tenuti pericolosi cd all 'internamento degl i ebrei residenti nel territorio stesso.

I prcdelli pro,·,·cdimen ti in rel rudone alle e.~igcnze milil,ui si svolgono sollo la giurisdi7jone di questo Comando. Il compilo csccutivù e la conseguente responsabilità sono stati affidati ad orgnaj di polizia cli pe11dcnti dal ~Jinistero dell' Interno, che h,1 indato ~ul posto il personale necessario per la iclcn1ilìcazionc e I 'am:s10 degli stranieri pericolosi. Il S .L.tvl. collaborer~ a sua volla con propri organi, in1ervcnendo con cons ulcnz.a e con aiu lo. Il comando ~upremo ha interessato il ì'vlinistero degli Affm·i Esteri per dlu·c direlli vc cd islruziow agli

agenti diploma1ici e consollui in r:rancia cd al i\-finisu·o plenipolcnziario di collegame1110 per questo comando. perché affianchino l'opera delle autorità militari di pubblica sicurc7.w, facilitandone il compilo: col fornire indicazioni alle ad indi,·iduarc persone ebraiche passibili di inlcmamcnto ; con l'i11tcrvcn.irc presso le aulorit~ francesi per dirimere ques tiotù o difficoltà che possono eventualmente sorgere in clipcnclenza dei provvedimenti cli adouarc. Q11cs10 comando ha pos to a clisposiz.ionc degli organi di polizia I 00 carabinieri e IO au tome:u,i. Le opcrniio1ù di rastrellamenlo ha1uio a,·u10 ini7.io il 28 d.icemhrc 1942 nel Principa10 cli l\,lonaco cd i primi elementi arrestati sono slati internati nel campo cli concenlnnncnto approntHIO a cnra dcll'ln1endema di Armala a Sospcllo. I comandi di penclcnli sianQ larghi di concorso e di collahor:il.ionc luttc le volle cbe ne sarrurno riclùcsti dagli org,mi di poli7.ia politica interessati per le operazioni di inlcrnamcnto. Riserva di cvcnt1.1ali dircni ve per qu,mto rigua1da i beni cli proprictì1 giudaica sia di persona privale, sia cli cali morali, associru-jo1ù, colle11i,·i1à iu genen:. Da tenere presente che i beni cli cillaclini italiatù di raZ?...1 ehraica devono essere pm·licolannentc difesi , costicuendo essi uo interesse italiano all'estero.

Il. GEi'-.1ERALE D'ARvlATA COl\'ù\Nl)ANTE f. to Vcrcellino

731


D 17 TX Documemo traTto dai Diari storici del Comando 4"Arrnata. A USSME DS 4A 1218 - 3 e 4. (Rielabora:.ione). Il Comando Supremo risponde alla richiesta cli istrn:ioni del comando 4"Armata a seguito degli evemi di repressione ebraica segnalati dal comando della divisione I'usteria. Copia TELESCRITTO IN ARRIVO

lì, 1° marw l 943 XXI

DA COMAKDO SlJPREMO AT COMA>JDO 4t-. ARMAT A

et conoscenza: AT MINISTERO EST ERI - a .. g . 4"

AT SU PERESERCITO - O perazioni

'.\lumem 880,A.G. Riferime nto telescritto 2501 data 22 febbraio 1 1 Mentre comunico che provvedimento arresto et internamento ebrei appartenenti qualsiasi nazionalità residenti territorio Francia occupato da nostre Forze Armala sono riservati al nostre autorità militari [,]informo avere incaricato COLFRAN perché esiga da governo Vichy revoca arresti et internamenti ebrei finora fatti et ordini prefetti astenersi adottare provvedimenti coma quelli attuati alt Prego intanto soprassedere arresto prefeui alt I marzo 1943 GENERALE AMH ROSIO

732


Do('J(111e11to tratto

D 18 1X dai Diari storici del Co111a11do Supremo. AUSSME DS CS 1491 - 2225. (Rielahora-;.ione) .

C01'1A~OO Sl .PRE:-10 Roma 29 - 3 - 1943 In chiaro - Messaggio in A n-i vo Qualifica D. Data e ora della ricC7Jone 14302903

Data e ora di consegna 15002903

A mea.o 1clescrivcn1e

Autorità mittente COI ,FRAN V l (:J l ì' (C. Principe)

Autorità rice\'entc

COtvlAl'\'00 Sl iPRElvlO I RE PA RTO l lF H CIO OPF.RAZLONI

1'r. 1001 di pro!. 0 ovemo francese riincss,uni nota , che segue con-icrc , nella quale : 1'on acc.-eua principio cbc politica conccmcute ebrei res identi territorio nostra occupazione s ia di competenza italiana. Rit iene !aie principio lesivo SO\'raui.tà francese ai sensi :u·ticolo 43 conYe111Jonc .\ ia, poiché pretesa i uùiaua non s:u-cbbe g i11.~1il'icata imposs ibili tà assol uta applicaz.ionc legge francese aut da legittimi motivi sicurew1 militare; Rifiuta fornire prorn arresti pro\·e arresti per reati diritto comune et rc1·ocarc arres ti ct 2°). in ternamenti gi~ avvenuti. 1°).

Iutendc1·0 recarmi ~ubi to Lavai affermare pri ncipio che nota presentata iu conformitì1 tale codt:sto Comando numero 820 ,\G. Primo corrente habet camttcrc precisa notifiCa?Jonc ct non richiesta et pertanto non ammelle replica. S ta di fallo però che, in pratica, se per qt11mto concerne p unto pri mo polrcmo garantirci per avvenire applicaz.iouc principi atJcn na ti, Gov erno Fnmcese continuerà ioduhhi:unenlt: nel rifiulo di darci scxklisfa7.ione sul pun to secondo. Poiché l.;1\·a l est asscnle, prego sollecite i str u1.ioni per passo che mi propmTei rare suo ritorno mercoledì 31 co1Tentc.

GE:--.IERALE A VA RNA 12002903

Da S upert:sercito opcr,vJoni Al Comando Supremo >f. l l ,35436 ali.

Riferimen to tel e. l 1,35179 elci 2 con-ente d i qut:s to S.lvl. alt

733


D 19IX

/)ocumemo trailo dai Viari storici del comando 4AArmata. AUSSME DS 4A 1218- 70

TELESCRIITO CIFRATO IN ARRIVO DA COMANDO SUPREMO AT COLFRAN ET 4AARMATA N. 1868 A .G. Dl PROT. ALT PROVIENE DA C01VlANDO SUPREMO EST DIRETTO AT COLFRAN PER GENERALE A VARNA ET PER CONOSCENZA MINISTERO AFFRA I ESTERI A.G. !V AT SUPERESERCITO OPERAZXIONI - ET COMA ND0 4"ARMATA ALT RIFERIMENTO A VOSTRO TELEGRAMMA 1001 DATA 29 tv1ARZO E SEGU ITO PRECEDENTI COMUNICAZIONI IN ARG01vlENTO PREGOVJ FARE NOTO AL GOVERNO FRANCESE AUTORITA' OCCUPAZIONE PER ESIGENZE DI SICUREZZA MILITARE DEBBONO RI SERVARSI INTERAMENTE LE MISURE RELATIVE AGLI EBREI SENZA DISTINZIONE DI NA710NALITA' ALT IN CASO Dl ARRESTI Dl EBREI EFFETTUATI DA AUTORITA' FRi\NCESI , LE AUTORITA' DI OCCUPAZIONE DEBBONO ESSERE INFORMATE DELLA IMPUTAZIONE CHE HA MOTIVATO L'ARR ESTO PER ACCERTARE SE IL REATO EST CONTEMPLATO DALLE LEGG I PENALI Dl D!RJHO COMUNEA LT QUALORA SECONDO LE LEGGI COMUN I VIGENTI LA COMPETENZA APPARTENGA. AD UNA AUTORITA ' GIUDIZIARIA AVENTE SEDE FUORI DELLA ZONA DI NOSTRA OCCUPAZIONE, LA TRADUZIONE DELL' IMPUTATO NON POTRA' ESSERE EFFETTUATA SE NON DIETRO AUTORIZZAZIONE CONCESSA , CASO PER CASO, DALLE AUTORJTA' ITALIANE E SOLO AGLI EFFETTI DEL GIUDIZIO E DELLA ESECUZIONE DELLA PENA IN FRANCIA ALT COMANDO SUPREMO INS ISTE PERCI-IE' IL GOVERNO FRANCESE REVOCHI GLI ARRESTI E G LI INTERNAMENTI DEGLKI EBREI TROVA NTISI TUTTORA NELLA ZONA DA NO! OCCUPATA ALT (Fine 2 I ,30 del 22 aprile 1943) GENERALE AlvIDROSJO

p. c. c. IL SOT f'OCAPO DI STATO MAGGIORE - Col. s. S .M . L. Malavasi -

734


D20JX Documento tratto dai Diari storici dello SMRE. A USSMI~ DS SM/U!, 2119(1) e recante la dara del 20 agosto 1943. (Rielabora::Jone).

COMANQO SU J>R E lv! O I REPARTO Ali.O S1'AT0 Jv!J\GGIORE R f'SERCITO e. per conoscenza,

ALLA PRESIDl::Nù\ DEL COKS IGLIO DEI M INISTRI AL M INISTERO Dl:.GI ,I AFFARI ESTER I Al. M IN ISfERO DELL.11'1T ERKO Ali.O STATO Mi\GGIOREREGlA MARINA ALI 0 STATO MA.GGIORE REGIA AERONAUrICA ALLA. COMISSJOKE ITALIAN1-\ D1 i\RtvIISTIZ IO CON Li-\ f'RANCIA

N. 16001,0 p. di prot.

OGGETTO: Rimpallio della 4"Armata. Riferimcn10 fonogramma 11.36920 in data 10 agosto 1943.

1)- Confermo che la 4/'Armata rientra in Patria.

Resteranno in posto due divisioni costiere, il comando di un C .A . con aliquota di !ruppe e servizi ritenute necessarie e le forze della R. Maiina della Piazza di Tolone. 2)- L'occupazione del territorio francese sarà limitaw alla Piazza di Tolone ed al territorio ad est della linea Tine;i - Varo; potranno essere attuate rellificbe cli dettaglio ove oppornmo. 3)- I movimenti possono essere iniziati subito, tenendo però presente che almeno sino al 6 se11e111bre p.v. la giurisdizione sul territorio occupalo deve rimanere al comando 4AArmata, in modo da rendere possibile il rientro del persone non italiane (internale, fermate o anche libere), per le quali il Ministe ri degli Esteri e clell ' Interno daranno disposizioni particolari. 4)- Gli accordi con la pane germanica saranno presi dal la 4AAnnata. senza fare alcnn 1iferimcnto alla questione di competenza dei Ministeri sopnidetti e cli cui al prect:lClente n.3.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE f;to Ambrosio P.C.C.

IL COL DI S.M. CAPO SCACCHIERE (Primo Peraldo)

735


D21 IX Docu111e11to !rallo dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS SMRE 2119(B) - 243 . (Rielabora:io11e) .

SEGRETO. STATO l'vlAGGIORE R. ESERCITO

TELESCRITIO IN PARTENZA 2 1, 25 del giorno 3 settembre 1943

Ufficio Operazioni - Sez. 2A

Da S uperesercilo operazioni Al Comando Supremo N. I li35436 alt.

Riferimento tele. 11/35179 del 2 corrente di questo S.M. alt

Comando 4AArmata comunica che, at seguito nostro intervento presso autoritĂ l'rancesi, esLstato revocato ordine presentazione ebrei francesi et stranieri at prescritta visi ta medica ali stampa Nizza habet pubblicato giorno 2 corrente revoca convocazione alt

SUPERESERCITO OPERAZIONI

'

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D22 I X D oc11111e1110

trc11to da l Diari storici dello SMRE . AUSSMt· /JS SMRE 2 I 19 ca rt. J. (Riela/Jora:io11e).

Si tra/la di 1111a lelfera del coman do 4"Ar111ata , tra.veri Ila dal r·m1w11do del 20° raggruppame1110 alpini scia1orie diramalo in d ata 25 agos10 1943. E' curioso che l'indiri::o di posw mi/ilare del mil1enle corrispo nda a quello della dil-isione Pus1eria . li comandante del raggruppamento . diramando in al/errato le disposd o11i ai reparti dipe11de 11ti, ratco111anda / 111<111oscri110 / di ''i11te11si(icare il servb o delle pattug lie nella ~0 1111 di co 11jì11e'' .

CO ~I A 1' D O 4° A R ~f ,\ T A S rato :',faggiorc - l ·m ci o Operazio ni N. 12748 ,1 di pro t.

P.l\ L 206, 2 1 agos to 1943 - XXI

OC,GElTO :Yigihuw1 transito frontiera .

... . .. ... ..INDI RIZZI

La p n:senza di I ruppe ge rman iche nel tcrrito1io occ upalo dalle lruppt: italiane ha creato panico fra gli ebrei e q ualche preocc upazione fra i connazionali per la voce corrente di un presto ritiro <lelle nostre truppe. E segnalat o che molti intendono abband onare il terri torio francese, riconend o ad illeciti espe<lienti per varcare la fron tiera. Q ualc he ebreo av rebbe dat o esecu7i o nc a1 s uo di visamento <li fuga in Italia col mezzo della corruzione degli autieri ; l ' interessato pren derebbe il posto del secondo au tiere ccl indossa nd o una sempl ice tuta avrebbe così modo di a tt ravers are inco ntrollato il valico di confine. Ciò premesso, si pregano i coman d i iu indiri.u.o d i far diffi dare i conducenti di automezzi, rappresentan do loro le gravi responsabilità penali cui po trebbero inco rrere col favorire il transito cla ndestino della fro ntiera a civili. Si pregano alt rcsì i comandi interessati tli impartire di s posizioni all e pattuglie c ai posti di blocco prossimi aJ cou rine, perché sia co ntrollata l ' ide nt ità <li tutti i mi lita ri diretti nel Regno a bordo d i automezzi. Il Commissari ato p er i servizi di poliz.ia di front iera della 2" :1.ona vorrà imparti re analoghe disposizioni ai valichi di confi ne per il ri goroso controllo indi,·idualc di tutti i mil ita ri in usci ta dal territ orio occ upat o.

d'ordine

ILGH<ERJ\LE CAPO DI ST.-\TO ;\ L\GGIORE F.to T mhucchi

737


D23 !X Documento trcltlo dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS SMRE 2119(B) - 238. (Rielabora-:.ione). Pare utile ricordare che i qllei giorni andava compiendosi il ritiro del/efor-:.e i1alia11e dagli schieramenti d'ollre Varo, progressivamente presidiati da truppe tedesche. Copia. STATO MAGGIORE R. E SERCITO Ufficio Operazioni

decifralo ore 17,30 del giomo 1 settembre J943

Da Comando 4/'Armala Al Supercscrcito l\. 13301,I alt. Stampa francese Nizza pubblica avv iso secondo cui ebrei francesi maschi eci1 20-30 et ebrei stmnicri età 18-50 residenti diparcirnento Alpi Marittime debbono presentm·si al pm·ticolare vis ita medi.ca al c Vis ita eia f:u·si tra due ec seue settembre anche per residenti esc Varo alt Commi nate misure di in ternamento per renitenza al visita alt Tanco si segnala perché tale visica paffebbe preludere at successiva deslina1.ione idonei al lavoro obbligatorio su disposizione germm1ica alt Capo S tato ìvJaggiorc Lannotazio.n.i]: V isionc Sigla e daca (1 ,9) fDOCUMENTO ANNESSO]

ARRUOI .AtvlENTO EBREI PER ORGANIZZAZ10NE T ODT VERJ3ALIZZAZ10Nc DI COMLINICAZIONJ TELEFONICI ili

3 scllcmbrc

Col. Urclla del Comando Supremo comunica - ore I 1,4:) - di aver avuto notizia dal col. Raggi della C .l.A.F. di Nizza che il prefetto dell'Alta Savoia 11011 vuol sentire nostre opposizioni a noto invio di clementi ebraici ad organizzazione Todt. Col. Grclla , i11fom1ato che della questione è s rato interessalo il Ministero degli esteri, conferma precedenti ordini cli non consentire allontanamento ebrei. Aggiungo che, in proposito, il ministro Lal'al sta racendo passi presso il nostro minis tero esteri per ottenere l' invio degli ebrei all'org,miz.z.,zione T(xlt. Comunque, fino a qu,u1do non si sarà a conoscem.a delle decisioni ciel :Vlinistero Es te1i - che, si presume, non saranno favorevoli alla richiesta Lavai - 4 1\ 0\nnata non deve aderire alle richieste delle aucoritii fnUJcesi. Messa al coll'ente di quanto sopra la 4"Armata (rcn. col impartite al rigu,udo.

Durm1) confermando disposizioni già

Tcn. Col. Dunin ass icura che 4/'Annata agisce giì1 secondo i nostri ordini cd informa che della questione si sta interessando l'Ispellore cli polizia Comm . Lo Spinoso. [am1ot.izion.i]: Sigle e daca (4:IX)

738


D24

rx

Docmne11to lralto dai Diari storici dello SMRF,. A USSME D S SM/(f, 2119 (I) - sn TF.I J'iSCRITfO IN ARRIVO

SEGRETO

o Sl'ATO MAGGIORE R. ESERCITO UFFICIO OPERAZIONI

Ore 1400 del giorno 8 se ttembre 1943

Dal COl'vlANDO SCPREvlO

Al

SUPERES ERCITO OPERAZIO~IJ.

n. 5303,AG alt Riferimento tele 11135 179 ccxleslo S ta to Maggiore del 2 c.m. a.Il Riportas i per oppormna norma seguente lelescrillo Minis tero Affm·i Es teri alt Ini, .ia: ,~, N. 22447 ah riferimento telegramma codesto Comando Supremo 5196. AG ciel 3 corrente e 4957, AG ciel 25 agoslo alt. Questo ì'vlinistero esp1imc suo accordo man1en.ime11to linea di conclollll s1abili ta riunione 28 agos lo presso 1Vlinislero Interno alt In mmonia provvedimenti stabili ti rendesi necessario ev irare precella,ione uomini validi per lavoro obbli gatorio presso organ.i zzazionc Todi alt Data delica1ev.a materia appm·e evideurc opportunità procedere con discrezione riservaudosi come ultima evenlualilà imp iego clementi ebrei per lavori nella zona occ11pa1a nostre truppe ali l'innato Rosso alt"" Fi1ùsce alt d' ordine il Capo III Reparto Generale brigata Salvatore Bartiromo

Dornme nto traflo da i Diari storici dello SMR E . AUSSM/:.. DS SMRE 2119 (I) - 236, sd. PROMEY10RJA su accmdi presi in riunione mallino 28 agosto fra rapprcsenlanli lvlin.islero Esteri - '.vlinis1ero Jntcmo (presente Ca po Poli7.ia) e S talo lvfaggiore. SGOMBERO EBREI DALLA PROV ENZA Comando 4''Annata dispon·à per cos1i1uire t.1110 o pi ù campi concentramento per gli ebrei esistenti nel territorio francese che noi dobbiamo cedere ai tcdesclù. Dello campo deve essere nel 1e1rit0rio compreso fra il vecchio confine italo-francese e bt futura noslra linea di occupa7.ione in Francia. (Varo - T inca e Cap d'Antibes). Nel campo cli concen1rawe11 to g li ebrei devono recarsi con mezzi propri (eventuali agevolazioni d11 parie dell a 4''Anuatc1) e prnv vcclere per proprio conio al loro sostcn(a.men10 (agevola1.io1ù evcn111a[j per la provvis1a. e trasporto in silo dei vi veri). Sorvegliam.a del campo agli orgm:ù di Poliz ia italiana. che 1imammno nel territorio francese occupalo. Divielo di passaggio in I tali a lvlin islcro Eslcri s tudierà ulteriore sistemazione degli ebrei a sit uazione a1malc cambia.la..

[Annota7.ioni manosc1i1te in calce] Copia già consegnala all'Ecc. Sottocapo - Una copia , d'ordine Ecc. S0Hoca1x i, è s tata consegnala all'ufficiale qna inv iato eia 4" Armala . Copia cli questo appunlo è sta ta inviala miche ,ti Com . Supremo.

739


D25IX Documemo trailo dai Diari s1orici del co111a11do XV Corpo d'Amw.1a. AUSSME DS XV 1016- 51 .

COM AN DO 4A ARMATA

P.M. 1, 20 "ovembrc 1942 - XXI

8772,0 p. di prol. OGGETTO: Occupa2ior1c del cerritorio fowccse- Direuivc 60 .100,0p.

ALCO.'vlANTXl DEL ! CORPO D'ARMATA -

P.M.43

ALCO.'v!AN!Xl DEL XV CORPO D 'ARf\1ATA-

P.M.

Al . CO:VIANl)O DEL XX II CORPO D' AR1v!ATA -

P.M. 78

Al . CO:v!ANI)() ARTIGLIERIA D'ARMATA -

SU)E

1\L CO.VIA ;!)O GE'-:JO D 'A RMATA -

SU)!_:

ALL'IN1T.i'-JDE.'..:ZA D'AR.'v!ATA -

SEDE

L'a vmw~11a delle forLe icalianc e tedesche nelle zone della Frm1cia non occupaca non ba provocaco, sino ad ora , alcun incidente. I.a mancm1,~1 di reazione - se può essere in gnm parie anribuica alla rapidic1, dell'occupazione cd al timore di è inùubbiamenle anche in funzione della •(p<ffola d'online" di non mnovcrsi impartita da orgm1i anglosasson i e goll isti. rappresaglie -

S iffalla perfeua idenci tà di condolla tenuta dalla popola,Jone fnmcese -

senza eccezio ni di classi e regioni -

induce a considerare la possibilità cli una reazione organizzata e tota1i taria ove pcu-licolari condi.doni suggerissero l'insurrezione (ad esempio nel caso in cui la fascia licornnea venisse inves tila da imponenti fo17.e aeree e navali , mentre

nel retroterra s.i verificassero .lanci di parncadutisli seguici da aviosbarchi) . E ' necessario prendere iu esame cale eveonialità , sia per evi tare la sorpresa i111ellcu11ale, sia per stabilire previdenze e misure idonee a iidume la pericolosi cà. A. - PROVVEDilvfENI1 DI CARATIERE MILITARE Rendono difficile il problema: l'csiscen1..a di forze mi licmi frm1cesi inserite nella sistemazione difensiva delle cosce e neJJ'inuncdiaco retroterra; la soggezione delle comunica2.ioni ad una rete s!rtK~lle e fc1rnviiu·ia non sonoposw a concrollo icalim10 e penanto esposta ,id incem1zioni, sia 4ues!c sistcmacichc o dclla!c da impulsi individuali;

740


l'obbligato ricorso nelle trasmissioni ad una re te tclegrafouica sottoposta all'intcrce11aiione me lodica cd esposta ad intenu1.ioni con una gamma che dal blando ostruzionismo burocratico può giungere alla <listruzionc dei centri di collegamento; la cmcn1;:1 auuale - che potrebbe protrnrsi - di una forte aviazione da homhmùamcnto e da caccia, idonee a clisarticolm-c il dis positivo nemico nella rase dello sbm-co . Converrà cli conseguenza: (a) (b)

(e) (d) (e) (J)

(g)

- orgm1i1..1;:u·e la difesa cosliern Lenendo presen te la possibilia, di m.i.oacce anche dal tergo (dire11ive in corso di emanazione); dislocare le riserve con il criterio di conseotire l'intervento a sos teg no della difesa cost iera e nel conte mpo soffoc:u-c miJJacce comunque insorgenti snl rovescio delle zone; - sistemare le truppe io locali tà non dominate , sacrificando , ove occon-c, il criterio della comodità alle esigenze della sicurc1..1~1, fino ad assumere la sistemazione in allendmnento; - rnccoglicre presso le principale sedi di disloc.11ione materiale idoneo al riallamenlo delle inlenuzioni (materiale da ponte , legname d'opera, s trumenti cd allre1.zi di lavoro); - organi?.Zare e mantenere iJJ piena efficien7.a una rete radio cli comando (uffici cifra e personale marconista in costaote allenamento); organ.iv.are un servizio di collegamento a mezzo corriere in au1ovcllur:1 o n101ociclella appoggiati a posti di corrispondenza dislocato presso le sedi dei repa.ni: Prevedemc, iu caso di emergen7..a, la scorta con truppe autotrasportale ; - costit11i.l'e a cura dell ' hltendeoza, depositi aui a garantire la vi1a dei rcp,u-ti, anche in ClL~o di in tcm1zione Lempornnc,-1delle linee fcrroviruic e di d ifficoltà di movimcoto di au tocolonne logis tiche.

B. - PROVVEDJ:-ScfENTI DI C ,\RATl'ERE POLI'IJCO C n obicllivo esame della situazione lascia incerti sulla possibilitit di una collahornz.ione cffeniva francese, per cui non esistono oggi né i presupposti , né gli interessi. . Per altro, è o vvia la convenie1m1, non soltanto contingente, di g1wL1gnarsi il rispcuo della popola1.ionc, il che, se difficilmente potrà mutarne nKlicalmente lo sta to d'm1imo, serviril ad incrinm·c la compat tezza del risentimento e la solidarietà del rancore. Tu llo c iò impone una conùolla senvi 1e n1e nmu-ncnti né debolene e nel contempo sen1.a asprezze né bru1ali1i1.

L'avi°UJJ..<'"lfa io territorio francese è stata giusl ificata con la uec.essilà mìlit:u-c di impedire agli anglo - americani di ripe tere nel COJll inente J'agg1-cssione perpetrata nell'Africa Sellentriom~c frm1ccse, con la dichim-ata intenzione ùi

minacciare La Libja atlrav~rso la Tunisia. Di qui le nonne della nostra condoua: inrte.ssibilc ami! icazione delle misure d i sicura.111 e per il potenz iamento della difesa costiern (oscuramenlo , ftmzionmncnto dc)Ja re te di avvistamento e segnalazione aerei, divieto di trnnsito e sgombero di loc.11it,1 nelle zone talliemncntc importanti della fascia costiera; controllo delle auività nautiche, ccc.) ; comprensione per le rlillicollà di una nazione sempre piÌI chiusa in li miti ris trclli nei rapporti non auinenti a.Ile esigenze militari oper~tive (1ispello delle facollì, g iurisdiz.ionaJi, co1Telle1,,1 di forma, composleu.a di vita). Criterio fondamentale

le truppe italiane sono trnppe d i difesa costiera e

110 11

truppe d i occupazione in qum·tieri

(rùivcrn.o. 2.- PROVVE)))MfiN'Iì DI C ,\RAT IIME INFORi'vf ,~Tl\10 E TUTELA Dfl. SFGRETO MILIT 1\RE. 1.- La regione occupata accoglie numerosi regnicoli di cui non pochi sono profonc~1111enle attaccati a!l,1 Patria.

l.:ssi fo1u10 capo alle l)ckgazionj Assiste nza e Rimpahio dislocala a :-S:i7..7..a, Can.nes , Tolone , iV!m·si.gl ia, Avignone, Digue, Gap. Valence, Grenoble, Chambéry, Annecy. Mocbnc.

741


Conviene che gli org,uù infonnaliv i lengm10 cos1an1e conlallo con le predelle Delegazioni per indiv iduare quegli elerucu1i che possono essere u1ilin111i dagl i stessi o rgani informa1ivi come for11i di noliije, dopo aver ricercalo a loro rigoaillo informazioni in Pa lria per evi1are di dare ascol10 ad individui in1crcssa1i o lendenziosi. Nella ricerca delle nolizic locali inleressa specialmeo1e J'aecertamen10 dei da1i c he consenlano d i evi1are agguali, sabotaggi. (ivi comprese le inlenuzio ni dei collegamenti, delle opere d'.-ute , delle vie di comunicazione , ccc.), provocaz.io1ù.

2.- La frcqucn711 dei contalli imposla da una vi ra forw1amen1e in comune, la nalum affelliva delle popolazioni Ialine, l ':malogia di consueltKlini e d i condiz.ion i di vila tra frurùgl ic francesi ed ilaliane del cero 1.wale facili1auo la fonrwzione di co noscenze. :S:e consegue la possi hililà da parte di ageu1i nemici, o po li1icamcn1e os1ili, di raccogliere ainpiame111e infonnazioui. li provvedimenlo d i difesa piì1 sicuro è quello di uu'asso lula riserva1eu11 da pane dei comandi specie per qum110 conceme g li orienlament i, i criteri ed i proccdimeuli per l' impiego delle riserve in 7..ooa cos1iera e nei prov\'(xlimcnli repressivi in caso di insurrez.iooi. L'impiego delle riser ve è infalli l'elemenlo deter01.inaote e sen•irebbc all'a,•,•crsmio assai più dell a conosceovi dei dali di forza e di posizione delle nostre unità. dari che nella si1ua2ioue in allo tlifficilmenle potrebbero essere occ11ltati , a meno ùi conlinue vm·iazio ni nelle dislocazioni delle riserve. 3.- Come g ià segnalato (1elegr:u1una 3127 "I" del 18 cmT.) le linee 1elefo1tiche francesi sono sorvcgli,Hc da un servi7.io cl'in1erce1ta1..ioue; sa.rebbc slato impian1a10 apposilo celllro per l' in lercella7...ione delle comunicazioni telefoniche ilali.ane. È rigorosamen1e <k1 evi tare di lrnsmcllerc per fonogramma o per telescrillo qu,1lsiasi no1izia concemenle l'all ività oper.11i,•a con s peciale rigu,ud o ai movimenli dei convogli e dei reparti , alla loro dislocazione, fom1 e armamenlo , ai mareriali, ccc. Tali dali vanno comunicali esclusivamente per cifrato o per coni erc. D0cumc111i di par1icolm·c i111por1aiw1 e segrete7.7.,a e<Jme proger1i, sin1azioui analiliche, cifrari , dovrnnno essere recapitali a mezzo uf!foiali . I COtTicri devono essere convenic n1c men1e sconat i ed armati anche di bombe a mano. 4.- Da informazioni avute risulta che la propaga0<L1 oemica ba i1111x uti10 istruzioni ad elemenli ad essa favorevoli di avvicinm·e e fra1e111iz71ire coi soldati ilaliao.i per c:upirc uo li7ic mililmi , ma soprallullo per confidare ad essi no1i2.ic allm111is1iche o per incilarli alla diserzione. Approfillando delle conoscenze del nostro ambieule, della nostra lingua, della nostra indole, e largamcnlc do1a1i di mezzi, !ali elemenl i potrebbero acquiswc facilmen1c la fiducia e la simpalia dei. nostri miliahi che polrebbcro tLivcnlarc preda dell 'aziooe disgregatrice. Di qui la necess ità: del vigilao1e coo1rollo delle rclazio,ù dei mii ilari con al popolazione civ ile; di un'opera assidua di assis1e1w1 che limiti il bisogno del solda10 di ricercare con1a1ti con i civi li; di un'opera di propag:uK~\ in1ell igculc voi la a f.u· inlendcre al sokL110 che l'occupazione della Francia ha sollanlo caro11erc 1emporaneo cd è cscl usivamenle dirello ad impedire che il uc1wco, sb,u-c,u1do sul lilorale francese, possa rL1 qui operare con forze di 1crn1 e dcli ',tria conlrn la Pairia . IL GENT::RALE COMi\ND!\NTE F, lo /viario Vercelli no

p. c. c. JL COLON~l :I .I .O CA PO DJ STATO ìVIAGGIORE - Felice Le,rfa •

742


DIX

Documento !ratio dai Diari storici dello SMRE. AUSSME DS SMRT'.2119 (I) - sn, reca111e la da1a 19 agosto 1943.

COM AND O

SUPREMO

I REPARTO DA SUPERESERCJTO OPERAZION I AT COMANDO SUPREMO (ore 12.30):

11,32920 alt Poiché ue[[a conferenza di Bologna la parte gcnnanica ha convenuto SLIBa proposta di rientro della 4 'Amwta (meno 2 divisioni costiere - punto sul quale siamo d'accordo - cd una di fanteria - punto sul quale dobbiamo dcciclcrc), si chiede se si possa senz'altro procedere al rimpatrio delle rimanenti unità e servizi dell'Armata in parola alt GENERALE ROATTA

743


Di Ep Documento Ira/lo dai Diari storici del co11w11do 4AArmata. AUSSME DS 4A 1326 - 30. COMANDO 4" ARMATA STATO MAGGIORE UFFICIO 0Pf:RAZ10Nl

N. 9810 op.

P. M. I, 7 Giugno 1943 - XXI

OGGElTO: Esercitazione di annata 7300. Allegati N. l

!IL

COMANDO JJl::L I CORPO DARMATA

-P M. 43

AL

COMA.NDO UtL X\! CORPO{)' AR1'v1A1A

- p. J\•l. 15

AL

COMANUO DEL XX!l CORPO D '1!RMATA

• P. M. 78

Al.

COMANUO M . M ,. ITAT.!ANO IN FRANCIA

• P . lv!. 78

AL

COMANDO ARTIGT.!ERJA D'ARl'v!A7A

-Sede

AL

COMANDO GFNIO D'ARl'v!ATA

-Sede

ALL'INTE.NWEN7.A DI ARMATA

- P . M. 169

e. per conoscem.a: !IL COlv!ANDO DJ\IJSIONE ALPINA ..PUSTERJA,,

-P. M. 206

(dirama,:ioue estesa fino ai comandi di reggimento)

Scopo della eserci1azio11e di armala 7300 è s iato quello di 1rarre dati speril/lenta/i di giudizio: sai fl111ziona111e1110 di 1111 ragg ruppamento tc111ico di manovro r ostilllito per necessità di emergenza: - sai 1empi di carico e scarico per unità di fanteria autotrasportate con aliquote di salmerie; sulle possi/Jililà d i 111ane celeri per unità di rnva/leria e di bersaglieri ciclisti: sul concorso di 1111ità aeree germaniche a favore d i !ruppe italiane. Le considerazioni e gli m1m1estrame111i riparlali 11el/'allegato al presente jòglio co11cemo110. d i ('Onseg11e11za , soltanto tali "rgome11ti. li dispositivo di atf(l('CO realizzato sulla base di partenza (schieramento: aefi11 izio11e degli obiellivi; direzione di auacco) 11011 è swto esaminato. Potrà essere com'enie111e111e11te 1ral/alo dal co111(111da11te della divisione celere in sede di illustrazione ai dipe11de111i.

IL GENERALE COMANDANTE (Mario Vcrccllino)

744


Allegato al.foglio N.9810 !op .

-- Considerazioni e aolmacsframcoti traiti dall'eserc.itazione --

I.

<.)ua<lri dei rcpru-ti di manovra: hanno mostrn10 di essere scarsamenle al co1Tcnlc dell'ambiente nel sellore costiero in cui sono stati impiegati. Occorre che i com11udmi1i delle uni tà cli manovra - avvalendosi della maggiore libertà cli cui dispongono rispetto ai quadri vincolali alla coperrurn costiera - pe1fczionino, su orien1ameuLo dei comaudm1ri di Corpo d',c\nuala, la loro conoscen~.a dei scuori di probabile impiego (conforma:d<me dei lem:.no; dcl icatez.1~1 elci singoli tratri; rete s1raru1le; dispos i Livo <li co pertura).

2.

Per qu1m10 concen1e le 11ni lil non dipendenti organicmuenLe dal conrnodanle dei mggruppamcnto cli fomrn1ione , il comaudo di annara s i è limita to ad indicare le località di ,11 Lestamento delle colonne, scegliendo zone ,urelrale rispello al sellore di prevedibile impiego in modo c~1 non vincolare la liben11 del comancL1nte dei raggnippamento. F mancala, pernltro. la tempestività dell 'informazione e dell'online, e le colonne hanno sostato a lungo nelle località di allestamcnto . Il tempo avrebbe dovuto essere più utilmente impiegato per l'o1icntamento sul 1erre110 e sulla sirnazionc e per il pe1fcz.ionamento ciel disposi tivo sulla base <li parten111. In oas i ciel genere conviene che il comandan te dei mggruppamento di formazione - formula lo con lo smdio della carta il suo disegno cli manovra - i.twii subito portaordini - guide per fru· proseguire le colonJ1e in l()calità più vicine e, che i comandanti delle unità, destinme a fm· parte dei raggmppamento, lascino 11d un sou'orcLinc il comando della colonna per spostarsi in avan1i al fine tLi orientarsi sulla simazione prendendo co111auo con il cornandm1tc delle truppe già in sito. )':muralmente è neccssm'io che, sia eia pane dei coman<lanlc del mggruppamento che da pane dei conrnn<lan li delle un ità costi nllive , s ia lasciato ai clipenclen1i l 'indicazione '<lell 'iliner,u·io sul quale essi saraJmo reperibili .

3

I co01andi delle g. u . hanno impru·ti to gli ordini e ricevuto le infomia1.ioni ntili1:t-1rnclo quasi esclusivameme la rece teJefonirn civi le e mi litare in auo. Ove - come sarebbe da auen<lersi in caso cli emergenza - vi fossero state intenuz.ioni su lla rete , questo rigido condizionamento delle 1rasmi ssioni al telefono avrebbe provoc1110 notevolissimi ritanli nell 'atma1.ione elci dispositivo. OccoJTe maggiormente esercimrsi nell 'uso dei mez.zi suss idiari alla rele telefonica , moltiplicando le esercitazioni cli co!leg11mento. con il solo intervento dei q uadri e delle unità delle 1n 1smiss inni.

4

Le operazioni attive sono state fatte prcccclerc - per aderenza alla realtà - eia un prolungalo periodo cli allrume. Questo, in qualche rep,u·10, s i è 1rn<louo nel mantenere gli uom ini in asseuo di comball imento per tuua la nouc. Di conseguenza il personale si è presentato all'azione in minorate concli:i.:ioni cli efficie1m1. E' compito di comando assicumrc , in rapporlcJ all a si tu.11.ionc, i turni cli vig ilanrn e di riposo, es igendo che anche il perwnalcdei comandi si avvicendi in tal i turni.

5

U n grnppo motoriz.1~1to inviato su cli una s1n1ru1 segnala come rotabi le sulla c.uta Michelin 1 : 2()0.000 ha clovlllo modiric:u-c l'itincrru·io per essere la s1rad;1 non uti lizzabile per rne1.2.i pesanti a niote. Ne consegue la necess ità di un aggiommnento della rete straclHle auraverso ricogni7.ioni sistematiche , il cli cui esito dovrà essere reso nolo ai comandi superiori, che, a loro vo!La, ne dar.umo cognizione ai dipendenti . Inollre va ribadita Ja necessità di preventive ricognizio1ù immediatamente prima dei movimento quruiclo si debbano usare itinerari, non sicuramente noti , per unità dotate cli mezzi pesanti a ruote.

6

Alcune un.i tà sono state intralciate nel movimento dagli sbarramen.t i s traili1li effeuuati dai posti di blocco o dalle chiusure dei caposaldi posti a cavaliere di rotabili. OccoJTe che nell 'effcm1m·e le chiusure o nell'apprestare gli os tacoli si tengano presenti le necessità delle unità di manovra e pertanto siaJlO studiale e auuate misure che. mentre gmm1tiscano contro la sorpresa , consentano i movimenti delle proprie uni1à (preavvisi; acco1di cli riconoscimento; controllo del traJ1sito).

7

Il cm·ico del le salmerie sugli antome1.2.i è apparso lungo e laborioso . T ale emi co chiede, più ancora di quello degli uomini ' progeui minu ti e personale addestrato (distanze fra gli automeuj; passarelle di

745


caricamenlo; ripiu·1iiione dei <Jllll(Ùupedi sull'aulocano; caricmJ1en10 delle bmtlalure). l'intendenza si dia largo S\'iluppo i11le "iscruiioni,, relalive. 8

Con acc(nui con

1 bactaglioni autoporlati sono inlervenuti con la forw media di poco più di 350 uomiui. Poiché l'ordine del comando d'armata prescriveva che i repiu-ri partecipassero con la forza che avrebbero impiegalo nel caso reale, si dovrebbe ritenere cbe i battaglioni di riserva siano oberaci da compili non operalivi insopprimibili. Si rende necessario:

riesaminare i progetti d'impiego delle unità di riserva; acccr1are se nella manovra le disposizioni sono scale eseguite; tener conio della consis1e117~1 dei reparti di riscr\'a su cui si può effetrivamente COlll!U-C. 9.

T.a veloci là di crasferimcnco dei reggimenti di cavalleria su strada asfaltali\ è staia in media di 6 km. l'ora. Ne consegue che nel piano della media taHica (impiego a discruiza superiore ai 50 km.) le unità di cavalleria non si prescaon per in cer ven ci con carallere d'irnmediale7.7.a. Per1an10, anche in considerazione della loro modesta dispoo.ibi.licà di fuoco, nella siruazione attuale - difesa cosciera con re1ro1em1 oscile - le unicà di cavalleria sono <ht considerarsi come repani da impiegare segnaiarnenle in compiti di sicrn·c7.7,a nelle retrovie (azioni co111ro piu,1cadu1is1i, fomw:lioni pareigiaoe, inrilcrazioni).

10 - Le azioni dell'aeronaulica germanica, sia nei bo1J1barc~1menli in picchiala, sia nel micragliamenlo, hanno 1cs1imonialo della precisione del Ciro. E', peral!ro, da tener presenle che gli obiell ivi erano facilmenle riconoscibili ed individuabili e che gli avimori conosce1•11uo a pli01i - per ragion.i di sictu-e1..7;1 - la <lislocaz.ione delle trnppe amiche avanzale. Nel caso reale, cli contro all'occultamenlo ed al 111ascbcrmne1110 cbe opponà l 'avversario, uecessica cbe le truppe avruu.ace sappiano rapidamence ed esallamence indicare agli avialori alleati la propria disloca:lione con le noce segnalazioni a mezzo teli ed iu·tifici,

746


CARTINE


'
































MLMEE DE ·1 RANSITION /\J.'vIMINISTRAZIONE CENTRi\LE DELLJ\ GUERRA Q_uad ro di m assima

SEGRETARIO DI STATO ALLA GU E RRA

GE NERA LE COMANDANTE IN CAPO (C in C ) FOR ZE TERREST RI E ISP ETTORE GENERALE D ELL'ESERCITO

G ABI NETTO DEL SEGRE TARIO D I STATO

--t------:ERv,, ! somce

""''!c,o

STAMPA

DELL'ESE RCITO D IREZIONI (5)

CONTROLLO E CONTENZIOSO PRIGIONIERI DI GUERRA

PERSONALE CIVILE

Bll.ANCIO E CONTABILITA'

ISPETTORATI GENERALE D'ARMA (6} CAPO DI SM E SUOI SOTTOCAPI

UFFICI DELLOSM

GIUSTIZIA MILITARE E GENDARMERIA

ISPETTORI GENERALI ED ISPETTORI TECNICI

DIRE ZION I (5) (per delega al CinCda parte del Ministro)

Intendenza

Pers. mii Materiale

Sanità

Demanio

O RD!l'\AMENTO GE:-iCRAT ,E ESERCITO TRANSlTORTO l\lETROPOLITA'\JO (ESCLUSA CORSICA}

Alto Comando Esercito

CO MAN DI

Scuole e campi i di istruzione

GRUPPI di DIVISIONE (x2) (Avignone e Clermont)

Comandi Brigata di cavalleria in riserva generale (x2) (Vienne e Montauban)

Comandi Gruppi di Legioni della Guardia mobile (X2)

Complessivamente 6 Comandi di Legione

Comrollo opermivo

779


GRl iPPI DI DIVISIONI ESERCITO T RJ\1'-:'SJTORJO METRO POLITAJ"\JO (ESCI .USA CORSICA)

COMANDO Il GRUPPO DI DIVISIONI (CLERMONT- FERRANO}

COMANDO I GRUPPO DI DIVISIONI (AVIGNONE)

7

DIVISIONE MILITARE BOURG

14 DIVISIONE MILITARE LIONE (da montagna)

15 DIVISIONE MILITARE MARSIGLIA

16 DIVISIONE MILITARE MONTPELLIER

(da montagna)

9 DIVISIONE MILITARE CHATEAUROUX

12 DIVISIONE MILITARE LIMOGES

13 DIVISIONE MILITARE CLERMONT FERRANO

17 DIVISIONE MILITARE TOLOSA

DIVISIONI MILITATU COSTITUZJONE DI MASSI MA

COMANDO DIVISIONE

Numero variabile di Dipartimenti e di Distretti REGGIMENTO FANTERIA (x3)

REGGIMENTO CAVALLERIA (x1) BATTAGLIONE GENIO (x1)

8 Stabilimenti del

8 Stabilimenti del

Se rvizio di artiglieria

Servizio ciel Genio

(EPSA)

(EPSG)

780

REGGIMENTO A RTIGL IERIA (x1) GRUPPO TRASMISSIONI (x1)

COMPAGNIA TRENO (x1)

Numero variabile di Stabilirnenti an nessi (EASA) e ciel Servizio del lVlm eriale (EASl'vf)


REGGH\lENTL di FA:,./TERIA COSTTTU7.I O !'J E

CO;\IANDO R.EGG l i\lE):TO

BATT;\UJONE

llA1~r,\G I.IO:\'E

RA1TAGUO~T.

l'ANTERTt\

Fi\:\'TLRJJ\

FA!'\/Tl".Rli\ (*)

(*)

(*)

(*) nelle Divisioni 14 e 15 sono da montagna

CO:\ I PA(; ):J E

SEZIONE

i\ l l S'J'F

i\l O l{T/\ l

(x3)

COMANDO REGGIMENTO CAVALLERIA

SQUADRON E

SQUADRONE

SQUADRON E

a cavallo (X2)

ciclisti (x3)

autoblindo (abl) (x1) (8xabl leggere solo mitragl) 781


REGGH'vlENTl J\RTIGLIERIJ\ DIVISIONALE

COSTITUZIONE

COMANDO REGGIMENTO

GRUPPO ARTIGLIERIA LEGGERA da 75 (3xbtr. ippotrainata)

GRUPPO ARTIGLIERIA LEGGERA da 75 (3xblr.ippol/ainala)

GRUPPO ARTIGLIERIA LEGGERA da 75 (3xbtr. )

Batteria

Batteria

ippotrainata (2x)

motorizzata (1x)

14 /\ DIVISIONE MlLl'll\XE

COMANDO 14" DIVISIONE

(Lione)

153째 Reggimento fanteria alpina

2째 Reggimento artiglieria montagna

159째 Reggimento fanteria alpina

IV Battaglione

zappatori minatori

782

3/\ demi - brigade

11 째 Corazzieri

chasseurs alpins

8/14 Gruppo Trasmissioni

4/\ Compagnia treno


IY' DIVTSlONE rvllL!lAR.f.

COMANDO 15" DIVISIONE

(Marsiglia)

I 21° Reggimento fanteria coloniale (Arles)

2" demi - brigade chasseurs alpins (Hyères)

43° Reggimento fanteria alpina (Marsiglia)

10° Reggimento

artiglieria coloniale (Draguignan)

VII Battaglione zappatori minatori

8/15 Gruppo Trasmissioni

12° Corazzieri

(Arles)

7" Compagnia treno

(Le località si rif'r-riscono alla sede ciel rnmanclo)

Ordinamento territoriale della

14" DIVISIONE MILITARE (Dipartimenti e Distretti dipendenti)

COMANDO 14" DIVISIONE (Lione)

Dipartimenti in territorio italiano Valence

Lione Annecy

Chambery

Grenoble Gap

Distretti dipendenti in territorio italiano Bonneville

St. Julien

Thonon

St. Jean de Albertville Maurienne

Briançon

783


Ordinamento t<'rrìtorìalc d ella IY ' DIVl SlOI\E M ILITA R.E (Dipartimenti e Distretti dipcnd<>nti;,

COMANDO 15A DIVISIONE (Marsiglia)

Dij,artimenti in territorio italiano Marsiglia

Digne

Tolone

Nizza

Ordinamento territoriale - Distretti dipendenti in territon·o italiano (metropolitano) Drag uig nan

Barcellonette

Grasse

Aix en Provence

Distretti dz/Jendenti in territorio italiano (Corsìcaj - omesso

LEGIONI della GUARDIA REPUBBLICANA

COMANDO LEGIONE I Comando Gruppo di Squadron i (x2) Ciascuno su :

SQUADRONE a CAVALLO

SQUADRONE MOTOCICLISTI

(X2)

(x2)

784

SQUADRONE APIEDI (autotrasporta bile) (x4)


4" Armai.a

Ordine cli bauaglia del P rogetto R in data 12 dicembre -1-0 (Promemo ria 352 di SMKE - l\USS!\ I E DS Sl\ lRE 2074 - 437 ) (l" Ipotesi: rinforzo di 5 cli,·isioni clcll'Annam del Po ) 4"ARMATA Truppe e Servizi

II CA

I CA dcr.Ariete (+) df. Superga dal. Taurinense

(

0

)

XV CA

dmt. Trento (+) dat. Pasubio (0 ) ( +) dat. Piave (0 ) ( +)

Riserva (incomplete) (*)

dcr. Littorio (+) df. Ravenna df. Cosseria

df.Cagliari df.Livorno df.Forlì df. Assietta df. Sforzesca

cli,isioni prive cli auLotrasporto (+} Rinl(ll"zi clcll'/\nnata clc;l Po

(*} di\'isioni incomplete in a ppront:imcmo; Lirnrno e Fo rlì sarebbero slale pro11Le per il 15 gen. I!H I. Le ahrc per la lìnc dello stl'sso mese di gennaio.

4" Armata

Ord ine di battaglia ciel ProgCLto Rin cima 12 dicembrr 40 (Promemoria 352 di S1 1RE -AUSSME DS S:\lR E 2074 - 437 ) (2" Ipotesi: rinfor:w di sole tre di,·isioni ckll'Annala del Po) 4"ARMATA Truppe e

I

Servizi

IICA

I CA dcr.Ariete (+) df. Superga dal. Taurinense

dmt. Trento {+) df. Assietta df.Livorno

XV CA dcr. Littorio {+) df. Ravenna df. Cosseria

Riserva df.Cagliari df.Forlì df. Sforzesca

(+) J{inforzi dcll'Anr1ma del Po

785


4A Armata

Ordine di ba ttaglia alla data elci 20 ~cnnaio 194 1 (Esigenza R- progetto S.MRE 820/0p. - AUSSME DS SMRE 2074 - 459 )

4"ARMATA

Truppe e Servizi

IICA

ICA

XVCA

dcr. Littorio (+)

dmt.Trento(+)

df. Superga

df.Livorno

dcr.Ariete (+)

df. Assietta dal. Taurinense

RISERVA df. Sforzesca

df. Ravenna

df.Cagliari

df. Cosseria

df.Forlì

(+) divisioni dell'Armata del Po

4" Armata Ordine di battaglia alla data del 12 febbraio 1941 Doe. 4"Armata 772/0 p. (Operazione 2 15) AUSSI\ IE Carteggio Ì\l-'.\ 96, r3

4"ARMATA TRUPPE e SERVIZI

T ulli i CA imopicga110 propri reparti GaF

I CA df. Superga (*) dal. Taurinense(")

3° gruppo alpino "Valle"

Il CA.

CA autotrasportabile

df. Ravenna (*)

dcor. Littorio ( 1)

df. Livorno(*)

dal. Pasubio

lii gruppo carri L Cp. bers. mtc

(*) divisioni dell,i 4AArmata

(A) Per la sola fase operativa

(J) su due ball.aglioni carri lc;ggcri

786

(In riserva) XVCA df. Assietta ç•) df. Cosseria (*)

3" del. (meno) (A)


4A Armata Ordine cli bau.aglia a ll a data ciel 12 febbraio 194 1 (Operazione 2 15) AUSSME Carteggio M-3, 96, Fl ariami a pportate con la lettera +"A.rmata n. 1200, + marzo 194 1)

41\ARMATA TRUPPE e SERVIZI

Tuui i CA irnopicgano propri rcpani GaF

ICA

Il CA.

df. Superga (*) dal. Taurinense(*) 3° gr. al. Valle

XVCA

dat. Pasubio (A) df. Livorno(*) lii gruppo carri L Cp. bers. mtc

dcor. Littorio (1) (A) df. Cosseria (*)

(In rise,va)

(*) divisioni della il/\i.\rmaw

(1) su du<.: b;rnaglioni carri L

(A) Per la sola fase operativa

CA autotrasportabile df. Ravenna (*) df. Assietta (*) 31\ del. (meno)

4" Armata Ordine di battaglia per l'Esigenza O secondo il progetto SMRE 9111 in data 9 giugno 1941 41\ARMATA

I Truppe e Servizi

ICA

IICA

XVCA

RISERVA

dal. Taurinense

df.Superga

df. Cosseria

df. Sforzesca

3° gruppo Valle

df.Livorno

df.Assietta

787


4/\ Armata Ordine di battaglia tratto dal testo della Lcltera 13416 in data 2 1 agosto 1941 - Occupazione di parte della Lerriwrio francese aderente alla frontjera italia na) - l /\lpotesi: operazione improvvisa (AUSSME, DS S:MRE 2075)

4"ARMATA Truppe e Servizi

IICA

I CA

Ravenna

Cosseria

Cuneense

Legnano

Taurinense

lii Gr. alpini Valle IV Gr. alpini Valle

XVCA

IUSERVi1 (eventuale) Littorio Piave

a dirette dipendenze Tridentina Sforzesca {")

(") dal 2:'i agosto

4" Armata O rdine cli battaglia tratto dal lesto della Lettcral34 16 in data 21 agosLO 194·1 - O ccupazione cli parte della territorio francese adiacente alla lì·onticra iLaliana) - 2"lpOLesi: operazione con anticipo cli almeno l O giorni (i\ USSìVIE, DS SM KE 2075)

4"ARMATA Truppe e Servizi

I CA

II CA

XVCA

Taurinense

Ravenna

Littorio

lii Gr. alpini Valle

Cuneense

Piave

IV Gr. alpini Valle

R!SliR/1.A (eventuale)

a dirette

dipendenze Tridentina Sforzesca (")

(") dal 25 agosto

788

Cosseria Legnano


O rdine di batLaglia della 4" Armala a lla data del 14· maggio 19,12 (Piano 3300) AUSS1vJL. M-3, 96, F3 .

411 Armata (Torino) Legnano

Truppe e Servizi

(in risc1va d'Armata)

I Corpo d'armata (Torino)

3° Gruppo Valle

XXI I Corpo d'armata (=)

XVCorpo d'armata

(Alc:-sancl ria)

(Gcnm·a)

Cuneense

Piave

Tridentina

Centauro

2x cp. bers. motoc. in rinforzo

1x cp. bers. motoc. in rinforzo

(=) prirn cli artiglierie e di reparti del genio cli CA

Ordine cli ba ttaglia de lla 11" J\rrnata alla data del I!l giugno I!W2 (Piano 4100) (f-\USSf\IE Ì\ l-3, %, F3) 411 Armata (Torino) dat.Rovigo Riserva d'Armata

I Corpo d'armata (Torino)

3° Gruppo Valle

Truppe e Servizi

XXI I Corpo d'armata (Alessandria)

XVCorpo d'armata (Genova)

dat. Mantova e Nizza cav.

dmt.Piave

dat.Piacenza e Genova cav.

dcr.Centauro

Piemonte Reale cav.

Legnano

789


Ordine di battaglia della 4/\ Armata per il progetto 4AArmata 5450 (Progetto F), 18 agosto 1942

4AArmata

--1---

(Torino)

Riserva d'Annata:

dfTaro, Lupi ed altre due di occupazione)

Truppe e Servizi

---,

I CA)(Torino)

XXII CA (Alessandria)

XV CA (Genova)

dal. Pusteria (*)

dat.Mantova (Asti)

dmt.Piave (Bra)

dat. Rovigo e

dat. Piacenza (Mondovì)

dcr.Centauro (Bra)

Nizza cavalleria

2" dcl.EFTF (Mondovì)

df. Legnano (Genova)

1° gr.al. Valle

(*) In amusso

Ordine di battaglia della 4/\ Armata alla data del 26 agosto 1942 (Piano 5 700) (AUSS11E 1vI-3, 96, F4-)

4"Armata (Torino)

Riserva d'Armata df.Lupì di Toscana

~--

-----·

Truppe e Servizi

-----I

I CA(Torino) elementi Gaf 11 ° rgt/dal. Pusteria (*)

(*) dal. Pustcria in alTiusso

790

XXII CA(Alessandria) 2Adc1. EFTF dcr. Centauro

XVCA(Genova) dmt. Piave e RECo Lodi df.Legnano


Ordine cli battaglia de lla 4/\ Anna La per il progetto 4AAnnata n.6000, 3 1 agosto 194·2

(AUSSME OS SMKE 2 I 19(cart.. B) - 216

4"Armata (Torino)

RISERVA Truppe e SeNizi

Taro e Lupi

I CA

XXII CA

(Torino)

(Alessandria)

XVCA (Genova)

Elementi GaF

2"Celere (EFTF)

RECo. Lodi

elemt. 11• alpini

e Centauro

Piave e Legnano

Pusteria

4" Armata - Ordine di battaglia secondo il piano 60.000 (Esigenza "0") 4" Armata (Torino)

Truppe e Supporti d'Armata

Comandi Difesa territoriale (Diter) Torino e Genova

ICA

XXII CA

XVCA

(Torino)

(Alessandria)

(Genova)

Taro

Rovigo

EFTF

(ris.) Pusteria

Legnano

Piave

I Comando

Il Comando

XV Comando

GaF

GaF

GaF

Lupi di Toscana

I Settori Vl, VII, VIII,

Rgt.art.

Settori 11, lii, IV, Xl , Xli

Rg t.art.

Settori

Rgt.art.

V. I

IX, X

79 1


4" A rmata Ordine di battaglia, limitato a lle uni tà da comba Ltimenlo in F rancia come scgnalaLO il 5 dicembre 1942 a l comando Felbe r (Armccgruppe Felber 2/3ì5/42, A'USSME, L13 - 225) 4"ARMATA (Mentone)

I I CA(Orange) dal Pusteria

XXII CA (Brignoles) df Taro

15°Rgpt art CA

(comando :

(Valbonne)

1°Rgpt art.CA 42°Rgpt art CA

(comando:

(Pierrelatte)

(Flassens)

Le Thor)

XV CA (Grasse) df Legnano (comando: Nizza)

Solliès - Pont)

1°gr.al.

20°rgpt

df Lupi

dmt. Piave

del EFTF

Valle

al. sciatori

(comando:

(comando:

(comando:

(Grenoble)

(Briançon)

(Trets)

(Hyères)

(Draguignan)

Ordine di bam-1glia della 4-"Arrnata al 1° maggio 1943 (AUSS:VIE, Ll3 - 225) Comando 4"Armata (Mentone)

-

(dipendenza per l'impiego ) ICA (Grasse)

f

223" d~ df. Legnano costiera (Draguignan) (Cagnes) . 224" d. costiera (Nizza)

792

Comando MM (Tolone)

: : I I

18° RECo. (Flassans)

XXII CA (Hyères)

df.Lupi {Ollioules)

XVCA (Carcare) dat. df.Taro Piacenza (Bormes) (Alessandria) dal Alpi Graie (Acqui)

2"dcl.EFTF (Dragui gnan) I gr. al.Valle (Ovada)

dat. Rovigo (Asti ) 201" Div. costiera (Savona)


l Corpo d'Anna ta Ordine di battaglia, limitato alle unitii da combattimrnto come segnalato il I0 111aggio 1943 al comando Fclbcr (AUSSI\IE, Ll3 - 225) I CA (Grasse) 1°Rgpt art CA(Vallescure)

223 d.costiera (Cagnes)

224 d.costiera (Nizza)

df. Legnano

2Adcl. EFTF

(Draguignan) 68° rgt f. (Chateau Aurelien /Fréjus)

(Bargemon)

(Cannes) 165°(MM Tolone)

Nizza Cavalleria

Genova Cav.

(Fayence)

(Nizza)

166°(A ntibes)

58°rgt art (Vallescure)

rgt costieri

67° rgt f

167°costiero (Fréjus) 168°costiero (Gyens - Taro)

Piemonte Reale

1°rgt. bers.

(Fayence)

(Grasse)

btg al. Val Pellice (Grimaud) 134°rgt art. mot. (Hyères)

X.\: I I Corpo d'Armata Ordine di battaglia, limitalo alle unità da combau.imcnLo come scgnalmo il ! 0 m;iggio 194:1 al comando Fclber (AUSSJ\ IE, LI '.:I - 22j)

XXII CA (Hyères) 42°Rgpt art CA

Altre T ruppe di Cf\

(Vallescure)

df. Lupi

df. Taro

(Trets)

(Bormes)

77°rgt f.

78°rgt f.

30°rgt art.

207° rgt f.

208o rgt f.

48°rgt art.

(Chateauneuf

(Fuveau)

(Peynier)

(Pierrefeu)

(La Farlède)

(Cuers)

le Rouge) 168°rgt cost. Temporanea clipn1dcm,a

(Gyens)

793


Forze di diresa Piazza di Tolone dipendenti dal Comando .Marina al IO maggio 43 (AUSSME, Ll 3 - 225) Comando Marina (Amm. Sq. Matteucci, Tolone) I --1

L Btg "M" (St. Mandrier)

IV Btg San Marco (Tolone) 165° Rgt costiero (temporanea dipendenza) (Tolone)

XLII Btg "M" (St. Mandrier)

Organico del Comando Marina (comando ed unità navali), al 1° giugno 1943 (AUSSME, 1326) Comando Marina (Amm. Sq. Matteucci, Tolone) Capo di SM aggiunto (Col Farina) (Comandante Fronte a Terra)

Capo di SM (C.Amm.Leonardi) (Comandante Piazza Tolone) I

'

-

Comando Dica! Tolone (in corso costituz.)

Comando Marina Nizza (CF Tanzini)

2° Gr.Antisom (CC Nicolini, Tolone)

i'

Comando Base Navale Tolone (in corso costituz.)

Gr. Navi (CC Greppi, Tolone)

Sz. TLC (CC Bacio - Terracini, Tolone) Gr.Navi uso locale

1ASz./5"Sqdg MAS

(TV Chicchiani, St. Mandrier) (STV Centurioni, St. Mandrier) I

Ufficio recuperi (MGen Giannelli, Tolone)

794

Direzione marittima (Col di Porto Seimann)

Maridistat Aviazione MM

(Comando Fronte a Terra)


41\ Armata Ordine di battaglia dell'aviazione d'armata al 18 giugno 1943 (AUSSME, 1326)

19°Stormo OA (Torino)

Reparti di sostegno

120/\Sqdg (alla SAArmata) Uffici

Uffici Comando CC.RR. Presidio

76°Gruppo OA

73°G ruppo OA

l_

(Novi Ligure)

(Venaria Reale) (riserva)

1- '-1

137/\Sqdg

127/\Sqdg

Prede belliche

64°Gruppo OA

(Hyères) (per 4/\ Armata, I e XXII CA)

(Novi Ligure ed Albenga) (per 4/\ Armata e XV CA ) ,-

Operazioni S. Log.

Pers.

3/\Sqdg (Le Luc)

(Albenga)

12211 Sqdg (Hyères)

115/\Sqdg(Cuers)

ORGANIGRAMMA DEL COMANDO DELLA 4/\ARMATA 1° maggio 1943

' Console MVSN (*)

Tribunale militare

Ufficio Cen sura

Comandante dell'Artiglieria

Comandante Cappellano

DECSA

Ufficio Politico Capo di Stato Maggiore

Generale Intendente Comandante del Genio

Uffici o Nuclei di collegamento

Sezione A

Comandante delle Truppe chimiche Comandante dell'Aviazione d'Armata

Comandante dei Carabinieri Reali

con Comando Marina

con governo Vichy (·) Non assegnato

Rappresentante del Ministero Esteri

Generale addetto

Capo

con Ob.W

795


ORGANIGRAMMA DELLO SM DELLA 4"ARMATA al 25 febbraio 43 (AUSSME, 1127 - 68) (Comandante, Gen. d'Armata Vercellino)

Capo di SM (gen. div. Trabucchi)

Reparto Topo cartografico

Reparto Affa ri Civili e Vari (Gen . B. Poli)

Uff Affari Vari

Quartier Generale

scapo di SM (Col Malavasi)

Uff. Affari Civil i (Ten Col Lessone)

Ufficio Ufficio Personale Ordinamento e Segreteria

Ufficio Informazioni

Ufficio Operazioni

Ufficio Telecomunicazioni

Organico della divisione di fanteria "Legnano" (58A)

Divisione fanteria "Legnano"

67° Reggimento

68° Reggimento

58° Reggimento

fanteria

fanteria

artigl ieria

796

Servizi


Organico della divisione di fanteria "Lupi di Toscana"(7")

Divisione fanteria "Lupi di Toscana"

77° Reggimento

78° Reggimento

30° Reggimento

fanteria

fanteria

artiglieria

Servizi

Organico della divisione motorizzata (dmt.)"Piave" (101\) durante l'esigenza "O"

Comandante della Divisione

In cursÙJ() /,e unil(Ì di 1111/im:,o.

57° Reggimento

58° Reggimento

fanteria

fanteria

108" Compagnia Bers. moloc .

X Battaglione armi cc/ accmpg

CX Battaglione

20• Reggimento

artiglieria

Servizi

Genio (misto)

797


Organico della divisione di fanteria "Taro" durante l'esigenza "O"

Divisione fanteria "Taro "(48A)

1· ····, 207° Reggimento

208° Reggimento

48° Reggimento

fanteria

fa nteria

artiglieria

Servizi

Organico della 2Adivisione celere EFTF

2" divisione celere "Emanuele Filiberto Testa di Ferro" (EFTF)

I 1° Reggimento bersaglieri Reggimento Cavalleria "Piemonte Reale"

798

Reggimento Dragoni "Nizza"

Reggimento Dragoni "Genova"

Servizi

134° Reggimento artiglieria mt.


Ordinamento delle unitĂ GaF gennaio 1943 (dettaglio limitato alle unitĂ del XV comando GaF ed al suo schieramento sulla costa provenzale)

Difesa Terr. Torino

Difesa Terr. Alessandria

I Comando GaF

Il Comando GaF

Settori

Rgt.art.

XVCA

XV Comando GaF Rgt.art.

Rgt.art.

VI, VII, VIII,

Settori

IX. X

Settori Il, (due Sottosettori}

lii, (due Sottosettori)

(*) su 4 compagnie

V

IV, (tre Sottosettori)

I/a XLVIII gr.art. (Mentone)

. Sottosetton

(Mentone)

I

Sottosettori V/ V/b 1/b ae (Liguria occ.) (Mentone)

I/A mobile (Cap d'Ail) (*)

Armeegruppc Fclbcr all'aLLo elci passaggio dcll,1 linea cli demarcazione 11 ~ovembrc 1042

Armeegruppe Felber

i 10.

Divisione corazzata (Pz.Div.)

335. Divisione fanteria (I.O.)

-1 Reggimento artiglieria corazzata (111 Brigata artiglieria)

799


Armeegruppe Felber (termine dell'operazione - prima del 27Novembre 1942)

Armeegruppe Felber (Avignone)

328. df. l nf.Div (Sanary -- Marsiglia)

Truppe e

Forze francesi

servizi

(Sanary -- foci Gapeau)

335.df. (Aix en Provence) Battaglione

Battaglione marina

mobile (x2)

SS G e nerai Ko rnrnando (Pz.) ordine d i battaglia all'alLo dell'occupazio ne di Tolo ne 2ĂŹ Novembre 1942

SS Gen. Kdo. (Pz.)

7/\ D ivisione corazzata (Pz. Div.)

1 Battaglione/ 2° Reggimento artiglieria corazzata (Gepanzert art. reg.)

0 (

)

800

dotato di speciali mezzi anfibi

Reggimento SS "Langemark"(

0 )


Armeegruppe Felbcr dopo il 27 novembre 1942 e sino al ritiro clel'SS Kclo Pz. (37 Cit, 5 dic.4 2) Armeegruppe Felber (Avignone)

SS Generai Kommando (La Valette) Due reggimenti della div.SS Das Reich (Marsiglia) 335" div. fant.

+ 2xbtg della 328 (Marsiglia)

LXVI Res. Generai Kommando (Clermont - F.)

Elementi delle

326" div. fant.

Ottembacher div. fant.

div. cor. 7" e 10" (Marsiglia}

(Lione)

(Clermont-F .) (*)

(*) rinforzato con

328" div. fant. meno 2xbtg (Chalons sur Saone}

reggimento sicurezza Paris battaglione della 182" div fant. ris. compagnia carri della brg. cor. 100) Ne è prevista la sostituzione

Haeckel div. fant. (Nimes)

Gr. combat. Meuther (Martigues)

con Sxdiv. della riserva

Truppe e Servizi

Armeegruppe Felber al 15 dicembre 1942 all atto dell'assunzione del settore della costa mediterranea · già sotto comando della 1A Armata (Fonte: ordine n.8 dell1A.rmcegruppe, 15.12. 42, AUSSME Cart. Cit) 1

Armeegruppe Felber

327.

335.

Divisione fanteria

Divisione fanteria

Divisione fanteria

(I.D.)

(I.D.)

(I.O.)

326.

801


Armeegruppe Felber dopo il 28 dicembre 1942 (Fonte : f. CIT n. 111 del 28 dicembre 42)

Armeegruppe Felber

356. Divisione fanteria (I.O.)

338. Divisione fanteria (I.O.)

326. Divisione fanteria (I.O.)

6011 Divisione granatieri corazzati (Pz.Gr.D.)

Comando dell'Armeegruppe Felber durante l'ocuupazione

Comandante Armeegruppe Felber Capo di SM

I StatoMagg iore

1a (capo ufficio operazioni)

802

Uffici di collegamento Capo del VOKJ (uff. collgm lspett Esercito (Magg. Lichey)

1b capo ufficio servizi (Col. Fiala)

esterni

i Ufficio di collegamento Distaccamento di collegamento fra ncese con il comando XXII CA (Ten. col.Chomel) (Cap. Pezzi)


Armeegruppc Felber al 13 maggio 1943 (Fon te: f. CIT n. 5 7 I ciel 13 maggio l D4'.1) Schieramen ti eia Bando] alla frontiera spagnola

Armeegruppe Felber (Avignone)

(Comandanti I dilocazione posto comando) In prima schiera 356. I. .

338.1.D.

326. I.O.

(Faulenbach,Aix)

(Foltmann, Arles)

(Dennerlein, Narbonne)

In riserva 328.1.D.

355. 1.D.

(v. Treskow, Cavaillon)

(Kreiss, Carcassonne)

60" Pz.Gr.D (Kohlermann, Nimes)

A.rrneegru ppe Felber al I O luglio l 943 (Fon Le: f. CIT n. 804 del I O luglio 1943) Schiera menti eia Bando] alla frontiera spagnola

Armeegruppe Felber (Avignone)

controllo tattico 715. ID in afflusso

Xl LuftwaffeFeldKorps

(Comandanti I dilocazione posto comando) In prima schiera 356. I.. (Faulenbach,Aix)

60" Pz.Gr.D. (Kohlermann, Nimes)

338. I.O. (Foltmann, Arles)

In riserva

I

(1" e 2" d. paracadutisti) 326. I.O. (Drabich-Waechter, Narbonne)

IV LuftwaffeFeldKorps (AssumerĂ alle dipendenze le divisioni 326. e 338.)

803


19" Annata (Armccgruppc v Sodernstern) (fonte: f. CIT n.892 del 15 agosto 1943) Schieramenti eia Banclol alla fron tie ra spag110la

19. Armee Oberkommando (v Sodernstern, Avignone)

Xl LuftwaffeFeldKorps

controllo tattico

(1" e 2" d. paracadutisti)

I

715. ID

Trasfeerito in Italia

(Comandanti I dilocazione posto comand: ; ln prima schiera 356. I..

328. I.O.

Rgt. da pc 5 e 95

(Faulenbach,Aix)

(Drabich-Waechter, Narbonne)

In riserva

601\ Pz.Gr.D.

IV LuftwaffeFeldKorps

(Kohlermann, Nimes)

10" Pz.Gr.D.SS

326. I.O. (v. Treskow, Cavaillon)

338. I.O. (Foltmann, Arles)

(Dabes, Aix)

D ivisione "Feldherrnhalle" dell'Armeegruppe Felber (21 giugno 1943, 729/Cit) Divisione Granatieri corazzati (Pz.Gr.D.) "Felderrnhalle"

60° reparto espiar.

271°

120°

Rgt. fant. mot.

Rgt. fant. mot.

(3 btg.)

(3 btg.)

160° Gr.carri. (40 carri)

Note: per il gruppo carri sono previsti in futuro 80 carri tutti di preda bellica francese è previsto l'afflusso di un altro reggimento di fanteria mot. (il 715°)

804

160 Rgt.art. (4 btr.)


1O. SS Pz Gr. Division 10" Divisione SS granatieri corazzati (15 agosto 1943, 892/Cit) 1O. SS Pz Gr. Division

1O. Rep. espi.

160 Rgt.art. (3 gr di 3 btr.)

Gr.carri. (60 carri)

Rgt.fantmot (3 btg.)

Rgt.fantmot (3 btg.)

ORGANIGRAMMA della Commissione di Armistizio con la Francia (Ordinanza di creazione a firma Mussolini del 27 giugno 1940) Fonte: AUSSME - CIAF Raccolta 1

PRESIDENTE (Pintor) RAPPRESENTANTE

RAPPRESENTANTE

Sottosegr.Fabbricaz guerra

Commiss. Consult. Diritto di guerra

(col. Vaglieco)

(Prof. Giacinto Bosco)

RAPPRESENTANTE

RAPPRESENTANTE Ministero Guerra (gen. CA Vecchiarelli)

RAPPRESENTANTE

Ministero Finanze

Ministero Aeronautica

(ispett. gen. Lazzari)

(gen .Sq.aerea Pellegrini) RAPPRESENTANTE Ministero Marina (amm.Sq. Goiran)

RAPPRESENTANTE Ministero Af.Esteri (min .plenip.1 "classe Vi tetti)

805


ORGANIGRAtv1MA de lla Sottocommissione Arnrninislrazione Tenitori francesi Occupali Sottocommissione Amministrazione Territori Francesi Occupati

I Organ. di controllo per la tutela degli Italiani (Torino)

Organismo di controllo applicazione art.XXI (Lione) Commissariati civili

Mentone

Lanslebourg

BĂŠssan

Isola

M.Giran

Fontan

Maurin

Ristolas

St. Foy

ORGANIGRAMMA della Sottocommissione Affari Generali Sottocommissione Affari Generali

I

Delegazione

Organ. di controllo per la tutela degli Italiani (Torino)

traffico mercantile

marittimo (Detraciaf, Marsiglia) Commissariati Delegazione civili recupero navi

Organismo di controllo applicazione art.XXI (Lione)

(Marsiglia)

Mentone

806

Lanslebourg

BĂŠssan

Isola

M.Giran

Fontan

Maurin

Ristolas

StFoy


ORGANI GRA1\if.tvlA della Commissione di Armistizio con la Francia nel suo ordinamento complcLo a partire dal I sellcmbrc 1941 PRESIDENZA

Delegazioni di collegamento presso

Segreteria Generale

CTA Wiesbaden (italiana) Scomm. Armamenti

CIAF Torino (tedesca)

Plenipotenziario italiano a Parigi

Sottocommissione

Sottocommissione

Sottocommissione

Esercito

Marina

Aeronautica

Sottocommissioni civili (Torino) Affari generali

Amm.territori francesi occupati

Delegazione mista per la Corsica

Affari giuridici Affari economici e finanziari

Scambi commerciali

Delegazione mista Costa dei Somali

Delegazione generale CIAF per il Nord Africa

O R GANIGRA.l\iIMA della Sottocomrnissione Esercito della CIAF (l O set. 1941)

Sottocommissione Esercito (Torino}

Segreteria

Delegazione

-,Controllo Esercito di Algeri (Controllo tecnico) Delegazione Esercito Smilitarizzazione Scacchiere Alpino (DECSA) (Nizza) Il Direzione regionale

I Direzione regionale (Mars)glia) St.Raphael (1) Digne (2)

(Valence)

Sezioni di controllo Gap (3)

Grenoble (4)

Chambery (6) Annecy (5)

807


ORGANIGRAMMA della Sottocommissione Marina (1° set 1941)

Sottocommissione Marina

I

I

Delegazione smilitarizzazione

Delegazione smilitarizzazione

Piazza Marittima di Tolone

Piazze Marittime di Biserta e Orano

(Tolone)

(Orano)

Delegazione smilitarizzazione Piazza Marittima di Ajaccio (Ajaccio)

ORGAl'-JI GRAlv1MA della Sottocommissione Aeronautica (1° set. 1941)

Sottocommissione Aeronautica

I

Delegazione

-1

I

Delegazione smilitarizzazione

smilitarizzazione Territorio metropolitano

Marocco

(Aix en Provence)

(Casablanca)

808

Delegazione

Delegazione

smilitarizzazione

smilitarizzazione

Tunisia

Algeria

(Tunisi)

(Algeri)


Organigramma di occupazione della DECSA (All.2 alla let. 9497/0p.C. in data 3 dic embre 1942 del comando 4A, AUSSME, L-13, 225)

dipendenza di comando

C/AF

Comando 4 11 Armata

_ ____ dipendenza disciplinare e tecnica

Legenda

DECSA (Nizza)

DECSA DelegazioneEsercito Controllo Scacchiere Alpino

!

i

i I CA

XVCA

XXII CA

f

11 Direzione regionale

I Direzione regionale

(Valence)

(Marsiglia)

i

CIB Delegazione i controllo industria bellica

I

,_ __, , , . . . . . . . . . . . .!. . . .

!

1'·Sezione di controllo (Nizza)

i

_____ _

.................................,,

CCL Delegazione controllo combustibililiquidi

i

......................................................................................................____ Delegazione navale (Hyères)

Delegazione CIB (Grenoble)

Delegazione aeronautica (Marsiglia)

Delegazione CCL (Marsiglia)

Organizzazione del controllo nel territorio di occupazione (a seguito delle d irettive impartiete dal Comando Supremo in data 10 marzo 1943, n.11390 AUSSME, DS 4 A 1218 -15 dipendenza di comando

Comando 4 11 Armata

C/~I.F

dipendenza tecnica

11

DECSA (Nizza) I e Il Direzione regionale (Valence e Marsiglia)

e Sz. di controllo (Nizza)

Delegazione CIB (Grenoble)

+!

. . . . . . ·-···-···-·-.. . . . . . ._ r -

Com Marina 999

Delegazione navale (Hyères)

_J

I

Comando Aeronautica Provenza Delegazione aeronautica (Ma rsiglia)

Il

Legenda DECSA

DelegazioneEsercito Controllo Scacchiere Alpino CIB: Delegazione controllo industria bellica CCL: Delegazione controllo combustibililiquidi

Delegazione Sezione CCL .... -·-·· Contr. lnd. Fr. (Avignone) (Marsiglia)

809


Organizzazione dell'occupazione tedesca in Francia con riguardo alle materie di interesse delle Commissioni di armistizioitaliana e tedesca (Rielaboraziobne da AUSSME, CIAF, Raccolta 44)

Ministero Armamenti e Munizioni

Rifornimenti. commesse ed acquisti

I

Comando Supremo (OKW)

Commissione Armistizio (CTA = WStSK) (gen.Vogl)

Ufficio Armamenti (Ruestung) (gen.Wagner)

Ufficio Armamenti (Ruestung) di ObW (gen.Stud)

..•••

ObW

Armamenti 16 organi minori nella Francia già occupata

Ufficio Economia di guerra (Wirtschaftstab) (gen.Thorms)

........

Arbeit stab della CTA (col.Boehme)

.. . • .•

Ispettorato Controllo Armamenti (Bourges) (Referat Ruestung)

Ufficio Econom. guerra ObW (Wirtschaftamt) (gen.Huenermann)

Comando ••••••••••• Controllo e direttive

Ufficio collegamento (Avignone)

Ufficio collegamento (Grenoble)

Organi Liquidatori (Service de Disslution) de l'Armée d'armistice (Centrali e T erritoriali) Cabinet del'Etat Major de l'Armée d'Armistice (Comando dell'Esercito di armistizio) SezioneArmistizio

SezioneSmobilitazione

Sezione Trasporti e Rifornimenti

Commissari Regionali Organi Liquidatori (*) ~····=::.:.:.::··········::::::::... "· G " a 1a uerre , , del I (Avignone) e Il (Clermont-Ferrand) ' presso le prefetture regionali Gruppo di divisioni

'

Bureaux liquidateurs, in territorio "tedesco" (Avignone(7), Marsiglia(15), Bourg en Bresse. Chateauroux (9), Clermont (13), Limoges(1 2), Lyon (14), Montpellier(16), Toulouse (17)

Bureaux liquidateurs in territorio "italiano" (Nizza, Grenoble=dipendente da Lyon) •••••••••••••••

. dipendenza locai~ e "politica~· dipendenza disciplinare e tecnica

··---~-· ·-- Tra parentesi i comandi delle Divisioni presso le quali trovavano sede (') dal 31 gennaio 43 Détachements des services d'armislice

810

-

-- - --·


ORGANIGRAMMA della Sottocommissione per gli armamenti della CIAF (15 aprile 1943; CIAF, Raccolta 42) PRESIDENTE Ufficiale addetto

Generale addetto

I Ufficio CIF (*-)-

Il Ufficio ( Collegamento con Miproguerra)

(Controllo industrie francesi} I Sezione UIF lii Sezione (Utilizzazione I. F.) (Pers.e Segreteria} Il Sezione (CIB) (Controllo I. Belliche)

(* pa maggio nuova denominazione: UIF

(utilizzazione industrie francesi)

Delegazione controllo industrie francesi (Grenoble)

,-···

3A Sezione

2A Sezione Avignone

1A Sezione Lione

Marsiglia

Ufficio Rappresentanza CIF presso CIB tedesca

Ufficio Rappresentanza CIF presso CIB tedesca

Ufficio Collegam.con Ispettorato tedesco Cl B Bourges

Tolosa

I

Officina automob. Grenoble

4h Sezione Annecy

Clermont - Ferrand

Governo genera.I.e caso A

Governatore generale So,•rintendente (Ha autori tà sulle dipendenze civili)

Comandante forze terrestri (Ha autorità sulle dipendenze militari)

Governatori deHe province Alpes Marili mes commissario

Corsica

Basses Alpes

Bouchcs du Rh.

Drome

f'vfarsiglia

Valence

Ai'accio

Nizza

Digne

n. 365

151

245

117

Haute

Alto Savoie

378

A nnccy

Monaco

3 15

comuni

Hautes Alpes Gap 184

Jsèrc

Savoie

Var

Grenoble

Chambéry

Draguignan

330

151

566

Vaucluse Avignon )51

In genere dal governatomto dipendono da due a quattro circondari, uno dei quali, sede del capoluogo di Governatorato è rello dire1tan1enle dal Governatore

Governo generale caso .8 G1n•crnatore generale

Comandante forze terrestri (Ha autorità su lle dipendenze mil itari)

Sovraintendente (Ha autorità su lle dipenden ze civili )

811


'


SPECCHI


'


Ten-i iorio francese interessato a ll' occu azione italiana in base all' ,-\nni stizio (24 °iu 0 no I 940)

(dati traili dal Rapporto <.li San-az - Bounict il 23 lug li o 1941, SI IAT, 1P78, <.Jossier 2)

Comuni e (Pra1joui).

Dipru1imcnto

Sécz, Montva lcnzan, Sa intc Foy di Tmantasia, Bcssau, Lausvillard, Umslebourg, Tcnnignon, Sollièrs - Sanlièrcs, Aramaus. (I .es Ylollets - Vcrsoye <.lei comune di Aourg S t. .\'1aurioc). l'arLiaimcnte occupato i I tcn·itorio (d isabitato) dei conrnni di /\ msois e/\ 111icux . Montgcnèvrc (par1jaJmcntc) e Ristolas. (l{oux, comune di Abriès). ParLialmcntc occupato il tcni 101io (disabitato) dei comuni di Névache e Ccrvièrcs. (Combrcmoud, (o Combre Bremond), comune di St. l'aul sur l 'bave e Roche - Méanc, comune cli Larcbe). 1\ilcn tonc (parlialmcntc) e P<.>ntan (la (llachc, le llourguc1 e Dnans, comuue di S 1. EtieW1e di Tinéc; alcune abitazioui del comuue di Isola). ParLialrncntc occupaco il territorio (dis.1bitato) dei comuni di C;1stellar, Brcglio, Saorgio. Sospcllo, Rimplas, Valdeblore, St. Martin dc Vésubie, Rom1cbillière e Belvedere.

Savoia

Superficie e (Abitanti) Ha. 48.557 (5.30 1)

Hautcs Alpes

Ha. 13.) 50 (370)

Ba-;scs ..\lpes

Ha. 14.760 (32) Ha. 6 .750 (22.820), di cui 21.700 a l\.lcntone.

A lpi \ fari t1 i01e

815


Le pianificazioni «francesi» Data, Progetto 30 ago. 1940 , F.s igen:1~1 R

Obiettivi

1

Linea d'armi stizio (Rodano)

l2dic. 1940 Esigen7.a R

Li nea d'armi sti?.io (Rodano)

20 clic. 1940, Esigenza R pm. S \ 1RE n. 352 20gen. 194 1, P . n. 820,0p. 4

1° feb J 941 P . '>00,0p. Operazione 215,0p. '> giu .1'>41 Emergenza O P. Il. 9 1 I I.Op. 2 1 ago. 1941

Due tempi : sbocchi alpini (YiodaneBriançon - Barcellonelle) e Nizzard o; Linea d'armistizio a sii. chiarita. Linea ciel Rodano dalle foci a Pont St . Esprit; po i: rotabile Bollémc - Nyons e cli qui una linea iuunagi naria verso NE in dire-,:ionedel lVl. B ianco . Occupazione a NW di tale l inea lasciata ai tedeschi vista la stagione N izy_ardo (sino alla Siagne) ed immediati sbocchi o ltre con!Jne in Tarantasia, \foriana e Brianzonese. (soluzione minima) " Kizzardo (sino al Varo) e<l immediati sbocchi o\lre confine in Tarantasia e Moriana . Come sopra

"avanzata aderente' '

14 mag . I 942 Emergenza O P . 3300,0 p. 19 giu. 1942 Emergenza O P. 4100,0p.

Sbocchi oltre confi ne in J\foriana (Modane), con(~t di Barcellonette, Barrème, corso fimùe della Siagnc. Sbocchi oltre confi ne in \1oriana (l'vlodane), bacino della alla T inea, corso <le) Varo sino alla foce.

IO agosto 1942 Progetto SlvJRE per occupazione totale (massima) 18 agosto 1()42 P rogetto 'F'

OccupazionedeHa linea<leJ Rodano, della regione di SI. El ienne e della costa mediterranea francese si no alla frontiera spagnola 6 Occu pazione della linea del Rodano e della sola costa mediterranea francese

816

D ivision i 11 (Taurinense, Cuneense; T rento, Ariete e Littorio; l'vlantova, Piacenza e Rov igo, (da impiegare come divisioni di fanteria); evencualmence le tre divisioni celeri (l", 2', 3,,) "prima <lei loro crasporco in Albania". 2 Due ipo tesi: '> +3 o '>+5 3 i"') operazione da svolgersi prima della fine dell'anno: Armata del Po: Trento, Ariete e Li tco rio; P iave e Pasubio (appiedate); 4" A nnata: Taurincnse; S uperga, Ravenna e Cosseria; in ri serva perché incomplete: Cagliari , Ass ietta, Sforzesca, Livorno e Forlì. 2/') operazione da svolgersi successivamellle: tutte e nove d ivisioni della 4AArmata sopra descritte, con un rinforzo d i ,ùtre ere deLrA . del Po Come sopra

9+3 Taurinense, Superga, Raven na, Cosseria , Cagliari, Assietca, Sfo17.esca, Livorno e Forlì Tre divisioo i in rinfomi cieli ' Annata del Po: Ariete, Littorio, Trento .

9: (1 CA) Superga, Taurinense; (Il CA) Ravenna, Livorno; (XV CA) Assietta, Cosseria; (corpo d'armata autotrasportabile) Li tc orio, Pasubio (at.) e 3AceJere. 6 + un gruppo Valk: (1 CA) Taurinense, 3° gru ppo Valle ; (Il CA) Superga, Livorno; (XV CA) Cosseria, Assietla; (ris.) Sforzesca. 7 (op. im provvisa) o 9 (con IO gg. d i preavviso) + due gruppi Valle: I O rn.w : (I CA) Taurinense, 3° e 4° gruppi Vrùlc; (li Ci\) Ravenna, C uneense; (XV CA) Cosseria, Leg nano : (directe clip.) T ridentina, Sforzes<11; 2° caso: invariaco per J e II CA; (XV CA) Lictorio, Piave; Cosseria, Legnano in ri serva; invariato per le div . a dir. dipendenza. 4 + un grnppo Valle. I Ci\: Valle e reparci mi nori anche mobili GaF; XXll C uneense e Tri<lencina; XV P iave e Centaurn 6+ tre reggimenti di cav .. I CA (come sopra) ; XXJJ CA Nizza cavalleria, Piemonte cavalleria, Genova cavalleria; div. at. Piacenza e 1vlanova (se disponibi li) . XV CA: Piave e Centauro I 5·~ I av iotrasportata

I O + 2 di occupazione


Ripartilionc dei depositi o dei gruppi di deposito per arca cd a scconcla elci tipo e della clestinazione armis ti1.ialc (13 materiale esigibile da parie italiana; C materiale solo da accalllonare sotto controllo iliiliano per o bblig hi annislil iali) dcll"annamen10 delle Forze annate frm1cesi di transi7jo11e .. (Art. X e XI della Con venz.ione d 'annis 1i1.io Italia - Franci a.)

=

=

(El aborazione io base a fonti C l1\ F . Carteggio Cii, Diari nui)

Locai i tà sede dei Gruppi di deposito (Gd) o di deposi to isolalo (Di)

Lociilità sede clei relati vi depositi e tipo anuis1izJalc

V illcpc y (13) Pugc1 sur Argcns (13) Roquchrune (C}

Fréjus ((id)

Draguig11an (Gd}

Vidauban (Di)

C ucrs Piencfcu (Gd)

Tolouc (Gd)

;vlarsig lia (Gd}

Roquchnmc s tai.io ne (C) C hapclle S t. P icrrc (13) Le Grcsq (B) La Galandc (B)

Materiali contcnuli

3000 mtr. e fmtr. ; 70 bdf ; 800 basti. 1200 mtr. . 400 frutr. Ma t. di rinfo1·1.() (genio); delle trasmissioni ; maschere .u1tigas: finimenti . 500 1011 di pale11i io ferro.

I IO bdf con cassoni ; 440 autoveicoli ; 740 ippmno bili 220 autoveicoli 80 autoveicoli e 120 ippomobili

Noumdous (B) ,v lunizioni di artiglieria Caserma di Drag uignan C irca 100 autoveicoli di rcquisizio11c (B) Muni zio ni (di ari.: poll'cri, caric he di la11cio, cartocci, spole tte, S I. A1111c (Il) comprese 4ucllc del gruppo di art. di Drnguignan ) e per armi portatili. bombe a mano. Be C 60 pc7.zi cli art. e 30 lxlf', 200 ippo mobili , 50 selle. C uers - Base aeronavale (B) C ucrs - deposito (13) C ucrs acrocampo (B)

1\lateriale acron:nnico (anche dirigibi li I G.M. ), au to,·eicoli . ma1e1ìali vari . Au1ovcicoli Allreo.mure, ricambi, auto ,·eicoli.

Base di transi lo Tolone (B e C} Base ncro11avalc Tolone (B) lT)'èrcs 01) ~I. Maodrier (B)

Armi individwtli , muni7.iooi, auto veicoli, materiali \'ari . Materiali di " un vasto e complica to arsenale mari11in10" . Mat. aeronautici e au1ovcicoli (T) Mat. aeronautici e autoveicoli (T) Anni Cl>llcnivc e can·eggio; mun izioni per fanteria ,\ utoveicoli

El\ SA (!)(Be C} Anncxe de Mententi (B) Boul vd. National (8) Rue G ribaud (C) rort S t. Nicholas (B) Fori Moot Rose (B) Fort l'\,10111 foro o (B) Parco genio (B)

1\ nni co lle ttive e c,Ul'eggio. ,\mti colle ttive e cmTCgg io. Munizion i per fontcria. M uni7.ion i di artigl ieria A utoveicoli Mal. del genio.

ERG(B eC)

" 130 fobbrica1i in 200 e ttari" con muni:;.io oi e co mbustibili.

)vliramas (Gd)

817


CASTELLI DI IMPORTA NZA ARTISTICA occupati da truppe italiane (Dati tratti dal carteggio Cit - AUSSME L-13, 225) Nome JA VON in Lieux

Località/Dipartimento

LAVAL

Vauclusc Gréoux Ics Bains

LOURMARTN

Apt, (a sud di) Vaucluse

GRIGNAN

Montélirnar, (a sud-est di) Dròme Ville sur Anjou Isère St. Pierre d 'Al bigny Alta Savoia Chens Alta Savoia Crémicux

TERRES BASSES MIOLANE BEA UREGA RD VERNA VERIGNON VACHERE

818

Caratteristiche

Segnalazione di ArGr Fclber idem

Valore architettonico e luogo di raccolta degli oggetti artistici dei musei dcli.a costa Valore architettonico e storico (M.mc de Sévigné) Ricca biblioteca

Comando militare del Tenitorio della Francia del sud.

Notevole importanza artistica Importanza storica (medievale) e artistica

idem

idem

24 feb.43 335 CTT

idem

24 feb.43 335 CIT 24 feb.43 335CIT 24 feb.43 335 CIT 24 rcb.43 459 CIT 25 feb.43 339 CIT 28 feb.43 337 CIT

idem idem idem

Montclar

Datain.doc 3fcb.43 242 CIT 14 feb.43 278 CIT 24 feb.43 335 CIT

idem


Dislocazione e dipendenza bauaglioui costieri alpini nel oiaggio - giugno 194~

Bartaglioue

XXlll XXIV

xxv XX\°! XXXIV

xxxv XXXVI XXXVIJ XXXV!ll

XXXIX Xl .

Loc.ll itàdi schicrnmento Antibes Agay Tolone Tolone St. Laurcnt du Var A ntibes Villeuetffe CI incb,1mp Ant ibes Sl. Tropez Le Pradet

D ipendenza organica 167" costiero 224"di,·. costiera I 67" costiero. 224" div.cos ti era l65°costiero. 22.1A div. costicm I65"costiero 22.1"div. costiera 166° costiero 223" div . cos tiera 166° cos tiero.223" div. cos tiera 1(,6° costiero 223" div. costiera J 65° costiero 223A div. costiem 1(i6° cos tiero,223" <.li v. cos tiera 167° costiero 224" di v. costiera 168° costiero 224" div. costiera

Pos izione nello schieramento Difesa costiera Legnano Difesa cos tiera Legnano Piazz.a Tolone (") Piazza Tolone (") Difesa costiera 22311(°) Difesa costiera 223"(') DiJcs;1 costiera 223A Difcs.1 costiera I .upi D ifesa costiera 223" Difesa costiera Legnano Difcs.1 seuore Tam

(") In giugno passa alle dipcn<lcnzedel 168° costiero nel scuoredella Taro (") l n agosto passano a disposi1.ione della 2·' celere EFl"F. Disloc,v.ione e dipeuden,.a banagJioni tenitoriali mobili e bis con compiti costieri Ba ttaglione

DXllT.M. DX11JT.M. DXIV T .\I. DxxvmT.M. DXXXT.M.

Località di schieramento Villefnmchc sur mcr Tolone C.,p Cgrc So!liès- Pont M,U1delicu

Dipemlcn7A1 organica 166° costiero 223"div. costiera I 65°costiero, 223" div. cos tiera I 68° costiero 224° div. costiera 168° costiero 224"div. costiera I 67°costiero,224" div. costiera

Pos i7.ione e dipc11de111. a nello schieramento Difesa costiera. 223" Pinza Tolone Difesa costiera .Taro Difesa settore Taro Difesa settore, T,cgnano

Disloc;r,,ionc battaglioni territoriali bis con prevalenti compiti di presidio

xmT. bis X r .rn T. bis

Sospcllo I.e Luc S t. Raphacl CIX T. bis L..XXXVJJ T. bis Ni7JA1 Ni1.1A, WT.bis S is tcron C V T. bis XLVI T . bis limbnin DX.XIXT.M. Grenoble

Dirc7ione delle Tappe

Difesa punto scnsihilc,22.1Acost. Difcs., campo avia,.ione Legnano Difesa base idrO\'Oianti, L Cl,'11atlO Presidio P ia7.7A1, 22411 div . cos tiera Presidio Pia1.1A, 224/\div. costiera Presidio P usteria Presidio. Pustcria Presidio Pn5tcria

Dislocazione ballaglioni terri toriali con prcvalcrni compiti di recupero XXX hcrs. presidiario

XXXVIT.bis CDL..'\VTI T.l\f. CDLXVTTI T.\.f.

Direzione dei Recuperi

'.\farsi g lia Zona c.Jcgli s tagni (Marsiglia) Aix en Provencc - Tolone ;,.1arsiglia

8 19


Dislocazione comandi Tappa nel maggio - giugno 1943 (da: Situazi one descrittiva degli clementi dipendenti dall'Intendenza il 20 maggio 1943AUSSlvlE DS Intende nza 4"Annata 1327 - 7.) Direzione delle Tappe a Beaulieu (J\:izw) Com. Tappa principale (14) 15 23 24 25 40 41 125 136 137 138 139 14 1 177 178

LocalilĂ sede Chambery Draguignan Brignoles Nizza Gonfllron Busalla Digne Modanc Grenoblc Mentone Broglio (llreil) Marsiglia Ventimiglia Tolone

(:) s ulla Route 1'ationale 97 da Tolone a Le J,uc (") vigilanza campo internati civil i

Compagnie LocalitĂ sede Presid iarie (24) 18 Modanc 53 Nizza 64 Carnoules (:) 72 Ventimiglia 80 Digne 9 l Draguignan 92 Embrun (") 94 Ventimiglia 215 (art.alp.) Mentone 295 (art.) Grenoble 311 Nizza 3 12 Cham bery 313 Brignoles 3 14 Gonfaron (:) 321 (alp.) Roccadcbaldi 327 (alp.) Ulzio (Oulx) 332 (alp.) StAnastasie 344 (alp.) Gonfaron 346 (alp.) Forte Vili. Emanuele Cvkxk111e) (A) 347 (al p.) Breglio (Breil) 348 (alp.) Tolone 349 (alp.) Digne 40 l (GaF) Monteu da Po 402 (GaF) Roccadebaldi

Presumibili dipendenze delle compagnie pre.vidiarie Com. Tappa principale 15 23 24 25 40 41 125 136

Locai i lit sede Chambcry Drag11ignan

Brignoles ~izza Oonfaron Busalla Digne Modane

137 138 139

Grenoble Mentone Broglio (Brei l)

141 177 178

Ventimiglia Tolone

~,farsi glia

Compagnie presidiarie 312 91 3 13 25, 53 e 31 1 3\4c 344 401 80, n e 349 18,321,327, 332, 346e402 2')5 215 347 (+}

72e 94 348

( +) 11 comando Tappa di lvlarsiglia aveva alle dipendenze i due hallaglioni presidiari di cui allo specchio

precedente.

820


Art iglierie di preda bellica francese (pbl) s ulle Riviere cd unità di artiglieria italiane che le arma ro no (Leucra comando artiglieria 4 11.-\rmata n.473 Op. in data 4 febbraio 1943. Diario Storico del C:o mandn arti gli e ria 4 11 /\ rrnata J\liSSlv!E I 127 - 8)

1.ocaliliì <li schierame nto Isola Uallinaria (Savona) J\lt. Agel (l"ronte a terra) St. Agn~s e Roquebrune (fronte a terra) Ca p Ferrai 1'izza porto e :"\,!onte Aoron Cimitero rw;so e La Gmroupc {Nizza) Fort Ca rré Isola di St. Margueritc (<li fronte a Cannes) La Graillon (Cap cl ' Antibes) Fort La ]\faure Cap de la Croiseue, (Golfo di .Jnan) St. Peire s ur mcr Lion dc Terre (~l. Rapha~l, golfo di Fréjus) Ca p C:amarat

:\iumero pcu.i cali bro e tipo 4 X 105 L 2 X 7534 (p.c.) 4x75. 15 (pos. terrestre)

Datteria

Proveniente eia

Dipendenza

Periodo o data

5111'

Co mando

6 f"eb.1943

2x 75. 15 2 X 75 50 (pos. terrestre) l X 155, 17 p .C, 2 X 47 35 2 x 7538 (G) mod. l885 p.c. 2x l 2027 2., 120 27 ( p.c.) I ~ 75,36, lx 120 27 ed lx l55 6 X 4 7 ,35 (mod. 1885) I x 7536 {G) 3x220,32 4 X 75.38

508"

Deposito 26°arl. (Rimini) Deposito 15°art. (Conegliano) Id.

ltl, 253 11 bis (Gal-)

XLII I (43°) his 8°art. Gat-=

4

X ] 55

14

p .C.

4 x I 55.C p.c.

mista 507;,

X

155 14 p.C

l O rgpt. art. d' .\rmata

G re b.1943

Id.

6 fch.1943

ltl. XLIII (43°) bis .8°art. Gat-=

23- 24 gen. 1943

lei.

Id.

512"

Deposito 26°ar\. (Rimini) Td.

ld.

Id.

513"

Id .

ltl

lei.

157 bis

XLII I (43°) ,8°art. G,11" XLII I (43°) .8°art. Gaf

XLIII (43°) bis ,8°art. GaF XLIII (43°) his 8°art. Gaf

Id.

Deposito 7°arl. GaF Deposito 7°arl. GaF

LXXI (71°) bis 7°art. GaF LXXI (71°) bis ,7°art. GaF

8 fe b.1943

Deposito 7°arl. GaF

LXXI (71°) his ,7°arl.. GaF

Id.

512"

(<.iaF)

147 bis (Gul-) 140 bis (GuF) 14 1 bis (GaF)

4

ld.

artigJieria XVCA

207 bis (Ga ~·)

Id.

Id.

Le ballc rie erano cli norma costituite cli due a ~ci pezzi. Al massimo si poté trallare cli 78 pezzi.

821


SCf-UERA:VffiNTO DELLE Alff!G! .IERIE DI RL~FORZO COSTIERO O DA POSIZIONE COSTIERA DL11V\ì'.1TF L'OCCUPAZ!O'.'fE ll'<TEGRALE DELLA FRANCIA iVIETROPOJ .!TANA Localitù

Uuiat di artiglieria scbjeratc sulla cos la (htr.1gr.,·rgt. o rgpL, gu) e Fase iniz.i.alc (siuo al 20 gen. 1943)

Scltorc

relativo calibro f'i ne genoaio febbraio t 943

Mar1.0 - maggio 1943

Id.

Id.

XVCA

Id .

508',L 74°p!, 2° A. (75115 pbl)

XVCA

Scltore I Ci\ Isola Gallinaria (Savona) M. Agel

Roq11cbnme S te i\goès Cap Ferrai Col dcs Qoatre Chemins J\:iz111 M. Boroo e strada per ~fontone Nizw porlo (molo)

51 l·' mista (105 e 75) 508'1 71 °bis, 7° GaF (75, 15 pbl) (A sez .. 507"17 l 0 • 7° GaF 2A SC7..., 507•\ 7 1°, 7o GaF (7513 l pbf.) 401' , 57°. 11° Gal' (105dl) 402". 57° , 1.1° GaF (105111 ) &'\ill, 134° (105,28) 253"' mista bis cosi. 143°bis , 8° GaF (75 e 47pbf)

Nizza Cimi!ern russo, Forr Can-é A ntibes La Garroupe

Cros de Ca gucs (costa a s ud) 1--folin du Roy Biot

Id.

Id. Id. 51 O\ 71 °bis,7 °GaF ( 155,17 pbl) 253" mista bis COS l. I 43°biS , 8° Gaf (75 e 47pbf)

l" ,I, 134° (75,27) 2" 11, 114° (75,27) 104°/1°1! CA (149113) 4 pezzi da 75, 17 pbf. 3"e4-' ,II, 134°, EFTF (75,27) ID, 134° (75, 27)

JA e 2"1 {158°1 Legnano (100, 17)

Fort I .a 1\Jaurc (nei pressi di Super Cannes) , Cap dc la Croiscl!e, (Golfo d i Juau) Le Caru1c1 (Cannes) Ile de Ste. Ì'vl<u·gueri te

La Bocca (Cannes) Le Napoule Théoule sm· rocr

822

57°. 11• Gaf (105, 11) 510\ 174°pc12°A. (155,17 pbl) 952", 171°pc. !°A (75 e47phf)

512''. 173°pc,2°A. (\20.27 pbl) 509', f74°pc .2°A. (155 e 120 mista) pbf 157"bis , 43°bis 18° 95 F'. t73°pc,2° Gaf (75,38) (75,36 pbl) Id. I, 134° (75,27) Id. l0f 0 d 0 , I CA (149. 13) Id. 6 1°. l 1°GaF (152 , l3)

EFTF, 223,.'C<ls t. Id. 224' COSI. Id.

EFfF, 221Acos t. Id. Id. Id. Id. Id.

Id.

Id

Id.

Id.

Id .

Id. Id.

I. 58°(100117)

156•,15•.xvcA (149. 19) Id.

J47·'biS COSL , 43°bis, 8°GaF (75,38 pbl) 5J3,\71°bis pc.7°GaF (47,35 pbl) 4' e .'i"·,II,58° (100, 17) 6" Il,58° (100. 17) 961A,9C,0 • 7°G.tF

Id.

ld.

S uper Antibes Super Cam1es

Id. 5071'1t7•V•pt12° A. (75,30 pbf)

5 I2''171 °bis pc.1 7° GaF ( 120.27 pbl)

T.e Grai11ou (Cap d 'J\n!ibes) St. Joseph Saint Lament du Var Vi11cucuvc - Loubet

Id.

95()1\,173° pc:2°!\. (75138 pbl) 155°11°, J CA (1 49, 19) 513'' , 174°JJC12° (47.35 pbl)

Id. Jd.

Legnano Id.

Id.

Id Id.

Id.

Id.


Elenco delle batterie di Tolone Numero Nome d'ordine 18 La Cridc Sablettc - St A1111e 19 20 21 22 23

Cepet Croix dcs Signaux Carraque Groupc La Malgue

24

Cap Brun base Cap Brun haut

25 26 27 28 29 30 31 32

St. Margucrite Carqueiranne Giens La Badine Estere! Les Medes Cap Benat Titan

Armamento 3x 138; 3x95; 3x 8 3x i38 ; 3xl00; 2x75 ;4x 8 4x340; 4xl00; 4x90 ;4 x25; lx 13,2 4xl64 ; 2x75 ; 4x8 2x95 ; 2x75 4x75 ; 2 binate x l7 ; 2 bioatex8 2x75 ; 2 mitrngliere ; 2x90 ca.; lquadrinatax 13,2ca. 4x 105 : 2x75 ; 3x8 ; 4x7,5 4xl64 : 2x75 : 2x8 4x 164: 2x75 ; 2x 13,2 4x l20; 2x8 2x75 ; 4x75 ca. ; 2x 18 ca. 4:d64; 2x75 ; 4x8 4xl20 ; 2:-.75 ; 2:-.8 4x l38 ; 82x8

No te Armata da allievi della SDT 25 difesa vicina 75 illuminanti

Anche tiro navale

Annotazioni d i carattere generale Opere in casamatta o in torretta, talune mitrdgliatrici non sono in postazione

I tipi delle artiglierie costiere variano dal cam1one da 138 mod. 1910 o 1912 al can none da 164/45 del 1893: esistono cannoni da 120/45 riferiti "antiquati" . Le mtr. sono di tipo più recente. Canno1ù e mitragliatrici o mitragliere contraerei (ca.) sono tutti moderni.Le opere ca dispongono 4uasi nmc di telemetri, anche in cupola corazzata, di proiettori e di centrale di tiro.

Le opere sono prevalentemeote di difesa costiera; 4uelle contraeree sono indicate con Tutte le opere sono disarmate ad eccezione delle batterie ca. armate a cura della Di resa ca territoriale (DCA). L'am1amento delle batterie è pre,·isto avYenga in un giorno. Di norma la balleric ha un presidio permanente pari al I 0% del personale che arma l ' opera in catodi impiego. Mo.lte opere ltlrta,·ia non dispongono di presidio continuo

823


Opere costiere di Nizza e Cannes (fonte: /\USSMR. DS comando Artig lieria 4A, allegato alla lellera 817 Op. del comando 4"Annala, in data 15 no,·. I 942, 1099 - I.)

Batteria numero 2

2bis

3 4 5

6 7 8

Dislocazione

Calihro

I x 155 17 p.c. Cap Fcmu ( I ) \font Boron (sopra Ni77a) (2) Entrata pono Nizza (3) 2 x 47,35 e 2 x 75.38 Cimi tcro russo (4) I x 120. 27 fon Carré I x 75 36 e I x 150 - 120 mista LaGa1mupe La G raillon La Maure (sopra Can nes) (5) l x 75,38 Cap Cmisenc (6)

Ti po Opere in mumtura Opere in murJtura Pos tazioni all o scoperto Opere in mu1, 1lura Opere in mumtura Postazioni all o scoperto Opere in muratura Opere in rnumlura Posta1joni allo scoperto

(l) Comprende, oltre all 'opera vera e pro pria anche una pos tazione :ilio scoperto per am, i :Hllo matichc.

(2) Comprende, oltre al l'opera vera e propria anche una posta1jonc al lo scoperto per anni au tomatichc. (3) Comprende, oltre all'opera ,·era e propria anche 2 cascmane (mtr). (4) Comprcm.J c, oltre all 'opera vera e pro pria anche 4 cascnmLle (mtr) (Prnme1rndc des Anglai~ ed aeroporto di Nice Californie). (5) Comprende, oltre all'opera vera e propria anche un'altm sempre in muraturadircllalllentc sulla costa. (6) Comprende, oltre all'opera vcm e propria anche numerose cascmauc in prossi mi Là del porto di Canncs e lungo il (jo lfo de la N,1poule. (m lr).

824


Unità della difesa contraerea concesse temporaneamente in funzione antibritannjca (Tratto dall'allegato 8 all 'appunto n.12 della CIAF - AUSSME, 0-7, Carteggio CIAF, Raccolta 27)

Località da 105

da 90

da 75 t.

To lone 1-lvères tviarsi g lia Berre is tres Salon Port St. Lo uis Le Luc Sorgues Totale

I' .

6

o Ness una

3 2

o o o o

o 11

Batterie da 75

da 37

~

l

Mtr. da 13,2

o

?

2 l

l

1 3

o

2 1

Nessuna

da 25

l.m.

Nessuna

2 l I

o

l

o

o o

2

I l

o

10

7'?

7

o

o

o

825


SPECCIIlO INDICANTE LA DIPENDENZA DELLE UNITA' CONTRA FREE CON ARMA MENTO MTSTO (l'RATfO DALL'ALLEGATO "D" ALLA LETTERA ! 199TN DATA 13 lvli-\GGIO 1943 DEL COlvUNl)O DEL 1°RAGGRUPPAMEN ro CA. D 'AR1v1ATA, AUSSlvlE 1326)

C omandi e reparli ca. ( ') DVI (506°)Groppo Comando di gruppo l"btr. eia 90!53 iL 2" id. 248" eia 90 pbf 297" da 25 pbf 298"id. CXXVTI (127°) Gruppo(=) Comando di gruppo 25(Y' btr da 90 pbf, 299'' blr da 25 pbf 1253" da 25 pbf 1406 "da 25 pbf. 1402" id. DVIII (508°) Gruppo Comando di grnppo l"bn·. da 90,53 2" id. 1251"cfa 75 pbf 1252"id. 1403" e.la 25 pbf 1405" id. cxxvm (128°) Gruppo Comando di gnippo 249"' btr. da 90 pbf. J.2S4"'da 75 pbf 1255'' id. 1401" da 25 pbf. 1404" id. 1407" id.

Dislocazione

Nizza lei. lei. lvlcnlonc Id. Bcmùieu Antibes Id. Td. Cros de Cagues Halrede Biot (Antibes) Digne Hyères Id. Id. Sanary Bando! Sanary

operaci va

Schieramento tatlico riportato sulla caria topogn~·ica

I CA

La stessa della colonna 1

Dipendenza

! CA

I ,a stessa della colonna I J,a stessa della colonna I J,a stessa della colonna I (*)

L1 stessa della colonna I La stessa della colonna I

BrignoJe.s

Cuqucirannc (Hyères) lei. Id. (*) (*) La stessa della colo1111a 1 L1 stessa della colo1111a 1

Le J,uc Fréjus J,e Luc Id. Id Draguignan St. Tropez

An tibes Id . (0 ) lei. (*) lei. (*) La stessa della colonna I La stessa della colonna I La stessa della colonna I

XXTI Cl\.

XXII CA

(') Non sono slalc considernle le artiglierie ca. leggere da 20 o da 25 organiche alle divisioni. (*)Tutte le batterie da 90 e da 75 risultano schierate ad Anti bes e dipendenti rispcltivamcnle dai grnppi CCXXVII e CXXVTII. (") Dipende dal CX XVII gruppo

826


SCl-llER,\ I'.. IENTO DEL! .I 1 i\RTIGUERI E CONTR,.\ERl:E Dl fRA1''TE L'OCCl 'PAZIO:S.'E ll'\.TEGRALE DELLA T'RANCIA \<lfITROPOLIT,'\ >li\ Cvlaggio 1943) (da Ovcsl ad Est)

Uni 1/1 di artiglieria (blr. gr .. rgl. o rgpl.)

Localilà

Dipc1Klcnz,1

Calibro, modello e provcuicuza

Scuorc J.upi XXIl CA (*) Sanan·

. _2_5_ p_ b f_ __ _ _ __7_7' _ f.uucri!!____J

1403

Sellorc Taro. XXll CJ\ La Farlède 319 4 2°

II

CallJucira1111c Hyères

nvm (508ì . 1° 366 48°

20 mod. 35 il. 9053 il. 20 mod. 35 il.'? 20 moti. 35 il.?

Senore Lcgmmo I CA 25 pbf.

1_1° -.:i8 _ _ __ _

20?

Senorc 223'Divisionc cosricra I CA

ci_

Anribcs

Id. l<l.

__.____

1._P_i_e_rr_ef_c_u_ _ __,_, }~ 1. 42°

, ~e Luc ~ S l. Tropcz ~

divisio nale

CXXVII ( 127") 1° (Ire bancric) Anlibcs CXXVlll (128") i1 ° - - -- - - - - ~<~c_i11_1q~1u_c_b_a_11_c1_ic_,)

Id.

=

90- 50 - p-b f___ ;,._3_ _

I

di,·isionalc

Id

I

1......dlnlJ .• _ llClllO J

7 5,5 1 pbL

Seuo re EFTF

N iv ..a ~ V I (506°). 1° (2xhrr.) Bcaulicu sur mer 298. I0 Gra.~se 332. 1° Dra!!uignau -----1!_404 1° _ _ __

I

90,53 25 phL 20? 11. 25 phf.

divisionale [d.

J

(pro1wjouc cdo I CA) di,·isionalc

Se llorc Riserva d 'Anna1a

[!3ri!m<>lcs

j 140 1 1•

j 25 pbf.

IRgpt.

Ar::==J

("') S i consideri cbe la di l'isionc Lupi godeva della prorczirnwdcl sis rema ca. fisso cli Tolone; cd inoltre si rico1di che il 78° fa1i1cria d ipendeva da quella P ia7.7ll. l'\'cl docnmento di riferimento non ri sullano citate ari.ca o rganiche al co1uando ari. del XXII CA.

827


Andamento del recupero di carri armati di preda bellica francese (o tedeschi) attuato presso I' Einsatzbereite Panzer istituito dal Armeegruppe Felber nell'ambito della 100" Brigata corazzata (Pz. Brig.100) Periodo 1 aprile 43 - 9 maggio 43 (dati desunti dal Kriegstagebuche der OKW, band lii, 1. Jan. 43 - 31. Dez. 43)

50

I \!~--. --,

40

--~ -"\ r~.. .,- - I V \~-(

Carri arm francesi di preda belli~Beute)

30

/

,-J

IJ

-_,o----

1-

20 10

U Recupero a seguito di riparazioni francesi di Vari tipi di carri arm tedeschi

-.L... . . :~ -- -~~---.. . ~~--------L- -

o w.;;:-n--:::;.J:::;;.¡.:..¡

;N~OO~~~~~~~~~~~~~~~~ Q)

=eQ. Cli

....

00 M

~

.2

Cl Cl Cli

E ~

828


DISLOCAZIONE OEJ COM ~!ISSARlf\TI REGJO:-i\U E Dlii B UREAX LIQUIDATEURS - 0RGANIZZAZIONG E RIPARTIZIONE TERRITO RIALE TEDESCA NEL SUD DELLA l'RANCli\ E RELATIVA ORGAN IZZAZIONE DI COLLEGA~mNT O - ORGA1'1ZZAZIONE ITALIANA DI co:-TROLLO E DI COLLEGAMENTO.

(dal dicembre 1942 al se1te01hre 1943) Comm issari

regionali

Maniglia

VS e località(:) e (Landes Balai lloncu dipenden li )

Organi liquidatori del .l 0 e 2° gruppo di division i

Numero, 1.o calità degli OH( o HVS e (prefettura regionale francese di collegamento)

lvlarsiglia

OFK 894 poi lf\!S ì\farsiglia (poi L'Aiguille e Avignone)

VS:

IJVS 590

VS :

(Provence Còled'A7.tu)

Lione

Lione (RhòneAlpes)

Bourg (A)

Clermonl-

Clermonl

Ferrand (Massiccio cenLraleJ

Mo,upeilier (U111guedoc Roussillon)

Tolosa (Midi Pyrénées)

HVS 588 C lermont-Perrand (Massiccio centrale)

Lione (14"')

785 Cler111onr-

C lermo111 ( I JAJ

VS:

Ferraml 786 Mo111luçon 995 Puy 494 AurillcU' 990

(A)

Cha1eauroux

Limoges ( A)

896 Guéret 586 Limoges 730 Pérìf/U(!IIX 739 Brive

Ch.dtea11roux (9'')

Umoges ( 12")

VS:

Mo111pellier

HVS 564 Toloso

Marsiglia (lSA) Avig none (7")

987 Lio ne (385°) 992 S t. EtiClllle 893 Mficon (7(i9°) 493 Bmu·g 71 I Lons le Saunier 577 St. Privas

Chatouroux

HVS 563

Direzioni regionali (D) , Sezioni, poi Nuclei di collg. (NC) ilaliani

II D, 3° NC 497 Marsiglia 747 Nunes 761 Avignone (581°)

L ione

Bureat~~ liquidateurs divisionali

734 Carcassonne 997 Perpigna11 802 Rodez 989 ,\;fende

Montpe/lier

626 To losa 806 Poix 669 Tarbes 732 ['au 993Auch 496Ai/)i 996 Mo111auba11 798 Agen 495 Cahors

Tolosa ( J7A)

( 16")

VS:

829


Recupero di preda bellica francese. Numero dei cani ferrnvi aii impiegali per l'invio in Italia di materiale francese dei vari serv izi recuperato (ripartito per servi,.io). Giorno AcroArti - Genio nautico glicri a 5mar. 1943 6mar

16

Servizio, Numero carri f"e rmviari Aulomo- SanitĂ ĂŹvlunizion Vesciariol I ppico, bilislico i cd equipaggiamento, ~elleria, csplo,ivi casermagg io mascalcia

17

6

2

30

IO

7 mar

5 (chimico)

18

8 mar 9 mar IO mar

15 15

7 6

18 5 3 (chimico)

13

11 mar

22

12 mar

20

7(.)

13 mar

30

14mar 5

22 20

8

31

15 4 l 5

20

5

25

17 8

30 10

12

6 3

8

1 26 5 26 17 16

10 2

3

1 38 30 30 30 40 30 25

2

55 55

33

48

6 apr. 7 apr.

30 20

8 apr.

57

28

22

58

23

20

10

9 apr.

830

6 4 4 4

30 50 6 6

10

3 (materiale proteuivo = m . prol. ) (:) 4 (*) 5 (m. prot.)

20 4

15 mar l6mar I7mar 18 mar 19 mar 20mar 21 mar 22 mar 23 mar 24mar 25 mar 26 mar 27 mar 28mar 29 mar 30 mar 31 mar ]Oapr. 2 apr. 3 apr. 4 apr. 5apr.

Vari o

(tipo)

4 4 6

8 24 8 8

12 8 4 11

(-) 2 (*)

2 (*)

8 8 12

4

1 (m. prol.) 28 (rottami)

3 (chimico) 2


Specchio delle acquisizioni possibili di materiali francesi di interesse industriale. Allegato 2 alla lettera sn e sd a finna del generai.e Vittorio Pallieri (A USSME D-7, Carteggio CIAF Raccol ta 56 - 1 8 )

bloccali perché bellici, come ad es. armi, munizion i, esplosivi fi niti ecc. (pcl rcccn Le C. <li P. - Convegno di Parigi - sono riservati integralmen te all' Italia .

ili proprietà statale

non bloccati perché non bell ici come ad esemp io : prodotti semilavorati,

materia pii me, AeQUISIZ IO~E DI MATERIALI VARI

ccc., ma

uLiliaabili a fini bell ici (I l C .di P. ne allribu isce a noi il 50%)

(proposte di cui alla nota 55839 dellaCIAF

bloccati perché bell ici (Pel recente e.di P. sono riserbati interamente ali'! tal ia).

ili pro prietà

privata

non bloccati perché non bellici, ma utilizzabili a fini bellici (Il e .cli p ne attribuisce a noi il 50%)

La C.J.A. F. , pur tendendo presenti le necessità della economia frnncese ri tiene cli poterne far esegui re sen7.'altro la confisca (dalle for/.e di occupazio ne) in via normale e li mitatamente ai bisogni delle ro,7.e.di occupazione altese le esigenze delle industrie beli iche lavoranti - in Patria ed in Francia - per noi

La e.I.A. F. Arm. desidera sapere se ciò è approvato o, in caso diverso, avere precise disposizioni in merito

La e .I.A . F.cons icleranclo su perata ogni precedente disposizione ivi compreso il Patto di Roma, ritiene cli poter acquisire questo 50% a tito lo di confisca

l<l.

La e.I.A. F., tenu ti presen ti i bisogni dell'economia francese, ritiene di poterne effeH11are la rcgu isizione secondo le necessill1 dell 'i ndustria italiana (o francesi lavoranti per l' Italia) e non lim ita tamente ai bi~ogni delle truppe cli occupazione.

ld.

Id.

Id.

J<l.

Id .

Id.

J<l. come sopra

831


COMMESSE ITALIANE CO~CORDATE CON LE INDUSTRIE f-RANCESl A LLA DATA DEL 15 ~fACiCi/0 1943 (CIAF, R ACCOLTA4 5)

Ditte italiane

Soc. R.J.V. Torino

Soc. F.IAT. Torino

Ministero Aeronautica Roma

Industrie fmncesi

S.KO An.necy

Trasformazione t.1200 di ghisa

Electrncltimie, Electromelallurgie et Aciéries électriques Ugine Glycol - Sorgues

T.1000 di acciaio speciale

Filo tecnica Salmoiraghi Milano

832

Valore (milioni di franclti) 1,8

3

Electro - porcelai.o e Sr. V eJlier sur Rhòue Merlio et Cre1io Grenoble

ILVA Genova Carrières de teffes et sables réfractaires de I' Isèrc - Grcnoble J. Veyanr Ministero della Guerra- La V e1pillière Direzione Gcn. :--.fotor. Ansaldo Chanticrs de la Camigl iano Méditerranée Marsiglia Bianchelli Marsiglia Aeroplic A ubagne Eleuro lecnica Torino

85 .mila cuscinelli a sfere

Fonderie del sud - est

SNCASE Matignanc

SA . . Ne•rrini .::, Milano

Fonu111re

Granoux, Marsiglia Martigny, J'v!arsiglia SOM Tolone Atelier dc constrnction mécaniqucs J. Ruchon, Vicnnc Saprolip SA -Bomg Valcncc

Chetoni in ragione cli r.10,mese n .40 gruppi vati per aeroplani

Isolanti nonnali e speciali U tilizzazione sale prova per collaudo intem1ttori T. 2 .000 cli sabbie refrattarie

9,470

12

0,4 (al mese)

Provvista da parte italiana di

Note

Acciai laminari al cromo grezzi r. 51,7

Dmata 7 mesi, inizio settembre 43 Durata 3 mesi , i11i1.io rnaggio 43 Dmata 5 mesi , inizio giugno 43

Acido solforico Durala 20 mesi, in ragione di inizio t.16 ,mese immediato Durata 5 mes i, a partire da giorni 90 dalla consegna delle a ttrczza nrre A partire dal 10 agosto 43 A partire dal 10 lug lio 43

Imprecisato

Imprecisa la

Valvole per cainere d'aria

Tmprecisat(J

Immediata

Cos1ruzione carri annali

Imprecisa lo

Inunediala

1.000 tragwudi di rilevamelllo Diverse decine cli migliaia di lenti normali ed affumicate 10.000 intcmtttori a pacco 800 piastre per telemetri 50 macchine affilatrici

0,6

Inizio luglio 43

0,8

Inizio luglio 43

0,8

Jni1.io luglio 43

0 ,4

ln.i:i.:io Jnglio 43

3,5

hti,:io luglio 43

Parli sciolte per meccanism,i <li precisione

Trnprecismo

Imprecisa la


Specchjo degli acquisti di moneta pregiala e cli metalli preziosi da parte dell' ufficio Economia di guerra dell 'Intendenza 4AAnnala nel periodo maggio - giugno 1943. (dai diari della s tessa Intendenza - AUSSME 1327)

Acquisti: Valore Quan1i1t1d 'oro imprecisata 3 maggio Terminalo acqui sto oro per Frf 63 llli lioni 4 maggio Kg. 222. 1.63 di argento montalo , Kg. 22, 897 di argento lavora to 7 maggio Oro in monete per Hr. 100 milion i 13 maggio USO 14.985 - UKP 2906,5 - 180 marenghi 1° giugno USO 31495 - UKP 2229 - 453 marenghi - Kg . 5,2 o ro grezzo 24 giugno USD 134 - UKP I 8.000 - 8037 marenghi - () Sch. 2630 - Dtvl 6.000 - f,NT . 2900 - oro in lingotti Kg. 40 30 giugno Cessano gli atx1ui~1i ed il personale dell' ufficio viene ripanito tra le varie di re~ioni dell ' lntendcnza Data maggio

833


ATI'RNTATI, SABOTAGGI, SCONTRI E DlY10STl{AZlONI Ii'! ZONA D'OCCUPA7JONE ITALIANA (c~1li tratti dai diari delle truppe di occupalione ilaliane)

DATA

EFFEJTI O

AVVENiivJE>!TO

LOCf\TJTA'

PROVVF.D!Mll\Tfl

Solliès - Pool, Hyères e Briguoles 1°gen. 43 St. Laurentdu Vm· 8 fcb.43 Antibes Antibes - Fort 9 l'cb. Can'é Zona Agay 23 l'eb. 6 dic. 42

12 mar. L601ar. 2l mar. 22mar. 24 mar 26 mar.

Anlihes 7.ona SI. Tropez >li7,za >li:aa (I .es Arcs) Vidm1ban Bresse Greuoblc Tolone

28 nwr.

5 apr.

8 apr. 9 apr. 10 apr. 11 apr. 12 apr. 14 apr. 16 apr. 20apr. 21 apr. 21 apr. 22apr. 23 apr.

24apr. 27 apr. 30 apr

Marsiglia Zona Hyères Marsiglia An1ibcs Sa11ru-y Carquciranne Ni1n1 Antibes Niz.za Caru,es Ni:w1 PouteDrac

D.raguiguan Grenoble St. Raphael Pressi Greuoble Nizza Cannes Grenoblc Chamhéry E pièrve Valence Niua Tolone

S pari notturni conlro autoveicoli militari

1'essuu diumo

Spari uouurui conlm senlinella 01diguo esplosivo coolm negozio di llaliano S p,u·i nollurui conlro senl inella

Ferimento sen1iuella Lievi daiuli Fcrimen10 se111inella

Ordigno esplosivo su binario di corsa linea femwi,u·ia 1'izz.a - M,u-sig lia Petardi in luogo pubblico Sabotaggio imprecisato a trasformatore elellrico Tentativo di sis tem,u·e ordigno pressi ediJicio civile Ordigno inesploso sulla linea ferroviiu'ia. Ordigno esplosivo rinvenuto pressi staz.. fe1rnvi,u'ia Qrdjgno esplosivo su binario fc1rnvia Carnoules - Bresse.

Fallito

Ordigno incendiario Caflè Marscillc Ordì gno esplosivo nel trasfonnatore elettrico dell'Arseoa le Ordigno esplosivo presso il bar du Pcuplc Palloncini incendiari contro obieni vi imprecisati Ordigno esplosivo con1ro consolato gen. d'Italia Dimostralione di donne per caren'l,a dem1le alimentari . Dimostrazione analoga di 350 donne. Id. entità p,u·tecipazione imprecisala. Id. Id. Id. 01digno esplos ivo conu·o g,u·age di com1aiiouale ctimostrnzionc 0 1dil,'llO esplosivo collocato su pi lone alta tensione Ordi~'l10 esplosivo contro Locali della "Légion des con1hatanr.s" Onligno esplosivo contro li breria e studio fotografico Colpo di pislola contro sentinella tedesca Raffic;1 pis1ola mi1ragliatrice Furgone postale militare 01diguo esplosivo conlm Comando Tappa uuicio sassi ed un colpo di pistola contro carabinieri di pattuglia Ordigno esplosivo Casa d'ltalia 0 1diguo esplosivo binario feJTovia.rio .

Nessun dai1110 Arres latc due persone

Deragliati due vagon i e inte1111àooe fem.ivia. lmprecisati Gravi dauui Lievi dmuli Piccoli incendi domati Lievi d,uuli Intervento pol izia francese Id. Id . Id . lei. Id. Liev i danni Lievi daun.i

Lievi d;umi Ferimento Ferimento a111is1a e cai,1biniere di scoria Lievi danni Nessun dmmo Lievi dai111i Asportazione mezzo metro binai·io J.ievi danni l .ievi danni

0 1digno esplosivo binm'io ferrovia Modane - Chau1béry 0 1digno esplosivo contro abitazione del capo della \ili licc Colpi di pistola contro tre ufficiali della 53 cp presidiaria Uno ucciso due fe1iti. \fanomiss ione ton-elle di segnalazione via libera e Rilanli e disservizi

an-esco fenovia1ia

I 1naggio Capd'Ail 43 Grasse 4 mag .. Grcnoble Avignone

834

Taglio e asportro.ionc lince telefoniche

Interruzione

0 1digno esplosivo con1ro autocairo del 7°Genio frv. 01digno esplosivo su tralicci lince clcltriche Colpi di pistola contro consolato italiano

Lievi diumi lu1ern1lione Nessun diuu10


Denunce per diserzione in patria (linea tratteggiata) secondo le relazioni mensili del comando 4"Armata

11 0 100 90 80 70 60 50

40 30 20

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Denunce: numero totale (linea tratteggi ata) e per diserzione in patri a (linea continua) secondo le r el azioni mensili del comando 4"A rmata in corri spondenza di peri odi si gnificativi (azione prossima, occupazione, cad uta del fasc ism o, r impatrio in v ista)

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Militari italiani sbandati già appartenenti alla 4"Annata in Francia rimpatriati negli anni 1944 - 45 (da AUSSME, Fondo 1-3, Raccolta 19 1)

Data rimpatrio

Proven ien7a

24. 10.44 Marsigliii 29.11.44 Po rlo della Francia meridionale l. 12.44 Marsiglia 16.12.44 Marsiglia 19.12.44 Marsiglia 23. 12.44 Marsiglia 23.12.44 Algeri 26.12.44 326° PWC Aversa(:) 17. 3.45 Marsig lia

Giun ti a

J\;apoli (") l\:apol i J\'.a1x>li J\"ap<>li Na1X>li (=) Napoli(") Napoli (') Na1X>li Napoli

Esercito Uff. Tr. 17 325 (i 8

26

60 (") 206 190 29 IG I

1'umcro Marina Uff. Tr. J 13 1418 (0 ) I 5 6

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18

7

405 29 1.S

Totale

(*) l'save US P.77 (=) Nave US t:asler Prince (°) cli cui una decina di collabora'lioni~ Li.

(") cl i cui 5 carabinieri e 2 finanzieri . (") l'save francese Ville d 'Oran (') l'save ita liana Erneslo Hindi (:) PWC = Prisoncrs or War Camp

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Aeronautica Uff Tr

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CARTE FOTOGRAFICHE

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APPENDICE FOTOGRAFICA

Le immagini sono tratte dai "Cinegiornali di guerra" e pubblicate su gentile concessione dell'Istituto Luce S.p.A. (autorizzazione n. 786 del 16/5/2005)

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Un plotone bersaglieri ciclisti transita per un viale di Nizza. Il reparto dovrebbe appartenere ad una delle tre compagnie bersaglieri 1notociclisti (verosimilmente la 108°) in rinforzo ad altrettante colonne di avanzata della divisione "Piave).

Plotone bersaglieri ciclisti, verosimilmente di una compagnia bersagliei motociclisti in rĂš~f'orzo alla divisione "Piave" , in movimento nella zona occiden.tale di Nizza . Si notino i cartelli indicatori per le localitĂ di Tolone e Brignoles. 845


Plotone bersaglieri ciclisti, verosimilme11te di una compagnia bersagliei della divisione "Piave" , in movimento oltre il Varo.

Un'autocolonna della divisione " Piave" (a giudicare dal moderno tipo di autocarro sul quale sono trasportate le truppe - FIAT 626) transita sulla strada della Cornice inferiore in direzione di Nizza.

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Un. 'autocinema della stessa divisione segue l'autocolonna Nizza si intravede all'orizzonte.

Un gruppo di artiglieria a traino animale del 58° artiglieria (divisione "Legnano" in movimento lungo la Promenade des Anglais, storico lungomare di Nizza.

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Un plotone moriai di un battaglione di fanteria della divisione "Legnano" transita sotto la statua di Garibaldi a Nizza.

Autocarri Bianchi Mi/es transitano per il lungomare di Niu.a a/l'altezza del Casino de la MĂŠditerranĂŠe (non visibile, sulla sinistra della foto).

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Un pezzo di artiglieria da 100/17 al traino di un automezzo della I Guerra mondiale (traNrice Pavesi).

Sentinella di guardia sulla strada che conduce a Nizza, all'altezza di Villefranche sur 111er.

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Cavalleria italiana nel porto di Nizza (gennaio 1943) .

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INDICE Premessa ......................................................................... .

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Cap. I - Il quadro generale successivo all'Armistizio .....

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Cap. Il - L'evoluzione della pianificazione militare per l'occupazione dei territori francesi metropolitani ........... A. La rinuncia di Mussolini ad occupare la Francia e suoi elementi di interesse per l'ulteriore studio di pianUìcazione - Precedenti e prima fase della pianificazione di operazioni militari per l'occupazione di territori francesi ............................................. .......... . B. Origini, cause e sviluppi degli ulteriori studi riguardanti l'occupazione di territori .fi"ancesi metropolitani, visti allraverso i documenti degli SM italiani ............... . 1 . La fase preliminare - I primi piani <~fì'ancesi» dopo l'Armistizio .................................................. . 2. La situazione delle forze italiane sul finire del 1940 - Gli effetti della smobilitazione sulle pianificazioni <ifrancesi» - L'esigenza «R» e le versioni ridotte dei progetti di occupazione dei territori d 'oltrAlpe - La questione della disponibilità. delle forze per attuarla .................................................. . 3 . L' ù1fluenza di previste concomitanti operazioni tedesche in Francia sulle pian~ficazioni italiane .. 4. L'avvento del piano "215" - La pian~fìcazione presso il comando della 4a Armata ....................... 5. Un.a nuova fase della pianffìcazione : i progetti ispirati ali' «Esigenza Ovest» ......................... .. .... . C. La fase finale della Pian(ficazion.e - Origini e cause della ripresa degli studi - La partecipazione delle Commissioni d'armistizio al dibattito sull'occupazione. - La situazione militare complessiva alla vigilia dello sbarco alleato in Africa settentrionale francese - I piani preparati dallo SMRE e dalla 4a Armata ....................................................................... . I. I progetti di occupazione della Francia nel!'estate del 1942 .........................................................

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a. La pianificazione degli organi centrali Ì.\1Jirata alla possibilità dell 'apertura del secondo jì-onte da parte degli anglosassoni.... ............... b. I progetti elaborati dal comando della 4" Armata redatti nel quadro della nuova situazione strategica e co,~frontati con. quelLi dello Sl'.1.RE ............................................................... . D. Qualche osservazione sulle pian(ficazioni iniziali italiane ........................................................................ I. La strategia «francese» di Mussolini ............... . 2. La difficile posizione degli Stati Maggiori ed i contrasti tra Comando Supremo e SMRE ............ . 3. Uno sguardo agli aspetti militari dei piani esaniinati ..................................................................... a . L'ambiente naturale francese ...................... . b. Le forze necessarie ....................................... c . La sopravvalutazione dell'avversario nella scelr.a degli obiettivi con.tenuti entro la Zona s1nilitarizzata .................................................... d. L'i~fluenza delle situazioni ambientali, della concomitante azione tedesca e delle aspirazioni nazionali nella scelta degli obiettivi ............ Cap. III - L'occupazione integrale dei territori frances i rnetropol itani. Sviluppo delle operazioni italiane ....... ... . .

A. Gli effetti della situazione militare generale sui piani riguardanti l'Esigenza Ovest - I piani dell'estate 1942 in previsione dell'apertura del secondo ftw·1le - Gli ordini impartiti dal Comando Supremo e dallo Stato Maggiore Regio Esercito (SMRE) a/La vigilia' de/l'operazione - Le incertezze sulla profondità degli obiettivi - L'attuazione dell'Esigenza Ovest .............. . B. Le decisioni prese a Monaco: occupare il resio della Francia per proteggerla da sbarchi alleati; ordini con.seguenti emanati da parte italiana - Gli avvenimenti della prima giornata: le difficoltà di attuare il piano per l'esigenza Ovest secondo il comandante della 4" Armata; ordini e contrordini; la decisione definitiva di ritardare l'avanzata di mezza 852

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giornata; attuazione del!' esigenza secondo il piano 60.000 e dunque sino al Varo - Gli ordini successivi: avanzare oltre il limite del Varo il più profondamente possibile - L'esigenza di giungere a Tolone e Marsiglia prima dei Tedeschi - Gli obiettivi ricollocati alla linea del Rodano .. . . .. . . .. . .. .. .. . .. . ... .. .. . .. . . . .. . .. . .. J. Le decisioni prese a Monaco di occupare il resto della Francia per proteggerla da sbarchi alleati; ordini conseguenti emanati da parte italiana .. ..... . 2. Gli avvenimenti della prima giornata: le di.ffì.coltà di attuare il piano per l'esigenza Ovest secondo il comandante della 4" Armata; ordini e contrordini; la decisione definitiva di ritardare l'avanzata di mezza giornata; attuazione del!' esigenza secondo il piano 60.000 e dunque sino al Varo ...................... . 3. La tempestiva occupazione di Marsiglia da parte tedesca pone g li italiani di fronte al fatto compiuto . Il tentativo italiano di entrare in Tolone, la cui difesa Hitler aveva deciso di accordare alle forze di Transizione francesi. Il preteso sbarco alleato nella zona di Tolone ed il progressivo allontanamento della Piave dal Rodano .............. . 4. Alcune osservazioni circa i malintesi iniziali ed il ritardo con il quale procedettero le unità della 4" Arnzata .... ... .. .. .. ......... .. ........... ......... .. .. ...... ... ......... . C . Sviluppo dell'operazione lungo le altre direttrici e nei giorni successivi - Il raggiungimento del Rodano nel tratto centro-settentrionale - il tentativo italiano di non perdere ·il controllo delle massime città portuali della zona occupata .......................................... . D. L'atteggiamento delle autorità francesi , delle Forze di transizione e della popolazione all'atto del!' avanzata italiana .... .. .......................................... ..... .

Cap. IV - L'occupazione di Tolone e l'autoaffondamento della flotta francese d'alto mare ..................................... . A. Il problema della ripartizione territoriale dell 'occupazione e l'andamento della linea di demarcazione prima degli avvenimenti di Tolone ............... .. .. ...... .. . .

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B. Le modifiche alla linea di demarcazione armistiziale nel settore del I Co,po d'Armata............. .......... C. La posizione delle Forze francesi d'armistizio e la loro partecipazione alla difesa comune. .................... D. L'atteggiamento della Flotta francese d'alto mare (FAM) e il suo autoaffondamento - il disarmo delle Forze francesi di transizione e gli eventi che ne furono cornice .................................................................. . E . L'operazione «Lita» ............................................. .. F. La partecipazione italiana al disarmo delle Forze armate francesi d'armistizio nelle zone interne ........ . G. Le misure adottate dal Comando Supremo per prevenire quella che sembrava una nuova mossa tedesca volta a privare l'alleato delle sue pertinenze ............ .

Cap. V - Gli effetti del disarmo e della forte presenza tedesca nel territorio sotto controllo armistiziale italiano sull'andamento definitivo della linea di demarcazione tra le zone cli occupazione italiana e tedesca e sul destino delle pertinenze italiane d'armistizio .............................. . A . Gli schieramenti italiani e tedeschi dopo gli eventi di Tolone - L'andamento definitivo della linea di dem.arcazione ............................................................. . B . L'evoluzione della linea di demarcazione nella zona di Marsiglia e nel tratto finale del Rodano ...... . C. La progressiva sostituzione delle forze tedesche nella piazzafòrte marittima e intorno a Tolone rispettivamente da parte dei corpi della R. Marina, della divisione Lupi di Toscana a cavallo di Tolone e l 'avvicendamento tra la divisione Piave e la divisionè Taro ad est della città ................................................ . D. L'occupazione da parte dei Tedeschi delLe installazioni di interesse militare esistenti anche in territorio di pertinenza italiana e i timori italiani di perderne il controllo ............................................................. . E. La ripresa del controllo armistiziale da parte italiana - Gli accordi italo-tedeschi di Parigi - La sostanziale coriferma delle pertinenze armistiziali ................ . F Il progressivo stabilizzarsi dei rispettivi settori 854

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difensivi italiani e tedeschi - La conseguente sostituzione da parte italiana dei presidi tedeschi nel controllo delle installazioni civili e militari - La questione degli aeroporti esistenti nel territorio italiano L'adesione tedesca agli accordi - La questione degli ammanchi di materiale ............................................... Cap. Vl - L'occupazione mil itare italiana della Francia L'aspetto militare ................... ......................................... . A . Il quadro difensivo lungo le coste italo-francesi - li riassetto del dispositivo d'armata e i problemi della sua debolezza - l'alternativa tra riserva costiera e presidio delle retrovie - La riorganizzazione delle forze di difesa e d'occupazione ................................. . l . G-li antefàtti ....................................................... . 2. Il dibattito sugli schieramenti e la riserva d'Arnzata ................................................... ............. a. Le possibili insidie nelle retrovie ................. b. Il progettato scambio di settori tra una divisione italiana ed altra tedesca proveniente dalla costa della Manica . Un'occasione per tornare al tema della scarsità delle forze ........ 3. La definizione di due riserve settoriali ............. B. Le zone presidiate dalla divisione alpina Pusteria e l 'assetto delle forze territoriali della 4" Armata nelle retrovie .............................................................. . C. L'organizzazione difensiva tedesca nel settore mediterraneo limitrofo alla 4a Armata ....................... D . Il completamento dell 'organizzazione difensiva costiera con le unità da posizione costiera ................ 1. L'afflusso dei reparti e quello dei comandi costieri e le priorità stabilite per le loro assegnazioni ......................................... .............................. 2. Le caratteristiche del sistema difensivo costiero .. . 3. Alcune annotazioni ............................................ E. Il problema delle artiglierie costiere - L'impiego iniziale delle artir;lierie GaF, dei raggruppamenti di corpo d 'armata e di grande unità per sopperire alle carenze - Il progressivo rafforzamento del dispositivo

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mediante l'utilizzazione dell'armamento ji·ancese di preda bellica e la costituzione di appositi reparti di artiglieria .................................................................... I. Il difficile recupero delle postazioni e delle artiglierie nella zona smilitarizzata ............................ 2. Le varie jàsi del riarmo costiero ...................... . 3. L'afflusso del personale destinato al servizio dei pezzi. La tra5formazione di gruppi GaF ........ . F. Il ricorso alle artiglierie contraeree di preda bellica jiwicese (PBF) ...................................................... . Cap. VII - L'occupazione militare della Francia di Vichy tra Armistizio e diritti di potenza occupante ......... .. ..... .. . A. Le dichiarazioni di esercizio di potenza occupante da parte tedesca ed italiana e la diversità delle loro basi politiche e giuridiche - I problemi sorti a proposito dell'interpretazione sulla possibilità di utilizzazione dei materiali francesi quali preda bellica - La questione della sopravvivenza delle Commissioni d 'arniistizio ................................................................ . B. L'assorbimento della Commissione tedesca nei ranghi del comando superiore tedesco dell'Ovest (Ob .W. I gruppo d'armate D) - I problemi sorti per attuare un provvedimento analogo da parte italiana ................... . C. I problemi sorti sull'interpretazione della possibilità di acquisire materiali di impiego militare francese ..... . D. I provvedimenti adottati da Vichy per esercitare il controllo sui materiali bellici: l'istituzione del «Service de la dissolution» e dei commissari regionali. Loro collegamento preferenziale con gli organi territorialt tedeschi. Tensioni e problemi conseguenti. Necessità da parte italiana di seguire l'esempio dell'alleato: i Nuclei di collegamento e controllo eredi dell'organizzazione per{ferica della C/AF in Francia .................... . I. L'istituzione del «Service de la dissolution», dei «Bureaux liquidateurs » e della figura del «Commissaire régional à la dissolution» ............. . 2. Il mutamento del sistema italiano di collegamento con organi francesi: dal tipo armistiziale, 856

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al tipo extra-armistiziale; l'istituzione dei Nuclei di controllo e collegamento ................................... E. La questione della pertinenza armistiziale italiana - La destinazione dei materiali conservati nei deposi ti presenti nell'area delle Bocche del Rodano passata per esir;enze tattiche al comando tedesco ................. . 1. Il comportamento dei tedeschi nella zona occupata da Felber ...................................................... . 2. Le controversie italo-tedesche sull'acquisizione di dotazioni .francesi di impiego militare nella zona di pertinenza italiana occupata dalle truppe di Felber ............................................................... . Cap. Vlll - Il difficile esercizio eia parte italiana del diritto di preda sui materiali m ilitari e su quelli dell'industria bell ica .. .................................. ........... ............................... . A. L'acquisizione da parte italiana dei materiali del disciolto Esercito di transizione e dai deposti d'armistizio - Entità della confisca da parte italiana, materiali più ambiti e problemi sorti nella sua attuazione - Due casi significativi: i quadrupedi e gli autoveicoli - L'utilizzazione delle risorse ji·ancesi diverse da quelle legate al disarmo ............................................ . 1. La destinazione deili armamenti francesi ........ 2. La preda bellica costituita da quadrupedi ed automezzi già appartenenti alle dotazioni militari francesi ................................................................. . B. L'acquisizione dei materiali di carattere industriale: validità della legge italiana di guerra nei confronti di acquisizioni di beni pubblici e di proprietà private francesi alla luce della «autolimitazione dei poteri di occupazione» autonomamente stabilita da parte italiana - Il comportamento dei Tedeschi - L'interpretazione e le discussioni con i Tedeschi a riguardo della possibilità di confìsca dei prodotti delle industrie belliche sotto controllo - Lo ,\jhatam.ento delle potenzialità industriali .francesi Gli incontri di Monaco e di Parigi e l'atteggiamento tedesco .................... .............. .................................... .

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1 . L'istituzione dell'iff/ìcio Economia di guerra presso l'intendenza della 4a Armata ...................... 2. la successiva opera di recupero a vantaggio dell'economia italiana. Le tesi opposte degli alleati dell'Asse ..................................................... 3 . La cooperazione economico-industriale franco tedesca ................................................................... 4. Il convegno di Monaco e il fallimento delle tesi italiane .................................................................. . 5. Il convegno di Parigi e il definitivo tramonto delle speranze italiane di ricorrere ai materiali o ali'industria francese ............................................. C. Qualche annotazione ............................................ . Cap. IX - L'occupazione italiana ed il suo carattere ...... . A. Gli studi esistemi per l'occupazione della Provenza e della Corsica e il carattere delle direttive impartite alle truppe di occupazione .......................... B. I caratteri dell'occupazione italiana: dall'iniziale incertezza allafàse di convinta possibilità dei comandi di un' occupazione ~ffettiva, ed alla successiva attenuazione dell'asprezza. le preoccupazioni per la sicurezza delle truppe e la priorità delle esigenze operative su quelle civili .............. 1 . l a questione immediatamente emersa della sicurezza delle truppe e l'applicazione da parte italiana della legislazione di guerra .................... . 2. Il miglioramento delle relazioni tra occupanti e autorità francesi per effetto della dichiarazione sulla «au.tolim.itazione» dei poteri di occupazione da parte italiana ...................................... ..............' C. Il potere cl' ordinanza e i suoi fondamenti giuridici in base alle esigenze di sicurezza delle truppe o per esigenze ,nilitari ......................................................... . 1. le ordinanze emanate dal comando di occupazione italiano in materia di transiti: il loro scopo legato alla salvaguardia della «sicurezza delle truppe» e la loro percezione da parte francese .... a. Il transito da e per i territori di prima occupazione ............................................................. .

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b. li transito attraverso la frontiera francosvizzera ............................................................. 2. L'effettiva pericolosità delle azioni dei patrioti francesi. Le azioni di repressione, i rastrellamenti e le rappresaglie delle unità della 4" Armata ...... . 3 . Le ordinanze delle autorità di occupazione italiane legate alle necessità operative della difesa costiera. Loro ammissibilità in base alle leggi di guerra e alle occorrenze militari. La dipendenza della 4° Armata dall'Ob .W. e la necessità di adottare le misure decise dal comando tedesco ........... 4. Un'ordinanza significativa circa l'ispirazione tedesca delle misure di controllo: la linea di demarcazione del Rodano e la sua minacciata istituzione .................................................................... 5 . Qualche breve considerazione ......................... . D. li comportamento dei comandi italiani sulla questione ebraica ............................................................ . E. Uno sguardo complessivo alle relazioni fra le truppe d'occupazione e la popolazione francese ..............

Cap. X - Le truppe d'occupazione in Francia di fronte alla crisi dell'Asse ............................................................ A. La decisione di recuperare le grandi unità italiane dislocate fuori del territorio nazionale p er la difesa della madrepatria - Le posizioni dei comandi supremi dell'Asse sulla questione della presenza di truppe tedesche in italia - Il piano «Alarico» e le sue connotazioni in Francia ...................................................... . B . La situazione delle forze della 4° Armata ali'inizio dell 'estate del 1943 .................................................... . 1. Le forze schierate in Provenza ................. ........ . 2. La situazione nel settore del XV CA, sul quale si appuntavano le misure del piano Achse ................ C. La situazione delle unità tedesche sul far dell ' estate 1943 e i provvedùnenti adottati per renderle pronte alla neutralizzazione delle forze della 4a Arntata ...................................... .................................. D . T primi rimpatri delle divisioni della 4a Armata a

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seguito degli sbarchi aLleati nelle isole siciliane e in conseguenza del 25 luglio - I rimpatri decisi alla conferenza di Bologna (1 O agosto 1943) ........................ . 1 . I primi rimpatri e la riarticolazione del settore del I CA dopo il 25 luglio ..................................... . 2. La situazione nel settore del XX// CA e i piani per il rimpatrio delle sue divisioni e per la loro sostituzione formulati nell'agosto del 1943 .......... E. I provvedimenti per l'attuazione del piano Achse adottati dal comando Felber a seguito della caduta di Mussolini ..................................................................... 1. L'avvio in Liguria dell'87° cmpo d'armata tedesco su tre divisioni e lo scopo di tale misura nell'ambito del pia1w Achse. La difficile attuazione di tale disegno ..... 2. Le misure attuate dai comandi tedeschi per immobilizzare le forze italiane in Francia ........... . F. La sostituzione della 4° Armata e le predisposizioni tedesche in conseguenza del provvedimento (piano «Siegfried») ................................................................ . 1. Il problema tedesco: come adeguare le esigenze della d(fesa antisbarco all'atto della sostituzione delle forze italiane (piano Siegfried) - Il pericolo derivante dal protrarsi della decisione italiana circa il ritiro delle divisioni del XXII CA - La situazione sulla costa e in particolare a Tolone .... 2. La situazione in corrispondenza dei valichi settentrionali (settore Pu.steria) ................................. G . Gli avvenimenti dell'8 settembre secondo le versioni degli ex-alleati - Le decisioni del comando della 4" Armata e Le operazioni di disarmo condotte dalla' 19" Armata tedesca .................................................... . 1. La Memoria 45/0p. e gli ordini dell'Armata ... . 2. Gli avvenimenti visti dalla parte tedesca - La situazione delle unità tedesche alla vigilia dell'8 sette,nbre ................................................................ 3. La capitolazione italiana e i primi provvedimenti presi dai tedeschi in Francia ...................... . 4 . La resistenza italiana tra il Tenda e la costa e l'afflusso di forze tedesche da est .........................

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H. Osservaz ioni conclusive sul crollo della 4a Armata ...................................................................... . I. Le relazioni tra i comandi e le truppe dell'Asse nel periodo a cavallo della caduta del fascismo e il loro possibile effetto sulla preparazione psicologica dei comandi difronte agli eventi descritti ..... 2. Lentezze dei comandi italiani, ma improbabilitĂ che un 'azione piĂš energica e celere avrebbe garantito una resistenza organizzata da parte della 4 a Armata in territorio italiano ................... . 3. Le condizioni psicologiche delle truppe - Gli effetti della propaganda ....................................... .

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Epilogo ............................................................................ .

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Bibliografia ..................................................................... .

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Elenco delle localitĂ ........................................................ .

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Elenco dei norni .............................................................. .

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Abbreviazioni .................................................................. .

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Appendici ........................................................................ .

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D0cu1nenti ....................................................................... .

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Cartine ............................................................................. .

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Tabelle organiche ............................................................ .

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Specchi ............................................................................ .

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Carte fotografiche ........................................................... .

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Appendice fotografica ..................................................... .

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